Sometimes* di Gillian_Lightman (/viewuser.php?uid=205201)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una visita inaspettata. ***
Capitolo 2: *** Un mojito...Illuminante! ***
Capitolo 3: *** Così maledettamente lontano, così splendidamente vicino. ***
Capitolo 4: *** Il verdetto di Cal. ***
Capitolo 5: *** La giornata perfetta ***
Capitolo 6: *** Una vecchia conoscenza. ***
Capitolo 7: *** Sometimes dreams do come true ***
Capitolo 8: *** L' alba di un nuovo giorno ***
Capitolo 9: *** Ritorno alla normalità...O quasi! ***
Capitolo 1 *** Una visita inaspettata. ***
Ciao a tutti, questa è la mia prima Fan Fiction sulla mia coppia preferita, quindi siate buoni nel giudicare :P
Tre brevi premesse e poi vi lascio a quella che, spero, sarà una piacevole lettura:
1. Questa FF è il mio “seguito” a Killer App.
2. Per scopi narrativi ho aggiunto un nuovo personaggio Sarah Black; ciò che dovete sapere:
- E’ la migliore amica di Gillian da più di vent’ anni e stretta amica di Cal da sette
- Vive a New York ed è in visita a Washington proprio per passare un po’ di tempo con i capi del Lightman Group. Se vorrete altre informazioni su Sarah fatemelo sapere :)
3. A volte per specificare le persone che parlano uso le iniziali: C= Cal; G= Gillian; S= Sarah etc.
Detto ciò…Buona lettura!
Capitolo 1. Una visita inaspettata.
Cal la stringeva a se accarezzandole i fianchi, mentre finalmente la guardava negli occhi, dicendole semplicemente “Ti amo”, le due parole che lei, Gillian, aveva tanto atteso. Poi la avvicinava ancora di più a se e la baciava,i due si incontrarono in un tenero e passionale bacio e…
Gillian si svegliò di soprassalto, nel suo letto. Era sola. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco quella triste realtà, in cui passava le nottate in un matrimoniale mezzo vuoto.
Si tirò su e ripensò a quel meraviglioso sogno: era già la terza notte filata che l’ arrogante viso del suo migliore amico allietava le sue notti. Migliore amico, ah questa poi era proprio bella! Sognava di baciarlo, di stringerlo forte a se e di avere finalmente il coraggio di dichiarargli ciò che provava, e osava pure definirlo amico! D’ altro canto se non aveva il coraggio di ammetterlo neppure a se stessa, come poteva ammetterlo a Cal? Come poteva dirgli che credeva di amarlo? Che le sue carezze un tempo solo affettuose ora la facevano sentire la donna più voluta del mondo? Che quando la chiamava “tesoro” un brivido di piacere le percorreva la schiena? Insomma, come poteva ammettere di essersi innamorata del suo migliore amico!? Ed era proprio questo il punto: lei non notava segni di “interesse” da parte di Cal e, dichiarandosi, aveva paura di porre fine alla più pura delle amicizie oltre che, naturalmente, smettendo di sognare il giorno in cui finalmente lui la avrebbe amata.
Tormentata da questi pensieri alle quattro di notte, Gill si ripose sotto le coperte, sebbene sapesse che non avrebbe più chiuso occhio.
Quattro ore prima, a quattro chilometri di distanza…
“Gillian…Le vuoi bene?”
“Certo che le voglio bene, le voglio molto bene”
“No, intendevo…Se sei innamorato di lei?”
“…Si”
“Allora, cosa stai aspettando?”
“A questa domanda non so rispondere tesoro”
“Hai paura?”
“Bhe...Insomma…Si. Non ho trovato indicatori di interesse nel suo viso, non credo di essere corrisposto, e per averla rischierei di perdere quella meravigliosa amicizia che per ora è il nostro unico legame.”
“Indicatori, tu sempre con il tuo maledetto lavoro! E’ per questo che hai perso la mamma…Vivi papà, buttati!”
Ed Emily se ne andò a letto, lasciandolo solo con i suoi pensieri. Dannazione aveva ragione! Infondo aveva sempre ammesso che Gillian era l’ unica donna che non riusciva a leggerlo, quindi perché non provare? Tanto l’ amicizia non gli bastava più, e comunque era chiaro che si sarebbe inceppata.
Notava che da qualche settimana Gill, la sua Gill, arrossiva quando la chiamava “tesoro”, quando le sfiorava il braccio o la abbracciava…Possibile che lo ricambiasse o si era solo accorta che c era qualcosa di diverso in lui e questo la metteva a disagio? Accidenti, troppi pensieri!
Cal si bevette uno scotch ed andò a letto, non chiudendo occhio.
La mattina seguente…
“Hei Cal” ah, che meravigliosa voce aveva Gillian!
“Ciao tesoro, dormito bene?”
“Non molto” rispose un arrossita Gillian
“Nemmeno io, sono uno straccio. Credo che ci vorrà più di un caffè per svegliarmi”
Prima che Gill potesse replicare una divertita e giovane voce femminile urlò dal fondo del corridoio:
“Quindi, suppongo che nessuno mi abbraccerà…!?”
I due si voltarono, un sorriso stampato in faccia: la loro amica Sarah era in città.
“SARAH!” gridarono all’ unisono correndo ad abbracciarla.
G: “Che bello vederti, come mai non ci hai avvisati, ti avrei preparato la stanza degli ospiti.”
S: “Non preoccuparti, alloggiare è la mia ultima preoccupazione, piuttosto come state?”
C: “Bene e tu? Che vento tira a New York?” enfatizzò l’ ultima parola, non nutriva un grande parere della Grande Mela.
Gillian sorrise, amava ed odiava quel tono strafottente di Cal *che lo rende dannatamente sexy* Basta! Gill lottava con i suoi stupidi pensieri, ora aveva altro a cui dedicarsi: Sarah!
S: “Un buon vento, ma ero stufa della vostra mancanza! Quant’ è che non ci vediamo…Un mese e mezzo?”
C: “All’ incirca”
S: “Essendo venuta io l’ ultima volta mi aspettavo una visitina, ma un giro nella grande capitale non mi guasta!”
G: “Scusaci, volevo venire ma Cal piuttosto che prendersi una dannata vacanza…”
C: “Hei, circa un anno fa sono stato in Messico”
G: “Si certo, e chiamala vacanza, anche li hai lavorato”
S: “Interrompo quella che sono sicura sarebbe stata una interessantissima discussione”-disse ridacchiando, amava il modo in cui battibeccavano, anzi pensava sarebbero stati una coppia perfetta, chissà perché erano così ostinati a rimanere solo colleghi-“vi andrebbe un caffè?”
G: “Assolutamente, poi passiamo da casa mia, ti ospito io”
C: “Io passo, devo finire un lavoro”
S: “D’accordo, allora ricordati che me ne devi uno!”
Le due donne salutarono, uscirono dall’ ufficio e si avviarono alla caffetteria, allietate da chiacchiere se vogliamo frivole, ma che di certo non guastavano.
Sarah (anche lei esperta nella lettura delle micro-espressioni, anche se non al livello di Cal) notò che la sua amica sembrava contrariata, come se volesse dirle qualcosa ma non ci riuscisse, cosi azzardò:
“Hei Gill…Tutto bene? Vuoi parlarmi di qualcosa in particolare?”
“Non usare i tuoi trucchetti con me” replicò l’ altra fingendosi arrabbiata
“Vaa bene, allora…Come vaa il lavoro?” la prima cosa che le è venuta in mente
“STO ESPLONDO”-la dottoressa Forster non urlava, ma ci era vicina-“devi essere una specie di veggente, sei arrivata nel momento giusto, devo parlarne con qualcuno e tu sei l’ UNICA a cui riesca a dirlo”
“Dimmi pure tutto Gill”
“Io ecco… Okay, sono innamorata di Cal”
Sul viso di Sarah si dipinse un espressione difficile da descrivere. Non più di tanto ma comunque era sorpresa, perché l’ ultima volta che li aveva visti sembravano solo amici, mentre ora aveva notato che l’ atmosfera era cambiata, ed ora aveva scoperto il perché. Un perché meraviglioso, finalmente lo aveva ammesso!
Guardò l’ amica senza dire nulla, come per incentivarla a continuare.
G: “Oramai è inutile che lo neghi anche a me stessa. Sono innamorata, perché non faccio altro che pensare a lui, sogno che finalmente mi baci, gioisco quando mi chiama tesoro…Ed anche il suo tocco sulla pelle mi fa un effetto diverso, ma ho paura di perderlo come amico. Lui non mi ama, come farebbe ad interessarsi ad una come me? Lasciamo perdere non mi guarderà mai, grazie per avermi ascoltato comunque, torniamo in ufficio?”
Sarah avrebbe voluto dirle mille cose, ma capì che non era il momento così si limitò ad un:
“Certo, ma stasera ne riparliamo”
Quella sera…
Avevano già salutato a Cal, già arrivato a casa, stava chiamando Emily, ma al suo posto trovò solo un biglietto “Ciao papi, esco con un’ amica, non tornerò troppo tardi, un bacio”, erano già le undici! In ogni caso Gill e Sarah stavano per salire in macchina e dirigersi a casa della prima quando una ragazzina mora si lanciò addosso a Sarah, abbracciandola. Emily le era molto affezionata.
S: “Ciao Em! Che bello vederti, come stai? E come sapevi che ero qui?”
E: “Bene, ah ti aveva vista Loker e mi ha mandato un sms chiedendo chi fossi, dalla descrizione ti ho riconosciuta, posso parlarti? Ti va di uscire a bere qualcosa così mi racconti come ti vanno le cose?”
Dal tono si capiva che voleva ben altro, ma Sarah era curiosa:
“Certo, Gill ci vediamo a casa, se sei stanca va pure a letto.”
Allora?!?! Com era? Ricordatevi che è la mia prima FF quindi non disprezzatemi troppo se fa schifo! E’ solo il primo capitolo ma gradire immensamente qualche piccola recensione, per capire come scrivo…Grazie in anticipo a chi lo farà !
Al prossimo capitolo :)
Jenny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Un mojito...Illuminante! ***
Ciao a tutti! Di solito
è bello lasciare un po’ di
tempo prima di aggiornare ma sto scrivendo di getto e non riesco a
trattenermi!
Ah, le parti in corsivo nelle mie
FF possono
significare solo 2 cose: sogni o dialoghi immaginari tra un personaggio
ed il
suo Io interiore.
Godetevi il capitolo, spero la
lettura sarà piacevole.
Capitolo due. Un
mojito…Illuminante!
Gillian era in macchina, stava
tornando a casa
interrogandosi su cosa volesse riferirle Emily, perché aveva
notato che stava
mentendo quando diceva di volere fare solo quattro chiacchiere, la sua
voce era
diventata più acuta. Dio, a parlare cosi si sentiva Cal!
Parli del diavolo
spuntano le corna, questa volta spunta solo la voce infuocata: il
telefono
squilla e la donna mette il viva-voce in modo da non dover interrompere
la
guida. Non fa in tempo a vedere chi chiami, ma essendo le undici
passate ha già
una vaga idea di chi sarà il gentlemen da galateo.
“Pronto?”
“Hei tesoro”
Sorride, dannazione se continua a
chiamarla cosi le
farà venire tanti di quei colpi in testa da rischiare un
emicrania. Anzi, un
incidente visto che ha appena evitato il marciapiede dove si stava
stampando
per la distrazione provocata da quella suadente voce irlandese:
“Hei
Gill…Tutto bene?”
“Si, scusa Cal stavo
cercando di evitare un maledetto
marciapiede”
“Che maleducato,
scommetto che ti è venuto addosso
apposta!” risponde Cal con il suo dannato tono strafottente e
trattenendo
appena le risate.
“Cretino”
Ridono, e per un momento non dicono nulla,
cullati a vicenda dalla meravigliosa risata dell’ altro. Era
incredibile quanto
i loro sentimenti in quel momento (e come in molti altri) fossero
incredibilmente simili. Sentire una risata, semplice, banale,
già udita
migliaia di volte nel loro lungo rapporto di amicizia, ora gli faceva
un
effetto diverso, li faceva stare bene.
“Allora…Avevi
bisogno Cal?”
“Ah si ecco, volevo
sapere se per caso hai visto Em,
ha detto che usciva con una amica ma io…”
“E infatti è
con Sarah, ha saputo che era qui e
voleva…Credo volesse fare due chiacchiere, era molto che non
la vedeva”
“Ah, io ecco...Okay
grazie, pesavo che…”
“Pensavi che fosse andata
a spassarsela con qualche
ragazzo” concluse Gill con voce severa.
“Bhe…Si. Sono
così dannatamente preoccupato per lei!”
“Da dove viene ancora
tutta questa preoccupazione? A
17 anni passati e…Bhe te lo ha anche confidato che ha
già…”
“Fatto sesso. Si lo so,
però sono preoccupato
comunque, perché ciò non esclude che ora si senta
più sicura e decida…”
“Cal, devi smetterla di
fare così! Emily è una
bravissima ragazza, lo sai anche tu. E’ già tanto
che te ne abbia parlato, io l
ho fatto solo anni dopo con mio padre!”
“Bhe, lei me lo ha detto
due ragazzi dopo”
“Ti ripeto che va bene,
basta essere così apprensivo!
E’ abbastanza grande e giudiziosa per giudicare da se
ciò che è giusto e ciò
che è sbagliato. Non conta niente se ha già avuto
esperienze, conta adesso come
si regolerà e tu devi darle fiducia.”
“Parli per esperienza
personale?”
Eccolo, di nuovo col suo fare
arrogante, che adori e
odi allo stesso tempo; rispondi in modo semplice e provocatorio:
“Ti piacerebbe saperlo eh
Cal!?”
“Assolutamente!
Allora…Parliamo di violazione di leggi
della decenza?” Gillian scommetteva che adesso la sua faccia
aveva assunto
quella arrogante e smorfia buffa, con la bocca arricciata. Rispose
ridacchiando:
“Nei tuoi
sogni!”
“Nei miei sogni sei
già legata” Accidenti meno male
che non era qui! Stava arrossendo terribilmente e le riaffiorava alla
mente il
ricordo di quando lei e Cal si erano baciati, quando ancora per lei non
aveva
significato nulla. Dannazione ora cosa darebbe per ritornare a quel
momento! I
pensieri di Cal erano praticamente identici.
“Bhe sono lieta di
allietare spesso le tue fantasie”
disse ridacchiando Gill e fu il turno dell’ uomo ora quello
di arrossire!
Risero, poi Cal la
salutò con un “notte tesoro” e
chiusero la comunicazione.
Quanto
è
dolce Cal!
Si, ma mi ha sempre chiamata tesoro.
Già,
lui è
uguale, sei tu che ora gli dai un significato diverso.
Non è vero!
Ma se
appena
cinque minuti fa hai desiderato con tutto il cuore di ritornare a
quando vi
siete baciati.
Bhe, io…Ecco, oh andiamo
a te cosa importa?
Sono la
tua
coscienza, a te cosa importa mentirmi! Io sono parte di te e lo
sappiamo tutte
e due.
Cosa?
Quello
che
provi per Cal.
Amo…Cizia! Amicizia.
Ma chi
vuoi
prendere in giro? Sei una scienziata e sai che i lapsus…
Si okay, okay, sono innamorata di
Cal va bene? Ora la
smetti?
Certo.
Oh mio Dio non posso credere di
averlo detto…Allora è
vero.
Finalmente
lo
ammetti!
Dannazione mi sono innamorata del
mio migliore amico!
E lui
di te.
Ma cosa dici? A mala pena mi guarda.
Svegliati
cocca, lui è cotto.
No, sono solo illusioni lui non mi
vorrà mai.
Bah,
arrangiati
è già tanto essere riuscita a farti ammettere che
lo ami, al resto penseremo
dopo.
Nel
frattempo in un piccolo bar della città…
S: “Per me un
mojito”
E: “Due”
Cameriera: “E’
sua figlia? Li ha diciotto anni?”
S: “Certo, non si
vede?”
Cameriera: “Scusi sempre
meglio controllare”
Sarah fa solo un cenno di assenso.
E: “Grazie!”
dice raggiante.
S: “Tranquilla, hai
diciassette anni, meglio uno ogni
tanto alla tua età che uno al giorno quando se ne ha
diciotto! Comunque bevi
molto?”
E: “No, solo qualche
Mojito o Margarita ogni tanto con
le mie amiche”
Nel frattempo arrivano i drink,
Sarah inizia a
sorseggiare il suo, mentre chiede:
“Bene, di cosa
m…”
E: “Mio padre
è innamorato di Gillian”
L’ altra malcapitata per
poco non si rovesciò addosso
tutta la bevanda.
S: “Devo dire che sei
poco diretta. Comunque, a parte
gli scherzi, come fai ad esserne certa?”
E: “Me lo ha confidato
lui. Il problema è che lui non
crede e io non so con certez…”
S: “Gillian è
innamorata di tuo padre, me lo ha
confidato”-adesso era il turno della più giovane
rischiare un
soffocamento-“Normalmente custodisco con la massima
serietà segreti di
rilevanza come questi, ma di te mi fido, senza contare che se
escludiamo il
destino siamo le uniche in grado di agevolare questo miracolo”
E: “Sono
d’accordo, ma come?! Insomma in modo diretto
non mi piacerebbe perché, non so come spiegare solo
che…”
S: “Ti capisco, nemmeno
io voglio farlo in modo
diretto. E per modo diretto intendo dirgli esplicitamente che sono
corrisposti;
il loro è un amore sincero, puro, non voglio
“guastarlo”, nel senso che dargli
una spinta come il destino non si spiccia a fare va bene, ma essere
l’ unica
vera causa della loro storia non mi piace, sarebbe come dire che senza
di noi
tutto ciò non sarebbe successo. Non voglio che pensino
questo, al massimo che
senza di noi le cose sarebbero andate sulle lunghe”
E: “Esattamente, quindi
dobbiamo agire in modo soft,
ma come? Devono capire di essere corrisposti in qualche modo, se no non
si
faranno mai avanti!”
S: “No, basta che lo
intuisca tuo padre”
E: “Perché lui
e non Gill, o entrambi?”
S: “Io non sono
assolutamente femminista ma dimmi:
logica vuole che qualcuno faccia il primo passo, ora secondo te questo
ruolo
spetterebbe a Gillian, la sua donna, o a tuo padre? E’
orgoglioso sono sicuro
che non vorrebbe fare la parte dell’ uomo che non sa lottare
per lei”
E: “Geniale, geniale! Ora
rimane il problema di come
fare, non possiamo certo dirgli “Hei papa, Gillian ti ama,
quindi buttati pure”
e non esiste un modo indiretto, o glielo dici o no perché i
giri di parole
sarebbero comunque evidenti per un sociopatico maniaco del lavoro come
mio
padre”
Se non fosse stato per il finale
divertente la faccia
di Sarah si sarebbe raggelata. Aveva ragione, come diamine si fa a
dirlo a suo
padre in modo indiretto? Dannazione non si può, o lo fai o
non lo fai!
Rimasero in silenzio alcuni
secondi. La vorace Emily
aveva già finito il suo drink, Sarah si stava gustando gli
ultimi sorsi del suo
Mojito (il secondo), quando all’
improvviso sollevò lo sguardo. Gli
occhi lucidi per l’ emozione: un’ illuminazione!
S: “Ma certo! Ma certo ma
certo ma certo!”
E: “Velocizza il nastro o
mi fai stare in agonia…Ma
certo cosa?”
