The music that makes my heart beat

di SaraMichaelis_Ciel
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** At the beginning. ***
Capitolo 2: *** A flight toward my dreams ***
Capitolo 3: *** I'm in hurry! Time is running out ***



Capitolo 1
*** At the beginning. ***


Una normalissima serata estiva, come tante.
Chiara la trascorreva a casa, in compagnia delle note di una delle canzoni che spopolava e impazzava in ogni locale del mondo.
‘Sexy and I know it’ risuonava all’interno dell’abitazione, facendo rimbombare violentemente le casse dello stereo; in tv, Mtv trasmetteva la stessa canzone, accompagnata dal relativo videoclip. Alcuni uomini con addosso slip striminziti, pantaloni piuttosto aderenti, ballavano con tale disinvoltura e fluidità.
Un passo di danza e un’inquadratura in primo piano dei due componenti della band, alcun ballerini che si esibivano accanto a loro, guidavano i movimenti di Chiara, intenta a cimentarsi in quella stessa coreografia. Nonostante gli sforzi che faceva nell’eseguire correttamente ogni singolo passo, la sua attenzione veniva distolta da qualcuno che sembrava attirarla all’istante.

Stefan Kendal Gordy, più comunemente conosciuto come Redfoo, dai fans.

Trentasettenne, dalla folta chioma color castano-nocciola, buffa, vaporosa e soffice, molto simile ad una nuvoletta morbida. Un sorriso spiazzante e perfetto, un paio di labbra morbide e invitanti. Un tipo piuttosto stravagante, dal guardaroba singolare -viste le numerose tute aderenti con gli zip, leopardate e le grandi collane che è solito portare intorno al collo-. Un uomo che di primo acchito passerebbe inosservato, solo se non venisse riconosciuto come il cantante- nonché uno dei membri di una band americana, proviene da L.A- dei LMFAO.

Una singola foto di lui su una rivista, su Internet, o beccarlo semplicemente in qualche apparizione televisiva, riusciva a sortire sulla ragazza effetti micidiali, completamente ignoti. Le bastava poterlo ammirare, osservarlo e cogliendo ogni singola sfumatura della sua persona e del suo carattere. Le bastava che le sorridesse attraverso una foto trovata su qualche blog o forum a caso, o da un teleschermo televisivo.  

Poteva il grande amore verso il proprio cantante preferito, mutare in qualcosa di più intenso?
Si trattava solo di ammirazione, di sostegno nei suoi confronti, o tutto questo sentimento andava oltre ai classici standard fan-artista musicale?


I suoi occhi si incollarono dapprima sullo schermo della tv, successivamente vagarono in direzione del tavolino della sala, dove vi era una busta e due biglietti contenuti al suo interno; un biglietto aereo di andata, destinazione Las Vegas -NY- e uno d’ingresso per un concerto, affiancato da un pass speciale per il Backstage 'LMFAO Party Tour'.-

“Domani…” -sospirò, tenendo tra due dita il pass, spegnendo la tv con il telecomando.-

Il volo era previsto per il giorno seguente e, sebbene l’orologio segnava la mezzanotte passata, il sonno sembrava non volerle far visita.
L’emozione aveva preso il sopravvento, tenendola sveglia per ben due giorni interi. Non c’era tempo per essere stanchi quando l’attendeva un’esperienza ancora più elettrizzante.

Si passò una mano tra le ciocche rossicce della sua chioma, apprestandosi a prepararsi per la notte.
Si accertò di aver chiuso tutte le porte, infissi inclusi, prima di dirigersi al piano superiore.
Un passo alla volta salì i gradini e, con una mano, aprì la porta della camera, quanto basta per entrarvi.

Sul letto, una piccola valigia e una borsa attendevano solo di poter essere chiuse, avendo terminato in anticipo i preparativi. Leggins leopardati e zebrati, scarpette basse con un design che rispecchiava quello dei pantaloni e diverse canotte lunghe con scritte appariscenti. Una macchinetta fotografica, l’Ipod e alcuni ricambi. Avrebbe pernottato in qualche hotel della zona la notte stessa del concerto, ma aveva ugualmente deciso di munirsi dello stretto necessario.
Con un sospiro, si lasciò cadere sul letto afferrando il cellulare. Osservò il display per diverso tempo, impostò la sveglia, alzando lo sguardo al soffitto.
Non passò molto tempo, prima che le palpebre presero a chiudersi.

Era questione di minuti, se non secondi prima che si sopisse in un sonno profondo.


