Per la prima volta, sentii il desiderio di essere una stupida e fragile umana.

di Iwantasmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25. Fine. ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1
Presi il libro di anatomia e lo misi nella cartella.. in quell’istante la terra sotto i nostri piedi iniziò a tremare.
Mi voltai e vidi la paura insidiarsi nei volti dei miei compagni di classe.
Io restai tranquilla, sorrisi e finii di posare i libri.
D’altronde se sai di non aver nulla da perdere, perché dovresti agitarti?
La scossa si fece sempre più forte, a tal punto che dal tetto caddero dei pezzi di vernice.
Poggiai la cartella sul banco e accavallai le gambe per gustarmi lo spettacolo.
La maggior parte di loro, si accovacciò sotto il banco a piangere e ad implorare.. mentre tutti gli altri iniziarono a correre verso la porta.. come se fuggire li avrebbe salvati.
Sorrisi.
Poi la scossa si fermò, e tutto tornò alla normalità.
La professoressa uscì da sotto la cattedra e iniziò ad evacuarci.
Annoiata presi la cartella e mi diressi a passo svelto verso tutte le mie compagne in lacrime.
“Ragazze mettetevi in fila, e lentamente usciamo di qui.” Disse cercando di nascondere la sua agitazione.
Formammo due file, una composta dalle ragazze e una dai ragazzi, poi velocemente uscimmo dalla classe.
Vista la mia tranquillità, le mie compagne mi lasciarono indietro, facendomi fare da chiudi fila.
Non mi importava. Non sarei morta in nessun caso.
Ci trovavamo all’ultimo piano, quando iniziammo ad attraversare i corridoi affollati del nostro liceo.
Tutti correvano ed urlavano, benché i professori cercassero di mantenere la calma.
Guardai l’edificio, e notai delle crepe sui muri, e delle macerie lungo il pavimento.
Il terremoto aveva lasciato il segno nella struttura.. eppure quell’edificio ne aveva sopportati tanti terremoti dal 1947 ad ora.
Staccai gli occhi dalle macerie e mi ritrovai sola in mezzo al corridoio. Ormai il nostro piano era completamente evacuato.. e i miei compagni a quest’ora avranno già raggiunto la salvezza.
Mi voltai e feci per proseguire, quando dei versi attirarono la mia attenzione.
Erano dei lamenti e provenivano dalla caffetteria.
Cercai di ignorarli e proseguire..
“Aiuto..” Sentii dire con voce leggera e interrotta.
Mi voltai e feci qualche passo indietro, superai le macerie e raggiunsi la porta della caffetteria.
Il tetto era completamente crollato e i suoi resti erano sparsi sul pavimento.
Affianco alla finestra, un ragazzo, con gli occhi lucidi e il viso ricoperto di polvere, mi guardò implorante.
“Aiutami.. ti prego.”
Disse tenendosi la gamba.
Entrai e mi diressi verso di lui.
Lo guardai, e mi resi conto di non conoscerlo..  poi senza motivo, decisi che lo avrei salvato ad ogni costo.
Mi abbassai accanto a lui e gli poggiai una mano sulla spalla.
La sua testa mi ricadde sulla mano, e i suoi capelli biondi la sfiorarono.
“Tranquillo.. adesso usciamo di qui.” Dissi posizionandomi accanto a lui.
Presi il braccio sinistro di quel ragazzo e me lo passai sulla schiena, dopo di che lo afferrai dal busto e tentai di farlo alzare.
Gettò un urlo che mi costrinse a voltarmi verso di lui.
“Tutto bene? Che succede?” Gli chiesi nervosamente.
“La gamba.. mi fa male.” Disse sforzandosi di trattenere le lacrime.
Lo feci tornare nella posizione di prima, dopo di che mi avvicinai alla gamba che con la mano destra si teneva.
“Fammi vedere..” Dissi chinandomi.
Quando però, la sua mano smise di fare pressione sulla gamba, dovetti trattenermi.
Del sangue scorreva da un’enorme ferita che gli aveva ridotto i pantaloni in brandelli.. ed anche la sua mano ne era ricoperta.
Ogni muscolo del mio corpo si irrigidì, così mi ritrovai a stringere i pugni per  mantenere la calma.
Avrei potuto voltarmi di scatto, lasciare che le zanne mi calassero e addentare il collo di questo ragazzo..
Invece mi voltai e lo vidi sorridermi.

“Il sangue ti impressiona eh?” Disse quasi tramortito.
Annuii allontanandomi velocemente dalla sua gamba.
Tornai a lui, lo presi dal busto e usando la più piccola parte della forza che avevo in corpo, lo presi sulle spalle.
“Fammi scendere.. sono pesante non puoi portarmi fuori.” Disse cercando di allontanarsi.
Risi di gusto.
Era pesante? .. Avrei potuto lanciarlo in aria fino a fargli sfiorare il sole.
Attraversai le macerie della caffetteria dopo di che uscii in corridoio.
Superammo il primo, il secondo e il terzo piano.. ma quando arrivammo all’ultimo, la terra iniziò a tremare di nuovo.
Mi mantenni salda sulle gambe, e mi misi affianco ad una colonna in modo che altre macerie non potessero ferire il ragazzo che dietro le mie spalle si dimenava.
Mi fermai, poi accanto all’orecchio mi disse:
“Io.. io.. mi chiamo Justin.”
“Non mi sembra il momento adatto per le presentazioni.” Risposi vedendo un parte di tetto cadermi di fronte agli occhi.
Rise lui, questa volta.
Poi il terremoto si fermò  nuovamente, così ne approfittai e portai Justin accanto all’uscita.
Lo feci scendere dopo di che mi passai la sua mano accanto alla schiena, e lo portai fuori.
Il sangue che sgorgava dalla sua gamba continuava ripetutamente ad attirare la mia attenzione, così lasciai cadere il suo corpo sulle gradinate e feci per andarmene.
Avrei potuto correre alla velocità di un proiettile.. eppure la voce di quel ragazzo mi fermò.
“Aspetta..” Disse quasi urlando.
Mi voltai, stringendo i pugni e fingendo un sorriso.
“Qual è il tuo nome?” Mi chiese mentre professori ed inservienti lo accerchiarono.
“Drusilla..” Risposi annuendo.
“Drusilla..” Disse sorridendo.
Mi voltai e andai verso i miei compagni.
La nostra professoressa si voltò e mi guardò.
“Drusilla grazie a Dio stai bene.. Ci hai fatto prendere uno spavento.” Disse segnando qualcosa in un foglio.
Probabilmente la mia presenza.
Sorrisi e mi voltai.
Guardai Roth, e vidi del sangue sgorgarle dalla fronte.. mentre a Richard sanguinava il collo.
Era troppo pericoloso, per un vampiro come me restare in mezzo a tutta quella gente ferita.
Poi.. pensai al fatto che avrei potuto nutrirmi di quel ragazzo. Avrei potuto bere il sangue fino all’ultima goccia. Eravamo soli nell’edificio, nessuno avrebbe visto nulla e lo avrebbero dato per scomparso.. Invece, lo avevo salvato.
Mi voltai, e in lampo sparii fra la folla.


Ehi ciao :D
Sono la scrittrice della FF di Jude e Justin.
Ho deciso di iniziare questa nuova FF perchè amo scrivere, e perchè ho avuto in mente una trama abbastanza appassionante :)
Magari i primi capitoli non sono i migliori, ma spero che vi piacciano lo stesso.
Aspetto i vostri pareri per continuare..
Vi voglio bene
-Erika

Erika Silipigni su face
@IloveTheBiebes3 su twitter

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Le due settimane seguenti la scuola restò chiusa, così io restai internata in casa a nutrirmi di sacche di sangue,fornite da generosi donatori per l’ospedale della città.
Non sono un amante delle uscite fra amiche e dei frappé .. preferisco la solitudine e la tranquillità.
“Drusilla io vado a caccia vuoi venire?” Mi propose mia sorella piombando accanto a me.
Lei si nutriva di sangue animale, io no .. non mi dava forze sufficienti.
Scossi la testa.
Sospirò pesantemente e si avviò verso la porta.. ma prima di uscire si voltò e mi disse:
“Devi uscire..  non puoi restare sempre rinchiusa in casa.. sembri un adolescente che ha rotto con il ragazzo.”
Non mi diede il tempo di rispondere che si chiuse la porta alle spalle.
Dopo tutto aveva ragione.
Mi alzai presi la mia giacca e dopo qualche istante mi ritrovai  a passeggiare per le vie del parco.
Vidi delle ragazzine litigare e sorrisi pensando a quando era successo anche a me.. con una differenza, non sapevo che sarei stata costretta a vivere per sempre nella mia adolescenza.
I miei pensieri furono interrotti da delle urla.
Socchiusi le palpebre e individuai il punto da dove provenivano.. poi velocemente mi diressi in quella direzione.
Era una strada stretta e buia, dove un gruppo di ragazzi produceva schiamazzi.
Guardai con attenzione e vidi che cinque ragazzi continuavano a dare calci a qualcosa che era accasciato per terra.
Ridevano e si battevano continuamente le mani. Poi lo sentii.
Un odore di sangue mi invase le narici, e fu li che capii che ciò che stavano riempiendo di botte era una persona.
Avrei dovuto voltarmi e tornare indietro, ma non ce la feci, il mio istinto fu più forte.
Mi guardai intorno, e quando mi accertai che nessuno potesse vedermi mi fiondai su quei ragazzi e li spinsi via.
Ovviamente, la mia forza era migliaia di volte più grande della loro, che mi guardarono impauriti.
Stetti attenta a non dare segni della mia natura “vampiresca” dopo di che, sferrai un ultimo calcio al ragazzo che sembrava essere il capo banda, e li feci fuggire.
Li guardai allontanarsi, poi dei gemiti mi pervasero le orecchie in contemporanea all’odore di sangue.
Velocemente mi avvicinai a quell’umano che giaceva sul pavimento e aspettai che le zanne mi calassero per bere il suo sangue.
Già avevo fatto fuggire quei ragazzi, non per salvare una vita, ma per nutrirmi.
Passarono parecchi istanti  in cui attesi che i miei canini si decidessero a calare.. finché delle parole non mi giunsero alle orecchie.
“Drusilla.. sei tu?” Sentii dire alla creatura che mi era di fronte.
Socchiusi gli occhi e nell’ombra del vicolo, lo riconobbi. O meglio riconobbi l’odore del suo sangue.
“Justin..?”
Chiesi stringendo i pugni.
Non mi importava di lui.. solo, perché non ho avuto l’istinto di ucciderlo?
Scossi la testa e decisi che a questo avrei pensato dopo.
Mi avvicinai al ragazzo e lo aiutai ad alzarsi.
“Perché ti stavano picchiando..?” Gli chiesi reggendolo in piedi.
Si ricompose lentamente, dopo di che mi rispose.
Lo fanno sempre da tre anni ormai.. Io sono la loro vittima preferita.. ma non l’unica.”
Disse mettendosi a sedere sul bordo della strada.
Mi guardai intorno e mi misi accanto a lui.
“E.. non puoi impedirlo in nessun modo?” Chiesi.
Non mi importava della sua vita.. ne avrei visti altri 500 come lui, visto che avrei vissuto in eterno.. solo che iniziai a desiderare di continuare a parlare con lui.
“Credi che io non ci abbia provato?” Rispose tossendo.

Gli misi una mano dietro al collo e cercai di sostenerlo con l’altra.
“Andiamo ti accompagno a casa..” Dissi alzandomi.
Scosse la testa.
“Non posso tornarci..” Sussurrò.
Lo guardai e feci spallucce.
“Perché?” Chiesi poi.
“Mio padre mi darebbe il resto delle botte..” Rispose.
Nei miei 164 anni ne avevo visti di ragazzi tristi, spaventati, frustrati e disperati.. ma lui mi fece particolarmente tenerezza.
“Non hai un altro posto dove andare?”  Chiesi sorprendendomi delle mie stesse parole.
Ci pensò qualche istante.. dopo di che scosse la testa e abbassò lo sguardo.
Casa mia era la villa più grande di tutta la città con 98 stanze.. era stata lasciata in eredità a me e mia sorella da nostro padre al tempo della diffusione di massa delle idee politiche di Carl Marx.
Egli non sapeva che entrambe saremmo diventate due vampire, appena due giorni dopo la sua morte.
Portarlo a casa mia sarebbe stata una follia, visto che di lui, mi sarei solo potuta nutrire.. eppure.
A casa mia.. ci sono parecchie stanze libere.. se ti va puoi restare questa notte..” Dissi con tono serio.
Alzò lo sguardo e piantò i suoi occhi sui miei.
Sostenni la tensione che le sue iridi color miele mi trasmisero, e sorrisi.
Ero un vampiro, non una semplice teenager che sarebbe caduta ai suoi piedi di fronte uno sguardo del genere.
Sorrise.
“Grazie Drusilla.. ma sei sicura che per i tuoi genitori vada bene?” Mi chiese stringendosi le nocche delle mani.
Inventai qualcosa velocemente.
“No loro abitano in Liguria ed io vivo con mia sorella ..” Dissi con tranquillità.
Avevo mentito così tante volte il 164 anni che ormai era una professione per me.
Si guardò intorno come imbarazzato e scosse la testa.
“Non vorrei creare disagi.” Disse.
Andai affianco a lui, lo presi sotto braccio e lo feci alzare.
“Andiamo.. sono sicura che andrai d’accordo con mia sorella.” Dissi ignorando le sue parole.
Pensavo davvero che sarebbero andati d’accordo.
Selene odiava la nostra natura demoniaca, così la rifiutava in ogni modo possibile. Si nutriva di sangue animale, e sfruttava raramente il resto dei suoi poteri.
Voleva vivere la sua eternità, fingendo di essere una persona normale.
Quindi avere un amico a casa, per lei sarebbe stata una gioia.
Cercai di fare in modo che Justin non si accorgesse della mia forza, ne della mia velocità.. tuttavia lo trascinai velocemente verso casa.

Ehi C:
Ringrazio le 7 persone che hanno recensito il primo capitolo, ed anche tutti quelli che l'hanno letto.
Spero di ricevere altre recensioni in questo capitolo..
Vi piace?! .. fatemi sapere.
Vi voglio bene
-Erika

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
Con un braccio continuai a sostenere Justin, che fece finta di non provare dolore, con l’altro spinsi l’enorme portone gotico di casa mia e insieme varcammo la soglia.
Il suo sguardo si perse immediatamente all’interno della sala principale, dove anni prima, dame e cavalieri, avevano ballato per ore accompagnati dai loro vestiti troppo lunghi, e dalle loro chiacchere troppo controllate.
Deglutì rumorosamente dopo di che spalancò la bocca.
Sorrisi senza farmi notare, poi delle voci giunsero dalla cucina.
“Drusilla,per favore vieni a darmi una mano?” .. Spalancai gli occhi terrorizzata dall’idea che Selene non fosse a conoscenza della presenza di Justin in casa.
“Selene,  non posso sono con un mio amico.” Urlai abbastanza forte da farle capire che qualunque cosa sovrannaturale stesse facendo.. era ora di metterla vita.
L’udito di noi vampiri è abbastanza sviluppato da riuscire a percepire i movimenti di un animale a 3km di distanza.
Per cui Selene afferrò il messaggio.. forte e chiaro.
Accompagnai Justin fino ad una delle tante poltrone che mia sorella aveva acquistato giorni prima.. e lo misi a sedere.
Sul suo viso si designò una smorfia di dolore.
Non so per quale motivo mi sto prendendo cura di questo ragazzo. Io uccido, distruggo, bevo, dissanguo e smembro gli esseri umani.. allora perché con lui sento che c’è qualcosa che va ben oltre la sete?!..
Justin smise di contorcersi quando Selene ci piombò di fronte.
“Ciao piacere io sono Selene..”Disse porgendogli la mano, che Justin strinse saldamente.
Sorrise, dopo di che corrugò la fronte e si voltò verso di me.
Poi ancora verso Selene, e infine di nuovo verso di me.
Nonostante i miei capelli fossero biondi, e quelli di mia sorella mori, la nostra somiglianza lo fece sobbalzare.
“Voi due..?!” Disse facendoci intendere quale sarebbe stato il finale della frase.
“Si, siamo gemelle.” Conclusi io abbassando lo sguardo.
Mi aspettai commenti ironici e battute, invece sorrise ed annuì compiaciuto.
La sua reazione mi sorprese, così inaspettatamente sorrisi anche io.
“Passerà la notte da noi..” Annuncio a Selene, fingendo di essere in una situazione abbastanza normale.
Selene sgranò gli occhi e mi fece cenno di seguirla in cucina.
“Scusaci un secondo..” Disse a Justin con tutta la dolcezza che si può.
Lui sorrise e scosse la testa, poi lei mi afferrò dal braccio e mi trascinò in cucina.
“Dimmi Drusilla, come hai deciso di farlo fuori  questo ragazzo?” Mi chiese stringendomi il polso.
La brutalità di noi vampiri, è risaputa ovunque ormai.
La fissai e mi scrollai le sue mani di dosso.
“Ancora devo deciderlo, ma credo che userò il classico morso sul collo.” Risposi prima di scostarmela di dosso e lasciarla sola.
Attraversai la cucina a passo svelto e tornai da Justin.
“Allora, vieni ti faccio vedere la tua stanza?” Dissi sorridendo.
Annuì e mi sorrise a sua volta.
“La tua casa è grandissima Drusilla, davvero, farei di tutto per averne una uguale alla tua.” Disse guardando la scalinata.
Lo afferrai dalla cavità delle braccia e iniziai a trascinarlo su per le scale.
“Non è bello, fidati. Una casa è grande in proporzione alla solitudine che provi standoci dentro.” Risposi.
Mantenne il silenzio fin quando non ci addentrammo nel corridoio.
La nostra non era una casa che faceva venir i brividi, come si vede nei film.
No, la nostra casa ogni cambiava arredamento grazie a mia sorella, per cui è grande si, ma bella.
Per quanto importi.
Senza rendermene conto, raggiunto l’ultimo gradino, sollevai Justin e lo posai sul corridoio.
Mi maledissi e feci qualche smorfia.
“Tu.. vai in palestra?” Mi chiese, evidentemente sorpreso dalla mia forza.
Come poteva sapere che quella non era tutta la mia forza, ma una parte impercettibile?!
“Si..” Risposi mentendo.
“Si vede, sei abbastanza forte.. anche se non hai una muscolatura pronunciata.”
Mi misi affianco a lui e lo guardai.
“Mi hai osservata bene a quanto vedo.” Dissi incamminandomi verso una delle tante stanze da letto.
Scosse la testa e fece una smorfia di dolore.
Scelsi una stanza e spalancai la porta.
Era tutto perfettamente pulito e in ordine.. così sorrisi e lo invitai ad entrare con un gesto della mano.
Si guardò intorno, dopo di che si voltò verso di me e quando feci per uscire dalla stanza mi bloccò.
Mi maledissi. Si. Non so per quale motivo.
So bene che ogni umano è attratto da noi in una maniera che non può essere compresa. In una maniera illimitata ed universale.
Non volevo che Justin cadesse nella trappola del vampiro.. per lui, provo un senso di protezione come non mi era mai successo in 164 anni.
Mi voltai.
“Drusilla grazie di tutto. Non so che avrei fatto senza di te..” Disse sinceramente.
“Figurati, chiunque l’avrebbe fatto.” Risposi voltandomi.
Mi bloccò nuovamente.
“Nessuno si sarebbe messo in casa un ragazzo di 18 anni, ferito e cacciato di casa.”
Mi venne da ridere.
Non poteva sapere che in realtà ero più grande di lui di 146 anni.. come non poteva sapere che lui, ne nessun altro, per me avrebbe mai rappresentato un pericolo.
“Davvero, non ringraziarmi. A domani, buonanotte.” Risposi allontanandomi definitivamente.
Scesi in cucina e mi misi a sedere sul divano, poi mia sorella in un lampo mi arrivò affianco.
“Drusilla.. tieni. Per favore mi spieghi questa situazione?” Disse porgendomi un bicchiere con del sangue.
Lo afferrai e ne bevvi il contenuto, quasi avidamente. Poi aspettai che le zanne si ritirassero e risposi:
“Non c’è nulla da spiegare Selene.. lo avevano picchiato, e non aveva dove andare.”
Spalancò gli occhi sorpresa.
“E da quando tu fai atti di carità così grandi?”.. Disse.
“Siamo compagni di scuola, perché avrei dovuto lasciarlo morire?”
“Non dico che avresti dovuto lasciarlo morire. Dico che da te, un gesto del genere, non me lo sarei aspettato.. ma sono fiera di te.” Disse infine sorridendo.
Mi alzai e feci per salire sopra, quando prima di scomparire definitivamente, mi voltai e dissi:
“La notte non è ancora finita, e lui è proprio accanto alla mia stanza che dorme come un cucciolo. Non so come andrà a finire.” Dissi spaventandola.
Mi voltai e salii le scale lasciandomi le sue ultime parole alle spalle.
“So che non lo toccherai Drusilla.”
A velocità raggiunsi la mia stanza, proprio accanto a quella di Justin e ci entrai sbattendomi la porta alle spalle.
Il mio letto, come tutte le notti era in perfetto ordine. Non abbiamo bisogno di dormire perché effettivamente, siamo demoni.
Mi guardai allo specchio qualche istante, giusto il tempo di maledirmi.
Il mio corpo, perfettamente slanciato e snello si poneva nello specchio sotto l’ombra dei miei lunghi capelli biondi. Il mio viso come sempre aveva un’espressione cupa e nervosa,  mentre i miei occhi color ghiaccio mi disprezzavano.
Mi voltai e spostai i capelli. Fissai qualche istante il tatuaggio che avevo sul collo. Quella forse è l’unica cosa della mia vita di cui non sono pentita. Guardai la scritta Selene più volte, dopo di che mi voltai.
Mi appoggiai alla parete e mi misi ad ascoltare il respiro di Justin.
Restai li tutta la notte, a cercare di immaginare le emozioni che avrei provato se il mio cuore fosse in funzione.. a cercare di ricordare com’è vivere. Ma 164 anni, sono davvero tanti, e i ricordi.. ti sfuggono dalle mani.

Ehi ragazze c:
Spero che la storia vi stia piacendo.. vedo che le recensioni sono poche.. ma continuo ugualmente <3
Fatemi sapere che ne pensate.
Un bacioneee <3
-Erika

PS. Selene e Drusilla sono gemelle (tanto per cambiare) ahahahaha
Nel prossimo capitolo descrivo Selene e lo stile di entrambe C:

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
Quando il sole iniziò a sorgere percepii delle urla e dei gemiti provenire dalla stanza di Justin.
Senza rendermene conto in un batter d’occhio mi ritrovai accanto al suo letto.
Era abbastanza agitato e si muoveva convulsivamente ..Gli poggiai una mano in fronte e cercai di calmarlo.
“Justin.. stà tranquillo è solo un incubo.” Dissi il più tranquillamente possibile.
Mi mancava addormentarmi e sognare, mi mancava addormentarmi e pregare Dio di non farmi avere incubi.. mi mancava essere umana, e me ne rendevo conto ogni istante che passavo con questo ragazzo.
Si agitò ancora, dopo di che voltò la testa verso l’altra parte del letto mettendo in bella mostra il suo collo.
Lo osservai parecchi istanti.
Era perfetto.
La carnagione era chiara, e la sua pelle era ricoperta da un soffice strato di peluria bionda invisibile all’occhio umano.
La mia mano avanzò lenta verso Justin mentre nel frattempo la mia sete di sangue mandava l’input per ucciderlo.
Mi feci avanti e nell’istante in cui le mie labbra si schiusero Justin si voltò di scatto, così ci ritrovammo naso a naso.
Non si scostò, anzi afferrò la mia mano e sorrise compiaciuto.
Le sue labbra erano ad un centimetro dalle mie quando ci passò la lingua sopra.
Mi allontanai di scatto, frustrata.
Avrei voluto piantarmi un paletto nel cuore in quell’istante. Stavo per ucciderlo.
Se non si fosse svegliato l’avrei sicuramente ucciso.
Mi ritrassi velocemente ma lui si alzò e mi venne incontro.
“Drusilla.. aspetta, tu..” Non lo feci finire.
Forse lui era convinto che stessi per baciarlo? Non ha la minima idea che è per un soffio se è ancora vivo.
“No Justin devo andare.. già.. ehm ci vediamo dopo.” Risposi prima di voltarmi.
Non si arrese e mi afferrò dalla spalla.
Mi fece voltare, dopo di che mi strinse fra le sue braccia.
Mi abbandonai a quel momento, e come per scusarmi di averlo quasi ucciso ricambiai l’abbraccio.
Appoggiai la testa sul suo petto, e chiusi gli occhi. Provavo uno strano senso di protezione nei suoi confronti, eppure.. stavo bene.
Un vampiro che si sente al sicuro fra le braccia di un umano. Strano eh.
“Drusil..” Selene apparve sulla soglia della porta, e la sua espressione spaventata si trasformò in stupore.
Sicuramente pensava che l’avessi già ucciso.
Mi distaccai immediatamente da Justin e lo guardai male, come per spiegargli che una cosa del genere non sarebbe accaduta mai più. Era troppo pericoloso.
Selene abbozzò un sorriso e disse:
“Ragazzi è l’alba.. che ne dite di venire a fare colazione? Se non sbaglio oggi riapre scuola.”
Cos’aveva in mente?.. Io pensavo di portare Justin a fare colazione in un bar.. a casa nostra  avrebbe potuto ordinare solo sangue. Di scoiattolo, di cervo, di procione, di gazzella, d’aquila, o umano..
La guardai storto, e mi lanciò un’occhiata come per dirmi “fidati di me.”
I suoi occhi verdi brillarono accompagnati dalla chioma scura. Selene è davvero bella. Le sue curve sono dolci e flessibbili, proprio come il suo sorriso. Non si trucca, eppure è meravigliosa così con quelle sue guance piene.
Justin si ricompose dopo di che ci seguì fino in cucina.
Quando arrivai trovai in tavola latte, cereali, cornetti e certi cibi che non avevo mai provato in vita mia.
Sorrisi e fra me e me ringraziai mia sorella.
Ci guardammo dopo di che ognuno prese posto e iniziammo a consumare la colazione.
“Ma se siete gemelle, perché Selene non viene a scuola con noi?” Chiese Justin ad un tratto.
Restai in silenzio fissando il mio piatto e sospirando.
“Sono avanti di voi di un anno così mi sono diplomata l’anno scorso.” Rispose mia sorella velocemente.
“Strano non mi ricordo di te fra i diplomati dell’anno scorso.” Disse Justin intingendo il suo cornetto nel latte.
“Ero nell’ultima fila.” Concluse Selene sorridendo.
Poi, mi intromisi.
“E allora.. ora che farai?” Chiesi riguardo alla sua situazione familiare.
Sospirò e scosse le spalle.
“Mio padre avrà già sbollito la rabbia.. quindi credo che potrò tornare a casa.” Disse.
Capii subito che era una menzogna, dal suo sguardo sfuggente, e dal suo nervosismo.
Era chiaro che suo padre non era tranquillo, ed era chiaro che gli sembrava male passare un’altra notte qui.
Tuttavia sorrisi ed annuii, autoconvincendomi che non vederci più fosse la soluzione migliore.
Più sarei stata lontana da lui, più avrebbe vissuto..
Aspettai che finisse la colazione dopo di che ci incamminammo verso scuola.
Aveva dormito con i vestiti addosso per cui ora erano abbastanza in disordine.
Durante il tragitto entrambi fummo silenziosi, e fu la cosa migliore visto che ogni parola sarebbe stata sbagliata in quel momento.
Una volta superati i cancelli mi voltai verso di lui e lo guardai.
“Bene.. Drusilla grazie di tutto io vado..” non lo feci finire e risposi:
“Dove vai? I tuoi compagni di classe sono riuniti qui fuori.” Li indicai.
Uno di loro si voltò verso di noi, e Justin si nascose dietro una colonna del cancello.
Non riuscii a comprendere questa situazione, ma dissi nuovamente a me stessa che prima lo avrei lasciato andare, prima sarebbe stato meglio.
Mi voltai lo salutai con un cenno della mano e mi incamminai  verso l’edificio.
Mi guardò con un’espressione spaventata dopo di che si voltò anche lui.
Le mie compagnie di classe erano fuori proprio come tutti, tuttavia evitai di incontrarle e salii direttamente nella mia classe.
Presi posto, tirai fuori il libro della prima ora e mi misi a pensare.
Era frustrante per me non riuscire a capire cosa mi tenesse legata a Justin. Sono un vampiro. Allora perché non bevo il suo sangue invece che abbracciarlo?
I miei pensieri furono interrotti dalla campanella e dagli schiamazzi dei miei compagni di classe.
Come sempre, ognuno prese posto e la professoressa entrò sorridendo.
Era il primo giorno di scuola dopo il terremoto, molti di loro, compresa l’insegnante, erano ancora molto spaventati.
Miss White iniziò a farneticare qualcosa su una gita fra tutte le 4 dell’istituto.
Annuii saltuariamente in modo da farle capire che avevo un minimo di interesse.. mentre invece la mia testa volò altrove.
L’ora  trascorse velocemente, come la seconda, e la terza. Poi ci fu ricreazione.
Tutti si diressero correndo verso i distributori, mentre io presi e mi incamminai verso l’uscita.
Passeggiai nel grande cortile qualche minuto dopo di che il mio udito percepii un pianto.
Non ci feci abbastanza caso fin  quando sentii delle voci in lontananza.
“La mammina non te li ha stirati i vestiti eh?.. “ Disse qualcuno con tono di beffe.
“No era impegnata ad aggiustargli i capelli.” Aggiunse un secondo soggetto.
Istintivamente, senza pensarci, senza ragionarci, senza motivo.. iniziai a correre verso quella direzione.
Mi appartai proprio accanto a loro in modo da poter vedere meglio la scena.
Quattro ragazzi, probabilmente quelli dell’altra sera, avevano accerchiato un ragazzo che era in ginocchio.
Quando focalizzai bene e riconobbi Justin mi precipitai verso di loro.
“Ehi..” Dissi mettendomi le mani sui fianchi.
“Ohh è arrivata Drusilla la bella.. sentiamo cosa vuoi?” Disse uno di loro, il più grande.
Questa scuola fa schifo cazzo. I professori dove sono?!..
“Lasciatelo stare..” Dissi avanzando verso di loro.
“Perché ce lo dice una ragazza?” Disse uno di loro, sghignazzando.
“Esatto perché ve lo dico io.” Risposi afferrando il polso di un ragazzo a caso e stringendolo con forza.
Si dimenò e delle lacrime gli percorsero il viso.. poi un suo amico mi si lanciò addosso, ma come previsto lo ribaltai senza minimo sforzo dall’altro lato.
Gli altri due si allontanarono correndo, mentre due rimasero sotto le mie torture.
Non potevo sopportare che se la prendessero con Justin ogni santo giorno. Non potevo sopportarlo.
Afferrai nuovamente il polso del primo tipo, e iniziai a stringere.
Si contorse dal dolore e quando arrivai quasi al punto di spezzarglielo, qualcuno mi afferrò da una spalla.
“Drusilla fermati.” Pronunciarono le labbra di Justin.
Ci pensai qualche istante, poi mollai il polso del ragazzo e mi voltai verso Justin.
Aveva un livido sulla fronte, segno di una botta recente.
Lo guardai e scossi la testa.
“Andiamo in infermeria.” Dissi incamminandomi.
Feci qualche passo dopo di che sentii il suo respiro affannarsi. Mi girai e lo vidi correre in lontananza.
Perché era scappato?..


