Welcome to Silent Hill

di PurinBunny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Who are you? ***
Capitolo 2: *** Darkness ***
Capitolo 3: *** Lost ***
Capitolo 4: *** Truth ***
Capitolo 5: *** Fear ***
Capitolo 6: *** Final...good or bad? ***



Capitolo 1
*** Who are you? ***


“Welcome to Silent Hill”

Questo diceva il cartello davanti agli occhi di Chiara.
Aveva letto parecchie notizie su quella città fantasma: la città “marcia”, così dicevano i forum su internet e ora lei era lì.
Chiara prese il cellulare nella tasca e digitò subito il primo numero che le venne in mente. Portò l’apparecchio accanto all’orecchio ma niente, solo un suono elettrico. Interferenze.
- Maledizione!- imprecò -Devo andarmene da qui, e alla svelta.-
Iniziò a percorrere la strada fino ad arrivare in città. Era deserta e ricoperta da una fitta nebbia, le case abbandonate, con i vetri delle finestre distrutte e le porte spalancate, addirittura rotte.
- Ma cosa... Che cosa è successo qui...-
Continuò fino a ritrovarsi ad un incrocio. La nebbia ricopriva le strade e non c’era modo per poter capire in che direzione andare.
- C’è nessuno qui? Mi sentite?! Ehi, rispondete, c’è qualcuno?-
Silenzio... Che fu presto interrotto dal lamento di una persona che si teneva a malapena in piedi…
- Ehi signore!- Si avvicinò -Che succede, dove sotto tut...- L’uomo le strinse il polso.
- Vattene-
-Cosa..?-
- Vattene da qui... s-scappa... la città è… è...- cadde a terra, stravolto.
- La città cosa!? La prego mi aiuti!- si chinò, voltandolo e sgranò gli occhi dopo lo spettacolo che le si ritrovò davanti: l’uomo era ricoperto di sangue e il ventre tranciato rendeva ben visibili gli organi interni. Indietreggiò velocemente, portandosi una mano davanti alla bocca resistendo all’impulso di vomitare.
Sì voltò e iniziò a correre, lasciandosi quella figura raccapricciante alle spalle.
Dopo poco tempo sì fermò recuperando fiato e l’occhio cadde sulle proprie mani, stava tremando . Alzò lo sguardo e si ritrovò davanti ad un condominio.
- Chissà se qui… c’è qualcuno...- sussurrò con il fiatone. Aprì la porta principale ed entrò.
Come la città anche il condominio dava l’impressione di essere deserto; salì le rampe di scale, quando un grido catturò la sua attenzione. Proveniva dal corridoio…
Il cuore le martellava nel petto e il respiro accelerava passo dopo passo mentre si avvicinava sempre di più al posto da dove era provenuto quel grido agghiacciante.
Alla fine l’unica cosa che vi trovò fu il corridoio bloccato da delle sbarre e la porta della stanza 208 bloccata.
La prima impressione forse fu quella di essersi immaginata la tutto, ma quando buttò di nuovo lo sguardo verso le sbarre notò una figura robusta, anch’essa ricoperta di sangue.
Chiara strinse le dita attorno alle sbarre e mormorò con quel filo di voce che l’era rimasto.
- Tu… chi sei?-
Quello che ottenne fu solo silenzio e la figura si allontanò.
- Rispondimi, ti prego...-
E mentre continuava a ripetere quelle parole Chiara non si rese conto che intorno a sé qualcosa stava cambiando... e tutto divenne buio.

