The Power Of The Soul

di ciccia98
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Arrivo alla Shibusen ***
Capitolo 3: *** Nuove informazioni ***
Capitolo 4: *** Promesse da mantenere ***
Capitolo 5: *** Alleanze sbagliate? ***
Capitolo 6: *** Fiducia... ***
Capitolo 7: *** Relax... Brindisi, Partitella e... ***
Capitolo 8: *** Parole di troppo ***
Capitolo 9: *** Non Si Comanda Alle Proprie Emozioni ***
Capitolo 10: *** Il Peso Delle Proprie Azioni ***
Capitolo 11: *** La forza di superare le proprie Paure ***
Capitolo 12: *** La Resa Dei Conti ***
Capitolo 13: *** Scoprire sé stessi... ***
Capitolo 14: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


REVISIONATO: O7/02/13
Spero di averlo reso migliore da quello che aveva pubblicato in precedenza. Non ho apportanto drastiche modifiche, ma personalmente leggendolo, mi è sembrato di averlo migliorato.
Buona rilettura,
Ciccia.

The Power Of The Soul

Prologo

 

Stava dormendo beatamente sul suo letto, niente la poteva far togliere da quel beato tempore, era rilassata. Non sapeva se stesse in un mondo onirico o se fosse semplicemente in uno stato strano di beatitudine del dormiveglia; fatto molto strano, perché la maggior parte delle sue mattine erano un po troppo stressanti... Chissà come mai...
Aprì gli occhi di scatto sobbalzando sul letto, un rumore assordante l'aveva fatta spaventare perforandole i timpani sorprendendola, risvegliandola da quel bellissimo tempore.
Cosa poteva essere?
Ma sì... Era quella dannata sveglia!
Si ricordò perché la mattina era sempre stressata. Per colpa di quella sveglia che ogni giorno giurava di rompere in mille pezzi, ma puntualmente ogni giorno, quando la sveglia suonava alla cinque del mattino, si ripeteva in testa, che lo faceva per migliorare per diventare più forte, si ripeteva di aver preso un impegno, anzi l'impegno con il professor Stein e lo doveva mantenere.
Dopo la sconfitta del Kishin Asura, aveva chiesto al professor Stein di darle lezioni private per imparare ad usare la propria onda dell'anima, così da non dipendere completamente dalla sua buki.
Il vero motivo, molto più importante si era rivelato dopo la sconfitta del Kishin e dopo che lei e Soul avevano raccolto le novantanove anime di uova di Kishin e una di strega, così da far diventare la sua buki falce della morte per il Sommo Shinigami. Dopo che Soul divenne falce della morte, si rese conto che maneggiarla le pesava il doppio del normale e non aveva la stessa fluidità nei movimenti, così da avere difficoltà nei duelli.
Quando chiese spiegazioni al maestro Shinigami, lui le rivelò, che se voleva continuare a maneggiare la sua buki, doveva diventare maestra d'armi di un livello superiore, così si ritrovò a chiedere al professor Stein di darle lezioni private.
Così quella mattina, come succedeva da due anni a questa parte, si alzò, spense la sveglia, trattenendosi dal romperla, e andò a farsi una bella doccia rinfrescante.
Una volta sveglia e rinfrescata, Maka si diresse nella stanza di Soul, ogni mattina lo svegliava lei perché lui voleva assistere a ogni suo allenamento. Ma quando lo vide dormire così beato, decise che per quel giorno non lo avrebbe svegliato dal suo sonno, infondo non era mai stato daccordo a quelle lezioni, perché le facevano spendere molte energie e nella maggior parte dei casi non riusciva più a reggersi in piedi.
Lo guardò e sorrise, gli accarezzò i capelli spettinati e gli puntò la sveglia, per non farlo arrivare tardi alle lezioni.
Uscì da casa e si recò al posto dell'allenamento, il bosco non distante dalla Shibusen. Ma non trovò nessuno, almeno sembrava che non c'era nessuno.
<< Puntale come un orologio svizzero >> Costatò una voce.
Si girò verso il suono della voce e vide Stein appoggiato ad un albero, teneva in una mano una sigaretta e con l'altra girava quella strana vite che aveva piantato in testa.
<< Ma questa volta vedo che sei sola... >> Altra costatazione.
In effetti era strano che si trovasse sola senza la compagnia di Soul, dato che anche lui osservava costantemente i suoi allenamenti da ormai due anni, senza mai assentarsi.
<< Questa volta ho deciso di venire senza la mia buki. >> Spiegò Maka neutra.
Il professor Stein sorrise soddisfatto, buttò via la sigaretta e avanzò verso di lei posizionandosi di fronte a lei, sempre girando la sua vite in testa.
<< Bene, incominciamo! >> Annunciò Stein.
Maka si mise in posizione, distanziò le gambe un metro l'una dall'altra, rilassò le spalle e incominciò a respirare profondamente. Doveva concentrarsi, doveva riuscirci, erano due anni che falliva miseramente a ogni tentativo, sinceramente era stufa voleva migliorare, voleva riuscirci con tutto il suo cuore.
<< Bene... Chiudi gli occhi. Ora libera la mente da qualunque pensiero, concentrati solo sulla tua anima. >> Solite raccomandazioni che si ripetavano a ogni allenamento.
Ubbidì: svuotò la mente da qualunque pensiero e si concentrò sulla sua anima. La sentiva, riusciva a percepirla, ma non a prenderla e a usarla a suo piacimento. La sua concentrazione diminuì quando le passo di mente un pensiero che le veniva molto spesso durante gli allenamenti: "Perché a lei gli serviva tutta quella concentrazione? Quando a Black Star non gli serviva neanche un minimo di concentrazione, era come se gli venisse naturale."
La faceva imbestialire che lui poteva usare la sua onda dell'anima senza concentrarsi a maggir ragione, lui ci riusciva tranquillamente, anche senza saper vedere l'anima sua e altrui. Perché lei che ci riusciva a vedere l'anima, no?
<< Così non va bene, Maka! >> Si infuriò Stein interrompendo i suoi pensieri. << Una volta per tutte, dimmi a cosa stai pensando! >>
Maka scosse la testa, aveva sbagliato un'altra volta, non doveva distrarsi, doveva pensare solo alla sua anima.
<< Nulla di rilevante, professore. >> Era meglio chiudere un discorso ingiusto e sbagliato fin dal principio.
Stein si accese un'altra sigaretta e si sistemò gli occhiali. << Se non è rilevante, allora penché ci pensi? Ora dimmi cosa stavi pensando o interrompo la lezione in questo preciso instante. >>
Maka sospirò era inutile nascondergli qualcosa, tanto valeva rivelare i suoi dubbi, magari la poteva aiutare.
<< Non capisco perché a me mi occorre tanta concentrazione richiamare la mia anima, mentre per Black Star non gli occorre nemmeno pensare di ricorrere alla sua onda dell'anima per usarla. >> Spiegò Maka guardandolo neglio occhi.
Stein sospirò, finalmente a conoscenza di quel pensiero che disturbava la sua allieva.
<< A lui gli riesce così semplice, perché è cresciuto usando solamente la forza fisica, senza bisogno di nessuna arma. >> Le rispose felice di poter toglierle una volta per tutte quel dubbio che le impediva di concentrarsi al meglio.
Maka era più confusa di prima. << Quindi io ho bisogno di tutta la mia concentrazione, perché non ho la forza fisica di Black Star? >>
Stein scosse la testa, ricordandosi che per quanto la sua allieva sia intelligente, era una ragazza giovane e doveva ancora crescere e imparare molte altre cose.
<< No, sbagliato. Ti insegno una cosa molto importante, tieni sempre a mente le mie parole: "Usare l'onda dell'anima, significa anche saperla controllare e gestire." Se un'anima è particolarmente forte, per controllarla bisogna una concentrazione maggiore. Ti rammento che la tua anima ha anche l'onda anti-demone e sono sicuro che ha altre capacità che tu dovrai conoscere e controllare... Comprendi? >>
Maka si limitò ad annuire, forse aveva ragione lui.
Era inutile pensare a Black Star non serviva al suo allenamento, doveva solo pensare alla sua anima e migliorare.
Chiuse gli occhi e prese un respiro concentrandosi nuovamente sulla sua anima.
Regolarizzò il respiro, per rilassarsi così da poter concentrarsi al meglio.
Doveva conoscere meglio la sua anima, controllarla e trasmetterla in tutto il suo corpo, così da farla fuori uscire e gestirla a suo piacimento. Vide la sua anima, ma questa volta in modo diverso dalle altre volte. Si sorprese, perché era come guardare nell'anima di un altro maestro.
Si concentrò su quello che vedeva.
Ispirò profondamente, doveva espandere la sua anima in tutto il suo corpo.
Ma come?
Sentì una voce lontana ma abbastanza nitida per comprenderla.
<< Pensa a l'eco dell'anima che utilizzi con la tua buki... Quello che devi fare adesso è usare la stessa tecnica, solo con il tuo corpo, con la tua mente e con la tua anima. Usa l'eco dell'anima, con la tua stessa anima unendo corpo, mente e anima in un unico insieme, appunto l'eco dell'anima. >>
Maka annuì e ripensò alle parole di Stein.
Doveva usare l'eco dell'anima con la propria anima.
In teoria sembrava semplice, ora toccava a lei metterlo in pratica.
Inspirò un respiro profondo...
Aprì gli occhi.
<< Eco dell'anima! >> Annunciò buttando via il respiro.
Quando Maka aprii gli occhi, Stein intravide una sfera azzurra di minime dimensioni, nelle irridi verdi di Maka.
Quando lei pronunciò quella frase, si alzò un soffice vento e subito dopo si ritrovò al centro di una sfera azzurra.
Era la sua anima, espansa, senza aver bisogno della sua buki.
Sorrise, c'era riuscita finalemente!
Sorrise anche Stein, soddisfatto della sua allieva. << Bene... Ora respira profondamente, controllala e portala dentro di te di nuovo. >>
Maka annuì, respirò profondamente. Pian piano, mandò la sua anima al suo posto.
Una volta al suo posto, cadde sulle ginocchia non avendo la forza per reggersi sulle sue gambe, per la troppa fatica.
Appoggiò le mani nel terreno, bagnato per l'umidità della notte precedente e si mise a ridere senza alcun contegno, non poteva crederci, non poteva assolutamente crederci, dopo due intensi anni di allenamenti senza riusultati, finalmente. << Ce l'ho fatta! >> Concluse ad alta voce
Sentì un applauso. << Complimenti, Brava! >>
Maka alzò gli occhi e vide negli occhi di Stein una luce di emozione, orgoglio.
Annuì soddisfatta, anche lei era felice di aver raggiunto quel traguardo tanto agognato ed era felice di aver reso fiero il suo maestro.
Stein si sedette sulle sue gambe e mise una mano sulla spalla di Maka.
<< Continuiamo? Abbiamo ancora molto da lavorare. >> La informò Stein con un sorriso
Maka annuì, stanca ma con una voglia di migliorare ancora ed ancora.

Continuarono l'allenamento initerrottamente per due ore si fermarono solo quando sentirono il suono della campanella della Shibusen.
Entrambi erano affannati e stanchi. Dopo che Maka aveva imparato a controllare la sua onda dell'anima, avevano fatto vari scontri tra le loro anime, per calibrare la potenza giusta, regolarla e aggiustarla quando sprecava troppa energia inutilmente.
Maka annuì soddisfatta del proprio operato, ancora non ci credeva, ma quella nuova consapevolezza, che una forza maggiore, più di quanto potesse immaginare, scorreva in lei la rendeva felice.
<< Grazie professore per il suo prezioso aiuto. >> Lo ringraziò di cuore Maka, non pontendo non farne alemeno.
Stein sorrise soddisfatto e orgoglioso anche lui della sua allieva. << Io mi sono limitato a seguirti il resto l'hai fatto, tu sola. Ora è meglio se andiamo a scuola prima che ci rimproverino per il ritardo. >>
Maka annuì aveva decisamente ragione, avevamo perso la cognizione del tempo, se non fosse stata per la campanella starebbero ancora a combattere l'una contro l'altro fino a quando uno dei due (probabilmente lei) non avrebbe proclamato la sua resa, cadendo a terra senza più energie.
Si diressero verso le scale che portavano all'ingresso della Shibusen.
Mentre salivano la scalinata della Shibusen, Maka si accorse che in cima alla scala c'era qualcuno che sembrava aspettarli.
Nel momento in cui, avanzarono di una decina di scalini, notò che era Soul che li stava aspettando, ma in volto non aveva quel suo solito ghigno che puntualmente era stampato in faccia, bensì aveva una sguardo che transitava dal pensieroso al rabbioso.
Forse era meglio che ci andasse solo lei, magari per capire il motivo del suo malo umore.
Con una corsa, Maka anticipò il professor Stein.
<< Ehi, Soul! >> Lo salutò felice, non vedeva l'ora di raccontargli dei suoi miglioramenti e del suo traguardo, finalmente, raggiunto.
Lui la guardò nei occhi, era furioso si poteva intuire dal solo sguardo. << Mi spieghi perché stamani non mi hai svegliato! >> Il suo tono di voce confermò i sospetti di lei.
Che accoglienza. Il suo modo di rivolgersi a lei, le fece togliere il sorriso dalla faccia, facendo scomparire tutta la gioia che aveva provato nel ragiungere la meta che si era pre posta.
<< Ho solo pensato di farti dormire un po di più oggi. >> Cercò di giustificarsi Maka, stringendo le mani tra loro.
Soul sbuffò scocciato. << Non pensando, che io come sempre in ogni allenamento, volevo esserci. >>
Lei si avvicinò a lui, guardandolo nei occhi, erano passati due anni ed entrambi erano cresciuti, però Soul la superava in altezza di circa cinque centimentri.
<< Scusa, ho solo pensato di farti dormire un po di più oggi, mi dispiace non aver pensato ad altro. >> Non voleva litigare, voleva festeggiare insieme a lui i suoi miglioramenti.
Ma a quanto pare Soul non era della sua stessa opinione, perché sbuffò di nuovo e senza dire altro si girò e si avviò per entrare a scuola.
Intanto il professor Stein l'avava raggiunta in cima alle scale.
<< Gli hai riferito i tuoi miglioramenti? >> Le chiese intuendo dal suo sguardo la situazione.
Maka sospirò stanca e delusa. << Non ho avuto l'occassione. >>
Stein le appoggiò una mano sulla spalla, cercando di sorregerla, almeno fisicamente. << Capisco.. Dai entriamo. >>
Una volta entrati in classe, Maka si diresse verso il suo posto tra Tsubaki e Soul.
<< Ehi, Ciao Maka, oggi hai fatto più tardi del solito. >> La accolse Tsubaki con la sua solita allegria e dolcezza.
Maka si sedette sulla sedia, appoggiando lo zaino sul banco. << Sì, oggi il tempo è volato... >>
Tsubaki la guardò dubbiosa, era triste e in quanto sua amica voleva aiutarla, ma prima doveva sapere.
<< Soul mi ha detto, che oggi lui non è stato presente al tuo allenamento, perché non lo hai svegliato. >> Constatò con nonchalance.
Maka si voltò verso la sua buki, che stava ascoltando anche lui la conversazione, anche se aveva lo sguardo rivolto sul suo quaderno.
<< Sì, è vero...>> Confermò Mala
La voce di Tsubaki si fece curiosa. << Allora, com'è andata? >>
Maka parlò tenedo sempre lo sguardo su Soul che non si decideva a guardarla, pensieroso, ma lei sapeva che la stava ascoltando. << Bene, anzi, direi benissimo, ho imparato ad usara la mia onda dell'anima ed a controllarla. >>
Quando vide Soul girarsi verso di lei con sguardo sorpreso che poi divenne colpevole per non essersi informato riguardo all'allenamento, si voltò per accogliere l'abbraccio di Tsubaki e i suoi complimenti.
Soul volle intervenire ma qualcunò bussò alla porta della loro classe.
<< Avanti. >> annunciò Stein.
Fece il suo ingresso nella classe il padre di Maka, che si voltò subito a guardarla.
<< Scusate per il disturbo. Maka il maestro Shinigami desidera vederti. >> La sua voce era diversa, sembrava che stesse trattenendo a fatica le lacrime.
Maka si alzò dalla sua sedia. << Bene ci andiamo subito, Vieni S- >>
<< No, Maka. Il grande Shinigami a chiesto solo di te. >> La interruppe suo padre.
Maka strabuzzò gli occhi incredula, di solito il grande Shinigami la convocava insieme a Soul per fare una delle solite missioni, contro le uova di Kishin, ma ora cosa voleva solo da lei?
Guardò Stein in cerca di qualche spiegazione, lui si limitò ad annuire anche lui era diventato improvvisamente strano. Comunque se Stein le diceva di andare, non le restava che andare e vedere cosa stava succedendo.
Maka sospirò. << Arrivo. >>
Stava per andare insieme a suo padre dal maestro Shinigami, quando qualcuno gli impedì di muovere di un sol passo, afferrandole il polso.
<< Aspetta Maka! Cosa significa? >> Le chiese con tono sorpreso Soul.
Lei si voltò a guardarlo. << Cosa vuoi che ne sappia? Sono sorpresa quanto te. >>
Voleva tanto dirgli che dopo gli avrebbe parlato, ma purtroppo una delle regole della Shibusen non permetteva di parlare dei discorsi avvenuti dentro la stanza della morte con il Sommo Shinigami, almeno che quest'ultimo non dia il suo consenso.
<< Non puoi. >> Tentò Soul.
<< Non è una mia decisione. >> Ribattè ferma Maka, ancora delusa del comportamento di Soul di poco prima.
Soul lasciò il polso di Maka, era inutile insistere.
Una volta libera uscì dalla sua classe e insieme a suo padre percorsero il corridoio, in religioso silenzio. Maka notò che lo sguardo di suo padre era assorto e poteva giurare che quell'allegria che leggeva sempre in esso era improvvisamente sparita, lasciando spazio alla tristezza.
Arrivarono davanti alla porta della stanza della morte.
<< Bene, da qui in poi devi proseguire tu. >> Annunciò Spirit con voce neutra.
Maka lo guardò sorpresa. << Non entri anche tu, come al solito? >>
Spirit respiro profondamente. << No, questa è una conversazione privata tra te il maestro Shinigami. >>
Spirit accarezzò i capelli della sua bambina e senza attendere nessuna risposta andò via.
Maka respirò profondamente, tutta quella situazione era strana, non riusciva a capire cosa stesse succedendo, dal comportamento strano di suo padre, all'annuire di Stein senza nessun commento e ultimo ma non meno importante non riusciva a capire perché Shinigami l'avesse convocata senza la sua buki.
L'unica cosa che restava da fare per risolvere tutta quella strana situazione era varcare quella porta e parlare con il diretto interessato della situazione.
Varcò la porta della stanza della morte, superò le ghigliottine una ad una, non ci aveva mai fatto caso, ma quelle ghigliottine mettevano un senso di inquetudine e di terrore, forse non l'ho aveva notato prima, perché quella strada la percorreva sempre in compagnia di Soul o insieme ai membri della sua squadra.
Sorpassò l'ultima ghigliottina e vide il Sommo Shinigami rivolto verso lo specchio.
<< Grande Shinigami... >> Salutò Maka con rispetto.
Shinigami si voltò a guardarla, non seppe definire la sua espressione, con la maschera che portava le riusciva un po difficile.
<< Oh Maka, è un piacere averti qui! >> Rivelò con la sua solita allegria.
<< Maestro Shinigami, perché mi ha convocata da lei da sola? >> Era andata subito al sodo, troppo nervosa per essere paziente con lesuberanza del maestro.
Anche se dalla maschera che aveva in dosso era difficile, Maka notò la sua espressione cambiare.
<< Devo rivelarti, che ho sempre seguito i tuoi allenamenti, attraverso il mio specchio per vedere i tuoi miglioramenti ottenuti, in questi due anni. >>
Maka era rimasta stupita da quella rivelazione, non aveva la minima idea che il grande Shinigami l'avesse osservava durante gli allenamenti, più che altro non credeva di essere così importante da poter togliere del tempo al Sommo Shinigami per guardare solo i suoi allenamenti, tutti senza alcun risultato, tranne l'ultimo.
<< Come mai assisteva ai miei allenamenti? >> Chiese sperando di capire il motivo.
<< Sai Maka.. >> Cambiò discorso Shinigami. Perché stava sviando? << Tua madre, ha imparato a controllare l'onda della sua anima nei suoi vent'anni.. >>
Maka rimase a bocca aperta non sapendo cosa dire. Perché le raccontava di sua madre?
Shinigami continuò. << Tu invece alla sola età di diciasette anni, sai controllare egregiamente la tua onda dell'anima. >>
Maka fece un sorriso nervoso. << Ho avuto un ottimo insegniate e forse mia madre ci ha messo di più perché la sua anima era più complicata da controllare. >> Peccato che ancora non riusciva a comprendere perché stavano parlando di sua madre.
Shinigami fece segno di no, con la testa. << La tua anima è molto più forte di quella di tua madre. Tu sei destinata a diventare la più grande maestra d'armi, solo se tu lo volessi. >>
Maka sorrise: più forte di sua madre? Non poteva essere vero...
<< È sempre stato il mio sogno. >> Sempre fin da quando era stata una giovane allieva, voleva crescere e diventare forte come sua madre, secondo i racconti che le aveva raccontato da piccola suo padre, così da essere alla sua altezza, magari in quel modo sarebbe tornata, aveva sempre creduto che fosse così.
Shinigami annuì. << I maestri d'armi pìù potenti, Quando raggiungono, un livello pari al tuo, partono per iniziare un percorso speciale... >>
<< E dove vanno? >> Lo interruppe Maka, stranita. Forse avrebbe scoperto tutto quel mistero e quel tentennare dietro a ogni sua parola.
Shinigami sospirò. << Vanno in un luogo lontano, dov'è possibile amplificare la propria anima, sfidare altri maestri ed acquisire esperienza e nuove tecniche. >>
Maka boccheggiò non trovando le parole giuste, un ottima opportunita ma-
<< E- e... questo viaggio è obbligatorio? >> Chiese non tanto sicura di sapere la risposta.
Shinigami la guardò intensamente. << Per chi vuole diventare il più potente maestro d'armi, sì. >>
Maka si limitò ad annuire, pensierosa.
Shinigami si schiarì la voce. << Devi sapere che quando tu eri ancora piccola, tua madre è partita per questo percorso. >>
Maka alzò la testa di scatto, interessata. << La superato? È ancora viva? >>
Shinigami scosse la testa. << Lo scoprirai solo partendo per questo viaggio. >>
Maka annuì sconsolata, lanciare una bomba con la miccia accesa per poi spegnarla prima che potesse scoppiare, tipico.
<< Se io volessi partire, quando dovrei farlo? >> Si informò Maka.
Shinigami indicò lo specchio. << La partenza è prefissata per domani, teletrasporterò con il mio specchio i maestri d'armi che hanno aderito al percorso. >>
Maka annuì. Così poco tempo...
In effetti poteva sembrare un cosa scontata: A pensarci bene a parte l'enorme fatica negli allenamenti, non aveva incontrato nessuna difficoltà o affrontare qualche scelta drastica. Ma comunque non era afatto giusto darle quella notizia con così poco pre avviso, senza darle tempo di pensarci, rapido e indollore. Le era arrivata una vera e propria doccia gelata.
<< Nessuno mi aveva riferito che per diventare maestra d'armi, dovevo percorrere questo viaggio. >> Rivelò Maka, un po scontrosa.
Shinigami cercò di spiegarsi. << Solo in pochi lo sanno e quelli che lo sanno, non devono farne parola a nessuno. >>
Maka non capì. << Quindi io non dovrei farne parola con nessuno? >>
Shinigami confermò. << Solo con la tua buki per spiegare la tua partenza. Se vuoi puoi parlare anche con Stein, lo avevo proposto anche lui, ma ha rifiutato. Per il resto delle persone, dovrai solo dire che sei in partenza senza una vera e propria spiegazione. >>
Doveva lasciare tutti senza una vera spiegazione...
Ma ora c'era un'altra cosa che le interessava.
<< Perché il professor Stein ha rifiutato? >> Domandò Maka.
Shinigami si massaggiò la tempia, con il guanto enorme. << Mi ha detto solo, che non gli interessava e che preferiva fare ricerche a Death City. >>
<< Capisco.. >> Mormorò in sovrappensiero.
Shinigami si avvicinò a lei. << Devo riferirti un'altra informazione. Si sa, la data di partenza ma non quella di ritorno, potresti anche perdere la vita in questo percorso o meglio dopo averlo completato deciderai di non ritornare. >>
Maka lo guardò con sguardo confuso, questa sì che era bella. << Perché dovrei decidere di non ritornare più? >>
Shinigami si massaggiò ancora una volta la tempia. << Questo lo scoprirai accettando il percorso. >>
Maka si limitò ad annuire. Nessuna informazione, nessuna motivazione. Non le aveva riferito niente di niente, solo la possibilità di un suo non ritorno.
<< Accetti? >> Chiese il maestro Shinigami.
Maka lo guardò con sguardo deciso. << Prima devo parlare con Soul... Domani le riferirò la mia decisione. >>
Shinigami annuì. << Bene ti aspetto domani. La partenza sarà a mezzogiorno. >>
Maka annuì e fece un inchino. << Maestro Shinigami. >>
Si voltò e se ne andò.

Immersa nei suoi pensieri, percorse il corridoio senza neanche accorgersene si ritrovò davanti alla sua aula.
Era strano e allo stesso tempo buffo... Perché ora si sentiva più nervosa di fronte alla porta della sua classe che davanti alla porta della stanza della morte?
Non trovando risposta prese un respiro profondo e bussò.
Quando sentì "Avanti" entrò.
<< Oh, Maka sei di ritorno... Prego accomodati. >> L'accolse il professor Stein, indicandole il suo banco.
Maka annuì, ma apposto di andare verso il suo posto si diresse verso Stain.
<< Sì professore, ma prima le potrei fare una sola domanda in privato. >> Dichiarò Maka, seria.
Stein si avvicinò con tutta la sedia a Maka. << Dimmi. >>
Maka abbassò il volume della voce, per non far sentire la loro conversazione ai suoi compagni curiosi che li guardavano, compreso Soul.
<< Perché non mi ha detto a cosa potevo andare incontro, espandendo la forza della mia anima? >> Chiese Maka, tra rabbia e la voglia di sapere.
Lui sorrise. << Credevo che volessi diventare la più grande maestra d'armi. Nessuna strada è più facile di quanto sembra. >>
Maka lo guardò seria. << Lo voglio ancora, ma così dovrò abbandonare la mia buki. >> Possibile che non capiva?
Stein si alzò con sguardo severo. << Ricordati una buki non è mai per sempre. Vedrai che sarà facile per lui trovare un altro maestro d'armi... Allora, accetterai? >>
Maka abbassò lo sguardo, delusa e mareggiata, non si aspettava quella svolta così inaspettata, non voleva lasciare la sua buki, non voleva lasciare Soul nelle mani di un altro maestro, era solo lei la sua maestra e su quello non si poteva discutere.
<< Prima devo parlare con Sou- >>
Non ebbe il tempo di terminare la frase che Stein le impedì di continuare colpendola, senza isitare, allo stomaco con la forza della propria anima. Il contraccolpo la fece sbattere violentemente contro il muro, per poi scivolare verso il pavimento, ritrovandosi seduta a terra con la schiena appoggiata al muro.
<< Maka! >> Sentì la voce di Soul preoccupata. << Stein, ma che le prende! Ora ti- >>
<< No! Non ti intromettere. >> Lo interruppe Maka.
Soul si bloccò da andare in contro al suo professore e guardò Maka sorpreso.
<< Alzati maestra d'armi. >> Il tono di Stein era strafottente.
Maka si alzò come le era stato ordinato ma con un po di fatica, era stata presa alla sprovvista, ma si ripromise che non si sarebbe ripetuto mai più.
Soul si avvicinò a Maka per aiutarla.
Ma Stein lo fermò. << Deve alzarsi da sola, se non vuoi farti male anche tu. >>
Soul lo ignorò, andando incontro a Maka per aiutarla.
Stein lo attaccò con la sua onda dell'anima come punizione per la sua intromissione.
Soul si voltò verso Stein per subire il colpo, che però non arrivò.
Aprii i occhi e trovò Maka che gli dava le spalle aveva le braccia lungo i fianchi e Stein con una mano bloccata a mezz'aria fermato da qualcosa.
<< Non lo devi toccare. >> Lo minacciò Maka con sguardo serio.
Una cosa era fare male a lei con la sua onda dell'anima, ma attaccare Soul era stato troppo, impossibile da tollerare. Nessuno poteva far male alla sua buki, tranne lei stessa,
ovviamente.

L'attimo successivo, Stein venne spinto dall'altra parte della stanza.
Maka respirò profondamente e rientrò la sua onda dell'anima dentro di se.
<< E tu, con la tua anima che ti ritrovi, vorresti sprecare questa occasione? Penso che tu lo sappia meglio di me, non passa sempre il treno delle occassioni Maka. >> Insistette Stein
rialzandosi a fatica.

Maka si avvicinò a lui, seria. << Ho detto solo che ci avrei pensato. >>
Stein la guarò con sguardo severo. << Se il tuo vero sogno è quello di diventare la più grande maestra d'armi non avresti motivo di pensare, accetteresti su due piedi. Stai solo cercando qualcuno che ti dica non partire... La tua è solo paura. >>
<< Io non ho paura! >> Si infuriò Maka.
La sua non era paura, solo che voleva pensarci bene prima di lasciare tutto e tutti, soprattutto lasciare una determinata persona.
Stein sorrise, quasi con cattiveria. << Oh sì che ce l'hai, ma non sulla offerta che ti hanno proposto e sul rischio che potresti correre. Bensì su ben altro, che neanche dovrebbe esistere. >>
Maka cadde a terra sulle ginocchia, con le lacrime ai occhi. << Questa doveva essere una conversazione privata, non uno show per l'intera classe. >> Spezzata da quella consapevolezza, le riusciva difficile trattenersi.
Stein si avvicinò a Maka, ma Soul si parò davanti alzando le mani, impedendogli di avanzare ancora verso di lei.
<< Spostati! Avrai il tuo momento per parlare con lei. >> Gli ordinò Stein.
<< Devi stare lontano da lei. Pazzo. >> Ringhiò Soul.
Maka afferò i pantaloni del ragazzo. << Soul ti prego... Ho solo bisogno di parlare con lui. Sola. >>
Soul strabuzzò gli occhi incredulo, oggi Maka era strana, non gli permetteva di difenderla, di non fare nulla per lei.
Soul si spostò e Stein prese in braccio Maka.
Sulla soglia della porta si voltò a guardare la classe. << Ripassate il capitolo 23. Al mio ritorno farò un'interrogazione a tappeto, chi non mi saprà rispondere passera automaticamente al corso di recupero, anche il primo della classe. >> Detto questo uscì dalla classe sotto gli occhi preoccupati della classe e di Soul...
Una volta arrivati nel balcone, Stein mise giù Maka e si appoggiò alla ringhiera con gli avambracci.
<< Senti Maka.. >> Incominciò Stein. << Tu hai le capacità di diventare la più grande, non sprecare questa occasione. >>
<< Lei però l'ha fatto... >> Lo interruppe Maka.
Stein sospirò. << Io sono uno scienziato, il mio sogno era quello di scoprire più informazioni possibili con la dissezione, non mi interessava diventare il più forte maestro d'armi. >>
Maka respirò l'aria fresca. << Non voglio lasciare Death City, non voglio lasciare i miei amici, non voglio lasciare la mia buki. >>
Stein fece ruotare la sua vite in testa. << Se vorrai potrai sempre ritornare e ti ricordo che la tua buki è diventata falce della morte, appartiene a Shinigami non più a te. >> Maka si massaggiò le tempie con la mano guantata. << Ho detto che non voglio lasciare Death City, la Shibusen e Soul... >>
Stein le fece cenno di avvicinarsi anche lei alla ringhiera.
<< Tua madre non ha esitato a lasciare la Shibusen, tuo padre e anche te. Voleva diventare la più grande maestra d'armi e credo che ci sia anche riuscita. >> Le rivelò Stein.
Ma cosa era successo quel giorno? Tutti parlavano di sua madre come esempio, forse perché tutti sapevano che lei era il suo punto debole...
<< Allora, Perché non è tornata, una volta finito il percorso? >> Chiese Maka.
Stein sospirò. << Questo è un mistero, solo chi finisce il percorso ha l'onore di svelarlo. Molti maestri d'armi non rientrano in patria, forse approfittano di quella occasione, girano il mondo in cerca di esperienza e nuovi avversari da battere. >>
Maka si allontanò dalla ringhiera dando le spalle a Stein. << Non voglio lasciare solo Soul, senza una maestro d'armi. >>
Stein sbuffò, quella ragazza era proprio testarda. << Andiamo! Queste sono tutte scuse. Sai che per una buki è facile trovare un maestro d'armi. >>
Maka si limitò ad annuire consapevole.
Infondo lo desiderava da quando era nata diventare la più grande maestra d'armi. Se nella sua vita non ci fosse stato Soul avrebbe accettato subito senza rimuginare troppo sulla questione.
Invece partire senza sapere se un giorno lo avrebbe rivisto, era un peso troppo grande da sostenere. Già a pensarci le veniva un dolore al petto inimmaginabile, come se la volessero spezzare dall'interno.
Stein si spostò anche lui dalla ringhiera e mise le mani sulle spalle di Maka. << So che farai la scelta più giusta. Ora vai a casa, ti do il permesso. Fatti una bella doccia, così alla fine delle lezioni potrai parlare con Soul. >>
Maka annuì, fece un inchino per salutare, si voltò e si diresse a casa.

Alla fine delle lezioni, Soul corse subito a casa sapendo di trovare lì, Maka. L'aveva vista strana, quella sua nuova forza era incredibile e soprattutto la discussione di Maka con quel pazzo non la riusciva a capire. Doveva immediatamente parlare con lei, in prima possibile, aveva detto Stein che era andata a casa perché era stanca e che lui le aveva dato il permesso.
Arrivato a casa trovò Maka sul divano, che dormiva sul divano tranquilla. Sorrise e si avvicinò a lei, sedendosi sul divano vicino a lei.
Vide una ciocca fuori posto e con un dito la scostò lentamente, e già che c'era le accarezzò la guancia morbida.
<< Soul... >> Farfuglio Maka ancora nel sonno.
Lui sorrise e si avvicinò a lei e le depositò un bacio sulla fronte. << Sono appena arrivato. >>
Maka prese la mano di Soul che aveva ancora in viso. << Ti devo parlare. >>
Lui massaggiò la mano di Maka. << Chissà perché trovo questa frase poco cool.. >>
Maka sorrise e si mise seduta nel divano.
<< Shinigami mi ha proposto un percorso. >> Voleva andare dritto al sodo, non voleva fare giri di parole, sarebbe stata solo una tortura.
Lui incuriosito si sistemò accanto a lei. << Che genere di percorso? >>
Lei respirò profondamente prendendo una mano di lui tra le sue. << Un viaggio per soli maestri d'armi. Per chi ha l'ambizione di diventare il più grande dei maestri d'armi, questo viaggio è obbligatorio. >>
Soul cercò di ingoiare quel groppo che aveva in gola, era teso, molto più che teso.
<< E tu hai accettato, ovviamente. >> Disse Soul con ovvietà.
Maka sospirò stringendo la mano tesa di Soul, vedeva la tensione nella sua espressione e anche da come aveva irrigidito la mano, non voleva vederlo così.
<< Non gli ho dato una risposta. Ho detto che ci dovevo pensare. >> Gli rivelò Maka.
Soul si alzò dal divano trattenendo una risata nervosa e si appoggiò al bancone della cucina dandole le spalle. << Cosa hai da pensare, infondo è sempre stato il tuo sogno diventare la più grande maestra d'armi. >>
Si alzò anche lei dal divano, la irritava che dava per scontato la sua decisione, come se lui sapesse qual è il suo sogno più grande.
<< Ho detto che ci avrei pensato, perché non è sicuro se tornerò e non soltanto perché potrei morire in questo viaggio. >> Troppe emozioni stavano uscendo dalla sua voce, doveva cercare di contenersi.
Lui rimase di spalle. << Allora perché non dovresti più tornare? >>
Lei si avvicinò a lui, voleva sentirlo almeno sentirlo vicino fisicamente. << Shinigami mi ha detto che lo scoprirò, finendo il percorso.. Solo se tu mi dici- >>
<< Dirti Cosa? >> La inturruppe brusco Soul, ancora di spalle. << Di rimanere? Così da intralciare il tuo sogno? >>
Maka lo abbracciò da dietro, appoggiando la fronte sulla schiena di lui, lo strine di più. Perché doveva essere così difficile?
<< Io non voglio lasciarti. >> Gli rivelò Maka con le lacrime ai occhi.
Gli spuntò un sorriso triste sul suo volto. << Aspetterò il tuo ritorno. >>
Maka scuotè la testa. << No, tu dovrai cercarti un altro maestro d'armi. >> Almeno su quello voleva essere sicura, che lui non rimanesse solo.
Soul si girò nell'abbraccio di lei, alzandole il mento con un dito. << Ma cosa stai dicendo? >>
Lei lo guardò intensamente nei occhi, la stava guardando tra lo stupore e la malinconia.
<< Ti ho detto che non è sicuro che io ritorni e sono sicura che ti sarà facile trovare un altro che ti sappia maneggiare. >> Rispose Maka ferma nella sua decisione.
Lui le accarezzò i capelli, era teso, poteva quasi giurare che tramite quel abbraccio sentiva tutti i suoi nervi tesi.
<< Io... Non voglio trovare un altro che mi maneggi. >> Le disse Soul stringendola di più a se.
Lei appoggiò la testa sul petto di Soul. << Promettimi che troverai un altro maestro. >> Lui si limitò a stringerla ed annuire. Anche se gli risultava difficile mantenere quella promessa, nessuno poteva sostituire Maka, nessuno poteva sostituire quel posto che stava per diventare vuoto nella sua vita, nel suo cuore.
<< Quando è la partenza? >> Chiese Soul.
Lei si schiarì la voce e si allontanò da lui appoggiando le mani nel suo petto, guardandolo con dispiacere.
<< Domani... >> Riuscì a sussurrare Maka.
<< Cosa ?! >> Sbottò Soul. << E lui ti dice di questo percorso un giorno prima? >>
Maka deglutì, a disagio, l'aveva pensato anche lei.
<< Ha aspettato che io imparassi ad usare la mia onda dell'anima. >> Cercò di giustificarlo in qualche modo.
Lui rimase sconcertato a bocca aperta, si staccò completamente dall'abbraccio e si diresse verso il divano per sedersi, si mise le mani in faccia, appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
Maka faticava a trattenere le lacrime, le faceva male vederlo così, non voleva vederlo, bastava lei a stare male per entrambi. Voleva almeno consolarlo, ma in quella situazione non c'era nulla che lei potesse fare. Ma ci voleva provare lo stesso.
Si avvicinò a lui chinandosi sulle ginocchia per essere alla sua altezza, mise le mani sulle sue, scostandole. << Infondo è meglio così, fare tutto a caldo senza rimurginare troppo sulla mia partenza. >>
Lui la guardò sconvolto, poi gli scorse negli occhi una nuova consapevolezza. << Oggi è l'ultimo giorno che passerò con te. >>
Lei annuì, confermando. Si alzò ed gli accarezzò i capelli non sapendo come rispondere. Si alzò anche lui e le mise una mano sulla nuca e l'avvicinò a se.
Maka non ebbe il tempo di protestare, perché Soul la baciò d'impeto. Cercò subito di approfondire il bacio e Maka presa dalla foga di lui, lo accontentò senza nessuna protesta. Si sentì alzare e dopo un paio di minuti si ritrovò nel suo letto con Soul sopra di lei, quando lui si avvicinò a baciarla, lei lo bloccò con un dito sulla bocca.
<< Soul... Così renderemo le cose più difficili. >> Così si facevano solo del male.
Soul le accarezzò la coscia. << Sono già difficili, peggio di così non potranno essere. >>
La voleva è si vedeva dal suo sguardo accesso con la voglia che aveva di lei.
Maka non ribattè, perchè non ne ebbe l'occassione dato che subito dopo Soul si avventò su di lei. Anche lei lo desiderava più di ogni altra cosa, anche se il giorno dopo sarebbe stato difficile per entrambi, ma quella sera erano solo loro senza nessun percoso a sapararli.
Anche se quella non era la loro prima volta insieme. Quella notte tra carezze, sospiri, richiami, baci, morsi, gemiti e infine l'unione dei loro corpi in un solo essere, nessuno dei due ragazzi se ne sarebbe dimenticato facilmente...

 

TRIIIIIIIIIIIN!

 

<< Merda! >>
Maka si svegliò di colpo, sudata e imper eccitata.

Diamine!
Termine non molto fine, ma quel sogno e quella sveglia era stati micidiali per lei, un colpo troppo basso da poter sostenere normalmente.
Come si fa ancora, dopo quattro intensi anni, sognare ancora quei ricordi? Aveva la certezza che nemmeno con l'ipnosi l'avrebbero lasciata, tanto erano legati a lei, secondo il suo parere a vita.
Si alzò nervosa dal suo letto, aveva bisogno di farsi una bella doccia fredda, doveva riprendersi e in fretta.
Non ritornava a Death City da ben quattro anni, anche se il suo percorso era finito da ormai due anni. Doveva ammettere che due anni prima aveva pensato di ritornare a casa, perché aveva una stramaledetta voglia di rivedere Soul, ma decise di acquisire nuove esperienze e di sfidare i più grandi tra i maestri d'armi. Scelta che tutt'ora le sembrava giusta e se potesse ritornare indietro l'avrebbe riscelta.
A quei ricordi non ci pensava quasi mai durante la giornata, impegnata com'era.
Se tutto il giorno era impegnata, quando ci doveva pensare?
Ovviamente nell'unico momento della giornata in cui in teoria ci si rilassa anima e corpo tra le braccia di morfeo, ovviamente lei non era mai veramente rilassata dato che il suo subconscio le giocava brutti scherzi, gli riportava a galla tutti i suoi ricordi con dei sogni estramamete reali e tanto...
Non diceva che non le dispiaceva ricordare l'ultima notte passata con Soul o le altre notti che avevano passato insieme, ma svegliarsi la mattina sudata ed eccitata non era il massimo della vita. Ecco.
Una volta uscita da quella doccia fredda si avvolse nell'asciugamano avvolgendolo al petto.
Sentì il campanello del suo apartamento preso in affitto suonare e andò ad aprirla.
Il ragazzo dietro la porta strabuzzò gli occhi vedendo quella bellissima ragazza davanti a lui con il solo asciugamano a coprirla, non le saltava a dosso perché purtroppo sapeva a cosa andava in contro.
<< Signorina Albarn è arrivata una lettera per lei. >> Annunciò il postino cercando di guardarla nei occhi.
Maka sorrise, per fortuna che nel loro primo incontro, gli aveva insegnato le buone maniere da usare con una ragazza.
Prese la lettera e lo ringraziò chiudendo la porta.
La appoggiò sul tavolo per andarsi a vestire, non prima di aver visto il sigillo che la chiudeva.
Andò nella sua stanza, si mise l'intimo e andò ad asciugarsi i capelli.
In quei quattro anni era cresciuta e anche tanto. Il suo seno non era più piatto bensì portava una terza piena e ne andava abbastanza fiera, era diventata più alta e in quei anni aveva acquistito nuove curve,
Non che si guardasse sempre allo specchio, però ogni volta che usciva con un ragazzo, le faceva notare quelle "bellissime curve divine" almeno così dicevano.
Una volta asciutti i capelli li lasciò liberi lungo le spalle. Portava sempre la solita frangetta, ma ormai aveva smesso di farsi le code.
Andò nella sua stanza a vestirsi; Solita gonna scozzese, soliti scarponi, solita camicia, ma senza la cravatta, lasciando i primi due bottoni slacciati, solito gilè giallo e solito impermiabile nero, ma con una piccola modifica, il cappuccio, ormai aveva preso l'abitudine di viaggiare con il capuccio in testa, lasciando che i suoi capelli ricadessero all'esterno sopra il suo seno.
Vestita con i suoi abiti da viaggio andò ad aprire la lettera con sopra il sigilo di Shinigami.

 

RICHIESTA DI AIUTO

Grande maestra d'armi. Signora della falce.
Lei insieme ad altri suoi colleghi, è stata cortesemente richiesta la sua presenza, per collaborare nella difesa di Death City e non solo.
Si spera che lei accetti la nostra richiesta di aiuto, così da unire le forze e sconfiggere la nuova minaccia.

 

Sommo Shinigami.

 

Quante formalità... Bastava dire: "Maka abbiamo bisogno del tuo aiuto vieni a Death City"
Non c'era bisogno di tutta quella formalità per accettare. Ovviamente non si rifiuta mai una richiesta di aiuto, soprattutto se proviene dalla tua città natale.
Forse quattro anni erano bastati, le avevano insegnato che non era utile ritornare nella propria città natale, anzi si rischiava di perdere tutto quello che si era fatto negli anni di apprendimento intensivo.
Tornare non era la scelta giusta, non era quella più saggia. Anzi se Lei lo venisse a sapere avrebbe passato le peggiori torture possibili immaginabili.
Stava per fare la scelta sbagliata, la più sconsiderata della sua vita, ma almeno aveva un movente, c'era qualcuno in pericolo, anzi un'intera città in pericolo e non solo.
Le avevano anche insegnato che non si rifiuta mai una richiesta di aiuto qualsiasi sia la provenienza. Quindi nessuno poteva mettere il naso sulla sua scelta.
Sorrise, finalmente avrebbe saputo quanto veramente forte fosse diventata in quei anni.
Bene era meglio mettersi subito in viaggio...
Era ora di ritornare a casa.





NOTE AUTRICE:
Ciao a tutti!
Vi ho incuriositi? Ho reso la storia interessante?
Vorrei tanto sapere cosa ne pensate... Vi raccomando recensite :) Così lo potrò sapere :D
Spero che leggerete in tanti,
Un abbraccio,
Ciccia.

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Capitolo 2
*** Arrivo alla Shibusen ***


Revisione: 24/05/13

Note Autrice:
Lo so dovrei pensare a continuare la storia, ma intravendendo questo capitolo mi era sembrato troppo scandaloso per lasciarlo così com'era, quindi... Eccola qua! Una bella revisone, forse ci saranno degli errori, ma è sempre molto meglio della prima pubblicazione.
Io vi consiglierei di rileggerla aspettando il mio prossimo aggiornamento (Sto quasi finendo, veramente!)
Vi ringrazio sempre della vostra pazienza,
Un abbraccio,
Ciccia.

The Power Of The Soul

CAP. 01

Arrivo Alla Shibusen

 

 

Sbuffò, per l'ennesima volta, sonoramente.
Seduto su una sedia appoggiata al muro in equilibrio su due piedi con le mani dietro la testa, BlackStar non riusciva a darsi pace.
<< Che c'è, Star? >> Gli chiese Tsubaki, appoggiandosi sul banco di fronte a lui.
Lui sbuffò ancora.
<< Non riesci a darti pace, vero? >> Tentò Tsubaki non ottenendo la risposta voluta.
<< Chi non ci riesce? >> Intervenne Kid, pure lui scocciato, immerso, apparentemente, su una lettura di un libro.
Liz sbuffò anche lei, ma per ben altri motivi. << Semplicemente non rientrava nella nostre capacità, tutto qui. In questi anni dovevamo allenarci molto più duramente. >>
Kid alzò i suoi occhi oro dal libro. << Io sono uno Shinigami, non posso permettermi di perdere in battaglia e addirittura ridurmi in fin di vita. Non doveva succedere e basta. >>
<< Hai ragione, sei uno Shinigami, ma non sei imbattibile. >> Tentò Liz, a suo modo, di consolarlo.
Lui si limitò ad uno sbuffò senza rispondere e a riportare lo sguardo sul libro.
<< Io sono più forte di un Dio e questa è stata una vera e propria umiliazione. >> Sospirò Star, moscio.
<< Suvvia! Miglioreremo e poi Shinigami a chiesto aiuto e saremo aiutati. >> Provò a dare una speranza Tsubaki.
Lui con uno scatto fece ritornare la sedia poggiata su quattro piedi e si alzò, ormai non c'era più problemi d'altezza tra lui e Tsubaki, era sviluppato tutto insieme.
<< E' questa la vera umiliazione, Tsu. >> Le rivelò Star a pochi passi da lei.
<< In effetti. >> Gli diede ragione Kid. << Però come dice Liz, non rientra nelle nostre capacità. Dobbiamo solo accettarlo. Questi ragazzi, che ha chiamato mio padre, sono maestri
d'armi di un livello che neanche possiamo immaginare. Anche se con del buon allenamento, potremo anche noi crescere e essere come loro. >>

<< Parli del ragazzo dai tratti occidentali e della ragazza? >> Chiese Liz.
Patty saltellò da un piede all'altro. << Io li ho visti! Non mi hanno neanche salutato, sono andati direttamente nella stanza della morte! >>
<< Non avevano detto che erano tre? >> Intervenne una voce femminile, appena arrivata.
<< Sì, ma ancora ne manca uno. Chissà se arriverà. >> Rispose Soul al suo fianco, appena entrato in classe insieme a lei.
La mora lo guardò. << Secondo me, sì. >>
Lui fece spallucce non curante.
In quel momento entrò in classe il professor Stein. << Ragazzi vorrei un attimo la vostra attenzione. >>
Tutti si volsero ad ascoltarlo.
<< Come ben sapete, questa nuova minaccia non è, purtroppo, alla nostra portata. Quindi il Sommo Shinigami ha chiesto aiuto a tre dei maestri d'armi più potenti in circolazione. Sicuramente avrete notato due ragazzi arrivare stamane. Beh, loro sono due dei tre maestri d'armi chiamati. >>
Patty alzò la mano, ottenendo il permesso di parlare dal professore. << Prof, ma quei maestri non erano accompagnati dalla proprie buki. Come possono darci una mano? >>
Stein annuì alla domanda ingenua della sua allieva. << C'è un motivo perché sono diventanti i più potenti maestri d'armi. Perché sostanzialmente non si affidano ad una buki, ma alla loro forza dell'anima. >>
<< Come lei, prof! >> Rispose prontamente Patty.
Lui annuì confermando. << Certo, ma loro sono molto più forti di me, anche se molto giovani. >>
<< Ma il terzo arriva? >> Chiese Soul, quasi scocciato.
<< Sì, infatti sono qui proprio per questo. Arriverà a momenti e devo accoglierlo io. Quindi volevo solo informarvi che Shinigami non vuole calca nel cortile per il suo arrivo. Se proprio non riuscite a placare la vostra curiosità, c'è il balcone. >>
Ottenendo un cenno di comprensione da parte di tutti gli alunni della classe, Stein lasciò la classe con un cenno del capo.
BlackStars sbuffando ancora una volta, si mise le mani nelle tasche e si diresse verso il balcone. << Vediamo chi è questo maestro d'armi, che riesce a far smuovere Stein pure dalla sua lezione. >>
I ragazzi curiosi, confermarono e tutti si diressero sul balcone, per vedere chi arrivava.
Dopo un paio di minuti, videro qualcuno salire le scale. Avevo un impermeabile nero e un cappuccio del medesimo colore a coprire il volto, l'unica cosa che si riusciva a intravedere, erano dei capelli lunghi e mossi, biondi.
<< Ma come? Una ragazza? Tutta questa storia, per una ragazza? Che perdita di tempo, poteva benissimo entrare come avevano fatto gli altri due. >> Si lamentò Star.
<< Ragazzi, andiamo! Mio padre ci vuole. >> riferì Kid, per poi voltarsi e incominciare ad incamminarsi, seguito da Liz e Patty. 
BlackStars lo seguì subito dopo, insieme a Tsubaki e Soul fece la stessa cosa, ma notò che non venne seguita dalla sua compagna.
<< Jessica, che ti prende? >> Le chiese Soul, notando che continuava a guardare verso il cortile.
La mora distolse lo sguardo e lo diresse verso di lui. << Quella ragazza a qualcosa di strano. >>
Soul sbuffò. << Mi sembra pure normale. O non sarebbe una maestra d'armi di alto livello. Dai andiamo. >>
La ragazza annuì e si limitò a seguirlo ancora perplessa.


Da quant'è che non saliva quelle scale?
L'ultima volta era stato un giorno di quattro anni fa, quel giorno lei salì, ma non le scese più, dato che partì attraverso lo specchio di Shinigami.
Sorrise al ricordo che ogni mattina, appena svegliata, sbuffava al pensiero di salire quelle scale, ma poi si consolava convincendosi che fare le scale ogni mattina la manteneva in forma.
E poi con lei c'era lui, che subiva tutte le sue lamentele, che la prendeva in giro, al solo scopo di farle pensare a quella lunga scalinata. Lui c'era sempre, salendo insieme a lei le scale.
Quel giorno di quattro anni dopo, non fu così.
Le era mancato salire quelle scale, ma quel giorno le salì sola.
Arrivò in cima e vide il suo vecchio professore, vicino all'ingresso della Shibusen, pronto ad accoglierla.
<< Ben tornata a casa, allieva. >> La salutò Stein, quando le fu vicino.
Lei non strinse la mano che le era stata posta davanti a lei. << Professore è un piacere rivederla. >>
Stein cercò di ignorare quel tono gelido con un sorriso. << Secondo te, avrò l'occasione di scambiare due chiacchiere con la mia allieva modello? >>
Modello? Che parolone... e neanche era arrivata.
Lei annuì, indifferente. << Sì, sarà un piacere chiacchierare con lei. >>
Non trovando altro di cui discutere, dato che quel tono gelido, che lei usava anche inconsciamente, gli bloccava ogni sua domanda, le fece segno di seguirlo e le diede le spalle incamminandosi verso la stanza della morte.
Maka lo seguì con ancora il cappuccio alzato.
Percorrendo quei corridoi a lei familiari, notò che non era cambiato nulla, almeno nella struttura della Shibusen. Notò anche dei sguardi curiosi e anche dei scambi di battute tra compagni, non le importò più di tanto: Ormai era abituata a quelle cose.
Varcarono la porta della stanza della morte e passarono sotto le ghigliottine. Pure loro in un certo senso le erano mancate. Esse era fatte per incutere terrore a chi entrava, ma per chi, come lei, conosceva chi risiedeva dentro la stanza, sapeva benissimo che non c'era nulla da temere. Tranne se non si fossero violate le regole.
Superò l'ultima ghigliottina e intravide il suo vecchio gruppo, tutti in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
C'erano proprio tutti e quant'erano cambiati!
BlackStar molto più alto di come lo aveva lasciato, aveva superato anche a Tsubaki, di pochi centimetri e anche lei era cresciuta. Notò che sbatteva un piede a terra con le mani nelle tasche e sbuffava in continuazione, non avrebbe aspettato ancora.
C'era anche Kid a prima vista le sembrava più maturo e anche lui era cresciuto, anche lui in attesa, ma con molta più pazienza di Star. Poi c'era Liz, che era diventata molto più bella di come si ricordava, che cercava di trattenere, in qualche modo, la spensieratezza della piccola Patty, ormai cresciuta anche lei.
E poi... e poi c'era anche una ragazza, a lei sconosciuta. Una bella ragazza mora, probabilmente era la nuova maestra di Soul, dato che stava in silenzio accanto a lui.
Sorrise senza rimpianti, era felice che Soul aveva mantenuto la promessa. Infondo le loro strade si erano separate quattro anni fa e, in alcun modo, potevano ricongiungersi.
Osservò meglio la ragazza e... Sorrise. A quanto pare non era solo la sua maestra d'armi, probabilmente ce l'aveva per vizio. Beh, buon per lui.
Dopo qualche istante si accorsero di lei e la guardavano dubbiosi.
Oh, vero... Si era dimenticata di abbassare il capuccio.
<< Maka Albarn, è un vero piacere riaverti qui con noi! >> L'accolse il Sommo Shinigami con il suo solito calore e la sua solita allegria.
Vide il gruppo, spalancare la bocca in modo poco educato. Nessuno si aspettava di vederla ancora una volta. Anche i loro sguardi divennero di stupore e in alcuni ancora il dubbio.
Li ignorò, non aveva tempo da perdere.
<< Il piacere è tutto mio, Sommo Shinigami. Ritornare a casa è sempre un piacere. >> Ricambiò il saluto, togliendosi il cappuccio e mostrando la sua chioma dorata, sciogliendo ogni piccolo dubbio.

Nel frattempo Stein si spostò verso il gruppo, ancora scioccato nell'aver visto Maka dopo tutti quei anni.
<< Ragazzi riprendetevi! >> Li rimproverò a bassa voce.
Jessica fu la prima a riprendersi. << Professore, ha qualcosa di strano quella ragazza. Riesco a vedere la sua anima, ma non capisco com'è. Com'è possibile? >>
<< E' una tecnica molto complessa, si chiama “Il vetro dell'anima”, puoi percepire la sua anima, ma non puoi capire com'è. Di solito si usa in battaglia per non far prevedere le proprie mosse. Ci vuole una grande resistenza per mantenerlo fuori dagli scontri. >>
La ragazza annuì.
Il resto del gruppo era ancora sotto shock, tutti la guardavano ancora increduli. Anche lui, che si poteva dichiarare il più colpito, non riusciva proprio a crederci. Dopo aver passato quattro anni senza di lei, dopo aver ricostruito le proprie abitudini senza di lei, non riusciva a crederci che fosse davanti a lei e poi... E poi le sembrava un'altra persona in qualche modo.

<< Come ben sai, non sei l'unica che ho chiamato. >> Incominciò a spiegare Shinigami.
<< Devo fare squadra con altri maestri? >> Chiese Maka, intuendo il discorso di Shinigami.
Lui annuì ma non ebbe il tempo di parlare, perché venne anticipato da un'altra voce.
<< Albarn! >> La chiamò una voce allegra alle sue spalle.
Maka rabbrividì riconoscendo il proprietario di quella voce.
Si girò verso la direzione del suono della voce. << Lo sai che il mio nome uscito dalla tua bocca fa proprio ribrezzo? >>
Dall'ombra uscì un ragazzo biondo. << Sempre molto gentile nei miei confronti, eh Albarn? >>
<< Che ci fai qui, Frost? >> Tagliò corto Maka.
Sul viso del ragazzo, con tratti occidentali, si formò un ghigno. << Semplice, ho accettato la richiesta d'aiuto di Shinigami. Non sai che piacere ho rincontrarti. >>
<< Mi dispiace non poter dire la stessa cosa. >> Non riuscì a trattenere il proprio disgusto nei suoi confronti.
<< Oh, vedo che già vi conoscente! >> Intervenne Shinigami, con falsa sorpresa.
Frost sorrise. << Senza offesa Sommo Shinigami, ma non conoscere Maka Albarn è impossibile. >> Diminuì la distanza, tra lui e Maka, e le alzò il mento guardandola negli occhi. << Sapevo che saresti venuta anche tu, non potevo perdermi questo privilegio, non è vero, tesoro? >>

 

Tesoro?
Strinse i pugni.
Come si permetteva quella sotto specie di Brad Pitt di chiamare la sua Maka “tesoro”?
Quasi non si trattene dal andare a smontare quella faccia da modello da quattro soldi.
Ma cosa pensava?
Lui non poteva vantare alcun diritto della vita di Maka né delle persone che le stavano accanto.
Si calmò.
Ormai erano passati quattro anni dall'ultima volta che l'aveva vista e gli aveva fatto giurare di trovare un'altra maestra d'armi e così ha fatto.
Ora aveva la sua vita, è non doveva intromettersi nella sua.
Perché arrabbiarsi solo perché uno le aveva detto tesoro?

<< Levami queste mani sudice dal mio viso! >> Lo congelò Maka con la voce e con lo sguardo scacciando la mano dal suo viso.
Frost con un ghigno stampato in faccia arretrò con le mani in alto. << Va bene, va bene. Ma ti ricordo che queste mani sudice ti hanno fatto fremere dal piacere. Non mi dire che non ti ricordi più quella pazza notte, tesoro. >>

Cosa?!
Forse era meglio se non avesse sentito.
Strinse i denti e i pugni. Dio solo sapeva perché ancora non gli aveva spaccato la faccia. Non credeva potesse essere vero, non ci riusciva a crederlo.
Voleva spaccare tutto, ma ad un tratto sentì un leggera carezza sul suo braccio teso. Si voltò e vide Jessica che accennava ad un incerto sorriso.
Quando si erano conosciuti lui le aveva raccontato che aveva avuto una vecchia maestra di nome Maka Albarn. Non le disse nient'altro, non le raccontò nulla del loro legame, neanche di quel rapporto particolare che si era creato tra loro due, perché per prima cosa non voleva avere domande di troppo, e poi... Era una cosa sua e di Maka e per nulla al mondo l'avrebbe condiviso con terzi.
Con la sua partenza, aveva stroncato sul nascere un inizio di qualcosa di stupendo.
Ma ora dopo quattro anni, doveva darci un taglio, perché anche lui si era fatto una nuova vita, proprio come gli aveva consigliato lei, anche se in modo più radicale.
Lui non doveva pensare a Maka per nessun motivo, lei aveva la sua vita...
Anche se, dopo quattro anni... Com'è potuto succedere che fosse cambiata così tanto? Il suo corpo era completamente cambiato, cresciuto, migliorato di gran lunga. Nuove curve, pelle più matura, calore ancor più scottante... Forse solo i suoi occhi non erano cambianti, quelli erano ancora in grado di ipnotizzarlo...
Basta! Doveva darsi una regolata! Non poteva continuare così!
Lei aveva la sua vita e lui la sua. Le loro strade si erano divise già da un bel pezzo! Punto!

L'autocontrollo che aveva aumentato e gestito con maestria in quei quattro anni, le permise di non commettere torture su di lui. Accidenti! Neanche era arrivata! Non poteva combinare casini fin da subito.
Si ricordava Frost e sapeva benissimo come difendersi. << Sinceramente non ricordo quella notte. L'unica cosa che mi ricordo di te, è la tua faccia, quando appena sveglio, ti sei accorto di essere appeso completamente nudo su una facciata di un palazzo, che dava su una delle strade principali. Tu te la ricordi la tua faccia? >>
Il suo ghignò sparì, dando posto a uno disgustato.
<< Oh, io la ricordo, è come! >> Rivelò divertita una voce femminile.
Frost si voltò a guardare la ragazza a cui apparteneva la voce. << Non ti ci mettere anche tu, Alexis. >>
Ma guarda c'era anche lei? Che sorpresa... Si sarebbero divertite tanto...
Una ragazza mora, con un corpo che faceva invidia, anche a miss universo. << Dai Andrea! Devi ammettere che la vendetta di Maka è stata degna di una vera donna. >>
<< E chi se l'aspettava di vederti! >> Osservò Maka, mentre la vide avanzare verso di lei.
Le fece un sorriso strano. << Il mondo è piccolo! Ma tu sei sempre la più grande. Batti il cinque! >>
Maka sorrise e le diede il cinque.
L'attimo successivo si smosse l'aria, causando un vento che minacciò di spazzare via tutti i presenti.
Maka la guardò negli occhi, con aria di sfida, non la poteva fregare più di una volta.
<< Ragazze... >> Le riprese Shinigami con la sua strana voce, che faticava ad essere seria.
Maka allontanò la mano voltandosi verso di lui. << Ci scusi Sommo Shinigami. Ma Alexis ha un brutto vizio, ma io non mi lascio fregare più di una volta. >>
La mora portò un braccio intorno alle spalle di Maka. << E' brava la mia Maka! >>

<< Ma cos'è stato? >> Chiese Liz esterrefatta, dopo essersi ripresa da quella burrasca di vento improvvisa.
Stein sorrise, compiaciuto della capacità enorme delle due ragazze. << Tu non l'hai potuto vedere, perché non riesci a vedere l'onda dell'anima. Ma attraverso quel batti cinque le ragazze hanno fatto incontrare le loro anime. Usando un paragone, possiamo pensare a due venti contrari che si incontrano e creano un ciclone. Beh, le loro anime hanno fatto proprio questo, incontrandosi hanno creato questa corrente e pensate che non hanno usato neanche una goccia della loro anima. >>
<< Ma perché l'hanno fatto? >> Lei era riuscita a seguire passo per passo l'azione, stupendosi della loro forza.
Stein girò la sua vite in testa, osservando le due ragazze tanto diverse tra loro. << Da quanto ho capito, credo che sia una specie di gioco burlone, come quello del porgere la mano per stringerla e un attimo prima di toccare l'altra la ritrae accarezzandosi i capelli... Cose da ragazzi.. >>
Kid sbuffò contrariato. << Questo non è un gioco burlone, se una delle due non usa la forza dell'anima viene spazzata via dall'altra. >>
<< Suppongo che la prima volta che l'hanno fatto Maka ci abbia rimesso. >> Dichiarò Stein.
Tutto il gruppo annuì, faticando ad immaginarsi la scena.

<< Sono sorpreso, non credevo che già vi conosceste. >> Rivelò Shinigami.
E lei credeva ciecamente nelle sue parole, sì come no, ma chi voleva prendere per i fondelli?
Maka tolse il braccio intorno alle sue spalle. << Ci siamo conosciuti casualmente in un piccolo villaggio. >>
<< E cosa successe in questo villaggio? >> Come se lui già non lo sapesse! Non capiva perché si interessava così tanto, anche perché era sicura che lui già conoscesse tutto quello che avevano fatto in quei anni.
Se credeva di farglielo dire a lei, poteva aspettare. Ancora, a distanza di un anno, si sentiva in colpa. << Nulla di particolare. Ci hanno solo banditi dal villaggio. Non ci dobbiamo avvicinare al di sotto di un raggio di 100 Km. >>
<< E cosa avete fatto di così grave? >> Ma perché Shinigami era così insistente? Perché doveva farle parlare di una cosa che non gli andava.
<< Su Maka! Combatti le tue paure! Rivela ciò che è successo! >> Ci mancava solo l'incoraggiamento, e poi non era una sua paura, solo che non ne voleva parlare.
Sospirò, tanto l'avrebbero costretta in qualche modo, tanto vale rivelarlo subito, senza nessun'altra spinta. << Diciamo che abbiamo distrutto un po' di case... >>
Andrea si mise a ridere senza contegno. << Un po' di case? A poco non distruggevi un inter... >>
Frost non riuscì a terminare la sua frase, perché venne sbattuto a terra.
Quando imparerà a non intromettersi sarà troppo tardi... E dire che è davvero utile espandere la propria onda dell'anima, anche senza pensarci!
Ignorò i lamenti di Frost e si rivolse a Shinigami. << Mi dica Sommo Shinigami, dovrò lavorare con lui? >>
Lui si schiarì la voce, segno che da lì iniziava il discorso fondamentale, il motivo per cui loro erano stati convocati. << Sì, voi farete squadra insieme. >>
Frost si alzò un po' dolorante da terra, acquistando una serietà che fin a quel momento non aveva mostrato. << Contro chi dovremmo lottare? >>
Shinigami guardò intensamente Maka, come se volesse trasmetterle qualcosa. << Combatterete contro un Kishin, molto più potente di Asura. Domani avrete maggior dettagli a riguardo. >>
Maka annuì un po' delusa, doveva ancora aspettare un giorno per i dettagli più salienti.
Alexis e Andrea sbuffarono contemporaneamente.
<< Cosa avete ora voi due? >> Chiese scocciata.
<< Io non ho mai incontrato Asura, non so che forza abbia avuto. >> Le fece notare Alexis frustrata. << Tu ci puoi dire qualcosa? >>
Lei annuì decidendo di accontentarli. << Se è come dice Shinigami, che questo Kishin è molto più potente di Asura, vi dico che ci divertiremo. >>
<< E VAI! >> Esultarono all'unisono Andrea e Alexis, scambiandosi un batti cinque.
<< Se Albarn dice che sarà divertente, ci sarà pane per i miei denti! >> Si entusiasmò Andrea.
Alexis si sgranchì le ossa. << Finalmente qualcosa che interrompa questa monotonia! >>
<< Io non la prenderei così tanto alla leggera. >> Una voce interruppe il loro entusiasmo.
Tutti e tre si voltarono verso la voce.
<< Noi che l'abbiamo affrontato, sappiamo quanto sia veramente forte. Ci ha ridotti tutti in fin di vita. >> Kid spiegò serio quanto seria era la questione.
Alexis rispose a quello sguardo di rimprovero con una risata. << Strano, mi aspettavo peggio. >>
<< Cosa?! Ripetilo se ne hai il coraggio! >> Ringhiò. Quella derisione non l'avrebbe mai sopportata.
Alexis stava per rispondere con un'altra frecciatina, magari riuscendo ad innescare uno scontro, come era suo solito fare, ma Maka la fermò. << Finiscila Alexis! La tua maturità si può paragonare ad un chicco di Mais! >>
Lei sbuffò scocciata, si voleva solo divertire e lei l'aveva interrotta. << E la tua fredezza di può paragonare al monte Fuji! >>
Maka si limitò a congelarla con lo sguardo, non aveva intenzione di discutere in quel momento.
Improvvisamente una voce spavalda si echeggiò nell'aria. << Ora basta! Sono stato in disparte per troppo tempo! Io merito di stare al centro dell'attenzione non tu, Maka! >>
Maka si voltò tra lo sconcerto e il timore che fosse stato veramente lui a parlare.
Purtroppo era stato proprio lui. << Ora è il momento del grande BlackStars! Io ti sfido Maka Albarn! >>
Stupido pazzo che non era altro!
Maka si mise una mano sulla fronte, incredula, alla ricerca di qualche soluzione.
Nel frattempo i suoi compagni stavano trattenendo, che poi si notava comunque, le risate, che sarebbero sembrate molto derisorie e forse anche lo erano.
<< Non credo sia il caso... >> Tentò Maka di andarci con cautela.
Le arrivò una bella pacca sulla spalla, era Frost che di lì a due minuti l'avrebbe fatto secco. << Perché Maka? Sarebbe una buona occasione per far vedere il nostro livello. >>
<< Non mi va! >> Si oppose, non gli andava proprio di farlo.
<< Che c'è, Maka? Hai forse paura? >> La punzecchiò Star, cattivo come non mai.
Alexis si piegò in due dalle risate, non riuscendo più a trattenerle, a poco non riusciva più neanche a respirare. << Basta... Per favore! Non ce la faccio più... Dai Maka non puoi non reagire a questa provocazione. >>
Maka sospirò, era tutti contro di lei. Ma forse poteva contare su l'ultima spiaggia. << Lei cosa ne pensa, Sommo Shinigami? >>
<< Non mi sembra una cattiva idea. Sono curioso di come sei cresciuta in questi anni. >> Ma quale ultima spiaggia, era proprio alla deriva!
Annuì non sapendo più cosa inventarsi.
Tra le risate di Alexis e Andrea, neanche se fossero ad un show dove si esibivano tutti i comici; tra la spavalderia di Star, che si credeva chissà ché; tra Maka che pensava a come affrontare lo scontro. Si diressero tutti in cortile.
Star si posizionò insieme a Tsubaki già trasformata in lama incantata.
Prima di mettersi in posizione Maka si diresse da Andrea e gli diede il suo impermeabile nero. << Almeno fammi il favore di tenermelo! >> Ce l'aveva con lui, sapeva che in qualche modo con lui non sarebbe durata molto.
<< Non mi dire che hai paura di sporcarlo? >> La stuzzicò Frost.
Maka sbuffò dandogli la schiena. << Mi evito una lavata inutile. >>
<< Ti batti senza arma? >> Le chiese Star una volta che lei si posizionò davanti a lui.
C'era l'intera scuola a guardarli, anche i professori.
<< Non ne ho bisogno. >> Tagliò corto Maka. << Incominciamo? Ho di meglio da fare io. >>
Star ringhiò a quella sua spavalderia non adatta a lei. Si fece serio. << Ti accontento subito! >>
BlackStar partì verso di lei con Tsubaki in mano, voleva fare lui la prima mosse.
Lei lo attese con le braccia lungo i fianchi, impassibile.
Quando arrivò a pochi passi da lei l'attaccò con la sua lama.
Successe tutto in pochi attimi: Maka bloccò il colpo, immobilizzando il polso di lui, stringendolo nella sua mano.
Gli occhi di Maka divennero azzurro cielo. Lasciò scorrere la sua onda dell'anima per il tutto il suo braccio fino alla sua mano, per poi scaricarla sul polso di Star.
Che imprecando dal dolore non poté fare altro che lasciare la sua buki, nello stesso istante, con la mano libera, Maka colpì il suo petto con un'altra scarica dell'onda dell'anima, scaraventandolo a più di trenta metri di distanza.
Sbatté a terra con violenza, ebbe solo il tempo di vedere Maka che prendeva a volo Tsubaki e l'appoggiava a terra con delicatezza.

Stein osservò tutto la scena ammirato da quella velocità sconosciuta della sua allieva, lo sapeva che era diventata forte, ma non così tanto. E poi lo sorprese pure un'altra cosa.
<< Dimmi una cosa. >> Si rivolse al ragazzo che c'aveva accanto.
<< Mmh.. >> Frost si girò a guardarlo.
<< Sai per caso che mentalità usa Maka quando combatte? >> Gli chiese incuriositò.
Lui annuì guardando Maka chinata ancora a terra. << Sì, un anno fa me lo rivelò mentre ci stavamo prendendo una birra insieme. Per il suo avversario è il maestro d'armi, perché la buki sola non farebbe nulla. >>
<< E se la buki l'attaccasse? >> Chiese ancora una volta Stein.
Lui rise al ricordo di quel giorno al bar. << Lo chiesto anche io. Mi ha detto che in quel caso la buki diventava maestro di se stesso. >>
<< Interessante.. >> Commentò Stein.

<< Lascia stare Tsubaki! >> Urlò Star rialzandosi.
Rimettendosi in piedi Maka lo guardò e vide che faticava a reggersi in piedi. Che stupido!
<< Perché non la finiamo qua? Non vedi che a poco non puoi più camminare? >>
<< Sta zitta! Io posso batterti! >> Sembrava molto più che arrabbiato.
Orgoglioso com'era non avrebbe mai accettato la sconfitta, neanche con tutte le ossa rotte.
Si volse un attimo a guardare Tsubaki non più trasformata, aveva uno sguardo triste.
Maka sbuffò seccata, non voleva condizionarsi inutilmente. Avrebbe imparato la lezione e basta.
Si girò di nuovo verso Star e lo vide correrle incontro.
Ma cosa voleva fare quello stupido?
Colpirla con l'onda dell'anima.
Sorrise, questo sì che era veramente ridicolo.

<< Ma chi è quel pazzo? >> Domandò sbalordita Alexis.
<< Questo farà male... >> Commentò Andrea in estasi in attesa del momento dell'impatto.
<< Ma di cosa state parlando? >> Si intromise Kid preoccupato.
<< Guarda.. >> Dissero all'unisono.

Maka aspettò ancora una volta Star, impassibile.
Lui si lanciò contro di lei scagliandole un pugno con il tutta la sua onda dell'anima.
I suoi occhi divennero in un istante azzurri. Lo scansò all'ultimo secondo, abbassandosi. Prima che Star potesse acquisire l'equilibrio per uno nuovo attacco, lei lo colpì con la sua anima allo stomaco dal basso verso l'alto.
Per il contraccolpo lui volò in aria, molto più in alto di quanto Maka si fosse aspettata, forse aveva colpito con troppa forza.
Aiutata con l'onda dell'anima fece un salto e raggiunse Star in aria, pronta per dargli il colpo finale allo stomaco. Lo avrebbe sistemato!
Si preparò con una mano aperta ben carica, ma una voce terrorizzata, ma soprattutto preoccupata, la fermò. << BlackStar! >>
Un urlo, un richiamo, da parte della sua eterna compagnia, un urlo per avere una qualche speranza di un suo risveglio, ma che non arrivò. In compenso fece desistere lei.
Ancora a mezz'aria appoggiò la sua mano sul petto di lui, cullando la loro discesa come se fossero una foglia.
Una volta toccata terra si alzò e fece un respiro profondo, riprendendo il controllo di sé.
<< Se fossi stato io apposto di Star, avresti usato tutta la mia anima contro di me. >> Commentò seccato Frost.
Si lamentava sempre, ma quella volta aveva pienamente ragione, ne sorrise. << Ma quanto sei perspicace! Che peccato che non fossi a posto di Star! Pensandoci a quest'ora saresti a terra ansimante a chiedere pietà. Troppo bello starebbe stato. >>
Lui sbuffò. << Sempre amorevole nei miei confronti! >>
Ma rise e diresse verso di lui per riprendere il suo impermeabile.
<< Dove vai?! Non abbiamo ancora finito! >> La bloccò Star, mentre cercava di alzarsi da terra.
Maka strinse i pugni, trattenendo a stento la rabbia.
Ma accidenti! Non conosceva proprio limiti!
Certo che in quei quattro anni il suo orgoglio non era cambiato di una virgola! Sempre fino all'ultimo respiro doveva combattere! Controllarsi mai!
Doveva controllarsi lei, senza farsi trascinare da quello stupido. Prese un respiro profondo doveva farlo ragionare in qualche modo.
Si voltò verso di lui e lo vide in piedi a stento, con le gambe che gli tremavano e una sua mano a tenersi lo stomaco... Oops Forse aveva un tantino esagerato. << Quando finirebbe l'incontro? Guardati come sei ridotto! >>
<< Io sono ancora in piedi! E tu finirai a terra imprecante! >> La sfidò ancora una volta Star, come riusciva ad avere tutta quella forza, anche solo per parlare, era un mistero per lei.
<< Facciamo decidere a Sommo Shinigami. >> Colta da un'illuminazione, lo propose.
Entrambi guardarono Shinigami.
Egli non fece attendere la sua risposta. << Io ho visto abbastanza. >>
Maka fece un sospirò di sollievo, ma a quanto pare il suo avversario non era d'accordo con lei.
<< Io voglio combattere ancora! >> Protestò Star.
Lei lo ignorò dirigendosi da Frost per indossare l'impermeabile.
<< Non abbiamo ancora finito! >> Insistette.
Una volta indossato l'impermeabile si volse verso di lui e gli andò incontro. Con uno sguardo impassibile, quasi minaccioso. Lui parve bloccato.
<< Togli quella mano! >> Gli ordinò freddamente lei una volta vicina.
All'inizio parve non capire, ma poi come un'automa seguì l'ordine, non riuscendo a protestare.
Subito dopo Maka mise la mano sotto la maglia di Star e respirò profondamente.
<< Che... Fai? >> Riuscì a domandare quasi bisbigliando, ritrovando un normale movimento degli arti e notando che il dolore era quasi sparito.
<< Guarisco ciò che ho causato. >> Rispose secca Maka.
Lui si limitò ad annuire e lei tolse la mano.
<< Non sento più dolore. >> Costatò incredulo toccandosi la pancia.
<< Bene.. >> Confermò lei.
Si volse verso Tsubaki che le sorrideva felice, le fece un cenno inespressivo e si diresse verso le scale.
<< Ehi Albarn! >> La fermò Frost. << Dove vai? >>
<< Vado a bermi una birra. >> Rispose senza fermarsi.
Alexis sorrise e gli diede una pacca giocosa sulla spalla ad Andrea. << Allora veniamo pure noi! >>
Maka scosse la testa rassegnata e incominciò a scendere le scale, seguita da Alexis e Andrea. Ormai doveva incominciare ad abituarsi a fare tutto con loro fino alla fine della loro missione, in fondo è una delle prime cose che insegnano alla Shibusen: “I compagni di squadra devono condividere tutto, dalle vittorie alle sconfitte, da una penna a una bevuta. Devono stare insieme. Tutto per riuscire a rendere il loro rapporto forte, solido e pieno di fiducia”.

<< Ho l'impressione che la vecchia Maka non ci sia più. >> Liz confidò al resto del gruppo i suoi pensieri.
<< Ti sbagli! >> La smentì serio BlackStars. << E' vero in apparenza si fatica a riconoscerla sotto tutta quella freddezza, ma quando mi ha guarito da quel dolore lancinante, ho sentito la dolcezza e la serenità della vecchia Maka. Giusto Tsu? >>
Lei annuì confermandolo. << Vero, quando mi appoggiò a terra, ho sentito un calore immenso di... di- >>
<< Amicizia. >> Intervenne Stein. << Sono certo, che in questi quattro anni, Maka abbia costruito un muro di cemento armato attorno alla sua anima e quella tecnica che usa “Il vetro dell'anima” l'aiuta a nascondere i suoi sentimenti e le sue emozioni. Ma di certo non fa dimenticare del passato. Per questo, inconsapevolmente, quando vi ha toccato vi ha trasmesso ciò che provava. >>
<< Comunque sia, muro o non muro, tecnica o non tecnica. Maka è cambiata. Sembra che quei due la conoscano meglio di noi! >> Costatò Kid arrabbiato.
Stein sospirò e tentò di spiegare. << Loro l'hanno conosciuta dopo il suo cambiamento e non fanno distinzione tra passato e presente. L'accettano così com'è! >>
Il gruppo annuì concordi a ciò che aveva detto Stein. Solo Soul non fece nulla, forse neanche aveva ascoltato l'intera conversazione. Si fece più silenzioso del normale, immerso nei suoi pensieri.
<< C'è una cosa che non capisco. >> Rivelò Star rivolgendosi a Stein. << Perché gli occhi di Maka diventano azzurri? Sembrava quasi che a posto degli occhi ci fossero due zaffiri. >>
<< Non ne sono sicuro. Quando avrò l'occasione glielo chiederò. >>
<< Non te lo dirà. >> Intervenne Shinigami.
Ottenendo occhiate confuse e curiose, continuò. << Che tu sappia, mentre usa l'onda dell'anima si guarda allo specchio? >>
<< No. Ma- >>
Stein cercò di ribattere, ma Shinigami lo interruppe. << Ciao a tutti! Vi auguro un buon allenamento. Dovete impegnarvi al massimo per migliorare e riuscire a battere questa nuova minaccia. >>
Detto ciò diede le spalle e diresse verso la stanza della morte.
<< Ma che gli prende a mio padre? >> Chiese confuso Kid.
Stein sospirò, lo avrebbe voluto tanto capire anche lui. << Non ti preoccupare. Comunque domani vi aspetto qui alle 6 del mattino. Siate puntuali! >>
<< Cosa?! >> Un coro di sette voci sbalordite si echeggiò nell'aria.
<< Non voglio sentire lamentele. Chi ritarderà di un sol minuto andrà ai corsi di recupero. >> Li minacciò Stein serio.
Tutti sbuffarono scocciati, nessuno capiva l'assurdità di alzarsi così presto, ma nessuno si lamentò, nessuno voleva andare ai, tanti famigerati, corsi di recupero.
Il gruppo dopo un saluto si sciolse, ognuno per le proprie strade, tra il malumore e la rabbia che scorreva ad ognuno di loro decisero che qual giorno doveva andar a dormire molto presto, per riuscire a dormire più ore possibili.
Chissà per quale strano motivo quell'orario.
A Soul gli parve tornare indietro nel tempo, quando assisteva agli allenamenti mattutini tra Maka e il professor Stein, gli venne anche la nostalgia oltre che il malumore e la rabbia, era messo proprio bene.
Comunque sia il motivo di quell'orario lo avrebbero scoperto presto...
Il giorno dopo si preannunciava inteso e ricco di emozioni. Non restava altro che viverlo.

 



NOTE AUTRICE:
Eccoci qua! Il primo capitolo dopo il prologo!
Allora, errori di grammatica e di battitura a parte, Come vi è sembrato il capitolo?
Silenzio...
Lo so, lo so, la grammatica è importante non la devi trascurare.
Ma pensate, se io scrivessi un capitolo senza un errore di grammatica, ma che non vi farebbe emozionare o provare curiosità, sarebbe meglio? 
Quello che voglio dire che infondo è la sostanza del contenuto che conta, non se la grammatica è perfetta. Giusto?
Rispondetemi se volete.
Ma ora parliamo di cosa è successo in questo capitolo.
Maka a fatto la sua apparizione. Il suo arrivo senza pre-avviso a lasciato tutti a bocca aperta.
Black Star come sappiamo tutti, ha il bisogno di stare al centro dell'attenzione, perciò sfida Maka. Purtroppo non ha calcolato che Maka in quei quattro anni è diventata una specie di macchina da guerra. Fermala se ci riesci :P
Oh, guarda cosa vedo, due nuovi personaggi, due personaggi che sono tutto un programma :D e che a quanto pare conoscono Maka molto bene, anche se si sono visti una sola volta. Non so come hanno fatto a conoscerla in un giorno solo, ma a quanto pare ci sono riusciti :)
C'è altro? Oh, sì. C'è qualcuno qua, che è un po geloso. Ma ancora per un confronto dovrà aspettare.
Aspettate! Non ci sono due nuovi personaggi, ma ben tre. Mi stavo dimenticando della nuova maestra darmi di Soul.
Non ho approfondito nulla a riguardo, ma la conoscerete nei prossimi capitoli, anche se non credo di dargli una figura di rilievo. Quella
appartiene solo a Maka... Tiè! :D

Ringrazio chi a recensito nello scorso capitolo, a chi a messo la storia tra le seguite e a chi a già messo la storia tra le preferite.
Se volete condividere un vostro pensiero sul capitolo, recensite :) Non sapete che gioia ho nel leggere le vostre recensioni e sopratutto mi date la carica per continuare a scrivere. Perciò vi aspetto con le vostre recensioni,
Al prossimo capitolo,
Un abbraccio,
Ciccia.

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Capitolo 3
*** Nuove informazioni ***


Note iniziali:
Non ci saranno note finali in questo capitolo. Porgo le mie scuse per il ritardo, ma siamo in tempo di estate e non è sempre facile scrivere di getto, ma non voglio cercare scuse. Nello scorso capitolo solo due recensioni :( Forse avrò sbagliatto qualcosa... Vedremo come andrà in questo capitolo... Fatemi sapere la vostra opinione vi raccomando.
Un abbraccio,
Ciccia.
P.S. Buona lettura!

