What's an angel like you ever do with a devil like me?

di Snafu
(/viewuser.php?uid=91661)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I’m driving down Sunset Boulevard... Sex Pistols on the radio in my car, and I must be high: I just saw Sixx: A.M. walk by. ***
Capitolo 2: *** The attention gets me high and I’m so unafraid. I like fortune and fame. ***
Capitolo 3: *** Well, have I judged a book by how it’s bound? ***
Capitolo 4: *** We should have had a better plan. ***
Capitolo 5: *** Hey! Everybody needs somebody, wants somebody! ***
Capitolo 6: *** And if we die, I’ll meet you up in Heaven, ‘cause you’re beautiful. ***
Capitolo 7: *** Tomorrow you’ll have to cross bridges that you burned today. ***
Capitolo 8: *** And I don’t know what you’re doing to me, but let’s do it all night. ***
Capitolo 9: *** Is this the best that we can do? ***
Capitolo 10: *** Oh my God! This is insane! ***
Capitolo 11: *** I wish I’d never kissed her, ‘cause I just can’t resist her ***
Capitolo 12: *** We’re damaged goods: I would love you if I could! ***
Capitolo 13: *** Just look at yourself, ‘cause there’s nowhere to go. ***
Capitolo 14: *** I have seen this look before. ***
Capitolo 15: *** You are so unalarmed by my unfortunate charm. ***
Capitolo 16: *** My soul is thirsty. ***
Capitolo 17: *** And all I know is it feels so right with you by my side... ***
Capitolo 18: *** Friends and Lovers gather around me. ***
Capitolo 19: *** You’ll have to make sense of my life somehow. ***
Capitolo 20: *** I drag myself out, on the bed that she made ***
Capitolo 21: *** You gotta laugh when you’re the joke. ***
Capitolo 22: *** And when they start to judge you show them your true colours. ***
Capitolo 23: *** „ If you golf in Vegas with me... this is what ya get! “ ***
Capitolo 24: *** And the truck-stop preacher, well, he says God is on our side ***
Capitolo 25: *** He lights a candle. ***
Capitolo 26: *** This is just a matter of policy ***
Capitolo 27: *** Are you with me now? ***
Capitolo 28: *** This is just a courtesy call. ***
Capitolo 29: *** This is just an act of kindness to let you know that you time is up ***
Capitolo 30: *** Well, this ain't no sideshow. ***
Capitolo 31: *** Accidents can happen ***
Capitolo 32: *** Your star has burned out for good, somewhere in Hollywood ***
Capitolo 33: *** Everything seems rotten through the eyes of the forgotten ***
Capitolo 34: *** We both have the scars. ***
Capitolo 35: *** Just look at yourself: do you like what you see? ***
Capitolo 36: *** You give me a reason I can’t ignore. ***
Capitolo 37: *** Guess I misunderstood, you were my deadlihood ***
Capitolo 38: *** We spent our lives, running through the wasteland ***
Capitolo 39: *** This is gonna hurt. ***
Capitolo 40: *** Over Hollywood vampires ditching their luck. Baby, lock your door! Yeah we've seen this before... ***
Capitolo 41: *** You’re everything I’ve been waiting for... for all of these years and a thousand more. ***
Capitolo 42: *** Save yourself from all the Lies of the Beautiful People! ***



Capitolo 1
*** I’m driving down Sunset Boulevard... Sex Pistols on the radio in my car, and I must be high: I just saw Sixx: A.M. walk by. ***






1
„ I’m driving down Sunset Boulevard... Sex Pistols on the radio in my car,
and I must be high: I just saw Sixx: A.M. walk by. “


Sixx:A.M.- ‘Sure feels right.’ [Revisited]



DJ sistemò la bandana sulla fronte, fermo davanti alla porta a specchio, poi si voltò per controllare a che punto fossero i suoi colleghi.
«Insomma, vogliamo andare? La figa non aspetta...»
«Non aspetta te.» replicò Sixx, alle prese con la difficile chiusura a scatto del polsino del suo orologio. «James, cazzo, chiudimi questo fottuto orologio prima che lo frulli nel cestino dell’immondizia!»
James Michael si grattò un sopracciglio, mentre DJ interveniva sull’orologio di Nikki prima che il bassista avesse una crisi di nervi.
«Dici dici, ma questo è il classico nervosismo di chi la figa non la vede da una vita. Guarda io come sono rilassato.»
«Altro che figa ragazzi, se non ci sbrighiamo non si cena. E io sono affamato.» constatò il cantante, superando i due ed aprendo la porta a specchio. «Siamo rimasti solo noi qua dentro, sembra di stare in un film horror.»
James imboccò le scale seguito da DJ, Nikki chiudeva la fila.
«Esagerato!» gridò l’ultimo «Solo perché sei un biondino chiuso in un edificio con due tipi inquietanti come noi non vuol dire che sei in un film dell’orrore!»
«Però devi ammettere che Ashba un po’ gli assomiglia a quei personaggi che escono dai pozzi nei film giapponesi. Con quegli occhi ridotti a fessure, le unghie a pelle, la carnagione cadaverica e i capelli corvini spiaccicati sui lati della faccia...» James cercò di girarsi per guardare in faccia il suo interlocutore e mise male un piede, rischiando di farsi un paio di piani di scale di culo.
Il chitarrista riuscì a stento a trattenersi dal ridere, poi aggiunse:
«Anziché parlare di quanto io sia inquietantemente sexy eccetera eccetera, Nikki, tu che sei anziano e che sei saggio. Dove si va stasera?»
Sixx lo colpì violentemente dietro la nuca, poi si ricompose e guardò gli altri due che si erano fermati in mezzo alle rampe per sentire il verdetto. Infine sentenziò:
«Rainbow. Non c’è neanche da chiederlo.»

@ @ @



Danielle, Love e Anita attendevano pazientemente che l’ascensore dello studio fotografico le portasse dal ventisettesimo piano al piano terra. Danielle aveva lunghi capelli neri lasciati sciolti sulle spalle come quasi sempre faceva anche nei mesi più caldi: era una parrucchiera e amava i suoi capelli. Love portava i capelli biondi e mossi alla rinfusa, comunque ordinati e precisi, occhi castani, ben truccati e vestita di tutto punto, visto che era una fashion stylist. Anita era una ragazzetta sui trenta, smilza, coi capelli tinti di rosso e l’abbigliamento comodo. Si trascinò con una certa difficoltà fino all’auto.
«Se fossi in te la prossima volta parcheggerei a New Orleans...» commentò.
La prima aprì le portiere e si mise al volante, poi replicò:
«Senti, non iniziare a lamentarti adesso, la serata è appena iniziata. Sono due settimane ormai che ti trascini dietro questa gamba. In tutti i sensi. Se tu ti fossi fatta visitare da un dottore a tempo debito non avresti tutti questi problemi... a quest’ora la rotula ti si sarà già bell’e distaccata!»
Anita montò sul sedile posteriore e tirò su i pantaloni per vedere se per caso le dimensioni del suo ginocchio avessero superato quelle della Terra. Love si sedette davanti senza fare troppe storie e accese la radio. Danielle ingranò la prima e partì: lo spettacolo non aspettava di certo loro.
«Come se non bastasse temo che si sia rotto l’incastro dell’obbiettivo. Devo trovare il tempo di sistemare la macchina fotografica, questo fine settimana.» la rossa estrasse l’oggetto dalla sua borsa e tentò per l’ennesima volta di farlo funzionare.
«Se ti avanza tempo per un terzo lavoro, ci sarebbe da pulire la lettiera alla mia Brandi due volte alla set...» Danielle fu brutalmente interrotta da Love, che tutto d’un tratto pareva aver perso il lume della ragione. Era tutta rossa in viso e, sporta dal sedile anteriore fino quasi a lanciarsi fuori, strillava:
«Oh, Gesù Cristo Santo, Santissimo, Santificato e Benedetto, quelli sono i Sixx: A.M.!»
I tre si voltarono, attirati da tanto fracasso, mentre l’auto sfrecciava via. James e DJ si guardarono un po’ perplessi, poi scoppiarono a ridere. La vista di Nikki catturò solo l’immagine della ragazza sul sedile posteriore che sistemava l’obiettivo della macchina fotografica.
«Love, abitiamo a Los Angeles, qui è pieno di gente famosa...» commentò Anita, sollevando gli occhi dal suo prezioso aggeggio.
«Dan, devi fare inversione subito. Dobbiamo seguirli! Staranno andando in qualche locale figo a fare la loro fighissima vita da rockstar!»
Anita sobbalzò sul sedile, spingendosi in avanti.
«Ehi, non potete farmi questo! Avevamo detto cinema!»
«E al cinema andremo... non posso fare tardi, domani devo andare a lavoro, e non sono l’unica!» la fece contenta Danielle.
«Ma oggi è il mio compleanno!» riprovò Love.
«Love, tu sei nata ad agosto. E comunque guido io, quindi decido io.»
La rossa, finalmente con l’animo in pace, si lasciò di nuovo andare sul sedile posteriore, mentre Danielle si rilassava, cambiava marcia, e si dirigeva verso il cinema.

@ @ @



«Che palle, sempre con questi fan appiccicati ai coglioni. Dovresti comprare i boxer di tre taglie più grandi per farci entrare tutto.» si lamentò Sixx, mentre i tre camminavano in direzione del Rainbow.
«È un po’ difficile non farsi riconoscere andando in giro con un tipo travestito da Nikki Sixx e uno che sembra un’attrice dei film horror giapponesi.» constatò James.
«Daiiiii!» strillò Ashba, attirando l’attenzione di tutta la via «Nikki!! Nikki!! Nikkiiii!»
«Che c’è?» domandò il bassista, allarmato, mentre l’altro continuava a pizzicarlo sul braccio.
«Giochiamo a fare le persone normali




- You’ll find us now and we’ll be wasted. WASTED. (ndAut)
Salve a tutti coloro che stanno leggendo questo piccolo lavoro e un ringraziamento in anticipo a chi deciderà che vale la pena andare avanti :) Visto che si tratta di una long fiction, la prima in sezione, direi che il progetto potrebbe essere interessante. È una fan fiction a sei mani (ndDJ: LOL ndMayhem: Ci manchi solo tu. Non è una cosa sconcia!), che sto producendo in collaborazione con la collega Baby_G, già mia spalla in un favoloso lavoro su Sixx e Rose che trovate sul mio profilo, e con la collega _Havoc_. Quindi i credits sono da spartire con loro, precisamente Baby_G si è occupata delle parti riguardanti Sixx, come è ovvio che sia, e _Havoc_ del suo demented DJ.
Burocrazia: I Sixx: A.M. e le loro canzoni non ci appartengono. Tutto questo non è a scopo di lucro. Tutto questo non è mai successo etc. etc.
Note: Aggiorneremo una volta a settimana, tutti i giovedì :D

_Mayhem_

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** The attention gets me high and I’m so unafraid. I like fortune and fame. ***



2
„ The attention gets me high and I’m so unafraid.
I like fortune and fame. “


Sixx:A.M.- ‘Help is on the way.’



Al botteghino c’era una fila pazzesca quando le ragazze riuscirono finalmente a trovare un parcheggio ed arrivare. Pazientemente si posizionarono alla fine della coda.
«Cioè questo è il cinema più periferico del mondo, dovevano venire tutti qui a vedere la replica di ‘Via col Vento’ stasera?» domandò disinteressatamente Danielle, appoggiata alla transenna, per fare un po’ di conversazione. «Non c’è niente che uscisse in questi giorni che tutti potevano correre a guardarsi?»
«Ma che ne so. Dan, ho fame e mi fa male il ginocchio...» si lamentò Anita.
«Non sono mica tua madre!»
Intanto alle loro spalle arrivava altra gente e la fila iniziava a scorrere.
«Bell’idea quella di venire in questo cinema di periferia sovrappopolato a vedere un film inguardabile.» commentò Sixx, coprendosi gli occhi con una mano.
«Voi mi avete chiesto di scegliere e io vi ho portato in un posto pieno di pupattole!» si giustificò Ashba, che si guardava intorno con aria famelica.
«Te al posto del cervello c’hai una mega figa, te lo dico io.» replicò il bassista.
James ci teneva a dire la sua:
«Però dai, il viaggio in metro è stato divertente!»
«Ma tu sei cretino o cosa? Dannazione, è stato un normalissimo viaggio in metro!» gli rispose Nikki.
«A parte quando quel tipo si è avvicinato a DJ e gli ha dato dei soldi per comprarsi dei pantaloni nuovi.»
Il chitarrista non apprezzò molto l’umorismo e diede uno spintone al cantante, facendolo finire addosso ad Anita. La ragazza coi capelli rossi si voltò e lo guardò.
«Scusa» disse James con un sorriso deficiente stampato sul viso.
«Fa niente» rispose lei.
Love aveva assistito alla scena con notevole attenzione, così, quando le acque si furono calmate e James e DJ si furono girati, sussurrò molto piano alle sue amiche:
«Ragazze, non voglio allarmarvi, ma ci sono i Sixx:A.M. in fila dietro di noi.»
Danielle si massaggiò le tempie, convinta che la fashion stylist avesse ormai perso la sua materia grigia per sempre e che sul nervo ottico si fosse istallata in modo perenne un’immagine dei Sixx:A.M.. Solo in questo modo avrebbe trovato una giustificazione alla demenza che aleggiava nel suo vedere personaggi famosi ovunque.
«Naturalmente. Ammettendo pure che quello sia Nikki Sixx, gli altri due chi sono? Il Kurt Cobain dei poveri e la controfigura di Samara?!» domandò Anita, in cerca di spiegazioni. Troppi antidolorifici la stavano facendo diventare ipersensibile. La cosa non passò inudita all’orecchio del cantante alle sue spalle.
«Hai sentito che ha detto?» borbottò Michael all’orecchio di Ashba.
«Che sei il Kurt Cobain dei poveri. Beh, un po’ gli assomigli, con questi capelli...» lo indicò il chitarrista.
«No, dico, la seconda parte. A quanto pare non sono l’unico a pensare che sei un tipo da film horror.»
«Ma stai zitto...» lo spintonò DJ, facendolo finire di nuovo addosso ad Anita.
«Scusa.» ripeté lui «Ma se non si vede dalla faccia, il mio amico è un cretino.»
Love contrattò:
«Vi perdona se mi fate un autografo!»
I tre la pregarono di abbassare la voce, guardandosi intorno allarmati. Danielle l’avrebbe volentieri fulminata, ma era troppo impegnata a guardare con orrore il ragno tatuato sul collo di Ashba per proferire parola.
«Sentite, per piacere, non attirate l’attenzione. Siamo qui per passare una serata normale. Vi paghiamo i biglietti del cinema, ok?» propose James, convinto che l’offerta fosse ragionevole. Anita sgranò gli occhi e nelle sue iridi tutti furono capaci di leggere a caratteri cubitali l’istinto omicida verso il cantante. Stava per arrabbiarsi di brutto e fargli notare che non erano per niente capaci di confondersi con le persone normali, quando Love la accantonò per farsi firmare i benedetti autografi.
«È il vostro turno» fece notare Ashba e così le tre si avvicinarono per comprare i biglietti e dopo loro toccò ai vip.
«Chi ha contanti? Io ho solo la carta.» constatò Sixx, dopo aver spulciato il portafogli.
«Faccio io.» rispose James sventolando la banconota colorata da cento dollari. «Tre biglietti» scandì alla donna dietro la biglietteria. «Quant’è?»
«Niente.»
«Come niente?!» domandò confuso il cantante, mentre i due si avvicinavano per avere spiegazioni. «Vogliamo pagare anche se siamo vip!»
«Giustamente, ma quella ragazza laggiù ha pagato per voi.»
La donna indicò un puntino rosso che spariva da qualche parte dentro il locale. Le tre rockstar si guardarono con aria interrogativa, fino a che il chitarrista non sorrise, pronto a svelare a tutti l’arcano:
«Sapete cosa significa questo?»
«Che dobbiamo dei soldi a quelle ragazze?» chiese ingenuamente James.
DJ lo guardò malissimo, mentre Nikki lo colpiva con una botta sonora dietro la nuca.
‘È un cretino, cazzo. È un cretino’ pensò.
Ashba attese che l’attenzione fosse di nuovo tutta su di lui, cosa che gli piaceva immensamente, poi diede la risposta per cui gli altri due pendevano dalle sue labbra:
«Significa che stasera si tromba.»


ndAut: _Havoc_ ci teneva a condividere con voi quest’immagine a tema di DJ in metro :) ...E un ringraziamento a coloro che ci hanno inserite tra le seguite :D

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Well, have I judged a book by how it’s bound? ***



3
„ Well, have I judged a book by how it’s bound? “


Sixx:A.M.- ‘Are you with me now?


James si sentiva molto fan in quel momento, appostato due file dietro le tipe strambe, mezze ammiratrici mezze psicolabili. Studiava i loro movimenti come se da quello fosse dipeso l’esito della serata. Involontariamente afferrò una manciata di pop-corn e se li portò alla bocca.
«Dai, non mangiare ora! Se no per il film non ci resta niente, cazzo!» si lamentò Ashba, requisendo la confezione famiglia di Michael. «E pulisciti la faccia, il tuo gatto fa meno casino quando mangia...»
Sixx intervenne prima che l’intero cinema si accorgesse della loro presenza.
«Dai, andiamo. James, ti abbiamo scelto la mora a sinistra, Ashba vuole la svitata bionda e io mi prendo quella coi capelli rossi. Andiamo, prima che il film cominci.»
Le tre, ignare di quello che succedeva alle loro spalle, chiacchieravano divertite del più e del meno e dei programmi (inesistenti) per il fine settimana.
«Domani mi tocca la pulizia della gabbia di Sissi. Mi ci vorrà tutta la mattina.» si lamentò Love, già preoccupata e stanca all’idea del lavoro che l’aspettava.
«Se alla fiera tu ti fossi comprata un gatto come abbiamo fatto io e Anita, anziché un petauro alato, il lavoro sarebbe stato di certo minore» la prese in giro Danielle.
«Sì, ma voi avete due normalissimi gatti che hanno due nomi banali e io ho...»
«Hey! Brandi non è un nome banale!»
«Hey! Flash non è un nome banale!»
Gridarono le altre due all’unisono.
Ci fu un nanosecondo di silenzio, e fu in quel momento che le ragazze si accorsero che qualcosa non andava. Anita indicò Danielle, che a sua volta stava già indicando Anita. Le due si voltarono e trovarono rispettivamente Sixx alla destra e Michael (che stava continuando a mangiare pop-corn prematuramente) alla sinistra. Erano state accerchiate.
Il silenzio fu rotto da Ashba, naturalmente:
«James, dannazione, vuoi scorrere di un paio di posti o vuoi che mi sieda sullo schienale della poltroncina di qualcun altro?»
«Già che si potrebbe spostare anche Nikki, perché devo farlo io?»
«Perché lui è vecchio!» rispose Ashba prontamente.
«Se io sono vecchio te sei un imbecille che vive solo per la f… fama» concluse il bassista dopo un attimo di pausa incomprensibile alle ragazze.
Danielle e Love si guardarono e fu la prima a rompere il loro silenzio:
«No, giusto per avere un’idea… Cosa state facendo?»
«Facciamo compagnia!» rispose il cantante con un sorrisone, lasciando perplessi tutti gli altri.
Il chitarrista prontamente lo corresse:
«No! Facciamo i gentiluomini che vi proteggono!»
«Proteggerci... da cosa?» intervenne la rossa.
«Praticamente da Ashba, che è un cretino ed è risaputo... ma sono dettagli!» concluse il bassista. Il chitarrista stava per rispondere ma venne interrotto da Anita.
«Sì, sì... non mi importa niente! Ora state zitti che io voglio vedere il film.»
«E le manine in tasca eh!» aggiunse Danielle.
«Se tu vuoi però puoi anche proteggermi… il buio sai... mi dà un po’ noia...» disse Love guardando il chitarrista che sorrideva tronfio del suo successo.
«Ma sei del tutto partita di testa???» urlarono quasi le due amiche mentre il film stava iniziando.
«Guarda che se ti giri a guardarlo mentre è buio sembra il protagonista di un film horror! Forse è meglio se ti tieni il buio sai?!» scherzò il biondo.
Tutti si misero a ridere, tranne il chitarrista che cercò di difendersi:
«Ma io ho degli occhi bellissimi!»
«Sì, ok... ma tieniti coperto il collo che quel ragno tatuato fa ribrezzo.» intervenne Danielle
A mettere fine alle discussioni ci pensò Anita.
«ZITTI!!!!»

@@@


Quando Danielle si accorse che James si stava avvicinando, iniziò a controllarsi intorno per sondare le vie di fuga, che non c’erano. Il biondo si accostò al suo orecchio e si limitò a sussurrare:
«Senti, scusa, ma le mani le posso tirare fuori per mangiare i pop-corn?»
In tutta la sala il silenzio si fece ancora più profondo.
«Pop-corn?» tentò di avvicinarsi Nikki. Ashba aveva già raggiunto il traguardo della mano sulla tetta, mentre lui brancolava nel buio.
«Io non li mangio, i pop-corn. Ci sono i grassi animali.»
Il bassista sollevò i sopraccigli all’unisono, sforzandosi per una volta di non far subito notare alla nuova conoscenza quanto lei potesse essere strana.
«Psst.» sussurrò Nikki ad Ashba, sporgendosi in avanti «Ma tu lo sapevi che nei pop-corn ci sono i grassi animali?»
DJ balzò in piedi sulla poltroncina e gridò per ben due volte:
«Nei pop-corn ci sono i grassi animali!»
Danielle scivolò lentamente sempre più in basso, scongiurando che nessuno l’avesse notata poco più in là di quello svitato. Solo allora capì che probabilmente lui e Love erano perfetti insieme. Inoltre lui aveva un ragno tatuato sul collo... e lei allevava petauri. Tutto fu ancora più chiaro quando si accorse che non riusciva a sentire bene l’audio del film. Lì per lì diede la colpa all’insopportabile presenza di James che biascicava i pop-corn peggio di un vecchio con la dentiera, ma poi si rese conto che la ragione del mugolio di sottofondo erano i suoi due vicini, che erano sì, al cinema, ma il film non lo stavano guardando... lo stavano girando! E porno per giunta. Fu Nikki a prendersi la responsabilità di indicare ad Ashba il bagno. E da quel momento dei due non si ebbero più notizie fino alla fine del film.




Are you with me now?
La frase citata sopra è, effettivamente, una domanda LOL
Visto che la sezione è deserta, mi chiedevo se i nostri lettori (pochi ma buoni), non preferiscano un aggiornamento più rapido. Se volete, fatemelo sapere (anche tramite MP) :D altrimenti proseguirò con l’aggiornamento tutti i giovedì – a parte mercoledì 26, in onore del compleanno di James <3.
Un saluto a tutti :)

- Mayhem.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** We should have had a better plan. ***



4
„ We should have had a better plan. “


Sixx:A.M.- ‘Live forever.


Il bollettino di guerra aggiornato alle 23, ora in cui il film finì, era il seguente: Ashba aveva dato il meglio (o il peggio, a seconda dei punti di vista) di sé. James aveva tentato di appoggiare il braccio intorno alle spalle di Danielle che lo aveva prontamente tolto. A quel punto il cantante aveva capito che non sarebbe stata una conquista facile. Così da metà film in poi aveva cercato di essere solo gentile, educato e rispettoso... Il cambio di strategia non aveva portato ai risultati sperati, ma solo a più tristezza negli occhi di James. Nikki aveva appoggiato una mano sul ginocchio di Anita, che aveva iniziato a borbottare di dolore ed era poi scoppiata a piangere sul finale, risultando a lui inconsolabile.
Restava da decidere come concludere la serata, ma nessuno aveva idee, quindi la prima proposta fu accolta. Avrebbero dovuto avere un piano migliore e non lasciare tutto nelle mani, anzi, nelle fauci, del cantante.
«Andiamo al McDonald’s. Io ho fame.» esordì James.
«James, ma... tu hai sempre fame? Hai mangiato una scatola di pop-corn da sei chili da solo!» constatò il chitarrista con gli occhi di ghiaccio.
«È che sto cercando di smettere di fumare, quindi ho più fame...» tentò di giustificarsi il cantante.
«Come no!» rise Nikki «Questa è buona! Come quella volta che Ashba se ne uscì che aveva smesso di farsi le s... le sigarette a mano.» si riprese sul finale. Non che dire la parola seghe ad alta voce di fronte a delle pulzelle lo turbasse, ma non poteva permettersi di perdere la scommessa, e Anita in quel momento sembrava tutto tranne che attratta da parole che richiamassero ad oggetti con i denti o peggio ancora ad Ashba.
Allora andarono tutti quanti al McDonald’s, con la promessa che le ragazze avrebbero lasciato pagare i ragazzi. Il locale era naturalmente deserto e fu un miracolo che il ragazzino addetto al servizio non gli chiuse la saracinesca in faccia. Era semplicemente un fan del gruppo e quindi fece uno strappo alla regola.
Così, prima di ordinare, il tipo si fece fare una foto con i tre e Nikki affidò il prezioso compito ad Anita.
«L’esperta sei tu.»
Lei lo guardò perplessa, prese il telefono e scattò. Poi ordinarono e andarono a sedere al tavolo fuori, cosicché il ragazzino potesse andarsene a casa o dove gli pareva.
«Si può sapere per quale diavolo di motivo cammini come se ti avessero sodomizzato?» domandò Ashba ad Anita mentre si dirigevano al tavolo. Danielle lo guardò con due occhi sgranati e Nikki gli tirò una botta, rischiando quasi di fargli cadere la birra.
«Una bambina l’ha colpita con una mazza e lei non è ancora andata a farsi visitare.» gli spiegò Love. Ashba cercò di riuscire a far conciliare l’idea di mazza e bambina, quando la parola bambina, essendo di sesso femminile, si associava naturalmente con la parola figa.
«Sei stata pestata da una marmocchia?» domandò Nikki a metà tra lo shockato e il divertito, poi lanciò un’occhiata preoccupata al chitarrista che fissava il suo vassoio con aria spaesata e rise, immaginandosi il caos che l’affermazione precedente doveva aver scatenato nella sua mente.
«Non mi stupirei se fosse stata tua figlia!» rise James, che aveva già mezzo panino in bocca. Al bassista risultò quasi incomprensibile comprendere che cosa avesse detto, visto che aveva la bocca piena, ma quando lo capì, lo fulminò:
«Mia figlia non è una piccola teppista, razza di idiota.»
«È solo un’insegnante di golf, non è stata picchiata da nessuno. James, la tua sorte sarà piuttosto diversa se non la smetti di biascicare in questa maniera e di toccarmi i capelli con le mani unte.» puntualizzò Danielle, che non sapeva più dove fuggire.
«Uomo avvisato, mezzo salvato.» concluse Love.
Il cantante scoppiò a ridere, lasciando tutto il tavolo perplesso.
«Davvero sei un’insegnante di golf? Io gioco a golf!» raccontò, ingoiando l’ultimo boccone del suo primo panino.
«Giusto!» confermò Ashba «James ama giocare a golf... per motivi sconosciuti, visto che è una schiappa anche in quello! Bene, gentile pubblico, che facciamo adesso? Un festino a casa mia?» propose, sperando che la serata prendesse una piega diversa anche per gli amici.
«Aspetta che ci penso... NO!» rispose prontamente Danielle.
«Come no?!» intervenne Love «Preferisci rimanere dell’altro qui con questo puzzo di fritto sotto il naso?»
«No, ho semplicemente detto che non voglio andare a casa del tuo amico ma non ho neanche detto che rimarrò qui: torno a casa.» concluse la mora.
«Bene, vengo anch’io!» rispose Anita, che stava facendo scongelare i cubetti di ghiaccio della sua acqua naturale sul ginocchio.
Il panico si diffuse velocemente tra i componenti della band che si spremevano le meningi per cercare una qualunque scusa pur di trattenere le ragazze.
«Vi possiamo accompagnare!» esordì James finito il suo quarto e ultimo panino.
«Ti ringrazio veramente molto per la proposta allettante ma sono in grado di guidare da sola...» lo rimbeccò Danielle.
«Ma di notte le strade sono molto pericolose per delle belle ragazze come voi!» si ostinava Nikki.
«No grazie!» dissero in coro Anita e Danielle.
«Love tu che fai? Resterai ancora un po’ con me vero?» chiese sommessamente DJ con occhioni dolci.
«Ma certo!» rispose radiosa l’altra.
«Bene. Se c’è qualcosa e hai bisogno chiama pure, Love.» disse Anita all’amica.
«Mica siamo dei maniaci!» controbatté Nikki.
«Forse tu no, anche se ho dei dubbi, ma il tuo amico non mi sembra un tipo raccomandabile. Devo per caso ricordarti quello che è successo al cinema?» replicò Anita.
«Esagerata...» cercò di giustificarsi DJ.
«Ok allora ciao ragazzi, grazie per la bella serata. Love, ci sentiamo!». E detto questo le due amiche salirono in auto e scomparirono alla vista del piccolo gruppetto.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Hey! Everybody needs somebody, wants somebody! ***



5
„ Hey! Everybody needs somebody, wants somebody! “


Sixx:A.M.- ‘Help is on the way.


Danielle era a lavoro come tutti i sabato mattina e il caos nel negozio di parrucchiera regnava sovrano. Stava facendo un colore quando il suo capo la chiamò:
«Dan, c’è al telefono un certo tizio, non ho capito bene il nome... penso che stesse scherzando perché ha detto di chiamarsi DJ Ashba, ma non credo sia possibile.»
La mora rimase stupita dell’annuncio anche perché non aveva detto a quella band di scalmanati dove lavorasse, però andò al telefono ugualmente e all’altro capo c’era veramente il chitarrista dei Sixx: A.M.:
«Hey ciao! Come va? Senti... stasera ti andrebbe di uscire con James?»
«Ma queste idee come ti vengono in mente?! James non è abbastanza grande per chiedermi una cosa del genere da solo?! Devo lavorare… quindi ciao!» e pose fine alla telefonata pensando che Ashba si stesse divertendo a fare il cretino, cosa che in effetti gli riusciva piuttosto bene. Stava tornando alla sua cliente quando il telefono squillò di nuovo, quindi decise di rispondere direttamente lei.
«Salve, sono Nikki Sixx. Potrei parlare con Danielle?»
«Sono io! Mica ti ci metterai anche te a fare il cretino, vero?»
«No! Assolutamente! Quello è solo DJ e si sa che gli viene benone! Io volevo solo chiederti se ti andava a chiusura di farci i capelli... nel caso tu non lo avessi notato siamo tutti tinti e avremmo bisogno di una rinfrescata...»
«Perché a chiusura?» chiese sospettosa la mora.
«Perché se entriamo a negozio affollato forse avresti un po’ di problemi dato che in genere ci chiedono un sacco di autografi... e sai com’è Ashba... perderebbe un sacco di tempo a fare l’idiota.»
«Ma io non faccio l’idiota!!» disse una voce di sottofondo, seguita da dei rumori sospetti, così Dan dedusse che si stavano picchiando mentre parlavano con lei.
«Nikki... sei lì? Va bene!! Chiudiamo alle 5 perché è sabato... Venite per quell’ora! Ciao.»
«Sei fantastica!! Grazie! A dopo!»

@@@


Alle 5 in punto al negozio si presentarono solo Ashba e Nikki, come promesso.
«Dov’è James?»
«Ecco, una domanda difficile» disse Ashba guardando le foto delle modelle appese alla parete.
«Casomai è la risposta quella difficile!» lo corresse il bassista «James non è potuto venire… Ha deciso di darci buca perché domani va a giocare a golf.»
«Che poi… perché va a giocare a golf?? Non è capace! E soprattutto... perché a Las Vegas?? Nel mezzo al deserto!! E poi dite che sono io quello demente!»
«Perché è vero!» replicò Sixx, dopo avergli tirato uno sganascione dietro la nuca. «A Las Vegas ci va a fine mese con suo fratello. È qui in giro da qualche parte, di sicuro...»
Il chitarrista rimase in silenzio.
«Non voglio fare la fiscale… ma te lo sei tatuato nelle mani che sei demente!» sottolineò Danielle. «Comunque... questo colore?!»
«Ma noi non ne abbiamo bisogno! Era un appuntamento combinato per James che però ci ha dato buca! Stronzo!» probabilmente questa era una risposta che Ashba non avrebbe dovuto dare perché Nikki lo guardò prima esterrefatto e dopo come se non ci fossero più speranze, con la mano davanti al viso.
«Scusalo, ma sai... è pazzo!»
«Via, io me ne vado, divertitevi!»
«Dove stai andando? Sei venuto in macchina con me!» rispose il bassista.
«Giusto! Le chiavi?» probabilmente Nikki non ebbe la forza di rispondere e gli consegnò le chiavi, così insieme a Danielle lo guardarono andare via fischiettando. Una volta scomparso si girò verso la parrucchiera:
«Insomma... dove si va?»
«Da nessuna parte! Devo sistemare il negozio, quindi almeno per un’oretta avrò da fare qui.»
«Ti aspetto. Dovrai pur mangiare!! E poi io sono senza macchina, quindi se non ti è di troppo disturbo ti dispiacerebbe portarmi a casa?»

@@@


Riuscirono ad andare a cena fuori. Fu una cena piuttosto tranquilla in un posto informale. Poi Danielle portò a casa Nikki che la invitò ad entrare, cosa che fece, ma con fare circospetto.
«So che fai foto…» esordì la mora.
«Sì. Ti faccio vedere il mio studio» così Sixx la portò in una stanza che assomigliava più a un castello dell’orrore. «Ti piace?»
«Per me è un pelino tetro, ma è… carino...»
«Me lo dicono tutti che è tetro, ma a me piace!»
A quel punto Nikki la invitò a guardare un film, ma la mora rifiutò consapevole del rischio che film più divano più buio potevano creare.
«Domani ho da fare anche se è domenica. Sono tutta la settimana a lavoro e devo recuperare nel weekend... e poi a una certa ora verrà Anita a farsi il colore.»
Si avviarono verso la porta e si salutarono civilmente.

@@@


Verso le tre il cellulare di Nikki squillò, fortunatamente era ancora sveglio.
«Sono DJ» rispose la voce dall’altra parte.
«Bravo!»
«È lì?»
«Chi?» chiese perplesso il bassista.
«La mora! Danielle!» insistette il chitarrista con tono ovvio.
«No. Perché dovrebbe?»
«Non funzionate per niente te e quell’altro eh! Ti ho lasciato da solo per concludere e te niente!»
«Ma cosa vuoi!!! Non si capisce nemmeno se le stiamo simpatici o antipatici!!»
«Sì, ma quello mica è importante per passare una notte insieme!»
Il bassista rimase allibito, così senza salutare riattaccò il cellulare e tolse la suoneria.
Il chitarrista chiamò altre tre volte, poi optò per un messaggio:
‘Inutile che non rispondi, tanto prima o poi di questa cosa ne riparliamo, padre di famiglia casto e cortese, costì!’

Nikki con la tinta di Anita
Ecco che cosa succederebbe se una stressatissima Dan confondesse la tinta di Anita con quella di Nikki LOL
Sono una burlona, lo so.


-Mayhem.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** And if we die, I’ll meet you up in Heaven, ‘cause you’re beautiful. ***



6
„ And if we die, I’ll meet you up in Heaven,
‘cause you’re beautiful. “


Sixx:A.M.- ‘Live forever.’


