Pretty Woman

di aKifer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In the Cold, Cold Night ***
Capitolo 2: *** Hangin by a Moment ***
Capitolo 3: *** Down inside i am bleeding ***
Capitolo 4: *** Right Side Of Wrong ***
Capitolo 5: *** Time's a wastin' ***
Capitolo 6: *** Extra: riprendendo la mano. ***



Capitolo 1
*** In the Cold, Cold Night ***


pretty woman prologo

Nota dell'autrice: Da parecchie settimane ormai volevo iniziare un lavoro di revisione dell'intera storia. Leggerndo la recensione dei "criticoni" (grazie e ancora grazie) ho pensato fosse il caso d'iniziare a postare la correzione del primo capitolo dal punto di vista grammaticale. La strutta e i periodi sono però invariati. Spero non vi troverete errori/orrori. (In caso negativo, potreste contattarmi avvisandomi dell'errore?)

Ringraziamenti:Sono ben consapevole che di norma sono presenti alla fine dello scritto, ma mi sento in dovere di ringraziare Defender. Come avrai notato non ho pubblicato la versioni ricontrollate che mi hai fatto pervenire tramite email. Senza divulgarmi troppo voglio comunque dire che mi sono state utili. Quindi grazie per il tempo speso e spero che la presentazione finale sia di tuo gradimento. 








Prelude



-Sex without
love is an empty experience, but as empty experiences go, it's one of the best.-
Woody Allen



-Il sesso senza amore è un esperienza vuota, ma tra le esperienza vuote che corrono, è una delle migliori.-
Woody Allen




*** *** ***


Edkins Street è sicuramente il fulcro pulsante di Londra.

La strada che magicamente si illumina di notte, prendendo vita. Una strada piena di luci, movimento, desideri. Il quartiere del peccato, la chiamano i conservatori, i Lord del Gabinetto inglese. Disdegnata dall'alta classe, dai borsisti, da Wall Street, ma ugualmente frequentata. Il Moulin Rouge del nuovo millennio.

Ci trovi di tutto, a partire da poco, per arrivare a tariffe esorbitanti. La notte di una vita.
I suoi abitanti sono famosi, come le star che illuminano Hollywood. Volti noti, ma avvolti dalla discrezione dei clienti e dal pudore degli animi. Si sussurra di loro, ma mai, mai se ne parla.

La prima regola del sex club è che non si parla del sex club. *

Almeno, non se hai cara la faccia.

Lei ha visto di tutto passare per quelle strade, sotto quelle luci rosse, davanti a quelle vetrine. Uomini rispettabili alla luce del giorno che di notte divengono "altri". Anche se teoricamente non ha visto niente.
Teoricamente non dovrebbe nemmeno fare quel lavoro.

E come sia finita a farlo lo sa solo dio.

Si appoggia al palo più vicino, il suo palo. Uno degli ultimi, in una via dove le tariffe vanno crescendo man mano che si avanza. Lambisce una Lucky Strike con le labbra, il rossetto corroso da baci di assidui amanti. Gente che ha ipotecato la vita, la moglie pur di possederla qualche ora.
Ne è lusingata.

La parrucca bionda rame, decisamente falsa (dettaglio irrilevante, nessuno è lì per i suoi capelli), le prude, dopo averla portata ore. Le calze smagliate sono scomode, impregnate degli ormoni di clienti che hanno tanto pagato per sfilargliele.

Attende l'ultimo fortunato della notte e poi se ne andrà a casa. Dormire. Il pensiero la tormenta da ore, ma vuole finire la serata. Lei non è una qualunque. Lei è una delle cagne. Lei è l'élite.

Aspira, rubando l'anima di fumo alla sigaretta. I fanali di una macchina si avvicinano, per fermarsi a qualche lampione di distanza. Gli schiamazzi della "compagna", le sue moine verso il cliente le giungono nel freddo della notte.
Si stringe in quei pezzi di stoffa che la lambiscono insufficientemente.

Come ha fatto Hermione Granger a diventare una prostituta?

Non ha mai risposto a questa domanda, nemmeno a se stessa. Ferite che non si rimarginano, crede. Aprirsi un varco tra

dolorosi

ricordi, crede. Perchè non medimaga, insegnante, pozionista? Perchè lei ha chiuso con la magia. Con quella utopistica visione del mondo, con quel agitare e colpire con le loro stupide bacchette. Disprezza i maghi, l'hanno privata di tutto.

Di Harry,

Di Ron.

Già, Ron.

E una volta lasciato il mondo della stregoneria la scelta è difficile, sempre se vi sia una scelta, senza diploma, senza referenze. Hermione Granger non sarebbe mai finita a fare la commessa, no questo lo aveva giurato alla sua intelligenza. Tutto, ma non un lavoro di ufficio.

La prostituzione si era mostrata come la strada più semplice. Una cura senza anestesia al suo bisogno di ricominciare. E una volta che inizi, una volta che varchi la sottile linea tra chi vende il proprio corpo e chi no, non si può più tornare indietro. Hermione si era abituata ai compiti degradanti, alle paghe misere,alla mancanza di diritti. Non era male in fondo.

Il sesso senza amore è un esperienza vuota, ma tra le esperienze vuote che corrono, è una delle migliori.

I fanali di una macchina le illuminano le voluttuose cosce. Il motore scende di giri, la vettura rallenta. E' quella giusta, stavolta. La falsa bionda si avvicina al finestrino, sporgendo in avanti la sua abbondante terza. Il mozzicone di sigaretta rotola solitario sull'asfalto.
Il rumore elettrico del finestrino che si abbassa segna l'inizio della trattativa.

*** *** ***

- Caara.

Dolce la accoglie caloroso sull'uscio del loro appartamento condiviso. La sua voce effeminata e la sua camminata ancheggiante le rubano un sorriso. Dolce è una checca. Stilista italiano senza peli sulla lingua, con un accento che ribadisce la sua provenienza natia. Ama il rosa, come tutti i gay di Londra, ed il leopardato.
Fetish e Glamour sono le parole chiave della sua personalità.

- Ma guardati! Sono allibita caara, Al-li-bi-ta.- parla al femminile e trasuda feromoni da tutti i pori. - La tua pelle è rovinata. Ora vieni di là e ci facciamo un bel impacco di fango! Niente ma! L'aspetto prima di tutto.- e scompare attraverso il salotto, nella loro piccola cucina. La sua voce squillante la raggiunse al di là dei muri.

-Una camomilla cara?

- Ho bisogno di dormire, Dolce.- sospira Hermione sfinita, lasciandosi cadere sul divano e raccogliendosi sotto la coperta di pelo zebrato. -Più degli impacchi di fango.- Precisa la ragazza.

- Ogni tua parola sono venti coltellate al cuore dell'estetica.- Dolce suona indignato, ma docile.

-E ogni Tua parola sono venti coltellate al cuore della virilità.-

-Su cara, così mi lusinghi.- squittisce Dolce, arrossendo sotto il fard.

- Dove è Connie?- Connie è la terza coinquilina. Connie è Alfa, Connie è Omega. E' colei che ha guidato Hermione sulla cattiva strada. Su Edkins street, appunto. Ed è una signora prostituta.

- A guadagnare soldi, fino a poco fa. Come dovresti fare tu!- la voce paternale da donna giunge dall'atrio. Mora, capelli corti, bellissima e sciupata, si trascina nel piccolo atelier rosa di Dolce, il salotto. Cammina su tacchi elevati, trampoli di venti centimetri, come se non fosse abbastanza alta. Connie è un po’ volgare come prostituta, ma di una volgarità che le vanta numerosi clienti.
Tutto il contrario di Hermione.

-Camomilla?- grida Dolce dalla cucina.

-No, voglio solo dormire.- dice, sfilandosi rozzamente gli stivali a spillo. E si sdraia sul tappeto. - Dio, se non ci sa fare.- Mormora appagata. Lei è la tipica prostituta che lo fa per dovere, ma con grande piacere.

- Chi? Faccia burbera?- chiede Hermione.

-Il bel moretto?- fa eco Dolce

-No, no, chiappe d'oro.

-Ahh.- concordano all'unisono Dolce ed Hermione.

*** *** ***

E' un altra notte ad Edkins Street.

Connie ed Hermione si avviano sotto l'usuale palo. Sono vicine di posto, in modo da poter spettegolare nell'attesa. Anche se sono solite aspettare poco.

Il tipico rumore di auto truccata, Mercedes, preannuncia il prossimo cliente. Sicuramente ricco, giovane e probabilmente viziato. Sta scritto tutto nella macchina. Il freno a mano stride, e i fari smettono di illuminare il cemento. La portiera si apre, lasciando scivolare un giovane nella penombra.






*Chi riconosce la citazione? "La prima regola del Fight Club è che non si parla del Fight Club".Chuck Palahniuk.


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Capitolo 2
*** Hangin by a Moment ***


-Is the sex dirty? Only if it's done right.-
Woody Allen.

-Il sesso è sporco? Solo se fatto nel modo giusto-
Woosy Allen.


-Sex alleviates tension. Love causes it.-
Woody Allen.

-Il sesso allenta le tensioni. L'amore le causa.-
Woody Allen.


-Woman need a reason to have sex. Men just need a place.-
Billy Crystal.

-Le donne hanno bisogno di una ragione per fare sesso. Gli uomini solo di un luogo.-
Billy Crystal.

*** *** ***


Draco Lucius Malfoy non è propriamente sobrio.
Alcol e adrenalina scorrono nelle sue vene. Le sue corde vocali vibrano sotto il ritmo di una canzone, ascoltabile, da pub. La macchina ubbidisce ai suoi comandi. Ruota, frena, accelera: Draco si sente Dio e la strada si piega davanti a lui.

Percorre il viale in seconda.
Sa che l'inizio é scarno e poco allettabile, ma osserva la decadenza di Edkins street attraverso i finestrini di una vettura che sembra gridare la differenza tra lui e tutte quelle prostitute: Soldi

Così viene spesso qui.
A noleggiare qualcuno, solo per una sera. Perchè una prostituta ha qualità introvabili. Non vi è la seccatura di dover dividere il letto la notte ed urtarsi continuamente tra le lenzuola -scomodo-, ne di rinunciare a una colazione solitaria, leggendo "Wall street" -Fastidioso- o di farsi la barba mentre una piscia nel cesso -Disgustoso-.
Una prostituta insomma c'è solo quando serve.
Per tutto il resto, sei libero.

Il Freno a mano lo annuncia. Scende e la portiera sbatte teatrale. E tutti si voltano. E tutti lo guardano.

E' biondo, albino, quasi, la pelle cerea ma perfetta sembra confermare la tesi. Gli occhi sono grigi --spenti-- e sul viso è congelata l’espressione dell'indifferenza. Alto è un termine improprio, ma il suo fisico slanciato permette al suo metro ed ottantacinque di acquisire  qualche fittizio centimetro.
Qualcosa -Il vestito di Armani, il profumo di Valentino- sembra scindere la realtà in due fazioni.

Lui e Noi.

Pensa Hermione Granger.

E' divertente come un giorno qualsiasi possa cambiare in maniera così perentoria.

Draco Malfoy inarca un sopracciglio,perplesso.

Come possa bastarei una persona a trasformare l'abitudine in evento.

Il sorriso di Hermione si congela e lentamente si spegne.

Basiti.


Lui emette un colpo di tosse, ancora incerto.

Attoniti.

Lei spalanca le palpebre e capisce.

Stupefatti.

*** *** ***




- Per il cazzo di Merlino.-

la voce di Draco è stridula -qualche nota troppo alta- e strozzata, come se avesse appena scoperto Silente e la McGranitt intenti non proprio nel doveroso the delle cinque.

-Granger? Quella Granger?-


C'è un vago imbarazzo nell'aria. E disagio. E parole congelate in fondo alla gola, all'imboccatura dello esofago. Lumache nello stomaco. Hermione ha paura che la sua prima reazione sarà un conato di vomito. Connie non esiste più. Semplicemente non c'è. Ci sono lei, Malfoy e uno spiacevole confronto con una realtà seppellita anni prima.

Draco Malfoy significa ricordi. Ricordi legati al mondo della magia.

E i ricordi la soffocano.


Hermione indietreggia sufficientemente da dare lo spazio (maledetto) a Draco di avanzare.

- Che diavolo succede?- la voce di Connie riporta un ordine logico alla realtà. Draco Malfoy la ignora volutamente.

-Che diavolo ci fai TU qui?- dice.

- Lavoro-

- Ah Be', questo lo vedo.-

-Fottiti Malfoy.-

-Pensavo di essere qua perchè lo facessi tu.-

- Mi stai molestando sessualmente.-

-Stiamo solo parlando, mezzosangue.-

lei si astiene dal rispondere. Osserva il ritrovato antagonista con rinnovato disprezzo. Sebbene il suo nome –Malfoy- o la sua casa –Slytherin- non abbiano più importanza.

-Cazzo, Granger! Come diavolo sei finita qui?. Voglio dire, questo è patetico! Addirittura per una come te.-

Slap.


-Che Cazzo Fai, Granger. Non! toccarmi! mai! più!- sibila Draco, abusando di ogni punto esclamativo.

-Pensavo fossi qui per questo.-

E per un attimo ,un breve attimo, sono di nuovo ad Hogwarts. Non è più notte ma giorno. E tutto, tutto sembra così semplice. Lei ha 16 anni e i brufoli e capelli indomati e ribelli. E i Mago si avvicinano e la seconda guerra magica incombe. Ma Hermione non ha paura. Il fiato di Ron la scalda, la mano di Harry la rassicura. Hermione si sente nuovamente a casa.
Poi la sensazione sparisce com'è venuta.

E rimane rabbia, frustrazione, rancore.

-‘fanculo.-

-Questo è ridicolo, Granger. Sei una puttana, comportati come tale. -

- Sarò anche una Puttana, ma non sarò mai la tua puttana Malfoy. E ora levati dalle pluffe...-

-E cosa saresti? Una libera professionista? Per una volta Granger, chiudi quella cazzo di bocca e preparati ad usarla per altro.-

-Potrai darmi ordini, quando dovrai smettere di pagare le donne per portartele a letto.-

-Per tua informazione, io non ho bisogno di pagare nessuno.-

-Allora devo aver frainteso la tua presenza qui.-
Dichiara lei con una nota critica, tornado ad essere l'intoccabile saccente di un tempo.

Draco preferisce tacere.
Ironicamente in tutti questi anni è lui ad essere cambiato di più. Non che sia meno testardo, permaloso, irascibile. Semplicemente all'improvviso ha perso ogni motivo per esserlo.
Quando la seconda guerra magica terminò, Draco non ebbe più un posto nella comunità magica: Gli presero tutto. Sia quello per cui aveva lottato fino ad allora come Mangiamorte (Non colpevole), sia quello per cui avrebbe potuto lottare in futuro come Auror (Inaccettato).
Così aveva smesso. Smesso tutto, in generale.
Dandosi all'apatia e alla poligamia.




