Uno scambio di emozioni

di tokykia
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La notizia ***
Capitolo 2: *** Un salto ad Osaka... ***
Capitolo 3: *** Costrinzione o piacere? ***
Capitolo 4: *** Lezioni speciali ***
Capitolo 5: *** Un'idea brillante e una brutta sorpresa ***
Capitolo 6: *** Ma che sta succedendo?! ***
Capitolo 7: *** Il sushi risolve tutto ***
Capitolo 8: *** I consigli di Tsuyoshi ***
Capitolo 9: *** avviso! ***



Capitolo 1
*** La notizia ***


 Questa storia parla dello scambio culturale fra due licei. La storia è completamente diversa da come la conoscete. Akito e Sana non si conoscono. Anzi! Lei è fidanzata con Naozumi! Neanche lei e Fuka si sono mai incontrate. Ed è la prima storia che scrivo!
 
 
 
 
-LA NOTIZIA-
 
POV SANA
-La nostra classe parteciperà a uno scambio culturale con una classe della città di Osaka- disse il prof distraendomi dai miei pensieri, che come sempre erano rivolti al mio bellissimo fidanzato Nao.
Che splendida notizia!!!! Avevo sempre desiderato partecipare a uno scambio culturale, ma la scuola non ne aveva mai organizzato uno...
Ma che demente che sono! E che mente bacata che mi ritrovo! Non mi sono ancora presentata!
Io mi chiamo Sana Kurata, ho 16 anni e sono iscritta al terzo anno di liceo (linguistico, per la precisione, perché io adoro le lingue!). Abito a Tokio in un’enorme casa con mia madre, la famosa scrittrice Misako Kurata. Sono fidanzata da ormai due anni con Naozumi Kamura, un ragazzo dolcissimo con occhi azzurro oceano e capelli dal colore indecifrabile. Ho molti amici ed amiche e sono una normale ragazza giapponese, a parte per i capelli rossi...
Ma tornando alla realtà *guarda che sei tu quella di fantasia!*, non vedevo l’ora di parlare della gita con le mie amiche!
 
***
 
Driiin!!!
La campanella dell’intervallo era suonata. Stava mettendo a posto i libri della lezione precedente, quando le mie amiche mi raggiunsero.
-Sana! Non vedo l’ora che arrivi il giorno dello scambio!-questa era Hisae, che si elettrizzava per ogni minima cosa, comparendo di soppiatto alle mie spalle e facendomi sobbalzare.
-Oh, anche io non vedo l’ora!-disse Aya –Tu Sana? Non sei elettrizzata?-
-Sì, Aya. Anzi, non sto più nella pelle!- dissi in un gridolino.
Saltellammo come delle bambine tenendoci per mano.
-Calmatevi o rischiate di spaccarmi i timpani!-
Comparvero due ragazzi: Tsuyoshi, il fidanzato di Aya, e Gomi.
Quello che aveva parlato era il più scorbutico dei due, Gomi.
Tsuyoshi si andò ad appiccicare alla sua dolce metà Aya. E sottolineo dolce! Ora capirete perché.
-Ciao mia dolce tortina alle fragole-disse lui...
-Ciao mio dolce bignè al cioccolato-disse la stucchevole ragazza...
-Mi sei mancata crostatina!-
-Anche tu, pasticciotto!- lo avete capito, il perché? Mi facevano venire il latte alle ginocchia, le carie ai denti, dei conati di vomito e, perché no, pure una bella indigestione! Non avrei mai creduto di vomitare per un’indigestione di dolci immaginari!
Quei due ce la mettevano tutta per farmi andare da un dottore! Ma c’era da aspettarsi di tutto da loro!
-Ehm, zuccherini!- dissi io con voce altrettanto mielosa –Vi dispiacerebbe non farci venire la carie ogni volta che siamo con voi?!-dissi alzando la voce verso la fine della frase.
Loro diventarono rossi, come sempre quando li ascoltavamo nella loro fase vomitevole, cioè ogni volta che aprivano bocca per dirsi qualcosa!
-Guarda che anche tu sei abbastanza sdolcinata quando sei con Naozumi!- mi ricordò Hisae, l’unica tra noi a non essere fidanzata e, quindi, ad avere il diritto di giudicare...
-Già, l’altro giorno, quando siamo andati tutti insieme in gelateria, eravate così zuccherosi che il mio gelato si è rifiutato di essere considerato un dolce!- disse quel simpaticone di Gomi.
Le mie guance arrossirono lievemente. Aspetta un attimo! Naozumi!! Mi dovevo vedere con lui all’intervallo! Che mente bacata che mi ritrovo! Ultimamente pensavo spesso questa frase... forse c’era da preoccuparsi...
Corsi via a gambe levate lasciando di stucco i miei amici. Naozumi mi aspettava. Chissà poi da quanto!
 
 
-Ehi! Ma dove ti eri cacciata?!- mi rimproverò Naozumi.
-Mi...mi ero momentaneamente dimenticata dell’incontro- dissi quasi bisbigliando, ma sicura che lui mi avrebbe sentito...
-Come hai detto scusa? Non ti ho sentita...- la mia immaginazione e il mio corpo caddero a terra sorpresi. Di solito riusciva a capirmi...
-Ti sei offesa perché non ti ho capita?- annuii facendo la mia famosa faccia offesa.
-Beh, vediamo di rimediare!- e così dicendo avvicinò il mio corpo al suo, mise le mani sui miei fianchi e mi baciò appassionatamente. Ricambiai all’istante:adoravo il suo modo di farsi perdonare!
Driiiin! L’intervallo era finito ma chi riusciva a sentire la campanella?! Noi no di certo!
-Mi spiace disturbarvi, ragazzi, ma è suonata. Bisogna entrare in classe!- un compagno di classe di Nao ci riportò alla realtà.
Così corsi via verso la mia classe. Ero già in ritardo, non volevo peggiorare la situazione!
 
 
-Signorina Kurata! E’ consapevole del fatto che la campanella è già suonata e lei è di nuovo in ritardo per la mia lezione di storia?- disse quella vecchia bisbetica della mia professoressa, mentre entravo strisciando nel tentativo di non farmi beccare.
-Sì, mi scusi tanto-dissi da brava alunna quale non ero, tirandomi su e facendo una specie di inchino.
“E lei è consapevole del fatto che se continua a torturarmi  così un giorno la strangolerò sig.ina Kamome*!?”ma questo non glielo dissi... anche se avrei tanto voluto!
-Dove diavolo ti eri cacciata?! Sei sparita dalla nostra vista nel giro di due secondi!-mi bisbigliò Hisae, che era dietro di me, ma non sentii neanche la sua domanda. Già pensavo alla gita... a quanto mi sarei divertita... alle nuove amiche che mi sarei fatta...
La notizia mi aveva davvero elettrizzata!
Chissà che compagna mi sarebbe capitata? Simpatica? Antipatica? Era ancora tutto da vedere...
 
 
Era un giorno d’inverno, di gennaio, ma Sana per la felicità data dalla notizia il freddo non lo sentiva proprio e per lei splendeva il sole.
 
 
§
 
 
 
 
 
*Kamome in giapponese vuol dire bisbetica. C’era nome migliore per quella vecchia prof?
 
Lo spazio di Kia: Grazie di avere letto questo primo capitolo della mia storia!
Lo so, mi odierete per aver messo Sana e Naozumi fidanzati *voi:ora ti prendiamo! E mi puntate contro delle pistole. Kia:No! Vi scongiuro!*.
Naozumi non lo sopporto, ma serviva per la storia! Andando avanti mi perdonerete! *Kia lo spera e incrocia le dita*
Pazzia personale a parte, cosa ne pensate della storia? Siete curiose di leggere il prossimo capitolo?
Spero tanto che vi piaccia, ma già non convince me! Figuriamoci voi! È solo l’inizio, perciò non è
gran ché ed è pure un po’ corto... dovrete leggere il secondo capitolo per essere più soddisfatte.
Accetto qualsiasi tipo di recensione!
Sia le negative che le positive sono ben accette: mi serviranno a migliorare la storia.
Commentate in tante! Ma ricordatevi che è pur sempre la mia prima fic!
Tokykia.
(chiedo perdono per qualsiasi errore grammaticale \ di battitura che sia sfuggito ai miei occhi)

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Capitolo 2
*** Un salto ad Osaka... ***


  
 
Holaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!! Non sono sparita....
Scusate il ritardo! Davvero non ho potuto aggiornare nel tempo previsto...
Quindi ho deciso che d’ora in poi aggiornerò una volta a settimana, così da non creare troppi ritardi! Sapete, ho da poco ricominciato la scuola dopo il periodo in ospedale e ora mi ritrovo a dover recuperare le cose fatte fino ad adesso... E ci sono già state della verifiche! Il liceo è duro...
Beh, ora vi lascio al capitolo! Ci vediamo giù!
               
CAP 2
 
-Un salto ad Osaka...-
 
A qualche giorno dalla notizia Sana si era dimenticata di dirlo alla madre e allo zio iper protettivo che viveva con loro....
 
-Mammaaaaaaaaa!!!!! Mi sono dimenticata di dirti una cosaaaaa!!!!!- urlò la ragazza ricordandosi improvvisamente della gita.
I tre si trovavano a tavola all’ora di cena, mentre la signora Shimura, la governante, serviva in tavola. Si girarono stupiti verso di lei.
-Calmati tesoro, puoi dirmelo ora.-le rispose calma la madre.
Sana rimase sorpresa dalla calma della madre, che era una donna estroversa e originale. Completamente diversa dalle mamme delle sue amiche.
-Parla!- parlò di nuovo Misako tirandole il solito martelletto di plastica in testa.
Ora sì che riconosceva sua madre!
-Scusa... mi ero persa nei miei pensieri. Di che stavo parlando? Ah sì! Della notizia...-rimuginò fra sé e sé Sana.
Rei non ci capiva un accidente! Sana sembrava più strana del solito. Parlava di una notizia, ma cosa poteva essersi dimenticata quella rumorosa testolina rossa?
-Beh, la mia scuola ha organizzato uno scambio culturale con un’altra scuola e a me piacerebbe tanto partecipare. Perciò, FIRMA!- spiegò Sana estraendo da non si sa dove un’autorizzazione.
-O..- la madre stava per dare il suo consenso, quando quell’impiccione di Rei si intromise fin troppo bruscamente:
-Non se ne parla neanche! Chi può sapere se la persona che ti ospiterà non avrà delle brutte intenzioni?! Come puoi dire che non ti farà nulla di male?!- “il solito scocciatore! Perché si deve sempre mettere in mezzo?”*
-No! No! No! Potrebbe capitarti uno sciroccato, o peggio, un maniaco!- disse deciso.
Non sarà mai sciroccato quanto te...!”
-Non sarà mai sciroccato quanto te!- un momento! Sana era convinta di averle solo pensate quelle cose! Si guardò intorno per capire chi avesse parlato e... Scoppiò a ridere!
Misako stava prendendo a martellate in testa (di quelle forti) Rei gridandogli dietro:
-Sei solo un impiccione! Nessuno ti ha insegnato a pensare prima di parlare? Perché non ti fai i fatti tuoi? Non sei mica la sua guardia del corpo!- e cose simili...
Misako si mise a rincorrerlo per tutta la loro grande casa a bordo della sua macchinina rossa.
In tutto questo ‘spettacolo’ Marochan era in testa alla signora e faceva il tifo per lei con tanto di striscioni e pon-pon.
Sana ormai era piegata in due dalle risa.
Quando Mama tirava fuori il suo martelletto rosso c’era sempre da divertirsi!
-Beh? Non dovevo firmarti il consenso?-  disse Misako spuntando fuori dal nulla.
Ma da dove diavolo è sbucata?! Chi la capisce merita un premio!”
Sana diede il foglio alla madre e lei firmò.
“Mamma mia che strana famiglia!”
 