James Michael era alle prese con una delle sue solite partitelle a golf nel club di Los Angeles, dove andava di tanto in tanto a praticare nel week-end quando lavorava e non poteva spostarsi a Las Vegas.
Tornando con il cart alla base notò una sagoma vestita in bianco con i capelli rossi e un cappellino e si domandò se al mondo potesse davvero esistere un’altra insegnante di golf per principianti con i capelli rossi che trascinava una gamba da un bambino all’altro.
Accostò e rimase a guardare dalla palizzata di legno che separava i campi dalla strada.
Anita stava gocciolando: era la fine di febbraio, ma faceva un caldo da far dannare. Si accorse che un bambino stava sbagliando il movimento del polso così, incautamente si avvicinò:
«Billy, tesoro, non...» la mazza del ragazzino passò ad un palmo dal suo naso.
Indietreggiò. Riuscì a sentire distintamente l’impatto dell’oggetto con il suo bel faccino, il naso che implodeva, il sangue che colava, sebbene in realtà non si fosse fatta niente. Si sfiorò il naso pulito, poi guardò l’orologio e annunciò:
«Bambini! È finita!»
La rossa si chinò leggermente, permettendo a tutti i bambini di abbracciarla e, una volta che furono corsi via, si lasciò cadere sull’erba e tirò un sospiro di sollievo.
‘Santo Cielo, ho bisogno di una vacanza.’ pensò.
Quando riaprì gli occhi si trovò l’ombra di James proiettata addosso e il suo faccione sorridente che la guardava divertito puntato sui capelli. Sbatté le palpebre due volte per rendersi conto se fosse un’allucinazione o meno.
«Ce l’hai un’assicurazione sulla vita?» domandò sarcastico l’uomo.
«No, ma so cosa stai per dire, e hai ragione.» sbuffò lei.
«Non ti avevo mai vista qui prima.» confessò lui.
«Beh, non stavo mentendo quando ho detto che insegnavo golf.»
«E neanch’io quando ho detto che giocavo!»
«Lo vedo.»
Lui le tese le mani per aiutarla a sollevarsi. Lei cercò di fare da sola, seppur con qualche difficoltà. Una volta in piedi si scosse la gonna e la maglia e si guardò intorno.
«Ci facciamo una foto da mettere sui miei official così i miei fan si convincono che sono un pessimo giocatore di golf? Come suona ‘con Anita, insegnante di golf per bambini, da oggi mia insegnante privata’?»
Anita storse il naso.
«Suona come una bugia! Io non sono la tua insegnante privata! E poi non puoi essere un golfista peggiore di questi pericoli pubblici.»
«Questo sta a te scoprirlo!» scoppiò a ridere lui «Quando stacchi ci facciamo una partita e giudicherai con i tuoi occhi...»
La ragazza sghignazzò, pensando a come sarebbe stato piegarsi per lasciar dondolare la mazza, poi rispose:
«Lo farei volentieri, ma non ho le mie mazze dietro e comunque non potrei giocare in queste condizioni. Inoltre oggi pomeriggio devo andare a farmi fare la tinta da Dan perché, anche se da sotto il cappello non si nota, la mia ricrescita imperversa...»
Di fronte ad una rosa così fornita di scuse era impossibile trovare un ripiego per convincerla, così James decise che era arrivato il momento di dire qualcosa di demente, per non smentirsi.
«Ahah, la mia imperversa sempre! Torni alla base? Ti offro un passaggio su questo fantastico golf-cart condotto da me per risparmiare ciò che resta del tuo ginocchio. Ci stai?»
«Sei molto gentile, accetto volentieri! Devo andare in infermeria a farmi dare un’occhiata o il direttore mi ucciderà...»
Anita afferrò il suo zainetto, messo da una parte, e seguì James fino al cart.
Durante il tragitto, naturalmente, James ottenne la sua foto con l’istruttrice, scattandola lui stesso mentre guidava (perché come sappiamo James sa essere estremamente stupido, soprattutto nel prendere decisioni di questo tipo).
Arrivati di fronte all’infermeria del club, la ragazza scese e lo ringraziò, promettendo che lo avrebbe seguito su Twitter, da quel momento in avanti.
«Ci vediamo in giro allora!»
«Se non muoio...» fece spallucce lei, mentre si allontanava trascinando via la gamba che ormai era diventata un pezzo di storia.
«Se muori ci vediamo in Paradiso, bellissima.» le fece l’occhiolino e sparì in fondo alla via.

So say it once more...
Come promesso il capitolo di oggi è dedicato a James, o meglio, alla coppia James/Anita, visto che oggi è il compleanno del nostro cantante :D :D
Voi fate cosa vi pare, ma oggi a casa mia (o meglio, in camera mia LOL) è festa nazionale <3
Un saluto a tutti e ancora un ringraziamento a chi ci segue e a chi deciderà di recensirci (?).

- Mayhem.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Tomorrow you’ll have to cross bridges that you burned today. ***



7
„ Tomorrow you’ll have to cross bridges that you burned today. “


Sixx:A.M.- ‘Tomorrow.


Danielle stava armeggiando con i suoi ciottolini, mentre Anita si grattava la poltiglia che aveva in testa con uno stuzzicadenti. Brandi, una bella gatta nera con il pelo lucido e gli occhi dorati, si era comodamente accomodata su di lei e si stava facendo coccolare.
«Ah, non ti ho raccontato questa. Stamattina prima di andare al club sono passata dal supermercato a comprare le scatolette per Flash, sono aumentate un casino! Non lo so, devo accendere un mutuo per comprare del cibo decente al mio gatto?!»
«Sì, ma anche la lettiera, io ho quella che assorbe gli odori, ma dai retta che la pago cara!»
La mora diede un’occhiata al telefono per vedere che ora fosse, in una decina di minuti avrebbe dovuto sciacquare la testa dell’amica.
«Domani Love ci farà una testa enorme:» sentenziò, con rammarico «stamani mi ha mandato un messaggio con sei parole: ce l’ho ancora marchiate a fuoco nel cervello. ‘Sesso. Orale. Ashba. Lingua. Piercing. Love.’ E l’ultima non ho capito se era la firma o cosa...»
«Sì, l’ha mandato anche a me, ma non ho avuto il tempo di risponderle. Ero troppo impegnata a mettere a repentaglio la mia vita con gli aspiranti golfisti...»
«Io sinceramente non avrei trovato altre parole da aggiungere alla catena, né altre per commen...» la mora fu interrotta da un gran fracasso che proveniva dallo zainetto di Anita, appoggiato da una parte nel corridoio d’ingresso. «Si può sapere che razza di suoneria di merda hai messo?» riprese.
«Scherzi?! Questa roba non è mia. Sarà il tuo vicino.»
«Il mio vicino ha novantasette anni...»
«Ok, vado ad indagare sulla provenienza di questo rumore infernale.»
La rossa afferrò il suo zaino e lo aprì a colpo sicuro, realizzando in quell’esatto momento che quello non era il suo zaino.
«Merda. Questo non è il mio zaino!» gridò all’amica, che si affacciò dalla porta nel corridoio.
Anita afferrò rapidamente il telefono che strillava peggio di un allarme antincendio e vide impresso sullo schermo il suo numero di telefono.
«Pronto?» si affrettò a rispondere, prima che l’altro cambiasse idea.
«A-anita? Sei tu?»
«James?»
«Temo che sul cart ci siamo accidentalmente scambiati gli zainetti.»
«E io me ne sono accorta soltanto adesso... accipicchia, non sai quanto mi dispiace!» si scusò, sbattendo la mano contro la fronte più e più volte.
«Puoi tornare qui a portarmi il mio? Perché ci sono le chiavi della macchina e altrimenti rimarrò bloccato qui per sempre... e non sono sicuro che Nikki la prenderà bene se non mi vedrà arrivare domani mattina a lavoro.»
«Cerco di fare prima che posso, davvero!»
«Ti aspetto nel parcheggio. Tanto quando arriverai credo ci sarà solo la mia auto, ahah!»
«Ok, a dopo.»
Anita rimise immediatamente a posto il telefono e corse verso il suo padre confessore, vale a dire Danielle, che non aveva ancora fatto un fiato, certa che presto o tardi l’amica le avrebbe rivelato l’arcano. Non si sbagliava.
«Ho fatto un casino, Dan: ho scambiato la mia borsa con quella di James Michael.»
La mora la guardò sconvolta.
«James Michael ha una tracolla con la patch dei Ramones uguale alla tua? Non l’avevo vista l’altra sera!»
«Ma quale Ramones, senti intanto sciacquami e nel frattempo ti racconto. Non ero ancora arrivata a quel punto della giornata.» le due si spostarono in bagno, dove iniziò il lavaggio. «In pratica oggi l’ho incontrato al circolo del golf e abbiamo fatto due chiacchiere e poi mi ha dato un passaggio sul golf cart: siccome avevamo tutti e due gli zainetti del club dobbiamo averli scambiati senza rendercene conto.»
«E tu non ti sei accorta di nulla?»
«No, perché per venire qui ho preso l’autobus, quindi non ho dovuto tirare fuori né il badge dei trasporti né le chiavi della macchina. Poi sono venuta da te, quindi non mi servivano le chiavi di casa... e il cellulare non ha mai squillato.»
«Sei un caso disperato, lo sai, vero? Quindi adesso tu sei in possesso di tutti gli effetti personali di James Michael?»
«Di certo del telefono e delle chiavi della macchina.»
«E non hai intenzione di vedere il resto del contenuto?»
«Non sarebbe carino... mi appello al fatto che se io non lo farò, neanche lui lo farà...»
Danielle la guardò preoccupata, sebbene lei non potesse vederla e mentre finiva di pulire gli angoli del suo collo dal sapone trovò il coraggio di domandare.
«Anita... cosa c’è nel tuo zaino?»
«Cibo per gatti, un pacco di assorbenti, una bottiglia d’acqua, tre carote, due zucchine, cinque pomodori, le chiavi di casa, il portafogli, un ombrellino, le salviette umide, i fazzolettini, una penna... credo basta.»
«Quindi in pratica, a meno che lui non vada in giro con i sassi nel suo zainetto per il puro gusto di farlo, si starà chiedendo cosa ci sia là dentro.»
«Non spaventarmi... ci ha già pensato il dottore oggi. Mi ha fatto mettere il tutore se non te ne sei accorta, e mi ha segnato le infiltrazioni, così per due settimane devo anche alzarmi all’alba per andare a farmele fare.»
Danielle rise, poi l’aiutò ad asciugarsi velocemente la testa e l’accompagnò alla fermata dell’autobus.

@@@


Il sole stava lentamente tramontando quando Anita scese dall’autobus. La scena ricordava vagamente l’intro del video ‘Welcome to the Jungle’ dei Guns n’ Roses, giusto per restare in tema, con l’unica differenza che lei, con il suo zainetto, anzi, con quello di James, non scese le scalette con la baldanza di Axl Rose, ma con quella di un paraplegico.
Avrebbe voluto sbrigarsi, ma il ginocchio implorava pietà, così quando arrivò nel parcheggio del club, trovò veramente soltanto l’auto del cantante, con lui seduto per terra con la schiena appoggiata al cofano. Non appena il cantante la vide si drizzò e si mise a sbracciare, come se lei non avesse potuto notarlo, in quella desolazione.
«Parrebbe proprio che noi due siamo destinati ad incontrarci spesso!» gridò.
Lei lo raggiunse e si tolse lo zaino dalle spalle, porgendoglielo immediatamente.
«Ho avuto la stessa impressione anch’io.» confessò, mettendosi a ridere.
Dopo lo scambio di borse, James si offrì di accompagnarla a casa e lei accettò, anche perché il pullman successivo passava in due ore e sinceramente non vedeva l’ora di buttarsi a letto. In auto non ci volle molto, anche perché il cantante aveva il piede piuttosto pesante. Una volta sotto casa, lui si fermò e l’imbarazzo calò sui due non come un velo, ma come un tendone da circo.
«Ti inviterei a salire, ma non vorrei che qualcuno ti paparazzasse...» si scusò lei, assicurandosi di aver preso lo zaino giusto, stavolta.
«E io salirei, ma sono sudato fradicio e sarei decisamente un appuntamento appiccicoso...» replicò lui con il solito sorriso da cretino stampato sulla faccia.
«Vorrei ringraziarti per quest’immagine idilliaca,» Anita si sforzò di sorridere «ma penso che mi limiterò a farlo per il passaggio.»
«Tanto ci vediamo in giro!»
«A presto.»

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** And I don’t know what you’re doing to me, but let’s do it all night. ***



8
„ And I don’t know what you’re doing to me,
but let’s do it all night. “


Sixx:A.M.- ‘Sure feels right.


Le ragazze dopo solo due giorni che non si vedevano avevano decisamente molto da raccontasi. Love, più delle altre, sembrava veramente non riuscire a trattenersi dal raccontare delle sue esperienze. Una volta che la porta dell’ascensore si fu chiusa, il panico rimbalzò su tutte le pareti.
«Ragazze quanto tempo!» esclamò la bionda.
«Sono solo due giorni che non ci vediamo...» constatò Danielle.
«Sì, ma io ho un sacco di cose da raccontarvi!»
«Sono preoccupata...!» confessò Anita ridendo, sapendo già metà della storia.
«Oh, suvvia non sono mica confessioni oscene! Per esempio... lo sapevate che DJ....»
«Adesso vi chiamate per nome di battesimo?» chiese la mora, che voleva essere preparata psicologicamente ad ogni eventualità.
«È il suo nome come dovrei chiamarlo?!» rispose Love irritata.
«Prima ti limitavi a chiamarlo Ashba o al massimo Diggei» intervenne Anita per dare man forte all’altra.
«Si, lo so, ma prima non lo conoscevo e poi me l’ha chiesto lui di chiamarlo così! Io avevo pensato a zuccherino...»
«Santo cielo sto per rimettere!» dichiarò Danielle senza farsi troppi problemi.
«Scusa eh, ma se proprio gli devi dare un soprannome... daglielo un po’ più rockettaro!» propose Anita.
«Sì, vabbé poi ci penserò, insomma dicevo... eh, sì, lo sapevate che DJ ha un piercing sulla lingua e anche uno sul capezzolo? Poi ha dei pettorali favolosi, e con quei tatuaggi non vi dico quanto è arrapante... oh cavolo se ci ripenso mi ci viene da piangere!»
«Anche a me!» confessò Danielle.
Anita stava pensando al fallimento dei suoi incontri del fine settimana, compreso quello col dottore, quindi non disse nulla.
«Tu sapessi quant’è divertente! Prova a...» Love non riuscì a finire la frase che Danielle la colpì violentemente.
«Risparmiaci i dettagli anatomici per cortesia! Mi pare che tu ci abbia raccontato anche troppo delle tue esperienze sessuali!» sbottò.
«Tra amiche certe cose si dovrebbero condividere!» tentò di protestare Love.
«Il problema è che tu condividi troppo!» concluse Anita.
«Comunque ci siamo scambiati il numero, nel caso ci venisse voglia...»
La porta dell’ascensore si aprì e Danielle ed Anita si catapultarono fuori alla velocità della luce, prima che altri particolari pornografici del fine settimana di Love venissero alla luce.
Entrarono nello studio, pronte a mettersi al lavoro, quando il capo le fermò, piazzandosi in mezzo alla loro strada.
«Voi tre... c’è qualcosa che dovete dirmi?»
Le amiche si guardarono, preoccupate che anche il direttore fosse venuto a conoscenza delle avventure del week-end. Anita trovò il coraggio di parlare per tutte:
«Io sto cercando di mettermi a posto il ginocchio. In un paio di settimane dovrebbe essere ok...»
Il capo incrociò le braccia e divaricò le gambe, facendo preoccupare ulteriormente le tre.
«Sarà meglio, perché ha chiamato il manager di Nikki Sixx. Oggi pomeriggio lui e alcuni suoi colleghi verranno qui a fare un servizio e pare che abbiano chiesto di poter lavorare proprio con voi tre...» espose lui, piuttosto dubbioso.
«Qui c’è lo zampino di Ashba!» sorrise Love, al settimo cielo. Ignorò il boss e lo sorpassò, saltellando verso il suo armadietto.
«Fashion Stylist, ci vorrà della roba tra il rock e il dark. Mettiti al lavoro. E tu pensa a qualcosa di serio per trucco e capelli, documentati su internet.» ordinò, rivolto a Danielle.
Lei si mise ironicamente sull’attenti, seguendo la bionda e lasciando la rossa in balia dell’uomo.
«Tu ora vieni con me. E cerca di non farmi fare brutte figure oggi pomeriggio.»

@@@


Cantante e chitarrista stavano allegramente chiacchierando del week-end, in attesa dell’arrivo del bassista.
«DJ Ashba, la trombata che ti manca.» concluse il moro, non appena l’altro entrò nella stanza.
«Cos’è, hai aperto un’agenzia di gigolò?» domandò Nikki.
«C’ho provato, ma voi due siete due fallimenti. Quindi sto mandando avanti la ditta da solo. La tipa dell’altra sera è una vera tosta, così ci siamo scambiati il numero, nel caso ci venisse voglia. Bene, credo che la chiam...»
«Sei proprio un demente.» constatò Sixx, afferrandolo per la collottola. «Non chiamare nessuno, tanto oggi pomeriggio la vedrai. Ho detto al mio manager di farci prendere un appuntamento per farci fare delle foto da loro, oggi pomeriggio.»
«Ma noi non abbiamo bisogno di farci delle foto...» asserì James «E io non mi sono fatto la barba!»
«Non mi sembra un gran problema, non te la fai mai!» replicò Ashba. «È per questo che sembri così vecchio...»
«Con la barba fatta o no, oggi pomeriggio andiamo lì. E stasera con la scusa le portiamo a cena da qualche parte. E vediamo chi vince la scommessa.»

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Is this the best that we can do? ***



9
„ Is this the best that we can do? “


Sixx:A.M.- ‘Oh my God!


Era l’ora del servizio e i tre maschi stavano fumando l’ultima sigaretta prima di salire.
Ashba esalò un respiro dal colore pallido e dall’odore acre, poi asserì:
«Ripassiamo il piano un’ultima volta.» gli altri due annuirono con un cenno del capo «Nikki, tu aiuterai James a rubare le chiavi di casa della rossa.»
Sixx espresse le sue lecite perplessità.
«Ricordatemi perché dobbiamo rubare le chiavi di casa di una poveraccia...»
«Così poi, una volta che James l’avrà riaccompagnata a casa, lei crederà di averle perse e qui entra in scena il cavaliere che offre alla damigella un tetto sotto cui passare la notte, con l’ulteriore scusa di non disturbare le sue amiche che molto probabilmente saranno impegnate con me, cioè... con noi.»
«DJ, non per... ma tu cosa farai mentre noi rubiamo le chiavi?»
«Distrarrò le ragazze, naturalmente.»
«Ma pensi di farcela da solo?» domandò James. Anche Nikki aveva i suoi dubbi: le ragazze erano scaltre, e lui era un demented, dopotutto.
«Certamente. Spero solo che nel guardaroba ci sia abbastanza spazio per tutti...»
La sberla di Sixx non tardò ad arrivare.
«Andiamo.» asserì, prima che la situazione degenerasse.

@@@


Mentre Anita sistemava il tutore sotto i jeans, Love otteneva una nuova piega grazie agli strumenti di Danielle. La mora domandò:
«Come mai questa faccia da funerale, Love? Fra poco rivedrai Ashba!»
«Appunto... e ho un completino intimo leopardato!»
«E allora?»
«E se a lui non piacciono i leopardi?»
«Guarda, dopo questa tua affermazione posso dire con certezza di non aver mai sentito di un miglior esempio di ‘Dio li fa e poi li accoppia’, quindi stai tranquilla...»
La mora fece giusto in tempo a finire la frase che i tre fecero il loro ingresso nella stanza: in testa c’era Ashba seguito da Sixx, l’ultimo componente era un po’ più indietro degli altri, ma non tardò a raggiungerli, stava già sondando il terreno alla ricerca della borsa.
«Eccoci qua belle ragazze! Siete pronte per lo show?» chiese DJ.
«Noi sì, voi un po’ meno» rispose Danielle guardandoli da capo a piedi. «Oltre che una sistemata ai capelli e al trucco, dovrete cambiare quegli abiti orrendi.»
«Che cos’hanno i nostri vestiti che non va?» chiese James entrando dalla porta e guardandosi tristemente la maglietta.
«Tu sei l’unico vestito un po’ meglio ma dovrai mettere qualcosa di più rock, quella canottiera da muratore proprio non va bene...» rispose Love facendogli coraggio.
«Bene allora andiamo a trovare qualcosa di più consono alla situazione!» disse DJ alla bionda prendendola sotto braccio e sparendo con lei nella stanza accanto.
«Ok, Nikki intanto faccio te: andiamo di là che ti sistemo i capelli!» disse Danielle al bassista che lanciò un’occhiata veloce all’amico per dargli il segnale.
«Nooooooo! Hai la macchina fotografica uguale alla mia, sai?» disse Nikki, che cercava di attaccare bottone anche con Anita per distrarla, dato che DJ era andato a farsi i fatti suoi.
«Davvero?» chiese lei un po’ stupita. Non si capì se fosse perché lei, fotografa professionista, aveva la stessa attrezzatura di uno che nella vita le aveva provate tutte, o perché si poteva permettere gli stessi marchingegni di un riccone, nonostante la sua povertà.
«Potreste continuare la conversazione di qua?» chiese Danielle leggermente spazientita «Dovrei lavorare!»
«Sì, finisco di sistemarmi il tutore e vengo... James che ti prende?» chiese Anita al biondo che continuava a guardarsi intorno un po’ confuso.
«Non trovo il portafogli...» mentì spudoratamente il cantante.
«Guarda in macchina citrullo!» urlò Sixx dall’altra stanza.
«Torno subito» disse sorridendo ad Anita che nel frattempo si era alzata e stava raggiungendo gli altri due.
«Non c’è fretta! Fai con calma!»
Il cantante fece finta di chiudere la porta, poi cercando di fare piano incominciò a muoversi per la stanza. Notò una specie di ripostiglio e decise di controllare: quella dannata borsa poteva essere ovunque! Aprì dolcemente la porta e trovò tre borse. Non era difficile riconoscerne i proprietari: quella di Louis Vuitton era di sicuro di Love, poi ce n’era una nera, normale, probabilmente di Danielle ed infine quella dei Ramones di Anita. Si vergognava come un ladro (cosa che a tutti gli effetti era), ma decise di portare a termine il piano. Frugò nella borsa: c’era di tutto. Telefono, trucchi, assorbenti, una mela, il portafogli, uno spazzolino da denti, una pomata antiinfiammatoria, un notes, penne, un ipod (prese anche quello, giusto per curiosità, se proprio doveva rubare, voleva farlo con stile). Sul fondo, infine, trovò le chiavi. Le prese, le infilò nella tasca del giacchetto di pelle, rimise tutto a posto e uscì dalla stanza.
«Ce ne hai messo di tempo!» esclamò Sixx quando James li raggiunse «L’hai trovato?» chiese infine. Naturalmente era una domanda in codice.
«Sì, era sotto il sedile, deve essermi scivolato... scusate ma... DJ e Love che fine hanno fatto?»
«Non lo voglio sapere, ma me lo immagino» rispose Danielle irritata mentre l’amica se la rideva sotto i baffi.
Ormai la mora aveva quasi finito con Nikki quando DJ fece ritorno. Aveva la solita faccia da coglione trionfatore ma qualcosa nel suo abbigliamento non tornava e James, con un certo tatto, cercò di farglielo notare.
«Amico, la maglietta...»borbottò il biondo avvicinandosi.
«Ti piace non è vero?» chiese l’altro pompandosi.
«No, veramente... volevo dirti che è al contrario.»
La risata di Nikki echeggiò per tutta la stanza contagiando anche gli altri. DJ si posizionò di fronte allo specchio e verificò se effettivamente fosse vero. Accertatosene scoppiò a ridere anche lui e senza scomporsi ulteriormente se la tolse mostrando gloriosamente muscoli e tatuaggi e se la rimise, stavolta però nel verso giusto.
«Che succede di bello?» chiese Love sorridente entrando nella stanza.
«Indovina!» disse Nikki riprendendosi «Dovresti stare attenta a come fai andare in giro il tuo uomo! E soprattutto: che hai fatto ai capelli?» chiese con un tono di voce divertito.
«Oh, per la folta chioma di Maria Maddalena! Che è successo ai miei capelli?» chiese disperata ignorando tutto il resto e correndo verso lo specchio.
«Sono tutti arruffati!!! Oh mio Dio fate qualcosa!!!!!!» strillò Sixx.
Il degenero stava regnando sovrano in tutta la stanza, Anita e Danielle avevano addirittura le lacrime agli occhi mentre Love era furiosa.
«Che cazzo ridete, imbecilli!!» urlò gettando la spazzola per terra e uscendo dalla stanza.
«Love, stavo scherzando!» si affrettò a precisare Sixx, anche se ancora se la rideva.
«Vado io!» disse infine DJ, inseguendola nella stanza da cui prima era uscito James.
«Nikki, sei pronto. James, vediamo cosa possiamo fare con la tua testa.» asserì Danielle, invitando il bassista ad alzarsi e il cantante a sedersi.
«Come sto?» domandò Sixx.
«Sei uno splendore» commentò Anita, con un’aria da gay di San Francisco che fece serpeggiare la preoccupazione nello studio.
«James, si può sapere che hai fatto alle mani?» domandò Danielle allarmata. Il biondo temette di essersi sporcato con qualcosa che c’era nella borsa di Anita, ma controllò le mani e non c’era niente.
«Che vuoi dire?»
«Sei tutto graffiato!» esclamò lei.
«Ho semplicemente un gatto...» confessò lui.
Danielle cercò di concentrarsi sul suo lavoro, ma le venne spontanea una risata.
«Anche io e Anita abbiamo gatti, ma le nostre mani sono perfette!»
«Sì, ma Anita ha un ginocchio scassato!» ci tenne a precisare il biondo, indicandola.
«Flash non c’entra con il ginocchio. Anche se una volta ha fatto la pipì in mezzo al corridoio e io ci sono scivolata allegramente...» raccontò. Sixx si grattò un sopracciglio.
«Appunto, voi non avete a che fare con Rocco.»
«Rocco chi?» domandò Ashba, uscendo dall’altro sgabuzzino con Love. «Dici il pornodivo?»
«No, il mio gatto. È terribile, non mi obbedisce mai. Mi odia!»
«Con tutto il rispetto... gli hai dato il nome di una pornostar!» esclamò Anita, quasi shockata. «Anche io ti odierei se tu mi avessi dato il nome di una pornostar!»
«Direi che per ringraziarvi del brillante lavoro che farete per noi oggi, potremmo andare tutti a fare una bella cena di lavoro, dopo» propose Nikki, che era l’unico che poteva parlare senza che le ragazze dubitassero della sua sanità mentale.
«Ma noi veniamo pagate per quello che facciamo» ci tenne a precisare Anita.
«Non ne dubitavo, ma vista la vostra gentilezza ci tenevamo ad offrirvi la cena.» proseguì Sixx.
«A me sembra un’ottima idea!» esclamò Love. Per forza, lei era vestita figa da capo a piedi e poteva andare in qualunque locale. Danielle ed Anita si guardarono: indossavano un paio di jeans e delle magliette semplici. «Dai, andiamo!» insistette la bionda.
«D’accordo. Però che sia una cosa da persone civili...» si raccomandò Danielle.
Allora anche la rossa non poté fare a meno di annuire, entrò nello sgabuzzino e afferrò la custodia della sua macchina fotografica dove si trovava l’obiettivo di cui aveva bisogno.
«Questa borsa ha visto cose che tu non puoi nemmeno immaginare...» sentenziò DJ.
«Cosa ti fa pensare che io ci tenga ad immaginarle?» replicò lei.
«Speriamo di finire presto, così possiamo andare a mangiare.» concluse James «Io ho fame.»


Immaginate questo scambio di battute durante il servizio fotografico...
James: Stavo ripensando a DJ che esce con la maglia al contrario!!
Nikki: Ahahaahahahaahah!
DJ *faccetta scocciata*: Siamo sul simpatico oggi...

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Oh my God! This is insane! ***



10
„ Oh my God! This is insane! “

Sixx:A.M.- ‘Oh my God!


Dato che doveva essere una cena informale i ragazzi decisero di andare in una pizzeria italiana, anche se di italiano aveva ben poco a partire dai camerieri che sembravano provenire da qualsiasi luogo tranne l’Italia. La pizza però era buona, cosa che era stata garantita da DJ e quindi nessuno si era fidato fino al momento dell’assaggio.
«Come l’hai scovato questo posto?» chiese Nikki sbarazzandosi dell’ultimo pezzo.
«Non me lo ricordo… forse ero ubriaco…»
Tutti lo guardarono con aria sconsolata.
«Ragazze, cosa volete fare dopo questa bella cena allegra tra amici?» chiese il cantante tutto speranzoso.
«Niente feste di dubbia legalità!» Danielle mise subito le cose in chiaro.
«No, però una passeggiata sulla spiaggia si potrebbe fare, no?» propose James. «Veloce, che devo ancora dare da mangiare a Rocco.»
«Gli darai da mangiare quando torneremo con calma!» concluse Nikki scocciato.
«A proposito di gatto!!! DJ!!! Sai che Dan ha una gatta che si chiama come la ex moglie di Nikki?!» esclamò Love.
«Donna?» chiese il chitarrista dubbioso, cosa che gli causò un altro schiaffo dietro la testa da parte del bassista. Fortuna che Nikki aveva solo due ex-mogli.
«No, cretino! Brandi! Secondo te una persona potrebbe chiamare un gatto Donna?!»
«Sì, ma Brandi è anche un liquore!» intervenne Danielle che non era proprio felice di veder paragonata la ex moglie di Nikki alla sua gatta.
Stavano iniziando a ragionarci quando giunse un ragazzo un po’ alticcio che picchiò sulla spalla di Danielle, che si girò immediatamente notando che si trattava di Steve, il suo ex fidanzato.
«Ciao moretta! Era tanto che non ci vedevamo!»
«Merda...» blaterò Anita, che aveva già visto la brutta parata. Nikki e James la guardarono strani, ma non ci volle molto prima che la situazione si spiegasse da sola.
Dan si mise subito sulla difensiva:
«Ciao Steve. Tutto bene?»
«Certo!!! Non capisco perché tu sia a cena con questi vecchi mentecatti invece di stare con me, ma per il resto...»
«Cosa???!!!! Io non sono vecchio! Per gli altri ci può anche stare...» intervenne il chitarrista che però venne ignorato.
«Steve, ma cosa dici?!»
«Beh, insomma, con chi stai? Il tipo che sembra una star di film horror giapponesi, il tardone o la stanga?»
«Quale sono io dei tre?» domandò sommessamente James ad Anita, che stava bevendo.
«Credo la stanga...» rispose lei.
Il cantante si sentì enormemente sollevato.
«Ma non sto con nessuno, questa è solo una cena di lavoro...» spiegò Danielle, sebbene non ci fosse motivo di dare spiegazioni.
«Ah, una cena di lavoro? E allora come mai la star di film horror giapponesi sta abbarbicato a quella tua amica coi capelli color piscio?»
Love stava per svenire, ma nessuno se ne curò: erano tutti troppo occupati a guardar male Ashba.
«Anche se fosse, ci siamo lasciati cinque anni fa, mi pare che dopo tutto questo tempo io possa fare quello che voglio!”
«Ti sembra il caso di uscire con questi deficienti vestiti strani con capelli tinti e acconciati come dei tossici?» il tono di voce stava aumentando. «Ah, e guarda, ci sono anche quelle due troiette smesse che ti hanno convinta a mollarmi...» disse, indicando Love e Anita.
«Che bello, era tanto che un uomo non mi faceva un complimento...» ironizzò la rossa.
«Cerchiamo di calmarci… Possiamo andare a parlare da un’altra parte visto che qui c’è gente?» James si alzò in piedi e cercò di calmare gli animi con nessun risultato.
«Zitto stronzetto. Non sono affari tuoi!»
«Forse è il caso che andiamo via…» propose il bassista. Tutti annuirono ma una volta in piedi Steve prese Danielle per un polso:
«Tu vieni con me.»
«No, lei va dove vuole.» disse Nikki staccando il braccio del ragazzo da quello della mora.
Solo a quel punto li guardò in faccia veramente. Ci fu un minuto di silenzio durante il quale tutti si allontanarono, fino a che Steve decise di fare una delle pochissime cose che era il caso che non facesse… urlò:
«Cosa stai facendo Danielle? Ora fai la ragazza-immagine di Nikki Sixx ed esci con i Sixx: A.M.?»
Per un attimo niente si mosse, ma subito dopo si scatenò l’inferno. Gran parte delle ragazze presenti in quel locale si alzarono pretendendo foto e autografi. Così tutti e sei decisero di scappare, con veramente poco ritegno, dal locale.
La scena aveva dell’incredibile. A raccontarla, qualcuno potrebbe persino pensare che sia irreale. DJ e Love non stavano insieme, ma non rinunciavano al piacere di correre mano nella mano se inseguiti da una masnada di fan. Anita li precedeva, in testa al gruppo e dietro scattavano Sixx, che pover’uomo, iniziava ad avere una certa età, e Danielle. Michael chiudeva il corteo.
Poi si verificò qualcosa di imprevisto: il tacco 15 di Love giocò un brutto scherzetto alla sua caviglia. La bionda, e di conseguenza il chitarrista che lei si stava trascinando dietro, fece per aggrapparsi ad Anita, che come sappiamo aveva un ginocchio farlocco. Così i tre finirono miserabilmente a terra. Danielle non fece in tempo a fermarsi e cadde rovinosamente anche lei. Non parliamo dei riflessi di Nikki. James li raggiunse di lì a poco.
«Ragazzi, abbiamo perso Anita. Ehi... che state facendo tutti lì in terra?»
«Giochiamo a scarabeo! Secondo te? Siamo caduti!» strillò Danielle, spazientita «Aiutaci ad alzarci!»
Quando finalmente tutti si furono alzati, riemerse il cadavere di Anita, stesa a terra a quattro di bastoni. Aveva la faccia graffiata e l’espressione non era delle migliori. Con l’aiuto di Nikki ed Ashba si sollevò da terra e barcollò disorientata.
«Dove mi trovo?» domandò spaventata. La sua unica consolazione era la presenza di Danielle e Love.
«Ragazzi, dobbiamo scappare, stanno arrivando...» constatò il chitarrista, per un volta facendo un’osservazione seria. Love si tolse le scarpe, pronta a ripartire. Quella che non sembrava per niente pronta era Anita.
«Voi andate.» annunciò James con fare eroico e con un tocco di drammaticità nella voce «Io rimarrò qui con Anita ad arginare il flusso delle fan, firmando autografi e posando per le foto delle fan. Tanto sono quello meno famoso, dovrei cavarmela con poco...»
«Le ultime parole famose...» gufò Love.
Così i quattro ripresero la loro fuga mentre James ed Anita rimasero lì, sacrificandosi per il bene dei loro cari.


- You’ll find us now and we’ll be wasted. WASTED. (ndAut)
Salve a tutti quanti :)
Perdonate il ritardo odierno, mi ero completamente dimenticata che oggi fosse mercoledì O.O
Volevo ringraziare ancora tutti coloro che ci seguono e leggono, e i vostri ‘mi piace’ su FB, che io non avevo ancora notato. È stata Havoc a segnalarmeli :D Quindi veramente grazie per il vostro supporto <3
A proposito di Havoc, spero che mi permetterete di pubblicizzare qui la sua storia ‘solista’ su Dj Ashba. Nel caso qualcuno fosse interessato, ‘The Ballad of Temperance and DJ’ (questo il promettente titolo della storia) è reperibile cliccando QUI.
Saluti a tutto e stay tuned!!
-Mayhem.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** I wish I’d never kissed her, ‘cause I just can’t resist her ***



11
„ I wish I’d never kissed her, ‘cause I just can’t resist her “

Sixx:A.M.- ‘Girl with golden eyes


Nikki e Danielle arrivarono alla macchina del bassista con il fiato grosso ma ridendo anche alla grande. Entrarono velocemente e si chiusero dentro controllando che il flusso di gente fosse stato completamente assorbito da Michael che si era sacrificato per il bene comune.
«Penso che dovremmo ringraziarlo…» disse la mora.
«Nah! Perché dovremmo? In fin dei conti si è offerto volontario!»
«Sarà stato massacrato dalle fan! Come puoi dire questo!?»
Sixx sorrise sotto i baffi.
«Semplicemente perché non importa mai niente a nessuno di lui, quindi lo avranno rilasciato dopo due secondi quando hanno notato che non era nessuno...»
«Carino sì! A parlare così del tuo cantante!”
Entrambi scoppiarono a ridere.
«Ti porto a casa?» chiese il bassista alla ragazza mentre si immetteva in strada.
«No. Andiamo da qualche parte, ma non a casa mia. Non mi va…» Nikki le lanciò uno sguardo di un nano secondo e prese la sua decisione. Dopo venti minuti erano di fronte a casa del bassista.
«Non sapevo dove portarti e a casa mia sono più a mio agio.»
Mentre si dirigevano verso la porta il dubbio assalì Danielle:
«Dove sono i tuoi figli?»
Il bassista si fermò, la guardò e le chiese innocentemente:
«Come fai a sapere che ho dei figli?»
«Hai presente i giornali e internet? È scritto tutto lì!»
«Giusto!» confermò Nikki.

Una volta in cucina il bassista tirò fuori dal frigo una confezione di profitterol al cioccolato che i due mangiarono sul divano mentre guardavano un film. Tutto d’un tratto Nikki lo mise in pausa e chiese:
«Spiegami questa storia del gatto che si chiama come la mia ex moglie.»
Danielle scoppiò a ridere:
«Non è che l’ho chiamata così perché volevo darle il nome della tua ex. Mi piaceva il nome, tutto qui!»
«Sei bella quando ridi.»
«Vuoi dire che quando non rido sono brutta?» Danielle aveva deciso di giocare con lui.
«No. Non devi fare così. È come quando inventate che vi diciamo che siete grasse.» il bassista si prodigò in un gran sorriso.
«Ho capito. Quindi sono anche grassa! Grazie!»
Nikki la guardò per un attimo e a quel punto Danielle non riuscì a trattenersi, quindi scoppiò a ridere:
«Io stavo scherzando! Volevo vedere cosa sarebbe successo a fare questo giochino con te...»
L’uomo rimase immobile per qualche secondo poi urlò:
«Guerra!!!!! E guerra sia!!!» si scagliò su Danielle a farle il solletico e la lotta. Una via di mezzo.
Durante una pausa Nikki decise che era arrivato il momento di baciarla, cosa che sinceramente non dispiacque per niente alla mora.
Erano ancora lì che si baciavano come due quindicenni quando si aprì la porta e si palesò come dal nulla Gunner, il figlio di Nikki.
«Hey vecchio!! Vedo che ti dai da fare stasera! Tolgo il disturbo!»
Ovviamente i due si fermarono:
«Come sei scemo Gun. Resta che ti presento Danielle.»
«No! Poi disturbo. Magari avevi intenzioni impegnate e chi sono io per impedirtelo! Piacere Danielle. Sai quanti anni ha mio padre? Perché magari per te è un po’ vecchio… Io sarei meglio per te!» sorrisone a dodicimila denti.
Nikki prese il telecomando e glielo tirò dietro colpendolo sul petto:
«Sei proprio un cretino quando fai così. Se vuoi rimanere ok, ma comportati bene!»
«Scusa. Piacere Danielle, sono Gunner, il figlio bello di Nikki. Nel caso ti stancassi del vecchio di mio padre, io sono libero.»
Detto questo se ne andò come era arrivato.
Danielle si mise a ridere:
«Terrò presente le proposte del tuo figlio bello. Ora riportami a casa, vai, che io domani devo lavorare.»
«Quindi pensi che sono vecchio?»
«Non è che lo penso io! È che lo sei!» a quel punto Danielle si avvicinò per baciarlo e dirgli sottovoce all’orecchio «Però non mi importa.» Dopo un altro bacio Danielle aggiunse con un sorriso: «Però ora portami a casa.»


