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Lista capitoli: Capitolo 1: *** guardando le nuvole. *** Capitolo 2: *** influenza! *** Capitolo 3: *** sensi di colpa *** Capitolo 4: *** tragedia all'alba *** Capitolo 5: *** il viaggio continua. due cuori spezzati. *** Capitolo 6: *** l'arrivo a Suna. Le macchinazioni dei fratelli della sabbia ed il bacio chiaritore *** Capitolo 7: *** ritorno a Konoha. L'attacco a sorpresa. *** Capitolo 8: *** liberi. ***
Ino passeggiava per le strade di Konoha, senza meta
Ino passeggiava per le strade di
Konoha, senza meta.
Non aveva missioni da svolgere, era
semplicemente una passaggiata, di quelle che non faceva da tempo.
Konoha era sempre la solita
cittadina ridente, i bambini urlavano per la strada, la folla passava da un
negozio all'altro. Tutto quel baccano le stava facendo venire il mal di testa.
Sbuffò, senza sapere dove trovare un
pò di pace. L'unica cosa che avrebbe voluto in quel momento era riflettere un
pò. Non lo faceva mai...
Tutte le volte che si fermava a
riflettere finiva con l'intristirsi, e così aveva deciso che non era necessario
stare a pensare, che poteva dedicarsi a cose frivole e superficiali almeno finchè
non fosse stato necessario.
Poi era morto Asuma-sensei.
Aveva deciso che non avrebbe più
riflettuto su nulla. Dopo tante lacrime nascoste all'ombra della sua stanza,
dopo tanti allenamenti sfiancanti per cancellare il dolore della perdita, Ino
aveva semplicemente smesso di pensare alla sua vita o a se stessa.
Il giorno prima Sakura le aveva
chiesto cosa provava nei confronti di Sasuke, se lo amava ancora.
Sbuffò ancora, andando quasi a
sbattere contro un uomo di mezza età, e deviò con decisione a sinistra, verso i
prati.
Non sarebbe stata sola neanche lì,
ma quasi.
Salutò la persona stesa a terra, che
guardava le nuvole.
- ciao.- le rispose Shikamaru, senza
neanche guardarla. Aveva riconosciuto la voce subito.
Ino ci pensò su un momento, ed anche
questa era una novità.
-posso sedermi accanto a te?-
-se vuoi...-
Sorrise mentre si stendeva accanto
all'amico. Era certa che non le avrebbe detto una parola.
Si era sempre chiesta cosa ci
trovasse di bello nel guardare le nuvole... lei non ci riusciva. Finiva col
perdersi nei suoi pensieri, e non le piaceva. Troppi ricordi.
"e adesso?" pensò Ino.
Il giorno prima aveva semplicemente
alzato le spalle senza rispondere a Sakura, ma quella domanda le ronzava in
testa. Sasuke li aveva traditi, e se n'era andato. Sakura nonostante tutto era
rimasta attaccata al suo ritorno, ma lei?
Lei non lo aveva mai amato davvero.
Ricordava ancora quel giorno, anni
prima, in cui Sakura le aveva detto che non sarebbe più stata sua amica.
Era corsa a casa senza dire nulla a
nessuno, e non appena aveva visto la madre era scoppiata in lacrime,
rifugiandosi nel suo abbraccio. Le aveva raccontato tutto prima di andare a
chiudersi in camera sua. Poi suo padre era finalmente tornato.
"devo dire tutto al mio papà
forte! avevo pensato questo allora... ero convinta che avrebbe risolto
tutto." pensò Ino.
La piccola Ino si affacciò piano
alla porta del soggiorno, mentre Inoichi Yamanaka si sedeva pesantemente sul
divano.
- oh tesoro, non sai che
giornataccia! Sakura ha deciso di non essere più amica di Ino per via del
piccolo Uchiha...- cominciò la madre
"e adesso?" pensò la
bambina.
- ma se hanno litigato per una cosa
simile, vuol dire che non era un amicizia vera.-
"cosa?" Ino inorridì a
quelle parole. Se lo diceva il suo papà forte allora doveva essere così ma... a
lei non risultava!
- ma Ino soffre molto...-
- le passerà... secondo me una
grande amicizia non può rompersi solo per un ragazzo... ma che dico, un
bambino! e poi Ino non è così interessata, o me lo avrebbe detto. Deve
spezzarsi da entrambe le parti, non solo perchè Sakura ha una cottarella...-
"allora è così? ma la mia
amicizia con Sakura era davvero importante..."
gli occhi della bambina si
riempirono di lacrime e cominciò a tremare.
- allora, la cena è pronta?-
Inoichi si alzò per guardarsi
attorno, mentre la moglie sbuffando irritata andò in cucina.
Ino riappoggio piano la porta e si
diresse in bagno. Fissò la propria immagine allo specchio davanti a se.
"per essere una forte amicizia
non può rompersi da una parte sola... allora anche io non sono più sua amica! e
anche io farò sul serio con Sasuke! Così almeno saremo state davvero amiche,
non ci avrò creduto solo io!"
Sorrise guardando una nuvola grigia,
che si spostava piano sopra la sua testa.
Che ragionamento elementare...
Aveva deciso di innamorarsi
di Sasuke, per dimostrare a se stessa e agli altri che la sua litigata con
Sakura era seria, che la sua amicizia era seria.
"e quando crescendo mi sono
resa conto di quanto ciò fosse sciocco, era troppo tardi..."
il sorriso scomparve dal suo volto,
mentre cessava di vedere le nuvole.
"... perchè se volevo avere
almeno qualche contatto con Sakura, l'unico modo era quello... quello di
litigare con lei... anche se questo ci allontanava... io ne ho sempre avuto
bisogno... ho paura di stare sola."
Ino trattenne a stento le lacrime.
Si sentiva incredibilmente sola.
Era circondata da ragazzi che la
corteggiavano, ma di cui non le importava nulla, e loro stessi non la conoscevano
davvero.
Molte ragazze l'ammiravano, era lei
a dettar moda, ma non sapeva nulla di lei. E perchè avrebbero dovuto? non le
aveva mai prese in considerazione.
"pensavo troppo a me
stessa..."
e poi c'erano loro.
Asuma-sensei.
Era morto.
I suoi genitori.
Avevano sempre visto in lei una
bambina sciocca, e li aveva accontentati.
Sakura.
Persa per Sasuke.
Choji.
Si era sempre sentita superiore a
lui, e quando aveva smesso, non aveva saputo da dove cominciare.
Shikamaru.
Lui era troppo intelligente, troppo
profondo per lei. La faceva star male.
Sapeva che non l'avrebbe mai
raggiunto. E ne soffriva, perchè in realtà avrebbe davvero desiderato essere
sua amica.
In quegli anni Shikamaru, con le
loro discussioni e le uscite di gruppo, era diventato la persona più vicina a
lei.
"e tutto questo è patetico. La
persona che più si avvicina ad essermi amica è un ragazzo che non mi può
soffrire e con cui non ho quasi una conversazione decente."
Si morse un labbro, desiderò
voltarsi un momento alla propria destra, per dare un corpo a colui che stava
pensando, ma non ne ebbe il coraggio. Era convinta che non la stesse guardando,
troppo intento a rimirare il cielo, ma sapeva che se l'avesse fatto sarebbe
diventata ancora più triste, e avrebbe finito col provocarlo.
"ecco cosa succede quando penso
troppo, lo sapevo che non dovevo provarci..."
Cercò di arrivare ad una
conclusione, si era quasi dimenticata del punto di partenza della sua
riflessione.
Shikamaru si sentiva sempre più
agitato. E lo agitava ancora di più il fatto di non saperne il perchè.
Insomma, da quando Ino si metteva a
guardare il cielo e non parlava per tanto tempo? Aveva sempre avuto
l'impressione che quella ragazza non riuscisse a passare più di cinque minuti
in silenzio, volendo esagerare, ed invece ora...
La guardò con la coda dell'occhio
per la prima volta da quando era arrivata.
Aveva lo sguardo perso nel cielo,
azzurro su azzurro, ed il vento le smuoveva appena il ciuffo che le ricadeva
sul viso.
Stranamente indossava un vestitino
azzurro leggero sopra dei jeans, invece che la solita micro maglietta e la
gonna.
"è davvero cari... ma cosa sto
guardando?!! che mi prende! e poi che ci fa quì?!" pensò Shikamaru
tornando a guardare subito verso l'alto.
Senti le sue guancie scaldarsi e
maledisse se stesso ed i propri pensieri assurdi.
Gli venne voglia di fumare una
sigaretta, ma si rese conto di non riuscire a muoversi.
"assurdo. Sono bloccato dalla
sua presenza, ho paura di urtarla tirando fuori le sigarette dalla tasca.
Perchè? forse perchè sarebbe davvero un peccato interromperla mentre pensa una
volta tanto..."
La voglia di fumare gli passò
improvvisamente così com'era venuta, e si rese conto di sentire caldo.
"ma se fino a poco fa c'era
fresco? stupida primavera... è davvero una seccatura..."
Non riuscì più a formulare un
pensiero senza che il calore non vi si introducesse, e per lui era davvero
seccante. Guardare le nuvole e pensare, ecco cosa gli piaceva.
Lo rilassava.
E adesso sentiva questo caldo
soffocante che gli stava facendo venire il fiatone, e non si sa come ma la
parte sinistra del suo corpo era tesa, i muscoli di braccia e gambe erano
tesissimi sotto la sua tuta da jonin. Non era rilassante.
"ma cos'è questo caldo
infernale? neanche fossimo già ad agosto..."
Guardò appena Ino, e dimenticò il
caldo e persino di pensare a quanto tutto ciò fosse fastidioso.
"ha gli occhi lucidi... prima
non erano così? o no? sta piangendo? che le succede? dovrei chiederglielo... o
no? ah... lo sapevo... le donne portano sempre guai..."
Shikamaru prese un bel respiro, indeciso.
Avrebbe dovuto riflettere e trovare la strategia giusta per parlare con lei
senza provocare una lite, ma forse non aveva tempo.
"troppe incognite. Non voglio
rischiare che se ne vada. Sarebbe un problema doverla andare a cercare dopo...
meglio chiederle subito cosa succede."
Ino intanto era arrivata alla sua
agognata conclusione.
Per Sasuke non sentiva nulla.
Non lo aveva mai amato, apprezzava
solo il suo aspetto, e non gli aveva quasi mai parlato.
Naturalmente ne sentiva la mancanza,
stava male al pensiero di lui sotto il controllo di Orochimaru, ma non provava
nulla per lui, se non simpatia. Se così si poteva chiamare. Avrebbe dovuto dire
questo a Sakura.
E naturalmente la verità, ovvero che
lei non aveva mai amato Sasuke e che lei gli mancava molto di più.
"E magari riuscirò a diventare
davvero amica di Cho e Shika, se riuscirò a togliere la maschera. Dovrei
provarci almeno, forse non oggi..."
A questo pensiero si voltò a guardare
il ragazzo accanto a lei e ne incontrò lo sguardo.
"o forse si?" finì di
pensare lei mentre si metteva a sedere imbarazzata.
Erano più vicini del solito, e si
sentiva a disagio.
Anche Shikamaru si mise seduto, e si
sforzò di continuare a guardarla, senza permettere agli occhi di sfuggire in
una qualsiasi altra direzione.
- va tutto bene, Ino?-
Lei lo guardò indecisa, poi scosse
la testa.
- No.-
la guardò in attesa di altre
spiegazioni, che non arrivarono. Si limitava a fissarlo, senza riuscire a
parlare, ma lui si accorse che avrebbe voluto continuare.
- come mai sei venuta quì? a che
pensavi se posso chiedere?_
-... a Sakura e Sasuke.-
I pungi di Shikamaru si strinsero
involontariamente a terra, e non appena se ne rese conto, li riaprì.
"avrei dovuto immaginarlo..."
-sei ancora cotta, vero?-
Ino tornò a stendersi a terra e
Shikamaru attese. "ora comincia ad urlare..."
- no. Pensavo proprio a questo. Io
Sasuke-kun neanche lo conoscevo davvero, ma Sakura... non volevo perderla...-
si voltò verso il viso dell'amico
che stava ancora seduto, e per la prima volta lo vide a bocca aperta.
Lui si riprese subito e tirò fuori
una sigaretta dalla propria tasca.
-e te ne accorgi solo ora?-
uno dei suoi tipici commenti. Ino
gliene fu grata, non voleva obbligarla a parlare, ma si era mostrato
preoccupato per lei. Forse dopotutto non era vero che non la poteva soffrire.
Gli sorrise riconosciente, prima di
tornare a guardare il cielo.
Fu Shikamaru stavolta ad esserle
grato, perchè voltandosi a guardare le nuvole gli aveva evitato di farsi vedere
arrossire come non mai.
"ma perchè mi sento così? è
solo Ino... oh no..."
la sua mente geniale formulò presto
il responso.
"questa è la cosa peggiore che
mi potesse capitare. Le donne sono seccanti e qualunque cosa cerchi di inculcarmi
mio padre..."
si perse di nuovo guardando Ino, e
quando ritornò in se, era troppo stanco per terminare i propri pensieri. Riuscì
solo a dirsi: "sono fottuto" con scarso entusiasmo.
Una goccia cadde sul viso di Ino,
poi un altra, ed altre due.
-un acquazzone!- esclamò lei.
-vieni!- le intimò lui, cercando un
riparo.
Non c'era nulla sotto cui
nascondersi, e così fecero una corsa a casa di Shikamaru, che fortunatamente
non era troppo lontana.
La sigaretta di Shikamaru era ormai
passata a miglior vita, ma lui non aveva voglia di tirarne fuori un altra.
Principalmente perchè era fradicio.
- più che un acquazzone direi che è
una tempesta...- sbottò lui irritato.
Ino scoppiò a ridere, facendolo voltare
ed inarcare un soppracciglio.
-sei zuppo!- gli fece notare.
-ma ti sei vista?-
i capelli erano completamente
bagnati, ed i vestiti le si erano quasi appiccicati addosso.
"se fosse stata vestita come
sempre..." pensò Shikamaru, che cominciava ad avere di nuovo caldo.
"al diavolo, sono pur sempre un uomo... e siamo soli in casa..."
Ino starnutì, facendolo sobbalzare.
Non trovando altra soluzione la scortò in bagno e le passò un asciugacapelli.
-ti cerco dei vestiti. Tu intanto
asciugati i capelli o ti ammalerai. E Choji mi darà la colpa.-
-grazie.- gli rispose lei sorpresa,
sorprendendo così anche lui.
Shikamaru trovò una propria vecchia
felpa e dei jeans non troppo consumati. "dovrebbero andarle bene... meglio
che mi cambi anch'io."
indossò velocemente una maglietta e
dei pantaloni, rabbrividendo per il freddo, poi tornò al bagno.
Si fermò per un momento allo stipite
della porta, ammirato.
Ino si era sciolta i capelli, ormai
più lunghi di quanto non fossero in passato, e questi galleggiavano in aria,
spinti dall'aria calda. Aveva il viso arrossato, e gli occhi luminosi puntati
sullo specchio, concentrata forse per evitare che qualche capello sfuggisse
alla sua pettinatura.
"accidenti..." pensò
Shikamaru. Qualcosa si stava risvegliando in lui, e non era proprio una buona
notizia.
Poso velocemente i vestiti sul
mobiletto del bagno, cercando di non guardarla, ed uscì senza dire una parola,
mentre Ino non aveva notato nulla.
In cucina si sedette e cercò di fare
mente locale.
Avvicinò le mani fino a formare un quadrato
e cominciò a ragionare su come uscire da quella situazione, e nel caso fosse
tardi, come fare finta di nulla per evitare problemi futuri. Il rumore
dell'asciugacapelli intanto si era fermato.
Shikamaru si lasciò cadere sullo
schienale della sedia ed alzò gli occhi al cielo.
"si starà cambiando
ora..."
aveva quasi voglia di raggiungerla.
Ma così sarebbe finita male...
"dice di non amare Sasuke...
che fosse un segnale? no, conoscendola se le piacessi mi salterebbe addosso. La
domanda è: che cavolo provo io? insomma penso spesso a lei, è vero, ma solo
perchè mi fa sempre innervosire. Choji mi conosce bene e mi dice che secondo
lui mi piace, ma dopotutto non ho esperienza. L'attrazione fisica è del tutto
normale, è sempre una bella ragazza, ma non vuol dire nulla. E se mi preoccupo
per lei è perchè è un amica." pensò tutto questo, sforzandosi di
convincersene.
"io non sono innamorato di Ino
e non lo sarò mai. Tienilo a mente Shikamaru. Non ti piace Ino. Non ti piace
Ino. Non ti piace Ino."
Ino arrivò davanti a lui e si
sedette su una sedia, ricominciando a sorridergli.
"non... ti piace... Ino...
Shika... non farti fregare..." tentò di resistere lui.
- ti ringrazio tantissimo Shika!-
-...-
-ma stai bene? sei tutto rosso...-
a quelle parole lui arrossì ancora
di più.
-mi starò ammalando, che vuoi che ti
dica...-
Ino si alzò in piedi e gli si
avvicinò.
"E ora che vuol fare? mi
prenderà a schiaffi?" pensò, ormai abituato alle reazioni violente e
illogiche della ragazza.
Ma lei si chinò semplicemente verso
di lui e gli mise una mano in fronte.
- forse sei un pò caldino... avrai
preso troppo freddo-
"non baciarla...non baciarla...
per l'amore del cielo non baciarla..."
-Shika mi senti?-
- vuoi mangiare qualcosa?-
il ragazzo era balzato in piedi e si
stava allontanando.
-... boh...- rispose lei, senza
capire che avesse. Prima diceva di essere ammalato e poi saltava via a quel
modo... poi starnutì di nuovo.
-come minimo ti stai ammalando pure
tu...- disse Shikamaru dalla cucina.
Ino si guardò attorno. La casa era
elegante seppure semplice, e chissà come mai non poteva fare a meno di
abbinarla a Shikamaru. Lo raggiunse in cucina, per trovarlo a fabbricare dentro
il frigo.
"strano vederlo darsi da
fare..."
-serve una mano?-
-naa. papà non è andato a fare la
spesa e non c'è nulla. Vuoi qualche biscotto?-
-dai...-
Shikamaru afferrò un pacco di
biscotti al cioccolato dalla credenza e ne rovesciò il contenuto in due piatti,
uno dei quali fu passato ad Ino.
-sei inaspettatamente gentile- gli fece
notare lei.
-non mi pare di essere sgarbato di
solito-
Ino gli lanciò un' occhiata
eloquente.
- e tu sei peggio di me! - replicò
lui.
- ma io lo sono con tutti... è
diverso - rispose lei assaggiando un biscotto. Lo trovò ottimo. Doveva chiedere
alla signora Nara dove li comprava.
- Ino?-
- mh? -
- cosa volevi dire prima a proposito
di Sasuke? E di Sakura?-
Ino mise giù il suo biscotto.
Sospirò profondamente e Shikamaru si
pentì di averglielo chiesto. Non aveva potuto resistere, ed ora Ino aveva lo
sguardo nuovamente perso.
"cosa faccio? glielo dico o
no?" pensò lei nel panico. Poi il suo sguardo caddè sul centro tavola, un
vaso con delle cosmee. Opera della signora Nara di sicuro, fatto sta che lei si
sciolse.
- te lo dirò. Ma non devi dirlo a
nessuno, nemmeno a Choji. Non lo sa nessuno.-
Shikamaru annuì ed improvvisamente
si sentì un pò rinfrancato. Lei stava per confidarsi con lui, e dirgli qualcosa
che non sapeva nessuno. Era già qualcosa no?
Ino gli raccontò brevemente dell'addio
con Sakura, della sua voglia di vederla e di rendere la loro amicizia passata
qualcosa di speciale in modo tangibile, come lo era stata per lei. Ed infine
arrivò alla sua decisione di andare dietro a Sasuke, e della sua incapacità di
smetterla quando si era resa conto di fare una sciocchezza.
Non accennò a quanto si era sentita
sola ed inutile in quegli anni, a quanti complessi di inferiorità provasse nei
confronti di Sakura e degli altri, ma Shikamaru lesse tra le righe.
Si rese conto che l'Ino che ogni
tanto traspariva, più dolce e pacata, preoccupata per la sua amica, era la vera
Ino, quella che lei cercava in ogni modo di nascondere, dopo essere stata
ferita troppo duramente.
"tutti l'hanno sempre trattata
da sciocca, e lei lo è diventata, almeno all'esterno, per non perdere altre
persone... era solo una bambina spaventata, ed ora una ragazza repressa"
ragionò lui, sentendo improvvisamente la voglia di alzarsi ed abbracciarla,
anche solo per dirgli che lui non l'avrebbe mai lasciata, anche se si fosse
mostrata diversa dal solito.
- ... ormai sono così. Vanitosa,
egoista, superficiale, persino oca. Lo sono davvero e non posso cambiare.
Pensavo di levarmi la maschera prima o poi, ma è diventata la mia faccia-
concluse intanto lei. Si rese conto di aver messo la sua anima a nudo davanti
al compagno, era bastata solo un pò di gentilezza quando ne aveva bisogno e
aveva lasciato cadere le proprie difese.
Improvvisamente ebbe paura della
reazione di lui, se l'avesse presa in giro non avrebbe retto.
Poi Shikamaru si alzò, con un
espressione strana in viso, che lei non riconobbe. Cominciò a tremare piano,
temendo un'altra figuraccia.
Poi lui la fece alzare e la tirò
verso di se, abbracciandola stretta.
Ino smise di respirare, col cuore
che le martellava il petto, mentre sentiva quello di Shikamaru accellerare.
- Non è vero. Non sei così.- disse
poi lui.
non le riuscì di rispondere.
- e scusami se a volte ti ho dato
della stupida, ma non l'ho mai pensato davvero.-
-mh...-
- e puoi parlarmi ancora di tutto ciò
che vuoi, non sei obbligata a tenerti tutto dentro come hai fatto fin'ora.-
-...va bene.-
Lui chiuse gli occhi, sentendosi
arrossire ancora.
"tutto questo sangue alla testa
deve avermi fatto impazzire..."
quando si era accorto che Ino aveva
di nuovo un espressione spaventata mentre lo guardava non era riuscito a
trattenersi.
Aveva dovuto abbracciarla.
Voleva sentirla tra le sue braccia, e voleva che lei sentisse lui.
La lasciò andare, lei respirava
velocemente, quasi avesse corso.
Guardò fuori dalla finestra.
- ha smesso di piovere.- la informò.
si voltò a guardare e lui potè
notare che anche lei era arrossita parecchio.
"se non altro non sono il
solo... sai che consolazione. Che succederà tra noi ora? e domani?"
-allora io torno a casa- mormorò
lei.
Il cuore di Shikamaru perse un
battito. Allora aveva sbagliato, anche se si era confidata con lui era troppo
presto, non si sarebbe dovuto avvicinare tanto.
Ora forse lei non si sarebbe aperta
mai più, forse...
- Shika?-
la guardò quasi intimorito.
-posso dirti tutto tutto?-
si rilassò appena.
-si, te l'ho detto.-
-allora potrei chiederti un favore?
c'è una cosa che avrei sempre voluto fare ma non ho mai avuto il coraggio di
chiedertelo...-
-che cosa?- chiese lui incuriosito.
- mi insegneresti a giocare a shogi?
un giorno? se hai tempo? se ti va?-
non ci furono parole nella mente di
Ino adatte a descrivere l'espressione di Shikamaru.
il ragazzo scosse appena la testa,
ancora sconvolto.
-.. v-va bene...-
"così finalmente capirò le
regole!" pensò Ino, "e poi... potrò... passare del tempo con lui...
perchè che mi piaccia o no, mi sono resa conto di non sentire nulla per Sasuke
quando ho capito i miei sentimenti per te..."
"non la capirò mai... non avrei
mai neanche immaginato che le potesse interessare... certo guardava sempre me e
Asuma-sensei giocare ma..."
- se vuoi puoi passare anche
domani... non c'è niente da fare quì...- disse incerto.