-E' che odio il risveglio.-

-Cosa?- Hermione Granger vede Draco Malfoy. Non che non lo stesse guardando (Con astio) da interminabili minuti, ma per la prima volta lo vede. Lo vede sul serio. Lo sente. I suoi occhi grigi sono più profondi e la sua voce è triste, ma vivida.

-Il risveglio, la mattina...tutta l'ipocrisia di quei baci sotto le coperte. E' fastidioso.- c'è una punta di disprezzo in quello che dice, ma l'iceberg che sta al di sotto di essa è di puro e inaffrontabile dolore. Rifiutare ciò che non si può avere.

-Tu sei malato.-

-Il mio analista dice che uso il sesso come ansiolitico e antidepressivo, per via di una vulnerabilità psicologica dovuta a carenze affettive.-

-Mai provato il Prozac(*)?.-

-Preferisco Fevarin(**) e Aranciata.-

E ancora silenzio.

-Malfoy?-

-Mh?-

-Vai a casa.-

*** *** ***



Hermione è finalmente nella propria stanza.

Ed apre quella dannata scatola.

Erano anni che non lo faceva, che non apriva quella dannata scatola. Essenzialmente da quando la chiuse la prima volta.

Quattro anni.

La sua bacchetta fa capolino per prima, ultima cosa che era stata riposta. Sotto essa il suo volto radioso la saluta. Indossa un abito, splendido. Ed una fede al dito. L'anello che le ha dato Ron. Il giorno del loro fidanzamento.

Il giorno più bello della sua vita.

E lui è lì, nella foto, accanto a lei. Le accarezza i capelli arruffati, da lui e dal vento. Le sussurra nell'orecchio. Peccato che le foto non parlino, pensa Hermione. Ma lei ricorda perfettamente, per tutti e due
-Mia e solo mia.-

mormora il rosso e ride, gli occhi illuminati da un sorriso

Hermione carezza una seconda foto. Lei e Ron stanno ballando. Un boogie. Così simili a John Travolta e Uma Thurman.(***) Solo che la donna la interpreta il rosso.

*** *** ***

San mugo non è mai stato così apatico.

Certo i corridoi sono sempre stati di un bianco privo di toni e le voci a San Mugo non sono mai state voci, solo sussurri. Ma in quel momento, San Mugo è più apatico che mai. Ovattato.

Hermione non sente, non vede, non prova niente che non sia concerne a lui. Ron. E siccome a volte pensare fa male, si limita a non farlo. Osserva il muro da così tanto tempo da conoscere i mattoni nei loro più intimi e scabrosi dettagli. Nell'attesa del verdetto.

Harry la sfiora, richiamandola, con l'accortezza di chi è consapevole di maneggiare vetro. Incredibilmente fragile e propenso a rompersi.

- Hermione, si tratta di Ron.-

lei solleva il capo, illuminata dal suo nome. Gli occhi gonfi e arrossati la fanno apparire distrutta. E i capelli, i capelli, se possibile, non sono mai stati più indomati.

-Ci vogliamo sposare, Harry.-

il moro non risponde. Due occhi smeraldi puntati su di lei. -Non voleva che te lo dicessi. Ovviamente te lo avremmo detto ma voleva essere lui a farlo, perchè...Beh, lo sai, tu sei tu. Sei la sua persona.-


- Hermione...-

-Avremo una casa, come la tana, sai? Dei bambini, dei gatti. Tanti gatti e bambini a pelo corto.- e sorride come pochi riuscirebbero in tempi di guerra.

-Hermione, Ron è morto.-

 

*** *** ***


Hermione richiude la scatola incriminata.
Le sue braccia premono sul coperchio, sigillandolo con quanta forza possiedono i esili polsi. Le mani tremano e il cartone si sciupa sotto il peso delle lacrime.



Nota dell'autrice:

* ** nomi di antidepressivi.

*** Pulp Fiction, Quentin Tarantino.


Prima di tutto grazie! Le vostre recensioni sono senz’altro una grande spinta a continuare la storia (lotterò contro i miei impegni per voi).

Parlando del capitolo

Draco ed Hermione si incontrano.
Ci sono meno arroganza in lui, meno pregiudizi in lei. Sono entrambi distrutti, dalla vita e dalle pieghe che prende. Quindi si parlano, ma non si ascoltano realmente. Il loro approccio è ancora molto superficiale.

 
Siccome sono impossibilitata a cambiare il titolo (che personalmente amo poco), ma che è ormai quello con cui la storia è conosciuta, ho deciso di sbizzarrirmi sui nomi dei capitoli:

”In the Cold Cold night” è una canzone dei celeberrimi “White Stripes”.


Il titolo del secondo capitolo invece: "Hanging By a Moment" significa "Appesi ad un momento".  L'ho trovato abbastanza calzante. Perchè è un capitolo dove Hermione si aggrappa disperatamente ad una scatola pur di non fronteggiare la realtà dei fatti: che Ron è morto e deve andare avanti. Da quattro anni, Hermione è “appesa allo stesso momento”.

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Capitolo 3
*** Down inside i am bleeding ***


Chapter 3




-Morality is a private and expensive luxury -Henry Adams.


-La moralità è un lusso privato e costoso.-Henry Adams.








-Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.-

Ode alla vita, Pablo Neruda.









Incominciò con la paura, paura e piacere e una sgomenta curiosità di ciò che sarebbe accaduto. (*)
E proseguì con la stessa insana curiosità.

Draco Malfoy voleva capire come, una ragazza come Hermione Granger, fosse finita in un posto come quello.

Ciò che non capiva è che non conta come, ma perchè.
E' che la vita sta in piedi, a volte, per caso.
E quella di Hermione, era piuttosto in ginocchio.


*** *** ***


Draco Malfoy è nuovamente lì.
Due incontri in poche sere. Ben oltre la sopportazione di Hermione.

Sebbene,
Ora sia tutto così
Diverso.

Lui la nota casualmente.
Il biondo ha una sigarette tra i denti e il sorriso -ghigno- sulle labbra. Si passa una mano tra i capelli nel modo più osceno in cui riesce consapevolmente a farlo. Lentamente i suoi piedi lo conducono da lei, al rallentatore. Hermione non vuole fermare il tempo, non prova il puerile entusiastico desiderio che quell’istante si protenda all'infinito. Hermione non vuole fermare il tempo, vuole fermare Draco.
Perché il suo arrivo è inappropriato e fuori luogo.


-Non farò sesso con te-

Lo liquida rapida.
Certo, scopa a pagamento con chiunque sia disposto. E disponga della somma sufficiente. Ma ciò non la rende una prostituta, insomma, solo se lo si cerca sul Dizionario. Lentamente, per quattro anni Hermione ha represso piccole parti di se stessa, pur di sopravvivere.

Pur di dimenticare.
Ma interiormente Hermione Jane Granger rimane Hermione Jane Granger. Il suo orgoglio non si può comprare.

E fare sesso con Malfoy amplificherebbe la piccola voce che le grida con forza: sporca, sporca…Il punto, pensa , è che lei ha ancora una morale. E non importa quante volte dovrà dire: -Non farò sesso con te Draco Malfoy-
perchè lo ripeterà all'infinito, pur di non perdere quel poco di se stessa che le è rimasto.

-Non ti ho chiesto di fare sesso con me, egocentrica mezzosangue.-

Il punto, pensa Draco Malfoy, è che Hermione è inafferrabile. Lo è sempre stata, fin dai tempi di Hogwarts. Indifferente e sprezzante nei suoi confronti. Forse l'unica. Insomma la preda perfetta per il suo orgoglio.
E non importa quante volte dovrà ripetere:

-Vuoi fare sesso con me, Granger?-

Perchè lo ripeterà all'infinito, pur di ottemperare tale nobile scopo.

- Non farmi sembrare un Anafora vivente Malfoy. Non farò sesso con te. Mai e poi Mai.-

-...-

-In assoluto.-

-...-

-No.-

-Adoro le donne che mentono.-


-Sei cambiato Malfoy.- osserva Hermione, ed è vero. Sembra più, Uh, tranquillo. Tranquillo e perso. Come se non avesse più niente contro cui combattere, ma nemmeno niente per cui combattere. Rassegnato all'oblio.

-Be' sai...non sono l'unico- dice l'uomo, lanciandole un occhiata di sbieco.

-Malfoy ti trovo...Repellente. Si, repellente è il termine giusto, Repellente ed agghiacciante.-

- E' solo sesso, Dio Merlino-

L'occhiata di Hermione è esemplare ed esplicita.

-Posso offrirti un caffé?-

-No.-

-E' solo un caffé, Dio Merlino.-

*** *** ***

Le basta sentire Draco ordinare le bevande -un cappuccino ed un espresso, agitato, non mescolato-, per farla assalire da un ondata d'indescrivibile pentimento. Non avrebbe dovuto accettare. Certo la sua insistenza, era stata altamente lodevole.
E poi, poi è entrato in gioco il suo più terribile vizio:

Curiosità.

Forse è curiosa (poco, pochissimo, Molto) di scoprire cosa sia quel uomo intento a pagare l'ordinazione alla cassa. Perchè quel biondo griffato non sembra neanche all'apparenza il Draco Malfoy che aveva imparato a detestare. Ma ormai non c'è solo che il ricordo di quei tempi. Quei quattro anni fanno sembrare Hogwarts secoli indietro. E in fondo, lui non le aveva mai suscitato nient'altro che pietà. Così arrogante, così solo.

Sembra aver perso il suo costante atteggiamento bellico.


Draco la osserva dal bancone e trova che Hermione sia perfetta. Perfetta per adempire al compito assegnatogli dal suo analista qualche seduta prima: Meno sesso...Drasticamente meno sesso,- perchè lei, signor Malfoy, ha un problema a tenere a freno la sua libidine, ed è, anzi, solito usarla come sfogo. Ha bisogno di fare un primo importante passo. Che non la conduca verso la camera da letto.-

E finché sarà seduto con lei è certo che, per ora, non ci sarà sesso. Soltanto caffé.

Patetico.

-
Il tuo cappuccino.-

-Mh.-

-...-

-
Avanti.-

-Cosa?-

-Chiedilo.-

-Giuro che non capisco a cos-

-So che stai morendo dalla voglia di chiederlo.-

-Non c'è assolutamente nulla da chiedere-

-Mh.-

-...-

-...-

-Come sei diventata una prostituta?-

-Questo, Draco Malfoy, non lo saprai mai.-

*** *** ***




Il caffé è ormai andato.
Così come la Burrobirra.
Così come il Whisky Incendiario.

Non che nessuno dei due sia ubriaco, ma seppur in piccole dosi, l'alcol scoglie molti nodi, delle volte inibitori. Tutto quello che sembrava così strano prima (Hermione Granger e Draco Malfoy seduti allo stesso tavolo) ora è quasi abitudinario. Hermione sente che potrebbe farlo più spesso. Non è poi così fastidioso, quando sta zitto, ovviamente.
Draco gioca con il cucchiaino dell'espresso, abbandonato sul tavolo. Presta attenzione a come l'acciaio colpisca il legno, ai suoi rimbalzi, al suo rumore. E contemporaneamente ascolta e studia Hermione.

- Come sei finito qua dentro Malfoy?-

- Mh?-

-Ad Edkins Street...tra prostituite...Sei uno degli scapoli più ricercati di Londra...Per Diana, ti escono soldi da ogni buco!-

-Oh, certo! di sicuro tra le svolte che hanno preso le nostre vite, la mia è quella più improbabile-

-E' un implicita domanda?.-

-Come siamo acuti.-

-Come siamo curiosi.-

-Mh. Suppongo che sia perchè i soldi non sono tutto.- risponde Malfoy improvvisamente, senza il minimo nesso logico.

-Poetico.-

-Ti ho già detto cosa crede il mio analista, no?-

-E tu cosa credi?-

-Credo, Beh, credo che lui abbia ragione-

Carenze affettive.

-Vogliamo parlare della tua infanzia, signor Malfoy?-

-No.-

-Nemmeno di sua madre?-

-No.-

-E di suo padre invece?-



Hermione punta i suoi occhi nocciola su di lui, come li aveva puntati sui libri a suo tempo. Cercando di leggerlo. Hermione gioca con la sua cultura letteraria e decide che Malfoy, se fosse un libro, sarebbe stato scritto da Chuck Palahniuk.

*** *** ***

Sono fuori dal locale, nell'aria insipida, fredda e amica della notte. Draco si è galantemente offerto di riaccompagnarla al palo. E così percorrono la strada insieme. Osceni allo sguardo, per le calze a rete di lei e la camicia di lui, che reca ancora i segni di una dura lotta con le labbra di una donna.
Hermione lascia che sia il silenzio a parlare al posto suo.
E Draco, beh, Draco non è mai stato un maestro della dialettica.

Ed il palo, che aveva continuato inesorabile ad avvicinarsi, li raggiunge. Ora attende illuminato, reclamando Hermione. Come la Mercedes reclama Draco.

-...-

-Non vuoi, vero, venire a let-

-No.-

-Tanto per sapere.-

-No.-

Draco è soddisfatto della risposta e sorride.

- Beh...allora.-

-Addio, Malfoy-

-A domani Granger- dice Malfoy si avvia verso la macchina.

*** *** ***



-Signor Potter, c'è una persona che le vorrebbe parlare.-

Harry James Potter si concede il tempo per finire una lettera. Brevemente abbozza un "cordiali saluti" e sigla il foglio col suo nome. Pulisce gli occhiali con l'estremità della cravatta, prima d'inforcali nuovamente sul naso.
E' provato e stanco dal suo lavoro d'ufficio. Ci sono giorni in cui arriva dannatamente ad odiarlo, desiderando semplicemente di andarsene. Ma non l'ha mai lasciato. La parte più umile di lui non ammetterebbe mai quanto adori quella posizione di prestigio e l'avere una segretaria personale ed il titolo del quale può vantarsi: Harry James Potter, Capo del Consiglio Esecutivo Auror.

Suona così maledettamente bene.

Si schiarisce la gola e pigiando sul tasto "On" del citofono, risponde alla donna in attesa:

-Falla entrare.-

Le imponenti porte dell'ufficio si aprono, lasciandogli intravedere il mondo al di là da esse, colorato e vivo. Ed Harry è desolato dalla montagna di scartoffie che lo separa da esso.

-Potter.-

-Uhm-

Dice Harry e sembra quasi un "Uhm" di puro dolore. Ha imparato ad accettare, a convivere ed addirittura -ma non ammetterà mai neppure questo- ad amare quella persona, ma ci sono momenti, e questo è uno di quelli, dove preferirebbe chiudersi in una stanza con un venditore porta a porta, piuttosto che avere a che fare con lui. Draco Malfoy, dal canto suo, sembra particolarmente vivace, mentre sprofonda su una sedia che protesta cigolando.