Ehila C:
SCUSATEMI TANTISSIMO SE IN QUESTI DUE GIORNI NON HO AGGIORNATO, MA HO INIZIATO PALLAVOLO E SONO STATA IMPEGNATISSIMA.
comunque, spero che se anche è corto vi piaccia, e aspetto i vostri pareri.
Vi voglio bene
-Erika

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
Mi sarebbe bastato un solo istante per raggiungerlo, tuttavia lo lasciai correre e me ne tornai in classe.
Il suo orgoglio era ferito, forse, era giusto che restasse un po’ solo con se stesso.
Mi misi a sedere al mio banco e mi guardai intorno. La scuola era ancora in fase di ristrutturazione dopo il terremoto, ma comunque gli operai erano a buon punto, nel giro di qualche giorno avrebbero finito.
Poi fra i bisbigli dei miei compagni e le urla della professoressa, lo sentii.
Il rumore di un’ennesima scossa di terremoto si faceva sempre più vicino.
“Tutti sotto i banchi.” Urlai ai miei compagni.
Inizialmente mi guardarono intontiti dopo di che il pavimento sotto i nostri piedi iniziò a tremare.
Come ogni gruppo di persone comuni, i miei compagni urlarono e si nascosero sotto il banco.
Io restai ferma sulla mia postazione qualche istante, dopo di che mi precipitai fuori dalla finestra.
Feci un salto dal terzo piano e atterrai con comodità in cortile.
Non era nulla di speciale, per un vampiro.
Non ebbi nemmeno il tempo di controllare che nessuno mi avesse vista, perché le mie gambe erano già partite.
Mi ritrovai immediatamente nella direzione in cui era corso Justin, e infatti lo trovai appoggiato contro una parete.
Fortunatamente in quel momento il terreno smise di tremare, così mi avvicinai a lui con più tranquillità.
Dal suo sguardo perso nel vuoto, si poteva capire quante ne avesse passate, e quanto fosse fragile.
Mi avvicinai a lui e presi il suo viso fra le mani, in modo che distogliesse lo sguardo dal vuoto.
In quel momento avrei fatto di tutto pur di aiutarlo. Senza un valido motivo.
“Ehi Justin.. guardami. Guardami, va tutto bene, è tutto finito.” Dissi a pochi soffi da lui.
Il suo sguardo in quell’istante incontrò il mio, e fu li che capii che nella sua mente si era esteso il ricordo del primo terremoto, quello che lo aveva quasi ucciso.
Farfugliò qualcosa, dopo di che pronunciò il mio nome.
“Drusilla..”
“Shh,  shh, va tutto bene Justin. Stà tranquillo è tutto finito.” Dissi abbracciandolo.
Questa volta, non lasciai che fosse lui ad abbracciarmi, ma lo anticipai.
Lo strinsi forte per fargli capire quanto potesse sentirsi al sicuro in ogni istante. Io lo avrei protetto sempre.. anche se mi ero ripromessa che lasciarlo in pace sarebbe stata la scelta migliore.. ma lui,è troppo fragile per vivere in questo mondo di merda.
L’unica cosa positiva è che non dovrà vivere in eterno.
Appoggiò la testa al mio petto, e sentii il suo battito tranquillizzarsi, poi si alzò.

“Drusilla.. il tuo cuore non batte.” Disse guardandomi storto.
Fece per allungare una mano verso di me quando mi scostai, terrorizzata.
Risi istericamente poi dissi:
“Si infatti sono una morta che cammina, non credi?”
Rise alla mia battuta, e mi fece sentire meglio.
In realtà era così. Io ero una morta che cammina.
Tuttavia la sua risata non mi fece pensare alla mia anima morta, ma alla sua viva e splendente.
“Perché sei scappato prima?” Chiesi cercando disperatamente di cambiare argomento.
Il suo sguardo si abbassò, e passò qualche istante prima che rispondesse.
“Sono.. Mi sento uno schifo. Un fallito. Uno sfig..” Non lo lasciai finire, e gli poggiai la mano sulla bocca zittendolo.
“Justin. Non è vero questo e lo sai.” Dissi di fronte al suo sguardo perso.
“Si Drusilla.. Ti rendi conto che dovrei essere io a salvarti la vita?Dovrei essere io a venire a vedere come stai durante un terremoto? Dovrei essere io a darti forza..E invece..”
Potevo capire le sue ragioni. Aveva l’orgoglio ferito, ed io dovevo aiutarlo a guarirlo.
“Justin sono state delle casualità. Proprio come il nostro primo incontro.. una casualità.” Dissi seria.
“Casualità senza la quale sarei morto.” Aggiunge.
“Smettila di dire cavolate, chiaro? Non voglio sentire una parola di più riguardo a questo argomento.” Risposi.
Lo vidi annuire, dopo di che spostò il suo sguardo alle mie spalle.
Mi voltai anche io, e vidi un ragazzo, alto circa 1.90 vestito di nero, con una bandana legata alla tasca dei pantaloni.
Fece un cenno a Justin e lui annuì.
“Chi è quello?” Chiesi.
Justin mi guardò serio dopo di che inventò una scusa veloce.
“Lui è un mio amico. Scusa Drusilla devo andare.. ci vediamo in giro.” Disse prima di passarmi affianco e allontanarsi.
Mi voltai lo guardai.
Diede la mano a quel tipo, dopo di che insieme si allontanarono.
Decisi di lasciarlo scegliere la sua vita, e me ne tornai in classe.
Quando le lezioni finirono non lo trovai, ne nell’edificio ne nel cortile.. era praticamente scomparso.
Iniziai a preoccuparmi, e contemporaneamente iniziai a dire a me stessa di fregarmene.
Era impossibile fregarsene. Sicuramente si sarebbe cacciato in qualche guaio.




Ehi ragazze, scusate se non sto pubblicando giornalmente ma sono inpegnatissima..
Comunque, spero che vi piaccia lo svolgimento della storia C:
Questo capitolo è un po’ più corto lo so, ma è di introduzione al prossimo.
Fatemi sapere cosa ne pensate..
Vi voglio bene
-Erika

Erika Silipigni su face
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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
Lasciai cadere lo zaino accanto al portone di casa, dopo di che senza entrare mi voltai e iniziai a correre.
Nessun umano avrebbe mai potuto vedermi.. al massimo avrebbe udito il rumore dello spostamento d’aria al mio passaggio.
Continuai a correre, e fu li che mi ricordai di quel tipo. Frequenta l’ultimo anno di Liceo, ed è già stato dentro 3 volte. Cosa ci faceva con Justin? Perché si comportavano amichevolmente?
Tornai a scuola, nel luogo in cui li avevo visti l’ultima volta e mi misi sulle loro tracce.
Avevo un'unica e sola possibilità di trovarli. Seguire l’odore di sangue che le ferite di Justin lasciavano.
Noi vampiri abbiamo un olfatto sensibilissimo al sangue anche se non facciamo differenze.. tuttavia il sangue di Justin potrei riconoscerlo in mezzo a 300 cadaveri dissanguati.
Quando l’odore del suo sangue mi entrò nelle narici, iniziai a camminare in direzione del vecchio capannone, dietro scuola.
Le ferite non erano fresche per cui la scia che il mio olfatto avvertiva era molto debole.
Proseguii fin quando non giunsi accanto al capannone.. poi sentii delle voci.
“Hai stoffa ragazzo.” Pronunciò un vocione con l’accento calcato.
Sentii degli schiamazzi e dei gemiti così mi avvicinai al capannone, e cercai qualche modo per vedere all’interno.
Nonostante fosse abbandonato, le pareti erano in buone condizioni, così non trovai nemmeno uno spiraglio..
Poi mi venne un’idea.
Mi guardai intorno, dopo di che spiccai un salto e raggiunsi il tetto.
Grazie ad enormi voragini lasciate dalla distruzione delle piogge acide, vidi tutta la scena.
Justin al centro di un gruppo di ragazzi, più alti di lui di 20 centimetri, che calciava qualcosa.
Guardai meglio.
Stava picchiando un ragazzo. Ma perché lo faceva?..
Continuò a sferrare vari calci e pugni, fin quando uno dei ragazzi che lo accerchiavano non gli andò accanto e non gli disse:
“Sei dentro.” Dopo di che ci furono varie pacche sulle spalle.
Pian piano, quei ragazzi iniziarono a guardarsi intorno dopo di che scomparvero.
Era entrato in un gruppo di bulli?..
Nonostante il resto della banda se ne fosse andato, Justin restò nel capannone.
Lo vidi abbassarsi vero quel ragazzo che fino a poco prima aveva picchiato e parlargli.
“Mi dispiace.. ma dovevo farlo..” Disse amareggiato.
Il ragazzo emise un gemito, dopo di che Justin lo afferrò dal busto e lo alzò.
Se lo mise in spalla e iniziò a trascinarlo verso l’uscita del capannone.
Che senso aveva picchiarlo, e poi aiutarlo?!..
Scesi dal tetto e raggiunsi velocemente il punto in cui si trovavano.
Gli arrivai alle spalle.
“Justin..” Dissi con tono amaro.
Si voltò di scatto lasciando cadere per terra quel ragazzo.
Quando mi vide il suo sguardo fu un misto di sorpresa, felicità,spavento,e commozione.
“Che ci fai tu qui?” Disse guardandosi intorno.
Già.. che ci facevo io lì?!
“Ti ho seguito.” Risposi velocemente.
Tecnicamente era vero.. anche se non avevo seguito lui ma la sua scia di sangue.
Sangue..
Un odore mi pervase le narici, dopo di che mi resi conto che le ferite che riportava il ragazzo accasciato al suolo, erano gravi.
Sentii le zanne calare, così mi voltai e mi misi le mani sul volto.. Poi iniziai a cercare in me la volontà di far tornare tutto alla normalità.
Sarebbe stato più facile girarsi, ucciderli entrambi e dare la colpa ad un animale selvaggio..
Sicuramente se la mano di Justin non si fosse posata sulla mia spalla non ce l’avrei fatta a trattenermi.
L’odore del sangue di quel ragazzo, fu sostituito velocemente da un profumo maschile dolce, e attraente. Probabilmente One Millione constatai.
All’incontro con quel profumo, le mie zanne rientrarono e il mio viso riprese la sua forma naturale.
“Drusilla, tutto ok?..  Qualcosa non va?” Disse Justin alle mie spalle.
Mi voltai sorridendo, anche se in me iniziò a crescere dello stupore.
“Si tutto ok. Ma tu Justin, cosa stai combinando che ci facevi con quei ceffi?” Dissi seria.
Si guardò intorno, dopo di che ritornò a me.
“Non possiamo essere più amici Drusilla..” Disse frettolosamente, come se qualcuno lo stesse ascoltando.
Sgranai le pupille.
“Come?.. per quale motivo?” Insinuai.
Il ragazzo ferito si mosse di qualche centimetro, dopo di che svenne.
Justin lo vide, dopo di che mi afferrò dalle spalle e iniziò a spingermi verso il capannone.
Quando le mie spalle incontrarono la solida parete, si fermò.
“.. è per il tuo bene.” Disse prima di avvicinarsi.
Si avvicinò, ancora e ancora, finchè i nostri nasi non si sfiorarono e le nostra labbra non ebbero contatto.
Era forse, il mio primo bacio da vampira.

Rabbrividii al contatto con le sue labbra e potrei giurare, che se solo il mio cuore fosse stato in vita, avrebbe iniziato a battere all’impazzata.
Le sue labbra le trovai morbide, quasi soffici, ed accoglienti. Pensai che forse qualcuno aveva finalmente posto fine alla mia vita da vampiro, e quella era il paradiso.

Poi si distaccò lasciandomi ancora con gli occhi socchiusi e il volto proteso verso di lui.
“Addio.” Disse prima di lanciarmi un’ultima e dolce occhiata.
Poi si voltò, prese di peso il ragazzo svenuto e se ne andò correndo.
Io restai ferma, immobile, contro quella parete intorpidita, e la nebbia crescente intorno a me.
Le labbra ancora ferme, come nel momento in cui quel bacio venne impresso su esse.
Avrei giurato.. di aver sentito un battito nel petto quando il suo respiro si fece più vicino.
Restai ferma, immobile, stordita, per una mezz’ora, dopo di che iniziò a piovere.
Iniziai a correre per evitare di bagnarmi.. anche se giunsi a casa inzuppata fradicia.
Quando mi chiusi la porta alle spalle e mi ci appoggiai contro, vidi Selene spuntare dalla cucina.
Mi poggiai due dita sulle labbra, come per accertarmi che non fosse stato solo un sogno, dopo di che mi alzai e le andai incontro.
Mi sorrise.
“Tutto bene? Sei inzuppata vai a cambiarti..” Disse indicandomi il piano superiore.
La guardai storto.
“Come vorrei avere la paura di potermi ammalare.” Risposi alludendo al fatto che non avrei mai preso la febbre per essermi inzuppata sotto la pioggia.
“L’hai trovato?” Mi chiese poi.
“Chi?”.. Risposi convinta.
“Come chi? Justin. Sei tornata e hai lasciato lo zaino fuori dalla porta. Non ti sei nemmeno nutrita per andare a cercarlo.. Devo dedurre che ti importa di lui.” Disse gesticolando.
“Mi ha baciata.” Dissi fermandola.
Per qualche istante la sua espressione si perse nel vuoto, dopo di che mi guardò e sorrise.
“Prima o poi sarebbe successo.” Disse ironica.
“No, Selene. No. Queste cose succedono agli umani non ai vampiri.” Risposi agitandomi.
Mi guardò sorpresa.
“Ah, quindi secondo te queste cose ai vampiri non succedono?” Mi chiese avvicinandosi a me.
Mi sentii talmente confusa e scombussolata che mi coprii il viso.
“Non lo so io cosa sta succedendo..” Farfugliai.
Non era stato Justin a confondermi e a mandarmi nel pallone. Ma il fatto che io abbia provato delle strane sensazioni.
Selene si mise accanto a me e mi abbracciò.
“Devi accettare il fatto che si è innamorato di te.” Disse ad un tratto.
Alzai la testa e la guardai fissa negli occhi.
“Mi ha detto che la nostra amicizia finisce qui. Che lo fa per salvarmi.” Sbottai.
“Meglio .. così non dovrai respingerlo una seconda volta?” Disse.
Seconda volta?.. Cosa? Lei aveva capito che io avevo respinto il bacio di Justin.. ma non era così.
Sfuggì dalla sua presa e mi alzai per poi muovermi nervosamente.
“Drusilla, tu l’hai respinto vero?.. Hai inventato qualche scusa, del tipo, sono già fidanzata?” Mi chiese preoccupandosi.
Scossi la testa, e un istante dopo Selene si lasciò cadere nuovamente sul divano.
Iniziai a pensare a quanto fossi stupida.
Avrei potuto bere il suo sangue, ucciderlo. Invece no. Gli ho salvato la vita.
"Drusilla, non puoi innamorarti di lui.." Disse mia sorella, con voce severa.
"Non voglio, innamorarmi di lui." Risposi mentendo.
"Menti. Ho capito cosa provavi per lui dalla prima volta che l'hai portato a casa. Drusilla lui crescerà, invecchierà e morirà. Tu no. E ci starai male. Ti dannerai l'esistenza.. e lui si dannerà la vita."
Perchè mi ero innamorata di un umano?.. Le cose non sarebbero andate per il meglio.
Mi poggiai una mano in fronte per bloccare il pensiero.
Avevo ammesso a me stessa di essermi innamorata. Ma com’era possibile se in 164 anni non mi era mai capitato?..
“Non ho nulla contro Justin, anzi sai che appoggio i rapporti umani.. Solo che in quel modo, andando oltre l’amicizia, vi fareste del male. Non potrai vivere un esistenza senza di lui, quando morirà.. E lui non potrà accettare il fatto di non vederti invecchiare accanto a lui.” Proseguì Selene.
Mi incamminai verso l’uscita, e prima di sbattermi la porta alle spalle dissi:
“Non c’è problema. Tra me e lui non credo ci sia più l’ombra di un’amicizia.”
Era stato lui a dirmelo.



Salvee c:
Scusate se non ho pubblicato in questi due giorni..
Prima ho voluto aspettare che ci fosse qualche recensione in più.. (speranza vana) poi non ho avuto tempo.
Comunque finalmente come molte mi hanno chiesto li ho fatti baciare.
Spero vi piaccia.. C:
Fatemi sapere.
Vi voglio bene
-Erika

@IloveTheBiebes3 su twitter
Erika Silipigni su face C:

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
Quando mi chiusi la porta alle spalle mi resi conto di avere ancora i vestiti bagnati fradici.
Ma non era quello a preoccuparmi.
Attraversai il vialetto e mi fermai in strada.
Chiusi gli occhi e sperai che la pioggia lavasse via i miei sentimenti, tuttavia quando li riaprii, niente fu diverso.
Forse 164 anni sono troppi per credere alla magia.
In tutti miei anni da vampira e i miei anni da umana, non avevo mai provato questa sensazione per nessuno. 
Infilai le mani nelle strette tasche dei mie jeans blu scuro, e mi incamminai sul bordo della strada.
Mi resi conto di non avere in mente una meta precisa. L’unica cosa di cui sentii la necessità, fu camminare.
E camminai. A lungo.
Poi mi resi conto, di avere l’imminente necessità di nutrirmi.
Cercai di ignorare la sete e continuai a camminare fin quando non smise di piovere.
Non mi nutrivo da parecchio e non avrei retto molto a lungo.
Con tutto il corpo bagnato, mi accasciai in un angolo.
Il mio top e la mia giacca erano completamente fradici, proprio come tutto il resto dei miei vestiti. Guardai i miei stivali di pelle, dopo di che schioccai i tacchi per terra.
Le vene iniziarono a pulsare e i muscoli si tesero, mentre la debolezza si prese gioco di me.
Avrei dovuto nutrirmi al più presto, invece restai ferma, immobile, pensando al motivo per cui Justin non mi avrebbe più rivolto la parole.
Certo, in realtà, la sua scelta avrei dovuto prenderla io da un po’ di tempo, giusto per non metterlo in pericolo.. tuttavia, stargli lontana per me è impensabile.
Appoggiai la testa sulle ginocchia, e mi strinsi le braccia contro il petto.
Era una posizione di protezione, che assumono le mie vittime prima che io le dissangui. Dimostra la loro fragilità. Io non sono fragile. Eppure.. vorrei esserlo.
La mia mente iniziò ad annebbiarsi, così mi mossi leggermente, cercando di rialzarmi.. tuttavia barcollai e caddi nuovamente per terra.
Noi vampiri non moriamo molto facilmente.. dovrebbero metterci un paletto nel cuore, oppure impedirci di nutrirci per mesi e mesi.
Io non mi nutrivo da poco quindi non sarei morta, solo sarei stata male.
Poi arrivò una stretta.
Una mano mi cinse il polso, mentre un braccio fece la stessa cosa con i miei fianchi. Poco dopo mi ritrovai sulla spalla di qualcuno.
Mi mossi leggermente, poi inspirai e quel profumo mi entrò nelle narici.
Non mi mossi più visto che sapevo chi fosse a tenermi. Justin. Quel profumo l’avrei riconosciuto ovunque.
Tuttavia, la mia sete era molta, e le sue vecchie ferite attiravano continuamente la mia attenzione.
Mi trattenni, e dopo qualche minuto mi ritrovai sdraiata.
Sentii delle voci confuse, dopo di che qualcuno mi mise un bicchiere colmo di sangue alle labbra.
Bevvi velocemente, con foga e sete.. poi mi ripresi in un attimo.
La mente e la vista tornarono chiare e perfette, così misi subito a fuoco l’immagine di mia sorella di fronte a me.
Mi guardai intorno e mi resi conto di essere nella mia stanza.
“Dov’è Justin?” Chiesi a Selene ricordandomi di lui.
Mi fece cenno di stare zitta dopo di che si abbassò e  nascose il bicchiere da cui avevo bevuto sotto il letto.
“Lui è in bagno Drusilla..” Disse poi con tranquillità.
Scossi la testa.. non sapevo come comportarmi con lui, così con uno sguardo chiesi aiuto a Selene.
“Sii te stessa.” Disse prima di alzarsi e scomparire dietro la cucina.
Me stessa?.. essere me stessa significherebbe ucciderlo.
Ma forse no. Lei non intende la Drusilla vampira che beve sangue .. intende la ragazza che c’è dentro questo corpo. Intende la mia personalità.
Sentii dei passi, poi Justin si affacciò alla porta.
Mi tirai su e lo guardai entrare.
Aveva indosso una tuta grigia, e un cappello bianco.  Lo guardai e sorrisi di sottecchi.
Si mise accanto a me.
“Stai meglio?” Mi chiese.
Annuii e tirai le braccia fuori dalle coperte. Mi resi conto di avere indosso il pigiama, nonostante i miei capelli fossero ancora inzuppati, Selene si era preoccupata di cambiarmi.
“Allora è meglio che io vada..” Disse muovendosi.
Lo afferrai da un braccio, lui voltò lo sguardo e lo piantò nel mio.
Non dissi una parola, furono i miei occhi a supplicarlo di restare.

Tornò a sedersi, poi presi parola.
“Cos’è successo?..” Chiesi guardandolo.
“Eri quasi svenuta accant..” Non lo lasciai finire.
“Cos’è successo fra noi?” Dissi sostenendo il suo sguardo.
Lui, invece, non sostenne il mio. Si voltò e farfugliò qualcosa, dopo di che disse:
“Non posso esserti amico Drusilla..”
Mi innervosii, così senza rendermene conto afferrai il suo volto dal mento e lo portai di fronte al mio.
“Perché? Tu mi hai baciata Justin e mi hai confusa tantissimo. Devi darmi una motivazione.” Dissi trattenendo il suo viso.
Restò in silenzio qualche istante, di fronte al mio visto, con lo sguardo perso nel mio, poi mi rispose.
“Sono entrato in un gruppo di ragazzi più grandi.. In questo modo i ragazzi della mia classe non mi toccheranno più.. però il patto per entrare a far parte del loro gruppo comprende nessuna ragazza.”
Tolsi la mano dal suo viso e abbassai lo sguardo, tuttavia lui continuò a guardarmi.
“Allora, stanno così le cose..” Dissi sospirando.
Si stava solo salvando la vita, perché dovevo fargliene una colpa.. Anche se sapevo che ora sarebbe stato lui a picchiare altri ragazzini.
Questa volta fu lui a prendere il mio volto fra le mani e portare il mio sguardo sul suo.
Così ti proteggerò capisci?.. Quei ragazzi da cui mi hai salvato due volte, vogliono vendicarsi su di te.. ed io così potrò proteggerti.” Disse convinto.
Sorrisi al pensiero di aver bisogno della sua protezione.
“Justin.. non voglio che tu sia entrato in quel gruppo per proteggere me. Io non ho bisogno di protezione. Tu ora dovrai picchiare ragazzi innocenti come te.. ti prego tirati indietro finchè sei in tempo.” Dissi.
Non era da me, indurre le persone a fare la cosa giusta.. quella saggia è Selene.. tuttavia, Justin mi porta a fare anche questo.
Mi guardò confuso, dopo di che disse:
“Tu sei una ragazza. Sei fragile, delicata, e preziosa. Hai bisogno della mia protezione.”
Mi vennero le lacrime quando sentii quelle parole.
Ero fragile, delicata e preziosa per lui?.. Com’è orrendo il modo in cui il nostro aspetto inganna le nostre prede.
Mi voltai dall’altra parte. Il mio fascino da vampira non doveva influire sulla nostra amicizia. Tengo troppo a lui.
“Non è così Justin. Io so.. badare a me stessa.” Dissi impegnandomi a non sbagliare parole.
“Allora perché mi vuoi con te? Perché? Se non vuoi che io ti protegga cosa vuoi da me?” Disse a gran tono.
Lui, era forse convinto che l’unica cosa che volessi da lui, fosse protezione?..
“Non so cosa voglio da te. Mi hai confusa, e continui a farlo ogni volta che mi guardi.” Risposi in tutta sincerità.
Poi me ne pentii.
“Ti ho confusa.. Come? Con cosa?” Disse gesticolando.
Lo guardai e improvvisamente la ragazza assetata di sangue che c’è in me uscì fuori.
Portai le mani al suo viso che lo spinsero contro il mio.
Prima di baciarlo dissi:
“Con questo.” Dopo di che le mie labbra sfiorarono le sue.
Fu un bacio dolce, delicato, appena accennato.. ma intenso.
Quando mi distaccai da lui,lo guardai negli occhi, ancora socchiusi.

Quando li riaprii anche lui mi guardò.
“Tu..” farfugliò qualcosa, poi spalancò gli occhi.
“Tu.. fallo ancora.” Disse fissandomi.
Presi nuovamente il suo viso fra le mani e lo baciai, lasciando aleggiare nell’aria il leggero schiocco delle mie labbra sulle sue.
Lo guardai perplessa, dopo di che gli chiesi:
“Tu, provi qualcosa di strano?.. Bhe perché io ogni volta che ti bacio..” Non mi lasciò finire che si fiondò su di me e mi baciò ancora.
Questa volta con più foga.
Le sue labbra ondeggiavano al contatto con le mie, e lasciai che fossero loro a guidarmi in quel tumulto di emozioni.
Quando mi staccai da lui lo guardai sorridendo.
“Noi.. potremmo, frequentarci meglio?” Proposi, dimenticandomi forse del fatto che fosse un umano.
Lo vidi fissare il vuoto, dopo di che rispose:
“Io.. parlerò con quei ragazzi.. e gli spiegherò la situazione.. “
“Se non accetteranno le tue condizioni? “Chiesi tremante dal freddo.
Si soffermò un istante dopo di che mi rispose.
“Me ne andrò.” E sorrise.
Sorrisi anche io, e lo baciai.
Ci saremmo frequentati da amici, chiaro, ma qualche bacio, ogni tanto sono sicura che sarebbe scappato.
“Ora è meglio che io vada..” Disse alzandosi.
Annuii e sorrisi, dopo di che lo guardai lasciare casa mia.
Quando mi assicurai che fosse uscito, seppellii la faccia nel cuscino e urlai con tutte le mie forze.
Era incredibile.. stavo provando delle sensazioni vere. Mi sentivo quasi umana.
Però in questo modo Justin era costantemente in pericolo.. gli avrei detto la verità al più presto.