-va bene! a domani allora!-
gli si avvicinò e gli schioccò un
bacio sulla guancia. Si voltò e si allontanò, stavolta imbarazzata come non
mai. Era sempre stata disinvolta coi ragazzi, ma mai nessuno le era piaciuto
davvero, mai così tanto.
-grazie di tutto, Shika!-
lui non rispose, e la guardò andare
via. Si poggiò una mano sulla guancia. Le labbra di Ino l'avevano sfiorato
appena, eppure aveva la sensazione che fossero ancora li.
Non diede retta alla voce della
ragione, non diede retta neppure ai suoi soliti pensieri logici e sicuramente
giusti.
Sapeva cosa doveva fare.
Attraversò il soggiorno di corsa, e
la raggiunse alla porta d'ingresso.
- Ino, ora tocca a me parlarti...-
e indovinate un pò che gli dice? uh
uh uh... questa fic era più un esperimento che altro, questa coppia mi riesce
difficile da scrivere per quanto mi piaccia... e per una volta volevo provare a
vedere Ino sotto un altra luce, perchè dopotutto è stata Sakura a fare il primo
passo verso la fine dell'amicizia. Per quanto riguarda Shiky, spero non risulti
troppo ooc!
Salve gente!!! Alla fine mi sono decisa, come
potete notare questa non sarà una one-shot! Visto che ho un miliardo di materie
da studiare fino a fine mese non posso promettere aggiornamenti veloci…
Una piccola nota: ho usato asterischi là dove avrei voluto
fare dei semplici spazi, perché pur usando l’ html, non mi permette di lasciare
righe vuote… dopodiché spero che il mio cap vi piaccia!! Commentate per farmelo
sapere ^^
-Ino ora tocca a me parlarti…
“oddio… e adesso che le dico?”
tutta la sicurezza di poco prima l’aveva abbandonato, non
appena aveva incontrato lo sguardo della ragazza.
-dimmi…- Ino era rimasta per un momento confusa dallo
sguardo serio del ragazzo, che era poi diventato indecifrabile. Non lo aveva
mai visto con quell’espressione.
-…-
“quoziente intellettivo oltre duecento un cazzo”
-…Shika?-
-… ehm… stai lasciando i tuoi vestiti qui, baka.-
-e non chiamarmi baka!-
Shikamaru sospirò di sollievo. Stava rischiando l’infarto.
“e ti pareva… genio di qua, genio di là, e crollo quì. Ma io
l’avevo sempre detto di essere un vigliacco…io volevo solo una vita tranquilla…”
-hai una faccia…!- gli fece notare lei.
In quel momento la porta di ingresso si aprì, ed entrò la
madre di Shikamaru.
-salve signora Nara!-
-ciao ma…- la salutò Shikamaru svogliato.
-buongiorno! Come mai qui?- chiesem la donna rivolta ad Ino.
-ci siamo riparati a casa sua perché pioveva, ma io stavo
giusto andando via…-
-oh che peccato, ma va bene. Shikamaru, accompagnala.-
ordinò la donna.
-ma perché?!! Non ho voglia di camminare ancora…- sbottò
lui.
-ACCOMPAGNALA!-
-si, si…- rispose annoiato.
Poco dopo uscirono insieme. Ino aveva in mano una busta coi
suoi vestiti fradici.
-ecco perché voleva che ti accompagnassi, così aveva la
scusa per mandarmi a fare commissioni, che seccatura!- si lamentò.
-dai, Shikamaru, poteva andarti peggio!- rise lei,
l’imbarazzo di prima non ancora del tutto sparito.
E infatti per il resto del tragitto non dissero una parola,
lei guardava in basso, lui teneva gli occhi incollati verso l’alto. Il cielo
era grigio e minacciava pioggia da un momento all’altro.
-devi entrare a prenderti le sigarette qui vero? Per il
resto continuo da sola… tra poco pioverà ancora!- disse lei col consueto
entusiasmo, anche se un po’ forzato.
-ah… ok.- rispose, anche lui col suo consueto
entusiasmo. In realtà avrebbe preferito stare a passeggiare accanto a lei un
altro po’.
La ragazza lo salutò, ricordandogli la promessa per l’indomani,
e cominciò a correre verso casa.
Shikamaru restò per un momento a guardarla, pensando che
dopotutto forse non era tutto una scocciatura, quando una mano gli si posò non
molto delicatamente sulla spalla destra.
Lo accompagnò a prendere le sigarette senza dire una parola.
Pagarono e non disse ancora nulla.
Uscirono e rimase in silenzio, senza neppure mangiare le
patatine che aveva sempre con se.
Si fermarono davanti all’entrata in silenzio, spalla a
spalla, senza parlare, mentre le prime gocce di pioggia cominciavano a cadere.
-…tu…-
-…Non farlo Choji. Non parlare…-
-… tu sei cotto… e io te lo avevo detto!-
cominciò a piovere a dirotto, e per la seconda volta la
sigaretta di Shikamaru si spense.
-…merda.-
ma non era chiaro a cosa fosse riferito il suo commento.
Quella sera a tavola, Ino notò che il padre non era ancora
sceso a mangiare e chiese spiegazioni alla madre.
-Ino, tuo padre domattina parte in missione con Shikaku-san
e Choza-san… va a salutarlo…-
-si mamma… ah la mamma di Shikamaru mi ha detto di dirti che
passerà domattina presto per i fiori…-
-oh si, a proposito!… ho incontrato Yoshino oggi e mi ha
detto che deve partire per una settimana, sua sorella ha dei problemi e le
serve aiuto, quindi…-
-quindi?-
-tu vai d’accordo con Shikamaru, giusto?- le chiese la madre
sorridente.
Shikamaru intanto guardava il padre con gli occhi
spalancati.
-che c’è di strano? Capitava anche quando eravate piccoli di
andare a trovarvi, diciamo che sarà una visita più lunga…- Shikaku cercava di
farlo ragionare, davvero non capiva perché il figlio sembrasse tanto
scandalizzato.
-si, ma…! Sono grande ormai! Posso stare a casa da solo!-
-NO, NON PUOI!- urlò sua madre dalla cucina.
-mamma! non sono un moccioso!-
un rumore di stoviglie che sbattevano lo fece ammutolire,
poi si rivolse al padre.
-…e a casa di Choji, no?-
-Un ora fa ho parlato con Choza, e sia la moglie che il
figlio sono a letto con l’influenza, non puoi pesare su di loro…-
-non sarei un peso! E poi Choji era con me questo
pomeriggio!-
-appunto, sei rientrato fradicio, e sarà così anche per lui!
Si sarà ammalato proprio stando sotto la pioggia! Ma insomma, che ti prende?-
sua madre apparve dalla porta, e si avvicinò a grandi passi
al figlio, poi avvicino la faccia alla sua con fare minaccioso.
-mamma?-
-……..ah!!! ora capisco!!! –
sua madre scoppiò a ridere, lasciando padre e figlio
interdetti.
Ino si era fermata al primo gradino delle scale.
-quindi da domani Shikamaru verrà a stare da noi per una
settimana?-
-esatto.-
-e dove dormirà?-
-in camera tua, tesoro. Non vorrai mica far dormire un
ospite sul divano?-
-NO!!! IO CAMERA MIA NON LA CEDO A NESSUNO! TANTO MENO A
QUELLO!!!-
Ino era al colmo dell’imbarazzo, e salì in camera sua
continuando a sbraitare.
La verità era che il fatto di dormire sotto lo stesso tetto
con lui la metteva a disagio, in un modo nuovo, che non conosceva.
“purtroppo devo essere davvero cotta se me la prendo così…
ma perché a me piacciono solo quelli irraggiungibili? E come mi dovrò
comportare ora? Non voglio rovinare tutto!..”
Si guardò attorno. “chissà se c’è qualcosa di compromettente
qui in giro… meglio dare una bella controllata alla stanza!”
Quella notte nessuno dei due riuscì a chiudere occhio.
Si rigirarono nel letto, senza trovare pace. Ino rischiò
addirittura di cadere e sbattere contro il comodino, mentre Shikamaru aveva
acceso l’ennesima sigaretta, e alla fine l’aveva buttata fuori dalla finestra
dopo qualche secondo. E ancora. E ancora.
“… ma perché dovrebbe piacermi una come lei? È sicuramente
bella, anzi… e non è stupida… sa essere divertente, e oggi ha dimostrato di
essere anche sensibile… però è seccante a livelli indescrivibili! Litighiamo di
continuo! Tenta di obbligarmi a fare tutto quello che vuole, e più di una volta
mi ha trattato come un cretino… e anche se penso spesso a lei, come adesso, non
vuol dire niente. Niente. Assolutamente.”
Continuando a ripetersi ciò, Shikamaru infilò la testa sotto
il cuscino, tentando di non udire più i propri pensieri. “le donne portano solo
guai, devo ricordarmelo…”
Fu svegliato dopo quello che gli parve essere un battito di
ciglia dalla madre. Anzi dalle urla della madre che strepitava quanto fossero
in ritardo. Shikamaru provò il violento desiderio di chiudersi a chiave e
tornare a dormire, quel giorno si sentiva persino più stanco del solito, ma se
lo avesse fatto sua madre avrebbe come minimo sfondato la porta e lo avrebbe
fatto alzare lanciandolo fuori dalla finestra. Così tiro via le coperte, deciso
a farsi una doccia. Rabbrividì e fu colto da un attacco di tosse, che lo
costrinse a restare seduto. “va a vedere se non mi sono ammalato davvero…
inutile dirlo alla mamma… mi farebbe a pezzi per essere uscito senza ombrello…”
Decise di far finta di nulla. Cinque secondi dopo aver
raggiunto la madre, quest’ultima gli sollevo il mento con una mano, lo squadrò
ben bene e poi cacciò un urlo di rabbia.
“beccato.”
Sua madre sparì in cucina e torno dopo un po’,
costringendolo a mollare le valigie e a farle tenere a lei. Poi finalmente
uscirono di casa.
-sono contenta, sai?-
-… perché?- chiese Shikamaru.
-perché abbiamo sempre sognato di unire le nostre famiglie
in qualche modo!…-
Shikamaru rischiò seriamente il collasso, ma colto da un
attacco di tosse non poté dir nulla. Sua madre continuò.
-…però vedi di comportarti da cavaliere con lei, non
approfittare del fatto che la madre lavori e che siete soli, mi raccomando! -
non riuscì neppure a risponderle, mentre il rossore,
dapprima leggero e dovuto al soffocamento, gli fece diventare il viso paonazzo.
“ma non potevi essere una madre normale? No, tu devi
distruggermi psicologicamente… forse proprio per questo sei normale però…”
rifletté.
-eccovi, vi aspettavo!-
la madre di Ino li accolse all’entrata del negozio.
-mi scuso ancora per il disturbo!- disse Yoshino
-ma non mi dire, sai anche essere gentile…- borbottò il
ragazzo. La madre lo udì e gli assestò una gomitata nelle costole. La signora Yamanaka
scoppiò a ridere.
-Ino, fa vedere a Shikamaru la sua camera, accompagnalo a
disfare le valigie…-
Shikamaru si accorse solo in quel momento della ragazza, che
lo salutava ancora assonnata. La seguì non poco imbarazzato, con la testa che
ancora girava, salutando appena la madre.
-starai in camera mia, vedi di non frugare…- lo avvertì con
aria seccata.
-e perché dovrei? Le tue cose non saranno certo
interessanti!-
Non era un vero e proprio battibecco, ma i due si
rasserenarono, per fortuna riuscivano ad essere come sempre. Shikamaru appoggiò
la sua borsa sul letto.
-ah, Shika!- si voltò con gli occhi che brillavano,
-che vuoi?- chiese lui, preoccupato per l’improvviso
cambiamento.
-l’hai portata?-
-cosa?- le chiese, avendo già capito, ma volendo godersi un
po’ la sua reazione.
-come cosa? la scacchiera! Per giocare a Shoji!-
-… lasciata a casa.-
Ino si mise le mani sui fianchi. -e dire che ieri te l’ho
pure urlato! Almeno tre volte!-
-allora te ne accorgi anche tu che urli!- la rimbeccò lui,
aprendo la borsa e tirando fuori la scacchiera.
-ALLORA CE L’HAI!!!-
-…si, però mi piace anche l’idea di avere un udito, Ino…-
notò che la ragazza non lo stava minimamente ascoltando, e che esaminava la
scacchiera, e sbuffò sedendosi.
-che bello!!!-
-ma se volevi tanto giocare perché non me lo hai mai
chiesto?-
-ma naturalmente perché una giovane e bella ragazza come me
non poteva mostrarsi interessata a certe cose!-
-ah. Certo.-
-…e poi non volevo che mi prendessi per scema e mi mandassi
al diavolo prendendolo per un capriccio, perciò visto che ieri eravamo seri ne
ho approfittato.- aggiunse, esaminando l’oggetto con più impegno, per evitare
lo sguardo dell’altro che ora le trafiggeva la nuca.
-… effettivamente lo sei.-
-che cosa?- chiese alzando di nuovo lo sguardo.
-una scema, baka.-
-SHIKAMARUUUUUU!!!!!!!!!!-
il ragazzo gemette coprendosi le orecchie con più forza
possibile.
-ti prego Ino, ho già abbastanza mal di testa per conto
mio…-
-umphf… ti sta bene.-
restarono in silenzio per qualche secondo.
-perché hai mal di testa?-
-probabilmente ho l’influenza.-
Se avesse saputo che la reazione di Ino sarebbe stata
quella, forse non le avrebbe risposto.
La ragazza abbandonò la scacchiera e lo guardò
allarmatissima. Poi partì in quarta.
-l’influenza? Sicuro?Sai che c’è un’epidemia assurda in giro? Cosa ti fa male? stenditi sul
letto, ci penso io a disfarti le valigie!...-
-I-Ino calmati! È solo una banale influenza! Forse non ho
neppure febbre!-
-MA CHE BANALE INFLUENZA?!! POTRESTI FINIRE CON L’AVERE UNA
BRONCOPOLMONITE SAI? NON S’IGNORANO I SINTOMI! E POI LA RICADUTA? SAI QUANTO è
GRAVE? E SE TI DEVONO RICOVERARE? E SE MENTRE SEI RICOVERATO FINISCI VICINO A
QUALCUN ALTRO E HAI UNATERZARICADUTAETIVIENEUNBLOCCORESPIRATORIO? EH?!!-
-… mi stai spaventando a morte… smettila di studiare il
medical ninjutsu-
-E SE POI SI SCOPRE CHE HAI QUALCHE MALATTIA INFETTIVA
STRANA? POTRESTI INFETTARE KONOHA!-
-SMETTILA DI STUDIARE!-
-dovrei avere un bisturi qua intorno…-
-TU COSA?!!-
-hahaha! Scherzo Shika! Però adesso coricati sul serio, io
prendo il termometro ok?-
il ragazzo la guardò storto, prima di tirar via le coperte
onde evitare scenate.
-… dittatrice.-
la ragazza per sua fortuna non l’aveva sentito, e scendeva
velocemente le scale. Avrebbe pensato lei a curare Shikamaru.
Per un momento ricordò le ultime parole a lei rivolte dal
suo maestro prima di morire.
[sei testarda... ma anche molto responsabile... Shikamaru e Choji... sono degli imbranati totali... quindi per favore... occupati di loro...]
“certo che me ne prenderò cura! Si fidi di me, sensei!”
E mantenne il suo proposito, all’insaputa di sua madre si
mise persino per la prima volta ai fornelli, e tentò di riscaldare la minestra
lasciata dalla signora Nara per il figlio che aveva trovato poco prima.
Poi ci rinunciò e andò a chiedere aiuto alla vicina.
Ma l’importante per lei fu provarci. Non aveva mai fatto
qualcosa per qualcuno senza secondi fini. Tranne che per Sakura, ma questo era
anni fa.
Shikamaru era a letto scosso dai brividi, aveva la febbre
alta, e malediceva mentalmente la primavera e l’estate, e persino l’autunno,
per averlo lasciato in balia dell’inverno.
“devo essere proprio in punto di rincoglionimento totale… ma
io odio l’inverno… dover stare continuamente attento a non ammalarmi…”
cercò di concentrarsi nella lettura, ma fu nuovamente
distratto.
-ciao, va un po’ meglio?-
-non esattamente… odio la primavera.-
-… siamo in inverno…-
-appunto.-
-eh si, stai proprio male… tieni-
la ragazza gli passo il brodo caldo. Lui lo guardò
sospettosamente.
-l’hai fatto tu?-
-no è di tua madre.-
-allora meglio non berla, come minimo sarà avvelenata…-
-e smettila! Su, mettiti seduto! E poi perché mi hai chiesto
se l’ho fatta io?-
Shikamaru si mise seduto, anche dal letto di Ino poteva
ammirare il cielo. La ragazza intanto inginocchiata accanto a lui aspettava una
risposta.
-… perché anche in quel caso non l’avrei mangiata.-
il pugno di Ino si sollevò per poi ricadere sul letto.
-non ti uccido solo perché hai la febbre e non sai quello
che dici.-
-non vorrai dirmi adesso che sai cucinare.-
-no.- ammise lei.
-volevo ben dire…-
-adesso mangia.-
-meglio la morte del cibo di mia madre se così si può
chiamare. E non puoi costringermi, specie ora che so che non hai bisturi in
casa.-
la ragazza scoppiò a ridere e lui si costrinse a guardare la
porta. Non doveva assolutamente permettersi di arrossire, altrimenti anche lei,
come sua madre, lo avrebbe scoperto.
Poi all’improvviso sentì qualcosa di metallico e caldo
toccargli le labbra, piccoli tocchi delicati.
-su, di “aaaah” Shika-chan…-
Ino ava ancora ridendo, mentre il ragazzo sentì tutto il
sangue affluirgli in viso.
“ma perché deve essere così attraente anche quando fa la
stupida?”
valutò per un momento la possibilità, anzi la probabilità
ormai, che continuando a spostare così il cucchiaio in un tentativo di
imboccarlo, della minestra calda gli sarebbe caduta addosso, e aprì appena la
bocca, mentre con una mano andava a sfilarle il cucchiaio di mano.
-bravo il mio bambino!- lo prese in giro lei, con la vocetta
con cui si parla ai bambini piccoli di solito.
-va al diavolo.- le rispose lui non appena ebbe mandato giù
il sorso di minestra, facendola ridere ancora. Il ragazzo, ormai del tutto
rosso, afferrò con malavoglia il piatto ancora nelle mani della ragazza, e se
lo posò sulle gambe, -sei impossibile, devi sempre averla vinta.-
-mangia senza fare storie Shiky.- lo zittì lei. Il ragazzo
inarcò le sopracciglia.
-non chiamarmi…!-
-si si certo…-
la guardò di nuovo torvo, e lei rise ancora. Stare con lui
la faceva sentire meravigliosamente. Si sedette accanto a lui mentre mangiava,
prese in mano un grosso libro e cominciò a leggere con impegno. Era l’unico
modo che trovava per non pensare a lui ora che era tanto vicino a lei.
Shikamaru si chinò appena per leggerne il titolo.
-stai studiando?-
-in realtà sono ancora indietro, questo libro è troppo
avanzato per ora, lo leggo per puro piacere. È molto interessante… qui si parla
di come utilizzare particolari fiori per degli antidoti fino a poco tempo fa
sconosciuti.-
-avrei dovuto immaginare che c’erano di mezzo i fiori…-
la guardò. C’erano sempre di mezzo i fiori. Lei li amava. Si
chiese se sapesse di essere molto più bella di loro, lei aveva i colori, come i
fiori, il profumo, come i fiori, ma a differenza di loro aveva un sorriso e
degli occhi azzurri come il cielo. Occhi che lo fissavano.
“se continuo a fare di questi pensieri, penso che mi getterò
di sotto.” Concluse.
-e che male c’è?- chiese la ragazza.
-mai detto che ci sia qualcosa di male.-
-oh, hai finito di mangiare? Porto il piatto di sotto.-
-Ino non è necessario che tu ti dia tanto da fare…-
-non essere sciocco!- lo interruppe lei, - non posso certo
lasciare che ti venga la terza ricaduta della broncopolmonite ed un blocco
respiratorio!-.
-Ino ho solo l’influenzaaaaaaahhandata… mai che mi ascolti
sino alla fine…- aveva già oltrepassato la porta con decisione. Si arrese alla
volontà della ragazza, e tornò a rilassarsi.
In fondo non gli dispiaceva che gli dedicasse tante
attenzioni.
Non gli dispiaceva affatto.
E neanche che lei lo chiamasse Shiky.
Era ridicolo, lo sapeva bene, e se Choji o Naruto lo
avessero mai chiamato così anche solo per scherzare li avrebbe massacrati, ma detto da lei gli
piaceva.
Si passò una mano incerta sulla fronte bollente.
“non solo mi sto rincoglionendo. Ma mi sto rincoglionendo
per una donna.”
Ma non potè fare a meno di guardare la soglia vuota, in
attesa che l’esile figura della ragazza vi comparisse. E quando questa lo fece,
si sentì già meglio.
Ma decise che una cosa del genere non gliel’avrebbe mai
detta, cascasse il mondo.
Lui, Shikamaru Nara, non avrebbe mai fatto una dichiarazione
del genere ad una donna.
Sarebbe stata troppo problematica da gestire, dopo.
Insomma, non ne avrebbe mai avuto il coraggio, perché davanti
agli occhi di Ino si scioglieva.
Punto.
-Choji, mi vuoi spiegare perché?-
-cosa perché?-
-perché hai voluto che mentissi a Yoshino-san dicendogli che
abbiamo l’influenza.-
-dai mamma, è una bugia a fin di bene!-
-ma ancora non capisco…-
-oh mammina, ho tanta fame!!! Non puoi cucinarmi qualcosa? Deperisco
a vista d’occhio!-
-ma certo piccolo mio! Adesso arrivano un bel po’ di
bistecche!!!-
-meno male!-
“mi devi un favore, amico mio… oh le bistecche finalmente! Sembrano
proprio buone!” fu l’ultimo pensiero di Choji, prima di avventarsi sulla carne.
fine cap!! ho fatto di tutto per riuscire a
mantenere Shiky nel personaggio, spero si noti!! Al prossimo!!!
Lo ammetto, far fare a Choji il cupido della situazione può sembrare
strano, ma vi confesso che tra i miei amici ce ne sono al
Lo ammetto, far fare a Choji il cupido della situazione
può sembrare strano, ma vi confesso che tra i miei amici ce ne sono alcuni che
fanno di tutto per far mettere insieme la gente!! (compresa me, che fuggo da
loro). Nuovo capitolo a voi!!!!
Ultima nota: “[“ e “ ]” sono per indicare pensieri che Ino
aveva già formulato in passato o frasi dette da altre persone. Buona lettura!
Era il terzo giorno di permanenza a casa Yamanaka, ed Ino
era stata sempre al suo capezzale, facendo a turno con la madre. Shikamaru
aveva tentato di protestare ma non era stato preso in considerazione.
-tra un po’ devo uscire e mamma è al negozio, ti spiace?-
-Ino, per la millesima volta, non sono in punto di morte. Ho
i miei libri, sono a letto, la febbre e scesa, e per qualsiasi cosa c’è tua
madre di sotto…-
-cercherò di tornare al più presto. Al massimo ci metterò
mezz’ora. Parola di medico!- gli disse lei, senza dargli corda.
-…-
-ah, tanti saluti da Choji.-
-… cosa?-
-l’ho visto a pranzo mentre chiudevo il negozio, è passato
un po’. Per fortuna la febbre gli è passata in fretta.-
-…-
“brutto bastardo… altro che febbre… lo sapevo! Ma lo troverò…
appena starò meglio…”
-Ino!!!- la chiamò sua madre dabbasso.
-ah, la merenda è pronta!-
-posso scendere anche io, non è necessario portarmela su.-
Ino gli si avvicinò a tradimento e gli posò una mano sulla
fronte, portando l’altra sulla propria.
-sei ancora tiepido. Scordatelo.-
-mi arrendo…- disse lui, lasciandosi cadere di nuovo
disteso. –sei veramente apprensiva…-
-dovresti essere contento che mi preoccupo per te, invece.-
replicò lei con tono offeso.
Shikamaru la guardò di sottecchi. Aveva ammesso di
preoccuparsi per lui? Ino?