Il giorno dopo Sana arrivò a scuola stranamente in ritardo.
Le tre amiche si salutarono e iniziarono a chiacchierare. Ovviamente parlarono dello scambio e del fatto che avevano ottenuto il permesso dai genitori.
 
Contemporaneamente, in un liceo a 400 km di distanza da Tokio, dei ragazzi discutono sullo stesso argomento...
-Hayama? Tu non sei emozionato per la gita?- disse Fuka, una ragazza un po’ vanitosa ma all’occorrenza una buona amica.
-No- rispose freddamente lui.
“Fosse per me, non ci parteciperei neanche a questa inutile gita! Appena lo ha saputo mia sorella quasi firmava per me! Non vede l’ora di avermi fuori di casa per un mese, quella profittatrice!”
Non so come mai, ma da un po’ di tempo a questa parte il rapporto tra me e mia sorella non era più lo stesso...
 
 
Sbam! Come al solito entrai in casa sbattendo la porta.
Tanto a quell’ora non c’era mai nessuno in casa.
Mamma e papà erano al lavoro** e Natsumi era sicuramente da una delle sue amiche.
Ciò voleva dire niente urla di Nat per un paio d’ore.
Negli ultimi tempi non facevamo altro che litigare, anche se più che altro era lei che mi urlava dietro, io mi limitavo a risponderle freddamente. Trovava sempre il modo per far nascere una litigata. Ma non eravamo sempre stati così, andavamo d’accordo! Certo, c’erano le normali litigate tra fratello e sorella, come in tutte le famiglie, ma nulla di più. Ora invece ogni volta che mi vedeva o urlava o metteva su una faccia tristissima. Chi la capiva quella?
Avrebbe avuto modo di non vedermi per un mese, durante la gita.
Le cose sarebbero cambiate?
 
 
Il tempo era passato, era la fine di febbraio, e lo scambio sarebbe iniziato pochi giorni dopo.
Sana era soddisfatta del suo lavoro: aveva appena finito di sistemare la camera della ragazza che sarebbe andata da lei.
L’aveva arredata con ogni comodità a sua disposizione: un letto a una piazza e mezza, una televisione piazzata davanti a un divanetto a due posti, una scrivania, uno stereo con vari cd posizionati accanto a esso e un ampio armadio.
Insomma si era data da fare! E sperava vivamente che le sarebbe piaciuta!
-Sana? Scendi che è pronta la cena!-la voce dalla signora Shimura la riscosse dai suoi pensieri. Era così emozionata che per lei ogni secondo libero era buono per mettersi a pensare alla gita.
 
I giorni passarono e quella mattina Sana, i suoi compagni di classe e i suoi professori sarebbero andati in stazione a prendere i compagni di Osaka.
 
-Il treno delle ore 10.30 diretto a Tokio proveniente da Osaka è in arrivo al binario quattro. Allontanarsi dalla linea gialla- la voce metallica avvertì gli studenti trepidanti dell’arrivo del treno che stavano aspettando.
Aya non era più in sé dall’agitazione e stava per staccare il braccio dell’amica Sana quando sentì l’annuncio dell’imminente arrivo.
-Bene ragazzi, stanno per arrivare. Mi raccomando non andate lì in massa, li accompagneremo noi da voi. Le coppie saranno sorteggiate e non vi lamentate se poi non ci andrete d’accordo. Lo scambio serve proprio a questo- spiegò lentamente il professore.
-Il treno delle ore 10.30 diretto a Tokio proveniente da Osaka è in arrivo al binario quattro. Allontanarsi dalla linea gialla- di nuovo la voce metallica. Ciò voleva dire che pochi attimi dopo sarebbe arrivato il treno. E infatti....
“Ecco i ragazzi che scendono dal treno!!! Che classe numerosa!”
Tra tutte quelle persone Sana si soffermò sullo sguardo glaciale di un ragazzo biondo che la guardava. Il gruppo si avvicinò e lui non smise di guardarla.
-Bene... Sugita con Matsui- disse il prof pescando dei foglietti da una busta.
Una ragazza bruna si avvicinò ad Aya sorridendo. Le due iniziarono subito a parlare.
Il prof immerse nuovamente la mano nel sacchetto.
-Kurata con.... Hayama- quegl’occhi si avvicinarono ulteriormente.
 
 
 
*le frasi in corsivo sono i pensieri di Sana.
**ho deciso di non mettere che la madre di Akito è morta quando lui è nato, ma ha comunque di problemi di salute dalla sua nascita.
 
 
 
 
LO SPAZIO DI KIA:
Hei!!!! Che ne pensate del capitolo???? Vi è piaciuto????
Beh, devo dire che non è malvagio... come promesso è più lungo dell’altro e c’è stato il punto di vista di Akito! Soddisfatte?
Ringrazio le due recensitrici con tutto il cuore: grazie mille Angel92 e MadyInLoveWithAkito!!!!!!!
E anche  _Silvia123_ e Mady hanno messo la storia tra le seguite ( Mady anche nelle preferite!!!) mi sento lusingata!
Le numerose visite mi hanno lasciata basita! Grazie anche per quelle!
Prevedo di riuscire ad aggiornare solo il fine settimana.
Attendo le vostre recensioni! Spero vi sia piaciuto il capitolo! AL PROSSIMO WEEKEND E BUON HALLOWEEN!!!!! *a kia piace tanto questa festa!*
Tokykia
P.s: mi scuso per eventuali errori di grammatica o battitura!
 

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Capitolo 3
*** Costrinzione o piacere? ***


 Ciao a tutte! Sorprese di vedermi così puntuale? Beh, a parte gli scherzi, sto migliorando! La prossima volta sarò puntuale? Vi lascio al capitolo...
Ci vediamo sotto!

 
 

CAP 3
 

 
 
- Costrinzione o piacere?-
 

-Kurata con... Hayama- quegl’occhi si avvicinarono ulteriormente.
Quindi lui è Hayama... Ma aspetta un attimo! Lui è un ragazzo! Oddio! Qualcuno mi dica che non dovrò abitare con lui!”
-Oddio... ragazzo e ragazza coinquilini? È una cosa che non dovremmo permettere, ma io stesso ho detto che i compagni non sarebbero stati cambiati... Che situazione!- le parole che il prof rivolse ai suoi alunni sembravano più un monologo che altro.
Sana non poteva crederci: nelle ultime settimane si era data tanto da fare per un ragazzo?! Lei desiderava avere una nuova amica come compagna, non quello!
Volse lo sguardo verso Naozumi.
Era agitato! Aveva serrato gli occhi e stretto fortemente i pugni.
Per Nao, sempre calmo e pacato, quello era un record strabiliante.
-Quindi io dovrò dividere casa mia con un maschio?- chiese Sana speranzosa di un no.
-Grazie eh! Tanto io non l’ho capito che non mi vuoi in casa!- disse ironico il ragazzo.
-Oooops!- e Sana arrossì per la gaffe fatta.
Ma il professore non voleva ritirare le parole dette poco prima dell’arrivo dei ragazzi di Osaka. Ci rimetteva lui poi!
La professoressa Kamome, andata anche lei alla stazione e vedendo come la prossima convivenza con Hayama dava così fastidio a Sana, disse tutta allegra:
-Professore, non può rimangiarsi quello che ha detto poco fa. I ragazzi devono imparare a convivere con qualcuno anche se la suddetta persona non rispecchia i propri gusti personali. E poi, non l’aveva previsto, che potesse succedere una cosa del genere quando ha messo insieme in una busta i nomi degli alunni?- anche se detto con un secondo fine, le sue parole avevano senso.
Sana rimase di sasso. Non si aspettava che una così bisbetica e insopportabile potesse pensare e dire cose tanto sensate!
Ma perché dovevano andare a suo discapito? Quella prof la odiava!
-Allora, Hayama e Kurata, sarete compagni di scambio. Anzi, siete!-
Che gioia!” è ovvio che era ironica.
“Dividere la casa con lei non sarà poi tanto male...” pensò il biondino.
 
 
-Benvenuto in casa mia- mi disse Kurata facendomi strada.
-Ti accompagno in camera. Ti serve aiuto con le valige?- mi chiese, con poco interesse.
Stavo per rispondere no, ma quella gridò verso un’altra stanza:
-Zio!!!!!!!!!! Vieni qui!- e subito un tizio in camicia bianca e pantaloni neri eleganti corse nell’ingresso, dove ancora ci trovavamo.
-Che c’è Sana?- chiese lui, che manco si accorse di me.
-Porteresti la valigia di Hayama in camera?- gli chiede.
Lui gira meccanicamente la testa verso di me, come se accanto a lui ci fosse stato un fantasma o un alieno al posto mio.
-Un ragazzo!!!! Che cosa ci fa un ragazzo qui???!!!?- il tizio si mise le mani tra i capelli e urlò come spaventato.
-Che avete da urlare voi?- una voce allegra che proveniva dal salone ci raggiunse a bordo di una macchinina rossa,con un kimono e con una stranissima acconciatura sulla testa! Ma la cosa più strana era il fatto che portasse uno scoiattolo in quell’acconciatura!
-Accidenti Rei! Perché devi sempre fare storie quando un ragazzo entra in casa con Sana????- chiese arrabbiandosi e incominciando a inseguirlo per tutta la casa a bordo di quella macchinina.
Ecco che ricominciano! Che figura mi fanno fare?!”
-Bene, se ne sono andati!- disse con un tono di voce un po’ irritato, ma non capivo a chi si stesse rivolgendo... Forse a me!
-Vorrà dire che la valigia te la porterai da solo... Seguimi-  e così dicendo si girò verso di me, mi sorrise leggermente e mi fece strada in quella che sarebbe stata la mia camera per un mese.
 