-Non ci crederai mai, Potter-

-Uhm.-

-Ho incontrato una donna.- Harry leva gli occhi al cielo. E' particolarmente annoiato dell'intera giornata e l'ultima cosa che vuole è Draco Malfoy, nel Suo ufficio, a dirgli "non crederai mai che ho incontrato una donna.", come se tutte le bellissime creature che Draco aveva portato alle cene del venerdì a casa Potter si fossero rivelate transessuali.

-Non mi dire, Malfoy...Com'è a letto?-chiede, decisamente ironico.

-Ah- Draco si porta una mano al cuore. -Mi ferisci Potter! Non me la sono portata a letto.-

Harry solleva gli occhi dalla scrivania, dove gli aveva tenuti con ostinazione per numerosi minuti, sperando che ignorandolo, Draco sarebbe semplicemente sparito in un "Puff" d'illogicità. Le uniche donne con cui Malfoy non aveva ancora condiviso le coperte erano sua madre e la segretaria di Harry, che il ragazzo aveva accuratamente scelto anziana e rotonda.

-Sei diventato gay?-
chiede, e non può evitare di scostare appena la sedia.
-Dio Merlino, No!-

-Allora sono attonito e molto sollevato.-

-E' la Granger...- aggiunge Draco con nonchalance.

-Come?-

-Ho incontrato la Granger.-

E Harry si sente cadere dalla sedia.

*** *** ***





-Hermione.-

Lei sobbalza. Perchè sebbene Draco sia il solo a saperla qui, il solo a sapere il suo vero nome, questa non è la sua voce. E' meno roca, quasi dolce. Eppure c'è una nota esasperata in essa. Hermione sente il cuore mancarle un battito. E una crescente paura s'impadronisce di lei. Alle sue spalle, potrebbe esserci il suo peggiore incubo. Ed ha paura di voltarsi.

-Hermione.-

ripete la voce, la sua voce. E' una voce stanca, grave, provata. Al contempo Giudice e Imputato. Perchè lui si sente colpevole di averla lasciata cadere. Lei sente il suo respiro. Saranno distanti metri, ma lo sente. E' nasale e marcato. E pieno di dolore. Soffocato dalla situazione.
Così, lentamente, muove il piede sinistro, ruota le spalle, gira il bacino. Lentamente si volta.

L'uomo, perchè la guerra lo ha reso adulto prematuramente, si stringe in un cappotto nero ebano, Armani. Le sue spalle sono imponenti, le mani grandi e, riesce ad immaginare Hermione, ruvide. Mani da uomo. Pure i capelli, i suoi capelli, suoi e solo suoi, sono diversi, più corti. Gli occhi cerbiatti di Hermione incontrano quelli dell'uomo. E le viene da piangere. Perchè quelli, sono occhi diversi.
Ed Hermione capisce.

Harry James Potter non è più lo stesso.

- Ah- mormora. Ed è la cosa più intelligente che riesca a dire. "Ah" pensa Hermione è praticamente perfetto.

Harry avanza un piede, avanza un passo. E lei automaticamente indietreggia.
Perchè è tutto sbagliato, dannatamente sbagliato. Lui non dovrebbe essere lì. Non dovrebbe vederla. Non così, non così in basso.


Harry è avanzato ancora, mosso dall'incontrollabile nostalgia dell'affetto. La schiena di Hermione batte, vivamente, contro il palo, il suo palo, che ora è un ostacolo nella grande fuga da lui. Scuote la testa e cerca di respingerlo a parole.


Ma lui la cinge.
Le sue mani che si aggrappano alla schiena di lei, fino a farle male, unghie nella carne. La stringe perchè ha bisogno di sentirla lì, viva e presente. La stringe quanto più riesce, nella paura che lei sparisca di nuovo. La stringe come voleva fare da anni, occhi lucidi e mani tremanti. Affonda il volto nei suoi capelli, castani ramati rossi, unici di Hermione Jane Granger . Lei sente i fremiti di lui, il suo fiato interrotto da singhiozzi. Lei sente tutto, tramite qualcosa che si maschera da abbraccio, ma in realtà è molto di più.

-No!- mormora e i suoi esili polsi si imputano contro il petto di lui, spingendolo indietro.

-No-. ripete Hermione, in un puro, irrazionale dolore. Non dovrebbe abbracciarla. Lui, lui non dovrebbe volerla abbracciare. Perchè lei, di fronte allo smascherante affetto di Harry, si sente colpevole di essere una prostituta.

- No...tu.- le sue guance si tingono di rosso.- Vattene, Harry, vattene.-

Harry non la lascia andare, non la lascerà più andare. La stringe con più forza, ignorando Hermione e qualsiasi tipo di dialettica. Ignorando i pugni di lei sul petto di lui.

- Vattene.- la voce di Hermione è incrinata da singulti e lacrime e pianto..- Vattene, vattene, dannazione, Vattene.-

Perchè ogni secondo che Harry l'abbraccia qualcosa in Hermione muore.
O forse si risveglia. E più è lungo il contatto più lei è scossa nel profondo. Più la voce che grida Puttana si fa forte e insistente e odiosa. Di fronte a lui non può più fare finta. Fare finta che il suo sia solo un lavoro, fare finta che sia stata la scelta più logica, fare finta che la donna in quei vestiti sia la solita Hermione Jane Granger.

Vergogna.

Perchè finalmente capisce, che tra tutti, lui Harry James Potter non doveva vederla così.

Così cambiata.

*** *** ***



Crack.

Draco solleva lo sguardo e vede Harry.
E' lì, in piedi, in una perfetta simmetria col resto dell'appartamento. Non si chiede che diavolo ci faccia Potter a casa sua, ad un increscioso orario notturno. Non lo chiede perchè lo sa. Sapeva che avrebbe incontrato Hermione. Sapeva che sarebbe arrivato, per questo è ancora sveglio, mentre il suo orologio segna le tre del mattino.

-Potter.- dice, dal suo angolo del divano, birra in una mano, sigaretta nell'altro. E quel Potter suona così comprensivo e vicino.

-L'ho vista.- dice Harry con frustrazione e la reminescenza della lacrime, perché solo a parlarne la voce diventa roca e gli occhi lucidi.

-...-

-E' una puttana, Malfoy! Una puttana!- dice e Draco vorrebbe fermargli le mani, prima che le unghie raggiungano l'osso del cranio.


-CAZZO!- grida Harry e colpisce il muro con le nocche, ora livide e rosse. -Cazzo! Cazzo!- ogni parola scandita da un colpo.


-CAZZO!- Harry vuole solo sdraiarsi, vuole solo che qualcuno lo abbracci e lo culli, (possibilmente non Draco), dicendogli che tutto va bene, che quella Hermione non era la sua Hermione. Che in realtà non è mai cambiata, non si è venduta. Ma sopratutto che non lo ha realmente cacciato. Perchè è quello che ha fatto. Ha puntato due occhi imploranti, spaventati, feriti su di lui ed è rimasta in silenzio e singhiozzi.
Ed Harry ha capito di doversene andare.

Che non c'era posto per lui, nella vita di lei.

-Non è cambiata.- dice Draco che è un ottimo Legimens.

-ZITTO!- grida Harry.


-Harry.-
Ripete Draco lentamente, lasciando cadere la lattina vuota sul divano.-Non è cambiata.- e lo crede sul serio. Perchè lui, in lei, ha visto la stessa forza che inconsciamente invidiava ad Hogwarts.

-Vado a prenderla.- dice.


Crack.

*** *** ***


E' buio, dannatamente buio.
La luce del lampione non basta più ad illuminarle la vita.
E' buio e la notte non è più amica, ma fredda e immensa e indifferente.
Hermione si è rannicchiata su se stessa, posizione fetale. Abbracciando le sue ginocchia. Ha smesso di piangere, ma il bruciore degli occhi è ancora vivo.

Crack.


Draco Malfoy abbassa lo sguardo su di lei. Così debole, così fragile. Le va incontro, mano che desidera posarsi sulla sua spalla. Ma solo quando la chiama -Granger-, Hemione alza finalmente la testa. E nei suoi occhi c'è solo rabbia.

-Perché glielo hai detto?!- grida, alzandosi in piedi e spintonando il biondo.

-Cosa?!-

-Perché lo hai fatto?! Perchè ad Harry-

-Lui.non.doveva.vedermi.così.- puerilmente Hermione fa erronei collegamenti. E' colpa di Draco. E' tutta colpa di Draco se è infine costretta a fronteggiare l'entità del suo lavoro. Se ha realizzato che ogni notte, per soldi, ha venduto pezzi di se stessa. Se finalmente, di fronte ad Harry, ha provato vergogna.


-E' il tuo migliore amico, dannazione.- si difende Draco, non tanto sulla difensiva, quanto sull'offensiva.

-Tu mi fai schifo.- grida Hermione, vomitando su di lui tutta la sua frustrazione. -Sei malato. Ma.La.To. Provi piacere nell'essere odiato e nel distruggere le persone. Sei…disgustoso.-

-Piantala.- minaccia Draco, spingendola indietro a sua volta, in un inaspettato scatto d'ira.-Chiudi quella cazzo di bocca. Okay, Granger?-

Hermione è stupita ed interdetta. Quello era il suo momento, il suo momento di essere giustamente turbata. Di gridare, piangere, odiare; quella rabbia doveva essere puramente sua. Ma imprevedibilmente Draco sembra condividerla.


-Non me ne frega un cazzo di come ti senti. Smettila di essere così egoista, Per merlino. E pensa a Harry. Pensava che tu fossi morta! O peggio. Hai passato quattro anni a dimenticare, ma per lui l'ossessione di trovarti cresceva. Harry si sente responsabile, Granger.

- Dannazione.- impreca ad alta voce Draco. -Io l'ho visto piangere. E non è un bello spettacolo. Quindi ora apri la tua piccola testolina da Caposcuola e ascoltami bene: non me ne frega un cazzo di farti soffrire per puro divertimento, non ruota tutto intorno a te. Si tratta di Harry, cazzo, solo di Harry. E dello spettro di un amicizia che ancora lo ossessiona.-

Hermione schiude le labbra, nella perfetta esaltazione dell'incredulità. Senza parole. Per tutto, (troppo) quello che ha sentito. E le domande che la sommergono rimangono intrappolate nei polmoni, mentre colpa e consapevolezza si fanno più forti e presenti. Hermione appoggia la schiena al palo e si lascia scivolare sull'asfalto, per la seconda volta in poche ore. Nuovamente spiazzata.

- E, Merlino Santo, Granger! Harry si è sposato, sta per avere un figlio. Vuoi veramente perderti la nascita di Lily? Non pensi di essere mancata troppo a lungo? - continua Draco con più insistenza.

-Io…- Hermione affonda la testa tra le mani e si sforza di pensare. Di reprimere quel caotico susseguirsi di emozioni e riottenere la sua caratteristica razionalità. -Si è sposato?- chiede infine, con una flebile pallida voce.

-Si è sposato.- ripete Draco, il tono più tenue.

-Malfoy...Perché, mi dici tutto questo?- Chiede infine Hermione. Ed è la domanda più inappropriata ed insignificante che potesse trovare. Ma la più insistente che ha trovato, davanti ad un accalorato Draco Malfoy.

-Perchè? Merlino! Granger, che diavolo di domanda è? Oh, dannazione. Se osi dirlo allo sfregiato ti maledico, intensi? Dio, uh. Io…gli voglio bene. A Harry, insomma, beh a Potter. Non ho voglia che...uh, soffra ancora.-

 

Hermione è basita, piacevolmente sorpresa. Quasi addolcita dall'imbarazzo di lui.

-Non sono Gay.- specifica Malfoy, fraintendendo il silenzio.

-Ah-

-Granger?-

-Mh?-

-Passo a prenderti Venerdì. Ti porto a cena dai Potter.-

-Io...io non so se ne sono capace.- mormora con difficoltà Hermione, per la prima volta in vita sua rassegnata in partenza.

-...-

-Non so se...riuscirò a rivederlo. Io, Dio, insomma guardarmi. Sono una ...puttana, Malfoy. Non mi riconosco nemmeno, come posso affrontare Harry?- Harry e la sua delusione.

-Questo è ridicolo.- sbotta Draco improvvisamente.
Lei solleva la testa e, palesemente perplessa, lo interroga con gli occhi.
Draco espira con sufficienza, si avvicina e con senile attenzione si siede accanto a lei. Osservandola senza veli dice.

- A me sembri la stessa arrogante, spocchiosa, irriverente Hermione Jane Granger.-

-Perché tu mi conoscevi estremamente bene.- sbotta lei sarcastica.

-Abbastanza.- ammette Draco, accendendo una sigaretta, nel tentativo di palesare noncuranza. E di dare meno peso alle sue parole. -Ti ho sempre osservato. Ad Hogwarts, sai?-

-Non capisco.- dice Hermione ed effettivamente non ha ancora capito nulla. Il che è raro e frustrante

-Be'. Tu, Voi, avevate tutto. Buoni amici e una famiglia. Forse vi invidiavo...FORse-.

Ed Hermione sussulta.
Internamente grata. Vorrebbe abbracciarlo, ma rimane comunque...beh, Malfoy. Però, inaspettatamente, è quel Malfoy che le ha fatto dimenticare la rabbia l'angoscia e l'ha inconsciamente tranquillizzata. E' quel Malfoy che seduto accanto a lei, sprofonda nell'imbarazzo.

-Draco.- Dice e il nome di lui suona improvvisamente così dolce e sentito. E si trasforma dal mezzo scelto dal padre per incutere timore, in qualcosa di commovente. Si trasforma in un richiamo. Il profondo dolce amaro richiamo di Hermione. Un cercarsi negli animi. E' qualcosa che va diretto a cuore, pensa lui, il mio nome va diretto al cuore, quando lo pronuncia lei.

-Draco.- ripete guardando gli occhi grigi, che un Malfoy sorpreso ha appena sollevato dall'asfalto. -Grazie.-

Draco scatta in piedi.
Le donne sono una razza senza fede, ha sempre pensato, per questo non mi innamorerò mai. Ora, però, nella via delle puttane, Hermione sorride, dice il suo nome e dice "Grazie". E Draco non può far altro che arretrare confuso. Perchè, Merlino, nessuno gli ha mai detto un "Grazie" così. Credendoci davvero.

-Devo andare.- dice con troppa fretta, spaventato dalla piega che quella conversazione potrebbe prendere.

-Io, tu. Tieniti libera Venerdì- dice, mentre si allontana camminando all'indietro verso la macchina.

Hermione sbuffa sufficiente e si appresta a ripete: -Non farò ses-

-No, Merlino, NO.- interviene Draco, impedendole di terminare la frase. Terribilmente spaventato dalla possibilità di volerlo davvero. E non solo la parte del sesso: ma anche il risveglio e i baci sotto le coperte e la colazione condivisa. E' spaventato dalla possibilità di desiderare tutto. Tutto di Hermione.