Ehiii c:
Tutto bene? .. spero di si.
Mi spiace di non essere puntuale con gli aggiornamenti ma con pallavolo, scuola d’inglese e compleanni sono impegnatissima e scrivo solo di notte.
Comunque, spero vi piaccia. Fatemi sapere eh!
Un bacione ragazze,
vi voglio bene
-Erika
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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8
Selene mi fece mandare giù bicchieri di sangue fin quando non mi ripresi.
Stranamente quella notte dormii. Solitamente non lo faccio, non mi piace riposare se non ne ho bisogno.
Eppure quella notte mi sdraiai, chiusi gli occhi e sorridendo mi addormentai.
Forse perché anche un essere immortale ha la necessità di staccare.. e staccare è difficile quando hai una vita eterna.
Il mattino seguente Selene mi svegliò appena mezz’ora prima delle lezioni, così dovetti fare tutto a super velocità per non arrivare in ritardo.
Mi sembra ridicolo dover usare i miei poteri per non tardare a scuola.. eppure lo feci.
Quando giunsi di fronte al cancello della scuola, mi sistemai la borsa sul fianco ed entrai come se non avessi percorso 2 kilometri correndo.
Il mio pensiero andò a Justin immediatamente. Aveva parlato con quei tizi? Cos’aveva deciso?
La campanella suonò in quell’istante interrompendo i miei pensieri, accompagnata da una mano sulla mia spalla.
“Drusilla, buongiorno.” Disse Justin scoccandomi un bacio sulla guancia.
Annuii e  ricambiai il bacio.
I suoi occhi erano luminosi e sorridenti a tal punto da contagiarmi.
Sorrisi anche io.
“Entriamo?” Propose andando avanti.
Mi trovai sul punto di annuire, quando sentii quell’odore.
Mi riempì prepotentemente le narici e si insidiò fino al mio cervello. Cercai di rigettarlo in ogni maniera, invano.
“Tu va pure avanti. Devo fermarmi a parlare con una ragazza.” Mentii.
Mi voltai e mi resi conto che ancora pochi alunni erano fuori, e fra poco anche loro se ne sarebbero andati.
Justin annuii e sorrise, dopo di che si voltò e si incamminò verso l’entrata intonando un allegro “A dopo.”.
Lo salutai con un cenno della mano e mi voltai.
Quell’odore continuava a picchiarmi in testa, così mi mossi velocemente fin dietro un albero, dopo di che mi impuntai sui piedi e misi le mani conserte.
“Esci fuori.” Dissi con un sorriso nervoso.
Sentii dei passi alle mie spalle e non ebbi bisogno di voltarmi per riconoscere il passo di Victor.
Fui percorsa da un brivido di disgusto.
“Victor..” Dissi girandomi verso di lui, fingendomi poco sorpresa sella sua presenza.
“Drusilla.. Ti trovo in ottima forma.” Disse venendomi accanto.
I pugni serrati, lo sguardo  serio e i movimenti furtivi.. non era cambiato affatto.
“Concordo con te.” Risposi rigettando per l’ennesima volta il suo profumo nauseabondo.
Ci furono istanti di silenzio, in cui i miei muscoli furono sul punto di scattare per aggredirlo, poi iniziò a passeggiarmi attorno.
“Così.. ti diverti a sedurre gli umani e poi a distruggerli.” Mi sussurrò in un orecchio.
Mi voltai di scatto e ci ritrovammo faccia a faccia.
“Ti sbagli. Quella è sempre stata la tua tattica.” Dissi alludendo a tutte le ragazze che aveva sedotto e ucciso nel corso dei decenni.
Un sorriso irritato appare sul suo volto mentre si avvicina ancora di più a me.
“Allora chi è il biondino con gli occhi nocciola?” Disse inarcando un sopracciglio.
Justin. Justin. Come fa a sapere di lui? .. Non deve permettersi nemmeno a sfiorarlo con il pensiero.
Non posso ammettere di essere interessata a Justin altrimenti per lui la caccia sarebbe aperta, così mento.
“Lui?..Lui è solo una scommessa.” Dissi aggiungendo una risata ironica.
Vidi il viso di Victor di fronte al mio e avrei voluto fare di tutto per allontanarmi, ma fare un passo indietro sarebbe come mettersi sulla difensiva. E non è questo che voglio, perché poi penserebbe che il discorso “ragazzo occhi nocciola” mi abbia indebolita.
“Scommessa?.. Allora faccio anche io una scommessa. Scommetto che dopo 164 anni non hai ancora capito che non puoi prendermi in giro?” Disse allontanandosi di colpo.
Sentii dei respiri come in lontananza ma li ignorai.
Distrarmi potrebbe essere fatale. Victor è pericoloso.
Fu lui, nel 1848 a trasformare me e Selene in due vampire.
Subito dopo la morte di nostro padre, io e mia sorella iniziammo a prenderci cura degli affari di famiglia.
Victor, a quei tempi era uno dei soci di mio padre, ma successivamente ammise di aver preso quel posto solo per me e Selene.
Quando iniziammo a presentarci alle riunioni e a gestire le imprese di stoffa, Victor decise di entrare in azione.
Iniziò a comportarsi in maniera strana con entrambe, dimostrandosi sempre dalla nostra parte.
Un giorno organizzò una riunione privata, io, Selene e lui.
Qualcosa mi puzzò di bruciato, così dissi alla mia governante, Cassie , di nascondersi dietro l’armadio e in caso, di correre a chiedere aiuto. E così fece.
Quando io e Selene entrammo, lui iniziò a fare discorsi sul come sarebbe un peccato dover sprecare la nostra esistenza.
Si voltò e iniziammo a sentire il suo respiro farsi più affannato.
Guardai  Selene che sorrise ignara, dopo di che mi voltai verso uno specchio.
Istintivamente urlai, quando dallo specchio vidi i suoi canini calati e la fronte corrugata.
Dopo di che urlai ancora, e infine andai correndo verso la porta.
Tuttavia, ovviamente fu tutto vano. 
Si avvicinò a Selene e l’ultima immagine che ricordo, in maniera sfuocata, sono le sue urla e la sua espressione terrorizzata.
Poi lasciandola dissanguata, con il veleno nelle vene iniziò a correre verso di me.
Fu un istante, e un dolore mai provato prima partì dal collo per espandersi in tutto il corpo.
Odio profondamente Victor per aver reso la nostra normale vita umana un inferno.. però gli sono grata per averci insegnato a nutrirci e a convivere con gli umani.
Passammo i primi mesi della trasformazione sotto la sua tutela. I cuccioli non si controllano.
Sbattei le palpebre ed uscii da quell’orrendo ricordo.
“Non lo sto facendo.” Risposi dimostrandomi sicura.
Sorrise e aggrottò la fronte dopo di che sorrise.
“Sicura? Chiediamolo a lui allora.”  Disse.
Pensai che volesse andare dentro scuola a prendere Justin così mi spostai  mi misi con le spalle verso la scuola per impedirgli di fare un altro passo.
Quando mi spostai però, notai una piccola figura accanto agli spogliatoi, con la schiena poggiata alla parete.
Ecco di chi erano quei respiri che avevo ignorato. Ecco che intendeva Victor con “chiediamo a lui”.
Justin con lo sguardo vuoto e frustrato mi scrutava intensamente.

Lo implorai con lo sguardo di andare via, ma si limitò a fare qualche cenno di negazione.
Victor fece qualche passo verso di lui, così mi ritrovai a correre per fermarlo.
“Victor.. “ Dissi quasi urlando, bloccandolo dal braccio.
Si voltò di scatto e mi guardò.
“Hai deciso di dirmela tu la verità?” Disse.
Perché insisteva a sapere cosa significasse per me Justin?
Cosa voleva sapere realmente?
Socchiusi gli occhi in cenno di rabbia, ma prima che potessi parlare, sentii le parole di Justin.
“Una scommessa?.. Addio Drusilla.” Disse prima di voltarsi e andarsene.
Aveva sentito le mie parole. Ed io mi sentii una fallita.
Le avevo dette per salvargli la vita e mi si erano rivoltate contro.
Strinsi la presa sul braccio di Victor e lo sentii emettere un gemito. Poi lo mollai di colpo e mi precipitai nella direzione presa da Justin.
Non mi importava della reazione di Victor. Era stato lui a darmi questa vita altrimenti sarei morta nell’800.
Avrei lottato per Justin.

IO VI DEVO DELLE SCUSE IMMENSE.
Cioè non ho pubblicato per un bordello.
Mi scuso davvero, ma tra palestra, scuola d’inglese e scuola le cose non vanno tanto bene..
Voi come state? Mi mancano le vostre recensioni sapete?
Che ne dite di lasciarmene una per dirmi che ne pensate del capitolo?!  C:
Siete bellissime e fantastiche.
Per qualunque cosa contattatemi su twitter o face .
@IloveTheBiebes3
Erika Silipigni
-Erika

P.S Scusatemi se è cortissssimo, ma serve per introdurre l'altro che sarà più luuuungo <3

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
Decisi di mantenere un passo da umana per raggiungerlo, così avrei avuto il tempo di pensare a cosa dirgli.
Iniziai a pensare di presentarmi ridendo annunciando che tutto era uno scherzo.. poi però, mi resi conto che non avrebbe funzionato.
Mi sarei potuta presentare dicendo che quel Justin della conversazione non era lui.
Oppure.. cosa più difficile mi sarei potuta presentare dicendo la pura e semplice verità.
Justin forse non mi sono presentata bene, la prima volta. Mi chiamo Drusilla, ho 17 anni e sono un vampiro.
Sarebbe scappato con i talloni fino al collo pur di starmi lontano, dopo di che lo avrebbe detto a chiunque.
Scossi la testa lasciando andare via, quando me lo ritrovai a qualche passo da me, con le braccia conserte e lo sguardo duro.
Sorrisi senza accorgermene.
“Justin..” pronunciai avvicinandomi a lui.
Fece un passo indietro lasciandomi a bocca aperta. Gli facevo talmente schifo da allontanarsi da me?..
“Quello che hai sentito prima..” Dissi avvicinandomi lentamente, ma non mi lasciò finire.
“Scommetto che non lo pensi davvero.” Disse con tono di beffa.
“Mi sembra ovvio che non lo penso stupido, altrimenti non starei qui.” Sbottai.
Altrimenti non saresti ancora vivo, corressi la frase nella mia mente.
“Davvero io sono una scommessa Drusilla?” Disse ad un tratto lasciando cadere le braccia a ciondoloni lungo il corpo.
Lo guardai quasi cercando di capire come possa un essere umano essere talmente perfetto.
“No che non lo sei Justin. Dovevo allontanare quel tipo in qualche modo, e quella era l’unica cosa che lo avrebbe fatto andare vita.” Dissi.
In parte, era vero.
L’unica cosa che immaginavo di fare dicendo quelle parole, era allontanare Victor da Justin.
“Chi era?” Chiese prendendomi abbastanza alla sprovvista.
Scossi la testa e abbassai lo sguardo. Odiavo dovergli mentire, anche se tutta la nostra amicizia era una bugia.
“Un mio ex ragazzo.” Mentii, e in quell’istante il cuore mi raggelò.
Le storie vanno bene a tutti, tranne che agli essere sovrannaturali.
Devo solo accettare la realtà. La mia vita eterna non avrà mai un lieto fine.
“Perché non puoi dirgli che ci frequentiamo, invece che mentire?” Disse.
“Perché se la prenderebbe con te.” Risposi inorridita dal pensiero delle zanne di Victor sul collo di Justin.
Abbassò lo sguardo, forse ricordandosi della sua fragilità, dopo di che mi venne incontro.
Victor doveva essere andato via visto che in giro non c’era traccia del suo orrendo odore.
Lasciai che Justin si avvicinasse a me lentamente, come se fosse in un film.
Una goccia di pioggia mi cadde sul viso, fredda e veloce.
La asciugai nettamente con il palmo della mano prima che altre migliaia di esse mi cadessero addosso.
Justin arrivò a pochi centimetri da me, quando mi prese il volto fra le mani, mi fissò negli occhi, e come se fosse l’ultima frase della sua vita disse:
“Tu mi piaci seriamente, non voglio perderti per nessuna ragione.”
Lasciai che il mio cervello interpretasse quelle parole migliaia e migliaia di volte, prima di sorridere.
Passarono i secondi, e dentro me nessuna risposta mi sembrò quella giusta, così senza farmi scrupoli, gli stampai un dolce bacio a fior di pelle.

Durò qualche istante, poi mi staccai da lui che restò ancora qualche secondo con gli occhi chiusi e le protese verso me.
Credo che questa fosse la miglior risposta che avessi potuto dare.
Le gocce di pioggia caddero più prepotenti sulla nostra pelle, quando iniziai a chiedermelo.
Cos’avevo in mente?.. Cosa avevo in serbo per Justin? Era ovvio che desideravo stare con lui. Ma come avrei fatto a non dirgli nulla?.. Lo avrei guardato invecchiare da lontano? Mi resi conto che il nostro amore era nettamente impossibile.
Decisi di non pensarci. Per ora mi sarei goduta questi momenti meravigliosi.
Poi successe.
Un odore forte e un veloce scossone ci vennero incontro sotto quella pioggia.
Mi sentii un vuoto accanto, e mi bastò un istante per capire che Victor si fosse lanciato su Justin.
Sentii delle urla, ma non ebbi tempo di riflettere.
Mi fiondai su Victor che tratteneva Justin contro il terreno e lo lanciai in aria.
Con i canini calati, il vampiro ottocentesco aveva cercato di uccidere il ragazzo che mi piace.
Feci calare anche i miei canini dopo di che mi misi di fronte a Victor con Justin terrorizzato alle mie spalle, ancora atterra.
Ringhiò e cercò di lanciarsi nuovamente su Justin, quando inaspettatamente mi fiondai su di lui mordendolo sulla parte inferiore della spalla.
Victor non era più forte di me. La realtà non è come nei film, dove il più  forte è il più anziano. Il più forte è il più allenato, ed io lo ero davvero molto.
Quando i miei denti affondarono nella carne di quel corpo ormai morto, urlò e si contorse dal dolore, dopo di che la ferita si chiuse, e capendo quanto fossero vane le sue possibilità, si allontanò correndo.
Non era tanto il fatto che fossi più allenata di lui a rendermi più forte, ma il fatto che la sua preda era Justin. Avrei uccido l’intera popolazione terrestre pur di tenerlo in vita.
Justin.. seppure stavo lottando per lui.. mi ero dimenticata completamente di lui.
Mi voltai e lo vidi per terra terrorizzato con gli occhi fissi su di me.
Un orma di paura gli calpestò il voltò quando mi protesi verso di lui.
Dalla sua espressione capii che aveva visto tutta la scena.
Il mio segreto, era appena stato svelato.


Ehilà, bellissime :3
Come state? Tutto bene? C:
Scusatemi se non sto aggiornando puntualmente.. sono una frana x.x
Comunque sia, VI PREGO di farmi sapere cosa ne pensate, una recensione non costa niente.
In ogni caso, vi voglio bene tesori *-*
A presto,
-Erika
Erika Silipigni, @IloveTheBiebes3

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
Mi guardai intorno qualche istante dopo di che alzai il viso verso il cielo lasciando che la pioggia si confondesse con le lacrime.
Non avrebbe dovuto scoprirlo, almeno non così.
Abbassai il mio sguardo sul suo corpo inerte accasciato al suolo e cercai di trovare pietà.
Andai lentamente verso di lui che di fronte al mio corpo indietreggiò tremando, e si rimise in piedi.
“Justin..” dissi allungando una mano verso di lui.
Le sue pupille erano dilatate e potevo percepire il rumore dei suoi battiti.
Era terrorizzato.
Si guardò le spalle un paio di volte dopo di che disse:
“Sarebbe inutile fuggire..”
Pensava forse che il mio desiderio era quello di ucciderlo? Si sbagliava.
“Fuggi invece Justin. Ora hai scoperto la mia vera natura, non hai più motivo di restarmi accanto per proteggermi.” Dissi serrando i denti.
In un certo senso, sperai che fuggisse e che si dimenticasse di me per sempre.. tuttavia, non accadde.
Tremando fece un passo verso di me e sotto quella fredda pioggia mi porse la mano.
Indugiai qualche istante, rendendomi conto di quanto lo stessi mettendo in pericolo, dopo di che allungai la mano e con delicatezza la intrecciai alla tua.
Mi trascinò sotto un capannone e mi disse:
“Cosa sei tu?”
I suoi occhi fissi sui miei, il mio sguardo intuitivo..
“Un vampiro.” Sussurrai, quasi come se il rumore della pioggia potesse coprire le mie parole.
Un brivido percorse Justin, e me ne accorsi subito così mollai la sua mano e mi allontanai da lui.
I suoi piedi susseguirono velocemente i miei e me lo ritrovai dietro.
Feci per proseguire, quando mi afferrò dal bacino e mi voltò verso di lui.
“Drusilla non andare. Voglio sapere di più.” Sibilò.
“La tua è paura Justin.” Dissi avvicinandomi ancora di più.
“No, la mia è curiosità. Voglio sapere di più.” Disse sicuro.
Lo scrutai qualche istante.
“Di più? Di più cosa? Non è Twilight, non è The Vampire Diaries Justin. È la realtà.” Dissi socchiudendo gli occhi.
“So che non è un gioco. Ma Drusilla, me lo devi. Mi hai mentito per tutto questo tempo.”
Abbassai lo sguardo sicura del fatto che le sue parole mi avessero colpito il cuore.
Annuii, facendogli capire che gli avrei raccontato tutta la verità.
“Andiamo a casa mia, i miei non ci sono.”
Lo guardai storta, pensando a quanto sarebbe sbagliato abbandonare scuola, poi mi arresi alla sua presa e a passo svelto iniziammo a camminare sotto la pioggia verso casa sua.
Decisi di non andare ad altissima velocità, per lui era già un colpo sapere che sono un vampiro.. troppi colpi in un giorno solo non gli farebbero bene.
Arrivammo di fronte il portone di casa sua, mise la chiave nella toppa e iniziò a trascinarmi.
Come previsto per me ci fu un muro oltre la soglia.
Noi vampiri abbiamo bisogno dell’invito per entrare la prima volta a casa di un umano.
“Justin..” dissi cercando di fargli capire quale fosse il problema.
Continuò a tirarmi e si voltò furioso.
“Perché non vuoi entrare?” Disse.
“Devi invitarmi, oppure non posso entrare” Risposi secca.
Mi mollò la mano, si appoggiò alla porta e mi guardò qualche istante.
Forse avrebbe potuto lasciarmi li, e si sarebbe sentito più sicuro..
Lo vidi sbattere le palpebre svariate volte, poi sorrise e con uno sguardo colmo di sentimenti disse:
“Vieni, entra.”
Feci un passo e superai la soglia di casa sua, tranquillamente.
Un forte odore di casa e famiglia mi entrò nelle narici.
Avete presente quelle case che sanno.. d’amore e famiglia. Ecco.
Sorrisi e andai con lui fino al bagno dove prese delle asciugamano e me le porse.
“Asciugati.” Disse tranquillamente.
“Non prenderei di certo la febbre. Ma tu si, quindi dovresti farlo anche tu.” Dissi sorridendo.
Era una situazione simpatica dopo tutto.
Lui continuava a preoccuparsi per me come fossi umana.
Velocemente si sfilò la maglietta e si mise davanti allo specchio, dopo di che iniziò ad asciugarsi i capelli con un telo.
Il suo petto era abbastanza scolpito e attraente così lo fissai qualche istante, il tempo di rendermi ridicola.
Dopo di che mi coprii il viso con il mio telo fingendo di asciugarmi, mentre invece tentai di attenuare il rossore.
Quando mi riaffacciai alla realtà della sua bellezza, me lo ritrovai davanti con un sorriso confortante a porgermi una maglietta.
“Justin te l’ho detto. Non mi ammalo nemmeno se vengo in contatto con i germi stessi.” Protestai.
“Cambiati.” Ribadii lui.
Senza aspettare altro, mi levai la mia maglia inzuppata d’acqua e mi misi quella che mi aveva portato sotto il suo sguardo confuso.
Sorrisi e lo guardai.
Ricambiò il sorriso e mi trascinò fino in cucina, accese i riscaldamenti e si mise a sedere sul divano accanto a me.
Mentre due cioccolate calde emettevano calore, mi spogliai dei miei segreti.
“Allora.. sei un vampiro.” Disse sorseggiando.
Annuii e bevvi anch’io.
“Voglio chiederti qualcosa..” Disse.
“Sono qui per questo.” Risposi leccandomi la cioccolata dalle labbra.
“Allora.. è vera la storia dell’aglio?” Chiese.
“Dicerie locali.” Risposi di getto.
“La storia degli specchi?” Continuò di colpo.
“Leggende metropolitane.” Dissi.
“La storia che il sole vi incenerisce credo di no visto che cammini tranquillamente di giorno.” Continuò.
Annuii.
“Acqua santa?” Chiese.
Scossi la testa.
“In pratica, siete abbastanza normali.” Concluse.
Annuii ancora una volta, poi presi parola.
“Però..  possiamo correre ad una velocità indefinita, possiamo ascoltare ultrasuoni, e siamo forti oltre ogni misura.” Dissi in totale sincerità.
“Come.. vi riproducete?” Chiese imbarazzato.
“Morso nel collo, e iniezione del veleno.”Risposi velocemente.
“Potete avere figli?” Questo botta e risposta iniziava a preoccuparmi.
Scossi la testa.
Non potevo avere figli. Ne ora ne mai.
Justin emise un sospiro, e finalmente si rilassò, lo percepii dai battiti del suo cuore.
Mi avvicinai a lui e poggiai la testa al suo petto.
Bevvi l’ultimo sorso di cioccolata e poggiai la tazza sul tavolino di fronte a noi, dopo di che tornai alla mia posizione.
Appoggiò la sua testa sulla mia.
“Se hai paura.. dimmelo Justin. Devo saperlo.” Sussurrai.
Posò la sua tazza con delicatezza, poi mi prese il viso e lo portò di fronte al suo.
“Con te non ho mai avuto paura e mai ne avrò.”
Sussurrò prima di impegnare le mie labbra con un bacio.
Appena la sua morbida pelle venne a contatto con la mia, la porta di casa si aprì di scatto.


Ehi amori x.x
Scusate se con questa FF non mi sto impegnando molto, ma la scuola e i vari impegni non me lo permettono.
Comunque sia spero vi piaccia e che recensirete.
Per qualunque cosa contattatemi.
Vi amo.
@IloveTheBiebes3 su twitter
Erika Silipigni su face c:

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
Mi voltai con un gesto secco della testa e lo stesso fece Justin.
Un uomo sulla quarantina con un’aria stanca e affannata si fece strada verso di noi con un’aria disgustata.
“Papà..” sussurrò Justin alzandosi.
In qualche istante la mia mente analizzò la situazione.
Justin a petto nudo, infilato sotto le coperte assieme a me, che fra l’altro indossavo la sua maglia.
La reazione di qualunque genitore dell’800 sarebbe stata esagerata.
Il padre di Justin rifiutò il suo aiuto e gli fece cenno di non toccarlo più.
“Lei chi è?” Chiese poi quasi ringhiando.
Il suo aspetto era tutt’altro che accogliente e amichevole.. tuttavia, sembrava un uomo abbastanza curato.
“Mi chiamo Drusilla signor Bieber.” Dissi sorridendo, ricordando il cognome di Justin dal registro della sua classe.
L’uomo non accennò un sorriso, ne una smorfia. A quanto pare non lasciava trapelare nessuna emozione.
Si voltò verso Justin con fare tranquillo, ma io riuscii a percepire il movimento della sua mano.
Strinse il pugno fino a conficcarsi le unghie nella pelle, dopo di che , con un colpo secco, facendo finta di nulla lo mollò in faccia a Justin che cadde per terra.
Esitai nel correre ad aiutarlo, ma quando suo padre diede il primo calcio contro il corpo di quel fragile ragazzo accasciato al suolo non ce la feci.
Con velocità calcolata mi misi fra i due bloccando il secondo calcio dell’uomo con una sola mano.
“Si fermi immediatamente.” Dissi quasi ringhiando.
Il padre di Justin fece una smorfia e scoppiò in una fragorosa risata.
“E sentiamo, sennò cosa mi fa la bella ragazza di mio figlio?” Disse con un tono aspro.
Mi alzai di scatto e usando una piccolissima parte della mia forza, lo afferrai da un braccio e lo spinsi contro il muro.
Tentò di reagire, ma la mia forza era nettamente superiore alla sua, così ogni suo movimento divenne un vano tentativo di fuga.
Quando gli misi il gomito sulla gola, e lo guardai intensamente negli occhi, disse:
“Ma tu, chi sei?”
Lo mollai di colpo e come se non fosse successo niente gli porsi nuovamente la mano.
“Mi sono presentata prima. Sono Drusilla.” Risposi sorridendo.
Si portò una mano al collo e riprese a respirare normalmente, dopo di che strinse la mia mano con timore ed annuì.
Nel frattempo Justin mi venne accanto.
“Andiamocene..” Sussurrò.
 Mi voltai e lo seguii verso la porta quando suo padre disse:
“Fammi il favore, di tenertelo via per sempre. Non voglio più vederlo in questa casa.”
Si alzò bruscamente dal posto in cui si era accasciato e se ne salì sopra.
Mi voltai giusto in tempo per vedere l’espressione delusa di Justin.
Come si sentiva ad essere così odiati dai propri genitori?.. in tutti i miei anni di vita, non avevo mai provato una sensazione simile.
Istintivamente gli poggiai una mano sul volto e con delicatezza sfiorai la sua pelle, che si tese al mio contatto.
Scosse la testa come per scacciare qualche pensiero.
“Starai da me.” Dissi sicura delle mie parole.
Socchiuse gli occhi e mi spinse fuori casa chiudendosi il portone alle spalle.
“Mi hai già ospitato una notte Drusilla.. non posso approf..” Lo bloccai prima che potesse finire.
“Se non ti è chiaro, sono io che ti sto imponendo di stare da me ok?” Dissi.
Balbettò qualcosa.
“La mia casa è grande e ci sono parecchie stanze da letto.. e poi Selene ne sarebbe contenta..”Conclusi.
Poi pensai che forse, non era ancora pronto psicologicamente a condividere una casa con due vampire.. forse la paura iniziava a farsi avanti.
“Poi.. se il problema, non è di natura umana..” accennai abbassando il capo.
Mi alzò di scatto la testa e con un gesto secco piantò i suoi occhi nei miei lasciando come unico contatto fra noi la sua mano sotto il mio mento.
“Sai benissimo che non ho alcuna paura di te. Altrimenti sarei scappato, non credi?” Disse velocemente.
Annuii sorridendo, poi silenziosamente lo abbracciai e quando arrivai con le labbra all’altezza del suo orecchio dissi:
“Perché non lo hai fatto? Sei ancora in tempo.”
Anche se non lo vidi, percepii un sorrisetto nervoso e  malizioso comparire sul suo viso.
“Non l’ho fatto perché sarebbe inutile fuggire dall’ unica cosa che mi fa stare bene.”
Sorrisi anche io, finchè i muscoli del volto non iniziarono a farmi male.
“Allora andiamo.” Dissi distaccandomi da lui.
Mi prese la mano, e lentamente ci avviammo insieme,  ma durante il tragitto il mio istinto avvertì del pericolo.
Contemporaneamente a quella sensazione il telefono squillò. Selene.
Risosi di getto, temendo il peggio.
“Drusilla, ti prego aiutami.” Disse in lacrime.
Lasciai la mano di Justin che mi guardò sospetto e risposi:
“Che succede Selene?”
La risposta arrivò immediata ma confusa.
“Non.. ti prego..loro sono qui.” Farfugliò.
“Arrivo.” Risposi capendo la situazione.
Con “LORO SONO QUI” probabilmente Selene volle far riferimento al cerchio dei Triceni, un gruppo di vampiri che ogni 50 anni scelgono un luogo, e lo assediano completamente per poi uccidere e dissanguare tutte le persone.
Sono sicura che Selene avrebbe sacrificato la sua vita pur di salvare quella di un umano.
Posai il cellulare in borsa guardai Justin e mi posizionai avanti a lui dandogli le spalle.
Mi guardò senza capire e farfugliò qualcosa.
“Che succede?”
“Un casino. Aggrappati a me, poi ti spiegherò tutto.” Dissi.
Mi voltai e lo vidi guardarmi stranito.
“Aggrapparmi a te?” Disse dubbioso.
“Si Sali sulla mia schiena.” Risposi veloce.
Scosse la testa.
“Ti ammazzerei non se ne parla..” Continuò.
“Ne va della vita di Selene.” Dissi.
Balbettò qualcosa, dopo di che si avvicinò a me, mi mise le braccia al collo dopo di che lentamente, come se potesse farmi male, mi accerchiò la vita con i piedi.
Arrossendo misi le mani nella parte bassa dei suoi glutei per tenerlo, e lo sentii sogghignare..
Poi, partimmo.
A tutta velocità andai verso casa sentendo il suo respiro affannato al mio collo e il suo battito accelerato contro la schiena.
La paura per mia sorella mi fece perdere la condizione del tempo, e in pochi istanti arrivammo a casa.
Feci scendere Justin che ancora eccitato per la corsa non si rese conto del fatto che fossimo circondati.