-WOW!- esclamai entrando in camera.
Era davvero grande e c’era ogni ben di dio! Dalla tv, allo stereo, a un letto bello grande e altro ancora! L’unica cosa che non mi piaceva erano le coperte rosa.
-Sì, lo so, è arredata bene, eh?- disse sorridendomi a trentadue denti.
Feci una faccia come per dire ‘Direi!’ e lei mi disse:
-Ci credo! Ho fatto tutto io! Se aspettavo quei due al piano di sotto...- ancora alquanto infastidita.
Io misi, o meglio lanciai, la mia valigia ai piedi del letto.
-A che ora si cena?-
-Alle otto-
-Ok, allora mi cambio e scendo- dissi convinto che avrebbe lasciato la stanza.
Ma non aveva capito che intendevo cambiarmi.
-Kurata, mi devo cambiare! Cioè mi devo svestire e rivestire. Sai che cosa vuol dire?- dissi, stavolta ero irritato io.
Lei diventò bordeaux in viso e scappò via sbattendo la porta. Ghignai.
 
***
 
-Mama insomma! Smettila di inseguire lo zio!- mama non l’aveva ancora smessa di rincorrerlo! All’inizio era divertente, ma iniziavo ad annoiarmi...
E poi Hayama non era ancora sceso e il mio stomaco brontolava rumorosamente!
Neanche il tempo di pensare quelle frasi che lo vidi scendere trotterellando dalle scale. “Devo ammettere che non è niente male! Oddio Sana! Ma cosa vai a pensare! Tu stai con Naozumi!”
-Sana? Non mi presenti questo bel ragazzo?- disse mama spuntando da dietro le mie spalle e facendomi spaventare, visto che stavo ancora pensando a... vabbè, lasciamo stare!
-Sì, lui è Akito Hayama. Hayama lei è mia madre, Misako Kurata, e lui è mio zio, Rei Sagami*
-Piacere- disse il biondino facendo un piccolo inchino. Non me lo sarei mai aspettato.
-Oh! Ma che ragazzo carino che sei!- mama aveva gli occhi che brillavano. Era una reazione ancora più spropositata di quando le avevo presentato Nao... C’era da preoccuparsi?
 
Mama aveva continuato a parlare tutta la sera con Hayama.... Più che altro lui si limitava a dire sì o no!
Io, invece osservavo i suoi movimenti con attenzione. Non so il perché.
Finito di mangiare andai dritta in bagno per mettermi il pigiama e andare in camera mia in fretta.
 
***
 
La madre di Kurata non aveva fatto altro che asfissiarmi tutta la sera perché mi trovava carino... Cosa intendesse, poi, non lo so...
Finito di mangiare aspettai un po’ per andare a lavarmi prima di andare in camera perché Kurata aveva occupato il bagno. Quando mi sembrò che fosse uscita, salutai tutti e salì le scale diretto in bagno.
Aprì la porta e la scena che mi ritrovai davanti mi lasciò basito.
Kurata era in biancheria intima e stava tentando di infilarsi una camicia da notte.
-AAAHHHH!!!!!!!!!!! Ma Hayama! Sei impazzito!!! Si bussa prima di entrare!!!- disse lei coprendosi.
-S-scusa non l’ho fatto apposta...- ero veramente in imbarazzo, forse per la prima volta in vita mia. Richiusi in fretta la porta.
Mi misi subito sul letto a pensare.
Perché quella vista mi aveva lasciato così turbato?
Questa convivenza sarebbe stata una costrizione
o un piacere?
 
 
 
 
*Ho deciso che Rei e Misako sono fratelli e che lei ha preso il cognome dal marito.
 
 
 
Lo spazio di Kia:
che ve ne pare di questo capitoletto?
Ho fatto succedere qualche cosa ma non sono convinta più di tanto...
Ho parlato praticamente solo del primo giorno di convivenza e visto dal punto di vista di entrambi. Lasciatemi tanti commentini!
Non ho potuto aggiornare ieri perché ne mio fratello ne mio padre mi hanno lasciato libero il computer per poter finire il capitolo e pubblicarlo! Che cattivi!
Ma oggi ci sono riuscita e sono anche molto contenta!
Non solo perché sono riuscita ad aggiornare ma anche perché ho preso un bel voto nella verifica di scienze che, per studiare, non mi aveva fatto aggiornare in tempo l’altra volta! Ma questo a voi non interessa, vero?
Ringrazio tutti quelli che hanno letto, recensito e messo tra le seguite-preferite!
Grazie di cuore!
Vabbè, ora vi lascio! Spero vi piaccia il capitolo...
Al weekend (se ci riesco!)
Tokykia ;)

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Capitolo 4
*** Lezioni speciali ***


Buon giorno a tutte! Che si dice di bello? Sorprese di vedermi così puntuale?
Anche io stento ancora a crederci! Ecco qua il nuovo e quarto capitolo: che cosa succederà di bello? Chi lo sa....
Ci vediamo in fondo!
 
 

Cap 4

 
 
 
-Lezioni speciali-
 
-Come cavolo faccio!?- Sana urlò disperata durante l’intervallo.
Aveva appena scoperto che sarebbe stata interrogata in matematica la settimana successiva e no sapeva niente di quello che c’era scritto sul libro!
-Che hai da urlare Kurata?- Hayama la guardò malamente andando verso di lei.
Ma lei non rispose: era crollata nella disperazione più totale.
-Deve mettersi d’impegno per studiare matematica...- spiegò Aya.
-E allora?- disse lui.
-Il fatto è che non sa niente di tutto quello che abbiamo fatto fin’ora in matematica!- Hisae urlò dicendo quella frase, tanto che alcuni studenti si girarono a guardarla stupiti.
-Tonta- e, dicendo così, Hayama se ne andò.
-Grrrrrrr- a Sana fumavano le orecchie per la rabbia. Quel ragazzo lo aveva conosciuto il giorno precedente e già non lo sopportava più!
Solo nella mattinata, l’aveva stuzzicata talmente tante volte che aveva perso il conto.
-Sana, calmati. Che ti prende?- Naozumi la stava abbracciando da dietro dopo essere arrivato all’improvviso. Il solito tono dolce di lui la fece sciogliere.
-Ciao Nao!- il tono di voce improvvisamente calmo. I due si salutarono con un bacio.
-Potreste anche evitare di baciarvi davanti a noi!- Hisae non li sopportava quando facevano così...
-Sana, perché eri arrabbiata?- Nao si staccò per evitare altre lamentele di Hisae.
-Ma ora non sono più arrabbiata- Sana voleva fare la maliziosa, sperando in un altro bacio.
-Dai, dimmelo!- ma Nao non si arrendeva.
-Va bene... Hayama continua a stuzzicarmi! Non lo sopporto!- e si infuriò di nuovo.
-Hayama? Ah, sì! Il tuo compagno di scambio! Non ho ancora avuto il piacere di parlargli...- Nao ricordò quanto si era arrabbiato il giorno prima a causa sua.
-Ti prego, non ricordarmelo!-
 
 
 
A casa, Sana, stava cercando di studiare matematica ma la sua mente andava da tutt’altra parte...
Stava pensando alla sera prima, quando il biondino scorbutico era entrato in bagno quando c’era lei e l’aveva vista in biancheria.
“Cominciamo bene! Al secondo giorno già mi da così fastidio! Uffa, dovrei studiare matematica, io!”
Dlin dlon!
Nel bel mezzo dei suoi pensieri suonarono alla porta.
Sana andò ad aprire e si trovò davanti l’oggetto dei suoi pensieri.
-Se non mi date le chiavi come faccio ad entrare senza suonare?- Akito, il solito ironico.
-Ah, è vero...scusa...- cercò di giustificarsi lei, visibilmente imbarazzata dopo i pensieri che aveva avuto.
Akito entrò in sala e vide i libri di matematica.
-Vuoi che ti dia una mano? Io sono bravo in matematica- si offrì, ma senza particolari interessi.
-Sei la mia ultima spiaggia-
 
 
 
Il pomeriggio stava passando tranquillamente.
Sana e Akito stavano studiando e sembrava che lui riuscisse a farle capire qualcosa.
-Dai, è facile! È solo un’espressione!- rise lui.
-Sarà anche solo un’espressione, ma io sono negata per la matematica!- era veramente disperata...
-Ma se prima sei riuscita a farne una?-
-Sì, ma era molto più facile!!!! Uffa!- e mise su un broncio che fece ridere Akito.
-Che hai da ridere?!- lo fulminò lei. Non sopportava quando rideva di lei. E quel pomeriggio era già successo diverse volte.
-È che hai un’espressione ridicola quando ti imbronci!- disse continuando a ridere.
-E tu sei cattivo!- disse dandogli un pugno sul braccio.
-Ahi! Sei anche forte... Uomo mancato!- si lamentò massaggiandosi il braccio.
-Cafone!-
-Tonta!-
-Insopportabile!- e così iniziarono a dirsi una serie irripetibile di insulti....
La cosa continuò finchè Sana, cercando di tirare l’ennesimo pugno sul braccio ad Akito, finì per cadergli addosso.
Sana era stesa su di lui. E lui la guardava sorpreso. Lei non si muoveva.
Sembrava immobilizzata.
Dlin dlon!
Sana si tirò improvvisamente su e corse ad aprire la porta.
Era rossissima in viso. Chiunque fosse, l’avrebbe vista imbarazzata al massimo.
Aprì la porta...
-Naozumi! Che ci fai qui?- chiese lei sorpresa.
-Ciao Sana! Passavo di qui e sono venuto a salutarti- Nao era raggiante, ovviamente non aveva ancora visto Hayama...
“Per fortuna non ha notato il mio rossore! Per il momento sono salva...!”
Nao le prese il mento tra le mani per avvicinare il viso al suo e baciarla, ma...
-Ehmm!- Akito fece finta di tossire per farli smettere.
-Oh!- Nao non se l’aspettava.
-Scusate se mi intrometto...- Akito voleva dire qualcosa ma Sana lo fermò.
-Ah! Hayama, questo è Naozumi, il mio fidanzato... Nao, lui è Hayama il mio compagno di scambio- e fece le presentazioni.
-Piacere- dissero entrambi alquanto irritati.
“Quanta tensione! Sembrano entrambi irritati dell’altro...”
 