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Capitolo 2
*** Darkness ***


Chiara era inghiottita dall’oscurità, l’unica fonte di luce che aveva era la piccola fiamma dell’accendino.
I corridoi avevano un aspetto così strano da prima: la carta da parati era strappata, macchie di sangue ovunque e numerosi lamenti provenenti dalle stanze chiuse.
Continuò a camminare, tutto quel buio la stava facendo impazzire e ogni volta che la fiamma si spegneva l’ansia di essere presa alle spalle, o peggio, cresceva.
- Dove cazzo è la porta! Non ho camminato così tanto prima...- imprecò.
Qualcosa zampettò vicino ai suoi piedi e Chiara sussultò subito, facendo luce per capire che cosa fosse ma quando si chinò a illuminare questa era sparita.
Improvvisamente il cellulare iniziò a produrre un suono metallico, che aumentava sempre di più…passo dopo passo… La fiamma iniziò a traballare fino a spegnersi di nuovo.
- Dai, accenditi- Girò la rotella ma quello che ottenne furono solo piccole scintille - Andiamo…sì!- Ma dopo quello che illuminò, si pentì presto di averlo fatto…
La figura che le apparve davanti continuava a dimenarsi: era tutta ricoperta di sangue, la pelle tirata ed era priva di braccia, come se fosse stretta da una camicia di forza.
Intanto questa si avvicinava sempre di più, oscillando di lato in lato fino a essere così vicino a Chiara; essa era come pietrificata dalla visione di quella creatura, voleva voltarsi e scappare ma la paura le impediva qualsiasi movimento. Sentiva il suo fiato nauseabondo sul collo.
Chiuse gli occhi e in meno di attimo si voltò e iniziò a correre, tastando lungo la parete per non perdere l’equilibrio ed attraversare ogni porta correndoci contro e spalancarla.
Inizia a chiedersi se stava girando intorno, era diventato un labirinto di stanze e porte: il telefono che emetteva quel suono metallico ogni volta, facendole così intuire che da quella parte c’erano quelle strane creature; le macchie di sangue per terra che la facevano scivolare ma lei subito si rialzava e riprendeva a correre. Era senza fiato.
Spalancata una porta si ritrovò nel tetto del condominio.
- E’ un vicolo cieco questo.- Scorse un diario. Iniziò a leggerlo.
“ Mese 00, giorno X…
Ecco di nuovo arrivare l’oscurità, questa volta me la sono vista brutta…
Quei mostri erano ovunque e sono rimasto anche ferito gravemente…
Mi sono chiuso qui con la speranza di essere al sicuro e invece quel mostro rosso mi ha raggiunto…
Ormai incombe…pro--r- a butt-r-- dal bu-o n--l-…” Il resto è macchiato di sangue e non si riesce a leggere nulla.
- Che ci fa qui un diario- sfogliò le pagine ma oltre a varie impronte di sangue non vi trovò nulla…
Tornò a guardarsi intono e trovò un buco nella rete. Era forse la sua via di fuga. Si avvicinò e si chinò, ci passava perfettamente ma se fosse caduta? Si sarebbe salvata o meno?
Ed ecco che un suono simile ad un allarme iniziò a suonare, liberandosi nel cielo nero come la pece.
Chiara esitava, non sapeva che fare. Fece per girarsi ma scivolò e cadde nel vuoto.

- Sono ancora..viva?-
Aprì lentamente gli occhi e capì di essere caduta su qualcosa di morbido o simile, le aveva comunque attutito la caduta: un cespuglio.
- Ahi…- si lamentò, alzandosi barcollante -Ora almeno sono fuori ed è tornata la nebbia, meglio che mi metta in marcia ma…dove vado?
Andò in strada e iniziò a percorrerla fino a giungere davanti alla mappa della città.
- Non ho tempo da perdere!- la strappò, la esaminò attentamente, infine la piegò e se la mise in tasca. Proeguì sempre dritta fino a giungere ad una stazione di servizio.
Arrivata lì entrò al bar dove ad accoglierla fu una musica isterica proveniente dalla radio e un ragazzo pieno di piercing e tatuaggi che stava giocando a biliardo.
Tossì per attirare l’attenzione e il ragazzo si girò verso di lei, sorridendole.
- Ehi, bisogno di qualcosa?-
- Sì, spiegazioni.-
- Prego, chiedi pure.-
- Cosa sta succedendo qui? -
- Nulla, perché?-
- Che vuol dire “nulla”, fuori di qui è pieno di mostri non lo sai?
- No, io sono sempre stato qui e non ho notato niente.-
Chiara scosse il capo. E’ impossibile!
- Come ti chiami?-
- Mattia-
- Da quanto tempo sei qui-
- …Chissà- mandò in buca la palla numero 8 e poi si avvicinò a lei, bloccandola contro il balcone del bar.
Era veramente carino, i capelli corvini che gli cadevano su un lato del viso, due occhi azzurri come il ghiaccio e abbastanza muscoloso, anche se non lo dimostrava parecchio.
- Che stai facendo, non prenderti certe confidenze!-
- Non mi capiterà più di trovare una ragazza carina come te, posso strapparti un bacio?-
Chiara si limitò solo a guardare altrove, ma Mattia le strinse il mento con due dita e premette le labbra contro le sue. Solo un piccolo mugolio sfuggi da quel loro contatto.
- Grazie, ora è il mio turno di ricambiare. Prendi questa e dirigiti al centro commerciale che si trova poco a nord da qui…e non tornare, chiaro?- le porse una pistola e dei caricatori. -Fanno buon uso e addio- sorrise.
Chiara annuì ed uscì, lasciandosi il luogo alle spalle.
Prossima destinazione: centro commerciale.