-Per la cena a casa dei Potter, ovvio.-

-Io non-

-Passo alle sei-

-Non ho niente.-

-Cosa?- sbotta Draco, desideroso di lasciare la barca, per navigare in acque più tranquille.

-Non ho niente da mettermi.-

-Ah. Beh. Non ti preoccupare. Sono pieno di vestiti da donna.-

Hermione solleva un sopracciglio e Draco si corregge prontamente. -Di mia madre. Vestiti di mia madre...Non sono Gay.- Specifica per la terza volta nell'arco di una giornata. Decisamente troppe per non intaccare la sua virilità.

-Io amo Harry James Potter.- lo sbeffeggia Hermione, rievocando il suo discorso appena conclusosi.

-Non ho detto quello, dannazione.-

-Harry. Potter.- Continua la ragazza, con lo stesso tono con cui da bambina pronunciava: Principe. Azzurro.

-Ci si vede Venerdì, Granger- taglia corto Draco, decisamente frustrato.

-A venerdì, carA-


E prima di poter rendersene conto, le labbra di Hermione si schiudono in un sorriso.









Note Dell'autrice:

*Liberamente tratto da "Morte a Venezia" di Mann.




Uhm, difficile descrivere il terzo capitolo..
Ci sono momenti in cui mi dispiace di non essere così brava a scrivere. In cui mi sento frustrata dal non poter esprimere a pieno i sentimenti dei protagonisti. Ci sono momenti che mi sembrano, logorroici? Però, ogni tanto, c'è una piccola frase, un breve periodo, che mi fa sorride pensare di poter migliorare. Andare oltre. E che questo capitolo, in fondo, non sia poi così male.


Riguardo al: Down inside I am bleeding. Chi di voi riconosce la frase? Viene da un film famosissimo, ugualmente conosciuto ed evitato. Probabilmente tutti ne hanno sentito parlare ma nessuno lo ha visto...



Grazie per le recensioni, gente! E' appagante! [Perchè meta di voi ha commentato nuovamente il primo capitolo? tutto ciò è inquietante!]

Gemellina:
Le tue recensioni sono così allucinanti che mi fanno sorridere ogni volta xD [Dopo un'iniziale perplessità °_°],
lady_slytherin: Oh Be’, non farci caso, non sei di certo la prima a non capire un acca dei miei discorsi [Capita anche a me, il più delle volte],
JiuJiu9
1: Grazie! [Dico solo due cose, sarò anche lolita, ma tutto il mio appoggio continua ad andare a Tom, rispetto a Mark],
MartyMalfoy:
Accontentata! d il prossimo arriverà velocemente anch'esso!
SweetChocolate: Gli errori di battitura, per quanto orribili e orribili siano, sono il mio più gran problema. Ho una dannata carenza di tempo,
Chris87: Invece sono ancora viva! peggio del prezzemolo! AH!
Celest$e4ever: Non ho la più pallida idea da dove io abbia tirato fuori l'associazione Hermione-Prostituta, ma volevo creare una combinazione improbabile, ma plausibile, senza uscire dal personaggio. Spero di esserci riuscita.
White_Tifa: Il mondo di Draco è irrisoriamente collegato con quello di Harry Potter [Magari se trovo il tempo, spiego la nascita della loro amicizia]. Dal prossimo capitolo quindi, Cena a casa Potter, si scoprirà ancora molto di più sulla sua quotidianità
JosephineAntoniette:Più che altro il titolo non mi convince proprio...
Herm90: Grazie! Il desiderio di renderla plausibile è la cosa che più mi preme. Non volevo creare personaggi OOC.



Fatemi sapere se il capitolo non è troppo, Uh, compatto e pesante.

 

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Capitolo 4
*** Right Side Of Wrong ***


-Because things are the way they are, things will not stay the way they are.- Bertolt Brecht

-

-Solo perchè le cose sono quelle che sono, non vuol dire rimarranno tali.- Bertolt Brecht.










Draco ha avuto un paio di esperienze sbagliate con le persone.
Primi tra tutti sua madre e suo padre.
Specialmente suo padre.

La stima incondizionata verso di lui. Ed il seguirlo senza mai chiedere. E l'accettare senza mai discutere.

Poi mentre, suo padre cercava di fargli indossare nuovi abiti, inadatti, Draco aveva logicamente pensato: "Cazzo, sono una bambola".

Troppo tardi aveva scoperto che quel costante forzarlo verso una direzione non sua, era apprensione. Che tutte quelle prediche erano tentativi di consolarlo. Che i consigli erano il desiderio di far avere tutto il meglio che lui aveva avuto, anche al figlio. Perchè Lucius Malfoy amava la sua vita. Amava sua moglie e morbosamente amava il potere ed il lato oscuro. Non c'entravano bene, male o la cosiddetta morale. Semplicemente Lucius Malfoy faceva quello che più di ogni altra cosa amava fare: spadroneggiare su i più deboli.

E questo non lo rendeva un cattivo padre.
Anzi era un ottimo padre.
Che portava il figlio sulle spalle, che lo accompagnava per mano, che gli insegnava della vita, a modo suo, ma sempre un insegnante era. Nemmeno quando Draco non aveva ucciso Silente, Lucius lo aveva rinnegato. Aveva dato ascoltato a Narcissa - E' solo un ragazzo, Lucius, solo un ragazzo.-, e aveva continuato, nonostante tutto ad essere orgoglioso del figlio.

Se solo Draco lo avesse capito prima di ucciderlo.

*** *** ***






Lucius è tra le sue braccia.
Draco saprebbe spiegare perchè sia tra le sue braccia sanguinante. E' merito suo. E' bastato un -Sectusempra- ed eccolo lì a terra, morente. Quello che non riesce a comprendere è perchè, una volta colpitolo, sia subito corso da lui, abbracciandolo, sorreggendolo. Lucius è vagamente sorpreso, un po’ orgoglioso "Mio figlio è bravo, maledettamente bravo, con gli incantesimi", e intrinsecamente triste. Ha fallito come padre, doveva saperlo, forse lo sapeva. Tutti i suoi sforzi ed ora Draco lo guardia con rabbia e rancore repressi. Tutti i suoi sforzi ed ora Draco lo sta uccidendo. Fisicamente ed interiormente.

Eppure.

Eppure Lucius è felice di morire tra le braccia del figlio. Non per mano sua, ovviamente. Ma tra le sue braccia si, questo è accettabile. Un parte di se riesce ancora a sentire i suoni, a percepire il vento, ad ammirare i colori. E desidera che Draco avesse deciso di ucciderlo di giorno. Ha speso tutta la sua vita nel buio, ora ci vuole solo più luce.
Una parte di se riesce a sentire i tremiti del figlio, una parte di se è rinfrescata dalle sue lacrime.

Lucius emette un singulto di dolore e sangue, e guarda gli occhi di Draco.

-Un Malfoy non piange.- dice nell'ultimo tentativo d'insegnare al figlio come essere un uomo. Perchè un uomo non piange. Sebbene, anche Lucius stia piangendo.

Draco avrebbe preferito sentirsi accusare con astio-.
Avrebbe voluto poter odiare il padre con un intensità più forte. Eppure, continua a stringerlo. E le sue mani si muovono lungo le ferite, nel tentativo di tamponarle.

-Era un incantesimo fottutamente buono.- dice Lucius.

E poi silenzio, singhiozzi e gemiti.


-Draco.- attende -Sposati.-

Ed è così che dovrebbe essere un rapporto padre figlio, pensa Draco. E improvvisamente vuole invecchiare con Lucius, vuole vederlo anziano, vuole vederlo ancora,
vivo.

E' tutto merito suo se Lucius sta morendo.

Ed il merito diviene colpa.


-Intendevo spostati.- si corregge Lucius. -Fa tutto così dannatamente male.-

Draco ride lacrime amare.
Ha capito benissimo cosa intendeva il padre. Così maledettamente orgoglioso fino alla fine. Ed ha proprio ragione.

Fa tutto così dannatamente male.

*** *** ***




Draco ha avuto un paio di esperienze sbagliate con le persone.
Ed ora sta avendo un paio di esperienze con la persona sbagliata.
Per questo tiene gli occhi incollati sulla strada. Meccanicamente cambia la marcia e preme sull'acceleratore. Seconda, terza, quarta. Accende una sigaretta. Inspira, Espira. Senza mai guardare Hermione, occhi sulla strada.

Perchè Draco è esponenzialmente spaventato del relazionarsi con le persone.

E con Hermione, relazionarsi riesce così facile.

Lei scivola l'avambraccio fuori dal finestrino e guarda le case. E' a sua volta a disagio.
Perché sono le sei e la luce, la luce illumina ancora le strade. Il che rende tutto insolito e mistico.
Si rende conto che c'è qualcosa di non detto nell'incontrarsi per la prima volta di giorno.
Un passo, un comune accordo. Di cosa, accordo di cosa?
Amicizia?
Hermione osserva Draco ed è veloce a spostare lo sguardo da lui alla strada, con la stessa velocità con cui il biondo fa la stessa cosa.
Stanno andando a casa sua.
Draco sa che non c'è niente dietro. Solo vestiti, tutto qui. Semplicemente vestiti.
Ma stanno andando a casa sua. Ed è tutto così diverso e, Cristo l'ha pensato, significativo.

*** *** ***

-Questo?- Chiede Hermione uscendo dall'armadio. Benché l'armadio non sia un armadio, è una stanza, che per inciso è più grande di tutta la sua intera casa. Dove, vogliamo ricordare, vivono in tre.

Draco solleva gli occhi dalla gazzetta del profeta, vecchia di due giorni e che, prima che Hermione glielo facesse notare, stava reggendo all'incontrario. Usa il giornale come un non dichiarato scudo, nascondendosi tra le righe.

-Mhh.- muggisce, storcendo le labbra.

-Mhh Cosa?- sbotta esasperata Hermione. Questo è il tredicesimo abito che prova ed il tredicesimo Mh che riceve. -Mh Cosa? Per il cazzo di Merlino!- ripete.

-Troppo succinto.- dice Draco, che "usa tutta la sua forza" per non divagare sullo spacco dell'abito nero.

-Oh, Cristo!- dice Hermione, invocando una sorta di Merlino babbano. - L'unico uomo che ci sarà è Harry! Mi spieghi quale è il problema se è un po’ succinto?-

Ed io? Si chiede Draco, ma è troppo surreale dirlo.

-Non è un po’ succinto, è troppo succinto!-

-Be'. Tutti i vestiti di tua madre sono troppo succinti, allora!- replica Hermione, tagliente.

-Stai insinuando qualcosa su mia madre, Granger?- Draco lascia cadere il giornale e si alza minaccioso, carico di tutto l'orgoglio della casata dei Malfoy.

-Questi vestiti parlano abbastanza da soli.-

lui si lascia sfuggire un verso esasperato dalla rabbia, mentre percorre a passi decisi la distanza che li separa. Hermione sussulta e la schiena le sbatte contro il muro, mentre indietreggia intimorita. Draco la raggiunge e la supera, varcando la porta dell'armadio.
Si sente un gran rumore di grucce e stoffe e imprecazioni. Finché non appare con un abito rosso stretto in mano.

-Questo.- dice soddisfatto.

-Quello?- esclama Hermione.-Quello? Quello è troppo succinto.- ed accompagna la frase con uno sguardo torvo al vestito e alla schiena scoperta che le lascerebbe.

-Insomma, c'è solo Harry, no?-

Anche tu, pensa Hermione, ma è troppo surreale dirlo.

*** *** ***

Atto I,
scena I.




Dling Dlong.





-Potter.-

-Draco! Entra, siamo in cucina.-

-Potter.-

-Cosa?-

Crash.

-Hermione?!-

Harry lascia cadere a terra i bicchieri, che teneva faticosamente in equilibrio fra le dita. Si dice che quando un bicchiere si rompe, una persona che si ama se ne è andata.

I bicchieri rotolano sulla moquette.

Non si sono rotti.

Draco si scosta perchè lui, Potter, la possa vedere meglio. Perchè lei lo possa vedere meglio. Hermione sorride imbarazzata e colpevole, bellissima nel suo vestito rosso. Ed Harry, in camicia e jeans si sente nuovamente adolescente. Insicuro e testardo. Un po’ arrabbiato, poco. "Devo raccogliere i bicchieri" pensa, ma non lo fa e continua a guardarla, come l'ha guardata anni prima al ballo del ceppo. Stordito ed orgoglioso di essere suo amico.
Perchè lui puerilmente si reputa ancora suo amico.

-Hermione?!- e sono tutti grati che la voce abbia interrotto il silenzio.

-Ginny?!-

Ginevra Potter è apparsa dalla cucina, gravida e impacciata dalla pancia. E' lievemente ingrassata -come Harry le ha fatto ingiustamente notare giorni prima-, ma la gravidanza, si sa, allarga le curve. E' comunque bella, Harry l'ha resa bella. Affascinante nelle sua condizione. I capelli che, sfuggiti all'elastico, le incorniciano il viso. Come un quadro.

-Hermione!-
grida entusiasta e trotta, perchè Lily le impedisce di correre, verso l'amica. Verso la sua migliore amica. Ed Hermione sente la sua calda pancia contro il suo ventre, mentre Ginny le butta le braccia al collo e tira su rumorosamente il naso.

-Oh, Diavolo. Sono così ipersensibile.- dice la signora Potter, come a volersi scusare. Ma in realtà non ha ragione per farlo. Perchè anche Hermione sta tirando su il naso rumorosamente. Perchè anche Hermione sommessamente sussurra:

-Ginny.-

*** *** ***
Atto I,
scena II.







Sono a tavola, in quella che sembra una piccola sala rettangolare, con le pareti sbiadite, di un intimo colore pastello. Il piccolo tavolo ricolmo di cibo ricorda le vecchie cartoline di natale, belle e surreali. C'è qualcosa in quel luogo, qualcosa che Hermione aveva già sentito prima d'ora. La nostalgica sensazione di "Casa". Harry e Ginny hanno creato una propria Tana.

Lei è restia a parlare.
Perchè se parlasse, tutti gli sforzi di Harry nel cercare di ignorarla, di pensare -Lei.non.è.qui.- sarebbero vani. Ed è così vergognosamente sollevata di poter rimandare l'inevitabile chiarimento.

Harry è seduto.
Sufficientemente indisposto e arrabbiato da sopprime la forza con cui ogni fibra del suo corpo tende ad Hermione. E rimane semplicemente seduto. Irremovibile sulla sua sedia. Braccia incrociate. (O così vorrebbe. Se non che quelle patate non sono solo patate, ma mele e lui Adamo.)
Il rumore delle posate che cozzano contro la porcellana dei piatti, riempie l'aria. Accentuando, forse, la mancanza di ogni altro suono.

