Per me esiste un solo eroe, e quell’eroe sei tu

di MedusaNoir
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Per me esiste un solo eroe, e quell’eroe sei tu ***
Capitolo 2: *** La parola “Trapnest” ***
Capitolo 3: *** Il mare ***



Capitolo 1
*** Per me esiste un solo eroe, e quell’eroe sei tu ***


Per me esiste un solo eroe, e quell’eroe sei tu

Lacrime nere

 

Anata kara morau nara katachi no nai mono ga ii,
kowareru mono wa mō iranai.

 

(Da te voglio qualcosa che non abbia forma,
non mi servono più le cose che si rompono.)

 

Kuroi namida, Blast

 

- Yasu, tu devi essere un Oni!

- Prego?

- E ora non fare quella faccia! Come potrebbe una persona sopportare tutti gli incarichi che ti danno a scuola? Qualcosa di soprannaturale, in te, ci deve essere…

Yasu, quattordici anni, rappresentante scolastico, inspirò il fumo della sigaretta e aggrottò quasi impercettibilmente le sopracciglia.

- Da cosa lo dedurresti, esattamente?

- Beh, ti conosco da sempre, ma non ti ho mai visto piangere. Di’ la verità, non piangi mai per non mostrare le tue lacrime nere!

Le labbra di Yasu si curvarono verso l’alto, mentre passava l’accendino al suo migliore amico; Ren sorrise a sua volta, accendendosi l’ennesima sigaretta di quella mattina.

Yasu e Ren si erano conosciuti nell’orfanotrofio dove erano cresciuti, prima che il più grande dei due venisse adottato dai coniugi Takagi. L’infanzia, tuttavia, non era la sola cosa che condividevano: amavano entrambi la musica – Ren suonava una chitarra da diverso tempo, mentre Yasu aveva da poco ricevuto in regalo una batteria – e il rispetto delle regole non era il loro forte, anche se lo studente modello Takagi cercava di mantenere il più possibile la nomina che si era creato per non ferire i sentimenti dei suoi genitori adottivi.

Ren era uno spirito libero, un gatto randagio che gironzolava tutto il giorno nei magazzini del porto, ma non aveva mai rinunciato all’amicizia del suo “fratello maggiore”; per Yasu era confortante incontrare lo sguardo pieno di vita di Ren, sorridere di riflesso alla smorfia impertinente che spuntava sulle labbra del suo amico ogni volta che lo trovava sul suo letto con la chitarra in mano e una sigaretta in bocca: stare con lui significava sentirsi a casa, ben più che tra le coperte che la signora Takagi gli aveva cucito con amore.

Ricordava ancora la domanda che i suoi genitori adottivi gli ponevano sempre in occasione del suo compleanno e la successiva risposta che avrebbe desiderato dare: cosa avrebbe voluto ricevere?

Vorrei che adottaste anche Ren.

Ogni anno scuoteva mentalmente la testa, sapendo che loro lo avrebbero fatto con lo stesso piacere con cui avevano deciso di prendersi cura di lui. Il problema era Ren, che non aveva nessuna intenzione di rinunciare alla vita da “gatto randagio”.

Qualunque cosa avrebbero potuto regalargli – un libro, un disco, la batteria che infine aveva richiesto loro per l’ultimo compleanno – avrebbe potuto rompersi un giorno; Ren era la sola cosa che non avrebbe mai potuto essere spezzata.

 

Chissà se saresti felice di scoprire che le mie lacrime non sono nere.

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Capitolo 2
*** La parola “Trapnest” ***


La parola “Trapnest”

 

Chikai no yubiwa,
hutari no akai ito
ima wa mienai.
Yakusoku mo nai kedo

 

(Gli anelli del giuramento,
il filo rosso che ci unisce
adesso non si vedono più,
Fra noi nemmeno promesse.)

 

Shadow of love, Trapnest

 

Quando abitavano ancora a Osaka, Reira non si era accorta della cotta che Ren aveva per lei; non importava più, però, perché lui ormai aveva Nana Osaki. Reira, prima di trasferirsi a Tokyo, non aveva mai avuto l’occasione di conoscerla di persona, non frequentava i Blast e gli unici componenti del gruppo di cui sapesse qualcosa oltre il nome erano gli ex membri dei Brute Yasu Takagi e Ren Honjo; in realtà, conosceva Yasu più a fondo di quanto avrebbe mai potuto conoscere Ren, o almeno era quello che aveva pensato stringendo la mano al nuovo chitarrista dei Trapnest quando lui aveva accettato di diventare un componente fisso di quel gruppo.