***

 
Sana aveva aperto la porta ed era entrato un damerino dall’aria insopportabile.
Chissà perché, ma appena lo vidi provai un fastidio allo stomaco e la suo faccia mi dava la nausea.
Quei due poi si stavano anche per baciare sotto ai miei occhi!
Quindi, Kurata era fidanzata...
-Ehmmm!- li interruppi per farli smettere. Quanto mi dava fastidio!
Kurata si ricordò di me e fece le presentazioni.
-Piacere- dicemmo io e l’energumero.
Al suono della sua voce mi venne un improvviso prurito alle mani. Avevo una voglia pazzesca di tirargli un pugno.
Una voce così irritante non l’avevo mai sentita!
Ma Kurata non sembrò accorgersene, per fortuna e il resto del pomeriggio sembrò trascorrere in modo tranquillo.
Soprattutto perché io me ne andai in camera mia lasciando quei due soli.
Ma non mi importava di passare il pomeriggio chiuso in casa.
Stando lì ero sicuro di non vedere la faccia da schiaffi del fidanzato di Sana...
Chissà se se ne era andato....
Improvvisamente sentì un buon odorino di Sushi.
 

***

 
Akito era sparito per il resto del pomeriggio.
Nao se ne era andato non dopo molto, perciò che ragione c’era di ignorarmi?
Affari suoi! Io mi stavo per fare uno spuntino a base di Sushi!
Mi piaceva molto, anche se non era il mio piatto preferito.
Grrrr. Era il mio stomaco.
Che fame che avevo! Me lo sarei spazzolata in due secondi!
Improvvisamente la porta della cucina si spalancò e ne entrò Hayama con due occhi bramosi di chissà cosa.
Si avvicinò velocemente alla porzione di Sushi e tentò di togliermela dalle mani.
-Ehi! Giù le mani! Sono arrivata prima io!- era un mio diritto mangiarla.
-Ti prego, dammene un po’!- mi supplicò.
Doveva piacergli davvero molto il Sushi: era arrivato perfino a supplicarmi!
-No!- ma io non mollavo la presa.
Lui allora me la levò dalle mani e iniziammo a rincorrerci per il possesso di quella confezione.
Finchè io non inciampai nel tappeto del salotto e finì nuovamente per terra, a carponi sopra di lui.
 
 
 
 
 
 
Lo spazio di kia:sono crudele, eh?
L’ho fatto finire sul più bello! Ih ih ih! Kia è diabolica!
Ma io sono ancora sorpresa dal fatto di essere riuscita ad aggiornare! Lo so, il capitolo è un po’ cortino ma spero vi piaccia lo stesso!
Secondo giorno di convivenza: la cose vanno piuttosto bene!
Mi odierete per aver messo Nao così spesso....
A momenti non riuscivo a scriverli quei pezzi! Ma mi piaceva insultarlo nel pezzo di Akito!
Ringrazio le recensitrici dello scorso capitolo:
Eillena, MadyInLoveWithAkito, _Silvia123_ e Daygum.
Grazie mille, ragazze!
Spero continuerete a suguirmi!
Alla prossima,
Tokykia ;)

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Capitolo 5
*** Un'idea brillante e una brutta sorpresa ***


Buongiorno a tutte! Kia è stranamente puntuale...Per il momento non dico niente: parlerò sotto!
Leggete...

 
 

Cap 5

 
- Un’idea brillante e una brutta sorpresa -
 
 
I due erano immobilizzati sul pavimento.
Sana non riusciva a muoversi dalla posizione in cui era: a cavalcioni su Akito.
Era pietrificata. Si sentiva come incollata al pavimento e attratta più che mai da quel corpo muscoloso steso sotto al suo.
Hayama si sentiva strano, come se fosse in uno stato di trans e le sue azioni non fossero più comandate dalla parte razionale del suo cervello.
Infatti, lentamente, stava avvicinando piano il suo viso a quello della ragazza che, dal canto suo, non riusciva a capire cosa stava succedendo.
Lo guardava negli occhi con un’aria imbambolata e non riusciva a distogliere lo sguardo. Mentre lui continuava ad avvicinarsi...
Ormai a dividerli c’era un soffio. Ancora qualche secondo e si sarebbero sfiorati. Potevano già sentire il respiro caldo dell’altro.
Sana improvvisamente si rese conto della situazione, si allontanò e si alzò, stando a debita distanza, con il viso così rosso da sembrare in fiamme.
Sana scappò in camera.
Akito era ancora imbambolato. Non aveva capito il perché di quell’improvvisa fuga.
 
 
“Ma cosa cavolo mi è preso?! Perché sono rimasta imbambolata fino a un soffio dalle sue labbra?! Sono proprio una scema!”
Sana si stava maledicendo mentalmente, rannicchiata sul letto e con la testa sotto il cuscino, ancora rossa in viso.
“E che diamine! Ma dovevo proprio cadere su di lui?! Avrei preferito spiaccicarmi la faccia sul pavimento piuttosto! E poi quanto è infantile! Sembrava un bambino quando voleva mangiarsi il Sushi! Brutto antipatico! Era mio quel Sushi... dannato! Ora se lo starà mangiando con un sorrisetto sgembo, già me lo immagino!
Con quel ghigno che...mi..i-incanta...” Sana stava pensando ad Akito in un modo in cui non avrebbe dovuto fare.
Ma insomma! Perché penso queste cose di lui?! Io sto con Nao! CON NAO! Capito mente bacata che mi ritrovo?” da lì in poi, Sana iniziò a litigare con se stessa, o meglio con il suo cervello che secondo lei la faceva pensare ad Hayama.
 
Ma lasciando l’ammattita in camera sua e andando in camera di qualcun altro...
 
Akito stava camminando su e giù per la stanza, per cercare di capire quello che era successo pochi istanti prima.
Sana gli era caduta addosso e si erano ritrovati in una posizione equivocante.
Lei non si era mossa di un millimetro. Neanche quando le loro labbra stavano per sfiorarsi. E poi improvvisamente si era allontanata, era corsa in camera sua correndo.
“Arrh! Non ci capisco più niente! Perché stavo per baciarla?! Lei neanche mi interessa!” pensò lui mettendosi le mani nei capelli dorati.
 
Insomma, entrambi erano ancora scioccati per quello che era successo.
Non riuscivano a capirne il motivo, sia del fatto che del battito cardiaco accelerato che ancora avevano.
 
Ora andiamo a vedere un altro personaggio...
 
Era in camera sua, sul suo letto, che pensava.
Pensava a Sana, la sua Sana, che aveva visto arrossire per qualcun altro.
‘Non è possibile!’ pensò ‘Sana non... Hayama non è...’ tanta era la disperazione, il ragazzo non riusciva a formulare una frase di senso compiuto.
Naozumi pensava che Sana, per qualche oscuro motivo, fosse interessata in qualche modo ad Hayama. Aveva iniziato a pensarlo dopo aver visto le guance di Sana imporporate quel pomeriggio...
Era più che convinto che fosse a causa sua. Anzi, ne era certo.
Sana non era solita arrossire. Doveva essere successo qualcosa di particolare che l’aveva lasciata sorpresa e imbarazzata.
-Scoprirò quello che è successo, dovessi metterci una vita intera!- disse con gli occhi che brillavano di una strana luce: un misto di gelosia, un po’ di rabbia e pure un pizzico di intraprendenza.
 
 
Dopo l’arrivo degli studenti di Osaka si era creato un gran fermento nelle due classi interessate.
Le aule erano piene e non tutti andavano d’accordo. Era il terzo giorno di convivenza per tutti.
Ma ai nostri amici erano capitati dei ragazzi simpatici.
Aya era in coppia con una simpatica morettina, molto loquace e sveglia, con dei grandi occhi marroni e un fisico snello. Il suo nome era Fuka Matsui. Le due andavano molto d’accordo, fin dai primi istanti.
Tsuyoshi era con Tadase Koisato, un ragazzo abbastanza timido che faceva fatica a inserirsi in quella stramba comitiva. Aveva occhi verdi e capelli neri, di media corporatura.
Ad Hisae era capitata una ragazza di nome Miria Takaima, con dei capelli biondi a caschetto e degli occhi neri come la pece.
Gomi divideva la casa con un ragazzo dagli occhi e dai capelli mori. Si chiamava Takaishi*. Era un ragazzo socievole e simpatico.
Infine, Naozumi divideva la stanza con Hiro Koisato. Un ragazzo dalla corporatura media, patito di calcio e simpatico a tutti con occhi verdi e capelli mori. Era il fratello di Tadase ed erano uno l’opposto dell’altro. Nao e Hiro andarono subito d’accordo.
Tutti erano contenti dei loro compagni. Sana e Hayama furono gli unici a capitare con un compagno del sesso opposto, ma nessuno ci fece caso.
 
-Aya, se non sbaglio i tuoi oggi non ci sono, giusto?- chiese Fuka durante l’ora di religione, in cui tutti facevano quello che avevano voglia, con un’idea in mente.
-Sì, sono in viaggio per lavoro e tornano domani sera, perché?- chiese di risposta l’altra.
-Pensavo che si poteva organizzare qualcosa, visto che la casa è vuota per un po’ di tempo ed è il weekend..- la ragazza restò sul vago.
-Fuka, che cosa intendi?- Aya era lenta in certe cose.
-Parlo di una festa, o qualcosa di simile, per divertirci un po’!- Fuka era euforica. Già non vedeva l’ora.
-La cosa mi alletta, ma io non sono il tipo da fare queste cose...- Aya era molto indecisa.
-Ma io sì! Ti pregooooo! Che ti costa per una volta?- Fuka quando voleva sapeva essere davvero insistente. Ma forse quella volta sarebbe servito a qualcosa...
-Ciao ragazze! Che fate di bello?- Sana apparve alle spalle di Aya, causando un grosso spavento a quest’ultima.
-Sana non lo fare mai più!- disse Aya –Comunque, a Fuka è venuta un’idea: vuole fare una festa stasera, visto che non ci sono i miei... ma non sono molto convinta- Sana diventò tutt’orecchi quando fu nominata la parola festa, anche se l’idea era di Fuka. Non sapeva perché, ma non riusciva a fidarsi completamente di lei, nonostante fosse una persona socievole.
-Come non sei convinta? Approfittane!- Sana quasi gridò. Per lei era uno spreco non utilizzare una casa vuota per una festa.
-Io non ho mai fatto una cosa del genere... Non è da me!- Aya era irremovibile.
-Allora facciamo una cosa: la festa si fa a casa mia!-
-Ma Sana...- Aya non era convinta neanche di quella proposta.
-Tranquilla! Sai com’è mia madre, non ci saranno problemi per lei!- Sana, invece, era più che convinta. Ormai nessuno poteva più smuoverla.
-Chi pensavate di invitare?- a quel punto Sana già iniziava a pensare alla parte pratica.
-Boh, non avevamo ancora deciso... fai tu- disse Fuka.
-Ok! Allora... noi tre, Tsuyoshi, Hisae, Gomi, ovviamente Naozumi, Mami e i loro compagni di scambio!-disse lei, contandoli sulle dita della mano.
-Ti sei dimenticata di Hayama!- disse Aya.
-Ah, sì... è vero. Beh, lui è lì in casa. Se gli va bene resta, se no va a farsi un giro!- soluzione trovata...
 
