Beatrice e Sofia

di Dark_S97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lei è viva! ***
Capitolo 2: *** Di nuovo. ***
Capitolo 3: *** Saluti e risvegli ***
Capitolo 4: *** Ritorno... al passato ***
Capitolo 5: *** What have you left behind? ***
Capitolo 6: *** L'amore che sei... ***
Capitolo 7: *** Ciao Edimburgo! ***
Capitolo 8: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Lei è viva! ***


"Edimburgo, Beatrice Guarieri esce da un coma durato diversi mesi.
La donna in seguito a un incidente d'auto ha riportato diverse ferite ed è entrata in coma. Ora la donna sta bene e presto potrà tornare a casa da suo marito e sua figlia."
 
Il prof appoggiò il giornale sul tavolo, aperto su quella pagina. Dal giorno in cui Niddhogr era stato sconfitto non ricordava niente che avesse a che fare con i Draconiani e perciò ignorava il nome della madre di Sofia.
Fabio in quel momento era entrato in casa. Schlafen andò a chiamare Sofia e disse a Fabio di aspettarla lì. Fabio prese il giornale e allora lo vide: la madre di Sofia era viva! Corse subito nella stanza di Sofia.
Vedendolo arrivare così in fretta Sofia chiese agitata: "Che succede?"
Rispose con entusiasmo: "Sofia, tua madre è viva, leggi questo giornale!"
Gli occhi di Sofia si riempirono di una luce inaspettata man mano che leggeva quell'articolo. Sulla sua bocca c'era un sorriso raggiante. 
Il prof entrò nella camera e chiese a Fabio: "Hai visto il mio giornale? Era sul tav"
Sofia non gli diede il tempo di finire la frase :"Prof, posso andare ad Edimburgo con Ewan, Chloe e Gillian... Devono andare a prendere le loro cose per trasferirsi a Roma.."
Schlafen apparve sorpreso da quella richiesta: "Va bene... ma perché?"
Sofia era contentissima: "Grazie, grazie Prof! Mia madre è viva!"
Il prof era perplesso... Voleva farle tante domande, ma lei era già uscita dalla stanza come un fulmine e Fabio l'aveva seguita.
Lidja li stava aspettando in salotto :"Ragazzi... Ho deciso che domani partirò anch'io con Ewan e Chloe"
"Veniamo con te... La madre di Sofia è viva." Fu la risposta di Fabio.
Karl era stato adottato da Schlafen e viveva con Sofia, il prof e Thomas. Sentendo quel trambusto era sceso a vedere cosa stava succedendo e sentendo che l'indomani tutti i Draconiani sarebbero partiti, decise che sarebbe andato anche lui.
"Tutti insieme come una volta!" commentò Sofia felicissima.
"Già, peccato che se non avessi sentito sarei rimasto a Castel Gandolfo da solo." la punzecchiò Karl.
"Sai che siamo una squadra, non lo faremmo mai!" concluse Lidja.
E tutti erano andati a fare i bagagli, mentre Lidja aveva chiamato Gillian per dirle che l'indomani sarebbero venuti anche loro.

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Capitolo 2
*** Di nuovo. ***


