Quando la pioggia cade.

di PathosforaBeast
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. Lottando tra vita e morte. ***
Capitolo 2: *** II. Tuoni. ***
Capitolo 3: *** III. L'assetata d'amore. ***



Capitolo 1
*** I. Lottando tra vita e morte. ***







 
Tanto, troppo rosso ci circonda.
Sulle mie mani.
Sul tuo petto e i tuoi capelli argentei.
Rosso che dal pavimento si congiunge su noi come punto di riferimento.
 
“ Dio, abbi compassione per questo giovane.
Se la sua ora deve giungere, falla arrivare il prima possibile.
Non lasciare che la sofferenza macchi  indecorosamente la sua anima.”
 
Il tuo pallore dichiara la sfida che stai affrontando.
Piango accanto a te in questo appartamento dimenticato da tutto e tutti.
Tremo.
Ho paura che tu possa morire, sconosciuto.
Per colpe non tue.
Per la paura della gente.
Tu, però, non sei diverso.
Matusalemme o giovane uomo stai soffrendo come chiunque altro dopo una ferita.
Nessuno si è spostato dalla massa per soccorrerti.
Dottori ti sono passati accanto indifferenti.
“Mostro”, ripetevano,  “ mostro”.
Ti scagliavano pietre sul corpo ancora trafitto dalle armi.
 
Allora mi chiedo: - Chi è un, anzi il mostro tra voi? Un giovane che cercava solo di difendersi oppure voi che avete tentato di ammazzarlo?-
 
Solo quando hanno visto il tuo corpo a terra ti hanno lasciato in pace.
Io, nella mia poca forza, ti ho preso e condotto sul mio carro malandato.
Tutti pensavano che dovessi condurti a ciò che davvero ci appartiene.
La terra.
Loro, però, non sapevano che il tuo respiro, nonostante fosse flebile, c’era ancora.
Così per ore interminabili sei restato tra il calore delle mie braccia e il freddo autunnale.
 
 
 
 
 

Angolo dell’autrice.
 
Ebbene sì anche io mi cimento con Immortal Rain.
* si sposta per un pomodoro appena lanciato *
La storia si svolge prima degli eventi che accadono nel manga.
Il pairing sarà un po’ insolito … ma tutto verrà a tempo debito quindi non vi rovino la sorpresa.
 L’immagine è presa da tumblr e modificata (penosamente LOL) da me.
Cos’ altro dire? Non so. xD
Spero che vi piaccia e grazie se lascerete una recensione!

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Capitolo 2
*** II. Tuoni. ***


Le mie dita sfiorano il profilo del tuo viso.
Fronte, palpebre, naso, labbra, pelle.
Sono vari minuti che continui a invocare un certo Yuca.
E’ tuo fratello, tuo padre, un tuo amico?
Se è davvero così importante per te, scruterei ogni angolo dell’intero paese pur di farti stare meglio.
Volti il viso e piangi.
Tremi e io non so cosa fare.

Lascia andare la tristezza, le amarezze.
Si sa che la vita non è facile, tutti hanno dei problemi.
Alzati e guarda il sole, la terra, i fiori.
Non tutto è perduto.
Viviamo in un Eden sottovalutato.


Serri le labbra, sollevi le sopracciglia ed apri gli occhi di scatto.
Inspiri profondamente.
Espiri.
Cerchi di regolarti.
-Ti è già accaduto altre volte?-
Mi osservi.
Forse l’ultima cosa che avresti voluto è trovati qui, con questa ragazza in nero a parlare del tuo passato.
Sono  sempre inopportuna.
-Certamente! Al grande Matusalemme cosa vuoi che non accada! Ho vissuto tante di quelle avventure e incontrato tante di quelle persone … -
-… che rimanere così è diventato quasi abitudinale?-
- Anche. - dice ridacchiando. -Però il mio super corpo è rimasto perfetto come sempre! –
Inizio a ridere mentre dentro sto male. – In queste ultime ore potevo scambiarti per mia nonna quando prende una busta della spesa per come ti lamentavi … ma per il fisico ,devo ammetterlo – continuo indicandoti il torso svestito – hai perfettamente ragione!-
Ti guardi il corpo e ti copri con la coperta.
-Neanche per la croce?-
-Neanche per quella.-
Resti a guardare un punto indefinito della stanza mentre il cielo ci offre un anticipazione di un tremendo temporale.
Mi siedo e accendo una candela che illumina fievole i nostri visi.
Appoggio la testa al muro e osservo il soffitto.

Sei così buffo mentre cerchi di trattenere preoccupazioni e disagi.
 