 

The Power Of The Soul

CAP. 02

Nuove informazioni

 

Era rilassata, nella più totale pace dei sensi: Era estremamente piacevole stare al contatto con la natura, appunto, la rilassava.
Era sdraita sull'erba, con gli occhi chiusi e con il vento di quella umida mattina che le spostava la frangetta. Ascoltava estasiata i cinguettii dei uccelli e il suono delle foglie spostate dal vento. Non erano ancora le sei del mattino e il sole stava per varcare la soglia immaginaria che divideva cielo e terra. Aveva dato appuntamento per le sei a i suoi compagni di squadra per un allenamento mattutino, ma venne prima per godersi la vera natura della terra.
Era nel bosco della Shibusen, all'interno di un'immenso spazio verde circondato dagli alberi, era possibile arrivarci tramite un sentiero la cui entrata era vicino all'ingresso della scuola.
Quel bosco inconsapevolmente conteva ricordi preziosi per lei: Quel bosco era il luogo degli allenamenti della squadra; Era il luogo dove lei e la sua buki si allenavano per migliorare la tecnica delle loro mosse; Era il luogo dove per la prima volta aveva usato l'onda della sua anima senza bisogno della sua buki, ma sopratutto quel bosco conteneva uno dei tanti momenti passanti insieme a lui, la persona che in un modo o nell'altro la faceva stare bene non facendo nulla, solo con la sua presenza, anche nei momenti più tristi in cui desiderava restare sola...



Non c'era riuscita! Ancora una volta non c'era riuscita!
Era ormai da un anno che si allenava con il professor Stein, ma non c'era stata nemmeno l'ombra di un risultato positivo, l'unica cosa che ottenevano erano i continui mancamenti di lei, per la stanchezza... Ma ancora quanto doveva passare per riuscire a controllare la sua onda dell'anima?
Stanca e arrabbiata, dopo le lezioni era corsa nel bosco, senza dire niente a nessuno, aveva un forte bisogno di stare sola e di rilassarsi. Stare sdraiata sull'erba, con gli occhi chiusi ed ascoltando la natura: Riusciva a rilassarsi e a non pensare ai suoi fallimenti...
Sentì dei passi, provabilmente qualcuno stava venendo verso di lei.
<< Ehi.. >> Mormorò una voce.
Non gli rispose, non aprii gli occhi, sapeva chi era e gli aveva espressamente chiesto di lasciarla da sola, ma a quanto pare aveva parlato con un muro.
Sentì uno strano rumore, aprii gli occhi e vide accanto a lei: Lui sdraiato, con le mani dietro la nuca e con gli occhi aperti che guardavano il cielo.
Sorrise, non seppe il motivo, ma stranamente si era rilassata e si sentiva felice.
<< Senti? >> Domandò lei.
<< Cosa? >> Chiese lui curioso.
Lei sorrise, si girò con tutto il corpo, fino ad appoggiare la testa sul suo petto.
<< Chiudi gli occhi, non senti il fruscio delle foglie? >> Lui sorrise accarezzandole i capelli. << In questo momento l'unica cosa che sento, sono i tuoi battiti e il tuo respiro e fidati se ti dico che sono più rilassati, del fruscio delle foglie. >>
Gli sorrise e lo strinse.
Era così strano vedere Soul Eater Evans così dolce con lei, da sempre scontroso e riservato, era strano, ma bello.
<< Un giorno ci riuscirai.. >> affermò Soul ad un tratto. << Sono certo che ci riuscirai, sei la persona più caparbia che conosca: Se hai un obbiettivo, lo punti e lo porti a termine. >>
Maka rise. << Ti sbagli, Black Star e mille volte più caparbio di me. >>
Lui negò con il capo. << Star non è caparbio, è orgoglioso, è ben diverso. Lui punta ad un obbiettivo per essere migliore degli altri, solo per essere orgoglioso di se stesso. Tu punti un obbiettivo, non per essere più forte dei altri, ma perché vuoi migliorarti e battere i tuoi limiti. >>
<< Come fai a conoscermi così bene? >> Gli chiese stupita Maka.
Lui sorrise e la strinse. << Ormai, ho imparato a conoscerti e devo dire che l'eco dell'anima aiuta molto. >> Riserò in sieme...
Rimasero abbracciati a lungo, stretti l'uno tra le braccia dell'altro, per un tempo indefinito, era come se il tempo si fosse fermato, la reatà non esisteva più, esistevano solo loro con i loro respiri che sapevano di serenità.
Ma come ben si sà il tempo non si può fermare e primo poi quel momento sarebbe diventato uno di quei dolci ricordi..


Maka sospirò...
Già, uno di quei ricordi che sono difficili da dimenticare; Secondo il suo parere ne conteneva fin troppi quel bosco.
Sentii dei passi venire verso di lei, ma purtroppo sapeva che non era lui, bensì due persone di sua conoscenza.
<< Ehi Albarn! È da tanto che aspetti? >> Domandò Andrea salutandola, lei aprii gli occhi e si tirò su. << Sono venuta io in anticipo, volevo godermi la natura. >> Alexis la guardò in modo strano. << Secondo me, questo posto contiene dei ricordi per te e, a quanto pare, abbastanza preziosi da far venire prima Maka Albarn. >>
Maka sbuffò, si conoscevano così poco, eppure indovinavano sempre, il motivo di ogni suo atteggiamento: Era scocciante. << Incominciamo l'allenamento? >>
I suoi compagni annuirono, rimandando l'approfondimento della questione..


<< Bene siete tutti qui e con mia grande sorpresa tutti puntali. >> Dichiarò Stein una volta giunto all'ingresso della Shibusen. Il gruppo annuì poco convito, ma molto provabilmente era dovuto al poco sonno.
<< Professore ci spiega perché ci ha fatto venire qui a quest'ora? >> Domandò assonnata Jessica
<< Seguitemi. >> Si limitò a dire.
Non aspettò nessuna risposta da i suoi studenti e si avviò verso il bosco.
Tutti i ragazzi lo seguirono perplessi, nessuno si oppose o chiese informazioni: Il sonno aveva il potere di rendere taciturni pure le persone come Black Star.
Stavano percorrendo il viale che portava al grande cortile in mezzo al bosco, erano giunti alla fine del viale, quando Stein si fermò.
<< Ci dobbiamo allenare? >> Chiese perplesso Kid.
Stein scosse la testa in segno di negazione. << Stamani siete qui per osservare un allenamento. >>
<< Ma di chi? >> Chiese Black Star, scocciato per essersi alzato presto.
<< Dei tre maestri d'armi chiamati dal Sommo Shinigami. >> A rispondere fu Jessica e Stein annuì.
Black Star la guardò perplesso. << E tu come lo sai? >> Lei non lo guardava, sembrava guardare altrove. << Vedo le loro anime. >>
<< Ora noi ci avvicineremo, per osservare il loro allenamento. >> Annunciò Stein. << Dovete stare il silenzio e limitarvi a guardare, siamo intesi? >>
Tutto il gruppo annuì e si incamminarono.

 

<< Wow! Certo chi in questo anno sei migliorata parecchio Maka. >> Dichiarò Andrea, estasiato dal livello di combattimento di Maka.
<< E ancora non hai visto niente. >> Rivelò Maka.
Alexis sbuffò. << Certo che è migliorata, noi non possiamo prevedere le tue mosse, usi quella stupida tecnica. >> Maka la guardò. << Solo perché non la sai usare non vuol dire che sia stupida. >>
<< Comunque sarai sempre in vantaggio su di noi, tu puoi anticipare le nostre mosse, noi possiamo solo intuire quello che farai. >> Costatò Andrea.
<< E quindi? >> Chiese Maka scocciata. Lui si avvicinò. << Perchè non disattivi la tua tecnica? >> Lei sbuffò. << Perché non la usi tu? >> Lui rise. << Non è che hai paura di far vedere la tua anima? Di far vedere a tutti i tuoi sentimenti e magari scosprire i tuoi ricordi di questo bosco? >>
Maka si infuriò, ma non ebbe il tempo di ribattere che lui sparì come un fulmine.
<< Ti ricordo che lui ha la capacità di andare oltre i 300 Km/h. >> Le ricordò Alexis.
Maka rise, ma subito dopo divenne seria chiudendo gli occhi. Respirò a fondo, un attiamo dopo aprii gli occhi, erano di un azzurro cielo.
Per chi sapeva vedere l'onda dell'anima: Vide una cupola di enormi dimenzioni espandersi per il bosco della Shibusen.
<< Individuato. >> Sussurò Maka.
Un attimo dopo si sentii un tonfo. Maka si incamminò verso il suono.
<< Caro Frost, tu puoi anche correre più veloce della luce, ma ti ricordo che io posso espandere la mia onda dell'anima per un raggio di un Chilometro e se mi impegno posso raggiungere fino a tre Chilometri e, se tu per ironia della sorte rientri all'interno del mio raggio d'azione. >>
Passò tra il gruppo che li stava osservando da un po il loro allenamento, avevano tutti gli sguardi stupiti, ma non ci badò, aveva una questione in sospeso.
Una volta superati continuò. << Io ti posso individuare tra mille individuii e ti posso trasmettere la mia onda dell'anima. In questo caso, sei rimasto paralizzato contro un albero. >>
In effetti, quel tonfo era stato Andrea che sbatteva di Schiena contro un albero. Maka non lo trovò con lo sguardo pieno di paura, non era assolutamente da lui, ma bensì lo trovò con uno sguardo da sfida e un sorriso strafottente.
Come faceva a mantenere quel sorrisetto insoportabile, anche attaccato al muro impossibilitato a muoversi?
Lei si avvicinò a lui, posando il suo avambraccio sinistro sul petto di lui. Andrea sorrise. << Non mi dire che mi vuoi aggiungere tra i tuoi ricordi erotici di questo bosco. >>
Maka spinse di più con il braccio sinistro e si avvicinò maggiormente a lui. << Non conservo ricordi erotici in un bosco. >> Poggiò la mano destra sul petto di lui, incominciando a muoverla lentamente e sensualmente verso il basso. << Ma forse potrei incominciare ora. >> Andrea deglutii dubbioso, non sapeva cosa aveva in mente Maka. La sua mano si fermò sul fianco a contatto con l'orlo dei jeans, avvicinò le sue labbra all'orecchio. << Non sono così crudele. >> Sussurò.

Andra non capì, ma subito dopo sentì come una scarica di elettricità sul fianco dove c'era la mano di Maka. Lei si allontanò e lui si piegò in due. ma non cadde a terra, una volta passato il dolore, si alzò a guardare Maka furioso. << Tu volevi- >>
Non finì agii. Si lanciò contro Maka, in tutta la sua velocità. Le diede un pugno carico della sua onda dell'anima, ma Maka si difese con le braccia incrociate. Usufruendo del contraccolpo si lanciò all'indietro raggiungendo Alexis, ferma ad aspettarli.
<< Che c'è Frost, non mi attacchi? Non mi dire che hai paura di confrontarti con una donna. >> Lo schernì Maka. Lui si fece vedere, uscendo dal bosco. Sempre con un sorriso stampato in faccia. << Io sono un gentiluomo, non combatto con le donne. >> Lei rise di gusto. << Ho capito, il don Giovanni a paura di perdere contro una donna. >> Lui la guardò con uno sguardo bruciante. << Ora ti faccio vedere io! Fatti sotto, maestra della falce. >> Lei sorrise. << Con piacere, maestro della spada. >>

Passarono dieci minuti buoni e i due duellanti, per niente stanchi, attaccavano e contrattaccavano senza tregua. Nessuna esitazione nei loro colpi, nessuna paura di fare male l'altro, anzi si capiva perfettamente, che nei loro colpi, mettevano tutta la voglia di fare male l'altro.
Il professor Stein li guardava soddisfatto, il gruppo li guardava estereffati non riuscivano a capacitarsi della forza che mettevano nei colpi.
<< Professore, ma questi fanno sul serio. >> Constatò Kid. Stein scosse la testa in segno di negazione. << No, non credo. >>
Alexis annoiata, guardava i suoi colleghi, sbuffò sonoramente. << Maka, io mi sto annoiando, la smetti di giocare e facciamo un allenamento serio? >>
Tutto il gruppo non credette a quello che sentii.
Un attimo dopo videro, Andrea coricato a terra e Maka a mezza aria che stava per colpirlo con un pugno colmo della sua onda dell'anima, quando stava per colpirlo, si fermò a due centimentri dallo stomaco.
Rise vedendo gli occhi di Andrea chiusi. << Ti sei spaventato, non è vero? >> Lui sospirò sollevato. << Vuoi la verità? Sì, mi sono spaventato a morte. >> Sorrise e gli offri la mano per alzarsi, lui l'accettò volentieri.
<< No! Perché non l'hai colpito? >> Si lamentò Alexis.
<< Mi dispiace ma senza di lui, mi tocca fare il doppio del lavoro. >> Le rispose Maka. Lui scosse la testa deluso. << Quindi è solo per questo non mi hai colpito? >> Maka annuì. << Cosa credevi? Che io provavo compassione nei tuoi confronti? >> Lui rise. << Non sia mai che Maka Albarn provi compassione per qualcuno. >>
Lei sospirò e si voltò alle sue spalle. << Cambiando discorso, Professore, lei cosa ci fa qui, a quest'ora? >>
Stein avanzò con tutto il gruppo. << Siamo venuti qui per osservare il vostro allenamento. >>
Andrea lo guardò stranito. << Come facevi a sapere che ci allenavamo? >> Maka sospirò. << Shinigami gli aveva proposto pure a lui il percorso, ma ha rifiutato, perciò da maestro di gran livello, sa che si apprende e si lavora meglio di mattina presto e oltre tutto è stato lui ad insegnarmi questo apprendimento. >>
Stein annuì. << Volevo chiedervi anche una cosa. >>

<< A disposizione, prof! >> Rispose tutta pimpante Alexis. Stein si schiarii la voce. << Vorrei che mi aiutaste a sviluppare il livello del gruppo che alleno, dato che vi farà da spalla durante la missione. >>
Maka non ebbe il tempo di rispondere, rispose Andrea al suo posto. << Tutto per il vecchio maestro della nostra Maka. >> Maka si limitò a sospirare.
<< Bene. >> Incominciò Stein. << Incominciamo, da adesso. Che volete fare per prima cosa? >> Alexis e Andrea guardarono Maka, perplessi.
<< Fatemi capire, voi avete accettato senza avere la minima idea, di come incominciare? >> I due annuirono con in faccia stampato lo sguardo da cucciolo bastonato, Maka sbuffò sconsolata, era meglio perderci le speranze con quei due.
<< Incominciamo da un piccolo test, per vedere di che livello sono. >>
<< La maestrina è inazione! >> Scherzò Andrea, gli arrivò uno schiaffo sulla nuca, con il sottofondo della parola. " Deficente "
<< Certo che non sai proprio contenerti. >> Constatò Alexis.
<< Che test gli facciamo fare? >> Domandò subito dopo.
<< Voglio vedere l'eco delle loro anime, in un unico gruppo. >> Rispose Maka. Kid avanzò. << Non è meglio, usare l'eco delle nostre anime singolarmente? >> Alexis anticipò Maka. << Noi possiamo individuare una sigola anima, anche se unite ad altre due, e analizziamo il suo livello, non abbiamo bisogno di fare test singolari. >>
Annuì ringhioso a quel tono da superiore, preferii evitare e si mise in posizione insieme alla sua squadra. Ormai c'era abituato alla presenza di Jessica, al posto di Maka. Doveva ammettere, che era stato schivo quando lei subentrò nella squadra, ma purtroppo con la partenza di Maka, Soul era rimasto senza Maestro d'armi e lui dovette accettare la sua presenza in squadra.
Tutti usarono simultaneamente l'eco dell'anima con i propri compagni, per poi formare un unico eco dell'anima con i membri della squadra.
Maka li guardava attenta, non doveva pensare al passato, doveva solo pensare di allenarli, di farli diventare più forti.
<< Incomincio io o tu? >> Chiese Maka ad Alexis.
<< Incomincia tu, conoscendoli da prima, individuerai l'anello più debole. >> Rispose Alexis seria.
Già.. Osservando il loro eco dell'anima si notava con estrama facilità che un pilastro faceva "bloccare" il potenziamento dell'onda dell'anima degli altri due pilastri che componevano il gruppo. Il metodo più semplice per capire l'anello debole, era andare al diretto contatto con l'onda.
Maka si era rivolta sola ad Alexis, perché Andrea aveva delle difficoltà a controllare la sua anima, non riusciva a calcolare la giusta potenza tra i vari scontri: Piccolo difetto nel diventare uno dei più forti al mondo.
Respirò profondamente avvicinandosi alla sfera azzurra, la toccò a mano aperta, fece passare un minimo della sua anima, per sapere chi doveva migliorare, ma sentì, che la sfera non riusciva a resistere al passaggio della sua onda... L'onda dell'anima del gruppo stava cedendo. Si infuriò, ma come era possibile, che in quei quattro anni, non erano migliorati?
<< Resistete! Sto solo trasferendo un minimo della mia anima. >>
<< Da fuori non si percepisce nemmeno. >> Costatò Alexis.
Maka tolse la mano e la sfera si ruppe. I maestri insieme alle loro armi finirono ansimanti a terra.
La rabbia crebbe in Maka. << Ma come è possibile? Che voi non riuscite a mantere uno stupido eco dell'anima, solo perché vi è entrato un intruso. >> Era furiosa, non riusciva proprio a comprenderlo.
<< Maka devi capire, che tu sei migliorata oltre ogni misura. >> Intervenne il professor Stein. Maka si sbalordì: Lui che andava sempre a migliorare i suoi studenti, era come arreso. << Mi sorprende Stein, questa veramente non me l'aspettavo. >>
<< Dai, Maka vediamo cosa possiamo fare. >> Cercò di convincerla Andrea. Lei sospirò. << Rifate l'eco dell'anima. >>
Nessuno ebbe il coraggio di ribattare, a quell'ordine glaciale che non ammetteva repliche. Quando formarono l'eco dell'anima, Maka si posizionò dietro a Jessica e le appoggiò una mano sulla spalla, provocandole un sussulo.
<< Concentrati. >> La rimproverò Maka. << Ora io ti passerò una minima parte della mio onda dell'anima. Non provare nemmeno a pensare di trattenerla, mandala alla tua buki, che la unirà all'eco dell'anima del gruppo. >>
Quando ottenne il suo consenso, Maka parlò a tutto il gruppo. << Star, Kid, potenziate le vostre onde dell'anima, basandovi sulla mia. >>
I due annuirono. Subito dopo, fece scorrere la sua onda dell'anima attraverso, Jessica; L'attimo successivo, si notò il cambiamento radicale della potenza accumulata dall'eco dell'anima del gruppo.
<< Vai, Alexis. >> Le diede il via Maka.
Lei annuì e fece, quello che Maka aveva fatto, prima di lei.
<< Ascoltatemi, ora faremo uscire, questa intrusa, dall'eco dell'anima, mettete più potenza. >> Gli altri annuirono. Ebbe la conferma che l'ascoltarono, quando Alexis ritrasse lievemente la mano, come presa da una scossa. Maka sorrise e fece cenno di sciogliere l'eco delle loro anime. Annuirono e sorriserò soddisfatti.
Una volta sciolto l'eco dell'anima, Jessica cadde a terra, tutti fecero per avvicinarsi preoccupati, ma Maka li fermò con una mano alzata, andò da lei ancora coscente, si chinò su di lei e posò una mano sul suo stomaco. << Se io dico una cosa, c'è un motivo. La prossima volta ascoltami sulla parola, perché poteva succedere di peggio. >> Si alzò e lei si riprese.
<< Ma cosa è successo? >> Chiese preoccupata Tsubaki.
<< La defic... La signorina qui. >> Incominciò Maka correggendosi. << Ha, come prevedevo, ignorato quello che le avevo detto e ha voluto provare cosa significasse non credermi sulla parola. >>
<< Non pensavo... >> Tentò Jessica di giustificarsi.
<< E' meglio se andiamo, si è fatto tardi. >> La fermò Maka, rivolgendosi hai suoi compagni di squadra. I due annuirono e incominciarono ad avviarsi alla Shibusen.
<< Non pensavo che la tua onda dell'anima fosse così difficile da controllare. Tu non fai nessuna fatica. >> Concluse Jessica, fermando Maka.
<< Datemi la forza per trattenermi. >> Sussurò ai suoi compagni di squadra che risero, lei voltò per guardare Jessica nei occhi. << Bhè, hai pensato male. >>
<< Mi dici solo questo? >> Chiese irritata Jessica.
Maka sospirò scocciata. << Cosa dovrei dirti? >> Jessica trattenne a fatica il contatto con gli occhi di Maka. << Come fai a controllarlo? >> Maka scoppiò in una fragorosa risata quasi isterica. << Se sono diventata una della più forti maestri d'armi, ci sarà pur un motivo, no? >> Jessica non seppe come rispondere.
<< Magari con un sorteggio! >> Sparò Andrea. Alexis si mise una mano sulla fronte sconvolta. << Sai che certe volte ho pensato che tu sei diventato un maestro d'armi per sorteggio. >> Maka rise. << Ci ho pensato anche io! >>
<< Ah- Ah- Ma quanto siete divertenti? >> Domandò sarcastico.
<< Dai andiamo. >> Maka ritrovò la sua serietà e ripreso il cammino verso la Shibusen.
<< Ma ora che succede? >> Domandò infastidito Black Star.
Maka si voltò. << Presentatevi domani qui, alle sette di mattina e vedremo cosa si può fare. >> Parlò guardando solo Jessica nei occhi. Tutti annuirono. Maka si voltò verso Andrea. << Che ore sono? >> Lui diede una occhiata al suo orologgio. << Quasi le otto, dobbiamo andare. >> Maka annuì e si incamminò ma venne fermata ancora una volta.
<< Aspetta Maka. >> Chiamò una voce.
Ma cosa era la giornata del ferma Maka prima che se ne vada? Maka si voltò scocciata, ma quando vide di chi apparteneva quella voce si irrigidi un attiamo, ma poi si riprese.
Non l'aveva riconosciuta: In quei quattro anni, la sua voce era cambiata, era diventata più profonda e dura; Ora che ci pensava, da quando era arrivata, non l'aveva sentito parlare, forse era diventato più taciturno in quei anni.
<< Noi dovremmo parlare. >> Continuò Soul.
Cosa aveva pensato un attimo prima? Più taciturno? Sì sì..
Maka lo guardò un attimo dubbiosa, poi capii. << Ah sì, hai raggione, più tardi passo e mi riprendo le mie cose, sicuramente l'avrai messe negli scatoloni. >> Soul scosse la testa. << No, sono come li hai lasciate, ma io- >>
<< Maka dobbiamo andare, Shinigami ci aspetta. >> Lo interuppe Alexis. Lei annuì. << Più tardi passo a recuperare alcune cose, non ti preoccupare ho ancora le chiavi. >> Detto questo si voltò e raggiunse i compagni della sua squadra.
Soul rimase paralizzato a guardarla. Gli arrivò una pacca sulla spalla che per poco non lo fece cadere a terra.
<< Forza Soul! Non ti incantare! Shinigami aspetta anche a noi. >> Lo scosse con la sua forte voce Black Star.
Uscirono fuori dal bosco della Shibusen, in silenzio, seguiti da Stein e la sua squadra.

 

Mentre passavano i corridoi della Shibusen, Alexis diede un gomitata giocosa al fianco di Maka, che le restituii un occhiataccia.
<< Ma cosa ti prende? >> Le chiese Maka infastidita.
Alexis la guardò perplessa. << Io? Dovrei chiedertelo io a te. Allora chi è quel ragazzo che ti ha fermata? >>
Lei sbuffò. << Mi sembra che in allenamento l'hai visto. >> Alexis annuì. << Sì, ho visto, lui è una falcie della morte, ma e la tua prima falce? >> Maka si limitò ad annuire ed Alexis sorrise. << Quindi c'è stato dell'intimità fra voi? >>
<< No! >> Sbottò Maka, sorrise anche Andrea ascoltanto il discorso. << Quindi è lui il custode dei tuoi ricordi del bosco. Interessante. >>
Maka accelerò il passo. << Siete due scocciatori! Mi chiedo perché Shinigami vi ha convocati. >> Andrea la guardò perplesso. << Come perché? Ma per sconfiggere il Kishin è ovvio. >> Maka scosse la testa sconsolata, non voleva insistere con loro, non solo perché non ne valeva la pena, ma perché se continuasserò con le loro allusioni, lei non ci avrebbe visto più.
<< Che c'è Maka? Non mi dire che il gatto ti ha tagliato la lingua. >> La provocò Andrea.
Lei si fermò di colpo girandosi, guardandolo dritto nei occhi. << Capisco, che ti diverti a farmi incazzare, ma evita di farlo quando stiamo andando ad una riunione importante. Oppure ci andate voi e poi mi date le informazioni, perché io ho bisogno del mio relax, per accumulare informazioni e sopratutto quando si deve incontrare Shinigami, che con lui si deve avere molta pazienza, che tu mi stai facendo perdere, perciò è meglio che la finisci! >> Andrea si limitò ad annuire, come se la lingua fosse stata congelata da quello sguardo di ghiaccio che Maka gli aveva rivoltò.
<< Tutto bene ragazzi? >> Chiese timidamente Tsubaki.
Maka si voltò. << Sì, andiamo. >> E andò verso la porta che portava alla stanza della morte.
Andrea fece per muoversi, ma venne bloccato di nuovo.
<< Ma è possibile che tu non conosca limiti? >> Le sussurò Alexis. Andrea alzò le spalle. << Pensavo che- >>
<< Bhè, pensavi male. >> Lo interruppe Alexis per poi seguire Maka, Andrea li seguii borbottando: " Sempre la stessa frase dicono, ragazze... "
<< Quello sì, che è un gruppo strano. >> Constato Liz guardandoli. Stein rise. << Certe volte, i gruppi più strani possono essere i più compatti. Dai andiamo, che Shinigami ci aspetta. >>

 

<< Sommo Shinigami. >> Salutò Maka.
<< Ciao ragazzi! >> Salutò esuberante Shinigami. << Com'è andato l'allenamento. >>
<< Discretamente. >> Rispose Maka. << Le informazioni sul Kishin? >> Andò subito al punto Maka, Shinigami sorrise. << Oh Maka, quanta fretta che hai. >> Sorrise di rimando anche lei. << Preferisco sapere il prima possbile. >>
<< Capisco, ma purtroppo il nostro informatore è in ritardo. >> La informò Shinigami, Maka sospirò. << E quanto potrebbe perdere? >> Shinigami ci pensò su. << Non più di dieci minuti. >> Dopo un pò contunuò. << Aspettando che arrivi, non mi avete ancora rivelato, perché è impossibile non conoscere Maka Albarn? >>
Maka sospirò, non si dimenticava proprio di niente... Al contrario di lei, Andrea fu felice di rispondere. << C'è da dire solo una cosa: Se pronunci il nome di Maka Albarn, in un paese o città, gli sguardi di quelli del luogo diventano pieni di terrore. >>
Maka rise. << Quanto sei esagerato. >>
<< Cosa intendi dire? >> Domandò Shinigami.
<< Diciamo, che prima di conoscere Maka, conosci la sua fama. >> Intervenne Alexis. Andrea annuì. << Le prime storie che ho sentito su di lei, erano veramente raccapriccianti. >>
<< Oh sì! La prima che ho sentito diceva così: " La maestra della falce, con un capuccio nero a comprirle il volto, suddetta penatratrice dell'anima, non puoi capire come attacca, non puoi capire come si difende, se la incontrerai lungo il tuo cammino, morte troverai. >> Rivelò Alexis
Maka scoppiò in una fragorosa risata. << Sì, lo sentita anch'io, giuro che gli sono scoppiata a ridere in faccia. >>
<< Io rimango sul fatto che sia vera. >> Rivelò Andrea, conquistandosi una gomitata da Maka.
<< Comunque poi le voci si sono fate meno spaventose e più realistiche, così scoprii che era una maestra d'armi di alto livello, in cerca di allenatori da sfidare. >> Continuò Alexis. Andrea annuì. << Poi per uno stupido caso del destino, noi tre ci siamo incontrati in un paese e diciamo che ci siamo dati da fare. >>
Maka annuì sconsolata al ricordo.
<< Non vi siete controllati? >> Chiese Shinigami. Maka sospirò. << Sommo Shinigami, io non ho la sua pazienza, già ora ho voglia di ucciderlo, pensa la prima volta. Poi con Alexis è stata sfida a prima vista. >>
Alexis confermò sorridente. << Che bei ricordi! Il tuo volo c'è lo stampato nella memoria. >> Maka sorrise. << Devo ammettere che è stato bello volare, ma il tuo volo era alla pari. >> Alexis annuì.
<< Quindi avete distrutto un po di case. >> Constatò Shinigami al ricordo del giorno precedente.
Andrea stava per parlare, ma Maka lo anticipò. << Si può scrivere non un libro, ma ben due, su quello che abbiamo combinato in quel villaggio, sarebbe impossibile da raccontare. >> Andrea sbuffò. << Solo perché non ne vuoi parlare. Io sono bravo a raccontare racconti epici. >> Maka stava per rispondere scontrosamente, quando Alexis intervenne in tempo separandoli.
<< Forse è meglio cambiare discorso. >> Suggerii a Shinigami.
In quel stesso instate sentirono la porta spalancarsi con forza e dei passi muoversi veloce verso il corridoio.
<< Scusa per il ritardo Sommo Shinigami. >> Si scusò il rosso.
Poi vide a Maka. << Maka! Bambina mia! Non ti vedo da ormai quattro anni! Ma quanto sei cresciuta? >> Salutò entusiasto Spirit avvicinandosi. Una volta ad un passo da lei l'abbraccio. Maka mise le mani a pugni spingendo leggermente su i fianchi di suo padre. << Spirit. >> Salutò fredda Maka, ma Spirit non accennava a spostarsi dall'abbraccio.

<< La mamma mi ha chiesto di darti i suoi saluti. >> Continuò Maka, l'attimo successivo, Spirit si staccò e si piegò a pingere. Maka sorrise soddisfatta... Funziona ancora nominarla.
<< Non mi sembra che sia il momento per le questioni familiari. >> Riproverò Shinigami.
Spirit annuì cercando di trattenere le lacrime.
<< Bene, cosa puoi dirci? >> Chiese Maka neutra.
<< Per cominciare posso dire che il Kishin, ha assorbito come il vecchio Kishin la sua arma. Dato che la sua arma era una frusta, assorbendola ha acquisito la capacità di far diventare le sue braccia della fruste molto resistenti. >> Alexis annuì. << Bene, Maka appunta: Stare attenti alle braccia versione frusta del Kishin. >>
<< Ehi, aspetta, perché devo appuntare io? >> Domandò Maka contrariata. Alexis sorrise. << Perché hai una bella scrittura. >>
Maka sospirò arresa ed estrasse come per magia il suo quaderno dalla tasca interna del suo impermeabile.
<< Ma come diavolo fai? >> Chiese sbigotito Andrea. Maka sorrise. << Per una che abituata ad appuntare tutto quello che fa è normale. Ora dammi una penna. >>
Andrea sbuffò e le diede la penna che teneva sempre nella tasca posteriore dei jeans; Maka ricevuta la penna incominciò a scrivere.
<< Perché un pazzo è voluto diventare un Kishin? >> Domandò Andrea, rivolgendosi a Spirit. Lui guardò i suoi ducumenti sul Kishin. << Non lo sappiamo con certezza, quello che sappiamo e che ad ogni scontro ripete sempre la domanda: " Tu odi? " >>
Alexis e Andrea si voltarono a guardare Maka in attesa, lei con ancora lo sguardo sul suo quaderno sentendo silenzio, si girò intorno. << Cosa c'è? >>
Alexis la guardò incredula. << Non fai uno dei tuoi soliti concatenamenti per ragiungere ad una soluzione? >> Maka strabuzzò gli occhi. << Non vedo dove si posa fare . >> Andrea sorrise. << Non mi dire che si tratta di un argomento difficile da affrontare per te. >>
<< Assolutamente. >> Rispose decisa Maka.
<< Allora? >> La spronarono in sincronia Alexis e Andrea. Maka sospirò. << Lui dice: " Tu odi? " Forse perchè vuole accrescersi. >>
<< In che senso? >> Interuppe Stein.
<< Nel senso che si alimenta d'odio, quindi se trova una risposta affermativa o dubbia, lui può assorbirlo. >>
<< E quindi? >> Insistette Andrea. Lei sospirò. << Ci potete arrivare da soli. >> Lui sorrise. << Sai sono un po ottuso. >>
<< E anche insoportabile aggiungerei... Comunque, da quello che so io. L'odio è provocato da una delusione che sia di una amicizia o di una relazione. Quindi quel pazzo è voluto diventare Kishin alimentato dall'odio che provava per una delusione. >>
<< Quindi cosa vuole eliminare? >> Chiese con un sorriso sotto i baffi Alexis. Lei sbuffò scocciata. << Ti ci metti anche tu? >> Lei si limitò ad annuire sorridente. Maka con un sospiro continuò. << Credo che voglia distruggere i buoni sentimenti, per far dominare l'odio. >> Andrea provò a interromperla, ma Maka lo precedette, stanca. << Quindi, chi prova odio, non ci deve nemmeno pensare di combattere contro di lui nè meno chi è confuso. Lo possono affrontare solo quelli che credono fermamente nella amicizia con qualcuno e nella propria relazione, ma deve essere una cosa reciproca. >> 
Sospirò soddisfatta, era riuscita a non pronunciarla, non sapeva il motivo, ma quella parola la scuoteva dentro.

<< Incredibile.. >> Si lasciò sfuggire Spirit. Maka sospirò. << Si sa il nome di questo Kishin. >> Chiese Maka.
<< Perché lo vuoi sapere? >> Domandò curioso Spirit. Lei lo bruciò con lo sguardo. << Tu rispondi e basta. >>
<< Dai Maka, non lo vedi da quattro anni, magari è cambiato. >> Provò Alexis. Maka scosse la testa. << Non mi interessa, può farsi anche prete. Io gli ho chiesto una cosa e lui mi deve rispondere. Allora? >>
<< Nagashimi. >> Rivelò Spirit con sguardo scuro.
<< Non è che per caso hai una foto? >> Chiese Maka. Andrea rise. << Non mi dire che lo conosci? Magari... >>
<< No! >> Lo interruppe Maka. << Smettila di fare illazioni. Non mi ricordo dove ho sentito questo nome. >>
<< Comunque non possiedo una sua foto. >> Rivelò Spirit. Lei si limitò ad annuire, pensierosa.
<< Maka.. >> Tentò Andrea.
<< Lo so. >> Lo interruppe Maka. << Si vedrà alla resa dei conti. >>
Detto questo si voltò e si diresse verso l'uscita.
<< Cosa volevi dire? >> Intervenne Kid.
<< Se hai ascoltato quello che ha detto Maka ci arrivi da solo. >> Rispose Andrea.
Maka sbuffò, certo che per intromettersi erano i primi. Si girò a guardare Kid dritto nei occhi. << Secondo te come fa il Kishin a sapere se la risposta alla sua domada è veritiera? >> Kid all'inizio sembrò confuso poi capii. << Riesce a leggere l'anima. >> Maka annui, ma finì Shinigami al suo posto. << Dato che Maka usa il vetro dell'anima è impossibile leggerle l'anima. Quindi è come se non provasse sentimenti. >> Maka annuì confermando.
<< Ma non ha importanza, infondo lo può sempre disattivere. >> Provò Kid.
<< Non credo che- >> Tentò di rispondere Alexis, ma Maka la fermò alzando la mano indicado di stare in silenzio. << Non importa, se non riesco a confermare la mia risposta. Non importa, se potrà uccidermi, quello che importa che quando lo incontrerò, sarà l'ultimo giorno della sua vita. >> Respirò profondamente. << Scusate ho un impegno. >>
<< Maka. >> La fermò Shinigami, lei rimase di spalle. << Non posso farti combattere contro il Kishin. >> Lei sorrise, illuso... e continuò a camminare.
<< Maka! >> La fermò ancora Shinigami. Per i suoi gusti era troppo insistente, si girò sbuffando. << Mi dica. >>
<< Shinigami-Chop! >> Maka si beccò la mano guantata di Shinigami in testa. Maka trinse i pugni a denti stretti... Ma quanta forza di volontà aveva?
Fece un inchino con ancora la mano in testa, si voltò e si diresse ancora una volta alla porta, prima che potesse scoppiare.
<< Andrea! >> Chiamò Maka di spalle. Andrea si mise uno sguardo terrorizzato sul volto. << Ma perché io? >> Maka sbuffò. << Zitto e vieni. >>
Lui annuì sconsolato e segui Maka a ruota, Alexis li segui entrambi con un sorriso sulle labbra.
<< Non distruggermi, Death City. >> Riferi Shinigami.
Dio, quanto era insoportabile...
Maka si trattene dal dire parole sproposite. << Non si preoccupi. >>

<< Tremenda. >> Sospirò Shinigami, una volta uscita.
<< A cosa si riferisce? >> Chiese Spirit. Lui sospirò di nuovo. << A tua figlia. E' più difficile di quanto mi aspettasi, controllarla. >> Stein sorrise. << Lei è un tipo di calma apparenza, ma dentro è una furia, che se gli dai un obbiettivo non lo molla per nulla al mondo. >>
<< Povero Andrea. >> Sorrise al pensiero Shinigami. Stein si incuriosì. << Non ho capito, cosa aveva intenzione di fare Maka. >> Shinigami sospirò. << In questo momento si starà sfogando su Andrea. >>
Subito dopo si sentì la terra tremare.
<< Ecco appunto e a quanto pare è più arrabbiata di quanto pensassi. >> Rivelò Shinigami.
<< Ma cosa è stato? >> Chiese stupito Black Star. Shinigami sospirò. << L'urto dell'onda dell'anima di Maka. >>
<< Non riesco a capire perché sia così arrabbiata. >> Rivelò Kid. Shinigami si passò la mano sul mento. << Suppongo per colpa mia, probabilmente si è trattenuta per non rispondermi, quindi ora butta fuori quello che ha trattenuto e in questo momento Andrea sta facendo la cavia di Maka. >>
<< Shinigami, senza Maka come faremo? >> Cambiò discorso Tsubaki. Shinigami non rispose, pensieroso, in compenso rispose Stein. << Credo che Maka ci sarà sicuramente, con o senza il vetro dell'anima. >>
Black Star sbuffò. << Che rabbia! Ma perché non lo toglie! >>
<< Non credo che il motivo sia solo per non far leggere le sue mosse in battaglia nè per nascondere i suoi sentimenti. Motivi troppo banali per una come lei. Forse si dovrebbe chiedere a lei. >> Suppose Kid.
<< Queste non sono competense che dovrebbero riguardarvi. >> Riproverò Shinigami, stranamente serio. << Voi dovete solo pensare a migliorarvi, per sconfiggere il Kishin. Il vetro dell'anima è una competenza di Maka e se decide testardamente di combattere ugualmente, nè io nè voi avrà il potere di fermarla, è una sua decisione e non si discute. >>
Tutti tacquero alle parole di Shinigami.
<< Scusi, Shinigami. >> Prese parola, la spensierata Patty. << Se Maka combatte con il vetro dell'anima attivato, rischia la vita? >>
<< Ci sono possibilità alte. >> Rispose Shinigami, Patty sorridente annuì. << Mi scusi se la contraddico, ma se una mia cara amica rischia la vita, dovrebbe essere competenza mia. Giusto? >> Shinigami annuì alla semplicità di Patty. << Purtroppo siamo in battaglia e le amicizie contano poco, se Maka decide di combattere, noi non la potremo fermare. >>
<< Ma almeno potremo tentare di dissuaderla. >> Propose Tsubaki. Shinigami sospirò. << Ora è meglio che andiate, ne discuteremo prossimamente. >>
Tutti annuirono alle parole di Shinigami, non sapendo come rispondere; Con un inchino salutarono e uscirono dalla stanza della morte.

 

<< Non sopporto quando mio padre fa così. >> Sbottò Kid una volta usciti dalla stanza della morte.
<< Kid calmati, tuo padre in fondo a raggione, la decisione è di Maka. >> Cercò di Tranquillizzarlo Liz. Lui sbuffò. << Certo come no, quella testarda vuole sconfinggere il Kishin accosto della vita. >>
<< Finiscila! Ma hai visto quanto è diventata forte? Se ha preso una decisione lo ha fatto per un buon motivo. >> Sbottò seccato Black Star. Tsubaki lo guardò con occhi lucidi. << Ma lei non può rischiare di morire. >> Black Star la guardò seccato. << Senti, so che per te è difficile, ma non vediamo Maka da quattro anni: Non possiamo sapere cosa pensa; Sicuramente lei ci ha pensato, non è scema. >>
<< Tu non dici niente? >> Domandò arrabbiato Kid a Soul. Lui sbattè le palpebre un paio di volte prima di rispondere. << Che devo dire? Come ha detto Shinigami, non abbiamo voce in capitolo. >> Kid lo bruciò con lo sguardo. << Tu eri la sua buki, accidenti! Dovrebbe importarti pur qualcosa, anche se non hai voce in capitolo, puoi sempre provare. >> Lui sbuffò. << Mi sembra di parlare con un innamorato. >>
Kid si zittì in un istante. Liz abbassò lo sguardo triste e Soul aprii la bocca dallo stupore, fu Jessica a rompere il silenzio. << Scusate, so di non aver voce in capitolo, ma Maka non fa più parte della squadra, Giusto? >> Liz posò una mano sulla spalla di Jessica. << In questo caso, la squadra non c'entra, almeno per me, sono riconoscente a Maka, non so se per gli altri vale la stessa cosa. Noi ci sentiamo in dovere fare qualcosa per lei... Ora è meglio se andiamo. >>
Tutti annuirono: Nessuno voleva continuare quel discorso.

 

<< Wow! Pensavo che scrivevi molto di meno! Ma quanti quaderni hai? >> Chiese in pieno stupore Andrea. Erano nel tardo pomeriggio, dopo il suo sfogo con lui, gli aveva chiesto di accompagnarla con il recupero delle sue cose, non potendo chiedere ad Alexis già impegnata; Gli aveva dato appuntamento nel tardo pomeriggio davanti alla sua palazzina, perché lei aveva già un impegno.
<< Non lo so quanti sono. Diciamo che prima mi piaceva scrivere molto più dettagliatamente di ora. >>
Si erano portati dietro dei cartoni per metterci i suoi quaderni, Andrea era appoggiato al muro con le mani in tesca che la osservava, mentre lei sfogliava qualche quaderno per poi metterlo dentro il cartone.
Sorrise leggendo i suoi vecchi pensieri. << Ragazze.. >> Sospirò il biondo, lei si voltò a guardarlo. << Che vorresti dire? >> Lui alzò le spalle. << Solo voi potete sorridere, a cose che scrivete voi. >> Maka sbuffò irritata. << Perché voi ragazzi siete così stupidi? >> Lui si staccò dal muro. << Io sarei stupido? In tanto questo stupido qui presente, ti ha fatto sfogare, rischiando la morte e poi ti ha fatto tornare il sorriso; Dovresti essere riconoscente. >> Maka sospirò. << Ma infatti è stato utile, sfogare tutta la mia rabbia repressa su di te, ma tu rimani sempre uno stupido. >> Lui sorrise. << Comunque, vedo che la tua corrazza si sta smontando piano piano, quando ti ho conosciuta non sorridevi quasi mai. >> Lei sospirò. << Non so di cosa parli, questa corazza l'hai inventata tu. >>
Lui si avvicinò ancor di più. << Ma davvero? >>
<< Che ci fa lui qui? >> Chiese il padrone di casa sulla soglia della camera aperta.
Solo ora Maka si era accorta di essere a soli due centimentri da Andrea, si distanziò e rispose. << Gli ho chiesto di accompagnarmi, per trasportare i cartoni. >>
<< Intanto può uscire. >> Sbottò seccato Soul.
<< Senti. >> Incominciò Andrea, ma Maka lo fermò con una mano sul suo petto, poi si chinò a prendere un cartone già imballato. << Scendi questo e aspetti giù. >> Lui annuì prese in cartone e uscì dalla stanza.
<< Tu non dovresti essere con la tua Maesta? >> Chiese Maka una volta soli.
<< No, ero stanco, ci vediamo domani. >> Rispose neutro Soul.
Lei sospirò. << Ora puoi uscire, così finisco. >> Lui non rispose rimase in silezio a guardarla di spalle mentre prendeva i suoi quaderni.
<< Ho letto alcuni tuoi quaderni. >> Rivelò all'improvviso Soul. Maka continuò a mettere i suoi quaderni nel cartone. << Sono stati interessanti? >> Lui si stupii. << Non sei arrabbiata? >> Maka sorrise ancora di spalle. << Perché dovrei? >> Soul si stupii ancor di più. << Sono i tuoi pensieri, prima quando tentavo di leggere uno dei tuoi quaderni, mi arrivava sempre un libro in testa, ora è come se non te ne importasse. >> Maka sorrise al pensiero. << Non è che non mi importi, ma sono ricordi miei di quattro anni fa: è interessante leggere i miei ricordi del passato e anche se tu li leggi non è un problema, perché appartengono al passato e non al presente. >>
<< Quindi non le pensi più quelle cose che hai scritto? >> Domandò Soul. Lei scosse in segno di negazione. << Le condivido, ma non provo le stesse cose che provo quattro anni fa. >> Lui annuì triste.
<< Eravano un bel gruppo noi sette. >> Costatò Soul osservando una foto attaccata allo specchio, Maka si voltò per guardarla. << Sì, diciamo che eravano un gruppo un po scatenato. >>
<< Non hai sentito la nostra mancanza? >> Chiese Soul. Lei annuì. << Sarebbe stato strano se non l'avessi sentita. >>
<< Allora perché, quando hai finito il percorso, non sei tornata? >> Chiese ancora Soul. Maka sospirò. << È difficile da spiegare, se ritornavo due anni fa, era come cancellare tutto quello che avevo appreso. Quindi ho incominciato a girare il mondo in cerca di maestri da battere, per aumentare la mia esperienza. >>
Lui rimase in silenzio e Maka si voltò per continuare a depositare i quaderni nel cartone.
<< Quindi ci sei andata a letto? >> Domandò in un tratto Soul.
<< Ma di chi parli? >> Chiese con falsa confusione.
<< Di Andrea. >> Rispose con un ghigno Soul. Lei rise di spalle. << Non credo che la cosa ti riguardi. >>
<< Maka.. >>
Solo quando sentì il respiro di Soul su i suoi capelli, si accorse che si era avvicinato a lei, ma non si voltò, continuò a posare i quaderni nello scatolone.
<< Se anche fosse, non devo dare spiegazioni a te. >> Sentì lo sguardo furioso di Soul. << Quindi sei andata a letto con lui. >>
<< E non solo. >> Si lasciò scappare Maka, per poi pentirsi subito dopo.
<< Cosa?! >> Sbottò Soul. Maka sospirò. << Erano soli sfoghi di una sera, non capisco il motivo di darti tutte queste spiegazioni. >>
Senti una mano posarsi sulla sua pancia e spingerla all'indietro: In un attimo si ritrovò appoggiata al petto di Soul, con le sue labbra ad un millimetro dal suo orecchio.
<< Tu sei solo mia. >> Sofiò rauco Soul, nell'orecchio di Maka. Lei si voltò da quella stretta appoggiando le mani sul petto di Soul, si ritrovò a guardare quei occhi rubino, che tanto la sapevano ipnotizare. << Io non sono tua e tu non sei mio. >> Si avvicinò alle sue labbra carnose, tanto da volerle mordere.
<< Non più.. >> Riprese depositando un leggero bacio sull'angolo della sua bocca. Soul non ebbe il tempo di approfittare di quella vicinanza, che Maka si era già allontanata a raccogliere lo scatolone pieno di quaderni.
<< Ci vediamo domani, in allenamento. >> Salutò Maka raggiungendo la porta, ma non potè varcarla, perché Soul si riprese e la girò di forza, facendo volare a terra lo scatolo chiuso con i quaderni dentro; La fermò spalle al muro mettendo le mani ai lati della testa di Maka.
Lei era alta, ma lui la superava nettamente in altezza.
<< Tu sei mia e di nessun altro! >> Ribettè Soul.
Avrebbe apprezzato con piacere quella frase in un altro periodo della sua vita, ma ormai era distante anni luce.
Maka appoggiò le mani sul suo petto muscoloso, impedendo il suo avvicinamento. << Smettila Soul! Io non sono tua! E se non mi sbaglio, tu te ne vai a letto con la tua maestra d'armi. >>
Soul si zittì in un istante. Come faceva a saperlo? << Lei non c'entra niente. >> Maka sorrise. << Fammi capire: Tu puoi andare a letto con le altre e io non posso andare a letto con altri? >>
Lui si avvicinò di più ma Maka lo respinse.
<< Nessuno ti deve toccare, se non sono io! >> Dichiarò Soul, cercò di avvicinarsi, ma Maka lo fermò. << Soul, io ho la mia vita e tu hai la tua, hai la tua maestra d'armi che ti fa anche da pseudo fidanzata. Ora lasciami, Andrea mi aspetta. >>
<< Cosa c'è tra voi? >> Chiese furioso Soul, senza un accenno a muoversi. Maka sospirò seccata. << Siamo solo compagni di squadra. >>
<< Che ti sei portata a letto. >> Costatò rabbioso Soul.
<< E allora!? >> Sbottò Maka. << Qual'è il problema? Siamo stati a letto più di un anno fa, io ho sfrutato lui per sfogarmi e lui a sfrutato me per divertirsi: Tutto qui. Ora fammi passare, non costrigermi a farti del male. >> Lo fissiva nei occhi e lui fissava lei nei occhi: Rubino su smerarldo, smerarldo su rubino. Soul si scostò scocciato per farla passare, lei prese lo scatolone e sulla soia della porta si voltò. << Ci vediamo domani alle sette in allenamento, siate puntuali. >>
Detto questo si voltò e uscii.
Soul si accasciò a terra in ginocchio.
Come faceva ad essere così fredda con lui? Dopo aver condiviso tutto insime, trattarlo così, forse aveva esagerato anche lui, ma quando gli aveva confermato che era andato a letto con quella spece di Brad Pitt e non solo con lui, non ci ha visto più: Aveva avuto il bisogno di sentirla di toccarla anche solo leggermente.
Maka era cresciuta favolosamente: Il suo corpo era molto più morbido; Il suo decoltè era cresciuto come per miracolo; Il suo viso era fatto più maturo, ma i suoi occhi non erano cambiati, poteva stare giorni e giorni a guardarli, non si sarebbe mai stancato, ma a differenza di quattro anni prima non era riuscito a leggere alcun tipo emozioni, erano neutrali.
La voleva, la desiderava, ma non poteva averla; Maka aveva raggione: Ormai lui aveva la sua vita e lei la sua, lei stava con la sua squadra e lui stava con la sua.
Non sapeva cosa fare, come comportarsi, si sentiva confuso, non riusciva a far finta di niente, come se nel loro rapporto c'era stato solo maestro-buki.
No! C'era stato molto di più, lui e Maka avevano costruito un bellissimo rapporto basato sulla fiducia e comprensione, ma era anche vero che quel rapporto è stato chiuso quattro anni fa e lui aveva la sua maestra d'armi.
Sospirò... Gli doleva la testa, era confuso. Chissà come si comporterà domani, insieme a Jessica in allenamento con la presenza di Maka: Stamani, quando lei aveva unito la sua anima all'eco dell'anima del gruppo, lui aveva sentito un calore invadergli, sapeva che aparteneva a lei, aveva imparato a conoscere il calore dell'anima di Maka, era come droga per lui.
Basta! Doveva controllarsi, domani sarebbe stata una lunga giornata, ancora non sapeva, se fare finta di niente e allenarsi normalmente insieme a Jessica o comportarsi senza finzioni.
Quello che sapeva è che doveva farci una bella dormita, anche se i suoi sogni saranno occupati dai ricordi con Maka e immagini del nuovo suo nuovo corpo. Sospirò al pensiero che l'indomani mattina doveva farsi una doccia fredda... Ma Maka aveva così tanta influenza su di lui?
Ovviamente, sapeva già la risposta... 

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Capitolo 4
*** Promesse da mantenere ***


CAPITOLO 03
Parte 1
Promesse da mantenere

 

 

<< È ORA DI ALZARSI! SVEGLIATI, SVEGLIATI, SVEGLIATI! >>
Balzò, in un attimo seduto sul letto, incredibilmente sudato... Doveva cambiare quella dannata sveglia e prendersi una con una musica, brutta idea comprarsi una sveglia che parla, più che parlare urlava e ogni santissima mattina, si svegliava con il rischio di un infarto...
Purtroppo però non poteva incolpare la sveglia del suo sudore mattutino, certo ogni volta rischiava di prendersi un infarto come buongiorno, ma non sudava per quello, bensì per quello che aveva sognato stanotte.
Ci poteva mettere una mano sul fuoco che in quella notte l'avrebbe sognata.
Cosa pretendeva?
Che dopo averla sfiorata, dopo che le sue labbra erano state vicinissime a quelle di lei, dopo che i loro occhi si erano incontrati; Non era normale che il suo subcoscio gli faceva questi brutti scherzi?
Dio, che sogno che aveva fatto!
Notte infuocata, lei era sua, sotto di lui, lui dentro di lei, i suoi sospiri, i suoi graffi sulla schiena, i suoi gemiti che chiedevano di più; Sembrava veramente reale, tutto, non sembrava un sogno, ma ebbe la conferma che il suo era solo un sogno, quando quella dannatissima sveglia, lo interruppe in un momento clou...
Sospirò e guardò l'orologio: Aveva ancora mezz'ora di tempo, prima che Jessica passava per la colazione.
Sbuffando si alzò dal letto: Era giunto il momento di una bella doccia fredda, ma cosa diceva? Solo fredda non avrebbe fatto niente, forse poteva ottenere qualche risultato, posizionando la manopola della doccia tutta a destra.
Ma perché aveva tutto questo potere su di lui?
Non solo adesso che aveva un corpo da favola, ma anche quattro anni prima, non riusciva a stare da solo con lei in una stanza senza poterla toccare, era più forte di lui, l'attirava come una calamita.
Invece ora, dopo quattro anni che non la vedeva, che non la toccava, stava uscendo fuori di se, poi con quel corpo da favola, un miracolo della natura, non resisteva, non poteva resistere.
Doveva smetterla con quei pensieri! Peggiorava solo la situazione!
Entrò in doccia, mettendo la manopola tutta a destra e cercando di non congelare, cercò di lavarsi via i pensieri e i desideri spasmodici su di lei.

Erano le sette meno dieci e il campanello del suo appartamento suonò.
Puntuale come un orologgio svizzero...
Mettendosi la sua felpa preferita, aprii la porta, trovando una bellissima mora, occhi azzurri con un sorriso così smagliante da poter illuminare Death City senza aver bisogno del sole.
<< Buongiorno Soul! Hai avuto un bel risveglio? >> Salutò Jessica sulla soia della porta.
Soul quasi si trattenne dal cascare a terra, altrò che buon risveglio, ma ovviamente non le poteva raccontare di aver fatto un sogno erotico.
Vi starete chiedendo: Cose c'è di male?
C'è di male, che in quel sogno stupendamente erotico, non c'era la sua attuale maestra d'armi nonchè amante, bensì una bellissima ragazza...
Basta non ci doveva pensare!
<< Buongiorno. >> Brontolò. << Sì, ho avuto un ottimo risveglio, tu? >>
Lei annuì sorridente, era di buon umore quel giorno. Lui sorrise di rimando e prendendo le chiavi di casa, uscii di casa, chiudendo la porta alle sue spalle e si incamminò verso la Shibusen seguito da Jessica.
Nessuno proferii parola per intavolare un discorso e il sorriso smagliante di Jessica si spense pian piano lungo il tragitto.
Quando arrivarono ai piedi della scalinata, Jessica bloccò Soul per un braccio prima che potesse salire.
<< Mi spieghi perché sei così taciturno? >> Gli chiese Jessica, dopo aver perso il suo buon umore, lui sbuffò. << Mi sembra di essere sempre stato così. >>
<< Non così! Mi spieghi cosa hai? >> Jessica voleva sapere, è subito.
Soul sospirò, doveva rilassarsi, già di prima mattinata era nervoso per l'allenamento in sieme a Maka, ora ci metteva pure lei, non era il caso.
<< Non c'è niente che non va, ho solo un po di malditesta, tutto qui. >> Jessica scosse la testa. << Perché non ti confidi mai con me? >>
<< Non ho niente davvero. >> Cercò di tranquillizarla, perché le ragazze dovevano essere così insistenti? << Ora andiamo, che facciamo tardi all'allenamento. >>
Jessica annuì, chiudendo momentariamente il discorso.
Si incamminarono in silenzio, lungo la scalinata; Arrivati in cima trovarono i loro compagni di squadra e il professor Stein, si salutarono e si incamminarono in sieme lungo il sentiero, quando sentirono due persone dietro di loro.
<< Buongiorno a tutti! >> Salutò sorridente come sempre Andrea. Stein li guardò stranito. << Pensavo che voi foste già ad allenarvi come ieri. >> Alexis sbuffò. << Maka ci ha detto di venire alle sette. >>
<< E' adesso lei dov'è? >> Domandò quasi ringhiando Black Star: Il sonno giocava brutti scherzi.
<< Scometto che si starà allenando tutta sola soletta. >> Rispose tranquillo Andrea.
<< Scopriamolo insieme! >> Dichiarò Alexis in tutta la sua allegria, incominciando a camminare, verso il luogo dell'allenamento, gli altri si limitarono a seguirla a ruota.

 

Arrivati alla fine del sentiero, intravidero Maka seduta a gambe incrociate e le mani appoggiate sulle ginocchia, aveva gli occhi chiusi sembrava quasi che stesse dormendo.
Black Star ghignando si avvicinò piano piano a lei, ma fu bloccato da una mano sulla spalla abbastanza pesate.
<< Cosa hai intenzione di fare? >> Domandò contrariato Andrea.
Lui sbuffò scacciando la mano dalla sua spalla. << Volevo solo farla spaventare, tutto qui. >>
<< Stupido. >> Alexis diede voce hai suoi pensieri.
<< Cosa?! Ripetilo se ne hai il corraggio. >> Sbottò Black Star. Andrea sospirò ignorando il tono di Black Star. << Devi rispettare delle regole, quando sei insieme a Maka. Regola n° 1: Se vedi Maka in quella posizione, con gli occhi chiusi e non li apre neanche se ci sono rumori, o perché li ignora o perché il suo udito non può arrivare a sentirli, oltre la sfera dell'anima. Perciò non ti avvicinare, perché anche se involontariamente, lei ti può fare molto male, potresti rischiare anche la morte. >>
<< Ma io non vedo che usa l'onda dell'anima. >> Costatò Jessica.
<< La usa ma non si vede, un'altra tecnica che deriva del vetro dell'anima, ma in questo caso decide lei se attivarlo o disattivarlo. >> Rivelò Alexis.
<< Ma come fa a non sentire? >> Chiese Patty.
<< Domanda stupida. >> Commentò Alexis. << Perché lo spessore della sfera è superiore al normale. >>
<< Scusate, ma mi spiegate perché lo fa? Dato che rischia di uccidere delle persone anche involontariamente. >> Domandò confuso, Kid.
Alex sospirò. << Da per scontato che si sappia. Ci ha raccontato che nei vari villaggi, che quando la vedono in questa posizione, non si avvicinano, perché sanno che possono rischiare grosso. >>
<< State lontani. >> annunciò Andrea mentre avanzava scrosciandosi le ossa del collo.
<< Ehi Albarn! >> Salutò quasi urlando Andrea. << Questa me la scrivo, ti alleni a solo senza me e Alexis. >>
<< E da quando in qua, tu scrivi? >> Domandò sarcastica Maka, ancora con gli occhi chiusi.
<< Ah-ah-ah. Sempre più simpatica, dovresti fare un po di sano sesso per smontare i tuoi nervi. >>
Boom!
Non vi preoccupate, non è stata una bomba ad esplodere bensì, il tonfo del corpo di Andrea che sbatteva contro il suolo. Maka si alzò da quella posizione aprendo gli occhi, con ancora qualche scheggia di azzurro che velocemente spariva.
<< E sentiamo, lo dovrei fare con te per caso? >> Chiese Maka.
Lui si alzò un po ammaccato, aveva fatto un volo di circa quattro metri e aveva raggiunto il gruppo del professor Stein. << Le donne mi dicono che sono un ottimo dispensatore. >>
Maka sorrise avvicinandosi a lui, ancora seduto a terra, una volta vicino lo spinse, adagiando la sua schiena a terra e appoggiando una mano sul suo pettorale.
Sorrise ancora guardandolo nei occhi.
<< Interessante, ma sono tanto curiosa di vedere, se eliminassi il tuo prezioso strumento per dispensare le donne, se saresti ancora un ottimo dispensatore. Sei curioso anche tu? >> Chiese con voce ammiccante, lui si paralizzò, con sguardo terrorizzato, cercando di deglutire per rispondere, ma invano.
Maka sorrise soddisfatta. << Ne ero più che sicura. Quindi dato che ci tieni parecchio, ti conviene di non chiedermi più di venire a letto con te, già mi è bastata una volta insoddisfacente, due sarebbero troppe. >> Si alzò all'impiedi vittoriosa sbattendo le mani sul suo impermeabile per pulirlo.
Senti un applauso e si voltò.
<< Questo sì che si chiama essere una donna! >> Esultò Alexis.
<< Come faccio ad essere in squadra con due donne che vogliono castrarmi? È intollerabile. >> Protestò Andrea. Maka sbuffò. << Tu smettila di essere di importunarmi e vedrai come cambieranno le cose. >> Andrea sorrise. << Mi dispiace, ma è impossibile non provarci con una che un corpo da favola come il tuo. >>
<< Meglio cominciare l'allenamento, prima che ti castri davvero. >> Annunciò Maka scocciata.
Andrea annuì e si alzò da terra. << Okay dicci cosa dobbiamo fare, capo. >>
Maka si mise una mano sulla fronte sospirando. << Sono le sette e già non sopporto la tua presenza, è assurda la situazione. >>
<< Non sopporti la mia presenza? Secondo me, non sopporti la voglia che hai di saltarmi a dosso. >> Suppose con tono allusivo avvicinandosi a Maka. Lei reagii di istinto, regalandogli un pugno con la sua onda dell'anima sullo stomaco, facendolo inclinare in avanti.
<< Tu non perderai nè il pelo, nè il vizio... Ora è meglio cominciare. >> Annunciò Maka. Andrea annuì ritornando improvvisamente serio, come se in quei minuti non fosse successo niente, dimenticato ogni cosa. << Come ci organizziamo? >>
<< Tu sarai con Black Star. >> Rispose Maka, guardando l'interessato. Lui sbuffò scocciato. << Non credo di averne bisogno. Io sono più forte di un Dio. Non lo sai? >> Andrea spalancò la bocca, dallo stupore, non riuscendo a rimanere serio.
<< E io dovrei lavorare, con questo qua? >> Chiese a Maka indicandolo con un dito, Maka annuì. << Sì, dovrai insegnargli una volta per tutte a vedere l'onda dell'anima. >>
<< Ma è una cosa impossibile. >> Protestò Andrea. << Non dovrebbe venire naturale? Come riesco ad insegnarglielo? >> Maka sospirò. << Non è una cosa impossibile, hai ragione dovrebbe venire naturale, ma lui a un velo nei occhi chiamato " Ego " e fidati è davvero enorme, il tuo compito sarà di levare questo velo, così da far in modo che lui possa vedere. >>
<< Ma io ci vedo benissimo. >> Decretò Black Star, Maka si mise una mano sulla fronte sconsolata, doveva respirare profondamente, non doveva rispondere di prepotenza o avrebbe peggiorato la situazione. << Quello che intendo dire, è che tu possa vedere l'onda dell'anima. >> Si girò verso Andrea. << Mi accontento anche di un minuscolo punto blu, ma deve riuscire a vedere l'onda dell'anima. >>
<< Ma perché io? >> Tentò ancora una volta Andrea, fu allora che Maka si avvicinò a lui, sussurandogli qualcosa nell'orecchio. Lui subito spalancò gli occhi e annuì. << Bene, allora incominciamo subito! >> Annuciò sorridente Andrea.
<< Bene potete iniziare anche ora, prenditi una zona e allenatevi. >> Riferì Maka.
Lui annuì dirigendosi in un punto dove non avrebbero disturbato nessuno, lo seguirono a ruota un Black Star brontolone e una timida Tsubaki che si era limitata ad acconsentire la scelta di Maka.
<< Ma cosa gli hai detto? >> Le chiese Alexis, una volta che il primo gruppo fu distante, Maka si volto con un sorriso. << Chi io? Niente. >> Alexis si avvicinò al viso di Maka. << Tu mi vuoi fare credere, che l'hai convinto, così dal nulla? Il signor faccio-il-minimo-indispensabile-e-nemmeno-quello? >> Maka rise arresa. << Gli ho solo detto, che se lo desiderava, poteva provarci con Tsubaki dato che guarda caso e pure una spada. >>
<< Ma cosa ti salta in mente? >> Sbottò contrariata Alexis. Maka sorrise trionfante. << Non ti preoccupare, Tsubaki può essere anche timida, ma non si fa mettere i piedi sopra la testa e sa benissimo come rifiutare dei corteggiamenti, sarà anche utile per spronare Black Star. >>
<< Non mi dire che..? >> Chiese titubante Alexis, Maka si limitò ad annuire.
<< E' da quando hai assunto la professione di Cupido? >> Chiese Alexis, Maka la guardò dritto nei occhi, verdi su castani. << Da quando riesco a vedere i sentimenti che si celano dietro ad un anima, quando vedo che una persona prova dei sentimenti profondi per qualcuno lo tiene per se, perché ha paura di non essere ricambiato. Tu ne sai qualcosa? >>
Alexis arrossì all'istante. << Non so di cosa tu stia parlando. >> Maka annuì, lasciandola nella sua convinzione. << Oh guarda, neanche io so di cosa sto parlando... Comunque tu ti allenerai con Kid. >>
<< E cosa dovrei insegnargli al figlio di Shinigami? >> Chiese sbalordita.
<< Anche se lui è figlio di Shinigami, ha anche lui bisogno di esperienza, dato che tu sei una maestra di armi da fuoco, potrai confrontarti con Kid. >>
<< Per me va bene. >> Rispose Kid, avvicinandosi a Maka, Lei annuì. << Non vorrai contraddire il figlio di Shinigami, poi te l'assorbi tu la bella ramanzina di suo padre. >> Kid stava per contraddirla, ma Maka lo fermò con una mano sul braccio, riferendogli con gli occhi di stare il silenzio; Alexis sembrò pensarci su. << Sì credo per me potrebbe andare, magari farò qualche esperienza in più di quanta ne ho. >>
Maka annuì soddisfatta.
<< Dai, andiamo. >> Riferii per poi girarsi e andare dalle parte opposta in cui era andato Andrea; Gli altri lo seguirono, quando per ultima passò Liz con uno sguardo basso e triste, Maka la bloccò con una mano sul braccio fermando anche gli altri, si voltò a guardarli. << Andate pure, ora Liz vi raggiunge. >>
Annuirono e ripreserò a camminare.
Maka si voltò a guardare Liz nei occhi. << Non c'è motivo di avere quello sguardo triste. >>
<< E tu che ne sai? >> Chiese irritata
<< Ne so abbastanza. >> Rispose seria Maka. << Ne so abbastanza per dirti che, lui non si accorgerà, nè ora nè mai, del tuo sguardo, non capirà mai perché sei così triste e quando lui ti chiederà cosa hai e tu gli risponderai che è solo stanchezza, lui crederà a questa cazzata e continuerà quello che stava facendo. >>
Liz sembrò più triste di prima. << Tu non eri quella che riusciva a leggere i sentimenti che sono celati nell'anima? >> Maka annuì. << Sì e lo dico con tutta la sincerità, preferirei non esserne in grado. >>
<< Perché? >> Chiese di getto Liz senza pensare, Maka sospirò. << Perché sono così contradittori della persona in se, che mi fanno imbestialire. >> Liz annuì. << Lui ti ama. >> Rivelò Liz, consapevole che lo sapeva anche lei.
Maka si lasciò andare in una fragorosa risata. << Andiamo, non puoi dire sul serio, è vero so che piaccio a Kid ai tempi del primo Kishin, ma fidati se ti dico che quello che crede di provare per me è solo una infatuazione. >>
<< Cosa..? >> Liz non riusciva a capire. Maka chiuse gli occhi, era tanto difficile da capire?. << Dai Liz tutti ci passiamo, credi di amare perdutamente una persona, quando in realtà provi solo un affetto profondo e sai quando te ne rendi conto? >>
Liz scosse la testa in segno di negazione.
<< Quando incontri quella persona che ti fa sentire viva, anche se non fa niente di particolare, lo vedi e ti sembra che la tua giornata sia migliorata, quando ci parli e cerchi di far in modo di prolungare quella conversazione, perché dipendi solo dalle sue labbra. Insomma te ne accorgi quando non te ne fregherebbe un bel niete della tua vita, l'importate è salvare la sua. Te ne accorgi Liz, quando ogni diffetto grande o piccolo che sia, risulta nullo alla capacità che hai di accettare, che hai di amare quella determinata persona. >>
Liz rimase letteralmente a bocca aperta.
Maka sospirò, stava diventato troppo sentimentale. << Quello che devi fare è soltato avere un po di pazienza, vedrai che questa stupida infatuazione che ha, si dissolverà, magari non si accorgerà subito di te, ma tu devi solo stargli vicino, infondo i maschi sono esseri stupidi, devono avere il loro tempo per comprendere. >>
Liz sorrise con le lacrime ai occhi e si gettò di istinto tra le braccia di Maka; In un primo momento sembrò smarrita, ma poi ricambiò l'abbraccio.
<< Grazie. >> Disse con tutto l'affetto che poteva dare.
Si staccarono e Liz con un sorriso smagliante raggiunse gli altri.
Maka sospirò motivamente stanca. << Ho l'impressione che Death City mi faccia diventare troppo sentimentale. >> Rivelò Maka.
<< Hai fatto un ottimo lavoro, ora Liz sorride. >> Costatò Stein.
Maka annuì. << Già... Cambiando discorso. >> Si voltò verso Jessica. << Come mi pare sia chiaro tu ti allenerai insieme a me. >> Lei annuì, ma prima che potesse dire qualcosa Maka continuò. << Vorrei solo informarti, che se mi farai un'altro scherzo come quello di ieri, giuro, ti lascio agonizzante a terra per tutta la notte. >> Jessica deglutii tesa. << Non succederà più. >> Maka sorrise soddisfatta. << Bene, incominciamo. >>
Jessica cercò con lo sguardo Soul, per chiamarlo.
<< No, oggi Soul può ritenersi fortunato, si può andare fare un giro. Oggi mi dedicherò a te. >> Decretò Maka.
<< Ma non dovremmo migliorarci come squadra? >> Cercò di Capire Jessica, Maka scosse la testa. << Quello è un problema che risolveremo più avanti, in questo momento il problema sei tu e io devo cercare di risolverlo. >>
Jessica tentò di ribattere, ma venne fermata ancora.<< Io e Soul ci faciamo un giro. >> Annunciò Stein mettendo una mano sopra la spalla di Soul, che si limitò ad annuire in silenzio.
<< Comunque non riesco ancora a capire, perché non le ha imparato a usare la sua onda dell'anima. >> Rivelò Maka.
<< E' complicato. >> Cercò di chiarire. Maka sospirò. << Sì sì, è molto complicato d'altronde. Ora è meglio cominciare l'allenamento. >>
Detto questo fece cenno a Jessica di seguirla.
<< E' sorprendente quanto riesca a cambiare il suo atteggiamento in pochi secondi: Un attimo prima era tranquilla e nel parlare con Liz di Kid e un attimo dopo determinata nel parlare con Jessica dell'allenamento. >> Esordì Soul stupefatto una volta che le due ragazze si erano allontanate.
<< Maka ha la capacità unica, di saper dividere, la vita personale da quella del maestro d'armi. >> Rispose Stein osservando l'interessata, Soul sospirò. << Ne so qualcosa... >>
<< Che intendi? >> Lo incalzò Stein, Soul si affrettò a negare. << Niente, niente... Comunque, io mi faccio un giro, in tanto che loro si allenano. >>
Stein annuì.
Lui si mise le mani in tasca e si girò per percorrere il viale, aveva bisogno di cambiare aria. Mentre camminava, Soul guardava il cielo parzialmente azzurro con qualche nuvola a coprirlo.
Non sapeva se si poteva ritenere fortunato o sfortunato dal aver saltato l'allenamento in sieme a Maka: Da un lato, non sarebbe riuscito a sorportare la sua vicinanza senza sfiorarla, Da un'altro lato aveva il desiderio di parlarle di guardarla nei occhi di stare a canto, ma sarebbe stata una agonia.
Sospirò, non riusciva a capire, perché solo con uno sguardo di un millessimo di secondo si era sentito così scombussolato?
Era come se quei occhi verdi, smeraldo, lo avessero penetrato dentro, come per leggerlo, ma in cuor suo, lui sapeva che non lo avrebbe mai fatto, o almeno così credeva, Maka non era il tipo di persona che non manteneva una promessa e lui, anche se erano passati quasi cinque anni da quella promessa, era sicuro che lei non l'avrebbe infranta...

 

Stava ascoltando musica con il suo Iphod al massimo volume, aveva l'impressione che le sue cuffietta scoppiasserò da un momento all'altro, ma lui non ci pensò più di tanto, poi non ascoltava nemmeno la musica, se gli chiedessero in quel momento che canzone stesse ascoltando, lui rimaneva nel suo mutismo, non in grado di rispondere, era distratto e questa distrazzione aveva anche un nome...
Era corricato nel letto ad occhi chiusi, con le gambe di Maka che gli facevano da cuscino; Lei era seduta con la schiena appoggiata sul muro e i piedi che le uscivano dal letto, una sua mano reggeva un libro di una materia a lui sconosciuta, e con l'altra giocava, accarezzava i suoi capelli.
Eccola, la sua fonte di distrazione!
Quella mano delicata quanto forte, stava inebriando i suoi pensieri e non riusciva ad ascoltare un po di musica. Ma se doveva sciegliere tra la musica e le carezza di Maka, sceglieva sicuramente la seconda. Ma il bello di quella situazione e che lei non lo faceva di proposito; mentre leggeva, distrattamente appoggiava una mano sulla sua testa e comminciava a giocare con le sue gioche di capelli.
Lo sapeva, perché fino all'altro giorno, le aveva chiesto con gentilezza di spostare la sua mano dalla testa, perché doveva andare il bagno, lei aveva sorriso imbarazza limitandosi a dire: " Scusa, non me n'ero accorta "
Ritornando dal bagno e coricandosi di nuovo allo stesso modo, le aveva sempre chiesto con gentilezza, di non appoggiare la sua mano in testa, senza darle una vera motivazione, lei aveva annuito ancora imbarazzata, ma non passarono neanche cinque minuti che la sua dolce mano delicata, giocava con una sua ciocca;
Le questioni erano due:
1. Lei immersa nella lettura, lascia andare la sua mano, per giocare con i suoi capelli, senza accorgersene.
2. Lei fa finta di leggere e fa sembrare casuale il suo gioco con i suoi capelli, perché le piace.
Sinceramente, non sapeva quale delle due questioni fosse vera, ma era sicuro: Lo avrebbe scoperto.
Sentì un soffio caldo sulle labbra, poi qualcosa di morbido e carnoso si era poggiato sulle sue labbra, era un bacio, un dolce bacio.
Aprii gli occhi e fu travolto da un'ondata di verde, gli sorrise a pochi centimetri dalle sue labbra, e lui non potè fare almeno di sorridere, quel suo dolce sorriso era contaggioso. Si tolse le cuffie.
<< Questo bacio ha un motivo particolare? >> Chiese Soul, con una voglia matta di sentire ancora le sue labbra, lei sorrise ancora. << Perché sei stupido. >> Soul si sorprese di quella risposta, forse perché non sapeva quale questione fosse vera?
Impossibile, lei non sapeva leggere i pensieri.
<< Perché sarei stupido? >> Chiese ancora Soul, tentando di capire, Make gli accarezzò il volto e si tirò su con la schiena guardandolo sempre nei occhi.
<< Perché non capisci. >> Rispose Maka; Calma, forse non si riferiva a le questioni, forse di riferiva ad altro, ma a cosa?
<< Cosa dovrei capire? >> Domandò Soul, più confuso di quanto sembrasse. Maka sorrise e scosse la testa in segno di rassegnazione, portandosi il libro davanti riprendendo a leggere.
Soul si alzò di controvoglia dalla gambe di Maka e si mise seduto di fronte a lei, che teneva ancora il libro alzato;
Lo abbassò. << Non mi hai risposto. >> Maka sorrise. << Non ti preoccupare Soul, non c'è niente da capire. >> Lui annuì poco convinto. << Allora mi spieghi una cosa? >> Lei annuì titubante.
<< Perché ogni volta che leggi mi tocchi i capelli? >> Chiese, inattesa delle tante voltute risposte; Maka aprii la bocca colta di sorpresa, prese aria e cercò di rispondere. << Non lo so, forse quando c'è un passaggio complicato da capire e per farlo mi devo rilassare, gioco con i tuoi capelli, mi rilasso toccandoli. Perchè, ti da fastidio? >>
<< No, no. >> Si affrettò a negare Soul. << Ero solo curioso. >>
Lei annuì allungando una mano fino a toccare la nuca, incominciando a giocare con i suoi capelli; Lui chiuse gli occhi d'istinto, godendosi il suo tocco.
<< Posso chiederti una cosa? >> Chiese Soul, lei annuì allontanando la mano per ascoltare.
<< Tu puoi vedere l'anima, giusto? >> Aspettando un cenno di assenso da lei continuò. << Ho sentito dire, che un maestro d'armi può arrivare a leggere proprio dentro l'anima, può riuscire a vedere i sentimenti altrui. >>
Lei annuì. << Sì, il professor Stein me ne ha parlato. >> Lui annuì. << Volevo sapere, se tu imparassi a leggere dentro l'anima, tu leggeresti la mia? >> Maka ci pensò su, poi negò sorridendo. << No Soul, non lo farei, io non ho bisogno di leggerti l'anima. >>
<< Quindi anche in futuro, non avresti la tentazione di leggere la mia anima? >> Domandò ancora una volta Soul, lei negò di nuovo. << Soul, non ti nego che la tentazione c'è sempre, ma non lo farò, non con la mia buki. >>
<< Lo prometti? >> La incalzò Soul.
Maka sorrise e tese la mano per stringerla. << Te lo prometto. >> Lui sorrise, non stringedo la mano. << Io preferirei suggellare la promessa, in altro modo. >>
Si avvicinò a lei, le prese il mento con due dita e le depositò un dolce bacio sulle labbra.
<< Promesso. >> Disse Maka sulle labbra di Soul; Lui sorrise e depositò un'altro bacio sulle sue labbra.
Era inutile, quelle labbra lo attiravano come una calamita, più le assaggiava, più aveva voglia di possederle.
Quando cercò di approfondire il bacio, Maka si spostò appoggiando un police sulle labbra di Soul.
<< So come andrà a finire. >> Rivelò Maka, con il respiro corto, lui sorrise. << Io invece no, sono proprio curioso di sapere. >>
Lei rise. << Ho l'impressione che oggi sei più curioso del solito. >>

<< Già.. >>
Si avvicinò di nuovo a lei, spostando il suo police e depositando un nuovo bacio sulle labbra di lei.
Questa volta, quando cercò di approfondire, lei accettò senza alcuna esitazione, lo voleva anche lei e lui non poteva essere più che felice; Era un gioco dolce, sensuale, lui cercava lei e lei cercava lui, una voglia di cercarsi, di completarsi, di sentirsi, unica.
Si ritrovarono l'una sopra l'altro, lui che le teneva per i fianchi e lei completamente spalmata su di lui, immersa in una bolla di passione, che neanche una bomba l'avrebbe fatta scoppiare... Almeno così credeva...

DIN DON!

Maka si staccò, seccata dalle labbra di Soul e fece per alzarsi, ma lui la fermò.
<< Che fai? >> Le chiese confuso, lei sorrise. << Non hai sentito il campanello? >>
<< No te lo sei immaginata. >> Rispose Soul, attirandola con una mano sulla sua nuca.

DIN DON! DIN DON!

<< Anche ora me lo sono immaginata? >> Chiese Maka, lui sospirò. << Non andare, prima o poi si stancheranno. >> Maka gli appoggiò una mano sul torace cercando di sollevarsi. << Soul, ti ricordo che oggi abbiamo l'allenamento e dientro la porta deve esserci Black Star e gli altri. Dai, fammi alzare. >>
Sbuffando Soul tolse le mani dai fianchi di Maka, permettendola di alzarsi, lei sorrise e si alzò; Passando davanti allo specchio della sua camdra vide qualcosa di scandaloso.
<< Soul, ma cosa hai combinato hai miei capelli? >> Chiese Maka in uno stato di completto Shock, lui sorrise e le cinse la vita da dietro avvicinandosi al suo orecchio. << Non sei l'unica a cui piace giocare con i capelli. >>
Lei cercò di non badare al respiro di Soul, sul suo collo e cercò in qualche modo di aggiustarsi i capelli, mentre Soul andava ad aprire, prima che rompessero il campanello.
<< Star mi deve un grosso favore. >> Borbottò Soul aprendo la porta, provocando una risata cristallina da parte di Maka...

 

Soul sospirò, non gli faceva bene pensare a quelle cose. Si sedette ai piedi di un albero appoggiando la schiena al tronco, guardando le due ragazze sedute una difronte all'altra a gambe incrociata; Sospirò per l'ennesima volta: Come avrebbe fatto a resistere ancora?

 

<< Posso chiederti una cosa? >> Chiese Jessica.
Maka aprii gli occhi chiusi. << Se ti può aiutare a concentrarti sulla tua anima, mi puoi fare anche un interrogatorio. >> Voleva sbrigarsi, doveva insegnarle ad usare l'onda dell'anima, così lei poteva essere libera di allenarsi come le pareva.
<< Tu puoi leggere i sentimenti delle persone, giusto? Puoi vedere l'anima di Soul e vedere cosa prova per me? >> Chiese speranzosa Jessica.
Maka sorrise, questa sì che era bella. << Perché non glielo chiedi tu stessa? >> Lei sospirò. << Soul è sempre taciturno, si isola e non fa entrare nessuno, neanche me, allora? >> Lei scosse la testa. << Non posso. >>
<< Perché? >> Domandò confusa, lei ispirò profondamente. << Ho fatto una promessa e io le promesse le mantengo sempre. >>
<< Che tipo di promessa? >> Jessica era più confusa di prima, Maka sospirò esasperata. << Ho semplicemente promesso, che non gli avrei mai letto l'anima. >> Jessica aprii la bocca sorpresa. << Ma è assurdo, perché? Non sei curiosa di sapere che sentimenti prova la tua ex buki. >>
<< Sì, ma non è giusto. >> Era stanca di quella discussione, voleva chiuderla in fretta. << Io leggo raramente i sentimenti delle persone, perché non è corretto, appartengono a te e non è giusto che una persona esterna li veda. >>
<< Ma tu con gli altri lo hai fatto. >> Ribattè Jessica; Okay, doveva ammettere che il suo limite di sopportazione era salito, si stupii pure lei stessa.
Se fosse stata la Maka fredda, che girava di città in città, a quest'ora le avrebbe spaccato la faccia, detto in modo fine, ma stranamente, era ancora in tatta: Strano, veramente strano.
<< Sbagli, già sapevo i loro sentimenti, volevo solo una conferma, che ho avuto, non ho letto le loro anime. >> Jessica sembrò illuminarsi e Maka si allarmò. << Allora fai una conferma anche su Soul, non vuoi sapere se si fida ancora di te? >>
Certo bisognava ammetterlo, quella ragazza non si dava per vinta facilmente, ma aveva trovato pane per i suoi denti. << Non ho bisogno di sapere, già lo so, ora concentrati, senza nessuna distrazione. >>
Jessica annuì demoralizzata.
Si concentrarono tutte e due ad occhi chiusi, ognuna con la propria anima.
Maka improvvisamente sentì, una grossa minaccia alle sue spalle, non seppe se era il Kishin o qualche maestro, quel che sapeva, e che se continuava ad avvicinarsi a lei, avrebbe avuto solo il tempo di vedere i suoi occhi, solo un secondo, poi non avrebbe visto più niente.
La minaccia veniva a velocità maggiore del normale, ma non si preoccupò, appena arrivò ad un metro di distanza da lei, Maka si alzò di scatto e si girò e con una mano trovò il petto della minaccia, un attimo prima di far esplodere la sua onda dell'anima, vide dei occhi azzurri, familiari, troppo familiari, si fermò di colpo.
<< Dio Frost, non lo fare mai più. >> Lo ammonì Maka appoggiando la testa sul suo torace, lui rimase paralizzato. << Ho rischiato grosso. >> Maka rise, sotto shock. << Di più. Ma non lo sai che non devi fare queste stronzate, mentre sono concentrata su altro? >>
Andrea cercò di regolarizzare il respiro. << Ma infatti pensavo, dato che eri concentrata su altro, non ti accorgevi di me, volevo solo spaventarti. >> Lei gli posò mani sul petto. << Ma appunto non mi sono accorta di te, ho sentito solo un anima forte e ho pensato subito ad una minaccia. >>

<< Andrea come stai? Da lontato ti ho visto morto a terra. >> Alexis si avvicinò ai due.
<< Pure io l'ho visto morto. >> Sentenziò Maka.
<< Ah, andiamo bene. >> Sospirò Andrea.
Maka si staccò completamente. << Almeno dimmi, che avevi qualcosa di concreto da dirmi. >> Lui annuì. << Sono passate tre ore da quando abbiamo iniziato l'allenamento, loro non sono abituati a queste sedute, il gruppo è stanco, anche se Black Star, non lo ammette e io avevo voglia di lottare con le mie due maestre preferite. >>
<< Oh, ma che dolce, comunque anche il mio gruppo è stanco, anche se il grande figlio dello Shinigami non lo vuole ammettere. >>
Maka annuì. << Non mi ero accorta che erano passate tre ore. >> Si girò verso Jessica. << Continuiamo di pomeriggio. >>
Lei annuì e si alzò, intanto il resto del gruppo si riunì e Maka si rivolse a loro. << Se volete potete anche andare, se invece volete rimanere vi chiediamo di mettervi più lontato possibili. >>
<< Abbiamo bisogno di molto spazzio. >> Rivelò Alexis.
Kid parlò per tutto il gruppo. << Siamo curiosi di vedere il vostro allenamento, non vi intralcerà nessuno. >>
<< Bene, allora si comincia! >> Annunciò Andrea.
Subito dopo, prendendo alla sprovista Maka, la colpii allo stomaco con la sua onda dell'anima, che la fece volare lontano da loro da loro.
Grazie alla grazia di Maka, riuscii con un paio di volteggi in aria ad atterrare in equilibrio con i piedi per terra.
<< Ma che ti prende Frost? >> Domandò Maka, già in modalità attacco, lui sorrise mettendosi in guardia. << Vendetta per lo spavento. >>
<< Vedi che non ti sei spaventato solo tu, non mi va di averti sulla coscienza. >> Lo informò Maka. Lui le sorrise e si mise in posizione di attacco. << Fatti sotto Albarn! >>
Maka accettò volentieri l'invito, avanzando per attaccarlo, ma incontrò Alexis che la respinse con la sua onda dell'anima.
<< Due contro uno. Vorrei tanto sapere perché l'uno sono sempre io? >> Domandò contrariata Maka, Alexis sorrise. << L'hai detto tu, lavori meglio da sola. >> Lei annuì confermando. << E' vero, appunto per questo non dovrei rimanere da sola. >>
<< Vanitosa. >> La offese Alexis, prima di scagliarsi contro di lei.
Se Andrea aveva la grande capacità di raggiungere i 300 Km/h in velocità, Alexis era imbattibile nel corpo a corpo; Una volta rivelò a Maka che aveva fatto un corso avanzato di Jeet Kun Do. Quindi: corsi avanzati di difesa personale + dotazione di una delle onde dell'anima più potenti che esistano = Maestra d'armi molto pericolosa. Tenere a distanza di dieci metri.
E proprio in questo momento aveva varcato i dieci metri, non va bene.
Maka la bloccò a distanza con la sua cupola dell'anima, approfittando di quei secondi di bloccaggio ottenuto, diede un calcio allo stomaco allontanandola di di nuovo.
<< Vuoi l'approccio a distanza? >> Chiese Alexis con rabbia. << Allora avrai l'approccio a distanza! >>
Nel l'attimo successivo, si crearono tre cupole, quelle esterne schiacciavano quella in mezzo con tutta la loro forza.
<< Prof li fermi, l'ammazzeranno! >> Affermò Jessica sconvolta al professor Stein, lui scosse la testa. << Per loro è solo un allenamento, Maka ha le capacità per liberarsi, ma non lo fa. >>
<< Perché? >> Chiese Jessica, Black Star rise. << Conoscendola, vuole spremersi al massimo e resistere. >>
<< Pensandoci è un ottimo allenamento. >> Dichiarò Kid. << Andrea e Alexis aumentano la loro forza dell'attacco e Maka aumenta la sua resistenza. Certo però che ce ne vuole per fronteggiare, due onde dell'anima così potenti. >>
<< Io non vedo nulla! >> Si lamentò Patty, Liz le appoggiò una mano sulla spalla. << Non ti preoccupare, noi armi non abbiamo questa capacità, ci basta che l'abbia Kid. >> Patty annuì rassegnata.