Quel giorno Sofia si ritrovò di nuovo su un aereo. La paura di volare non le era passata.
Ma stavolta era diverso. Fabio era nel sedile accanto al suo e le teneva la mano. Sofia sentiva che se gliel'avesse lasciata, un terrore agghiacciante l'avrebbe assalita, come la volta in cui era salita, o meglio era stata trascinata da Lidja sul tetto della villa a Castel Gandolfo.
Il volo le pareva interminabile. Dopo un tempo che le pareva un'eternità, il mezzo toccò il suolo di Edimburgo.
Gillian, Sofia e i suoi amici presero un autobus a due piani per andare alla Guest House dei MacAlister. Entrata nella casa, Sofia fu assalita dai ricordi: le fatiche per conquistare il frutto di Kuma e recuperare Chloe, il rifiuto da parte di sua madre, la scoperta dell'amara verità su Thuban e Nidhoggr, ma soprattutto i baci di Fabio. A quel pensiero un calore piacevole sembrò scaldarle il cuore. La casa si riempì di un profumo delizioso, perché Gillian stava cucinando con l'aiuto di Chloe. I ragazzi pranzarono con piatti deliziosi, mentre chiacchieravano allegramente a proposito dei posti che avrebbero visitato a Edimburgo.
Dopo pranzo Ewan, Chloe, Gillian, Lidja e Karl cominciarono a organizzare il trasloco a Roma dei MacAlister.
Sofia era immobile sul divano, accanto a Fabio che leggeva un libro. Lei stava pensando a sua madre. Come l'avrebbe accolta? L'avrebbe amata o l'avrebbe rifiutata come era avvenuto in quella stessa città?
I suoi pensieri vennero interrotti da Lidja che le chiese: "Non vieni a darci una mano, pigrona?"
Sofia rispose frettolosamente: "No, devo fare una cosa."
Uscì di casa velocemente con Fabio dietro. Presero un taxi fino a casa di Beatrice. Durante il tragitto non si scambiarono nemmeno una parola: bastò loro guardarsi negli occhi per capire tutto, cioè che Fabio le sarebbe stata vicino in ogni caso e che Sofia avrebbe dovuto cancellare dalla mente le sue preoccupazioni, perché sua madre l'avrebbe accolta perché le voleva bene e non avrebbe mai smesso.
Sofia suonò il campanello della casa di sua madre, ma nessuno rispose. Una bambina di circa 10 anni apparve alle loro spalle: Kate, la figlia di Beatrice e quindi la sorella di Sofia.
"Chi siete?" chiese curiosa la bambina
"Ehm... Amici di tua madre. Per caso sai dov'è?" rispose Sofia fingendo noncuranza.
"In libreria, è ovvio! Ma dovrebbe arrivare da un momento all'altro... Volete aspettarla dentro casa?"
"Va bene, grazie." disse Fabio precedendo Sofia.

I minuti in cui Sofia aspettò sua madre sembravano infiniti. Kate era molto curiosa e faceva molte domande ai due ragazzi che rispondevano con un sorriso.
"Ma voi due siete fidanzati?" domandò ad un certo punto.
"Si" rispose frettolosamente Fabio. Sia lui che Sofia erano diventati rossi. Sentendo la risposta del ragazzo Sofia era al settimo cielo. Poi la porta aveva cigolato e Beatrice era entrata in casa con grazia.
Sofia si era alzata di scatto e le era andata incontro. Sua madre l'aveva salutata con un sorriso.
"Ti devo parlare." disse Sofia in un soffio.
"Va bene... Sediamoci in cucina."
Aveva preparato due tè. Sofia aveva bevuto il suo immediatamente, ma nonostante questo si sentiva la bocca secca. Poi aveva trovato il coraggio di parlare.
"Io sono Sofia. La figlia che hai avuto con Andrea a diciotto anni. Quella che hai abbandonato all'orfanotrofio tredici anni fa, mamma"
Sua madre impallidì.
"Non c'è nessuna Sofia" aveva ribadito come l'ultima volta. "E ora per favore esci dalla mia casa."
Gli occhi di Sofia si erano velati di lacrime e aveva cominciato ad urlare disperatamente che lei sapeva che sua madre l'amava ancora. Ma sua madre rimase quasi impassibile e pregò lei e Fabio di uscire da quella casa. Fabio provò a protestare, ma inutilmente.
Si ritrovarono fuori di casa e Sofia cominciò a correre senza sapere dove andava. Voleva stare sola.
All'improvviso sentì il rombo di un motore e si accorse di essere sull'asfalto. Era un camion che procedeva a tutta velocità. Fu l'ultima cosa che vide prima di sprofondare in uno stato di incoscienza.

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Capitolo 3
*** Saluti e risvegli ***


Intorno a lei c'era solo verde, davanti a lei, sotto ai suoi piedi c'era verde ovunque. Ma non era un verde rassicurante come quello di Thuban... Era un verde spento, come quello dei rami di una pianta morente. Poi una figura aveva rotto quell'equilibrio instabile. Fu un attimo. I suoi capelli rossi guizzarono nel campo visivo di Sofia e poi scomparvero... Ma questo non importava... Lei l'avrebbe riconosciuta tra mille: era sua madre! Quella donna che l'aveva rifiutata per ben tre volte (durante il primo anno della sua vita e a Edimburgo con la stessa frase). Lei voleva spiegazioni. In quel mondo dove nessuno eccetto i Draconiani ricordava dei draghi perché l'aveva abbandonata? Le gambe di Sofia cominciarono a correre con uno sforzo apparentemente disumano... Ma lei non provava fatica... Era come se potesse volare. Ma sua madre non c'era. Così si ritrovò in mezzo al nulla verde urlando il suo nome.
 