S: “Quanto sono stata
scema! E’ ovvio sono una…D’ ah
lasciamo perdere che è meglio, ti spiego subito: abbiamo
sbagliato in
partenza!”-mentre parlava ridacchiava e metteva le mani nei
capelli, era buffa,
le ricordava suo padre quando, da piccola, cercava di farla ridere e
fingeva di
avere le pulci; ci era andato vicino dato che lei gli aveva attaccato i
pidocchi a sei anni!- “E sai perché abbiamo
sbagliato? Non dobbiamo occuparci
della comunicazione, quella è la parte cruciale e deve
coinvolgere solo loro, i
diretti interessati, noi dobbiamo occuparci dell’ ambiente!
Pensaci bene,
perché non è ancora successo niente?
Principalmente per i loro orgogli, la
paura di perdersi come amici e di non essere corrisposti, ma anche
volendo
quando ci sono state le condizioni adatte? Sono SEMPRE bloccati in
ufficio, e
li di certo non possono dedicarsi all’ amore. A casa ci sei
tu e non pensare
nemmeno per un secondo che la colpa sia tua”- ha aggiunto
vedendo l’
espressione che si stava dipingendo sul volto di Emily -“ il
problema è che il
lavoro è un luogo troppo affollato ed informale, la casa
troppo privata quindi
li intimidisce e loro passano TUTTO il loro dannato tempo in quei due
posti,
non può funzionare! Ed è qui che entriamo in
gioco noi: dove nascerebbero le
condizioni ideali per dichiararsi amore a vicenda?”
I loro sguardi si incontrarono,
tutto sembrava così
dannatamente chiaro. Un luccichio di trionfo nei loro occhi, un sorriso
gongolante ed un espressione che cantava vittoria, mentre gridavano
all’
unisono attirando l’ attenzione di tutto il locale:
“DEVONO ANDARE IN VACANZA
INSEME! DA SOLI!”
S/E: “SI, SI, SI, SI, SI
E ANCORA SI!”
Prima di riprendere il discorso si
concedettero un
altro drink per festeggiare, uno in due visto che Sarah doveva guidare
e per Em
un Mojito era già abbastanza.
E: “Perfetto, ora il
grosso è fatto. Continuiamo cosi,
prima di tutto per quanto tempo?”
S: “Una settimana
è troppo, non accetterebbero.
Quattro giorni.”
E: “Subito?”
S: “Tempo di preparare
tutto, i dettagli eccetera tra
dieci giorni, due settimane al massimo”
E: “Dove?”
S: “New York”
Emily la guarda un po’
storta: “T-tu lo sai vero che
mio padre od…”
S: “…Ia New
York, si ma è comunque la soluzione
migliore. E’ vicino per qualsiasi evenienza, cosi se tirano
in ballo la scusa
del lavoro li abbiamo in pugno e prendiamo due piccioni con una fava.
Inoltre
potremmo spiarli” aggiunse maliziosa.
Emily moriva dalla
curiosità: “E come?”
S: “Bhe ovviamente non in
albergo, ma per strada. Ho
lavorato in…Diciamo pure polizia e ho ancora attrezzature,
è sufficiente una
cimice-GPS, la mettiamo nella borsa di Gill, che porterà
sempre appresso, e
sapremo esattamente dove sono. Nel centro di
NY so perfettamente che sono installate determinate
live-cam in certi
punti. Quando loro saranno nei dintorni un dispositivo in collegamento
con il
GPS mi avviserà, e se non altro potremo osservarli per
strada.”
E: “Geniale. Ultimo
problema, come convincerli senza
destare sospetti?”
S: “Bhe naturalmente non
possiamo proporgliela come
una nostra idea, Gill penserebbe che ti ho detto tutto e viceversa Cal
quindi
dobbiamo trovare un altro modo…Idea! Tu sei abbastanza
informata circa gli
affari di tuo padre?”
E: “Se intendi ingaggi e
queste cose si, una volta ho
dovuto rimettere a posto il suo magazzino come punizione per una buffa
questione che approfondiremo…Perché?”
S: “Sai se ha stretto
affari con qualcuno di New York?
Qualche caso che ha accettato, compagnie che gli devono un favore per
la
collaborazione…Insomma cose del
genere…?!”
E:
“Mmh…Fammici pensare. Non cr…Aspetta!
Ma certo, si
cè una, la “SPD, Secret Police
Department”, sarebbe tipo un diparti…”
S: “…mento di
polizia non approvato dal governo
federale che lavora in incognito a New York per conto di un settore
segreto di
spionaggio della CIA”
E: “Stavo per dire un
dipartimento segreto di polizia
newyorkese, tu come diavolo fai a sapere tutte ste cose?”
S: “Esperienza
lavorativa, maa torniamo alle cose
importanti”- affermò cercando di cambiare
argomento ed ignorando lo sguardo
avido e interrogativo di Emily –“E’
perfetto e ti spiego il perché, ma prima
dimmi, cos ha fatto il Lightman Group per loro?”
E: “Boh, diceva solo
“Grazie per i servizi resi, siamo
in debito, prima o poi ci faremo vivi”, il resto era soltanto
un mucchio di
roba codificata”
S: “Ottimo. Ora ascolta:
noi manderemo una lettera a
tuo padre, mittente la SPD, che ringrazia nuovamente per i servizi e
offre un
viaggio di quattro giorni non rimborsabile per lui ed un'altra persona,
a New
York chiaramente. Il bello sta nel fatto che, se normalmente Cal
chiamerebbe
per rifiutare o si informerebbe comunque meglio, con questa compagnia
non lo farà,
perché non essendo del tutto lecita gli sembrerà
normale il fatto che rimangano
sul vago e non gli verrà certo in mente di andarli a
trovare, poiché al 99,9%
delle possibilità avranno cambiato luogo di incontro negli
anni. Quindi
problema risolto! Poi è ovvio che porterà Gill
dell’ ufficio; chi altri, l’
amato Loker?!”
E: “Genio,
genio!”
S: “Altro che genio!
Resta ancora il problema di come
convincere tuo padre, Gill accetterebbe volentieri l’ idea di
una vacanza ma
Cal…”
E: “Si, e poi restando
anche i problemi di come
strutturare la lettera da inviare a mio padre per non destare nessun
sospetto
e…Il denaro!”
S: “Queste sono facili da
risolvere. Per il biglietto,
quando avrò già comprato carte d’
imbarco, prenotato Hotel etc., invierò il
testo ad un vecchio collega che mi deve un favore. Lui la
preparerà senza
lasciare tracce ed al massimo segnalandomi possibili falle; poi ci
incontriamo,
me la passa in una busta gialla come nei film e io aggiungo con dei
guanti
biglietti ed eventuali effetti. In quando al denaro
vediamo…Due biglietti aerei
non più di $100, Hotel farò in modo che rimanga
disponibile CASUALMENTE, una
sola suite, però con un bel divano per tuo padre. Vista
Central Park, anche se
non li alloggiamo a “The Plaza” 1500$ partono,
anche per il poco preavviso e
tutto il resto; più le altre spese siamo intorno ai
$2000”
E: “Io te ne posso dare
$500, solo questi purtroppo,
perché in vista del college, sai…”
S: “Tranquilla, gli altri
$1500 li metto io, per gli
amici questo ed altro!”
E: “Bene, quando
sarà il momento penso io a convincere
mio padre”
S: “Io da domani inizio
gli affari e cerco di
concludere tutto in tre giorni al massimo, a quel punto ricognizione.
Prima no,
meglio non destare sospetti!
E: “Bene, sono
contentissima finalmente potrebbe succedere
qualcosa! Sono quasi le due, accompagnami a casa così mio
padre non rischia un
infarto”
S: “Con piacere”
Così la
riaccompagnò a casa, poi andò da Gillian per
dormire. Inutile dire che la prima domanda fu:
“Allora, cosa voleva
Emily?”
“Solo un amica un
po’ più matura con cui sorseggiare
un Mojito e parlare di ragazzi” rispose Sarah con nonchalance
e un sorrisetto
malizioso che per fortuna riuscì a contenere; dopo poco
andò a letto. Aveva
bisogno di energie: cè era molto da fare…
Okay…come vi
è sembrato? E’ un po lungo (più di 2000
parole) ma non riuscivo a farmarmi! Continuerò spero presto
con il prossimo
capitolo, ma ho bisogno di sostegno, quindi RECENSITE, RECENSITE,
RECENSITE !
:) :) :)
A presto, grazie ai lettori e ai
recensori
Jenny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Così maledettamente lontano, così splendidamente vicino. ***
Salve a tutti, questo è
già il terzo capitolo in cui
vi farò “soffrire” l’ attesa
del viaggio, ho detto che il quarto sarebbe subito
stato dedicato al viaggio, ma in questo capitolo ho scritto troppo
quindi il
quarto sarà breve e di collegamento, dal quinto il viaggio
(: Non vi anticipo
nient’ altro.
Spero vi piaccia perché
io non ne sono molto convinta.
Buona lettura!
Capitolo 3. Così
maledettamente lontano, così
splendidamente vicino.
In un
meraviglioso ufficio di Washington D.C. dal nome Lightman
Group…
C: “Ehi Sarah, quel
caffè?”
S: “Scusa Cal ho avuto un
imprevisto e devo andare
fino a Langley”
Il suo sguardo ha incontrato quello
di Emily (passeggera
per l’ ufficio), cosi ella ha capito che il loro piano
procedeva perfettamente.
Nel frattempo Sarah decise di
sfruttare la situazione
e prendere due piccioni con una fava:
“Andate pure tu e Gill,
anzi prima magari fatevi un
giro e poi dirigetevi qui al bar dell’ angolo cosi se riesco
vi raggiungo”
C-G:
“D’accordo” assentirono subito
all’ unisono
arrossendo. Per smuovere la situazione un impacciato Cal fece la mossa
sbagliata:
“Zoe diceva sempre che
è un brutto segno. Dovremmo
preoccuparci tesoro?”
S: “No, il fatto che tu
abbia citato la tua ex moglie
è un brutto segno, insulta la tua intelligenza”
gli sussurrò Sarah ridacchiando
e uscendo dalla porta principale.
Cal fece una delle sue solite
smorfie, poi si voltò
verso una alquanto divertita Gillian, dicendo: “Vogliamo
andare?”
G: “Ma si, anche se
stiamo fuori un po’ di più non
gusta. A causa del lavoro ho i nervi a pezzi”
C: “Sicura che non sia
per le mie fantasmagoriche
battute?” le disse ironicamente l’ uomo, beccandosi
una pacca sul petto, prima
che entrambi si avviassero ridendo.
G: “Dove vuoi andare per
fare passare il tempo in
attesa di Sarah?”
C: “Non importa, basta
che sto con te, tesoro” rispose
Cal mettendo un braccio sulla sua dolce vita mentre si avviavano. Gill
per poco
non cadette per terra, rossa come una ciliegia.
Non
fare la
scema, digli qualcosa accidentaccio! Lui è sempre dolce con
te, tu in cambio
che fai? Ti mostri imbarazzata? Dai digli qualcosa!
Figurati, lui lo dice ironicamente!
DIGLI
QUALCOSA!
C: “Tu hai in mente un
posto in particolare”
O R
A !
G: “No, sono d accordo
con te” gli sorride e gli mette
una mano sulla spalla.
Ora è Cal che riesce
malapena a trattenere rossore e
sorriso.
Quant’
è
bella Gillian!
Per una volta siamo d’
accordo!
Visto
che
anche lei ti ama?
Tsk! Figurati, probabilmente lo ha
fatto solo per
cortesia.
Ceerto,
ti
dice che vuole solo stare con te, sorridendoti e mettendoti un braccio
sulla
spalla. E’ evidente che è pura cortesia! Mi chiedo
cosa ti abbiano insegnato
all’ università, se non mi sbaglio 2+2 si insegna
alle elementari.
Non è colpa mia, non
riesco a leggerla, anche se
volessi non ci riuscirei. Non può essere l’ amore
perché con Zoe non avevo
questo problema lei era un libro aperto. No, credo che sia il semplice
fatto
che io mi fido ciecamente di lei, in sette anni non mi ha mai deluso.
E’ pura e
splendida, forse per questo non riesco a leggerla.
Smettila
di
tormentarti e goditi questo momento!
Cal da retta alla sua coscienza, e
per un po’
proseguono il loro percorso silenziosi, due amanti incapaci di
comunicare a cui
sembra di camminare sulle nuvole, cullati da meravigliosi pensieri
sulla
persona più importante della loro vita, che gli sta ora
accanto.
Dopo un po’ Cal, per
rompere il silenzio domanda: “Per
caso ieri sera Sarah ti ha detto qualcosa?”
G: “Ti riferisci a
Emily?”- Il suo sguardo è servito
da risposta- “No, e comunque cosa avrebbe dovuto dirmi, in
fondo voleva solo
fare due chiacchiere con Sarah!” Anche lei ci credeva poco.
C: “A proposito di Sarah,
ti ha confidato qualcosa”
Il
contrario!
Pensò fra se e se.
G: “No perché?
Cè qualcosa che dovrei sapere?”
C: “Forse che dovremmo
sapere. Non so è solo che…Mi
sembra diversa da quando è arrivata, come se volesse dirci
qualcosa ma non
riuscisse…”
G: “Io ho notato solo che
sembra più tesa”
C: “E triste. E insicura. E
lei ed Emily si guardano in
modo strano”
G: “Le prime due cose le ho
notate anche io, la terza è
solo una tua paranoia”
Ma Gillian si sbagliava.
Un’ altra volta Cal aveva
notato qualcosa che agli altri è sfuggito, ma per la prima
volta non collegherà
questo fatto agli…Eventi futuri…Almeno per il
momento.
C: “Comunque come stai
tesoro? Anche tu mi sembri un
po’ tesa in questo periodo”
G: “Ah, è
solo…Il troppo lavoro, sai…Stanchezza e
tutto il resto…”
C: “Già ma in
quel -tutto il resto- cè un dettaglio
particolare. Qualcosa accaduto da poco. Un fatto? Un ricordo? Si, un
ricordo”
Poteva sembrare che tirasse ad indovinare ma no, Gillian e tutti quelli
che lo
conoscevano avrebbero saputo che studiava l’ espressione
della donna. Il fatto
che non riuscisse a leggerla non implicava per forza essere
così ciechi da non
vedere la malinconia sul suo volto.
C: “Un ricordo affettivo?
Si, familiare? Sentimentale?
Proprio così”
G: “Questo sarebbe il tuo
modo discreto per chiedermi
come sto?”
C: “Tesoro lo sai che mi
puoi parlare”
Dannazione
quanto lo amo!
G: “E’ una cosa
insignificante”
C: “Quindi non dovresti
avere problemi a parlarne”
Si guardarono negli occhi.
G: “Ho
solo…Ecco…Facendo pulizie ho trovato una
vecchia foto di me e Alec, tutto qui”
C: “Pensi ancora a
lui?!” Avrebbe voluto essere meno
freddo di quanto fece.
G: “No. Tu pensi ancora a
Zoe” Il suo tono non fu da
meno.
C: “Era una domanda o
un’ affermazione?”
G: “Affermazione che, se
falsa, avresti dovuto
smentire”
Lo sapevo, ama ancora Zoe,
pensò trattenendo le
lacrime.
Cal la guardò.
“Cosa ti fa pensare che io lo sia?”
G: “Il modo in cui la
guardi” la voce tremava
lievemente, ma come al solito Cal non se ne accorse.
C: “Questo vuol dire che
non sei un’ attenta
osservatrice Dottoressa Foster; la guardo solo con malinconia verso un
amore
fallito a causa mia. Ti sei fatta sfuggire questo
sguardo…Questo e anche un
altro”
Gillian credette che il cuore le si
fosse fermato.
Bacialo
scema!
La paura e la mente ebbero la
meglio sulla saggia e
primordiale coscienza:
“Cosa intendi?”
C: “Che non hai sbagliato
sguardo, lo hai solo conf…”
DRIN-DRIIN-DRIN-DRIIN-DRIN!
Dannazione
Gillian non lo sai che durante gli spettacoli si spegne il cellulare?
Meglio, questo rischiava di
diventare un film
drammatico per me.
O un
romanzo
rosa. Ti saboti da sola!
G: “Pronto?”
S: “Ciao sono
Sar…Ho interrotto qualcosa? Sembri
agitata”
G: “N-no ero solo con
Cal. Noi, cioè io, lui…”
Sei una
cogliona! Si sussurrò Sarah. “Tranquilla
non importa ci vediamo al bar dell’ angolo quando avete
finito. Cioè, intendevo
quando volete. A dopo!”
G: “Asp…Ha
riattaccato”
C: “Sarah?”
G: “Si, al bar
dell’ angolo quando vogliamo”
C: “Per me va bene anche
subito”
G: “Perfetto”
si era salvata da quella situazione.
Per me
va
bene anche subito? Ma sei deficiente? Vuoi farle credere di non aver
gradito la
sua compagnia?
Quello che non gradivo era
l’ infarto che mi stavo
beccando cinque minuti fa! Che idiota, cosa stavo per dirle!? Fortuna
che ci ha
interrotti Sarah è stato un segno del destino.
Quando
un
pianoforte ti cadrà in testa e ti farà tornare ad
essere uomo sarà un segno del
destino!
Sei davvero irritante!
Disse
il
frustrante nano irlandese.
Ah, lasciamo stare.
Raggiunsero il bar in silenzio,
cercando di gustarsi
quel momento senza pensare alla precedente discussione che poteva
sfociare
in…Altro…
Sarah li stava aspettando al loro
solito tavolo con lo
sguardo rabbuiato; ancora non poteva credere di avere interrotto un
possibile
miracolo. Quando però quella sera Gillian gli
racconterà che l’ argomento erano
gli ex-coniugi capirà invece di avere evitato un disastro
nucleare.
C: “Wow. Hai un aspetto
orribile! Sembri Jennifer
Lopez dopo un frontale!”
G: “CAL!”
S: “Tranquilla Gill, ha
ragione non sono messa bene”
Cameriera: “Cosa
desiderate?”
C: “Hum, facciamo tre
birre?” Gill assente.
S: “Due. Per me Bourbon,
Liscio.”
Cameriera:
“Arrivano”.
C: “Andiamo leggeri. Che
ti passa per la testa?”
G: “Quello che il nostro
delicato amico sta cercando
di dire è…Va tutto bene? Sembri molto tesa. Noi
ti vogliamo bene, siamo
preoccupati.”
Gli occhi fissi su Sarah, a cui nel
frattempo erano
divenuti lucidi:
“Anche io vi voglio molto
bene”- prese un bel respiro,
buttando indietro le lacrime guardando per aria- “Non sono
stata del tutto
sincera con voi ragazzi. Pochi mesi fa una mia amica ha avuto un
incidente d’
auto. E’ morta. Due settimane fa ho rotto con il mio
fidanzato, con cui stavo
da quasi un anno. Insomma era un periodo di merda e avevo bisogno di
staccare.
Avevo bisogno di avere intorno persone che mi facessero stare bene,
così ho
preso ferie per 14 giorni e sono venuta da voi, i miei veri
amici” Gli occhi di
Cal fissi su di lei, la mano di Gill stringeva quella di Sarah, che
continuò:
“Ieri mi sono ritrovata sola a casa tua, mentre eri fuori a
fare la spesa.
Pensavo. Pensavo al mio lavoro e a ciò che voglio.
