In Paris

di Insouuciant
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Titolo: In Paris
Titolo del Capitolo: Capitolo 1
Autore: Insouuciant
Traduttore: Princess Kurenai
Fandom: Crossover | Midnight in Paris – War Horse
Personaggi: James “Jim” Nicholls (Tom Hiddleston), Francis Scott Fitzgerald (Tom Hiddleston)
Genere: Introspettivo, Drammatico, Romantico, Angst
Rating: Arancione
Avvertimenti: Crossover, Slash, What if? (E se…), Alternative Universe (AU)
Note della Traduttrice: Ho amato questa fic con tutta me stessa e non ho resistito: dovevo tradurla. Spero vi piaccia come è piaciuta a me!


{ In Paris ~
Capitolo 1
http://archiveofourown.org/works/369461/chapters/601620



Jim era andato al parco la mattina presto per distrarsi dai suoi incubi giornalieri. Incubi sui suoi amici perduti. Le promesse non mantenute che lo avrebbero perseguitato per il resto della sua vita. Era assorto nei suoi pensieri mentre lavorava ad uno dei suoi disegni sul paesaggio parigino, quando una forte folata di vento fece volare via i fogli dalle sue mani. Maledizione, si disse. La sua gamba era un altro ricordo di quella terribile, stupida guerra. Alle volte anche una semplice passeggiata risultava un compito doloroso.

Come Jim afferrò il suo bastone da passeggio per andare a raccogliere i fogli, vide un’alta figura chinarsi per raccoglierli. Nel vedere Jim gli andò incontro, porgendogli i disegni. I suoi occhi azzurri incontrarono quelli di Jim. È un po’ presto per una passeggiata mattutina, non pensi?, gli chiese con un sorriso gentile. Jim si sentì a disagio quando la sua mano incontrò quella dell’uomo. Forse si trattava del sole che sorgeva alle sue spalle, ma quel breve contatto lasciò nel suo corpo un calore che non avvertiva da anni, da quando si era isolato da tutti e da tutto ciò che gli ricordava la guerra.

Forse era stanco per gli incubi senza fine che lo raggelavano ogni notte. Forse voleva solo che qualcuno tenesse a lui, e che gli dicesse che tutto sarebbe andato bene dopo ogni feroce attacco di paura nei momenti in cui ricordava il giorno nel quale aveva perso la persona che tanto amava. Forse era il sorriso gentile dell’uomo che, ancora una volta, gli tendeva la mano per presentarsi. Scott Fitzgerald, disse. Dopo che si strinsero la mano saldamente, il calore si diffuse ancora in tutto il suo corpo.

Jim non sapeva che dire. Quel sentimento era strano, ma tanto familiare da lasciarlo senza parole. Era la stessa sensazione che provava quando Jamie gli sorrideva al mattino presto, dopo aver passato la notte insieme in gran segreto. L’uomo continuava a sorridergli e a parlare come se non ci fosse niente di strano. Parlava di Parigi, della musica, delle feste, e parlava anche di Jim. Di come lo vedesse talvolta nel parco e lo osservava disegnare mentre scriveva. Jim poteva solo ascoltare ed annuire.

Scott sorrise luminoso quando Jim ricambiò timidamente un sorriso ad uno dei suoi scherzi. Ed fu cosi che Scott Fitzgerald, lo scrittore dall’America, e Jim Nicholls, un veterano di guerra dall’Inghilterra, si incontrarono e si innamorarono a Parigi.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Titolo: In Paris
Titolo del Capitolo: Capitolo 2
Autore: Insouuciant
Traduttore: Princess Kurenai
Fandom: Crossover | Midnight in Paris – War Horse
Personaggi: James “Jim” Nicholls, Francis Scott Fitzgerald
Genere: Introspettivo, Drammatico, Romantico, Angst
Rating: Arancione
Avvertimenti: Crossover, Slash, What if? (E se…), Alternative Universe (AU)
Note della Traduttrice: Capitolo breve come il primo, sempre molto introspettivo… ma come il primo l’ho trovato molto profondo. Adoro il modo di vedere il mondo di Jim<3

{ In Paris ~
Capitolo 2
http://archiveofourown.org/works/369461/chapters/601622



Era stato un incontro breve. L’uomo, dopo essersi presentato – Scott Fitzgerald, aveva detto -, aveva continuato a parlare, e Jim era stato solo in grado di guardarlo negli occhi ed ascoltarlo. Quando finalmente Jim si abituò allo strano calore che aveva intorpidito tutto il suo corpo, si era ritrovò davvero a sorridere ad una delle battute dell’uomo. Un americano. Alto tanto quanto lui. Jim poteva avvertire anche il leggero profumo d’alchool. Quindi, non era un tipo mattiniero ma un essere della notte, si disse. Il modo in cui parlava, i suoi gesti, la sua risata, e la sicurezza resero Jim quasi invidioso. Era passato tanto tempo da quando Jim aveva sentito un po’ di felicità nella sua vita. Jim praticamente si sorprese quando si ritrovò a sorridere in sua direzione.