Aprì gli occhi: bianco. Per un momento pensò di essere tornata a Draconia. Ma poi si rese conto che era solo una triste stanza d'ospedale.
"Sofia? Tutto bene? Cos'hai sognato? Stavi urlando!" le chiesero i suoi amici che si erano radunati tutti accanto a lei.
"Niente di importante... Ma cosa è successo? Perché sono qui?"
"Sei stata investita da un camion. Per fortuna hai solo qualche lieve frattura alle gambe, un polso rotto  e un leggero trauma cranico." le rispose Chloe.
"E' stato orribile vedere il tuo corpo inerme sull'asfalto..." mormorò Fabio.
"Si, ma lei dov'è?" domandò Sofia ancora agitata a causa del sogno.
"Non pensarci e riposati... prima di tutto devi guarire!" le disse Lidja.
Uscirono tutti lasciandola sola e in breve tempo cadde in un sonno profondo e senza sogni.
 
Fabio uscì di corsa dall'ospedale. Doveva andare a casa di Beatrice. Suonò disperatamente il campanello e Beatrice aprì.
"Sua figlia è stata investita da un camion e ora è in ospedale." disse tutto d'un fiato.
"Ma Kate è in casa!"
"Non Kate. Sofia!" urlò con rabbia.
"Dov'è?" chiese lei fredda.
"Nell'ospedale al confine del quartiere. Finalmente la sta cominciando ad interessarsi a sua figlia!" concluse Fabio.
Beatrice tornò in casa senza neanche una parola e Fabio, capendo che continuare a cercare di parlare con la donna in quel momento era inutile, tornò in ospedale.
I suoi amici erano tornati a casa per la notte. Lui si sedette sulla poltrona accanto a Sofia e scivolò in un sonno esausto.
Nessuno dei due così si accorse di una figura leggiadra che era entrata nella stanza, dando un bacio delicato sulla fronte di sua figlia e poi era uscita senza fare il minimo rumore.

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Capitolo 4
*** Ritorno... al passato ***


Sofia si era svegliata con un senso di pace. Ma non sapeva il perché. Forse perché Fabio era lì? Anche... Ma c'era uno strano profumo nell'aria. Odorava di qualcosa che la ragazza aveva avuto solo per pochi istanti.
'Sarà la mamma?' pensò, ma si costrinse a togliersi il pensiero dalla testa.
Pochi minuti dopo, Fabio aprì gli occhi. Le sorrise. Ma nei suoi occhi c'era il dolore: conosceva la sofferenza di Sofia a causa della madre e credeva di aver fallito la sera prima quando aveva cercato di riavvicinare Beatrice a Sofia.
"Vado a prendere qualcosa da mangiare" sussurrò. Prima di uscire dalla stanza, diede un bacio a stampo sulle labbra di Sofia.
Ritornò con Gillian, Lidja e gli altri Draconiani. Tutti sorridevano.
"Il dottore ha detto che puoi tornare a casa" la informò Gillian.
Portarono a Sofia una sedia a rotelle.
"Ce la faccio a camminare" ribadì cercando di mettersi in piedi. Ma quando toccò il pavimento sentì come se tutte le lievi fratture che aveva alle gambe stessero andando a fuoco, così si gettò sulla sedia rotelle sotto gli sguardi preoccupati dei suoi amici.
L'ospedale non era molto distante dalla Guest House, così andarono a piedi. Davanti a casa MacAlister c'era un uomo vestito un po' all'antica: il prof Schlafen!
Abbracciò Sofia con foga, ma anche stando attento al polso rotto della ragazza.
"Mi sono preoccupato tantissimo, ma vedo che stai bene per fortuna." continuò per qualche minuto a parlare su questo tono, infine dichiarò "Credo che tu sia molto stanca Sofia, quindi penso che tu voglia andare nella tua stanza..."
Sofia annuì. Fabio la portò su per le scale nella sua stanza, seguito a ruota dagli altri Draconiani. Chiacchierarono un po' a vanvera, fino a quando Gillian entrò dicendo a tutti di uscire per far riposare Sofia. Tutti obbedirono.
Fabio prese il telefono di casa MacAlister e provò a chiamare Beatrice, ma sembrava come se la linea fosse staccata. Riprovò un paio di volte senza successo e stancatosi, aprì piano la porta della camera di Sofia, trovandola sul letto a fissare il soffitto nella penombra. Le sorrise e si sedette sul fianco del letto accanto a lei. Sofia si spostò un po' e gli fece spazio, così Fabio le si sdraiò accanto e l'abbracciò delicatamente. Si addormentarono così, nella penombra di una stanza di Edimburgo.
Ma prima che Fabio si addormentasse sussurrò all'orecchio della sua amata: "Prometto che domani ti aiuterò a riavvicinarti a tua madre".
Nota dell'autrice: mi farebbe davvero piacere se diceste la vostra opinione sulla storia recensendo...