A quanto amo il lavoro che fate
qui, per il quale ho
studiato anni e anche alla mia voglia di sbattere dentro criminali. Il
mio
attuale lavoro non mi permette nessuna delle due cose. Certo si
guadagna bene,
ma è una specie di CIA con i salari tripli e sapete di cosa
parlo. Ho capito
che il problema non era solo il mio ragazzo o il mio lavoro, ma
l’ insieme. Non
c era niente di mio in questa vita! New York è una splendida
città da visitare,
o in cui vivere sei mesi, un anno. Non di più. Sono
cresciuta qui al distretto
ed è qui la mia vera vita” Gli amici avevano
intuito il resto della frase: “Mi
sono licenziata e ho venduto il mio appartamento. Torno a vivere a
Washington
D.C., sto già cercando casa”.
G: “Oh Sarah! Non so se
dirmi dispiaciuta o felice,
beh entrambe! Innanzitutto mi dispiace moltissimo per tutte le brutte
cose che
ti sono successe in questo periodo, sul serio! D’ altro canto
non sto nella
pelle all’ idea di averti qui con noi al distretto!! Sappi
che per qualsiasi
cosa i ci sono e mentre cerchi casa puoi fermarti da me quando
vuoi” Disse l’
amica abbracciandola.
S: “Apprezzo veramente
tantissimo Gill. Comunque non
voglio darti troppo fastidio, ho già individuato un paio di
villette a prezzi
accettabili, una persino a pochi isolati da casa tua”.
G:
“Meraviglioso!”- Disse sorridendo-
“Allora devi
assolutamente prenderla, anche se fosse una topaia!” Risero.
C: “In quanto al
lavoro…Bhe cè un posto vacante, e non
posso certo far avanzare di grado Loker”
S: “Mi stai offrendo un
lavoro?”
C: “Credevo che quella
delle bionde stupide fosse solo
una leggenda!”
Scoppiarono a ridere
finché a Sarah non salirono le
lacrime. Lei dava un ENORME importanza all’ amicizia e
l’ affetto che le
stavano dimostrando i suoi migliori amici la commuoveva.
S: “Mi piacerebbe
veramente tantissimo lavorare con
voi, non avete idea di quanto mi farebbe stare
bene…”
G/C: “Perfetto!”
S:
“…Ma…Mi sento…Invadente
ecco! Piombo qui all’
improvviso e mi faccio ospitare a casa tua Gill. Poi decido di vivere
qui, a
pochi passi da casa tua e ora, beh accettare il lavoro mi sembrerebbe
proprio
di invadere la vostra vita!”
C: “Non hai capito! Tu
non invadi la nostra vita ma ce
la rendi più allegra. Non ti proporrei il lavoro solo
perché sei mia amica, tu
sei anche maledettamente brava. Siamo amici da anni, non vedo come tu
possa
pensare che la tua presenza ci disturba, anzi sarà
bellissimo tornare tutti e
tre insieme come ai vecchi tempi!
G: “Esatto”
disse Gill, poi prese con una mano la mia
e con l’ altra…Possibile che mi sbagli? Quella di
Cal! Gillian ha preso per
mano Cal!
Oh mio Dio ma cosa sto facendo!?
Sarò arrossita, me lo
sento.
YEAHHH
GILLIAN SPACCA!
Finiscila tu! Santo cielo lo sto
tenendo per mano!
Devo dire che è una bellissima sensazione.
Questo
perché…
S, perché lo amo. Non ho
più paura di ammetterlo a me
stessa o a Sarah. Io Gillian Foster sono innamorata di Cal Lightman!
Bene!
Ora
dillo a lui!
Ma sei impazzita? E se mi ride in
faccia?
Cal: non ci posso credere, mi sta
tendendo per mano!
Te lo
dicevo
che ti amava!
Ma no, per lei è un
gesto di amicizia ma per me…Mi
sembra di volare!
Non
è
amicizia, lei prova quello che provi tu.
Si sveglia la mattina pensandomi e
si addormenta
sognandomi? Non credo!
Ma Cal si sbagliava.
C: “Allora”
S: “…Okay! Non
lo dimenticherò ragazzi” disse
piangendo.
La
notte
dopo, nella stanza di Emily…
DRIN-DRIIN-DRIN-DRIIN!
Spero di non aver svegliato mio
padre se no mi uccide,
pensò Emily.
E: “Pronto?”
S: “Em sono io, scusa
l’ orario”
E: “Figurati, ci sono
novità circa il piano? A che
punto sei?”
S: “Terminato. Ieri la
mia fonte ha fornito la busta,
tutto prenotato adesso ti spiego” Nel frattempo Emily si
accomoda sul letto, le
gambe accovacciate e il visino concentrato, come quello di una piccina
in
attesa della sua fiaba.
S: “Oggi è
Martedì 15 Marzo, il loro viaggio è
prenotato per Domenica 21. Partono la notte in modo da godersi anche
tutto il
Lunedì fino alla mattina di Venerdì 26 quando
ripartiranno alle 7:00 per
tornare qui. Hotel prenotato, si chiama “Empire
Hotel”, quattro stelle da su
Central Park. I piccioncini alloggeranno in una Suite unica che
casualmente
quella settimana non sarà cambiabile. E’ comunque
dotata di un divano per tuo
padre”
E: “Speriamo lo usi solo
la prima notte!”
S: “E io che pensavo ti
imbarazzasse parlare
di…Questo!”
E: “Ha quarant’
anni e io diciassette certe cose le
so. Senza contare che è sempre meglio immaginarlo con Gill
che trovarlo con mia
madre, come un paio di anni fa”
S: “OOKAY, direi che
è tardi, meglio andare a letto!
Domani è una grande giornata, quando tuo padre
arriverà in ufficio si troverà
davanti la fatidica busta della sua vita, non me lo perderò
per nulla al
mondo!”
E: “Anche io
sarò casualmente nei paraggi. Ah, mio
padre mi ha raccontato che verrai a vivere qui e a lavorare con lui,
sono
felicissima!”
S: “Anche io! Quando i
due piccioncini faranno coppia
avremo molto tempo da passare insieme”
E: “Meno male! Vado,
è un miracolo che mio padre non
si sia svegliato”
S: “Si meglio che andiamo
entrambe a letto, è tardi e
domani dobbiamo goderci la scena con occhi riposati. Notte.”
E: “Hei
Sarah…”
S: “Si?”
E: “Ti voglio bene
sai?”
S: “Anche io Em, molto!
Notte.”
E: “Notte”
Emily si è preparata e
poi si è messa nel letto. Non
dormiva. Continuava a pensare a suo padre e Gillian. Era al settimo
cielo, già
si pregustava il sorriso di Gill dopo l’ invito da parte di
Cal per quella
vacanza e…Tutto quello che avrebbe comportato!
Era strano come fosse evidente per
tutti che quei due
fossero innamorati tranne che per loro. Sette anni e finalmente
potranno
ammettere il loro amore, grazie a lei e Sarah. Finalmente suo padre
starà con
la donna della sua vita, che le stava pure simpatica!
Allietata da ciò Emily
riuscì finalmente ad
addormentarsi, pensando a quel loro amore: così
maledettamente lontano, così
splendidamente vicino.
Cosa ne dite!? Fa schifo vero? Lo
so ma lo ho postato
comunque perché sono una sciocca smielata fan Callian! Ci
terrei veramente se
qualcuno recensisse perché ne ho bisogno,quindi RECENSITE
RECENSITE E
RECENSITE!
Grazie in anticipo,
Jenny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Il verdetto di Cal. ***
Salve a tutti, come precedentemente
comunicato questo
capitolo (con funzione un po’ da collegamento)
sarà complessivamente breve, ma
spero comunque bello, buona lettura.
Capitolo 4. Il verdetto di Cal.
Mercoledì
15
Marzo. Ore 6:45. Lightman Group.
Sarah aveva accuratamente deposto
la busta sulla
scrivania di Cal esattamente un ora prima, assicurandosi
così di non incontrare
nessuno. Poi si era presa un caffè e aveva pensato di
tornare a casa: arrivare
poco dopo l’ apertura della lettera era meno sospetto che
essere già li all’
arrivo di Cal.
Ma come al solito non aveva
resistito e la sua
curiosità aveva soffocato il buon senso.
Dirò
che
volevo inquadrare l’ ufficio visto che questo è il
mio primo giorno, tanto non
ci sarà nessuno!
Esatto non cè nessuno,
stava pensando proprio in quel
momento…Momento in cui si stampò contro Emily ed
entrambe cadettero per terra.
Si guardano allucinate per un
momento:
S: “Che cosa ci fai
qui?”
E: “Quello che ci fai
tu!”
S: “Eh…Okay
hai ragione! Ma cosi rischiamo di far
saltare tutto in aria!”
E: “Ma no tranquilla
basta che alle 7:20 usciamo e
rientriamo come se nulla fosse alle 7.30, orario di apertura! Tanto non
ci vede
nessuno siamo solo n…”
G: “Emily? Sarah?
Già qui?”
S/E: “Cazzo!”
S: “Che diavolo
facciamo?”
E: “Non lo so ma pensa in
fretta si sta avvicinando!”
S: “Okay ascolta bene, tu
ora pensa solo ad
assecondarmi. Poi io la distraggo per mezz’ ora finche non
arriva Cal, tu
intanto controllerai che non ci sia nessuno e, al suo arrivo, controlli
lui.
Ok?”
E: “Okay!”
Gillian oramai era a pochi metri:
“Come mai già
qui?”
S: “Ecco, morivo dalla
voglia di vedere l’ ufficio.
Avevo paura di essere impacciata a muovermi al vostro arrivo,
così ho chiesto a
Em di venire un po’ prima e mostrarmi l’
ufficio” si volta verso Em che assente:
“Esatto, ho praticamente
finito”
G: “Bene. Cal
è già arrivato? Volevo
parlargli…” Si
stava dirigendo verso il suo ufficio!!!
S: “Non ancora. Potremmo
andare nel tuo ufficio vorrei
parlarti.”
G: “Tutto bene?”
S: “Sisi, ma sai volevo
un po’ di informazioni su
lavoro, colleghi e sapere dove è il mio nuovo
ufficio”
G: “Certo, andiamo nel
mio intanto”
E: “Io sono
d’accordo con una mia amica, a dopo”
Quando Sarah e Gillian hanno
varcato l’ angolo si è
andata a nascondere in laboratorio, dove nessuno la avrebbe scovata e
soprattutto dove vedeva la strada e poteva individuare suo padre,
precedendolo.
Poco
meno di
un’ ora dopo, sempre in quel magico ufficio…
E: “Ciao
papà”
C: “Che diavolo ci fai
qui tu”
E:
“Anche…Anche io sono felice di vederti
papà”
C: “Hhs” il
solito verso che fa arricciando la bocca,
è davvero irritante, pensa Em!
C: “Cosa vuoi?”
continua Cal.
E: “Non potrei
semplicemente averti fatto una
sorpresa?”
C: “No.”
E: “Okay…Mi
servirebbero 100$ e alla mattina sei, o
almeno credevo, meno irritabile suona meglio?”
C: “Non per il mio
portafogli, a cosa ti servono?”
E: “Tra poco meno di un
mese è il compleanno della
mamma e se mi dai quei soldi ti risparmio la fatica di comprarglielo
facendolo
io al posto tuo e tenendomi il resto.”
C: “Eccoli, vado nel mio
ufficio, vieni a tenermi
compagnia prima di andare a scuola!”
E: “Certo, vado un attimo
in bagno” così chiamo
Sarah e la avverto che la festa
comincia, ha aggiunto fra se e se.
Cal entra nel suo ufficio e si
siede alla scrivania,
notando subito che quell’ idiota del postino gli ha portato
nuovamente qui la
posta sebbene gli abbia detto mille volte che deve lasciarle ad Heidi,
cosicché
elimini per lui quelle burocratiche.
Per questa volta ci pensa lui, la
prossima fa mangiare
tutta la posta che non gli interessa a Derp (il postino). Derp, che
nome da
idiota pensa Cal!
Inizia a “smistare la
posta”; alla fine dell’
operazione sono rimaste solo due buste, la prima proviene dalla ex
moglie, che
gli chiede cortesemente di evitare regali come “pene a forma
di zucchina” nelle
prossime occasioni. Bene! Per la prima volta dopo anni la sua ex p
riuscita a
farlo ridere!
Ma cos è questa? Cal
nota il mittente della seconda
lettera e senza sprecare un secondo strappa la busta iniziando la
lettura.
Alla fine è quasi
sconvolto: una vacanza? Deve
accettare? Normalmente la avrebbe cestinata, ma gente del genere va
trattata
con i guanti di velluto; in un futuro prossimo potrebbero essere
utilissimi.
Infondo sono solo quattro giorni…Allora accetto? E chi porto?
La soluzione dei suoi problemi
apparse in quel momento
sulla porta: no, non Gillian. Emily.
E: “Hei papi che
novità ci sono?”
C: “Vecchi amici offrono
un viaggio di 4 giorni a New
York per me e un'altra persona”
E: “Pensi di
accettare?”
C: “Certo”
E’
fatta!
Pensa Emily, ma subito il suo ghigno trionfante si
trasforma in una smorfia di terrore, quando il padre chiede:
“Vieni con me tesoro?
Tanto non hai perso ancora
scuola quest’ anno!”
E:
“Io…Ecco…” E
adesso che cazzo si fa!?
Sulla porta arrivano Sarah e
Gillian.
G: “Cal, ti cercavo,
quando puoi vieni nel mio
ufficio. Ah, ciao di nuovo Em”
S: “Ci sono
novità”
Emily le stritolò il
braccio cercando di sorridere e
dicendo:
“Vuoi sapere l’
ultima? Papà ha vinto un viaggio di
quattro giorni a New York per lui e un'altra persona, indovina? M I H A
I N V I T A T A!”
Scandì le parole come un
insegnante esasperata all’
asino di classe.
Sarah era stupita. Non per il fatto
in se, ma per la
disattenzione di Cal.
Senza scomporsi sorrise e disse di
voler leggere la
lettera per avere più informazioni sul viaggio.
S: “Cavolo è
bellissimo! Peccato che Em non possa
venire!”
Tutti i presenti avevano una faccia
scioccata, l’
interessata adolescente compresa.
E: “Che vuol
dire?”
S: “…Per
un
viaggio di quattro giorni dedicato a lei e ad un altro membro dello
staff,
chiaramente maggiorenne…Testuali parole! Purtroppo
Em non lavora qui e non
ha diciotto anni”
E: “Bhe non fa niente,
andrò un'altra volta, piuttosto
chi porti papà”
Cal coglie al volo l’
occasione e, senza quasi lasciar
finire la figlia dice sorridendo:
“Hei Gill, una vacanzina nella grande mela? Cosi mi faccio
perdonare per
ieri…Sono stato un po’…Bastardo, mi
spiace tesoro”
Gillian, arrossita come un pomodoro
secco, risponde
raggiante e imbarazzata:
“C-Certo Cal! Normalmente non converrebbe che entrambi i capi
abbandonino lo
studio per lo stesso periodo ma ho i nervi a pezzi, senza contare che
ora Sarah
può dare una mano!”
S: “Confermo!”
G: “In quanto
all’ altra cosa…Tranquillo ho già
dimenticato…Da molto, molto tempo!” Cal capisce
che la sua amata allude all’ ex
marito e le fa un grosso sorriso.
C: “Allora perfetto, si
parte!”
Gli eventi della mattinata non sono
stati degni di
nota.
La settimana è trascorsa
in fretta, con Cal che
tormenta Em con le sue paure, i suoi dubbi e le sue gioie circa il
viaggio e
Gillian che, oltre a fare lo stesso con Sarah, la trascina per
centinaia di
negozi alla ricerca di seicento cose diverse che non le serviranno a
nulla.
Domenica
21
Marzo. Ore 23:30. Davanti a casa di Gillian.
Cal e Emily hanno preso un taxi
fino a casa di
Gillian, dove lei e Sarah le attendono. Lo stesso taxi li
condurrà fino all’
aeroporto, dove all’ 1:30 si imbarcheranno per New York.
Cal saluta affettuosamente sua
figlia, sguardo
complice di un amore segreto. Lo stesso tra Gillian e Sarah. Poi
quest’ ultima
e Emily, si avviano sull’ uscio e si godono la scena dei due
amanti segreti che
si avviano al taxi.
C: “Pronta
tesoro?”
G: “Certo”
Si sorridono, poi senza quasi
accorgersene si prendono
per mano fingendolo un gesto di amicizia. Salgono sul taxi che li
porterà all’
aeroporto, dove prenderanno il volo che li condurrà non solo
a New York, ma
anche al settimo cielo.
Com è? Lo so bruttino :(
Colgo l’ occasione per
dire che probabilmente questo è
l’ ultimo capitolo prima delle mie vacanze, che avranno luogo
dal 4 al 10.
Cercherò di aggiornare subito l’ 11. A voi in
cambio chiedo solo un piccolo
favore…RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE!
A presto,
Jenny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 5 *** La giornata perfetta ***
Salva a tutti! Q
uesto
è in definitiva l’ ultimo capitolo prima delle mie
vacanze, perciò aggiornerò
solo l’ 11, non prima.
Premetto che le POV sono piuttosto
brevi, perché se no
non finivo più xD
Spero che vi piaccia
perché ho fatto veramente molta
fatica e ci ho messo davvero tanto impegno…Buona lettura!
Capitolo 5. La giornata perfetta.
Cal e Gillian si trovavano
sull’ aereo. “Cerchiamo di
dormire per questa ora, così risparmiamo energie”
avevano stabilito. Inutile
dire che nessuno dei due aveva chiuso occhio, anche se entrambi si
fingevano
addormentati per cercare di riordinare le idee e ridurre l’
isterismo. Gillian
era convinta che prima ho poi il comandante avrebbe annunciato un lieve
ritardo, causato dall’ incessante e rumoroso battito del suo
cuore che
disturbava i segnali.
Cal, se possibile, era anche
più pessimista e aveva
stabilito che per far cessare il suo avrebbero dovuto abbattere
l’ aereo.
Fortunatamente nessuno dei due
scienziati ci aveva
preso e l’ aereo atterrò in perfetto orario: alle
2:30 spaccate scendono dall’
aereo e alle 3:00 prendono un taxi.
C: “Empire
Hotel” aveva detto Cal al tassista.
Poi si era accomodato accanto a
Gillian che lo
sorprese a fissarla. Arrossì violentemente e disse:
“Che cè sono così brutta?”
C: “Al contrario tesoro,
sei bellissima”
Ora Gill sembrava un afroamericana
tanto era
arrossita.
G: “Credevo che non
servissero alcolici durante i voli
notturni”
C: “Non ho bisogno di
Scotch per vedere quanto sei
bella”
G: “G-Grazie
Cal”
Oh mio
Dio
tesoro vedi di darti una calmata, sembri una liceale al primo
appuntamento!
G: “Guarda da qui si vede
l’ isola dove cè la Statua
della Libertà”
Ancora una volta Cal si sorprese a
fissarla
sorridendo. In una città così luminosa Gill le
sembrava una bambina a Natale
intenta a individuare tutte le luci possibili.
C: “Eh già,
domani ti ci porto tesoro”
Il sorriso di Gill fu il premio
più bello del mondo.
G: “Non capisco come fai
a non amare New York. E’ cosi
bella, così viva. Romantica!”
Oddio lo ho detto sul serio?! Ho
detto a Cal che siamo
in una città romantica?
Quale
gioia,
mi sento gratificata come un’ insegnante di matematica che
riesce a farla
capire agli asini.
Così sarei un asino?
Si, in
amore
sei un asino che oggi a meritato la sua prima sufficienza.
Presa dal suo vivace dialogo
interiore non si era
accorta che Cal le aveva messo un braccio sulla spalla.
Mi ha messo un braccio sulla
spalla, non sto
sognando!?
Non
sogni, ti
sei impegnata e questo è il tuo premio.