Ehi splendori.
Tutto bene?!.. 
Come sempre io pubblico dopo 3242 anni, e mi scuso INFINITAMETNE.
Spero vi piaccia. Recensite se vi va, mi farebbe piacere sapere che ne pensate.
Vi amo.
-Erika

@iLoveTheBiebes3
Erika Silipigni

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
Li sentii leccarsi le labbra assaporando mentalmente il sangue di Justin che nel frattempo si dimenava dalla gioia della corsa.
“Wow è stata mozzafiato Drusilla..” Disse ancora troppo eccitato per rendersene conto.
Istintivamente cercai con lo sguardo la porta di casa, poi però mi resi conto che qualsiasi movimento azzardato li avrebbe fatti scattare.
Così, lentamente con fare cauto spinsi Justin contro una parte dell’abitazione, e mi misi di fronte in lui, assicurandomi di poterlo proteggere da entrambi i lati.
Ancora scosso e incredulo disse:
“Drusilla.. che succede?”
“Siamo circondati Justin. Mantieni la calma e non muoverti.” Sussurrai a denti stretti.
Il mio udito e i miei sensi mi fecero percepire immediatamente il respiro e la posizione di ognuno dei miei simili.
Poi, constatai di non essere abbastanza in forma per la lotta.. non bevevo sangue da parecchio tempo ormai.
Decisi di contrattare.
“Uscite allo scoperto.” Sussurrai, sicura del fatto che ognuno di loro mi abbia sentito.
Lentamente  sette figure coperte da una tunica nera si fecero avanti mettendo me e Justin con le spalle al muro.
Una di loro, mi lanciò uno sguardo indecifrabile dopo di che sorrise.
“Sono Renia, lottatrice speciale del cerchio dei Triceni.” Annunciò.
“Io sono..” non mi fece finire, e con fare di rimprovero disse:
“So chi sei, Drusilla.. I tuoi poteri sono conosciuti in tutti i clan, e in tutte le cerchie..”
Un sorriso beffardo affiorò al mio volto, poi mi distrassi sentendo il respiro preoccupato di Justin.
“..Sai per quale motivo siamo qui.” Continuò Renia.
I capelli bianchi le cadevano lungo le spalle, mentre lo sguardo vuoto e nero si perdeva nella nostra direzione.
“So qual è lo scopo della cerchia dei Triceni, ma non so cosa vi abbia spinto fino a qui.” Dissi guardandoli uno ad uno.
Un assortimento di maschi e femmine mi fece raggelare la mente.
“Vogliamo radere al suolo questo posto, e nutrirci con tutti i suoi abitanti.” Disse un ragazzino all’incirca di 15 anni facendosi avanti.
Probabilmente un nuovo arrivato.
Renia lo fulminò con uno sguardo, e con un sorriso di scuse si rivolse di nuovo a me.
“Francia 1932.” Sussurrai sicura di me.
“Ci incontrammo a Marsiglia e decidemmo di mantenere le distanze. Perché siete qui?” Conclusi.
“Per farti una proposta. Cedici questa cittadina, unisciti a noi e noi ti garantiremo di lasciare in vita alcune delle persone che convivono giornalmente con te.” Disse Renia, seria.
Sorrisi sfidandola.
Feci un passo avanti per continuare la discussione, quando il ragazzino di 15 anni non si intromise nuovamente.
“E lui chi è? Perché un umano cammina con te?” Disse guardando male Justin che al sentirsi nominare si irrigidì.
“Zitto e torna al tuo posto.” Ringhiò Renia facendolo indietreggiare.
“Lui, è uno di quegli insulsi umani a cui lei e sua sorella, la cara e dolce Selene, si affezionano giornalmente.” Disse un uomo con il volto basso.
La tensione che si diffuse nell’aria mi fece rabbrividire.
“Accetti la proposta?” Disse Renia ignorando i suoi compagni e le loro domande.
Scossi la testa velocemente e socchiusi gli occhi.
“Allora saremo costretti ad ucciderti.”Disse facendo un cenno con la testa.
Al suo cenno lei e altre tre  figure incappucciate si voltarono e se ne andarono, mentre il ragazzino e altri quattro Triceni iniziarono a venirmi incontro a velocità spaventosa.
La prima  a colpirmi fu una ragazza, che uccisi al primo colpo senza problemi.
Non dovetti nemmeno distaccarmi da Justin per farle saltare la testa con un pungo.
Ma la sua ingenuità mi fece venire un dubbio.. questi quattro devono essere nuovi nel clan, e allora invece che farmi uccidere da componenti esperti, perché aveva lasciato la mia vita in mano a dei ragazzini.
Smisi di pensare ad ogni cosa quando tutti e tre mi vennero addosso contemporaneamente.
D’impulso lasciai calare e iniziai ad azzannare ogni qualsiasi cosa mi venisse davanti.
Mi scrollai di dosso uno di loro e lo feci fuori velocemente infilandogli il tacco dei stivali nel cuore, poi mi resi conto di averne solo uno addosso.
E non era il ragazzino di 15 anni.
Velocemente feci per ucciderlo, quando i miei pensieri e le mie forze si interruppero immediatamente.
Il battito cardiaco di Justin mi entrò nelle orecchie stordendomi, così mi voltai di colpo e lo vidi di fronte al ragazzino.
Non era più dove poco prima lo tenevo stretto, si era spostato, forse per fuggire.
Ed ora era a tu per tu con un vampiro.
Tuttavia il suo sguardo non era spaventato ne sgomentato, ero furbo e  coraggioso quando si voltò e mi sorrise affabilmente.
Aveva distratto di proposito quel vampiro in modo che potessi liberarmi dell’altro che incombeva su di me.
Sentii delle zanne calarmi nel corpo, ma ignorai il dolore che la mia pelle cancellò subito e staccai d’impulso la testa a quel Triceno che mi stava addosso.
Ora l’unico rimasto era quel ragazzino.
Mi voltai e feci per andare di scatto verso di lui, che però fu più veloce nel mettere le mani attorno alla vita di Justin e a scaraventarlo contro un ammasso di ferraglia la vicino.
Fece per andare ancora da Jusitn, attratto dall’odore del suo sangue, quando la rabbia mi assalì.
Al solo pensiero di sapere Justin ferito scattai.
Afferrai il ragazzino dal collo e lo atterrai, poi con fare presuntuoso gli ringhiai in faccia, sentendolo dimenarsi invano sotto il mio corpo.
Con velocità impercettibile gli piantai le unghie nel petto per poi ucciderlo di colpo trafiggendogli il cuore a mani nude.
Lo avevo visto fare solo una volta, a Victor, e non avrei mai pensato di ritrovarmi a farlo.
Evidentemente la sete di vendetta va oltre la forza di un vampiro.
Lasciai quel corpo sbriciolarsi sul suolo mentre mi ripulii la mano e corsi verso Justin attratta dai suoi gemiti e dall’odore del suo sangue.
Il suo corpo era ricoperto di ferite, ma la cosa che mi colpì di più fu il suo sguardo perso nel vuoto.
Lo presi in braccio e in un istante lo portai in casa, trovando Selene spaventata alla visione.
L’odore del suo sangue iniziò a percorrermi prepotentemente le narici, quando Selene se ne accorse e prese Justin di colpo portandolo al piano di sopra.
Mi lasciai cadere al suolo realizzando la realtà dei fatti.
Justin con me sarebbe sempre stato in pericolo.  Avrebbe sempre corso il rischio di restare ucciso da qualche lotta improvvisa.
La cosa migliore da fare era sicuramente lasciarlo libero da questo mondo troppo inadatto alla sua fragilità.
 Mentalmente feci il replay della battaglia e decisi che se Justin non ce l’avesse fatta avrei ucciso ogni altro vampiro sulla faccia della terra.
Mi presi il viso fra le mani, e mi lasciai percorrere il corpo da scosse di nervosismo.
Non so quanto tempo restai inerte al suolo, finchè Selene non scese a chiamarmi.
“Ho ripulito le ferite, Drusilla.. Justin sta bene.”  A quelle a parole mi si riempì il volto di eccitazione, mi alzai e dopo qualche istante mi ritrovai a reprimere la frenesia di andare da lui.
Selene se ne accorse.
“Drusilla, non te lo perdonerai mai vero?” Disse avvicinandosi a me.
Non risposi mi limitai a sostenere il suo sguardo.
“Non è colpa tua. Tu hai fatto di tutto per proteggerlo, ed è la stessa cosa che ha fatto lui per te. Non abbandonarlo. Non ora  almeno.. è conciato male, ed ha un disperato bisogno di te.” Concluse voltandosi e scomparendo in cucina.
Mi guardai le mani qualche istante stupendomi della forza che mi pervase quando le sue urla mi giunsero all’orecchio.
Poi senza accorgermene mi ritrova in camera sua.
Trovai il suo corpo inerme sul letto coperto da  lenzuola troppo bianche per nascondere le fasciature delle ferite.
Nel viso per fortuna, aveva solo pochi graffi.
Ansimò nel vedermi e mi sorrise dolorante.
“Drusilla..” Mi chiamò.
Lo vidi così fragile, indifeso, e bisognoso d’affetto che decisi che lo avrei allontanato solo una volta che le sue ferite sarebbero guarite.
Sorrisi affabilmente e andai a mettermi accanto a lui.
“Mi dispiace per il tuo fianco.”Disse alludendo all’azzannata che quel vampiro mi aveva dato.
Scossi la testa e gli mostrai il fianco completamente rimarginato.
Si sorprese ben poco e sorrise.
“Tu.. Io sono stata così stupida. Avrei dovuto evitare lo scontro sapendo che eri con me.” Dissi sentendomi dura con me stessa.
“Ti prego..” Mugulò.
“Voglio solo stare con te. Non parliamone.” Disse sorridendo.
Decisi di acconsentire, così mi infilai con lui sotto le lenzuola e gli feci appoggiare il volto sul mio torace, mentre la mia mano accarezzava con tristezza i suoi capelli.
Non riuscii a pensare ad altro che non fosse la mia colpa.
Era a causa mia se era ridotto così.
Lo accarezzai e lo tenni fra le mie braccia fin quando non si addormentò, ripensando continuamente a le parole che avrei usato per allontanarlo da me.


Buona domenica ragazze (:
Come state? Tutto bene? Spero di si..
Mi dispiace, di aver pubblicato in ritardo COME SEMRPE ORMAI, ma non ho potuto farlo prima.
Comunque,  appena trovo altro tempo prometto di rispondere a tutte le vostre recensioni, perché vi amo ed è grazie a voi se amo ancora scrivere..
Le ho lette tutte, e le rileggo spesso quando mi sento giù perché questa è una cosa che adoro, sentirvi vicine attraverso le recensioni.
Comunque sia, scappo amori.
Vi voglio bene
-Erika

Erika SIlipigni
@IloveTheBiebes3
PS. mi scuso per eventuali errori, ma non ho avuto il tempo di rileggere.

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
Il suo torace continuava ad alzarsi ritmicamente, inalando l’aria che Justin ispirava.
La sua mascella era contratta in una smorfia di dolore ed i suoi occhi erano coperti dalle palpebre, sopra cui ci stavano quelle splendide ciglia color oro.
Mi chiesi, come potesse, un umano essere tanto meraviglioso.
Justin, era sicuramente cento volte più perfetto di ogni altro essere sovrannaturale che avessi mai visto in tutti i miei 164 anni.
Socchiusi gli occhi immaginandolo vampiro.
Sarebbe stato il più bello, il più forte ed il più coraggioso, ma cosa più importante sarebbe stato mio per sempre.
Riaprii gli occhi di colpo sentendolo muoversi accanto a me.
I suoi gemiti di dolore mi riportarono alla realtà.
“Ehi..” Dissi guardandolo con affetto..
Sorrise in maniera smagliante, e dopo essersi contratto in una seconda smorfia di dolore disse:
“Ehi a te..”
Lo vidi perdersi con lo sguardo e accigliarsi leggermente.
“Che succede?” Chiesi scrutandolo intensamente.
Scosse la testa e abbassò lo sguardo velocemente, poi fece qualche movimento per alzarsi.
Lo sentii gemere di dolore e velocemente feci il giro del letto mettendomi dall’altro lato per aiutarlo ad alzarsi.
“Dove devi andare Justin?” Chiesi affiancandolo.
Si rimise a sedere.
“Volevo solo sgranchirmi un po’.” Annunciò stiracchiandosi le braccia e le gambe.
A quei movimenti l’odore del suo sangue mi penetrò violentemente nelle narici fino a farmi stringere i pugni per mantenere il controllo.
Mi voltai e feci per allontanarmi, cercando di riprendere il controllo, quando mi chiamò.
“Non andare.. “ Disse ansimando.
Mi voltai lentamente e lo guardai di sottecchi.
“Torno subito.” Sentenziai.
“No aspetta. So cosa stai pensando.”Disse allungando una mano verso me.
Lo guardai inarcando un sopraciglio.
“Non ci vuole una mente sovrannaturale per intuire che credi che sia tutta colpa tua.” Disse puntando i suoi occhi sui miei.
Le gambe mi tremarono, e restai sorpresa da quella dolce sensazione mai provata prima.
Era questo l’effetto dei suoi sguardi.
Feci qualche passo svelto verso il letto e tornai a sedermi accanto a lui.
“Avrei potuto evitare di provocarli, sapendo che eri proprio dietro di me. Invece no, la mia natura predomina su tutto.” Risposi serrando le labbra e alzando gli occhi al cielo.
Ben presto la sua mano si posò sul mio viso e lo posizionò di fronte al suo.
“Io non ho nessun modo per proteggerti o difenderti e mi sento addirittura ridicolo ad averci provato in passato. Quella era l’unica possibilità che avevo per aiutarti Drusilla. Ed è stata una mia scelta. Tu non centri nulla.” Disse a pochi centimetri dal mio volto.
Fu difficile comprendere i significato delle sue parole, avendolo così vicino.
Ogni frase, ogni suono, sembrava solo un groviglio di lamenti di fronte la sua bellezza.
“Non  sarebbe dovuto accadere, in nessun caso.” Dissi chiudendo freddamente la conversazione.
“Promettimelo.” Dice avvicinandosi ancora di più.
“Cosa?”Chiesi reprimendo tutte queste sconosciute emozioni che la linea delle sue labbra mi evocarono.
“Promettimi che non mi lascerai. Promettimi che continueremo a frequentarci, e che non mi allontanerai. Sai benissimo che faresti solo il male di entrambi.” Disse con sincerità.
Analizzai la realtà dei fatti, e sfiorandogli le labbra con le mie dissi:
“Te lo prometto.”
Poi lui mi baciò il naso, lasciandomi affamata delle sue labbra.
Sorrise maliziosamente sotto il mio sguardo ancora stupito.
Già. Stupita per il semplice fatto che non mi sarei aspettata di desiderare così intensamente un suo bacio, una sua carezza.. un semplice contatto con questo mondo a me sconosciuto.
Non pensavo che un semplice ragazzo potesse sconvolgermi fino a questo punto.
“Mi sento tanto la “BELLA SWAN” della situazione.” Disse ridendo.
Ricordai Twilight,e risi anche io trovandomi di fronte la realtà dei fatti.
Tuttavia ripensando al modo in cui Bella bramava il corpo di Edward.. forse ero io la “Bella Swan” della situazione.. mentre lui si controllava impassibile.
Risi e lui mi seguì a ruota inebriando le mie orecchie con la sua splendida risata.
“Dovresti cenare.” Dissi poi sferzando l’allegria diffusasi nell’aria.
Scosse la testa in senso di protesta.
“Non mi sembra di aver assunto un tono di domanda.” Dissi alzandomi ed aiutarlo a fare lo stesso.
Mugugnò qualcosa dopo di che acconsentì a cenare.
Una volta al piano di sotto trovai mia sorella intenta ad apparecchiare il tavolo.
Da quando ero tornata, non le avevo nemmeno chiesto come stava. L’avevo sentita molto scossa al telefono.
“Selene, tutto bene?” Chiesi trascinandomi Justin dietro.
Mi guardò sorridente e annuì.
“Sono passata al fast-food, sedetevi e mangiamo.” Disse allegra come sempre.
Ci sedemmo a tavola, dopo di che optammo per il divano.
Io presi il posto centrale, Justin alla mia destra e Selene alla mia sinistra, che si sdraiò nello spazioso divano a L.
Accesi la TV e guardammo qualche programma frivolo che ci strappò una risata, dopo di che  sia io che Selene ci nutrimmo della nostra unica necessità.
Justin ci guardò sorridendo, nascondendo lo sgomento, ma senza paura.
“Buona notte.” Disse infine Selene dirigendosi verso la sua stanza.
Una cosa che amava mia sorella? Dormire. Non ne aveva bisogno, certo, ma amava farlo.
“Buonanotte.” Rispose Justin, seguito da un mio gesto della mano.
Gettai velocemente le sacche vuote di sangue e mi ripulii il volto senza rendermi conto della costante stretta del suo sguardo sul mio corpo.
“Drusilla..” Disse avvicinandosi lentamente a me e indicandomi il divano.
Annuii lentamente e lo seguii fino ad esso.
“Voglio sapere di più.” Sussurrò poi.
Scossi la testa e abbassai lo sguardo.
Avevo paura di dirgli tutta la verità. Avevo paura che sarebbe scappato dopo averla saputa.
“Non c’è molto altro da sapere.” Sentenziai.
“Quello che per te può essere un dettaglio trascurabile per me può essere importante.” Continuò.
Spostai il mio sguardo nei suoi occhi e lo fissai intensamente, lasciando trapelare il mio dissenso.
“Ogni quanto cambiate posto?” Chiede senza tener conto della mia espressione.
Mi trovo in bilico fra la paura di rivelare troppo e la voglia di raccontare tutto.
Alzo gli occhi al cielo velocemente.
“Quando la nostra età inizia ad andare oltre il nostro aspetto, insospettendo gli umani.” Rispondo seccamente.
Mi guarda distaccato, poi continua.
“Per quanto altro tempo resteremo qui?”
Lo guardo sbi2gottita spalancando gli occhi e la bocca.
“Io e Selene andremo via fra poco ormai..” Dissi sottolineando le prime tre parole.
Alza un sopraciglio e mi guarda nervoso.
“Tu e Selene?.. Ehi, ti sei dimenticata di includermi nel tuo piano di ascesa al trono.” Disse offeso.
“Justin non verrai con noi, la tua vita è qui..  e poi ti sarebbe impossibile vivere con dei vampiri.” Sussurrai.
“Lo faccio già. Vivo con te e tua sorella.” Disse istericamente.
Si voltò innervosito e mi guardò con sdegno.
“Ascoltami Justin.” Iniziai cercando le parole giuste.
“Non voglio sentire una parola di più. Tu .. non capisci. Io non perdo niente qua. Mio padre e mia madre mi odiano, a scuola vengo solo picchiato.. Drusilla, diciamocelo francamente, non perderei nulla.” Disse poi interrompendomi.
“Perderesti tutta la bellezza della normalità.” Risposi velocemente.
Sentii dentro me nascere un’intensa nostalgia di questo ragazzo. Fra poco io e Selene saremmo partite.. e lui non sarebbe venuto con noi. Affatto, la sua vita era preziosa più di ogni altra cosa.
Mi guardò senza capire, scosse la testa e disse:
“Sono stanco, vado a dormire.. a domani Drusilla.” Disse alzandosi e scomparendo dietro la scalinata.
Affondai nel divano e mi coprii il volto, poi improvvisamente una mano si poggiò sulla mia spalla.
“Drusilla..” Disse Selene sedendosi accanto a me.
La guardai interrogativa.
“Ho sentito tutto..” Disse con un espressione docile.
Mi strinsi nelle spalle e soffocai un singhiozzo.
“Deve sapere che restano due, massimo tre giorni ormai.” Disse seriamente dispiaciuta.
Era così, due,tre, giorni e ce ne saremmo andate. Senza Justin.
“Troverò il modo di dirglielo..” Conclusi.
“Non ce ne sarà bisogno.” Urlò qualcuno dall’altra parte della stanza.
Mi alzai di scatto dal divano e guardai Justin, ormai pallido e sull’orlo delle lacrime.



Ehilà C:
Come sempre, la  scema qui presente, vi ha fatte aspettare. MI SCUSO.
Che ne pensate di questo capitolo? C: Fatemi sapere, ci tengo tantissimo ai vostri pareri.
Cooomunque, oggi sono felicissima perché ho ordinato Just Getting Started *-* Voi lo avete?
Aspetto qualche recensione per andare avanti.
Vi amo.
-Erika

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14
Selene mi guardò sgranando gli occhi dopo di che si voltò e scomparve dietro Justin.
La guardai allontanarsi, sempre più intimorita di rivolgere il mio sguardo al ragazzo in piedi a pochi metri da me.
Poi, i suoi respiri veloci ed affannati attirarono la mia attenzione.
Spostai il mio sguardo su di lui, e lo vidi stringere i pungi fino a far diventare le mani bianche, e tenere lo sguardo basso.
Non dissi una parola e lo stesse fece lui, ci limitammo ad ascoltare l’uno il respiro dell’altro.
Poi, dopo qualche secondo fece qualche passo frettoloso e allo stesso tempo disinvolto verso di me.
Alzò lo sguardo, permettendomi di incrociare i suoi occhi ridotti a due fessure.
“Così.. quando sta mattina hai detto ‘presto’ ti riferivi a due o tre giorni?” Chiese con tono severo.
Aprii la bocca lentamente e feci per rispondere, quando in maniera autoritaria sovrappose le sue parole alle mie.
“Quando avevi intenzione di dirmelo?” Continuò, quasi ringhiando.
Cercai nella mente di trovare delle scuse, o qualcosa del genere.. il punto è che vederlo prendere così in mano la situazione, sottrarmi il comando di tutto, era stravolgente.
Fino ad oggi fra noi due, ero sempre stata io ad avere il comando, ma in questo istante sento che la situazione è capovolta al massimo.
Farfugliai qualcosa e lui continuò senza timore la sua sfuriata.
“Solo due o tre giorni?” Disse guardandosi le mani,  e finalmente mollando la presa.
Il sangue riprese a circolare nelle sue mani, e le sue nocche ripresero colore.
“Non avrò il tempo di..” Cercò di continuare, ma questa volta, lo interruppi io.
“Justin, avrai il tempo di fare ogni singola cosa. Non verrai con noi. Vivrai la tua vita da normale essere umano quale sei.” Grugnii contro di lui.
Avrai usato ogni mezzo a mia disposizione per assicurare a Justin la migliore delle vite normali.
Lui, dimostrò ancora una volta di avere la situazione in pugno.
“No, non ti lascerò andare via Drusilla.. sei la cosa migliore che mi sia capitata nella vita e non me la lascerò sfuggire.” Disse avvicinandosi ancora a me e mettendomi le mani sui fianchi.
Mi ritrovai a reprimere le lacrime e la voglia di baciarlo.
“In così poco tempo, tu sei diventato l’unica ragione per cui valga la pena vivere questa vita infinita.. e .. non posso nemmeno immaginare di sottrarti ad una vita normale per introdurti in un mondo di dolore, sangue e morte. Non esiste Justin. Noi partiremo, tu resterai. Non voglio parlarne più. E ti prego, di non rendere le cose più difficili.” Dissi poi, tutto d’un getto sforzandomi di non essere drammatica.
Lasciò scivolare velocemente le mani, allontanandole dal mio corpo, indietreggiò dopo di che si voltò e salii le scale correndo.
Pensai che fosse andato a dormire.. Ma come avevo solo potuto pensare un istante che la sua grinta fosse scomparsa? Vampiro o no, era sempre un uomo.
Scese dopo poco con in mano un zaino, dentro cui sospettai ci fosse la sua roba.
Mi guardò qualche istante con un’espressione indecifrabile, dopo di che si mise lo zaino in spalla e si diresse verso la porta.
Feci un passo verso di lui, per fermarlo.. Ma l’unica cosa che fermai, fu me stessa.
Mi imposi di fermarmi, di non andargli dietro ne di urlargli contro.. In quel modo gli avrei reso la nostra partenza molto più facile.
La porta si chiuse alle sue spalle, di fronte al mio viso. Chiusi gli occhi e tesi l’udito ascoltando i suoi passi farsi sempre più veloci e lontani sul vialetto di casa mia.
Mi asciugai in fretta una lacrima e dopo qualche secondo mi ritrovai in camera di Selene.
Non disse una parola, mollò immediatamente ciò che aveva in mano ed accorse ad abbracciarmi.
Il mio corpo si irrigidì d’impulso,e solo dopo qualche minuto mi lasciai andare, e piansi profondamente. Piansi in ogni modo possibile. Piansi con quel poco d’anima che mi resta. Piansi per lui.
“Andiamo via ora. Raccolgo tutto.” Disse ad un tratto.
Sentii una fitta allo stomaco.
Andare ora? Ero davvero pronta a lasciare tutto? Ero davvero pronta, ad andare avanti?..
No. Non sarei mai andata avanti. Era risaputo che noi vampiri ci innamoriamo una, ed una sola, volta.
Non avrei mai dimenticato Justin, e la sua figura, le sue lacrime e i suoi baci mi avrebbero seguita per l’eternità.
Raccolto tutto il necessario, per lo più sacche di sangue, uscimmo di casa chiudendoci la porta alle spalle.
Sicuramente, saremmo tornate qui fra qualche decina d’anni, com’era nostro solito fare.
Iniziammo a muoverci velocemente, com’era nostro solito fare.
Non feci caso alla direzione, mi limitai a guardarmi intorno alla ricerca di Justi. L’unica cosa che mi importava ora era sapere che stava bene. Dove sarebbe andato ora? Ce l’avrebbe fatta? Dio, è così fragile.
Poi lo vidi, seduto su una panchina al parco, con in mano il suo zaino e le ginocchia raccolte al petto.
Socchiusi gli occhi cercando di impedire alle mie orecchie di accogliere il suono dei suoi singhiozzi, altrimenti al diavolo tutto, sarei corsa da lui.
Quando rallentai e lo fissai, così fragile, così umano, così bellissimo. Lui si asciugò una lacrima e alzò il viso guardando dritto nella mia direzione.
Se mi fosse stato possibile, sarei impallidita.. Ma in me non c’era sangue, così, mi limitai a restare sconvolta. Come poteva percepire la mia presenza?
Malinconicamente mi indirizzò un bacio dopo di che cercò di asciugarsi il viso.
Sorrisi, ma prima che potessi rispondere al bacio, Selene mi strattonò e dopo qualche istante oltrepassammo il confine, lasciandoci alle spalle ogni cosa. Ogni cosa, ogni persona.. Tranne lui.


