You don't need a spell to charm me

di Free air
(/viewuser.php?uid=12547)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo secondo ***
Capitolo 3: *** Capitolo terzo ***
Capitolo 4: *** Capitolo quarto ***
Capitolo 5: *** Capitolo quinto ***
Capitolo 6: *** Capitolo sesto ***
Capitolo 7: *** Capitolo settimo ***
Capitolo 8: *** Capitolo ottavo ***
Capitolo 9: *** Capitolo nono ***
Capitolo 10: *** Capitolo decimo ***
Capitolo 11: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


 

Ciao a tutti! So che non esistono molte fan fiction crisscolfer AU, e mi è venuta quest’idea per una storia che spero apprezzerete. E’ ambientata ad Hogwarts, all’ultimo anno, e i protagonisti sono Darren e Chris. Cercherò di postare il prossimo capitolo il più presto possibile.

DISCLAIMER: Ovviamente né Darren né Chris mi appartengono. Né Hogwarts. O gli altri personaggi. Sigh, basterebbe così POCO per farmi felice.

 

Buona lettura ;)

 

 

“YOU DON’T  NEED A SPELL TO CHARM ME”

 

Capitolo 1

 

Chris girò sbuffando la pagina del libro. Per quanto fosse appassionato di storia della magia (e, probabilmente, era il primo ed ultimo studente in tutta la storia di Hogwarts ad esserlo) proprio non riusciva a trovare interessanti le guerre tra goblin. Sbadigliando, alzò la testa per guardarsi intorno.

A qualche tavolo di distanza dal suo, un gruppo di ragazzi troppo rumorosi per essere in una biblioteca stavano facendo del loro meglio per distrarre tutti gli altri. Chris conosceva alcuni di loro, erano Grifondoro del suo anno. Continuavano a discutere di qualcosa che Chris non riusciva ad identificare data la distanza, ed una di loro puntava freneticamente il dito verso un libro aperto sul tavolo, probabilmente indicando qualche immagine. La cosa non fece che innervosire Chris, già oltremodo stressato dalla mole di compiti che doveva sopportare nel suo ultimo anno a scuola. Stava per alzarsi e andare a zittirli, quando la bibliotecaria, una donna gentile ma poco tollerante, trottò verso il gruppetto per cacciarli via.

Quando passarono davanti al tavolo di Chris, tutti lo ignorarono (Chris era così abituato a cercare di rendersi invisibile agli occhi degli altri, che quasi si compiaceva di se stesso quando accadeva) tranne l’ultima, una ragazza che sembrava uscita da un catalogo di moda e con la quale Chris aveva parlato ogni tanto, perché frequentavano Artimanzia insieme. Si girò a guardarlo e fece un lieve cenno con la mano, prima di essere trascinata via, ridacchiando, dal ragazzo che la precedeva.

Fu solo dopo che la tranquillità tornò a regnare nella biblioteca, che Chris si accorse del quaderno che giaceva, abbandonato, sull’altro tavolo. All’inizio pensò di ignorarlo: chiunque l’avesse dimenticato, la volta successiva avrebbe prestato più attenzione, e magari avrebbe smesso di usare la biblioteca come luogo di svago. Poi però il suo senso di responsabilità, sempre presente e fastidiosamente persistente, lo indusse ad avvicinarsi al tavolo.

Il quaderno era aperto, e Chris, guardandosi intorno con circospezione, lo chiuse per poter leggere il nome del proprietario. Non voleva che qualcuno pensasse che si stava impicciando di affari altrui, per cui lo afferrò con uno scatto veloce, e tornò al suo posto. Quando fu certo che nessuno dei presenti nella sala aveva sprecato un solo secondo per osservare le sue azioni, osò poggiare il quaderno e leggere quale sbadato Grifondoro l’avesse dimenticato.

Sulla copertina, di un blu scuro e leggermente consumato dall’uso, c’erano le iniziali “D C”, scritte probabilmente in fretta e con poca attenzione. La prima pagina era strappata in un angolo, e per il resto scarabocchiata con quelle che sembravano parole a caso e alcuni piccoli disegni. Chris continuò a sfogliare, e ben presto si rese conto di cosa tenesse tra le mani: quasi in ogni pagina del quaderno c’era il testo di una canzone, con correzioni e commenti  e note. E Chris  sapeva perfettamente a chi appartenesse.

*******

Frequentare Hogwarts aveva molti vantaggi, vantaggi che Chris, nato in una famiglia di babbani e cresciuto ignorando completamente l’esistenza del mondo magico, apprezzava immensamente. Ciò nonostante, Hogwarts rimaneva una scuola superiore, e ne manteneva gran parte delle caratteristiche. Per questo, durante il suo viaggio di ritorno dalla Biblioteca verso la Sala comune, Chris sperò ardentemente di non incrociare altri alunni. Non che non avesse amici: molti, tra i Corvonero, ammiravano la sua intelligenza viva e brillante (che spesso si traduceva in battute sagaci che riempivano la sala comune di risate); ma non era mai stato facile, per lui, farsi accettare dagli altri. I Grifondoro tendevano ad ignorarlo; aveva alcuni amici tra i Tassorosso, ma i Serpeverde rendevano la sua vita un inferno. Non aveva capito quando, di preciso, fosse diventato uno dei loro bersagli preferiti: probabilmente era stato il suo essere quasi costantemente solo e di conseguenza indifeso; oppure il fatto che rispondesse a tono ad ogni offesa gli fosse rivolta. Certo, il timbro della sua voce era anche molto gettonato, tra i vari insulti. E poi c’era quel piccolo particolare, il fatto che Chris fosse interessato ai ragazzi (fatto che, con sua somma meraviglia, tutti sembravano dedurre dopo averlo squadrato solo per pochi istanti, seppure lui non avesse mai detto o fatto nulla in proposito che confermasse la cosa).

Per questo, camminò in silenzio fino alla sala comune, grato della sua fortuna, e fu solo quando fu al sicuro, sdraiato sul suo letto, che si mise a leggere ogni pagina del quaderno.

********

-Non posso crederci! Dove diamine l’ho messo?-

La voce riecheggiò per tutto il dormitorio, suscitando bisbigli di protesta dai due ragazzi che erano già addormentati da tempo.

-Ehi, Riccioli d’oro, calmati o sveglierai tutti! Che cosa hai perso?-  un ragazzo dai capelli biondi e il viso gentile fece capolino dalle tende che circondavano il suo letto. Non trattenne la sua sorpresa, una volta visto lo stato del letto dell’amico.

-Il mio quaderno! C’erano… erano anni  di lavoro, Chord! Non posso averlo perso! Maledizione!-

Il suddetto letto era stracolmo di oggetti così vari che sarebbe stato ben difficile dedurre la provenienza di una buona metà. Calzini spaiati dai colori brillanti, fogli di carta (molti dei quali appallottolati malamente), diversi residui di dolciumi, qualche animale di peluche, vestiti, e il più vasto assortimento di cianfrusaglie che Chord avesse mai visto. Il tutto, sovrastato da una chitarra.

-Sei sicuro di aver controllato bene, amico? Potrebbe esserci letteralmente qualsiasi cosa, in mezzo a quella roba!-

-Ne sono certo! Dannazione! Oggi ci ho scritto, durante Trasfigurazione…e Pozioni… e anche Incantesimi. Ma certo!-

Il volto del ragazzo si illuminò per un secondo, per poi tornare ad un’espressione disperata.

-L’ho lasciato in biblioteca. Non lo avrò mai indietro. Se la signorina Lynch ha capito che è mio, probabilmente in questo momento starà danzando trionfalmente intorno alle sue ceneri! Quella donna MI ODIA!-

-Oppure potrebbe chiederti un riscatto.-

Chord fu fulminato da uno sguardo dell’amico, e tornò velocemente a fissare il letto.

-Ehm, Darren… è smalto per le unghie, quello?-

*********

 La mattina di Chris non era cominciata nel migliore dei modi. Prima di tutto, una delle sue migliori amiche, Lea, lo aveva raggiunto nella sala grande e, senza neanche salutarlo, aveva cominciato a blaterare di un qualche stupido evento che lei e la “Commissione attività magiche ricreative” stavano organizzando per la fine dell’anno. Il suo entusiasmo e la sua parlantina non avevano giovato al mal di testa del ragazzo, che la sera prima aveva speso non poco tempo sveglio, a riflettere.

Il problema più grande era quel dannatissimo quaderno che se ne stava lì, sul suo comodino, quasi con aria di sfida. Chris non credeva nel destino, ma spesso si chiedeva con un’amara risata se ci fosse una qualche sadica entità che si divertiva a giocare con la sua vita.

Ormai, specie dopo averne ispezionato con cura ogni pagina, sapeva bene che il quaderno apparteneva a Darren Criss, Grifondoro del suo stesso anno, talentuoso cercatore nella squadra di Quidditch, incredibilmente affascinante e ovviamente tra i più desiderati tra la popolazione femminile. Ma c’erano una marea di ragazze insoddisfatte, perché la storia tra Darren e la sua ragazza Dianna aveva già battuto ogni record di durata (stavano insieme dal secondo anno) e sembrava procedere a gonfie vele. 

Chris odiava doverlo ammettere, ma dal terzo anno in poi si era accorto di avere una cotta per lui, un sentimento che però, represso e combattuto con convinzione, si era trasformato in un odio che esprimeva con occhiate sprezzanti ogni volta che ne aveva l’occasione. Non che Darren avesse mai notato la sua esistenza.

Decise che la soluzione più semplice sarebbe stata usare Dianna come messaggero. Del resto, a volte parlavano ad Artimanzia, e avrebbe evitato conversazioni imbarazzanti, nonché di mettersi in ridicolo davanti all’intero gruppo di ragazzi e ragazze che sembravano seguire Darren ovunque andasse.

******

-Che gli succede?-

Chord e Darren erano seduti nella sala grande, quando la voce del loro amico Harry li raggiunse.

-Si diverte a fare il tragico.- rispose Chord, senza neanche staccare gli occhi dai compiti di Pozioni che stava cercando di copiare.

-Deve essere una cosa  seria, visto che non ha ancora toccato cibo!-

Darren aveva la testa poggiata sul tavolo, sostenuta dalle braccia. Sospirò pesantemente, continuando a fissare un punto imprecisato. Harry si abbassò al suo livello, guardando nello stesso punto, confuso.

-Ha perso il suo quaderno.-

Lo informò una ragazza bionda seduta dall’altro lato del tavolo, immersa in un articolo della “Gazzetta del Profeta”.

-Il quaderno con le canzoni?-

Chord annuì. Harry sedette accanto a Darren, rubando la briosche al cioccolato abbandonata nel suo piatto.

-Mi dispiace, amico! So quanto duramente ci avevi lavorato!-

Per tutta risposta ricevette un mugugno.

-Ancora non capisco come fai a non ricordartele. Le hai scritte tu!-

Darren si sollevò e fulminò Chord con lo sguardo (cosa che accadeva spesso).

-Già, perché di solito non scordo MAI le parole delle canzoni.-

*********

-Ehm… ciao, Dianna!-

Chris era sempre nervoso quando gli capitava di rivolgere la parola a qualcuno dei ragazzi “popolari”. Nonostante sapesse quanto dolce e gentile fosse Dianna in realtà, era sempre incomprensibilmente restio a iniziare una conversazione.

-Uhm, ciao, Chris! Tutto bene? Ieri sembravi molto impegnato in biblioteca, scommetto che il tuo tema  sarà così ben fatto che tutti i nostri non reggeranno il confronto- scherzò con una risata.

Entrarono nell’aula, e un’amica di Dianna le fece un cenno, mostrando che le aveva tenuto il posto. Non volendo trattenerla oltre, Chris arrivò subito al punto.

-Ahem, scommetto che anche il tuo sarà perfetto… ascolta, a proposito della biblioteca… ieri, quando siete usciti, mi sono accorto che avevate lasciato un quaderno, e mi sono permesso di prenderlo, per restituirlo…-

Dianna apparve subito molto più interessata alla conversazione di quanto non lo fosse un secondo prima.

-Un quaderno? Un quaderno blu, per caso?-

-Si, esatto, e credo… io credo che sia…-

-E’ di Darren!-

-Si, credo di si, ci sono le sue iniziali. Allora posso darlo a te, così puoi restituirglielo?-

-Uhm… non lo vedrò prima di stasera, mentre tu di sicuro lo incrocerai a pozioni! Scusa, ma ora devo andare!-

Chris rimase stupefatto, e irritato che il suo piano non avesse portato i risultati sperati. Inoltre, qualcosa nell’espressione di Dianna lo aveva insospettito, ma non riusciva a capire perché.

*******

-All’allenamento di oggi dovrai essere un po’ più reattivo, o Naya potrebbe metterti fuori squadra. Sai com’è fatta-

Darren si limitò a sbuffare, e occupare il suo solito posto nell’aula. Odiava i sotterranei e non gli piaceva molto neanche la materia, ma l’insegnante di pozioni, la professoressa Jones, era di gran lunga la sua preferita.

Harry gli diede una gomitata.

-Amico, è solo un quaderno! E potresti sempre provare a chiedere alla signorina Lynch, non si sa mai…-

-Se non l’avesse già trovato, lo cercherebbe e poi lo farebbe a pezza davanti ai miei occhi.-

-Probabile.-

*******

Chris si affrettò finchè non raggiunse il corridoio dell’aula. Era in anticipo, ma di solito lo era anche Darren, e per fortuna a pozioni era più solo del solito.

Infatti, una volta entrato nella classe dopo essersi fermato a riprendere fiato fuori dalla porta, vide che la stanza era occupata soltanto dal proprietario del quaderno,  il suo amico Harry, che era uno degli studenti migliori del loro anno, e due o tre ragazze Corvonero alle quali Chris non prestò attenzione.

Camminando lentamente e facendosi coraggio (non capiva perché dovesse essere così difficile, di solito non aveva problemi a ribattere neanche ai più brutti insulti, eppure una semplice conversazione sembrava un ostacolo insormontabile!) si avvicinò al banco in cui sedevano i due amici. Rimanendo di lato e sentendosì arrossire, si schiarì la voce.

I due si voltarono, stupiti e curiosi.

-Ehm.. ciao.-

Disse con un filo di voce.

-Ciao!- lo salutarono entrambi, ancora perplessi.

Chris approfittò del momento di imbarazzante silenzio per aprire la borsa ed estrarre il quaderno. Non aveva ancora alzato gli occhi da terra, quando un grido lo fece sobbalzare.

-OH MIO DIO! Dove l’hai trovato? In biblioteca, vero?-

Darren lo stava fissando, incredulo, un sorriso enorme stampato sul viso (viso che, a parere di Chris, proprio non necessitava di un sorriso, grazie tante, era già abbastanza destabilizzante senza) e fece per prendere il quaderno. Lui glielo porse senza esitazione, accorgendosi che tutte le persone nella stanza li stavano probabilmente fissando ora.

-Si.. era su un tavolo, e ho pensato che magari..-

-Grazie amico! Te ne sarò eternamente riconoscente!-

Chris arrossì se possibile ancora di più, maledicendosi. Non si era accorto della presenza che si avvicinava al suo fianco.

-Sul serio, che posso fare per sdebitarmi?-

-Nulla, non c’è…-

Ma venne bruscamente interrotto da una voce che conosceva fin troppo bene.

-Tu suoni, non è vero? Dovresti partecipare allo spettacolo che Chris sta organizzando!-

Chris si voltò di scatto, furente, per trovare sul viso di Lea un’espressione trionfante che conosceva fin troppo bene.

Darren sembrò incerto sul da farsi, solo per una manciata di secondi. Poi sorrise e annuì.

-Lo farò con piacere. Io sono Darren, comunque-

Fece per stringere la mano a Chris, che ancora non capiva quale delle emozioni in conflitto dentro di lui stesse avendo la meglio. Rabbia verso Lea, decisamente.

Ricambiò la stretta di mano, un sorriso tirato. Avrebbe ucciso quella piccola impicciona.

-…Chris.-

-E’ un piacere conoscerti, Chris. Non vedo l’ora di iniziare a lavorare a questo spettacolo. –

Darren lo guardò negli occhi, senza smettere di sorridere.

E, per quanto Chris faticasse a crederlo, sembrava sincero.

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo secondo ***


 

Salve!

Mentre aspetto un’altra mezz’oretta prima della puntata di due ore, ho pensato di postare il secondo capitolo. Ringrazio dal profondo del cuore tutti quelli che hanno letto o recensito il primo, vi meritate tanti abbracci e dozzine di scene Klaine e foto crisscolfer. Ora, questo secondo capitolo non mi convince pienamente, ma lascerò a voi il giudizio….

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Capitolo secondo

 

Chris aveva passato una serata intera ad escogitare una vendetta contro Lea. Per un soddisfacente quarto d’ora aveva immaginato di sfogare la sua rabbia scagliando contro la ragazza qualche fattura che le facesse tenere la bocca chiusa per un paio di giorni. Poi aveva considerato di andare dritto dal portiere dei Tassorosso, un  certo Cory, e spiegargli che la sua cara amica aveva una cotta per lui dal primo anno. Dopo aver decantato per almeno una mezz’oretta le doti della suddetta, ovvio.

 Alla fine, però, decise che, nonostante le azioni della ragazza fossero assolutamente imperdonabili, c’era una piccola parte di lui che comunque non riusciva a pensare di fare volontariamente del male. Per cui, optò per il trattamento del silenzio.

Il problema vero era, però, che sebbene il trattamento del silenzio avesse di solito effetti immediati e appaganti, con Lea si rivelò essere del tutto contro producente.

-Oh, andiamo, Chris! Che vuoi che sia! Non ho fatto nulla di male!-

Lui si limitò a riservarle uno sguardo sprezzante, per poi tornare a concentrarsi sui suoi pancakes.

-E’ da ieri che non dici una parola! Non mi MERITO questo!-

Chris non riuscì a trattenere un ghigno sarcastico.

-Ok, magari un PO’ me lo merito. Ma… ti ho fatto un favore, no? Sono anni che dici che vuoi organizzare questo spettacolo, ti ho solo dato una spintarella…-

Già. Perché, sebbene Chris avesse da sempre desiderato realizzare un meraviglioso spettacolo nella sala grande che si sarebbe concluso con una standing ovation e con tutti che avrebbero riconosciuto, finalmente, il suo talento, non c’era nessuno spettacolo in programma. Chris fissò il piatto che aveva davanti, certo che, se si fosse lasciato trasportare, avrebbe iniziato a rispondere a tono alla sua “amica”.

-E poi sono certa che non ti farebbe male farti qualche nuovo amico, voglio dire, so che sei sempre sulle tue e che non ti piacciono spesso le persone e di solito per buoni motivi, ma questo non vuol dire che devi precluderti certe esperienze. Quel tipo è assolutamente uno spettacolo, e sono stra-convinta che anche tu te ne sia accorto, anche se fai finta di niente. –

Chris deglutì, sorseggiando il suo succo di zucca e cercando (invano) di non ascoltare il flusso di coscienza ininterrotto proveniente dalla sua destra.

-A volte devi solo cogliere le occasioni e per me il fatto che tu abbia trovato quel quaderno è un segno che magari dovevate parlarvi prima che finisse l’anno, e se io mi fossi trovata in una situazione simile mi sarei precipitata tra le braccia di Cory. Proprio ieri ne parlavamo a divinazione: il destino è delineato ma le singole azioni servono ad influenzarlo e tu te ne stavi lì senza dire niente e scommetto che l’avresti liquidato con un “non preoccuparti” se io non fossi intervenuta ad aiutarti.-

Chris riconsiderò la possibilità di usare quella fattura, dopo tutto.

-E poi.. oh, eccolo che entra! Dovresti proprio andare a parlargli, sai? Si, si! Tra poco passerà qui vicino! Se non lo saluti, lo farò io al posto tuo e sarà ancora più imbarazz..arghgfrt-

Con un rapido scatto, Chris aveva portato le sue mani a coprire la bocca della ragazza.

-Ora taci, se non vuoi che ti obblighi con la magia.-

Per tutta risposta, Lea lo guardò stringendo gli occhi in un’espressione che doveva apparire minacciosa. Poi però annuì, quasi rassegnata.

-Se quando ti lascio andare alzi anche solo lo sguardo verso il tavolo dei grifondoro, giuro che mi alzo, vado dritto da Cory e gli racconto TUTTO. E con tutto, intendo anche il collage di foto sopra il tuo letto, il mittente delle torte che si ritrova in dormitorio, e che c’è una ragione dietro al fatto che le sue ultime due ragazze lo hanno brutalmente scaricato da un giorno all’altro.-

Il viso di Lea venne attraversato da un’ondata di paura e Chris, finalmente tranquillo, mollò la presa.

-E visto che ormai mi hai obbligato a parlare, si può sapere PERCHE’ DIAMINE  vorresti spingermi a provarci con un ragazzo non solo notoriamente etero, ma anche fidanzato con la più bella della scuola?!-

Lea distolse lo sguardo, come per ponderare la mossa successiva, e poi disse.

-Perché questa storia non mi quadra! Quel ragazzo ha qualcosa di strano, e mi stupisce che tu non lo abbia notato! E’ l’etero più gay che si sia mai visto!-

-Umpf. Perché non provi a discutere i tuoi dubbi con la ragazza che in questo momento è mano nella mano con lui? Sai, credo potrebbe offrirti un punto di vista interessante.-

Per tutta risposta, Lea tornò a fissarlo.

-Dirò solo una cosa per terminare questa conversazione, e poi ti lascerò in pace. Fino a pranzo.-

Chris roteò gli occhi, appena incuriosito.

-Jonathan.-

E, come succedeva raramente, Chris restò davvero senza parole.

********

-Sapete l’ultima? Darren ha accettato di partecipare ad uno spettacolo!-

Alle parole di Mike, Dianna levò lo sguardo incuriosita, un’espressione indecifrabile in volto.

-Volevo essere riconoscente! E non c’è nulla di male!-

-Che spettacolo? E perché ieri sera non mi hai detto niente?- abbandonato completamente il giornale che stava sfogliando, l’attenzione di Dianna ora era tutta per il ragazzo che aveva di fronte.

-Bè stavo per dirtelo ma poi mi hai chiesto di suonare e l’ho dimenticato! Comunque c’è questo ragazzo Corvonero, Chris, che ha trovato il mio quaderno in biblioteca e mi ha chiesto se mi andrebbe di partecipare ad uno spettacolo che sta organizzando. E ho accettato perché, andiamo, ha trovato il mio quaderno!-

Chord gli diede una pacca sulla spalla

-Evidentemente non sapeva quanto ci tenessi, altrimenti avrebbe potuto chiederti molto di più in cambio!-

Dianna lo fulminò con lo sguardo

-Chord! Non è divertente!-

Darren arrossì lievemente.

**********

Chris passò il resto della giornata con una strana sensazione. Tutta colpa di Lea.

Durante quegli anni passati ad Hogwarts, Chris si era sempre imposto di limitare le sue fantasie. Non pochi, tra gli altri studenti, avevano attirato la sua attenzione, una volta o l’altra. E, all’inizio, si era ritrovato ad immaginare il loro radioso futuro insieme, per poi essere bruscamente riportato alla realtà nel vederli infilare la lingua nella gola di una qualsiasi bella ragazza.

Dopo una particolarmente traumatizzante esperienza che lo aveva lasciato distrutto per un mese, durante il suo terzo anno, aveva deciso che non ci sarebbe più cascato. Così, nonostante avesse sempre trovato Darren molto attraente e di certo di suo gusto, lo aveva classificato come materiale da gettare nel dimenticatoio, e, davvero, ce l’aveva quasi fatta. L’ultimo anno sarebbe di certo volato.

Non fosse stato per quella stupida parola pronunciata da Lea.

Ora un meccanismo distruttivo si era innescato nella sua mente e, per quanto ci provasse in ogni modo possibile, Chris non aveva idea di come fare a fermarlo.

***********

Il weekend, solitamente, era un’ottima occasione per riprendere fiato, rinchiudersi in biblioteca o nel dormitorio, e non affrontare gli insulti e gli sguardi denigratori per almeno un paio di giorni.

Però quel weekend non sarebbe andata così. Era sabato mattina, infatti, quando Chris ricevette un appunto nell’inconfondibile calligrafia della sua amica Amber, che lo aiutava con il giornale della scuola. Il messaggio era breve e diceva che la ragazza aveva bisogno di incontrarlo per discutere di un articolo che aveva intenzione di scrivere per il nuovo numero, sul quale però aveva non pochi dubbi.

Se le circostanze fossero state diverse, Chris avrebbe probabilmente trovato una scusa e rimandato il tutto al lunedì. Ma teneva davvero molto al giornale, e Amber era sempre stata pronta ad aiutarlo, ogni volta che lui aveva avuto bisogno di qualcosa.

Per questo si ritrovò, quel sabato pomeriggio, a dirigersi controvoglia verso l’aula del sesto piano nella quale solitamente si tenevano le (non molto affollate) riunioni del giornale.

Stava per l’appunto avvicinandosi, felice di non aver incrociato nessun individuo pericoloso nei corridoi, quando la sentì.

All’inizio si chiese se non fosse la sua immaginazione (ultimamente si fidava sempre meno dei segnali inviati dal suo corpo) ma poi capì che no, era davvero reale, ed era davvero magnifico.

Una musica sconosciuta pervadeva l’aria, insieme ad una voce che provocò in Chris diverse reazioni, tutte difficili da identificare sul momento. Incapace di trattenersi, si avvicinò sempre più alla porta dell’aula, che era socchiusa (e la musica sembrava provenire proprio da lì).

Quando finalmente, con un po’ di esitazione, si decise ad aprire la porta, quello che si trovò davanti fu indiscutibilmente diverso da quanto si aspettava: mentre Amber DECISAMENTE non era nella stanza, fu travolto dall’immagine di un certo Grifondoro, seduto su un banco, i capelli leggermente scompigliati e il viso concentrato, con gli occhi socchiusi, mentre suonava una chitarra.

Dopo aver recuperato l’uso completo del suo cervello (e non fu un processo veloce) si schiarì la gola ed entrò nella stanza.

L’effetto fu immediato: la musica cessò, e un paio di occhi ambrati e brillanti (sì, brillanti, e Chris ormai non capiva proprio come fosse possibile) si alzarono a guardarlo.

-Ehi! Scusa ma non ti ho sentito arrivare!-

Chris cercò di rispondere con un sorriso

-Ehm.. non preoccuparti… che…-

-Ricordi che dovevamo incontrarci qui, oggi, giusto? Ieri è venuta a dirmelo quella tua amica… c’è qualcosa che non va?-

Oh, sarebbe corso da Cory più veloce di un fulmine, una volta sbrigata questa faccenda. Chris si accorse che l’altro attendeva una risposta.