Quando ritornò, portava con se un piatto con biscotti e la
marmellata.
-ecco a te. Io tra poco devo andare…- la ragazza gli lasciò
il cibo sul comodino e andò ad aprire l’armadio. Shikamaru poté notare una
miriade di vestiti colorati, quelli che di solito indossava quando non avevano
missioni, e molti di più.
-questo no, questo no…- mormorava la ragazza, facendo
scorrere gli attacca panni.
Alla fine irritata cominciò a togliere i vestiti e a
lanciarli a terra, per poter vedere meglio.
-… sei un macello…-
-sto cercando… AH ECCOLI!- urlò lei di trionfo. Appoggiò gli
indumenti su di se guardandosi allo specchio sull’anta dell’armadio. Erano una
maglietta nera a maniche lunghe con sopra una canottiera a bretelle larghe
rossa, e una gonna corta nera. Li lasciò sopra le coperte di Shikamaru e aprì i
cassetti sul comò, tirando fuori trucchi di ogni sorta. “meno male che la
biancheria era stesa e l’ho presa di sotto…” pensò vergognandosi un po’.
Shikamaru guardava tutti quei trucchi allibito.
-ma dove devi andare si può sapere?-
-ho un appuntamento con Sakura, Naruto e Sai-san.- rispose
lei afferrando la roba e trascinandola in bagno. Circa mezz’ora dopo spalancò
la porta del bagno, che era perfettamente allineata a quella della sua stanza,
e Shikamaru potè vederla armeggiare coi trucchi davanti allo specchio sopra il
lavandino, mentre nuvole di vapore uscivano dalla finestra e dalla porta.
Inutile dire che il pavimento era allagato.
-… ti serve un canotto per tornare qui?-
-ha, ha… davvero spiritoso! E non distrarmi!- si lamentò
lei, mentre si metteva l’ombretto.
La guardò, aveva messo anche degli stivali neri e delle
calza alte a righe rosse e nere, per evitare il freddo invernale. Risalì la sua
figura con lo sguardo, i vestiti che aveva indossato le fasciavano il corpo ma
non troppo, lasciandole comunque un’aria quasi innocente che non aveva mai. I
capelli erano tenuti da una crocchia, ma non dubitava che li avrebbe sciolti di
li a poco. Era semplicemente splendida.
-anche se non ti trucchi tanto stai bene lo stesso…- disse
lui a voce bassa.
Ino smise di truccarsi, l’aveva sentito. Shikamaru arrossì e
prese un biscotto tanto per non guardarla.
-era un complimento quello?- chiese lei divertita.
Non sapeva decisamente cosa rispondere.
La ragazza uscì dal bagno col cuore che le batteva forte.
Era un complimento o cosa?
“non sono intelligente come lui, non ci arrivo… e se avesse
voluto offendermi? Farei una figuraccia… meglio chiudere qui.”
“non venire adesso! No! Sono ancora rosso!” pensò lui
disperato, ma con suo grande sollievo la ragazza deviò verso la propria
scrivania.
Ino si mise degli orecchini ed una collana, poi si sciolse i
capelli, e cominciò a spazzolarsi in modo che le coprissero anche le orecchie,
tenendoli sempre legati ormai si spostavano indietro quasi da soli.
-ma come mai ci metti tanto impegno?- chiese lui, tanto per
riempire il silenzio imbarazzante che si andava creando.
-perché c’è Sai-san.- rispose semplicemente lei.
Shikamaru mandò giù un boccone troppo grosso, ma a rischio
di soffocamento, trattenne la tosse.
“CHE CAVOLO VUOL DIRE? NEANCHE PER SASUKE SI VESTIVA COSì! E
QUESTO TONO DA DOVE LE VIENE? SAI-SAN?!!”
Ino intanto pensava divertita a che reazione potesse avere
l’amico ad una dichiarazione del genere. Effettivamente lo stava facendo anche
per Sai. Perché si era messo a farle un ritratto, li faceva a tutti, e voleva
essere disegnata al massimo del suo splendore. E poi sperava che sotto sotto
anche Shikamaru la trovasse carina.
-…quindi ti piace Sai?-
tono di voce annoiato, ma con sottofondo tetro.
-mi deve fare un ritratto!…-
-ah!-“ma quanto
sono cretino… era ovvio che quel tizio appena arrivato…”
-…ma devo ammettere che…-
-che?- chiese lui di nuovo agitato, tentando di mantenere un
tono annoiato.
-…che mi sta molto simpatico! Sai che lui da soprannomi alla
gente, in base alle loro caratteristiche? A Sakura ha dato: cane rabbioso! E a
me…- disse scoppiando poi a ridere.
-e a te?- “dannazione, cosa aspetta a parlare? Un invito
scritto?”
-signorina bellissima!-
“bastardo…” pensò Shikamaru.
-ma ci vede bene?-
schivò appena in tempo la spazzola di Ino.
-sei solo invidioso!-
-e di che?-
-del fatto che apprezzino la mia bellezza più della tua!-
-CHE COSA?!! non ci tengo ad essere “bellissima” grazie
tante!- a Shikamaru stava venendo da ridere. La situazione per lui stava
cadendo sul ridicolo.
Ma se l’avessero fatto il loro tipico battibecco sarebbe
diventato una lite, lo sapeva per esperienza.
-e comunque Sai-san è molto carino ed educato a differenza
tua!-
-Sai-“san”? Quanto rispetto per un ragazzo che: o è miope, o
non conosce il significato delle parole!-
-sei un cretino!-
-e tu la solita strega!-
non riuscendo a trattenersi, Shikamaru scoppiò a ridere. Ino
lo fissò furente.
-strega a chi? ingrato e pure baka!-esclamò lei, prendendo con rabbia la propria
borsetta.
Uscì sbattendo la porta, mentre il ragazzo continuava a
ridacchiare.
Ino si diresse al luogo dell’appuntamento infuriata. Naruto
non osò dirle che si era seduta al suo posto e andò accanto a Sakura, così
facendo Ino si trovò accanto a Sai. E avendone appena parlato con Shikamaru,
finì con l’arrossire. Sakura se ne accorse, e si ripromise di indagare.
-perché siamo qui?- chiese Ino.
-noi due dovevamo parlare, poi loro due si sono
autoinvitati, Naruto voleva del ramen e…-
-parlaremo un'altra volta tra noi, Sakura…-
per dirle cosa? di Sasuke? della risposta alla sua domanda?
Di quanto le mancava?
-a proposito, hai visto Shikamaru di recente?- chiese
Naruto, mentre prendeva la quarta porzione di ramen sotto lo sguardo disgustato
della bionda. E anche invidioso, essendo perennemente lei a dieta.
-è malato, poverino,- rispose con una sfumatura dolce che si
trasformava velocemente in rabbiosa al ricordo di come la prendeva in giro.
–sta a casa mia per qualche giorno…- “quel cretino…”
-a casa tua? Lo starai torturando…- commentò Naruto
beccandosi un’occhiataccia.
-è LUI a torturare me.-
-ah… non sapevo che voi due steste assieme.- disse Sai, col
solito sorriso.
Sulla tavola cadde il silenzio.
-…?- Sai sorrideva ancora.
-NOI DUE NON STIAMO ASSIEME!!!- strepitò Ino.
-non urlare stupida! Ci credo che non state assieme, sei
insopportabile!- gridò Sakura.
-che ne vuoi sapere tu, fronte spaziosa?-
-no, lei è can…- cominciò Sai ma fu interrotto
dall’urlo “SHANNARO!” più il rumore di un pugno all’aria. Naruto aveva
afferrato l’amica appena in tempo sventando il suo tentato omicidio.
-effettivamente sembri un canerabbioso più
che mai ora…- le disse malignamente Ino.
-stai zitta, scrofa!-
-FRONTESPAZIOSACANERABBIOSOSTREGA!- urlò tutto d’un fiato
Ino.
-SCROFA!-
-oltre scrofa non c’è tanto da dire, eh?-
-Sai, è meglio se noi ci allontaniamo…- mormorò Naruto
preoccupato.
-non montarti la testa solo per qualche soprannome!-
-hai iniziato tu, fronte spaziosa!-
-beh perché è vero che sei insopportabile, non avrai mai un
fidanzato!-
Ino restò ferita da quest’affermazione, e rispose senza
pensare.
-perché tu invece? Quando mai sei stata presa in
considerazione?!! Sas…- si bloccò appena in tempo prima di pronunciare il nome
per intero, anche se l’altra si era già rabbuiata. Non ebbe il tempo di
pentirsi perché Sakura esplose.
-SONO DAVVERO FELICE DI AVER ROTTO LA MIA AMICIZIA CON TE,
SEI SOLO UNA PERSONA PERFIDA E VUOTA, INO! E SEI INUTILE! SE FOSSIMO RIMASTE
AMICHE AVRESTI ROVINATO ANCHE ME! ROVINI TUTTI QUELLI CHE HAI ATTORNO!- si
fermò per riprendere fiato, e la gravità di ciò che aveva detto la colpì come
un macigno. Guardò Ino dritta negli occhi, e le parve quasi di vedervi davvero
lampeggiare dentro.
Sentire il nome di Sasuke senza preavviso aveva risvegliato
molte cose in lei, ma non avrebbe dovuto sfogarsi contro di lei, e doveva
rimediare.
Ino però non le rispose neppure, la fissò per qualche
secondo con uno sguardo terribile, prima di voltarsi e correre via.
-INO!!! PERDONAMI! ASPETTA!-
Sai si riaccoccolò sullapropria sedia.
-mi sembra un po’ cattivo da dire, visto che quando il suo
maestro è stato ucciso era lì senza poter fare nulla…-
-che cosa?…- chiese Sakura sussultando.
-le hai detto che è inutile…- rispose lui col suo sorriso
imperturbabile.
-… me ne sono accorta troppo tardi…- mormorò lei afflitta.
Sperava che Ino non l’avesse presa sul serio. Quello che le aveva detto, non
era stato urlato contro di lei.
Era quello che avrebbe voluto urlare a Sasuke. Dirgli che
era perfido e vuoto, che stare dalla parte di Orochimaru era inutile, e che
rovinava chiunque avesse attorno. Ma forse questo Ino non poteva immaginarlo.
Ed infatti in quel momento la ragazza correva in preda al
pianto, senza sapere dove andare.
-ciao Shikamaru… che ci fai qui?-
-Ino? Beh io mi alleno e tu?-
-sto aspettando il mio fidanzato!- rispose lei con occhi
sognati. Alle sue spalle apparve Sai, abbigliato come il Sasuke di tanti anni
prima, che la prese tra le braccia e la baciò sotto il suo sguardo attonito.
Poi Shikamaru si svegliò di soprassalto, in un bagno di
sudore.
“e così imparo a sfottere…oh la febbre è andata ormai…”
decise che si sarebbe fatto una docciae poi avrebbe fumato un po’, tanto per
mandare via il nervosismo. L’immagine di un bacio tra quei due si sovrapponeva
a tutti i suoi pensieri.
Quando tornò in camera si appoggiò alla finestra.
Quanto aveva dormito? A giudicare dal sole che tramontava,
almeno un’ora. E tra la doccia ed il vestirsi, e la sigaretta di sotto,un'altra mezz’ora.
Al massimo ci metterò mezz’ora. Parola di medico!
“ma dove accidenti sei?”
Ino in quell’esatto istante fece irruzione nel negozio della
madre, facendola sobbalzare.
La ragazza aveva i capelli scompigliati dalla corsa, ed il
viso solcato di lacrime.
Oltrepassò la madre e spalancò la porta che dava sul proprio
soggiorno con forza.
-Ino, tesoro, che succede? Perché piangi?-
la ragazza si voltò rapidissima, con negli occhi un dolore
ed un’amarezza che fecero indietreggiare la madre. Poi sembro tornare la solita
Ino per un momento, mentre la bocca si piegava verso il basso rabbiosa, e gli
occhi le si stringevano.
-NON STO PIANGENDO! NON ROMPERE!- urlò, prima di salire le
scale di corsa.
A tanto baccano si affacciò anche Shikamaru dalla porta
della sua stanza, rischiando di essere travolto da Ino. Quest’ultima sussultò,
persa nei propri pensieri si era scordata che il ragazzo stesse da loro.
Shikamaru però fu quello più sconvolto. Si fermarono per un
momento uno davanti all’altra, e le lacrime le rigavano le guance una dopo
l’altra, senza voler accennare a smettere.
-I…-
-INO?!!- la richiamò la madre da sotto, mentre saliva
faticosamente le scale.
Al suono della voce della madre lei si riprese dalla sua
paralisi, e serrando con forza gli occhi entrò di getto in bagno, e chiuse la
porta a chiave alle sue spalle.
-Ino?- tentò di nuovo la madre, mentre lei e Shikamaru si guardavano
preoccupati.
-NON È SUCCESSO NIENTE, VA VIA! ANDATE VIA!- urlò lei.
-ma perché pian…-
-NON STO PIANGENDO! SONO SOLO ARRABBIATA! VIA!!!-
la donna si allontanò dalla porta, e Shikamaru si inquietò.
-non vorrà andarsene davvero?- sussurrò, impaurito all’idea
di essere lasciato solo ad occuparsi della ragazza.
-sai anche tu quanto sia intrattabile… non servirebbe
restare qui ora, le passerà… se fosse qualcosa di grave si sarebbe fermata a
dirlo…- disse la donna poco convinta.
Ino si era seduta poggiando la schiena sulla porta, e aveva
sentito. Per un momento provò sentì dei sentimenti contradditori agitarglisi
dentro. La madre non avrebbe mai capito, non voleva parlarne con lei, sarebbe
stato troppo lungo da spiegare, ma allo stesso tempo non voleva che se n’andasse.
“non lasciarmi mamma…”
[non mi lasci maestro…]
tutte le volte che sua madre o suo padre o chiunque amasse
si allontanava da lei, anche sotto sua richiesta, viveva nel terrore di non
rivederli. Sapeva che era sciocco ed infantile, ma da quando il maestro l’aveva
lasciata, non riusciva a reprimere quest’angoscia.
[…non mi lasciate di nuovo sola…]
“Ino, sta calma, la mamma è in casa, non sta succedendo
nulla… dopo uscirai e inventerai una scusa con lei e Shikamaru… non succederà
nulla.”
[…ho paura…]
-e nel frattempo io che faccio?- chiese Shikamaru
sconfortato.
-per ora lasciamola a riflettere. Sarebbe tutto inutile
ora…- rispose la donna cominciando a scendere le scale. Per farsi udire dovette
alzare nuovamente la voce, e anche stavolta Ino la sentì.
Stava cercando di calmarsi. Ma ogni pensiero razionale
l’abbandonò alla parola inutile.
“inutile cosa?”
di che stava parlando sua madre?
[SEI INUTILE! SE FOSSIMO RIMASTE AMICHE AVRESTI ROVINATO
ANCHE ME! ROVINI TUTTI QUELLI CHE HAI ATTORNO]
“Io non sono inutile. No davvero.”
[si che lo sei. Lo sei sempre stata. Inutile]
“non è vero. Non lo sono. devo smetterla di ricordare queste
cose… le pensavo tanto tempo fa…”
[voglio diventare un ninja medico, così potrò essere
d’aiuto alla mia squadra.]
“era quello che volevo… e ce la sto facendo…”
[è stato ferito in quattro punti vitali… non c’è niente
che possiamo fare…]
“Asuma-sensei… mi dispiace… se ci fossero state Tsunade-sama
o Sakura al posto mio… qualcuno più esperto, più risoluto… forse… magari…”
le sfuggì un singhiozzo, poi un altro. Il dolore che cercava
sempre di trattenere si alimentava di se stesso, cresceva, e a volte
traboccava. Come quel giorno.
Shikamaru dall’altra parte della porta, era indeciso se
tornare in stanza e fare finta di nulla, come aveva detto la signora Yamanaka,
quando udì distintamente i primi singhiozzi.
Il suo sguardo s’incupì, mentre si lasciava scivolare per
terra. Sentì scorrere dell’acqua, di certo Ino non voleva essere sentita. Ma
lui non l’avrebbe lasciata sola.
Erano ignari che le loro schiene fossero separate soltanto
da una porta, l’uno a giocherellare con le sue dita, pensando a cosa dire,
l’altra raggomitolata sulle sue gambe, col viso nascosto, senza riuscire a
smettere di piangere.
Ogni singhiozzo raggiungeva il ragazzo come una coltellata
alla schiena, e lo feriva ancor più la consapevolezza che queste lacrime erano
sempre presenti, anche se lei non le esternava.
Ino si sentiva sola come non mai, e avrebbe continuato a
piangere forse tutto il giorno, se non avesse all’improvviso sentito qualcosa
strisciare accanto a se.
Abbassò lo sguardo e vide un biglietto. Allora non l’avevano
lasciata sola?
"ehi, strega, se ti
dico che sei una “signorina bellissima” mi dici che hai?”
Shikamaru dovette attendere solo due secondi, prima che la
risata della ragazza lo premiasse in risposta. Il ragazzo sospirò di sollievo.
Non sapeva ancora cos’era successo, ma andava decisamente meglio.
-dammi cinque minuti ed esco…- gli disse la ragazza con voce
stanca, appena l’attacco di risa fu passato. Lui si alzò e si sedette sul
letto. Anche da li poteva vedere il bagno attraverso la porta della propria
stanza. Attese qualche minuto. “di sicuro starà cercando di nascondere i segni
del pianto, che stupida! Ma perché fa così?” la porta del bagno si aprì, e la
ragazza venne fuori. Shikamaru notò che aveva spostato i capelli ancora più sul
viso, per nascondere gli occhi, e le sue labbra si piegarono in un sorrisetto.
“davvero orgogliosa…”
-dai Ino, non è da te fare la timida… vieni qui.- le disse,
quando la vide fermarsi sulla soglia dopo aver chiuso la porta.
Lei annuì e salì a carponi sul letto per raggiungerlo, poi
si lascio cadere seduta con la testa bassa.
-… allora? Mi dici perché piangevi?-
-non stavo…- cominciò.
-Ino.- la interruppe lui.
-non è successo nulla di grave, era solo uno sfogo per il
nervoso… mi capita ogni tanto…-
-e cosa te l’ha provocato? Non credo sia nato da nulla…-
-solo una sciocchezza… dico sul serio…-
Shikamaru non sapeva bene come comportarsi, essere calmo e
obbiettivo in genere lo aiutava molto, ma in questa situazione si trovava allo
sbaraglio. Inoltre non era affatto calmo. Però aveva notato che Ino sembrava
vergognarsi di ciò che era successo, e decise che imbarazzo o no doveva fare
qualcosa, non poteva vederla così. Si fece coraggio e poi dolcemente, ma con
decisione, le sollevò il viso con due dita e le sorrise. Lei spalancò gli occhi
arrossendo, e anche lui si sentì avvampare.
-Non devi vergognarti, non ti prenderò in giro… so quando
non è il caso di scherzare. E poi anche se magari non è stato nulla di grave
per te poteva esserlo… prova a raccontarmelo. Puoi fidarti di me, Ino.-
Ino lo guardò a lungo prima di riuscire a ricollegare bocca
e cervello. Il cuore le batteva all’impazzata, ed il suo rumore le impediva di
pensare. Sapeva soltanto che non era mai stata così vicina a lui, e che lui non
aveva mai usato un tono così dolce e gentile.
-è per l'appuntamento di oggi…-
“se c’entra quel Sai lo ammazzo, giuro.”
-ho… litigato con Sakura.-
“ah… allora non ho scuse per ucciderlo…”
-…e?-
-e basta.-
-oh andiamo! Litigate sempre, sii più precisa, ci sarà stato
qualcosa di speciale stavolta no?-
-come sai che non reagisco sempre così?- chiese lei in tono
di sfida. Lui corrucciò la fronte.
-…la prendi sempre così?-
-no.- ammise
-cominci a confondermi.-“come sempre…” aggiunse mentalmente.
-ha detto che è felice di aver chiuso con me. Perché io
sono… sono vuota e perfida… e perché rovino tutti i rapporti che ho, perché
sono i…inutile…- la ragazza aveva riabbassato lo sguardo mentre gli occhi
minacciavano di nuovo pianto. Strinse i pugni, e le unghie si conficcarono
nella sua mano, il dolore l’aiutò a trattenere le lacrime.
-oh… beh questo non è proprio “niente”-
Lei scosse la testa.
-dico sul serio. Ino è naturale che tu ci soffra…-
“ma che cavolo salta in testa a quella Sakura? Ma le
sembrano cose da dire?”
-ha ragione.-
la guardò spiazzato. –come?-
-è vero che avrei potuto sicuramente fare qualcosa per
tornare sua amica volendo… e sono perfida, e spesso mi sento una persona vuota.
Ha ragione a tutto spiano, se no non me la sarei presa così. E poi… che sono
inutile lo sappiamo tutti.-
-per l’amor del cielo, Ino! Non sei né vuota né perfida! Sarai
fissata con la moda, testarda, rompiscatole e irascibile, ma vuota, perfida no!-
lo guardò e vide che sorrideva, si concesse un mezzo sorriso
anche lei.
-il tuo modo di consolare fa schifo.-
-non credo. E poi cosa avresti dovuto fare per recuperare la
vostra amicizia? È stata lei a romperla!… e questa storia dell’essere inutile e
che tutti lo sappiamo da dove ti è venuta? A me non risulta!-
-bugiardo.- il volto di Ino si era riabbassato. La ragazza
pregò di averlo solo pensato.
-non sono un bugiardo!!!- la voce esasperata del ragazzo
distrusse le sue preghiere.
-io…- improvvisamente Shikamaru si trovò a fronteggiare lo sguardo
pieno di rabbia di Ino, -IO NON SONO MAI, MAI, RIUSCITA AD AIUTARVI! NÉ TE, NÉ CHOJI,
NÉ IL MAESTRO, SASUKE O SAKURA! MAI! SONO SEMPRE RIMASTA INDIETRO, SENZA SAPER
FARE NULLA! SONO PASSATA A STUDIARE COME MEDICO, E NON HO SALVATO NESSUNO! MAI!-
la ragazza s’interruppe, resasi conto di urlare.
-se non altro ti stai sfogando un po’…- commentò lui,
spostando lo sguardo al cielo ormai stellato.
-scusa…- la voce di Ino era di nuovo rotta dal pianto.
-non hai niente di cui scusarti.-
-e dire che un ninja non dovrebbe mai mostrare i propri
sentimenti…-
-in questo momento siamo soli. Vuoi sentire ciò che voglio
dirti ora?-
-si.- rispose lei flebilmente.
-io e Choji siamo più che felici di averti in squadra con
noi. Abbiamo bisogno di te quanto tu hai bisogno di noi, proprio perché siamo
una squadra. Il maestro era fiero di tutti noi, lo sai… se non fosse stato per
te Sakura sarebbe ancora nascosta da qualche parte a piangere. E per quanto riguarda
Sasuke, tu non avresti potuto fare assolutamente nulla, e se è per questo neppure
noi. Persino Naruto ha fallito. Prima o poi potrai mettere alla tua prova le
tue straordinarie capacità, ne hai tantissime. Non ultima il fatto che sei
riuscita a farmi fare un discorso proprio ora…-
-però…-
-non sei inutile. Davvero. Non credi di aver aiutato Sakura?-
le chiese con tono di ovvietà
-si.-
-e che con Sasuke non è stata colpa tua?- le domandò con lo
stesso tono.
-si.- Ino sembrava riprendere sicurezza.
-e che col maestro non è stata colpa tua allo stesso modo?-
gli faceva ancora un po’ male nominare quell’uomo che era stato il suo secondo
padre, ma sapeva che Asuma sarebbe stato felice se fosse stato usato per dare
tranquillità ai suoi allievi.
-…si-
piccola esitazione. Shikamaru stava per procedere alla
ricerca di una conclusione convincente, quando si rese conto di quella pausa
impercettibile.
-…Ino, non penserai di avere… qualche colpa nella sua morte…?-
-Se al posto mio ci fosse stata Tsunade-sama forse…-
-CHE COSA?!!- era tanto stupito che aveva urlato, facendola
sobbalzare.