 
Mama aveva dato l’ok.
La casa sarebbe stata libera tutto il tempo della festa.
Ora Sana stava telefonando agli altri per dare la notizia. Doveva ricordarsi di dirlo anche ad Hayama...
-Se fai una festa, potresti anche dirmelo- Akito aveva sentito l’ultima telefonata fatta da Sana e spuntò all’improvviso.
-Stavo per dirtelo... Se non ti va bene puoi anche andartene!- ringhiò lei, già sulle difensive. Tra loro, dopo l’episodio del giorno prima, si era creato un muro d’imbarazzo che non dava segni di cedimento.
Come se volessero evitare qualsiasi tipo di contatto.
-Hum... Vedrò- detto questo se ne tornò in salotto.
“Sempre più scorbutico, quello lì!”
 
-Benvenuti!- Sana accolse tutti gli invitati con un sorriso. Si erano presentati tutti insieme e la festa poteva cominciare.
-Mettete pure i cappotti nel guardaroba e venite in salotto- disse ancora lei.
-Dov’è Hayama?- chiese Tsuyoshi, che era diventato molto amico con lui.
-E’ uscito un’oretta fa e non è ancora tornato... Affari suoi!- disse lei fregandosene.
A quel punto si sentì un rumore di chiavi e la serratura che scattava: era Akito.
-Che ci fai tu qui?- chiese Sana, sorpresa di vederlo.
-Scusa se ci abito!- ringhiò lui.
-Grrr... E’ impossibile parlare civilmente con te. La festa è cominciata, vai in salotto con gli altri, io prendo delle cose in cucina e vi raggiungo.
Sana andò in cucina. Aprì la porta e vide una cosa che non avrebbe mai voluto vedere.
Fuka era contro il muro e Naozumi la stava baciando appassionatamente, tenendole una mano sul fianco e l’altra tra i capelli, mentre Fuka accarezzava una guancia di Naozumi con la mano destra.
Sana non riuscì a trattenere un verso di disperazione e scappò via piangendo e sbattendo la porta alle sue spalle.
 
 
 
*Vi prego, qualcuno sa il suo cognome???? Io non me lo ricordo!!!!!
 

 
Lo spazio di Kia:
che ne pensate di questo capitolo? A me non dispiace più di tanto...
come promesso a _Silvia123_ questo è più lungo dell’altro capitolo.
E anche il terzo giorno è stato descritto. Anche qui la perfida Kia ha lasciato in sospensione....! Che diabolica!
Ve la aspettavate una fine di capitolo così? Eh eh eh!
Ringrazio di cuore MadyInLoveWithAkito e _Silvia123_ che hanno recensito: spero che continuerete a seguirmi!
Ringrazio anche C i a o per aver messo la storia nelle preferite!
E devo ringraziare LallyQueen che, tramite risposta a una mia recensione, mi ha fatto sapere che adora la storia.
X LallyQueen: visto? Ho aggiornato prima io!!!
Grazie a tutte! Spero che il capitolo sia di vostro gradimento!
Alla prossima settimana,
Tokykia
 

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Capitolo 6
*** Ma che sta succedendo?! ***


Buondì a tutte! Vi lascio subito al capitolo, ci vediamo sotto!
 
 

Cap 6

 
-Ma che sta succedendo?!-
 

Sana non riuscì a trattenere un verso di disperazione e scappò via piangendo e sbattendo la porta alle sue spalle.
-Era lei?- domandò il ragazzo.
-Sì. Vedrai che il nostro piano avrà un esito positivo- la ragazza sogghignò.
-Speriamo- lui era un po’ titubante, ma pieno di speranza.
 
 
Sana stava correndo verso la sua camera.
Era a pezzi. La scena le aveva lacerato il cuore e non riusciva a capire perché Naozumi le avesse fatto questo.
Akito, che non era ancora andato dagli altri e che aveva visto Sana scappare dalla cucina, si affrettò a raggiungerla, fregandosene caldamente degli amici che li stavano aspettando in salotto: avrebbero iniziato la festa comunque.
Salì le scale e aprì la porta della camera della ragazza.
La trovò distesa sul letto a pancia in giù che piangeva e singhiozzava.
-Che ti succede?- chiese lui, avvicinandosi al grande letto a baldacchino di lei.
-Vattene! Voglio stare da sola!- disse tentando di cacciarlo.
-Tu dimmi perché piangi e poi vediamo- risolutivo, il ragazzo!
-Non ha voglia di parlarne!-
Akito non sapeva come prenderla. Che cosa le era successo, poi, non lo sapeva, ma intuiva che era qualcosa di brutto... Forse.
Lui si sedette accanto a Sana e lei, sorpresa dalla sua insistenza, gli fece spazio.
-Su, raccontami- disse Hayama, in tono dolce, troppo per essere suo, tant’è che Sana fu quasi spaventata dal cambiamento del ragazzo nei suoi confronti.
Ma ne fu anche intenerita e decise di raccontargli tutto.
-H-ho visto N-Naozumi e Fuka che si b-baciavano- detto questo mise la testa fra le mani e scoppiò di nuovo in lacrime.
Hayama strabuzzò gli occhi. Non se lo sarebbe mai aspettato! Il giorno prima li aveva visti quasi baciarsi, mielosi da far venire la carie, e ora veniva a sapere che il damerino aveva baciato Fuka... Aspetta! Fuka??! La stessa Fuka che da anni ci provava con lui?!
-Hai detto Fuka?!- Akito non capiva. Anzi, non se l’aspettava!
Sana annuì con la testa, tra i singhiozzi.
-Ahhh! Che bello! Finalmente me la sono tolta dalle scatole!- Akito sospirò sollevato.
-Ti sembra il modo di consolarmi, questo?!- gli urlò lei di rimando, aspettandosi un minimo di dolcezza da parte sua. Ma forse pretendeva troppo. Forse.
Lui allora volle rimediare: si avvicinò ancora di più a lei e l’abbracciò.
Un semplice abbraccio che durò qualche istante, ma ce per Sana significava le sue scuse e anche il suo appoggio, la sua spalla su cui piangere.
A Sana iniziò a battere forte il cuore. Non si sapeva spiegare il perché, ma quella vicinanza con il caldo corpo di Hayama le provocò dei brividi che si sparsero per tutto il corpo e la costrinsero ad aggrapparsi ancora di più alla maglietta di Akito.
Lui, dal canto suo, sentiva un piacere che scorreva in tutto il corpo al solo contatto con la delicata pelle di Sana e a ogni suo singhiozzo gli veniva da stringerla di più, per farle capire che lui avrebbe saputo consolarla.
Sana smise di piangere. Anzi, tra le braccia di Akito, non ricordava nemmeno più perché aveva iniziato.
-Ti senti meglio?- le bisbigliò all’orecchio dopo un po’.
-Sì, grazie... Mi serviva proprio un abbraccio...-disse lei scostandosi da lui e arrossendo leggermente.
“Mannaggia a me e alla mia carnagione chiara! Avrà sicuramente visto che sono arrossita! Perché poi?”
“Che carina quando arrossisce... Fa tenerezza” pensò lui senza neanche rendersene conto. Involontariamente si avvicinò a Sana con il viso.
La voleva baciare: non resistiva più.
Le appoggiò una mano sulla guancia, accarezzandola, e lentamente avvicinò le loro labbra. A dividerli ormai c’erano pochi centimetri.
Lei si rese immediatamente conto di quello che stava succedendo, ma non si allontanò e si fece trasportare da lui.
Le labbra si toccarono.
Un leggero tocco che li fece sognare. Lei mise una mano tra i capelli biondi e morbidi di Akito, mentre lui continuava ad accarezzarle una guancia. L’altra mano invece andò a finire sul fianco di lei.
I rumori provenienti dal piano di sotto non li sentivano minimamente: per loro esisteva solo quel momento condiviso, quel magico bacio che ancora si stavano scambiando. Un bacio casto ma lungo e intenso che aveva completamente azzerato il muro creatosi fra loro dal giorno precedente.
Si staccarono e si guardarono negli occhi.
Lei: occhi gonfi di pianto, con righe di trucco sciolto dalle lacrime, le guance imporporate e le labbra ancora dischiuse.
Lui: guance imporporate e sguardo sorpreso ma desideroso di riprendere il bacio da dove era stato interrotto.
Entrambi: voglia di sfiorarsi di nuovo.
-I-io... tu. Oddio!- Sana non riusciva a formulare una frase che avesse senso.
Si alzò dal letto e si avvicinò alla porta, incerta sul da farsi.
Akito la guardò fare quei movimenti tremanti. Non voleva che se ne andasse.
Lei aprì la porta e la attraversò, ma all’ultimo si girò verso Hayama, lo guardò, arrossendo di nuovo e se ne andò.
 