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Capitolo 3
*** Lost ***


Giunta finalmente davanti al supermercato Chiara oltrepassò la porta, coi vetri in frantumi, e si guardò intorno più volte: era immenso.
Trovò una piccola torcia sul nastro della cassa, l'accese e se la mise nella tasca della giacca, le sarebbe stata molto utile in quel labirinto buio tra gli scaffali..e chissà che altro.
Nel punto in cui si trovava l'area era leggermente illuminata dalla luce esterna, ma più si inoltrava in quel corridoio più la luce veniva sempre meno fino ad essere inghiottita nelle tenebre. L'unica fonte di luce era la torcia.
Aveva camminato ormai parecchio lungo quegli infiniti scaffali. Di solito si è abituati a sentire un brusio nei centri commerciali, ora invece era così inquietante sentire un cupo silenzio rotto solo dai passi di Chiara e da dei versi di chissà quali creature in lontananza.
Varcò una porta e si ritrovò in un lungo corridoio, probabilmente sarebbe riuscita a trovare un collegamento per entrare in un'altra zona di quell'immensa struttura; infatti andò proprio così.
Aperta una piccola e malandata porta si ritrovò in un negozio di suovenir dove ad accoglierla, prima con paura e poi con immenso stupore, una giovane ragazza.
- E tu..chi sei?-
La ragazza la fissò un attimo prima di rispondere.
- Mi chiamo Sofia, Sofia Thomson.
- Che ci fai qui?-
- Cercavo provviste, solo che poco prima ho sentito uno strano rumore e sono venuta qui a nascondermi per un po'-
Chiara le si avvicinò maggiormente, sentendosi a suo agio nel trovare un'altra persona ancora viva in questa città.
- Io sono Chiara comunque- incurvò un lieve sorriso - Sofia...puoi dirmi che cos'è successo qui?
- È complicato, non saprei nemmeno da dove cominciare-
- Ti prego, voglio sapere!-
Sospirò.
Sofia iniziò a raccontarle cosa è successo di recente a Silent Hill: le accennò soprattutto che questa cosa non va avanti da chissà quanto tempo, ma è successa solo di recente.
- Una settimana fa, circa, qualcuno in città cominciò a sparire... Nessuno sa come e perchè. Spaventati gli abitanti hanno preferito andarsene e alcuni invece sono rimasti farfugliando cose del tipo ''sono solo coincidenze'' e poi, il giorno seguente, ecco apparire i mostri.-
Chiara ascoltava ogni sua singola parola e intanto pensava da quando nei suoi sogni iniziò ad apparirgli proprio la città di Silent Hill: fu proprio una settimana fa.
Sofia riprese a parlare.
- Ormai qui siamo rimasti in pochi. Qualcuno preferisce starsene barricato in casa, pregando che Dio li salvi, altri, come me, escono a fare scorte di cibo e armi per difendersi.-
- Che mi dici di quelle strane creature?-
- Sono ovunque, da quei sottospecie di mostri non puoi nasconderti per sempre. Attaccano sempre quando ne hanno l'occasione, ma preferiscono di più mostrarsi nel momento più buio, quando la sirena inizia a suonare.-
Nell'attimo in cui terminò la frase ecco disperdersi nell'aria quell'allarme.
- Merda, è la sirena!-
- Chiara seguimi, dobbiamo scappare!-
Percorsero il corridoio che iniziò lentamente a sgretolarsi sotto ai propri piedi, fino a giungere di nuovo nella sala principale del supermercato.
Il suono iniziò sempre meno a sentirsi, il luogo intorno a loro cambiò aspetto diventando molto più vecchio e consumato, con le pareti macchiate di sangue, grate arrugginite e piastrelle semi distrutte. Chiara e Sofia pensavano di scappare appena in tempo, invece la porta d'accesso si ritrovò sbarrate, lasciandole bloccate dentro il supermercato.
- Siamo in trappola!-
- Chiara prendi, ti servirà.- Le passò un tubo di ferro leggermente lungo e si prepararono all'attacco.
Dalla parte buia dell'atrio cominciarono ad udirsi dei ringhi che si fecero sempre più aggressivi con l'avvicinarsi alla luce.