-No, no. Tutto ok. Allora, dovremmo…-

Già, quale assurda scusa aveva potuto utilizzare Lea? Sicuramente qualcosa che avesse a che fare con il presunto spettacolo, ma cosa?

-Bè, immagino che visto che lo scopo del tutto era il sentirmi suonare, abbiamo iniziato decisamente bene.-

Oh. Sentirlo suonare. Se solo Lea avesse usato metà dell’impegno che stava mettendo in questa faccenda nel cercare di conquistare Cory, a quell’ora sarebbero stati quantomeno sposati.

-Già. Sei… sei molto bravo. E anche… anche la tua voce. Hai una bella voce.-

Chris non ebbe il coraggio di pronunciare quelle parole guardando Darren negli occhi, altrimenti si sarebbe subito accorto del lieve rossore che aveva invaso il viso dell’altro ragazzo.

-Grazie. Ti… ti andrebbe di ascoltare una canzone? Così puoi farti un’idea più precisa…-

-Si! Voglio dire, molto volentieri.-

Entrambi risero leggermente, quasi con sollievo, guardandosi negli occhi. Chris si rese improvvisamente conto che stare in mezzo alla stanza, perfettamente immobile lo faceva apparire un’idiota. Prese una sedia, e la posizionò leggermente defilata rispetto al banco in cui era seduto Darren.

Il tempo di poggiare la sua tracolla a terra, e il ragazzo aveva già ripreso a suonare. Ma Chris, per tutto il tempo, tentò di non ascoltare. Tutto quello che riusciva a fare era ripetersi che non poteva, non doveva farsi conquistare da quel ragazzo. Che sarebbe stata una perdita di tempo, e che non avrebbe portato a nulla di buono. Lo guardò fisso mentre in realtà stava perfezionando la sua vendetta contro Lea, cercando di creare una barriera il più potente possibile che lo rendesse freddo e distaccato, anche se quella musica e quella voce e, doveva ammetterlo, quella presenza in generale lo stavano mettendo non poco in difficoltà.

La musica cessò, e Darren tornò a guardarlo. Come se fosse stato qualcun altro a suggerirglielo, Chris realizzò che la canzone che il ragazzo aveva appena cantato era tra le sue preferite.

-Allora, che ne dici? Non so che genere di musica ti serve che suoni, ma penso di potermi adattare a tutto-

-Sei stato molto bravo. Posso.. posso chiederti, come mai quella canzone?-

-Oh, è una delle mie preferite! Sul serio, ti è piaciuta?-

-Moltissimo! E’ anche una delle mie preferite…-

-Davvero? Che coincidenza! –

Il che portò inevitabilmente ad una discussione di circa un’ora su quale fosse esattamente il messaggio della canzone, durante la quale Chris si dimenticò quasi completamente di qualsiasi barriera, freddezza presunta o piano di vendetta.

-Non posso crederci! Pensavo che la conoscessimo solo io e massimo altre due persone al mondo!-

-Devo essere una di quelle due persone, evidentemente.- disse Chris , palesemente più rilassato, un sorriso sincero sul volto.

-Evidentemente! Sai, proprio ieri stavo pensando che è assurdo, ma prima che mi restituissi il quaderno (cosa per la quale non ti sarò mai grato abbastanza)… bè, diciamo che non sei il tipo di persona che si fa notare!-

Chris si sentì sprofondare. Era la verità, la pura e semplice verità. Ma sentirsela dire così…

-Considerato che passo la metà del mio tempo a cercare di rendermi invisibile, devo considerarlo un complimento.-

Anche il sorriso di Darren svanì.

-Perché dovresti? –

-Non tutti gradiscono la mia presenza, qui. E si divertono a farmelo notare. Anzi, credo che sia uno degli sport più di moda, dopo il Quidditch.-

Una tristezza quasi insopportabile a vedersi aveva riempito gli occhi di entrambi. Chris la combatteva da sempre con il sarcasmo, ma questo non aveva reso le sue ferite meno profonde.

-Mi dispiace. Non è giusto, e io… io vorrei fare qualcosa per aiutarti.-

Chris sorrise amaramente.

-Non preoccuparti. Anzi, forse vorrai unirti anche tu al tutto, presto.-

-Che vuoi dire?-

Darren lo guardava interrogativo, e Chris decise che sarebbe stato inutile continuare con quella farsa.

-Non c’è nessuno spettacolo. Avrei dovuto dirtelo subito, lo so, sono stato un idiota e capirò perfettamente se vorrai arrabbiarti o odiarmi. E’ solo che la mia amica si è messa in testa che avrei dovuto parlarti, e non si è fatta gli affari suoi, e insisteva che non ti avrei chiesto nulla quando ti ho restituito il quaderno, e ha inventato questa storia. E ora sono solo mille volte più patetico. Scusami.-

L’espressione di Darren era indecifrabile.

-Non esiste nessuno spettacolo?-

Chris scosse la testa, lo sguardo fisso al suolo.

-Ehi, Chris. Puoi alzare la testa. Non è stata colpa tua.-

Chris prese coraggio, e vide che c’era qualcosa di strano, qualcosa che non riusciva a spiegarsi, nel modo in cui Darren sembrava improvvisamente rilassato, senza alcuna traccia di rabbia. Si chiese se per caso non soffrisse di qualche disturbo della personalità, e se di lì a poco lo avrebbe colpito con un pugno, o si sarebbe messo ad urlare.

Ma non accadde nulla di quanto temeva.

-La tua amica forse non si è sbagliata su una cosa. Avresti dovuto chiedermi qualcosa in cambio.-

Chris corrugò la fronte, incredibilmente confuso e stupito (no, non stupito: letteralmente incapace di giustificare la reazione del ragazzo che aveva davanti) per poi dire –Che cosa?-

-Avresti dovuto chiedermi di essere tuo amico.-

 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo terzo ***


Salve!!!

Sono ancora un po’ scossa dalla puntata di ieri e quindi ci ho messo un po’ a ultimare il capitolo… comunque, in caso vi interessi, credo che posterò come minimo una volta a settimana. Ora come ora, non so bene quanti capitoli avrà la storia, ma credo che intorno alla decina dovrebbe essere una cosa verosimile.

Ancora una volta, non ci sono parole per ringraziarvi tutti! Siete decisamente troppo gentili e mi fate arrossire *-*   Spero di non deludervi!  Ho visto che alcuni hanno già iniziato a fare delle supposizioni e siccome è esattamente quello che volevo, sono stata felicissima! Ovviamente però non vi dirò nulla ;)    Ora vi lascio alla storia, buona lettura!

 

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Capitolo terzo

 

 

Darren impiegò pochi giorni a ritagliarsi il suo spazio nella vita di Chris.

Il loro incontro del sabato pomeriggio era terminato con una nuova luce negli occhi del ragazzo, e Chris, leggermente scosso e incredulo di fronte alle sue parole, aveva vissuto tutto come una specie di sogno.

Per questo motivo la domenica mattina era rimasto non poco stupito quando, scendendo le scale per dirigersi alla sala Grande, aveva visto una figura famigliare ferma di sotto, figura che, una volta avvistatolo, aveva salito qualche gradino per andargli incontro.

-Buongiorno, Chris!-

Di certo non aiutarono il suo stupore gli occhi e il sorriso che lo accolsero, che sembravano avere un effetto diretto alla stabilità delle sue gambe.

-Buongiorno-  rispose con un sorriso timido.

-Pensavo che magari ti andava di fare colazione insieme!-

Chris annuì, esitante, per poi essere colpito da un pensiero improvviso.

-Come faremo con i tavoli?-

Darren lo guardò confuso.

-Grifondoro e Corvonero, sono due tavoli diversi. Non possiamo sederci insieme.-

Il ragazzo si rilassò, il sorriso tornato prepotentemente sul suo volto.

-Avevo pensato anche a questo! Potremmo prendere qualcosa e andare a mangiare fuori! Non dovrebbe essere troppo freddo.-

Chris non potè fare altro che lasciarsi contagiare dall’apparente entusiasmo dell’altro, mentre entravano insieme nella Sala Grande.

*********************

-Oh, no! Quella roba è così noiosa!-

-Noioso è l’ultima parola che userei per descrivere le grandi casate dei maghi!-

Il suo commento quasi indispettito gli fruttò una risata cristallina da parte di Darren.

Erano seduti a terra vicino al lago, e se all’inizio era stato tutto un po’ imbarazzante, dopo qualche minuto nessuno dei due sarebbe voluto essere in un altro posto.

-Ma si tratta solo di nomi impossibili da ricordare e tizi impettiti e piuttosto antipatici con un amore sfrenato per gli oggetti da collezione!-

-E’ ovvio che non eri abbastanza attento quando il professore parlava degli intrighi e degli omicidi e dei complotti-.

Darren rise di nuovo.

-Non avrei mai detto che ti piacessero gli omicidi.-

Chris alzò gli occhi al cielo.

-Quasi quanto i meravigliosi oggetti che quei.. com’è che hai detto?... tizi impettiti e piuttosto antipatici potevano permettersi-

Darren sorrise apertamente, per poi voltarsi a guardare verso il lago.

-Lo sai da sempre? Di essere un mago, intendo- chiese cambiando tono.

-No, assolutamente! Svegliarmi una mattina perché un gufo non voleva smetterla di dare colpi alla mia finestra e scoprire tutto è stato alquanto impressionante. I miei genitori pensavano fosse uno dei miei soliti scherzi! Tu, invece?-

Darren tornò a guardarlo.

-Oh, penso di essere stato un bambino piuttosto insopportabile perché morivo dalla voglia di venire ad Hogwarts e quando sapevo di stare per ricevere la lettera non ho dormito per giorni! Passavo la notte vicino alla finestra, nella speranza di avvistare un gufo. Ovviamente quando la lettera è arrivata sul serio ero profondamente addormentato.-

Risero insieme.

-Cosa vorresti fare l’anno prossimo?-

Darren era la prima persona a rivolgergli quella domanda, anche se Chris ci aveva pensato a lungo.

-Non so. Mi piace molto scrivere ma non so come potrei farne una professione alla nostra età. Tu? Sei già stato contattato da qualche squadra di Quidditch?-

Ancora una volta, il sorriso del ragazzo sembrò avere un effetto incredibile su Chris, che quasi dovette abbassare lo sguardo per non arrossire.

-No, e non lo faranno se non vogliono assicurarsi una stagione super-deludente! Non sono neanche riuscito a far vincere la coppa alla mia casa!-

-Questo perché la squadra di Corvonero è nettamente superiore.-

-Ahahahah! Già, infatti Serpeverde ha vinto le ultime due coppe a causa di una svista collettiva. Comunque non so, mi piacerebbe molto suonare. So che non sarà facile ma ce la metterò tutta. Oppure potrei fare l’insegnante!.-

-Di certo non di Storia della magia!-

-Perché no?? Ora che ho scoperto quanto sia interessante, potrei trasmettere l’amore per complotti e omicidi a tanti nuovi alunni innocenti. –

-Se fossi in te resterei concentrato su quella cosa del suonare.-

Darren rise ancora (Chris pensò che non sarebbe sopravvissuto alla prossima risata, quindi magari doveva iniziare a parlare di un argomento triste) e poi sentirono dei passi.

Entrambi si voltarono automaticamente, e videro che Dianna si stava avvicinando.

-Ehi! Ti ho cercato per mezz’ora, e poi Mike mi ha detto che eri uscito. Ciao, Chris!-

Darren si alzò per abbracciare la sua ragazza, e darle un leggero bacio sulla guancia.

-Scusa, avrei dovuto avvertirti, ma io e Chris abbiamo iniziato a parlare e ho perso la cognizione del tempo-

-Si, Dianna, è colpa mia, scusa-

Immediatamente, si ritrovò gli sguardi di entrambi i fidanzati puntati contro. Quello di Dianna indecifrabile, quello di Darren decisamente allarmato.

-Non è affatto colpa tua! Non pensarci nemmeno!- disse il Grifondoro con veemenza.

-Bene, ora che so che non sei stato divorato dalla piovra gigante, credo che andrò in biblioteca a finire di studiare per Incantesimi.- disse la ragazza, ricambiando velocemente il bacio che Darren le aveva dato.

Poi, veloce com’era arrivata, tornò indietro verso il castello.

Darren tornò a sedersi, e guardò Chris, serio in volto.

-Senti, Chris, forse non sei abituato a questo- disse, accompagnando la frase un gesto che indicava loro due.

-Ma io sono qui perché mi fa piacere. Ieri dicevo sul serio, voglio davvero diventare tuo amico, se me ne darai occasione. Che dici, sono degno della tua amicizia anche se non ricordo a memoria l’albero genealogico di Wilfrud Terzo?- aggiunse, porgendo la mano in attesa di una stretta che sugellasse il tutto.

Quell’ultima battuta rese le cose molto più semplici per Chris, che altrimenti sarebbe stato letteralmente troppo inebetito per rispondere.

-Solo se prometti che imparerai almeno i nomi delle sue sette mogli troll-

Strinse velocemente la mano davanti a lui, il breve contatto di certo non benevolo nei confronti del crollo emotivo che stava per avere (e che, sperava, avrebbe aspettato che fosse almeno tornato nel suo dormitorio, prima di assalirlo).

Gli occhi di Darren si spalancarono dalla sorpresa.

-Sul serio aveva sette mogli Troll?-

**************

 

-Com’è andata?-

Una Lea eccessivamente sorridente lo stava aspettando nella sala comune.

Chris ignorò la sua aria esaltata, e si limito a bofonchiare  -Cosa?- Prima di sedersi.

-Lo sai, cosa. Non hai esitato a scaricarmi questa mattina per sgattaiolare nel parco con un certo cercatore…-

-Pfft. Non ti ho affatto scaricato, eri circondata da almeno tre ragazze quando ti ho vista! E non vedo perché tu debba fare tanta scena per una semplice colazione. Non ti ho ancora perdonato lo scherzetto di ieri.-

-Oh, certo che lo hai fatto! Altrimenti non te ne staresti lì incapace di trattenere un sorriso. So cosa vuol dire quel sorriso, Colfer.-

Chris si rese conto che, in effetti, stava sorridendo quasi contro la sua volontà. Lui e Darren erano rimasti nel parco per più di due ore, e ciò non aveva giovato affatto a tutto il suo brillante piano di ignorarlo fino alla fine dell’anno.

-Awww, sareste così carini insieme!- Lea aggiunse con aria sognante.

Chris afferrò la prima cosa che aveva a portata di mano (un cuscino, purtroppo) e la scagliò con forza verso la sua amica.

-Ehi! Dico davvero! Del resto avete già avuto un ottimo primo appuntamento, no?- continuò Lea con uno sguardo malizioso.

-Oh, certo. Non fosse stato per una breve visita della sua ragazza sarebbe stato un perfetto primo appuntamento.-

Rispose Chris sarcasticamente.

Lea non rispose nulla, ma Chris fu quasi certo di sentirla sussurrare –Illuso-  nel mezzo di un finto colpo di tosse.

*****************

Darren non prendeva alla leggera una promessa, come Chris ben presto si accorse. Durante tutta la settimana seguente, trovò il ragazzo ad aspettarlo più di una volta al giorno.

Andavano insieme a lezione, in alcuni casi si sedevano anche vicini. Per due mattine, avevano di nuovo fatto colazione insieme, e un pomeriggio Darren aveva chiesto a Chris di aiutarlo a studiare Storia Della Magia.

Chris aveva anche conosciuto i suoi amici, e li aveva da subito trovati spettacolari. Nonostante mantenesse una sorta di indifferenza verso Dianna, Mike e Chord erano divertentissimi e l’avevano da subito fatto sentire a suo agio.

Tutto questo, d’altro canto, non aveva che acuito i sentimenti che Chris cercava invano di reprimere. Passare del tempo con Darren e parlare con lui lo stavano aiutando ad aggiungere dettagli su dettagli all’immagine del ragazzo che da tempo aveva in testa, e nessuno di quei dettagli (bè, forse qualcuno si, come il fatto che Darren avesse un ossessione per occhiali da sole dai colori sgargianti con tanto di calzini coordinati) era un difetto.

Vedeva bene il pericolo in cui si stava cacciando, ma poi non poteva fare niente per fermare il sorriso che riempiva il suo volto ogni volta che intravedeva da lontano l’amico.

Per fortuna, durante il tempo trascorso con Darren, più volte anche Dianna era stata presente, e, sebbene ogni volta che i due si sfioravano o parlavano o anche solo guardavano Chris sentiva un’ondata di amarezza riempirgli il petto, in realtà quegli attimi di complicità tra i due fidanzati erano molto utili per farlo tornare alla realtà.

Stava appunto riflettendo su quanto miserabile fosse la sua vita, mentre camminava verso la biblioteca, quella domenica pomeriggio, quando si sentì chiamare.

-Chris! Ehi, Chris! Aspetta!-

Si voltò per trovarsi di fronte a Darren che gli andava incontro.

Guardò divertito il ragazzo che si fermava, tenendosi una mano sulla pancia per riprendere fiato, per poi appoggiarsi al muro.

-Se sei inseguito da qualcosa, sarebbe il momento giusto per farmelo sapere.-

Darren rise mentre ancora cercava di riprendersi.

-No, no… ti ho visto mentre scendevi le scale ma non mi hai sentito chiamarti e quindi ti ho raggiunto.  Devo chiederti una cosa-

Chris rimase leggermente sorpreso, ma fece del suo meglio per nasconderlo.

-Dimmi pure!-

-Sai che sabato c’è la gita ad Hogsmeade, giusto? Dianna non potrà venire perché aveva già programmato una giornata intensa di ripasso pre-esami, e io e i ragazzi pensavamo di fare un giro… Ti andrebbe di venire con noi?-

La sorpresa di Chris crebbe; non che non si aspettasse l’invito, ma di certo non con così tanto anticipo.

-Certo! Sarebbe fantastico! Dovrò solo trovare qualcosa che tenga Lea impegnata abbastanza!-

Darren gli rivolse uno sguardo complice –Potrei averci già pensato… Diciamo che c’è un certo tassorosso che muore dalla voglia di invitare una certa Corvonero…-

Chris aveva già raccontato al ragazzo di come Lea fosse perdutamente innamorata di Cory Monteith.

-E come avresti fatto? Perché se hai usato un filtro d’amore, potrei dover correre ai ripari!-

-Io? Un filtro d’amore? Non mi permetterei mai! Comunque, non ti svelerò mai i miei segreti più reconditi di persuasione!-  disse Darren sbattendo enfaticamente le ciglia.

Chris rise apertamente, pensando che in fondo sarebbe stato davvero difficile per chiunque dire di no a quello sguardo.

*************

Il lunedì mattina Darren era stato svegliato dalle urla dei suoi amici che avevano pensato bene di improvvisare una lotta di cuscini.

-Oh, ecco il bell’addormentato! Che fai stamattina, scendi con noi oppure hai altro da fare?-

Disse Chord dando una gomitata a Mike, che aveva una dozzina di piume d’oca sul letto e un paio tra i capelli.

Darren si limitò ad ignorare il commento.

-Ricordati che abbiamo gli allenamenti più tardi! Ieri Naya ha detto che se quest’anno non vinciamo la coppa, ci butterà ad uno ad uno nel lago.-

-Non credo che avrebbe la forza necessaria. Ma lo terrò a mente.-

-Allora? Scendi con noi a colazione oppure no?-

Darren guardò l’orologio. Aveva giusto il tempo di fare una doccia e avrebbe beccato Chris di sicuro.

-Nah…. Vi raggiungo dopo. Voglio sentire il resoconto del crollo isterico di una certa Lea Michele-

Inutile dire che i suoi amici lo guardarono come se provenisse da un altro pianeta.

*************

Chris, invece, era stato bruscamente portato alla realtà da un braccio che continuava a scuoterlo prepotentemente. Con la mente ancora annebbiata, aprì gli occhi per trovarsi di fronte l’espressione più assurda che avesse mai visto sul viso di Lea.

-Chris! CHRIS! SVEGLIATI!-

Chris si limitò a grugnire e girarsi dall’altra parte. La sera prima, una volta tornato nella Sala Comune, aveva finto un mal di testa e si era chiuso nel dormitorio, dando ordine a chiunque di non far entrare Lea per nessun motivo al mondo.

La ragazza, però sembrava determinata. Difatti, prima che potesse addormentarsi di nuovo, si ritrovò improvvisamente sommerso da una cascata d’acqua.

-MA SEI IMPAZZITA???-

Gridò, mettendosi a sedere. Lea lo guardava trionfante mentre si rese conto che il dormitorio era vuoto fatta eccezione per loro due.

-E dove sono tutti gli altri?-

-Oh, li ho ricattati. Ieri  sera non mi hanno lasciata entrare, così stamattina avevo un piano. Sono amica della maggior parte delle loro fidanzate ed è incredibile quante cose si vengono a sapere su di loro passando gran parte del mio tempo con te.-

Tipico. Anzi, Chris avrebbe dovuto prevederlo.

-Ma questo non è l’importante. L’importante è che ieri pomeriggio mentre ero nel parco con…ehm, mentre passeggiavo, CORY MI HA FERMATA E INDOVINA??-

Chris notò l’esitazione nella frase della ragazza, ma poi la dimenticò non appena la suddetta prese a gridare nei suoi timpani.

Si sforzò di sfoggiare un’espressione curiosa e confusa.

-MI HA INVITATA CON LUI A HOGSMEADE! Oh mio dio, ho aspettato così tanto questo momento e quasi credevo che non sarebbe mai successo, ma sapevo che prima o poi non sarebbe stato in grado di resistere al mio fascino e così è stato! Ha detto che ci ha pensato molto e che gli piacerebbe trascorrere la giornata con me e che mi ha sempre trovata carina e che vorrebbe davvero conoscermi meglio…-

Chris smise di ascoltare la raffica di parole per pensare a cosa effettivamente Darren avesse fatto per convincere Cory.

**********

Darren ancora una volta era in ritardo per gli allenamenti.

Di certo Naya lo avrebbe perseguitato per un’ora intera, e inoltre non aveva  neanche finito i compiti per il giorno seguente.

Si affrettò  verso il campo, senza guardare bene dove andava, quando, mentre si chinava per allacciare una scarpa che l’avrebbe di sicuro fatto inciampare e al tempo stesso tentava di andare avanti, sbattè contro qualcosa di grosso davanti a lui. Riuscì a rimanere in equilibrio e si ritrovò faccia a faccia con il peggior gruppo di alunni della scuola. Erano per la maggior parte Serpeverde dell’ultimo anno, ma c’era anche qualche Corvonero tra loro. Tutti, tra gli studenti, li temevano, ma fino ad allora non avevano mai infastidito Darren.

-Criss, faresti meglio a vedere dove metti i piedi la prossima volta-

Fu stupito quando uno di loro si avvicinò per dargli uno spintone.

-Già! E faresti meglio a non farti vedere in giro con quella femminuccia di Colfer!-

Tutti risero. Darren, paralizzato dallo spavento e incapace di muoversi, non sapeva cosa fare.

-Forse dovremmo picchiarvi uno di questi giorni… Lui se lo merita e tu potresti schiarirti le idee!-

Incredulo di fronte a quelle parole, Darren mise mano alla bacchetta, ma l’arrivo dell’intera squadra di Quidditch dal campo impedì che le cose peggiorassero.

Il gruppo di ragazzi, infatti, si dileguò prima che gli altri si avvicinassero.

Darren stava per corrergli dietro ma venne fermato da Chord e Mike che lo afferrarono per le spalle.

-Amico, che ti prende? Lasciali andare, non vale la pena cacciarsi nei guai per colpa loro!-

-Abbiamo visto la scena mentre volavamo e siamo subito corsi qui!-

La voce autoritaria di Naya stava già richiamando l’ordine e dicendo qualcosa su come avessero perso molto tempo per colpa sua, ma Darren non ascoltò.

Strinse la bacchetta nella mano, tanto da sentire dolore quando le unghie incontrarono il suo palmo.

Tutto quello che riusciva a pensare era che doveva proteggere Chris in ogni modo possibile.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo quarto ***


Bentrovati!

Premettendo i miei ringraziamenti più sentiti a tutti, tutti voi, volevo scusarmi per una svista che purtroppo penso sia stata causata dal mio leggere troppe crisscolfer e klaine contemporaneamente: nei capitoli precedenti ho spesso scritto “Mike” quando in realtà mi riferivo ad Harry…. Forse non ve ne siete neanche accorti, se l’avevate notato, scusatemi! Vedrò di rimediare da ora in poi… Buona lettura!

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Capitolo quarto

 

Chris, non per la prima volta nella sua non lunghissima esistenza, si chiese cosa avesse fatto di tanto male in una vita precedente per aver meritato Lea come amica. Era sdraiato sul letto della suddetta, quasi completamente ricoperto dai vestiti che lei continuava ad estrarre dal baule e gettare.

-Perché diamine hai portato così tanti vestiti? Indossiamo la divisa, tipo, sette giorni su sette! Che te ne fai?-

La ragazza si fermò un attimo, e l’abito che stava maneggiando atterò inspiegabilmente proprio sul volto di Chris.

-Sono per le emergenze. Come questa.-

-Non è un’emergenza. E’ un appuntamento. E lo stai pianificando da diversi anni, quindi non vedo la necessità di farne un dramma.-

Rispose, la voce ovattata dalla stoffa. Non aveva neanche la forza di spostare il vestito.

Lea si limitò ad affondare ancora di più la testa nel baule, emettendo sospiri di disperazione di tanto in tanto.

Chris si decise a mettersi a sedere. Erano le dieci di sera, ed aveva avuto una giornata piuttosto intensa. Inoltre, era venerdì, e ciò voleva dire che la mattina dopo avrebbe dovuto alzarsi presto per godersi una giornata ad Hogsmeade.

Anche Lea sembrava essersi arresa, perché emerse dal baule e si accasciò contro il letto.

-Va, Colfer, ti libero da ogni obbligo. Hai bisogno di riposare altrimenti domani non sarai pronto per il tuo bel grifondoro.- disse, sconsolata ma con un ghigno sul volto.

-Shhhhhhhh!-  disse il ragazzo, per poi colpirla lievemente sulla spalla. Non erano soli nel dormitorio, e qualcuno avrebbe potuto interpretare male.

-Quante volte devo dirti di smetterla con questa storia? Darren è solo un amico e non sarà mai altro!-

La ragazza si alzò in piedi e si sedette accanto a lui sul letto.

-Ma a te piace, e non come dovrebbe piacerti un amico. Giusto?-

Chris arrossì, fissò lo sguardo al pavimento, e, prima che potesse rispondere, Lea aveva afferrato la sua mano, e la stava stringendo mentre esultava.

-Siiii! Lo sapevo!-

Chris maledisse il giorno in cui aveva scoperto come salire nel dormitorio femminile.

Una zanzara. Si, probabilmente era stato una zanzara affamata nella sua vita precedente.