 

Passata circa un'ora era ancora nella stessa situazione e Alexis stava perdendo la pazienza.
<< Frost, aumenta la tua potenza! >> Gridò per farsi sentire, Andrea la guardò confuso. << Ma sei pazza! La vuoi ammazzare? >> Lei sbuffò. << Voglio solo distruggere quella sua maledetta cupola! Aumenta e basta! >>
<< Certo che pur di vincere, uccideresti chiunque! >> Costatò Maka preparandosi, lei le mandò un bacio. << Cara, se devo vincere, sono pronta a sacrificarti. >>
<< Ma tra di voi non ci dovrebbe essere solidarietà femminile? >> Chiese Andrea, Alexis lo fulminò con lo sguardo. << Tu stai zitto e aumenta la potenza della tua onda. >> Lui si limitò ad annuire ed aumentò la sua potenza.
<< Ora basta, sono stanca, vi farò fare un volo che non dimenticherete! >> Annunciò Maka.
Chiuse gli occhi e si concentro profondamente, ma un attimo prima che potesse sfogare tutta la sua forza, le venne un maleditesta attroce, così potente da far improvvisamente rientrare dentro di lei la sua onda dell'anima.
Senza più protezione, Maka venne schiacciata tra le due anime, che dopo un attimo, si dileguarono.
Maka lanciò un urlo straziante, così potente da poter spaccare il vetro, tutti si terrorizarono, era sdraiata a terra con tutti i vestiti strappati dalla forza dell'onda;
Con le mani a tenersi il capo le gambe accovacciate al petto, era immobile, non si muoveva.
Tutti le corsero incontro urlando il suo nome.

 

 

 


 

NOTE AUTRICE:

Eccomi qui! Siete sorpresi? No?
Bhè, io sì! :)
Devo imparare ad essere più veloce nel pubblicare un capitolo, ma tempo a parte.
Ho dovuto per cause di forza maggiore, dividere in due il capitolo 3 e sempre per cause di forza maggiore ho dovuto decidere dove spezzare il capitolo. Che dite, ho fatto la scielta giusta?
Okay, non sono molto divertente, ma avevo la tentazione di lasciarvi in sospeso, perciò, eccoci qui, con Maka che improvvisamente ha avuto questa specie di malore e non più protetta dalla sua bariera e stata schiacciata tra le due anime. Chissà cosa succederà... Per scoprirlo dovete aspettare il prossimo capitolo.
Ringrazio di cuore chi ha recensito lo scorso capitolo.
Ringrazio le persone che hanno inserito la mia storia tra le preferite e tra le seguite.
Ringrazio chi si limita a leggere solo la mia storia, spero che vi piaccia e che continuate a seguirla.
Vi è piaciuto il capitolo? Spero di scoprirlo con le vostre recensioni, sempre gradite :D
Al prossimo capitolo,
Un abbraccio,
Ciccia.

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Capitolo 5
*** Alleanze sbagliate? ***


The Power Of The Soul
Capitolo 03
Parte 2
Alleanze sbagliate?

 

 

Avete presente quando fate uno sbadiglio lungo, così lungo, da non avere più ossigeno nel cervello e vi sentite girare la testa?
Aggiungete una forte emicrania da spaccare il cervello e fitte in tutte le parti del corpo, come se un intera mandria di cavalli vi vosse passata sopra.
Non riusciva a capire, cosa le stava succedendo, era stordita, aveva una tale confusione in testa, che non riusciva ad riordinare nulla; I suoi ultimi flash le avevano detto di aver avuto un forte malditesta e di aver fatto, ironiamente, sparire barriera dell'anima.
Subito dopo si era sentita schiacciata da due muri di cemento armato, con qualche cavo elettrico scoperto.
Vi lascio immagginare l'ipatto come è stato...
Sentì una mano poggiarsi sopra la sua spalla. Sussultò.
<< Allora sei viva! >>
Dio, in quel istante, pur di non sentirlo, avrebbe preferito morire.
<< Frost, non fare costatazioni del cazzo, per favore. >> Cerco di alzarsi, ma ancora doveva riprendersi dal malditesta e teneva ancora gli occhi chiusi.
<< Ma allora sei informa! Riesci a parla e addirittura dire parollacce, anche se non è da te. >>
<< Chiudi quella bocca, per un attimo Frost! >> Aveva bisogno di silenzio e, ovviamente, non la stava aiutando. Si alzò seduta ancora con le mani a tenersi il capo dolorante, una mano probabilmente di Andrea si era appoggiata sulla sua schiena per sorreggerla.
Subito dopo sentii delle voci, allarmate, troppo alte. Stava per urlare di stare zitti, ma prima che potesse voltarsi e rivolgersi in malo modo, fecero silenzio, nello stesso tempo la mano di Andrea si era spostata dalla sua schiena.
Cercò di aprire lentamente gli occhi, ma vide qualcosa che era meglio non vedere... Ora sì che era incazzata! Ma le mancavano le forze, sospirò e si girò verso Frost.
<< Ho bisogno del tuo aiuto, ti offendi? >> Gli chiese, sapendo che non avrebbe rifiutato, lui le sorrise. << Prego, fai pure. >>
Posò una mano dietro la nuca di Andrea e lo avvicinò a se. La sua fronte appoggiata a quella di lui. Chiuse gli occhi e li chiuse anche lui.
Maka respirò profondamente... Ora sì, che si sentiva meglio.
<< Grazie. >> Sussurò appoggiandosi a lui per alzarsi, lui sorrise e le porse la mano.
Ebbe solo il tempo di controllare se riusciva a rimanere in equilibrio, che venne sovraccaricata di altre domande.
Ma non poteva svenire?
<< Zitti! Ho bisogno di Silenzio! >> Li ammunì girandosi a guardare.
Erano tutti intorno a lei, preoccupati, ma non poteva dare retta a loro aveva una questione da risolvere.
<< Che stai... >> Cercò di chiedere Andrea ma venne fermato con un dito sulle labbra.
<< Se dico che ho bisogno di silenzio, c'è un motivo, stai zitto, grazie. >>
Si girò a guardarsi in giro, poi si fermò di colpo, con un ringhio da omicida non per niente rassicurante.
<< Trovata. >> Annunciò Maka incamminandosi.
Erano in cerchio intorno a lei e per amor di logica, qualcuno intaccava nella sua strada...
Indovinatate chi era?
Essato! Jessica!
Jessica, che sembrava terrorizzata... Oh, forse perché involontariamente aveva rivolto il suo sguardo omicida su di lei. Forse per un'altra occasione, ma non in quel momento, aveva altro a cui pensare, si incamminò...
Attenzione, non accennava a muoversi.
Che rabbia!
<< Scusa... >> Chiese Maka facendo segno di spostarsi.
Lei come un automa spaventato, ubidì senza fiatere.
Una volta superato l'ostacolo, si incamminò di nuovo.
Si ritrovò di fronte a dei alberi.
<< Dammi un sol motivo per cui non dovrei lasciarti vivere! >> Riferii Maka al nulla.
Si sentii una fragorosa risata e una donna con il capuccio a coprirgli il volto uscii dal bosco.
Subito tutti si misero in posizione di attacco, ma Maka li fermò alzando una mano.
<< Ho le informazioni che mi avevi chiesto. Ti basta? >> Chiese allusiva la donna. Maka strinse i pugni, per controllarsi. << Hai visto quello che hai combinato? >> Lei annuì. << Non pensavo che succedesse questo. >>
<< Cazzo, lo sai che non sopporto la telepatia, non la reggo e tu continui a farla! Nonostante sai che mi faccia venire un emicrania! >> Era veramente furiosa, di solito non usava mai quei termini, ma non ci poteva fare niente.
<< Calmati, era solo uno scherzo, non pensavo che annullavi anche la barriera per la tua emicrania, rischiando la morte. >> Cerco di Calmarla, la ragazza. Maka la guardò stupita, ma come diavolo raggionava quella ragazza, con i piedi?
<< Morte? Con quella potenza? Stai scherzando, solo uno stupido penserebbe di farmi morire usando solo quella potenza per l'onda dell'anima, al massimo, posso finire a terra spossata, ma niente di più. >>
La donna avanzò stupita. << Allora, sei solo arrabbiata per il malditesta? >> Maka sbuffò irritata. << Ma per me, mi può anche scoppiare la testa! >>
<< E allora perché sei così arrabbiata? >> Chiese spazientita la donna.
<< Ma lo hai visto come hai conciato il mio impermeabile? >> Chiese di rimando Maka.
Per colpa di quel piccolo incidente, i suoi vestiti si erano strappati, ma quello più danneggiato fu l'impermeabile, che astento la copriva.
Subito dopo si sentii un silenzio, quasi surreale.
L'attimo successivo, si sentiro le risate, non tanto contenute, di Alexis e Andrea.
<< Mamma mia, Maka! Hai un ossessione per tuo impermeabile! >> Sentenziò Alexis tra le risate.
Maka la ignorò, ci avrebbe pensato dopo. Non si maltratta il suo impermeabile!
<< Allora?! >> Chiese spazientita alla donna.
La donna si avvicinò ancora, sollevando il capuccio, mostrando la sua chioma rossiccia, i suoi occhi verdi smeraldo e un suo sorriso smagliante. Allungò una mano verso Maka e lei aprii le braccia ai lati.
Subito dopo, i suoi vestiti e il suo impermeabile tornarono come nuovi.
<< Così va molto meglio! >> Dichiarò Maka, non più arrabbiata.
Tutti rimasero allibiti, con le bocche aperte.
Andrea tossì, cercando di ottenere l'attenzione. << Possiamo passare alle presentazioni? >> Maka gli sorrise, capendo che la ragazza che aveva accanto lo aveva colpito. << Lei è Roxy e non credo sia il tuo tipo. >>
<< Perché mai? Ho sempre avuto un debole per le rosse. >> Rivelò Andrea.
Roxy sorrise e schioccò le dita scomparendo, un secondo dopo ricomparì in mezzo al gruppo alle spalle di Andrea.
<< Ma che bel ragazzo occidentale! >> Dichiarò Roxy, tracciando con un dito i lineamenti del viso di Andrea. << Ma non credo, che avresti un buon feeling con una strega. Mi dispiace un sacco, sembri uno abbastanza dotato. >>
Andrea non ebbe il tempo di rispondere, che lei schioccò di nuovo le dita e si riposizionò a canto a Maka.
<< Mi devi fare sapere il tuo parere, ci conto. >> Disse a Maka, lei si limitò ad annuire.
<< Aspetta. Strega? >> Chiese stupita Alexis. << Credevo che la Shibusen, era in conflitto con le streghe. >>
<< Infatti è così. >> Dichiarò scontroso Kid. << Che ci fa lei qui? >>
<< Non ti preoccupare, ora leviamo le tende. >> Gli rispose tranquilla Maka.
<< Vai contro le regole di mio padre? >> Chiese ancora scontroso Kid.
Maka sorrise. << Non mi risulta, che io faccio parte della Shibusen e poi le regole sono fatte per essere in frante. >>
<< Ben detto! >> Si congratulò Roxy.
<< Noi ci vediamo a pranzo. >> Disse Maka, rivolgendosi ad Andrea che annuì.
Le due ragazze si misero il capuccio, quasi in contemporanea e si incamminarono verso il viale.

 

<< Che ragazza, fantastica! >> Osservò Andrea, guardandole entrambe.
<< Sei così disperato da andare dietro ad una strega? >> Chiese esterefatta Alexis, lui sorrise soddisfatto. << Minimo è di ottavo di livello, è stupefacente come a fatto a mettere KO Maka. Che ragazza! >>
<< Non è solo una regola di mio padre, ma per principio i maestri d'armi, sono in lotta da sempre con le streghe e non riesco ancora a credere che sia incombutta con una di loro. >> Sentenziò Kid.
<< Esagerato. Se Maka è con una di loro ci deve essere un motivo valido. >> Rivelò Andrea.
<< E tu come fai a saperlo? >> Chiese rabbioso Black Star per il comportamento di Maka.
<< Ha detto che ci vediamo a pranzo. >> Rispose con tranquillità Andrea, Black Star si fece ancora più nervoso. << E che vuol dire? >>
Alexis appoggiò una mano sulla spalla di Andrea e sospirò. << Significa che ha qualcosa da dirci e molto importante sopratutto, suppongo che ieri pomeriggio sia andata a chiedere a quella Roxy delle informazioni, che lei ha trovato. >>
<< Non significa che sia una fonte attendibile. >> Sentenziò Kid un po più calmo.
Andrea sbuffò scocciato. << Sentite tutti quanti. So che Maka da a tutti fiducia di circostanza, ma parlando per me e per Alexis, noi le diamo tutta la nostra fiducia, perché non ostante sia scontrosa e violenta, ha la testa sulle spalle e se le danno un obbiettivo, lo raggiunge, senza guardare cosa c'è sulla sua strada. So che non siete abituati ad assistere a questo suo carettere, ma è solo una copertura. Lei ha bisogno di questa copertura. Chiaro? >>
Tutto il gruppo restò in silenzio, stupito da quel monologo che aveva fatto Andrea.
<< Ha rischiato di morire... >> Constatò Tsubaki, con la voce titubante, facendo spazio nel silenzio
<< Nah... >> Rispose con un sorriso Alexis. << Le puoi fare di tutto, ma prima che muia ce ne passa di tempo. Ovviamente parlando sempre di un aspetto fisico. >>
Tsubaki annuì, poco convinta.
<< Che dite, continuiamo ad allenarci, aspettando pranzo? >> Chiese Andrea, iper carico.
<< Sì, sarà un ottimo diversivo. >> Rispose Black Star euforico.
<< Ci alleniamo anche noi Suol? >> Chiese Jessica, girandosi verso di lui.
Lui annuì. << Sì, sarà un buon diversivo... >>
E così, si allenarono, sotto la supervisione del professor Stein, anche lui, immerso nei suoi pensieri.

 

<< Che stanchezza! >> Rivelò Maka, sedendosi come un sacco di patate, su una sedia di un bar, la ragazza di fronte a lei, le sorrise. << La grande maestra della falcie si stanca, un miracolo. >>
Maka sorrise di rimando. << Stanchezza mentale, cosa pensi. Sono qui da due giorni e vorrei tanto correre via a gambe elevate. Stare a Death City è veramente pesante. >> Roxy strabuzzò gli occhi. << Tu che sfuggi alle difficoltà? No, credo che tu non sia in forma. >> Maka sorrise all'espressione buffa di Roxy. << Guarda, se mi dicessi di combattere contro cento uova di Kishin, io lo farei in questo preciso istante. >>
<< Allora sei stanca, di provare sentimenti? >> La incalzò Roxy, lei rise mettendosi una mano sulla fronte. << Lo ammetto. Non sono più abituata. Provare sempre protezione per gli amici era da tanto che non ne sentivo il bisogno. >>
<< Non solo le amicizie distruggono. Anche l'amore ha le sue colpe. >> Osservò Roxy appoggiando i gomiti sul tavolo e il mento sulle mani unite.
Maka scosse la testa. << Per favore, non ne voglio parlare. >> Roxy sorrise comprensiva. << Allora dobbiamo ringraziare il tuo guscio di arroganza e freddezza, se le tue vecchie conoscenze non hanno riconosciuto la vecchia Maka. >>
Lei annuì confermando. << Sono brava, non è vero? >>
Roxy sospirò. << Per dirla tutta no. Dovresti affrontare le questioni, sia che riguardano l'amicizia sia l'amore, non nasconderti e far vedere a tutti il muro del vetro dell'anima. E sappiamo entrambe che non ti serve solo per te stessa, ma anche con questa nuova minaccia. >>
<< Approposito, mi dai le informazioni che ti avevo chiesto? >> Domandò Maka, approfittandone, Roxy sorrise incredula. << Che bello cambiare discorso, quando quello precedente non ti piace. >> Lei fece un sorriso colpevole. << Se vuoi parlarne, ne parleremo dopo le informazioni. >>
<< Il dovere prima di tutto. >> Sentenziò Roxy, facendo comparire dal nulla un grosso blocco di fogli.
Intuendo la domanda nello sguardo interrogativo di Maka. Roxy spiegò << Questo blocco di carta contiene una storia interessante, ottima lettura direi. >> Maka sorrise. << Direi di sì, ma intanto ti va riassumerla? >> Roxy annuì, con sguardo pensieroso.
<< Racconta di un maestro d'armi e della sua buki, del loro rapporto basato sulla fiducia e sulla amicizia. >>
<< Mi è familiare questa storia. >> Intervenne pensierosa Maka. Roxy si limitò ad annuire continuando il suo racconto. << Un giorno, la ragazza decide di provare ad uscire con un ragazzo diverso, che non sia il suo maestro. Lui mosso dalla gelosia, le impedisce di andare all'appuntamento. Litigano molto animatamente, tra accuse e insulti, ma all'improvviso ci fu calma piatta, silenzio, mentre si guardarono nei occhi e senza che nessuno dei due lo programmasse, finorono... >>
<< Per far l'amore. >> Concluse Maka.
Roxy sorrise malinconica e continuò. << Sembrava andare tutto per il meglio. Di giorno squadra a combattere e di notte amanti a soddisfare i loro istinti. Niente complicazioni, tutto come se fosse normale. Ma con il passare dei mesi, la ragazza si stancò di quella situazione. Lei lo amava e non solo perché era il suo maestro e la maneggiava, ma era innamorata di quel ragazzo tanto dolce e protetivo, quello che conosceva all'infuori delle battaglie. La ragazza era insicura, voleva che lui si dichiarasse, ma non aveva il coraggio di domandargli cosa provava per lei. Non sapendo cosa altro fare, architettò un piano per spronarlo a dichiararsi. >>
<< Scommetto che non è andato a buon fine. >> Il commento di Maka, fu ironico quanto triste.
Roxy annuì guardandola nei occhi, smeraldo con smeraldo. << Uscii con un'altro ragazzo, per farsi vedere da lui, spronandolo a dichiarare i suoi sentimenti.
Quando la prima volta uscii con quel ragazzo e lui la vide, litigarono, nessuno dei due capiva l'altro, lui estremamente geloso e lei estremamente ostinata a far rivelare i sentimenti del suo maestro in una maniera tutt'altro che giusta. La ragazza continuò ad uscire con questo presunto ragazzo, ma un giorno il ragazzo stanco di essere sfruttato e attratto dalla ragazza la bacia e lei ricambia senza ritrarsi. Quel giorno la ragazza aveva litigato per l'ennesima volta con il suo maestro ed era furiosa, aveva bisogno di sfogarsi... >>
Roxy pensò che Maka cercasse di intervenire, ma così non fu, resto ferma in attesa che lei continuasse il suo racconto.
<< Finirono a letto in sieme. Lui, grande maestro della frusta, non che uno dei più potenti maestri d'armi in circolazione, posedeva, come te, la capacità di leggere i sentimenti altrui. >>
<< No! >> La interruppe Maka. << Non è possibile. Solo i maestri di sesso femminile possono avere questa capacità. I maschi non possono averla, perché sono stupidi e non capiscono, questa è la prima volta che sento che un maestro d'armi che possiede questa capacità. >>
Roxy sospirò. << Allora non so come abbia fatto, però scoprii che lei lo aveva tradito. Lui smosso dalla rabbia e dall'ira, uccise l'amante e assorbii dentro di lui la sua buki; Smosso dall'odio e dalla rabbia, incomincia a uccidere anime innocenti. Ed ecco formato, il Kishin. >> Maka sospirò. << Che stupido. Ha un nome questo maestro? >>
Roxy annuì, andando all'ultima pagina del blocco, mostrò la foto del maestro d'armi ormai Kishin e il nome.
Maka fece un triste sorriso. << Nagashimi Koshimura. Lo conosciuto, mi sono anche battuta con lui e con la sua buki. Sembravano una bella coppia di queli che impossibile da sciogliere, che nemmeno le peggiori delle torture li avrebbero separati. Li ho conosciuti circa dieci mesi fa e mi sembrava che le cose tra loro erano apposto, senza nessuna incrinatura. >>
<< Che intendi? >> La incalzò Roxy.
Maka sospirò. << Potevano avere anche i loro battibecchi, ma erano uniti e si completavano a vicenda. >>

Roxy scosse la testa. << No, Maka. Mi sono espressa male io. Rifaccio la domanda. Cosa ne pensi, perché secondo te, sono finiti in questo modo? >> Maka sospirò. << Cosa dice il Kishin alle sue vittime, lo sai? >> La rossa annuì. << Sì, dice: " Tu odi? " >> Maka annuì, confermando. << E dimmi, cos'è l'opposto dell'odio? >> Roxy sorrise alla semplice domanda.
<< Facile. L'amor... >> Si bloccò capendo il ragionamento di Maka. Che le sorrise triste. << Hai risposto alla tua domanda. >>
<< No, mi rifiuto! >> Roxy sembrava arrabbiata. << L'amore non può fare questo, non deve! >> Dire che era arrabbiata era minimizzare, Maka sospirò comprendendo la sua rabbia. << L'amore può essere la cosa più bella al mondo, ma può essere anche la più straziante. Ho imparato, anzi, mi hanno insegnato, che l'amore tra maestro e buki, è diverso, è un rapporto complicato. Infatti, si suppone che il maestro e la sua buki non devono stare insieme, devono condividire solo le battaglie e al massimo l'amicizia. >>
<< Ma che assurdità! >> Roxy dava sfogo a tutto il suo rancore.
Maka ne sorrise amaramente. << Non credo che tu possa capire, sei una strega, per voi è diverso. Ma avete anche voi, le vostre regole. Noi purtroppo abbiamo questo. >>
Roxy sbuffò, seccata. << Cambiando questo discorso, per me non tanto piacevole. Tu lo sai che non lo puoi sconfiggere, lo sai no? >> Maka rise, come se avesse appena sentito una battuta. << Non ti preoccupare, c'è sempre una soluzione. Io riuscirò a sconfiggerlo, fidati. >>
Roxy sorrise incredula, ormai rassegnata. << Ora possiamo parlare di cose serie? >>
Maka annuì, non capendo quali fossero, le cose serie, dopo il Kishin.
<< Non ti vedo da quattro anni, ti avevo lasciato con le codine e piatta come una tavola da surf e ora sei una bionda da urlo, tutte curve, mi spieghi cosa hai combinato? >> Chiese quasi con rabbia Roxy.
Maka si trattenne a stento da non cadare dalla sedia. << Avevo diciasette anni quando me ne sono andata, ero in fase di sviluppo, poi non credo di essere cambiata così tanto. >>
Roxy spalancò gli occhi incredula. << Stai scherzando? Ma ti sei vista? Sei una bomba sexy e tu dici che non sei cambiata tanto? >>
<< Comunque anche tu sei diventata una bellissima ragazza. I tuoi ventanni li porti benissimo. >> Maka cercò di sviare l'attenzione su di lei, che funzionò.
Roxy sorrise compiaciuta. << Sì, non mi lamento. Ho un sacco di corteggiatori e sono anche molto carini. >> Maka la guardò stupida e lei sorrise dalla sua impressione. << Certo, dopo che sanno che sono una strega, sviano e se ne vanno. Ma il trucco sta sul non usare i poteri, così da sembrare normale, poi ci sono i vari trucchi. >>
Maka sorrise, capendo ciò che intendeva.
Si alzò, ma prima che potesse dire qualcosa venne preceduta da Roxy.
<< Vedi che non abbiamo finito. Mi devi raccontare cosa hai combinato in questi quattro anni di assenza, sopratutto con i ragazzi, ovviamente. >>
Maka sospirò. << Ne parleremo in un'altro momento. Ora devo andare a pranzare. >>

<< Voglio vedere, quando sarà, suppongo tra altri quattro anni. >> Rivelò ironica Roxy.
<< Prometto, che prima della mia partenza parleremo di nuovo. Va bene? >> Cercò di convincerla Maka, Roxy sospirò sconfitta. << Sì sì, come no. Comunque vuoi una mano per tornare alla Shibusen? >>
<< No! >> Si affrettò a rispondere Maka. << Preferisco andare a piedi. >> Roxy alzò le spalle. << Vedi che l'ho migliorato il trasporto di oggetti. >>
<< Appunto. >> La incalzò Maka. << Oggetti. Non esseri umani, che respirano, magari quando sarai più esperta nel trasportare esseri che respirano. >>
<< Dovrei provare con gli animali. >> Sussurò, come se stesse ragionando a voce alta, Maka annuì. << Ecco brava, ora devo andare. Non ti mettere nei guai e grazie per le informazioni. >>
<< Sappi che mi devi un favore e sei tu quella che di solito si mette nei guai. Ciao! >> Salutò Roxy ancora seduta.
Un attimo dopo schioccò le dita e sparii.
Maka scosse la testa, non si sarebbe mai abituata a parlare con una strega, sopratutto se la strega in questione era Roxy; Aveva un carettare particolare, un po pazza, ma simpatica, si trovava bene con lei e non solo perché non aveva peli sulla lingua, ma sembrava comprenderla in ogni momento. Ma sapeva anche che non c'era da fidarsi di una strega, ma fin quando dava infomazioni veritiere, non c'era nulla di male, anche se le regole della Shibusen non lo permettevano, infondo lei non faceva più parte della Shibusen...
Ora era meglio ritornare e non solo perché aveva delle informazioni da riferire, ma anche perché stava morendo dalla fame. Sorrise ancora per la piccola discussione con Roxy e si avviò verso la Shibusen.

 

<< Ancora non riesco a capire... >
Si stavano dirigendo al tavolo della mensa e Alexis era al quanto perplessa, guardando Andrea portare due vassoi. << Perché hai due vassoi? >>
Lui posò i due vassoi sul tavolo e si sedette. << Devo conquistare punti, per il mio bene. >>
<< Quali punti? >> Chiese stranita Alexis sedendosi dall'altro lato del tavolo, Andrea la guardò stranito. << Non lo sai? Sono i punti di pazienza, sono bravo a conquistarli, ma a perderli ci sto molto di meno. >>
I due ragazzi si erano seduti insieme al gruppo con cui si erano allenati quella mattina, stavano discutendo di vari discorsi, ma si fermarono incuriositi dalla loro discussione un po strana.
<< I punti di pazienza, ma per chi? >> Chiese ancora Alexis in attesa di capire qualcosa di quella discussione.
Andrea sospirò. << Ma come per chi? Per Maka, per chi sennò. >> Vedendo lo sguardo anzi, gli sguardi confusi e un po sorpresi che gli erano rivolti spiegò. << Tu eri in doccia, Maka stava cucinando e io ero seduto a tavola che la pizzicavo. In breve mi ha detto, che se non volevo fargli perdere la pazienza, tanto da picchirmi, dovevo fare delle piccole azioni per guadagnare dei punti e se magari la facevo arrabbiare, lei non mi aggrediva. Ma se finiscono i punti, lei è autorizzata a picchiarmi. >>

Come risposta ricevette dei sguardi più che sbalorditi.
<< Questa discorso non ha senso. >> Comentò in fine Alexis. << Basta semplicemente non punzecchiarla e si risolve il problema, no? >> Andrea rise di gusto. << E il divertimento dove sta? >>
Alexis spalancò la bocca in una grande "A" << Tu ti diverti a far arrabbiare Maka? >>
Lui annuì convinto che in quel discorso fosse del tutto normale. << Più che divertirmi mi eccita. Quando fa quello sguardo furioso, da assassina, quella sua voce diventa così aggressiva e forte, mi eccita da morire e non riesco a resistere. >>
<< Mi sembra che questa frase lo già sentita. >>
Andrea sentii un soffio leggero nel suo orecchio e quella voce così bassa, in quel momento, lo fece irrigidire. Non l'aveva sentita arrivare.
Maka sorrise dietro di lui, si appoggiò gli avambracci sulle sue spalle. << Che c'è? Non sei solo tu che si sa aggirare furtivamente. >> Maka si accorse di un particolare. << Ma guarda che carino che sei stato! Mi hai preso anche da mangiare! >>
Con un sorriso girò dall'altra parte del tavolo, nel frattempo salutò al gruppo con un " ciao a tutti " sorridente.
<< Allora, qualche punto lo guadagnato? >> Chiese Andrea, una volta che Maka fu seduta davanti a lei, lei annuì. << Abbastanza... wow! Tutte cose che mi piacciono. Allora veramente hai preso appunti. >>
<< Io questo lo chiamo sfruttamento. >> Intervenne Alexis con il broncio.
<< No, questo si chiama affare. >> La coresse Maka.
<< Ricatto. >> Ribattè Alexis.
<< Trovato! >> Esultò Maka, stranamente allegra. << Compromesso. >>
<< Esatto. >> Le diete corda Andrea.
Scosse la testa, meglio perderci le speranze.
<< Come mai sei di buon umore? >> Chiese Alexis regalandole piccole gomitate, Maka sospirò. << Perché ho un regalo per voi. >> Andrea fece un sorriso smagliante al sentir pronunciare la parola " Regalo " che si spense quando Maka gettò con la cura di un elefante un grosso blocco di fogli non per niente incoraggiante.
<< Tesoro sono molto contento che hai avuto questa idea del regalo, ma mi sembra che sei tu quella del gruppo che piace leggere. >> Tentò con molto calma e cercando di controllare le parole, Maka non potè trattenere la risata guardando la sue espressione. << Scemo, vedi che questa è una storia molto interessante. >>
<< Ecco perché eri un raggio di sole, hai avuto informazioni concrete sul tuo avversario. >> Rivelò Alexis, dopo un imput avuto il testa, Maka si limitò ad annuire, Andrea sbuffò. << E io che credevo, che sorridevi, perché ti ho preso il pranzo. Invece perché ora sai quello che volevi sapere. >>
Maka si sporse verso di lui appoggiando i gomiti sul tavolo. << Sai Frost, hai zero spirito di osservazione, come tutti i maschi dal tronde. Alexis è giustificata perché non mi può guardare in viso, ma tu che mi stai di fronte, davvero deludente. >>
<< Quindi, perché hai quel sorriso? >> Chiese con molta cautela Andrea.
Maka sospirò e incominciò a raccontare non solo ad Andrea e Alexis, ma all'intero gruppo, il riassunto che le fece Roxy su quella storia strana quanto triste, sul Kishin. Mostrò le foto del maestro d'armi, ormai Kishin e dalla sua arma.
Alla fine del piccolo racconto, Andrea se ne uscii in un modo non tanto gradito.
<< Ho capito! Quindi sorridevi, perché trovi così assurda la storia, da non riuscire a trattenerti! >>
Maka si mise una mano sulla fronte, rassegnata da ormai troppo tempo.

1...

2...

Andrea sorrideva tutto contento, convinto che aveva capito una volta ogni tanto...

6...

7...

<< Scusa Maka, ma cosa stai facendo? >> Chiese Andrea, una volta reso conto che non venive calcolato, lei sospirò. << Conto fino a dieci, ma a quanto pare non funziona con te. >>
<< Ma che ho... >>
Venne interrotto dalla mano alzata di Maka, levò l'altra dalla fronte e lo guardò nei occhi. << Sappi che hai perso tutti i tuoi punti guadagnati. >>
<< Ma perché? >> Domandò contrariato Andrea.
<< Perché sei stupido! >> Dissero in simultanea Alexis e Maka, lui sbuffò rifiutandosi di capire il loro ragionamento.
<< Comunque, ora che hai le informazioni e dici che sono affidabili. Ora ci puoi dire come si può sconfiggere. >> Cambiò discorso Andrea, era meglio non insistere sul quel punto.
Maka sembrò pensarci su. << Come sconfiggerlo, ho un idea, ma non credo che sia quella giusta, invece per non farsi eliminare, basta non avere cattivi sentimenti. Come ho già detto. >>
Lui annuì cercando si riuscire a capire. << Quindi alla domanda che ti pone dei rispondere negativamente, giusto? >>
Lei annuì. << Ma devi rispondere con verità, perché lui capisce con la lettura dell'anima, chi mente e chi no. >>
<< Tutta colpa di quella ragazza! >> Sbottò Andrea, giunto ad una sua conclusione.
<< Come, scusa? >> Maka si irritò particolarmente a quella esclamazione, lui si schiarii la voce non più tanto convinto della sua supposizione. << Se la ragazza non sarebbe andata a letto con quello, lui non si sarebbe infuriato, uccidendo il suo amante e assorbendo lei. La colpa è della ragazza. >>
Maka lo guardò truce. << Ma mi hai sentito mentre parlavo, o alle parole amore, innamorata e dichiarazione, il tuo cervello è andato in black out? >>
<< Eh? >> Andrea era più che confuso, fare un discorso serio con Maka era impossibile.
Maka aprii la bocca senza parlare, fece un respiro profondo. << Va bene, è meglio che la chiudiamo qua, che è meglio. >>
<< Ma io voglio capire, cosa intendi! >> Sbottò Andrea.
Prima che Maka, potesse rispondere in malo modo, Alexis appoggiò una mano sul suo braccio.
<< Provaci. >> La incoraggiò Alexis, Maka sospirò e guardò di nuovo Andrea, con falsa speranza che lui potesse capire. << Ascoltami attentamente è semplice il discorso. Lei innamorata di lui, voleva che il suo maestro si dichiarasse, dato che in parte sapeva che lui l'amava, ma voleva esserne sicura, per spronarlo a incominciato ad uscire con un altro ma la situazione si è complicata. Lui accecato dalla rabbia e dalla gelosia ha ucciso l'amante ed assorbito lei. >>
<< E quindi, di chi è la colpa? >> Chiese cauto
<< Di entrambi. Quando si è in una squadra o in una coppia, si sbaglia in due. Non può essere solo di uno la colpa. >> Rispose Maka, sperando di essere stata capita.
<< Capito. Ma comunque non vedo, la colpa del maestro, ha fatto tutto la sua buki. >> Rivelò il suo pensiero Andrea.
Maka si alzò stringendo i pugni, cercando di contenersi.
Ma era mai possibile, che fosse così stupido?
Ispirò profondamente e buttò via l'aria. Quando si fu calmata parlò con una strana tranquillità ma non si rivolse a lui.
<< Ehi Patty, tu hai capito la colpa del maestro d'armi? >>
Lei annuì sorridente. << Certo, si capisce fin dall'inizio. >> Andrea fece per parlare ma Maka lo fermò, indicando di stare in silezio.
<< Kid, tutti abbiamo capito la colpa che ha la sua buki, ma sai che colpa ha il maestro? >>

Kid sembrò pensarci su, poi scosse la testa. << Sinceramente, no. Credo che la colpa sia della sua buki. Lui non ha fatto niente di male, solo reagire troppo brutalmete. >>
Maka allargò le braccia, con un sorriso che transitava dall'amaro al vittorioso.
<< Ed ecco la mia teoria, si rivela giusta. >>
<< Non ci credo. >> Alexis era sconvolta. << Pensavo, che Frost era così lui di natura, con un cervello piccolo. Ma a quanto pare non è l'unico. E parliamo del figlio del Sommo Shinigami. >>
<< E non è l'unico. >> Rivelò Maka. << Gli fanno bella compagnia. Anche Black Star, Soul e tutti i maschi del mondo. >>
Black Star cercò di ribattere, ma Maka lo precedette.
<< Non è vero, Tsubaki? >>
Star si girò a guardarla, mentre lei chiamata in causa abbassò lo sguardo e annuì. Lui rimase in silenzio allibito.
<< Dato che a me non mi ascolta, lo vuoi spiegare tu a lui? >> Le chiese ancora Maka, mentre Black Star con uno strano silenzio attendeva la risposta della sua buki.
Tsubaki annuì a stento. << Diciamo, che non rientra nella vostra comprensione. Ho dedotto una teoria su questa forma di comprensione. Una parte del vostro cervello maschile e chiusa, perciò certi argomenti non entrato nella vostra comprensione. Ancora però non so quando si potrà aprire quella vostra parte del cervello, sinceramente spero presto. >>
<< Ma tu sei un mito! >> La adulò Alexis. << Questo si che parlare. Teoria azzeccata. Ma chi sei? >>
<< Un ottima arma, ottima osservatrice e un ottima amica. Un po timida, ma le devi dare solo l'occassione per parlare. Una bellissima teoria direi. >> Rispose Maka. Tsubaki arrossì a quella piccola descrizione su di lei.
<< Io continuo a non capire! >> Sbottò Andrea, contrariato, con la comprensione dei altri tre ragazzi seduti a tavola.
Maka sbuffò. << Non ti devi preoccupare. Tu devi solo sapere, che devi provare qualcosa di buono verso una persone e che lei possa ricambiare, è chiaro? >> Lui annuì pensieroso.

<< Allora è vero. >> Disse una voce, che sinceramente incominciava ad irritare a Maka, ma da buona educazione doveva rispondere.
<< Cosa? >> Chiese Maka.
Jessica si sporse in avanti per guardarla. << Che se mantieni il vetro dall'anima, non potrai batterti contro il Kishin. >>
Tutto il gruppo divenne improvvisamente silenzioso interessato a quella conversazione, un po calda.
Maka dovette trattenersi dal riderci in faccia e dal risponderci in malo modo, ma grazie anche alla mano sulla spalla di Alexis si controllò. << Questa mi è nuova. Chi ti ha detto che non potrò battermi contro il Kishin? >>
<< Anche tu adesso. Hai detto che bisogna provare buoni sentimenti. >> Rispose Jessica.
Doveva offedersi per quella costatazione?
Sperava sinceramente che si rendesse conto del carico delle sue parole, perché se non le capisse, ci pensava lei a fargliele capire.
<< Impratica stai dicendo, che io non provo buoni sentimenti e de per questo che non posso battermi con il Kishin? >>
<< Non intendevo questo. >> Cerco di spiegarsi Jessica.
<< Hai fatto intendere questo. >> Ribattè Maka.
Altro che calda, qua la tensione saliva ogni minuto che passava.
<< Intendevo dire, che con il vetro dell'anima non puoi far capire al Kishin quali sono tuoi veri sentimenti. >> Tentò di spiegarsi meglio Jessica.
<< Ha scoperto l'America. >> Comentò Alexis, che venne subito fulminata con lo sguardo da Maka.
Si voltò verso Jessica. << Il vetro dell'anima riguarda solo me e non credo che tu dovresti preoccuparti. >>
<< Ma come farai a batterti con lui? >> Domandò Jessica in cercando di capire, Maka sospirò. << Ho altre carte nella manica. Non sai di quello che io sono capace. Non sottovalutarmi, sarebbe un grande errore. Non mi faccio fermare da una stupida domanda. Chiaro? >>
<< Io non ti sottovaluto. >> Ribattè con più coraggio Jessica. << La detto anche Shinigami, che non puoi batterti con lui. >>
<< Oh, allora se lo dice Shinigami, è la verità. >> La ironia usciva da tutti i pori. << Shinigami non mi vede da più di quattro anni e al di fuori delle sue mura, non sa nulla. Si affida ai suoi osservatori, che gli fanno da occhi e orecchie. Ovviamente, io li ho evitati. >> Jessica rimase in silenzio non sapendo come rispondere.
<< Scusami Maka. >>
Una voce la chiamò.
Se la voce di Jessica incominciava ad irritarla, quella che aveva appena sentito, aveva stra superato il limite di soportazione.
Ma i suoi genitori le avevano insegnato, qualcosa che si chiama, educazione ed era ora di dimostrare ad uno dei suoi genitori, che aveva imparato qualcosa, ovviamente nel limite del soportabile.
Si girò verso il suo interlocutore. << Sì? >>
<< Il Sommo Shinigami, desidera vederti. >> Rivelò Spirit.
Parli del diavolo, ma questa volta Maka era sicura che non fosse una coincidenza. Allargò le braccia per fargli notare dov'erano. << Sto pranzando, non credo di poter venire. >>
<< Maka, il Sommo Shinigami vuole vederti, ora. >> Ribattè con una strana calma la falcie della morte.
Avete notato il cambio del verbo? Era così semplice cambiare il senso della frase, passando da un piacere ad un obbligo, ma infondo era abituata.
<< Se è per le informazioni, gli puoi dare questo blocco di fogli. Io ho già una copia. >>
<< Maka, Shinigami ti aspetta. Devi andarci. >> Rispose ancora una volta Spirit.
Bene, ora siamo passati al dovere di andarci, stiamo andando molto bene.
Si avvicinò a suo padre e parlò con voce dura e ferma. << Gli dici al Sommo Shinigami, che io sono molto occupata e che quando avrò tempo ci andrò. Tanto so che le informazioni già le sa e non vedo il motivo per cui io debba andarci. >>
Lo vide sospirare e scuotere la testa, chissà a cosa stava pensando, forse alle sua testardaggine che guarda caso aveva preso da suo madre.
<< Maka, sai che io te lo sto dicendo con le buone, ma se non mi ascolti, arriverano le cattive. >>
Maka stava cercando di trattenere una risata, un po troppo espansiva, limitandosi ad un sorrise.
Stava per rispondere nel peggiore dei modi, quando una mano si posò sulla sua spalla si voltò ed incontrò gli occhi di Alexis.
<< Andiamoci, non c'è nulla di male. >>

<< No, solo Maka. >> Specifico Spirit.
Maka sorrise; Ci poteva scommettere tutto quello che aveva, che sarebbe andata a finire così.
<< Pure? >> Chiese ironica Alexis.
Spirit stava per intervenire ma venne preceduto da Andrea.
<< Con tutto il rispetto, che posso avere per l'arma del Sommo Shinigami. Le dico che Maka non muoverà un passo senza di noi. Ora siamo una squadra, perciò se il Sommo Shinigami, desidera parlare con lei, dovrà parlare con tutta la squadra. >>
Maka sorrise e sporse la mano, per il cinque che Andrea sorridendo lo accettò.
<< Questo sì, che è parlare e anche in modo professionale! >> Lui annuì soddisfatto. << Allora, ho ripreso i miei punti? >> Maka si limitò ad annuire, ritornando seria, per guardare suo padre.
<< Allora? >>
<< I tuoi compagni, non hanno infranto le regole della Shibusen. >> Rispose risoluto Spirit. Maka sorrise stupita. << Bastava dirlo prima, ma di solito quando qualcuno in frange le regole non viene prelevato da una buki, giusto? E poi io collaboro con la Shibusen, non è che ne faccia parte. Riferisci anche questo. >>
Spirit strinse i pugni, doveva aver pazienza, nemmeno gli fu il tempo di aprire la bocca che Maka continuò a parlare.
<< Digli anche, che sto arrivando. Da sola. >>
Spirit rimase allibito con la bocca apera; Non riusciva a capire i suoi cambi di umore e di pensiero. Cosa aveva detto per fargli cambiare idea?
Non aveva la minima idea.
Annuì, in segno di assenzo e di salutò, si girò e andò verso la camera della morte.
Maka si sistemo l'impermeabile e fece per andarsene, ma venne fermata da un mano sul braccio.
Si voltò e vide nello sguardo di Andrea, confusione e sorpresa.
<< Voi in tanto andate ad allenarvi assieme. Io vengo subito. >>
Andrea strinse di più la prese sul braccio. Maka sospriò e si avvicinò a lui, guardandolo nei occhi. << Non ti preoccupare, non succederà nulla. Come ha detto mio padre, Shinigami ha solo voglia di vedermi. >>
Andrea lasciò la presa sul suo braccio e sbuffò scocciato. << Tanto è inutile discutere con te. >>
Maka sorrise. << Bravo bimbo. Ora devo andare, ci vediamo là. >>

Detto questo Maka si voltò e andò verso la stanza della morte.

 

Circa due ore dopo. Avete letto bene, DUE ORE dopo.
Maka uscii dalla porta della stanza della morte, stravolta sia psicologicamente, che fisicamente.
Shinigami purtroppo aveva questo brutto particolare di fare impazzire la gente, fino a che non cedevano al suo volere, modo di dire, perché in fondo non costringeva nessuno, dava solo piccole spinte sulla strada giusta.
Ma lei era stata brava a resistergli, rispondeva a tono quando serviva e grazie al controllo delle sue emozioni, non fece trapelare nulla di quello che pensava. L'unica cosa sicura, che in quel momento sapeva, era che non sarebbe più entrata nella stanza della morte sola assieme a Shinigami. Sì sola, perché una volta entrati fece uscire, sia la sua falce della morte, che il professor Stein, anche loro stupiti del suo comportamento.
Comunque, non ostante tutto il mal di testa che le aveva causato, si era fatta una nuova idea, un nuovo modo di vedere, ma il suo obbiettivo non cambiva, qualsiasi cosa le avrebbero detto.
Purtroppo in quel momento, il mal di testa non era causato solo dalle parole di Shinigami. Ma anche da un certa persona a lei molto conosciuta, che non aveva fatto altro che guardarla con quei occhi famelici. Non che ci facesse caso, ma sentiva molto spesso quei occhi rubino su di lei.
Avrebbe detto una menzogna, se dicesse di essere indifferente al suo sguardo; Ma diamine, non poteva guardarla in quel modo. Non quando stai assieme alla tua maestra d'armi.
Stava camminando nel corridoio per raggiungere gli altri, quando una mano abbastanza robusta e forte la prese per un braccio strattonandola e trascinandola, in uno di quei famosi corridoi stretti e bui, dove difficilmente qualche studente ci passava.
Si ritrovò spalle al muro, con due mani vicino alla sua testa. Non reagii, perché sapeva chi era, l'aveva riconosciuto.
<< Tu non dovresti essere insieme ai altri? >> Chiese Maka, già in modalità respinta.
<< Dovevo andare in bagno. >> Rispose rauco.
<< Potevi farla in un albero. >> Ribattè Maka spingendolo per andare via.
Ma fu bloccata di nuovo.
Voi vi chiederete: Ma perché non lo respingere con l'onda dell'anima?
Sicuramente, la nuova Maka lo avrebbe fatto senza pensarci. Ma non poteva farlo, non a lui. Perché in qualche modo, incosapevolmente, voleva stare lì, anche per pochi minuti, non voleva respingerlo così duramente, voleva stare a contatto con lui.
<< Io non so più come comportarmi. >> Rivelò Soul a pochi centimetri dal suo viso.
Maka fece un sorriso, ma dentro era in subuio, doveva controllarsi; ma a quella distanza, come diavolo riusciva a controllarsi? Ma doveva provarci lo stesso.
<< Semplice, devi stare con la tua maestra d'armi ed ignorare la mia presenza. Cosa che tu non fai! >>
Soul chiuse le mani a pugno. << Io non ce la faccio ad ignorarti! Non posso, non ci riesco. Sai quanto è stato brutto stamani, vedere quel dannato Frost, sorreggerti, apposto mio? Sai come mi sono sentito? Impotente, volevo fare qualcosa, ma non potevo. Non c'ero io a protegerti, non c'ero io a sorreggerti. Cazzo, Maka! Non c'ero io! Lo capisci? >>
Quanto potevano fare male quelle parole, era come se un elefante le avesse appena passato sopra con la sua enorme zampa.
<< Soul, non tocca più a te diffendermi. Tu devi solo pensare alla tua maestra d'armi, quello che succede a me non ti deve riguardare. >> Fredda e distaccata, come mai era stata; Ma quella volta, perché le faceva così male esserlo?
Soul scosse la testa con un sorriso amaro. << Sai quanto è brutto non essere più il tuo centro di attenzioni? Prima non ci facevo caso, che tutte le nostre chiacchiere con il gruppo, in verità la maggior parte erano rivolti a me, per fare conversazione. Ora invece, so perfettamente, cosa significa, non essere più il tuo centro di conversazione; Le rivolgi tutte a Frost. Oggi ho capito, che eri tu che mi faceva attacare bottone, per parlare, anche con Black Star, ora fatico a parlare anche con lui. Perché non ci sei tu che mi sproni. Questo lo capisci? >>
Se prima era passato un elefante sopra di lei. Ora cosa era passato? Un Tram?
Non poteva farcela, non poteva.
<< Soul, mi dispiace che fatichi a parlare. Mi dispiace che con il mio andar via, ai praticamente smesso di parlare. Ma non posso farci niente, non più. Tu non sei la mia buki e io non sono la tua maestra d'ami, non sono più io a maneggiarti. Non tocca più a me spronarti. >>
<< No! >> Sbottò Soul sbattendo i pugni sul muro. << Tu sei la mia maestra d'armi, lo sei sempre stata e io sono la tua buki. >>
Maka sospirò. << Soul smettila! Sono passati quattro anni. Lasciami in pace, quello che devi fare è stare con la tua maestra d'armi e con gli altri. >>
Cercò di respingerlo una seconda volta, ma venne trattenuta per l'ennesima volta, bloccata al muro con le mani di Soul ai lati della testa.
<< Non posso stare senza di te, per me questi quattro anni sono stati tremendi. Come faccio a starti lontano? >>
Basta, altri due minuti con lui è sarebbe successo l'irreparabile, era meglio falla finita anche se non voleva lasciarlo in quello stato, ma lei purtroppo non poteva farci più niente.
<< Fammi passare Soul, questa conversazione è finita. >>
<< Non trattarmi con freddezza, Maka! >> Ribattè contrariato Soul. Maka si stava arrabbiando per davvero. << Non so come altro modo di dovrei trattare. Lasciami passare, ora. >> Fredda e perentoria. Cosa che Soul non accettò per niente, in fatti non si mosse di un solo centimentro, fermo con il suo sguardo sui gli occhi di lei.
<< Soul, non mi costringere a passare con le brutte. >> Minacciò Maka con voce dura. Lui scosse la testa. << Non mi sposto. >>
Maka appoggiò i i pugni sul petto di Soul. << Non voglio farti male, non c'è motivo. Spostati Soul, devo andare. >>
Ci mancava solo che lo pregava, non voleva fargli del male, ma non sarebbe stata più altri istanti con lui.
<< Perché mi respingi? >> Soul sembrava quasi afflito, come se fosse stato battuto.
Maka parlò, ma non più con voce fredda, bensì con molto altro. << Soul, non sei l'unico che in questi quattro anni ha sofferto. Tu non sai cosa sia successo a me, in questi quattro anni; Come io non lo so di te. Non sei l'unico che manca la vecchia vita di prima, ma non si può vivere ricordando il passato, si va avanti, con ciò che hai costruito. E tu, purtroppo, sei rimasto fuori dalla mia costruzione. Ora tocca a te, costruirne una ben solida, senza di me. >> Maka scostò il braccio che le bloccava la strada, superandolo. Soul rimase fermo, bloccato, stonato.
<< Ciao Soul, ci vediamo in allenamento. >>
E se ne andò lasciandolo lì solo, in quel corridoio buio, con i suoi pensieri.
Shinigami rispetto a Soul era solo musica stonata. Soul è come i rumori di una metropoli; La mandava in confusione.
Non si era mai confidato così con lei, non aveva mai espresso quello che provava, era strano sentire i tormenti di Soul, provenire direttamente dalla sua bocca.
Aveva visto passare tante cose negli occhi di Soul: dalla confusione, alla rabbia, dalla tristezza, alla ostinazione, per finire di nuovo alla confusione.
Stava male vederlo così, ma non poteva stare accanto a lui. Quanto aveva voglia di perdersi in uno dei suoi abbracci, quanto aveva voglia di perdersi in quel oblio che erano le sue labbra. Ma non poteva, non doveva trattenersi, ma ogni giorno riusciva sempre più difficile.
Doveva fare in modo, da non stare più sola con lui o veramente, non si sarebbe più controllata.
Da quel momento in poi, doveva fare molta più attenzione, nel controllare le proprie emozioni, si era aperta troppo con Soul e con Liz. Non sarebbe più successo, non doveva succedere, mai più.
Che mal di testa che le era venuto, troppi pensieri, troppe emozioni, neanche il vetro dell'anima poteva aiutarla. Le serviva proprio una belle dormita, anche se ultimamente gli incubi, non acconsentivano alla sua richiesta...

 

 





NOTE AUTRICE:
Ma guarda cosa vedono i miei occhi... Ciccia ha aggiornato! Un miracolo!
No, scherzi a parte, mi scuso veramente per questo ritardo. Ma non so come, ho avuto una settimana, così intensa, da nemmeno riuscire a leggere le fanfiction che mi piacciono, pensate nel revisionare il capitolo. ( cosa non tanto piacevole -.- )
Passando al capitolo...Maka a quanto pare non si è fatta un grafio, ho l'impressione che sia fatta di marmo... dovremmo testarla :D
Oh... i miei occhi si sono posati su un nuovo personaggio, chi sarà mai? Roxy!
Una strega, molto attraente e conosciente di Maka... Che gli ha procurato, delle informazioni riguardanti questo nuovo Kishin... Chissà come... bè ognuno di noi ha le proprie fonti :)
Per caso... Vi è piaciuta l'ultima scena?
Ho voluto far uscire fuori le frustrazioni di Soul, dato che è sempre così taciturno e sta sempre in disparte... Poverino. Ho scritto anche delle emozioni di Maka, per farvi capire, che anche se è cambiate in tutti modi possibili, c'è ancora di vecchia Maka, dentro di lei e c'è un motivo valido perché è cambiata...
Voglio ringraziare chi mi ha recensito nello scorso capitolo, siete fantastici! Grazie di cuore. Mi dispiace crearvi disagi per l'attesa.
Voglio anche ringraziare, chi a inserito la storia tra le seguite o tra le preferite. Ringrazio anche chi si limita a leggere la mia storia, sono felice di darvi almeno dieci minuti di stacco dalla vita vera. :)
Al prossimo capito,
Un abbraccio,
Ciccia.

PS. Non so quando aggiornerò. Ora che è iniziata la scuola, spero di trovare il tempo per scrivere.
Spero di aggiornare al più presto.
Ciao :)

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Capitolo 6
*** Fiducia... ***


NOTE INIZIALI:
Mi scuso per l'attesa e per un eventuale disaggio nell'attendere questo aggiornamento.
Spero che l'attesa di questo capitolo sia dimenticata con la sua lettura.

Buona lettura,
Ciccia.

The Power Of The Soul
Capitolo 04
Fiducia...
Parte 1

 

Sono due giorni, che Maka evita lo stretto contatto con Soul o direttamente evita di stare sola con lui nella stessa stanza, anche se in presenza di altre persone.
Esattamente due giorni da quando Soul aveva rivelato tutta la sua angoscia e tutto quello che sentiva per lei.
Due giorni che continuavano gli allenamenti, ognuno nei rispettivi gruppi:
Kid e Black-Star aveva fatto notevoli miglioramenti, il confrontarsi con Alexis e Andrea aveva dato buoni frutti, ma all'interno dei vari gruppi si poteva chiaramente sentire, percepire, la tensione che si celava tra loro, anche da piccole azioni o atteggiamenti comuni.
Anche Jessica aveva fatto un notevoli miglioramenti, ma purtroppo non era ancora sufficiente, aveva accresciuto la propria anima, ma non riusciva a controllarla, non senza l'aiuto di Soul, che non poteva maneggiare al meglio, per un loro dislivello dell'anima.
Soul in quei giorni di allenamento solo per Jessica, si sedeva sotto un albero e guardava in silenzio l'allenamento che eseguivano le due ragazze, oppure si allenava insieme al professor Stein.
<< Oggi riprendiamo da dove abbiamo lasciato ieri? >> Chiese Jessica convinta di ricevere una risposta affermativa.
Quel giorno erano distanti più del solito dagli altri due gruppi, che si stavano allenando per i conti propri, erano molto più isolati dei giorni precedenti.
Maka aveva fatto strada fino a quel punto e, Soul e Jessica si erano limitati a seguirla, senza domandarle nulla.
Maka scosse la testa. << No, abbiamo perso abbastanza tempo. Voglio vedere l'eco della vostra anima. >>
Jessica annuì un po sorpresa, ma non ribattè la sua decisione, volse lo sguardo verso Soul, che le rispose con un cenno del capo, avendo già udito le parole di Maka.
Si trasformò in falce della morte e lei lo impugnò tra le sue mani.
Maka trattenne il respiro, era così strano vedere Soul maneggiato da un'altra maestra, anche se non voleva ammetterlo le dava un certo fastidio allo stomaco.
Lo reputava del tutto normale, in fondo Soul era stato la sua prima buki e non solo quello, era stato il suo più caro amico, forse amico era troppo riduttivo per il loro rapporto che avevano avuto, ma ora...
<< Eco dell'anima! >> Annunciò Jessica.
Subito dopo vide una grossa sfera intorno a Jessica e Soul...
C'era qualcosa che non andava, non era perché aveva qualcosa contro Jessica, quando si trattava di allenamenti lei era sempre stata obbiettiva, senza alcuna emozione ad ostacolare il suo giudizio.
In quel l'eco dell'anima, mancava qualcosa, c'era qualcosa che non andava bene, ma non riusciva...
Trovato!
<< C'è uno squilibrio, Soul ti trattieni, non gli dai tutta la tua energia, gli dai solo una parte. >>
<< Tutta non la può reggere. >> Ringhiò Soul sotto sforzo.
Maka strinse i pugni. Ma quanto poteva essere stupido?. << Così tu sprechi il doppio dell'energia. Il problema è suo, se non la sa reggere, deve imparare. Non la puoi gestire tu l'anima di entrambi, lo deve fare il maestro d'armi. >>
<< Ci abbiamo già provato. Ma è finita a terra distrutta. >> Ribattè Soul, sotto sforzo.
Maka sospirò, era inutile fare raggionare quel ragazzo, era nella sua natura contraddirla, da sempre. << Se non cade, non potrà mai rialzarsi e diventare più forte. >> 
Soul sbuffò contrariato. << Non tutti sono abituati a cadere, come te. Per poi rialzarsi e diventare molto più forti di prima. >>
Che gran colpo basso!
Maka strinse i pugni trattenendosi dal colpirlo, aveva un ottimo autocontrollo, ma quando scoppiava risultava un po troppo violenta. << È vero, Io sono diventata più forte, con le mie cadute. Che ancora oggi fanno sentire il proprio dolore. Nella vita se vuoi ottenere veramente qualcosa, non rimurgini su ciò che hai lasciato. Continui ad andare avanti. >> Soul fece per parlare, ma Maka continuò. << E ancora oggi continuo a cadere per poi rialzarmi. Se non gli dai l'occassione di poter migliorare, non supererà mai i suoi limiti. >>
<< Per me possiamo provare. >> Si intromise Jessica stringendo più forte Soul tra le sue mani.
Soul sospirò rassegnato 2 contro 1, era inutile continuare a protestare, tanto sapeva che non avrebbe concluso nulla.
<< Va bene. >> Sospirò rassegnato.
Anche se sapeva che quella storia non finiva di certo bene.
Riformarono l'eco dell'anima...
Questa volta c'era più equilibrio di prima, ma era solo un minimo miglioramento, non bastava, ma almeno era un miglioramento.
Ad un ulteriore aumento dell'anima, vide del sudore scendere dagli zigomi di Jessica, i suoi occhi dilatarsi e i suoi muscoli tendersi fino al limite.
Dopo due secondi venne spazzata via dalla propria onda dell'anima, lasciando la presa del manico della sua buki, che in lesa cadde a terra.
Jessica invece, fece un volo di circa venti metri...
Soul, una volta tolta la trasformazione in falce della morte, corse verso Jessica sdraita ansimante a terra, per niente in grado di muoversi, forse era un miracolo se era ancora cosciente.
<< Jessica, mi senti? Come stai? >> Chiese Soul, una volta raggiunta la sua maestra d'armi.
Lei era ferma e immobile a terra, faticava a respirare, figuriamoci se riusciva a parlare.
<< Te l'avevo detto, che non sarebbe riuscita a gestirlo! >> Le rinfaccio con rabbia, guardando Maka avvicinarsi.
<< Perché non stai un po zitto! >> Lo amutuilì lei, inginocchiandosi accanto al corpo immobile di Jessica, ancora cosciente.
Maka posò la mano aperta sull'addome di lei. Respirò profondamente.
<< Grazie. >> Disse Jessica, una volta che riprese fiato.
Maka annuì. << Ora so dov'è il tuo limite e lo sai anche tu. Ora devi solo fermarti prima del insopportabile e mantenerlo, così da aumentare la resistenza e abituare il tuo corpo a questa energia. >> Poteva considerarsi fiera di quella ragazza, aveva avuto il coraggio di affrontare i propri limiti, senza tentennare neanche per un attimo.
<< Questa è una pazzia. >> Protestò ancora una volta Soul.
<< Soul, lei ha bisogno di migliorare, sia per lei, sia per la vostra squadra. Mettitelo bene in testa! >> Lo rimproverò Maka, provocando uno sbuffò spazientito di Soul, volendo rispondere a quella provocazione ma si trattenne dal farlo, solo per non ferire i sentimenti di Jessica.
<< Soul, io voglio migliorare. >> Aggiunse convinta Jessica. << Io voglio poterti maneggiare con destrezza. >>
Soul si alzò in piedi sbattendo le mani sui pantaloni per pulirli. << Solo Shinigami può maggiarmi come si deve, nessun altro può. >>
Jessica annuì alzandosi anche lei da terra.
Però Soul non si era rivolto a lei, o almeno non solo, perché aveva parlato guardando nei occhi, Maka.
Lei scosse la testa rassegnata con un sorriso amaro.
Certo che lui era il re dei colpi bassi, perché fino a prova contraria, c'era un'altra persona che sapeva maneggiare con destrezza Soul, anche meglio di Shinigami. Ma in quel caso non centrava niente l'eco dell'anima e la sua potenza, contava la sintonia e il capire a volo il pensiero dell'altro.
<< Questo allenamento, lo farai da sola, quando non ci sarò io. >> Informò Maka, cambiando discorso. << Ora voglio fare un altro test. >>
Come risposa ricevette due sguardi perplessi.
Soul si massaggiò la fronte con un mano: Cosa aveva in mente questa volta?
<< Intanto voglio che riformiate l'eco dell'anima. >> Spiegò Maka rispondendo a quella domanda muta.
I due annuirono, anche se non riuscivano a capire che cosa aveva in mente Maka.
Riformarono l'eco dell'anima.
<< Sai usare il Majogari, giusto? >> Chiese Maka.
Jessica si limitò ad annuire.
<< Bene, usalo contro di me. >> Dichiarò Maka.
<< Ma cos->>
<< Silenzio! Fallo e basta. Usa tutta la tua potenza contro di me. Sei libera io non reagirò, se desideri puoi usarlo anche come sfogo. >> La interrupe Maka, con uno sguardo che trasudava sicurezza da tutte le parti.
Jessica annuì, poteva essere una di quelle occasioni che capitava una sola volta nella vita, in fondo lei aveva appena detto che non si difendeva dal suo attacco.
Anche se non capiva perché le aveva chiesto di attaccarla, forse per vedere quanto potente era il suo Majogari, non era sicura, però voleva approfittare di quella situazione per far vedere quanto lei in realtà fosse forte, forse era smossa da una gelosia non dimostrata, quando lei si era ripresentata.
C'era una cosa che non capiva: Se lei fosse stata apposto di Maka, avrebbe cercato in tutti modi di riprendersi la sua buki... Allora perché non la fatto? Perché non ha cercato in alcun modo di riprendersi la sua buki a cui era tanto legata?
<< Che hai intensione di fare? >> Le chiese Soul sfruttando l'eco delle loro anime.
<< Ho intensione di fare quello che mi ha chiesto. >> Rispose convinta della sua decisione.
Soul fece un sorriso nervoso. << Stai scherzando? È una pazzia, ha detto che non reagirà, finiremo per ammazzarla. >>
<< Finiscila Soul! >> Rispose irritata Jessica. << Se non mi sbaglio, la chiesto lei, è inutile discutere, ora concentrati. >>
La irritava, che Soul si preoccupasse per quella ragazza.
La irritava, non riusciva a sopportarlo; Non aveva mai avuto il coraggio di chiedergli se veramente provava un qualcosa di prottetivo nei confronti di quella ragazza, ma già sapeva e lo vedeva che non aveva mai smesso di pensarla, e questo le faceva male.
<< Voglio che usiate la vostra massima potenza, quindi aumentate l'eco dell'anima fino al limite di poco fa e poi attaccatemi con tutta la potenza del majogari. >> Diede ancora una volta le istruzioni Maka.
Bene.. Voleva il massimo e l'avrebbe avuto.
<< Forza Soul! >> Lo incoraggiò Jessica.
<< ECO DELL'ANIMA! >> Annunciarono all'unisono.
Portò la lama della falcie dientro alle sue spalle.
<< MAJOGARI! >>
Subito dopo la lama di Soul si estese, prendendo la forma di una mezza luna. Jessica si caricò per sferrare il colpo.
Maka l'aspettava immobile con le mani dentro le tasche dell'impermeabile, sicura dell'esito di quella prova.
Jessica mise un piede avanti come appoggio e sferrò il Majogari contro Maka, era sicura di colpirla e ormai non aveva più il tempo per difendersi.
Era spacciata...
Qualcosa successe...
Si era bloccata, immobile,un attimo prima di colpirla, la lama della sua buki si arrestò, fermandosi ad un centimentro dal viso di Maka.
Ma cosa?
Non riusciva più a muoversi né a muovere Soul.Non era stata lei a fermarsi, forse era un'altra tecnica che aveva sviluppato Maka, ma era impossibile fermare il Majogari con le mani nelle tasche.
<< Qualche problema? Perché ti sei fermata, Jessica? >> Chiese Maka, con aria di chi già sapeva la risposta.
<< Non sono stata io. >> Rispose. << L'hai bloccato tu? >>
Lei riusciva a vedere l'anima, ma non vedeva nessuna barriera né sentiva la presenza di una invisibile, come l'altro giorno.
<< E come avrei fatto? Sarebbe stato troppo anche per me. >> Ci ironizzò su Maka, facendo crescere il nervosismo di Jessica. << E cosa è successo, non riesco più a muovermi. >>
<< Tu ne sai qualcosa Soul? >> Chiese Maka, con finta innocenza, ancora con la lama a due centimetri dal suo viso.
Soul non rispose, Jessica strinse i manico della sua buki irritata.
<< Me lo vuoi dire cos'è successo o no? >> Chiese Jessica sul l'orlo della rabbia.
<< Diciamo che con questa prova ho avuto la conferma che Soul sia nettamente più potente di te e che può fermare ogni tua azione d'attacco. Quello che mi sorprende maggiormente, perché non abbia eseguito la mossa e perché l'ha fermato, contro la volontà della sua maestra d'armi. Oltre tutto sprecando un sacco di energie. >> Rispose con estrema tranquillità, da poter sembrare quasi irritante.
Soul ritornò nella sue sembianze umane. << Perché era una pazzia. >>
<< Il punto è che non hai seguito il tuo maestro. >> Rispose seria Maka, a tu per tu con Soul, guardandolo negli occhi.
<< Ti avrei colpita e ferita gravemente, tu non ti saresti difesa! >> Ribattè Suol, furioso e stanco per le sue solite pazzie.
Maka scosse la testa. << Questo non è un problema tuo! Il tuo unico obbiettivo era quello di colpirmi. Non quello di pensare alle possibili conseguenze. >>
<< Questo non glielo puoi chiedere. >> Intervenne Jessica, stupendo entrambi. << Sei stata la sua maestra è normale che sia ancora affezionato a te. >>
Maka scoppiò in una fragorosa risata assolutamente finta e sforzata, cattiva, se guardata da occhi esterni. << Quindi se il Kishin mi assorbisse nel suo corpo, voi non lo attecchereste perché ci sono io al suo interno? >>
I due non ebbero il tempo di rispondere, perché Maka continuò puntando l'indice contro Jessica. << E tu, non dovresti parlare, perché ti sei fatta bloccare dalla tua stessa buki, questo errore in battaglia è fatale. >>
Jessica boccheggiò non sapendo cosa dire.
Soul si limitò a rimanere in silenzio aspettando una conclusione.
<< Questo si potrebbe anche risolvere. >> Rivelò Maka sospirando.
<< E come? >> Chiese Jessica.
<< Dato che tu non hai la stessa potenza né il controllo che ha Soul, devi per forza dipendere da lui. >> Spiegò Maka con una mano a massaggiarsi la fronte, si voltò e guardò Soul dritto nei occhi. << Quindi, tu devi seguire tutte le decisioni che prende la tua maestra d'armi anche se le puoi contrastarle, devi fidarti di ogni sua scelta. In pratica, Soul, devi fidarti di lei. >> Concluse Maka, con l'amaro in bocca.
Soul la guardò come se si fosse appena trasformata in un allieno, la guardava allibito, in credulo di tutto quel discorso, per lui assurdo.
<< Vogliamo veramente parlare di fiducia, Maka? >> Chiese Soul, interrompendo quello strano silenzio che regnava tra loro, interrotto solo dai suoni che producevano i due gruppi impegnati nei proprio allenamenti.
Lei rise, una risata quasi forzata, amara, era stanca anche lei di tutto questo, di sforzarsi e di trattenersi tutto, Soul non era l'unico. << Non dovresti parlare di questo con me, ma con Jessica. Comunque sia, risolvetela, parlate. Fra dieci minuti rifacciamo questo test e voglio che questa volta mi colpiate. Ora vado dal professor Stein. >>
Soul non ebbe il tempo per ribattere perché Maka gli volse le spelle, per andare dal professore.

 


<< Ho visto e sentito, il tuo allenamento di oggi. >> Rivelò Stein appoggiato a un albero, sentendo la presenza di Maka alle sue spalle.
Oggi la giornata di Maka era proprio amara, dato che rifece un altro mezzo sorriso, tanto per cambiare, amaro.
<< Pensavo che stava seguendo gli altri, negli allenamenti. >>
Stein rivolse il suo sguardo, che prima era posato su l'allenamento di Kid, verso Maka. << Mi sono avvicinato quando ho visto che Jessica ti stava lanciando il Majogari. >>
Maka annuì. << Capisco... >>
<< Secondo te, quando avrò la possibilità di parlare con la mia allieva? Dato che a parlato con tutti anche con una strega, tranne che con me. Devo pensare che non vuole parlarmi? >> Chiese scherzoso Stein.
Maka scosse la testa sorridendo. << Interferenze. Ci sono state tante cose da fare in questi giorni, non sa quanto anch'io desideri parlare con lei. Ma non è possibile, ora. >>
Stein annuì e spostò lo sguardo su due giovani ragazzi ventenni, che sembrava stessero discutendo, o almeno la ragazza parlava e il ragazzo annuiva non in grando di ribattere, o forse immerso in un mondo tutto suo.
<< Di cosa stanno discutendo? >> Chiese Stein.
<< Se ha seguito il mio allenamento, lo può anche immagginare. >> Rispose risoluta Maka.
Stein annuì. << Forse sì. Ma tu, meglio di tutti, dovresti sapere quanto Soul sia restio a fidarsi delle persone. E che solo una persona è riuscita ad aprire la porta della fiducia in Soul. >>
<< Stein non incominci. >> Lo rimproverò Maka. << Si va avanti nella vita, non si può sempre pensare al passato. Soul non andrà da nessuna parte se non ha punti di appoggio. Se loro vogliono essere una squadra devono sorreggersi l'uno su l'altra. >>
Stein sospirò avvicinandosi a Maka. << Quello che dici può essere anche giusto, però non puoi chiedergli di fidarsi di qualcuno, quando già si fidava e si fida tutt'ora di una determinata persona. Maka non puoi chiedergli di eliminarti dalla sua vita. Lui in questi quattro anni è riuscito a non sfracellare e a non cadere, solo grazie al tuo ricordo. >>
<< Sì, ma- >> Maka tentò di protestare.
Ma Stein la interruppe appoggiando le mani sulle sue spalle.
<< Ascoltami, bambina. Soul neanche voleva avere una maestra d'armi. Quando ha conosciuto Jessica era contrario a tutte le decisioni che prendeva il Sommo Shinigami. Alla fine ha ceduto solo per mantenere la promessa che ti aveva fatto. Quello che voglio dirti, e che non puoi chiedergli di colpirti, andrebbe contro in ciò che lui crede. In tutto. >>
Maka abbassò lo sguardo scuotendo la testa.
<< Lei pensa che non lo sappia? >> Chiese ironica Maka.
Stein strabuzzò gli occhi sorpreso, alzando le mani dalle spalle di Maka senza rispondere.
<< Secondo lei, perché lo fatto? >> Chiese ancora una volta Maka, l'ironia lasciò spazio all'amara consapevolezza.
Ma Stein ancora una volta non rispose.
<< Secondo lei, pensa che non lo sappia che lo sto facendo soffrire come un cane? Pensa che non lo sappia che il trattarlo freddo, non lo ferisca? Pensa che non lo sappia che se continuo così, finirò per farmi odiare? >> Maka stava sfogando tutto la sua rabbia, però non in modo violento, ma con un velo di delusione, sempre con quel sorriso amaro, e con la sua voce piena di ironia amara, tanto sapeva di rassegnazione.
<< Bhè, lasci che le dico una cosa. Secondo lei, io non soffro? Io non sto pure male, sapendo che lo sto spezzando? Qui Soul, non è l'unico a soffrire. >> Parlò ancora una volta Maka, ma questa volta dura e fredda come il ghiaccio.
<< Io lo avevo intuito, ma non capisco il motivo? >> Chiese Stein tentando di capire qualcosa in più.
<< Perché lo faccio? Perché una volta sconfitto il Kishin, io partirò di nuovo. Non resterò a Death City. Lui deve staccarsi da me, una volta per tutte. Quattro anni fa non volevo neanche io separarmi da lui, ma ora lo compreso il motivo. Pensavo che quattro anni bastassero, ma, a quanto pare, no. >> Spiegò Maka.
Stein sorrise aggiustandosi la montatura degli occhiali. << Non avevi considerato un fattore importante, ecco perché pensavi che quattro anni bastassero. >>
<< Quale fattore? >> Chiese confusa Maka.
<< E poi dici, che noi uomini siamo stupidi e non comprendiamo. >> Rispose vacuo Stein dandole le spalle dirigendosi verso Kid che in quel momento si stava riposando.
<< Ah Maka, quasi dimenticavo. >> Dichiarò Stein girandosi. << Se osservi bene, c'è un po di tenzione. >>
Maka annuì. << Non si preoccupi, già l'avevo notata. Devo solo finire questo test e penso al resto. >>
Stein annuì proseguendo per la sua strada interrotta.
Maka sospirò appoggiandosi di schiena all'albero e scivolando lungo il tronco fino a sedersi sul terreno. Chiudendo due secondi gli occhi.
Finalmente un po di relax...
Apri gli occhi e vide, Jessica e Soul avvicinarsi.
Era stata la pausa relax, più lunga che avesse mai fatto, incredibile...
Forse ora erano pronti per affrontare il test, chissà...

 

 

<< Tu non ti fidi di me, Soul? >> Chiese triste Jessica, quando furono soli.
<< Se non mi fidassi di te, non saremo diventi una squadra, non pensi? >> Rispose quasi annoiato, forse un po scocciato Soul.
<< Se è come dici tu. Mi dici cos'è per te la fiducia, Soul? >> Chiese ancora una volta Jessica.
Fiducia...
Ora che ci pensava, non ricordava più il significato della parola fiducia.
Quale significato poteva avere, quel singolo termine?
Era inutile non lo ricordava...
Allora perché le aveva detto che le dava fiducia? Per accontentarla? Per non sentirla parlare ulteriormente?
Perché questa singola parola gli poneva tante domande, ma nessuna risposta?
Cosa poteva significare fiducia?
Qualcosa di positivo verso qualcuno?
No, troppo ridicola come definizione.
Nessuno gli aveva insegnato cos'era la fiducia.
Però pensando a quella parola, gli vennero in mente tanti di quei ricordi. Quei ricordi dove quella parola riecheggiava nell'aria senza bisogno di nominarla, perché tra loro due, fin dal primo momento da quando si erano visti, fin dal loro primo incrocio di sguardi, si erano scambiati una fiducia, ma non quella che dai al proprio maestro d'armi o alla propria buki, non quella che si da ad un amico; Una fiducia diversa, intensa, una fiducia che impossibile da cancellare, che rimmarà per sempre...

