Dana e Barty

di YoungRevolverOcelot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** Vacanze di Natale e marchi neri ***
Capitolo 3: *** Malfoy Manor... La sua nuova casa? ***
Capitolo 4: *** Riunione e azione ***
Capitolo 5: *** Penso che tu sia pronta, Dana ***
Capitolo 6: *** Tra un crucio e un bacio. ***
Capitolo 7: *** Professore, a che gioco sta giocando? ***
Capitolo 8: *** Il vecchio sospetta qualcosa... ***
Capitolo 9: *** Stamberga ***
Capitolo 10: *** Torna a Hogwarts. ***
Capitolo 11: *** Professore... Vorrei parlarle... ***
Capitolo 12: *** Azkaban. ***
Capitolo 13: *** Fino alla fine, come mio padre. ***
Capitolo 14: *** Seguirai la luce o resterai nell'ombra? ***
Capitolo 15: *** Per lui ***
Capitolo 16: *** Tieniti vicini gli amici, ma ancora di più i nemici ***
Capitolo 17: *** Mancano ancora quattro ore! ***
Capitolo 18: *** Muffliato ***
Capitolo 19: *** Si da il caso che il lato oscuro sia quello più divertente ***
Capitolo 20: *** Il bivio ***
Capitolo 21: *** Continuando a mentire ***
Capitolo 22: *** Il colloquio ***
Capitolo 23: *** Grimmauld place, n 12 ***
Capitolo 24: *** San Mungo ***
Capitolo 25: *** If I scream, if I cry, It’s only ’cause I feel alive ***
Capitolo 26: *** Requiescat in pace ***
Capitolo 27: *** Morsmordre ***
Capitolo 28: *** Ci rivediamo San Mungo ***
Capitolo 29: *** Prova a mentire ***
Capitolo 30: *** La tua mente è come un bar, è un luogo pubblico ***
Capitolo 31: *** Sono qui, sono qui con te. ***
Capitolo 32: *** Benvenuta all'inferno ***
Capitolo 33: *** Il coraggio è l'arma dei leali ***
Capitolo 34: *** È tipico delle relazioni sentimentali: a volte da fuori sembrano più belle. ***
Capitolo 35: *** Tutti abbiamo qualcosa per cui vale la pena morire. ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro ***


Ragazzi è la mia prima volta.. Non linciatemi se è pessima ^^''
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Era notte fonda quando Dana si svegliò di soprassalto per colpa di un rumore improvviso.
Si alzò dal letto, aprì la porta e si guardò attorno.  Non c’era nessuno.
Uscì dal dormitorio
 –Lumos- disse e la punta della bacchetta si illuminò.
Percorse tutto il corridoio.
-Signorina Kearly che ci fa qui a quest’ora?- .
La ragazza si girò e  vide il Professor  Silente in piedi davanti a lei.
 –Professore-  disse –è lei.  Ho sentito un rumore e sono venuta a controllare,  Signore.-
-Torna nel tuo dormitorio, qui è tutto apposto.- 
Si era appena messa a camminare quando un urlo squarciò l’aria.
La giovane Serpeverde trasalì – Cosa è stato, Signore?-  chiese spaventata. 
Silente la guardò – Nulla, mia cara ora torna a dormire.- 
Dana tornò al dormitorio, ma non si rimise a dormire. Era decisa a scoprire cosa stesse succedendo.  “Possibile che nessuno si svegli?” si domandò.  Sì vestì velocemente e si diresse verso il dormitorio dei Grifonidioti, come li chiamava lei.  Fece tutto il percorso al buio perché non poteva rischiare di essere vista da qualcuno.  Una volta davanti alla porta bussò insistentemente finché Harry non le aprì.
–Dana che ci fai qui?- disse ancora assonnato.
 –Potter ho bisogno del tuo mantello, c’è qualcosa che non va, ho sentito delle urla e Silente dice che non è niente. Ti prego aiutami.- Harry si mise gli occhiali.
–Anche Hermione le ha sentite.-   Appena Harry finì di pronunciare il suo nome Hermione si svegliò.
–Che c’è?- chiese –cosa ci fa qui Dana?- .
Harry le disse che anche lei aveva sentito le urla, la giovane Grifondoro si fece seria
 -Allora, stiamo qui a parlare o andiamo a controllare?- Disse guardando la sua rivale Serpeverde.  Harry scosse il capo e si rimesse a dormire.  Le due ragazze presero il mantello dell’invisibilità, si coprirono e si diressero verso la stanza da dove provenivano le urla. Si fermarono davanti alla porta dell'aula di pozioni e vi  appoggiarono l'orecchio.
-Dovremmo riportarlo subito ad Azkaban.- Era indiscutibilmente la voce del professor Piton, ma di chi stavano parlando?-
-Il ministero è sotto il controllo dei mangiamorte, mio caro Severus, sarebbe inutile portarlo lì-  la voce di Silente era stranamente calma.
-E adesso cosa fate? Mi uccidete?- disse una voce maschile e subito dopo la stessa scoppiò a ridere. 
-Ne sarei molto tentato signor Crouch.- Ci furono una serie di grida e di incantesimi, le due ragazze, spaventate, si accovacciarono a pochi metri dalla porta che venne buttata giù, probabilmente da un Bombarda. Da essa ne uscì un giovane che, senza perdere tempo, corse via.
-Crouch, ha detto?- chiese Dana a Hermione, lei la zittì e indicò la porta,  le due ragazze sbirciarono dentro di essa e videro i due professori a terra, ma vivi.
-Dobbiamo aiutarli!- la serpeverde cercò di avvicinarsi, ma Hermione la fermò
-Se scoprono che siamo qui passeremo seri guai!- Le due ragazze si guardarono, poi Dana annuì e accompagnò l'altra al dormitorio.
-A domani e mi raccomando non dire niente a nessuno- disse la giovane Grifondoro, appena si girò per entrare nel dormitorio Dana estrasse la bacchetta
-Oblivion- disse sentendosi leggermente in colpa. “ Lui è un mangiamorte, non posso rischiare che questa Grifonidiota ricordi qualcosa” pensò, poi si diresse verso il dormitorio di Serpeverde.
 - Come mai in piedi a quest'ora, miele?- la ragazza si girò e vide il giovane Malfoy appoggiato allo stipite della porta con le mani in tasca.
-Draco, quante volte ti devo dire di non chiamarmi così?-
-Andiamo è carino come soprannome!- abbozzò un sorriso.
-È stupendo,  ma così sembra che stiamo insieme!- disse e poi scoppiò a ridere e il ragazzo rise con lei.
-Sarà meglio tornare a dormire, domani c'è il Quidditch. Buona notte Stamberga-
-Oh! Ma questo è orribile! Non riesci a trovare una via di mezzo?-  disse ridendo.
Il ragazzo scosse la testa e tornò in camera sua.
-Notte Draco- la ragazza ritornò a letto, per una decina di minuti pensò a chi fosse quel Crouch, poi si addormentò.
 
 

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Capitolo 2
*** Vacanze di Natale e marchi neri ***


Erano passate diverse settimane e Dana si stava preparando per tornare a casa per trascorrere le vacanze di Natale con sua madre, l'unica rimasta della sua famiglia dato che il padre era morto quando lei aveva solo cinque anni. Si mise i guanti e si guardò allo specchio: i capelli biondi lisci pettinati e raccolti in una coda, un elegante cappotto bianco che le arrivava fino al ginocchio, la calzamaglia bianca di lana e dei raffinati stivaletti beige. "Perfetta" pensò, prese la sua gatta nera in braccio e con le valigie si diresse alla stazione, salì sul treno e scelse una cabina vuota, si sedette sulle scomode poltrone e si mise a leggere la gazzetta del profeta che aveva rubato ad un tassorosso del primo anno. "Come al solito nulla di interessante!" pensò, stava per bruciarla quando un articolo attirò la sua attenzione:
"Nuova fuga da Azkaban.
A quanto pare dalla prigione di massima sicurezza è fuggito un prigioniero, l'evaso  l'aveva già abbandonata una volta, ma a quanto pare ci è riuscito di nuovo. Azkaban non è più sicura?Continua a pagina 3"

La ragazza sfogliò velocemente il giornale fino alla pagina 3.
"Barthemius Crouch Jr, un noto mangiamorte, è evaso da Azkaban. È la seconda volta che questo ragazzo scappa dal carcere."
La giovane serpeverde guardò la foto e riconobbe l'uomo che tempo prima aveva visto correre via dopo aver battuto i due professori. Guardò fuori dalla finestra e si perse tra i pensieri.
-Dana, Dana! Ehy!- una voce la riportò alla realtà.
-Oh... Ciao Draco, non ti avevo sentito... Grazie- sorrise
-Sempre con la testa tra le nuvole,tu? Comunque grazie di cosa?- chiese confuso
-Di non avermi chiamata con un soprannome-
Il ragazzo rimase in silenzio per qualche minuto.
-Posso sedermi o aspetti qualcuno?-
-No, siediti pure- e indicò il posto davanti a lei.
Il giovane sorrise, si sedette e lanciò una rapida occhiata al giornale.
Per tutto il tragitto i due parlarono di cosa avrebbero fatto durante le vacanze, poi il treno di fermò.
-Siamo arrivati- disse lei sorridendo
-Già... Allora ci vediamo alla fine delle vacanze-
Scesero dal treno e Dana si diresse verso casa sua.
Aprì la porta e la gatta si lanciò dalle sue braccia " Che strano animale" pensò, poi  gettò le valigie a terra.
-Sono a casa!- urlò per avvisare la madre del suo rientro.
Dalla cucina uscì la madre della ragazza, una donna nella media, sia come peso che come altezza, aveva i capelli biondi raccolti uno chignon.
-Bentornata cara- disse con un luccichio negli occhi
-Tutto bene a Hogwarts? Dato che sei in vacanza ho pensato di portarti con me ad una riunione di lavoro domani pomeriggio, ti piacerebbe?-
La ragazza sbiancò sapendo che tipo di lavoro facesse sua madre.
-Ma.... Non sarà pericoloso?- chiese spaventata, ma comunque entusiasta.
-Sciocchezze! Sei una purosangue, odi i babbani e i traditori del proprio sangue e inoltre tu stessa hai detto che volevi diventare come me!-
-S-si... Ma non è troppo presto?-
-Assolutamente no! Draco è già stato marchiato!-
-Draco è marchiato?!-
-Certo, me l'ha detto sua madre. Quindi è ora che anche tu riceva il marchio.- la madre continuò a parlare su quanto fosse importante per lei e che grande onore fosse, ma la ragazza non la stava ascoltando. " Draco è il mio migliore amico ed è un mangiamorte.. È l'unico di Hogwarts o ce ne sono altri?" pensò, poi si accorse che la madre le stava parlando e chiuse velocemente il discorso.
-Okay, okay! Mi farò marchiare, ora però vorrei andare a letto... Sono stanca e ho mal di testa-
La donna la guardò sospettosa, poi se ne tornò in cucina.
La giovane andò in camera sua e si buttò sul letto, si addormentò velocemente.

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Capitolo 3
*** Malfoy Manor... La sua nuova casa? ***


Stava dormendo profondamente quando una secchiata d'acqua gelida la svegliò, si tirò su di scatto e  vide la madre dinanzi a lei.

-Ma sei impazzita?- sbraitò tremando per il freddo

-Sono le 9! Tra mezz'ora dobbiamo essere alla riunione!-

-Dovevi svegliami proprio in questo modo? Non potevi chiamarmi e basta? - disse arrabbiata

-È da mezz'ora che ti chiamo! Ora preparati, io ti aspetto giù- finì la frase e scese le scale.

La ragazza borbottò qualcosa, si asciugò e cercò qualcosa di adatto nel guardaroba. Scelse un abito nero, delle calzemaglia di lana nera, degli stivaletti neri con qualche centimetro di tacco e coprì il tutto con un elegante giacca nera. Raccolse velocemente i capelli in una coda e scese di sotto e vide la madre che l'aspettava impaziente.

-Oh... Si.. Può andare bene come completo, nessuno colore, la bacchetta l'hai presa?-

La ragazza alzò gli occhi al cielo e fece vedere la bacchetta che teneva nella manica.

-Ottimo, ora prendi il mio braccio-

Dana si avvicinò e prese il braccio della madre, le due si materializzaro nel vialetto di Malfoy Manor.

La giovane si guardò intorno: c'era un grande prato coperto da della candida neve bianca, il vialetto di ghiaia anch'esso ricoperto e alla fine di questo c'era un enorme villa. Si stava per incamminare quando qualcosa attirò la sua attenzione, semi-mimetizzati nella neve c'erano dei pavoni bianchi, la ragazza rimase a fissarli incantata.

-Allora?! Vuoi star lì a fissare il pranzo o entriamo?- la voce della madre la fece sobbalzare, ma non disse niente e si incamminò. Appena arrivarono alla porta un elfo domestico le accolse gentilmente, ma la madre della ragazza lo spostò con un calcio, guadagnadosi un'occhiataccia della figlia.

-Astrea, Dana! Che piacere vedervi!- la madre di Draco entrò nella sala

-Signora Malfoy-

-Chiamami pure Cissy, tesoro- disse e tese la mano, che venne subito stretta da Dana.

Successivamente Narcissa ordinò a un elfo di appendere i cappotti delle due ospiti.

-Venite, vi mostro le voste camere- disse e si stava per dirigere di sopra quando Astrea replicò

-Le nostre camere? Siamo qui solo per la riunione...-

-A quanto pare il Signore Oscuro vuole tutti  i suoi seguaci sotto un unico tetto, mia cara-

-Dana vai con Cissy, io vado a casa a prendere le valigie- poi uscì.

La ragazza sorrise e seguì la signora Malfoy al piano di sopra, sorpassarono una serie di porte e infine si fermarono davanti a una di esse, la porta si aprì e le due entrarono dentro.

-Questa è la tua camera- e indicò tutt'intorno con un ampio gesto della mano.

La giovane si guardò in torno: c'era un letto matrimoniale nero con dei comodini a lato, due grandi armadi in legno, delle poltrone con un tavolino e una grande finestra con delle tende nere legate a lato; il tutto poggiava su una moquette bianca e nera con un motivo a scacchiera.

-Seguimi, ti mostro il resto-

Appena Cissy uscì dalla camera, Dana si buttò sul letto " Cosa se ne fanno di un bar e di una piscina nella stanza degli ospiti? E poi il bagno! È enorme!" pensò, poi qualcuno bussò alla porta.

-Dana sono io! Posso entrare?- riconobbe subito la voce della madre

-Si, entra pure-

La porta si aprì, la madre della ragazza entrò e si guardò attorno

-Questa stanza è grande come casa nostra, mamma- disse e si mise a ridere

-L'ho notato!- rispose sorridendo- Prima che la riunione inizi voglio dirti alcune cose essenziali affinchè tu non faccia brutta figura-

La ragazza annuì

-Mai interrompere il Signore Oscuro, mai fissarlo, mai cercare di accarezzare Nagini, non parlare se non sei interpellata e alla fine delle frasi aggiungi sempre "mio Signore"... Tutto chiaro?-

Fece cenno di si con la testa.

Le due scesero di sotto e presero il proprio posto.

Dana si guardò attorno, alla sua destra c'era Draco, accanto alla madre i coniugi Malfoy e di fronte a lei si sedette il giovane fuggitivo, Barty Crouch Jr.

-Bene miei seguaci, iniziamo-

 

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Capitolo 4
*** Riunione e azione ***


Dana seguì distrattamente la riunione finchè non sentì pronunciare il suo nome.

-Abbiamo un nuovo membro, Dana la figlia di Astrea- disse il Signore Oscuro e indicò la ragazza che arrossì leggermente.

-Oggi compirai la tua prima missione... Ti affido al mio seguace più fedele, insieme attaccherete Londra babbana. Così potrò vedere come te la cavi- fece un cenno a Barty, il quale annuì.

La ragazza si limitò a dire – Si, Signore... Non la deluderò.-

Il resto della riunione fu su Yaxley e i suoi progressi nel ministero.

Una volta terminata l'assemblea Dana andò in camera sua a prepararsi.

-Attaccare Londra babbana?! E gli Auror? Non calcoliamoli quelli! Primo giorno e devo già ammazzare dei maghi! Ottimo! Domani cosa farò? Crucerò dei mezzo sangue?!- pensò, ma i suoi pensieri vennero interrotti da qualcuno che bussò.

-Avanti è aperto!- disse e aspettò di vedere la madre sulla soglia.

La porta di aprì

-Sei pronta?-

la voce maschile la colse di sorpresa.

-Ehm.. Si, Barty....- prese la maschera che le aveva dato la madre e uscì dalla stanza.

I due andarono in giardino.

-Sei agitata?- chiese.

Quella domanda la sorprese, pensava che fosse un uomo freddo, senza emozioni...

-Uh.. No.. Non tanto.. Dopo tutto sono solo dei babbani-

-Stupidi babbani, ti divertirai- le prese il braccio e si smaterializzarono a Londra.

-Ora mettiti la maschera- le ordinò e lei obbedì.

Barty si guardò attorno.

-Bene, cominciamo...- tirò fuori la bacchetta e fece esplodere degli edifici nelle vicinanze, scatenando il panico.

-Le conosci le maledizioni senza perdono, Dana?-

La ragazza annuì.

-Usale allora!-

La ragazza annuì e lanciò la maledizione Imperius su una signora e la obbligò ad annegarsi.

-Perdonami- pensò.

Dopo aver lanciato qualche Cruciatus e qualche Incanto Zilerius la ragazza si rilassò.

-Ma che mi è preso? Provavo pietà per degli inutili babbani?!- pensò.

Dopo aver finito rimasero qualche minuto ad osservare i cadaveri.

-Sai perchè ti ha fatto iniziare con Londra?- le chiese il giovane

La ragazza scosse la testa

-Lui si fida di tua madre e quindi anche di te, ma vuole capire se sei pronta.-

-Pronta? Per cosa?- domandò curiosa.

-Vuole affidarti una missione all'interno di Hogwarts e mi ha chiesto di prepararti, non so di cosa si tratti, ma penso che te l'assegnerà molto presto. Te la sei cavata bene oggi, ora evoca il marchio nero... Credo che gli auror stiano arrivando-

La ragazza sorrise e pronunciò l'incantesimo.

Il teschio apparve in cielo.

Barty rise come un pazzo, prese di nuovo il braccio della ragazza e si smaterializzarono a Malfoy Manor.

Lei andò in camera, si fece una doccia e si buttò sul letto, cercando di riposarsi.

Lui andò nelle segrete, cruciò il vecchio Olivander, si sedette su una poltrona in salotto e sorseggiò del whisky.
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Mi scuso con quelli che mi seguono (ovvero nessunoa parte i ragazzi del gdr che saluto calorosamente) per il ritardo.. Avevo un blocco... Non avevo idee ^^'' Scusate ancora...

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Capitolo 5
*** Penso che tu sia pronta, Dana ***


Era l'ultimo giorno di vacanza e della missione per lei neanche l'ombra.

Stava  finendo gli ultimi compiti di pozioni quando sentì il braccio bruciare, alzò la manica e vide il marchio " Fantastico! Sto coso brucia anche?" pensò e si diresse verso la camera della madre. Bussò

-Madre? Posso entrare?-

La porta si aprì e la ragazza entrò.

-Che succede, cara?-

-Il cos... Ehm... Il marchio brucia.. È normale?-

Alla donna luccicarono gli occhi, sapendo che l'oscuro aveva una missione per la figlia.

-E dimmi.. Da quanto tempo brucia?-

-Uhm... Da qualche secondo... Ma..-

-TROPPO! Sta aspettando troppo!- la interruppe con fare da pazza

-Ma che....?- non riuscì a dire altro, la madre la trascinò di corsa in giardino e si smaterializzarono.

Giunsero in un piccolo appartamento dove Nagini stava mangiando un grosso babbano e a pochi metri da lei, seduto su una poltrona, c'era Voldemort.

-Ci avete messo molto- disse irritato

-Ci scusi mio Signore...-

-È colpa mia, Signore.. Non sapevo cosa si dovesse fare quando il marchio brucia.-

Egli scoppiò a ridere, una risata che faceva quasi paura.

-Astrea, lasciaci soli- ordinò, la donna uscì e chiuse la porta.

-Dana, Dana, Dana... Credo che tu sappia che ho una missione per te...-

La ragazza aprì la bocca per rispondere, ma lui la zittì.

-Credo che tu sia pronta, Dana... Voglio che tu mi porti Potter–  pronunciò il nome con riluttanza.

La ragazza guardò Nagini che finì di mangiare il babbano e che strisciò vicino al suo padrone.

-Ovviamente non devi ucciderlo... Lo voglio vivo!-

La giovane annuì

-Bene.. Ora vai!-

Dana fece un mezzo inchino e uscì.

-Allora? Che ti ha detto? Che devi fare?- la madre strinse la mani sulle spalle della ragazza e la guardò negli occhi.

-Mi dispiace non posso parlarne... È una cosa segreta-

La madre le prese il braccio e si smaterializzarono a Malfoy Manor.

-Allora.. Tu finisci i compiti, io devo andare ad Hogsmeade- si smaterializzò di nuovo.

" Io devo sgobbare e lei va a fare shopping! Non mi sembra affatto giusto!"

Entrò in casa  sbuffando, vide del whisky sul tavolino e se ne versò un bicchiere.

-Sicura di reggerlo, D?- disse una voce alle sue spalle.

" D? Ma chi...?" si girò e vide Draco.

-Certo che lo reggo, furetto- sorrise

Lui fece una faccia strana ricordando la punizione di Barty/Moody.

-Non avrai intenzione di chiamarmi così?-

-Certo che no, Draco. Ti troverò un altro soprannome.- sorrise e bevve dal bicchiere.

-Uh.. Anche io ne ho una...-

-Di cosa?- domandò la ragazza confusa

-Di missione. Però è  segreta.-

-Anche la mia-

Ci fu un attimo di silenzio, poi si sentì un urlo.

-Draaaaaaaco! Per le corna di Godric! Dove sei?-

Il ragazzo sbiancò.

-Q-qui padre...- disse con un fil di voce.

Lucius entrò nella sala.

-Siamo in ritardo! Muoviti inutile ess....- si accorse di Dana – Ehm.. Signorina Kearly.. Che piacere vederla-

La ragazza trattenne una risata.

-È un piacere anche per me, Signor Malfoy. Scusi il ritardo di Draco, è colpa mia-  bevve dell'altro Whisky.

Lucius si zittì per qualche secondo.

-Andiamo Draco. Arrivederci signorina- e uscì dalla stanza tirando il ragazzo per un orecchio.

" Povero Draco" pensò e poi scoppiò a ridere.

-Che hai da ridere?- Barty le passò davanti, le tolse il bicchiere di mano e ne finì il contenuto.

-Hey! Il mio Whisky!- gli diede una pacca amichevole sul petto. 

-Sei un pò troppo giovane per bere, non credi?-

La giovane rimase in silenzio.

-Barty... Posso chiederti una cosa?- 

Lui si buttò sul divano e lei gli si sedette accanto.

-Certo, dimmi pure.-

-Riguarda la Carrow. Alecto.. Insomma... È abbastanza imbarazzante...- accennò a un sorriso

Il ragazzo la guardò.

-Ieri stava cavalcando un pavone... Non mi sembra una cosa normale.. Sono preoccupata per lei...-

Il giovane Crouch scoppiò a ridere.

-Un pavone? Davvero? Ecco chi ha finito la mia bottiglia di Whisky!- Continuò a ridere

Dana rise con lui

Poi di colpo i due si avvicinarono e le loro labbra si toccarono, lui la prese in braccio e le mise le mani sui fianchi e lei gli circondò il collo con le braccia.

" Per fortuna non c'è nessuno" pensarono.

 

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Capitolo 6
*** Tra un crucio e un bacio. ***


Dana aveva appena finito di preparare la valigia, quando qualcuno bussò alla porta.

-Avanti-

Sulla porta apparve Draco.

-Ehy Drà!-

-D.- sorrise – si torna di nuovo in quella maledetta scuola-

-Eh già!- la ragazza ricambiò il sorriso – tra due ore arriverà il treno-

Il ragazzo spalancò gli occhi

-Due ore?! Non ho ancora preparato la valigia!-

Lei rise.

-Scusa.. Vado a preparala.. A dopo- sorrise e se ne andò di corsa.

La giovane guardò fuori dalla finestra, poi andò nelle segrete.

-Dana. Dana Kearly. Biancospino e crine d'unicorno- la voce di Olivander si sentì appena – una ragazza così dolce... Non mi sarei mai aspettato che diventasse una mangiamorte-

Dana guardò Olivander, era magro e si vedeva che l'avevano cruciato diverse volte.

-Signor Olivander. Mi dispiace per quello che le stanno facendo- cercò di sorridergli, ma non ci riuscì.

-Le dispiace? Eppure è una di loro.-

-Io non...-

-Mi liberi, la prego- il vecchio appogiò le mani sulle sbarre

-Io non posso... Mi ucciderebbero- disse dispiaciuta

-La prego!-

-Okay... Ma se ne vada in fretta! Alo....-

-Che stai facendo?!- una voce alle sue spalle la fece sobbalzare, si girò di scatto e vide Bellatrix.

" Per Salazar! Bellatrix Lestrange! Sono morta..." pensò

-Signora Lestrange, io....- Olivander si rannicchiò in un angolino.

Bellatrix le si avvicinò

-Sento puzza di tradimento- incominciò a girarle attorno.

La giovane sudò freddo

-Si sbaglia, io... Stavo solo controllando che Olivander stesse bene.-

La mangiamorte avvicinò la sua faccia a quella di Dana.

-Io non mi sbaglio mai- la buttò a terra di colpo – Crucio- dalla bacchetta uscì un lampo rosso che colpì la ragazza, la quale serrò i denti e cercò di non urlare, ma senza successo.

La Lestrange scoppiò a ridere.

-Piccola, ti sei fatta male?- disse ridendo

Dana rimase a terra qualche secondo, poi si rialzò.

-È contenta ora?- si pulì la maglia e se ne andò di sopra

Bellatrix rimase nelle segrete a cruciare Olivander.

La ragazza andò in camera, prese la valigia e uscì dalla porta, ma sbattè contro qualcuno.

-Uh.. Ehm.. PROFESSOR PITON?!  Cosa ci fa qui?-

-Signorina Kearly, lei dovrebbe essere in viaggio per Hogwarts adesso, non crede?- disse con il suo solito tono freddo. La giovane guardò l'ora e sbiancò.

-Ha ragione professore... Arrivederci.- corse in giardino, prese la sua gatta Champal che era intenta a graffiare un vaso e si avviò verso il cancello.

-Siamo di fretta?-

Dana si girò e vide Barty.

-Sono in ritardo e penso di aver perso il treno per Hogwarts...  E adesso come ci arrivo a quella maledetta scuola?!- si mise una mano sulla tempia e sbuffò

Il ragazzo scoppiò a ridere

-Che cosa ridi?!-

-Nulla nulla... Se vuoi posso  portartici io- sorrise

-Oh.. Grazie..  Ma non rischi di essere visto?-

-Forse- tirò su il cappuccio, prese il braccio di Dana e si smaterializzarono dove non erano stati fatti incantesimi anti-smaterializzazione.

-Grazie ancora, Barty- gli sorrise

-Buona fortuna con la missione- la tirò a sè e le diede un bacio veloce che lei ricambiò, poi lui si smaterializzò.

" È veramente adorabile" sorrise e si avviò verso l'ingresso.

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Capitolo 7
*** Professore, a che gioco sta giocando? ***


" Pfff... Ma se l'oscuro è così potente perchè non se lo prende da solo quello stupido di Potter?" questo è quello che pensava Dana mentre camminava per i corridoi diretta alla lezione di pozioni con il professor Lumacorno, girò l'angolo e vide  Piton parlare con Potter.

" Di cosa staranno parlando?" si nascose nell'ombra e cercò di capire cosa dicevano.

-Se ne vada Potter e 5 punti in meno a Grifondoro!- sbraitò Piton

-Ma professore mi deve ascoltare!-

-10 punti in meno! Vuole che diventino 15?-

Harry si mise a camminare e Dana uscì dall'angolo e  affiancò Potter.

-Ehy Potter.. Che succede?-

-Perchè lo vuoi sapere?-

-Beh... Hai fatto togliere 10 punti a Grifondoro, deve essere qualcosa d'importante-

Il ragazzo sbuffò.

-Non mi rompere Dana!- e se ne andò

"Che maleducato! Si meriterebbe una cruciatus!" si diresse verso l'aula di pozioni.

" Lezione con i grifonidioti! Almeno vedrò quello stupido Paciock far esplodere il calderone!"

Neville gli fece venire in mente Barty.

"Cosa c'entra lui? Perchè mi viene in mente?" poi si ricordò l'articolo sulla Gazzetta del profeta

" Finito ad Azkaban per aver torturato, insieme alla nota Bellatrix Lestrange,  fino alla pazzia i coniugi Paciock" sospirò e ridacchiò.

Aprì la porta dell'aula e si sedette vicino a Pansy, come al solito.

-Danetta! Hai visto chi abbiamo alla nostra destra?- fece un sorriso malefico

La ragazza guardò di lato e vide Hermione, fece un mezzo sorriso.

-Esatto, la mezzosangue- Pansy ridacchiò – Potremmo far finta di sbagliare pozione e gettagliela in testa- rise di nuovo.

-Signorina Parkinson, posso sapere perchè ride?- la voce del professore la zittì.

-Magari la prossima volta, Pan.- Dana le sorrise e incominciò a pensare a come prendere Potter.

-Signorina Kearly, posso sapere perchè non prepara la sua pozione?- Lumacorno sorrise

" O Santo Salazar! Non rompere stupido vecchio! Ho altro a cui pensare!"

-Ehm.. Non ho capito molto bene come prepararla, Signore.-

-E poi ero io quello pessimo in pozioni!- si azzardò a dire Neville

Dana lo guardò male.

-Neville... Bellatrix Lestrange.. Ti ricorda qualcosa?- gli rispose a voce abbastanza alta e accennò a un sorriso.

Lui si incupì e fissò il vuoto, mentre tutti i serpeverde, soprattutto Draco e Pansy, lo deridevano.

-Brava Danetta! Così si fa!- la ragazza le diede una gomitata.

-Signorina Kearly! Questo le farà guadagnare un colloquio con il professor Silente!-

-Signorina Kearly.. Bla bla bla- Dana lo canzonò ed uscì dall'aula – Preferivo Piton come professore- disse mentre sbatteva la porta dietro di sè.

-Qualcuno ha pronunciato il mio nome?- il tono gelido di Piton la colse di sorpresa.

-Buongiorno Professore, con permesso avrei un pò di fretta- e fece per andarsene, ma lui alzò un braccio e la bloccò.

-Non ha lezione adesso? La sta forse saltando?-

Dana sbuffò

-Quella non è una lezione e come ho detto prima HO FRETTA!- e si mise a camminare

Severus la prese per un braccio e  la trascinò verso il suo ufficio nell'aula di difesa contro le arti oscure.

-Ma che fa? Mi lasci!- si sistemò la divisa

-Professore, a che gioco sta giocando? Ho una missione da compiere se vengo buttata fuori sono morta! Capito? MORTA!- Piton la guardò serio

-Abbassi la voce, lei non verrà sospesa. L'ho trascinata qui solo per darle questa- e gli passò una lettera.

-Ora può andare- la ragazza nascose la lettera in una tasca e uscì.-

-Ehy D, che succede? Come mai eri nell'ufficio di Piton?- alzò lo sguardo e si trovò Draco davanti.

-Piuttosto tu che ci fai qui?! Non hai lezione con Lumascemo?-

-Mi ha mandato a cercarti- alzò le spalle

-Ormai la lezione è finita-

-Ti vuole vedere nel suo ufficio-

La ragazza sbuffò e si mise a camminare.

-A dopo Drà-

Bussò alla porta

-Chi è?-

" Ma come chi è?? Mi ha mandato lui ha chiamare! Si è già dimenticato?"

-Sono Dana, Signore-

-Entra- aprì la porta ed entrò.

-Dana....-

-Professor Lumacorno- lui fece una faccia strana sentendo il titolo "professor"

-Apri la lettera-

-Come fa a sapere della...-

-Aprila!-

Dana aprì la lettera sbuffando.

"Dana, Lumacorno sono io! O almeno lo sarò per un'ora. Sono venuto per darti dei consigli su come prendere Potter"  la lesse velocemente e poi guardò l'uomo davanti a lui che si era rovesciato qualcosa addosso e aveva di colpo cambiato aspetto.

-Barty? Okay.. Tu sei pazzo... Se ti scoprono.. Da quanto sei così?-

Lui guardò l'ora.

-Mmm... Più o meno 5 minuti.-

-Quindi quello che ha fatto lezione era  Lumascemo... Ottimo!-

-Uh.. Si, era lui.. Come mai ti voleva vedere?-

Lei sbuffò

-È una lunga storia e tu hai poco tempo, quindi dimmi quello che mi devi dire-

-Hai ragione..  Ho due consigli. Il primo è  quello della passaporta, che ho usato anche io.-

La ragazza annuì
-Passaporta.. Si, dovrei saper fare l'incantesimo corretto-

-Ottimo.. Il secondo è quello di disarmarlo e chiuderlo da qualche parte, poi chiami l'Oscuro e il gioco è fatto- sorrise

-Seguirò senz'altro uno dei due- ricambiò il sorriso

-Perfetto, ora vado- la tirò a sè e le diede un bacio che lei ricambiò con passione, poi prese in mano una collana e sparì.

" Passaporta" ridacchiò e andò alla lezione successiva.

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Capitolo 8
*** Il vecchio sospetta qualcosa... ***


Dana si stava recando in sala grande quando Ginny la affiancò.

-Ehy Dana,  posso scambiare due parole con te?- la serpeverde la guardò dall'alto in basso

-Dimmi, ma sbrigati, ho poco tempo.-

-Beh.. Ecco.. Ti volevo solo dire che prima delle vacanze eri simpatica con tutti.. Mentre ora.. -

-Mentre ora cosa?-

-Non lo so... Sei cambiata... Ron mi ha detto della risposta che hai dato a Neville quando ti ha provocata... Volevo solo sapere se è successo qualcosa... Se vuoi parlare io sono qua.- sorrise

Lei cercò di ricambiare il sorriso

-Grazie We.. Ginny...  Ma non è successo niente.. Sono solo sotto pressione per lo studio-

-Oh.. Harry mi ha detto che Silente ti cercava... Per parlare di  quello che è successo con Lumacorno-

-Ma Silente gli affari suoi non se li fa mai?!- sbuffò e si diresse verso il suo ufficio

La grifondoro ridacchiò e  andò a sedersi vicino ad Hermione.

Bussò alla porta dell'ufficio e attese.

-Entri pure, Signorina Kearly-

" Come fa a sapere che sono io? Mah..."

