Il
volo della civetta bianca
Scusate
il ritardo spero di farmi perdonare con l’insolita
lunghezza del capitolo. :P
A
Ilaria...
Capitolo
5
I
segreti di Daria
Gli
occhi spalancati, i denti che tremavano, il suo corpo
rigido come il marmo. Rachele non ci credeva... non voleva
crederci.
All’improvviso guardò il ragazzo dritto negli
occhi. Li aveva già visti quei
bellissimi occhi verdi. Lui era quello che era scappato dalla panchina
appena
l’aveva vista.
<<
Tu la conoscevi. Tu conoscevi Daria Dominici >>
esclamò Rachele con un tono accusatorio, mentre
indietreggiava a piccoli passi
da Alessandro.
<<
Si la conoscevo >> disse lui neutro.
<<
Come facevi a conoscerla? >>
<<
Ci siamo conosciuti per caso qualche mese fa. >>
Gli
occhi di lui stavano diventando più rossi ogni secondo
che passava.
<<
Perché stai piangendo? >> chiese Rachele con
un tono più dolce.
<<
Perché lei era tutta la mia vita. >>
<<
Che cosa? >> gridò Rachele spalancando gli
occhi per l’ennesima volta.
Il
ragazzo si girò a guardare la finestra e Rachel e si
avvicinò ancora di più a lui.
<<
Come facevi a conoscere Daria? >> gridò
ancora più forte Rachele.
<<
Calmati... ora ti spiego >>
Alessandro
cercava in tutti i modi di riunire i ricordi..
in modo che potesse spiegare al meglio quello che teoricamente fu solo
un
semplice incontro, ma che in pratica fu il momento in cui
cambiò non solo la
sua vita ma anche quella di Daria.
Il
mercoledì tutte le classi della scuola escono regolarmente
alle 12: 15,
quel girono però Alessandro doveva fare un corso
d’informatica e sarebbe uscito
qualche ora più tardi. Finito il corso la professa andava
sempre fuori al
balcone della scuola per fumare una sigaretta, Alessandro non fumava,
ma usciva
comunque insieme alla prof. Per prendere un po’
d’aria prima che lo venissero a
prendere i suoi genitori. All’improvviso gli
sembrò di sentire un singhiozzo,
guardò giù dal balcone e vide una ragazza sopra
una bicicletta gialla, che si
dirigeva probabilmente al cortile della scuola.
In
alcuni momenti ci sono cose che per qualche inspiegabile ragione siamo
destinati a fare.
Alessandro,
quel giorno, ebbe uno di quei momenti.
Si
allontanò dalla professoressa e senza pensare nemmeno una
volta scese
le scale per andare nel cortile. Non la conosceva nemmeno quella
ragazza, ma
una parte di lui sapeva che doveva essere lì in quel preciso
istante, e fu
proprio quella parte di lui a spingerlo da lei. Però non
arrivò al cortile,
perché incontro la ragazza alle scale del terzo piano.
Il
fatto è che la ragazza era in piedi sopra la ringhiera.
Stava tentando di suicidarsi.
Il
cuore di Alessandro perse un battito appena la vide.
<<
Non lo fare >> disse lui con un coraggio che non sapeva
di
avere.
La
ragazza girò un po’ la testa e poi
tornò a guardare il vuoto davanti a
sé.
<<
Voglio farlo >> disse lei.
Alessandro
le si avvicinò ancora di qualche passo. << Dai
non fare
sciocchezze. Perché mai dovresti farlo? >>
<<
Ho le mie ragioni >> disse lei mettendo le mani nella
tasca, da cui estrasse un foglio di carta << Eccone
una! >> urlò .
Alessandro
la prese e ne lesse il contenuto.
<<
E’ una lettera di rifiuto da parte della scuola Holden
>>
spiegò quella singhiozzando. << E’
una scuola dove ti insegnano a
scrivere... >> continuò asciugandosi le
lacrime.
<<
Puoi sempre scegliere un’altra università
>>
<<
Non devo andare all’università! >>
gridò girandosi <<
C’è un corso per ragazzi dai 14 ai 17 anni
>> continuò con più calma .
