Hey, keep calm. She is just the tornado Blair Waldorf.

di LaylaLaRed
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** My lost dignity ***
Capitolo 2: *** My stupid escape ***
Capitolo 3: *** My wrong wedding. ***



Capitolo 1
*** My lost dignity ***


Mentre leggete questa ascoltate Nile's Blues su questo link http://incompetech.com/m/c/royalty-free/index.html?genre=Blues


Lo guardai con malizia e alzai la spalla in modo sensuale.
Mi avvicinai a lui e con la mano lo tentai, sfiorandogli il mento e formando un bacio con le labbra, sorridendo maliziosa subito dopo.
“Hey Chuck Bass, c’è qualcosa che ti piace qui?”, domandai lanciando il mio golfino nero sul palco.
“Solo tu mi piaci, Waldorf”, rispose lui osservando il mio bustino nero che lasciava intravedere lo spacco del seno poco prosperoso.
“Allora rinfrescati gli occhi”, gli intimai, slacciando in modo provocante il corpetto e voltandomi ancheggiando.
Quando ebbi finito girai la testa, e mi morsi il labbro inferiore con i denti, alzando contemporaneamente la spalla.
Mi stava facendo eccitare. Mi stava facendo sentire importante. Mi stava facendo sentire qualcuno.
Ma nei suoi occhi esaltati e annebbiati dall’alcol che continuava a sorseggiare, notai una luce di preoccupazione che svanì appena si accorse che mi ero fermata con il corpetto in mano.
“Continua, non farci aspettare”, urlò una voce roca e ubriaca dall’altro capo della stanza.
Gli sorrisi con astuzia e lanciai il corpetto come un bouquet, accorgendomi di averli soltanto incitati ancor di più.
“Hey Bass, ti sposi tu con quella, eh!”, urlò un ragazzo divertito, alludendo probabilmente al fatto che Chuck Bass avesse afferrato il mio corpetto nero.
Lui emise un risolino e lanciò il corpetto a terra fissandomi.
Ripresi il mio sensuale balletto, seguendo la musica, voltandomi e facendo qualche passo. Ancheggiai e accennai qualche passo passionale, facendo piovere le mie braccia davanti al viso.
Portai le mani dietro la schiena mentre continuavo ad ancheggiare, e slacciai il reggiseno, lasciandolo cadere e lasciando intravedere il neo che poteva vedersi solo senza il reggiseno alzato.
Legai però il reggipetto in modo da non farlo cadere.
Mi accarezzai sensualmente una gamba e finsi di mordermi la mano, poi mi avvicinai al bordo del palco e, lasciando volutamente che il reggiseno cadesse quanto bastava e i capelli mi cadessero sensualmente sul volto, sibilai il nome di Chuck Bass, che sbalordito mi guardava, quasi arrabbiato, e con un dito gli feci cenno di seguirmi dietro al palco, allontanandomi con una camminata sinuosa, che andava d’accordo con la musica che ancora scorreva.


360 words - ambientata nella 1x07

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Capitolo 2
*** My stupid escape ***


Mentre leggete questa ascoltate Easy Lemon su questo link http://incompetech.com/m/c/royalty-free/index.html?genre=Contemporary


Guardai le valigie posate a terra, mentre mi riposavo dalla lunga camminata, e mi chiesi se partire fosse la scelta giusta, o se semplicemente fosse la solita scusa per non affrontare di petto i problemi.
Ripensai a quando ero bambina, a quando giocavo con il carillon a forma di ballerina e pensavo alla mia vita, al mio matrimonio principesco con Nate e alla mia amicizia decennale con Serena.
Ripensai alla notte che era bastata a rovinare tutto, alla notte che aveva rotto quel carillon e frantumato l’immagine della dolce, tenera e pura bambina.
Ripensai alla reazione di tutti, al mio ingresso prematuro nel mondo adulto, alla musica di quel carillon che continuava a scorrere, ma che avevo creduto potesse scorrere per qualcun altro a causa di quella notte.
Ripensai a come tutto era facile dieci anni prima, ripensai a Serena, così abituata a dire addio alle persone che amava, da ormai non farci più nemmeno caso.
Ripensai alla mia infanzia, a come era stata costellata da patinata perfezione e come invece si era rivelata un disastro.
Ripensai alle mie voglie di potere, di bellezza e di ricchezza, ripensai a quanto ero poco attaccata ai sentimenti, e ripensai a come quando li avessi solo già persi ormai tutti mi stessi rendendo conto di aver sbagliato.
Ripensai a quella musica.
Quella musica che ancora scorreva nella mia mente.
Quella musica che non mi aveva abbandonata ancora.
La musica della mia infanzia
Quella musica, che in fondo, non mi avrebbe abbandonata mai.


253 words - ambientata nella 1x13

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Capitolo 3
*** My wrong wedding. ***


Mentre leggete questa ascoltate Coming Home di Diddy ft. Skylar Grey su questo link: http://www.youtube.com/watch?v=k-ImCpNqbJw


“Passerà tutto, tesoro”, era la frase che molte madri usavano dire alle proprie figlie.
Ma per me non era mai stato così.
E se stavo commettendo l’errore più grande della mia vita, era per riporre in un cassetto quelli minori, perché credevo di potermi costruire una vita, perché come sempre ero codarda, testarda.
Ripensai a quando da piccola danzavo, a quante volte le arti mi avevano aiutata a superare i miei problemi.
Ripensai a quel lungo strascico che a mano a mano che mi avvicinavo all’altare diventava più una catena, ai sorrisi falsi e patinati dei presenti, che mi riconducevano alla realtà.
Quella realtà ingannatrice e bugiarda che mi ero costruita mano a mano, che avevo tessuto con tanta attenzione e minuzia, e che però mi aveva tradita.
Quella realtà così falsa da poter sembrare vera, quella realtà che stava tutta nel mio mondo, quella realtà acida e fredda, quella realtà che nulla e nessuno poteva ostentare, quella realtà che corrispondeva a malinconia, tristezza e povertà del cuore che tutti portavano stampata sui visi.
Quella realtà che molti tentavano di mascherare con la falsa felicità.
Quella realtà da cui nessuno sarebbe mai scappato.


190 words - ambientata nella 5x13

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