 

<< Per oggi, può bastare. >> Annunciò Stein, alla fine dell'allenamento estenuante e poco produttivo.
<< No... Sto bene.. Possiamo continuare. >> Ribattè ansimante Maka rialzandosi da terra.
Soul che guardava la scena, senza poter intervenire, perché aveva ottenuto il permesso di assistere agli allenamenti, ma di qualcunque tipo sia stata la situazione o lo stato di Maka, lui non doveva in alcun modo intervenire, cosa che lo infastidiva veramente tanto.
<< Maka, per oggi abbiamo finito. Vai a casa a cenare. A domani ragazzi. >> Rispose perentorio Stein.
<< No! Aspetti- >> Cercò di ribatterè Maka, ma già Stein le aveva mostrato le spalle e si stava incamminando.
Soul le si parò davanti appoggiando le mani sulle sue spalle. << Maka, andiamo a casa. Oggi hai fatto abbastanza. >>
<< No! Soul, oggi non ho fatto proprio nulla, nessun miglioramento. Niente di niente! >> Ribattè ferma Maka.
Soul scosse la testa, maestra più testarda non se la poteva trovare. << E se continui, stanca come sei, non ci sarà nessun tipo di miglioramento. Andiamo a casa, hai bisogno di mangiare e di fare una bella doccia. >>
Maka si lasciò cadare sulle ginocchia con le mani a comprirle il volto.
<< Ehi, Maka che succede? >> Si preoccupò Soul inginocchiandosi a sua volta.
Ma Maka non rispose...
Improvvisamente, Soul sentì un mezzo sospiro pieno di lacrime da parte di le. Un singhiozzo che lo fece scuotere, preoccupandosi ancor di più, la prese per le spalle e la incominciò a scuotere.
<< Maka, mi dici che cosa ti prende? >>
<< So- Sono... solo una... nu- nullità. >> Rispose tra i singhiozzi Maka.
Era rimasto così sconvolto da quella risposta che restò interdetto per un attimo, Maka che si auto offendeva, non era assolutamente normale, di solito quel compito di offenderla aspettava a lui. Doveva fare assolutamente qualcosa. Ma infondo lui cosa poteva fare? Solo sorreggerla...
Soul appoggiò le sue mani su quelle di Maka, allontanandole lentamente dal suo viso. Quel che vide gli piacque ancor meno. Gli occhi verdi di Maka, sempre così allegri e pieni di vita, erano diventati pieni di lacrime, tristi, vuoti.
Doveva esser forte, per lei. Non doveva arrabbiarsi, rischiava solo peggiorare la situazione, doveva essere dolce e comprensivo.
<< Ehi, Maka. >> La chiamò come per far risvegliare quei occhi vuoti.
Lei alzò lo sguardo, prima posato sul terreno, sui suoi occhi aspettando che lui continuasse.
<< Tu non sei una nullità. Tu più di tutti non lo sei, non dovresti neanche dirlo. Devi solo aver pazienza. Ma per ora hai bisogno di recuperare le forze. Andiamo a casa, ti và? >> Parlò con la voce più dolce che aveva, tranquillo senza far trapelare le sue emozioni, tutte colme di rabbia.
Lei si limitò ad annuire.
Lui le sorrise comprensivo e si voltò sempre in ginocchio dandole le spalle, facendo sporgere le sue mani all'indietro verso di lei.
<< Che.. fai? >> Chiese Maka con voce febbrile.
<< Ti porto a casa. >> Rispose con semplicità voltando la testa per guardarla.
Maka era un po titubante. << Vedi che ce la faccio da sola con le mie gambe. >>
Soul sbuffò scocciato. << La smetti di fare storie. Dai sali, voglio portarti io a casa. Approfittane di questo mio momento di bontà. >>
Maka sorrise. << Va bene. >>
Detto questo si sporse verso Soul appoggiando le mani sulle sue spalle. Anche Soul si sporse di più verso di lei, posando le mani sul retro delle ginocchia fece un piccolo saltello e se la mise sulla schiena, mettendosi in piedi.
Lei strinse in automatico le gambe intorno alla vita di Soul e le braccia in torno al suo collo.
<< Ehi, così mi strangoli. >> Scherzò Soul accarezzando distrattamente con una mano il braccio intorno al sul collo.
Sentì Maka sorridere sulla sua nuca.
Sospirò, il suo respiro a contatto con lui, con la sua pelle, lo mandava in subuio, era sempre stato così ed era convinto che sarebbe stato sempre così.
Maka lasciò un bacio leggero sul retro dell'orecchio di Soul e poi sussurò. << Grazie, Soul. >>
Lui incominciò ad incamminarsi. Dopo quel tocco leggero delle labbra di Maka era diventato teso come una corda di violino se non di più, non poteva farle scoprire la sua tensione, perciò ci scherzò su. << Di nulla. Ma da domani a dieta, devo dire che sei un po pesantuccia. >>
Quel che ottenne fu uno scappellotto in testa. << Scemo! Sai certe volte penso che eri meglio quando eri taciturno. >>
<< Che ci vuoi fare? Diventare falce della morte, ha cambiato anche la mia personalità. Ormai mi devi tenere così. >>
No, non era vero, non era stato il cambiamento da semplice falcie a falcie della morte a cambiarlo, bensì, il cambiamento del rapporto tra lui e Maka.
Era cambiato, era diventato in qualche modo più intenso, ed era più forte di lui, doveva scherzare con lei, doveva provocarla, non riusciva a rimanere serio o indifferente ad ogni mossa che faceva, ma al contrario ogni cosa che faceva lei, gli ispirava la battuta per farla arrabbiare.
Gli piaceva ricevere le risposte stizzite di Maka, o come in quel caso ricevere dei piccoli o qualche volta anche forti scappellotti. Ma quella volta non ritrasse la mano, la lasciò sulla sua nuca a giocare con le sue ciocche di capelli. Cosa che da un lato gli piaceva dall'altro...
<< Lo sai, che hai dei capelli davvero morbidi? >> Gli chiese Maka con area stanca.
<< Credo che la stanchezza ti faccia delirare. >> Suppose Soul, smorzando la tenzione dentro di se.
Lei annuì. << Forse hai ragione tu. Penso che ho bisogno veramente di farmi una bella doccia e di mangiare qualcosa. Ma non so quale delle due fare prima. >>
Soul sorrise sistemandola meglio sulla sua schiena. << Facciamo così, dato che sono pieno di bontà. Tu ti fai una bella doccia, nel frattempo io riscaldo la cena. Va bene? >>
Lei annuì sul suo collo. << Grazie Soul, sei un angelo. >>
Lui sorrise, restando in silenzio e camminando fino a casa.
Arrivati a casa, Maka andò subito in doccia e Soul si apprestò ad accendere i fornelli per riscaldare la cena.
Mezz'ora dopo Maka usci dal bagno con il pigiama e i capelli umidi. Sorrise nel vedere la tavola apparecchiata e Soul ai fornelli.
<< Grazie ancora Soul. >> Lo ringraziò ancora una volta Maka.
Soul si voltò, guardandola. << Non ho fatto niente, percui tu mi debba ringraziare. Vedo che la doccia ti ha fatto proprio bene. >> Altro che bene, si era rigenerata lei, e il suo splendido sorriso era riapparso.
<< Dai mettiamoci a tavola, che ormai è pronto. > Annunciò Soul con due piatti in mano.
Si sedettero a tavola ed incomminciarono a mangiare.
Dopo un paio di bocconi Maka decise di parlare un po titubante. << Ho deciso di diminuire i giorni di allenamento con il professor Stein. >> Soul sorrise per quella bella notizia, ma prima che potesse parlare Maka continuò. << E ho anche deciso di intensificare gli allenamenti. >>
Soul la guardò allibito. Ma cosa le passava per la testa?
<< Questa è una pazzia. Per caso hai usato troppa acqua calda? Non vedi come ti riduci dopo ogni allenamento? >> Già era di pessimo umore per come ha esagerato oggi in allenamento, ora non riusciva a trattenere tutto il suo risentimento, verso quella pazzia.
<< Soul, questa non è una pazzia, ho bisogno di migliorare e intensificando gli allenamenti mi servirà per migliorare prima possibile. Poi ti ho detto che ridurrò i giorni di allenamento, così avrò il tempo per riposarmi. >>
Quando, sotto la doccia, ci aveva riflettuto su, le era sembrata una buona idea. Sapeva che Soul non avrebbe gradito la notizia, ma non pensava che reagisse così.
<< Sì, che lo è! Non farai altro che distruggerti molto più di prima, senza ottenere lo stesso nulla, non avrai mai abbastanza tempo per riposarti, per recuparare l'energia che hai perso, e poi Maka, dovresti sapere che ci vuole tempo nelle cose, non puoi affrettare sempre tutto. >> Aveva dato sfogo hai suoi pensieri, era stato bravo fino a quel momento a portare pazienza, ma non poteva tollerare altre pazzie di Maka.
<< Era meglio che non te lo dicevo. >> Sbuffò Maka ritornando a mangiare, ma prima che portasse la forchetta in bocca parlò di nuovo, dura e risentita. << Tu non mi capisci. >>
Soul non potè fare altro che rimanere a bocca aperta a quella affermazione di Maka. Lui che non la capiva?
Maka era uscita proprio fuori di testa, come faceva solo a pensare che lui non la capiva. L'aveva sempre appoggiata in tutto, non poteva dirgli così.
NON POTEVA, ACCIDENTI!
Si alzò con fin troppa calma e parlò con voce dura e fredda. << Forse hai ragione tu, nella maggior parte dei casi non riesco a capire i tuoi atteggiamenti. Sai che ti dico, fai quello che ti pare, riduciti ad uno straccio. Io però non voglio assistere alla tua pazzia. Vado in camera mia, non ho più fame. >>
Detto questo, la lasciò sola a mangiare e si diresse nella sua camera.
Si buttò di peso sul letto, di pancia ribalzando un paio di volte per il contraccolpo, sprofondò il viso nel cuscino.
Voleva urlare, era arrabbiato, non riusciva veramente a comprendere come ragionava quella ragazza così cocciuta.
Ormai lui non poteva fare più niente, la decisione era stata prese, non gli restava altro che accettarla.
Ma non oggi!
Aveva, quasi, assorbito tutto il rancore provocato da come si era ridotta sia fisicamente che psicologicamente; ancora si chiedeva come faceva a non crollare. Certo subito dopo l'allenamento si era lasciata andare ad un pianto che a lui gli aveva spezzato il cuore, ma subito dopo, uscita da quella doccia, aveva ritrovato la carica, e il modo per ripartire.
Si era rialzata, infondo, senza di lui. Sapeva quanto forte era Maka e che in un modo o nell'altro, solo o non sola, ce la faceva, perché quello era il suo obiettivo e non lo mollava testarda com'era.
Sbuffò voltandosi e mettendosi supino sul letto con le mani dietro alla nuca a sorreggersi la testa.
Chiuse gli occhi, doveva rilassarsi, la rabbia lo stava consumando e il non aver voce il capitolo e il non poter far niente lo stava divorando, più che mai.
Dieci o forse venti minuti più tardi, aveva trovato un po di relax, aveva un respiro regolare, ormai aveva assorbito tutto.
Sentì qualcuno bussare alla sua camera e subito dopo aprirsi. Non aprii gli occhi, se lo faceva rischiava di perdere tutta la tranquillità che aveva trovato.
Sentì dei passi avvicinarsi al suo letto per poi fermarsi.
<< Posso parlarti, Soul? >> Chiese con voce insicura, con la paura di essere rifiutata.
Lui sospirò restando con gli occhi chiusi, neanche gli aveva chiesto se stesse dormendo, lei sapeva che lui non stava dormendo. << Ci siamo detti tutto. Tu hai deciso e mi hai riferito. Senza ascoltare nè confidarti con nessuno. Ora voglio solo dormire. >>
Sentì il suo letto abbassarsi leggermente, lei si era deduta sul bordo.
<< Per favore, Soul. Non voglio vederti così, lascia che ti spieghi. >>
Lui sbuffò sonoramente, non la voleva nè ascoltare nè vedere, pensava di averla assorbita, ma a quanto pare la rabbia non lo voleva lasciare facilmente.
Aprì gli occhi. << Cosa puoi farci, in fondo io non riesco a capirti. Ora lasciami in pace che voglio dormire, non ti preoccupare che domani mi sarà passata. >>
Maka scosse la testa con sguardo triste. << Ma io voglio che tu capisca. Io ho bisogno che tu capisca il mio intento, io ho bisogno che tu creda nelle mie decisioni. Ho bisogno che tu creda in me. >>
Soul chiuse gli occhi, in conflitto con se stesso. Maka, a differenza sua, era sempre stata brava con le parole. Con esse riusciva a convincere e a far ragionare anche il più cocciuto dei esseri viventi.
Voleva in qualche modo comprenderla ed ascoltare, ma più pensava a come si sarebbe ridotta e più rimaneva contrariato dal suo comportamento.
Aprì gli occhi e si alzò seduto sul letto, guardando Maka nei occhi e parlando con voce dura, forse troppo. << Tu hai solo bisogno che io acconsenta a tutto, che ti cali la testa. Così tu tranquilla puoi continuare nella tua pazzia! >>
Maka abbassò gli occhi colpita, sia dalle sue parole sia dal suo tono di voce, con lei non aveva mai parlato con una voce così dura, nemmeno quando litigavano duramente.
Le lacrime premevano per uscire ma le trattenne. << Ti prego, Soul. Credimi, non voglio che tu acconsenta, voglio solo che tu mi capisca. Ascoltami. >>
Soul sbuffò iritato sdraiandosi di nuovo sul letto con un braccio a coprirgli il volto. Non sopportava vedere Maka così, a l'orlo delle lacrime, sofferente. Forse era per evitare di vederla così, che ogni volta acconsentiva alle sue idee autolesionistiche.
Ma aveva bisogno di capire una cosa importante. << Perché? >>
<< Cosa? >> Chiese Maka confusa.
<< Perché hai bisogno che io capisca, che io ti creda? Tanto so che lo fai lo stesso, anche se non ti capissi. >> Aveva fatto quella domanda quasi con amara ironia.
Voleva guardarla nei occhi mentra gli dava la risposta, ma aveva il timore di vedere ancora i suoi occhi pieni di lacrime, per questo tenne il suo braccio a comprirgli gli occhi, basandosi solo su ciò che sentiva.
Maka sorrise, non seppe riconoscere che tipo di sorriso era... forse era imbarazzo.
<< Non è vero che fa lo stesso. Quando tu credi in quello che faccio, ho sempre una carica in più. Quando invece.. >> Si lasciò sfuggiare un sospiro colmo di lacrime.
Soul colpito dalle sue parole tolse il braccio da gli occhi e la guardò aspettando che lei continuasse. << Quanto invece tu, non credi in quello che faccio, mi manca quella forza che uso per spingermi ad rialzarmi. Se tu non credi in me, mi sembra tutto inutile. Come se non avesse senso che lo facessi. Perché tu non credi in me, per questo voglio farti capire perché lo sto facendo. >>
Finito il discorso, Maka non resistette a trattenere una lacrime, che scese copiosa sulla sua guancia...
Soul allungò una mano verso di lei, stendendo tutto il braccio. Avvolse con la sua mano la guancia di Maka e con il pollice tolse quella singola lacrime. Odiava vederla piangere, ogni lacrima che usciva da quei bellissimi occhi verdi, era come se lo colpisserò con un pugnale, una lacrime, una coltellata. E lui non voleva questo.
Lei rimase interdetta.
Lui le sorrise. << Vieni qui. >>
La dolcezza di quelle due parole la colpì in pieno.
Ancora un po scossa, inclinò il viso verso la sua mano e con una mano accarezzò il braccio di Soul.
Quel gesto fece in modo, di mandare un input a Soul, la voleva sentire, voleva sentire il suo calore su di se. Con delicatezza la spinse leggermente verso di lui e lei si fiodò su di lui abbracciandolo e appogiando la testa tra la spalla e il collo.
Se la ritrovò spalmata su tutto il suo fianco, sentiva il respiro di lei soffiargli sul collo ed era una sensazione magnifica.
Lei sorrise, serena di quel contatto.
<< Mi ascolterai? >> Chiese con voce insicura.
Soul le accarezzò i capelli, fermandosi sulla nuca per massaggiarla con i polpastrelli.
<< Shh.. Parliamone domani. >> Era sereno, percepire il calore di Maka lo rilassava sempre, non voleva far cessare quella tranquillità anche per pochi secondi.
Maka mise una mano sul torace caldo di Soul, sollevendosi un po per guardarlo negli occhi. << Soul, io non voglio che ti passi, solo per rassegnazione della mia scelta, come già ti ho detto voglio solo che tu capisca. >>
Soul sospirò, non c'era modo di evitare di interrompere la tranquillità trovata. Come sempre la testardaggine di Maka ha la meglio su tutto.
<< Ti ascolto. >> Disse in fine, consapevole di non poter più rimandare.
Maka prese un bel respiro prima di parlare. << Io voglio migliorare, ma non perché non sono contenta dei miei risultati e voglio portarmi al limite. Ma perché dopo la tua trasformazione in falce della morte, tu sei diventato molto più forte di me e un maestro d'armi non si può permettere di essere inferiore alla sua buki. >>
Soul fece un sorriso amaro. << Quindi è una questione di orgoglio? Credevo che non fossi così. >>
<< Ma infatti non sono così. >> Sbottò Maka sollevandosi da lui. << Non fare quello che non si è accorto di niente. Ho difficoltà a maneggiarti, perché io non sono in grado di reggere la tua forza dell'anima. >>
Ed era vero, l'aveva notato anche lui che nei ultimi tempi aveva difficoltà nei movimenti, ma non aveva certo pensato che fosse per causa sua. E comunque non la giustificava ad ammazzarsi la vinta negli allenamenti.
<< Questo si può risolvere, io potrei controllare l'energia che ti mando e non eccedere più di tanto, così che tu possa reggerla. >> Sperò veramente di aver trovato una soluzione a quel supplizio.
<< No! >> Rispose dura Maka. << Spenderesti troppa energia, una buki non deve trattenere la propria energia dentro di se, possono succedere gravi conseguenza e io non voglio. >>
Altro che trovare una nuova soluzione, non c'era nulla che lui potesse fare. << Anche continuando con questo allenamento potrebbero succederti gravi conseguenze, non lo capisci? >>
Maka sospirò e guardo Soul negli occhi. << Tu ti fidi di me, Soul? >>
<< Cosa? >> Ma che domanda era? Perché gli diceva questo? Cosa centrava in tutto quello?
<< Ti fidi di me? >> Maka lo ripetè con più convinsione di prima.
<< Certo che mi fido di te. >> rispose instintivo Soul, ancora non riuscendo a capire il senso di quella domanda.
Maka fece un sorriso strano che non seppe indentificare.
<< Cos'è per te la fiducia Soul? >> Domandò Maka non più con l'arroganza di prima.
Aprii la bocca per rispondere, ma non ne uscì nessun suono.
Cos'era la fiducia?
Che gran bella domanda, una di quelle domande che poteva fargli solo Maka, che usava sempre per spronarlo a pensare, oppure quando rispondeva senza pensare alle domande che gli poneva.
Voleva farlo pensare, per questo non si offese quando non rispose subito, sapeva che lui aveva bisogno di riflettere.
Se non sapeva il vero significato del termine fiducia, perché aveva risposto così istintivamente?
Quando era piccolo la sua dolce mamma gli aveva regalato uno dei suoi pochi splendidi insegnamenti: " Se una persona risponde di getto ad una domanda, significa che la sua mente non ha avuto il tempo di riflettere ad essa. Perché il cuore era arrivato subito alla risposta. "
Forse era proprio vero, lui aveva risposto senza problemi alla sua domanda, perché sapeva di fidarsi di Maka.
Ma perché si fidava di lei?
Forse perché la voleva bene, forse perché con lei si poteva confidare, forse perché con lei stava bene.
Troppi forse, non sapeva che risposta dare, era troppo insicuro.
Alzò lo sguardo verso di lei, che si teneva sollevata con le mani appoggiate una sul suo petto e una sul materasso. << Credimi, io mi fido di te di te, ma- >>
Maka gli impedì di parlare posando delicatamente un dito sulle sue labbra.
Gli sorrise. << Lo sai cos'è per me la fiducia? >>
Lui si limitò ad un cenno negativo, non potendo parlare con il dito di Maka premuto sulle sue labbra.
<< Per me la fiducia è quando credi veramente in quella persona, quando credi nelle sue capacità, quando sai di poterle dire tutto perché ti appoggerebbe, perché sai che può farcela. La fiducia è quel sentimento dove l'amicizia regna sovrana, è quel sentimento dove puoi fare anche le più grandi cazzate di questo mondo, quella persona ti sosterà sempre qualunque cosa accada. Perché si fida di te e sa che puoi farcela. >>
Soul sorrise a quelle parole e accarezzò il braccio di Maka steso verso di lui. << In pratica è quello che tu hai fatto per me. >> E n'era felice, perché sapeva che su Maka poteva sempre contare.
Maka sorrise, cominciò ad accarezzare le labbra di Soul con il dito appogiato, piano piano si spostò lungo la guanca accarezzandola, arrivò in fine dietro la nuca di Soul, fermando lì la mano.
Si guardavano intensamente negli occhi. << Ti chiedo solo di fidarti di me, so quello che faccio. Ho bisogno di sapere che tu ti fidi di me. >>
Soul sorrise e la spinse una seconda volta contro di se stringendola a se.
Respirò nei suoi capelli. << Io ho sempre creduto nelle tue capacità, non le metterò mai indubbio, ma ho il timore che possa ridurti al limite. >>
Maka lo strinse di rimando. << Prometto che non mi porterò mai, dopo il mio limite massimo, riposerò abbastanza e non mi ridurò in fin di vita. Allora? >>
Soul annuì arreso, ma felice. << Prova, ma se fosse troppo, ritornerai all'allenamento di prima. Chiaro? >>
Maka annuì felice. << Grazie! Grazie! >>
Dalla foga del mondo Maka di gettò nel collo di Soul stringendolo felice. Lei sopra di lui.
Soul la strinse di rimando un po sorpreso.
<< Ehi, ho l'impressione che oggi hai la tentazione di strangolarmi. >> Cercò di alleggerire quella strana situazione, scherzando.
<< Scusa. >> Maka allentò la presa, ma non accenava a spostarsi da quel abbraccio.
Soul sorrise tra l'ironico e l'incredulo. << Ancora non riesco a capire perché sia importante la mia fiducia. >>
Maka dopo un attimo di esitazione gli rispose con un sussuro nell'orecchio, che Soul faticò a sentire, però lo sentì e rimase senza fiato, per quella affermazione che gli arrivò dritta al cuore.
La strinse ancor più forte, era un'emozione unica non voleva perderla, Maka lo faceva sempre sentire al centro del suo mondo e questo gli piaceva tantissimo. Perché lui non era mai stato al centro del mondo di qualcuno, ma era ben lieto di esserlo in quello di Maka.
Restarano abbracciati così per molto tempo e si addormentarono, Soul si addormentò con un sorriso sereno ripensando alle parole di Maka: "Perché tu sei importante per me Soul e inevitabilmente anche se non lo faccio notare, mi condiziona il tuo parere. Grazie di esserci Soul".

 

In un certo senso era arrivato ad una conclusione, lui provava fiducia nei confronti di Jessica, ma non si poteva paragonare a quella che provava per Maka anche se non sono più quello che erano in passato.
Con Maka era tutto diverso, non si doveva neanche paragonare a lei, lei era di tutt'altro mondo, lei era il suo mondo, però ora non n'era più sicuro come quattro anni fa.
Sospirò. << Jessica, io mi fido di te e seguirò ogni decisione che prenderai. Perché sono la tua buki e una buki segue sempre il suo maestro d'armi. >>
Jessica annuì, non proprio soddisfatta della risposta. << Bene, allora andiamo a completare questo test. >>
Lui annuì e insieme si diressero verso Maka che era seduta sotto l'ombra di un albero.
Pronti per quel completare finalmente quel test...

 







NOTE AUTRICE:

Mi odio per questo enorme ritardo, vorrei tanto dare la colpa al poco tempo avuto, ma anche se centra anche lui, non è il motivo principale del mio ritardo, non mi faccio sentire da quasi due mesi e non sapete quando mi dispiace. Questo periodo è un po così, mi dispiace per i disaggi e spero che l'attesa ne sia valsa la candela, anche se questo e metà del capitolo che volevo pubblicare, non so se esagero troppo con le pagine o se preferite che io metta un capitolo lungo.
Vorrei tanto sapere la vostra opinione sul questo capitolo e come vi sembra la storia, vorrei anche sapere se le lunghezze dei capitoli vanno bene, oppure preferite che siano più corte e più lunghe, così che io possa regolarmi.
Ringrazio con tutto il mio cuore le persone che hanno recensito il capitolo precendente, non sapete quanto sia importante per me sapere il vostro parere.
Ringrazio anche chi aggiunto la storia nelle preferite e nelle seguite, sono felice che la storia vi piaccia e che la seguite.
Ringrazio anche per chi si limita a leggerla, anche se, ovviamente, preferirei sapere le vostre opinioni belle o brutte che siano, mi farebbe tanto piacere.
Spero veramente di aggiunge l'altra parte del capitolo al più presto, anche perché questo capitolo così lasciato a metà mi sembra vuoto senza l'altro, perciò spero di colmare questo vuoto al più presto.
Continuate a seguirmi,
Un abbraccio,
Ciccia. 
P.s. So che in questo capitolo non c'è stato nulla di concreto per il proseguo della storia, ma inizialmete era legato ad un altro capitolo che pubblicherò prossimamente, spero che non siate rimasti troppo delusi... 

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Capitolo 7
*** Relax... Brindisi, Partitella e... ***


Ciao a tutti!
Sembra incredibile, quasi impossibile, ma eccolo l'aggiornamento tanto atteso.
Non ci sono scuse plausibili per giustificare questa assenza.
Spero che possiate perdonare questa attesa con questo capitolo, direi abbastanza lungo.
Spero che non sia pesante.
Mi scuso per gli eventuli errori di battitura e di grammatica.
Buona lettura,

Ciccia.

Power Of The Soul
Capitolo 04
Parte 2
Relax... Brindisi, Partitella e...

 

<< Siete pronti? >> Maka si stese la schiena portando le braccia verso l'altro, li guardò attentamente prima di parlare.
Finalmente i due ragazzi si erano decisi ad eseguire quel piccolo esame, dopo una lunga riflessione più di Soul che di Jessica.
Avevano perso abbastanza tempo, lei non vedeva l'ora di chiudere quella storia una volta per tutte.
I due si limitarono ad annuire
Sospirò di sollievo, finalmente << Bene potete cominciare, vi aspetto. >>
I due riformarono l'eco dell'anima.
<< MAJOGARI! >> Annuncia Jessica.
Subito dopo la lama della falce della morte divenne una mezza luna.
Jessica portò la sua buki dietro le sue spalle caricandosi.
Maka aprii le braccia per dimostrare che aveva campo libero e che lei non si difendeva.
Jessica l'attaccò; lei stava per essere colpita, quando, ad un tratto, tutto si riempì di una luce bianca e azzurra, intensa, sicura, per niente malignia, anzi dava un senso di tempore e di felicità.
Bloccò l'attacco di Jessica, obbligandola a indietreggiare.
Poi all'improvviso tutto svanì, Maka cadde a terra con una guancia bruciante, Andrea davanti a lei con la mano chiusa in un pugno.
<< Scusa, di solito non colpisco mai le donne, soprattutto quando non possono difendersi. >> Fu Andrea a parlare per primo massaggiandosi il pugno chiuso con l'altra mano.
Maka sorrise massaggiandosi la guancia dolorante. << Oh che gentiluomo! Io invece credevo che non intervenissi negli allenamenti altrui. >>
Lo sguardò di Andrea si fece duro. << Come io so che tu non sopporti determinati miei atteggiamenti, tu sai che io non sopporto quando fai l'incosciente. >> Cioè quasi mai, ma quelle volte che accadeva, poteva succedere di tutto.
Nel frattempo erano arrivati il resto del gruppo, sbalorditi da quella scena tanto assurda, dove stranamente si erano invertiti i ruoli.
<< Tu sei troppo noioso per i miei gusti. >> Si alzò aggiustandosi l'impermeabile.
Andrea le regalò un sorriso, un ghigno più che altro. << Non sono qui per saziare i tuoi gusti, sono qui perché abbiamo un obbiettivo. >>
Maka sbuffò, ma Alexis la bloccò dal protestare ancora una volta, intervenendo anche lei. << Mi dispiace ammetterlo, ma Andrea ha ragione, non puoi fare queste stupidate. >>
Ma che avevano tutte e due, un improvviso senso del giusto?
Erano tutti che le dicevano che stava facendo pazzie e stupidate, che lei era un incosciente. Di solito la appoggiavano sempre e soprattutto non interrompevano mai i suoi allenamenti.
<< Era solo un esperimento. >> Concluse Maka, credendo che fosse nel giusto, non vedeva cosa avesse fatto di così pericoloso. Andrea stava per rispondere, forse anche un po brutalmente, ma lei continuò a parlare. << Comunque, ho voglia di bere qualcosa. Che ne dite ragazze? >> si rivolse a tutte le ragazze presenti nel gruppo.
Andrea strabuzzò gli occhi, solo lei poteva cambiare discorso con così tanta facilità, soprattutto quando era un discorso piuttosto importante.
Tutte le ragazze si guardarono negli occhi stupidi da quella proposta, ma infondo a tutti serviva un po di pausa da quei giorni di allenamento continuo, aveva l'opportunità di distendere gli animi un po' tesi.
Tsubaki si fece avanti. << A me andrebbe, una bella birra senza ragazzi. >>
<< Un sogno che diventa realtà. >> Ironizzò Liz.
Maka sorrise. << Bene allora andiamo. >> Si girò verso Jessica, che fin a quel momento era rimasta in disparte. << Anche tu ovviamente. >>
Avevano bisogno un po tutti di rilassarsi e quello sembrava il momento più adatto, anche per lei.
Jessica strabuzzò gli occhi incredula, guardò Soul per trovare qualche risposta, quando i loro occhi si incontrarono lui le fece un semplice cenno di consenso.
Lei sorrise e si volse verso Maka. << Okay, andiamo. >>
Tutte le ragazze del gruppo si incamminarono verso il viale, sotto gli sguardi stupiti dei ragazzi che li guardavano fermi nei proprio posti, in realtà non proprio tutti.
Maka sentì la sua presenza dietro le sue spalle avvicinarsi. << Tu per caso sei una ragazza? Ho detto sole ragazze e tu non sei ammesso. >>
Lui sorrise. << Dai Maka, volevo anch'io una birretta e se la prendessi con tutte queste belle ragazze, la mia reputazione salirebbe. >>
Maka si mise una mano sulla fronte sconsolata. << Anche qui a Death City vuoi farti la reputazione da play boy? >> Prima che Andrea potesse rispondere, parlò di nuovo. << La risposta è no, Frost. Qui, vicino alla Shibusen, c'è un campo di Basket. >>
Ad Andrea gli si accesse una scintilla negli occhi. << Vero? >>
Maka annuì, sapendo di aver colpito il suo punto, oltre alla sua ossessione per le ragazze. << Perché non fai vedere a loro lo stile europeo? >>
<< Sarebbe un vero piacere. >> Rispose Andrea, si girò verso i ragazzi. << Che ne dite, mentre le ragazze si vanno ad ubriacarsi, noi ci facciamo una bella partita a basket? >>
Kid annuì. << A me mi sta bene, così ci rilassiamo un po'. >>
BlackStar, che fino adesso era stato in silenzio, avenzò. << Io ci sto! Gli farò vedere a questo occidentale, quanto sono imbattibile a basket! >>
BlackStar e le sue sfide non potevano mai mancare.
Soul si limitò ad alzare le spalle, in modo assente.
<< Bene allora andiamo! >> Essultò Andrea, lieto di poter giocare a basket.
Le loro strade si divisero: I ragazzi andarono verso il campo di basket; le ragazze andarono in un bar nel centro.

 




Arrivati al bar la cameriera le condusse in un tavolo abbastanza isolato, un tavolo circolare con attorno tre divanetti da due posti.
Patty e Liz si sedetterò al centro; Tsubaki e Jessica a sinistra; Maka e Alexia a destra.
La cameriera si assentò per un paio di minuti e ritornò con in mano un dopo la cameriera ritornò con un blocco per gli appunti in mano.
<< Cosa vi porto, ragazze? >> Chiese con cortesia.
<< Una birra per tutte. Grazie. >> Rispose serena Maka, finalmente in relax.
Le ragazze erano tutte d'accordo, infondo una birra ogni tanto non faceva male.
Alexis, però, strabuzzò gli occhi verso maka. << Birra? Ne sei sicura? >>
Maka sorrise, capendo a ciò che intendeva. << Tranquilla! Un bicchiere di birra lo so reggere e poi dobbiamo fare un brindisi. Senza la birra che brindisi sarebbe? >>
Alexis si mise una mano sulla fronte arresa.
<< Pensavo che il brindisi si facesse con lo champagne. >> Fu Liz a parlare, sorridendo, anche lei rilassata da quella atmosfera.
<< Maka non brinda con lo champagne, di quanto so io brinda sempre con la birra. >> Rispose Alexis, risolvendo il dubbio di Liz.
Alexis stava per rispondere in modo molto più che violento, ma a placarla fu l'arrivo della cameriera con le loro ordinazioni. << Ragazze, quand'è che posate entrambe lascia di guerra? Mi sembra che ieri avete fatto abbastanza spettacolo. >>
<< Quello è stato per un ottima causa. >> Si difesa Maka.
Alexis sogghignò. << Certo certo, ottimissima causa direi. Solo perché eri sudigiri. >>
Maka rimase a bocca aperta, in modo non proprio educato. << Senti se non vuoi che diventi improvvisamente INCAZZATA come ieri, solo per colpa tua, è meglio che chiudi la quella bocca o te la tappo io! >>
<< Ragazze, ma ogni scusa è buona per litigare? Alla faccia della amicizia! >> Le riprese entrambe la cameriera posando le birre davanti a ogni componente del tavolo.
<< Noi non siamo amiche! >> Dissero all'unisolo entrambe.
Tutte le ragazze del tavolo e anche la cameriera strabuzzarono gli occhi.
<< Ora si spiegano molte cose... >> Non aggiungendo altro la cameriera si voltò per andar a servire gli altri clienti.
<< Come non siete amiche? >> Chiese Liz confusa da quella esclamazione.
Maka fece delle semplici spallucce, ma Alexis rispose con supremazia. << Secondo te, io sono amica di questa attacca brighe? >>
Liz non ebbe il tempo di rispondere a quella domanda retorica che Maka intervenne prontamente a quella ennesima provocazione. << Io attacca brighe? Ma ti sei guardata vanitosa che non sei altro! Che la prima sei tu che mi provochi per avere il piacere di chiamarmi attacca brighe! >>
<< Sei tu che te la senti sempre! >> Ribattè Alexis.
<< Scusate, ma se siete compagni di squadra, ci deve essere per forza dell'amicizia tra di voi o almeno sintonia, no? Oppure il Sommo Shinigami non vi avrebbe mai chiamato a unire le forze. >> Suppose Tsubaki, interrompendo uno dei tanti tentativi di litigio.
Questa volta Alexis non rispose e guardò Maka, lasciando a lei l'onore di rispondere.
Maka sbuffò, a lei sempre le domande più scomode. << Tsubaki, se Shinigami ci ha chiamati, vuol dire che la situazione era... è veramente grave. Noi siamo professionisti, maestri che si adattano a qualunque situazione per completare la missione assegnata, anche se i compagni di squadra non sono compattibili. Come avrai ben notato io, Alexis e Andrea, abbiamo caratteri completamente diversi, eppure ognuno di noi è utile per il conseguimento della missione, basta stringere i denti e sperare che finisca. Però all'infuori dell'ambito della missioni ci concediamo qualche break di insulti. >>
<< Io non ce l'avrei fatta a spiegarlo così bene, complimenti. >> Intervenne Alexis.
<< Grazie. >> Rispose Maka sorridendo.
<< Quindi se non ci fosse la missione, ora cosa fareste? >> Chiese Jessica, non capendo il loro comportamento più che strano.
<< C'è un motivo, perché ci siamo viste un solo giorno, è che giorno aggiungerei, e poi ognuno a ripreso le proprie strade per un anno. >> Rispose Alexis con semplicità.
<< Saremo in lotta continua, sfida dopo sfida, fin quando una delle due non accetta la sconfitta o decade in battiglia. >> Rispose ancora più esplicitamente.
<< Decade? Addirittura? >> Domandò sorpresa Liz controllando con le mani se il suo boccale di birra era ancora freddo, sì per fortuna.
<< Ma che bisogno c'è di sfidare ogni volta una persona con la quale ci convivi? >> Chiese ancor più scandalizzata Tsubaki.
<< Qua a Death City tutti i maestri d'armi con le proprie buki, siete in buoni rapporti, uniti in un unico gruppo, la Shibusen che sostiene tutti i maestri d'armi. Ma fuori di qui, vale la legge del più forte, se il maestro più scarso riconosce di esserlo, continua a vivere nel suo percorso di addestramento, ma se trovi uno caparbio e dice di essere il più forte e ti sfida, non puoi fare altro che accettare. Ormai a noi non ci sfida più nessuno, ci conoscono ci siamo fatti conoscere, Maka più di me e di Andrea. Ci temono, ci rispettano e sanno che da noi avranno sempre un aiuto, non è vero Maka? >> Alexis si rivolse direttamente a Maka che la guardava soddisfatta, fiera. << Sempre disponibili, pur di uscire dalla vita monotona. >>
<< Capisco, anche se non sono daccordo. Ma perché voi due anche? >> Chiese ancora Tsubaki.
Maka alzò le spalle. << Perché Alexis non vuole ammettere di essere inferiore a me. Quindi è del tutto normale che una delle due sfida l'altra o fa colpi vermante bassi. >>
<< Siete pari. >> Disse all'improvviso Jessica.
<< Come? >> Chiese Alexis.
<< Di livello, avete un eco dell'anima di un livello altissimo entrambe, sono quasi uguali, non esiste una inferiore all'altra. >> Si spiegò meglio Jessica.
Alexis si perse in una risate molto colorita. << Lo dici perché non riesci a vedere quello che nascond- >>
Maka le diede una gomitata. << Brindiamo? Che le birre si stanno riscaldando. >>
Nessuno si permise di insistere di far continuare il discorso ad Alexis, anche se morivano tutte dalla curiosità. Sapevano che quello era un discorso delicato.
<< A cosa brindiamo? >> Chiese Maka. << Vuoi dare l'esempio tu Alexis? >>
Lei, improvvisamente arrossita, si limitò ad annuire ed a schiarire la voce alla ricerca delle parole giuste per il suo brindisi. << Brindo a tutte quelle ragazze che stanno dietro al proprio Lui, senza che Lui se ne accorga. Brindo che il mio Lui si guardi dientro e mi noti. >> Alexis chinò la testa, imbarazzata per quella rivelazione.
Maka le sorrise, appoggiando una mano sulla sua spalla.
Le altre si limitarono ad annuire daccordo.
Maka guardò Patty. << Tu Patty, a cosa vuoi brindare? >>
Patty annuì e alzò il bicchiere sorridendo. << Brindo al mio Lui che un giorno troverò e spero che non sia complicato e ossessionato dalla simmetria come Kid. >>
Le altre sorrisero d'accordo, conoscendo tutte, chi più chi meno, l'ossessione di Kid.
Liz si alzò solenne e con lei alzò anche il bicchiere di birra, prese un grosso respiro, per darsi forza. << Io brindo a quel coglione di cui io sono perdutamente infatuata, o ormai possiamo dire anche innamorata, che in un giorno di questi si possa togliere i paraocchi e che possa smettere di guardare solo quello che gli sta davanti e che ha sempre in mente da troppi anni. Brindo affinchè Lui si possa accorgere di quelli che gli stanno attorno e soprattutto che possa una volta per tutte accorgersi di me. >>
Maka strabuzzò gli occhi sorpresa, certo che la birra poteva fare miracoli, anche solo con il brindisi, ma era felice, era felice per loro che finalmente sfogavano tutte le loro frustrazioni.
Era la volta di Tsubaki, si girò per guardarla. Aveva il capo chino a girarsi i pollici.
<< Tsubaki? >> La chiamò per far alzare il suo sgurdo.
Così accade, si indicò con l'indice. << Tocca a me? >>
Lei si limitò ad annuire.
Tsubaki sospirò. << Io veramente, non ho... >>
<< Tsubaki. >> La riprese Maka. << Tutti abbiamo qualcosa a cui brindare, magari dopo questo brindisi si avvera. Mai dire mai nella vita. Tentar non nuoce. >>
<< Wow... Hai un altro proverbio da dire, non c'è due senza tre, no? Ops... Lo già detto io. >> Intervenne Alexis, sorridendo.
<< Non è il momento. >> La rimproverò Maka, che si rivolse di nuovo verso Tsubaki. << Allora? >>
<< Okay. >> Si arrese prendendo in mano il boccale di birra. << Anche se sto bene così con Lui. Brindo a che possa mettere da parte il suo orgoglio e che smetta di fingere, perché sono sicura che finge, di vedermi solo come una sua compagna con cui appoggiarsi e condividere tutto, tranne condividere la cosa più importante. Brindo a Lui e al nostro rapporto, che possa mutare in meglio. >>
Con un sorrise tutte condivisero il suo brindisi.
<< Caparbia la tua amica. >> Le sussuro all'orecchio Alexis a Maka.
Lei sorrise, guardando l'interessata deglutire in attesa del prossimo brindisi. << Lei è così. È sempre stata timida, ma nei momenti in cui c'è bisogno di carattere, esce tutto quello che nasconde. Soprattutto se si parla del suo Lui, anche se in sua presenza si limita a seguirlo, anche se noto che dopo quattro anni, pure loro sono cresciuti un po. >>
Alexis annuì. << Ora chi tocca? >> Chiese a voce più alta rivolgendosi a tutto il gruppo.
Maka ammiccò verso Jessica. << Tocca a lei. >> Le sorrise, cercando di assicurarla.
Jessica strabuzzò gli occhi sorpresa. << Veramente io, non credevo... >>
<< Jessica, non credo che anche tu non abbia un qualche desiderio a cui dedicare un brindisi, l'ho detto è una occasione per rilassarsi e alleggire il peso di tutto nel brindisi e soprattutto nell'alcol. >> Le sorrise Maka, tranquilla.
<< Secondo me, tu non aspetti altro che questo. Altro che brindisi! >> Protestò Alexis.
Maka le diede una gomitata. << Finiscila! Arriverà il momento anche per quello. Poi dici che non è vero che tu mi provochi! >>
Alexis per tutta risposta le uscì la lingua, come se fossero bambine delle elementari che si fanno i dispetti.
Maka la ignorò a fatica, rivolgendosi a Jessica. << Quindi? >>
<< Tutto? >> Chiese titubante.
Maka annuì convinta. << Tutto, non siamo qui per commentare o fare altro. Siamo qui per rilassarci tutte. >>
Jessica annuì. << Okay. Brindo affinchè Soul mi ceda anche lui il suo cuore, affinchè lui si possa aprire finalmente con me e non estraniarmi fuori dal suo mondo. >> E in fine alzò il bicchiere. 
Jessica, ovviamente, fu la più esplicita a interpellare il suo Lui.
Maka sorrise, sapeva che quello era un colpo basso e ci stava, dopo quello che lei le aveva fatto quella mattina. Doveva solo accettarlo.
Certo sentir il nome della sua buki uscire da un'altra bocca era sempre destabilizzante per lei, ma in fondo ci voleva quell'autocontrollo, che Death City le stava spazzando via.
Autocontrollo.
Si alzò dalla sedia e alzò il suo boccale. << Tocca a me. Brindo affinchè tutti i vostri brindisi, sogni, si possano realzare e affinché questa bevuta, ci conceda almeno un po di pausa da questi allenamenti. >>
Tutti rimasero stupiti da quello pseudo brindisi.
<< A noi ci hai fatto brindare ai nostri desideri, perché tu no? >> Chiese Liz, un po' offesa per quel comportamento, sempre così assurdo.
Maka sorrise tranquilla. << Ho brindato così tanto volte ai miei desideri, che oggi voglio solo brindare ai vostri, che si possano realmente avverare. Tutti i vostri desideri. >>
Liz sospirò sconfitta da quella risposta.
Maka tenne ancora il suo boccale nelle mani steso verso le ragazze, aspettando che anche loro alzavano i bicchieri.
Ad una ad una, si alzarono sporgendo il proprio boccale verso il centro ad unirsi con gli altri boccale.
Quando furono tutti uniti, Maka sorrise. << Ai nostri sogni! >>
Le altre annuirono anche elle sorridenti, concedendosi anche elle quel attimo di simil pace, unirono tutti i bicchieri, creando un susseguirsi di tittinii tra bicchieri e finalmente, bevvero quella birra, che non era adatta per i brindisi, ma era come un simbolo di speranza a di fiducia.
Maka sorrise a quell'immagine che le si era comparsa davanti ai suoi occhi: Tutte le ragazze, copreso Alexis, chiacchieravano tranquillamente, serene e tranquille senza nessuna pressione, con ormai i boccali di birra quasi vuoti.
Si alzò attirando l'attenzione delle altre ragazze. << Voi restate, io vado a passeggiare un po'. Se volete potete ordinare ancora, tanto già sanno di mettere tutto sul mio conto. >>
<< Perché te ne vai? >> Chiese triste Tsubaki, stavano così bene in armonia una volta tanto, non voleva che Maka lasciasse quell'atmosfera.
Maka sorrise tranquilla, ma prima di lei parlò Alexis. << La passaggiata dopo bevuta la fa sempre, non so cosa succede se non la fa. Forse fa la passeggiata per evitare che gli salga l'alcol in testa. >>
<< Ma allora possiamo venire anche noi con te. >> Ribattè Liz.
Maka scosse la testa sempre con un sorriso. << No Liz, rimanete pure. Preferisco passeggiare da sola. >>
Detto questo, salutò con un cenno a tutte, si alzò il capuccio come sua consuetudine e uscì dal locale.
Alexis vedendo tutte le ragazze rattristate, le rassicurò. << Non ci fate caso, anche gli altri giorni ha fatto nella stessa identica maniera. Dopo una bevuta ha il bisogno di rimanere sola, infondo ognuno di noi ha bisogno di un momento tutto per se, no? >>
Le altre annuirono più serene, riprendendo la conversazione interotta poco prima.

 



Respirò l'aria per niente inquinata di Death City, era serena, felice che una parte del suo piano aveva ottenuto ottimi risultati.
C'era riuscita, e ne andava orgogliosa, a mettere un po di tranquillità a tutte le ragazze, stanche e stressate da quei allenamenti così intensi.
Tutti in quei giorni avevano dato il massimo, quindi era giusto concedere a loro quel pomeriggio di svago. Ora che potevano, perché non approfittarne?
Passeggiava lungo le strade di Death City, non stava girando alla ricerca di una meta, la sua meta già la sapeva.
Sapeva anche, che probabilmente stava facendo un grosso errore, una pecca nel suo piano, però era tentata e la tentazione è sempre stata una brutta bestia.
Era curiosa di sapere se l'altra parte del suo piano stava funzionando. Voleva andare a vedere cosa erano riusciti a combinare i ragazzi stando assieme; il suo piano prevedeva due possibilità: o si scatenava una guerra tra titani, di cui la colpa era sicuramente di Andrea, o i ragazzi si comportavano da ragazzi idioti che si divertivano giocando a basket. Sport in cui lei non era particolarmente brava.
Capì di essere nei pressi del campo di basket quando sentì la voce, unicamente di Star dire: "Dai Soul, che ho voglia di schiacciarli come insetti! Nessuno può battere a BlackStars!! Ah Ah Ah."
Sentì un'altra voce, dal tono sembrava seccata: "Lo ripeti da un intera partita! Ti ricordo che stai perdendo! Nessun tipo di gioco batte quello europero, è inutile mi dispiace." Quello era sicuramente Andrea.
Sorrise salendo i gradini che portavano al campo. Finite le scale vide un muro, dietro quel muro c'era il campo in pietra e fuori le linee che tracciavano il campo, c'era una panchina, o meglio La panchina.
Quanti ricordi poteva contenere una semplice panchina?
Tanti e tutti erano unici e inestimabili.
Quella panchina che ha visto crescere lei e la sua ex buki e i suoi vecchi compagni. Ricordi che non si possono cancellare, ricordi che non si devono cancellare, ma sono ricordi passati, che per lei non ritorneranno mai più.
Vide Stein, appoggiato in un albero che sbucava dal cemento, sorridere per il piccolo battibecco tra Andrea e Star. Si avvicinò piano piano, senza farsi notare dagli altri che avevano ripreso a giocare a basket.
<< Come va? >> Si tolse il capuccio, una volta giunta sotto l'ombra del albero.
Stein la guardò per un attimo e poi riportò il suo sguardo sui ragazzi. << Bene, direi che hai avuto un ottima trovata. Ma tu non dovresti essere qui... >>
<< Ero curiosa. >> Rispose semplicemente Maka, guardando anche lei i ragazzi.
Li vide e sorrise, non sembravano dei ragazzi di ventuno anni in su, bensì, bambini delle elementari, felici di poter giocare con i propri amichetti, anche se in quelle partitelle c'erano le solite liti di tattica, ma poi facevano pace come prima.
I misteri dello sport erano tanti, uno di quelli era unire ogni tipo di persona, legandoli agonisticamente per vincere la partita, magari per non offrire qualcosa all'avversario.
<< Ti devo fare i miei complimenti. Osservi più di quanto io potessi immaginare. >> Si complimentò Stein.
<< Grazie. >> Sorrise Maka lusingata da quel complimento.
<< Però non dovevi venire qui, salterà il tuo piano, almeno di quanto ho capito. >> Continuò Stein.
<< Ha completamente ragione. >> Confermò Maka.
Ricevette un occhiata strana da Stein, che le fece un domanda muta.
Sorrise. << Perché? Solo per puro egoismo. Infondo io sono la persona più egoista al mondo, no? >>
<< Ma non diciamo caz... Senti signorina, maestra di livello superiore o meno, non mi fare usare questi termini, che non uso mai davanti ad una ragazza, ormai donna. >> La rimproverò con un sorriso Stein.
<< Non parla neanche così, con la sua allieva preferita? >> Ammiccò Maka scherzando.
Sorrise anche lui. << Di buono umore? Oppure è vero che l'alcol ti fa un cattivo effetto, per noi buono. >>
Maka storse il naso. << Come girano le voci qui! Non è assolutamente vero che non reggo l'alcol e poi ho bevuto solo un boccale di birra. >>
<< Se lo dici tu. Allora cosa ci fai qui? >> Chiese ancora una volta Stein.
Maka alzò le spalle. << Lo detto, per curiosità e per puro egoismo. >>
Stein non ebbe il tempo di chiedere a Maka, il motivo della sua ostinazione, perché BlackStar si accorse di lei. << Maka Albarn! É un vero piacere averti qui! Ti va di farti quattro tiri? >>
Maka sorrise, già aveva intuito il suo vero intento, si incamminò verso il campo.
Si fermò a pochi passi dalla linea che delimitava il campo. << Mi dispiace, non so giocare a basket e lo sai. >>
Star sogghignò. << Che c'è Maka? Partecipi solo quando ti fa comodo e sai di vincere? >>
Che bella provocazione!
Tutti la guardavano, compreso Soul, anche se il suo sguardo sembrava neutro non diceva nulla.
Maka sospirò e superò la linea, entrando dal campo. << Okay, tanto so che non lo centro il canestro. >>
<< Facciamola più interessante. >> Eccolo che agiva. << Cinque tiri l'uno chi perde lava i piedi all'altro. >>
<< O all'altra. >> Continuò Maka. Grande umiliazione per entrambi.
Vide gli occhi di Andrea illuminarsi, amava le sfide e soprattutto amava vedere lei perdere. Vide anche gli occhi di Kid e Soul farsi più vivi, curiosi.
Chissà come mai i ragazzi amavano le sfide? O forse erano solo curiosi di vedere come andava a finire tra lei e Star.
BlackStar la guarda con un ghigno stampato in faccia, credeva che lei rifiutasse per orgoglio, perché lei non voleva perdere. E invece si sbagliava.
<< Accetto. >> Disse in fine Maka.
Star strabuzzò gli occhi sorpreso e non solo lui.
BlackStar ghignò soddisfatto. << Bene, dimmi come vuoi procedere? Facciamo un tiro l'uno? >>
Maka scosse la testa sicura, pregustando la riuscita del suo piano. << No, facciamo che prima le tiri tutte e cinque tu e poi io. >>
<< Allora, prima le donne. >> Offrì BlackStar da gentiluomo.
Maka scosse la testa. << No grazie, prima chi ha proposto la sfida. >>
BlackStar fece spallucce, per lui non c'era alcuna differenza, tanto sapeva che aveva la vittoria in tasca.
Si fece passare la palla da Kid e si avvicinò alla linea dei tiri liberi; fece sbattere la palla a terra come suo consueto e si mise in posizione per lanciare.
Primo tiro andato a segno.
Star sorrise soddisfatto, si girò per vedere l'espressione di Maka, ma non vide quel che sperava, la sua espressione era neutra senza nessuna sfumatura, forse solo gli occhi aveva qualcosa di strano, ma non ci fece caso.
Fece per lanciare il secondo tiro, ma si fermò. << Sai cosa ti dico, è inutile fare cinque canestri, dato che tu non ne riesci a fare nemmeno uno. Mi fermo ad un canestro. Ora tocca a te. >>
Maka alzò un sopracciglio sorpresa, se lo doveva aspettare da BlackStar, pur di umiliarla si inventava di tutto, forse ancora ce l'aveva con lei per quello che era successo il primo giorno.
Meglio! Così dopo sarebbe stato più divertente.
<< Ne sei sicuro? >> Chiese Maka, per essere sicura.
Lui annuì e le passò il pallone.
Lei lo afferò con difficoltà. Difficoltà che fece ridere BlackStar, gli altri si limitarono trattenersi, erano curiosi di sapere come andava a finire.
Si avvicinò lentamente alla linea del tiro libero, mentre maneggiava la palla tra le sue mani, incerta.
Arrivata sulla linea, chiuse gli occhi e si concentrò, non vedeva l'ora di poter vedere la faccia di Star.
Dall'esterno parve che Maka stesse facendo una preghiera.
Lei sospirò e aprì gli occhi lentamente, facendo sparire le scaglie azzure nei suoi occhi verdi.
Si mise in posizione per lanciare la palla e...
<< Canestro! >> Gioì Maka, si volse verso Black Star che la guardava sbigottito. << Sei sicuro di non voler tirare ancora? >>
Lui scosse la testa per riprendersi.
<< Caso fortuito, non ci riuscirai a farlo di nuovo! >> La provocò Star.
Maka fece spallucce e indicò con un dito ad Andrea di passarle la palle.
Lui guardandola con sguardo corrucciato e le passò la palla.
Ne era più che sicura, che avesse capito subito quello che aveva combinato, ma non pensava che fosse così contrario, forse perché non conosceva il suo piano improvvisato all'ultimo momento, oppure si era legato a loro.
Avrebbe indagato più avanti, ma ora aveva una missione da compiere: vedere sul volto di Star l'epressione più stupita che potesse fare.
Posizionò la palla per il lancio, già era pronta per un altro canestro.
Non vide la palla entrare nel canestro, perché subito gli occhi su BlackStar, osservando tutte le sue espressioni di quell'istante: Sicurezza, paura, stupore e in fine incredulità.
<< Ma come-? >> Si lasciò sfugire Kid anche lui sorpreso.
Soul si stupì ma non osò chiedere cosa fosse successo, Maka era sempre stata negata a giocare a Basket.
Andrea si limitò a guardarla truce, già sapendo cosa era successo.
<< Non ci posso credere! È una cosa impossibile! >> Star cercava di capire, ma in vano, quello che era successo era veramente impossibile.
<< Tu mi hai sotto valutato e hai perso! >> Esultò Maka. << Mai sottovalutare l'avversario, ricordatelo sempre Star. >>
Lui si limitò a sbuffare, sapendo che aveva ragione ma non volendo dimostrarle sempre.
Andrea si avvicinò insieme a Stein.
<< Quello che dice Maka è vero, Star. Non devi mai per qualunque ragione sottovalutare l'avversario, anche se sai di vincere. >> Fu Stein a parlare.
BlackStar lo guardò truce. << Stein ragioni pure lei! È Maka con un pallone di Basket in mano! >>
<< Star a ragione, nessuno poteva immaginarlo. >> Intervenne risoluto Soul, difendendo l'amico.
<< Fatto Sta! Che se non mi avesse sottovalutato a quest'ora avrebbe fatto 5 canestri e sicuramente lui avrebbe vinto. >> Constatò Maka soddisfatta, non della vittoria ma dell'aver visto l'espressione di stupore in Star.
<< La cosa peggiore è che ora devo rispettare la penitenza! >> Si lamentò Star.
<< Non ti preoccupare per quella, non serve. >> Lo rassicurò Maka.
<< E perchè? >> Chiese Stupitò Star, era strano che Maka lo stesse graziando in quel modo, era più che sicuro che ne approfittasse.
Prima che Maka potesse rispondere, Andrea rispose a posto suo. << Perché non è stata una vera vittora, almeno non pulita. >>
Maka allargò le braccia esasperata. << Cinque minuti di godimento avrei voluto! >>
<< Cosa vuoi dire Frost? >> Chiese già sul punto di guerra Star.
<< Che Maka ha usato la sua forza dell'anima, per spedire la palla nel canestro. >> Rispose Stein, apposto di Andrea.
<< Cosa? Impossibile, ormai ho imparato a vederla! >> Si oppose Star non riuscendo a capire.
<< E se fosse invisibile? Quindi è possibile solo percepirla e anche quello e molto difficile. >> Suppose Andrea.
<< Il vetro dell'anima. >> Rispose Soul sciogliendo ogni dubbio.
Maka annuì semplicemente...
<< Tu mi hai ingannato! >> Star puntò il dito verso Maka.
Maka alzò le mani, ma non potè togliersi il suo sorriso dalla faccia, era ancora felice della sua espressione di poco prima. << Dai, guarda il lato positivo. Oggi hai imparato una nuova lezione! >>
Star la guardò con un ghigno stampato in volto, che reclamava vendetta. << Oh, cara. Ora tocca a me insegnarti una cosa. Non si inganna un Dio! >>
Subito dopo l'attaccò con l'eco della sua anima, che Maka scansò prontamente tirandosi indietro.
<< Ammettetelo anche voi! >> Si rivolse a Soul e a Kid. << E' stata per una buona causa! >>
Kid si scrosciò le dita. << Io sono il figlio di Shinigami e penso che tocchi a me punire chi inganna. >>
Soul si fece avanti, trasformando il suo braccio in lama. << Mi dispiace Maka, ma devo difendere l'orgoglio di un mio amico. >>
Dopo aver compreso la situazione si voltò verso Andrea che alzò le spalle, come per dire: te la sei andata a cercare.
3 contro 1.
Bene!
Corse incontro a loro e prima che potessero sfiorarla fece un grande balzo, aiutata dal suo eco, e li sorpassò.
Tutti la seguirono con lo sguardo.
Era arrivata al capo linea, arrivò alla ringhiera, subito dopo di essa c'era un precipizio che portava a una delle strade di Death City.
<< Non dirmi che vuoi buttarti. >> Ghignò Star avvicinandosi a lei.
Lei si girò verso di Lui, con le spale alla ringhiera, non rispose, si limitò a sorridere.
Con una grazia paragonabile a quella di un cingno, Maka saltò, aiutandosi sempre con il suo eco, e con una capriola all'indietro si ritrovò sulla ringhiera alta tre metri.
Allargò le braccia sorridente e con il labiale li sfidò: "Provate a prendermi, se ci riuscite"
Fu così che si sbilanciò sui talloni e cadde dall'altra parte della ringhiera.
<< Ma come diavolo-? >> Star non riusciva a capire.
Andrea sbuffò. << Vi ricordo che lei è una della più potenti maestri d'armi in circolazione, ciò vuol dire che usa a suo piacimento l'eco della sua anima, come se fosse un gioco per bambini. Quindi per lei non è un problema sopravvivere ad una caduta, anche di 100 metri dall'altezza. Tanto c'è in suo eco che gli fa da tappetino. >>
<< Al diavolo! >> Ringhiò Star. << Anch'io lo posso fare! Andiamo a prendere quella smorfiosa dai ragazzi! >>
Detto questo anche BlackStar si lanciò contro la ringhiera, ma senza alcuna grazia, la saltò e si lanciò pure lui.
Subito dopo fu seguito da Kid e Soul.
<< Qualcuno si farà male... >> Mormorò Stein una volta solo con Andrea.
<< Nah, non faccia l'esagerato, Maka conosce le capacità di tutte e tre, non farebbe mai una cosa così, se non fosse sicura che gli altri la possano seguire. E poi, lasciamola divertire, una volta ogni tanto. >> Rispose Tranquillo Andrea.
<< Meglio andare, so per certo la meta di Maka. >> Stein si incamminò, non aveva più l'età per stare al seguito dei giovani...

 

Una volta atterata sopra un pallo della luce con estrema facilità, Maka alzò lo sguardo, sorrise, la stavano seguendo tutte e tre.
Vide BlackStar cadere in caduta libera, le passò ad un centimentro di lei, si sarebbe schiacciato al suolo in meno di un secondo, forse aveva esagerato.
<< Oh, Merda! >> Urlò Star, chiudendo gli occhi e ponendo una mano davanti a se.
Ma non si schiantò all'ultimo riuscì a formare un tappeto con la propria anima, attraverso la propria mano aperta a un millimetro dal suolo.
Sospirò di sollievo quando toccò terra sano e salvo.
Maka rialzò gli occhi sentendo degli strani rumori.
Vide Kid scendere lungo la parente tranquillo con il suo solito skate.
Poi vide a Soul, scendere anche lui lungo la parete strisciando la sua l'ama sui mattoni, provocando un rumore tremendo.
Maka si alzò il capuccio e si spostò in un altro palo della luce più lontano.
I due amici, andarono subito da Star preoccupati.
<< Come fai ad essere ancora vivo? >> Chiese Kid stupido.
Star sbuffò spingendolo via. << Ci sono riuscito e basta! >> Poi si rivolse verso Maka. << Stavo per morire per colpa tua. >>
<< E allora perché sei vivo? >> Lo schernì Maka sedendosi sul palo della luce.
<< Non lo so! >> Sbraitò Star. << So soltanto che meriti una lezione. >>
Maka scoppiò in una fragorosa risata. << Guarda, sto tremando di paura. >>
<< Ora basta! >> Si oppese Soul, serio. << Questa cosa sta durando un po troppo. >>
Con un sorriso stampato in faccia, si mise comoda sul palo accavalando le cambe.
<< Che c'è Soul? Se non ti sta bene, perché non la finisci tu stesso. >> Il suo sguardo e la sua voce urlarono sfida da tutti i pori.
Soul si mise in posizione di attacco, accettando la provocazione. << Sarà un vero onore. >>
Subito dopo incominciò a correre verso di lei, per attaccarla. Fece un balzo per raggiungere l'altezza del lampione dove lei era seduta e l'attaccò con la sua lama.
Un attimo prima che la lama toccasse il viso di Maka, lei si sporse indietro per schivarla, aiutandosi con le mani e con la forza del proprio corpo, fece un giro di 360° intorno al palo, incontrò sulla sua strada Soul sbilanciato e gli diede un calcio, spingendolo sul tetto.
Ritornò seduta sul lampione come prima, come se nulla fosse successo.
<< Tutto qui? >> Lo provocò Maka, guardandolo con area di sfida.
Soul si alzò massaggiandosi con la mano, del braccio non trasformato, lo stomaco.
<< Non provare a sottovalutarmi! >> Ringhiò Soul, aveva solo voglia di azzittirla e ci sarebbe riuscito a tutti i costi.
Lei sorrise e con l'idice gli fece segno di no. << Soul, dovresti saperlo, io non sottovaluto mai il mio avversario. >>
La superiorità che usciva dalla voce di Maka fece arrabbiare ancor di più i tre ragazzi.
Kid la raggiunse sul palo, con le mani in tasca la guardava dall'alto.
<< Fidati, abbiamo imparato a non sottovalutarlo neanche noi. >> Ribattè Kid con voce attrettanto superiore.
Maka annuì alzandosi per fronteggiarlo.
Entrambi in piedi l'uno di fronte all'altra in equilibrio sul palo della luce.
<< Sono contenta per voi. >> Disse Maka.
Nella calma più totale, vide BlackStar comparire dal nulla alla sua destra pronto ad attaccarla con la sua anima; sentì Soul attaccarla alle sue spalle con la lama; E Kid pronto a fermarla ad ogni suo spostamento.
Chiuse gli occhi e quando li riaprì non si ritrovò più sul palo della luce, bensì sul tetto a cinque metri da esso.
Guardandosi attorno vide, Kid tenersi con le mani al palo della luce, cercando di rialzarsi per non cadere; BlackStar con la schiena contro il muro opposto alla strada e Soul a terra di schiena.
Sorrise, forse aveva esagerato.
<< Ops... Forse al contrario vi ho sopravalutati... >> Eppure si divertiva a provocarli.
Ottene subito il risultato che voleva.
Kid con semplice eleganza ritornò in piedi sul palo avanzando verso di lei.
Star si riprese subito e fu sul tetto in tempo record.
Soul si alzò strisciando la sua falcie sul tetto, provogando un stridio, un po' troppo fastidioso.
In quel momentò notò un particolare che li accomunava tutti e tre.
I loro sguardi erano colmi di rabbia, vendetta e di riscatto.
Sorrise: ora sì che le cose si facevano interessanti.
Si voltò donando loro le spalle e si mise a correre, consapevole che non la facessero fuggire così facilmente.
Infatti subito dopo la inseguirono dietro di lei.
Le arrivavano attacchi da tutte le direzioni, ma lei li schivava prontamente continuando a correre: voleva rendere tutto ancor più divertente e ci sarebbe riuscita.
<< E' inutile scappare! Combatti! >> La intimò Star.
Una provocazione che poteva essere accettata, ma non in quel momento.
<< Che c'è? Non riesci a mantenere il passo? Se vuoi rallento. >> Rispose prontamente con un'altra frecciatina.
Voltandosi per vedere le proprie spalle, rise nel vedere la faccia di Star diventare rossa più di quanto non lo era prima. Ma un attimo dopo le sorrise e sparire dalla sua vista.
Si girò di nuovo in avanti e proseguì la corsa: doveva ricordarsi che Star apparteneva al clan degli assassini, percui aveva una velocità all'infuori della norma. Aveva intuitò che fosse migliorato molto in quel campo, anche se non lo dimostrava.
Sorrise, finalmente anche lui aveva imparato a non mostrare tutte le sue carte.
Arresto la corsa, trovando Blackstar davanti a lei con la mano alzata verso di lei, che le bloccava la strada.
<< La mia velocità non ha limiti. >> Si vantò Star avanzando, pronto per attaccare.
Chissà come mai, quella frase le dava l'impressione di averla già sentita.
<< Volevamo solo sapere dove volevi andare. >> Le confessò Kid alle sue spalle.
Erano sul bordo di un tetto, a sinistra c'era la strada e a destra il resto del tetto, dove c'erano due rubini che la osservavano, mentre si avvicinavano piano a lei.
<< Allora potevate aver un minimo di pazienza in più e lo avreste scoperto. >> Rivelò Maka.
<< Sai... >> Incominciò Star, sempre camminando verso di lei, mentre si guardava la propria mano davanti al suo viso. << Certe volte, le tue provocazioni sono davvero fastidiose, così fastidiose da volerle azzittire. Quindi io, con la mia pazienza, non ho la volontà di aspettare. >>
Poteva sembrare minaccioso, molto minaccioso, dal tono, dallo sguardo, da come muoveva la mano, avrebbe spaventato chiunque, ma non lei. Sapeva che lui cercava vendetta, ma più che vendetta lui cercava uno sfogo per combattere e con lei lo aveva trovato.
Peccato che lei aveva il piccolo difetto di stuzzicare l'orgoglio maschile, le piaceva come reagivano e si divertiva ad osservare le loro espressioni.
<< Nessuno ti obbliga ad aspettare. Ma sai, l'attesa rende tutto più intenso. >> Rivelò Maka.
<< Questa frase andrebbe bene in un'altra situazione. >> Commentò Kid, non vide la sua espressione, ma sapeva che aveva stampato in faccia un sorriso ironico.
Non si girò, non poteva dare le spalle all'avversario che in apparenza sembrava meno temibile, ma in realtà la sua imprevedibilità, la faceva stare allerta, non distaccando gli occhi da lui.
<< Non ti conviene parlare. Perché tu sei quello che fa attendere un po' troppo per aprire i proprio occhi. >> Lo attaccò Maka.
<< Che cosa vuoi dire? >> Chiese confuso Kid.
Lei roteò gli occhi anche se lui non poteva vederla, si dimenticava sempre della mentalità ristretta maschile.
Respirò profondamente.
Due secondi dopo sparì dalla vista dei tre ragazzi.
Un secondo dopo circondò, da dientro, il collo di Kid con un braccio. Si avvicinò al suo orecchio.
<< Voglio dire, che tu caro mio, hai un serio bisogno di pulirti gli occhi. Perché non vedi tanto bene. >> Gli sussurò Maka.
<< Come hai fatto? >> Chiese stupito Kid, portando le mani sul braccio di Maka, che gli circondava il collo.
Nel frattempo gli altri due sorpresi erano pronti per una sua mossa falsa.
<< Kid, Kid, Kid, troppo vuoi sapere, questi trucchi non si rivelano si imparano. >> Gli confidò Maka sorridendo.
<< Stregoneria... >> Suppose Kid, irrintandola.
Maka scoppiò in una fragorosa risata. << Non sempre, quello che non riesci a capire è stregoneria, e poi io sono una maestra d'armi, non una strega. >>
<< Può anche d'arsi che questi trucchi te li insegna la tua amica. >> Suppose ancora una volta, motivando la sua ipotesi.
<< Strano che uno Shinigami non sappia come giocare con la propria anima. >> Cambiò soggetto della questione.
Lui ghignò. << In effetti è al quanto strano, vero? Ma sai... mostrare tutte le tue carte non è molto profiquo. >>
<< Sbagliato. >> Lo corresse Maka. << Non è molto profiquo rivelare le tue mosse migliori, è molto profiquo mostrare una tua mossa e far credere che sia una delle tue migliori mosse, quando invece non è così. >>
<< Lo terrò a mente. >> Le rispose solamente Kid.
Subito dopo sentì che la presa sul collo era svanita; si girò, ma Maka non c'era più dietro di lui. Strinse i pugni, l'aveva sfregato.
I tre ragazzi si misero a osservare tutto ciò che li circondava, ma non riuscirono ad individuare di nuovo Maka.
<< Non è possibile. È scappata. >> Disse furioso Star guardandosi ancora una volta intorno.
<< In effetti è impossibile. >>
Tutti si girarono nella parte in cui proveniva la voce: videro Maka seduta sopra un palo nella parte opposta della strada a due case di distanza.
<< Io non scappo. Perché dovrei scappare da qualcosa che mi diverte?. >> Riprese Maka sorridente.
BlackStar strinse i pugni. << Ci stai prendendo in giro, per caso? >>
Maka alzò le mani. << Io? Non mi permetteeri mai!. >> Ma dalla sua espressione si poteva leggere l'ironia, che difficilmente riusciva a trattenere.
Subito dopo si alzò e riprese a correre, sapendo che i ragazzi non avrebbero tardato ad inseguirla. Mancava poco alla meta, anzi era quasi arrivata.
Svoltò a destra aveva un vantaggio di circa trenta secondi sui ragazzi, abbastanza.
Scese in caduta libera dal tetto, atterrando sulla strada leggiadra come una foglia.
<< E tu cosa ci fai qui? >> Chiese Alexis stranita di vederla all'uscita del bar.
Maka alzò gli occhi e vide cinque ragazze che la guardavano stupite in attesa di una sua spiegazione. Lei le fece segno di stare in silenzio.
<< Voi non mi avete vista. >> Annunciò Maka, per poi alzare il suo capuccio e sparire dietro l'angolo.
Neanche ebbero il tempo di pensare allo strano comportamento di Maka, che subito dopo apparvero dal nulla Star e Kid.
<< Dov'è andata? >> Chiese immediatamente Star senza salutare o dare spiegazioni.
<< Ma di chi stai parlando? >> Chiese confusa Tsubaki.
<< Di quella traditrice e presutuosa che non è altro! >> Rispose questa volta Kid furibondo.
Tutti strabuzzarono gli occhi, vedere Kid perdere le staffe era un evento molto raro.
Traditrice e presuntuosa?
Lo sapeva che doveva andarci molto più pesante. Non solo aveva fatto un favore a loro, trattenendosi, ma pure la offendavano accusandola.
Aspetta. Notò che c'era qualcosa che non andava... uno... due... Dov'è il terzo? Dove si era andato a cacciare Soul?
Non fece in tempo a rispondere alle sue domande che vide una lama a pochi centimetri dal suo viso.
Non l'aveva sentito arrivare, si era mosso lentamente. Era così concentrata nell'osservare i due ragazzi che non si era accorta di un nemico che poteva essere fin troppo pericoloso per lei.
<< Non credere di essere l'unica a sapersi muovere di soppiatto. >> Esordì Soul con voce rauca, bassa. Facendo scorrere la sua lama lungo la guancia di Maka.
<< Purtroppo, anche a me capita di sottovalutare il mio avversario. >> Si giustificò Maka, non accennando a muoversi.
<< Peggio per te. >> Le disse in fine Soul allontanando la lama per poi muoverla di nuovo verso di lei con maggior forza.
Maka prontamente saltò evitando il contatto con la lama. Soul non scherzava per niente, aveva tutta l'intenzione di farle male, molto male. Sorrise, molto meglio così!
Soul inseguì Maka sul tetto attaccandola, ma non riuscendo mai a colpirla.
Dopo l'ultima mossa stile matrix per evitare un attaccò di Soul, Maka si ritrovò in equilibrio su un lampione della luce.
Soul sogghignò. << Voglio vedere come farai a schivare il prossimo colpo. >>
<< Prova, magari lo scopri. >> Gli suggerì Maka con un sorriso di scherno stampato in volto.
<< Guarda dov'è! >> Urlò Star indicando a Kid dove guardare.
Era logico che la notassero il lampione su cui era andata ad appoggiarsi dava sulla strada semi principale dove stavano tutti i ragazzi riuniti.
BlackStar si mosse probabilmente per attaccarla ma venne fermato da Soul.
<< No, ci penso io a lei, adesso. >> Perentorio come mai era stato, mentre la guardava dritto nei occhi con un ghigno che spuntava naturale sulle sue labbra, come quando il predatore si apprestava a catturare la sua preda.
Peccato che non si rendesse contro, chi era il vero predatore e chi era la preda. Invece lei lo sapeva molto bene.
Soul si avventò su di lei con tutta la sua furia, peccato che non aveva calcolato come muoversi su un tubo più tosto sottile, dove era difficile tenersi in equilibrio, per Maka sembrava un gioco da ragazzi per lui un po meno.
Scivolò al secondo passo, cadde di lato senza poter arrivare in alcun modo a colpire Maka che lo guardava con un sorriso vittorioso.
Non arrivò a cadere completamente, perché prontamente si tenne con la mano non trasformata sul tubo del palo.
Maka si avvicinò a lui, muovendosi con estrema eleganza lungo il tubo orizontale del palo della luce. Si fermò posando i suoi piedi ai lati della mano.
<< Soul, mi sorprendi, non sai che un maestro d'armi ha un equilibrio eccezionale rispetto ad una buki? >> Gli chiese Maka.
<< Mi era sfuggito dalla testa. Pensavo solo a fartela pagare. >> Rispose Soul con un sorriso, anche se la sua posizione non l'ho avvantaggiava.
<< Allora impara a pensare più di una cosa. >> Gli suggerì Maka allungando una mano verso di lui.
Soul la guardò dubbioso: A che gioco stava giocando? Perché lo stava aiutando?
Fece ritornare il suo braccio trasformato alla sua forma normale e lo allungò fino ad afferrare la mano di Maka.
<< Grazie. >> Le disse semplicemente.
Lei sorrise. << No, Soul. Grazie a te. >>
Soul non capì ciò che intendesse dire Maka. Ma subito dopo sentì un'ondata di energia invadergli tutto il suo corpo, una potente ondata di adrenalina: era l'anima di Maka.
Non potè fare almeno di trasformarsi, era un opportunità troppo ghiotta per non sfruttarla.
Maka sorrise. Fece volteggiare la sua falcia attorno a lei, spostandola da una mano all'altra, con una eleganza quasi divina.
Respirò profondamente.
<< Lasciati andare, Soul. Dammi tutta la tua forza. >> Gli disse Maka.
Soul accettò più che volentieri, finalmente libero di poter lasciare andare tutta la sua potenza senza il rischio di fare male al proprio maestro d'armi.
Le era mancato... Poteva dire e pensare tutto quello che voleva, ma le era mancato; sentire la potenza della sua anima, che lei aveva fatto crescere, era totalizzante. Non essere più in difficoltà nel maneggiarlo, ora quasi quasi le sembrava un gioco per bambini. Ma la sua anima, Dio quant'era potente, quasi incontrollabile, tranne per Shinigami e per lei naturalmente. Sentire quell'anima così potente unirsi alla sua era pace dei sensi per lei.
Le dava energia come nessun'altra falce era riuscita a darle, perché lui era Soul, la sua prima falce, avevano un legame indissolubile, anche se separati era impossibile da sciogliere. Si erano scelti a vicenda e questo nessuno poteva cambiarlo neanche uno di loro.
Da quando avevano raccolto 99 anime di uova di kishin e un'anima di strega, così da poter far diventare Soul falce della morte, aveva avuto il desiderio di provare questa sensazione e ora che l'aveva raggiunta era così appagante che si sentii viva.
Lo fece volteggiare ancora un paio di volte attorno a lei per acquistare la massima automaticità dei movimenti.
Piegandosi sulle gambe portò la sua falce dietro la schiena tenendola con una sola mano in posizione di attacco.
Guardò BlackStar negli occhi, che nel frattempo la guardava tra lo stupito e l'eccitato, con l'altra mano gli fece segno di avvicinarsi, provocandolo.
Star si lambì le labbra con la lingua in sudigiri. << Ora sì! Che le cose si fanno interessanti! >>
<< Tsubaki! Modalità Kusari-gama! Ora sì che ci divertiamo! >> Ordinò poi a Tsubaki,ormai era impossibile fermarlo.
Tsubaki strabuzzò gli occhi e anche se non capiva quella situazione ubbidì al suo maestro d'armi, si trasformò in quello che lui le aveva chiesto, due falcette collegate da una lunga catena.
Dopo che Star afferò Tsubaki tra le mani si rivolse a Kid. << Forza Kid! Le dobbiamo dare una lezione, sì o no? >>
Prima che Kid potesse rispondere, intervenne Maka. << Ma parli con Kid? Lui è un tipo un po' più cauto di te. Quasi quasi viene mangiato dalla paura di perdere e venire schiacciato da me. >>
Kid strinse i pugni rabbioso. << Liz, Patty! Trasformatevi, ora ha superato davvero il limite di sopportazione. >>
<< Kid... >> Liz cercò di capire cosa stava succedendo ma Kid la bloccò perentorio. << Non fare domande. Fallo e basta. >>
Sospirò e annuì, scambiandosi un cenno con Patty si trasformarono in due pistole ognuna finì in una mano di Kid.
Si misero anche loro in posizione di combattimento.
<< Vi sto aspettando! >> Dichiarò Maka facendo volteggiare Soul con grazia tra le sue masi per poi puntarlo contro di loro.
<< Soul! Ti sei schierato contro di noi? >> Star furioso incolpò Soul.
Fu Maka a parlare a posto di Soul. << Vi posso garantire che non è per sua scelta. Dovete sapere, che se una buki si ritrova a ricevere dentro il suo corpo, sino alla sua anima, una energia dell'anima, che proviene dall'esterno, abbastanza potente, non può fare almeno di trasformarsi. >>
<< Non capisco. >> Disse Kid confuso.
<< E come se tu stessi a digiuno per tre giorni, poi ti ritrovi magicamente davanti un enorme tavola piena di pietanze prelibate. Tu non puoi fare almeno di resistere perché hai bisogno di mangiare, quindi tu ti siedi e mangi. Capisci adesso? >> Le chiese Maka sorridendo.
In effetti era un po difficile da capire, ma era sicura che Kid ci sarebbe arrivato senza difficoltà.
Lui annuì con uno strano ghignò in volto. << Capisco. Allora Soul, spero che non ti offenda se ti facciamo male. Prenditela con Maka. >>
Da quando Kid era così spietato?
Oh vero! Da quando aveva pizzicato il suo orgoglio maschile... Ops...
<< Complimenti, mi hai messo contro i miei amici... >> Sbuffò scocciato Soul.
<< Quanto la fai lunga! Ci divertiremo vedrai! Non pensaranno minimamente a te! >> Gli rispose Maka rassicurandolo per poi concentrarsi. << Ora concentrati. >>
Soul sbuffò sconciato, tentò di ribattere ma Maka lo fermò.
<< Oh-oh! Guarda arrivano! >> Gli fece notare carica di adrenalina.
<< Ci sei? >> Gli chiese mettendosi in posizione di attacco.
Gli arrivò una carica di andrenalina insieme alla forza dell'anima di Maka, droga purissima per lui.
<< Sì, stracciamoli! >> Rispose Soul arreso e carico anche lui.

 

Jessica li guardava stupiti e in pensiero, potevano farsi davvero male, non sembrava che scherzassero, anzi ognuno di quei attacchi sembrava destinato a fare veramente male.
Alexis invece li stava guardando tranquilla, sembrava che si stesse godendo un film d'azione.
<< Ma come fai a non essere in pensiero? >> Jessica non riuscì più a contenersi preoccupata.
<< Dai non la fare lunga! Si stanno divertendo, lasciali fare. >> Le rispose Alexis, senza distogliere lo sguardo dalla battaglia.
<< Oh no! Già hanno incominciato! >> Si lamentò una voce alle loro spalle.
Entrambe si girarono per vedere chi era stato.
Alexis sorrise. << Non ti preoccupare, non ti sei perso niente. Maka si sta solo riscaldando. >>
Andrea e Stein si avvicinarono a loro.
<< Stein, li fermi. Si faranno male! >> Lo pregò Jessica.
<< Non ti preoccupare, ragazza. É uno scontro calcolato, nessuno si farà niente. >> La tranquillizzò Stein.
<< Allora è vero che si fida a maneggiare una falce della morte. >> Fece notare Andrea.
<< E anche bene. Lo fa con eleganza e fluidità nei movimenti. Devo pensare che è più brava di te, tu non sei per niente elegante nel far muovere la tua spada. >> Lo sfottè Alexis.
<< Ma come fate ad essere così tranquilli? >> Chiese Jessica, ormai in pena, una volta visto che la battaglia si faceva più accesa.
Andrea li indicò. << Guarda lei. Osserva come si muove poi capirai perché siamo così tanto tranquilli. >>
Jessica seguì il consiglio si mise ad osservarla.
La prima cosa che notò fu la sua espressione sicura, ma non solo quella anche i suoi movimenti erano sicuri studiati, già sapeva cosa doveva fare.
Si poteva notare che era sicura da come maneggiava Soul, il suo Soul. Doveva ammetterlo, lei non ci sarebbe mai riuscita a maneggiarlo come faceva Maka, forse perché lei era più forte o perché aveva più esperienza. Maneggiava Soul con gran classe, eleganza, si muoveva agile come un gatto, muoveva la grossa falce che riusciva a tenere in una sola mano come se fosse un nastro di ginnastica artistica, le riusciva così semplice muoverlo, non con irruenza, ma al contrario con estrema eleganza.
Osservandola più attentamente lei e il combattimento, poteva notare che lei di rado attaccava, lasciava che BlackStar e Kid l'attaccassero come se fosse un nemico da distruggere. Li provocava, non solo pizzicando il loro orgoglio, ma anche schivando ogni loro attaccato.
Improvvisamente cambiò espressione, si mise in una posizione diversa e aspettò. Quando Star e Kid attaccarono contemporaneamente, lei si mosse agile, non più schivando l'attacco, bensì si mise a ruotare intorno a se stessa e portò Soul insieme a lei. Un secondò dopo, cogliendo loro alla sprovvista colpì entrambi facendoli atterrare a terra di schiena.
<< Ma è impazzita? >> Non riuscì a contenersi davanti a quella follia.
<< Non hai proprio capito, eh? >> La schernì Andrea, facendo irritare Jessica.
<< No, non posso capire. Li poteva uccidere, squarciando loro con Soul. >> Rispose lei irritata.
Andrea sbuffò sonoramente scocciato. << Scusa, ma quando ti ho detto di guardare cosa hai guardato con precisione? >>
<< L'ho guardata, ma non riesco a capire. >> Si giustificò lei.
Andrea cercò di risponderle, magari anche male, ma Alexis lo bloccò, intervenendo lei.
<< Hai visto dopo la rotazione che ha fatto Maka, in che posizione era rivolta la lama della buki? >> Chiese Alexis, con voce molto più paziente di Andrea.
<< Sì, come normale che debba stare, con la lama rivolta verso il fuori, davanti a se. >> Rispose Jessica.
<< Ti ricordi in che direzione a ruotato, Maka? >> Le domandò ancora una volta.
<< No, non ci ho fatto caso. >> Ma dove voleva arrivare? Jessica non riusciva a capirlo.
<< Dato che tu non hai guardato bene, te lo spiego io. Maka a ruotato con Soul, tenendolo con due mani, la mano sinistra a tenere la parte più bassa del manico e la destra quella più alta, tenendo la lama rivolta verso il fuori e girando in senso orario, ha fatto il modo che loro venivano colpiti dalla parte opposta da dove nasceva la lama. >> Le spiegò Alexis.
<< E questo che significa? >> Domandò questa volta Jessica, tentando di capire.
<< Significa che non li ha volutamente colpiti. >> Rispose spazientito Andrea. << Significa che, se volesse, potrebbe far finire l'incontro subito. >>
<< E come mai non lo fa? >> Chiese Jessica confusa.
<< Coscendola da quando era una giovane allieva e da com'è diventata, penso che ci siano due motivi. >> Si intromise Stein con un sorriso, che Jessica non aveva mai visto sul suo volto.
<< E quali sarebbero? >> Chiese Jessica, stanca di non sapere cosa stesse succedendo.
<< Il primo è perché li sta allenando. >> Rispose Stein con semplicità
Jessica strabuzzò gli occhi. << Come allenando? >>
Stein sospirò, comprendendo che ora gli toccava spiegare. << Sì allenando, sta sottoponendo a Kid e a Star un combattimento che li aiuti ad aumentare la propria anima, un combattimento per niente alla pari che li veda contro un avversario molto più forte di loro, ma che però non sono in rischio di morte. Lo ha fatto Perché in questi giorni di allanementì ha notato che non producevano più di tanto e che anche loro erano stressati. Quale mettodo migliore per togliere lo stress e contemporaneamente migliorare le proprie abilità? >>
Jessica annuì distratta, era tutto programmato, lei aveva calcolato tutto alla perfezione, c'era riuscita, anche perché conosceva i suoi ex compagni e sapeva come provocarli.
Non l'avrebbe mai pensato, ma infondo, anche se non voleva farlo notare, era una ragazza altruista. Ma comunque tutto quel piano lo poteva architettare benissimo anche senza Soul. Perché la voluto maneggiare dopo quattro anni? Forse lo rivoleva con lei?
Non ci credeva non riusciva a crederci.
Si ricordò di un altro particolare.
<< Qual'è il secondo motivo? >> Domandò Jessica.
Tutti e tre sorriso contemporaneamente.
Si apprestò a rispondere Alexis. << Aveva bisogno di svago. Divertimento puro e a quanto pare si sta divertendo parecchio. >>
Combattere per divertimento? Ma che diavolo di motivo era?
La osservò ineffetti si poteva dire tutto tranne che non si stava divertendo...