8 anni dopo.
Che cos’è la vita poi, se non un percorso ad ostacoli?.. Puoi cadere, puoi saltare ed andare avanti.. ma non dimenticherai mai la prima volta in cui ti sei ferita inciampando.
Selene diede un calcio alla nostra vecchia e cara casa, e la porta si aprii di fronte ad i nostri occhi presentandosi in tutta la sua bellezza.
Ovviamente mia sorella partì in quinta a preparare il nuovo arredamento, invece io mi misi a sedere sul vialetto, perdendomi nei ricordi.
Otto lunghissimi anni fa, Justin lasciava questa casa con le lacrime agli occhi, mentre io ero impegnata a piangere dall’altro lato della soglia.
In questi anni non ho fatto altro che pensare a come stesse, a cosa facesse.. Non feci altro che pensare  a lui.
Noi vampiri non dimentichiamo l’amore..
Cercai di convincere Selene a non tornare in questa città.. ma so quanto ne fosse legata e non le avrei mai causato un tale dolore.
A conti fatti, attualmente Justin dovrebbe avere 25 anni.
Mi venne la pelle d’oca solo a pensarci.. Ma di cosa mi sorprendo? Ne ho 173.
Ovviamente non staremo tutto il giorno a girarci i pollici, quindi Selene ha chiamato scuola per me, e un azienda lavorativa per lei.
Grazie alle nostre ottime referenze, siamo state ammesse subito.
Il giorno dopo, dopo aver messo in ordine casa ed essermi occupata di alcune faccende, afferrai la cartella preparatami da mia sorella, e mi incamminai verso scuola.
Notai le pochissimo differenze con gli anni passati. I tagli di capelli, il modo di vestire.. per il resto, tutto identico.
Arrivai di fronte scuola a campanella già suonata, così decisi di entrare la seconda ora.
Tutto intorno a me non faceva altro che aumentare il dolore per la perdita di Justin.
Otto anni non bastano quando devi vivere una vita.
Attraversai la strada di fronte scuola lentamente ripercorrendo mentalmente la mia vita insieme a lui, quando un enorme SUV nero mi venne addosso.
Mi colse di sorpresa e mi travolse in facendomi rantolare sul parabrezza e poi per terra.
Sentii il vetro frantumarsi sotto il mio corpo, ma ovviamente io non mi feci male.
La cosa da fare ora? Scena. Dovevo fingere di essermi fatta male, perché non sarebbe stato normale non ferirsi in un incidente del genere.
Sentii la portiera dell’auto sbattere e prima che dei passi potessero raggiungermi presi un vetro caduto dal parabrezza e me lo conficcai profondamente nella gamba, impedendo alla ferita di rimarginarsi velocemente.
Quando delle braccia potenti e muscolose mi afferrarono dalla vita feci finta di gemere dal dolore, dopo di che scossi la testa.
“Drusilla.. Dio mio, sei tu.”
Sentii dire.

Ehilà :3
Avevo un po’ di tempo libero così ho deciso di scrivere asjhakj *-*
Come state splendide?, io bene, sono felicissima finalmente ho Just Getting Started :’)
Coooomunque parlando di cose serie.. Nel prossimo capitolo spiegherò cos’ha fatto Drusilla in questi otto anni,e lo stesso per il nostro protagonista.
EHI MA, CHI è CHE LA AFFERRA? EHEH.
Non illudeteviiii :’)

Alla prossima, vi adoro.
Erika xx

@IloveTheBiebes3
Erika Silipigni

PS. MI SCUSO PER EVENTUALI ERRORI MA VISTO L'ORARIO NON HO AVUTO TEMPO DI RILEGGERE E MODIFICARE. 

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
Alzai lo sguardo velocemente e spalancai gli occhi.
Un uomo in un completo di lino color antracite, abbinato ad una camicia bianca rigorosamente stirata sotto la cravatta, continuava a stringermi dalla vita.
Poi alzai lo sguardo e vidi due grandi occhi color miele fissarmi.
Ebbi un tonfo all’anima, e improvvisamente una sensazione di ansia e nostalgia mi pervase ogni membra del corpo.
Il ragazzino che avevo allontanato otto anni fa, era diventato un uomo.
Il viso maturo, le braccia muscolose e il corpo scolpito.. tuttavia era sempre il mio Justin.
Ma, avevo ancora il diritto di definirlo mio? .. L’avevo abbandonato. Per il suo bene.
Continuammo a fissarci qualche istante, con i clacson delle auto  in sottofondo.
Dopo di che velocemente mi staccai da lui, raccolsi la cartella e feci per andarmene, reprimendo il desiderio di abbracciarlo.
Tuttavia lui mi afferrò nuovamente dalla vita e mi condusse a bordo della sua grande e costosa auto.
Mi agitai e protestai, dopo di che bastò un suo sguardo per farmi salire sul lato del passeggero in silenzio.
Chiuse la portiera del mio lato e con eleganza e leggiadrezza raggiunse la sua postazione, mimando un gesto di scuse alle auto dietro la sua.
Mentre il mio sguardo cercò in ogni modo di evitare il contatto con lui, se è possibile, sentii il cuore martellarmi in petto. Ma come? Non ero morta? Allora perché sentivo questo trambusto all’interno di esso?
Mise in moto e partimmo.
Non disse una parola, così mi voltai e mi limitai a scrutarlo.
Io non ero cambiata di una virgola, ovviamente, mentre lui, era la bellezza e la perfezione fatta persona.
Un uomo meraviglioso, probabilmente ambito da tutte le donne della città.
Mi rivolse uno sguardo sfuggente, senza perdere il controllo, dopo di che si allentò il nodo della cravatta, scoprendo una parte di collo che mi fece rabbrividire di desiderio.
Mi immaginai accanto a lui, a mordicchiargli leggermente il collo e la mascella.
Scossi la testa allontanando questo pensiero? Era legale?
Dovrei dire qualcosa?.. Non so tipo ‘dove mi stai portando?’.
Preferii restare in silenzio ad osservare la sua ammaliante bellezza.
Dopo qualche minuto, parcheggiò l’auto di fronte un vialetto pieno zeppo di villette e si voltò a guardarmi.
I suoi occhi, duri,impenetrabili,e meravigliosi mi fissarono qualche istante.
Poi si portò una mano al viso e fece scorrere le dita lungo il mento, sulla barbetta appena accennata.
“Te n’eri andata..” Sussurrò concentrando il suo sguardo nel mio.
Annuii lentamente, seguendo i suoi movimenti.
“Ed ora sei tornata..” Continuò.
Annuii nuovamente.
Abbassò lo sguardo, dopo di che lo rivolse nuovamente a me.
“Dove sei stata in questi otto anni?” Chiese con una scintilla negli occhi.
“Francia,Spagna,America.. e qualche altro posto.” Risposi vaga.
“Cos’hai fatto?” Continuò.
“Ho cercato di dimenticarti..” Risposi con tutta la sincerità di cui un demone può essere capace.
Sgranò gli occhi e farfugliò qualcosa, dopo di che le sue pupille ripresero a luccicare, ancora più intensamente.
“E ci sei riuscita?” Chiese, tranquillamente, senza agitarsi, ma facendo agitare me. Il suo autocontrollo era impressionante.
“Sono ancora qua. Secondo te ci sono riuscita?” Risposi avvampando.
Si lasciò sfuggire un sorriso che mi stravolse l’anima. Era maledettamente perfetto. Troppo per essere umano.
“E tu..? Cos’hai fatto in questi otto anni?” Chiesi fremendo di curiosità.
Abbassò lo sguardo e senza scomporsi disse:
“Ho preso il diploma e completato gli studi prima del tempo previsto da ogni studente.. così, ora dirigo delle aziende sparse per il mondo.”
Spalancai istintivamente la bocca e con un gesto veloce e simpatico mi sfiorò la mandibola richiudendomela.
“Selene come sta?” Chiese poi portando le mani sul volante.
“Bene.. è impegnata ad arredare casa.. ed è felice.” Risposi stringendomi nelle spalle.
“E tu lo sei?” Chiese,ancora.
Lo ero?.. Ero con lui, perciò si.
“Dopo otto anni, finalmente ora mi sento felice.” Conclusi accettando la realtà.
Sorrise di sfuggita, con quella nuova voce che mi trovavo di fronte. Non era più la voce spensierata di un ragazzino che soffre di problemi adolescenziali, era la voce di un uomo d’affari sicuro di se.
Si passò la lingua sulle labbra, e il suo telefono iniziò a squillare.
Tirò fuori dalla tasca un sofisticato i-phone e rispose.
“Si..certo..dammi un quarto d’ora.” Concluse la telefonata.
Si voltò nuovamente verso di me.
“Che situazione.. imbarazzante non credi?” Azzardai.
Fece una faccia sorpresa dopo di che aggrottò le sopraciglia.
“Direi strana.. ma non imbarazzante. Io con te non mi sento mai imbarazzato nemmeno dopo 8 anni.” Disse ridendo.
Sospirai avvertendo la voglia di sfiorarlo crescere in me.
Misi le mani in tasca e cercai di trattenermi.
“E così ora, ritorni a scuola per l’ennesima volta?” Chiese divertito.
Annuii.
“Meglio che andare in giro a sterminare la popolazione terrestre..” Dissi ironicamente.
Ruotò lo sguardo e mi fissò con sgomento.
Poi entrambi scoppiamo in una risata coinvolgente.
Il suono della sua risata mi inebriò l’anima.
Ad un tratto si ricompose e mise in moto l’auto.
“Dove andiamo?” Chiesi distrattamente.
“A fare colazione da qualche parte..”Annunciò.
L’auto partì e dopo dieci minuti ci trovammo di fronte un lussuosissimo bar.
Appena entrammo un uomo accanto alla porta fece un cenno di rispetto con la testa verso Justin, che sorrise e mi accompagnò fino ad un tavolo.
“Cosa prendi?” Chiese poi facendo cenno al cameriere di avvicinarsi.
“Un caffè d’orzo.. grazie.” Dissi sentendomi in imbarazzo.
Annuì tranquillamente e si mise a sedere di fronte a me.
Quando il cameriere si allontanò continuai a cercare di prender confidenza con quell’uomo che fino ad otto anni fa era un semplice adolescente.
Il cameriere portò subito caffè d’orzo per me, ed espresso per lui.. Che poi non avevo mai bevuto un caffè d’orzo in vita mia, perché l’avevo ordinato?
Bevvi lentamente sentendo la nausea percorrermi lo stomaco.
Con fare tranquillo Justin mise lo zucchero nel suo caffè, dopo di che con tranquillità mi chiese:
“E.. in questi 8 anni.. tu .. hai mai avuto .. qualcuno?” Disse sussurrando l’ultima parola.
Mi persi nel suo sguardo e mi resi conto del fatto che stesse tastando il terreno.
Scossi la testa in senso di negazione.
“Ti ho detto ..che lo scopo principale per cui ero andata via.. non era stato portato a termine.” Risposi tossendo.
“E tu?” Chiesi poi, intimorita dalla mia stessa domanda.
Fece un’espressione amara, dopo di che sentii una voce stridula alle mie spalle.
“Justin tesoro..”
Mi voltai di scatto per ritrovarmi di fronte una finta bionda con le tette di plastica e troppo rossetto in volto.
Justin si alzò con fare tranquillo e prese per mano la ragazza che si mise a sedere accanto a lui.
Improvvisamente mi resi conto che forse 8 anni, erano pochi per me, ma per Justin erano un’eternità.
“Piacere sono Drusilla..” Dissi porgendo la mano a quella ragazza, all’incirca sui vent’anni.
Si sforzò di sorridere e con frivolezza strinse la mia mano.
“Sono Rachel.. la futura mogl..” Justin non la fece finire che si inserì nella conversazione.
“Allora Drusilla, raccontami com’è la Francia?” Chiese chiaramente, nascondendo le parole di Rachel.
Lei era la sua futura moglie. Diedi un’occhiata veloce alle sue mani e vidi un enorme anello di fidanzamento troneggiare sul suo dito.
Ebbi un conato di vomito, poggiai violentemente la tazza sul tavolino e mi alzai.
“Bella, molto bella. Scusatemi ma devo andare. Rachel è stato un piacere.. Justin grazie per la colazione. Buona giornata.” Presi la borda e mi diressi frettolosamente verso l’uscita.
Lasciai che la porta mi sbattesse alle spalle dopo di che sfruttai il potere della velocità e raggiunsi subito casa mia.
Era fidanzato ufficialmente. Era andato avanti. Aveva fatto ciò che avevo sempre desiderato per lui, si era costruito una vita normale con una ragazza normale.. Allora perché mi sentivo così male?
Presi fiato e rientrai in casa, giurando a me stessa di non vederlo mai più. Di lasciargli vivere la sua vita senza interruzioni da parte mia.


Ehi :3
Ragazze, per fortuna anche oggi ho avuto la possibilità di scrivere e l’ho fatto.
Allora, alla fine si, era Justin. Ma quante cose sono cambiate da quando Drusilla è andata via? Tante, forse troppe.
Comunque sia, riusciranno a risolvere i loro problemi?.. Forse il “fidanzamento” è tutto un malinteso..
Bho lo vedremo nel prossimo capitolo.
Recensite, se vi va.
Vi amo
Erika xx

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Capitolo 16
L’arredamento di casa mia era cambiato, ovviamente per mano di mia sorella.
Non ci feci nemmeno caso e sentendo i suoi passi al piano di sopra, per evitare domande da parte sua, girai i tacchi ed uscii nuovamente di casa.
Sarei dovuta andare a scuola sta mattina.. e tutto sommato non sarebbe stata una cattiva idea.
Mi incamminai verso scuola ed arrivai velocemente, dopo di che feci un permesso ed entrai la seconda ora.
Nuovi compagni, nuovi professori.. nessuno mi avrebbe riconosciuta, avrebbero attribuito la somiglianza ad una semplice parentela. Ero al sicuro.
Alla fine delle lezione uscii da scuola salutando con un cenno le mie compagne e mi diressi verso il marciapiede.
Senza farci caso feci per attraversare quando qualcuno mi bloccò dalla spalla.
Restai quasi allibita.
“Drusilla giusto?” Chiese Rachel con voce frivola.
Annuii senza rispondere.
“Vorrei parlare con te a quattr’occhi.”Disse indicando la folla intorno a noi.
“Perché vuoi parlarmi?” Chiesi brusca.
Cosa voleva questa donna da me? Perché proprio ora che anche io avevo deciso di andare avanti?
“Preferisco dirti tutto davanti ad un buon piatto di cibo, andiamo a casa mia.” Disse autorevole.
Cos’avevo da perdere? Al massimo avrei potuto ucciderla.
Annuii e la seguii fino alla sua macchina, dove trovai un autista pronto ad accompagnarci ovunque.
“A casa.” Sentenziò con tono severo all’autista che annuì e partì.
Dopo qualche minuto ci ritrovammo di fronte al vialetto pieno di villette dove Justin mi aveva portata solo sta mattina.
Scossi la testa a quel pensiero, dopo di che seguii Rachel fuori dall’auto.
Con un gesto secco aprì la porta di casa e mi fece entrare.
“Entra Drusilla..” Bene, ero stata invitata.
Casa sua era nettamente più bella, e meglio arredata, della mia. Senza paragoni.
Mi guardai intorno sorpresa, infine tornai a guardare lei.
“Bella vero?.. ho scelto personalmente l’arredamento. Justin non ha un buon gusto.” Disse facendo una smorfia.
Annuii disgustata, dopo di che lei riprese a parlare.
“Sarai affamata.. “
“Non proprio..” Risposi, sicura di me. Ero assetata in quel momento, di sangue.
“Su non fare i complimenti, veni andiamo a sederci a tavola, il pranzo sarà pronto.. “ Convenne.
Perché voleva a tutti i costi pranzare con me? L’aveva forse mandata Justin?
La seguii fino in cucina, sorprendendomi ancora per l’arredamento, dopo di che con educazione presi posto di fronte a lei.
Una donna dall’aspetto gentile ci servì dei piatti con dosi moderate di ravioli ai funghi.
Tutto ciò mi sembrò all’improvviso così ridicolo.. perché mai dovevo pranzare con questa donna?
“Posso sapere di cosa vuoi parlarmi?” Chiesi brusca.
Assaggiò un raviolo e fece un’espressione compiaciuta dopo di che mi rispose.
“Secondo te, cosa abbiamo in comune io e te?” Chiese continuando a mangiare.
“Justin.” Risposi velocemente.
“Esatto. E secondo te cosa potrei mai volere da te?” Mi chiese senza alzare lo sguardo dal suo piatto.
Istintivamente pensai che Justin le avesse raccontato tutta la verità, poi però la fiducia che mi lega a lui ebbe la meglio.
“Se vuoi arrivare al punto.” La incitai lasciando tintinnare la forchetta contro il piatto.
Di scatto alzò la testa e i suoi occhi scarlatti e pieni di odio si piantarono nei miei.
“Non so quale genere di stregoneria gli avevi fatto, ma Justin in 8 anni non ha mai smesso di essere ossessionato da te.”
Sgranai gli occhi e aggrottai la fronte.
“Non capisci vero?.. Ti spiego meglio, vieni.” Disse alzandosi e incamminandosi verso un’altra stanza.
Mi mossi velocemente seguendo l’eco dei suoi tacchi.
Attraversammo un lungo corridoio dopo di che giungemmo in uno studio.
Spalancò le porte e mi fece entrare allargando le braccia per indicarsi intorno.
Probabilmente quello era lo studio di Justin.
Scossi la testa, senza capire.
Mi indicò le pareti dello studio, dove troneggiavano dei quadri dov’erano raffigurate creature sovrannaturali. Vampiri. Licantropi. Ninfee e altre creature.
Rabbrividii quando il mio sguardo incontrò il ritratto di una ragazza, giovane con i canini calati. Rabbrividii perché mi trova di fronte ad un mio ritratto.
“E questo non è niente a confronto.” Disse poi Rachel aprendo dei cassetti dalla suntuosa scrivania, per tirarne fuori dei documenti.
Me li porse e ancora stordita li presi in mano.
Sopra ci trovai scritti i miei dati. Luogo e anno di nascita, albero genealogico ed età reale.. Poi dietro alcuni ritratti in bianco e nero che ritraggono me e mia sorella, ed ancora innumerevoli fogli sul sovrannaturale.
Rabbrividii al pensiero che Rachel avesse potuto intuire qualcosa.
“Che dovrei fare con questa roba?” Chiesi porgendoglieli.
Storse un sopraciglio.
“Non sai cosa siano?.. “ Chiese stupefatta.
“Sarà qualche mia antenata Rachel. Che vuoi che ne sappia.” Dissi stringendomi nelle spalle.
“E perché Justin ha continuato disperatamente a fare ricerche su di te per otto anni? Voglio dire, otto anni fa non eri che una bambina.” Disse riluttante.
Non riposi.
“O forse.. forse... non vi siete conosciuti otto anni fa.. ma solo qualche tempo fa e tu in realtà sei la sua amante..” Farfugliò.
Questa donna era fuori di testa, ma la cosa a spaventarmi ora era l’ossessione di Justin per me.
“Rachel, spero che tu stia scherzando. Io e Justin siamo solo amici.” Dissi cercando di sembrare più innocente possibile.
“Allora perché? Perché chiudersi ogni santa notte per tutti questi anni a fare ricerche sulle tue radici? Perché.. Non ti importa saperlo?” Chiese poi sull’orlo di una crisi di nervi.
Cosa dovevo sapere?.. Nulla che non sapessi già.
“No.. Justin è un uomo abbastanza maturo da sapere quel che fa. Io non centro nulla con le sue ricerche,sarà stato un caso.” Dissi tornando a fissare l’inquietante ritratto.
“Allora ti chiedo un favore. Esci dalla sua vita, fai tutto ciò che è in tuo potere per far si che lui si dimentichi di te.. altrimenti dovrò farlo io.” Minacciò.
La guardai sconcertata.
“Io non farò proprio niente.” Risposi avvicinandomi con atteggiamento beffardo.
Questa donna mi aveva stuzzicata provocando in me un pericolosissimo senso del gioco. La caccia era diventata eccitante adesso. Sarebbe bastato un suo piccolo gesto verso di me, e l’avrei prosciugata.
Mi misi dietro le sue spalle, le scostai i capelli da un orecchio dopo di che le sussurrai:
“ Non minacciarmi.. Quando inizio a giocare, per gli altri non resta niente.”
La sua pelle rabbrividii sotto le mie parole dopo di che mi allontanai da lei.
Era stata lei ad invitarmi,ed ora avevo l’entrata libera a casa sua disponibile ogni volta che ne avevo voglia.
“Lasciami in pace..” Dissi poi andando verso la cucina per prendere lo zaino e uscire da quella casa. Tutto aveva l’odore di Justin, e la cosa mi rattristava parecchio.. In più non avevo voglia di dissanguare l’oca.
Sentii il rumore dei suoi tacchi alle mie spalle, poi avvertii un movimento.
Mi voltai di scatto e gli afferrai la mano, pronta a colpirmi.
Mi guardò a bocca aperta, senza capire come avessi fatto.
La guardai aspramente.
“Ti ho detto di lasciarmi in pace.. o sbaglio?” Dissi nutrendomi del suo sguardo impaurito.
Sentii il mio sangue pulsare e allora mi resi conto che il gioco stava diventando troppo pericoloso. Mi diressi frettolosamente verso la porta dopo aver afferrato lo zaino.
Prima che potessi uscire mi fermò da una spalla.
“Sono più grande di te, portami rispetto. E comunque, ho solo invitato a pranzo un’amica del mio futuro marito. Non ho fatto niente di male.” Disse discolpandosi.
“Per non parlare di ciò che mi hai mostrato nello studio di Justin. Sicuramente non sarebbe felice di saperlo.” Risposi, sapendo di avere Justin alle mie spalle.
Il suo respiro è troppo familiare, per non riconoscerlo.
“Drusilla..” Sentii dire prima che delle mani mi prendessero per i fianchi e mi alzassero, allontanandomi dalla soglia.
“Justin ciao.. “ Risposi girandomi e salutandolo freddamente.
“Che ci fai qui?” Disse lanciando uno sguardo glaciale a Rachel che indietreggiò rabbrividendo.
Non ebbi il tempo di rispondere, che lo fece lei.
“L’ho invitata io a pranzo, pensando che ti avrebbe fatto piacere.” Farfugliò.
“Poi lei si è messa a girare per casa, è andata nel tuo studio, e ha minacciato di uccidermi se te lo avessi detto.”
Cosa? Stava mentendo.
Questa donna mi conosceva da qualche ora ma aveva già deciso di farsi uccidere da me.
Il nervosismo mi partì dalla pianta del piede fino a raggiungere ogni singola parte del mio corpo.
Le pupille mi si dilatarono, i canini si allungarono e la fronte si corrugò, mentre il mio respiro divenne un quasi un ruggito.
Ero con il viso rivolto verso Justin e le spalle verso Rachel, così Justin con un gesto secco mi mise le mani alle spalle e piantò i suoi occhi nei miei, accorgendosi del mio cambiamento d’aspetto.
“Rachel, entra dentro casa. Io accompagno Drusilla e dopo faremo i conti.” Disse frettolosamente continuando a fissarmi.
La porta di casa si chiuse alle mie spalle così ripresi il mio aspetto umano.
“Forza andiamo.. Devi raccontarmi molte cose.” Disse trascinandomi verso la sua auto.
“O forse, tu devi raccontarle a me.” Risposi nervosa.
Con tutte le sue ricerche su di me, aveva quasi rischiato che Rachel scoprisse la realtà. Forse questi otto anni erano stati pià movimentati di quanto avessi pensato.. e Justin.. ora mi doveva delle spiegazioni.

Ehila :(
Come state?.. Spero bene.
Mi spiace di aver pubblicato così tardi.. spero comunque che il capitolo vi piaccia.
Vi voglio bene 
Erika x

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Capitolo 17
Mi fece salire in macchina con galanteria, dopo di che si affrettò a partire. Non disse una parola per i primi dieci minuti, così fui costretta a farlo io al suo posto.
“Mi devi delle spiegazioni.” Dissi voltandomi verso di lui con tutto il corpo. Continuò a guardare la strada impassibile.
“E tu le devi a me.” Disse poi, tranquillo.
“Perché, hai fatto quelle ricerche? Perché in questi otto anni hai tenuto tutte quelle cose nel tuo studio?” Dissi divorata dalla curiosità. Ci furono istanti vuoti, colmati solo dal suo respiro.
“Avevo conosciuto due grandi cose grazie a te. E volevo approfondirle entrambe.” Rispose, senza guardarmi. Come poteva mantenere tanta compostezza?.. Era davvero un uomo ora.
“Cioè?” Dissi incitandolo a continuare. Si strinse nelle spalle, poi mi guardò qualche istante prima di voltarsi nuovamente verso la strada.
“Il sovrannaturale e l’amore. Non potevo far finta di ignorare nessuno dei due.” Rispose con una nota di dolcezza nella voce.
“Spiegati meglio.” Continuai sicura di me.
“Il sovrannaturale. Mi hai fatto conoscere ciò che nessuno sa, l’esistenza dei vampiri. Credi che sia una cosa facile da ignorare o da dimenticare?” “Ma nemmeno da esserne ossessionato.” Risposi seccamente dopo di lui. Sospirò pesantemente.
“Tutto ciò ruotava secondo l’altra scoperta.. l’amore. Te ne eri andata, ed io mi sentivo distrutto.. l’unico modo per sentirti vicina era affiancarmi sempre di più a quel mondo così pericoloso ed oscuro, che è il mondo dei vampiri. Che è il tuo mondo.” Disse tenendo le mani salde al volante. “Me n’ero andata per farti uscire da quel mondo.” Dissi alzando gli occhi.
“Ormai c’ero dentro fino al collo.” Concluse scrollandosi le spalle. Ci furono minuti di silenzio in cui nessuno azzardò una parola, mentre il conta-chilometri della sua auto continuò ad aumentare.
“E .. tu.. Mi hai detto i posti in cui sei stata, ma non mi hai detto cos’hai fatto realmente in questi otto anni.” Disse poi fermando l’auto di fronte casa mia. Lasciai trascorrere i secondi per aumentare la tensione, dopo di che risposi.
“Ho cercato di dare un senso alla mia scelta.” Dissi voltandomi a guardare fuori dal finestrino.
“Che scelta?..Quella di andartene?” Chiese fissandomi. Nonostante fossi girata avvertii comunque il suo sguardo fisso sul mio corpo. Ebbi un fremito al cuore.
“Proprio quella.” Risposi appoggiando la testa contro il sedile. Tornai a guardarlo, e lui tornò a guardare la strada ferma di fronte a noi. Nonostante l’auto fosse ferma, le sue mani continuarono a stringere il volante.
“Perché Drusilla?”Disse poi fra i denti. Lo guardai interrogativa.
“Perché te ne sei andata? Perché mi hai abbandonato qui?.. Il mondo mi è crollato addosso. La scuola andava sempre peggio, e come se non bastasse, ogni dannatissima cosa di questa città non faceva altro che ricordarmi te.” Disse trattenendo le lacrime. Dovetti trattenerle anche io. Quanta sofferenza avevo causato a questo ragazzo?..
“Pensa come stessi io. Sapevo che il mio dolore sarebbe durato per sempre. E sempre è un periodo molto lungo per stare male.. e sapevo che tu avresti superato la cosa.. Come infatti è successo.” Conclusi a malincuore. Si voltò di scatto, e con un gesto secco mi afferrò il viso e lo portò di fronte al suo. Sentii le pupille dilatarsi e il vuoto allo stomaco espandersi.. Il suo viso da uomo, fermo di fronte al mio con un’espressione dura e calcata.. ma bellissima. Tuttavia, i suoi occhi, mi abbagliarono. Erano identici ad otto anni fa. Il colore, la forma, ogni singolo centimetro. E solitamente avvengono delle modifiche in essi. Mi lasciai andare di fronte ai suoi occhi, fremendo.
“Secondo te io ho superato la cosa?.. Secondo te io sono riuscito a sbarazzarmi del passato?.. No. Drusilla non hai capito niente.” Ringhiò.
“Ti stai per sposare.. e a parte il contenuto del tuo studio.. la tua vita mi sembra perfetta.. quindi deduco che tu sia riuscito ad andare avanti.” Dissi di rimando, concentrandomi sul calore che la sua mano continuò a trasmettere al mio volto. Strinse la presa, e strinse gli occhi in una morsa. “Io non ho smesso di pensare a te, nemmeno un secondo in questi anni. Ho cercato di non pensarti, studiando, lavorando, trovandomi una ragazza.. Ma tu.. eri sempre li. Nella mia mente e non volevi andare via.. “ Disse. Una lacrima mi rigò il volto, ed in un secondo Justin la asciugò. “E tu..? Tu Drusilla, hai mai smesso di pensarmi?” Chiese, mentre i suoi occhi si inumidirono.
“Mai.” Sussurrai, mentre le sue labbra si poggiarono sulle mie. Non si mosse. Non mi mossi. Assaporammo quel dolce e inaspettato contatto in ogni suo lato. Poi, mentre il vuoto allo stomaco iniziò a diminuire, Justin iniziò a muovere le labbra. Feci lo stesso, e dopo qualche istante mi ritrovai a cavalcioni su di lui, con le mani sul suo viso.. mentre le sue mani vagavano indisturbate per il mio corpo. Lasciai che mi sfilasse la maglietta e con movimenti veloci iniziai anche io a sbottonargli quella camicia troppo stirata. Sentii il suo respiro pesante, e i suoi gemiti veloci in attesa di incontrare nuovamente le mie labbra. Noi vampiri percepiamo le emozioni in maniera molto più intensa.. ecco perché quello che provai mi iniziò a far girare la testa. Finalmente gli slacciai la camicia dopo di che gliela tolsi e la lanciai sul retro dell’auto. Guardai qualche secondo il suo petto scolpito, e desiderai di baciarlo.. dopo di che repressi l’idea e tornai a baciare lui, che nel frattempo aveva reclinato il sedile. Mi afferrò dai fianchi, ma prima che potesse succedere qualunque cosa, mi fermai. Mi bloccai letteralmente. La mia forza era molto superiore alla sua, ed in momento di eccitazione come quello di un rapporto sessuale, non saprei se riuscirei a controllarmi. Avrei potuto fargli del male.
“Justin.. fermo.. Io.. non possiamo.” Dissi mentre si alzò cercando le mie labbra. Oltre alla mia forza mi venne in mente Rachel. Non sarebbe stato giusto. Si ricompose velocemente, dandomi la possibilità di vedere i suoi meravigliosi capelli , scompigliarsi.
“Certo.. io .. scusami non so cosa sia successo.” Disse con tono rigido, più verso se stesso che verso di me. Ancora a cavalcioni su di lui, sorrisi e scossi la testa, poi feci per spostarmi quando la portiera dell’auto si aprì.