You’ll find us now and we’ll be wasted. WASTED.
Salve a tutti (?) e felice Halloween :) :)
Avevamo pronto un capitolo su Halloween, ma sarà più verso la fine e ci sono troppi spoiler ahah quindi dovrete attendere ;) Però visto che questa è una festività quasi sacra abbiamo deciso che sarebbe carino mettere tutti e tre i dopocena di seguito anche per non perdere il filo della storia :D quindi avrete un aggiornamento oggi, uno domani e uno dopodomani... e poi ricominceremo con gli aggiornamenti del mercoledì. Siete felici? XD
NdTuttiILettori: Nuoooooooooh!
Altro piccolo avvertimento, come alcuni forse di voi sanno, Mayhem ha dovuto cambiare il suo nickname per alcune circostanze di omonimia ahah ma è sempre lei, e il significato, più o meno, è sempre quello ;)
Stay tuned :D :D
Baby, Havoc & Snafu

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** We’re damaged goods: I would love you if I could! ***



12
„ We’re damaged goods: I would love you if I could! “

Sixx:A.M.- ‘Help is one the way.


Dopo ore interminabili di cammino (in realtà meno di dieci minuti) due individui dall’aspetto poco raccomandabile avevano finalmente raggiunto l’auto di DJ ma Love, super concentrata ad evitare buche e sassi per la strada, non se ne accorse fino a quando lui non urlò tutto soddisfatto:
«Ehi, la mia macchina è qui!»
Quando la ragazza si voltò sperava che l’amico stesse scherzando: era appoggiato ad un’auto metallizzata decisamente molto, anzi forse anche troppo, tamarra. Sul fatto poi che poco sopra la targa ci fosse scritto ASHBA, non sapeva se riderci o piangerci. Ma l’esterno non era nulla paragonato al interno. I sedili sportivi sembravano al limite del comfort anche se poi dovette ricredersi. La cosa più inquietante di tutte era il cambio. Non si era accontentato di una semplice impugnatura, aveva pensato bene di farci mettere un teschio, molto probabilmente anche scomodo da maneggiare.
«Ok, dove ti porto bellezza?» chiese il chitarrista perfettamente a suo agio in quella macchina.
‘Lontano da questa auto’ pensò terrorizzata la ragazza.
«Non saprei...» rispose la bionda incapace di pensare. Già pensare a DJ la faceva andare in brodo di giuggiole figuriamoci poi stare sola con lui in quella macchina!
«C’è un locale molto carino qui vicino, beviamo qualcosa e andiamo a casa mia a giocare a Guitar Hero!» disse il moro facendole l’occhiolino.
Love non aveva capito se il ragazzo volesse giocare realmente a ‘guitar hero’ o se in realtà fosse solo una copertura. Confusa, si limitò ad annuire ma poco dopo ci ripensò.
«Non puoi guidare se hai bevuto!» disse la ragazza.
«Mmm... hai ragione... vebbè, berrò lo stesso! Non ti preoccupare l’ho fatto un sacco di volte e non è mai successo niente!» disse il moro.
«Se vuoi rischiare...» mormorò rassegnata lei.
Stettero poco meno di due orette in quel locale e bevvero moderatamente per ovvie ragioni, quando uscirono una piccola folla di curiosi era radunata intorno alla macchina.
«Se mi avvicino mi riconoscono... Ti lascio la chiavi, guida tu e vieni a prendermi all’angolo...» disse DJ lasciandogli le chiavi in mano e allontanandosi.
«Ehm... DJ non ho la patente, anzi a dirla proprio tutta non so guidare...» disse Love.
«Come non sai guidare?!» chiese il ragazzo sconvolto tornando sui suoi passi.
«Eh no! Mi dispiace ma ho sempre avuto paura!» disse la ragazza a sua difesa.
«Ok, allora io mi avvicino svelto, apro la macchina, salgo e poi ti predo all’angolo» disse DJ.
Negli occhi della ragazza si lesse il puro panico.
«Ok...» disse la ragazza poco convinta, mentre si allontanava.
«Permesso, scusate!» disse DJ mentre cercava di farsi spazio fra la folla.
«Cazzo, ma tu sei DJ Ashba?!» urlò uno.
«No, c’è scritto Ashba dappertutto perché gliel’ho rubata. Amico, avrei da fare, sarà per la prossima volta, vi amo tutti! Buonanotte!» cercò di tagliare corto il chitarrista.
La folla non fece passare DJ che fu costretto a firmare autografi e fare foto con chiunque.
Un’ora dopo riuscì a partire, caricare Love e ad andare a casa.
«Scusami tanto davvero...tutto bene?» chiese il moro.
«Tranquillo mi sono divertita molto. Uno mi ha scambiato per una prostituta e effettivamente non aveva tutti i torti, stavo sul ciglio della strada ad aspettarti... così, quando mi sono spostata, uno credeva spacciassi o volessi della roba, non ho capito bene, perché per fortuna sei arrivato e me ne sono andata...»
«Dovrò farmi perdonare allora...» disse DJ.
«Come minimo...»
«Ti lascerò vincere a Guitar Hero, ma solo qualche volta eh!» proseguì il moro.
«Credo tu debba fare molto di più!» ‘Tipo regalarmi un anello!’ pensò la bionda.
Arrivati a casa si piazzarono davanti alla tv e giocarono veramente a Guitar Hero fino a notte fonda. DJ anche se si sforzava di toppare qualche tasto riusciva comunque ad essere in netto vantaggio sulla ragazza, che stava incominciando ad odiare letteralmente quel fottuto giochino.
«Non è giusto però, tu chissà quante volte ci hai giocato!» protesto Love dopo l’ennesima sconfitta sdraiandosi sul divano e affondando la testa sul cuscino bianco.
«Ma no dai non te la prendere! Giuro che ho sbagliato anche qualche tasto volutamente!»
«Con scarsissimi risultati!» borbottò lei.
«Suvvia c’è un premio di consolazione all’ultima classificata!» disse DJ avvicinandosi alla ragazza.
«E quale sarebbe?» chiese curiosa alzando la testa.
«Davvero non riesci ad immaginarlo?» chiese il moro muovendo all’unisono le sopracciglia. Perché perdersi negli svisceramenti dell’amore, quando potevano avere tutto il resto?

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Just look at yourself, ‘cause there’s nowhere to go. ***



13
„ Just look at yourself, ‘cause there’s nowhere to go. “

Sixx:A.M.- ‘Tomorrow.


La moto di James sfrecciava sulla strada di periferia praticamente deserta a quell’ora di notte. Al suono del rombo quasi insopportabile del motore, le vie echeggiavano e i pochi passanti si voltavano. Anita non sembrava intenzionata a stringere il suo accompagnatore e stava, per questo orgoglioso motivo, patendo un freddo assurdo, essendo esposta al vento. Al cantante quella cosa proprio non andava giù, quindi si prese la briga di accelerare ancora, non accorgendosi che ormai erano arrivati.
«Non mi sembra il momento più adatto per mettere a repentaglio la tua vita, visto che dietro ci sono io e che quindi stiamo parlando della nostra vita!» strillò lei.
James rise di gusto e si fermò in mezzo alla strada, inchiodando e facendole sbattere il casco della passeggera contro il suo. Anita storse il naso: parlare di una vita al plurale con un quasi sconosciuto suonava così fuori luogo, ma allo stesso tempo così poetico. Scese dalla moto con qualche difficoltà e si tolse il casco, poi lo porse al cantante e mormorò:
«Bene, allora grazie del passaggio...»
Lui lo appoggiò sulla sella e tolse anche il suo.
«Di niente, mi dispiace per la serata rovinata sul finale. Stava andando tutto alla grande: DJ sparava stronzate in modo limitato, Nikki ha persino bevuto poco!»
«Non è stata colpa tua. E poi l’inseguimento è stato divertente, beh fino a che non sono stata travolta da tutti, naturalmente...» ripensò la rossa.
«Ahah, guarda, hai ancora dello sporco sulla guancia!»
James allungò la mano e accarezzò il viso fino a sotto lo zigomo, premendo con dolcezza il pollice per cancellare la macchietta nera. Il battito cardiaco di Anita accelerò. C’era qualcosa di imbarazzante e romantico in quel gesto... e loro due erano parecchio vicini. Si domandò quanti anni avesse, se potesse davvero provare interesse nei suoi confronti. Era davvero molto bello, sapeva essere spiritoso, e aveva un’espressione molto dolce, soprattutto in quel momento. E lei si sentiva così imperfetta per lui, più bassa, più povera e probabilmente la più brutta delle donne che aveva avuto fino ad allora. Ma James si sporse comunque. Si accontentò di lasciare una traccia della sua saliva sulle sue labbra, siglandovi una promessa che lei ignorava.
«Buonanotte» sussurrò.
«Buonanotte» rispose.
Anita quindi si avvicinò al portone e si mise a rovistare nella tracolla per cercare le chiavi. Visto che il cantante la stava fissando, facendo crescere l’imbarazzo, lo salutò con una mano e un sorriso piuttosto falso, sperando che se ne andasse. In preda alla furia si ripromise che avrebbe detto addio alla tracolla per optare per una pochette, da quel momento in avanti. Fu allora che sentì il tintinnio delle chiavi, ma il suono era distante da lei, non era nella borsa.
Si voltò: James stava camminando verso di lei e aveva appena estratto dal taschino della giacca di pelle il suo mazzo di chiavi con la palla da golf attaccata alla catenella metallica. La rossa si chiese come diavolo fosse possibile che le avesse lui, e solo dopo realizzò quanto quell’informazione fosse irrilevante. Il biondo sì senti molto Rocco, in quel momento, con la preda che indietreggiava come un topo in trappola. Avanzò con passo lento e calcolato, fermandosi ad un passo da lei, che aveva ormai sbattuto contro il portone. Si chinò e parlò davanti alle sue labbra, prima di catturarle in un altro bacio: «Ora non mi chiedi se voglio salire?»

@@@


James aveva organizzato tutto nei minimi dettagli: Anita l’aveva visto uscire di cucina con un bicchiere in mano e con la promessa che avrebbe pensato lui all’intrattenimento del resto della serata, vale a dire delle due ore successive. Lì per lì si era un po’ preoccupata, ma era troppo stanca per controllarlo, quindi era rimasta seduta con un sacchetto di piselli congelati sul ginocchio. Dopo cinque minuti il cantante tornò in cucina: era piuttosto entusiasta e con un sorriso quasi contagioso esclamò:
«Dai, ti faccio vedere!»
Aveva sistemato un bicchiere sdraiato infondo al corridoio e aveva rubato due palline e due mazze da golf dalla sacca della ragazza che era stata abbandonata in bella vista vicino alla porta di casa.
«Mi ero dimenticata di dirti di fare come se fossi a casa tua, ma era scontato, visto che avevi le chiavi...» rise lei, sarcastica.
Così Anita ripose i piselli nel congelatore e si mise a giocare a golf con il cantante.
L’allegro passatempo durò fino a che Flash non si intromise, decidendo di rovinare l’ultimo tiro vincente di James, inseguire la pallina per tutto il corridoio e giocarci divertito.
«Credo che i gatti mi odino.» commentò il biondo, sbigottito. «Bene...» riprese. Afferrò la pallina di Anita e si rimise in posizione da tiro «Se non ti spiace...» La rossa lo lasciò fare, ma proprio mentre si apprestava al tiro, il biondo fu accecato dal flash della sua macchina fotografica. «Cos’è?! Volete per caso boicottarmi?» domandò irritato.
«No, ma sei un soggetto interessante quando ti concentri. Meritavi una foto...»
«Ah, beh, grazie! Sei... stanca? Preferisci stare lì a guardarmi?»
«Mh, penso che non sia una cattiva idea. Ti scatterò delle foto!»
«Sarebbe fighissimo, così potrei caricarle su... ok, non aggiungo altro.» mormorò lui, vista la faccia perplessa della ragazza. «Preferisci che sia naturale, che sorrida, che sia serio?»
«Beh, a dire la verità non lo so... questo non è un servizio vero e proprio, sei solo un soggetto interessante.»
«Che diavolo vuol dire che sono un soggetto interessante?»
«Una rockstar piena di tatuaggi che nel cuore della notte si mette a giocare a golf nel corridoio di casa mia e che ha un’assurda ossessione per postare sue foto su internet. Se ci pensi bene non è che sia esattamente una cosa normale...»
«Vorresti dire che non sono normale?» domandò Michael, nel tentativo di capire meglio.
«No! Solo... un po’ strano, buffo magari... bizzarro!»
«Stai cercando di dire che sono bizzarro?!» esclamò l’altro, inquietato. «La prendo come una provocazione!»
James si scaraventò addosso a lei, così finì per cadere a terra non appena la ragazza si fu scansata di pochi centimetri. Ottenne un altro scatto dell’uomo steso a terra come Axl quando faceva i faceplant. Lui subito si riprese:
«E poi... non mi hai neanche detto se ti piaccio di più serio o sorridente. Che razza di fotografo sei?»
Anita la prese molto sul personale, così iniziò un duello tra la fotogenicità di Michael e l’abilità della ragazza. Il tutto raggiunse l’apice della stupidità quando il cantante finì per mordere la pallina da golf per sembrare più sexy.
«No, ma dai! Ci gioco a golf, sarà tutta sporca di terra!» strillò lei, cercando di impedire che il misfatto si compiesse.
James si fermò e la guardò:
«Ti stai preoccupando per me?» chiese.
La rossa avvampò, trovando la risposta più consona a quella domanda:
«È solo una questione di igiene!» rispose.
«Vuoi dire che non mi baceresti dopo che ho ciucciato la tua pallina da golf?»
Anita era ufficialmente di un colore unico con i suoi capelli.
«Che... diavolo...» arrancò lei, costretta tra James che avanzava e il muro, di nuovo.
«Mh? La vuoi un po’ della mia saliva terrosa?» indagò, allungando la lingua verso il suo viso. La ragazza cercò di allontanarlo con una spintarella.
«Dai, James, mi fai senso...» commentò inorridita.
Con la peggior espressione da rockstar satanica, il biondo si avventò verso la rossa, affondando prepotentemente la lingua della sua bocca. Si rotolarono per tutta la larghezza del corridoio fino a che non sbatterono contro il muro opposto e il poster di Joey Ramone incorniciato non cadde loro in testa. Per una volta Joey fu l’ultimo dei pensieri di Anita. Si era ritrovata a stringere James per la nuca, mentre il bacio si faceva più intimo, e nel caos il cantante ne aveva naturalmente approfittato per allungare le mani. In una manciata di secondi tutto era andato fuori controllo.
Il biondo fece l’enorme sforzo di spostare la cornice, sollevarsi e prendere in braccio la ragazza. Fece qualche passo nel corridoio, mentre continuava a baciare Anita, che non stava battendo ciglio. Ad un certo puntò si scostò per domandare:
«Hey, dove stai andando?»
‘Oh mio Dio, non voleva mica che me la sbattessi per terra?!’ pensò James, ancora più eccitato all’idea di consumare un rapporto in un finto (molto finto) campo da golf.
«In camera da letto?» rispose lui.
«Questa è la camera oscura...» replicò lei, indicando la porta che Michael stava cercando di aprire.
«Ah...» proseguì l’altro, dirigendosi allora a sinistra
«Questo è il bagno...» continuò lei.
James si fermò in mezzo al corridoio e la guardò con aria di rimprovero:
«Allora la camera sarà questa...»

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** I have seen this look before. ***



14
„ I have seen this look before. “


Sixx:A.M.- ‘Accidents can happen.


Il giorno dopo l’inseguimento i ragazzi erano in studio di registrazione ma, invece di suonare, parlavano delle gesta sessuali della serata precedente o meglio, l’unico a parlare era DJ. Il chitarrista era nel suo centro narrando per filo e per segno tutto quello che avevano fatto lui e Love, non curandosi minimamente se qualcuno lo stesse ascoltando o meno.
«Anche a me ieri sera è andata bene!» disse James con un sorrisone.
«Finalmente! Era l’ora amico!» lo abbracciò DJ congratulandosi «Insomma... racconta!»
«Beh... all’inizio abbiamo giocato a golf...»
«A golf?!» lo interruppe Nikki.
«Sì, ho preso un bicchiere, le palline, le mazze...»
«E dove le hai messe?» chiese DJ malizioso.
«In corridoio!» rispose il biondo, molto puntuale.
«Oh...» mormorò il chitarrista deluso.
«Abbiamo giocato un po’, poi mi ha fatto una specie di servizio fotografico...» proseguì.
«Nudo o vestito?» chiese ancora DJ.
«Ma datti una calmata!» lo rimproverò il bassista non prima di averlo colpito violentemente alla testa. La nuca di DJ entro la fine di questa fan fiction avrà assunto la forma della mano destra di Nikki.
«Era per sapere!» mugolò lui.
«E poi eravamo lì e... beh... una cosa tira l’altra, no?» domandò il cantante.
«Mi sembri mia madre quella volta che mi spiegò come era nata mia sorella... che cosa triste...» disse DJ «E tu Nikki?» chiese al bassista.
«Di certo non lo dico a te!»
Nikki tentò di uccidere il chitarrista perché a suo parere parlava troppo e voleva sapere troppo, dovette intervenire James per evitare il peggio, già non avevano un batterista fisso, gli ci mancava trovare un sostituto anche per il chitarrista.
‘Come minimo c’è già il filmino su internet e non me ne sono accorto!’ pensò tra sé e sé.
DJ stava tornando a casa mentre ripensava alla serata interessante di James così, non volendosi sentire da meno, come sempre, andò a comprare due mazze e due palline da golf e chiamò Love.
«Hai da fare? Bene, se ti va possiamo passare un po’ di tempo insieme! Perfetto, scendi sono sotto casa tua!».
«Che fai?» chiese la bionda una volta arrivati a casa, vedendo DJ che armeggiava per le stanze.
«Giochiamo a golf! Ho creato un percorso per tutte le stanze, l’ultima ovviamente è la camera!» rispose facendole l'occhiolino.
«Io non so giocare...» Love sperò di non dargli una delusione troppo grande.
«Neanche io!» rispose DJ.
I due incominciarono il percorso, ma inutile dire che in svariate occasioni bararono per arrivare prima in camera. Anche perché, se avessero giocato senza barare, probabilmente la mattina del giorno dopo sarebbero stati sempre lì che cercavano di fare la prima buca. Avevano persino sostituito i bicchieri con le tazze da colazione... ma nulla, erano proprio negati.
«Non diciamolo a James che c’è qualcuno peggio di lui» propose Love una volta arrivati in camera.
«Sono d’accordo! Anche perché è tardissimo» rise DJ.
Erano arrivati al momento magico, quello tanto atteso e desiderato dalle ragazze quando DJ gridò:
«Ferma un attimo! Devo controllare una cosa!»
«Non puoi controllarla dopo?» chiese lei.
«Faccio veloce, tanto il pc è qui!» disse buttandosi giù dal letto e riportando su il portatile nero.
«Che devi fare?» domandò curiosa la ragazza.
«Ora lo vedi... Dannazione non hanno fatto niente, non ci sono filmini su di loro!» protestò il moro, dopo aver digitato ‘Nikki Sixx and Danielle hot’ su YouTube.
«Ma ti pare?!» disse Love picchiandolo sulla spalla «Danielle è una ragazza dai sani principi morali, non girerebbe mai un film porno!»
«Beh le persone potrebbero sorprenderti...» fece il vago DJ.
«C’è qualcosa che dovrei sapere DJ?» chiese preoccupata Love.
«No, niente...» disse lui chiudendo il computer.
«Ho già visto quella faccia prima... dammi quel coso se non vuoi che ti uccida!» strillò la bionda.
«Per ora non mi sono mai permesso... Ma forse... un giorno... con una bionda ben disposta...» disse abbracciandola.
«Scordatelo! Non voglio che mi veda nuda mezzo mondo!»
«Non lo pubblicherei di certo!» rispose il moro.
«Bene, allora perché lo fai?» chiese la ragazza indispettita.
«Per ricordo!»

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** You are so unalarmed by my unfortunate charm. ***



15
„ You are so unalarmed by my unfortunate charm. “

Sixx:A.M.- ‘Help is on the way.’


Era l’ora della pausa pranzo e James aveva tutta l’intenzione di portare Anita a mangiare a casa sua. Così si era diretto allo studio, naturalmente scortato da Ashba e Sixx, che avevano trovato una buona scusa per piombare come un fulmine a ciel sereno in un’altra delle giornate delle ragazze.
La sfortuna fu che, arrivati lì, trovarono solo Danielle e Love che stavano consumando i loro pasti dietetici nello sgabuzzino, ma nessuna traccia di Anita.
«Dov’è la rossa?» domandò allora il cantante con non-chalance, mentre Love si asciugava le labbra dall’olio dell’insalata.
«Aveva un servizio fuori oggi, non credo che rientrerà in studio...» rispose la mora.
«E dove è questo servizio?» insistette lui.
«È inutile che ti affanni, con lei. Ha sempre detto che ritiene che gli uomini che si tatuano addosso donne poco vestite siano volgari.*» disse la bionda con soddisfazione, indicando le sue braccia. «È per questo che non si fa trovare... non ti vuole vedere!»
Danielle rise del tentativo di Love di mettere zizzania. James si allarmò in un nanosecondo, ma ci pensò Ashba a tirarlo su di morale.
«Tranquillo amico, c’è una soluzione per tutto! La prossima volta che lo fate le scatti una foto mentre è nuda e poi te la fai tatuare sulla fava. Sarà la donna più felice del mondo!»
Dopo quella delucidazione Danielle decise che era il momento di smettere di ridere, chiuse il recipiente con la pasta fredda e lo rimise nella borsa, rinunciando con disgusto al suo pasto.
James allora si fece segnalare il luogo di lavoro di Anita e lì la raggiunse.

@@@


La location era una villetta di Beverly Hills di dimensioni enormi. James entrò senza farsi problemi e dopo pochi passi incrociò un tipo a cui aveva prodotto un album poco tempo prima.
«Ciao James!» lo salutò l’uomo indaffarato, sorpassandolo.
«Hai visto la fotografa?»
«Seconda porta a destra!» La seconda porta a destra portava in un piccolo cortile in stile classicheggiante: c’erano delle colonne che davano verso una piscina e ancora più in là una ringhiera in ferro battuto che si affacciava su un panorama mozzafiato. C’era un gruppo di uomini poco vestiti che posavano davanti alla piscina e Anita li stava immortalando. L’uomo si sedette da una parte e la guardò lavorare. Ad un certo punto si trovò davanti un energumeno alto un paio di metri, ma largo il doppio di lui.
«Scusi, lei chi è? Che ci fa qui? Il suo pass?»
James si sentì morire.
«Ecco, io...»
Tintinnare non fu una buona idea: gli occhi del gorilla si ridussero a due fessure.
«È con me!» rispose Anita, avvicinandosi, e facendo fuggire l’uomo alla velocità della luce. Gli diede una spintarella e lo guardò di sottecchi, con ironia.
«Qual buon vento ti porta?»
«Pensavo che potremmo andare a pranzo insieme...»
«Sì, però prima mettiti lì davanti alla piscina e fammi qualche faccia da rockstar!» propose la rossa.
James non era il tipo di persona che si faceva mettere a disagio: era capace di fissare l’obiettivo, ammiccare, fare il figone... e Anita sapeva essere un fotografo impertinente: se necessario, gli andava sul muso a scattare, dipendeva da quale aspetto di lui la colpiva.
Indietreggiò, fermandosi a distanza:
«Fai un passo indietro...» lo invitò. Aveva un sorrisetto beffardo sulla faccia, ma lui non le diede peso, e lo fece. Finì dritto in piscina.
Quando riemerse, Anita era ancora tutta presa a fargli le foto. Era una dimensione che doveva affascinarla parecchio. Si soffermò per un attimo a riguardare le sue opere nel piccolo schermo della macchina, poi andò verso il portico.
«Hey, stronza, dove stai andando?» gridò James.
Lei rispose:
«Cantante bagnato, cantante fortunato!»
Qualcuno rise.
L’uomo uscì rapidamente dall’acqua per rincorrerla. La ragazza, accortasi della pericolosità della situazione, si affrettò a mettere in sicurezza la macchina fotografica per poi correre a gambe levate dentro la casa.
«Tanto ti trovo!» la minacciò. Scavalcarono di tutto: uomini, donne, abiti, strumenti musicali, piante, oggetti di arredamento. Non ci volle molto prima che lui riuscisse a prenderla. Certo, lei conosceva gli ambienti, ma aveva un ginocchio scassato e la sua unica via di fuga era l’auto, che non sarebbe mai riuscita a raggiungere. Arrivata all’angolo della porta chiusa era in trappola. Non ebbe il tempo di aprirla, poiché Michael la sollevò di peso.
«Aaaaaah, lasciami! Sei freddo!» strillò.
«Sentirai quant’è calda l’acqua...» rise di gusto lui e con santa calma; mentre lei cercava di divincolarsi la riportò alla piscina per poi lanciarcela alla grande.
Anita nuotò fino al bordo e James le tese le mani per aiutarla a salire, dimenticandosi completamente dei tatuaggi sui suoi avambracci. Lei li guardò con disapprovazione, ma aveva decisamente bisogno di aiuto per salire, quindi rimase in silenzio.
«Un uccellino...» il cantante pensò a quale sarebbe stata la reazione del suo chitarrista se avesse chiamato Love ‘uccellino’... ‘passerottina’, semmai.
«James? Stai bene? Farnetichi di ornitologia!» constatò lei, strizzando i lembi la maglietta come fossero stati cenci di terra.
«No, dicevo... un uccellino mi ha detto che pensi che gli uomini che si tatuano addosso donne poco vestite siano volgari.» si riprese lui.
Lei rispose:
«Sì, è vero, ma ricordati che non ho mai detto che gli uomini volgari non mi piacciano.»
I due si scambiarono un sorriso e poi se ne andarono insieme.

@@@


Arrivata a casa di James, Anita si rese conto che non era stata una buona idea seguirlo fin lì. Avrebbe potuto permettersi quella mega villa nemmeno una volta ritirata la liquidazione della pensione, se le fosse spettata. Tutto le sembrava così enorme rispetto a quello che era abituata a vedere, e la maggior parte delle cose era persino di pessimo gusto. Ed erano ancora sul vialetto.
James aprì la porta di casa e fece un faccetta strana: non era chiusa a chiave. Una volta dentro Anita fece subito la conoscenza di Rocco, il leggendario gatto di James.
«Tesoro, ma quanto sei bello!» si complimentò la ragazza, stringendolo e sollevandolo da terra.
«Non ci credo...» commentò «Ti sta facendo le fusa! A me non le fa mai!»
«Ma vah... aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaahhhhh!!» gridò la ragazza spaventata, indicando una figura scura infondo al corridoio.
«Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!» strillò anche James.
«Aaaaaaah, oh mio Dio! James!!» urlò Jacoby Shaddix, facendo la sua comparsa nell’ingresso con le mani sporche di sangue. Michael trasse un respiro di sollievo e riprese:
«Che c’è?! Non urlare, vorrei farti notare che quello che si è introdotto furtivamente in casa mia spaventandoci a morte sei TU!»
«TI SEI FATTO LA RAGAZZA!!!»
«Non credi che fosse l’ora? Tu ti sei sposato quando avevi vent’anni...! Io li ho superati da un pezzo!»
«Ma... eri uno scapolo d’oro!! Da quanto tempo va avanti questa storia alle mie spalle?»
«Da... una settimana, circa. Jacoby, ma come sei entrato?» domandò perplesso il biondo.
«Le chiavi sotto lo zerbino. Comunque molto lieto di conoscerti...» disse il ragazzo, tendendo la mano sporca di sangue alla ragazza «io sono Jacoby Shaddix, James ti avrà sicuramente parlato di me...»
Sul viso di James si dipinse un’espressione di puro panico visto che NO, non le aveva mai parlato di Jacoby.
«Scherzi?! Parla continuamente di te, tanto che quando l’ho conosciuto credevo fosse gay.»
«Lo so, questo atteggiamento da checche isteriche spesso ci contraddistingue, il fatto è che ci vogliamo troppo bene. Vero amico mio?»
«Già. Ascolta Jacoby, che hai fatto alle mani? Sembri un pazzo omicida, te ne rendi conto?»
«Sai sempre come farmi arrossire...» sorrise Jacoby «Beh, ho visto in frigo tutta quella verdura e mi sono preoccupato per la tua salute, così ho fatto arrosto la bistecca che c’era nella ghiacciaia.»
James si passò una mano davanti agli occhi con disperazione.
«Ha fatto bene, dai, James, non è che perché io sono vegetariana che non la devi mangiare neanche tu!»
«Bravo James. A un carnivoro come te** gli c’è voluto tutto questo tempo per trovarsi una ciucciaverdure. Congratulazioni. Non lo so, ora magari viene fuori che gioca a golf meglio di te...»
«Molto probabilmente, visto che è un’istruttrice di golf» precisò lui.
«Già che le donne trovano sempre il modo di essere migliori... È sempre bello vedere un amico che si rovina la vita. Bene, allora, mentre tu servi le tue verdurine, io andrei a lavarmi le mani...»
Jacoby sparì sconsolato da dove era arrivato e risalì le scale. I due lo guardarono preoccupati.
«Se avessi commesso adulterio sarebbe stato più imbarazzante...» commentò James.
«Nessun problema, solo una cosa... non sapevo di essere la tua ragazza!»
«Ora lo sai, ciucciaverdure






Un paio di note:
* I tatuaggi di James:

**James teoricamente dovrebbe essere vegano, quindi voi tutti lettori dedurrete che la storia è ambientata prima che lui prenda questa decisione ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** My soul is thirsty. ***



16
„ My soul is thirsty. “


Sixx:A.M.- ‘Pray for me.’


Quando James se ne fu andato per raggiungere Anita al servizio fotografico, DJ e Love sparirono misteriosamente, probabilmente rapiti dagli alieni, e Nikki riuscì a convincere Danielle a non lasciarlo da solo mentre tutti si divertivano, con una frase veramente convincente:
«Io sono vecchio Danielle, non vorrai mica lasciare un vecchio da solo tutto il giorno! E se poi mi sento male?»
Una volta in macchina la mora chiese:
«Ma dove andiamo?»
«A casa tua!»
«Perché?» chiese stupita.
«Perché ho fame e io non ho niente in casa, ovvio!»
«Nikki…. Non è per essere cattiva eh! Ma se mangi sempre poi diventi tondo, lo sai vero?»
«Hey, piccola…. Io sono già tondo!» e si mise a ridere come un fesso.

@@@


Arrivati a destinazione, Danielle aveva bisogno di un attimo di tempo per mettere in ordine una casa nella quale sembrava fosse scoppiata una bomba. Poteva dire bugie, ma Nikki non ci avrebbe mai creduto, quindi optò per la verità:
«C’è casino in casa. Tu non puoi entrare se non metto in ordine… o meglio se non nascondo le cose, quindi te aspetti qui.»
«A me non importa se non è in ordine!»
«A me sì, te pensa!»
Sorrisone e mega corsa in camera.
La tattica di messa in ordine era di buttare tutto ciò che trovava dentro gli armadi e dentro i cassetti. Avrebbe dato un’idea di ordine anche se questo significava rinunciare a cercare determinate cose in un arco di tempo inferiore ai 20 minuti abbondanti.
Alla fine chiamò Nikki che sulla soglia disse:
«Senti.. non c’è bisogno che la tua casa sia in ordine, lo so che lavori e nessuno ti viene a fare le pulizie.»
«Senti… so che lo sai, ma la mia casa già è grande come la tua sala. Non è che posso anche farla sembrare più piccola di quello che è perché c’è un casino immenso!»
«Come preferisci...» disse sconcertato il bassista che non capiva di preciso dove fosse il problema nel vedere un po’ di confusione.
Una volta entrati si diressero immediatamente in cucina e Nikki sentì il bisogno di parlare per primo:
«Cosa cucini di bello?»
«Io?!» chiese sconvolta la mora.
«Eh… sì! Io non so cucinare!! Pensavo che tu lo sapessi fare!»
«Certo... io sono della plebe, vero?»
«Beh… Sì!» grande sorrisone subito dopo.
Lì per lì Danielle non sapeva se offendersi o prenderla sul ridere, così decise che era il caso di rendere questa cosa istruttiva…
«Bene, la plebe ti insegnerà a cucinare una cosa veramente semplice: l’insalata. Ce la puoi fare?»
«Mi prendi per scemo?? L’insalata la so fare!» Danielle lo guardò dubbiosa e quindi il bassista sentì il bisogno di spiegarsi «Certo! Apri la busta e la versi nel ciottolo. Dopo di che ci butti un po’ di salse e l’insalata è pronta.»
Visto che però era convinto, la mora non si sentì in grado di contrastarlo e ripiegò in un’altra ricetta dalla semplicità disarmante.
«Allora facciamo i pomodori ripieni con tonno e patate. Li sai fare?»
«Non è che mi brucio? Perché le mani mi servono!» chiese preoccupato.
«Vanno lessate le patate, ma lo faccio io così le tue manine si preserveranno per le giovani generazioni, ok?»
«Grazie, sei un tesoro!» Nikki si avvicinò e la baciò senza che lei potesse quasi accorgersene.
L’altra mise le patate al fuoco come se niente fosse. Parlarono tranquillamente mentre cucinavano e una volta messi i pomodori in frigo dopo averli riempiti comparve Brandi.
«Questa è la tua ex moglie!» disse la ragazza scoppiando a ridere.
«Divertente!! Però è un gatto carino... Non si interessa molto agli sconosciuti visto che è comparsa ora!»
«No, infatti non le importa niente... O non le importa niente di te, non saprei...»
«Ah... davvero??» A questo punto Nikki si stava avvicinando e Danielle si ritrovò bloccata con Nikki davanti e il tavolo della cucina dietro. «Posso fare una battutaccia alla DJ o alla James?» chiese il bassista con un sorrisetto satanico.
La mora riuscì solo ad annuire.
«Ho visto che non hai messo il pepe nei pomodori… Che dici se il pepe ce lo mettiamo noi in questa giornata?»
Momento di silenzio, seguito da risate sguaiate e incontrollate immaginando la frase detta da DJ… cosa per altro molto credibile!
Ovviamente il passo successivo fu proprio mettere il pepe sulla giornata, ma a quel punto nessuno dei due si ricordava più di Ashba.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** And all I know is it feels so right with you by my side... ***



17
„ And all I know is it feels so right with you by my side... “

Sixx:A.M.- ‘Sure feels right.’