La ragazza aprì la porta ed entrò.

-Voleva vedermi, professore?-

-Si, accomodati- e indicò una sedia davanti a lui

Dana si sedette.

-Credo che lei sappia quello che è successo nell'aula di pozioni....- la giovane lo interruppe

-Si, professore. Ho già fatto le mie scuse al professor Lumacorno per aver abbandonato l'aula senza permesso- 

Silente scosse la testa.

-Signorina Kearly, a Horace sono stati lanciati una cruciatus e successivamente uno Stupeficium.. E lei era stata convocata per parlare, capisce che....- lei lo interruppe di nuovo

-E dovrei essere stata io a lanciarli?- rise – La Cruciatus è illegale, professore!-

-Lo so, signorina e ovviamente il Ministero dovrebbe sapere se qualcuno con la traccia lancia una maledizione senza perdono.. Lei ha compiuto 17 anni questa mattina alle 4:31, di conseguenza la traccia è sparita.-

Dana rimase in silenzio per qualche minuto

-Professore, lei mi sta dicendo che non viene avvisato quando qualcuno lancia una maledizione

senza perdono dentro la sua scuola?-

-A me no che non ci siano testimoni io non so nulla, e purtroppo Horace non ha visto chi l'ha aggredito.- disse serio e si mise a camminare avanti e indietro- Potrei vedere la sua bacchetta? Se il suo ultimo incantesimo non è uno Stupeficium o una Cruciatus non ho motivo di sospettare di lei, tuttavia, se così non fosse, lei verrebbe espulsa dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts o , in caso di una Cruciatus, potrebbe anche finire ad Azkaban-

" Ultimo incantesimo.. Pensa Dana pensa! Qual è l'ultimo incantesimo che hai lanciato?"

Ma mentre lei pensava Silente le prese la bacchetta.

-Una maledizione di Antonin Dolohov? Curioso.. Posso sapere dove ha imparato questo incantesimo?-

La ragazza sbiancò

-Ehm.. Ecco io... L'ho trovato su un libro che avevo a casa- mentì, dato che quell'incantesimo le era stato insegnato dallo stesso Dolohov a Malfoy Manor.

-Un libro? Veramente strano. Lei sa chi è Antonin Dolohov?-

-No, Signore- mentì di nuovo.

-Può alzare la manica sinistra, signorina Kearly?-

-C-come? -

Silente stava per ripetere la domanda quando la McGranitt irruppe nello studio.

-Albus vieni presto... Oh.. Buongiorno signorina Kearly-

Dana sorrise.

-Cosa è successo, Minerva?- chiese mentre usciva seguito dalla Serpeverde e dalla professoressa.

-Io... Io andrei Professore, arrivederci- la giovane fece finta di andarsene e Silente la salutò con un cenno del capo.

Dana sbirciò da dietro l'angolo e vide Piton che sollevava con la bacchetta una collana, dietro di lui c'erano Hermione, Ron e Harry.

" C'è mancato poco... Il vecchio non è stupido..." e si mise a camminare verso la biblioteca.

-Ehy D.- Draco la seguì

-Ciao Draco-

-Come mai il vecchio ti voleva vedere?

-È una storia lunga e qui ci sono troppe persone per parlarne, capisci cosa intendo?-

Lui annuì.

-Bene, allora vediamoci alla Stamberga Strillante subito dopo il coprifuoco, ti spiegherò tutto-

-Alla St-Stamberga?-

-Non avrai paura?- la ragazza sorrise

-No, ovvio che no... -

-Ottimo- e si rimise a camminare.

Aveva un'ora buca quindi decise di andare a Malfoy Manor per parlare con la madre, prese un manico di scopa e attraversò furtiva le mura di Hogwarts. Una volta arrivata alla villa entrò e si diresse verso la camera della madre, bussò e attese.

-Chi è?- fortunatamente la donna c'era.

-Sono io!-

La porta si aprì

-Dana, che ci fai qui? E come ci sei arrivata?-

La ragazza entrò e chiuse la porta.

-Sono arrivata con un manico di scopa, dato che non so ancora smaterializzarmi. Ho un'ora buca e volevo parlarti.. Il vecchio inizia a sospettare qualcosa...-

Le due si sedettero sul letto.

-Se vuoi imparare a smaterializzarti potremmo aiutarti io e Amycus... Comunque.. Cosa sospetta Silente?-

-Sospetta che io sia una mangiamorte..  Mi ha chiesto di alzare la manica sinistra, ma fortunatamente è arrivata la McGranitt...-

La madre rimase in silenzio per un pò

-Quando sei ad Hogwarts usa questo incantesimo per nascondere il marchio..- la donna agitò la bacchetta sul proprio braccio e il marchio sparì.

-Per farlo riapparire basta pensare di volerlo vedere-

-Oh.. Utile...- la ragazza applicò l'incantesimo anche su di se.

-Bene- Astrea guardò l'ora- uhm.. Hai ancora 40 minuti.. Vuoi iniziare le tue lezioni di smaterializzazione?-

La ragazza sorrise e fece cenno di sì con la testa.

-Io vado a cercare Amycus- si alzò ed uscì.

Dana andò il salotto e si sedette su una poltrona.

" Mia madre ha sempre la risposta a tutto.. Ma come fa?"

-Dana? Che ci fai qui?- la giovane riconobbe subito la voce

-Barty!- gli saltò addosso e lui la prese al volo

-Avevo un'ora buca- i due si sedettero sul divano.

-Oh.. Pensavo di venire a trovarti per farti gli auguri.. Ma tu mi hai preceduto..- prese qualcosa dalla tasca.

-Grazie- sorrise e lui aprì il cofanetto che aveva in mano.

La ragazza guardò l'anello che c'era all'interno, oro bianco e un diamante di 2cm.

-Anello di fidanzamento?-

Lui sorrise
-Esatto-

-A chi l'hai rubato, esattamente?-

Barty la prese in braccio.

-Uh.. A una vecchietta...-

Si misero a ridere.

-Danaaaaaaaaaaaa vieni!- la madre in giardino aveva trovato Amycus.

-Lezioni di smaterializzazione.. Devo andare- si mise l'anello e si scambiarono un bacio.

-Buona fortuna-

La ragazza uscì in giardino e le sue lezioni iniziarono.

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Capitolo 9
*** Stamberga ***


Era in ritardo di 5 minuti per la lezione di difesa contro le arti oscure.

" Amycus è stato molto gentile ad aiutarmi. Ora so smaterializzarmi. Mi sarà molto utile".

Distrattamente arrivò alla porta dell'aula, la aprì e Piton la guardò storto.

-Scusi per il ritardo Professore.-

-Siediti-

Non se lo fece ripetere due volte, si sedette come al solito vicino a Pansy e prese il libro.

-Danetta ha un'amante segreto- canticchiò la ragazza sottovoce

-Smettila- sorrise – mi ero solo addormentata-

-Ci addormentiamo alle 9 del mattino?-

-Si - tagliò corto

Quell'ora passò molto lentamente, quando la campanella suonò, le due si precipitarono fuori, dirette verso la prossima lezione.

Verso sera, dopo cena, si diresse in camera sua e vide un topo semi-morto sul suo letto e la gatta vicino ad esso.

-Oh Champal... Mi hai portato un altro regalo?- fece levitare il topo fuori dalla finestra e poi accarezzò la gatta – Lo so che lo fai perchè mi vuoi bene, ma basta con questi topolini.. Okay?- le diede un bacio sulla testolina, l'animale chiuse gli occhietti e fece le fusa.

Aspettò la mezzanotte, uscì dal dormitorio e si incamminò verso un quadro, lo sposto, svegliando i suoi soggetti, ed entrò nel tunnel.

-Lumos- la punta della bacchetta si illuminò.

Dopo qualche minuto spuntò nel piano superiore della Stamberga Strillante.

-Draco? Draco ci sei?- ma nessuno rispose.

" Quello stupido biondino ossigenato! Si è dimenticato!"

Si buttò su un letto impolverato, il quale scricchiolò.

Rimase sdraiata a pensare a quanto sarebbe stato bello se Barty fosse stato lì con lei, loro due e basta. Sorrise involontariamente.

" Probabilmente lui è a Malfoy Manor a bere whisky e a cruciare il povero Olivander, chissà se mi pensa.. Chissà se gli manco", ma i suoi pensieri vennero interrotti da uno scricchiolio proveniente dalle scale. Si alzò di scatto e prese la bacchetta, poi sulla soglia della porta apparve la sua preda.

-Potter... Che ci fai qui? Come sei arrivato?- disse, ma pensò "Ottimo, non lasciamocelo sfuggire"

-Piuttosto cosa ci fai TU qui!-

-Ti ho fatto delle domande, rispondi- gli ringhiò.

-Sono arrivato tramite un passaggio sotto il platano picchiatore.-

-Che fai? Mi spii?- poi notò una pergamena che teneva in mano – Cosa è quella?-

La guardò - è una cosa che mi permette di vedere i movimenti di tutti in tutto il castello e una ragazza che esce tramite un passaggio segreto non passa inosservata su questa-

Lei rimase in silenzio per un pò.

-Che ci fai qui, Dana?-

-Volevo stare da sola-

-Si certo.. Come no.. - si guardò attorno – che ci fai qui veramente?-

-Te l'ho appena detto. Volevo-stare-da-sola.- rispose fredda.

Lui la guardò sospetto.

-Expelliarmus!- e prima che il ragazzo potesse difendersi la bacchetta finì nelle mani della giovane.

-Cosa ti prende? Sei impazzita?- arretrò, ma alle sue spalle trovò il muro.

-Povero, piccolo Potter... Pensavo che mi avresti dato più filo da torcere...- sorrise maligna

-Stupeficium!- e Harry cadde a terra svenuto.

" Devi fare in fretta Dana.. Prima che lui si risvegli" cercò velocemente qualcosa, trovò un vecchio bicchiere mezzo rotto.

"Ottimo."

-Portus- sussurrò e fece in modo che quell'oggetto li portasse in un luogo deserto e introvabile.

-Forza Potter- mise la sua mano e quella di Harry sul bicchiere e vennerò trasportati.

La ragazza si guardò attorno, erano su una specie di isoletta rocciosa e completamente deserta.

-Incarceramus- legò il ragazzo, poi si alzò la manica e passò la bacchetta sul marchio.   

 

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Capitolo 10
*** Torna a Hogwarts. ***


L'oscuro si materializzò sul posto e guardò la ragazza.

-Spero che tu abbia preso.....- poi notò una figura legata dietro di lei -Risveglialo-

Dana andò vicino a Harry e sussurrò

 -Innerva-

Il ragazzo fece una smorfia e si svegliò.

-Oh, ma guarda un pò!Potter...- Lord Voldemort era in piedi davanti a lui con la bacchetta in mano e  rideva.

-Tom. Dana, da te non me lo sarei mai aspettato. Eri una ragazza così gentile e dolce.- lei arrossì -ora sei solo una delle tante vite che lui rovinerà!-

-Taci! Lei è come se non ci fosse. Siamo solo io e te.-

La ragazza arretrò e si mise in disparte.

" Devo dire addio a Hogwarts. Se Potter ne esce vivo dirà tutto a Silente."

-Devi avere proprio toccato il fondo per appoggiarti a degli studenti, Riddle-

L'oscuro fece una smorfia di disgusto.

-Come osi chiamarmi con quel nome da babbano? Crucio!- dalla bacchetta uscì un fascio rosso che colpì in pieno il ragazzo, il quale chiuse gli occhi e soffrì in silenzio.

La  ragazza si sentì una mano sulla spalla e sobbalzò, si girò e vide dietro di lei Barty e Bellatrix.

-A che ti servono loro, Voldemort? Hai paura di non riuscire a uccidermi da solo?- Harry rise

-Come osi pronunciare il suo nome?- disse la Lestrange indignata e alzò la bacchetta, ma il suo signore le fece cenno di stare ferma.

-Ucciderti? Forse dopo, mi voglio divertire con te, Harry Potter.- e rise di nuovo.

-Tutto okay, Dana?- le sussurrò Barty all'orecchio e lei annuì.

Nagini strisciò dietro di loro e si fermò vicino ai piedi dell'oscuro.

-Portatelo al covo.- e i due mangiamorte si avvicinarono al ragazzo e lo afferrarono per le braccia.

-Expelliarmus- dietro di loro si erano materializzati Moody, Lupin, Tonks e Shacklebolt, il quale disarmò Bellatrix.

-Occupatevi di loro- Voldemort si smaterializzò insieme a Nagini.

" Tanto potente, tanto codardo" pensò Dana e si stava per girare quando Barty si passò una mano sulla faccia. Lei annuì di nuovo e si fece apparire la maschera sul viso, poi si girò e si trovò a pochi metri da Remus.

-Ma guarda chi c'è. Il vecchio Crouch. Vedo che avete una nuova recluta... Chi è la poveretta?- disse Alastor notando i capelli biondi dietro la maschera.

-Moody. Non sono affari tuoi.-

-Dateci Harry e vi lasceremo andare- questa volta fu Ninfadora a parlare.

-Te lo puoi scordare carina!- disse ridendo Bellatrix che nel frattempo era riuscita a riprendere la bacchetta e le lanciò uno Stupeficium non verbale, mentre Barty lanciava un Oblivion a Harry.

Con disinvoltura lei parò il colpo.

-Non vogliamo combattere, consegnaci il ragazzo, Crouch.- di nuovo Moody

-Come ha già detto Bellatrix, scordatevelo-  gli ringhiò Dana con voce metallica.

-Ci costringete a lottare.- Kingsley e ingaggiò un duello  con la Lestrange.

-Lui è mio- Moody  si precipitò a combattere con Barty.

-Dora! Prendi Harry!- Tonks prese Harry e si smaterializzò, Remus sfidò Dana.

-Sei brava a combattere- le disse mentre le lanciava uno schiantesimo che lei respinse prontamente.

-Grazie Professor Lu...- poi si zittì

"Diamine!" pensò

-Ehy Alastor! Li arruola sempre più giovani!- e ridacchiò mentre Malocchio batteva il bastone a terra cercando di disarmare il mangiamorte.

Bellatrix e Kingsley erano impegnati a combattere da smaterializzati.

-Non dovresti stare qui a combattere per lui. Torna a Hogwarts, non ti far rovinare la vita-

La ragazza si protesse dall'ultimo incantesimo e si fermò un attimo.

Remus rimase sulla difensiva, ma abbassò un pò la bacchetta.

-Non hai ancora fatto del male a nessuno, ti riaccompagno e facciamo finta che non sia successo niente- disse cercando di essere comprensivo

-Come può dirlo? Se ritorno di sicuro finirò ad Azkaban!-

-Nessuno di noi ti ha vista in faccia, tranne Harry, ma è stato obliviato da quel mangiamorte. Penso che tu sia molto giovane, del sesto anno forse? Mi hai chiamato professore, quindi non puoi essere troppo vecchia, ma nemmeno troppo giovane.-

" È dannatamente bravo, come ha fatto?"

Remus sorrise vedendo che lei rimaneva zitta.

La situazione si stava mettendo male per lei, per loro. Bellatrix era stata ferita al petto e perdeva molto sangue, Barty era riuscito a tenere testa a Moody, ma l'auror era molto più potente e più bravo di lui e da lì a poco l'avrebbe battuto.

" Che ti succede Dana? Ce l'hai sotto tiro.. Uccidilo" pensò, ma non riuscì a dire nulla

I due mangiamorte si scambiarono uno sguardo e successivamente guardarono la ragazza.

-Mi dispiace Professore, non avrei mai dovuto...-

Lupin rialzò la bacchetta, ma i tre seguaci dell'oscuro si smaterializzarono.

-Secondo te chi era la ragazza, Remus? Ho visto che hai tentato di convincerla.- gli chiese Kingsley

-Non lo so, ma stava per cedere, se non se ne fossero andati ci sarei riuscito.-

-Hai fatto del tuo meglio-  e sparirono tutti e tre.

Intanto a Malfoy Manor Bellatrix venne curata con del dittamo da Astrea, Barty si versò del whisky e Dana ripensò a quello che le aveva detto il suo vecchio professore.

-Te la sei cavata bene con il mannaro- il mangiamorte  le cinse le spalle con il braccio – Stai bene?-

Lei annuì e appoggiò la testa sul petto di lui.

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Capitolo 11
*** Professore... Vorrei parlarle... ***


Verso le 3 del mattino la ragazza si materializzò nei dintorni di Hogwarts, entrò da un passaggio segreto e si diresse verso il dormitorio Serpeverde che stava nei sotterranei.

-Chi è, Mrs. Purr? Una studentessa?-

Dana alzò gli occhi al cielo e si mise a camminare più velocemente, svoltò a destra e poi entrò in

un' aula vuota.

-L'abbiamo sentita, dove è finita?- Gazza guardò il corridoio, ma non vedendo nulla se ne andò.

La giovane sbuffò, uscì dall'aula e si fiondò nel dormitorio e successivamente in camera sua.

- E poi non dovevo sospettare che tu fossi fidanzata? Dove sei stata?-  Pansy era seduta sul letto

- È una lunga storia.-

- Beh.. Abbiamo ancora 4 ore prima che inizino le lezioni.-

-Pansy… Ti prego, non ho dormito e sono molto stanca.-

L’altra sbuffò

-Domani però mi dici tutto, okay?-

La ragazza annuì e andò a letto, si addormentò facilmente.

Il giorno Pansy sembrava aver dimenticato l’episodio della notte precedente e Dana pensò che fosse meglio così, si diressero verso la sala grande per fare colazione, presero posto al loro tavolo e si stavano per mettere a mangiare quando la serpeverde scorse Lupin e Moody dietro Silente.

-Ehy Danetta… Ma quelli non sono il vecchio orbo e quello senza abiti decenti?-

La mangiamorte sbiancò, poi Malocchio si puntò la bacchetta alla gola.

-Il vecchio orbo ti ha sentita, signorina Parkinson!- e le scagliò contro una forchetta, Dana e Pansy si abbassarono e la posata colpì il tavolo.

Le due ragazze era più incollerite che mai.

“ Non devi attirare l’attenzione” pensò e appoggiò il gomito sul tavolo per coprirsi la faccia.

Remus aveva visto le due serpeverde schivare la forchetta e aveva riconosciuto i capelli biondi della ragazza, fece un cenno con il capo a Alastor, il quale annuì.

Silente si alzò in piedi.

- Senz’altro avrete riconosciuto i vostri vecchi insegnanti, il professor Lupin e il professor Moody- i due salutarono – e vi chiederete come mai sono qui, dato che siamo al completo- mormorio generale – In comune accordo con il Ministero abbiamo deciso di dirvi la verità su quanto è successo ieri notte- Dana sbiancò e il battito le accelerò, Pansy se ne accorse e le chiese se stava bene, l’altra tentò di dire di si, ma non le uscirono le parole. Albus continuò il suo discorso, mentre i ragazzi di Grifondoro  borbottavano qualcosa sul fatto che Harry non si fosse visto. – Ieri, verso la mezzanotte, due studenti hanno abbandonato le mura di Hogwarts e hanno sfortunatamente incontrato dei mangiamorte, un ragazzo è già stato identificato. Remus e Alastor sono qui per scoprire chi fosse l’altro studente, le lezioni si svolgeranno come al solito-  altre chiacchiere dei grifoni su Potter.

La ragazza si sentì mancare e bevve un sorso d’acqua.

- Dana- Pansy le mise una mano sulla spalla – ieri notte sei rientrata tardi e da quello che ho sentito  Potter era sparito- la giovane trattenne il respiro pensando che l’amica avesse capito tutto – Lui è il tuo fidanzato? Insomma, siete andati fuori per stare da soli e avete incontrato i seguaci dell’oscuro?-

La serpeverde tirò un sospiro di sollievo e scoppiò a ridere.

-Io e sfregiato?- rise più forte – come ti viene in mente?-
La sua risata tranquillizzò l’amica.

- Ma allora dove sei stata?- disse ridendo anche lei

- Ero a cercare Champal! Quella stupida gatta era scappata!- 

Finirono di mangiare e si diressero verso l’aula di Divinazione, alla torre nord, ma appoggiato al muro c’era Lupin.

La giovane si mise una mano sullo stomaco

-Pa…Pansy… Vai tu.. Io ti raggiungo.-

-Che hai? Non stai bene?-

- Ho.. La nausea… Mi dò una rinfrescata in bagno e arrivo… Avverti tu la Cooman del mio ritardo?-

- Si, certo. Non ti preoccupare-

Dana si diresse verso il bagno di Mirtilla e Pansy si diresse verso l’aula, salutò Remus ed entrò.

Sibilla fece  l’appello.

-Dana… Dana Kearly?-

-È andata in bagno, non stava bene.-

- Oh, povera cara.-

La ragazza aprì il rubinetto e si sciacquò la faccia, poi  prese la bacchetta e fece sparire il marchio, come le aveva detto la madre.

- Cosa ti porta nel luogo in cui sono morta?- la giovane fantasma le volò vicino.

- Ciao Mirtilla, non sto tanto bene.- le sorrise

- Dovresti andare in infermeria, non credi?-

-Oh no.. È una sciocchezza, ora vado.- si asciugò e andò verso la porta.

- Ciao Ciao Dana-

Con il cuore a mille la ragazza si diresse verso la classe, ma difronte all’entrata c’era ancora Lupin.

“ Devo affrontarlo o sospetterà qualcosa… Ieri hanno visto i capelli biondi.. Chi li ha oltre a me?” fece scorrere velocemente le facce di tutta la scuola “ Luna Lovegood, ma è troppo strana per essere una mangiamorte… Millicent.. No.. Lei è castana… Possibile che solo io e Lunatica abbiamo i capelli biondi? Mi sta sicuramente sfuggendo qualcuno.. Oh-Oh.. Ti sta fissando.. Cammina Dana, cammina.”
Istintivamente i suoi piedi si mossero verso l’aula.

-Buongiorno Professor Lupin- sorrise e fece per aprire la botola, ma lui la fermò.

- Chiamami pure Remus, non sono più un tuo insegnate.- ricambiò il sorriso e il suo sguardo si posò sulla chioma della ragazza.

-Ehm.. Certo Sig… Remus. Ora mi scusi ma ho lezione e sono in ritardo-

Lui annuì e Dana entrò in classe.

- Oh, cara.. Stai meglio?-

-Uh… Si professoressa…-

La serpeverde si sedette e seguì distrattamente la lezione.

“Allora.. Cosa sanno quei due? Ieri hanno visto che ero bionda, grazie alla mia stupida risposta sanno che sono di Hogwarts e del sesto anno… I seguaci dell’oscuro sono quasi tutto purosangue, quindi potrebbero aver capito che sono di Serpeverde… Sono in trappola… Non voglio finire ad Azkaban.”

Le si arrossarono gli occhi.

- Posso vedere la tua tazza, mia cara?-

- Certo Professoressa- disse con voce molto bassa.

- Oh cara… Questa è sicuramente una croce e questo è chiaramente un macigno… Quindi soffrirai per colpa di un peso che hai dentro, c’è qualcosa di cui vuoi parlare, mia cara?-

Dana scosse la testa.

La campanella suonò e la lezione finì.

Dopo pranzo, la giovane andò in cortile e si sedette su una panchina in pietra.

Passò tutto il tempo a parlare con Draco di quello che era successo la notte prima e accertandosi, di tanto in tanto, che nessuno li stesse sentendo. La campanella suonò di nuovo.

- Non vieni?- le chiese il ragazzo

- Arrivo subito, tu avviati-

Rimase seduta a guardare per terra e quasi non si accorse che Lupin le si sedette accanto, mentre Moody percorreva velocemente il corridoio diretto verso i sotterranei.

-Dana- la voce la fece sobbalzare.

-Professor Lupin… Cioè.. Ehm.. Remus..- sorrise imbarazzata

-Ti chiederò una cosa e per il tuo bene ti chiedo di eseguirla…-

Lei lo guardò con una faccia strana.

-Non è nulla di importante, ma potresti alzare la manica sinistra?-

La giovane rimase ferma, poi si ricordò dell’incantesimo.

-Ehm.. Si certo..- alzò la manica, mostrando un esile braccio liscio e senza segni.

Il professore rimase sorpreso, poi vide Alastor in piedi vicino al muro che lo fissava.

-Scusami un attimo.- si alzò e lo raggiunse.

-Allora scoperto qualcosa nel dormitorio?-

Malocchio scosse la testa.

- E il marchio? Ce l’ha?-

Questa volta fu Lupin a scuotere la testa.

- Ma lei ha visto e ha parlato a  Tu-Sai-Chi- quindi deve averlo per forza.-

-Invece non lo ha!-

Il più anziano se ne andò e l’altro tornò dalla ragazza.

-Professore… Vorrei parlarle…- e si guardò attorno per assicurarsi che non ci fosse nessuno.

 

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Capitolo 12
*** Azkaban. ***


- Di che cosa, esattamente?-
-Io mi sono sempre fidata di lei, anche quando la Granger si è lasciata sfuggire che lei è un lupo…- lui la interruppe
- Cosa mi vuoi dire, Dana?-
La ragazza abbassò la testa e respirò profondamente.
- Se dei mangiamorte venissero catturati cosa succederebbe loro?-
La domanda lo colse di sorpresa
- Beh… Verrebbero condannati e mandati ad Azkaban.-
- Anche se non avessero fatto niente?-
- Se non avessero fatto niente potrebbero subire un processo, ma non finire in carcere… Perché lo vuoi sapere?-
Lei si rigirò l’anello sul dito
- Ehm.. Semplice curiosità.-
- Questa non è curiosità… Dana, non c’è nulla a cui non si possa rimediare.-
Gli occhi le si arrossarono di nuovo e le scese una lacrima.
“ Che faccio? Ormai ha capito… Tanto vale dirglielo… Oppure…”
- Il mio fidanzato è un mangiamorte e sono preoccupata per lui- le parole le uscirono una dopo l’altra.
“ Speriamo che se la beva”
- Come si chiama?-
-Ba…Barty…-
Luisbiancò
- Barty?! Barty Crouch Jr?!-
Lei annuì
- A parte il fatto che è molto più grande di te.. Lo sai cosa ha fatto quel ragazzo? È pazzo e pericoloso!-
- L’età non conta e sono consapevole del fatto che ha torturato fino alla pazzia i genitori di Neville, che ha ucciso suo padre ed ha usato sua madre per scappare da Azkaban, ma non è pazzo e nemmeno pericoloso, per me. –
Remus rimase in silenzio qualche minuto.
- Quindi eri tu la ragazza che era con Crouch ieri notte e che ha sfidato Kingsley…-
- No, quella era Bellatrix- disse “ Dannazione! Di nuovo! Pensa prima di parlare, Dana!” si sgridò mentalmente.
- Come fai a saperlo?-
- Ehm… L’ha detto lei.. Poco fa…-
- Io non ho fatto nomi… Ma questo non ha senso.. Tu non sei marchiata…-
-Ormai  non ha più senso mentire…- alzò la manica e dove prima c’era della pelle bianca comparve il marchio.
- Hanno trovato un incantesimo per coprirlo… Sai di essere nei guai vero?-
-S.Si...-
- Oltre ad aver rapito Harry, cosa hai fatto?-
-P…Primo giorno.. L..Londra…- disse a voce bassissima
-Come?-
- Londra… Il 27 dicembre…-
- Londra… 27 dicembre....- sgranò gli occhi – intendi il centinaio di babbani uccisi?!-
Lei annuì e scoppiò a piangere
- Io non avrei mai dovuto…- rispose con la voce rotta dai singhiozzi
Lui la abbracciò e Dana poggiò la testa sulla sua spalla
- Non ti mentirò.. Un conto era aver portato Harry a Tu-Sai-Chi… Ma aver ucciso dei babbani è totalmente diverso, non so se riuscirò ad aiutarti…-
- Professore, so che è una cosa grave- disse riprendendosi e asciugandosi gli occhi – Ma non voglio finire ad Azkaban, la prego di dimenticare o di tenere per se quello che le ho detto.-
- Te lo meriteresti, ma non voglio averti sulla coscienza… È una prigione molto dura e non credo che tu possa reggerla.. Non dirò niente, ma promettimi di pensarci prima di uccidere qualcuno…-
- Lo prometto-
- Un’ultima cosa… Perché ti sei fatta marchiare?-
- Quando è morto mio padre, mia madre ha dovuto sostituirlo e ora la devo rimpiazzare io, dato che lei  è ammalata gravemente.-
Remus rimase in silenzio qualche minuto.
- Grazie Professore per avermi ascoltata.-
- Finirai ad Azkaban.- una voce alle loro spalle li colse di sorpresa – Questo è sicuro- Malocchio era appoggiato a una pianta dietro di  loro.
-Da quanto è lì dietro, professor Moody?- gli domandò la ragazza
- Da poco, ma quello che ho sentito mi basta. E tu Remus? Avresti avuto il coraggio di proteggerla!-
- Alastor.. È ancora una bambina! Quel posto la ucciderebbe!-
- Due giorni fa ha perso la traccia, per me è ufficialmente un’adulta.-
Dana prese la bacchetta.
- Mi dispiace, ma non voglio finire in una buia e desolata cella-
-Non peggiorare la situazione- Lupin si era alzato e si era messo tra i due – Perché non risolviamo questa cosa da un’altra parte?-
- Per darle la possibilità di scappare? Mai!.-
La giovane scoppiò a ridere
- Pensa che scappare  sia libertà? Beh, per me non lo è! E come ho già detto non ho intenzione di andare Azkaban senza lottare.-
- Te lo concedo Kearly… Ma se scappi ti prometto che a subirne le conseguenze sarà la povera Astrea.- e si incamminò fuori dalle mura, dove non c’erano incantesimi anti-smaterializzazione., poi si smaterializzarono in un bosco inaccessibile ai babbani.
Remus si appoggiò ad un albero e incrociò le braccia.
-Sarà meglio avvisare le guardie che avranno un prigioniero in più-
-Non così tanta fretta, Moody-  gli ringhiò la ragazza.
-Allora cominciamo-
Dana fu la prima ad attaccare con un Everte Statim, ma l’altro lo respinse con estrema facilità. Fu un duello molto duro, soprattutto per lei, i colpi dell’auror erano potenti mentre i suoi non avrebbero fatto del male ad una mosca.
Malocchio riuscì  a lanciarle un Expelliarmus e la bacchetta le volò via di mano.
“ È finita. Ho perso.”
Lupin non disse nulla, si limitò ad abbassare lo sguardo e a fissare il vuoto.
-Qualcosa da dire prima di finire in galera?-
- Mi mancherà Hogwarts, avrei tanto voluto finir di studiare, ma a quanto pare non era destino.-
- Alastor….-
- Non ora Remus, non vedi che sto per prendere una mangiamorte?-
-Dovresti ascoltarlo invece..-  Moody si girò e vide Antonin Dolohov che puntava la bacchetta alla gola di Lupin.
- Non avrai veramente pensato di riuscire a prendere, Dana?- dietro la ragazza era comparso Barty che puntava Malocchio.
Intanto la giovane aveva recuperato la bacchetta e la puntava anche lei contro il vecchio auror.
- Antonin, Barty… Non sono mai stata così contenta di vedervi- sorrise.
- Sei parte della famiglia, non avremmo mai potuta abbandonare-
- Antonin ha ragione.. Credevi davvero che ti avremmo lasciata finire ad Azkaban?-
- Siete voi che le avete prenotato il biglietto- gli disse Remus, ma Dolohov lo zittì con una bacchettata sulla gola.
- Li uccidiamo entrambi?- domandò Antonin, ma Barty scosse la testa.
- Le salterebbe la copertura. Non possiamo rischiare.-
- Un Obliviate?- suggerì Dana
I due si guardarono e poi annuirono.
-Obliviate- i lampi delle bacchette di Barty e Dana colpirono Moody che cadde a terra violentemente, mentre Lupin veniva scaraventato sulle foglie dall’incantesimo di Antonin.
I tre mangiamorte si smaterializzarono a Malfoy Manor.
-Astrea, sono più le volte che tua figlia è qui che neanche quelle che è a lezione-
-Di che cosa stai parlando Lucius?- poi si girò e la vide
- CHE COSA CI FAI QUI?! TU. DEVI. STARE. AD. HOGWARTS!-
-Calmati, dovresti essere fiera di tua figlia- ribadì Dolohov
- Già! Si è battuta contro il vecchio malocchio ed è riuscita a tenergli testa!-  confermò Crouch
- Perché solo io ho un figlio codardo e inetto? Santo Salazar, che ho fatto di male?- Malfoy alzò gli occhi al cielo e bevve del whisky.
- Io vado a cambiarmi, tornare a scuola in questo stato non è molto intelligente- e si diresse verso la camera al piano di sopra.
Una decina di minuti dopo qualcuno bussò alla porta.
- Avanti!-
Barty apparve sulla soglia, entrò e chiuse la porta.
- Buonasera signorina Kearly-
- Buonasera signor Crouch- sorrise e lui la prese in braccio poggiandole poi la schiena al muro.
- Come sei arrivata a un duello con il vecchio pazzo?-
- È una lunga storia- gli circondò il collo con le braccia e lo baciò con passione
- È sempre una lunga storia..-  le sbottonò la camicetta e lei gli sfilò a maglia, poi si buttarono sul letto.
* PARTE RIMOSSA PER MANTENERE IL RATING VERDE*
- Vuoi che ti riaccompagni ad Hogwarts?- le chiese mentre si sistemava i capelli
- No, grazie. Rischieresti troppo- gli rispose mentre si metteva la divisa  - E comunque devo andare insieme a mia madre, deve spiegare a Silente come mai ho saltato tre lezioni.- scoppiò a ridere.
Poco dopo scese di sotto e le due si smaterializzarono nei dintorni della scuola, la ragazza andò all’ultima lezione della giornata, Erbologia, mentre Astrea andava a parlare con il preside.