***************

 

Darren si ritrasse, leggermente disgustato, mentre Chord stava perdendo sangue dal naso a più non posso. Erano saliti nel dormitorio perché Chord aveva iniziato a lamentarsi di un dolore alla testa, e ora Harry e Darren, dopo essersi assicurati che l’amico si fosse sdraiato, stavano cercando di stoppare l’emorragia in qualche modo.

-Dare, sarà meglio che se ne occupi Madama Chips prima che sia troppo tardi.- disse Harry.

Darren osservò ancora una volta l’amico, il volto pallido strisciato da macchie rossastre, lo sguardo perso. Il sangue l’aveva sempre infastidito, quindi dovette ben presto distogliere lo sguardo.

Cercando di non cedere al principio di svenimento che lo stava assalendo, si concentrò su Harry.

-Ti dispiacerebbe accompagnarlo tu? Io… io credo che potrei svenire…-

Harry si affrettò ad aiutarlo a sedersi, per poi chiudere con uno scatto le tende intorno al letto di Chorsd in modo da celarne la vista a Darren.

-No, no, affatto. Solo che…-

L’esitazione era tale che Darren si voltò a guardarlo, interrogativo.

-Non credo domani potrà venire con noi. E mi dispiacerebbe lasciarlo solo…-

-Oh, è vero. Forse dovremmo rimandare tutto alla prossima volta…-

-No, no  non è necessario!- si affrettò a dire Harry –Tu vai! Non devi andarci da solo, c’è anche Chris!-

-…Ah. Giusto. Si, forse dovrei andare. Potrebbe rimanerci male.-

-Già. Ora faresti meglio a sdraiarti. Io vedo di salvare la vita al biondino intanto-

Prima che Darren potesse fare altro, Harry stava aiutando Chord alzarsi, e qualche secondo dopo lasciarono insieme la stanza.

Rimasto solo, Darren si sdraiò, fissando il soffitto. Se gli altri avessero visto lui e Chris girare per Hogsmeade da soli, avrebbero di sicuro pensato male. In che guaio si stava cacciando?

*****************

 

-Non posso credere di averlo fatto!-

-Andiamo, amico, per un po’ di sangue… lo hai fatto altre mille volte per ragioni molto più stupide… Anzi, mi chiedo come mai non se ne sia accorto!-

-Da qualche giorno è strano. Non farebbe una piega neanche se ci mettessimo a criticare qualche film Disney. Oh, no, questa stupida macchia non vuole andare via!-

Harry si appoggiò alla parete.

-Già, è molto strano. Sembra che sia continuamente immerso nei suoi pensieri.-

Chord era ancora intento a pulire la sua divisa, mormorando incantesimi che non conosceva benissimo.

-Ehi, ma chi pensi che l’abbia inventato, il torrone sanguinolento?-

Chiese, continuando a combattere con una macchia ostinata.

-Non ne ho idea, ma di certo era un genio!-

***************

Chris continuava a lottare con uno stupido senso di colpa che l’aveva tormentato durante l’intera ultima settimana. Ogni minuto che passava con Darren, il senso di colpa diventava più persistente. Che poi, si sentiva colpevole, ma di cosa? In realtà, non sopportava di dover fare una cosa simile a se stesso. Già prevedeva la grande sofferenza che ne sarebbe derivata, ma, nel presente, non poteva fare a meno di approfittare di ogni occasione possibile per stare con il Grifondoro.

E’ vero, era inutile continuare a negarlo: Darren gli piaceva. Ma non era solo quello: anche se aveva diversi amici, con lui era qualcosa di diverso. Forse era presto, ma Chris iniziava già a considerarlo il suo migliore amico.

Per questo era molto contento alla prospettiva di passare insieme a lui il giorno successivo. Per fortuna, ci sarebbero stati anche Harry e Chord, quindi magari avrebbe avuto meno occasioni di concentrarsi sui pensieri “pericolosi” che lo assalivano ogni volta in cui lui e Darren erano soli.

Il senso di colpa, in parte, era anche dovuto al fatto che iniziava davvero ad odiare Dianna, e sapeva che non c’erano molti motivi, oltre a quello ovvio. Lei, infatti, continuava ad essere dolcissima e, anzi, ultimamente era molto più aperta, e durante artimanzia era arrivata a liquidare la sua amica per sedersi vicino a Chris.

Lui non poteva che pensare a quanto la invidiasse, e inconsciamente cercava di trovarle insulsi difetti, per poi darsi dell’idiota.

In che guaio si stava cacciando?

 

**************

-Lea! Lo so che sei qui dentro! Le altre mi hanno detto che non vuoi uscire. CHE DIAVOLO TI PRENDE?-

Chris era molto nervoso. Non solo era in netto ritardo perchè aveva passato decisamente troppo tempo a decidere cosa indossare, per essere uno che possedeva solo jeans e maglie. No, quando finalmente era sceso nella sala comune, le altre ragazze del suo anno lo avevano informato che Lea si rifiutava di scendere, ed era raggomitolata nel suo letto.

-LEA, SE NON MI APRI GIUR-

Venne interrotto da una visione che gli fece stringere il cuore: Lea aveva aperto la porta, e sembrava più piccola e fragile che mai, gli occhi rossi di pianto, i capelli disastrosi, nonostante fosse all’apparenza vestita e pronta per uscire.

-Ehi.- Disse Chris, cambiando tono e abbracciando l’amica. –Che ti succede?-

Lei si sforzò visibilmente di non piangere.

-Non ce la faccio, Chris. Lui… io combinerò un disastro, lui mi odierà e non vorrà vedermi mai più. Come tutti gli altri.-

Chris la abbracciò più stretta.

-Non dire idiozie, sarai perfetta. Sei perfetta. Ora sbrigati, sistema il trucco e quei capelli, altrimenti andranno via senza di noi.-

-Credi davvero che gli piacerò?-

La ragazza alzò lo sguardò, esitante.

Chris annuì, convinto.

-Ne sono certo. E se non dovesse essere così, possiamo sempre vendicarci. Abbiamo amici nelle cucine, ricordalo sempre.-

Disse, facendo l’occhiolino.

La ragazza sorrise, e si asciugò gli occhi.

-Per fortuna ci sei tu! Sei uno schianto, tra l’altro! Un appuntamento speciale?-

Anche lei fece l’occhiolino, per poi sparire velocemente nel dormitorio chiudendo la porta, prima che Chris potesse rispondere.

******************

-Pensavo non venissi più!-

Darren era seduto sull’ultimo gradino nell’ingresso maestoso, palesemente nervoso.

Chris sorrise. – Scusa! Lea ha avuto un’inaspettata crisi e non potevo permettere che sprecasse un’occasione così importante-

Darren sorrise di rimando; insieme si voltarono a guardare Lea e Cory che uscivano, diretti alle carrozze, un certo imbarazzo tra di loro, ma comunque all’apparenza contenti.

-A quanto pare non sono il più ritardatario, però.-  disse Chris mentre Darren si alzava e anche loro si dirigevano all’aperto.

-Oh, no, dimenticavo: Chord ha avuto un malore improvviso, ieri notte, e Madama Chips gli ha vietato di uscire… Harry non se la sentiva di lasciarlo solo, quindi…- rispose Darren, un’espressione indecifrabile sul viso.

Chris non sapeva se esultare o mettersi a piangere. Darren sembrava impacciato e insicuro, anche se cercava di nasconderlo in ogni modo. A Chris non sfuggì.

-Senti, Dare, se per te… se la cosa ti mette in imbarazzo, lo capisco. Non dobbiamo andare per forza.-

Per Darren quelle parole furono come una coltellata.

-Perché dovrebbe?- disse, fingendo una sicurezza che al momento non aveva, ma non certo per le ragioni che sospettava l’amico.

-So che le persone… Bè, tu sei molto popolare, mentre io… -

Darren si fermò, e con una mano sulla spalla stoppò anche Chris.

-Non pensarci neanche. Mi dispiace, Colfer, ma a quanto pare dovrai sopportarmi tuuuuuuuutta la giornata. Anche dopo che avrò divorato mezza Mielandia. E lo zucchero mi fa lo stesso effetto che fa ai bambini.-

Chris sospirò, sollevato, e poi rise leggermente. Si prospettava una lunga giornata.

***************

-No, non credo ti serva un’altra busta di TuttiGusti+1-

-Ma Chriiiiiiiiiis…-

Chris lo guardò alzando un sopracciglio.

-Hai già comprato più dolci di quanti io ne abbia mai mangiati in vita mia. Non ti permetterò di tornare là dentro.-

Darren lo stava guardando supplicante, il labbro inferiore piegato in fuori, sbattendo le ciglia.

-Nah-ah.- disse scuotendo la testa.- Non funzionerà. Andiamo, mi è venuta sete.-

Darren si rassegnò, e lo seguì senza dire una parola, lo sguardo basso. Avevano già visitato la maggior parte dei negozi, e avevano passato decisamente troppo tempo da Mielandia. La varietà delle cose da vedere aveva distratto Chris dagli occhi calamitanti dell’amico, ed era riuscito a restare lucido per tutto il tempo. Quasi.

-Che ne dici, andiamo a “I tre manici di scopa?”-

Ma non ricevette nessuna risposta da Grifondoro, che alzò la testa con fare impettito e continuò a camminare.

-Che ti prende, ti hanno mozzato la lingua?-

Darren lo ignorò di nuovo. Frugò nella borsa per estrarre un pezzetto di pergamena ed una matita. Poi si mise a scrivere.

Chris lo guardò con occhi sbarrati, incredulo.

-Ma che diamin…-

Si interruppe quando Darren si voltò e gli poggiò un foglietto sulla mano.

La calligrafia dell’amico era famigliare, dopo che Chris aveva passato una serata a sfogliare il suo quaderno.

Si chiama trattamento del silenzio. Sono offeso perché volevo più caramelle.

Chris non potè trattenere uno sbuffo sarcastico.

-Tu vorresti imporre il trattamento del silenzio a me? –

Disse, guardando Darren che, palesemente, stava combattendo per trattenere un sorriso e mantenere il volto scuro.

Erano ancora in strada, ma non c’erano molte altre persone in giro, perché a quell’ora erano tutti rintanati ai “Tre Manici di scopa”.

-Bene, fa come vuoi. Uhm.. penso che dovrò liberarmi di questo peso, sai? Tutte queste buste mi stanno uccidendo.. Oh, ma guarda! Ho io quella con i dolci! Scommetto che nessuno sarebbe dispiaciuto se li gettassi a terra….-

Aveva preso la busta e stava per svuotarne il contenuto quando Darren si gettò letteralmente su di lui per evitarlo, cercando di afferrare la busta.

-Questo è giocare sporco, Chris!-

Disse, finalmente liberando la risata che stava trattenendo. Chris alzò il braccio cercando di impedire all’amico di prendere i dolci.

Darren prese allora a fargli il solletico ai fianchi. Mentre Chris si divincolava e cercava di respirare tra le risate, Darren colse l’occasione per impadronirsi della busta e fare una piccola danza della vittoria.

Chris si fermò a riprendere fiato, per poi dire

-Tsk. Principiante! Non sei riuscito a restare zitto per più di cinque minuti!-

Darren rise mentre ingurgitava una quantità incredibile di qualche caramella non meglio identificata.

-E’ difficile con te.-

Per un attimo, restarono fermi a guardarsi. Chris era appoggiato al muro, e Darren era esattamente davanti a lui. Qualche ricciolo scuro gli ricadeva sulla fronte, e aveva uno sguardo indecifrabile ma deciso. Qualcosa in quello sguardo terrorizzava Chris, perché era come un invito, come se Darren stesse tentando di stabilire quanto in là potevano spingersi.

Il momento fu spezzato da un gruppo di vecchi maghi che uscirono dal negozio più vicino.

Darren offrì la mano a Chris.

-Vieni. Conosco un posto più tranquillo-

**************

Nella mente di Chris era in corso una battaglia senza precedenti. Mentre seguiva l’amico per una strada poco frequentata e poi verso un sentiero un po’ nascosto, tentava di capire cosa stesse succedendo. Darren mandava segnali strani che Chris non poteva che ignorare, se non voleva finire per impazzire.  Il suo buon senso gli diceva di far finta che tutto fosse perfettamente normale, mentre c’era una piccola vocina che insisteva che magari, per una volta, qualcosa sarebbe andato per il verso giusto.

Si trovarono su un versante della collina sulla quale era costruita la città, in cui non c’erano case ma solo diversi alberi, e una vista spettacolare. Era un posto nascosto dalla strada, e solo conoscendolo era possibile arrivarci. Chris immaginò fosse una sorta di belvedere, visto che c’erano diverse panchine.

Darren si sedette e invitò Chris a fare lo stesso. Gli offrì la sua busta di dolci, e insieme presero a mangiare.

-Sai- disse il Grifondoro, tra un boccone e l’altro – Sono davvero contento di aver dimenticato il mio quaderno in biblioteca-

Chris si sentì arrossire ed evitò di guardare l’amico.

-E io sono contento di averlo trovato-

Disse con voce appena udibile.

-Bleahh… che orrore, ho sempre odiato i cavoletti di bruxelles!-

Darren emise un suono disgustato e sputò la caramella lontano. Risero insieme, e Chris si voltò a guardarlo.

-Ecco che ti succede a mangiare tutti quei dolci! Diventerai tanto pesante che la scopa non riuscirà a sollevarti!-

Darren, fintamente indignato, si portò una mano al petto, abbandonando i dolci sulla panchina.

-Stavo per offrirti la più buona cioccorana che sia mai stata creata ma penso proprio che la mangerò io!-

Disse, e per enfatizzare il tutto, aprì l’unico pacchetto che aveva in mano. Non appena ebbe abbastanza spazio, però, la rana spiccò un salto ed atterrò in una pozza di fango.

-Pare che la rana non abbia voglia di farsi mangiare da te.-

Darren incrociò le braccia e si girò davanti.

-Umpf. Forse dovrei ricominciare con il trattamento del silenzio.-

Per tutta risposta, sentì qualcosa fargli il solletico. Si voltò verso Chris, che stava usando una piuma di zucchero per sfiorargli il collo.

-Vuoi la guerra allora, Colfer?- disse senza trattenere un grosso sorriso. Pescò nella busta e ne estrasse uno scarafaggio a grappolo (perché diamine lo aveva comprato?). Chris lo guardò intimorito, e Darren con uno scatto spalmò l’orribile dolciume lungo tutte le parti del viso dell’amico che riusciva a raggiungere.

Ridacchiando, si allontanò per osservare la sua opera, mentre Chris era ancora troppo incredulo per reagire.

In un attimo, l’atmosfera mutò, e sembrò tornare quella che era in strada. I loro sguardi sembravano incatenati, anche se quello di Darren continuava a scendere pericolosamente verso le labbra di Chris.

Chris stava trattenendo il respiro, incapace di altro se non fissare intensamente quegli occhi ambrati che, per quanto fosse patetico, sembravano davvero avere qualcosa di magico.

Darren avvicinò piano la mano al viso di Chris, e prese a pulire delicatamente lo sporco che lui stesso aveva causato.

Nel gesto, il ragazzo si avvicinò sempre più, lo sguardo deciso e allo stesso tempo titubante, le dita delicate sulla pelle di Chris, ma capaci di scatenare brividi lungo la sua spina dorsale.

Chris chiuse gli occhi, e un attimo dopo le labbra di Darren erano sulle sue, leggermente umide e morbide, un tocco lieve e allo stesso tempo intenso.

Chris era paralizzato dall’emozione, ma prima che potesse fare qualsiasi cosa, dei passi e delle voci riecheggiarono dietro di loro. Darren si allontanò immediatamente (e Chris notò che era decisamente arrossito) ed entrambi si voltarono. Nessuno però giunse fin lì. Ma ormai il momento era andato, ed entrambi volevano evitare di parlarne a tutti i costi.

Non sapendo cosa fare, Chris prese a raccogliere le varie buste.

Darren fece lo stesso.

-Dovremmo tornare al castello. E’ tardi.-

Chris annuì, chiedendosi per quanto tempo avrebbero finto che nulla fosse successo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo quinto ***


Salve a tutti!

Non so nemmeno da dove iniziare a ringraziarvi! Scrivere questa storia si sta dimostrando un’esperienza unica e lo devo in gran parte al vostro supporto! In questo capitolo e nel prossimo potrebbe esserci un tantino di angst, ma non preoccupatevi troppo   ;)     Buona lettura!

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Quinto capitolo

 

Se non fosse stato terribilmente confuso e leggermente irritato, Chris avrebbe probabilmente trovato divertente il tutto.

Non appena, infatti, si diressero di nuovo verso la strada, senza osare guardarsi negli occhi ed entrambi, Chris sospettò, in preda ad un potente conflitto interiore, si trovarono davanti Lea e Cory.

La ragazza impiegò poco meno di una frazione di secondo a capire che c’era qualcosa di strano. Il suo straordinario intuito e il fatto che, anche se a volte stentava a dimostrarlo, teneva davvero molto al suo migliore amico, la portarono a lasciare (ok, con un po’ di riluttanza) il braccio del tassorosso al suo fianco, al quale era praticamente ancorata, per andare incontro ai due ragazzi.

-Chris! Ehi, tutto bene? Noi stavamo tornando a scuola, vi va di andare insieme?-

Per una volta, Chris fu profondamente grato del fiume di parole pronunciate dalla sua amica. Si limitò ad annuire, e vide con la coda dell’occhio Darren fare lo stesso.

Fatte le dovute presentazioni con Cory, che era confuso ma, per fortuna, non eccessivamente irritato dal fatto di avere compagnia per il viaggio di ritorno, si diressero verso la scuola, con Lea ora aggrappata al braccio di Chris, e Darren e Cory appena dietro di loro, in un silenzio a dir poco imbarazzante.

Lea continuava a fare commenti sul tempo, sui negozi, cercando di scacciare la tensione, visibilmente preoccupata. I suoi tentativi però fallirono miseramente e tutti dovettero rassegnarsi a passare un quarto d’ora decisamente indimenticabile.

**********

Non appena entrarono nella Sala comune, dopo aver salutato Darren e Cory (Lea si era spinta fino a baciare lievemente sulla guancia il tassorosso, che era sembrato notevolmente sorpreso ma compiaciuto), Chris si accorse che Lea lo stava fissando. Non solo, quando si diresse verso la scala che conduceva al dormitorio, realizzò che la sua amica lo stava seguendo.

-Non credere di comportarti come se fossi stato colpito da un gorgosprizzo e farla franca, Colfer-

Sentì lo sguardo pungente su di sé, nonostante Lea fosse dietro di lui. Sconsolato, si voltò.

-Grazie,  per prima. Ora, se non ti dispiace, farò finta di non averti sentito e andrò a gettarmi sul mio letto per riflettere sul significato della vita.-

Chris riprese a salire le scale, ma, ovviamente, Lea non avrebbe rinunciato tanto facilmente.

-Avete litigato? Ha detto qualcosa di offensivo? Eravate così strani! Perché eravate soli? Dì la verità, avevo ragione, non è così?-

Senza degnare la ragazza di una risposta, Chris alzò gli occhi al cielo.

Perché si, dannazione, per una volta, Lea aveva avuto ragione.

****************

-Non so cosa sia successo. Era così quando è tornato, non ha detto una parola ed è restato seduto vicino alla finestra per tutta la sera.-

Dianna, Chord e Harry osservarono preoccupati Darren, che non solo li aveva ignorati completamente per tutta la serata, ma ora era ancora più strano del solito, e se ne stava sul suo letto a scrivere freneticamente sul suo quaderno.

-Forse dovremmo lasciarlo in pace, e domani ci racconterà tutto.-

Disse la ragazza, senza riuscire a nascondere un certo scetticismo.

-Sicuro che non abbia bevuto? Voglio dire, questo comportamento è troppo strano anche per lui!-

Chord era seriamente preoccupato: solitamente Darren, seppure esuberante e instancabile, non mostrava mai così chiaramente le sue emozioni.

-Se gli è successo qualcosa di irreparabile, mi sentirò in colpa per il resto della mia vita.-

Alla frase di Chord, i tre si guardarono, abbassando velocemente lo sguardo.

*********

Chris non riusciva a dormire.

Ogni sforzo era stato inutile: per smettere di pensare, aveva  iniziato a recitare a mente tutti gli incantesimi che aveva imparato negli anni, ma non era servito a molto.

Inevitabilmente, si ritrovava seduto su una panchina, in un angolo deserto di Hogsmeade, insieme a Darren.

Solo che, nei suoi pensieri (pensieri che assolutamente stava cercando di bloccare e mandare via perché, tante grazie, la cosa era già abbastanza complicata senza che vi si aggiungessero fantasie che l’avrebbero fatto arrossire ancor di più di fronte al Grifondoro) nessun rumore arrivava ad interromperli.

Tra le mille domande che ronzarono nella sua testa, stranamente, una delle più ricorrenti era se Darren si sarebbe fermato ugualmente, una volta realizzato che stava baciando un suo amico. Un suo amico maschio.

Perché, di certo, Chris lo sapeva, ora, lui gli avrebbe permesso di andare avanti. Per quanto l’idea lo irritasse, l’avrebbe fatto.

La cosa peggiore fu però che, nonostante la sua parte razionale tentasse di ricordargli che non doveva assolutamente farlo, Chris continuò a far crescere e crescere il senso di colpa che già da tempo era annidato dentro di lui.

Per fortuna, il giorno successivo non ci sarebbero state lezioni, perché in quelle condizioni di certo non si sarebbe riuscito a prendere sonno.

*************

La mattina dopo, Chris non si stupì quando, aprendo gli occhi, la prima cosa che vide fu Lea.

La sera prima era riuscito miracolosamente a liberarsi di lei, ma ora negli occhi della ragazza c’era una strana luce. Una luce indicava determinazione. E pericolo. Soprattutto pericolo.

-Buongiorno.-

Disse, sedendosi sul letto vicino a Chris.

-Oh, ti prego, Lea! Ho dormito poco più di tre ore e non sono dell’umore giusto per parl-

-Umpf. Non sono qui  per estorcerti una confessione, rilassati. Anche se ci terrei a farti notare che sarebbe estremamente scorretto da parte tua non rendere partecipe la tua migliore amica dei tuoi sentimenti. A tale proposito, farò finta che tu me l’abbia chiesto, e ti dirò che il mio appuntamento di ieri è stato magnifico, che credo di poter piacere a Cory e che stamattina a colazione mi ha salutata da lontano e sorriso. Il che ci riporta all’argomento centrale. Perché non eri a colazione?-

Stordito dalla raffica di parole, e convinto che i fatti parlassero chiaro, Chris fece per rigirarsi nel letto. Una mano sorprendentemente forte per appartenere ad una ragazza così piccola, lo riportò seduto.

-Ahh, ok.- disse scocciato, guardandosi intorno .  –Dove sono tutti? Li hai ricattati di nuovo?-

-No, non ce n’è stato bisogno. Sono tutti scesi da un pezzo.-

-Bene. Vediamo di sbrigare questa cosa molto molto velocemente. Cosa vuoi sapere?-

Gli occhi della ragazza si illuminarono di incredulità, di fronte a tanta fortuna.

-Davvero mi dirai cos’è successo??-

-Mi sembra una domanda inutile visto che ti ho già chiesto cosa volessi sapere.-

-Umpf, lascia perdere. Allora, perché tu e Darren eravate così strani? Avete litigato?-

-No.- disse Chris abbassando lo sguardo.

-Ehi, Chris, qualunque cosa sia, puoi dirmela. Non prometto niente riguardo la mia eventuale reazione, ma giuro che sarò sempre dalla tua parte.-

Chris non riuscì a trattenere un sorriso alle parole dell’amica, che furono anche la principale causa del borbottio che seguì

-Mi ha baciato-

Lea spalancò gli occhi (più di quanto Chris credeva fosse umanamente possibile) per poi sorridere e mettersi a girdare

-DAVVERO??? Lo sapevo! Lo sapevo!- il tutto sotto un poco impressionato Chris, già pentito di aver aperto bocca.

All’improvviso, fu come se un pensiero l’avesse colpita. Si fermò, e guardò Chris, seria.

-Questo non spiega il vostro comportamento. Ma di certo ora capisco perché una certa persona ha voluta darmi una certa cosa a colazione…-

Così dicendo, Lea tirò fuori dalla tasca un pezzo di pergamena che Chris afferrò immediatamente.

-Quando avevi intenzione di darmelo?!?-

Disse, visibilmente irritato.

La ragazza lo ignorò.

-Uhm, non stai cercando di leggere cosa c’è scritto. Immagino quindi che tu lo abbia già fatto.-

Un lieve rossore che sembrava decisamente causato dalla colpevolezza imporporò le guance della ragazza.

Chris,

mi dispiace se ieri sono stato strano dopo che… bè, hai capito. Credo che dovremmo parlare, che dici di incontrarci a mezzogiorno nell’aula del giornale?  Darren

 

Confuso e leggermente scosso, Chris poggiò il biglietto sul comodino. Nel farlo, con la coda dell’occhio vide la sveglia che ogni mattina gli permetteva di arrivare a lezione in orario.

-Lea! Mancano dieci minuti a mezzogiorno! Perché diamine non mi hai svegliato prima?-

-Considerala una vendetta per non avermi raccontato tutto ieri sera.-  disse con voce soddisfatta.

-Ne deduco che ci andrai?- e non era forse una punta di speranza quella che Chris colse nel suo tono?

Per tutta risposta, il ragazzo si alzò e corse verso il bagno. Non prima di urlare:

-Ricordami ancora perché sono tuo amico!-

*************

Mentre si preparava e scendeva le scale, Chris pensò che c’erano davvero infinite possibilità riguardo quanto avrebbe potuto dire Darren. Quelle che preferiva non pensare li vedevano allontanarsi per sempre, senza nessuna spiegazione. Ma le più pericolose erano quelle in cui metteva un po’ di speranza, e che sapeva non sarebbero state vere, ma non riusciva a scacciare dalla mente.

Preso dai suoi ragionamenti, si accorse all’ultimo momento  di aver preso una strada sbagliata, ed essere sceso di un piano di troppo. Da lì, la strada più veloce per arrivare nell’aula era una scorciatoia dietro un arazzo che Chris aveva scoperto con orgoglio al secondo anno, e usato il più spesso possibile da allora.

Nonostante avesse passato l’ultimo quarto d’ora ad immaginare scenari tanto improbabili da risultare utopici, Chris non fu pronto a quanto di trovò davanti una volta scostato l’arazzo.

La prima cosa che colpì i suoi sensi fu l’intenso rumore del respiro che il suo cervello associò subito alla figura indistinta di corpi aggrovigliati spinti contro il muro.

Figura indistinta che divenne un po’ più chiara una volta che Chris capì che i capelli biondi appartenevano a Dianna. Solo allora notò i capelli neri, e,  incredulo, tornò indietro correndo.