Allora vuol dire che ha apprezzato
il mio commento sul
romanticismo, HO ANCORA UNA SPERANZA!
Oh sono
così
fiera di te! Tra poco mi metto a piangere.
Avrebbe voluto dire qualcosa a Cal,
ma era troppo
emozionata; ci pensa il taxista:
“Fine corsa, fanno
$2”
Gill stava tirando fuori il
portafogli,
C: “Lascia stare pago
io” ridacchiando.
G: “Che
galantuomo!”
C: “Fatto e
finito”
Ridendo si avviano all’
Hotel.
Arrivano alla reception,
fortunatamente non cè molta
gente e devono aspettare solo per qualche minuto.
Impiegata: “Buonasera e
benvenuti all’ “Empire Hotel”!
Avete la prenotazione giusto?
G: “Si.”
Impiegata: “A nome
di…?”
C: “Lightman.”
Impiegata: “Solo un
secondo…Si, salve signori
Lightman, ecco la chiave”
Entrambi erano arrossiti.
G: “V-Vuole dire le
chiavi giusto?”
Impiegata: “Mmh, no
signora la prenotazione è stata
fatta per una sola stanza, la Suite 310”
C: “Bhe non
può fornircene un’ altra se paghiamo?
Possibilmente vicina alle 310..”
Impiegata: “Mi dispiace
signore ma è l’ unica Suite
disponibile. Anche le “Room” e le
“Imperial” devono essere prenotate almeno
quarantotto ore prima. La vostra Suite è comunque rifornita
di un letto
matrimoniale, un divano ed un divano-letto nel caso ci fossero
problemi”- prima
che uno dei due potesse replicare squilla il telefono e l’
impiegata continua-
“Scusate devo rispondere e poi occuparmi degli altri clienti,
qui cè la chiave.
Vi auguro una buona permanenza.”
Gillian e Cal,
“rassegnati” presero la chiave e si
avviarono verso la loro Suite.
Impiegata: “Buonasera
Imperial Hotel, come posso
aiutarla?”
S: “Cassy, come
procede?”
Impiegata: “Tutto a
meraviglia, fase completata”
S: “Ottimo lavoro, ti
devo un favore”
Impiegata: “No. Ora siamo
pari. A presto.
Nel frattempo gli ignari
“piccioncini” avevano
raggiunto la Suite 310: entrando la stanza da letto con un
matrimoniale, un
minibar, un grande armadio ed un divano-letto; seguivano il salottino
munito di
divano e televisione, il bagno di lavandino, bidè, doccia e
vasca
idromassaggio.
Gillian si sentiva svenire e Cal
continuava a darsi
pizzicotti per cercare di capire se stava sognando o era tutto reale.
Si sono messi d’ accordo
di alternarsi: ora Gillian
avrebbe fatto la doccia mentre Cal avrebbe disfatto i bagagli, poi il
contrario. Infine sarebbero andati a dormire.
C: “Se vuoi che dorma
nell’ altra stanza sul divano
non cè problema…”
G: “No è
scomodo; tranquillo dormi pure nel
divano-letto della camera”
C: “D’ accordo
tesoro”
Gillian che oramai si era
trasformata in un camaleonte
che diventa rosso quando Cal parla si stava avviando in bagno per fare
la
doccia.
C: “Non dimentichi
niente?” Si voltò: Cal aveva in
mano il suo pigiama.
Che scema come sarei uscita, in
biancheria!?
G: “Grazie”
prende il pigiama e si chiude in mano,
mentre Cal si maledice da solo per averglielo ricordato, ma
infondo…E’ un
gentlemen!
//POV GILLIAN//
Calmati Gill da brava, apri
l’ acqua e vai sotto la
doccia.
E pensa
che
lui è nella stanza accanto…
Zitta tu! Sono già
abbastanza agitata!
Non ci
posso
credere siete nella stessa stanza!
Ma come è possibile.
E’
la prova
inconfutabile che Dio esiste.
Ma finiscila di dire scemenze, ora
che faccio?
Ti
insaponi e
ti sciacqui, dovresti sapere come ci si fa una doccia.
Pure tu mi ricordi Cal adesso!
Forse
perché
sei innamorata e lui è il tuo chiodo fisso.
Bhe…Si…
Ahah
messa a
tacere! Ora preoccupiamoci delle cose serie:
Adesso mi piaci.
Come
sedurlo?Il pigiama che hai è abbastanza carino, ma potevamo
fare di meglio,
quindi su cosa puntiamo per questa sera?
Cosa? MA TI E’ ANDATO DI
VOLTA IL CERVELLO?
Appena ho finito di fare la doccia
scappo a letto e
quando ritorna lui fingo di dormire.
Mi
deludi.
Perché?
Lo ami?
Si te l’ ho
già detto!
Vorresti
stare insieme a lui o ti basta l’ amicizia?
A questo punto visto che siamo
oneste, io lo amo. E’
l’ uomo della mia vita quindi no che non mi basta
l’ amicizia. Voglio poter
sentire le mie labbra contro le sue, il suo petto contro il mio.
Okay
questa
risposta mi piace, continuiamo. Credi che le relazioni piovano dal
cielo,
oppure che le porti la cicogna come con i bambini.
Dove vuoi arrivare.
A farti
capire che anche se è giusto che lui faccia la prima mossa
tu devi fargli
capire che sei interessata, che lo vuoi…Devi fargli capire
che lo ami,
altrimenti come credi che abbia il coraggio di dichiararsi.
Cavolo hai ragione. Ma chi mi dice
che io gli piaccio?
Basta
stronzate sii onesta. Non ti sembra che lui provi qualcosa di forte per
te?
Bhe visto che siamo io e te non
posso fare figuracce.
A me…A me sembra che anche lui sia un pochiiino innamorato,
ma non vorrei
sbagliare.
Tanto
hai già
capito che sei costretta: hai ammesso che lo ami e che l’
amicizia non ti
basta, quindi ti devi buttare per forza. Stasera lasciamo perdere ma da
domani
fagli capire che lo ami!
D’ accordo!
Perché tu esisti dannata voce?
Io non
esisto. Io sono te quindi sei tu che vuoi far capire a Cal di amarlo.
…
Gillian esce dalla doccia, si veste
cercando di
spingere nella maglia anche il cuore che sembra non volerne sapere di
restare
al suo posto.
Esce dal bagno in pigiama e Cal si
gode quella visione
angelica: pantaloncini azzurri a pinocchietto aderenti
e maglia larga dello stesso colore.
Gill si infila nel letto dicendo a
Cal (con un tono
abbastanza controllato considerata la situazione):
“Vai pure”
C: “Okay tesoro”
Cal prende su…Un
sacchetto? Perché tiene li i suoi
vestiti, si domanda la donna.
//POV CAL//
Cavolo cavolo cavolo! Sento che sto
per esplodere.
Prima
vai
nella doccia, cosi limiti gli schizzi che la scientifica
dovrà esaminare.
Fottiti coscienza.
Come
siamo
nervosi questa sera!
Come vuoi che mi senta sapendo che
dormirò a pochi
metri dalla donna che amo?
Già…Sarebbe
molto meglio se ti aggregassi a lei nel matrimoniale…
Ma che cosa stai dicendo? Sei
addirittura più
pervertito ed inopportuno di me!
Erri di
nuovo,
io SONO te!
Quindi sono io che vorrei dormire
accanto a Gill?
Fai te,
chi è
che non vorrebbe dormire abbracciato alla donna che ama?
Okay te la do buona ma ora ho
bisogno di aiuto, non so
cosa fare!
In che
senso?
Stasera?
No beh stasera ognuno dorme per i
fatti suoi e finisce
li…Io intendo durante la vacanza.
Naturalmente
contare le stelle che ci sono nel cielo…MA DICHIARARTI NO!?
Come dichiararmi?
Allora
incominciamo da capo. 2+2
Fottiti.
Te la
do
buona. Ami Gill?
Si più di me stesso.
Ti
basta la
semplice amicizia.
No, voglio che sia la MIA Gill.
Pensi
che lei
ti ami?
Questo non lo so proprio. Diciamo
che a me pare che
anche lei provi qualcosa per me e conoscendola di solito l’
amore è una cosa
serissima per lei.
SI O NO.
Si…Anche se non ne sono
sicuro, non riesco a leggerla!
Proseguiamo:
pensi che dovrebbe dichiararsi lei?
Mai e poi mai! Farei la figura del
codardo!
Pensi
che vi
bacerete così dal nulla?
No naturalmente.
Quindi
eccoci
all’ inizio: 2+2! Svegliati!
Hai ragione! Ho paura di perderla
come amica ma la sto
già perdendo…O tutto o niente e io non vivo senza
Gill quindi in questa vacanza
mi butto!
Mi
sento come
una donna che ha partorito dopo 50 ore di travaglio…Sei
pronto ragazzo!
Quando Gill stava per spegnere la
luce sente la porta
cigolare e vede Cal che sta uscendo: per poco non cade per terra, ma
comunque
si accascia sul letto e si mette a ridere come mai aveva fatto.
Mentre Gillian si avvicinava,
appoggiandosi al muro
per non cadere e continuando a ridere, per controllare che fosse vero
lui le
chiese:
“Che cè da
ridere tesoro? Non ti piace il mio
completo?”
Quell’ inglese sexy
indossava il suoi abito migliore:
pantaloni, maglia e cuffia azzurri con le paperelle gialle disegnate
sopra.
Si mette a ridere anche lui e
togliendosi quel buffo copricapo
dice:
“Questo lo ho preso
apposta per te, sapevo ti sarebbe
piaciuto”
Oramai sono a meno di mezzo metro
l’ uno dall’ altra.
Gill per qualche istante continua a
ridere, poi dice
con una tenerezza tale da stupirsi da sola: “Grazie per farmi
sempre sorridere,
Cal”
Detto ciò l’
uomo si è sentito come se gli angeli lo
stessero trasportando in cielo, mentre arrossiva quanto la ragazza.
Le sorrise come non aveva mai
fatto, poi si avvicinò e
le diede un bacio sulla guancia, sussurrandole: “Notte
tesoro”
G: “Notte Cal”
Se normalmente una cosa del genere
li avrebbe tenuti
svegli tutta la notte, quella riuscirono a dormire, sapendo che la
persona
amata era a pochi metri di distanza e li attendeva per tutta la vacanza.
La
mattina
dopo…
La sveglia risuona nella stanza
alle otto di mattina,
riportando alla realtà (forse in questi giorni ancora
più dolce dei sogni) Cal
e Gillian, che si salutano con un “Buongiorno
tesoro”. Si preparano, scendono a
fare colazione abbastanza in fretta, rientrano in camera per gli ultimi
ritocchi e poi…New York stiamo arrivando!
La loro idea era di visitare
numerosi musei, come il
MOMA e tanti altri. Ma uscendo Cal le domanda:
“Perché invece di fare i
professori anche qui ci godiamo la vacanza? Dai, ti porto a vedere la
Statua
della Libertà. Lì cè tutta la storia
degli USA, gratis e all’ aria aperta.”
G: “Quanto sei carino,
per me va benissimo! Basta che
ci godiamo fino in fondo questa bella vacanza”
Cal, colto da audacia improvvisa,
la prende sotto
braccio e le sorride dicendo “Bene, inizia la
vacanza!”
Cosi iniziano a camminare
abbracciati, come due
sposini in luna di miele. Poi si accorgono che sono dall’
altra parte dell’
isola e per arrivare al porto devono prendere un taxi.
Un’ ora dopo stanno per
salire sulla Statua della
Libertà.
Gillian era emozionatissima:
“Non sono mai salita
sulla Statua!”
C: “E osi addirittura
definirti americana,
dottoressa?”
G: “Lei professore ci
è salito?”
C: “No ma io sono
inglese!”
G: “Giusto, tu bevi
te”
C: “Cattiva”
dice fingendosi offeso
G: “Ahahah”
sorride e ride…quanto è bella!?
Dopo poca fila salgono allietati da
divertenti
conversazioni circa il più e il meno. Cal si è
già preparato e le ha messo una
mano sulla vita: voleva stringerla mentre guardavano il panorama in
cima, ma
farlo sul momento era troppo avventato così aveva anticipato
la sua mossa,
perfettamente riuscita: si sono ritrovati abbracciati, lei una mano
sulla
schiena lui sulla sua vita, le teste vicine, i visi rossi ed emozionati
ad
osservare una delle più belle città del mondo,
con vista perfetta dal monumento
simbolo della storia americana.
Entrambi volevano che quegli
istanti non finissero
mai, così si sono crogiolati per una buona mezz’
ora quasi sempre in silenzio:
non servivano parole per descrivere quegli attimi.
Alla fine i loro stomaci ebbero la
meglio, cosicché i
due scendono e prendono un taxi con l’ idea di tornare
all’ hotel per pranzo ma
riescono ad arrivare solo all’ ingresso di Central Park prima
che la fame
prenda il sopravvento.
Cosi decidono di fare i turisti
fino in fondo e si
godono un hot – dog, banale ma riesce comunque a farli
sognare, mentre si
accorgono che parlando sembrano più piccioncini che amici.
Decidono però di non
respingere l’ idea, ma di coglierla a braccia aperte,
passando tutto il
pomeriggio curiosando per la città.
Alla sera sono terribilmente
stanchi, tornano all’
hotel per le 19:00, si preparano e Cal annuncia: “Vestiti
bene tesoro, si va a
mangiare fuori, ti aspetto di sotto”
Gill notò che lui era in
giacca e cravatta, sulla
tinta del blu quindi decise di adeguarsi.
Quando scese, il cuore di Cal usci
letteralmente dal
suo petto impugnando un cartello di protesta con scritto “No
agli infarti,
Foster”.
Se Cal la aveva trovata sexy
addirittura con un
banalissimo pigiama ora, doveva ammetterlo, le sarebbe saltato addosso:
tacco
otto (fortunatamente non di più, se no lo avrebbe superato)
blu, un tubino blu
elettrico aderente senza spalline che iniziava laddove c era ancora
poca coscia
e finiva appena sopra al seno, un filo di trucco che la rendeva, SE
possibile,
ancora più bella, capelli sciolti, piastrati e, per finire,
borsetta in tinta.
Gill si avvicina e, sorridendo:
“Allora? Non mi dici
niente?”
C: “Potrei dirti mille
cose, ma 500 sarebbe meglio
evitarle e le altre non potrebbero mai eguagliare la tua bellezza, che
stasera
ha superato se stessa. Sei meravigliosa Gillian.”
Quella arrossì
violentemente e rispose “G-Gr-Grazie
Cal”. Poi vuole vendicarsi dell’ uomo e soprattutto
sentire il suo tepore, cosi
gli stampa un caldo bacio sulla guancia, riuscendo nell’
intendo e spiazzando
Cal, che la guarda meravigliato e (almeno così le sembra)
molto grato del
gesto.
Un dipendente dell’ Hotel
arriva con un mazzo
pieno di rose in una mano e un
cestino pieno di soldi nell’ altra, chiede “Vuole
offrire una rosa alla sua
signora?”
C: “Mmh, nA onestamente
non mi piace e anche le rose
sono brutte”
G: “Cal neanche lo
conosci!” lo rimprovera Gill
esasperata ma divertita.
Dipendente: “Costa solo
$4”
C: “$4 li do a un barbone
che ne ha più bisogno, so da
solo come far contenta la mia
Gill”
detto ciò si avvia seguito da Gill che, udite
udite, lo prende per mano e gli sorride contenta.
Trascorrono una serata
meravigliosa: Cal la ha portata
in un bellissimo ristorante che da sull’ East River e arriva
una meravigliosa
aria di primavera che rende l’ atmosfera ancora
più caldi.
La cena è alimentata,
oltre che dalle chiacchiere, da
continui sguardi innamorati sfuggenti, risate che nascondono altro e
continui
contatti non necessari, spesso cercati da Cal che le stringe la mano
ogni
tanto.
Per coronare la serata alle 23:00,
terminata la cena,
Cal la prende per mano e vanno a fare una passeggiata lungo Central
Park. Si
fermano su una panchina vicino all’ uscita e guardando la
luna.
Cal sembra incantato,
così Gill gli domanda:
“A cosa pensi?”
Lui rimane un attimo in silenzio e
poi le dice, quasi
sussurrando: “Penso che non cè un altro posto dove
vorrei essere ne un'altra
persona con cui vorrei passare questo momento”
Gill lo guarda e per la prima volta
Cal riesce a
leggergli chiaramente amore sul viso. Si stanno
avvinando…Arriva un barbone che
cerca di rubare la borsetta a Gill. Cal, prontamente, gli sferra un
pugno in
faccia così forte che quello cade a terra sanguinante senza
accennare un
singolo movimento. Sembrava innocuo, quindi è ovvio che la
rabbia di Cal
derivava più che altro dal momento rubato.
Oramai non è
più tempo di romanticismo, l’ uomo
avvolge il braccio attorno alle spalle di Gillian dicendole:
“Colpa mia, mi
sono dimenticato che non siamo più al distretto. A
quest’ ora meglio girare al
largo dai parchi.
Tornano all’ Hotel e
vanno a letto, ignari del fatto
che quel parco per loro era maledetto. Un barbone ubriaco era il male
minore
che avrebbero incontrato di li a 24 ore. Non un assassino, non un
pazzo…Peggio…
Allora, voglio citare Kaori_97,
dico subito che è per
te se sono stata 1h 50min 45 sec. al PC per scrivere questo capitolo.
Non lo ho
nemmeno riletto quindi spero che non faccia schifo anche
perché lo dedico a te :))
Ora mi rivolgo a tutti: domani
parto, buona settimana
ci vediamo l’ 11 quando torno, prima che vada a letto per
favore RECENSITE
RECENSITE RECENSITE!
A presto,
Jenny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 6 *** Una vecchia conoscenza. ***
Salve a tutti! Premetto che fin ora
questo è stato e
il capitolo che ho scritto con più difficoltà,
spero che sia comunque bello!
La fine si avvicina, questo
è il terz’ ultimo
capitolo :):
Buona lettura!
Capitolo 6. Il passato ritorna.
Per i due piccioncini il risveglio
del secondo giorno
non è piacevole come quello precedente: gli ultimi eventi
della serata passata
li hanno tenuti svegli tutta la notte, cosi si alzano solo alle 11:00
dopo
pochissime ore di riposo.
Oramai è troppo tardi
per la colazione in hotel,
servita al massimo fino alle 10:15.
G: “Ci
toccherà uscire per fare colazione”.
C: “Nah io sono stanco
morto non ho dormito per
niente!”
G: “Anche io ma ho fame,
hai un idea migliore?”
C: “Certo”,
dice maliziosamente l’ uomo; poi afferra
il telefono componendo un numero e dicendo: “Servizio in
camera? Vorrei due
cappuccini e due croissant… Faccia tre, stanza
310” aggiunge sorridendo dopo
che l’ affamata collega lo guarda storto.
Si rinfilano nel letto (e nel
divano!) per altri dieci
minuti, poi Gill si alza e aprire la porta al cameriere. Questi nota
che l’
uomo non è nel letto con la “consorte”,
così ironizza: “Mi sembra un dejà vu di
me e mia moglie”.
G: “Cos..? Ah, no non
stiamo insieme!”
C: “Si, siamo amici ma le
persone che ci hanno offerto
la vacanza hanno prenotato una sola stanza e la signora della reception
ha
detto che non c’ erano altre stanze disponibili
quindi…”
Cameriere: “Tsk, che
assurdità è mai questa? Qualcuno
avrà voluto farvi uno scherzo!”
