lei, la donna di mio fratello

di STRAWBERRY
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Attacco alla foglia ***
Capitolo 2: *** Male vs male ***
Capitolo 3: *** Ricomincia da te ***



Capitolo 1
*** Attacco alla foglia ***


Sasuke ispirò profondamente il suo profumo, non lo avrebbe mai dimenticato, mai

Sasuke ispirò profondamente il suo profumo, non lo avrebbe mai dimenticato, mai. Anche quando la memoria lo avrebbe abbandonato, lui sarebbe sempre stato all’altezza di riconoscere il suo profumo. La guardò addormentata, mentre dormiva sembrava quasi una persona come le altre. Il problema era che quella ragazza non era come tutte le altre. C’era qualcosa di negletto in lei che fin dalla prima volta in cui i loro occhi si erano incontrati, aveva annunciato una ninja singolare. Sarah era singolare, anzi forse unica. Continuò ad osservarla nel suo stato di dormiveglia, teneva stanca il capo poggiato sul suo torace nudo e poco irsuto. Vagò con una mano sulla sua schiena di ormai donna, aveva tutto al punto giusto, non si stancava mai di guardarla... eppure ancora non poteva conoscere l’immenso che li divideva.

- E’ sbagliato, lo sai vero? - Pronunciò lui.

Lei non si mosse, non alzò nemmeno il capo per guardarlo. Mosse la mano sul suo torso pigra. mugugnando qualcosa. Sasuke continuò a guardarla, pronto a ripetere quella esclamazione camuffata di domanda.

- Cosa è sbagliato, Sasuke? -

Domandò in un sussurro. Non è che non avesse capito quello che il giovane chunin intendesse. Gli bastava guardarlo per capirlo. Oramai con aria di sfida alzò il capo a guardarlo. Occhi negli occhi, quelli bigi di lei in quelli neri di lui, che si scambiavano un mare di parole sopite nell’ombra. Non avrebbe distolto lo sguardo per prima, non questa volta. Guardò ancora una volta gli occhi di lui così differenti da quelli di suo fratello. Sasuke ed Itachi si somigliavano tanto, da troppi punti di vista forse... sia caratterialmente che fisicamente. Però allo stesso tempo pur essendo simili non erano uguali. Sasuke viveva per la vendetta , Itachi per uccidere. Gli occhi di Itachi per quanto potessero essere uguali a quelli del fratello erano... bui, spenti, privi di qualsiasi emozione concessa agli esseri umani. Sarah amava il suo maestro, certo, come qualsiasi allievo ama il proprio. Per lui era stata pronta a morire, ma da quando le mani di Sasuke l’avevano toccata, per la prima volta il dubbio si era insinuato nella sua mente... forse il suo idealismo di vita era sbagliato. Allora si ricordò della sua missione. Quando Itachi le aveva detto lo scopo della missione aveva esitato, era stata tentata di rifiutare quella missione tanto meschina. Il suo signore diceva d’amarla eppure, lui era capace d’amare? Quel dubbio l’aveva afflitta sin dal primo istante, in cui lo aveva accettato come maestro.

- Fallo innamorare, e poi... distruggilo. Spezzagli il cuore nella maniera più cattiva in cui si può fare del male ad una persona. Quando il dolore sarà parte permanente di lui allora io lo attaccherò... porta pure con te la squadra speciale, Ryan e Francis saranno felici di aiutarti.-

Le sue parole cattive e meschine le tornavano continuamente in testa... lei doveva distruggerlo?

- Quello che facciamo -

Si decise a rispondere lui, interrompendo finalmente il fluire dei sui pensieri... Lei tornò al presente. Lo baciò a fior di labbra biricchina, non staccando mai gli occhi da quelli di lui.

- Perché Sasuke cosa facciamo? - Domandò strappandogli un leggero sorriso. Era vero, il sorriso raro è sempre il più bello di tutti. Quello di Sasuke era unico.

-Mi pare, che anche se sbagliato quello che facciamo... lo facciamo bene no?-

Questa volta fu lui a strapparle un bacio, anche l’intensità di quei baci era differente. Forse non esisteva nemmeno il termine di paragone tra i due. -Sarah -fu solo un sussurro sulle sue labbra.

-Sarah Elektra-

Fredda e gelida gli tornò alla mente la voce di Itachi. Solo il suo nome bastava per definire il contorto mondo di emozioni che aveva dentro. “Sarah” era il nome di sua madre, dall’ebraico significava: “colei che è nata per dare gioia”. Come se l’unico scopo della persona che portava quel nome, fosse dare gioia a chi la circondavano. Suo padre alla morte della madre aveva cominciato a chiamarla Sarah, cancellando se possibile, o lasciando solo un opaco ricordo di quello che era il suo vero nome: “Elektra”. Ossia la vendicatrice, quel nome era stato scelto unicamente da sua madre, e definiva concretamente la sua indole contorta. Sarah Elektra così come la chiamava il suo signore, era un nome particolare... forse unico.