**************

Quando arrivò nell’aula, entrò senza esitazione.

All’interno non c’era nessuno, e Chris, ancora affaticato per la corsa fatta, si sedette su un banco, tentando di riprendere fiato.

Nella sua mente, era in corso probabilmente la più grande controversia mai vista. Ai dubbi portati dal giorno prima se ne aggiunsero improvvisamente molti, molti altri.

Il corso dei suoi pensieri venne interrotto quando anche Darren entrò nella stanza, ed anche lui, stando all’evidenza, aveva corso fin lì.

-Chris… Oh, grazie al cielo, pensavo che non vedendomi saresti andato via, scusa se ho fatto tardi, ma…-

Chris scosse la testa.

-Non… non preoccuparti, sono appena arrivato anch’io.-

Darren si avvicinò, i capelli leggermente fuori posto, lo sguardo basso e visibilmente imbarazzato.

-Mi dispiace. Mi dispiace davvero per come mi sono comportato ieri, e so che non c’è nessuna giustificazione possibile, spero solo che tu capisca che ci tengo a te e non volevo rovinare tutto, anche se probabilmente l’ho fatto…-

Chris non rispose, semplicemente guardò impassibile il ragazzo che si faceva sempre più vicino.

-Io… non posso farci niente, quando ti vedo, e passo del tempo con te…. E’ come se non capissi più nulla, e ho tanta, tanta voglia di lasciarmi guidare dal mio istinto, anche se so che non dovrei… Anche adesso….-

Chris si rese improvvisamente conto di quanto vicino fosse Darren. Le mani del ragazzo si posarono ai lati delle sue gambe, intrappolandolo.

Immobile, Chris vide Darren sporgersi finchè non fu vicino al suo orecchio.

-Dio, quanto vorrei baciarti…-

Chris si sarebbe chiesto spesso quale esatta ed inspiegabile reazione nel suo cervello l’avesse portato a dire quanto aveva detto in risposta a quelle parole, perché con ogni probabilità ogni altro essere vivente avrebbe reagito gettandosi su Darren senza pensarci due volte.

No, non Chris. Tutto quello che fece fu dire, più velocemente del normale:

-Ho appena visto Dianna baciare il tuo amico Mike dietro un arazzo.-

*************

Rispetto a cinque minuti prima, la situazione nella stanza era molto, molto diversa.

Chris era ancora seduto sul banco, ma non riusciva a staccare gli occhi da un’interessantissima macchia sul pavimento.

Darren, alle parole del corvonero, si era allontanato bruscamente, e ora, poggiato al muro, si passava una mano sul volto.

-Quando… quando li hai visti?-

Chris si chiese per l’ennesima volta cosa ci fosse di tanto sbagliato in lui. Altro che lepricani: era capacissimo di trasformare l’oro in aria senza neanche sforzarsi.

-Mentre venivo qui.-

Darren prese a camminare per la stanza. Curiosamente, non sembrava eccessivamente sconvolto, ma preoccupato.

-Darren, che succede? Mi dispiace avertelo detto così, ma la reazione usuale non dovrebbe essere, uhm, tipo… rabbia?-

Darren si fermò, lo guardò intensamente, e sospirò.

-Chris.-

Chris alzò  lo sguardo, e si decise a fissarlo negli occhi ambrati del grifondoro.

-Si, dovrei essere arrabbiato. E lo sono, in un certo senso, ma solo con me stesso…-

Confuso, Chris disse –Che intendi?-

-So di loro. L’ho sempre saputo. Anzi, ad essere sinceri, sono io che li ho spinti ad uscire insieme la prima volta. E io li ho presentati. –

Sempre più confuso, Chris si alzò a  sedere.

-Io… diamine, è tutto così complicato! Io non sto con Dianna. Harry sta con lei. E loro mi aiutano a nascondere il fatto che….che non mi interessino le ragazze-

Chris non era mai stato picchiato, da nessuno, in vita sua. Ma in quel momento fu certo che quelle parole sortirono lo stesso effetto di uno schiaffo. Un brutto schiaffo.

Darren si accorse del cambiamento nella sua espressione, divenuta all’improvviso dura, e fece per avvicinarsi

-Questo vorrebbe dire che da quando ci siamo conosciuti, nonostante tutto quello che ti ho detto, hai continuato a prendermi in giro?-

Chris iniziò ad alzare la voce. All’improvviso, tutti i pensieri che si erano combattuti come serpenti in lui dalla sera prima divennero un unico, grande proposito: sfogare la rabbia che iniziò a sentire sempre più feroce, rabbia legata in gran parte alle azioni del ragazzo davanti a lui, ma soprattutto agli anni di sofferenze che aveva dovuto affrontare.

-E non solo. Ieri mi hai baciato, per poi non rivolgermi la parola. E oggi avresti fatto lo stesso se io non ti avessi fermato. Il tutto senza una parola di spiegazione!-

Fu il turno di Darren di abbassare lo sguardo. Chris poteva facilmente leggere la sua espressione, e vi vedeva dispiacere, ma anche vergogna.

Incapace di resistere oltre senza scoppiare a piangere, e ancora troppo basito per poter processare tutte le informazioni acquisite nell’ultima ora, Chris uscì con decisione dall’aula, senza voltarsi a guardare Darren.

-Chris!  Aspetta!-

Ma, dopo averlo seguito fuori dalla stanza, Darren decise che sarebbe stato meglio lasciarlo andare.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo sesto ***


Salve!

Non so davvero più come ringraziarvi! Mi limiterò a dire che probabilmente dopo questo capitolo mi odierete… ma prometto che dal prossimo le cose torneranno ad essere più allegre!!!

Buona lettura!

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Capitolo sesto

 

Quando Jonathan Groff era stato sorpreso a baciare un suo compagno di squadra negli spogliatoi, per diverse settimane ad Hogwarts non si era parlato d’altro. Nessuno avrebbe mai sospettato che l’attraente Corvonero, sogno di metà delle ragazze e fidanzato da anni con una certa Heather Morris, serpeverde di rara bellezza, in realtà portasse avanti una relazione duratura e stabile con il suo portiere.

Chris, che a quel tempo frequentava il suo secondo anno, non ne era rimasto troppo stupito: Lea era la migliore amica di Jonathan, e non era mai stata famosa per la sua capacità di mantenere i segreti.

Lo “scandalo” aveva colpito Jonathan durante il suo sesto anno, ma da quel momento in poi aveva deciso di essere se stesso e vivere la sua relazione di fronte agli occhi di tutti. Decisione che, purtroppo, gli aveva fruttato più di un occhio nero, e insulti a non finire.

Chris l’aveva sempre ammirato profondamente, ma il portiere aveva finito per stancarsi dei continui attacchi da parte degli altri studenti, e aveva lasciato la scuola.

Jonathan era così rimasto solo, e passava la maggior parte del suo tempo con Lea. Da quella storia, Chris aveva imparato che avrebbe dovuto saper aspettare: pur considerando utopistica l’eventualità di scoprire un interesse verso di lui in uno dei suoi compagni di scuola, non avrebbe mai ceduto. Le storie d’amore potevano aspettare fino alla fine del suo settimo anno.

********

Negli ultimi giorni, Chris aveva ripensato spesso a quanto si era ripromesso durante il suo secondo anno. Aveva trascorso la maggior parte del suo tempo a rimuginare, passando da uno stato d’animo all’altro, uscendo dal dormitorio solo per le lezioni e per mangiare.

Aveva evitato Darren facendo finta di non vederlo. Il Grifondoro non si era mostrato propenso ad iniziare un contatto, non quando Chris si aggirava con sguardo fiero, quasi a sfidarlo.

Il primo giorno era stato il peggiore: Chris aveva chiuso le tende intorno al suo letto, e aveva pianto per ore. Quando Lea era salita a chiedergli cosa fosse accaduto, l’aveva mandata via bruscamente. Era pieno, ribollente di rabbia: aveva persino preso a pugni il suo cuscino.

Poi aveva cominciato a riflettere, e il principio di un piccolo sentimento aveva iniziato a farsi strada dentro di lui. Era ancora molto, molto arrabbiato con Darren, ma tutta questa situazione, forse, aveva i suoi lati positivi: un ragazzo meraviglioso si era praticamente dichiarato a lui, un ragazzo per il quale era certo di provare qualcosa di profondo.

Era principalmente per questo che si ritrovò, in un pomeriggio eccessivamente freddo per la stagione, seduto nella stessa stanza nella quale qualche giorno prima aveva parlato con Darren per l’ultima volta. Però ora non stava aspettando lui, bensì Lea.

Una volta scoperto com’erano andate le cose tra loro (e Chris dovette ricredersi sulla determinazione della sua migliore amica, perché ce l’aveva messa tutta per poter capire cosa fosse andato storto) Lea aveva acconsentito a lasciarlo in pace per un po’, ma solo dopo che Chris le aveva promesso che si sarebbero incontrati per discutere di una cosa importante quel pomeriggio.

Ovviamente, all’inizio Chris non si era fidato: sembrava troppo simile ad uno dei soliti inganni della ragazza. Ma lei aveva giurato che questa volta sarebbe stato diverso.

Chris stava distrattamente giocherellando con la sua bacchetta, quando dei passi lo portarono ad alzare la testa.

-Scusa… sono in anticipo. Posso entrare?-

Stupito, Chris annuì, mentre una Dianna insolitamente insicura camminava verso di lui per poi prendere posto in una panca lì vicino.

Chris stava per chiedere spiegazioni, quando anche Lea entrò nella stanza. C’era qualcosa di strano, e non riusciva a capire cosa fosse.

**********

-Ti prego, promettimi che non ti arrabbierai e che continuerai a parlarmi dopo che ti avrò spiegato tutto.-

Le due ragazze si erano sedute di fronte a Chris, che era leggermente irritato e confuso dagli eventi.

Dianna continuava a fissare un punto imprecisato fuori dalla finestra, mentre lea gli aveva preso una mano, e lo guardava implorante.

-Non posso prometterti nulla del genere. Dimmi che accidenti sta succedendo e cosa ci facciamo qui.-

Avrebbe voluto dire Cosa ci fa lei qui, ma tentò di trasmettere quella parte del messaggio con lo sguardo.

Lea lasciò la sua mano, per poi guardarsi attorno a disagio.

-C’è qualcosa che io e Dianna dovremmo dirti. E non penso che ti piacerà-

Entrambe lo guardarono. Che fosse successo qualcosa a Darren?

Quel pensiero si rifletté probabilmente sul suo volto, perché Dianna si affrettò a dire –Non preoccuparti, Darren sta bene-

Chris allora si incupì, irritato dal fatto che fosse così semplice capire cosa stesse pensando.

-Ascolta, Chris. Lea mi ha detto che sei arrabbiato. E sicuramente ti starai chiedendo perché io mi trovi qui.-

Dianna sospirò, senza smettere di guardarlo negli occhi.

-So cos’è successo nelle ultime settimane. Praticamente tutto. Io e Lea…-

Ma venne interrotta dalla ragazza bruna, che tornò a prendere la mano di Chris.

-Ho iniziato a conoscere meglio Dianna all’inizio dell’anno, quando passavo la maggior parte del tempo in biblioteca per stare al passo con le lezioni.-

Chris ricordava bene quel periodo: vedeva Lea solo a pranzo e a cena, e poi la ragazza spariva con una montagna di libri. Lui non si era mai unito a lei perché sapeva bene quanto fosse difficile cercare di concentrarsi su una qualsiasi materia con Lea accanto.

-Siamo diventate molto amiche. E inevitabilmente abbiamo iniziato a parlare delle nostre vite.-

A quelle parole, un’idea improvvisa fulminò Chris.

-Tu lo sapevi.-

Le due ragazze abbassarono gli occhi, mostrandosi entrambe colpevoli.

-Si, Lea sapeva di me e Harry. Ma prima di arrivare alla parte difficile, Chris, vorrei dirti una cosa.-

Chris la invitò con lo sguardo a continuare.

-Immagino che tu sia arrabbiato, adesso, e ti capisco. Probabilmente lo sarei anch’io. Conosco Darren da una vita, e quando siamo arrivati a scuola, eravamo ancora troppo piccoli per capire che la nostra amicizia potesse essere fraintesa. L’ho sempre amato come un fratello, e ho sempre saputo che le ragazze non gli interessavano. Ma qui tutti pensavano che stessimo insieme.-

Si fermò, per guardare Lea, che annuì incoraggiante.

-Quando tutti hanno scoperto di Jonathan Groff, Darren si è spaventato. Aveva paura che gli altri avrebbero iniziato ad insultare anche lui, o peggio. Allora abbiamo deciso che non avremmo detto niente. Tutti pensavano che stessimo insieme, e noi non avremmo dato loro motivo di pensare il contrario.-

Chris non sapeva esattamente come dovesse sentirsi al riguardo. Pensieri contrastanti lo invasero, uno su tutti: anche lui aveva avuto paura, ma nessuno era corso ad aiutarlo.

-Darren è un ragazzo fantastico. Non farebbe mai del male a nessuno, tanto meno a qualcuno a cui tiene. Per questo da qualche giorno non è più lo stesso: sa di averti ferito, e la cosa lo uccide.—

Chris si sforzò di trattenere le lacrime, e guardò a terra.

-E’ tutto?-

Disse, incapace di nascondere una certa asprezza nel suo tono.

Lea scosse la testa.

-Oddio, so che mi odierai ma… quando abbiamo iniziato a parlare dei nostri amici, inevitabilmente abbiamo iniziato ad accorgerci di quanto tu e Darren sareste stati perfetti insieme, e allora…-

La ragazza sembrò farsi piccola piccola, e Dianna corse in suo soccorso.

-Sono stata io. Ho lasciato io il quaderno di Darren in biblioteca, in bella vista sul tavolo di fronte al tuo. Volevamo che lo trovassi e che vi conosceste.-

Chris non potè credere alle sue orecchie. Si accorse di avere un’espressione probabilmente assai stupida in volto, mentre alternava sguardi increduli all’una e all’altra ragazza.

-Chris, so che è stato sbagliato e che non avremmo dovuto intrometterci in quel modo nelle vostre vite, ma le nostre intenzioni erano buone! Era per questo che continuavo ad incoraggiarti, non potevo dirti tutto ma volevo che non perdessi le speranze.-

Profondamente scosso, Chris si alzò in piedi, continuando a guardarle, per poi dirigersi verso la porta.

-Chris, aspetta.-

La voce di Dianna lo fermò.

-Siamo state delle stupide e ti chiedo di pensarci su e provare a perdonarci, ma c’è una cosa che non puoi negare: avevamo ragione, tu e Darren siete davvero perfetti l’uno per l’altro. E lui non c’entra niente con questa storia.-

Chris si girò nuovamente verso la porta, pronto ad andare via davvero.

-E’ al campo da Quidditch, adesso. Non fa che allenarsi ultimamente.-

Chris non rispose, ma uscì velocemente.

Dannazione, Dianna aveva un dono per capire cosa stesse pensando!

****************

Darren era seduto sugli spalti da diverse ore. All’inizio aveva provato a fare un giro con la scopa, ma poi non si era sentito meglio. Affatto.

Da giorni non riusciva a pensare ad altro che non fosse il volto incredulo di Chris, la sua rabbia, le parole scontrose che gli aveva rivolto. E ogni volta che lo vedeva ignorarlo, una parte di lui sembrava abbandonarlo per sempre.

Così, si era rassegnato a starsene lì seduto, sotto una pioggerellina di cui a stento si era accorto, la testa tra le mani.

Aveva sbagliato tutto. Avrebbe dovuto confessare tutto a Chris da subito, e ora sarebbero stati probabilmente insieme, al caldo e felici.

E Chris non avrebbe pianto.

Perché Darren sapeva che aveva passato almeno una giornata intera a piangere. Quando Dianna e Lea lo avevano costretto ad ascoltarle, il giorno prima, e gli avevano raccontato tutto, all’inizio era stato preso dall’ira. Ma Dianna sapeva come calmarlo: lo conosceva troppo bene, e continuando a parlargli era riuscita a riportarlo alla ragione. Darren era ancora molto irritato per il modo in cui avevano giocato con i loro sentimenti, ma non poteva negare di essere grato che lo avessero fatto. Così, aveva promesso che le avrebbe perdonate se avessero detto tutta la verità anche a Chris.

Chris, che probabilmente ora lo odiava ancor più di prima.

Sconsolato, Darren si passò una mano sul volto.

-Problemi di cuore, frocio?-

*********

Chris non si era diretto immediatamente al campo da Quidditch, anche se avrebbe voluto farlo.

Si era ritrovato a vagare su e giù per i corridoi della scuola, indeciso su quale sarebbe stata la sua prossima mossa.

Era ancora arrabbiato con Darren perché non gli aveva detto nulla. Ma le parole di Dianna avevano addolcito la sua collera, e rinvigorito il sentimento che tentava ancora, inutilmente, di combattere.

Era arrabbiato anche con le due ragazze; ma una vocina nella sua coscienza gli aveva suggerito che anche lui e Darren avevano fatto in modo che Cory e Lea uscissero insieme. Era tanto diverso da quanto avevano combinato le due amiche?

Si sentiva confuso e intontito:  le gambe iniziavano a fargli male perché aveva salito e sceso troppe scale, e anche la testa gli pulsava per il troppo pensare.

Entrò in uno dei passaggi segreti che conosceva bene e rimase lì, appoggiato contro il muro .

Nella sua vita poche persone erano state importanti. Poche l’avevano davvero apprezzato così com’era.

Darren si era dimostrato una di quelle persone fin dalla prima volta in cui avevano parlato.

Forse non era stato del tutto sincero, ma aveva sempre cercato di essere per Chris quell’amico che il corvonero non aveva mai creduto di poter trovare.

E in quel momento di totale confusione e di dolore, era l’unica persona da cui Chris avrebbe voluto farsi consolare.

Con decisione, si avviò verso il parco.

************

Darren non riusciva a credere a quanto stesse accadendo. All’improvviso, si era ritrovato tre ragazzi addosso, che lo colpivano incessantemente. Tra le fitte di dolore e di incredulità, aveva captato alcune delle frasi.

-Così impari ad andartene in giro a baciare altri ragazzi!-, aveva detto uno di loro, prima si sferrargli un pugno dritto allo stomaco. L’impatto era stato tale da scaraventarlo a terra. Colpì il suolo violentemente, ma subito delle braccia orribilmente forti lo riportarono su, per colpirlo con più facilità.

-La prossima volta ci penserai prima di metterti ad amoreggiare nel bel mezzo di Hogsmeade!- , e poi un calcio, forte, contro il suo ginocchio.

Un altro ragazzo gli afferrò i capelli e gli spinse indietro la testa. Cercò di raggiungere la sua bacchetta, ma non ci riuscì perché gli presero il braccio e glielo torsero.

-E se un bambino vi avesse visti? Eh?-

Uno schiaffo si abbatté sul suo volto, mentre non riusciva più a trattenere le lacrime.

Allo schiaffo seguì un pugno.

-Ohhh, piange, come la femminuccia che è!-

Un altro pugno, e cadde a terra di nuovo, e nessuno lo riprese questa volta. Presero a tirare calci freneticamente, e gli sembrò che uno di loro stesse sputando nella sua direzione.

-Feccia! Ecco quello che siete tu e tutti quelli come te!-

Un calciò lo colpì al gomito, e gli parve di perdere i sensi.

Per un attimo pensò che non si sarebbero mai fermati, che lo avrebbero ucciso. Che nessuno se ne sarebbe accorto prima del prossimo allenamento, o che forse i suoi amici sarebbero usciti fuori a cercarlo.

Ma soprattutto, pensò che era grato, immensamente grato, che i tre ragazzi, che ora stavano scagliando anche qualche incantesimo nella sua direzione, perché all’improvviso il suo braccio aveva preso a sanguinare, avessero trovato lui.

Finchè continuavano a tormentarlo, Chris era salvo.

**************

All’inizio, lo colpirono gli strani rumori.

Dalle parole di Dianna, Chris aveva creduto che Darren fosse solo.

Invece, sentiva delle voci indistinte, voci non familiari ma che stranamente gli fecero venire i brividi.

Poi sentì, distinto, un grido soffocato di dolore.

Fu allora che iniziò a correre.

**************

La prima cosa che vide fu Darren, a terra, i capelli abbassati dalla pioggia.

Intorno a lui, c’erano tre dei ragazzi che Chris di solito evitava a tutti i costi. Uno di loro continuava a dare calci alla figura accasciata a terra.

Senza pensare, Chris afferrò la bacchetta.

-Stupeficium!-

La sua voce riecheggiò intorno, uno dei ragazzi, il più grosso, cadde a terra colpito dall’incantesimo; gli altri si voltarono a guardare ma prima che potessero fare altro, Chris aveva colpito anche loro.

Corse verso Darren, ancora a terra.

Si rese conto che stava piangendo, o forse era la pioggia che gli rigava il volto.

Si gettò poco elegantemente accanto al ragazzo, e tentò di tirarlo su.

Darren era perso, e spaventato, e quando si tuffò negli occhi azzurri di Chris sembrò quasi rinascere.

Lo abbracciò stretto, nascondendo il volto nell’incavo della spalla dell’amico.

Era scosso dai singhiozzi, e Chris prese ad accarezzargli lentamente la schiena.

-Shhhh… calmo, ci sono io. Non possono più farti del male.-

Quando Darren smise di tremare, si sollevò appena. La pioggia era più forte.

-Mi dispiace.-

Disse, quasi un sussurro.

Chris sollevò una mano per portarla sul volto dell’amico. Lo strinse a sé di nuovo, e non riuscì a trattenersi dal posare un lieve bacio sulla tempia di Darren.

Quando il suo gesto non provocò alcuna reazione, si accorse che Darren aveva perso conoscenza.

Doveva portarlo al più presto in infermeria.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo settimo ***


Salve!!
So che avevo promesso un capitolo più allegro, ma forse devo avvertirvi che le cose non si sistemeranno proprio subito… Credo che manchino pochi altri capitoli alla fine. Grazie ancora a chiunque abbia letto o recensito, vi sono immensamente grata! Buona lettura =)

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Capitolo settimo

 

Chris non riusciva a stare fermo.

Era seduto su una panca appena fuori dall’infermeria, ma continuava a tormentarsi le mani. Sulla sua manica destra campeggiava una larga macchia di sangue, sempre più scura.

Ancora non riusciva a credere a quanto era accaduto.

Per fortuna, una volta lasciato a fatica il campo da Quidditch (perché trasportare Darren a peso morto si era rivelata un’impresa non esattamente semplice: più tardi aveva realizzato che avrebbe potuto usare un incantesimo, ma sul momento la sua mente non aveva proprio collaborato) si era ritrovato davanti Chord e Harry. I due ragazzi, preoccupati dal fatto che Darren stesse continuando ad allenarsi anche sotto la pioggia, l’avevano raggiunto per cercare di convincerlo a cenare con loro.

Una volta fatte le dovute spiegazioni, anche se con la voce spezzata dalla rabbia e dall’incredulità, insieme avevano condotto l’amico in infermeria, ma solo dopo aver impedito a tutti i costi a Chord di tornare indietro per vedersela con i tre bulli.

L’infermiera Meys era stata chiara: nessuno sarebbe potuto entrare in infermeria finchè non avesse esaminato i danni riportati dal ragazzo. 

Così, mentre Chord ed Harry erano andati alla ricerca del vicepreside per spiegare tutto, Chris si era ritrovato abbandonato a se stesso, rincuorato solo dal fatto che, a giudicare dai gemiti di dolore che ogni tanto udiva, Darren aveva almeno ripreso i sensi.

-Chris! Chris, come stai?-

La voce di Lea lo destò dai suoi pensieri. La ragazza correva verso di lui, visibilmente preoccupata.

-Oh mio dio, quello è sangue! Che è successo? Dov’è Darren? Harry e Chrod non hanno voluto spiegarmi nulla, mi hanno solo detto di correre in infermeria…-

Incapace di trattenersi, Chris scoppiò a piangere.

Immediatamente, Lea si sedette accanto a lui e lo prese tra le sue braccia.

-Sono.. sono stati loro, i soliti… non credevo che sarebbero arrivati a tanto… L’hanno picchiato finchè non ha perso i sensi…E’ tutta colpa mia…-

-Non è vero!- Lea lo prese per le spalle, per poterlo guardare negli occhi.

-Chris, qualunque cosa sia successa, a meno  che non sia stato tu a picchiare Darren, e non mi risulta sia così, non è assolutamente colpa tua!-

Chris non rispose, le lacrime che continuavano a scendere silenziosamente sul suo viso. Lea lo riportò prepotentemente tra le sue braccia, una mano ad accarezzarlo e l’altra a spostare delicatamente i capelli dal volto dell’amico.

In quel momento, dei passi concitati annunciarono l’arrivo di Dianna.

-Dov’è? Come sta? Oddio Chris! Stai bene?-

Dianna era stata già informata da Chord e Harry, e spiegò tutto anche a Lea, mentre Chris continuava a piangere senza poter smettere.

-Come hanno potuto fare una cosa simile? Per fortuna li hai fermati, Chris-

Disse la ragazza, mettendosi a sedere anche lei vicino ai due amici.

****************

Il professor O’Malley  irruppe sulla scena quando Dianna era andata a procurarsi una bevanda calda per Chris, e Lea cercava di convincerlo a lasciarle ripulire la sua divisa.

Con fare deciso, il professore di Difesa contro le arti oscure si avvicinò fino a torreggiare sui due corvonero.

-Mr Colfer, mi è stato detto che forse lei avrebbe una spiegazione per l’alunno che è stato trasportato in infermeria in stato di incoscienza e per i tre che sono stati ritrovati nel campo di Quidditch, svenuti?-

Chris si diede un contegno (per fortuna aveva smesso di piangere da un po’), e si alzò in piedi.

-Quando sono arrivato al campo da Quidditch, professore, quei tre ragazzi stavano picchiando il mio amico, che si trovava a terra e incapace di reagire. Li ho colpiti con degli Stupeficium per fermarli. Non so perché abbiano iniziato a litigare, ma se non avessi fatto qualcosa avevo paura che l’avrebbero ucciso.-

Il professore lo fissò con uno sguardo indecifrabile.

-Hai fatto la cosa giusta, ragazzo. Mi dispiace, e mi assicurerò che le loro azioni non restino impunite. Ora devo entrare a parlare con il signor Criss.-

Quando il professore aprì la porta, Chris cercò disperatamente di vedere dallo spiraglio se riusciva ad intercettare Darren, ma fu del tutto inutile. Abbassò la testa, deluso, e sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla.

Si voltò per trovarsi di fronte Harry, che lo strinse in un abbraccio. Chord, accanto a loro, sembrava ancora livido dalla rabbia.