 
Al piano di sotto la festa era continuata anche senza di loro.
Stavano tutti ridendo e scherzando. Naozumi e Fuka si davano le spalle come se niente fosse. Sana si avvicinò al suo “ragazzo”.
Gli toccò la spalla con un dito e, quando si girò, lo prese per il polso e lo trascinò nella cucina.
-Come hai potuto baciare un’altra?!!- gli disse lei appena chiusa la porta. Sana lo guardava furiosamente. Si potevano vedere le fiamme divampare nei suoi occhi. Ma non le veniva da piangere per l’accaduto.
-Sei gelosa?- disse lui con un ghigno.
-Non sono gelosa, sono furiosa!!!!!- gridò lei.
-Ben ti sta. Così impari a farmi ingelosire stando appresso ad Hayama- disse lui, con fare da bambino capriccioso a cui è stato allontanato il giocattolo preferito.
-Sai che sei proprio stronzo? Io con lui ci convivo, non ho fatto nient’altro per farti ingelosire! E perché avrei dovuto poi?!- Sana era rossa di rabbia, le fumavano le orecchie.
-Volevo semplicemente farti capire cosa si prova. Io e Fuka ci siamo messi d’accordo per farvi ingelosire e credo che ,per quanto riguarda te, abbia funzionato perfettamente-
“Ora gli tiro un pugno! Se continua così giuro che gli tiro un pugno!!!” che furiosa era dire poco.
-La prossim...- Nao non finì quello che stava dicendo perché Sana lo interruppe.
-Basta! È finita! Non ti voglio più vedere- Sana disse ciò stringendo i pugni e abbassando lo sguardo.
Non poteva più fidarsi di lui, non voleva.
Quello che aveva fatto era imperdonabile, aveva baciato Fuka per farle capire che cos’era la gelosia. Imperdonabile.
-Ora, scusami, ma devo andare- Sana lo lasciò senza dargli la possibilità di ribattere.
Ora lo odiava con tutta se stessa. Non avrebbe mai potuto essere di nuovo almeno sua amica.
La classica frase del post-rottura “Rimaniamo amici” non si sarebbe verificata.
Avrebbe cancellato il suo nome dal suo cuore e dalla sua mente.
“E poi con me c’è Akito... Aspetta! Ma cosa sto pensando?! A me non piace mica Akito! Anche se quel bacio... No! Ma cosa vado a pensare??!”mentre Sana combatteva mentalmente con i suoi pensieri, non si accorse che stava per sbattere contro... Sbam!
-Vuoi stare un po’ più attento a dove cammini?! O... Kurata, sei tu!- era Hayama.
Si alzò e aiutò Sana a rimettersi in piedi.
-Scusa... Ero sovrappensiero...- disse lei abbassando lo sguardo.
-Ehi, che hai?- disse alzandole il mento.
- Niente, non ti preoccupare... Ho lasciato Naozumi- disse lei.
-Ben gli sta a quel damerino!- disse lui.
I due si fermarono di colpo e si guardarono negli occhi.
“Ma che sta succedendo?” pensarono entrambi.
Avevano tutti e due i battiti accelerati ed erano molto vicini, le loro mani si sfioravano.
La tensione si poteva sentire anche lontano kilometri.
I loro sguardi erano incatenati l’uno all’altro e se Aya non avesse chiamato Sana dall’altra stanza, chissà cosa sarebbe successo...
Entrambi erano rossi come pomodori e continuavano a pensare: “Ma cosa sta succedendo?!”.
 
 
 
 
 
Lo spazio di Kia: Eccomi qui! Non sono scomparsa, è che ho avuto una settimana difficile e non me la sentivo di scrivere...
Sapete, è mancata mia nonna nello scorso fine settimana e mi era passata la voglia di scrivere in quei giorni...
Ma ora è tornata, mi è venuta l’ispirazione e ho finito il sesto capitolo!
Com’è? Sono successe un sacco di cose in queste poche pagine!
Ih ih ih! Io sono abbastanza soddisfatta di come è venuto, ma aspetto impaziente le vostre impressioni!
Come sempre ringrazio chi mi segue costantemente, cioè _Silvia123_ e MadyInLoveWithAkito. Grazie mille ragazze! Le vostre costanti recensioni mi rendono veramente felice!
Ringrazio anche le nuove recensitrici: LallyQueen e Kikka1351. grazie mille anche a voi, spero recensirete e che vi piaccia questo capitolo!
Lo so che è un po’ corto... perdonatemi!
Ci vediamo al prossimo capitolo!!!
Tokykia ;)

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Capitolo 7
*** Il sushi risolve tutto ***


Buon pomeriggio a tutte! Ecco a voi il settimo capitolo! Vi aspetto sotto...
 

Cap 7
 
-Il sushi risolve tutto-
 
 
Il pomeriggio successivo, Sana e Akito passarono il pomeriggio a far studiare la matematica alla ragazza. E anche le scienze.
Ma per Hayama sembrava una missione persa in partenza: non solo la ragazza sembrava non capirci niente nonostante gli sforzi, ma sembrava assente, come se la sua mente e i suoi pensieri fossero su tutt’altro pianeta. Infatti lei pensava al bacio della sera precedente.
“Se almeno sapesse dove fosse quel pianeta, almeno per astronomia sarebbe a posto!”* pensò lui, mettendosi le mani nei capelli all’ennesimo esercizio sbagliato di lei.
-Basta!! Non ci sto capendo niente e ho la testa che mi scoppia!! Faccio una pausa- disse Sana alzandosi e andando verso la cucina.
Anche Akito si alzò e andò a fare uno spuntino. Aveva voglia di sushi, come sempre quando aveva fame.
Entrò in cucina e vide Sana che apriva l’ultima confezione di sushi rimasta nel frigo (e aveva controllato, ne voleva sempre almeno una in casa).
Si avvicinò a lei e disse:-Lo volevo io quel sushi- con un tono minaccioso, ma non troppo.
Lei gli diede le spalle e iniziò a mangiare, fregandosene di lui. Infondo era arrivata prima lei ed era suo di diritto.
Lui si stava innervosendo. Quel sushi lo voleva.
Stava per prenderglielo da dietro ma il suo cellulare squillò: era suo padre.
-Che c’è, papà?- disse lui, cercando di scordarsi il sushi per un momento.
-Ciao Akito. Ti devo dire una cosa- disse il padre di Akito con tono cupo.
-Che cosa succede?- rispose lui, allarmandosi.
-La mamma è stata ricoverata di nuovo in ospedale: era molto debole, più del solito, e hanno preferito fare degli esami approfonditi. Ma non ti preoccupare, la situazione è stabile. Ah, tua sorella ti saluta- spiegò il signor Hayama.
-Ok, salutamela. E salutami anche la mamma- disse Akito con uno strano tono di voce.
Di sottofondo si sentì la voce di Natsumi che diceva:-Io mica lo saluto quello lì! Papà non ti inventare le cose!-
Ciò voleva dire che era ancora arrabbiata con lui. E forse aveva intuito il motivo...
-Ci sentiamo presto figliolo-
-Ciao- e la chiamata si interruppe.
Akito aveva un’aria cupa, triste, e Sana si sentì in dovere di tirarlo su di morale.
In che modo, vi chiedete?
Semplice, c’era una sola arma per far felice Hayama: il sushi.
-Tieni, dividiamolo. Non so cosa ti succeda, ma il sushi risolve tutto-
Lì, allora, lo sguardo di Akito tornò normale, per quanto uno sguardo freddo potesse essere normale...
-Grazie, sai sempre come tirarmi su, Kurata- disse lui con un leggero sorriso, quasi impercettibile ma che la ragazza notò eccome.
Allora Sana sorrise, sorpresa dal grazie, che non aveva mai udito uscire dalla sua bocca, e dal sorriso di lui, anche quello un evento più unico che raro.
Si guardarono intensamente negli occhi, ma la vibrazione del cellulare di Akito li interruppe di nuovo.
Era un messaggio di Natsumi:
Tutto quello che sta succedendo è colpa tua! Se non fossi mai nato ora mamma non starebbe male, è sempre stata male a causa tua! Non ti voglio più vedere! Ti odio!
Il messaggio lo lasciò spiazzato. Non se lo sarebbe mai aspettato da sua sorella, quel rancore nei suoi confronti era stato causato dalla sua nascita. Chissà da quanto tempo pensava quelle cose...
Il suo sguardo si fece ancora più cupo, ancora più triste di prima.
E Sana si preoccupò. Quello sguardo era esagerato perfino per lui!
Lo portò nel salotto prendendolo per un braccio, a mò di cane al guinzaglio, per parlare.
-Tu ora mi dici che cos’hai- più che una richiesta era un ordine.
-Non sono affari tuoi- ringhiò lui una volta seduto sul divano.
-Ma io ti voglio consolare! Tu lo hai fatto ieri- dicendo questo Sana arrossì – e questo è il mio modo di ringraziarti!- disse lei incrociando le braccia e facendo un’espressione seria, per fargli capire che aveva ragione e il diritto di chiedere.
-Va bene, ok.... Ti racconto tutto- acconsentì Hayama – Mia madre è in ospedale...- iniziò, ma fu subito interrotto da Sana:-Oh, mi dispiace-
-Fammi continuare. Mia madre è in ospedale... per colpa mia- disse abbassando lo sguardo.
-Come per colpa tua?- Sana non capiva.
-Sì, da quando sono nato lei sta male e passa da un ospedale all’altro. Ma mio padre prima ha detto che stavolta era più debole e..- la sua voce si fece un po’ titubante- Ed è tutta colpa mia- i suoi occhi brillavano, ma quella luce non era altro che una lacrima che lottava per uscire.
Sana, d’istinto, l’abbracciò. Ai suoi occhi, in quel momento, sembrava un bambino indifeso, da proteggere con tutte le proprie forze e bisognoso d’affetto.
-Non dire così. Tua madre è debole perché ci ha messo tutte le sue forze per farti nascere, ci ha messo tutto il suo amore. Non ti puoi incolpare se lei è in queste condizioni. Se avesse potuto scegliere se salvare lei o te, sono sicura che avrebbe scelto te. Lei non ti vorrebbe sentir dire queste cose!- a Sana iniziarono a lacrimare gli occhi. Che stupida... Voleva consolare Hayama e si era messa a piangere!
-Scusa, non volevo piangere...- disse lei passandosi il dorso della mano su una guancia.
-Scusa tu. Non avrei dovuto parlartene- disse Akito.
-Grazie- aggiunse lui –Ma non dovevamo condividere il sushi?- chiese Akito con un lievissimo sorriso.
Allora Sana si staccò dall’abbraccio e sorrise a trentadue denti.
-Oh! È vero! Vado subito a prenderlo, tu aspettami qui- si alzò e corse in cucina.
Dopo pochi attimi tornò con una confezione di sushi e due paia di bacchette.
Si sedettero vicini e gustarono quella prelibatezza insieme.
-Come hai detto tu, il sushi risolve tutto...- disse Akito prendendone un altro pezzo.
-Hai ragione..-
 
 
Ogni pomeriggio del resto della settimana lo trascorsero a studiare per l’interrogazione della ragazza in matematica.
Sana aveva fatto enormi progressi ed era tutto merito di Akito!
Quella mattina doveva essere interrogata e, in quel momento era in classe a ripassare.
Ovviamente con Hayama.
-Ora dimmi la tabella di verità della o- chiese Akito.
-Dunque... la o... sì, almeno una delle due frasi deve essere vera per ottenere una frese complessiva vere. Quindi se la prima frase è vera e la seconda è falsa, la frase in sé è vera- rispose lei con facilità.
-Brava Kurata! E quella della e?- disse Hayama.
-con la e tutte e due le frasi devono essere vere per ottenere una frase vera. Se la prima è falsa e l’altra è vera la frase complessiva è falsa- concluse Sana.
-Sono sicuro che prenderai un bel voto...- affermò lui.
-Tutto merito tuo!- lei sorrise e tornò con la testa sugli appunti.
Driiin!!
Il momento dell’interrogazione era arrivato. Sana iniziò ad agitarsi, ma Akito la calmò:
-Stai tranquilla, andrà bene!- le fece l’occhiolino e accennò un lieve sorriso.
“Che carino Hayama quando sorride! Ma cosa vado a pensare?! Mi devo concentrare!!!! Oh mamma arriva il professore!”
-Buongiorno ragazzi, sedetevi-  non sembrava avere un umore dei migliori... Povera Sana!
-Kurata interrogata- e l’interrogazione iniziò.
 