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Capitolo 13
*** Fino alla fine, come mio padre. ***


Uscì dalla serra e salì di corsa gli scalini di pietra che portavano dentro il castello, quando una donna vestita di nero la prese sottobraccio e s’incamminò con lei.
- Madre!- le due si scambiarono un sorriso.
- Ciao cara-
- Che cosa è successo? Sono stata espulsa?-
- No… Il vecchio si è bevuto la storiella.-
- Di che cosa stai parlando mamma?-
- Gli ho detto che stavo male e che tu mi hai raggiunta, che avresti dovuto avvertirlo e bla bla bla-
- Allora cosa hai? Sei molto pallida…-
- Ho ricevuto un messaggio da Barty-
- Come? Via gufo? Quando?-
- Siamo due ottimi legilimens e i gufi non sono sicuri, è arrivato mentre Silente mi spiegava dell’episodio con Lumacorno-
- Lumacorno… Sì, beh… Ehm… Che diceva il messaggio?-
- Voleva che t’informassi sul fatto che lui ti capisce e che non è arrabbiato. Di che cosa sta parlando?-
- Di una cosa che ho fatto per salvare la copertura-
- Oh... Okay... Ora vado, ciao piccola mia-
- Ciao Mamma-
Si avviò verso la sala comune di Serpeverde, pronunciò la parola d’ordine e si sedette su una delle poltrone; come il solito la stanza era illuminata da una luce verdastra. La ragazza prese una copia di “ Storia di Hogwarts”, stava leggendo la quinta pagina quando la sua gatta Champal le saltò in braccio con una busta legata al collare.
- Cosa mi hai portato, cucciola?- le slegò la lettera e la lesse.
I miei giorni sono finiti, ormai lo so, l’Oscuro è caduto e il ministero ci sta addosso.
Scrivo questa lettera a mia figlia perché molto probabilmente non la rivedrò mai più.
Cara Dana,

Spero che tu non debba mai leggere questa lettera, perché significherebbe che io sono morto.
Sii forte, prenditi cura di tua madre e se un giorno l’Oscuro risorgesse vorrei che tu seguissi le mie orme. Ricordati chi sei! Sei una delle poche purosangue rimaste, onora la mia memoria frequentando quelli come noi. Rendimi fiero di te.  
                                                                                                                                                 Tuo padre

                                                                                                                                                 Kearly Dorian “
Dana non emise alcun suono, gli occhi rossi e lucidi, le mani che tremavano. Sotto la lettera c’era una foto di un ragazzo sui trent’anni che sorrideva e salutava con la mano, con dei corti capelli biondi e due occhi azzurro ghiaccio, esattamente come i suoi. Passò le dita sul viso di quell’uomo.
-P... Padre- poi scoppiò a piangere, la foto stretta tra le braccia, come per proteggerla.
- Ti renderò fiero di me, promesso- le guance rigate dalle lacrime.
Si alzò, si sciacquò la faccia e uscì dalla sala comune, con la fotografia al sicuro nella tasca interna della giacca.  Percorse il corridoio, diretta versa il parco, quando Pansy la affiancò.
- Ciao- le rivolse un sorriso raggiante – che hai? Ti vedo un po’ giù di morale…-
- Non ho niente, tranquilla Pan-
- Se lo dici tu- e si avviarono verso il parco.
Il sole le illuminò il volto, mettendo ancora più in risalto gli occhi gonfi, e la leggera brezza le passava tra i capelli.
- Una bella giornata, non trovi?- domandò a Pansy.
- Veramente bella, soprattutto per prendere in giro sfregiato e i suoi amichetti- l’altra indicò i tre con un cenno del capo.
“ Ma sì... Ti farà bene prendere un po’ in giro quei tre”
Sorrise a Pan e s’incamminarono verso il trio.
- Oh oh, guarda chi c’è! Lo sfregiato, il traditore del proprio sangue e la mezzosangue- cinguettò la ragazza
- Che cosa vuoi Parkinson?-  le ringhiò Hermione
- Come osi rivolgerti a delle purosangue in questo modo?- ribatté indignata Dana.
- Kearly.-
- Potter-
- Come stai?-
- A che gioco stai giocando, sfregiato?-
- Non posso essere gentile?-
Pansy rise e Dana sobbalzò per lo spavento, la lettera le scivolò dalla tasca e Ron la raccolse tempestivamente.
- Ridammela Weasley- gli disse tra i denti
- E questa di chi è? Del fidanzatino che ti ha lasciata? È per questo che hai gli occhi così gonfi?- simulò un pianto.
- RIDAMMELA-  gli ordinò, ma lui la aprì e la lesse ad alta voce la prima frase che gli capitò sott’occhio.
- Spero che tu non debba mai leggere questa lettera, perché significherebbe che io sono mor…- non fece in tempo a finire, Harry gliela strappò di mano e la riconsegnò a Dana, le cui guance erano di nuovo rigate dalle lacrime.
- Ron, hai esagerato! So cosa si prova e ti assicuro che non è bello!- gli tuonò contro
- Era di tuo padre?- Pansy le posò una mano sulla spalla, l’altra annuì.
- Andiamo via Pan- si mise a camminare e si sedette sotto un salice, proprio davanti al lago nero.
- Quel Weasley è uno stupido, scommetto che ora sta ridendo come un pazzo, ma vedrai che ci vendicheremo quando l’Oscuro gli decimerà la famiglia- la rassicurò la giovane
- Lo spero proprio… Ti va di studiare Astronomia per domani?-
- Adesso?-
- Si, adesso- un sorriso le spuntò sul volto – almeno mi distraggo un po’ e mi dimentico della… Allora, ti va?-
- Se ti fa stare meglio- ed entrambe presero il libro.
Un quarto d’ora dopo un ragazzo le raggiunse.
- Pansy, Piton ti vuole vedere- le comunicò riprendendo fiato.
- Grazie Blaise. Dana, ti dispiace se…-
- Vai pure- le sorrise e la guardò tornare al castello, poi affondò di nuovo il viso nel libro.
- Giorno signorina Kearly-
- Buongiorno professor Lup…- alzò la testa di scatto – Che cosa ci fa lei qui?-
- Beh, sai, Silente ha notato... Come dire… Ha notato che avevo un vuoto di memoria di almeno tre settimane e indovina un po’ che cosa ha fatto?-
- Le ha fatto tornare la memoria- rispose in tono piatto e con lo sguardo fisso
- Esatto! Purtroppo per il vecchio Moody non è  riuscito a far niente, due obliviate alla sua età…-
- Perché è qui? Può scordarsi che io la seguirò fino ad Azkaban.-
- Non sono qui per questo- disse serio  e si sedette accanto alla ragazza – ti ho già detto che non ti manderò ad Azkaban-
- Allora che cosa vuole?-
- Voglio proporti di lavorare come spia per Silente… Tu non rischi Azkaban e io so che tu sarai al sicuro-
- Perché si interessa a me?-
- Perché sei troppo giovane. Cosa faresti se in un duello un’auror ti ferisse gravemente? Torneresti a casa, no?-
- No, non mi arrenderei, resisterei fino alla fine, come mio padre.-
- Però non mi hai risposto-
- A cosa?-
- Vuoi fare da spia per Silente?- 

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Capitolo 14
*** Seguirai la luce o resterai nell'ombra? ***


La ragazza lo guardò

- Mi serve del tempo per pensarci-

- Immagino che non sia una scelta facile- disse annuendo

- Ci può scommettere- borbottò la giovane in risposta

- Beh, quando avrai deciso, io sarò qui- concluse alzandosi

- Un momento, chi sostituirà Moody?- domandò curiosa

- Bones, ma non dirò nulla- aggiunse vedendo che lei stava per dire qualcos’altro, poi s’incamminò verso il lago nero.

Dana si mise in piedi e si avviò verso il castello.

Stava camminando nel corridoio, diretta verso la sala comune di Serpeverde e stava pensando a che cosa fare.

“ Rimaner fedele o lavorare come spia? Accidenti!” imprecò mentalmente, pronunciò la parola d’ordine ed entrò nella stanza; andò nel dormitorio e prese qualcosa su cui scrivere.

“ I gufi sono controllati, quindi devo stare attenta a quello che scrivo per non essere sospettata e devo anche accertarmi che Lupin non lo scopra.”
Prese l’inchiostro:
Cara Madre,
Vorrei assicurarmi che tu stia bene, ci possiamo vedere questo week-end a Hogsmeade?
Ti voglio bene
Dana”

Provò a immaginare qualcuno che leggeva la lettera, avrebbe potuto insospettirsi?  Probabilmente no.

Si diresse alla guferia e osservò i vari pennuti, alla fine ne scelse uno bruno piuttosto piccolo.

- Spero per te che tu sia veloce-  gli legò la lettera alla zampa e lo fece volare fuori, lo osservò finchè non sparì, poi scese per andare a trasfigurazione.

Era di nuovo in ritardo, ormai ci stava facendo l’abitudine, eppure era convinta che Erbologia fosse l’ultima lezione della giornata, evidentemente si sbagliava, aprì la porta.

- Buongiorno Professoressa, scusi il ritardo- disse sedendosi come al solito vicino a Pansy

- La prossima volta toglierò 5 punti a Serpeverde, signorina Kearly- la ammonì, poi tornò alla sua spiegazione .

- Beh? Ma dov’è che sei sempre? Sono tornata al salice e non c’eri più!- gli sussurrò l’amica.

- Scusa, dovevo spedire una lettera- le comunicò giocherellando con la piuma

- Uhhhh! Ancora il fidanzato segreto?- chiese eccitata

- Mi spiace Pan, era per mia madre- ridacchiò vedendo la faccia delusa della compagna.

- Ammetti che c’è un ragazzo nella tua vita?- disse in tono solenne

- Pansy? Okay, sei impazzita-  annuì sorridendo

- Dana Kearly non mentirmi- le lanciò un’occhiataccia

- Ma cos’è che te lo fa pensare? Toglimi questa curiosità- si resse la testa con la mano.

- Fammi pensare… Forse quel meraviglioso anello che porti al dito tutti i giorni da un mesetto circa?-  

- Uhmpff-
- Uh?-
- Niente, Pan-
- Eeeeeh Porco Godric!- disse la ragazza a voce un po’ troppo alta.

- Signorina Parkinson?- La McGranitt si era girata e la fissava, Dana rise in silenzio – Questo suo linguaggio costa 5 punti a Serpeverde!- poi tornò alla lavagna.

Le due rimasero in silenzio finchè la campanella non suonò, dopo uscirono dall’aula e si misero a chiacchierare in corridoio.
- Gufo-  esclamò Pansy dopo una ventina di metri

- Eh?- l’altra guardò in alto e vide un piccolo pennuto bruno, planò sopra la ragazza e le lasciò una busta.
- Però, che rapidità!- disse Dana prendendo la lettera
- Beh?  Di chi è?- chiese curiosa l’amica

- È di mia madre, Pansy! Quante volte te lo devo dire?- la aprì  
“ Dana,

ci vediamo questo sabato a Mielandia.

Astrea”

La richiuse e se la mise in tasca.

- Come vedi non c’è nessun fidanzato nascosto- disse alla compagna che aveva letto il messaggio insieme a lei.

- E io che speravo di saltare qualche lezione per pedinardi- ci scherzò sopra

Risero entrambe, poi qualcuno le urtò, dalla sciarpa capirono che era di Tassorosso.

- Ehi, stai attento stupido Tassofesso!- gli urlarono in coro, dopodiché si girarono per assicurarsi di non aver perso nulla e in quel momento Dana vide appoggiato alla parete Lupin, fece finta di nulla e riprese a camminare insieme all’amica.

“ E così mi tiene d’occhio… Ovvio, non vorrà ritrovarsi con una falsa spia”

- Pansy, ma oggi l’ultima lezione non era con la Sprite?- domandò confusa

- No, l’ultima era con la McGranitt- le rispose senza guardarla

- Ma da quando?-

- L’hanno detto quando tu sei scomparsa per tre ore, è cambiato l’orario… Aspetta, ma come hai saputo di Trasfigurazione se…?-

- Me l’ha detto Silente mentre scendevo dalla guferia-  ed era vero, il preside l’aveva involontariamente informata del cambio.

- Ti ha anche detto che la terza ora del venerdì è sempre libera?-

- Che senso ha?-  le chiese sempre più confusa

- Non lo so!-

Scesero nei sotterranei

- Va beh… Io vado a letto- le comunicò

- Dana, spero che tu stia scherzando- disse scettica

- Uhm.. Non sto scherzando.. Perché?-

- Sono le 7! Chi dorme a quest’ora?-

- Qualcuno che non ha riposato questa notte e che domani si deve svegliare presto-

- Salti anche la cena?-

- Si, non ho fame-

- Okay, ciao!-

- Aspetta, mi fai un favore?-

- Tutto quello che vuoi, Danetta-

- Domani puoi dirmi se Lupin stava cenando con voi?-
- Lu… Lupin?! Mi spieghi che cosa sta….-

Non la lasciò finire.

- Te lo spiego domani-

- No, me lo spieghi adesso-

La giovane mangiamorte sbuffò

- Volevo solo sapere se consentono a un licantropo di mangiare con noi- mentì

Pansy rise

- Sempre alto l’onore dei purosangue, eh? Va bene, te lo farò sapere- e se ne andò, l’altra entrò nella sala comune e andò a dormire. 

                    
Dopo secoli ecco che arriva il quattordicesimo capitolo ^^''  

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Capitolo 15
*** Per lui ***


Il giorno dopo si alzò verso le cinque, si vestì, uscì dal dormitorio, salì di corsa le scale, attraversò la sala d’ingresso e si fiondò fuori dall’immenso portone di quercia, si sedette sul primo scalino, dove tempo prima aveva atteso tanto impazientemente di entrare nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Guardò il lago ricordando il primo giorno, quando raggiunsero il castello con dei battelli, preoccupata, ma comunque entusiasta per essere stata ammessa.
Inspirò l’aria fresca del mattino ripensando a quando il Cappello Parlante le si posò sulla testa e qualche secondo dopo urlò “ Serpeverde”,  rivisse il momento in cui gli studenti più grandi la accolsero al tavolo.
Eh già, le sembrava ieri; così come le sembrava ieri il giorno in cui vide Barty battere i due insegnanti e scappare, Barty… Non sapeva nulla di lui, era stato di Serpeverde? Era stato prefetto? Quando abbandonò la retta via per seguire le idee dell’Oscuro? Voleva conoscerlo meglio, ma aveva paura che lui non volesse parlare del passato…
- Abbiamo una studentessa fuori dal letto a quanto pare, forza vieni con me-  il vecchio custode le era spuntato alle spalle
- Se ne vada Gazza-  gli intimò restando seduta
- Si da il caso che io prenda ordini da una ragazzina- sbottò – riferirò questa tua mancanza di rispetto al direttore della tua casa!-
La giovane s’alzò di scatto
- Non voglio ripetermi- gli ringhiò puntandogli la bacchetta al cuore
Argus la guardò indignato
- Che sta succedendo qui?- una terza voce intervenì, proveniva da dentro e Dana, approfittando della distrazione, rimise la bacchetta nella tasca e si risedette assumendo un’aria innocente.
- Per fortuna è qui professor Lupin, questa ragazza mi… stava… minacciando- disse sempre più lentamente vedendo che l’altra non era più in una posizione d’attacco.
Remus uscì dalla porta e si guardò attorno
- Ma che sta dicendo Gazza? Ritorni a pattugliare i corridoi, qui ci penso io- gli ordinò e il guardiano se ne andò borbottando
- Quanto a te… Che stai facendo qui fuori alle cinque del mattino? - le domandò sospettoso
- Assolutamente niente- rispose la fanciulla
Lui la guardò sospettoso, poi si appoggiò al portone.
- E riguardo le accuse che il signor Gazza ti ha rivolto?-
- Non ho idea di cosa lei stia parlando-
- Andiamo, smettila di mentire!-
- E cosa le dovrei dire? Si, gli ho puntato la bacchetta contro, non mi piace essere disturbata- infilò una mano in tasca e strinse il legno
- Non importa, ma credo che noi due dovremmo parlare-
Lei si girò a guardarlo, era migliorato molto rispetto a quando insegnava Difesa contro le Arti Oscure, non sembrava invecchiato più di tanto e non c’erano nuovi capelli bianchi.
- Se vuole sapere la risposta, mi spiace, ma non la so ancora-  disse in tono piatto
- No, non di questo- le si sedette accanto e si guadagnò uno sguardo sospettoso da parte della ragazza
 - Credo di aver commesso uno sbaglio con te, pensavo che fossi diversa, invece oggi mi hai dato la conferma di essere una mangiamorte vera e propria e scommetto che se non fossi arrivato avresti scagliato qualche incantesimo addosso ad Argus e avresti continuato a fare quello che stavi facendo, qualunque cosa fosse- incominciò – Non vedo differenze tra te e un Travers o un qualsiasi altro seguace di Tu-Sai-Chi-
- Non vede differenze, eh? Allora gliene mostro una io- s’alzò ed estrasse la bacchetta
- Che vuoi fare?- le domandò armandosi anche lui
- Expecto Patronum- esclamò puntando il cielo, dalla bacchetta affiorò un lupo argentato che , compiuti due giri intorno alla ragazza, le si accucciò accanto.
- Ecco quale è la differenza!  Gli altri mangiamorte non sanno evocare un patronus-  gli disse - Non dico che non mi piace, ma non l’ho scelto io! Finita Hogwarts sarei andata volentieri a lavorare ai Tre Manici di Scopa o al Paiolo Magico!- gli urlò contro - ma è questo che voi auror o qualsiasi cosa siate non capite!  Non ha idea di quante volte ho pensato di mandare a quel paese l’Oscuro e cercare di condurre una vita tranquilla!-  si sedette di nuovo e guardò il suo patronus scomparire in una nuvoletta color argento.
- E allora perché non l’hai fatto?- le chiese Lupin  sorpreso da questa sua improvvisa confessione
- Per Barty, lo amo troppo per deluderlo in questo modo-
 

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Capitolo 16
*** Tieniti vicini gli amici, ma ancora di più i nemici ***


L’uomo rise
- Che ha da ridere?- gli disse scocciata
- Lui è crudele, pazzo, esaltato, odia persino gli stessi Mangiamorte perché pensa che non sia abbastanza fedeli e non sa cosa sia la pietà! Credi davvero che sappia cosa sia l’amore?- le rispose diretto, senza girarci attorno.
- Lei non lo conosce- borbottò scuotendo la testa
- Non conosco lui, ma so cosa ha fatto! Pensa a Frank e Alice! - incominciò tentando di far leva sui suoi sentimenti
- Chi?- gli chiese confusa
- Frank e Alice Paciock, i genitori di Neville, torturati fino alla pazzia- precisò
- Ormai è passato!- mormorò più a se stessa
- Oh, certo! È acqua passata per te, ma prova a chiedere a Neville se è passato!- parlò cercando di mantenere un tono calmo, ma non ci riuscì.
La ragazza rimase in silenzio e Lupin continuò la sua lista
- Barty Crouch, ucciso senza pietà, trasformato in osso e seppellito vicino alla Foresta Proibita ed era suo padre!-  proseguì
- L’ha mandato ad Azkaban! Cosa avrebbe dovuto fare?  Abbracciarlo e far finta di niente?- lo difese
- Ma sentila! Non l’ha mica rinchiuso per divertimento!- ribadì
- Era suo figlio e non ha avuto problemi a condannarlo, perché lui se li sarebbe dovuti fare per ucciderlo?-  domandò
- Spero che tu stia scherzando- replicò provando a calmarsi
La giovane aprì la bocca per ribattere, poi la richiuse.
- Dana, ti rendi conto che potrebbe fare lo stesso con te? - le chiese sperando che capisse, invece lei rimase in silenzio per una ventina di secondi
- Oh, Salazar! Che cosa ci devo fare?- stiracchiò le braccia - Lui è fatto così- concluse
Remus si diede una manata in faccia
- Sono affari tuoi, io ti ho avvertita- rinunciò  - Piuttosto, da chi hai imparato ad evocare un Patronus?- domandò tentando di cambiare discorso
- Certo che lei salta da una cosa all’altra, eh! Comunque era su un libro che avevo a casa- dichiarò alzando le spalle
- È molto complesso da eseguire, dopo quanto ci sei riuscita?-
- Dopo due mesi, ma che cos’è questo interrogatorio?- disse sentendosi a disagio
- È che… Anche il mio patronus è un lupo…- confessò
- Ed è una cosa tanto speciale? Insomma, ci saranno centinaia di maghi che ce l’hanno come noi-

 
- Probabile, ma è così strano vedere il proprio patronus uscire dalla bacchetta di un altro- ridacchiò
- Lei è proprio strano, sa?  Prima parlavamo di Mangiamorte spietati e ora siamo qui a parlare di Patroni- rise anche lei

 - Cerco solo di darti un'altra chance- ammise
- Non lo prenda per definitivo, ci voglio pensare ancora, ma credo che accetterò di lavorare per Silente-
- Hai tutto il tempo che vuoi per rifletterci, ma sono contento della tua scelta- le sorrise
- Con permesso, io tornerei al dormitorio- sbadigliò
- Vai pure e se incontri Gazza, digli che hai il mio permesso- fece un cenno con la testa
- Grazie, signore-
Si girò e ripercorse la sala d’ingresso, camminò a passi veloci per il corridoio e scese in fretta le scale quando
- Adesso non c’è il signor Lupin, la punizione la prendi- disse una voce alle sue spalle, si voltò e vide il custode con un ghigno stampato in faccia
- Mi spiace, ma ho l’autorizzazione del signor Lupin per andare nei sotterranei- glielo spiattellò in faccia cercando di non ridere
- Non so cosa stiate complottando voi due, ma informerò il professor Silente di persona- la guardò in modo arcigno e se ne andò brontolando.
- Un punto per me- sghignazzò in silenzio ed entrò nella sala comune.
La stanza era illuminata dalle fioche luci verdi che penzolavano dal soffitto, stava per avviarsi verso il dormitorio, quando notò una figura seduta sul divano.
- Draco?- domandò stupita - che ci fai in piedi a quest’ora?-
- La stessa cosa potrei chiedere io a te- la squadrò - che facevi di bello?-
- Oh, nulla di che… Tentavo di sfuggire a Gazza… Qualcosa non va?- gli si sedette accanto e notò che aveva le occhiaie più marcate del solito e aveva un’aria molto stanca
- È per via della… Beh, hai capito- sbuffò
- In questo caso, credo di non poterti aiutare- gli diede una pacca amichevole sulla spalla e s’incamminò verso la porta del dormitorio femminile.
- Tu non sei in crisi con la tua?- le domandò prima che se ne andasse
- Un pochino- ammise ed entrò nel dormitorio.
Fortunatamente Pansy dormiva, s’infilò sotto le coperte e si addormentò.
- Svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa- erano passati due minuti, o almeno così parve a lei, quando venne buttata giù dal letto dalla compagna
- Ma sei impazzita?- le urlò - che ore sono?-
- Le 7:20-
Sbuffando si alzò e indossò l’uniforme
- Ci sei, Pansy?- le strillò dieci minuti dopo
- Quasi!-
Dopo un quarto d’ora uscirono dai sotterranei
- Mi avevi chiesto di controllare una cosa ieri sera, giusto?- le chiese
Dana annuì
- Bene, allora, Lupin ha cenato con noi, ma continuava a lanciare occhiate in direzione del posto vuoto accanto a me, ovvero il tuo, e alla porta. Che state combinando voi due? - disse tutto d’un fiato
- Per quel che ne so io, niente- ridacchiò
- Per me sospettano che sia tu la ragazza che era con sfregiato quella notte- affermò
- Può darsi- alzò le spalle.
Entrarono nella Sala Grande, che era già piena, e si accomodarono al tavolo di serpeverde, Dana guardò in direzione del tavolo dei professori, sorrise a Lupin e si rimise a parlare con Pansy. 

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Capitolo 17
*** Mancano ancora quattro ore! ***


- Ehy Danetta, ci vieni questa sera  a Hogsmeade?- le chiese Pansy  mentre passeggiavano per i corridoi
- Certo! Perché?- le rispose alzandosi
- Vieni qui- le fece cenno di avvicinarsi e lei obbedì - Draco, Blaise ed io vogliamo fare una festa e rientrare dopo il coprifuoco, ti va di partecipare?- le sussurrò
Ci rifletté sopra un momento
- Ma sì, ci sto! E che cosa faremo esattamente?- le mormorò.
- Te lo spiego nel dormitorio, forza muoviti!- la strattonò per un braccio e si precipitarono nei sotterranei
- Quanta fretta! Guarda che ci andiamo dopo cena, non adesso!- disse la bionda dopo essere stata scaraventata nel dormitorio di Serpeverde.
- Dobbiamo prepararci! Non abbiamo tempo!- le urlò mentre faceva passare tutto il guardaroba in cerca di un vestito decente.
- Sono le 16! Mancano ancora quattro ore!- l’amica si girò a guardarla scettica.
- E tu pensi di essere pronta in quattro ore? Ah, ovviamente salteremo la cena!- tirò fuori un vestito dall’armadio, lo squadrò e lo ributtò dentro.
- Hai già un accompagnatore?- le chiese mentre accarezzava Champal, la sua gatta nera
- Si! Mi accompagna Nott e tu?- disse continuando a cercare un abito adatto.
- Draco- le comunicò
- E quand’è che te l’ha chiesto?- le domandò con un’aria da investigatrice
- A colazione- alzò le spalle
- Io non l’ho sentito! Non è che mi prendi in giro?- replicò
- Assolutamente no, me l’ha proposto mentre tiravi la forchetta ai corvosecchia- ridacchiò
Anche l’altra rise
- Buon per te, ora muoviti e inizia a cercarti il vestito!- le ordinò e l’altra sbuffando si alzò e andò al proprio armadio.
- Che ne dici di questo, Pansy?- dopo una ventina di minuti mostrò un abito verde che arrivava fino al ginocchio, senza spalle e con tre volant a balze alla fine
- No, stai andando a passeggio, non al ballo della scuola!- rimmerse la testa nell’armadio - Tu, invece, che ne pensi?- indicò un vestito verdino a pois neri
- È… Orribile- le rispose
- Sì, hai ragione! Dana muoviti! Non abbiamo tutto questo tempo!- la sgridò.
Almeno tredici abiti della bionda furono rifiutati e altrettanti della mora, poi un’oretta dopo
- Ehy Danatta, questo?- tirò fuori un capo verde bottiglia, stretto in vita da un fiocco nero, abbinato da una giacca a maniche lunghe nera e delle scarpe nere col tacco
- Bello! Sono sicura che ti starà d’incanto!- le sorrise
- Hai trovato il tuo?- le chiese
- Forse- prese un vestito verde acido molto corto, senza spalle e decorato con del pizzo nero nella zona del petto
- Meraviglioso!- finalmente un si - Ora le scarpe-
- Penso che indosserò queste- esibì un paio di scarpe nere lucide con tacco alto
- Ottimo! Ultima tappa trucco e capelli- annuirono soddisfatte.
- Cavolo Pan! Sono le sette!-
- Te l’avevo detto che non avevamo tempo da perdere!- le urlò mentre si metteva un ciondolo a forma di serpente.
Esattamente alle 20.05, ovvero quattro ore dopo, le due uscirono dal dormitorio e si diressero all’ingresso principale.
Dana portava i capelli lisci sciolti sulle spalle, mentre Pansy aveva insistito per farli a boccoli; girarono l’angolo e videro davanti alla porta Theodore e Draco che, con la molta fantasia, si erano vestiti uguali, se non fosse per il fatto che Nott non portava la cravatta.
- Siamo in ritardo?- domandarono le due ragazze in coro
- No- risposero i due sorridendo, uscirono.
- Il piano è questo: facciamo un giretto e qualche minuto prima del rientro ci imboschiamo da qualche parte, ci saranno anche le Greengrass, Tiger, Goyle e Blaise- spiegò Malfoy agli altri tre dopo essersi separati dagli altri studenti, subito dopo Theodore e Pansy entrarono da Zonco
- Allora, dove vuoi andare, D?- le chiese sorridendo
- Avrei un appuntamento con mia madre a Mielandia, sai per la…- s’interruppe vedendo che l’altro annuiva
- Come mai? Qualche problema?- domandò
- Un problema che è anche una grande possibilità- confessò sbuffando
- Okay, vai pure, ti aspetto fuori dai Tre Manici di Scopa-
Facendosi coraggio la ragazza s’incamminò verso il negozio di dolci, accanto alla porta c’era Astrea.
-Sera madre- le sorrise
- Ma come ti sei conciata? Va bene che sei giovane, ma non è un po’ troppo corto quell’abito?- lo osservò.
- Mamma!-
- Hai ragione, non siamo qui per parlare di questo! Vieni, andiamo da Madama Piediburro-
La ragazza annuendo seguì la madre.
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N.d.A. è ovvio che continua nel prossimo capitolo!  Dato che non sono brava a descrivere i vestiti, vi posto le foto
Vestito di Dana: http://data.whicdn.com/images/6170637/tumblr_letdeiMCpK1qf489yo1_400_large.jpg (quello a sinistra)
Vestito di Pansy: http://data.whicdn.com/images/19569811/y_large.jpg
P
s.  Un abbraccio a tutti quelli che seguono questa storia, grazie! 

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Capitolo 18
*** Muffliato ***


Aprì la porta e fece entrare la madre, poi la richiuse dietro di se.
Si guardò attorno, non c’era mai stata prima, la stanza era piena di fiocchi e merletti.
- Bel posto madre, come l’hai trovato?- chiese Dana curiosa
- Mi ci ha portato tuo padre al nostro primo San Valentino- disse sospirando malinconica
Si sedettero a un tavolino e Astrea ordinò un thè ai frutti rossi, mentre la ragazza si limitò a rifiutare gentilmente.
- Muffliato- borbottò la donna sottovoce - Bene, di che mi volevi parlare?-
- Lupin, mi ha proposto di lavorare come spia per Silente- le rispose
- Remus? Ma non era stato messo fuori gioco da Antonin?- le domandò.
- Così pensavamo, ma a quanto pare il vecchio è riuscito a fargli tornare la memoria- sbuffò e si portò una mano alla tempia.
- Capisco, gli hai già risposto?- guardò la figlia amorevolmente
- No, ma per farlo stare buono gli ho detto che probabilmente gli dirò di si- la informò
- Ottimo, sai che grande occasione è per te?- ad Astrea brillarono gli occhi
- Lo so madre, potrei fare il doppio gioco- ghignò - Ma l’Oscuro cosa ne pensa? Mi sembra che ci sia già una spia-
- Oh… Informerò io stessa il nostro illustrissimo Signore e poi due è sempre meglio di uno- sorrise e sorseggiò il contenuto della tazza
- Appena torno al castello, quindi, dico di si a Lupin- era piuttosto inquieta - Dovrei informare Barty, però- mormorò
- Barthemius? E perché mai?- chiese la madre confusa
- Beh…Mi ha sempre seguita e aiutata in questa missione, non vorrei che mi prenda per una traditrice- si era dimenticata che lei non sapeva niente della loro storia.
- Lo scoprirà insieme agi altri quando lo dirò nella prossima riunione di Malfoy Manor, a proposito, l’Oscuro non vuole che tu venga, ti chiede di rimanere a Hogwarts-
- Ai Suoi ordini- rispose, non le erano mai piaciute quelle assemblee.
- Devo andare, a presto cara- si alzò e pagò, poi uscì.
Dana rimase seduta qualche altro minuto, poi se ne andò anche lei.
Erano passate due ore e mancavano cinque minuti al coprifuoco, si guardò attorno cercando Draco, lo vide appoggiato al muro di un locale, “ La Testa di Porco”, lo raggiunse.
- Scusa, non sapevo che avrebbe portato via così tanto tempo- dichiarò un po’ in imbarazzo
- Tranquilla, almeno ho avuto il tempo di progettare tutto- il giovane le sorrise - Vieni, gli altri sono entrati qui, abbiamo preso una camera per tutta la notte e, nel caso qualche professore ci venga a cercare, siamo vicini alla Stamberga- spiegò, la prese a braccetto e valcarono la stretta soglia di quello squallido pub.
- Eccoli! Finalmente ragazzi! Non sarete già andati a divertirvi?- Pansy li guardò con un’aria da investigatrice
- Non dire babbanate Parkinson- le rispose Draco sorridendo
- Ehy! Daphne, Astoria! Come state?- Dana le salutò raggiante e le tre si scambiarono un bacio sulla guancia, poi la bionda si sedette accanto a Malfoy.
- Probabilmente saranno già andati gli altri- Blaise si aggiunse al discorso dopo aver finito la sua burrobirra.
- Draco, che diremo domani?- chiese Tiger, l’altro scosse la testa
- Non lo so Vincent- rispose - ci inventeremo qualcosa sta notte-
- Bene, andiamo in camera?- chiese Goyle dopo qualche minuto di silenzio
- Ehy voi! Io vi ho lasciato affittare la camera, ma provate a fare casino e a disturbare e vi sbatto fuori a calci nel posto dove non batte il sole- urlò il proprietario ai primi due che salirono le scale per andare di sopra
- Non le creeremo problemi, signore- disse Draco sorridendo, lui e Dana erano gli ultimi e stavano per salire quando la porta si aprì
- Eh! Aberforth, mi fai il solito?- domandò una voce famigliare e la giovane si girò a guardare la persona appena entrata, stava per salutarlo quando lui le fece cenno di stare zitta, così salì le scale insieme a Draco.
- Razza di schifoso mangiamorte che non sei altro- gli ringhiò Silente
- Ma chi? Io? Io vendo caramelle ai bambini mezzosangue!- gli rispose il giovane ridendo sprezzante - Anzi, non preparami niente, vado di sopra a riposare una mezz’oretta e poi torno per dare la cioccolata ai babbani- detto questo salì anche lui le scale.
Dana, che dal pianerottolo aveva sentito tutto, ridacchiò
- Che hai da ridere D? E comunque, vogliamo entrare?- chiese Draco impaziente
- Signor Malfoy, che ci fa a braccetto con la mia ragazza?- disse Barty ridacchiando, l’altro sbiancò
- S..Signor Crouch… Non ne sapevo niente- mormorò in risposta
- Sto scherzando- lo informò e il ragazzo riprese a respirare
- Dra…- cominciò Dana
- Lo so, ci raggiungi dopo!- le sorrise ed entrò nella camera
Barty lo seguì con lo sguardo e aspettò che la porta si chiudesse.
-Muffliato- disse sottovoce
- Anche tu con questo incantesimo?-
- è molto utile, sai? Comunque, che ci fai qui dopo il coprifuoco? E cosa volete fare tu e Malfoy in una camera del più squallido locale di tutta Hogsmeade?- chiese
- La parola “festa” ti dice niente? Per informazione, praticamente tutta la casata è in quella camera e poi scommetto che queste cose le facevi anche tu ai tempi di Hogwarts- lo abbracciò amorevolmente
- Ero uno studente modello, pensa che nei GUFO ho preso 12- ricambiò l’abbraccio
- Davvero ammirevole- dichiarò stupita
- Quindi farai da doppiogiochista?- le chiese sedendosi su un tavolino abbandonato nel corridoio
- Come fai a…?  Sì, lo farò- rispose attonita
- Meglio, non mi fido di Severus- dichiarò indifferente
- E Lupin non si fida totalmente di me perché dice che sto con un pazzo- sbuffò
L’altro rise
- Io pazzo? Ovvio, ma pazzo di te- la baciò e Dana ricambiò passandogli una mano nei capelli
- Com’è che hai della neve nei capelli?- chiese dopo essersi staccata dalle sue labbra
- In Russia nevica-
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Siamo giunti al 18esimo capitolo e voglio ringraziare tutti quelli che hanno seguito questa storia, grazie di cuore, vi voglio bene :)
Preferita da 3 ( IlariaClettySnape; Lady_B; Narcissa_Cissy Malfoy)
Ricordata da 2 ( Lady_B; Latis Lensherr)
Seguita da 6 ( Cherolain; Erodiade; Giurama; Jess97; LadySaika, Lady_B)
e un grazie anche alla mia compagna di banco che segue la storia anche se non è su Efp
GRAZIE MILLE DI NUOVO e a presto :)
 