La mano di Sasuke si spostò sul crocifisso che portava al collo, l’unica cosa che in quel momento indossava. Quel crocifisso richiamava ricordi... ma non riusciva a metterli bene a fuoco.

- Questo è per voi Sarah Elektra...-

Glie lo aveva messo al collo Itachi, era senza dubbio un crocifisso particolare... con la punta finale d’ametista.

-Era di mia madre, è stata di mia nonna... secondo mio padre tutte le donne Uchiha lo hanno indossato. Diceva sempre che quando un’ametista si rompe e perché ha assorbito qualcosa di negativo, diretto a noi... esso rinuncia alla suo integrità per evitare che il male ci ferisca.Sorprendente no? Non si è mai rotto in questi anni.-

Sarah osservò il crocifisso.

-Credevo che tua madre fosse buddista, che quindi, non portasse crocifissi...-

-Infatti era un regalo simbolico, che serve a proteggere tutte le donne degli Uchiha, perché essere un Uchiha non è semplice...nemmeno per una donna.-

 

 

Tornarono a guardarsi...

- Dovresti allenarti...- Disse lei

-Dovrei...- Confermò lui...

- Come si dice? Volere è potere...-Ghignò lei.

Un ghigno che a Sasuke parve di beffa. Non gli andava di lasciarla, il ritardo era già imminente. Ed avrebbe dovuto spiegare a tutti con chi era il motivo del suo ritardo. Avrebbe dovuto spiegarlo anche a Sakura, e questo comportava farla soffrire ancora. Non aveva voglia di spiegare perché andava a letto con Sarah, non lo sapeva nemmeno lui il “perchè”. Era amore? Una sirena d’allarme interruppe i suoi pensieri. Stavano suonando il codice rosso. Il codice Rosso veniva suonato solo quando c’era lo zampino di Orochimaru. Si alzò di scatto vestendosi...

-Tu rimani qui Sarah-

 

 

Salve a tutti,prima di tutto vorrei farvi una doanda! COSA VI ASPETTATE DAL PERSONAGGIO DI SARAH? adoro sentire la voce dei lettori. Sono nuova in questa sezione. Vi prego di non prendere troppo in antipatia Sarah poiché questa fanficiton, mi è stata espressamente richiesta da “Ryan Shirogane”. Ed eccomi qui... Mi aveva espressamente richiesto un nuovo personaggio che passasse il segno, spero di averlo fatto accennando a Sarah Elektra. Come spiego anche nella fanfiction, solo il nome basta a definire il contorto mondo di emozioni che ha dentro. Questa fanfiction è piuttosto breve conto di chiuderla in due , tre capitoli al massimo...Il motivo per cui il primo capitolo e tanto breve è per darvi un assaggio... spero dolce. Sarah è fortemente diversa da Sakura, ed anche i sentimenti che Sasuke prova per entrambe hanno tante differenze. Sakura amerà sempre Sasuke incondizionatamente dal resto, solo che quello che Sasuke prova per Sarah inizialmente non è un sentimento degno di essere nominato. Non credo che riuscirete a conoscere Sarah da tutti i suoi punti di vista... anche perché come ho già detto, non c’ ne sarà tempo... in soli tre capitoli definire un personaggio simile è improprio. Questo è il mio regalo di natale, per Ryan ma anche per chi come me, prova qualcosa per Sasuke. V’invito a provare ad essere Sarah, ad essere con lei quando Sasuke la sfiora, la bacia. Provate insieme a lei quei sentimenti che la lasciano smarrita e confusa.

Al prossimo capitolo! RECENSITE ASSOLUTISSIMAMENTE...

Fatemi sapere qual’è stato il primo impatto con Sarah....

Qui c'è il video della fanfiction spero che vi piaccia, anche perché il programa mi andava in continuo pallone... quindi non è venuto bellissimo.

http://video.google.it/videoplay?docid=6459500050211372941

Baci Strawberry...

 

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Capitolo 2
*** Male vs male ***


- Tu rimani qui Sarah-

- Tu rimani qui Sarah-

Sasuke si rivestì velocemente. Non doveva tardare quando l’allarme suonava, sicuramente ora gli avrebbero chiesto dove si trovava e il motivo per cui aveva tardato. Spiegare il motivo avrebbe significato parlare di Sarah, e quando si parlava di Sarah finivano sempre per litigare. Rispondere alle loro domande su Sarah avrebbe significato spiegare anche a se stesso i motivi che lo spingevano ad andare a letto con lei. Inizialmente lo aveva fatto perché Sarah era una bella ragazza, di una bellezza particolare, diversa da quella delle altre ragazze. Opposta a Sakura. Sembrava nascondere un segreto, qualcosa di losco, ma a Sasuke questo non importava. Spesso Sarah era entrata nei discorsi suoi e di Naruto. L’amico sembrava odiarlo quando lui si soffermava su Sarah. Sasuke sapeva che quasi tutti al villaggio sapevano di quella loro “relazione clandestina”. Ma ignorare che gli altri fossero a conoscenza della loro storia gli davo un netto vantaggio su tutto.