Dopo una serie di domande a cui Sana aveva saputo rispondere più o meno bene, il prof non era ancora soddisfatto.
Sana non ne poteva più. Parlava ormai da venticinque minuti.
“Quando finirà questa tortura?!”la ragazza per il nervosismo si stava torturando le pellicine delle dita fino a farle sanguinare.
-Hum... Dimmi la tavola di verità della o- disse il professore.
“Sì!!! Questa la so!”e ripeté la pappardella detta venticinque minuti prima ad Hayama.
-Basta vai al posto. Non c’è gusto se sei preparata...- disse l’acido insegnante.
Sana alzò un sopracciglio come a dire ma questo qui che sta dicendo? Ma è fuori?!, ma andò oltre e tornò al posto.
 
 
All’intervallo...
 
-Grande Sana!! Hai preso un bell’otto!!- Hisae era più euforica di lei. Non riusciva a credere come avesse potuto Sana, imbranata cronica in matematica, mettersi in pari così velocemente e prendere pure un bel voto. Forse era successo un miracolo...
-Tutto merito di Akito-kun!- disse Tsuyoshi allegro.
La comitiva era riunita nel corridoio durante l’intervallo. C’erano tutti: la solita combriccola e i nuovi arrivati. Tutti tranne Naozumi e Fuka.
In quel momento passò di lì Fuka e Aya le andò incontro.
-Fuka dobbiamo parlare!- e la trascinò nel bagno delle ragazze senza che potesse ribellarsi.
-Che vuoi Aya?!- disse la ragazza alquanto spazientita.
Aya ormai sapeva tutto. Sana le aveva detto del litigio con Nao e la causa della loro rottura: Fuka.
-Ora mi spieghi perché ti sei messa in mezzo tra Sana e Naozumi!- disse tutto d’un fiato.
-Semplice: Sana non mi piace. Fa tanto la santarellina ma non ha perso tempo per stare appiccicata ad Akito!- spiegò lei come se fosse cosa da niente.
-Ma a Sana piaceva Naozumi! E tu hai rovinato tutto! Almeno ora sarai contenta... – disse con rammarico la migliore amica di Sana.
-No che non sono contenta!- rispose acida.
-Come sarebbe a dire?! Non ti è bastato rovinare la vita di Sana baciando Naozumi?! Sei proprio stronza Fuka!- disse Aya.
-Non mi è bastato per niente... io voglio di più!-
-Sarebbe?- chiese Aya.
-Io voglio Akito!- disse lei con occhi pieni di rabbia.
Aya quasi si spaventò a quella frase.
Ma nessuna delle due si era accorta che, da dietro la porta del bagno, una ragazza le ascoltava con le guancie rigate di lacrime.
 
 
 
*Perdonatemi la pessima battuta!
 
 
 
Lo spazio di kia:Eccomi qui!! Piaciuto il capitolo???
Questa volta è più lungo del solito!!! (per la felicità di _Silvia123_!)
Eh eh eh, azzeccato il titolo, eh?
Quanto ancora non avevo pensato al sushi mi chiedevo cosa potesse far felice Aki con poco. E poi ho avuto l’illuminazione!
Facile: il sushi! E chi meglio di Sana per offrirglielo?
Scusate l’immenso ritardo!
Avevo detto a Raven_(notato il cambio di nick!) che avrei pubblicato domenica scorsa ma sono stata talmente piena d’impegni che non sono riuscita a mettermi al computer per finire il capitolo prima di oggi! Scusa Raven_!!!!!!!!
È tornata all’attacco Fuka! Ve lo sareste aspettato?
Mentre scrivevo il pezzo pensavo: “Mamma che s****** che è Fuka!!!! Come fa ad essere così?!”
Ih ih ih! Parlo da sola...
Dopo questo lungo monologo, vorrei dirvi... BUON NATALE IN ANTICIPO!!!!!!! E augurarmi da sola buon compleanno in ritardo... che era ieri!
Follia personale a parte, che ne pensate de capitolo??? Se avete domande fatele pure, sarò felice di rispondere!
Ringrazio come sempre le recensitrici: LightDark (Mi piace la tua immagine! Anche tu sei della fazione Zero???), _Silvia123_(Riderai o piangerai in questo capitolo?), MadyInLoveWithAkito (Mi dispiace... non ho mandato ancora Fuka a quel paese!) e Raven_( Se vuoi ti presto un fucile per Fuka!). grazie a tutte!!!!!!!
Anche a chi ha messo la storia tra le preferite\seguite\ricordate o a chi legge soltanto mando un grazie speciale e spero mi seguirete ancora!
A presto spero! Tokykia

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Capitolo 8
*** I consigli di Tsuyoshi ***


Ciao ragazze! Come state? Passate delle buone feste? Ora leggete e perdonatemi per il ritardo… Vi spiego tutto sotto.

Cap 8

-I consigli di Tsu-

Le ragazze erano ancora in bagno e Sana le stava spiando. Anche se non avrebbe voluto sentire certe cose. Fuka la detestava, in poche parole.
“Perché? Che cosa le ho fatto?” si continuava a chiedere.
-Fuka. Tu ora mi spieghi perché sei così stronza- Aya era ferma e seria. Non c’era la minima ilarità nella sua voce. E a Sana questo faceva piacere, era contenta che ci fosse qualcuno dalla sua parte che la difendesse da quell’arpia di Fuka.
Decise di entrare in bagno. La voleva affrontare.
-Grazie, Aya. Ma ora mi difendo da sola- disse la ragazza. Aya si fece da parte.
-Fuka, con che coraggio tu mi tratti così? Perché, soprattutto? Che cosa ti ho fatto? Se me lo dici cercherò di non farlo più- chiese calma.
L’altra ghignò e fece una risatina. La campanella di fine intervallo suonò, ma nulla le poteva distrarre.
-Niente- disse –Non mi hai fatto niente. Mi dai solo fastidio. Quella tua finta bontà e le tue frasi fatte mi irritano. Pensi davvero che io ti possa trovare simpatica solo perché sei gentile con tutti? O che chiunque possa farlo? Tzè, ma fammi il piacere... Dai i nervi con il tuo atteggiamento- spiegò serafica la mora.
La rossa cominciò a irritarsi.
-E tu invece credi di poter giudicare tutti così? Alla prima occhiata? Chi ti credi di essere? Non sei sicuramente migliore di me! Già dalla prima volta in cui ti ho parlato ho intuito che non fossi come volevi farci credere, ma ho capito troppo tardi che non eri altro che una stronza che non si fa i fatti suoi!- sbottò Sana.
-No, l’ho fatto solo con te... e, se te lo stai chiedendo, l’ho fatto perché Akito non è affar tuo- disse uscendo dal bagno e lasciando una Sana fumante dalla rabia e una Aya  basita.
-‘Fanculo, Fuka!- sibilò Sana fra i denti.
-Tutto a posto?- chiese Aya, non tanto per la parolaccia detta dall’amica ma per le cose che Fuka le aveva gettato contro con rabbia.
-Sì, grazie...- era amareggiata per le parole dette da Fuka. Aveva sputato sentenze su di lei senza neanche conoscerla ed era arrivata a odiarla solo perché passava del tempo con Akito. Ma cosa poteva farci lei se erano compagni di scambio?
Doveva forse evitarlo anche se lo vedeva tutti i giorni in casa? Poi le piaceva stare con lui....
Improvvisamente le venne in mente il bacio che si erano scambiati la sera della festa.
Era stato bellissimo e tanto tanto dolce. Un bacio casto che, però, l’aveva turbata molto. E sperava che fosse successo anche ad Akito.
E poi il modo in cui si era impegnato per farla studiare l’aveva piacevolmente colpita.
Non si sarebbe aspettata nemmeno lei di prendere un bel voto in matematica, ma ce l’aveva fatta. E grazie ad Akito.
Era l’unico che non si era arreso davanti alla testa dura di Sana.
E poi, quando stava con lui si sentiva contenta. Voleva sempre sorridere.
Forse lo voleva fare perché il ragazzo aveva sempre il muso lungo e lo sguardo serio e impassibile.
-Dai, per calmarti e per sfogarti un po’, appena usciamo da scuola andiamo a mangiare qualcosa insieme e passiamo il pomeriggio a fare shopping. Che ne dici?- disse Aya con un mega sorriso rassicurante, che avrebbe fatto calmare chiunque nei paraggi.
-Dico che sei un’amica fantastica! Grazie mille!- disse Sana commossa.
Le due amiche si abbracciarono e uscirono dal bagno, finalmente, per tornare in classe, anche se in ritardo.
 
 
Quello stesso giorno all’uscita da scuola...
 