-…-
-Ino sei impazzita? La colpa è soltanto di quel bastardo di Hidan,
solo sua! tu non hai potuto far nulla perché era troppo tardi! Neanche l’hokage
avrebbe potuto, e poi non c’era!!! Ma tu… insomma! E poi eravamo tutti lì! E’ colpa
di tutti allora!- si spazientì lui. Il silenzio gelò la stanza. Poi fu proprio Shikamaru
a riprendere a parlare. Questa volta però il suo tono era misto a
preoccupazione.
-Ino, per tutto questo tempo tu… hai pensato che fosse colpa
tua?-
la ragazza aveva preso a tremare, senza alzare lo sguardo.
-Shika…maru…- lo implorò lei, e il ragazzo le cinse le
spalle in un caldo abbraccio.
-non addossarti tutte le colpe, non farlo… anche lui
non vorrebbe…-
-lo so… ma non posso farne a meno…
però hai ragione…-
-in cosa?-
-quello che hai detto prima. Non sono inutile.-
-finalmente!- la prese appena in giro lui, poggiando il
mento sopra la sua testa e dondolandola appena. Aveva sentito la sua maglietta
bagnarsi delle sue lacrime, e aveva chiuso gli occhi. “sarò riuscito a
consolarla davvero almeno un po’?”
lei usò il braccio sinistro per abbracciarlo, mentre
poggiava la mano destra sul suo petto, per evitare di bagnargli ancora la maglietta.
Uno spifferò entrò dalla finestra, facendoli rabbrividire entrambi.
Non volendo allontanarsi da lei per chiudere, si inarcò
appena, afferrando la coperta, e la tirò su entrambi.
-grazie… sembra che negli ultimi giorni tu non faccia altro
che consolarmi…-
-sarà perché finalmente dici quello che pensi…-
la mano sulla sua maglietta ebbe un fremito, e sentì il
cuore della ragazza accelerare.
-Shika… non abbandonarmi anche tu…-
l’abbraccio da parte del ragazzo si strinse, mentre lui sconcertato
guardava i capelli della ragazza, senza riuscire ad incontrarne lo sguardo.
-non lo farò mai.-
-io… ho sempre paura… perché tutte le volte che mi affeziono
a qualcuno, questo qualcuno se ne va…- Ino scostò la testa per guardarlo
meglio. –non andartene, va bene?-
-io non mi muovo di qui.- rispose lui con voce roca. Lei,
coi lunghissimi capelli dorati, gli occhi e le guance ancora lucide di pianto,
e quelle labbra invitanti, così vicina…
“non potrei mai approfittarne ora… però è davvero bellissima…”
il viso di Ino, l’espressione dolce sconosciuta a lui che gli aveva appena mostrato, scomparvero
di nuovo dal suo campo visivo, e sentì che gli si appoggiava di nuovo contro.
-non mi hai ancora chiamata così…-
-come?-
-io ti ho detto cos’ho… ora tocca a te.-
-… signorina bellissima.-
Shikamaru tornò a guardare le stelle. Ma per quanto brillassero
nessuna poteva offuscare l’immagine di Ino che gli era rimasta impressa nella
mente.
Si era sentito scivolare, e aveva aperto gli occhi, senza
capire dove fosse. Qualcosa pesava sul suo petto, anzi su tutto il corpo,
impedendogli di alzarsi, ma davvero non capiva cosa.
Sollevò la testa e ciò che vide lo lasciò di stucco, oltre
che estremamente imbarazzato. Ino dormiva sotto le coperte stesa su di lui, la
testa poggiata sul suo petto e le mani sulla maglietta.
“m-ma che è successo ieri? Se avessimo fatto qualcosa lo
ricorderei… Dio non mi sarò ubriacato?!”
poi ricordò la sera precedente e sospirò. Poi fu nuovamente
colto dall’imbarazzo, e se Ino si fosse svegliata allora? E sua madre dov’era?
Inoltre la situazione stava diventando terribile, perché Shikamaru
si rese conto che avendo una così bella ragazza sopra di lui, oltretutto su di
un letto, cominciava a sentire… una certa sensazione.
“no porca puttana, adesso no!” cominciò ad imprecare
mentalmente.
“devo pensare a cose orribili, che mi facciano scappare i
pensieri ambigui… Choji vestito da ragazza? Gai-sensei che ci prova con me? Bleah,
aiuto… ma perché devo sempre cacciarmi in situazioni così complicate?”
provò a scostarsi appena dalla ragazza, ma lei, continuando a
dormire saporitamente, gemette stringendosi ancora di più a lui, ed
intensificando la presa sulla maglietta.
Shikamaru cominciava a sudare, era disperato. Si passò una
mano sul viso, e cercò di calmarsi.
“1…2…3…4…5… non è successo niente…. 6… 7… 8…aiuto… 9… 10…”
da fuori giunsero i soliti rumori mattutini, e qualcuno urtò
qualcosa di metallico, facendolo cadere con un gran fracasso.
Ino si lamentò appena, poi strinse gli occhi. Infine li
riaprì, chiedendosi dove fosse. Si sollevò appena riconoscendo Shikamaru, e
arrossendo all’istante. Guardò il viso del ragazzo, che teneva gli occhi
chiusi. “Dorme? Meno male…” pensò lei, sollevandosi e cancellando la posizione
equivoca in cui si trovava. Shikamaru finse di svegliarsi allora, mentre lei
balzava giù dal letto.
-buongiorno! Ti ho svegliato?- gli chiese allegra.
-mh…-
-io vado a farmi una doccia!-
-mh…-
Shikamaru fu tentato di voltarsi dall’altra parte,
sicuramente Ino aveva notato il rossore sul suo viso, ma voltarsi avrebbe
voluto dire sorbirsi diecimila domande sui “perché” e “percome” e non ne aveva
proprio voglia. Ino prese il suo rossore come una reazione all’essersi accorto
che avevano dormito sotto le stesse coperte, non poteva immaginare che lui si
fosse svegliato prima di lei, e aveva deciso di far finta di nulla.
-sei guarito, vero?-
-…credo di si.- il ragazzo si era costretto a dare una
risposta di più di una sillaba, per evitare che lei iniziasse ad assillarlo di
nuovo sulla sua terza ricaduta di broncopolmonite, come aveva fatto almeno
trenta volte nei giorni passati.
-meno male!!! sono contenta, Shiky!-
questa volta non trovò la forza di protestare.
-… e… ecco, grazie infinite, scusa se ieri mi sono sfogata
su di te…-
-è successo perché tendi a tenere tutto dentro… dovresti
sempre esprimere tutto come fai con la tua rabbia…-
-mi stai dicendo che sono irascibile?-
-si, assolutamente...-
-SHIKY!!! DILLO CHE TI PIACE LITIGARE CON ME!!!- urlò lei
contro ogni sua previsione.
“va contro ogni logica, maledetta… e dire che pensavo si
sarebbe arrabbiata…”
-se non mi chiami Shiky si.-
-Shiky, Shiky, Shiky!- esclamò lei, abbracciandolo senza
preavviso e cogliendolo di sorpresa.
“ma che fa?????”
lei si staccò subito da lui e gli sorrise.
-ma chiamami come ti pare…- borbottò lui in tono burbero,
rosso in viso.
-ha ha ha! Visto? Sei mio succube!- disse uscendo dalla
stanza.
“mi sa di si…no! Io non permetterò che lei mi comandi! Non sarò
come mio padre!”
poi ripensò al veloce e affettuoso abbraccio che gli aveva
dato poco prima. “beh, un altro abbraccio non mi farebbe male… mi sa che mi ha
fregato.”
Ino intanto aveva trovato la madre che si era addormentata
guardando la tv, e la donna, dopo essere stata svegliata, aveva cominciato subito
a preparare la colazione, felice di vedere la figlia di nuovo di buon umore.
Qualcuno suonò al campanello, ed Ino andò ad aprire.
Si trovo faccia a faccia con Sakura.
Si squadrarono imbarazzate, poi Sakura disse:
-sono qui per conto dell’hokage, vuole vedere te, Shikamaru e
Choji nel suo studio questo pomeriggio.-
-grazie per l’informazione.- disse freddamente.
-ah, ieri hai dimenticato questa…- aggiunse Sakura,
passandole la borsetta che aveva lasciato la sera prima sul tavolo.
-ah, grazie.-
-ascolta Ino, quando ho detto quelle cose non parlavo con
te.- cominciò in tono serio, sorprendendo l’amica. –stavo pensando a Sasuke-kun.-
Ino ripensò alle parole che gli aveva detto, e notò che
erano effettivamente ambivalenti per entrambi. E non era da Sakura inventare
scuse.
-ho capito.- rispose, accennando un sorriso.
Si guardarono ancora, tornando le due avversarie di un
tempo.
Sakura sorrise malignamente allontanandosi dalla porta.
-ora devo andare, salutami tuo marito-
-SAKURAAAAAAAAAA!!!!!!
spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto ^^!!!
Anche se di sicuro non potrete vedere che caratteri
diversi ho usato perché sono incapace quando si tratta di html!
E sappiate che non sono neanche andata a scuola oggi per
scrivere questo capitolo! E non c’entra assolutamente l’interrogazione di
storia per cui non ero preparata, proprio no! Commentate!!!
Tornata!!! Spero vi
piaccia! Comunque mi spiace deludere le speranze di voi lettori, ma questa fic
non sta ancora per finire!!! Non sono capace di scrivere fic corte o di una
lunghezza accettabile temo… XDD
A puro titolo
informativo, la scena di Ino in bagno l’ho immaginata ascoltando la canzone:
“salta 2000” dei king africa, quel ballo di gruppo dove praticamente si dice
solo “salta salta salta…” ecc.
Come annuncia il
titolo… non dico altro anzi! Leggete e saprete.
Non
appena Sakura fu andava via, Ino andò a farsi una doccia, poi scese per fare
colazione. Dopo poco fu raggiunta da Shikamaru, e insieme mangiarono in
silenzio. Di tanto in tanto Ino lanciava un’occhiata al ragazzo, la cui calma
interiore traspariva anche mentre mangiava. Aveva persino disposto in modo
ordinato le sue fette biscottate. Ino invece si concesse solo un caffè, pur
desiderandole.
-bevi
solo un caffè?-
-dieta.-
-aspiri
a diventare invisibile?-
-perdere
una taglia non mi farà male…-
-una
taglia? Addirittura… dai mangia almeno una fetta biscottata, o non ti reggerai
in piedi…-
Ino
guardò per un momento la fetta biscottata offertagli da Shikamaru, per poi
distogliere lo sguardo velocemente. Lui se ne accorse e cominciò a farla
ondeggiare davanti a lei.
-con
della marmellata, marmellata di more… buonaa…-
-sei
crudele…- disse lei, afferrandola. Cominciò a mangiarla con gusto. Da quanto
tempo non mangiava qualcosa di tanto buono?
-te
la gusti eh?-
-mmmh…
ah stasera l’hokage ci vuole vedere, forse vorrà affidarci qualche missione…-
-capisco… se non ti spiace ora penso che
andrò un po’ a distendermi sul tetto…-
-si
vai, vai. Tanto io devo badare al negozio per un po’. Ah Shiky-chan?-
-che
cosa vuoi?-
-poi
dopo prima di andare cominci ad insegnarmi a giocare, vero?-
-si,
si…-
“Shiky-chan…
dannata donna…”
Dopo
circa un’ora, Ino consegnava il resto ad una donna venuta a ritirare dei fiori,
quando sentì la porta riaprirsi, e si trovò davanti un Choji sorridente.
-ciao
Ino!-
-ciao!
Saputo dell’ordine dell’hokage?-
-si!
C’è Shika?-
-di
sopra…-
Il
ragazzo era un po’ imbarazzato, non essendo mai entrato a casa di una ragazza,
tantomeno di una come Ino, ma salì comunque le scale.
-Shikamaru?-
provò a chiamare, senza ottenere risposta.
Poi
passando davanti alla porta di Ino, riconobbe sulla scrivania della ragazza la
scacchiera dello shogi. Entrò ancora un po’ in soggezione e fece qualche passo
avanti.
-Shika?-
in
quell’istante una figura sfrecciò dalla finestra, Choji era già pronto ad
attaccare, quando riconobbe l’amico, che gli si scaraventò addosso.
-tu!
Brutto figlio di buona donna!-
-oh
oh! Anche tu mi sei mancato!-
-TU!! LA FEBBRE…! TU!!! TU!!!-
-Shikamaru,
senza offesa ma mi sembra che tu abbia perso molto della tua leggendaria
intelligenza…-
-e ci
credo! IO a differenza tua avevo davvero la febbre, e sempre IO sono stato
tutto il tempo qui con…- si bloccò troppo tardi. Sul viso di Choji si dipinse
un’espressione estremamente soddisfatta, quasi beata.
-te
l’avevo detto! Invece che arrabbiarti dovresti ringraziarmi!-
-…
dici cose senza senso…-
Ino
entrò nella stanza.
-sentite,
la mamma…- la ragazza si bloccò, e i due la guardarono.
-m-ma…
voi due…-
i due
amici si guardarono, erano uno addosso all’altro a terra.
-insomma…
credevo che foste solo amici…- continuò lei attonita, -e poi
trattenetevi almeno in camera mia!!!-
-…-
fece Shikamaru
-…-
fece Choji.
-HAI
FRAINTESO TUTTO!- urlarono infine contemporaneamente, allontanandosi il più
possibile. La ragazza diede loro le spalle.
-si
si certo… stavo dicendo che mia madre ha detto che possiamo andarcene in
giardino, volendo… poi fate come vi pare, aspetterò giù.-
-NO,
DAI INO NON FARE LA CRETINA!- le urlò dietro Shikamaru cominciando a seguirla.
-aspettaci!!!-
poco
dopo si ritrovarono in giardino, mentre Shikamaru spiegava i primi rudimenti
dello shogi ad Ino, e Choji mangiava in tutta tranquillità poco più avanti.
-non
ricordo bene, è il Generale Oro che non si può muovere diagonalmente all’indietro
o quello Argento?-
-quello
Oro.-
Shikamaru
era più che stupito, sembrava che Ino conoscesse già diverse mosse e movimenti
dei pezzi.
-si.
Ho qualche problema ad afferrare le promozioni…- rifletté lei.
Shikamaru
guardò Choji.
-beh
vi osservava sempre quando giocavate…- commentò quest’ultimo.
Il
ragazzo alzò le spalle, chiedendosi come mai solo Choji notasse le cose, e
riprese a spiegare. Dopo si cimentarono in una partita di prova, con grande
divertimento di Ino, nonostante stesse perdendo.
-Choji
ti trattieni a pranzo?- chiese la signora Yamanaka di passaggio.
-no
grazie, la mamma mi aspetta.-
-sai
che ieri è passata Sakura?- disse Ino a bassa voce.
-avete
fatto pace?-
-se
così si può dire…quel giorno abbiamo urlato tanto che penso dovrò andare a
vedere come stanno persino Naruto e Sai-san- scherzò lei.
Choji
finse di essere ancora distratto, ma aveva notato l’atmosfera diversa che
ruotava tra i due. Si complimentò ancora con se stesso per la trovata
dell’influenza.
-Si,
il Sai-san per cui ti facevi tanto carina? Quello mi sembra un tipo che non
viene toccato da nulla.- rispose lui seccato.
-ma
no! Sembra così ma sono certa che sia un ragazzo molto sensibile! Lui è un
artista!-
Innervosito
oltre modo, Shikamaru fece un passo falso, movendo il pedone sbagliato, che Ino
si ritrovò a poterlo catturare.
-oh!
Questo era l’errore che faceva sempre Asuma-sensei! Si fa così, vero?- chiese
lei già entusiasta.
-si…
brava! Impari in fretta!- si complimentò lui. Vide gli occhi della ragazza
cominciare a brillare.
Non
gli pareva vero che il ragazzo si fosse complimentato con lei. “mi ha detto che
sono brava! A me!!!”
-YAAAH!!!
GRANDIOSO!!!- strillò assordandoli, per poi abbracciare con forza Shikamaru e
schizzare via chiamando la madre.
-quante
energie.. e dire che è così magrolina…- commentò Choji, prima di notare
l’espressione dell’amico. Questi domandava se fosse davvero così sbagliato far
vincere un avversario. Decise infine che forse lo era.
-Shika?-
-eh?-
-va
bene che tu sei sempre distratto, ma ora non puoi non ammetterlo…-
-che
cosa?-
-che
sei cotto.-
-Choji
per favore, smettila di guardare le soap.-
-dai
dillo.-
-non
ho nulla da dire-
-siamo
amici da anni… ammettilo con me e con te stesso, e starai meglio.- disse con
convinzione.
Shikamaru
sbuffò.
-forse…-
-forse?-
lo incoraggiò l’amico.
-forse…
io… sono…-
-eccomi!
Scusate se sono fuggita così ma dovevo proprio dire a mamma…!-
-NOOOO!!!
NON ORA!- urlò Choji, facendo sobbalzare entrambi. Shikamaru lo guardò
sollevando un sopracciglio.
-Cho?-
chiamò la ragazza.
-lascia
stare… cose da uomini…- rispose lui abbattuto.
-…e
poi mi venite a dire che era un equivoco quello in camera mia…-
-SMETTILA!-
la sgridarono entrambi, mentre lei scoppiava a ridere.
Trascorsero
la giornata nell’ozio totale, finchè non giunse il momento di prepararsi per
raggiungere l’hokage. Shikamaru, già pronto con la sua divisa da jonin, salì a
chiamare Ino. La ragazza era in bagno, teneva la porta aperta mentre si
raccoglieva i capelli, e cantava. O meglio, metteva in piedi una sorta di
musical, camminando avanti ed indietro, ed agitando tutti gli oggetti che le
finivano tra le mani. Il ragazzo divertito appoggiò la schiena al muro e la
osservò, mentre si lanciava in un improbabile ballo saltato allo specchio.
Purtroppo si stava facendo tardi, e a malincuore il ragazzo dovette mettere
fine allo spettacolo.
-Ino…-
la
ragazza che era proprio sul punto di saltare andò a sbattere contro il lavabo,
per poi voltarsi come se nulla fosse, le guance ancora rosse per l’agitazione.
-si?-
-dovremmo
andare…-
-ok!
Arrivo!- esclamò lei, continuando a dondolare la testa a tempo di musica.
-ma
sei veramente assurda…- commentò lui, prima di voltarsi e scendere le scale col
sorriso sulle labbra. Choji li stava già aspettando di sotto. Insieme raggiunsero
l’ufficio della hokage.
-vi
ho qui convocati per affidarvi una missione. Una missione piuttosto semplice,
dovrete fare da scorta ad una vostra vecchia conoscenza sino a Suna.- l’informò
subito l’hokage senza mezzi termini. Le reazioni furono diverse.
“oh
no!!! Temari!!! Maledizione, quella lì… è la tipa che piace a Shikamaru, quei
due stanno sempre assieme quando viene qui a Konoha… la odio!” pensò Ino.
“è
sempre in missione a Konoha… accidenti, e dire che le cose tra quei due stavano
finalmente cominciando a sistemarsi…” rifletté Choji
“forse
è Temari. È da tanto che non la vedo. Però che noia, perché affidano delle
missioni così noiose sempre a noi?” si chiese Shikamaru.
-possiamo
partire ora? Siamo già abbastanza in ritardo, e devo subito riferire ciò che so
a mio fratello!-
tutti
si voltarono a quella voce scocciata, riconoscendo lo strano abbigliamento
provvisto di orecchie animali, e l’inconfondibile trucco sul viso.
-Kankuro!- lo salutò Choji. Era passato moltissimo tempo dall’ultima volta che erano
stati in missione assieme, forse due anni. Di norma era Temari ad essere
mandata a Konoha.
-ah
sei tu quindi… che hai fatto al braccio?- lo salutò invece Shikamaru, notando
l’ingessatura sul braccio sinistro del ragazzo.
Ma la
più felice fra tutti fu Ino, perché non avrebbe visto Temari e Shikamaru per
giorni e giorni assieme, come invece temeva.
-ciao!!!-
esclamò allegra come non mai. Il ragazzo sentendo un tono tanto vivace quanto
inaspettato, dato che non aveva stretto grandi amicizie in quel paese, si voltò
a guardarla sorpreso.
“ma
chi… ah, la compagna di Shikamaru… mi pare si chiami Ino… come mai tanto felice
di vedermi? Certo che è carina, la cosa non mi dispiace affatto!”
-ciao
a te!- rispose molto meno scontroso di prima, -quindi mi accompagnerete a Suna,
eh? Comunque per quanto riguarda il braccio ho avuto uno scontro ravvicinato
con una mazza nemica. Che probabilmente rincontreremo strada facendo.-
-sappiate
che Kankuro stava effettuando una missione di spionaggio, ed ha raccolto
informazioni molto importanti sia per Suna che per Konoha. Ieri prima di
rientrare è stato attaccato ed ha trovato rifugio qui, ma ora deve ripartire al
più presto… sarebbe stato meglio se si fosse riposato e avesse mandato un
informatore di Konoha a Suna, ma il signorino è troppo testardo e vuole andare
di persona…- concluse Tsunade, lanciando una frecciata al fratello del
kazekage, che alzò gli occhi al cielo.
-la
missione è mia. E non sarà certo qualche ninja a spaventarmi.-
-che
palle…-
-Shikamaru!-
lo sgridò l’hokage.
-lasciamo
stare, va. Quindi ora partiamo e diamo una mano a Kankuro fino a Suna. Allora
andiamo, prima finiamo e meglio è…- disse in tono stanco.
-Temari
lo diceva che sei tanto energico…- commentò Kankuro, beccandosi tre
occhiatacce. Più l’hokage che guardava prima lui e poi Shikamaru un po’
sorpresa, certo non era un ragazzo vivace, ma ora sembrava seccato. “che gli
stia antipatico Kankuro? Eppure non mi sembra il tipo che mischia simpatie
personali alle missioni…”
Al
ragazzo non era sfuggito infatti il luccichio negli occhi della compagna di
squadra alla vista del fratello maggiore di Gaara, e la cosa non gli era
affatto piaciuta. Una cosa era scherzare parlando di Sai, un’altra quello
sfavillio sinistro. Uscendo dal palazzo dell’hokage si accese una sigaretta,
sentendosi ancora più irritato dal chiacchierare di Ino e Kankuro.
-quindi
per ora avrai difficoltà ad usare le marionette…-
-già,
la povera Karasu starà nascosta per un po’. Ma posso combattere anche con un
braccio solo.-
-Karasu?
E le altre due come si chiamano?-
-Kuroari
e Sansho.- rispose lui, più che lieto di poter discorrere con qualcuno delle
sue marionette.
-io
direi che ci conviene correre se davvero hai tanta fretta e sei seguito… sempre
se ce la fai…- dichiarò improvvisamente Shikamaru, rivolto a Kankuro, alle
porte di Konoha. Il marionettista non se lo fece ripetere. Legò ancora più
saldamente Karasu, che stava sfilando dalla propria schiena per mostrarla ad
Ino, e lo fissò con sfida.
-io
ce la faccio. E tu?-
cominciarono
entrambi a correre, lasciando i due compagni sgomenti indietro.
-ma
Shikamaru si è drogato o cosa?- chiese infine Ino.
-sono
faccende tra uomini, Ino...- rispose Choji, non credendoci poi molto.
Raggiunsero
di corsa i compagni, e cominciarono a saltare di ramo in ramo.
-che
cosa hai scoperto? puoi dirci qualcosa della tua missione?- chiese Ino, tra un
salto e l'altro.
-mi
dispiace, ma è meglio se tengo la bocca chiusa, ciò che so lo riferirò
personalmente a Gaara. E poi non conviene parlare quì nella foresta, potrebbe
sentirci chiunque.- rispose Kankuro.
-chi
ti segue?- chiese Choji, rimpiangendo di non aver preso una borsa più grande
con più cibo. Correndo a quel modo si sarebbe sentito affamato più del solito.