-E così, uhm, sei una prostituta.- dice improvvisamente Ginny, con un avida curiosità. Per lei è tutto semplice, così estranea ai pregiudizi. Ma Harry sputa acqua dal naso e Hermione manda di traverso il boccone.

-QUAlcuno vuole delle patate? Vado a prenderle!- stride lui, sbattendo sonoramente le ginocchia contro il tavolo, nel tentativo di alzarsi. E scattando sparisce in cucina. Desiderando di non dover parlare di lei. Perchè è fatto così. Perchè preferisce aggirare il dolore, che affrontarlo apertamente.

-VAdo in bagno!- esclama subito Hermione e pochi secondi dopo il rumore di una serratura che gira, avverte i presenti che il bagno è il suo rifugio.




Draco osserva saccente Ginny e scandisce lentamente, tra una patata ed un altra:

-Sei un idiota.-

- Ma, Dio, sono così ridicoli. Dovevo dire qualcosa!- sbotta Ginny, arrabbiata con Draco, con Harry, con Hermione per lasciare che la cosa giaccia, senza sollevare la questione.

-Harry è sempre ridicolo.-

- Si, ma non in quel modo. Per Merlino, Draco, è un manico di scopa stasera. Non ha nemmeno detto nessuna frase, uhm, alla Potter. Frasi, lo sai, -

-Imbarazzanti.- conclude Draco.

-Desolanti calza meglio.-

-Addolcivo la pillola.- dice Draco, poggiando la forchetta al margine del piatto ed asciugandosi meticolosamente le labbra, impeccabilmente Malfoy.




-Ginny.- dice, con curata cautela.

-Mh?-

-Non sei arrabbiata con la Granger?-

-Sono inviperita -scusa l'espressione Slytherin.- con Hermione. Per aver preferito andare avanti da sola e tenerci fuori da tutto questo. Veramente, vorrei metterle briciole nel letto solo a pensarci.-

-Ma ora è qua. Mangia le mie patate. Oddio, ora è chiusa nel bagno, prima mangiava le mia patate. E sono anni che voglio parlarle, dirle di Harry e della mia vita e di tutti quelli stupidi importantissimi dettagli che si dicono alle amiche. Sopra ogni cosa. Ho aspettato troppo, per perdere tempo arrabbiandomi.-


-Avrei voluto così tanto che fosse la mia damigella al matrimonio.- aggiunge Ginny, la voce velata dalla tristezza. Egoisticamente ha desiderato così tanto Hermione, senza mai smettere. Ma ora lei è qui. E finalmente possono stare alzate tutta la notte, a raccontare la forma delle bomboniere o il colore del suo abito rosso alla cerimonia -La signora Weasley era allibita solo a vederlo-. Cose così, cose stupide, cose importanti.

-Vado a chiamare Harry.- dice risoluta, alzandosi con formidabile lentezza, mani sulla schiena ad aiutarsi per il peso anteriore.

-Vado a schiantare la porta del bagno.-

*** *** ***




-Granger.-

-Uh, Cosa?-

-Quando pensi di uscire da lì.-

-Mi sto dando la cipria.-

-Tu non usi la cipria.-

-Er, beh' in questo momento vorrei farlo.-

-…E' casa sua. Non puoi evitarlo per sempre, prima o poi dovrai uscire.-

-Prima o poi andrà a letto.-

-Schianto la porta.-

-Non oseresti.-

-Schianto la porta.-

-...Arrivo.-

Clack.

-Bastardo.- mormora puerilmente Hermione.

*** *** ***
Atto II,
scena I.



Draco conduce Hermione nella sala da pranzo. Non che lei non sappia ritrovarla, ma lui la guida, segretamente preoccupato che lei scappi, buttandosi fuori dalla finestra in una spettacolare esibizione di vigliaccheria. Un enorme spreco di energie, visto che sarebbe costretto ad inseguirla. Nella sala Harry e Ginny li aspettano. Lei, relativamente serena, con quel sorriso indecifrabile stampato sul viso, lui un po’ più torvo osserva il pavimento, con ritrovato interesse per le piastrelle bordò. Sembra quasi, sembra, magicamente legato alla sedia.

Riluttante, Hermione prende il suo posto a tavola.


-Devo andare in bagno.- annuncia improvvisamente Draco e si dilegua, maledettamente rapido.

-Vado a prendere i secondi!- esclama Ginny con un'accidentale casualità e sparisce dietro la soglia della cucina.

E rimangono soli.
Harry non aveva mai desiderato prima d'ora di poter scambiare una qualcuno con Voldemort: ma, come si sa, c'è sempre una prima volta. Ed il momento è arrivato, mentre desidera con tutte le sue forze di non essere lì.
O almeno, non lì con Hermione.
Si agita sulla sedia, facendo traballare i gambi, in un fastidioso e sordo rumore. Non ha nessuna intenzione di fare la prima mossa. Troppo arrabbiato e ferito. Poi remissivamente si dichiara sconfitto.

-Slegami.-

-Come?-

-Ginny ha usato un Costringo. Mi ha magicamente inchiodato alla sedia. Slegami.- borbotta sommesso, intrappolato da fili invisibili di pura magia. -Merlino, quella donna, mia moglie è malvagia.-

ed Hermione sospira.
Con il peso di dover riparare le cose, addosso.
Harry è sempre stato molto suscettibile ai rifiuti, così fragile sotto certi aspetti. L'ha sempre saputo. Ma la differenza è che lei è sempre stata lì. Quando Harry perse Sirius o Silente o, temporaneamente, Ginny, Hermione era lì. Dalla sua parte. Accanto a lui, consolandolo. Perchè qualcun'altro lo aveva ferito. La differenza è che stavolta lo ha ferito lei. E' lì, ma dalla parte del torto.
Non è mai stata dalla parte del torto.


-Harry.- dice e lui guarda il pavimento e tutte le interessanti venature della pietra.

-Harry.-

Incredibilmente affascinante, si costringe a pensare lui. Le mattonelle sono lusingate.
-Harry.- ripete Hermione con una nota esasperata d'appello. Lui finalmente si volta. Verso di lei, che -che diavolo sta facendo?- si sta alzando dalla sedia. Perchè Hermione è un genio, così maledettamente razionale. E come tale sa come trattare i numeri e i libri. Ma come tutti, in quella stanza, ha un intrinseca incapacità di destreggiarsi con le emozioni. Così si alza. Si alza perchè decide che l'unica cosa da fare è fare quello che sente. Senza usare la testa. Si alza usando solo il cuore.




Si alza e lo abbraccia.


-Dio, quanto mi sei mancato.- sussurra respirando il suo profumo di sudore e ormoni, finalmente pronta ad affrontarlo.


-Mi sono sentito morire quando non c'eri più.- protesta Harry con una punta d'accusa, tenendo ancora salde le distanze.

-Lo so.-


-Ho fatto di tutto per trovarti. E quando ti ho trovata, mi hai cacciato.-

-Lo so.-


-Pensavo che noi non fossimo sufficienti per te. Che senza Ron non valessimo la pena.-

-Siete la mia famiglia.- dice Hermione. Ed è vero, lo sono.

Dopo quattro anni lo sono ancora.


-Lo so.- Harry suona vagamente compiaciuto e infinitamente sereno.

*** *** ***
Atto II,
scena II.




Le luci di casa Potter si spengono lentamente alle loro spalle. Solo una, la camera da letto, rimane vivida nel buio della notte. Hermione la osserva con malinconia. Vorrebbe poter restare, con Harry, con Ginny, in quella casa dove ha ritrovato qualcosa. Forse la serenità, forse se stessa. Ma cammina lungo la strada, verso la macchina di Draco, che la riaccompagna dove lei sente di non appartenere più.

Le stelle li stanno nuovamente osservando, curiose e divertite dalla piccola commedia che si svolge sotto la loro pallida e intensa luce. Draco con attenzione guarda a sua volta.

-Quando cadono le stelle?- chiede.

-Cosa? Uhm, credo il termine più consono sia spegnersi.- risponde Hermione, perplessa.

-No, intendo quando cadono. Sai quel periodo dell'anno in cui i babbani guardano le stelle cadere.-

-Oh. Le stelle cadenti.- dice Hermione, afferrando il senso della frase. -Luglio, o Agosto, credo.- risponde, sinceramente colpita dal non ricordarsene più. Non ricordare quando è il tempo dei desideri. -Perchè, cosa esprimeresti?-


-Come?-

-Che desiderio esprimeresti? E' questo che fanno i babbani, guardano le stelle ed esprimono un desiderio. I tuoi genitori non te lo hanno mai detto?-

-No.-

-Nemmeno della fata dei denti, o della cattura delle lucciole?-

-No.-risponde Draco, semplice.

-Oh. Mi dispiace.- dice Hermione e le dispiace davvero. Sebbene Draco non capisca cosa ci sia da dispiacersi. Forse è perchè non sa cosa si sia perso, ma non rimpiange i sentimentalismi babbani o le favole dell'infanzia. I suoi genitori gli hanno raccontato di Draghi e avventure e magie Oscure, ma a lui andava bene così. Quei momenti erano, se ci pensa ora, incredibilmente sereni. Non ha mai avuto bisogno d'altro.



-Tu che desiderio esprimeresti?-


-Mh.- Hermione non lo sa. Avrebbe detto Ron. Ron. Ron. Almeno fino a poco tempo fa. Non vuole più tornare indietro, solo andare avanti. -Soldi, forse.- dice senza trovare altro.

-Come siamo materiali.- ghigna Draco, divertito.

-Ah, sentiamo il tuo grande desiderio, Signor Malfoy.-

-Donne.- anche se una saggia e fastidiosa voce gli ha appena suggerito:

Te.


-Ma le hai!-

-La vera felicità non è avere ciò che si desidera, ma desiderare ciò che si ha.-

-Ho le carie.-

-Anche io, non so da dove mi sia uscita. Era disgustosa.- dice Draco con sentimento. Ed Hermione ride. Non di lui, con lui.



-Mi sono chiarita con Harry.- dice lei improvvisamente, e non sa perchè, ma aveva una gran voglia di dirlo. Voglia di confidarsi. Con Draco. Come se si conoscessero da sempre.

-Lo so. Me lo ha detto.- risponde lui, con una punta di invidia. - Era tutto felice, quella checca.-

-...-

-Hermione.- e la chiama per nome. La prima volta che la chiama per nome. Non c'è niente di altisonante in tutto ciò. Non lo fa con imbarazzo, ne con rigidità. Suona abitudinario. Come se nella sua testa, Draco non avesse fatto altro che ripeterlo.

Hermione,

Hermione,

Hermione.

-
Smetterai di essere una prostituta?-


-Forse.-

-...-

-Non so.-

-...-

-Credo di si.-






Nota dell'autrice:

Cominciamo dal principio.
La prima scena. L'eclatante apertura.

Forse un po’ pesante, forse un po’ forzata. Ma Draco ed Hermione non sarebbero mai arrivati a parlarne, non durante questa fanfiction, solo col tempo. E io volevo comunque che qualcosa di lui (sopratutto su questo capitolo incentrato su Hermione ed Harry) si sapesse. Volevo che la matrice del cambiamento di Draco venisse svelata. E in come quasi tutte le sue interpretazioni è il padre.

Non il solito Lucius però.
Non un padre sbagliato, un buon padre, facendo i conti. Solo incapace di trasmettere tali conti al figlio. Volevo cercare di mettere in risalto uno sbaglio dal quale non si può più tornare indietro e che, inevitabilmente, cambia le persone.

Spero che vi sia piaciuto quel pezzo, scritto solo per Draco. A me, personalmente, è piaciuto scriverlo.


Ma forse ancora più particolare è la figura di Ginny.
Particolare perchè, come ben so, è odiata da tutti. Be', non proprio da tutti. Non da me. Doveva essere lei. Nessun altro, solo lei poteva essere la signora Potter. E spero che vi sia piaciuta anch'essa.

Non mi sono soffermata troppo sui quattro, una volta chiaritosi tutto, perchè questa vuole essere una Draco Hermione. E comunque si rivedranno nel prossimo e spero ultimo glorioso capitolo.

Oh, non vedo l'ora di pubblicare quel capitolo.
Ho già scritto la fine. (UH!) E sono curiosa, tremendamente curiosa di scoprire se vi piacerà o meno. Però, purtroppo, prima devo finire tutto ciò che intercorre da adesso agli ultimi istanti della storia. [Manca comunque, poco, così poco.]

Hanging By a moment, come ha indovinato Criros è una canzone dei Lifehouse (contenta che ti piacciano! Io li trovo particolarmente adatti a certi momenti!). Mentre la più chiacchierata "Down Inside i am bleeding" appartiene a The Rocky Horror Picture Show (a cui sono veneramene addetta). Canzone di chiusura come ha evidenziato Seattle_Bee. Più precisamente "Super Heros"

Passando alle recensioni:

Ps: Ho già detto quanto vi amo?

Lady_Slytherin: Si? la scena finale ricorda il film? Almeno ho fatto felice tutti quelli che si aspettavano la stessa trama! Non ho mai amato le Harry Draco, penso siano entrambi troppo innamorati della...ehm...insomma non voglio essere volgare. Però come amici, come amici sono unici. Più di quanto potessero mai immaginare. Be', si, Harry ha preso una vera batosta, come è evidenziato in questo capitolo. Perchè lui di sicuro non se lo aspettava. Non da Hermione. E lei non si aspettava di rivedere lui. Sono entrambi feriti e spaventati. Ma tutti si aggiusta, col tempo e con Ginny come moglie!!


MyLay-Sen: Ovviamente questa Hermione non può piacere a tutti. Ma la sua dignità non le è mai stata privata. Ci sono molti pregiudizi intorno alla prostituzione, ma penso che le prostitute siano persone con una tempra unica, che arrivano a provare ogni modo pur di sopravvivere. Ovviamente la situazione di Hermione è un po’ diversa, ma spero non troppo surreale. Draco fa pena? Ha ancora abbastanza orgoglio per ucciderti, se ti sentisse dirlo! xD

Cali Patil: In effetti è così. E' proprio triste che Hermione sia arrivata a tanto, eppure c'è sempre qualcosa, o qualcuno che ci permette di riscattarci. Come puoi vedere, il suo futuro è probabilmente lontano dalla prostituzione!

Lady black: I ragazzi dei giorni nostri? Sono felice che capisci Hermione! Volevo così tanto trasmette il suo disagio! La scena con Harry era così veloce, che temevo non avrebbe avuto l'effetto sperato.