-Mi dispiace che tu abbia dovuto trovarlo così.-

Gli disse piano il ragazzo, per poi lasciarlo andare. Chris tornò a sedere sulla panca, sempre più nervoso al passare di ogni istante.

Dianna tornò con in mano una tazza di qualcosa di fumante.

-Spero che ti piaccia l’infuso di succo di Zucca, Chris. Ha delle ottime proprietà calmanti, ti farà bene.-

Chord percorreva a grandi passi il corridoio, avanti e indietro.

-Gliela farò pagare. Fosse l’ultima cosa che faccio, gliela farò pagare.-

-Chord, non possiamo fare niente. Se ci vendichiamo, finiremo solo nei guai, e non sarà servito a molto!-

Protestò debolmente Dianna.

-Tu non hai visto in che stato lo hanno ridotto. Meriterebbero di finire ad Azkaban!- 

Chris non disse nulla, ma non poteva essere più d’accordo. Fosse stato per lui, avrebbe ridotto quei tre mostri a pezzettini solo con le sue mani. Aveva un groppo in gola ogni volta che l’immagine di Darren, a terra,  perso e insanguinato gli balenava davanti agli occhi, e avrebbe fatto di tutto per far provare la stessa sensazione a quelli che l’avevano ridotto così.

-Non è nostro compito decidere cosa meriterebbero. Anche io sarei ben felice di non vederli mai più, ma mi fido del preside e sono certa che farà qualcosa al riguardo.-

Lea annuì, per poi voltarsi verso Chris.

-Chris? Che ne dici se torniamo in dormitorio, e provi a dormire un po’?  Sei stato seduto su questa panca per più di tre ore, e non sembra che ci siano novità. Avresti bisogno di riposare.-

Chris si limitò a rivolgerle uno sguardo glaciale.

-Non ho intenzione di allontanarmi da questa porta neanche di un metro finché non avrò visto che Darren sta bene.-

Lea si alzò in piedi per mettersi davanti a lui.

-Chris, dovremmo già essere tutti nei nostri dormitori. Non credo che ti lasceranno entrare prima di domani, e se ci scoprono finiremo tutti nei guai.-

Quelle parole le costarono sguardi di disapprovazione da parte di Chris e Chord, ma Dianna venne in suo aiuto.

-Lea ha ragione, dovremmo tutti andare a dormire, e domani possiamo tornare qui appena svegli. Stare ad aspettare non farà che innervosirci.-

-Io resterò qui insieme a Chris. Voi andate pure.-

Mike non si pronunciò, ma prese anche lui a camminare avanti e indietro.

In quel momento, la porta si aprì.

Il professor O’Malley la chiuse velocemente dietro di sé, per poi passare in rassegna la situazione con lo sguardo. Evidentemente, il dolore dei ragazzi era tangibile, perché il suo tono era diverso dal solito, molto più delicato e amichevole, quando disse:

-Ragazzi, farò finta di niente, ma dovreste tutti trovarvi nei vostri letti. Su, andate!-

Lea, Dianna e Mike fecero per ascoltare le parole del professore, ma Chris si alzò.

-Come sta? Posso vederlo?-

Il professore lo guardò con compassione.

-Sta bene. La signorina Meys è riuscita a contenere i danni, e si riprenderà completamente. E’ molto spaventato, e ha dovuto bere una pozione che lo aiutasse a dormire. Mi dispiace, ma forse è il caso che lo vediate domani.-

-Mi dispiace, professore, ma non andrò da nessuna parte prima di averlo visto.-

Il professore inarcò le sopracciglia, sorpreso dal tono del ragazzo. Chris era sempre stato estremamente educato e non aveva mai avuto da ridire sulle regole, né mai ne aveva infranta una.

Fu proprio l’eccezionalità della cosa a far capire al professore quanto fosse importante per il ragazzo.

-Ok. Faremo un’eccezione, ma non posso far entrare più di una persona. Però deve essere veloce, e non deve assolutamente svegliarlo.-

Chris annuì convinto, il volto risoluto. Si girò verso gli altri per accertarsi che fossero tutti d’accordo che fosse lui ad entrare. Per tutta risposta, vide quattro cenni affermativi.

***************

Chris tentò di fare meno rumore possibile nel chiudere la porta.

L’infermeria era pervasa da una luce offuscata, e tutti i letti disposti su due file lungo le pareti erano vuoti, fatta eccezione per l’ultimo, il più vicino all’ufficio della signorina Meys.

Chris camminò piano, le mani quasi tremanti per il nervosismo, e una strana sensazione alla bocca dello stomaco.

La signorina Meys era curva sul letto di Darren, e stava sistemandogli la medicazione sul braccio.

A Chris si strinse improvvisamente il cuore.

Darren stava dormendo, con un’espressione pacifica in volto. Lo stesso volto che era leggermente gonfio da un lato, e che presentava diverse ferite sulle quali  era stato applicato abbondantemente quello che Chris immaginò fosse Dittamo. C’era una fasciatura intorno alla sua testa, ed un’altra intorno al braccio che l’infermiera stava maneggiando.

-Chris! Non ti avevo sentito entrare!-

L’infermiera era sempre stata molto gentile con lui, e vista la sua abitudine di rompersi qualche osso molto spesso, con gli anni avevano preso confidenza.

-Mi scusi, non volevo spaventarla. Come sta?-

La donna si voltò a guardarlo.

-Meglio. Ha delle ferite, non molto profonde, tranne quella al braccio che non vuole proprio smettere di sanguinare. Penso si tratti di una qualche maledizione. Poi credo che abbia sbattuto la testa cadendo, e la schiena. Ha molti lividi.- L’espressione dell’infermiera si intenerì.  –Tu come stai, Chris?-

Per tutta risposta, Chris scoppiò di nuovo a piangere.

Si asciugò le lacrime con la manica della divisa, e poi si avvicinò al letto. Con molta, molta cautela, posò la mano sul volto di Darren, per accarezzarlo piano.

Quando alzò gli occhi, ancora offuscati, vide che l’infermiera lo guardava sorridendo lievemente.

-Forse anche tu avresti bisogno della pozione per dormire. Vado a prendertene un po’.-

Chris annuì, e quando rimase solo nella stanza con Darren, si sedette sulla sedia vicino al letto.

Senza pensare molto a cosa significasse, strinse la mano inerme del ragazzo nella sua. Si calmò quando sentì il battito di Darren sotto le sue dita, e alzò la mano per posare un bacio sulle nocche del grifondoro.

In quel momento la signorina Meys tornò nella stanza, e porse a Chris una tazza dall’odore disgustoso. Chris la ingoiò velocemente.

-Ora dovresti andare. La pozione farà effetto molto presto, e devi trovarti nel tuo letto, quando accadrà. –

Chris annuì di nuovo, e si sporse, seppure lievemente imbarazzato, per accarezzare ancora una volta il volto di Darren. –A domani- mormorò, pur sapendo che non avrebbe sentito.

*************

Il mattino dopo,  Darren si svegliò con un terribile mal di testa.

Per  pochi istanti, si chiese perché avesse dolori diversi lungo tutto il corpo, e perché diamine si trovasse in una stanza che decisamente non era il suo dormitorio.

Poi gli avvenimenti del pomeriggio gli balenarono in mente come una scossa elettrica, e allo stesso tempo una forte fitta al braccio lo fece gemere di dolore.

La signorina Meys fu al suo fianco in meno di un secondo.

-Buognirono, signor Criss.-

Darren si sforzò di aprire gli occhi, e rispose con un grugnito, il massimo che riuscì ad ottenere al momento.

-Ho bisogno che beva quelle due pozioni, poi, se vuole, l’accompagnerò fino alla porta del bagno.-

Darren annuì, facendo una breve rassegna del suo corpo. Sentiva la parte sinistra del  volto pulsare dolorosamente, e il braccio era del tutto intorpidito poiché era stato immobile per tutta la notte. Nel punto in cui c’era il taglio, coperto dall’essenza di Dittamo (che, Darren pensò, era decisamente disgustoso a vedersi) sentiva un bruciore fortissimo. Aveva dei graffi sulle mani, e su tutto il resto del corpo c’erano lividi e altre piccole ferite. Per non parlare della fitta lancinante al petto che lo colsì quando tentò di mettersi a sedere.

-Piano, piano. Ecco, bevi tutto.-

Darren fece quanto detto. Le pozioni erano disgustose.

-Qualcuno è stato qui?- chiese, sottintendendo chiaramente chi quel qualcuno fosse.

L’infermiera gli riservò uno sguardo complice.

-Si, è stato qui ieri sera.-

Darren aggrottò le sopracciglia. Davvero Chris lo aveva visto in quello stato? Sconsolato, si lasciò aiutare finchè non fu in piedi.

-Credo che oggi tornerà, così come i tuoi amici. Posso farli entrare?-

Darren annuì. Non sarebbe affatto stato facile.

***********

Chris si svegliò all’improvviso, con la sensazione di aver dormito per secoli.

Si rese conto di essere in estremo ritardo per le lezioni, e che quindi non sarebbe potuto passare a salutare Darren, quella mattina.

Quando finalmente scese in sala Grande, Lea lo stava aspettando, mentre spalmava marmellata su un toast.

-Buongiorno-

Disse con un sorriso contrito, così inusuale da parte sua, che Chris si sentì subito peggio.

Si sedette e cercò di mandare giù qualcosa, ma tutto aveva lo stesso sapore, e si ritrovò ben presto a fissare il piatto senza muoversi.

-Chris, devi mangiare qualcosa. Forza.-

Lo incoraggiò l’amica, ma lui la ignorò semplicemente.

Controllando l’orario, si accorsero di essere in ritardo per Incantesimi.

-Andiamo. Ma a pranzo dovrai mangiare, me ne occuperò personalmente.-

Disse Lea prima di spingerlo fuori dalla sala Grande.

***************

Le lezioni sembrarono infinite.

Chris si ritrovò a pensare a Darren continuamente. Non aiutò molto il fatto che la notizia dell’attacco sembrava essersi diffusa, e ovunque andasse le persone bisbigliavano, indicandolo e parlando concitatamente tra loro.

Alla fine, si ritrovò con un bel mal di testa. Prima di recarsi in infermeria, dovette sopportare il pranzo, durante il quale Lea non fece altro che fissarlo per far sì che mangiasse. Però, poi, fu molto gentile: l’accompagnò nelle cucine, perché Chris voleva procurarsi un po’ della torta di mele che Darren adorava.

Fu così che si fermò davanti alla porta dell’infermeria, indeciso su cosa fare. Sentiva delle voci provenire all’interno, e probabilmente si trattava di Chord, Harry e Dianna. Percorse il corridoio avanti e indietro, la torta ben impacchettata nelle sue mani, insieme ad un pacchetto di “Tutti i gusti+1” che era riuscito miracolosamente ad ottenere.

Stava per decidersi ad entrare, quando la porta si aprì.

-Oh, Chris, mi hai spaventato! Stavo giusto chiedendomi come mai non fossi ancora arrivato- disse la signorina Meys, facendogli l’occhiolino.

Chris arrossì e tentò di sorridere.

-Entra pure. Io stavo giusto andando alle serre per fare rifornimenti!-

E detto ciò, si allontanò verso le scale.

Chris si fece coraggio, prese un bel respiro ed entrò.

************

 

Darren si accorse subito che c’era qualcun altro nella stanza.

Stava cercando di non ridere troppo ad una battuta di Chord, perché, a quanto sembrava, ridere era una faccenda alquanto dolorosa nelle sue condizioni, ,ma si bloccò, guardando Chris avanzare verso il suo letto.

Tutti gli altri si voltarono una volta vista la sua strana reazione.

-Ciao Chris! Ti stavamo aspettando!- Disse gioviale Dianna, lasciando libera la sedia che stava occupando (la più vicina a Darren) per andare a sedersi in braccio a Harry.

Chris annuì imbarazzato, e rimase in piedi accanto al letto, sentendosi un idiota.

Darren lo guardò, e poi con la mano lo invitò a sedersi.

-Ti… ti ho portato questi.-

Disse il corvonero poggiando la torta e le caramelle sul comodino.

Darren sorrise, seppure leggermente in imbarazzo.

-Grazie, Chris. Non dovevi.-

Restarono a guardarsi per qualche secondo, entrambi leggermente a disagio ma incapaci di voltarsi altrove.

Dianna si schiarì la gola.

-Ahem… non avevate l’allenamento, voi due?-

Disse, rivolgendosi al suo ragazzo e all’amico.

-Allenamento? Ma mancano due ore! Possiamo restare ancora un po’!- Darren capì cos intendeva fare Dianna, e rise tra sé dell’ingenuità di Chord.

La ragazza, per tutta risposta, sferrò al biondo un calcio non troppo discreto, che tutti notarono, mentre Harry lo guardò alzando le sopracciglia.

-Ohhh… si, giusto, l’allenamento! Ehm, mi dispiace, Darren, ma dovremmo proprio andare!-

Chris non era mai arrossito così tanto. Darren però sembrava improvvisamente molto serio, e non rise neanche quando, nell’avvicinarsi per salutarlo, Harry gli sussurrò in un orecchio –Ricordati che sei conciato male! State attenti!-

****************

Non appena rimasero soli, furono preda del più imbarazzante silenzio di sempre.

Chris continuava a fissarsi le scarpe, mentre Darren, l’espressione più seria che Chris gli avesse mai visto in volto, scrutava fuori dalla finestra.

-Ti… ti senti meglio?-

Darren annuì.

-Grazie, Chris. Davvero. Se tu non fossi arrivato, probabilmente mi avrebbero ucciso.-

-Non ho fatto nulla. Mi… mi dispiace, Dare. Mi dispiace moltissimo.-

Una lacrima solitaria prese a solcargli il volto, e Chris maledisse i suoi improvvisi attacchi di pianto degli ultimi due giorni.

Darren vide la lacrima, e si sporse lievemente per asciugarla con un dito.

-Ehi, ehi, non fare così. Va tutto bene adesso. Sto bene, e quei tizi la pagheranno.-

Chris cercò il coraggio per parlare.

-Ma non sembri te stesso. Non ti ho mai visto così, e questa cosa… mi uccide.-

L’espressione di Darren era indecifrabile, ma Chris potè giurare che i suoi occhi sembrarono inumidirsi appena.

-Ho bisogno di parlarti.- disse semplicemente il moro, allontanando la mano dal volto di Chris, e riportando lo sguardo verso la finestra.

-Anch’io. Era per questo che ieri ero venuto a cercarti.-

Darren annuì, ma non sembrò dare peso alle parole dell’amico. Senza guardarlo negli occhi, prese a parlare a voce più bassa del solito, e in un tono talmente triste che Chris si sentì morire dentro.

-Mi dispiace per il mio comportamento, Chris. Sono stato un idiota e non potrò mai scusarmi abbastanza. Non so che idea tu ti sia fatto ma la verità….-

Darren si fermò, e prese un respiro. Le lacrime cominciarono davvero a scendere anche sul suo volto.

Chris non riusciva a far altro che fissarlo, incapace di prevedere le prossime parole, ma sicuro che non sarebbero state nulla di buono.

Darren si schiarì la voce.

-…la verità è che ero confuso, e non credo di provare nulla per te in quel senso. So di averti fatto credere il contrario e mi dispiace, davvero. Ma  ho avuto modo di riflettere, e forse sarebbe meglio se non ci vedessimo per un po’.-

Chris non si era mai sentito così in tutta la sua vita. Fu come se qualcuno gli avesse sottratto l’aria dai polmoni.  Fu peggio di ogni insulto e ogni spintone che aveva sopportato negli anni. Si sentiva ovattato, percepiva chiaramente il suo sangue pulsare nelle orecchie, e Darren non era ancora riuscito a guardarlo in viso.

Senza dire una parola, si alzò, le mani strette a pugno, tremante, mentre vedeva il ragazzo di fronte a sé piangere silenziosamente, ed era talmente combattuto tra il desiderio di abbracciarlo e quello di prenderlo a schiaffi che pensò che all’improvviso sarebbe scoppiato.

Invece, si limito a dire, piano, ma con tono deciso.

-So cosa stai facendo.-

Darren non rispose, né diede segno di reagire al fatto che Chris prese a camminare verso la porta. Solo appena prima che vi giungesse, lo sentì dire, piano:

-Cosa volevi dirmi, ieri?- tra un singhiozzo e l’altro.

-Che mi stavo innamorando di te.-

Chris aprì la porta e la sbattè forte, e, prima di correre via, snetì che Darren stava piangendo senza più trattenersi.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ok, piccola nota: non l’ho mai fatto, ma forse in questo caso è necessario. Questo capitolo è particolare e un po’ strano. So che diversi di voi si aspettavano una riconciliazione fluffosa (e ho pensato di scriverla, per poi cambiare idea) e mi dispiace se qualcuno dovesse rimanerci male, spero solo che vogliate continuare a seguire la storia, perché, GIURO, le cose si sistemeranno.

Altro piccolo appunto: mi rendo conto che quando parlo di personaggi minori o di cui comunque non conosco moltissimo la storia personale e il carattere (Jayma Meys e Mike O’Malley in questo capitolo, per esempio) i loro personaggi sono influenzati anche da quelli che interpretano in glee. Mi dispiace, ed è una cosa che personalmente odio nelle RPF, però cerco di evitarla in tutti i modi con Chris e Darren, E’ che mi è molto più difficile con gli altri, spero possiate perdonarmi.

Grazie mille per la vostra attenzione.

Baci, alla prossima.

Sara

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo ottavo ***


Salve a tutti!

Scrivere questa nota è sempre più difficile! Allora, ne approfitto come sempre per ringraziare ciascuno di voi, che continuate a supportarmi e a stimolarmi ad andare avanti. Questo capitolo è leggermente più lungo dei precedenti….  Buona lettura!

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Capitolo Ottavo

 

 

Chris non si era reso conto di quanto tempo fosse occupato da Darren nella sua vita, finchè quel tempo non gli venne sottratto.

Capitava mentre era in biblioteca e si imbatteva in una assurda nozione di storia della magia che Darren avrebbe di certo trovato divertente, ma non aveva nessuno con cui condividerla;  o ancora quando un pensiero improvviso lo colpiva durante una lezione, e Darren ne avrebbe discusso con lui per ore. Infine, se Darren non avesse smesso di parlare con lui di punto in bianco, ora Chris avrebbe avuto qualcuno con cui sopportare la cronaca non stop della relazione nascente tra Lea e Cory.

All’inizio Lea era stata sensibile: Chris aveva passato una settimana terribile, per lo più chiuso nel dormitorio, rifiutandosi di spiegare quanto fosse accaduto. Lea l’aveva stretto mentre piangeva, aveva ascoltato i suoi sfoghi di rabbia seppure non avessero molto senso alle sue orecchie, aveva addirittura tentato due o tre gite nelle cucine per recuperare qualcuno dei piatti preferiti di Chris.

Quando però il ragazzo iniziò a sentirsi meglio, capì che la sua migliore amica fremeva dalla voglia di raccontare qualcosa. Non passò molto tempo, prima che l’occasione giusta si presentasse.

-Ho deciso, basta. Da oggi in poi lascerò perdere i ragazzi per sempre. Mi hanno solo procurato dispiaceri fino ad ora. Dovresti farlo anche tu.-

Chris era in uno dei rari momenti in cui l’eccesso di zuccheri (e burrobirra) nel suo sangue diminuivano di un bel po’ il filtro che di solito connetteva il suo cervello alla bocca.

-In realtà, Chris, da quel punto di vista sono…felice.-

Già, perché come Chris aveva appreso nelle due ore successive, Cory aveva avvicinato Lea per chiederle cosa fosse successo , l’aveva invitata a fare una passeggiata nel parco, e le aveva tenuto la mano per tutto il tempo.  Si erano anche scambiati un bacio a fior di labbra che aveva dato materiale su cui speculare a Lea per almeno quarantacinque minuti.

Da quell’infausto pomeriggio, Lea passava tutto il tempo con lo sguardo perso, o a scarabocchiare sbilenche L+C su qualsiasi superficie si trovasse davanti. Non che avesse dimenticato i problemi  di Chris, ma anche lui stava seriamente cercando di smettere di pensare a quanto sentisse la mancanza di un certo grifondoro.

Stava appunto sbuffando per la frustrazione, seduto al suo solito posto in biblioteca, quando sentì qualcuno schiarirsi la voce dietro di lui.

Inutile negare che le sue speranze raggiunsero vette altissime, per poi accasciarsi al suolo quando si trovò davanti Chord.

-Chris, scusa se ti disturbo. Potresti… potremmo parlare un attimo, fuori?-

Dal giorno in cui Darren gli aveva gentilmente fatto notare che sarebbe stato meglio smettere di vedersi, e tante grazie, Chris non aveva più parlato neanche con i suoi amici. Certo, ogni tanto si erano incrociati nei corridoi, e loro l’avevano sempre salutato con strane espressioni in viso, espressioni che si sarebbero potute definire di empatia. Però nulla di più: per questo la presenza del biondino e la sua domanda resero Chris non poco curioso.

-Certo.- disse, per poi seguire Chord verso il corridoio.

-Senti, so che le cose sono molto complicate anche se Darren non vuole dirci tutto. Ma io… io voglio vendicarmi di quei mostri, e so che tu sei l’unico che potrebbe volermi aiutare.-

Chris rimase sinceramente stupito: non tanto dalle parole del ragazzo, ma quanto dal fatto che erano molto, molto vere. Nonostante tutto, aveva ancora voglia di dare una lezione ai tre bulli, che se l’erano cavata con qualche punto sottratto e una punizione per ciascuno.

Annuì per mostrare il suo interesse, squadrando l’altro con fare indagatorio.

-Che cosa avevi in mente?-

*****************

 

-Darren, è tutto inutile. Dannazione, tu stesso mi hai fatto guardare Spiderman almeno tre volte. Il tuo piano non è affatto misterioso come credi.-

Harry e Darren erano seduti sulle poltrone nella sala comune, che era quasi vuota poiché in molti avevano approfittato della bella giornata.

-Non è un piano. E’ semplicemente una decisione che ho preso, e vorrei che tu la rispettassi.-

Darren non aveva trascorso più di tre giorni in infermeria; una volta rimessosi completamente, almeno per quanto riguardava il suo fisico, i suoi amici l’avevano scortato in dormitorio, camminando come una falange di battaglia per evitargli sguardi indagatori e domande inappropriate da parte degli altri studenti.

Ma il Darren che era tornato nella torre non era lo stesso che l’aveva lasciata, e tutti se ne accorsero ben presto. Il moro passava tutto il tempo con i suoi amici, in silenzio, a contemplare il vuoto, e Harry di notte l’aveva sentito piangere almeno due volte.

-Io la rispetto, ma ti fa soffrire, lo vedono tutti. E non fa soffrire solo te.-

-Meglio questa sofferenza passeggera, che danni irreparabili. Sto cercando di fare la cosa giusta.-

Anche il tono del grifondoro era apatico: era come se stesse ripetendo ancora una volta parole che aveva già detto a se stesso per convincersi di non stare commettendo un errore.

In quel momento, il ritratto nella parete si aprì per far entrare Dianna, splendente come al solito, di ritorno dalla biblioteca. La ragazza si diresse verso di loro, salutando il suo fidanzato (che non  doveva più nascondere) con un lieve bacio sulle labbra.

-Allora, che fate di bello?-

-Harry non vuole farsi gli affari suoi.-

Sia Dianna che Harry guardarono Darren con sguardi di rimprovero. Lui non sembrò farci caso; semplicemente, sospirò pesantemente, per poi stendersi e coprirsi il viso con una mano.

-Noi siamo solo preoccupati per te, Dare.-

Disse la ragazza, addolcendo il suo tono.

Darren tornò a sedere. –Si. Lo so.- disse a mezza voce, per poi fissare lo sguardo sul pavimento. –Hai.. hai visto Lea?-

-Si, ho passato tutto il pomeriggio con lei, ma visto che dubito che tu me lo stia chiedendo per informarti sulla storia tra lei e Cory, sappi che non ti dirò quello che vuoi sapere.-

Darren imprecò a bassa voce.

-Per favore, Dianna. Non l’ho più visto da almeno una settimana, e so che sono stato io a dirgli di evitarmi, ma pensavo che avrei continuato a incrociarlo almeno a pranzo o…-

-Non sta molto meglio di quanto stia tu, Dare. E di certo non mi stupisce. Se fossi al posto suo…-

-Si, lo so, se fossi al posto suo mi avresti già fatto a pezzi e dato in pasto a un Ungaro Spianto. E’ stato abbastanza chiaro la terza volta che me lo hai detto.-

Grugnì Darren, guardando la ragazza con fare oltraggiato.

-Sono solo preoccupato per lui. Per quanto possa sembrarvi assurdo, sto facendo tutto questo solo perché ci tengo molto, a lui.-

Detto questo, il ragazzo si alzò per dirigersi verso il dormitorio, ma venne bloccato da una figura determinata proprio prima che il suo piede toccasse il primo scalino.

-Darren. Ho saputo che stai meglio.-

Naya stava usando di nuovo il suo tono calcolatore da capitano della squadra.

-Mi aspetto che tu faccia un allenamento straordinario questa settimana, e domenica sarai in perfetta forma per la partita.-

Già, Darren aveva completamente dimenticato la partita. Grifondoro contro Serpeverde, giusto un bel modo per vendicarsi dei ragazzi che lo avevano assalito.

***************

Chris si stupì di quanto il piano di Chord fosse perfetto: non che avesse mai dubitato delle capacità del ragazzo, ma mai aveva sospettato che tali doti di stratega si nascondessero dietro i muscoli e il sorriso da  capogiro.

Certo, il piano comprendeva il dover infrangere almeno due o tre regole, ma questo lo redneva solo più eccitante. E Chris aveva davvero bisogno di distrarsi, almeno per un po’.

Per sua fortuna, conosceva diversi Serpeverde molto bene, che sapeva l’avrebbero aiutato volentieri. Più volte i suoi amici si erano lamentati di dover essere etichettati per il comportamento inaccettabile di pochi: Chris era certo che anche loro avrebbero voluto dargli una lezione.

Fu così che la mattina seguente, una volta terminata la lezione di Difesa contro le arti oscure, ai avvicinò a Kevin e Jenna.

Kevin, un ragazzo solare che aveva sempre adorato Chris, lo saluto con un abbraccio.

-Ehi, amico! Ho saputo di quello che è successo.. . era un tuo amico, giusto? Mi dispiace così tanto!-

Jenna annuì, e accarezzò la spalla di Chris in segno di conforto.

-Si, è stata un’esperienza traumatica… e avrei bisogno di chiedervi un favore in proposito.-

I due ragazzi ascoltarono attentamente mentre Chris spiegava loro il piano nei minimi dettagli.

-Quindi… vorreste impedire loro di partecipare alla partita?-

-E chiuderli in una stanza piena di mollicci?-

Chris tentò di resistere di fronte allo scetticismo dei suoi amici, ma  annuì.

