Pretty Woman di aKifer (/viewuser.php?uid=6913)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** In the Cold, Cold Night ***
Capitolo 2: *** Hangin by a Moment ***
Capitolo 3: *** Down inside i am bleeding ***
Capitolo 4: *** Right Side Of Wrong ***
Capitolo 5: *** Time's a wastin' ***
Capitolo 6: *** Extra: riprendendo la mano. ***
Capitolo 1 *** In the Cold, Cold Night ***
pretty woman prologo
Nota dell'autrice:
Da parecchie settimane ormai volevo iniziare un lavoro di revisione
dell'intera storia. Leggerndo la recensione dei "criticoni" (grazie e
ancora grazie) ho pensato fosse il caso d'iniziare a postare la
correzione del primo capitolo dal punto di vista grammaticale. La
strutta e i periodi sono però invariati. Spero non vi
troverete errori/orrori. (In caso negativo, potreste contattarmi
avvisandomi dell'errore?)
Ringraziamenti:Sono
ben consapevole che di norma sono presenti alla fine dello scritto, ma
mi sento in dovere di ringraziare Defender.
Come avrai notato non ho pubblicato la versioni ricontrollate che mi
hai fatto pervenire tramite email. Senza divulgarmi troppo voglio
comunque dire che mi sono state utili. Quindi grazie per il tempo speso
e spero che la presentazione finale sia di tuo gradimento.
Prelude
-Sex without love
is an empty experience, but as empty experiences go, it's one of the
best.-
Woody
Allen
-Il
sesso senza amore è un esperienza vuota, ma tra le
esperienza vuote che corrono, è una delle migliori.-
Woody
Allen
***
*** ***
Edkins
Street è sicuramente il fulcro pulsante di Londra.
La strada che magicamente si illumina di notte, prendendo vita. Una
strada
piena di luci, movimento, desideri. Il quartiere del peccato, la
chiamano i
conservatori, i Lord del Gabinetto inglese. Disdegnata dall'alta
classe, dai
borsisti, da Wall Street, ma ugualmente frequentata. Il Moulin Rouge
del nuovo
millennio.
Ci trovi di tutto, a partire da poco, per arrivare a tariffe
esorbitanti. La
notte di una vita.
I suoi abitanti sono famosi, come le star che illuminano Hollywood.
Volti noti,
ma avvolti dalla discrezione dei clienti e dal pudore degli animi. Si
sussurra
di loro, ma mai, mai se ne parla.
La prima regola del sex club è che non si parla del sex
club. *
Almeno, non se hai cara la faccia.
Lei ha visto di tutto passare per quelle strade, sotto quelle luci
rosse,
davanti a quelle vetrine. Uomini rispettabili alla luce del giorno che
di notte
divengono "altri". Anche se teoricamente non ha visto niente.
Teoricamente non dovrebbe nemmeno fare quel lavoro.
E come sia finita a farlo lo sa solo dio.
Si appoggia al palo più vicino, il suo palo. Uno degli
ultimi, in una via dove
le tariffe vanno crescendo man mano che si avanza. Lambisce una Lucky
Strike
con le labbra, il rossetto corroso da baci di assidui amanti. Gente che
ha
ipotecato la vita, la moglie pur di possederla qualche ora.
Ne è lusingata.
La parrucca bionda rame, decisamente falsa (dettaglio irrilevante,
nessuno è lì
per i suoi capelli), le prude, dopo averla portata ore. Le calze
smagliate sono
scomode, impregnate degli ormoni di clienti che hanno tanto pagato per
sfilargliele.
Attende l'ultimo fortunato della notte e poi se ne andrà a
casa. Dormire. Il
pensiero la tormenta da ore, ma vuole finire la serata. Lei non
è una
qualunque. Lei è una delle cagne. Lei è
l'élite.
Aspira, rubando l'anima di fumo alla sigaretta. I fanali di una
macchina si
avvicinano, per fermarsi a qualche lampione di distanza. Gli schiamazzi
della
"compagna", le sue moine verso il cliente le giungono nel freddo
della notte.
Si stringe in quei pezzi di stoffa che la lambiscono insufficientemente.
Come ha fatto Hermione Granger a diventare una prostituta?
Non ha mai risposto a questa domanda, nemmeno a se stessa. Ferite che
non si
rimarginano, crede. Aprirsi un varco tra
dolorosi
ricordi, crede. Perchè non medimaga, insegnante, pozionista?
Perchè lei ha
chiuso con la magia. Con quella utopistica visione del mondo, con quel
agitare
e colpire con le loro stupide bacchette. Disprezza i maghi, l'hanno
privata di
tutto.
Di Harry,
Di Ron.
Già, Ron.
E una volta lasciato il mondo della stregoneria la scelta è
difficile, sempre
se vi sia una scelta, senza diploma, senza referenze. Hermione
Granger non sarebbe
mai finita a fare la commessa, no questo lo aveva giurato alla sua
intelligenza. Tutto, ma non un lavoro di ufficio.
La prostituzione si era mostrata come la strada più
semplice. Una cura senza
anestesia al suo bisogno di ricominciare. E una volta che inizi, una
volta che
varchi la sottile linea tra chi vende il proprio corpo e chi no, non
si può
più tornare indietro. Hermione si era abituata ai compiti
degradanti, alle
paghe misere,alla mancanza di diritti. Non era male in fondo.
Il sesso senza amore è un esperienza vuota, ma tra le
esperienze vuote che
corrono, è una delle migliori.
I
fanali di una macchina le
illuminano le voluttuose cosce. Il motore scende di giri, la vettura
rallenta.
E' quella giusta, stavolta. La falsa bionda si avvicina al finestrino,
sporgendo in avanti la sua abbondante terza. Il mozzicone di sigaretta
rotola
solitario sull'asfalto.
Il
rumore elettrico del
finestrino che si abbassa segna l'inizio della trattativa.
***
*** ***
-
Caara.
Dolce la accoglie caloroso sull'uscio del loro appartamento condiviso.
La sua
voce effeminata e la sua camminata ancheggiante le rubano un sorriso.
Dolce è
una checca. Stilista italiano senza peli sulla lingua, con un accento
che
ribadisce la sua provenienza natia. Ama il rosa, come tutti i gay di
Londra, ed
il leopardato.
Fetish e Glamour sono le parole chiave della sua personalità.
- Ma guardati! Sono allibita caara, Al-li-bi-ta.- parla al femminile e
trasuda
feromoni da tutti i pori. - La tua pelle è rovinata. Ora
vieni di là e ci
facciamo un bel impacco di fango! Niente ma! L'aspetto prima di tutto.-
e
scompare attraverso il salotto, nella loro piccola cucina. La sua voce
squillante
la raggiunse al di là dei muri.
-Una camomilla cara?
- Ho bisogno di dormire, Dolce.- sospira Hermione sfinita, lasciandosi
cadere
sul divano e raccogliendosi sotto la coperta di pelo zebrato.
-Più degli
impacchi di fango.- Precisa la ragazza.
- Ogni tua parola sono venti coltellate al cuore dell'estetica.- Dolce
suona
indignato, ma docile.
-E ogni Tua parola sono venti coltellate al cuore
della virilità.-
-Su cara, così mi lusinghi.- squittisce Dolce, arrossendo
sotto il fard.
- Dove è Connie?- Connie è la terza coinquilina.
Connie
è Alfa, Connie è Omega.
E' colei che ha guidato Hermione sulla cattiva strada. Su Edkins
street,
appunto. Ed è una signora prostituta.
- A guadagnare soldi, fino a poco fa. Come dovresti fare tu!- la voce
paternale
da donna giunge dall'atrio. Mora, capelli corti, bellissima e sciupata,
si
trascina nel piccolo atelier rosa di Dolce, il salotto. Cammina su
tacchi elevati,
trampoli di venti centimetri, come se non fosse abbastanza alta. Connie
è un
po’ volgare come prostituta, ma di una volgarità
che le vanta numerosi clienti.
Tutto il contrario di Hermione.
-Camomilla?- grida Dolce dalla cucina.
-No, voglio solo dormire.- dice, sfilandosi rozzamente gli stivali a
spillo. E
si sdraia sul tappeto. - Dio, se non ci sa fare.- Mormora appagata. Lei
è la
tipica prostituta che lo fa per dovere, ma con grande piacere.
- Chi? Faccia burbera?- chiede Hermione.
-Il bel moretto?- fa eco Dolce
-No, no, chiappe d'oro.
-Ahh.- concordano all'unisono Dolce ed Hermione.
***
*** ***
E' un
altra notte ad Edkins Street.
Connie
ed Hermione si
avviano sotto l'usuale palo. Sono vicine di posto, in modo da poter
spettegolare nell'attesa. Anche se sono solite aspettare poco.
Il
tipico rumore di auto
truccata, Mercedes, preannuncia il prossimo cliente. Sicuramente ricco,
giovane
e probabilmente viziato. Sta scritto tutto nella macchina. Il freno a
mano
stride, e i fari smettono di illuminare il cemento. La portiera si
apre,
lasciando scivolare un giovane nella penombra.
*Chi riconosce la citazione? "La prima regola del Fight Club
è che non si parla del Fight Club".Chuck Palahniuk.
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Capitolo 2 *** Hangin by a Moment ***
-Is the sex
dirty?
Only if it's done right.-
Woody
Allen.
-Il
sesso è sporco? Solo
se fatto nel modo giusto-
Woosy Allen.
-Sex alleviates tension. Love causes it.-
Woody
Allen.
-Il
sesso allenta le
tensioni. L'amore le causa.-
Woody
Allen.
-Woman need a reason to have sex. Men just need a place.-
Billy
Crystal.
-Le
donne hanno bisogno
di una ragione per fare sesso. Gli uomini solo di un luogo.-
Billy Crystal.
*** *** ***
Draco Lucius Malfoy non è propriamente sobrio.
Alcol e adrenalina scorrono nelle sue vene. Le sue corde vocali vibrano
sotto
il ritmo di una canzone, ascoltabile, da pub. La
macchina ubbidisce ai
suoi comandi. Ruota, frena, accelera: Draco si sente Dio e la strada si
piega
davanti a lui.
Percorre il viale in seconda.
Sa che l'inizio é scarno e poco allettabile, ma osserva la
decadenza di Edkins
street attraverso i finestrini di una vettura che sembra gridare la
differenza
tra lui e tutte quelle prostitute: Soldi
Così viene spesso qui.
A noleggiare qualcuno, solo per una sera. Perchè una
prostituta ha qualità
introvabili. Non vi è la seccatura di dover dividere il
letto la notte ed
urtarsi continuamente tra le lenzuola -scomodo-, ne
di rinunciare a una
colazione solitaria, leggendo "Wall street" -Fastidioso-
o di
farsi la barba mentre una piscia nel cesso -Disgustoso-.
Una prostituta insomma c'è solo quando serve.
Per tutto il resto, sei libero.
Il Freno a mano lo annuncia. Scende e la portiera sbatte teatrale. E tutti si
voltano. E tutti lo guardano.
E' biondo, albino, quasi, la pelle cerea ma perfetta sembra confermare
la tesi.
Gli occhi sono grigi --spenti-- e sul viso
è congelata l’espressione
dell'indifferenza. Alto è un termine improprio, ma il suo
fisico slanciato
permette al suo metro ed ottantacinque di acquisire
qualche fittizio centimetro.
Qualcosa -Il vestito di Armani, il profumo di Valentino- sembra
scindere la
realtà in due fazioni.
Lui e Noi.
Pensa Hermione Granger.
E' divertente come un giorno qualsiasi possa cambiare in
maniera così
perentoria.
Draco Malfoy inarca un sopracciglio,perplesso.
Come possa bastarei una persona a trasformare l'abitudine in evento.
Il sorriso di Hermione si congela e lentamente si spegne.
Basiti.
Lui emette un colpo di tosse, ancora incerto.
Attoniti.
Lei spalanca le palpebre e capisce.
Stupefatti.
*** *** ***
- Per il cazzo di Merlino.-
la voce di Draco è stridula -qualche nota troppo alta- e
strozzata, come se
avesse appena scoperto Silente e la McGranitt intenti non proprio nel
doveroso
the delle cinque.
-Granger? Quella Granger?-
C'è un vago imbarazzo nell'aria. E disagio. E parole
congelate in fondo alla
gola, all'imboccatura dello esofago. Lumache nello stomaco. Hermione ha
paura
che la sua prima reazione sarà un conato di vomito. Connie
non esiste più.
Semplicemente non c'è. Ci sono lei, Malfoy e uno spiacevole
confronto con una
realtà seppellita anni prima.
Draco Malfoy significa ricordi. Ricordi legati al mondo della magia.
E i ricordi la soffocano.
Hermione indietreggia sufficientemente da dare lo spazio (maledetto)
a
Draco di avanzare.
- Che diavolo succede?- la voce di Connie riporta un ordine logico alla
realtà.
Draco Malfoy la ignora volutamente.
-Che diavolo ci fai TU qui?- dice.
- Lavoro-
- Ah Be', questo lo vedo.-
-Fottiti Malfoy.-
-Pensavo di essere qua perchè lo facessi tu.-
- Mi stai molestando sessualmente.-
-Stiamo solo parlando, mezzosangue.-
lei si astiene dal rispondere. Osserva il ritrovato antagonista con
rinnovato
disprezzo. Sebbene il suo nome –Malfoy- o la sua casa
–Slytherin- non abbiano più
importanza.
-Cazzo, Granger! Come diavolo sei finita qui?. Voglio dire, questo
è patetico!
Addirittura per una come te.-
Slap.
-Che Cazzo Fai, Granger. Non! toccarmi! mai! più!- sibila
Draco, abusando di
ogni punto esclamativo.
-Pensavo fossi qui per questo.-
E per un attimo ,un breve attimo, sono di nuovo ad
Hogwarts. Non è più
notte ma giorno. E tutto, tutto sembra così semplice. Lei ha
16 anni e i
brufoli e capelli indomati e ribelli. E i Mago si avvicinano e la
seconda
guerra magica incombe. Ma Hermione non ha paura. Il fiato di Ron la
scalda, la
mano di Harry la rassicura. Hermione si sente nuovamente a casa.
Poi la sensazione sparisce com'è venuta.
E rimane rabbia, frustrazione, rancore.
-‘fanculo.-
-Questo è ridicolo, Granger. Sei una puttana, comportati
come tale. -
- Sarò anche una Puttana, ma non sarò mai la tua
puttana Malfoy.
E ora levati dalle pluffe...-
-E cosa saresti? Una libera professionista? Per una volta Granger,
chiudi
quella cazzo di bocca e preparati ad usarla per altro.-
-Potrai darmi ordini, quando dovrai smettere di pagare le donne per
portartele
a letto.-
-Per tua informazione, io non ho bisogno di pagare nessuno.-
-Allora devo aver frainteso la tua presenza qui.-
Dichiara lei con una nota critica, tornado ad essere l'intoccabile
saccente di
un tempo.
Draco preferisce tacere.
Ironicamente in tutti questi anni è lui ad essere cambiato
di più. Non che sia
meno testardo, permaloso, irascibile. Semplicemente all'improvviso ha
perso
ogni motivo per esserlo.
Quando la seconda guerra magica terminò, Draco non ebbe
più un posto nella
comunità magica: Gli presero tutto. Sia quello per cui aveva
lottato fino ad
allora come Mangiamorte (Non colpevole), sia quello
per cui avrebbe
potuto lottare in futuro come Auror (Inaccettato).
