Sometimes*

di Gillian_Lightman
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una visita inaspettata. ***
Capitolo 2: *** Un mojito...Illuminante! ***
Capitolo 3: *** Così maledettamente lontano, così splendidamente vicino. ***
Capitolo 4: *** Il verdetto di Cal. ***
Capitolo 5: *** La giornata perfetta ***
Capitolo 6: *** Una vecchia conoscenza. ***
Capitolo 7: *** Sometimes dreams do come true ***
Capitolo 8: *** L' alba di un nuovo giorno ***
Capitolo 9: *** Ritorno alla normalità...O quasi! ***



Capitolo 1
*** Una visita inaspettata. ***


 
Ciao a tutti, questa è la mia prima Fan Fiction sulla mia coppia preferita, quindi siate buoni nel giudicare :P
Tre brevi premesse e poi vi lascio a quella che, spero, sarà una piacevole lettura:
1.     Questa FF è il mio “seguito” a Killer App.
2.     Per scopi narrativi ho aggiunto un nuovo personaggio Sarah Black; ciò che dovete sapere:
-         E’ la migliore amica di Gillian da più di vent’ anni e stretta amica di Cal da sette
-         Vive a New York ed è in visita a Washington proprio per passare un po’ di tempo con i capi del Lightman Group. Se vorrete altre informazioni su Sarah fatemelo sapere :)
3.     A volte per specificare le persone che parlano uso le iniziali: C= Cal; G= Gillian; S= Sarah etc.
Detto ciò…Buona lettura!
 
Capitolo 1. Una visita inaspettata.
 
Cal la stringeva a se accarezzandole i fianchi, mentre finalmente la guardava negli occhi, dicendole semplicemente “Ti amo”, le due parole che lei, Gillian, aveva tanto atteso. Poi la avvicinava ancora di più a se e la baciava,i due si incontrarono in un tenero e passionale bacio e…
Gillian si svegliò di soprassalto, nel suo letto. Era sola. Ci mise qualche secondo per mettere a fuoco quella triste realtà, in cui passava le nottate in un matrimoniale mezzo vuoto.
Si tirò su e ripensò a quel meraviglioso sogno: era già la terza notte filata che l’ arrogante viso del suo migliore amico allietava le sue notti. Migliore amico, ah questa poi era proprio bella! Sognava di baciarlo, di stringerlo forte a se e di avere finalmente il coraggio di dichiarargli ciò che provava, e osava pure definirlo amico! D’ altro canto se non aveva il coraggio di ammetterlo neppure a se stessa, come poteva ammetterlo a Cal? Come poteva dirgli che credeva di amarlo? Che le sue carezze un tempo solo affettuose ora la facevano sentire la donna più voluta del mondo? Che quando la chiamava “tesoro” un brivido di piacere le percorreva la schiena? Insomma, come poteva ammettere di essersi innamorata del suo migliore amico!? Ed era proprio questo il punto: lei non notava segni di “interesse” da parte di Cal e, dichiarandosi, aveva paura di porre fine alla più pura delle amicizie oltre che, naturalmente, smettendo di sognare il giorno in cui finalmente lui la avrebbe amata.
Tormentata da questi pensieri alle quattro di notte, Gill si ripose sotto le coperte, sebbene sapesse che non avrebbe più chiuso occhio.
 
Quattro ore prima, a quattro chilometri di distanza…
 
“Gillian…Le vuoi bene?”
“Certo che le voglio bene, le voglio molto bene”
“No, intendevo…Se sei innamorato di lei?”
“…Si”
“Allora, cosa stai aspettando?”
“A questa domanda non so rispondere tesoro”
“Hai paura?”
“Bhe...Insomma…Si. Non ho trovato indicatori di interesse nel suo viso, non credo di essere corrisposto, e per averla rischierei di perdere quella meravigliosa amicizia che per ora è il nostro unico legame.”
“Indicatori, tu sempre con il tuo maledetto lavoro! E’ per questo che hai perso la mamma…Vivi papà, buttati!”
Ed Emily se ne andò a letto, lasciandolo solo con i suoi pensieri. Dannazione aveva ragione! Infondo aveva sempre ammesso che Gillian era l’ unica donna che non riusciva a leggerlo, quindi perché non provare? Tanto l’ amicizia non gli bastava più, e comunque era chiaro che si sarebbe inceppata.
Notava che da qualche settimana Gill, la sua Gill, arrossiva quando la chiamava “tesoro”, quando le sfiorava il braccio o la abbracciava…Possibile che lo ricambiasse o si era solo accorta che c era qualcosa di diverso in lui e questo la metteva a disagio? Accidenti, troppi pensieri!
Cal si bevette uno scotch ed andò a letto, non chiudendo occhio.
 
La mattina seguente…
“Hei Cal” ah, che meravigliosa voce aveva Gillian!
“Ciao tesoro, dormito bene?”
“Non molto” rispose un arrossita Gillian
“Nemmeno io, sono uno straccio. Credo che ci vorrà più di un caffè per svegliarmi”
Prima che Gill potesse replicare una divertita e giovane voce femminile urlò dal fondo del corridoio:
“Quindi, suppongo che nessuno mi abbraccerà…!?”
I due si voltarono, un sorriso stampato in faccia: la loro amica Sarah era in città.
“SARAH!” gridarono all’ unisono correndo ad abbracciarla.
G: “Che bello vederti, come mai non ci hai avvisati, ti avrei preparato la stanza degli ospiti.”
S: “Non preoccuparti, alloggiare è la mia ultima preoccupazione, piuttosto come state?”
C: “Bene e tu? Che vento tira a New York?” enfatizzò l’ ultima parola, non nutriva un grande parere della Grande Mela.
Gillian sorrise, amava ed odiava quel tono strafottente di Cal *che lo rende dannatamente sexy* Basta! Gill lottava con i suoi stupidi pensieri, ora aveva altro a cui dedicarsi: Sarah!
S: “Un buon vento, ma ero stufa della vostra mancanza! Quant’ è  che non ci vediamo…Un mese e mezzo?”
C: “All’ incirca”
S: “Essendo venuta io l’ ultima volta mi aspettavo una visitina, ma un giro nella grande capitale non mi guasta!”
G: “Scusaci, volevo venire ma Cal piuttosto che prendersi una dannata vacanza…”
C: “Hei, circa un anno fa sono stato in Messico”
G: “Si certo, e chiamala vacanza, anche li hai lavorato”
S: “Interrompo quella che sono sicura sarebbe stata una interessantissima discussione”-disse ridacchiando, amava il modo in cui battibeccavano, anzi pensava sarebbero stati una coppia perfetta, chissà perché erano così ostinati a rimanere solo colleghi-“vi andrebbe un caffè?”
G: “Assolutamente, poi passiamo da casa mia, ti ospito io”
C: “Io passo, devo finire un lavoro”
S: “D’accordo, allora ricordati che me ne devi uno!”
Le due donne salutarono, uscirono dall’ ufficio e si avviarono alla caffetteria, allietate da chiacchiere se vogliamo frivole, ma che di certo non guastavano.
Sarah (anche lei esperta nella lettura delle micro-espressioni, anche se non al livello di Cal) notò che la sua amica sembrava contrariata, come se volesse dirle qualcosa ma non ci riuscisse, cosi azzardò:
“Hei Gill…Tutto bene? Vuoi parlarmi di qualcosa in particolare?”
“Non usare i tuoi trucchetti con me” replicò l’ altra fingendosi arrabbiata
“Vaa bene, allora…Come vaa il lavoro?” la prima cosa che le è venuta in mente
“STO ESPLONDO”-la dottoressa Forster non urlava, ma ci era vicina-“devi essere una specie di veggente, sei arrivata nel momento giusto, devo parlarne con qualcuno e tu sei l’ UNICA a cui riesca a dirlo”
“Dimmi pure tutto Gill”
“Io ecco… Okay, sono innamorata di Cal”
Sul viso di Sarah si dipinse un espressione difficile da descrivere. Non più di tanto ma comunque era sorpresa, perché l’ ultima volta che li aveva visti sembravano solo amici, mentre ora aveva notato che l’ atmosfera era cambiata, ed ora aveva scoperto il perché. Un perché meraviglioso, finalmente lo aveva ammesso!
Guardò l’ amica senza dire nulla, come per incentivarla a continuare.
G: “Oramai è inutile che lo neghi anche a me stessa. Sono innamorata, perché non faccio altro che pensare a lui, sogno che finalmente mi baci, gioisco quando mi chiama tesoro…Ed anche il suo tocco sulla pelle mi fa un effetto diverso, ma ho paura di perderlo come amico. Lui non mi ama, come farebbe ad interessarsi ad una come me? Lasciamo perdere non mi guarderà mai, grazie per avermi ascoltato comunque, torniamo in ufficio?”
Sarah avrebbe voluto dirle mille cose, ma capì che non era il momento così si limitò ad un:
“Certo, ma stasera ne riparliamo”
 
Quella sera…
 
Avevano già salutato a Cal, già arrivato a casa, stava chiamando Emily, ma al suo posto trovò solo un biglietto “Ciao papi, esco con un’ amica, non tornerò troppo tardi, un bacio”, erano già le undici! In ogni caso Gill e Sarah stavano per salire in macchina e dirigersi a casa della prima quando una ragazzina mora si lanciò addosso a Sarah, abbracciandola. Emily le era molto affezionata.
S: “Ciao Em! Che bello vederti, come stai? E come sapevi che ero qui?”
E: “Bene, ah ti aveva vista Loker e mi ha mandato un sms chiedendo chi fossi, dalla descrizione ti ho riconosciuta, posso parlarti? Ti va di uscire a bere qualcosa così mi racconti come ti vanno le cose?”
Dal tono si capiva che voleva ben altro, ma Sarah era curiosa:
“Certo, Gill ci vediamo a casa, se sei stanca va pure a letto.”
 
Allora?!?! Com era? Ricordatevi che è la mia prima FF quindi non disprezzatemi troppo se fa schifo! E’ solo il primo capitolo ma gradire immensamente qualche piccola recensione, per capire come scrivo…Grazie in anticipo a chi lo farà !
Al prossimo capitolo :)
Jenny
 
 

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Capitolo 2
*** Un mojito...Illuminante! ***


Ciao a tutti! Di solito è bello lasciare un po’ di tempo prima di aggiornare ma sto scrivendo di getto e non riesco a trattenermi!

Ah, le parti in corsivo nelle mie FF possono significare solo 2 cose: sogni o dialoghi immaginari tra un personaggio ed il suo Io interiore.

Godetevi il capitolo, spero la lettura sarà piacevole.

 

 

Capitolo due. Un mojito…Illuminante!

 

Gillian era in macchina, stava tornando a casa interrogandosi su cosa volesse riferirle Emily, perché aveva notato che stava mentendo quando diceva di volere fare solo quattro chiacchiere, la sua voce era diventata più acuta. Dio, a parlare cosi si sentiva Cal! Parli del diavolo spuntano le corna, questa volta spunta solo la voce infuocata: il telefono squilla e la donna mette il viva-voce in modo da non dover interrompere la guida. Non fa in tempo a vedere chi chiami, ma essendo le undici passate ha già una vaga idea di chi sarà il gentlemen da galateo.

“Pronto?”

“Hei tesoro”

Sorride, dannazione se continua a chiamarla cosi le farà venire tanti di quei colpi in testa da rischiare un emicrania. Anzi, un incidente visto che ha appena evitato il marciapiede dove si stava stampando per la distrazione provocata da quella suadente voce irlandese:

“Hei Gill…Tutto bene?”

“Si, scusa Cal stavo cercando di evitare un maledetto marciapiede”

“Che maleducato, scommetto che ti è venuto addosso apposta!” risponde Cal con il suo dannato tono strafottente e trattenendo appena le risate.

“Cretino” Ridono, e per un momento non dicono nulla, cullati a vicenda dalla meravigliosa risata dell’ altro. Era incredibile quanto i loro sentimenti in quel momento (e come in molti altri) fossero incredibilmente simili. Sentire una risata, semplice, banale, già udita migliaia di volte nel loro lungo rapporto di amicizia, ora gli faceva un effetto diverso, li faceva stare bene.

“Allora…Avevi bisogno Cal?”

“Ah si ecco, volevo sapere se per caso hai visto Em, ha detto che usciva con una amica ma io…”

“E infatti è con Sarah, ha saputo che era qui e voleva…Credo volesse fare due chiacchiere, era molto che non la vedeva”

“Ah, io ecco...Okay grazie, pesavo che…”

“Pensavi che fosse andata a spassarsela con qualche ragazzo” concluse Gill con voce severa.

“Bhe…Si. Sono così dannatamente preoccupato per lei!”

“Da dove viene ancora tutta questa preoccupazione? A 17 anni passati e…Bhe te lo ha anche confidato che ha già…”

“Fatto sesso. Si lo so, però sono preoccupato comunque, perché ciò non esclude che ora si senta più sicura e decida…”

“Cal, devi smetterla di fare così! Emily è una bravissima ragazza, lo sai anche tu. E’ già tanto che te ne abbia parlato, io l ho fatto solo anni dopo con mio padre!”

“Bhe, lei me lo ha detto due ragazzi dopo”

“Ti ripeto che va bene, basta essere così apprensivo! E’ abbastanza grande e giudiziosa per giudicare da se ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Non conta niente se ha già avuto esperienze, conta adesso come si regolerà e tu devi darle fiducia.”

“Parli per esperienza personale?”

Eccolo, di nuovo col suo fare arrogante, che adori e odi allo stesso tempo; rispondi in modo semplice e provocatorio:

“Ti piacerebbe saperlo eh Cal!?”

“Assolutamente! Allora…Parliamo di violazione di leggi della decenza?” Gillian scommetteva che adesso la sua faccia aveva assunto quella arrogante e smorfia buffa, con la bocca arricciata. Rispose ridacchiando:

“Nei tuoi sogni!”

“Nei miei sogni sei già legata” Accidenti meno male che non era qui! Stava arrossendo terribilmente e le riaffiorava alla mente il ricordo di quando lei e Cal si erano baciati, quando ancora per lei non aveva significato nulla. Dannazione ora cosa darebbe per ritornare a quel momento! I pensieri di Cal erano praticamente identici.

“Bhe sono lieta di allietare spesso le tue fantasie” disse ridacchiando Gill e fu il turno dell’ uomo ora quello di arrossire!

Risero, poi Cal la salutò con un “notte tesoro” e chiusero la comunicazione.

Quanto è dolce Cal!

Si, ma mi ha sempre chiamata tesoro.

Già, lui è uguale, sei tu che ora gli dai un significato diverso.

Non è vero!

Ma se appena cinque minuti fa hai desiderato con tutto il cuore di ritornare a quando vi siete baciati.

Bhe, io…Ecco, oh andiamo a te cosa importa?

Sono la tua coscienza, a te cosa importa mentirmi! Io sono parte di te e lo sappiamo tutte e due.

Cosa?

Quello che provi per Cal.

Amo…Cizia! Amicizia.

Ma chi vuoi prendere in giro? Sei una scienziata e sai che i lapsus…

Si okay, okay, sono innamorata di Cal va bene? Ora la smetti?

Certo.

Oh mio Dio non posso credere di averlo detto…Allora è vero.

Finalmente lo ammetti!

Dannazione mi sono innamorata del mio migliore amico!

E lui di te.

Ma cosa dici? A mala pena mi guarda.

Svegliati cocca, lui è cotto.

No, sono solo illusioni lui non mi vorrà mai.

Bah, arrangiati è già tanto essere riuscita a farti ammettere che lo ami, al resto penseremo dopo.

 

Nel frattempo in un piccolo bar della città…

 

S: “Per me un mojito”

E: “Due”

Cameriera: “E’ sua figlia? Li ha diciotto anni?”

S: “Certo, non si vede?”

Cameriera: “Scusi sempre meglio controllare”

Sarah fa solo un cenno di assenso.

E: “Grazie!” dice raggiante.

S: “Tranquilla, hai diciassette anni, meglio uno ogni tanto alla tua età che uno al giorno quando se ne ha diciotto! Comunque bevi molto?”

E: “No, solo qualche Mojito o Margarita ogni tanto con le mie amiche”

Nel frattempo arrivano i drink, Sarah inizia a sorseggiare il suo, mentre chiede:

“Bene, di cosa m…”

E: “Mio padre è innamorato di Gillian”

L’ altra malcapitata per poco non si rovesciò addosso tutta la bevanda.

S: “Devo dire che sei poco diretta. Comunque, a parte gli scherzi, come fai ad esserne certa?”

E: “Me lo ha confidato lui. Il problema è che lui non crede e io non so con certez…”

S: “Gillian è innamorata di tuo padre, me lo ha confidato”-adesso era il turno della più giovane rischiare un soffocamento-“Normalmente custodisco con la massima serietà segreti di rilevanza come questi, ma di te mi fido, senza contare che se escludiamo il destino siamo le uniche in grado di agevolare questo miracolo”

E: “Sono d’accordo, ma come?! Insomma in modo diretto non mi piacerebbe perché, non so come spiegare solo che…”

S: “Ti capisco, nemmeno io voglio farlo in modo diretto. E per modo diretto intendo dirgli esplicitamente che sono corrisposti; il loro è un amore sincero, puro, non voglio “guastarlo”, nel senso che dargli una spinta come il destino non si spiccia a fare va bene, ma essere l’ unica vera causa della loro storia non mi piace, sarebbe come dire che senza di noi tutto ciò non sarebbe successo. Non voglio che pensino questo, al massimo che senza di noi le cose sarebbero andate sulle lunghe”

E: “Esattamente, quindi dobbiamo agire in modo soft, ma come? Devono capire di essere corrisposti in qualche modo, se no non si faranno mai avanti!”

S: “No, basta che lo intuisca tuo padre”

E: “Perché lui e non Gill, o entrambi?”

S: “Io non sono assolutamente femminista ma dimmi: logica vuole che qualcuno faccia il primo passo, ora secondo te questo ruolo spetterebbe a Gillian, la sua donna, o a tuo padre? E’ orgoglioso sono sicuro che non vorrebbe fare la parte dell’ uomo che non sa lottare per lei”

E: “Geniale, geniale! Ora rimane il problema di come fare, non possiamo certo dirgli “Hei papa, Gillian ti ama, quindi buttati pure” e non esiste un modo indiretto, o glielo dici o no perché i giri di parole sarebbero comunque evidenti per un sociopatico maniaco del lavoro come mio padre”

Se non fosse stato per il finale divertente la faccia di Sarah si sarebbe raggelata. Aveva ragione, come diamine si fa a dirlo a suo padre in modo indiretto? Dannazione non si può, o lo fai o non lo fai!