 

 

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Capitolo 19
*** Si da il caso che il lato oscuro sia quello più divertente ***


- Russia? Che ci facevi laggiù?- gli chiese sorpresa.
- Igor Karkaroff, il nostro Signore voleva che lo trovassi- alzò le spalle
- Il preside di Durmstag?- domandò - Era scomparso durante il Torneo Tremaghi, se non sbaglio-
- Esatto, l’ho trovato in una baracca nei pressi di una città babbana di nome Arcangelo- precisò - Puoi immaginare la fine che abbia fatto-  concluse e la ragazza scoppiò a ridere  
- Lo trovi divertente?- le domandò sorpreso
- Non dovrei? Insomma, un traditore è morto, è un altro punto a favore del nostro Signore-.
L’altro annuì
- Incominci a pensare come me, forse tra poco inizierai anche ad agire come me- le poggiò una mano sulla spalla
- Lo spero! Sarei onorata di imparare dal più fedele seguace del Signore Oscuro- gli sorrise
- Modestamente si, sono il mangiamorte più fedele-  affermò e le spostò una ciocca di capelli dietro l’orecchio
- Se posso chiedere, quand’è che hai deciso di seguire l’Oscuro?- gli chiese
- Verso i diciassette anni, quando è sparita la traccia, mi avrebbe dato solo fastidio- rispose guardandosi attorno
-Uhm… Raccontami un po’ dei tempi di Hogwarts- la giovane si sedette accanto a lui
- Come mai tutto questo interesse per il mio passato?- le domandò sospettoso
- L’altro giorno mi sono resa conto che sto con un quasi perfetto sconosciuto- si rigirò l’anello sul dito, come faceva sempre quando era nervosa
- Capisco… Allora, incominciamo dal fatto che ero di Serpeverde, mi piaceva studiare, odiavo gli stupidi grifondoro e come ho detto prima ho preso 12 ai GUFO… Che altro vuoi sapere?-
- Materie preferite? Eri nella squadra di quidditch?- Dana si strinse nel cappotto, in fondo al corridoio c’era una finestra mezza rotta da cui entrava la fresca aria notturna.
- Si, sono stato cercatore di Serpeverde al quinto anno, mentre la materia… Credo che fosse Difesa contro le Arti oscure- disse lanciando un’occhiata alle scale - Anche se mi interessavano di più le Arti oscure che neanche la difesa- concluse.
- E poi hai torturato i Paciock con la Lestrange- disse maledicendo mentalmente il vetro rotto
- Una delle cose più divertenti che ho fatto in vita mia- gli si stampò sul volto un ghigno malefico - A proposito di Bellatrix, ho saputo che ti ha cruciata!-  la guardò
- Ne è passato di tempo! Mi sembra che sia stato dopo le vacanze di Natale!- lo informò.
- A quanto pare l’hai presa bene- alzò un sopracciglio
- Aveva tutto il diritto di farlo- osservò una crepa nel muro - Avevo ceduto alle preghiere di Olivander e stavo per liberarlo,  la Lest… Bellatrix mi ha fatto solo un favore- accennò un sorriso
- Tu cosa? Spero che questi tuoi momenti di gentilezza siano passati!- ribatté indignato.
- Se non fossero passati io ora sarei ad Azkaban e Moody avrebbe ancora la memoria- lo tranquillizzò.
Il ragazzo rise
- Stai diventando una mangiamorte modello- le sorrise
Restarono in silenzio qualche minuto
- Io andrei in camera, Pansy mi uccide se scopre che sono fidanzata- ridacchiò
- Chi? Pan….- Non finì la frase, l’altra lo zittì con un bacio.
- A presto, Barty- lui fece un cenno con il capo e la ragazza sparì dentro la stanza
- Finalmente! Ma che hai fatto lì fuori?- chiese Astoria prendendo gli alcolici
- Scusate, mi sono fermata a parlare con un amico- era diventata brava a mentire, questo era certo.
- Hai amici che frequentano questo posto?- Pansy la squadrò - Non era qualche fidanzato nascosto?-
- Eh smettila!- Dana appellò un cuscino e glielo lanciò contro ridendo.
Draco era appoggiato alla finestra e stava guardando fuori quando alzò la testa e disse
- Auror-
- Come?- chiesero gli altri in coro
- Due auror sono appena entrati- ripeté preoccupato
Istintivamente la bionda si diresse alla porta, ma la trovò chiusa, appoggiò l’orecchio sul legno e ascoltò.
- Dana, che succede?- chiese Blaise che aveva estratto la bacchetta per sicurezza.
- Stanno salendo le scale- rimase con il fiato sospeso.
- È lui! È Crouch!- disse una voce
- Complimenti, avete appena riconosciuto un mangiamorte- il ragazzo applaudì
- Ora ci seguirai fino ad Azkaban- intimò una seconda voce
- Oppure?- domandò con tono di scherno
- Oppure ti ci portiamo con la forza-
- E così mandano due ridicoli ometti come Dawlish e Savage a tentare di catturarmi?- scoppiò a ridere
- Adesso basta scherzare, Crouch! Vieni con noi!- ripetè il primo uomo
- Che vuoi fare? Metti via quella bacchetta!- questa volta fu il secondo uomo a parlare.
- La metterò via solo quando avrò finito, Avada Kedavra!- esclamò
- Che figlio di… Stupeficium!-
- Ridicoli! Crucio!- disse quasi ridendo
- Bombarda!- era stato uno dei due auror a lanciare l’incantesimo
La porta tremò notevolmente e la ragazza si staccò credendo che stesse per venire giù, ma non fu così, tornò ad ascoltare, tutto quello che sentì fu il rumore dei vetri che si infrangevano.
- Allora? Che cosa stanno combinando là fuori?- Goyle si era alzato e come gli altri stringeva la bacchetta.
- Non lo so, ma non resto qui dento, Alohomora- sbloccò la porta ed uscì, si guardò attorno, poi si rivolse ai due auror
- Abbiamo finito di fare casino? C’è gente che vorrebbe dormire!- mentì con nonchalance.
- Ci scusi se stavamo tentando di catturare un mangiamorte!- sbottarono i due
Lei si guardò di nuovo attorno
- Io vedo solo voi due- alzò un sopracciglio
- Quel bastardo è scappato- ringhiò il più giovane
- Certo certo, tutto quello che volete, ma provate anche solo a sbuffare e vi butto fuori a calci, chiaro?- parlò con un tono degno di Piton
- Ma guarda questa- borbottò l’altro mentre scendevano le scale.
Soddisfatta si richiuse la porta alle spalle
- Beh?- domandarono gli altri impazienti
- Nulla, solo due ubriachi fradici- alzò le spalle
- Allora, vogliamo cominciarla questa benedetta festa?- Pansy riempì i bicchieri.

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Capitolo 20
*** Il bivio ***


- Ma gli Auror?- chiese Blaise preoccupato
- Sono usciti, direi che possiamo cominciare- disse Draco intercettando lo sguardo di Dana
Daphne si alzò e mise una canzone delle Sorelle Stravagarie.
- Sei pazza? Il tizio ha detto che ci butta fuori se facciamo casino!- esclamò la sorella.
- Rilassati Astoria, ho fatto qualche incantesimo, non sentirà nulla-
- Allora! Chi vuole un po’ di whisky incendiario?- domandò Pansy alzando due bottiglie, la mano di Dana scattò in alto.
- Kearly! Aggiudicato!- le fece l’occhiolino e le lanciò bottiglia e bicchiere.
- Anche per me Pansy, ma non lanciarli- Draco sorrise
- Ne sei sicuro biondino?- gli riempì il bicchiere e l’altro annuì, poi glielo passò
- Ehy barista, abbiamo anche l’idromele?- Vincent si alzò e prese al volo la bottiglia lanciatogli dalla ragazza.
- Bene, ora che tutti abbiamo qualcosa da bere- incominciò Parkinson - Possiamo iniziare a divertirci-
- Che cosa proponi Pan?- chiese Dana dopo aver bevuto un sorso dal bicchiere e aver sentito il famigliare bruciore alla gola
- Eccola, la domanda e la ragazza che volevo!- ridacchiò - Adesso, se agli altri va bene, ci faremo delle domande e dovrete rispondere sinceramente- marcò l’ultima parola
- Io ci sto- Nott si fece sentire per la prima volta in tutta la serata e alle sue parole anche le Greengrass annuirono
- Va bene anche a noi- Tiger e Goyle alzarono i bicchieri
- Ma siete già ubriachi?- disse Dana guardandoli
- È già cominciato il gioco?- chiesero in coro
- Ragazzi, un po’ di contegno!- li ammonì Pansy - Comunque manca ancora il consenso dei due biondini- li guardò - Che avete da temere?-
Draco alzò le spalle
- Hai il mio consenso- le rispose
- Ottimo, Dana?- la guardò
- Beh, la maggioranza ha deciso, ci sono anche io- sorrise sperando che non le capitassero domande inopportune
- Okay! Chi vuole iniziare?-
- Io!- Astoria alzò il braccio facendo tintinnare il braccialetto - Blaise, perché tu e il mio fidanzato Kain vi siete picchiati ieri sera?- lo squadrò e l’altro si passò una mano tra i capelli
- Ehm… È una lunga storia-
È da quel punto che Dana aveva smesso di ascoltare, stava ripensando a tutto quello che le era successo in questi mesi: Barty che batteva così facilmente Silente e Piton; lei che aveva ricevuto il marchio nero; i suoi primi omicidi a Londra babbana, come si era sentita male! Ma non era ancora finita: l’Oscuro che le chiedeva di catturare Potter; la pena che aveva provato vedendo Olivander nelle segrete e la cruciatus ricevuta per aver tentato di liberarlo; la lite con Lumacorno e la sua successiva aggressione; il preside che probabilmente aveva già capito tutto, ma se era veramente così, cosa aspettava a sbatterla fuori da Hogwarts? Di sicuro gli avrebbe chiesto questo se anche il vecchio avesse partecipato al gioco.
Aveva preso Harry, era stato così facile! È inutile dire che aveva già preparato il nuovo piano per catturarlo, stava solo aspettando il momento giusto e ormai se lo sentiva dentro, stava per arrivare.
E poi è comparso un Lupin a complicargli una vita già abbastanza incasinata, lui e la sua cocciutaggine!
Si trovava di fronte ad un bivio, se avesse preso la stradina a sinistra, avrebbe continuato a essere una mangiamorte, avrebbe reso fieri i suoi genitori e Barty, la persona che attualmente amava di più, ma avrebbe vissuto con la paura che Voldemort cadesse e, di conseguenza, di trovarsi in una squallida cella circondata da dissennatori, perdendo tutto quello che aveva conquistato.
Dall’altra parte, nel sentiero di destra, avrebbe seguito Lupin, avrebbe lavorato veramente come spia per Silente, si sarebbe trovata davanti un futuro migliore, ma il costo sarebbe stato molto alto: abbandonare le persone che per lei c’erano state quasi sempre e che ormai considerava una famiglia, Antonin, Amycus, Augustus, Lucius e Narcissa, Yaxley che molte volte l’aveva fatta ridere con il suo “involontario” modo di pavoneggiarsi, Alecto e il suo strano interesse per i pavoni, Walden e persino quella pazza di Bellatrix!
Avrebbe veramente avuto il coraggio di abbandonarli?
- Dana! Ci sei?- la voce di Pansy la riportò alla realtà.
- Scusa, stavo pensando, puoi ripetere la domanda?- tentò di sorridere
- Sempre con la testa tra le nuvole tu! Comunque ti ho chiesto se sei fidanzata e voglio sapere la verità!- più o meno tutti in quella stanza la stavano guardando
- La verità?- l’altra annuì - Sì, sono fidanzata- dichiarò con tono piatto, ancora turbata da quei pensieri
- E con chi?- all’amica luccicarono gli occhi
- Mi spiace, hai esaurito le tue domande- ridacchiò
- Aspetta, mi stai dicendo che Pansy non sa chi è il tuo ragazzo?- Draco guardò entrambe
- Momento, mi stai dicendo che DRACO sa chi è ed io no?- Pansy guardò entrambi
- L’ha scoperto per caso- disse la ragazza in tono vago
- Dai Dana! Chi è?- chiesero le Greengrass bevendo l’ennesimo sorso dall’ennesimo bicchiere.
- No, vi posso solo dire che non è di Hogwarts, mi spiace- questo sembrò demotivare tutti, tranne Pansy
- Non dirmi che è di Durmstag o peggio, di Beaubatons o come si dice!- si sedette davanti a Dana
- Si dice Beauxbatons e comunque no-
- Ci spieghi perché lo tieni segreto? Insomma, Astoria sta con Kain, Daphne con me, Blaise sta con Pansy e Draco… No, Draco è single- ribatté Vincent e Malfoy alzò braccia e occhi al cielo esasperato.
- Che cosa pensereste se vi dicessi che sto con uno che ha il doppio dei miei anni?- chiese guardando il pavimento
- Beh… Penserei che sia un po’ troppo vecchio per te- le rispose Goyle
- L’amore non ha età- ribadì Astoria
- E se lui ti ama veramente non vedo perché non dovreste stare assieme- Daphne concluse la frase della sorella
- L'amore, come la morte, cambia tutto; per questo l’hai tenuto nascosto, vero Dana?-
- Theodore?- la sua frase l’aveva colpita - Comunque sì- sorrise involontariamente.
Ci fu qualche istante di silenzio
- DANA KEARLY! NON POSSO CREDERE CHE TU TI SIA MESSA CON... CON… CON LUI!- le urlò Pansy - E QUELLA È LA COSA MINORE! IL FATTO CHE TU NON ME NE ABBIA PARLATO È LA COSA PEGGIORE! SONO NOTEVOLMENTE DELUSA E AMAREGGIATA DA QUESTO TUO COMPORTAMENTO!-
- È la stessa cosa che direbbe mia madre se lo scoprisse- disse malinconica - ma come hai saputo di lui?-
- È STATO ABBASTANZA SEMPLICE, SAI? MENTRE MANGIAVAMO LO GUARDAVI E SORRIDEVI E POI HO SENTITO UNA VOCE DI CORRIDOIO CHE DICEVA CHE TI SEI VISTA CON LUI ALLE 5 DEL MATTINO!- continuò adirata.
- Mentre mangiavamo? Ci siamo visti alle 5 del mattino? Ma di chi stai parlando?- chiese confusa
- Non fare la finta tonta! Sai che sto parlando di quella feccia di Lupin!- la guardò male.
- Lupin?- la ragazza scoppiò a ridere- Io…. E Lupin!- Draco si mise a ridere con lei
- Che avete da ridere voi due?- domandò Astoria togliendo le parole di bocca a Pansy
- Non sto con Lupin!- aveva le lacrime agli occhi - Diglielo anche tu Dra-
- Confermo, non è lui!- era diventato rosso dal ridere
- Ma allora chi è?- Pansy la guardò
- È questo bellissimo ragazzo- estrasse una foto dalla tasca interna della giacca e la passò all’amica che la guardò.
- Quale dei due?- chiese
- Oh... Hai ragione… È quello sulla destra, quello biondo- rispose sospirando
La fotografia riprendeva due ragazzi e una ragazza abbracciati mentre ridevano, sulla destra c’era Barty che esibiva il suo sorriso più spontaneo, mentre sulla sinistra c’era Antonin che con la mano libera reggeva una bottiglia di whisky incendiario riempita a metà.
- Eppure hanno un viso famigliare- disse Blaise dopo averle restituito la foto
“E ora che gli dico? Oh sai, probabilmente li hai visti sulla Gazzetta del Profeta, sono due mangiamorte evasi da Azkaban!” pensò sforzandosi di non sbuffare.
- Erano qui quando siamo entrati- dichiarò Draco
- Oh si! Me li ricordo!- si aggiunse Pansy che sembrava aver intercettato i pensieri della bionda - Erano seduti al bancone!-
- Può darsi- Zabini alzò le spalle
- Dana, ci presenti il ragazzo con la bottiglia in mano?- chiesero le Greengrass in coro
- Daphne!- esclamò Vincent
- Stavo scherzando tesoro!- risero quasi tutti, tranne Tiger, ovvio.
- Ma lo sapete che è mezzanotte?- Nott guardò fuori dalla finestra - Quegli idioti non si sono ancora accorti della nostra scomparsa-
- Oppure sono così stupidi da non controllare “La Testa di Porco”- ribatté Goyle
- Qualunque cosa sia, ora dobbiamo dormire, se restiamo svegli ancora a lungo domani oltre ai postumi della sbornia avremo anche una carenza mentale e non potremo inventare una scusa convincente- Theodore si spostò dal vetro e si buttò sul letto
- Penso che abbia ragione, buonanotte ragazzi!- Dana si sdraiò e lo stesso fecero gli altri. 

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Capitolo 21
*** Continuando a mentire ***


Dana si svegliò verso le 7, notò che Draco e Theodore erano già in piedi e Pansy si stava alzando, mentre le Greengrass, Tiger, Goyle e Zabini dormivano profondamente.
- Dovremmo svegliarli, altrimenti non riusciremo ad arrivare in tempo a Hogwarts- Nott si era già messo la giacca e, come ieri sera, stava guardando fuori dalla finestra.
- Io penso a Daphne e Astoria- la bionda si diresse verso le due, strattonò loro un braccio - Ehy, è ora di alzarsi-
- Che ore sono, Carlita?- chiese Astoria
- Carlita? Comunque sono le sette e, se vogliamo arrivare in tempo per la prima lezione, dobbiamo andare-
Entrambe si alzarono di malavoglia.
- Non sono impazzita, Carlita è la mia elfa domestica- le spiegò
L’altra si limitò ad annuire
- Posso svegliare gli altri tre?- Daphne aveva uno strano sorrisetto dipinto sul volto
- Con delicatezza- Draco la guardò male
- Certo!- si  puntò la bacchetta alla gola -Sonorus- borbottò, poi si avvicinò ai ragazzi - Sveglia! Il palazzo va in fiamme!-
Blaise fu il primo a scattare in piedi e poi fuori dal letto, fu seguito subito dopo dagli altri due.
L’espressione sui loro volti fece ridere tutti.
- Quietus- sussurrò la Greengrass
- Ma sei pazza?- domandarono tutti e tre
- Smettetela di perdere tempo- li ammonì Theodore e si diresse alla porta.
- Sicuri di aver preso tutto?- Dana si guardò attorno, aveva un po’ di nausea.
- Abbiamo lasciato qui solo le bottiglie, ci penserà il tizio sotto a pulirle- Pansy prese l’amica a braccetto e scesero di sotto.
Aspettarono l’arrivo degli ultimi due, Tiger e Daphne, poi si diressero alla porta.
- Buongiorno ragazzi- disse una voce famigliare alle loro spalle, la bionda si girò di scatto; appoggiato al bancone del bar c’era Lupin e li stava guardando uno ad uno con uno sguardo severo.
- Porco Godric!- Astoria e Goyle imprecarono a bassa voce.
- Passato una bella serata?- da un tavolino in fondo si alzò il direttore di Serpeverde, Severus Piton che li accolse con il suo solito tono gelido.
- Santo Salazar, ora siamo morti- questa volta furono Daphne, Blaise, Tiger e Nott, Draco e Dana rimasero in silenzio, l’uno guardando Severus e l’altra guardando Remus.
- Vogliamo tornare ad Hogwarts?- Piton aprì la porta e i ragazzi incominciarono a uscire a testa bassa- No, signorina Kearly, lei tornerà con il signor Lupin, vuole… Vuole fare quattro chiacchiere in privato- richiuse la porta dietro di sé.
- Accomodati pure- e indicò lo sgabello accanto a sé, il locale era vuoto, non c’era neanche il proprietario.
- Preferirei prendere una boccata d’aria- alla nausea si era aggiunta l’emicrania, avrebbe dato qualsiasi cosa pur di tornare a dormire.
- Come vuoi- si alzò e le aprì la porta, la ragazza uscì; non era esattamente una bella giornata: il cielo era coperto di nubi e prometteva pioggia.
- Che avete combinato ieri sera?- le chiese dopo qualche metro
- Che importa? Ormai è andata- si massaggiò una tempia
- Beh, Severus non sa cosa scrivere nella lettera che invierà ai vostri genitori- tentò di non dare troppa importanza alla cosa
- Ci mancava solo questa- borbottò stringendosi nel cappotto
- Credo che tu sappia che non è questo il motivo per cui ho chiesto di riaccompagnarti da solo- tagliò corto
- Vuole sapere la risposta?- gli domandò guardandolo negli occhi, stranamente aveva uno sguardo preoccupato.
- Anche, ma prima voglio chiederti se sapevi che Barthemius Crouch era lì- stava fissando l’alba
- L’ho incontrato per caso ed è la verità- mise le mani in tasca
- E cosa vi siete detti?- disse in tono pacato
- Non credo che le interesserebbe-
- Non si può mai dire- affermò
- Gli ho chiesto del suo passato ad Hogwarts e della sua entrata nei mangiamorte- alzò le spalle sbuffando
- Uhm…. E realmente che cosa vi siete detti?- osservò i vari negozi della stradina.
- Non le sto mentendo- strinse la sciarpa, faceva freddo.
- Riguardo alla risposta?- cambiò argomento vedendo che la ragazza cominciava a sentirsi a disagio
- È un si- inspirò profondamente
Lupin si fermò
- C’è qualcosa che non va?- domandò Dana
- È un… si- ripeté incredulo
- Perché? Che cosa si aspettava?- la giovane era più sorpresa di lui.
- Sinceramente mi aspettavo un no, mi avrebbe semplificato molto le cose- annunciò
- È successo qualcosa che dovrei sapere?- si stava incominciando a preoccupare
- Due Auror ieri sono stati uccisi- disse
- Dawlish e Savage?- chiesa la ragazza attonita
- Non lo sa nessuno, come fai a…?-
Dana lo interruppe
- Mentre stavamo festeggiando, io e gli altri intendo, sono entrati e si sono battuti con Barty, ma sono riusciti a fare molto- riprese a camminare per scaldarsi
- Non sono riusciti a fare molto perché sono morti?- Remus la seguì
- No, perché Barty si è buttato dalla finestra e si è smaterializzato- disse indifferente
- Ma quindi è stato lui ad ammazzarli- esclamò
- Probabile, perché? Chi pensavi fosse stato?- chiese curiosa
- Io non avevo idee, ma Silente sospettava di te- la informò un po’ in imbarazzo
- Di me… È per questo che eri sorpreso della mia risposta?- lo guardò
- Beh… Si! Ormai hai capito che Albus non si fida di te- imboccò una stradina laterale.
- Se devo dir la verità non capisco perché tu ti fidi di me-
- È per una promessa- spiegò
- Una promessa? Con chi?- chiese sempre più confusa
- Devi sapere che io e tuo padre eravamo amici ad Hogwart- cominciò - Poi lui è diventato un mangiamorte e ci siamo persi di vista, ma quando Tu-Sai-Chi è caduto mi è arrivata una sua lettera- si sedette su una panchina
- E che cosa diceva?- si accomodò anche lei
- Parlava del fatto che Tu-Sai-Chi un giorno sarebbe risorto, sapeva che tua madre ti avrebbe fatta marchiare e mi chiedeva di tenerti lontana da Azkaban; all’inizio pensai che si stesse sbagliando, poi Tu-Sai-Chi è tornato, al terzo anno mi hanno proposto di insegnare Difesa e ne approfittai anche per tenerti d’occhio, ma non vidi nessun interesse da parte tua per le Arti Oscure e anche lì pensai che non saresti diventata una mangiamorte, ma mi sbagliai di nuovo. Parlai con tua madre di quello che c’era scritto nella busta e mi assicurò che ti avrebbe tenuta lontana da quel mondo-
- È per questo che ha subito sospettato di me quando è tornato ad Hogwarts a cercare la ragazza che aveva sfidato la notte precedente?- molte domande trovarono una risposta e molte lacune si riempirono dopo quella spiegazione
- Sperai che non fossi tu e invece… È anche per questo che accettai di non dire niente quando mi rivelasti di essere una mangiamorte- la guardò negli occhi - Se avessi dato maggiore importanza a quella lettera…-
- Non sarebbe cambiato nulla, io sarei diventata comunque quello che sono- gli posò delicatamente una mano sulla spalla - La colpa è solo mia e di mia madre e comunque tu adesso stai facendo di tutto per aiutarmi-
- Dobbiamo parlare con Albus- disse dopo una ventina di secondi
- Perché?- chiese la ragazza sorpresa
- Perché deve capire che  vuoi veramente passare al lato buono, perché è questo che vuoi, vero?- si alzò
- Si- mentì con il sorriso stampato in volto
- Bene, allora andiamo- si avviò verso la strada per Hogwarts
- Adesso?-  lo raggiunse correndo
- Si! Dana, io mi fido di te e penso veramente che tu sia cambiata e prima Albus lo capisce meglio è- la guardò negli occhi.
“ Quando scoprirà che in realtà lavoro ancora per il Signore Oscuro spero di non esserci, sono una mangiamorte, ma non riuscirei a sopportare la delusione stampata sul suo volto” pensò e malinconica seguì Lupin. 

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Capitolo 22
*** Il colloquio ***


Arrivarono davanti al Gargoyle di pietra.
- Parola d’accesso… Parola d’accesso… Ah si! Pallini Acidi!- esclamò Lupin e la statua rivelò la scala a chiocciola.
- Muoviti Dana!-
La ragazza salì velocemente le scale, faticando a stargli dietro.
Giunsero alla porta e Remus bussò freneticamente.
- Entrate, è aperto!- la voce risuonò ovattata per via del legno.
La giovane si piegò e riprese fiato, poi seguì l’altro all’interno dell’ufficio.
- Remus, Signorina Kearly, accomodatevi- sorrise indicando le sedie davanti a sé.
La bionda si guardò attorno: era pieno di ritratti che sembravano apparentemente addormentati, c’erano una marea di oggetti argentati che sibilavano dispersi in tutta la stanza e, appollaiata su un trespolo, c’era una fenice, Dana la guardò incantata.
- Lei è Fanny- disse il preside in tono sereno, subito dopo la ragazza distolse lo sguardo e si sedette accanto a Lupin.
- Come posso esservi utile?- chiese osservandoli entrambi
- Albus, abbiamo motivo di credere che sia stato Crouch a uccidere Dawlish e Savage-  spiegò Remus
- Che prove avete?- gli occhi azzurri si mossero rapidi verso i castani dell’altro
- Barty- sottolineò il nome - ha duellato con loro ieri sera- dichiarò Dana guardandolo negli occhi - Mi rendo conto che questo non significhi che lui li abbia ammazzati, ma non sarebbe nel suo stile lasciarli vivere-
- Perché lei sa qual è lo stile del signor Crouch?- chiese Silente scettico e l’altra si lasciò scappare un verso sprezzante
- È da lui che ho imparato a combattere come una mangiamorte, è stato il mio maestro per più di tre mesi ed è tuttora il mio compagno, penso di conoscerlo molto bene. In un duello ha solo tre obiettivi: battere l’avversario, cruciarlo fino a quando non invoca la morte e ucciderlo; quindi sì, credo di sapere quale sia il suo stile- precisò senza abbassare lo sguardo, infastidita dal tono del professore.
- Tu, Remus, le credi?- gli domandò
- Ci metterei la mano sul fuoco- rispose guardandola
“ Attento, potresti scottarti” pensò e gli sorrise.
- Credo che tu sappia che non mi fido di te- disse Silente e l’altra annuì - ti vorrei fare qualche domanda per convincermi che Remus ha ragione, me lo consenti?- le chiese
- Ovviamente- sorrise anche a lui.
- Se ricordo bene, quando Horace è stato aggredito tu mi dicesti di non saperne niente, me lo riconfermi? Inoltre controllai la tua bacchetta e l’ultimo incantesimo evocato era una Maledizione di Dolohov, se non sbaglio, mi vuoi dire dove l’hai imparata?- la scrutò
- Come le ho già detto non ne sapevo e non so niente dell’aggressione del professor Lumacorno. La Maledizione mi è stata insegnata dallo stesso Antonin, è un incantesimo molto utile.- affermò passandosi una mano sulla manica sinistra.
- E perché mai Dolohov dovrebbe perdere tempo con te?- Lupin anticipò la domanda del preside e ciò non passò inosservato alla ragazza.
- Mi state sottovalutando entrambi, ma come biasimarvi? Antonin è uno dei migliori ed io sono una ragazzina che dovrebbe a malapena saper evocare un patronus; anche lui aveva commesso questo errore, ma gli è bastato un duello per capire che ero determinata e che avevo talento, per questo decise di insegnarmi molti incantesimi oscuri di cui non avevo mai sentito parlare - sostenne con tono deciso.
- Il signor Dolohov è stato l’unico a istruirti?- chiese Silente
- No, Amycus mi ha insegnato a smaterializzarmi, Yaxley mi ha dato alcune lezioni di politica e Bellatrix mi ha aiutata a migliorare le mie Maledizioni senza Perdono- confidò sforzandosi di non sorridere.
- Mi sembra di capire che sei in buoni rapporti con i mangiamorte più importanti, perché hai deciso di fare il doppiogioco?- domandò curioso.
- Perché non voglio passare tutta o una parte della mia vita ad Azkaban, come ha fatto la maggior parte dei seguaci del Signore Oscuro- mentì con disinvoltura.
- Come faccio a sapere che non mi stai mentendo?- chiese abbandonando le sue metafore e i suoi discorsi pomposi che facevano imbestialire Dana.
- È questo il punto, non lo può sapere- ribatté con il tono più serio che avesse mai usato.
- Remus mi ha detto che sai evocare un patronus, ti spiacerebbe…?- la guardò
- Non ne vedo l’utilità, ma immagino che lei abbia i suoi motivi. Expecto Patronum- esclamò puntando il soffitto e dalla punta della bacchetta affiorò il lupo argentato che si accucciò immediatamente accanto alla ragazza.
- Ammirevole- dichiarò dopo una quarantina di secondi - Remus, ma non è…?- chiese sorpreso.
- Sì, è molto simile al mio- rispose sorridendo.
La giovane rifoderò la bacchetta e l’animale iniziò a dissolversi in una nuvoletta.
- Puoi andare Dana- disse il preside e silenziosamente l’altra si alzò e uscì.
Camminò per il corridoio riflettendo.
“ Da quel che ha detto Piton c’è un’organizzazione di seguaci di Silente, devo riuscire ad infiltrarmi, potrei trovare informazioni molto utili per l’Oscuro.”
Andò addosso a qualcuno.
- Draco? Scusa non ti avevo visto- lo guardò, lui si avvicinò.
 - Il 28 del mese prossimo porterò a termine la mia missione e l’Oscuro vuole che tu abbandoni Hogwarts con me e Piton, ti dice anche di abbandonare il compito che ti aveva assegnato precedentemente e di concentrarti solo su quello nuovo- le sussurrò all’orecchio.
- Te l’ha detto Lui?- chiese incredula
- No, me l’ha detto tua madre che l’ha saputo da Lui, ma non riusciva a comunicare con te- disse abbassando ancora la voce
- Ricevuto- Draco si scansò e lei andò alla lezione di Storia della Magia.