Alle loro spalle comparì un cane senza pelo, mostrando solamente il tessuto muscolare ricoperto di sangue che aggredì Sofia, mordendole la gamba, e Chiara corse subito ad aiutarla colpendo ripetutamente il cane con il tubo e quando fu stordito a terra gli trapassò l'occhio con l'estremità, dandogli il colpo di grazia.
Per un tempo indefinito andò avanti questo scontro e vennero uccisi vari mostri: dai cani a quel mostro senza braccia che rilasciava un gas tossico dal petto. Alcune sbucavano fuori da sotto gli scaffali ed erano muniti di affilati artigli che lasciarono su entrambe le ragazze parecchie ferite e non potevano mancare i soliti fastidiosi insetti.
Ad un certo punto tutti questi mostri indietreggiarono, nascondendosi nelle tenebre. Piombò il silenzio.
- Se ne sono andate?-
- Così pare... Aspetta...-
Il silenzio in realtà non era cessato.
Nel grande atrio risuonava uno stridio fastidioso, come se qualcosa di molto pesante e metallico fosse trascinato lungo il pavimento. Gli scaffali traballavano, alcuni addirittura scaraventati a terra.
- Non capisco da dove proviene.- si guardò intorno -E tu Sofia...Sofia?-
- Corri- La ragazza impallidì ed indietreggiò lentamente -Chiara corri, dietro di te!-
Chiara si voltò lentamente, ritrovandosi sempre più vicino una mano guantata sporca di sangue ancora caldo che prima le sfiorò una ciocca di capelli e dopo glieli strinse, strattonandola.
Estraò velocemente la pistola e gliela puntò contro il braccio, sparando e liberarsi così dalla sua salda presa, iniziando poi a scappare con Sofia.
Mentre correvano nel vuoto in cerca di una possibile via di fuga Chiara pensò a dove aveva già visto quella corporatura muscolosa, piena di lesioni profonde e quella specie di piramide sulla testa: ma certo! Era la stessa creatura che era attraverso le sbarre nel condominio!
Sofia intravise una porta e subito corsero entrambe verso questa, ma le ferite dei mostri provocate durante lo scontro si fecero sentire e così la ragazza cadde a terra.
- Chiara, aiutami!-
La ragazza aprì prima la porta e dopo allungò la mano verso la compagna, sfiorandogliela...ma questo non bastò che subito quella possente creatura la raggiunse, le afferrò la caviglia e la trascinò Sofia in preda alla paura verso di lui... Un urlo straziante di dolore e supplica verso Chiara rieccheggiò nella stanza.
- Sofia no! Cazzo!-
Si chiuse la porta alle spalle giusto in tempo prima che qualcosa ci andò a sbattere in modo pesante. Qualcosa di un rosso vivace iniziò a passare da sotto la porta e, colta dalla curiosià di sapere cos'era, l'aprì lentamente notando che era la carcassa del corpo di Sofia grondante di sangue sia sulla porta che per terra.
Chiara a quella vista si sigillò nella stanza e, senza potersi trattenere dopo la visione raccapricciante, prese a vomitare, tossendo a tratti e recuperando lentamente fiato.
Sentendo i passi pesante della creatura sempre più vicini, la ragazza blocco la porta con un'asse robusta e si appoggiò ad essa, sentendo subito forzare la maniglia dalla parte opposta, sempre con più rabbia.
Quando il rumore cessò si scostò dalla porta, tirando un sospirò di sollievo quando da quest'ultima comparì la lama di una gigantesca mannaia e la punta si fermò proprio a pelo sul collo di Chiara, tanto vicina da poterne sentira l'odore pesante di sangue, tanto vicina da rischiare la morte. Nel momento in cui la ritirò la sirena riprese a suonare, facendo scomparire la creatura e far tornare tutto alla normalità.
Chiara si portò una mano sul petto, sentendo il cuore martellarle in esso e si asciugò le lacrime che in quel momento stavano percorrendo le sua pallide guance.
Uscì dalla porta sul retro, ritrovandosi di nuovo fuori sulla strada.
- E ora dove vado?-
Fu colpita da un forte mal di testa, lasciandola così priva di sensi sul cemento freddo, mentre la nebbia si faceva sempre più fitta.