-ninja
di Kiri e ninja di Kusa. Ma mi preoccupa più una squadra di Kusa, oltre ad
avere capacità sconosciute, sono certo che sono anche in grado di manovrare la
mente.Sono riusciti a ferirmi in questo modo infatti. Temo siano veri esperti
del genjutsu.-
-grandioso...-
commentò sarcasticamente Shikamaru, -dobbiamo giusto passare vicino al paese
dell'erba per raggiungere Suna.-
-grandioso
davvero...- fece Kankuro, dando un'occhiata alla propria ingessatura.
-tranquillo
Kankuro, ti difendo io!- scherzò Ino, ed il ragazzo le sorrise.
"tranquillo
Kankuro, ti difendo io! col cazzo, si..." pensò Shikamaru; facendole il
verso mentalmente.
continuarono
a correre per tutta la giornata, sin quando non fu notte inoltrata, e Choji si
lamentava perchè le soste per il cibo erano insufficienti, e perchè aveva fame.
Kankuro non vedeva l'ora di tornare a casa sua e non aveva proferito parola,
Ino era stanchissima, ma aveva evitato di lamentarsi. Non voleva essere un peso
per nessuno, voleva dimostrare a Shikamaru che poteva farcela. Però notò
l'espressione sofferente di Kankuro.
-ehi,
Shikamaru-san, ti spiacerebbe fermarti?- lo chiamò, come faceva sempre quando
voleva fargli pesare il suo essere jonin a differenza loro.
-si,
ora cerchiamo un posto dove dormire.- rispose lui guardandosi attorno.
-tu e
Choji cercate, io e Kankuro ci fermiamo quì.- dichiarò lei.
-a
parte il fatto che in teoria il capo sarei io, ma so già che con te è inutile
protestare, posso almeno sapere perchè?-
-ti
ricordo che è ancora convalescente, voglio occuparmi delle sue ferite.-
-sei
un ninja medico?- chiese Kankuro sorpreso.
-più
o meno.-
-Ino
è bravissima!- esclamò Choji.
la
ragazza sorrise. Choji era sempre gentile con tutti.
-prima
di tutto dovremmo cercare di capire se ci sono nemici quà nelle vicinanze...-
disse Shikamaru, sovrappensiero.
-alla
luce della luna le ombre sono più deboli, ma ci sono ancora, no? catturiamo un
qualche animale, e poi userò il capovolgimento spirituale.-
-va
bene questo?- chiese Choji, con un coniglietto in braccio.
-che
carino!!! e questo dove lo hai preso? non lo vorrai mica mangiare!- fece Ino
severamente.
-ma
no!!! era addormentato quì... io ho le mie patatine per stasera!-
-per
sicurezza lo blocco...-
l'ombra
di Shikamaru si unì a quella del coniglio, e quindi a quella di Choji.
-scusa
amico...-
-bene,
Shika, come sempre affido il mio corpo a te!-
-si
tranquilla.-
qualche
secondo dopo, il corpo di Ino, svuotato della proprietaria, cadde tra le
braccia del ragazzo, che lasciò andare l'ombra dell'amico e dell'animale.
Il
coniglietto sgusciò via e corse nel bosco.
-sarà
sicuro?- chiese Kankuro.
-...
chi vuoi che se la prenda con un coniglietto...- rispose Shikamaru.
lo
sguardo di entrambi cadde su Choji.
-speriamo
che se ci sono ninja in giro non abbiano fame...-
"stai
attenta Ino" pensò Shikamaru. Tutti e tre guardarono il punto dove era
scomparsa.
-...stanno
insieme vero?- chiese improvvisamente Kankuro, facendolo sobbalzare.
-non
ancora.- rispose Choji.
-e
perchè?-
-perchè
quì c'è chi non ha le...-
-Choji!-
lo sgridò Shikamaru.
-tra
te e lei non saprei dire chi fa più finta di nulla... un pò di maturità
insomma...- commentò Kankuro.
-detto
da quello che gioca con le bambole...-
-marionette!-
-oh
certo...- ribattè sarcastico lui.
-secondo
me non ha tutti i torti...- disse Choji, per poi cacciarsi una decina di
patatine in bocca, per evitare di dover parlare ancora.
-ma
per favore! non potremmo essere un ragazzo ed una ragazza solo amici?-
-no.
Voi due no, almeno.-
-seuhmticoattouh...-
rispose Choji a bocca piena
-eh?-
chiesero entrambi.
-sei
cotto!- ripetè lui.
-approfittane
finchè puoi... non si sa mai cosa può accadere...- suggerì Kankuro.
-ma
la smetti?!! porti sfortuna! è proprio vero che non bisogna incrociare i gatti
neri...-
-CHE
COSA HAI DETTO?-
-ecco,
se c'erano nemici intorno, ora è come se gli avessimo messo dei cartelli per
trovarci...-
dovettero
zittirsi, perchè Ino era di ritorno. O meglio, il coniglietto.
-allora?-
chiesero ad Ino non appena fu rientrata nel proprio corpo.
-allora
tutto sgombro.- rispose lei, facendosi spazio tra le tende che avevano appena
piantato.
-quindi
dormiamo?- chiese Choji speranzoso. Ino si era già tuffata nel suo giaciglio.
-stanca?-
chiese Kankuro.
-sto
morendo di sonno...- rispose lei.
qualche
istante dopo il suo respiro si era già fatto regolare.
-ma
non doveva curare Kankuro?- chiese Choji.
-lasciala,
poverina, non vedi che è stremata?- disse lui.
-già,
e poi il gatto nero può fare a meno di medicazioni per ora.- concluse
Shikamaru.
-non
bastava mio fratello, ti ci metti pure tu...-
-a
proposito, come va con Gaara?-
-meglio.
Non mi minaccia neppure più di morte da tantissimo...-
-................ah.-
-ragazzi
credo sia meglio dormire anche per noi... domani dovremo correre ancora...-
Choji
come poterono notare stava effettivamente già dormendo seduto.
-ecco
appunto.-
Quella
notte non fu molto tranquilla per Shikamaru, tormentato da incubi e da dolori
reali, come se tutte le pietre e le radici fossero in combutta contro di lui.
continuava
a tormentarlo il pensiero di aver dimenticato qualcosa, di non aver calcolato
qualcosa, ma non sapeva cosa fosse questo "qualcosa".
Più o
meno la quindicesima volta che si scoperse a fissare il cielo stellato sopra di
lui, ormai vicino a schiarirsi, decise di alzarsi. Avrebbe riempito le borracce
almeno, se proprio non riusciva a tenere gli occhi chiusi.
Si
era giusto allontanato abbastanza da non essere udito i propri compagni, quando
percepì di essere circondato.
"grandioso...
ma chi mi ha fatto jonin?"
Era
quasi l'alba, ma il sole era ancora basso, nessuna possibilità di usare le
ombre a quell'ora. Aveva con se soltando il minimo equipaggiamento, un kunai e
qualche shuriken.
"devo
sfruttare bene la situazione. Non so se questi siano di Kiri o Kusa, spero la
prima visto ciò che ha detto Kankuro. Devo scoprirlo, ma prima trovare un modo
per chiamare gli altri. Certo non urlando, attirerei chiunque, e comunque sarei
un bersaglio ancora più facile."
Due
figure nascoste nella penombra si materializzarono davanti a lui.
Appena
sorse il sole, il suo primo raggio sfiorò gli occhi di Ino, che si svegliò
sbadigliando. Davvero non credeva di essere così stanca dall'addormentarsi di
botto a quel modo, che le era preso? non ricordava nulla della notte prima. Poi
notò l'assenza di Shikamaru e svegliò gli altri in preda all'ansia.
Shikamaru
era occupato a schivare gli spiedi che arrivavano da tutte le parti.
"ora
mi farebbe comodo il byakugan... tuttavia non mi sembrano nemici troppo
potenti... che nascondano qualcosa? o semplicemente sono alle prime armi?"
schivò all'ultimo uno shuriken, che gli graffiò la stoffa della tuta.
Improvvisamente i due nemici si trovarono paralizzati.
-mi
spiace, ma siete finiti...- disse Shikamaru, voltandosi, e facendo così voltare
i due uno di fronte all'altro. Aveva sfruttato le ombre appena apparse per
bloccare i due avversari al momento giusto. "solo due?" riuscì a
pensare, quando le fronde furono scosse alle sue spalle, ed una ninja si
catapultò su di lui brandendo un kunai.
-Shika!-
"la
voce di Ino"
-ce
ne hai messo di tempo...- fu il suo commento, mentre la ninja avversaria, che
non portava alcun coprifronte, fu scaraventata contro i propri compagni.
-bloccala!-
gli ordinò lei.
l'ombra
di Shikamaru avviluppò anche la sua.
ma
c'era qualcosa di molto sbagliato in quello che stavano facendo, Shikamaru lo
sentiva.
Che
cos'era quella punta di panico che sentiva?
Stava
andando tutto bene, gli altri stavano arrivando, allora perchè?
-ce
ne sono altri?-
-non
lo so, uso comunque il capovolgimento spirituale e controllo!- rispose la
ragazza, mettendo le mani in posizione, e così Shikamaru dovette di nuovo
sporgersi ed afferrare il corpo della compagna.
"perchè
mi sento così?"
[approfittane
finchè puoi... non si sa mai cosa può accadere...]
"che
cosa? che cos'era quel pensiero adesso? perchè le sue parole mi tornano in
mente ora? Ino sta bene..."
poi
il senso di fastidio che aveva provato gli fu chiaro. I ninja non erano tre.
I
suoi nemici erano quattro.
C'era
un' altra ragazza con loro.
Liberò
il corpo della ragazza posseduta da Ino all'istante, ma era troppo tardi. La
nemica le era già dietro.
E
aveva un kunai in mano.
Shikamaru
spalancò gli occhi.
"andrà
tutto bene... andrà tutto bene...non può andare male ora... no? siamo
arrivati sin quì... questa missione è semplice, doveva esserlo...
andrà bene..."
-INO!-
[Shika...
non abbandonarmi anche tu...]
[non
lo farò mai.]
"no
io non ti lascio, ma tu non lasciare me, non lasciarmi!"
Il
kunai era davanti alla gola della sua compagna di squadra, amica, donna che
amava. La mano che lo stringeva indugiò un secondo, forse indecisa se ritrarsi
e recidere la gola e la vita della compagna insieme a quelli della nemica, o se
restare lì come una terribile minaccia.
Gli
occhi della ragazza cercarono spaventati quelli dell'amico, che incontrò quasi
subito.
Poi
il kunai fu bruscamente tirato indietro.
Shikamaru
non mosse un muscolo, incredulo.
Non osò
guardare in basso.
Non potè
respirare.
Non volle
crederci.
La
ninja abbandonò il corpo della propria compagna con un sorriso, ed il tonfo che
seguì entrò nelle orecchie di Shikamaru, riempendole d'echi.
Echi
che servivano a cancellare i propri pensieri.
Se
avesse pensato, avrebbe capito, avrebbe creduto.
Poi sentì.
Sentì
qualcosa di bagnato e tiepido bagnargli le mani, le braccia, scivolare giù.
Un
leggero gocciolio a terra.
Cadde
in ginocchio, e ancora non guardava il corpo di Ino che stringeva
compulsivamente a se.
Non
poteva farlo.
"non
può essere, tutto ma non questo... non così, non ora... non può essere
vero..."
le
voci dei compagni lo raggiunsero solo allora.
Lo
stavano chiamando.
Era
troppo tardi ormai, lo sapeva, eppure non gli riuscì neppure di piangere.
Perchè
tutto questo non poteva essere vero.
ha ha ha!!! chi ha
letto altre mie fic se lo sentiva che finiva così (forse!), e può immaginare
che succederà ora... spero di avervi depresso e terrorizzato quanto basta!!
fatemelo sapere nei commenti! comunque ovviamente la fic non è ancora finita!!!
ah se volete ditemi
anche che succederà
secondo voi ora, almeno chi mi "conosce" come scrittrice!! XD
un salutone a tutti
voi!!!!
*Ele saluta con ghigno
perfido e sadico sulla faccia*
Capitolo 5 *** il viaggio continua. due cuori spezzati. ***
rieccomi
rieccomi!!!! lo sapevo
che mi avreste scritto queste cose!!! beh non vi anticipo nulla!! leggete e
saprete!! ^^
Shikamaru
non riusciva a muoversi.
Continuava
a stringere il corpo dell’amica, sentiva il gocciolio ormai diventato fiotto
invadere i propri vestiti, bagnare la terra.
E
ancora non poteva crederci.
Gli
altri ninja si stavano avvicinando.
Da
una parte avrebbe desiderato lasciarli fare, concedersi la morte e seguire Ino.
Dall’altra
però sentiva che prima avrebbe dovuto fare qualcosa, vendicarla.
Ma
più forte di tutti ora era il pensiero di non lasciarla andare. Qualunque cosa
accadesse non doveva lasciar andare il suo corpo, perché allora non sarebbe
riuscito a sfiorarlo più.
Voleva
ancora sentire quel profumo, il profumo di Ino.
Profumo
di fiori, profumo di rose, di margherite e di cosmee, il profumo di tutto ciò
che c’è di bello nella natura.
-ma
che fai?!!- urlò Choji, alle sue spalle. In un attimo davanti al suo campo
visivo comparve l’enorme figura dell’amico, che aveva gonfiato il suo corpo ed
ora rotolava a tutta velocità contro i nemici.
Una
mano si posò sulla spalla di Shikamaru.
-riprenditi.
È solo un’illusione!- gli disse Kankuro, infondendo del chakra sul suo corpo in
modo da spezzare la tecnica.
Shikamaru
sussultò a quelle parole, e posò il suo sguardo sulla ninja posseduta da Ino
sino a poco fa, la cui gola era stata recisa dalla compagna.
Era
un tronco.
“la…
tecnica della sostituzione?” non osava crederci.
Chiuse
gli occhi ed inspirò profondamente per darsi coraggio, poi guardò in basso.
Riuscì
per un istante a vedere la forma semitrasparente del vestito di Ino scomparire,
e lasciar spazio ad una sorta di anfora bucata, che perdeva acqua.
“allora…
Ino non è mai stata qui… è stata quella ninja, prima mi ha lanciato contro quel
tronco, mentre gli altri mi facevano credere fosse una loro compagna, poi l’ha
spinto via distraendomi, mi hanno fatto credere che Ino fosse qui, avranno
sentito parlare della tua tecnica di possessione quando è entrata nel coniglio,
e mi hanno messo questa dannata anfora in mano. Poi la loro compagna è uscita
allo scoperto, ed ha tagliato il tronco all’altezza corrispondente alla gola di
Ino…” comprese Shikamaru.
-ma
Ino dov’è?-
-sta
prendendo le cose… l’abbiamo lasciata indietro perché non sta bene… ieri quando
ha posseduto il coniglio devono averla catturata e aver usato qualche tecnica
su di lei, ed è per questo che era così stanca… ce ne siamo resi conto solo
quando abbiamo visto che non c’eri... Shikamaru?-
il
ragazzo si era alzato e aveva cominciato a correre verso la foresta.
-riuscite
a gestirveli in due per un po’?-
-ma
certo!- gli urlò Choji di rimando.
Shikamaru
riprese a correre. Lo stomaco gli si torceva e aveva la nausea. Avendo capito
che Ino era viva il sollievo era stato enorme, ma la testa gli girava
moltissimo.
-ma
che fa?-chiese Kankuro, saltando su un albero e cominciando ad orchestrare i
movimenti di Karasu con la mano sana.
-non
hai visto come reggeva quell’anfora?- rispose Choji, liberando una gran
quantità di chakra e andando a colpire il nemico più vicino. Il ragazzo aveva
capito tutto, gli era bastato vedere l’espressione dell’amico, e notare il modo
in cui le mani tenevano ferma l’anfora davanti a se, per comprendere ciò che
l’illusione gli aveva mostrato.
Ino
intanto aveva ignorato i consigli dei compagni, e stava correndo il più veloce
possibile.
Si
chiedeva cose stesse succedendo, se Shikamaru stesse bene. L’ansia le aveva
irrigidito i muscoli delle gambe ma continuò a correre, incespicando nel
fogliame, graffiandosi contro le rocce, senza badare a nulla.
Poi
vide finalmente la figura dell’amico corrergli incontro. E gli altri?
Sentì
un’esplosione, evidentemente combattevano. Ma lui che ci faceva allora
li? Veniva per lei?
-Shika?-
-Ino!-
Sollievo.
Ciò che provava Shikamaru era un enorme avviluppante sollievo.
Invece
che frenare la sua folle corsa, scese dall’ultimo spuntone di roccia con un
balzo, e abbracciò Ino facendola volteggiare in aria.
-Shiky?-
chiese lei con un filo di voce mentre lui la rimetteva a terra, senza accennare
a sciogliere l’abbraccio che li legava.
“non
mi ha mai chiamato così nella foresta… non possono saperlo, quindi è quella
vera…”
Avvertì
quel meraviglioso profumo di fiori che sempre l’accompagnava, che tanto avrebbe
desiderato sentire solo qualche minuto prima.
-Ino…
neanche tu devi abbandonarmi… mai…-
-no…-
disse soltanto lei, bloccata dall’imbarazzo e dalla confusione.
Lui
allontanò il suo viso abbastanza da poterla guardare negli occhi, e quando ne
incontrò lo sguardo, un po’ imbarazzato, privo di terrore o supplica come
quello della sua imitazione di poco prima, si avvicinò a lei, aspettando una
sua mossa, un suo cenno.
Ino
però non riusciva davvero a muoversi, non sapeva cosa fare, e così Shikamaru
decise di buttarsi, per una volta nella sua vita non avrebbe pensato troppo a
cosa fare, e cancellò la distanza tra le loro labbra con un bacio. Ino spalancò
appena gli occhi, per poi chiuderli, e assaporare le labbra del ragazzo,
pregando che non fosse solo un sogno, e che non si sarebbe risvegliata nel suo
sacco a pelo per scoprire che nulla era successo davvero.
Non
riuscì però a restituire il bacio, che restò a fior di labbra, sia perché
Shikamaru non era certo di cosa pensasse lei, sia perché lei non voleva
arrischiarsi a far nulla, si sentiva del tutto priva di forze. E tuttavia fu un
bacio dolcissimo, che fece sentire entrambi felici ed uniti.
Ma
tutto deve avere una fine, anche le cose più belle, e quella era una situazione
pericolosa, perciò Shikamaru si allontanò piano da lei. Aprì piano gli occhi, e
sorrise al viso della ragazza che teneva gli occhi ancora chiusi, con le guance
arrossate e il viso sporto in avanti. Poi anche lei li aprì, e i suoi occhi
luminosi più che mai lo guardarono con un’espressione dolce che non aveva mai
avuto nei confronti del ragazzo, non apertamente.
Avvertirono
una vibrazione, e tutti e due guardarono alle spalle di Shikamaru.
-gli
altri… dobbiamo raggiungerli!- esclamò Shikamaru, ricordandosi solo allora dei
compagni.
-li
hai lasciati da soli a combattere?- chiese Ino esterrefatta, riuscendo
finalmente a parlare.
-si,
avevo ehm… altro da fare…- rispose lui arrossendo, rendendosi conto di ciò che
avevano appena fatto. Anche Ino arrossì di nuovo, apparendo ai suoi occhi
ancora più bella.
Corsero
nuovamente su per il pendio da cui Shikamaru era appena sceso, per raggiungere
Choji e Kankuro.
I due
avevano sconfitto due dei tre avversari, restava soltanto la ragazza.
-è
troppo brava con le armi, e non posso avvicinarmi!- spiegò Choji riparatosi
dietro un tronco.
“ma
perché le donne restano sempre a me?” pensò Shikamaru scocciato, ed in quel
preciso istante Ino abbandonò il suo fianco e si lanciò con rabbia contro la
nemica.
-Ino!-
esclamarono i tre compagni.
-tu,
brutta stronza!- le gridò Ino mentre le tirava un pugno con tutta la sua forza.
La ragazza rovinò a terra con un gran polverone.
Shikamaru,
Choji e Kankuro restarono senza parole.
-sei
stata tu ieri a farmi dimenticare di avervi visto, vero? Ne avete approfittato,
eh bastarda?-
la
ragazza si era rialzata e l’aveva attaccata brandendo un kunai, ma Ino la evitò
facilmente e le tirò una ginocchiata alla bocca dello stomaco.
-…ma
è un combattimento od una rissa da bar?- si arrischiò a chiedere Kankuro.
-beh
con le armi era brava, ma a calci e pugni non se la cava bene come lei…- disse
Choji
-Ino…
quanti problemi…- disse Shikamaru quasi sconsolato.
-ehi
Shika…- lo chiamò Kankuro con un tono di voce che non prometteva nulla di
buono. Infatti quando il ragazzo si voltò a guardarlo poté notare un ghigno di
tutto rispetto sulla sua faccia.
-c…
cosa c’è?-
-bel
lucidalabbra!-
"oh
porca... e dire che non ho sentito nulla del genere quando l'ho... quando ci
siamo... quando l'ho..."
si
strofinò velocemente le labbra con una mano, senza sentire nulla di
appiccicoso.
-ahahah!!!
lo sapevo!- esclamò Kankuro.
Shikamaru
lo guardò. Gliela aveva fatta.
-vittoria!!!-
esultò Ino. La sua avversaria era a terra, e la ragazza saltava tenendo due
dita alzate.
-brava
Ino! vuoi una patatina?- chiese Choji.
-ma
tu sei rimasto tutto questo tempo a mangiare?!!-
-vi
spiacerebbe continuare più tardi? se nessuno è ferito dovremmo ricominciare a
dirigerci a Suna...- sbuffò Shikamaru.
-tu
di certo non lo sei...- commentò Kankuro divertito a bassa voce.
-vuoi
vedere come controllando la tua ombra ti faccio distruggere le marionette a
mani nude?-
-no
grazie, magari un'altra volta.-
Ino
fissò Shikamaru per qualche istante, prima di distogliere lo sguardo e alzare
gli occhi al cielo.
"che
cosa voleva dire quel bacio di prima? che era felice di vedermi? chissà cosa
gli hanno mostrato con quelle dannate allucinazioni... e adesso che faremo? che
ne sarà di noi? perchè non dice nulla? perchè non mi prende da parte e ne
parliamo? e se non c'è tempo perchè mi ha baciato ora? quello stupido!!!!"
al termine delle sue riflessioni Ino era furiosa. Cosa per altro avvertibile
attraverso lo sguardo infuocato che rivolse agli altri.
-si,
diamoci una mossa!- sibilò terribilmente arrabbiata, prima di voltarsi e cominciare
a saltare tra i rami a tutta velocità.
-...
che cos'ha?- chiese Choji guardando Shikamaru.
-a
dire il vero non ne ho la minima idea...-
-era
tranquilla fino ad un secondo fa... che non voglia venire a Suna? per me non
c'è problema... purchè non mi guardi più a quel modo!- disse Kankuro, che aveva
perso tutta la sua allegria.
-ma
si è arrabbiata dopo che Shikamaru ha minacciato...- Choji si bloccò. Shikamaru
e Kankuro si guardarono.
"ma
non si sarà arrabbiata perchè litigo con lui?!! possibile che... no, no! non
può essere! però, pensandoci bene... non ha risposto al mio bacio... forse però
avrei dovuto parlarle, ma non c'era tempo... aaaaah!!!! ecco cosa succede a
ficcarsi in queste situazioni!! che scocciatura!!! adesso mi devo pure
preoccupare!!!" lanciò un'occhiataccia a Kankuro prima di seguire la
compagna. Choji e Kankuro restarono soli.
-...
e adesso mi guarda male pure lui... sembra che io le attiri queste cose.
Francamente non me ne importa molto...-
-credo
sia geloso!- affermò Choji
-la
cosa si sta facendo divertente, si sono baciati, sai?-
-ormai
è solo questione di tempo.- concluse Choji. I due ridacchiando decisero di
ripartire.
Ino
intanto aveva guadagnato un pò di distanza, e potè sospirare. Si sentiva
decisamente più triste che arrabbiata.
-Ino...
rallenta.... ci arrivi sfiancata a Suna.-
si
voltò e vide Shikamaru raggiungerla.
-non
fa niente... correre fa bene...- rispose lei. "Suna... Temari..."