- Sasuke? Ma ti sei incantato a guardarla?- Gli domandò Naruto osservando l’amico completamente ammaliato dalla figura che infondo alla boscaglia stava allenando i suoi compagni di squadra. Sasuke lo guardò cattivo.

-Che hai da rompere testa quadra?-

-Dai retta a me amico quella porta solo guai...- SI pronunciò Naruto.

In riguardo, non aveva mai messo in dubbio la bellezza di Sarah, solo che Sarah rubava Sasuke dalle attenzioni di Sakura e Sakura di questo ne soffriva moltissimo.

- Sai Sasuke, mi chiedevo...-Iniziò Shikamaru finora rimasto da parte. -Cosa c‘è dietro quell‘aria da gran donna?Perché tu lo sai bene vero Sasuke?- Sasuke lo guardò schifato.

Era proprio come pensava, si c’era Orochimaru in giro. Vide tutti i giovani chunin Sakura, Naruto, Shikamaru, Ino, Neji e Hinata persino Gaara e la sua squadra. SI avvicinò correndo.

- Sei in ritardo come al solito, almeno ultimamente. - Sottolineò Naruto vedendolo arrivare.

-Ragazzi non è il momento di litigare- Li corresse Kakashi. -Abbiamo un problema-

-Io direi che ne hai più di uno Kakashi-

Davanti a loro Orochimaru. Era incredibile come con un solo colpo riuscì a sbarazzarsi di tutti loro. Erano a terra. Da una folta quercia tra persone osservavano la scena.

-Sai che se interveniamo sarà finita?- Disse Ryan. Lui rappresentava il buon senso, tra lei e Francis. Ryan incarnava senza dubbio la saggezza. Forse era il giusto leader tra loro. Quello che prendeva sempre le decisioni migliori per il gruppo. Ryan era forte, lo era sempre stato.  Non sapeva cosa l’avesse spinto a lavorare per Itachi e, Sarah non aveva mai osato domandargli quale fossero i motivi che lo spingevano a combattere. Ryan sembrava essere una persona buona eppure non doveva avere nulla di buono se affiancava itachi in combattimento. Tuttavia pur essendo un degno leader lasciava sempre a lei la scelta più giusta. Diede un ultimo sguardo alla scena, Sasuke era a terra. Tutti erano a terra. I suoi occhi non riuscivano a staccarsi da lui. Il male che c’era in lei in quel momento non contava, la sua missione poteva anche andare al diavolo, per quello che le importava. Tutto quello che era importante era proteggerlo. Incrociò le dite evocando la prima tecnica che le venne in mente. L’amaterasu colpì dritto alle spalle Orochimaru che rimase interdetto. Le fiamme nere si dileguarono nel vuoto. L’incredulità si dipinse sul volto di tutti. Quella tecnica prevaleva nel clan degli uchiha ed era la preferita di Itachi. Quelle erano le sue fiamme nere distruttrici che non avevano lasciato scampo a tante, troppe vite.

-Sarah...-Sussurrò Sasuke.

Sasuke rimase incantato a fissarla certo pretendere che stesse a guardare era chiederle troppo. Quel poco che la conosceva sapeva che lei non se ne sarebbe stata con le mani in mano. Non di fronte al nemico. Quella tecnica, lei… era legata in qualche modo a suo fratello? Sasuke si ricordò della prima volta che l’aveva baciata, mai come quel giorno aveva desiderato tanto una persona. Un momento unico e forse mai più ripetibile.

Sasuke si allenava solitario, da lontano lei sola lo fissava. Aveva sradicato un paio di alberi. Non accennava minimamente a muoversi. Le piaceva osservarlo da lontano. Di decise solo molti istanti dopo a fare un passo verso di lui.

-Sai non credo che tra un paio d’anni resterà molto della fauna locale, la flora ormai è andata ma per la fauna c‘è ancora speranza.- rise lei. Si limitò a fissarla. Sasuke decise di sfidarla.

-Sapresti fare meglio?-

-Il tuo metodo è estremamente rumoroso, se gli animali non muoiono schiacciati moriranno di certo di emicrania.- Scherzò. Ma mentre scherzava era estremamente seria. Di una serietà di cui Sasuke rimase ammaliato. Completamente. Toccò un albero appena scorticato, alla quale in più di un punto mancava la corteccia.

-Soffre...-Si limitò a dire.

-Dunkha... Nella vita c’è il dolore per tutti gli esseri viventi. Quando si è associati allo spiacevole piuttosto che al piacevole.. si soffre sempre...il dolore ci fa sentire vivi...- Rispose in rimando lui. In quel momento mentre parlava con fare filosofico assomigliava in modo unico a Itachi. Lei gli rispose con la stessa moneta.