Nei pochi anni di attività dei Trapnest a Tokyo, Ren si era rivelato meno silenzioso di come Reira se lo era sempre immaginato: amava giocare a mahjong infervorandosi ogni volta che le tessere andavano in suo sfavore, non perdeva mai l’occasione di irritare Takumi e si era aperto con lei.

Si era completamente aperto con lei.

Ren componeva le musiche delle sue canzoni, sembrava leggerle nel pensiero e tradurre in note le domande che la perseguitavano. C’erano momenti in cui Reira non era certa dei sentimenti che il ragazzo nutriva nei suoi confronti.

Amicizia? Amore?

“Ren ama Nana”: ecco l’unica certezza che Yasu aveva mai saputo darle; ne era sicuro al cento per cento perché altrimenti avrebbe potuto essere lui ad amarla.

Ma poi Ren le chiedeva di cantare per rilassarsi, quando la droga prendeva il sopravvento su di lui, e Reira cantava, cantava per un tempo inestimabile, accasciandosi sulla porta del bagno mentre le lacrime le rigavano il volto: non poteva fare niente per Ren, solo cantare. Non era amore, era una forma d’amicizia che nessuno avrebbe potuto descrivere a parole.

Era Ren a sorridere senza dire niente quando lei piangeva per Takumi.

Era Ren a farle compagnia la notte prima di un concerto, giocando a carte per dimenticare il nervosismo.

Era Ren a suggerirle tacitamente di amare Shin, nonostante lei stessa considerasse quella relazione un errore.

E ora era Ren a correre da lei, tra la neve, per riportarla a casa.

 

Yasu, sei ancora sicuro delle tue parole?

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Capitolo 3
*** Il mare ***


Il mare

 

Hang on, don't let me go.
No fun to be alone.

 

(Aspetta, non lasciarmi andare via.
Non c'è nessun divertimento a restare soli.)

 

No fun, Sex Pistols

 

Nana guardava il mare.

Le onde si curvavano, riversandosi sul mare come schiuma, resti delle sirene che avevano troppo amato gli umani. Lei avrebbe voluto essere una sirena, avrebbe voluto quel destino: le ceneri di Ren erano in mare, e allora perché lei sedeva sulla riva?

Cosa aspettava?

Nana guardava il mare e il silenzio le era intorno, nessun battito d’ali, nessun suono dai gabbiani. All’orizzonte tramontava il sole, portando via con sé il furore che sempre le era appartenuto.

Dov’era Ren? In quale angolo d’oceano riposava, cullato da sirene innamorate?

La schiuma sarebbe andata di nuovo incontro al suo destino se lo avesse conosciuto, nulla importava sapere come sarebbe andata a finire.

Nana guardava il mare.

D’istinto cercò nelle tasche il regalo che Ren non aveva potuto darle, coordinandolo a un sorriso soddisfatto – innamorato, lo chiamano – e una battuta su come lei lo avesse aspettato docilmente per tutto il tempo della loro volontaria lontananza.

Si portò una mano alle orecchie, udendo l’eco della voce di Ren: parlava, le parlava.

Satsuki.

La figlia di Hachi era appena nata, era con lei mentre si rompevano le acque, era con lei nell’auto con le dita strette intorno alle sue, le unghie curate di Hachiko affondate nella sua pelle; urlava all’autista di correre, inveiva contro di lui per l’ansia che aveva preso il controllo su lei.

Fuori dalla stanza di Hachi aveva sorriso vedendola stringere il fagottino caldo tra le braccia; stava per entrare nonostante la presenza di Takumi, ma la sua amica era scoppiata piangere, ripeteva: “Satsuki è il nome che le aveva dato Ren, Satsuki è il nome che le aveva dato Ren”. E poi Nana non ricordava più niente.

Si era ritrovata al mare, poco lontana dall’appartamento 707, e guardava le onde infrangersi sulla riva.

Ren avrebbe voluto un figlio.

Quel pensiero la assillava.

Ren non sarebbe dovuto morire solo.

Quel pensiero e solo un passo.

Ren non può abbandonarmi.

Quel pensiero e il regalo cadde.

Ren, non essere egoista.

Quel pensiero e Nana era nell’acqua.


Stile e lessico: 12.6/13 punti

 

A livello grammaticale – così come per la punteggiatura – non ho nulla da annotare: la storia è ben scritta e non presenta errori.