-Si, per questo lo sto dicendo a voi. Quello che hanno fatto non dovrebbe avere ripercussioni sull’intera squadra… Jenna, tu sei il capitano, puoi trovare dei rimpiazzi e non dire niente?-

La ragazza sembrava incerta.

-Posso farlo, Chris, perché anch’io credo che meritino una lezione. Però, credo che questo sia….-

***********

-…il piano più assurdo che io abbia mai sentito! Ma dico, hai sbattuto la testa per caso?-

Chord sapeva che non sarebbe stata una buona idea raccontare i dettagli del piano a Harry, ma in che altro modo avrebbe potuto convincerlo ad andare a caccia di mollicci con lui?

-E Chris che ti ha dato retta! Questa cosa deve fermarsi subito, prima che vi scappi dalle mani! Come pensavate esattamente di convincerli a seguirvi in una stanza?-

Harry non era solo stupito, era decisamente isterico.

-Con… un incantesimo?-

Borbottò Chord. Improvvisamente, si stava accorgendo che il suo piano aveva più di una falla.

Il suo amico si alzò all’improvviso, diretto verso l’uscita.

-Dove stai andando?-

-Devo fermare Chris, prima che faccia qualche stupidaggine.-

**********

-Quindi mi ha chiesto se mi piacerebbe andare insieme alla partita, domenica! Non è un tesoro?-

Chris davvero non ne poteva più delle parole della sua migliore amica, ma annuì fingendo interesse.

Per fortuna, vennero interrotti quando Harry si avvicinò al loro tavolo.

-Chris, devo parlarti—

Disse con urgenza, e Chris non aspettò neanche un secondo prima di seguirlo fuori dalla sala grande.

-Chord mi ha detto del piano, e dovete lasciar perdere. E’ troppo rischioso, e non ne vale la pena.-

Chris sentì la rabbia montare piano dentro di lui. Era stufo delle persone che gli dicevano cosa dovesse fare. Strinse le mani a pugno.

-Invece ne vale la pena. Quei bastardi non hanno pagato affatto per quello che hanno fatto.-

Harry capì che la situazione era più delicata del previsto.

Si avvicinò, e fece per poggiare una mano sulla spalla di Chris, che però si sottrasse prontamente al contatto.

-Tu non sai… nessuno sa quanto sia difficile per me stare qui e guardare quei mostri comportarsi come se nulla fosse. Io li ho visti, Harry. Li ho visti mentre… mentre lo prendevano a calci, ridendo e insultandolo. Mentre lui era steso in una pozza del suo stesso sangue.-

Harry si irrigidì mentre il viso di Chris iniziava a rigarsi di lacrime. La voce del Corvonero rimaneva inquietantemente calma.

-Non ho potuto fare niente, niente di quanto avrei voluto. Avrei potuto usare un Crucio senza pentirmene. Avrei voluto prendergli a pugni fino a cancellare i ghigni di scherno dalle loro facce. E invece ho solo potuto stringere Darren mentre era tanto spaventato da tremare. E adesso lui non vuole neanche vedermi, quindi ho pensato che sarebbe stato dannatamente facile tenere la mente occupata con uno stupido piano per vendicarmi. –

Chris restò immobile, le lacrime ancora copiose  sul suo viso, mentre le mani si serravano in pugni sempre più stretti.  Harry era rimasto senza parole.

Nessuno di loro si accorse della figura che li aveva ascoltati nascosta dietro le ampolle contenenti i punti delle case. La figura che ora si stava sforzando di trattenere le lacrime.

**********

La mattina della partita, Darren si svegliò con un gruppo in gola. Negli ultimi giorni non era riuscito a dormire, e i suoi sogni erano popolati dai ragazzi che lo avevano attaccato, e da Chris.

Si svegliava spaventato e accaldato, a volte con il volto rigato di lacrime. Una volta era stato Chord a scuoterlo finché non era tornato alla realtà, perché era stato spaventato dalle urla dell’amico.

Il problema era che sognava quei ragazzi mentre attaccavano Chris, non lui. E non poteva fare niente per fermarli mentre lo colpivano e lui gridava il suo nome in cerca d’aiuto.

La partita imminente non era di alcun aiuto: di certo non si sentiva in forma, e prendere il boccino sarebbe stato più difficile che mai. Con riluttanza, si preparò e scese a colazione insieme a Harry, Chord e Dianna.

I due ragazzi non la smettevano di discutere sottovoce a proposito di qualcosa che volevano tenere nascosto, e Darren pensò che probabilmente aveva a che fare con il piano per il quale aveva sentito discutere Harry e Chris.

Dianna si affiancò a lui, aggrappandosi al suo braccio. Si sporse appena per posare un lieve bacio sulla sua guancia.

Darren sorrise appena.

-Mi manchi.- disse piano la ragazza, appoggiando la testa sulla sua spalla. –Devi permettere a te stesso di essere felice, Dare.-

Darren non rispose, ma semplicemente strinse la mano dell’amica.

-Ho troppa paura, Di.-

*****************

Chris, Lea e Cory presero posto sugli spalti. I due piccioncini non la smettevano di scambiarsi sguardi adoranti tutto il tempo, e Chris aveva un principio di nausea fin dal mattino presto. Per fortuna, Amber li individuò tra la folla, e si diresse verso di loro.

-Ciao ragazzi! Posso sedermi con voi?-

Chris annuì vigorosamente, facendo posto accanto a lui. Lea e Cory distolsero l’attenzione l’uno dall’altro giusto il tempo necessario a non apparire maleducati. Amber e Chris si scambiarono uno sguardo d’intesa.

La ragazza sorrise a Chris – Allora, va un po’ meglio? L’altro giorno eri così triste che hai reso triste anche me.-

Disse prendendo la mano del ragazzo.

Chris sospirò piano, e poi annuì.  Di certo Amber non avrebbe mai sospettato che stava mentendo.

Ogni pensiero svanì improvvisamente dalla sua mente quando il cronista (un ragazzo del terzo anno che Chris non conosceva) annunciò l’entrata delle squadre in campo.

Le figure colorate sfrecciarono in campo a bordo delle loro scope, e Chris individuò subito Darren, magnifico nella divisa, lo scarlatto del mantello che faceva risaltare i suoi lineamenti (come se non fosse sempre magnifico, si disse Chris con tono sprezzante).

La partita iniziò, e Chris non potè fare a meno di seguire ogni movimento di Darren, mentre il grifondoro girovagava per il campo in cerca del boccino. Notò con estremo disappunto che anche i tra serpeverde che l’avevano aggredito sembravano seguire Darren attentamente, e la cosa non fece altro che innervosirlo.

La cacciatrice dei grifondoro riuscì a portare un tiro a segno, guadagnandosi l’esultanza di tutta la sua tifoseria, mentre faceva un giro di campo celebrativo. Ma gli altri approfittarono della confusione.

Nel parapiglia generale, Chris vide tutto chiaramente davanti ai suoi occhi: uno dei bulli che aveva attaccato Darren, il più grosso, che era un battitore, si avvicinò con destrezza ad un bolide vagante; dopo aver preso la mira, lo spedì esattamente contro Darren che, ignaro, stava esultando con i suoi compagni di squadra.

-Darren! Attento!- gridò Chris, ma inutilmente. Il bolide colpì il grifondoro solo di striscio, ma fu abbastanza per disarcionarlo.

-Chris, fermo! Dove credi di andare??-

Chris aveva già preso a correre verso il campo, le voci di Amber e Lea lontane dietro di lui, mentre Darren stava precipitando inesorabilmente. Concentrandosi il più possibile, Chris estrasse la bacchetta per rallentare la caduta con un incantesimo. Quando mise piede in campo, diversi professori avevano fatto lo stesso, e le due squadre erano scese a terra. Darren si rialzò velocemente (l’incantesimo di Chris aveva davvero funzionato) e si diresse verso i suoi aggressori che facevano finta di nulla, in disparte.

-Cosa diavolo ti è saltato in mente?- disse, rivolgendosi a quello che ancora brandiva la mazza.

Il Serpeverde lo guardò sprezzante, per poi voltarsi verso i suoi amici.

-Ohhh, ora è coraggioso, mentre l’ultima volta non faceva che piagnucolare!-

Chris non ebbe bisogno di ulteriori impulsi. Con un coraggio e una forza che non sapeva di possedere, si fece largo tra il gruppo attonito di persone che lo divideva da Darren e i serpeverde, e colpì quello che aveva parlato con un pugno dritto sul naso. Il ragazzo gridò per la sorpresa e il dolore, portandosi le mani sul viso, mentre i suoi amici si diressero minacciosi verso Chris. Darren si mise in mezzo e ne colpì uno, prima che alcuni professori e alcuni membri delle due squadre intervenissero a separarli.

All’improvviso, Chris tornò ad essere cosciente di quanto lo circondava: la folla era incredula e molto rumorosa, e qualcuno vicino a lui continuava a gridare.

Una mano forte afferrò il suo braccio, e venne trascinato via.

************

Il professor O’Malley continuava a guardarli con espressione seria e accigliata.

Chris e Darren erano entrambi seduti nel suo ufficio, di fronte alla sua scrivania. All’inizio, il professore era stato gentile. Aveva detto loro che quello che avevano fatto era stato un errore, e che non bisogna rispondere alla violenza con ulteriore violenza, ma che se la sarebbero probabilmente cavata con una punizione. Inoltre, aveva aggiunto che capiva cosa li avesse spinti ad agire in quel modo.

Questo, finché Chris non aveva iniziato ad urlargli contro.

Darren non aveva mai visto Chris arrabbiato, e si augurò di non doverlo vedere mai arrabbiato con lui. Il volto dell’amico era diventato rosso, una vena gonfia sul collo e i capelli in disordine per la foga (e ok, Darren doveva cercare di darsi una calmata, perché per quanto sexy Chris apparisse in quello stato, non ero il momento di fare certi pensieri), mentre gridava al professore che era tutta colpa sua, e che se solo avesse preso provvedimenti più drastici la prima volta nulla di questo sarebbe accaduto. Aveva urlato così forte che il professore era davvero rimasto pietrificato, all’inizio. Poi gli aveva intimato di clamarsi e mettersi a sedere.

-Non è certo questo il tono con cui ci si rivolge ad un professore, Mr Colfer!-

Disse, mentre Chris faceva del suo meglio per fissare un punto imprecisato sulla scrivania.

-Non so cosa sia accaduto ultimamente, ma non credo sia nulla di buono. Il suo comportamento e il suo rendimento sono sempre stati dei migliori; non mi sembra molto astuto cercare di autosabotarsi a questo punto, quando manca così poco alla fine della scuola!-

Darren si sentì immensamente in colpa.

-Bene, credo che a entrambi farà bene schiarirsi le idee mentre aiuterete la signorina Lynch. Per tre giorni. Potete andare, non ho altro da dirvi.-

Senza ulteriori commenti, entrambi uscirono dall’ufficio del professore.

-A quanto pare devo ringraziarti. Mi ahi salvato la vita, di nuovo.-

Darren non osò alzare gli occhi. Il professore aveva chiesto a Chris cosa fosse accaduto, e lui aveva confessato di aver fatto l’incantesimo.

Chris annuì brevemente, e poi continuò a camminare se nza degnarlo di uno sguardo.

Darren rimase per un secondo stupito, immobile.

-Chris! Chris! Aspetta!-

Ma il corvonero non si fermò, anzi procedette ad affrettare il passo.

Darren prese a correre e finalmente fu al suo fianco. Cercò di farlo voltare posando una mano sul suo braccio.

-Che succede?-

Chris si voltò di scatto, e diamine, sembrava anche più arrabbiato di prima.

-Che succede? Che succede, Darren? Succede che sono stufo! Mi hai detto di evitarti, è quello che sto cercando di fare, anche se a quanto pare è dannatamente difficile!-

-Chris, mi dispiace, i-

-Oh, ti dispiace! Anche a me dispiace, mi dispiace così tanto che per una settimana non ho fatto altro che piangere! Così tanto che avrei voluto uccidere quel tizio! E ora, se permetti, ho solo voglia di cercare di dimenticare tutto questo finché posso! –

Chris accelerò ulteriormente il passo, lasciando dietro di sé un incredulo Darren.

************

-Questa storia sta diventando ripetitiva.-

Disse Chord, una volta che Darren ebbe spiegato tutto.

La partita era stata annullata, causando le ire di Naya e le proteste del pubblico. I grifondoro, però, erano affezionati al loro cercatore, e non avevano preso molto bene il secondo attacco nei suoi confronti nel giro di così poco tempo.

-Dovreste cercare di parlare senza urlarvi contro.-

-Non servirebbe a niente. Li hai visti, Dianna. Non si fermano di fronte a nulla. Cosa pensi che succederebbe se io e Chris ce ne andassimo in giro mano nella mano per i corridoi? Potrebbero fargli del male, e non me lo perdonerei mai.-

-Dico soltanto che non puoi decidere da solo e aspettarti che a lui stia bene. Ha tutto il diritto di avercela con te. E inoltre, mi sembra che abbia dimostrato di essere più coraggioso di quanto pensi. –

Darren fissò il camino vuoto senza rispondere. Il vociare nella sala comune non faceva che aumentare il suo fastidioso mal di testa. Per fortuna, il bolide gli aveva lasciato solo una botta sul braccio, di cui la signorina Meys si era occupata in ben poco tempo.

-Inoltre- Tutti si voltarono, sorpresi di sentir parlare Harry. –non vedo perché tu debba preoccuparti dello stringere la sua mano in pubblico. Forse l’hai dimenticato, ma è possibile avere una relazione anche senza che lo sappia tutta la scuola, e io e Dianna ne siamo la prova vivente.-

***********

Chris si avviò di malavoglia verso la biblioteca. In circostanze normali, non sarebbe neanche stato scontento di una punizione simile, anzi. Però avrebbe dovuto passare due ore solo con Darren dentro una stanza, e la cosa non era esattamente d’aiuto al suo piano per dimenticare il grifondoro.

Quando arrivà alla cattedra della signorina Lynch, la donna lo accolse sorridente. Adorava Chris, e sembrò seriamente dispiaciuta riguardo la faccenda. Stava appunto spiegando che si sarebbero occupati di sistemate parte dell’archivio quando Darren arrivò, di corsa.

-Mr Criss. Un comportamento come al solito ineccepibile, il suo.-

Disse con sarcasmo e freddezza la donna. Darren abbassò gli occhi, mormorando delle scuse.

-Bene, vorrà dire che eseguirà il suo lavoro senza la mia spiegazione. Mr Colfer, dirigetevi pure nell’archivio e iniziate, verrò a chiamarvi tra due ore.-

Le due ore più lunghe della mia vita, pensò Chris sconsolato.

***********

Non appena furono dentro la stanza, Darren si assicurò che la porta fosse chiusa dietro di sé.

Chris lo guardò dubbioso: che aveva intenzione di fare?

-Dobbiamo parlare, Chris, e a quanto pare avremmo parecchio tempo senza essere disturbati. –

-Non puoi forzarmi a parlare.-

Darren sospirò. –E’ vero, non posso. Ma tu non puoi impedire a me di farlo, e in tal caso ti toccherà ascoltarmi.-

Chris si rassegnò al suo destino. Fece finta di nulla, sfogliando un impolverato indice per vedere da dove iniziare, mentre in realtà tutta la sua attenzione era per Darren.

-Mi dispiace. Mi dispiace tanto, per tutto, non so neanche da dove iniziare a scusarmi. E’ evidente che questa storia del non vederci non funziona affatto. Io sto male, e credo che lo stesso valga per te.-

Chris alzò lo sguardò per ritrovarsi Darren improvvisamente molto vicino.

-Ora, io non voglio chiederti nulla. Ti prego, soltanto, di perdonarmi. E so che magari rifiuterai, ma ecco…  Vorrei davvero far tornare le cose come erano prima. Mi sembra di aver rovinato tutto, e non riesco a sopportarlo. Sembra assurdo, perché neanche ci conosciamo da molto tempo, ma mi manca il mio migliore amico.-

Quelle parole colpirono Chris dritto al cuore.

-Non dico che sarà semplice. Ovviamente all’inizio tutto sarà un po’ strano, ne sono sicuro. Ma possiamo farcela. Non voglio rinunciare alla nostra amicizia.-

Darren sembrava convinto. Convinto nel proporre a Chris un accordo potenzialmente suicida, che comprendeva l’ignorare i sentimenti che entrambi provavano (ed entrambi sapevano essere reciproci), per cercare di recuperare la cosa più importante che avevano distrutto.

Chris si chiese perché non ci avesse pensato lui stesso.

-Sono stato molto arrabbiato negli ultimi giorni, e per la maggior parte ero arrabbiato con te. Poi ho capito che era inutile e impossibile: a quanto pare non riesco ad odiarti per più di qualche secondo. La cosa che veramente mi faceva stare male era il non poterti parlare, non poter passare del tempo con te. So che me ne pentirò quasi sicuramente, ma credo tu abbia ragione. Anche a me manca il mio migliore amico.-

Non appena ebbe finito di parlare, Darren non potè trattenersi, e lo strinse in un abbraccio. Entrambi fecero del loro meglio per far sì che l’abbraccio restasse un innocente gesto d’affetto tra amici e nulla di più, ma quando si separarono tutti e due erano arrossiti.

-Pensavo che mi avresti urlato contro di nuovo. Sei davvero terrificante, quando lo fai.-  e anche incredibilmente sexy, aggiunse mentalmente Darren.

-Buono a sapersi.- Disse Chris con tono mellifluo, per poi aggiungere timidamente –Ehm… Dare…. Cosa facciamo riguardo… ehm, l’altra cosa?-

Si guardarono intensamente negli occhi e Chris capì che Darren sapeva a cosa si stesse riferendo.

-Io… forse sarebbe meglio non parlarne adesso. Ho bisogno di tempo per capire un po’ di cose.-

Chris annuì lievemente. Tempo. Poteva concedere del tempo.

Magari avrebbe fatto bene anche a lui.

 

 

Bene, anche oggi mi sento in dovere di aggiungere una piccola nota. Allora, diciamo che questo capitolo, per quanto possa sembrare un concetto assurdo, si è “scritto da solo”. Quello che voglio dire è che era un capitolo di passaggio che ha finito per allungarsi e allungarsi, e non sono neanche del tutto convinta che mi piaccia tutto quello che ci ho messo. Alcune cose magari vi sembreranno ripetitive e altre molto, molto potteriane (la storia del bolide, per esempio), e fino alla fine avevo intenzione di terminarlo in modo diverso, ma mentre facevo parlare Darren e Chris ho capito che prima di tutto dovevano recuperare la loro amicizia. Spero davvero che il capitolo non deluda nessuno, e, in caso accada, fatemelo sapere! Ditemi cosa vi piace o non vi piace, e se c’è qualcosa che avete letteralmente odiato.  Ho cercato di aggiornare con un po’ di anticipo, spero vi abbia fatto piacere! Alla prossima,

Baci

Sara

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo nono ***


Salve =)

So che questo capitolo arriva con un leggero ritardo, ma mi spiace, sono stata leggermente impegnata! Volevo dirvi che siamo quasi arrivati alla fine della storia, non credo manchino più di due/tre capitoli (e sinceramente mi dispiace, è stata davvero una bella esperienza per me!).  Buona lettura!

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Capitolo nono

 

 

-Chris, sarà la serata più bella di sempre! E’ da settembre che ci stiamo lavorando, e so che sarà perfetta!-

Lea aveva assunto il suo consueto stato di euforia da fine anno, in questo caso amplificato ulteriormente da due eventi che stavano rendendo la vita di Chris un inferno: il primo era il fatto che la sua migliore amica e Cory erano finalmente una coppia ufficiale, il che significava cronache non-stop di ogni singola parola si scambiassero; il secondo era la serata che Lea e un altro gruppo di ragazze eccessivamente esaltate avevano iniziato a pianificare fin dall’inizio del loro ultimo anno.

-Sai cosa mi piaceva di Hogwarts, prima che tu la rovinassi?-

Lea scosse la testa, il suo umore intatto anche di fronte al tono sarcastico dell’amico.

-Il fatto che fosse immune dall’avere un ballo scolastico a cui nessuno vuole veramente partecipare, ma che alla fine è frequentatissimo perché è da sfigati non andarci-

Lea lo colpì sulla spalla.

-Ouch! Che c’è? E’ la verità!-

-Sono tutti entusiasti all’idea del ballo! Anzi, sei il primo che sento lamentarsi!-

-Forse perché non è esattamente facile, per me, partecipare.-

Lea cambiò espressione in un lampo: chiaramente non aveva pensato a tutte le implicazioni che la serata avrebbe comportato per Chris.

-Potrebbe…. Potrebbe essere un’ottima occasione per, sai… insomma, sistemare le cose con Darren. Una volta per tutte.-

Chris le riservò uno sguardo glaciale.

-Oh, certo! Perché non ci ho pensato prima! Dovrei proprio proporre al ragazzo che mi piace, che è stato aggredito due volte solo per essere stato visto in mia compagnia ed è di conseguenza terrorizzato, di andare al ballo insieme e diventare una coppia quando tutti potranno vederci!-

-Ehm.. forse hai ragione.-

******************************

-Ragazzi, potreste evitare di essere così sdolcinati? Mi state facendo venire il diabete!-

Darren se ne stava sdraiato su una poltrona della sala comune, mentre Harry e Dianna continuavano a provare passi di danza davanti al caminetto spento, scambiandosi parole dolci e qualche bacio ogni tanto.

-Da quando in qua sei contrario alle manifestazioni d’affetto?-

-Da quando avvengono davanti ai miei occhi e io non ho nessuno che le riservi a me.-

Disse Darren, sfoderando la sua più collaudata espressione da cane bastonato che funzionava nel 99% dei casi.

-Awww, il povero piccolo Darren ha bisogno di coccole?-

Dianna si liberò dalla stretta del suo fidanzato, per sedersi sul divano e abbracciare Darren.

-Ahi! Non così forte! Così mi fai male!-

Darren cercò di contrastare l’attacco di Dianna, che ora, a peso morto sopra di lui, aveva iniziato anche a fargli il solletico. Con uno scatto di cui andò orgoglioso, riuscì a mettersi seduto e ad afferrare i polsi della ragazza.

-Umpf. Va bene, va bene. Mi fermo.-

Disse lei, non prima di avergli piantato un umido bacio sulla guancia.

Per tutta risposta, Darren fece gran mostra del gesto di ripulirsi il viso, per poi mettersi in un angolo del divano, a braccia conserte.

Dianna gli riservò un’espressione indignata.

-Harry! Darren si comporta come un bambino di cinque anni e rifiuta il mio affetto solo perché vorrebbe riceverlo da qualcun altro. –

Harry rise e si accoccolò vicino alla sua ragazza, mentre Darren si limitò a grugnire.

Era passata qualche settimana dal giorno in cui lui e Chris avevano deciso di tornare ad essere amici, e le cose si facevano ogni giorno più difficili.

Perché ogni volta che avevano una conversazione, Darren non riusciva a concentrarsi, troppo distratto dall’impulso di far tacere Chris in modi ben poco ortodossi.

Perché non riusciva a non fissare le labbra dell’amico, e in un paio di occasioni la cosa era stata tanto palese da diventare imbarazzante per entrambi.

La frustrazione lo stava pian piano uccidendo, e vedere i suoi amici fare quello che lui stesso avrebbe tanto voluto fare con Chris (insieme a una quantità di altre cose un po’ meno innocenti) era stata la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.

-Comunque sia, Dare, dobbiamo allenarci per il ballo. Non voglio pestare i piedi al mio ragazzo davanti a tutta la scuola.-

-Pfft, hai sempre detto che eri grata di non dover andare a nessun ballo!-

-Questo quando pensavo che sarei dovuta essere la tua accompagnatrice!-

Darren, se possibile, si incupì ulteriormente.

-Non sarebbe… ecco, non potresti invitare Chris?-

-Con tutte quelle persone? E se dovessero aggredirci? Non potrei mai perdonarmelo!-

-Ma ci saranno moltissimi professori! Non penso oserebbero tanto!-

Insistette Harry.

-Bè, anche alla partita c’erano molti professori. Non mi sembra che la cosa li abbia fermati.-

Harry e Dianna si scambiarono uno sguardo preoccupato, entrambi dispiaciuti di non poter fare nulla per aiutare il loro amico.

****************

Chris decise che, sebbene invitare Darren al ballo sarebbe stato oltremodo indelicato, il contrario avrebbe rappresentato la situazione ideale. Non che morisse dalla voglia di rinchiudersi in una stanza afosa insieme ad altri duecento adolescenti esaltati, ma le cose avevano davvero bisogno di una scossa.

Per quanto la loro amicizia fosse tornata ad essere splendida, c’era sempre una strana atmosfera, quasi elettrica, specie quando si ritrovavano ad essere lui e Darren da soli.

Atmosfera che Chris cercava di spezzare con battute e il suo solito sarcasmo, ma che lo stava facendo letteralmente diventare pazzo.

-Sai, credo che per una volta Lea abbia avuto una buona idea. Questo ballo sembra essere grandioso.-

Darren non alzò gli occhi dal libro sul quale era chino, ma Chris vide chiaramente la sua fronte corrugarsi.

Con voce esitante, rincarò la dose: -Sarebbe molto bello andarci. Tutti sono così felici, e subito dopo avremo gli esami, quindi sarà l’ultima occasione per rilassarci.-

-Come se gli esami fossero un tuo problema- lo prese in giro Darren, un sorriso sghembo sul viso.

-Certo che lo sono!-

Darren sbuffo incredulo, e Chris si ritrovò, per l’ennesima volta, ad essere catturato dallo sguardo e dal viso del ragazzo. Era bello starsene così, nel parco, seduti vicini approfittando delle belle giornate, mentre ognuno lanciava sguardi che sperava l’altro non cogliesse.

Chris stava appunto approfittando della distrazione dell’amico per fissarlo giusto un po’ più a lungo, quando una voce che gridava il suo nome lo riportò alla realtà.

-Chris! Chris! Ti ricordi che ti avevo parlato di una sorpresa? E’ qui! –

La ragazza stava correndo verso di loro, esaltata come poche volte Chris l’aveva vista, e dietro di lei un’altra figura cercava invano di stare al suo passo, figura che Chris non riusciva bene ad identificare.

-Jonathan è qui! Non è fantastico?-  In quel momento, grazie anche al fatto che i due erano sempre più vicini, Chris riconobbe Jonathan Groff appena dietro la sua migliore amica.

Lea arrivò accanto a loro, e riprese fiato, mentre Jonathan stava ancora camminando.