 

Dopo che li aveva spediti a terra, Star e Kid l'attaccarono diverse volte senza successo, ovviamente.
<< Scusate, non vi avevo stancato? Non dovevate farmela pagare? Io qui non ho visto nulla. >> Li schernì Maka.
<< Ci stiamo solo riscaldando. >> Ghignò Star mettendosi in posizione per l'ennesimo attacco.
<< Vi concedo un ultimo attacco, poi toccherà a me contrattacare. Sappiatelo. >> Li minacciò Maka.
Erano arrivati in una delle stradi principali di Death City vicino alla piazza, molta gente si era avvicinata incuriosita, dopo averli riconosciuti.
Kid era dietro di lei. << Allora faremo in modo di distruggerti in un solo attacco. Ti faremo vedere la nostra potenza. >>
<< Maka non credo sia una buona idea... >> Non era affatto una buona idea, in quei quattro anni Kid aveva sviluppato nuove mosse, da solo, ma anche con qualche attacco concatenato con Star, e Soul lo sapeva..
<< Avanti Soul, non fare quello noioso, non vedevo proprio l'ora che accadesse finalmente. E tu ti lamenti, mah... >> Non seppe descriverla, ma in quel momento sembrava una bambina capricciosa che voleva il suo giocattolo.
<< Ora ti facciamo vedere noi! >> Urlò BlackStars incrociando le due falcette che aveva in mano, chiuse gli occhi e parve concentrarsi.
<< Maka, tu non ci sei stata in questi anni, quindi non lo puoi sapere, ma Star e Kid sono migliorati molto e hanno sviluppato attacchi concatenati che- >>
<< Shh!! >> Lo interruppe Maka. << Non mi rovinare la sorpresa! Sarà divertente già lo so. E se me lo dici, non c'è più divertimento. >> Era identica a una bambina che saliva sulla giostra e non aveva nessuna intenzione di scendere da lì.
<< Penso solo, che ci faremo molto male. >> Cercava di convincerla, ma era come parlare con un muro.
Maka lo fece volteggiare intorno al suo corpo e lo posizionò alle sue spalle, con la punta della lama rivolta verso Kid, che stava alle sue spalle, anche lui con gli occhi chiusi che cercava di concentrarsi.
<< Soul, voglio una risposta sincera. >> Maka si chiuse gli occhi concentrandosi anche lei seria. << Se mi dirai di no, mi fermerò subito proclamando la mia resa. Ma voglio una risposta sincera. >>
Soul era confuso, era incredibile come il suo cambiar di umore così facilmente non fosse cambiato in quei anni. Si limitò ad annuire, acconsentendo.
<< Ti fidi di me? >> Di gettò come un doccia fredda.
Soul bocheggiò, non sapendo che fare, le aveva promesso di dirle la verità, che lui in fondo sapeva molto bene, ma non voleva essere umiliato, era insicuro di come lei-
<< Soul, non è il momento di mettere l'orgoglio davanti a tutto, mi serve una risposta sincera ora, qualunque sia, ma rispondi. >> Strinse la mano che teneva Soul, seria e tesa.
<< Sì, mi fido di te. >> Al diavolo l'orgoglio! Non poteva nascondere una cosa che era parte di lui.
<< Bene, allora fidati se ti dico, che qui non si farà male nessuno, io penso che alla fine ci faremo quattro risate. >> Lo rassicurò Maka.
Non gli sfuggì il sospiro di liberazione, anche lei era stata in tensione per la risposta alla domanda che gli aveva fatto, aveva paura anche lei della risposta. Sorrise, ora era più che sicuro che aveva mantenuto la promessa fatta anni prima.
<< Che facciamo? >> Le chiese Soul.
<< Aspettiamo e tieniti pronto. Ho premesso che prima avrei fatto attaccare a loro e fin quando non concluderanno il loro attacco, io non posso attaccare. >> Spiegò Maka, aprendo gli occhi e guardando BlackStar.
BlackStar si mise in ginocchio, ancora con gli occhi chiusi e posò una falcetta a terra e l'altra la tenne in mano a un sol millimetro di distanza dal terreno.
<< Tsubaki, non voglio tentennamenti. Devi credere che lei sia solo un nemico. >> Le raccomandò.
<< Ma, lei- >> Cercò di ribattere.
<< Tsu, lei è solo un avversario. Non ti preoccupare. Dobbiamo batterla a tutti i costi. Sei pronta? >>
Perché Star le diceva questo? Era la prima volta che si preoccupava, o almeno che le chiedeva se era pronta. Di solito non si preoccupava per questo, perché lui sapeva che lei lo seguiva in tutto quello che decideva. Allora, perché glielo chiedeva?
<< Io sono pronta. >> Gli rispose semplicemente.
<< Allora, incominciamo. >> Serio Star diede inizio alla sua mossa.
Maka vide sparire Tsubaki dalle mani di Star.
Interessante... Come la prima volta che l'aveva usata nella lezione supplementare di recupero, tranne che questa volta era diverso, non aspettava lei, bensì lui andava da lei, e la sua buki non era più sul terreno, bensì sparita nel nulla.
Star era ancora inginocchiato con le mani appoggiate sul terreno.
Chiuse gli occhi, concentrandosi respirando lentamente.
Attorno a lei c'era silenzio, silenzio di attesa, che qualcuno attaccasse, c'erano anche dei curiosi, ma anche loro facevano silenzio, intuendo la situazione.
Riusciva a vedere Kid, tramite Soul, anche lui si stava concentrando tenendo le sue buki incrociate al petto.
Utilizzando il suo vetro dall'anima, espanse una cupola di onda dell'anima con un energia leggera, quasi impercettibile, comprì l'intero spazio che ricoprivano Star e Kid e ascoltò...
Catene... Sentiva delle catene muoversi, ma dove?
Sentiva l'anima di Tsubaki che sembrava fosse lì, ma impossibile da vedere... L'aveva fatta sparire nel nulla, senza fare niente di concreto, solo con la concentrazione della propia anima.
Rinunciò a capire dove fosse e si concentrò Sono su l'anima di Tsubaki che sentiva dentro la sua cupola invisibile.
Con le cantene stava formando qualcosa, un immagine, una...
<< TRAP STAR! >> Urlò BlackStar.
Maka sorrise, spostò impercettibilemte Soul verso Kid, che aveva aperto gli occhi preparandosi al suo turno.
Aprì gli occhi si ritrovò in mezzo ad una grossa stella a cinque punte, delle catene scorrevo vicino lei, emanavano una potete energia. Sorrise, un eco delle loro anime potente, soprattutto grazie alla fiducia profonda del maestro con la sua buki.
<< TRAP STAR, AVANTI! >> Tirò a se una falcetta che gli era spuntata in mano.
Spostò ancora Soul in avanti e mosse il polso, posizionando così Soul in posizione orizontale.
L'attimo successivo venne stretta dalle catene, bloccandola. Le catene avevano fatto leva sul suo braccio che aveva dietro la schiena rivolto verso Kid, provocando uno scroscio nella sua spalla.
Sentì senza volerlo l'anima di Tsubaki.
<< Ehi, Tsu, non ti preoccupare per me. Ora arriva la parte più bella. >> Maka la rassicurò con un sorriso.
<< Vai Kid! Tocca a te! >> Lo avvertì Star.
Kid allargò le braccia. << Eco dell'anima! >>
Puntò le due pistole contro Maka. Concentrandosi.
<< Ehi Soul, toglimi una curiosità. Per caso Kid ha imparato a controllare senza tentare la morte, il Death Cannon con la terza striscia? >> Bloccata Maka, poteva vedere Kid, solo attraverso Soul.
<< Sì, ha sviluppato tante altre mosse. Infondo lui è uno Shinigami. >> Rispose, per nulla tranquillo.
<< Oh guarda, me n'ero dimenticata! >> Sorrise ironica.
<< Come fai ad essere così tranquilla? Ci sta per disintegrare con lo stesso colpo che ha dato al Kishin. >> Non riusciva a crederci, come faceva a rimanere così tranquilla.
Le due pistole si trasformarono in due cannoni, un tuttuno con le braccia di Soul.
<< Come faccio ad essere così tranquilla? Semplice, conosco le mie capacità e credo in esse. Solo se ci credi con tutto te stesso, qualunque cosa può diventare possibile. >> Vide Kid, chiudere la prima striscia intorno alla sua onda dell'anima.
<< Credi che chiuderà tutte e tre strisce? >> Domandò Maka, curiosa.
<< Perché lo vuoi sapere? >> Ribattè Soul.
<< Perché sarebbe troppo divertente con tutte e tre strisce! >> Sorrise Maka, eccitata all'idea.
Soul sbuffò. << Io ci rinuncio a capire. >>
<< Fai bene. Perché sta per attaccare. Ora dobbiamo vedere se attacca con due o con tre. Vediamo cosa decide. >>
<< Con tre distruggerebbe Death City. >> Costatò Soul. << Non penso che voglia distruggere la sua città. >>
<< Io penso che Kid, è diventato più forte di quanto voglia fare credere. >> Era diverso e lo notava da come impugnava le sue armi a come si concentrava solo per un semplice attacco dove il suo bersaglio era bloccato.
I due cannoni erano diventati più grossi e da sotto spuntarono due aste a sostenerli a terra, tenendoli dritti rivolti verso di lei.
<< Liz, Patty! Ci siete! >> Li caricò Kid fermandosi alla seconda striscia.
<< Carimento al 10.000 %! Siamo pronti Kid! >> Urlò Patty.
<< Non so se si salverà. >> Mormorò Liz.
<< Non è il momento per pensare all'avversario. >> La rimproverò Kid.
<< Lo so, pronta per l'azione. Andiamo! >> si caricò e li caricò.
Kid chiuse gli occhi concentrandosi.
Li aprì quasi subito. << DEATH CANNON! >>
Maka chiuse gli occhi aspettando l'attacco.
Le catene intorno a lei si fecero leggermente più lente.
Strinse la stretta intorno al Soul, il segnale.
Aprì gli occhi azzurri.
Il colpò arrivò e tutto fu ricoperto di luce, intensa e anormale...
Dalla luce uscì lo stesso idetico attacco e si dirigeva verso Kid: il suo attacco si era rivolto contro di lui. Ma come era potuto succedere?
Incrociò le due armi al petto proteggendosi, non fece in tempo a richiamare a se la sua anima, non si era aspettato quella contromossa, venne spazzato via all'indietro, sbattendo a terra violentemente.
Da dove era nata la luce, ora c'era fumo, provocato dal primo impatto. Pian piano il fumo si distese e i presenti videro Maka che in una mano continuava a far volteggiare Soul, con l'altra teneva una delle falcette, dall'altra parte della catena Star teneva l'altra.
<< Ottimo colpo combinato, con qualche pecca, ma davvero ben congeniato. >> Si complimentò Maka, sbattendo più volte le palpebre, ritrovando il coloro naturale dei suoi occhi.
Sentì la catena tirare. << Come hai fatto? E lascia stare Tsubaki! >>
Maka lasciò le catene. << In un combattimento non serve usare solo forza bruta, non serve saper usare al meglio la propria anima, serve soprattutto usare questo. >> Si indicò la testa.
<< Eri bloccata. Come hai fatto a bloccare il mio colpo e rispedirmelo contro? >> Kid si era alzato un po ammaccato.
<< Un secondo basta e avanza. Soprattutto se riesci a prevedere cosa fa il tuo avversario e sai già prima cosa devi fare. >> Spiegò semplicemente Maka.
<< Hai letto le nostre anime anticipando le nostre mosse? >> L'attaccò Star, contrariato.
<< Sbagliato, non sarebbe stato così divertente. Ovviamente sei libero di non credermi. >> Rispose sia alla domanda sia allo sguardo di Star.
Prima che lui intervenisse in malo modo, Kid lo anticipò. << Ha ragione, si è solo limitata a
sentire la presenza delle nostre anime, ma non lo fa apposta, le viene naturale. >>
<< Sembri un professore. >> Gli fece notare Maka
<< E allora come ha fatto? >> BlackStar strinse i la stretta sulle due falcette.
Kid si incamminò verso Maka, facendo ritornare i cannoni, pistole. << Si è semplicemente basata su un caso fortuito, che poteva, benissimo, non accadere. Mossa al quanto fatale. >>
<< E secondo te, io mi baso solo su un caso fortuito? >> Sorrise Maka.
<< Era una cosa che non si poteva prevedere, poteva decidere di farla rimanere legata a te. >> Spiegò ancora una volta Kid, avvicinandosi ancor di più
<< Ma ti cosa state parlando? >> Non capiva quel dannato discorso e lo infastidiva parecchio.
<< Di te. Del fatto che hai rimosso la tua buki un secondo prima dell'impatto con il colpo di Kid, concedendomi il tempo di difendermi. Quello che Kid non vuole capire è che mi era impossibile sbagliare. >> Rispose Maka sciogliendo i suoi dubbi.
Kid strinse i pugni, infastidito. Ma prima che potesse ribattere, lo anticipò Tsubaki. << Kid, Maka ha ragione, ma solo perché conosce Star e può intuire facilmente cosa deciderà di fare. >>
Maka annuì confermando.
<< E se non l'avessi conosciuto? >> La sfidò Kid.
<< Non gli avrei dato neanche il tempo di pensare a come attaccarmi. >> Seria, rispose al tono di sfida di lui.
Si avvicinò Star con le due falcette pronte a qualunque evenieza. << Non posso crederci, nessuno può anticipare le MIE mosse! >>
<< Fattene una ragione! Allenati e diventa sempre più forte, acquisendo nuove tecniche. Forse allora, avrai una speranza con me. >> Lo attaccò senza alcuna pietà.
<< O forse ora! >> Star non ci vide più offeso nell'orgoglio.
L'attaccò all'improvviso, Maka prontamente scansò la prima falcetta e contrattaccò con la falce della morte, fermandola sul suo collo; l'altra falcetta era arrivata sul suo stomaco. Nel frattempo Kid puntò le due pistole su Maka, notandolo con la coda dell'occhio lei alzò il bastone all'altezza della sua bocca dello stomaco.
Erano in una posizione di stallo, nessuno accennava a muoversi, un possibile spostamento poteva causare una reazione dell'avversario.
BlackStar scoppiò in una fragorosa risata, seguito in seguito da Kid e Maka, si allontanò abbassando le due falcette, Kid pure facendo ruotare le sue pistole con i mignoli. Maka sorrise e volteggiando Soul lo appoggiò su una spalla.
<< Oh vero! >> Maka si ricordò che non aveva tolto la cupola della sua anima.
<< Previdente. >> Osservò Kid.
<< Ti credo con il nostro colpo, avremmo distrutto mezza Death City. >> Star rese ancor più evidente, ciò che poteva succedere.
<< Avete finito di scannarvi? >> Chiese da lontano Andrea.
<< Sì sì, ora è tutto apposto. >> Rispose tranquillo Star.
Ognuno fece trasformare la propria buki in forma umana.
<< Dai mi sono divertito. Mi sono sgranchito un po le osse. >> Kid si massaggiò il collo ancora un po' dolorante dopo la botta subita.
<< Sì sì! Pure io! È stato troppo forte! Boom! >> Patty non smetteva di saltellare euforica.
<< Peccato che l'abbiamo preso noi il boom! >> Fece notare contrariata Liz, ma anche lei felice.
<< E' stato bello mettere in atto la nostra mossa. Vero, Star? >> Tsubaki si rivolse a lui, trovandolo pensieroso.
<< Mmm... Hai detto che ti ho dato troppo tempo? >> Chiese Star a Maka, ignorando Tsubaki.
Maka annuì.
<< Allora Tsu, dobbiamo lavorare sul decimo di secondo. Un secondo è troppo! >>
<< Potrebbe essere rischioso, soprattutto per lei. >> Maka era d'accordo a migliorare sempre di più, ma si doveva pensare anche alla propria buki.
<< Non ti preoccupare! Ci riuscirò a rendere il tutto più veloce! >> Ormai si era posto un obbiettivo e lo avrebbe raggiunto.
Maka sospirò arresa. << Vi ringrazio per avermi fatto divertire. Siete anche meglio di Frost. >>
<< Vedi che mi posso anche offendere. >> Sbuffò il diretto interessato alle sue spalle.
<< Offenditi pure! >> Lo assecondò Maka.
<< Cosa hanno loro più di me? >> Andrea si mise una mano sul cuore, attore tragico modalità ON.
Maka sorrise. << Mi hanno attaccato come se volessero uccidermi. Tu mi attacchi con la paura di farti male, non è tanto divertente così. >>
<< Io non ho paura. >> Irritato, andò accanto ad Alexis. << Diglielo anche tu. >>
Alexis le accarezzò la guancia, abbonendolo. << Povero cucciolo, certo che non hai paura. Non le dare retta. >>
Andrea annuì soddisfatto e Maka rise, senza poterci più fermare.
Quando si rese conto dell'occhiata truce che le stava inviando Andrea cercò di contenersi. << Okay, okay. La smetto. Dai ora meglio che andiamo si è fatto tardi. >>
Si mise in mezzo a loro e depositò le braccia sulle loro spalle, incamminandosi.
Si bloccò, girandosi, come se si avesse dimenticato qualcosa.
Guardo chi fino a quel momento, non aveva pronunciato una sola parola.
<< Grazie, Soul. >> Gli disse semplicemente Maka.
Lui strabuzzò gli occhi, ma si riprese in fretta. Sorrise. << No, Maka. Grazie a te. >>
Maka gli sorrise e si voltò ancora una volta con una mano alzata. << Ciao a tutti! Ci vediamo domani al solito orario! >>
Si diresse verso i suoi compagni di squadra che l'aspettavano.
<< Quindi è vero che sai maneggiare una falce della morte! E' brava la nostra Albarn! >> Si complimentò Andrea.
<< Impressionato, eh? >> Lo stuzzicò Maka.
<< Sì è proprio ubriaca! >> Alexis si mise le mani nei capelli.
Maka accelerò il passo e li superò, per poi voltarsi e camminare all'indietro. << Non è assolutamente vero! Un boccale lo so reggere! >>
<< Certo, certo. E' Andrea è gay. >> ironizzò Alexis.
Lui rise, ma Maka strabuzzò gli occhi. << Oh porca la miseria! Sei gay! >>
Le lanciò uno sguardo truce e Maka rise.
<< Ti prendi gioco di me? >> Irritazione, massima.
Maka rise ancora una volta. << No, per carità! Non sia mai! >>
Lui fece per prenderla, ma lei lo scansò voltandosi e iniziando a correre.
<< Ma non si stanca mai? >> Chiese stufa Alexis.
<< No, è una ragazza instancabile. >> Sorrise Andrea incominciando a correre. << Su andiamo a prenderla, prima che combini uno dei suoi casini! >>
Alexis sbuffò scocciata e si mise a correre pure lei, inseguendo la piccola bambina ubriaca.
Come si faceva a ubriacarsi con un boccale di birra? Perché si ostinava a berlo sapendo di non poterlo neanche assaggiare?
Era sicura che non avrebbe mai trovato le risposte alle sue domande, ma nella speranza di trovarle, cercava di contenere i danni che poteva fare, quando era così.


<< Secondo me, soffre, troppo, di cambi d'umore. >> BlackStar non poté fare almeno di notarlo.
Tutti erano rimasti stupiti da quella versione di Maka mai vista.
<< Non fateci caso. >> Li rassicurò Stein. << Il brindisi le ha fatto bene pure a lei. >>
<< Quindi ci ha sfidati solo perché era ubriaca? >> Chiese confuso Kid.
<< Forse, ma era un suo obbiettivo combattere con voi. >> Rispose Stein.
Liz sbuffò. << E da meno di una settimana che è qua e ho visto Maka diversa ogni giorni, come se ci fossero più persone in lei. Vai a capirla. >>
<< Non esagerare, la dobbiamo ancora conoscere per ciò che è diventata. >> La difese Tsubaki.
<< Ehi Soul! >> Lo chiamò Star. << Sono curioso, sei riuscito a vedere la sua anima? >>
Soul fece spallucce. << Solo a vederla e sentirla, ma non ha capirla. Probabilmente era impossibile fare l'eco dell'anima. Usava me, solo per trasferire la propria anima, come un canale, senza interagire con la mia. >>
I ragazzi parvero confusi, fu Stein ha risolverli. << E' uno dei tanti difetti del vetro dell'anima, uno dei tanti motivi perché lo usano i maestri più potenti e soprattutto senza una buki. Il vetro dell'anima come ben sapete aiuta in battaglia a non far leggere la propria anima all'avversario, la buki non può in alcun modo legarsi ad essa e come se ci fosse un vero e proprio vetro a separare l'anima della buki e quella del maestro d'armi. >>
Guardarono tutti Soul in cerca di una conferma.
Soul sbuffò scocciato. << Ha ragione il professore, anche se è successo una cosa strana, quando Kid ci ha attaccati con il Death Cannon. >>
<< Sarebbe? >> Si informò Stein.
<< Per un sol attimo, durante quel colpo durato solo due secondi, mi sono sentito come legato alla sua anima, ma non a contatto. >> Spiegò stranito.
Soul vide spuntare negli occhi di Stein una strana luce, come se avesse capito, ma lui non disse nulla, si limitò ad aggiustarsi gli occhiali. << Comunque ragazzi, spero che questo per voi sia stato un ottimo modo di rilassarsi e al con tempo un ottimo modo per allenarsi. Avete sprecato molte energie, vi consiglio di andare a casa a riposare. >>
I ragazzi annuirono e uno ad uno salutarono e si diressero nelle proprie case.
Soul notò per la prima volta Jessica, che stranamente era silenziosa. << Andiamo? >>
Lei si limitò ad annuire voltandosi per andare a casa.
Lui la seguì senza aggiungere altro.
Non poté fare almeno di pensare a quello che aveva detto Stein poco prima.
No, Maka non poteva essere ubriaca, ammettiamolo, maestra d'armi di alto livello o no, un ubriaco faticherebbe pure a camminare. Non poteva essere neanche brilla, sì forse un po più allegra, molto diversa dalla nuova Maka, ma molto uguale alla sua vecchia maestra.
Secondo lui, neanche le era salito un goccio di birra in testa, aveva ragionato fin dai minimi dettagli quel suo piano, aveva analizzato ed osservato fin troppo attentamente gli attacchi di Kid e Star; non aveva avuto idee confuse, sapeva esattamente come e quando fare la mossa giusta al momento opportuno.
Più ci pensava, più si convinceva che lei non era ubriaca, forse la usava come copertura, per giustificarsi della sua allegria o dalle mosse sconsiderate che faceva.
E poi, ripensava alla sensazione fantastica di libertà che aveva provato tra le mani di Maka...
<< Ti è piaciuto farti maneggiare da lei? >> Jessica interruppe i suoi pensieri, colpendolo con quella domanda.
<< Lei è, completamente, di un'altra categoria, mi sembra più che normale. >> Sincero, almeno quello le doveva.
<< Quindi hai intenzione di... >>
Soul capì cosa intendesse dire. << No, non penso. Hai sentito cosa ha detto Stein? >>
<< Però tu vuoi? >> Insistette Jessica.
<< Non lo so, non saprei risponderti ora. >> Era vero che non lo sapeva, erano cambiate tante cose e lui non sapeva cosa fare.
Lei si limitò ad annuire e a proseguire verso casa sua.
Sì gli era molto piaciuto farsi maneggiare da lei, non solo per la sua anima così potente, ma perché lei aveva un modo di maneggiarlo tutto suo, era felice che almeno quello non era cambiato in quei anni. Era sempre stata elegante nei suoi movimenti, le era sempre piaciuto combattere, mettersi alla prova, ora che aveva piena padronanza di sé e aveva tanta esperienza negli scontri, era più sicura di sé e consapevole di quello che stava facendo.
La cosa che lo ha infastidito di più in quel combattimento e che, sì lui si era liberato completamente della forza della sua anima, lei pure gliela aveva data, ma diversamente, sicuramente non tutta quella che poteva emanare. Invece la cosa che lo aveva fatto imbestialire era stato vedere la sua anima senza poterla sentirla, toccarla. Gli era sempre piaciuto l'unione delle loro anime era così calda... Ma non era stato possibile per quella sua insensata tecnica. Eppure nella mossa finale aveva avuto bisogno di sapere se lui si fidava di lei, forse era stato per capriccio, ma da come glielo aveva detto era sicuro, che gli servisse la sua fiducia proprio per quel momento in cui a lui era sembrato di essere in contatto con l'anima di Maka, ma senza toccarla.
Era più che sicuro che Stein sapesse cosa era successo e però per chi sa quale motivo, non ha voluto rivelarglielo.
<< Bene, Soul. Ci vediamo domani. >> Per la seconda volta Jessica lo risveglio dai suoi pensieri, neanche si era accorto di essere arrivato sotto casa sua.
<< A domani. >> Le fece un cenno con la testa e si incamminò verso la sua casa.
Jessica si limitò ad annuire triste ed ad aprire il portone del suo condominio.

Soul sbuffò gettando le chiavi di casa sopra il tavolo della cucina, chiuse la porta con il tallone mentre si toglieva il giaccone. Anche se sembrava assurdo, poteva dire che si sentiva ancora più confuso dei giorni precedenti e che secondo lui si poteva andare solo a peggiorare.
Si diresse nella sua stanza, stanco di quella giornata infinita, ma quando mise la mano sulla fredda maniglia ci ripensò cambiando strada. Prese dal settimanile una chiave e aprì la porta, ne aveva bisogno e non poteva fermarsi.
Aveva bisogno di sentire, di ricordare Lei, dolce e permalosa, un po' piagnucolona, ma forte, e in quel momento solo in quei quaderni la poteva trovare. Erano così ricchi, descrizioni dei minimi particolari, così precise e reali da farlo tornare in dientro nel tempo.
Era stato fortunato che Lei non aveva finito di portarsi tutti i suoi quaderni, perché lui ne aveva il bisogno quasi spasmodico, come se quei quaderni fossero droga, erano diventati la sua dipendenza. Forse facevano male i ricordi che riportavano quei quaderni, però gli devano la sicurezza che quei ricordi vissuti erano reali e non fossero solo frutto della sua immaginazione...
Prese uno dei quaderni riposti nascosti nella libreria e incominciò a leggere come faceva, non tutte le sere, ma quasi, da ormai quattro anni...

 

 


 

 


Spazio Autrice:
Ciao a tutti di nuovo!!! xD
Lo so, lo so, sono imperdonabile e non ci sono scuse!
Ma ora sono qui! Con un capitolo che personalmente mi piace, perché molto rivelatore.
Ammetto di essermi lasciata un po andare con la lunghezza del capitolo, che non centra nulla con i precedenti che ho pubblicato.
Allora, che ne pensate del piano ben congeniato di Maka?
Ovviamente non poteva andare bene per tutti.
Kid e Star che all'inizio sembrava che non avessero migliorato per niente, ora sembra che anche loro stiano scoprendo le loro carte.
Maka che impugna Soul dopo 4 anni!
Grandi emozioni provate da entrambi. Complicità che a quanto pare non è svanita per nulla.
Come andrà a finire?
Io lo so xD e spero di farvelo scoprire anche a voi a più presto.
Intanto aspetto io, con ansia, di scoprire cosa ne pensate di questo capitolo.
Ringrazio a tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo, mi fa sempre piacere conoscere cosa ne pensiate, mi fa piacere ricevere i vostri consigli e critiche, GRAZIE.
Ringrazio a chi a aggiunto la storia tra le preferite o seguite.
Ringrazio anche a chi si limita a leggere la mia storia, grazie.
Vi chiedo ancora una volta scusa, per il prossimo capitolo non prometto nulla, spero che abbiate un po' di pazienza in più, comunque non credo di farvi attendere come ho fatto con questo capitolo,
Continuate a seguirmi,
Un abbraccio,
Ciccia.

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Capitolo 8
*** Parole di troppo ***


Ciao a tutti!
Ho cercato di farvi aspettare nel minor tempo possibile. Spero comunque di non avervi fatto aspettare troppo.
Non ci saranno note finali.
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, per tutti quelli che hanno inserito la storie nelle preferite e nelle seguite. Ringrazio chi continua a sopportarmi non ostante faccia aspettare fin troppo.
Vi auguro una buona lettura,
spero che vi piaccia, attendo una vostra opinione a riguardo :)
Un abbraccio,
Ciccia.

 

The Power Of The Soul

CAPITOLO 05

Parole di troppo

 


Maka...”

Sentì una voce bassa che la chiamava, forse la stava chiamando da lontano.

Ti sto aspettando...”

Riusciva a stento a sentirla. Non capiva il motivo, ma quella voce la rendeva nervosa, tesa, come se fosse in pericolo.

Vieni...”

Si muoveva sul letto agitata, stava sudando, quasi annegava nel suo sudore. Aveva il respiro affannato, il cuore a mille.

Non vedo l'ora di farti mia...”

<< No! >> Si alzò a sedere di soprassalto.
Si toccò la fronte e la sentì sudata, come tutto il resto del suo corpo d'altronde.
Guardò verso la sveglia e sbuffò gettandosi all'indietro sul cuscino.
Erano le 4:00.
Quasi quasi, rimpiangeva quei sogni che la svegliavano accaldata e soprattutto eccitata, ma da quando era arrivata a Death City non ne faceva più.
In compenso da tre giorni non riusciva più a dormire, per quei sogni così assurdi.
La prima notte si era spaventata, tutti avrebbero reagito così, vi risparmio di sapere com'è andata quella giornata. Persino Frost, dopo una sua occhiata, non l'aveva più stuzzicata come faceva sempre. Quella prima notte l'aveva resa nervosa, in più non si era potuta riaddormentare, perché appena chiudeva gli occhi, rivedeva quella immagine scura, per niente comprensibile.
La seconda notte si era detta che era stato un caso isolato, ma quando rifece il medesimo sogno, che poteva benissimo essere chiamato incubo, capì che non era il suo subconscio a rovinargli il suo sonno prezioso. Bensì un intruso da fuori...
Sbuffò e alzò le mani all'altezza del viso, con la luce fioca che arrivava attraverso la finestra, dai lampioni della strada, riuscì a vedere su suoi polsi dei segni rossi, come se fossero brecciali, aveva una striscia ben visibile su tutti e due polsi.
<< Vengo io da te, ma per ammazzarti, bastardo! >> Sussurrò tra se Maka rialzandosi a sedere.
Era certa che fosse impossibile introdursi nel subconscio di altre persone, ma lui c'era riuscito, in qualche modo, come se fosse un parassita, ma non presente, almeno credeva. É vero, nel suo sogno aveva sentito una stretta ai suoi polsi, ovviamente non ebbe modo di liberasi, ma non riusciva a credere che quei sogni, potevano essere così reali, così tanto da far trasmettere a quello che succedeva nel sogno, sul suo corpo.
Sbuffò ancora una volta, sbattendo le mani sul materasso e si alzò, aveva bisogno di una bella doccia per togliere quel sudore che la infastidiva.
Entrò in bagno e accese la luce.
Sobbalzò dalla paura. Si spaventò nel vedere allo specchio una ragazza in condizioni disastrose, il suo riflesso, o meglio lei. Aveva delle occhiaie così violacee che sembravano due pugni ben dati negli occhi.
Magari!
Aprì il rubinetto della doccia e l'impostò fredda.
Sbuffò spogliandosi.
Era diventato così impaziente da disturbarla anche la notte, voleva farle pressione, ma per lei poteva ancora aspettare, a costo che riusciva a dormire tre ore a notte, i ragazzi non erano ancora pronti e lei non avrebbe affrettato le cose.
Entrò in doccia, mettendosi sotto il getto dell'acqua fredda, aveva preso l'abitudine di farla così, giacché tutte le mattine da quattro anni a quella parte si faceva la doccia fredda.
Aspettami, vedrai come te la faccio pagare! Non si disturba il sonno di una maestra d'armi! È sacro! E te ne accorgerai presto!” Pensò lei.
Sapeva che in qualche modo potesse sentirla e le andava bene così.
Quella del suo intruso era solo paura, ma non di perdere...


<< Posso dirlo? >>
Sorrise osservando la sua espressione: un bambino che aveva appena ottenuto la caramella tanto desiderata. Annuì.
<< Finalmente! >>
Le si aprì ancor di più il sorriso. Vedere il suo professore così era un evento.
<< Ho dovuto aspettare più di una settimana. Ora sono qui al bar a parlare con te! >> Euforico era l'unico aggettivo che poté usare per descriverlo.
<< In questi giorni siamo stati abbastanza impegnati e lo sa pure lei. >> Si giustificò Maka, anche lei aveva tanto desiderato parlargli.
<< Hai pienamente ragione! Ma sei sicura che da soli non si scatenerà una battaglia senza fine? >> Chiese Stein dubbioso.
Lei scosse la testa. << Hanno legato. Frost parla liberamente con i ragazzi, di sport e di ragazze, a tre anni in più di loro ed è peggio di un adolescente in queste cose. È in squadra con due ragazze, quindi non riesce a parlare dei suoi argomenti che gli interessano. Con Star, Soul e Kid ha trovato con chi parlare di queste cose. Per quanto riguarda Alexis, ha legato anche lei con le ragazze, infondo lei è un animale da festa, adora stare in compagnia e con le ragazze può parlare di tutto e di più. >>
Stein annuì più tranquillo. << Hai fatto un ottimo lavoro. >>
La cameriera li interruppe portando i due caffè che avevano ordinato.
<< Hanno fatto tutto loro, io ho solo dato una piccola spinta. >> Spiegò Maka mescolando il suo caffè.
<< Io invece penso, che tu non noti quello che fai per gli altri. >> Osservò Stein.
<< Forse. >> Lo assecondò Maka.
<< Allora, non mi racconti nulla di questi quattro anni? >> Cambiò discorso Stein, curioso come non mai, di sapere come aveva passato quei anni la sua allieva.
<< Da dove posso incominciare? >> Chiese Maka retorica.
<< Dall'inizio ovviamente. >> Rispose con ovvietà Stein.
Maka prese un grosso respiro e incominciò a raccontare. << Subito dopo essermi teletrasportata grazie allo specchio di Shinigami, mi hanno messo subito alla prova, valutando il mio livello di preparazione e di forza, in base a quello mi hanno teletrasportato in un altro posto, da lì è stata un lunga e faticosa salita. >>
Stein parve pensieroso. << In che modo ti hanno messo alla prova? >>
<< Non mi è dato riferirlo. >> Rispose sincera lei.
Lui sbuffò. << Tu non sei quella che infrange le regole? >>
Maka alzò un sopracciglio. << Sono io a decidere quali regole rispettare, in base al fatto se le ritengo giuste o meno. Questa la ritengo più che giusta. >>
<< Neanche al tuo professore? >> Tentò ancora una volta Stein.
Lei scosse la testa. << Se era ed è così tanto curioso, perché non ci andava lei? >>
Se lo doveva aspettare dalla sua allieva, quando decideva una cosa era difficile cambiarla. << Comunque, almeno mi puoi raccontare di questa lunga salita? >>
Maka fece spallucce, ignorando la sua mancata risposta. << Non c'è nulla di così particolare da raccontare, sfide, battaglie, una dietro l'altra, affrontando sempre maestri di un livello superiore. Se vincevo mi insegnavano una delle loro tecniche migliori, se perdevo si pagava penitenza, come giusto che sia. >>
Stein alzò un sopracciglio. << Penitenza? >>
Maka annuì. << Penitenza, punizione, ci sono tanti modi per chiamarla. >>
<< E in cosa consisteva? >> Insistette Stein non ottenendo la risposta che voleva.
<< Ha presente le torture medievali? >> Chiese Maka con un sorriso incerto.
<< Dimmi che stai scherzando? >> Stein era più che sbalordito, non riusciva a crederci.
Era più che normale che lui reagisse in quel modo, era il primo a cui raccontava del suo percorso, sapeva di potersi fidare di lui, ovviamente non pretendeva che capisse.
<< Non si preoccupi, a me è toccato solo una volta. In fondo sbagliando si impara, no? >> Tentò di rassicurarlo Maka.
<< In due anni solo una volta? >> Chiese stupito Stein.
<< In realtà è un anno. Comunque sì solo una volta, mi avevano detto che più avanti andavo, più forte era il mio avversario, se avessi perso, le torture sarebbero pari ad esso. Quindi dopo averlo provato solo una volta e intenzionata a non riprovarlo più, ho vinto tutti i combattimenti. >> Spiegò tranquilla, come se stesse raccontando una gita al mare.
<< Non credo di poter di condividere questo tipo di punizioni. Anche se sono un sadico che disseziona qualunque tipo di essere vivente, non penserei mai di sezionare i miei alunni, come punizione per non aver dato il massimo. >> Le rivelò Stein.
Maka scosse la testa in disaccordo. << Invece è un ottimo incentivo per fare meglio. Anche se avrei preferito che mi avvertissero di correre questo rischio apposto di scoprirlo da me. >> 
<< Ma dove diavolo ti ha mandata Shingami? >> Si irritò Stein, in fondo quando era partita era solo una giovane maestra d'armi.
<< In un posto dove impari a crescere e a cavartela da te, se non vuoi soccombere. >> Dura e fredda, Maka rispose difendendo il suo percorso che aveva compiuto, infondo era solo grazie ad esso era diventata forte e sicura delle sue capacità.
Stein sbuffò, cercando di non ribattere, poi gli venne in mente una cosa. << Un anno? >>
Lei annuì. << Già, ho superato il percorso in un anno. >>
<< Ma avevi detto che l'avevi superato in due anni. >> Le ricordò Stein.
Maka si grattò la testa, facendo un sorriso strano, che Stein non seppe decifrare. << Non ho superato pienamente la prova finale. >>
Stein strabuzzò gli occhi. << Come mai? >>
<< Beh, diciamo che ho incontrato una maestra che era difficile da soddisfare. >> Cercò di Spiegare Maka.
Stein era più che perplesso.
Maka sbuffò e continuò. << Ho incontrato mia madre. >>
Stein rimase letteralmente a bocca aperta. << Sakura*? >>
Lei annuì. << In realtà all'inizio non aveva rivelato la sua identità, quindi dopo averla messa, quel poco che bastava, in difficoltà, si è rivelata e dopo non ho saputo continuare il combattimento. >>
<< E' normale, in fondo non si può pretendere di combattere per eliminare un tuo parente, soprattutto il proprio genitore. >> La rassicurò Stein.
<< Peccato che lei non la pensasse così. >> Ribatté Maka indifferente.
Stein aveva l'impressione che quel giorno era fatto per sorprendersi, perché rimase ancora una volta stupito. << Stiamo parlando della stessa persona che ha sposato tuo padre? La dolce Sakura che odiava le ingiustizie? >>
<< In un certo senso sì, odia ancora le ingiustizie. Ma tu non la vedi da più di 20 anni. >> Rispose Maka con ovvietà, le avevano raccontato di come era sua madre prima di partire. Sorrise, ora poteva affermare che sua madre era totalmente cambiata.
<< Il percorso cambia così tanto una persona? >> Chiese sbalordito Stein.
Maka scosse la testa. << Il mondo fuori dai parametri di Death City cambia una persona, se vuoi essere il più forte, se vuoi sopravvivere, devi per forza cambiare. >>
<< Tu non dovevi ritornare... >> Era una costatazione, venuta dal nulla, un lapsus improvviso.
Lei si limitò ad annuire. << La detto anche lei: non sono molto brava a rispettare le regole. >>
Stein sorrise e cambiò discorso. << Quindi, dato che non hai passato la prova ti ha messa sotto tortura? >>
<< No, mi ha addestrato per un anno intero. >> Rispose Maka, ma non con la solita disinvoltura delle risposte precedenti.
Stein se ne accorse. << Anno molto duro? >>
Lei sorrise. << Già, abbastanza. È stata lei ad insegnami tutto quello che so, ha contribuito molto alla mia crescita. Ma non ostante questo non sono riuscita lo stesso a superare quella prova. >>
Stein appoggiò i gomiti sul tavolino del bar. << Davvero? Quindi non hai finito il percorso? >>
<< In un certo senso... >> Rispose vaga distogliendo lo sguardo.
Stein la guardò stranito. << Non capisco. Di quanto so, dal percorso non si esce superando tutte le prove? >>
Lei annuì. << Infondo quella di mia madre era l'ultima prova da superare. >>
<< Ti hanno fatto uscire, senza completare il percorso? >> Era confuso, ci capiva sempre meno in quel discorso.
Lei sbuffò e si decise a rendere le cose più chiare. << Mia madre ha deciso che la mia prova era conclusa e che potevo andare, che avevo ufficialmente superato il percorso e che ora stava a me decidere il percorso, o per meglio dire la strada, da intraprendere. >>
<< Ma avevi detto di non averla superata? >> Stein era più che confuso.
<< Secondo me sì, ma lei mi ha fatta passare comunque. >> Rispose Maka.
Lui annuì. << Quindi da due anni sei in giro a sfidare maestri d'armi? >>
Lei stese le braccia verso l'alto, intorpidita. << Diciamo di sì, ho accresciuto la mia esperienza, ma ho ancora tanto da fare. >>
Stein annuì pensieroso.
Maka si alzò dalla sedia. << Che ne dice? Facciamo una passeggiata? >>
Lui sorrise e annuì.
Usciti dal locale, ricominciò a parlare. << Invece qui, cos'è successo in questi quattro anni? >>
Stein alzò le spalle. << Nulla di così eccitante, in confronto ai tuoi quattro anni. >>
<< Già. >> Sorrise. << Ora che ci penso, ma Blair che fine ha fatto? >>
<< Sta con un venticinquenne miliardario e gira il mondo insieme a lui, si dovrebbero sposare tra un anno. >> Rispose Stein con un sorriso.
Maka strabuzzò gli occhi. << Blair sposata? Non riesco a crederci. >>
<< Impossibile, ma vero. >>
<< E Crona? Avevo voglia di salutarlo. >> Chiese ancora una volta Maka.
<< In missione. >> Rispose con il volto scuro.
<< Lo volete tenere lontano? >> Suppose lei.
Lui annuì. << Non vogliamo correre rischi inutili, lui è un facile soggetto che il Kishin può sottomettere. >>
Maka si limitò ad annuire consapevole.
Infondo lui, con ancora il sangue nero, può essere facile soggetto di una ricaduta, con l'odio che il Kishin avrebbe potuto dargli. Non era per niente facile resistere e contrastare l'odio che poteva emanare il Kishin.
<< E anche tu... >> Aggiunse Stein.
Maka scoppiò in una fragorosa risata. << Bella battuta Stein! >>
<< Io parlo sul serio, Maka. Tutti siamo preoccupati per ciò che può succederti. >> Stein era incredibilmente serio.
Maka sbuffò veramente scocciata. << Non è un mio problema, siete voi che vi fate mille complessi inutili, preoccupatevi per la vostra incolumità. Io so badare a me stessa. >> Lei poteva farcela benissimo a contrastare il Kishin, non vedeva un motivo per non farcela.
<< Non con quel vetro dell'anima, che ti blocca l'anima. Non capisci che hai una gabbia? Che non sarai mai libera? >> Stein cercava in tutti i modi di convincerla.
<< E quindi? Non credo che la cosa la riguardi. >> Lei era libera, il vetro per lei era solo un aiuto.
<< Ti ucciderà. >> Più duro Stein, sbattendole in faccia la verità.
Maka fece un sorriso amaro, che sapeva tanto di consapevolezza. << Almeno sarò io a farlo e nessun altro. >>
Lui si fermò, facendo fermare anche Maka.
<< Perché non provi a toglierlo? >> Stein era stato colpito da quella voce così dura, da quello sguardo di ghiaccio.
<< In pratica dovrei togliermi una parte di me? >> Maka rigirò la domanda.
<< Non è una parte di te. Ti limita e basta, quella parte che può renderti più grande e più forte. >> Rispose serio Stein.
Maka scosse la testa, possibile che non capiva? << Il vetro dell'anima è parte di me. >>
<< Come fa ad essere parte di te, se ti blocca la maggior parte della tua anima e in più devi faticare a tenerla anche quando dormi. >> A quanto pare per Maka era incomprensibile, Lui voleva aiutarla, ma lei era troppo testarda.
<< Mi aiuta a gestire la mia anima. Anche se mi tocca essere 24 ore su 24 concentrata, ma ormai, non ci faccio più caso. >> Seria Maka, cercò di spiegare.
<< Cosa vuoi dire? Non sei in grado di gestire la tua anima? >> Va bene, sapeva che si poteva avere difficoltà ma non una come Maka.
<< Vuole sapere la verità? >> Sputò acida.
Stein limitò ad annuire.
Lei sospirò, non le piaceva dare spiegazione, la infastidiva. << La mia anima è ingestibile per me, senza il vetro dell'anima mi travolgerebbe. >>
Stein scosse la testa incredulo, non riusciva a crederci, non credeva fosse possibile non riuscire a controllare la propria anima. << Ma ne sei proprio sicura? >>
Maka annuì, per niente stupita della reazione di Stein. << Sono tre anni ormai che ne sono consapevole. >>
<< Tu non lo vuoi. >> Costatò Stein.
<< Che intende? >>
<< Ho visto che tu provi a liberarlo. >>
<< Non so di cosa lei stia parlando. >> Maka provò a negare, ciò che a Stein era evidente.
<< Parlo di quando tu sei riusciva ad essere quasi illesa da quell'incidente con Alexis e Andrea. Ti avevano schiacciato con le loro anime e tu non avevi nessun graffio, tranne la spossatezza. >>
<< Non so di cosa lei stia parlando. Io ho sempre un secondo scudo, che metto sempre per precauzione. >> Si giustificò lei.
<< Anche con un mal di testa atroce? >> Ribatté il suo professore, convito della sua deduzione.
<< Si chiama autodifesa Stein, questo mio secondo scudo se pur leggero mi protegge. >>
<< Quindi non è perché la tua anima sfuggita al controllo dello specchio dell'anima, ha protetto il corpo che la contiene, per poi ritornare al suo posto, una volta finito il mal di testa,
fu per quello che sei caduta a terra. stanca. >> Stein fu più esplicito, sperando che Maka si confidasse con lui.

Per non voltare lo sguardo da quello di Stein, scoppiò a ridere. << Suvvia Stein! Lei vola troppo con la fantasia! >>
Il giorno prima lui le aveva fatto i complimenti per il suo modo di osservare, beh, lui neanche scherzava. Anche se era successo senza la sua volontà, lei aveva capito cosa era successo, ma non pensava che anche il suo ex professore potesse arrivarci.
Stein fece spallucce, come se quello che le aveva detto lei non lo avesse toccato, illudendola. << Quindi sapendo che disattivando per breve tempo il vetro dell'anima, liberando la tua anima, era solo in grado di spossarti, non hai provato di nuovo a liberarlo? >>
Lei sbuffò riprendendo a camminare, certo che non demordeva facilmente. << Ancora con questa storia? >> Far finta di nulla era l'unica tattica, perché non le venivano delle altre.
<< Allora perché mai Frost ti dovrebbe dare un pugno interrompendo l'allenamento? >> Dire che quelle domande stavano diventando fin troppo scomode per lei, era un eufemismo.
Lei si fermò ancora una volta e lo guardò. << Stein non voglio essere né scortese né offensiva nei suoi confronti, ma questo è un argomento che non le riguarda. Ora mi scusi, ma si è fatto tardi. >>
<< Un ultima cosa. >> La fermò Stein. << C'è una cosa che non sono riuscito a capire. Perché i tuoi occhi diventano azzurri quando combatti? >>
Maka lo guardò stranito. << Vero? Non me n'ero accorta. Non è che mi guardo allo specchio mentre combatto. >>
Senza aspettare una eventuale risposta, si rigirò e continuò per la sua strada, mancava ancora molto al pranzo alla Shibusen, ma aveva intensione, prima di andarci, di rilassarsi un po'.
Stein guardando la sua giovane allieva andarsene, ripensava alla sua ultima frase, le suonava familiare, però non si ricordava il perché.
Che tu sappia, mentre usa l'onda dell'anima si guarda allo specchio?
Ecco cosa voleva dire, lui sa.
Sorrise, cosa si aspettava? Tutti sapevano che lui sapeva sempre tutto di tutti.

 

<< Dico solo, che mi mancava tanto così per distruggerti! >> BlackStars fece segno con il pollice e con l'indice quanto, secondo lui, era poco.
Andrea sbuffò e gli diede ragione, aveva perso il conto di quante volte l'aveva fatto.
<< Ma chi me la fatto fare sfidarmi con lui? >> Sussurrò ad Alexis prima di sedersi al tavolo della mensa.
Alexis sorrise e si sedette di fronte a lui.
<< Io mi sono divertito. >> Rivelò Kid, concentrato a tagliare la propria mela in otto parti uguali.
<< Anche io. Infondo da uno Shinigami cosa mi dovevo aspettare? >> Confermò Alexis.
Jessica non intervenne in quello scambio di battute, era vero che quei due scontri erano stati entusiasmanti, ma lei e Soul non avevano ottenuto nessun risultato è questo la infastidiva.
Quando aveva saputo che Maka non partecipava all'allenamento, era stata quasi felice, poteva allenarsi con Soul senza il suo sguardo a mettere pressione su di loro. Ma quando l'allenamento ebbe inizio, si rese conto che mancava una guida, era arrivata a un punto morto, e lei non aveva trovato soluzione, aveva tentato di ricordare le parole che le aveva detto Maka, ma in quel momento non era servito. Si rese conto che aveva bisogno sempre di una guida nei suoi allenamenti.
<< Solo perché è uno Shinigami? Senza di noi sarebbe perso! >> Lo sfotté Liz addentando il suo panino.
<< Ma per favore! >> Kid prestava la massima attenzione alla mela, senza guardare la sua interlocutrice.
Liz sbuffò. << Vedi che quella fetta è più grossa dell'altra. >>
<< Cosa?!? >> Urlò Kid.
Patty rise, battendo il cinque con sua sorella. << Scherzava Kid! Visto? La mia sorellona ha sempre ragione! >>
Kid sospirò riportando la sua concentrazione sulla sua mela, ancora con il cuore a mille per un eventuale sbaglio.
Andrea scosse la testa, giocando con il suo pranzo. << Ancora non capisco, perché sei così fissato con la simmetria? >>
Kid alzò di nuovo lo sguardo scocciato per rispondere a quella domanda dalla risposta così ovvia.
<< Perché la simmetria è perfezione. La perfezione è il massimo che si possa ottenere, la simmetria è bella ed unica perché è perfetta. Giusto? >> Non era stato lui a parlare, bensì una voce femminile alle sue spalle.
Maka si sedette con il suo vassoio accanto ad Alexis.
Kid annuì confermando.
<< Quindi mi stai dicendo che la bellezza si basa sulla perfezione, in questo caso della simmetria? >> Chiese ancora una volta Andrea appoggiando i gomiti sul tavolo guardando a Maka. 
<< Per lui penso di sì. >> Rispose semplicemente Maka, incominciando a mangiare affamata.
<< E per te, su cosa si basa la bellezza? >> Andrea cambiò il soggetto della questione.
Maka scosse la testa, aveva fatto bene a concedersi quelle ore di relax, oppure non avrebbe retto alle stupide questioni di Andrea, neanche si era seduta che già incominciava a stuzzicarla.
<< Non credo che la cosa ti riguardi. >> Chiuse il discorso Maka.
Ma ovviamente Andrea non capiva mai quando doveva finire. << E invece sì, sono curioso. >>
<< Frost, mi sorprendi, non sai che la bellezza è solo qualcosa di astratto? Non c'è modo per misurarla. Quindi non ho elementi per rispondere alla tua domanda, mi spiace. >> Così diplomatica non era mai stata.
Ma purtroppo Maka doveva sapere che Andrea non era uno che si arrendeva così facilmente, trovava soluzione a tutto, almeno sulle cose che gli interessavano in prima persona. << Allora basati su qualcuno. Dimmi qualcuno che si possa avvicinare al tuo tipo di bellezza. >>
Maka ci rifletté su. << Beh non so dirti che uomo sceglierei, come tipo di bellezza. Ma posso assicurarti una cosa, tu non sei il mio tipo di bellezza. >>
Andrea si zittì subito, in sovrappensiero.
Maka sorrise soddisfatta, aveva conquistato la serenità e ora poteva mangiare in santa pace.
Alexis si avvicinò al suo orecchio. << Non credi di aver esagerato? Infondo hai colpito la sua autostima che per lui è tutto. >>
Lei guardò un attimo Frost poi guardò Alexis. << Nah! Vedrai che gli passa. Almeno ora siamo più tranquilli. >>
<< Quel che non capisco è una cosa. >> Aveva parlato troppo presto, Frost era ritornato alla carica.
<< Dimmi. >> Maka decise di essere accondiscendente.
Bevve un bicchiere d'acqua aspettando la domanda.
<< Allora perché sei venuta a letto con me? >>
Spuntò l'acqua che stava bevendo, non aspettandosi quel tipo domanda, purtroppo l'acqua andò a finire direttamente su Andrea che le stava davanti.
<< Oh scusami! >> Si scusò sinceramente Maka, trattenendo una risata.
L'intero gruppo non rise a quella scena così assurda, scioccati dalla domanda di Andrea.
<< Ma dico io, più attenta, no? >> Chiese Andrea afferrando dei tovaglioli per asciugarsi.
Spalancò gli occhi per la sorpresa. << Perché è normale la domanda che mi hai fatto? Soprattutto mentre stavo bevendo! >>
Andrea sbuffò. << Era solo curiosità e non pensavo ti saresti scandalizzata. >>
<< Ma non mi sono scandalizzata! Solo non mi aspettavo questa domanda! >> Si difese Maka.
<< Andrea, Maka ha ragione non credo che sia una domanda da fare in mensa e soprattutto in compagnia. >> Alexis cercò di spiegare meglio la situazione.
Maka vide, nitidamente, passare una luce negli occhi di Andrea e si preoccupò al sol pensiero di sapere che cosa gli era passato per la testa.
Andrea appoggiò i gomiti sul tavolo e unendo le mani. << Ma, perché? Infondo Maka non teme di dire la verità. >>
<< Ma- >> Alexis cercò di ribattere ma Maka la fermò con una mano sul braccio, questa volta lo avrebbe sistemato una volta per tutte.
<< E' vero, io non temo di dire quello che penso, a confronto di qualcuno di mia conoscenza. >> Maka rispose con una freccia dritta al bersaglio.
Frost sorrise. << Non stiamo parlando di me. >>
<< Io non ho fatto il tuo nome, per caso ti senti di essere tu? >> Ribatté prontamente Maka, sapeva di averlo preso alla sprovvista.
<< Tu, pensavi a me. Ma io dico sempre quello che penso, come già ti risulta. >> Il suo ghigno spuntò sul suo viso, segno che si era messo sulla difensiva.
<< Quindi non ti dovrebbe toccare. >> Suppose allusiva Maka, non si arrendeva.
<< Ripeto. Non stiamo parlando di me. >> Ripeté Andrea, ormai non poteva far più nulla.
Maka annuì d'accordo. << Ma ancor prima stavamo parlando della bellezza della simmetria e hai parlato di me. Perché io non dovrei farlo? >>
Andrea rimase in silenzio, non sapendo come rispondere.
Maka rise e si rivolse ad Alexis. << Che dici? Ho vinto ancora? >>
<< Ah-Ah... Non ti scordare di chi vinceva sempre tra di noi. Non mi sottovalutare potrei stupirti. >> Andrea si difese prontamente lui e il suo orgoglio da vincitore.
<< Guarda, se vincerai una sola volta con me, mi chinerò ai tuoi piedi. >> Ironizzò Maka, spostando il suo vassoio, intenta ad alzarsi, aveva finito presto di mangiare, con la fame da lupi che le era venuta, era più che normale.
Andrea si alzò e l'afferrò il braccio, impedendola di allontanarsi dal tavolo e la fece sporgere di più verso il tavolo, avvicinandosi al suo viso.
La guardò dritta negli occhi. << Facciamola più interessante... Se vinco anche solo una volta mi dovrai dare un bacio. Un vero bacio. >>
Maka scoppiò in una fragorosa risata, scostandosi da lui. << Tu viaggi troppo con la fantasia. Non c'è motivo che io ti debba baciare. >>
Non gli diede il tempo di rispondere e andò a pulire il suo vassoio, per poi poggiarlo sulla credenza dove c'erano gli altri.
Ritornò al tavolo e Frost la attaccò ancora una volta. << Non mi dire che hai paura di perdere? >>
Sapeva che lei adorava le sfide e che non poteva fare almeno di rifiutarle, ma questa era una questione di principio. << Io paura di perdere, con te? Mah! Al massimo, ho paura dei tuoi pensieri che ti girano per la testa. Ma poi, mi spieghi perché da quando siamo qui cerchi solo di baciarmi? >>
<< Per farti ritornare la memoria, così da poter rispondere alla mia domanda. >> La stuzzicò malizioso Andrea.
Il resto del gruppo, compresa Alexis, era scioccato da quella conversazione, così tanto assurda e poco consona al luogo.
Maka sorrise. << Io ho una buona memoria, non ho bisogno degli input per ricordarmi dei fatti. >>
<< E allora? >> Andrea attendeva con ansia una risposta.
Maka fece spallucce. << E allora devo andare da Shinigami, mi aspetta e... Tu sai già la risposta e come puoi attaccarmi tu in questo discorso, posso farlo benissimo anche io. Quindi stai attento a ciò che dici. >>
Lasciando Andrea a bocca aperta, salutò con un cenno gli altri ragazzi del gruppo un po' scioccati, anche se ormai doveva essere abituati a quei discorsi assurdi che facevano lei e Andrea.
<< Era necessario, pizzicarla così? >> Alexis era esasperata.
Andrea sbuffò. << Quanto sei noiosa! Cosa c'è di male? Mi diverto. >>
<< Su una cosa successa più di un anno fa? >> Ribatté lei.
<< E quindi? >>
<< Penso che siano fatti privati, che non vadano parlati in pubblico. >> Tsubaki intervenne rossa in viso.
Andrea ci pensò su. << Forse avete ragione. Mi devo abituare a questa mentalità di Death City. >>
<< Frost è la tua mentalità che non va, non c'entra quella di questa città. >> Ribatté Alexis contrariata.
Lui sbuffò. << Comunque a Maka non infastidisce e fin quando mi divertirà continuerò a farlo. >>
<< Maka ti avrebbe sbattuto contro il muro, ma siamo in un luogo pieno di gente e non la potuto fare. >> Spiegò Alexis.
<< Ne se sicura? Conosci così bene Maka? >>
<< Perché tu sì? >>
<< Sicuramente, molto più di te. Ho osservato ogni suo tipo di reazione su ogni argomento. E fidati, se ti dico, che se tiravo fuori un certo argomento, mi avrebbe direttamente fatto fuori, fregandosene che gli servivo per la missione e che avesse coinvolto degli innocenti. >> Spiegò, senza alcun problema, sicuro di sé.
Alexis cercò di contenere la rabbia, che le scorreva dentro. << E tu l'hai osservata così tanto in così pochi giorni che siamo qui a Death City? >>
Andrea fece spallucce incurante di cosa stava provocando. << Diciamo che farsi picchiare, con battute poco gradite è utile in un certo senso. >>
Lei prese il suo vassoio e si alzò dal tavolo. << Scusate, mi sono appena ricordata di avere un impegno. >> Detto ciò si allontanò dal tavolo.
Andrea sospirò. << Stare con due ragazze così complessate mi distrugge. Meglio se vado anche io. Ciao ragazzi, buona continuazione, sicuramente più tranquilla di quello che è stata. Ci vediamo. >>
I ragazzi salutarono con cenno, nessuno era in grado di fiatare, ogni volta che tutti e tre erano insieme anche solo per cinque minuti, era come se stesse per scoppiare una battaglia da un momento all'altro, erano tre venti controcorrenti che non potevano, né volevano andare nella stessa direzione.
Si stupivano come ancora non fosse successo niente a casa loro, dove coabitavano tutti e tre, non riuscivano a immaginare come fossero a casa loro.
<< Certo che questi sono proprio dei pazzi. >> Commentò Liz esasperata.
<< Secondo me, preferirebbero combattere tra loro fino all'ultimo sangue, che combattere insieme per sconfiggere il Kishin. >> Le diede ragione Kid.
<< Perché cos'è successo? >> La voce di Star rimbombò per tutto il tavolo.
Tsubaki strabuzzò gli occhi. << Ma tu fino a questo momento dove sei stato? >>
BlackStar la guardò stranito. << Ho mangiato, mi sembra ovvio. >>
<< Non hai ascoltato la loro conversazione? >> Chiese Tsubaki.
<< E perché mi dovrebbe interessare una delle loro conversazioni, se non parlano di come sconfiggere il Kishin o di come essere più forte di un Dio, non mi importa. >> Rispose secco Star.
<< Credo che Star, abbia ragione. >> Intervenne Jessica. << Infondo loro parlano come se noi non ci fossimo. >>
Nessuno poté dare torto a Jessica, ma quasi tutti erano rimasti un po' sorpresi e imbarazzi, qualcuno anche disgustato, specialmente uno rimase infuriato, da quella conversazione avuta tra Maka e Andrea. Era impossibile abituarsi a qualsiasi discorso che tiravano in ballo anche in presenza loro. Ognuno ne rimaneva stupito di come ne riuscivano a parlare, come se parlassero del tempo.
Finirono di mangiare in silenzio, ogni tanto si scambiavano qualche opinione sulle mosse dei altri, ma per il resto ognuno rimase chiuso nei propri pensieri.
Kid sospirò pesantemente. << Credo che sia opportuno, che ci concediamo un po' di tranquillità prima dell'allenamento pomeridiano. Ci vediamo più tardi. >>
Si divisero e ognuno prese la propria strada, cercando un posto adatto per rilassarsi...

 

Se doveva essere sincera in quel momento non sapeva come sentirsi: felice, sorpresa, tranquilla o delusa, angosciata e un po' dubbiosa.
Da quella lunga e pesante conversazione che aveva fatto qualche giorno fa, Shinigami aveva cambiato completamente modo di comportarsi con lei; era diventato meno allegro con la battuta pronta a pizzicarla e molto serio, si limitava a controllare i vari miglioramenti del gruppo, che ovviamente lui già sapeva attraverso il suo specchio, ma si ostinava a sapere i risultati da lei, forse perché aveva una visione diversa.
Ciò non toglie, che aveva smesso di domandarle domande scomode, che non poteva rispondere, anche se aveva il dubbio che lui già sapesse, infondo era pur sempre il Dio della morte.
Non aveva più quella reticenza di non andare da lui per informarlo dei miglioramenti, anche se un po' le dispiaceva, perché anche se era un po' pesante da sopportare, le piacevano le conversazioni avute con lui, anche se un po' enigmatiche, le insegnavano molto, dopo averle decifrate.
Le era venuto anche il pensiero che lui avesse parlato con una sua conoscenza e che essa gli avesse “intimato” di non metterle pressione. Ma era una cosa fin troppo improbabile, non aveva legami con Death City. Oppure in tutti questi anni li aveva avuti in sua insaputa? Non la convinceva affatto.
Sbuffò sonoramente, camminando lungo i corridoi vuoti della Shibusen, era incredibile come riuscisse a beccare quegli orari giusti da non trovare nessuno. Ecco perché preferiva andarci dopo pranzo, che di mattina, da Shinigami, era sicura di non trovare nessuno, così da non dover sopportare quelle occhiate odiose, anche se aveva imparato a ignorarli, non li riusciva a sopportare.
Si bloccò di colpo.
Perse un battito e tese le orecchie.
Non ci posso credere...
Luongo quei corridoi vuoti e silenziosi, risuonava una dolce melodia, inconfondibile per lei. Lo aveva ascoltato così tante volte che la sua tecnica l'avrebbe riconosciuta tra mille.
E poi... Quella canzone...
Riprese a camminare verso il suono, così da sentirla più limpidamente.
Arrivò davanti a una porta chiusa, solo lei a dividerla da quel suono, così intenso, che sapeva regalarle forti emozioni, una tentazione che le era impossibile negare.
L'aprì leggermente senza farsi sentire.
Lo vide.
Lui, il pianoforte e quella canzone...
Una canzone che proveniva da un film per adolescenti innamorate, lei lo aveva obbligato a vederlo con lei. Tra una serie di sbuffi, lamentele e libri in testa, si arrese a vederlo, senza addormentarsi, anche perché Maka glielo rendeva impossibile, perché lo pizzicava ogni cinque minuti.
Ignorando gran parte del film, lui si interesso, solo a un pezzo, quando il protagonista suona il piano per la sua Bella.
Si ricordò quando lui si intestardì a volerla imparare a tutti i costi. Purtroppo lei non fece in tempo a sentirla completa, suonata da lui.
Ma ora la stava suonando con una dolcezza e armonia, quanto la passione, che metteva ad ogni accordo.
Bella's Lullaby*...
Non seppe per quale motivo, ma in ogni tasto che premeva, in modo da pizzicare una corda del pianoforte, la spingeva ad avvicinarsi ancor di più verso di lui.
E così come un automa, si avvicinò, con passi lenti.
Arrivò dietro le sue spalle, lui continuava a suonare con la stessa passione, forse con più...
Lui si bloccò, sentendo la sua presenza alle sue spalle.
Lei di istinto gli mise una mano sulla spalla e una immersa nei suoi capelli. Soul chiuse gli occhi al suo tocco.
<< Continua... >> Gli sussurrò Maka a un soffio dal suo orecchio.
Lui tentennò, indeciso sul da farsi .
Lei strinse la presa e accelerò il respiro. << Ti prego... Fallo per me... >>
Lui prese un respiro profondo e iniziò d'accapo lo spartito che ormai sapeva a memoria.
Fino a poco prima, mentre suonava quello stesso pezzo, per quanto impegno ci poteva mettere, non riusciva a sentirsi soddisfatto, realizzato... Completo.
Invece in quel momento, mentre suonava, con Maka che gli accarezzava, giocava, con i suoi capelli, come faceva una volta, si sentiva felice e completo. Se fosse stato per lui, avrebbe suonato solo così.
In quel film da strapazzo aveva trovato l'unica cosa buona, quel brano che lui aveva dedicato a lei. Se n'era ossessionato, non solo per la sua melodia, ma anche per i sentimenti che gli riusciva a dare.
Ci aveva studiato molto in quel pezzo, e per quanto ci avesse impiegato poco tempo ad impararla alla perfezione, non fece in tempo a farla ascoltare a Maka, perché era già distante da lui, chissà dove.
Ma ora aveva avuto l'occasione di fargliela ascoltare e sembrava che gradisse da come gli torturava i capelli e dal suo respiro che sentiva sul collo.
Si rese conto di aver raggiunto l'ultima battuta e che questo pezzo, come tutto del resto, aveva raggiunto la sua conclusione.
Alzò delicatamente le dita dal piano, aspettando una sua mossa.
Lei sorrise tra i suoi capelli e si chinò di più verso di lui circondandogli il collo con le braccia, in un caldo abbraccio.
<< Grazie, Soul. Sei sempre il migliore. >> Gli regalò un baciò dietro all'orecchio. << Sono fiera di te. >>
Fece per voltarsi, voleva parlarle, stringerla. Era sempre lei e ora n'era sicuro.
Ma lei, lasciandogli una carezza tra i capelli, senza incontrare il suo sguardo se ne andò.
Non gli importò, perché ora sapeva e a lui bastava ignorare la sua apparente freddezza e essere come un tempo con lei, per ritrovarla...

 

Stupida! Cretina! Sentimentale!
Era tanto difficile riuscire a controllare i propri istinti?
Era stata una stupida, va bene rimanere ad ascoltarlo, ma non doveva avvicinarsi! Era l'unica che riusciva ad accumulare così tanti problemi in pochi giorni! E per dir più lo faceva inconsciamente, un momento seguiva l'istinto e in quello successivo si rendeva conto di aver sbagliato... Persona più scostante non poteva essere!
Ma poi che motivo aveva avuto dirgli quelle cose? Era stata fin troppo sentimentale.
Le era sfuggito, perché aveva avuto il desiderio di dirglielo.
Come giusto che sia, dopo aver provocato i problemi, ora le toccavano le conseguenze.
Strinse i pugni era quasi giunta fuori dalla Shibusen, aveva seriamente bisogno un po' d'aria.
<< Maka... >>
Si bloccò.
<< Possiamo parlare? >> Spirit era appoggiato al muro, qualche passo dietro di lei, non si era neanche accorta di averlo superato.
No! Era stanca di parlare per quel giorno. << Scusami, ho un impegno. >>
<< Solo per poco. >> Insistette lui, irritandola.
Lei prese un lungo respiro. << Un altro giorno. Ora ho solo bisogno di una boccata d'aria. >>
<< Andiamo sul balcone. Prometto di non farti stancare troppo. >> Ma che aveva di così importante da dirle? Insisteva fin troppo.
Sospirò, arresa. << Va bene. Solo per cinque minuti e io non sono disposta a rispondere a domande di qualsiasi genere. >> Quella specie di interrogatorio con Stein l'aveva stancata fin troppo.
Lui annuì e si incamminò con le mani nelle tasche.
Lei si limitò a seguirlo.

 

Poteva considerarsi felice, dopo almeno quattro anni?
Sì, si sentiva rilassato e soprattutto realizzato.
Aveva suonato quel brano come non aveva mai fatto e soprattutto aveva risentito il calore e la dolcezza di Maka. Come se fosse stato un tuffo nel passato, il suo unico dispiacere è che non era durato a lungo, solamente tre minuti...
Minuti che gli fecero ricordare tutte quelle emozioni provate, quelle sensazioni con lei, una carezza tra i suoi capelli mentre suonava, la sua dolcezza nascosta, fatasi viva al suo tocco non brusco, ma cauto, delicato, con la paura che una stretta più forte lo potesse distrarre dalla sua esecuzione.
Il suo abbraccio dopo l'ultima nota suonata, un ringraziamento per lui. L'aveva sentita calda, il suo fiato sul collo, così caldo e familiare, aveva rischiato di scatenare in lui, istinti addormentati da tempo. Istinti assecondati prima della partenza di lei, ma che ora non poteva più fare.
Subito se n'era scappata, non lasciandogli il tempo neanche d'incontrare i suoi occhi verdi, anche se era un po' dispiaciuto, non se la prese molto, l'aveva lasciata andare con i suoi pensieri, a lui, perora, bastavano quei tre minuti di quel miscuglio di emozioni, sempre stato presente tra loro.
Aveva lasciato l'aula dove c'era il pianoforte, aveva voglia di una passeggiata per riflettere, senza che nessuno lo venisse a disturbare.
Strinse i pugni.
Uscendo dalla Shibusen, prima di scendere la lunga scalinata, vide l'ultima persona che voleva vedere, appoggiato al muretto con le mani in tasca, sembrava in attesa.
Provò ad ignorarlo, salutandolo magari solo con un cenno della testa, ma giunto a fianco a lui, in cima alle scale, non seppe contenere la sua curiosità. << Aspetti qualcuno? >>
Andrea sembrò accorgersi di lui solo in quell'istante, anche se un attimo prima gli avesse ricambiato il cenno con la testa. << Sì. >>
Risposta normale in certi casi, ma in quel caso non bastava a saziare quella strana curiosità di Soul. << Chi? >>
Andrea strabuzzò gli occhi sorpreso, poi riprese ad osservare l'entrata della Shibusen. << Non vedo perché ti debba interessare... >>
Aveva ragione e su quello non poteva insistere. Si trattenne dal sbuffare e fece spallucce non curante, gli volse un secondo cenno di saluto e si voltò per scendere le scale, non prima di aver visto uno strano sorriso spuntare nel suo viso.
<< Aspetto Maka... >> Gli rivelò infine.
Lui strinse i pugni, all'improvviso si ricordò quella stupida conversazione che avevano fatto lui e Maka, l'aveva rimossa a forza pur di non fare stupidaggini, ma in quell'istante non seppe il motivo provò una rabbia in mensa.
<< E come mai la stai aspettando? >> Gli chiese contenendo i suoi istinti, fin troppo bruschi.
<< Facciamo parte della stessa squadra e viviamo nella stessa casa è normale che l'aspetti. >> Rispose tranquillo Andrea senza rivolgergli un solo sguardo.
Qualcosa in lui scattò, una molla o una semplice goccia, innocua in apparenza, ma una goccia che a fatto traboccare il vaso.
Gli prese con forza il colletto della sua maglia e lo fece voltare contro di lui per farsi guardare negli occhi, erano su per giù la stessa altezza. << La devi lasciare in pace. È chiaro!? >>
Andrea mise le mani su i polsi di Soul e li allontanò, infastidito. << Ma di chi stai parlando? Di Maka? >> Andrea scoppiò in una fragorosa risata, facendo innervosire ancor di più Soul. << Tu hai qualcosa che non va! Non hai nessuna voce in capitolo. Non sei nessuno. >>
A quel punto Soul perse completamente le staffe, dando, senza pensare, un pugno ad Andrea che lo scansò prontamente, allontanandosi di due passi con un sorriso di scherno. << Che vuoi fare? Sfidarmi? >>
<< Devi stare lontano da lei! Non la devi toccare! >> Lo minacciò Soul irriconoscibile.
Andrea sbuffò scocciato. << Finiscila. Non hai speranze né di vincere con me né di stare con lei. >>
<< E tu che ne sai? >> Domandò Soul ormai sul punto di guerra.
<< Semplicemente sono molto più forte di te e ti straccerei senza sudare. >>
<< No. Che ne sai che io non ho speranze con Maka? >>
Andrea strabuzzò gli occhi, lui che si sorprendeva per poco, in quel momento era come se ogni cosa che dicesse lui lo impressionasse. Era rimasto sorpreso di come non gliene fregasse nulla di perdere contro di lui, gli interessava solo una cosa o meglio solo una persona.
Decise di accontentarlo. << Perché Maka non può avere punti fermi, nessuno di noi può. Chi sei tu? Una falce della morte addestrata da Maka, non puoi fare nulla per trattenerla con te. Non è adatta per quello. >>
La rabbia di Soul non fece altro che crescere, ma tentò di non attaccarlo, doveva sapere. << Tu non sai niente di Maka! >>
<< Io dico sì invece. La conosco più di quanto pensi. >>
<< Ma cosa ne vuoi sapere di lei? Sei solo un presuntuoso. >>
<< A te invece di conviene rassegnarti. Non hai una sola speranza. >>
<< Da dove viene tutta questa conoscenza? Non sai proprio nulla. >> Era stanco, già la prima volta che l'aveva visto gli era sembrato antipatico e molto superficiale, ora non lo poteva completamente vedere.
<< Dal fatto che IO conosco Maka, tu invece conosci solo quel che era. >> Quello non lo doveva proprio dire, non doveva permettere di insinuare quelle scemenze senza senso e non l'avrebbe passata liscia non quella volta.
<< Io ti sfido! Mi hai stancato. >>
Andrea sbuffò. << Non sai quanto vorrei darti una lezione in questo momento, ma non posso, non mi è consentito. >>
<< Esiste qualcosa che ti impedisce di sfidarti contro una Death scythe? >> Lo schernì Soul.
<< Non posso è basta. >> Rispose risoluto Andrea.
Soul fece una finta risata, ormai accecato dalla rabbia. << La tua è solo paura. Prima sfidi e poi ti ritiri? Le tue parole non valgono nulla. Nessuno ci conta. Non sei degno di partecipare a questa missione. >>
<< Ora basta, mi hai veramente stancato. Ti insegnerò una lezione che non potrai mai più dimenticare. Ti darò un piccolo assaggio di quello che c'è fuori le mura di Death City. >> Era stanco di quel... Non sapeva neanche come definirlo, i suoi occhi erano pieni di rabbia e basta, non riusciva a crederci che era solo per Lei.
Soul indietreggiò trasformando il suo braccio in lama, si mise in posizione. << Non vedevo l'ora che questo giorno arrivasse. >>
Andrea si limitò a scrosciarsi le dita e il collo, si mise in una posizione naturale, in attesa della sua mossa. Aveva solo un pensiero: Ora ci penso io a te...

 

<< Allora? >>
Maka si era appoggiata con la schiena sul marmo della ringhiera del balcone.
Lui sorrise ammirando la bellezza di sua figlia, somigliava sempre più alla madre.
Si appoggiò pure lui al marmo, ma con gli avambracci. << Come va con Soul? >>
Maka sbuffò incrociando le braccia sotto i suoi seni ormai prosperosi e voltò lo sguardo dall'altra parte. << Ti ho già detto che non ho intensione di rispondere a nessuna domanda ora. Quindi se sei qui solo per farmi domande, allora è meglio che vado. >>
Spirit scosse la testa tranquillo, con lo sguardo al cielo. << No, voglio solo raccontarti una cosa. Tu devi solo ascoltare. >>
Lei sospirò. << Farò questo sforzo. >>
Lui sorrise ancora una volta. << Vorrei parlarti di tua madre. >>
<< Spirit, io ho già conosciuto mia madre, ci ho passato un anno molto intenso. Non c'è bisogno che mi parli di lei. >> Lo interruppe Maka.
<< Maka, sforzati di ascoltare senza interrompermi. È una cosa che non ti ho mai detto, quindi, per favore, ascolta. >> La riprese con molta serenità Spirit.
Lei si limitò ad annuire.
<< Lo sai che io sono un donnaiolo. >> Non era il miglior modo per incominciare, infatti Maka storse il naso, ma continuò. << Ma tua madre non ha chiesto il divorzio solo per quello. >>
Maka strabuzzò gli occhi sorpresa, mordendosi la lingua per non fare mille domande.
<< Io ho amato tua madre più della mia stessa vita, l'amo ancora allo stesso modo. Lei era speciale, non centrava nulla con le altre ragazze che erano nella nostra stessa sezione. Non so spiegarti il motivo, ma hai miei occhi lei era diversa, era come se fosse un'aquila in mezzo a dei gabbiani. >> Lui sorrise. << Cosa ci poteva fare un'aquila così maestosa in mezzo a dei gabbiani? Nulla, non centrava nulla. Aveva un modo di pensare assolutamente diverso, pensava a cose di altro modo, quasi impossibili da realizzare, lei era pronta senza saper fare nulla, era pronta ad affrontare qualsiasi cosa e... Beh sulla sua strada ha incontrato me. Una falce scansafatiche che ci provava con tutte quelle della sua classe, una falce prepotente, doveva essere rispettato, perché lui era forte e poteva avere tutto quello che voleva. >>
<< Spirit, perché mi stai raccontando tutto questo? >> Era confusa, non sapeva dove voleva arrivare con il suo racconto.
Lui la guardò << Cosa ti avevo chiesto? >>
Maka sbuffò e fece segno di continuare.
Lui riportò gli occhi al cielo, come se ci fosse uno schermo gigante dove era ripreso tutta la sua vita. << Per quanto dolce tua madre poteva essere, non riusciva a sopportarmi, era caparbia, non andavamo d'accordo su nulla. Shinigami aveva proposto di fare squadra insieme, io avevo risposto che per me era uguale, invece tua madre non aveva una buki e quindi non poteva migliorare come voleva. >>
<< In pratica è stata costretta a fare squadra con te? >>
Lui annuì. << Già. I primi giorni non furono per niente facili, nessuno dei due voleva scendere a compresso. Più di una volta tua madre aveva chiesto di cambiare buki, ma lui era irremovibile. Quindi, tra varie urla e legnate, siamo riusciti, stranamente a mettere sulla stessa lunghezza d'onda le nostre anime. >>
<< Stranamente? >>
<< Io e tua madre abbiamo dei caratteri completamente opposti, difficilmente compatibili. >>
<< Come avete fatto a sposarvi? >> Chiese stranita Maka.
Lui sorrise. << Ci siamo innamorati. >>
Maka lo guardò con espressione confusa.
Lui continuò. << L'amore è imprevedibile, ti prende quando meno te lo aspetti. Non so cosa la fatto scattare, però dopo un lungo tempo di duro lavoro e di sopportazione forzata, i risultati si vedevano dalle missioni che riuscivamo a completare con estrema facilità. Avevamo raggiunto il limite massimo di intesa, capivamo subito cosa pensava l'altro, da lì ad avere stima e rispetto reciproco il passo fu breve. Avevamo trovato il nostro equilibrio, le sfuriate c'erano sempre per qualche mia cavolata, ma eravamo felici e soddisfatti del nostro operato. 
Tutto successe in un pomeriggio qualunque di allenamento quotidiano, aveva appena letto che era possibile usare la propria anima come arma, senza aver alcun bisogno della buki, e in quel pomeriggio si era intestardita che voleva provarci, anche se non era ancora pronta, avevamo appena diciott'anni l'uno è quello per lei era un salto troppo grande, infatti al primo tentativo cadde a terra senza forze. Io l'aiutai a tornare a casa e riposarsi dandole a ogni tre passi della stupida, affinché se lo ricordasse, ma per strada sembrava che mi ignorasse, ma poi... >>
<< Poi? >> Maka si era appassionata a quella mai sentita e quella interruzione non ci voleva.
Spirit sorrise. << Mi fece una domanda, che mi mise davvero, come mai mi era successo, in imbarazzo. >>
<< Cosa ti chiese? >>
Spirit scosse la testa portandosi le mani davanti agli occhi, riusciva ad imbarazzarsi ancora oggi. << Mi chiese: “Così tanto ti ho fatto preoccupare?”. Eravamo in cucina avevo intensione di preparale un vecchio rimedio casalingo, quando non le risposi imbarazzato com'ero, lei mi bloccò i polsi, impedendomi di continuare la preparazione e mi fece voltare verso di lei, quando i nostri occhi si incontrarono, non so cosa vide nei miei, ma un attimo dopo mi prese il viso nelle sue piccole mani e mi disse con un sorriso: “Sei proprio uno stupido.” dopo, cogliendomi alla sprovvista, mi diede un leggero bacio a fior di labbra. >>
Maka sorrise, colta da un pensiero.
Spirit si incuriosì. << Cosa c'è? >>
Lei scosse la testa. << Nulla, penso solo a quanto mia madre abbia aspettato quel momento. >>
<< Tanto? >> Chiese incuriosito.
<< Ma come? Donnaiolo come sei non hai mai corteggiato alla mamma? >>
Scosse la testa. << Io? Mettermi a corteggiare una ragazza così cocciuta? Mai. >>
Maka si limitò ad annuire, spronandolo a continuare.
<< Comunque, dopo quel bacio nei giorni successivi abbiamo modificato completamente il nostro rapporto strano. Come ben sai, per una cosa che non capisco, maestro e buki non posso stare assieme come coppia vera è propria. Per un po' abbiamo continuato questa vita stabilendo un nuovo equilibrio. Ma tua madre non sopportava nascondere le cose soprattutto a Shinigami e lì successero un bel po' di problemi, ma alla fine tua madre con la sua caparbietà e riuscita a vincere e alla fine le chiesi di sposarmi, avevamo vent'anni e ci mancavo poche anime e quella di una strega per io poter diventare falce della morte. Lei dopo aver messo i suoi paletti accettò. >>
<< Paletti? >>
<< Tua madre non si era dimenticata dei suoi sogni e dei suoi obbiettivi in raggiungibili, mi disse che se le capitava un'occasione, lei l'avrebbe colta, senza pensare a noi. Aveva quei obbiettivi e li voleva raggiungere. Chi ero io per fermarla? >>
<< Quindi, già prima del matrimonio avevate deciso che prima di voi c'era un obbiettivo più alto da raggiungere? >> Suppose Maka.
Lui annuì. << Tua madre non sapeva ancora nulla di questo percorso, ma voleva migliorarsi sempre più, il giorno dopo che divenni Death scythe tua madre mi diede la notizia di essere incinta. Era l'uomo più felice del mondo: ero diventato ciò che aveva ambito da tempo, avevo una moglie bellissima e che amavo e in più stavo per diventare papà. Anche se pur incinta e con in mio disappunto, tua madre volle continuare i propri allenamenti, si rese conto- >>
<< Che faticava a maneggiarti... >> Continuò Maka.
Lui annuì ancora una volta. << All'inizio pensava che la causa era la gravidanza che la rendeva un po' più debole, quando chiese a Shinigami per essere più sicura, seppe la vera motivazione. >>
Maka si fece pensierosa, ma dopo un po' sentì che suo padre non accennava a continuare. << Le disse cosa fare per riuscire a maneggiarti? >>
Lui scosse la testa. << Sì, ma la sua gravidanza non le permetteva di fare i giusti allenamenti, perché la affaticavano troppo, quindi in attesa di questi nove mesi passassero, lei studiò il modo tramite i libri. >>
Maka sorrise malinconica. << Neanche la gravidanza è riuscita a tenerla lontana dai suoi obbiettivi. >>
<< La maggior parte delle nostre litigate era dovuto anche a quello. >> Le rivelò Spirit. << Ma mi limitavo data la sua condizione, non potevo fare altro che lasciarla fare e seguire lo scorrere del tempo. >>
<< E dopo la mia nascita? >> Chiese Maka.
<< Era felice, le piacevano molto i tuoi occhi. Non avevi preso nulla da me, solo da lei, era felice di poterti abbracciare, piccola com'eri. Ovviamente, non oso immaginare il legame che possono avere madre e figlia, ma avevo l'impressione che tua madre fosse più avanti di me nel conoscerti, ben nove mesi. >> Sospirò. << Circa una settimana dopo, approfittando di quando dormivi dopo aver mangiato, incominciò a mettere in pratica ciò che aveva imparato durante la gravidanza. Ma lei si affaticava troppo e dopo un allenamento non aveva la forza neanche di allattarti o cullarti mentre piangevi. Litigammo anche per questo, io non volevo che facesse quei allenamenti era giusto che si occupasse di te, invece lei preferiva allenarsi, fregandosene di non avere più forze. >>
<< E Shinigami? >> Chiese ancora una volta Maka.
<< Non si intromise, quando gli chiesi cosa pensasse, lui mi disse: “E' una sua decisione”. Mi arrabbiai molto per il suo comportamento, non capì mai perché non lui non volle intervenire in quella decisione così assurda. >>
Maka abbassò lo sguardo in pensiero.
Spirit continuò. << Le ci volle un anno per imparare a usare la propria anima. Ci riuscì proprio nel giorno del tuo compleanno. Avevamo organizzare una piccola festicciola con tutti i nostri compagni e lei venne in ritardo. >>
<< Avete di nuovo litigato e non le hai dato il tempo di rivelare i suoi miglioramenti? >>
Lui annuì colpevole. << Già ero fin troppo arrabbiato. Ci ignorammo per tutta la serata del compleanno e un attimo dopo aver messo te nella culla Shinigami la chiamata attraverso lo specchio. >>
<< E? >> Si era bloccato, come se gli si fosse fermato il cuore.
<< E' partita il giorno successivo... >> Finì con un sospiro lui.
Le uscì un spontaneo sorriso amaro. << Immaginavo. Perché mi hai raccontato tutto questo? >>
Sorrise. << Mi ha detto che era giunto il momento di raggiungere il suo obbiettivo. Io cercai di fermarla, perché lei era già forte, perché avevamo una famiglia e senza quel suo obbiettivo di mezzo potevamo essere veramente felici. Lei mi disse di dimenticarla, non mi ha spiegato nulla, non ha cercato di farmi capire la sua decisione. Mi ha solo detto di prendermi cura di te e che per me, lei non doveva neppure esistere. Poi dopo quattordici anni mi mandò i fogli del divorzi con allegato una lettera che neanche ho letto. >>
Lei volse lo sguardo dalla parte opposta. << Ognuno ha sacrificato qualcosa per raggiungere i propri obbiettivi. >>
<< Non giustificarla! >> Spirit si spostò, non appoggiandosi più al marmo. << Tutti hanno cercato di giustificarla, tutti davano ragione a lei. Ero io nel torto, capisci? >>
Maka scosse la testa lieve.
<< Maka, io e tua madre ci amavamo tantissimo. Quel suo dannato obbiettivo a rovinato tutto. Ti ha lasciato sola quando avevi solo un anno. >>
Maka sbuffò era stufa di tutta quella storia. << Spirit so quando mia madre mi ha lasciata. C'è un motivo perché maestro e buki non devono avere rapporti oltra l'amicizia e l'intesa che li lega, è questo, è uno di essi. Ora mi dici perché mi hai voluto raccontare questa cosa? >>
Spirit scosse la testa frustrato. << Tua madre mi ha detto la stessa identica cosa. Ti ho raccontato tutto questo, perché non voglio che fai lo stesso errore con Soul. >>
Lei rise. << Tra me e Soul non c'è niente e poi non è un errore, è seguire un proprio obbiettivo. >>
<< Neanche quattro anni fa? >> La incalzò Spirit.
Lei fece per rispondere brutalmente, ma si bloccò sporgendosi attraverso il balcone. Vide una cosa che la fece infuriare e per quel giorno ne aveva subite troppe.
Si girò verso Spirit. << Non voglio più parlare di questo argomento. Mai più. Ora scusami, ma devo andare a risolvere una questione. >>
Detto ciò si buttò dal balcone, lasciando a bocca aperta Spirit.
 