Rimasero in silenzio alcuni secondi. La vorace Emily aveva già finito il suo drink, Sarah si stava gustando gli ultimi sorsi del suo Mojito (il secondo), quando all’ improvviso sollevò lo sguardo. Gli occhi lucidi per l’ emozione: un’ illuminazione!

S: “Ma certo! Ma certo ma certo ma certo!”

E: “Velocizza il nastro o mi fai stare in agonia…Ma certo cosa?”

S: “Quanto sono stata scema! E’ ovvio sono una…D’ ah lasciamo perdere che è meglio, ti spiego subito: abbiamo sbagliato in partenza!”-mentre parlava ridacchiava e metteva le mani nei capelli, era buffa, le ricordava suo padre quando, da piccola, cercava di farla ridere e fingeva di avere le pulci; ci era andato vicino dato che lei gli aveva attaccato i pidocchi a sei anni!- “E sai perché abbiamo sbagliato? Non dobbiamo occuparci della comunicazione, quella è la parte cruciale e deve coinvolgere solo loro, i diretti interessati, noi dobbiamo occuparci dell’ ambiente! Pensaci bene, perché non è ancora successo niente? Principalmente per i loro orgogli, la paura di perdersi come amici e di non essere corrisposti, ma anche volendo quando ci sono state le condizioni adatte? Sono SEMPRE bloccati in ufficio, e li di certo non possono dedicarsi all’ amore. A casa ci sei tu e non pensare nemmeno per un secondo che la colpa sia tua”- ha aggiunto vedendo l’ espressione che si stava dipingendo sul volto di Emily -“ il problema è che il lavoro è un luogo troppo affollato ed informale, la casa troppo privata quindi li intimidisce e loro passano TUTTO il loro dannato tempo in quei due posti, non può funzionare! Ed è qui che entriamo in gioco noi: dove nascerebbero le condizioni ideali per dichiararsi amore a vicenda?”

I loro sguardi si incontrarono, tutto sembrava così dannatamente chiaro. Un luccichio di trionfo nei loro occhi, un sorriso gongolante ed un espressione che cantava vittoria, mentre gridavano all’ unisono attirando l’ attenzione di tutto il locale: “DEVONO ANDARE IN VACANZA INSEME! DA SOLI!”

S/E: “SI, SI, SI, SI, SI E ANCORA SI!”

Prima di riprendere il discorso si concedettero un altro drink per festeggiare, uno in due visto che Sarah doveva guidare e per Em un Mojito era già abbastanza.

E: “Perfetto, ora il grosso è fatto. Continuiamo cosi, prima di tutto per quanto tempo?”

S: “Una settimana è troppo, non accetterebbero. Quattro giorni.”

E: “Subito?”

S: “Tempo di preparare tutto, i dettagli eccetera tra dieci giorni, due settimane al massimo”

E: “Dove?”

S: “New York”

Emily la guarda un po’ storta: “T-tu lo sai vero che mio padre od…”

S: “…Ia New York, si ma è comunque la soluzione migliore. E’ vicino per qualsiasi evenienza, cosi se tirano in ballo la scusa del lavoro li abbiamo in pugno e prendiamo due piccioni con una fava. Inoltre potremmo spiarli” aggiunse maliziosa.

Emily moriva dalla curiosità: “E come?”

S: “Bhe ovviamente non in albergo, ma per strada. Ho lavorato in…Diciamo pure polizia e ho ancora attrezzature, è sufficiente una cimice-GPS, la mettiamo nella borsa di Gill, che porterà sempre appresso, e sapremo esattamente dove sono. Nel centro di  NY so perfettamente che sono installate determinate live-cam in certi punti. Quando loro saranno nei dintorni un dispositivo in collegamento con il GPS mi avviserà, e se non altro potremo osservarli per strada.”

E: “Geniale. Ultimo problema, come convincerli senza destare sospetti?”

S: “Bhe naturalmente non possiamo proporgliela come una nostra idea, Gill penserebbe che ti ho detto tutto e viceversa Cal quindi dobbiamo trovare un altro modo…Idea! Tu sei abbastanza informata circa gli affari di tuo padre?”

E: “Se intendi ingaggi e queste cose si, una volta ho dovuto rimettere a posto il suo magazzino come punizione per una buffa questione che approfondiremo…Perché?”

S: “Sai se ha stretto affari con qualcuno di New York? Qualche caso che ha accettato, compagnie che gli devono un favore per la collaborazione…Insomma cose del genere…?!”

E: “Mmh…Fammici pensare. Non cr…Aspetta! Ma certo, si cè una, la “SPD, Secret Police Department”, sarebbe tipo un diparti…”

S: “…mento di polizia non approvato dal governo federale che lavora in incognito a New York per conto di un settore segreto di spionaggio della CIA”

E: “Stavo per dire un dipartimento segreto di polizia newyorkese, tu come diavolo fai a sapere tutte ste cose?”

S: “Esperienza lavorativa, maa torniamo alle cose importanti”- affermò cercando di cambiare argomento ed ignorando lo sguardo avido e interrogativo di Emily –“E’ perfetto e ti spiego il perché, ma prima dimmi, cos ha fatto il Lightman Group per loro?”

E: “Boh, diceva solo “Grazie per i servizi resi, siamo in debito, prima o poi ci faremo vivi”, il resto era soltanto un mucchio di roba codificata”

S: “Ottimo. Ora ascolta: noi manderemo una lettera a tuo padre, mittente la SPD, che ringrazia nuovamente per i servizi e offre un viaggio di quattro giorni non rimborsabile per lui ed un'altra persona, a New York chiaramente. Il bello sta nel fatto che, se normalmente Cal chiamerebbe per rifiutare o si informerebbe comunque meglio, con questa compagnia non lo farà, perché non essendo del tutto lecita gli sembrerà normale il fatto che rimangano sul vago e non gli verrà certo in mente di andarli a trovare, poiché al 99,9% delle possibilità avranno cambiato luogo di incontro negli anni. Quindi problema risolto! Poi è ovvio che porterà Gill dell’ ufficio; chi altri, l’ amato Loker?!”

E: “Genio, genio!”

S: “Altro che genio! Resta ancora il problema di come convincere tuo padre, Gill accetterebbe volentieri l’ idea di una vacanza ma Cal…”

E: “Si, e poi restando anche i problemi di come strutturare la lettera da inviare a mio padre per non destare nessun sospetto e…Il denaro!”

S: “Queste sono facili da risolvere. Per il biglietto, quando avrò già comprato carte d’ imbarco, prenotato Hotel etc., invierò il testo ad un vecchio collega che mi deve un favore. Lui la preparerà senza lasciare tracce ed al massimo segnalandomi possibili falle; poi ci incontriamo, me la passa in una busta gialla come nei film e io aggiungo con dei guanti biglietti ed eventuali effetti. In quando al denaro vediamo…Due biglietti aerei non più di $100, Hotel farò in modo che rimanga disponibile CASUALMENTE, una sola suite, però con un bel divano per tuo padre. Vista Central Park, anche se non li alloggiamo a “The Plaza” 1500$ partono, anche per il poco preavviso e tutto il resto; più le altre spese siamo intorno ai $2000”

E: “Io te ne posso dare $500, solo questi purtroppo, perché in vista del college, sai…”

S: “Tranquilla, gli altri $1500 li metto io, per gli amici questo ed altro!”

E: “Bene, quando sarà il momento penso io a convincere mio padre”

S: “Io da domani inizio gli affari e cerco di concludere tutto in tre giorni al massimo, a quel punto ricognizione. Prima no, meglio non destare sospetti!

E: “Bene, sono contentissima finalmente potrebbe succedere qualcosa! Sono quasi le due, accompagnami a casa così mio padre non rischia un infarto”

S: “Con piacere”

Così la riaccompagnò a casa, poi andò da Gillian per dormire. Inutile dire che la prima domanda fu:

“Allora, cosa voleva Emily?”

“Solo un amica un po’ più matura con cui sorseggiare un Mojito e parlare di ragazzi” rispose Sarah con nonchalance e un sorrisetto malizioso che per fortuna riuscì a contenere; dopo poco andò a letto. Aveva bisogno di energie: cè era molto da fare…

 

Okay…come vi è sembrato? E’ un po lungo (più di 2000 parole) ma non riuscivo a farmarmi! Continuerò spero presto con il prossimo capitolo, ma ho bisogno di sostegno, quindi RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE ! :) :) :)

A presto, grazie ai lettori e ai recensori

Jenny

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Capitolo 3
*** Così maledettamente lontano, così splendidamente vicino. ***


Salve a tutti, questo è già il terzo capitolo in cui vi farò “soffrire” l’ attesa del viaggio, ho detto che il quarto sarebbe subito stato dedicato al viaggio, ma in questo capitolo ho scritto troppo quindi il quarto sarà breve e di collegamento, dal quinto il viaggio (: Non vi anticipo nient’ altro.

Spero vi piaccia perché io non ne sono molto convinta. Buona lettura!

 

 

Capitolo 3. Così maledettamente lontano, così splendidamente vicino.

 

In un meraviglioso ufficio di Washington D.C. dal nome Lightman Group…

C: “Ehi Sarah, quel caffè?”

S: “Scusa Cal ho avuto un imprevisto e devo andare fino a Langley”

Il suo sguardo ha incontrato quello di Emily (passeggera per l’ ufficio), cosi ella ha capito che il loro piano procedeva perfettamente.

Nel frattempo Sarah decise di sfruttare la situazione e prendere due piccioni con una fava:

“Andate pure tu e Gill, anzi prima magari fatevi un giro e poi dirigetevi qui al bar dell’ angolo cosi se riesco vi raggiungo”

C-G: “D’accordo” assentirono subito all’ unisono arrossendo. Per smuovere la situazione un impacciato Cal fece la mossa sbagliata:

“Zoe diceva sempre che è un brutto segno. Dovremmo preoccuparci tesoro?”

S: “No, il fatto che tu abbia citato la tua ex moglie è un brutto segno, insulta la tua intelligenza” gli sussurrò Sarah ridacchiando e uscendo dalla porta principale.

Cal fece una delle sue solite smorfie, poi si voltò verso una alquanto divertita Gillian, dicendo: “Vogliamo andare?”

G: “Ma si, anche se stiamo fuori un po’ di più non gusta. A causa del lavoro ho i nervi a pezzi”

C: “Sicura che non sia per le mie fantasmagoriche battute?” le disse ironicamente l’ uomo, beccandosi una pacca sul petto, prima che entrambi si avviassero ridendo.

G: “Dove vuoi andare per fare passare il tempo in attesa di Sarah?”

C: “Non importa, basta che sto con te, tesoro” rispose Cal mettendo un braccio sulla sua dolce vita mentre si avviavano. Gill per poco non cadette per terra, rossa come una ciliegia.

Non fare la scema, digli qualcosa accidentaccio! Lui è sempre dolce con te, tu in cambio che fai? Ti mostri imbarazzata? Dai digli qualcosa!

Figurati, lui lo dice ironicamente!

DIGLI QUALCOSA!

C: “Tu hai in mente un posto in particolare”

O  R  A !

G: “No, sono d accordo con te” gli sorride e gli mette una mano sulla spalla.

Ora è Cal che riesce malapena a trattenere rossore e sorriso.

Quant’ è bella Gillian!

Per una volta siamo d’ accordo!

Visto che anche lei ti ama?

Tsk! Figurati, probabilmente lo ha fatto solo per cortesia.

Ceerto, ti dice che vuole solo stare con te, sorridendoti e mettendoti un braccio sulla spalla. E’ evidente che è pura cortesia! Mi chiedo cosa ti abbiano insegnato all’ università, se non mi sbaglio 2+2 si insegna alle elementari.

Non è colpa mia, non riesco a leggerla, anche se volessi non ci riuscirei. Non può essere l’ amore perché con Zoe non avevo questo problema lei era un libro aperto. No, credo che sia il semplice fatto che io mi fido ciecamente di lei, in sette anni non mi ha mai deluso. E’ pura e splendida, forse per questo non riesco a leggerla.

Smettila di tormentarti e goditi questo momento!

Cal da retta alla sua coscienza, e per un po’ proseguono il loro percorso silenziosi, due amanti incapaci di comunicare a cui sembra di camminare sulle nuvole, cullati da meravigliosi pensieri sulla persona più importante della loro vita, che gli sta ora accanto.

Dopo un po’ Cal, per rompere il silenzio domanda: “Per caso ieri sera Sarah ti ha detto qualcosa?”

G: “Ti riferisci a Emily?”- Il suo sguardo è servito da risposta- “No, e comunque cosa avrebbe dovuto dirmi, in fondo voleva solo fare due chiacchiere con Sarah!” Anche lei ci credeva poco.

C: “A proposito di Sarah, ti ha confidato qualcosa”

Il contrario! Pensò fra se e se.

G: “No perché? Cè qualcosa che dovrei sapere?”

C: “Forse che dovremmo sapere. Non so è solo che…Mi sembra diversa da quando è arrivata, come se volesse dirci qualcosa ma non riuscisse…”

G: “Io ho notato solo che sembra più tesa”

C: “E triste. E insicura. E lei ed Emily si guardano in modo strano”

G: “Le prime due cose le ho notate anche io, la terza è solo una tua paranoia”

Ma Gillian si sbagliava. Un’ altra volta Cal aveva notato qualcosa che agli altri è sfuggito, ma per la prima volta non collegherà questo fatto agli…Eventi futuri…Almeno per il momento.

C: “Comunque come stai tesoro? Anche tu mi sembri un po’ tesa in questo periodo”

G: “Ah, è solo…Il troppo lavoro, sai…Stanchezza e tutto il resto…”

C: “Già ma in quel -tutto il resto- cè un dettaglio particolare. Qualcosa accaduto da poco. Un fatto? Un ricordo? Si, un ricordo” Poteva sembrare che tirasse ad indovinare ma no, Gillian e tutti quelli che lo conoscevano avrebbero saputo che studiava l’ espressione della donna. Il fatto che non riuscisse a leggerla non implicava per forza essere così ciechi da non vedere la malinconia sul suo volto.

C: “Un ricordo affettivo? Si, familiare? Sentimentale? Proprio così”

G: “Questo sarebbe il tuo modo discreto per chiedermi come sto?”

C: “Tesoro lo sai che mi puoi parlare”

Dannazione quanto lo amo!

G: “E’ una cosa insignificante”

C: “Quindi non dovresti avere problemi a parlarne”

Si guardarono negli occhi.

G: “Ho solo…Ecco…Facendo pulizie ho trovato una vecchia foto di me e Alec, tutto qui”

C: “Pensi ancora a lui?!” Avrebbe voluto essere meno freddo di quanto fece.

G: “No. Tu pensi ancora a Zoe” Il suo tono non fu da meno.

C: “Era una domanda o un’ affermazione?”

G: “Affermazione che, se falsa, avresti dovuto smentire”

Lo sapevo, ama ancora Zoe, pensò trattenendo le lacrime.

Cal la guardò. “Cosa ti fa pensare che io lo sia?”

G: “Il modo in cui la guardi” la voce tremava lievemente, ma come al solito Cal non se ne accorse.

C: “Questo vuol dire che non sei un’ attenta osservatrice Dottoressa Foster; la guardo solo con malinconia verso un amore fallito a causa mia. Ti sei fatta sfuggire questo sguardo…Questo e anche un altro”

Gillian credette che il cuore le si fosse fermato.

Bacialo scema!

La paura e la mente ebbero la meglio sulla saggia e primordiale coscienza:

“Cosa intendi?”

C: “Che non hai sbagliato sguardo, lo hai solo conf…”

DRIN-DRIIN-DRIN-DRIIN-DRIN!

Dannazione Gillian non lo sai che durante gli spettacoli si spegne il cellulare?

Meglio, questo rischiava di diventare un film drammatico per me.

O un romanzo rosa. Ti saboti da sola!

G: “Pronto?”

S: “Ciao sono Sar…Ho interrotto qualcosa? Sembri agitata”

G: “N-no ero solo con Cal. Noi, cioè io, lui…”

Sei una cogliona! Si sussurrò Sarah. “Tranquilla non importa ci vediamo al bar dell’ angolo quando avete finito. Cioè, intendevo quando volete. A dopo!”

G: “Asp…Ha riattaccato”

C: “Sarah?”

G: “Si, al bar dell’ angolo quando vogliamo”

C: “Per me va bene anche subito”

G: “Perfetto” si era salvata da quella situazione.

Per me va bene anche subito? Ma sei deficiente? Vuoi farle credere di non aver gradito la sua compagnia?

Quello che non gradivo era l’ infarto che mi stavo beccando cinque minuti fa! Che idiota, cosa stavo per dirle!? Fortuna che ci ha interrotti Sarah è stato un segno del destino.

Quando un pianoforte ti cadrà in testa e ti farà tornare ad essere uomo sarà un segno del destino!

Sei davvero irritante!

Disse il frustrante nano irlandese.

Ah, lasciamo stare.

Raggiunsero il bar in silenzio, cercando di gustarsi quel momento senza pensare alla precedente discussione che poteva sfociare in…Altro…

Sarah li stava aspettando al loro solito tavolo con lo sguardo rabbuiato; ancora non poteva credere di avere interrotto un possibile miracolo. Quando però quella sera Gillian gli racconterà che l’ argomento erano gli ex-coniugi capirà invece di avere evitato un disastro nucleare.

C: “Wow. Hai un aspetto orribile! Sembri Jennifer Lopez dopo un frontale!”

G: “CAL!”

S: “Tranquilla Gill, ha ragione non sono messa bene”

Cameriera: “Cosa desiderate?”

C: “Hum, facciamo tre birre?” Gill assente.

S: “Due. Per me Bourbon, Liscio.”

Cameriera: “Arrivano”.

C: “Andiamo leggeri. Che ti passa per la testa?”

G: “Quello che il nostro delicato amico sta cercando di dire è…Va tutto bene? Sembri molto tesa. Noi ti vogliamo bene, siamo preoccupati.”

Gli occhi fissi su Sarah, a cui nel frattempo erano divenuti lucidi:

“Anche io vi voglio molto bene”- prese un bel respiro, buttando indietro le lacrime guardando per aria- “Non sono stata del tutto sincera con voi ragazzi. Pochi mesi fa una mia amica ha avuto un incidente d’ auto. E’ morta. Due settimane fa ho rotto con il mio fidanzato, con cui stavo da quasi un anno. Insomma era un periodo di merda e avevo bisogno di staccare. Avevo bisogno di avere intorno persone che mi facessero stare bene, così ho preso ferie per 14 giorni e sono venuta da voi, i miei veri amici” Gli occhi di Cal fissi su di lei, la mano di Gill stringeva quella di Sarah, che continuò: “Ieri mi sono ritrovata sola a casa tua, mentre eri fuori a fare la spesa. Pensavo. Pensavo al mio lavoro e a ciò che voglio.