-Samudaya, la seconda dei quattro nobili principi su cui si basa il buddismo. La sofferenza non è colpa del mondo, né del fato o di una divinità; né avviene per caso. Ha origine dentro di noi, dalla ricerca della felicità in ciò che è transitorio. è palese- Sasuke si avvicinò. Lei finì con la schiena contro l’albero scorticato e Sasuke posò la mano sul tronco, appena sopra la sua testa.

-Tu sei bella...-fu solo un sussurrò.

-Come prego?- Dovette tacere per la vicinanza dei volti.

-Ma se... se sono fuori strada-Entrambi trattennero il respiro-Devi dirmelo ora.-

Lei sorrise.

-Sei sulla strada giusta...-

Quello fu il primo bacio, almeno il primo di una lunghissima serie.

 

 

 

-Sarah Elektra-

 

 Si girò a guardarla Orochimaru. Per un attimo aveva creduto di avere alle spalle lui: Il male per eccellenza.Itachi. Orochimaru rimase a fissarla per interminabili secondi. Il momento della verità era giunto. Ormai risultava impossibile nascondere la verità. Ad affiancarla prontamente ci furono Ryan e Francis.

-Vedo che sono preceduta dalla mia fama...-

Orochimaru rise. Sotto uno sguardo di un’imperturbabile Sarah.

-Già... l’ultima volta che ci siamo visti eri poco più di una ragazzina. Un fiore ancora immaturo e non pronto per lo sbocciare. Ora sei l’arma finale. Ucciderti è un piacere che non voglio negarmi. Vediamo se sei la degna allieva del tuo signore.-

Sarah si ricordava poco di Orochimaru. Itachi odiava Orochimaru, ma Itachi odiava qualsiasi essere avesse uno scopo per cui vivere. Lui doveva essere una delle sue vittime. Itachi lo aveva sempre definito una pulce in gabbia, che avrebbe potuto schiacciare con facilità. Quell’uomo era rivoltante. Non c’era nulla di umano in lui, era assiduamente schifoso. Sarah non ebbe il coraggio di guardare oltre Orochimaru. Il pericolo d’incontrare i suoi occhi era troppo elevato. Era pronta ad affrontarlo, ad ucciderlo se fosse stato necessario. Non aveva paura di lui. Il suo Chagra era nettamente superiore a quello dell’avversario.

-Oggi non c’è il tuo grande amore a proteggerti.-

Itachi… era lui il suo grande amore? Un fioco ricordo si fece avanti in quel momento.Forse il più bello che aveva condiviso con Sasuke.

-Quella testa quadra di Naruto!- Si rigirò nel letto lui.

-Sasuke ma tu sei ossessionato da quella specie di deficiente...-Rispose lei accovacciata tra le sue braccia.

-Mi ringhierà dietro perché sarò nuovamente in ritardo...- Rispose di rimando Sasuke. -Tu come fai a sapere che sarai nuovamente in ritardo?- Domadò maliziosa lei.Sorrise e lo baciò castamente.

-Io pagherei per avere un amico come lui... ti vuole bene e farebbe di tutto per aiutarti. Per me è un pò lo stesso con Ryan e Francis loro sono dei cari ragazzi. Sfiderebbero il mondo intero se mi trovassi nei guai.Ed io farei lo stesso per loro se fosse necessario.Anche se non lo dò a vedere io tengo a loro.-

-Sai... quando parli di te sei sempre molto vaga. Non mi dispiace affatto quando mi racconti quelle cose che non dici a nessuno. Significa che inizi a fidarti di me.-

-Sasuke dimmi anche tu qualcosa che non hai mai detto a nessuno.-

-Ti amo...-

 

Sarah tirò fuori i suoi “sai”. Pronta all’attacco. Con un solo colpo inchiodò Orochimaru ad un albero. I sai non sbagliavano mai. Sopratutto se a scagliarli era Sarah Elektra. Orochimaru comparve alle sue spalle e a sua volta, dietro di lui lei, Sarah Elektra.

-Non sai una cosa su di lui, è onnipresente nonché onniscente.-

Scagliò l’altro Sai che gli trafisse la spalla da parte a parte.

-Sapevo che non mi sarei mai pentito di averti addestrato Sarah Elektra-

Sarah rimase immobile. Questa volta a parlare era stato lui, il male per eccellenza. Fece un passo alle sue spalle verso di lei. Orochimaru era rimasto sconvolto, continuava a fissare oltre le sue spalle. Sarah decise di non voltarsi. Guardò gli sguardi sbigottititi di tutti i presenti. Bastarono quelle parole per capire, e Sarah decise di non voltarsi. E non avrebbe guardato nemmeno Sasuke.

- Sasuke... finalmente siamo giunti alla resa dei conti. Orochimaru nulla di personale ma prima devo occuparmi di mio fratello. -

In quella frase c’era qualcosa di squallidamente schifoso. Sarah prese la sua decisione. Forse, qualcosa che gli sarebbe costata la vita.

