Rouge

di Saramol
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rouge ***
Capitolo 2: *** II Parte ***
Capitolo 3: *** III Parte ***
Capitolo 4: *** IIII Parte ***
Capitolo 5: *** IIIII Parte ***
Capitolo 7: *** VI parte ***
Capitolo 8: *** VII ***



Capitolo 1
*** Rouge ***


 “Zia  voglio sapere chi è stato” …
Queste sono le parole incise su un foglietto gettato, così, a terra e trascinato da quel  vento così insistente,in quel giorno tanto nefasto. Rosalì  sin da piccola ha sempre avuto la passione per la scoperta ed ora piu’ che mai.La giovane Manari discendente da una famiglia di agricoltori ,ha 12 anni quando la sua vita viene stravolta dalla morte della sua seconda madre,questa è Zia Emily. Emily l’ha sempre trattata come una principessa,ogni giorno alla stessa ora  alle 2 p.m  la porta si apriva e Rosalì era lì sullo spigolo delle scale ad attenderla.Ma quel 27 settembre qualcosa accadde.Le lancette dell’orologio scandivano i minuti, le ore che passavano così rapidamente e Lei ancora non c’era. Rosalì si insospettì,sapeva che la zia non aveva mai fatto ritardo era sempre puntuale e così quella bambina dagli occhi nocciola capì che qualcosa era successo. Si precipito’ in cucina e chiese alla madre di chiamare la zia per  sapere il motivo della sua assenza.Il telefono squillava squillava e squillava ma niente,era come parlare con un fantasma che stava cercando di far uscire delle parole da quella bocca inesistente. Così si precipitò per le strade di Bastiglia alla ricerca della sua seconda madre .Camminò per lunghe ore e finalmente giunse a casa di Emily; busso’ ripetutamente per minuti e minuti quando ad un certo punto la porta si aprì e dinanzi si trovò l’ispettore Treck.Rosalì aveva capito,in un modo o nell’altro quello che era accaduto così corse fino a casa,si fiondò  nella sua buia cameretta e iniziò quel lungo e tenero pianto. Erano le 7 p.m quando si sentì squillare quel misterioso telefono ,

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Capitolo 2
*** II Parte ***


dall’altro lato una voce roca accennò “Non chiamate la polizia o i prossimi sarete voi”.La madre Brigitte,in quell’istante crollò a terra.L’ambulanza arrivò dopo 20 minuti Rosalì temeva il peggio, salì quelle ripide scale e si recò in camera dove incomincio’ a pensare chi e perché avrebbe potuto fare un gesto così malvagio.Il sole sorse come ogni mattina e la piccola si svegliò con una lacrima che giageva sul suo viso da bambina,triste per la madre che aveva passato la notte all’ospedale, Rosalì senza nemmeno fare colazione si recò per le strade del quartiere per capire meglio lo strano caso di sua zia Emily. C’era lì proprio di fronte casa Girard un parco dove era solito andare con la donna ,inizio’ a scendere un lacrima sul quel volto forse per la morte della zia forse per un granello di ricordo che le era entrato nell’occhio,il ricordo delle risate che giacevano sui loro volti,la semplicità che emanava ogni suo gesto ed erano proprio quei ricordi che invadevano i pensieri di una fanciulla di 12 anni. Ed è così che i giorni passavano tra i mille ricordi di una terribile sventura capitata così a caso o forse per il destino già prescritto. I minuti,le ore i giorni trascorrevano e Rosalì aveva quell’unico pensiero nella testa,quel pensiero che rendeva i giorni di una ragazzina bui e ad un unica tinta.La madre di Rosalì,Brigitte era ancora ricoverata e il sign. Manari le era sempre stato accanto anche se la donna era ancora avvilita e addolorata.Dopo aver trascorso le ore al parco come ogni giorno,Rosalì ritornò a casa e decise di capire chi avrebbe potuto compiere quel gesto e perchè,però era difficile da comprenderlo perchè la zia non aveva nemici ,allora bisognava pensare ad una persona cara che aveva fatto quel gesto e cio’ rendeva tutto piu’ difficile perchè a questo punto chiunque avrebbe potuto farlo. Emily Girard aveva 46 anni e non amava molto la scuola al punto che all’età di 17 anni lascio’ gli studi e ando’ a lavorare nel negozio di famiglia,una fioreria.Tutti quelli del quartiere l’amavano per la sua semplicità e la sua dolcezza con la quale ti travolgeva e ti rendeva le giornate piu’ belle.Ed è per questo che nessuno poteva essere stato ma qualcuno ci doveva essere.Il giorno seguente Rosalì non si recò al parco come sempre ma si precipitò nella fioreria per chiedere alla gente il loro pensiero su Emily negativo o positivo che sia.Questo,Rosalì sostenne,non servì molto perchè quasi tutti avevano regalato parole dolci per zia Emily,allora la piccola si sedette su una panchina di fronte al negozio ma ancora nulla di strano.All’improvviso un uomo le si avvicinò “Ehy piccola,ma tu non sarai mica la nipote di quella donna ammazzata?”In quel momento Rosalì scappò,dopo un tratto riconobbe la voce roca,era la stessa non si poteva sbagliare