I due i scambiano uno sguardo
sorpreso e capiscono che
l’ altro non ne era a conoscenza; prima che possano chiedere
ulteriori
informazioni il cameriere ha già augurato buon appetito e
varcato la soglia.
G: “Ho sentito bene? Ha
detto che questo è uno scherzo
e c’ erano altre stanze disponibili?”
C: “A quanto
pare…”
G: “Adesso
quell’ oca della reception mi sente!”
C: “No tanto
negherà tutto o dirà che si è trattato
di
un errore…Godiamoci la vacanza, poi prima del rientro ci
scambierò io due
chiacchiere”.
G: “Mmh…Hai
ragione…D’ accordo allora, buon
appetito!”
C: “Anche a te
tesoro”
Infondo nessuno dei due ce
l’ aveva con l’ impiegata
dell’ Hotel e i soggetti ignoti dello scherzo…In
realtà gli avevano fatto un
favore!
Terminata la colazione i due si
fanno una doccia (mi
sembra inutile dire separatamente) e poi si siedono nel salottino della
stanza
per decidere cosa fare.
G: “Io sono molto stanca
Cal, ma se vuoi girare non
c’è problema: abbiamo solo altri due giorni per
visitare la città”
C: “Sì ma
è una vacanza, dovremmo rilassarci! Anche io
sono stanco morto e non ho nessuna voglia di uscire, che ne dici se
restiamo in
camera?”
G: “Per me sarebbe
perfetto, così recupero un po’ di
energie. Cosa vuoi fare per ammazzare il tempo?”
L’ uomo guarda fuori
dalla finestra, poi sorridendo
maliziosamente: “C’è molto sole
fuori...”
G:
“Quindi…?”
C: “Quindi ci si
può abbronzare anche in primavera e
sul nostro balcone ci sono due lettini”
G: “Mmh un po’
di sole mi farebbe bene…Ma non abbiamo
portato i costumi!”
C: “Io si, Emily me ne ha
infilato uno nella valigia
insieme alla crema protettiva…”
G: “Accidenti
perché non mi è venuto in
mente…Aspetta…No non può averlo
fatto…” si dirige verso la valigia e inizia a
rovistare.
C: “Chi ha fatto
cosa?”
G: “Sarah…Mi
ha dato un sacchetto dicendo di aprirlo
se fossi stata stanca, ma non può veramente averci
preso…”
E invece si, la donna apre il
sacchetto datole dall’
amica e vi ritrova dentro un costume turchese ed una crema protettiva.
C: “Perfetto!”
G: “Come diavolo a fatto
a prevederlo? Vabbé l’
importante è che ho un costume, vado a metterlo in
bagno.”
C: “Okay io mi sistemo di
qua e ti aspetto sul
balcone”
//POV CAL//
Sta succedendo veramente? Sto per
vedere Gill in
costume?
Pervertito!
…
Meno
male che
lo ha scelto tua figlia il costume, eri capace di prenderlo con le
paperelle in
tinta con il pigiama!
Oh ma sta zitto! Piuttosto
chissà che costume avrà
Gill.
Che
importa…E’ sempre in costume!
Non riesco a smettere di pensare a
ieri sera, ci
stavamo per…Per…
Baciare!
Si! Era un momento così
perfetto, così semplice e
senza bisogno di parole…Affanculo quel dannato barbone se lo
becco un’ altra
volta lo scuoio come Buffalo Bill!
Lascia
stare
il silenzio degli innocenti…Film stupendo ma non ti serve:
se vi amate
veramente in questi due giorni le occasioni non verranno a mancare!
Hai proprio ragione. Era un bel
momento, stupendo, ma
avrebbe complicato il dopo…
In che
senso?
Nel senso che stavamo per baciarci
senza che mi fossi
dichiarato…Okay molto romantico il fatto che non ci
sarebbero volute parole ma
dopo le avrei comunque dovuto parlare; preferisco farlo prima.
D’
accordo,
ma vuoi aspettare il genio della lampada che esaudisca i tuoi desideri
o hai
intenzione di darti una mossa?
Certo che ho intenzione di
farlo…Più tempo aspetto e
più vado nel pallone rischiando di fare danni, ma
soprattutto più tempo aspetto
e meno tempo avrò per stare con Gill come…Non
riesco nemmeno a dirlo ho troppa
paura che sia tutto un sogno!
Non
è un
sogno e ieri sera ne hai avuto la prova!
Okay okay, giusto è che
la paura di perderla mi
spaventa come nient’ altro!
Cal…è
dura
ammetterlo…Ma la stai già perdendo! Non siete
più amici come prima e di certo
non siete ancora una
coppia…Lo sai
che non si può tenere il piede in due staffe! Sei sulla
soglia della felicità
ma la strada è al buio così non ti decidi ad
andare avanti, ma non vuoi nemmeno
tornare indietro…Fai quel che vuoi ma decidi in fretta,
perché prima o poi
quelle porte si chiuderanno e rimarrai senza niente…Rimarrai
senza la donna che
ami!
Questo mai! Hai ragione tu, NON POSSO PERDERE GILL, è ora
che affronti le mie paure: la amo e
non posso nasconderlo a me, come non lo devo nascondere a lei.
Sono
fiero di
te. Quando hai intenzione di dirglielo?
Stasera.
Stasera
dopo
cena quando…
Si quando la porto fuori.
Per la
sorpresa?
Si.
//POV GILLIAN//
Calma Gill, calma. Mettiti quel
dannato costume e
mantieni la calma.
Appunto
Gill…Basta fare le isteriche, piuttosto metti in mostra la
mercanzia.
Ma sei fuori?! Mi sta venendo un
infarto…Io e lui in
costume a pochi metri di distanza!
Il
balcone è
lungo tre metri quindi sarete mooolto vicini!
E stai zitta che se no esplodo! Non
riesco a credere
che tutto questo stia succedendo veramente!
Tutto
cosa?
Prenderete un po’ di sole non è Mission Impossible!
Non mi riferisco solo ad
adesso…Intendo tutto tutto!
Insomma, veramente sono in vacanza con Cal? Veramente abbiamo osservato
New
York dalla Statua della Libertà abbracciati e ieri ci siamo
quasi baciati al
chiaro di luna? Mi sembra di vivere in un sogno e più ci
penso meno mi sembra
reale!
E
invece è la
pura realtà: si, il fato vi ha dato un occasione; si, lui ti
ha stretta a se in
un momento di puro romanticismo e si
ieri il vostro sogno si stava per avverare.
Il mio sogno.
Oh
piantala
Gill va bene che l’ amore è cieco ma tu sei anche
sorda! Piantala di dirti
balle: se lui non ti amasse ieri non avrebbe cercato di baciarti ne
avrebbe
fatto tutte le altre cose romantiche per cui si sta impegnando in
questa
vacanza.
Ci stavamo per
baciare…E’ il mio pensiero fisso. Per
settimane oramai sognavo quel momento e quando finalmente arriva uno
stupido
barbone senza cervello tenta di rubarmi la borsetta?! Gliene avrei date
anche
cento purché ci avesse provato in un qualsiasi altro momento.
Evidentemente
non era quello il momento adatto. Non era certo l’ unico.
E quando avverrà?
Svegliati!
Vi
amate e non è certo colpa di un barbone se non state ancora
insieme ma vostra
Gill…Sua e tua. Di te
che hai paura
di rovinare il rapporto che cè tra voi ma guarda caso lo
stesso in questione
non ti basta più così rimani a lamentarti senza
fare niente…E reagisci Gill
combatti o lo perderai!
Detesto quando hai ragione.
Questo
lo hai
già detto come hai già detto che avresti fatto
capire a Cal i tuoi sentimenti
ma tu sei la prova vivente che dire non significa fare…
Allora secondo te dea della
saggezza cosa dovrei fare?
Sii te
stessa! Non bloccare i sentimenti, non forzarli, sii semplicemente te
stessa e
se vi amate veramente l’ occasione verrà da se!
Mi chiedo perché non lo
ho fatto prima…Sono proprio
una scema…Mi aspetto che tutto venga da se e non faccio
niente! Siamo in
vacanza da tre giorni, Cal si atteggia da perfetto
“partner” e io…Niente! E’ il
momento di fargli capire che lo amo!
Bentornata
tra noi addormentata nei boschi!
Presa dalla allegra conversazione
con la sua coscienza
Gill non aveva notato un paio di scherzetti gentilmente offerti dalla
sua amica
Sarah…
“Eccomi Cal” un
imbarazzatissima Gill in costume da
bagno, munita solo di occhiali e crema solare, si avvia verso il
balcone dove
il suo “amico” la sta attendendo. Lo stesso
“amico” che vedendola cade dalla
sdraio e si trova costretto a fingere di essersi chinato solo per
raccogliere
il cellulare.
Inutile dire che la ha squadrata
per chissà quando
tempo: bichini turchese, pezzo sopra a coppa…Pezzo
sotto…Gill se ne accorge
pochi istanti prima di Cal…Brasiliana! Sarah le aveva
infilato nel sacchetto
una brasiliana!
G
*Appena
arrivo a casa la strozzo!*
C
*Appena
arrivo a casa le do un aumento*
C: “Sei da urlo
tesoro”.
G: “G-G-Graz-zie
Cal” questa volta non riesce proprio
a controllare la voce! “uno scherzo di Sarah, di poco
gusto”.
C: “Ne ha avuto di gusto
per sceglierlo…Stai
benissimo!” *Mette in risalto il tuo
splendido corpo*
G: “Se lo dici
tu…” accenna un sorriso imbarazzato,
poi si sdraia sul lettino.
Rimangono in silenzio per alcuni
minuti, fingendo di
rilassarsi quando invece non fanno altro che spiarsi a vicenda sotto
gli
occhiali da sole; Cal in particolare non riesce a guardare altro che
Gill.
C: “Tesoro ti dispiace
prestarmi la crema solare? Mi
scotto sempre il naso…”
G: “Ahah il naso?
Comunque certo, però prima me ne
spalmeresti un po’ sulla schiena? Non ci
arrivo…”
*Gli ho
seriamente chiesto di spalmarmi la crema? Sto impazzendo!*
C *Mi
ha
veramente chiesto di spalmarle la crema? Questa è la
settimana migliore della
mia vita*
Cal si avvicina titubante, prende
il tubetto e si
spalma il contenuto sulla mano senza nemmeno guardare, fingendo di
essere
concentrato altrove.
Quando le sue mani entrano in
contatto con la schiena
della donna e lui inizia a spalmare la crema un brivido li percorre ed
i loro
cuori si fermano per un instante, mentre improvvisamente tutto sembra
fermo.
Questo strano momento di euforia
svanisce quando Cal
si decide a girarsi verso la donna (di spalle): sorride un
po’ imbarazzato e
poi le fa presente: “Hem…Gill...?”
G: “Che
cè?”
C: !Q-Questa non è crema
solare è…Olio per massaggi”
La donna diventa viola, poi si gira
e prende in mano
il tubetto di “crema”.
G: “Accidentaccio
Sarah!”
C: “Sono sicuro che si
è solo sbagliata” *In
ogni caso avrà un aumento e una
promozione*
G:
“Si…Probabilmente hai ragione” *Le manderò un messaggio,
così può iniziare a scavarsi la fossa e
risparmiare tempo…”
C: “A questo punto
è inutile prendere il sole, ci
scottiamo e basta!”
G: “Hai
ragione…Ci riposiamo un paio d’ ore e poi verso
le cinque usciamo a fare merenda?”
C: “Pensi sempre e solo
al cibo eh? Comunque va bene”
dice con un ghigno.
G *No,
penso
sempre e solo a te*
I due si stendono sul letto e per
quanto possono
cercano di rilassarsi; Cal probabilmente ha sorriso come un ebete per
tutte e
due le ore ripensando a pochi momenti prima…Altro che Romeo
e Giulietta, questa era la miglior
scena sul
balcone! Continuava a chiedersi se Sarah lo avesse fatto
apposta…Infondo lei
poteva portare la brasiliana ed è per questo che la ha data
anche a Gill, come
poteva essersi semplicemente confusa nel caso della crema
solare…Ma se non
fosse? Insomma se lo aveva fatto apposta…Perché?
Magari Gill le aveva parlato
dei suoi sentimenti per lui e la ragazza aveva voluto spingere un
po’…Possibile?
Questi pensieri lo tormentano per tutte le due ore di
“sonnellino”.
Gill invece è sicura che
quella strampalata di Sarah
lo abbia fatto apposta, ma questo non le alleggerisce il sonno. Inoltre
continua a chiedersi chi possa aver “complottato”
per lo scherzo della
stanza…Fortunatamente il suo cervello era talmente in tilt
da non riuscire a
collegare le due cose!
Sono le 17:10 e i due decidono di
uscire per un
gelato; fa molto caldo così si vestono leggeri: Cal
maglietta maniche corte e
pantaloni a pinocchietto…Gillian canottiera con scalda cuore
e pantaloncini
relativamente corti.
Ancora una volta Cal pronuncia la
frase che non si
stancherà mai di ripeterle: “Sei bellissima Gill,
anche vestita cosi”.
G: “G-Grazie.
Così come?”
C: “Bhe in modo semplice
se consideriamo il tubetto di
ieri e anche tutti i vestiti che ti metti per venire a
lavoro”.
G: “Il lavoro
è lavoro e richiede un abbigliamento
adeguato!”
C: “Si ma non siamo
senatori, siamo scienziati…E ciò
nonostante credo di non averti mai visto in ufficio con un paio di
jeans”
G: “Nemmeno io ti ci ho
mai visto”
C: “Tusce”
G: “Non puoi competere
con me” dice. Poi gli lancia un
occhiata provocatoria e si avvia verso l’ uscita
dell’ Hotel. L’ uomo rimane
un’ attimo li impalato, poi ridacchia e allunga il passo fino
a raggiungerla,
mettendole il braccio sulla spalla, oramai riservata a lui.
Intanto,
in
uno studio di Washington…
S: “Quindi l’
anno prossimo dove andrai all’
università?”
E: “Onestamente non lo
so. Io speravo nella Stanford,
ma non credo che i miei saranno d’ accordo perché
si trova sulla costa
opposta”.
S: “Li capisco”.
E: “Si ma comunque non li
vedrò per tutta la durata
dei corsi, quindi a che scopo?”
S: “Bhe considera che se
vai in un università vicina,
ad esempio una di New York, per loro sarà più
facile venirti a trovare…”
E: “Mia mamma vive a
Chicago”
S: “E
tu…?”
E: “E
io…?”
S: “Come la hai presa?
Intendo quando si è trasferita”
E: “Ho pensato affari
suoi. Si, un po’ mi mancherà ma
la mia vita e qui e di certo non la avrei abbandonata per lei”
S: “Su questo non
c…”
BIP-BIP-BIP- BIP-BIP-BIP
E: “E’ QUELLO
CHE PENSO?”
S: “SII! Finalmente il
GPS ha suonato! Chiudi a chiave
la porta dell’ ufficio”
E: “Subito”
Nel frattempo l’ altra
era già al PC e stava digitando
chissà che cosa; per Em era un mistero, ma non le importava
perché pochi
istanti dopo stava osservando sullo schermo una coppia di adulti che
ridevano
abbracciati gustandosi un gelato”
E: “SONO LORO!”
S: “SI! VAI!”
E: “Ma come facciamo a
capire se il piano ha già
funzionato?”
S: “Se avesse funzionato
non si staccherebbero gli
occhi di dosso. No, per ora niente vavawoom”
E: “Certo che
già il fatto stesso di crederli una
coppia quando sono ancora solo amici fa
capire quanto il loro rapporto sia speciale”
S: “E’
ver…Hei un momento…CHE DIAVOLO STA
SUCCEDENDO?”
I due si erano fermati, sguardo
fisso su qualcosa, o
meglio qualcuno.
E: “Chi stanno
guardando?”
S: “Non lo so
è fuori dal raggio della webcam merda!”
Pochi istanti dopo si vedeva Gill
con una faccia
allunata che si allontanava a grandi passi. L’ uomo invece
rimaneva ancora
alcuni istanti a fissare quella figura ignota, per poi passarsi una
mano tra i
capelli e correre dietro alla donna.
E: “Merda non promette
bene, che facciamo?”
S: “Per ora niente se li
chiamiamo subito sarebbe
sospetto. Aspetto una ventina di minuti e poi chiamo Gill fingendomi
indifferente”
Nel frattempo le figure erano
scomparse dal radar e,
quindi, dalla telecamera.
Qualche
minuto prima, nella cara vecchia New York…
C: “Un cono piccolo tutto
pistacchio”
G: “Io ne vorrei uno
grande con tre gusti grazie.
Faccia crema, cioccolato e puffo.”
Cal la guarda esasperato e poi
aggiunge “Anche un
passeggino grazie”. Questo gli causa una leggera botta sulla
spalla da parte di
una divertita Gillian.
Sempre sotto braccio si avviano
verso Central
Park…Quasi nello stesso istante si bloccano, sguardo
sconvolto e fisso su una
persona: Dave Burns. E non è solo. Una bassa biondina prosperosa e molto attraente, che
avrà la metà dei suoi anni,
compare pochi secondi dopo alle sue spalle avvinghiandosi come una
cozza.
Cal sposta incredulo lo sguardo da
lui a Gillian. La
donna è immobile, sembra in trans. Rimane così
per qualche istante poi, senza
proferire parola, si avvia quasi correndo verso l’ hotel che
si trova a poche
decine di metri di distanza.
L’ uomo la segue dopo
pochi istanti, senza però
parlare. Solo quando hanno raggiunto le scale dell’ Hotel,
lui leggermente
indietro, azzarda con voce affettuosa un “Gill,
tesoro”. Questa fa per dire
qualcosa, ma nessun suono riesce ad uscire da quelle labbra tremanti.
Si gira,
apre la porta della camera e subito dopo se la richiude dentro
riuscendo a dire
solo “Vai pure”.
Ma Cal non se ne va, non se ne
andrà mai finché
Gill avrà bisogno di lui e
questo è uno di quei momenti.
Sospira e si siede appoggiando la
schiena sulla porta
della stanza.
Gill è seduta in bagno
da circa venti minuti.
Pacchetti di fazzoletti ovunque e miriadi di lacrime che scendono senza
controllo…Altrove.
I fazzoletti sono intatti e i suoi
occhi non sono mai
stati tanto asciutti: non piange, semplicemente riflette.
Il filo dei suoi pensieri viene
interrotto dal
cellulare che suona. È Sarah.
Com
è ? Spero
vi piaccia. La mia autostima ha nuovamente subito un crollo quindi per
favore
RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE!
A presto,
Jenny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 7 *** Sometimes dreams do come true ***
Salve a tutti! Q
uesto
purtroppo è già il pen-ultimo capitolo della mia
prima FF :(
Spero vivamente che vi
piaccia…Buona lettura!
Ah, dimenticavo: qui nel POV
Gillian il dialogo con la
sua coscienza non è presente, perché ho deciso di
sostituirlo con la telefonata
di Sarah.
Capitolo 7. Sometimes dreams do
come true. Qualche
volta i sogni si avverano.
Squilla il telefono: è
Sarah.
//POV CAL//
Sta suonando il telefono di
Gill…Non può essere
lui…Vero?
Okay so
che
sei sconvolto ma cerca di non perdere la ragione. Certo che non
è lui non vi ha
nemmeno visti!
Giusto, giusto devo stare calmo;
non devo pensare che
se avessi davanti Burns gli pianterei un colpo in testa o lo sventrerei
con un
pugnale o lo impiccherei al soffitto.
Come
sei
sadico.