-Una farfalla.-
-Cosa?- dico evitando di incrociare il suo sguardo.
-Una farfalla. Lì, sulla scrivania.-
Mi alzo e piano la porto vicina alla finestra.
Così piccola.
Potrà presto assaporare la libertà.
Senza oppressione, senza titoli, senza nome.
La lascio volare via e mentre mi volto mi accorgo che non mi sono neanche presentata-
Che stupida!
Mi risiedo e con l’aria più naturale possibile mi presento.
-          A proposito io sono Isabelle.-
-          Piacere Rain.-

Che bellissimi occhi celesti hai ,Rain.
Come i.. suoi.


Mi stringi la mano.
-Grazie per avermi aiutato.-
-Di niente, solo sono una ragazza qualsiasi che cerca di aiutare le persone.-
-Io penso che tu sia di più.-
-Grazie.-

Un tuono.
 
Pioveva anche quel giorno.
Le urla. Gli spintoni. La falce. Il sangue.

 

Rain si muove appena.
Mi accorgo solo ora di avergli stretto troppo la mano e di aver sbarrato gli occhi.
Per quanto tempo sono restata così?
Gliela lascio e intreccio le mie.
La sua mano ritorna ancora vicino a me.
Il silenzio regna.
-Isabelle potresti abbracciarmi? Sai, i tuoni mi … incutono terrore.-
-Ti chiami Rain ed hai paura dei tuoni?  -
Un altro ancora squarcia il cielo e salto dalla sedia.
Lo guardo e sorride.

Tu non sei loro.
Non mi farai del male.
Posso fidarmi.
Mi sposto un po’ e ti circondo con le braccia.
I miei capelli castani incontrano i tuoi argentei .
Chiudiamo gli occhi e Morfeo ci accoglie tra le sue braccia.

Rain, non voglio che tu sia spaventato.
Né dalle persone, né dai tuoni.

 

La notte ci scoprì con me tremante e te con il respiro calmo.

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Capitolo 3
*** III. L'assetata d'amore. ***


Il sole si alza alto nel cielo, le rondini volano leggiadre, i canti dei bambini mi destano dalle braccia di Morfeo.

Nessun preambolo.
Nessuna vista offuscata.
Nessuno sbadiglio.
Solo tu accanto a me.
Resto in silenzio ad osservarti finché non corrucci il viso.
Inizia quasi abituale vederti così.
-Buongiorno Rain.-
- ‘giorno. -
-Come ti senti?-
Alzi il braccio tenendo il pugno chiuso. - Sto benissimo! Potrei anche fare una corsa ora! – ma un movimento non proprio leggero ti costringe a gemere e riabbassare il braccio.
Inizio a prendere le fasciature: - Con “l’ ottima salute” che ti ritrovi posso solo mandarti a fare una passeggiata con i ragazzi del cimitero.
Mi guardi negli occhi.
-Lavori per il cimitero?-
Ti fisso la fasciatura sul braccio.
-Lavoro per i morti.-
-Quindi sei… -
-Un becchino, già. Non è il massimo dell’allegria ma a suo modo è adatto a me. -
-E’ triste fare il becchino?-
-Dipende dalle situazioni . E’ triste non nel concetto in sé ma come gli altri possano percepirlo.-
Un’immagine balena davanti ai miei occhi.

Riesco ad essere comprensiva più con i morti che con i vivi.

Hai il capo inclinato e i capelli ti coprono il viso.
Li sposto piano.
-Però se questo lavoro deve rassomigliarmi deve pur avere qualcosa in comune con me, non pensi?-
-Cosa? -
 -L’essere  assetati d’amore. Hai mai visto nascere un bambino? Tutti lo circondano e lo riempiono d’amore. La stessa cosa accade quando ci si ritrova alla fine nel viaggio. Fiori, ricordi ovunque.
Forse sono proprio i cimiteri e gli ospedali  i luoghi in cui noi possiamo sentire davvero l’amore.-
Butto le fasciature intrise di sangue.
-Vuoi un po’ di latte caldo?-
-Sì, grazie.-
Resto ad osservare la tazza fumante tremare.
Piccole onde si formano su una superficie un tempo liscia.
Inizio a bere.
-Dopo posso venire a vedere come lavori?-
Ho le lacrime per la tosse.
-Se vuoi , ti porto volentieri. Sei sicuro di poter restare sufficientemente in piedi? Sai, non sono così forte!-
Mi fai un sorriso sfrontato.
-Lo chiedi proprio al grande Matusalemme?-
Una linguaccia ti contraccambia.
-No, lo chiedo a te, Rain.-

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