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Capitolo 4
*** Truth ***


- Chiara…
“Quella voce..chi mi sta chiamando..”
- Chiara, riesci a sentirmi?
- Mmh..
La ragazza sbattè più volte le palpebre fino a vedere a fuoco quello che era intorno a sé.
- Dove..sono…
- In ospedale, eri svenuta in mezzo alla strada e allora ti ho portato qui.. Ti ricordi di me no?
Chiara si volse e guardò il ragazzo seduto accanto a lei.
- Mattia!- si alzò di colpo ma si strinse la coperta al petto, rendendosi conto solo più tardi di essere nuda.
- Non ho visto nulla, lo giuro- arrossì, guardando altrove.
Ci fu un lieve momento di imbarazzo.
- Comunque..- tossì il ragazzo, interrompendo il silenzio -Meglio se ti vesti e usciamo di qui il prima possibile. Non so se l’hai notato, ma siamo nella dimensione parallela al momento e le infermiere potrebbero arrivare da un momento all’altro.-
- Infermiere?-
- Non sono come credi- si alzò e prese il tubo di ferro appoggiato alla sedia. - Pronta?-
Chiara si era vestita velocemente, prestando attenzione alle bende che aveva accuratamente applicato Mattia sulle sue ferite.
- Pronta-
- Stammi dietro…-
Aprirono la porta e per poco la guancia di Mattia non fu incisa dal bisturi che teneva in mano la la creatura, o meglio, l’infermiera.
Si muoveva a scatti, attratta dalla luce della torcia e da ogni singolo suono intorno a lei. Indossava un camice che non lasciava spazio all’immaginazione, un seno abbondante si scorgeva dalla scollatura, la faccia era nascosta da una sorta di maschera e una “coroncina” in testa. La pelle pallida era nascosta da uno strato di polvere e ovviamente sangue.
Chiara prese ed impugnò il tubo e la colpì sullo stomaco e poi dritto sulla faccia, tramortendola e si allontanò con il ragazzo.
I corridoi erano stretti e pieni di barelle e sacchi chissà contenenti che cosa, era meglio non pensarci.
Girato l’angolo si ritrovarono nell’atrio dove non ce n’era una, ma ben 10/15 infermiere al centro che subito iniziarono ad agitarsi sul posto. Movimenti contorti, scricchioli di ossa; tutte avevano almeno un bisturi in mano o un bastone.
Chiara e Mattia rimasero immobili e spensero la torcia: dovevano fidarsi solo del loro istinto.
Si mossero piano e cauti in mezzo a quelle infermiere, un solo passo falso e li avrebbero di certo uccisi. Mattia ne fu subito fuori ma Chiara si era messa in difficoltà e un solo errore le sarebbe costata la testa, poco ma sicuro.
Era lì, ancora pochi passi e ne sarebbe uscita. All’ultimo atto sfiorò un fianco dell’infermiera e questa subito sì voltò di scatto, tranciando col bisturi la gola di un’altra infermiera lì accanto che iniziò a grondare di sangue e divincolarsi dal dolore: in meno di un attimo le infermiere si stavano uccidendo da sole.
I due ragazzi uscirono dall’ospedale e camminarono lungo la strada buia, con un fine strato di nebbia.
Giunsero fino ad una grande impalcatura arrugginita contro un muro con dei sacchi appesi, alcuni strappati e dei corpi, molti corpi putrefatti dentro a questi. Poco distante c’era una porta con una strana scritta accanto ad essa “La porta che compare nel buio, e si apre sugl’incubi”. L’attraversarono.
- Che cosa significa?-
- Ti spiegherò tutto più tardi, ora dobbiamo continuare a muoverci fino al parco dei divertimenti, è famoso perché è accanto al grande lago Toluca.-
Non ci misero molto, e intanto il paesaggio intorno a loro sembrava tornato normale. Finite le tenebre, c’era solo la nebbia che lasciava inoltrare quello che li circondava.
Scavalcato il cancello furono subito dentro il parco dei divertimenti, ovviamente tutto bloccato: era triste, silenzioso. Dimenticato.
- Vedi quell’attrazione? È il tunnel degli innamorati- le indicò Mattia - Non sai quante volte ci entravo di nascosto per spiare i miei genitori- rise, nascondendo un senso di amarezza.
- Ci venivi spesso qui, doveva essere bello.-
- Altrochè! La mia preferita però è rimasta la ruota panoramica. Dai vieni, ci saliamo subito.-
- Ma, non è bloccata?-
- Sembra strano, ma è l’unica che funziona ancora..anche se è molto più lenta di quanto non lo fosse prima-
Scoppiarono a ridere.
Giunti davanti alla ruota panoramica salirono sulla prima cabina e si accomodarono uno davanti all’altro: pace finalmente.
- Allora Chiara, che cosa vuoi sapere. Scommetto che hai la testa che ormai esplode per via di tutte le domande che vuoi farmi.-
- Giusto. Iniziamo con qualcosa di semplice: come fai a sapere di questi “due mondi”?-
Mattia prese un lungo respiro, fissandola.
- In pratica c’è la Silent Hill che conosci, quella che vedi ora; poi c’è Otherworld che è una sorte di dimensione parallela, un riflesso macabro di questa città che compare solo al suono della sirena.
- Tu sai altro vero… Sai anche perché mi trovo qui.-
- Chiara…io…-
- Devi dirmelo!-
- Chiara tu sei capitata qui per puro caso, o magari tutto questo per te è una sorte di sogno, anzi, incubo! Sei in trappola!
- Che vuoi dire…-
- I mostri che vedi fanno parte di te, lo capisci?-
- Ma io non ho fatto nulla!-
- Chiunque entra a Silent Hill e ci rimane intrappolato ha due scelte: affrontare i propri demoni o morire.
- Quindi anche tu…-
- No, la mia sorte è già segnata. Tu puoi cambiarle se vuoi.-
- Io…non…- Chiara venne interrotta dal una sorte di bagliore.
-Ooh, quello è il faro!- sorrise Mattia.
Silenzio, l’unico suono che si udiva era lo scricchiolio della ruota panoramica e gli strilli rauchi di qualche gabbiano in volo.
- Sai, non sono mai salito qui con una ragazza…è una cosa carina- le sfiorò la mano.
- Nemmeno io…con un ragazzo intendo.-
- Può essere l’ultima volta che ti vedo, ti prego…posso…-
Mattia fu interrotto dalle labbra di Chiara che si ritrovarono plagiate con le proprie.
- So cosa vuoi fare…la mia risposta è sì- arrossì la ragazza.
Quello con le labbra non sarebbe di certo stato il loro ultimo contatto.