Dopo aver preso una lunga rincorsa verso il suo avversario, che lo aspettava immobile con un sorrisino odioso, mosse la sua lama per colpirlo.
Non riuscì a farlo perché una specie di muro, a lui invisibile, lo bloccò e lo respinse a terra.
Frost voleva combattere a distanza, ma non glielo avrebbe permesso. Fece per alzarsi, ma nel farlo notò che non fu Andrea a creare la barriera bensì Maka, arrivata dal nulla e che ora gli dava le spalle.
Lo sguardo di Andrea mutò radicalmente, da spavaldo divenne quasi terrorizzato.
<< Cosa avevi intenzione di fare, Frost?! >> Maka riusciva a stento a trattenere la rabbia.
Andrea sembrava più che terrorizzato. << Aspetta lascia che ti spieghi. >>
<< Non ci sarà nessuna scusa che ti salvi Frost! >> Dal suo tono di voce era tangibile che Maka volesse farlo a fettine. Per di più entrambi lo ignoravano come se lui non fosse lì.
<< Non sono stato io ad incominciare! Non ho chiesto io la sfida! >> Inutilmente Andrea cercava di spiegarsi. In effetti era stato lui ad attaccare per prima non Andrea.
<< Non mi importa! Tu dovevi rifiutare e ignorare! >> Non voleva sentire ragioni, era più che infuriata.
<< Ma ha offeso il mio orgoglio! >>
<< Ti dovevi controllare. Sai che sei più forte di lui! Non hai bisogno di dimostrarlo. Accidenti Frost! >>
<< Non ho saputo- >>
<< Me ne frego! Ti avevo chiesto una cosa. UNA Frost! E tu non l'hai rispettata, sai come la penso su tutto questo! >>
Andrea tentò di avvicinarsi, di toccarla, ma lei prontamente fece un passo indietro.
<< Ho sbagliato e hai ragione, ma mi sarei controllato! Non l'avrei condotto in fin di vita. >>
Maka scosse la testa. << Mi hai delusa, Frost. E ora scusami, sono stanca di questa giornata. >>
<< Aspetta Maka! >> Lui le afferrò il polso.
Lei si girò con uno sguardo di fuoco, pronta ad attaccare. << Lasciami. >>
<< No. >>
<< Lasciami. >> Fredda come ghiaccio.
<< Andrea lasciala! >> Alexis era arrivata, uscendo anche lei dall'entrata della Shibusen. << Lasciala, falla rilassare e poi ne parlate. Qualsiasi cosa sia successa. >> Già appena aveva intravisto la scena che le si era prospettata all'uscita, aveva intuito, in linea di massima, cosa era successo. Soprattutto conosceva quello sguardo di Maka e sapeva che se Andrea non la mollava entro un secondo esatto lei avrebbe scatenato l'inferno.
Lui lasciò la presa. << Scusami. >>
Ignorando quelle sue banali scuse, si voltò e si diresse verso la scalinata, prima di scendere il primo gradino, sembrò ricordarsi di un'altra persona.
Si voltò verso Soul, con uno sguardo di ghiaccio. << Non provare mai più ad attaccare briga con qualsiasi componente della mia squadra, la prossima volta non li fermerò, nessuno dei due. >>
Non gli diede neanche il tempo di rispondere che incominciò a scendere le scale.
Si voltò verso Frost che teneva gli occhi bassi e i pugni chiusi, era la prima volta che lo vedeva così.
Alexis si avvicinò a lui, con cautela, gli toccò un braccio teso. << Su Andrea, vedrai che le passerà sai com'è fatta. Ha solo bisogno di rimanere da sola. >>
<< Tutto questo non sarebbe accaduto se non fosse stato per lui! >> Alzò lo sguardo verso di lui e fece per avanzare, ma Alexis lo bloccò afferrandogli il braccio.
<< Non complicare le cose, più di quanto lo sono già. >> Cercò di tranquillizzarlo.
<< Tu non capisci! >> Urlò. << Per colpa di questo coso! Io ho deluso la sua fiducia! >>
Era così importante la fiducia di Maka per lui?
<< Ehi! Vedrai che Maka capirà, ha pure lei un cervello per pensare. Lei sa che può contare su di te. Dai andiamo a casa. >>
Alexis riuscì a tranquillizzarlo e con la testa china, annuì e si diresse verso le scale,
ignorando completamente Soul.
Alexis invece si limitò ad lanciargli una sola occhiata ammonitrice e seguì Frost giù per le scale.
L'avevano ignorato bellamente, l'aveva interpellato solo per lanciargli minacce, era cosciente, che, forse, lui aveva sbagliato. Però era stato smosso da una rabbia e non sapeva come definirla. Non sapeva se il litigio dei membri della loro squadra era una cosa positiva o negativa.
Quello che sapeva era ciò che aveva visto nello sguardo di Maka, stanchezza, orrore, delusione e alla fine voglia di distruggere.
Quello sguardo che gli aveva lanciato all'ultimo, gli aveva fatto capire che era meglio dimenticare il passato avuto con lei, per non creare danni a questo presente, con una minaccia che non accennava a rivelarsi.
Con grande sospirò si decise anche lui di ritornare a casa. Di allenamenti per quel pomeriggio, era meglio non parlarne.

 

Seduta sopra un ramo di un albero, sbuffò sonoramente, appoggiandosi la testa nell'albero.
Il suo nervosismo non aveva paragoni, troppo cose era successe in quella giornata e aveva voglia di spaccare tutto, ma non ci riusciva, era stanca pure di distruggere, arrabbiarsi, volevo solo riposarsi, magari anche dormire, ma, purtroppo per lei, non le era consentito neanche questo.
Aveva rimproverato Frost troppo duramente, in quel momento poteva anche ammazzarlo senza accorgersene. Era stata troppo furiosa, non tollerava che avesse disubbidito, non ad un suo ordine, ma una sua richiesta e lui era stato pure d'accordo.
Lei era sempre stata contraria agli scontri, non controllati, di livello troppo differente tra i due avversari.
Aveva sbagliato a perdere il controllo, ma dopo quello che Spirit aveva cercato di dirle e dopo aver visto l'avversario di Frost... No non aveva scuse. Aveva mandato la sua razionalità a farsi benedire.
Ma di una cosa n'era certa se fosse successo un'altra volta, gli avrebbe dato una lezione lei senza intermediari.
Sospirò chiudendo gli occhi.
<< Ehi! Maestra d'armi in tensione! >>
Aprì gli occhi trovò davanti a sé, comparsa nel nulla, una bella ragazza rossa.
<< Non sono dell'umore per sopportare anche te oggi! Lasciami sola! >>
La rossa si liberò in una bella risata. << Altro che in tensione, fra un po' scoppi! >>
Maka ringhiò. << Appunto! Vattene! >>
Le scosse la testa, mettendosi comoda sul tronco. << Non sono qui, per farti alcun discorso. >>
<< Che vuoi allora, Roxy? >> Maka era esasperata.
<< Ridarti le tue ore di sonno. Ho notato che ne hai bisogno. >> Rispose lei sorridendo.
Maka strabuzzò gli occhi. << Mi controlli, ora? >>
<< Lo vuoi il tuo dovuto riposo o no? >> Quanto si metteva Roxy risultava più misteriosa di Maka.
Maka annuì, chiudendo gli occhi.
Lei si avvicinò e appoggiò le mani sulla tempia di lei... Sospirò.
Dopo che Roxy si allontanò, lei aprì gli occhi. << Sono ancora stanca. >>
<< Protezione. Ho fatto sì che nessuno possa rovinarti i tuoi sogni sconci! >> Spiegò Roxy con un sorriso.
Maka le spinse una spalla. << Speriamo che funzioni. È stato lui? >>
La strega si rabbuiò. << Ho tentato di contrastare la sua intrusione, ma è troppo forte. >>
Maka annuì consapevole. << Grazie comunque. >>
<< Ora è meglio che vada. Così ti lascio sola. >> Prima di scomparire con uno schiocco di dita si fermò. << Ah, mi stavo quasi dimenticando. Credo che sia a limite. Poi se vuoi tanto che ci faccia visita fai pure. >>
Maka rise. << Hai paura? >>
<< Tu no? Credo che ti lasci fare l'ultima cavolata e poi verrà più nera di quanto non lo è. >> Roxy cercò di leggere negli occhi di Maka, simili a i suoi.
Lei scosse la testa. << Cercherò di non combinare niente di così stravolgente. E comunque, non ti preoccupare, perché lei non verrà. >>
Roxy la guardò dubbiosa. << Questo non lo so. Ma tu smettila di provocarla. >>
<< Pensi che lo faccia apposta? >>
<< Allora sei proprio una- >>
<< Lo so, lo so. Vedrò come posso calmarmi. >> La rassicurò Maka.
<< Prevedo guai. Ci vediamo maestra d'armi. >> Sparì.
<< Ciao, strega da strapazzo. >> Sorrise. Le aveva fatto piacere vedere Roxy, anche senza fare nulla di particolare, le riusciva a donare un po' di serenità e a suo dire quella sera poteva riposare. Finalmente.
Meglio ritornare a casa, doveva chiarire con Frost, doveva dormire e soprattutto doveva cercare di non commettere tante stupidaggini come suo solito.
Non credeva che potesse venire lì, ma se fosse venuta, non riusciva a immaginare cosa potesse succedere...
Era meglio non rischiare...

 


 

*Sakura: Non so il vero nome della madre di Maka, l'anime non la rivelato quindi credo che neanche il manga l'abbia fatto.

**Bella's Lullaby: Dal primo film della saga Twilight. Edward suona il pianoforte per la sua Bella. Se non l'avete già fatto, vi consiglio di ascoltarla, anche solo una volta. Facciamo lavorare Youtube su :)

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Capitolo 9
*** Non Si Comanda Alle Proprie Emozioni ***


Note autrice:
Ciao cari lettori! No non è una allucinazione, sono proprio io!
Con un nuovo capitolo bello carico!
Ne parleremo dopo che l'avrete letto.
Vi volevo solo informa per chi non lo sa che ho revisionato, o per meglio dire, stravolto il capitolo 01 “Arrivo alla Shibusen” Non potevo lasciarlo in quelle condizioni!
Se avrete il tempo vi consiglierei di leggerlo :)
Vi lascio al capitolo,
Buona lettura,
Ciccia.

The Power Of The Soul

CAPITOLO 06

Non Si Comanda Alle Proprie Emozioni

 


Quasi si era dimenticata com'era una bella dormita di ben 12 ore.
La sera prima era andata a letto presto, ignorando gli sguardi preoccupati di Andrea e di Alexis, e rinviando la loro discussione con un “Domani ne parliamo”.
Aveva sperato fino all'ultimo che l'intervento di Roxy fosse servito a qualcosa, e così fu, doveva dare più fiducia a quella strega da strapazzo!
Aveva dormito nel migliore dei modi e aveva sognato. Niente incubi, niente sogni proibiti troppo spinti, solo sognato, anche se non sapeva cosa di preciso.
Aver dormito bene e soprattutto tanto, le aveva eliminato il suo nervosismo del giorno precedente e l'aveva resa serena e di buon umore.
Dopo aver fatto la doccia e essersi vestita come suo solito entrò in cucina e vide i suoi compagni che si apprestavano a consumare la colazione.
<< Buongiorno. >> Li salutò con un mezzo sorriso, mentre si dirigeva al frigorifero per prendere il latte.
Loro ricambiarono il saluto.
<< Maka- >> Frost incominciò a parlare appena fu seduta al tavolo insieme a loro.
Non ci teneva a farsi rovinare la colazione, quindi era meglio discuterne subito. << Frost è tutto apposto. Ho pensato molto a ciò che è accaduto ieri e ho capito che non era tua intenzione farlo. >>
Andrea tirò fuori un grosso sospiro di sollievo.
<< Ma. >> Aveva cantato vittoria troppo presto. << Per scatenare una simile reazione avrai fatto pur qualcosa, no? >>
Deglutì non sapendo cosa dire.
<< Hai fatto veramente qualcosa? >> Intervenne Alexis, incredula.
<< Nulla di così rilevante. >>
<< Frost! >> Lo riprese Maka con voce ferma.
Sbuffò. << Ho solo detto che stavo aspettando te e non Alexis. >>
Alexis rimase letteralmente a bocca aperta, non le aveva detto questo particolare.
Maka cercando di trattenere in tutti modi la sua rabbia, cercò di far ragionare lui. << Tu hai punzecchiato una buki, sapendo, o meglio, intuendo che essa è ancora legata al suo maestro d'armi. Ti sei reso conto di cosa stavi facendo? >>
<< Non pensavo che reagisse così. >> Tentò Andrea di giustificarsi, inutilmente.
<< Sbagliato. >> Lo rimproverò Maka. << Tu lo sapevi, ma soprattutto lo speravi. Eccome se lo speravi! Quindi per evitare che la morte ti arrivi con un semplice lampo di luce, cerca di non fare lo spaccone con nessuno. E se vuoi combattere, in maniera controllata. E lo sai. >>
<< Pensi davvero che avrei combattuto sul serio con lui? >>
<< Non solo lo penso, ma lo so. So esattamente cosa hai provato, nell'istante in cui lui stava per attaccarti. >>
Frost si gelò in un istante.
<< Andrea, io non pensavo... >> Alexis cercava di articolare una frase in qualche modo.
<< Diciamo, che mi ha saputo far saltare i nervi. >> Sospirò sconfitto Andrea, poi guardo negli occhi a Maka. << Ma non succederà più. >>
Lei annuì, sapendo che le stava dicendo la verità, almeno avrebbe cercato di mantenere la sua parola.
<< Però.. >> Era inutile Frost voleva sempre l'ultima parola, su tutto. << Cerca di capirmi, lui ha cercato di impormi di starti lontana e poi era come se sapesse cosa desideravi tu e lui si sentiva in diritto di realizzarlo. È normale? >>
Maka sospirò alzandosi da tavola, massaggiandosi la fronte. Non doveva perdere il buon umore per uno come lui, non doveva. Doveva stare tranquilla, perché quella giornata se la doveva godere, perché finalmente aveva riposato come si deve.
Lo guardò negli occhi. << Che ne sai? Forse veramente lui sa cosa desidero. >>
Frost rimase a bocca aperta, sbalordito, mentre la guardava camminare verso la porta della cucina.
Maka si voltò un attimo prima di uscire. << Pensa a questo Frost. Se io ci provassi con te, davanti a una tua ex buki, cosa farebbe lei? >>
Lasciandolo con questo quesito, per niente difficile da risolvere. Maka li salutò e uscì di casa, anticipando i suoi colleghi nel tragitto verso la Shibusen.

 

Si sentiva strano, forse spossato.
No, era accaldato come se ci avesse la febbre, ma era impossibile, non solo non aveva fatto nulla per prendersela, ma non gli era mai venuta la febbre, neanche da piccolo. Era come immune.
Quella notte aveva fatto sogni strani, troppo enigmatici e confusionari, che al sol pensarci gli veniva mal di testa.
Si era alzato sudato e confuso, con un mal di testa atroce; non riusciva a pensar a nulla, solo a una bella doccia rinfrescante, magari lo avrebbe aiutato a togliere quel mal di testa insopportabile.
Neanche a dirlo, la doccia non servì a molto, subito dopo essersi asciugato ricominciò a sudare e il mal di testa non aveva neanche accennato a passare, neanche per illuderlo.
Si era vestito di mala voglia, aveva solo intenzione di stare a letto e di far togliere in qualche modo quel dannato mal di testa che non voleva lasciarlo.
Mangiò qualcosa al volo, prima che Jessica arrivasse.
E giustamente non poteva mancare il solito dito nella piaga. << Buongiorno! Soul che hai? Stai male? >>
Alla grande!”. Avrebbe risposto fin troppo sarcasticamente.
Si notava così tanto che stava per collassare a terra?
Magari era solo il poco sonno.
Sbuffò uscendo da casa chiudendo la porta alle sue spalle, superandola si limitò a risponderle con un altro sbuffo e un “Sto bene, non ti preoccupare”.
Non voleva rovinarsi la giornata, già rovinata, da delle preoccupazioni senza senso.
Arrivarono all'ingresso del viale dove si svolgevano gli allenamenti. Durante il viaggio avevano parlato, o meglio Jessica aveva parlato e lui si era limitato a rispondere a monosillabi, quello che riusciva a capire, perché non le prestava molta attenzione, già che aveva mal di testa, non voleva peggiorarlo ancor di più.
Sentì arrivare delle voci dietro di lui, si voltarono entrambi per vedere chi stava per arrivare. Sbuffò appena riconobbe la voce. Che scocciatura! Ci mancava solo lui!
Quel biondo e la sua compagna di squadra arrivarono davanti a loro in pochi passi.
Frost allungò la mano verso di lui. << Ho sbagliato ieri. Ti ho provocato di proposito, non per male. >>
Alzò un sopracciglio: cosa poteva essere cambiato da ieri a oggi?
Forse una sfuriata di Maka? Non poteva essere...
Sembravano scuse sincere, però non aveva per niente voglia di stringergli la mano, si limitò ad un cenno del capo. << Accettate. Pure io ho avuto le mie colpe, troppo impulsivo. Giornataccia. >>
Lui annuì senza alcuna espressione, magari per non provocarlo. A parer suo faceva molto più che bene.
<< Avete visto Maka? Ci ha anticipati, ma di poco. >> Chiese Alexis con la sua solita allegria. Come faceva ad essere sempre allegra?
Jessica scosse la testa. << No qui non c'è. >>
<< Dannata! Lo sapevo! >> Frost strinse i pugni. << Ci ha anticipati, per qualcosa! Uffa fa sempre così! >>
Alexis gli diede una pacca giocosa sulla spalla. << Suvvia! Non te la prendere. Al massimo chiamiamo quel nostro amico che fabbrica la pozione della verità. Magari ci dice dove va. >>
<< E devo spendere soldi, per quella smorfiosa? Mai! >> Sbuffò Frost scocciato.
<< Di chi parli? >> Voce fredda quanto tagliente, arrivò dietro le spalle di Andrea. Voce che fece irrigidire Frost.
<< Credo che parlasse di te. >> Una voce arrivò dagli alberi.
Kid con dietro Liz e Patty spuntò dal nulla su un muretto. << Credevo che avessi imparato a non parlare male di lei. >>
BlackStars e Tsubaki saltarono dal albero. << A quanto pare no. >>
Frost strabuzzò gli occhi. << Allora eravate qua?! >>
<< Vi aspettavamo. >> Stein comparì improvvisamente in mezzo a Soul e Frost.
<< Ma come-? >>
Maka avvicinandosi a lui portò due dita sotto il suo orecchio. << Trucchetto. >>
Allontanò le due dita da lui di pochi centimetri e fece scorrere la sua anima lungo le sue dita provocando una scintilla.
Azione che provocò il risultato sperato. La paralizzazione di Frost.
Alexis sorrise in pena e gli diede una piccola pacca sulla spalla per svegliarlo e si rivolse a Maka. << Prima o poi gli farai prendere un infarto. >>
Maka rise. << Ma che dici?! Eravamo annoiati, se siete arrivati in ritardo non è colpa mia. Dai andiamo, che una lunga sessione di allenamento ci aspetta. >>
Tutti annuirono concordi e si diressero verso il loro, ormai, campo di allenamento.
Jessica e Soul non si mossero facendo passare avanti i tre maestri d'armi.
Quando Maka gli passò davanti si bloccò all'istante, voltandosi verso di lui. << Che hai, Soul? >>
Soul alzò un sopracciglio sorpreso: questa non se l'aspettava. << E a te che importa? Ora incomincio ad esistere? >>
Non attendendo la sua risposta, sbuffò e si incamminò, ma Maka prontamente lo bloccò per un braccio obbligandolo a girarsi di nuovo.
<< Insomma che vuoi?! >> Sbottò Soul contrariato.
Maka si avvicinò a lui con aria contrariata. << Era meglio quando stavi zitto. >> Gli fece abbassare la testa con due mani e gli depositò le labbra sulla fronte.
<< Che... Che fai? >> Balbettò Soul stupito e senza la volontà di allontanarla.
Jessica guardava la scena stupita, aveva fatto tutto come se lei non fosse presente...
Maka si ritirò con aria turbata. << Soul vai in infermeria. Hai la febbre alta. >>
Lui scosse la testa allontanandosi. << Non ho la febbre. E comunque non ti riguarda. >>
<< Ti fa male la testa? >> Maka lo bloccò prima che lui potesse rivolgerle di nuovo le spalle.
<< No. >> Secco e deciso. Era stanco e ancora non aveva cominciato la giornata, poi si ci metteva anche Maka che fin a qual giorno non l'aveva calcolato più di tanto, non in pubblico almeno.
Lei fece un sorriso amaro. << Bugiardo. >>
Perché quella parola lo infastidiva così tanto? << Non ti riguarda. Andiamo a fare questo allenamento. >>
<< Maka? >> Frost la chiamò, non capendo cosa stesse succedendo.
Lei lo ignorò e si avvicinò ancora una volta a Soul.
Soul si ritrovò bloccato da una forza indefinita.
<< Ehi!!! >> Protestò quando Maka gli sollevò leggermente la maglietta.
Dire che la sua faccia cambio radicalmente, era un eufemismo.
Si allontanò da lui, come se ci avesse qualche virus infettivo.
Lo guardò negli occhi. << Soul, per favore. Vai in infermeria. >>
<< No! >> Era assurdo che gli chiedeva quello, se lui stava bene, se non fosse per quel mal di testa odioso.
<< Non dire che non ci sono andata con le buone, poi. >> Cattiva? Oh sì, era sicuro che quel tono suonava tanto di cattiveria. Però i suoi occhi dicevano tutt'altro.
<< Mi spieghi cosa succede? Se non ci vuole andare, si vede che non ne ha bisogno. >> Jessica intervenne per difendere Soul.
Maka fece per risponderle molto male.
Ma la fermò l'urlo di Soul e il suo cadere in ginocchio e il coprirsi la pancia con le braccia.
Tutti tentarono di avvicinarsi, ma Maka li bloccò e si avvicinò lei chinandosi.
Toccandogli il viso notò che stava sudando. << Soul, ora respira profondamente, stai tranquillo. Ti passerà, lo toglierò. È una promessa. >> Alzò gli occhi su Star e Kid. << Portatelo in infermeria. Io arrivo subito. >>
<< Che gli hai fatto? >> L'accusò Jessica, con preoccupazione per Soul.
<< Ora niente. Se non succedeva ora, succedeva dopo. >> Spiegò Maka fredda e con lo sguardo perso nel vuoto, era come se fosse entrata in trans.
Maka fece per incamminarsi dietro i ragazzi, che presero Soul sotto braccio, ma venne fermata da un'altra domanda di Tsubaki. << Cosa è successo? >>
<< Stein ve lo spiegherà. >> Rispose Maka, allontanandosi definitivamente dal gruppo.
Tutti gli occhi si volsero verso Stein, che in quel momento si era fatto pensieroso.
<< Intanto andiamo, più tardi ve lo spiegherò. >> Se ne uscì Stein incamminandosi pure lui verso l'infermeria della Shibusen.

 

<< Mettetelo sul lettino e toglietegli la maglia. >> Ordinò Maka andando verso la scrivania della dottoressa, dopo averle chiesto poco gentilmente di spostarsi e di non intromettersi.
<< Che hai intenzione di fare? >> Jessica la guardava allarmata, cosa che la rendeva più irritante del normale.
<< Vai fuori! Se vuoi rimanere, mettiti da parte e non fare domande. >> Le rispose acida e ferma.
Soul cacciò fuori un altro urlo, mentre si contorceva dal dolore.
Maka strinse i pugni. << Grazie ragazzi, per favore uscite e fate entrare solo a Stein e Frost. >>
BlackStars volle obbiettare, ma si trattenne dal farlo capendo la situazione, si limitò ad annuire ed ad uscire, insieme a Kid.
Una volta rimasta sola con lui e con Jessica seduta in un angolo che guardava lui preoccupata, si tolse anche i guanti e si avvicinò a lui.
Tentava in tutti modi di controllare il dolore, che non sapeva neanche da dove provenisse, lo sentiva in tutto il corpo e stava sudando e ciò lo rendeva ancor di più agitato.
Sorrise amara, notando che la cicatrice, fatasi tanti anni prima, si vedeva ancora, e ora insieme a quella lunga cicatrice, proprio dove finiva vicino al suo fianco, era spuntato un livido, ma non uno normale, era come se fosse una bolla nera, inquinata, e in un certo senso era così.
Posò la mano, senza la copertura dei guanti, sul livido, provocando un sussulto da parte di Soul, e anche suo.
Prima che potesse fare qualsiasi cosa, Soul le bloccò il polso. << Che cosa fai? >>
Lei non accennò a guardarlo. << Ti curo il tuo male. >>
Soul le strinse ancor di più il polso. << No. >>
<< Come? >>
<< No. >> Deciso come non mai.
In quel momento entrarono Frost e Stein.
<< Come va? >> Chiese Stein osservando la situazione e intuendola.
Soul fece per alzarsi.
<< No. >> Ordinò questa volta Maka, premendo involontariamente sul fianco dolorante.
Con un lamento ritornò sdraiato.
<< Ho bisogno che tu collabori. Dopo sarai completamente guarito. >> Spiegò lei.
Non seppe come fece, ma vide qualcosa di strano in lei, forse era mortificata, triste, ma oltre a questo, in quel momento, gli dava la sensazione di rivedere la Maka di tanti anni prima.
<< No. >> Rispose secco.
<< Non ha senso! >> Si irritò Jessica.
Maka le lanciò un occhiataccia ammonitrice, che la fece zittire, un po' reticente.
Sospirò e si decise a guardare Soul negli occhi, che fino a quel momento aveva evitato come la peste. << Mi spieghi perché vuoi continuare a stare male? >>
<< Come fai? Che hai intenzione di fare per guarirmi? >> Voleva sapere quello più di ogni altra cosa, a costo di tenersi il suo dolore atroce.
Maka si schiarì la voce. Temporeggiava? << Semplice, tolgo questa bolla dal tuo fianco, che la fonte del tuo dolore. >>
<< Da cos'è provocata? >> Chiese ancora Soul.
<< Ma se prima di guarisco e dopo ti spiego tutto, no? >> Propose Maka irritata, vedendo dalla sua espressione che cercava di trattenere il dolore.
<< Se non mi spieghi la situazione, non ti faccio fare nulla. >> Ringhiò Soul, chiarendo le sue intenzioni.
<< E se decidessi di lasciarti morire con questo dolore? >> Suppose Maka sfidandolo.
Soul sorrise, di una cosa n'era sicuro in quel momento. << Non ne saresti capace. >>
Lei abbassò gli occhi, non sapendo negare la verità.
<< Allora? >> Insistette Soul.
Sospirò, si decise. << E' per colpa mia. >>
<< Cosa? >> Due voce di incredulità le arrivarono alle orecchie, quella femminile la ignorò.
<< Quando abbiamo combattuto contro Star e Kid. >>
<< Come? >>
<< Tu ormai eri abituato a ricevere un certo tipo di forza dell'anima da parte del tuo maestro. Quindi ti sforzavi a trattenere la tua forza, ma eri abituato. Con me non hai avuto bisogno di controllarti, perciò hai dato libero sfogo alla tua anima, sapendo che io era in grado di controllarla. >> Prese il respiro, che fino a quel momento aveva trattenuto. << Ritornando dalla tua maestra d'armi, hai dovuto sforzarti per controllarti ancora con lei. Lo sforzo è stato aiutato da una specie di sacca dove, inconsciamente, mettevi la parte di forza dell'anima, che non potevi liberare. Accumulando forza a ogni allenamento, la sacca non è stata più in grado di controllarlo e si sta ribattendo ora su di te, perché il potere dell'anima ha bisogno di uscire. >>
Aveva ottenuto la risposta che voleva, ricca, senza lasciare le cose a metà, come Maka era solita fare. Però non se l'era aspettato, non riusciva a credere che tutto quel male era provocato da lei.
<< Non posso semplicemente trasformarmi e liberarmi di nuovo con te? >> Chiese lui.
Lei scosse la testa. << La forza sarebbe troppa, non riusciresti a gestirla, moriresti nel momento stesso ci provassi. >>
Soul accusò il colpo.
<< Ora posso levarlo? >>
<< No. >>
<< Che c'è ancora? >> Chiese lei ormai esasperata.
<< A te cosa succederà? >>
Maka strabuzzò gli occhi. È ora quello cosa centrava? << Nulla. >>
<< Chi è ora il bugiardo? >> Le fece notare, con il fiato corto ormai.
Si gelò. Ma come diavolo-?
<< Dimmi tutto quello che succederà. >> Non era una domanda.
Quanta pazienza ci voleva? << Assorbirò dentro di me, la tua sacca. >>
<< No. >> Disse di gettò Soul, non glielo avrebbe permesso.
<< Lo sai che ho l'onda anti-demone. Posso assorbirla e contrastarla in un istante. >> Spiegò Maka.
<< No. >>
<< Non è il momento di fare il bambino, Soul. Se non lo faccio muori. >> Forse essere diretti era una soluzione, lo avrebbe convinto a farsi curare. Chiunque avrebbe collaborato subito.
<< E nel tempo che la tua onda anti-demone lo contrasta, a te cosa succederà? >>
<< Perché sei così insistente? >>
<< Non ti permetterò di soffrire... per colpa mia. E... sappiamo entrambi che succederà, quindi no. >> Spiegò Soul, ormai gli riusciva difficile pure parlare.
Maka scosse la testa. << Soul sono stata io a farti stare male. Mi vuoi fare rimediare? A confronto tuo sentirò un pizzicotto. >>
<< No. >> Deciso, non avrebbe cambiato idea per nulla al mondo.
Maka sospirò esasperata massaggiandosi la fronte.
<< Non puoi farlo lo stesso? >> Chiese esitando Frost.
Lo fulminò con lo sguardo. << Ho bisogno che sia d'accordo o non posso raggiungere la sua anima. Chiaro? >> Prese un respiro. << Lo stesso discorso che ho fatto a Jessica vale anche per te. Silenzio. >>
<< E' inutile rimanere qui. Io non faccio nulla. >> Dichiarò Soul alzandosi a sedere, stringendo i denti, mentre si teneva il fianco.
<< Testardo. Vuoi morire per nulla? >> Lo guardò negli occhi stanchi.
<< Questo... Lo dici tu. >>
Lei gli impedì di scendere dal lettino, posando una mano sulla sua spalla. << Non posso obbligarti. Ma non ti permetterò di morire per colpa mia. >>
Soul cacciò un urlò straziante e si coricò non riuscendo a rimanere seduto.
<< Cosa gli hai fatto? >> Chiese preoccupata Jessica.
Niente, non ci riusciva ad essere invisibile! << Io niente. E la sua anima che sente la mia quando lo tocco. Dato la forza della mia n'è attratto. >>
Guardò di nuovo Soul che teneva gli occhi chiusi. << Vuoi stare con questo dolore, ancora? >>
Lui annuì ancora con gli occhi chiusi.
Maka appoggiò di nuovo la mano sul fianco, sopra quella di Soul, alleviando di poco il suo dolore.
Soul tolse la mano da sotto quella di Maka e le bloccò il polso. << Ti ho detto... no. >>
<< Gli ho solo dato quello che voleva. >> Ribatté Maka.
Scosse la testa ancora con gli occhi chiusi.
Maka si era completamente stancata di quel comportamento assurdo, smise di pensare. Agì di istinto come se fossero stati soli. Chi se ne frega!
Si chinò su di lui, fino a che le labbra non gli sfiorarono l'orecchio. << Dammi un sol motivo per cui io ti debba lasciar morire. >>
Soul non rispose, ma strinse ancor di più il polso di lei.
<< Perché non vuoi che ti aiuti? >>
Il respiro di Soul di fece ancor più affannato. << Te l'ho già detto. >>
Maka appoggiò la mano libera sul lettino per darsi appoggio. << E io ti ho già detto che non mi succederà quasi nulla! >>
<< E il “quasi” che non va! >> Si agitò tossendo in fine.
<< Soul... >> Lo accarezzò con la voce, riuscendo a farlo calmare. << Il quasi è come se non esistesse. Perché non vuoi che non mi succeda nulla? >>
Soul fece un sorriso di scherno, avvicinandosi all'orecchio di Maka. << Davvero non lo sai? >>
<< Dopo tutto quello che ti ho fatto? >>
Soul notò la sua incredulità nella voce, facendogli ricordare un po' la vecchia Maka e ricordarla gli faceva, sempre, un effetto strano.
Le accarezzò il polso con il pollice. << Puoi controllare. >>
<< Sai che mantengo sempre le promesse! >> Ribatté subito Maka, ferma da sempre sul quel punto.
Sorrise, avendo ottenuto ciò che sperava. Era sempre lei. << Già. >>
<< Soul, ti fidi di me? >> Colpo basso, che si doveva aspettare da parte di Maka.
Lui non poté far altro che annuire.
<< Allora, fidati quando ti dico, che non mi accadrà nulla. >> Tentò l'ultima sua carta per convincere Soul.
<< Non posso. >>
<< Te lo prometto, Soul. Non voglio che tu muoia, per favore. >> Ormai il suo fantomatico orgoglio era andato a farsi benedire, ma con lui non poteva fare altro. La sua fortuna e che i presenti non potessero sentire.
<< Non lo fai... per senso di colpa? >> Chiese ancora una volta Soul.
<< Come puoi solo pensarlo! >> Appoggiò, inconsciamente, con più forza la mano sul fianco di Soul, facendolo sussultare.
<< Scusa. >> Si affrettò a dire. << Cavolo Soul! Anche se le nostre vite sono ormai separate, non pensi che non voglia vederti morire? Soprattutto se è per mano mia. >> Sperò di suonare più che convincente.
<< Mi prometti che non ti succederà nulla? >> Stava cedendo, le sue parole l'avevano colpito in qualche modo.
<< Sì, te lo prometto Soul. >> Glielo disse alzandosi leggermente per guardarlo negli occhi.
Tolse la mano che le bloccava il polso, la sua arresa. Annuì e basta.
Dopo un sospiro di sollievo, Maka fece cenno a Stein che capì subito e si avvicinò.
Lei prese un lungo respiro e incominciò, attraverso il palmo della sua mano, ad assorbire destro la sua anima la sacca di Soul.
Quando mancarono gli ultimi istanti prima della fine guardò Soul, che cercava di rimanere sveglio, spossato dal mancamento di energie.
<< Perdonami. >> Gli disse. Ma lui non capì non ne ebbe il tempo, perché quando Maka finì, Stein lo stordì, addormentandolo, con la propria onda dell'anima.
<< Perché l'ha fatto? >> Protestò Jessica, sconvolta.
In quello stesso istante Maka si accasciò in ginocchio con una mano sul fianco e una a coprirle gli occhi.
<< Non sarebbe stata una bella scena da vedere. >> Rispose Stein un po' giù.
<< Frost. Portami via. >> Gli ordinò Maka in preda al dolore.
Jessica non riuscì a capire. << Ma gli avevi detto che sarebbe stato come un pizzicotto per te. >>
Maka sorrise della sua ingenuità, mentre Frost le portava un braccio sulla vita sorreggendola. << Se non gli avessi detto così, non me l'avrebbe mai fatto fare. >>
<< Hai mentito. >> Costatò Jessica.
Oh, ma guarda, aveva scoperto l'acqua calda! << La verità l'avrebbe portato alla morte. Meglio mentire, così lo porterà solo ad odiarmi. >> Gli fece cenno a Frost di poter andar via alla massima velocità, ma prima si rivolse a Stein. << Lo affido a lei. Non meno di 24 ore, mi raccomando. >>
Stein annuì.
L'attimo successivo Maka sparì insieme ad Andrea, con una tale velocità che neanche i suoi vecchi compagni la poterono vedere in quello stato di vulnerabilità.


 



Aveva fatto bene. Forse quella era la prima volta che lo diceva da quando aveva rimesso piede alla Shibusn.
Non avrebbe potuto fare altrimenti, perché né poteva né voleva farlo.
Sembrava destino: ogni cosa che combinava creava danno a Soul.
Era giusto che fosse stata lei a rimediare a quello che aveva combinato, anche se le recò ben quattro ore di dolore atroce. In effetti aveva immagino un tempo minore, non avrebbe mai creduto che quel suo potere contenuto in quella sacca fosse così forte. Ma era abituata a resistere al dolore, per cui quello non fu un grosso problema.
Quello che le aveva dato più fastidio, e allo stesso tempo dolore, che Soul non voleva farsi curare, a costo di morire. Aveva sempre pensato che fosse un pazzo, ma ora n'era certa. Chiunque sano di mente, si sarebbe fatto curare all'istante, non riuscendo più a resistere a quel dolore. Ma lui, più cocciuto di chiunque, si era impuntato che non l'avrebbe mai fatto.
Sinceramente non seppe cosa aveva letto Soul nel suo sguardo, ma in qualche modo era riuscita a farsi dare il suo consenso, anche se tradendo la sua fiducia...
Sorrise, mentre leggeva un vecchio ricordo su uno dei suoi quaderni.
Approfittando del fatto che Soul era in infermeria e che ci doveva stare almeno per un altro giorno, dopo che le fu passato gran parte del dolore, decise di andare a casa di Soul per prendere alcuni suoi quaderni che le servivano.
Frost si era proposto di accompagnarla, ma lei aveva rifiutando, ormai stava bene e poi era sera e non voleva disturbarlo per una cosa del genere.
<< Sapevo di trovarti qui. >> Sussultò al sol sentir quella voce così familiare quanto fuori posto.
Si voltò e lo vide, lì, sulla soglia della stanza appoggiato con una spalla sullo stipite della porta, che la scrutava con quei occhi color rubino che le davano, ogni volta, l'impressione che la volessero leggere dentro.
E, puntualmente, lei si sentiva nuda sotto il suo sguardo; era l'unico che riusciva a darle questo effetto, anche dopo anni di separazione.
Distolse lo sguardo da lui, cercando di ritrovare il suo auto-controllo, chiuse il quaderno che teneva in mano. << Invece, io sapevo che tu eri sotto osservazione alla Shibusen. >>
Lui ghignò, non lo vide, ma lo sentì, era inconfondibile, l'avrebbe riconosciuto tra mille anche solo sentendolo.
Un po' le era mancato, ma quando faceva così, era come se lui si sentisse superiore, sicuro di sé e le sembrava che la deridesse. Quel ghigno le faceva saltare i nervi.
<< Quattro ore di riposo mi sono bastate, mi hai curato molto bene. >>
Lei si alzò da terra, dove si era seduta per leggere. << Sono contenta per te. >>
Soul stette a guardare senza parlare.
Sospirò posando il quaderno su una pila di quaderni sopra la scrivania. << Mi servivano alcuni quaderni e dato che ho le chiavi, sono passata senza disturbare nessuno. Ora tolgo il disturbo. >>
Presa la pila di sopra alla scrivania e si mosse per uscire dalla stanza, ma lui non le diede l'occasione: Senza che lei se ne accorgesse, si avvicinò e nell'attimo in cui lei mosse un passo, la imprigionò con le braccia tra lui e la scrivania.
Colta di sorpresa, sussultò e fece cadere i quaderni a terra.
Lui sorrise, un sorriso che ai tempi era solito fare a lei, quel sorriso che aveva il potere di scioglierla. << Che c'è? Non ti sei accorta che mi avvicinavo? Per una maestra d'armi del tuo calibro è preoccupante. >>
Lei volse lo sguardo verso la porta, non voleva guardarlo in faccia, non quando erano così vicini. << Ero in sovrappensiero.. >>
Soul avvicinò pericolosamente il viso al suo, deviando verso il suo orecchio.
Sentì nitidamente la linea del suo respiro sulla guancia. << Che c'è Maka? Non parli più? Perché non mi allontani come fai sempre? >>
Lei deglutì rimanendo in mobile. << Tu invece parli fin troppo. >>
<< A quanto pare... I ruoli si sono invertiti. >> Soffiò con voce rauca Soul sul suo orecchio.
Cercò di trattenere in tutti modi possibili i brividi che le percorrevano il corpo, ma purtroppo, lui conosceva benissimo Soul e viceversa, era difficile controllare quello che si provava.
Cercò di farlo spostare da lei, appoggiando una mano sul petto e spingendolo. << Soul, devo andare. Lasciami passare. >>
Ma lui non accennò a muoversi di un sol passo lontano da lei, bensì prese ad accarezzare la sua guancia con il soffio del suo respiro. << Minacciami. Dimmi che mi farò molto male se non mi allontano. >>
Le si mozzò il respiro. Come cavolo?
Soul continuò. << Che c'è? Perché non lo fai? >>
Maka strinse inconsciamente la maglia di Soul. << Finiscila. >>
<< Perché? >> Soul si ostinava ad attaccarla. << Le altre volte lo facevi senza alcun problema. Chi se ne frega di far male a Soul! Ora cos'è cambiato Maka?! >>
Aveva alzato la voce, non le piaceva quando alzava la voce, odiava le urla, soprattutto di lui verso di lei. Rimase in silenzio, con lo sguardo basso.
Sorrise, un sorriso cattivo, di scherno. << Dici che la vecchia Maka non esiste più. Io invece la sto vedendo proprio adesso, la stessa che ho visto quattro ore fa. Quella che mi supplicava di aiutarmi! >>
Di nuovo era partito calmo e alla fine aveva alzato la voce. << Basta Soul! Cosa vuoi da me?! Fammi passare. >>
Fece per muoversi di lato, in modo da spostare un suo braccio.
<< No! >> La fermò perentorio, bloccandola da fare altri movimenti. Subito dopo addolcì la voce. << Volevo solo ringraziarti per quello che hai fatto per me. >>
Maka sospirò, esasperata, lui era molto più lunatico di lei. << Di nulla. >>
Si ritrovò il viso sulla sua spalla, stretta nell'abbraccio di lui. Mille brividi la percorsero il quel caldo abbraccio.
<< Ma non mentirmi più. >> Le sussurrò all'orecchio.
Si lasciò abbracciare, bisognosa di quello, ma non lo ricambiò non voleva lasciarsi andare, non poteva. << Non me lo avresti permesso. >>
<< Lo so. >> Confermò lui, con un sorriso.
<< Devo andare Soul. >> Gli disse, cercando di allontanarsi da lui.
Lui si allontanò, ma solo per prendere la sua nuca e alzarla verso di lui.
Maka spostò il viso di lato.
<< Da quando sono arrivato, non mi hai fatto vedere i tuoi occhi. >> Le rivelò Soul, appoggiando le mani sulla scrivania ai lati dei suoi fianchi.
Lei mantenne il viso di lato. << Non c'è motivo. Ora devo andare. >>
Ma bloccata dalla sue braccia, non riuscì a muoversi. << Perché non vuoi farmi ammirare i tuoi occhi? Di cosa hai paura? >>
<< Io non ho paura di nulla. >> Ringhiò Maka, spingendolo via senza alcun risultato.
Soul sorrise: l'orgoglio era sempre lo stesso. << Allora guardami. O hai paura che ti legga l'anima? Oh che sbadato, io sono una buki non so leggere l'anima e poi tue hai il vetro dell'anima. >>
Non ti serve saper leggere l'onda dell'anima... Per sua fortuna/sfortuna questo non l'aveva mai capito, stupido com'era.
<< Perché ci tieni così tanto? >> Ribatté Maka, continuando a non guardarlo.
<< Perché quattro ore fa ho rivisto in quei occhi verdi, di chi mi ha aiutato, la vecchia Maka e ora so che se li rivedo, vedo di nuovo quella ragazza. >>
Maka tenne lo sguardo sulla maglietta di Soul, in silenzio.
Lui le alzò con due dita il mento e lei pur di non far vedere gli occhi, li chiuse.
<< Testarda fino all'ultimo. >> Costatò Soul.
<< Mai quanto te! >> Ribatté prontamente Maka.
Pensava che Soul approfittasse dei suoi occhi chiusi per coglierla di sorpresa, ma invece prese ad accarezzare il suo viso con i polpastrelli e con il suo respiro.
Non poteva farci nulla, il suo corpo ebbe un sussultò sotto le sue dita. Riconosceva il tocco dell'unico uomo che le aveva fatto provare sensazioni, emozioni, inimmaginabili.
Sentì un sorriso e subito dopo delle labbra appoggiarsi sulla sua fronte. << Credo che dovresti fare un bel discorso al tuo corpo, non segue tanto bene la tua testa. O anche la tua testa sta cedendo. >>
<< Il passato non si cancella e il mio corpo non dimentica facilmente le sensazioni provate con te. >> Si giustificò Maka sincera, ancora con gli occhi chiusi.
Capì di averlo sorpreso con quella eccessiva sincerità da come bloccò il suo respiro.
Soul prese un respiro, lo lasciò andare molti secondi dopo. Conosceva molto bene quel modo di fare, ne sorrise. Ops...
<< Fammi vedere i tuoi occhi. Me lo devi. >> Tentò ancora una volta.
Maka scosse la testa, cercando di allontanarlo con tutte e due le mani sul petto.
Soul prese le mani e se le portò dietro la nuca, appoggiando la testa sulla spalla di Maka e le mani su i suoi fianchi, avvicinandola a sé. << Te l'ho già detto. Se vuoi che mi sposti dovrai minacciarmi. >>
Non riuscì a controllare i suoi movimenti, bramosa di quel contatto che le mancava da troppo tempo, immerse le mani nei suoi capelli e, come era solita fare, incominciò a giocarci.
Soul lasciò andare un sospiro tra la spalla e il collo di lei, al con tempo strinse la presa sui i suoi fianchi.
Sentiva caldo, non riusciva a pensare ad altro, solo al calore che il corpo di Soul le procurava, quel caldo che per lei era sempre stato il suo rifugio, quel calore che sapeva tanto di casa e che se fosse stato per lei non l'avrebbe mai lasciato.
<< Soul non posso più rimanere. >> Odiò rovinare quel momento, ma doveva farlo prima che perdesse del tutto il controllo.
Soul la strinse ancor di più a sé, depositando un leggero bacio a fior di labbra sul suo collo.
Inevitabilmente sospirò a quel contatto, la voleva fare cedere, approfittando del fatto che lei non riusciva ad allontanarlo con la forza che possedeva.
<< Per favore, Soul. >> Cercò di allontanarlo, ma lui non si fece spostare.
Lui scosse la testa. << Mi è mancato così tanto stringerti. >>
Quanto potevano colpire delle parole? Beh... Tanto, ma ciò le fece ancor più detestare quello che stava per dire. << Non dovrei neanche essere qui. Né dovrei essere con te. È sbagliato Soul. Lasciami andare. >>
<< L'unica cosa di sbagliato che c'è in questo è il sol pensare di lasciarti andare. >> Ribatté Soul mentre le sue mani viaggiavano lungo la schiena di Maka.
<< Basta, Soul! Stiamo uscendo troppo fuori i limiti! >>
Soul sciolse l'abbraccio senza allontanarsi da lei. Non incontrò i suoi occhi perché li aveva abbassati ancora una volta.
<< Dimmi, che non mi vuoi, che non mi desideri e io ti lascerò andare. >> Soul era capace di fare richieste assurde, come quella, e per di più sapeva già la risposta e di quella il suo orgoglio maschile si gonfiava.
<< Lo sai già che non lo farò. Ma è sbagliato e non possiamo. >> Rispose Maka con freddezza, sperando di convincerlo.
<< Guardami negli occhi Maka. >> Un'altra richiesta, un'altra assurdità.
Lei non rispose.
<< Me lo devi, almeno questo. Poi non ti fermerò più e ti lascerò andare. >>
Infondo cosa poteva succedere? A parte il suo cuore che cedeva per i troppi battiti.
Solo pochi secondi, così tutto quello sarebbe finito e lui l'avrebbe lasciata andare.
Lei annuì e alzò lentamente lo sguardo: Prima cadde su i suoi addominali, poi ne seguirono i pettorali, il suo collo, il suo zigomo incolto dalla barba di due giorni, le sue labbra che sembravano avere una calamita nei suoi confronti, il naso e alla fine li incontrò quegli occhi color rubino.
Perse il conto dei suoi brividi, salivano e scendevano lungo la sua schiena.
Soul la guardava, non diceva nulla, la guardava e basta. Quello sguardo che scrutava senza volerlo, o forse sì, quello che la leggeva sempre dentro, quello sguardo che non si sarebbe mai stancata di osservare.
Le labbra di Soul si allargarono in un sorriso, le prese il viso tra le sue mani. << Sapevo di non potermi essere sbagliato. Sei bellissima. >>
Sorprendendola eliminò la distanza tra di loro, appoggiando le labbra su quelle carnose di Maka.
Non capì subito cosa successe, ma oltre la sorpresa di quel gesto, lei fece un altro gesto che non riuscì proprio a controllare. Gli mollò istintivamente uno schiaffo sulla guancia.
Lui si staccò dalle sue labbra, ma si tenne vicino, in attesa di una sua azione.
Lei stupita dal gesto di entrambi rimase immobile a guardarlo negli occhi, neanche volendo ora si sarebbe staccata dal suo sguardo incantatore.
<< Avevi detto che mi avresti lasciato andare. Hai mentito. >> Sussurrò.
Le sorrise e le accarezzò il viso. << Anche tu l'hai fatto. Mi avevi promesso che non ti sarebbe successo niente. >>
Le si spezzò il respiro, sapeva che non si riferiva solo a quello. << La verità ti avrebbe ucciso. Non me l'avresti permesso. >>
<< La mia morte ti preoccupa così tanto da potermi mentire? >> Le chiese con respiro corto, ormai voleva solo immergersi in quelle labbra che tanto agognava.
Lei accennò ad abbassare lo sguardo, ma lui non glielo permise tenendole il viso fermo. << La sai già la risposta. >>
<< Sono arrivato a dubitarne. >> Ribatté lui.
<< E ora? >> Lo chiese con una timidezza che non apparteneva a questa nuova Maka.
Si avvicinò e sorrise ad un passo dalle sue labbra e la baciò un'altra volta, lei non lo allontanò né lo ricambiò.
Felice sorrise sulle sue labbra. << Sapevo che infondo eri sempre tu. E ne ho avuto la conferma. Dio quanto mi sei mancata. >>
Maka sorrise colta da uno strano senso di felicità. fu lei ad elimianare le distanza baciandolo, ma con più irruenza allacciando le braccia dietro al collo.
Felice anche lui la strinse in caldo abbraccio intorno la sua vita.
Era un bacio intenso di riconquista, di sollievo, entrambi esploravano chiedendo sempre di più.
Soul la fece sedere sopra la scrivania continuando a baciarla, non avrebbe mai smesso di farlo, gli era sempre piaciuto perdersi nei loro baci. Ognuno era speciale, ognuno di quei baci, di quelle emozioni andava ricordato e soprattutto riprovato, perché tra loro c'era sempre stata attrazione e sempre ci sarà.
Strinse possessivamente il bacino di Soul tra le sue gambe, continuando a baciarlo mentre immergeva le mani nei suoi capelli, spingendolo verso di lei. Le era mancato troppo il suo calore che le sapeva dare, le era mancato il suo modo di baciarla, non era irruento, ma poteva definirlo un bacio possessivo, almeno questo le sembrava.
Sapeva che era sbagliato, ma non riusciva a staccarsi, non voleva completamente staccarsi e sentire le mani calde di lui percorrerle tutta la schiena l'aveva convinta ancor di più.
Soul si staccò dal bacio riprendendo fiato, prese a baciare il suo zigomo in una lenta e dolce tortura, come se stesse pregustando qualcosa di molto più grande. Arrivò al collo e Maka inclinò la testa di rimando preda di quelle sensazioni che solo lui sapeva darle.
Gli tirò leggermente i capelli, con la mano che aveva mantenuto dietro la sua nuca, fermandolo. La sua parte razionale era ancora lì che si faceva viva.
<< Che stiamo facendo, Soul? >> Chiese Maka con il fiato corto.
<< Esaudiamo un desiderio, anzi IL desiderio che agogniamo da fin troppo tempo. >> Le rispose rauco Soul guardandola negli occhi a due centimetri da lei.
Sorrise dandogli ragione, ma. << Sbagliando. >>
Sorrise anche lui spostando una sua mano lungo la schiena di Maka, accarezzandola, poi la spostò verso il fianco facendola risalire fino al viso di Maka.
Lei appoggiò la guancia alla sua mano, come se fosse un ancora. Chiuse gli occhi.
<< Sai che ti dico? >> Le sussurrò Soul. << Non mi importa. >>
E la baciò di nuovo approfondendo subito il bacio, lei lo ricambiò dandogli ragione anche perché non aveva la forza di respingerlo, non quando la baciava in quel modo. Quel modo che la faceva sentire desiderata e quel desiderio la rendeva soddisfatta e felice.
Improvvisamente Soul la prese il braccio e senza darle il tempo di ribattere la buttò sul letto e subito le fu sopra.
Era sicuro che lo avesse spinto via, invece Soul fu sorpreso del contrario, perché l'accolse con un sorriso e con le braccia aperte pronte per stringerlo. Ne fu felice e non solo lui...
L'aveva accolto facendogli spazio tra le sue gambe e dopo aver visto stupore nei suoi occhi aveva notato qualcuno già ben presente.
<< Impaziente come sempre? >> Lo stuzzicò lei tra un bacio e l'altro.
Lui sorrise accarezzando la pelle liscia sotto la sua gonna. << Di te sempre! Ho aspettato troppo a lungo questo momento. >>
Le chiacchiere si spensero tra i sospiri e gemiti. I vestiti volarono chissà dove nella stanza, presi dalla troppo foga per avere delicatezza con essi. I pensieri annullati, come se in quel momento non c'era nulla al di fuori di loro due. Le carezze più ardite fecero desiderare ancor di più il momento della loro unione.
La accarezzava, la baciava, la venerava, dovunque non lasciò un solo lembo di pelle senza il suo tocco. La desiderava come non desiderava nessun'altra donna, non sapeva il motivo ma la voleva e lei voleva a lui, questo lo rendeva ancora più eccitato e desideroso della loro unione.
Quando Maka spinse con il bacino verso di lui, frustrata capì che anche lei era impaziente e che era giunto il momento.
Ed entrò deciso in unica spinta.
Boccheggiarono entrambi senza fiato, poi lui prese a muoversi su di lei guardandola negli occhi, lei lo seguiva e chiedeva di più mentre lo baciava, lo accarezzava e lo graffiava.
Lui l'accontentava aumentando il ritmo e occupandosi del suo seno e delle sue labbra, facendola perdere nell'oblio dei sensi. Era facile per lui farla perdere nel piacere più intenso, le donava sensazioni inimmaginabili, impossibili da spiegare, quelle carezze così calde, quei baci che la facevano impazzire e quei suoi occhi color rubino che non avevano mai lasciato i suoi occhi smeraldo.
Entrambi arrivarono al culmine del piacere con un urlo di liberazione.
Si accasciò su di lei, stando a tento a non farle sentire il suo peso su di lei appoggiando gli avambracci sul materasso.
Lei gli baciò il collo intriso di sudore, mentre gli accarezzava i capelli anche loro bagnati.
<< Mi sei mancato anche tu. >> Sussurrò, ormai nel cuore della notte.
Lui respirò il suo odore. << Maka... >>
<< Andiamo a sistemarci? >> Lo interruppe.
Lui si limitò ad annuire stanco.
<< Dormi con me? >> Le chiese Soul speranzoso di quel momento che non voleva che finisse.
Lei gli sorrise e annuì entrando in bagno.
Quando si furono entrambi sistemati si coricarono sul letto, sotto le coperte. Lei si accoccolò nelle sue braccia che aveva aperto per accoglierla.
Lui la strinse e le diede un bacio sulla fronte. << Buonanotte, piccola. >>
Lei sorrise stringendolo. << Buonanotte, Soul. >>
Lui si addormentò subito esausto ma felice.
Lei rimase sveglia godendosi quegli istanti si serenità. Forse anche gli ultimi.
Aveva ceduto su tutta la linea, era stato troppo il desiderio per lui e se doveva essere sincera non provava neanche un minimo di pentimento. Solo che ora doveva affrontare le conseguenze. Era stato, pur sempre, uno sbaglio anche se giusto, almeno per lei.
Era felice di aver potuto riprovare l'emozioni di un tempo. Ora però doveva trovare un modo per allontanare Soul da lei, perché fin quando le stava lontano andava tutto bene, ma ormai non avrebbe più avuto la forza di respingerlo se lui si sarebbe avvicinato di nuovo a lei.
Purtroppo l'unico modo per allontanarlo era ancora una volta farlo soffrire. Per quello si odiava terribilmente, per quello il loro momento di pace era stato un errore.
Respirò profondamente e si scostò dall'abbraccio di Soul e andò a caccia dei suoi vestiti sparsi per la stanza.
Una volta vestita si diresse alla scrivania prese un biglietto e una penna e con mano tremante e con la gola che le bruciava scrisse...
Lasciò il bigliettino sopra il cuscino accanto alla testa di Soul, prima di andarsene si chinò su di lui.
<< Mi dispiace, Soul... >> Gli lasciò un lieve bacio sulle labbra e si alzò.
Passando dalla scrivania per prendere i libri in massimo silenzio, senza pensare aprì un cassetto della scrivania, dentro di esso c'ero un cofanetto, aprì anche esso e gli trovò una piccola collanina con un ciondolo a forma di falce, che gli aveva regalato una volta Soul tanto tempo fa e la lasciò lì prima di partire. La prese senza pensare e se ne andò, non prima di aver guardato un ultima volta Soul.

 

Un leggero raggio di Sole disturbò il suo completo stato di beatitudine, aveva dormito magnificamente dopo una buonanotte che spesso, in quei quattro anni, si era sognato. Era troppo rilassato e felice per poter aprire gli occhi, non ne aveva la forza, allungò un braccio aspettandosi di trovare un corpo bello, caldo e accogliente, ma così non fu. Trovò solo una parte del letto vuota e fredda.
Aprì gli occhi e si alzò di scatto guardandosi intorno. Come temeva non c'era più traccia di lei, neanche una minima traccia. No, non poteva essere!
Diede un'altra occhiata in giro e vide sul pavimento accanto al letto un fogliettino, non voleva raccoglierlo, sapeva infondo che avrebbe dato solo brutte notizie quell'insulso pezzo di carta.
Lo prese incominciando a perdere quel poco di beatitudine che aveva trovato.
Riconobbe la scrittura di Maka:

 

Scusami Soul,
Ho fatto un errore.
È stato solo un errore quello che è accaduto stanotte.
Ho sbagliato a lasciarmi andare.
Dimenticati tutto ciò che è successo.

Addio Soul.

No, no, no, no! Accidenti!
Come poteva aver sol pensato di scrivere quelle cazzate! Lo credeva così stupido?
Non poteva essersi sbagliato! La visto nei suoi occhi quello che provava per lui, come aveva avuto solo il coraggio di scrivere che era stato un “errore”?!
Come poteva chiedergli di dimenticarsi tutto?
Doveva dimenticarsi di una cosa che desiderava da quando se n'era andata? Perché allontanarlo così? Con cattiveria e freddezza tramite uno stupido bigliettino?
Si rifiutava di credere a quello che c'era scritto. Possibile che la sua era solo paura? O c'era dell'altro?
Beh! Oggi l'avrebbe scoperto.
Si alzò infuriato dal letto e si vestì. Doveva parlarle e se lei lo rifiutava l'avrebbe costretta!
Controllò l'orario: era in ritardo. Sicuramente Jessica era passata da casa sua, non trovandolo in infermeria, ma non avendo risposto e non avendo chiavi si sarà diretta agli allenamenti pensando che magari lui era lì.
Uscì di casa sbattendo la porta con furia. Non aveva neanche mangiato, pensava solo a fare più in fretta possibile per parlare con lei.
Arrivò al luogo dove era solito allenarsi tutto trafelato e sudato.
La trovò che parlava con gli altri, era sorridente, sembrava quasi che la sera prima non fosse successo nulla. Era anche molto surreale perché Maka era sempre stata asociale da quando era arrivata, poi che sorrideva era ancora più strano.
<< Devo parlarti. >> Le disse una volta giunto dietro di lei, senza salutare non era il momento di pensare a delle cose banali.
<< Soul ma dov'eri finito? >> Chiese Jessica seccata dal suo comportamento, distante.
<< Mi sono addormentato. >> Rispose secco. << Maka ti devo parlare. >>
Lei sbuffò. << Non vedi che sto parlando? >>
<< Ho bisogno di parlarti subito. >>
<< Aspetterai. >> Ribatté.
Soul non ebbe il tempo di rispondere che venne interrotto un'altra volta. Una ragazza incappucciata apparve dal nulla in mezzo al gruppo di fronte Maka.
Si tolse il cappuccio, era solo quella strega amica di Maka, ma sembrava preoccupata.
Roxy si rivolse subito a Maka, che la guardava sorpresa. << Maka cosa hai combinato? >>
Maka la guardava più che sbalordita, voleva chiedere altre spiegazioni, ma all'improvviso si irrigidì con gli occhi spalancati. << Merda! Non è possibile!. >>
Espressione poco fine che non venne ignorata.
<< Cos'è successo? >> Chiese preoccupata Tsubaki. << Hai sentito qualcosa? Il Kishin? >>
Maka scosse la testa. << No, molto peggio. >>
<< Cosa c'è peggio di un Kishin? >> Chiese strafottente Star.
<< Cosa c'è peggio di una madre delusa dalla propria figlia? >> Non fu Maka a rispondere, bensì una voce che proveniva dall'ingresso del viale.
Una donna sconosciuta bionda con gli occhi verdi si avvicinò al gruppo con portamento ed eleganza.
Maka si girò verso di lei, deglutì. Ora sì che era arrivato il momento delle conseguenze per i suoi sbagli.
<< Ciao mamma. >>

 

 


 

Note Autrice:
Ehilà! Sono ancora qui!
Tralasciando il ritardo di ben 8 settimane, vi è piaciuto? Sono successe tante cose, vero?
Maka riesce a dormire finalmente! Un ringraziamento speciale a Roxy :)
Peccato che dormire di più non gli ha reso la giornata più facile, anzi, il contrario!
Soul che stava per morire per colpa di Maka e per di più non si voleva fare curare!
Maka non capisce... Ma la spiegazione è una sola! Ma purtroppo sono due stupidi, idioti.
Oh... Cosa vedono i miei occhi, Maka dopo tanta reticenza si è lasciata andare! Infondo come poteva resistere a un Soul così? Non si può!
Cantato vittoria troppo facilmente. Perché la lasciato dopo aver provato tante emozioni? Secondo voi è come dice Soul? Solo per paura? Oppure c'è altro?
Lo voleva tanto sapere anche lui, ma purtroppo è stato interrotto... Dall'arrivo della mamma! Aspetta... Mamma!
Spero che vi ricordiate quando Spirit ha parlato di lei a Maka.
Perché è ritornata? Dopo 20 anni...
Magari sarà lei ha darci le risposte che cerchiamo, oppure sarà un mistero pure lei?
Lo scoprirete solo seguendomi :)
Ringrazio chi ha recensito lo scorso capitolo, mi da una carica enorme leggere le vostre recensioni e sapere cosa pensate :)
Ringrazio anche chi ha inserito la storia tra le seguite e tra le preferite! Spero che non vi faccia spazientire troppo con i miei ritardi!
Ringrazio anche a chi legge è basta! Sarei felice di sapere cosa ne pensiate della storia.
Ci vediamo al prossimo capitolo con pazienza :)
Un abbraccio,
Ciccia.

 

P.S. Ho un piccolo problema di rating... Non credo che ci sia bisogno di cambiarlo, ma se a voi sembra il caso fatemelo sapere :)
Grazie.

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Capitolo 10
*** Il Peso Delle Proprie Azioni ***


No, non è una allucinazione.. Ho veramente aggiornato dopo quanto? Non voglio neanche saperlo! :( mi dispiace di farvi aspettare sempre tanto veramente.
Spero veramente che, questo capitolo tanto atteso, vi piaccia..
Ci vediamo nelle note finali!
Buona lettura,
Ciccia.
*Kami è il nome vero della madre di Maka, almeno così mi hanno detto

 

The Power Of The Soul

Capitolo 7

Il Peso Delle Proprie Azioni

 

 

<< Ciao mamma. >>
Se le avessero detto che sua madre aveva rimesso piede a Death City non ci avrebbe mai creduto.
La più grande signora della falce Kami* ritorna a Death City dopo vent'anni che non si era fatta né sentire né vedere in quella città. Per chi poi? Per lei? L'aveva combinata così grossa da farla ritornare in una città che lei evitava come la peste?
Non voleva crederci, non poteva essere così. Era sicura che non sarebbe venuta, era convinta che lei avrebbe aspettato la sconfitta del Kishin per far incominciare una serie di conseguenze delle azioni che aveva fatto.
Ma ora era lì davanti a lei che la scrutava con uno sguardo di ghiaccio, sorrideva come era solita fare, ma lei sapeva che le sue labbra non seguivano mai gli occhi, non si riusciva mai a capire quale dei due fosse vero. In quel momento pensò che il sorriso fosse falso, perché sapeva che, per essere lì, doveva essere molto più che incazzata con lei. Poi lo confermava la frase che aveva detto: “Cosa c'è peggio di una madre delusa dalla propria figlia?”
Sapeva di averla delusa, più di una volta, non l'aveva fatto di sua volontà, era stata smossa da istinti che pensava fossero spenti da tempo.
Forse aveva avuto ragione sua madre, non doveva ritornare a Death City, ma lei l'aveva disubbidita, quella è stata la prima delusione recata a lei. Era sicura che quando sua madre seppe che lei sarebbe ritornata a Death City dopo soli 4 anni lei si fosse arrabbiata. Ma quello che non capì e perché non l'aveva fermata, poteva farlo senza alcun problema, eppure l'aveva lasciata libera di andare.
Forse l'aveva messa alla prova?
Beh, se così fosse stato, l'aveva delusa pure lì, perché aveva ceduto su tutta la linea. Sua madre l'aveva avvertita che ritornando nella propria città Natale si perdevano tutti gli sforzi fatti fino a quel momento, ma lei non le aveva creduto.
Vide sua madre allargare le braccia. << Che c'è Maka? Non abbracci tua madre? >>
Capì, fece un sorriso e si avvicinò a lei e si fece abbracciare.
Pensava che le dicesse qualcosa invece rimase in silenzio abbracciandola. Poi alzò la testa e guardò Roxy. << Vai. >> Le disse semplicemente.
Lei annuì senza dire nulla e sparì.
Sciolsero l'abbraccio.
<< Lei è tua madre?? >> Fece stupido Star strabuzzando gli occhi.
Maka si limitò ad annuire.
<< Kami! Ogni volta che la vedo è sempre più bella. >> La adulò Frost.
La madre di Maka sorrise. << Frost, sempre gentiluomo come sempre. Ma devi avere occhio a chi regali i tuoi bei complimenti. >>
Lui mise una mano sul cuore solenne. << Ho sempre buon occhio quando dico parole verissime come le ho detto! >>
<< Ora non n'è hai avuto. >> Lo congelò la signora della falcie.
Frost deglutì visibilmente. << Mi scusi, pensavo- >>
<< Di nulla. >> Lo interruppe. << Non sono dell'umore per ricevere delle l'odi. >>
Lui si limitò ad annuire comprendendo.
Kid si fece avanti, quasi di fronte a lei. << E' un onore incontrare la madre di Maka! >>
Lei lo squadrò. << Tu sei il figlio del Sommo Shinigami. Non ci assomigli proprio. >>
A Kid gli caderò le braccia. << In effetti. Invece lei e Maka siete due gocce d'acqua. >>
<< Sbagliato. >> Rispose contrariata. << Se mia figlia mi assomigliasse almeno un po', non farebbe certe stupidaggini. >>
Maka si irrigidì sentendo quel rimprovero così glaciale.
Kid si schiarì la voce. << Mi scusi, non credo che Maka abbia fatto nulla di male. Anzi ha fatto molto per noi, ci ha aiutati a migliorare. >>
Maka fece per rispondere, prima dell'inevitabile, ma fu fermata da una mano sulla spalla.
<< Non ti intromettere. >> Le ordinò sua madre.
Lei annuì e si stette in silenzio.
Tutti i membri del gruppo rimasero scioccati a quella visione di Maka.
In quei giorni era sempre stata combattiva, minacciosa, una leder a cui nessuno poteva mettere parola sulla sua. Ma ora invece seguiva gli ordini, non seguiva neanche quelli di Shinigami, sembrava intimorita, fatto sta, che si stette in silenzio.
Kami si rivolse di nuovo a Kid. << Lascia che decida io cosa ha fatto di giusto o sbagliato Maka. Già aver messo piede in questa città è stato uno sbaglio, poi aiutare dei suoi coetanei a discapito suo è stato un errore madornale. >>
<< Mi sembra che ai tempi eri sempre la prima ad aiutare i tuoi coetanei, non importava se tu perdevi giorni di allenamento. Come fai a dire che una cosa sia sbagliata se l'hai fatta anche tu? >> Una voce parlò provocatoria dietro le loro spalle.
Maka si girò insieme a sua madre, fu lei a parlare. << Stein! Quanto sei invecchiato! Quasi non ti riconoscevo più! >>
<< Tu invece sei diventata una bellissima donna! >> Ribatté Stein, poi con uno sguardo scuro continuò. << E' il modo di fare che non assomiglia a quello di una volta. >>
Kami fece spallucce. << C'est la vie. >> Non diede alcuna spiegazione, non era di fondamentale importanza. << Dato che in queste settimane mia figlia è rimasta indietro vorrei allenarla se non ti dispiace. >>
Stein sorrise incredulo, era così cambiata... << Per me va bene. Potremmo allenarci tutti su lo stesso campo. >>
<< Purtroppo non è possibile. >> Rispose Kami. << Io e lei ci prendiamo molto spazio. Se per oggi potreste evitare di allenarvi, ci fareste un favore. >>
<< Ci possiamo spostare noi. >> Propose Maka.
<< No. >>
Maka sbuffò contrariata, ma rimase comunque in silenzio.
Stein fece spallucce. << Come vuoi tu. Suppongo che Shinigami ti voglia parlare. >>
<< Ci andrò dopo. Prima l'allenamento. Se volete scusarci.. >> Kami stava cercando con gentilezza, che poi non lo era, di far spostare tutti.
Star sbuffò. << Almeno possiamo assistere? Dato che oggi mi volevo allenare. >>
<< Maka? >> Kami diede la parola a sua figlia.
<< Veramente.. >>
<< Maka! >>
<< Fate quello che volete. >> Si arrese lei.
Sua madre sorrise. << Bene allora incominciamo. >>
Tutti si spostarono, compresi Alexis e Frost, lasciando lo spazio necessario per l'allenamento.
<< Non capisco perché non ci possiamo allenare anche noi. >> Sbuffò Star.
<< Diciamo che gli allenamenti della madre di Maka sono un po' particolari. >> Rispose vago Andrea.
Sentirono qualcuno correre nella loro direzione. Si voltarono e videro Spirit con le mani sulle ginocchia tutto sudato. << E' vero che c'è Kami? >>
Tutti si limitarono ad annuire.
<< Dov'è voglio vederla! >>
<< Non puoi. >> Rispose Frost. << Stanno appena incominciando l'allenamento e di solito usa una barriera insonorizzata che protegge tutto l'allenamento. >>
<< Si può vedere attraverso la barriera? >> Chiese Spirit calmandosi.
Lui annuì.
Spirit si diresse ai limiti della barriera e guardò.

 

<< Come stai? >> Chiese Kami.
<< Puoi evitare di prendermi in giro? >> Rispose Maka a sua volta.
Sua madre sorrise. << Non era una presa in giro. Sono sicura che ti senti sicuramente felice dopo la cavolata che tu hai fatto. >>
Maka deglutì, non se ne pentiva, ma questo era meglio non dirlo. << Non posso tornare indietro. >>
<< Infatti farò in modo che tu vai avanti nel verso più giusto. >> Le rispose fredda.
Maka annuì, attendendo un comando dalla propria madre.
<< Bene incominciamo. Attaccami. >> Le ordinò Kami.
<< Cosa? >> Maka non riusciva a credere alle proprie orecchie.
<< Ho detto attaccami, con tutta la tua forza. >>
Maka scosse la testa incredula. << No, non posso farlo. >>
<< Non ti ho chiesto se potevi. Devi farlo è basta. >> Le ordinò sua madre fredda e sprezzante.
Maka strinse i pugni. << Non ci riesco. >>
<< Sei patetica. >> La offese sua madre.
Ma lei non reagì, sapeva che quella di sua madre era una provocazione. Tre anni fa aveva fatto allo stesso identico modo, lei non era riuscita ad attaccarla, più tosto si era esposta alle peggiori torture, ma a sua madre non l'avrebbe potuta toccare, neanche se lo immaginava volerlo.
Sua madre sparì dalla sua vista e riapparse un istante dopo a pochi centimetri da lei.
<< Patetica. >> Sussurrò prima di darle un pugno con la propria anima allo stomaco.
Dopo un lungo volo, Maka sbatté su un tronco di un albero, per poi strisciare e finire a seduta sul terreno.
<< Alzati e battiti. >> Le ordinò ancora una volta sua madre, ma lei scosse la testa che ancora le doleva per il brutto colpo subito.
<< Sei solo una bambina che non riesce a difendersi. >> La derise sua madre.
Lei si alzò a fatica. << Non vedo perché mi debba difendere da mia madre. >>
<< Per il semplice motivo che ti potrei uccidere anche se sono tua madre. In battaglia ogni parentela, ogni sentimento non esiste. >> Le rispose secca Kami.
Maka sorrise avvicinandosi a lei. << Non riesco ad essere fredda come te. >>
<< Lo stavi diventando, ma tu avevi il bisogno di disubbidire! Come una bambina! >> La rimproverò.
<< Non sono stata abbastanza forte. >> Ammise Maka. << Ma almeno ho avuto la forza di tentare, quella che non hai avuto tu. >>
Ricevette subito dopo una scarica di elettricità, sembrava che stesse per bruciare, ma la scarica si fermò e lei sfiancata, cadde sulle ginocchia.
<< Potevi benissimo difenderti. Se non ti importa della tua incolumità, vedrò di attaccare qualcun altro. >>
Alzò subito la testa con sguardo terrorizzato. << Cosa hai in mente? >>
Non le rispose bensì si diresse verso il gruppo che c'era oltre la barriera creata proprio da sua madre.
Le spalancò gli occhi capendo subito le sue intenzioni. << No! >>
Lei si voltò lanciandole uno sguardo gelido. << Che c'è Maka? Non riesci a controllare più le tue emozioni? >>
Lei si irrigidì. << Per favore- >>
<< Cosa? >> La interruppe. << Che ne dici possiamo fare uno scontro contro di lui. >>
<< Lui no. >> Quasi pregò, perché doveva coinvolgere proprio lui? No c'era motivo, perché gli doveva fare quello?
<< Fermami. >> Le suggerì voltandosi di nuovo verso il gruppo.
Maka strinse i pugni guardando le spalle di sua madre.
Non riusciva a crederci, non poteva crederci. Voleva vedere lei se le avrebbero toccato a Spirit. Maka era sicura che lo volesse ancora bene, ma era brava a non dimostrarlo, però non era mai ritornata da lui, per oltre vent'anni, forse perché aveva paura, appunto, di legarsi troppo ai sentimenti che provava per lui.
In effetti aveva ragione sua madre, era un punto debole legarsi ad una persona, quindi era meglio allontanarsi da essa, non solo ignorandolo.
Lei ci aveva provato, ma non c'era riuscita. Le era mancato troppo, voleva solo vederlo, forse era anche per quello, se non soprattutto, che aveva accettato la richiesta d'aiuto.
Certo lei non poteva sapere che sarebbe finito in quel modo, per quanto in fondo lo aveva sperato, ma sua madre non poteva farne una colpa, punendola.
Non prendendo di mira lui. Una cosa era colpire, ferire lei, ma lui non aveva colpa.
Doveva fermarla, anche se non riusciva ad attaccarla, ma almeno prendendo tempo.
Si alzò e corse verso di lei, raggiungendola.
Lei si girò immediatamente alzando una mano e creando una bolla dove la rinchiuse, dentro di essa si crearono varie correnti elettriche che la colpirono, causandole dolore in tutto il corpo.
Vide sua madre girarsi e continuare il suo cammino.
No, no. NO!
<< Non c'entra! E' una questiona mia e tua! >> Urlò tentando di convincerla, il dolore non le permetteva di pensare lucidamente.
<< Lui è la causa di tutto. >> Ribatté sua madre senza fermare il suo cammino.
Lei era quasi vicina stava per allungare una mano verso di lui.
Maka esplose. << Noo!!! >>
Liberò tutta la sua anima, rompendo la bolla in cui era stata rinchiusa, travolse la madre e dentro la barriera si vide solo luce abbagliante...

 

<< Maka! >> Urlò Spirit. << Ma che diavolo fa?! >>
<< E' il suo modo di allenarla. Anch'io, la prima volta che ho visto un loro allenamento, sono rimasto scioccato. >> Rispose Andrea neutro.
<< Ma a quale scopo? >> Sbotto Spirit infuriato. Odiava l'idea che la sua bambina stesse soffrendo soprattutto per colpa della sua stessa madre. La stessa madre che lui amava ancora oggi e che sua figlia venerava.
Andrea sospirò. << Controllo delle emozioni. Come robot. L'obbiettivo di Kami e non far provare alcuna emozione in battaglia. Lei c'è riuscita dato che se dovesse combattere, non vedrà chi ci ha di fronte. Vuole che Maka ci riesca pure. >>
<< Ma non così rudemente! >> Fu Stein a parlare questa volta, era rimasto pure lui sconvolto da quel tipo di allenamento.
Andrea non ribatté, era inutile farlo.
Soul si stava controllando con tutte le sue forze. Cercava in tutti i modi di non intervenire, ma si vedeva lontano un miglio che lui era teso.
Ignorava ciò che gli altri dicevano, la sua attenzione era rivolta dentro la bolla. Non riusciva a sentire quello che dicevano ma aveva visto nitidamente il pugno sferrato dalla madre di Maka.
Come si poteva essere così crudeli? Poi con la propria figlia?
D'un tratto vide Kami voltarsi e incamminarsi, gli sembrò che venisse proprio verso di lui, un brivido gli corse lungo la schiena.
Che l'avesse preso di mira? Che tutto quella situazione si fosse creata per colpa sua? Per quello che era successo la scorsa notte? Per questo Maka non voleva abbandonarsi insieme a lui?
Quante domande una sola occhiata poteva fargli venire.
Ora che ci pensava, Maka era cambiata dopo quel percorso, dove si era allenata con sua madre. Era per quello che al suo ritorno era così reticente con lui? Per rispetto di sua madre? O per paura di lei?
In quel momento vide la madre di Maka rinchiudere la propria figlia dentro una bolla piccola dove si intravedevano mini fulmini.
Perché la stava torturando? Per quale scopo?
D'istinto allungo una mano verso la barriera, ma venne scottato.
<< E' inutile. >> Gli disse Andrea. << La barriera svanirà ad allenamento finito. >>
<< E quando dovrebbe finire? >> Chiese Tsubaki, anche lei tesa per quello che stava succedendo alla sua amica.
<< Quando Maka cederà. >> Rispose secca Alexis.
<< Che intendi dire? >> Chiese distaccato Kid, ma infondo anche lui era preoccupato.
Alexis sbuffò. << E' difficile da spiegare, quando uscirà lo capirete, a proposito non toccatela e non rivolgetele la parola per nessuna ragione. >>
Nessuno ebbe il tempo di chiedere il motivo che videro una luce riempire tutta la barriera creata da Kami. Presto la luce si espanse per tutto il bosco non permettendo, così, di poter vedere neanche ad un palmo dal proprio viso: Tutti furono accecati dalla luce.
Essa era così luminosa da accecare chiunque, ma trasmetteva calore e una forza così immensa da sentirsi protetti dentro di essa, ma, in un certo senso, poteva anche intimorire.
Quando la luce cessò di espandersi per tutto il bosco, videro uscire dalla barriera ancora illuminata, Maka con addosso il suo solito impermeabile con il cappuccio a coprirle il volto.
Passò in mezzo al gruppo come se nulla fosse successo, come se loro in quel momento non ci fossero, come se non li vedesse. I suoi occhi erano rivolti altrove, in altri pensieri.
Soul appena la vide tentò di fermarla, ma venne bloccato da una voce dietro le sue spalle. << Non ti consiglierei di farlo, se non vuoi morire in una frazione di secondo senza neanche darti il tempo di sentire dolore. >>
Non la conosceva, ma da quel poco che aveva visto e da quello che aveva sentito, la odiava con tutto se stesso. Come poteva una madre comportarsi così?
Per la sua comprensione non esisteva risposta.
Una volta che Maka sparì dalla sua vista, si voltò verso la leggendaria maestra d'armi. << Come puoi farlo?! >> Le urlò con rabbia.
Lei aggrottò la fronte, infastidita. << Non mi faccio giudicare da una buki, che, per giunta, non è in grado di vedere le cose obbiettivamente, ovviamente no quando c'è Maka. >> Non gli diede neanche il tempo di rispondere, come se lui non avesse importanza, cambiò discorso e interlocutore, si rivolse a Stein. << Immagino che Shinigami voglia vedermi. >>
Lui annuì confermando. << Ma Maka? >>
<< Ci raggiungerà appena terminato di scaricarsi. >> Rispose freddamente, prese ad incamminarsi, nessuno osò proferire parola neanche Spirit scioccato com'era, aspettava la convocazione di Shinigami e poi avrebbe parlato con Kami, anche con la forza.

 

<< Kami, bambina mia! Da quanto tempo che non ti vedo! Sono felice che tu sia qui! >> Shinigami l'accolse con estremo calore.
Tutto il gruppo si era diretto nella stanza della morte, si spostarono di lato per lasciare la grande maestra della falce, Kami, al centro della stanza, sola.
<< Shinigami noto che non è cambiato per niente. Le devo rammentare che non sono più una bambina. >> Gli rispose con rispetto con rispetto Kami, poi il suo tono, come la sua espressione, cambiò. << Non credo proprio che lei non mi veda da molto. Comunque la fatto apposta, vero? >>
<< Non ti vedevo da più vent'anni e non accennavi a venirmi a trovare. >> Si giustificò Shinigami spingendo i suoi indici dei suoi guantoni.
Gli spettatori che assistevano a quella strana conversazione non riuscivano a capire di cosa stessero parlando.
Lo sguardo di Kami di fece duro. << Non è un motivo per coinvolgere anche Maka! È solo una bambina, accidenti! Debole come qualunque ragazza della sua età. >>
<< Ti rammento che non è più una bambina. È lei ha avuto il coraggio di tornare e affrontare le difficoltà. Quello che non hai avuto tu! >> Shinigami la rimproverò come un padre rimprovera alla propria figlia.
<< Maka è tornata per orgoglio verso se stessa per dimostrarsi che era forte e per disubbidire a me! Io apposto suo, non mi faccio vincere dall'orgoglio, ma ragiono obbiettivamente se la scelta sia quella giusta. >>
<< Orgoglio e disubbidienza, mi dici? Io non credo. >> Shinigami lanciò una frecciatina diretta proprio a Kami.
Frecciatina che andò a segno, Kami strinse i pugni. << Lei si occupi di gestire la Shibusen, che di mia figlia mene occupo io. >>
<< Non capisco. >> Sussurrò appena Spirit, quasi intimorito da tutta quella conversazione.
Kami sospirò. << Ecco perché odio parlare con delle persone che non sanno nulla. >>
<< E' giusto che sappiano. >> Ribatté Shinigami.
<< Cosa? >> Una limpida, quanto fredda voce, riecheggiò in tutta la stanza della morte, subito dopo comparve Maka in mezzo alla stanza, poco dietro a sua madre, con il capo coperto dal cappuccio. << Che sono stata solo una semplice pedina per far tornare indietro mia madre a Death City, a loro cosa importa? >>
<< Detto da questo punto di vista... >> Ci pensò su Shinigami, dopo una breve riflessione scosse la testa. << No, volevo che tornavate entrambe. Ero sicuro che Maka avrebbe accettato la richiesta d'aiuto che le ho inviato e dato che Maka ha una qualità stupefacente nel fare il contrario di ciò che gli dice sua madre. Ho pensato che all'ennesimo sbaglio di sua figlia, Kami sarebbe venuta per mettere lei sulla retta via. >>
<< Ma la notte dorme o pensa a questi piani assurdi? >> Domandò ironica Maka.
<< Intanto ho ottenuto ciò che volevo: vi ho ad entrambe qui! >> Ribatté prontamente Shinigami, serio ma con un filo di soddisfazione per il piano raggiunto.
<< Per un motivo sconosciuto. Ora mi dirà che la storia del Kishini è tutta una messa in scena. >> Sputò cattiva Maka, era completamente seccata dal comportamento di Shinigami.
Lui scosse la testa. << Purtroppo è tutto vero e tu lo sai bene Maka. >>
Maka abbassò la testa e rimase in silenzio.
<< Shinigami, perché ha voluto entrambe qui? >> Domandò secca Kami.
<< Vorrei che uniste le vostre forze per battere il Kishin. >> Rivelò in fine.
Kami strabuzzò gli occhi sorpresa, poi scoppiò in una sonora risata, quando ebbe finito parlò con voce glaciale. << Mi dispiace per lei ma io non combatterò contro il Kishin. >>
<< Pensi che Maka ce la possa fare? >> Chiese Stein intervenendo alla discussione.
Lei scosse la testa. << No, Maka non ce la farà mai. >>
<< Grazie. >> Disse ironica Maka, d'istinto. Il supporto di sua madre era leggenda quanto la sua onestà.
Kami avanzò verso Shinigami, ignorando il commento ironico di sua figlia. << Le avevo chiesto tenermela d'occhio, ma, a quanto sembra, ho sbagliato a fidarmi di lei. E per sua informazione, Maka non parteciperà allo scontro contro il Kishin. >>
<< Cosa? >> Un coro perfetto, tanto preoccupato da quella dichiarazione.
Tutto il gruppo rimase scioccato, compresa Maka.
<< Mi scusi signora Kami. >> Andrea si affiancò a Maka. << Credo che la scelta sia esclusivamente di Maka. >>
<< Maka farà ciò che dico io. >> Ribatté con fermezza la grande maestra della falce.
Tutti si voltarono sconvolti verso Maka in cerca di una conferma.
Lei abbassò la testa, colpevole, confermando tutto quello che aveva detto sua madre. Tutti rimasero sconvolti a vedere Maka così, l'avevano vista battagliera nessuno era in grado di fermarla, nessuno osava contraddire la sua parola. Ma ora in quel momento videro una Maka che sconvolse a tutti, indifesa e che subiva tutto ciò che diceva la madre.
Scosso dall'ira Andrea le afferrò un braccio, voltandola verso di lui. << Ma dico, sei impazzita!? Dov'è La mia Maka? Quella che niente e nessuno poteva controllare, quella che segue solo i suoi obbiettivi e non guarda chi le ha di fronte perché magari la distrae. Maka dimmelo! Dov'è? >> 
Maka alzò lo sguardo che fino a quel momento da quando è arrivata l'aveva tenuto basso, mostrò degli occhi spenti e privi di qualunque voglia di reagire.
Andrea non vide alcun spirito combattivo da quegli occhi, le sembrava spenta, ormai, per lei avevano perso.
<< Frost, lasciami. >> Gli sussurrò in un ringhio tra i denti.
<< Mi devi fare molto male, prima che io mi stacchi. >> Ribatté prontamente Andrea stringendo il braccio di Maka.
<< Non mi provocare. >> Lo avvertì per l'ultima volta Maka.
<< Non mi fai paura. E se ce l'avessi non scapperei come te. >> La sfidò guardandola dritto negli occhi.
Maka non vi vede più: Staccò il braccio di Frost con la sua forza dell'anima e poi gli diede un pugno carico di essa, non controllando la propria forza.
Tutto successe in un istante e Andrea volò dall'altra parte della stanza. Tutti rimasero a bocca aperta stupiti.
Maka si sistemò meglio il suo impermeabile. << Te l'ho già detto una volta, non mi provocare perché se decido di fare una cosa la faccio. Spero che sia chiaro, ora vado. Vi lascio preparare la missione per domani. >>
Detto questo, non dando neanche il tempo a qualcuno di ribattere, sparì nel nulla.
Stein guardò a Kami. << Perché Maka non deve partecipare alla missione? Quando è venuta qui era determinata a sconfiggerlo. >>
<< Se come dici tu, è determinata a farlo non si tirerà indietro. Scusatemi, ho una cosa da fare. Ci vediamo più tardi Shinigami. >> Aspettò solo l'annuire di Shinigami e si distolse anche lei nel nulla.
<< Io con queste due ci capisco sempre meno! >> Sbottò seccato Star.
Andrea si alzò ancora dolorante da terra. << Facci l'abitudine, poi quando sono insieme entrambe è meglio starci alla larga oppure ti puoi ritrovare peggio di me in questo momento. >>
<< Non possiamo obbligare ad entrambe di aiutarci. Dobbiamo cavarcela con le nostre forze, siete diventati più forti grazie agli allenamenti di Maka, Andrea ed Alexis. Sono sicuro che insieme a loro porterete a termine la missione, salvando Death City e il resto del mondo. >> Shinigami disse loro con orgoglio e speranza.
Tutti i presenti annuirono un po' amareggiati.
Un sospiro pesante si echeggiò nell'aria.
Tutti si voltarono verso Spirit, lui fece spallucce. << Dato che non partecipo alla missioni, vado anche io. >>
Detto ciò si diresse verso la porta della stanza della morte.
<< Quasi, quasi, credevo se ne andasse pure lui sparendo nel nulla. >> Commentò Star, ironico.
<< Il bello di essere una buki. >> Rispose Spirit un attimo prima di uscire.
Quando lui uscì tutto il gruppo si mise al cerchio e presero a lavorare un piano d'azione.