Così aveva smesso. Smesso tutto, in generale.
Dandosi all'apatia e alla poligamia.
-E' che odio il risveglio.-
-Cosa?- Hermione Granger vede Draco Malfoy. Non che non lo stesse
guardando (Con
astio) da interminabili minuti, ma per la prima volta lo
vede. Lo vede sul
serio. Lo sente. I suoi occhi grigi sono
più profondi e la sua voce è
triste, ma vivida.
-Il risveglio, la mattina...tutta l'ipocrisia di quei baci sotto le
coperte. E' fastidioso.- c'è una punta di disprezzo in
quello che dice, ma
l'iceberg che sta al di sotto di essa è di puro e
inaffrontabile dolore.
Rifiutare ciò che non si può avere.
-Tu sei malato.-
-Il mio analista dice che uso il sesso come ansiolitico e
antidepressivo, per
via di una vulnerabilità psicologica dovuta a carenze
affettive.-
-Mai provato il Prozac(*)?.-
-Preferisco Fevarin(**) e Aranciata.-
E ancora silenzio.
-Malfoy?-
-Mh?-
-Vai a casa.-
*** *** ***
Hermione è finalmente nella propria stanza.
Ed apre quella dannata scatola.
Erano anni che non lo faceva, che non apriva quella dannata scatola.
Essenzialmente da quando la chiuse la prima volta.
Quattro anni.
La sua bacchetta fa capolino per prima, ultima cosa che era stata
riposta.
Sotto essa il suo volto radioso la saluta. Indossa un abito, splendido.
Ed una
fede al dito. L'anello che le ha dato Ron. Il giorno del loro
fidanzamento.
Il giorno più bello della sua vita.
E lui è lì, nella foto, accanto a lei. Le
accarezza i capelli arruffati, da lui
e dal vento. Le sussurra nell'orecchio. Peccato che le foto non
parlino, pensa
Hermione. Ma lei ricorda perfettamente, per tutti e due
-Mia e solo mia.-
mormora il rosso e ride, gli occhi illuminati da un sorriso
Hermione carezza una seconda foto. Lei e Ron stanno ballando. Un
boogie. Così
simili a John Travolta e Uma Thurman.(***) Solo che la donna la
interpreta il
rosso.
*** *** ***
San
mugo non è mai stato così apatico.
Certo i corridoi sono sempre stati di un bianco privo di toni e le voci
a San
Mugo non sono mai state voci, solo sussurri. Ma in quel momento, San
Mugo è più
apatico che mai. Ovattato.
Hermione non sente, non vede, non prova niente che non sia concerne a
lui. Ron.
E siccome a volte pensare fa male, si limita a non farlo. Osserva il
muro da
così tanto tempo da conoscere i mattoni nei loro
più intimi e scabrosi dettagli.
Nell'attesa del verdetto.
Harry la sfiora, richiamandola, con l'accortezza di chi è
consapevole di
maneggiare vetro. Incredibilmente fragile e propenso a rompersi.
- Hermione, si tratta di Ron.-
lei solleva il capo, illuminata dal suo nome. Gli occhi gonfi e
arrossati la
fanno apparire distrutta. E i capelli, i capelli, se possibile, non
sono mai
stati più indomati.
-Ci vogliamo sposare, Harry.-
il
moro non risponde. Due occhi smeraldi puntati su di lei. -Non voleva
che te lo
dicessi. Ovviamente te lo avremmo detto ma voleva essere lui a farlo,
perchè...Beh, lo sai, tu sei tu. Sei la sua persona.-
- Hermione...-
-Avremo una casa, come la tana, sai? Dei bambini, dei gatti. Tanti
gatti e
bambini a pelo corto.- e sorride come pochi riuscirebbero in tempi di
guerra.
-Hermione, Ron è morto.-
*** *** ***
Hermione richiude la scatola incriminata.
Le sue braccia premono sul coperchio, sigillandolo con quanta forza
possiedono
i esili polsi. Le mani tremano e il cartone si sciupa sotto il peso
delle
lacrime.
Nota dell'autrice:
* ** nomi di antidepressivi.
*** Pulp Fiction, Quentin Tarantino.
Prima di tutto grazie! Le vostre recensioni sono senz’altro
una grande spinta a
continuare la storia (lotterò contro i miei impegni per voi).
Parlando
del capitolo
Draco ed Hermione si incontrano.
Ci sono meno arroganza in lui, meno pregiudizi in lei. Sono entrambi
distrutti,
dalla vita e dalle pieghe che prende. Quindi si parlano, ma non si
ascoltano
realmente. Il loro approccio è ancora molto superficiale.
Siccome sono impossibilitata a cambiare il titolo (che personalmente
amo poco),
ma che è ormai quello con cui la storia è
conosciuta, ho deciso di sbizzarrirmi
sui nomi dei capitoli:
”In the Cold Cold night” è una canzone
dei celeberrimi “White Stripes”.
Il titolo del secondo capitolo invece: "Hanging By a Moment"
significa "Appesi ad un momento". L'ho trovato abbastanza
calzante. Perchè è un capitolo dove Hermione si
aggrappa disperatamente ad una
scatola pur di non fronteggiare la realtà dei fatti: che Ron
è morto e deve
andare avanti. Da quattro anni, Hermione è “appesa
allo stesso momento”.
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Capitolo 3 *** Down inside i am bleeding ***
Chapter 3
-Morality is a private and expensive luxury -Henry Adams.
-La moralità è un lusso privato e
costoso.-Henry Adams.
-Lentamente
muore chi diventa schiavo dell'abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia, chi non rischia
e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.-
Ode
alla vita, Pablo
Neruda.
Incominciò con la paura, paura e piacere e una sgomenta
curiosità di ciò che
sarebbe accaduto. (*)
E proseguì con la stessa insana curiosità.
Draco
Malfoy voleva capire come, una ragazza come Hermione Granger, fosse
finita in
un posto come quello.
Ciò
che
non capiva è che non conta come, ma perchè.
E' che la vita sta in piedi, a volte, per caso.
E quella di Hermione, era piuttosto in ginocchio.
*** *** ***
Draco Malfoy è nuovamente lì.
Due incontri in poche sere. Ben oltre la sopportazione di Hermione.
Sebbene,
Ora sia tutto così
Diverso.
Lui la nota casualmente.
Il biondo ha una sigarette tra i denti e il sorriso -ghigno-
sulle
labbra. Si passa una mano tra i capelli nel modo più osceno
in cui riesce
consapevolmente a farlo. Lentamente i suoi piedi lo conducono da lei,
al
rallentatore. Hermione non vuole fermare il tempo, non prova il puerile
entusiastico desiderio che quell’istante si protenda all'infinito. Hermione non
vuole fermare il tempo, vuole fermare Draco.
Perché il suo arrivo è inappropriato e fuori
luogo.
-Non farò sesso con te-
Lo liquida rapida.
Certo, scopa a pagamento con chiunque sia disposto. E disponga della
somma
sufficiente. Ma ciò non la rende una prostituta, insomma,
solo se lo si cerca
sul Dizionario. Lentamente, per quattro anni Hermione ha represso
piccole parti
di se stessa, pur di sopravvivere.
Pur
di
dimenticare.
Ma interiormente Hermione Jane Granger rimane Hermione Jane Granger. Il
suo
orgoglio non si può comprare.
E
fare
sesso con Malfoy amplificherebbe la piccola voce che le grida con
forza: sporca,
sporca…Il punto, pensa , è che lei ha
ancora una morale. E non importa
quante volte dovrà dire: -Non farò sesso con te
Draco Malfoy-
perchè lo ripeterà all'infinito, pur di non
perdere quel poco di se stessa che
le è rimasto.
-Non ti ho chiesto di fare sesso con me, egocentrica mezzosangue.-
Il punto, pensa Draco Malfoy, è che Hermione è
inafferrabile. Lo è sempre stata,
fin dai tempi di Hogwarts. Indifferente e sprezzante nei suoi
confronti. Forse
l'unica. Insomma la preda perfetta per il suo orgoglio.
E non importa quante volte dovrà ripetere:
-Vuoi fare sesso con me, Granger?-
Perchè lo ripeterà all'infinito, pur di
ottemperare tale nobile scopo.
- Non farmi sembrare un Anafora vivente Malfoy. Non farò
sesso con te. Mai e
poi Mai.-
-...-
-In assoluto.-
-...-
-No.-
-Adoro le donne che mentono.-
-Sei cambiato Malfoy.- osserva Hermione, ed è vero. Sembra
più, Uh, tranquillo.
Tranquillo e perso. Come se non avesse più niente contro cui
combattere, ma
nemmeno niente per cui combattere. Rassegnato all'oblio.
-Be' sai...non sono l'unico- dice l'uomo, lanciandole un occhiata di
sbieco.
-Malfoy ti trovo...Repellente. Si, repellente è il termine
giusto, Repellente
ed agghiacciante.-
- E' solo sesso, Dio Merlino-
L'occhiata di Hermione è esemplare ed esplicita.
-Posso offrirti un caffé?-
-No.-
-E' solo un caffé, Dio Merlino.-
***
*** ***
Le
basta sentire Draco ordinare le bevande -un cappuccino ed un espresso,
agitato,
non mescolato-, per farla assalire da un ondata d'indescrivibile pentimento.
Non avrebbe dovuto accettare. Certo la sua insistenza, era
stata altamente
lodevole.
E poi, poi è entrato in gioco il suo più
terribile vizio:
Curiosità.
Forse è curiosa (poco, pochissimo, Molto) di scoprire cosa
sia quel uomo
intento a pagare l'ordinazione alla cassa. Perchè quel
biondo griffato non
sembra neanche all'apparenza il Draco Malfoy che aveva imparato a
detestare. Ma
ormai non c'è solo che il ricordo di quei tempi. Quei
quattro anni fanno
sembrare Hogwarts secoli indietro. E in fondo, lui non le
aveva mai
suscitato nient'altro che pietà. Così arrogante,
così solo.
Sembra aver perso il suo costante atteggiamento bellico.
Draco la osserva dal bancone e trova che Hermione sia perfetta. Perfetta per
adempire al
compito assegnatogli dal suo analista qualche seduta prima: Meno
sesso...Drasticamente meno sesso,- perchè lei, signor
Malfoy, ha un problema a
tenere a freno la sua libidine, ed è, anzi, solito usarla
come sfogo. Ha
bisogno di fare un primo importante passo. Che non
la conduca
verso la camera da letto.-
E finché sarà seduto con lei è certo
che, per ora, non ci sarà sesso. Soltanto
caffé.
Patetico.
- Il tuo cappuccino.-
-Mh.-
-...-
-Avanti.-
-Cosa?-
-Chiedilo.-
-Giuro che non capisco a cos-
-So che stai morendo dalla voglia di chiederlo.-
-Non c'è assolutamente nulla da chiedere-
-Mh.-
-...-
-...-
-Come sei diventata una prostituta?-
-Questo, Draco Malfoy, non lo saprai mai.-
*** *** ***
Il caffé è ormai andato.
Così come la Burrobirra.
Così come il Whisky Incendiario.
Non che nessuno dei due sia ubriaco, ma seppur in piccole dosi, l'alcol
scoglie
molti nodi, delle volte inibitori. Tutto quello che sembrava
così strano prima
(Hermione Granger e Draco Malfoy seduti allo stesso tavolo) ora
è quasi
abitudinario. Hermione sente che potrebbe farlo più spesso.
Non è poi così
fastidioso, quando sta zitto, ovviamente.
Draco gioca con il cucchiaino dell'espresso, abbandonato sul tavolo.
Presta
attenzione a come l'acciaio colpisca il legno, ai suoi rimbalzi, al suo
rumore.
E contemporaneamente ascolta e studia Hermione.
- Come sei finito qua dentro Malfoy?-
- Mh?-
-Ad Edkins Street...tra prostituite...Sei uno degli scapoli
più ricercati di
Londra...Per Diana, ti escono soldi da ogni buco!-
-Oh, certo! di sicuro tra le svolte che hanno preso le nostre vite, la mia
è quella più improbabile-
-E' un implicita domanda?.-
-Come siamo acuti.-
-Come siamo curiosi.-
-Mh. Suppongo che sia perchè i soldi non sono tutto.-
risponde Malfoy
improvvisamente, senza il minimo nesso logico.
-Poetico.-
-Ti ho già detto cosa crede il mio analista, no?-
-E tu cosa credi?-
-Credo, Beh, credo che lui abbia ragione-
Carenze
affettive.
-Vogliamo
parlare della tua infanzia, signor Malfoy?-
-No.-
-Nemmeno di sua madre?-
-No.-
-E di suo padre invece?-
Hermione punta i suoi occhi nocciola su di lui, come li aveva
puntati sui
libri a suo tempo. Cercando di leggerlo. Hermione gioca con la sua
cultura
letteraria e decide che Malfoy, se fosse un libro, sarebbe stato
scritto da
Chuck Palahniuk.
***
*** ***
Sono
fuori dal locale, nell'aria insipida, fredda e amica della notte. Draco
si è
galantemente offerto di riaccompagnarla al palo. E così
percorrono la strada
insieme. Osceni allo sguardo, per le calze a rete di lei e la camicia
di lui,
che reca ancora i segni di una dura lotta con le labbra di una donna.
Hermione lascia che sia il silenzio a parlare al posto suo.
E Draco, beh, Draco non è mai stato un maestro della
dialettica.
Ed il palo, che aveva continuato inesorabile ad avvicinarsi, li
raggiunge. Ora
attende illuminato, reclamando Hermione. Come la Mercedes reclama Draco.
-...-
-Non vuoi, vero, venire a let-
-No.-
-Tanto per sapere.-
-No.-
Draco è soddisfatto della risposta e sorride.
- Beh...allora.-
-Addio, Malfoy-
-A domani Granger- dice Malfoy si avvia verso la macchina.
*** *** ***
-Signor Potter, c'è una persona che le vorrebbe parlare.-
Harry James Potter si concede il tempo per finire una lettera.
Brevemente
abbozza un "cordiali saluti" e sigla il foglio col suo nome. Pulisce
gli occhiali con l'estremità della cravatta, prima
d'inforcali nuovamente sul
naso.
E' provato e stanco dal suo lavoro d'ufficio. Ci sono giorni in cui
arriva
dannatamente ad odiarlo, desiderando semplicemente di andarsene. Ma non
l'ha
mai lasciato. La parte più umile di lui non ammetterebbe mai
quanto adori
quella posizione di prestigio e l'avere una segretaria personale ed il
titolo
del quale può vantarsi: Harry James Potter, Capo
del Consiglio Esecutivo
Auror.
Suona così maledettamente bene.
Si schiarisce la gola e pigiando sul tasto "On" del citofono,
risponde alla donna in attesa:
-Falla entrare.-
Le imponenti porte dell'ufficio si aprono, lasciandogli intravedere il
mondo al
di là da esse, colorato e vivo. Ed Harry è
desolato dalla montagna di
scartoffie che lo separa da esso.
-Potter.-
-Uhm-
Dice Harry e sembra quasi un "Uhm" di puro dolore. Ha imparato ad
accettare, a convivere ed addirittura -ma non ammetterà mai
neppure questo- ad
amare quella persona, ma ci sono momenti, e questo
è uno di quelli, dove
preferirebbe chiudersi in una stanza con un venditore porta a porta,
piuttosto
che avere a che fare con lui. Draco Malfoy, dal
canto suo, sembra
particolarmente vivace, mentre sprofonda su una sedia che protesta
cigolando.