-ascolta...
per prima...-
Ino
smise improvvisamente di saltare. Shikamaru invece, preso alla sprovvista, finì
qualche metro più avanti per poi dover saltare di nuovo indietro.
-ecco...-
cominciò. Ma non era certo di sapere cosa aggiungere. Fece qualche passo
avanti, ed Ino arrossì. Così si ritrovò ad arrossire anche lui, e a guardare le
nuvole. Sentì la ragazza fare un passo indietro. "allora avevo ragione...
io non le interesso... non così almeno..."
-ti
chiedo scusa. Non dovevo.- fu tutto ciò che riuscì a dire. Ino spalancò gli
occhi.
-Shikamaru...-
"ha cambiato già idea?"
-prima
mi avevano fatto credere la tua morte, ed ero così felice di saperti viva che
non mi sono controllato, scusami, non c'era nulla di personale.- gli costò
tantissimo dire quelle parole, ma pur di non perdere Ino, era disposto a
reprimere tutto. Si rese conto che questo era ciò che Naruto faceva con Sakura,
promettendole di riportare indietro Sasuke, e per un momento provò pena per
l'amico.
Ino
fremette, cercando di imporsi l'impassibilità. La verità era che queste parole
le aveva spezzato il cuore.
"sapevo
di non dovermi illudere... però..."
infine
l'orgoglio ebbe la meglio, c'era tempo per piangere, ora doveva mostrarsi
sollevata.
-capito.
Va tutto bene, non ti preoccupare.-
"sei
contento ora?"
"non
te ne importa nulla, eh?"
-bene.-
-benissimo.-
Senza
dire una parola di più ricominciarono a correre verso Suna. Era questione di
qualche giorno, e l'avrebbero sicuramente raggiunta.
-EHIII!!!!
CI ASPETTATE?!!- urlò Choji alle loro spalle.
-troppo
lento...- si lamentò Shikamaru. Ad Ino parve arrabbiato, e cominciò a
preoccuparsi.
-Shika...-
-mh?-
-noi...
siamo sempre amici... vero?-
lui
la guardò, poi le sorrise. Ed Ino sentì il suo cuore scaldarsi. Se lui non
voleva di più, le sarebbe bastato questo.
-ma
certo.- rispose lui, ma quando la ragazza si voltò, il sorriso gli morì sul
viso. "solo amici..."
continuarono
a correre in silenzio per tutta la mattinata, e dopo un breve pranzo
altrettanto silenzioso, rotto soltando dai commenti di Choji sul cibo e dalle
sue brevi conversazioni con Kankuro, corsero anche per il resto della giornata,
fino a giungere nel deserto, e proseguire.
-di
questo passo per dopo domani dovremmo arrivare a Suna!- annunciò Kankuro.
-c'è
qualche specialità culinaria a Suna che mi consigli?- s'informò Choji, e ad Ino
sfuggì un sorriso.
-sentite,
è meglio fermarci per oggi...- Shikamaru fu interrotto da Choji, che lo prese
per un braccio.
-bene,
noi andiamo a guardare di là se ci sono nemici, se troviamo qualcosa vi
facciamo un fischio.-
-ok!
noi cerchiamo dell'acqua...- assentì Kankuro.
-veramente..
più imbranati di così non si può...-
-Choji
che stai dicendo?- chiese Shikamaru stanco. Choji non accennava a voler stare
zitto, e se non gli avesse risposto avrebbe continuato a lanciare frasi senza
capo nè coda all'infinito.
-perchè
Ino è così triste? che cos'hai combinato?-
-triste?-
ripetè stupito. L'amico si sbattè una mano in fronte.
-e
meno male che sei un geniaccio! di donne e simili non ne capisci nulla!-
-e tu
si?-
-più
di te a quanto pare... e comunque io so osservare bene le cose... a differenza
tua che guardi le nuvole e ti perdi l'azzurro intorno a loro!-
-...
ho perso il senso della frase dopo "più di te a quanto pare"-
-...no
invece. Mi hai capito.-
Ino e
Kankuro erano tornati un pò indietro per cercare dell'acqua. Sapevano però bene
entrambi che questa era solo una scusa.
-questo
è l'ultimo fiume quà attorno, siamo fortunati...-
-Kankuro
che succede?-
-non
lo so... Choji aveva qualcosa da dire in privato a Shikamaru, immagino. Io non
li conosco bene. Non vi conosco bene.-
Ino
sbuffò. "mi chiedo se debba parlare di me... spero non incasini di più la
situazione..."
-Non
vi conosco bene, ma persino io ho notato che c'è qualcosa che non va...-
-nulla
di grave... - rispose lei mestamente.
-c'entra
il bacio?-
lo
guardò stordita, poi con un accenno di rabbia.
-ti
ha detto che mi ha baciata?-
-ah
quindi ti ha baciata...- disse lui con noncuranza, mentre lei arrossiva
all'inverosimile.
-m-ma...
se non lo sapevi come... aaaaaah!!! maledetto!!!-
-e
non urlare, o il tuo cavaliere correrà subito quì e non potremo parlare...-
-non
c'è niente di cui parlare!!!-
-perchè
non provate a lasciarvi andare un pò? siete troppo rigidi...-
-ma
che ne sai di come siamo noi?!!! e comunque sia io non gli piaccio! e neanche
io so cosa provo, quando mi ha baciata non sono riuscita a fare nulla...-
concluse, vergognandosi di ciò che le era appena sfuggito. Kankuro sorrise, e
inaspettatamente le accarezzo il viso, accentuando il rossore delle sue guance.
-sei
semplicemente un pò timida... fai talmente tanto per nasconderlo che alla fine
ti sei convinta che tutto ti venga naturale... ma non è così per tutti...
rilassati...- le suggerì dolcemente, -non c'è nulla di male in questo...-
lei
lo guardava troppo sorpresa per poter dire nulla. Poi lui smise di accarezzarle
la guancia e si abbassò per riempire una borraccia.
-grazie
Kankuro...-
-di
niente... non mi piace quanto a Choji mettermi ad orchestrare coppiette, ma mi
spiace vederti triste... il sorriso ti dona molto di più!- concluse, e lei
scosse il capo. No, non se la sentiva proprio di sorridere, ma gli era grata.
-dai
torniamo dagli altri!- propose lui ed Ino annuì.
-nel
deserto non c'è un riparo decente...- si lamentò Shikamaru.
-su,
non ti lagnare e montiamo le tende!- lo riprese Ino, più allegra di prima.
Shikamaru
guardò prima lei e poi Kankuro senza dire una parola.
-il
primo turno di guardia lo faccio io... poi Choji e poi di nuovo io.- disse
Kankuro.
-e
loro?- chiese Choji, mentre Shikamaru lo guardava malissimo.
-Ino
e Shikamaru sono stati sotto l'effetto del genjutsu di quelli li, e ti posso
assicurare che non riuscirebbero a stare svegli a lungo... ci sono passato pure
io, ricordi?-
-non
ho ancora sonno, comincio io, tanto stanotte la dormita riparatrice me la sono
già fatta, starò un paio d'ore e poi ti sveglierò.- affermò invece Ino con
decisione.
-va
bene, come preferisci...- rispose Kankuro conciliante.
-se
il nostro leader è d'accordo..- aggiunse Ino, guardando divertita Shikamaru.
-fate
come vi pare...- fu la sua risposta.
"sono
tornati i soliti..." pensò Choji.
Mentre
gli altri erano nella tenda a dormire, Ino risalì la bassa duna dove stavano, e
si sedette sulla sabbia. Guardò la luna e sospirò. Si strinse ad una coperta
per il freddo, il deserto di notte era inospitale quanto di giorno.
"questo
è il genere di paesaggio che ispira pensieri romantici... ma su chi dovrei
farli? Shikamaru non mi amerà mai... poi si vede che è attratto da Temari, e
quando arriveremo a Suna me li dovrò sorbire... proprio io che non sono brava a
dissimulare i sentimenti! e poi sarà vero che sono timida? e se invece non
avessi reagito al bacio perchè non mi interessa? e se mi stessi illudendo che
mi piaccia Shikamaru, perchè voglio affidarmi a qualcuno? come con Sasuke,
sarebbe solo una farsa... non posso rovinare tutto per questo... insomma non
era da me non reagire... se qualcuno ti piace... gli salti addosso... credo...
però anche lui poteva evitare!!!" pensò lei, lasciandosi cadere
all'indietro. E con questi pensieri trascorsero due ore che le parvero giorni.
Alla fine non riuscendo più a resistere, saltò in piedi e si diresse a passo
svelto alla tenda, dove senza che lei potesse saperlo, era in atto una discussione
tra Shikamaru e Kankuro su di chi fossero i fatti che accadevano li e chi
doveva pensare ai propri, discussione interrotta dall'ombra di Ino che apparve
sulla tenda. La ragazza vi si affacciò dentro, e facendo il più piano
possibile, scosse Kankuro che fingeva di dormire, come del resto Shikamaru. Il
ragazzo aprì gli occhi,e uscì dalla
tenda. Per un momento Ino potè vedere il suo viso senza trucco illuminato solo
dalla luna, e lo trovò bello. "ma perchè si truccherà? è un peccato... beh
ora andiamo a dormire coi tuoi ragazzi, Ino Yamanaka" pensò Ino. Poi
sorrise tra se e se.
I
suoi ragazzi. Un pò come "i suoi bambini", perchè cercava sempre di
occuparsi di loro.
E
come in ogni notte dalle loro prime missioni a loro insaputa, andò a rimboccare
le coperte ad entrambi.
Silenziosamente
tirò su le coperte a Choji, che finiva sempre e comunque nelle posizioni più
strane, e gli spostò un pò i capelli dal viso. Poi a voce bassissima sussurrò:
-buonanotte Cho.-
Poi
si spostò verso Shikamaru, e rimboccò anche la sua sorridendo. Per quanto
stesse soffrendo per lui, essergli tanto vicina, ripetere delle azioni tanto
abituali la tranquillizzava molto. Poi si avvicinò e gli diede un bacio
leggerissimo sulla fronte. -buonanotte Shika.-
Sorrise
ancora tra se e se, prima di stendersi sotto le proprie.Chiuse gli occhi
voltandosi di lato, e sentendosi già preda del sonno, per fortuna. Dormire era
ciò che più desiderava al momento.
Shikamaru
intanto aveva cominciato a sorridere.
holà!!! piaciuto? lo
spero!!! niente Teo Teocoli per chi l'aveva chiesto, ma ho cmq sistemato le
cose,
ed è questo ciò che
conta, no? (l'importante è crederci!).... fatemi sapere che ne pensate come
sempre!!!! al prossimo arriveranno a Suna! che bello il mio Gaara... XD
Capitolo 6 *** l'arrivo a Suna. Le macchinazioni dei fratelli della sabbia ed il bacio chiaritore ***
grazie a tutti coloro che commentano, ed anche a quelli che leggono e
basta
grazie a tutti coloro che commentano, ed anche a quelli che leggono e
basta!!! mi sono resa conto che dimentico sempre di scriverlo!! non è che non
vi calcoli, anzi! è che proprio xk non vedo l'ora di sapere che ne pensate che
le introduzioni e i saluti che scrivo dopo la storia sono messi così di getto e
quindi senza pensare!!! spero che questo capitolo vi piaccia!!
Erano arrivati alle porte di Suna
due giorni dopo, all'alba.
Ino e Shikamaru si erano comportati
come se nulla fosse. Tranne per il fatto che Shikamaru aveva atteso la notte prima ad
addormentarsi, per vedere se effettivamente Ino veniva a dare la buonanotte a
lui e Choji mentre dormivano.
"mi chiedo da quanto lo
faccia... e se riuscirò più a dormire senza..." pensò Shikamaru, per poi
arrossire.
-finalmente a casa!- esclamò
Kankuro, quando arrivarono di fronte all'imponente palazzo del kazekage.
-proprio una casetta, eh?- commentò
Choji dimenticandosi persino di mangiare.
-ma è meravigliosa!!! questa
atmosfera desertica poi.. chissà che bei vestiti ci saranno quì!- Ino era
agitatissima da quando erano entrati e rallentava ad ogni negozio.
-pensi solo ai vestiti...- si
lamentò Shikamaru.
-tu guarda il cielo e zitto!- lo
rimbeccò lei.
sentirono delle voci precederli.
-Kazekage-sama, suo fratello è
tornato!!!-
-kazekage-sama...-
-si ho capito.- la voce secca di
Gaara troncò le discussioni, mentre Kankuro sorridendo si appoggiava alla sua
marionetta.
Un portono enorme si aprì, e apparve
Gaara. Ino e Choji, che da tanto non vedevano Suna, restarono sorpresi da
quanto il ragazzo fosse cresciuto. Era molto più alto di due anni prima, e
l'aspetto si era fatto meno gracile. Il suo sguardo poi aveva perso la rabbia e
il dolore che da sempre mostrava, anzi, sembrava molto tranquillo.
"Sfido io, gli hanno tolto lo
shukaku... Tenten me l'aveva detto che si era fatto un bel ragazzo ma non
pensavo così... certo non potrebbe mai piacermi quanto Sh... oh mio Dio cosa
sto pensando? come sono caduta in basso..." pensò Ino, guardando di
sottecchi Shikamaru.
-buongiorno...- li salutò Gaara,
guardandoli interrogativamente.
-abbiamo accompagnato tuo fratello
perchè è ferito.- spiegò Choji.
-ferito?- ripetè Gaara sorpreso,
guardando il fratello maggiore. Kankuro gli mostrò il braccio ingessato
nascosto dalla marionetta e spalancò gli occhi.
-come è successo?-
-non è niente di che, Gaara... oh ti
stai preoccupando per me?- chiese Kankuro con un sorriso.
-no. Smontati.- rispose Gaara
freddamente, prima di voltarsi nuovamente verso di loro. -grazie di averlo
accompagnato. Se volete restare quì a riposarvi...-
-non credo sia ne...- Shikamaru fu
interrotto da Ino: -grazie mille!-
-ora venite con me in soggiorno, e
date pure le vostre cose alla domestica, le porterà nelle vostre stanze.-
-ma Ino...!- la richiamò Shikamaru a
bassa voce.
-non vorrai rimetterti in viaggio
adesso! facciamoci un giro per Suna, partiamo domani mattina, dai!-
Shikamaru la guardò severamente.
"è per Kankuro?"
-...ma se proprio vuoi partire
subito...- continuò lei abbassando lo sguardo. "è per non incontrare
Temari davanti a me?"
-no, hai ragione tu.- concluse
Shikamaru, che non voleva si rattristasse.
-ma guarda chi si vede!!!-
si voltarono e videro Temari
venirgli incontro. Kankuro la abbracciò. Era da mesi che non si vedevano.
-ciao nee-san!-
-bentornato!!! e voi che ci fate
quì? che ti sei fatto al braccio, stupido incapace!- il saluto della sorella
terminò con una ventagliata scherzosa al ragazzo.
-ciao Temari, gli abbiamo fatto da
scorta.- rispose Shikamaru.
-vi fermate quì?-
-si, per oggi. Poi vedremo.-
Ino guardò prima l'uno e poi
l'altro, per poi lanciare un'occhiata a Choji e scoprire che la stava fissando
attentamente. La ragazza non sopportava il rapporto che si era creato tra quei
due, e faticava a nasconderlo, Choji lo sapeva bene, e pregò che non succedesse
nulla di irrimediabile in quella breve permanenza.
Oltre a lui anche Temari e Gaara
avevano notato quel gioco di sguardi, la prima afferrando la situazione al
volo, il secondo un pò confuso. Sapeva solo che la biondina aveva fissato sua
sorella con rabbia, eppure lei sembrava quasi divertita.
"forse certe cose non le capirò
mai... o forse sono loro strane." pensò il rosso.
Quando dovettero scortarli nelle
camere si divisero i compiti. Kankuro accompagnò Shikamaru, Temari accompagnò
Ino, ed infine Gaara pensò a Choji.
-cosa provi tu per Ino?- Shikamaru
aveva fatto questa domanda di getto, inizialmente voleva solo pensarla, ma le
parole dell'altro lo avevano indotto a parlare senza rendersene conto. Kankuro
si fermò di scatto e si voltò per guardarlo faccia a faccia.
-... ti piacerebbe saperlo eh?-
-che cosa?!!-
-comunque sia, a meno che non ti
dichiari e vi mettete assieme... beh, non hai nessun diritto su di lei,
qualunque cosa faccia.- terminò Kankuro per poi fare qualche passo e spalancare
una porta. -questa è la stanza. ciao ciao...-
"chissà se magari così si
sveglia... spero di non aver esagerato!" pensò Kankuro.
Ino e Temari camminavano fianco a
fianco, ed Ino non aveva ancora detto una parola. Temari cercava di non
scoppiare a ridere, per evitare problemi.
-quindi tu sei Ino, vero?
finalmente... Shikamaru non fa che parlare di te...-
il cuore di Ino le balzò in petto.
-davvero?-
-già.-
-immagino ne parli male...- sospirò
lei, e Temari rise.
-a volte si, ma lo fa con un tono
da: guarda che ha combinato la mia piccola Ino!- le disse, e lei arrossì
all'inverosimile.
-ma... non ti da fastidio?-
-e perchè dovrebbe?-
"più usa questo tono di
sufficienza e più la odio.. eppure la bacerei per quello che mi ha appena
detto!" pensò Ino.
-ma questa casa è enorme!!! mi
perderò sicuramente!!!- esclamò Choji dall'altra parte del palazzo.
-... hai bisogno di qualcuno che ti
accompagni a dormire?-
-naa, scherzavo!!-
-...-
-a proposito, non preoccuparti per
tua sorella a Temari, sanno badare a se stesse!-
-cosa ti fa pensare che mi
preoccupi? piuttosto non le capisco.-
-le donne sono sempre
incomprensibili... però credo abbia a che fare tutto con la gelosia.-
-gelosia di che?- chiese Gaara,
domandandosi come e perchè fossero arrivati ad un discorso tanto inutile.
-Ino è gelosa di tua sorella. Ma a
giudicare dall'aria di tua sorella, non ce n'è motivo. E Shikamaru è geloso di
tuo fratello, anche in questo caso però si sta solo complicando la vita.-
-... tu fai spesso il finto tonto
vero?-
-già. Così si scoprono molte più
cose.-
-... effettivamente si.-
Tutti e tre disfarono le valigie
nelle loro stanze, per poi uscire ognuno per conto suo a Suna. Tranne Choji che
Gaara aveva ingenuamente invitato a servirsi da solo nelle cucine, e Gaara
stesso che stava sbrigando faccende burocratiche.
Temari aveva convinto Shikamaru a
farsi un giro nella periferia, mentre Kankuro aveva accompagnato Ino a fare
spese in centro, ed erano rimasti fuori fino all'ora di pranzo.
-che fame!!!- esclamò Kankuro
rientrando,e trascinando con se
quattro buste con le compere di Ino.
-non credo troverai nulla da mangiare...Choji
è stato lasciato solo quì...- disse Ino
-oh no.-
-ragazzi, il frigo è vuoto...-
annunciò Temari dalla cucina.
-oh NO.- fece Kankuro disperato.
quando i due arrivarono in cucina
trovarono Temari alle prese con del ramen pronto, e Shikamaru seduto su una
sedia con la testa tra le mani.
-... non per dire, ma Choji e TUO
fratello stanno mangiando dolci nel soggiorno...- disse il ragazzo a Kankuro.
-e a noi non hanno lasciato nulla...
non so come abbia fatto a trascinare Gaara...- si lamentò Temari
-ma questo è terribile! oltre che
assurdo!!!- proruppe Kankuro, poggiando le buste su di una poltrona.
-e tutta quella roba?- chiese la
sorella.
-mia.- disse semplicemente Ino.
-però! grandi spese, eh? piacerebbe
anche a me andare a fare shopping, ma alla lunga da sola lo trovo
deprimente...-
-...se vuoi possiamo andare insieme
stasera...- propose Ino titubante. "AAAAAAH!!!! MA CHE FACCIO?!!"
pensò subito.
"AAAAAAH! MA CHE FA?!!"
pensarono contemporaneamente Kankuro e Shikamaru, che aveva sempre pensato che
Ino la odiasse.
-davvero? si, mi farebbe piacere!-
-siamo d'accordo allora.-
Choji apparve dal soggiorno e guardo
Kankuro sorpreso, poi cerco di ridarsi un tono e chiese:
-c'è altro da mangiare? Gaara
vorrebbe patatine...-
-HAI ANCHE IL CORAGGIO DI CHIEDERE
ALTRO CIBO?!!- strillò Ino.
-GAARA! NON SI MANGIA IN QUESTO
MODO, TI FA MALE!!!- lo sgridò la sorella.
un mugugno incomprensibile fu la sua
risposta dal soggiorno.
-COSA?!!-
altro mugugno.
-... si preannuncia un lungo
pranzo... Temari invece che urlare contro tuo fratello, ti consiglierei di
controllare il ramen, che sta andando a fuoco.- sbuffò Shikamaru.
-visto che ora come ora sei più
vicino tu, potevi anche alzarti!- rispose lei tornando di corsa alla sua
postazione.
"sembrano marito e moglie..."
pensò Ino tristemente. Kankuro notò l'ombra di tristezza che le calava sul viso
e chiamò a gran voce il fratello.
-e dai!! più siamo e meglio è!!!-
sperava così di tenere Ino occupata. Avrebbe proprio dovuto fare due
chiacchiere con la sorella quella sera.
Il pranzo non fu terribile come
Shikamaru aveva immaginato, perchè Choji non la smetteva più di parlare a
Kankuro delle differenze tra le specialità culinarie di Konoha e quelle di
Suna, quest'ultimo cercava di sfuggirgli, per rivolgere la sua attenzione alla
sorella, che stava letteralmente massacrando vivo il fratello per essersi fatto
una scorpacciata di dolci in compagnia, il quale la ignorava. Tutto sommato era
una scena divertente, e Shikamaru ed Ino sorridevano divertiti, pur non
partecipando attivamente. L'una troppo impegnata a sezionare il cibo che aveva
sul piatto persa nei propri pensieri, da cui riemergeva solo ogni tanto per
ascoltare qualche battuta di Kankuro o qualche minaccia di Temari in risposta
alla battuta se era troppo stupida, l'altro troppo occupato a guardare di
nascosto la compagna di squadra per capire perchè fosse così silenziosa e
sopratutto perchè sembrasse così triste anche quando sorrideva.
[a differenza tua che guardi le
nuvole e ti perdi l'azzurro intorno a loro!]
questa era stata la frase che Choji
gli aveva rivolto solo due giorni prima. Ma che significava?
"vuol dire che mi soffermo sui
particolari e non vedo l'insieme? come ora, che vedo Ino triste ma non capisco
perchè? oppure che non riesco a notare le cose più ovvie? ma quali?" si
tormentava Shikamaru.
-Gaara mi ascolti?-
-Temari, ti prego, mi pento e mi
piange il cuore per aver mangiato il pranzo senza di voi, è stato un errore
terribile, che pregiudicherà la mia esistenza, me ne rendo conto, ma imploro il
tuo perdono...-
-non sfottere!-
-Gaara comportati da uomo come
faccio io e riconosci i tuoi errori...- disse Kankuro beffardo.
-uomo come te? ma se tu rubi i
trucchi a Temari...- lo schernì lui.
-IO NON RUBO I TRUCCHI A TEMARI! TU
LE RUBERAI L'EYELINER PIUTTOSTO!-
-il che?-
-vuol dire la matita per gli
occhi...- spiegò pazientemente Ino che era uscita fuori dalle sue riflessioni
all'urlo di Kankuro.
-perchè Kankuro sa cos'è?- chiese
Shikamaru.
-già, perchè sai... IO NON LO USO! BASTA
CON QUESTA STORIA!!! QUESTE SONO OCCHIAIE!!!! NON HO DORMITO PER QUINDICI ANNI,
VA BENE? MA NON MI TRUCCO IO STUPIDO ESSERE INSIGNIFICANTE CHE SI CREDE MIO
FRATELLO!!!-
-lo conosco perchè Temari lo chiama
sempre così, ed il fatto che te la prendi vuol dire che ho fatto centro...-
-NO!-
-SI!-
-NO!-
-SI!-
-BASTA!!!- li interruppe Temari.