Ho provato a realizzare una piccola Fiction di tre capitoli per la mia cara ShimizuJackline_ completamente arrostita e cotta a puntino giusto della sua pecorella. Mi rendo conto dell'esigua lunghezza del capitolo ma, rimedierò nei prossimi <3

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Capitolo 2
*** A flight toward my dreams ***


L’alba era ormai sorta e il sole mattutino prese a schiarire l’oscurità che la note calava con sé.
Le flebili luci del nuovo giorno, filtravano con dolcezza attraverso le fessure delle serrande, -sotto forma di fasci di piccole dimensioni- che puntavano contro il suo volto.

Ancora assonnata, la ragazza portò il dorso della mano davanti agli occhi, mugugnando qualcosa a dir poco incomprensibile, con voce ovattata.
Il display della sveglia, presente sul comodino di fianco al letto, segnava le 7:00 AM e un suono acuto ad intermittenza, monotono ed assordante, dava inizio alla sua giornata.

"Geez… sono sveglia..."

Chiara si infagottò nelle lenzuola, stendendo una mano verso quell’aggeggio rumoroso che le martellava nervosamente i timpani; lo spense con la stessa espressione tipica di chi è rimasto ancora nel mondo dei sogni.

Lentamente, si portò seduta sul bordo del letto, dove fece ciondolare appena le gambe, prima di alzarsi.

"Here we go."

Si stiracchiò un’ultima volta, posando e congiungendo i piedi su una mattonella, che costituiva la pavimentazione.
Una rapida colazione -malgrado la mancanza di appetito- una doccia rinfrescante e degli indumenti comodi e leggeri.
Caricò la borsa sulle spalle e, con tutte e due le mani, prese la valigia e scese al piano terra, pronta ad uscire in tutta fretta.
Sfrecciò ad una velocità pari a quella di un missile, verso un’unica direzione: l’aeroporto.

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Dopo aver concluso i soliti controlli -biglietto, check-in bagagli-, si imbarcò frettolosamente.

"Dunque… vediamo..." -si guardò intorno, alla ricerca del posto assegnatole.

"Qui, accanto al finestrino, hn?” -controllò per l’ultima volta la carta d’imbarco, lasciandosi sprofondare nella comoda seduta; tirò un immenso sospiro di sollievo, temendo di non riuscire ad arrivare in tempo -vista la notte insonne, trascorsa a rigirarsi nel letto.-
Allacciò la cintura e, accendendo l’Ipod, impostò la riproduzione casuale, aspettando impaziente e con il cuore che le batteva in gola, il tanto atteso decollo.
Si prospettava un viaggio lungo. Un’emozione dopo l’altra e tante sorprese che l’attendevano proprio dietro l’angolo.

Il viaggio verso il suo sogno più grande stava avendo inizio, e voleva godersi ogni singolo istante, anche il più breve ed effimero.

Nulla sarebbe stato più come prima, ma questo Chiara non poteva saperlo, non ancora.
Sulle note di tutte quelle canzoni che amava, le uniche che erano in grado di farle accapponare la pelle, socchiuse le palpebre, lasciandosi avvolgere dalle braccia di Morfeo.

Ci vollero numerose ore prima dell’arrivo ma, dopo una lunga ed estenuante attesa, il volo giunse a destinazione.
Recuperò tutti i bagagli e, dopo qualche secondo di smarrimento, si diresse verso l’uscita, scendendo alcuni gradini.

Los Angeles, una tra le città americane più appariscenti; affollata, in quasi ogni ora del giorno, con numerosi edifici e locali di tendenza dislocati un po’ ovunque.
Non conosceva affatto il luogo ma, non appena i suoi occhi puntarono un ragazzo, si fece coraggio e decise di avvicinarsi.

Un uomo sui trent’anni, per la precisione. Biondo meshato, i capelli raccolti in una coda di cavallo, occhi azzurri e una lieve barbetta che gli punteggiava il viso.

"Excuse me Sir… I hope you can help me. I need an info."

"Yeah, sure… What’s this about?" -replicò lui con spiccata cordialità ed un sorriso accattivante.

"I'm searching for… this building" -tirò fuori un depliant scaricato da Internet.

"It’s Bayside Hotel. Are you a tourist on Holiday?"

"I guess so…" -sorrise in modo impacciato.

"Sorry, none of my business, huh?" -rise.

"Anyway you can take that taxi. It’s not so far from here."

"Really? You’re so kind sir. Thank you so much."

"Just call me Chris."

Si congedò con un sorriso, percorrendo la via apposta a quella che Chiara doveva percorrere.
La ragazza si affrettò a prendere un taxi, che operava ed era sempre attivo nella stessa zona in cui era diretta.