-Non ci crederai mai, Potter-
-Uhm.-
-Ho incontrato una donna.- Harry leva gli occhi al cielo. E'
particolarmente
annoiato dell'intera giornata e l'ultima cosa che vuole è
Draco Malfoy, nel Suo
ufficio, a dirgli "non crederai mai che ho incontrato una donna.",
come se tutte le bellissime creature che Draco aveva portato alle cene
del
venerdì a casa Potter si fossero rivelate transessuali.
-Non mi dire, Malfoy...Com'è a letto?-chiede, decisamente
ironico.
-Ah- Draco si porta una mano al cuore. -Mi ferisci Potter! Non me la
sono
portata a letto.-
Harry solleva gli occhi dalla scrivania, dove gli aveva tenuti con ostinazione per numerosi minuti, sperando che ignorandolo, Draco sarebbe semplicemente
sparito in un "Puff" d'illogicità. Le uniche donne con cui Malfoy non aveva ancora condiviso le
coperte
erano sua madre e la segretaria di Harry, che il ragazzo aveva
accuratamente
scelto anziana e rotonda.
-Sei diventato gay?- chiede, e non può evitare di scostare appena la sedia.
-Dio Merlino, No!-
-Allora sono attonito e molto sollevato.-
-E' la Granger...- aggiunge Draco con nonchalance.
-Come?-
-Ho incontrato la Granger.-
E Harry si sente cadere dalla sedia.
***
*** ***
-Hermione.-
Lei sobbalza. Perchè sebbene Draco sia il solo a saperla
qui, il solo a sapere
il suo vero nome, questa non è la sua voce. E' meno roca,
quasi dolce. Eppure
c'è una nota esasperata in essa. Hermione sente il cuore
mancarle un battito. E
una crescente paura s'impadronisce di lei. Alle sue spalle, potrebbe
esserci il
suo peggiore incubo. Ed ha paura di voltarsi.
-Hermione.-
ripete la voce, la sua voce. E' una voce stanca,
grave, provata. Al
contempo Giudice e Imputato. Perchè lui si sente colpevole
di averla lasciata
cadere. Lei sente il suo respiro. Saranno distanti metri, ma lo sente.
E'
nasale e marcato. E pieno di dolore. Soffocato dalla situazione.
Così, lentamente, muove il piede sinistro, ruota le spalle,
gira il bacino.
Lentamente si volta.
L'uomo, perchè la guerra lo ha reso adulto prematuramente,
si stringe in un
cappotto nero ebano, Armani. Le sue spalle sono imponenti, le mani
grandi e,
riesce ad immaginare Hermione, ruvide. Mani da uomo. Pure i capelli, i
suoi
capelli, suoi e solo suoi, sono diversi, più corti. Gli
occhi cerbiatti di
Hermione incontrano quelli dell'uomo. E le viene da piangere.
Perchè quelli,
sono occhi diversi.
Ed Hermione capisce.
Harry James Potter non è più lo stesso.
- Ah- mormora. Ed è la cosa più intelligente che
riesca a dire. "Ah"
pensa Hermione è praticamente perfetto.
Harry avanza un piede, avanza un passo. E lei automaticamente
indietreggia.
Perchè è tutto sbagliato, dannatamente sbagliato.
Lui non dovrebbe essere lì.
Non dovrebbe vederla. Non così, non così in basso.
Harry è avanzato ancora, mosso dall'incontrollabile
nostalgia dell'affetto. La
schiena di Hermione batte, vivamente, contro il palo, il suo palo, che
ora è un
ostacolo nella grande fuga da lui. Scuote la testa e cerca di
respingerlo a
parole.
Ma lui la cinge.
Le sue mani che si aggrappano alla schiena di lei, fino a farle male,
unghie
nella carne. La stringe perchè ha bisogno di sentirla
lì, viva e presente. La
stringe quanto più riesce, nella paura che lei sparisca di
nuovo. La stringe
come voleva fare da anni, occhi lucidi e mani tremanti. Affonda il
volto nei
suoi capelli, castani ramati rossi, unici di Hermione Jane Granger .
Lei sente
i fremiti di lui, il suo fiato interrotto da singhiozzi. Lei sente
tutto,
tramite qualcosa che si maschera da abbraccio, ma in realtà
è molto di più.
-No!- mormora e i suoi esili polsi si imputano contro il petto di lui,
spingendolo
indietro.
-No-. ripete Hermione, in un puro, irrazionale dolore. Non dovrebbe
abbracciarla.
Lui, lui non dovrebbe volerla abbracciare. Perchè lei, di
fronte allo smascherante
affetto di Harry, si sente colpevole di essere una prostituta.
- No...tu.- le sue guance si tingono di rosso.- Vattene, Harry, vattene.-
Harry non la lascia andare, non la lascerà
più andare. La stringe con
più forza, ignorando Hermione e qualsiasi tipo di
dialettica. Ignorando i pugni
di lei sul petto di lui.
- Vattene.- la voce di Hermione è incrinata da singulti e
lacrime e pianto..-
Vattene, vattene, dannazione, Vattene.-
Perchè ogni secondo che Harry l'abbraccia qualcosa
in Hermione muore.
O forse si risveglia. E più è lungo il
contatto più lei è scossa nel
profondo. Più la voce che grida Puttana
si fa forte e insistente
e odiosa. Di fronte a lui non può più fare finta.
Fare finta che il suo sia
solo un lavoro, fare finta che sia stata la scelta più
logica, fare finta che
la donna in quei vestiti sia la solita Hermione Jane Granger.
Vergogna.
Perchè finalmente capisce, che tra tutti, lui
Harry James Potter non doveva
vederla così.
Così cambiata.
***
*** ***
Crack.
Draco solleva lo sguardo e vede Harry.
E' lì, in piedi, in una perfetta simmetria col resto
dell'appartamento. Non si
chiede che diavolo ci faccia Potter a casa sua, ad
un increscioso orario
notturno. Non lo chiede perchè lo sa. Sapeva che avrebbe
incontrato Hermione.
Sapeva che sarebbe arrivato, per questo è ancora sveglio,
mentre il suo
orologio segna le tre del mattino.
-Potter.- dice, dal suo angolo del divano, birra in una mano, sigaretta
nell'altro. E quel Potter suona così comprensivo e vicino.
-L'ho vista.- dice Harry con frustrazione e la reminescenza della
lacrime,
perché solo a parlarne la voce diventa roca e gli occhi
lucidi.
-...-
-E' una puttana, Malfoy! Una puttana!- dice e Draco vorrebbe fermargli le mani, prima che le unghie raggiungano l'osso del cranio.
-CAZZO!- grida Harry e colpisce il muro con le nocche, ora livide e
rosse.
-Cazzo! Cazzo!- ogni parola scandita da un colpo.
-CAZZO!- Harry vuole solo sdraiarsi, vuole solo che qualcuno lo
abbracci e lo
culli, (possibilmente non Draco), dicendogli che tutto va bene, che
quella
Hermione non era la sua Hermione. Che in realtà non
è mai cambiata, non si è
venduta. Ma sopratutto che non lo ha realmente cacciato.
Perchè è quello che ha
fatto. Ha puntato due occhi imploranti, spaventati, feriti su di lui ed
è rimasta
in silenzio e singhiozzi.
Ed Harry ha capito di doversene andare.
Che non c'era posto per lui, nella vita di lei.
-Non è cambiata.- dice Draco che è un ottimo
Legimens.
-ZITTO!- grida Harry.
-Harry.- Ripete Draco lentamente, lasciando cadere la lattina vuota
sul divano.-Non è
cambiata.- e lo crede sul serio. Perchè lui, in lei, ha
visto la stessa forza
che inconsciamente invidiava ad Hogwarts.
-Vado a prenderla.- dice.
Crack.
***
*** ***
E'
buio, dannatamente buio.
La luce del lampione non basta più ad illuminarle la vita.
E' buio e la notte non è più amica, ma fredda e
immensa e indifferente.
Hermione si è rannicchiata su se stessa, posizione fetale.
Abbracciando le sue
ginocchia. Ha smesso di piangere, ma il bruciore degli occhi
è ancora vivo.
Crack.
Draco Malfoy abbassa lo sguardo su di lei. Così debole,
così fragile. Le va
incontro, mano che desidera posarsi sulla sua spalla. Ma solo quando la chiama
-Granger-,
Hemione alza finalmente la testa. E nei suoi occhi c'è solo
rabbia.
-Perché glielo hai detto?!- grida, alzandosi in piedi e
spintonando il biondo.
-Cosa?!-
-Perché lo hai fatto?! Perchè ad Harry-
-Lui.non.doveva.vedermi.così.- puerilmente Hermione fa
erronei collegamenti. E'
colpa di Draco. E' tutta colpa di Draco se è infine
costretta a fronteggiare
l'entità del suo lavoro. Se ha realizzato che ogni notte,
per soldi, ha venduto
pezzi di se stessa. Se finalmente, di fronte ad Harry, ha provato
vergogna.
-E' il tuo migliore amico, dannazione.- si difende Draco, non tanto
sulla
difensiva, quanto sull'offensiva.
-Tu mi fai schifo.- grida Hermione, vomitando su di lui tutta la sua
frustrazione. -Sei malato. Ma.La.To. Provi piacere nell'essere odiato e
nel
distruggere le persone. Sei…disgustoso.-
-Piantala.- minaccia Draco, spingendola indietro a sua volta, in un inaspettato scatto d'ira.-Chiudi
quella
cazzo di bocca. Okay, Granger?-
Hermione è stupita ed interdetta. Quello era il suo momento,
il suo momento di
essere giustamente turbata. Di gridare, piangere, odiare; quella
rabbia doveva essere
puramente sua. Ma imprevedibilmente Draco sembra condividerla.
-Non me ne frega un cazzo di come ti senti. Smettila di essere
così egoista,
Per merlino. E pensa a Harry. Pensava che tu fossi morta! O
peggio. Hai
passato quattro anni a dimenticare, ma per lui l'ossessione di trovarti
cresceva. Harry si sente responsabile, Granger.
- Dannazione.- impreca ad alta voce Draco. -Io l'ho visto piangere. E
non è un
bello spettacolo. Quindi ora apri la tua piccola testolina da
Caposcuola e
ascoltami bene: non me ne frega un cazzo di farti soffrire per puro
divertimento, non ruota tutto intorno a te. Si tratta di Harry, cazzo,
solo di
Harry. E dello spettro di un amicizia che ancora lo ossessiona.-
Hermione schiude le labbra, nella perfetta esaltazione
dell'incredulità. Senza
parole. Per tutto, (troppo) quello che ha sentito. E le domande che
la
sommergono rimangono intrappolate nei polmoni, mentre colpa e consapevolezza si fanno
più
forti e presenti. Hermione appoggia la schiena al palo e si lascia
scivolare
sull'asfalto, per la seconda volta in poche ore. Nuovamente spiazzata.
- E, Merlino Santo, Granger! Harry si è sposato, sta per
avere un figlio. Vuoi
veramente perderti la nascita di Lily? Non pensi di essere mancata
troppo a
lungo? - continua Draco con più insistenza.
-Io…- Hermione affonda la testa tra le mani e si sforza di
pensare. Di
reprimere quel caotico susseguirsi di emozioni e
riottenere la
sua caratteristica razionalità. -Si è sposato?-
chiede infine, con una flebile pallida
voce.
-Si è sposato.- ripete Draco, il tono più
tenue.
-Malfoy...Perché, mi dici tutto questo?- Chiede infine Hermione. Ed
è la domanda più
inappropriata ed insignificante che potesse trovare. Ma la
più insistente che
ha trovato, davanti ad un accalorato Draco Malfoy.
-Perchè? Merlino! Granger, che diavolo di domanda
è? Oh, dannazione. Se osi dirlo allo sfregiato ti maledico, intensi? Dio,
uh. Io…gli
voglio bene. A Harry, insomma, beh a Potter. Non ho voglia che...uh,
soffra
ancora.-
Hermione
è basita, piacevolmente sorpresa. Quasi addolcita dall'imbarazzo di lui.
-Non sono Gay.- specifica Malfoy, fraintendendo il silenzio.
-Ah-
-Granger?-
-Mh?-
-Passo a prenderti Venerdì. Ti porto a cena dai
Potter.-
-Io...io non so se ne sono capace.- mormora con
difficoltà Hermione, per
la prima volta in vita sua rassegnata in partenza.
-...-
-Non so se...riuscirò a rivederlo. Io, Dio, insomma
guardarmi. Sono una
...puttana, Malfoy. Non mi riconosco nemmeno, come posso affrontare
Harry?- Harry
e la sua delusione.
-Questo è ridicolo.- sbotta Draco improvvisamente.
Lei solleva la testa e, palesemente perplessa, lo interroga con gli occhi.
Draco espira con sufficienza, si avvicina e con senile attenzione si
siede
accanto a lei. Osservandola senza veli dice.
- A me sembri la stessa arrogante, spocchiosa, irriverente Hermione
Jane
Granger.-
-Perché tu mi conoscevi estremamente bene.- sbotta lei
sarcastica.
-Abbastanza.- ammette Draco, accendendo una sigaretta, nel tentativo di
palesare
noncuranza. E di dare meno peso alle sue parole. -Ti ho sempre
osservato. Ad
Hogwarts, sai?-
-Non capisco.- dice Hermione ed effettivamente non ha
ancora capito
nulla. Il che è raro e frustrante
-Be'. Tu, Voi, avevate tutto. Buoni amici e una famiglia. Forse vi
invidiavo...FORse-.
Ed Hermione sussulta.
Internamente grata. Vorrebbe abbracciarlo, ma rimane comunque...beh,
Malfoy.
Però, inaspettatamente, è quel
Malfoy che le ha fatto dimenticare la
rabbia l'angoscia e l'ha inconsciamente tranquillizzata. E' quel
Malfoy
che seduto accanto a lei, sprofonda nell'imbarazzo.
-Draco.- Dice e il nome di
lui suona improvvisamente
così dolce e sentito. E si trasforma dal mezzo scelto dal
padre per incutere
timore, in qualcosa di commovente. Si trasforma in un richiamo. Il
profondo
dolce amaro richiamo di Hermione. Un cercarsi negli animi. E' qualcosa
che va
diretto a cuore, pensa lui, il mio nome va diretto al cuore, quando lo
pronuncia lei.
-Draco.- ripete guardando gli occhi grigi, che un Malfoy sorpreso ha
appena
sollevato dall'asfalto. -Grazie.-
Draco scatta in piedi.
Le donne sono una razza senza fede, ha sempre pensato, per questo non
mi
innamorerò mai. Ora, però, nella via delle
puttane, Hermione sorride, dice il
suo nome e dice "Grazie". E Draco non può far altro che
arretrare
confuso. Perchè, Merlino, nessuno gli ha mai detto un "Grazie"
così. Credendoci
davvero.
-Devo andare.- dice con troppa fretta, spaventato dalla piega che
quella
conversazione potrebbe prendere.
-Io, tu. Tieniti libera Venerdì- dice, mentre si allontana
camminando
all'indietro verso la macchina.
Hermione sbuffa sufficiente e si appresta a ripete: -Non
farò ses-
-No, Merlino, NO.- interviene Draco, impedendole di terminare la frase.