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Capitolo 23
*** Grimmauld place, n 12 ***


Erano trascorse due settimane, due settimane passate a comportarsi bene per convincere Silente che era veramente cambiata, due settimane che non vedeva Barty.
Quel pomeriggio, il 10 maggio, Dana era seduta su una panchina del parco e stava parlando con Pansy.
- Penso che tutto quel tempo passato con Lupin ti abbia rovinata- dichiarò la mora guardando l’amica preoccupata.
 - Che cosa intendi?- le chiese l’altra continuando a far levitare una foglia secca.
- Sembri una grifonidiota- le spiegò facendo esplodere la foglia.
- Ma non dire babbanate- incenerì i pezzetti rimasti in aria.
- È dalla festa che….- non riuscì a finire la frase
- Che?- domandò incominciando a spazientirsi
- Tra poco ti vedrò chiacchierare con la mezzosangue? No, dimmelo almeno mi preparo psicologicamente.- ribatté con un tono aspro
- Porco Merlino, se succede, cruciami!- le rispose seria
- Resta il fatto che ti comporti come la McGranitt- si alzò e si sgranchì le gambe.
- Sto solo cercando di entrare nelle grazie di Silente- le sussurrò assicurandosi che non ci fosse nessuno.
- Per prendere un voto in più agli esami?- chiese sbalordita.
- Ma no! È per qualcosa di più grande- replicò incamminandosi verso le scalinate che conducevano all’interno del castello.
- Ti sei innamorata del vecchio?- l’altra la seguì
- Ma che….? Ma come ti viene in mente? Insomma, è una cosa ridicola- ridacchiò
- E allora perché?- l’altra stava per esplodere.
- Pansy, questo è il mio ultimo anno a Hogwarts- osservò l’espressione sul volto dell’amica.
- È uno scherzo, vero? Non puoi andartene! Non dopo che Draco mi ha detto la stessa cosa- la guardò triste.
- Mi spiace, ma non posso restare qui- la abbracciò malinconica
- Dove andrai?- le due si conoscevano da anni, erano cresciute insieme e si consideravano quasi sorelle, la mora non riusciva a credere che si sarebbero separate proprio ora, non dopo tutto quello che avevano passato.
- Ti verrò a trovare, te lo prometto- le scese una lacrima, questo era un altro di quei sacrifici che essere mangiamorte richiedeva, ma che lei non avrebbe mai voluto fare.
- Quando te ne andrai? Alla fine dell’anno?- si staccò e si risistemò la divisa, l’altra scosse la testa.
- Il 28 di questo mese- si asciugò la guancia con il dorso della mano.
- Cosa? E me lo dici solo ora?- era stupita e amareggiata allo stesso tempo.
Rimase in silenzio, non sapendo cosa dire.
- Ti voglio bene Dana e mi fido di te, solo… Stammi bene- le poggiò una mano sulla spalla
- Te ne voglio anche io- le sorrise
- Lupin, Sfregiato, Mezzosangue e Lenticchia a ore dodici- mormorò Pansy.
- Dannazione.- Imprecò con un tono appena percettibile.
- Mi spiace interrompervi, Dana ci puoi seguire?-  Remus le sorrise
- A dopo Pansy- la abbracciò di nuovo e andò con l’altro.
- Ciao Kearly- la salutarono gli altri tre
- Sfre…. Potter, Granger, Weasley.- ricambiò in tono aspro - Ehm… Posso sapere dove stiamo andando?- chiese a Remus.
- Silente ha deciso di darti la piena fiducia, stiamo andando al quartier generale dell’ordine.- si diresse verso l’ufficio di Piton.
- Così? Senza una prova?- domandò stupita
- Noi non siamo come quel simpaticone di Voldemort - disse Ron tentando di non ridere e la ragazza andò su tutte le furie
- Come osi pronunciare il suo nome?- ribatté tra i denti, visibilmente irritata.
Lupin si fermò
- Dana?- la guardò inclinando la testa di lato attonito.
- Scusa, è la forza dell’abitudine- si morse il labbro superiore
L’altro annuì e riprese a camminare.
- Posso chiederti una cosa?- Hermione la guardò con interesse.
- Tutto quello che vuoi, Granger- tentò di sorriderle.
- Mi han detto che eri molto vicina a Crouch, Lestrange e Dolohov, insomma… Ai mangiamorte più capaci e fedeli; non credo che siano persone molto socievoli; come hai fatto ad entrare nelle loro grazie?- anche Ron e Harry  la osservarono interessati, lei sorrise.
- L’unico modo per farsi strada in quel mondo è abbassare la testa e fare tutto quello che il Signore Oscuro ordina alla perfezione, solo così ti guadagni uno dei posti più vicini a Lui.- tentò di non ridere
- Ma questo non risponde alla mia domanda- ribatté con il suo solito tono da saputella.
- Ci stavo arrivando, Granger. L’Oscuro chiese a Barthemius di accompagnarmi nella mia prima missione, un’ora a Londra gli bastò per capire che avevo la stoffa per diventare una delle migliori. Bellatrix mi vide “interrogare” un ragazzo che avevamo in “custodia”, mi disse di aver letto nei miei occhi la gioia che provavo mentre lo facevo e per questo mi aiutò a potenziare le mie Maledizioni Senza Perdono.
E infine Antonin. Aveva sentito i commenti di Barty e Bellatrix e mi sfidò a duello, ovviamente vinse lui, ma capì che gli altri due non si stavano sbagliando.- sorrise involontariamente
- Lupin, sei sicuro che ci possiamo fidare di lei?- chiese Ron allontanandosi un po’.
- La smettete? Era una mangiamorte modello e allora?- domandò seccato.
- Tranquillo, hanno tutto il diritto di sospettare di me- gli sorrise - Con il tempo capiranno che voglio veramente aiutarvi-
Raggiunse la porta e la aprì.
- Quello è il camino e quella è la polvere volante, io vado per ultimo.- si appoggiò alla scrivania.
Hermione andò per prima, poi ci fu Harry e  infine Ron.
- Come si chiama il posto?- chiese Dana
- Grimmauld Place, numero 12-
La ragazza entrò nel camino.
- Grimmauld Place, 12- esclamò gettando la polvere.
Poco dopo uscì tossendo dal focolaio desiderato, si guardò attorno: c’era un dipinto coperto da un telo, alcune foto di famiglia appese ai muri e qualche oggetto in argento.
- Sono in quella porta laggiù in fondo- Remus era appena arrivano e stava indicando la cucina - Tranquilla, non mordono- le sorrise.
- Chi c’è esattamente?- chiese nervosa.
- Dovrebbe esserci solo Sirius e l’elfo.- le diede una spintarella e la giovane si diresse verso la porta, bussò ed entrò.
- E così è lei... Benvenuta nell’Ordine della Fenice- un uomo abbastanza giovane si alzò e le porse la mano che la ragazza prontamente strinse.
- Immagino che lei sia Sirius Black, ho sentito molto parlare di lei- lo osservò.
- E da chi? Mia cugina Bellatrix? O dalla Gazzetta del Profeta?- chiese ironico.
- Padrona Bellatrix è qui?- l’elfo domestico entrò dalla porta, squadrò la nuova arrivata - Altra feccia in casa della mia padrona- brontolò
 - Non farci caso, è così con tutti- la rassicurarono.
- Per tua informazione: io sono Dana, Dana Kearly e se provi di nuovo a chiamarmi “feccia” t’imbalsamo e ti uso come comodino- gli sorrise.
- Traditori del proprio sangue, lupi mannari, mezzosangue… Cos’altro dovrà sopportare il povero Kreacher?- bofonchiò
- Sei una mangiamorte?- domandò Sirius
- Sì, perché? Le crea qualche problema?- gli rispose continuando a guardare l’elfo.
- No, ma si nota da come parli, sembri mio fratello Regulus- ribatté aspro.
- Mi spiace, mi sto ancora abituando.- abbassò lo sguardo
- Seguaci del Signore Oscuro che stanno con la feccia, tradiscono il proprio sangue e il proprio padrone, quale disonore!- urlò Kreacher
- Adesso basta, mi hai stancato!- Sirius lo sbatté fuori con un calcio.
Hermione lo guardò male e Remus si sedette.
- Possiamo arrivare al sodo?- chiese Harry guardando i presenti.
- Aspetta Harry- alzò una mano - Dammi un buon motivo per cui dovrei fidarmi di te- Black la guardò negli occhi.
- La ragione per cui ti fiderai di me è perché non ho intenzione di ucciderti, proprio qui, proprio ora.- non abbassò lo sguardo.
- E chi mi dice che non lo farai in seguito?- domandò con un sorrisetto dipinto sul volto.
- Garantisco io per lei- Lupin gli lanciò un’occhiataccia e Dana sorrise soddisfatta.
- Ora posso parlare?- chiese Harry impaziente e gli altri annuirono - Pensiamo che ci sia un infiltrato a Hogwarts, ma non sappiamo chi è… Non è che tu…?- la guardò.
- Un mangiamorte sa solo la propria missione, così in caso di tradimento non si rischiano altri fallimenti.- si passò una mano sulla manica sinistra.
- E la tua qual era?- chiese Ron e lei rimase in silenzio.
- Il tuo silenzio mi fa pensare che tu lavori ancora per Tu-Sai-Chi- Sirius la osservò sospettoso.
- La sua missione era catturare e portare Harry a Voi-Sapete-Chi e ci era riuscita, solo che siamo arrivati io, Tonks, Kingsley e Moody a farle fallire tutto- spiegò Remus - Non capisco perché non glielo volevi dire-
- Ho fatto il Voto Infrangibile- chiarì loro le idee.
- Come ricevi le missioni? Via gufo?- chiese Hermione.
- Non essere sciocca.  Tutti i mangiamorte le ricevono direttamente da Lui, faccia a faccia, mentre agli “infiltrati” vengono comunicate mentalmente-  riferì giocando con una ciocca di capelli.
- Dov’è il quartier generale di Tu-Sai-Chi?- domandò Sirius.
- Non lo so- mentì con disinvoltura e Remus la guardò.
- Ci stai dicendo che non ci sei mai stata?- disse incredulo.
- No, mai- rispose tranquilla.
- Eppure, da quel che ho capito, eri nella “cerchia dei migliori”- affermò Ron.
- Eri una dei mangiamorte più fedeli?- chiese Sirius - Eri con i maghi più pazzi ed esaltati di questo secolo e mi dici che non sai dov’è il quartier generale?- batté una mano sul tavolino - Ragazzina, mi credi così scemo?- Dana si mise a ridere.
- Pazzi ed esaltati- si portò una mano allo stomaco e si piegò in due continuando a ridere, mentre tutti gli altri la guardavano confusi.
- Signor Black, mi faccia qualche esempio, chi intende per- cercò di non ridere di nuovo - pazzo?-
- Bellatrix, Barty Crouch, Rodolphus e Rabastan Lestrange, Antonin Dolohov, Evan Rosier, devo andare avanti?- chiese pronunciando con disprezzo ogni nome.
- Non sono pazzi, sono solo molto fedeli- rispose indifferente - E comunque no, non so dove sia il quartier generale-
- Allora non eri poi così importante- si azzardò a dire, la ragazza con un gesto fulmineo si alzò e conficcò un pugnale nel legno, proprio accanto alla mano di Sirius.
- Sono così poco importante che se finissi ad Azkaban il giorno dopo sarei libera- abbozzò un sorriso provocatorio e l’uomo guardò la lama - Sì, non ti stai sbagliando, è quello di Bellatrix, me l’ha regalato al mio compleanno, gentile da parte sua, non credi?- rifoderò lo stiletto.
- Hai esagerato Dana- Lupin era in piedi come gli altri tre e la guardava severo.
- Ho accettato di lavorare per voi, ma non tollero di essere messa in dubbio.- scrutò i presenti, poi Sirius scoppiò a ridere.
- Hai fegato e carattere, capisco perché stai simpatica a mia cugina- poi tornò serio - Ma io non sono come lei e qui dentro sei pregata di assumere un comportamento civile-
- Come le ho già detto, mi sto abituando e, come ha notato, ho “l’attacco facile”- si sistemò i capelli.
- Facciamo un patto, ti va?- si alzò
- Sentiamo- lo squadrò sospettosa.
- Io m’impegno a non provocarti e tu fai del tuo meglio per calmarti e rimanere una ragazza educata- tese la mano
- Ci sto- strinse la mano - E scusi per prima, devo imparare a controllarmi- l’altro le sorrise
- Direi che ora puoi darmi del tu- si appoggiò al muro, lei annuì.
- Li ho visti solo io litigare pesantemente e poi…. Poof… Tutti amici?- chiese Ron confuso, Sirius e Dana si misero a ridere vedendo la sua espressione e quella degli altri tre.
Kreacher entrò nella stanza.
- È arrivata questa per la signorina Kearly- riferì toccando terra con la punta del naso e le porse una lettera che Dana prese subito.
- Grazie Kreacher- gli sorrise.
- Kreacher non capisce perché la purosangue stia con questa feccia, se la mia povera padrona potesse vedere la sua casa!- bofonchiò uscendo.
La ragazza aprì la lettera ridacchiando, la lesse e le mani incominciarono a tremarle.
- Che è successo?- le chiese Lupin avvicinandosi e la giovane senza riuscire a parlare gli passò la busta.
- È terribile, mi dispiace- la abbracciò e lei tentò di non piangere.
Sirius raccolse il messaggio e lo lesse velocemente.
- Che succede?- chiesero gli altri tre in coro.
- Mia madre è stata portata al San Mungo dopo un malore, ma dicono che non ha speranze di sopravvivere- scoppiò a piangere e Remus la strinse più forte.
- Siediti Dana- cercò di accompagnarla alla sedia, ma lei rimase ferma.
- Ti prego, voglio andare da lei- mormorò tra i singhiozzi.
- Ti accompagno io, Sirius…- lo guardò
- Vai, ci penso io a loro tre- fece un cenno col capo.
Uscirono dalla casa e si smaterializzarono.
- Sirius, chi ha inviato la lettera?- domandò Harry.
- Non c’è scritto- appoggiò la busta sul tavolo e andò in salotto, seguito dagli altri tre.

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Capitolo 24
*** San Mungo ***


Arrivarono di fronte ad un magazzino abbandonato, il “Purge & Dowse Ltd” e, assicurando di non essere visti dai babbani, attraversarono la finestra.
C’era una grande sala arredata con traballanti sedie di legno disposte su più file e uno scrittoio con il cartello Informazioni posizionata davanti ad una parete coperta di avvisi, locandine e un grande ritratto; alla sinistra della scrivania si trovava un grande cartello che riportava l'elenco dei reparti e la loro collocazione nell'edificio.
Seduta dietro al tavolo c’era una strega di mezza età, abbastanza alta, con dei capelli neri raccolti in una crocchia.
- Posso esservi utile? Siete qui per un ricovero?- chiese togliendosi dalle labbra la piuma
- No, vorremmo vedere Astrea Kearly, non sappiamo perché sia qui- rispose Remus dato che Dana era ancora sotto shock.
- Kearly… Kearly… Oh! Primo piano, stanza 63, è stata morsa da un runespoor, non è cosciente.- riferì sfogliando le cartelle e la ragazza sentì un peso dentro.
- Grazie, seguimi Dana- disse e si diresse verso la fine della stanza.
Da lì, attraverso una doppia porta, accederono a un lungo e stretto corridoio illuminato da sfere di cristallo piene di candele che fluttuano vicino al soffitto e con le pareti coperte da altri ritratti di famosi Guaritori, arrivati in fondo salirono le scale fino ad una porta con scritto “ primo piano”, la aprirono ed entrarono.
C’era una corsia piuttosto buia, illuminata soltanto da una piccola finestra in alto e dalle sfere di cristallo al centro del soffitto, le pareti erano rivestite da pannelli di quercia.
- Stanza 63 ha detto?- domandò l’uomo percorrendo il corridoio e leggendo tutti i numeri delle camere, la giovane annuì.
- Eccola- la bionda indicò una porta bianca con un numerino blu appeso accanto.
- Sicura di…?- le chiese Remus guardandola negli occhi.
- Potrebbe essere l’ultima volta che la vedo viva- le scesero altre lacrime che l’altro asciugò prendendole il viso tra le mani.
- Sono qui, a volte è meglio avere una spalla su cui piangere che neanche tenersi tutto dentro- appoggiò la mano sulla maniglia.
- Grazie mille, lo apprezzo molto- tentò di sorridergli, lui aprì la porta ed entrambi entrarono.
Quello che videro non fu di certo un bello spettacolo, Astrea era distesa su un letto bianco illuminato dalla luce che penetrava dalla finestra; ma, al contrario di quello che aveva detto la strega all’accettazione, era cosciente.
- Dana, bambina mia- le sorrise, la sua voce era appena percettibile e lei era così pallida, la ragazza non l’aveva mai vista così.
- Madre- si avvicinò a lei e la abbracciò piangendo - Come hai fatto a farti mordere da… Da un runespoor? Vivono solo nel Burkina Faso-
- Ehy, sarei morta comunque tra sette mesi, lo sai, questo mi evita solo settimane di torture da parte dei Guaritori- le accarezzò la testa.
- Come farò senza di te?- si era calmata abbastanza da riordinare le idee.
- Cissy è disposta ad adottarti, ti amerà quanto ti amo io- alla donna si arrossarono gli occhi
- C’è una cosa che ti devo dire- dichiarò la ragazza si raddrizzò e si mise seduta.
- Anch’io, ma parti prima tu- le sorrise e le prese la mano.
- Beh… È strano da dire, ma io e Barty siamo fidanzati da circa due mesi- rivelò abbastanza imbarazzata.
- Sei l’ultima dei Kearly, sai? Non posso essere più d’accordo con questa relazione, siete due purosangue- le sorrise - Ora tocca a me. Hai ricevuto una lettera da tuo padre, te l’ha portata Champal, giusto?- chiese guardandola e Lupin, appoggiato alla parete, si mise ad ascoltare interessato.
- Sì, come fai a saperlo?- domandò stupita
- Mi dispiace così tanto per quello che ho fatto, ma dovevo assicurarmi che tu diventassi una mangiamorte- spiegò portandosi una mano all’altezza dello stomaco.
- Che cosa intendi dire mamma?- la ragazza la osservò confusa.
- Hai scritto tu quella lettera, Astrea?- chiese Remus e l’altra annuì.
- Lui non avrebbe mai approvato tutto questo- ribatté visibilmente angosciata.
- È quello che ha scritto nel messaggio diretto a…- la giovane s’interruppe.
- A me- concluse Remus.
- Dorian si fidava molto di te e ora capisco il perché- affermò la donna guardandolo.
- Astrea, potrei occuparmi io di Dana- propose sedendosi sulla sedia accanto al letto.
La porta si aprì e da essa entrarono due uomini.
- Lupin, che ci fa un lupo mannaro come te qui dentro?- chiese il primo, mentre il secondo lo guardò con disprezzo.
- Crouch, Dolohov, penso che i dissennatori abbiano in serbo per voi il loro miglior bacio- sorrise ironico
- Come osi…?- tutti e tre estrassero le bacchette
- NO!- Dana si alzò e si mise tra Remus e gli altri due - Vi prego, so che è difficile, ma state calmi- guardò i due mangiamorte.
- Sei fortunato ad averla dalla tua parte- gli ringhiò Antonin rifoderando la bacchetta.
- Sono qui e sto morendo, posso avere l’attenzione di tutti per un momento?- domandò la donna tossendo.
- Scusaci Astrea- Barty si sedette dalla parte opposta del letto, lontano da Lupin, mentre Dolohov restò in piedi dietro la ragazza e gli poggiò le mani sulle spalle; un gesto che infastidì notevolmente Remus, anche se rimase in silenzio.
- Se non condividete quello che dirò vi prego di restare zitti, sono le mie ultime volontà- guardò tutti i presenti - Dana, dopo la mia morte andrai a vivere con Remus- Antonin e Barty si scambiarono un sguardo
- Ragazzi, so che preferireste che lei resti al quartier generale, ma mio marito si fidava di lui e vi prego di non fargli del male-
- Astrea, potrebbe venire a vivere con me, non starebbe male, ci sono un sacco di elfi e…- la donna lo interruppe
- Molto generoso da parte tua Barthemius, ma ho deciso così.  Antonin, siamo amici da molto tempo e tu sei uno dei migliori, ti chiedo di vegliare su di lei, lo puoi fare?- l’uomo annuì.
- E infine tu- indicò Barty - Prova a farla soffrire e giuro che ti perseguiterò fino al resto dei tuoi giorni, ti ho avvisato- riappoggiò la testa sul cuscino esausta.
- Mamma- la ragazza la guardò
- Dimmi tesoro- le sorrise
- E se io non volessi tutto questo?- inclinò la testa di lato e si massaggiò il collo - Insomma… Se io volessi andare a vivere a casa mia, se volessi tagliare tutti i rapporti con i mangiamorte e con gli uomini di Silente?- la ragazza sentì Dolohov stringere la presa sulle sue spalle, sorpreso da quell’affermazione.
- Non avresti vita lunga, molto probabilmente faresti la fine di Karkaroff; fidati di me, lo sai che voglio solo il meglio per te- le sorrise di nuovo
- Perché hai chiesto una cosa del genere?- domandò Barty guardandola confuso.
- Sono solo stanca e quando sono stanca dico cose a caso- si strofinò gli occhi e Antonin rise.
- Riaccompagnala a casa mann… Remus- disse scrutandolo.
- Vieni Dana, torneremo qui domani- uscì e una volta fuori la guardò - Tutto bene?-
- Si- gli rispose tentando di sorridere. 

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Capitolo 25
*** If I scream, if I cry, It’s only ’cause I feel alive ***


Non era vero, non stava per niente bene. Se ne accorse il giorno dopo quando il San Mungo mandò un gufo per avvisarla della morte di Astrea.
Dana si precipitò di corsa da lei, nella stanza erano già presenti Barty, Antonin e Bellatrix che, poco dopo, furono raggiunti da Lupin; la ragazza si sedette accanto alla madre con le guance rigate dalle lacrime, mentre dietro di lei si stava per scatenare la seconda guerra magica.
- Bellatrix, abbi un po’ di rispetto e stai zitta!- la ammonì Antonin guardandola male.
- Volete impedirmi di uccidermi un mannaro?- chiese quasi ridendo.
- Chiudi quella bocca o giuro che ti crucio- gli ringhiò Crouch tra i denti lanciandole uno sguardo omicida.
Remus, che aveva deciso di lasciar perdere dopo la prima minaccia, si avvicinò alla bionda e la abbracciò, come aveva sempre fatto quando doveva essere rassicurata.
Calò il silenzio, un silenzio carico di rispetto e di tristezza. 
- Abbracciare un mannaro- la Lestrange fece una smorfia di puro disgusto e a sentir quelle parole Dana andò su tutte le furie.
- Porco Godric, chiudi quella dannata bocca Bellatrix! Mi hai stancata! Ancora una parola contro di lui  e andrai a far compagnia ai Paciock!-  le urlò esasperata.
- Dana, calmati, non importa- Lupin lanciò un’occhiataccia verso la donna.
- Come osi guardarmi in quel modo? Cru…- alzò la bacchetta indignata, ma la ragazza fu più veloce.
- Pietrificus Totalus- esclamò e l’altra rimase paralizzata, anche se dagli occhi riuscì a capire che questa volta non l’avrebbe perdonata.
- Dana, credo che Lupin abbia ragione… Dovresti calmarti- Antonin la prese per le spalle e la guardò negli occhi - Se vai avanti così rischi di esplodere-
L’unico che rimase in silenzio fu Barty che dopo aver assistito alla scena alzò lo sguardò sulla giovane.
- Possiamo parlare un attimo, tesoro? In privato intendo- si diresse verso la porta.
- E lasciare questi tre da soli?- fissò Antonin, Remus e infine la “statua”.
- Ti prometto che non lo morderò- Dolohov sottolineò l’ultima parola.
- Molto divertente- Lupin alzò un sopracciglio.
Dopo aver lanciato un’altra occhiata ai presenti, seguì Barty fuori dalla stanza.
- Muffliato- borbottò la bionda - Che c’è?-
-Oggi è il 29 giusto? Quindi hai ancora un mese prima di dover abbandonare Hogwarts-
- Sì, quindi?- chiese confusa.
- Il vecchio ti lascerà due settimane per riprenderti, di solito fa così, e, stando alle ultime volontà di tua madre, andrai a vivere con il mannaro-la guardò comprensivo.
- Quindi?- non riusciva a capire dove volesse andare a parare.
- Se prova a torcerti un capello, ti giuro che farò brillare il marchio nero sopra casa sua- ribatté serio.
- Non lo farebbe mai, ma apprezzo l’interesse- lei gli sorrise e lui la baciò.
- Ti amo- poggiò la fronte sulla sua.          
- Ti amo anch’io, ma che ti prende Barty?- il suo comportamento la rendeva inquieta.
- Sono solo preoccupato per te-ammise abbracciandola.
- Starò bene, fidati- sorrise di nuovo.
- Lo spero per lui-
Aspettarono qualche secondo poi rientrarono.
Antonin e Remus si guardavano in cagnesco, ma erano ancora entrambi interi e con la bacchetta al proprio posto.
- Grazie per non esservi attaccati a vicenda- disse la ragazza osservando prima l’uno poi l’altro.
- Per sua fortuna - indicò Remus con gli occhi - ho più autocontrollo di Bellatrix- ribatté Antonin.
- Tsè- Lupin fece un verso sprezzante.
- Che vorresti dire con questo “tsè”?- chiese l’altro irritato.
- Oh nulla nulla- alzò le spalle indifferente
- Direi che possiamo andare Remus- dichiarò la giovane fissando Antonin.
- Che c’è? Non gli avrei lanciato incantesimi!- alzò le mani con un gesto innocente.
- Riprendetevi tutti e due- Barty li ammonì con un tono severo - Tu, Antonin, perché all’Oscuro servi lucido e tu, Lupin, perché devi badare a Dana nel migliore dei modi- lo squadrò.
- Ci vediamo al funerale ragazzi- la ragazza abbracciò entrambi e uscì.
Cinque minuti dopo si ritrovarono nella stradina di fronte all’ospedale.
- Ci sono due problemi, Dana- disse Remus fermandosi a guardarla.
- Di che si tratta?- domandò con un misto di preoccupazione e curiosità.
- Il primo è che a casa mia non ci stiamo in due- ammise imbarazzato - Quindi vivremo da Sirius se ti va bene-
- Va benissimo- gli sorrise - e il secondo?-
- L’altro è il fatto che preferirei non venire al funerale, sarà pieno di mangiamorte e… sai com’è…- ne era molto dispiaciuto.
- Capisco, ma sappi che Antonin e Barty non permetteranno che ti tocchino. E poi ci saranno solo pesci piccoli come i Malfoy Yaxley; maghi che possono essere tenuti a bada anche da un bambino- precisò alzando le spalle.
- Oh beh, allora vengo!- sorrise cercando di nascondere la preoccupazione.
- Non sei costretto- ricambiò il sorriso apprezzando molto quel gesto.
- Se i paz…Ehm… Dolohov e Crouch mi assicurano che gli altri pazzi non mi attaccheranno verrò con piacere- ribadì sincero - ma penso che verrò anche se non me lo assicurano, non verrei che tu avessi una “ricaduta”- ridacchiò
- Grazie, lo apprezzo molto- lo abbracciò e gli diede un bacio sulla guancia, diventando subito dopo di un colorito rosso scarlatto.
- Oh... Ehm... Prego, di nulla- sorrise imbarazzato.
- Devo recuperare alcune cose a casa e a Hogwarts- lo informò prima che lui smaterializzasse entrambi.
- Quelle di Hogwarts sono già arrivate da Sirius… Vuoi che ti accompagni a prendere le altre?- chiese guardandosi attorno.
- No, grazie. Preferisco andarci da sola- controllò di avere la bacchetta.
- Come vuoi, ci vediamo al n 12- si smaterializzò e poco dopo lei fece lo stesso.
Apparì davanti alla porta di casa.
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Scusate se non ho aggiornato prima, non sono stata bene purtroppo :\
Il titolo è preso dalla canzone di David Guetta ft. Nicky Minaj (<3) Turn me on.
Spero che vi sia piaciuto
A presto (spero)
Ocelot

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Capitolo 26
*** Requiescat in pace ***


Casa sua, o meglio la sua ex-casa, non era come il castello dei Malfoy.
La sua era una villetta su due piani, nel superiore ci viveva lei, mentre l’inferiore era della madre.
Le pareti esterne erano composte da pietre lucide, tutte tagliate in modo diverso; le finestre erano protette da delle robuste sbarre di ferro, lei non aveva mai capito a che cosa servissero dato che la casa era già protetta da molti incantesimi.
Fu proprio mentre pensava a quanto quella cosa fosse strana che notò che la porta era aperta, con un peso sullo stomaco appoggiò una mano sul legno.
- E lei dov’è?- chiese una voce roca maschile
- Probabilmente con il mannaro, sua madre ha voluto che andasse a vivere con lui! Quale disonore!- questa voce era più familiare.
Il sangue cominciava a ribollirle dentro, non potevano, anzi non DOVEVANO parlare di lui con disprezzo.
- AH SÌ? PER TE È UN DISONORE, EH LUCIUS? MA DOVE ERI MENTRE MIA MADRE MORIVA? DIMMELO, DOVE ERI? BEH, IL “MANNARO”, COME LO CHIAMI TU, ERA CON ME! È SEMPRE STATO CON ME! ECCO PERCHÉ ASTREA HA VOLUTO CHE ANDASSI A VIVERE CON LUI- gli sbraitò contro varcando la soglia.
Sul volto dell’uomo si dipinse un’espressione indecifrabile.
- Parli del diavolo e spuntano le corna- la giovane squadrò il ragazzo appoggiato al mobile alla sua sinistra.
- Walden… Che ci fai qui?- gli domandò attonita.
- Stavamo cercando la foto per la tomba, Astrea ci ha detto che la potevamo trovare qui, ma a quanto pare è sparita- la osservò con un sorrisetto stampato in volto.
- Tu… Tu mi hai urlato contro?- Malfoy si era ripreso ed era sbalordito - Ma che fine hanno fatto le tue buone maniere?-
- Scusami Lucius, sono solo un po’… Mi devo riprendere- tagliò corto dirigendosi verso la scala.
- Ecco a cosa ti porta la compagnia della feccia- fece un gesto con la mano.
Dana serrò i pugni sforzandosi di non prenderlo a schiaffi.
Eh già, si era affezionata a quel lupo e si sentiva quasi in colpa per quello che stava facendo.
E se passasse veramente dalla sua parte? Lavorare per Silente non le sembrava una brutta prospettiva e poi i membri dell’Ordine le erano simpatici.
Da giorni quei pensieri la tormentavano.
- Beh? Ci dai una mano con la foto?- la voce di Macnair fu come una secchiata d’acqua gelida, la riportò bruscamente alla realtà.
- Ehm… Si certo… Vi ha detto che foto voleva?- domandò tentando di dimenticare quello che Lucius aveva appena detto.
- L’unica con una cornice rossa- il ragazzo alzò le spalle - Hai una vaga idea di quale sia?-
Lei annuì.
- Quindi la seppelliranno vicino a papà- concluse afferrando un grosso libro color vermiglio appoggiato su una polverosa libreria e iniziando a sfogliarlo.
- Sì, lei ha deciso così- disse Malfoy avvicinandosi al tavolo su cui la ragazza stava trafficando.
- Eccola qui- la giovane estrasse una foto, impressa su di essa c’era Astrea che mostrava il suo miglior sorriso mentre annusava una rosa.
Walden prese la fotografia.
- Grazie mille, ci vediamo questo pomeriggio al funerale- e insieme a Lucius si avviò verso la porta - Ah si! Condoglianze Dana- poi uscirono.
Salì le scale con un peso sullo stomaco, prima suo padre, poi sua madre, chi sarebbe stato il prossimo?
Entrò in camera sua, era esattamente come l’aveva lasciata: il letto rifatto e la scrivania cosparsa di libri.
Aprì un armadio e ripose con cura i vestiti dentro una delle borse che teneva sotto il letto, poi, in un’altra, vi mise i libri.
Scese al piano di sotto sospirando quando i suoi occhi si posarono sull’album, lo prese e mise anch’esso nella borsa.
L’ultima Kearly, l’ultima di una dinastia purosangue, ma lei non era come i Malfoy; si stava addolcendo o rammollendo? Perché l’idea di vivere con dei mezzosangue, un licantropo e chissà cos’altro non la turbava?
Un miagolio la fece voltare di scatto.
- Champal!- prese la gatta in braccio - Vedrai che ti piacerà la tua nuova casa!- si sforzò di sorridere e uscì in strada.
Si smaterializzò sull’ultimo gradino del n 12 di Grimmauld Place ed entrò, come al solito la gatta si lanciò dalle sue braccia.
- C’è nessuno?- chiese guardandosi attorno.
- No, c’è Sirius. Nessuno è uscito- dall’altra parte della casa risuonò una risata.
- Molto divertente- commentò la ragazza sarcastica - Esattamente dov’è che dovrei dormire?-
Black comparve dalla porta della cucina.
- Beh… Io avevo pensato di sistemarti in una delle camere di sopra, ma se vuoi è disponibile anche la cuccetta di Kreacher- sorrise ironico.
Champal si mise a soffiare.
- E quella chi è?- domandò l’uomo osservando il gatto.
- Lei è Champal e se non la smette la butto fuori- lanciò un’occhiataccia nella sua direzione.
- Non importa, seguimi- salì le scale ed entrò nella terza porta a destra
- Che bella!- la giovane si guardò attorno: gli stemmi della famiglia Black splendevano ovunque, le pareti erano verde-argento e vicino alla finestra c’era un letto dall’aria molto comoda.
- Bene… Io torno di sotto… Se hai bisogno di qualcosa chiama pure Kreacher- fece un cenno col capo e uscì.
La ragazza sistemò le proprie cose negli armadi e si sdraiò sul letto, poco dopo si addormentò.
- Dana… Ehy… Forza svegliati- qualcuno la stava scuotendo dolcemente.
- Lasciami dormire Cissy- si mise il cuscino sulla testa.
- Teoricamente sarei Remus- disse in tono scherzoso.
- Remus?- alzò il cuscino - Che ore sono?- si tirò su di scatto - Mi sono persa il funerale?- domandò con ansia.
- No, ma se rimani lì così ancora a lungo te lo perderai- si alzò - ti aspetto di sotto-
- Quindi vieni?- chiese attonita.
- I pazzi mi hanno garantito che non tenteranno di ammazzarmi- scomparì dietro la porta.
Dana si alzò, si mise un cerchietto con una retina nera che le copriva gli occhi e raggiunse Lupin.
- Sicura di star bene?- le domandò uscendo dalla casa.
- Sto meglio di prima- sorrise cercando di non pensare alla madre.
Si smaterializzarono fuori dal cimitero e Dana, traendo un profondo respiro, raccolse una rosa rossa.
Radunati attorno ad una fossa c’erano una decina di mangiamorte: i Carrow, i Malfoy, Yaxley, Macnair, Dolohov, Black e infine Crouch.
Gli ultimi tre misero una mano alla bacchetta vedendo le espressioni dei compagni, la ragazza rimase sorpresa dal fatto che Bellatrix era schierata dalla sua parte, un sorriso rassicuratorio che non le apparteneva impresso sul volto.
- Siamo qui riuniti oggi per dire addio a una fedele seguace dell’Oscuro Signore- smorfia di Lupin -nonché una grande madre. Se ora gentilmente Alecto e Amycus la smettessero di puntare il lupo mannaro, potremmo procedere con la sepoltura- l’oratore gettò uno sguardo ai due fratelli - Se qualcuno vuole dire qualcosa lo faccia prima che la bara venga coperta-
Dana si avvicinò e posò la rosa sulla cassa, in quel momento una fredda brezza le accarezzò il viso.
- Addio madre- tentò di controllare il tono della voce, ma i singhiozzi furono più forti, si coprì il volto con le mani e tornò al proprio posto.
L’unica sua parente era morta, chiusa in quella bara; i suoi consigli se ne erano andati con lei… Chi l’avrebbe sostituita?
La giovane si sentì stringere e inizialmente pensò si trattasse di Remus, ma si sbagliò; Barty era lì ad asciugarle le lacrime e a rassicurarla.
E questo le complicò ancora di più la decisione.
- Requiescat in pace- il mago agitò la bacchetta e la bara sparì sotto uno strato di terra. 