Quella sera, o meglio, quella notte, DJ e Love avevano deciso di stare insieme e stava da poco iniziando il quarto round quando Lil’ Creep incominciò a raspare insistentemente alla porta di camera.
«Secondo me ha paura...» tentò la bionda.
«E di cosa?! Vuole solo rompere le scatole...» le rispose DJ ignorando il cane e tornando a coccolare la ragazza.
«Poverino! Se non lo fai entrare non ti parlo più» disse Love dandogli le spalle.
«Agli ordini capo...» ribatté il chitarrista scocciato.
DJ si alzò e andò ad aprire la porta di camera, il cane schizzò subito sul letto e iniziò a mugolare.
«Vedi che ha paura?» asserì la bionda abbracciando il cane e accarezzandolo con fare materno. Ma in quel momento l'urlo del ragazzo distrusse l'immagine idilliaca di padrona-che-coccola-il-cane-impaurito.
«Nooooooooo! Buttalo giù dal letto, Love!» urlò DJ gettandosi sul letto e cercando di strappare il cane dall'abbraccio della bionda.
«Perché mai dovrei?!» strillò Love stringendo ancora più forte il cane.
«Sta facendo la pipì!» rispose il ragazzo prendendo il cane e portandolo di corsa fuori in giardino.
«Dove vai? Nudista!!!»
«Tu intanto rivestiti che dobbiamo portarli fuori prima che facciano anche la cacca da qualche parte!» fu la sua risposta.
Dopo solo cinque minuti i due erano pronti per uscire.
«Dove li portiamo?» chiese Love.
«Alla spiaggia» rispose il chitarrista porgendo alla bionda il guinzaglio di Munster.
«Spero solo non mi veda nessuno, non mi sono pettinata!» disse la bionda una volta in giardino.
«Love... manca un quarto all’una, chi vuoi che ci sia fuori a quest’ora?!» chiese il moro divertito.
«Gli ubriachi! E ricordati che qui siamo a Los Angeles mica nel Burundi!» rispose lei di tutto punto.
«E pensi che guarderanno i tuoi capelli non pettinati?» chiese.
«Chi può dirlo!»
«Mmm... In corridoio c’è la mia papalina, quella dell’Ashba Swag (ndAut: LOL visto che si fa pubblicità ovunque), se vuoi puoi metterla!» concluse, riuscendo a strappare un sorriso alla ragazza.
Per la strada incontrarono solo un'altra coppia e Love non mancò di far notare a DJ che avrebbe corso un rischio enorme se non si fosse messa la papalina.
«Mi avrebbero presa per una barbona!».
Finalmente i nostri eroi arrivarono in spiaggia più o meno sani e salvi, sguinzagliarono i cani e si misero a sedere romanticamente sulla sabbia mentre li osservavano fare i loro bisognini (cosa molto romantica) e giocare.
«Che ne dici di fare un bagno?» chiese DJ.
«Non ho il costume...» rispose la bionda.
«Chi ha mai detto che ci vuole il costume per fare il bagno, possiamo farlo anche nudi!»
«O con la biancheria...» rispose Love preoccupata che qualcuno potesse vederla.
«Come vuoi, tanto te la tolgo!» disse il moro ridendo.
«Sempre il solito porcello! Ci denunceranno per atti osceni in luogo pubblico!» protestò Love, non rinunciando però all’offerta.
I due stettero parecchio in acqua e, quando arrivarono a riva, non trovarono i vestiti.
«Un classico! Qualche guardone ce li ha inculati!» strillò Love perdendo subito la pazienza. «Non ho intenzione di andare a giro nuda sia chiaro!»
«Non c’era nessuno qui tranne noi e il mio orologio c’è ancora, li avranno presi i cani!»
«Bene, allora inizia a cercarli se vuoi tornare a casa vivo e vegeto!»
«I cani stanno fermi» disse DJ con fare da esperto.
«E chi se ne frega» borbottò Love.
«Vuol dire che fanno la guardia a qualcosa, 99 su 100 ai nostri vestiti; dai andiamo!»
«Tu vai pure io ti aspetto in acqua...»
Dopo una dura lotta per spostare i cani da una montagnetta sospetta finalmente DJ ebbe la meglio e riuscì a riavere i vestiti.
«Tadan!» urlò dalla spiaggia sventolandoli con fare glorioso.
La bionda corse felice a riva per rivestirsi ma quando prese in mano i vestiti si accorse che erano bagnati, sabbiosi e, come se non bastasse, puzzavano anche un po’ di cane.
«Ok, questi cosi me li metto ma mi accompagni a casa immediatamente!»
«Non ce ne sarà bisogno, Kari ha dei vestiti a casa mia, potrai metterti quelli.»
Love lo incenerì con lo sguardo ricordando come andava vestita sua sorella, ma lui non si scoraggiò, prese i cani (conciati peggio dei loro vestiti) e la ragazza e si incamminarono verso casa.
«Ci facciamo la doccia insieme?» domandò speranzosa Love al ragazzo. Ormai si era rassegnata al suo triste (anche se non troppo) destino.
«Non lo devi neanche chiedere! Però prima dobbiamo farla alle due pesti.»
I cani, strano a dirsi, sembravano quasi felici di lavarsi, probabilmente perché non accadeva da molto tempo, non mancarono quindi le foto ricordo dell’evento epocale.
Verso le tre e mezza avevano finito con i cani, che dormivano beati nelle loro cucce nel giardino, e si accingevano a pensare a loro stessi quando trovarono per il corridoio uno stradellino di piscio e un escremento sotto il lavandino.
Senza scoraggiarsi si fecero il bagno (anche se con il terzo in comodo xD), un bagno molto lungo, tanto lungo che si credeva si fossero addormentati. DJ fu il primo ad essere pronto e pensò bene di ripulire il casino che c’era.
«Che uomo di casa! Posso farti un video?» chiese Love una volta uscita dal bagno.
«Perché?» chiese il ragazzo meravigliato.
«Stai pulendo!» disse la bionda sconvolta. «Sei da sposare!» disse lanciando questa frase per vedere la sua reazione.
«Spiritosa! Dobbiamo anche rifare il letto, e togliere la pupù dal bagno...» DJ cambiò velocemente discorso.
«Ma io ho sonno!» protestò lei.
«Su non ci vorrà molto» cercò di consolarla dandole un bacio sulla fronte.
Mancavano pochi minuti alle cinque quando la casa era pulita. Love, dopo aver indossato un pigiama che sembrava più una tuta, raggiunse DJ che la stava aspettando sdraiato sul letto.
«Cosa fai con quel pigiama antistupro?!» chiese sconvolto DJ.
«È l’unica cosa comoda che ho trovato!» rispose lei «Buona notte».
«Dai, vuoi dormire veramente?»
«Sono stanca DJ, devo andare a lavoro oggi!»
«Anch’io, tra meno di due ore devo essere in studio per registrare... Che ne dici di fare notte bianca?»
Silenzio.
«Love?» sussurrò.
La ragazza si era addormentata beatamente, svegliarla sarebbe stato poco galante così decise di lasciarla dormire a casa sua, l'abbracciò, e nel giro di pochi minuti si addormentò anche lui.



- You’ll find us now and we’ll be wasted. WASTED.
Salve a tutti e scusate il ritardo con l’aggiornamento: devo confessare che me ne sono completamente dimenticata @.@ In più devo chiedere scusa perché nel capitolo precedente avevo fatto un errore di spelling del titolo :P visto che non me l'ha fatto notare nessuno... spero che non se ne sia accorto nessuno XD
Beh, come penso molti di voi sapranno sono stati dei giorni intensi xD Nikki ha chiesto a Courtney di sposarlo, James ha pubblicato il primo singolo del suo nuovo album solista (Learn to Hate You, che sinceramente vi consiglio *-*) e DJ ha da poco finito con il mega evento di un mese a Las Vegas organizzato dai GNR. Adesso da quel che mi risulta dovrebbero lavorare ad un nuovo album… e questa non può che essere una bella notizia :D [sarei curiosa di sapere le vostre impressioni su tutti gli eventi citati sopra, ma so che questo non è il luogo lol]
La prossima settimana aggiornerò di nuovo di mercoledì, prometto xD (quindi il 5 aspettatevi un aggiornamento :))… devo ancora decidere se aggiornare l’11 per il compleanno di Nikki o meno (Havoc mi sta facendo notare che abbiamo aggiornato per il compleanno di James e non per quello di DJ LOL ma il compleanno di DJ capitava di sabato, avrebbe sballato tutto ò.ò). In più l’11 dovrei laurearmi quindi non so se ce la farò ad aggiornare XD (oddio, in realtà conoscendomi la mattina sarò su FB anziché a ripassare, quindi è probabile che lo farò XD).
Scusate per le mega ndA…
Questo è uno dei miei capitoli preferiti, ogni volta che lo leggo inizio a ridere e piangere contemporaneamente. Havoc è un genio! Speriamo che la storia vi piaccia e che continuiate a seguirla :D :D
Stay tuned,

Snafu.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Friends and Lovers gather around me. ***



18
„ Friends and Lovers gather around me. “


Sixx:A.M.- ‘Goodbye my friends.’


Da quanto le ragazze frequentavano i Sixx: A.M. le cose strane erano all’ordine del giorno.
Una sera le tre stavano radunando i loro oggetti prima di uscire da lavoro e parlavano del più e del meno, quando Love disse che sarebbe andata a rifarsi il trucco. La cosa non preoccupò le altre più di tanto: Love andava a rifarsi il trucco otto volte all’ora. Il punto era che sembrava non tornare più.
Danielle e Anita andarono a controllare in bagno, ma di lei nessuna traccia. Provarono a chiamarla e aveva il telefono spento. La prima espresse l’unica deduzione logica possibile:
«Se ne sarà andata senza di noi...»
Le due allora uscirono, si diressero alla stazione della metropolitana e si incolonnarono per passare i loro badge. Anita si voltò: anche Danielle non c’era più.
«Ma che diavolo...»
Due figure piuttosto sospette, in lontananza, bofonchiavano tra di loro.
«Guarda la sua faccia...» commentò quella più tozza.
«Già... non è bellissima?»
«Senti, non cominciare eh. Già per chiappare quell’altra senza farci scoprire abbiamo rischiato l’arresto... ora facciamo così. Io prendo la borsa con la macchina fotografica, così non si rompe, e te prendi lei così la palpi quanto ti pare. E poi via nel bagagliaio.»
DJ e Love erano appena tornati dal ristorante cinese e aspettavano l’arrivo degli altri ammazzando il tempo come ormai erano soliti fare. Erano in camera da letto quando sentirono una macchina nel vialetto e, affacciandosi dalla finestra videro una scena alquanto comica: mentre Nikki non ebbe nessun problema a guidare Dan in casa, James dovette impiegare tutte le sue energie per tirare fuori dal bagagliaio un’Anita scalciante che, dopo aver picchiato per l’ennesima volta il ginocchio si tranquillizzò non smettendo però di chiedere aiuto a gran voce.
«Boia, ma quanto c’avete messo?» domandò Ashba una volta che vide arrivare i suoi colleghi.
«Eravamo in anticipo, poi Anita ha pensato bene di tirare una ginocchiata nei coglioni a James, il che naturalmente è controproducente... ma spiegaglielo! E allora ci siamo fermati in una pescheria a prendere del ghiaccio con il risultato che ora James puzza di pesce e sembra che si sia pisciato addosso... sul mio sedile anteriore.»
«Io vi denuncio!» strillò Anita, una volta riconosciute le voci.
«Sì, prima però andiamo a mangiare... il cinese già fa schifo di suo, se è freddo anche peggio.»
Nikki e James depositarono Dan e Anita sul divano e tolsero loro i sacchi dalla testa.
«Dove mi trovo?» domandò la seconda, allarmata come al solito.
James rispose con un’altra domanda.
«Mi hai tirato una ginocchiata nei coglioni, lo sai, vero?» replicò alterato.
«E tu mi hai rapita! Ti rendi conto della gravità di... ah, ciao Dan, ci sei anche tu?»
Lei e Nikki li stavano guardando perplessi.
«Non dirmi che non hai capito che erano loro due,» mormorò la mora «io ho subito riconosciuto James perché da quando ci conosciamo va in giro o con la canottiera da muratore o con quella maglia con scritto Renegades... Nikki invece è stato così furbo da mettersi i guanti.»
«Non l’avrei mai detto!» esclamò Ashba sorpreso «Insomma, andiamo?»
Il gruppo si diresse in salotto dove tutto era già stato sistemato.
«Scusate ma ci avete ‘rapito’ per venire a mangiare il cinese a casa di Ashba?» domandò Danielle allibita.
«Certamente!» rispose DJ sorridente.
«Il fatto è che non potevamo andare a cena fuori perché tutti ci avrebbero riconosciuto e le cose si sarebbero complicate come al solito...» spiego Nikki tirando uno sguardo torvo al chitarrista.
«Ehm... Senti James non è che ti potresti cambiare i pantaloni?» chiese DJ tirando un’occhiata disgustata ai pantaloni bagnati e olezzanti del cantante.
«Mica mi porto il cambio dietro come i bimbi piccini!» ribatté l’altro indignato.
«Dovresti... Allora andiamo a cercare qualcosa nel mio armadio! Non voglio che mi appesti il salotto!»
Mentre gli altri si accomodarono sul divano, conversando come persone civili, James e DJ erano andati a cercare i pantaloni e il loro ritorno fu accolto da una risata fragorosa di Nikki che contagiò tutti gli altri.
«Che cazzo hai fatto James?! C’hai l’acqua in casa?» domando Nikki senza smettere di ridere.
«Ah ah ah molto simpatico... i pantaloni di DJ non mi stanno perché è basso!» spiego il cantante infastidito.
«Ma i pataloncini corti no, eh?» chiese Love.
«Si vergogna... Mi sa che ha le gambe torte o non si è fatto i pe...» DJ non finì la frase che la mano di James colpì violentemente la sua nuca.
«Basta cosi, mangiamo su, che ho fame!»
Nessuno ormai badava più ai pantaloni di James, né al suo irrefrenabile appetito, quando Danielle chiese preoccupata a bassa voce a Love:
«Che animali ha il tuo amico?»
«Muster e Lil’ Creep...» rispose la bionda intenta a prendere la roba con le bacchette con scarsi risultati.
«E.... cosa sarebbero di preciso?» chiese ancora più preoccupata sentendo i nomi.
«Due cani...» rispose Love rinunciando al cibo e fissando l’amica «C’è qualcosa che non va? Non hai una bella cera!»
La mora si limitò ad indicare la finestra difronte a loro che veniva percorsa a grandissima velocità da un mega ragno.
«Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah! Uccidetelooooooo!» urlò Love facendosi prendere dal panico come sempre e quasi cadendo dalla sedia.
«Ma che carina! Mi sa che è una tarantola» disse DJ avvicinandosi alla finestra.
«Che carina?!» chiese Danielle sconvolta.
«Prendiamola dai che poi ci si fa le foto!»
«Ma anche no!» esclamò Love. «Datemi un accendino!»
«Ok, voi ragazze andate da un’altra parte... Noi invece cercheremo di prenderla!» disse Nikki.
«Posso fare il video?» chiese James.
«Certo, dovrai immortalarci mentre la cattureremo!» rispose DJ.
Dopo una decina di minuti in cui i ragazzi non avevano fatto altro che correre dietro all’animale cercando di catturarlo, DJ si decise a chiedere aiuto ai vicini e, in meno di un minuto riuscirono a catturarlo.
«Dobbiamo dargli un nome!» esordì il chitarrista, entrando in casa con un vasetto trasparente tra le mani.
«Dangerous? Disgusting?» propose Love affacciandosi da dietro il braccio del chitarrista per vedere la bestia.
«Ma no guardala è così carina!» disse Nikki.
Love e Danielle lo fulminarono con lo sguardo e, dopo aver messo al sicuro il piccolo recipiente, proseguirono la serata. Visto che Anita era l’unica che non era sotto shock, lei e James ne approfittarono per annunciare che sarebbero andati a giocare a golf nel fine-settimana.
«Las Vegas. Un week-end sui campi da golf. Sapete che significa?»
«Che giocherete a golf?» chiese Love.
«Sesso. Sesso. E ancora sesso.» inutile dare un nome a questa voce.
«Si può sapere cosa ti fa pensare al sesso in tutto questo?»
«A me tutto fa pensare al sesso.» confessò Ashba. Nikki e James si augurarono di sparire dal suo campo visivo. «E poi se si parla di mazze, buche da centrare... dovrei venire a giocare a golf anch’io, ora che ci penso...» il chitarrista fece l’occhiolino a Love.
«No, significa che ci rotoleremo per i campi pieni del nostro amore.» replicò offesa Anita.
Danielle storse la bocca.
«Non è un’immagine molto bella, lo sai?»
«Why not?»
«Te che ruzzoli in un prato con uno tinto di biondo con i vestiti da pottino con i tatuaggi che spuntano dalla polo. Ti sembra una bella immagine?!»
Anita concluse maliziosa:
«Nessuno ha mai parlato di vestiti, mia cara...»

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** You’ll have to make sense of my life somehow. ***



19
„ You’ll have to make sense of my life somehow. “


Sixx:A.M.- ‘Permission.


Anita entrò a lavoro camminando come una persona normale. Questa era di per sé una buona notizia, se non fosse stata accompagnata dalla faccia da funerale della medesima proprietaria del ginocchio.
«Qualcosa non va?» domandò Danielle senza mezzi termini.
«Hai una faccia...» constatò Love.
«Ma no, tutto bene, ragazze...»
«Questa è la versione da raccontare al boss,» insistette la mora «ora la verità a noi. È successo qualcosa?»
«Ma no...»
«Ti sei persa il 70% off nella boutique di Cavalli?» strillò la bionda.
«No... cioè, sì, ma non è per quello. Ragazze... devo lasciare James.»
«Eh?! E perché?» domandò Dan.
«Perché è troppo ricco...»
«Sta male...» commentò Love, ma nessuno capì se era per l’affermazione che la rossa aveva appena fatto o per il fatto che si era persa il 70% off nella boutique di Cavalli.
«Tesoro, non puoi lasciarlo solo perché è troppo ricco! Voi due state bene insieme!»
«Sì, lo so. Ha dieci anni e spiccioli più di me, è tinto, ha pessimo gusto in tutto, ha un gatto, è un golfista e un musicista: la mia anima gemella in pratica. Ma io non rappresento niente per lui, cavolo guardami. Sono terribile alla vista e soprattutto sono una morta di fame. A lungo andare penserà che sto con lui per i soldi... e che sono brutta.»
«Va bene. È impazzita...» confermò Love «Ehy, tu e James siete perfetti insieme! Entrambi non sapete vestirvi, non avete stile e...»
«Senti,» la interruppe Dan «è una cosa che devi sentire nel cuore... non è un fattore economico o di bellezza. Non viviamo mica nel medioevo!»
«Sì, ma non mi va di gravare su di lui. E poi vivo nel terrore che mi cornifichi, ecco, l’ho detto.»
«Oh Signore...»

Well, I close my eyes,
remove each piece of armor one by one,
inhale this moment deep into my lungs,
make amends for all I've done.


James e Anita dividevano il letto matrimoniale insieme a Rocco. Di solito, quando rimaneva a dormire a casa Michael, la rossa non era mai tranquilla, troppo preoccupata all’idea che Shaddix facesse irruzione... dalla porta, dalla finestra, dal lucernario, da qualsiasi cosa. In più era nervosa: avrebbe dovuto lasciarlo, e invece ci era finita a letto di nuovo.
«Anita...» sussurrò James.
«Mh?»
«Il tuo cuore... sta battendo.»
«Meno male, Jimmy, altrimenti sarei morta.»
«Ma sta battendo forte!»
«Secondo te perché?»
«Non lo so! Non sono mica un cardiologo...»
Anita scosse la testa e gli posò un bacio tra i capelli incasinati.
«Buona notte...» disse.
James dal canto suo, rispose pazientemente, dopo averle lasciato un bacio sotto i seni:
«Buona notte.»
Il silenzio scese di nuovo nella stanza. Il martello scalpitante dentro il petto di Anita sembrava non avere intenzione di fermare il suo lavoro incessante, e con lui il rumore cadenzato che sprigionava, lo teneva sveglio, gli faceva sentire la vita, la sua, di lei, e la sua di lui, come se entrambe fossero dipese da quell’unico battito.
Incuriosito, si portò una mano al petto per sentire se anche il suo cuore stesse battendo così forte. La risposta fu anche troppo evidente e le conseguenze della consapevolezza di questa esplosero nel suo cervello immediatamente.
«Anita...» ritentò lui, sperando che non si fosse già addormentata.
«Eh...»
«Anche il mio cuore... devo dirti una cosa importante, sei sveglia al punto giusto?»
«Sono sveglia come una che ha sonno dopo che ha fatto sesso, tu non hai mai sonno dopo che hai fatto sesso?»
«Sì, dipende... quindi non vuoi che te lo dica?»
«No...»
«Ma...»
«Senti, lo so, lo so cosa vuoi dirmi, ma, davvero, non sprecare fiato con me. Ok?»
La donna scattò in piedi e iniziò a rivestirsi, invasa dal panico.
«Hey, che c’è che non va adesso?»
«Niente.»
«Perché diavolo ti sei arrabbiata? Io volevo dirti... maledizione, fa piacere a tutte le persone sentirsi dire che sono amate, solo tu puoi incazzarti per una cosa del genere!»
«Mi ameresti se non mi arrabbiassi?»
James la guardò interdetto e quell’affermazione gli strappò un sorriso. Era buffo come lei sapesse essere nella sua testa, alle volte, oltre che nel suo cuore.
«Smettila di rivestirti!» imprecò, mentre lei stava infilando i suoi oggetti in maniera casuale all’interno della borsa.
«James, mi dispiace, io ci ho provato, ma io e te non possiamo stare insieme. Davvero, tu sei troppo bello e troppo ricco e io sono troppo brutta e troppo povera. Mi illuderò, inizierò a pensare che sarà per sempre, che da ora in avanti andrà tutto bene, che non sarò sola e tante altre cose poetiche e romantiche che le donne si immaginano. Cose che non posso chiederti di promettermi, perché tu sei quello che sei e io non sono come Love, se tu mi tradisci starò malissimo, se tu sparisci affonderò perché ci sono già dentro fin sopra i capelli... ecco. Ora lo sai. È stato bello, tutto, te lo giuro. Ora devo andare.»
James si sollevò sul busto e la guardò dritta negli occhi.
«Dove devi andare?!» esclamò, balzando in piedi, vedendo la brutta parata.
«Ciao!» concluse lei, sbattendogli la sua porta di casa in faccia.
«Anita, torna subito qui!»
«Sei nudo!» urlò lei, senza voltarsi «Rientra in casa subito!»
E quella fu la conclusione di quella conversazione.

Well, how long have I been sitting here?
I must have drifted off.
I cannot finish any of my thoughts.
Forgive me for my wayward charm.


Anita era seduta sul letto a gambe incrociate e si dondolava avanti e indietro. Non riusciva a smettere di piangere: credeva che una volta lasciato James, si sarebbe sentita meglio, e invece stava solo peggio. Molto peggio. Flash, capita la drammaticità della situazione, si era accoccolato in mezzo alle sue gambe. Persino lui gli ricordava il cantante. Qualsiasi cosa si sforzasse di pensare, toccava lui, in qualche modo. Stava diventando pazza.
Lui non si era fatto sentire, neanche un messaggio. Beh, non aveva tutti i torti: se n’era andata in quel modo, senza neanche dargli modo di controbattere. Ma non poteva. Se lui avesse controbattuto l’avrebbe convinta... meglio un dolore sopportabile adesso che un cuore spezzato tra qualche mese. Ma quel dolore era sopportabile?
Inutile pensarci: ormai era andata.

I wake up in the morning and it comes back to you.


James si svegliò, sempre che avesse mai dormito. Era ancora buio fuori, e il letto era vuoto. Anita se n’era andata, per davvero.
«Rocco...» mormorò con un filo di voce, come se avesse potuto svegliare qualcuno.
Il gatto balzò sul letto e si lanciò a peso morto su di lui.
Il cantante lo accarezzò come se fosse rimasta l’ultima cosa a cui aggrapparsi nella tempesta e sospirò con disperazione.

I breathe in, I breathe out. It comes back to you.


La sveglia suonò. Era ora di andare.
Anita cercò di lavare via dalla faccia gli ultimi segni del pianto, senza risultato. Se non fosse stato per gli occhi gonfi, ci sarebbe comunque rimasto il suo respiro irregolare, spezzato da forti singhiozzi.
‘Respira, Anita... Respira...’ si disse, guardandosi allo specchio.
Quella sarebbe stata l’ultima seduta di infiltrazioni: doveva essere un buon periodo per concludere le cose, pensò. Poi avrebbe iniziato a frequentare un analista.

I stare up at the ceiling and it comes back to you.


James continuava a fissare il soffitto, colto da un’insonnia improvvisa. Rocco era appollaiato sulla sua pancia e lui lo accarezzava, senza neanche pensarci.
La sua mente era incollata all’assurda reazione di Anita, alle scuse patetiche che aveva inventato, alla paura che aveva visto nei suoi occhi, ma anche alla sua fermezza.
Lanciò uno sguardo alla sveglia: i minuti sembravano non passare mai. Erano le cinque e mezzo. Anita stava per andare in ospedale a fare le ultime infiltrazioni. Il cantante balzò in piedi e si vestì velocemente, afferrò il portafogli, le chiavi della moto, il casco e gli occhiali da sole, sebbene il sole neanche fosse sorto, e uscì rapidamente di casa.
Quella stronza non gli aveva dato neanche il tempo di controbattere, e lui di cose da dire ne aveva parecchie.

I step out my front door, and it comes back to you!


Anita chiuse a chiave la porta di casa e si ricordò di quella volta che James le aveva rubato le chiavi e l’aveva baciata sul portone. Era stata la loro prima volta. Il ricordo ancora le attorcigliava lo stomaco in un fiocco fatto a modo e le farfalle svolazzavano via, causandole brividi su per la schiena.
La ragazza si batté la mano sulla fronte e si decise ad andare a prendere l’autobus.

The end of my driveway comes back to you.


James guidava tranquillo. Non era agitato all’idea di rivederla, forse entusiasta. Le ruote sfrecciavano sull’asfalto bagnato: vedeva l’ospedale alla fine della strada, e lei era lì.
Accelerò e superò un autobus. Non vedeva l’ora di parlarle.

Brakelights on the highway, it comes back to you.


Anita guardava distrattamente le luci della strada e la città che ancora dormiva. Aveva le cuffie con i Ramones sparati nelle orecchie, ma non sembravano portare molti risultati neanche loro. Il rombo di una moto che sorpassava l’autobus attirò la sua attenzione: odiava quando i rumori esterni superavano in decibel il suo i-pod. Osservò con più attenzione la strada e vide James che superava la corriera. Credette che fosse la sua immaginazione, di averlo scambiato per qualcun altro, ma non poteva che essere lui: guardava il suo riflesso negli specchietti. Il suo cuore smise di battere per una frazione di secondo e poi ripartì. Che diavolo stava facendo a quell’ora della mattina sulla superstrada che portava all’ospedale?

I could die in Los Angeles, it would... come back to you! Yeah!


La fotografa scese dall’autobus guardandosi intorno con fare circospetto. James la stava aspettando di fronte all’ingresso principale con un sorrisetto sornione sulle labbra e lei fu tentata di tornare indietro e salire di nuovo a bordo. Quando il cantante lo capì fece uno scatto e strillò:
«Anita!» La sua voce la immobilizzò. «Anita, si può sapere perché continui a scappare?»
«James, ti prego, te l’ho detto, non rendere tutto più difficile.»
«Parli come un’attrice da telenovela» la prese in giro lui, poi tornò serio. Voleva darsi un tono, se quella doveva essere la loro ultima conversazione «Come hai potuto scaricarmi perché ti ritieni più povera di me? Cavolo, se non vuoi i miei soldi va bene, non ti darò le mie carte di credito come fanno tutti i fidanzati con le loro fidanzate! Non credo di essere quel tipo di ragazzo che ti farebbe sentire in imbarazzo per come si veste. Voglio dire, hai presente i miei vestiti? Ho sì e no dieci magliette e dieci canottiere bianche, due paia di scarpe, di cui uno è praticamente distrutto e un unico paio di occhiali da sole.»
«Ma hai una moto e una macchina stupenda, sei socio di un club di golf, abiti in una cazzo di villa di otto piani da solo con un gatto!»
«Non sono otto piani... comunque, vieni a vivere con me, allora... così la riempiamo!»
«Non mi sembra il momento più adatto per farmi proposte di questo genere...» mormorò lei, con gli occhi sgranati «Ora torna a casa, per piacere... e non fare cose che metteranno a repentaglio la tua vita, tipo filmarti mentre guidi la moto sotto la pioggia, nel buio, con una mano sola... »
«Beh, no. Ho un gatto a casa a cui badare...» poi riprese «Ascoltami bene, perché non ho intenzione di ripeterlo. Io sono un fottuto essere umano, certo, sono più impegnato degli altri e forse ho un seguito maggiore del ragazzo che consegna la pizza a domicilio, ma quando mi innamoro per me funziona come con tutti gli altri. Mi immagino di passare tutti i prossimi fine settimana della mia vita a giocare a golf con te, di andare in vacanza insieme, di fare la spese insieme, di fare l’amore, spesso. Magari verrai in tour con noi e che ne so, con le tue amiche, davvero, non lo so cosa ci riserva il futuro! Però mi sono innamorato di te. E so che vuoi anche solo una delle cose che ho detto fino ad ora almeno tanto quanto me... ma magari mi sbaglio, magari non vuoi niente di tutto questo. E allora devi solo dirlo e io non alzerò più un dito su di te, me ne andrò, e sarà tutto come prima. Ma... andiamo, lo so che mi ami! Non è un salto nel vuoto da sola. È un salto nel vuoto con me!»
Fu curioso sentire cosa aveva da dire il cuore in merito. Quello di Anita interruppe il suo lavoro per un breve istante, poi riprese con un ritmo irregolare. Le informazioni si divisero in modo impreciso e casuale tra lui e il cervello. Cercò di digerirle: probabilmente era impossibile.
«Senti, accontentati di sentirtelo dire da me.» rispose «Che io ti amo, amo la tua mania di fare video insensati e foto stupide, amo la tua auto-ironia, amo la tua ingenuità, amo quando mi chiami ‘piccola’ e mi fai sentire davvero così piccola ed insulsa, rispetto a te, senza di te, amo la tua voce, che cambia così tanto da quando parli a quando canti, e amo anche quando parli a Rocco in quel modo divertente. Amo quando ti chini sulla mazza da golf e sembri un pregiudicato che ha preso lezioni di bon-ton e quando sorridi, sia se hai fatto qualcosa di demente che quando ridi di gusto, mi piace come ti muovi, la tua schiena china vista dal mio lato del letto quando ti alzi la mattina e ti siedi, e Rocco viene a farti gli attentati, il tuo viso quando è stanco, la tua barba, morbida o spinosa, i tuoi occhi, le tue labbra, il tuo corpo. E non è tutto, solo che non so come fare a spiegarlo. Basta che tu mi creda, perché io ti amo.»
James rimase a bocca aperta, domandandosi se qualcun altro avrebbe mai potuto amare così tanto, chiedendosi se lui stesso l’amava così tanto.

All of my devils, they are free at last, oh!
And all my secrets are revealed! Yes, they are!
And your permission is all that I...
I need.


Anita entrò a lavoro con una faccia terribile, ma, nonostante questo, sembrava felice.
«Ehm, ragazze... mi chiedevo se il prossimo fine settimana avete impegni...» esordì.
«Probabilmente sesso, ma non so l’ora precisa... perché?» rispose Love.
«Se hai bisogno di un po’ di svago o di parlare io mi tengo libera, ok?» fu invece la risposta di Danielle.
«No, è che... devo traslocare...»
«Oh mio Dio! James è uno di quelli tipo stalker con le manie di persecuzione?!» domandò allarmata la bionda.
«No... è da lui che devo trasferirmi...»
«Bene!» esclamò Dan, sconvolta ma non a sufficienza per fare del sarcasmo «Ieri sera dovevi lasciarlo e stamattina viene fuori che vai a vivere da lui. Riesci sempre a portare a termine i tuoi piani...»
«Ieri sera l’ho lasciato, giuro! Ma poi sono stata così male... e stamattina si è messo a seguirmi per la strada e in un modo del tutto casuale è venuta fuori questa cosa e... sono innamorata persa: avrei dovuto saperlo che era già troppo tardi per lasciarlo.»

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** I drag myself out, on the bed that she made ***



20
„ I drag myself out,
on the bed that she made “


Sixx:A.M.- ‘Pray for me.


Anita, Danielle e Love stavano sistemando il guardaroba di casa Michael.
«Per la Sacra Sindone, Anita!» esclamò la bionda, disperata «James ha più vestiti di te, credi che sia una cosa normale?»
«Sì, però lui ha solo due paia di scarpe...»
Fortunatamente quella conversazione fu troncata sul nascere dal suono di un clacson da tir: i ragazzi erano arrivati. Le tre si precipitarono nel vialetto, dove Jacoby Shaddix stava parcheggiando l’enorme camion non curandosi minimamente delle direttive di James e Nikki.
«Oh mio Dio. Hanno rimpiazzato DJ con Shaddix!» strillò isterica Love (non si capiva se fosse per la gioia di farsi un’altra rockstar o per il dispiacere dell’assenza di Ashba, probabilmente tutte e due le cose). Dopo aver distrutto le aiuole per “parcheggiare”, Jacoby scese con agilità dal camion e fu in quel momento che DJ decise di fare la sua entrata in scena: i portelloni posteriori si aprirono, il ragazzo con aria sexy si appoggiò di lato e disse con la sua inguaribile aria da marpione:
«Vi sono mancato, ragazze?»
«No, per niente.» si affrettò a rispondere Danielle.
«Fatemi capire una cosa...» tentò Love.
«Dipende cosa: se ci chiedi ancora una volta i tuoi legami di parentela ti uccido. Li ho imparati io e tu ancora niente!» rispose Anita.
«No, non sono quelli... Mi chiedevo perché abbiano preso un camion... Non devono montare i mobili... quelli ci sono di già!»
«Beh effettivamente è vero...» constatò Danielle.
«Jacoby insisteva tanto! Voleva guidare a tutti i costi un fottuto camion per questo cazzo di trasloco!» rispose DJ avviandosi con un paio di scatoloni in casa.
«E il tuo ragazzo ovviamente gliel’ha concesso!» proseguì Nikki «Si sente ancora in colpa per non avergli detto prima che andavate a convivere... Neanche io sono stato il primo a saperlo, ma non mi è neanche passato per l’anticamera del cervello di chiedergli cose stravaganti del tipo ‘passare con voi la prima notte di convivenza’!».
Sixx sembrava un tantino infastidito dalla presenza di Shaddix ma ben presto lui, Jacoby, DJ e ogni tanto James diventarono inseparabili e combinarono devastazioni per la casa: Jacoby fece cadere, per sbaglio a detta sua, la cera per i mobili sul pavimento rendendolo scivoloso, ma non lo disse a nessuno (eccetto ai ragazzi) che decisero di aspettare quatti quatti la sventurata che sarebbe scivolata scatenando l’ilarità generale.
«Spero solo che non sia Anita, se casca un’altra volta dovrò portarla all’ospedale!» sospirò James un po’ preoccupato, dopo aver sentito dei passi.
«Così sarà l’occasione buona per far sostituire quel ginocchio scassato con uno decente!» lo consolò Jacoby.
Due secondi dopo Danielle entrò nella stanza evitando involontariamente la cera.
«Ragazzi dove sono le forbici?» chiese.
«In cucina!» si affrettò a rispondere DJ.
«Grazie...» rispose lei, spiazzata.
«Prego cara!» rispose ad alta voce «Muahahahahah!» borbottò agli amici.
«Credo si arrabb....» Sixx non fece in tempo a finire la frase che un tonfo, seguito da imprecazioni varie, e le risate degli amici coprirono il tutto. Danielle nonostante la botta si alzò velocemente puntando direttamente a DJ.
«Sei un cretino, sai? Avrei potuto farmi male sul serio!» strillò, facendo precipitare le due amiche nella stanza. Love arrivò per prima prendendo in pieno, come l’amica, la zona cerosa finendo a faccia in giù.
«Che sta succedendo?!» chiese spazientita Anita mentre cercava di tirare su Love.
«Sono cadute per terra e danno la colpa a noi!» cercò di giustificarsi DJ.
«È scivoloso!» ribatté Danielle.
«Beh, forse mi è caduta un po’ di cera per terra. Non l’ho fatto di proposito!» rispose Jacoby.
«Ne dubito fortemente!» risposero le ragazze in coro.