A quanto amo il lavoro che fate qui, per il quale ho studiato anni e anche alla mia voglia di sbattere dentro criminali. Il mio attuale lavoro non mi permette nessuna delle due cose. Certo si guadagna bene, ma è una specie di CIA con i salari tripli e sapete di cosa parlo. Ho capito che il problema non era solo il mio ragazzo o il mio lavoro, ma l’ insieme. Non c era niente di mio in questa vita! New York è una splendida città da visitare, o in cui vivere sei mesi, un anno. Non di più. Sono cresciuta qui al distretto ed è qui la mia vera vita” Gli amici avevano intuito il resto della frase: “Mi sono licenziata e ho venduto il mio appartamento. Torno a vivere a Washington D.C., sto già cercando casa”.

G: “Oh Sarah! Non so se dirmi dispiaciuta o felice, beh entrambe! Innanzitutto mi dispiace moltissimo per tutte le brutte cose che ti sono successe in questo periodo, sul serio! D’ altro canto non sto nella pelle all’ idea di averti qui con noi al distretto!! Sappi che per qualsiasi cosa i ci sono e mentre cerchi casa puoi fermarti da me quando vuoi” Disse l’ amica abbracciandola.

S: “Apprezzo veramente tantissimo Gill. Comunque non voglio darti troppo fastidio, ho già individuato un paio di villette a prezzi accettabili, una persino a pochi isolati da casa tua”.

G: “Meraviglioso!”- Disse sorridendo- “Allora devi assolutamente prenderla, anche se fosse una topaia!” Risero.

C: “In quanto al lavoro…Bhe cè un posto vacante, e non posso certo far avanzare di grado Loker”

S: “Mi stai offrendo un lavoro?”

C: “Credevo che quella delle bionde stupide fosse solo una leggenda!”

Scoppiarono a ridere finché a Sarah non salirono le lacrime. Lei dava un ENORME importanza all’ amicizia e l’ affetto che le stavano dimostrando i suoi migliori amici la commuoveva.

S: “Mi piacerebbe veramente tantissimo lavorare con voi, non avete idea di quanto mi farebbe stare bene…”

G/C: “Perfetto!”

S: “…Ma…Mi sento…Invadente ecco! Piombo qui all’ improvviso e mi faccio ospitare a casa tua Gill. Poi decido di vivere qui, a pochi passi da casa tua e ora, beh accettare il lavoro mi sembrerebbe proprio di invadere la vostra vita!”

C: “Non hai capito! Tu non invadi la nostra vita ma ce la rendi più allegra. Non ti proporrei il lavoro solo perché sei mia amica, tu sei anche maledettamente brava. Siamo amici da anni, non vedo come tu possa pensare che la tua presenza ci disturba, anzi sarà bellissimo tornare tutti e tre insieme come ai vecchi tempi!

G: “Esatto” disse Gill, poi prese con una mano la mia e con l’ altra…Possibile che mi sbagli? Quella di Cal! Gillian ha preso per mano Cal!

Oh mio Dio ma cosa sto facendo!? Sarò arrossita, me lo sento.

YEAHHH GILLIAN SPACCA!

Finiscila tu! Santo cielo lo sto tenendo per mano! Devo dire che è una bellissima sensazione.

Questo perché…

S, perché lo amo. Non ho più paura di ammetterlo a me stessa o a Sarah. Io Gillian Foster sono innamorata di Cal Lightman!

Bene! Ora dillo a lui!

Ma sei impazzita? E se mi ride in faccia?

 

Cal: non ci posso credere, mi sta tendendo per mano!

Te lo dicevo che ti amava!

Ma no, per lei è un gesto di amicizia ma per me…Mi sembra di volare!

Non è amicizia, lei prova quello che provi tu.

Si sveglia la mattina pensandomi e si addormenta sognandomi? Non credo!

Ma Cal si sbagliava.

C: “Allora”

S: “…Okay! Non lo dimenticherò ragazzi” disse piangendo.

 

La notte dopo, nella stanza di Emily…

DRIN-DRIIN-DRIN-DRIIN!

Spero di non aver svegliato mio padre se no mi uccide, pensò Emily.

E: “Pronto?”

S: “Em sono io, scusa l’ orario”

E: “Figurati, ci sono novità circa il piano? A che punto sei?”

S: “Terminato. Ieri la mia fonte ha fornito la busta, tutto prenotato adesso ti spiego” Nel frattempo Emily si accomoda sul letto, le gambe accovacciate e il visino concentrato, come quello di una piccina in attesa della sua fiaba.

S: “Oggi è Martedì 15 Marzo, il loro viaggio è prenotato per Domenica 21. Partono la notte in modo da godersi anche tutto il Lunedì fino alla mattina di Venerdì 26 quando ripartiranno alle 7:00 per tornare qui. Hotel prenotato, si chiama “Empire Hotel”, quattro stelle da su Central Park. I piccioncini alloggeranno in una Suite unica che casualmente quella settimana non sarà cambiabile. E’ comunque dotata di un divano per tuo padre”

E: “Speriamo lo usi solo la prima notte!”

S: “E io che pensavo ti imbarazzasse parlare di…Questo!”

E: “Ha quarant’ anni e io diciassette certe cose le so. Senza contare che è sempre meglio immaginarlo con Gill che trovarlo con mia madre, come un paio di anni fa”

S: “OOKAY, direi che è tardi, meglio andare a letto! Domani è una grande giornata, quando tuo padre arriverà in ufficio si troverà davanti la fatidica busta della sua vita, non me lo perderò per nulla al mondo!”

E: “Anche io sarò casualmente nei paraggi. Ah, mio padre mi ha raccontato che verrai a vivere qui e a lavorare con lui, sono felicissima!”

S: “Anche io! Quando i due piccioncini faranno coppia avremo molto tempo da passare insieme”

E: “Meno male! Vado, è un miracolo che mio padre non si sia svegliato”

S: “Si meglio che andiamo entrambe a letto, è tardi e domani dobbiamo goderci la scena con occhi riposati. Notte.”

E: “Hei Sarah…”

S: “Si?”

E: “Ti voglio bene sai?”

S: “Anche io Em, molto! Notte.”

E: “Notte”

Emily si è preparata e poi si è messa nel letto. Non dormiva. Continuava a pensare a suo padre e Gillian. Era al settimo cielo, già si pregustava il sorriso di Gill dopo l’ invito da parte di Cal per quella vacanza e…Tutto quello che avrebbe comportato!

Era strano come fosse evidente per tutti che quei due fossero innamorati tranne che per loro. Sette anni e finalmente potranno ammettere il loro amore, grazie a lei e Sarah. Finalmente suo padre starà con la donna della sua vita, che le stava pure simpatica!

Allietata da ciò Emily riuscì finalmente ad addormentarsi, pensando a quel loro amore: così maledettamente lontano, così splendidamente vicino.

 

 

Cosa ne dite!? Fa schifo vero? Lo so ma lo ho postato comunque perché sono una sciocca smielata fan Callian! Ci terrei veramente se qualcuno recensisse perché ne ho bisogno,quindi RECENSITE RECENSITE E RECENSITE!

Grazie in anticipo,

Jenny

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Capitolo 4
*** Il verdetto di Cal. ***


Salve a tutti, come precedentemente comunicato questo capitolo (con funzione un po’ da collegamento) sarà complessivamente breve, ma spero comunque bello, buona lettura.

 

Capitolo 4. Il verdetto di Cal.

 

 

Mercoledì 15 Marzo. Ore 6:45. Lightman Group.

Sarah aveva accuratamente deposto la busta sulla scrivania di Cal esattamente un ora prima, assicurandosi così di non incontrare nessuno. Poi si era presa un caffè e aveva pensato di tornare a casa: arrivare poco dopo l’ apertura della lettera era meno sospetto che essere già li all’ arrivo di Cal.

Ma come al solito non aveva resistito e la sua curiosità aveva soffocato il buon senso.

Dirò che volevo inquadrare l’ ufficio visto che questo è il mio primo giorno, tanto non ci sarà nessuno!

Esatto non cè nessuno, stava pensando proprio in quel momento…Momento in cui si stampò contro Emily ed entrambe cadettero per terra.

Si guardano allucinate per un momento:

S: “Che cosa ci fai qui?”

E: “Quello che ci fai tu!”

S: “Eh…Okay hai ragione! Ma cosi rischiamo di far saltare tutto in aria!”

E: “Ma no tranquilla basta che alle 7:20 usciamo e rientriamo come se nulla fosse alle 7.30, orario di apertura! Tanto non ci vede nessuno siamo solo n…”

G: “Emily? Sarah? Già qui?”

S/E: “Cazzo!”

S: “Che diavolo facciamo?”

E: “Non lo so ma pensa in fretta si sta avvicinando!”

S: “Okay ascolta bene, tu ora pensa solo ad assecondarmi. Poi io la distraggo per mezz’ ora finche non arriva Cal, tu intanto controllerai che non ci sia nessuno e, al suo arrivo, controlli lui. Ok?”

E: “Okay!”

Gillian oramai era a pochi metri:

“Come mai già qui?”

S: “Ecco, morivo dalla voglia di vedere l’ ufficio. Avevo paura di essere impacciata a muovermi al vostro arrivo, così ho chiesto a Em di venire un po’ prima e mostrarmi l’ ufficio” si volta verso Em che assente:

“Esatto, ho praticamente finito”

G: “Bene. Cal è già arrivato? Volevo parlargli…” Si stava dirigendo verso il suo ufficio!!!

S: “Non ancora. Potremmo andare nel tuo ufficio vorrei parlarti.”

G: “Tutto bene?”

S: “Sisi, ma sai volevo un po’ di informazioni su lavoro, colleghi e sapere dove è il mio nuovo ufficio”

G: “Certo, andiamo nel mio intanto”

E: “Io sono d’accordo con una mia amica, a dopo”

Quando Sarah e Gillian hanno varcato l’ angolo si è andata a nascondere in laboratorio, dove nessuno la avrebbe scovata e soprattutto dove vedeva la strada e poteva individuare suo padre, precedendolo.

 

Poco meno di un’ ora dopo, sempre in quel magico ufficio…

E: “Ciao papà”

C: “Che diavolo ci fai qui tu”

E: “Anche…Anche io sono felice di vederti papà”

C: “Hhs” il solito verso che fa arricciando la bocca, è davvero irritante, pensa Em!

C: “Cosa vuoi?” continua Cal.

E: “Non potrei semplicemente averti fatto una sorpresa?”

C: “No.”

E: “Okay…Mi servirebbero 100$ e alla mattina sei, o almeno credevo, meno irritabile suona meglio?”

C: “Non per il mio portafogli, a cosa ti servono?”

E: “Tra poco meno di un mese è il compleanno della mamma e se mi dai quei soldi ti risparmio la fatica di comprarglielo facendolo io al posto tuo e tenendomi il resto.”

C: “Eccoli, vado nel mio ufficio, vieni a tenermi compagnia prima di andare a scuola!”

E: “Certo, vado un attimo in bagno” così chiamo Sarah e la avverto che la festa comincia, ha aggiunto fra se e se.

 

 

Cal entra nel suo ufficio e si siede alla scrivania, notando subito che quell’ idiota del postino gli ha portato nuovamente qui la posta sebbene gli abbia detto mille volte che deve lasciarle ad Heidi, cosicché elimini per lui quelle burocratiche.

Per questa volta ci pensa lui, la prossima fa mangiare tutta la posta che non gli interessa a Derp (il postino). Derp, che nome da idiota pensa Cal!

Inizia a “smistare la posta”; alla fine dell’ operazione sono rimaste solo due buste, la prima proviene dalla ex moglie, che gli chiede cortesemente di evitare regali come “pene a forma di zucchina” nelle prossime occasioni. Bene! Per la prima volta dopo anni la sua ex p riuscita a farlo ridere!

Ma cos è questa? Cal nota il mittente della seconda lettera e senza sprecare un secondo strappa la busta iniziando la lettura.

Alla fine è quasi sconvolto: una vacanza? Deve accettare? Normalmente la avrebbe cestinata, ma gente del genere va trattata con i guanti di velluto; in un futuro prossimo potrebbero essere utilissimi. Infondo sono solo quattro giorni…Allora accetto? E chi porto?

La soluzione dei suoi problemi apparse in quel momento sulla porta: no, non Gillian. Emily.

E: “Hei papi che novità ci sono?”

C: “Vecchi amici offrono un viaggio di 4 giorni a New York per me e un'altra persona”

E: “Pensi di accettare?”

C: “Certo”

E’ fatta! Pensa Emily, ma subito il suo ghigno trionfante si trasforma in una smorfia di terrore, quando il padre chiede:

“Vieni con me tesoro? Tanto non hai perso ancora scuola quest’ anno!”

E: “Io…Ecco…” E adesso che cazzo si fa!?

Sulla porta arrivano Sarah e Gillian.

G: “Cal, ti cercavo, quando puoi vieni nel mio ufficio. Ah, ciao di nuovo Em”

S: “Ci sono novità”

Emily le stritolò il braccio cercando di sorridere e dicendo:

“Vuoi sapere l’ ultima? Papà ha vinto un viaggio di quattro giorni a New York per lui e un'altra persona, indovina? M I   H A   I N V I T A T A!”

Scandì le parole come un insegnante esasperata all’ asino di classe.

Sarah era stupita. Non per il fatto in se, ma per la disattenzione di Cal.

Senza scomporsi sorrise e disse di voler leggere la lettera per avere più informazioni sul viaggio.

S: “Cavolo è bellissimo! Peccato che Em non possa venire!”

Tutti i presenti avevano una faccia scioccata, l’ interessata adolescente compresa.

E: “Che vuol dire?”

S: “…Per un viaggio di quattro giorni dedicato a lei e ad un altro membro dello staff, chiaramente maggiorenne…Testuali parole! Purtroppo Em non lavora qui e non ha diciotto anni”

E: “Bhe non fa niente, andrò un'altra volta, piuttosto chi porti papà”

Cal coglie al volo l’ occasione e, senza quasi lasciar finire la figlia dice sorridendo:
“Hei Gill, una vacanzina nella grande mela? Cosi mi faccio perdonare per ieri…Sono stato un po’…Bastardo, mi spiace tesoro”

Gillian, arrossita come un pomodoro secco, risponde raggiante e imbarazzata:
“C-Certo Cal! Normalmente non converrebbe che entrambi i capi abbandonino lo studio per lo stesso periodo ma ho i nervi a pezzi, senza contare che ora Sarah può dare una mano!”

S: “Confermo!”

G: “In quanto all’ altra cosa…Tranquillo ho già dimenticato…Da molto, molto tempo!” Cal capisce che la sua amata allude all’ ex marito e le fa un grosso sorriso.

C: “Allora perfetto, si parte!”

 

Gli eventi della mattinata non sono stati degni di nota.

La settimana è trascorsa in fretta, con Cal che tormenta Em con le sue paure, i suoi dubbi e le sue gioie circa il viaggio e Gillian che, oltre a fare lo stesso con Sarah, la trascina per centinaia di negozi alla ricerca di seicento cose diverse che non le serviranno a nulla.

 

 

Domenica 21 Marzo. Ore 23:30. Davanti a casa di Gillian.

Cal e Emily hanno preso un taxi fino a casa di Gillian, dove lei e Sarah le attendono. Lo stesso taxi li condurrà fino all’ aeroporto, dove all’ 1:30 si imbarcheranno per New York.

Cal saluta affettuosamente sua figlia, sguardo complice di un amore segreto. Lo stesso tra Gillian e Sarah. Poi quest’ ultima e Emily, si avviano sull’ uscio e si godono la scena dei due amanti segreti che si avviano al taxi.

C: “Pronta tesoro?”

G: “Certo”

Si sorridono, poi senza quasi accorgersene si prendono per mano fingendolo un gesto di amicizia. Salgono sul taxi che li porterà all’ aeroporto, dove prenderanno il volo che li condurrà non solo a New York, ma anche al settimo cielo.

Com è? Lo so bruttino :(

Colgo l’ occasione per dire che probabilmente questo è l’ ultimo capitolo prima delle mie vacanze, che avranno luogo dal 4 al 10. Cercherò di aggiornare subito l’ 11. A voi in cambio chiedo solo un piccolo favore…RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE!

A presto,

Jenny

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Capitolo 5
*** La giornata perfetta ***


Salva a tutti! Q         uesto è in definitiva l’ ultimo capitolo prima delle mie vacanze, perciò aggiornerò solo l’ 11, non prima.

Premetto che le POV sono piuttosto brevi, perché se no non finivo più xD

Spero che vi piaccia perché ho fatto veramente molta fatica e ci ho messo davvero tanto impegno…Buona lettura!

 

Capitolo 5. La giornata perfetta.

Cal e Gillian si trovavano sull’ aereo. “Cerchiamo di dormire per questa ora, così risparmiamo energie” avevano stabilito. Inutile dire che nessuno dei due aveva chiuso occhio, anche se entrambi si fingevano addormentati per cercare di riordinare le idee e ridurre l’ isterismo. Gillian era convinta che prima ho poi il comandante avrebbe annunciato un lieve ritardo, causato dall’ incessante e rumoroso battito del suo cuore che disturbava i segnali.

Cal, se possibile, era anche più pessimista e aveva stabilito che per far cessare il suo avrebbero dovuto abbattere l’ aereo.

Fortunatamente nessuno dei due scienziati ci aveva preso e l’ aereo atterrò in perfetto orario: alle 2:30 spaccate scendono dall’ aereo e alle 3:00 prendono un taxi.

C: “Empire Hotel” aveva detto Cal al tassista.

Poi si era accomodato accanto a Gillian che lo sorprese a fissarla. Arrossì violentemente e disse: “Che cè sono così brutta?”

C: “Al contrario tesoro, sei bellissima”

Ora Gill sembrava un afroamericana tanto era arrossita.

G: “Credevo che non servissero alcolici durante i voli notturni”

C: “Non ho bisogno di Scotch per vedere quanto sei bella”

G: “G-Grazie Cal”

Oh mio Dio tesoro vedi di darti una calmata, sembri una liceale al primo appuntamento!

G: “Guarda da qui si vede l’ isola dove cè la Statua della Libertà”

Ancora una volta Cal si sorprese a fissarla sorridendo. In una città così luminosa Gill le sembrava una bambina a Natale intenta a individuare tutte le luci possibili.

C: “Eh già, domani ti ci porto tesoro”

Il sorriso di Gill fu il premio più bello del mondo.

G: “Non capisco come fai a non amare New York. E’ cosi bella, così viva. Romantica!”

Oddio lo ho detto sul serio?! Ho detto a Cal che siamo in una città romantica?

Quale gioia, mi sento gratificata come un’ insegnante di matematica che riesce a farla capire agli asini.