Terribilmente spaventato dalla possibilità di volerlo
davvero. E non solo la
parte del sesso: ma anche il risveglio e i baci sotto le coperte e la
colazione
condivisa. E' spaventato dalla possibilità di desiderare tutto. Tutto di
Hermione.
-Per la cena a casa dei Potter, ovvio.-
-Io non-
-Passo alle sei-
-Non ho niente.-
-Cosa?- sbotta Draco, desideroso di lasciare la barca, per
navigare
in acque più tranquille.
-Non ho niente da mettermi.-
-Ah. Beh. Non ti preoccupare. Sono pieno di vestiti da donna.-
Hermione solleva un sopracciglio e Draco si corregge prontamente. -Di
mia
madre. Vestiti di mia madre...Non sono Gay.- Specifica per la terza volta nell'arco
di una
giornata. Decisamente troppe per non intaccare la sua virilità.
-Io amo Harry James
Potter.- lo
sbeffeggia Hermione, rievocando il suo discorso appena conclusosi.
-Non ho detto quello, dannazione.-
-Harry. Potter.- Continua la ragazza, con lo stesso tono con cui da
bambina
pronunciava: Principe. Azzurro.
-Ci si vede Venerdì, Granger- taglia corto Draco,
decisamente frustrato.
-A venerdì, carA-
E prima di poter rendersene conto, le labbra di Hermione si schiudono
in un
sorriso.
Note Dell'autrice:
*Liberamente tratto da "Morte a Venezia" di Mann.
Uhm, difficile descrivere il terzo capitolo..
Ci sono momenti in cui mi dispiace di non essere così brava
a scrivere. In cui
mi sento frustrata dal non poter esprimere a pieno i sentimenti dei
protagonisti. Ci sono momenti che mi sembrano, logorroici?
Però, ogni tanto,
c'è una piccola frase, un breve periodo, che mi fa sorride
pensare di poter
migliorare. Andare oltre. E che questo capitolo, in fondo, non sia poi
così
male.
Riguardo al: Down inside I am bleeding. Chi di voi riconosce la frase?
Viene da
un film famosissimo, ugualmente conosciuto ed evitato. Probabilmente
tutti ne
hanno sentito parlare ma nessuno lo ha visto...
Grazie per le recensioni, gente! E' appagante! [Perchè meta
di voi ha
commentato nuovamente il primo capitolo? tutto ciò
è inquietante!]
Gemellina: Le tue recensioni sono così
allucinanti che mi fanno sorridere
ogni volta xD [Dopo un'iniziale perplessità
°_°],
lady_slytherin: Oh Be’, non farci caso,
non sei di certo la prima a non
capire un acca dei miei discorsi [Capita anche a me, il più
delle volte],
JiuJiu91: Grazie! [Dico solo due cose, sarò anche
lolita, ma tutto il mio
appoggio continua ad andare a Tom, rispetto a Mark],
MartyMalfoy: Accontentata! d il prossimo arriverà
velocemente anch'esso!
SweetChocolate: Gli errori di battitura, per quanto
orribili e orribili
siano, sono il mio più gran problema. Ho una dannata carenza
di tempo,
Chris87: Invece sono ancora viva! peggio del
prezzemolo! AH!
Celest$e4ever: Non ho la più pallida idea
da dove io abbia tirato fuori
l'associazione Hermione-Prostituta, ma volevo creare una combinazione
improbabile, ma plausibile, senza uscire dal personaggio. Spero di
esserci
riuscita.
White_Tifa: Il mondo di Draco è
irrisoriamente collegato con quello di
Harry Potter [Magari se trovo il tempo, spiego la nascita della loro
amicizia].
Dal prossimo capitolo quindi, Cena a casa Potter, si
scoprirà ancora molto di
più sulla sua quotidianità
JosephineAntoniette:Più che altro il
titolo non mi convince proprio...
Herm90: Grazie! Il desiderio di renderla plausibile
è la cosa che più mi
preme. Non volevo creare personaggi OOC.
Fatemi sapere se il capitolo non è troppo, Uh, compatto e
pesante.
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Capitolo 4 *** Right Side Of Wrong ***
-Because
things are
the way they are, things will not stay the way they are.-
Bertolt
Brecht
-
-Solo perchè le
cose sono quelle che sono, non vuol dire
rimarranno tali.- Bertolt Brecht.
Draco ha avuto un paio di esperienze sbagliate con le persone.
Primi tra tutti sua madre e suo padre.
Specialmente suo padre.
La stima incondizionata verso di lui. Ed il seguirlo senza mai
chiedere. E
l'accettare senza mai discutere.
Poi mentre, suo padre cercava di fargli indossare nuovi abiti,
inadatti, Draco
aveva logicamente pensato: "Cazzo, sono una bambola".
Troppo tardi aveva scoperto che quel costante forzarlo verso una
direzione non
sua, era apprensione. Che tutte quelle prediche erano tentativi di
consolarlo.
Che i consigli erano il desiderio di far avere tutto il meglio che lui
aveva
avuto, anche al figlio. Perchè Lucius Malfoy amava la sua
vita. Amava sua
moglie e morbosamente amava il potere ed il lato oscuro. Non
c'entravano bene,
male o la cosiddetta morale. Semplicemente Lucius Malfoy faceva quello
che più
di ogni altra cosa amava fare: spadroneggiare su i più
deboli.
E questo non lo rendeva un cattivo padre.
Anzi era un ottimo padre.
Che portava il figlio sulle spalle, che lo accompagnava per mano, che
gli
insegnava della vita, a modo suo, ma sempre un insegnante era. Nemmeno
quando
Draco non aveva ucciso Silente, Lucius lo aveva rinnegato. Aveva dato
ascoltato
a Narcissa - E' solo un ragazzo, Lucius, solo un ragazzo.-, e aveva
continuato,
nonostante tutto ad essere orgoglioso del figlio.
Se
solo Draco lo avesse
capito prima di ucciderlo.
***
*** ***
Lucius è tra le sue braccia.
Draco saprebbe spiegare perchè sia tra le sue braccia sanguinante.
E'
merito suo. E' bastato un -Sectusempra- ed eccolo lì a
terra, morente. Quello
che non riesce a comprendere è perchè, una volta
colpitolo, sia subito corso da
lui, abbracciandolo, sorreggendolo. Lucius è vagamente
sorpreso, un po’
orgoglioso "Mio figlio è bravo, maledettamente bravo, con
gli
incantesimi", e intrinsecamente triste. Ha fallito come padre, doveva
saperlo, forse lo sapeva. Tutti i suoi sforzi ed ora Draco lo guardia
con
rabbia e rancore repressi. Tutti i suoi sforzi ed ora Draco lo sta
uccidendo.
Fisicamente ed interiormente.
Eppure.
Eppure Lucius è felice di morire tra le braccia del figlio.
Non per mano sua,
ovviamente. Ma tra le sue braccia si, questo è accettabile.
Un parte di se
riesce ancora a sentire i suoni, a percepire il vento, ad ammirare i
colori. E
desidera che Draco avesse deciso di ucciderlo di giorno. Ha speso tutta
la sua
vita nel buio, ora ci vuole solo più luce.
Una parte di se riesce a sentire i tremiti del figlio, una parte di se
è
rinfrescata dalle sue lacrime.
Lucius emette un singulto di dolore e sangue, e guarda gli occhi di
Draco.
-Un Malfoy non piange.- dice nell'ultimo tentativo d'insegnare al
figlio come
essere un uomo. Perchè un uomo non piange. Sebbene, anche
Lucius stia
piangendo.
Draco avrebbe preferito sentirsi accusare con astio-.
Avrebbe voluto poter odiare il padre con un intensità
più forte. Eppure, continua
a stringerlo. E le sue mani si muovono lungo le ferite, nel tentativo
di
tamponarle.
-Era un incantesimo fottutamente buono.- dice Lucius.
E poi silenzio, singhiozzi e gemiti.
-Draco.- attende -Sposati.-
Ed è così che dovrebbe essere un rapporto padre
figlio, pensa Draco. E
improvvisamente vuole invecchiare con Lucius, vuole vederlo anziano,
vuole
vederlo ancora,
vivo.
E' tutto merito suo se Lucius sta morendo.
Ed il merito diviene colpa.
-Intendevo spostati.- si corregge Lucius. -Fa tutto così
dannatamente male.-
Draco ride lacrime amare.
Ha capito benissimo cosa intendeva il padre. Così
maledettamente orgoglioso
fino alla fine. Ed ha proprio ragione.
Fa tutto così dannatamente male.
*** *** ***
Draco ha avuto un paio di esperienze sbagliate con le persone.
Ed ora sta avendo un paio di esperienze con la persona sbagliata.
Per questo tiene gli occhi incollati sulla strada. Meccanicamente
cambia la
marcia e preme sull'acceleratore. Seconda, terza, quarta. Accende una
sigaretta. Inspira, Espira. Senza mai guardare Hermione, occhi sulla
strada.
Perchè Draco è esponenzialmente spaventato del
relazionarsi con le persone.
E con Hermione, relazionarsi riesce così facile.
Lei scivola l'avambraccio fuori dal finestrino e guarda le
case. E' a sua
volta a disagio.
Perché sono le sei e la luce, la luce illumina ancora le
strade. Il che rende
tutto insolito e mistico.
Si rende conto che c'è qualcosa di non detto
nell'incontrarsi per la prima
volta di giorno.
Un passo, un comune accordo. Di cosa, accordo di cosa?
Amicizia?
Hermione osserva Draco ed è veloce a spostare
lo sguardo da lui alla
strada, con la stessa velocità con cui il biondo fa la
stessa cosa.
Stanno andando a casa sua.
Draco sa che non c'è niente dietro. Solo vestiti, tutto qui.
Semplicemente
vestiti.
Ma stanno andando a casa sua. Ed è tutto così
diverso e, Cristo l'ha pensato,
significativo.
*** *** ***
-Questo?- Chiede Hermione uscendo
dall'armadio. Benché
l'armadio non sia un armadio, è una stanza, che per inciso
è più grande di tutta
la sua intera casa. Dove, vogliamo ricordare, vivono in tre.
Draco solleva gli occhi dalla gazzetta del profeta, vecchia di due
giorni e
che, prima che Hermione glielo facesse notare, stava reggendo
all'incontrario.
Usa il giornale come un non dichiarato scudo, nascondendosi tra le
righe.
-Mhh.- muggisce, storcendo le labbra.
-Mhh Cosa?- sbotta esasperata Hermione. Questo è il
tredicesimo abito che prova
ed il tredicesimo Mh che riceve. -Mh Cosa? Per il cazzo di Merlino!-
ripete.
-Troppo succinto.- dice Draco, che "usa tutta la sua forza" per
non divagare sullo spacco dell'abito nero.
-Oh, Cristo!- dice Hermione, invocando una sorta di Merlino babbano. -
L'unico
uomo che ci sarà è Harry! Mi spieghi quale
è il problema se è un po’ succinto?-
Ed io? Si chiede Draco, ma è troppo
surreale dirlo.
-Non è un po’ succinto, è troppo
succinto!-
-Be'. Tutti i vestiti di tua madre sono troppo succinti, allora!-
replica
Hermione, tagliente.
-Stai insinuando qualcosa su mia madre, Granger?- Draco lascia cadere
il
giornale e si alza minaccioso, carico di tutto l'orgoglio della casata
dei
Malfoy.
-Questi vestiti parlano abbastanza da soli.-
lui si lascia sfuggire un verso esasperato dalla rabbia, mentre
percorre a
passi decisi la distanza che li separa. Hermione sussulta e la schiena
le
sbatte contro il muro, mentre indietreggia intimorita. Draco la
raggiunge e la
supera, varcando la porta dell'armadio.
Si sente un gran rumore di grucce e stoffe e imprecazioni.
Finché non appare
con un abito rosso stretto in mano.
-Questo.- dice soddisfatto.
-Quello?- esclama Hermione.-Quello? Quello
è troppo succinto.- ed
accompagna la frase con uno sguardo torvo al vestito e alla schiena
scoperta
che le lascerebbe.
-Insomma, c'è solo Harry, no?-
Anche tu, pensa Hermione, ma è troppo
surreale dirlo.
*** *** ***
Atto
I,
scena I.
Dling Dlong.
-Potter.-
-Draco! Entra, siamo in cucina.-
-Potter.-
-Cosa?-
Crash.
-Hermione?!-
Harry lascia cadere a terra i bicchieri, che teneva faticosamente in
equilibrio
fra le dita. Si dice che quando un bicchiere si rompe, una persona che
si ama
se ne è andata.
I bicchieri rotolano sulla moquette.
Non si sono rotti.
Draco si scosta perchè lui, Potter, la possa
vedere meglio. Perchè lei lo
possa vedere meglio. Hermione sorride imbarazzata e colpevole,
bellissima nel
suo vestito rosso. Ed Harry, in camicia e jeans si sente nuovamente
adolescente. Insicuro e testardo. Un po’ arrabbiato, poco.
"Devo
raccogliere i bicchieri" pensa, ma non lo fa e continua a guardarla,
come
l'ha guardata anni prima al ballo del ceppo. Stordito ed orgoglioso di
essere
suo amico.
Perchè lui puerilmente si reputa ancora suo amico.
-Hermione?!- e sono tutti grati che la voce abbia interrotto il
silenzio.
-Ginny?!-
Ginevra Potter è apparsa dalla cucina,
gravida e impacciata dalla
pancia. E' lievemente ingrassata -come Harry le ha fatto ingiustamente
notare
giorni prima-, ma la gravidanza, si sa, allarga le curve. E' comunque
bella,
Harry l'ha resa bella. Affascinante nelle sua condizione. I capelli
che,
sfuggiti all'elastico, le incorniciano il viso. Come un
quadro.
-Hermione!-
grida entusiasta e trotta, perchè Lily le impedisce di
correre, verso l'amica.
Verso la sua migliore amica. Ed Hermione sente la sua calda pancia
contro il
suo ventre, mentre Ginny le butta le braccia al collo e tira su
rumorosamente
il naso.
-Oh, Diavolo. Sono così ipersensibile.- dice la signora
Potter, come a
volersi scusare. Ma in realtà non ha ragione per farlo.
Perchè anche Hermione
sta tirando su il naso rumorosamente. Perchè anche Hermione
sommessamente
sussurra:
-Ginny.-
*** *** ***
Atto I,
scena II.
Sono a tavola, in quella che sembra una piccola
sala rettangolare, con
le pareti sbiadite, di un intimo colore pastello. Il piccolo tavolo
ricolmo di
cibo ricorda le vecchie cartoline di natale, belle e surreali.
C'è qualcosa in
quel luogo, qualcosa che Hermione aveva già sentito prima
d'ora. La nostalgica
sensazione di "Casa". Harry e Ginny hanno creato una propria Tana.
Lei è restia a parlare.
Perchè se parlasse, tutti gli sforzi di Harry nel cercare di
ignorarla, di
pensare -Lei.non.è.qui.- sarebbero vani. Ed è
così vergognosamente sollevata di
poter rimandare l'inevitabile chiarimento.
Harry è seduto.
Sufficientemente indisposto e arrabbiato da sopprime la forza con cui
ogni
fibra del suo corpo tende ad Hermione. E rimane semplicemente seduto.
Irremovibile sulla sua sedia. Braccia incrociate. (O così
vorrebbe. Se non che
quelle patate non sono solo patate, ma mele e lui Adamo.)