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Capitolo 3
*** III Parte ***


si girò ma alle sue spalle non c’era nessuno,solo una grande foglia che veniva spostata da quel filo di vento.Si avviò in ospedale per sapere notizie della madre e appena la vide,scese una lacrime che le segnava su tutto il suo pallido viso.Subito dopo cena la fanciulla si rinchiuse in camera per fare chiarezza .Oramai erano giorni che Rosalì non usciva con gli amici e se lo faceva era solo per saperne di più.Il telefono squillava poco e quelle volte che squillava non erano buone notizie,una sera a far loro compagnia fu l’ispettore Treck che senza nemmeno entrare per non rendere ancora piu’triste la situazione disse al padre di Rosalì che tra gli indagati c’era anche lui ,poichè tra le voci che raggiravano per il quartiere una di queste arrivò all’ispettore ed era quella della controversia che tra sign.Manari ed Emily c’era stata pochi giorni prima della morte della donna.Rosalì non poteva far finta di nulla voleva riferire tutto di quell’uomo,di quella voce,ma non poteva e in quell’istante il mondo gli crollò addosso,in quel momento pensò al peggio e a quello che poteva succedere al padre.E fu così che il sign.Manari dovette seguire in caserma la squadra di polizia che era appostata sull’uscio del portone.Rosalì si ripeteva e ripeteva di non piangere ma poi pianse molto più del previsto.Quelle lacrime da bambina che giacevano sul suo viso,quelle lacrime che si posavano lì,proprio sul suo volto a causa dei mille pensieri:la morte di Emily,la zia considerata una seconda madre,la paura per la donna che l’aveva messa al mondo ricoverata all’ospedale e i sensi di colpa nei confronti del padre per non aver detto la verità. Rosalì non riuscì piu’ mangiare poichè aveva un vuoto dentro,causato dallo spavento che qualcosa potesse accadere alla famiglia.Oramai casa Manari era come Marte,non c’era piu’ vita era diventata ad un unica tinta,buia e scura.La felicità che travolgeva tutte le famiglie , a casa Manari era come una sconosciuta che bussava alla porta. Era l’alba e Rosalì prese un pezzo di pane e uscì presto da casa,voleva scoprire di piu’ non poteva vedere quel pover uomo del padre avvilito e indignato,trascorse ore di fronte la fioreria per osservare individui che entravano e uscivano,sembravano tutti brava gente quando ad un certo punto…

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Capitolo 4
*** IIII Parte ***


L’uomo,quell’uomo passò in fioreria,uscì e subito salì in una macchina nera,era un auto di grossa cilindrata;Rosalì cercò di stargli dietro con la sua bici,era rischioso anzi pericolosissimo per la sua età.La macchina si fermò,ma come?Sostarono dinanzi all’ospedale,lì dove era ricoverata Brigitte,la piccola in quel momento pensò che sarebbe successo sicuramente qualcosa alla madre,doveva dirigersi nella stanza in cui si trovava ma in quel preciso instante,mentre stava appoggiando delicatamente il suo piccolo piede sui pedali,l’uomo tiro fuori la pistola,la stava puntando ad un medico fuori la clinica.Rosalì stava osservando una situazione che una bambina della sua età mai e poi mai avrebbe dovuto vedere.In quel momento la fanciulla,si fiondò a terra.Ad un tratto in testa gli passò come un rullo di un filmino,tutto quello che stava vivendo,la peggior situazione in cui una bambina si potesse trovare.Fortunatamente una vecchietta del quartiere,Adelaide,vide Rosalì a terra che con due schiaffetti di qua e di là,si svegliò e disse “Mamma,aiuto la mamma”.In quel momento mentre ripeteva queste parole,una tenera lacrima giaceva sul volto della piccola,Adelaide si intenerì e decise di aiutarla .Rosalì tirò un sospiro e si diressero da Brigitte.Chiesero ad un’infermiera e andarono in camera,ma… lei non c’era! Rosalì abbracciò Adelaide e cadde in un tenero pianto,quello di una bambina che vuole un giocattolo,ma era diverso lei non volevo un gioco ma la madre. Uscirono con le lacrime agli occhi,di fronte l’uomo che parlava col medico,Rosalì e Adelaide abbassarono lo sguardo e si incamminarono verso casa;durante il tragitto nessun sospiro,nessuna parola che uscisse dalle loro bocche,ormai quelle non avevano importanza,per Rosalì già la morte della zia l’aveva scossa,ora anche la scomparsa della madre.La piccola non aveva pensieri,credeva che un’altra tragedia era capitata alla sua famiglia,ma non voleva abbattersi doveva trovarla.Mancavano 10 metri alla porta di casa,Rosalì iniziò a correre per precipitarsi in cucina e chiamare il padre che era ancora in caserma,in quel momento la testa di una bambina era invasa dalla paura che qualcosa potesse accadere alla madre invece quando aprì la porta…