<< E non mi hanno accetta... >>
Alessandro
la guardò allibito.<< E vuoi ucciderti per una
stronzata
del genere? Ci sono tantissimi corsi di scrittura creativa in Italia!
>>
disse lui mettendosi
vicino alla
ringhiera.
L
a ragazza lo guardò per un secondo, e lui fece lo stesso.
Ci
volle così poco per farli innamorare.
Gli
occhi di quella ragazza erano di un castano dorato decisamente
bellissimo nonostante le lacrime, e appena incontrarono gli occhi di
Alessandro
i loro cuori si sciolsero. Lui fece molta fatica a trattenere un
sorriso di fronte
a quei bellissimi occhi. Per
un attimo
entrambi si dimenticarono quello che stavano facendo.
Purtroppo
quell’attimo durò poco.
La
ragazza ricominciò a piangere guardando di nuovo il vuoto.
<<
Non è solo questo... >>
<<
Cos’è allora? >>
<<
I miei genitori non mi ritengono normale! Il mio fidanzato non mi
ama... e non mi ha mai amato secondo me... ho appena preso un brutto
voto in
latino che non riuscirò mai a recuperare, e poi... la mia
migliore amica, anzi
l’unica mia amica, non mi conosce... potrei essere morta e
lei non se ne
accorgerebbe neppure! >> La ragazza affondò il
viso nelle maniche della
felpa grigia che portava addosso.
<<
Sarò io il tuo migliore amico! >> le
gridò Alessandro senza
pensarci una volta.
Lei tolse le mani dalla faccia
e si
girò guardandolo stranita .<< Cosa?
>>
<<
Sarò il tuo migliore amico... il tuo fidanzato... tuo
padre... te
lo prometto! >> Alessandro le porse una mano sperando con
tutto se stesso
che lei l’avrebbe presa.
Questa
lanciò un singhiozzo e poi allungò la mano
esitando. << Me lo
prometti? >> chiese lei guardandolo di nuovo negli occhi.
<<
Sì. Te lo prometto >>
Alessandro
le strinse la mano sorridendo e poi la prese in braccio come
una principessa. Si guardarono negli occhi per un attimo e Daria gli
buttò le
braccia al collo,stingendolo in un dolce abbraccio. Singhiozzava ancora
e
Alessandro le diede istintivamente un bacio sulla guancia per calmarla.
<<
Smettila di piangere >>disse con un leggero sorriso sulle
labbra << Sei salva adesso. E’ tutto apposto
>>
Daria
annuì << Ora puoi anche lasciarmi scendere
>>.
<<
Oh. Sì... scusa >>esclamò lui con
molto imbarazzo.
<<
Ehm... grazie Alessandro >>disse Daria con un filo di voce
<<
Alex. Gli amici mi chiamano Alex >>
<<
Ah. Okay. Grazie Alex >> sussurrò Daria mentre
si
avvicinava alla sua bicicletta.
<<
Aspetta ti accompagno >>
<<
No...non ti preoccupare. Ho la bicicletta >> Daria
indicò
la bici gialla lasciata a terra.
<<
Ti accompagno lo stesso. Ci sono
molte macchine che corrono a quest’ora.
Non vorrei rischiare che cadessi nella tentazione >>
disse Alex facendola
ridere.
<<
Okay, fai come vuoi. Ma la bici la porti tu. >>
***
<<
Quindi la mia migliore amica stava cercando di
suicidarsi >>
<<
Esatto >>
<<
E tu l’hai salvata in tempo >>
<<
Esatto >>
<<
E poi vi siete innamorati? >>
<<
Bhe... sì >> rispose Alessandro a Rachele.
<<
M-ma tu lo sapevi che era fidanzata >> disse
Rachele guardandolo stranita. Non stava capendo proprio niente di tutta
quella
situazione.
<<
Loro due non si amavano più >> Alex disse
parole con una naturalezza che fece innervosire Rachele.
<<
E allora perché Daria non lo lasciava? >>
<<
Perché non poteva >> Alex alzò gli
occhi al
cielo << Massimo stava attraversando un brutto periodo a
scuola e Daria
non voleva stressarlo ulteriormente. Sai com’era
fatta>> fece una pausa
per cacciare indietro le lacrime <>
<<
...ferire nessuno >> completò Rachele
<<
Già >>
Passarono
due minuti avvolti in un silenzio triste e
imbarazzante,ma poi Rachele non ce la fece più e
iniziò a piangere.