Per pranzo erano rimasti tutti a mangiare da Anita e James e pareva inevitabile che i ragazzi non si comportassero da persona adulte. Servite le fette di pane, nel giro di pochi minuti scoppiò il putiferio: i ragazzi si tiravano prima le palline di pane, poi di carta ed infine il cibo fino a quando i capelli Danielle (ormai era stata presa di mira lei) non vennero colpiti da un pezzettino di grasso.
«Adesso basta!» urlò la mora «Se non la smettete vi farò rimpiangere di essere nati!»
«Nikki, credo voglia dire niente sesso...» disse Jacoby. DJ scoppiò a ridere ma due pattoni colpirono le teste dei ragazzi, riportando l’ordine nella casa.
Numerose devastazioni si susseguirono per il resto del pomeriggio, Love e DJ, stranamente, scomparvero, ricomparendo una mezz’ora dopo. Verso sera la situazione si stabilizzò, più o meno, ma solo grazie al manager di Jacoby che l’aveva fatto allontanare.
Dopo aver cenato le ragazze erano andate al piano di sopra per sistemare la camera da letto, l’ultima stanza rimasta, quando dalla porta fece irruzione DJ in collo a Nikki. I due si gettarono sul letto (appena rifatto).
«Oddio amore quanto ce l’hai grosso!» strillo DJ imitando la voce di una donna.
«Sapevo ti sarebbe piaciuto!» rispose l’amico.
«Penso che vogliano un po’ di intimità, lasciamoli soli...» commentò Anita, dato che le altre due erano troppo sconvolte per proferire parola.
«Il tuo fidanzato è un perverso, Anita,» commentò Danielle indicando l’uomo che stava appoggiato allo stipite della porta filmando la scenetta comica «sta facendo un video a questi due che fanno finta di trombare!»
«Spero che non lo faccia anche quando lo fate voi...» disse Love «Se vuoi controllo sul suo canale youtube... certe cose se si scoprono di persona sconvolgono!»
Le ragazze sceso in sala per riposarsi un po’.
«Ragazze vi ringrazio davvero tanto!» disse Anita sedendosi sul divano.
«Ringrazia dopo aver pagato! Ah e ti dico una cosa: i pagamenti in natura gli accetto solo dagli uomini quindi sborsa cash!» rispose Love. Il silenzio calò nella stanza così la bionda si affrettò a precisare: «Stavo scherzando!»
«Non vi pare che ci sia troppo silenzio?» chiese Danielle.
Anita annuì:
«L’avevo notato anch’io!»
Di colpo la luce si spense e Love saltò, urlando, in collo alla mora.
«Al buio mi agito!!! Accendete la luceeee!»
«Love, non ti agitare, cazzo, sono i ragazzi che fanno i cretini e poi alzati!»
«Ragazze tutto bene?» chiese Sixx.
«Ci volevate spaventare per caso?» chiese Anita con fare di superiorità «Sappiate che siamo un po’ grandi per certi scherzi!»
«Oh per la parabola del figliol prodigo! Che la luce di Dio ci illumini dal cielo! Qualcuno accenda un maledetto cero!» Love stava continuando a smattare a ruota e nessuno sembrava capace di farla ragionare.
«Love, ti giuro non siamo stati noi!» continuava a ripetere James per tranquillizzarla. Anita si era alzata, al buio aveva cercato la sua mano «Facciamo una cosa! Ognuno prenda una mazza da golf!»
Si sentirono dei rumori nel vialetto principale, come ladro faceva proprio schifo!
La porta d’ingresso si aprì violentemente e Love si scagliò addosso alla figura brandendo la mazza da golf e colpendola ripetutamente.
«Oh cazzo fermatela! Mi stai uccidendo!»
«Stai zitto stupida creatura! La pagherai cara!»
«James fermala sono io!! Sono Jacoby!»
«Mi aggrego!» urlò Anita che venne però bloccata da James che stava soccorrendo l’amico.
La tranquillità ritornò nella casa una ventina di minuti dopo: Nikki era andato a ridare corrente, Danielle aveva preparato una camomilla a Love che era sul divano super coccolata da DJ e Anita, che si rifiutava di curare la ‘vittima’. Jacoby era sdraiato sul divano con il ghiaccio sulla testa, un principio di livido sotto l’occhio destro e il naso che grondava sangue, assistito da James.
«Non volevo che finisse così, mi dispiace davvero!» disse il ragazzo seriamente pentito.
«Meglio non pensarci più!» rispose Love pacatamente.
«Beh è un po’ difficile visto come l’ha conciato...» borbottò Nikki all’orecchio di Danielle «Hai messo qualcosa nella camomilla?» domandò incuriosito dall’insolita tranquillità della bionda.
«Naturalmente» rispose la mora.
«Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!» urlò dal nulla Love.
«Cosa hai? Dai, stai tranquilla è tutto passato!» cercò di consolarla DJ.
«TU!» urlò alzandosi dalla poltrona e puntando il dito contro Jacoby «MI HAI SPEZZATO UN’UNGHIA!»
«No, ti giuro io non c’entro niente!» rispose Jacoby scavalcando il divano.
«Mmm Love...» la interruppe DJ abbracciandola «Quello è successo sotto la doccia...»
«La MIA doccia?!» sbottò James alzandosi in piedi.
«Sentite, io direi che siamo tutti fulminati e che è l’ora di andare a letto.» asserì Danielle.
«Sì, mi sembra una buona idea» le diede man forte Nikki, a cui il buio aveva causato una mezza erezione.
La domanda era come, visto che nessuno aveva un’auto. Jacoby avrebbe potuto rimanere a dormire a casa Michael, certo, ma nessuno voleva disturbare il quieto svolgersi della prima notte di convivenza. Così James domandò:
«Jacoby, te la senti di guidare fino all’albergo?»
«Certo che me la sento, amico. Scherzi?»
«Direi che può accompagnarlo Love!» propose Anita, divertita.
«No!» strillarono i due, balzando in piedi contemporaneamente.
«Allora prima scortiamo Jacoby in albergo, poi di lì porto a casa gli altri, però tu devi rimanere a casa tesoro, altrimenti non c’è posto per tutti.» spiegò James.
La rossa sollevò in allegria il dito medio e rispose:
«Puoi scordartelo che dopo quella scenetta al buio io resti qui a casa da sola.»
«Non ha tutti i torti» aggiunse Love.
«Noi prendiamo l’auto di Anita, lei va con Jacoby e tu vieni in moto, James. Poi voi due venite in moto e quando avete lasciato noi tornate uno con la moto e l’altra con la macchina» delucidò brillantemente Danielle.
«Dan, quand’è successo che io e te abbiamo smesso di essere amiche? Perché vuoi mandarmi in auto con un pazzo?» chiese Anita, con le lacrime agli occhi.
«Perché è la soluzione più logica, su. E ora andiamo.»
Così partirono. In testa c’era inizialmente James con la moto, seguito da Anita che guardava più il sedile del passeggero che la strada, e dietro Nikki alla guida con a fianco Ashba e dietro le pulzelle. La situazione si ribaltò non appena Shaddix ebbe la brillante idea di mettersi a suonare il clacson, facendo quasi prendere un infarto al biondo. Mentre Jacoby incitava Anita a sorpassare il compagno, si divertì anche a mostrare il suo fondoschiena al cantante, che decise che quello era un altro buon momento per rischiare la sua vita e filmare l’avvenimento. Nell’auto dietro, Ashba reputò che valesse la pena di interrompere momentaneamente la sua attività di ricerca di un cd che non fosse dei Ramones per imitare il collega, mentre Nikki lo fomentava, Love si faceva il segno della croce e Danielle rideva a crepapelle. Fu così che James si trovò in fondo alla fila, ma con un filmato scottante.
Una volta lasciato Shaddix in albergo e aver spiegato l’accaduto al suo manager, la situazione si tranquillizzò. Anita raccontò:
«Ho vissuto momenti di puro panico...»
«Più di quella volta che James si è azzuffato col tuo gatto?» domandò Ashba con fare indiscreto.
«Chitarrista, ricordati che ho un video compromettente del tuo culo incastrato in un finestrino.» minacciò il biondo, poi salì in sella alla sua moto.
Tornarono tutti a casa. Era decisamente l’ora.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** You gotta laugh when you’re the joke. ***


21

„ You gotta laugh when you’re the joke. “

 

Sixx:A.M.- ‘Life is beautiful.’

 

Nikki e Danielle si erano dati appuntamento quel pomeriggio per qualcosa di informale, infatti la ragazza si era semplicemente messa una maglietta un po’ scollata, jeans e stivali con il tacco che benché fossero alti erano ciò che di più comodo avesse nell’armadio.

Nikki si presentò in orario, Danielle entrò in macchina e ciò che seguì non fu per niente una bella notizia.

«Dan… penso che sia proprio arrivato il momento che tu conosca i miei figli…» disse serio il bassista.

La ragazza rimase basita.

«Ho conosciuto Gunner, non basta?»

«No. Oggi i miei figli saranno con me e vorrei tu li conoscessi.»

«Ok,» disse poco convinta «questa voce solenne a cosa è dovuta?»

«Se non usavo la voce solenne magari finiva che mi dicevi anche di no…»

Un sorrisone a duemila denti apparve sul volto del bassista e lei capì che in ogni caso non avrebbe potuto dirgli di no.

 

@@@

 

Arrivati a casa erano già tutti lì.

Esordì il primogenito:

«Hey!! Chi non muore si rivede! O meglio chi non viene lasciato o lascia si rivede!»

«Grazie Gunner, molto gentile» rispose sarcasticamente la mora.

«Smetti di fare il cretino Gun!» si sentì urlare dalla sala.

Giunti in quella stanza c’erano gli altri tre che guardavano un cartone animato per Frankie-Jean che fu l’unica a rimanere seduta.

«Ciao, sono Storm,» disse la figlia più grande «lascia stare mio fratello, sta attraversando quella fase in cui dice cretinate a sproposito perché dice che fa figo... Io e mio padre stiamo cercando di fargli capire che fa solo scemo…»

«Perché te non capisci niente Storm!»

A quel punto intervenne Nikki:

«No, Gun! Tu non capisci niente! Ora due cavolate ogni tanto sono anche divertenti, ma ventiquattr’ore ininterrotte di cavolate non si reggono!»

Gunner a quel punto si rivolse alla nuova arrivata:

«Tu cosa ne pensi?»

Danielle cercò di puntare sulla battuta:

«Penso che ogni tanto dovrai anche dormire!»

«Quindi spari cazzate solo per 16 ore al giorno!» confermò Decker.

A quel punto il ghiaccio con i più grandi era rotto, e tutti si misero a ridere. Toccava solo alla più piccola.

Nikki interruppe il cartone e la presentò alla mora.

«Quindi tu sei la nuova fidanzata di papà?»

Il bassista decise di battere Danielle sul tempo, cosa della quale la ragazza fu grata, la abbracciò, la baciò e disse:

«Sì, quindi vedete di comportarvi bene, altrimenti se ne va e papà rimane solo e tanto triste un’altra volta!»

«Perché tu non sei come Ashba che non è mai triste.» interruppe Gunner come sempre.

«Ecco, bravo, prendi parecchio esempio da DJ che è un genione, vai!» rispose a tono Storm.

«Frankie, sai che non devi ascoltare tuo fratello quando dice le cavolate come queste, vero?»

La bambina annuì al padre e per questa volta Danielle se la cavò… Chissà magari sarebbe stato molto peggio parlare con le ex mogli di Nikki invece che con i suoi figli.

Passarono tutto il pomeriggio insieme. Alla fine rimasero solo con Frankie dato che gli altri uscirono con gli amici.

 

@@@

 

Danielle tornò a casa presto quella sera, quindi chiamò le sue amiche contemporaneamente.

«Pronto?» risposero in coro.

«Sono appena tornata da casa di Nikki.»

«E quindi?» chiese Anita, mentre Love fu più diretta:

«Ve la siete spassata alla grande?»

«Ma scherzi?! Uno spasso! Ho incontrato tutti i suoi figli!»

Silenzio.

«Gunner già lo conoscevi.» disse Love piena di divertimento.

«Ah ah non sei per niente spiritosa! » rispose la mora spazientita.

«Sì, insomma, quindi?» chiese nuovamente la bionda.

«Quindi sono molto carini tutti. Ma ho capito perché Nikki preferisce Storm…»

«Perché?» chiesero in coro.

«Perché è uguale a lui solo in versione femminile…»

«Quindi è inquietante. Bene!» rispose Love.

«Love!» strillò Anita, per metterla a tacere «Quindi ci andrai d’accordo.» concluse, incoraggiante.

«Love, sempre parecchio gentile, grazie! Domani vi racconto i dettagli.»

«Se non ci sono scene vietate ai minori non aspetto altro!» rispose Anita.

E con questo finalmente Danielle poté chiudere la giornata.

 

 

 

 

- You’ll find us now and we’ll be wasted. WASTED. (ndAut) 

Nel caso celebriate il Natale&Co., Baby, Havoc & Snafu vi augurano buone feste :)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** And when they start to judge you show them your true colours. ***


22

„ And when they start to judge you

show them your true colours. “

 

Sixx:A.M.- ‘Skin.’

 

 

Love e DJ, come ormai spesso succedeva, erano insieme a casa del chitarrista, ma stavolta, invece di fare ciò che tutti si aspettavano, stavano parlando come due persone civili.

«Mi sento triste... mmm... no, ecco, superficiale mi pare l’aggettivo più appropriato» disse la bionda.

«Perché? E soprattutto, in confronto a chi?» chiese perplesso il ragazzo.

«Beh in confronto ad Anita e Dan: loro fanno cose ortodosse tipo insegnare a giocare a golf, fare i capelli al prossimo mente io sono etichettata come quella superficiale che so solo fare e scegliere i vestiti» si sfogò la bionda.

«Beh, ma comunque fai qualcosa, non sei una mantenuta! Scegliere i vestiti non è una cosa semplice!» cercò di tirarle su il morale il moro.

«Sì, ma vorrei fare di più nella vita! Vorrei anche che la gente avesse più stima di me! Non è vero che le bionde, specie se fashion stylist, sono stupide!» strillò alzando la mani al cielo.

«Ok... che ne dici se ti insegno a suonare la chitarra? È un modo per aprire i tuoi orizzonti!» propose DJ.

«Il problema è che sono dura, in tutto!» si rattristò lei.

«Anche io...» commentò DJ sarcastico e lei gli tirò uno spintone. «Partiamo da cose semplici!» disse il chitarrista provetto. Si alzò dal divano e sparì.

‘Che cosa romantica: le sue mani sulle mie...’ incominciò a fantasticare la bionda, ma i suoi pensieri vennero interrotti da DJ.

«Sei destrorsa, vero?» chiese da chissà dove nella casa.

«Sì!» gridò lei di rimando per farsi sentire.

DJ ritornò con due chitarre classiche.

«Ok, stavo pensando a Patience... la conosci?» azzardò il ragazzo di ritorno sedendosi accanto a lei.

«Quella dei Take That o quella vostra?» ironizzò lei.

«Ti pare che mi metto a insegnarti le canzoni dei Take That?» domandò lui ridendo.

«Che ne so, fra tutti avete una fantasia con questi titoli! Comunque sì, la conosco!»

«Ok, allora, le note sono semplici dopo che lui fa one two three four parti col DO che si fa così...» disse posizionando le mani sulla chitarra.

«Carta e penna le hai?» chiese Love.

«Sì...» rispose lui fissandola con un enorme punto interrogativo stampato sulla faccia «A che ti servono?» concluse.

«Prendo appunti, no?! Così mi ricordo meglio!» rispose lei sorridente.

DJ andò a prendere carta e penna e li porse alla ragazza.

Le lezioni andarono avanti per tutto il pomeriggio, Love sembrava veramente felice di poter imparare a fare qualcosa e si stava applicando seriamente e, anche se ogni tanto sbagliava (come era prevedibile che succedesse), veniva prontamente corretta dal ragazzp.

«Perfetto, sei pronta per il video!» asserì DJ raggiante.

«Quale video?» chiese la bionda impaurita.

«Il video che dimostrerà la tua bravura!» disse prendendo il telefono e iniziando a fare il video.

Completato con successo DJ esultò:

«Come allieva dai un sacco di soddisfazione, ti meriti proprio un premio!» disse baciandola, prendendola in collo e portandola in camera.

«Mi piacciono i premi! Sopratutto i tuoi!» rise lei.

 

Quando la bionda tornò a casa si fiondò immediatamente su Facebook e a quanto pare qualcuno aveva già postato qualcosa ‘La mia allieva suona Patience: gliel’ho insegnata in un pomeriggio. Non esiste un insegnante di chitarra migliore di me. Che ne dite?’ con tanto di video sotto.

Love era molto felice che avesse postato sulla sua pagina pubblica quel commento e il suo video, decise si condividerlo anche sulla sua bacheca e nel giro di poco ci fu subito un commento di Danielle:

‘Incredibile, siete anche capaci di fare cose costruttive insieme! Comunque scherzi a parte, complimenti Love!’

Poco dopo si aggiunse un commento di Anita.

‘No! E io che credevo che le bionde fossero stupide e superficiali!’

E subito la risposta di Dan:

‘Ma se stai con un biondo tinto!’

 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** „ If you golf in Vegas with me... this is what ya get! “ ***


23

„ If you golf in Vegas with me... this is what ya get! “

„ Should I hit?

 

James Michael (Twitter)

 

 

Anita indossava un completino da golf composto da gonna fin sopra il ginocchio e polo. Aveva i capelli raccolti in una crocchia, uniti sotto il cappellino, e le scarpe da ginnastica. Era china sulla mazza e si apprestava a tirare.

«Pure la tua ragazza è più brava di te a giocare a golf...» commentò David, un amico di James.

«Non sfottere... considera che ha appena finito di fare le infiltrazioni al ginocchio, quindi non è neanche al top della forma.»

«Ma da quanto state insieme?» domandò allora il fratello di James, di cui ignoriamo la vera identità e che chiameremo qui George.

«Poco più di una settimana... e ci conosciamo da due!» rispose il cantante.

«Wow, mi sconvolgi. E già me la presenti? Non vorrai mica che mi ci affezioni per poi scaricarla e creare un baratro nel mio cuore!»

«Se tutto va come spero, quest’estate la porto in vacanza a Nashville...»

La conversazione fu interrotta dal ritorno della rossa, che mandò in allarme i due fratelli. Subito George si affrettò a lanciare con il binocolo uno sguardo alla situazione sul prato.

«Cavolo, ce la schiaccerà.» asserì allarmato al fratello.

«Sul cart presto! Dobbiamo boicottare la sua pallina!» strillò David.

Così i tre si precipitarono sul cart e fuggirono verso la buca, lasciando Anita come una cretina con la mazza in mano.

‘Non ci posso credere...’ pensò lei.

Quando li raggiunse era troppo tardi. La sua pallina era sparita in circostanze misteriose.

«James, questo atteggiamento e il rifiuto della sconfitta non ti porteranno da nessuna parte.» borbottò, scocciata.

«Ha ragione...» le diedero man forte George e David.

«Ma se voi siete stati miei complici!» sbuffò il cantante.

«Noi?! No, ma adesso dovrai riportare la tua dama alla base portandola in spalle, visto che le hai fatto fare tutta questa strada a piedi. Ci vediamo stasera a cena, per le otto fatevi trovare nella hall, Natalia sarà arrivata. A dopo!»

Così stavolta fu George, in compagnia di David, a lasciarli lì come due fave ad essiccare.

Anita fece spallucce.

«Beh, mentre tu mi porti chiamerò Dan per sapere come stanno Rocco e Flash.»

 

@@@

 

James passeggiava nervosamente avanti e indietro. Era passata più di un’ora e mezzo da quando si era fatto la doccia e la barba ed era uscito dal bagno lasciando spazio alla sua golfista, prevedendo che avrebbe impiegato un po’ a prepararsi. Aveva indossato il suo smoking impeccabile, sistemato il farfallino e pettinato i capelli, si era dato il profumo. Dopo un po’ però si era preoccupato e aveva iniziato a controllare l’uscio, domandandosi se fosse il caso di bussare e sapere se Anita fosse pronta.

Quando la donna finalmente uscì, il cantante dedusse che l’attesa l’aveva ben ripagato.

«Allora?» domandò la rossa, girando su stessa per mostrarsi completamente. Indossava un abito di un rosa fucsia sbiadito in tinta con il colore dei suoi capelli, che lasciava scoperta tutta la schiena e non faceva misteri sul decolté. Il vestito era lungo fino a poco sopra il ginocchio e lasciava così scoperte tutte le gambe, slanciate dal tacco 15 quindici che la ragazza aveva ottenuto in prestito da Love.

«Mozzafiato.» commentò il cantante «Forse un po’ troppo, non si può fare niente per questa scollatura? Non mi va che tutti ti guardino il davanzale... certe cose dalla polo non traspaiono.»

Anita si grattò un sopracciglio, poi rispose:

«Beh, quando mi hai detto che la ragazza di tuo fratello è una super model ho pensato che non mi andava di farti fare la figura di quello che sta con una poveraccia con un ginocchio rotto, quindi ho autorizzato Love a risparmiare sulla stoffa...»

«Ancora con questa storia della poveraccia?» sbuffò lui «Poi magari stasera vinci al Casinò e diventi una super riccona con il patrimonio di Bill Gates.»

«Sì, come no...» rise lei. «Dai, andiamo, prima che tuo fratello mandi qualcuno a cercarci.»

 

@@@

 

La cena era andata benissimo. Nonostante le apparenze, Natalia, la ragazza di George, era piuttosto simpatica. Lei e Anita si erano messe a discutere dei punti di vista di modella e fotografo durante un servizio, lasciando i maschi alle loro chiacchiere sullo sport. Poi erano andati al casinò, ma dopo una mezz’ora si erano annoiati e Natalia aveva proposto una partita al minigolf dell’albergo.

«Sì, mi pare una buona idea!» esclamò George.

«Allora vado a prendere le mie cose al guardaroba, aspettatemi qui.» disse la ragazza.

Gli altri tre si piazzarono davanti al tavolo del poker per dare un’occhiata al gioco. James cingeva i fianchi di Anita con un braccio, preoccupato all’idea che qualcuno potesse anche solo pensare che quella ragazza fosse libera, quella sera. Suo fratello si accorse che la rossa aveva ancora qualche monetina in mano, così la convinse a farsi mostrare come funzionavano le slot. La ragazza decise di mettere da parte tre gettoni, uno da tenere come ricordo, e altri due da portare come souvenir a Danielle e Love.

«Vedi, inserisci qui la monetina,» illustrò George «e poi schiacci i pulsanti cercando di allineare...» il suo tentativo si dimostrò fallimentare, e allora fu il turno di Anita. Per sbarazzarsi di tutti gli altri gettoni e non avere la tentazione di tornare a giocare, decise di mettere tutto ciò che le avanzava, poi premette i pulsanti praticamente a caso.

Il caso volle che la macchinetta iniziò a rigurgitare monete a nastro. Era un rumore divertente, quel tintinnare gioioso le metteva una certa allegria. Raccolse i gettoni con una mano, poi si accorse che non bastava. Il fratello di James lanciò un’occhiata allo schermo della slot e vide impressa la parola JACKPOT che si illuminava a colori alterni, creando uno strano stato di ebrezza negli occhi di chi la fissava.

«Jimmy!» strillò, mentre l’altro stava ancora guardando il tavolo del poker.

L’atmosfera di perfezione e ordine che regna di solito in un casinò letteralmente esplose.

I piedi di Anita erano sommersi dalle monetine che continuavano a fuoriuscire dalla bocca metallica della macchina, esondando il pavimento.

«Sei sempre il solito fortunato...» commentò il cantante, avvicinandosi al fratello.

«Io?! Io non c’entro nulla, è stata la tua ragazza!» alzò le mani l’altro.

«Giuro che non volevo! Ho solo pigiato i pulsanti, non credevo di mandarla in tilt!»

Tutti la guardarono, mentre arrivavano gli uomini dello staff.

«Signorina, complimenti, lei ha fatto jackpot!»

 

@@@

 

Era domenica sera e il romantico week-end era ormai giunto al termine. Dopo aver sistemato le faccende della vincita di Anita e giocato a golf tutto il resto del giorno, i quattro cenarono insieme e poi si salutarono. James e Anita erano in auto da poco più di dieci minuti, quando l’uomo comprese che doveva fare pipì a tutti i costi, quindi si fermarono in un autogrill. Dopo che il cantante si fu svuotato la vescica dietro un albero, i due entrarono nel piccolo shop per cercare l’acqua, ma l’attenzione di James fu catturata da un piccolo espositore con veli da sposa. Si avvicinò con non-chalance, e ne accarezzò la consistenza con i polpastrelli ruvidi. C’erano vari tipi di gadget: abiti interi, guantini, cravatte e papillon, giarrettiere, fedi da far incidere alla cassa. Che il wedding-business andasse forte a Las Vegas non era di certo un mistero. James alzò lo sguardo in cerca di Anita e incontrò, fuori della porta d’ingresso, la luce abbagliante delle tante lampadine rotonde che illuminavano l’enorme croce della ‘chiesa’ dell’autogrill.

«Anita, puoi venire un attimo qui?» domandò, rivolto alla ragazza ferma davanti al banco frigo, presa dalla scelta dell’acqua.

Anita annuì con un cenno del capo e si diresse verso di lui. Indossava la gonnellina bianca da golfista, una canottiera chiara e un pullover.

«Dimmi, Jimmy.»

Lui le cinse la spalla con un braccio mentre con la mano indicava fuori dal negozio. Si chinò fino a darle un bacio sulla guancia, infine chiese:

«Vuoi sposarmi

 

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** And the truck-stop preacher, well, he says God is on our side ***


24

„ And the truck-stop preacher,

well, he says God is on our side.

 

Sixx:A.M.- ‘Smile.’

 

As the light washes over, the morning rise,

you’re still asleep, and that's all right.

I can be still ‘cause you look so sweet

and beautiful next to me.

 

James aggrottò le ciglia e la fronte: la luce che filtrava nella stanza dalla tenda che non avevano chiuso a modo lo stava lentamente riportando dal mondo dei sogni alla realtà.

Si accostò una mano di fronte agli occhi, cercando di proteggersi dai raggi, ma ormai era troppo tardi: si era svegliato. Anita dormiva ancora, avvolta da quell’innocenza che tutti acquisiscono di nuovo quando avvolti dal sonno, anche se non più bambini da un pezzo.

Era nascosta sotto le coperte, stretta contro di lui, così il sole non l’aveva raggiunta.

Sembrava così fragile, piccola, in quel momento, come se la sua intera esistenza fosse dipesa da lui.

 

And all my life

I’ve been waiting for someone like you

to make me smile.

 

James afferrò, senza far rumore, il cellulare dal comodino, e decise di immortalare la perfezione di quell’attimo in una fotografia, così da non dimenticarsene mai. La inoltrò su Twitter e Facebook e scrisse ‘Just Married’. Il primo a commentare fu naturalmente Ashba, che probabilmente a letto non ci era mai andato. Scrisse ‘Demented. Avrei potuto organizzarti un addio al celibato da urlo!’. Andò sulla bacheca di DJ per vedere che cosa avesse combinato quella notte e trovò condivisa l’immagine sulla sua bacheca, con scritto ‘James e Anita’ con un cuoricino (i cuoricini gli stavano veramente prendendo la mano, in quell’ultimo periodo!).

 

You make me feel alive

and you’re giving me everything

I’ve ever wanted in life.

You make me smile

and I forget to breathe...

 

Riguardò la foto, poi si voltò a cercare gli originali.

Anita respirava ad intervalli regolari che scandivano i battiti del cuore del cantante. I lievi soffi spiravano sul fianco dell’uomo come la brezza leggera d’estate, procurandogli ogni volta un brivido di gioia, infliggendogli un piacere che neanche lui avrebbe potuto pensare di poter raggiungere per mezzo di una cosa così semplice, così stupida.

Per ascoltare il suo respiro, smise lui stesso di respirare, dimenticandosi poi di farlo, rimanendo senza fiato. Era spaventato all’idea di riprendere con il movimento toracico e svegliarla, spezzando così l’incantesimo e mettendo fine alla magia.

Allora capì cosa doveva essere la perfezione di un attimo.

Lui e Lei, per sempre.

Sorrise.

 

You make me smile,

you make me smile,

you make me smile.

Smile.

 

Il sole era alto, iniziava a fare caldo.

«Piccola...» sussurrò, dandole un bacio sulla tempia sommersa dai ciuffi rossi.

Anita mugolò, sforzandosi invano di aprire gli occhi bruscamente. Si appropriò della coperta e si voltò, dando le spalle, o meglio, il culo, al neo-marito.

James scoppiò a ridere e le soffiò in un orecchio, provocando un urletto tanto roco quanto penetrante.

 

Still in bed.

Sun is beating down,

in a hotel room on the edge of town.

 

«Avevi chiamato il tuo boss per dirgli che oggi non andavi a lavoro?» sussurrò l’uomo, sapendo che la parola ‘lavoro’ avrebbe innescato un processo distruttivo nella mente dell’amata.

«Cazzo!» esclamò lei, facendo rapidamente sgusciare un braccio fuori dalle coperte nella disperata ricerca del suo telefono sul comodino. Non appena l’apparecchio fu acceso, iniziò a squillare per gli sms che intasavano la rubrica.

‘Auguri! Poi mi racconterai del sesso post-matrimonale! Love’

‘Congratulazioni e figli maschi! Dan & Nikki PS: il boss era un po’ incazzato perché non ti sei presentata. A dire la verità all’inizio lo ero anch’io :P poi gli ho spiegato e ha detto che per oggi chiude un occhio, ma che domani ti vuole qui a sgobbare come non mai.’

«James... com’è che la notizia è già di dominio pubblico?»

«Ho avuto l’accidentale idea di scriverlo su Twitter. Per tutto il resto c’è Ashba.»

 

Wake up, baby,

it’s three hundred miles to drive.

 

Anita lanciò un’occhiata all’orologio e allo stato pietoso in cui era ridotta la camera.

«Dobbiamo andare, domani devo essere a lavoro, devi guidare per quasi trecento miglia per un totale di cinque ore di macchina. Ed è mezzogiorno. Sbrighiamoci dai!»

 

You make me smile, oh, smile.

You make me smile, yeah.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** He lights a candle. ***


25

He lights a candle...

 

Sixx:A.M.- ‘Pray for me.’ [riadattato]

 

 

Visto che Anita non si era presentata a lavoro, la metà degli shoot era stata cancellata e il boss aveva rimandato Love e Danielle a casa subito a partire dalla pausa pranzo. Mentre se ne andavano squillò il telefono della seconda, che si sorprese del fatto che Nikki la contattasse così presto… infatti era Anita che la ringraziava per le congratulazioni e la avvisava che stavano lasciando Las Vegas.

«Dovremmo preparare una festa a sorpresa per i due neo-sposini! Non credi?» propose la bionda alla mora.

«Sì, ci stavo pensando anch’io... dovremmo chiedere a Nikki e Ashba se si aiutano così ci saranno anche gli amici di James e non solo noi quattro» accettò l’altra.

«Mi pare un’ottima idea! Lo chiamo subito allora!» rispose felice Love, che non vedeva l’ora di chiamare DJ.

«Sì, però fai una cosa veloce e magari senza troppe smancerie, altrimenti mi sento male!» si sbrigò a precisare Danielle.

La bionda prese il telefono e chiamò il chitarrista.

«DJ... sì...» pausa «No, ora abbiamo da fare qualcosa di molto più importante.» pausa «Certo che esiste qualcosa di più importante del sesso! Dobbiamo organizzare una festa per James a Anita.» pausa «Ecco sarà meglio. Porta anche Nikki! Ci vediamo a casa mia!» concluse ‘velocemente’ Love.

«Più lo sento parlare e più mi chiedo se possa veramente esistere una persona così stupida» commentò Danielle probabilmente riferendosi alla frase ‘Certo che esiste qualcosa di più importante del sesso!’, immaginando quale dovesse essere stata la domanda del ragazzo.

«Ma che ci vuoi fare, gli uomini sono tutti così!» disse Love cercando di farle coraggio.

«Solo il tuo cara, tutti gli altri sono più o meno normali!» puntualizzò l’altra.

Le ragazze continuavano a chiacchierare del più e del meno (stavolta come due persone normali) quando un trillo che spaccò i timpani di tutti e mise in fuga Sissi interruppe la conversazione.

«Che è un cretino si capisce anche da come suona i campanelli, basta un trillo normale, non c’è bisogno di attaccarcisi!» imprecò Danielle mentre inseguiva Sissi, che si era nascosta sotto il letto, per recuperarla e tranquillizzarla.

«Ho fatto presto, hai visto?» disse il chitarrista mentre faceva le scale a due a due «Così abbiamo il tempo di stare un po’ insieme!» disse DJ non lasciando a Love il tempo di parlar, e gli saltò addosso. La prese in collo e si diresse con lunghe falcate in camera, la gettò sul letto, pronto a sua volta a gettarcisi, ma non poteva sapere che in quella stanza c’era qualcun altro che venne immancabilmente colpito dalla maglietta che il ragazzo si tolse con una certa foga e scaraventò in un angolo della stanza.

«Ma vi pare il caso?!» urlò Danielle. «Cercate di darvi una calmata e tu piuttosto rivestiti!» disse ad DJ rilanciandogli la maglietta e indicando i pantaloni sbottonati.

«Oh... ciao!» fu la risposta del ragazzo. «Non ti avevo vista scusa!» confessò.

«E come avresti potuto, mi parevi molto impegnato» rispose la mora molto nervosa. «Dov’è Nikki?»

«Arriva tranquilla!» disse con la sua inguaribile aria da marpione.

«Vado in salotto, vi voglio lì tra un minuto e se sento rumori che non mi piacciono vi denuncerò. Sono stata abbastanza chiara?» chiese con tono autoritario.

«Sì, signora!» disse DJ.

Love, che fino a quel momento si era trattenuta dal ridere, scoppiò in una risata che contagiò il chitarrista.

«Dementi.» concluse l’altra, sbattendo la porta.

Dopo un quarto d’ora di imbarazzante silenzio nel salotto, durante il quale frecciatine pungenti saettavano dagli occhi di Danielle al minino sguardo tra i piccioncini, finalmente suonò il campanello.

«Era ora...» sussurrò il chitarrista.

«Bene! Vado ad aprire, voi rimanete qui!» disse Love.

«E dove pensi che voglia andare con il tuo amico? Anzi...» rispose Dan risentita «Vengo anch’io!»

Nikki ovviamente si fece subito riconoscere gridando per tutte le scale.

«Cavolo mi ci sono voluti dieci minuti per trovare il tuo cazzo di nome su questi cazzo di campanelli! Per non parlare poi del parcheggio, ho posteggiato la macchina il culo!».

«Scusa se non tutti abbiamo una mega villa con un mega campanello e un mega parcheggio privato!» ribatté la bionda risentita.

Dopo i saluti entrarono in casa e, accomodatisi in salotto incominciarono a discutere; la prima a parlare fu Danielle, decisa a mettere subito in chiaro che genere di festa si dovesse organizzare.

«Stavo pensando a qualcosa di non troppo esagerato... capito cosa intendo?».

«Quindi un festino in uno strip-club va benissimo!» esultò DJ.

Nikki e l’amico si batterono il cinque divertiti e Love scoppiò a ridere.

«Non avevo dubbi che qualcuno in questa stanza potesse non capire.» precisò Dan. «Sarò più chiara. Niente cose pornografiche, niente donnine nude esultanti per la festa e soprattutto niente alcool: odio quando gli ubriachi ti si appiccicano addosso, non si staccano più!».

«Dai almeno l’alcool concedicelo… non troppo, il giusto!» chiese Nikki.

«Vedremo...»

«Bisognerebbe decidere dove più che altro...» disse Love.

«A casa mia?» propose DJ.

«Puoi scordartelo!» rispose Dan.

«Invadiamo casa di James!» stavolta fu Nikki a proporre.

«E come facciamo ad entrare?» chiesero le ragazze in coro.

«Rompiamo il vetro di una finestra» rispose tranquillamente.

«Ok, mi pare una buona idea... alle decorazioni ci pensiamo io e Dan altrimenti già mi immagino cosa troveremo in quella casa se lasciamo le cose in mano vostra!» disse la bionda. «Rimangono da decidere gli invitati!»

«Lascia fare a noi!» disse DJ guardando Nikki divertito.

«Certo che no! Dovrete fare una lista degli amici di James e noi valuteremo dai nomi se farli entrare o no!» disse la mora.

«Beh, i Mötley, i Papa Roach, gli Halestorm...» mormorò Nikki.

«Dai nomi mi sembrano tutti poco raccomandabili» lo interruppe Dan.

«Non lo so se vuoi invita Hilary Duff!» sbottò DJ.

«Probabilmente lo farò.» rispose la mora.

«Ovvia allora diamoci una mossa e andiamo a casa di James. Voi ragazzi chiamerete gli invitati, e per favore niente scherzi, noi penseremo al resto! Prendo Sissi e andiamo» concluse Love.

Dan si fece accompagnare da Nikki a casa per prendere Flash, Brandy e Rocco mentre Love andò con DJ.

«Ora che ci penso...» disse DJ «Non l’abbiamo ancora fatto in macchina, dobbiamo provvedere!»

«Già hai ragione... beh, tanto prima che gli altri arrivino ci vorrà un po' quindi tanto meglio spendere questo tempo in modo costruttivo!» disse lei facendogli l'occhiolino.

«O distruttivo?» sorrise il chitarrista.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** This is just a matter of policy ***


26

„ This is just a matter of policy.

 

Sixx:A.M.- ‘Courtesy Call.’

 

Arrivata anche l’altra coppia, scesero tutti di macchina e si pose il problema di come entrare in casa. Nessuno di noi aveva dubbi sull’agilità di DJ ma su quella delle ragazze e Nikki sì.

«Avete bisogno di una mano?» chiese DJ  ridendo sotto i baffi.

«Sì, grazie, magari se mi prendi in collo mi sento più sicura, ho paura di cadere!» disse Love, già abbarbicata a DJ, con gli occhioni dolci.

«È molto più semplice di quanto crediate... basta che qualcuno entri e apra la porta per tutti noi» esordì Danielle con una certa aria di superiorità.

«Ahahah ti è andata male amico!» disse Nikki al chitarrista.

L’altro, per ripicca, volle fare sfoggio della sua agilità, e ci sarebbe anche riuscito se i pantaloni non gli fossero stati così tanto attillati. Morale della favola, se li strappò all’altezza del cavallo, suscitando l’ilarità del gruppo, la gioia di Love e il pretesto che Danielle aspettava per sfotterlo.

«Va bene, intanto prepariamo qua fuori, poi pensiamo a come entrare…»

Mentre le ragazze erano andate a comprare cibo, bevande e decorazioni varie, DJ e Nikki avevano incominciato il giro di telefonate e tutte duravano più o meno un minuto... tutte tranne una:  quella a Jacoby Shaddix, lead singer dei Papa Roach, fu un vero e proprio parto. I due avevano tirato a sorte su chi dovesse telefonargli (sapendo che non l’avrebbe presa bene) e lo sfortunato fu Nikki.

«Questo è proprio sculo... Sì, pronto, ciao Jacoby sono Nikki Sixx. Sì, esattamente, proprio lui. Ascolta James si è sposato... su dai non fare così, quel pirla non ha invitato nessuno è andato a Las Vegas! Già... e insomma gli stiamo organizzando una festa a casa sua, sarai dei nostri? Perfetto allora ti aspettiamo!»

«È stata più veloce del previsto, dai...» costatò DJ.

«Per te forse, manca poco mi si mette a piangere al telefono! Ha detto che arriva subito, vuole fare uno scherzo a James!» sghignazzò Nikki.

«Che genere di scherzo?» domandò il chitarrista.

«Lo vedrai...»

Dopo nemmeno cinque minuti si sentì sulla strada una macchina sfrecciare a tutta velocità e inchiodare. Nikki e DJ si guardarono preoccupati, che fossero già arrivati?

«Ehilà!» salutò Jacoby.

«Ma come hai fatto ad arrivare così presto? Non eri a casa?»

«Figurati. Sono sempre in zona se si tratta di James. Ho fatto catapultare la mia auto qui da Vacaville o da qualsiasi posto in cui io abiti, cosa che al momento non ricordo. Piuttosto, voi cosa fate fuori come dei barboni?»

«Sai com’è non abbiamo le chiavi!» rispose il bassista.