-Sapevo che avrebbe accettato! Per il ballo, ho proposto di invitare gli studenti più meritevoli degli ultimi anni, e lui non se l’è fatto ripetere due volte!-

-Come potevo farmi sfuggire l’occasione di rivedere la mia migliore amica?-

Disse il ragazzo quando finalmente li raggiunse.

Chris notò che gli anni gli avevano decisamente fatto bene: Jonathan era sempre stato un bel ragazzo, ma ora la sua bellezza era decisamente evidente, e risplendeva negli occhi brillanti, nei capelli leggermente più lunghi che in passato, e in generale nel suo aspetto e portamento sicuro.

Jonathan sorrise e fece per stringere la mano a Chris, che ricambiò subito il gesto. Poi si voltò verso Darren, incerto.

-Ah, lui è Darren.-

Solo in quel momento Chris si voltò verso il suo amico, e mentre i due ragazzi si stringevano la mano, notò l’espressione impassibile che pervadeva i lineamenti del Grifondoro.

**************

Quella sera, nella sala comune, Chris, Lea E Jonathan si ritrovarono seduti vicini, a scambiarsi aneddoti. Lea, ovviamente, aveva aggiornato Jonathan su tutta la storia con Cory, raggiungendo il picco della felicità quando aveva raccontato nei minimi particolari il modo in cui il tassorosso l’aveva invitata al ballo.

-Non vedo l’ora! Saremo splendidi insieme!-

-Già. Di sicuro.- commentò sarcastico Jonathan. –Chris, non credi che la mia migliore amica sia stata davvero gentile a trascinarmi qui, per poi lasciarmi andare al ballo da solo?-

Chris rise, mentre Lea diede uno schiaffetto a Jonathan. Il ragazzo non era mai stato molto aperto con Chris, ma sembrava voler recuperare: gli aveva rivolto molte domande e gli stava parlando come ad un vecchio amico. Di sicuro, pensò Chris, Lea gli aveva raccontato quanto era accaduto nelle ultime settimane.

-E tu, Chris, con chi andrai al ballo?-

-Ok, non credo che lea abbia perso l’occasione di raccontarti tutto, quindi….-

Jonathan sorrise –Già, tenere i segreti non è esattamente il suo forte.-

-Esatto. Bè, credo che ci andrò da solo o non ci andrò affatto. Ho provato a far capire a Darren che sarei felice se mi invitasse, ma non voglio forzare le cose. Forse non è ancora pronto, e ne ha tutto il diritto.-

Lea abbassò gli occhi, mentre Jonathan guardò Chris, comprensivo.

-Lo capisco, ma… non dovresti perderti la serata solo per questo. Sarebbe come dire che quei tizi hanno vinto, no?-

Chris sospirò. Jonathan non aveva tutti i torti: sebbene il ballo non fosse nelle sue priorità, rinunciarci avrebbe significato dimostrare che nascondersi era la cosa giusta da fare.

-Hai ragione, penso che finirò per venirci lo stesso.-

-Perché non ci venite insieme?-

Entrambi i ragazzi si voltarono di scatto verso Lea, che era rimasta stranamente silenziosa nell’ultima parte della conversazione.

-Oh, no, non intendo in quel senso! Solo come amici! In questo modo evitate di passare la serata da soli, e ci guadagnate entrambi!-

Chris rifletté per un secondo: l’idea non era poi così malvagia.

-E Darren?- disse, più a sé stesso che ai due amici.

Lea sorrise –Bè, non è che state insieme. E non sarebbe neanche un appuntamento. Dubito che se la prenderà per così poco.-

***************

Ok, Lea si sbagliava spesso, ma non si era mai sbagliata così tanto.

Quel pomeriggio, non appena Chris e Darren si erano incontrati per la loro solita sessione di studio nel parco, Darren aveva detto:

-Sai, Chris, ci ho pensato… questa cosa del ballo, non credo di voler andare. Sono indietro con lo studio, e non mi va di perdere una serata inutilmente.-

Cercando di nascondere il dispiacere, Chris aveva replicato:

-Oh, è… è un peccato. Sarebbe stato meglio se ci fossi stato anche tu.-

-Mi dispiace che tu debba andarci da solo. Sarà uno strazio subirsi Lea e Cory tutta la serata!-

Chris rise nervoso: era il momento della verità.

-Bè, ecco, veramente…. Non ci andrò da solo.-

Darren si bloccò sulle scale, un piede già pronto a toccare lo scalino davanti, ed un’espressione confusa stampata in volto. Velocemente, cercò di ricomporsi, per poi biascicare: -…Ah, no?-

-E’ stata tutta un’idea di Lea. Jonathan non aveva nessuno con cui andarci, e ha detto che se io non avessi partecipato, un giorno avrei potuto pentirmene… così ci ha consigliato di andare insieme.-

Darren deglutì rumorosamente, il viso improvvisamente molto, molto rosso. Riprese a camminare rapido, quasi incurante del fatto che Chris lo stesse seguendo o meno.

Da quel momento in poi, era stato cupo, e non aveva detto che poche parole. Chris credeva di capire cosa stava succedendo: Darren era arrabbiato (geloso? Suggerì una vocina dentro di lui, una vocina che sul momento decise di ignorare) ma sapeva di non averne alcun diritto: questo, probabilmente, era ciò che lo rendeva più furioso, e lo spingeva a chiudere i libri e a scrivere come se la pergamena gli avesse fatto un torto personale.

-Darren, che succede?-

Si decise finalmente a chiedere Chris, dopo che il Grifondoro aveva quasi spezzato una piuma, tanto la teneva stretta, imprecando sottovoce.

-Niente. Assolutamente niente.-

Era stata la replica, a denti stretti.

Improvvisamente, Darren aveva alzato la testa.

-Hai… hai intenzione di ballare, anche?-

Chris fece del suo meglio per trattenere una risata. Si sentiva leggermente in colpa per come stava reagendo l’amico, ma Darren in quello stato era decisamente adorabile.

-Bè, con il fatto che si tratta di un ballo e tutto… si, probabilmente si- rispose, cercando di mantenere un tono neutro.

Darren grugnì e tornò al suo libro.

-Dovrai fare attenzione.-

Disse, questa volta a voce molto più bassa, tanto che Chris si chiese per un attimo se avesse sentito bene.

-Che intendi dire?-

-Può essere pericoloso. Qualcuno potrebbe… bè, lo sai. Promettimi che farai attenzione.-

Quando Darren alzò gli occhi per guardarlo, Chris si rese conto che era davvero preoccupato.

Con la voce rotta dall’emozione, rispose, altrettanto piano:

-Lo prometto-

*************************

-Sono stato un idiota.-

-Mmm, quando, esattamente? Perché è una cosa che succede spesso, quindi faresti meglio a essere più specifico.-

Chord stava dedicando gran parte della sua attenzione ad una busta di dolci non meglio identificata, mentre se ne stava disteso su un divano della Sala comune. Dianna era seduta ad un tavolo vicino, intenta a fare i compiti, mentre Harry leggeva seduto sul tappeto. Tutti alzarono gli occhi quando Darren si unì a loro.

-Ah ah ah, davvero divertente, Chord.-

-Che è successo? Fammi indovinare, riguarda forse Chris?-

-Si.- sospirò Darren –Avrei dovuto chiedergli di andare insieme a quello stupido ballo. E’ abbastanza ovvio che quello che proviamo è reciproco, e, in fin dei conti, manca davvero poco alla fine dell’anno. Non ci sarebbero state ripercussioni. Sono un idiota.-

-Bè, per quanto non mi sentirei di negare la tua ultima affermazione, non capisco: manca ancora qualche giorno al ballo, non puoi chiederglielo ora?- chiese Harry.

Darren scosse la testa: -No. Ora ci andrà con Jonathan Groff. E so benissimo come andrà a finire: Jonathan è più bello di me, e non è mai corso a nascondersi, quando gli altri hanno scoperto la verità su di lui. Chris finirà per capire che stare con lui sarebbe mille volte meglio, e io avrò perso la mia occasione.-

I suoi amici lo guardarono straniti.

-No, davvero, parli sul serio?- disse Chord incredulo –Perché sembri una ragazzina di 12 anni alla sua prima cotta. Una pazza ragazzina di dodici anni.-

-Ma è la verità! E’ così che andrà a finire, ed è tutta colpa mia!-

Dianna sospirò sconsolata.

-Prima di tutto, non hai nessuna colpa. E’ normale avere qualche dubbio dopo quello che ti è successo, e non credo che Chris ti abbia mai biasimato per questo. Poi, credi sul serio a quello che stai dicendo? Chris passa metà del suo tempo a guardarti come se stesse facendo di tutto per trattenersi dal saltarti addosso- (Darren arrossì furiosamente) –quindi dubito che una serata passata con un altro ragazzo possa fargli cambiare idea.-

Darren cercò di darsi un contegno –Quindi che dovrei fare? Aspettare che il ballo passi e fare finta di niente?-

Dianna sorrise maliziosa –Non ho mai detto questo.-

***************

Chris sbuffò di impazienza mentre Lea finiva di truccarsi.

-Ne avrai ancora per molto? Vorrei arrivare almeno per il dolce-

Lea lo ignorò.

-Anche tu avresti passato due ore a prepararti, se la serata fosse stata importante per te!-

Chris non poté negarlo: non era mai stato eccessivamente attento ai vestiti e all’aspetto esteriore in genere, ma se ad accompagnarlo al ballo, quella sera, fosse stato Darren, invece di Jonathan, probabilmente avrebbe impiegato ben più di dieci minuti prima di essere pronto.

-Si, ma non è come se dovessi fare colpo su Cory! Non so se te ne sei accorta, ma visto che passate la metà del tempo l’uno contro le labbra dell’altro, quella parte ti è già riuscita abbastanza bene.-

Fingendo indignazione, la ragazza abbandonò finalmente lo specchio, e insieme scesero nella sala comune.

Jonathan era fermo ad aspettarli, splendido in un abito blu cobalto che risaltava i suoi lineamenti. Chris gli sorrise sinceramente.

-Oh, ragazzi, siete così carini! Perché non mi è mai venuto in mente di provare a combinare qualcosa tra voi due?-

I ragazzi risero, e Chris aggiunse, sarcastico: -So che non è elegante fartelo notare, ma non sei esattamente un’esperta come Cupido. Posso testimoniarlo.-

Lea prese il braccio di Jonathan e fece la linguaccia a Chris.

-Taci! Se non fosse stato per me, non avresti mai rivolto più di due parole a Darren!-

-Oh, giusto. E infatti stiamo insieme e vivremo per sempre felici e contenti, giusto?-

La ragazza lo guardò con aria di superiorità, per poi esclamare:

-Quello è solo questione di tempo-.

********************

La sala grande era gremita; i tavoli che di solito la occupavano erano spariti, e ora ce n’erano due contro le pareti che ospitavano uno dei banchetti più sontuosi che Chris avesse mai visto.

Lea e Cory erano rimasti attaccati non appena si erano incontrati; sebbene all’inizio la conversazione tra Chris e Jonathan era stata un po’ forzata, ben presto si erano rilassati e, seduti ad uno dei piccoli tavolini che riempivano un lato della sala, stavano sorseggiando del succo di zucca.

-Questo ragazzo ti piace davvero, non è così?-

Preso alla sprovvista dalla domanda a bruciapelo, Chris si voltò di scatto a guardare il suo accompagnatore.

-Si. Si, mi piace davvero. E credo che sia sempre stato così, anche se non ho mai permesso a me stesso di accettarlo, prima.-

Jonathan sorrise mestamente.

-Sei fortunato. Da quanto mi ha detto Lea, anche tu piaci molto a lui.-

Chris sorrise, senza sapere bene come replicare.

-Tu… c’è qualcuno di importante, nella tua vita?-

Chiese Chris esitando appena, ma Jonathan gli riservò un sorriso aperto e sincero.

-Si. Non stiamo insieme da molto, ma…-

Ma Chris non riuscì a sentire il resto della frase, perché vennero interrotti da Dianna e Harry, la prima, all’apparenza, leggermente su di giri.

-Ciao ragazzi!!! Vi state divertendo? Avete ballato?- chiese, riuscendo a stento a reggersi in piedi.

Il suo ragazzo ebbe pietà di lei, e l’aiuto a prendere posto vicino a Chris.

-Si, è una bella serata- disse quest’ultimo –Harry, sei davvero un ottimo ballerino, complimenti!-

Harry abbassò gli occhi timidamente, ma ringraziò Chris.

Fu allora che Dianna si appoggiò sulla spalla di Chris, distraendolo dalle presentazioni tra Harry e Jonathan, e i convenevoli che si stavano scambiando.

-Chriiis… sai, credo che qualcuno abbia messo qualcosa in quel succo di zucca!-

Esplose in una cascata di risatine che, constatò Chris, la rendevano se possibile ancora più bella.

-Hai ballato? Dovresti ballare! Andiamo!-

Detto questo, la ragazza si alzò in piedi e con uno scatto inaspettato prese per mano Chris, conducendolo verso l’improvvisata pista.

Chris mimò delle scuse verso Harry e Jonathan, che li guardarono interrogatori. Dianna, intanto, aveva stretto le braccia intorno alla sua vita, e ora stava ondeggiando al ritmo della canzone in sottofondo.

-Visto? E’ divertente ballare!-

Chris tentò di assecondarla, sorridendo e annuendo.

-Volevo ballare anche con Lea ma è troppo impegnata con il suo fidanzato! Harry mi ha detto che non sarebbe stato carino interromperli!-

Chris rise, e fece del suo meglio per impedire che la giravolta nella quale la Grifondoro si era avventurata non terminasse con una brusca caduta.

Dianna prese a ridere di nuovo compulsivamente, finché non trovò stabilità appoggiando la testa contro il petto di Chris.

-Però dovresti ballare con Darren. Ne sarebbe tanto felice.-

Chris sospirò: aveva pensato a Darren per tutta la sera. Nonostante la mattina stessa il grifondoro gli avesse ribadito, con un tono leggermente più acido del solito, che avrebbe passato la serata a studiare, e che doveva divertirsi con il suo “accompagnatore” (ok, Darren non aveva fatto il gesto delle virgolette, ma era stato palese dal modo in cui aveva pronunciato la parola), lui non aveva potuto fare a meno di chiedersi cosa stesse facendo, e di sentire la sua mancanza.

-Mi piacerebbe, ma lui non c’è-

Dianna annuì stancamente. Poi alzò la testa, come se si fosse ricordata di qualcosa all’improvviso.

-Ma Chris, non è vero! Lui c’è! Ha impiegato tanto a prepararsi!-

A quelle parole, Chris rimase pietrificato. Di certo poteva attribuirle allo stato decisamente non sobrio della sua amica, ma, per quanto ubriaca, era sembrata davvero sincera.

Però Darren non era da nessuna parte: Chris aveva cercato di mentire a se stesso, ma più volte aveva passato in rassegna la sala, sperando di vederlo comparire da un momento all’altro.

-No, ti sbagli, non c’è.-

-Si che c’è, Chris! Forse però non è ancora entrato.-

Confuso più che mai, Chris prese Dianna per mano, ignorando le proteste della ragazza che sembrava aver già dimenticato il discorso di pochi secondi prima. La ricondusse al tavolo, assicurandosi che sedette.

-Scusatemi, ma c’è qualcosa che devo sistemare.-

***********

Chris corse letteralmente verso l’uscita, calpestando i piedi di diversi studenti.

Una volta arrivato nell’ingresso, si guardò freneticamente intorno.

Il suo cuore mancò un battito quando individuò Darren, seduto sulle scale e con la testa tra le mani.

Accanto a lui giaceva, abbandonato, un mazzo di margherite.

Non c’era nessun altro nell’atrio, e Chris si diresse lentamente verso il suo amico.

I suoi passi gli fecero alzare lo sguardo.

-Chris! Che ci fai qui? –

Disse, incredulo e colto di sorpresa, mentre si alzava per andargli incontro.

-La domanda più giusta sarebbe che cosa ci fai tu, qui.-

Darren abbassò lo sguardo.

-Io… ecco, io…. Dianna mi ha detto… -

Chris si avvicinò, posando la mano sul braccio di Darren, in un gesto che sperò apparisse rassicurante.

-Ehi, respira. Non devi spiegarmi per forza.-

Darren alzò gli occhi, e sorrise appena. –Si, invece. Devo.-

Chris fece un cenno d’incoraggiamento.

-Volevo entrare, davvero. Ho passato tutto il pomeriggio a prepararmi, e a ripetermi che mi sarebbe servito solo un po’ di coraggio. Ho scelto il vestito con Dianna, mi ha anche aiutato con quelle- disse accennando ai fiori sulle scale.

-Ma quando sono arrivato qui, è stato impossibile. Ero terrorizzato all’idea che qualcuno si prendesse gioco di me, che mi… che mi picchiassero di nuovo. Quindi ci ho provato. Volevo davvero vederti, di sicuro saresti stato splendido.-

Darren arrossì, e lo stesso fece Chris, mentre entrambi distolsero lo sguardo per qualche secondo.

-E poi ho cominciato a pensare che anche a te poteva succedere qualcosa di brutto. E sarebbe dovuto essere l’impulso definitivo a convincermi ad entrare in quella maledetta sala, ma non lo è stato, perché poi ho iniziato a immaginarti mentre parlavi con Jonathan, e mentre ridevate insieme, e ballavate, e…-

Chris decise che era inutile tentare d’ingannarsi ancora.

-Oh, per l’amor del cielo!-

Disse piano prima di rafforzare la stretta sul braccio di Darren, e spingerlo verso di sé.

Le loro labbra si incontrarono all’istante, e tutta la tensione accumulata nelle settimane precedenti sembrò disperdersi sotto forma di brividi che percorsero i loro corpi.

Darren portò istintivamente le mani dietro la nuca di Chris, cercando di portarlo il più vicino possibile, mentre catturò tra tra le sue il labbro inferiore di Chris.

Chris non perse tempo e con la mano libera si fiondò tra i capelli di Darren, accarezzandolo. Intanto, con la lingua premette lievemente sulle labbra di Darren, per cercare il permesso che gli venne subito accordato. Per alcuni frenetici secondi continuarono ad assaporarsi, persi nelle sensazioni nuove e travolgenti che entrambi avevano cercato di immaginare da parecchio tempo.

Quando finalmente si allontanarono, solo per mancanza di ossigeno, restarono fronte contro fronte, incapaci di trattenere gli enormi sorrisi stampati sulle loro facce.

-Quindi… credo che quella del tornare solo amici sia stata un’idea piuttosto stupida.-

Disse Darren, alzando leggermente gli occhi per potersi perdere nello sguardo di Chris, nonostante fossero fin troppo vicini.

Non ricevette risposta, ma non poté aggiungere altro, perché all’improvviso Chris lo stava baciando di nuovo, e, bè, non l’avrebbe interrotto per niente al mondo.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo decimo ***


Salve!!

So che questo capitolo arriva con immenso ritardo, ma spero che mi perdonerete. Sono stata impegnata a Giffoni (ho partecipato come giudice, ben 12 giorni) e tra una cosa e l’altra non ho avuto tempo di aggiornare. Ho anche preferito scrivere il capitolo prima di rispondere alle recensioni (come faccio di solito) ma prometto che poi risponderò a tutti! Qualcuno di voi era per caso a Giffoni domenica scorsa?

Comunque sia, come avevo previsto, questo è l’ultimo capitolo effettivo della storia (poi ci sarà un epilogo, credo la prossima settimana). Volevo anche preannunciarvi che non ci sarà molta “azione” nel capitolo, ma sarà tutto molto fluff.  Spero che vi piaccia; io mi sono davvero divertita moltissimo a scrivere questa storia e a condividerla con voi, e non potrò mai ringraziarvi abbastanza per aver “partecipato”!

Non mi resta che augurarvi buona lettura ;)

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Capitolo decimo

 

 

Senza neanche accorgersene, Chris si era ritrovato a dirigersi verso il parco.

La mano di Darren stringeva la sua, provocandogli una calda sensazione alla bocca dello stomaco, mentre camminavano insieme, così vicini da intralciarsi l’un l’altro.

Finalmente trovarono un angolo sufficientemente appartato grazie ad alcuni cespugli.

Senza proferire parola, si sedettero sull’erba, a pochi centimetri di distanza.

Le loro mani ancora intrecciate occupavano il poco spazio che li separava.

Chris sospirò felice, incapace di trattenersi, e Darren rise piano.

-Che c’è?- chiese il corvonero, voltandosi verso il ragazzo.

Darren si limitò a scuotere la testa, per poi sollevare le loro mani.

Posò un bacio leggero sulle nocche di Chris.

-Sono stato un idiota ad aspettare tanto.-

Disse, appena un sussurro, le labbra ancora pericolosamente vicine alla pelle di Chris.

Quest’ultimo utilizzò la mano libera per afferrare la nuca del Grifondoro, e baciarlo ancora una volta. Il solo fatto che potesse farlo quando voleva gli faceva girare la testa.

-Ho lasciato le margherite sulle scale.-

Disse Darren tra un bacio e l’altro.

-Mmmmph. Dopo.-

Fu l’unica risposta coerente che Chris riuscì a formulare.

Quando entrambi riuscirono a staccarsi definitivamente ( e dovettero fare numerosi tentativi) si ritrovarono sdraiati, Chris con la testa appoggiata sul petto di Darren, mentre lui gli accarezzava distrattamente i capelli.

-Quindi…-

Darren interruppe il piacevole silenzio che si era instaurato da qualche minuto. Senza muoversi, Chris rispose.

-quindi?-

-Quindi, considerato i fatti recenti e che mi piace davvero molto accarezzarti capelli, vorrei tanto mi facessi l’onore di essere il mio ragazzo-

Chris rise, e poi alzò la testa, voltandosi per appoggiare il mento su una mano.

-E’ la proposta meno romantica di sempre, ma la cosa più assurda è che non riuscirei a dire no neanche sotto tortura.-

Il sorriso che increspò le labbra di Darren sembrò illuminarlo.

-Mmh-hm, quindi vuoi che sia romantico?-

Chris annuì, senza rendersi conto che stava sorridendo come mai prima.

Con uno scatto, Darren riuscì a fare in modo che Chris fosse sdraiato sulla schiena, e si appoggiò piano sopra di lui.

-Non so se qualcuno te l’ha mai detto, ma questo più che essere romantico somiglia ad un assalto.-

Darren posò un dito sulle labbra del corvonero, avvicinandosi per portare i loro visi allo stesso livello.

-Shhhh. Se continui a lamentarti, potrei ripensarci e non essere romantico per niente. E poi, ti avevo anche portato dei fiori, quel gesto come lo chiami?-

Subito dopo Darren si chinò, e prese a posare piccoli baci sul volto di Chris, ovunque tranne che sulle labbra.

Tra un bacio e l’altro, riusciva a parlare, talmente piano che solo con l’attuale vicinanza Chris riusciva a sentirlo.

-Non mi dispiacerebbe… restare così.. per sempre.-

Chris chiuse gli occhi, mentre sentiva il cuore quasi scoppiargli di felicità.

-Allora… Chris… vorresti essere… il mio ragazzo?-

-Si. Certo, si.-

Finalmente Darren arrivò alle sue labbra, baciandolo all’inizio dolcemente, per poi acquistare più coraggio.

-C’è ancora una cosa che dobbiamo fare.-

***********

Quando entrarono nella sala Grande, diverse persone si voltarono a guardarli, ma nessuno sembrò eccessivamente stupito.

Chris si voltò più spesso per cercare segni di cedimento sul volto di Darren, e lo sentì teso. Strinse più forte la sua mano.

-Non dobbiamo farlo per forza.-

Darren si limitò ad annuire e a camminare con più decisione.

 Lea e Dianna, che sembrava essere tornata quasi completamente sobria, se ne stavano in piedi a parlare vicino ad un tavolo. Non appena li videro, corsero verso di loro.

Notando le loro mani intrecciate, entrambe si persero in una raffica di “awwwwww” e li abbracciarono.

-Sono così felice! Vuol dire quello che penso? Ditemi che è quello che penso!-

Chris rise, per nulla stupito dalla reazione della sua migliore amica.

-Si, è quello che pensi. E.. uhm, non so, mi sento quasi in dovere di.. ringraziarvi?-

Le due ragazze si scambiarono uno sguardo compiaciuto.

-Sarebbe successo comunque.- Disse Dianna, con certezza. –Ora, immagino vi dedicherete al clichè del lento davanti a tutti, no?-

Darren rise e scosse la testa.

-Nahhh, non siamo tanto scontati. E non voglio concludere la serata pestando i piedi al mio ragazzo.-

Chris arrossì mentre Lea e Dianna risero divertite.

-In questo caso, Chris, spero non ti dispiaccia concedermi un ballo con il tuo affascinante accompagnatore.-

-Quello sarei io, in realtà-

Disse una voce dietro di loro. Tutti si voltarono per trovarsi di fronte a Jonathan.

A Chris non sfuggì lo sguardo glaciale di Darren, anche se durò una frazione di secondo.

-Scherzo. Ragazzi, sono felicissimo per voi.- disse sinceramente l’ex corvonero, dando una leggera pacca sulla spalla di Darren.

-Prometto di avere solo le migliori intenzioni, e visto che tu ballerai con Dianna… potrei prendere in prestito Chris solo per qualche minuto? Giuro che non gli pesterò i piedi.-

Seppure con una certa riluttanza, Darren lasciò andare la presa sulla mano di Chris. Entrambi si diressero al centro della pista insieme ai loro compagni di ballo, ma nonostante tutto non riuscirono a staccarsi gli occhi di dosso neanche per un istante.

************

-C’è qualcosa che devi dirci?-

Darren se ne stava sdraiato nel suo letto, più che felice di godersi qualche altro minuto di meritato riposo. I suoi amici, però non la pensavano allo stesso modo.

-Già- Chord insistette, sedendosi sul bordo e colpendolo lievemente sul braccio. –C’è qualcosa che devi dirci?- Il ghigno sul suo volto era ben visibile.

-Oltre al fatto che bere e sentirsi male tanto da dover lasciare il ballo è da idioti? No, non credo.-

Grugnì Darren senza alzare il volto dal cuscino.

-Che ingrato!-

Sbuffò Chord. –E noi che abbiamo fatto tanto per aiutarlo!-

Harry si sedette sull’altro lato del letto.

-Nah, è solo stanco. Scommetto che tra poco lo pregheremo di smetterla di parlare del suo nuovo ragazzo e di quanto lo adori.-

Chord sembrava ancora indignato.

-E io che ho mangiato un intero torrone sanguinolento!-

Seppure con la mente ancora annebbiata, Darren assorbì le parole dell’amico, e non impiegò molto a ricordare e a capire.

Con uno scatto si mise a sedere.

-Che razza di bugiardi!-

Disse, guardando i suoi amici alternativamente. Harry sorrideva così come Chord, che cercava però di non darlo a vedere.