Così sarei un asino?

Si, in amore sei un asino che oggi a meritato la sua prima sufficienza.

Presa dal suo vivace dialogo interiore non si era accorta che Cal le aveva messo un braccio sulla spalla.

 

Mi ha messo un braccio sulla spalla, non sto sognando!?

Non sogni, ti sei impegnata e questo è il tuo premio.

Allora vuol dire che ha apprezzato il mio commento sul romanticismo, HO ANCORA UNA SPERANZA!

Oh sono così fiera di te! Tra poco mi metto a piangere.

 

Avrebbe voluto dire qualcosa a Cal, ma era troppo emozionata; ci pensa il taxista:

“Fine corsa, fanno $2”

Gill stava tirando fuori il portafogli,

C: “Lascia stare pago io” ridacchiando.

G: “Che galantuomo!”

C: “Fatto e finito”

Ridendo si avviano all’ Hotel.

Arrivano alla reception, fortunatamente non cè molta gente e devono aspettare solo per qualche minuto.

Impiegata: “Buonasera e benvenuti all’ “Empire Hotel”! Avete la prenotazione giusto?

G: “Si.”

Impiegata: “A nome di…?”

C: “Lightman.”

Impiegata: “Solo un secondo…Si, salve signori Lightman, ecco la chiave”

Entrambi erano arrossiti.

G: “V-Vuole dire le chiavi giusto?”

Impiegata: “Mmh, no signora la prenotazione è stata fatta per una sola stanza, la Suite 310”

C: “Bhe non può fornircene un’ altra se paghiamo? Possibilmente vicina alle 310..”

Impiegata: “Mi dispiace signore ma è l’ unica Suite disponibile. Anche le “Room” e le “Imperial” devono essere prenotate almeno quarantotto ore prima. La vostra Suite è comunque rifornita di un letto matrimoniale, un divano ed un divano-letto nel caso ci fossero problemi”- prima che uno dei due potesse replicare squilla il telefono e l’ impiegata continua- “Scusate devo rispondere e poi occuparmi degli altri clienti, qui cè la chiave. Vi auguro una buona permanenza.”

Gillian e Cal, “rassegnati” presero la chiave e si avviarono verso la loro Suite.

Impiegata: “Buonasera Imperial Hotel, come posso aiutarla?”

S: “Cassy, come procede?”

Impiegata: “Tutto a meraviglia, fase completata”

S: “Ottimo lavoro, ti devo un favore”

Impiegata: “No. Ora siamo pari. A presto.

 

Nel frattempo gli ignari “piccioncini” avevano raggiunto la Suite 310: entrando la stanza da letto con un matrimoniale, un minibar, un grande armadio ed un divano-letto; seguivano il salottino munito di divano e televisione, il bagno di lavandino, bidè, doccia e vasca idromassaggio.

Gillian si sentiva svenire e Cal continuava a darsi pizzicotti per cercare di capire se stava sognando o era tutto reale.

Si sono messi d’ accordo di alternarsi: ora Gillian avrebbe fatto la doccia mentre Cal avrebbe disfatto i bagagli, poi il contrario. Infine sarebbero andati a dormire.

C: “Se vuoi che dorma nell’ altra stanza sul divano non cè problema…”

G: “No è scomodo; tranquillo dormi pure nel divano-letto della camera”

C: “D’ accordo tesoro”

Gillian che oramai si era trasformata in un camaleonte che diventa rosso quando Cal parla si stava avviando in bagno per fare la doccia.

C: “Non dimentichi niente?” Si voltò: Cal aveva in mano il suo pigiama.

Che scema come sarei uscita, in biancheria!?

G: “Grazie” prende il pigiama e si chiude in mano, mentre Cal si maledice da solo per averglielo ricordato, ma infondo…E’ un gentlemen!

 

    //POV GILLIAN//

Calmati Gill da brava, apri l’ acqua e vai sotto la doccia.

E pensa che lui è nella stanza accanto…

Zitta tu! Sono già abbastanza agitata!

Non ci posso credere siete nella stessa stanza!

Ma come è possibile.

E’ la prova inconfutabile che Dio esiste.

Ma finiscila di dire scemenze, ora che faccio?

Ti insaponi e ti sciacqui, dovresti sapere come ci si fa una doccia.

Pure tu mi ricordi Cal adesso!

Forse perché sei innamorata e lui è il tuo chiodo fisso.

Bhe…Si…

Ahah messa a tacere! Ora preoccupiamoci delle cose serie:

Adesso mi piaci.

Come sedurlo?Il pigiama che hai è abbastanza carino, ma potevamo fare di meglio, quindi su cosa puntiamo per questa sera?

Cosa? MA TI E’ ANDATO DI VOLTA IL CERVELLO?

Appena ho finito di fare la doccia scappo a letto e quando ritorna lui fingo di dormire.

Mi deludi.

Perché?

Lo ami?

Si te l’ ho già detto!

Vorresti stare insieme a lui o ti basta l’ amicizia?

A questo punto visto che siamo oneste, io lo amo. E’ l’ uomo della mia vita quindi no che non mi basta l’ amicizia. Voglio poter sentire le mie labbra contro le sue, il suo petto contro il mio.

Okay questa risposta mi piace, continuiamo. Credi che le relazioni piovano dal cielo, oppure che le porti la cicogna come con i bambini.

Dove vuoi arrivare.

A farti capire che anche se è giusto che lui faccia la prima mossa tu devi fargli capire che sei interessata, che lo vuoi…Devi fargli capire che lo ami, altrimenti come credi che abbia il coraggio di dichiararsi.

Cavolo hai ragione. Ma chi mi dice che io gli piaccio?

Basta stronzate sii onesta. Non ti sembra che lui provi qualcosa di forte per te?

Bhe visto che siamo io e te non posso fare figuracce. A me…A me sembra che anche lui sia un pochiiino innamorato, ma non vorrei sbagliare.

Tanto hai già capito che sei costretta: hai ammesso che lo ami e che l’ amicizia non ti basta, quindi ti devi buttare per forza. Stasera lasciamo perdere ma da domani fagli capire che lo ami!

D’ accordo! Perché tu esisti dannata voce?

Io non esisto. Io sono te quindi sei tu che vuoi far capire a Cal di amarlo.

 

 

Gillian esce dalla doccia, si veste cercando di spingere nella maglia anche il cuore che sembra non volerne sapere di restare al suo posto.

Esce dal bagno in pigiama e Cal si gode quella visione angelica: pantaloncini azzurri a pinocchietto aderenti e maglia larga dello stesso colore.

Gill si infila nel letto dicendo a Cal (con un tono abbastanza controllato considerata la situazione):

“Vai pure”

C: “Okay tesoro”

Cal prende su…Un sacchetto? Perché tiene li i suoi vestiti, si domanda la donna.

 

//POV CAL//

Cavolo cavolo cavolo! Sento che sto per esplodere.

Prima vai nella doccia, cosi limiti gli schizzi che la scientifica dovrà esaminare.

Fottiti coscienza.

Come siamo nervosi questa sera!

Come vuoi che mi senta sapendo che dormirò a pochi metri dalla donna che amo?

Già…Sarebbe molto meglio se ti aggregassi a lei nel matrimoniale…

Ma che cosa stai dicendo? Sei addirittura più pervertito ed inopportuno di me!

Erri di nuovo, io SONO te!

Quindi sono io che vorrei dormire accanto a Gill?

Fai te, chi è che non vorrebbe dormire abbracciato alla donna che ama?

Okay te la do buona ma ora ho bisogno di aiuto, non so cosa fare!

In che senso? Stasera?

No beh stasera ognuno dorme per i fatti suoi e finisce li…Io intendo durante la vacanza.

Naturalmente contare le stelle che ci sono nel cielo…MA DICHIARARTI NO!?

Come dichiararmi?

Allora incominciamo da capo. 2+2

Fottiti.

Te la do buona. Ami Gill?

Si più di me stesso.

Ti basta la semplice amicizia.

No, voglio che sia la MIA Gill.

Pensi che lei ti ami?

Questo non lo so proprio. Diciamo che a me pare che anche lei provi qualcosa per me e conoscendola di solito l’ amore è una cosa serissima per lei.

SI O NO.

Si…Anche se non ne sono sicuro, non riesco a leggerla!

Proseguiamo: pensi che dovrebbe dichiararsi lei?

Mai e poi mai! Farei la figura del codardo!

Pensi che vi bacerete così dal nulla?

No naturalmente.

Quindi eccoci all’ inizio: 2+2! Svegliati!

Hai ragione! Ho paura di perderla come amica ma la sto già perdendo…O tutto o niente e io non vivo senza Gill quindi in questa vacanza mi butto!

Mi sento come una donna che ha partorito dopo 50 ore di travaglio…Sei pronto ragazzo!

 

Quando Gill stava per spegnere la luce sente la porta cigolare e vede Cal che sta uscendo: per poco non cade per terra, ma comunque si accascia sul letto e si mette a ridere come mai aveva fatto.

Mentre Gillian si avvicinava, appoggiandosi al muro per non cadere e continuando a ridere, per controllare che fosse vero lui le chiese:

“Che cè da ridere tesoro? Non ti piace il mio completo?”

Quell’ inglese sexy indossava il suoi abito migliore: pantaloni, maglia e cuffia azzurri con le paperelle gialle disegnate sopra.

Si mette a ridere anche lui e togliendosi quel buffo copricapo dice:

“Questo lo ho preso apposta per te, sapevo ti sarebbe piaciuto”

Oramai sono a meno di mezzo metro l’ uno dall’ altra.

Gill per qualche istante continua a ridere, poi dice con una tenerezza tale da stupirsi da sola: “Grazie per farmi sempre sorridere, Cal”

Detto ciò l’ uomo si è sentito come se gli angeli lo stessero trasportando in cielo, mentre arrossiva quanto la ragazza.

Le sorrise come non aveva mai fatto, poi si avvicinò e le diede un bacio sulla guancia, sussurrandole: “Notte tesoro”

G: “Notte Cal”

Se normalmente una cosa del genere li avrebbe tenuti svegli tutta la notte, quella riuscirono a dormire, sapendo che la persona amata era a pochi metri di distanza e li attendeva per tutta la vacanza.

 

La mattina dopo…

La sveglia risuona nella stanza alle otto di mattina, riportando alla realtà (forse in questi giorni ancora più dolce dei sogni) Cal e Gillian, che si salutano con un “Buongiorno tesoro”. Si preparano, scendono a fare colazione abbastanza in fretta, rientrano in camera per gli ultimi ritocchi e poi…New York stiamo arrivando!

La loro idea era di visitare numerosi musei, come il MOMA e tanti altri. Ma uscendo Cal le domanda: “Perché invece di fare i professori anche qui ci godiamo la vacanza? Dai, ti porto a vedere la Statua della Libertà. Lì cè tutta la storia degli USA, gratis e all’ aria aperta.”

G: “Quanto sei carino, per me va benissimo! Basta che ci godiamo fino in fondo questa bella vacanza”

Cal, colto da audacia improvvisa, la prende sotto braccio e le sorride dicendo “Bene, inizia la vacanza!”

Cosi iniziano a camminare abbracciati, come due sposini in luna di miele. Poi si accorgono che sono dall’ altra parte dell’ isola e per arrivare al porto devono prendere un taxi.

Un’ ora dopo stanno per salire sulla Statua della Libertà.

Gillian era emozionatissima: “Non sono mai salita sulla Statua!”

C: “E osi addirittura definirti americana, dottoressa?”

G: “Lei professore ci è salito?”

C: “No ma io sono inglese!”

G: “Giusto, tu bevi te”

C: “Cattiva” dice fingendosi offeso

G: “Ahahah” sorride e ride…quanto è bella!?

Dopo poca fila salgono allietati da divertenti conversazioni circa il più e il meno. Cal si è già preparato e le ha messo una mano sulla vita: voleva stringerla mentre guardavano il panorama in cima, ma farlo sul momento era troppo avventato così aveva anticipato la sua mossa, perfettamente riuscita: si sono ritrovati abbracciati, lei una mano sulla schiena lui sulla sua vita, le teste vicine, i visi rossi ed emozionati ad osservare una delle più belle città del mondo, con vista perfetta dal monumento simbolo della storia americana.

Entrambi volevano che quegli istanti non finissero mai, così si sono crogiolati per una buona mezz’ ora quasi sempre in silenzio: non servivano parole per descrivere quegli attimi.

Alla fine i loro stomaci ebbero la meglio, cosicché i due scendono e prendono un taxi con l’ idea di tornare all’ hotel per pranzo ma riescono ad arrivare solo all’ ingresso di Central Park prima che la fame prenda il sopravvento.

Cosi decidono di fare i turisti fino in fondo e si godono un hot – dog, banale ma riesce comunque a farli sognare, mentre si accorgono che parlando sembrano più piccioncini che amici. Decidono però di non respingere l’ idea, ma di coglierla a braccia aperte, passando tutto il pomeriggio curiosando per la città.

Alla sera sono terribilmente stanchi, tornano all’ hotel per le 19:00, si preparano e Cal annuncia: “Vestiti bene tesoro, si va a mangiare fuori, ti aspetto di sotto”

Gill notò che lui era in giacca e cravatta, sulla tinta del blu quindi decise di adeguarsi.

Quando scese, il cuore di Cal usci letteralmente dal suo petto impugnando un cartello di protesta con scritto “No agli infarti, Foster”.

Se Cal la aveva trovata sexy addirittura con un banalissimo pigiama ora, doveva ammetterlo, le sarebbe saltato addosso: tacco otto (fortunatamente non di più, se no lo avrebbe superato) blu, un tubino blu elettrico aderente senza spalline che iniziava laddove c era ancora poca coscia e finiva appena sopra al seno, un filo di trucco che la rendeva, SE possibile, ancora più bella, capelli sciolti, piastrati e, per finire, borsetta in tinta.

Gill si avvicina e, sorridendo: “Allora? Non mi dici niente?”

C: “Potrei dirti mille cose, ma 500 sarebbe meglio evitarle e le altre non potrebbero mai eguagliare la tua bellezza, che stasera ha superato se stessa. Sei meravigliosa Gillian.”

Quella arrossì violentemente e rispose “G-Gr-Grazie Cal”. Poi vuole vendicarsi dell’ uomo e soprattutto sentire il suo tepore, cosi gli stampa un caldo bacio sulla guancia, riuscendo nell’ intendo e spiazzando Cal, che la guarda meravigliato e (almeno così le sembra) molto grato del gesto.

Un dipendente dell’ Hotel arriva  con un mazzo pieno di rose in una mano e un cestino pieno di soldi nell’ altra, chiede “Vuole offrire una rosa alla sua signora?”

C: “Mmh, nA onestamente non mi piace e anche le rose sono brutte”

G: “Cal neanche lo conosci!” lo rimprovera Gill esasperata ma divertita.

Dipendente: “Costa solo $4”

C: “$4 li do a un barbone che ne ha più bisogno, so da solo come far contenta la mia Gill” detto ciò si avvia seguito da Gill che, udite udite, lo prende per mano e gli sorride contenta.

Trascorrono una serata meravigliosa: Cal la ha portata in un bellissimo ristorante che da sull’ East River e arriva una meravigliosa aria di primavera che rende l’ atmosfera ancora più caldi.

La cena è alimentata, oltre che dalle chiacchiere, da continui sguardi innamorati sfuggenti, risate che nascondono altro e continui contatti non necessari, spesso cercati da Cal che le stringe la mano ogni tanto.

Per coronare la serata alle 23:00, terminata la cena, Cal la prende per mano e vanno a fare una passeggiata lungo Central Park. Si fermano su una panchina vicino all’ uscita e guardando la luna.

Cal sembra incantato, così Gill gli domanda:

“A cosa pensi?”

Lui rimane un attimo in silenzio e poi le dice, quasi sussurrando: “Penso che non cè un altro posto dove vorrei essere ne un'altra persona con cui vorrei passare questo momento”

Gill lo guarda e per la prima volta Cal riesce a leggergli chiaramente amore sul viso. Si stanno avvinando…Arriva un barbone che cerca di rubare la borsetta a Gill. Cal, prontamente, gli sferra un pugno in faccia così forte che quello cade a terra sanguinante senza accennare un singolo movimento. Sembrava innocuo, quindi è ovvio che la rabbia di Cal derivava più che altro dal momento rubato.

Oramai non è più tempo di romanticismo, l’ uomo avvolge il braccio attorno alle spalle di Gillian dicendole: “Colpa mia, mi sono dimenticato che non siamo più al distretto. A quest’ ora meglio girare al largo dai parchi.

Tornano all’ Hotel e vanno a letto, ignari del fatto che quel parco per loro era maledetto. Un barbone ubriaco era il male minore che avrebbero incontrato di li a 24 ore. Non un assassino, non un pazzo…Peggio…

 

Allora, voglio citare Kaori_97, dico subito che è per te se sono stata 1h 50min 45 sec. al PC per scrivere questo capitolo. Non lo ho nemmeno riletto quindi spero che non faccia schifo anche perché lo dedico a te :))

Ora mi rivolgo a tutti: domani parto, buona settimana ci vediamo l’ 11 quando torno, prima che vada a letto per favore RECENSITE RECENSITE RECENSITE!

A presto,

Jenny

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Capitolo 6
*** Una vecchia conoscenza. ***


Salve a tutti! Premetto che fin ora questo è stato e il capitolo che ho scritto con più difficoltà, spero che sia comunque bello!

La fine si avvicina, questo è il terz’ ultimo capitolo  :):

Buona lettura!

 

Capitolo 6. Il passato ritorna.

 

Per i due piccioncini il risveglio del secondo giorno non è piacevole come quello precedente: gli ultimi eventi della serata passata li hanno tenuti svegli tutta la notte, cosi si alzano solo alle 11:00 dopo pochissime ore di riposo.

Oramai è troppo tardi per la colazione in hotel, servita al massimo fino alle 10:15.

G: “Ci toccherà uscire per fare colazione”.

C: “Nah io sono stanco morto non ho dormito per niente!”

G: “Anche io ma ho fame, hai un idea migliore?”

C: “Certo”, dice maliziosamente l’ uomo; poi afferra il telefono componendo un numero e dicendo: “Servizio in camera? Vorrei due cappuccini e due croissant… Faccia tre, stanza 310” aggiunge sorridendo dopo che l’ affamata collega lo guarda storto.

Si rinfilano nel letto (e nel divano!) per altri dieci minuti, poi Gill si alza e aprire la porta al cameriere. Questi nota che l’ uomo non è nel letto con la “consorte”, così ironizza: “Mi sembra un dejà vu di me e mia moglie”.

G: “Cos..? Ah, no non stiamo insieme!”