Il rumore delle posate che cozzano contro la porcellana dei piatti,
riempie
l'aria. Accentuando, forse, la mancanza di ogni altro suono.
-E così, uhm, sei una prostituta.- dice improvvisamente
Ginny, con un avida
curiosità. Per lei è tutto semplice,
così estranea ai pregiudizi. Ma Harry sputa
acqua dal naso e Hermione manda di traverso il boccone.
-QUAlcuno vuole delle patate? Vado a prenderle!- stride lui, sbattendo
sonoramente le ginocchia contro il tavolo, nel tentativo di alzarsi. E
scattando sparisce in cucina. Desiderando di non dover parlare di lei.
Perchè è
fatto così. Perchè preferisce aggirare il dolore,
che affrontarlo apertamente.
-VAdo in bagno!- esclama subito Hermione e pochi secondi dopo il rumore
di una
serratura che gira, avverte i presenti che il bagno è il suo
rifugio.
Draco osserva saccente Ginny e scandisce lentamente, tra una patata ed
un
altra:
-Sei un idiota.-
- Ma, Dio, sono così ridicoli. Dovevo
dire qualcosa!- sbotta Ginny,
arrabbiata con Draco, con Harry, con Hermione per lasciare che la cosa
giaccia,
senza sollevare la questione.
-Harry è sempre ridicolo.-
- Si, ma non in quel modo. Per Merlino, Draco, è un manico
di scopa stasera.
Non ha nemmeno detto nessuna frase, uhm, alla Potter. Frasi, lo sai, -
-Imbarazzanti.- conclude Draco.
-Desolanti calza meglio.-
-Addolcivo la pillola.- dice Draco, poggiando la forchetta al margine
del
piatto ed asciugandosi meticolosamente le labbra, impeccabilmente
Malfoy.
-Ginny.- dice, con curata cautela.
-Mh?-
-Non sei arrabbiata con la Granger?-
-Sono inviperita -scusa l'espressione Slytherin.- con Hermione. Per
aver
preferito andare avanti da sola e tenerci fuori da tutto questo.
Veramente,
vorrei metterle briciole nel letto solo a pensarci.-
-Ma ora è qua. Mangia le mie patate. Oddio, ora è
chiusa nel bagno, prima
mangiava le mia patate. E sono anni che voglio parlarle, dirle di Harry
e della
mia vita e di tutti quelli stupidi importantissimi dettagli che si
dicono alle
amiche. Sopra ogni cosa. Ho aspettato troppo, per perdere tempo
arrabbiandomi.-
-Avrei voluto così tanto che fosse la mia damigella al
matrimonio.- aggiunge
Ginny, la voce velata dalla tristezza. Egoisticamente ha desiderato
così tanto
Hermione, senza mai smettere. Ma ora lei è qui. E finalmente
possono stare
alzate tutta la notte, a raccontare la forma delle bomboniere o il
colore del
suo abito rosso alla cerimonia -La signora Weasley era allibita solo a
vederlo-. Cose così, cose stupide, cose importanti.
-Vado a chiamare Harry.- dice risoluta, alzandosi con formidabile
lentezza, mani
sulla schiena ad aiutarsi per il peso anteriore.
-Vado a schiantare la porta del bagno.-
*** *** ***
-Granger.-
-Uh, Cosa?-
-Quando pensi di uscire da lì.-
-Mi sto dando la cipria.-
-Tu non usi la cipria.-
-Er, beh' in questo momento vorrei farlo.-
-…E' casa sua. Non puoi evitarlo per sempre, prima o poi
dovrai uscire.-
-Prima o poi andrà a letto.-
-Schianto la porta.-
-Non oseresti.-
-Schianto la porta.-
-...Arrivo.-
Clack.
-Bastardo.-
mormora puerilmente Hermione.
***
*** ***
Atto II,
scena I.
Draco
conduce Hermione nella sala da pranzo. Non che lei non sappia
ritrovarla, ma
lui la guida, segretamente preoccupato che lei scappi, buttandosi fuori
dalla
finestra in una spettacolare esibizione di vigliaccheria. Un enorme
spreco di
energie, visto che sarebbe costretto ad inseguirla. Nella sala Harry e
Ginny li
aspettano. Lei, relativamente serena, con quel sorriso indecifrabile
stampato
sul viso, lui un po’ più torvo osserva il
pavimento, con ritrovato interesse
per le piastrelle bordò. Sembra quasi, sembra,
magicamente legato alla
sedia.
Riluttante, Hermione prende il suo posto a tavola.
-Devo andare in bagno.- annuncia improvvisamente Draco e si dilegua,
maledettamente rapido.
-Vado a prendere i secondi!- esclama Ginny con un'accidentale
casualità e
sparisce dietro la soglia della cucina.
E rimangono soli.
Harry non aveva mai desiderato prima d'ora di poter scambiare
una qualcuno
con Voldemort: ma, come si sa, c'è sempre una prima volta.
Ed il momento è
arrivato, mentre desidera con tutte le sue forze di non essere
lì.
O almeno, non lì con Hermione.
Si agita sulla sedia, facendo traballare i gambi, in un fastidioso e
sordo
rumore. Non ha nessuna intenzione di fare la prima mossa. Troppo
arrabbiato e
ferito. Poi remissivamente si dichiara sconfitto.
-Slegami.-
-Come?-
-Ginny ha usato un Costringo. Mi ha magicamente
inchiodato alla sedia.
Slegami.- borbotta sommesso, intrappolato da fili invisibili di pura
magia.
-Merlino, quella donna, mia moglie è
malvagia.-
ed Hermione sospira.
Con il peso di dover riparare le cose, addosso.
Harry è sempre stato molto suscettibile ai rifiuti,
così fragile sotto certi
aspetti. L'ha sempre saputo. Ma la differenza è che lei
è sempre stata lì.
Quando Harry perse Sirius o Silente o, temporaneamente, Ginny, Hermione
era lì.
Dalla sua parte. Accanto a lui, consolandolo. Perchè
qualcun'altro lo aveva
ferito. La differenza è che stavolta lo ha ferito lei. E'
lì, ma dalla parte
del torto.
Non è mai stata dalla parte del torto.
-Harry.- dice e lui guarda il pavimento e tutte le interessanti
venature della
pietra.
-Harry.-
Incredibilmente affascinante, si costringe a
pensare lui. Le
mattonelle sono lusingate.
-Harry.- ripete Hermione con una nota esasperata d'appello. Lui
finalmente si
volta. Verso di lei, che -che diavolo sta facendo?- si sta alzando
dalla sedia.
Perchè Hermione è un genio, così
maledettamente razionale. E come tale sa come
trattare i numeri e i libri. Ma come tutti, in quella stanza, ha un
intrinseca
incapacità di destreggiarsi con le emozioni. Così
si alza. Si alza perchè
decide che l'unica cosa da fare è fare quello che sente.
Senza usare la testa.
Si alza usando solo il cuore.
Si alza e lo abbraccia.
-Dio, quanto mi sei mancato.- sussurra respirando il suo profumo
di
sudore e ormoni, finalmente pronta ad affrontarlo.
-Mi sono sentito morire quando non c'eri più.- protesta
Harry con una punta
d'accusa, tenendo ancora salde le distanze.
-Lo so.-
-Ho fatto di tutto per trovarti. E quando ti ho trovata, mi hai
cacciato.-
-Lo so.-
-Pensavo che noi non fossimo sufficienti per te. Che senza Ron non
valessimo la
pena.-
-Siete la mia famiglia.- dice Hermione. Ed è vero, lo sono.
Dopo quattro anni lo sono ancora.
-Lo so.- Harry suona vagamente compiaciuto e infinitamente sereno.
***
*** ***
Atto II,
scena II.
Le
luci di casa Potter si spengono lentamente alle loro spalle. Solo una,
la
camera da letto, rimane vivida nel buio della notte. Hermione la
osserva con
malinconia. Vorrebbe poter restare, con Harry, con Ginny, in quella
casa dove
ha ritrovato qualcosa. Forse la serenità, forse se stessa.
Ma cammina lungo la
strada, verso la macchina di Draco, che la riaccompagna dove lei sente
di non
appartenere più.
Le stelle li stanno nuovamente osservando, curiose e divertite dalla
piccola
commedia che si svolge sotto la loro pallida e intensa luce. Draco con
attenzione
guarda a sua volta.
-Quando cadono le stelle?- chiede.
-Cosa? Uhm, credo il termine più consono sia spegnersi.-
risponde Hermione,
perplessa.
-No, intendo quando cadono. Sai quel periodo dell'anno in cui i babbani
guardano le stelle cadere.-
-Oh. Le stelle cadenti.- dice Hermione, afferrando il senso della
frase.
-Luglio, o Agosto, credo.- risponde, sinceramente colpita dal non
ricordarsene
più. Non ricordare quando è il tempo dei
desideri. -Perchè, cosa esprimeresti?-
-Come?-
-Che desiderio esprimeresti? E' questo che fanno i babbani, guardano le
stelle
ed esprimono un desiderio. I tuoi genitori non te lo hanno mai detto?-
-No.-
-Nemmeno della fata dei denti, o della cattura delle lucciole?-
-No.-risponde Draco, semplice.
-Oh. Mi dispiace.- dice Hermione e le dispiace davvero. Sebbene Draco
non
capisca cosa ci sia da dispiacersi. Forse è
perchè non sa cosa si sia perso, ma
non rimpiange i sentimentalismi babbani o le favole dell'infanzia. I
suoi
genitori gli hanno raccontato di Draghi e avventure e magie Oscure, ma
a lui
andava bene così. Quei momenti erano, se ci pensa ora,
incredibilmente sereni.
Non ha mai avuto bisogno d'altro.
-Tu che desiderio esprimeresti?-
-Mh.- Hermione non lo sa. Avrebbe detto Ron. Ron. Ron. Almeno fino a
poco tempo
fa. Non vuole più tornare indietro, solo andare avanti.
-Soldi, forse.- dice
senza trovare altro.
-Come siamo materiali.- ghigna Draco, divertito.
-Ah, sentiamo il tuo grande desiderio, Signor Malfoy.-
-Donne.- anche se una saggia e fastidiosa voce gli ha appena suggerito:
Te.
-Ma le hai!-
-La vera felicità non è avere ciò che
si desidera, ma desiderare ciò che si
ha.-
-Ho le carie.-
-Anche io, non so da dove mi sia uscita. Era disgustosa.- dice Draco
con
sentimento. Ed Hermione ride. Non di lui, con lui.
-Mi sono chiarita con Harry.- dice lei improvvisamente, e non sa
perchè, ma
aveva una gran voglia di dirlo. Voglia di confidarsi. Con Draco. Come
se si
conoscessero da sempre.
-Lo so. Me lo ha detto.- risponde lui, con una punta di invidia. - Era
tutto
felice, quella checca.-
-...-
-Hermione.- e la chiama per nome. La prima volta che la chiama per
nome. Non
c'è niente di altisonante in tutto ciò. Non lo fa
con imbarazzo, ne con
rigidità. Suona abitudinario. Come se nella sua testa, Draco
non avesse fatto
altro che ripeterlo.
Hermione,
Hermione,
Hermione.
-Smetterai di essere una prostituta?-
-Forse.-
-...-
-Non so.-
-...-
-Credo di si.-
Nota dell'autrice:
Cominciamo dal principio.
La prima scena. L'eclatante apertura.
Forse un po’ pesante, forse un po’ forzata. Ma
Draco ed Hermione non sarebbero
mai arrivati a parlarne, non durante questa fanfiction, solo col tempo.
E io
volevo comunque che qualcosa di lui (sopratutto su questo capitolo
incentrato
su Hermione ed Harry) si sapesse. Volevo che la matrice del cambiamento
di
Draco venisse svelata. E in come quasi tutte le sue interpretazioni
è il padre.
Non il solito Lucius però.
Non un padre sbagliato, un buon padre, facendo i conti. Solo incapace
di
trasmettere tali conti al figlio. Volevo cercare di mettere in risalto
uno
sbaglio dal quale non si può più tornare indietro
e che, inevitabilmente,
cambia le persone.
Spero che vi sia piaciuto quel pezzo, scritto solo per Draco. A me,
personalmente, è piaciuto scriverlo.
Ma forse ancora più particolare è la figura di
Ginny.
Particolare perchè, come ben so, è odiata da
tutti. Be', non proprio da tutti.
Non da me. Doveva essere lei. Nessun altro, solo lei poteva essere la
signora
Potter. E spero che vi sia piaciuta anch'essa.
Non mi sono soffermata troppo sui quattro, una volta chiaritosi tutto,
perchè
questa vuole essere una Draco Hermione. E comunque si rivedranno nel
prossimo e
spero ultimo glorioso capitolo.
Oh, non vedo l'ora di pubblicare quel capitolo.
Ho già scritto la fine. (UH!) E sono curiosa, tremendamente
curiosa di scoprire
se vi piacerà o meno. Però, purtroppo, prima devo
finire tutto ciò che
intercorre da adesso agli ultimi istanti della storia. [Manca comunque,
poco,
così poco.]
Hanging By a moment, come ha indovinato Criros è una canzone
dei Lifehouse
(contenta che ti piacciano! Io li trovo particolarmente adatti a certi
momenti!). Mentre la più chiacchierata "Down Inside i am
bleeding" appartiene
a The Rocky Horror Picture Show (a cui sono veneramene addetta).
Canzone di
chiusura come ha evidenziato Seattle_Bee. Più precisamente "Super Heros"
Passando alle recensioni:
Ps: Ho già detto quanto vi amo?
Lady_Slytherin: Si? la scena finale ricorda il film?
Almeno ho fatto
felice tutti quelli che si aspettavano la stessa trama! Non ho mai
amato le
Harry Draco, penso siano entrambi troppo innamorati
della...ehm...insomma non
voglio essere volgare. Però come amici, come amici sono
unici. Più di quanto
potessero mai immaginare. Be', si, Harry ha preso una vera batosta,
come è
evidenziato in questo capitolo. Perchè lui di sicuro non se
lo aspettava. Non
da Hermione. E lei non si aspettava di rivedere lui. Sono entrambi
feriti e
spaventati. Ma tutti si aggiusta, col tempo e con Ginny come moglie!!
MyLay-Sen: Ovviamente questa Hermione non
può piacere a tutti. Ma la sua
dignità non le è mai stata privata. Ci sono molti
pregiudizi intorno alla
prostituzione, ma penso che le prostitute siano persone con una tempra
unica,
che arrivano a provare ogni modo pur di sopravvivere. Ovviamente la
situazione
di Hermione è un po’ diversa, ma spero non troppo
surreale. Draco fa pena? Ha
ancora abbastanza orgoglio per ucciderti, se ti sentisse dirlo! xD
Cali Patil: In effetti è così.
E' proprio triste che Hermione sia
arrivata a tanto, eppure c'è sempre qualcosa, o qualcuno che
ci permette di
riscattarci. Come puoi vedere, il suo futuro è probabilmente
lontano dalla
prostituzione!
Lady black: I ragazzi dei giorni nostri? Sono felice
che capisci
Hermione! Volevo così tanto trasmette il suo disagio! La
scena con Harry era
così veloce, che temevo non avrebbe avuto l'effetto sperato.
JiuJiu91: UN ALTRA CINEFILA! Che piacere collega,
che piacere. Sebbene
io, in quel campo, sia solo una dilettante. Il titolo è
tratto dal "Rocky
Horror Picture Show" e se non l'hai visto, guardaòp! E' un
ordine, mia
cara. Tutti mi dicono che il mio Draco fa sempre
più tristezza, eppure
immagino te, ridere sguaiatamente, di fronte alla scena dell'analista.