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Capitolo 5
*** What have you left behind? ***


Sofia fu svegliata dal profumo di porridge e muffin. Fabio la stringeva a sè addormentato. Lei lo staccò delicatamente, cercando di non svegliarlo e prese il vassoio che Gillian le aveva lasciato sul comodino: era enorme! Probabilmente c'era anche la colazione di Fabio. Mangiò in fretta la sua parte. Cercò di alzarsi in piedi e ci riuscì, ma quando provò a muovere un passo, inciampò e cadde a terra con un tonfo. Tutti accorsero da lei, chiedendole se stava bene, cos'era successo eccetera eccetera. Lei li rassicurò dicendo che era inciampata e non si era fatta niente. Così Ewan e Fabio (che nel frattempo si era svegliato a causa del tonfo) la aiutarono a tirarsi su. Sofia camminò fino al bagno e solo quando videro che era in grado di "cavarsela" da sola, tutti tornarono a quello che stavano facendo prima.
Lei si chiuse in bagno e si lavò, si pettinò e si vestì. Si guardò allo specchio. I suoi capelli erano sempre gli stessi: simili a paglia disordinata. Gli occhi brillavano di una luce inconsueta: "Edimburgo?" si chiese. Quei vestiti (maglione verde acqua e jeans blu notte) non le stavano male come pensava. Il neo sulla sua fronte era marrone. Era abituata a vederlo verde, ma non era ciò che veramente contava.
Thuban le mancava terribilmente.
Per non farsi prendere da pensieri troppo malinconici, uscì dal bagno, si sedette sul letto e accese la tv. Non c'era niente di interessante, così la spense subito e andò a vedere cosa facevano gli altri: Lidja e Ewan amoreggiavano, Karl leggeva un fumetto, Chloe e Gillian cucinavano e Fabio? Lo trovò davanti alla porta d'ingresso della casa, con già addosso il cappotto e le scarpe. La stava aspettando. La aiutò a mettersi le scarpe e il cappotto e uscirono urlando: "Ragazzi, usciamo".
Gli altri dovevano aver capito al volo che sarebbero andati da Beatrice, così non fecero loro ulteriori domande.
 
 
 
Bussarono alla porta. Beatrice aprì senza dire una parola. Nei suoi occhi si leggeva un mix di emozioni: paura, amore, ansia, rimorso...
Fabio le lasciò sole in salotto. Andò in cucina e si fece un panino. Si sedette accanto alla porta e cominciò ad origliare.
 
Sofia non fece domande: sua madre le aveva già detto tutto a Matera.
"Mi dispiace" disse sua madre.
"Lo so e ti ho già perdonata."
"Sei così comprensiva e buona... Ti voglio bene Sofia" mormorò con gli occhi lucidi.
"Anch'io... mamma"
Si abbracciarono con foga in un abbraccio in cui erano sottointese molte parole. Quell'abbraccio era una promessa: non si sarebbero mai più lasciate ora che si erano trovate.
 
Fabio ruppe il silenzio imbarazzato: "Sofia, Gillian ci aspetta per pranzo."
"Volete mangiare qui?" chiese Beatrice.
"Certo, chiamiamo subito Gillian" risposero Fabio e Sofia.
 
La cucina di Beatrice era buonissima. I due ragazzi mangiarono fino quasi a scoppiare.
"Adesso dobbiamo andare... Dobbiamo aiutare i ragazzi a fare  gli ultimi bagagli. Partiamo dopodomani" disse Sofia triste.
"Se vuoi vado solo io... Tu puoi restare qui" propose Fabio.
"No, ho già saltato troppo lavoro" rise Sofia. Ma quella risata sapeva di addio.
"Allora ci vediamo domani... Vi vengo a trovare io dai MacAlister. Ciao!" li salutò Beatrice baciandoli sulle guance.
 
I due ragazzi ripercorsero la strada a piedi. Fabio cinse la ragazza per la vita e lei si sentì in paradiso: per la prima volta in vita sua andava tutto bene.
 