 


 

<< Sapevo di trovarti qui. >> Spirit sorrise, una volta tanto aveva avuto un po' d'intuito.
Lei di spalle scosse la testa. << Bugiardo. Sapevi solo che questo è l'unico posto dove poter osservare Maka allenarsi senza essere visto. >>
<< Ma sapevo comunque di trovarti qui a guardare lei scaricarsi. >> Ribatté prontamente Spirit.
<< Non hai mai fatto notare il tuo essere apprensivo a Maka, no? >> Chiese Kami, sapendo già la risposta.
Lui sorrise. << Per Maka sono e sarò sempre una padre che non è mai stato tale, ridicolo ai suoi occhi per come mi attaccavo a lei. >>
<< Lo sai vero, che se tu ti saresti comportato da te, saresti stato il suo idolo? >> Domandò ancora una volta Kami guardando sua figlia racchiusa nella sua stessa anima, sprigionava una forza immensa.
Sospirò. << Ho preferito che fosti tu il suo idolo. >>
<< Non ne vedo il motivo, sicuramente l'abbiamo delusa entrambi, tu con le tue storie e io con gli allenamenti che le facevo e faccio fare. >> Spiegò fredda Kami.
La fronte di Spirit si corrugò. << Perché le fai fare quei tipi di allenamenti? La distruggi così. >>
<< La faccio crescere, un giorno le servirà. >> Rispose girandosi verso di lui.
Lui strinse i pugni. << A cosa serve essere fredde e calcolatrici?! Tu non eri così! >>
<< Non è una cosa che tu puoi capire. Cambiando si cresce, devi solo accettarlo Spirit. >> Lo trattava come se fosse un bambino e lui si arrabbiava ancor di più.
<< Perché non la stai facendo combattere contro il Kishin? >>
<< Perché non è pronta. >> Rispose secca.
Spirit fece per ribattere, ma Kami continuò a parlare. << Le mie decisioni non si discutono, nessuno può capire. Tu lo capirai in seguito. >>
Spirit sospirò rassegnato, era così diversa però non riusciva a staccarle gli occhi da dosso, era bellissima, tutto di lei gli piaceva, anche i suoi cambiamenti. Non ne poteva fare almeno. E lui sapeva benissimo il motivo...
<< E inutile che mi guardi così. >> Kami lo destò dai suoi pensieri. << Ti ricordo di aver chiesto il divorzio sette anni fa ormai è tutto passato. >>
<< Io non le ho mai firmate quelle carte. >> Rivelò serio Spirit.
<< Non mi importa. Da quando te le ho inviate per non siamo più sposati e, almeno per me, sono libera da qualunque legame. >> Ribatté con noncuranza ritornando a guardare Maka allenarsi.
Lui si avvicinò a lei e con forza le prese il braccio voltandola verso di lui. << Per me no! Per me, tu sei ancora mia moglie e io tuo marito! >>
<< Non mi dire che non sei andato a letto con nessuna donna... >> Gli disse ad un palmo dalle sue labbra.
Spirit spalancò gli occhi, colto in fragrante, ma prima che potesse rispondere la maestra della falce, precisò. << Non mentire, ti ricordo che posso leggerti l'anima. >>
<< Questo non c'entra nulla! >> Ribatté Spirit arrabbiato. << Vent'anni che non ti fai sentire né vedere! Cosa pretendevi! >>
<< Se tu qua che pretendi. Anche io sono andata con altri uomini. >> Rispose con poca importanza alla rabbia di lui.
Lui si infuriò ancor di più sentendo quella rivelazione, strinse ancor di più la mano che stringeva ancora il braccio di Kami. << Io- >>
Kami lo fermò con un dito sulla bocca. << Sst! Sta arrivando, devo vedere una cosa. >>
<< Chi? >> Chiese spaesato Spirit, guardando la donna che gli aveva rivolto le spalle e guardava la propria figlia.
<< Storia lunga. Quando finirà tutto, te lo spiegherò. >> Chiuse il discorso, osservando la propria figlia.

 

Perché!?
Espanse la sua onda dell'anima dentro la barriera che aveva creato poco prima.
Perché permetterle di venire a Death City? Perché non aveva cercato di fermarla durante il suo viaggio verso la città? Perché le aveva permesso di arrivare lì dopo quattro anni?Perché aveva permesso di farla di nuovo affezionare ai suoi amici? Perché aveva permesso che lei li allenasse? Perché le aveva permesso di riavvicinarsi a Soul, sapendo il legame
che li legava?

Perché aveva permesso tutto questo, se non la faceva partecipare alla missione?
Perché Maka sapeva che sua madre sapeva tutto fin dall'inizio e non aveva fatto nulla per impedire a lei di commettere degli “errori”, come diceva lei, fatali.
Perché se, da quando era arrivata, aveva sbagliato tutto? Perché non fermarla prima?!
Strinse i denti e chiuse entrambe le mani in pugni, mise più forza nel suo eco dell'anima, fino a che non le mancò il respiro.
Lo mantenne ad un livello costante, anche se le forze non le permettevano di farlo, ma lei resisteva perché lei era capace di comandare la sua forza dell'anima!
Ora, per colpa di sua madre, doveva mandare a morire i suoi amici! Dannazione!
La sua anima scombussolata da tali emozioni reagì aumentando ancor di più la potenza. La sua era una forza dell'anima incontrastabile, poteva vincere su chiunque persino su sua madre!
Sapeva di poter battere il Kishin! E sicuramente lo sapeva anche sua madre. Questo le faceva rabbia! Perché non poteva andarci!
Non sei pronta.
Ma per favore! Lei era pronta! Non poteva permettere ai suoi amici di andare a morire per un capriccio di sua madre.
Aspetta... Maka strabuzzò gli occhi, in quel momento azzurro cielo, non era stata lei a dirlo.
Impiegò un attimo per intuire chi era stato ad intrufolarsi nei suoi pensieri.
La scacciò via espandendo la propria onda dell'anima fino a farla arrivare nella testa dell'intruso.
Le parve subito davanti a lei con una mano nella testa. << Siamo suscettibili a quanto vedo. >>
<< Ti ho già detto che mi irrita la telepatia! Volevo solo farti provare un minimo di emicrania che tu fai provare a me ogni volta. >> Rispose secca Maka.
Roxy sbuffò mettendo il broncio. << Se esci da quella palla, cortesemente? Così magari riesco a vederti. >>
<< Vorrei stare sola. >> Ringhiò lei, volendo stare realmente da sola.
<< Momento sbagliato per decidere di stare sola, mi dispiace. >> Ribatté la rossa con un ghignò provocatorio.
Perché doveva essere così testarda?
Maka faticò a controllare le proprie azioni. << Vattene! Prima che finisca male! >>
Roxy incrociò le braccia sotto il seno e alzò un sopracciglio. << Tu vorresti combattere contro una strega? >>
<< Una del terzo ordine, come il tuo, non può farmi nulla! >> Ringhiò Maka a mo' di minaccia.
<< Punto primo sono del secondo ordine! E punto secondo non sono del primo ordine per colpa di uno stupido Test! >> Si giustificò Roxy, ferita nell'orgoglio.
La maestra d'armi sospirò esasperata. << Mi dici cosa vuoi! Vorrei liberami al più presto di te. >>
Mi dispiace per te, ma non sarà così facile..
Maka si chinò su se stessa portando le mani sulla testa, la sua barriera non più sotto controllo da lei cadde e lei venne travolta dal suo stesso potere, catapultandola a pochi metri di distanza.
Con le mani e le ginocchia a terra prese a tossire, si accorse di perdere sangue dalla bocca.
Accidenti: Roxy era peggio di una bambina viziata, non si poteva negare nulla.
Ma lei non era il tipo da sopportare bambine come lei. Le farà imparare la lezione con le cattive. << Non è colpa mia se non sei capace di fare uno stupido test a risposta multipla! E smettila di fare la bambina! >>
<< Solo perché sono un anno più piccola di te non significa che sono una bambina. Comunque io almeno non riesco a superare un test squallido che non serve a niente, ma tu non riesci a contraddire a Kami. >> La sfidò Roxy, scoccando la freccia e, a quanto pare, centrando il centro del bersaglio.
Maka strinse i pugni e si alzò ancora ansimante. << Non parlare di cose che non sai! Io faccio tutto ciò che mi pare! >>
<< Quindi non vuoi più battere il Kishin? >> Chiese allusiva Roxy.
Si irrigidì ma si riprese rapidamente. << Certo che lo voglio ancora battere! E lo farò. >>
<< I tuoi pensieri dicono il contrario. >> Ribatté la straga con un ghigno stampato in volto.
Maka si infuriò, non solo perché quella strega da strapazzo aveva ragione, ma anche per quel suo atteggiamento, che un po' somigliava al suo, così provocatorio che in quel momento non seppe resistere alla provocazione. Si lanciò verso di lei con un pugno carico della sua forza dell'anima.
La strega l'attese fino a che non fosse a pochi metri di distanza da lei, poi con una folata di vento la respinse via con violenza.
Atterrò sbattendo con la schiena a terra. Roxy, sapendo della velocità di Maka, non le diede il tempo necessario per alzarsi, si teletrasportò sopra di lei a cavalcioni.
Le mise una mano sul petto e le lanciò una scarica che la paralizzò.
Maka con gli occhi verdi sgranati e il fiato corto rimase immobile, sconfitta.
Roxy rise. << In questo momento la vera bambina sei tu. So che la Maka vera non si sarebbe fatta sconfiggere così facilmente. Ti fai coinvolgere troppo dagli eventi, tu la via di mezzo non la conosci, vero? Sai che ti dico, che non esiste! >> Si sollevò da sopra di lei e si mise in piedi. << Lo sai quale via esiste? Quella dell'istinto, perché è dettata da un compromesso tra il cuore e il cervello in tua assenza. Smetti di badare a ciò che dicono gli altri, quale sia la cosa giusta o la cosa sbagliata da fare. Nessuno in questo mondo lo sa quale sia! Lo capisci questo?! >>
Maka sussultò e si mise seduta con i gomiti sulle ginocchia e le mani a tenerle la testa. << Basta. >>
Roxy non le diede ascolto. << L'ultima cosa e poi ti lascio veramente sola. Se vai a batterti contro il Kishin, non devi farlo perché te l'hanno obbligato, se ci vuoi veramente andare è perché il tuo istinto lo vuole, perché lo vuoi tu e non per qualcun altro. Se, invece, decidi di non andarci è perché realmente non ti importa. Ma fammi un favore, se veramente non ci vai, non farlo per paura del giudizio di Kami. >>
Maka ebbe un altro sussulto ma non parlò, stette ancora con la testa china. Roxy per la prima volta da quando era arrivata fece un sorriso sereno e comprensivo, si chinò davanti alla maestra d'armi, che in quel momento stava con la il viso chino nascosto sotto le braccia, le mise una mano sulla spalla. << Ci penserai? >>
Maka annuì e sollevò lentamente il suo volto verso la strega, mostrando i suoi occhi lucidi e le sue guance bagnate dalle lacrime. << Ci penserò >>
La rossa annuì e si sporse verso di lei depositando sulla fronte un dolce bacio. << Sai che ti voglio bene, vero? Sono sicura che farai la scelta giusta. >> E come apparse, scomparse dal nulla. 
Maka sorrise tra le lacrime. Era una pazza, bambina viziata. Ma con lei stava bene e poteva essere libera di mostrare il suo lato più debole.
Ti voglio bene anch'io rompi scatole. Grazie di tutto sorellina, ci penserò. Le disse telepaticamente, ma, questa volta, non sentì alcun fastidio.

 




Note autrice:
Allora... Che ne pensate?
La mamma di Maka è tornata e sconvolge dalla testa ai piedi la propria figlia?
Maka che si fa mettere i piedi sopra dalla propria madre che stima?
Secondo voi a veramente paura?
Il gruppo ovviamente ne rimane sconvolto, Shinigami che sembra più misterioso del solito. Un nuovo Spirit si fa luce, chiede chiarimenti e ne rimane ancora più confuso.
E Soul? Cosa farà Soul? Parteciperà alla missione con Jessica, che ultimamente non ha per niente calcolato? E cosa farà con Maka?
E dell'atteggiamento di Roxy che mi dite? Della reazione di Maka?
Ma una cosa importante... Voi ne state capendo qualcosa? xD
In tal caso non vi preoccupate, nel prossimo capitolo molti misteri si chiariranno e la battaglia si avvicina come sarà?
Mi sa che vi conviene ancora aspettare :)
Spero di non farvi aspettare tanto, ma io sono poco attendibile...
Al prossimo capitolo,
Chiedo ancora scusa per il ritardo clamoroso,
Un abbraccio,
Ciccia.

P.S. Nel prossimo capitolo voglio dedicare molto più spazio hai personaggi lasciati in secondo piano, per far capire meglio le loro posizioni. Quindi prevedo un capitolo più lungo del solito :)

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Capitolo 11
*** La forza di superare le proprie Paure ***


The Power Of The Soul

Capitolo 8

La Forza Di Superare

Le Proprie Paure



Death the Kid entrò in cucina sbuffando e leggermente irritato, non si era ancora sistemato al meglio la camicia dentro i pantaloni e la sua giacca non era abbottonata. Vide Patty che era intenta a preparare la colazione per loro tre. << Buongiorno. >> Impastò tra la lingua tanto per educazione.
Patty si voltò verso di lui, sorridente come sempre. << Buongiorno, Kid! Che brutta cera che hai! Non sei per niente simmetrico oggi! >> E questo era una cosa abbastanza strana: Appena alzato lui era fin da subito simmetrico e Patty si stranì molto a vederlo così.
Lui sventolò una mano in modo da far capire che non era niente di particolare. << Non ho dormito bene, non ci fare caso. >>
Patty annuì con un sorriso smagliante in volto, anche se non per niente convinta. << Ah, Kid manca il latte, conosco un supermercato aperto 24 ore su 24, se vuoi posso andarlo a prendere. >>
Kid che nel frattempo si era seduto sulla sedia posò i gomiti sul tavolo e si passò le mani sul viso, le bloccò sui capelli e diede una rapida occhiata alla porta dove lui era entrato, si tirò su sospirando. << Se non ti dispiace tanto... >>
<< No, no. Non ti preoccupare, faccio subito. >> Scosse la testa sbarazzina, prese la borsa ed uscì di casa subito.
Rimasto solo posò le mani sulle ginocchia e fece forza per alzarsi dalla sedia, si sentiva un vecchio di ottant'anni: Stanco, con la vita vissuta. Ma purtroppo lui la stava per vivere e questo peso, che teneva sulle spalle, non lo fece dormire quella notte. Si diresse verso il frigo e lo aprì, gli uscì un sorriso spontaneo il primo da diversi giorni. Richiuse il frigo.
In quel momento alle sue spalle varcò la porta della cucina Liz con i capelli scompigliati e il pigiama. << Buon..Giorno >>
<< Buongiorno, noto con piacere di non essere l'unico ad non aver chiuso occhio stanotte. >> Le sorrise Kid appoggiandosi al bancone della cucina.
Liz alzò la mano con per poter annullare ciò che aveva detto Kid. << Non ne voglio parlare. Patty? >>
<< E' andata a comprare il latte. >> Le rispose neutro Kid, osservandola.
Liz strabuzzò gli occhi stanchi, avvicinandosi a Kid. << Ma se l'ho comprato ieri! >> Non poteva essere diventata malata, da non ricordare di aver comprato il latte.
<< Lo so. >> Le confermò Kid ancora neutro.
<< Ma allora-? >> Liz era ancora più confusa, poi di prima mattinata, dopo una notte insonne, non le sembrava proprio il caso di esserlo.
Kid si allungò verso di lei prendendole un polso e avvicinandola a lui. << Devo dirti una cosa. >>
<< Cosa? >> Chiese lei con voce spezzata ad un passo dal suo corpo.
Lui le alzò il viso con una mano permettendo così di guardarla negli occhi. << Promettimi che qualunque cosa succederà oggi, tu penserai alla tua incolumità e a quella di tua sorella. >>
Liz scacciò la mano che le teneva il volto. << Come? >>
<< Non devi pensare a me. Ma a te e a tua sorella. >> Ribadì serio Kid non smettendo di guardarla negli occhi.
<< E tu? Noi siamo le tue buki non possiamo- >> Cercò di ribattere Liz, ma Kid ribadì ancora una volta. << Io sono un dio della morte so cavarmela anche da solo! E voi in qualità di mie buki dovete far ciò che vi dico. >>
Lei si allontanò di un passo da lui, urtata oltre modo dalle sue parole. << Io non posso. Sono la tua buki è devo proteggerti. >>
Kid si passò una mano tra i capelli agitato, si spostò dal bancone da dove era appoggiato. << Liz non fare discussioni, ho deciso così! >>
<< Noi siamo una squadra. >>
<< Non posso rischiare di perderti di nuovo! >> Sbottò Kid.
Liz rimase a bocca aperta da quella dichiarazione, prendendo un respiro profondo Kid riprese. << Non posso rischiare, non dopo l'ultima volta che ce la siamo vista brutta, non posso, non voglio! Tu devi proteggere tua sorella e io vi guarderò le spalle. Non permetterò a nessuno di torcevi un capello. >>
Anche se sconvolta e colpita dalla decisione di Kid, Liz non poté fare altro che ribattere ciò che di assurdo diceva il suo maestro. << Che senso ha allora per noi partecipare alla missione? Dimmelo Kid! Per quale motivo assurdo io e Patty dovremmo venire, se al momento del bisogno ce ne andiamo a gambe elevate? >>
<< Liz.. >> Kid cercò di farla ragionare avvicinandosi a lei, ma lei gli puntò il dito sul petto premendo forte. << Noi siamo una squadra Kid! Non solo nei momenti di serenità, ma anche in quelli difficili! Che squadra saremo o sennò? >>
Kid non ebbe il tempo di replicare, perché Liz gli si lanciò contro colpendolo sul petto con dei pugni. << Non posso, non voglio prometterti niente del genere! >>
Lui la strinse in un abbraccio, bloccando quelle serie di pugni, le si avvicinò all'orecchio. << Io avrei comunque qualche possibilità di salvarmi, voi no! Lo capisci questo? >>
Lei scosse la testa sul suo petto, stringendogli la giacca si strinse a lui.
Kid sospirò accarezzandole i capelli. << Liz, te lo chiedo come un favore. Se non me lo prometti, io avrò la testa a te e a tua sorella e non mi potrò concentrare sullo scontro. >>
<< Non posso prometterti una cosa che non sono sicura di mantenere. Tu devi pensare allo scontro noi ti staremo accanto, non ti preoccupare per noi. >> Gli disse Liz in un sussurro.
Annuì arreso, sapendo di non poter dire più nulla per farle cambiare idea. Ma almeno una cosa gli doveva promettere. La scostò da se prendendo il viso tra le mani. << Allora, promettimi di stare attenta, almeno questo. >>
<< Te lo prometto. >> E lo abbracciò di nuovo affondando il viso nell'incavo del suo collo, lui con un sorriso ricambiò l'abbraccio.
Subito dopo sentirono la porta di casa aprirsi e poco dopo apparve sulla soglia della cucina Patty con un sacchetto in mano.
Kid allungò un braccio verso di lei. << Vieni qui, piccola peste. >>
Patty posò il sacchetto a terra e, con un enorme sorriso stampato in faccia, saltellò verso di loro. << Abbraccio di gruppo!! >>
Quando Kid le ebbe tutte e due tra le sue braccia sospirò, loro erano una squadra, aveva ragione Liz, ma facevano parte anche della sua famiglia e lui le avrebbe protette, nessuno poteva torcere un capello a qualcuno della sua famiglia.
Sospirò di nuovo, con un sorriso di speranza. << Ah le mie ragazze! >>


Sdraiata sul suo letto, sotto le coperte, a pancia in giù. Sentì, lungo il suo zigomo, un leggero tocco caldo che le donò dei dolci brividi lungo la schiena, sorrise inconsciamente e aprì gli occhi. Trovò, con sua dolce sorpresa, Star seduto su un lato del letto con le gambe fuori e il busto rivolto verso di lei, le regalò un sorriso. << Buongiorno. >>
Star negli ultimi giorni era diventato strano, aveva quasi completamente eliminato la sua aria da prepotente ed egocentrica da: “Io sono più potente di un Dio, sono imbattibile”. E l'aveva sostituita con dei comportamenti più dolci verso di lei, le dedicava molte più attenzioni di prima. Non che non le facesse piacere, ma era strano vedere Black Star comportarsi in quel modo.
Gli sorrise accarezzando la mano che aveva ancora sul viso. << Buongiorno. >>
Lui rimase a guardarla con un sorriso strano.
Tsubaki per quanto dolce e comprensiva poteva essere, quella volta voleva sapere a tutti costi che cosa stava succedendo a Star. Si mise supina e lo guardò negli occhi. << C'è qualcosa che non va, Star? >>
Lui strabuzzò gli occhi sorpreso. << In che senso? >>
<< Sei strano in questi giorni, è successo qualcosa? >> Chiese di nuovo lei non smettendo di guardarlo negli occhi.
Lui accigliò lo sguardo e spostò la mano da lei, appoggiandosela sul ginocchio, prese a guardare la parete di fronte a lui. << Non ho nulla. >>
Tsubaki si stupì del suo comportamento. << E' per il Kishin? >>
<< Finiamola! >> Sbottò Star offeso. << Lo posso battere in un battito di ciglia, nessuno è più forte di me! >>
Ma in quelle parole dette come sempre con un tono superbo, lei notò una lieve nota di malinconia. Star era ormai un uomo tutto di un pezzo, sicuro di sé almeno in apparenza, ma faticava molto a confidare le sue paure, lei aveva imparato ad aspettare i suoi tempi ed essere sempre pronta ad ascoltarlo. Ma c'erano momenti, come quello, in cui Star aveva bisogno di essere spronato.
Lei gli toccò un braccio, ma lui non si voltò a guardarla. << Parla con me, Star. Sai che puoi fidarti. >>
Un sospiro e un scuotimento del capo ottenne da lui, rimanendo in silenzio. Tsubaki attese in silenzio, lui aveva bisogno di quello.
Poi lui, dopo essersi passato una mano tra i capelli parlò. << Io sono sicuro di me. Posso rischiare di mettere in gioco me, perché per nulla al mondo mi ritirerei da un combattimento, ma- >> Un altro sospiro e si girò verso di lei ancora sdraiata. << Non posso mettere in pericolo te, non come l'ultima volta che abbiamo rischiato entrambi, non voglio. >>
Tsubaki sorrise comprensiva. << Star, ne abbiamo già parlato. Io starò sempre a tuo fianco. >>
Star sbatté la mano sul materasso, facendo sussultare lei. << Se ci sarai anche tu, non saprò stare tranquillo! Capisci? >>
<< Star, io sono la tua buki! Si vince assieme e si perde assieme, ricordi? >> Gli chiese lei innervosita, non l'avrebbe mai lasciato solo.
<< Qui non si tratta di perdere insieme. >> La guardò dritto negli occhi, poi abbassò lo sguardo sul copriletto. << Io non voglio perderti... >>
Tsubaki sorrise intenerita e allargò le braccia verso Star, lui la guardò confuso.
<< Vieni qui. >>
<< Cosa? >>
<< Tutti abbiamo bisogno, anche se per qualche istante, di sentirsi fragili. >> Spiegò lei attendendolo.
<< Tsu, io- >>
<< Star, siamo solo io e te. >>
A quelle parole, lui si convinse e si sporse verso di lei.
Lei lo accolse, facendogli appoggiare la testa nell'incavo del suo collo. Lui si sistemò meglio le gambe allungandole lungo il letto, respirò a fondo l'odore di lei. Rimase in quella posizione, in pace, con la mano di Tsubaki che gli accarezzava i capelli e con l'altra gli massaggiava la spalla.
<< Noi ci andremo insieme a battere il Kishin. >> Disse quasi con un sussurro Tsubaki vicino l'orecchio di Star.
Lui si irrigidì, ma non ribatté La strinse in un abbraccio, protettivo per entrambi. << Devi stare attenta! Promettilo. >>
Lei ricambiò l'abbraccio con un sospiro. << Starò attenta, Star. Ma anche tu devi esserlo! >>
<< Io sono imbattibile e per te che mi preoccupavo. >> Ribatté lui con un ghigno.
<< Star! >> Lo riprese Tsubaki, realmente preoccupata per lui.
Lui si tirò su da lei per guardarla negli occhi. << Te lo prometto, Tsu. >>
Lei soddisfatta e felice di quel passo avanti, gli circondò il collo e lo abbracciò con tutta la sua forza. Lui ricambiò per niente infastidito da quella stretta.
Anche lui stava bene stretto tra le braccia della sua Tsu.


Dopo un lungo sbadiglio si sedette sulla sedia davanti al tavolo della cucina, si passò una mano davanti agli occhi e con l'altra prese la tazza di caffè che aveva posato poco prima sul tavolo.
Il gran giorno era arrivato e lui non aveva chiuso occhio tutta la notte. Aveva pensato per l'intera notte a Maka e al suo comportamento, per di più non era riuscito a parlare con lei il giorno prima. Voleva capire! Accidenti!
E poi c'era anche Jessica, che evitava di parlargli se non per l'essenziale. Come facevano a combattere insieme quello stesso giorno se a stento si parlavano? Doveva ammettere che era stato lui per primo a non voler parlare con lei, perché chiarire in un certo senso lo spaventava. Ma quel giorno, prima della battaglia, dovevano parlare!
Non era giusto nei suoi confronti, anche perché lui aveva sbagliato. L'unica cosa che poteva dire per giustificarsi e che quando c'era Maka, per lui non esisteva più niente e nessuno, ma non lo faceva apposta! Era una cosa naturale che lo infuriava!
Suonò il campanello di casa, lui con un sospiro stanco si alzò dalla sedia e andò ad aprire, senza neanche chiedere: “chi è?”, sapeva chi era. Le fece spazio per farle entrare, ma lei rimase sull'uscio della porta.
<< Dobbiamo andare, Soul. >> Gli disse Jessica senza guardarlo negli occhi.
<< Volevo parlare con te... >> Ribatté Soul serio.
Le comparse un sorriso amaro sul volto. << Non c'è bisogno. Non oggi, non ora. >>
<< Jess, per favore. >> Le afferrò il polso con delicatezza. << Non ho scusanti, lo so. Non le cerco neanche! >>
Con un sospiro lei entrò in casa di Soul e si sedette in una sedia accanto al tavolo della cucina. Lui si appoggiò nel bancone della cucina.
Fece per parlare, ma Jessica alzando la mano lo fermò. << Soul, non voglio giustificazioni. E' vero all'inizio ci sono rimasta male, guardavi solo lei! Se c'ero o non c'ero per te, non faceva differenza! Ero gelosa e avevo tutte le mie motivazioni! >> Soul fece per interromperla, ma lei lo fermò ancora una volta alzando la mano. << Ma dopo ho capito, Soul. Sono stata scema, non potevo fare nulla per tagliare il legame che unisce te e Maka, ne ho avuto la conferma quando ho visto l'eco delle vostre anime unite. Dovevo solo accettarlo, lo fatto e ora non c'è bisogno che aggiungi altro. >>
<< Volevo solo dirti, che quello che ho passato con te è stato qualcosa. >> Rivelò Soul un po' amareggiato.
Lei gli sorrise. << Lo so Soul, ma non è stato abbastanza, paragonato a quello che provi per Maka. >>
<< Jess, io non veramente quello che mi sia successo! Non credevo che- >>
<< L'ami? >>
Soul rimase senza fiato per quella domanda inaspettata e che lui non si era mai posto.
<< Io... Non lo so.. >> Rispose deluso da se stesso.
<< Dici sul serio? >> Gli domandò Jessica con un sorriso sarcastico.
Lui si schiarì la voce. << Beh, sì. Mi fa esasperare, mi fa innervosire quando non la riesco a capire, cioè quasi sempre! Mi blocco a fissarla, perché non ne posso fare almeno, né tanto meno di- >>
<< Di? >>
<< Toccarla. >> Lo disse in un sussurro.
Lei si alzò dalla sedia. << Non devi pensare a cosa potrei provare io, sentendo cosa provi con lei, Soul. Non è una cosa che si possa controllare. >>
Lui sbuffò e sbatté la mano sul bancone della cucina. << Non è solo per te! Non sopporto che lei abbia così tanto potere su di me! E io non ci posso fare niente! E ora sono ancor di più confuso! A cambiato per l'ennesima volta il suo atteggiamento! E non le ho potuto parlarle! >>
<< Mi dispiace, Soul. Non posso aiutarti qui, devi essere tu. >> Si dirige verso la porta. << Sei pronto? >>
Con un profondo respiro, Soul la raggiunse. << Ancora non lo so! E' tutto una grande incognita, lo scoprirò vivendo e ora abbiamo un Kishin da battere insieme! >>
Lei sorrise. << Vai così Soul! >>
Prima che lei potesse varcare la porta, Soul le afferrò un polso e la spinse contro di sé abbracciandola. << Grazie, Jess. Per tutto per la tua comprensione, per esserci. >>
Lei ricambiò l'abbraccio, non potendo farne almeno. << Dovere Soul. Che maestra sarei? >>
<< La migliore di tutte! >>
Risero insieme finalmente sereni.


Con un grugnito poco adatto alla sua femminilità entrò in cucina già pronta per andare a finire finalmente quel lavoro che durava da fin troppo tempo. Quella notte aveva dormito poco rendendola ancora più nervosa di quanto non lo fosse il giorno prima. Voleva spaccare il mondo intero! E quella battaglia contro il Kishin sarebbe stata un'ottima distrazione. Ormai tollerava poco e niente, soprattutto Andrea! Ieri sera pur di non stare con lui e sopportarlo, dopo mangiato, se n'era andata a letto, non che poi dormì, ma almeno era sola a sopportare se stessa!
<< Buongiorno. >> Andrea fece il suo ingresso in cucina ancora in pigiama.
Un volta prese la busta di latte si voltò verso di lui. << Buongiorno. Ma che ci fai ancora in pigiama? >>
<< Io non sono lento nel vestirmi, come voi ragazze. >> Rispose con grugnito prendendo una fetta di pane e addentandola. << Hai per caso visto, Maka? >>
Alexis si stizzì. << Probabilmente non ha neanche dormito a casa. Per quanto mi riguarda può essere anche morta. >>
<< Quanto siamo acide questa mattina! >> Osservò senza alcuna vena di ironia Andrea, non era neanche lui in vena quella mattina.
<< Tu invece, qualunque cosa lei faccia, la cerchi sempre no? >> Ribatté lei ignorando il suo insulto. Anche l'altra sera le aveva fatto la stessa domanda! Perché doveva arrabbiarsi per una come Maka?!
<< Voglio solo capire, Ale. Non salto subito alle conclusioni affrettate come fai tu, ti ricordo che è sempre una nostra compagna di squadra. >> Rispose lui serio posando sul tavolo la fetta di pane che gli era rimasta, non aveva più fame.
Non sopportava quando lui le faceva le ramanzine, non sopportava vederlo in quel modo. Soprattutto se il motivo perché lui stava così era Maka. << Lei ha detto di non voler più partecipare alla missione, solo perché mammina gliel'ha vietato! >>
Con due falcate Andrea si avvicinò ad Alexis e la guardò, occhi negli occhi. << Ti ripeto, non saltare subito alle tue cazzo di conclusioni! Perché devi giudicare tutto subito senza sapere niente? >>
<< Tu invece sai qualcosa? Solo perché una volta sei andato a letto con lei? >> Ribatté velenosa Alexis affrontando il suo sguardo di ghiaccio.
<< No io non so nulla. Ma conosco Maka, so com'è fatta lei e io non mi faccio annebbiare dall'ira. >> Rispose lui calmo con un sorriso amaro sul volto.
<< Noi non l'abbiamo mai conosciuta la vera Maka, nessuno l'ha mai fatto! >> Ribatté lei.
<< Io sì! Ora scusami, devo andare a prepararmi. >> Senza darle alcun modo di ribattere se ne uscì dalla cucina.
Lei diede un pugno sul tavolo per sfogare la rabbia.
Cosa altro non sapeva lei, di lui e Maka? Perché dice di conoscerla?
La faceva arrabbiare!
Non era in grado di stare anche solo per un minuto con lui, rassettò la cucina in breve tempo ed uscì di casa senza aspettarlo.
Tanto con la sua velocità, l'avrebbe raggiunta.


 


<< Bene, siete tutti presenti e puntuali. >> Lì salutò così Shinigami quando tutti i maestri con le proprie armi e non, furono difronte a lui.
Alla fine Andrea raggiunse Alexis lungo la strada, ma non le parlò anzi la ignorò completamente. Proprio lui prese parola. << Aveva dubbi? >>
<< Certo che no! Allora, sapete tutti il piano? >>
Tutti annuirono.
Shinigami con un cenno fece avanzare Stein, schiarendosi la voce lui prese parola. << Prima di tutto vi trasporterete attraverso lo specchio di Shinigami nel luogo in cui è stato individuato una fonte di potere negativo non indifferente. Da lì vi dovrete per forza dividere per coprire un maggiore campo di ricerca. Voglio che usiate la massima sicurezza e che date la massima fiducia al vostro compagno. È chiaro? >>
Vide negli occhi di ognuno di loro determinazione e consapevolezza. Quando tutti fecero un cenno positivo, continuò. << Incominciamo con Jessica e Soul. A seguire: Andrea e Alexis, Black Stars e Tsubaki e infine Kid, Liz e Patty. In bocca a lupo, ragazzi! >>
Quando tutti ebbero attraversato lo specchio, Spirit rilasciò un sospiro. << Ditemi perché non siamo andati pure noi. Siamo più esperti. >>
<< Perché non sappiamo l'obbiettivo preciso del Kishin. Non possiamo lasciare la Shibusen incustodita. >> Rispose una voce calda e femminile.
<< Che ci fai tu qui? >>
<< Non è ancora arrivato il momento di andarmene. >> Rispose semplicemente Kami, come se quella appena data fosse una risposta soddisfacente.
Shinigami non volle indagare oltre. << Maka? >>
La donna scosse la testa. << Da ieri, non l'ho più vista. >>
<< Ma non la potevi individuare? >> Si intromise stranito Stein.
Scosse ancora una volta la testa. << Ha annullato completamente la sua anima, come se non esistesse. Anche per me è difficile individuarla. >>
<< In pratica è come se fosse morta. Come fai a dire che non lo sia? >> Ribatté Stein
<< Non lo dico, infatti. >> Rispose candidamente Kami, ma appena vide le facce perplesse e preoccupate degli uomini che le stavano difronte, continuò. << Lo so. E' lei che non si vuole fare trovare, anche se questo richiede un enorme spreco di energia. Non posso individuarla, perché non sento la sua anima. Non vi preoccupate per lei in questo momento. >>
Stein e Spirit fecero per ribattere, ma Shinigami li precedette. << Ha ragione. I ragazzi si sono incappati in qualche labirinto temporale. >>
<< Cosa? >> Esclamò lo scienziato.
<< Forse è stato il Kishin: Ci ha preceduto. >>
<< Cosa dovremmo fare ora? >>
<< Nulla. Solo i ragazzi possono uscire di lì con le proprie forza. >> Rispose pensieroso Shinigami osservando il suo specchio, che non mostrava più nulla, solo segnali di interferenze.


<< Non dovevano raggiungerci gli altri subito dopo di noi? >> Domandò Jessica guardandosi intorno.
Erano arrivati davanti le porte di una città, come previsto, distrutta e abbandonata, non si avvertiva nessuna anima presente. Il cielo era cupo, ricoperto da nuvole grige. Quel posto metteva i brividi solo respirando la sua aria.
<< Sarà successo qualcosa. Credo che da qui in ce la dovremmo cavare da soli. >> Rispose Soul con voce scura e pensierosa.
<< Dici che un modo per separarci e renderci vulnerabili? >> Chiese ancora una volta lei.
Lui annuì in sovrappensiero. << Devi stare attenta. Non perdere l'obbiettivo per nessuna ragione al mondo. >>
<< Sono sicura di non trovar problemi, rispetto a te. >> Rivelò lei.
<< Che vorresti dire? >> Chiese Soul storcendo il naso.
<< Niente, cerca solo di essere sincero con te stesso. Dai, andiamo. Abbiamo un Kishin da trovare. >> Chiuse il discorso incamminandosi verso la città.
Lui sbuffò, mettendosi le mani in tasca la seguì.
Entrati nelle mura della città, attraversarono una strada larga dove non si riusciva a vedere la fine di essa.
Ti ha lasciato solo...”
<< Cosa hai detto? >> Chiese Soul.
Jessica si voltò confusa. << Non ho detto nulla, Soul. >>
Non ti considera, neanche ci pensa a te...”
<< Se non sei tu.. >> Scosse la testa. << Tu non senti niente? >>
<< No, sei sicuro di stare bene? Sei tutto sudato. >> Gli chiese Jessica preoccupata.
Lui annuì guardandosi attorno.
Sono qui, Soul...”
Si girò di scatto alla sua destra, la vide: lì, di fronte a lui, bellissima con i suoi occhi verdi che lo guardavano dolci. << Maka... >>
<< Soul che stai dicendo? >> Jessica Notò inorridita lo sguardo di Soul perso nel vuoto. << Soul, ti prego ascoltami! >> Ma lui aveva una testa da tutt'altra parte.
Addio, Soul.”
<< No! Aspettami! >> Soul vide la figura celestiale dargli le spalle.
Devo andare avanti, senza di te.”
Quando la figura prese ad allontanarsi, lui prese a correre, inseguendola senza pensarci un solo istante. Gli era sfuggita una volta, una seconda volta non avrebbe retto senza di lei.
<< Soul, Soul! Per favore Soul! >> Ma ormai la voce di Jessica era lontana da lui.
Lui corse con un tutto il fiato che aveva nei polmoni. << Maka, aspettami! Non so come vivere senza di te! >>
Lei si voltò di scatto verso di lui, lo ghiacciò con i suoi occhi verdi. “Tu non conti niente per me, Soul. Sei solo una buki.”
Lui si paralizzò di colpo, scosse la testa incredulo. << No, non è vero... >>
Rassegnati, Soul. Non mi ha mai importato la tua parola, non mi importa nulla del tuo pensiero. Perché per me non sei nessuno.”
Perse l'equilibrio e cadde sulle ginocchia, aveva il respiro corto: i polmoni soffocati dalla gabbia toracica.
Non era vero! Tutto quello era una menzogna, non poteva averlo preso in giro per tutto questo tempo! Non ci credeva, non riusciva a crederci. Lui aveva visto i suoi occhi! Sapeva ciò che aveva visto, non poteva essere solo un illusione.
Alzò lo sguardo verso di lei, in quegli occhi vide solo freddezza, cinismo e superiorità. No è impossibile, sapeva cos'era per Maka! Lei si fidava di lui e lui si fidava di lei!
Quella che aveva d'avanti non era la sua Maka, ma semplicemente quella piccola parte di lei, finta, che si trovava dentro se stessa, costruita con il passare degli anni. Quella parte che lei aveva cercato con tutti i suoi sforzi di mettersela di fronte a lui, ma lui se n'era fregato, guardando oltre quella parte!
E guardando oltre a questa sotto specie di persona, non c'era nulla. << Tu non sei la mia Maka. >>
Maka sono io, quella che ricordi tu era solo un'illusione, mi sono presa gioco di te”
Lui scosse la testa con un sorriso di consapevolezza sul viso. << No, non era un'illusione. La mia Maka è fragile e insicura, magari fuori non può sembrare, ma io lo so, perché io sono stato, sono e sarò, fin quando lei vorrà, il suo porto sicuro dove potersi rifugiare. Non mi impressiona questa sua parte superficiale che lascia fiorire fuori. >>
Sei ridicolo! Io non ho bisogno di te, non me ne faccio nulla di una buki!”
<< Mi dispiace, ma non ci riesco. Con tutte le mie forze non ci riesco. >>
Cosa?”
<< Ad Odiarti! >> Rispose con semplicità Soul. << Onestamente ci ho provavo, ma non ti ho odiata quando te ne sei andata per poi non farti più sentire, non ti ho odiata quando sei ritornata e neanche mi calcolavi, non ho odiata neanche i tuoi cambi di atteggiamento repentini e non ho odiato neanche questa parte di te, bensì, l'accetto. >>
Lei non rispose più, vide piano piano sparire l'immagine di Maka dalla sua vista.
Aprì improvvisamente gli occhi e si ritrovò rannicchiato a terra.
Qualcuno lo scosse. << Come stai, Soul? >>
Lui le sorrise. << Ora molto meglio. >> Si tirò su e vide la nebbia che prima riempiva le strade della città, alzarsi e concedere una libera visuale. << Credo che ora, sarà più facile trovare il Kishin. >>
Jessica annuì confusa, non aveva capito nulla di ciò che era successo. << Ma cosa ti è successo? >>
Lui scosse la testa tranquillo. << Nulla, ora so rispondere alla tua domanda. >>
Capì e annuendo lo seguì verso il Kishin.
Soul si mise le mani in tasca, alzando la testa al cielo, ormai limpido, con un sorriso che non gli apparteneva.
Maka, mi stupisci anche tu. Come posso odiarti, se ho scoperto di amarti da sempre?


Sbuffò per l'ennesima volta da quando erano arrivati attraverso lo specchio di Shinigami in quella stupida città fantasma e senza un briciolo di divertimento.
<< Ale è inutile sbuffare. È ovvio che siamo capitati in un punto diverso da dove sono arrivati loro. >> Spiegò serio Andrea camminando lungo la città alla ricerca degli altri membri della missione.
<< Certo certo. Ma da quand'è che sei diventato così serio? >> Domandò lei.
Lui scosse la testa esasperato, si girò verso di lei. << Da quando ce n'è bisogno. >>
<< Mi vuoi dire, che non sono abbastanza matura per questa missione? >> Chiese irritata da quell'atteggiamento troppo maturo per come lo conosceva.
<< Non dico questo. Anche io se ci fosse Maka farei il giocherellone, ma dato che non c'è qualcuno deve pur fare la persona responsabile e ragionevole. >> Rispose con pazienza lui.
Lei si irritò particolarmente. << In tutto ci deve essere Maka, non è vero? Anche quando non c'è. >>
<< Finisci di fare la bambina, Ale. >> La rimproverò con un ringhio.
Lei si mise a ridere, isterica. << Solo perché sto parlando di Maka? Ho perché volevi tanto che partecipasse a questa missione che diceva tanto di volerla fare. >>
<< Finisci di parlare di lei! >> La avvertì per l'ultima volta.
Lei si avvicinò a lui. << Ammettilo: volevi lei a posto mio, qui con te. >>
Lui si mosse con una velocità che lo distingueva, la prese e la sbatté al muro di una palazzina, senza curarsi di farle male. << Che c'è? Non mi dire che sei gelosa... >>
Alexis ancora ansimante per quella sua mossa improvvisa non rispose.
<< Non parlare di cose che non conosci. Non conosci il rapporto che c'è tra me e Maka, non puoi giudicarlo. >> Le disse lui, tenendola ancora chiusa nella sua gabbia.
La rabbia di Alexis esplose. << Solo perché te la sei portata a letto?! >>
Gli comparse sul viso un sorriso di scherno. << Ah, quindi è questo il problema? Perché sono andato a letto con lei e con te no. >>
<< Tu puoi andare a letto con chi cazzo di pare! Non me ne importa niente di te! >> Ribatté lei con rabbia avventandosi contro di lui.
Lui le bloccò i polsi intrappolandoli tra le sue mani al muro. << Davvero? Non ti importa niente di me? Quindi oggi potrei benissimo morire, a te non cambia nulla. >>
<< Lasciami. >> La rabbia di lei si era affievolita, dando spazio a qualcosa di più disastroso..
<< Solo se fossi un pazzo... >> Rispose costringendola a guardarlo negli occhi.
<< Voglio solo finire questa stupida missione, lasciami! >>
<< Vuoi davvero battere il kishin con queste condizioni? >> Le chiese lui.
Lei lo strattonò con tutta la forza che aveva, allontanandolo da lei. << Sì! Io non ho nulla che non vada! >>
<< Allora, battiti con me. >> Le propose stupendola.
Lei strabuzzò gli occhi. << Cosa? >>
<< Hai capito bene. Battiti con me. >> Lo ripeté serio.
Lei sorrise. << Non mi batto con te. Dobbiamo andare a battere il Kishin, non possiamo danneggiarci a vicenda. >>
Lui mise le mani in tasca e la inchiodò con il suo sguardo. << Se ora noi andiamo dal Kishin uno dei due, sennò entrambi, rischia di essere assorbito in lui, così facciamo solo il suo gioco. >>
<< Stai dicendo un sacco di fesserie! A cosa serve batterci tra noi? >> Domandò irritata Alexis.
<< Serve a te per scaricare quella cazzo di tensione che hai da un paio di giorni e a me per fracassarti di botte fino a farti ragionare! >>
Rimase a bocca aperta, anche lui si era infuriato, quando fin all'attimo precedente possedeva il controllo su di se.
Lei ci pensò su, doveva ammettere che da un paio di giorni aveva uno sfrenato desiderio di picchiarlo a sangue e lui in quel momento le stava dando la possibilità di avverare quel suo sfrenato desiderio. << Sai che se combatto con te, potrei anche ammazzarti? >>
Lui scoppiò in una fragorosa risata. << Non ne sei capace! >>
<< Chi te lo dice! Mettimi alla prova! >> Ribatté con rabbia.
Lui, per la seconda volta, con la sua rapidità, la inchiodò di nuovo al muro bloccandole con le mani i polsi. << Prima di ammazzarmi, devi odiarmi! >>
Le si bloccò il respiro, era così tanto vicino a lei e in quel momento, più di ogni altro, aveva nei suoi confronti un istinto violento che non poteva fermare. << Chi ti dice che non ti odio! >>
Lui le sorrise, spiazzandola. << E di questo che si nutre il Kishin, lo sai vero? >>
<< La colpa è solo tua! >> Gli urlò lei cercando di allontanarlo, ma aveva perso qualsiasi forza, sia fisica che mentale.
<< Cosa ho fatto io? >> Le chiese ancora con il sorriso sulle labbra.
Non rispose.
Lui inarcò un sopracciglio. << Mi odi, ma non sai il perché? >>
<< Sei tu. >> Rispose con un sussurro.
<< Io? >>
<< Insopportabile, menefreghista, latin lover! >> Lo disse ancora con un sussurro, non sapeva il motivo, ma le forze le stavano venendo meno.
<< Mi odi perché sono semplicemente io? >> Chiese nuovamente lui.
Lei provò a scostarlo, non potendolo più sopportare. << Mi sono stancate di te... Preferisco essere cibo per il Kishin, che stare ancora con te! >>
<< Dimmi il motivo: perché mi odi tanto? Dimmelo e ti lascio andare! >> Andrea aveva perso il suo sorriso, era serissimo.
Lei scostò lo sguardo dal suo. << Non mi va di ripetere le stesse cose. >>
<< Per cosa? Perché sono un latin lover, perché ci provo con tutte e non con te? >>
Lei ancora una volta non rispose.
Lui strinse la presa sui suoi polsi. << Cazzo, rispondimi! Ora hai perso la lingua! >>
Fu inutile la sua protesta, perché lei ancora una volta non rispose e non lo guardò negli occhi.
Mollò la presa attorno ai suoi polsi e le alzò il mento con una mano, vide i suoi occhi velati dalle lacrime che non potevano più essere trattenute. Lui le sorrise sorprendendola. << Sai Maka dice sempre che noi ragazzi siamo stupidi. Lo sai cosa penso io? Che voi ragazze siete molto più stupide di noi e per di più siete paranoiche oltre ogni confine! >>
Lei lo guardò confusa. << Che vuoi dire? >>
<< Siete un casino! >> Le sussurrò lui per poi baciarla con impeto sulle labbra, cogliendola di sorprese.
Si ritrasse quasi subito, guardandola nei suoi occhi confusi. << Mi odiavi solo perché ti consideravo solo compagna di squadra? >>
Lei faticò a riprendere l'uso della parola, l'aveva baciata. Cosa significava quel bacio? Arrivato fin a quel punto era meglio dire la verità. Annuì solamente.
<< Davvero volevi essere trattata come le altre? >>
<< Almeno avresti avuto molta più considerazione di me, sembrava che ti scocciava stare con me. >> Rispose lei ritrovando la voce.
Andrea sorrise. << Come faccio a trattarti come le altre, se tu non sei come le altre? >>
Le mancò il respiro. << Che vuoi dire? >>
<< Io lo detto che sei stupida. Oppure non vuoi capire. >> Suppose lui.
Lei scosse la testa sconfitta: non lo riusciva più a seguire.
Lui le sorrise alzandole il mento un con un dito. << Sei isterica, violenta e pazza. Ma ti desidero in un mondo unico, diversamente dalle altre ragazze e riflettendoci su. Lo sai cosa ho capito? >>
Lei scosse la testa, in segno di negazione, non poteva dirle tutte quelle cose senza un preavviso, non riusciva a crederci.
Senza più alcun freno, lui riposò le labbra sulle sue, in un dolce bacio a fior di labbra, poi si staccò completamente da lei.
<< Ti amo, Ale. >>
Dettò ciò si voltò e si incamminò.
<< Andri! >> Lei anche senza fiato lo richiamò.
Lui si voltò di mezzo lato, la guardò e aspettò che continuasse.
<< Ti odiavo, perché ti amo. >> Lei gli rispose con un sorriso a quella domanda che lui le aveva fatto.
Lui le sorrise di rimando. << Vieni, andiamo a distruggere questo Kishin! >>
Lei annuì e lo raggiunse. Presero a camminare insieme.
Entrambi erano di nuovo sereni, con la forza di aver abbattuto le proprie paure e per l'odio non c'era più spazio nei loro cuori, ora erano pronti.


<< Questa situazione non mi piace. >> Commentò serio Black Star.
Tsubaki smise di camminare e lo guardò. << Non trovare gli altri è un brutto presentimento, lo so. >>
<< Non solo per quello. >> Rispose secco Star, ancora più serio, come non lo era mai stato.
Lei sospirò. << Cosa pensi? >>
Scosse la testa frustrato. << Solo che... Mi sento costretto, come se non potessi comandare sulle mie azioni. >>
<< Non possiamo fare altrimenti, cosa potevamo fare? Restare fermi lì? Ad aspettare cosa? >> Gli chiese.
Sbuffò sonoramente. << Appunto per questo! Non sopporto che non ci siano altre vie da valutare. Sono costretto ad andare in una sola strada. >>
<< Una trappola. >> Arrivò al punto lei.
Sbuffò un'altra volta passandosi una mano tra i capelli.
<< Star, da quando in qua ti preoccupi di cadere nelle trappole? In passato eri proprio tu a cercartele, ti elettrizzavano. >> Tsubaki era confusa, non riusciva a capire quell'atteggiamento strano di Star.
<< In passato era tutt'altra cosa, si cambia. >> Rispose secco Star.
Si irritò particolarmente, quello non era il suo Star. << Mi spieghi qual'è il problema, per favore? >>
<< Prima non tenevo conto di te! >> Sbottò lui.
Lei sbatté più volte le palpebre. << Star ne abbiamo parlato stamattina! Sono la tua buki e io seguo te in condizionatamente, smettila di pensare a me! >>
<< Ho capito non ne voglio parlare anche ora, Tsu! >> Rispose lui secco e irritato nei confronti di Tsubaki, ma anche verso se stesso.
Lei annuì delusa e stupita del suo atteggiamento, riprese a camminare in silenzio.
Lui la imitò sempre in silenzio. Non voleva trattarla così, non voleva arrabbiarsi con lei, anzi voleva rassicurarla ed essere forte anche per lei, come un vero maestro deve fare, ma le sue domande lo irritavano particolarmente e la sua opposizione a lui, lo infastidiva. Perché doveva sempre ribattere su ogni cosa che diceva lui? Perché non poteva semplicemente annuire e dire che aveva ragione? Perché lui aveva ragione, no? Accidenti! Perché la parola di Tsubaki doveva mettere in discussione tutto ciò che pensava lui? Perché la sua parola aveva un effetto rivoluzionario sul suo pensiero? Ogni qualvolta che lui pensava di avere ragione, bastava una solo sillaba di Tsu per fargli sorgere il dubbio sull'intera questione. Diavolo! Era lui il maestro! Ma il quell'istante si sentiva un maestro comandato dalla sua stessa buki.
Tu sei un assassino, non dimenticarlo.”
Lui si arrestò di colpo. Si guardò attorno, forse se l'era solo immaginato.
Un assassino, agisce solo con le proprie idee.”
Lui strabuzza gli occhi incredulo. Ma chi diavolo gli stava parlando? Si guardò intorno nuovamente.
Nel frattempo Tsubaki si accorse che Star si era fermato, si voltò verso di lui, osservandolo.
Un assassino è solitario, segue solo le sue regole.”
Chi diavolo era quella voce? Chi gli stava parlando si voltò per l'ennesima volta.
<< Star, cosa succede? >> Gli chiese Tsu confusa.
<< Tu non senti nulla? >> Le chiese stupido, era solo lui a sentirla?
Lei scosse la testa.
Che cosa significava? Chi era entrato nella sua testa?
Black Star, sei un assassino e un assassino elimina tutto ciò che lo ostacola senza rifletterci.”
Cosa vuole dire? Chi diavolo era?!
La tua buki non segue più i tuoi ordini, va eliminata!”
Cosa?! No!
Star si afferrò la testa con entrambe le mani, improvvisamente gli venne un atroce emicrania.
<< Star! Cos'hai? >> Gli chiese preoccupata Tsu.
Allungò una mano per toccarlo, ma Star la cacciò via. << Stammi lontano! >>
Le mancò il respiro, perché Star la stava allontanando così? Si sentì ferita.
Lui chiuse gli occhi non potendo tollerare né lo sguardo di Tsu né quel mal di testa che gli annebbiava la ragione.
Non puoi rinnegare le tue origini, Black Star. Sei un assassino, sei un solitario, uccidi chiunque di intralci la strada.”
Lui scosse fortemente la testa, cercando di mandare via quella voce così oscura e tenebrosa. Lui non avrebbe mai ucciso la sua Tsu, per nessuna ragione al mondo!
Perché allora sentiva che stava perdendo il controllo dei suoi movimenti? Perché il suo corpo si stava muovendo da solo?
<< Star.. >> La sua dolce Tsu, stava cercando di richiamarlo con un sussurro timido.
Lui scosse ancora una volta la testa. << Vattene via, devi stare lontana da me! >>
Ma lei non accennava a spostarsi di un sol millimetro da lui, colpita e affondata dalle sue dure parole, le sue lacrime cominciarono a scendere copiose sul suo viso.
No! Perché stava piangendo? Perché invece non se ne stava andando lontano da lui?
Visto? Non ascolta quello dici. E' solo un peso, eliminala!”
Tsubaki si avvicinò per l'ennesima volta a lui, ma questa volta la spinse lontano così forte da farle perdere l'equilibrio e cadde a terra.
<< No! >> Urlò lui. Non l'aveva fatto lui, non di sua intenzione. Cosa gli stava succedendo.
<< Star.. >> Sussurrò lei tra le lacrime, ferita. << Perché? >>
E' solo un peso per te, devi eliminarla. Lei non segue i tuoi ordini, lei non ti serve.”
No! Non voleva torcerle un capello. Non doveva ferirla, non quando si era ripromesso di difenderla da qualunque pericolo e, in quel momento, era lui il pericolo.
<< Vattene, Tsu! Scappa! >> Le urlò mentre nella sua mano si stava formando l'eco della sua anima. Perché si stava formando? Il suo corpo voleva colpirla con quello? No, per favore. No!
Lei scosse la testa. << Non me ne vado, Star. >>
Lui concentrò tutta la sua forza di volontà per stare fermo dov'era. << Posso ferirti! Scappa da me! Ascoltami! >>
Ma lei non ne volle sapere, si rialzò in piedi. << Non ti lascio, Star. >>
Accidenti! Perché una volta tanto non poteva ascoltarlo? Non si sarebbe mai perdonato di farle male! Ma non riusciva a controllare i movimenti del suo corpo.
E' il tuo momento, colpiscila!”
Fece due passi avanti, avvicinandosi a lei, il pugno alto pronto a colpire. << Tsu, ti prego. Non voglio farti del male. Scappa! >> Finché i suoi muscoli della faccia rispondevano ancora a lui!
<< Se non vuoi, non mi farai del male! >> Ribatté prontamente lei, più sicura di sé.
Si avvicinò ancor di più a lei pronto a colpirla, sentì i suoi occhi improvvisamente pizzicare. Cosa gli stava succedendo? << Non riesco a controllarmi. >> Sussurrò lui.
Lei alzò le braccia ai lati del suo corpo.
Cosa stava facendo? Gli stava dando libero accesso? Ma è impazzita!?
Non poté più controllarsi si avventò su di lei, lei non batté ciglio, rimase a guardarlo con quei occhi... Quei occhi... così...
Arrestò il pugno a un centimetro dal viso della sua Tsu, il braccio tremante. Aveva il respiro affannato, Tsu non dava cenno di volersi spostare.
Colpiscila! Ora!”
<< No!! >> Con le lacrime che ormai scendevano copiose sul suo viso si diede un pugno, carico della sua stessa onda dell'anima, sullo stomaco. Cadde a terra sulle ginocchia.
<< Star! >> Urlò colpita lei, si accasciò di fronte a lui prendendo il viso tra le sue mani. << Cosa hai fatto? >>
Lui aveva il respiro affannato, si sentiva tutto indolenzito per il colpo che lui stesso si era inferto. Le sorrise rassicurandola l'attirò a sé e l'abbracciò.
In quell'abbraccio lei pianse e si strinse ancor più forte a lui. << Perché l'hai fatto? >>
Lui le accarezzò la testa vittorioso di sé stesso. << Non permetto a nessuno di farti del male, perlopiù a me stesso. Ne morirei. Ho preferito colpirmi. >>
<< Sei uno stupido! >> Gli urlò tra i singhiozzi, ancora stretta a lui.
Lui restò fermo a coccolarla. << Andiamo, credo che ora siamo pronti per andare a sconfiggere il Kishin assieme. >>
Lei si allontanò quel poco che bastava per guardarlo negli occhi. << Riesci a camminare? >>
Lui rise. << Pff!! Secondo te mi faccio annientare da un pugno dato da me stesso? >>
Lei scosse la testa sorridente e si sollevò da lui, gli tese la mano. << Hai ragione, andiamo Star. >>
Lui la prese e si alzò, prima che lei potesse allontanarsi, riprendendo a camminare, lui l'attirò a se stringendola di nuovo. << Scusami se ti ho spaventata. >>
<< Non eri tu, Star. Qualcuno ti controllava, sei stato molto più forte di lui. >> Lo rassicurò Tsubaki.
Lui annuì e ripresero a camminare.
Era vero, era stato più forte di quella fastidiosissima voce, ma il merito non era tutto suo. Quegli occhi... Quegli occhi così limpidi, fiduciosi. Lei era sicura che non gli avrebbe fatto nulla, lei aveva fiducia in lui. Quegli occhi l'avevano salvato e non voleva mai più vedere quegli occhi ricoperti di lacrime.


<< Che facce serie che avete! >> Urlò a loro Patty allegra, mentre saltellava lungo la strada che, a quanto sembrava, non aveva fine.
Kid le rispose con un grugnito, solo perché non voleva litigare con lei, Liz invece le sorrise. << Ci sei tu che sei allegra per noi due Patty. >>
La sua piccola sorellina prese a camminare all'indietro, sporse il labbro inferiore. << Ma così è una noia! Pensavo che sarebbe andata come una gita! >>
<< Mi dispiace Patty, ma siamo in missione e perora non sta andando come dovrebbe. >> Liz dimostrò una pazienza che mai aveva avuto con sua sorella, solo perché non voleva dare altre preoccupazioni a Kid, gli mancava solo occuparsi pure della sua buki che voleva divertirsi.
Kid sospirò ancora pensieroso, qualcosa non andava, no, non andava per niente. Gli altri non c'erano stati al loro arrivo: cos'era successo?
Aveva pensato a più e a più soluzioni, ma nulla quadrava. Dov'erano capitati? Era impossibile che lo specchio di suo padre aveva sbagliato la destinazione. Qualcuno aveva spostato il luogo di arrivo? Gli altri erano in pericolo?
Non era il momento di pensare a loro, dovevano preoccuparsi di lui e delle sue buki. Ma non riusciva a trovare un senso logico! E per giunta stavano camminando da un bel po' senza riuscir a vedere nulla di particolare, solo case abbandonata, nebbia fitta e quella strada che dava segno di non voler finire.
<< A cosa stai pensando, Kid? >> Gli chiese Liz interrompendo i suoi pensieri confusi.
Lui sospirò ancora una volta. << Tutto questo è strano e non riesco a trovare un filo logico su questa città. >>
Lei annuì guardandosi intorno. << Hai ragione e questa fitta nebbia non aiuta. E come se stessimo camminando a vuoto, come in un labirinto senza uscita. >>
Kid sbatté le palpebre. Labirinto? Erano davvero capitati in un labirinto? Ma com'era potuto succedere?
Si fermò con le mani in tasca, un lapsus gli era venuto; era possibile che era successo proprio quello. Li aveva fregati tutti, compreso suo padre.
<< Kid. >> Lo richiamò Liz un po' più avanti di lui, accanto a Patty.
Lui tremò, lo percorse una sensazione che non gli apparteneva. << Dobbiamo stare vicini. >>
Non ebbe neanche il tempo di finire, che una figura oscura e coperta da un cappuccio comparve alle spalle di Liz e Patty, bloccandole entrambe con una catena nera e resistente.
<< Kid! >> Urlarono entrambe.
Lui fece un passo per avvicinarsi, ma si bloccò subito quando notò che le catene incominciarono a stringere le due ragazze.
<< Salve Death the Kid. Come avrai già intuito non ti conviene avvicinarti, le tue buki dipendono solamente da te. >> Era una voce scura e malvagia che metteva i brividi, ma non a Kid che rimase freddo e impassibile, almeno in apparenza.
<< Chi sei? >> Gli chiese.
La figura oscura ghignò. << Mi riconoscerai da solo. >>
Strinse, le mani che ancora teneva nelle tasche, in pugni. << Cosa diavolo vuoi? >>
<< Ho una proposta semplice da farti. >> Gli rispose con molta calma, calma che stava per perdere Kid.
<< Parla. >> Gli ordinò.
Con calma senza fretta presa a parlare, facendo sì che Kid si innervosisse. << Ti propongo una scelta. >>
<< Vuoi essere più chiaro! >> Stava completamente perdendo le staffe e vedere le sue buki incatenate, non lo aiutava per niente.
La figura oscura ghignò. << Devi scegliere Death the Kid. Chi scegli di salvare delle tue due buki. >>
<< Cosa?! >> Fece un passo avanti.
Le catene intorno a Liz e Patty si strinsero automaticamente, lui si fermò di colpo.
<< Attenzione figlio del Sommo Shinigami. Non ti conviene attaccarmi o le perderai entrambe. >> Lo avvertì la voce tetra.
Lui chiuse gli occhi in due fessure, impotente. << Non sceglierò mai tra le mie due buki! Sappilo. >>
<< Allora moriranno entrambe. >> Ribatté stringendo ancor di più le catene.
Liz e Patty incominciarono a non respirare bene.
<< Io t'ammazzo. >> Lo minacciò Kid.
Lui scoppiò in una risata oscura. << Non puoi farlo! Sono immortale. Le tue buki no, posso scegliere di ucciderle in questo istante. Ti sto dando la possibilità di salvarne una, allora? >>
Era un incubo, pregò che qualcuno lo svegliasse, perché era fin troppo reale. Voleva essere risvegliato a casa assicuro assieme alle sue ragazze. Ma purtroppo per lui quello non era un incubo, era la pura realtà: Un pazzoide aveva nelle sue mani le sue ragazze, che altro non erano che la sua famiglia. Erano perfettamente asimmetrici e le piacevano proprio per quello, entrambe davano un tocco di asimmetria nella sua vita fatta tutta di simmetria.
Non poteva perderle, non voleva perderle. Ma cosa poteva farle per salvarle?
Non accettava di salvarne solo una. A costo della propria vita.
<< Allora? Dio della morte? >> Lo incitò la voce oscura.
Lui sospirò. << Lasciale andare, se devi uccidere qualcuno: uccidi me. >>
<< No! >> Urlò Liz districandosi tra le catene. << Salva Patty! Kid salva Patty! >>
L'ombra oscura scoppiò in una sonora risata. << Interessante, davvero interessante. Un Dio della morte che si vuole far uccidere per salvare delle patetiche buki. >>
Kid strinse i pugni, ma non rispose.
Liz scoppiò in lacrime. << Per favore, Kid. Salva Patty, non preoccuparti per me. >>
Lui scosse la testa. << Non lascerò morire nessuna delle due. Allora? >>
<< Uccidere Death the Kid, che onore! >>
Scosse la testa. << Prima ti uccido e poi le libero. >>
Kid sospirò arreso. << Va bene. >>
<< Kid! Non farlo non ti arrendere! Non puoi morire pensa a tuo padre! >> Cercò di convincerlo Liz tra le lacrime.
Ma lui non diede nessun cenno di voler cambiare idea.
<< Non riesco a vivere in un mondo dove non ci sei tu. >> Sussurrò Liz ormai in balia dei singhiozzi.
Lui mosse la testa di scatto verso lei. << Mi dispiace, non ti lascerò morire. >> Si voltò verso l'ombra. << Sono pronto. >>
Con un ghigno l'ombra si preparò al suo attacco: una sfera nera gli crebbe nella mano. << Dì il tuo ultimo addio, Death the Kid. >>
<< No! >> Urlò Liz, mentre la sfera venne lanciata le catene si allentarono ed ebbe la possibilità di uscire da esse, un attimo prima che la sfera prendesse Kid, lei si lanciò addosso a lui facendolo cadere a terra.
La sfera le sfiorò il fianco.
Si ritrovò ansimante su Kid.
Lui ancora stordito la scrollò dalle spalle. << Che cos'hai fatto, Liz?! >>
<< Ho difeso il mio maestro come promesso. >>
<< Che ragazza coraggiosa, peccato che il coraggio non le servirà! Vi ucciderò entrambi! >> Ghignò l'ombra oscura.
<< Puoi trasformarti? >> Le sussurrò Kid.
Liz scosse lievemente la testa. Lui la strinse più forte a sé. << Sei una stupida. >>
L'ombra riformò la sfera nera, ma mentre stava per lanciarla, Patty gli diede un calcio nei talloni sbilanciandolo e facendolo cadere a terra.
<< Kid! >> Urlò Patty mentre si tuffava su di lui, trasformandosi in una pistolla.
Lui l'afferrò prontamente e sparò su l'ombra che scomparve in tanti piccoli pezzi. Sospirò, era solo un ologramma. Non poteva ucciderlo comunque, ma chi diavolo lo manovrava?
Liz fece per alzarsi, ma il dolore al fianco le fece stringere i denti dal dolore.
<< Ferma, stupida! >> La bloccò Kid, lasciando andare a Patty. << Brava Patty. >>
Lei annuì preoccupata. << Liz, tutto ok? >>
Lui la sdraiò sull'asfalto. << Perché l'hai fatto? >>
<< Ho agito d'istinto, scusa. >> Si scusò lei. << E' solo un graffio, guarirà da solo. >>
Lui le mise la mano sul fianco dolorante, bloccandola. << Non è solo un graffio. Ti mostro un trucchetto che mi ha insegnato Maka. >>
Liz mise una mano su quella di Kid. << Mi fai male. >>
<< Durerà poco. >>
Prese un respiro e incominciò a passare la sua forza dell'anima a Liz, in modo tale da far rimarginare interamente la ferita.
<< Grazie. >> Sussurrò lei, una volta finito.
<< Sei una stupida. >> Ribatté Kid alzandosi.
Lei sospirò. << Hai intenzione di ripetermelo a lungo? >>
Lui le tese una mano. << Fin quando non lo capirai tu stessa. >>
Liz la prese e si tirò su, non mollò la mano di Kid. << L'ho fatto per salvarti. >>
<< Stupida. >> Le disse ancora una volta.
Lei sbuffò e gli lasciò la mano. << Hai ragione, sono stupida. >>
Lo sorpasso, ma lui le afferrò un braccio voltandola e stringendola a sé. << Anche io non riuscirei a vivere in un mondo dove non ci sei tu. >>
Lei ricambiò l'abbraccio mettendosi a piangere.
<< Ragazzi guardate! >> Patty li distrasse. << Non c'è più la nebbia. >>
Kid annuì. << Bene, così troveremo prima il nostro obbiettivo. >>
Liz annuì e ripresero a camminare.
Lui sospirò felice, le sue ragazze erano salve e non avrebbe mai permesso a nessuno di poter far loro del male.
Avrebbero affrontato assieme il Kishin, come avevano fato con quel ologramma, non avrebbe più cercato di trovar soluzioni da solo, erano una squadra e come tale doveva agire assieme. Si sarebbero protetti a vicenda, come solo una famiglia può fare.


Sorrise guardando la sua meta raggiunta, dalla collina riusciva a vedere l'intera città che altro non era che una grande illusione, creata proprio da un esperto come lui, ma lei non si sarebbe mai fatta incantare da quella città.
Chi l'avrebbe mai detto che avere una strega come amica sarebbe stato utile?
Non che da sola non ce l'avrebbe fatta, ma lei le ha semplificato le cose.
Finalmente era alla resa dei conti e se quella sotto specie di Kishin credeva di averla vinta su di lei, si sbagliava di gran lunga.
Era giunta l'ora di mietergli l'anima.

 




Note finali autrice ritardataria:
Ciao a tutti! E Buon Natale!
So di essere in un enorme ritardo, non cercherò nessuna scusa, sono lenta io a scrivere i capitoli :)
Vi è piaciuto questo bel lungo regalo di Natale?
Spero che l'attesa ne sia valsa la pena.
Che cosa ne pensate del capitolo?
Come avrete visto, ho ritagliato un po' di spazio per ognuno dei personaggi, spero che vi abbia fatto piacere! L'ho fatto anche per chiarire tante cose.
Fatemi sapere, ci conto.
Ringrazio a tutti quelli che continuano a seguirmi, nonostante i miei clamorosi ritardi.
Ringrazio chi a inserito la storia tra le preferite e le seguite.
Ringrazio chi a recensito lo scorso capitolo, siete dolcissimi.
Non vi lascio in asso! Un finale ce l'ha la storia! E per quanto sia lenta, prima o poi lo saprete pure voi.
Spero che sia stata una buona lettura,
Un abbraccio,
Ciccia. 

 

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Capitolo 12
*** La Resa Dei Conti ***


In revisione...
 
The Power Of The Soul
Capitolo 9
La Resa Dei Conti

 


Dopo un infinito cammino, si ritrovarono alla fine del viale, in una piazza alla quale erano collegati altri viali, nei quali, a ogni viale, arrivarono gli altri membri del gruppo, in quello stesso istante. Si guardarono tutti stupiti: non si aspettava nessuno di trovare gli altri membri del gruppo.
Soul strabuzzò gli occhi incredulo. << Non ci posso credere... >>
<< Soul! >> Venne chiamato da una voce alla sua sinistra.
Si voltò e vide Star. << Star! Tutto apposto?! >> Urlò per farsi sentire.
Lui annuì e gli indicò di voltarsi intorno. Lo fece: vide gli altri accentrarsi verso la piazza, li imitò.
Kid si guardò intorno per vedere se mancava qualcuno; dopo che, vide con un secondo appello tutti prensenti, urlò. << Ci conviene stare uniti! >>
Tutti gli altri annuirono e incominciarono a camminare verso di lui, ma improvvisamente del fumo nero uscì dal centro della piazza sulla quale c'era una statua di un uomo sconosciuto e si bloccarono.
Dal fumo sbucò una figura incappucciata. << Benvenuti maestri e buki, devo farvi i miei complimenti. >>
Kid si volle avvicinare ancor di più, perché gli sembrava fin troppo simile a quella che aveva minacciato lui e la vita delle sue buki, ma Liz gli afferrò il braccio per istinto, fermandolo.
Guardò Liz stranito, ma quando vide nei suoi occhi la paura, si arrestò, le sorrise e le prese la mano sul suo braccio stringendola, poi si volse verso la figura e urlò. << Chi sei? >>
Lui rise. << Oh, che maleducato che sono! Sono Nagashimi, il piacere è tutto mio, figlio di Shinigami. >>
Lo squadrò per bene analizzandolo con attenzione. << Sei stato tu a creare quella specie di ologramma?! >>
<< Che figlio perspicace che ha Shinigami! Esatto l'ho fatto per metterti alla prova, come ho fatto con lui. >> La figura interamente incappucciato si voltò verso Star. << Impadronendomi dei muscoli del suo corpo. L'ho fatto con la ragazza del biondino, amplificando tutto ciò che provava in rabbia e odio e infine, ma assolutamente non meno importante con lui. >> Si voltò verso Soul. << La mia preda preferita, sono entrato nella sua testa e nei suoi pensieri più intimi. >>
<< Perché hai fatto tutto questo!? >> Chiese infuriato Star, cercando in qualche modo di controllare i suoi istinti.
Nagashimi si liberò in una fragorosa risata. << L'ho fatto per far sì, che l'odio prendesse il controllo, non ha importanza verso chi sia quell'odio se è per se stessi o per qualcun altro. Io mi nutro di qualsiasi tipo di odio che voi provate, anche in questo momento nei miei confronti. >>
Star non resistette oltre ad ascoltare quei discorsi e si lanciò contro di lui. << Io t'ammazzo! >>
Egli spostò di lato, con una mossa veloce, il proprio corpo; la mantella, che lo ricopriva interamente dalla testa fino ai piedi, si alzò leggermente, per poi ritornare al suo posto subito dopo. In quel l'attimo Star fu colpito e scaraventano a più di venti metri da dov'era prima.
<< Star! >> Tsubaki lo raggiunse di corsa, mentre Star si dimenava tenendosi una mano sul petto, stringendo i denti.
Una volta che gli arrivò vicino, notò con terrore che Star aveva una cicatrice che correva in linea orizzontale da un pettorale al altro; una cicatrice molto profonda, i suoi contorni erano come bruciati.
<< Star... >> Le vennero le lacrime agli occhi, non sopportava di vederlo in quello stato. Si accovacciò a terra accanto a lui.
Lui strinse ancor di più i denti e le accarezzò i capelli. << Tranquilla Tsu, mi bisogna solo un attimo in più. >>
E in effetti fu così, la cicatrice ritornò pian piano a rimarginarsi, fino a che il suo corpo non fu completamente guarito, restava solo la maglia strappata.
Tsubaki strabuzzò gli occhi. << Come diavolo-? >>
<< A quanto pare, vedo che Albarn non ha perso tempo in queste settimane ad insegnarvi un po' dei suoi trucchetti. >> Osservò con divertito stupore e interesse il Kishin.
Kid si fece avanti. << Come ti sei permesso! >>
<< Fermo Kid! >> Urlò Andrea, bloccandolo.
Lui si arrestò di colpo, guardando con aria truce. Cosa voleva ora quello?
<< Non capisci, che così facendo, fai solo il suo gioco? Sei colmo di odio nei suoi confronti come speri di batterlo, se tu stesso alimenti la sua forza? >> Gli spiegò con calma quasi surreale Andrea.
Nagashimi scoppiò in una fragorosa risata. << Frost che onore ritrovarti qui! Davvero pensi che per vincere ho bisogno del vostro odio? Posso benissimo annientarvi in questo momento! Siete solo dei moscerini! >>
<< Questo lo vedremmo! >> Commentò Alexis pronta all'attacco.
Andrea alzò una mano. << Ale, non pensare all'attacco che sferrai, usa l'istinto. >>
Lei alzò gli occhi al cielo. << E lo dici a me? Dillo a quegli inetti! >>
Lui sbuffò e scosse la testa.
<< Allora, maestri come volete procedere? Volete morire subito o volete giocare? >> Chiese ironico il Kishin.
Kid strinse i pugni irritato. C'era qualcosa che non andava, perché non faceva la sua domanda? Perché aveva solo interesse di ucciderli? A cosa gli servivano tutti loro da morti? Erano davvero solo dei moscerini? Delle pedine?
Era giunto il momento di dimostrare che il figlio di Shinigami si sapeva far valere e che non era solo una pedina. << Liz, Patty! >>
Loro gli risposero con un cenno e si trasformarono in pistole e lui le afferrò mettendosi in posizione.
<< Tsu, lama oscura. >> Le sussurrò Star. Lei ubbidì.
Il Kishin ancora incappucciato annuì. << Meglio così! Mi piace giocare con le mie vittime. >>
<< Ti sorprenderai quando ti accorgerai di non poter giocare con noi. >> Lo sfidò Frost.
<< Bene. Incominciamo, vuoi iniziare tu, Frost? >> Ribatté lui.
Lui sorrise. << Con piacere. >>
Andrea si lanciò incontro al Kishin in tutta la sua velocità, anche lui si mosse veloce roteando su se stesso. Andrea, abile, schivò un attacco invisibile ad occhio umano, afferrando subito dopo l'arma che lo stava per colpirlo.
Avvolse la frusta di cuoio intorno al suo braccio e si rivolse ai suoi compagni. << Attenti quando attaccate, che queste fanno parecchio pale. Vi ricordate? Le braccia versione fruste? >>
Andrea mollò le fruste come scosso da una scossa elettrica.
Il kishin ritirò a sé la frusta e si tolse il mantello nero che lo copriva, rivelando: le sue braccia, che non si potevo chiamare tali, perché apposto di esse c'erano due fruste; il suo viso sfigurato e per il resto, indossava una semplice maglietta e un jeans.
<< Sei diventato molto più furbo a quanto vedo, Frost. Da l'ultima volta che ci siamo visti sei molto più riflessivo. Non mi dire che Maka ha fatto bene anche a te? >> Chiese divertito.
<< A chi non lo fa? >> Ribatté Andrea con sorriso sornione.
<< Davvero credete di potermi battere? Siete solo dei moscerini e neanche Maka è capace di fare miracoli! >> Li derise Nagashimi.
Una voce femminile attirò la sua attenzione. << Secondo me, sottovaluti troppo l'avversario che hai davanti. >>
<< E tu chi saresti? >> Domandò beffardo. << Ah sì! Il rimpiazzo! >>
Jessica fece un cenno a Soul che si trasformò, lo impugno tra le sue mani. << Non importa chi credi che io sia; importa solo che tu non sarai più nessuno. >>
<< Ragazza caparbia, mi piace. Vediamo se con la tua buki sei brava quanto parli. >> La sfidò il Kishin.
Lei roteò la falce tra le sue mani. << Quando vuoi. >>
Si lanciò incontro al Kishin, lui mosse le sue fruste contro di lei, abile il primo attacco lo evitò, il secondo attacco però la colpì, ma si difese mettendo davanti al suo corpo la sua falce. La frusta avvolse la falce sorprendendola e improvvisamente sentì una scossa elettrica tra le mani che iniziava a fluire per tutto il corpo; debole, stava per mollare la presa di Soul, ma Kid con un colpo delle sue pistole colpì la frusta la quale sciolse la prese sulla falce.
Il Kishin scoppiò in una fragorosa risata, mentre Jessica, ansante, riprendeva fiato. << Sei ridicola! Neanche sai creare una barriera per proteggerti. >>
<< Pensa per te! >> Urlò Star, attaccandolo alle spalle con la sua lama oscura.
Appena prima che la sua lama potesse solo sfiorare il viso di Nagashimi, lui scomparse dalla sua vista. Star incominciò a voltarsi da tutte le parti, ma non riuscì a scovare il Kishin.
<< A quanto pare, Maka non vi ha insegnato abbastanza. >> Spuntò dal nulla alle spalle di Star e gli avvolse attorno al suo corpo le sue fruste, non dandogli il tempo di muoversi, ebbe solo il tempo di mettere la lama leggermente in diagonale. << Sei troppo prevedibile. >>
Con un sorriso vittorioso incominciò a stringere le fruste intorno a Star pregustandosi le sue ossa rotta. All'improvviso sentì delle gambe stringergli il bacino e delle braccia immobilizzargli il collo. << Ti dimentichi che non hai solo un avversario. >> Gli sussurrò all'orecchio
<< Alexis! Sei un tutt'uno d'istinto, può essere sia positivo che negativo, lo sai vero? >> Le domandò Nagashimi, ignorando la stretta che le stava dando sul collo.
<< Ti dimentichi che sei tu in pericolo in questo momento. >> Gli sussurrò ancora una volta lei, stringendo ancor di più le braccia intorno al suo collo.
<< Ora chi è che sta sottovalutando l'avversario? >> Sussurrò anche lui.
Improvvisamente sprigionò un energia paralizzante.
<< Ora Star! >> Gridò Alesix.
Lui annuì e con un urlò di sfogo lui sprigionò l'energia della lama oscura, riuscendo così a tagliare in due le fruste, liberandosi e allontanandosi dal Kishin.
Egli sprigionò una bomba di energia ed Alexis sbatté con la schiena a terra dopo che fu spazzata via. Gli altri finirono tutti a terra.
Andrea si alzò subito. << Ale come stai? >>
<< Un po' ammaccata, ma sto bene. >> Rispose lei alzandosi a fatica.
Nel frattempo il Kishin rigenerò le sue fruste sotto gli occhi stupiti di Star, Kid e Jessica e delle loro buki.
<< Mi avete stancato tutti! >> Iniziò a girare intorno a se stesso allungando le sue fruste fino a cinquanta metri e imprimendo loro elettricità, colpì a uno a uno i maestri senza dar loro tempo di difendersi, persino ad Andrea e Alexis. Ognuno di loro finì a terra paralizzato.
<< Dite addio alla vostra vita inutile! >> Il Kishin si preparò ad un nuovo attacco, questa volta li avrebbe uccisi una volta per tutte, non tollerava la presenza di ognuno di loro.
Nessuno di loro aveva la forza per rialzarsi né di creare una minima barriera per salvarsi la pelle, erano a terra ancora coscienti, ma spacciati, il Kishin aveva via libera su di loro, nessuno poteva salvarli.
Il Kishin aveva vinto su di loro, lui era troppo forte: aveva acquisito energia in tutti quegli anni e il suo potere era inarrestabile. Forse solo Shinigami era in grado di tenergli testa, ma non di sconfiggerlo.
<< Servirete più da morti che da vivi. >> Il Kishin sferrò il suo ultimo attacco, una luce accecò tutti.
E nella luce, ci fu solo silenzio.