JiuJiu91: UN ALTRA CINEFILA! Che piacere collega, che piacere. Sebbene io, in quel campo, sia solo una dilettante. Il titolo è tratto dal "Rocky Horror Picture Show" e se non l'hai visto, guardaòp! E' un ordine, mia cara. Tutti mi dicono che il mio Draco fa sempre più tristezza, eppure immagino te, ridere sguaiatamente, di fronte alla scena dell'analista. SI, sicuramente sei originale! (anche io lo apprezzo!). Hermione più che fredda era esagitata e sconvolta e imbarazzata da se stessa. Con l'unico desiderio di nascondersi da lui.

Claheaven: Recensioni come la tua fanno sempre piacere, quindi, non importata se i miei abili stratagemmi mentali hanno funzionato o se sono invece i miei personaggi ad attirarti tanto. (Invece importa eccome! Maledizione! Oh, il mio orgoglio si contorce nella tomba.) La morte di Ron è un libero sfogo di fantasia, frustrata dalla direzione che stanno prendono i libri. (Oh, quanto spero che sia lui uno dei "destinati" alla morte nell'ultimo celeberrimo libro. Sarebbe, inaspettato). Jervis Cocker. Uhm. In effetti si può quasi respirare nell'aria del primo capitolo, ma si rispecchia poco nei  seguenti (e ho deciso quindi, una soluzione più smorzata.). Down inside I am bleeding è probabilmente una pubblicità di cerotti. Ma per me sarà sempre una frase del "Rocky Horror Picture Show". Lode a Richard'O Brien. Lode alla rivoluzione sessuale degli anni sessanta!

Goldbuble: Non posso evitare di dirti che il tuo nickname è incredibilmente delizioso. Dio, adoro pronunciarlo. Ora, uscendo da questa digressione, Grazie! E come vedi, l'aggiornamento non è stato troppo lento. Spero.

Chris97:E invece Harry c'è! E ci sarà anche in seguito! Come amico di Draco, come amico di Hermione.

DeepDerk:Oh, puoi immaginarmi arrossire virtualmente! Grazie! Spero che ti sia piaciuto questo capitolo e se il mio stile ti piace tanto, non vedo l'ora che tu legga l'ultimo. Sono innamorata dell'ultimo capitolo!

_Elentari_: Effettivamente non so cosa sia più insolito. Se Draco e il suo affetto per Harry o Hermione prostituta. Probabilmente tutte e due le cose sono Molto insolite. Comunque credo siano piacevoli nella loro inusualità. E comunque lo spero.

Criros: !!! Per te scrivo ben tre punti esclamativi, abortendo un orrore grammaticale. Una fan dei Lifehouse!!! Unica! Be', siamo in due! Grazie per i complimenti, sopratutto se ritieni la storia originali. Le Draco Hermione sono così trite e ritrite (ma alcune, ugualmente molto belle.).

SweetChocolate:Ora che me lo fai notare, forse non era così prevedibile l'avvento di Harry. Almeno non per voi. Io mentalmente continuavo a figurarmelo, a immaginarlo nella costante ricerca di Hermione e non vedevo l'ora di descrivere quando e come l'avrebbe trovata. In più lui è un nuovo legame tra Draco ed Hermione.


Vio_smile: Oh, la moglie di Harry. In realtà è il personaggio più banale che potevo metterci. Ma, la più giusta in quel ruolo. A discapito di chi la odia, Ginny, così carismatica, è perfetta per lui. Perfetta che prendersi cura delle ferite che un ragazzo non dovrebbe avere. Lei sola, riuscirebbe a sostenerlo in maniera impeccabile. Almeno per me.


Seattle_Bee: I coinquilini! I mitici coinquilini! Connie e Dolce! O, quanto era divertente scrivere di loro. Ma ricompariranno! Diavolo, se non lo faranno! Solo non ora, alla fine. Ora rallenterebbero la storia (e il tempo per la stesura di un capitolo, che non ho). Bingo! Maledetta donna, diciamo che tu eri esclusa dal tentare di indovinare! Comunque bingo! Vinci tutto ciò che posso darti! Per inciso, un grosso simpatico niente.


ImAya: Ho aspettato anni che qualcuno descrivesse una simile relazione tra i due! Anni in cui sono stata sommersa da improbabili Slash. Volevo esprimere come gli immaginavo io e quindi ci ho provato. lieta di esserci riuscita.


Lilian Potter: Grazie! In realtà l'atra fanfiction più la leggo, meno mi piace. (Ma non posso toglierla! Il mio maledetto orgoglio nei confronti di Ed_ward mi ostacola! Sono incastrata!) Però grazie! Per i complimenti, per la recensione! Grazie e spero ti sia piaciuto il capitolo.




Pps: nel prossimo capitolo, ultimo o meno, le cose si muoveranno. E molto.

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Capitolo 5
*** Time's a wastin' ***


last chapter

Now, I've got arms
And I've got arms
Let's get together and use those arms
Let's go
Time's a wastin'

I've got lips
And I've got lips
Let's get together and use those lips
Let's go
Time's a wastin'
June Carter e Carl Smith.








Hermione osserva Hermione nello specchio

e sorride.


A stento si riconosce. Perchè la lucida superficie rimanda un'immagine limpida e serena. Così tipica di lei quando era ancora tipicamente se stessa. La matita le evidenzia gli occhi nocciola. E le labbra sono rosee e pulite, il rossetto che giace nel cassetto. 
Non ne ha più bisogno, non lo ha mai voluto.

Connie storce la bocca.
-Che fine ha fatto la gran troia della mia migliore amica?- dice con simpatia, con affetto. Sapendo che è proprio ciò che lei vuole sentirsi dire. Che Hermione-puttana-Granger non esiste più. 
Il silenzio è un tacito grazie.

Dolce le ripassa le unghie con uno smalto traslucido e delicato, la testa avvolta in un asciugamano - rosa, come tutto il resto, d'altronde, in quella stanza. Hermione muove allegramente le dita, rimirando l'opera.

-Come sto?- chiede euforica, volteggiando due volte, l'abito che le sfiora dolcemente le gambe.

-Favolosa, cara, favolosa e raggiante.-

Ed è vero.
Hermione sorride con una dentatura perfetta e perlacea, mordicchiandosi il labbro inferiore. Favolosa e raggiante.

-Oh, Sono così agitata.- esplode Dolce all'improvviso, zampettando le mani nel vuoto, nel tentativo di asciugare lo smalto. Dolce è sempre agitato. Quando si prepara per uscire, quando Jennifer Lopez canta in televisione, quando qualcun altro si prepara per uscire. Per questo possiedono piantagioni di camomilla in cucina, sebbene le inutili proteste di Connie (-Ci vuole alcol, non camomilla, alcol.-).

-Qualcuno vuole-
-No, nessuno vuole una camomilla. Dolce. Cristo!

Hermione non bada alla conversazione, né alla risposta di Dolce (- Affoga pure nell'alcol e nei brufoli, allora!).
Osserva con più attenzione l'orologio a muro, che segna le otto passate. Come aveva segnato le sette meno cinque la prima volta che gli aveva lanciato una rapida occhiata, e le sette meno due al secondo sguardo. Hermione lo guarda nello stesso modo in cui l'aveva guardato continuamente nell'ultima ora.
Con impaziente attesa.

Ed il campanello parla (ha spesso di suonare, quando Dolce ha sostituito il classico scampanellio con un dolce e malizioso Uhh-uhh d'apprezzamento).

-Moun Amour! E' già qui!- stride eccitato l'amico ed è già in piedi, strusciandosi le gote per arrossirle appena. Dalla porta giungono i suoi squittii felici e brontolii sommessi ed altre frasi. Connie colpisce sonoramente la coscia di Hermione e schiocca la lingua.

-Buona serata.- dice con malizia allusiva, mentre lascia la stanza.

*** *** ***

Non è propriamente un appuntamento.
Nulla di romantico, niente candele. Solo cibo e chiacchere.
Cose così, cose tra amici .Non è stato un invito premeditato.
Frasi lasciate cadere casualmente. Con la stessa casualità che li aveva spinti ad incontrarsi quotidianamente nell'arco dei due mesi trascorsi.
Non è un appuntamento quello tra lei e Draco Malfoy. Sebbene le gambe di Hermione sono state appena depilate e Draco, Draco si è fatto la barba due volte.
Non è un appuntamento.

In teoria.


- Non avevi detto che lui non era in casa? - grugnisce il biondo insoddisfatto, adocchiando truce Dolce, che lo saluta calorosamente sull'arco della porta. 
- Oh, dettagli.
- Ha cercato di toccarmi il culo! Non sono dettagli! - protesta sonoramente Draco, mentre si incamminano verso la Mercedes.
- Siine lusingato.
- E' un uomo! U-O-M-O!
- Ottima deduzione.
- Non voglio che un uomo cerchi di toccarmi il culo. Sono un estimatore della vagina, IO.
- Sei di una fastidiosa scurrilità, Draco Lucius Malfoy.
- E tu sei una dannata bugiarda.
- Touché. Ma a fin di bene.
Draco la guarda in tralice e lascia cadere la discussione.
Non si vince, con Hermione Granger non si vince mai. Così testarda e risoluta.
- Non puoi cambiare casa?
- No.
- Ma hai smesso da mesi di fare la prostituta!
- Non cambierò casa.
- Ma...
- No.
- Se...
- No!
- Testarda.
- Animale.
E ridendo, Hermione avvolge l'avambraccio attorno a quello di lui.

*** *** ****

- Signor Malfoy, cerchi di controllare la rabbia.
- Al diavolo il controllo e al diavolo quella dannata cretina!
- Vuole raccontarmi cos'è successo?
- OH! OH! - esclama esasperato Draco, agitandosi sul comodo lettino di pelle.
- OH! Quello che non è successo, grazie a me. Se era per lei a quest'ora l'aveva già violentata.
- Vuole spiegarsi meglio?
- E' totalmente illogica! Dannata stupida donna. Voglio dire, eravamo in un locale e quest'uomo arriva e le palpa il culo. Avrà avuto sessant'anni e la palpava il culo. E lei, lei non può reagire come una persona normale, No, perché Hermione Jane Granger non è una persona normale. Dio, è assolutamente illogica! E comunque lei lo guarda e fa: "Gradirei che la smettesse". - continua Draco, in una perfetta e quanto mai ironica imitazione della femminile voce di Hermione. - Gradirei che la smettesse! Come si fa a dire "Gradirei che la smettesse"? Come se Harry avesse chiesto al signore oscuro "Gradirei che non mi uccidesse, la prego". Insomma, Cristo!
- E lei cos'ha fatto?

 ****

- Non osare toccarla. -dice Draco, ma la frase è coperta da un sordo rumore di ossa contro ossa, nocche contro zigomo.
Il molestatore è a terra.
Non importa l'età, non importano i capelli bianchi o le rughe o l'espressione sciupata dell'uomo.
Non importa se il rivolo di sangue e la mascella dislocata presuppongono qualcosa di rotto.
Draco se ne fotte. L'importante è guardare Hermione negli occhi e gridarle con sentimento: 

-Imbecille! Reagisci!

- E questa donna cosa le ha risposto?
- "Non sei mio padre" - mima Draco in una stridula voce lagnosa. - Merlino, grazie al cielo no! Ma quell'uomo aveva tutta l'età per esserlo!

- Non sono tua sorella, non sono tuo figlio! Ma che cazzo c'entra, Granger? Ti stava molestando! Mo-le-stan-do! Scusa se ti ho salvato dalla più brutta scopata della tua vita!
- Potevo cavarmela benissimo da sola!
- Oh, sicuro! "Gradirei che la smettesse"! Bel modo di cavarsela, sicuramente le buone maniere funzionano benissimo coi molestatori!-



- "Potevo cavarmela benissimo da sola". Oh, certo. Dannata imbecille.


- Potevo cavarmela benissimo da sola! - ripete Hermione Granger, stavolta gridandolo. 
- Scusami tanto per averti aiutata. Me ne vado! Così può stuprarti in santa pace.
- Bene!
- Bene!

*** 

- Vacca!

Hermione sussulta, e un sonoro schiaffo è la sola risposta che riesce a dare.

-Ah! Ora picchi me? Cioè lui no, per Diana, figurarsi, d'altronde cosa  ti avrà mai fatto! Però non c'è niente di male a picchiare l'uomo-che-ti-ha-salvata.

L'anziano ha smesso finalmente di osservare inorridito il sangue, il suo sangue. Ed ora guarda, se possibile, ancora più inorridito il suo assalitore. A carponi, sul ruvido asfalto, indietreggia. E Draco, che ha la grande voglia di mollargli un altro ben assestato colpo, stavolta più in basso, lo ammonisce:
- Lei! Lei rimanga dove è! Anzi, ora la stupri! Forza, sembra volerlo.

- Smettila! - grida Hermione esasperata, le nocche bianche, mentre i pugni serrati tremano.
L'uomo prova a rialzarsi. Indugiando, si aiuta con le mani sulla nuda strada e solleva le vecchie ossa. Con gli occhi cerca la macchina, parcheggiata qualche metro più in là. Troppi, per sfuggire a Draco.

- Ora venga qua e la stupri! - grida lui. 

- Finiscila! - ripete Hermione, in un'esplosione di rabbia.

Slap.

Draco si massaggia nuovamente la guancia, colpito per la seconda volta. Ferito nell'orgoglio. Le scocca "quello" sguardo, lo stesso sguardo di quando erano al terzo anno ad Hogwarts. Carico d'odio e disprezzo, senza però la minima punta di paura. Con rabbia, scarica la frustrazione del suo pugno contro la sua stessa coscia.
Perché, nonostante tutto, non colpirà mai Hermione.

*** 

- E poi cos'ha fatto?

- Io, Oh, io. Me ne sono andato, cazzo! Che poteva fare, me ne sono andato! Era così frustrante! Lei è così frustrante!

- Saprebbe spiegarsi perché ha reagito così violentemente?

- Nessuno tocca le donne con cui esco! E' una questione di possesso! - sbotta il biondo.

- Ma lei non è una donna con cui esce. - nota puntigliosamente l'analista, sollevando gli occhi dal taccuino e scrutandolo da dietro le sue spesse, opache lenti.

*** *** ***


-Hermione!

Dice Ginny abbracciando l'amica. E' nuovamente venerdì e come ormai da parecchie settimane, Hermione è alla usuale cena a casa dei tre Potter. E viene accolta con entusiasmo. Con lo stesso entusiasmo con cui Ginny l'ha accolta la prima volta che l'ha rivista. Ginevra non reprimerà mai, quel suo esagitato stato d'animo, nel rincontrarla. Non tratterrà mai quel piccolo risolino eccitato ogni volta che il campanello suona e lei è alla porta. L'euforia del riaverla sarà l'ultima cosa a scemare.

-Ginny.

Ride Hermione e con le mani cinte attorno al collo di lei, traballa un po’, in un abbraccio cristallino. E Ginny la trascina oltre la soglia, con l'energia di un adolescente innamorata.

-Oh, quanto mi sei mancata!- dice, scherzando con una pura, invidiabile, sincerità.