«Sono sotto il vasetto di fiori a destra!» urlò, in modo da farsi sentire in tutta la strada. Nikki si alzò, cercò le chiavi e aprì la porta con la sua solita faccia da coglione pronto a creare devastazioni per la casa.

«Cos’hai in quel sacchetto?» chiese Ashba curioso una volta che l’altro si fu avvicinato.

«Petali di rose rosse profumate, una ventina di candele e ovviamente una scatola di preservativi!» rise l’altro.

«Dov’è la camera?» chiese DJ.

«Di qua!» fece strada Jacoby, che sembrava conoscere la casa fin troppo bene.

I tre si sbizzarrirono e conciarono nel peggio modo quella povera stanza: c’erano petali ovunque, le candele erano disposte a forma di cuore sul pavimento e la scatoletta di preservativi, sul comodino, era accompagnata da un bigliettino con su scritto: ‘Fanne buon uso!’. Soddisfatti uscirono, Jacoby andò a comprare l’alcol, mentre gli altri due si misero seduti ad aspettare le ragazze. Una volta che queste arrivarono, vennero messi subito al pezzo:  spostarono il tavolo della sala da pranzo in giardino per potervi sistemare gli stuzzichini, dovettero pulire il giardino dalle foglie, portare fuori lo stereo per animare la festa e sistemare le decorazioni. Quando finalmente tutto fu pronto incominciarono ad arrivare anche i primi invitati dato che, a momenti, sarebbero arrivati anche gli sposi.

Per fortuna non si fecero attendere molto. Una macchina blu notte fece timidamente capolino sul vialetto e da lì partì la musica a fuoco. Gli sposi vennero buttati giù dalla macchina e vennero abbracciati (e palpati) da tutti gli invitati, ovviamente i primi a congratularsi con James furono Jacoby e Rocco.

«Guarda chi è venuto a farti i complimenti!» disse Jacoby prendendo Rocco in collo. «Spero almeno che ci inviterai al rinnovo della promessa!»

«A Rocco sì, ma tu non ci sperare...» borbottò Anita che in quell’esatto momento venne sommersa di baci e abbracci dalle amiche.

«Vogliamo tutti i dettagli!!» strillò Love.

«Stava scherzando!» disse Danielle anticipando la risposta dell’amica.

A quel punto i due sposi si decisero a tirare fuori dal bagagliaio le ‘bomboniere’. C’erano gadget di tutti i tipi con stampati sopra i loro faccioni sorridenti nel momento dello scambio della promessa. Erano spazzolini da denti elettrici...

«Giusto Cielo!» esclamò Love, sconvolta, constatando che i due si erano sposati con indosso l’uniforme da golfisti «Ma eravate vestiti davvero di merda!»

Anita rispose:

«Ero certa che avresti approvato...»

La festa proseguì senza sosta fino a notte fonda. Per motivi ignari alle ragazze dopo nemmeno un’ora dall’inizio del festino comparvero anche i super alcolici e quindi fu un vero e proprio degenero, figuratevi poi a notte fonda, quando quella gente avrebbe dovuto mettersi al volante per tornare a casa. Nikki e DJ, nonostante fossero un po’ alticci, riuscirono a far sloggiare anche gli invitati messi peggio.

«DJ dai andiamo a casa! Mi fanno male i piedi!» sussurrò Love.

«Sì, aspetta un attimo devo andare in bagno» e così dicendo scomparve per dieci minuti ma al suo ritorno non gli mancò nulla.

«DJ sei il solito stitico! Sei rimasto in bagno per così tanto tempo che ti abbiamo dato per morto!» lo scazzò Nikki.

«Simpaticissimi, dai, andiamo e lasciamoli alle loro cose!» disse ridendo DJ «Divertitevi ragazzuoli! Fate le cose a modo!»

«Non pulite niente, domani mattina viene una ditta!» urlò Love dalla macchina.

«Va bene,» le rispose l’amica «grazie mille per la bella serata!»

Arrivati alla macchina però Nikki si ricordò delle candele.

«Cazzo, DJ, non abbiamo acceso le candele!» disse il bassista allarmatissimo.

«C’ho pensato io, sciocco, non sono diventato stitico, il bagno era solo una scusa!»

«Quali candele?» chiese Danielle.

«Te lo spiegherà Anita domani» concluse Nikki ridendo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Are you with me now? ***


Era la mattina dopo la festa di matrimonio di James e Anita

27

„ Are you with me now?

 

Sixx:A.M.- ‘Are you with me now?’

 

Era la mattina dopo la festa di matrimonio di James e Anita. Nikki non aveva chiuso occhio. Alle sei decise che era ora di alzarsi. Danielle stava dormendo beatamente, fino a quando Nikki non la svegliò mettendosi a preparare la valigia. Non rimaneva spesso a dormire da Nikki, visto che c’erano i suoi figli, cosa che generalmente le dispiaceva, ma non in questo caso: aveva dormito due ore e mezzo e lui l’aveva svegliata con i preparativi di un viaggio.

«Buongiorno! Vedo che ti sei svegliata!» disse felicemente il bassista quando si accorse che Dani lo fissava assonnata.

«No. Vedo che mi hai svegliata! Cosa fai?»

«Preparo la valigia!» disse con fare ovvio Nikki.

«Quello l’avevo visto! Ma non sapevo tu dovessi partire.»

«Infatti  io non devo partire. Noi dobbiamo fare un viaggio.»

«Allora cambio: non sapevo noi dovessimo partire.»

«L’ho deciso stanotte! Su, alzati, che dobbiamo passare a casa tua a fare la valigia…» Attimo di pausa in cui guardò il cellulare «anzi, no. Prendi solo lo spazzolino, non abbiamo tempo, dobbiamo prendere l’aereo. Quello che ti serve lo compriamo là.»

Danielle si preparò più veloce che potè e dopo un quarto d’ora erano in macchina diretti all’aeroporto. Solo a quel punto capì dove dovevano andare…

«Nikki…. Dobbiamo andare a trovare tuo nonno? Sta male?»

«No, sta bene, ma ho deciso che è arrivata l’ora che tu lo conosca.»

Dani si rifugiò nel bagno per chiamare Love. Non voleva disturbare Anita, che si era appena sposata.

«Love, ciao, sei impegnata?»

«Alle sette e mezzo, il giorno dopo una festa secondo te sono impegnata?»

«No. Vabbè… sei con Ashba?»

«Sì, ci sono!» si sentì una voce lontana un po’ assonnata.

«Sono all’aeroporto. Andiamo dal nonno di Nikki.»

«Cosaa?!!! Perché Nikki non mi ha chiamato per dirmelo! Sarei venuto a salutarvi! Non sapevo che voleva tornare a vivere laggiù!»

Silenzio.

«Love… potresti dare una manata sulla testa al murales che è accanto a te?» suggerì Dani

Dopo alcuni rumori, Love tornò al telefono «Vai. Tanto non mi sembra che tu rischi la vita. Divertiti!»

Ashba scoppiò a ridere e prima di riattaccare disse:

«Non divertitevi troppo che la casa del nonno di Nikki non è insonorizzata.»

L’ultima cosa che Danielle sentì fu la risata del chitarrista.

 

Arrivarono dal nonno di Nikki, che ovviamente non sapeva niente, come nessuno d’altronde.

«Sorpresa!» esordì sorridendo il bassista.

«Che ci fai qui?» disse sospettosamente il nonno.

«Non sei felice? Ti sono venuto a trovare e ti presento la mia ragazza, Danielle.»

«Ti sposi?»

«No.»

«Ti droghi?...di nuovo?»

«No.»

«Sei di nuovo un alcolizzato? Lo sapevo che ci saresti ricaduto!»

«No! Ma cosa dici?!»

«Allora sei in bancarotta!»

«NOOOO!!!! Sei matto?!»

«Va bene! Danielle… Sei incinta?»

«Nonno basta!!!!! Non è incinta… o meglio…» si girò verso la ragazza «Sei incinta?»

«No! Ma sei impazzito tutto insieme Nikki?»

Il bassista sorrise.

«Quindi non è incinta. Siamo qui perché avevo voglia di venirti a trovare. Così ti potevo presentare la mia ragazza… Chissà, magari prima o poi torneremo per uno o due delle cavolate che hai sparato prima cercando di indovinare…»

«E… Nikki… perché tu hai la valigia e lei no?»

«Perché lei non ha avuto tempo di farla. Le uniche cose che si è portata sono nella borsa che ha addosso.»

Il nonno guardò prima il nipote, poi la ragazza e disse:

«Mi dispiace che sia così scemo a volte…»

 

Passarono due giorni dal nonno di Nikki. In aereo durante il viaggio di ritorno Nikki si fece tutto serio…

«Senti… Non ti ho portato dal mio nonno tanto per fare qualcosa di diverso…» Pausa. «Con il matrimonio di James e Anita ho pensato che è arrivato il momento di fare i seri, non gli scemi a giro come Ashba. Quindi è per questo che siamo andati fin laggiù.»

Silenzio.

«Quando lo dirai ad Ashba si sentirà tradito! Eri il suo compagno di giochi!» disse la mora con un sorrisone.

«Questo vuole solo dire che sarà ancora più scemo del solito, se possibile!! Deve concentrare la stupidità di tutti e noi tre in un’unica persona!»

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** This is just a courtesy call. ***


28

„ This is just a courtesy call.

 

Sixx:A.M.- ‘Courtesy Call.

 

Era una giornata come le altre. Love aveva appena ricevuto un sms da DJ che la invitava a casa sua per passare una piacevole serata insieme e la bionda aveva ovviamente accettato. Dopo aver scelto i vestiti andò, con la sua amatissima Sissi, a leggere i gossip per tenersi informate sulle news quando improvvisamente qualcosa attirò la sua attenzione: una foto di DJ con una bionda. Si catapultò alla velocità della luce a vedere meglio e lui la stava abbracciando... ma non era lei la bionda in questione, era un'altra, e la foto risaliva alla sera precedente. Love chiuse istericamente il computer portatile, mantenendo però una certa lucidità mentale, e lanciò un codice rosso alle amiche: doveva fargliela pagare. Non le piaceva che tenesse il piede in due staffe, ed era convinta che quello che c'era tra lei e DJ fosse finito nell'esatto momento in cui lui aveva deciso di uscire con un'altra, ma poi si ricordò che proprio LUI l'aveva chiamata per uscire. Evidentemente non la vedeva come lei.

Dopo nemmeno venti minuti le tre ragazze erano a casa di Anita (cioè a casa di James) per essere aggiornate della situazione. Love spiegò nei minimi dettagli cosa era successo.

«Mmm... fammi capire...» iniziò la mora «Tu mi hai fatto venire qui con un codice rosso per dirmi che Ashba era con una ieri sera?» chiese stizzita.

«Ma tu non capisci!» replicò Love «Io e lui usciamo insieme!»

«Perché non eravate insieme ieri sera?» chiese Anita.

«Perché non potevo... ci sono dei giorni in cui anche io non posso trombare, sai com'è, e invece di stare con me e coccolarmi mentre magari mi fa male il pancino se ne stava a giro con un'altra!» strillò.

«Capisco...» rispose la rossa sconsolata.

«Devo fargliela pagare...» mormorò la bionda.

«E come?» chiese Danielle divertita.

«Non lo so!» rispose Love.

Le tre rifletterono a lungo sulle varie mosse che avrebbe potuto fare Love poi all'improvviso fu proprio lei ad avere l'illuminazione:

«Anita... ho bisogno di tuo marito!» La rossa lanciò un'occhiataccia all'amica, che prontamente aggiunse «Ma cosa via a pensare! Devo solo parlargli!»

La moglie andò a chiamare il biondo che poco dopo entrò nella stanza trascinando i piedi. Fino a quel momento non aveva osato avvicinarsi ed era rimasto segregato al piano superiore con Rocco e Flash, che lo avevano graffiato in vari punti del corpo che non staremo qui a citare per ragioni di spazio.

«James!» iniziò Love con un sorrisone. Il cantante spalancò le palpebre, non aveva mai visto una luce tanto perversa negli occhi della bionda e si preoccupò. E a dirla tutta faceva bene.

«Ciao!» salutò educatamente accomodandosi accanto alla moglie.

«Come va? Tutto bene?» chiese Love premurosa.

«Sì, tutto bene grazie, tu?» James era sempre più confuso.

«Potrebbe andare meglio ma tu potresti aiutarmi...» disse Love con fare suadente.

«Io?!»

«Esattamente... Conosci qualche personaggio particolarmente famoso disposto a uscire con me?»

A quelle parole Danielle scoppiò a ridere.

«Vuoi ripagarlo con la stessa moneta?» chiese allibita.

«Certamente, così capisce quel che si prova» disse Love rigidamente.

«Pensi davvero che il tuo comportamento possa ferirlo?» chiese la mora.

«Perché vuoi ferire DJ?» chiese James «Non uscivate insieme? Cosa è successo?»

«Il tuo amico non può tenere il pitone nei pantaloni per una notte e ha pensato bene, dato che io non potevo, di andare a letto con un'altra!» strillò tutto d'un fiato Love.

«Chi ti dice che ci sia andato a letto?» tentò Anita. Il silenzio cadde di colpo nella stanza. Danielle, Love e James guardarono la rossa come per valutare se fosse impazzita o meno e poi si rispose da sola. «Va bene, ho capito... infondo... è DJ Ashba...»

«Insomma?» chiese Love rivolta a James.

«Sì, certo, sei una bella ragazza, in realtà qualcuno mi aveva già chiesto di te, ma a dirla tutta non credo sia la soluzione migliore...»

«Non ho chiesto il tuo parere» lo fulminò la bionda.

«Se vuoi ci metto una buona parola...» riprovò James.

«Sarebbe magnifico, grazie!» rispose Love più raggiante che mai.

Il cantante prese il telefono e si allontanò, mentre Danielle scuoteva la testa in segno di disapprovazione e Anita faceva merenda. L’uomo tornò dopo poco, dicendo che il suo amico si sarebbe fatto presto vivo.

«Bene, ti ringrazio...» disse Love «Ora devo andare...» fece la vaga «Non so come farei senza di voi!» disse baciando tutti e tre sulla guancia e avviandosi alla porta. James iniziava già ad essere roso dai rimorsi di coscienza.

«Dove vai con tanta fretta?» chiese Anita.

«Devo vedermi con una persona...» borbottò.

«Non dovrai mica uscire con quel demente mi auguro!» urlò Danielle.

«Beh, mi ha chiamato poco prima che scoprissi il gossip e gli avevo detto di sì!» si giustificò la bionda.

«Ma non hai detto che non potevi?» chiese Anita perplessa, James le guardava ancora più confuso.

«Beh mica mi durano tutta la vita!» strillò Love.

«Ma cosa?» domandò ingenuamente il cantante, che non stava più capendo nulla della conversazione.

«Jimmy... lascia perdere va...» disse Anita abbracciandolo.

«Guarda... sarà meglio che tu esca da questa casa alla velocità della luce se non vuoi morire per mano mia!» disse Danielle sempre più sconvolta.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** This is just an act of kindness to let you know that you time is up ***


29

„ This is just an act of kindness

to let you know that your time is up.

 

Sixx:A.M.- ‘Courtesy Call.

 

Love e DJ erano stranamente insieme quel giorno. Il ragazzo era sdraiato sul divano e guardava un film orrendo (che non era Twilight) mentre con una mano coccolava la schiena dell’amica che era seduta accanto a lui e che stava spippolando al telefono. DJ notò che quel giorno non ce la faceva proprio a staccarsi dal cellulare ma lì per lì non diede troppo peso alla cosa.

«Dai posa quel telefono!» la supplicò il moro «Non vuoi stare un po' con me?» chiese.

«Certo che voglio stare con te, altrimenti non sarei venuta!» disse la bionda lasciando il telefono e abbracciandolo amorevolmente.

«Oggi mi sento trascurato!» protestò con voce da bambino.

«Ma no, stellina dolce!» lo prese in giro lei «Vieni che ti coccolo un pochino!».

Si stavano finalmente baciando quando il telefono di Love squillò per l'ennesima volta interrompendo il momento magico.

«Scusa è urgente!» disse lei prendendo il telefono alla velocità della luce.

«Io ho sete... vado a preparare qualcosa e torno!» disse DJ innervosito.

Non ebbe nemmeno una risposta dalla ragazza, troppo presa a ridacchiare alla lettura del messaggio, e si diresse in cucina per preparare qualcosa.

Il ragazzo dalla cucina riusciva a sentire l'infinità di sms che Love mandava e ritornò dopo una decina di minuti con due grandi bicchieri arancioni.

«Eri sparito da un bel po' così mi stavo preoccupando... sarei venuta a cercarti tra poco!» disse mentre continuava a fissare il telefono.

'Me lo immagino...' pensò DJ.

«Credevo non ti fossi neanche accorta della mia assenza.... Tieni, questo è per te!» disse il moro allungando un bicchiere alla ragazza.

«Non è vero, comunque grazie mille!» disse felice lei «Che cos'è?» domando al ragazzo dopo aver guardato il contenuto.

«Vodka e succo d'arancia... assaggia... è buono!» disse il ragazzo.

«Sì!» rispose la bionda dopo un sorso. «È buonissimo!» disse continuando a bere.

«Ora mi coccoli un pochino?» disse DJ sdraiandosi accanto a lei.

«Va bene!» rispose lei. Il telefonò squillò di nuovo ma stavolta DJ la anticipò.

«Vediamo un po' chi è che rompe i coglioni!» disse cercando di sbloccare il telefono, mantenendo una certa calma.

«Non credo proprio!» disse Love allarmata prendendo il telefono e rispondendo.

«Vieni qui!» disse a DJ dopo che lui si era spostato su un altro divano e aveva messo il muso.

«No, il tuo iPhone rosa è molto più importante!» rispose lui.

«Suvvia, sto solo parlando con una persona!» si giustificò lei.

«Ma sei con me! Non gliel'hai detto a questa persona?»

«No, non gliel'ho detto.»

Arrivo un altro messaggio e il silenzio calò nella stanza. La ragazza ignorò il telefono e si avvicinò a DJ che stava fingendo di trovare interessante il film in tv.

«Posso farmi perdonare in qualche modo?» chiese sedendosi vicino a lui.

«Certo!» disse lui baciandola «C'è un rimedio a tutto!» sfoggiando un sorrisone sornione.

Stava procedendo tutto liscio: il telefono finalmente taceva, i cani non erano nei paraggi, DJ stava per ottenere ciò che voleva quando il telefono squillò un'altra volta.

«Scusa un secondo DJ, si starà preoccupando!! Devo assolutamente rispondere» disse Love mentre cercava di liberarsi dalla presa del ragazzo.

«Love, ha aspettato nemmeno dieci minuti, io invece è tutto il giorno che aspetto... per favore... finiamo un attimo e poi rispondi!» disse lui seccato.

«È urgente!» strillò lei.

«Che palle!» sbottò lui. «Posso sapere almeno chi cazzo è che mi interrompe tutte le volte che cerco di fare sesso?»

«No. Quando tu messaggi non ti chiedo mai chi è!»

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** Well, this ain't no sideshow. ***


Nikki si presentò a lavoro da Danielle chiedendole se poteva staccare da lavoro prima perché aveva un piano

30

asd„ Well, this ain’t no sideshow…

 

Sixx:A.M.- ‘Lies of the beautiful people.

 

Nikki si presentò a lavoro da Danielle, chiedendole se avesse potuto staccare prima perché aveva un piano. La mora era un po’ preoccupata per la luce che il bassista aveva negli occhi, ma accettò, visto che ormai la storia stava diventando seria… anche se non capiva cosa fosse realmente cambiato da quando erano stati dal nonno di Nikki.

In macchina la ragazza chiese temeraria informazioni.

«Tesoro… Quale sarebbe il tuo piano? Sono vestita da lavoro.»

«È una sorpresa! Se te lo dicessi che sorpresa sarebbe?!» un gran sorrisone si aprì sul volto dell’uomo.

Arrivarono allo studio di fotografia di Nikki parlando del più e del meno. Mentre il bassista stava andando ad un armadio disse:

«Amore, spogliati.»

Danielle rimase allibita:

«Nikki! Non sono una spogliarellista dei vostri bordelli degli anni Ottanta!»

Il moro si girò con gli occhi sgranati ed una macchina fotografica in mano.

«Cosa – stai – dicendo???? Ero ispirato, quindi volevo farti un servizio fotografico... solo per noi due.»

La ragazza scoppiò a ridere visto che aveva preso un abbaglio e subito dopo iniziò a spogliarsi. Iniziarono a lavorare parlando sempre del più e del meno…

«Nikki, hai detto agli altri che la nostra storia inizia ad essere seria?»

«No, l’ho detto solo ai ragazzi... Dovevano essere i primi a saperlo, no? Anche Brandi l’ha presa bene!»

«Brandi? Sì, piaci alla mia gatta.» mormorò con un sorriso malizioso.

«Ah ah ah… lo sai che parlo della mia ex moglie!»

Danielle rise apertamente:

«È  divertente come ci caschi sempre, pensando che io non capisca di quale Brandi tu stia parlando!»

Nikki la fissò:

«Hai dietro il pannello con le luci, vai!» disse infine con un ghigno misto tra il divertito e il pericoloso.

«Comunque Mick Mars l’ha capito. È già pronto per festeggiare alla grande.»

«Cosa intendi?» chiese sospettosa lei.

«Niente! Senti… Sta succedendo qualcosa tra la tua amica e DJ? Lui era strano quando oggi mi ha chiamato» evidentemente Sixx voleva cambiare discorso.

«Top secret» rispose decisa Danielle.

«Daiiiii! Non lo posso aiutare se non mi dici niente!» si lamentò il bassista.

«Senti, ti posso solo dire che il tuo amico cretino ha fatto il demente. La mia amica poco furba c’è rimasta male. E ora non so cosa succederà.»

«Ok... Quindi io cosa devo sapere?»

«Che il tuo amico è scemo» disse con tono ovvio la mora.

Nikki sospirò:

«Sì, dimmi qualcosa che non so!»

«L’unica cosa che devi sapere è questa.»

«Ok,» pausa «quindi viene a vivere con me?» chiese a bruciapelo il moro.

Silenzio.

«Danielle?!»

Silenzio.

«Stai bene?»

Solo a quel punto la mora uscì da dietro il pannello, si mise addosso un telo che era appoggiato su una sedia.

«Perché?» chiese seria la ragazza.

Perplesso Nikki rispose

«Perché ti amo e ti ho detto in aereo che volevo che le cose diventassero serie tra noi.»

«Sì, quello l’avevo capito! Voglio sapere perché mi fai una proposta del genere dopo che abbiamo parlato della stupidità da oscar del tuo chitarrista! Ti sembrava una situazione romantica?»

Evidentemente sconvolto dalla piega che la conversazione aveva preso, il bassista cercò di difendersi:

«Sai… in realtà te lo volevo dire prima, ma pensavo che non ti sarebbe andata bene come proposta, visto che te dovresti trasferirti da me... E allora anche prima ho provato, ma poi ho cambiato discorso… Ora mi è preso coraggio visto che lui è un cretino non significa che devo esserlo anche io, no?» accompagnò il tutto con un sorrisone.

«E perché io devo trasferirmi da te?» chiese la ragazza con un mezzo sorriso.

«Perché la mia casa è più grande ed ho una piccola squadra di figli.»

Effettivamente il discorso non faceva una piega, così Dan decise che fosse il caso di cedere. Si tolse il telo che si era messa e saltò letteralmente addosso a Nikki. Lo baciò.

«Va bene, vengo a vivere da te, però la mia casa non la do via.»

«Va bene. Ora però lo sai che sei mezza nuda e che io vorrei sospendere il lavoro fotografico per impiegare le nostre energie in un’attività alternativa…» disse con un sorriso malizioso.

Danielle lo baciò e a quel punto Nikki posò la macchina fotografica…

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** Accidents can happen ***


31

„ Accidents can happen

 

Sixx:A.M.- ‘Accidents can happen.

 

Anita rientrò a casa esausta. Lasciò l’impermeabile agganciato all’attaccapanni e scaraventò la sua borsa per terra. Tutto quello di cui aveva voglia era vedere James e gettarsi tra le sue braccia per poi restarci fino alla mattina successiva. Era stanca morta. Ultimamente lo era sempre, ma attribuiva la stanchezza al trasloco e allo stress.

«Jimmy! Sono a casa!» gridò.

Il cantante spiccò un salto bizzarro con sorprendente entusiasmo, portandosi dalla cucina al corridoio, e poi corse verso la fidanzata, travolgendola fino a farla cadere sul divano come se fosse stata niente. Certo, i trenta centimetri di altezza in più potevano fare la differenza, in quei casi. Stampò un bacio sulle sue labbra, visto che erano uno sopra l’altra, e sorrise. L’amore esplose nelle loro bocche e sarebbe esploso anche altrove se Jacoby Shaddix non avesse fatto la sua comparsa nella sala, con una padella in mano.

«Ops, scusate, non volevo interrompere l’atto copulativo,» esordì, attirando l’attenzione di entrambi «ma mi chiedevo se posso usare questa padella...»

«Jacoby ci prepara la paella stasera!» annunciò James, soddisfatto.

«Ma che meraviglia!» esclamò la donna, cercando come poteva di mascherare la disperazione. «Coby ma visto che sei così bravo... tua moglie non sente la tua mancanza, ogni tanto, dico?» domandò.

«Spero che non sia la mia presenza a farti apparire così acida, stasera. Dopotutto, era scritto nelle clausole del contratto matrimoniale che sposando il qui presente James Michael avresti preso in marito anche il sottoscritto. Non è vero James?»

«Spero che la cosa non valga anche per il sesso.» commentò il biondo con un’aria allucinata, dando un bacio sulla guancia ad Anita, che era ancora sotto di lui.

«Soprattutto!» precisò Shaddix. «Adesso vi do un quarto d’ora per i preliminari, poi vi raggiungo quando ho messo il tutto a cuocere.»

«Un quarto d’ora per i preliminari? Noi in un quarto d’ora abbiamo già finito e stiamo già imboccando la strada di Morfeo...» confessò il cantante, grattandosi la testa «Vero, piccola?»

«Eh, anche in meno.» rispose lei, dandogli un morso sulla guancia.

«Wow...» commentò il moro «Dovete fare del sesso fantastico voi due...» deluso se ne andò in cucina, lasciandoli in salotto come due pesci lessi.

James si alzò, aiutando Anita a fare lo stesso.

«Allora, com’è andata a lavoro? Qualche vip di cui potrei essere geloso?»

«Love ha ottenuto una sveltina con un tizio più o meno famoso, ma non ricordo il suo nome. Io ho fatto solo le foto, senza veli, come al solito...» sussurrò maliziosa.

«Fai le foto senza veli a tutti tranne che a me!» si lamentò il cantante, con fare ironico. «E oltretutto non te le fai neanche fare! Insomma, chi era questo tipo? Devo sapere se può essere pericoloso per l’incolumità del matrimonio. Fino a che non ci saremo tatuati le fedi non mi sentirò tranquillo.»

«Dubito che esista qualcosa di più pericoloso per il nostro matrimonio del fatto che Jacoby Shaddix sappia dove abitiamo...»

Una volta entrati in cucina una ventata di spezie e odori vari si presentò al loro naso, insieme a Rocco e Flash che avevano deciso di rimanere con il provetto cuoco. I due si fermarono sulla porta, mentre Jacoby si dilettava nello spadellare il riso, facendo fuoriuscire buone dosi che si schiantavano al suolo.

Istintivamente Anita si portò una mano alla bocca e scappò via per il corridoio, fino a raggiungere il bagno. 

«Ops.» commentò il moro.

«Vado a vedere cos’ha...»

«Eh, falla vomitare in pace, povera donna. Non c’ho pensato che l’odore forte le poteva dare noia.»

«Esagerato, non è mica così raffinata!» rise James.

«Anche mia moglie quando era incinta vomitava continuamente, arrivati al nono mese facemmo il conto e venne fuori che erano state più le volte in cui io avevo retto la fronte a lei da incinta rispetto a quelle in cui lei l’aveva retta a me da ubriaco. Il che se ci pensi è shockante.»

«Sì, ma... Anita non è incinta...»

«Ah no? Non vorrei avertela gufata, amico.»

«No... beh, in effetti potrebbe esserlo, per un piccolo incidente con il profilattico. Tu credi che sia incinta?»

«Beh, c’ha la faccia un po’ gonfia. Vomita... scusa, ma comprare un bel test di gravidanza? No, perché conoscendovi arrivereste tra nove mesi e questa partorisce e te non sai nemmeno cosa succedendo.»

«Esagerato, dai... mi stai mettendo paura.»

«Abbine. Quando diventi padre l’universo assume tutto un altro significato. Non guardi più neanche tua moglie con gli stessi occhi. Tutto inizia a ruotare intorno alle tue creature. Diventi un’altra persona.»

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** Your star has burned out for good, somewhere in Hollywood ***


32

„ Your star has burned out for good,

somewhere in Hollywood.

 

Sixx:A.M.- Deadlihood.’

 

DJ sembrava molto preoccupato quella mattina. James e Nikki non volevano dare peso alla cosa, ma era inevitabile notare il suo nervosismo. Passeggiava avanti e indietro per lo studio, stringendo un telecomando tra le mani giunte in segno di preghiera verso il volto.

Gli altri due entrarono nella stanza e lo guardarono perplessi.

«Ragazzi, sedetevi. È il momento di fare una bella chiacchierata sulle sorti di questa band.»

Bassista e cantante presero posto a sedere, mentre Ashba imbastiva una specie di schermo per il proiettore. Utilizzò il telecomando per accenderlo e si piazzò di fronte ad un computer aprendo una presentazione in Power Point.

«Amici miei, miei compagni, stiamo perdendo terreno...» annunciò con disperazione.

«In che senso DJ?» domandò Nikki, pronto a sentirsi sparare una cazzata epocale, che infatti non tardò ad arrivare.

«Ecco, è questo il punto.» Ashba fece partire la prima diapositiva con tre grafici che mostravano la popolarità dei tre membri dei Sixx: A.M.. Erano rigorosamente disposti in ordine alfabetico e, mentre il primo aveva una linea rossa che saliva verso l’infinito e oltre, gli altri due scendevano a picco. «Ragazzi, la vostra popolarità sta venendo inghiottita da un abisso... mentre la mia sale alle stelle, ma questo non dipende da voi: sono io che sono troppo sexy.»

James, piuttosto nervoso, iniziò a giocherellare con la fede di plastica, mentre Nikki si grattava la testa nel tentativo di capire una cosa che in realtà non si poteva capire.

Ashba riprese il suo monologo:

«Naturalmente mi sono documentato, ho fatto delle ricerche, e so da cosa dipende questa piaga che ci sta affliggendo. Guardate attentamente: questi siamo noi una settimana prima di incontrare le tipe con cui voi adesso dividete la vostra vita.»

 

 

 

«Vabeh, io sono meraviglioso e oscuramente arrapante,» proseguì Ashba «ma questo non importa. Nikki tu sei così invincibile che hai il dente del basilisco di Harry Potter attaccato a una collana e trasudi rock n’ roll da ogni singolo pelo. James, tu sei sempre il solito demente, ma cazzo. Sei talmente potente che hai sconfitto Sauron e hai messo il suo occhio sulla tua cintola. Se ti pare poco. Insomma, delle icone dannatamente belle. Passiamo ora a questa foto che abbiamo scattato qualche giorno fa durante il trasloco. Se avete lo stomaco sensibile copritevi gli occhi.»

 

 

 

«Nikki, diciamocelo, c’avrai pure la fidanzata parrucchiera, ma i capelli sono di uno che è stato arrotato da un carro funebre che perdeva benzina... tutti spiaccicati in quel modo. Santo cielo non ti si può vedere ridotto così. Per non parlare di te, James: ti sei sposato con una fotografa acrobata, che è anche golfista, e anziché fare sesso e bruciare calorie stai prendendo peso a vista d’occhio. Guardati, cazzo! Sembri Topo Gigio!! Poi dite che sono l’unico che non vuole legarsi sentimentalmente: per forza! Sono anche l’unico che è rimasto sessualmente attraente, sono proprio bello e sexy, già... comunque non parliamo della mia bellezza... J-James?»

Solo allora i due si accorsero che James Michael aveva una faccia da funerale. Nessuno credeva che l’avrebbe presa così male, quindi dedussero che non dovesse dipendere dalla notizia shock che DJ gli aveva appena comunicato.

«Ehy, James... qualcosa non va?» domandò Nikki, deciso a fare il primo passo.

«Ma no, niente...»

«Hai litigato con Anita? Dì la verità, hai di nuovo portato a cena Jacoby e lei si è infuriata...»

«Ma no, lei adora Jacoby!» Nikki ed Ashba si guardarono preoccupati, non sapendo come fare a dirgli che non era esattamente così. «È che... qualche sera fa, abbiamo fatto l’amore...»

«Grandi!» esultò DJ «E perché lo dici con quella faccia? Oddio, non dirmi che non riuscivi a far drizzare il palo... ma hai provato con qualche tecnica di quelle che ti avevo detto? Altrimenti mi sa che avrai bisogno di qualche pilloletta...»

«Ma quali pillolette, chiudi la boccaccia, dannazione e fallo parlare!» gridò Nikki, del quale si era impossessato un istinto omicida mai visto prima. «Cosa è successo James?»

«Ho scartavetrato il preservativo.»

«Grande! Allora io e te abbiamo qualcosa in comune, in fondo in fondo.» proseguì il chitarrista.

«Non esattamente in fondo, direi all’altezza del pene...» precisò il biondo.

«Insomma, hai fatto danno... e ora ti becchi il pargolo!» continuò DJ, che non ci teneva a indagare ulteriormente sulle sue affinità con il cantante.

«Ah, a proposito Brandy è incinta!» annunciò Nikki.

«Oh mio Dio, diventeremo nonni! E parenti!» esclamò DJ, sarcastico.

«Ma chi è il padre?» domandò James, preoccupato che Rocco avesse preso qualche malattia facendo sesso non protetto.

«Non lo so, come faccio a saperlo?»

«I vostri gatti hanno fatto un’orgia! Ahahahah!» rise DJ, lasciando tutti perplessi.

«Quel gatto non è mio, è della mia ragazza...» rispose di tutto punto il moro.

«Dai ragazzi, seriamente, ma dove me lo infilo io un pargolo con il lavoro che faccio? Siamo realisti, ho già una moglie, due gatti e dei cuccioli in arrivo... e con tutti gli impegni che abbiamo io e Anita, ci manca solo di trovare il tempo per un bebè!»
La voce di DJ tuonò minacciosa:

«Questo significa che dovrai rinunciare al golf.»

E fu lì che James realizzò di non essere affatto pronto per l’arrivo di un bambino.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** Everything seems rotten through the eyes of the forgotten ***


33

„ Everything seems rotten through the eyes of the forgotten “

 

Sixx:A.M.- ‘Are you with me now?’

 

 

DJ era sulla sdraio in giardino che prendeva il sole mentre giocava con i suoi adoratissimi cani... ma si sentiva solo. Non che i cani non fossero una bella compagnia, ma alle sue parole preferiva una risposta comprensibile e non un guaito, quindi stava cercando una scusa per invitare Love a casa sua. Non che ce ne fosse bisogno insomma, lei sarebbe andata a casa sua anche solo per guardarlo mentre si dava lo smalto sulle unghie dei piedi, ma forse questo lui non lo sapeva. Il chitarrista fece una doccia rinfrescante, andò in camera per scegliere i vestiti, ma in quell’armadio regnava il caos. Fu lì che arrivò il lampo di genio: chiedere alla fashion stylist di turno di aiutarlo a fare pulizia nel guardaroba.

Mentre l’altro era sempre indeciso su cosa mettere, Love era già arrivata e lui andò ad aprire con solo l'asciugamano addosso. Quando la porta si aprì, sebbene Love lo avesse visto molto meglio (o peggio) di così, il suo cuore non resse. Dapprima negli occhi della ragazza si accese qualcosa e la sua mente incominciò a vagare lontano, molto lontano, infine la fanciulla crollò a terra per l'emozione. Non si è mai troppo preparati, specie con DJ.

«Oh cazzo!» esclamò il ragazzo prendendola di peso, portandola in salotto e facendola sdraiare sul divano.

Quando la ragazza si riprese, la prima cosa che disse fu:

«Stavo sognando!» sembrava felice al ricordo del sogno.

«Bene! La prossima però volta trova un momento migliore per schiacciare un pisolino» disse scherzoso il moro sedendosi accanto a lei. «Che sognavi di bello?» chiese curioso avvicinando il viso al suo e guardandola negli occhi.

«Mmm... non me lo ricordo... però so di aver sognato.» disse sfuggendo al suo sguardo e arrossando lievemente.

«Sicura? Hai pronunciato il mio nome per tre volte!» la stuzzicò lui. La bionda avvampò e diede una spinta alla testa del chitarrista che scoppiò a ridere. «Basta chiedere, non ti dico certo di no!» sussurrò baciandola.

Come era prevedibile la situazione degenerò alla grande. Quando si ripresero decisero di ripulire quel benedetto armadio. La questione parve da subito molto critica: Love rischiò di svenire un'altra volta.

«Che ne dici di buttarli tutti e andare a comprare qualcosa sotto la mia stretta sorveglianza?» propose la bionda.

«No! A certe cose ci sono affezionato!»