Naozumi la stava aspettando da dieci minuti: le voleva parlare.
Appena la vide arrivare con Aya si illuminò e si alzò dalla scomoda posizione in cui era: seduto sul marciapiede e poggiato con la schiena al muretto.
-Sana, ti posso parlare un attimo?- le chiese appena gli fu abbastanza vicino.
-No. Tu ed io non abbiamo niente da dirci- e fece per andarsene, ma lui la fermò per il braccio. Doveva assolutamente spiegarsi.
-Ti prego, ho bisogno di parlarti!- insistette lui.
-Va bene, ma non ti concedo molto tempo-
-Lo capisco- disse Naozumi –Voglio solo dirti che sono stato uno stupido- iniziò, ma Sana lo interruppe: -Su questo non ci sono dubbi.... continua-
-In questi giorni in cui non ci siamo visti mi sono sentito malissimo, non facevo altro che darmi del deficiente per quello che ti ho fatto e vorrei chiederti una cosa...- e dicendolo abbassò lo sguardo, fino a quel momento tenuto fisso negli occhi color cioccolato di Sana.
-Dimmi, ma non ti illudere-
-Vorrei chiedere il tuo perdono. Non pretendo che tu torni insieme a me, ma vorrei almeno che tu mi rivolgessi la parola senza rabbia o risentimento. Per favore- disse quasi supplicandola.
-Non lo so... mi hai davvero deluso, Naozumi. Non so se meriti che io ti parli ancora. Anche adesso io non vorrei farlo, ma ti sto ad ascoltare. Dammi il tempo per pensarci, ti dirò tra qualche giorno se possiamo tornare ad essere amici- spiegò lei con calma.
-Va bene, non chiedo di meglio. Grazie Sana- disse in modo sincero, tant’è che Sana gli concedete un piccolo sorriso, che fece quasi sciogliere il ragazzo.
-Ora dobbiamo andare, ciao- e le due ragazze se ne andarono, lasciando Naozumi con un barlume di speranza nel cuore.
 
Passiamo a un altro personaggio...
 
Come aveva osato quell’ochetta rossa parlare così con lei. Lei le voleva solo spiegare che non doveva avvicinarsi ad Akito.
Poi il modo in cui lo faceva era secondario.
Le aveva fatto anche un piacere allontanandola da quel deficiente di Naozumi, che era stata al suo gioco pur di far ingelosire Sana. Mentre lei aveva tutt’altro intento: prima di tutto voleva farle un dispetto baciando il suo ragazzo, poi voleva far svegliare Akito. Era sicura di piacergli, magari lui non se ne era ancora accorto, e lei voleva fargli aprire gli occhi. Niente di più innocente.
Invece ora anche Aya se la prendeva con lei e Akito e Sana sembravano essere sempre più legati. Il suo piano le si stava ritorcendo contro.
Non poteva permettere che quei due si avvicinassero ulteriormente.
Akito era suo di diritto. L’aveva visto prima lei, lo conosceva da più tempo.
Lo aveva sempre trovato un bellissimo ragazzo, con quell’espressione seria e inespressiva lo trovava davvero sexy. Aveva sempre sperato di poter uscire con lui, ma ora quella ragazzina si metteva in mezzo e non lo poteva tollerare.
Pensava di poterglielo togliere da sotto al naso senza avere neanche una conseguenza? Povera ingenua...
Doveva fare assolutamente qualcosa. E l’avrebbe fatta al più presto.
 

***

 
-Akito! Vieni, dai. Fammi compagnia e dividiamo il sushi. So che ti piace....- come riusciva a capirlo lei, nessuno era mai riuscito. Era così spontanea in quello che faceva, sempre sorridente. E quando era triste si sentiva in dovere di consolarla, di farla sentire meglio anche solo dandole una spalla su cui piangere.
-Dai Akito, se no lo finisco io!- la voce acuta di Sana lo distrasse dai suoi pensieri. La guardò: era seduta a gambe incrociate sul divano, con la confezione di sushi posata affianco e le bacchette in mano. La raggiunse e iniziarono a mangiare.
Dopo poco, tra un boccone e l’altro, gli sguardi si fecero più intensi e le mani iniziarono a sfiorarsi. Il cuore di Akito iniziò a battere forte, il motivo non lo capiva nemmeno lui.
Poi, a un certo punto, capì che era un sogno…
 
Si svegliò all’improvviso, con il battito accelerato.
“Ho sognato Sana....” pensò Akito passandosi una mano nei capelli biondi.
“Ho sognato Sana e il cuore mi batte forte…”
 
Anche il resto della notte passò allo stesso modo. La sognava, si svegliava con i cuore in subbuglio e si riaddormentava a fatica, per poi ricominciare da capo.
 
 
 
Akito si stava dirigendo verso il cortile della scuola: aveva visto Tsuyoshi dirigersi lì e aveva urgente bisogno di parlare con lui…
Doveva assolutamente farsi dare dei consigli dall’amico, molto bravo in questo. Erano diventati molto amici, fin da subito. Avevano poche cose in comune, ma nonostante ciò era nata una bella amicizia fra loro, di quelle che nessuno dei due aveva mai avuto.
Hayama non riusciva a non pensare, dopo quella sera, a Sana. L’aveva sempre in testa e l’immagine del bacio che le aveva dato gli riempiva la mente e, a volte, non si accorgeva neanche quando iniziava a pensare a lei. L’unico momento in cui metteva da parte la sua immagine era quando si domandava che cosa gli stava succedendo.
Arrivato davanti all’albero sotto il quale era seduto Tsuyoshi, lo chiamò e lui si allontanò dalla sua Aya andandogli incontro.
-Che c’è, Akito-kun?- chiese Tsu con il sorriso sulle labbra, come sempre quando era con Aya. Nel modo di Tsuyoshi, la sua tortina alla crema o qualsiasi altro dolce avesse per la testa quando parlava di lei.
-Dovrei parlarti di una cosa…- l’amico occhialuto lo guardò come per studiarlo: lo faceva sempre quando gli veniva “affidato un caso” e gli veniva chiesto un consiglio.
-Parla- disse semplicemente.
-Riguarda Sana- iniziò Hayama –Ultimamente penso solo a lei, non ho altro che la sua immagine in testa e sento solo la sua voce. Non riesco proprio a smettere…. I-io non capisco… perché è sempre nei miei pensieri? È lì, costantemente e … Mi assilla e io non so che mi sta capitando…. Tu.. tu mi sai dire che mi succede?- chiese un po’ spaesato e molto confuso. Tsuyoshi, appena sentite quelle parole, sorrise.
-E ora che hai da ridere?-  disse lui alquanto irritato.
-Niente, pensavo…- disse l’amico continuando a sorridere.
-E a che cosa?- disse ancora irritato.
-A te… a Sana, a voi due. Ho capito benissimo che ti prende-
Akito si stava irritando. E Tsuyoshi, lasciandolo sulle spine in quel modo, non faceva altro che peggiorare la situazione.
-Tsuyoshi, di grazia, potresti smetterla di fare il vago e dire quello che hai da dire?- disse Hayama, anche se quella più che una domanda sembrava un’affermazione.
-Non te lo dico. Scopri da solo che ti succede- e dicendo ciò, sorrise e se ne andò, lasciando Akito irritato e con ancora mille domande su quello che gli stava succedendo…
 
 
 
Lo spazio di kia:‘Giorno a tutte! Giù i forconi, grazie!
Mi dispiace tantissimo di aver fatto questo enorme ritardo... ho avuto la mia prima crisi di ispirazione. Scusatemi tanto per avervi fatto aspettare!
Ogni giorno accendevo il file di Word, ma dopo poche parole non riuscivo più a scrivere niente.
In questo capitolo non succede niente di che... con la poca creatività che ho in questo periodo non mi aspettavo di certo di sfornare un capitolo succulento! Spero che vi piaccia lo stesso =)
Sarà anche che mi sono immersa in una nuova storiella (non ancora pubblicata) e quindi l’unico mio neurone rimasto (l’ho chiamato Lewis (; ) gira intorno alla trama della storia...
Comunque, anche voi avete odiato Fuka quanto me all’inizio del capitolo??
A me veniva da spaccare lo schermo.... sono un po’ pazza, eh?
Dunque, parliamo di Aki...
Ora si mette anche a sognare Sana, andiamo bene.... tutti messi come me qui?
Se poi ci si mette pure Tsu a confondergli le idee con quelle frasi in sospeso, Akito si gioca il cervello!
Per la felicità di MadyInLoveWithAkito ho finalmente fatto mandare Fuka a quel paese da Fuka! Siete tutte contente, vero?
Anche Sana inizia a percepire qualcosa...
Fatemi sapere che cosa ne pensate. Io e Lewis siamo molto curiosi.
 
Passando a una cosa MOLTO importante:
Oggi, due febbraio, è il trentatreesimo anniversario di morte di Sid Vicious, morto per overdose a ventidue anni. Era il chitarrista dei mitici Sex Pistols.
Per omaggiarlo vi consiglio di andare a sentire qualche loro canzone.
Vi lascio qualche titolo con il link:
-
http://www.youtube.com/watch?v=VOo8UeEOy6E (Brown Eyed Girl)
-
http://www.youtube.com/watch?v=0JR9GYsQSlQ (I love Rock ‘n’ Roll)
-
http://www.youtube.com/watch?v=YXqgrar7cww (Streets of London)
-
http://www.youtube.com/watch?v=NXe9jWNyeK0 (Anarchy inthe UK)
Questo sono le mie preferite. Se volete altri titoli ve li do.
Se non vi piace il rock, non sprecate tempo. SidVicious suonava il classico punk-rock britannico.
Grazie per aver letto anche quest’ultimo spazio e scusate se mi sono dilungata troppo.... Ma volevo veramente scrivere qualcosa sul mio adorato Sid.
 
Ringrazio chi ha recensito: LightDark, ­_Silvia123_, MadyInLoveWithAkitoe Raven_. Grazie mille a tutte e quattro, mi fa un piacere immenso vedervi sempre tra le recensitrici dei capitoli!!!!! Vi adoro!
Ringrazio anche Elpis e Eyes of Ice che hanno recensito qualche capitolo indietro. Grazie mille!!!! E anche _littleKAPPA che ha recensito
Che strani festeggiamenti!, la mia O.S.  di Halloween. Mando a tutte un bacio enorme!
Spero di riuscire a finire in fretta anche il nono capitolo, vi aspetto!
 
Tokykia e Lewis il neurone solitario

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Capitolo 9
*** avviso! ***


Avviso importante!




Mi dispiace tantissimo, ma non riesco più a mandare avanti la storia... Sono veramente mortificata!
Comunque non ho intenzione di cancellarla, se un giorno mi tornerà l'ispirazione riprenderò in mano la storia e la continuerò in qualche modo, ma ora davvero non saprei farlo... Ringrazio lo stesso tutte quelle persone fantastiche che mi seguivano! Mi dispiace avervi deluso...
Se volete continuare a seguirmi, mi farebbe un immenso piacere! Ho iniziato una nuova storia e se mi lasciaste un commento lì mi fareste davvero tanto felice :)
è un originale e ho le idee chiare su essa, perciò l'ispirazione non mi manca! Non c'è pericolo lì! XD
Grazie comunque e ancora scusa a tutte!
Vi voglio bene!

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