E quelle cose sarebbero solo la
punta delle torture
che gli infliggerei prima DANNAZIONE! Tra tutti i milioni di persone
che vivono
a New York proprio quello stronzo dovevamo incontrare!? Proprio ora che
sembrava stesse per succedere qualcosa tra me e Gill! Gill cavolo,
chissà come
sta starà distrutta!
Perché?
Sei, quindi sono, davvero
così stupido? Ha appena
rivisto l’ ultimo amore della sua vita che la ha abbandonata
senza nemmeno
dirle addio avvinghiato a una qualsiasi sciacquetta bionda che specifichiamo
non sarà mai all’
altezza di
Gill.
Si ma
è una
storia passata, insomma okay, un po’ la avrà
disturbata ma non più di tanto.
La hai vista anche tu la sua
faccia, senza contare che
ora è chiusa in camera da più di mezz’
ora!
Ribadisco
che
secondo me non le ha fatto troppo effetto…Dai è
come se tu vedessi Zoe con un
altro: non ti farebbe ne caldo ne freddo.
Non è la stessa cosa
potresti paragonare Zoe ad Alec,
storia passata e superata ma no, non a Burns.
Sono sicuro che prova ancora qualcosa per lui! Era troppo
bello per essere
vero…Mi stavo persino illudendo che le potesse interessare
uno come me!
Quanto sono egoista, sempre
preoccupato per me
stesso…Piuttosto dovrei pensare a Gill! Sarà
sconvolta! E se ha pianto? Oh
giuro che se sta piangendo per quell’ idiota giro New York
fino a che non lo
trovo e poi gli spacco la faccia per il solo fatto che esista!
Cal
cerca di
stare calmo.
E’ tutto quello che sai
dirmi? La situazione deve
essere proprio grave se dal tuo becco arrogante non esce altro.
No…Insomma
io
non credo sia così grave, ma la verità
è che lo sapremo quando Gill…uscirà
ora
possiamo solo aspettare.
Ma io non posso aspettare! Non
posso rimanere qui con
le mani in mano mentre cè la probabilità che la
donna della mia vita stia
piangendo! Non posso!
Purtroppo
non
hai scelta: o aspetti o entri. Ti sconsiglio la seconda
perché anche se non è
nulla di grave lei ha bisogno del suo tempo, e tu devi darglielo.
Hai ragione…è
solo che non riesco a pensare ad
altro…Ho paura per lei è bhe…Per me
anche! Per lei perché finalmente stava
tornando felice, non accennava a Burns da secoli e Alec…Bhe
solo quattro giorni
fa mi ha detto esplicitamente che lo ha dimenticato quindi il fatto che
ora
abbia visto l’ altro…Ho paura che faccia una
ricaduta, che
nuovamente sia triste ed abbia paura di
amare. Qui di conseguenza arriviamo a me, perché
è inutile negarlo: ho
paura che ora non
si senta pronta per
una nuova relazione ed inizi a dubitare dei sentimenti che credevo
provasse per
me…Questa attesa mi uccide e il peggio è che non
so come comportarmi dopo e
cosa dirle sapendo che il discorso influenzerà il corso dei
nostri rapporti per
chissà quanto!
Perché
non lo
mostri mai a nessuno?
Di cosa parli?
Del tuo
lato
dolce…Perché lo mostri solo ad Emily?
Io ecco…Cosa centra?
Niente
ma
dobbiamo fare passare il tempo quindi…
Perché non cè
bisogno che altri lo conoscano…Può
essere visto come un punto di debolezza.
Credi
che
Gill abbia visto così la tua dolcezza di questi giorni?
Bhe no ma con lei è
diverso…Lei è dolce, sensibile, un
anima pure…E’ stupenda e credo apprezzi questi
miei piccoli momenti di…
Dolcezza…perché
non riesci a dirlo?
Perché sono abituato a
tenerla repressa, ma con lei
sento di potermi esporre.
Perché
la ami
e vuoi che ti accetti per quello che sei…
La amo. Da quanto non provavo
più sentimenti del
genere per una donna.
E come
ci si
sente?
Dipende dai
momenti…Quando la stringo mi
sento…Completo…In momenti come questo, quando
credi che la donna che ami stia
soffrendo e non puoi farci niente…Si sta di merda.
La porta si apre all’
improvviso e Cal per poco non
cade.
//POV GILLIAN//
G: “Pronto”
S: “Ciao Gill sono Sarah,
ti disturbo?”
G: “No
tranquilla”
S: “Gillian va tutto
bene? Hai una voce non troppo
rassicurante?”
G: “Diciamo che
l’ ultima ora non è stata la migliore
della mia vita”
S: “Cos è
successo?”
G: “Ho rivisto un
uomo”
S: “Chi?!”
G: “E’ un
mio…Ex ma non credo tu lo conosca”
S: “Visto che con Alec ho
già avuto a che fare quando
ci frequentavamo molto una decina di anni fa deduco tu stia parlando
di…Dave
Burns?”
G: “Come diavolo fai a
saperlo?”
S: “Non hai avuto molti
ex di rilevanza dopo il
divorzio…”
G: “Intendo di
lui…Non ci siamo viste nel periodo in
cui lo frequentavo e non credo di avertene parlato”
S: “Non lo hai
fatto…”
G: “Allora non
capisco”
S: “Bhe
ecco…Lo…Lo ha fatto Cal. Lui me ne ha
parlato”
G: “C-Cosa?! Che vuol
dire che te ne ha parlato lui?
Quando? Perché?”
S: “Non…Non
possiamo parlarne dopo? Preferirei prima
sapere come stai”
G: “No non cambiare
discorso…Perché te ne ha parlato e
quanto tempo fa?”
Sarah sbuffa al telefono come se
stesse
“riflettendoci” su: “Quanto tempo fa
avete iniziato ad uscire insieme?”
G: “Siamo stati insieme
poco più di tre mesi ma è
stato oltre un anno fa!”
S: “Se non mi sbaglio mi
ha telefonato quando glielo
hai presentato”
G: “Quindi circa un mese
prima che se ne andasse?”
S: “Credo di si”
G: “E perché
ha chiamato te?”
S: “Aveva
captato…Uno sguardo quando tu hai detto che
era una brava persona, come se stessi nascondendo qualcosa…E
ha avuto la stessa
impressione su Burns così mi ha chiesto se potevo fare un
po’ di ricerche”
G: “Ecco spiegate tutte
le informazioni che aveva su
di lui…Ma perché non me lo hai detto?!”
S: “Perché
avrei dovuto? E poi che ti dicevo…Ciao Gill
so che è qualche mese che non ci sentiamo ma ti volevo dire
che Cal mi ha
chiesto informazioni sul tuo fidanzato…Andiamo!”
G: “Bhe ma
perché gliele hai date? Le
informazioni…”
S: “Secondo te? Cal non
si sbaglia praticamente mai e
io ti voglio bene, non mi serviva altro”
G: “E perché
non me lo hai detto le altre volte che ci
siamo riviste, o adesso?”
S: “Per il tuo stesso
motivo: oramai era passato”
G: “E tu come facevi a
saperlo?”
S: “Che
intendi?”
G: “Come facevi a sapere
che non stavamo più insieme?”
S:
“Ecco…”
G: “Hai sentito di nuovo
Cal!?!”
S: “…Si. Non
ci siamo sentiti per un mese circa, io
volevo sapere se la sua intuizione era giusta e se tu eri perfettamente
al
sicuro…Cosi mi ha raccontato tutto. Che lo avevano rapito e
lui era riuscito a
salvarlo, anche se poi se ne è dovuto andare. Sei
arrabbiata?”
G: “Perché
dovrei esserlo? Perché per tutto questo
tempo i miei migliori amici hanno cercato di proteggermi? Sono commossa
se
mai…Io non mi sono fatta sentire per mesi e tu chiamavi Cal
per sapere se io
stavo bene…Mi sento un verme”
S: “Non pensarci nemmeno
per un momento e in ogni caso
con tutta l’ ospitalità che mi avete dimostrato da
quando sono tornata salda
qualsiasi conto. Ora che ti ho detto tutto possiamo chiudere la
facc…”
G: “Nah!”
S: “Cosa?”
G: “Hai alzato la voce
quando hai detto che mi avevi
riferito tutto”
S:
“Stavo…Inciampando”
G: “Ora so che non sono
l’ unica incapace di mentire.
Cosa nascondi?”
S: “Un dettaglio che ti
assicuro è insignificante”
G: “Riguardante Burns?
Non mi inter…”
S:
“…Riguardante Cal”
G: “Dimmelo per
favore”
S: “E’ una
sciocchezza…”
G: “Dai Sarah!”
S: “E va
bene…Ma è veramente una stupidaggine”
G: “Accelera”
S: “Diciamo che quando
Cal mi chiamò…Oltre che
informazioni immagino volesse…Sfogarsi…”
G: “Sfogarsi? In che
senso?”
S: “Odiava a morte Burns
e voleva dirlo a qualcuno che
non si facesse domande”
G: “In che senso non si
facesse domande? Sii più
esplicita”
S: “Che non lo accusasse
di essere geloso”
G: “Di chi?”
S: “Di Burns”
G: “Perché
avrebbe dovuto essere geloso di…Ah.”
S:
“Già…”
G: “E tu che ne
pensi?”
S: “Di che?”
G: “Della gelosia! Credi
che fosse geloso? Credi
veramente che io gli…”
S: “Si e no. Credo che
fosse geloso di vederti con un
altro uomo ma non credo ti amasse, come tu non amavi lui. Non era
pronto per
storie serie ma questo non gli impediva di odiare uno stronzetto che ti
portava
a letto”
G: “Sarah!”
S: “Che cè?
Ragiono come Cal! Credo che si, fosse
geloso, ma nulla di più…Credo invece che ora
sia pronto”
G: “Per cosa?”
S: “Per una relazione
stabile con la donna di cui è
innamorato”
G:
“Cioè…”
S: “Cioè la
donna che ha deciso di portare con se in
vacanza…Svegliati Gill”
G:
“…”
S: “A
proposito…Non è ancora successo nulla?”
G: “Nulla? Sta succedendo
tutto Sarah! Ieri sera credo
addirittura ci stessimo quasi per baciare”
S: “COSA?!? E
PERCHE’ QUASI?”
G: “Un fottuto barbone ci
ha interrotti”
S: “Cosa pensi di
fare?”
G: “Essere me stessa.
Insomma lo amo e non posso più
negarlo ne a me ne a lui. Quindi basta respingere i sentimenti. Non lo
farò più
come non li forzerò, semplicemente sarò me
stessa”
S: “Allora ti
salterà addosso”
G: Speriamo”
S: “Gillian Foster ho
sentito bene? Sono così fieri di
te!”
G: “Ahah
piantala!”
S:
“Gill…Cos’ hai provato?” Il
tono dell’ amica si era
fatto improvvisamente serio.
G: “Quando?”
Ora il tono era protettivo,
apprensivo: “Quando…Quando
lo hai visto. Quando hai visto Dave”
G:
“Ho…” Poi si blocca…Una
strana luce negli occhi…Ha
capito tutto…
“Niente…Non ho
provato niente…Ed è questo il punto!
Scusa Sarah adesso devo andare ci vediamo dopo domani non serve che
richiami”
S: “Okay
ma…” l’ altra ha già
riattaccato.
Gillian si sistema i capelli, poi
senza esitare apre
la porta della stanza. Cal, che era appoggiato, ruzzola in modo
goffo…Ma per
lei non è questa la cosa importante.
G: “M-Mi hai aspettata? E
p-per tutto questo tempo?”
C: “Certo che ti ho
aspettata, e poi è passata solo
un’ ora…Per te aspetterei settimane”
G:
“Cal…Grazie, veramente. Non so che
dire…”
C: “Inizia con il dirmi
come stai”
G:
“Bene…Smettila” dice quasi ridendo: Cal
ha piegato
la testa di lato cercando di leggerla.
C: “Non me ne
capacito”
G: “Di cosa?”
C: “Di non riuscire a
leggerti, sei il mio unico
fallimento” *e per ora non solo in
ambito
lavorativo*
G: “Che ore
sono?”
C: “Quasi le otto ma non
cambiare discorso”
G: “Credevo lo avessi
appena fatto tu”
Si guardano per qualche istante
negli occhi. A nessuno
dei due sono chiari i pensieri dell’ altro.
C: “Facciamo un giro, poi
torniamo per cena”
G: “Perché
vuoi uscire prima?”
C: “Un po’ di
aria fresca non ci farà male”
G: “D’
accordo”
Escono. Per una decina di minuti
non dicono nulla, poi
Cal rallenta il passo:
“Allora?”
G: “Allora cosa”
Si ferma e la guarda: “Lo
sai, Gillian”
G: “Si, lo so. Ma cosa
vorresti sapere?”
C: “Tutto”
Gill sbuffa:
“Cosa cè da dire? Ho rivisto Dave
Burns dopo quasi un anno da quando mi
ha piantata in asso senza nemmeno dirmi addio, quindi?”
C: “Da come ne parli
sembra che per te non sia ancora
finita”
G: “Nemmeno tre settimane
fa pensavi la stessa cosa di
Alec”
C: “…Scusami,
hai ragione. Ma lo sai che quando si
tratta di te…”
G: “Hai chiesto scusa?
Questa me la devo segnare”
C: “Gill cos’
hai provato? Quando lo hai visto?”
G: “Chiaramente
all’ inizio ero sorpresa…Ancora di più
quando ho visto arrivare la biondina. A quel punto ho anche
pensato…”
C: “Hai pensato *guarda
con chi mi ha sostituita* ?”
G: “No ho pensato a come
mai stesse con lui...In fondo
non è quel gran “figo” come dicono i
giovani, non è ricco ne
particolarmente…Dotato…Tutto qui”
Cal era quasi inciampato, ora la
guardava divertito
e…Si, sollevato!
C: “Tutto qui?”
G: “Non ho provato
niente…Se avessi mai avuto qualche
minimo dubbio ora ne ho la certezza: i miei sentimenti per lui sono
morti e
sepolti”
C: “Ottimo”
G: “Hai detto
ottimo?”
C: “Si, andiamo a
cena?”
G: “D’
accordo” mentre si avviano si fa sfuggire un
sorriso…Ha detto ottimo!
Trascorrono tranquillamente la cena
in Hotel, verso le
22:00 hanno terminato ma Cal sa di dover aspettare ancora
mezz’ ora prima di
proporre a Gill un…Giretto…
G: “Che
facciamo?”
C: “Non
saprei…Prendiamo un depliant dell’ Hotel e
vediamo se cè qualcosa di divertente da fare?”
G: “Mmh, d’
accordo”
C: “Ecco…Ah
perfetto! A quanto cè scritto qui hanno un
ottimo Casinò potremmo…” Gill non lo fa
finire: gli mette entrambe le mani sul
petto e lo spinge contro il muro.
G: “Prova a
ridirlo”
C: “T-Ti trovo in gran
forma” dice Cal ridacchiando.
G: “Non
attacca” replica l’ altra mentre ride
anch’
essa quasi esasperata.
Rimangono per qualche istante in
silenzio,
sorridendosi…Poi se ne accorgono: sono schiacciati contro un
muro a pochi
centimetri di distanza e Gillian sta equilibrio reggendosi al suo petto.
Negli attimi che seguono la donna
arrossisce
violentemente ma non si scansa: è troppo imbarazzata! Cal la
salva dicendo
“Grazie di avermi sistemato queste pieghe, vuoi passare alla
cravatta”
Gill fa un mezzo sorrisetto ancora
imbarazzato…E’
incredibile quanto riesca farla ridere in qualsiasi
momento…E anche per
cretinate come questa!
G: “Allora cosa facciamo?
E attento a quello che
dici…Se no ti ci strozzo con la cravatta”
C: “Deduco che sia
scartato il Casinò…Io avrei una
sorpresa per te, se ti vesti usciamo per le 22:30.”
Lei lo guarda incantata
“Una sorpresa?”
C: “Si…Ma non
ti voglio illudere quindi no, non si
tratta di un muffin gigante ne di
un
gelato da venti gusti”
G: “Che cretino che
sei” gli da una pacca sulla
spalla, che però sembra più
affettuosa… “Dove mi vuoi portare?”
C: “In un bel
posto…”
G: “Dai, dai
dimmelo”
Cal la guarda e
sorride…Questa arrossisce.
G: “Che
cè?”
C: “Mi sembri una bambina
la vigilia di Natale!
Comunque non te lo dico…Non sarebbe più una
sorpresa!”
G: “Che
antipatico…Almeno dimmi come devo vestirmi”
C: “Io rimango in
pantaloni e camicia, ma mi porto
anche la giacca perché potrebbe fare freddo…Tu se
vuoi mettiti uno dei tuoi
vestiti, non necessariamente elegante come quello di ieri sera. Ah,
porta anche
una giacchetta”
G: “Okay…Ma la
giacca non la porto, siamo in
primavera”
C: “Non si sa
mai…”
G: “Ho la pellaccia,
resisterò”
Due ore dopo la bella dottoressa la
vedrà in modo
diverso…
Cal la attende nell’
atrio. Camicia, giacca cravatta e
pantaloni…Come in ufficio!
Una decina di minuti dopo arriva
Gill: un bellissimo
vestito rosso che termina una trentina di centimetri sopra il
ginocchio;
spalline sottili, tacchi e borsetta senza ganci abbinati. Aveva
aggiunto un
filo di rossetto, sempre sulla stessa tinta e due mollettine
raccoglievano
indietro le prime ciocche di capelli.
C: “Anche questa sera,
come al solito, sei bellissima
tesoro…Stai molto bene in rosso anche se il blu risaltava i
tuoi splendidi
occhi. Oggi tocca al tuo magnifico
sorriso.”
G: “G-Grazie
Cal” ora aveva anche le guancie in tinta!
Escono dall’ Hotel e Cal
ferma un taxi; fa salire la
donna, poi si accomoda e dice: “ 5th Avenue”
Taxista: “Signore si
estende per oltre 400 metri…”
C: “All’
incrocio con la W 34th Street”
Gill si scervella per focalizzare
la strada…Non è
molto pratica nella Grande Mela!
Le viene in mente un posto, solo
uno…Ma non può
essere…
Squilla il suo cellulare.
“Pronto? Si qual è il
problema? Accidenti ma è stato proprio cancellato?
D’ accordo a che ora?
Grazie”
C: “Chi era?”
G: “L’
Hotel…L’ aeroporto ha comunicato la
cancellazione del nostro volo per problemi tecnici, cosi non partiamo
dopo
domani mattina, ma domani notte…L’ imbarco
è all’ una.”
C: “Accidenti! Infondo
però ci perdiamo solo una
notte”
G:
“…”
Neanche cinque minuti dopo escono
dal taxi.
C: “Andiamo
tesoro?”
Non può essere! G:
“C-Cal… Dove stiamo andando?”
C: “Mmh, o ti voglio fare
visitare Harlem verso le
undici di sera o presumo che ti stia conducendo verso quel grosso
edificio che,
reggiti forte, si chiama Empire State Building”
G: “M-Ma questo mese
cè quell’ importante conferenza
di pezzi grossi al Rock Feller Center ed è il periodo che
frutta di più in
quanto a turismo…Dicono che per questo mese abbiano
triplicato i prezzi e le
code durino ore!”
C: “Confermo”
Lei lo guarda come per dire *e…?!*
C:
“E…E’ per questo che ho dovuto
corrompere un paio
di impiegati”
G: “Cosa? Quando e in che
senso corrotto?”
C: “Quando sei voluta
rimanere per un ora nel negozio
degli M&Ms sono scappato per una decina di
minuti…Eri troppo presa per
accorgertene”
Gill aveva assunto un espressione
di finto sdegno e
cercava di non deridersi da sola.