La ragazza lo guardò sbalordita. Il problema era molto più complesso di quanto non sembrasse inizialmente. Con tutta la pazienza che aveva (molta poca) fece provare le magliette e i pantaloni a DJ per valutare come gli stessero e se era il caso di buttarli o no.

«DJ cosa ci fa questa felpa da bimbo di un anno nell'armadio?» chiese Love preoccupata.

«È per i cani quando hanno freddo!» rispose convinto lui.

«E tieni la roba dei cani nel tuo armadio?!» chiese sconvolta.

«Sì... perché?»

Quella domanda non ebbe mai una risposta.

Oltre ogni previsione, Love riusci a dimezzare l’armadio del chitarrista, gettando innumerevoli capi scoloriti e strappati (per la moda), in ogni caso orrendi. Passarono un paio d’ore abbondanti e l’operazione poteva considerarsi conclusa: dopo aver sistemato le cose da buttare in ben due sacchi condominiali della spazzatura, si diressero in centro per fare shopping.

«Tutta quella roba che hai buttato potevo rivenderla e farci soldi! O comunque darla in beneficenza» protestò lui.

«Oh andiamo, DJ, sii realista! Quella roba non se la sarebbero mai messa né i barboni né i bambini del terzo mondo!» ribatté lei scandalizzata.

Passarono il resto del pomeriggio andando di negozio in negozio riuscendo ad acquistare qualcosa che potesse essere definito ‘carino’.

«Che ne dici di questi?» chiese Love mostrando dei boxer leopardati.

«Sono sexy da morire! Li voglio!!» urlò il moro attirando l’attenzione di tutti i clienti.

«DJ, fai piano!» lo ammonì l’amica. «Allora te li piglio, penso che la prima vada bene!» disse scoppiando a ridere.

«Siamo sul simpatico eh?!» chiese DJ cercando la sua taglia.

Fecero la fila come due persone normali anche se dopo l’urlò mezzo negozio lo aveva riconosciuto (come se dall’abbigliamento che portava potesse confondersi con la massa) ed era stato costretto a firmare autografi e farsi fare foto per più di mezz’ora. Addirittura le commesse decisero di fare un super sconto regalando i boxer leopardati, non prima di aver augurato alla ‘coppia’ buon divertimento.

«Mangi da me stasera?» chiese DJ pieno di prospettive usciti dal negozio.

Love tentennò un pochino.

«Avrei una cena di lavoro stasera.» disse rammaricata.

«Ah!» rispose DJ incassando il colpo «Vebbé vorrà dire che i boxer gli rinnoverò con qualcun'altra!». Stava solo cercando di farle cambiare idea.

Lo sguardo di Love cambiò dall’addolorato allo sdegnato.

«Fai un po’ cosa ti pare! Divertiti!» disse partendo in quarta, buttandosi in mezzo alla strada e incamminandosi verso casa.

«Love, ma...!» urlò lui dall’altro lato della strada.

Love corse via, cercando di trattenere le lacrime, e lo lasciò lì come un cretino, cosa che, del resto, era.

 

@@@

 

James era rintanato nel suo studio. Anita passò distrattamente di fronte alla porta per andare in cucina a preparare la cena e lui la notò: aveva due occhi spenti e l’aria stanca. Il cantante si avvicinò alla porta per vedere come mai avesse quell’aria distrutta e notò che contava i giorni sul calendario mentre stappava la bottiglia dell’olio. Cattivo segno.

«Piccola, come procede la cena?»

La ragazza per lo spaventò rischiò quasi di farsi cadere la bottiglia di mano, visto poi che era unta.

«Molto bene, tu finisci di lavorare, ti chiamo io quando è pronto…»

«Mi sembri molto stanca, sicura che non vuoi una mano?»

«No, va tutto bene, grazie.»

Altro brutto segno: Anita aveva appena detto che andava tutto bene.

«Piccola, lo vedo che c’è qualcosa che non va, per piacere, non farmi preoccupare.»

«È quello che sto cercando di fare…»

«Non ci stai riuscendo!» esclamò lui, alzando improvvisamente la voce.

«Mi dispiace.» Anita guardò il tatuaggio sul suo anulare e inspirò. «Dopo che hai rotto… che abbiamo rotto…»

«Dopo che si è rotto…» la aiutò lui.

«Ho un ritardo… e la nausea…» 

«E soprattutto hai paura.» terminò James.

Lei annuì con un cenno del capo.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** We both have the scars. ***


34

„ We both have the scars. “

 

Sixx:A.M.- ‘Are you with me now?’

 

Dopo quello che era successo Love non rispose alle telefonate di DJ per qualche giorno, fino a quando il chitarrista decise di catapultarsi dalla ragazza mentre lei era a lavoro per poter chiarire.

«Love?» chiese con un tono un po’ più alto del normale entrando con foga nello studio.

«Guai in vista...» borbottò Anita spostando lo sguardo dall’obiettivo in direzione di Danielle.

«Dove è Love?» chiese bruscamente a Danielle.

«Prima di tutto modera i toni quando parli con me perché non sei nessuno. Secondo, se ci tenevi a saperlo evitavi di fare il cretino.» rispose la mora prontamente, come sempre.

«Comunque è in buone mani:» disse Anita cercando di farlo ingelosire. «è nella stanza accanto!»

Il chitarrista si fiondò nell'altra stanza e quello che vide non gli piacque per niente.

«Jacoby che cazzo ci fai tu qui?» strillò DJ.

«Facciamo un servizio fotografico!» rispose felice, ignaro del problema.

«Piuttosto, che ci fai TU qui?» chiese la bionda fulminandolo con lo sguardo.

«Volevo sapere come stavi!» rispose DJ.

«Che cosa romantica..!» disse Jacoby «È venuto fin qui solo per sapere come stavi!» disse rivolto a Love «Dove lo trovi un uomo così?!»

«Probabilmente un qualunque gigolò andrebbe bene.» ribatté fredda lei.

«Ok...» concluse Shaddix intuendo la brutta parata «Noi tanto siamo pronti... andiamo a farci le foto! Ciao!»

I due rimasero soli, anche se Dan ogni tanto si affacciava nella sala per controllare che i due non cercassero di uccidersi.

«Volevo chiederti scusa...» iniziò lui.

«E per cosa? Mica siamo fidanzati, ognuno può fare cosa vuole!» ribatté lei risentita.

«Ok, non siamo fidanzati, ma ormai ci frequentiamo da un po’...» continuò.

«E allora?»

«Mi dispiace...» sussurrò DJ.

«Ok, ora però avrei da fare!» tagliò corto lei.

«Ti andrebbe di venire a casa a vedere un film, in segno di riappacificazione?» tentò lui.

«Ci devo pensare...» rispose la bionda «Te lo faccio sapere!»

«Ok... Ciao!» disse dandogli un bacio sulla guancia.

Quando DJ se ne andò Love corse immediatamente da Anita e Danielle e il set fotografico dei Papa Roach fu interrotto per discutere su cosa avrebbe dovuto fare la ragazza.

«Assolutamente no!» disse Danielle.

«Non saprei, in fondo è venuto fin qui per chiedere scusa e diciamocelo: si stava veramente umiliando!» disse Anita ridacchiando.

«Solo perché non ha nessuno di carino da portarsi a letto!» ribatté Danielle.

«Ragazza, un po’ di rispetto, è pur sempre un mio amico!» intervenne Jacoby.

«È una troia mancata!» sussurrò la mora.

«È vero...» le diede man forte Tobin.

«Apriamo un dibatto in parlamento, non lo so!» strillò la bionda irritata dal fatto che anche i Papa Roach stessero partecipando attivamente alla discussione.

«Dagli un’altra opportunità, ha detto bene Anita: si è messo in gioco ricercandoti!» propose il cantante.

«Ok...» borbottò lei.

Dopo due ore di foto, finalmente avevano finito e Jacoby si offrì per riportare a casa Anita ottenendo così la scusa per poter andare a trovare James.

«Sbaglio o era a cena da voi ieri sera e si è addormentato sul divano?» borbottò Danielle ad Anita.

«Già, ma che vuoi farci, non sapevo che sposando Jimmy avrei sposato automaticamente anche lui...» rispose sconsolata la rossa.

Danielle si offrì di accompagnare Love a casa del chitarrista ma, una volta uscite trovarono DJ appoggiato al lato della porta, ai suoi piedi c’erano circa una ventina di mozziconi di sigarette, forse anche di più.

«Ehy!» la salutò «Allora?»

«Mi hai aspettato?» chiese Love.

«Mmm... Sì, perché?»

«No, nulla... Allora va bene...» sussurrò Love.

«Perfetto, che film vuoi guardare?» chiese il moro.

«Twilight!» rispose Love sapendo quanto lui odiasse quella saga, ma del resto doveva pur farsi perdonare in qualche modo!

«Ok...» rispose senza far pesare il suo disgusto.

I due noleggiarono il film, andarono a casa del moro e con tanto di popcorn e cani accoccolati sui piedi, iniziarono a guardare il best seller mondiale.

«Devi pur ammettere che tu ed Edward siete identici!» disse la bionda sorridendo.

Ormai la tensione era scesa e parlavano come due persone normali.

«Sì, eh?» chiese lui un po’ sconvolto.

«Siete tutti e due tenebrosi, belli, sexy, stronzi...» mormorò lei lasciando la frase in sospeso e dando un bacio a DJ. Tutti complimenti più o meno gradibili, se consideriamo che Edward è diventato l’idolo di milioni di ragazzine, anche se non di DJ.

«Tu invece assomigli a Bella... dolce, carina...» la frase venne brutalmente interrotta.

«Ma come osi! Lei si veste stra male e poi non vado a giro con la bocca mezza aperta come una ritardata!!» strillò spaventando i cani.

«Peccato per la bocca, poteva esser interessante!» rispose malizioso DJ. «E comunque...» proseguì sdraiandosi sulla ragazza indecisa se combattere o arrendersi «non vedo l'ora di spogliarmi!» concluse.

«Non è una cosa molto ortodossa da dire ad una signorina!» sussurrò Love.

«E invece dovrebbe farti piacere... ho lasciato l'etichetta ai boxer solo per dimostrare che non li ho rinnovati! Ma mi prudono da morire...»

«Questo divano ne ha viste anche troppe...» borbottò la ragazza cambiando discorso.

«Non c’è problema, ci spostiamo in camera!» sorrise DJ prendendola in collo e risparmiandosi il film.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** Just look at yourself: do you like what you see? ***


35

„ Just look at yourself: do you like what you see?

 

Sixx:A.M.- ‘Tomorrow.

 

Era arrivato il momento della verità.

James e Anita stavano seduti a gambe incrociate sul letto, uno di fronte all’altra, con un test in mano a testa. Il terzo, quello dello spareggio, era già in bagno. Avevano molte cose da dirsi, erano spaventati, curiosi, e si conoscevano da troppo poco tempo per immaginare quali potessero essere i sentimenti dell’altro in una situazione simile.

«Anita, lo so cosa stai pensando... Forse non doveva capitare adesso, ma perché aspettare? L’età per un figlio ce l’abbiamo.»

«È il tempo che non abbiamo: dai, siamo sinceri...» sbuffò lei.

«Lo so che non vuoi rinunciare al tuo lavoro, e io non voglio costringerti... mi prenderò una pausa. Io voglio che tu sia felice con me.»

«Non preoccuparti. Sono disposta a smettere. Sono disposta a qualunque cosa. Noi siamo una famiglia. No?»

«Certo che lo siamo.»

Anita si drizzò sulle ginocchia, poi si chinò per dare un bacio sulla fronte di suo marito.

«Vada come vada...» annunciò, drizzandosi in piedi.

Afferrò i due test e fece per andare in bagno, quando James la afferrò per un polso, costringendola a voltarsi.

«Piccola, io lo voglio questo bambino.»

 

James scese di corsa le scale che dalla zona notte portavano a quella giorno. Anita aveva già messo Rocco e Flash nelle gabbiette e li stava sistemando sui sedili posteriori.

«Ecco qua la mia famiglia!» esultò il cantante. Con una manovra agile caricò le due valigie nel bagagliaio e lo chiuse. «Siamo tutti pronti?»

La rossa aveva un’espressione poco convinta. James sorrise e le posò un bacio sulla guancia, poi si mise al volante e partì.

«Chiamo Dan...» esordì la rossa, afferrando il telefono dall’enorme borsa che teneva sulle gambe. «Pronto? Buongiorno! Noi stiamo andando all’aeroporto.»

«Sei sicura che non verrete in barca con noi?»

«No, arriveremo giusto in tempo per la festa, anche perché Jacoby starà in astinenza da James per due giorni, quindi quando lo vedremo al porto sarà una cosa lunga, fatti due conti.»

«D’accordo, allora ci vediamo lì!»

«Tanto ci aggiorniamo via sms...»

«Divertiti dai suoceri!»

«Mh, parecchio! Stammi bene!»

James la guardò mentre riponeva il telefono.

«Sicura che è una buona idea non dirglielo? Forse hai bisogno di parlarne con qualcuno che sia donna...» domandò.

«Già c’è mia madre, poi come minimo ci sarà la tua... e abbiamo deciso che lo diremo a tutti alla festa, penso che sia la cosa migliore, penso di poter aspettare...» rispose lei.

«È che... non fraintendermi, ma mi sembra che tu sia tutto tranne che felice, e non voglio che tu entri in depressione dopo tre mesi e mezzo di matrimonio e tre di gravidanza. Nashville è un posto bellissimo, vedrai che ti piacerà, ti riposerai. Staremo insieme tutto il tempo! E mia madre ti vizierà da matti...»

«Lo vedremo...» borbottò lei.

«Piccola, se sono riuscito a fare bella figura con la tua famiglia, tu di sicuro andrai alla grande...»

Anche lui era piuttosto nervoso quando aveva conosciuto i suoi: era rimasto tutto il pomeriggio con un maglione a collo alto e maniche lunghe per non far vedere i tatuaggi, visto che la madre di Anita li odiava. La casa aveva il riscaldamento a fuoco, quindi aveva quasi covato la rosolia. Però era andata bene, credeva di avergli fatto una buona impressione.

«Non è la stessa cosa. Io sono la tipa rincoglionita che si è fatta mettere incinta e poi ha sposato il bravo ragazzo di turno...» bofonchiò.

«E io ero il tipo che ti ha messa incinta e ha organizzato un matrimonio lampo riparatore a Las Vegas, ma sappiamo entrambi che non è così. Ci siamo sposati ed è successo. Su, fammi un bel sorriso. I miei impazziscono per te e non vedono l’ora di avere un nipotino, non ci speravano più. Ora... richieste musicali?»

«Il ritornello di Inhale, live.»

«Riadattata per te. It’s just nervous breakdown, my, my, my, you’re always overestimating everything, just inhale, and you’re in love with everyone, just inhale.»

 

- You’ll find us now and we’ll be wasted. WASTED. (ndAut) 

Buongiorno a tutti!

Scusate l’attesa, ma alla fine siamo riuscite a trovare un diversivo per ingannare l’attesa del capitolo su Nikki e Dani :’D

Un ringraziamento particolare a tutti coloro che ci hanno lasciato dei commenti, soprattutto la tenacissima rose_! :D

 

Havoc&Snafu

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** You give me a reason I can’t ignore. ***


36

„ You give me a reason I can’t ignore.

 

Sixx:A.M.- ‘Live forever.’

 

Era il 5 di agosto e stavolta era veramente il compleanno di Love. Per l’occasione DJ aveva organizzato una romanticissima gita su un mega yacht che aveva noleggiato e, solo verso sera, si sarebbero uniti anche gli altri.

«Speriamo di aver preso tutto!» disse Love una volta che la nave fu salpata.

Lei ed Ashba camminarono lungo la passerella sinistra, percorrendo tutta la lunghezza della barca fino alla prua, dove erano state sistemate due sdraio, del ghiaccio, crema solare e altre stronzate che Ashba aveva ritenuto importanti.

Mentre il capitano e lo staff si facevano discretamente i fatti loro, cosa per cui erano pagati, la coppia si accomodò, dopo aver disteso gli asciugamani.

«Secondo me hai preso anche troppa roba!» constatò il ragazzo ridendo. Indossava un costume nero lungo fino a sopra il ginocchio (anche se sembrava pronto a toglierselo da un momento all’altro), la solita bandana nera e un paio di occhiali da sole. «Tipo... quell’animale perché doveva venire?»

Love sbuffò e, mentre si toglieva il microvestitino e indossava occhiali da sole e cappello di paglia, rispose:

«Sissi! Si chiama Sissi! Quante volte te lo devo ripetere?! E poi mi pare ovvio perché debba venire! È il  mio compleanno e l’ho invitata! E a chi la lasciavo? Ad Anita? Così i suoi gatti si trombavano anche lei e poi veniva fuori una bestia strana, mezzo gatto mezzo petauro...»

«Stupendo!» DJ immaginava quella bestia strana: l’avrebbe allevata volentieri «Sì, ma così c’è il terzo in comodo! E spiegami tu come faccio a non saltarti addosso se porti un costumino leopardato così arrapante!» disse abbracciandola.

«Tranquillo, Sissi è dentro all’ombra, e comunque anche se sente qualcosa a chi vuoi che lo dica? È solo un petauro! Ci sarebbe piuttosto da preoccuparsi di tutta questa gente che traffica...» cercò di consolarlo l’amica. «È ora di goderci la giornata prima che arrivino gli altri!»

«Sono pienamente d’accordo!» replicò sorridendo sornione DJ.

 

@@@

 

Verso il tramonto alcune barche con la B maiuscola iniziarono ad avvicinarsi alla bagnarola che aveva noleggiato Ashba. I primi ad arrivare furono Nikki e Danielle a bordo di un panfilo tutto nero. Il bassista sbracciava come un dannato con la sua donna alle spalle avvolta da un pareo dall’inguine in giù.

«Finalmente vi abbiamo trovati!» esclamò, quando le due barche furono quasi vicine, ma i due non riuscirono a sentirsi. Così il bassista si voltò verso la moretta e la invitò a raggiungerlo. Si presero per mano e si issarono sulla prua della barca, per poi tuffarsi insieme. A nuoto raggiunsero la scaletta e salirono sull’altra barca.

«DJ, se ci dicevi che la festa era su una zattera si faceva incagliare la nostra barca e si simulava un naufragio» rise sonoramente l’uomo, facendo scendere il silenzio sull’imbarcazione.

«Benvenuto a bordo, fava.» gli disse Ashba, andandogli incontro.

«Dove vie eravate andati a cacciare?» domandò Sixx furioso, con i capelli schiacciati, il trucco colato e un costume nero che arrivava fin sotto il ginocchio. Danielle si stava strizzando i capelli ed era andata a salutare Love.

«Scusate ma c’eravamo imboscati, altrimenti ci avrebbero visto tutti mentre facevamo i porcellotti!» rispose Ashba facendo l’occhiolino. «Ora, è vero che sono un esibizionista e certe le cose le faccio anche sul terrazzo, ma c’è un limite alla decenza...»

«Il solito maniaco sessuale! Non avevo dubbi!» borbottò Danielle.

«Gli altri dove sono?» chiese Love.

«Indovina... devono fare sempre i tamarri!» commentò sempre la donna.

Da quella via comparvero, da dietro la barca di Nikki, due individui su una moto ad acqua che solcava le onde. Anita, che da quando era diventata la signora Michael era una vera e propria amante del pericolo, era alla guida; si sforzò di liberare una mano per fare un cenno agli amici. Dietro alla moto, James si esibiva con lo sci d’acqua: aveva tutti i capelli bagnati e i Ray ban a specchio che completavano il look da macho. La rossa fece una manovra piuttosto spettacolare e ‘parcheggiò’ direttamente davanti alla scaletta. I due assicurarono la moto con una cima alla barca di Ashba e poi salirono a bordo.

«Insomma... quanti anni fai?» chiese Nikki. 

«Forse non te l’hanno mai detto ma non chiede l’età ad una donna!» ribattè Love offesa.

«Sì, ma qui siamo in confidenza, tutti sappiamo l’età di tutti tranne la tua!» cercò di incoraggiarla DJ.

«Ok ve lo dirò, tanto sono la più piccola. Ho 26 anni!»

«Quanti?! Credevo tu fossi almeno sulla trentina!» il chitarrista era tanto scocciato quanto shockato.

«Ma come ti permetti? Razza di frescone che non sei altro!»

«No, ma quello che voleva dirti lui è che sei molto più matura rispetto a quelle della tua età!» intervenne Nikki in favore dell’amico.

«Il fatto è che ti sei scelta un analfabeta incapace di esprimersi correttamente!» le diede man forte Danielle.

«Ah, ok via sono curiosa di aprire i regali, venite tutti di qua e iniziamo il festino!!»

«Credo che dovrai aspettare ancora un po’...» confessò DJ.

«Diamine siamo tutti qui!» rispose Love arrabbiata.

«No, in realtà ho invitato tutti i tuoi amanti...»

«E chi sarebbero?» chiesero tutti in coro.

DJ non rispose, si limitò ad indicare un yacht con su scritto ‘PAPA ROACH’, che aveva appena messo in mare una scialuppa su cui erano stipati i membri del gruppo.

«Ho la sensazione che questa festa si trasformerà in una di quelle con le donnine seminude che ballano ubriache sulle barche e poi vengono tirate in mare.» asserì allarmata Danielle.

«No, tesoro, quello era Baywatch con la mia ex-moglie.» rispose prontamente Sixx.

«Quello non sarà mica Jacoby Shaddix, vero?» chiese Anita sbiancando, indicando l’uomo messo in testa alla barchetta che si avvicinava, che ricordava un tantino George Washington, con il cappellino e la posizione da eroe.

«Credi che Jacoby possa stare su una barchetta come quella senza farla affondare?» domandò ironico James. Ashba rise.

«Sì, è proprio lui e ci dovrebbero essere anche gli altri, tra cui naturalmente Tobin!» rispose sorridente DJ, che sapeva perfettamente che Love aveva un debole per lui.

«Meno male che mi sono messa questo vestito che mi valorizza le tette!» esultò la bionda.

«Tu hai già qualcuno che ti guardi le tette e per giunta lo fa anche in continuazione!» rispose Danielle, di tutto punto.

«Sì, ma non si può mai sapere!» replicò lei, facendole capire che c’era molto ancora da essere raccontato e che molto presto l’avrebbe fatto.

Quando Jacoby incrociò James gli disse:

«Ehi, amico, ma... sei ingrassato dell’altro?»

«Da che pulpito...» commentò Anita, stizzita.

«Già, è vero, James e Anita sono ingrassati un casino dopo il matrimonio...» gli diede man forte DJ, che era un cretino ed è risaputo tanto che mi stupisco che continuiamo a ripeterlo.

«No, il punto è che, ecco, vabeh, visto che siamo tutti qui, io e James vorremmo dirvi una cosa...»

«Davvero amore?» chiese James incuriosito.

«Eravamo d’accordo che l’avremmo comunque detto stasera!» disse Anita, guardandolo storto.

«Ah quella cosa!» esclamò il biondo.

«Quale cosa?» chiese Nikki.

«Io e Anita aspettiamo un bambino.»

Love strillò peggio di una scimmia urlatrice e si catapultò per stringere l’amica, insieme a Danielle e anche Tobin, che aveva deciso che l’occasione era propizia per palpare.

«Esperance, le manine...» tentò Danielle.

«Al culo!» concluse la sua dolce metà, prendendolo per un orecchio.

«Mi eri sembrata un po’ gonfia ultimamente, ma avevo attribuito il tutto allo stress.» raccontò la mora.

«Tesoro, e di quanto sei?» domandò Love, accarezzandole la panciotta.

«Quattro mesi.» rispose lei, piuttosto entusiasta.

«Sapete già se è maschio o femmina?» chiese ancora la mora. 

«Abbiamo deciso che sarà una sorpresa» spiegò James.

«Mi sembra un’ottima idea! Così noi il regalo sulla base di cosa ve lo scegliamo? Vi compriamo un completino trans?» bofonchiò Nikki.

«Sixx, ma ti lamenti sempre di tutto? Se hanno deciso così è così.» borbottò Shaddix.

La serata proseguì piacevolmente senza spargimenti di sangue, spogliarelli, gente che vomitava giù dalla passerella e cose simili. Love cercava di nascondere la sua smania di aprire l’unico regalo, che era una mega cosa che avevano trasportato con maniacale attenzione dei membri dello staff dello yatch di Sixx mentre gli invitati arrivavano.

Quando finalmente si arrivò alla torta tutti cantarono buon compleanno (anche se naturalmente Jacoby e James dovettero esagerare e toccare note assurde per umiliare tutti gli altri) e Love espresse il suo desiderio, che naturalmente qui non possiamo rivelare, altrimenti non si avvererebbe entro la fine della fan fiction.

«Pronta per la sorpresa?» domandò DJ, con la sua solita aria da marpione.

«Ti avverto, se ti cali il costume senza preavviso ci sarà un uomo in mare...» minacciò Danielle.

«Io!» confessò James «Gli uomini nudi mi hanno sempre fatto sentire a disagio...»

«Le donnine nude che ti tatui addosso no, però, eh...» si lamentò Anita.

«Silenzio!» strillò Love «Voglio il mio regalo. Adesso!»

Allora Nikki e DJ andarono a prendere il regalo: naturalmente questo era sinonimo di guai. 

«Dovrebbe essere questo...» disse il chitarrista, indicando un gabbione avvolto in un telo colorato e intimando al bassista di aiutarlo a sollevarlo.

«Che diavolo c’è qui dentro?»

«Una gipeta.»

«Grazie. Sei stato veramente illuminante.» commentò sarcastico.

«È una femmina di gipeto, no? Visto che Love ama gli animali strani il cui nome contiene la parola ‘peta’, le abbiamo comprato una gipeta.»

«Non sono sicuro che si dica gipeta, comunque andiamo... questa bestia pesa.»

Love sembrò molto entusiasta di vederlo ed esclamò:

«Dan, l’hai scelto te, vero? Solo tu mi conosci così bene... la fantasia del tessuto è meravigliosa. Burberry, è la stessa che uso per coprire la gabbietta di Sissi quando dorme.

Il panico si diffuse velocemente a bordo dell’imbarcazione e quando Love sbirciò dal panno per avere una piccola anteprima, vide solo Sissi e iniziò ad urlare lamentandosi che non era affatto divertente.

«Ma dai, era uno scherzo...» tentò DJ, che naturalmente convinse Love, ma nessuno degli altri presenti.

I due allora tornarono dentro a prendere il regalo giusto.

«Sei proprio un cretino, avrai visto la gabbia di quel petauro chissà quante notti e non l’hai riconosciuta.»

«E tu allora? Il regalo era sulla tua barca! Non ti sei accorto che non era quella giusta?»

«Dan si è occupata del trasporto e mi ha escluso. Per questo non sapevo neanche cosa fosse: in pratica ho solo dato i soldi e firmato il biglietto.»

I due presero la gabbia giusta e la portarono al cospetto di Love, non prima di aver dato un sbirciata per controllare che fosse una gipeta.

«Secondo te è una gipeta?»

«Non lo so, DJ, non ho mai visto una gipeta!»

«Controlla su internet con il tuo telefono, dai.»

Ci volle quasi un quarto d’ora e finalmente la festeggiata poté aprire il suo regalo.

«Wow ragazzi! È un gipeto!» esclamò, con le lacrime agli occhi.

«Veramente è una gipeta...» la corresse DJ.

«Ma come avete fatto? Non si possono tenere in casa! Sono una specie stra protetta!»

«Ecco, hai colto nel segno...» commentò Dan «Quindi acqua in bocca!»

«Della parte illegale me ne sono occupato io, naturalmente.» si vantò il chitarrista, ma nessuno lo considerò.

«Come lo chiamerai?» chiese Anita, curiosa.

«Se è un maschio Romeo, se è una femmina Giulietta!»

«Pensavo Sissi2...» sussurrò Sixx, sorpreso, all’orecchio di Dan.

«È una gipeta!!!!» strillò DJ, che era improvvisamente passato in secondo piano. E noi tutti sappiamo quanto DJ odi non essere al centro dell’attenzione.

«Allora sarà Giulietta!!»

Quando il sole sorse e ci fu di nuovo luce, ognuno tornò alle sue barche.

«Ma voi come siete venuti?» chiese Shaddix a Michael.

«Con la moto e lo sci ad acqua.»

«Noooooo stupendo! Lo voglio provare anch’io!!» fu così che Shaddix ripartì con i Michael e naturalmente rimase a dormire da loro.

Love e DJ guardarono i loro amici allontanarsi e fu in quel momento che il chitarrista se ne uscì con una delle sue perle:

«Torniamo a festeggiare io e te, Love. La notte è ancora giovane.»

 

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** Guess I misunderstood, you were my deadlihood ***


37

„ Guess I misunderstood,

you were my deadlihood. “

 

Sixx:A.M.- Deadlihood.’

 

The sun is shining,
And everything’s dying.

 

«Io un’idea me la sono fatta. ‘Pancia rotonda non porta cappello, ma se lo porta... lo porta bello’!» esordì la saggia Danielle nel mezzo di una discussione sul sesso del pargolo di James e Anita.

«Dan, che significa?» domandò James, che aveva un mega punto interrogativo disegnato in mezzo alla faccia.

«Che mia madre aveva la pancia tonda, razza di idiota.» rispose Ashba, mostrando fieramente il suo cappello in giro.

«Cazzo, DJ sei un trans!!» strillò Nikki, mandando in allarme tutto il backstage.

«Ma voi tre continuate ad autofertilizzare la vostra cretinaggine frequentandovi, lo sapete?» proseguì Danielle, piuttosto sconvolta.

«Fuori! Dovete firmare gli autografi adesso!» strillò un uomo sulla cinquantina di certo già in piena andropausa vista la frustrazione che sputava fuori da tutti i pori.

I tre uomini furono spinti fuori, mentre le ragazze andarono ad accomodarsi in un qualsiasi camerino in attesa del loro ritorno. 

«Speriamo che non ci sia una bolgia urlante...» si augurò Michael, che aveva un’aria piuttosto stanca.

«Voglio ridere se ti nascono quattro gemelli...» ridacchiò Sixx.

«James non la prenderà bene...» gli diede man forte Ashba, come se il cantante non fosse neanche lì.

Quando i tre raggiunsero la postazione esterna, fu impossibile non saperlo. Un boato scosse tutta l’area circostante e grida isteriche iniziarono a spandersi a macchia d’olio, creando un sottofondo praticamente insopportabile. La folla iniziò a pressare contro il lungo tavolo, senza mai spaventare gli addetti alla sicurezza. Una volta accomodati, si accorsero però che i pennarelli non erano stati messi.

«Ashba, valli a prendere.» ordinò Sixx.

«Perché io?!» si lamentò il prescelto.

«Perché sei il più piccolo. Muoviti.»

DJ si drizzò in piedi tra uno sbuffo e l’altro, e corse dietro le quinte a cercare i fantomatici pennarelli. La sua attenzione fu attirata dallo sforzo di Anita di chinarsi su Love per farle una carezza. Le tre erano rintanate in un camerino insieme e stavano parlando di qualcosa di apparentemente serio, che fu però interrotto da una domanda fuori luogo:

«Volete qualcosa da mangiare?» chiese Colin, l’ormai inseparabile guardia del corpo che vantava le dimensioni di un grizzly e che James aveva assunto per proteggere sua moglie.

«Ti pare che si possa mangiare in momenti come questi Colin? Stiamo discutendo di cose serie qui!» sbottò Love.

«Lasciala perdere Colin, io vorrei una fetta di torta, ma temo che il mio desiderio non sia realizzabile» rispose Anita, con rammarico.

«E io avrei bisogno di qualcosa per il mal di testa, ma lascia perdere...» disse Danielle massaggiandosi le tempie.

«Ma si può sapere che cos’avete tutte oggi?» domandò Colin.

«Non generalizziamo, stiamo parlando di Love, qui!» puntualizzò la mora.

«Problemi di cuore...» rispose Anita.

«Con DJ?»

«No, con tuo zio, certo che è con DJ, ma che domande fai!»

La bionda era evidentemente fuori di sé.

«Non credevo steste insieme, scusami tanto!» rispose la guardia del corpo un po’ offesa.

Quest’ultima affermazione scatenò il pianto incontrollato di Love che dovette allungare  velocemente la mano per afferrare i fazzolettini dalla scatolina, prima che le lacrime le facessero colare quel poco trucco che le era rimasto.

«Il fatto è proprio questo loro non hanno una storia seria, a differenza di me e Nikki e James e Anita!» chiarì Danielle dato che Anita era troppo impegnata a mangiare la torta che aveva racimolato personalmente da qualche parte e Love ad asciugarsi il viso.

«Azzardati a dire a DJ che sto piangendo a causa sua e ti farò licenziare da James, e se tu lo dici a James ti giuro che non arriverà vivo al giorno del tuo parto! E tu prova a dirlo a Nikki e ti rapo la testa a zero!» la bionda iniziò a sparare minacce random, ignara che il suo bel tenebroso fosse proprio dietro la porta.

 

What the hell!
This ain’t no way to treat the living dead!

 

«Non potresti fargli capire che tu vorresti una storia seria e non delle scopatelle sporadiche?» domandò saggiamente Colin, infischiandosene di quello che lei aveva da strillare.

«Un altro problema è appunto questo.» si intromise Danielle, nel tentativo di completare il quadretto della situazione «E come se le cose non fossero già abbastanza complicate, c’è anche il fatto che si cornificano a vicenda!»

«Io lo tradisco per ripicca!» precisò Love «È stato lui a tradirmi per primo!»

«E tu come lo sai?» chiese Colin incuriosito.

«Ho visto le foto! Stava calcando il red carpet con una trosciona e si sono pure baciati in pubblico! Quando è con me si deve sempre imboscare!» strillò l’altra.

«La solita esagerata...» commentò Anita, ricordando che cosa aveva detto la prima volta a James per non farlo salire a casa.

 

It’s time to cut the cord and say goodbye
‘cause it’s the only thing that hasn’t happened yet.

 

Hey! Your insanity that’s driving me insane...
Well, Heaven knows that I’d erase you if I could,
Oh God I wish I could!
(God I wish I could...)

«L’unica cosa vorrei è mettere una fine a tutto questo una volta per tutte, ma non ci riesco. Alle volte vorrei che neanche fosse cominciato. Dio, se lo vorrei...» confessò Love alle amiche.

«O metti le cose in chiaro o lo lasci perdere» disse Danielle convinta.

«Ma tu lasceresti perdere Nikki Sixx per una cosa del genere? Sappi che con lui se ne andrebbe tutto il bel sesso che faccio!» Love ormai non faceva altro che strillare. Anche se Ashba non avesse voluto sentirla, l’avrebbe fatto comunque.

«Danielle, ora come ora non puoi chiederle di rinunciare al piercing alla lingua!» la rimproverò Anita scherzando.

«Ah, scusa, hai ragione quel piercing è leggenda!» commentò l’altra.

Sulla faccia del chitarrista si dipinse un’aria da vero cretino, mista ad autocompiacimento.

 

I did the best I could.

 

«Oh, per le benedette chiavi di San Pietro, Dan, Anita! Io ci sono infognata in questa storia, e a lui non gliene frega un cazzo. A tradirlo, prendo in giro più me stessa di lui. Santo Cielo, James ha sposato Anita dopo un mese che uscivano insieme. Tu e Nikki vi siete innamorati subito... devo essere davvero terribile perché nessuno si innamori mai di me!»

«Non dire sciocchezze...» borbottò Anita, che stava cercando di sedersi su uno sgabello infinitesimale.

«Noi te l’abbiamo sempre detto che Ashba è un demente.» commentò Danielle.

‘Ma guarda questa qui!’ DJ inveì mentalmente contro di lei.

«Ma avrà pur dei sentimenti anche lui!» continuò.

‘Ecco, sarà meglio...’

«Sì, ma evidentemente non li prova per me. Credevo di amarlo, sai. Ora credo solo che lui sia la cosa che mi ha portato più in basso fino ad adesso.»

 

Guess I misunderstood,
You were my deadlihood.

 

«Ashba, dannazione, sei morto per cercare due pennarelli?» strillò Sixx.

Il chitarrista fu così costretto a squagliarsela, prima che qualcuno si accorgesse della sua presenza. Ma quello che aveva appena sentito aveva creato un vortice nel suo cervello, una specie di risucchio che inghiottiva ogni altro pensiero, impedendogli di riflettere su altro che non fosse il male che stava facendo a Love. Senza accorgersene oltretutto.

Possibile che se l’amava non si fosse accorto? Dunque non l’amava sul serio? O era solo spaventato?

 

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** We spent our lives, running through the wasteland ***


38

We spent our lives,running through the wasteland

 

Sixx:A.M.- ‘Live Forever.’

 

DJ aveva appena assistito al completamento dell’installazione della sua nuova vasca idromassaggio con televisore e distributore di bevande incorporati. Era così soddisfatto che non appena gli operai se ne furono andati prese il telefono e chiamò Love. La vasca era solo una scusa, naturalmente. C’erano molte altre cose che doveva/voleva fare. Prima di tutte, naturalmente, il sesso. Poi una maratona de ‘La Famiglia Addams’ che gli avrebbe fruttato il pretesto per chiedere alla signorina di accompagnarlo alla festa di Halloween organizzata dalla casa discografica: DJ ci aveva pensato su, molto su, e già il fatto che ci avesse pensato dava al suo pensiero una certa importanza anche se le motivazioni non erano delle più nobili, o forse sì. Dopotutto Danielle e Anita avrebbero accompagnato Nikki e James... e lui non voleva essere da meno rispetto ai suoi colleghi. E poi di nuovo il sesso.