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Capitolo 27
*** Morsmordre ***


I mangiamorte sparirono con la stessa velocità con cui la terra coprì la bara e, come qualche ora prima, rimasero solo in cinque: Bellatrix, che appariva stranamente dolce; Antonin, che continuava a lanciare occhiate nervose in giro; Remus, che si guardava bene dal dar le spalle ai primi due; Barty, che osservava la lapide con un’aria pensosa e Dana, che continuava a fissare Bellatrix come se da un momento all’altro potesse sfoderare la bacchetta e uccidere tutti.
Delicatamente la ragazza trascinò la donna in disparte.
- Che intenzioni hai?- domandò la bionda in tono deciso e abbastanza distaccato.
- Che cosa intendi, Dana?- la Lestrange sbatté le pesanti palpebre tentando di simulare un’espressione incuriosita.
- Lo sai benissimo che cosa intendo. Sta mattina per poco non uccidevi Remus e adesso invece ti schieri con Antonin e Barty per proteggerlo? Mi spiace, ma non credo nei miracoli- si tolse il cerchietto e lo ripose con cura nella borsa, poi si sciolse i capelli e scosse la testa per sistemarli.
- Gli ordini di lasciare in vita il mannaro sono arrivati dal nostro Signore in persona, inoltre Lui ti vuole parlare- Bellatrix si avvicinò un po’ di più alla ragazza – Al quartiere generale, domani alle 16.00, vedi di essere puntuale- le sussurrò accanto all’orecchio.
Dana si guardò nervosamente attorno: i tre uomini stavano parlando tra di loro.
“ O oggi è il giorno delle stranezze o è un sogno” pensò preoccupata, ma allo stesso tempo un pochino divertita.
- Ti piace il pugnale che ti ho regalato?- la donna interruppe il silenzio cambiando bruscamente discorso.
- Ehm… Sì, mi piace molto. È preciso, trapassa qualunque cosa ed è tascabile. Anche se non capisco perché te ne sei separata- ammise interessata passando l’indice sull’impugnatura dello stiletto.
- Non essere sciocca. La tua è una copia, io non mi separerei mai dal mio pugnale, lui mi capisce- estrasse la lama e lo accarezzò come una madre avrebbe accarezzato il proprio figlio.
Dana rimase in silenzio, sbalordita da quell’affermazione.
- Il drago ti ha mangiato la lingua? Uh! Che sciocca! Ho dimenticato la notizia più importante!- la donna si diede una manata sulla fronte.
- Ovvero?- chiese incuriosita.
- Sta notte dobbiamo fare una visitina al San Mungo per accertarci che delle persone non abbiano la possibilità di parlare- sul volto di Bellatrix spuntò un ghigno malefico.
- Alla solita ora fuori dall’ingresso?- domandò e uno strano bagliore le attraversò gli occhi.
L’altra annuì.
- Sarà divertente- Bellatrix esplose in una risata talmente fragorosa che i tre uomini smisero di discutere e la guardarono allibiti, Dana si limitò a sorridere imbarazzata.
- Ci rendete partecipi al vostro divertimento?- chiese Dolohov che si stava evidentemente annoiando.
- Sono cose che solo due cruciatrici esperte come noi possono capire- la Lestrange si piegò in due ridendo più forte, la ragazza lanciò un rapido sguardo a Remus, che aveva dipinta sul volto un’espressione del tipo “Che-storia-è-questa? Dopo-ne-riparliamo”, e si affrettò a guardare da un’altra parte fischiettando con aria innocente.
Le due si riavvicinarono al resto del gruppo .
- Evochiamo il Marchio Nero?- Bellatrix non stava più nella pelle, era dall’inizio della cerimonia che aspettava questo momento.
- Ah! Ma per favore- Lupin sembrava essersi irritato a quelle parole.
- Zitto tu- Barty riemerse dal suo filosofico silenzio – Dana, vuoi avere tu l’onore? Era tua madre dopotutto- accennò a un sorriso
E se dopo averlo evocato si fosse messa a ridere? Guardò Remus: stava scuotendo la testa, poi di colpo si fermò. Si pietrificò, se vogliamo essere precisi; dietro di lui Antonin sghignazzava.
- Antonin- disse esasperata.
- Forza evoca il Marchio, dopo lo libero, te lo prometto- cercò di trattenersi dal ridere, ma senza successo.
- Dì la verità, è tutto il giorno che volevi farlo. Morsmordre!-
Nel cielo apparve un grosso teschio color smeraldo con un serpente che gli usciva dalla bocca; Bellatrix scoppiò a ridere saltellando come una pazza, Antonin s’inginocchiò abbassando il capo, Barty si portò una mano al cuore e sorrise a trentadue denti, Lupin fece roteare gli occhi e Dana osservò la scena divertita.
- Così grande e lucente, temete mezzosangue, temete! La paura ti assale appena lo vedi! È proprio lui; non c’è simbolo più bello del teschio e del serpente!  Tremate inutili babbani, anche solo scorgerlo vi costerà la vita! QUESTO È IL MARCHIO NERO E NON C’È NULLA DI MEGLIO!- Dana pensò che molto probabilmente quella canzone la Lestrange l’aveva inventata al momento; non riuscì a ragionarci molto sopra, infatti, qualcuno le cinse i fianchi.
- Sembra che Bellatrix si stia divertendo molto, non trovi?- le sussurrò consentendole di voltarsi a guardarlo.
- Sembra una bambina che ha appena ricevuto un giocattolo nuovo- commentò osservando la donna che saltellava a destra e a sinistra.
Molte coppie si baciano in luoghi, momenti o situazioni buffe e loro non furono da meno; poco importa se accanto a loro c’era un uomo inginocchiato, un altro pietrificato e, poco più in là, una donna che trotterellava in giro canticchiando. E tutto questo in un cimitero dove poco prima era stata seppellita la madre della ragazza.
In quell’attimo nulla aveva più importanza, non l’aveva visto per due lunghe settimane e sì, le era mancato molto!
- Ehy piccioncini, avete finito?- la voce di Antonin li fece staccar, lui si passò una mano tra i capelli lanciando occhiate omicide in direzione del mangiamorte e lei si limitò a sorridere imbarazzata.
La Lestrange aveva smesso di saltare, ma stava ancora ridendo come una matta.
- Andiamo Bellatrix?- domandò Barty dopo aver rifilato l’ennesima occhiataccia ad Antonin.
- Già, si è fatto tardi- affermò l’altro ignorando tutte le minacce-non-verbalmente-espresse del compagno.
- Sii puntuale Dana!- sorrise smagliante e raggiunse gli altri due.
- Antonin- disse Dana seria – Non dimentichi qualcosa?-
Il mangiamorte si controllò.
- Uhm… No, direi di no… Ah! Il mannaro!- con un pigro gesto della bacchetta liberò l’uomo e si smaterializzò con gli altri.
- Ehm... Come stai, Remus?- era più imbarazzata che mai.
- Ho appena avuto la prova che quelli- indicò il punto dove i tre erano spariti – sono pazzi, ma li hai visti? Una salta e ride, un altro si inginocchia come se avesse visto chissà che cosa e l’ultimo che amoreggia sopra a una decina di tombe- sbottò incredulo – Io non ho parole-
La ragazza annuì arrossendo sempre di più.
- Mah! Sarà meglio tornare a casa- si avviò verso il cancello.
- Non c’è simbolo più bello del teschio e del serpente!- canticchiò la giovane raggiungendolo.
- Ti prego, non cominciare anche tu- la guardò esasperato, poi le prese il braccio e si smaterializzarono a Grimmauld Place.
- È carina come canzone!- dichiarò la bionda entrando in casa.
- Lo sapevo che avrebbe avuto una ricaduta- borbottò scuotendo la testa.
- Così grande e lucente, temete mezzosangue, temete!- intonò un’altra strofa, ma si interruppe sentendo un ringhio.
- E quello che diamine è?- strillò indietreggiando.
Sdraiato davanti al camino, accanto a Champal, c’era un grosso cane nero che ringhiava minaccioso.
- Visto? Non piace neanche a lui- Lupin alzò le spalle.
- Da dove cavolo è entrato quel…quell’essere?- ben presto si ritrovò con le spalle al muro.
- È sempre stato qui- l’uomo inarcò un sopracciglio
- Sono sicura del fatto che quando sono arrivata non c’era- si guardò attorno in cerca di una via d’uscita, poi avanzò lentamente verso le scale.
- C’ero eccome!- dove prima era sdraiato il cane ora c’era Sirius.
- Io non…- era piuttosto confusa.
Che cosa stava succedendo? Era un cane o era Sirius Black?
- Animagus- si limitò a rispondere sorridendo appena.
- Che cosa è…?- non riuscì a finire la frase.
- Li ho spiegati tre settimane fa, Signorina Kearly- la voce glaciale di Piton fu accompagnata dal fruscio di un mantello, poco dopo la ragazza si ritrovò il professore di Difesa Contro le Arti Oscure davanti.
- Perché lei pensa che io seguo le sue lezioni?- domandò in tono divertito
Gli occhi dell’uomo saettarono, sarebbe esploso se Sirius non fosse intervenuto.
- Lasciala in pace, Mocciosus. Non posso biasimarla, immagino che quella materia sia diventata una delle più noiose a Hogwarts- un sorriso beffardo comparve sul suo volto.
- Io ho visto abbastanza per oggi, continuate senza di me- Remus scomparve in una porta al primo piano.
- Non credo che le questioni scolastiche siano affari tuoi, Black- ribatté Severus aspro.
- La ragazza vive sotto il mio tetto, ho il diritto di sapere come va a scuola- dichiarò alzandosi in piedi e guardando l’altro negli occhi.
Dana intanto stava osservando la scena tentando di non scoppiare a ridere.
- Ti senti coraggioso, Black? Qualsiasi cosa farai non uscirà da questa casa, la tua utilità si esaurisce appena metti un piede fuori dalla porta. Oh scusa, mi ero dimenticato che tu non esci mai da questo posto!- increspò il labbro superiore in quello che sembrava lontanamente un sorriso vittorioso.
Black lo guardò in cagnesco, la ragazza era sicura che se avesse potuto dare un’occhiata ai suoi pensieri la maggior parte sarebbero stati piani omicidi.
- Sa professor Piton, non credo che lei possa venire qua e rivolgersi in questo modo a Sirius. Lei non ha passato dodici anni ad Azkaban pur essendo innocente.- usò il tono più freddo che aveva – Ora che mi ci fa pensare, lei sarebbe dovuto finire ad Azkaban, ma Silente ha garantito per lei. È fortunato che l’Oscuro l’abbia accolto come se nulla fosse, se fosse stato per Barty a quest’ora lei sarebbe sotto due metri di terra-
Era riuscita a far sparire quell’espressione dal volto dell’uomo.
- Oh- Severus rise – Una stupida ragazzina che pende dalle labbra del suo fidanzatino, povera ingenua.-
Questa era la goccia che aveva fatto traboccare il vaso.
- Come osa? In pochi mesi sono entrata nelle grazie del Signore Oscuro e dei suoi migliori seguaci, io stessa sono diventata una dei migliori. COME OSA LEI, PATETICO POZIONISTA DA DUE SOLDI, DARMI DELLA STUPIDA RAGAZZINA?- strinse il manico del pugnale cercando di scaricare la rabbia, ma non fece molto effetto.
- Ho toccato un nervo dolente, signorina Kearly?- il ghigno comparì di nuovo sul suo volto.
- No, ha toccato qualcosa che avrebbe dovuto lasciar dormire.- estrasse fulminea la bacchetta e dopo pochi secondi la frusta infuocata scagliò il professore contro il muro della cucina.  
- Scusami Sirius, ho esagera….to- s’interruppe vedendo che l’uomo rideva sotto i baffi.
- Oh sì, hai esagerato, ma non m’importa! Finché è Mocciosus hai la mia autorizzazione a maltrattarlo- non riuscì a smettere di ridere.
La giovane andò nella stanza adiacente ancora sorpresa del fatto che Sirius non si fosse arrabbiato.
- Stia fermo, prof- si inginocchiò accanto a lui e lo esaminò – A quanto pare il suo Incanto Scudo era un po’ debole-
Dal salotto giunsero delle voci.
- Cos’è stato quel tonfo? Perché ridi, Sirius? Che cosa è successo?- a quanto pare il frastuono aveva fatto tornare Remus.
- Niente- altre risate – Non ce la faccio- ormai doveva star piangendo dal ridere.
Sinceramente lei non aveva trovato la scena così divertente.
Nella cucina Dana stava borbottando qualche incantesimo dando qualche colpo leggero con la bacchetta.
- Ma insomma Sirius! Smettila di fare il bambino!- Remus era piuttosto preoccupato – Che cosa è successo?-
- Moccios… No, non ci riesco. Santo Merlino mi è venuto il singhiozzo- ora ogni risata era accompagnata da un sonoro hic.
- Mi dispiace professore, non riesco a controllarmi- Dana stava aiutando un riluttante Severus ad alzarsi e questo fu quello che vide Remus quando entrò nella stanza.
- Di nuovo?! L’ho detto che ti ha fatto male la compagnia di quei tre! Stai bene, Severus? -  era piuttosto adirato.
- Oh certo! Mi ha fatto malissimo stare con loro!- sbottò sarcastica
- Stai zitta.- la guardò male.
- No, non sto zitta! È stato molto fortunato, avrebbe potuto fare la fine di Frank e Alice nel giro di pochi minuti!- ora era arrabbiata anche lei.
- Basta così, fila in camera tua- le intimò indicando la porta.
- Non sei mio padre, non prendo ordini da te!- serrò i pugni.
L’altro la strattonò per la maglia e la buttò fuori dalla stanza.
- Non voglio ripetermi!- le ringhiò, non l’aveva mai visto così infuriato.
- Ma perché non vai a farti fotter*?- detto questo la giovane sparì su per le scale.
- Non credi di essere stato troppo severo con lei? In fondo è solo Mocciosus.- Sirius si era ripreso e aveva raggiunto l’amico.
- Spero che tu stia scherzando! Ha aggredito un uomo con una maledizione oscura, sta regredendo Sirius.-
- Suddetto uomo ha la stessa colpa che ha Dana! È entrato e ha cominciato a fare lo spaccone come al solito, se l’è meritato-
- Discussione chiusa, Sirius- tagliò corto Remus più alterato che mai.
Questo fu tutto quello che la ragazza riuscì a sentire prima di chiudersi in camera ed accendere la radio con un volume piuttosto alto.
Era adirata, sia per quello che aveva detto Piton sia per quello che le aveva detto Remus; per sua fortuna tra cinque ore, ovvero alle 23.15, avrebbe avuto l’occasione per scaricare la rabbia.
Non era mai stata in missione con Bellatrix, ma da quello che aveva sentito dire la donna si divertiva a cruciare chiunque incontrasse sulla sua strada; sperò che fosse veramente così.
Si fece velocemente una doccia bollente, si mise una tuta  e poi si stese sul letto, doveva riposarsi se voleva dare il meglio di sé.
Due ore dopo qualcuno bussò alla porta, la radio era ancora accesa con il volume al massimo.
- Chi è?- chiese spegnendo l’apparecchio con un colpo di bacchetta.
- Sono Sirius, posso entrare?- domandò con un tono pacato.
- Entra pure- 
Entrò e chiuse la porta dietro di sé, poi si sedette sul letto accanto alla ragazza.
- Remus è ancora arrabbiato?- chiese la giovane mettendosi seduta.
- Si è calmato, ma non del tutto- l’uomo le poggiò una mano sulla spalla – Ehy, se lui non avesse fatto lo spaccone non si sarebbe beccato quell’incantesimo, io resto sempre dell’idea che se l’è meritato-
- Mi sarei dovuta controllare, ma non ci riesco- appoggiò i gomiti sulle ginocchia.
- Non è un male, significa che non hai paura di combattere per le cose che ti stanno a cuore- sorrise e la ragazza ricambiò il sorriso.
- Grazie Sirius-
- Di nulla! Comunque Kreacher ha cucinato lo stracotto, ti va di venire giù a mangiare?- domandò alzandosi e dirigendosi verso la porta
La ragazza rimase in silenzio.
- Stai tranquilla, non ti dovrai sorbire delle prediche da Remus- spalancò la porta e aspetto che la giovane si alzasse.
Uscirono e scesero le scale, ma prima della cucina la bionda si fermò.
- Dana, non ti ucciderà, fidati di me- e con una spintarella la fece entrare nella stanza.
Remus alzò gli occhi dalla Gazzetta del Profeta che stava leggendo.
- Sirius, Dana- piegò il giornale.
La fanciulla fece un impercettibile cenno con il capo.
La cena fu piuttosto veloce e silenziosa, dopo aver sparecchiato e lavato i piatti la ragazza tornò in camera sua.
Si mise a leggere il libro di Incantesimi non sapendo cosa fare.
Poco dopo bussarono di nuovo alla porta.
- È aperto- disse senza smettere di leggere.
- Ti va di parlarmi di quello che è successo con Severus? Ho sentito la sua versione e ora vorrei sentire anche la tua- sistemò una sedia accanto al letto e si sedette.
- Ha iniziato a fare lo spaccone con Sirius, poi è passato a me, e come sai io non riesco a controllare la rabbia. Se l’è meritato, fine della storia- si concentrò su un’immagine che illustrava gli effetti delle Maledizioni Senza Perdono.
- Non puoi scagliare maledizioni contro una persona solo perché ti dà fastidio- commentò paziente.
- Sì, lo so. Ora, se non ti dispiace, mi dovrei preparare- chiuse il libro e lo lanciò sul tavolino di fronte al letto.
- E dov’è che dovresti andare?- chiese in tono indagatorio.
- Ho una missione al San Mungo e tra- guardò l’orologio: segnava le 22.50 – una ventina di minuti devo essere là- si alzò e appellò il vestito nero da mangiamorte, Lupin fece una smorfia di disgusto e uscì.
Venti minuti dopo la ragazza uscì di casa e si smaterializzò davanti al San Mungo. 

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Capitolo 28
*** Ci rivediamo San Mungo ***


La ragazza si appoggiò a una parete accanto all’entrata; il cappuccio le celava il volto, s’intravedevano solo i capelli biondi che venivano scompigliati dalla fredda brezza notturna.
Era lì, semi-mimetizzata nell’ombra, per svolgere una missione per conto del più grande mago oscuro di tutti i tempi; persa nei suoi pensieri aspettava l’arrivo della compagna: Bellatrix Lestrange, una dei seguaci più fedeli e fidati.
Ding Dong Dan, il campanile lì accanto le stava comunicando che erano le 23.
Crac, come se fosse stata portata dal vento, una donna comparve dal nulla.
- ‘Sera Dana- avanzò con un passo lento, a viso scoperto e con la bacchetta già sfoderata.
- Salute a te Bellatrix- si staccò dal muro con un sorrisetto che le illuminava la faccia.
- Il piano è questo: entriamo, uccidiamo i bersagli ed evochiamo il marchio nero- nel dirlo gli occhi le luccicarono.
- Che cosa stiamo aspettando?- chiese la giovane avviandosi verso l’ingresso.
- Mi piace il tuo stile. I maghi che dobbiamo ammazzare sono al quarto piano- le due mangiamorte attraversarono la finestra e si ritrovarono in una grande sala.
- Compilate il modulo e attendete- la strega seduta dietro la scrivania non alzò neanche gli occhi.
- Veramente siamo qui per vedere due maghi ricoverati - Bellatrix evidentemente si voleva divertire prima di ucciderla.
La donna alzò lo sguardo.
- L’ora delle visite è terminata, tornate domani- squadrò entrambe con aria sospetta.
- Purtroppo per lei abbiamo molto fretta, Avada Kedavra- il fascio di luce verde colpì la donna in pieno petto , la Lestrange scoppiò a ridere.
Incominciarono a salire le scale, ma al secondo piano trovarono un guaritore.
- Scusate, chi vi ha lasciate passare?- domandò arretrando, molto probabilmente aveva riconosciuto Bellatrix, lei per tutta risposta fece un cenno del capo a Dana.
- Un nostro amico di nome Anatema Che Uccide- la ragazza estrasse la bacchetta e lo stesso tentò di fare l’uomo, ma il risultato fu un confuso gesto del braccio.
- Avada Kedavra- il mago venne scaraventato contro il muro, poi si afflosciò senza vita sul pavimento.
- Sei migliorata molto, Dana- commentò la donna riprendendo a salire le scale.
- Grazie, devo dire che anche il tuo senso dell’umorismo è migliorato- sorrise ironica.
- Quanto sei spiritosa… Ecco, siamo arrivate- buttò giù la porta con un Bombarda.
- Quanti ne dobbiamo uccidere?- chiese la giovane abbassandosi il cappuccio.
- Sono due maghi; dovrebbero essere senza sensi, che peccato- la mangiamorte alzò la bacchetta puntando un’altra porta: quella della stanza dove i due erano ricoverati.
- Bellatrix- Dana le prese il braccio, costringendo l’altra a voltarsi – Un lavoro veloce e pulito, mi raccomando-
Entrarono una dopo l’altra; la camera era completamente bianca, c’erano quattro letti e su ognuno di essi giaceva un mago.
- Tu occupati di quelli di destra, io penso a questi- la Lestrange s’incamminò verso le sue vittime.
- Erano solo due i nostri bersagli- disse la bionda
- Dana, Dana, Dana… Non possiamo lasciare testimoni, lo capisci?- la donna la guardò come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
- Ma stanno dormendo! Come possono testimoniare qualcosa che non hanno visto?- ribadì indicando i maghi distesi.
- Fai come ti dico, fine del discorso.- le ringhiò, poi si concentrò sull’uomo che aveva davanti a sé; con un rapido movimento della bacchetta gli recise un’arteria, il mago ebbe giusto il tempo per tirarsi su di scatto e ricadere morto sul letto.
La ragazza scuotendo la testa uccise velocemente i suoi due bersagli, dopodiché uscirono entrambe dalla stanza. 
- Vieni Dana, ti voglio mostrare una cosa- la donna prese il braccio della giovane e la trascinò fino a un portone su cui brillava la scritta “ Reparto Lungadegenza”, la mangiamorte la aprì con un colpo di bacchetta e accompagnò la bionda fino a una camera.
Dalla finestrella posta sopra la porta la ragazza riuscì a scorgere un uomo e una donna, lei stava dondolando sul letto e lui stava parlando da solo.
- Chi sono quei due, Bellatrix?- domandò provando pena per loro.
- I Paciock, abbiamo fatto un bel lavoro, non trovi?- ridacchiò ritornando sui propri passi.
L’altra rimase in silenzio.
E così erano loro i famosi genitori di Neville, dopo essere stati cruciati fino alla pazzia erano stati chiusi lì dentro; non era solo pena quella che provava, ma era un malessere generale.
Per la prima volta si rese conto che quello che stava facendo era sbagliato.
- Dobbiamo salire sul tetto, vieni Dana- riprese a salire le scale, seguita da una pensierosa ragazza dentro cui stava infuriando una vera e propria battaglia per scegliere da quale parte stare.
Alla fine riuscì a scegliere.
Si ritrovò sul tetto dell’edificio, l’intensità del vento era aumentata.
- MORSMORDRE!- Bellatrix gridò l’incantesimo con tutto il fiato che aveva; poco dopo il teschio e il serpente splendevano sopra le loro teste.
- Direi che abbiamo finito, ci vediamo Bellatrix- senza aspettare una risposta si smaterializzò a Grimmauld Place ed entrò in casa.
Il fuoco stava ancora scoppiettando nel camino, si sedette sul divano e ricominciò a pensare.
Aveva preso la sua decisione, ma era davvero quella giusta?
Ripensò a quello che aveva visto, a quello che aveva fatto e alle persone che aveva incontrato.
Era sfinita, la testa le stava per esplodere e aveva ancora addosso i vestiti da mangiamorte, voleva andare a farsi una doccia, ma la stanchezza ebbe il sopravvento.
Si svegliò verso le 10.00 ,per colpa di un incubo, e osservò la sua immagine riflessa nello specchio sopra al caminetto: gran parte dell’abito era macchiato da del sangue ormai secco, si alzò di scatto e si guardò meglio, eppure lei aveva ucciso solo con Anatemi…
Probabilmente si era sporcata quando Bellatrix l’aveva trascinata verso la porta, la donna doveva essere completamente inzuppata dato che era a pochi centimetri dai due maghi mentre li ammazzava.
- Già sveglia?- sentì qualcuno scendere dalle scale e dalla voce capì che era Remus.
- Ehm… Si- si costrinse a non voltarsi.
- Stai bene?- domandò sospettoso.
- Benissimo e tu?- si rigirò l’anello sul dito.
- Sarebbe carino che tu ti girassi a guardare quando una persona ti parla- il tono non era quello di un rimprovero, anzi, era stranamente calmo – A meno che tu non abbia qualcosa da nascondere-
La giovane farfugliò qualcosa in risposta e si voltò.
Lupin sgranò gli occhi.
- Hai squartato qualcuno?- urlò tra un misto di sorpresa, collera e preoccupazione.
- Che hai da strillare, Remus?- anche Sirius scese dalla scale, poi vide gli abiti della ragazza – Ma quello è sangue?-
- No, è sugo di pomodoro. Certo che è sangue Sirius!- adesso Remus stava sbraitando contro Black, Dana si diede una manata in faccia.
- Poteva anche essere vernice per quel che ne sapevo!- rispose l’altro.
- STATE ZITTI!- la ragazza esplose.
- Noi dovremmo stare zitti? Cos’è quel sangue?- Lupin la guardò più infuriato che mai – Prima minacci Gazza, poi colpisci Severus con una maledizione e ora torni a casa coperta di sangue! Stai peggiorando!-
Sirius scoppiò a ridere.
- Mocciosus se l’è meritato- cercò di contenersi, ma senza successo.
- Ti sembra questo il momento di ridere?- Remus lo fulminò con lo sguardo.
- Mi lasciate spiegare?- la giovane sbuffò.
Proprio in quel momento Kreacher portò La Gazzetta del Profeta e gli occhi di tutti i presenti si fermarono sul titolo in prima pagina: “ Sei omicidi al San Mungo, il marchio nero brilla sopra l’ospedale”.
- Dov’è che era la tua missione? Ah sì, al San Mungo!- Lupin s’infuriò, se possibile, ancora di più.
- Sei omicidi? Dana! Non avrei mai pensato che tu fossi in grado di….- Sirius fu interrotto dalla ragazza.
- Mi volete ascoltare o no?- guardò male entrambi.
- Sentiamo, che hai da dire?- i due uomini si sedettero sul divano.
La giovane raccontò loro quello che era successo la notta precedente.
- Non pensate che mi sia divertita a ucciderli!- concluse ripulendo l’abito con la bacchetta.
- Hai comunque ucciso tre maghi- commentò Remus tentando di controllare la rabbia.
- Mia cugina è ancora più svitata di quanto ricordassi- Sirius era scioccato.
Dana fissò il vuoto, era indecisa se parlare anche dei genitori di Neville.
- C’è ancora qualcosa che vuoi dirci?- Lupin la guardò.
- In effetti sì, Bellatrix mi ha portato a vedere Frank e Alice Paciock e…- non riuscì a finire dato che il malessere della notte precedente si destò di nuovo.
-E…?- domandò incoraggiandola.
- Mi sono resa conto di quanto dolore creiamo, di quanta disperazione ci lasciamo dietro e mi sono pentita di tutto quello che ho fatto- continuò e sentì un nodo all’altezza dello stomaco.
- Meglio tardi che mai; quindi non tenterai di portare di nuovo il mio figlioccio a Voldemort?- Black pronunciò il nome con disprezzo.
- Figlioccio?- chiese confusa – Chi…?-
- Harry Potter, io sono il suo padrino- affermò poggiando i piedi su quello che pensava fosse un tavolino.
- Sirius, quello è Kreacher- lo informò Lupin.
- Lo so, Remus-
L’elfo borbottò qualcosa di incomprensibile. 

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Capitolo 29
*** Prova a mentire ***


Dopo due ore l’elfo si tolse i piedi di Sirius dalla testa dicendo di dover preparare il pranzo e la ragazza andò in camera sua.
Alle 16.00 sarebbe dovuta andare a Malfoy Manor per parlare con il suo Signore, ma cosa avrebbe detto a Black e Lupin? Non avrebbero di certo creduto a un’altra missione e lei aveva detto loro di non sapere dov’era il quartier generale dei mangiamorte; non riusciva a trovare una scusa convincente, a meno che…
“ Potrei usare il compito di pozioni… Dopo dovrei rifarlo , ma potrebbe funzionare”
Prese un’ampolla violetta a forma di goccia , dentro di essa risplendeva un liquido trasparente pieno di bollicine argento; la mise in tasca e scese al piano inferiore, diretta verso la cucina.
Nella stanza c’era un profumo di verdure bollite che metteva l’acquolina in bocca, Kreacher stava preparando la zuppa di piselli.
- Kreacher, vai pure, oggi cucino io- gli sorrise e si avviò verso i fornelli.
- Kreacher ringrazia la signorina Kearly, la traditrice del proprio sangue- mormorò e uscì all’indietro strisciando il naso per terra. 
Dana aspettò che l’elfo uscisse, si guardò attorno mordendosi il labbro superiore, poi svuotò la fiala nel pentolone; l’alimento diventò rosso per qualche secondo, poi tornò verde pallido.
Aspettò altri cinque minuti per assicurarsi che non cambiasse di nuovo colore, dopodiché andò in salotto.
- Remus, Sirius, Kreacher dice che è pronto- disse interrompendo la discussione dei due che si alzarono, ma ripresero subito a parlare.
- Le vespe di Wimbourne hanno un cercatore migliore dei Vultures- spiegò Black riempiendo un piatto.
- Ma i Vultures hanno tutto il resto della squadra migliore delle vespe- ribadì Lupin versandosi un mestolo di zuppa.
- È il boccino che fa vincere le partite, Remus- assaggiò un cucchiaio di minestra e fece una smorfia – Kreacher, che hai messo nella zuppa? Sa di… Di… Di Doxy fritto, ecco di cosa sa!-
La ragazza sussultò, non aveva pensato che il sapore potesse variare!
- Non se sei sotto di 300 punti! E poi questa minestra è buonissima, sei tu che hai il gusto alter…- mangiò il secondo cucchiaio e cadde a terra.
- Remus!- Sirius e Dana si alzarono nello stesso momento, ma un’istante dopo anche l’altro uomo raggiunse il pavimento.
La giovane prese il mantello e si diresse verso la porta.
- Padron Sirius ha chiamato Kreacher?- l’elfo scese le scale guardandosi attorno.
- No, torna pure a fare quello che stavi facendo- gli ordinò con i sensi di colpa che iniziavano a farsi sentire, si stava davvero rammollendo.
- E la signorina Kearly dove sta andando?- domandò osservandola con aria sospetta.
- Vado al San Mungo, ho una visita- gli rifilò la prima cosa che le passò per la mente e si tirò su il cappuccio.
L’elfo tornò al piano superiore, lei uscì e si smaterializzò nel vialetto di Malfoy Manor; come al solito i pavoni zampettavano per tutto il giardino.
 A passo svelto raggiunse la porta ed entrò; il salotto era deserto, probabilmente i presenti stavano mangiando.
La stanza, completamente nera, le faceva venire i brividi, forse è per questo che preferiva il numero 12 di Grimmauld Place: le dava un senso di sicurezza, di calore e sembrava voler sempre accogliere tutti, al contrario di Malfoy Manor che sembrava voler far scappare i suoi inquilini.
Si stava per dirigere verso quella che era stata la sua camera, ma una voce glaciale la colse alle spalle.
- Ferma, voltati lentamente- ordinò e la ragazza obbedì.
- È sorpreso di vedermi, prof? – chiese guardandolo negli occhi.
- Neanche un po’, anzi, ti stavo aspettando. Seguimi- entrò nella terza porta sulla destra e la giovane lo seguì confusa, poco dopo si ritrovò in un’enorme e inutile stanza vuota.
Severus agitò la bacchetta in direzione della porta, poi si rivolse alla bionda.
- Sei qui per la riunione delle 16, giusto?- l’altra annuì – Dobbiamo metterci d’accordo: io al Signore Oscuro ho già detto che la sede dell’Ordine è a Hogwarts, sa già il nome di tutti i membri, tu dovrai solo confermare quello che io ho precedentemente detto, tutto chiaro?-
Dana prese mentalmente appunti, ma rimase in silenzio.
- Non tentare di mentire al Signore Oscuro, ti scoprirebbe subito- aggiunse come se le avesse letto i pensieri.
- Sono molto abile a mentire- affermò sbalordita dal fatto che lui avesse indovinato proprio quello che stava pensando.
- Lui è un Legilimens, questo significa che ti può entrare nella mente, può farti dire la verità come e quando vuole. Evita il contatto visivo- la guardò negli occhi.
“ È una cosa orribile, i pensieri dovrebbero essere una cosa privata!”
- Sì, è una cosa orribile-  disse Piton dopo qualche secondo.
- Anche lei è un Legilimens?- domandò osservandolo con interesse.
- Potrai azzardarti a mentirgli solo quando avrai imparato l’occlumanzia, ma prima di allora scordatelo.-
- Lei sarebbe disposto a darmi lezioni ?- chiese sperando in una risposta affermativa.
- No, Potter basta e avanza- uscì dalla stanza seguito a ruota da una silenziosa ragazza.
“ E così può anche dare un’occhiata ai pensieri della gente… Il Signore Oscuro, colui che sa cosa pensi.
 Devo ammettere che è davvero un grande mago.
Magari un giorno scopriremo anche che sa volare o che sa respirare sott’acqua oppure che può diventare invisibile. Forse sto andando troppo oltre…”
- Dana!- qualcuno la distolse dai suoi pensieri; davanti a lei c’era Narcissa Malfoy che indossava un abito verde scuro – Come stai, mia cara?-
- Cissy…. Ehm… Bene e tu?- la donna le si avvicinò e la squadrò.
- Io bene, ma tu piuttosto… Ti vedo deperita, ti dà da mangiare? E sei anche pallida! E hai le occhiaie!- dal tono sembrava preoccupata.
“ Aggiungici anche le doppie punte e siamo apposto”
- Sto bene Cissy… E sì, mi dà da mangiare- le sorrise intenerita dalla sua premura.
- Dai, vieni di là, ci sono anche gli altri- disse dopo una manciata di secondi e si stava per avviare verso la sala da pranza, ma Dana la fermò.
- No, grazie. La camera che usavo prima è ancora libera?- domandò lanciando un’occhiata alle scale.
- Sì, certo. Stai pensando di trasferirti qui?- chiese con un bagliore negli occhi.
- No, voglio solo dormire- si stiracchiò le braccia e salì al piano superiore.
- Come fa a essere stanca a quest’ora?- Narcissa, borbottando, era tornata dagli altri.
La ragazza percorse il corridoio ed entrò nella stanza.
Era come se la ricordava: il tappeto bianco e nero, le tende scure, i tanti armadi…
Si gettò sul letto e, dopo qualche minuto, s’addormentò.
In questi ultimi giorni non faceva altro che dormire, forse a causa del trasferimento, della missione, del doppio gioco… E poi c’era anche quella maledetta nausea che la perseguitava da una settimana, forse avrebbe dovuto veramente prenotare una visita al San Mungo.
Inoltre le mancava Hogwarts, le mancava Pansy con le sue idee strane e i suoi scherzi, le mancavano Hogsmeade e il parco; due giorni chiusa in casa e si sentiva già soffocare.
Come se tutto questo non bastasse l’immagine dei Paciock la tormentava, era già la seconda volta che sognava di essere Alice e di venir cruciata da Bellatrix e Barty.
- Avada Kedavra-  era stato l’istinto materno a dirle di farlo, doveva proteggere suo figlio, non sapeva di cosa potevano essere capaci quei mangiamorte. 
Il problema è che si era svegliata di soprassalto e aveva davvero lanciato la maledizione che, dopo aver illuminato la stanza, aveva mandato in frantumi la scrivania e lo specchio, facendo un gran rumore.
- Per le corna di quel porco di Godric!-  gridò guardando i resti dei due mobili con la bocca spalancata – Questa non è una cosa normale- s’alzò di scatto – Non è per niente normale-
- Expelliarmus- la porta si spalancò di colpo.
- Ma che…? Protego!- l’incanto scudo la riparò appena in tempo.
- Dana?- l’uomo era sulla soglia con la bacchetta sfoderata.
- Barty?- la ragazza era accanto alle sue povere vittime.
- Ma che combini?- Bellatrix era entrata spingendo via gli altri mangiamorte – Oh!- esclamò guardando il legno e il vetro – Deve essere stata una maledizione molto potente- le brillarono gli occhi.
- Si.. Ehm.. Beh…- la ragazza si passò una mano tra i capelli.
- Qualcuno si degna di dirmi cosa succede?- una testa bionda spuntò sopra le altre.
- Ehm… Lucius… Ti ho involontariamente ucciso due mobili- ammise imbarazzata.
- Che cosa significa?- entrò anche lui nella stanza e si portò una mano al cuore vedendo i resti dello specchio e della scrivania – Ah! Puro legno proveniente dai boschi nordici! Non mi sento bene- si sedette su una sedia riprendendo fiato e con la mano sinistra appoggiata all’altezza del cuore.
- Ma… Com’è che siete tutti qui?- chiese la giovane a disagio.
- Beh… Un lampo verde ha accecato mezza Inghilterra, c’è stato un boato e i muri si sono messi a tremare… Così ci siamo detti “ Non è che dovremmo andare a controllare?”- Antonin cercò di sdrammatizzare.
- Ehm, certo… Come vedete non c’è niente che non va, quindi tutti fuori- si diresse verso la porta. – Lucius, ti prego, non fare così, vedrai che li rimetto apposto-
- Il legno, il vetro- l’uomo era ancora sotto shock – Assassina! I miei mobili-
- E lui dovrebbe essere un mangiamorte- borbottò la Lestrange – Ma guarda con chi si è sposata mia sorella-
Dopo queste parole Malfoy si riprese velocemente e uscì insieme ai compagni, Barty si fermò sulla soglia della porta.
- Beh?-  domandò la ragazza osservandolo – Che c’è?-
- Come sei arrivata a prendertela con dei mobili?- chiese squadrandola.
- È una lunga storia- in realtà non voleva parlare di quello che aveva sognato.
- No, mi sono stancato di questa risposta- chiuse la porta in modo un po’ brusco – Ora mi dici perché hai scagliato una maledizione contro a degli oggetti. Ti annoiavi?- c’era qualcosa di diverso nel suo sguardo.
“ Forse aveva ragione Remus, forse è davvero pazzo”
- No, è stata solo un’eccessiva reazione a un sogno- fece un passo indietro, non aveva mai pensato che un giorno sarebbe successo, ma l’uomo che amava la stava spaventando.
- Ti va di parlarmene?- avanzò di un passo.
- Barty, mi fai paura- arretrò ancora.
- E perché mai?- avanzò di nuovo con un sorrisetto stampato in volto.
- C’è qualcosa di diverso in te- le sue spalle toccarono il muro.
- Sono solo preoccupato per te- le appoggiò le mani sulle spalle facendola sussultare.
- Per me o per la mia fedeltà?- distolse lo sguardo.
- Per entrambe- le alzò il viso costringendola a guardarlo negli occhi.
- Lo sai che non tradirei mai il Signore Oscuro- ancora una volta guardò altrove, poi le vennero in mente le parole della madre: “Siamo due ottimi legilimens
Non si fidava più di lei.  Erano davvero arrivati fino a questo punto?
- Dana, ho bisogno che tu mi guardi negli occhi mentre me lo dici- era molto più serio del solito, lei alzò lo sguardo incontrando i meravigliosi occhi color nocciola dell’altro.
- Io non tradirei mai il Signore Oscuro- ripeté piano scandendo ogni parola e sforzandosi di non pensare a niente.
L’uomo sorrise soddisfatto.
- Non hai bisogno di questi trucchetti con me, non ti mentirei mai- ammise incrociando le braccia al petto.
- Volevo solo assicurarmi che vivere con Lupin non ti avesse cambiata- tentò di abbracciarla, ma lei lo respinse – Sei arrabbiata?-
- Dipende- rispose vaga osservandolo e sorridendo.
- E da cosa?- le lanciò un’occhiata sospettosa
- Promettimi che non tenterai mai più di leggere i miei pensieri- alzò le spalle e si mise a giocherellare con una ciocca di capelli.
- Uhm… Accetto- le si avvicinò per baciarla.
“ Ottimo, altrimenti avrebbe scoperto che sono stata a letto con Remus”
L’uomo fermò di colpo.
- Tu cosa?!- chiese incredulo
- Sto scherzando-  si mise a ridere vedendo la sua faccia.
- Come sei divertente- la prese in braccio e iniziò a baciarla.
- Ehy, che intenzioni hai?- gli circondò il collo con le braccia.
- Lo scoprirai presto- sorrise malizioso.