-Ehi amico, l’abbiamo fatto per te! Non è andata esattamente come speravamo, ma ti abbiamo aiutato!-

-Perché quest’anno la missione di tutti sembra essere stata quella di occuparsi della mia vita sentimentale?- si lamentò Darren, ma senza riuscire a nascondere il divertimento nella sua voce.

-Perché ci mancava vederti così felice.- Disse Harry, sottolineando il tutto con una pacca sulla spalla dell’amico.

-Ne è valsa la pena, no?- chiese Chord.

-Puoi dirlo forte.- Darren si abbandonò al sorriso che aveva combattuto per emergere.

-Bene, ora raccontaci tutto, ma risparmiaci i dettagli sconci. Non siamo Lea e Dianna, noi.-

*****************

 

-E sarebbe magnifico fare una gita al mare tutti e sei insieme, pensa a quanto potremmo divertirci!-

Lea era tornata al suo solito modo di essere, mentre Chris finiva di prepararsi per scendere a colazione.

-Cory odia il mare. Lo ha nominato almeno una decina di volte. Credo che fosse il suo modo gentile per farti capire che non si divertirebbe affatto.-

-Non essere sciocco, convincerò Cory in men che non si dica. E scommetto che non hai pensato a tutti i vantaggi offerti dal mare.-

Chris sbuffò.

-Ovvero? Sabbia ovunque e scottature?-

Lea sorrise maliziosa.

-No, sei decisamente fuori strada. Mi riferivo ad un certo grifondoro in costume appena dopo un bagno… ma se vuoi continuare a lamentarti della sabbia, fa pure.-

Chris arrossì violentemente.

-Io... finirei per scottarmi, e sarebbe un disastro.-

Lea gli fece l’occhiolino.

-Non se qualcuno ti aiuta a spalmare la crema.-

Chris alzò gli occhi al cielo.

-Oh mio dio, questa conversazione termina qui.-

************

Darren se ne stava nervosamente ai piedi della scala, alzando lo sguardo, nervoso.

-Awww, sei decisamente adorabile.-

Disse Dianna, dandogli un buffetto sulla guancia.

-Di che stai parlando?-

-Non vedi l’ora di vederlo, giusto? Dio, state insieme da meno di ventiquattr’ore e già rischio di morire di diabete.-

Darren arrossì e abbassò lo sguardo.

-Oh, appunto.-

-…e non preoccuparti, riuscirò a farti raccontare tutto, è solo questione di tempo.-

La voce di lea portò Darren ad alzare lo sguardo immediatamente.

Quando incrociò lo sguardo di Chris, che era meraviglioso come al solito, entrambi sorrisero.

Una volta che li ebbero raggiunti, Chris si avvicinò, visibilmente in imbarazzo, con l’intenzione di posare un bacio sulla guancia del suo ragazzo.

Ragazzo che, però, aveva decisamente altre intenzioni, e che invece lo baciò gentilmente ma con fermezza.

-Ciao.- disse, non appena si allontanarono, i loro visi separati solo da qualche centimetro.

-Ciao- rispose Chris, prima di baciarlo un’altra volta.

-Ahem, ragazzi. Per quanto siate deliziosi, ho una certa fame e di certo non posso mangiare voi.-

Li interruppe Lea.  I due si staccarono, prendendosi per mano, ed entrarono nella Sala Grande.

***************

-Mmm, okay. Ora voglio sapere il primo mago ad aver utilizzato una maledizione senza perdono contro un altro mago in un duello ufficiale.-

Avevano occupato il loro solito posto vicino al lago,  ma erano seduti molto più vicini del solito. Chris teneva un libro in mano, e guardava Darren oltre gli occhiali che a volte indossava per leggere.

-Ma Chriiiiis.-

-Niente ma. L’esame di storia della magia è domani e non potrei mai permettere che il mio ragazzo non lo passasse.-

-Ma le tue domande sono troppo difficili!-

-Sono solo le domande che credo saranno nell’esame. Cerca di concentrarti, so che lo sai.-

Sottolineò il tutto stringendogli brevemente la mano.

-E’ impossibile concentrarsi con te davanti.-

-Oh, quindi è questa la scusa che stai usando?-

Darren annuì.

-Si. Ed è impossibile  concentrarsi anche solo pensando a te. E visto che mi succede, uhm, diciamo pure ventiquattr’ore al giorno, è ovvio che non so nulla di storia della magia.-

-Di conseguenza la tua mancanza di studio sarebbe colpa mia. Non una mossa molto furba, Criss.-

Chris chiuse il libro con uno scatto.

-Bene. Visto che sono apparentemente il responsabile, devo fare qualcosa per rimediare alla situazione. Da ora fino all’esame, non potrai baciarmi se non quando risponderai esattamente ad una domanda. Senza eccezioni.-

Darren aprì la bocca, stupito, e fece per protestare –Ma…-

-Niente ma, e dovresti invece essere lusingato che io tenga talmente tanto alla tua educazione da compiere un sacrificio così grande.-

-Sei ingiusto.-

Disse Darren, incrociando le braccia e voltandosi verso il lago.

-Awww, sei così carino quando metti il broncio. Ma non funzionerà. Ora concentrati.-

Darren lo ignorò.

Chris si avvicinò e chiuse la distanza tra loro. Il grifondoro rispose immediatamente al bacio, afferrando la nuca del suo ragazzo per avvicinarlo, ma proprio mentre cercava di approfondire, Chris si allontanò di scatto.

-Ehi! Questa è crudeltà!-

Chris rise.

-No. Era solo un incoraggiamento. Ora, se vuoi riceverne altri, vedi di darti da fare.-

Darren sembrò rifletterci per un attimo.

-Ok, ma sono due baci per ogni risposta esatta. –

Chris lo guardò storto, ma fece un cenno di assenso. Poi Darren si sporse a prendere gli occhiali.

-Ehi! Quelli mi servono!-

-Non pensarci neanche. Già mi distrai abbastanza senza, con questi non c’è nessuna speranza che io riesca a levarti gli occhi di dosso.-

****************

 

-Non so se sia possibile. Voglio dire, sono gli ultimi giorni e la sorveglianza è davvero al minimo, ma dovresti essere praticamente invisibile.-

Darren ghignò.

-Era quello il mio piano.-

-Quindi, ricapitolando, io dovrei ricattare i ragazzi del dormitorio e costringerli a stare via dalle loro camere?-

Lea sembrava alquanto scettica.

-Solo per qualche ora! Ti prego, non riuscirò a vedere Chris per almeno un mese. Per favooooore. Del resto, è anche colpa tua se stiamo insieme!-

Lea sbuffò, rassegnata.

-E va bene. Ma lo faccio solo perché non riesco a resistere ai tuoi occhi da cucciolo e perché Chris sarà molto felice.-

Darren si affrettò ad abbracciarla, inondandola di ringraziamenti.

-Inoltre, il mio fidanzato mi ha detto di come qualcuno abbia influito sulla nostra prima uscita. Diciamo che ti sono debitrice.-

***************

 

Chris era esausto. L’esame di Difesa Contro le Arti Oscure era stato facile ma era durato fin troppo. Uscì dalla sala grande chiedendosi dove diavolo fosse finito Darren. Quella mattina gli aveva detto di avere un forte mal di testa, poi non l’aveva più visto.

La sua attenzione fu catturata ben presto da un oggetto poggiato sulle scale.

Non appena capì di cosa si trattasse, non potè evitare di sorridere apertamente. Si avvicinò al quaderno abbandonato, una sensazione di Deja vu davanti agli occhi.

Da dietro la copertina blu faceva capolino un foglio che Chris si affrettò a leggere.

“Si prega di restituire il quaderno al legittimo proprietario che continua a dimenticarlo ovunque (e stavolta forse lo ha fatto di proposito).”

Chris rigirò il foglio tra le mani, e ben presto lea fu al suo fianco.

-Chris, devi venire subito con me.-

Spazientito, il ragazzo cercò di impedirle di trascinarlo su per la scala.

-Lea, non posso ora! Devo andare da Darren, credo che abbia escogitato qualcosa.-

Lea si fermò ed esercitò tutte le sue doti di attrice.

-Per favore, Chris. Non impiegheremo più di qualche minuto. Ho scritto una cosa per Cory e volevo un tuo parere.-

-Ew. Perché mai dovrei voler leggere la vostra conferenza privata?-

Lea si appoggiò più fermamente al suo braccio.

-Ti prego, ti prego!-

-Sigh… ok.-

***************

Quando entrarono nella sala comune, Chris non si stupì di trovarla deserta. Negli ultimi giorni, tutti approfittavano del sole per passare le giornate nel parco. Dove probabilmente sarei ora insieme al mio fantastico ragazzo.

Era così immerso nei suoi pensieri che non si accorse che Lea lo stava trascinando verso il dormitorio maschile e che quindi c’era qualcosa di strano.

-Dove accidenti…?-

Ma prima che potesse dire altro, Lea lo lanciò dentro la porta per poi sparire.

Chris si ritrovò al buio. O almeno, fu il suo primo pensiero.

In realtà, le finestre erano chiuse e c’erano piccole fiamme blu ovunque.

Vicino al suo letto, con l’espressione più felice che Chris avesse mai visto, c’era Darren.

-Penso che tu abbia qualcosa di mio.-

Disse, invitandolo con una mano ad avvicinarsi.

-Io… ehm, si, il quaderno. Dare, come… come hai fatto?-

Quando fu abbastanza vicino, Darren lo attirò contro di sé per baciarlo con passione. Chris si sciolse immediatamente, il quaderno dimenticato cadde a terra mentre le sue mani cercavano i riccioli del suo ragazzo.

Darren sapeva di buono: Chris non riusciva a smettere di assaporarlo e perdersi in quella sensazione magnifica. Quando Darren si allontanò all’improvviso, Chris lo guardò interrogativo.

-Ci sono diverse cose per le quali devo farmi perdonare. E altre per le quali sono grato.-

Chris sorrise.

-Non c’è bisogno che tu ti faccia perdonare nulla. E’ tutto perfetto.-

-Bene, sono felice che il mio tentativo di essere romantico sia andato a buon fine.-

Darren lo baciò ancora una volta lievemente.

-Okay, ora che ho preso ciò che mi spettava…-

-Ma non hai ancora preso il quaderno!-

Darren sorrise malizioso.

-Il quaderno? No, non mi riferivo a quello, decisamente.-

Risero insieme, e poi ripresero a baciarsi, finché non si ritrovarono sul letto, troppo vicini e decisamente troppo presi dalla situazione.

-Chris. Chris, dobbiamo fermarci.-

Chris lasciò per un secondo il delizioso punto sul collo di Darren al quale si stava dedicando, e alzò la testa.

-Perché?-

-Perché altrimenti non rispondo più delle mie azioni, e non era quello che avevo programmato. Rovinerebbe un po’ tutto il mio volermi fare perdonare, non trovi?-

Chris tornò al suo lavoro, mormorando –Non m’importa.-

Darren alzò una mano per scostarlo gentilmente, e poi prese ad accarezzargli il volto.

-C’è… c’è una cosa che devo dirti.-

Chris rimase pietrificato. Non era esattamente preparato a una qualsiasi notizia sconvolgente, e il tono di Darren sembrava dannatamente serio.

-Dimmi.-

Disse, abbassando lo sguardo.

Darren sospirò.

-Io ti ho mentito.-

Chris si sentì crollare il mondo addosso. Gli aveva mentito? Riguardo cosa? Prima che potesse formulare una domanda, la mano di Darren prese ad accarezzarlo con più decisione, spostandosi verso la sua nuca.

-No, ehi, non è niente di grave. Sta calmo. Ti ho mentito quando abbiamo parlato la prima volta. Ti ho detto che non ti avevo mai visto, ma era una bugia.-

Chris inclinò il capo, curioso.

-Io… è da almeno un anno che ti ho notato. Speravo in tutti i modi che tu ti accorgessi di me, e quando sei venuto a riportarmi il quaderno…. È stato uno dei momenti più belli della mia vita. Certo, ora posso contarne almeno dieci che lo battono senza esitazione, ma ecco… scusa. Avrei dovuto dirtelo prima.-

Chris rise piano.

-Ehi! Sto cercando di essere serio!- disse Darren, ma ben presto le risate contagiarono anche lui.

-Mmm bene. Direi che siamo pari allora, perché, se non ricordo male, anche io ti ho mentito all’inizio. E anche io ti avevo DECISAMENTE notato prima.-

Darren lo avvicinò per baciarlo.

-Ti amo così tanto.-

Disse, senza riuscire a trattenersi. E perché avrebbe dovuto? Non si era mai sentito più felice nella sua intera esistenza e, se avesse potuto, avrebbe volentieri scambiato ogni altro giorno che gli restava con una manciata di momenti come quello.

Il volto di Chris passò da un’espressione piacevolmente stupita, ad un sorriso enorme e bellissimo.

-Ti amo anch’io-

Ripresero a baciarsi per qualche minuto, poi Chris si staccò per guardare Darren intensamente negli occhi.

-Vorrei tanto che entrambi potessimo non rispondere più delle nostre azioni.-

E se non per lo sguardo, intenso e così incredibilmente fiero e sensuale, Darren avrebbe di certo ceduto di fronte al tono di voce del suo ragazzo.

-Possiamo farlo.- disse, baciandolo ancora. –Possiamo farlo.-

 

**************

 

Chris era sempre stato tristissimo, quando si era trattato di lasciare Hogwarts.

In questo caso, la stava lasciando per l’ultima volta, e si sentiva come se una parte del suo cuore fosse stata strappata.

Sorrise soltanto quando sentì la mano di Darren stringere la sua.

-Ok, allora siamo d’accordo. Il mare sarà magnifico, me lo sento.-

Lea continuava ad insistere, ignara delle facce poco entusiaste di Cory, mentre Dianna sembrava altrettanto esaltata.

-Sai- disse Darren, piano, all’orecchio di Chris.

-forse non riuscirò a stare troppo lontano da questa scuola.-

Chris sorrise, complice

-Sei ancora dell’idea di corrompere giovani menti?-

Darren rise.

-Mmmm. Ma per ora, mi accontento di corrompere solo la tua.-

Disse, prima di piantargli un deciso bacio sulla guancia.

-Oh mio dio, ma voi non la smettete neanche per un secondo di fare i fidanzatini perfetti?

Disse Chord, guardandoli con disapprovazione.

-Sei solo geloso perché io ho un ragazzo fantastico.-

Chord li lasciò perdere per commentare qualcosa con Harry.

Chris ne approfittò per ricambiare velocemente il gesto del ragazzo.

-Oh, vedo che oggi siamo affettuosi.-

-Nah, è solo che sono triste.-

-Ehi, non devi esserlo. E comunque sono offeso.-

-Non riesci ad essere offeso per più di due minuti. Ti conosco.- Disse Chris, e fece per baciarlo. Con suo stupore, Darren si voltò, impedendoglielo.

-No. Niente baci. Anch’io posso farlo, sai? Non sei l’unico col potere di proibire queste cose.-

Chris trattenne una risata.

-Ah, bene. Vorrà dire che andrò a salutare Amber nel frattempo.-

Darren lo ignorò mentre si allontanava.

Non aveva fatto più di dieci passi, quando si ritrovò afferrato da Darren.

Il ragazzo lo baciò incurante di tutti gli altri studenti in attesa del treno, sorridendo contro le sue labbra.

-Hai ragione. Non ho resistito.-

 

 

THE END

 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Epilogo ***


Salve a tutti!

Bene, con questo la fan fiction è davvero finita, e mi dispiace tanto tanto tanto anche se ultimamente ho impiegato più tempo per aggiornare (mi scuso se avete atteso invano!). Come ho già detto, questo percorso è stato bellissimo e ringrazio dal profondo del mio cuore ognuno di voi. Spero che quest’epilogo non vi deluda, e di ritrovarvi qualora avessi voglia di raccontare un’altra storia. Buon divertimento!

 

“You don’t need a spell to charm me”

 

Epilogo

 

Quando Chris aprì la porta di casa, quella sera, non si aspettava di trovarsi in una stanza completamente buia. L’estate era agli sgoccioli e il viaggio che aveva fatto si faceva sentire: non desiderava altro che buttarsi nella doccia, ma, prima ancora, abbracciare il suo fidanzato.

Fidanzato che, apparentemente, aveva trovato qualcosa di più interessante da fare piuttosto che aspettarlo a casa.

Una luce soffusa proveniente dal corridoio lo spinse in quella direzione; la porta del bagno era appena aperta, e nell’aria c’era un forte profumo di bagnoschiuma all’arancia (il preferito di Chris).

-Sei tornato! Finalmente!-

Prima che potesse registrare cosa fosse accaduto, Chris vide la porta aprirsi e si ritrovò spinto contro il muro, un Darren decisamente contento e decisamente nudo pressato contro di lui, che aveva appena deciso di attaccare la sua bocca.

Chris rispose automaticamente al bacio, anche se non riuscì a soffocare una risatina di fronte all’entusiasmo del suo ragazzo. Del resto, era mancato solo per cinque giorni.

Darren  si allontanò appena, la fronte contro la sua, sorridendo come se il Natale fosse arrivato all’improvviso.

-Devo dire che non mi aspettavo un’accoglienza simile, anche se avrei preferito partecipare nella sparizione dei tuoi vestiti- disse, un ghigno malizioso sul volto.

Darren lo baciò di nuovo, rapidamente.

-Oh no, hai capito male. Stai per unirti a me in un bel bagno dove non faremo altro che rilassarci.-

-Umpf. E io che mi ero illuso di esserti mancato in questi giorni.-

Darren sorrise, e prese a slacciare i bottoni della camicia che Chris indossava.

-Sciocco, per quello abbiamo tutta la notte.-

***************

Chris dovette ammettere che era una sensazione fantastica, starsene nella vasca, la testa di Darren calda contro il suo petto, una mano ad accarezzare i capelli bagnati del suo ragazzo.

-Era da così tanto che volevo farlo! Avevo questa fantasia che ruotava intorno a noi due e il bagno dei prefetti…-

Chris rise e posò un bacio sulla testa di Darren.

-Mmm, mi piacerebbe ascoltarne i dettagli…-

-Non prima di aver ascoltato tutti i dettagli del tuo viaggio! Allora, com’è essere uno scrittore famoso?-

-E’… wow. E’ tutto quello che ho sempre sognato, e di più. Ho incontrato tante persone, persone che mi hanno guardato con ammirazione, che sembravano davvero felici di conoscermi e… ed è stato stupendo.-

Darren baciò delicatamente il braccio di Chris.

-Sono così orgoglioso di te. E finalmente tutto il mondo si è accorto di quanto tu sia speciale.-

Chris rise ma non potè far nulla per la vampata di rossore che lo invase. Per fortuna, Darren non avrebbe visto.

-E il Ministero? Hai ricevuto altre lamentele? L’altro giorno c’era un articolo sul profeta in cui ti difendevano e ho capito subito che l’aveva scritto Amber-

-Si, me l’hanno fatto leggere. Dovrò contattarla per ringraziarla! Le solite cose, hanno paura che con tutta la pubblicità che il libro sta avendo qualche babbano potrebbe iniziare a sospettare, e io ho cercato di spiegare in tutti i modi che le storie sono molto vaghe in quanto a dettagli e per lo più ispirate a vecchie leggende ma niente, è come se non avessi parlato.-

Darren sospirò.

-Non preoccuparti, sono sicuro che andrà tutto a posto. Ora, sei pronto per la sorpresa che ti ho preparato?-

-Pensavo che l’averti trovato nudo con una vasca piena di acqua calda e sapone profumato fosse la sorpresa.-

-Come al solito mi sottovaluti, Colfer.-

**********

Quando entrarono in cucina, Chris notò subito che il tavolo era preparato per molte più persone del solito.

-Dare, perché ci sono tutti questi piatti? Capisco che ti preoccupi che io non mangi abbastanza, ma non ti sembra di esagerare?- scherzò.

 Proprio in quel momento, un rumore dal salotto li fece voltare entrambi. Qualche secondo dopo, una bambina dai lunghi capelli neri e il viso furbo stava correndo verso di loro.

-Zio Chris! Zio Dare!-

La bambina si tuffò tra le braccia di Darren, che prese a riempirle il volto di baci. Vista che il cuore di Chris accolse con una capriola.

-Rachel! Quante volte ti ho detto che quando si usa la polvere volante non si corre nelle altre stanze prima che i padroni di casa te lo permettano?-

Chris riconobbe immediatamente la voce della sua amica, e corse ad abbracciare Lea.

Cory era accanto a lei, sorridente, mentre Darren continuava a stringere Rachel mentre parlavano fitto.

-Che bello rivedervi! Quando siete tornati? Non posso crederci!-

Lea rise tra un abbraccio e l’altro: anche lei aveva sentito la mancanza del suo migliore amico.

-L’altro ieri. Lo spettacolo ha una pausa di un mese, quindi ne abbiamo approfittato.-

In quel momento qualcuno si schiarì la gola, e tutti si voltarono verso la giovane donna che aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza, la bellezza ancora intatta se non cresciuta negli anni, e il solito sorriso stampato sul volto.

-Dianna!-

Dissero Chris e Lea contemporaneamente, e ben presto fecero spazio anche a lei nel loro abbraccio.

Abbraccio che divenne ancora più esteso quando arrivarono anche Harry e Chord.

**********

-Non posso ancora credere che tu sia uno scrittore famoso tra i babbani, e tu un’attrice di successo! L’altro giorno c’era una tua foto sul giornale di uno dei miei pazienti!-

Erano tutti seduti a tavola, a gustarsi il cibo che Darren aveva ordinato dal ristorante di fronte, non essendo un grande cuoco.

Dianna aveva scelto la carriera medica, e lavorava da qualche anno al San Mungo. Purtroppo, il lavoro non le lasciava molto  tempo per vedere i suoi amici, sebbene non abitassero molto lontano.

-Era da troppo tempo che non tornavo a Hogsmeade! Mi mancava decisamente la sensazione di poter essere me stesso senza preoccuparmi che qualcuno mi scopra!-

Harry parlò tra un boccone e l’altro; dopo essersi lasciato con Dianna (in buoni termini, era stata una decisione presa reciprocamente) aveva iniziato a lavorare come ballerino per una compagnia londinese, ed era sempre circondato da babbani.

Cory e Chord risero all’affermazione dell’amico. Dopo la fine della scuola, avevano iniziato a passare molto tempo insieme perché entrambi avevano tentato la carriera da Auror (che Chord ora portava avanti, mentre Cory l’aveva abbandonata per trasferirsi con Lea e in America) e l’amicizia che ne era scaturita aveva fatto sì che Chord ricoprisse il ruolo del testimone al matrimonio del tassorosso.

-Allora, Darren, quando farai ritorno ad Hogwarts?-

Chiese Lea, mentre tentava invano di convincere Rachel a mangiare degli spinaci.

-Ah, parlavamo di cose incredibili e nessuno ha nominato il fatto che quest’uomo sia riuscito a convincere il preside O’Malley ad aggiungere una materia a scuola!-

Disse Harry, dando una pacca sulla spalla di Darren che gli sedeva accanto.

-Ehi! La mia materia è importantissima e i ragazzi la adorano!-

-Immagino che chiunque preferirebbe “Insegnamenti di musica e arte” a “Cura delle creatura magiche”! Non è la materia, è il fatto che sia l’unica cosa per la quale fare i compiti non è uno strazio!-

Darren sbuffò, fingendosi offeso.

-Non siete invitati al meraviglioso spettacolo che allestirò con gli studenti a Natale.-

-Ah si? E quale perla ci perderemo?- disse Dianna, con aria di sfida.

-Oh, niente di che… avete presente tutta la storia di Harry Potter e di come se non fosse per lui non saremmo qui ma probabilmente sotto la dittatura di un mago pazzo e pericoloso?-

Tutti annuirono, molti con aria di condiscendenza.

-Bè, potrei aver iniziato a scrivere un musical che ne parli…-

************

-Ti amo così tanto!-

Disse Chris, abbracciando da dietro il suo ragazzo che stava finendo di sistemare la cucina, una volta che tutti erano andati via.

-Mmm, adoro sempre sentirtelo dire.-

Restarono così per qualche secondo, poi Darren si voltò e, spingendo Chris verso il bordo del tavolo, prese a baciarlo con passione.

-Pensavo… che avessi detto che avevamo tutta la notte per questo.-

Disse Chris, mentre Darren scendeva lentamente a mordergli il collo.

-Ma è già notte, Chris.-

Chris sorrise, e delicatamente alzò la testa di Darren per guardarlo negli occhi.

-Voglio sposarti.-

Darren lo fissò per qualche secondo senza emettere alcun suono, gli occhi leggermente spalancati, le labbra ancora rosse a causa dei baci che si erano scambiati.

-Si.-

Disse, all’improvviso.

Chris rise appena e lo strinse forte come non aveva mai fatto.

-Diamine, dev’essere stata la proposta più brutta della storia. E non ho neanche un anello.-

Darren riprese semplicemente a baciarlo, senza dire altro. Chris sentì sulle labbra il sorriso del suo ragazzo.

-Non vedo l’ora di essere tuo marito.-

Disse Darren dopo qualche minuto.

Chris si limitò a sorridere ampiamente, e ad accarezzare il volto del suo fidanzato. Del suo futuro marito. Di quella persona che, lo sapeva con certezza, era l’amore della sua vita.

-Se avessi saputo che sarebbe finita così, la prima volta che ti ho visto, ti avrei fatto un incantesimo e saresti stato mio da subito.-

Darren sollevò appena lo sguardo, gli occhi ambrati appena velati dall’emozione, e sorrise appena, prima di dire:

-Non avresti avuto alcun bisogno di un incantesimo.-

 

THE (REAL) END.

 

 

Ok, sono emozionata. E’ finita davvero, e spero siate soddisfatti. Questo capitolo è stato pieno di fluff a non finire, ma credo non potesse essere altrimenti.

Volevo giusto rubarvi qualche altro secondo per chiarire alcune cose che non ho potuto spiegare meglio sopra, perché rischiava di diventare un elenco:

Allora, Chris è uno scrittore di successo tra i babbani con una saga fantasy che in realtà è ispirata al mondo dei maghi (non come Harry Potter, più simile a TLOS in realtà, e più fiabesca, non so se mi spiego…). Lui e Darren sono rimasti insieme e vivono a Hogesmeade, perché Darren ha trovato lavoro ad Hogwarts come insegnante e in questo modo ogni sera può tornare a casa da Chris. La materia che insegna Darren riguarda l’arte, la musica e lo spettacolo (non so voi, ma se c’è una cosa che ho sempre trovato carente ad Hogwarts è la formazione umanistica degli studenti, che è praticamente inesistente!). Se avete qualche curiosità o domanda, chiedete pure! Ora vi saluto sul serio non prima di mandarvi ancora una volta i miei più sentiti ringraziamenti.

Baci,

Sara

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1063415