SI,
sicuramente sei originale! (anche io lo apprezzo!). Hermione
più che fredda era
esagitata e sconvolta e imbarazzata da se stessa. Con l'unico desiderio
di
nascondersi da lui.
Claheaven: Recensioni come la tua fanno sempre
piacere, quindi, non
importata se i miei abili stratagemmi mentali hanno funzionato o se
sono invece
i miei personaggi ad attirarti tanto. (Invece importa eccome!
Maledizione! Oh,
il mio orgoglio si contorce nella tomba.) La morte di Ron è
un libero sfogo di
fantasia, frustrata dalla direzione che stanno prendono i libri. (Oh,
quanto
spero che sia lui uno dei "destinati" alla morte nell'ultimo
celeberrimo libro. Sarebbe, inaspettato). Jervis Cocker. Uhm. In
effetti si può
quasi respirare nell'aria del primo capitolo, ma si rispecchia poco nei
seguenti (e ho deciso quindi, una soluzione più
smorzata.). Down inside I
am bleeding è probabilmente una pubblicità di
cerotti. Ma per me sarà sempre
una frase del "Rocky Horror Picture Show". Lode a Richard'O Brien. Lode alla
rivoluzione sessuale degli anni sessanta!
Goldbuble: Non posso evitare di dirti che il tuo
nickname è
incredibilmente delizioso. Dio, adoro pronunciarlo. Ora, uscendo da
questa
digressione, Grazie! E come vedi, l'aggiornamento non è
stato troppo lento.
Spero.
Chris97:E invece Harry c'è! E ci
sarà anche in seguito! Come amico di
Draco, come amico di Hermione.
DeepDerk:Oh, puoi immaginarmi arrossire
virtualmente! Grazie! Spero che
ti sia piaciuto questo capitolo e se il mio stile ti piace tanto, non
vedo
l'ora che tu legga l'ultimo. Sono innamorata dell'ultimo capitolo!
_Elentari_: Effettivamente non so cosa sia
più insolito. Se Draco e il
suo affetto per Harry o Hermione prostituta. Probabilmente tutte e due
le cose
sono Molto insolite. Comunque credo siano piacevoli nella loro
inusualità. E
comunque lo spero.
Criros: !!! Per te scrivo ben tre punti esclamativi,
abortendo un orrore
grammaticale. Una fan dei Lifehouse!!! Unica! Be', siamo in due! Grazie
per i
complimenti, sopratutto se ritieni la storia originali. Le Draco
Hermione sono
così trite e ritrite (ma alcune, ugualmente molto belle.).
SweetChocolate:Ora che me lo fai notare, forse non
era così prevedibile
l'avvento di Harry. Almeno non per voi. Io mentalmente continuavo a
figurarmelo, a immaginarlo nella costante ricerca di Hermione e non
vedevo
l'ora di descrivere quando e come l'avrebbe trovata. In più
lui è un nuovo
legame tra Draco ed Hermione.
Vio_smile: Oh, la moglie di Harry. In
realtà è il personaggio più banale
che potevo metterci. Ma, la più giusta in quel ruolo. A
discapito di chi la
odia, Ginny, così carismatica, è perfetta per
lui. Perfetta che prendersi cura
delle ferite che un ragazzo non dovrebbe avere. Lei sola, riuscirebbe a
sostenerlo in maniera impeccabile. Almeno per me.
Seattle_Bee: I coinquilini! I mitici coinquilini!
Connie e Dolce! O,
quanto era divertente scrivere di loro. Ma ricompariranno! Diavolo, se
non lo
faranno! Solo non ora, alla fine. Ora rallenterebbero la storia (e il
tempo per
la stesura di un capitolo, che non ho). Bingo! Maledetta donna, diciamo
che tu
eri esclusa dal tentare di indovinare! Comunque bingo! Vinci tutto
ciò che
posso darti! Per inciso, un grosso simpatico niente.
ImAya: Ho aspettato anni che qualcuno descrivesse
una simile relazione
tra i due! Anni in cui sono stata sommersa da improbabili Slash. Volevo
esprimere come gli immaginavo io e quindi ci ho provato. lieta di
esserci
riuscita.
Lilian Potter: Grazie! In realtà l'atra
fanfiction più la leggo, meno mi
piace. (Ma non posso toglierla! Il mio maledetto orgoglio nei confronti
di
Ed_ward mi ostacola! Sono incastrata!) Però grazie! Per i
complimenti, per la recensione!
Grazie e spero ti sia piaciuto il capitolo.
Pps: nel prossimo capitolo, ultimo o meno, le cose si muoveranno. E
molto.
|
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Capitolo 5 *** Time's a wastin' ***
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Now,
I've got arms
And I've got arms
Let's get together and use those arms
Let's go
Time's a wastin'
I've got lips
And I've got lips
Let's get together and use those lips
Let's go
Time's a wastin'
June Carter e Carl Smith.
Hermione osserva Hermione nello specchio
e sorride.
A stento si riconosce. Perchè la lucida superficie rimanda
un'immagine
limpida e serena. Così tipica di lei quando era ancora
tipicamente se stessa.
La matita le evidenzia gli occhi nocciola. E le labbra sono rosee e
pulite, il
rossetto che giace nel cassetto.
Non ne ha più bisogno, non lo ha mai voluto.
Connie storce la
bocca.
-Che fine ha fatto la gran troia della mia migliore amica?- dice con
simpatia,
con affetto. Sapendo che è proprio ciò che lei
vuole sentirsi dire. Che
Hermione-puttana-Granger non esiste più.
Il silenzio è un tacito grazie.
Dolce le ripassa le
unghie con uno smalto traslucido e delicato, la testa
avvolta in un asciugamano - rosa, come tutto il resto, d'altronde, in
quella
stanza. Hermione muove allegramente le dita, rimirando l'opera.
-Come sto?- chiede euforica, volteggiando due volte, l'abito che le
sfiora
dolcemente le gambe.
-Favolosa, cara, favolosa e raggiante.-
Ed è vero.
Hermione sorride con una dentatura perfetta e perlacea, mordicchiandosi
il
labbro inferiore. Favolosa e raggiante.
-Oh, Sono così agitata.- esplode Dolce all'improvviso,
zampettando le mani nel
vuoto, nel tentativo di asciugare lo smalto. Dolce è sempre
agitato. Quando si prepara per uscire, quando Jennifer Lopez canta
in televisione, quando qualcun altro si prepara per uscire. Per questo
possiedono piantagioni di camomilla in cucina, sebbene le inutili
proteste di
Connie (-Ci vuole alcol, non camomilla, alcol.-).
-Qualcuno vuole-
-No, nessuno vuole una camomilla. Dolce. Cristo!
Hermione non bada alla conversazione, né alla risposta di
Dolce (- Affoga pure
nell'alcol e nei brufoli, allora!).
Osserva con più attenzione l'orologio a muro, che segna le
otto passate. Come
aveva segnato le sette meno cinque la prima volta che gli aveva
lanciato una
rapida occhiata, e le sette meno due al secondo sguardo. Hermione lo
guarda
nello stesso modo in cui l'aveva guardato continuamente nell'ultima ora.
Con impaziente attesa.
Ed il campanello parla (ha spesso di suonare, quando Dolce
ha sostituito il classico scampanellio con un dolce e malizioso Uhh-uhh
d'apprezzamento).
-Moun Amour! E' già qui!- stride eccitato l'amico ed
è già in piedi,
strusciandosi le gote per arrossirle appena. Dalla porta giungono i
suoi
squittii felici e brontolii sommessi ed altre frasi. Connie colpisce
sonoramente la coscia di Hermione e schiocca la lingua.
-Buona serata.- dice con malizia allusiva, mentre lascia la stanza.
***
*** ***
Non è propriamente un appuntamento.
Nulla di romantico, niente candele. Solo cibo e chiacchere.
Cose così, cose tra amici .Non è stato un invito
premeditato.
Frasi lasciate cadere casualmente. Con la stessa casualità
che li aveva
spinti ad incontrarsi quotidianamente nell'arco dei due mesi trascorsi.
Non è un appuntamento quello tra lei e Draco Malfoy. Sebbene
le gambe di
Hermione sono state appena depilate e Draco, Draco si è
fatto la barba due
volte.
Non è un appuntamento.
In teoria.
- Non avevi detto che lui non era in casa? - grugnisce il biondo
insoddisfatto,
adocchiando truce Dolce, che lo saluta calorosamente sull'arco della
porta.
- Oh, dettagli.
- Ha cercato di toccarmi il culo! Non sono dettagli! - protesta
sonoramente
Draco, mentre si incamminano verso la Mercedes.
- Siine lusingato.
- E' un uomo! U-O-M-O!
- Ottima deduzione.
- Non voglio che un uomo cerchi di toccarmi il culo. Sono un estimatore
della
vagina, IO.
- Sei di una fastidiosa scurrilità, Draco Lucius Malfoy.
- E tu sei una dannata bugiarda.
- Touché. Ma a fin di bene.
Draco la guarda in tralice e lascia cadere la discussione.
Non si vince, con Hermione Granger non si vince mai. Così
testarda e risoluta.
- Non puoi cambiare casa?
- No.
- Ma hai smesso da mesi di fare la prostituta!
- Non cambierò casa.
- Ma...
- No.
- Se...
- No!
- Testarda.
- Animale.
E ridendo, Hermione avvolge l'avambraccio attorno a quello di lui.
***
*** ****
- Signor Malfoy, cerchi di controllare la rabbia.
- Al diavolo il controllo e al diavolo quella dannata cretina!
- Vuole raccontarmi cos'è successo?
- OH! OH! - esclama esasperato Draco, agitandosi sul comodo lettino di
pelle.
- OH! Quello che non è successo, grazie a me. Se era per lei
a quest'ora
l'aveva già violentata.
- Vuole spiegarsi meglio?
- E' totalmente illogica! Dannata stupida donna. Voglio dire, eravamo
in un
locale e quest'uomo arriva e le palpa il culo. Avrà avuto
sessant'anni e la
palpava il culo. E lei, lei non può reagire come una persona
normale, No,
perché Hermione Jane Granger non è una persona
normale. Dio, è assolutamente
illogica! E comunque lei lo guarda e fa: "Gradirei che la smettesse".
- continua Draco, in una perfetta e quanto mai ironica imitazione della
femminile voce di Hermione. - Gradirei che la smettesse! Come si fa a
dire
"Gradirei che la smettesse"? Come se Harry avesse chiesto al signore
oscuro "Gradirei che non mi uccidesse, la prego". Insomma, Cristo!
- E lei cos'ha fatto?
****
- Non osare toccarla. -dice Draco, ma la frase
è coperta da un sordo
rumore di ossa contro ossa, nocche contro zigomo.
Il molestatore è a terra.
Non importa l'età, non importano i capelli bianchi o le
rughe o l'espressione
sciupata dell'uomo.
Non importa se il rivolo di sangue e la mascella dislocata
presuppongono
qualcosa di rotto.
Draco se ne fotte. L'importante è guardare Hermione negli
occhi e gridarle con
sentimento:
-Imbecille! Reagisci!
- E questa donna cosa le ha risposto?
- "Non sei mio padre" - mima Draco in una stridula voce lagnosa. -
Merlino, grazie al cielo no! Ma quell'uomo aveva tutta l'età
per esserlo!
- Non sono tua sorella, non sono tuo figlio! Ma che
cazzo c'entra,
Granger? Ti stava molestando! Mo-le-stan-do! Scusa se ti ho salvato
dalla più
brutta scopata della tua vita!
- Potevo cavarmela benissimo da sola!
- Oh, sicuro! "Gradirei che la smettesse"! Bel modo di cavarsela,
sicuramente le buone maniere funzionano benissimo coi molestatori!-
- "Potevo cavarmela benissimo da sola". Oh, certo. Dannata imbecille.
- Potevo cavarmela benissimo da sola! - ripete Hermione
Granger, stavolta
gridandolo.
- Scusami tanto per averti aiutata. Me ne vado! Così
può stuprarti in santa
pace.
- Bene!
- Bene!
***
- Vacca!
Hermione sussulta, e un sonoro schiaffo è
la sola risposta che riesce a dare.
-Ah! Ora picchi me? Cioè lui no, per
Diana, figurarsi, d'altronde cosa ti
avrà mai fatto! Però non c'è niente di
male a picchiare
l'uomo-che-ti-ha-salvata.
L'anziano ha smesso finalmente di osservare
inorridito il sangue, il suo
sangue. Ed ora guarda, se possibile, ancora più inorridito
il suo assalitore. A
carponi, sul ruvido asfalto, indietreggia. E Draco, che ha la grande
voglia di
mollargli un altro ben assestato colpo, stavolta più in
basso, lo ammonisce:
- Lei! Lei rimanga dove è! Anzi, ora la stupri! Forza,
sembra volerlo.
- Smettila! - grida Hermione esasperata, le nocche
bianche, mentre i pugni
serrati tremano.
L'uomo prova a rialzarsi. Indugiando, si aiuta con le mani
sulla nuda
strada e solleva le vecchie ossa. Con gli occhi cerca la macchina,
parcheggiata
qualche metro più in là. Troppi, per sfuggire a
Draco.
- Ora venga qua e la stupri! - grida lui.
- Finiscila! - ripete Hermione, in un'esplosione di
rabbia.
Slap.
Draco si massaggia nuovamente la guancia, colpito per la
seconda volta.
Ferito nell'orgoglio. Le scocca "quello" sguardo, lo stesso sguardo
di quando erano al terzo anno ad Hogwarts. Carico d'odio e disprezzo,
senza
però la minima punta di paura. Con rabbia, scarica la
frustrazione del suo
pugno contro la sua stessa coscia.
Perché, nonostante tutto, non colpirà mai
Hermione.
***
- E poi cos'ha fatto?
- Io, Oh, io. Me ne sono andato, cazzo! Che poteva fare, me ne
sono andato! Era
così frustrante! Lei è così frustrante!
- Saprebbe spiegarsi perché ha reagito
così violentemente?
- Nessuno tocca le donne con cui esco! E' una questione di
possesso! - sbotta
il biondo.
- Ma lei non è una donna con cui esce. - nota
puntigliosamente l'analista,
sollevando gli occhi dal taccuino e scrutandolo da dietro le sue
spesse, opache
lenti.
*** *** ***
-Hermione!
Dice Ginny abbracciando l'amica. E' nuovamente venerdì e
come ormai da
parecchie settimane, Hermione è alla usuale cena a casa dei
tre Potter.
E viene accolta con entusiasmo. Con lo stesso entusiasmo con cui Ginny
l'ha
accolta la prima volta che l'ha rivista. Ginevra non
reprimerà mai, quel suo
esagitato stato d'animo, nel rincontrarla. Non tratterrà mai
quel piccolo
risolino eccitato ogni volta che il campanello suona e lei è
alla porta.
L'euforia del riaverla sarà l'ultima cosa a scemare.
-Ginny.
Ride Hermione e con le mani cinte attorno al collo di lei, traballa un
po’, in
un abbraccio cristallino. E Ginny la trascina oltre la soglia, con
l'energia di
un adolescente innamorata.
-Oh, quanto mi sei mancata!- dice, scherzando con una pura,
invidiabile, sincerità.