 


<< E' giunta l'ora di andarmene. >> Annunciò Kami una volta che non le fu più permesso di capire cos'era successo per colpa della luce abbagliante che risplendeva nello specchio.
Spirit si voltò verso di lei guardandola sbalordito. << Come te ne vai? >>
<< Ognuno di noi svolge le proprie funzioni fino ad un tempo prestabilito, la mia funzione qui è finita e anche il mio tempo. >> Spiegò con Calma la maestra.
Stein si aggiustò gli occhiali con gli occhi puntati allo specchio. << Non sei curiosa di sapere come andrà a finire? Che fine hanno fatto i ragazzi? Tua figlia? >>
Lei scosse la testa. << Come ho già detto, io qui non devo far più nulla. >>
<< Grazie della tua visita, fai un buon viaggio. >> Le disse incolore Shinigami senza nessuna minima sfumatura di scherzo o di spensieratezza, solita a lui.
Lei fece un inchino di rispetto, si voltò e si diresse verso la porta della stanza della morte.
<< Aspetta Kami! >> La fermò Spirit. Lei si voltò leggermente, mentre Spirit la raggiungeva. << Non puoi andartene così. >>
<< Così come? >> Chiese.
Lui si voltò lo sguardo verso Stein e Shinigami, poi lo rivolse di nuovo a lei. << Possiamo parlare soli? >>
Lei alzò un sopracciglio stranita dalla situazione. << E' necessario? >>
Lui annuì. << Sì, è necessario. >>
Si avviarono in silenzio all'esterno della camera della morte.
Una volta arrivati in corridoio le si appoggiò al muro aspettando che lui parlasse.
<< Come fai a dire che la tua funzione è finita se non hai fatto altro che distruggere Maka? >> L'attaccò di getto.
Lei scosse la testa. << Non l'ho distrutta, ho fatto in modo che la sua ragione ritornasse padrona dei suoi istinti. >>
<< Per quale motivo? >> Chiese ancora lui.
<< Non sarò io a dirti il motivo, sarai tu a capirlo nel corso degli eventi. >> Rispose lei vaga. Lui sospirò seccato da quel comportamento. << E se io non volessi aspettarlo? >>
<< Problema tuo, ora sei hai finito l'interrogatorio, dovrei andare. >>
Lui si passò una mano tra i capelli agitato. << Davvero finisce tutto così? >>
<< Tutto cosa, Spirit? >> Chiese lei con calma, mostrandogli, da quando era arrivata una minima attenzione.
Lui sbuffò scocciato. << Tutto di noi. >>
<< Ti ricordo che il noi è finito vent'anni fa. >> Ribatté incolore.
<< No! >> Quasi urlò. << Non è vero. Per quanto tu ti ostini a dirmi che sia finito, io non l'ho mai pensato. Ti aspetto da ben vent'anni. >>
Lei sospirò, un sospiro rassegnato, un sospiro quando si è stanchi di ripetere sempre le stesse cose. << Spirit basta, spero che capirai questa volta: è realmente finita. >>
<< Io non sono andato con nessuna donna. >> Rivelò improvvisamente Spirit.
Lei l'osservò incredula. Lui continuò. << Per quanto ti sembri assurdo, non sono andato con nessuna donna. Sì è vero ci ho provato, le mie sera le passo al locale per guardare le altre, ma oltre l'aspetto fisico e il fatto che ci sbavo sempre dietro, non mi sono mai attratte realmente. Nessuna era te. >>
Kami si prese un attimo prima di rispondere. << Mi dispiace per te, Spirit. Ma questo non cambia le cose. >>
<< Perché ti sei chiusa? Perché hai questa intensione di farmi ancora soffrire? >> Chiese con rabbia avvicinandosi a lei.
Lei scosse la testa esasperata. << Devi staccarti da me, Spirit. Devi farti una tua vita e ti devi trovare una donna che ti renda felice, più di come ho fatto, anche se per poco tempo. Il mio posto non è Death City, la mia funzione qui è finita, ho altre funzioni da svolgere. Tu sei uscito dalla mia vita da ormai vent'anni e non puoi rientrarci neanche con la forza. Abbiamo due ruoli diversi. >>
<< Parli sempre di funzioni, ruoli, di cose che devi fare in altri posti! Ma ai tuoi sentimenti li senti mai o la ragione li sopprime in nome del dovere? >> Chiese con la rabbia che gli stava pian piano convando dentro.
<< Nella mia vita non c'è posto per i sentimenti. >> Rispose semplicemente Kami scostandosi dal muro.
Lui si avvicinò ancor di più a lei, senza permetterle di fare un altro passo. << Sei stata tu a decidere questo, sei tu che non vuoi che i sentimenti ti travolgano. >>
<< Sì e non mi sono mai pentita di questa decisione. >> Lo guardò negli occhi con freddezza.
Rispetto a tutto il loro discorso, che gli provocava una rabbia immensa, lui per qualche strano motivo, guardandola negli occhi, sorrise. << Ti amo. >>
<< Addio, Spirit. >> Scosse la testa avvilita e si scostò da Spirit.
Lui le afferrò il polso. << Mi sembra di averlo già sentito e, a quanto pare, non era un vero addio. >>
<< Cosa vuoi da me? >> Gli chiese stanca.
Spirit sorrise. << Voglio solo sapere quello che provi per me, poi vivrò in pace per l'eternità. >>
Sorrise per quella strana richiesta, perché non accontentarlo?
Ridusse la distanza tra loro, arrivando ad un palmo dalle sue labbra. << Sono stata felice di rivederti. >> Lei gli toccò le labbra con le sue, in un tocco morbido e delicato, tocco durato una frazione di secondo. Sospirò. << Ora devo andare. >>
Lui le lasciò il polso, non avrebbe ottenuto altro da lei, gli bastava. Dopo soli due passi da lui, la rifermò. << Non mi hai più detto cosa c'entra quella strega con Maka. >>
Lei di spalle gli rispose. << Sono legate, semplice. >>
<< Come tu ed io? >> Domandò prontamente Spirit.
Lei sorrise anche se lui non la vide, lo sapeva per certo. << Sì, come noi. Forse un po' di più. >>
<< Mai come noi. >> Sorrise ancora Spirit.
Lei scosse la testa e alzò una mano ancora di spalle. << Ciao, Spirit. >>
<< Ciao, Kami. >> Replicò semplicemente lui.
Anche se non me l'hai detto, perché il tuo ruolo e la tua funzione non te l'ho permette, so che mi ami ancora. Grazie per avermelo fatto capire.
Ritornò nei suoi passi fino alla stanza della morte, voleva sapere che cos'era successo ai ragazzi e in più voleva sapere che fine avesse fatto sua figlia.

 


La piazza era ancora illuminata dal colpo sferrato dal Kishin, non si poteva udire nulla, regnava un silenzio quasi spettrale.
Pian piano la luce accecante cominciò a disperdersi: i corpi dei maestri d'armi e delle loro buki erano distesi a terra a molti metri da Nagashimi.
Un sorriso maligno si fece largo sul suo volto, soddisfatto del proprio operato.
Sorriso che si spense quando vide Frost tossire e tirarsi piano su col busto, seduto a terra, con occhi confusi si guardò intorno e vide i propri compagni a terra, ma non erano morti, il petto di ognuno di loro si sollevava e si abbassava, erano semplicemente svenuti.
<< Ma come? >> Chiese tra sé stordito da tutta quella situazione, era convinto che quel colpo appena sferrato li avrebbe uccisi.
Anche Nagashimi in un primo momento parve confuso, ma poi si fece largo sul suo viso un altro sorriso soddisfatto. << Lei è qui. >>
Subito dopo sentì dei passi rintoccare nell'aria, si guardò attorno ma non vide nessuno. Sapeva che lei era lì e non vedeva l'ora di vederla.
Vide una figura che camminava in un viale di fronte a lui. << Scusa il ritardo, Shimi-chan. >> La voce era melodiosa senza alcun tipo di sfumatura.
<< Benvenuta maestra della falce, nessun problema, meglio tardi che mai. >> L'accolse benevolo.
Lei continuò a camminare fin quando non fu davanti a lui e dietro le sue spalle gli altri maestri ancora a terra. << Anche tu mi devi delle scuse, non mi hai aspettato. >>
Lui si strinse le spalle. << Sai com'è? Prima si mangia l'antipasto in attesa della vera cena. >>
<< Allora spero che non te la sia presa se non ti ho fatto finire di mangiare l'antipasto. >> Rispose tranquilla.
Lui sorrise. << Non ti preoccupare, mi gusterò meglio la cena. >>
<< Ne sono lieta. >>
<< Maka... >> Sussurrò appena una voce interropendo quello strano scambio di battute.
Lei neanche si voltò per non dare le spalle al suo avversario. Soul un po' ammaccato si alzò da terra e incominciò ad avvicinarsi a lei, ma Andrea gli bloccò il braccio con una mano. << Dove credi di andare? Sembra che tu non conosca Maka, ha creato una barriera per proteggerci tutti quanti e non farci intervenire nello scontro. >>
<< Ma come può farlo? Come fa a scontrarsi contro il Kishin e allo stesso tempo tenere su una barriera? >> Chiese sbalordita Jessica che si era avvicinata a Soul.
Andrea fece spallucce. << Che volete che vi dica? Che il cervello di Maka è diviso in due e che entrambe le parti lavorano ognuno per il proprio conto? Non lo so, Maka è sempre stata così, deve superare sempre i suoi limiti. >>
<< Ma questa volta ha raggiunto la pazzia vera è propria, già spende fin troppa energia per questa barriera impenetrabile sia per me e Andrea che per il Kishin, mi chiedo come faccia a trovare altre energie per affrontare lo scontro. >> Aggiunse Alexis pensierosa.
Kid sospirò, ormai rinunciava a capire gli atteggiamenti di Maka. << Che nessuno tocchi la barriera o si distrarrà dallo scontro e potrà essere fatale.


<< E' da tanto che non ci vediamo, vero maestra della falce? >> Domandò con tono amichevole il Kishin.
Lei inclinò leggermente la testa. << Vuoi sapere se mi sei mancato, Shimi-chan? >>
Lui scosse la testa divertito. << Voglio farti solo una domanda, dopo così tanto tempo. >>
<< Sono a tua disposizione. >> Rispose lei, sapendo già cosa stava per chiederle.
Lui fece un sorriso sornione. << Tu odi? >>
<< No. >>
Lui alzò un sopracciglio, diffidente. << Ne sei sicura? Non odi neanche la maestra che ha rubato la tua prima falce? >>
Lei scosse la testa. << Non vedo perché dovrei, sono stata io ad andarmene ed era giusto che Soul andasse per la sua strada. >>
<< Quindi non odi neanche lui che se le portata a letto, giusto? >> Domandò ancora.
Lei scosse nuovamente la testa. << No, anch'io sono andata con altri, non vedo perché dovrei negare a lui d'andare con altre ragazze. >>
<< Ma lui ti odia, tu questo lo sai? >>
<< Dove vuoi arrivare, Shimi-chan? Perché tutto questo parlare? Vuoi per caso perdere tempo? >> Replicò lei, senza farsi intaccare da quelle domande.
Lui fece spallucce, alzando le sue braccia a fruste. << Volevo solo conversare, niente di più. Che fa? Non mi rispondi? >>
<< Non posso dirti che lo so, ma lo spero. >> Rispose lei, incominciando già a scocciarsi delle domande, quando si era ripromessa di non farlo, conosceva già la sua tattica.
<< Ti posso confermare che lui ti odia, con tutto la sua anima. >>
<< Bene. >> Credeva per davvero di riuscirla a fregarla in quel modo? Anche se il pensiero la faceva stare male.
<< Non credo che non odi nessuno, anche perché non puoi confermarlo. >> Replicò il Kishin agitando le sue fruste. << Per quanto mi riguarda, tu hai un odio immenso dentro di te e io lo voglio tutto. >>
Lei gli sorrise. << Bene, vieni a prendertelo. >>
<< Con piacere. >> Detto ciò si lanciò contro di lei.


 


Maka e Nagashimi ormai combattevano da più di un quarto d'ora, perfettamente alla pari, tra colpi e contraccolpi, ma nessuno dei due riusciva a colpire veramente l'avversario. Entrambi non davano cenno di voler cedere: erano entrambi veloci e le loro anime quasi alla pari.
<< Non so per quanto riuscirà Maka a resistere ai suoi colpi. >> Pensò ad alta voce Alexis seduta con le spalle appoggiate al muro. << Vorrei tanto poterla aiutare. >>
Andrea seduto accanto a lei sospirò. << Sai che non possiamo farlo e Maka può farcela benissimo, la sua forza dell'anima glielo consente, ma ciò significherebbe... >>
<< Secondo te, lo farà? >>
<< Ho paura di sì, la conosco fin troppo bene. >> Rispose lui seccato e un po' amareggiato.
<< State dicendo che Maka potrebbe liberare la sua anima dal vetro dell'anima? >> Si intromise Kid che stava osservando l'incontro.
Frost si limitò ad annuire.
<< Quali sarebbero questi effetti così catastrofici nella liberazione della sua anima? >> Questa volta fu Star a domandare seccato.
Alexis si alzò in piedi. << Maka ancora non sa controllare la sua anima, probabilmente la travolgerebbe e bloccherebbe tutto il suo organismo, a quel punto se non richiudesse la sua anima, andrebbe incontro alla morte sicura. >>
<< Maka sa quello che fa. >> Disse Soul interrompendo quella discussione senza senso per lui. << Non sarebbe qui altrimenti, ogni suo incontro e già programmato nella sua testa, riesce a capire le mosse dell'avversario e gliele ritorce contro. Com'è successo nello scontro dove abbiamo combattuto assieme, lei già sapeva la contromossa nel momento stesso in cui l'avversario era in posizione per la sua prossima mossa. >>
<< Soul ha ragione. >> Gli diede manforte Andrea. << Mi fido di lei e anche se quello che farà, sarà una pazzia, ho fiducia che troverà il modo di uscirsene. >>
Sospirò, sperava anche lui che Maka trovasse, anche quella occasione un modo per uscirsene.


Nagashimi, per quanto conoscesse Maka alla perfezione, trovava strano quello scontro con lei: l'attaccava in tutti i modi possibili, sembrava quasi di riuscirla a colpire, ma lei un attimo prima lo scansava evitando i suoi colpi. Non lo attaccava neanche veramente, sempre a distanza, per lui era facile difendersi così, anche se si stava stancando e sapeva per certo che anche lei si stava stancando, quello scontro non stava portando a nessun risultato né a lui né a lei. Che cosa aveva in mente?
<< Sei sicura di voler continuare così? Perché io mi sto annoiando veramente. >> La stuzzicò tentando di capire i suoi intenti.
Lei sfoderò un sorriso strano che lui non seppe decifrare. << Che c'è Shimi-chan? Per caso non sai più come attaccarmi? >>
Interessante... Anche lei usava la sua stessa tattica, ebbe la conferma che questo scontro non avrebbe portato a nulla. << Pensavo fossi diversa, ma mi sbagliavo. Sei solo una codarda che non affronta lo scontro realmente. >>
<< E' solo un tuo pensiero. Non puoi confermarlo, l'hai detto tu stesso. >> Rispose lei senza alcuna inclinazione nella voce. Teneva un comportamento neutrale, così che lui non riuscisse a decifrare nulla.
Lui si innervosì e l'attaccò di nuovo con le sue fruste con più violenza, lei ancora una volta evitò l'attacco con estrema abilità, ma sorprendendola, con una frusta, l'avvolse il polso e l'attirò contro di sé. Si ritrovarono faccia a faccia a pochi centimetri di distanza.
Le sorrise. << Lo sai che sei ancora più bella di quanto mi ricordassi? >>
Maka si mostrò impassibile alla sua vicinanza, mettendogli una mano sull'addome e guardandolo negli occhi. << Tu invece sei più viscido di allora, Shimi-chan. >>
<< Ora ti assorbo, Maestra della falce, dammi tutta la tua anima! >>
Ignorando la minaccia, lo sorprese colpendogli lo stomaco con la forza dell'anima.
Lui liberò la presa e si distanziò, stava bruciando dentro. << Ora basta! Fammi vedere la tua anima? >>
Lei inclinò la testa. << Vuoi vedere la mia anima? Bastava dirlo prima. >>
<< Volevo giocare un po' prima. >> Si passò la lingua tra i denti.
Maka allargò le braccia. << Sei pronto a scoprire cosa celo dietro il vetro? >>
<< Non aspettavo altro. >> Pregustava quell'attesa con enorme piacere.
All'improvviso vide i suoi occhi verdi diventare di un azzurro intenso, così intenso che le sue pupille non si videro più. I suoi occhi divennero due fari azzurri, quasi accecanti. Pronunciò delle parole, ma lui non riuscì a sentirla, poi lei chiuse gli occhi e calò il silenzio in ogni dove.
Attese, senza parlare, quasi intimorito, ma era sicuro che presto tutto l'odio di lei si sarebbe liberato.
Lei prese un grosso respiro e aprì di nuovo gli occhi, sembrava quasi in trance. Poi improvvisamente la sentì, la sua voce che non era più la sua, quasi ultraterrena, celestiale. << Vetro dell'anima disattivato. >>
Improvvisamente tutto intorno a loro divenne luce, in ogni punto di quel luogo creato da lui spiccava luce. Lui non riusciva più a vederla, ma sentì qualcosa che non si aspettava, quello che lei aveva sempre nascosto, non era l'odio covato in lei per tutto questo tempo, non era qualcosa di oscuro. Bensì era armonia, un'armonia così intensa che brillava, non sapeva cosa fosse, attorno a lui, dovunque, non c'era una sola traccia delle sensazioni che si aspettava lui. Non riusciva a capire di cosa si trattasse, ma ne aveva timore, si sentì travolto da dei sentimenti che non conosceva, che non riusciva a dargli nome.
All'improvviso, davanti a lui, comparve Maka perfettamente serena in tutta quella luce, gli si avvicinò e gli incorniciò il viso con le sue mani. Lui non riusciva a respingerla, era bloccato da una forza sconosciuta.
<< Lo senti Shimi-chan? Sai che cos'è? >> Le sussurrò lei avvicinandosi ancor di più a lui. << Sentilo, vivilo, coltivalo. E' l'amore che fa miracoli, che non mi ha permesso di perdermi, ma che può colpirti procurandoti dolore. Senti com'è bello amare e sentirsi amati. Molte volte non esiste forza senza esso. Tu l'hai avuto, ma non l'hai riconosciuto. Senti com'è bella questa sensazione che avvolte dobbiamo allontanare per paura. Per cosa poi? Per essere infelici? Ora puoi accettarlo ed essere felice. >> Sfiorò le labbra del Kishin e si allontanò.
Nagashimi vide all'improvviso tutta la sua vita dalla nascita, fino all'incontro con la sua buki, pianse per avergli procurato dolore, ma lui non lo sapeva. Sentì la sua anima incrinarsi. << E' finita, vero? >>
Maka le sorrise, assicurandolo. << Solo tu puoi deciderlo. Io ti mieterò la tua anima oscura, puoi decidere di separare una piccola parte della tua anima, rimasta ancora pura, con il resto della tua anima. >>
Lui scosse la testa. << Ho ucciso la mia buki, la persona a cui tenevo di più al mondo. Non ho un'anima pura. >>
<< Tutti ce l'hanno da qualche parte. >> Maka alzò la mano puntandola verso il Kishin. << Io Maka Albarn, maestra della falce, ti mieto l'anima! >>
Lui annuì senza difendersi, chinò la testa. << Grazie per tutto, addio. >>
Maka lo colpì e vide il Kishin contorcersi dal dolore, vide la tua anima spezzarsi e diventare polvere. Il corpo di lui fece la sua stessa fine e il vento portò via solo quello che rimase di lui, polvere. Insieme a lui sparì tutta la città che altro non era che un'illusione.
Maka alzò gli occhi al cielo. Ha deciso di morire... Era stato l'odio a permettergli di continuare a vivere, senza pace. L'amore l'ha portato alla morte, ma ha trovato la pace. Sospirò chiudendo gli occhi e ricadendo all'indietro, sbattendo violentemente a terra. Senza più forze.
Per me funziona al contrario... Non troverò mai la mia pace e morirò per questo.
Sentì delle voci in lontananza chiamarla, ma lei non ebbe più le forze per rispondere.
<< Maka!! >> Andrea la sollevò, portando la testa sulle sue ginocchia. << Maka attiva il vetro dell'anima. >>
Ma lei non aveva la forza per far ritornare la sua anima dentro quella scatola di vetro, non aveva più le forze. Era stanca.
<< Ascoltami Maka, riattiva il vetro. Solo un ultimo sforzo, dai Maka! >> La supplicò ancora Andrea.
<< Sappi che non te lo perdonerò mai se ti fai travolgere dalla tua stessa anima. >> Questa era un'altra voce, ormai troppo lontana per sentirla nitidamente, per capire di chi era. Aprì leggermente gli occhi, ancora azzurri e cercò la mano di Frost, lui gliela presa. Lei respirò affannosamente, stava per perdere i senti.
<< Vetro... >> Sussurrò, ma non ci riusciva a finire.
Poi le arrivò all'improvviso un'ondata di adrenalina proveniente dalla sua mano, le diede abbastanza forza. << Vetro... Dell'anim...a >> Un ultimo sforzo... << A-attivato. >>
Chiuse gli occhi e cadde in un sonno profondo.
Andrea la prese tra le sue braccia facendo appoggiare la testa sulla spalla e si alzò. << Portiamola alla Shibusen, Stein saprà cosa fare. >>
Tutti che erano intorno a lui annuirono.
Soul accarezzò la testa a Maka, nonostante tutta la sua incoscienza e l'assurdità del suo gesto, non riusciva ad odiarla. << Ma sopravviverà, no? Ha attivato il vetro dell'anima. >>
Andrea scosse la testa. << Non lo so, Soul. Per questo voglio portarla da Stein che saprà dirci di più. >>
Lui annuì pensieroso e si diressero al punto di ritorno che avevano deciso con Shinigami, così che li riportasse indietro.
Tutti in pensiero per il destino di Maka.


 


Note autrice:
Ormai siete abituati ai miei ritardi, vero? No?
Non vi darò nessuna giustificazione, perché mi sembra solo di dire scuse e basta. L'importanti che io non vi abbia abbandonato e che porterò a termine questa storia.
I vostri pensieri? Vi aspettavate questo tipo di svolta nella storia? Vi è piaciuto o vi ha deluso? Vi aspettavate qualcosa di diverso?
Sono pronta a tutto!
E anche voi dovete essere pronti: Cosa succederà a Maka? Chi lo sa... Solo io!
Manca poco alla fine di questo viaggio.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito lo scorso capito e chi ha messo la storia nelle preferite e nelle seguite. Grazie per il vostro sostegno e ricordate, per quanto io ritardi a pubblicare, non vi abbandono fino alla fine dell'epilogo!
Un abbraccio,
ciccia

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Capitolo 13
*** Scoprire sé stessi... ***


Eccomi qui! Il mio computer è finalmente tornato!
Ringrazio tutti quelli che mi hanno aspettato! E che mi sostengono. Grazie veramente di cuore.
Riguardo al capitolo, penso che manchi ancora qualcosa ma non lo so... Fatemi sapere cosa ne pensate.
Buona lettura,
Ciccia.

The Power Of The Soul
Capitolo 10
Scoprire Sé Stessi...



Due giorni dopo...


Andrea uscì dalla stanza della infermeria della Shibusen, nella quale Maka stava in osservazione da ormai 48 ore, ore passate lente inesorabili con la speranza che si svegliasse da un momento all'altro, ma non era successo nulla, neanche un movimento impercettibile. Era immobile, con gli occhi chiusi, imprigionata in un sonno profondo, sola, con la sua anima che la chiamava e lei che stava cercando di resisterle.
Ma perché non si svegliava?
Di solito impiegava molto meno a riprendersi, Stein supponeva che stava lottando con la sua anima che ancora non era racchiusa completamente nel vetro dell'anima e che una volta completato il processo lei si sarebbe svegliata.
Lui era fin troppo confuso e stava perdendo la fiducia: Lei non aveva mai impiegato così tanto tempo...
E se non riusciva ad imprigionarla completamente?
Scosse la testa, doveva smetterla di pensare negativo. Lei era Maka Albarn la più grande maestra che c'era in circolazione, non poteva soccombere contro la sua stessa anima.
<< Allora? >> Lo risvegliò dai suoi pensieri una voce incuriosita.
Scosse ancora una volta la testa. << Niente di niente, Stein è ancora dentro, ma non ci sono novità. E' stabile.>>
Kid annuì pensieroso. << Secondo te era davvero obbligata a disattivare il vetro dell'anima?>>
Sbuffò cercando con gli occhi Alexis, che in quel momento, se ne stava appoggiata con la schiena contro il muro in silenzio. << Non lo so... Se lei non gli avesse mostrato la sua anima, lui avrebbe potuto assorbirla tranquillamente. Anche se non avesse potuto guardare all'interno del vetro sarebbe stato in grado di usare la sua forza, è questo era un rischio enorme. In più non poteva mietergli l'anima. Ha vinto mostrandogli la sua anima, perché l'ha travolto con tutta la sua forza, ma al contempo ha rischiato di essere travolta anche lei ed infatti è successo questo.>>
Star grugnì e diede un pugno al muro, colmo di rabbia. << Fesserie! Lei poteva benissimo sconfiggerlo ed imprigionarlo. Secondo me, fin dall'inizio, era proprio questo il suo intento! Non prendiamoci in giro, parlate sempre di me, ma Maka ha sempre avuto manie di grandezza e anche in questa occasione ha voluto superarsi! >>
<< Stai calmo, Star. >> Tsubaki si avvicinò sfiorandogli il braccio.
Lui respirò profondamente. << Difficile farlo. Lei sapeva benissimo a cosa andava incontro e l'ha fatto lo stesso. >>
In quel momento uscì dalla stanza Stein che sospirò anche lui. << Ragazzi dobbiamo stare tutti calmi. Okay? >>
Tutti annuirono, non potendo celare che erano nervosi per quella situazione.
<< Soul è ancora dentro? >> Chiese Jessica.
Lui si limitò ad annuire, senza aggiungere altro. Tutti sapevano che Soul non voleva lasciare Maka neanche per un minuto, non usciva da quella stanza da quando lei era lì. Avevano tentato di convincerlo ad andare a casa e riposare, ma lui aveva sempre rifiutato e alla fine nessuno aveva insistito oltre.
<< Stein lei crede che si risveglierà? >> Chiese Liz anche lei appoggiata al muro accanto ad Alexis.
Lui si aggiustò gli occhiali e girò un paio di volte la vite che aveva in testa. << Sì, ma non so per quanto ancora dormirà. Si potrebbe svegliare domani, come tra due anni- >>
<< O dormire per sempre. >> Lo interruppe Andrea.
Star strinse i pugni e si allontanò dagli altri. Tsubaki con un cenno della testa salutò a tutti e lo seguì.
<< Dai ragazze, andiamo. >> Kid si voltò e se ne andò anche lui seguito dalle sorelle.
Jessica con un sospiro amaro si voltò anche lei. << Me ne vado anch'io. >>
Con un cenno anche Stein se ne andò, lasciando soli Andrea e Alexis.
Lui ancora la guardava, ma lei teneva lo sguardo basso, pensierosa.
<< Ehi... >> Sussurrò avvicinandosi a lei. << Andrà tutto bene. >>
Lei alzò lo sguardo su di lui. << Credo che gli altri abbiano ragione. >>
Si avvicinò ancor di più a lei, avvolgendole i fianchi con le mani. << Lo so... Lo sapevamo fin dall'inizio. >>
Gli mise le mani sul petto, scosse la testa. << E' stata sua madre a fargli fare questo. >>
<< Come fai a dirlo? >>
Lei sorrise malinconica. << Aveva troppa paura che la sua anima la travolgesse, non avrebbe mai rischiato. Aveva intenzione di sfinire il Kishin ed immobilizzarlo. Ma sua madre non le avrebbe mai permesso di agire così, ecco perché le aveva vietato di partecipare alla missione. Sono sicura che intendesse questo. >>
Lui strabuzzò gli occhi. << Quindi Maka fin da subito ha capito, che per affrontare il Kishin, doveva liberare la sua anima o sua madre non le avrebbe mai permesso di andare. Perché? >>
Gli sorrise allacciandogli le mani dietro al collo. << Perché il percorso di Maka non è mai finito e sua madre la voleva fare crescere ancora. Anche per questo non l'abbiamo trovata al nostro ritorno, la sua missione era finita. >>
<< Ah... Quindi ora che sua figlia è in fin di vita non ha più bisogno di lei? Wow... >> Chiese ironico ed incredulo.
Lei fece spallucce. << Che vuoi che dica? Sua madre sa che Maka supererà tutto. >>
Si avvicinò al suo viso. << Ho sentito fin troppo... Andiamo a casa? >>
Lei sorrise sfiorandogli le labbra con le sue ed annuì.


 



Lei era lì sdraiata su quel letto, immobile, in silenzio con gli occhi chiusi e lui... Lui era lì seduto che non riusciva a non guardarla, arrabbiato, frustrato con una voglia matta di urlarle a dosso tutto il suo risentimento, ma lei non poteva sentirlo era inutile. Se ne stava lì a guardarla senza fare nulla, non poteva fare nulla.
Stein era stato molto chiaro, la sua rabbia di due giorni fa, non era passata, ma non aveva più avuto quello scatto d'ira.


<< Dimmi che stai scherzando!? >> Gli aveva urlato contro. << Davvero non puoi fare nulla!? >>
Lui scosse la testa. << No, Soul dipende tutto da lei. Possiamo stare solo a guardare e a sperare che si svegli al più presto. >>
Strinse i denti, colmo di rabbia. << Com'è possibile!? >>
<< Soul se vuoi stare dentro questa stanza, ti conviene stare calmo. >> Gli disse neutro Stein tentando di calmarlo.
<< Stare calmo? Mi chiedi stare calmo? Come posso stare calmo? E' una cosa impossibile! >>
Stein lo sbatté al muro con la sua forza dell'anima e si avvicinò a lui. << Ascoltami bene ragazzino, fattene una ragione, noi non possiamo fare nulla e se tu non riesci a stare calmo, vattene via e vatti a sfogare da un'altra parte, perché questo non è il luogo adatto. Lei già sta combattendo contro la sua stessa anima, ha bisogno di tranquillità e se tu non riesci a dargliela, sarò io stesso a cacciarti di qui a calci. Mi hai capito? >>
Lui annuì ammutolito, anche Stein soffriva per quella situazione d'impotenza e lui non era nessuno per mettergli pressione.
Lo liberò e lui si posizionò seduto su una sedia nella quale non si sarebbe mosso fin quando lei non si fosse svegliata...


Sospirò, lei non si voleva svegliare e il suo nervosismo saliva di ora in ora.
Distrattamente sentiva le voci degli altri in corridoio, anche loro era arrabbiati e impotenti in quella situazione.
Non voglio perderti...
Sospirò e appoggiò le mani sul letto, la guardò triste. Si accontentava che lei ripartisse, più tosto che ritrovarsela su un letto d'ospedale, lei non era destinata a quello. La sua forza lo rendeva impossibile.
Lei doveva svegliarsi, doveva fargli vedere le sue iridi verdi, doveva sfidarlo, provocarlo, ancora una volta. Lui sarebbe impazzito senza quel verde così luminoso che erano i suoi occhi, la voleva di nuovo con lui, anche solo per essere cacciato via, anche solo per litigare. Voleva sentire ancora la sua voce, voleva sentire le sue mani accarezzargli i capelli ancora una volta.
No, non avrebbe mai accettato che lei non si svegliasse e che perdesse contro la sua stessa anima.
Sentì qualcosa che non doveva sentire...
E' stata sua madre a fargli fare questo.”
Lo aveva immaginato, ma sentirlo lo rese ancora più nervoso.
No, non è vero. Forse sì, sua madre le aveva detto di liberare la sua anima, ma era stata Maka l'ultima a decidere; era stata lei a decidere di volersi superare. Nessuno l'aveva obbligata a fare nulla.
Si appoggiò la testa sulle sue mani incrociate sul letto e chiuse gli occhi, stanco.
Cerca di svegliarti, non puoi ancora sfuggirmi...



Arrivato nel bosco della Shibusen diede un altro pugno al primo albero che gli capitò a tiro.
<< Star finiscila di prendere a pugni qualsiasi cosa! >> Lo rimproverò Tsubaki, stanca e ferita di vederlo così.
Lui sbuffò e si appoggiò con la schiena all'albero appena colpito, si massaggiò la mano. << Meglio prendere a pugni loro che la testa di Maka! >>
Lei sospirò e si avvicinò a lui prendendogli le mani e le avvolse nelle sue. << Tutti siamo arrabbiati con lei per il suo comportamento, ma neanche la violenza le farà pentire di quello che ha fatto. Perché sono sicura che non è per niente pentita e che se ne avesse la possibilità, lo rifarebbe ancora. >>
<< Prima di farle avere la possibilità, l'ammazzo io. >> Rispose scostando lo sguardo nervoso.
Lei sorrise, lasciandogli le mani e prendendogli il viso per guardarlo negli occhi. << Lei non aspetta altro, secondo me. >>
Gli scappò un sorriso a quel pensiero. << Forse sì. >>
<< Vedrai che ce la farà, solo per permetterti di sfidarla un'altra volta, non ti preoccupare. >> Lo rassicurò.
Lui l'avvolse in un abbraccio stringendola a sé. << Spero per lei che sia così o non avrà tranquilla neanche la morte. >>
Lei annuì stringendosi ancora di più a lui, nascondendo il viso nell'incavo del suo collo. << Sei più tranquillo ora? >>
Lui annuì respirando l'odore dei suoi capelli. << Tsu... >>
Lei alzò il viso per guardarlo negli occhi. << Dimmi. >>
Fece toccare leggermente i loro nasi. << Non farò lo stesso errore di Soul. >>
<< In che- >>
Non ebbe il tempo di continuare che Star annullò la minima distanza tra loro con un bacio. Presa alla sprovvista, restò un attimo interdetta, ma subito dopo ricambiò stringendo la presa su i suoi capelli. Con un sospiro sollevato, lui la strinse ancor di più a sé.
Con un bacio a fior di labbra si staccò da lei. << Non permetterò a niente e a nessuno di dividerci. >>
Gli sorrise sulla labbra. << La stessa cosa io, sappilo. >>
Unirono ancora una volta le loro labbra, restarono a baciarsi per un tempo indefinito sotto l'abbraccio dei rami dell'albero appena colpito dalla rabbia di BlackStar.



<< Ragazze io vado in camera, voi se volete mangiate pure. >> Disse Kid una volta entrato in casa, togliendosi il cravattino.
<< Kid... >> Tentò di ribattere Liz. Ma lui con un gesto della mano la fermò. << Non ora Liz, non voglio parlare di nulla. >>
Lei si limitò ad annuire, lasciandolo libero di andare nella sua stanza.
Patty vedendo il viso della sorella, si avvicinò e le accarezzò il braccio. << Lascialo perdere per ora Liz, magari ha solo bisogno di rilassarsi e basta. >>
Liz annuì ancora, in silenzio, e seguì Patty nella cucina. Presero entrambe un bicchiere d'acqua, ma dopo un po' Liz sbuffò. << Al diavolo che lo lascio solo! >>
Posò il bicchiere d'acqua sul tavolo e uscì in gran corsa dalla cucina sotto gli occhi divertiti di Patty.
Arrivata davanti alla camera di Kid, la vide socchiusa ed entrò piano senza bussare. Lo trovò appoggiato con il braccio sull'infisso della finestra, con la testa su di esso che guardava fuori dalla finestra. Era in camicia, la giacca e la cravatta erano gettate alla rinfusa sul letto. Piano lei si avvicinò e senza dire una parola lo abbracciò da dietro, appoggiando la testa sulla sua schiena.
Sentì un sospiro e il braccio di lui posarsi sopra il suo. Le loro mani si incontrarono sulla pancia di lui e le incrociarono. Rimasero in silenzio, non avevano bisogno di parole. Solo di quiete dopo la tempesta.
<< Io non so cosa avrei fatto a posto di Soul. >> Rivelò infine nel groviglio di pensieri che aveva bisogno di rivelare. << Sta lì, accanto a lei, immobile senza poter far nulla. Io impazzirei ed andrei a spaccare tutto quello che troverei davanti. >>
<< E cosa risolveresti? >> Le chiese lei, tentando di capire i suoi pensieri.
Sospirò. << Nulla, ma almeno mi sfogherei su qualcosa. Sarei troppo arrabbiato con lei per starle accanto. >>
<< Magari lui aspetta solo che si risvegli, per poi litigare con lei e sfogare tutta la sua rabbia, magari otterrebbe anche un chiarimento con lei. >> Replicò tranquilla Liz.
Lui si staccò dalla finestra e si girò nell'abbraccio di lei. << Secondo me, vorrebbe solo prenderla a pugni. >>
Lei gli strinse la vita. << Secondo me, lei se lo lascerebbe fare senza reagire. >>
Lui alzò un sopracciglio in una muta domanda, Liz sospirò. << Credo che lei sappia tutta la rabbia che sta provando adesso Soul e il suo senso d'impotenza, credo che sappia anche d'essere nel torto nei suoi confronti. Ma... >>
<< Ma? >> Chiese curioso lui, osservandola.
Lei sorrise al pensiero. << La prima cosa che farà lui, quando lei si sveglierà, sarà abbracciarla e non lasciarla mai più. >>
Sorrise anche lui, appoggiando la fronte su quella di lei. << Lo credo, anch'io. >>
Con un sospiro chiuse gli occhi e si godette quel momento di pace con lei, quell'abbraccio di cui pensava di non aver bisogno e invece si accorse di non aver bisogno d'altro che quello. Un abbraccio di lei.
<< Cosa ti fa arrabbiare Kid? >> Le chiese in un sussurro lei, temendo di disturbarlo.
Lui aprì gli occhi. << La sua consapevolezza di voler camminare su un filo di lana. A lei non fa alcun effetto, forse solo divertimento. >>
<< Questo è ciò che ti dice la sua maschera. >> Ribatté prontamente lei.
<< Che vuoi dire? >>
<< Intendo dire che, >> Lei fece scivolare le mani sul corpo di lui e le portò dietro la nuca, incominciando a giocare con i suoi capelli. << Ognuno di noi affronta le difficoltà a modo proprio. Ti ricordi Star? Era sempre in prima linea a rischiare il tutto per tutto, fino all'ultimo sangue. Pensi che non abbia mai avuto paura? Ma quel suo modo di fare gli ha permesso di affrontarla e di vincerla. >>
<< Vuoi dire che Maka ha paura? >> Chiese ancora lui, gli sembrava di essere ritornato a scuola quando chiedeva spiegazioni all'insegnante.
Lei annuì. << Tutti abbiamo paura, ma dobbiamo anche avere il coraggio di affrontarla, questa è sempre stata la forza di Maka. >>
Lui annuì pensieroso. << Anche adesso ho paura. >>
Lei strabuzzò gli occhi, cambio inaspettato di discorso. << Di cosa hai paura? >>
<< Ho paura di qualcosa d'incontrollabile, molto più grande delle mie capacità di autocontrollo. >> Le spiegò vago lui.
<< Non riesco a capire cosa intendi. >> Gli rivelò confusa.
Lui sospirò. << E' qualcosa che annulla ogni tipo di ragionamento, qualcosa che espande ogni cosa che accade. E' quella voglia irrefrenabile... >>
Lei lo fermò posandogli un dito sulle labbra. << Kid, mi sembra assurdo non avere quella paura. Ma è più facile batterla. >>
<< Come? >>
<< Non sei solo ad affrontarla, si combatte in due. >>
Lui sorrise e spostò in dito di lei dalle sue labbra e annullò le distanze con lei con un dolce bacio a fior di labbra, le sorrise ancora sulle labbra. << Hai ragione, in due è più facile che soli. >>
Lei non gli rispose a parole, preferì rispondergli con un nuovo bacio.


 



Che strana sensazione che provava, si sentiva intorpidita come se stesse dormendo, però era strano non le sembrava di stare dormendo. Non vedeva nulla, era immersa nel bianco, nel vuoto, neanche sentiva nulla né poteva parlare. Vedeva, ma c'era solo bianco attorno a lei.
Non si sentiva a disagio, forse per la prima volta, in quattro anni, era rilassata non aveva alcun pensiero, era in pace.
Non le venne in mente il modo in cui era arrivata lì, sapeva che stava così bene da non volersene più andare.
Perché andar via da un posto nel quale stava così bene? Lei non seppe la risposta.
All'improvviso sentì uno strano calore nella mano; cosa poteva essere?
Lei era immersa nel nulla, quel calore da dove proveniva?
Strano...
Assaporò quel calore che le scaldava la mano, se la strinse, la guardò, ma non trovò niente che potesse darle quel calore.
Era qualcosa di strano, magico. Le piaceva quel calore, più di quel luogo, dov'era in quel momento, così tranquillo. Non seppe cosa pensare, era come se quel posto annullasse ogni suo tipo di pensiero.
Le nacque però il desiderio di scoprire la fonte di quel calore che le piaceva tanto.
Provò, alzando la mano davanti a lei, a vedere se il si sarebbe fortificato. Fece un giro su se stessa sempre con la mano alzata di fronte a lei.
Dopo che compì un mezzo giro, sentì aumentare il calore nella sua mano. Allora decise di prendere quella direzione e cominciò a camminare per un tempo indefinito...
Ad un tratto, la luce divenne abbagliante, seppe, per istinto, che al di là di quella luce c'era la fonte di quel calore. Prima di proseguire si voltò verso quel luogo immerso nel bianco: le piaceva stare in quel posto, era un luongo dove i pensieri non esistevano... Ma il suo tempo lì era terminato.
Era sicura che quel calore la stesse chiamando con ogni sua forza e, per lei, era impossibile resistere a quel richiamo.
Si voltò verso la luce abbagliante e con passo deciso le passò attraverso.
Dentro la luce, sentì le palpebre farsi pensanti, così pesanti che dovette chiuderle, anche i muscoli del suo corpo si fecero pesanti e pian pian si immobilizzarono.
Ci fu buio, ma il calore alla sua mano non l'aveva abbandonata. Quel calore la cullava nel buio.
Come si era immobilizzato, il suo corpo, pian piano si rilassò e incominciava a sentire qualcosa di morbido sotto di lei. Anche le palpebre divennero più leggere e piano li aprì.
All'inizio vide solo un muro, poi delle apparecchiature elettriche. Si ricordò di quella fonte di calore nella sua mano, si voltò verso essa e trovò Lui, addormentato, con la testa appoggiata sul letto, la mano nella sua.
Eri tu, allora... Le venne un sorriso spontaneo, spostò la mano dalla sua e gli accarezzò il suo viso, stando attenta non svegliarlo.
<< E' qui da quando ci sei tu. Non si è mai mosso. >>
Si girò verso la voce e trovò Frost seduto sul margine della finestra aperta della sua stanza.
<< Ho dormito tanto? >> Gli chiese semplicemente lei.
A quanto capiva, era notte.
<< Hai superato il tuo record, circa 56 ore. >> Rispose tranquillo.
Lei fece una smorfia. << Troppo... E tu che ci fai qui? >>
<< Ti ho sentita, cioè ho sentito la tua anima che si è arresa a te. >> Le spiegò.
Lei sorrise, la conosceva fin troppo bene. << Hai immaginato che non volevo stare qui un minuto in più? >>
Lui annuì. << Sì e per dirti che i ragazzi aspettavano il tuo risveglio per festeggiare la vittoria, se proprio così dobbiamo chiamarla, sul Kishin. Tutta Death City ci sarà. >
Lei capì cosa voleva dirle: “non scomparire, come tuo solito.”
Si alzò seduta sul letto, stando attenta a non svegliare Soul. << Digli che lo fanno domani sera e io ci sarò. >>
<< Vuoi dire stasera... >> La corresse lui, con un sorriso.
Lei sospirò. << Che ora sonno? >>
<< Solo le 4. >>
Maka sbuffò. << Sì, stasera... Digli a lui che ci vedremo direttamente lì. >>
Lui inarcò un sopracciglio. << Vuoi dire che devo essere io ad affrontare la sua furia omicida quando non ti vedrà più sul letto? >>
Lei si limitò ad annuire, con lui non aveva bisogni di spiegazioni, lui già sapeva il motivo del suo comportamento.
Lui sospirò. << Va bene, vai ora. >>
Lei annuì e si alzò dal letto, ritrovandosi in camicia da notte, si guardò attorno e trovò i suoi vestiti sulla scrivania.
<< Te l'ho portati io, vuoi un po' di privacy? >> Le chiese sornione.
<< Se proprio devi. >> Rispose lei incominciando a svestirsi, incurante della sua presenza.
Andrea si voltò verso l'esterno della finestra e prese ad ammirare le stelle. << Lo sai che per me sei come una sorella. >>
Lei sorrise, era strano quel loro rapporto, ma l'uno conosceva l'altra anche senza aver fatto lunghi discorsi, sapeva di potersi fidare di lui e che lui aveva rispetto di lei. Si infilò la gonna. << Lo so Andry. >>
<< Non ti ho ancora ringraziato per aver fatto uscire fuori i sentimenti di Alexis. >> Continuò lui.
Lei sorrise mettendosi la camicia. << Dovere, tu mi hai aiutato in tante occasioni. >>
Lui scosse la testa. << Non credo che sarebbe successo niente tra me e lei senza il tuo aiuto. >>
<< Prima o poi sarebbe successo, io ti ho solo aiutato ad anticipare gli eventi. >> disse distrattamente finendo di vestirsi.
<< Io ti ringrazio lo stesso. >> Ribatté deciso.
Salì pure lei sul margine della finestra, pronta ad andare. << Allora non ti dispiacerà tenere a bada Soul. >>
<< Ci tiene veramente a te. >>
Lei sorrise. << Lo so, anch'io. >> e se ne andò, scomparendo nel nulla.
Andrea sospirò. Quanta pazienza ci vuole con quella ragazza?
Si girò verso Soul ancora addormentato appoggiato sul letto.
Gli uscì un secondo sospiro.
Povero Soul...


La schiena gli doleva per la postura che aveva avuto quella notte. Era sveglio, però non riusciva ad aprire gli occhi, troppo stanca. Da troppo tempo non chiudeva gli occhi, la notte scorsa era stato sveglio con la speranza che lei si risvegliasse...
Lei...
Maka!
Aprì gli occhi e di scatto alzò la testa dal letto per vederla, ma lei non c'era più.
Come poteva essere?!
Sentì la rabbia riaffiorarsi, come le prime ore nelle quali si era ritrovato in quella stanza con lei sdraiata sul letto immobile, senza che lei desse segni di risveglio.
E ora non riusciva a comprende perché lei non era più lì.
Si alzò di scatto in piedi, ma subito dopo sentì un dolore atroce alla testa: si era alzato troppo velocemente.
<< E' inutile arrabbiarsi... Lei è fatta così. >>
Sentì una voce e alzò lo sguardo trovò Frost seduto sul davanzale della finestra.
Lo volle picchiare all'istante. << Tu eri qui quando lei si è svegliata? E non hai cercato di fermarla?>>
Lui scosse la testa, aveva un'espressione neutra. << Impossibile anche pensarlo. Aveva il bisogno di stare sola a riflettere.>>
<< Me ne frego!>> Sbottò Soul. << Neanche si è degnata di svegliarmi, fregandosene completamente di me! >>
<< Non pensare di andarla a cercare, lei non si farebbe trovare. Avrai tutto il tempo di litigare con lei stasera. >> Gli spiegò con calma, cercando di placare la sua ira con quella informazione.
Lo guardò perplesso. << Che intendi? >>
<< Mi ha detto di informarti che vi vedrete direttamente alla festa di stasera.>>
Soul era più perplesso di prima. << Festa? Ma quanto ho dormito? >>
Lui fece spallucce. << Quasi nulla, sono le sette, ma lei ha deciso di farla stasera stessa. Davvero Soul, ha bisogno di stare un po' sola. >>
Lui lo guardò in cagnesco, ma annuì. << Che stia sola, tanto stasera l'ammazzo. >>
Con difficoltà, Andrea trattenne una risata. Non credeva proprio che, quella sera, la prima cosa che farà, quando la vedrà, sarà tentare di ammazzarla.
Aveva bisogno di tempo anche lui.
<< Ora vai a casa, lei non mancherà all'appuntamento. >>
Lui sospirò, rassegnato. << Non so più cosa fare con lei, mi esaspera.>>
Andrea annuì dandogli ragione. << Posso capirti, ma lei è fatta così, vuole capire tutta la situazione da sola. Ma credimi che sei fortunato ad avere lei. >>
Lui lo guardò stranito. << Io non ho lei. >>
Lui sorrise scuotendo la testa. << Invece sì, fidati, la prima persona che cercherà stasera sarai tu.>>
Lui sorrise al pensiero, ma... << Perché sarei fortunato? Vorresti essere tu la prima persona?>>
Lui scosse di nuovo la testa. << Io ho Alexis e mi sento il più fortunato della terra.>>
Soul annuì, quel ragazzo stava incominciando a piacergli. Ripensò a Maka e si incupì. <>
<< Non era pronta ad affrontarti e se davvero non ti sei accorto di nulla, sei davvero un idiota. >>
<< Idiota a chi? >> Ribatté colmo di rabbia, stava perdendo tutti i punti conquistati prima.
<< A te, idiota. Non sei un grande osservatore. >>
Soul respirò profondamente cercando di darsi una calmata. << Non sai nulla del rapporto che c'è tra me e Maka! Non sai nulla di quello che abbiamo passato! >>
Lui scosse la teste. << In questo hai ragione, non so nulla. Ma ti faccio una domanda: Hai mai capito quanto tu sia importante per Maka?>>
Soul si paralizzò e volse lo sguardo al muro, sovrappensiero.
Ripensò a tutti i momenti passati assieme a lei, belli e brutti, ripensò agli allenamenti fatti con lei, pensò al suo addio...
Alzò la testa per rispondergli, ma Frost non c'era più.
Sorrise, Capì.
Si era come risvegliato.
Sapeva cosa doveva fare.


 




Sentì la musica provenire dietro la porta chiusa del salone della Shibusen, sentì anche i vari mormorii dentro la sala. Intuì che le persone invitate fossero davvero tante.
Da quando era uscita dall'infermeria, era stata per tutto il tempo seduta sopra un ramo robusto di un albero secolare, immersa nei suoi pensieri che vagavano nelle più varie direzioni: dalla lotta con il Kishin, a sua madre, alla sua anima fino ad arrivare a Soul.
In un primo momento era entrata in uno stato confusionale, con il passar del tempo i suoi pensieri e ragionamenti si fecero più limpidi.
Non si era affatto pentita della decisione presa contro Nagashimi, per quanto folle e irresponsabile, l'aveva fatta crescere e capire di più se stessa e la sua anima, aveva rischiato realmente di non veder più la luce del sole, ancora ricordava quel posto così bianco e tranquillo di cui lei si era innamorata, ma aveva trovato la forza di non racchiudersi in quella tranquillità, ma di affrontare tutto ciò che le ostacolava la strada.
Doveva ringraziare sua madre, senza di lei non avrebbe mai esposto la sua anima così tanto, anche se era stato rischioso, sua madre voleva solo farla crescere ed affrontare le sfide nel modo più giusto. Se l'era aspettato che sua madre sparisse una volta svolto il suo dovere e non sarebbe mancato tempo per affrontarla l'ennesima volta.
Beh... Con Soul i pensieri si fecero fin troppo confusionali perché non sapeva cosa aspettarsi da lui e come avrebbe reagito. Non sapeva cosa fare, tutto dipendeva dalla sua reazione e per quanto lei si poteva immaginare ogni tipo di reazione, non sapeva come agire. Soul era l'unico individuo a saperla mettere in difficoltà ed era una situazione troppo stressante per lei, però voleva affrontarlo e capire tutto quello che le stava capitando, perché lui era anche in grado di far scomparire la confusione che aveva in testa.
E con quei pensieri che al calar del sole decise che era l'ora di andarsi a preparare per quella serata che, visto le premesse, si prospettava interessante.
Ed ora eccola lì, vestita con un abito di lino lungo attillato nero che risaltava le sue forme, davanti aveva una scollatura abbastanza profonda coperta dal un leggero strato di pizzo che correva parallelo alla scollatura, stretto sul ventre fino al bacino; la schiena coperta solo dal ricamo di pizzo; sulle gambe era leggermente più largo con uno spacco sul lato destro che partiva da metà coscia. Indossava dei sandali neri con tacco vertiginoso; i capelli li aveva mossi che le ricadevano davanti a coprirle il seno, si era truccata leggera, il minimo indispensabile. Come bigiotteria aveva optato per dei semplici orecchini piccoli d'argento e come collana un ciondolo a lei molto caro.
Era pronta per aprire la porta, ma prima di farlo prese un respiro profondo.
Quando l'aprì, si ritrovò in un vasto salone decorato in oro e bianco, illuminato da due lampadari di cristallo, c'erano delle porte finestre che si aprivano su un grande balcone che si affacciava sul giardino della Shibusen.
L'orchestra, composta da archi, suonava una musica melodica adatta per un lento; vide tante coppie ballare tra cui: Star e Tsubaki, Liz e Kid, Andrea ed Alexis. A tutti loro offrì solo un cenno del capo, loro capirono ed risposero con un cenno del e con un sorriso. Vederla viva e che camminava aveva fatto tranquillizzare a tutti.
Lei si guardò intorno in cerca di una determinata persona.
Lo vide accanto alla porta finestra, si accorse subito della sua presenza e la osservava senza remore, nel suo smoking, con sotto la camicia bianca e cravatta nera, le sue mani erano infilate nelle tasche dei suoi pantaloni neri.
Quando gli fu davanti, le mancarono le parole e riuscì solo a dire. << Ehi... >>
I suoi occhi la scrutarono senza farle capire cose gli passasse per la testa, non riusciva a leggerlo e questo la rendeva ancor più nervosa, non riusciva ad immaginare quale tipo di reazione potesse avere.
Sorprendendola, lui sorrise. << Ti va di ballare? >>
Le offri la mano e lei non seppe far altro che annuire e prendergliela.
La portò al centro della pista e con una leggera spinta l'attrasse a sé, le mise le mani intorno ai fianchi e lei le portò dietro la nuca di lui.
Non avendo la forza di guardarlo negli occhi appoggiò la testa sulla sua spalla, rilassata dal quel lento ballo, ma ancora non riusciva a far passare la tensione.
Sentì un soffio caldo sull'orecchio. << Sei bellissima... >>
Lei sospirò e si strinse di più a lui, prima che potesse rispondergli lui continuò. << Non ti avrei mai perdonato se non ti fossi risvegliata... >>
<< Sono qui... >> Riuscì solo a rispondergli.
Lui strinse la presa su i suoi fianchi. << So che non ti sei pentita di tutto quello che hai fatto, è questo mi faceva arrabbiare ancor di più con te, ero colmo di rabbia per tutto quello che avevi fatto, fregandotene di tutto. >>
<< Io... >> Tentò di dire, ma lui la fermò. << Fammi dire tutto quello che penso o non riuscirò più a dirtelo. >>
Lei si limitò ad annuire accarezzandogli i capelli, cullata dalla sua voce e dalla musica.
Lui le sfiorò il collo con il naso. << Non sai quanto mi sei mancata, vederti lì in quel letto senza poter sentire la tua voce, senza poter vedere i tuoi occhi, mi ha fatto quasi morire. Non capivo perché tu l'avessi fatto, si poteva risolvere tutto in modo diverso, ma tu hai deciso così e quando stamattina non ti ho più vista, la rabbia aveva preso il sopravvento su di me, volevo correre per andarti a cercare e urlarti tutte le cose che non sopportavo di te. >>
<< Cos'è che ti ha fermato? >> Chiese lei in un sussurro, sinceramente dispiaciuta.
Lui sorrise. << Chi, più che altro. Diciamo che Andrea ha fatto svegliare anche me, mi ha fatto capire che dovevi stare sola a riflettere e che dovevo cercare almeno di accettare questo modo di fare. Dico accettare, perché capirlo sarebbe troppo per me.>>
Sorrise sul suo collo. << Mi dispiace per tutto quello che ti faccio sopportare.>>
<< Maka Albarn che si dispiace? Sei sicuro tu? >> Chiese sornione lui.
Gli tirò leggermente i capelli. << Smettila di fare lo scemo! Sto dicendo sul serio, so che è difficile starmi dietro, è spesso sono io a non permettere che qualcuno ci stia. >>
<< Altra cosa che mi manda suoi nervi! >> Ribatté lui sospirando. << Questo tuo ostinarti di stare sola e di fare tutto da sola, lo trovo assurdo.>>
Lei si strinse a lui, cercando il calore del suo corpo, mentre l'orchestra cambiava brano, loro rimasero ancora a dondolarsi. << E' più facile per me. >>
<< Perché? >>
<< Perché non devo contare su nessuno e nessuno può crearsi delle aspettative su di me.>> Rispose malinconica.
Lui invece era esasperato. << Io non ho aspettative nei tuoi confronti. >>
Maka si irrigidì non capendo il senso di quella frase. Significava che non gli importava niente di lei? Che qualsiasi cosa facesse a lui non gliene sarebbe importato nulla?
Era confusa, pensava di sapere quello che Soul provasse per lei, ma in realtà si era sbagliata.
Sciolse l'abbraccio e si distanziò da lui, ancora il suo sguardo non le dava punti di riferimento, si sentì ferita, aveva bisogno di una boccata d'aria. Staccò le sue braccia dal suo corpo e si voltò verso una delle porte finestre.
Ebbe solo il tempo di fare due passi che Soul la cinse la vita da dietro appoggiando il petto sulla sua schiena. << Quando smetterai di raggiungere conclusioni affrettate? >> la strinse ancor di più a sé facendo aderire completamente i loro corpi, posò il capo sulla spalla di lei. << Io non ho mai avuto aspettative nei tuoi confronti, non ho mai voluto che tu raggiungessi qualcosa per mia soddisfazione. Io ho sempre avuto fiducia nelle aspettative che ti creavi per te stessa. >>
Lei sorrise cullandosi del suo abbraccio. << Ti va di prendere una boccata d'aria? >> Gli chiese sentendosi già troppo osservata.
Lui annuì e la lasciò andare seguendola lungo la sala fino arrivare al balcone. Maka continuò a camminare fino ad arrivare alla balconata in marmo sulla quale si appoggiò i gomiti e guardò il panorama. Soul si mise accanto a lei nella sua stessa posizione.
Lei sospirò. << Soul, devo dirti una cosa... >>
<< Prima io. >> La interruppe.
Lei voltò il viso verso di lui. << La mia è davvero importante. >>
<< Anche la mia. >> Ribatté Soul, guardandola a sua volta.
Lei sospirò. << La mia riguarda il futuro... >> Voleva avere prima lei la parola.
Lui sorrise. << La mia complica il futuro. >> A quanto pare anche Soul voleva parlare per prima. << Qualsiasi cosa tu mi debba dire, non posso permettere che riesca a non farmi dire quello che voglio dirti. >>
Lei sospirò e voltò lo sguardo di nuovo davanti a lei, in sovrappensiero, onestamente non aveva alcuna curiosità di scoprire cosa lui aveva dirle, voleva solo che lui l'ascoltasse. Perché lei doveva...
<< Mi ascolterai? >> Le chiese lui, a quanto pare non riusciva a sopportare il suo silenzio. Lei sospirò ancora una volta ed annuì.
Lui le prese le mani, cercando di voltarla verso di lui. << Guardami. >>
Con un respiro profondo lei si voltò verso di lui, in attesa. Notò con estremo stupore che anche lui era agitato, lo notava da come non riuscisse a stare fermo e dalla goccia di sudore che gli scendeva lungo la tempia, nonostante l'aria fresca.
Finalmente si decidette a prendere parola. << Io ammetto di essere stato uno stupido e anche ottuso. >>
<< Meglio tardi che mai. >> Lo interruppe con un sorriso, cercando di smorzare la tensione che regnava tra loro, ma con lo sguardo torvo che le lanciò Soul alzò le mani in segno di scusa e lo fece continuare.
Lui sospirò. << Stupido perché non riuscivo a capire certi tuoi atteggiamenti; stupido perché non capivo il significato di alcune tue frasi; stupido perché non riuscivo a capire cosa provavo per te. Ottuso perché mi ostinavo a guardare la nostra situazione da un solo punto di vista, senza guardare altre piccole sfumature che erano, che sono davvero importanti.>>
Le si mozzò il fiato. << Soul, dove vuoi arrivare? >> Si mise di spalle alla balconata e si appoggiò la schiena.
Soul si mise di fronte a lei, guardandola negli occhi. << Voglio arrivare dove non ho mai avuto il coraggio di andare. >>
Lei scosse la testa, le faceva male... << Fermati qua Soul, per favore. >>
<< Non ci sarà niente che mi potrà fermare, ormai! >> Sembrava che niente gli potesse fare cambiare idea e lei faticò ad accettarlo.
Non ce la fece più a guardarlo negli occhi, si spostò di lato e fece due passi lungo il balcone con la mano appoggiata sulla balconata, le lacrime che credeva di non aver più tornarono a farsi risentire proprio in quel momento.
Lui le afferrò il braccio e la fece voltare verso di lui, la distanza tra i loro corpi divenne millimetrica.
<< Ti amo. >> Le sussurrò guardandola negli occhi.
Una lacrima sfuggì al suo controllo mentre lui pronunciava quella frase che aspettava di sentirla da più di sei anni, che forse aveva superato il tempo massimo. Perché doveva dirgliela adesso? Perché doveva soffrire più di quanto non soffrisse già?
Lui la guardò stranito, forse si aspettava qualsiasi tipo di reazione tranne che quella, fece finta di ignorare quella lacrima e attese in silenzio una sua spiegazione.
<< Domani parto. >> Sospirò lei allontanandosi da lui e appoggiando le mani sulla balconata. << Era questo che ti volevo dire. >>
Soul si fece un blocco di ghiaccio. << Cosa? Perché? >>
Lei strinse le mani intorno al marmo. << Ero qui solo per svolgere la missione, ora devo completare il mio percorso. >>
<< Cos'è che ancora ti manca? >> Sbottò Soul, infuriato.
<< Devo riuscire a controllare la mia anima senza questo scudo. >> Gli spiegò, sapendo che aveva il diritto di capire almeno il motivo della sua partenza.
Lui si avvicinò a lei e le posò una mano sulla sua stringendola. << E non puoi farlo qui?>>
Scosse la testa. << No, c'è solo una persona che può aiutarmi, almeno a non morire, e non si trova qui. Mi dispiace, Soul. >>
Lui volle gridare, volle urlarle contro ogni cosa che aveva dentro, volle cercare di farle cambiare idea fino a che gli rimaneva l'ultimo alito di voce. Ma ciò che fece uscì dai propri istinti, in quel momento per lui comandava qualcosa che non aveva mai avuto controllo in lui.
Sciolse la presa dalla mano e la fece scorrere lungo il braccio di lei fino ad arrivare al suo viso dove asciugò le lacrime che erano sfuggite al suo controllo, le prese il mento tra l'indice e il pollice e la fece voltare verso di lui. Lei si fece manipolare e lo guardò negli occhi, aspettando una mossa di lui. Le si avvicinò e le depositò un bacio a fior di labbra sulla bocca.
<< Resta con me stanotte. >> Le sussurrò sulle labbra.
I suoi occhi divennero due fari verdi pieni di stupore. << Soul, forse non hai capito... >>
<< Resta con me stanotte. >> Lo ripeté, senza darle retta.
Lei sorrise appoggiando la fronte su quella di lui. << Perché dobbiamo sempre complicarci tutto? >>
<< Perché, per questa notte, voglio che tu sia mia. >>
Lei chiuse gli occhi, indecisa. << Sappiamo già come andrà a finire, domani sarà ancora più difficile. >>
Lui le prese il viso tra le mani, spostandola dalla balconata. << Guardami. >> Quando lei aprì gli occhi, parlò. << Resta con me stanotte. >>
Lei gli appoggiò una mano sul petto, allontanandolo. Sapeva già come andava a finire quella storia e lei non voleva star ancor più male di prima. Odiava star male di nuovo, non poteva. << Devo andare ora. >>
Gli diede le spalle e si incamminò verso la sala.
Non si diede per vinto le afferrò il braccio e con uno strattone la portò tra le sue braccia. << Non ti chiedo niente, voglio solo stringerti stanotte, come sto facendo adesso. Lo so che sarà difficile domani per entrambi, probabilmente tenterò di legarti al letto in qualche modo. Ma non voglio essere lontano da te stanotte, voglio sentirti, voglio vederti, voglio stare con te perché tu sei viva e io ho rischiato di perderti e domani te ne andrai di nuovo da me. Resta con me stanotte, ti prego. >>
Le si mozzò il fiato, voleva anche lei sentirlo, da troppo tempo non dormiva con lui, da troppo tempo non sentiva quel calore protettivo che la cullava mentre dormiva.
Era egoista lo sapeva, ma resistere a qualcosa che volevano entrambi era impossibile. Annuì. << Stanotte portami via, stanotte sarò tua. >>
Lui sorrise, le sfiorò le labbra e si staccò prendendole una mano e incominciando a dirigersi verso la sala, ma lei lo trattenne. La guardò ponendole una domanda muta.
Lei perse tempo ad osservarlo i suoi capelli argentei, il suo viso, il suo corpo e i suoi occhi rubino che da sempre l'avevano incantata. Si sarebbe mai stancata di guardarli? Domanda retorica. Era impossibile che si sarebbe stancata. Pensò a tutto, la loro conversazione che era avvenuta quella sera; tutti i loro incontri avvenuti da quando era ritornata alla Shibusen; tutte le loro giornate passate insieme prima che lei se ne andasse...
Al diavolo tutto! Al diavolo che domani starà male perché il suo cuore sarà per l'ennesima volta lacerato! Al diavolo che domani non avrà più la forza neanche di camminare, perché ad ogni passo che farà il peso del suo cuore aumenterà ad ogni metro che la separava da lui!
Quella notte era il loro presente, quella notte le dava l'occasione di stare con lui, quel presente le proponeva così tanta felicità da farle scordare quel futuro di tristezza al cuore.
Quella notte non voleva pensare al futuro, ma solo al presente che lei voleva vivere!
Sorrise, lo strattonò verso di sé e ritornarono vicini, lei gli cinse il collo con le braccia, sorprendendolo, ma lo sorprese di più con quello che gli disse in un sussurro orecchio.
<< Ti amo. >>









 

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Capitolo 14
*** Epilogo ***


Non importa che io lo stia pubblicando ora questo epilogo. Dopo tantissimo tempo l’ho fatto perché penso che meritava un finale questa storia.
Dopo tanto tempo sono ritornata a scrivere, dopo aver avuto un lungo blocco. Sapere come farla finire ma scriverla per far arrivare quello che ho sentito io. E’ stato questo il difficile. Non so se ho ottenuto l’effetto sperato, ma comunque c’ho provato
Hai vecchi lettori di questa storia spero che finalmente siano felici di aver un loro finale e spero che ne restino soddisfatti.
Ai nuovi lettori auguro una buona lettura, ora che la storia è finalmente completata.
Mi scuso sempre per i miei eventuali errori grammaticali e ortografici, mi dispiace che con gli anni in questo non sono per niente migliorata.
Con questo capitolo concludo un viaggio che è durato anni, ma che mi ha visto crescere e cambiare modo di scrivere.
Spero che non rimaniate delusi.
Una buona lettura a tutti voi.

 


 

The Power Of the Soul
Capitolo 14- Ultimo
Epilogo

                                                                                                                                                                              
               

“Un’anima forte…

Risiede in un corpo forte…
E in una mente forte…”
Maka Albarn

 
 “Di qualunque cosa le nostre anime siano fatte,
la mia e la tua sono fatte della stessa cosa” 
Emily Brontë
 
 







La musica e le luci della festa divennero un dolce ricordo una volta che si furono allontanati dalla villa. Avevano salutato tutti con un cenno di sfuggita, dandosi appuntamento per l'indomani.
Ormai tutti avevano intuito che era arrivato il tempo dei saluti.
Una volta fuori dalla sala, Soul insistette per portarla a cavalluccio sostenendo che con quei tacchi vertiginosi era impossibile camminare, Maka con un sorriso non seppe come ribattere e così si ritrovò sulla schiena di Soul con le braccia intorno al suo collo e la testa appoggiata sulla sua spalla. Sorrise ricordandosi le volte in cui lui l'aveva portata così.
“Ancora non capisco, come fate voi ragazze ad usare queste trappole mortali.” Soul interruppe il silenzio sereno che aleggiava tra loro.
Lei gli scombinò i capelli. “Non sono trappole mortali e poi ho un aiuto in più.”
“Ma usi la tua forza dell'anima per tutto?” Le chiese sbalordito, spostando leggermente la testa di lato per guardarla.
Lei annuì serena. “Fa parte di me... Perché non dovrei usarla?”
“Maestri! Siete tutti approfittatori!” La prese in giro e nello stesso tempo fece un piccolo saltello facendola sobbalzare sulla sua schiena.
Lei si avvicinò al suo viso che ancora era rivolto verso di lei e gli diede un bacio sull'angolo della sua bocca. “E voi buki siete degli umili servitori.” 
Soul si schiarì la gola e voltò il viso, dandosi un po' di contegno. Continuò a camminare con Maka a cavalluccio in un silenzio tranquillo fin quando non furono arrivati davanti alla casa nella quale una volta vivevano insieme.
“Vuoi salire le scale pure con me di sopra?” Gli chiese con un sorriso.
“Mi sembra ovvio! Non mi confondo per così poco.” Rispose lui a tono.
Lui salì le scale e una volta giunto davanti alla porta la mise giù, lei si appoggiò, di schiena, al muro accanto alla porta e prese ad osservarlo attentamente mentre prendeva le chiavi per aprire la porta.
Una volta che fu aperta, con un gesto galante, la fece avanzare per prima.
Con un sorriso lei entrò in quella casa piena di ricordi di loro due.
“Vuoi qualcosa da bere?” Le chiese una volta entrato anche lui in casa.
“Penso di potermi servire da sola, grazie.” Ribatté dirigendosi verso il frigo per prendersi un po' d'acqua. Infondo conosceva quella casa come le sue tasche, aveva vissuto lì gran parte della sua vita.
Lui si limitò a scuotere la testa, non potendo darle torto, e prese a sfilarsi la giacca dello smoking, appoggiandola su una sedia. Tentò anche di snodare la cravatta che aveva al collo, ma inevitabilmente non ci riuscì, le indossava raramente, anche perché non le sopportava. Un sorriso lo distrasse dalla sua operazione e lo portò ad alzare lo sguardo verso Maka che tentava in tutti modi di trattenersi dal ridere.
“Certo che sei proprio negato, lascia faccio io.” Gli disse avvicinandosi a lui e allungando le mani verso di lui per sciogliere la cravatta.
Tolse le mani per fare spazio a quelle di lei e le fece scivolare ai lati di quel bellissimo corpo che gli stava di fronte, sfiorandole la vita. Le sue mani si ancorarono ai fianchi e la portò più vicino a lui.
“Tu invece sei un'esperta.” Le sussurrò osservando i suoi occhi verdi.  
Per quanto difficile, lei sostenne il suo sguardo. “Infondo sono una maestra.”
Anche quando la cravatta non fu più intorno al suo collo lui continuò a rimanere in quella posizione e con un sospiro appoggiò la sua fronte su quella di Maka.
Lei chiuse gli occhi e con un sospiro cercò di mettere un po' di distanza tra loro. “Soul...”
Lui scosse la testa non permettendole di allontanarsi. “Tranquilla, ho promesso di fare il bravo. Non vorrei che mi arrivasse un altro schiaffo.”
Lei sorrise circondandogli il collo con le braccia e appoggiando la testa tra il collo e la spalla. “Diciamo che l'avevo desiderato così tanto che non me l'aspettavo, in quello schiaffo ho racchiuso tutte le mie emozioni di quel momento.”
“Beh, me ne sono accorto... è stato abbastanza forte.” Rise lui stringendosela a sé. Rimasero per po' in quella posizione, godendo di quell'attimo, poi con un sospiro Soul sciolse la presa. “Dai andiamo a cambiarci, va bene una mia maglietta per dormire?”
Maka annuì stranita da quel suo strano comportamento, lo seguì in stanza e lo vide prendere una maglia che subito dopo le lanciò.
“Incomincia a cambiarti, io vado un attimo in bagno.” E la lasciò lì con una sua maglietta in mano.
Lei fu ancora più stranita da quel suo comportamento, se avesse agito come aveva fatto in quei giorni a quest'ora le sarebbe saltato addosso senza darle il tempo di replica, invece sembrava essere più moderato, forse perché ora era più tranquillo di quel loro strano rapporto? Forse perché sapeva che lei era sempre stata sua in fondo?
 L'aveva visto trattenersi, ma perché? Che avesse paura, ma di cosa? Di non riuscire a reggere la separazione? Allora che motivo aveva di invitarla a restare con lui?
Potevano lasciarsi lì. Rapido e indolore.
Aveva una tale confusione in testa, tutto per quel suo strano atteggiamento nei suoi confronti. L'aveva rincorsa così tanto quando lei non voleva che lo facesse e ora che lei era pronta a fermarsi e camminare con lui, si era fermato. Ma per quale motivo?
I suoi pensieri furono interrotti da lui che entrò nella stanza e la ritrovò nella stessa posizione di prima. “Tutto bene, Maka?”
Lei si riscosse velocemente dal suo stato confusionale. “Sì certo, solo che non riesco ad abbassare la zip del mio vestito, mi puoi aiutare?”
Lui annuì e con un sorriso si avvicinò a lei, trovò la zip sul fianco sinistro e la abbassò piano, mentre premette il suo corpo contro la schiena di lei e il suo profumo gli riempì i sensi. Lei venne scossa dai brividi. Quel momento, però, durò troppo poco, lui si allontanò subito una volta che ebbe finito l’operazione
Le diede le spalle e incominciò a sbottonarsi la camicia.
Con un sospirò andò in bagno, ritornò nella stanza già con la maglietta di Soul messa, pronta per dormire, lo trovò disteso a letto solo con la luce del lume accesa sul comodino. “Stavo incominciando a pensare che te ne fossi andata.”
Lei sorrise avvicinandosi al letto. “In effetti sarebbe stato proprio da me.”
Si sdraiò sul letto e lui la fece mettere di spalle e la strinse a sé. “Sono felice che tu non l'abbia fatto.”
Sorrise al buio quando Soul allungò il braccio per spegnere il lumino. Lei si avvicinò ancor di più a lui e gli strinse la mano portandosi il suo braccio intorno a lei ancor più stretto.
Soul sorrise sul suo collo depositando un leggero bacio dietro l'orecchio. “Mi ero dimenticato della sensazione di addormentarmi con te, di sentire il tuo profumo, di sentire la tua presenza, mi è mancato tantissimo.”
Maka si girò in quel caldo abbraccio, intrecciò le loro gambe e nascose il viso tra la spalla e il collo di lui, sentì il suo odore e depositò una serie di baci dalla spalla fin sotto l'orecchio. Amava sentire il suo respiro accelerato, soprattutto se provocato da lei. Sospirò anche lui stringendo le mani sui fianchi. Continuò i suoi baci che arrivarono fino allo zigomo, ma quando Soul sentì il respiro sulle sue labbra si allontanò leggermente. “Non eravamo rimasti di non complicare la situazione più di quanto lo è?”
Lei si scostò leggermente, sentendo uno strano peso alla bocca dello stomaco, Soul non l'aveva mai rifiutata. Mai. “Da quando ascolti quello che dico?”
Sorrise scuotendo la testa, allungò la mano fino al suo viso e lo accarezzò. “L'ho sempre fatto.”
Maka scacciò la sua mano dal viso, non voleva essere consolata. “Ma se hai sempre fatto di testa tua! Soprattutto in questi giorni, facendo il contrario di quello che ti dicevo io!”
“Era diverso...” sussurrò Soul facendo cadere la mano sul materasso.
“Che cos'era diverso? Il fatto di non sapere che non so stare senza di te e ora lo sai?! Quindi ora che mi hai, non mi desideri più!??” Era arrabbiata con il peso alla bocca dello stomaco che pressava sempre di più.
“Non pensare mai ad una cosa del genere!” Soul quasi urlò, poi sbuffò passandosi una mano tra i capelli cercando di calmarsi.
“Scusa se non so a cosa pensare, ti sento troppo distante anche se hai detto tu di volermi stare vicino stanotte...” Lo disse con un sussurro, ormai non aveva più la forza di combattere, neanche di dirgli che non sopportava le urla. Si scostò completamente da lui con l'intenzione di andarsene per rendere la distanza anche fisica, perché quella mentale era troppo da sopportare. Ma prima che si potesse alzare dal letto, Soul le afferrò il polso riportandola sdraiata.
“Ho paura...” Sussurrò, la tirò verso sé stringendola. “Ho una fottuta paura di sbagliare!” 
Maka sospirò scostandosi da lui per guardarlo negli occhi nonostante il buio. “Che vuoi dire?”
Soul sospirò portando una mano dietro la nuca di lei, prese ad accarezzarle i capelli. “Ho paura che se sbagliassi, te ne andrai di nuovo e io non voglio che te ne vada. Voglio restare con te e cercare di memorizzare ogni tuo piccolo dettaglio.”
Lei sorrise, più serena. “Allora c'è un'altra cosa che devi ricordarti.” Si avvicinò a lui e gli diede un dolce bacio sulle labbra. “Sai certe volte non si capisce bene dove sia il confine tra giusto e sbagliato.”
Lui sorrise attirandola a sé con una mano dietro la nuca e la baciò, lei si sdraiò completamente su di lui approfondendo il bacio. La strinse forte a sé per poi ribaltare le posizioni si posizionò tra le sue gambe su di lei, continuando a baciarla con passione, le dita di lei strette tra i suoi capelli, le gambe attorno al suo bacino. Le mani che accarezzavano lente tutto il profilo di lei. Lasciò le sue labbra riprendendo il respiro appoggiò la fronte su quella di lei, la guardò dritta negli occhi. Rubino su smeraldo.
“Voglio adorarti, voglio farti sentire quanto tu sia realmente preziosa per me. Stanotte voglio dimostrarti quanto io ti amo e quanto ti desidero...”
“L'hai fatto...” Riuscì a sussurrare nel suo respiro spezzato.
Lui le sorrise. “Ma ora sei mia e voglio che tu lo ricordi, sempre!”
Non le diede tempo di ribattere, la baciò di nuovo, ma più lentamente, accarezzando le sue labbra e scendendo sempre più giù. Maka sospirò non avendo alcuna intenzione di fermarlo. Scese con le mani ad accarezzarle il profilo delle gambe salendo poi su trascinandosi la maglia e ancorando le mani ai fianchi nudi di lei.
Maka sospirò inebriata dalle sue mani calde e desiderose. All’improvviso si sentì sollevare e si ritrovò a cavalcioni su di lui, i suoi occhi rubino che la guardavano con desiderio mentre con un sorriso pieno di aspettative le alzò lentamente la maglietta fino a sfilargliela e gettarla da qualche parte nella stanza.
Solo in quel momento lui staccò gli occhi da quelli di lei e scese giù con lo sguardo beandosi di quella meravigliosa visione che aveva davanti.
Lei gli sollevò il viso con due dite sotto il mento. “Ti piace il panorama?” Gli disse una volta incontrato il suo sguardo.
Lui sorrise fermando le mani, che prima scorrevano lungo tutta la sua bianca schiena, sul fondoschiena, afferrandolo e attirandola a sé.
“Sei bellissima” Le sussurrò ad un passo dalle labbra, prima di baciarla.
Lei portò le braccia dietro la nuca approfondendo il bacio e stringendosi ancor di più a lui.
Ad entrambi si mozzò il respiro quando i loro bacini entrarono in contatto.
“Dio...” sospirò Soul staccandosi dalle sue labbra. Incominciò a lasciare baci sul suo collo tracciando linee immaginarie, poi ribaltò di nuovo la posizione riportandola sotto di sé.
Da quel momento finì il tempo delle parole, ma solo di sospiri, baci e tocchi che non toccarono solo il corpo ma anche l’anima d’entrambi. Quella notte fu come se fosse la loro prima notte, dove si riscoprirono amanti e con una conoscenza in più: ogni loro azione compiuta in quei anni era stata fatta solo per amore. Fin a quel momento erano stati inconsapevoli di provare amore e d’essere stati allora volta amati. Quella notte si amarono senza più vincoli: senza rancore, senza timore e senza la paura che l’altro avrebbe potuto capire ciò che provava l’altra perché ormai si erano liberati dalla paura e, finalmente, si amarono come avrebbero voluto fare da sempre.
 
Quella mattina si svegliò con i primi raggi del sole che entrarono dalla stanza, ma non fu a causa della luce che si svegliò, sentiva un grosso peso allo stomaco che non gli permetteva di respirare. Con un sospiro si girò alla sua destra e realizzò che quello che era successo poche ora prima non era solo un sogno. E magicamente quel grosso peso svanì.
Si girò su un fianco appoggiando la testa alla mano e, per la prima volta dopo tanto tempo, la osservò dormire. Era bellissima. Distesa a pancia in giù, il lenzuolo che lasciava scoperta tutta la schiena, i capelli biondi sparsi sul cuscino e altri che le nascondevano il viso.
Non riuscì a trattenersi oltre e allungò una mano ad accarezzarle il viso scostandole i capelli che lo nascondevano, poi fece scivolare i polpastrelli lungo la spalla, il collo e poi giù lungo la sua bianca schiena accarezzandola su e giù in un tocco delicato, come se lei fosse di cristallo. Lì arrivò il colpo di grazia, Maka aprì i suoi splenditi occhi verdi puntandoli nei suoi e dopo un attimo di smarrimento gli sorrise stringendo il cuscino tra le braccia mentre si godeva le carezze di lui sulla schiena. Lui non seppe cosa dirle, rimase solo abbagliato da quella visione.
Restarono così in silenzio guardandosi negli occhi e godendosi il momento di pace.
“E io che pensavo d’essermi sognata tutto.” Ruppe il silenzio, sempre con il sorriso sulle labbra.
Soul ricambiò il sorriso e non resistendo più, avvicinò il viso a quello di lei e le accarezzò le labbra con le proprie. “L’ho pensato anch’io.”
Sorrisero entrambi come due bambini. Si girò anche lei su un fianco e gli mise una mano sulla nuca avvicinandolo a sé e lo baciò con dolcezza.
Si staccò dalle sue labbra e la strinse a sé. Depositando un bacio sulla fronte le sussurrò. “Promettimi che un giorno, non importa quando, ci sveglieremo così ogni mattina.”
Maka sospirò appoggiando la testa sul suo petto. “Lo spero anch’io. Prometto che farò di tutto per poter tornare da te anche se fosse troppo tardi. Non farò lo stesso errore di mia madre.”
“Non sarà mai troppo tardi.” Controbatté lui.
“Soul non puoi aspettarmi a vita.” Protestò lei staccandosi leggermente da lui per poterlo guardare negli occhi.
Scosse la testa, serio. “No. Stavolta si fa a modo mio. Preferisco stare solo che avere una persona accanto che non sia tu.”
Maka si stette in silenzio colpita da quelle parole. Soul con un sorriso riprese a parlare. “E poi Jessica l’hai ridotta quasi in fin di vita. Non voglio immaginare cosa possa succedere ad una eventuale nuova ragazza.”
Sgranò gli occhi e lo spinse via ridendo. “Ma quanto sei scemo!”
Ridendo la trascinò con lui portandosela sopra di sé e prese ad accarezzarle i capelli, lei si accoccolò sul suo petto, in pace.
“Sai…” iniziò a parlare con i capelli di lei tra le dita. “Mi sembra diverso dall’ultima volta che sei dovuta andare via da me.”
Lei annuì concorde. “Perché l’ultima volta sapeva di troppi rimorsi. Avevo tante di quelle cose da dirti, ma non potevo farlo.”
“Già, anch’io. Sapevo d’amarti ma non volevo ammetterlo con me stesso.” Le rivelò.
Sorrise, lasciandogli un bacio sul petto. “E’ bello sentirtelo dire.”
Gli scappò una risata. “Sapere che non ho avuto le palle di amarti veramente?”
“No. Sapere che anche tu provavi, come me, le stesse cose.”
Sorrisero complici e stettero ancora stretti l’una tra le braccia dell’altro. Dopo un po’ Maka si sollevò da lui, guardandolo. “Andiamo? Ho un po’ di gente da salutare.”
Lui annuì. “Andiamo.”
Si sistemarono e, dopo una breve tappa a casa di lei per cambiarsi, si avviarono verso la Shibusen.
Salirono e le scale e trovarono tutti lì. Maka con un sorriso prese a salutarli uno ad uno: diede un forte abbraccio a Liz e Tsubaki facendo ad entrambe gli auguri ed un grosso in bocca a lupo e fece promettere rispettivamente a Death the Kid e Black-Star di trattarle bene o sennò lei avrebbe mietuto a loro l’anima e con queste parole fece scoppiare tutti a ridere. Diede una carezza a Patty e con stupore di tutti abbracciò suo padre che per tutta risposta si buttò a terra in un mare di lacrime.
“In un modo o nell’altro devi farlo sempre frignare, vero piccola Maka?” Le disse Stein con un sorriso sadico e la sigaretta in bocca.
“E’ fatto così. Cosa ci possiamo fare?” Rise Maka, poi riprese a parlare. “Li allenerà per bene questa volta?”
Lui annuì. “Farò del mio meglio.”
Lei sorrise soddisfatta per quella concessione.
Poi si mise davanti al Sommo Shinigami e fece un semplice inchino e lui di rimando urlò. “Shinigami-Chop!” dandole un colpo in testa.
“Ahia!!! E’ questo per cos’era?” Gli chiese.
“Semplicemente per non scordarti le tue origini.”
Lei si limitò a sorridere a quelle parole.
Stranamente quella mattina c’era anche Jessica, decise di avvicinarsi a lei. “Spero che diventerai più forte un giorno, così potremmo scontrarci ad armi pari.”
Lei sorrise. “Lo spero anch’io. Ma non penso di volermi scontrare con te. Ci tengo alla mia vita”
Le rise e Andrea e Alexis la richiamarono. “Maka!! Andiamo ora?”
“Andate! Tanto credo che per noi non passerà molto tempo prima di incontrarci ancora.”
Loro annuirono e con un cenno della mano, diedero le spalle alla Shibusen. La loro missione si era conclusa. Quella missione che li aveva fatti unire per sempre e dovevano dire grazie a quel Kishin che tanto li aveva fatti dannare.
Maka si voltò verso Soul e lo trovò con un sorriso stampano in faccia. Gli sorrise di rimando avvicinandosi a lui. L’abbracciò e gli sussurrò. “Ti amo.”
La strinse forte a sé. “Mi basta sapere questo. Ti amo anch’io. Abbi cura di te per favore.”
Lei annuì staccandosi da lui.
Si schiarì la voce e parlò a tutti. “Beh posso dire che un ritorno così interessante non me lo sarei mai aspettata. Sono contenta di aver ritrovato a tutti voi. C’è voluto un po’ per conoscerci di nuovo daccapo. Quando ritornerò voglio trovare degli avversari del mio stesso calibro. Io purtroppo devo lasciarvi ancora una volta. Mi farò viva e avremo tutto il tempo di recuperare il tempo perduto. In bocca a lupo per tutti ragazzi.”
Con queste poche parole li salutò, ma preferì non voltarsi di spalle. Con un sorriso in volto e con lo sguardo fisso su Soul, svanì nel nulla.
“Mi sembrava strano che ancora non avesse fatto qualche effetto speciale.” Gracchiò Black-Star ma con ghigno stampato in faccia.
Soul sorrise e guardò il cielo e pensò. -Non cambierai mai, amore mio. –
 
 

 

The End






In un altro spazio, in un altro tempo…:
“La situazione sta veramente sfuggendo di mano. Dobbiamo far qualcosa.”
“Non preoccuparti. Elimineremo tutta la feccia.”
“Stanno diventando più numerosi e più forti.”
“Non importa. Farò estinguere tutti questi impuri. Tutti hanno un punto debole e io non permetterò più che un individuo possa avere sia il sangue di un’arma che di un maestro.”
“Riporteremo tutto alle origini.”
“Vecchie origini, dove detterò io le leggi. Tutta questo caos finirà.”




 
 

To be continued...
Maybe....

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