C: “Si, siamo amici ma le persone che ci hanno offerto la vacanza hanno prenotato una sola stanza e la signora della reception ha detto che non c’ erano altre stanze disponibili quindi…”

Cameriere: “Tsk, che assurdità è mai questa? Qualcuno avrà voluto farvi uno scherzo!”

I due i scambiano uno sguardo sorpreso e capiscono che l’ altro non ne era a conoscenza; prima che possano chiedere ulteriori informazioni il cameriere ha già augurato buon appetito e varcato la soglia.

G: “Ho sentito bene? Ha detto che questo è uno scherzo e c’ erano altre stanze disponibili?”

C: “A quanto pare…”

G: “Adesso quell’ oca della reception mi sente!”

C: “No tanto negherà tutto o dirà che si è trattato di un errore…Godiamoci la vacanza, poi prima del rientro ci scambierò io due chiacchiere”.

G: “Mmh…Hai ragione…D’ accordo allora, buon appetito!”

C: “Anche a te tesoro”

Infondo nessuno dei due ce l’ aveva con l’ impiegata dell’ Hotel e i soggetti ignoti dello scherzo…In realtà gli avevano fatto un favore!

Terminata la colazione i due si fanno una doccia (mi sembra inutile dire separatamente) e poi si siedono nel salottino della stanza per decidere cosa fare.

G: “Io sono molto stanca Cal, ma se vuoi girare non c’è problema: abbiamo solo altri due giorni per visitare la  città”

C: “Sì ma è una vacanza, dovremmo rilassarci! Anche io sono stanco morto e non ho nessuna voglia di uscire, che ne dici se restiamo in camera?”

G: “Per me sarebbe perfetto, così recupero un po’ di energie. Cosa vuoi fare per ammazzare il tempo?”

L’ uomo guarda fuori dalla finestra, poi sorridendo maliziosamente: “C’è molto sole fuori...”

G: “Quindi…?”

C: “Quindi ci si può abbronzare anche in primavera e sul nostro balcone ci sono due lettini”

G: “Mmh un po’ di sole mi farebbe bene…Ma non abbiamo portato i costumi!”

C: “Io si, Emily me ne ha infilato uno nella valigia insieme alla crema protettiva…”

G: “Accidenti perché non mi è venuto in mente…Aspetta…No non può averlo fatto…” si dirige verso la valigia e inizia a rovistare.

C: “Chi ha fatto cosa?”

G: “Sarah…Mi ha dato un sacchetto dicendo di aprirlo se fossi stata stanca, ma non può veramente averci preso…”

E invece si, la donna apre il sacchetto datole dall’ amica e vi ritrova dentro un costume turchese ed una crema protettiva.

C: “Perfetto!”

G: “Come diavolo a fatto a prevederlo? Vabbé l’ importante è che ho un costume, vado a metterlo in bagno.”

C: “Okay io mi sistemo di qua e ti aspetto sul balcone”

 

//POV CAL//

 

Sta succedendo veramente? Sto per vedere Gill in costume?

Pervertito!

Meno male che lo ha scelto tua figlia il costume, eri capace di prenderlo con le paperelle in tinta con il pigiama!

Oh ma sta zitto! Piuttosto chissà che costume avrà Gill.

Che importa…E’ sempre in costume!

Non riesco a smettere di pensare a ieri sera, ci stavamo per…Per…

Baciare!

Si! Era un momento così perfetto, così semplice e senza bisogno di parole…Affanculo quel dannato barbone se lo becco un’ altra volta lo scuoio come Buffalo Bill!

Lascia stare il silenzio degli innocenti…Film stupendo ma non ti serve: se vi amate veramente in questi due giorni le occasioni non verranno a mancare!

Hai proprio ragione. Era un bel momento, stupendo, ma avrebbe complicato il dopo…

In che senso?

Nel senso che stavamo per baciarci senza che mi fossi dichiarato…Okay molto romantico il fatto che non ci sarebbero volute parole ma dopo le avrei comunque dovuto parlare; preferisco farlo prima.

D’ accordo, ma vuoi aspettare il genio della lampada che esaudisca i tuoi desideri o hai intenzione di darti una mossa?

Certo che ho intenzione di farlo…Più tempo aspetto e più vado nel pallone rischiando di fare danni, ma soprattutto più tempo aspetto e meno tempo avrò per stare con Gill come…Non riesco nemmeno a dirlo ho troppa paura che sia tutto un sogno!

Non è un sogno e ieri sera ne hai avuto la prova!

Okay okay, giusto è che la paura di perderla mi spaventa come nient’ altro!

Cal…è dura ammetterlo…Ma la stai già perdendo! Non siete più amici come prima e di certo non siete ancora una coppia…Lo sai che non si può tenere il piede in due staffe! Sei sulla soglia della felicità ma la strada è al buio così non ti decidi ad andare avanti, ma non vuoi nemmeno tornare indietro…Fai quel che vuoi ma decidi in fretta, perché prima o poi quelle porte si chiuderanno e rimarrai senza niente…Rimarrai senza la donna che ami!

Questo mai! Hai ragione tu, NON POSSO PERDERE GILL, è ora che affronti le mie paure: la amo e non posso nasconderlo a me, come non lo devo nascondere a lei.

Sono fiero di te. Quando hai intenzione di dirglielo?

Stasera.

Stasera dopo cena quando…

Si quando la porto fuori.

Per la sorpresa?

Si.

 

 

//POV GILLIAN//

 

Calma Gill, calma. Mettiti quel dannato costume e mantieni la calma.

Appunto Gill…Basta fare le isteriche, piuttosto metti in mostra la mercanzia.

Ma sei fuori?! Mi sta venendo un infarto…Io e lui in costume a pochi metri di distanza!

Il balcone è lungo tre metri quindi sarete mooolto vicini!

E stai zitta che se no esplodo! Non riesco a credere che tutto questo stia succedendo veramente!

Tutto cosa? Prenderete un po’ di sole non è Mission Impossible!

Non mi riferisco solo ad adesso…Intendo tutto tutto! Insomma, veramente sono in vacanza con Cal? Veramente abbiamo osservato New York dalla Statua della Libertà abbracciati e ieri ci siamo quasi baciati al chiaro di luna? Mi sembra di vivere in un sogno e più ci penso meno mi sembra reale!

E invece è la pura realtà: si, il fato vi ha dato un occasione; si, lui ti ha stretta a se in un momento di puro romanticismo e si ieri il vostro sogno si stava per avverare.

Il mio sogno.

Oh piantala Gill va bene che l’ amore è cieco ma tu sei anche sorda! Piantala di dirti balle: se lui non ti amasse ieri non avrebbe cercato di baciarti ne avrebbe fatto tutte le altre cose romantiche per cui si sta impegnando in questa vacanza.

Ci stavamo per baciare…E’ il mio pensiero fisso. Per settimane oramai sognavo quel momento e quando finalmente arriva uno stupido barbone senza cervello tenta di rubarmi la borsetta?! Gliene avrei date anche cento purché ci avesse provato in un qualsiasi altro momento.

Evidentemente non era quello il momento adatto. Non era certo l’ unico.

E quando avverrà?

Svegliati! Vi amate e non è certo colpa di un barbone se non state ancora insieme ma vostra Gill…Sua e tua. Di te che hai paura di rovinare il rapporto che cè tra voi ma guarda caso lo stesso in questione non ti basta più così rimani a lamentarti senza fare niente…E reagisci Gill combatti o lo perderai!

Detesto quando hai ragione.

Questo lo hai già detto come hai già detto che avresti fatto capire a Cal i tuoi sentimenti ma tu sei la prova vivente che dire non significa fare…

Allora secondo te dea della saggezza cosa dovrei fare?

Sii te stessa! Non bloccare i sentimenti, non forzarli, sii semplicemente te stessa e se vi amate veramente l’ occasione verrà da se!

Mi chiedo perché non lo ho fatto prima…Sono proprio una scema…Mi aspetto che tutto venga da se e non faccio niente! Siamo in vacanza da tre giorni, Cal si atteggia da perfetto “partner” e io…Niente! E’ il momento di fargli capire che lo amo!

Bentornata tra noi addormentata nei boschi!

 

 

Presa dalla allegra conversazione con la sua coscienza Gill non aveva notato un paio di scherzetti gentilmente offerti dalla sua amica Sarah…

 

“Eccomi Cal” un imbarazzatissima Gill in costume da bagno, munita solo di occhiali e crema solare, si avvia verso il balcone dove il suo “amico” la sta attendendo. Lo stesso “amico” che vedendola cade dalla sdraio e si trova costretto a fingere di essersi chinato solo per raccogliere il cellulare.

Inutile dire che la ha squadrata per chissà quando tempo: bichini turchese, pezzo sopra a coppa…Pezzo sotto…Gill se ne accorge pochi istanti prima di Cal…Brasiliana! Sarah le aveva infilato nel sacchetto una brasiliana!

G *Appena arrivo a casa la strozzo!*

C *Appena arrivo a casa le do un aumento*

C: “Sei da urlo tesoro”.

G: “G-G-Graz-zie Cal” questa volta non riesce proprio a controllare la voce! “uno scherzo di Sarah, di poco gusto”.

C: “Ne ha avuto di gusto per sceglierlo…Stai benissimo!” *Mette in risalto il tuo splendido corpo*

G: “Se lo dici tu…” accenna un sorriso imbarazzato, poi si sdraia sul lettino.

Rimangono in silenzio per alcuni minuti, fingendo di rilassarsi quando invece non fanno altro che spiarsi a vicenda sotto gli occhiali da sole; Cal in particolare non riesce a guardare altro che Gill.

C: “Tesoro ti dispiace prestarmi la crema solare? Mi scotto sempre il naso…”

G: “Ahah il naso? Comunque certo, però prima me ne spalmeresti un po’ sulla schiena? Non ci arrivo…”

*Gli ho seriamente chiesto di spalmarmi la crema? Sto impazzendo!*

C *Mi ha veramente chiesto di spalmarle la crema? Questa è la settimana migliore della mia vita*

Cal si avvicina titubante, prende il tubetto e si spalma il contenuto sulla mano senza nemmeno guardare, fingendo di essere concentrato altrove.

Quando le sue mani entrano in contatto con la schiena della donna e lui inizia a spalmare la crema un brivido li percorre ed i loro cuori si fermano per un instante, mentre improvvisamente tutto sembra fermo.

Questo strano momento di euforia svanisce quando Cal si decide a girarsi verso la donna (di spalle): sorride un po’ imbarazzato e poi le fa presente: “Hem…Gill...?”

G: “Che cè?”

C: !Q-Questa non è crema solare è…Olio per massaggi”

La donna diventa viola, poi si gira e prende in mano il tubetto di “crema”.

G: “Accidentaccio Sarah!”

C: “Sono sicuro che si è solo sbagliata” *In ogni caso avrà un aumento e una promozione*

G: “Si…Probabilmente hai ragione” *Le manderò un messaggio, così può iniziare a scavarsi la fossa e risparmiare tempo…”

C: “A questo punto è inutile prendere il sole, ci scottiamo e basta!”

G: “Hai ragione…Ci riposiamo un paio d’ ore e poi verso le cinque usciamo a fare merenda?”

C: “Pensi sempre e solo al cibo eh? Comunque va bene” dice con un ghigno.

G *No, penso sempre e solo a te*

 

I due si stendono sul letto e per quanto possono cercano di rilassarsi; Cal probabilmente ha sorriso come un ebete per tutte e due le ore ripensando a pochi momenti prima…Altro che Romeo e Giulietta, questa era la miglior scena sul balcone! Continuava a chiedersi se Sarah lo avesse fatto apposta…Infondo lei poteva portare la brasiliana ed è per questo che la ha data anche a Gill, come poteva essersi semplicemente confusa nel caso della crema solare…Ma se non fosse? Insomma se lo aveva fatto apposta…Perché? Magari Gill le aveva parlato dei suoi sentimenti per lui e la ragazza aveva voluto spingere un po’…Possibile? Questi pensieri lo tormentano per tutte le due ore di “sonnellino”.

Gill invece è sicura che quella strampalata di Sarah lo abbia fatto apposta, ma questo non le alleggerisce il sonno. Inoltre continua a chiedersi chi possa aver “complottato” per lo scherzo della stanza…Fortunatamente il suo cervello era talmente in tilt da non riuscire a collegare le due cose!

Sono le 17:10 e i due decidono di uscire per un gelato; fa molto caldo così si vestono leggeri: Cal maglietta maniche corte e pantaloni a pinocchietto…Gillian canottiera con scalda cuore e pantaloncini relativamente corti.

Ancora una volta Cal pronuncia la frase che non si stancherà mai di ripeterle: “Sei bellissima Gill, anche vestita cosi”.

G: “G-Grazie. Così come?”

C: “Bhe in modo semplice se consideriamo il tubetto di ieri e anche tutti i vestiti che ti metti per venire a lavoro”.

G: “Il lavoro è lavoro e richiede un abbigliamento adeguato!”

C: “Si ma non siamo senatori, siamo scienziati…E ciò nonostante credo di non averti mai visto in ufficio con un paio di jeans”

G: “Nemmeno io ti ci ho mai visto”

C: “Tusce”

G: “Non puoi competere con me” dice. Poi gli lancia un occhiata provocatoria e si avvia verso l’ uscita dell’ Hotel. L’ uomo rimane un’ attimo li impalato, poi ridacchia e allunga il passo fino a raggiungerla, mettendole il braccio sulla spalla, oramai riservata a lui.

 

Intanto, in uno studio di Washington…

 

S: “Quindi l’ anno prossimo dove andrai all’ università?”

E: “Onestamente non lo so. Io speravo nella Stanford, ma non credo che i miei saranno d’ accordo perché si trova sulla costa opposta”.

S: “Li capisco”.

E: “Si ma comunque non li vedrò per tutta la durata dei corsi, quindi a che scopo?”

S: “Bhe considera che se vai in un università vicina, ad esempio una di New York, per loro sarà più facile venirti a trovare…”

E: “Mia mamma vive a Chicago”

S: “E tu…?”

E: “E io…?”

S: “Come la hai presa? Intendo quando si è trasferita”

E: “Ho pensato affari suoi. Si, un po’ mi mancherà ma la mia vita e qui e di certo non la avrei abbandonata per lei”

S: “Su questo non c…”

BIP-BIP-BIP- BIP-BIP-BIP

E: “E’ QUELLO CHE PENSO?”

S: “SII! Finalmente il GPS ha suonato! Chiudi a chiave la porta dell’ ufficio”

E: “Subito”

Nel frattempo l’ altra era già al PC e stava digitando chissà che cosa; per Em era un mistero, ma non le importava perché pochi istanti dopo stava osservando sullo schermo una coppia di adulti che ridevano abbracciati gustandosi un gelato”

E: “SONO LORO!”

S: “SI! VAI!”

E: “Ma come facciamo a capire se il piano ha già funzionato?”

S: “Se avesse funzionato non si staccherebbero gli occhi di dosso. No, per ora niente vavawoom”

E: “Certo che già il fatto stesso di crederli una coppia quando sono ancora solo amici fa capire quanto il loro rapporto sia speciale”

S: “E’ ver…Hei un momento…CHE DIAVOLO STA SUCCEDENDO?”

I due si erano fermati, sguardo fisso su qualcosa, o meglio qualcuno.

E: “Chi stanno guardando?”

S: “Non lo so è fuori dal raggio della webcam merda!”

Pochi istanti dopo si vedeva Gill con una faccia allunata che si allontanava a grandi passi. L’ uomo invece rimaneva ancora alcuni istanti a fissare quella figura ignota, per poi passarsi una mano tra i capelli e correre dietro alla donna.

E: “Merda non promette bene, che facciamo?”

S: “Per ora niente se li chiamiamo subito sarebbe sospetto. Aspetto una ventina di minuti e poi chiamo Gill fingendomi indifferente”

Nel frattempo le figure erano scomparse dal radar e, quindi, dalla telecamera.

 

 

Qualche minuto prima, nella cara vecchia New York…

 

C: “Un cono piccolo tutto pistacchio”

G: “Io ne vorrei uno grande con tre gusti grazie. Faccia crema, cioccolato e puffo.”

Cal la guarda esasperato e poi aggiunge “Anche un passeggino grazie”. Questo gli causa una leggera botta sulla spalla da parte di una divertita Gillian.

Sempre sotto braccio si avviano verso Central Park…Quasi nello stesso istante si bloccano, sguardo sconvolto e fisso su una persona: Dave Burns. E non è solo. Una bassa biondina prosperosa e molto attraente, che avrà la metà dei suoi anni, compare pochi secondi dopo alle sue spalle avvinghiandosi come una cozza.

Cal sposta incredulo lo sguardo da lui a Gillian. La donna è immobile, sembra in trans. Rimane così per qualche istante poi, senza proferire parola, si avvia quasi correndo verso l’ hotel che si trova a poche decine di metri di distanza.

L’ uomo la segue dopo pochi istanti, senza però parlare. Solo quando hanno raggiunto le scale dell’ Hotel, lui leggermente indietro, azzarda con voce affettuosa un “Gill, tesoro”. Questa fa per dire qualcosa, ma nessun suono riesce ad uscire da quelle labbra tremanti. Si gira, apre la porta della camera e subito dopo se la richiude dentro riuscendo a dire solo “Vai pure”.

Ma Cal non se ne va, non se ne andrà mai finché Gill avrà bisogno di lui e questo è uno di quei momenti.

Sospira e si siede appoggiando la schiena sulla porta della stanza.

 

Gill è seduta in bagno da circa venti minuti. Pacchetti di fazzoletti ovunque e miriadi di lacrime che scendono senza controllo…Altrove.

I fazzoletti sono intatti e i suoi occhi non sono mai stati tanto asciutti: non piange, semplicemente riflette.

Il filo dei suoi pensieri viene interrotto dal cellulare che suona. È Sarah.

 Com è ? Spero vi piaccia. La mia autostima ha nuovamente subito un crollo quindi per favore RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE!

A presto,

Jenny

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Capitolo 7
*** Sometimes dreams do come true ***


Salve a tutti! Q uesto purtroppo è già il pen-ultimo capitolo della mia prima FF :(

Spero vivamente che vi piaccia…Buona lettura!

Ah, dimenticavo: qui nel POV Gillian il dialogo con la sua coscienza non è presente, perché ho deciso di sostituirlo con la telefonata di Sarah.

 

Capitolo 7. Sometimes dreams do come true. Qualche volta i sogni si avverano.

 

Squilla il telefono: è Sarah.

 

 

//POV CAL//

 

Sta suonando il telefono di Gill…Non può essere lui…Vero?

Okay so che sei sconvolto ma cerca di non perdere la ragione. Certo che non è lui non vi ha nemmeno visti!