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Capitolo 5
*** Fear ***


Non si ricordava nemmeno quando le furono tolti i vestiti...
O quante volte si trovava distesa sul quella panca, cercando di nascondere sempre il viso da lui.
-Chiara guardami..- Quello sguardo, quegli occhi glaciali che la stavano fissando ancora.
-Mattia basta, non ce la faccio più!-
-Ancora una volta, poi basta. L'ultima.-
Con questa sarebbe di certo stata la quarta volta che facevano sesso, ma non gli importava. Era un desiderio troppo forte per entrambi, così grande da non riuscire ad essere pienamente soddisfatti e quindi di farlo sempre. Ma tutto ha un limite.
Mattia era seduto sulla panca e Chiara, a cavalcioni su di lui, si stava strusciando lentamente e sensualmente: il sesso di lei andava a spingere contro quello eretto di lui.
Un fremito immediato fu subito sostituito da un mugolio quando lui entrò e iniziò a farla saltellare, prima piano, poi sempre più velocemente seguendo un certo ritmo.
Gemiti si liberavano dalle labbra, le unghie andavano a segnare le braccia e la schiena tatuate e la lingua danzava a contatto con quella del ragazzo.
Andò avanti per certi minuti, fino a quando entrambi non raggiunsero l'apice e vennero.
-Non la dimenticare, va bene?-
-Promesso- sorrise Chiara, poggiando la guancia contro la sua spalla.

Scesero dalla ruota panoramica e sembravano seri come quando erano saliti, come se non fosse successo nulla. La nebbia questa volta sembrava ancora più fitta del solito.
-Dove andiamo adesso?-
-Dobbiamo andare al museo. Non è tanto lontano da qui, visto?- le fece notare l'insegna.
Si avviarono subito, evitando qualche mostro di basso "rango" pronti a rallentarli o chissà altro. Inutilmente.
La porta era aperta.
Dentro, come ogni edificio che aveva visto, era letteralmente sottosopra, con alcune teche distrutte e oggetti di valore sparsi in giro per le varie stanze. L'unica cosa che non sembrava essere stata toccata erano i quadri.
-Raccontano la storia di Silent Hill, o almeno, di qualche avvenimento importante come la costruzione del faro, o...-
-E quello?-
-Quale?-
"E' lui, ne sono sicura"
-Lui è...il guardiano. Lo conoscono con molti nomi..Anche punitore. Come fai a conoscerlo?
-Io l'ho visto due volte da quando sono entrata in città.-
Un rumore provenì alle loro spalle, rilevando un crepa sul muro, o meglio, una galleria.
-Dopo di te, prego.-
Chiara iniziò a percorrere la lunga e infinita scalinata. C'era un terribile silenzio. L'unico rumore che sentiva erano i propri passi e quelli di Mattia alle proprie spalle.
Le scale giunsero al termine e si ritrovarono davanti ad una piccola porta. L'aprirono.
-Sapevo di questo posto ma.. Non posso credere di esserci qui ora.-
-Dove siamo-
-Nelle prigioni del lago Toluca-
Chiara si guardò intorno a quella che sembrava la mensa e notò un pezzo di carta con scritto nome e numero della cella, il perchè fosse lì era cancellato dal sangue.
Tenendo ben impugnata la torcia cominciarono ad avviarsi nei corridoi, percorrenzo le celle una ad una ma sembravano del tutto vuote.
-Eccola qui, la cella che avevo letto nel foglio!- aprì appena la porta, osservando l'interno.
-Chiara io non credo che..- in quel momento sentì qualcosa di pesante essere trasciando a terra. -Chiara, andiamocene.-
La ragazza intanto era entrata nella stanza e teneva tra le mani un biglietto.
"Cercami"
In quel momento la portà si chiuse di botto alle sue spalle.
-No, Mattia, aprimi!-
-E' bloccata, non ci riesco!- continuava a forzare la maniglia.
Dalla piccola vetrata notò un'ombra alquanto minacciosa, poi capì...
-Mattia scappa, cazzo scappa!!-
Una mano guantata strinse la nuca di Mattia e lo sbattè violentemente contro la porta, creando una crepa sul vetro, poi si allontanò con lui, trascinandolo per i capelli.
Chiara continuò a battere sulla porta finchè non senti uno sblocco. Quando l'aprì intorno a lei era cambiato tutto.
Era l'ultimo atto: avrebbe salvato Mattia e sarebbe scappata con lui, via da quella città maledetta.