-Ci siamo viste oggi!- protesta Hermione, ma si lascia trasportare
dall'amica.
-Sono
ingorda di te.
-Dovrei essere geloso?- è la voce di Harry, che scende dalle
scale a torso
nudo. Nuovamente a torso nudo. Perchè Harry è
quasi sempre nudo, o giù di lì. Esibizionista.
Si passa una mano tra i capelli, umidi. Nessuno gli ha mai
detto quanto
assomigli a James nel farlo, ma lui lo sa. Inconsciamente lo sa. Forse
è
proprio questo il motivo che lo spinge a farlo.
-Molto geloso!
-Allora sono molto geloso.- sorride lui, sfiorando con le labbra la
guancia di
Hermione e soffermandole più lungo su quelle di Ginny,
mentre l'abbraccia da
dietro, dondolandola.
-Come sta Lily?- chiede Hermione, appendendo il cappotto
all'appendiabiti, con
infinita naturalezza ed abitudine. Harry mugugna e solleva gli occhi al
cielo,
mentre sua moglie lo gomita violentemente nello stomaco.
-E' così insopportabilmente adorabile! Non dormo da notti.-
sbuffa il moro, con
una punta di orgoglio, perché la sua
Lily è testarda, così testarda, che
non sa se piangere o sorridere. -Quello di genitori è un
lavoro a tempo pieno.
-Io lo faccio da quando ci siamo sposati.- puntualizza Ginny con un
sopracciglio levato, in segno di protesta e reclamando i propri meriti.
-E' per questo che mi ami.
-No, ti sopporto perchè ti amo.
E Annah spunta dalla cucina, al fianco di Draco.
***
*** ***
Chi diavolo è Annah?
Ovviamente
Hermione non sa ne il nome, ne cosa esattamente ci faccia nella stanza
una
bellissima donna castana, in compagnia di Draco Malfoy. Prova solo un
istantanea antipatia verso di lei, ma, logicamente, non ha nulla a che
fare col
fatto che sia lì perchè lui l'ha voluta.
E perchè proprio Annah poi?
La
donna la saluta e si presenta, avvolta in un vestito che lascia poco
all'immaginazione. Harry e Ginny la osservano perplessi. Sono abituati
alle
continue intrusioni di estranee, accompagnatrici del biondo, diverse
ogni
settimana. Ma da qualche mese a questa parte, Draco si era presentato
solo. O
più precisamente, pensa Ginny, da quando aveva conosciuto
Hermione, Draco si
era presentato solo.
Hermione solleva lo sguardo, ora acido e fisso sugli occhi di lui.
-Malfoy.
-Granger.
***
*** ***
-Come vi siete conosciuti, tu e Draco?- chiede Harry, cauto, ad Annah
che
sembra irragionevolmente a suo agio. Lei sorride, compiaciuta, e posa
il
bicchiere con delicatezza sul tavolo. I suoi capelli ondeggiano,
accompagnando
ogni suo movimento. Come se fossero qualcosa a se stante. Stasera
abbiamo a
cena Annah e i suoi capelli, pensa Harry.
-Draco- inizia Annah e posa il suo materno sguardo sul biondo, che
indifferente
aggredisce l'arrosto. - mi ha corteggiata qualche sera fa alla "Vipera
Verde". E' una persona così affascinante.
-Mpf.- e tutti si girano verso Hermione ed il suo sbuffo saccente. La
ragazza
guarda con indifferenza l'insalata e tutto di lei, dal sopracciglio
levato alle
labbra sottili e serrate, lascia intuire quanto non possa esser
più in
disaccordo.
Non è gelosa è solo ancora, molto, arrabbiata.
Crede.
-Oh, insomma, che diavolo avete voi due?- sbotta Ginny improvvisamente,
guardandoli con esasperazione.
-Niente.-
-Nulla.
-Bene.- dice Ginny, almeno su qualcosa sono d'accordo. "Niente". Sono
d'accordo su "Niente". Cristo, Lily è più matura.
-Annah.- dice.
-Si?
-E' stato un piacere conoscerti.
-Come?
-E'-stato-un-piacere-conoscerti-Esci.
Annah socchiude le labbra interdetta. Guarda la padrona di casa, che
risoluta
ostenta convinzione in quello che ha detto, e si chiede se sia tutto
uno
scherzo. No. Non è uno scherzo. Cerca gli occhi di Draco,
cerca supporto e si
aspetta qualcosa come: -Se se ne va lei, vado anche io.- Ma Draco non
lo dice.
I suoi occhi sono attentamente posati su quelli di Hermione. In un
reciproco
scambio di puro, caustico, astio.
Annah lascia cadere pesantemente le posate nel piatto e inviperita
afferra la
borsa.
-Bene.- dice e si alza dalla tavola. Harry vorrebbe sprofondare sotto
terra. O
essere uno struzzo. Sarebbero tutte e due ottime soluzioni, pur di non
doversi
sentire talmente imbarazzato. Insegue Annah, cercando di salvare le
buone
maniere della famiglia Potter.
-Uh, ti accompagno alla porta.- dice, nel tentativo di farle strada.
-So dov'è la porta.
-Usala.- deplica Hermione, tagliente e acida come non vorrebbe essere.
In fondo
Annah, nonostante i capelli cotonati e il vestito trasparente e i modi
civettuoli, potrebbe anche essere simpatica. In fondo non è
colpa sua se è così
inopportuna. E' colpa di Draco, per averla portata. E' sempre colpa di
Draco,
conclude Hermione.
Coglione.
I cardini protestano vivamente, quando la porta viene sbattuta con
ferocia ed
Harry riappare, sospirando pesantemente e pulendosi gli occhiali sulla
camicia.
-Chiaritevi.
-Non ho nulla da dirgli.
-Un grazie sarebbe un ottimo inizio.- replica Draco, velocemente.
-Grazie per trattarmi come un idiota.
-Ti stava stuprando!
Ecco Ginny ha perso il filo del discorso, o forse non lo ha mai avuto.
Però ora
sente di averlo decisamente perso. Chi ha stuprato chi? Harry, dal
canto suo,
molleggia sulla sedia, ciondolante, indeciso se allungare o meno la
mano verso
le crocchette di pollo. Sarebbe insensibile? Forse si, decide infine.
-Oh, Cristo.- sbotta Hermione.
Senza parole.
Draco la lascia sempre senza parole. Nel bene o nel male.
Così maledettamente
testardo, non si vince con lui. Mai. Tenace fino all'ultimo anche dalla
parte
del torto. Così intenzionalmente lascia che la sedia strida
sulla piastrelle in
un inconfondibile, fastidioso rumore. Ascende in tutto il suo ego e
lancia un
ultima giudiziosa occhiata a Draco, prima di abbandonare la tavola
senza
proferire altro. I cardini cigolano una seconda volta, prima che un
rumore di
passi giunga dalla strada.
*** *** ***
Ed è sceso il
silenzio.
Più profondo di
prima, che non nasconde sguardi o
parole celate. Un silenzio che non ha nulla da dire.
Draco guarda con sufficienza
il bicchiere,
dondolandolo prima da un lato e poi da un altro, con la stessa
meticolosità con
cui Hermione aveva dato i MAGO anni prima. Scocciato, più da
se stesso che da
altro. Ginny pesta dolorosamente il piede a Harry, guardandolo con
occhiate
esplicite. Il suo indice indica prima suo marito, poi il comune amico..
Parlagli
Il moro spalanca gli occhi e scuote la testa. Ginny ripete il gesto con
il
potere conferitogli dal matrimonio.
-Allora?- dice il moro incrociando le braccia e guardando severo Draco
Malfoy. Più
severamente, ordina Ginny in un linguaggio che solo Harry
può capire.
Harry guarda Draco Malfoy, più severamente.
-mh-Mh- si schiarisce la gola il moro, in un climax ascendente.
-...
- MH-MH-
-Si?- chiede Draco, falso ingenuo.
-Allora?
-Allora cosa?
-Seguila.- dice Ginny
-Eh?
-Se.Gui.La.- ribadisce la rossa.
-Non voglio seguire Hermione!
-Tu stai già seguendo Hermione!
-Eh? Perchè diavolo la starei "già seguendo"?
-Perché la ami.- Ginny rende tutto così semplice.
-Cosa?!- esclama Draco, dopo aver sputato un oliva lungo la tavola.
-Non essere
ridicola! Per Merlino, Ginny!
- Smettila di ragionare col pene, Draco! Quante "Annah" dobbiamo
sorbirci prima che tu lo capisca?
Ginny vorrebbe iniziare a parlare di
amore, vorrebbe
iniziare a parlare di sguardi, dei loro sguardi. Vorrebbe spiegare a
Draco cosa
siano quelle fiamme che ti bruciano, piacevolmente, l'anima. Ma non lo
fa. Lui
non capirebbe.
-Le guardi continuamente le
labbra.- dice invece con
veemenza, perchè sa che non afferra il lato emotivo delle
cose. E' tardivo. Non
se ne intende di baci sotto le coperte. Quindi lo mette di fronte alla
realtà
fisica dei fatti, sfinita dalla mancata eloquenza del biondo..
-Potrebbe essere attrazione
fisica.- ribatte Draco, caparbiamente
e si chiede, perchè diavolo paga un analista, se conosce
Ginevra Potter. E
sopratutto, se lei conosce lui.
-Non ha detto gambe, ha detto
labbra. - rettifica
Harry.
-Uh.- dice Draco. Tra uomini
ci si intende sempre.
In fondo lo sapeva anche lui.
Lo sapeva benissimo anche lui. Non saprebbe dire quando ha realizzato.
Quando
la corrente ha percorso furiosa i circuiti della lampadina. Quando alle
parole
"sesso" "alcol" "droga" se era aggiunta un altra:
"Hermione". Anzi prepotentemente si era posta sopra tutte le altre,
spadroneggiando regina.
Poi come si era accesa, la lampadina si era spenta.
Ma "Hermione" era rimasta chiara, bruciando, stampata a caratteri
rossi, nella sua vita.
Forse è il caso di smettere d'ignorarla.
-Uh.-
dice Draco, che non può più fingere sia l'istinto
riproduttivo.
-Uh. Cazzo.
Non si rende nemmeno conto di essere scattato sulle ginocchia. Non
sente il
suono della sedia, sbattere violentemente contro le piastrelle, non
sente Ginny
esclamare -OH- compiaciuta. Sente solo il dannato bisogno di aprire
quella
porta e iniziare a correre.
Verso di lei.
*** *** ***
-'Fanculo, Ginny, 'fanculo
Continua a ripete mentre corre per le vie deserte di Londra. E'
profondamente
arrabbiato con la moglie del suo migliore amico, per essersi decisa
solo ora a
prenderlo a calci nel culo e fargli fare quello che doveva fare da
diverso
tempo. Tutto quel girarci intorno così a lungo, cazzo. Ora
è tutto così vivido.
Draco può sentire i suoi sentimenti sotto la pelle, fin
dentro le ossa. Si
nutre di loro. E' bastato un calcio di Ginny a trasformarlo in un
monogamo. Ora
corre, non avrebbe mai corso così. Non pensava nemmeno di
essere capace di
correre così. Dimentica addirittura la Mercedes e i mezzi
pubblici e la
metropolitana, corre quei chilometri che lo separano dalla casa di
Hermione,
sentendosi incredibilmente vivo.
La paura che tutto questo, un possibile noi sparisca, se si fermasse a
prendere
ossigeno, a dar riposo alle gambe, lo assale. Non sente nemmeno il
dolore alle
piante dei piedi o la milza che implora. Il freddo colpisce il suo
volto e lo
tiene sveglio e lucido nella sua totale incoscienza.
Svolta l'angolo ed è nella strada.
-Granger!
Grida, battendo forti colpi sulla porta. Dolce, in accappatoio rosa e
maschera
da notte apre. Osserva il biondo, deliziato. E si permette pochi
lunghissimi
secondi, prima di rispondere.
-Non è qui, caro.
-Dov'è?
-E' andata da Connie, al palo. Ha detto che voleva sfogarsi per colpa
di un
dannato imbecille.-
-Grazie.
-Non penso che tu sia un imbecille.- dice Dolce.
-Ha parlato di me?
- Certe cose non c'è bisogno di dirle, caro.
***
*** ***
-Granger.
Draco è ad Edkins Street. I polmoni che esplodono nel petto
e la milza che
impazzisce. Non l'ha ancora vista, ma sa che è
lì. E che può udirlo.
Segretamente spera che lei voglia udirlo.
-Granger!- grida, cercandola con lo sguardo.
Ora la vede, ma è troppo esagitato per notare le
sopracciglia alzate , la testa
reclina di lato e gli occhi sforzati all'inverosimile per capire chi
sia quel
dannato idiota che la rincorre.
-Granger- dice sollevato di averla raggiunta e sorride in un mare di
ansimi.
-La risposta è no!
Draco espira, inspira perplesso.
- Non ti dirò grazie. E odio ripetermi ma potevo farcela
benissimo da sola.
-No!- dice.
-Cosa?
-La risposta non è no.
-La risposta è noi
-Oddio.
-Ascolta Granger. Io ti voglio, tu mi vuoi.
-Sarebbe una dichiarazione? Non ho afferrato la parte romantica della
cosa.
-La parte romantica viene tra le coperte.
-No.
-No?
-No. Non farò sesso con te, Draco Malfoy. Sei un dannato
poligamo adultero e io
sono Hermione Granger. E' ridicolo, siamo intrinsecamente diversi. Non
funzionerebbe
mai.
-Diversi? Io ho le braccia, tu hai le braccia. Io ho le labbra e tu hai
le
labbra. Andiamo a casa mia ed usiamole. Stare qui a parlare
è un enorme spreco
di tempo.*
Hermione è palesemente interdetta.
Le labbra schiuse e la fronte corrugata, mentre guarda Draco Malfoy.
Temporeggia, qualche secondo di troppo, nel tentativo di trovare la
giusta
risposta alla carovana di idiozie che il biondo dice, con
convinzione,
da qualche minuti.
-Che diavolo d--
-Adesso ti bacio.- dice Draco.
E la bacia.
Le sue labbra aggrediscono quelle di Hermione. E lei vorrebbe dire "non
farò sesso con te Draco Malfoy", l'ha ripetuto
così a lungo che la frase
la rassicura, ma l'unico suono che esce dalla sua bocca è
-Cristo- e poi
mugugni e rumori umidi. Non è proprio la conversazione che
Hermione si era
preparata in vista di quel momento. Non è propriamente una
conversazione, sono
solo accenni di parole e -Sta Zitta, Granger, sta zitta- e poi altri
suoni
bagnati e così profondamente intimi. Hermione non pensava
che un bacio potesse
essere così pornografico.
Vuole spingere Malfoy lontano, ma le sue mani lo afferrano per la
camicia,
attirandolo violentemente.
Maledette mani.
-Cazzo, Granger
-Sta zitto!- ordina Hermione. E lo sbatte contro il palo, seguendolo.
E' un
bacio inconsapevolmente atteso, quasi esasperato dalla voglia. Draco
respira
nella bocca di Hermione. E non ha tempo per pensare a cosa comporti il
bacio
per loro e soprattutto se questo loro sia ipotetico o meno.
Meravigliato,
capisce di non aver mai respirato per davvero. Fin ad allora. Lui
allontana la
bocca con difficoltà e prende il fiato, ansimando contro le
labbra di lei.
-Dovremmo sposarci.- Dice.