C: “E
corrompere…Bhe credo che abbia un solo
significato”
G: “Ma quanto hai
speso?”
C: “Vediamo ho dovuto
pagare il ragazzo della fila,
quello dell’ ascensore e due guardie che ci tenessero i posti
migliori”
G: “Hai pagato anche per
farci tenere il posto?”
C: “Per te questo e
altro”
Aveva una voglia irrefrenabile di
baciarlo…Chissà
quanto aveva speso, e solo per farla sentire speciale un’
altra sera!
Cal la vede assorta, cosi la prende
sotto braccio
dicendo: “Andiamo tesoro”
Si, decisamente vorrebbe saltargli
addosso ma il suo
dannato cervello ha la meglio, anche se non del tutto: il nostro
gentlemen per
lo meno ottiene un bacio sulla guancia seguito da un sorriso
decisamente
imbarazzato.
Entrano nell’ atrio, dove
almeno un centinaio di
persone attendono in coda di salire. L’ impiegato individua
subito i due e fa
cenno al suo “complice” dell’ ascensore
così che li faccia salire. Si
avvicinano. Gill è così incantata che non se ne
accorge finché le porte non si
chiudono: sta per fare 107 piani in ascensore, che lei soffre come
nient’
altro. Prima ancora che possa dare sintomi di ansia Cal, che se ne
ricordava,
la gira verso di se, le prende dolcemente il mento con una mano guardandola negli occhi e
dicendo “Tranquilla
tesoro, ci sono io qui.”
Gill non dice nulla, semplicemente
lo guarda
ininterrottamente. Cal già visto questa espressione sul suo
viso diverse volte:
quel giorno in cui le confessò essere l’ unica che
non riusciva a leggere,
diverse volte durante questa vacanza…Come la notte
precedente quando il suo
sogno stava per avverarsi…Possibile che fosse amore?
Cullata dal meraviglioso tocco
dell’ uomo che ama,
Gill non si accorge nemmeno del viaggio in ascensore.
Dopo pochi attimi le porte si
aprono e loro scendono.
Cal, senza preavviso le mette ambe due le mani sugli occhi.
G:
“Hem…Cal…Che fai?”
C: “E’
più bello se apri gli occhi direttamente nella
parte della terrazza che ho scelto…Ti sembrerà
più…Più”
G *Mai
quanto le
tue mani sul mio viso*
Cal fa spostare le due
‘guardie’ che aveva pagato per
tenergli occupato il posto, poi gira Gill in direzione del panorama
“Pronta?”
Toglie le mani.
Di certo è lo spettacolo
più bello che si sia mai
presentato agli occhi della Foster.
Spalanca la bocca e rimane a
contemplare quel
meraviglioso panorama ce è New York di notte con la vista
migliore del mondo:
l’ Empire State Building.
C: “L’ unica
cosa fastidiosa è il flash del fotografo
della terrazza”
G: “Vero ma in fondo
è solo una luce in più insieme
alle miriadi che si vedono da qui”
Rimangono così per
diversi minuti, perché un'altra
volta non cè bisogno di parole.
Formano uno strano angolo; sebbene
stiano contemplando
il panorama, il bacino è in parte indirizzato verso
l’ altra persona.
L’ uomo nota che Gill ha
la pelle d’ oca: glielo aveva
detto di portare la giacca! Ma non la rimprovera per paura di rovinare
l’
atmosfera, semplicemente si toglie la sua e vi avvolge la donna, che lo
guarda
grata. Poi tornano a contemplare New York, semi-abracciati. Cal si gira
verso
di lei per alcuni secondi finché ella lo percepisce e cerca
il suo sguardo.
C: “Sai…Avevo
uno zio a cui ero molto legato, tanto
che fino ad una decina di anni fa, poco prima di conoscerti, ci
trovavamo ogni
domenica…Era quasi un padre”-lei lo guarda
silenziosa e attenta, come per
incentivarlo a continuare- “Si è trasferito a New
York per lavoro, in uno di
quegli uffici da fare invidia! Gli ho promesso che ci saremmo comunque
visti
una volta a settimana come al solito. Bene, quella toccava a me andarlo
a
trovare cosi ho preso l’ aereo e sono arrivato…Era
molto presto, circa le 8:30
di mattina così prima ho fatto colazione. Eravamo
d’accordo di trovarci nel suo
ufficio alle 9:30 e mezz’ ora prima ho preso un taxi fino a
Central Park, poi
ho voluto proseguire a piedi…” -Gill vede emozione
e sofferenza sul suo viso,
quindi capisce che la ‘storia’ sta volgendo al
termine- “Alle 9:11 esatte ero a
pochi isolati dal suo ufficio, potevo già vederlo! Lavorava
nella torre a
destra. Pochi attimi dopo ho visto qualcosa che si sfracellava contro
quella
torre del World Treade Center, poi solo grida. Il suo cadavere
è stato
rinvenuto tra le macerie il 12 Settembre”. Cal, che mentre
raccontava aveva
abbassato lo sguardo, ora lo teneva fisso su Gill…Aveva gli
occhi lucidi e gli
stringe forte la mano. Poi lo abbraccia “Cal non sai quanto
mi dispiace”. Si
staccano.
C:
“Per questo
odio New York…All’ inizio era vero e proprio odio,
perché vedevo la città come
ragione per la morte di mio zio; quando la ho superata ho capito che
anche lei
era una vittima e che gli unici colpevoli erano i bastardi che avevano
fatto
schiantare gli aerei. Ciò nonostante non amo venire qui,
perché ci vedo solo
brutti ricordi”
G: “Se lo avessi
saputo…M-Ma non eri costretto ad
accettare il viaggio…Perché lo hai
fatto?” Cal la guarda: è giunto il momento.
Non ci sono più dubbi, non ci sono più
paure…Solo lui, la donna che ama e l’
ultima occasione.
C: “Perché
c’ eri tu” Lei lo guarda, ma non riesce a
decifrare la sua espressione, così continua
“Sapevo che con te avrei costruito
nuovi ricordi che mi avrebbero fatto lasciare alle spalle in definitiva
il mio
passato. Ed ha funzionato, perché se ora qualcuno menziona
New York penso solo
a questo momento, ai giri che abbiamo fatto per la città, la
‘gita’ sulla
Statua della Libertà…A ieri sera
Gill…E più penso a questa vacanza più
mi
accorgo di avere fatto la scelta migliore della mia vita,
perché ho potuto
passare dei momenti indimenticabili con te. Ma sai cosa? Non mi basta
nemmeno
questo, non mi bastano i ricordi di questa vacanza Gill, non mi basta
questo
ricordo di noi due. Io ti voglio ora. Non voglio che tu sia solo il mio
passato
ma il mio presente ed il mio futuro. Ci siamo sempre definiti migliori
amici…Oramai
mi sono reso conto di tenere a te più di quanto riesca ad
ammettere; avevo
deciso di lasciare stare, per preservare questo nostro bellissimo
rapporto…Ma
per quanto gratificante sia averti accanto in campo lavorativo e come
amica non
mi basta più. Voglio poter stare con te ad un livello
superiore, voglio poterti
stringere come mai ho fatto…Voglio poterti definire mia. Ti amo Gillian.”
Il viso della donna è
oramai solcato da poche lacrime
di valore. Non smette nemmeno per un momento di guardare l’
uomo…Che di nuovo
nota in lei quell’ espressione che le aveva visto addosso in
ascensore ma che
sono ora riesce finalmente a decifrare: amore.
Gill lo prende per mano e gli
sorride come mai aveva
fatto. Infondo ogni loro sguardo e ogni loro sorriso non è
mai uguale, cela
sempre sentimenti diversi.
G: “Non devi dire
altro…Non serve. Tra di noi non sono
mai servite le parole, per capirci bastava un’ occhiata, uno
sguardo…Ma già da
tempo mi sono resa conto che ti guardo in un modo diverso,
perché oramai non ti
vedo più come il mio migliore amico, ma come l’
uomo di cui sono innamorata.
Non voglio essere una tua amica, ma una tua amante. Le tue carezze, i
tuoi
chiamarmi “tesoro” mi fanno un effetto
diverso…Mi fanno stare bene, mi fanno
tornare voglia di credere nell’ amore. Dopo il mio divorzio
mi svegliavo sempre
sola e questo mi metteva malinconia, credevo di non poter
più amare come prima
dopo tutte queste delusioni…Ora quando mi alzo penso a te,
quando mi volto
verso il posto vuoto nel mio letto ci vedo la tua sagoma, prima di
addormentarmi penso a come vorrei che tu fossi li a
stringermi…Non so
esattamente quando tutto sia cambiato, quando io mi sia innamorata di
te…So
solamente che non voglio più sprecare per la paura nemmeno
un secondo in
solitudine…Voglio passare ogni istante della mia vita con
te…Ti amo Cal”
Lui sorride e la guarda felice come
non era mai
stato...Con una mantiene il contatto con la mano di Gill, con
l’ altra mano
avvolge il suo bacino, mentre lei stringe le sue attorno al collo
dell’ uomo
accarezzandogli con una i capelli.
Si avvicinano lentamente gustandosi
gli attimi
precedenti il bacio, belli quando l’ azione stessa. Cal posa
il suo naso contro
quello di Gill e si contemplano.
Le loro labbra si uniscono in quel
magico bacio che è
il più atteso della loro vita.
All’ improvviso scompare
tutto: niente più flash della
macchina fotografica, niente gente, niente New York…Solo i
loro cuori malconci
che si uniscono in un unico battito durante quel bacio, creando
fantastici
fuochi d’ artificio.
Non si sa per quanto quelle figure
siano rimaste
abbracciate, strette fra di loro e non curanti di qualsiasi altra
cosa…Non si
sa cosa passasse per le loro menti…L’ unica
certezza è che quegli istanti
saranno infiniti per loro…Adesso possono
amarsi…Possono vivere la loro vita
insieme…A prova che qualche volta i sogni si
avverano…Che non importa cosa
accadrà: avranno sempre l’ un l’
altro… E questo è tutto ciò che
vogliono.
:’) Sarò la
solita romanticona ma scrivendolo mi sono
scese due o tre lacrimuccie…
Spero che questo capitolone da 4105
parole…Ringrazio
tutti coloro che hanno seguito questa storia (una di voi la anche messa
tra le
ricordate!)…Un grazie particolare a Jane e Kaori che mi
hanno sempre sostenuta
:)
Mi farebbe molto piacere una
recensione…Stasera sarò
fuori, quindi probabilmente risponderò domani!
Grazie a tutti coloro che lo
faranno !!
A presto,
Jenny
Ps. Ci saranno ancora due
capitoli!!!
|
Ritorna all'indice
Capitolo 8 *** L' alba di un nuovo giorno ***
Salve a tutti! Questo è
il pen-ultimo capitolo…Non so
se essere felice o triste!
Vi avviso che essendo dedicato
interamente all’ ultima
giornata di vacanza per i due piccioncini…Il rating diventa
rosa-giallo: ci
sarà zucchero a tutto spiano e sfrutterò fino in fondo il mio bollino
giallo…Di certo non per
la violenza xD
Vi lascio leggere :)
Capitolo otto. L’ alba di
un nuovo giorno.
Uno strano profumo di
libertà aleggiava nell’ aria
mescolandosi a quello dolce di rose fresche.
Vestiti sparsi ovunque
contrastavano l’ ordine
perfetto che regnava nella stanza le mattinate precedenti.
Due sagome dal viso sereno
riposavano abbracciate: la
donna dorme sopra a Cal, appoggiando la testa sul suo petto. Le mani
dell’ uomo
sono avvolte attorno alla schiena di Gillian dalla sera precedente.
Nella stanza 310 finalmente tutto
è perfetto.
Gillian Foster apre gli occhi alle
9:30. Solleva lo
sguardo cercando quello del partner, sveglio
già da qualche minuto ed intento a contemplarla
accarezzandole i capelli con
una mano, che ora si posa delicatamente sul viso della donna.
Lei si solleva lievemente e si
spinge su, in modo da
raggiungere la faccia di Cal con la propria. Per qualche istante si
guardano
negli occhi semplicemente sorridendo, poi Gillian domanda
“Dimmi che non è un
sogno”
C: “E’ meglio
di qualsiasi sogno abbia mai fatto”
Gill lo bacia, portandole mani sul
suo collo e
stringendolo a se.
Questi gesti affettuosi a lungo
repressi proseguono
per diversi minuti.
G: “E’
l’ ultima giornata di libertà che
abbiamo…Cosa
facciamo?”
Cal la guarda con aria maliziosa,
poi la spinge sul
letto e inverte le posizioni “Io pensavo di fare questo tutto
il giorno”
La donna sorride in modo provocante
e si avvicina con
fare seducente a Cal; all’ ultimo lo rispinge bruscamente
sotto di lei e dice
“non credo proprio”.
Si guardano per un attimo e
scoppiano a ridere. Si
baciano di nuovo, poi Gill si alza, si infila una vestaglia e annuncia
“Vado a
farmi una doccia cosi andiamo a fare colazione”. Non fa tre
passi che si sente
afferrare per la vita da Cal, che le si è lanciato dietro
“Errore. Andiamo a fare
la doccia.”
Circa quarantacinque minuti dopo
hanno terminato la
colazione e si sono preparati. Davanti all’ ingresso
dell’ Hotel Gill si
stringe a Cal “Andiamo amore?”.
C: “Si tesoro”
G: “Ora ha un suono
diverso” Lo bacia. “Dove vuoi
andare?”
C: “Visto che hai
bocciato la mia splendida idea di
rimanere a letto, almeno mi concedi un po’ di coccole nel
parco? Ti compro le
caramelle.”
Gill si avvicina e invece di
baciarlo gli da un
morsetto.
C: “Quanti anni
hai” Lei gli fa la linguaccia, poi
entrambi scoppiano a ridere e si avviano verso Central Park, finalmente
felici.
G: “Guarda lo zucchero
filato!!!”
C: “Dimmi che stai
scherzando?” ma quella aveva già
tirato fuori il portafogli e
si stava avviando
allo stand. Ritorna
gongolante con il suo dolciume in mano.
“Sei
soddisfatta?”
“Molto!”
“Non capisco come fai a
non ingrassare”
“Fitness”
“Quando? Tra la pausa
torta e quella marshmallow? Che
cè?” aggiunge dato che la donna rimane a fissarlo
incantata.
“Niente…Solo
che è…Bello”
“Il mio
sorriso?” dice mostrando tutti e 32 i denti.
Gillian ride,
“No…Questo. Poter stare insieme a te,
con te senza abbandonare le vecchie abitudini. Essere la tua compagna
è ancora
più bello perché eravamo già amici.
Niente momenti imbarazzanti, scioccanti
scoperte, attese per baciarsi per andare a letto insieme e soprattutto
niente
attese per dirti che ti amo…Si saltano le parti noiose e si
arriva subito al
dessert”
Cal afferra le sue mani, la spinge
delicatamente
contro un albero e la bacia, dolcemente
e appassionatamente allo stesso tempo; quando si staccano la guarda e
dice
“Però sei proprio fissata con i dolci”.
“Quanto sai esser cretino
Cal!” esasperata.
Si avvicina a loro un ragazzotto
con una macchina
fotografica e qualcosa in mano che porge ai due. “Ve le ho
appena fatte, sono
belle vero? Se mi date $10 l’ una ve le vendo”.
C: “Scommetto che non hai
la licenza…Ecco! Il tuo
sguardo lo ha appena confermato quindi diciamo che te le prendo
gratis” –prende
Gill per mano e si incammina- “Ha ragione sono davvero
belle”. Scoppiano di
nuovo a ridere mentre l’ uomo infila le foto nella tasca
della giacca.
Trascorrono la mattinata
coccolandosi come due
ragazzini innamorati, poi decidono di andare a pranzo.
G: “Dove
andiamo?”
C: “Al di la”
G: “Vuoi uccidermi? Se
invece parli del ristorante
vuoi ammazzare il tuo portafogli!”
C: “A casa avremo poche di queste occasioni e poi se ha
resistito ieri sera ci
riuscirà anche oggi.”
Vorrei precisare che “Al
di la” è quotato come il
miglior ristorante italiano di tutta New York, quindi il portafogli di
Cal ha
tutto il diritto di prendersi i suoi infarti.
Arrivano per l’ una e
ottengono un tavolo per le due,
spontaneamente a quando afferma l’ uomo…Ma Gillian
è piuttosto sicura di averlo
visto allungare qualcosa al metro.
C: “Buon appetito
tesoro!”
G: “Anche a
te…Cosa facciamo il resto della giornata?”
C: “Il pomeriggio lo
lascio scegliere a te, la sera è
tutta mia”
G: “Abbiamo l’
imbarco alle 23:00 e dobbiamo partire
lasciare la stanza alle 22:00”
C: “Vorrà dire
che mi organizzerò per terminare alle
21:59”
G: “E i bagagli quando li
facciamo?”
C: “Se non avessi portato
quella quantità industriale
di vestiti sufficiente per allestire un film perderemmo meno
tempo”
G: “Crudele! Piuttosto
dove mi porti a cena?”
C: “Non te lo
dico!”
G: “Dammi un
indizio!”
C: “River”
G: “Non potevi essere
più vago”
C: “Cosa intendi fare una
volta arrivati a casa?”
G: “Con gli altri
intendi?”
C: “Si”
G: “Io vorrei tenerla
segreta, tu?”
C: “Anche io, a
tutti”
G: “Okay…Anche
se dovrò disinsospettire Sarah”
C: “Perché
sospettava già qualcosa?”
G: “Si…Credo
che il dubbio le sia venuto quando le ho
detto di essere innamorata di te”
C: “Glielo hai detto?
Spiegati il costume e l’ olio
per massaggi…Ci stai a darle un aumento?”
G: “Non fare lo stupido.
Tu lo hai detto a qualcuno?”
C: “Emily…Sai
è lei che mi ha spronato”
G: “In che
senso”
C: “Poche settimane prima
che partissimo, una sera mi
ha chiesto se ero innamorato di te. Gli ho detto di si, semplicemente.
Così lei
mi ha chiesto cosa stessi aspettando…E ho pensato
*veramente, cosa diavolo sto
aspettando!?* ”
G: “Pensi di dirlo ad
Em?”
C: “A Sarah lo direbbe e
poi la voce girerebbe…Mi
duole ma preferisco non dirglielo”
G: “Certo che siamo
proprio due fenomeni ad essere
convinti di riuscire a tenere il segreto quando lavoriamo in un ufficio
pieno
di gente che smaschera le menzogne”
C: “Metteremo alla prova
il nostro staff” dice con un
arrogante sorriso stampato in faccia.
Verso
le tre
di pomeriggio…
G: “Visto che non ci
abbiamo messo molto!?”
C: “Un ora! Dico un ora
per fare i bagagli e tu lo
chiami poco? Ho bisogno di uno Scotch andiamo al bar”
G: “Aspetta prima devi
chiamare Emily”
C:
“Perché?”
G: “Per dirle che torni a
casa stasera e non domani
mattina”
C: “Ma non vado a casa
per dormire!”
G: “Mi illumini dottor
Lightman: dove andrà e cosa
intenda fare per tutta la notte?”
Lui la spinge contro il muro e le
accarezza i capelli
“A casa sua dottoressa, in quando al cosa…Glielo
faccio vedere subito!”
“E’ tardissimo
sono le quattro! Dai usciamo altrimenti
ci perdiamo tutto il pomeriggio” afferma Gillian alzandosi
dal letto per
andarsi a vestire.