 

 

Visto che siete arrivati fin qui! Recensite vi prego!

 

 

 

 

Contenti? Ho dorato questo capitolo. Non nascondo che mentre lo scrivevo ho provato emozioni uniche parlando di Sarah. Sopratutto di lei. Io lo adoro come personaggio. Per qualsiasi dubbio non esitate a chiedere a zia Strawberry! Ringrazio per le mail: Slin, rekishi, mangagirlfan -per quel suo “stupenda”- Iruko, Rin Uchiha e Sakura92.V’invito a farmi sapere cosa ne pensate di questo capitolo.

Recensioni:

Ryan Shirogane: Come al solito le tue recensioni mi fanno incrociare gli occhi! Ovviamente scherzo! Per un autore leggere recensioni come le tue dà emozioni uniche. Credimi. Fammi sapere cose ne pensi di Sarah Elektra anche questa volta. E spero che il personaggio di Ryan anche se poco approfondito ti piaccia. L’ho inserito solo ed unicamente per te.

Minny:In realtà ti dico...Non avevo mai fatto caso a come Sarah fosse simile a Sakura. Mi farebbe piacere che m’indicassi i particolari nelle quali si notano le similitudini tra di loro. Tre capitoli sono necessari anche se ammetto di aver pensato a una seconda parte...una specie di Revenge.Vedremo! fammi sapere.

Hina: Sarah in realtà, è molto indipendente da Itachi. Sarah segue il sue istinto, che molte volte è sbagliato. Il solo sentimento che ha verso Itachi è il rispetto. Come qualsiasi allievo lo avrebbe nei confronti del proprio maestro. Mentre per Itachi è diverso... Nel prossimo e sicuramente ultimo capitolo ci sarà lo scontro epico tra allievo e maestro. Qui si metterà in risalto parti di Sarah-come il suo passato- piuttosto complicati. Tuttavia mi farebbe piacere sapere che cosa ne pensi di questo capitolo.

Terry:Spero di non aver bastonato troppo Sasuke... Sarah l’ha persino difeso!!! Fammi sapere se l’ho bastonato troppo mi raccomando.

Saluti e baci. By Strawberry

 

 

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Capitolo 3
*** Ricomincia da te ***


- Sasuke... finalmente siamo giunti alla resa dei conti. Orochimaru nulla di personale ma prima devo occuparmi di mio fratello. -

In quella frase c’era qualcosa di squallidamente schifoso. Sarah prese la sua decisione. Avrebbe combattuto contro il suo maestro. Non pensò alle conseguenze nel momento in cui si mise tra Sasuke ed Itachi. Certo, quando aveva incontrato Itachi sapeva già combattere bene, ma essere allenata da Itachi l’aveva resa la migliore. Il suo desiderio di eccellere in tutto era nato dopo la morte della madre, quando era morta di cancro aveva fatto di tutto per rendere fiero suo padre. Eccelleva in ogni campo competeva, con il tempo il desiderio di eccellere in tutto era diventato parte permanente di lei. Primeggiare, essere la migliore quel suo aspetto più di tutti era sempre piaciuto ad Itachi, sempre quella parte di lei lo aveva convinto ad allenarla. Lei era stata l’unica allieva che lui avesse mai voluto. Con il tempo Itachi aveva imparato a volerle bene e, forse quella ragazza lo aveva persino fatto innamorare. Essere innamorato? Itachi Uchiha innamorato? Di chi di Sarah Elektra? Lui non aveva sentimenti era per questo che l’aveva voluta al suo fianco, o no? Una cosa era certa mentre erano lì, uno di fronte all’altro il suo tradimento lo uccideva. Sarah Elektra gli apparteneva, era una sua proprietà. Se combattere contro di lei fino a disintegrarla sarebbe servito a non farla avere a nessun’altro allora...doveva farlo. Stava o non stava proteggendo suo fratello? I suoi occhi color pece erano diversi... quasi dipinti di luce.

- Spostati Sarah non combatterò contro di te, non oggi, è un dato di fatto: l’allievo non batterà mai il maestro. Credi di poter cambiare questa cosa?-

- Itachi non dimenticare che non sei stato il mio unico insegnante, ho avuto molti maestri. Tu forse sei il più forte, anzi sei senza ombra di dubbio il migliore ma tuttavia, quello per cui tu combatti è insensato! Tu uccidi persone solo per testare le tue capacità questo è contro l’intera etica morale di qualsiasi popolo abbia mai camminato in questo mondo. Sei stato il mio maestro, tutto quello che so lo devo a te... e se batterti oggi significa salvarti dall’inferno a cui sei destinato allora perché non combattere contro di te?-

- Stando qui deve esserti bevuta il cervello Sarah Elektra. Pensi di avere qualche possibilità contro di me? Puoi essere la migliore ninja che abbia mai camminato su queste terre ma, rimani sempre la migliore dopo di me...-