Sarebbero andati avanti all'infinito altrimenti.
Ino e Choji ridevano senza ritegno,
mentre Shikamaru tentava di trattenersi senza successo.
-Temari non essere gelosa solo
perchè Gaara vuole più bene a me...- la provocò Kankuro, lasciando il fratello
minore di sasso.
-non sono gelosa, mi fate venire il
mal di testa...E COMUNQUE LA PREFERITA
SONO IO!-
-CHE COSA? IO SONO IL SUO
NII-SAN!!!-
-E IO LA SORELLA MAGGIORE CHE SI
OCCUPA SEMPRE DI LUI MENTRE IL NII-SAN SI TRUCCA E GIOCA CON LE
BAMBOLE!-
-TANTO CI SEI TU A FARE L'UOMO!-
-DI QUELLO CHE TI PARE, LA PREFERITA
DI GAARA SONO IO!-
-TI PIACEREBBE!!!-
Gaara guardava l'uno e l'altro a
bocca aperta, mentre gli altri dovevano asciugarsi le lacrime dal troppo
ridere. L'espressione del ragazzo era incomparabile.
-ti... consiglio di scappare...-
riuscì a dirgli Shikamaru, vedendo come si mettevano le cose.
-e perchè?- chiese Gaara.
-GAARA LA TUA PREFERITA SONO IO
VERO? IO TI AIUTO COI COMPITI DI KAZEKAGE!-
-NO IO!!! IO CUCINO PER TE!!! VERO
GAARA?-
Gaara capì cosa intendeva Shikamaru.
Finse di essere sul punto di rispondere, per poi imboccare la porta a tutta
velocità, tra le urla dei fratelli.
Quel pomeriggio Temari ed Ino
andarono a fare compere, mentre gli altri avevano trovato altre occupazioni,
Kankuro rammendava i vestiti alle marionette, Gaara sbrigava i suoi compiti di
Kazekage, Choji mangiava ancora e Shikamaru guardava il cielo sul tetto.
Le due ragazze fecero almeno dieci
volte il giro di Suna in cerca di un negozio che Ino aveva trovato la mattina,
e che a quanto pare neppure Temari conosceva, per poi trovarlo vicinissimo al
palazzo. Infine andarono a fare merenda in un bar, e si sedettero ad un
tavolino all'angolo della stanza.
Ino osservò la giovane donna davanti
a lei. "fisicamente è perfetta, non c'è che dire... ed è anche simpatica a
quel che ho visto, ed intelligente e acuta... maledizione..."
Temari si accorse del suo sguardo e
smise di sorseggiare il proprio caffè.
-Vuoi chiedermi qualcosa?-
Ino si fece coraggio.
-Oggi hai detto che non ti da
fastidio... ecco... il modo in cui... ecco... Shikamaru parla di me...
significa che non ti piace? nel senso...-
-si ho capito in che senso. Beh
Shikamaru è sicuramente un bel ragazzo... è molto intelligente ed interessante,
ed ha un sarcasmo invidiabile. Però non ti nascondo che non è il mio tipo. Non
riesco a vederlo in altro modo se non mio amico, anche perchè è più piccolo. A
me piacciono gli uomini più grandi... lui non lo considero neppure in questo
senso.- le spiegò Temari. Ino sospirò di sollievo.
-ah ah... a quanto vedo la tua
domanda non era priva di doppi fini...-
-come?!!-
-non fare l'ingenua, mi hai
capito... ma scusa se ti piace perchè non glielo dici?-
-ecco... lui non mi vuole... me l'ha
anche detto...-
A Temari quasi scivolò la tazzina di
mano.
-stai scherzando? non è che hai
frainteso?- le chiese sbalordita.
-no no... ha detto che non c'era
nulla di personale...-
-scusa, temo di essermi persa
l'inizio del racconto...- la interruppe lei.
Ino, sempre più depressa gli
raccontò del bacio, e delle spiegazioni che le aveva dato lui, e Temari si
passò una mano sulla fronte.
-e poi non sono neppure sicura di
amarlo... insomma non sono riuscita a rispondere al bacio... e poi...-
-ma che c'entra scusa?!! e poi le
sue spiegazioni non mi convincono... aaah ma se lo prendo!-
-ti prego non dirgli nulla!- la
supplicò Ino. Temari inarcò le sopracciglia, poi si arrese e annuì.
"tanto lo becco, tanto lo becco
da qualche parte e gli faccio il..."
-Temari?- la chiamò Ino dalla porta.
-eh si? scusa mi ero un'attimo
distratta...-
-andiamo dai!-
Arrivò così anche la sera, e Temari
raggiunse Shikamaru che si era assopito sul tetto, chiedendogli di fare un giro
con lei.
-allora, che mi dici?- gli chiese,
mentre oltrepassavano il giardino.
-riguardo cosa?- chiese annoiato
lui.
-Shikamaru... siamo usciti anche
stamattina... abbiamo parlato di me... poi delle tue missioni... di quanto
Kankuro sia fastidiosamente ironico, di quanto Choji si lasci prendere dalle
soap... e nient'altro.-
-ah.-
-già, ah. Niente ragazza bionda di
cui mi parli sempre!-
-IO... io non te ne parlo sempre...-
disse Shikamaru, riprendendo il suo tono impassibile.
-me ne parli SEMPRE e con gli occhi
che luccicano invece...-
-Temari, se proprio devi drogarti,
la roba comprala buona...- replicò lui.
-e continui a fare finta... mi
spieghi perchè non ti dichiari una buona volta?-
-ma insomma! cos'è 'sta fissa che
avete tutti ora? e se vi sbagliaste e non l'amassi?- chiese lui seccato.
-piantala!!! cerchi sempre di fare
il grand'uomo, ma quando parli di lei ti scaldi subito oppure ti sciogli! come
ora!-
-a puro titolo informativo, anche se
mi dichiarassi, lei non ricambierebbe! e sempre a titolo informativo l'ho anche
baciata, ma lei non ha reagito, e mi ha fatto capire che non le interesso! come
minimo le piace tuo fratello!!!- esplose lui.
-ne sei sicuro? e tu le hai parlato
sul serio dopo o sei corso subito ai ripari tirandoti indietro?-
Shikamaru ammutolì.
-ecco, appunto.- disse lei, non più
tanto convinta. Ino stessa era confusa, forse non doveva spingere l'amico in un
rapporto poco sicuro che lo avrebbe fatto soffrire.
Quando tornò dagli altri scoprì che
c'erano solo i suoi fratelli. Ino non aveva fame ed era andata a farsi un giro,
Choji aveva fatto indigestione, vista l'immensità delle cucine del palazzo e la
sua golosità senza limiti.
Si sedette a tavola coi fratelli,
che se ne stavano in silenzio a pensare, e non disse nulla.
-Temari non è da te stare in
silenzio...- notò Kankuro.
-si tratta dei nostri ospiti?-
chiese Gaara.
-già... quei due si stanno
complicando la vita all'inverosimile... lui ama lei, e lei ama lui. Solo che
lei è confusa, e lui l'ha preso per un rifiuto. Ma si può essere più avventati?
già la poveraccia stava male di suo... lo sapevo... gli uomini...-
-grazie sorella...- dissero insieme
Kankuro e Gaara.
-voi non siete uomini, siete i miei
fratelli.- disse lei.
-ah.- fecero entrambi, che non
sapevano bene come prendere quest'affermazione.
-non credo che dovremmo
intrometterci ma... ci siamo già in mezzo. Almeno io e te Kankuro.-
-datemi cinque minuti...- disse il
ragazzo alzandosi da tavola ed uscendo dalla sala.
Temari e Gaara si guardarono.
-la vedo male...-
-malissimo.-
Ino stava sul tetto del palazzo, e
ammirava il tramonto. Alle sue spalle arrivò Kankuro.
-ancora preoccupata?-
-mh...-
-e non sei sicura dei tuoi
sentimenti...-
-mh...-
-perchè non hai reagito al bacio.-
-e non credo di essere timida. Non
io. e comunque...-
-...e comunque lui ti ha detto che
non se ne fa nulla...-
-esatto...-
-so che ti può sembrare un ipotesi
assurda, ai confini della realtà, ma...-
Ino si volse a guardare Kankuro.
-e se per caso, dico per caso perchè
è davvero incredibile, lui temesse che sia tu a non volerlo proprio per la
storia del bacio, e perchè noi due andiamo tanto d'accordo?-
La ragazza lo guardo senza fiatare,
per poi arrossire e cominciare a rigirare i propri capelli.
-ma noi d-due siamo solo amici! ci
c-conosciamo da poco, come... COME CAVOLO POTREBBE ESSERE COSì OTTUSO?!!- l'
Ino balbettante era sparita per lasciare posto ad una furiosa.
-non prendertela con me...-
-non credo sia così... e poi
insomma...-
-Ino...- fece serio Kankuro,
avvicinandosi a lei. Ino smise di giocherellare coi capelli e lo guardò. Era
davvero molto più alto di lei, e muscoloso. La sua figura spariva letteralmente
accanto alla sua. Prima che Ino potesse chiedergli che avesse, Kankuro si chinò
su di lei e le diede un bacio sulle labbra.
La mano di Ino scattò prima che lei
potesse rendersene conto, impulsiva all'estremo come sempre, per andare a
graffiare il viso del ragazzo che si era spostato appena in tempo per evitare
lo schiaffo, ma non abbastanza per le unghie.
-oplà... ecco, questo è il tuo modo
di reagire quando qualcuno che non ti interessa ti bacia. Sei talmente
istintiva che il tuo corpo reagisce da solo!- le disse sorridendo, e
sfiorandosi il graffio. Ino non riuscì ad articolare suono, ed il ragazzo si
voltò verso la porta che dava all'interno. -ora sai!- aggiunse.
-SCUSA!- gli urlò Ino.
lui si voltò e le sorrise. -
tranquilla, se fossi innamorato di te non ti lascerei a lui! divertiti!- poi
uscì.
Ino si appoggiò alla recinzione.
Restò lì qualche minuto per recuperare la calma. Poi si decise a scendere.
Quando Kankuro rientrò in cucina
trovò i fratelli ad attenderlo, fingendo di giocare a carte con grande
partecipazione.
Gaara fissò prima il graffio e poi
gli occhi del fratello.
-che hai fatto? l'hai baciata?-
scherzò Temari.
-....-
Temari e Gaara si guardarono.
-IMBECILLE!!!-
-era per una buona causa o ne hai
approfittato per baciare una ragazza che trovi bella?- gli chiese invece Gaara.
-tutte e due naturalmente. - disse
lui come se nulla fosse.
-ci avrei scommesso...-
-e che cavolo pensavi di
risolvere?!!- chiese sua sorella cercando di non urlare ancora.
-tutto. Vedrai.- rispose lui con
sicurezza.
Videro passare di sfuggita la lunga
chioma bionda di Ino dalla porta.
-... wow...- riuscì a dire Temari.
-Kankuro sei meno idiota di quanto
pensassi...- commentò Gaara.
-... penso che lo prenderò per un
complimento... a te non dispiace vero, nee-san?-
-per Shikamaru? ma no... come ho
detto ad Ino è troppo piccolo... se proprio dovesse scegliere uno più piccolo,
quello ad avermi maggiormente colpita a Konoha... era Sasuke, ma ormai...-
A Gaara caddero le carte di mano.
-dimmi che non dici sul serio...-
disse Kankuro.
-ma è carino!!!- si difese lei.
-adesso... io chiudo gli occhi... e
quando li riapro, avrò rimosso questa conversazione e fingeremo che tu non
abbia detto nulla, va bene?- chiese Gaara ad occhi chiusi.
-si, va bene.- gli rispose lei, e
quando lui riaprì gli occhi, rifece il mazzo di carte.
-una partita a poker?- propose.
Shikamaru fumava una sigaretta in
camera sua. Rifletteva su ciò che le aveva detto Temari poco prima,
effettivamente aveva dato per scontato che Ino reagisse subito, ma non aveva
pensato al fatto che Ino si era sempre mostrata diversa. A detta sua
"portava una maschera".
In pochi giorni però aveva
cominciato a conoscere la vera Ino.
[... ormai sono così. Vanitosa, egoista,
superficiale, persino oca. Lo sono davvero e non posso cambiare.]
"non era vero e glielo volevo
dimostrare..."
[Pensavo di levarmi la maschera
prima o poi, ma è diventata la mia faccia]
"una maschera già... e se
usasse una maschera anche con me? se non volesse mostrarmi che le piaccio? no,
questo no... perchè dovrebbe?"
[io… ho sempre paura… perché tutte
le volte che mi affeziono a qualcuno, questo qualcuno se ne va…]
"anche io stavo per fare lo stesso...
ma le rimarrò accanto, in qualunque modo lei mi consideri..."
Gli parve di aver scordato qualcosa
di importante, qualcosa che le aveva detto quello stesso giorno
[dai Ino, non è da te fare la
timida… vieni qui.]
si bloccò.
Ino...
...timida?
Ino Yamanaka?
possibile?
[pensavo di levarmi la maschera
prima o poi]
[non è da te fare la timida]
[pensavo di levarmi la maschera prima
o poi]
[non è da te fare la timida]
"sono un grandissimo
idiota!!!"
Shikamaru saltò giù dal davanzale,
la sigaretta gli cadde di bocca ma non vi badò, colto dallo stesso istinto che
l'aveva portato giorni prima a correre dalla cucina fino all'entrata di casa
sua, per dirle dei suoi sentimenti, e che era stato soffocato dall'imbarazzo.
"devo sapere la verità!"
pensò, e spalancò la porta, trovandosi quasi addosso Ino che in quel momento
apriva.
La ragazza sobbalzò, gli era quasi
finita tra le braccia, ed entrambi arrossirono. Di nuovo Shikamaru si trovò
bloccato dall'imbarazzo.
-Ino, che cosa...?-
-devo farti una domanda.- disse lei
decisa.
-spara.-
-sei innamorato di Temari?- gli
chiese tutto d'un fiato
Se avesse parlato appena più
velocemente Shikamaru si sarebbe potuto illudere di aver capito male, ma non fu
così. Riuscì a dire soltanto:
-eeeeh???-
prima di bloccarsi del tutto.
-perchè a me... il nostro...
bacio... non è dispiaciuto.- riuscì a dire lei, forse solo perchè ancora
stordita per via di Kankuro. Un'attimo dopo infatti già non poteva credere a
quello che aveva detto, e pensò che doveva trovare un modo per rimediare prima
che fosse troppo tardi. Shikamaru però aveva già chiuso la porta alle sue
spalle, restando dritto davanti a lei e spingendola contro di essa. Il ragazzo
la guardò dolcemente, per poi avvicinarsi piano a lei, come nel loro primo
bacio. Questa volta però Ino, cercando di non ascoltare i battiti esagerati del
proprio cuore, gli circondò il collo con le proprie braccia e lo attirò a se.
Questa volta il bacio non si fermò alle sole labbra, ma si approfondì.
Shikamaru sentì le mani di Ino tremare leggermente sulla propria nuca.
[io… ho sempre paura… perché tutte
le volte che mi affeziono a qualcuno, questo qualcuno se ne va…]
La abbracciò tenendola accanto a se,
per tranquillizzarla, mentre sentiva la mente liberarsi da ogni pensiero.
"ti insegnerò io a fidarti
delle persone, Ino. E a non aver paura. Ora anche io comincio a vedere
l'azzurro."
Ino si sentì scaldare da
quell'abbraccio così tenero ed inaspettato, e le sue preoccupazioni svanirono.
"mi fido di te. Più di chiunque
altro."
Ormai esistevano solo loro due, ad
entrambi non serviva nient'altro.
e rieccomi a voi gente!!! visto? niente TemarixShika (meglio la morte) e
quasi niente KankuroxIno... non ci sarà nulla tra loro perchè fondamentalmente
quei due non possono essere combinati con altri!!! ah il riferimento di Temari
a Sasuke è nato dal fatto che rileggevo il manga, ed effettivamente lei lo
trova moooolto carino! tanti saluti a tutti e commentate!!! ah se mi ci
vogliono un paio di giorni per aggiornare è perchè mi aspettano giorni tremendi
a scuola e sono indietrissimo!! ma faccio il più presto possibile!!!! al
prossimo capitolo!!
p.s. Kankuro senza trucco io lo trovo carino!!! è solo un Gaara più
grande e muscoloso!! XDD
Capitolo 7 *** ritorno a Konoha. L'attacco a sorpresa. ***
questo capitolo è lunghissimo
questo
capitolo è lunghissimo!!!!! pauroso!! e vabbè accontentatevi... mi dispiace se
vi sembrerò perfida alla fine... ma non ne posso fare a meno!! leggete!!!!
quando si allontanarono ancora l'uno
dall'altra per riprendere fiato, Ino non osò sollevare il viso verso di lui,
limitandosi ad alzare gli occhi cercando di non farsi notare. Shikamaru doveva
trattenersi dal respirare affannosamente, e cercava di mostrarsi calmo e
controllato, i pensieri nella sua mente che sembravano scomparsi fino a poco
prima si scontravano frenetici generandone altri. Poi si accorse dello sguardo
di Ino su di si e abbassò appena il capo. Ammirò le sue guance rosse e gli
occhi luminosi, le labbra ancora mezzo dischiuse per recuperare ossigeno dopo
quel lungo bacio. Le sorrise, mai avrebbe pensato di poter trovare così bella
una donna, era come se stesse osservando il suo adorato cielo, non vi era nulla
di imperfetto.
-staremo... facendo la cosa giusta?-
azzardò Ino.
-tu non lo credi?- le rispose sereno
lui, tenendola ancora stretta a se.
-io si. Ma tu? perchè mi hai... mi
hai baciata?-
lui la guardò sorpreso:
-come perchè?-
Ino si allontanò di qualche passo da
lui, mentre Shikamaru si appoggiava alla colonnina del letto a baldacchino e
incrociava le braccia.
-voglio dire... se è perchè ti ho
detto che il bacio non mi spiaceva e non mi vuoi offendere...- fu interrotta
dal ragazzo, che allibito quasi urlò:
-Ino, ma che offendere, se ti ho
baciato è perchè desideravo farlo!-
ci fu un momento di silenzio in cui
ad entrambi parve che la temperatura nella stanza si stesse alzando di parecchi
gradi.
-quindi... a te Temari non piace?-
chiese poi Ino, riavvicinandosi a lui timidamente.
Shikamaru riabbassò le braccia, e
fece un passo avanti.
-ma chi ti mette in testa queste idee...
piuttosto a te non piace Kankuro?-
La ragazza arrossì di botto
"allora Kankuro aveva ragione, Shikamaru pensava questo!"
-ma che dici!!! mi sei sempre
piaciuto tu!! se non ci credi chiedi a Temari o a Sakura!!!- si difese lei.
-a loro? ma l'hai detto anche a
loro? a Temari?!! da quanto tempo sai che ti piaccio??- le chiese lui senza
riuscire a nascondere lo stupore
Ino arrossì ancora di più e abbasso
il viso imbarazzata, ma Shikamaru glielo prese tra le mani e lo sollevò
avvicinandolo al suo.
-quindi, ci sono problemi?- le
chiese ancora, sperando che lei rispondesse subito per poterla baciare ancora.
-nessun problema...- rispose lei
dolcemente. Non aveva mai usato quel tono con lui prima, ed il ragazzo fremette
prima di baciarla ancora.
"quanto mi piace... ora capisco
mio padre..." pensò Shikamaru, prima di abbandonarsi del tutto al bacio.
Restarono così ancora per un pò, e
anche dopo, quando non si baciavano ormai più, si erano seduti sul letto e lui
la stringeva tra le braccia, appoggiando il mento sulla sua testa.
-non mi sembri tranquilla...- le
disse lui dopo un pò.
-non è nulla...-
-dai Ino. Lo so, ma non devi
preoccupartene, io non me ne vado.-
la ragazza sussultò fra le sue
braccia.
-ricordi tutto quello che ti dico?-
-quasi. io sono un genio.-
scoppiarono a ridere.
-bel genio del cavolo! perchè non mi
hai detto subito che ti piacevo quando mi hai baciata? perchè hai detto che non
c'era nulla di personale?-
lui arrossì.
-ecco... pensavo... non pensavo.-
concluse.
Ino ridacchiò.
-complimenti "genio"!-
-insomma, ero quasi convinto che ti
piacesse Kankuro, e poi tu non mi hai certo incoraggiato!-
-cheee????? ma sei scemo???!!! e che
dovevo fare, mettere i cartelli? tu mi hai baciata ed io mi aspettavo che
dicessi qualcosa, invece mi hai ignorata!-
-...lo sai che tutte le volte che
dici la parola "baciata" arrossisci di più?-
-anche tu.- rispose imbronciata,
colpendolo ad un fianco con due dita. Il ragazzo quasi saltò giù dal letto.
ci fu un altro momento di silenzio.
-tu...-
-no.-
un sorriso malvagio apparve sul
volto di Ino.
-...tu soffri il solletico?-
Shikamaru decise che era inutile
ribattere, e tentò di alzarsi, ma era troppo tardi. Ino lo aveva già spinto giù
e aveva cominciato a fargli il solletico.
-INO! NO!!! HA HA HA HA HA HA!!!-
le risate e le grida dei due furono
udibili persino in cucina, dove Gaara stava clamorosamente vincendo tutto,
mentre le pile di biscotti e dolcetti si accumulavano sul suo lato.
-lo starà violentando?- fece
Kankuro.
-non riderebbe.- rispose la sorella
mettendo giù le carte.
-che fai ti arrendi?-
-contro Gaara non si può fare
nulla...- sbuffò lei, passandogli i suoi ultimi biscotti alla crema e al
cioccolato.
-ti arrendi anche tu Kankuro?-
chiese il giovane kazekage.
-... mi sa proprio di si...-
-bene. Allora i tuoi biscotti sono
tutti miei!!!-
i due lo guardarono sconvolti.
-lecca-lecca. buono.- concluse lui
serio, prendendone uno in mano e scartandolo. Poi mise il lecca lecca in bocca
per intero come un bambino e guardò i fratelli di sottecchi. Temari aveva un
espressione di pura adorazione sul volto e Kankuro sembrava quasi commosso.
Forse perchè una volta tanto il loro fratellino minore sembrava un
"fratellino minore".
"ma sono scemi?" penso
Gaara, prima di afferrare un paio di biscotti e di caramelle dalla sua
postazione, e porgerli a loro senza dire una parola. Temari fu la prima a
prenderli.
-grazie.-
Kankuro si fece coraggio, forse era
la volta buona.
-grazie nii-kun.-
ad un occhio che non fosse quello
dei suoi fratelli poteva sembrare che non avesse reagito, ma Gaara spalancò
appena gli occhi, prima di tornare impassibile. Scrollò la mano con i dolci, e
suo fratello finalmente li prese.
Ed in quel momento le risate allegre
di Shikamaru ed Ino che invadevano la cucina non sembrarono più così fuori
posto.
-sme-smettila Ino!!!- cercava di
dire Shikamaru, ormai steso sotto di lei e totalmente succube.
-ammetti che non sei un genio? eh?-
lo prese in giro lei, senza smettere di fargli il solletico.
-SI!! SI!!-
le mani di Ino si fermarono sulla
maglia del ragazzo. Strinsero la stoffa e la tirarono a se.
-ora so il tuo punto debole.- gli
sorrise, prima di baciarlo ancora. La mente di Shikamaru si spense per i
successivi tre minuti, quando lei si staccò di nuovo da lui.
-vero?- chiese lei.
-cosa?- chiese lui tentando di
riprendersi.
-che so il tuo punto debole.-
-quale punto debole?- chiese ancora.
Ino scoppiò a ridere, rovesciandosi
su un fianco senza riuscire a contenersi, sotto lo sguardo del ragazzo che non
capiva che stesse succedendo.
Quando le risate furono esaurite Ino
si asciugò le lacrime che erano apparse ai bordi dei suoi occhi, e guardo fuori
dalla finestra il cielo stellato. Li a Suna si vedevano più stelle che a
Konoha.
A quel pensiero si mise a sedere.