<<
La mia migliore amica aveva tentato di...
suicidarsi. A-aveva un amante! E io non ne sapevo niente!
>>
<<
Shh... calmati. Ho una cosa per te >> disse
Alex avvicinandosi al suo zaino.
<<
Che cosa? >>
<<
I-il diario di-di Daria >>disse balbettando
mentre le porgeva un enorme diario con la copertina marrone chiaro.
Sembrava
proprio uno di quei vecchi taccuini che si usavano molto tempo fa per
le proprie
memorie.
<<
Daria lo aggiornava ogni giorno. Ma può esserti
d’aiuto >>
<<
Come mai lo avevi tu? >>
<<
Daria lo nascondeva sempre dietro quella finestra >>
Alex la indicò.
Così
a Rachele venne in mente la civetta.
<<
Aspetta un attimo...poi perché la civetta si
chiama Daria? >>
Alessandro
si lasciò scappare un sorriso
<<
Bhe quella è un’altra storia >>
***
Il
giorno dopo al suo tentato suicidio Daria si presentò a
casa di Alex. Alla porta aprì un signore dal viso
appuntito,gli occhi di un
verde brillante e le orecchie un po’ a sventola; indossava
dei semplici jeans
con i mocassini in tinta con la camicia viola chiaro.
<<
Ehm...salve sono un’amica di Alessandro. E’ in
casa? >> chiese Daria con un sorriso raggiante
Il
signore la guardò un po’ stupito. Evidentemente
credeva
che fosse tutto uno scherzo << S-sì. Adesso te
lo chiamo. Vuoi entrare? >>
chiese
Daria
ci pensò un attimo e realizzò che sarebbe stato
davvero scortese rifiutare << Mmm...sì grazie
>>
L’uomo
la scortò alle scale principali della casa.
<<
Ale! Vieni subito c’è una visita per te!
>>
gridò lui,poi si girò verso Daria
<< Comunque piacere io sono suo padre
Aldo >> disse porgendole la mano destra,Daria la strinse
<< Piacere
io sono Daria >>
Alex
scese subito dopo con un’aria mol scocciata, ma si
ricompose appena vide Daria vicino a suo padre.
<<
Daria! Che ci fai qui? >>
La
ragazza l’aveva proprio preso alla sprovvista con quella
visita.
Daria
stava per rispondere, ma Aldo la precedette.
<<
Alex! Ma che modi sono?! >>
<<
Scusa Daria. E che... non me l’aspettavo proprio
che venissi a casa mia. A dire il vero non sapevo neanche che avessi il
mio
indirizzo >>
<<
Mel’ha datola professoressa Melano,quella che
gestisce il corso d’informatica >>
<<
Vabbè io
vi
lascio soli. Per qualsiasi cosa io sono nello studio >>
si intromise
Aldo. Appena se ne andò Alex chiese a Daria per quale motivo
fosse venuta.
<<
Devo parlarti >>
<<
Ah allora vieni
ti accompagno in giardino. Vuoi toglierti la giacca?
>> chiese il
ragazzo indicando la sua giacca di pelle, lei rispose di no e si
avviarono nel
giardino sul retro.
Era
un giardino davvero molto curato con tanti fiori
colorati e un bellissimo cespuglio di rose bianche posizionato proprio
al
centro, ai lati di questo c’erano due sedie a dondolo, Alex
si sedette e Daria
fece lo stesso.
<<
Quando mi hai accompagnato a casa non ci siamo
detti praticamente niente >> cominciò la
ragazza << E mi sembrava
alquanto stupido chiederti questa cosa in quel momento >>
Alex
la guardò fisso negli occhi,leggermente impaurito
dalla “cosa” che lei stava per dire.
<<
Tu non lo dirai ai miei genitori,vero? >>chiese
Daria << O al mio fidanzato?O...ai professori?
>>
Lui
la guardò stupito. << No,non lo
dirò a
nessuno,ma...hai fatto tutta questa strada solo per chiedermi questo?