-Sta zitto!- ordina nuovamente Hermione continuando a tenerlo premuto
contro il palo. Poi
ci pensa ed esclama:
-Cosa?!
-Sposami, Hermione Jane Granger.
-Zitto e baciami.
***
*** ***
Draco passeggia irrequieto nel corridoio di San Mugo, solcando ellissi
nel
pavimento a piastrelle.
Qualche passo a sinistra e subito si gira in un altra direzione.
C'è ansia e
nervosismo nella sua andatura.
E nella sua mente soltanto Hermione.
Guarda
ripetutamente la porta che, verde sul muro bianco, esercita un richiamo
mesmerico.
-Ancora non capisco- dice con un irritazione degna del suo nome. -Cosa
ci
faccia tua moglie Potter, con mia
moglie, là dentro.
Harry che da qualche minuto non pensa altro che -E sta fermo,
Merlino, sta
fermo-, posa lo sguardo su Malfoy.
-Tu davvero non
vuoi sapere cosa accade li dentro. Fidati. C'è voluto tutto
il
mio coraggio per far nuovamente sesso con Ginny. Dopo aver visto- Harry
agita
la mano in aria in un ampio movimento. -quella cosa.
-Credimi, ci vuole ben altro per farmi desistere dal sesso.
-Vantatene.- osserva Harry levando un sopracciglio.
Un grido strozzato e prolungato interrompe la conversazione. E Draco
pensa o,
più giustamente, unisce parole a caso: "Urlo,
Hermione, dilatazione, bambino"
-Oh cazzo.- Draco sbianca, fermandosi rigidamente.
-Io entro.
Dice.
Ed entra.
Harry alza il culo dalla comodissima sedia, dove preferiva di gran
lunga stare
e segue l'amico attraverso la porta. Avrà bisogno di un
maschio la dentro,
tutti quegli feromoni femminili muterebbero chiunque in una gigantesca
checca.
-Merlino!- sente Draco gridare appena varca la soglia.
-Morgana!- aggiunge lui appena vede Hermione, in una posizione
ginecologica che non
avrebbe mai voluto vedere.
-Smettila di guardare la vagina di mia moglie Potter!- grida Draco,
incapace di
dire altro.
-Harry!- dice Ginny, tutt'altro che civile.
-Oh, Dio Merlino.- Harry che ha assunto una tonalità verde
pisello e si sente
sul punto di vomitare. Facilmente impressionabile.
-VOI- Hermione ruggisce nella pura e più totale
agonia. -VOI! Fuori!
FUORI!-
I tre stanno per lasciare la stanza quando il ruggito si fa sentire
nuovamente.
-TU no! TU resti!-
Draco deglutisce e si avvicina al lettino di Hermione.
Cerca la sua mano, ma lei decide che agguantarlo per la cravatta sia
una
soluzione migliore. Draco vorrebbe dirle che va tutto bene, che sono in
due a
far fronte a tutto questo e che presto saranno in tre. Ma tutto non va
propriamente bene.
La cravatta si stringe sempre più ferocemente intorno al suo
collo, mentre
Hermione non accenna lasciare la presa e la prima cosa che vorrebbe
dire, se
solo riuscisse a prendere fiato, sarebbe -Sedatela-.
La stanza è così
bianca e igienica da ingigantire ogni più piccolo atroce
dettaglio. E le luci,
troppo forti, invece che abbagliarlo, lo rendono ancora più
consapevole.
Sua moglie sta dando alla luce il loro bambino.
-BambinA.- dice nell'agonia Hermione, che ha imparato a
leggergli dentro.
Draco non replica. Collo, respiro, soffoco. Hermione
è davanti a lui.
Paonazza, sudata e scurrile che non lo è mai stata. Una
visione grottesca della donna che ama. Perchè più
che mai, lui, in quel momento,
sa di amarla..
Le urla di Hermione lentamente si placano, rimangono
ansimi e gemiti e
poi finalmente solo il suo respiro. La sala è ghermita da
altre grida, più
stridule, più acute.
Nota dell'autrice:
*Citazione da time's a wastin' June
Carter Cash.
Ed ecco l'ultimo glorioso atto.
Riappaiono un po’ tutti, Connie, Dolce, l'analista (troppo
affezionata per non
citarlo), Harry, Ginny, Lily ( a modo suo, ma appare). E ovviamente
loro. Che
non smetteranno mai di litigare. E di amarsi. (Draco non lo
ammetterà MAI).
E poi c'è il piccolo primogenito Malfoy.
Uhm, pensavate in un finale più, diciamo, pacato? Munito di
una semplice
dichiarazione? E NO! signori, no! che sia mai! Questo capitolo doveva
strabordare
in tutti i sensi!
E ora, commentiamolo:
Mi è piaciuto scriverlo. Non ho atteso altro (o forse ho
atteso poco, perchè è
stato uno dei primi ad essere steso.) Comunque mi è
piaciuto. Mi chiedo solo se
non sia stato troppo veloce. Se avrei dovuto soffermarmi più
a lungo, sulla
gelosia e sull'attesa. Sarete voi a giudicare.
Ma io NON amo temporeggiare. I loro momenti, dolci, piccoli,
insignificanti,
teneri Draco ed Hermione gli hanno avuti. Guardando le stelle, parlando
nei
caffé, semplicemente sopportandosi. Ci sono stati, nel corso
della storia,
sebbene sommersi dal peso del passato di lei, ci sono stati. Ho pensato
ad un
casuale bacio, prima del verdetto finale. Ma poi ho capito. Ho capito
che LORO
avrebbero capito.
Baciandosi, anche solo una volta, avrebbero dovuto capire tutto.
E così arriva la fatidica proposta.
-Sposami, Hermione Jane Granger.-
E mi emoziono a riscriverla, anche qua, senza significato,tra le note.
Perchè
ogni volta che la digito, ogni volta che la leggo, Draco è
lì, che guarda Hermione
e cerca di sfuggire all'asfissia dei suoi baci e alle sue maledette
mani per
chiederle di invecchiare con lei. Un Draco che nella mia mente ha preso
vita.
Spero anche nella vostra.
L'ultima parte, poi non l'ho pensata. Senza saperlo l'avevo
già scritta, prima
di realizzarlo. Era, semplicemente, naturale scriverla.
Recensioni!
Sono così euforica dall'avervi sentito dire: "ti
prego non finirla
ora". E mi piacerebbe poter parlare di un futuro seguito, ma non ci
sarà.
Potrei aggiunger qualche missing moments (Come l'addio al nubilato di
Draco, o
l'inizio della sua amicizia con Potter, o scene di vita a casa
Malfoy.). Nel
frattempo voglio lasciarvi con una chicca: A breve posterò
un missing moment
"riprendendo la mano" che vedrà protagonista
Hermione nel
tentativo di tornare in possesso delle proprie abilità
magiche.
Lady_Slytherin:
Ginny
è Ginny! Può essere
vista come una coiona innamorata per anni di un ragazzo che non l'ha
corrisposta così a lungo o come una donna, una donna che ha
sempre vissuto
nella consapevolezza che avrebbe avuto un figlio da lui. Io
l'interpreto nel
secondo modo! Ed Harry...Be' lui è un po’ un
coione. Molto maturo sotto alcuni
aspetti, molto infantile sotto altri (Come le emozioni, Uh). Spero che
questo
capitolo ti coinvolga!
Goldbuble:Ho fatto un salto nelle tue storie.
Purtroppo io non
recensisco spesso, e le tue non sono proprio il mio genere, per questo
mi sarei
sentita un po’ ipocrita a commentarle. Però
recensisco anche negativamente (in
maniera costruttiva) alle volte. E non ho trovato critiche da svolgere
ai tuoi
scritti. Sono sicura che prima o poi scriverai una fanfiction che mi
piacerà
molto recensire.
Chris87:anche io gli adoro! Sono un soggetto
così bello, del quale
scrivere!
Riru: OH! Grazie! Io sto iniziando a detestare quel
titolo. Non solo
perchè non ha niente a che fare con la storia, ma credo
oltretutto che stoni
molto con il racconto. Ho letto (e recensito) una tua Draco Hermione.
L'ho
trovata così ricca nel vocabolario e piacevole,
stilisticamente parlando. Senza
tralasciare l'originalità con cui hai trattato un tema trito
e ritrito. Aspetto
l'ultimo capitolo!
Fanny92: Sono felice che Lucius ti abbia colpito!
Mentre scrivevo il
pezzo iniziale ho desiderato così tanto di poter scrivere
ancora del suo rapporto
con Draco e di un loro possibile futuro insieme. Ma questa è
una storia di
rimpianti.
Merryluna: Salve! Figurati! le apparizioni
improvvise sono sempre
gradite. Ebbene si, questo era l'ultimo . (Soddisfatta o desolata?)
Anche a me
mancherà scrivere di loro, ma spero di sfornare presto un
altra storia. Non so
da dove sia uscita la scelta di Atti e scene, ho solo pensato, che era
così
appropriata. Quella cena sembra una recita.
JiuJiu91: Già, Draco era destinato ad
uccidere Lucius, come Harry per Voldemort.
Però, in quell'ultimo, dolce amaro momento, Draco comprende
finalmente l'amore
del padre e Lucius capisce di aver perso il figlio. Così
triste per entrambi,
ma così straziante per il piccolo Malfoy. Be', oddio, forse
prostituta era
meglio. Effettivamente era molto meglio. Ma se Ginny non voleva dare
peso alla
propria frase non avrebbe parlato. E lei invece voleva essere risoluta
nel
chiarire, finalmente, tutto. Sapevo non ti sarebbe piaciuta, gh, gh!
(Che rido?
dovrei essere triste). E così finalmente Harry ed Hermione
ce l'hanno fatta. A
me la riappacificazione è piaciuto descriverla. Con Harry
legato e le
mattonelle e tutto il resto. Ti prego guardarlo. Perchè ogni
mio tentativo di
descriverlo non può che sminuirlo. Guardalo e basta. Poi mi
devo dire che ne
pensi.
Gemellina: Ed in realtà è
sempre lo stesso Lucius. Solo più
approfondito. Solo che dietro al cinismo c'è un contorto
senso dell'affetto.
Che porta a inevitabili conclusioni. E tragedie. E dolore. Dimmi cosa
ne pensi
di questo capitolo, invece! Sono curiosa!
HimenoChan: Ginny deve essere dolce e saggia o non
potrebbe resistere al
fianco di Harry (che riesce ad essere un enorme adorabile coione, alle
volte).
Lucius umano. Lo so. Speravo proprio che trasmettesse questo. Una
contorta
umanità. Hey, Grazie per i complimenti! (Draco Herm forever!). Così
l'ultimo capitolo è arrivato. Spero
ti sia piaciuto.
Chikka:Mica mi hai fatto arrossire, eh! Mi hai fatto
letteralmente
morire d'imbarazzo! Soprattutto per la parola scrittrice. Suona
così altisonante.
Io mi definisco un umile digitatrice, ma chissà, un giorno
potrei davvero
diventare tale. Sono felice di averti catapultato nella storia! Io ci
sono
dentro fino al collo!
SweetChocolate: Ebbene si, questo era l'ultimo. Il
grande finale. Sono
felice ti sia piaciuto Lucius. E' un personaggio così odiato
che temevo non
sareste riusciti a capirlo e invece! E invece, siete fantastici! [Credo
sia
piaciuto più di Ginny, anzi, sicuramente!]
Aysha: In effetti me lo dite in molti. Che il finale poteva
essere più
lontano. Forse. Ma ti assicuro che è già un
miracolo che io abbia scritto una
long-fic. Io amo lo stile incisivo, le frasi brevi i momenti, che non
sono
momenti ma qualcosa di più. Una long fic, sopratutto come
primo scritto, per me
era una vera sfida. Non vorrei rischiare di viziarla. Portandola oltre
la sua
iniziale concezione. Tutte le scene tutti i momenti non sono mai stati
ragionati ma sempre spontanei, cosa che non credo succederebbe
strabordando la
mia idea originale. A parte questo, credo farò un missing
moment, dove si vede
Hermione riprendere dimestichezza con la magia con l'aiuto di Draco
(OH).
VIVIANA91: Ovvio che faccio il quinto capitolo! Ed
infatti eccolo!
Piaciuto?
ImAya: Sai che fuori dalla rete non ho mai
conosciuto un fan dei Lifehouse?
dannazione, dobbiamo diffonderli! Esatto, titolo da Bon Jovi. Era
troppo
appropriato, perchè Hermione è dalla parte giusta
del torto? Possibile? Be' per
lei è così.
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Capitolo 6 *** Extra: riprendendo la mano. ***
Nota:
Ambientato nei due mesi che intercorrono tra il quarto ed il
quinto capitolo. Hermione riprende famigliarità con la
magia. E Draco si offre di aiutarla.
Extra: Riprendendo la mano.
-Ricorda, Granger: Wina-gar-dium Levi-osa. Il "gar" deve essere
prolungato.-
-Non sono un idiota, Malfoy.-
-Provamelo.-
-Bene!...Wingardium Leviosa.-
Crash.
-Cristo, Granger! Fai attenzione con quella bacchetta!-
-Oh, cavolo. Scusa! Aspetta ora riprovo.-
-NO! Voglio dire, un attimo. Ecco ora vai.-
-Non occorreva ti allontanassi tre metri.-
-Precauzione.-
-Mph...Wingardium Leviosa.-
Crash.
-Quello era prezioso!-
-Oh, Cristo! Scusa! Lo riparo subito: Repa-
-NO! No! Faccio io. Reparo.-
-...-
-...-
-Sicura di non voler interrompere un momento, Granger?-
-Non sono preoccupata, Malfoy.-
-Io si.-
-...Wingardium Leviosa.-
Stump.
-Oh mio dio, oh mio dio, oh mio dio.-
-Smettila di gridare Granger e dammi una mano!-
-Heilà!-
-Ginny!-
- Cosa state facendo voi du-OH MIO DIO. Dobby?! Hermione! Hai
schiantato Dobby?!-
-Chi ha fatto cosa?-
-Harry?! No! aspetta non venire-
-AGH!-
-...di qua.-
-Hai schiantato Dobby?! Hermione, hai schiantato Dobby?!...Credo di
amarti.-
-Io non ho schiantato nessuno!-
-In realtà Granger l'hai fatto e devo dire che ti
è riuscito in maniera impeccabile.-
-Oh, grazie Draco.-
-Piantatela di fare conversazione e portiamolo a San Mugo!-
Whuuaaa.
-Lily!-
-No, Hey, dove diavolo andate?! Harry! Ginny! tornate immediatamente
qui! E' il vostro elfo domestico!-
-Malfoy! Non è il loro elfo domestico!E' un loro amico!-
-Si, Be', comunque.-
-Comunque un corno! C.R.E.P.A, Malfoy!-
-Crepa?!-
-No, C.R.E.P.A: Comitato per la Riabilitazione di Elfi Poveri e
Abbruttiti. Tieni, prendi una spilla!-
-E quella da dove esce?-
-Prendi la spilla!-
-Giammai!-
-Wingardium Lev-
-Non oseresti!-
-Oh, si che oserei!-
-...-
-Wingard-
-Okay, Okay! Sono dentro! Dammi quel dannato oggetto.-
-Oh, è così fantastico usare la magia nuovamente.-
-Mph.-
-Non è vero?-
-Mph.-
-Wingardium Lev-
-ASSolutamente fantastico.
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