Intanto, al numero 12 di Grimmauld Place, Remus e  Sirius si erano svegliati.
- Che cosa è successo? Che ore sono? KREACHER! VIENI SUBITO QUI!- Black si mise a sedere sul pavimento, mentre Lupin si metteva in piedi.
- Il padrone ha chiamato?- l’elfo entrò nella stanza e fece un profondo inchino.
- Che hai messo nella zuppa? Hai tentato di avvelenarci, eh? Ammettilo!- era fuori di sé.
- Kreacher non ha cucinato oggi, anche se a Kreacher avrebbe fatto piacere avvelenare la feccia-  borbottò toccando terra con la punta del naso.
- Io lo ammazzo, io lo ammazzo- Black lo guardava in cagnesco.
- Calmati Sirius- Remus gli lanciò un’occhiataccia – Chi ha cucinato oggi, Kreacher?-
- La signorina Kearly, la traditrice del proprio sangue- mormorò forse pensando di non essere sentito.
- Dana? Dana vieni qui!- Lupin si guardò attorno – Dov’è finita quella ragazza?-  
- La signorina Kearly è uscita due ore fa, Kreacher l’ha vista con questi suoi occhi- annuì convinto.
- E adesso chissà dov’è andata- anche Sirius si era messo in piedi.
- Al San Mungo, la signorina ha detto a Kreacher che aveva una visita-
- Puoi andare Kreacher- Black fece un gesto con la mano.
L’elfo uscì strisciando il naso e borbottando qualcosa.
- Pensi che sia tornata con i mangiamorte, Remus?-
L’altro alzò le spalle.
- Se tornerà voglio sentire quello che ha da dire, sono sicuro che ci darà una buona spiegazione-
- O una buona menzogna-
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Okay... Non so come è uscito questo capitolo °^° Boh... Diciamo che lascio a voi le recensioni? ^^'''' 
Grazie mille per i vostri commenti! 
 A presto 
Ocelot

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Capitolo 30
*** La tua mente è come un bar, è un luogo pubblico ***


Erano le 16.00, tutti i mangiamorte erano seduti attorno alla tavola dove poco prima avevano mangiato e stavano aspettando il Signore Oscuro; Dana, aiutata da Antonin, stava facendo le parole crociate.
- Dieci verticale, sei lettere, sinonimo di babbano- borbottò la ragazza concentrandosi sul giornale.
- Uhm… Idiota!- l’uomo sembrava convintissimo che la sua risposta fosse quella giusta.
- Dana, ma si chiamano parole crociate o cruciate?- Bellatrix avvicinò la sedia incuriosita dal nome di quel passatempo.
- Parole crociate, con la “O”. Però sinonimo di babbano con sei lettere potrebbe anche essere Yaxley- la bionda piegò la testa di lato.
- Uhm… Sì, ci sta- Dolohov ridacchiava sotto i baffi.
- Non siete divertenti- Yaxley li guardò male, poi riprese il suo dibattito con Thorfinn.
- Yax, hai un ragno sulla spalla- Antonin indicò la sua spalla sinistra.
- DOVE?!- l’uomo saltò in aria urlando.
In quel momento l’Oscuro fece la sua comparsa.
- Yaxley… C’è qualche problema?- chiese osservandolo con interesse.
- No, mio Signore- mormorò ritornando a sedersi.
La ragazza fece sparire il giornale e guardò Nagini strisciare sul tavolo.
- Ci siamo tutti a quanto vedo… Anche il giovane Malfoy.- si accomodò sulla sedia a capotavola.
Dana non si era neanche accorta che Draco era tra loro, forse perché lei era troppo concentrata sulle parole crociate o forse perché lui non aveva mai aperto bocca.
- Bene, partiamo proprio da te Draco. Hai trovato un modo per far entrare alcuni dei nostri ad Hogwarts?- domandò accarezzando la testa del suo fidato serpente.
- Sì, mio Signore. Ho riparato un armadio svanitore che è all’interno della scuola, il suo gemello è nel negozio di Sinister, potranno passare da lì- la voce gli tremava leggermente ed era più pallido del solito.
“ Interessante e ingegnoso, bravo Draco!”
- Molto bene, davvero. Bellatrix e Thorfinn, ci andrete voi, portate anche quella feccia di Greyback- ordinò pronunciando il nome con disgusto e subito dopo i due mangiamorte annuirono – Draco ucciderà Silente, poi abbandonerete Hogwarts. Severus, tu te ne andrai con loro- lo guardò negli occhi.
- Mio Signore, non voglio contraddirvi, ma penso che anche dopo la morte di Silente servirebbe una spia ad Hogwarts- Piton parlò lentamente e con un tono molto calmo.
- Concordo, Severus.  Per questo Dana resterà nella scuola-
“ Chi? Io?” sul volto della ragazza si dipinse un’espressione di puro stupore, ma Voldemort non se ne accorse.
- Una settimana dopo la morte di Silente tornerete a Hogwarts e tu, Severus, diventerai preside, se gli altri insegnanti oppongono resistenza siete autorizzati a cruciarli- scandì ogni parola – E tu- lanciò un’occhiata alla giovane mangiamorte – Tu durante quella settimana dovrai dimostrare ai membri dell’Ordine  di essere dalla loro parte. Dirai loro che è stato Draco a uccidere Silente e che stiamo progettando di far scappare i mangiamorte rinchiusi ad Azkaban.- concluse osservandola con la testa leggermente inclinata – Oh… Qualcuno ha dubbi sulle mie scelte?- un angolo della bocca gli si sollevò leggermente in quello che sembrava lontanamente un sorriso, contemporaneamente gli occhi di tutti i presenti si posarono su Dana.
- Mio Signore, i miei dubbi sui vostri ordini non mi impediranno di portarli a termine al meglio- riuscì a controllare la voce, ma il cuore la tradì cominciando a battere più forte.
Si sentiva tutti gli occhi puntati addosso, è come essere su un palcoscenico  e cadere proprio quando il riflettore ti illumina.
- So che in te prevale la fedeltà invece della ragione e per questo ti chiedo di fare ciò che ti ho detto prima, anche se non ne comprendi il motivo, in seguito capirai- il suo tono era stranamente calmo e questo la metteva ancora più a disagio.
- Come desiderate, mio Signore- chinò il capo in segno di rispetto e si sforzò di ignorare le occhiate che gli altri mangiamorte le lanciavano.
- Yaxley, come procede la conquista del Ministero?- si voltò verso di lui e passò al prossimo argomento di cui avrebbero parlato.
Dopo due lunghissime ore, ovvero alle 18.00, la riunione terminò e il Signore Oscuro abbandonò la villa; la ragazza riuscì a sgattaiolare in giardino evitando così di dover rispondere a qualche spiacevole domanda.
Passeggiò per il parco pensando al terribile sbaglio che aveva commesso: l’aveva guardato negli occhi mentre parlava, gli aveva aperto la porta della sua mente.
“ Ma perché a me? Con tutte le ragazze che esistono in questo mondo perché proprio a me? Torture, uccisioni, doppi giochi… Non ce la faccio più! Mi sono stancata! Prima o poi scappo, anche a costo di far la fine di Karkaroff.”
Sferrò un pugno ad un albero tentando di scaricare la rabbia, ma ottenne solo delle ferite alla mano.
- Fantastico! Dev’essere proprio il mio giorno fortunato- borbottò guardando male la povera pianta.
- Cosa ti avevo detto? Evita il contatto visivo, ma perché ascoltare qualcuno con più esperienza?- una voce la fece voltare di scatto –Ma non è il momento adatto per piangersi addosso, signorina Kearly, dobbiamo tornare al quartier generale dell’Ordine- Piton era misteriosamente apparso dal nulla.
Lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo e in quel momento notò che Barty stava guardando fuori dalla finestra, nella sua direzione, scuotendo la testa.
Non fece neanche in tempo a fulminarlo, Severus le aveva già preso il braccio e si erano smaterializzati a Grimmauld Place.
Entrarono velocemente in casa.
- Perché ascoltare Severus Piton? Tanto è solo un’idiota che ha lavorato come spia per anni- l’uomo la stava ancora riprendendo.
- Concordo – dalle scale apparve Sirius – ma solo sulla parte dell’idiota-
- Black, è meglio se stai in sil…- non riuscì a finire la frase dato che la ragazza gli aveva lanciato un silencio non verbale.
- Ne ho abbastanza per oggi, se gentilmente voi due poteste evitare di litigare…- neanche lei riuscì a finire la frase.
- Mi spiace, ma per oggi non hai ancora finito- Remus era seduto sul divano e stava leggendo il giornale.
La ragazza sbuffò sonoramente.
- E ora che c’è? Che ho fatto?- chiese esasperata.
- Incominciamo con il  fatto che ci hai rifilato un distillato soporifero e poi sei scomparsa- Sirius alzò le spalle e Severus tossì – Qualcosa non va, Mocciosus?-
- Una ragazzina è riuscita a mettervi al tappeto- si girò verso Dana – I miei complimenti, riferirò al professor Lumacorno che sei riuscita a preparare un’eccellente distillato soporifero. Intanto… 50 punti a serpeverde- sul volto gli spuntò un ghigno.
- Ma non siamo a Hogwarts, professore- affermò ancora stupita da quello che Severus aveva appena detto.
- Non m’importa-
- Sparisci Mocciosus, io e Remus vorremmo parlare in privato con lei-  gli ringhiò Black guardandolo male e in quel momento Dana pregò che Piton restasse.
- Insomma Sirius, vi ho addormentati per poter partecipare alla riunione dei mangiamorte, non ho avuto scelta- tentò di assumere un’aria innocente.
Dal divano si sentì un verso sprezzante.
- A quanto pare Black e Lupin non hanno idea di che cosa significhi essere una spia- Severus alzò le braccia e lanciò un’occhiataccia a Sirius.
“ Sbaglio o si è schierato dalla mia parte? Devo aggiungere anche questo alla lista delle cose strane” pensò osservando Piton.
“ Lo faccio solo perché odio Black” la voce del professore era dentro la sua testa, come se fosse stata lei a pensare quelle parole.
“ Prof, esca dalla mia mente!!” lo guardò male.
“ Ti sto solo dando una dimostrazione di cosa avrebbe potuto fare il Signore Oscuro  alla riunione”
“ Molto interessante, ora esca dalla mia mente!”
- Ehm… Posso sapere perché vi continuate a guardare in quel modo? Che cosa state complottando?- Sirius squadrò entrambi.
- Sei paranoico Sirius.- gli sorrise.
- Sarà meglio che io vada- Severus appoggiò la mano sulla maniglia della porta – Quasi dimenticavo… I miei complimenti per il tuo Anatema, davvero potente!- uscì ghignando.
“ Questa te la potevi evitare Mocciosus!” pensò fulminando la porta con lo sguardo.
- Una riunione, vero?- commentò Lupin scettico – Hai ucciso qualcuno perché ti annoiavi?-
- No! Ho solo reagito male a un incubo- alzò le spalle e si avviò verso le scale.
- E chi hai ucciso esattamente?- domandò Sirius osservandola attonito.
- Uno specchio e una scrivania- alzò gli occhi al cielo sbuffando – Mi sono stufata di tutti questi interrogatori! Insomma sto dalla vostra parte, no?-
- Ho qualche dubbio- borbottò Remus tornando a leggere il giornale.
- Okay, sentite. Vi ho detto che ho reagito male a un incubo, giusto? Bene, ho sognato di essere Alice Paciock e di star lottando per proteggere Neville. Ora, un mangiamorte qualunque si sarebbe svegliato e si sarebbe messo a ridere, io no, io ho lanciato una maledizione. Forse per voi non significa nulla, ma per me sì! Significa che avrei ucciso Bellatrix e Barty pur di difendere quell’idiota di Paciock- riprese fiato – Oddio, mi sto rammollendo! Come faccio a rimanere tra i migliori se sogno di ucciderli? Devo andare a esercitarmi! Devo riprendermi, devo cruciare qualcuno più spesso!- e continuò a dire cose del genere per altri tre minuti, intanto Sirius si era allontanato da lei.
- Ma è impazzita?- sussurrò a Remus guardandola incredulo.
- Le ho sempre detto che la compagnia di quei tre le fa male- borbottò scuotendo la testa, poi si alzò – Dana, calmati. Non ti stai rammollendo e noi sappiamo che sei dalla nostra parte, okay? Ora smettila di vaneggiare- le si avvicinò cautamente.
- Ottimo, la scenetta ha funzionato- la ragazza si avviò verso la cucina mentre gli altri due la guardavano esasperati.
- Passiamo oltre… Dov’è stata questa riunione?- chiese Sirius e la giovane tornò sui suoi passi.
- Al quartier generale, ovvio- incrociò le braccia al petto
- Ci hai detto di non sapere dove fosse!- sbottò Lupin lanciandole un’occhiataccia.
- Beh… Ero ancora nel periodo di indecisione, non sapevo da che parte stare- fece roteare gli occhi.
- È emerso qualcosa di interessante?- domandò Black cercando di cambiare discorso.
- Non molto, stanno ancora cercando di impossessarsi del ministero e di reclutare i dissennatori.- alzò le spalle.
- E sai quanto manca al compimento della missione del secondo mangiamorte infiltrato a Hogwarts?- chiese Remus osservandola.
- Circa 16 giorni, ma non so ancora in che cosa consista- andò verso le scale.
- E ora dove vai?- domandò ripiegando la Gazzetta del Profeta per poi buttarla sul tavolo.
- A rifare il compito di pozioni e a finire quelli di difesa, penso che rientrerò prima a Hogwarts.- alzò le spalle di nuovo.
- E come mai?- Lupin le lanciò un’occhiata sospettosa.
- Beh… Mi mancano i miei compagni e poi stare in casa mi annoia- sbuffò e salì i primi tre gradini.
- Già, non dirlo a me- borbottò tristemente Sirius.
 
Tre giorni dopo Dana si smaterializzò nei dintorni di Hogwarts e si avviò verso la scuola trascinando una borsa stracolma di compiti, Pansy fu la prima a notarla mentre passeggiava per i corridoi e fu anche la prima a saltarle addosso e a riempirla di domande.
 
_______________________________________________________________________________________
Uhm… Scrivendo mi sono venute in mente alcune domandine per voi (?)
1) Non è  che sto facendo Snape, Barty, Bellatrix, Antonin, il Signore Oscuro… Si vabbè, i mangiamorte principali troppo OOC?
2) Non è che la storia sta diventando monotona?
3) Non che è ho dimenticato qualche personaggio fondamentale di Hp6?
Okay, vi sto assillando? °^°
Vabbè, ci vediamo al prossimo capitolo mio, vostro o loro (?)
PS. Perdonatemi il titolo, ma era l’idea più sensata (quindi immaginate voi le altre °^°) che mi sia venuta in mente.
Ocelot

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Capitolo 31
*** Sono qui, sono qui con te. ***


 
- Troll, ho preso Troll…. Non ci credo!- Dana stava camminando per i corridoi, i libri stretti al petto con il braccio sinistro, mentre con il destro agitava per aria un foglio di pergamena; al suo fianco Pansy la guardava preoccupata – Tu quanto hai preso?- le chiese poi tentando di calmarsi.
- Ehm… Oltre ogni previsione- le rispose alzando le spalle – Andiamo! Era una prova facilissima!- si affrettò a dire vedendo l’amica che la guardava incredula.
- Lo so che era facile! Sono sicura che Lumascemo ce l’ha con me per quella cosa… Ti ricordi, no?- chiese con una nota di rancore nella voce.
- Come scordarsela- Pansy ridacchiò ricordando quello che era successo – Dai, fai così: vai a parlarne con Piton, sono sicura che, se il voto è ingiusto, farà qualcosa-
- Uhm… Ci proverò… Dopo tutto tentar non nuoce- ribatté pensierosa.
Erano quasi alla fine del corridoio quando Alastor Moody spuntò da dietro l’angolo.
- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!- Dana si mise a urlare e fece un enorme balzo all’indietro.
- Ahhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh!!- Pansy si spaventò e si mise a urlare anche lei.
- Chiudete quella dannata bocca- ordinò freddo.
- TU… LEI... NON È POSSIBILE- disse la bionda indicandolo come se fosse un fantasma –Incendio!- gridò senza pensare.
L’altro parò il colpo appena in tempo.
- Ma guarda, qualcuno è migliorato parecchio- commentò Moody in tono aspro.
Pansy si avvicinò lentamente a Dana.
- Mi avevi detto che era fuori combattimento!- le sussurrò tesa
- E quello che pensavo anche io- affermò guardando incredula l’uomo – Se lo faccio arrosto adesso non cambia niente, no?- un bagliore sinistro serpeggiò nei suoi occhi azzurro ghiaccio.
La mora rimase senza parole.
- A quanto vedo rimani sempre una mangiamorte modello… Crouch ha fatto davvero un bel lavoro- giudicò con il disprezzo impresso sul volto.
La ragazza gli lanciò un’occhiata di puro odio.
- SEI UNA MANGIAMORTE! TU, DANA KEARLY, SEI UNA MANGIAMORTE! E UNA DI QUELLE IMPORTANTI! OH SANTO SALAZAR! È… È… - Dana guardò Pansy aspettandosi una ramanzina anche da lei, tanto valeva aggiungerla alla collezione, invece – È MAGNIFICO!- concluse con gli occhi inumiditi da delle lacrime di felicità, poi si accorse che Alastor la stava guardano storto. – No, cioè… Intendevo dire che mi hai molto delusa, da te non me lo sarei mai aspettata-
La bionda rise, era incredibile come Pansy Parkinson riuscisse a strapparle un sorriso anche nei momenti più cupi.
- Ridi, ridi, finché puoi…- dichiarò Moody sporgendosi per guardare il corridoio da cui era venuto – Oh! Eccoli, finalmente!-
L’aria si fece incredibilmente fredda, piena di rantoli, il cuore della ragazza perse un battito.
Alastor estrasse dalla tasca una pergamena
- Dana Kearly, sono qui per conto del Ministero della Magia e per ordine del Ministro della Magia in persona verrai sottoposta al Bacio del Dissennatore- annunciò sventolando la pergamena sotto al naso della ragazza.
- Pansy, vattene- le ordinò con lo sguardo fisso.
- Che amica sarei se ti lasciassi qui da sola?- ribatté con un sorriso – Dissennatori, Ippogrifi, Lupi mannari, non m’interessa! Io ci sarò, starò con te fino alla fine-
- Come siete commuoventi- le interruppe sarcastico – Uhm... Sì... Ora dovrebbe andare bene… Expecto Patronum- dalla bacchetta del mago spuntò una tigre argentata che si posò a terra con un sonoro ruggito, dopodiché entrambi arretrarono per lasciare campo libero ai dissennatori.
Intanto la ragazza aveva cominciato a sentire le parole della madre l’ultima volta che l’aveva vista viva, le urla disperate dei babbani che chiedevano pietà, rivide i volti dei medimaghi e, più in generale, di tutti quelli che aveva ucciso senza pietà. Erano assordanti, non sentiva più nemmeno i propri pensieri, l’angoscia l’aveva colmata; poi, come una secchiata d’acqua gelida, la voce di Pansy la risvegliò.
- No-  esclamò scuotendo la testa – Non ve lo permetterò- ribadì con un luccichio negli occhi, era determinata: non avrebbero mai fatto del male a Pansy a causa sua.
- Patetica- commentò Moody ghignando.
- Pansy, ti prego, concentrati… Pensa al tuo ricordo più felice- mormorò fissando i due esseri che lentamente scivolavano verso di loro.
- Vuoi farmi evocare un Patronus?! Nelle lezioni di Lupin non ci sono mai riuscita, cosa ti fa pensare che adesso...-
La bionda la interruppe.
- Fallo e basta- la giovane chiuse gli occhi e fece scorrere mentalmente i ricordi più felici della sua vita: il festino a Malfoy Manor, quando ha conosciuto Barty, la missione al San Mungo con Bellatrix…
Ma nella sua mente un altro si fece largo con prepotenza, uno che era rimasto sepolto per tanto tempo, ma che ora lottava con tutte le sue forze per uscire,  e lei lo accontentò.
I dissennatori erano a qualche centimetro dal suo viso, li sentiva…
- Expecto Patronum- gridarono entrambe nello stesso momento, dalla bacchetta di Dana spuntò il solito lupo argentato, mentre da quella di Pansy si levò in volo un grosso falco; entrambi si scagliarono contro i dissennatori e li trascinarono via.
Le due, ansanti, sorrisero, mentre Moody ringhiava. 
Poi altre tre voci rimbombarono per lo stretto corridoio.
- Remus, calmati!- la McGranitt apparve, camminando all’indietro, dal corridoio che stava dietro le spalle delle due ragazze.
- No, non mi calmo!- un Remus J. Lupin piuttosto arrabbiato spuntò dallo stesso punto.
“ Che ho fatto? Non è colpa mia! No, aspetta… Qui sono io la vittima… Però ho tentato di farlo arrosto... Dannazione!” pensò
- Remus, io non… - cominciò cercando di giustificarsi, ma l’uomo non la calcolò nemmeno, continuò ad avanzare a passo spedito versò l’ex Auror.
Minerva si fermò e poggiò le mani sulle spalle delle due ragazze, abbandonando ogni speranza di farlo ragionare.
- Tu!- sbottò Lupin puntando un dito contro Alastor – Cosa diamine pensavi di fare, eh?! Cosa ti passa per quel cervello rinsecchito?-
Dana spalancò gli occhi, non l’aveva mai sentito parlare così.
- Come osi parlarmi in questo modo? Sono più anziano di te, vedi di portarmi rispetto!- ruggì Moody guardandolo negli occhi.
- Come ti permetti di venire qui  con dei dissennatori per eseguire il Bacio su una studentessa? Chi ti da questo permesso?- ribatté ancora più adirato.
- Il Ministro in persona e, se non ti spiace, voglio tornare da lui con l’incarico portato a termine, con o senza dissennatori.- e zoppicando si diresse verso la ragazza.
Aveva paura, non poteva, non voleva morire… Non così, non ora...
“ Sei una mangiamorte, dannazione! Sei nella cerchia dei più fedeli, ora smetti di tremare e muori con dignità e onore”
Delicatamente si tolse la mano della professoressa dalla spalla e avanzò di qualche passo, scosse la testa ridendo e gettò la bacchetta a terra, poi allargò le braccia.
- Forza Moody, sono qui, vediamo se hai abbastanza coraggio- lo provocò ghignando.
- Folle, esattamente come i tuoi amichetti Crouch e Lestrange… Ma non ti preoccupare, sarà una cosa veloce- rispose serio.
- Follia? Ti sbagli… Sono l’adrenalina e la fedeltà che spingono un mangiamorte a non aver paura della morte… Ci addestrano così.- prese fiato – LUNGA VITA AL SIGNORE OSCURO!- urlò alzando un pugno in aria.
- Avada Kedavra!- ruggì Malocchio qualche secondo dopo.
La vista della ragazza si annebbiò, poi cadde a terra.
 
Si ritrovò a camminare avanti e indietro  in una stanza verdognola, non sapeva perché, ma c’era qualcosa che le diceva di aspettare lì e così fece.
Dopo molti minuti passati in rigoroso silenzio una porta celeste si aprì e da essa entrarono, in un’ordinata fila indiana, dei mangiamorte che si sedettero su delle sedie rosa.
“ Che pessimo abbinamento!” pensò la ragazza, poi si concentrò sui maghi che erano appena arrivati. 
- Karkaroff… Rosier… Black… Wilkes e tu devi essere mio padre- commentò guardandoli uno a uno negli occhi e uno a uno annuirono sentendo il proprio nome.
Lentamente i cinque si alzarono e appoggiarono le mani su un lungo tavolo giallo che era apparso davanti a loro.
“ Posso sapere chi è che arreda questa stanza? Fa veramente pena!”
- Igor Karkaroff, ucciso per aver tradito il Signore Oscuro- proclamò con il suo accento slavo, poi si sedette.
- Evan Rosier, morto combattendo per il Signore Oscuro-  e anche lui si sedette.
Evan era un uomo di media statura, magro e con dei lunghi e ricci capelli biondi, aveva due occhi color nocciola e indossava un completo rosso molto elegante.
Dana non capiva il perché di tutta questa messa in scena, ma continuò ad ascoltarli attentamente.
- Regulus Arcturus Black, ucciso per aver tradito il Signore Oscuro e sì, sono il fratello di Sirius- quest’ultimo le sorrise prima di sedersi; indossava un completo blu elettrico con dei guanti bianchi e una sciarpetta dello stesso colore, i capelli corvini erano perfettamente lisci e composti e gli occhi neri sembravano più vivi che mai.
- Alphard Wilkes, morto combattendo per il Signore Oscuro- era un uomo sulla sessantina, alto e molto magro, i capelli erano di un color grigio ferro e aveva un paio di occhiali rotondi, indossava un camice bianco con qualche macchia rossa.
- Dorian Kearly- l’uomo fece una pausa; era sulla trentina, alto e piuttosto in forma, aveva degli scompigliati capelli biondi e due occhi azzurro ghiaccio, come i suoi, indossava un completo nero  – ucciso per aver tradito il Signore Oscuro-
La notizia le arrivò come uno schiaffo in pieno volto: suo padre era un traditore.
Lentamente la ragazza si alzò e, guardando suo padre negli occhi, cominciò a parlare.
- Tre uccisi per aver tradito e due morti per il Signore Oscuro… Io sono la sesta? Devo completare il quadretto?- domandò seria.
- Solo tu puoi scegliere- sostenne Igor lisciandosi il pizzetto.
- Scegli Dana, morirai combattendo per il Signore Oscuro o lavorando come spia per Silente?- le domandò suo padre.
La giovane fece un verso di disprezzo.
- Mi spiace deluderti, ma io morirò per il Signore Oscuro.- Rosier e Wilkes applaudirono.
- Cocciuta, come tuo padre- commentò Regulus sorridendo.
- Fedele, come tua cugina- ribatté la ragazza sorridendo a sua volta.
Dal centro della stanza spuntò Barty Crouch, il quale dopo qualche secondo si sedette su una poltroncina rossa.
“ Un altro colore ancora? Arlecchino, sei tu l’arredatore?”
- Silenzio! Vediamo un po’ chi abbiamo qua… Ah-ah! Dana Kearly… È tua figlia, vero Dorian?- il biondo annuì – Mangiamorte modello… Pazza assassina… Mi sembra di vedere mio figlio… Ah! Ecco perché… È fidanzata con lui- disse con disprezzo, poi riprese – Finta spia di Silente…- sospirò – Mi spiace Dorian, ma sai benissimo che non possiamo fare sconti- le lanciò uno sguardo severo.
- Sentimi un po’ grande puffo… Dove sono? Sono morta? Che cosa diavolo sta succedendo?- sbottò di colpo alzandosi di scatto.
Crouch rise
- Le tue domande troveranno una risposta a breve-
 
 
_______________________________________________________________________________________
E io interrompo qui il racconto perché sono sadica muahahahah xD
Allora… Facciamo delle piccole precisazioni:
il patronus di Moody è una tigre perché è un’animale solitario e aggressivo e mi sembrava adatto a lui;
quello di Pansy è un falco perché è un’animale fedele, fiero e permaloso e mi sembrava il ritratto di lei xD
Come ci ha detto il nostro caro Crouch Sr. nel prossimo capitolo risolveremo il mistero della stanza male arredata e del perché Moody non è al San Mungo!
Mi raccomando, recensite!
A presto
Ocelot  <3

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Capitolo 32
*** Benvenuta all'inferno ***


- Ciò che facciamo in vita riecheggia nell’eternità- Wilkes pronunciò la frase mantenendo lo sguardo fisso sulla ragazza e ciò la metteva a disagio, che aveva da guardare?
- Questo non risponde alle mie domande- precisò la bionda cercando di prendere la bacchetta senza farsi vedere.
- La tua bacchetta è rimasta dall’altra parte, è inutile che la cerchi- il padre le sorrise, poi continuò - Questa stanza esiste solo nella tua mente, ma noi siamo reali; sei andata talmente vicino alla morte che abbiamo potuto sentirti e venire da te-
- Quindi non sono morta?- domandò confusa, ma che diavolo stava succedendo?
- No, ora sei in infermeria e credo che tu stia dormendo- Dorian le sorrise di nuovo e Dana sentì come se le avessero appena tolto un macigno dallo stomaco, era ancora viva.
- Ora va, questo non è il tuo mondo- disse Crouch lisciandosi i baffetti.
Dietro la ragazza apparve un arco di pietre grigie, c’erano ragnatele dappertutto e un teschio incastrato nella chiave di volta.
- Sembra più il portone per l’inferno che quello per la vita- la bionda non si mosse, si era paralizzata davanti a quell’orrendo arco.
-La morte è tragica, ma la vita è penosa. Ora va.- ordinò Regulus lanciandole un ultimo sorriso.
Dana trasse un profondo respiro e chiuse gli occhi, pensò che attraversarlo in quel modo sarebbe stato più facile, a passi incerti cominciò ad attraversare la volta, sentì un’ondata di gelo penetrarla fino alle ossa, poi tutto finì.
 