Sarah Elektra rimase immobile non aveva intenzione di muoversi, non si sarebbe spostata da li davanti. Proteggere Sasuke era l’unica cosa che voleva, perché voleva proteggerlo così disperatamente? Ormai lui l’avrebbe odiata sapendo che lei era la donna di suo fratello. Tanto valeva allora farlo per se stessa. Per sentirsi meglio. Itachi aveva un’aria regale... bellissimo come lo era sempre stato. La prima volta che lo aveva incontrato, era stato allora era che si era innamorata di lui? Ma a undici anni era ancora troppo piccola per diventare la “sua” donna. Itachi all’epoca ne girava tante, una di notte in notte, nessuna che fosse davvero importante se non per le loro “prestazioni”. Entrando nell’adolescenza si era resa conto che il modo di guardarla del suo signore cambiava di giorno in giorno... I suoi occhi la guardavano in modo diverso.

-Basta così per oggi...-Si pronunciò Itachi, dando le spalle a Sarah.

-Ma Itachi, il tramonto è ancora l’ontano possiamo...-

-Basta così per oggi Sarah, chiuso.-

Si dileguò in poco tempo lasciandola sola nella foresta. Negli ultimi tempi c’era qualcosa di strano in lui. Dovuto a una delle sue tante donne?Impossibile... Itachi non ne lasciava in vita mai nessuna... era un’amante certo, ma prima di tutto un assassino. Lo vide in cima ad un albero mentre il sole timoroso anche lui del male. scompariva dietro una montagna non troppo lontana.

-Che fai qui Sarah Elektra?- Un’altra cosa che conoscendolo aveva imparato e che mai sarebbe riuscita a coglierlo di sorpresa.

-Dov’è sta il problema Itachi? Perché non vuoi più allenarmi?- Chiese non avvicinandosi di un passo a lui. Ghignò solamente.

-Quando ti ho conosciuto avevi qualcosa che nessun’altra ninja possedeva... il tuo desiderio di primeggiare mi ricordava il mio... poi ho deciso di allenarti ma non l’ho fatto perché non avessi nulla in cambio.- Sarah lo fisso dritto negli occhi. No, i suoi occhi non li avrebbe mai temuti. Non stava a lei temerli. Chinò il capo verso destra. Avvicinandosi a lui, ogni passo verso di lui era un passo verso il pentimento, il rimorso e la distruzione.

-Ho solamente una che posso darti.-

Si alzò sulle punte baciandolo a stampo sulla bocca, nessun bacio fu umanamente più puro. Approfondì lui per primo quel bacio, tanto desiderato. Quello fu il primo, un patto indissolubile che l’avrebbe legata a lui per sempre.

 

Si sarebbero distrutti a vicenda, umanamente. Ryan rimase in mobile a vederli misurarsi. Allievo e maestro. Ryan sorrise, non avrebbe mai potuto immaginare che si sarebbero scontarti. Sarah non combatteva mai se non era veramente necessario. Cercò di rendersi utile, medicando feriti aiutando Tsunade.

-Ryan...fermala, Itachi non esiterà a distruggerla anche se è la sua donna.- Disse Francis.

-Non riuscirei a fermarla nemmeno io questa volta. Forse è la prima volta che fa qualcosa di giusto...Questa è la cosa giusta.Lasciarla combattere per quello in cui crede.-

Francis annuì, guardandosi intorno il caos regnava sovrano.

Lo guardò, quante volte si era persa nei suoi occhi? Qunate volte lo aveva amato fregandosene del resto. Perché ora la morale era importante? Perché, lei se n’era sempre fregata degli altri, l’unica cosa di cui si era sempre occupata era se stessa.

Quando aveva incontrato Itachi era umanamente distrutta. A quattro anni aveva perso sua madre, e a cinque sua padre il suo vecchio sensei giapponese l’aveva portata in Giappone e, prima di morire l’aveva affidata ai casti. Una setat di ninja completamente dediti al bene. Stick il suo maestro, capo dei casti, ceco di nascita, era un uomo eccezionale. Con il tempo aveva appreso l’arte del kimaguri la disciplina a cui erano dediti. Era stata l’allieva più promettente eppure, in lei il male era sempre stato più forte del bene. Scoprendo che l’ideologie dei casti erano veritiere sul fatto che l’uomo non è uno, ma bensì due. Il conflitto tra le due nature all’interno della consapevolezza, quantunque nessuno è solo uno o l’altro. Nessuno dei due era indipendente dall’altro. Perché tutti nel profondo siamo entrambe. Giunta alla conclusione che nella mente queste due entità così differenti l’uno dalla’altra fossero in continua lotta, decise di sceglierne una sola. La più semplice, quella più distruttiva che le avrebbe concesso la vendetta per la morte dei genitori. Aveva cercato Itachi il male per eccellenza, in lungo e in largo e, quando finalmente lo aveva trovato il suo desiderio di vendetta era stato appagato.