Proprio nel momento in cui l’uomo iniziò a parlare di un café particolarmente carino proprio dietro l’angolo, qualcuno chiamò il suo nome poco lontano. Entrambi gli uomini si voltarono verso la voce. Una donna con ricci capelli biondi. La donna, dondolava qua e là come se fosse ubriaca, e chiamò ancora l’uomo. Devo andare ora, gli disse. I suoi occhi vagarono avanti e indietro su Jim e poi sulla donna. Jim annuì semplicemente. Non sapeva che altro fare. Era ovvio pensare che la guerra gli avesse portato via ogni cosa, compresa la capacità di stare in società. L’uomo sorrise e la sua mano sfiorò il braccio di Jim in segno di saluto.

Jim Nicholls, sbottò Jim quando l’uomo si spostò verso la donna. L’uomo si voltò con gli occhi spalancati. “Non mi sono mai presentato, Signor Fitzgerald. Jim Nicholls.” Jim constatò subito di non aver mai parlato così tanto da un bel po’ di tempo. Il sorriso dell’uomo si allargò. “Chiamami Scott, Jim. Ci vediamo presto.”

Come l’uomo, no, Scott andò verso la donna allontanandosi da Jim, il suo cuore si incrinò leggermente. Jim non riuscì a capirne il motivo. Beh, in fondo lo sapeva, ma non era ancora in grado di ammettere che nel profondo della sua mente aveva paura di vedere un’altra persona allontanarsi da lui. Non tornare mai più da lui. Di non sentire più quel calore. Jim scosse la testa, e decise a sua volta di allontanarsi e di tornare al suo piccolo appartamento.

Poteva essere un giorno come tutti gli altri, ma era diventato un qualcosa di diverso. Qualcosa che aveva fatto battere ancora il cuore di Jim e farlo soffrire tutto in una volta. Scott Fitzgerald, Jim ripeté con attenzione il suo nome. Scott Fitzgerald.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Titolo: In Paris
Titolo del Capitolo: Capitolo 3
Autore: Insouuciant
Traduttore: Princess Kurenai
Fandom: Crossover | Midnight in Paris – War Horse
Personaggi: James “Jim” Nicholls, Francis Scott Fitzgerald
Genere: Introspettivo, Drammatico, Romantico, Angst
Rating: Arancione
Avvertimenti: Crossover, Slash, What if? (E se…), Alternative Universe (AU)
Intro: Per la prima volta da quando era a Parigi, Jim era in compagnia di qualcuno.
Note della Traduttrice: Le cose finalmente iniziano ad evolversi :3 è uno dei capitoli che preferisco!

{ In Paris ~
Capitolo 3
http://archiveofourown.org/works/369461/chapters/601629



La vita di Jim a Parigi era sempre stata davvero monotona. Si svegliava, andava al parco a leggere o a disegnare, e tornava al suo appartamento fino all’ora di andare a dormire. Non faceva nulla né andava da qualche parte. Beh, se si escludeva il mercato dove andava a comprarsi da mangiare. La sua famiglia gli scriveva regolarmente e talvolta rispondeva alle loro lettere, ma rifiutava sempre le loro visite e declinava le richieste di fare ritorno in Inghilterra.

Non c’era niente per lui in Inghilterra, solo il dolore. Ma, anche la Francia era altrettanto dolorosa. La Francia era dove l’aveva perso. In Inghilterra era iniziato tutto ed Francia era finito. Era la Germania la responsabile di tutto quello che era successo. Sì, a riguardo della Grande Guerra. Ma no, non si trattava davvero della Grande Guerra. Era Jamie. Era stata la guerra. Era stato Jamie.

Jamie e la guerra sembravano inseparabili nel tormentarlo. I ricordi di Jamie non dovevano essere contaminati dagli orrori della guerra. Malediva tutti per la loro follia nel pensare che valesse la pena fare una guerra. Malediva se stesso. Si malediva in ogni singolo momento della sua vita per aver pensato che fosse una cosa giusta. Milioni di vite. Spazzate via.

Jim rise amaramente mentre beveva un bicchiere di vino. Forse poteva scrivere un libro su una tragica storia d’amore. Un amore distrutto dalla guerra. Forse sarebbe potuto diventare ricco. Tutti in fondo sembrano pubblicare qualcosa in quei giorni.

Jim andò a letto presto quella notte. Era uno di quei giorni. Nell’oscurità, nessuno poteva vedere il corpo di Jim tremare. Agitarsi perché ormai non riusciva più a resistere. Tutti i rimpianti. Tutte le cose che voleva fare. Ciò che non avrebbe mai dovuto fare. Nessuno poteva sentirlo singhiozzare mentre affondava il viso nel cuscino. Nessuno poveva saperlo, perché non c’era nessuno lì.

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Alle volte si ritrovava a pensare ai vecchi tempi, quando era ancora felice. Quando era normale uscire ed incontrarsi con qualcuno, andare a cavalcare, e ridere fino a sentire lo stomaco attorcigliarsi. Quando tutto nella sua vita sembrava luminoso e pieno di speranza. Faceva male pensarci. Quei bellissimi ricordi portavano con loro solo dolore.