Ehi ragazze :3 Scusate se aggiorno così tardi, ma fra terremoti, interrogazioni e tutto il resto, non ho avuto tempo.
Come state? Io un pò spaventata visto il terremoto. Comunque volevo ringraziarvi per le recensioni.. aksjndakj vi adoro!! Qualunque cosa contattatemi su facebook o twitter.
Erika Silipigni @I_amawolf
Baci, vi adoro Erika x

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Capitolo 18
“Drusilla che cavolo?” Selene guardò senza capire, prima me e poi Justin.
Ovviamente non lo riconobbe a primo impatto.
Scesi immediatamente da Justin, che cercò di ricomporsi senza dare a vedere quanto fosse ancora stravolto.
I capelli scompigliati, l’aria affannata e la camicia sbottonata.. bhe avrebbero fatto cadere chiunque ai suoi piedi.
Selene lo guardò intensamente socchiudendo gli occhi. Lasciai che lo studiasse, e che se ne rendesse conto da sola.
Ad un tratto Justin, si tolse le mani dalle tasche e le allargò verso Selene.
“Posso abbracciarti?” Chiese mostrando un meraviglioso sorriso.
Selene allora spalancò gli occhi e si addolcì improvvisamente.
Si portò una mano alla bocca e si fiondò fra le braccia di Justin.
“Justin..” Disse qualche istante dopo staccandosi da lui.
“Come sei cresciuto..e dimmi, come stai?” Chiese sinceramente interessata.
Lui si strinse nelle spalle e diede inizio ad una conversazione che mi sembrò infinita.
Non feci caso a loro, fin quanto il cellulare di Justin non iniziò a squillare.
Si scusò con Selene e con fare scocciato lo cacciò fuori dalla tasca.
“Rachel dimmi..” Disse con tono severo.
Sbuffai silenziosamente.
“Cosa? A casa nostra?.. Arrivo subito,chiuditi dentro a chiave.”
Riattaccò velocemente il telefono e ci guardò. Prima che potesse parlare, lo anticipai, capendo che Rachel fosse in pericolo.
“Vengo con te.” Dissi senza pensarci.
“No Drusilla è meglio di no potresti..” Non finì la frase e alzò gli occhi al cielo, divertito.
Non mi sarei mai fatta male.
Prima che potesse dire altro girai attorno all’auto e salii dal lato passeggero.
Immediatamente Justin salutò Selene, salii in macchina e partimmo.
“Ha detto che qualcuno sta girando attorno casa armato,e che la polizia l’ha già chiamata tre volte.”
Annuii silenziosamente, cercando di analizzare la situazione.
Sarei andata a salvare la ragazza di Justin? No. Sarei andata ad evitare che Justin si facesse male.
In pochi minuti arrivammo di fronte la villa dove convivevano.
Justin spense l’auto, e si guardò furtivo intorno, cercando forse, di trovare quest’uomo armato.
Prima che potesse dire una sola parola, scesi dall’auto e attraversai il vialetto guardandomi intorno.
Arrivai di fronte la porta, e quando mi voltai per guardare Justin, restai a bocca aperta.
Un uomo sulla cinquantina, con indosso un cappotto nero chiuso al collo, e una pistola puntata alla tempia di Justin mi sorrise spudoratamente.
Ricambiai il sorriso con un cenno della mano, che gli fece corrugare la fronte.
Fece salire velocemente Justin in auto, e poi puntò la pistola verso di me.
Scossi la testa, con noncuranza e alzai le mani.
Ovviamente nessuna pallottola mi avrebbe ferita, tuttavia, fingermi impaurita era un modo per portarmi un passo avanti a lui.. così avrei sicuramente potuto sfruttare l’elemento sorpresa.
Eseguendo i suoi ordini salii in macchina sotto lo sguardo stupito e sconcertato di Justin.
“Lasciala andare.. lei non centra nulla.” Disse poi, scioccamente.
Ero il suo unico scudo, eppure voleva mandarmi via.
“La polizia starà arrivando, parti e guida finchè non te lo dico io.” Ordinò.
Justin mi guardò perplesso, dopo di che mise in moto e partimmo.
“Dai gas. Subito.” Ordinò nuovamente.
“Lei chi è?” Chiesi poi voltandomi a guardarlo.
Scosse la testa.
“Il vostro incubo peggiore.” Disse sogghignando.
“Questa l’ha presa da facebook ?” Chiesi sarcastica.
Se fosse stato per me l’avrei già ucciso. Ma c’è Justin qui con me..
“Non sei nella posizione giusta per fare spirito, signorina.” Disse poggiandomi la pistola alla tempia.
Alzai le mani sorridendo in segno di scuse, dopo di che proseguimmo in silenzio.
Di tanto in tanto Justin m gettò qualche occhiata, dopo di che tornò a guidare.
“Fermati qui.” Disse ad un tratto quell’uomo.
Justin fermò l’auto.
“Scendete.” Continuò ad ordinare.
Velocemente scendemmo, e ci trovammo di fronte ad un parco sconfinato, e isolato.
Perfetto.
“Justin Bieber, amministratore delegato, dirigente aziendale.. e chissà quante altre professioni.” Iniziò poi camminando in circolo.
Lo sguardo di Justin si indurì.
“Ti starai chiedendo cosa voglio?.. Offrirti uno scambio.” Disse correndo verso di me.
Mi imposi di non ucciderlo subito.
Mi puntò la pistola alla tempia, e con un braccio mi avvolse la vita.
“O mi porti due milioni di euro, entro un’ora, oppure faccio fuori la ragazza.. Sai pensavo che la tua ragazza fosse quella in casa.. Ma quando ti ho visto con lei, ho capito subito che era lei, dai vostri sguardi.” Disse avvicinando le labbra al mio collo.
Justin sobbalzò e si sfilò la giacca, restando in camicia.
“Non li ho qui..” Disse poi slacciandosi i primi bottoni.
“Lo so. Ecco a cosa serve l’ora di tempo! Per prenderli!” Disse stringendo la presa attorno a me.
Le sue mani sul mio corpo mi diedero un senso di nervosismo così guardai Justin perplessa, come per chiedergli il permesso.
Nei suoi occhi lessi la paura, scritta a caratteri cubitali.
Oh, cosa avrei fatto per fare in modo che nella sua vita potesse provare solo felicità.
Non ricevetti nessun segnale di risposta, così quando mi voltai e deliberatamente ficcai le unghie dentro il petto di quell’uomo, Justin urlò di dissenso.
“Drusilla  non farlo. Non muoverti di un centimetro. Darò a quest’uomo i suoi soldi e andrà via.” Disse quasi ringhiando.
Ignorai completamente il suo ordine, e con un gesto secco afferrai il polso dell’uomo e strinsi il polso fin quando le sue ossa non cedettero sotto le mie mani.
Le sue urla si dispersero nel vuoto, seguite dal tonfo provocato dalla pistola che cadde sul prato.
Continuò ad urlare, anche quando lo costrinsi ad inginocchiarsi.
Feci in modo che mi guardasse negli occhi, in modo che potessi leggere tutta la sua paura.
Ma non lessi paura, lessi terrore. Terrore e sfida.
Sorrise.
“Sei forte. Ma non abbastanza.” Disse cercando di alzarsi.
“Che scocciatura quando oppongono resistenza.” Dissi alzando gli occhi al cielo.
L’uomo mi guardò scioccato, quando feci ancora pressione su di lui.
“Sai.. oggi non ho ancora pranzato per bene..” Dissi avvicinandomi a lui.
L’uomo si dimenò, ma senza sfuggire alla mia presa.
“Drusilla, aspetta.” Disse Justin alle mie spalle.
Ricordai la paura nei suoi occhi, e decisi che chiunque gli avrebbe fatto provare di nuovo quella sensazione, avrebbe pagato con la vita.
“Non aspetterò niente, se non che il mio istinto avanzi.” Dissi passandomi la lingua sui denti.
Justin girò e si mise dietro le spalle dell’uomo, e di fronte a me.
“Lascialo andare, e questa storia finirà quì.” Disse.
Lo guardai perplessa.
“I tuoi occhi, erano così pieni di paura. Deve pagare.” Dissi facendo calare i canini.
Justin mi guardò qualche istante, poi allungò una mano verso le mie labbra, e lentamente con un dito, mi sfiorò le zanne.
“Erano pieni di paura di perderti. Lui non centra, lasciamolo alla polizia.” Disse cercando di persuadermi.
“Scordatelo.” Sentenziai sopra le preghiere di quell’uomo.
Guardai Justin un’ultima volta,  prima di abbassare la testa e affondare i canini nel collo di quell’uomo.
Iniziai a risucchiare goccia per goccia, tutto il sangue, sentendomi così viva e forte da poter gettare una casa con un solo pugno.
Ogni singola goccia, mi incitava ad andare avanti,fin quando alle mie labbra non giunse più niente che aria.
Lasciai cadere il corpo dell’uomo per terra, dopo di che con la manica mi ripulii il mento, sporco di sangue.
Justin mi guardò scioccato, con la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
“Lui..” Disse indicando, l’ormai dissanguato, corpo dell’uomo.
“è morto.” Conclusi.
“Perché l’hai fatto?.. La tua non era solo sete di sangue. L’ho visto nei tuoi occhi mentre bevevi. C’era altro.” Disse stringendo un ciuffo d’erba nelle sue mani.
Era vero. C’era lui.
“Avevo solo voglia di divertirmi.. “ Mentii.
“Non è così lo so.” Disse avvicinandosi a me.
Mi prese il volto fra le mani e si avvicinò alle mie labbra.
“No.. non farlo. Non baciarmi. Ho ancora il sapore del sangue di quell’uomo in bocca.” Dissi.
Justin si incupì subito.
“Vedi? Tu sei così. Uccidi un uomo dissanguandolo per un motivo che va ben oltre la sete, e poi non vuoi assolutamente che io venga a contatto con il sangue.. Drusilla.. hai fatto tutto questo per .. me?” Chiese timidamente.
Lo guardai senza rispondere. Aveva centrato il segno.
“La paura che avevo visto nei tuoi occhi.. era così viva, che allungando una mano avrei potuto sfiorarla. Non volevo che chi te l’avesse fatta provare mettendo a rischio la tua vita, continuasse a vivere.” Sentenziai, in tutta sincerità.
“No, no , no guardami. Non avevo paura di morire.. Avevo paura di perderti.” Disse a pochi centimetri dalle mie labbra.
Fremetti sotto il suo tocco leggero, e sfiorai appena le sue labbra.
Poi l’odore di sangue mi giunse alle narici. Probabilmente era gocciolato per terra.
I canini iniziarono a scendere nuovamente, così mi voltai di scatto allontanando Justin.
“No Drusilla, guardami, non  mi farai del male.” Disse facendomi voltare nuovamente verso di lui.
Lo guardai, cercando di reprimere la fuoriuscita dei canini, invano.
“Non ho paura.. vieni qui.” Disse poggiando le sue labbra sulle mie.
Nonostante i canini mi baciò, lasciando scivolare le mani sul mio corpo.
Pian piano, ignorai l’odore di sangue, e mi concentrai solo sul suo di odore.
“Sei mia..” Disse sdraiandosi sopra di me.
Mi staccai subito dalle sue labbra.
“C’è un cadavere accanto a noi. Andiamo via?” Chiesi tranquilla.
Justin annuì, ancora evidentemente scioccato per l’uccisione dell’uomo.
“Di lui mi libererò dopo io..” Dissi alzandomi.
Justin annuì, ancora scosso.
Salimmo in macchina e tornammo velocemente verso la città.
“Non lasciarmi di nuovo.” Disse ad un tratto.
Non risposi subito.
“Devo farlo. Devi vivere la tua vita. Sai quanto vorrei passare con te ogni istante della mia eternità? Ma non posso, non posso privarti della tua vita. Della tua anima. Mi sono già presa troppo di te.” Dissi.
“Hai preso una piccola e minuscola parte, di ciò che ho sempre voluto offrirti.” Rispose.
“Mi hai dato una ragione per continuare a vivere in eterno. Credi sia poco? “ Dissi ridendo.
“è poco visto che potremmo vivere insieme, in eterno.” Disse voltandosi verso di me.
Era a questo che voleva arrivare. Chiedermi di trasformarlo.
“Non è Twilight Justin. Non ti trasformerò. Non ti priverò della tua vita.” Dissi sarcastica.
“Non ti va, di vivere con me..? per sempre?” Chiese quasi sorpreso.
“Sarebbe lo scopo della mia vita. Ma questo implica trasformarti in un demone, un essere senza cuore che uccide sfacciatamente.. e  non mi va.” Conclusi.
Arrivammo di fronte casa mia.
“Buonanotte.” Dissi prima che potesse continuare la conversazione.
“Buonanotte.” Rispose sfiorandomi le labbra.
Mi baciò dolcemente, dopo di che scesi dall’auto ed entrai in casa.
Mi sfiorai le labbra, sentendo ancora il suo sapore.
Non sarebbe diventato mai un vampiro. A costo della mia stessa vita.


Buonasera ragazze :3
Come state? Spero bene.
Oggi non sono uscita, così ne ho approfittato per aggiornare!! Sono le 22.25 e si, sto pubblicando.
AHAHAHAHHA!!
Spero vi piaccia!!
Volevo, poi, ringraziarvi per le 10 recensioni dello scorso capitolo.
Siete meravigliose, vi adoro jasndaijndk <3
Ora scappo a nanna. Fatemi sapere cosa ne pensate.
Un bacione.
Erika xx

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


Capitolo 19
La luce della cucina si accese di colpo sopra la mia testa.
“Drusilla.. tutto bene?” Chiese Selene venendomi incontro, evidentemente preoccupata.
Annuii, ancora scossa dalle labbra di Justin.
“La ragazza di Justin sta bene? E lui?” Continuò, assomigliando ad una mamma iperprotettiva.
“Stanno tutti bene.” Conclusi, alzandomi e incamminandomi verso il piano superiore.
“Tu.. e Justin?” Chiese timidamente, prima che scomparissi dal suo raggio visivo.
“Ci siamo baciati.. e mi ha chiesto di trasformarlo in vampiro.” Risposi malinconicamente.
Sobbalzò alle mie parole e si portò una mano al petto, mimando sconcerto.
“E.. tu cosa gli hai risposto?” Chiese poi, lasciando cadere il braccio lungo il fianco.
“Che a costo della mia stessa vita, sarebbe rimasto umano fino alla fine.” Conclusi, per poi voltarmi e andare in camera mia.
Nonostante non fossi stanca, mi infilai ancora vestita sotto le coperte e chiusi gli occhi, ma solo per godermi la pace delle emozioni che portavo dentro.
Ricostruii una perfetta immagine di ogni momento passato con Justin. Quando vivi per sempre, devi avere una buona memoria per ricordarti chi sei.
Poi, lentamente, scivolai nel sonno senza rendermene conto.
Mi risvegliai con il sorgere del sole. Da sempre i raggi solari, creano disturbo a noi vampiri.. si dice addirittura che anticamente i vampiri bruciassero al sole.
Siamo creature della notte, cosa ci si può aspettare?
Mi alzai velocemente dal letto, andai di fronte l’armadio presi i vestiti, e mi infilai sotto la doccia.
Dopo aver finito scesi al piano di sotto, dove trovai Selene.
“Buongiorno Drusilla. Era da molte notti che non dormivi ormai.. “ Disse maliziosamente.
“Già.” Risposi afferrando un bicchiere colmo di sangue dalla credenza.
Selene mi guardò e alzò gli occhi al cielo.
“Non puoi fare una colazione da umana? Tipo, pancakes, fette biscottate e yogurt?” Chiese irritata.
“Devo essere in forze.. e quel cibo da umani, per me è solo una perdita di tempo.” Conclusi dissetandomi.
Selene fece cenno di resa con le spalle e andò a finire la sua colazione.
Afferrai la cartella, le scoccai un bacio sulla testa e uscii di casa.
A passo veloce, ma comunque umano, raggiunsi la scuola.
Salutai qualche professore che mi guardò male per il ritardo ed entrai velocemente in classe.
Passarono le prime due ore, poi all’ora di letteratura, la professoressa ci portò i risultati dei temi di inizio semestre.
Li consegnò, lentamente, uno ad uno, mentre la mia mente continuava a viaggiare a ieri. Justin, continuava ad essere presente in ogni mio pensiero.
“Drusilla bene. A+. Mi hai sorpresa veramente. Il tuo tema sugli anni Venti è così approfondito e realistico che sembra addirittura che tu abbia vissuto in quell’epoca” Disse la prof riportandomi alla realtà.
Sorrisi, immaginando l’espressione della professoressa se solo avesse saputo, che davvero la sua alunna preferita aveva vissuto nei suoi amati anni Venti.
Presi il compito e sorrisi, compiaciuta.
Il resto delle ore trascorsero lentamente, fin quando la campanella che segnava la fine delle lezioni non suonò gioiosa.
Presi la mia cartella e distrattamente seguii i miei compagni in cortile, poi mi incamminai verso la strada.
Per poco non mi cadde la cartella dalle spalle quando vidi Justin, sul suo elegantissimo SUV nero, proprio di fronte a me.
Mi guardai intorno qualche istante, e vidi un gruppo di ragazzine della mia stessa età, impegnate a fissare Justin e a fare apprezzamenti volgari su di lui.
Alzai gli occhi al cielo, e sotto lo sguardo di tutte loro andai verso di lui, che abbassò il finestrino e mi guardò sorridendo.
“Che ci fai qui?” Chiesi ricambiando il sorriso.
“Sono venuto a prenderti per portarti a casa.” Rispose.
Anche questa mattina, come tutte le altre, era perfetto.
Camicia perfettamente stirata ad in ordine, sorriso smagliante, capelli scompigliati e occhi sorridenti. Ebbi un sussulto di fronte a cotanta bellezza.
Mi voltai nuovamente a guardare quelle ragazze, capendo perché continuavano a fare apprezzamenti su di lui. Era meraviglioso in ogni suo aspetto.
“Sai che non ho bisogno di passaggi Justin. Posso arrivare in Amazzonia a piedi, in mezz’ora.” Risposi sarcastica.
“Ok.. volevo solo vederti.” Ammise stringendosi nelle spalle.
Sorrisi, quasi timidamente, gli lanciai la mia cartella dal finestrino e sotto gli sguardi scioccati di quelle ragazze salii in macchina.
Justin si sporse verso di me, come per baciarmi. Spalancai gli occhi, spaventata dall’idea.
Tutti lo avrebbero visto, se lo avesse fatto.
Ma non lo fece. Si sporse, e poggiò la mia cartella nel sedile posteriore dell’auto, dopo di che tornò al suo posto e partimmo.
“Com’è andata a scuola?” Chiese passandosi una mano fra i capelli.
“Tutto bene, ho preso il massimo ad un tema sugli anni Venti. La professoressa era strabiliata da come avevo descritto perfettamente l’epoca. Se solo sapesse la verità.” Dissi, concludendo con una risata.
“Com’erano gli anni Venti? Sai, non quella roba che si studia sui libri.. ma la realtà. ” Mi chiese ad un tratto, sinceramente incuriosito.
Non mi capitava spesso di parlare delle mie vite passate.. quindi mi sentii un po’ messa a nudo a raccontargli quella parte della mia vita.
“Bhe, a parte i tagli orrendi e gli abiti piumati.. direi che sono stati forse gli anni migliori, dopo gli anni ‘70.” Risposi.
“Allora, che facevi?” Continuò.
Inspirai profondamente.
“Ero la figlia adottiva di una nobile famiglia inglese. Andavamo spesso a teatro e ricordo che Odette,la mia madre adottiva, dirigeva una specie di salone di bellezza. Tagliava  i capelli a tutte le donne di Londra, ed era davvero brava.  Spesso io e Selene andavamo con lei al salone e le davamo una mano. Non ci importava molto aiutarla, ma mordere le clienti. E lo facevamo spesso.” Feci una pausa, abbastanza lunga da far sì che Justin cambiasse argomento.
“Tu.. e Selene, non vi siete mai separate?” Chiese poi, incerto.
“7 febbraio 1985. Castellata: all'alba crollò un palazzo di sei piani in Viale Verdi; 34 morti e 8 feriti. Questo fu quello che i giornali seppero. In realtà, Victor, era entrato nel suo periodo di crisi astinenziale. Aveva provato a non nutrirsi di sangue umano, senza riuscirci.. così quando si trovò di fronte quel palazzo, entrò uccise e dissanguò 34 persone, e ne ferì 8. Poi camuffò le sue tracce, cancellò la memoria alle vittime, distrusse il palazzo per creare una situazione “di incidente” e scappò via. Io mi proposi di andare immediatamente alla sua ricerca, mentre Selene credeva che dovessimo separarci da lui una volta per tutte. Tuttavia a separarci, dopo un brutto litigio, fummo io e lei. Poi ci ritrovammo il 2 ottobre ad Amsterdam, quando venne firmato il trattato di Amsterdam fra gli stati europei.” Spiegai lentamente, senza distrarmi.
Lo vidi sorridere tranquillamente.
“Cos’hai da ridere genio?” Dissi inarcando un sopracciglio.
“Ah stavo ridendo? Scusa non me ne ero accorto.” Disse continuando a ridere.
“Ehi tu, ricordati che sei in macchina con un vampiro, e come se non bastasse lo stai provocando.” Dissi ironicamente, iniziando a ridacchiare dietro a lui.
“Provocare? No, provocare significa fare questo.” Aggiunse, per poi girarsi verso di me e iniziare a solleticarmi.
Avevo 172 anni,e il solletico era ancora il mio punto debole.
Iniziai a ridere e lo implorai di fermarsi.
“Justin, torna a guidare.. devi tenere le mani sul volante.” Dissi fra una risata e l’altra.
Tornò a poggiare le mani sul volante, troppo tardi perché si accorgesse dell’auto di fronte a noi.

KJASKA CIAO RAGAZZE!!
Oggi ho pubblicato prima del solito, visto che ho avuto un pomeriggio libero.
Come stateee? Spero bene.
Il capitolo vi piace anche se è abbastanza corto.? :33 fatemi sapere.
Vi amo.
Erika xx