Quello era il momento giusto, per utilizzare le tecniche bianche dei casti. Contro Itachi che oltre al male nulla riusciva a vedere. Ma Itachi fu più veloce e quando incontrò i suoi occhi per la prima volta lo temette. Lo sharingan ipnotico. Pensava che sarebbe morta all’istante, che la sua vita sarebbe cessata nello stesso momento in cui Itachi l’aveva guardata con gli occhi color sangue e invece, qualcosa si ruppe. Il suo sguardo si chinò sul crocifisso che portava al collo. L’ametista era rotto.

Quando un’ametista si rompe e perché ha assorbito qualcosa di negativo, diretto a noi... esso rinuncia alla suo integrità per evitare che il male ci ferisca.

 

L’ametista era veramente una pietra singolare.

-L’ametista ti ha protetto... ti ha salvato la vita... ma ora non c’è nemmeno lui più proteggerti.-

Sarah guardò immediatamente in basso, non poteva guardarlo negli occhi. Si piegò leggermente sulle ginocchia. Unendo le mani come a formare una sfera... doveva raccogliere chakra. Aveva fallito miriade di volte in quella tecnica, una delle più pure a cui un ninja poteva aspirare. Dopo un ennesimo fallimento aveva abbandonato il villaggio dei casti. Si concentrò... cercò il bene dentro di lei... e in quel momento si rese conte che non si potevano dividere. Bene e male. Non ci sarebbe stato uno senza l’altro. Erano entrambe parti di una stessa moneta. Si sentì stupida come mai nella sua vita per non averlo compreso sino ad allora. Non si poteva stare solo dalla parte di uno e rinunciare a l’altro questa era la maledizione del genere umano. L’onda di chakra era pronta. La scagliò contro Itachi senza nessuna pietà. Solo allora il crocifisso le cadde dal collo riempiendole la testa di un suono sordo. E poco dopo: il nulla.

Itachi era a terra, in ginocchio. Graffiato e mal ridotto dall’onda di chakra. Sarah lo guardò afferrando il Sai caduto a terra. Sasuke restò in mobile, lei era riuscita dove lui aveva fallito. Si avvicinò ad Itachi guardandolo sfinita.

-Uccidimi cosa stai aspettando Sarah Elektra?Vuoi goderti questo momento il signore del male ai tuoi piedi, distrutto..

Sarah Elektra si strinse nelle spalle chinandosi su di lui. Gli aprì il palmo delle mani, rimettendoci dentro il crocifisso.

-Questo ti appartiene Itachi.- Lo lasciò li seduto dandogli le spalle.

-Se non mi uccidi, io ucciderò te e quello che resta di questo villaggio.-

-Io non ho nessun interesse nell’ucciderti... che differenza ci sarebbe tra me e te se io ora ti uccidessi? In tanti anni al tuo servizio Itachi, non ho mai ucciso nessuno. Non comincerò dal mio maestro. Batterti però, lo era. Ora in queste terra sai che c’è qualcuno più forte di te e che non esiterà ad ucciderti se attacchi nuovamente la foglia... o qualsiasi altro essere abbia la ragione.-

A passo deciso si allontanò da lui. Ora non aveva più niente, né uno scopo, né una casa e neppure un posto dove tornare. Aveva perso Itachi che era stato il suo maestro, il suo uomo, il suo compagno. Che senso poteva avere vivere per una come lei? Sentì veloce Itachi estrarre la lama del suo secondo Sai dal tronco dell’albero. Era sicura che per quanto i suoi riflessi fossero veloci mai sarebbero stati tali da impedire a quel Sai di ucciderla.

-Sarah...-

Un rumore secco... Sasuke... lui l’aveva salvata. Aveva infilzato il fratello, per vendetta? Per quella stupidissima vendetta tanto sopita? Probabilmente si. Rimase immobile. Itachi. Ogni ricordo felice della sua vita la riportava a lui... Guardò verso Orochimaru, probabilmente se avesse usato contro di lui l’onda di chakra ora non sarebbe lì con quella specie di ghigno sulle labbra. Lo guardò con rabbia. Non aveva un solo filo di chakra in corpo.

-Sapevo che il tuo cuore era puro, Sarah Elektra ma dovevi capirlo da sola.-

Era una battaglia, anzi una continua guerra. Quello era un vivere senza tregua. Guardò verso la voce che aveva per ultima parlato. Stick. Lo guardò e lo riguardò stremata... le forze di lì a poco l’avrebbero di certo lasciata. Barcollò finendo tra le braccia del maestro. Il vecchio la guardò.

-Sensei...-Sussurrò solamente.

-Ryan, Francis prendete il corpo di Itachi e andiamo via...- Disse solamente senza degnare Orochimaru di uno sguardo. Guardò Tsunade...Poi si decise a guardare per ultimo Orochimaru.

-Non credo che tiri una bella aria per te Orochimaru...- Disse solamente l’uomo.