Volevo, però, annotare questo: C’erano momenti in cui Reira non era certa dei sentimenti che il ragazzo nutriva nei suoi confronti. “che il ragazzo nutrisse nei suoi confronti”.

Lo stile adoperato è intenso, quasi poetico, in alcuni punti, perché crea dei passaggi poco chiari, che però non comportano confusione, bensì aumentano l'efficacia dell'introspezione.

 

Originalità: 8/8 punti

 

La storia prende personaggi e legami conosciuti e molte volte affrontati e ne crea elementi nuovi, del tutto originali, che forniscono dati freschi e innovativi agli elementi già conosciuti.

I pensieri di Yasu circa Ren sono già noti, ma i loro discorsi e il loro rapportarsi è un momento tuo, analizzato e creato unicamente da te, così come i pensieri di Reira e l'ultimo – efficace – intenso pensiero di Nana. Nulla dà la sensazione di essere già stato letto e la storia lascia soddisfatti per la novità.


Caratterizzazione dei personaggi: 9.4/10 punti

 
Trovo che il più fedele – di questi tre personaggi – sia Yasu. In ogni suo movimento, anche nel suo semplice sollevare le sopracciglia, io ho rivisto il batterista dei Blast, in tutta la sua introspezione; perfetto in tutti i dettagli.
Anche Nana, nel suo guardare il mare, nel suo entrare in acqua e rivolgersi direttamente a Ren, non ad un suo ricordo, ad un suo fantasma, ma al suo Ren, in tutta la sua interezza, incarna in modo efficace tutta l'essenza di Nana e il suo rapporto inscindibile con Ren. Su di lei, l'unico dettaglio che mi sento di contestare, seppure solo per visione personale del personaggio, è il suo distaccarsi da Hachi, subito dopo che l'amica ha partorito, anche se ha pronunciato quelle parole (anche questa caratterizzazione è perfetta, essendo Hachi del tutto priva di tatto, in alcune occasioni). Non so, credo che avrebbe piuttosto rotto o picchiato qualcuno, per poi affogarsi nella disperazione molto più in là, ma questo è come la vedo io.

Quanto riguarda Reira, invece, è quella che mi ha convinto di meno: in tantissimi momenti, la principessa del rock ha dimostrato di essere molto più “bimba” di quanto potesse sembrare e di non riuscire a focalizzarsi bene su i sentimenti di nessuno, a malapena dei suoi. Credo che questo suo mettere in dubbio le parole di Yasu crei un contrasto troppo forte con il suo essere: lei magari si sarebbe incolpata di tutto, avrebbe pensato a se stessa, dicendo che quei pensieri di certo erano derivati solo dal suo essere sempre al centro dell'attenzione – desiderando di esserlo, in realtà – ma non la vedo a mettere in dubbio il suo rapporto con Ren, né a pensare che Yasu si sbagli.


Apprezzamento personale: 11.5/12 punti

 
La prima storia mi è piaciuta molto, anche perché trovo che Yasu sia uno dei personaggi più silenziosi, ma intensi di tutti i manga e io ho una venerazione per quelli che con poche parole esprimono tutto il loro essere. E' bello questo suo desiderare di avere Ren accanto, questo suo attaccarsi all'amico tutta la vita e rinunciare anche alla propria felicità affettiva, per rispetto nei confronti di lui.
La seconda – come ho detto prima – mi ha convinto un po' di meno, anche se è ben scritta e ha i suoi momenti di intensità, e senz'altro pensare che Ren sia morto per andare da lei – e non da Nana – rimane sempre un pugno nello stomaco che difficilmente si riesce a ignorare.

L'ultima storia è stata la mia preferita, soprattutto le ultime frasi, perché mi è sembrato un atteggiamento del tutto conforme alla natura di Nana e al suo amore così distruttivo con Ren: penso che, se non fosse che sappiamo già il futuro di Nana, non sarebbe stato un finale tanto strano, questo. Terribile, ma adatto alla loro storia. Ad ogni modo, il regalo che Ren fa a Nana non si vede mai, perché lei ordina a Yasu di distruggerlo, non volendo vedere più nulla di Ren, perché troppo immersa ancora nella fase di non accettazione.

Ad ogni modo, ho adorato che la frase che Hachi dedica a Nana sia in questo caso riferita a Ren e credo che il vero eroe, in effetti, rimanga lui per tutti i personaggi, quindi niente di più appropriato.

 
Totale: 41.5/43

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