Nota dell'autrice: non è ancora finita la storia ;)

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Capitolo 6
*** L'amore che sei... ***


Sofia si svegliò di soprassalto. Aveva avuto un incubo, ma non ricordava cosa avesse sognato di preciso. Sapeva solo che c'entrava qualcosa con suo padre. Erano diverse volte che quella notte faceva sogni che poi non si ricordava e non era una bella sensazione: apriva gli occhi sempre con uno strano senso di inquietudine che la attanagliava e l'unico modo per farla scomparire era non pensarci. Perciò anche quella volta cercò di non farci caso e tornare a dormire. Dopo qualche minuto si accorse di non avere più sonno, così si alzò per guardare l'ora: le 4.35 del mattino. Andò in bagno cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare gli altri. Avrebbe voluto farsi una doccia calda ma il rumore dell'asciugacapelli probabilmente avrebbe svegliato tutti, così si limitò a lavarsi la faccia e a spazzolarsi i capelli bagnando leggermente la spazzola. Si mise addosso i vestiti che aveva indossato il giorno prima e scese le scale per andare in cucina a farsi qualcosa da mangiare.
Prese un succo di frutta e un grosso muffin.
Pensò a quanto quel cibo l'avrebbe sicuramente fatta ingrassare e quasi se ne pentì, ma era troppo tardi: aveva già mangiato il muffin! Riordinò la cucina e dato che non aveva niente da fare, preparò l'impasto delle crepes per i suoi amici. Prima di poterle preparare doveva far riposare l'impasto per almeno mezz'ora, perciò andò a spiare gli altri che dormivano, non prima di aver guardato l'ora: le 5.10.
La prima stanza verso cui andò fu quella di Gillian. La donna dormiva sotto almeno tre coperte che la coprivano dalla testa ai piedi. Sofia sorrise pensando a quanto Gillian fosse freddolosa.
Nella camera accanto Chloe in un atteggiamento ordinato. Aveva le coperte fino al collo.
Ewan non era nella sua stanza. Sofia trattenne un risolino pensando che probabilmente era in camera di Lidja. Guardò gli scaffali tristemente vuoti e leggermente impolverati. Si rammentò di quanto fossero stati pieni di libri, cd e spartiti quando era stata lì pochi mesi prima e Ewan l'aveva fatta sentire speciale, ma poi lei aveva scoperto che faceva così con tutte.
Poi andò curiosa a vedere se Ewan era davvero con Lidja. Aprì la porta lentamente. All'improvviso essa emise un cigolio, ma nessuno si svegliò. Era abbastanza buio, ma Sofia vide chiaramente due figure sul letto: Ewan vi giaceva supino e Lidja prona con la testa di lato appoggiata sul petto del ragazzo. Sofia pensò di doveva al più presto chiacchierare con la sua amica.
Sofia andò poi nella stanza di Karl in fondo al corridoio. Karl dormiva con addosso uno dei suoi soliti pigiami con gli orsetti. Aveva la bocca aperta da cui ogni tanto usciva qualche suono di russamento.
Finalmente Sofia andò nella stanza del suo Fabio. Dormiva in posizione fetale e con i pugni stretti vicino al petto. La ragazza gli si sedette accanto e senza nemmeno accorgersene cominciò a giocherellare con i suoi morbidi riccioli.
"Sofia! Mi hai fatto prendere un colpo" lei balzò indietro perché proprio non si aspettava che Fabio si svegliasse.
"Io... be'... ecco... stavo..." balbettò imbarazzata
"Torna a dormire... Sono appena le 5 e mezza. E in più stai tremando" le sussurrò con un mezzo sorriso assonnato.
Lei non se n'era nemmeno accorta, ma l'intero suo corpo era scosso dai brividi. Si guardò e poi fissò Fabio con gli occhi di una bambina confusa.
"Se vuoi ti faccio un po' di spazio nel mio letto..." le disse rosso, evitando di guardarla negli occhi.
"Non c'è bisogno..." gli sorrise arrossendo.
Lui non le diede ascolto e si spostò di lato. Sofia dimenticò tutto: le crepes, che si era pettinata, che non indossava il pigiama... In quel momento esisteva solo Fabio e la scia del suo calore sul materasso così si accoccolò accanto al ragazzo senza nemmeno pensarci. Lui la abbracciò da dietro e il cuore di Sofia perse un battito.
"Stai ancora tremando... Ti prendo un'altra coperta?" mormorò Fabio.
"No, stai tranquillo, sto benissimo" sorrise nella penombra. Era vero. Era tutto vero: sentiva di toccare il cielo con un dito e tremava perché il contatto con Fabio le faceva venire i brividi sulla schiena.
Si addormentarono presto e Sofia questa volta non fece nessun incubo.
Furono svegliati dal profumo di crepes. Gillian doveva aver trovato l'impasto in cucina, perciò le aveva cucinate.
Scesero in cucina. Gli altri ragazzi stavano arrivando in quel momento. Si sedettero intorno al tavolo.
"Chi ha preparato l'impasto?" chiese Gillian
"Io" disse Sofia
"E' davvero fatto bene, brava" le sorrise incoraggiante.
Mangiarono tutti insieme allegramente, mentre Sofia guardava Lidja con enfasi. Lei dovette accorgersene perché arrossì violentemente.
 