Giusto, giusto devo stare calmo; non devo pensare che se avessi davanti Burns gli pianterei un colpo in testa o lo sventrerei con un pugnale o lo impiccherei al soffitto.

Come sei sadico.

E quelle cose sarebbero solo la punta delle torture che gli infliggerei prima DANNAZIONE! Tra tutti i milioni di persone che vivono a New York proprio quello stronzo dovevamo incontrare!? Proprio ora che sembrava stesse per succedere qualcosa tra me e Gill! Gill cavolo, chissà come sta starà distrutta!

Perché?

Sei, quindi sono, davvero così stupido? Ha appena rivisto l’ ultimo amore della sua vita che la ha abbandonata senza nemmeno dirle addio avvinghiato a una qualsiasi sciacquetta bionda che specifichiamo non sarà mai all’ altezza di Gill.

Si ma è una storia passata, insomma okay, un po’ la avrà disturbata ma non più di tanto.

La hai vista anche tu la sua faccia, senza contare che ora è chiusa in camera da più di mezz’ ora!

Ribadisco che secondo me non le ha fatto troppo effetto…Dai è come se tu vedessi Zoe con un altro: non ti farebbe ne caldo ne freddo.

Non è la stessa cosa potresti paragonare Zoe ad Alec, storia passata e superata ma no, non a Burns. Sono sicuro che prova ancora qualcosa per lui! Era troppo bello per essere vero…Mi stavo persino illudendo che le potesse interessare uno come me!

Quanto sono egoista, sempre preoccupato per me stesso…Piuttosto dovrei pensare a Gill! Sarà sconvolta! E se ha pianto? Oh giuro che se sta piangendo per quell’ idiota giro New York fino a che non lo trovo e poi gli spacco la faccia per il solo fatto che esista!

Cal cerca di stare calmo.

E’ tutto quello che sai dirmi? La situazione deve essere proprio grave se dal tuo becco arrogante non esce altro.

No…Insomma io non credo sia così grave, ma la verità è che lo sapremo quando Gill…uscirà ora possiamo solo aspettare.

Ma io non posso aspettare! Non posso rimanere qui con le mani in mano mentre cè la probabilità che la donna della mia vita stia piangendo! Non posso!

Purtroppo non hai scelta: o aspetti o entri. Ti sconsiglio la seconda perché anche se non è nulla di grave lei ha bisogno del suo tempo, e tu devi darglielo.

Hai ragione…è solo che non riesco a pensare ad altro…Ho paura per lei è bhe…Per me anche! Per lei perché finalmente stava tornando felice, non accennava a Burns da secoli e Alec…Bhe solo quattro giorni fa mi ha detto esplicitamente che lo ha dimenticato quindi il fatto che ora abbia visto l’ altro…Ho paura che faccia una ricaduta,  che nuovamente sia triste ed abbia paura di amare. Qui di conseguenza arriviamo a me, perché è inutile negarlo: ho paura  che ora non si senta pronta per una nuova relazione ed inizi a dubitare dei sentimenti che credevo provasse per me…Questa attesa mi uccide e il peggio è che non so come comportarmi dopo e cosa dirle sapendo che il discorso influenzerà il corso dei nostri rapporti per chissà quanto!

Perché non lo mostri mai a nessuno?

Di cosa parli?

Del tuo lato dolce…Perché lo mostri solo ad Emily?

Io ecco…Cosa centra?

Niente ma dobbiamo fare passare il tempo quindi…

Perché non cè bisogno che altri lo conoscano…Può essere visto come un punto di debolezza.

Credi che Gill abbia visto così la tua dolcezza di questi giorni?

Bhe no ma con lei è diverso…Lei è dolce, sensibile, un anima pure…E’ stupenda e credo apprezzi questi miei piccoli momenti di…

Dolcezza…perché non riesci a dirlo?

Perché sono abituato a tenerla repressa, ma con lei sento di potermi esporre.

Perché la ami e vuoi che ti accetti per quello che sei…

La amo. Da quanto non provavo più sentimenti del genere per una donna.

E come ci si sente?

Dipende dai momenti…Quando la stringo mi sento…Completo…In momenti come questo, quando credi che la donna che ami stia soffrendo e non puoi farci niente…Si sta di merda.

 

La porta si apre all’ improvviso e Cal per poco non cade.

 

 

 

//POV GILLIAN//

 

G: “Pronto”

S: “Ciao Gill sono Sarah, ti disturbo?”

G: “No tranquilla”

S: “Gillian va tutto bene? Hai una voce non troppo rassicurante?”

G: “Diciamo che l’ ultima ora non è stata la migliore della mia vita”

S: “Cos è successo?”

G: “Ho rivisto un uomo”

S: “Chi?!”

G: “E’ un mio…Ex ma non credo tu lo conosca”

S: “Visto che con Alec ho già avuto a che fare quando ci frequentavamo molto una decina di anni fa deduco tu stia parlando di…Dave Burns?”

G: “Come diavolo fai a saperlo?”

S: “Non hai avuto molti ex di rilevanza dopo il divorzio…”

G: “Intendo di lui…Non ci siamo viste nel periodo in cui lo frequentavo e non credo di avertene parlato”

S: “Non lo hai fatto…”

G: “Allora non capisco”

S: “Bhe ecco…Lo…Lo ha fatto Cal. Lui me ne ha parlato”

G: “C-Cosa?! Che vuol dire che te ne ha parlato lui? Quando? Perché?”

S: “Non…Non possiamo parlarne dopo? Preferirei prima sapere come stai”

G: “No non cambiare discorso…Perché te ne ha parlato e quanto tempo fa?”

Sarah sbuffa al telefono come se stesse “riflettendoci” su: “Quanto tempo fa avete iniziato ad uscire insieme?”

G: “Siamo stati insieme poco più di tre mesi ma è stato oltre un anno fa!”

S: “Se non mi sbaglio mi ha telefonato quando glielo hai presentato”

G: “Quindi circa un mese prima che se ne andasse?”

S: “Credo di si”

G: “E perché ha chiamato te?”

S: “Aveva captato…Uno sguardo quando tu hai detto che era una brava persona, come se stessi nascondendo qualcosa…E ha avuto la stessa impressione su Burns così mi ha chiesto se potevo fare un po’ di ricerche”

G: “Ecco spiegate tutte le informazioni che aveva su di lui…Ma perché non me lo hai detto?!”

S: “Perché avrei dovuto? E poi che ti dicevo…Ciao Gill so che è qualche mese che non ci sentiamo ma ti volevo dire che Cal mi ha chiesto informazioni sul tuo fidanzato…Andiamo!”

G: “Bhe ma perché gliele hai date? Le informazioni…”

S: “Secondo te? Cal non si sbaglia praticamente mai e io ti voglio bene, non mi serviva altro”

G: “E perché non me lo hai detto le altre volte che ci siamo riviste, o adesso?”

S: “Per il tuo stesso motivo: oramai era passato”

G: “E tu come facevi a saperlo?”

S: “Che intendi?”

G: “Come facevi a sapere che non stavamo più insieme?”

S: “Ecco…”

G: “Hai sentito di nuovo Cal!?!”

S: “…Si. Non ci siamo sentiti per un mese circa, io volevo sapere se la sua intuizione era giusta e se tu eri perfettamente al sicuro…Cosi mi ha raccontato tutto. Che lo avevano rapito e lui era riuscito a salvarlo, anche se poi se ne è dovuto andare. Sei arrabbiata?”

G: “Perché dovrei esserlo? Perché per tutto questo tempo i miei migliori amici hanno cercato di proteggermi? Sono commossa se mai…Io non mi sono fatta sentire per mesi e tu chiamavi Cal per sapere se io stavo bene…Mi sento un verme”

S: “Non pensarci nemmeno per un momento e in ogni caso con tutta l’ ospitalità che mi avete dimostrato da quando sono tornata salda qualsiasi conto. Ora che ti ho detto tutto possiamo chiudere la facc…”

G: “Nah!”

S: “Cosa?”

G: “Hai alzato la voce quando hai detto che mi avevi riferito tutto”

S: “Stavo…Inciampando”

G: “Ora so che non sono l’ unica incapace di mentire. Cosa nascondi?”

S: “Un dettaglio che ti assicuro è insignificante”

G: “Riguardante Burns? Non mi inter…”

S: “…Riguardante Cal”

G: “Dimmelo per favore”

S: “E’ una sciocchezza…”

G: “Dai Sarah!”

S: “E va bene…Ma è veramente una stupidaggine”

G: “Accelera”

S: “Diciamo che quando Cal mi chiamò…Oltre che informazioni immagino volesse…Sfogarsi…”

G: “Sfogarsi? In che senso?”

S: “Odiava a morte Burns e voleva dirlo a qualcuno che non si facesse domande”

G: “In che senso non si facesse domande? Sii più esplicita”

S: “Che non lo accusasse di essere geloso”

G: “Di chi?”

S: “Di Burns”

G: “Perché avrebbe dovuto essere geloso di…Ah.”

S: “Già…”

G: “E tu che ne pensi?”

S: “Di che?”

G: “Della gelosia! Credi che fosse geloso? Credi veramente che io gli…”

S: “Si e no. Credo che fosse geloso di vederti con un altro uomo ma non credo ti amasse, come tu non amavi lui. Non era pronto per storie serie ma questo non gli impediva di odiare uno stronzetto che ti portava a letto”

G: “Sarah!”

S: “Che cè? Ragiono come Cal! Credo che si, fosse geloso, ma nulla di più…Credo invece che ora sia pronto”

G: “Per cosa?”

S: “Per una relazione stabile con la donna di cui è innamorato”

G: “Cioè…”

S: “Cioè la donna che ha deciso di portare con se in vacanza…Svegliati Gill”

G: “…”

S: “A proposito…Non è ancora successo nulla?”

G: “Nulla? Sta succedendo tutto Sarah! Ieri sera credo addirittura ci stessimo quasi per baciare”

S: “COSA?!? E PERCHE’ QUASI?”

G: “Un fottuto barbone ci ha interrotti”

S: “Cosa pensi di fare?”

G: “Essere me stessa. Insomma lo amo e non posso più negarlo ne a me ne a lui. Quindi basta respingere i sentimenti. Non lo farò più come non li forzerò, semplicemente sarò me stessa”

S: “Allora ti salterà addosso”

G: Speriamo”

S: “Gillian Foster ho sentito bene? Sono così fieri di te!”

G: “Ahah piantala!”

S: “Gill…Cos’ hai provato?” Il tono dell’ amica si era fatto improvvisamente serio.

G: “Quando?”

Ora il tono era protettivo, apprensivo: “Quando…Quando lo hai visto. Quando hai visto Dave”

G: “Ho…” Poi si blocca…Una strana luce negli occhi…Ha capito tutto…

“Niente…Non ho provato niente…Ed è questo il punto! Scusa Sarah adesso devo andare ci vediamo dopo domani non serve che richiami”

S: “Okay ma…” l’ altra ha già riattaccato.

 

Gillian si sistema i capelli, poi senza esitare apre la porta della stanza. Cal, che era appoggiato, ruzzola in modo goffo…Ma per lei non è questa la cosa importante.

G: “M-Mi hai aspettata? E p-per tutto questo tempo?”

C: “Certo che ti ho aspettata, e poi è passata solo un’ ora…Per te aspetterei settimane”

G: “Cal…Grazie, veramente. Non so che dire…”

C: “Inizia con il dirmi come stai”

G: “Bene…Smettila” dice quasi ridendo: Cal ha piegato la testa di lato cercando di leggerla.

C: “Non me ne capacito”

G: “Di cosa?”

C: “Di non riuscire a leggerti, sei il mio unico fallimento” *e per ora non solo in ambito lavorativo*

G: “Che ore sono?”

C: “Quasi le otto ma non cambiare discorso”

G: “Credevo lo avessi appena fatto tu”

Si guardano per qualche istante negli occhi. A nessuno dei due sono chiari i pensieri dell’ altro.

C: “Facciamo un giro, poi torniamo per cena”

G: “Perché vuoi uscire prima?”

C: “Un po’ di aria fresca non ci farà male”

G: “D’ accordo”

Escono. Per una decina di minuti non dicono nulla, poi Cal rallenta il passo:

“Allora?”

G: “Allora cosa”

Si ferma e la guarda: “Lo sai, Gillian”

G: “Si, lo so. Ma cosa vorresti sapere?”

C: “Tutto”

Gill sbuffa:  “Cosa cè da dire? Ho rivisto Dave Burns dopo quasi un anno da quando mi ha piantata in asso senza nemmeno dirmi addio, quindi?”

C: “Da come ne parli sembra che per te non sia ancora finita”

G: “Nemmeno tre settimane fa pensavi la stessa cosa di Alec”

C: “…Scusami, hai ragione. Ma lo sai che quando si tratta di te…”

G: “Hai chiesto scusa? Questa me la devo segnare”

C: “Gill cos’ hai provato? Quando lo hai visto?”

G: “Chiaramente all’ inizio ero sorpresa…Ancora di più quando ho visto arrivare la biondina. A quel punto ho anche pensato…”

C: “Hai pensato *guarda con chi mi ha sostituita* ?”

G: “No ho pensato a come mai stesse con lui...In fondo non è quel gran “figo” come dicono i giovani, non è ricco ne particolarmente…Dotato…Tutto qui”

Cal era quasi inciampato, ora la guardava divertito e…Si, sollevato!

C: “Tutto qui?”

G: “Non ho provato niente…Se avessi mai avuto qualche minimo dubbio ora ne ho la certezza: i miei sentimenti per lui sono morti e sepolti”

C: “Ottimo”

G: “Hai detto ottimo?”

C: “Si, andiamo a cena?”

G: “D’ accordo” mentre si avviano si fa sfuggire un sorriso…Ha detto ottimo!

Trascorrono tranquillamente la cena in Hotel, verso le 22:00 hanno terminato ma Cal sa di dover aspettare ancora mezz’ ora prima di proporre a Gill un…Giretto…

G: “Che facciamo?”

C: “Non saprei…Prendiamo un depliant dell’ Hotel e vediamo se cè qualcosa di divertente da fare?”

G: “Mmh, d’ accordo”

C: “Ecco…Ah perfetto! A quanto cè scritto qui hanno un ottimo Casinò potremmo…” Gill non lo fa finire: gli mette entrambe le mani sul petto e lo spinge contro il muro.

G: “Prova a ridirlo”

C: “T-Ti trovo in gran forma” dice Cal ridacchiando.

G: “Non attacca” replica l’ altra mentre ride anch’ essa quasi esasperata.

Rimangono per qualche istante in silenzio, sorridendosi…Poi se ne accorgono: sono schiacciati contro un muro a pochi centimetri di distanza e Gillian sta equilibrio reggendosi al suo petto.

Negli attimi che seguono la donna arrossisce violentemente ma non si scansa: è troppo imbarazzata! Cal la salva dicendo “Grazie di avermi sistemato queste pieghe, vuoi passare alla cravatta”

Gill fa un mezzo sorrisetto ancora imbarazzato…E’ incredibile quanto riesca farla ridere in qualsiasi momento…E anche per cretinate come questa!

G: “Allora cosa facciamo? E attento a quello che dici…Se no ti ci strozzo con la cravatta”

C: “Deduco che sia scartato il Casinò…Io avrei una sorpresa per te, se ti vesti usciamo per le 22:30.”

Lei lo guarda incantata “Una sorpresa?”

C: “Si…Ma non ti voglio illudere quindi no, non si tratta di un muffin gigante ne  di un gelato da venti gusti”

G: “Che cretino che sei” gli da una pacca sulla spalla, che però sembra più affettuosa… “Dove mi vuoi portare?”

C: “In un bel posto…”

G: “Dai, dai dimmelo”

Cal la guarda e sorride…Questa arrossisce.

G: “Che cè?”

C: “Mi sembri una bambina la vigilia di Natale! Comunque non te lo dico…Non sarebbe più una sorpresa!”

G: “Che antipatico…Almeno dimmi come devo vestirmi”

C: “Io rimango in pantaloni e camicia, ma mi porto anche la giacca perché potrebbe fare freddo…Tu se vuoi mettiti uno dei tuoi vestiti, non necessariamente elegante come quello di ieri sera. Ah, porta anche una giacchetta”

G: “Okay…Ma la giacca non la porto, siamo in primavera”

C: “Non si sa mai…”

G: “Ho la pellaccia, resisterò”

Due ore dopo la bella dottoressa la vedrà in modo diverso…

Cal la attende nell’ atrio. Camicia, giacca cravatta e pantaloni…Come in ufficio!

Una decina di minuti dopo arriva Gill: un bellissimo vestito rosso che termina una trentina di centimetri sopra il ginocchio; spalline sottili, tacchi e borsetta senza ganci abbinati. Aveva aggiunto un filo di rossetto, sempre sulla stessa tinta e due mollettine raccoglievano indietro le prime ciocche di capelli.

C: “Anche questa sera, come al solito, sei bellissima tesoro…Stai molto bene in rosso anche se il blu risaltava i tuoi splendidi occhi. Oggi tocca al tuo magnifico  sorriso.”

G: “G-Grazie Cal” ora aveva anche le guancie in tinta!

Escono dall’ Hotel e Cal ferma un taxi; fa salire la donna, poi si accomoda e dice: “ 5th Avenue”

Taxista: “Signore si estende per oltre 400 metri…”

C: “All’ incrocio con la W 34th Street”

Gill si scervella per focalizzare la strada…Non è molto pratica nella Grande Mela!

Le viene in mente un posto, solo uno…Ma non può essere…

Squilla il suo cellulare. “Pronto? Si qual è il problema? Accidenti ma è stato proprio cancellato? D’ accordo a che ora? Grazie”

C: “Chi era?”

G: “L’ Hotel…L’ aeroporto ha comunicato la cancellazione del nostro volo per problemi tecnici, cosi non partiamo dopo domani mattina, ma domani notte…L’ imbarco è all’ una.”

C: “Accidenti! Infondo però ci perdiamo solo una notte”

G: “…”

Neanche cinque minuti dopo escono dal taxi.

C: “Andiamo tesoro?”

Non può essere! G: “C-Cal… Dove stiamo andando?”

C: “Mmh, o ti voglio fare visitare Harlem verso le undici di sera o presumo che ti stia conducendo verso quel grosso edificio che, reggiti forte, si chiama Empire State Building”

G: “M-Ma questo mese cè quell’ importante conferenza di pezzi grossi al Rock Feller Center ed è il periodo che frutta di più in quanto a turismo…Dicono che per questo mese abbiano triplicato i prezzi e le code durino ore!”

C: “Confermo” Lei lo guarda come per dire *e…?!*

C: “E…E’ per questo che ho dovuto corrompere un paio di impiegati”

G: “Cosa? Quando e in che senso corrotto?”