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Capitolo 6
*** Final...good or bad? ***


Era entrata di nuovo nell'Otherworld, e con lei anche quella creatura mostruosa, il punitore: Pyramid Head.
L'ambiente intorno a lei era diversa, le pareti di mattonelle ora erano spoglie, umide e consumate. Dal soffitto cadevano goccioline che andavano a battere, per terra o contro le sbarre, tintinnando. Erano l'unico suono, apparte qualche lamento.
Chiara tornò alla mensa, il posto di partenza e trovò dei caricatori per la pistola.
Prese il necessario e poi uscì, cominciando a percorrere il lungo corridoio con le celle a lato, sentendo certi lamenti al loro interno, ma la cosa bella è che le celle erano vuote. Un'ombra però si vedeva, dentro la cella. Sparò pochi colpi per notare a terra una chiazza color cremisi che andava ad allargarsi sempre di più-
Più avanti notò una porta aperta, il cellulare che iniziò a dare interferenze non era di certo un buon segno e proprio davanti a lei notò una di quelle creature senza le braccia che dondolava verso di lei.
-Ci incontriamo di nuovo, eh?- Non aveva dimenticato lo spavento che le aveva fatto prendere al condomio la prima volte che ne vide uno.
Prese la pistola e gliela punto contro, sparando due colpi al ventre e l'altro alla testa, uccidendolo e facendolo cadere all'indietro con un tonfo. Piombò di nuovo il silenzio.
Il biglietto che aveva trovato in quella cella era nella tasca, "cercami" era l'unica parola scritta sopra. Perchè proprio lei, che cosa aveva fatto.
Ecco che la radio impazzì di nuovo e si guardò subito intorno. Cosa c'era questa volta, o megli..chi.
Delle porte davanti a lei si spalancarono rilevnado una bocca piena di denti affilati.
-E tu cosa saresti!?-
Questa "testa" iniziò a divincolarsi, poi, lentamente, cominciò ad avvicinarsi...più veloce, ancora più veloce.
Chiara sparò 3 o 4 colpi prima di girarsi e iniziare a correre lungo il corridoio, evitando quel mostro.
Si chiuse le porte alle spalle, aumentando il passo. A volte si voltava a gli sparava ma sembrava quasi invincibile.
-MUORI!- Continuò a sparare fino a trovarsi in un vicolo cieco. -Merda, non adesso!-
Si stava avvicinando minacciosamente, e non c'era via di scampo... Tranne per un condotto dell'aria, era abbastanza magra da porerci passare.
Lanciò prima la torcia e la pistola, poi saltò e cercò di entrare per salvarsi. C'è mancato davvero poco.
Recuperò il fiato, era sul punto di piangere, ma si calmò e gattonò per il condotto.
Non durò a lungo perchè quandò posò la mano in un punto questo si ruppè e cadde a terra.
-Porca puttana, che male..- si guardò intorno. Non sembrava esserci via di scampo, la stanza era vuota, spoglia, tranne per una singola porta.
Senza nemmeno pensarci due volte aprì la porta, trovandosi in un'area esterna, vasta come un cortile, ma buia come la pece.
Al centro di esso c'era un altare e sopra ad esso, tenuta su con delle catene c'era il corpo di Mattia.

// Premessa.. Adesso, cari lettore, vi aspettate un finale buono o cattivo?
Continuate a leggere..