Pansy era seduta accanto al letto su cui Dana giaceva immobile, le teneva la mano sperando che si risvegliasse, aveva le guance rigate dalle lacrime, non riusciva ancora a credere a quello che era successo.
Da due giorni era seduta su quella sedia aspettando di vedere gli occhi azzurri dell’amica aprirsi, vivi e sereni come al solito, ma la bionda continuava a restare immobile e la speranza di Pansy cominciava ad affievolirsi sempre più.
Ne erano passate di persone davanti a quel letto: Draco, Piton, Lupin, Silente, la McGranitt e persino il trio sfigato, ma nessuno era rimasto tanto a lungo quanto quella pazza di Pansy Parkinson.
La ragazza appoggiò la testa al bordo del letto ricominciando a singhiozzare silenziosamente, era sfinita, aveva passato 48 ore senza chiudere occhio.
- Non si è ancora svegliata?- domandò una voce alle sue spalle, la giovane si limitò a scuotere la testa senza sollevarla, poi sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla, mise da parte l’orgoglio tipico dei serpeverde e lasciò che Lupin la consolasse.
- Miss Parkinson che si lascia toccare da qualcuno che non è purosangue? Devo essere davvero nell’aldilà- la voce di Dana era più debole di un sussurro.
- Dana!- Pansy le si gettò al collo con delle lacrime che incominciavano a rigarle di nuovo le guance, ma questa volta per la felicità.
- Cosi mi uccidi, però- la bionda sorrise e ricambiò l’abbraccio dell’amica, ma sfortunatamente notò l’espressione seria di Lupin, chiuse gli occhi e inspirò a fondo, questa volta non se la sarebbe cavata con un “mi dispiace”.
- Barty mi ha chiesto di te, ha detto che la farà pagare cara a Moody- bisbigliò Pansy all’orecchio dell’amica e l’altra sbiancò, se possibile, ancora di più.
Lupin tossì
- Signorina Parkinson, ci può lasciare da soli?- chiese unendo le mani dietro la schiena, la ragazza maledicendolo mentalmente si alzò e si diresse verso la porta.
- Riprenditi biondina, senza te non so da chi copiare i compiti- le sorrise e la bionda ridacchiò, non sarebbe mai cambiata.
Lupin aspettò finché Pansy non ebbe chiuso la porta, poi si sedette sulla sedia che fino a poco prima era stata occupata dalla studentessa e cominciò a fissare la povera ragazza con aria grave.
- Ho già capito tutto, so che cosa vuoi chiedermi- inspirò profondamente - Perché mi sono messa a urlare “lunga vita al signore oscuro”?-
- Esatto, perché?- domandò incrociando le braccia al petto.
- Per proteggervi, se fossi morta veramente gridando ai quattro venti che ero una mangiamorte voi sareste stati al sicuro- fece una pausa, ma lui non riuscì a ribattere perché lei riprese a parlare -So che può sembrare assurdo, ma prova a ragionare. Se fossi morta dicendo che ero fedele a Silente prima o poi la notizia sarebbe giunta anche al Signore Oscuro e vi avrebbe torturato per scoprire che cosa vi avevo detto, invece facendo quello che ho fatto ho confermato a Tu-sai-chi che gli sono fedele, in questo modo ho salvato te e gli altri e ho rafforzato la mia copertura- concluse abbassando sempre di più il tono di voce.
Remus rimase in silenzio per qualche istante elaborando tutto quello che la ragazza gli aveva detto, ma Dana interruppe quella tranquillità.
- Com’è che sono viva?- chiese addentando una cioccorana che qualche buon samaritano le aveva lasciato sul comodino.
- Devi ringraziare Albus, ti ha lanciato uno stupeficium e poi ha parato la maledizione di Alastor- Remus stava fissando la cioccorana, la ragazza la spezzò a metà e gliene porse un pezzo che l’altro prese sorridendo.
- Wow… Solo un grande mago può proteggersi da una maledizione senza perdono- commentò sorpresa
- Pensavi che Albus non ne fosse in grado?- chiese scettico.
L’altra alzò le spalle.
- Però ha perso un po’ il controllo… Insomma, quello stupeficium mi ha quasi mandata all’altro mondo- ribatté seria.
- Sei solo rimasta in coma per due giorni, non mi sembra poi così grave- l’uomo alzò le spalle.
- Beh… In questi due giorni ho conosciuto mio padre, Igor Karkaroff, Evan Rosier, Alphard Wilkes, Barty Crouch e Regulus Black. E non può essere solo un sogno perché riuscivo a percepire il freddo e uno strano odore di menta piperita- alzò un sopracciglio, in quel momento doveva sembrare pazza.
- E dimmi, Wilkes era un affascinante ventenne con dei lunghi capelli neri e una carnagione scura?- domandò pulendosi le mani sui pantaloni.
- No, era sulla sessantina, alto e scarno, aveva dei capelli grigi e degli occhiali rotondi, non ricordo altro- si premette una mano sulla tempia, purtroppo i ricordi di quello che era successo nella stanza male arredata stavano svanendo.
Remus la guardò sorpreso.
- Okay, ti credo- disse basito, era impossibile… Wilkes era morto quando lei non era ancora nata, quindi vuol dire che era davvero stata nell’aldilà per due giorni? - Ora riposati, domani riprendi le lezioni- si alzò e si diresse verso la porta.
Appena se ne fu andato la ragazza chiamò madama Chips e le chiese se era possibile inviare una lettera a suo fratello per avvisarlo che lei stava bene, ovviamente stava mentendo.
Stava per alzarsi per dirigersi alla guferia, ma l’infermiera la risbatté con poca grazia sul letto.
- Lei non si deve muovere da quel letto, la spedirò io per lei- la strega uscì prima che la giovane potesse ribattere.
 
Una decina di minuti dopo Lucius ricevette un gufo, squadrò attentamente la busta e infine si diresse in soggiorno.
- Crouch, è per te- disse avvicinandosi all’uomo che era sdraiato sul suo divano bevendo il suo whisky - Credo che sia di Dana-
Barty aspettò che Malfoy scomparisse dietro la porta, poi aprì la lettera.
“ Dobbiamo parlare. Incontriamoci questa notte alle due alla Testa Di Porco.
                                                                                             Dana Kearly”

 
 
Nda. Finalmente ho aggiornato, spero che non mi crucerete per il ritardo ^^’’
Come al solito vi ricordo che adoro tutti i tipi di recensioni (anche se preferisco quelle positive xD), quindi recensite! :)

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Capitolo 33
*** Il coraggio è l'arma dei leali ***


Faceva freddo per essere una notte di maggio, una lieve brezza soffiava per le vie di Hogsmeade facendo volare qua e là qualche cartaccia, un silenzio quasi surreale regnava nel paesino e la luna piena rendeva l’atmosfera spettrale, esattamente come quella delle storie dell’orrore.
Dana si guardò attorno, era incredibile come ogni posto di Hogsmeade le suscitasse un ricordo: l’ultima chiacchierata con sua madre, la festa con gli altri serpeverde, il luogo in cui aveva catturato e consegnato Potter a Voldemort…
Già, Voldemort.
Come sarebbe stata la sua vita se non fosse diventata una mangiamorte?
Alzò la testa in alto, osservando le stelle e provando a immaginare una vita diversa da questa: niente Moody che vuole la sua testa, niente doppio gioco, niente esperienze vicine alla morte.
Sorrise lasciandosi trasportare da quella che avrebbe potuto essere la sua realtà, ma il filo non s’interruppe: niente Barty, niente Bellatrix e Antonin, niente maledizioni oscure che amava tanto e, forse, anche niente Remus. Possibile che la strada sbagliata le avesse concesso così tante cose belle?
Si riscosse da quei pensieri sentendo qualcosa che batteva sulla sua gamba, abbassò lo sguardo e notò che erano dei fogli di giornale stropicciati. Una strana idea le attraversò la mente.
Con qualche pigro gesto della bacchetta fece levitare la carta e gli diede fuoco, restando lì in piedi a guardare le fiamme che avvolgevano il giornale.  E se lei avesse fatto la stessa fine di quelle fiamme? Bruciare in un attimo per poi rimanere spenta per l’eternità? 
Un brivido le corse lungo la schiena. No, lei si sentiva più come una stella, avrebbe brillato ancora per molto tempo prima di spegnersi con grazia e soprattutto il suo nome non sarebbe stato dimenticato anche dopo la sua morte, esattamente come la luce di una stella morta che viene riflessa dallo spazio.
Un fruscio alle sue spalle la riscosse dai suoi pensieri, si voltò di scatto estraendo velocemente la bacchetta e puntandola, poi, alla gola del nuovo arrivato.
- Chi sei?- domandò fredda, davanti a sé aveva un uomo sui vent'anni, era più alto di Dana di una ventina di centimetri, aveva un fisico possente, dei capelli neri a spazzola e due occhi verde smeraldo.
- Mi chiamo Blaine Williamson, stai tranquilla, sono un Auror- rispose alzando le mani, cercando di comunicarle che non voleva farle del male.
Auror… Quella parola le riempì la mente, possibile che il Ministero sapesse del suo incontro con Bartemius?
- Cosa ci fai qui?-
-Sono qui per arrestarti e sbatterti ad Azkaban- la giovane non riusciva a capire se lui avesse veramente pronunciato quelle parole.
- Come hai detto?- chiese la bionda sperando che quello che avesse sentito fosse solo frutto delle sue paure.
- Ho detto che sono uscito a fumare- e con un gesto del capo indicò la Testa di Porco, probabilmente alloggiava lì - E tu invece? Come ti chiami?-
- Dana Kearly- la mangiamorte abbassò la bacchetta
- E cosa ci fai qui da sola, Dana?- l’uomo riportò le braccia lungo i fianchi, a quanto pare si sentiva al sicuro.
- Aspettava me- replicò una voce roca alle spalle dell’Auror, Blaine non fece in tempo a girarsi che un fascio scarlatto lo raggiunse facendolo cadere a terra contorcendosi.
- Antonin? Che cosa ci fai tu qui?- domandò confusa, dov’era Barty?
- Occupiamoci di questo qui, poi ti spiegherò tutto- puntò la bacchetta al cuore dell’uomo.
- Tu sei quel gran bastardo di Dolohov- disse Williamson tossendo.
- Taci- Antonin gli assestò un potente calcio sul costato - Ora dimmi quello che voglio sapere, ce ne sono altri come te qui in giro?-
- Vai all’inferno- mormorò l’altro stringendosi le braccia attorno al torace, Dana in quel momento capì quanto Antonin Dolohov fosse potente, riuscì a immaginare quanto fosse dolorosa la sua Cruciatus.
Vide il mangiamorte alzare di nuovo la bacchetta, pronto a colpire di nuovo, pronto a cruciarlo di nuovo con il sorriso stampato sul volto.
No…
- Expelliarmus- pronunciò l’incantesimo senza quasi rendersene conto. Aveva disarmato Antonin Dolohov.
Riuscì a vedere lo stupore sul viso dei due uomini.
- Se lo ammazzi mi salta la copertura- affermò in tono gelido, poi rifoderò la bacchetta, sapendo che la sua motivazione non corrispondeva esattamente alla realtà; c’era qualcosa in quell’Auror, qualcosa che l’aveva spinta a risparmiargli la vita.
Dolohov raccolse la bacchetta, poi si avvicinò alla ragazza, le prese il mento tra il pollice e l’indice costringendola a guardarlo negli occhi.
- Prova a lanciarmi un altro incantesimo e giuro che ti faccio rimpiangere di essere nata, chiaro Dana?- dichiarò increspando un angolo della bocca.
- Sì, ho capito Antonin- doveva essere passato molto tempo dall’ultima volta che un incantesimo l’aveva colpito con successo.
Dana lanciò un’occhiata pietosa all’Auror che giaceva a terra, ancora scosso per quello che era successo.
- Stupeficium- mormorò puntando Blaine, dopo qualche secondo egli perse i sensi - Oblivion-
La ragazza sospirò stanca, probabilmente le stava salendo di nuovo la febbre, Madama Chips le aveva detto che poteva succedere se si fosse stressata o se non si fosse riposata abbastanza.
Cominciò a tremare, era la temperatura che era calata bruscamente o…?
- Stai bene?- domandò Dolohov notando il tremolio della ragazza.
- Sono rimasta in coma per due giorni, mi sono svegliata sette ore fa e sono già in piedi nonostante io abbia dormito solo per mezz’ora. Sì, tutto sommato sto bene- rispose con una nota d’ironia nella voce.
Antonin si tolse il suo trench coat di pelle e glielo lanciò, Dana lo prese al volo, poi guardò l’altro con un sopracciglio alzato.
- Seriamente…?- chiese incredula.
- Se peggiori capiranno che non sei rimasta a letto sta notte- spiegò semplicemente e la giovane si appoggiò sulle spalle il trench coat, per lei era decisamente troppo lungo.
- A proposito, entro le cinque devo essere in infermeria, la Chips fa la ronda a quell’ora- la ragazza lanciò una rapida occhiata in direzione di Hogwarts.
- Bene, allora facciamo in fretta- il mangiamorte si accese una sigaretta, aspettandosi forse di dover ascoltare un lungo monologo.
- Io devo parlare con Barty, non con te. A proposito, lui dov’è?- domandò la bionda cominciando a inquietarsi, c’era qualcosa che non andava.
- Beh… Ecco…- abbassò la testa, concentrandosi sulle parole più adatte - Durante la missione di questa mattina è stato ferito in modo abbastanza grave, ora è stabile, ma non si è ancora svegliato-
Dana elaborò velocemente le informazioni che aveva appena ricevuto.
- Okay, appena posso passerò a trovarlo- il tono di voce inespressivo e lo sguardo fisso lasciavano capire che non aveva preso bene la notizia, come invece voleva dare a vedere.
-Si riprenderà, stai tranquilla- Antonin le posò una mano sulla spalla per rassicurarla.
- Lo so- rispose con un tono talmente basso che, se lui non fosse stato a venti centimetri da lei, probabilmente non l’avrebbe udito - Ora devo andare- si tolse il trench coat e glielo porse, poi si concentrò per smaterializzarsi.
- Aspetta, cosa dovevi dire a Bartemius?- domandò Dolohov gettando il mozzicone della sigaretta qualche metro più in là.
- Di non far stronzate con Moody, lui deve restare in vita- dichiarò lanciando una rapida occhiata al mangiamorte.
- Uhm… Se si sveglia glielo dirò, ora ti conviene andare. Riposati, manca meno di una settimana al gran giorno- una specie di sorriso si fece largo sul volto del mago.
- Che gran giorno?- chiese confusa.
- La morte di Silente, naturalmente- dopo aver detto questo Antonin si smaterializzò e così fece anche Dana qualche secondo dopo.
Dopo circa mezz’ora la giovane era di nuovo nel letto dell’infermeria e, poco prima delle cinque, si addormentò.

 
Freddo…

 Dolore…

Paura…
 

E poi venne il buio… Di nuovo.
 

Nda. Okaaaay! Probabilmente dopo aver letto il finale vi siete chiesti “ Ma cosa beve Ocelot mentre scrive i finali?” Sinceramente boh °-° Non lo so, m’ispirava un finale del genere.
Suspense!
Vabbè, a presto
Ocelot

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Capitolo 34
*** È tipico delle relazioni sentimentali: a volte da fuori sembrano più belle. ***


Nda. Scusate se vi ho fatto aspettare così tanto! Spero che non mi cruciate D:
Comunque, ladies and gentlemen, ecco a voi il trentaquattresimo capitolo!

 
Bartemius Crouch II giaceva immobile sul suo letto, in una delle numerose stanze di Malfoy Manor.
I capelli biondi appiccicati alla fronte a causa del sudore, più pallido del chiaro di luna, ma nonostante tutto respirava in modo regolare, il peggio era passato.
Narcissa Malfoy entrò nella stanza seguita da un medimago profumatamente pagato per non parlare.
- Ha mai ripreso conoscenza?- domandò il mago avvicinandosi al ragazzo e cominciando a picchiettargli la bacchetta sul petto.
- No, mai- rispose Cissy incrociando le braccia - Mi dica, Garnett, si riprenderà?- chiese seria, mancavano due giorni alla morte di Silente e lei sapeva bene che il Signore Oscuro voleva che Crouch partecipasse all’attacco.
- Beh, è migliorato parecchio rispetto a ieri- il medimago annuì convinto - Secondo me entro un paio d’ore si sveglia-
Narcissa sospirò sollevata.
- Ottimo, il Signore Oscuro sarà contento di saperlo- disse sorridendo.
- Già- ribatté il mago, poi aggiunse - Che ne dice se ci mettiamo d’accordo per il mio compenso?-
La strega storse il naso, quanto era viscido quell’uomo?
- Cento galeoni sono già stati depositati sul suo conto- lo informò dirigendosi verso la porta.
- Oh, perfetto - il medimago la raggiunse e la seguì fino alla porta d’ingresso.
- È stato un piacere lavorare per voi e per il Signore Oscuro- disse smaterializzandosi con un piccolo inchino.
“Sì, certo, come dire che tu avresti lavorato per noi anche se non ti avessi pagato” pensò richiudendo la porta.
Qualche ora dopo Bartemius scese le scale con indosso un completo da mangiamorte e si diresse verso la porta principale.
- Barty, che cosa stai facendo?- domandò una voce famigliare alle sue spalle.
- Non sono affari tuoi, Antonin- rispose senza neanche voltarsi, il tono freddo e duro.
- Sei ancora troppo debole per andartene a spasso- commentò Dolohov serrando la porta con un pigro movimento della bacchetta.
- Sto bene- affermò sbloccando la serratura e tirando, poi, verso di sé la maniglia.
- Aspetta- Antonin lo raggiunse velocemente e lo prese per un braccio - So che cosa vuoi fare, ma non puoi ammazzare Moody- ribatté guardando l’altro negli occhi.
- Non voglio ammazzarlo, voglio solo torturarlo fino alla follia!- un sorrisetto sadico si fece largo sul volto del biondino.
- Dana vuole che tu lo lasci in pace- asserì serio, quelle parole sorpresero Crouch.
- E perché diavolo lei vorrebbe…- non riuscì a finire la frase dato che Dolohov lo interruppe.
- Se gli succede qualcosa tutti sospetteranno di lei e la sua copertura salterebbe- spiegò pazientemente, poi aggiunse - Pazienta ancora per una settimana poi, quando Hogwarts sarà nostra, potrai fargli tutto quello che vorrai-
Quelle parole convinsero Bartemius che, dopo aver fissato a lungo gli occhi di Antonin, si buttò sul divano appellando un libro d’incantesimi oscuri.
Intanto nell’infermeria di Hogwarts Madama Chips stava rimproverando Dana.
- Come ha fatto a farsi salire la febbre, signorina Kearly?- domandò la donna seccata.
- Non lo so, non mi sono mai mossa da questo letto- mentì spostando un po’ il panno bagnato dalla fronte.
- Stia qui, vado a prendere una pozione- sbuffando la strega si diresse verso l’armadio che stava in fondo alla stanza.
In quel momento entrò dalla porta un Remus J. Lupin piuttosto preoccupato.
- No, no, no! Niente visite!- la Chips tentò di buttarlo fuori, ma i suoi tentativi furono vani.
- Madama, mi manda Silente, è per l’Ordine- le disse a bassa voce e, a quelle parole, la strega tornò all’armadio.
Dana, che era sdraiata su un fianco e dava le spalle ai due, chiuse gli occhi e fece finta di dormire.
Lupin le si avvicinò piano, si sedette sul letto dove la ragazza fingeva di dormire e la scosse piano per un braccio.
- Che c’è?- chiese la giovane fingendo una voce impastata a causa del sonno.
- Conosci un certo Blaine Williamson?- domandò sorridendole appena in modo rassicurante.
La bionda si stiracchiò, poi corrugò la fronte.
- No, non credo di conoscerlo- rispose mentendo abilmente, poi aggiunse - Perché?-
- Immagino che tu sia rimasta qui ieri sera, vero?- chiese con fare indagatorio.
- Certo, perché?- domandò tentando di capire dove volesse andare a parare.
- Perché- cominciò il licantropo intrecciando le dita delle mani - Aberforth, il gestore della Testa di Porco, mi ha riferito che ieri sera ti ha vista in compagnia dell’Auror Williamson-
Dana lo ascoltò attentamente cercando di nascondere la sua inquietudine.
Remus continuò.
- Mi ha anche detto che è spuntato un altro uomo e che quest’ultimo ha cruciato l’Auror, purtroppo non è riuscito a identificarlo-
A quel punto la ragazza parlò.
- Aberforth può anche essersi sbagliato- alzò le spalle con fare innocente - Io sono stata qui tutta la notte- gli sorrise amabilmente.
- No, ne era certo- ricambiò con sforzo il sorriso.
- Chiedi a quel Williamson, lui ti potrà confermare che non ero io- buttò lì tentando di sembrare convincente, sapeva benissimo che quell’uomo non ricordava niente.
- Albus ci sta lavorando- lanciò un’occhiata all’orologio - Ormai dovrebbe aver finito- borbottò tra sé e sé.
- In che senso “ci sta lavorando”?- domandò lasciandosi sfuggire una nota d’apprensione nella voce.
- Gli era stata cancellata la memoria, ma tu questo lo sapevi, vero?- tentò di farla cadere in trappola.
- No, non lo sapevo- ormai era troppo esperta per cascare in questi trucchetti.
In quel momento le porte dell’infermeria si aprirono e da esse entrarono Silente e, sfortunatamente per Dana, Williamson.
I due si avvicinarono al letto, poi Silente chiese: - Ebbene?-
La bionda sapeva benissimo a che cosa il vecchio barbuto si stava riferendo, voleva che lui la riconoscesse.
Lanciò all’uomo uno sguardo supplichevole pensando “Diamine, ti ho salvato la vita!”
- Io….- cominciò l’Auror squadrando la giovane - No, non penso che sia lei-
Nessuno dei quattro credeva alle proprie orecchie.
- Ne sei sicuro, Blaine?- domandò Remus guardandolo con un sopracciglio alzato.
- Sì, non è lei- Dana registrò la risposta, perché la stava coprendo?
- Allora qui abbiamo finito- commentò Silente con un sorriso stampato sul volto, poi si avviò verso la porta seguito a ruota da un sospettoso Lupin, ma non dall’Auror.
- Professor Silente, posso sfruttare la sua talpa per ottenere delle informazioni sull’indagine che sto seguendo?- domandò in tono rispettoso.
- Il professor Piton sarà lieto di rispondere a ogni tua domanda- rispose amabilmente il preside.
- No, signore- l’uomo scosse la testa - Intendevo questa talpa- con un cenno del capo indicò la ragazza.
- No, no e no!- sbottò la Chips - Deve riposare!-
- Sarà questione di minuti- insistette Blaine.
L’infermiera si avvicinò alla ragazza con in mano due ampolle e, con poca grazia, le fece ingoiare il contenuto di entrambe.
Dana tossì battendosi un pugno sul petto.
- Se volevi annegarmi potevi dirlo subito!- commentò la giovane leggermente infastidita dai suoi modi, ma l’infermiera non la ascoltò.
- Che sia veramente una questione di minuti- disse Madama mentre usciva dall’infermeria insieme a Silente e Lupin.
I due si scambiarono un’occhiata, poi parlarono contemporaneamente.
- Perché mi hai coperta?-
- Perché mi hai salvato la vita?-
  Dana sorrise appena.
- Comincia tu- disse la mangiamorte appoggiando la schiena alla spalliera del letto.
- Perché mi hai salvato la vita?- ripeté l’uomo fissando i suoi occhi smeraldini in quelli glaciali di lei.
- Non sono un’assassina- rispose in tono calmo.
- Su quest’affermazione ho molti dubbi- estrasse dalla tasca un taccuino nero e lo aprì all’incirca a metà - Dana Kearly, figlia di Dorian e Astrea Kearly, entrambi mangiamorte. Uhm…- disse leggendo con più attenzione - Sembra che tu faccia parte della cerchia dei “fedelissimi”- le lanciò un’occhiata eloquente.
- Mio padre lavorava per Silente, è stato giustiziato per aver tradito il Signore Oscuro- cercò di nascondere la vergogna che provava, poi chiese: - Cosa intendi con “la cerchia dei fedelissimi”?-
- Intendo quelli che sono più vicini a Tu-Sai-Chi, cioè Bellatrix Lestrange, Bartemius Crouch e il nostro amico Antonin Dolohov- pronunciò l’ultimo nome con odio - Come sono i tuoi rapporti con questi tre?- domandò serio.
- Molto buoni- rispose sorridendogli.
L’uomo avvicinò il suo viso a quello della ragazza.
- Mi servono i nomi dei mangiamorte infiltrati nel Ministero- le sussurrò spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio - Pensi di riuscire a procurarmeli?-
La bionda rimase intontita dalla vicinanza di quell’uomo, i suoi occhi color smeraldo, il suo profumo… Si riscosse sentendo la richiesta.
- No, non è di mia competenza, desterei troppi sospetti- gli sorrise dispiaciuta, lui ricambiò con un  sorriso rassicurante.
- Okay, non importa- la rassicurò -Tocca a te- disse rimanendo dov’era, senza indietreggiare di un centimetro.
- Perché mi hai coperta?- chiese cominciando a perdersi in quegli occhi così verdi.
- Ci abbiamo guadagnato entrambi, no? Io ho un’informatrice e tu hai evitato una lavata di capo dal signor Lupin- sorrise in modo affabile - Ho notato che tra voi c’è qualcosa di più di un semplice rapporto professore studentessa, mi sto sbagliando?-
- Negli ultimi mesi è stato come un padre per me, nulla di più- non capiva che intenzioni avesse l’Auror.
- Quindi non ti dispiacere se faccio questo- avvicinò ancora di più il suo volto a quello della ragazza, fino a che le loro labbra non si sfiorarono, poi lui allungò le mani sui fianchi della ragazza.
“È così… Sexy” pensò la ragazza mentre ricambiava il bacio passando una mano tra i capelli scuri dell’Auror.
“ Ma che diavolo sto facendo?” con questo pensiero poggiò una mano sul petto del giovane spingendolo appena lontano da sé.
- Che c’è? I bravi ragazzi non t’interessano?- domandò ironico.
- È solo che io sono già impegnata- mostrò l’anello che portava al dito.
- Io… Non potevo saperlo- disse allontanandosi un po’ da lei - Chi è il fortunato?- sembrava sinceramente dispiaciuto
- Crouch- rispose con il tono di voce un po’ troppo basso.
L’Auror rimase a bocca aperta.
- Avete più o meno quattordici anni di differenza- disse dopo aver fatto un rapido calcolo a mente.
- Lui rafforza la mia copertura- mentì sorridendo - Il Signore Oscuro si fida ciecamente di lui e di conseguenza anche di me-
Lui stava per ribattere, ma fu interrotto dall’irruzione di Madama Chips.
- Ti ho concesso fin troppo tempo, Williamson- l’infermiera lo spintonò fino alla porta.
- Okay, okay! Ho capito!- affermò l’Auror afferrando la maniglia - Grazie per le informazioni, Signorina Kearly- le sorrise, poi aprì la porta e uscì.
Avrebbe dato qualsiasi cosa per rivederlo.
 
Nda. Ta-Daaaaaaaaaaaaan! Ora potete cruciarmi XD Fatemi sapere che cosa ne pensate!
A presto
Ocelot
Ps. Dana rivelerà a Barty questo bacio oppure no?
Lo scoprirete prima o poi (ma che simpatica che sono XD)

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Capitolo 35
*** Tutti abbiamo qualcosa per cui vale la pena morire. ***


Mancavano solo nove ore alla morte di Silente e lei lo sapeva, da mesi attendeva quel momento, ma ora,  seduta su quella fredda panchina in pietra con lo sguardo perso all’orizzonte, non era più tanto sicura di volere la morte di quel vecchio babbanofilo.
Si era svegliata già da una settimana e da allora era sempre stata combattuta tra l’andare a ringraziare Silente e il fare finta di niente, ma con che coraggio si sarebbe presentata davanti a lui sapendo che quella notte sarebbe stato ucciso? Con che coraggio l’avrebbe guardato negli occhi ringraziandolo per averle salvato la vita quando lei non poteva ricambiare il favore?
Da ore era seduta su quella panchina, nascosta dalle verdi foglie di un salice e accarezzata dalla tiepida brezza che increspava la superficie del lago nero; aveva saltato almeno tre lezioni, ma sapeva che nessuno sarebbe venuto a cercarla nel parco dato che gli ultimi giorni li aveva trascorsi in biblioteca.
Voleva andarsene da lì, scappare lontano, ma sapeva che l’Oscuro l’avrebbe trovata in poco tempo e lei avrebbe fatto la stessa fine di Karkaroff.
Igor Karkaroff, ucciso per aver tradito il Signore Oscuro.
 Da che parte doveva stare? Ordine della Fenice o Mangiamorte?
“Solo tu puoi scegliere”.
Le parole dell’ex preside di Durmstrang le rimbombavano nella testa inquietandola sempre di più.
Eppure, da quando era stata in quella stanza male arredata, il suo destino le sembrava segnato, i numeri parlavano chiaro: due morti per il Signore Oscuro e tre uccisi per averlo tradito. Ma sarebbe andata davvero così?
“Solo tu puoi scegliere”
Maledisse di nuovo Igor, sarebbe stato tutto più semplice se le avesse predetto il suo destino, invece toccava a lei scegliere.
E poi era arrivato quell’Auror, Blaine, possibile che il suo arrivo fosse un segno?
Scosse la testa divertita dai suoi stessi pensieri, ormai si stava riducendo come la Cooman.
Un forte bruciore all’avambraccio sinistro e cominciò a correre verso il castello, sfrecciò per i corridoi urtando qualche studente, sapeva che non bisogna far aspettare il Signore Oscuro, entrò senza bussare nell’ufficio di Piton e, ignorando l’aria stupefatta e allo stesso tempo accigliata del professore, prese una manciata di Polvere Volante e si buttò nel camino urlando “Nocturn Alley”. Da lì si smaterializzò a Malfoy Manor e, dopo aver percorso il vialetto di corsa, entrò dalla porta principale trovandosi poi davanti a un indifferente Lucius che si limitò a dire: - In salotto-
 Varcò con urgenza la porta del salotto, vide Lord Voldemort seduto su una poltrona di pelle con le spalle al caminetto e Nagini arrotolata accanto a lui intenta a farsi accarezzare la testa dal padrone, si avvicinò e s’inginocchiò davanti a lui.
- Mio Signore- disse cercando di riprendere fiato – Come posso servirvi?-
- Kearly- rispose lui osservandola con vago interesse – Tu non mi sei fedele-
A quell’affermazione la giovane sollevò la testa di scatto piantando gli occhi in quelli del suo Signore, come poteva dichiarare ciò?
- Mio Signore, io vi sono molto devota e fedele- ribatté abbassando di nuovo il capo, ma mantenendo un tono sicuro e deciso.
- Dimostramelo- ordinò semplicemente accompagnando le parole con un ampio gesto della mano destra, quella in cui impugnava la bacchetta.
- Farò qualunque cosa voi mi chiediate- asserì seria, la testa ancora piegata in segno di rispetto.
- Questa sera ucciderai Moody- pronunciò quelle due parole con un tono quasi cordiale, ma lei sapeva bene che era un ordine e non poteva ne rifiutarsi ne protestare.
- Come desiderate-
Lui la liquidò con un gesto della mano, lei uscì dal Manor senza ricambiare il saluto di Malfoy Senior e si fermò nel vialetto, la testa alta al cielo plumbeo.
Sapeva bene che Moody voleva la sua testa, sapeva bene che la prima volta l’aveva battuto solo per pura fortuna e sapeva bene che le possibilità di uscirne illesa erano quasi nulle, ma gli ordini erano ordini e lei non aveva scelta.
- Kearly, sta sera alle nove qui davanti al Manor- disse una voce maschile accanto a lei –Non tardare- scandì bene le parole.
- Yaxley?- chiese la bionda voltandosi verso il Mangiamorte – Che cosa intendi dire?-
L’altro alzò gli occhi al cielo sbuffando.
- Ti farò entrare io al Ministero- spiegò con lo stesso tono con cui un mago avrebbe spiegato a un babbano cos’è il Quidditch.
- Gentile da parte tua- commentò la ragazza tornando a guardare il cielo con aria persa.
- Lo faccio solo perché dovevo un favore a Crouch- borbottò abbassando il tono della voce.
- Nessuno ha chiesto a Bartemius di aiutarmi- dichiarò irritata, poi si smaterializzò a Nocturn Alley lasciando un perplesso Yaxley sul vialetto di Malfoy Manor.
Alcuni minuti dopo uscì dal camino dell’ufficio di Piton, ritrovandosi davanti a quest’ultimo e a Lupin, ma lei non si accorse di loro, persa com’era nei suoi pensieri, si avviò verso la porta e appoggiò la mano sulla maniglia.
- Dana- la chiamò Lupin dopo essersi schiarito la voce, ma lei non lo sentì, persa com’era a immaginare la sua morte per mano di Moody.
 Abbassò la maniglia, uscì e si chiuse la porta alle spalle, avviandosi poi verso la sala comune.
In realtà non aveva mai vinto un duello con Moody, era sempre stata salvata: prima da Antonin e Bartemius, poi da Albus. Dubitava che quella sera Yaxley sarebbe accorso in suo aiuto, quella sera era sola, sola contro Alastor Moody.
Svoltò bruscamente a sinistra, aveva deciso di andare a ringraziare Silente, così facendo aveva anche seminato Lupin che si era diretto verso la sala comune di Serpeverde.
Arrivò davanti ai gargoyle di pietra e li squadrò con aria assente.
- Parola d’ordine?- domandò una delle due statue con tono annoiato.
Dana scrollò le spalle, non sapeva la parola d’accesso. Guardò di nuovo le due statue, poi fece per andarsene.
- Sorbetto al limone- disse la McGranitt lanciando una rapida occhiata alla giovane Mangiamorte, poi riprese a camminare.
La bionda ringraziò mentalmente la professoressa e salì sul primo gradino della scala a chiocciola, attendendo che quella la portasse davanti alla porta in quercia.
Bussò piano sul legno e, dopo aver ricevuto il permesso di entrare dall’interno, abbassò la maniglia e varcò la soglia con fare incerto.
- Buon pomeriggio signorina Kearly- la salutò il preside con un mezzo sorriso stampato sul volto.
- Salve preside- ricambiò il saluto abbassando lo sguardo, non riusciva a guardarlo negli occhi.
La ragazza riuscì a notare che la scrivania di Silente era ricoperta da alcuni oggetti cromati che emettevano dei suoi sospetti, ma non riusciva a capire a cosa servissero.
- Accomodati- il mago indicò la sedia davanti alla scrivania, ma la Mangiamorte scosse la testa.
- Sono solo venuta a ringraziarla per avermi salvata da Moody- disse guardando la fenice e pensando che era molto più bella di come se la ricordava.
Silente annuì sorridendo alla giovane, poi fece per ribattere, ma la bionda lo precedette.
- Mi scusi, devo andare- chinò leggermente il capo e uscì in fretta da quello studio.
Lei, la giovane Mangiamorte che uccideva senza rimorso, non riusciva a stare nella stessa stanza con il preside solamente perché sapeva che quella notte sarebbe stato ucciso, forse Bellatrix aveva ragione, forse si stava davvero rammollendo.
Sarebbe riuscita a uccidere Moody quella sera? O si sarebbe fatta degli scrupoli?
Andò a sbattere contro qualcuno mentre usciva dalla scala a chiocciola.
- Scusi- mormorò senza degnarsi di guardare contro chi era andata a sbattere.
- Dana, va tutto bene?- le domandò il licantropo con aria sinceramente preoccupata.
Per tutta risposta lei annuì, poi, quasi involontariamente, scattò in avanti e lo abbracciò.
- Grazie per esserti preso cura di me e ringrazia Sirius da parte mia per avermi ospitata- mormorò staccandosi da lui e avviandosi verso la sala comune, ma Remus la bloccò afferrandola per un braccio.
- Non va tutto bene- disse guardandola negli occhi – C’entra per caso con la tua gita a Nocturn Alley?- le chiese guardandola con apprensione.
- Ne parleremo domani- la giovane gli sorrise e s’incamminò per il corridoio.
“ Se sarò ancora viva” pensò ricominciando a perdersi tra i pensieri più cupi. 

Nda. è da tanto che non aggiornavo... Perdonatemi, spero che il capitolo vi sia piaciuto... 
A presto 
Ocelot 
Ps. Recensire allunga la vita! è provato scientificamente ;) 

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