A giro concluso, si affrettò a pagare il tassista e, recuperando i suoi effetti personali, si avviò verso l’ingresso dell’Hotel, entrandovi.

La hall principale aveva una tappezzeria color rosso e i relativi decori e particolari, rispecchiavano la tonalità di questo colore così caldo, vivo ed acceso. Vi erano inoltre alcuni tavolini, abbelliti con decorazioni floreali, una piacevole musica rilassante di sottofondo e un’illuminazione molto soft.

"May I help you ma’am?" -domandò il receptionist.

"Oh yes… I just rent a room via Internet a week ago."

Il receptionist digitò tutte le informazioni che Chiara gli fornì, accertandosi che tutto fosse in ordine.

"Oh yes, last floor, room 700” -le porse una chiave, incurvando un sorriso gentile e servizievole.

"Please enjoy your stay."

Si avvicinò all’ascensore; salì e pigiò l’ultimo bottone della fila numerica.
Non appena questi si fermò, scese e si fece strada verso la sua stanza. La aprì con l’apposita chiave e richiuse frettolosamente la porta dietro di sé.

Si trattava di una stanza di media grandezza, dall’arredo confortevole ed accogliente, dalla tintura e dalle varie sfumature color rosso che caratterizzavano l’intero edificio.

“Finalmente…”

Un sospiro di sollievo vibrò tra le sue labbra, lasciandosi cadere sul quel letto ancora perfettamente fatto.

Mancavano diverse ore all’inizio del concerto.
Il countdown stava per aver inizio.

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Capitolo 3
*** I'm in hurry! Time is running out ***


Tre ore prima del concerto.
Un senso di ansia e agitazione la sopraffò in pieno.
Nonostante la differenza del fuso orario, le ore trascorse seduta su quell’aereo, la ragazza sembrava non risentire del bisogno di riposare su quel morbido letto.
Desiderava fermamente che il tempo trascorresse e, a tale proposito, fissava il display dell’orologio digitale sperando che ciò si avverasse.

La mente vagava altrove, verso piacevoli pensieri, perdendosi nei meandri della fantasia. Tutto il resto, passava automaticamente in secondo piano.

"Credo che andrò a fare una doccia." -sbuffò.

Annoiata, Chiara si rigirò più volte nel letto e, con un movimento deciso, si portò rapidamente seduta; con un balzo si alzò in piedi, lasciando cadere sbadatamente a terra, un peluche di una piccola e graziosa pecorella che portava sempre con sé. Si accinse a recuperala e una volta stirata la coperta, -eliminando così alcune pieghe- mise tutto in ordine, sistemando la mascotte al centro.

Da qualche minuto Mtv stava trasmettendo uno special sul backstage del concerto.
Tutto in presa diretta che ripercorse, passo dopo passo, le ultime ventiquattro ore di Refdoo, SkyBlu e l’intera Quest Crew, prima della performance.
 
Attimi di serietà delle prove alternati a buffi sketch nei camerini, nelle stanze dell’hotel in cui alloggiavano e quei momenti ‘intimi e personali’ che, difficilmente, un reporter aveva modo di filmare.

L’ultima tappa del tour si concludeva nella stessa città, che assistette alla loro formazione.
Un evento irripetibile, a cui riservavano una notevole importanza e considerazione.

La suoneria di un messaggio in arrivo, distolse l’attenzione della ragazza dallo schermo. Il tempo necessario di dare una rapida occhiata e, prima che avesse modo di alzare nuovamente il capo, visionando il programma, un immagine di Lui in primo piano con un costumino aderente, la fece sussultare sul posto.

Lui, lo stesso ‘tale’ che si muoveva con spensieratezza e naturalezza sul palco. Impossibile da non ammirare, viste quelle perfette inquadrature.

Le movenze spontanee, quell’eccesiva sicurezza e spigliatezza che adoperava nel muovere e nell’ondeggiare il bacino. Non si abituava mai a quel batticuore improvviso, neppure dopo aver visto e rivisto le centinaia di clip presenti su You Tube.

Un lieve rossore si accese sul suo viso, nonostante i vani tentativi di reprimerlo.

“Esibizionista…”- bofonchiò con le guance violacee, spalancando le finestre in modo da far areare la stanza.

Si tolse la maglia, la gettò all’indietro, oscurando lo schermo del televisore -ancora acceso-; afferrò un ricambio pulito, dirigendosi in bagno dove una bella doccia fredda, avrebbe senz’altro contribuito a raffreddarle le idee, riportando la mente a quella tranquillità iniziale.

-------

Un’ora prima del concerto.