C: “Ne è valsa
la pena”
La donna afferra i jeans
dell’ uomo e glieli tira in
testa “Vestiti che è meglio playboy”
Cinque minuti dopo sono pronti.
C: “Allora il pomeriggio
è tuo…Che ti va di fare?”
G: “Giro in battello!
Solo quello perché dura tre
ore…Stavolta però pago io!”
Poco dopo si trovavano sul battello
per fare il giro
della città attraverso i fiumi principali. Cal accampava
qualsiasi scusa per
baciare Gill, tra le quali: non baciarsi sotto i ponti porta sfortuna,
vedere
un elicottero è come trovarsi sotto al vischio e quella che
le stava dicendo
ora: ogni parola era seguita da un bacio “Sai * Dovremmo *
Baciarci * Ogni
volta * Che vediamo * L’ Empire * State Building * ”
La donna lo allontana ridendo per
poter parlare “Cal è
l’ edificio più alto della città, lo si
vede sempre!”
Bacio.
“Appunto” Bacio. Gill ride ancora e risponde
con piacere ai baci, stringendolo a se.
G: “Ti amo. Ti amo e non
mi stancherò mai di dirtelo”
Cal è seduto sul divano,
Gill accoccolata nell’ ala
della sua spalla.
“Non è giusto
che sia già finita la vacanza”
C: “Ti prometto che
faremo gli sposini anche a casa”
G: “Ma non avremo tutta
questa libertà…Anzi proprio
non ne avremo: a casa tua cè Emily, non possiamo andare in
bei ristoranti
perché c’ è il rischio che ci conoscano
e a lavoro non ci possiamo coccolare”
C: “Vedi il lato positivo
della cosa”
G: “Illuminami”
C: “Sarà come
essere due amanti. A casa mia ci
dobbiamo appartare, invece di andare al ristorante cerchiamo di
cucinare noi
per mangiare a casa tua e in ufficio…Ah, li si che ci
divertiremo! Mi piace
questo programma, non per sempre certo, ma invece di passare subito
alla
monotona vita da coppietta possiamo sperimentare quella eccitante da
amanti
senza tradire nessuno”
G: “Mmh…Okay,
devo dire che come programma mi
piace…Specie la parte sull’ ufficio, mi
divertirò troppo a ‘prendere in giro’ i
maghi della menzogna!”
C: “Errore, siamo noi quelli, loro sono gli apprendisti
ignoranti…Non se ne
accorgeranno mai. Ahahah ma ti immagini la faccia di Loker e di Ria se
glielo
diciamo dopo un anno o passa e si rendono conto che li abbiamo fottuti
per
tutto quel tempo?” Gill lo bacia.
C: “Che
cè?”
G: “Hai detto tra un
anno…Quindi sei già sicuro che
durerà, giusto?”
C: “E’ la cosa
più giusta e di cui sono più sicuro di
tutta la mia vita”
Gill lo stringe forte forte a se
con le lacrime agli
occhi “Ancora non mi sembra vero che tu sia mio”.
Rimangono a gustarsi quei momenti
fino alle 7:00,
quando la donna fa presente: “Cal tra due ore dobbiamo
partire, sarebbe ora di
andare a cena”
C: “Hai ragione, ci
cambiamo?”
G: “Se mi dici dove
andiamo mi regolo”
Cal finge di pensarci su
“Naah lo sai che non è nel
mio stile. Mettiti uno dei tuo bei vestitini e siamo a posto.
Lei: tubino senza spalline lilla
tendente al viola;
accessori in tinta.
Lui: Pantaloni e giacca neri;
cravatta in tinta con il
vestito della donna.
G: “Ora che stiamo
insieme non mi fai più complimenti?”
scherza.
C: “No, ora posso essere
onesto: sei eccitante con
quel vestito”
G: “Che
cretino!”
C: “Sono serio”
G: “Anche io”
La squadra. “Ti salterei
addosso”
G: “Frena i tuoi istinti,
dobbiamo andare a cena. A
proposito mi vuoi dire dove andiamo?”
C: “Solo
perché dobbiamo andare in taxi e sentiresti
comunque la destinazione”- la prende sotto braccio e si
avviano verso l’ uscita
dell’ Hotel, quando Cal aggiunge “The River
Cafè”. Gill per poco non rovina a
terra.
G: “Mi stai prendendo in
giro vero?”
C: “Affatto”
G: “M-Ma Cal le cene
costano $100 a persona vino
escluso!”
C: “Lo so”
G: “Non è
necessario che fai tutti questi sforzi…A me
basta stare con te!”
C: “Lo so…Ma
ho pensato al nostro discorso di prima,
sulla vita da amanti o da coppia…Bhe noi abbiamo solo questi
giorni da
fidanzatini, quindi ti voglio trattare come una regina. Anche
perché io sono il
re, ergo tu la regina!”
Entrambi scoppiano a ridere, mentre
si avviano verso
il taxi e Gill gli da un grande bacio sulla guancia.
(Vorrei fare presente che
è questo il “The River Cafè”
--> http://www.rivercafe.com/gallery-tour/
)
Alla fine della serata il costo
complessivo del
gentile galantuomo sarà di circa $300. Ha deciso di prendere
vino di marca e
far riservare per lui e la sua ‘signora’ il tavolo
migliore, vicino alle
finestrone che da proprio sull’ East River con vista tutta la
parte Sud-Est di
Manhattan al tramonto, illuminata dalle luci degli imponenti palazzi.
Si potrebbe descrivere per filo e
per segno ogni
parola che è stata detta durante quell’
incantevole cena (che di certo non si
dimenticheranno mai), ma si tratta semplicemente di chiacchiere
spensierate di
due persone che hanno finalmente trovato la persona amata, che hanno
finalmente
rincominciato a vivere, ad apprezzare quel gioco di poche parole,
sguardi
sfuggenti e carezze che è l’ amore.
Tornando
all’ Hotel in taxi…
G: “Sai amore,
l’ unica cosa che ci manca è una
canzone!”
C:
“Provvediamo…Taxista accenda la radio”
Voce
radio: “Ed
ecco a voi il nuovo singolo degli One Direction…”
C-G: “Tassista, spenga la
radio”
G: “Uff, sarebbe stato
carino avere una canzone da
ballare”
C: “Eccoci, siamo
arrivati. Nell’ atrio cè una
televisione con musica 24/24h, vedrai che siamo più
fortunati.”
Quando i due entrano
nell’ atrio l’ uomo le porge la
mano “Pronta? Andiamo e tentiamo la sorte”
Gill afferra la sua mano e si
avviano entrambi verso
questa pista da ballo improvvisata. Parte la musica. Si guardano negli
occhi. “Non
poteva esserci canzone migliore”. Iniziano a ballare.
(Se volete sentire anche voi la loro canzone… http://www.youtube.com/watch?v=Ss0kFNUP4P4
)
I could
stay
awake
Just to
hear
your breathing
Watch
you
smile
while
you are
sleeping
Gill appoggia la testa sul petto di
Cal, mentre
entrambi si lasciano cullare da quei magici momenti, sotto le note di
quella
che ora è la loro canzone.
I could
spend
my life
In this
sweet
surrender
I could
stay
lost in this moment
Forever
“Gill”
“Si?”
“Dimmi che sarai mia
tutta la vita”
Every
moment
spend with you
Is a
moment I
treasure
Don’t
wanna
close my eyes
“Con tutte le delusioni
che ho avuto non
credevo
più ai
per sempre…Con te non
ci voglio
provare, con te ci voglio riuscire
e
so già che ci
riuscirò perché…”
Poi
lascia che
sia la canzone a parlare
Cause
I’d
miss you baby
And I
wanna
miss a thing
“Quindi si,
sarò tua per sempre se lo vorrai”
“Niente
riuscirà a strapparti da me, sei la donna
della mia vita”
Continuano a ballare mentre si
baciano ancora e
ancora: quegli istanti sembrano non finire mai.
Allora che ve ne pare??
E’ relativamente corto ma ho
riportato i punti salienti della giornata, perché se
scrivevo tutto non mi
fermavo più!
Come avrete notato i miei avvisi
erano corretti e qui
sono stata smielata al massimo…Anche un po’
‘perversa’ ma in fondo sono due
adulti ù_ù
Ci avviciniamo alla fine, oramai
rimane solo un ultimo
capitolo e un ultima domanda: Qualcuno scoprirà il loro
segreto?
In attesa del prossimo capitolo mi
farebbe piacere una
recensione, anche corta corta…In fondo vi porta via solo
pochi minuti e mi fa
tanto piacere :))
A presto,
Jenny
|
Ritorna all'indice
Capitolo 9 *** Ritorno alla normalità...O quasi! ***
Salve a tutti! Questo è
l’ ultimo capitolo! Meglio che
non tenti di scrivere altro perché mi viene da piangere!
Buona lettura!!
Ah, è abbastanza breve
perché era previsto come
epilogo.
Capitolo 9. Ritorno alla
normalità…O quasi!
“La vuoi smettere
Cal?!” dice la donna ridendo e
tirandogli una cucinata in testa.
Da quasi un’ ora si
stanno coccolando nel letto e da
venti minuti buoni lui ha deciso che il suo unico scopo è di
baciarla
ininterrottamente sul collo. Certo, romantico…Peccato che
lei soffra
tremendamente il solletico.
“Vaa bene”
replica Cal; poi le prende la mano ed
inizia a baciarla, percorrendo tutto il braccio, arrivando alla guancia
ed
infine alle labbra. Poi come se non gli avesse detto niente ritorna al
collo.
Gill si dimena ridendo, ma essendo l’ uomo sopra di lei non
riesce gran che.
Afferra con le mani la testa di Cal portandola fino all’
altezza della sua “Le
mie labbra non il mio collo scemo”
“Ti bacerei
tutta” prima che Gill possa replicare si
lancia all’ assalto: sulla fronte, sul naso, sulla guancia,
sulle labbra, sul collo, sulla
pancia…D’ ovunque.
Lei ride, poi lo afferra per le
spalle e lo rigira nel
letto salendogli sopra; rimane per qualche attimo a contemplarlo
divertita, poi
si china per baciarlo…Ma qualcosa la ferma: l’
orologio.
“ACCIDENTI!”
C: “Che succede
tesoro?”
G: “Non avevamo messo la
sveglia sono le otto meno un
quarto e tra quindici minuti dobbiamo essere a lavoro!”
C: “Naah non andiamo a
lavoro stiamo qui” replica
prendendola per mano e ritirandola verso il letto.
G: “No! Ci siamo presi la
nostra vacanza, ora dobbiamo
andare…Dai Cal!” Aggiunge tirandolo su dal letto.
C: “Okay allora non
facciamo colazione cosi siamo
sicuri di arrivare in…”
G: “Stai scherzando vero?
Vammi a preparare qualsiasi
cosa di digestibile o mangerò te, amore”
C: “Quanto è
dolce la mia fidanzata”
G: “Fidanzata”
gli sorride e lo bacia, poi inizia a vestirsi.
C: “Che cosa stai
facendo? Levati quella maglia!”
G:
“Perché?”
C: “E’
scollata!”
G: “Non dire sciocchezze
la ho già messa altre volte”
C: “Ma le altre volte non
eri la mia bellissima Gill, ne
tantomeno dovevo nascondere di trovarti incredibilmente
attraente, quindi
facilitami la cosa. Senza contare che non ho voglia di prendere a pugni
Loker
per i commenti che…”
G: “Okay okay la cambio.
A me basta che ti vesti Capitan America”-aggiunge
ridendo-“Aaaah” l’ uomo cerca di
ricorrerla, ma quella si rintana in bagno “La
colazione amore!”
Per Cal era incredibilmente buffo
vederla mangiare. A
lavoro era la perfetta Dottoressa Foster sempre rigorosa e
‘seria’ (quando non
erano loro due da soli)…Mentre a tavola se aveva fame, il
che accadeva
praticamente sempre, trangugiava qualsiasi cosa di commestibile gli
capitasse a
tiro. Certo lui le limitava il cibo spazzatura…Come quella
volta che la aveva
sorpresa a mangiare strani ravioli in un sacchettino.
Perso in questi pensieri gli scappa
un sorriso, che
non sfugge alla sua compagna.
“Che
cè?”
“Pensavo che sei talmente
bella da sembrare un
cucciolo”
“Come sei
dol…”
“Maa”- aggiunge
con fare malizioso “Quando mangi ti
trasformi in un gormita mangiauomini”
“Un chee?”
“Gromita…Sono
strani esseri, Em guardava quei cartoni
animati da piccola”
Adesso è Gill che si
crogiola pensando alla quantità
industriale di facce buffe o strafottenti che ha visto fare al suo
collega/fidanzato nel corso degli anni.
Anni. Non riusciva a credere come
la loro relazione,
il loro rapporto si fosse evoluto così nel corso del tanto
tempo trascorso
insieme.
Nove anni fa erano entrambi
sposati. Otto anni fa
erano grandi amici. Sette anni fa erano già migliori amici;
il loro rapporto
era rimasto fermo per molto tempo. Poi tre anni fa lei divorzia, cosa
che lui
aveva fatto già da tempo. Da due anni giravano fidanzati e
donne occasionali.
Ora finalmente erano insieme. Che grande scherzo la vita. Nove anni di
condivisione,
nove anni di rapporti amichevoli…E tutto per questo momento.
Nove anni per
essere finalmente felice con l’ uomo che amava.
Durante il breve tragitto che li
separava dal Lightman
Group ebbero poco tempo da dedicare a questi pensieri profondi, troppo
presi da
come organizzare le loro giornate da quel momento. Sotto forte
insistenza di
Cal, Gillian non avrebbe più messo vestiti o camicie troppo
scollate perché
“non so se te ne accorgi ma ti guardano tutti”;
avrebbero mantenuto le
ricorrenti camminate per l’ ufficio abbracciati e i baci
sulle guancie per non
destare sospetti; non lo avrebbero detto ad anima viva; infine i posti
dove
potevano fare i piccioncini erano limitati ai loro uffici e al balcone
se l’
ufficio fosse stato deserto. Durante le ore lavorative avrebbero
cercato di
essere professionali, ma se proprio non resistevano la frase in codice
era “Mi
serve una pausa”.
“Subito li promuovo, da
una settimana a un mese mi
congratulo, fino ai sei sette mesi li prederò in giro a
vita, dopo un anno li
licenzio” sentenzia Cal riferendosi ai suoi impiegati.
“Se siamo bravi non ci
beccheranno fino a che non lo
vorremo noi”
“Detto da che te sei ‘sublime’ a mentire
possiamo stare tranquilli!”
“Davvero divertente!
Comunque non sono molti di cui ci
dobbiamo preoccupare”
“Loker è un
idiota in fatto di relazioni umane, non ci
arriverà mai. Tu stai attenta a Sarah che ti legge come un
proverbio cinese”
“Un che!?? Comunque io
sto attenta a lei, ma tu hai
Ria e Emily da tenere a bada. Tua figlia noterà presto che
sarai più rilassato
e meno rompiballe e Ria…Lei ti legge come
un proverbio cinese”
Alle 7:58 parcheggiano l’
auto e si affettano ad
entrare in ufficio; per le otto in punto entrano.
Quasi tutti gli impiegati appena
arrivati si voltano
per salutarli, ma dei tre moschettieri non cè traccia. I due
si dirigono nell’
ufficio di Cal; “Bene, inizia lo sp…” si
bloccano. Nella saletta dell’ ufficio,
spaparanzate sul divano con tanto di ghigno strafottente sul visto, ci
sono
Sarah e Emily.
G: “C-Ciao
ragazze!”
C: “Non dovresti essere a
scuola Em?”
E: “Ero ansiosa di
vederti”
S: “Allora, vi sedete qui
con noi un paio di minuti
cosi ci raccontate com’
è andata la
vacanza?” azzarda maliziosamente Sarah.
Ma adesso è il turno
della coppietta segreta di farle
arrossire.
G: “A proposito della
vacanza, volete sapere una cosa
strana?”-Le due si lanciano uno sguardo-“Un
impiegata che non conosciamo ci ha
fatto un curioso scherzo, dicendoci che le camere erano finite quando
invece erano
a decine quelle libere. E cosa curiosa, sai che è di origini
italiane? E a più
o meno la tua età…”
E: “Sei di origini
italiane?” le sussurra Emily.
S: “Come milioni di
immigrati, senza contare che sono
qui da anni e anni”
C: “Ah, altra cosa
curiosa. I signori che ci hanno
offerto la vacanza, a quanto ho scoperto ieri, sono stati estradati
dagli Stati
Uniti qualche mese fa. E…non ho potuto fare a meno di notare
che hai prelevato
$500 dal tuo conto corrente…Posso sapere a cosa ti
servivano”
E:
“Hem…Ecco…Per…Un
amica!”
C: “Assi…Quale
amica?”
Improvvisamente entra il postino.
Sarah ed Emily
tirano un sospiro di sollievo, ma per moolto poco…
C: “Derp, razza di idiota
ti dico sempre di non
portarmi la posta in ufficio, cosa che hai fatto appena prima che
partissi. La
prossima volta te la infilo su…”
“Cal!” lo
ammonisce Gillian.
Derp: “M-Mi scusi signore
m-ma la signorina Black ha
detto d-doveva aggiungere una lettera e c-che ci avrebbe pensato
lei”
C: “Vai pure
Derp”. Una volta che il postino esce
Gillian e Cal si voltano verso le due con aria trionfante.
G: “Allora?”
Emily non ce la fa più e
la curiosità prende il
sopravvento sul buon senso “Si okay okay siamo state noi! Ma
adesso vi prego diteci se ha
funzionato”
Cal guarda divertito Gill e poi
replica “Funzionato
cosa?” I due si voltano beffardi per uscire dall’
ufficio.
S: “FERMI LI!”
Si alza e si avvicina a Cal “Sarete
anche bravi a controllare il linguaggio del corpo e la mimica
facciale…Ma ti
sei toccato un po’ troppe volte la giacca” Prima
che qualcuno possa replicare
lei ed Emily si fiondano su Lightman e dalla sua giacca estraggono una
specie
di piccolo raccoglitore.
G: “Che
cos’è?”
C:
“…”
Cal non lo aveva ancora mostrato
nemmeno a Gillian.
Sarah ed Emily lo aprono. Girano un
paio di pagine,
poi si guardano e si mettono ad urlare trionfanti. Subito dopo corrono
ad
abbracciare gli altri due.
“VI LASCIAMO
SOLI!!” Gridano uscendo allegre come mai
dall’ ufficio.
“Si può sapere cos’ era Cal?”
Lui le porge l’ album.
Dentro ci sono poche ma
significative foto.
I primi tre scatti ritraggono due
persone sull’ Empire
State Building prima, durante e dopo un passionale bacio. Nelle altre
due si
vedono le stesse persone in un parco. Nella prima la donna è
appoggiata contro
un albero e l’ uomo davanti a lei le stringe le mani; in
quella dopo si stanno
baciando.
“Che ne dici di un altro
ciac?” sussurra Gillian, poi
si avvicina a Cal e lo bacia mettendogli le mani intorno al collo. Lui
le
attorciglia attorno alla vita della donna, poi ne porta una verso la
testa
“Adoro il profumo dei tuoi capelli”.
E con più di una lacrima
sul viso Sometimes*, la mia
prima storia, termina qui.
Ringrazio infinitamente tutti
coloro che hanno
recensito, ma un grazie speciale va a Kaori e Jane che mi hanno seguito
e
incoraggiato passo dopo passo in questa piccola
follia…Grazie ragazze :’]
A chi va di recensire un’
ultima volta apprezzerei
veramente.
Alla prossima :’]
Jenny
|
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1130012
|