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Capitolo 20
“Cazzo, vaffanculo.” Continuo a ringhiare mentre appoggio la testa contro il muro.
Justin è in sala operatoria da 2 ore e mezza. L’impatto con l’altra auto è stato spaventoso, tanto che Justin ha picchiato contro il cruscotto, prima che gli airberg scoppiassero, nel tentativo di salvare me.
Come se non sapesse che non mi sarei nemmeno fatta un graffio.. Io, avrei dovuto fiondarmi sul di lui.. e lo avrei fatto certamente, se me ne avesse lasciato il tempo.
Diedi un calcio ad una sedia facendola volare fino all’altra parte della sala.
Poi mi guardai intorno, per assicurarmi che nessuno avesse visto nulla.
“Drusilla..” Sentii dire, poi, da mia sorella.
Mi voltai di scatto e la vidi, perfettamente in ordine come sempre, ma con un’espressione preoccupata.
La guardai e scossi le spalle.
“Come sta?” Chiese facendomi cenno di sedermi.
Mi misi a sedere, non perché me lo avesse detto, ma per evitare di fare altri danno all’interno della sala d’attesa.
“Non so niente. Ha da due cazzo di ore che è chiuso la dentro.” Risposi gelida.
“Drusilla.. andrà tutto bene.. e se non andrà bene.. puoi sempre..” Disse lasciandomi intendere il resto della frase.
Mi voltai e le lanciai uno sguardo assassino.
“No Selene.. non trasformerò Justin. E non intendo ritornare sull’argomento.”
Il solo immaginarlo, vampiro, senza la sua innocenza, la sua purezza e la sua anima, mi fece rabbrividire.. anche se averlo con me per sempre sarebbe l’obbiettivo della mia vita.
Ad un tratto un uomo in camice uscì dalla sala operatoria.
Immediatamente io e Selene gli andammo incontro.
Lo guardammo impazienti, poi con tono sereno disse:
“è fuori pericolo..”
Mi lasciai andare a quell’istante di gioia e senza rendermene conto abbracciai il dottore. O l’infermiere. O chiunque sia stato.
Mi guardò preoccupato, dopo di che, in preda all’euforia, gli chiesi:
“Possiamo vederlo?”
Ci guardò, ancora sorpreso dal mio abbraccio,  dopo di che rispose:
“Potrei fare entrare solo una di voi.. il punto e che non mi faranno far entrare nessuna di voi.”
Lo guardai senza capire, e lo incitai a continuare.
“Ormai, quasi tutto il mondo economico ed imprenditoriale conosce Justin Bieber, e tutti sanno che convive con la signorina Rachel Tilson.. voi due non siete parenti, e siccome l’accesso e aperto solo ai familiari.. non posso fare entrare nessuna delle due. Mi dispiace.” Concluse, abbassando lo sguardo.
Era in parte colpa mia se Justin era la dentro ora, così non riuscendo a contenere la rabbia, afferrai il ragazzo dal bavero del camice e lo alzai da terra.
“Senti coso, io adesso entrerò la dentro, che tu lo voglia o no.” Dissi ringhiando.
Nel suo volto si dipinse un’espressione di terrore e solo dopo aver visto l’espressione sconvolta di Selene mi resi conto di ciò che avevo fatto.
Quanto in la mi spingevo per Justin?.. Troppo forse, considerando il fatto che la cosa migliore sarebbe stargli lontana.
“Ma.. cosa dirà la stampa? Ci sarà uno scandalo se un adolescente entra nella stanza di Bieber. Mi spiego?” Disse balbettando.
Lo riappoggiai per terra, e si ricompose ancora impaurito.
“A me non me ne fotte un cazzo della stampa, è chiaro?” Dissi minacciosa.
Il ragazzo mi guardò in maniera ostile, ma quando feci un passo verso di lui, alzò le braccia in segno di resa e mi fece cenno di seguirlo.
Attraversammo un corridoio lunghissimo dove l’unico rumore era quello dei miei tacchi sul pavimento.
Poi il ragazzo si fermò accanto ad una porta, nello stesso istante in cui mi ricordai di aver lasciato Selene in sala d’attesa.
Mi fece cenno di entrare, ma quando un altro medico uscì dalla stanza di fronte a noi, impallidì.
Probabilmente era un suo superiore, ed ora era nei guai per avermi fatta entrare.
L’uomo uscendo dalla stanza, mi guardò sorridendo dopo di che si rivolse al ragazzo.
“Chiede di una certa Drusilla. Trovamela, prima che mi ritrovi costretto a sedarlo.”  Disse prima di allontanarsi con passo pesante.
Sedarlo?.. Sgranai gli occhi.
“Cerca me.” Dissi poi al ragazzo, che al solo sentire il suono della mia voce rabbrividì.
“Entra..” Disse, dopo di che si voltò e se ne andò quasi correndo.
Entrai e mi chiusi lentamente la porta alle spalle.
Justin era sdraiato su un lettino circondato di fili e macchinari, e l’unica parte esposta del suo corpo era il viso.
Lentamente gli andai affianco, ignorando il vuoto al cuore che continuava ad allargarsi man mano che i miei occhi rapivano la sua immagine.
Poi, di scatto si protese verso me e urlò:
“Vi ho detto che voglio vedere solo ed esclusivamente Drusilla.”
I suoi occhi incontrarono i miei, e i miei incontrarono la fasciatura sulla sua testa.
Aveva avuto un’emorragia al di fuori del cranio, ma tutto era andato bene.
Restammo a fissarci qualche istante, dopo di che senza preavviso mi fiondai con delicatezza su di lui, abbracciandolo.
Justin non si curò dei fili attorno che lo circondavano, ne del probabile dolore, e si strinse a me quanto più gli era possibile.
Lentamente un forte odore di sangue proveniente dalle sue ferite mi arrivò alle narici.. Quanto avrei desiderato berlo.
Scacciai quel subdolo pensiero dalla mia testa e lo aiutai ad appoggiarsi al lettino.
“Sei un cretino lo sai?” Chiesi mettendomi a sedere accanto a lui.
“Si infatti.. Mi ero completamente scordato che non ti saresti mai fatta male.. Sai quando sto con te, mi dimentico sempre chi sei veramente.” Rispose sorridendo a fatica.
Probabilmente tornando indietro, avrebbe pensato a salvare la sua vita, ed avrebbe lasciato che lo aiutassi a farlo. Cosa che sicuramente mi avrebbe evitato tutta questa angoscia.
“Chiariamoci.. non ne sono mica pentito. Non puoi ferirti, ma non è comunque piacevole..” Continuò.
“Dovevi pensare a salvarti, o almeno lasciare che ti salvassi io. Invece no. Cos’hai fatto? Ti sei lanciato addosso a me.” Risposi ridacchiando.
“Per fortuna non è nulla di grave.” Continuò sorridendo.
Anche con una benda sulla testa e con il viso tramortito, riusciva ad essere tremendamente bello ed attraente.
Gli scostai una ciocca di capelli da sopra la benda che gli fasciava la testa e gli sorrisi.
Poi sentii dei passi e la porta aprirsi.
Ci impiegai pochissimi istanti a nascondermi  dietro un separè, sfruttando la mia velocità, quando entrò nella stanza Rachel.
Justin si guardò intorno stordito, dopo di che fece a Rachel un sorriso forzato.
“Amore..” Strillò quell’oca lanciandosi addosso a lui.
Justin grugnii di dolore e istintivamente allungai una mano come per andare ad allontanare Rachel da lui.
Ma la ritrassi velocemente.. ed anche Rachel si ritrasse quando Justin le disse di farlo.
“Com’è successo?” Chiese Rachel poggiando la borsa accanto al letto e sedendosi su di esso.
Stava ingombrando la stanza, non solo con le sue cose ma con le sue cazzate.
“Un’auto mi è venuta addosso..” Disse Justin indifferente.
“Eri solo amore?.. Chi ha chiamato l’ambulanza?” Chiese quasi urlando.
Il tuo ragazzo è uscito da poco dalla sala operatoria e tu urli e ti ingelosisci invece che prenderti cura di lui?
Sarà che provengo da un’altra epoca, ma non si fa così.
“Rachel.. vorrei parlare con te di una cosa.. “ Disse Justin facendola sobbalzare.
“Vuoi che ti prenda una tisana?” Chiese lei sbattendo le ciglia.
Lasciai cadere le braccia lungo il corpo, e  mi rassegnai alla sua stupidità..
Ma, di cosa voleva parlare Justin?.. Sapeva che io ero li.
“No grazie.. volevo solo dirti che forse.. ecco, siamo giunti ad un punto della nostra relazione..” Non lo fece finire che attaccò a parlare lei.
“Non credi che sia troppo presto per sposarci?.. Io pensavo di aspettare almeno i 30 anni..” Disse alzando gli occhi al cielo.
Mi appoggiai al davanzale, sconfortata dal sapere che una sola persona potesse contenere tanta stupidità.. eppure a casa sua non mi era sembrata così. Forse Justin gli faceva questo effetto.
“Rachel ascoltami. Non provo più niente per te. Non voglio sposarti, e non voglio più convivere.” Disse quasi urlando.
Lo sforzo probabilmente gli portò dolore alla testa visto che strinse gli occhi e si lamentò.
Sarei andata ad abbracciarlo e calmarlo se non ci fosse stata Rachel.
Finalmente lei si mise a tacere e cambiò espressione.
“Centra Drusilla.. non è vero?” Chiese poi, facendo rientrare misteriosamente l’intelligenza nel suo cervello.
“Rachel, centriamo io e te. E nessun altro. E la nostra storia finisce qui mi dispiace..” Disse lui, con delicatezza.
“Avrei dovuto capirlo fin dal suo ritorno. In questi otto anni eri sempre stato strano per quanto riguardava la tua vita personale, ma ti amavo a tal punto da non farci caso.. poi quando lei è tornata sei ufficialmente uscito di testa. Dimmelo Justin, eri con lei in macchina?” Chiese, prima di asciugarsi una lacrima.
Justin annuì lentamente mentre lei si alzò afferrò la sua borsa e si incamminò verso la porta.
“Entro domani avrai casa libera..” Disse poi, prima di uscire e chiudersi la porta alle spalle.
Uscii dal mio nascondiglio e raggiunsi Justin.
“Perché l’hai fatto?” Chiesi, nonostante stessi sorridendo.
“Perché non sarebbe stato giusto continuare a prenderla in giro.” Rispose.
Aveva ragione, ma in cuor mio sapevo che stare con lui sarebbe stato sbagliato.
Ancora una volta gli stavo impedendo di portare avanti la sua vita.
“Justin.. noi.” Dissi, prima che mi interrompesse.
“Trasformami, e vivremo insieme per sempre. Per sempre, io e te.” Disse serio.
Guardai qualche istante i suoi occhi luminosi, e nella mente mi balenò l’idea di trasformarlo.. Ma la repressi subito.
A costo della mia vita, mi ricordai.
Scossi la testa e sorrisi con gentilezza.
“Avresti fatto meglio a restare con lei..” Dissi poi, analizzando la situazione da un altro punto di vista.
“Lei non è te. E qualunque altra ragazza che non è te, non mi andrà mai bene. “ Rispose prendendomi la mano.
Lo guardai circospetta.
“Fammi dono del tuo sangue Drusilla. E finalmente potremo stare insieme, davvero.” Continuò.
Istintivamente iniziò ad avvicinare il mio polso alla sua bocca.
Ovviamente i suoi canini non avrebbero trafitto la mia pelle, così lo feci io.
Mi morsi, e feci sgorgare il sangue dalle mie vene, poi lentamente Justin fece per portarselo alla bocca.
Guardai incantata ogni istante di quella scena.
Avrei permesso che bevesse il mio sangue? Avrei permesso che si trasformasse in un demone?



Ehiii :3
Ciau belle, come state?!
Vi piace il capitolo? (che come sempre ho pubblicato in ritardo.) LO SO E MI SCUSO TANTISSIMO.
Cooomunque, spero che recensirete :3
Vi amo
Erika x

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


Capitolo 21
Lentamente le sue labbra si schiusero, mentre le sue iridi, dilatate dallo stupore,mi fissarono.
Lo guardai qualche istante sentendomi come in trance.
Poi di colpo mi ripresi, sottrassi immediatamente il polso dalla sua bocca, pronta a succhiare il mio sangue, e lasciai che le ferite lasciate dai miei denti si richiudessero.
Mi guardò turbato, ma per nulla sorpreso.
“Sapevo che non me l’avresti lasciato fare..” Disse poi, appoggiando la testa sul cuscino a voltandosi a guardare fuori.
Sospirai, consapevole del fatto che forse una parte di me voleva trasformarlo in vampiro.
Ma non sarei mai stata tanto egoista.
Ad un tratto Selene spalancò la porta della stanza, e comportandosi da perfetta umana entrò e abbracciò Justin.
Lui ricambiò, e la strinse un po’ a se.. forse perché dopo tutto Selene era la figura che , per Justin, più si avvicinava ad una sorella maggiore, ad una mamma, o ad una zia.
“Non cambi mai eh?.. “ Disse Selene baciandolo sulla testa.
Mi ricordai improvvisamente di lui ferito fra le macerie del terremoto, di lui ferito dopo una rissa.. mi ricordai semplicemente di tutta la sua fragilità.
“Sel.. vorrei chiederti una cosa..” Disse poi Justin stringendole la mano.
Lei  sorrise ed annuì.
“C’è  qualcosa che potrebbe fare diventare voi vampiri, nuovamente umani?” Chiese poi, tranquillamente.
Sussultai affianco a lui, capendo subito cosa stesse escogitando.
“Certo che c’è.. Un altro vampiro, di sua spontanea volontà, deve sacrificare sia il proprio corpo che la propria anima, e donarla a chi si vuole far tornare umano attraverso un rito abbastanza complesso. Tutto sommato, al giorno d’oggi sono pochi i vampiri che vorrebbero tornare umani.. i più, sono felici di vivere per sempre e di andare in giro a dissanguare la gente. Perciò nessuno sacrificherebbe la propria anima e il proprio corpo per nessun altro.”Concluse scrollandosi le spalle.
Justin ci pensò qualche istante, dopo di che annuì.
Se Justin non fosse esistito, se io non avessi mai saputo del suo arrivo.. se non mi fossi perdutamente innamorata di lui.. Allora si. Avrei sacrificato me stessa per Selene.
Ciò che più le mancava era la sua vita umana, infatti faceva di tutto per ricordarla e per creare nuovi ricordi.. Sicuramente tornare umana era il suo desiderio più grande..
Che avrei potuto esaudire, se non fosse arrivato Justin. Non potrei mai abbandonarlo, ora, di nuovo.
Mai.
Scrollai la testa liberandomi da quei pensieri e sorrisi, ritrovandomi ad osservare quanto, nonostante gli otto anni trascorsi, Justin e Selene fossero rimasti legati.
Vederli scherzare e sorridere davanti a me, mi fa davvero pensare ad una famigliola felice.
Sentii la sete seccarmi la gola, così alzai gli occhi al cielo, irritata da questa continua necessità.
“Approfitto dei generosi donatori di sangue. Scendo al piano di sotto a bermi qualche sacca. A dopo.” Dissi chiudendomi la porta alle spalle.
Attraversai tranquillamente tutto il corridoio centrale, poi accertandomi che nessuno mi vedesse, saltai tutte le scale con un solo passo e giunsi al piano di sotto.
L’odore di sangue mi guidò nella stanza in cui venivano tenute le sacche di sangue dei donatori.
Ci entrai cauta, quando all’improvviso la sete fu incontrollabile.
Scattai verso le sangue e iniziai a bere con foga da una di esse.
Il sangue iniziò ad alleviare i dolori della sete, e a inebriarmi. Ne bevvi una, e mi trovai sul punto di aprire la seconda, quando alle mie spalle percepii un respiro affannato.
Mi voltai di scatto verso la porta e la chiusi alle spalle del ragazzo che ormai, si era messo nei guai senza volerlo.
Mi guardò spaventato e iniziò a pregare sottovoce quando vide le mie zanne.
“Non ti servirà a niente pregare..” Dissi sentendo la voglia di giocare crescere in me.
Era così, il sangue accecava la lucidità di ogni vampiro. Bastava un sorso a risvegliare la belva racchiusa in ognuno di noi.. e pochi sono in grado di saperla controllare. Ma non io.
Iniziai a girargli intorno, lentamente, ascoltando solo i battiti del suo cuore aumentare continuamente.
“Nessuno avrebbe mai immaginato esistessero i vampiri. Ne tantomeno che tu lo fossi.” Disse poi, smettendo di pregare.
“è così sai.. il nostro aspetto è solo una trappola per gli umani. Li attrae, per poi permetterci di distruggerli. Un po’ come i ragni e le ragnatele.” Risposi divertita.
“Ti osservo da quando sei arrivata. E sono stato io a visitarti.. avevo intenzione di chiederti di uscire. E pensare che ora stai per uccidermi. Che destino beffardo.” Disse poi, inginocchiandosi.
Nessuna delle mie prede aveva mai reagito così. Sentivo la sua paura aumentare di pari passo ai battiti del suo cuore.. nonostante si mostrasse tranquillo.
“Non fingere di non avere paura. Sento il tuo cuore.” Dissi mettendomi di fronte a lui.
“Ne provo paura.. Eccome. Ma mi trattengo pensando che forse avrei dovuto anticiparti.” Rispose.
Lo guardai torva.
Perché avrebbe dovuto uccidersi?
“Stai per morire. Spiegati meglio.” Continuai.
“Sai, ci sono parecchi problemi che tu non puoi capire. In famiglia, al lavoro, in banca.. davvero finirla sarebbe stato l’unico modo per dimenticare tutto.” Disse senza tralasciare una minima emozione.
“Dimenticare? Ehi bello quando passi di la, non dimentichi mica. Anzi tutto torna più pesante di prima.” Dissi, con sincerità.
“Te lo dice una che è morta già una volta.” Aggiunsi.
Sorrise, e per un piccolo frangente potei osservare i suoi denti brillare sotto la fioca luce di quella stanza.
Improvvisamente ripensai a Justin.. e la voglia di giocare scomparve.
Presi una sacca di sangue, la aprii e mi misi a sedere accanto al ragazzo accasciato al suolo.
Mi guardò senza capire, poi inarcò un sopracciglio, cosa che avevo visto fare solo a Justin. Sorrisi ripensando a lui.
“Perché non mi uccidi?” Chiese allargando le braccia.
“Voglio godermi il momento.” Risposi, e iniziai a bere dalla sacca di sangue.
Mi guardo disgustato, ma allo stesso tempo affascinato.
“Il ragazzo della 206.. è il tuo ragazzo?” Chiese poi.
Era il mio ragazzo? Lo era?.. Non avevamo ancora parlato di questo.
Smisi di bere e fissai il soffitto qualche istante.
“Non ne sono sicura.” Risposi poi.
“Lui sa che tu..?” Disse indicando la sacca di sangue.
“Certo che lo sa.. che domande.” Risposi irritata.
“Scusami.. e la ragazza, che ti assomiglia molto, tua sorella credo..lei?” Chiese riferendosi a Selene.
Bene ci teneva d’occhio.
“Si, anche lei è un vampiro.. e comunque si, è mia sorella gemella.” Risposi gettando la sacca di sangue vuota appena accanto a lui.
Annuì.
“E.. quanti siete in città?”Chiese, ancora.
“Tre, credo.” Risposi ripulendomi le mani.
“Quanti anni hai?” Continuò.
“Ehi, cos’è questo terzo grado?E comunque sono troppo grande per te giovincello. Io ho 172 anni.” Dissi ironicamente, ridendo.
Si mise a ridere anche lui.
Sentendo nostalgia di Justin mi alzai, mi ricomposi e mi incamminai verso la porta.
“Ehi..” Disse il ragazzo, alzandosi a sua volta.
Mi voltai e lo guardai interrogativa.
“Te ne vai così?.. Non volevi uccidermi?..” Chiese sorridendo.
“Magari un’atra volta.” Risposi aprendo la porta.
Mi trovai sul punto di chiudermela alle spalle quando il ragazzo, richiamò la mia attenzione.
“Non hai paura che io possa dirlo in giro, chiamare la polizia?” Disse.
Mi voltai e me lo trovai di fronte.
“Non lo faresti. E comunque non ti crederebbero.” Risposi tranquilla, fidandomi  delle mie stesse parole.
Sorrise compiaciuto, dopo di che mi incamminai verso il piano superiore.
“Mi chiamo Samuel.” Urlò.
Mi voltai lentamente.
“Buon per te.” Risposi.
Gli avevi risparmiato la vita, ma non per questo aveva il diritto di prendersi di confidenza.
Risalii velocemente al piano di sopra.
Quando mi trovai di fronte la porta della stanza di Justin, quasi urlai.
Vuota. Di lui o Selene nessuna traccia. Solo la finestra spalancata, e le tende al vento.
L a paura mi assalì come non mai.


Ehi cipolline :3
Tutto bene?!
Scusatemi per il ritardo ma ho sempre tantissimo da fare.. x.x
Comunque, sappiate che ho letto le vostre recensioni,  a cui vorrei poter rispondere, e davvero siete M E R A V I G L I O S E.
Sembrerà ridicolo ma davvero per me una piccola recensione, positiva o negativa che sia, può fare moltissimo.
Ecco perché vi amo, oltre perché siete tutte fantastiche.
Comunque.. scappo, i compiti mi chiamano a gran voce.
Recensite e fatemi sapere che ne pensate :3

Vi voglio bene
Erika x
Erika Silipigni su face, @I_amawolf su twitter

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


Capitolo 22
Osservai il letto vuoto qualche istante, poi gettai un’occhiata veloce alla finestra.
Solo un vampiro sarebbe in grado di saltare dal quarto piano di un edificio senza ferirsi, per cui in tutto ciò sospettai ci fosse lo zampino di Victor.
Presi il cellulare e composi il suo numero.
Una voce roca e scocciata mi rispose bruscamente.
“Drusilla sei tu. Posso sapere che ti serve a quest’ora?” Chiese.
Guardai fuori dalla finestra, rassicurata ancora dalle luci del tardo pomeriggio e risposi.
“Saranno le 19 Victor.”
“Non per me. Sto in Corea tesoro.” Rispose, e anche per telefono potei percepire il suo sorriso.
Se lui non era qui, allora, chi aveva preso Justin e Selene? Improvvisamente un’idea assurda mi balenò in mente.
“Scusami Victor, è tutto ok. Non mi ricordavo una cosa. Devo andare ci sentiamo.” Conclusi e riattaccai prima che potesse rispondere.
Velocemente salii sul davanzale della finestra e camminando sui cornicioni scesi velocemente fino a ritrovarmi in strada.
Solo una cosa poteva aiutarmi a trovarli, l’odore delle ferite di Justin.
Chiusi gli occhi e mi affidai ai miei sensi.
Velocemente, il dolce odore del suo sangue mi giunse alle narici, fino a inondarmi ogni parte del corpo.
Aprii gli occhi di colpo, e senza badare alle auto attorno a me iniziai a sfrecciare dietro la sua scia, che praticamente mi portò dall’altra parte della città.
Un brivido mi percorse le spalle quando mi ricordai di ciò che c’era dall’altra parte della città: l’unico luogo al mondo in cui un vampiro poteva sacrificarsi per far tornare umano un suo simile.
Se il mio intuito non sbagliava, Selene stava per fare una cavolata.
Quando l’odore di sangue si fece più forte mi fermai, davanti al cimitero delle anime perdute.
Era così che veniva chiamato da noi vampiri.
Mi guardai intorno fin quando non li vidi, messi l’uno di fronte all’altra, attorno all’altare sacrificale.
Con passi svelti e decisi, in modo da manifestare la mia rabbia, li raggiunsi.
“Che diavolo ci fate qui?” Chiesi ringhiando.
Justin sgranò gli occhi e mi fissò qualche istante, poi sbatté le palpebre più volte.
La camicia stropicciata e il nodo della cravatta disfatto dimostravano che si era vestito di fretta.
Selene,  sorrise e si strinse nelle spalle.
“Justin voleva vedere dove avvenivano i sacrifici, e voleva prendere un po’ d’aria fresca, così l’ho accontentato.” Rispose, tranquilla e sicura.
Per un secondo mi tranquillizzai.
“Avreste potuto dirmelo.. per un attimo ho pensato che .. ecco.. insomma..” Non trovai le parole adatte per finire la frase. Solo il pensiero di perdere mia sorella mi fece rabbrividire.
“Ti sei preoccupata insomma. Ma come sai, Drusilla, Justin con me è in buone mani.” Disse.
Justin si poggiò una mano alla testa e assunse un’espressione di dolore. Il suo ematoma non poteva esser guarito da un giorno all’altro.
A tutta velocità lo presi sotto braccio e iniziai a portarlo verso l’ospedale.
Selene, una volta entrati nuovamente nella sua stanza attraverso la finestra, lo salutò e tornò a casa con il calare della sera.
Io  e Justin restammo soli, l’uno a contemplare l’altro.
“Justin.. tuo padre?.. con lui non ci parli più?” Chiesi poi all’improvviso.
Ogni piccolo dettaglio della sua vita, per me era un traguardo.
“Ecco.. appena il mio lavoro ha iniziato ad ingranare, mio padre è venuto da me a cercarmi dei soldi. Gli ho dato una somma di denaro molto sostanziosa. Dopo di che gli ho detto di non presentarsi mai più a casa mia.. ed è da allora che non lo vedo, per fortuna.” Concluse.
Annuii lentamente, e gli accarezzai una mano.
Poi il suo sguardo si spostò dai miei occhi per posarsi sul resto del mio corpo, esitando sul seno.
Sorrisi imbarazzata, senza farmi notare.
“Senti Drusilla.. io mi chiedo una cosa da un po’.” Disse tornando a guardarmi.
Annuii incitandolo a continuare.
“Voi vampiri.. potete avere dei rapporti fisici?”Chiese poi senza indugiare, sicuro e tranquillo.
“Certo.. noi vampiri percepiamo ogni emozione, ogni sensazione centuplicata, e questo comporta anche il desiderio. Fra vampiri è semplice..ma con gli umani dobbiamo riuscire a controllarci per non ferirli.. Ed è molto difficile farlo.” Risposi.
I suoi occhi divennero glaciali qualche istante, dopo di che sorrise.
“L’altro giorno in macchina.. io non ho mai desiderato tanto una donna quanto desideravo te.. quindi mi chiedevo se magari..” Disse mettendosi a sedere e sorridendomi.
Era maledettamente perfetto, in ogni suo aspetto.
“Justin..  noi non possiamo.. io ancora non so controllarmi con il sangue, figuriamoci nei rapporti.” Risposi, senza imbarazzo.
“Forse non senti quello che sento io..” Disse guardandosi le mani.
La sua corazza stava crollando di fronte a me.
“Ehi, non dirlo nemmeno. Immagina che io sento le tue stesse esatte sensazioni, solo centuplicate.” Risposi.
Ed infatti era vero. In ogni secondo che gli passavo affianco, l’attrazione si faceva sentire.
“Non credo.. altrimenti ora non staremmo parlando.” Rispose mettendosi a ridere.
Risi anch’io.
“Forse, non potrei soddisfarti?” Chiese poi, con sincerità.
Lo guardai sorpresa del fatto che potesse pensare una cosa del genere.
“Justin, sei l’unico in tutto il mondo, in 172 anni che potrebbe soddisfarmi. Chiaro? Tu non puoi nemmeno immaginare quanto mi attrai, ma so anche che non riuscirei a controllarmi.” Risposi intrecciando le mie dita alle sue.
Si porto la mia mano alle labbra e me la baciò, facendomi sorridere.
“Non mi farai del male Drusilla..” Disse poi attraendomi a se e baciandomi.
Risposi al bacio, che divenne sempre più pertinente, dopo di che mi staccai da lui e risposi:
“Non ne sono sicura Justin. È troppo non possiamo rischiare.”
Lui, ignorando le mie parole, continuò a baciarmi il collo facendomi desiderare ora più che mai di essere umana.
Davvero i vampiri sentono le emozioni degli umani centuplicati, ecco perché ora controllarmi iniziò a diventare difficile.
“So che puoi farlo. L’altro giorno in macchina ti sei controllata benissimo.” Disse fra un bacio e l’altro.
Gli misi le mani fra i capelli e glieli baciai, desiderandolo tanto da sentirmi consumare.
“No Justin.. fermati.” Dissi, poco convinta.
Mi prese dalla vita e mi fece sdraiare accanto a se, dopo di che tornò a baciarmi sulle labbra.
Il collo, dove prima aveva poggiato le sue morbide labbra, ora bruciava.
Lo baciai, bramosa di ogni sua piccola parte, quando mi passò un braccio attorno alla vita e lentamente si posizionò sopra di me.
Poi tolse il braccio dalla mia vita, e con esso si tenne sospeso sopra di me.
Anche sotto i vestiti potei percepire i suoi muscoli scolpiti, così dovetti reprimere la voglia di baciargli l’addome.
Inutile dire che, ora che le sue mani si trovarono a sfilarmi la maglia, non sarei più riuscita a trattenermi.
Ansimai quando mi baciò il solco fra  i seni e a mia volta gli sfilai la maglia.
Sfiorai i suoi addominali mentre, con le labbra, continuavo a cercare bramosa le sue.
Avrei potuto ferirlo, o forse no, sarei riuscita a controllarmi.
Senza rendermene conto capovolsi le situazioni.
Mi posizionai sopra di lui e lasciai che le sue mani accerchiassero i miei glutei, dopo di che gli slacciai i pantaloni.
Il suo viso adorante, e pieno di desiderio mi esortò a continuare.
Lo baciai mentre lentamente sia i miei che i suoi pantaloni raggiunsero il pavimento della stanza.
Con una mano mi mise una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e un fremito mi giunse allo stomaco.
Senza rendermene conto feci pressione con le dita sul suo polso, facendolo sussultare.
Mi ritrassi immediatamente e feci per allontanarmi, quando le sue braccia mi avvolsero nuovamente  la vita e mi attrassero fra le sue gambe.
Mi appoggiai al suo petto mentre lui mi baciò il collo.
“Non è niente sta tranquilla.” Mi sussurrò all’orecchio.
“Justin, io.” Dissi socchiudendo gli occhi a causa del piacere, ma lui mi interruppe.
“Shhh, va tutto bene. Va tutto bene.” Continuò a ripetere, anche mentre quando i nostri corpi diventarono un solo unico e perfetto movimento.
Avrei dato tutti i miei 172 anni in cambio di un momento come questo.
Oltre all’indescrivibile quantità piacere datomi dal suo corpo, sentii l’amore inondarmi dentro e consumarmi, quasi da farmi sentire fragile.
Già perché era cosi.. per la prima volta nella mia vita sentii il desiderio di essere una stupida e fragile umana.
Continuammo ad amarci ancora un po’, poi con tenerezza mi avvolse fra le sue braccia e mi cullò, come se fossi io quella in pericolo.
Con una mano mi asciugò una lacrima e baciò la testa.
“Ti amo.” Disse.
Dopo 172 anni, mi sembrò che il mio cuore fosse tornato a battere.
Sentii un sussulto al petto e poggiai una mano su di esso, come per ascoltare i miei battiti.
Justin capii, allora appoggiò il suo petto alla mia schiena, e l’unica cosa che sentii furono i suoi battiti.
Sorrisi, fingendo che fossero i miei e continuai ad ascoltarli in silenzio, fin quando non mi ricordai di rispondere.
“Ti amo anche io.” Dissi prima di baciarlo.
Purtroppo i momenti tanto perfetti non durano per sempre, e dietro una cosa bella,ce n’è sempre una brutta, che ti fa apprezzare la precedente.