"Un altro ritocco e ho concluso…"

Mormorò sovrappensiero mentre, con il pennellino dello smalto, rifiniva alcuni particolari.
Un soffio qua e là e, attendendo impaziente che lo smalto sulle unghie si asciugasse, passò gran parte del tempo ad ammirare quei decori leopardati, realizzati con cura e meticolosità.

Era già vestita, con una scia di profumo fruttato e un filo di lip gloss alla fragola, sulle labbra.
Una comoda canotta lunga con su scritto ‘I’m sexy and I know it’, leggings neri e un paio di nike sportive.
Nulla di eccessivamente scintillante o appariscente.
Semplicemente lei.

Lo stadio in cui il gruppo si esibiva non distava molto dall'hotel ma era comunque propensa ad avviarsi, per accaparrarsi uno dei posti migliori.

Inserì il cellulare e la macchinetta fotografica in una tracolla, indossando il pass speciale per il backstage, uscendo rapidamente dalla stanza.
Il corridoio del piano era vuoto e l’unico rumore che si udiva, era quello prodotto dalle scarpe di Chiara che camminava sul quel lungo tappeto rosso, che terminava davanti all’ascensore.

Attese pazientemente il suo arrivo e, una volta che le porte si aprirono, entrò nella cabina pigiando il tasto che corrispondeva a ‘1st Floor’; accostò la schiena alla parete, osservando l'immagine di se stessa riflessa nello specchio lì davanti. L’elevatore iniziò a scendere quando, all’improvviso, notò che la velocità prese a diminuire, fino a fermarsi.

"WTF?"

Le porte si aprirono, rivelando la figura dello stesso uomo biondo che incontrò diverse ore prima di giungere in hotel; appariva diverso da come lo aveva visto precedentemente: i capelli sciolti, una t-shirt bianca e un paio di jeans.

"Oh, it’s you... the girl I met hours ago." -la affiancò con un sorriso educato, stendendo una mano verso i pulsanti.

"Y-Yeah... It’s me.. Chris, right?" -deglutì impacciata, facendo finta di ricordare il suo nome.

Un dèjà vu alquanto insolito per Chiara, che non perse occasione di lanciargli delle occhiatine brevi ed intense.
Un uomo bellissimo, ricco di fascino, dai magnifici occhi azzurro oceano. Un tipo interessante, indubbiamente, con cui iniziò un breve discorso, in lingua inglese.

"Ti ricordi di me, dunque." -chiese lui, divertito.

"Yeah, sei stato davvero gentile prima."

"Non potevo non aiutare una giovane ragazza carina."

"C-Carina?” -sibilò, lievemente imbarazzata.

Più lo guardava e più si capacitava di una cosa.

E se quel bel biondone in realtà fosse Chris Hemsworth?

Troppe somiglianze. Può trattarsi di un omonimo, o di un sosia... -pensò lei.

Il biondo si limitò ad annuire, sorridendole in modo cortese.

"First floor?"

"Y-Yes." -annuì decisa, ispirando silenziosamente.

Per quanto Chris fosse attraente, non riusciva a ignorare le sensazioni che ‘Lui’ riusciva a suscitare in lei.

Diversi minuti dopo, l’ascensore raggiunse il piano desiderato e, dopo un breve suono acustico, le porte si aprirono. Scesero entrambi e si diressero verso l’uscita.

"Non so come ringraziarti Chris." -sorrise e si guardò intorno, alla ricerca di un mezzo di trasporto.

Una fila chilometrica di auto si estendeva per diversi Km, lungo strada principale.
Credeva di non farcela a raggiungere in tempo lo stadio e il timore l’assalì. Aguzzò lo sguardo cercando di intravedere un taxi disponibile ma, per sua sfortuna, tra tutte le vetture che attendevano lì ferme, non vi era alcun veicolo giallo che transitava da quelle parti.

"Shit, ora come diamine faccio?!" -imprecò tra sé e sé, sospirando.

Il biondo tirò fuori dalla tasca dei pantaloni le chiavi dell’auto, aprendo con un dispositivo a distanza la propria vettura.

"Dove sei diretta?" –chiese tranquillamente.

"Ehm... dovrei raggiungere lo stadio."

"Non è molto lontano da qui, e conosco una scorciatoia. Salta su." -salì in auto e le fece cenno di avvicinarsi.

Approfittando della sua gentilezza, aprì la portiera e si sedette sul morbido sedile; tirò un respiro di sollievo non appena Chris imboccò un percorso alternativo, seminando tutto quel trambusto.
 
Mezz’ora di tempo. Solo trenta minuti.

Chiara stringeva il cellulare tra le dita, controllando ogni minuto che mancava alla tanto attesa esibizione.

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