Gillian uscì di casa per portare alla società dei traslochi gli ultimi scatoloni pieni di roba. Lidja ed Ewan scomparirono dalla circolazione.
"Saranno andati fuori a baciarsi?" domandò Chloe
"Sicuramente" la assecondò Karl
Poi accadde il miracolo: le labbra di Chloe e Karl si avvicinarono schiudendosi per darsi un timido bacio.
Sofia e Fabio li guardavano increduli. Chloe e Karl decisero di andare a fare un giro, così Sofia e Fabio si ritrovarono in casa da soli. Guardarono la tv abbracciandosi stretti sul divano, poi il campanello suonò. Sofia corse ad aprire perché sapeva che era sua madre.
"Ciao!!" si salutarono abbracciandosi con foga.
"Vuoi qualcosa da mangiare?" chiese Sofia
"No, grazie tesoro, sono a posto così" sorrise.
 
Andarono in salotto.
"Ciao Fabio!" lo salutò Beatrice
"Salve Beatrice, come sta?"
"Benissimo grazie e tu?"
"Anch'io grazie"
 
"Mamma ho una domanda... Come hai fatto a sopravvivere agli Assoggettati?" chiese Sofia curiosa
"Assoggettati?" ripetette Beatrice confusa
"Incidente! Sua figlia intendeva incidente!" si affrettò a dire Fabio.
"Ah ok! Di preciso non saprei... Dopo l'incidente ho perso i sensi. I medici hanno detto che le mie ferite erano gravi, ma quando sono arrivata sulle ferite c'era una specie di medicina verde. Dicevano che sembrava qualcosa di benefico... Non sapevano cosa fosse ma la stanno analizzando. Dicono che è possibile che è stata quella roba a salvarmi..."
"Che consistenza aveva questa sostanza?" desiderò sapere Sofia.
"Era più che liquida ma meno che gelatinosa..."
'Linfa dell'Albero del Mondo scaturita dal frutto...' pensarono Sofia e Fabio
"Mmm... capisco" concluse semplicemente Fabio.
 
"Mamma, scambiamoci i numeri di telefono così ci chiameremo quando sarò tornata in Italia" propose Sofia
"Buona idea... Ti chiamerò così spesso che pregherai affinché non ti telefoni più"
"Sai bene che non succederà" disse con lo stesso tono dispettoso che aveva usato Beatrice.
I tre scoppiarono in una calda risata. Nel frattempo Karl, Lidja, Gillian e gli altri erano tornati a casa e si unirono a loro. Parlarono allegramente di cosa avrebbero fatto in futuro, poi guardarono la tv davanti a un bel piatto di pasta col pomodoro. Poi Beatrice dovette andare a lavorare in libreria.
"Verrò a salutarvi domani all'aeroporto!" disse la donna
"Va bene... Salutami mia sorella!" esclamò Sofia
"Domani porterò anche lei... e forse pure mio marito" affermò con un sorriso complice.
"Ok" sorrise Sofia
Tutti salutarono Beatrice con sorriso.
 
Sofia prese Lidja per un braccio e la trascinò in camera sua (di Sofia).
"Ti ho vista stanotte... Eri abbracciata a Ewan" le disse con un ironico sguardo inquisitorio
"Sì è stato bellissimo... Abbiamo parlato per molto tempo e poi ci siamo addormentati" le mormorò quasi indispettita "Anche tu hai dormito con Fabio..."
"Già... E' stato... stupendo! Stamattina dov'eri? Scommetto in giardino a baciare Ewan"
Lidja arrossì e ciò confermò la 'teoria' di Sofia.
"Be' non sei l'unica... Non ci crederai, ma Chloe e Karl si sono baciati per la prima volta"
"Davvero? Ce ne hanno messo di tempo!" li canzonò Lidja affettuosamente.
Scoppiarono a ridere.
La porta si aprì: Chloe chiese loro: "Volete venire con noi a fare un ultimo giro per Edimburgo?"
"Certo!" risposero in coro le due ragazze.