C: “Quando sei voluta rimanere per un ora nel negozio degli M&Ms sono scappato per una decina di minuti…Eri troppo presa per accorgertene”

Gill aveva assunto un espressione di finto sdegno e cercava di non deridersi da sola.

C: “E corrompere…Bhe credo che abbia un solo significato”

G: “Ma quanto hai speso?”

C: “Vediamo ho dovuto pagare il ragazzo della fila, quello dell’ ascensore e due guardie che ci tenessero i posti migliori”

G: “Hai pagato anche per farci tenere il posto?”

C: “Per te questo e altro”

Aveva una voglia irrefrenabile di baciarlo…Chissà quanto aveva speso, e solo per farla sentire speciale un’ altra sera!

Cal la vede assorta, cosi la prende sotto braccio dicendo: “Andiamo tesoro”

Si, decisamente vorrebbe saltargli addosso ma il suo dannato cervello ha la meglio, anche se non del tutto: il nostro gentlemen per lo meno ottiene un bacio sulla guancia seguito da un sorriso decisamente imbarazzato.

Entrano nell’ atrio, dove almeno un centinaio di persone attendono in coda di salire. L’ impiegato individua subito i due e fa cenno al suo “complice” dell’ ascensore così che li faccia salire. Si avvicinano. Gill è così incantata che non se ne accorge finché le porte non si chiudono: sta per fare 107 piani in ascensore, che lei soffre come nient’ altro. Prima ancora che possa dare sintomi di ansia Cal, che se ne ricordava, la gira verso di se, le prende dolcemente il mento con una mano  guardandola negli occhi e dicendo “Tranquilla tesoro, ci sono io qui.”

Gill non dice nulla, semplicemente lo guarda ininterrottamente. Cal già visto questa espressione sul suo viso diverse volte: quel giorno in cui le confessò essere l’ unica che non riusciva a leggere, diverse volte durante questa vacanza…Come la notte precedente quando il suo sogno stava per avverarsi…Possibile che fosse amore?

Cullata dal meraviglioso tocco dell’ uomo che ama, Gill non si accorge nemmeno del viaggio in ascensore.

Dopo pochi attimi le porte si aprono e loro scendono. Cal, senza preavviso le mette ambe due le mani sugli occhi.

G: “Hem…Cal…Che fai?”

C: “E’ più bello se apri gli occhi direttamente nella parte della terrazza che ho scelto…Ti sembrerà più…Più”

G *Mai quanto le tue mani sul mio viso*

Cal fa spostare le due ‘guardie’ che aveva pagato per tenergli occupato il posto, poi gira Gill in direzione del panorama “Pronta?” Toglie le mani.

Di certo è lo spettacolo più bello che si sia mai presentato agli occhi della Foster.

Spalanca la bocca e rimane a contemplare quel meraviglioso panorama ce è New York di notte con la vista migliore del mondo: l’ Empire State Building.

C: “L’ unica cosa fastidiosa è il flash del fotografo della terrazza”

G: “Vero ma in fondo è solo una luce in più insieme alle miriadi che si vedono da qui”

Rimangono così per diversi minuti, perché un'altra volta non cè bisogno di parole.

Formano uno strano angolo; sebbene stiano contemplando il panorama, il bacino è in parte indirizzato verso l’ altra persona.

L’ uomo nota che Gill ha la pelle d’ oca: glielo aveva detto di portare la giacca! Ma non la rimprovera per paura di rovinare l’ atmosfera, semplicemente si toglie la sua e vi avvolge la donna, che lo guarda grata. Poi tornano a contemplare New York, semi-abracciati. Cal si gira verso di lei per alcuni secondi finché ella lo percepisce e cerca il suo sguardo.

C: “Sai…Avevo uno zio a cui ero molto legato, tanto che fino ad una decina di anni fa, poco prima di conoscerti, ci trovavamo ogni domenica…Era quasi un padre”-lei lo guarda silenziosa e attenta, come per incentivarlo a continuare- “Si è trasferito a New York per lavoro, in uno di quegli uffici da fare invidia! Gli ho promesso che ci saremmo comunque visti una volta a settimana come al solito. Bene, quella toccava a me andarlo a trovare cosi ho preso l’ aereo e sono arrivato…Era molto presto, circa le 8:30 di mattina così prima ho fatto colazione. Eravamo d’accordo di trovarci nel suo ufficio alle 9:30 e mezz’ ora prima ho preso un taxi fino a Central Park, poi ho voluto proseguire a piedi…” -Gill vede emozione e sofferenza sul suo viso, quindi capisce che la ‘storia’ sta volgendo al termine- “Alle 9:11 esatte ero a pochi isolati dal suo ufficio, potevo già vederlo! Lavorava nella torre a destra. Pochi attimi dopo ho visto qualcosa che si sfracellava contro quella torre del World Treade Center, poi solo grida. Il suo cadavere è stato rinvenuto tra le macerie il 12 Settembre”. Cal, che mentre raccontava aveva abbassato lo sguardo, ora lo teneva fisso su Gill…Aveva gli occhi lucidi e gli stringe forte la mano. Poi lo abbraccia “Cal non sai quanto mi dispiace”. Si staccano.

 C: “Per questo odio New York…All’ inizio era vero e proprio odio, perché vedevo la città come ragione per la morte di mio zio; quando la ho superata ho capito che anche lei era una vittima e che gli unici colpevoli erano i bastardi che avevano fatto schiantare gli aerei. Ciò nonostante non amo venire qui, perché ci vedo solo brutti ricordi”

G: “Se lo avessi saputo…M-Ma non eri costretto ad accettare il viaggio…Perché lo hai fatto?” Cal la guarda: è giunto il momento. Non ci sono più dubbi, non ci sono più paure…Solo lui, la donna che ama e l’ ultima occasione.

C: “Perché c’ eri tu” Lei lo guarda, ma non riesce a decifrare la sua espressione, così continua “Sapevo che con te avrei costruito nuovi ricordi che mi avrebbero fatto lasciare alle spalle in definitiva il mio passato. Ed ha funzionato, perché se ora qualcuno menziona New York penso solo a questo momento, ai giri che abbiamo fatto per la città, la ‘gita’ sulla Statua della Libertà…A ieri sera Gill…E più penso a questa vacanza più mi accorgo di avere fatto la scelta migliore della mia vita, perché ho potuto passare dei momenti indimenticabili con te. Ma sai cosa? Non mi basta nemmeno questo, non mi bastano i ricordi di questa vacanza Gill, non mi basta questo ricordo di noi due. Io ti voglio ora. Non voglio che tu sia solo il mio passato ma il mio presente ed il mio futuro. Ci siamo sempre definiti migliori amici…Oramai mi sono reso conto di tenere a te più di quanto riesca ad ammettere; avevo deciso di lasciare stare, per preservare questo nostro bellissimo rapporto…Ma per quanto gratificante sia averti accanto in campo lavorativo e come amica non mi basta più. Voglio poter stare con te ad un livello superiore, voglio poterti stringere come mai ho fatto…Voglio poterti definire mia. Ti amo Gillian.”

Il viso della donna è oramai solcato da poche lacrime di valore. Non smette nemmeno per un momento di guardare l’ uomo…Che di nuovo nota in lei quell’ espressione che le aveva visto addosso in ascensore ma che sono ora riesce finalmente a decifrare: amore.

Gill lo prende per mano e gli sorride come mai aveva fatto. Infondo ogni loro sguardo e ogni loro sorriso non è mai uguale, cela sempre sentimenti diversi.

G: “Non devi dire altro…Non serve. Tra di noi non sono mai servite le parole, per capirci bastava un’ occhiata, uno sguardo…Ma già da tempo mi sono resa conto che ti guardo in un modo diverso, perché oramai non ti vedo più come il mio migliore amico, ma come l’ uomo di cui sono innamorata. Non voglio essere una tua amica, ma una tua amante. Le tue carezze, i tuoi chiamarmi “tesoro” mi fanno un effetto diverso…Mi fanno stare bene, mi fanno tornare voglia di credere nell’ amore. Dopo il mio divorzio mi svegliavo sempre sola e questo mi metteva malinconia, credevo di non poter più amare come prima dopo tutte queste delusioni…Ora quando mi alzo penso a te, quando mi volto verso il posto vuoto nel mio letto ci vedo la tua sagoma, prima di addormentarmi penso a come vorrei che tu fossi li a stringermi…Non so esattamente quando tutto sia cambiato, quando io mi sia innamorata di te…So solamente che non voglio più sprecare per la paura nemmeno un secondo in solitudine…Voglio passare ogni istante della mia vita con te…Ti amo Cal”

Lui sorride e la guarda felice come non era mai stato...Con una mantiene il contatto con la mano di Gill, con l’ altra mano avvolge il suo bacino, mentre lei stringe le sue attorno al collo dell’ uomo accarezzandogli con una i capelli.

Si avvicinano lentamente gustandosi gli attimi precedenti il bacio, belli quando l’ azione stessa. Cal posa il suo naso contro quello di Gill e si contemplano.

Le loro labbra si uniscono in quel magico bacio che è il più atteso della loro vita.

All’ improvviso scompare tutto: niente più flash della macchina fotografica, niente gente, niente New York…Solo i loro cuori malconci che si uniscono in un unico battito durante quel bacio, creando fantastici fuochi d’ artificio.

Non si sa per quanto quelle figure siano rimaste abbracciate, strette fra di loro e non curanti di qualsiasi altra cosa…Non si sa cosa passasse per le loro menti…L’ unica certezza è che quegli istanti saranno infiniti per loro…Adesso possono amarsi…Possono vivere la loro vita insieme…A prova che qualche volta i sogni si avverano…Che non importa cosa accadrà: avranno sempre l’ un l’ altro… E questo è tutto ciò che vogliono.

 

:’) Sarò la solita romanticona ma scrivendolo mi sono scese due o tre lacrimuccie…

Spero che questo capitolone da 4105 parole…Ringrazio tutti coloro che hanno seguito questa storia (una di voi la anche messa tra le ricordate!)…Un grazie particolare a Jane e Kaori che mi hanno sempre sostenuta :)

Mi farebbe molto piacere una recensione…Stasera sarò fuori, quindi probabilmente risponderò domani!

Grazie a tutti coloro che lo faranno !!

A presto,

Jenny

Ps. Ci saranno ancora due capitoli!!!

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Capitolo 8
*** L' alba di un nuovo giorno ***


Salve a tutti! Questo è il pen-ultimo capitolo…Non so se essere felice o triste!

Vi avviso che essendo dedicato interamente all’ ultima giornata di vacanza per i due piccioncini…Il rating diventa rosa-giallo: ci sarà zucchero a tutto spiano e sfrutterò fino in  fondo il mio bollino giallo…Di certo non per la violenza xD

Vi lascio leggere :)

 

Capitolo otto. L’ alba di un nuovo giorno.

 

Uno strano profumo di libertà aleggiava nell’ aria mescolandosi a quello dolce di rose fresche.

Vestiti sparsi ovunque contrastavano l’ ordine perfetto che regnava nella stanza le mattinate precedenti.

Due sagome dal viso sereno riposavano abbracciate: la donna dorme sopra a Cal, appoggiando la testa sul suo petto. Le mani dell’ uomo sono avvolte attorno alla schiena di Gillian dalla sera precedente.

Nella stanza 310 finalmente tutto è perfetto.

 

Gillian Foster apre gli occhi alle 9:30. Solleva lo sguardo cercando quello del partner, sveglio già da qualche minuto ed intento a contemplarla accarezzandole i capelli con una mano, che ora si posa delicatamente sul viso della donna.

Lei si solleva lievemente e si spinge su, in modo da raggiungere la faccia di Cal con la propria. Per qualche istante si guardano negli occhi semplicemente sorridendo, poi Gillian domanda “Dimmi che non è un sogno”

C: “E’ meglio di qualsiasi sogno abbia mai fatto”

Gill lo bacia, portandole mani sul suo collo e stringendolo a se.

Questi gesti affettuosi a lungo repressi proseguono per diversi minuti.

G: “E’ l’ ultima giornata di libertà che abbiamo…Cosa facciamo?”

Cal la guarda con aria maliziosa, poi la spinge sul letto e inverte le posizioni “Io pensavo di fare questo tutto il giorno”

La donna sorride in modo provocante e si avvicina con fare seducente a Cal; all’ ultimo lo rispinge bruscamente sotto di lei e dice “non credo proprio”.

Si guardano per un attimo e scoppiano a ridere. Si baciano di nuovo, poi Gill si alza, si infila una vestaglia e annuncia “Vado a farmi una doccia cosi andiamo a fare colazione”. Non fa tre passi che si sente afferrare per la vita da Cal, che le si è lanciato dietro “Errore. Andiamo a fare la doccia.”

 

Circa quarantacinque minuti dopo hanno terminato la colazione e si sono preparati. Davanti all’ ingresso dell’ Hotel Gill si stringe a Cal “Andiamo amore?”.

C: “Si tesoro

G: “Ora ha un suono diverso” Lo bacia. “Dove vuoi andare?”

C: “Visto che hai bocciato la mia splendida idea di rimanere a letto, almeno mi concedi un po’ di coccole nel parco? Ti compro le caramelle.”

Gill si avvicina e invece di baciarlo gli da un morsetto.

C: “Quanti anni hai” Lei gli fa la linguaccia, poi entrambi scoppiano a ridere e si avviano verso Central Park, finalmente felici.

G: “Guarda lo zucchero filato!!!”

C: “Dimmi che stai scherzando?” ma quella aveva già tirato fuori il portafogli  e  si stava avviando allo stand. Ritorna gongolante con il suo dolciume in mano.

“Sei soddisfatta?”

“Molto!”

“Non capisco come fai a non ingrassare”

“Fitness”

“Quando? Tra la pausa torta e quella marshmallow? Che cè?” aggiunge dato che la donna rimane a fissarlo incantata.

“Niente…Solo che è…Bello”

“Il mio sorriso?” dice mostrando tutti e 32 i denti.

Gillian ride, “No…Questo. Poter stare insieme a te, con te senza abbandonare le vecchie abitudini. Essere la tua compagna è ancora più bello perché eravamo già amici. Niente momenti imbarazzanti, scioccanti scoperte, attese per baciarsi per andare a letto insieme e soprattutto niente attese per dirti che ti amo…Si saltano le parti noiose e si arriva subito al dessert”

Cal afferra le sue mani, la spinge delicatamente contro un albero e la bacia,  dolcemente e appassionatamente allo stesso tempo; quando si staccano la guarda e dice “Però sei proprio fissata con i dolci”.

“Quanto sai esser cretino Cal!” esasperata.

Si avvicina a loro un ragazzotto con una macchina fotografica e qualcosa in mano che porge ai due. “Ve le ho appena fatte, sono belle vero? Se mi date $10 l’ una ve le vendo”.

C: “Scommetto che non hai la licenza…Ecco! Il tuo sguardo lo ha appena confermato quindi diciamo che te le prendo gratis” –prende Gill per mano e si incammina- “Ha ragione sono davvero belle”. Scoppiano di nuovo a ridere mentre l’ uomo infila le foto nella tasca della giacca.

Trascorrono la mattinata coccolandosi come due ragazzini innamorati, poi decidono di andare a pranzo.

G: “Dove andiamo?”

C: “Al di la”

G: “Vuoi uccidermi? Se invece parli del ristorante vuoi ammazzare il tuo portafogli!”
C: “A casa avremo poche di queste occasioni e poi se ha resistito ieri sera ci riuscirà anche oggi.”

Vorrei precisare che “Al di la” è quotato come il miglior ristorante italiano di tutta New York, quindi il portafogli di Cal ha tutto il diritto di prendersi i suoi infarti.

Arrivano per l’ una e ottengono un tavolo per le due, spontaneamente a quando afferma l’ uomo…Ma Gillian è piuttosto sicura di averlo visto allungare qualcosa al metro.

 

C: “Buon appetito tesoro!”

G: “Anche a te…Cosa facciamo il resto della giornata?”

C: “Il pomeriggio lo lascio scegliere a te, la sera è tutta mia”

G: “Abbiamo l’ imbarco alle 23:00 e dobbiamo partire lasciare la stanza alle 22:00”

C: “Vorrà dire che mi organizzerò per terminare alle 21:59”

G: “E i bagagli quando li facciamo?”

C: “Se non avessi portato quella quantità industriale di vestiti sufficiente per allestire un film perderemmo meno tempo”

G: “Crudele! Piuttosto dove mi porti a cena?”

C: “Non te lo dico!”

G: “Dammi un indizio!”

C: “River”

G: “Non potevi essere più vago”

 

C: “Cosa intendi fare una volta arrivati a casa?”

G: “Con gli altri intendi?”

C: “Si”

G: “Io vorrei tenerla segreta, tu?”

C: “Anche io, a tutti”

G: “Okay…Anche se dovrò disinsospettire Sarah”

C: “Perché sospettava già qualcosa?”

G: “Si…Credo che il dubbio le sia venuto quando le ho detto di essere innamorata di te”

C: “Glielo hai detto? Spiegati il costume e l’ olio per massaggi…Ci stai a darle un aumento?”

G: “Non fare lo stupido. Tu lo hai detto a qualcuno?”

C: “Emily…Sai è lei che mi ha spronato”

G: “In che senso”

C: “Poche settimane prima che partissimo, una sera mi ha chiesto se ero innamorato di te. Gli ho detto di si, semplicemente. Così lei mi ha chiesto cosa stessi aspettando…E ho pensato *veramente, cosa diavolo sto aspettando!?* ”

G: “Pensi di dirlo ad Em?”

C: “A Sarah lo direbbe e poi la voce girerebbe…Mi duole ma preferisco non dirglielo”

G: “Certo che siamo proprio due fenomeni ad essere convinti di riuscire a tenere il segreto quando lavoriamo in un ufficio pieno di gente che smaschera le menzogne”

C: “Metteremo alla prova il nostro staff” dice con un arrogante sorriso stampato in faccia.

 

Verso le tre di pomeriggio…

G: “Visto che non ci abbiamo messo molto!?”

C: “Un ora! Dico un ora per fare i bagagli e tu lo chiami poco? Ho bisogno di uno Scotch andiamo al bar”

G: “Aspetta prima devi chiamare Emily”

C: “Perché?”

G: “Per dirle che torni a casa stasera e non domani mattina”

C: “Ma non vado a casa per dormire!”

G: “Mi illumini dottor Lightman: dove andrà e cosa intenda fare per tutta la notte?”

Lui la spinge contro il muro e le accarezza i capelli “A casa sua dottoressa, in quando al cosa…Glielo faccio vedere subito!”

 

“E’ tardissimo sono le quattro! Dai usciamo altrimenti ci perdiamo tutto il pomeriggio” afferma Gillian alzandosi dal letto per andarsi a vestire.