Ehi bellissime :33
Devo dire che davvero le vostre recensioni mi lasciano.. SENZA PAROLE.
Siete tutte fantastiche,  tutte, e vorrei potervi rispondere adesso ora, per dirvi quanto vi sono grata per tutto l’amore che inconsapevolmente mi  date.
Purtroppo sto scappando, il dentista mi chiama.
Spero che il capitolo vi sia piaciuto, visto che mi sono impegnata al massimo.. (:
Per qualunque cosa, QUALUNQUE, potete contattarmi su face (Erika Silipigni) o su Twitter ( @I_amawolf), sappiate che sarebbe un immenso piacere poter parlare con tutte voi (:
Grazie a tutte.
Un bacione
Erika x

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


Capitolo 23
Restai sveglia tutta la notte, fra le braccia di Justin, a pensare a quanto ero riuscita a spingermi oltre la mia immaginazione.
Improvvisamente sentii dei passi nel corridoio e mi alzai subito.
Sfruttando la capacità di muovermi quanto più veloce potevo, mi rivestii e rivestii Justin, che non si accorse di nulla.
Poi, feci giusto in tempo a nascondermi dietro la tenda quando l’infermiera entrò.
“Buongiorno signor Bieber.” Disse a gran tono, per svegliare Justin.
Nel frattempo lui aprii gli occhi lentamente, tastò il letto e sorrise.
“Buongiorno.” Rispose poi stiracchiandosi e guardandosi intorno.
“Dormito bene?” Chiese poi, poggiando il vassoio con la colazione sulle gambe di Justin.
“Mai dormito meglio.” Rispose scrutando i croissant.
“Sta migliorando. Credo che entro breve lo manderanno a casa signore.” Aggiunse poi l’infermiera arrossendo.
“Confido in questo.” Rispose Justin addentando la profumata colazione.
L’infermiera lo guardò qualche istante, dopo di che abbassò lo sguardo e iniziò a torturarsi le dita.
“Se posso permettermi.. lei è impegnato?.. Ho visto quella donna uscire infuriata l’altro giorno ed ho pensato..” Si bloccò lasciando intuire il resto.
Maledizione, era attratta da lui. E come biasimarla? Anche appena sveglio, reduce da una nottata impegnativa era perfetto.
Justin staccò gli occhi dal suo croissant e la fissò qualche istante, poi si guardò intorno come per cercarmi.
“Ecco veramente, trovo questa domanda inappropriata.” Rispose poi, guardando verso la mia direzione.
L’infermiera abbassò nuovamente il capo e scosse la testa, come per poter cancellare la sua domanda.
“Certo mi scusi. Non accadrà più. Buona giornata.” Rispose prima di scomparire dietro la porta.
Aspettai qualche istante, sentendo la ragazza indugiare sul corridoio, dopo di che uscii e andai a sedermi sul letto accanto a Justin.
Mi sorrise e continuò a fare colazione.
“Mangia qualcosa.. non finirò mai tutto..” Disse indicando il ricco vassoio poggiato sulle sue gambe.
Sorrisi e rifiutai.. non era cibo ciò di cui avevo bisogno.
“Come stai?” Chiesi poi riferendomi alla notte passata.
Bevve un sorso di te dal bicchiere, mi guardò qualche istante e poi sorrise.
“Bene.. benissimo. E tu?” Chiese.
Annuii sorridendo.
Feci per spostarmi quando sentii nuovamente dei passi nel corridoio, poi mi ricordai che era l’orario delle visite, così rimasi al mio posto, tranquilla.
La porta si aprì lasciando entrare Samuel, il ragazzo a cui avevo risparmiato la vita appena un giorno prima.
Sorrise ampiamente e si chiuse la porta alle spalle.
Mi guardò intensamente qualche istante.
“Buongiorno dottor Tyler.” Disse Justin sorridendo.
“Oh buongiorno a lei.” Rispose prendendo una cartellina e leggendo dei fogli.
“Beh.. sono venuto a dirvi che la situazione si è stabilizzata e che dopo aver fatto alcuni esami di sicurezza, sarà mandato a casa.” Disse Samuel.
Justin sorrise e si tirò su a sedere.
“Bene.. quindi oggi stesso potrò tornare a casa?” Chiese,  eccitato.
Samuel si guardò le mani qualche istante, poi guardò me, dopo di che rispose.
“Si.. fra qualche minuto un’infermiera le farà delle ultime analisi dopo di che la manderemo a casa prima di pranzo.” Concluse.
Sospirai, felice che la situazione di Justin si fosse stabilizzata.
“Bene.. buona giornata.” Disse poi, Samuel congedandosi.
Guardai Justin sorridendo e lo trovai con un’espressione corrugata.
“Non sei felice?” Chiesi sentendo i passi di Samuel scendere al piano di sotto.
Quello in cui era Justin era un piano riservato a persone importanti, infatti ad esso avevano accesso solo infermiere accuratamente scelte, dottori e parenti. Non si effettuava pronto soccorso, ne era permesso affollare i corridoi.
In pratica, era privato.
“Il dottor Tyler non ha fatto altro che guardarti..” Disse con tono grave.
“Non me ne sono accorta.. e comunque che ti importa? Fra poco ce ne andiamo.” Dissi sorridendo.
Non credo che Samuel mi avesse guardata tutto il tempo.. ma se anche lo avesse fatto, non avrei potuto dire nulla visto che non è facile ignorare un vampiro.
“Ma nulla.. hai ragione..” Si convinse poi, sorridendo.
Sorrisi nuovamente anch’io dopo di che l’infermiera venne a prendere Justin per portarlo a fare i suoi esami.
Per fortuna non era l’infermiera cotta di lui che era venuta a portargli la colazione, ma una più anziana e dal volto più frettoloso.
“Mentre fai gli esami, preparo la tua borsa e poi andiamo via.” Dissi prima che la porta si chiudesse alle spalle di Justin.
Andai nell’armadietto sul fondo della stanza e tolsi via tutta la sua roba, riponendola frettolosamente nel suo borsone, poi lasciai un cambio di fuori in modo che potesse vestirsi.
Presi tutto e scesi al primo piano.
Durante il tragitto non feci altro che guardarmi intorno.
Un uomo abbastanza segnato dal tempo, porgeva un pupazzo ad un bambino fingendo un sorriso, mentre nella stanza affianco una donna immobile su un lettino mi guardò con malinconia e rimpianto.
D’impulso accelerai il passo, rendendomi conto che l’unica a provare un briciolo di felicità era io.
Arrivai velocemente al primo piano e mi misi ad aspettare di fronte la sala in cui era Justin.
Ripensai a quelle persone, e quante altre me ne trovai davanti, ricordando di non essere mai stata in un ospedale.
Quando ancora ero umana gli ospedali non esistevano, i medici venivano casa per casa.. e successivamente non ne ho mai avuto bisogno.
Restai ancora qualche secondo in trance, tanto da non vedere Justin uscire dalla sala.
Si era rivestito, e si era aggiustato i capelli. Non che prima non lo fosse, ma ora era davvero meraviglioso, sembrava scolpito nella pietra.
“Ehi Drusilla, tutto bene?” Disse riferendosi al mio sguardo perso su di lui.
Annuii velocemente.
“Già finito?” Chiesi contemplandolo ancora qualche secondo.
“Si.. sono veloci quando il tuo reddito ha sei zeri.” Rispose prendendo la borsa con la sua roba che avevo preparato.
“Quindi.. che ti hanno detto, oltre che puoi andare?” Chiesi incamminandomi con lui verso l’uscita.
“Non hai origliato?” Chiese mettendosi a ridere.
Risi anch’io, senza offendermi minimamente.
“Questa volta no..” Risposi.
“Bhe niente di importante.. devo riposarmi molto. Tutto qui, solite cose da medici.” Disse archiviando l’argomento.
“Bene.. meglio così.” Risposi prendendolo per mano.
Arrivammo a casa in pochi minuti, grazie ad una nuova auto e ad un nuovo autista.
Poggiai la borsa di Justin sul divano, guardandomi intorno. 
Casa sua era davvero magnifica, ancora più bella della volta precedente.
Lui scomparte qualche istante per comparire poco dopo sorridendo.
“Rachel ha portato via tutta la sua roba finalmente..” Disse passandosi una mano fra i capelli.
Annuii e sorrisi anch’io.
“Occupava tutta la cabina armadio, credimi.” Disse stringendo gli occhi, color miele.
“Credo invece, che hai molta più roba di lei o di qualsiasi altra donna.” Risposi provocandolo.
Abbassò un sopraciglio e venne verso di me.
“Mi stai provocando?” Chiese con voce sexy.
“Non ti conviene giocare con me..” Risposi con tono altrettanto provocante.
Fece ancora qualche passo verso di me, dopo di che ad una velocità incalcolabile mi prese in braccio e mi portò fino alla sua stanza.
La guardai, meravigliandomi del lusso che mi circondava e sorrisi.
Mi poggiò sul letto e si mise accanto a me.
Poggiai il viso sul suo petto e inspirai a fondo il profumo di pulito della sua camicia.
Alzai il volto e lo guardai, trovandolo sovrappensiero.
“è tutto ok?” Chiesi mettendomi a sedere.
“Si..” rispose vago, cadendo dalle nuvole.
“Non ci credo.. cosa c’è che non va? Vuoi riposare?” Chiesi ancora.
Scosse la testa.
“Stavo ripensando al dottor Tyler.. lui ti guardava.. come se..” Non finì la frase perché la mia voce sovrastò la sua.
“E basta con questa storia Justin. “ Dissi scocciata.
“Ti sei irritata subito, mi stai nascondendo qualcosa?” Chiese poi mettendosi a sedere di fronte a me.
“Cosa dovrei nasconderti sentiamo?”
“Forse che conosci già il dottor Tyler.” Disse alludendo alla realtà.
Non gli avrei mentito.
“Ok, va bene, si conosco Samuel. Non credo sia un dramma visto che non lo rivedremo più.” Ammisi.
Il suo sguardo si fece severo e pesante.
“Allora lo conosci. Perché non me lo hai detto?” Continuò.
Una spiegazione,era di dovere.
“Ero scesa nella camera in cui tengono le sacche di sangue. Allora lui mi ha vista mentre mi nutrivo. Avevo progettato di ucciderlo.. solo che poi ho preferito lasciar perdere e sono tornata su da te.” Dissi con tutta la sincerità  di cui ero capace.
“Quindi.. eravate soli dentro la stanza dove tengono le sacche del sangue?” Chiese sconcertato.
Annuii, senza capire il suo sconcerto.
“E sentiamo di cosa avete parlato?” Chiese ancora, insaziabile.
“Niente di importante.. o che io ricordi.” Risposi scrollando le spalle.
“Per il suo nome lo ricordi bene.” Disse alzandosi dal letto.
Non riuscii a capire il senso di questa discussione per almeno due minuti.
“Perché ti sei fissato Justin?.. Credi che fra me e Sam.. il dottor Tyler ci sia qualcosa?” Sbottai con tono severo.
“Altrimenti perché lo avresti lasciato vivere?” Chiese portandosi le mani ai fianchi.
“Justin, per pietà. Mi ha fatto talmente tante pena che non me la sono sentita di ucciderlo.” Cercai di calmarmi.
“E lo lasci andare così in giro, a dire a tutti la verità su di te?” Chiese nervoso.
“Non dirà nulla Justin.. e se lo farà peggio per lui. Ma perché ti fai problemi?” Dissi alzandomi e andandogli incontro.
“Perché noi siamo..” Si bloccò di scatto e alzò gli occhi al cielo.
Lo incalzai sfiorandogli la mano.
“Cosa siamo noi Drusilla?.. Vuoi stare con me, ma non vuoi trasformarmi. Credi che resterò a invecchiare? Fra qualche anno potrei essere tuo padre, e poi tuo nonno..” Disse portandosi una mano alla fronte.
Analizzai la situazione senza rispondere.
“Dimmelo. Devo sapere cosa siamo noi.” Continuò.
Cosa eravamo?..
“Non so cosa siamo noi. Ma so cosa sei tu per me, e non so come farti capire che sei tutto. Sei l’unica parte di me che amo. Hai dato senso a 172 anni di esistenza..Sei l’unica cosa che ancora mi tiene qui Justin..”
Sgranò gli occhi e sostenne il mio sguardo per qualche istante, poi scosse la testa.
“Trasformami Drusilla.. e finalmente potremo dire cosa siamo.” Disse prendendo le mie mani.
Scossi la testa e mi appoggiai al suo petto.
“Mai Justin. Non permetterò mai che tu diventi un vampiro.” Risposi.
Si scostò e si allontanò.
“Come faremo a stare insieme? Sono già più grande di te. Troppo.” Disse sulla porta.
“Ho 172 anni.” Risposi ironicamente.
“Ti prego.. non puoi chiedermi questo. Non posso trasformarmi. Io mi odio per ciò che sono e non voglia che anche tu debba farlo.” Continuai.
“Non credo ci sia un noi allora.. durerà qualche anno prima che tutti mi chiamino pedofilo.” Disse scomparendo verso la cucina.
Gli andai dietro velocemente.
“Ce ne andremo.. andremo dove tu vorrai.” Dissi, cercando di trovare una soluzione.
“Cambia il posto, ma la mentalità è uguale.” Continuò poggiandosi al tavolo.
“Justin..” prima che potessi finire, suonò il campanello.
Andò ad aprire e Selene entrò frettolosamente.
“Tutto bene ragazzi? Come stai Justin?” Chiese sorridendo.
Lui la abbracciò com’era solito fare e scosse le spalle.
“Bene..”
“Drusilla, sono venuta a dirti che vado a trovare Victor.. ha detto di volermi parlare.” Disse.
“Vengo con te..” Dissi.
“Non ne vale la pena. È tutto ok, credo voglia farmi una delle sue proposte.. ne approfitterò per svagarmi un po’.” Disse con un certo senso di malinconia negli occhi.
“Davvero non voglio che ci vai sola.” Insistei.
“No…e poi devi prenderti cura di Justin. Ci vediamo quando torno.” Disse abbracciando Justin.
Sorrisi ed annuii, accettando la sua decisione.
Stranamente, venne ad abbracciare anche me.
Ricambiai l’abbraccio e sospetta la accompagnai alla porta.
Qualcosa non quadrava.

Ehi :3
ciao ragazze, mi spiace di avervi fatto aspettare molto per questo capitolo..
Spero vi piaccia (:
Ormai siamo alla fine della ff, visto che ne ho in mente una nuova..
Comunque sia, spero vi piaccia.
Fatemi sapere.
Vi amo.
Erika x

P.S Sappiate che le vostre recensioni sono meravigliose.
Per qualunque cosa contattatemi su facebook o twitter.

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


Capitolo 24
Chiusi la porta e sentii Selene allontanarsi quando mi voltai verso Justin.
“Avevamo una conversazione in sospeso..” Intraprese lui.
Era inutile cercare di defilarmi dall’argomento, prima o poi avremmo dovuto affrontarlo.
Annuii e andai a sedermi sul divano. Justin si poggiò al tavolo di fronte esso e mi fissò qualche istante.
“Justin.. io non credo di avere necessarie motivazioni per fare di te un essere immondo e senz’anima, ecco tutto.” Dissi in maniera convincente.
Smise di fare peso sul tavolo e portò la tensione del corpo sulla gamba destra.
“Poter stare insieme per sempre, non ti sembra una valida motivazione?” Chiese protendendosi verso di me.
Eccome se era valida, ma il gioco non valeva la candela.
“Non ti trasformerò è chiaro? E questa conversazione deve finire qua.” Conclusi severa.
Scosse la testa e si ritrasse velocemente.
“Forse è meglio che torni a casa.” Dissi alzandomi.
Andai in soggiorno alla ricerca della mia borsa, quando sentii dei passi alle mie spalle ed un braccio mi cinse la vita.
Il petto di Jusitn aderì con la mia schiena facendomi sussultare. Ogni contatto con lui era capace di farmi sussultare.
“Mi dispiace. Scusami. Non aprirò più l’argomento. Non andare via.” Sussurrò gravemente al mio orecchio, spostandomi i capelli tutti su una spalla.
Gemetti e socchiusi gli occhi quando le sue labbra si poggiarono sul mio collo.
“Va bene.. “ Riuscii ad articolare prima che un brivido di piacere mi percorresse tutta la schiena.
Velocemente mi prese in braccio e mi portò sul divano di pelle bianco che troneggiava in soggiorno.
Mi mise a sedere e si accoccolò accanto a me, lasciando che con le mani gli sfiorassi lentamente di volta in volta il viso ed i capelli.
Ad un tratto sentii la forza di gravità aumentare, e vidi tutto girare.
Guardai Justin ma intorno a me vidi solo un tumulto di mobili che si spostavano in continuazione.
“Justin..” Chiamai mentre le forze mi abbandonarono.
Sentii l’abituale forza dei vampiri abbandonarmi i muscoli e le ossa, così cercai di alzarmi alla rinfusa per capire cosa mi stesse succedendo.
Purtroppo le mie gambe non ressero, e quando sentii un forte bruciore al petto, chiusi gli occhi con la speranza che una volta che mi fossi accasciata al suolo tutto sarebbe finito.
Il petto continuò a bruciare, e ad un tratto fu come se scoppiasse.
L’ultima cosa che percepii furono delle braccia attorno la mia vita, e mi sembrò quasi che del sangue umano potesse nuovamente scorrermi nelle vene.

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Aprii gli occhi di scatto, come feci tutte le rare volte in cui dormii.
Tuttavia fui costretta a richiuderli immediatamente per via del sole che per poco non mi accecò.
Un dolore lancinante mi partì dalle pupille per giungere alla testa.
Gemetti e cercai di aguzzare l’udito per percepire cosa mi stava accadendo intorno.
Tuttavia non sentii nient’altro che silenzio.
I miei sensi non funzionavano più.
“Drusilla..” Sentii dire poi.
Aprii gli occhi di nuovo, questa volta con cautela e vidi Justin di fronte a me con le mani al viso e gli occhi rossi e gonfi.
“Cosa mi è successo?” Chiesi mentre si fiondò su di me.
Mi strinse forte e mi beai delle sue carezze.
Poi feci per alzarmi, ma con il suo peso sopra di me mi fu impossibile. Spinsi, ma nulla.
Anche la mia forza mi aveva abbandonata.
Quando si staccò da me piantai i miei occhi nei suoi.
“Drusilla, non so cosa sia successo ad un tratto ti sei alzata al pavimento ed urlavi per il dolore.. io non so.” Disse stravolto.
Lo abbracciai nuovamente promettendo a me stessa di venire a capo di quest’enigma.
Ad un tratto mi mossi con tanta goffaggine che la spilla del maglione mi si conficcò nel braccio.
Il dolore mi sorprese. Sentii un pizzico leggero ed un intenso bruciore.
Ansimai, e Justin inarcando un sopracciglio, mi alzò la manica del maglione.
Allontanò la spilla e strabuzzò gli occhi.
Lo guardai storta dopo di che guardai la mia ferita. Non si era ancora rimarginata ed il sangue ne sgorgava a fiotti.
“Tu.. tu..” Disse Justin.
Non capii e mi tastai la ferita, sorprendendomi di non provare nessuna attrazione per quel sangue che solo un giorno prima mi avrebbe mandata su di giri.
L’orribile presentimento della realtà, dopo infiniti segnali, mi passò per la mente.
Mi poggiai una mano al petto e sentii il mio cuore battere.
Batteva, pompando sangue nelle mie vene.
Inspirai a fondo quando un forte dolore mi giunse gli occhi, precedendo delle calde lacrime.
Justin me le asciugò e mi guardò fisso negli occhi.
Gli feci cenno di poggiare una mano al mio petto, facendolo esitare, così afferrai la sua mano e me la poggiai bruscamente sul petto.
Aspettò qualche istante dopo di che sgranò ancora di più gli occhi ed entrando nel caos totale balbettò.
“Tu.. tu.. il tuo..”
“Batte.” Finì la sua frase.
Sorrise ampiamente e mi abbracciò emozionato all’inverosimile.
Mi godetti qualche istante quella gioia a me sconosciuta dopo di che allontanai Justin.
“Se io sono umana.. “ Farfugliai.
Ci guardammo qualche istante.
“Selene.” Urlammo in coro.
Mi alzai e frettolosamente sulle mie gambe umano raggiunsi l’auto trascinata da Justin.
Dopo tanti anni il cuore mi batteva in petto talmente forte da farmi tremare dal terrore.
Non poteva essere successo, non era successo. Cercai di autoconvincermi.
Justin mise in moto e dopo qualche minuto fummo di fronte casa mia.
Entrai velocemente seguita da Justin, e iniziai a chiamare Selene a gran voce.
Tuttavia nessuno mi rispose.
Guardai in ogni stanza, dopo di che tornai al piano di sotto dove trovai Justin di fronte la porta con una busta in mano.
“Era sul tavolo.” Disse porgendomela.
Barcollando lo raggiunsi e la presi in mano.
Sentii la calligrafia di mia sorella scottare sotto le mie mani.
“A Drusilla.” C’era scritto con lettere ordinate sul dorso della busta.
Iniziai a piangere.


MI SCUSO INFINTAMENTE PER IL RITARDO.
DAVVERO, MA CON L’AVVICINARSI DEL NATALE SONO IMPEGNATISSIMA..!!
COMUNQUE SIA, NON VEDEVO L’ORA DI PUBBLICARE, SPERO VI PIACCIA.
NONOSTANTE è CORTO SERVE AD INTRODUZIONE PER IL PROSSIMO ED ULTIMO CAPITOLO.
Già, utlimo.
Spero vi piaccia.
AH, VI RINGRAZIO T U T T E PER LE RECENSIONI, NON SO PIU COME DIRVI CHE VI AMO.
Un bacione
Erika xx

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Capitolo 25
*** Capitolo 25. Fine. ***


Capitolo 25
“Vuoi che ti aspetti fuori?” Chiese Justin con cortesia, mettendomi un braccio attorno alle spalle.
Scossi la testa.
Se se ne fosse andato sarei crollata.
“Resta ti prego.” Dissi sentendomi tremare le gambe.
Mi portò fino al soggiorno della mia grande casa, fin troppo vuota, e mi fece sedere sul divano.
Passò qualche istante prima che gli porgessi la lettera.
Sicuramente sentendo la sua voce accarezzare le parole di mia sorella ce l’avrei fatta.
“Ne sei sicura..?” Chiese baciandomi dolcemente.
Ricambiai il bacio ed annuii.
“Non so proprio come dovrei iniziare a scrivere questa lettera. Credo che un, ‘cara Drusilla’ non basterebbe per spiegare le migliaia di cose che ho da dirti.
Non sentirti in colpa per ciò che ho fatto.. è stata una mia scelta che non rimpiangerò mai.
Devi capire che a  volte, bisogna mettere da parte ciò che si vuole, e iniziare a pensare a ciò che si merita.
E tu ti meriti questa vita, te la meriti con tutte le cose migliori.
Non voglio che dal tuo viso cada una sola lacrima, perché la scelta di sacrificarmi è stata unicamente mia.
Andrò via con il ricordo di te bambina, che facevi a botte con tutti i maschietti per proteggermi.. ed è grazie a questo ricordo se ho capito quanto fosse giusta la mia scelta.
So che tu avresti fatto lo stesso per me.
Ti ricordi, invece, quando cercavamo i mostri sotto il letto?.. Ecco, abbiamo smesso di cercarli quando abbiamo realizzato che i mostri erano dentro di noi. Ed io ho avuto la possibilità di liberarti da quel mostro, di distruggerlo e di poterti finalmente vedere felice e serena.
Da quando hai incontrato Justin è come se tu abbia ripreso a vivere. Addirittura potrei dire di aver percepito il battito del tuo cuore quando dinnanzi a me ti  ha baciata.
Non ne sono sicura. Invece sono sicura di aver sentito il suo, e di aver capito quanto possa amarti.
Sono più che tranquilla di averti lasciata in buone mani.
Lasciata? Ma cosa dico?.. Non ti ho lasciata. Io sarò per sempre con te, nei tuoi gesti, nelle piccole cose, in una mattina troppo fredda, in un abbracciò troppo forte. Io sarò sempre accanto a te e veglierò  sulla magnifica famiglia che ti costruirai. Sono già sicura che avrai dei bambini meravigliosi che ameranno te e Justin con tutte le loro forze.
..è questo lo scopo degli umani giusto? Amarsi e farsi amare.
Vado con la certezza che la tua felicità possa colmare la mia mancanza.
Drusilla, è ora di essere di nuovo felice.”
Pensavo che il peggio fosse passato.. invece solo ora mi rendevo conto che ogni dolore provato in 172 anni non era minimamente paragonabile a ciò che provai a quelle parole.
Scossi la testa un paio di volte e mi portai le mani alle tempie.. era tutto così drammatico che avrei voluto svegliarmi e scoprire di trovarmi in un brutto sogno.
Justin con delicatezza mi poggiò una mano attorno alle spalle, e mi baciò la testa.
Restai qualche istante immobile in quella posizione, dopo di che alzai la testa e lo guardai.
Smisi all’istante di piangere e mi resi conto che l’unica cosa che potevo fare adesso era non rendere il suo sacrificio inutile.
Selene mi aveva regalato una seconda opportunità per vivere, e non l’avrei sprecata per nulla al mondo.
Ora potevo respirare, ascoltare il battito del mio cuore, percepire il freddo sulla pelle ..e sentire il calore delle mie lacrime.
Ma soprattutto.. ora potevo sentire a pieno il tocco di Justin, il suo calore, il suo respiro sulla mia pelle.. ora potevo viverlo.
Lo abbracciai sorridendo, giurando a me stessa di non rimpiangere la scelta di mia sorella ma di sfruttarla.
“Andrà tutto bene..” Disse come per consolarmi.
Forse Justin in quell’istante pensò che fossi triste a causa della lettera… invece la lettera mi aveva fatto l’effetto contrario. Mi aveva dato forza di accettare quella scelta, e Selene lo sapeva.. ci aveva sempre saputo fare con le parole.
“Va tutto bene.”  Dissi di tutta risposta.
Mi guardò senza capire, come per accertarsene, ma quando lo baciai ogni dubbio scomparve.
“..Sei sicura che vada tutto bene?” Chiese senza capire.
Annuii rassicurandolo e risposi.
“Certo.. Non sprecherò la vita di mia sorella inutilmente. Perché si, si può dire che io sto vivendo la sua vita.” Sorrisi.
E sorrise anche lui.
Si alzò dal divano e mi trascinò con se.
“Andiamo allora..” Disse appena arrivammo in auto.
“Andiamo dove?” Chiesi godendomi l’aria ghiacciata sulla pelle.
“Hai detto che non vuoi sprecare la vita di tua sorella?.. Bene è arrivata l’ora di recuperare il tempo perso.” Disse mentre partimmo.
Non dissi niente e cercai di intuire, seguendo la strada, dove mi stesse portando.
Passò qualche istante prima che si parcheggiasse affianco ad un LunaPark venuto in città, per le feste.
Lo guardai senza capire dopo di che mi sorrise.
“Ci sono cose che nella tua vita precedente non hai fatto. Cose che ti fanno sentire viva. Ed io voglio fartele fare tutte.” Disse trascinandomi fuori dall’auto.
Lo seguii senza capire, inciampando varie volte sulle mie, ora deboli, gambe.
Prese due biglietti e mi fece salire sulle montagne russe.
Esitai qualche istante, poi seguii il suo consiglio e  lasciai che quelle giostre mi facessero sentire viva.
L’adrenalina si diffuse in ogni angolo del mio corpo e per la prima volta, in tutta la mia vita, non solo in quella da vampiro, potei giurare di non poter desiderare niente di meglio.
Il mio unico amore era affianco a me, mentre il vento mi scompigliava i capelli.
“Saliamo sulla ruota panoramica.” Propose Justin.
Annuii prontamente, vedendo nei suoi occhi brillare una luce a me sconosciuta.
Anche lui si stava divertendo, anche lui stava rivivendo quelle cose che si era perso a causa mia e dei suoi genitori.
Sembrava un ragazzino mentre si sbottonava la camicia e rideva.
Mi aggiustai i capelli mentre la ruota panoramica iniziò a portarci in cima, mettendoci davanti agli occhi la bellezza del mare e del sole.. che ormai non mi dava più fastidio.
Lo guardai qualche istante, prima che gli occhi iniziassero a farmi male, dopo di che me li strofinai e appoggiai la testa sulla spalla di Justin.
“Grazie di tutto..” Sussurrai mentre con il braccio mi circondò.
“Grazie a te..” Rispose.
Alzai la testa e lo guardai negli occhi qualche istante... Lui sorrise mostrando quei denti splendenti e quando la ruota portò la nostra postazione al punto più alto mi baciò.
“Per sempre..” Sussurrò.
“Per sempre!” Confermai.
Molti si giurano l’eternità senza sapere di cosa si tratta.. senza riuscire  ad immaginare solamente l’eterno.. Io sapevo cosa significava per sempre, oh si, lo sapevo benissimo.. ecco perché ero sicura di voler restare con lui per sempre.

BUONA VIGILIA A TUTTE <3
Come state? Spero bene!!
Eccoci arrivate all’ultimo capitolo, purtroppo, a me spiace tantissimo perché mi mancherete..
Ma.. tatatatan. Dopo le feste inizierò una nuova FF (:
Io sono così, non smetto mai di scrivere.
Tornando a noi.. che ne dite di questo capitolo? È corto lo so. Ma ho preferito breve e coinciso che lungo e noioso (:
Spero vi piaccia.
Ora vi lascio.
Spero leggerete la mia nuova FF dopo le feste.
BUON NATALE A TUTTE, <3
VI AMO.
Erika x

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