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Capitolo 7
*** Ciao Edimburgo! ***


Sofia fu svegliata da qualcosa che la scuoteva.
'Un terremoto?' pensò in preda al panico. Si guardò intorno. Era solo Fabio.
"Che ore sono? Perché mi hai svegliata?" mugolò
"Le 6. Volevo portarti a fare la vera ultima passeggiata ad Edimburgo" sussurrò con le guance che avvampavano
"Va bene... Dammi solo il tempo di prepararmi..."
"Sbrigati... Dobbiamo essere di nuovo qui per le 7 e un quarto: l'aereo parte alle 8. E poi non sei curiosa di vedere i nuovi proprietari della casa?"
"Mmm... sì..."
"Ti aspetto giù per fare colazione"
"Ok"
 
Sofia si preparò e scese in cucina. Mangiarono in fretta un paio di muffin col latte caldo e uscirono.
L'aria fredda li avvolse e Sofia cominciò a tremare come una foglia. Fabio la abbracciò e il calore del ragazzo le riempì le membra e il corpo di Sofia smise di essere scosso dai brividi di freddo. Il cuore prese a martellarle fortissimo nel petto e pensava che tutta la città, tutto il mondo lo sentisse.
Camminarono abbracciati fino ad un parco. Si sedettero su una panchina in metallo gelido e si guardarono negli occhi. Sofia colse una nota diversa in quelli di Fabio.
"Che succede?" gli domandò preoccupata
"Niente" mentì
"A me puoi dirlo..." lo incoraggiò guardandolo negli occhi con uno sguardo profondo.
Qualcosa nel cuore di Fabio si sciolse: sì, lei avrebbe capito ogni cosa e non lo avrebbe giudicato. Una piccola lacrima scese sul suo volto e si affrettò ad asciugarla per non far preoccupare troppo la ragazza seduta accanto a lui.
"Ogni volta che guardo tua madre rivedo la mia" fece una breve pausa "mi manca da morire" sospirò
Sofia gli prese una mano. Fabio sentì che lei capiva fino in fondo.
"Lei non avrebbe voluto vederti così a causa sua. Quando una persona scompare, continua a vivere nei ricordi di chi la ama e tua madre vive nei tuoi." sussurrò Sofia
"Sofia, io ho paura" mormorò con sguardo smarrito
"Non devi... Io sono qui per te e con te" era strano per lei essere quella forte.
"A chiunque sia stato affezionato in passato non è più qui: Eltanin, mia madre... Ho paura che anche tu e i nostri amici, ma soprattutto Tu, diventiate solamente un ricordo"
"Non accadrà perché... ecco io ti amo Fabio. Ti amo dalla prima volta in cui ti ho visto a Benevento" disse in un soffio sentendosi dannatamente fragile. Gli aveva aperto il cuore, mettendo a nudo la propria anima. E se lui non provasse lo stesso?
"Perché?" chiese Fabio "Perché mi ami?"
"Perché sei tu" disse piano
Fabio rise: una risata cristallina. Ogni preoccupazione se ne era andata.
"Che risposta inadeguata! Comunque ti amo anch'io"
Sentirgli dire quelle parole per Sofia fu il momento migliore della sua vita.
Fabio le prese il viso e l'avvicinò piano a sé. Il tempo sembrò fermarsi e le loro labbra si toccarono fondendosi in un dolce bacio che nascondeva una promessa. Si scambiarono il respiro e scambiarsi il respiro equivale a scambiarsi l'anima.
 
Tornarono a casa godendosi la passeggiata. Trovarono i loro amici intenti a mangiare in cucina. Erano appena le 7.
Il campanello suonò e Gillian andò ad aprire. Era la coppia che aveva acquistato la Guest House. Erano entrambi alti e con vestiti molto pesanti. La donna era bionda-rossiccia con dei grandi occhi blu e una carnagione molto chiara. Il marito aveva la pelle di un colorito medio, i capelli ricci e mori e scuri occhi marroni. Li salutarono cordialmente, infine i ragazzi e Gillian uscirono.
Presero un pullman che li portò fino all'aeroporto e lì trovarono Beatrice e la sua famiglia.
Sofia abbracciò sua madre e Kate. La bambina le diede un bacetto sulla guancia.
"Ciao sorellina!" le urlò Kate mentre se ne stavano andando.
 