C: “Ne è valsa la pena”

La donna afferra i jeans dell’ uomo e glieli tira in testa “Vestiti che è meglio playboy”

Cinque minuti dopo sono pronti.

C: “Allora il pomeriggio è tuo…Che ti va di fare?”

G: “Giro in battello! Solo quello perché dura tre ore…Stavolta però pago io!”

Poco dopo si trovavano sul battello per fare il giro della città attraverso i fiumi principali. Cal accampava qualsiasi scusa per baciare Gill, tra le quali: non baciarsi sotto i ponti porta sfortuna, vedere un elicottero è come trovarsi sotto al vischio e quella che le stava dicendo ora: ogni parola era seguita da un bacio “Sai * Dovremmo * Baciarci * Ogni volta * Che vediamo * L’ Empire * State Building * ”

La donna lo allontana ridendo per poter parlare “Cal è l’ edificio più alto della città, lo si vede sempre!”

Bacio. “Appunto” Bacio. Gill ride ancora e risponde con piacere ai baci, stringendolo a se.

G: “Ti amo. Ti amo e non mi stancherò mai di dirtelo”

 

 

 

Cal è seduto sul divano, Gill accoccolata nell’ ala della sua spalla.

“Non è giusto che sia già finita la vacanza”

C: “Ti prometto che faremo gli sposini anche a casa”

G: “Ma non avremo tutta questa libertà…Anzi proprio non ne avremo: a casa tua cè Emily, non possiamo andare in bei ristoranti perché c’ è il rischio che ci conoscano e a lavoro non ci possiamo coccolare”

C: “Vedi il lato positivo della cosa”

G: “Illuminami”

C: “Sarà come essere due amanti. A casa mia ci dobbiamo appartare, invece di andare al ristorante cerchiamo di cucinare noi per mangiare a casa tua e in ufficio…Ah, li si che ci divertiremo! Mi piace questo programma, non per sempre certo, ma invece di passare subito alla monotona vita da coppietta possiamo sperimentare quella eccitante da amanti senza tradire nessuno”

G: “Mmh…Okay, devo dire che come programma mi piace…Specie la parte sull’ ufficio, mi divertirò troppo a ‘prendere in giro’ i maghi della menzogna!”
C: “Errore, siamo noi quelli, loro sono gli apprendisti ignoranti…Non se ne accorgeranno mai. Ahahah ma ti immagini la faccia di Loker e di Ria se glielo diciamo dopo un anno o passa e si rendono conto che li abbiamo fottuti per tutto quel tempo?” Gill lo bacia.

C: “Che cè?”

G: “Hai detto tra un anno…Quindi sei già sicuro che durerà, giusto?”

C: “E’ la cosa più giusta e di cui sono più sicuro di tutta la mia vita”

Gill lo stringe forte forte a se con le lacrime agli occhi “Ancora non mi sembra vero che tu sia mio”.

Rimangono a gustarsi quei momenti fino alle 7:00, quando la donna fa presente: “Cal tra due ore dobbiamo partire, sarebbe ora di andare a cena”

C: “Hai ragione, ci cambiamo?”

G: “Se mi dici dove andiamo mi regolo”

Cal finge di pensarci su “Naah lo sai che non è nel mio stile. Mettiti uno dei tuo bei vestitini e siamo a posto.

Lei: tubino senza spalline lilla tendente al viola; accessori in tinta.

Lui: Pantaloni e giacca neri; cravatta in tinta con il vestito della donna.

G: “Ora che stiamo insieme non mi fai più complimenti?” scherza.

C: “No, ora posso essere onesto: sei eccitante con quel vestito”

G: “Che cretino!”

C: “Sono serio”

G: “Anche io”

La squadra. “Ti salterei addosso”

G: “Frena i tuoi istinti, dobbiamo andare a cena. A proposito mi vuoi dire dove andiamo?”

C: “Solo perché dobbiamo andare in taxi e sentiresti comunque la destinazione”- la prende sotto braccio e si avviano verso l’ uscita dell’ Hotel, quando Cal aggiunge “The River Cafè”. Gill per poco non rovina a terra.

G: “Mi stai prendendo in giro vero?”

C: “Affatto”

G: “M-Ma Cal le cene costano $100 a persona vino escluso!”                          

C: “Lo so”

G: “Non è necessario che fai tutti questi sforzi…A me basta stare con te!”

C: “Lo so…Ma ho pensato al nostro discorso di prima, sulla vita da amanti o da coppia…Bhe noi abbiamo solo questi giorni da fidanzatini, quindi ti voglio trattare come una regina. Anche perché io sono il re, ergo tu la regina!”

Entrambi scoppiano a ridere, mentre si avviano verso il taxi e Gill gli da un grande bacio sulla guancia.

 

(Vorrei fare presente che è questo il “The River Cafè” --> http://www.rivercafe.com/gallery-tour/ )

 

 

Alla fine della serata il costo complessivo del gentile galantuomo sarà di circa $300. Ha deciso di prendere vino di marca e far riservare per lui e la sua ‘signora’ il tavolo migliore, vicino alle finestrone che da proprio sull’ East River con vista tutta la parte Sud-Est di Manhattan al tramonto, illuminata dalle luci degli imponenti palazzi.

Si potrebbe descrivere per filo e per segno ogni parola che è stata detta durante quell’ incantevole cena (che di certo non si dimenticheranno mai), ma si tratta semplicemente di chiacchiere spensierate di due persone che hanno finalmente trovato la persona amata, che hanno finalmente rincominciato a vivere, ad apprezzare quel gioco di poche parole, sguardi sfuggenti e carezze che è l’ amore.

 

Tornando all’ Hotel in taxi…

G: “Sai amore, l’ unica cosa che ci manca è una canzone!”

C: “Provvediamo…Taxista accenda la radio”

Voce radio: “Ed ecco a voi il nuovo singolo degli One Direction…”

C-G: “Tassista, spenga la radio”

G: “Uff, sarebbe stato carino avere una canzone da ballare”

C: “Eccoci, siamo arrivati. Nell’ atrio cè una televisione con musica 24/24h, vedrai che siamo più fortunati.”

Quando i due entrano nell’ atrio l’ uomo le porge la mano “Pronta? Andiamo e tentiamo la sorte”

Gill afferra la sua mano e si avviano entrambi verso questa pista da ballo improvvisata. Parte la musica. Si guardano negli occhi. “Non poteva esserci canzone migliore”. Iniziano a ballare.

 

(Se volete sentire anche voi la loro canzone… http://www.youtube.com/watch?v=Ss0kFNUP4P4 )

 

I could stay awake

Just to hear your breathing

Watch you smile

while you are sleeping

 

Gill appoggia la testa sul petto di Cal, mentre entrambi si lasciano cullare da quei magici momenti, sotto le note di quella che ora è la loro canzone.

 

I could spend my life

In this sweet surrender

I could stay lost in this moment

Forever

 

 

“Gill”

“Si?”

“Dimmi che sarai mia tutta la vita”

Every moment spend with you

Is a moment I treasure

Don’t wanna close my eyes

 

“Con tutte le delusioni che ho avuto non                                                             

 credevo più ai per sempre…Con te non     

  ci voglio provare, con te ci voglio riuscire

 e so già che ci riuscirò perché…”

 Poi lascia che sia la canzone a parlare

Cause I’d miss you baby

And I wanna miss a thing

 

 

 

“Quindi si, sarò tua per sempre se lo vorrai”

“Niente riuscirà a strapparti da me, sei la donna della mia vita”

 

Continuano a ballare mentre si baciano ancora e ancora: quegli istanti sembrano non finire mai.

 

 

Allora che ve ne pare?? E’ relativamente corto ma ho riportato i punti salienti della giornata, perché se scrivevo tutto non mi fermavo più!

Come avrete notato i miei avvisi erano corretti e qui sono stata smielata al massimo…Anche un po’ ‘perversa’ ma in fondo sono due adulti ù_ù

Ci avviciniamo alla fine, oramai rimane solo un ultimo capitolo e un ultima domanda: Qualcuno scoprirà il loro segreto?

In attesa del prossimo capitolo mi farebbe piacere una recensione, anche corta corta…In fondo vi porta via solo pochi minuti e mi fa tanto piacere :))

A presto,

Jenny

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Capitolo 9
*** Ritorno alla normalità...O quasi! ***


Salve a tutti! Questo è l’ ultimo capitolo! Meglio che non tenti di scrivere altro perché mi viene da piangere! Buona lettura!!

Ah, è abbastanza breve perché era previsto come epilogo.

 

 

Capitolo 9. Ritorno alla normalità…O quasi!

 

“La vuoi smettere Cal?!” dice la donna ridendo e tirandogli una cucinata in testa.

Da quasi un’ ora si stanno coccolando nel letto e da venti minuti buoni lui ha deciso che il suo unico scopo è di baciarla ininterrottamente sul collo. Certo, romantico…Peccato che lei soffra tremendamente il solletico.

“Vaa bene” replica Cal; poi le prende la mano ed inizia a baciarla, percorrendo tutto il braccio, arrivando alla guancia ed infine alle labbra. Poi come se non gli avesse detto niente ritorna al collo. Gill si dimena ridendo, ma essendo l’ uomo sopra di lei non riesce gran che. Afferra con le mani la testa di Cal portandola fino all’ altezza della sua “Le mie labbra non il mio collo scemo”

“Ti bacerei tutta” prima che Gill possa replicare si lancia all’ assalto: sulla fronte, sul naso, sulla guancia, sulle labbra, sul collo, sulla pancia…D’ ovunque.

Lei ride, poi lo afferra per le spalle e lo rigira nel letto salendogli sopra; rimane per qualche attimo a contemplarlo divertita, poi si china per baciarlo…Ma qualcosa la ferma: l’ orologio.

“ACCIDENTI!”

C: “Che succede tesoro?”

G: “Non avevamo messo la sveglia sono le otto meno un quarto e tra quindici minuti dobbiamo essere a lavoro!”

C: “Naah non andiamo a lavoro stiamo qui” replica prendendola per mano e ritirandola verso il letto.

G: “No! Ci siamo presi la nostra vacanza, ora dobbiamo andare…Dai Cal!” Aggiunge tirandolo su dal letto.

C: “Okay allora non facciamo colazione cosi siamo sicuri di arrivare in…”

G: “Stai scherzando vero? Vammi a preparare qualsiasi cosa di digestibile o mangerò te, amore”

C: “Quanto è dolce la mia fidanzata”

G: “Fidanzata” gli sorride e lo bacia, poi inizia a vestirsi.

C: “Che cosa stai facendo? Levati quella maglia!”

G: “Perché?”

C: “E’ scollata!”

G: “Non dire sciocchezze la ho già messa altre volte”

C: “Ma le altre volte non eri la mia bellissima Gill, ne tantomeno dovevo nascondere di trovarti incredibilmente attraente, quindi facilitami la cosa. Senza contare che non ho voglia di prendere a pugni Loker per i commenti che…”

G: “Okay okay la cambio. A me basta che ti vesti Capitan America”-aggiunge ridendo-“Aaaah” l’ uomo cerca di ricorrerla, ma quella si rintana in bagno “La colazione amore!”

 

Per Cal era incredibilmente buffo vederla mangiare. A lavoro era la perfetta Dottoressa Foster sempre rigorosa e ‘seria’ (quando non erano loro due da soli)…Mentre a tavola se aveva fame, il che accadeva praticamente sempre, trangugiava qualsiasi cosa di commestibile gli capitasse a tiro. Certo lui le limitava il cibo spazzatura…Come quella volta che la aveva sorpresa a mangiare strani ravioli in un sacchettino.

Perso in questi pensieri gli scappa un sorriso, che non sfugge alla sua compagna.

“Che cè?”

“Pensavo che sei talmente bella da sembrare un cucciolo”

“Come sei dol…”

“Maa”- aggiunge con fare malizioso “Quando mangi ti trasformi in un gormita mangiauomini”
“Un chee?”

“Gromita…Sono strani esseri, Em guardava quei cartoni animati da piccola”

Adesso è Gill che si crogiola pensando alla quantità industriale di facce buffe o strafottenti che ha visto fare al suo collega/fidanzato nel corso degli anni.

Anni. Non riusciva a credere come la loro relazione, il loro rapporto si fosse evoluto così nel corso del tanto tempo trascorso insieme.

Nove anni fa erano entrambi sposati. Otto anni fa erano grandi amici. Sette anni fa erano già migliori amici; il loro rapporto era rimasto fermo per molto tempo. Poi tre anni fa lei divorzia, cosa che lui aveva fatto già da tempo. Da due anni giravano fidanzati e donne occasionali. Ora finalmente erano insieme. Che grande scherzo la vita. Nove anni di condivisione, nove anni di rapporti amichevoli…E tutto per questo momento. Nove anni per essere finalmente felice con l’ uomo che amava.

 

Durante il breve tragitto che li separava dal Lightman Group ebbero poco tempo da dedicare a questi pensieri profondi, troppo presi da come organizzare le loro giornate da quel momento. Sotto forte insistenza di Cal, Gillian non avrebbe più messo vestiti o camicie troppo scollate perché “non so se te ne accorgi ma ti guardano tutti”; avrebbero mantenuto le ricorrenti camminate per l’ ufficio abbracciati e i baci sulle guancie per non destare sospetti; non lo avrebbero detto ad anima viva; infine i posti dove potevano fare i piccioncini erano limitati ai loro uffici e al balcone se l’ ufficio fosse stato deserto. Durante le ore lavorative avrebbero cercato di essere professionali, ma se proprio non resistevano la frase in codice era “Mi serve una pausa”.

“Subito li promuovo, da una settimana a un mese mi congratulo, fino ai sei sette mesi li prederò in giro a vita, dopo un anno li licenzio” sentenzia Cal riferendosi ai suoi impiegati.

“Se siamo bravi non ci beccheranno fino a che non lo vorremo noi”

“Detto da che te sei ‘sublime’ a mentire possiamo stare tranquilli!”

“Davvero divertente! Comunque non sono molti di cui ci dobbiamo preoccupare”

“Loker è un idiota in fatto di relazioni umane, non ci arriverà mai. Tu stai attenta a Sarah che ti legge come un proverbio cinese”

“Un che!?? Comunque io sto attenta a lei, ma tu hai Ria e Emily da tenere a bada. Tua figlia noterà presto che sarai più rilassato e meno rompiballe e Ria…Lei ti legge come un proverbio cinese

Alle 7:58 parcheggiano l’ auto e si affettano ad entrare in ufficio; per le otto in punto entrano.

Quasi tutti gli impiegati appena arrivati si voltano per salutarli, ma dei tre moschettieri non cè traccia. I due si dirigono nell’ ufficio di Cal; “Bene, inizia lo sp…” si bloccano. Nella saletta dell’ ufficio, spaparanzate sul divano con tanto di ghigno strafottente sul visto, ci sono Sarah e Emily.

G: “C-Ciao ragazze!”

C: “Non dovresti essere a scuola Em?”

E: “Ero ansiosa di vederti”

S: “Allora, vi sedete qui con noi un paio di minuti cosi ci raccontate com’ è andata la vacanza?” azzarda maliziosamente Sarah.

Ma adesso è il turno della coppietta segreta di farle arrossire.

G: “A proposito della vacanza, volete sapere una cosa strana?”-Le due si lanciano uno sguardo-“Un impiegata che non conosciamo ci ha fatto un curioso scherzo, dicendoci che le camere erano finite quando invece erano a decine quelle libere. E cosa curiosa, sai che è di origini italiane? E a più o meno la tua età…”

E: “Sei di origini italiane?” le sussurra Emily.

S: “Come milioni di immigrati, senza contare che sono qui da anni e anni”

C: “Ah, altra cosa curiosa. I signori che ci hanno offerto la vacanza, a quanto ho scoperto ieri, sono stati estradati dagli Stati Uniti qualche mese fa. E…non ho potuto fare a meno di notare che hai prelevato $500 dal tuo conto corrente…Posso sapere a cosa ti servivano”

E: “Hem…Ecco…Per…Un amica!”

C: “Assi…Quale amica?”

Improvvisamente entra il postino. Sarah ed Emily tirano un sospiro di sollievo, ma per moolto poco…

C: “Derp, razza di idiota ti dico sempre di non portarmi la posta in ufficio, cosa che hai fatto appena prima che partissi. La prossima volta te la infilo su…”

“Cal!” lo ammonisce Gillian.

Derp: “M-Mi scusi signore m-ma la signorina Black ha detto d-doveva aggiungere una lettera e c-che ci avrebbe pensato lei”

C: “Vai pure Derp”. Una volta che il postino esce Gillian e Cal si voltano verso le due con aria trionfante.

G: “Allora?”

Emily non ce la fa più e la curiosità prende il sopravvento sul buon senso “Si okay okay siamo state noi! Ma adesso vi prego diteci se ha funzionato”

Cal guarda divertito Gill e poi replica “Funzionato cosa?” I due si voltano beffardi per uscire dall’ ufficio.

S: “FERMI LI!” Si alza e si avvicina a Cal “Sarete anche bravi a controllare il linguaggio del corpo e la mimica facciale…Ma ti sei toccato un po’ troppe volte la giacca” Prima che qualcuno possa replicare lei ed Emily si fiondano su Lightman e dalla sua giacca estraggono una specie di piccolo raccoglitore.

G: “Che cos’è?”

C: “…”

Cal non lo aveva ancora mostrato nemmeno a Gillian.

Sarah ed Emily lo aprono. Girano un paio di pagine, poi si guardano e si mettono ad urlare trionfanti. Subito dopo corrono ad abbracciare gli altri due.

“VI LASCIAMO SOLI!!” Gridano uscendo allegre come mai dall’ ufficio.
“Si può sapere cos’ era Cal?”

Lui le porge l’ album. Dentro ci sono poche ma significative foto.

I primi tre scatti ritraggono due persone sull’ Empire State Building prima, durante e dopo un passionale bacio. Nelle altre due si vedono le stesse persone in un parco. Nella prima la donna è appoggiata contro un albero e l’ uomo davanti a lei le stringe le mani; in quella dopo si stanno baciando.

“Che ne dici di un altro ciac?” sussurra Gillian, poi si avvicina a Cal e lo bacia mettendogli le mani intorno al collo. Lui le attorciglia attorno alla vita della donna, poi ne porta una verso la testa “Adoro il profumo dei tuoi capelli”.

 

 

E con più di una lacrima sul viso Sometimes*, la mia prima storia, termina qui.

Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno recensito, ma un grazie speciale va a Kaori e Jane che mi hanno seguito e incoraggiato passo dopo passo in questa piccola follia…Grazie ragazze :’]

A chi va di recensire un’ ultima volta apprezzerei veramente.

Alla prossima :’]

Jenny

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