Orochimaru guardò il vecchio uomo. No, mettersi contro un sensei dei casti non era sicuramente una gran cosa. Quell’uomo grazie al suo assurdo contatto con gli spiriti aveva potere di vita e di morte. Forse era uno dei pochi che pur conoscendo le tecniche proibite non se n’era mai servito per fare del male. I casti erano impari sia al bene che al male. Mettersi il capo di essi contro non era nei suoi desideri. Guardò il vechcio uomo un giorno avrebbe ucciso anche lui.

-Ti toglierò tutto, sarò il vostro incubo fino alla fine dei vostri giorni... Vecchio arriverà il giorno in cui anche tu, t’inchinerai ai miei piedi..-

Orochimaru codardamente scomparse. Stick si guardò intorno...

-Ryan, Francis è giunto il momento di tornare a casa...- Disse solamente.

Tsunade lo guardò. Guardando solo dopo i ninja della foglia o quello che ne rimaneva.

-Ma signorina Tsunade, sono dei traditori non può lasciarli andare così. Sono stati ninja di Itachi.- Sussurrò Sakura.

-Esiste un tempo per dimenticare e per perdonare gli errori fatti... quel tempo è arrivato anche per la foglia...-

Sarah Elektra scomparve con il suo maestro, così era arrivata scomparve nel nulla. Sasuke rimase fermo immobile a guardare il punto esatto in cui era scomparsa. L’aveva amata e odiata nel giro di poche ore, l’avrebbe ricordata sempre, odiata anche ma nella sua mente il suo ricordo sarebbe rimasto sempre nitido. Era ora di ricominciare a vivere, senza vendetta, senza uno scopo. Guardò Sakura, magari ora avrebbe potuto imparare a volerle bene. Ad amarla forse mai...

 

 

Gente (dovrebbe essere un vocativo latino) se inserisco il commento finale prima della fine del capitolo è solo perché lo scopo di questi ringraziamenti và a tutti i lettori. Dopo questo commento c’è un epilogo o forse un’imminente apertura di fanfiction. Prima di iniziare una cosa bisogna sempre finire le precedenti quindi, questa fanfiction finisce qui. Questa è l’imminente fine di un percorso nella quale abbiamo camminato insieme. Ora vi lascio all’epilogo che perché non possa essere l’imminente inizio di un’altra storia. Sapete ho pensato a lungo ad una morale di questa storia. Non scrivo nulla che non possa insegnare qualcosa quant’omeno a me stessa... poi l’ho trovata e l’ho inserita nell’epilogo. Ero molto indecisa se fare dire questo fantomatico “Ti amo” da Sasuke-quello che trovate nel capitolo precedente.-Perché nella cultura buddista amare significa voler che l’altro sia felice, per i buddisti l’amore è qualcosa d’incondizionato che richiede molto coraggio e accettazione. E’ la cura del benessere degli altri senza avere alcun interesse, quindi è qualcosa di assai differente dal nostro “ti amo”. Ma non è nella mia natura, benché contorta parlare di qualcosa dove non sia presente in nessuna forma l’amore. Con tutto il rispetto per le credenze giapponesi, l’amare per me è come l’anima, l’aspetto più puro e sottile dell’esistenza Umana, il principio che dà vita a tutto e che influenza e caratterizza un individuo. Non potevo scrivere qualcosa dove non fosse presente il mio ideale d’amore. Del suo amore per Sarah, Sasuke conserverà sempre un bel ricordo... purtroppo il loro amore non è destinato a finire bene in questa storia, ma forse chissà... se il tempo e salute permettendo potrei cimentarmi in una seconda parte. Benché possa sembrarvi terribilmente ripetitiva io adoro Sarah, ed adoro il rapporto difficile e complicato che le ho costruito con Sasuke.

Poggiò la mano destra sul ventre ormai non più piatto e perfetto.Un bambino...

Sorrise a se stessa pensando nuovamente a quell’ordine...

<< Spezzagli il cuore, distruggilo. Fagli del male nella maniera più cattiva nella quale si possa far soffrire una persona.- >>

Sorrise ancora, se non fosse stato per quell’ordine, lei non sarebbe mai cambiata in quel modo assurdo... non avrebbe mai imparato che cosa fosse l’amore...

Per un momento nella sua vita c’era riuscita. Era riuscita ad avere una sintonia con la sua anima pressoché perfetta.Bene e male in sintonia tra di loro.

Si girò verso il vecchio maestro alle sue spalle...

- Ora che cosa farai Sarah Elektra?-

-Non credo di saperlo-Disse solamente in risposta.

-Ricomincia da capo. -

-dové l’inizio??-Chiese curiosa come una bambina.

-Ricomincia da te...-

Perché quando si cade non si può fare altro che tentare di rialzarsi, con le proprie forze, e se si sbaglia bisogna ricominciare da capo, e ripartire da se, imparando dai propri errori.

 

To be continued or End?

 

 

 

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