-Ci siamo viste oggi!- protesta Hermione, ma si lascia trasportare dall'amica.

-Sono ingorda di te.

-Dovrei essere geloso?- è la voce di Harry, che scende dalle scale a torso nudo. Nuovamente a torso nudo. Perchè Harry è quasi sempre nudo, o giù di lì. Esibizionista. Si passa una mano tra i capelli, umidi. Nessuno gli ha mai detto quanto assomigli a James nel farlo, ma lui lo sa. Inconsciamente lo sa. Forse è proprio questo il motivo che lo spinge a farlo.


-
Molto geloso!

-Allora sono molto geloso.- sorride lui, sfiorando con le labbra la guancia di Hermione e soffermandole più lungo su quelle di Ginny, mentre l'abbraccia da dietro, dondolandola.



-Come sta Lily?- chiede Hermione, appendendo il cappotto all'appendiabiti, con infinita naturalezza ed abitudine. Harry mugugna e solleva gli occhi al cielo, mentre sua moglie lo gomita violentemente nello stomaco.

-E' così insopportabilmente adorabile! Non dormo da notti.- sbuffa il moro, con una punta di orgoglio, perché la sua Lily è testarda, così testarda, che non sa se piangere o sorridere. -Quello di genitori è un lavoro a tempo pieno.

-Io lo faccio da quando ci siamo sposati.- puntualizza Ginny con un sopracciglio levato, in segno di protesta e reclamando i propri meriti.

-E' per questo che mi ami.

-No, ti sopporto perchè ti amo.

E Annah spunta dalla cucina, al fianco di Draco.

*** *** ***


Chi diavolo è Annah?

Ovviamente Hermione non sa ne il nome, ne cosa esattamente ci faccia nella stanza una bellissima donna castana, in compagnia di Draco Malfoy. Prova solo un istantanea antipatia verso di lei, ma, logicamente, non ha nulla a che fare col fatto che sia lì perchè lui l'ha voluta.

E perchè proprio Annah poi?

La donna la saluta e si presenta, avvolta in un vestito che lascia poco all'immaginazione. Harry e Ginny la osservano perplessi. Sono abituati alle continue intrusioni di estranee, accompagnatrici del biondo, diverse ogni settimana. Ma da qualche mese a questa parte, Draco si era presentato solo. O più precisamente, pensa Ginny, da quando aveva conosciuto Hermione, Draco si era presentato solo.
Hermione solleva lo sguardo, ora acido e fisso sugli occhi di lui.


-Malfoy.

-Granger.

*** *** ***




-Come vi siete conosciuti, tu e Draco?- chiede Harry, cauto, ad Annah che sembra irragionevolmente a suo agio. Lei sorride, compiaciuta, e posa il bicchiere con delicatezza sul tavolo. I suoi capelli ondeggiano, accompagnando ogni suo movimento. Come se fossero qualcosa a se stante. Stasera abbiamo a cena Annah e i suoi capelli, pensa Harry.

-Draco- inizia Annah e posa il suo materno sguardo sul biondo, che indifferente aggredisce l'arrosto. - mi ha corteggiata qualche sera fa alla "Vipera Verde". E' una persona così affascinante.

-Mpf.- e tutti si girano verso Hermione ed il suo sbuffo saccente. La ragazza guarda con indifferenza l'insalata e tutto di lei, dal sopracciglio levato alle labbra sottili e serrate, lascia intuire quanto non possa esser più in disaccordo.
Non è gelosa è solo ancora, molto, arrabbiata.

Crede.

-Oh, insomma, che diavolo avete voi due?- sbotta Ginny improvvisamente, guardandoli con esasperazione.

-Niente.-
-Nulla.

-Bene.- dice Ginny, almeno su qualcosa sono d'accordo. "Niente". Sono d'accordo su "Niente". Cristo, Lily è più matura.

-Annah.- dice.

-Si?

-E' stato un piacere conoscerti.

-Come?

-E'-stato-un-piacere-conoscerti-Esci.

Annah socchiude le labbra interdetta. Guarda la padrona di casa, che risoluta ostenta convinzione in quello che ha detto, e si chiede se sia tutto uno scherzo. No. Non è uno scherzo. Cerca gli occhi di Draco, cerca supporto e si aspetta qualcosa come: -Se se ne va lei, vado anche io.- Ma Draco non lo dice. I suoi occhi sono attentamente posati su quelli di Hermione. In un reciproco scambio di puro, caustico, astio.

Annah lascia cadere pesantemente le posate nel piatto e inviperita afferra la borsa.

-Bene.- dice e si alza dalla tavola. Harry vorrebbe sprofondare sotto terra. O essere uno struzzo. Sarebbero tutte e due ottime soluzioni, pur di non doversi sentire talmente imbarazzato. Insegue Annah, cercando di salvare le buone maniere della famiglia Potter.

-Uh, ti accompagno alla porta.- dice, nel tentativo di farle strada.

-So dov'è la porta.

-Usala.- deplica Hermione, tagliente e acida come non vorrebbe essere. In fondo Annah, nonostante i capelli cotonati e il vestito trasparente e i modi civettuoli, potrebbe anche essere simpatica. In fondo non è colpa sua se è così inopportuna. E' colpa di Draco, per averla portata. E' sempre colpa di Draco, conclude Hermione.

Coglione.

I cardini protestano vivamente, quando la porta viene sbattuta con ferocia ed Harry riappare, sospirando pesantemente e pulendosi gli occhiali sulla camicia.

-Chiaritevi.

-Non ho nulla da dirgli.

-Un grazie sarebbe un ottimo inizio.- replica Draco, velocemente.

-Grazie per trattarmi come un idiota.

-Ti stava stuprando!

Ecco Ginny ha perso il filo del discorso, o forse non lo ha mai avuto. Però ora sente di averlo decisamente perso. Chi ha stuprato chi? Harry, dal canto suo, molleggia sulla sedia, ciondolante, indeciso se allungare o meno la mano verso le crocchette di pollo. Sarebbe insensibile? Forse si, decide infine.


-Oh, Cristo.- sbotta Hermione.

Senza parole.

Draco la lascia sempre senza parole. Nel bene o nel male. Così maledettamente testardo, non si vince con lui. Mai. Tenace fino all'ultimo anche dalla parte del torto. Così intenzionalmente lascia che la sedia strida sulla piastrelle in un inconfondibile, fastidioso rumore. Ascende in tutto il suo ego e lancia un ultima giudiziosa occhiata a Draco, prima di abbandonare la tavola senza proferire altro. I cardini cigolano una seconda volta, prima che un rumore di passi giunga dalla strada.

*** *** ***


Ed è sceso il silenzio.
Più profondo di prima, che non nasconde sguardi o parole celate. Un silenzio che non ha nulla da dire.
Draco guarda con sufficienza il bicchiere, dondolandolo prima da un lato e poi da un altro, con la stessa meticolosità con cui Hermione aveva dato i MAGO anni prima. Scocciato, più da se stesso che da altro. Ginny pesta dolorosamente il piede a Harry, guardandolo con occhiate esplicite. Il suo indice indica prima suo marito, poi il comune amico..

Parlagli

Il moro spalanca gli occhi e scuote la testa. Ginny ripete il gesto con il potere conferitogli dal matrimonio.


-Allora?- dice il moro incrociando le braccia e guardando severo Draco Malfoy. Più severamente, ordina Ginny in un linguaggio che solo Harry può capire.
Harry guarda Draco Malfoy, più severamente.


-mh-Mh- si schiarisce la gola il moro, in un climax ascendente.

-...

- MH-MH-

-Si?- chiede Draco, falso ingenuo.

-Allora?

-Allora cosa?

-Seguila.- dice Ginny

-Eh?

-Se.Gui.La.- ribadisce la rossa.

-Non voglio seguire Hermione!

-Tu stai già seguendo Hermione!

-Eh? Perchè diavolo la starei "già seguendo"?

-Perché la ami.- Ginny rende tutto così semplice.

-Cosa?!- esclama Draco, dopo aver sputato un oliva lungo la tavola. -Non essere ridicola! Per Merlino, Ginny!

- Smettila di ragionare col pene, Draco! Quante "Annah" dobbiamo sorbirci prima che tu lo capisca?

Ginny vorrebbe iniziare a parlare di amore, vorrebbe iniziare a parlare di sguardi, dei loro sguardi. Vorrebbe spiegare a Draco cosa siano quelle fiamme che ti bruciano, piacevolmente, l'anima. Ma non lo fa. Lui non capirebbe.

-Le guardi continuamente le labbra.- dice invece con veemenza, perchè sa che non afferra il lato emotivo delle cose. E' tardivo. Non se ne intende di baci sotto le coperte. Quindi lo mette di fronte alla realtà fisica dei fatti, sfinita dalla mancata eloquenza del biondo..

-Potrebbe essere attrazione fisica.- ribatte Draco, caparbiamente e si chiede, perchè diavolo paga un analista, se conosce Ginevra Potter. E sopratutto, se lei conosce lui.

-Non ha detto gambe, ha detto labbra. - rettifica Harry.

-Uh.- dice Draco. Tra uomini ci si intende sempre.

In fondo lo sapeva anche lui.
Lo sapeva benissimo anche lui. Non saprebbe dire quando ha realizzato. Quando la corrente ha percorso furiosa i circuiti della lampadina. Quando alle parole "sesso" "alcol" "droga" se era aggiunta un altra: "Hermione". Anzi prepotentemente si era posta sopra tutte le altre, spadroneggiando regina.
Poi come si era accesa, la lampadina si era spenta.

Ma "Hermione" era rimasta chiara, bruciando, stampata a caratteri rossi, nella sua vita.
Forse è il caso di smettere d'ignorarla. 

-Uh.- dice Draco, che non può più fingere sia l'istinto riproduttivo.

-Uh. Cazzo.

Non si rende nemmeno conto di essere scattato sulle ginocchia. Non sente il suono della sedia, sbattere violentemente contro le piastrelle, non sente Ginny esclamare -OH- compiaciuta. Sente solo il dannato bisogno di aprire quella porta e iniziare a correre.

Verso di lei.

*** *** ***











-'Fanculo, Ginny, 'fanculo

Continua a ripete mentre corre per le vie deserte di Londra. E' profondamente arrabbiato con la moglie del suo migliore amico, per essersi decisa solo ora a prenderlo a calci nel culo e fargli fare quello che doveva fare da diverso tempo. Tutto quel girarci intorno così a lungo, cazzo. Ora è tutto così vivido. Draco può sentire i suoi sentimenti sotto la pelle, fin dentro le ossa. Si nutre di loro. E' bastato un calcio di Ginny a trasformarlo in un monogamo. Ora corre, non avrebbe mai corso così. Non pensava nemmeno di essere capace di correre così. Dimentica addirittura la Mercedes e i mezzi pubblici e la metropolitana, corre quei chilometri che lo separano dalla casa di Hermione, sentendosi incredibilmente vivo.
La paura che tutto questo, un possibile noi sparisca, se si fermasse a prendere ossigeno, a dar riposo alle gambe, lo assale. Non sente nemmeno il dolore alle piante dei piedi o la milza che implora. Il freddo colpisce il suo volto e lo tiene sveglio e lucido nella sua totale incoscienza.
Svolta l'angolo ed è nella strada.

-Granger!

Grida, battendo forti colpi sulla porta. Dolce, in accappatoio rosa e maschera da notte apre. Osserva il biondo, deliziato. E si permette pochi lunghissimi secondi, prima di rispondere.

-Non è qui, caro.

-Dov'è?

-E' andata da Connie, al palo. Ha detto che voleva sfogarsi per colpa di un dannato imbecille.-

-Grazie.

-Non penso che tu sia un imbecille.- dice Dolce.

-Ha parlato di me?

- Certe cose non c'è bisogno di dirle, caro.

*** *** ***


-Granger.


Draco è ad Edkins Street. I polmoni che esplodono nel petto e la milza che impazzisce. Non l'ha ancora vista, ma sa che è lì. E che può udirlo. Segretamente spera che lei voglia udirlo.

-Granger!- grida, cercandola con lo sguardo.

Ora la vede, ma è troppo esagitato per notare le sopracciglia alzate , la testa reclina di lato e gli occhi sforzati all'inverosimile per capire chi sia quel dannato idiota che la rincorre.

-Granger- dice sollevato di averla raggiunta e sorride in un mare di ansimi.

-La risposta è no!

Draco espira, inspira perplesso.

- Non ti dirò grazie. E odio ripetermi ma potevo farcela benissimo da sola.

-No!- dice.

-Cosa?

-La risposta non è no.

-La risposta è noi

-Oddio.

-Ascolta Granger. Io ti voglio, tu mi vuoi.

-Sarebbe una dichiarazione? Non ho afferrato la parte romantica della cosa.

-La parte romantica viene tra le coperte.

-No.

-No?

-No. Non farò sesso con te, Draco Malfoy. Sei un dannato poligamo adultero e io sono Hermione Granger. E' ridicolo, siamo intrinsecamente diversi. Non funzionerebbe mai.

-Diversi? Io ho le braccia, tu hai le braccia. Io ho le labbra e tu hai le labbra. Andiamo a casa mia ed usiamole. Stare qui a parlare è un enorme spreco di tempo.*


Hermione è palesemente interdetta.
Le labbra schiuse e la fronte corrugata, mentre guarda Draco Malfoy. Temporeggia, qualche secondo di troppo, nel tentativo di trovare la giusta risposta alla carovana di idiozie che il biondo dice, con convinzione, da qualche minuti.

-Che diavolo d--


-Adesso ti bacio.- dice Draco.

E la bacia.
Le sue labbra aggrediscono quelle di Hermione. E lei vorrebbe dire "non farò sesso con te Draco Malfoy", l'ha ripetuto così a lungo che la frase la rassicura, ma l'unico suono che esce dalla sua bocca è -Cristo- e poi mugugni e rumori umidi. Non è proprio la conversazione che Hermione si era preparata in vista di quel momento. Non è propriamente una conversazione, sono solo accenni di parole e -Sta Zitta, Granger, sta zitta- e poi altri suoni bagnati e così profondamente intimi. Hermione non pensava che un bacio potesse essere così pornografico.
Vuole spingere Malfoy lontano, ma le sue mani lo afferrano per la camicia, attirandolo violentemente.

Maledette mani.


-Cazzo, Granger

-Sta zitto!- ordina Hermione. E lo sbatte contro il palo, seguendolo. E' un bacio inconsapevolmente atteso, quasi esasperato dalla voglia. Draco respira nella bocca di Hermione. E non ha tempo per pensare a cosa comporti il bacio per loro e soprattutto se questo loro sia ipotetico o meno. Meravigliato, capisce di non aver mai respirato per davvero. Fin ad allora. Lui allontana la bocca con difficoltà e prende il fiato, ansimando contro le labbra di lei.

-Dovremmo sposarci.- Dice.