GOOD
-Mattia!- Gli corse incontro, prendendogli il viso fra le mani.
-C-Chiara..- aprì un occhio. -Dovevi lasciarmi qui a morire, perchè sei qui..-
-Non abbandono un'amico-
Il ragazzo alzò il lato della bocca in un sorriso, ma non durò a lungo.
Il silenzio fu rotto da uno stridio fastidioso, il trascinare un oggetto parecchio pesante.
-Lui..è qui..-
Chiara sì allontanò da Mattia e puntò la torcià verso quel suono, ma niente. Sparito.
Ma non è vero, in realtà era ancora lì.
-Dietro di te!-
La ragazza si scostò velocemente, evitando quello che le avrebbe sicuramente tagliato un braccio.
Poteva solo starle lontano, e sparare qualche colpo sempre che non si parasse con la spada. Era lento, ma abile.
-Cosa vuoi da me, vedi di lasciarmi in pace e farmi uscire da questo posto!-
Continuò a sparare. Quando finiva i colpi subito li ricaricava e tornava a sparare.
Non sembrava essere completamente ferito, non colava sangue ma i colpi che gli aveva inflitto avevano penetrato la carne.
-Liberaci..adesso!- Teneva la pistola puntata su di lui.
Il perchè non fu chiaro nemmeno a lei, quando Pyramid Head prese la spada, poggiò l'impugnatura a terra e si trapassò il collo e la "testa" con la lama.
Era immobile. Era morto.
Chiara gli passò accanto e lo osservò, correndo poi verso Mattia, liberandolo dalle catene e tenendolo su con un braccio sulla spalle.
Andarono verso la porta che si aprì subito, rivelando una scala. Salirono fino a raggiungere il coperchio di un tombino che si scostò subito.
Davanti a loro c'era il cartello con scritto "You Are Now Leaving Silent Hill"
-E' fatta, siamo liberi!-
-Andiamocene il più lontano possibile da qui-
Iniziarono a camminare, sarebbe stato un viaggio molto lungo.


BAD
-Mattia, Mattia sei ancora vivo!- Gli corse incontro, senza sapere cosa stava per accadere.
Pyramid Head avantò proprio dietro Mattia, salento lentamente quei pochi gradini.
-No, lascialo stare!-
Nessuna pietà e nessun rimpianto. La scena che si presentò ora, davanti a lei, non era paragonabile a quello che era accaduto al supermercato.
Il mostro trapassò il corpo di Mattia con la lama, proprio sul petto, e poi con un gesto la abbassò lentamente e poi la sollevò, tagliando i due il corpo del ragazzo, ora a metà.
Il sangue andò a schizzare sul viso di Chiara che tra l'orrore e la disperazione gridò e cominciò a piangere. Odio provava, odio per sè stessa, di quando fosse stata debole.
-Bastardo! Ti odio!- si alzò in piedi e puntò la pistola contro Pyramid, sparando alla cieca.
Lui era immobile, poi lentamente si avvicinò a lei.
"Sei debole"
-Cosa?- lo stava sentendo.
"Sei un'umana debole, non ha avuto la forza per salvare un ragazza innocente al supermercato per paura"
-Stai zitto!-
La voce di quel mostro era rude, seria.
"Come non ha avuto abbastanza fegato per salvare il ragazzo che tanto amavi"
-Io sono forte, sono sopravvisuta fino ad ora!-
"Egoista"
Chiara cadde sulle ginocchia, osservando la creatura ora davanti a lei.
"Hai pensato solo a te stessa, non hai pensato alla vita degli altri. Patetica."
-Io..io..Non è vero..Volevo salvarli!-
"Ma non l'hai fatto. Due persone sono morte a causa tua, quindi devi essere punita."
Alzò lo sguardo a da sotto notò un bagliore rosso all'interno della piramide.
"Alzati"
La ragazza ormai non riusciva a controllare i movimenti del suo corpo. Si alzò in piedi con gli occhi spenti.
"Prendi la spada"
Sollevò la spada con due braccia, era pesante.
"Non sei degna di continuare a vivere come umana. Sarai obbligata a vivere qui, per sempre."
Non si era accorta che intorno a lei era cambiato. Non era più nel cortile, era in una specie di caldaia.
Due figure si avvicinarono a lei, con entrambe in mano un pezzo di piramide tagliata a metà
-No..no!- fu l'ultimo grido quella notte.
Ora lei era ciò da cui è sempre scappata. La paura, il pentimento. Era diventata la giustizia, sotto le spoglie di un mostro con la testa a piramide.

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