Aveva avuto tutto. E l’aveva perso. E ciò che gli era rimasto era il nulla.

Jim pensò di aver passato una brutta giornata. In quel momento però era certo che sarebbe stata anche una settimana pessima. Beh, poteva fare una sola cosa per rendere la giornata sopportabile. Prese i suoi fogli e la matita, e si diresse verso il parco.

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Jim si guardò attorno nel parco pieno di persone che vivevano allegramente la loro giornata e si sedette sulla sua solita panchina. Alle volte si chiedeva il perché fosse rimasto a Parigi. In quel periodo tutti sembrano andare a Parigi. Scrittori, artisti e tutti i musicisti. Ed anche tante altre persone. Forse si sarebbe dovuto trasferire in un altro posto più tranquillo.

"Ti aspettavo."

Una dolce voce sussurrò quelle parole alle sue spalle, vicino al suo orecchio. Sorpreso, Jim balzò in piedi alzandosi dalla panchina prendendo subito dopo l’equilibrio e cadendo di schiena sul terreno. Maledetta, maledettissima gamba. Jim maledì silenziosamente il dolore che gli attraversò la gamba. L’uomo, che aveva causato tutto quello, corse subito ad aiutarlo.

“Sono terribilmente dispiaciuto.”

Si scusò più volte mentre cercava di ripulire dalla polvere il maglione ed i pantaloni di Jim. Jim si ritrovò ad arrossire nell’avvertire le mani dell’uomo sulla sua schiena, sulle gambe e sulle sue braccia.

" Va… va tutto bene. Solo… non farei così ad un soldato se fossi in te."

Jim sorrise in direzione dell’uomo e l’espressione di colpevolezza che aveva assunto sparì. Era di nuovo Scott Fitzgerald. Jim aveva pensato a lui. Come non poteva? Non era stato in grado di ‘scrollarselo’ da dosso dopo il loro incontro mattutino. Dopo quel calore che aveva lasciato nel suo corpo, quando Scott se ne era andato con la donna bionda, si era sentito più freddo che mai. Aveva quasi dimenticato quanto potesse essere freddo, almeno fino a quando aveva sentito quel calore; un calore che si era diffuso in tutto il suo corpo simile a quello di quando si stava con qualcuno di caro, qualcuno che di amato.

“ Quindi, hai combattuto in guerra?”

Al posto di rispondere alla domanda, Jim gli rivolse un sorriso riluttante. Non voleva parlare di quell’argomento. Parlare della Guerra, quando tutti sembravano volerne parlare, discutere e scriverci qualcosa e tutto il resto. Forse non avrebbe dovuto dire di essere un soldato. Forse non avrebbe proprio dovuto aprir bocca.

"Mi sono fermato al parco per incontrare degli amici ieri, ma non ti ho visto. Forse eri qui ed io mi sono fermato nel momento sbagliato, ma per qualche motivo mi sono preoccupato. Scusa se ti ho spaventato in quel modo. Suppongo di essere stato felice di vederti.”

I suoi occhi. La sua voce. Il suo sorriso. Erano affascinanti. Lui era addirittura bello. Le parole continuavano ad uscire dalle sue labbra, suonavano serie, non erano solo un passaggio alla “felice di rivederla”. Jim non riuscì a nascondere un sorriso davanti alla sincera preoccupazione di Scott nei suoi confronti. E come poteva non rispondergli quando era stato così carino?

"Io… ero un po’ turbato ieri ed ho preferito restare a cara, ma mi sbagliavo. Ora che sono qui sto meglio."

Sono qui e ti vedo. Jim avrebbe voluto dirlo, ma riuscì a trattenersi. Il viso di Scott si rabbuiò alla risposta di Jim.

“Ti andrebbe… di dirmi il motivo, o ciò che ti ha turbato così tanto?”

Ancora una volta, con un sorriso riluttante, Jim scosse il capo. Non ancora. Proprio non ancora. Jim non crede che la sua mente sia pronta ad esporre i suoi problema a qualcuno. Dopo tutto, aveva incontrato Scott solo qualche giorno prima. Anche se Scott gli rivolse un sorriso, dal suo visto si era chiara la preoccupazione.

Jim tornò a sedersi sulla panchina, afferrò i fogli e la matita, ed iniziò a disegnare come al suo solito. Onestamente, Jim non sapeva proprio che altro fare. Scott lo osservò per un po’, poi si sedette silenziosamente accanto a lui.

“Ti da fastidio se mi unisco a te?”

“ No, no di certo. Sei più che benvenuto.”

Jim e Scott si scambiarono uno sguardo. I loro occhi avevano una tonalità d’azzurro simile. Qualche istante dopo, Jim stava disegnando un passante con un buffo vestito e Scott continuava ciò che stava scrivendo della sera prima.

Nessuno dei due comprendeva realmente il motivo di quell’attrazione. Ma alle volte, era meglio lasciare il cuore libero di scegliere e mettere da parte la logica.

Parigi era bella come sempre con il sole splendente ed il leggero venticello. Per la prima volta da quando era a Parigi, Jim era in compagnia di qualcuno.

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