-Sta zitto!- ordina nuovamente Hermione continuando a tenerlo premuto contro il palo. Poi ci pensa ed esclama:

-Cosa?!

-Sposami, Hermione Jane Granger.

-Zitto e baciami.

*** *** ***



Draco passeggia irrequieto nel corridoio di San Mugo, solcando ellissi nel pavimento a piastrelle.
Qualche passo a sinistra e subito si gira in un altra direzione. C'è ansia e nervosismo nella sua andatura.
E nella sua mente soltanto Hermione. 
Guarda ripetutamente la porta che, verde sul muro bianco, esercita un richiamo mesmerico.

-Ancora non capisco- dice con un irritazione degna del suo nome. -Cosa ci faccia tua moglie Potter, con mia moglie, là dentro.

Harry che da qualche minuto non pensa altro che -E sta fermo, Merlino, sta fermo-, posa lo sguardo su Malfoy.

-Tu davvero non vuoi sapere cosa accade li dentro. Fidati. C'è voluto tutto il mio coraggio per far nuovamente sesso con Ginny. Dopo aver visto- Harry agita la mano in aria in un ampio movimento. -quella cosa.

-Credimi, ci vuole ben altro per farmi desistere dal sesso.

-Vantatene.- osserva Harry levando un sopracciglio.

Un grido strozzato e prolungato interrompe la conversazione. E Draco pensa o, più giustamente, unisce parole a caso: "Urlo, Hermione, dilatazione, bambino"

-Oh cazzo.- Draco sbianca, fermandosi rigidamente.

-Io entro.

Dice.

Ed entra.

Harry alza il culo dalla comodissima sedia, dove preferiva di gran lunga stare e segue l'amico attraverso la porta. Avrà bisogno di un maschio la dentro, tutti quegli feromoni femminili muterebbero chiunque in una gigantesca checca.


-Merlino!- sente Draco gridare appena varca la soglia.

-Morgana!- aggiunge lui appena vede Hermione, in una posizione ginecologica che non avrebbe mai voluto vedere.

-Smettila di guardare la vagina di mia moglie Potter!- grida Draco, incapace di dire altro.

-Harry!- dice Ginny, tutt'altro che civile.

-Oh, Dio Merlino.- Harry che ha assunto una tonalità verde pisello e si sente sul punto di vomitare. Facilmente impressionabile.

-VOI- Hermione ruggisce nella pura e più totale agonia.  -VOI! Fuori! FUORI!-

I tre stanno per lasciare la stanza quando il ruggito si fa sentire nuovamente. -TU no! TU resti!-

Draco deglutisce e si avvicina al lettino di Hermione.
Cerca la sua mano, ma lei decide che agguantarlo per la cravatta sia una soluzione migliore. Draco vorrebbe dirle che va tutto bene, che sono in due a far fronte a tutto questo e che presto saranno in tre. Ma tutto non va propriamente bene.
La cravatta si stringe sempre più ferocemente intorno al suo collo, mentre Hermione non accenna lasciare la presa e la prima cosa che vorrebbe dire, se solo riuscisse a prendere fiato, sarebbe -Sedatela-. La stanza è così bianca e igienica da ingigantire ogni più piccolo atroce dettaglio. E le luci, troppo forti, invece che abbagliarlo, lo rendono ancora più consapevole.

Sua moglie sta dando alla luce il loro bambino.

-
BambinA.- dice nell'agonia Hermione, che ha imparato a leggergli dentro.

Draco non replica. Collo, respiro, soffoco. Hermione è davanti a lui. Paonazza, sudata e scurrile che non lo è mai stata. Una visione grottesca della donna che ama. Perchè più che mai, lui, in quel momento, sa di amarla..


Le urla di Hermione lentamente si placano, rimangono ansimi e gemiti e poi finalmente solo il suo respiro. La sala è ghermita da altre grida, più stridule, più acute.















Nota dell'autrice:

*
Citazione da time's a wastin' June Carter Cash.


Ed ecco l'ultimo glorioso atto.
Riappaiono un po’ tutti, Connie, Dolce, l'analista (troppo affezionata per non citarlo), Harry, Ginny, Lily ( a modo suo, ma appare). E ovviamente loro. Che non smetteranno mai di litigare. E di amarsi. (Draco non lo ammetterà MAI).
E poi c'è il piccolo primogenito Malfoy.
Uhm, pensavate in un finale più, diciamo, pacato? Munito di una semplice dichiarazione? E NO! signori, no! che sia mai! Questo capitolo doveva strabordare in tutti i sensi!
E ora, commentiamolo:

Mi è piaciuto scriverlo. Non ho atteso altro (o forse ho atteso poco, perchè è stato uno dei primi ad essere steso.) Comunque mi è piaciuto. Mi chiedo solo se non sia stato troppo veloce. Se avrei dovuto soffermarmi più a lungo, sulla gelosia e sull'attesa. Sarete voi a giudicare.

Ma io NON amo temporeggiare. I loro momenti, dolci, piccoli, insignificanti, teneri Draco ed Hermione gli hanno avuti. Guardando le stelle, parlando nei caffé, semplicemente sopportandosi. Ci sono stati, nel corso della storia, sebbene sommersi dal peso del passato di lei, ci sono stati. Ho pensato ad un casuale bacio, prima del verdetto finale. Ma poi ho capito. Ho capito che LORO avrebbero capito.
Baciandosi, anche solo una volta, avrebbero dovuto capire tutto.
E così arriva la fatidica proposta.

-Sposami, Hermione Jane Granger.-

E mi emoziono a riscriverla, anche qua, senza significato,tra le note. Perchè ogni volta che la digito, ogni volta che la leggo, Draco è lì, che guarda Hermione e cerca di sfuggire all'asfissia dei suoi baci e alle sue maledette mani per chiederle di invecchiare con lei. Un Draco che nella mia mente ha preso vita. Spero anche nella vostra.
L'ultima parte, poi non l'ho pensata. Senza saperlo l'avevo già scritta, prima di realizzarlo. Era, semplicemente, naturale scriverla.





Recensioni!


Sono così euforica dall'avervi sentito dire: "ti prego non finirla ora". E mi piacerebbe poter parlare di un futuro seguito, ma non ci sarà. Potrei aggiunger qualche missing moments (Come l'addio al nubilato di Draco, o l'inizio della sua amicizia con Potter, o scene di vita a casa Malfoy.). Nel frattempo voglio lasciarvi con una chicca: A breve posterò un missing moment "riprendendo la mano" che vedrà protagonista Hermione nel tentativo di tornare in possesso delle proprie abilità magiche.


Lady_Slytherin: Ginny è Ginny! Può essere vista come una coiona innamorata per anni di un ragazzo che non l'ha corrisposta così a lungo o come una donna, una donna che ha sempre vissuto nella consapevolezza che avrebbe avuto un figlio da lui. Io l'interpreto nel secondo modo! Ed Harry...Be' lui è un po’ un coione. Molto maturo sotto alcuni aspetti, molto infantile sotto altri (Come le emozioni, Uh). Spero che questo capitolo ti coinvolga!

Goldbuble:Ho fatto un salto nelle tue storie. Purtroppo io non recensisco spesso, e le tue non sono proprio il mio genere, per questo mi sarei sentita un po’ ipocrita a commentarle. Però recensisco anche negativamente (in maniera costruttiva) alle volte. E non ho trovato critiche da svolgere ai tuoi scritti. Sono sicura che prima o poi scriverai una fanfiction che mi piacerà molto recensire.

Chris87:anche io gli adoro! Sono un soggetto così bello, del quale scrivere!

Riru: OH! Grazie! Io sto iniziando a detestare quel titolo. Non solo perchè non ha niente a che fare con la storia, ma credo oltretutto che stoni molto con il racconto. Ho letto (e recensito) una tua Draco Hermione. L'ho trovata così ricca nel vocabolario e piacevole, stilisticamente parlando. Senza tralasciare l'originalità con cui hai trattato un tema trito e ritrito. Aspetto l'ultimo capitolo!

Fanny92: Sono felice che Lucius ti abbia colpito! Mentre scrivevo il pezzo iniziale ho desiderato così tanto di poter scrivere ancora del suo rapporto con Draco e di un loro possibile futuro insieme. Ma questa è una storia di rimpianti.

Merryluna: Salve! Figurati! le apparizioni improvvise sono sempre gradite. Ebbene si, questo era l'ultimo . (Soddisfatta o desolata?) Anche a me mancherà scrivere di loro, ma spero di sfornare presto un altra storia. Non so da dove sia uscita la scelta di Atti e scene, ho solo pensato, che era così appropriata. Quella cena sembra una recita.

JiuJiu91: Già, Draco era destinato ad uccidere Lucius, come Harry per Voldemort. Però, in quell'ultimo, dolce amaro momento, Draco comprende finalmente l'amore del padre e Lucius capisce di aver perso il figlio. Così triste per entrambi, ma così straziante per il piccolo Malfoy. Be', oddio, forse prostituta era meglio. Effettivamente era molto meglio. Ma se Ginny non voleva dare peso alla propria frase non avrebbe parlato. E lei invece voleva essere risoluta nel chiarire, finalmente, tutto. Sapevo non ti sarebbe piaciuta, gh, gh! (Che rido? dovrei essere triste). E così finalmente Harry ed Hermione ce l'hanno fatta. A me la riappacificazione è piaciuto descriverla. Con Harry legato e le mattonelle e tutto il resto. Ti prego guardarlo. Perchè ogni mio tentativo di descriverlo non può che sminuirlo. Guardalo e basta. Poi mi devo dire che ne pensi.

Gemellina: Ed in realtà è sempre lo stesso Lucius. Solo più approfondito. Solo che dietro al cinismo c'è un contorto senso dell'affetto. Che porta a inevitabili conclusioni. E tragedie. E dolore. Dimmi cosa ne pensi di questo capitolo, invece! Sono curiosa!

HimenoChan: Ginny deve essere dolce e saggia o non potrebbe resistere al fianco di Harry (che riesce ad essere un enorme adorabile coione, alle volte). Lucius umano. Lo so. Speravo proprio che trasmettesse questo. Una contorta umanità. Hey, Grazie per i complimenti! (Draco Herm forever!). Così l'ultimo capitolo è arrivato. Spero ti sia piaciuto.

Chikka:Mica mi hai fatto arrossire, eh! Mi hai fatto letteralmente morire d'imbarazzo! Soprattutto per la parola scrittrice. Suona così altisonante. Io mi definisco un umile digitatrice, ma chissà, un giorno potrei davvero diventare tale. Sono felice di averti catapultato nella storia! Io ci sono dentro fino al collo!

SweetChocolate: Ebbene si, questo era l'ultimo. Il grande finale. Sono felice ti sia piaciuto Lucius. E' un personaggio così odiato che temevo non sareste riusciti a capirlo e invece! E invece, siete fantastici! [Credo sia piaciuto più di Ginny, anzi, sicuramente!]

Aysha:
In effetti me lo dite in molti. Che il finale poteva essere più lontano. Forse. Ma ti assicuro che è già un miracolo che io abbia scritto una long-fic. Io amo lo stile incisivo, le frasi brevi i momenti, che non sono momenti ma qualcosa di più. Una long fic, sopratutto come primo scritto, per me era una vera sfida. Non vorrei rischiare di viziarla. Portandola oltre la sua iniziale concezione. Tutte le scene tutti i momenti non sono mai stati ragionati ma sempre spontanei, cosa che non credo succederebbe strabordando la mia idea originale. A parte questo, credo farò un missing moment, dove si vede Hermione riprendere dimestichezza con la magia con l'aiuto di Draco (OH).


VIVIANA91: Ovvio che faccio il quinto capitolo! Ed infatti eccolo! Piaciuto?

ImAya: Sai che fuori dalla rete non ho mai conosciuto un fan dei Lifehouse? dannazione, dobbiamo diffonderli! Esatto, titolo da Bon Jovi. Era troppo appropriato, perchè Hermione è dalla parte giusta del torto? Possibile? Be' per lei è così.

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Capitolo 6
*** Extra: riprendendo la mano. ***


Nota: Ambientato nei due mesi che intercorrono tra il quarto ed il quinto capitolo. Hermione riprende famigliarità con la magia. E Draco si offre di aiutarla.




Extra: Riprendendo la mano.





-Ricorda, Granger: Wina-gar-dium Levi-osa. Il "gar" deve essere prolungato.-

-Non sono un idiota, Malfoy.-

-Provamelo.-

-Bene!...Wingardium Leviosa.-

Crash.




-Cristo, Granger! Fai attenzione con quella bacchetta!-

-Oh, cavolo. Scusa! Aspetta ora riprovo.-

-NO! Voglio dire, un attimo. Ecco ora vai.-

-Non occorreva ti allontanassi tre metri.-

-Precauzione.-

-Mph...Wingardium Leviosa.-

Crash.




-Quello era prezioso!-

-Oh, Cristo! Scusa! Lo riparo subito: Repa-

-NO! No! Faccio io. Reparo.-

-...-

-...-

-Sicura di non voler interrompere un momento, Granger?-

-Non sono preoccupata, Malfoy.-

-Io si.-

-...Wingardium Leviosa.-

Stump.




-Oh mio dio, oh mio dio, oh mio dio.-

-Smettila di gridare Granger e dammi una mano!-

-Heilà!-

-Ginny!-

- Cosa state facendo voi du-OH MIO DIO. Dobby?! Hermione! Hai schiantato Dobby?!-

-Chi ha fatto cosa?-

-Harry?! No! aspetta non venire-

-AGH!-

-...di qua.-

-Hai schiantato Dobby?! Hermione, hai schiantato Dobby?!...Credo di amarti.-

-Io non ho schiantato nessuno!-

-In realtà Granger l'hai fatto e devo dire che ti è riuscito in maniera impeccabile.-

-Oh, grazie Draco.-

-Piantatela di fare conversazione e portiamolo a San Mugo!-


Whuuaaa.




-Lily!-

-No, Hey, dove diavolo andate?! Harry! Ginny! tornate immediatamente qui! E' il vostro elfo domestico!-

-Malfoy! Non è il loro elfo domestico!E' un loro amico!-

-Si, Be', comunque.-

-Comunque un corno! C.R.E.P.A, Malfoy!-

-Crepa?!-

-No, C.R.E.P.A: Comitato per la Riabilitazione di Elfi Poveri e Abbruttiti. Tieni, prendi una spilla!-

-E quella da dove esce?-

-Prendi la spilla!-

-Giammai!-

-Wingardium Lev-

-Non oseresti!-

-Oh, si che oserei!-

-...-

-Wingard-

-Okay, Okay! Sono dentro! Dammi quel dannato oggetto.-

-Oh, è così fantastico usare la magia nuovamente.-

-Mph.-

-Non è vero?-

-Mph.-

-Wingardium Lev-

-ASSolutamente fantastico.

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