>>
<<
Bhe sì >> rispose lei con naturalezza.
Lui
incrociò le braccia al petto.
<<
Non ci credo >>
Daria
si morse un labbro e poi continuò << Senti la
situazione è questa: la mia migliore amica non mi sopporta e
in classe poche
persone sanno chi sono e ho un fidanzato che sinceramente odio e non mi
ama... >>si
spostò una ciocca di capelli dal viso << E
inoltre ho appena scoperto di
non saper scrivere... il che è una tragedia dato che
è l’unica cosa che so fare
>> fece una pausa per respirare e poi si corresse
<< Che credevo
di saper fare >>
Alex
si lasciò scappare di nuovo un sorriso anche se in
quel momento non c’era nulla di divertente. E poi
capì.<< Tu sei qui per
chiedermi di mantenere la promessa,quella di diventare il tuo migliore
amico >>
Daria
chiuse gli occhi. << Lo so è squallido
>>
Il
ragazzo mise le mani
avanti. << No,non penso che sia sq...
>> non riuscì a
terminare la frase perché si ritrovò sul braccio
un piccolo voltile.
Era
la civetta. La civetta bianca.
Questa
striò e Daria aprì gli occhi,impauritasi
alzò anche
dalla sedia.
<<
Questa è una vera civetta o sto sognando? >>
Alex
le accarezzò dolcemente un’ ala <<
E’ vera. Ma
se ti fa paura la caccio via >>
La
bocca spalancata di Daria divenne un ampio sorriso.
<< No-no-no. Io adoro i gufi e le civette. Posso
toccarla? >>
Alex
la guardò negli occhi << Certo che puoi
>>
Daria
si sedette e iniziò ad accarezzare la testa del
volatile,poi il ragazzo le prese dolcemente la mano per farle
accarezzare anche
le ali.
<<
Avete gli stessi occhi >> esclamò rompendo
il silenzio che si era creato.
<<
Non è vero >> disse Daria arrossendo un
po’
<<
Guarda:lei ha gli occhi dorati e tu di un castano
dorato molto simile >>
<<
Lei? Non ha un nome questa piccoletta? >>
chiese Daria
<<
Bhe no. So che è una femmina,ma non le ho dato
ancora un nome >>Alex appoggiò la civetta al
bracciolo della sua sedia
<< L’ho trovata con un’ala ferita
qualche settimana fa. L’ho curata e poi
l’ho aiutata a volare di nuovo,ma lei ritorna ancora qualche
volta. Però non
penso di tenerla >>
<<
Perché? >>
<<
Perché stavo pensando di darla a qualche zoo,o
alla nostra scuola per metterla in giardino >>
Daria
fece una smorfia << Quindi vuoi farla mettere
in gabbia? >>
Alex
si grattò la testa << Non è una
buona
idea,giusto? >>
Daria
scosse il capo.
Il
ragazzo immobilizzò la civetta bianca stringendola
dolcemente con due mani e le diede un piccolo bacio sulla
testa.<< Piccola
Daria benvenuta in famiglia! >> esclamò con un
ampio sorriso stampato in
faccia.
<<
Le hai dato veramente il mio nome? >> chiese
Daria ridendo.
<<
Sì. E’ un bellissimo nome,e poi questa piccoletta
mi ricorda te >>Alex liberò la civetta dalla
sua stretta che si posò
sulle gambe di Daria desiderosa di altre coccole.
<<
Dovrei comprarle qualcosa da mangiare. Ti và di
accompagnarmi? >> chiese il riccio
Daria
stava per rispondere,ma lui la interruppe << Oh
no,scusa... è sabato,evidentemente hai degli impegni con il
tuo ragazzo
>>
Daria
si lasciò scappare un sorriso << Non ho nessun
impegno,e tu? Non devi uscire con la tua ragazza? >>
Alex
prese la civetta << Non ho una ragazza >>
Daria
si alzò dalla sedia e si mise le mani sui fianchi
<<
Bene. Allora dove si và? >>
***
Si
era creato un brutto silenzio tra Rachele e Alex appena
lui finì di raccontare la storia. Il silenzio fu rotto dal
rumore della
campanella,che segnava l’inizio dell’intervallo.