«Love? Sono DJ! Mi hanno appena montato la nuova vasca idromassaggio, che ne dici di venire a provarla? Bene allora ci vediamo! Ciao!».

Le loro telefonate non erano mai troppo lunghe, ma a che scopo stare tanto al telefono se si sarebbero visti in poco tempo?

Dopo una ventina di minuti, in cui il nostro uomo si preparò accuratamente mettendosi un costume celestino e piastrandosi i capelli, cosa un po’ inutile dato che si sarebbero bagnati nel giro di poco, il campanello suonò e lui andò ad aprire. La ragazza aveva un paio di occhiali da sole, un vestitino da barbecue party color crema, che poi si scoprì essere intonato al costume, e una borsa.

«Come va?» chiese lei euforica. Sembrava che le fosse impossibile non esternare la sua gioia quando era con lui e questo lo rendeva felice anche se sapeva che lei non voleva farlo notare.

«Benissimo, ti stavamo aspettando.»

«Ci sono anche le ragazze?» domandò con una punta di tristezza. Voleva stare solo con lui, le sue amiche le vedeva tutti i giorni.

«No, ci sono Munster e Lil’ Creep! Non vedono l’ora di ‘riabbracciarti’…» rise il ragazzo.

Love ripensò all’ultima volta che i quei cani l’avevano ‘abbracciata’: prima avevano cercato di buttarle giù il vestito tirandolo per i lembi (probabilmente volevano aiutare il loro padrone), poi si era ritrovata sdraiata, in mezzo al giardino, sommersa da queste bestiole affettuose che le leccavano il viso.

«Anche io non vedo l’ora...» rispose la bionda poco convinta.

Andarono fino al bagno, ma dei cani nessuna traccia. Mentre Love si sistemava, DJ aggiornava il suo profilo di Facebook, raccontando della sua nuova vasca idromassaggio e del fatto che si appropinquava a fare una maratona de ‘La famiglia Addams’.

La ragazza si avviò alla vasca sperando che mollasse il computer e si dedicasse un po’ a lei.

«Non vieni?» chiese infine sostando davanti al piccolo specchio d’acqua immergendo un piede e ritirandolo immediatamente.

«Arrivo subito, devo controllare una cosa...»

‘Quanti fan hai?’ pensò lei con un pizzico di risentimento. Era talmente assorta dai suoi pensieri che era rimasta come una demente in quella posizione non accorgendosi neanche che il chitarrista si stava avvicinando.

«È acqua...» tentò si spiegare lui, prendendola in giro.

«Lo so, simpaticone, ma è fredda!»

Lui si piegò per immergere la mano.

«Ma che dici?! È caldissima!» disse lui schizzandole le gambe. La ragazza indietreggio un pochino, mentre il chitarrista inseriva il primo DVD.

«Guardiamo un film?»

«Sì, questa cosa è supertecnologica! Vedrai, ti piacerà!»

«Che film è?»

«La famiglia Addams! Vedrai che ti piacerà anche quello!»

‘E te pareva, un film horror.’

DJ spense le luci e, prima di chiudere la porta, lasciò passare Munster, che sembrava refrattario all’idea di entrare in vasca, mentre Lil’ Creep si stava gettando a bomba pronto a creare devastazioni.

‘Come intasare la vasca con i peli dei cani al primo uso’.

Finalmente i titoli finirono, DJ entrò in vasca, e Love poté ritrovare la pace tra le braccia del moro.

«Hai ancora tanto freddo?» chiese DJ.

«Un po’ si...» mentì lei.

«Allora ti riscaldo io!» Il chitarrista si abbarbicò addosso alla ragazza come il kraken intorno a una barca. «Ah!» si interruppe «Prima che me lo dimentichi... Tu ci vieni alla festa di Halloween, non è vero?».

«Con te?» chiese la bionda titubante.

«Non lo so... vacci con Shaddix, visto che ti piace tanto!» replicò DJ indispettito.

«Che palle, ma se è sposato, e poi fai le scenate per uno dei pochi uomini sulla terra con cui non ho fatto nulla. Ti comporti come un bambino!»

«Io?! Ma se sei stata tu a farmi quella scenata perché avevo fatto una battuta dicendo che avrei rinnovato i miei boxer con qualcun’altra! E non faccio in tempo a perderti di vista un attimo che tu eri chiusa nel nostro guardaroba con un altro!»

«Guarda che nel guardaroba di lavoro ci sono stata con un sacco di uomini, ma non per questo vado con tutti alle premiere o agli awards...»

«Quindi vieni o no?» tagliò corto lui.

«Mmm... ma sei sicuro che sia una buona idea?» tentennò lei.

«Perché non dovrei esserlo?» replicò di nuovo, ancora più di indispettito.

«Ci vedranno tutti, chissà cosa penseranno...»

«Va beh, se per te è un problema...» disse mortificato. Stava cercando di farla sentire un po’ in colpa per la sua incertezza, e ci stava riuscendo.

«Ma no che dici, per me non è un problema! Io lo dicevo per te!» si affrettò a rispondere Love, per paura che il ragazzo cambiasse idea.

«Perfetto, allora è deciso!» concluse il moro per poi riprendere da dove si erano lasciati.

Tra una trombatina e l’altra i due lanciavano un’occhiata al film, che era pieno di spunti creativi per la giovane fashion stylist. Alla fine decise che l’intero gruppo si sarebbe presentato alla festa travestito dai membri della famiglia Addams.

«Ma dai, se ci pensi è perfetto!» esclamò tutta contenta, mentre appuntava delle note sulla carta igienica «Anita e James saranno Morticia e Gomez, lei è incinta e lui è un demente che gioca a golf dalla terrazza di casa. Nikki sarà Pugsley, spara sangue sulla folla alle recite! E naturalmente Dan sarà Mercoledì... tu sarai Fester. Il nome vuol dire marciume, quindi sono sicura che ti piaccia!»

«Sì, infatti...» confermò Ashba «E poi io ho lo stesso fascino di Fester, certo, avevo pensato di travestirmi da me stesso, cioè da protagonista di un film horror giapponese, ma credo che fare parte della vostra famiglia mi piacerà. Non sempre è divertente essere star solitarie. Però se io faccio Fester tu fai la psicolabile assassina di sua moglie! Siete bionde tutte e due e avete dei tratti in comune!»

«Tipo?» domandò seria Love.

«La mania per i vestitini succinti, gli uomini sexy come me, i soldi, il sesso, gli istinti omicidi...»

«Basta, basta, ho capito, grazie DJ. Ora esci di lì che ti prendo le misure e cerca di non ingrassare nel prossimo mese, altrimenti ti uccido!»

Ashba uscì dalla vasca mostrandosi completamente nudo.

«Sì, vieni, ora ti faccio misurare un paio di cose...»

 

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** This is gonna hurt. ***


39

„ This is gonna hurt. “

 

Sixx:A.M.- ‘This is gonna hurt.’

 

La festa di Halloween si stava avvicinando e Love era super impegnata nella sua attività di disegno e realizzazione degli abiti per tutti. Avendo così poco tempo a disposizione per stare con lei, DJ si era autoinvitato a casa Michael, dove aveva trovato (ovviamente) Coby. I tre erano stati poi raggiunti anche da Sixx, che aveva accompagnato Danielle a trovare Anita, e i quattro elementi si erano piazzati in piscina a fare gli scemi parlare del più e del meno.

«Allora noi andiamo a comprare gli accessori per il trucco e le parrucche…» esordì Danielle.

«Non correte per casa con le forbici in mano, non aprite a nessuno e soprattutto state alla larga dalla cucina.» si raccomandò Anita.

Parole al vento.

Quando le due se ne furono andate a sbrigare le commissioni per Love, DJ si fece coraggio e parlò, rivolgendosi a James con aria seria.

«Come hai capito che Anita era quella giusta? Che con lei sarà davvero per sempre, che non saranno sei o sette anni e poi tutto diventerà abitudine. Non voglio ritrovarmi così, non voglio che sia così con Love.»

 

Feels like your life is over.

 

James, sorpreso così come Nikki e Coby, si passò una mano tra i capelli bagnati non per affrontare la conversazione a viso scoperto, ma per cercare di organizzare le idee e capire che cosa doveva dire.

«Io ho pensato che tutto il resto che avrei fatto da quel momento in avanti, ogni partita di golf, ogni canzone che avrei scritto, ogni coccola a Rocco... senza di lei non avrebbe avuto un senso. Avrebbe suonato come se la mia vita fosse finita. E se andrà male, lei sarà comunque una parte importante della mia vita, sarà un grande amore, insomma.»

Nikki stava per dire qualcosa del tipo ‘Per forza, state per avere un bambino’, ma fu interrotto da DJ che spiegò:

«Bah, da un lato ti ammiro. Non ho paura di amare per sempre, ma è quello che sono che mi impedisce di farlo. Sono un sex symbol, non posso legarmi.»

Tutti i presenti eccetto Ashba scoppiarono a ridere-

 

You got your hell together.

You know it could be worse.

[...]

You say it’s all a crisis,

You say it’s all a blur.

There comes a time you gotta... face it, face it!

 

«Il punto è che…» riprese DJ «questa storia sta andando avanti da troppo tempo, e io oramai ci sto sotto peggio di come sarebbe se mi avesse investito un tir. Da un lato non riesco a smettere, ma dall’altro vorrei che la smettessimo di farci tutto questo male a vicenda. Ma forse è solo un momento così, un momento di smarrimento. Magari mi sto facendo delle paranoie per nulla, magari non è neanche così importante che io mi arrovelli il cervello per lei.»

Fu Nikki a rispondere, visto che James e Coby erano ancora intenti a sbellicarsi dalle risate.

«È nel momento esatto in cui ti rendi conto che ti stai arrovellando il cervello per lei che sapere se è importante, giusto, sbagliato o checchessia diventa irrilevante. Perché ti sei appena accorto che il cervello si sta arrovellando e lo sai che vuol dire? Che non si è presa solo il cuore, ma anche la testa... e arriverà il momento in cui dovrai farci i conti.»

 

Hey, hey!

Hell is what you... make, make!

Rise against your... faith, faith!

Nothing’s gonna keep me down

Even if it’s killing you...

because you know it’s true.

 

James si riprese e diede la sua risposta:

«Sai cosa penso, DJ? Che tu ti stia creando il tuo inferno da solo. Se io sono diverso da te, dal punto di vista per così dire, professionale, guarda Nikki. Non ha paura di gettarsi in una storia d’amore e lui è anche più vecchio di te, dovrebbe avere paura di sbagliare, di perdere altro tempo inutilmente. Se davvero pensi quello che mi hai detto, che è quello che sei che ti impedisce di amare per sempre... il destino te lo sei scritto da solo, sei un chitarrista affermato perché tu hai voluto esserlo, ma chieditelo, DJ. In ogni assolo che fai, sei davvero solo? O il tuo cuore vola a qualcuno? Ribellati al tuo destino, tira fuori le palle e ama per sempre. Perché la semplice idea di saperla con altri ti ucciderà, dammi retta, ti porterà alla pazzia. E lo sai che è vero, è impossibile che non ti sia mai successo prima.»

Coby fece partire un applauso, quasi commosso. DJ ci pensò su per qualche istante, poi andò avanti con il suo ragionamento:

«Senti, ma ammettiamo pure per ipotesi che io la ami. Come faccio a scoprirmi senza rischiare? Lei potrebbe stare con me solo per la fama, beh e naturalmente per il sesso. E che sesso...» il chitarrista perse improvvisamente tutta la sua serietà e la sua mente ritornò a quel periodo di serenità in cui la figa rappresentava la sua maggior preoccupazione.

Coby sentì che era arrivato per lui il momento di porre fine a quella conversazione troppo seria per loro quattro e concluse:

«Se non glielo dirai, non starete mai insieme. Tu la vedrai con altri e saprai che poteva essere il grande amore della tua vita. Poi lei troverà qualcun altro, si innamorerà, tu la guarderai andar via. E ti dispiacerà. Ti farà male

 

Keep your secrets in the shadows,

And you’ll be sorry.

 

 

 

- You’ll find us now and we’ll be wasted. WASTED.

 

Eccoci qui, magari potremo aggiornare più spesso ora che Havoc è in vacanza :)

Se ci è incerto il destino della coppia Danielle x Nikki in questa fan fiction vogliamo comunque rassicurarvi che gli altri capitoli sono già stati tutti scritti e che quelli continueremo a postare.

Ancora un ringraziamento a tutti coloro che ci seguono/commentano e vivissime congratulazioni a DJ Ashba per l’annuncio del suo fidanzamento ufficiale LOL

 

Havoc&Snafu.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 40
*** Over Hollywood vampires ditching their luck. Baby, lock your door! Yeah we've seen this before... ***


40

Over Hollywood vampires ditching their luck.

Baby, lock your door!

Yeah we've seen this before... “

 

Sixx:A.M.- ‘Sure feels right.’

 

 

Finalmente era il gran giorno: il giorno di Halloween, ovvero il giorno in cui Love e DJ sarebbero usciti per la prima volta allo scoperto con tanto di paparazzi pronti a fotografarli insieme. Non esisteva data più perfetta. Tutto questo, però, rendeva molto nervosa la ragazza che non aveva ancora deciso che scarpe mettere: voleva sfoggiare quelle con il tacco 15, peccato che l'ultima volta era caduta per terra fermando praticamente il traffico di tutta Los Angeles e non voleva di certo fare una gaffe del genere un’altra volta, soprattutto davanti a tutti.

Le ragazze avevano deciso di andare a prepararsi a casa di Danielle dato che aveva tutte la attrezzature di cui avevano bisogno, Love aveva portato i vestiti confezionati appositamente per il grande evento e Anita... era già tanto che fosse lì, sorretta dal suo portentoso ginocchio, meglio accontentarsi.

«Ragazze non vedo l’ora che finisca!» confessò Love alle amiche.

«Suvvia, non essere nervosa, andrà tutto bene!» la consolò Danielle.

«Parli bene tu! Stanotte non ho chiuso occhio... Non guardatemi male, il perché non è dei più romantici! Ero agitata e stentavo ad addormentarmi, quando ce l'ho fatta mi sono dovuta alzare per correre in bagno!» disse la bionda tutto d’un fiato.

«Che visione idilliaca, ti ringrazio molto!» commentò Anita, che già di suo soffriva di nausee continue, ci mancavano solo le delucidazione di Love.

«Spero tu abbia preso qualcosa!» disse Danielle.

«Certo! Però per sicurezza non ho mangiato nulla da stamani!»

Il silenzio piombò nella stanza, Anita e Danielle speravano che Love non le deliziasse con altri racconti dell'orrore (anche se era Halloween) così per sicurezza la mora chiese:

«Che scarpe hai deciso porterai alla fine?»

«Forse mi metterò il tacco 10...» disse la bionda, mentre coccolava Brandi.

«Tanto stavolta ti starò il più lontano possibile, non preoccuparti per me!» rispose la rossa, alle prese con la tinta che l’avrebbe fatta diventare la perfetta Mortisia.

«Ho paura di cadere!» confessò la più piccola.

«Conoscendo poi il tuo cavaliere, non mancherà di farlo notare se dovesse succedere...» disse Danielle.

«E magari farai un faceplant ahahahah! Amo i faceplant!»

«Anita, non sei di aiuto!» protesto Love.

«Scusa... è stato più forte di me!» borbottò tra le risate.

 

Poco dopo casa di Dan era diventata una gabbia di matti. James aveva raggiunto le ragazze a casa con un paio di baffetti alla Gomez che si era fatto crescere in quei giorni, poi era arrivato di DJ, che aveva subito dato di matto dopo aver visto Love vestita in modo sexy, e infine Nikki, che era arrivato da ultimo sapendo che non sarebbe stato piacevole essere lì tutti insieme.

«Hai trovato il parrucchino per farti sembrare pelato?» domandò Love ad Ashba, mentre Dan chiedeva a Nikki:

«Hai preso l’auto a noleggio?»

«Tutte queste domande, basta. Datemi i vestiti che vado a cambiarmi!» si lamentò Sixx, prendendo possesso della camera da letto. Quando uscì, con i pantaloncini corti e la maglietta a righe, capì che avrebbe fatto meglio a rimanere chiuso dentro. Fermo dalla posizione in cui era vide prima Anita china sul lavandino a novanta gradi che si sciacquava i capelli, poi Love travestita da una specie di infermierina sexy che legava i capelli di Dan in due treccine perfettamente simmetriche e, soprattutto, James e DJ che facevano la lotta per mettere in testa al chitarrista la calottina pelata.

«Come sto?» domandò, con una punta di terrore.

Il silenzio scese nel salotto, fino a che Ashba non commentò:

«Ti si vedono le vene varicose...»

Iniziò una rissa, durante la quale le due ragazze ne approfittarono per dissociarsi e andare a vestirsi e truccarsi in camera.

«Hai un’assicurazione sulla casa, vero?»

 

I sei arrivarono (inspiegabilmente a destinazione) stipati in quattro nei sedili posteriori. Anita aveva lasciato che Nikki sedesse davanti insieme a James, che naturalmente al volante aveva pensato bene di scattare qualche foto, ma ci erano voluti dodici minuti (all’orologio di Ashba) per riuscire a farla alzare e poi uscire. DJ, in mezzo a tre donne, si era goduto alla grande il viaggio sul sedile posteriore, anzi, aveva anche voluto delle foto.

Quando arrivarono, subito si inserirono nel marasma della festa.

«DJ credevo ti saresti travestito da protagonista di un film horror giapponese!» disse ridendo un uomo, passando vicino al chitarrista e alla sua accompagnatrice «Comunque bel travestimento!» urlò allontanandosi.

«Modestie a parte! Chi è quello?» chiese Love.

«Uno dei capi...» rispose il chitarrista.

Inutile dire che dove c’era James Michael, invece, c’era anche Jacoby Shaddix ma stavolta era con tutta la famiglia.

«Che quadretto simpatico, la famiglia Addams! Come vi è venuto in mente?» chiese Shaddix ridendo.

«È una lunga storia!» rispose James.

«Talmente lunga che nel frattempo sono diventato pelato...» borbottò DJ.

«Anita, il tuo travestimento è davvero una meraviglia, il tuo abito è splendido!» commentò Kelly, la moglie di Jacoby.

«Davvero?! Grazie, l’ha fatto Love su misura per me... anche se credo che mi ingrassi un pochino...»

La conversazione fu inghiottita dal silenzio. Fu James a tentare di risollevare la situazione.  Per loro la serata fu costellata dalle stesse domande da parte di tutti quelli che incontravano: di quanti mesi, maschio o femmina, già deciso il nome etc etc...

Seguì il momento delle foto, poi misteriosamente Love e DJ sparirono. Poco dopo li trovarono su una sdraio che si stavano sbaciucchiando di conseguenza si poteva dedurre che la festa procedeva bene ed effettivamente era così: musica a palla, tanto alcool e soprattutto tante camere libere per la coppia più focosa del solito.

«Sarà che hanno bevuto...» sospirò Danielle rassegnata.

«Sarà che sono Love e DJ...» disse Anita. Probabilmente quella era la risposta più azzeccata.

Si scatenarono, più o meno tutti, nei balli più sfrenati e dopo qualche oretta Love andò a sdraiarsi sul divano vicino Anita e Danielle che si erano accomodate già da un po’ di tempo.

«Mi gira la testa...» disse una Love leggermente ubriaca accasciandosi con la testa sulle gambe di Danielle.

«Sì, eh? Non l’avrei mi detto» disse la mora mentre sorseggiava la sua bibita.

«Ragazze avete visto DJ?» chiese poi con tono allarmato la bionda.

«Sì, avete ballato insieme fino a due secondi fa... poi è andato a parlare con una ragazza!» le rispose Nikki.

«Quel marpione! Mi siedo un attimo e già mi dimentica!» strillò Love cercando di alzarsi con scarsissimi risultati.

«Ti stava prendendo in giro! Eccolo di ritorno il tuo cavaliere!» disse Anita.

Nikki fece a Dan il segno che stava aspettando, allora i due si allontanarono seguiti da un alone di mistero.

«Ti ho preso qualcosa da bere!» disse il chitarrista porgendo un bicchiere alla ragazza.

«Avevo giusto sete...» borbottò la bionda svuotandolo. «Ora andiamo a ballare sui tavoli?»

«Va bene, noi andiamo a scatenarci un pochino, venite anche voi?» domandò DJ aiutando la bionda ad alzarsi.

«Semmai più tardi!» rispose Anita con fare veramente molto convincente e da lì li osservarono ballare su un tavolino che pareva piuttosto antico.

«Piccola, stai bene?» domandò James alla moglie, dopo essersi guardato intorno.

«Sì, tesoro...»

«Ti dispiace se ti lascio due minuti in compagnia di Mick?» chiese, indicando il chitarrista seduto accanto a lei.

«No, tranquillo, vai pure.»

James allora si allontanò, sperando che Mick non morisse e che sua moglie non decidesse di partorire proprio in quei due istanti in cui li lasciava da soli, e andò a scambiare due parole con il DJ. Poi tornò dalla sua donna e le chiese di ballare: voleva assistere alla scena da un punto strategico. Così salirono in console, dove Love si era messa a ballare dietro il DJ e Ashba coordinava le luci in attesa dell’uscita trionfale di Nikki e Dan. Non appena iniziò l’intro di Kickstart my Heart, James si intromise e fece scivolare il regolatore del volume al massimo e DJ lasciò che il buio avvolgesse la sala dove tutti stavano ballando.

Infine il cantante estrasse il suo Iphone dalla tasca e iniziò a riprendere.

Partì da un inseritissimo DJ Ashba in console che salutava con la sua solita aria da marpione e sorrideva. Il tutto, se consideriamo che era travestito da Fester, risultava particolarmente inquietante. Poi passò ad inquadrare sua moglie e Love che ballavano, la prima sembrava un pallone aerostatico vestito a lutto e la seconda non si curava minimamente (o semplicemente ignorava) quello che stava succedendo e continuava a bere ed agitarsi. Infine si concesse il lusso di immortale la superba entrata in scena di Nikki e Dan con le pompette di sangue finto, che per quasi cinque minuti seminarono il panico (e il sangue, naturalmente) nella sala.

Finita la canzone tutti si complimentarono, il bassista raggiunse gli altri alla console e asserì:

«Andiamo, la festa è finita!»

 

Ritorna all'indice


Capitolo 41
*** You’re everything I’ve been waiting for... for all of these years and a thousand more. ***


41

You’re everything I’ve been waiting for...

for all of these years and a thousand more.

 

Sixx:A.M.- ‘Live forever.’

 

Erano le quattro e mezzo del mattino. Ashba si era messo a letto un’ora prima e ancora non riusciva a prendere sonno: continuava a pensare a Love. Si chiedeva se lo stesse dimenticando con qualcun altro anche peggiore di lui, a quell’ora, o se stesse piangendo, ad ogni modo se si stesse rovinando la vita per colpa sua. Se stavano tutti e due in quella situazione di merda era perché avevano lasciato che troppo tempo li separasse, e solo allora lui si era accorto che in tutto quel tempo che c’era stato tra loro due, lui non aveva fatto altro che aspettare lei. La domanda che ora si poneva era se anche lei avesse solo aspettato lui.

‘Se proprio devo fare le cose di merda, voglio farle di merda per bene.’ pensò.

Decise che il modo migliore per scoprire ciò che stava succedendo era andare a verificare di persona. Afferrò Munster e Lil’ Creep, che stavano dormendo ai piedi del suo letto, e disse loro:

«Voi avete voglia di fare una bella passeggiata, non è vero mostriciattoli miei?»

I cani mugolarono, ma Ashba li ignorò, deciso a fare luce su quella storia.

 

@@@

 

Quando il campanello suonò erano le cinque. Love sgranò gli occhi terrorizzata, domandandosi se non si fosse semplicemente trattato di un sogno o se qualche perverso fosse andato realmente a suonare alla sua porta a quell’ora del mattino. La risposta a quella domanda arrivò subito: il campanello trillò di nuovo.

La bionda afferrò lo spray insetticida che teneva sul comodino e le forbici che erano sotto il cuscino (era sempre pronta nel caso avesse subito qualche aggressione), indossò la vestaglia (visto che dormiva con solo gli indumenti intimi indosso) e andò a controllare lo spioncino della porta. Quando vide il chitarrista decise che era meglio lasciare le sue armi sul tavolino del corridoio, e andò ad aprire.

«DJ...» lo chiamò e lui sorrise. Love indossava una vestaglia lunga fino al ginocchio, di un tessuto lucido dal color rosa intenso. Era spettinata, struccata e scalza, e aveva le unghie pitturate di verde.

«Sei con qualcuno?» domandò l’uomo a bruciapelo, suscitando la rabbia della ragazza.

«Che t’importa?» replicò lei, passandosi con fare assonato una mano di fronte al viso «Sono le cinque del mattino, che ci fai qui?»

«Beh, dovevano fare pipì così li ho accompagnati a fare una passeggiata...» Ashba aveva già preparato la scusa. Love lanciò un’occhiata alle bestiole accoccolate sui piedi del suo padrone: stavano evidentemente morendo di sonno. La bionda lo guardò un po’ perplessa e rispose:

«E non potevano farla nella lettiera?»

Il chitarrista non si lasciò prendere dal panico e improvvisò:
«Sono allergici alla lettiera... » preoccupato all’idea che la ragazza potesse ricordarsi che la lettiera in casa sua c’era eccome, si affrettò a dire «beh, non mi fai entrare? Altrimenti si fredda il caffè...»

Sollevò la mano destra, che stringeva un sacchettino.

Ci fu un momento di panico durante il quale Munster entrò in casa, fiutò Sissi e iniziò ad abbaiare con fare furibondo, svegliando probabilmente tutto il condominio. Quando Ashba riuscì ad avere di nuovo la situazione sotto controllo era ormai troppo tardi. Stremato (?), si sedette al tavolo di cucina e si mise a fare colazione con quello che aveva comprato per strada.

«Che hai fatto di bello ieri sera?» chiese alla bionda, che era andata a portare la gabbia di Sissi nella stanza di Giulietta.

«Come mai tutte queste domande, DJ? Mi stai facendo preoccupare...» rispose, entrando in cucina e avventandosi sul caffè, di cui aveva decisamente bisogno, vista la sveglia fuori programma.

«No, ti sto facendo seguire. Da un investigatore privato.» ironizzò lui.

«Allora saprai benissimo dove ero ieri sera e con chi...» borbottò lei, maliziosa, sedendosi in collo a lui e mettendo il bella mostra le gambe nude che uscivano snelle dalla vestaglia.

Il ragazzo percepì distintamente il calore che si spostava verso il basso ventre, pompato a tutta velocità dal cuore. Avrebbe volentieri ceduto ancora all’irrazionalità, ma quella volta era deciso ad andare fino in fondo... alla faccenda, naturalmente.

«Posso farti una domanda stramba?»

«Da quando ti conosco non ti ho ancora visto fare una cosa sensata, quindi non credo che mi sconvolgerò...» ridacchiò lei, soffiando il vapore caldo del caffè nel suo orecchio.

«Io ti piaccio?»

Love si allontanò e lo guardò storto.

«Perdonami se dubito della tua lucidità, ma ti presenti a casa mia alle cinque del mattino dicendo che il tuo cane è allergico alla lettiera, poi ti metti a fare colazione nella mia cucina e mi chiedi se mi piaci. Ti sei fatto?»

«Non hai risposto a nessuna delle mie domande.»

«Io ti piaccio, DJ?»

Il chitarrista piegò la testa per vederla meglio.

«Certo che mi piaci! Mi piaci molto!»

«E allora perché mi chiedi se mi piaci? È ovvio che mi piaci. Perché dovrei frequentare una persona che non mi piace? Perché non dovresti piacermi?»

«Magari perché non ti ho dato tutto quello che vorresti...»

La bionda si alzò per andare a prendere i tovaglioli e rise, appoggiandosi sul pacco di Ashba. Poi gli fece l’occhiolino e domandò:

«C’è qualcosa che ancora non mi hai dato?»

La situazione del chitarrista stava peggiorando a vista d’occhio, e scoprì che tutto quel sesso non era stato una buona idea. Non era in grado di resistere.

«Amore?»

Love si voltò verso di lui e rimase a fissarlo sbigottita con i tovaglioli in mano. Si appoggiò al mobile della cucina.

DJ la guardò con aria seria, nettamente in contrasto con quello che stava succedendo nei suoi boxer e disse:

«Voglio dire, se c’è qualcosa in più che vuoi da me, devi esigerla. Pretendila.»

«Non ti seguo. Stai dicendo che dovrei costringerti ad amarmi?» chiese perplessa la bionda. «Mi sembra una cosa piuttosto difficile... come del resto tu non puoi costringermi ad amare te. Forse semplicemente abbiamo altri gusti, no? Magari non siamo fatti per stare insieme in quel senso...» mentì, cercando di rimanere quanto più fredda possibile. «Voglio dire. Se qualcosa fosse scattato, l’avresti notato, no? Avresti pur dovuto sentirlo.»

«Perché? Tu l’hai sentito?» domandò impertinente il chitarrista.

«Forse semplicemente tu non riesci a vedere quel tipo di bellezza in me, che io vedo in te.» confessò lei, abbassando lo sguardo.

«Ognuno ha una parte bella: qualcuno sceglie di vederla dall’esterno, altri scelgono di vedere la bellezza dall’interno. Secondo me ognuno si innamora di qualcosa che probabilmente solo lui riesce a vedere nell’altro, qualcosa che va al di fuori delle caratteristiche fisiche o mentali, qualcosa che probabilmente non ci è neanche dato di essere capaci di poter spiegare a parole. Io sono innamorato di questo, in te

 

Ritorna all'indice


Capitolo 42
*** Save yourself from all the Lies of the Beautiful People! ***


42

Save yourself from all the Lies of the Beautiful People! “


Sixx:A.M.- ‘Lies of the Beautiful People.’



Anche quel giorno, ormai era diventata un’abitudine, a casa Michael venne indetta una riunione per comunicare ufficialmente quali sarebbero stati i ruoli dei ragazzi durante il rinnovo della promessa di matrimonio di James e Anita. Dovevano iniziare a pianificare tutto da subito, altrimenti dopo il parto sarebbe stato un problema.

«Bene, ragazzi, io sono lo sposo, e fin qui non c’è dubbio» esordì James.

«Ma davvero?! Credevo si dovessero sposare DJ e Love!» rispose Nikki.

«Siamo sul simpatico...» borbottò Love.

«E io sono la sposa!» disse la rossa.

«Posso fare il damigello?» chiese Jacoby che ovviamente si era autoinvitato alla riunione. Per chi si stesse domandando come avesse saputo della riunione, beh, non lo sapeva. Semplicemente si era piazzato a casa Michael come al solito. «E il testimone? E quello che porta le fedi? E posso celebrare anche la cerimonia?»

«Altro?» chiese Danielle scocciata.

«Beh, veramente stavo pensando che le damigelle sarebbero state Dan e Love...» rispose la rossa scambiando uno sguardo d’intesa con le amiche. «Sono sicura che la mia biondona preferita realizzerà degli abiti fenomenali. Compreso il mio!»

«Che bello Dan ma ci pensi?!» strillò Love dall’emozione abbracciando prima Anita, poi la mora.

«E io cosa faccio?» chiese Jacoby, tristissimo.

«Vorrei che tu mi facessi da testimone...» disse James.

«Ma certo!!» rispose euforico l’amico «C’è altro che posso fare?» chiese speranzoso.

«Poi vedremo...» rispose Anita prima che James potesse cedere alle sue richieste trovandogli altro da fare.

«I testimoni d’onore saranno Rocco e Flash...» proseguì James.

«Nikki tu sarai l’autista del golf cart!» disse Anita.

Che ruolo di merda, guidare un golf cart del cazzo con la sposa e il padre’ pensò Nikki.

«È un grande onore per me portare la sposa! Sarà un’esercitazione per quando succederà ai miei figli!» rispose Nikki orgoglioso.

«Bene» disse James «Allora siamo tutti sistemati!»

«No, veramente... io?» chiese DJ.

«Te è meglio se non fai nulla anche perché gira e rigira fai sempre casino...» rispose prontamente Danielle.

«Ah.» disse il chitarrista mortificato. Persino Shaddix aveva un ruolo, importante tra l’altro, e lui niente.

«Però sei invitato, eh!» disse James per consolarlo.

«Ok, grazie!» rispose lui, cercando di non mostrare quando in realtà fosse triste. Era stato invitato ad una riunione per un matrimonio in cui tutti i suoi amici avevano qualcosa da fare, e lui no.

I ragazzi rimasero a cena a casa di James e anche in quel caso tutti avevano una mansione: Jacoby era in cucina con James e stavano insegnando a Nikki a fare la caprese, sotto la vigile sorveglianza di Anita, che non voleva mangiare pomodori lavati con lo sputo di Shaddix.

«Potresti anche dare una mano!» strillò una Love isterica a DJ. La ragazza stava attraversando il corridoio invaso da ostacoli e pericoli per portare sette piatti in tavola e Danielle la seguiva con un vassoio di bicchieri.

«No, altrimenti faccio danno!» borbottò il chitarrista, accendendosi una sigaretta e uscendo a fumare.

«Forse è meglio se gli vai a dire due parole...» disse James a sua moglie, dopo aver assistito alla conversazione.

«Sì, ora glielo dico. Ma stai attento che il tuo amico lama non sputi sui miei pomodori o nostra figlia nascerà orfana di padre.»

DJ era seduto sulle scalette esterne e stava fumando una sigaretta in santa pace, quando la rossa lo raggiunse. Con un certo sforzo si sedette al suo fianco.

«Te lo ricordi come ci siamo conosciuti?» domandò a bruciapelo.

Il moro, che di solito vantava una nobile carnagione cadaverica, avvampò. Non era capace di gestire i sentimenti, solo i corpi.

«Anita, io... stai per risposarti! E poi... Love. Io non...»

«Ma te sei proprio bacato dentro eh. Volevo dire che se non fosse stato per te che spintonavi James ogni due secondi, io e James saremo a compiangerci da qualche parte di Los Angeles con i nostri gatti, lui mentre guarda il golf in TV e io con un ginocchio rotto. L’altra sera ne parlavamo e così ho pensato di chiedere a te di farmi da testimone, visto che non ho fratelli e che non potevo scegliere una delle mie amiche per correttezza nei confronti dell’altra.»

«Davvero?! Ma scusa, non avevi detto che non posso fare nulla altrimenti faccio danno?» chiese DJ confuso ma allo stesso tempo felice.

«Sì, anche questo è vero... ma ti stavamo prendendo in giro! Ci eravamo messi tutti d’accordo! Credi davvero che Nikki sia entusiasta di guidare il golf cart?»

«Oh bene! Allora sì!» disse DJ. Avrebbe voluto abbracciare la rossa, ma qualcosa nella decenza civile impedì ad entrambi di superare quello scoglio, così l’uomo si limitò a darle una pacca sulla spalla.

«Però ci sarebbe una piccola clausola nel contratto...» disse Anita.

«Quale?» chiese DJ.

«Dovrai metterti gli zatteroni del video di Accidents can happen!» disse lei sorridente.

«Mmm... ok, ma perché?»

«Perché sei troppo tamarro con gli zatteroni! E poi sarai il mio testimone, cavolo! Non voglio essere più alta di te...»

«No problem!» concluse DJ.

I due allora rientrarono e si unirono agli altri che li stavano aspettando per cenare.

«Certo Dan, che affronto... Anita ha chiesto a DJ di farle da testimone e a noi no!» disse Love.

«Effettivamente...» rispose la mora.

«E come facevo, chi avrei scelto!» disse la rossa alzando le mani al cielo.

«Tutte e due no?!» rispose Love « Jacoby e George erano i testimoni di James, Nikki la damigella e DJ ti avrebbe accompagnata con la sua macchina super tamarra!»

«Il damigello lo farai te!» sbottò Nikki.

«Infatti...» rispose Danielle per tranquillizzarlo.

«Comunque...» proseguì la bionda « DJ dovrai farti la ricostruzione delle unghie...»

«Perché?» chiese il chitarrista.

«Perché sono orrende non puoi andare ad un matrimonio con quelle unghie!» rispose Love sconvolta. «Soprattutto se sei il testimone!»

«Mica sono marce!»

«Queste visioni idilliache mi stanno eccitando ragazzi... vi confesso che potrei finire il mio pasto nudo!» disse Jacoby sbottonandosi la camicia. La gettò sulla tavola e la fece finire immancabilmente nel piatto di Nikki. A Love si illuminarono gli occhi, mentre Danielle se li tappò, nascondendosi dietro il bassista. Anita strillò:

«Mi ci manca! Rivestiti immediatamente stiamo mangiando!»

«Non fare la schizzinosa, non puoi giudicare finché non vedi con i tuoi occhi!» disse il cantante sbottonandosi anche i pantaloni.

«Jacoby non mi pare il caso!» urlò allarmato James, coprendo gli occhi di sua moglie.

«Se vuole morire lascialo fare!» disse Nikki scrocchiando le dita.

«Ma ti pare sono un uomo sposato e un padre di famiglia, io. Volevo solo movimentare la serata!» cercò di giustificarsi riabbottonando i pantaloni e recuperando la camicia unta.

«No ma tu continua pure!» strillò Love per fomentarlo, dimenticandosi che l’ultima volta che aveva cercato di movimentare la serata, questa era finita nel sangue... in tutti i sensi.




Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1223930