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Capitolo 5
*** IIIII Parte ***


Apparve Brigitte,Rosalì non ci credeva,finalmente si fiondò un sorriso sul viso della piccola.”Mamma mamma,mamma” Non finiva più di nominarla,piangeva ma ora quelle lacrime erano di gioia,contentezza.Fece un sospiro di sollievo e l’abbracciò con tutta la sua forza.”Mamma non ti lascerò mai più,staremo sempre vicine,non ci dobbiamo perdere di vista!.Brigitte per un attimo dimenticò Emily,aveva la sua piccola fra le braccia,la sua bambina che era avvilita da tutto quello che stava abbattendo la famiglia Manari.Per essere ancora più felici,deciserò di andare in caserma,il padre aveva trascorso la nottata lì,loro si sentivano in colpa per non aver riferito la “famosa” telefonata.L’uomo era stato chiaro,ma allora cosa ci faceva in ospedale?Giunti dall’ispettore,il sign.Manari era lì con il suo avvocato che discutevano di quel banale scontro con Emily. Tanto non avevano prove,quindi il padre di Rosalì potè ritornare a casa,finalmente la famiglia era a completo,e poterono tornare tutti insieme.Intanto l’uomo dalla voce roca era lì ,fuori alla caserma,in quella grossa auto non credeva ai suoi occhi,i Manari avevano avuto il coraggio di dire tutto,ma si sbagliava.Nel frattempo Rosalì e i genitori erano giunti a casa,cenarono insieme e ciò non succedeva da tanto,finalmente avevano trovato l’armonia che da un bel po’ era sconosciuta in casa Manari.Brigitte iniziò a sparecchiare,il marito era sulla poltrona come faceva di solito a leggere quell’insolito giornale e Rosalì stava appena salendo le scale quando ad un certo punto,qualcuno bussò alla porta..

Ciaoo dai suu..Fatemi sapere se vi piace :) Baci. Sara.

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Capitolo 7
*** VI parte ***


Il sign.Manari spiò dall’occhiello della porta,era lui,l’uomo della telefonata.”Brigitte prendi nostra figlia dovete scappare,è lui”.”Chiamo la polizia” ribattè Brigitte.Furono momenti di panico,non sapevano cosa fare.. “So che ci siete aprite o butto la porta giù” ulrò prepotentemente e con aria di superiorità l’uomo.Le donne si nascosero al piano di sotto,in cantina c’era un’uscita che portava al garage,il sign.Manari spense le luci e le raggiunse.Salirono in auto e iniziarono a scappare,nel frattempo l’uomo entrò in casa e iniziò a cercarlì,non erano in casa erano scappati e lui subito se ne accorse.Durante il viaggio in macchina Brigitte ripetè più volte che dovevano lasciare la città,era arrivato il momento di trasferirsi.Quella sera si rifugiarono a casa della madre di Brigitte,Rosalì crollò dal sonno,la madre la coprì con un lenzuolo e delicatamente la sfiorò la fronte sperando di poter toglierle dalla mente tutti quei pensieri che abbattevano una bambina di 12 anni.Il sole sorse,ma si aggirava un’aria triste in famiglia,Rosalì stava a scuola mentre i due coniugi stavano discutendo pesantemente.Erano le 13 p.m e il sign. Manari si apprestò per andar a prendere Rosalì da scuola,intanto la piccola uscì e attese l’arrivo di uno dei genitori,quando all’improvviso..

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Capitolo 8
*** VII ***


la fanciulla non riuscì più a muoversi,fu bloccata da quell’uomo e portata in auto,la piccola tentava di urlare ma furono sforzi inutili visto che la sua bocca era tappata da uno scotch.In quel momento le girò per la mente tutti quei granuli di brutti ricordi che le erano entrate prepotentemente negli occhi per poi far fuori uscire quelle teneri lacrime.In quel momento sembrava che qualcuno li seguisse ,l’uomo guidava in una maniera così veloce che nessuno l’avrebbe potuto raggiungere.Rosalì piangeva per la paura di non rivedere più i suoi genitori,una bambina della sua età avrebbe dovuto divertirsi,uscire da scuola abbracciare il padre,tornare a casa dalla madre e salutarla,andare in camera,giocare e divertirsi,mentre per colpa di quello stupido destino Rosalì da un bel po’ non faceva nulla di tutto questo,quel giorno uscì da scuola e venne trasportata in chissà che posto,in chissà che città. Gli occhi si aprirono lentamente

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