Alex
se ne stava andando senza dire una parola,ma Rachele
lo fermò
<<
Ho bisogno riparlarti ancora. Ci possiamo vedere domani
sera? >>
Il
ragazzo annuì
<< Alle sei e mezza vicino alla statua del
parco? >>
<<
Okay >>
Rachele
prese il diario e se ne andò in classe senza pensare
a niente. Quando non capiva qualcosa faceva sempre degli schemi,era una
specie
di rituale che l’aiutava sempre,per questo appena entro in
classe la prima cosa
che fece fu prendere il suo Coolorbook verde. Poi iniziò a
scrivere... e
pensare:
Daria
era fidanzata con Massimo.
Daria
non amava Massimo
Daria
non lasciava Massimo per non ferirlo
Daria
amava Alessandro
Daria
aveva tentato il suicidio
Daria
non era stata ammessa alla scuola di scrittura.
Rachele
rilesse i punti che aveva scritto e fece una smorfia... si rese conto
che
doveva ordinarli
1.
Daria
era fidanzata con Massimo
2.
Daria
non amava Massimo
3.
Daria
non lasciava Massimo per non
ferirlo
6.
Daria
amava Alessandro
5.
Daria
aveva tentato il suicidio
4.
Daria
non era stata ammessa alla scuola
di scrittura
Dopo
aver
messo i numeri sui punti era abbastanza soddisfatta, sentiva di aver
capito la
maggior parte degli avvenimenti,ma le mancava ancora qualcosa...
Allora
mise un
asterisco.
*6.Daria
amava Alessandro
*Chi
è Alessandro?
<<
Che
cosa stai scrivendo? >>chiese un ragazzo apparso
improvvisamente davanti
a lei
<<
Niente
>> rispose Rachele mentre alzava gli occhi.
Era
Massimo
Rachele
inarcò
un sopracciglio << Che ci fai qui? >>
Massimo
mise
le mani in tasca.<< Niente...volevo solo vederti. Ti va
di uscire
stasera? >>
Avete
presente cos’è la coscienza? E’ quella
vocina che ti dice sempre se una cosa è
sbagliata; solo che quella vocina è molto esile e non sempre
riusciamo a sentirla.
Oppure a volte la sentiamo pure,ma la ignoriamo decidendo di sbagliare.
In
quel
momento Rachele sapeva quello che la coscienza le stava dicendo: Rachele,
non
accettare. Tu lo sai che lui non esce mai il sabato
sera,perché mai dovrebbe
invitarti a uscire? Pensi che ti abbia invitato perché sua
madre lo assilla
dicendo che deve uscire un po’? Ti sbagli Rachele. Ti prego
non accettare...
<<
Va
bene >> rispose Rachele.
Aveva
deciso
di sbagliare.
Angolo
della civetta
Dire
che questo capitolo è stato difficile da scrivere
è un eufemismo!! XD
Sul
serio si sono state moltissime cose che hanno ostacolato la
pubblicazione
di questo capitolo,lo so che non vi interessa sapere quali cose,ma io
ve le
dico lo stesso!
1.
La
scoperta di una scrittrice
bravissima su EFP. E’ una scrittrice di fan fiction su
Glee,precisamente sulla
coppia CrissColfer e ha scritto due storie da 30 capitoli
l’una quindi ho letto
prima le due storie e poi dopo ho iniziato a scrivere.( Sinceramente
non so se
scriverò molto dato che deve scrivere il trequel
quest’estate XD)
2.
Il
mese pieno di compiti e
interrogazioni finali. (fortunatamente l’anno si è
concluso senza debiti :D )
3.
Ultimo
ma non meno importante: LA
ROTTURA DELLA MIA TASTIERA! Mi si è rotta la barra
spaziatrice della
tastiera!!!
Ragazzi
buone vacanze anche se vi assicuro che le passerete con me
perché credo
di scrivere molto nei prossimi mesi: non credete a quello che ho detto
prima...
XD.
Fare
una recensione non costa nulla...regalane una ad una povera depressa
squilibrata!
P.S.
Nel prossimo capitolo vi rivelerò come mi è
venuta in mente la
storia...
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