Sull'aereo Sofia si sorprese di non aver più paura di volare: era come se avesse riavuto di nuovo le ali e in parte era vero; infatti il suo cuore sembrava che stesse per prendere il volo da quanto era felice. Guardò un film rosicchiando biscotti al cioccolato senza più curarsi della sua linea.
 
Il prof li stava aspettando con ansia all'aeroporto di Roma. Sofia gli saltò al collo e cominciò a raccontargli tutto (o quasi...) quello che era successo in quei giorni nei quali non si erano visti.
Dopo tutti andarono nella nuova sistemazione dei MacAlister a Roma. Gillian preparò per tutti dei piatti scozzesi e dopo uscirono per fare un giro per Roma.

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Capitolo 8
*** Epilogo ***


Ormai era giugno. Sofia aveva studiato il primo anno di superiori studiando come privatista, ma a settembre sarebbe andata in un liceo linguistico perché voleva viaggiare per il mondo. Nonostante l'estate fosse appena cominciata, a Roma faceva un caldo soffocante e afoso, così Sofia, il prof, Lidja, Karl e Fabio passavano la giornata al lago che non era ancora stato invaso dai turisti.
Sofia e sua madre si telefonavano quasi tutti i giorni e si raccontavano quello che avevano fatto durante il giorno (sempre le stesse cose, ma a loro non importava perché non si stancavano comunque di parlare).
Beatrice una volta le aveva confidato che Kate avrebbe voluto passare le vacanze a Roma e che quindi sarebbe venuta con la sua famiglia, ma non aveva detto quando e Sofia non gliel'aveva chiesto perché avevano cominciato a parlare di cosa avrebbero fatto e di dove sarebbero andate.
 
Lidja e Ewan erano sempre più innamorati ed erano diventati ancora più appiccicosi, perciò erano sempre bersagliati da commenti ironici e battutine dagli altri.
Karl e Chloe si erano fidanzati, ma erano così timidi che in pubblico a malapena si tenevano per mano. Gli altri facevano finta di non farci caso per non metterli in imbarazzo, ma li guardavano sempre con la coda nell'occhio.
Sofia e Fabio erano molto affiatati, ma non si baciavano in pubblico.
 
Ewan aveva smesso di fare il playboy perché amava follemente Lidja (e perché altrimenti lei gliele avrebbe suonate).
 
Insomma, tutto era praticamente perfetto, per quanto era possibile rimanendo sulla terra, senza andare nella loro vera casa: Draconia. Allora sì che sarebbe stato tutto perfetto. I Draconiani speravano ardentemente di poterci andare, ma in fondo al cuore sapevano che non avrebbero potuto.
Quello che l'aveva accettato più difficilmente era Fabio: aveva vissuto gran parte della vita con il rimpianto della madre e ora anche con quello della sua casa e della sorella di Eltanin, sua sorella Idhunn. Ma quando stava con Sofia tutti i suoi rimpianti si scioglievano come neve al sole. Fabio sapeva già da tempo che la sua vita le apparteneva e non poteva essere altrimenti.
 
Un giorno finalmente cominciò a piovere e smise di essere caldo. I ragazzi si erano rintanati in casa a giocare a briscola e parlottavano allegramente. Il campanello suonò, ma i ragazzi non lo sentirono, troppo occupati a giocare a carte, perciò ad aprire fu Thomas.
"Sofia, ti vogliono!" le disse Thomas
"Ok, arrivo. Ragazzi guai a voi se mi sbirciate le carte!"
Sofia giunse nell'atrio della casa. Rimase di sasso per qualche secondo. Kate le saltò al collo e lei si riscosse. La abbracciò, poi se la staccò di dosso andando ad abbracciare Beatrice.
"Noi dobbiamo andare a sistemare le nostre cose. Alloggiamo nell'hotel qui di fronte. Veniteci pure a trovare" e detto così Kate, Beatrice e suo marito uscirono.
Image and video hosting by TinyPic Nota dell'autrice: ringrazio tutte le persone che sono arrivate a leggere l'ultimo capitolo. Mi dispiace che non sia un granché ma non avevo molte idee. Se ne avete voi qualcuna scrivetemela, così magari ci scrivo un "finale alternativo".

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