"domani si riparte per
Konoha... ed una volta lì, Shika continuerà ad essere così?" si chiese
preoccupata.
Il ragazzo si risollevò, anche lui
stava ancora supino.
-bel cielo, vero?-
-posso restare con te stanotte?-
chiese innocentemente lei. Sentiva il bisogno di averlo accanto a se
fisicamente.
Si voltò verso il ragazzo, e lo vide
arrossire, ed arrossire. Ed arrossire. Tentare infine di parlare dopo aver
preso un respiro profondo. Solo allora Ino capì il perchè di quella reazione
che le sembrava incomprensibile.
-PER DORMIRE!!!-
"MA TI SEMBRA MODO DI
CHIEDERLO?" urlò lui mentalmente.
-certo. certo che puoi restare.-
-pervertito.- aggiunse lei.
-non sono un pervertito! non mi
chiamo Jiraya, io!-
-che ne sai che Jiraya-sama non
abbia cominciato così?-
Lui restò a bocca aperta.
-vado a mettermi un pigiama, Temari
ha detto che l'escursione termica è pazzesca quì. Mettiti qualcosa di pesante
anche tu.-
-si mamma.- rispose lui beccandosi
un'occhiataccia.
Improvvisamente Ino si bloccò alla
porta e tornò indietro, sedendosi davanti a lui. La guardò stupito. "e
adesso?"
-ma tu... - cominciò, mentre il viso
le si colorava di un rosso acceso. - stai pensando già a... vuoi già... hai
capito, no?-
-... non per deluderti ma... no.-
-farlo...?-
-fare che? ...ah!!!- ora fu il torno
di Shikamaru di imbarazzarsi, ed infatti si senti avvampare. Poi notò
l'occhiata vagamente preoccupata della ragazza e capì cosa doveva dire.
-solo quando vorrai tu.- .
-sicuro sicuro?-
-ma certo, Ino! sei impazzita?!-
Ino annuì più tranquilla. Stava per
rialzarsi quando ripiombò davanti a lui, facendolo sobbalzare.
-Ino, un infarto alla volta,
grazie.-
-Se Choji chiede che è successo,
glielo dirai?-
-perchè? non vuoi?-
-no, tu non vuoi.-
-come io non voglio?-
-non era un' affermazione, era una
domanda.-
-EEEH????!!!-
-ok. Piano. Volevo sapere se
preferisci che la cosa rimanga tra noi. Io non sono brava a tenere la bocca
chiusa quindi vorrei saperlo prima, per prepararmi.-
-Ma perchè non dovrei volere?-
-OH! andiamo!!!- la ragazza gli
diede una spinta, e dovette reggersi al materasso per non cadere.
-cosa...???-
-tu sei quello che fa sempre il
misogino, sempre lì...-
Ino si alzò in piedi e parlò
abbassando il tono di voce, muovendosi con le mani infilate in tasche
immaginarie. -le donne, tsk! io non le capisco! le donne sono inferiori!-
Shikamaru la guardò a bocca aperta
per la seconda volta in quella sera. Aveva capito che quella era una sua buffa
imitazione, e dovette trattenersi dal ridere. Appena Ino gli passò affianco la
afferrò per un braccio, tirandola a se.
-Lo ammetto, sono un cretino. Ma non
devi pensare mai, mai, per nessun motivo, che io possa vergognarmi di stare con
te.- le disse dolce, e la ragazza gli regalò uno dei suoi sorrisi migliori,
prima di separarsi ancora da lui.
-allora a Konoha non cambierà
nulla?-
-no. Noi siamo sempre noi.-
Sorrise di nuovo. Era visibilmente
più tranquilla.
-ci conto eh.- lo ammonì, prima di
uscire dalla stanza.
"che stupida... e dire che per
come vanno le cose, in teoria sarebbe lei a doversi vergognare di stare con uno
sfigato... ma guarda te..."
Quella mattina quando Temari bussò
alla porta Shikamaru ci mise qualche secondo a ricordare dove fosse, per poi
rispondere con un grugnito di disapprovazione. Il sole era appena sorto.
-Me l'hai chiesto tu di svegliarti a
quest'ora. Quindi non rompere, altrimenti...- lo minacciò lei dal corridoio.
Kankuro passò accanto a lei.
-il letto di Ino non è stato usato.-
sussurrò il ragazzo, che doveva appunto svegliarla.
"aaaah.. quanto lo
sfotterò.." pensò lei soddisfatta.
-Se tu ed Ino fate colazione ci
trovate in cucina, a dopo.-
Shikamaru si immobilizzò.
"se tu ed INO?!"
Guardò accanto a se e vide la
ragazza addormentata sull'altra sponda del letto. "...e Temari come cavolo
fa a saperlo?"
Allungò una mano per accarezzarle i
capelli sciolti, e la ragazza sorrise nel sonno, abbracciando di più il
cuscino.
-Ino?- la chiamò piano.
-Shika...- mormorò lei.
-dobbiamo alzarci...- le disse
dolcemente. Poi si accorse che dormiva ancora, e che lo aveva chiamato nel sonno.
Sorrise e si spostò su di lei per darle un bacio sulla guancia; la ragazza
strinse un pò gli occhi e poi li aprì lentamente, mentre un sorriso si faceva
largo sul suo viso.
-che bel risveglio...- disse con
tono soddisfatto. Shikamaru arrossì "acc... che situazione... mi sono del
tutto rincoglionito. Grande. Però non è così male... nooo!!!!!! come non è così
male?!! non devo lasciarmi vincere da tutto questo! io sono..."
-buongiorno anche a te!- aggiunse
poi sorridendogli.
"...io sono... cosa stavo pensando?
oh no di nuovo!"
Mentre Shikamaru tentava di
recuperare quel che restava del suo intelletto, Ino si era alzata buttando via
la coperta.
-porcaccia la miseria che caldo! si
vede che siamo nel deserto!- e dopo queste soavi parole era uscita di corsa
sbattendo la porta, senza degnare di uno sguardo il ragazzo. Shikamaru appoggiò
un gomito sul cuscino per appoggiarvi la testa, e sbuffò. "calcolarmi le
faceva schifo..."
Effettivamente dovette ammettere
però che cominciava a sentire un caldo soffocante anche lui, e si liberò
velocemente della coperta, seguendo l'esempio di Ino.
Si fece una doccia veloce, reindossò
la tuta da jonin e andò verso la cucina per fare colazione, certo che perchè
Ino fosse pronta ci sarebbe voluto almeno un altro quarto d'ora, come minimo.
"ma come fa a metterci tanto, neanche volendo ci riuscirei..." pensò,
sbuffando di nuovo. Poi sorrise tra se e se. "ora che la missione e finita
non dovremmo preoccuparci più di nulla per un pò... sarà interessante vedere
questa nuova Ino in azione, anche ieri, mentre arrossiva, era così dolce... ma
se le dicessi una cosa del genere come minimo mi sgozzerebbe, figuriamoci! se
non altro mi consola il fatto che non ci saranno altre eccessive
seccature..."
Ma si sa, a volte le cose non vanno
come crediamo, anche se sembrano scontate.
Se Shikamaru si fosse fermato ad
aspettare Ino, che in realtà avrebbe finito dopo soli cinque minuti,
probabilmente non avrebbe davvero avuto altre seccature.
Perchè non avrebbe sentito Choji, in
cucina, esclamare stupito:
-come sarebbe che Kankuro ha baciato
Ino?-
Se Shikamaru era un ragazzo calmo e
tranquillo fino all'inverosimile, è pur sempre vero che prima di tutto era
"un ragazzo". Perciò anche lui aveva dei punti deboli.
Prendendo una grossa boccata d'aria
entrò nella stanza con uno sguardo omicida e fulminò i presenti.
I quali erano Gaara e Choji, seduti
sopra i mobili della cucina, Temari, che aveva appena lasciato cadere un piatto
sul tavolo per lo spavento, e Kankuro che beveva una spremuta davanti al frigo
aperto.
Gaara fu il primo a parlare.
-ho preso un tappeto nuovo, ed il
sangue è difficile da lavare. Se dovete pestarvi buttatevi l'un l'altro fuori.-
Temari gli lanciò un'occhiataccia.
Detto questo in compagnia di Choji,
senza dire altro, saltò giù dal mobile e si dileguò verso l'esterno. Temari
invece fece un passo indietro e tentò di far ragionare l'amico.
-Shikam...-
-zitta. TU hai baciato la mia
ragazza?-
Temari sospirò. "decisamente,
il tentativo è già fallito. Ti prego Dio, se esisti fa dire a Kankuro qualcosa
di intelligente."
-si. Qualche problema?-
Temari lo guardò.
"... e, sempre
decisamente,faccio bene a restare atea."
Circa un minuto dopo la porta del
bagno dove Ino si stava nervosamente tirando su i capelli davanti allo specchio
fu spalancata da Temari.
-ehi!-
-il tuo ragazzo sta facendo a pugni
con mio fratello.- la informò con voce più calma di quanto non fosse Temari.
Ino rimase per un momento con le
mani sospese in aria. Poi il suo cervello collegò le informazioni in suo
possesso. Si era completamente scordata del bacio di Kankuro.
-ah.- rispose con lo stesso tono
calmo.
Si fissarono per qualche secondo.
Ino lanciò la spazzola dentro il
lavandino e cominciò a correre al seguito di Temari fino alla cucina che
trovarono deserta. Mentre uscivano potè notare quella che sembrava una
confezione di spremuta aperta riversare il suo contenuto sul corridoio.
Arrivarono in giardino, e trovarono
i due che invece che combattere con tecniche particolari o marionette si
stavano dando ad una buona scazzottata.
-mh. immagino c'entrino gli ormoni.-
fece Choji alle loro spalle. Stava comodamente seduto su di un muretto e
guardava i due contendenti mangiando patatine.
-ma che cavolo fai??!! non li
fermi?!- lo sgridò Ino.
-naaa... sono cose da uomini Ino.
Quando si sentiranno abbastanza maschi si fermeranno da soli... e poi che
potrei fare?-
-non ha tutti i torti...- commentò
Gaara, mentre si appoggiava anch'esso al muretto.
-anche tu?!!-
-finchè non mi sfasciano casa non mi
importa.- rispose con indifferenza.
Ino si voltò infuriata prendendo il
ventaglio dalle mani di Temari, e si diresse a grandi passi verso il ragazzo e
l'amico.
-oh oh...- fece Temari divertita,
sedendosi con un salto accanto a Choji. Il ragazzo senza smettere di guardare
Ino gli porse il pacco di patatine.
-VOI DUE IMBECILLI!!!-
L'urlo di Ino fece ammutolire
persino gli uccellini che poco prima cantavano l'alba. E li fecero
definitivamente fuggire i due rumori sordi che seguirono. Rispettivamente il
ventaglio che colpiva prima Shikamaru e poi Kankuro. I due erano seduti a terra
ai suoi lati, e avevano le mani sulla testa.
-AHIA!-
-INO!-
-NO, AHIA ED INO NIENTE! MA SIETE
USCITI DI TESTA?!! PER COLPA VOSTRA NON HO NEPPURE POTUTO LEGARE I CAPELLI E MI
STO SQUAGLIANDO QUINDI STATEMI A SENTIRE! NON SO PERCHè STIATE LITIGANDO MA
PIANTATELA!-
-stiamo litigando perchè ti ho
baciata.- la informò candidamente Kankuro.
-brutto...- cominciò Shikamaru.
-OK! OK! ORA PIANTATELA DI FARE I
MACHO PERò! SHIKA TI DEVO SPIEGAZIONI, D'ACCORDO. MA FINITELA! E POI TU CHE
CAVOLO VAI A DIRE?!!-
I due taquero, piuttosto spaventati.
Ino era isterica per il caldo, ed era armata.
-comunque Shikamaru l'ha saputo da
Choji...- disse infine Kankuro.
-e Choji come l'ha saputo?- chiese
stancamente Ino. La situazione cominciava a sembrarle ridicola e non solo a
lei.
-da Gaara.-
Ino si voltò a guardare i due, che
sembravano trovare improvvisamente interessantissimo il cielo.
Sospirò.
"avevamo cominciato così
bene..."
-ma noi non dovevamo partire?-
chiese Choji, tentando di cambiare discorso.
-si... Choji prendi Shikamaru e
andate a preparare le vostre cose. -ordinò la ragazza, - Temari tu controlla
Kankuro, e puniscilo.-
-non sono mica un bambino!- protestò
quest'ultimo.
-ZITTO TU! VEDRAI!- lo rimbeccò la
sorella, mentre Gaara lo guardava con strafottenza.
Dopo mezz'ora furono pronti e dopo
aver salutato Gaara e Kankuro, chi più chi meno, furono accompagnati da Temari
alle porte di Suna.
Shikamaru teneva quasi il broncio,
se così si può dire, e non aveva più parlato ad Ino, che gli aveva spiegato nei
dettagli ciò che era successo.
Ino e Choji ogni tanto si lanciavano
occhiate alle sue spalle, tentando di spingersi l'un l'altro a parlare con lui.
Alla fine però era stato lo stesso Shikamaru a voltarsi, ed era tornato
indietro verso Ino, per camminarla affianco. Dopo mezz'ora alla fine si era
voltato verso di lei.
-quindi tu gli hai tirato uno
schiaffo.-
-si.-
-e l'hai graffiato.-
-si.-
-e gli ha fatto male?-
-beh, penso proprio di si. Perchè?-
il ragazzo annuì soddisfatto prima
di riprendere a camminare.
Qualche giorno dopo, usciti dal
deserto e rientrati nel paese fuoco, poterono sentire l'impeto dell'inverno
ormai al culmine. I capelli ed i vestiti erano spinti da una parte all'altra
dal fortissimo vento ghiacciato, ed il sole era nascosto dalle nubi perennemente.
E più si avvicinavano a Konoha, più il freddo, non più mitigato dal deserto,
aumentava.
-che gelo!!!- si lamentò Shikamaru,
mentre correvano per scaldarsi. Quella mattina non avevano neppure avuto il
coraggio di fermarsi per mangiare qualcosa.
-ve lo avevo detto di comprarvi
qualcosa di pesante, ma voi: no. Noi siamo uomini, noi non facciamo
shopping...- li prese in giro Ino, che in quel momento indossava un maglione ed
anche un cappotto piuttosto lungo marroncino, oltre a tenere i capelli sciolti
per scaldarsi.
-ma insomma!!!... Chohi cosa stai...
no, Cho, no!-
Choji aveva appena messo una coperta
a mo di mantello, legandola intorno al collo, e procedeva come un fantomatico
eroe mascherato.
Ino cominciò a ridere forte,
restando indietro.
-QUESTA MI RIPARERà!- urlò Choji,
costretto ad urlare da un improvvisa raffica di vento freddo.
-MA NON è VERO! IL VENTO TI VIENE
ADDOSSO COMUNQUE!- lo riprese.
-MA IO SONO "ROBUSTO" E
SENTO MENO IL FREDDO!-
-E QUESTA DOVE L'HAI SENTITA? IL
GRASSO è SOTTO LA PELLE, NON SOPRA! NON TI RISCALDA!!!-
-CHI HA DETTO GRASSO?!!-
furono costretti a tacere, perchè il
vento aveva di nuovo cambiato direzione, e lo spostamento d'aria aveva
catapultato su di loro una miriade di piccole pietre, terra e polvere.
Shikamaru borbottò maledizioni, e si
voltò verso Ino per vedere quanto era indietro. La ragazza stava frugando in
una sua borsa. Ne aveva tante che persino lui era stato costretto a
caricarsene.
-tieni...-
Gli stava passando un anonima felpa
nera.
-e questa?-
-immaginavo che ci sarebbe stato
questo freddo... su, mettila.-
il ragazzo infilò la felpa, per
scoprire gli calzava a pennello.
-come hai fatto per la taglia?-
-occhio clinico. E poi ti ho
abbracciato a volte, e ti osservo. Sono andata ad occhio.- gli rispose sorridendo.
La guardò stupito. Non immaginava
che Ino fosse così attenta ai particolari.
-poi a Konoha ti rendo i soldi.-
-noo!!! consideralo un regalo!- gli
disse lei sempre sorridendo.
Stavolta anche lui sorrise, mentre
la mano che aveva già portato alla tasca stringeva la stoffa.
"un regalo.. della mia
Ino."
-grazie, Ino.-
-ma ti pare...-
-YU-HUUU!!!! TRA POCO SIAMO A
CASA!!!-li interruppe Choji.
"ricordati la promessa Shika,
non cambierà nulla tra noi."
-eccoci...- borbottò Shikamaru
varcate le soglie di Konoha. Era mattina presto, e come sempre a quell'ora il
paese era tranquillo.
-guarda, ci sono già i poster dei
festival!- Choji indicava i poster sui muri, che invitavano tutti a festeggiare
l'anniversario della nascita del primo Hokage come ogni anno.
-mi mancava tutto questo... a Suna
non festeggiano molto...- disse Ino.
-e ci credo...- fu il commento di
Shikamaru.
-a quest'ora Naruto sarà già in giro
in cerca di ramen... me ne farò offrire! ciao!!!- li salutò Choji partendo di
corsa e sparendo in un lampo.
-... credo ci volesse lasciare
soli...- disse Shikamaru divertito. Non ricevendo risposta si voltò verso Ino,
e vide che guardava il cielo con lo sguardo perso.
-Ino?- la chiamò, stupito. L'ultima
volta che l'aveva vista guardare il cielo...
"vorrei andare al festival, ma
con Shikamaru... solo che... se lo invito e mi dice di no magari ci rimango
male, e poi mi vedono sola... però se mi dice di si lo fa controvoglia, non è
il suo genere di feste..."
-Ino?-
"...e se lo fa controvoglia
potrebbe scocciarsi e pensare che stare con me è una seccatura... e anche se
non fosse subito così... non voglio passare per la rompiscatole come
sempre..."
-Konoha chiama Ino...-
"... però se non glielo dico
lui se ne accorge che sto male... che ho voglia di fare qualcosa... e pensa che
gli mento... già è un miracolo che abbia preso bene il bacio di Kankuro...
allora glielo dico o no?"
-INO!-
la ragazza sobbalzò, e notò che
Shikamaru agitava una mano davanti a lei.
-si?- chiese, tentando di far finta
di nulla.
-ti eri incantata! a che pensi?-
-... non c'è sole.- la prima cosa
che le era venuta in mente.
-e ti servono ore di riflessione per
arrivarci?- la canzonò lui.
-stupido!-
gli diede una spinta e cominciarono
a camminare uno affianco all'altra.
-ti accompagno a casa visto che è di
strada...-
-va bene!-
-certo se non dovessi portare mille
buste...-
Ino notò solo allora che il ragazzo
manteneva ancora la maggior parte dei suoi bagagli.
-OH NO!!! DALLI A ME! DALLI A ME!-
si agitò subito, tentando di recuperarli, ma il ragazzo li fece dondolare
sull'altra spalla.
-e molla.. non bastano due borse per
mettermi in difficoltà.-
-e allora che ti lamenti a fare?-
-così...- le rispose, con un alzata
di spalle. Accellerò appena, notando che anche se poche, di solito alcune
persone giravano già per Konoha a quell'ora, ed invece non si vedeva nessuno.
-senti Shiky...-
-dimmi...- le rispose, cercando
qualche anima viva.
-per la festa di prima... mi
domandavo... e se ci andassimo assieme?- Ino si complimentò con se stessa per
non aver nè balbettato nè implorato con la voce. Non capiva bene perchè lui la
stesse guardando con quell'espressione indecifrabile.
-ok. a che ora ti passo a prendere?-
Ino sobbalzò.
-eh? ah, si... boh, poi vediamo...-
Shikamaru la guardò ancora in
silenzio. Senza che se ne rendesse conto, mentre gli chiedeva di andare alla
festa il suo viso aveva cambiato tonalità di rosso sempre più forti, e la sua
voce aveva tremato. Poco, ma se n'era accorto. Improvvisamente la tirò a se,
abbracciandola stretta.
-Shi...Shika?-
-Non aver paura di chiedermi le
cose, baka. Non ti mordo. Ma ti devo dire tutto io?-
-non vorrei che mi prendessi per una
rompiscatole...- mormorò lei.
-ma lo sei già.- rispose lui
sorridendo. Subito Ino lo spinse via, fingendosi offesa.
Poi smisero entrambi di sorridere.
Avevano sentito un'esplosione.
-Non è strano che non ci sia nessuno
in giro?- chiese Ino, cominciando a correre verso il luogo dell'esplosione.
-è quello che pensavo anche io!-
-guarda la!!!-
davanti a loro vi erano tre uomini
feriti a terra, ed in uno di loro Ino riconobbe il padre di Choji.
-oh accidenti!- si lamentò
Shikamaru.
Ino cominciò a curarli con impegno.
Una dopo l'altra le ferite si facevano meno profonde, e la ragazza sentiva le
proprie energie venir meno. Si asciugava continuamente il sudore dalla fronte,
nonostante il gelo. Furono infine raggiunti da una squadra di ninja medici, a
cui chiesero spiegazioni.
-ora non abbiamo tempo, portiamo i
feriti all'ospedale. Ottimo lavoro ragazzina, andate dall'hokage per
informazioni- fu tutto ciò che disse uno di loro, mentre si caricava un ferito
sulle spalle.
Cominciarono a correre il più
velocemente possibile verso il palazzo dell'hokage, senza più parlare. Era
chiaro che la situazione doveva essere grave.
Inoltre più si avvicinavano alla
meta, e più potevano sentire i rumori della lotta ovunque intorno a loro.
-EEEHIII!!!!!-
Una voce inconfondibile li chiamava
dal portone del palazzo dell'hokage.
-Naruto! che succede?-
-ci hanno attaccato!- esclamò Kiba
uscendo dal portone.
-che?? chi??- chiese Ino sorpresa.
-boh!!! Tsunade-baa-chan dice che
sono di Kusa e anche di Kiri, dello stesso villaggio di quel bastardo di
Kisame!- le rispose Naruto con la consueta foga.
Shikamaru ed Ino si guardarono.
Ninja di Kusa. Gli stessi che Kankuro era stato inviato a spiare.
-SIAMO NEI GUAI!- urlò Tsunade,
perfettamente udibile anche all'esterno.
-che succede?- chiese ancora
Shikamaru.
-hanno deciso di anticipare
l'attacco che preparavano da tempo, hanno attaccato diverse zone
contemporaneamente, e ora tengono in assedio l'accademia, coi genin dentro.
Shikamaru sali, dobbiamo elaborare una strategia. Ino, Sakura è nei guai. Come
al solito è partita in quarta per aiutare i jenin dell'accademia, ma non aveva
quasi più chakra a disposizione!-
-neanche Ino ne ha molto.- la bloccò
Shikamaru, prima che corresse via senza dir nulla. Ino lo rimproverò con
un'occhiata furiosa che decise di ignorare.
-vedi quella porta mezzo distrutta
la?- le chiese l'hokage indicando il punto esatto, -là gli ANBU stanno
distribuendo tutte le armi che hanno... è una situazione di emergenza, questa!
prendi quello che trovi e corri! Stiamo mandando tutti i soccorsi possibili!-
-si, Hokage-sama!- rispose soltanto,
cominciando a correre, e mettendosi in fila. Tutti gli adulti di Konoha, anche
coloro che da tempo vivevano come normali cittadini, erano corsi alle armi per
difendere i loro figli e loro stessi.
-Naruto, va subito a chiamare Neji
ed Hinata, Kiba corri all'uscita di Konoha e avverti tutti di non lasciar
scappare nessuno, e di fare prigionieri se possibile!-
-dove sono i jonin?- chiese subito
Shikamaru.
-in missione... dannazione! ci hanno
fregato su tutta la linea!- la donna sembrava furiosa.
-ecco la cartina che ha chiesto,
Tsunade-sama.- Shizune porto in mezzo al loro una piantina di Konoha.
Ino intanto dalla fila osservava
Shikamaru concentrato sulla cartina. Doveva essere all'altezza del suo compito,
proprio come lui. Si sarebbe impegnata al massimo.
-NON SONO RIMASTE MOLTE ARMI, HANNO
GIà PRESO IL DEPOSITO EST!- stava intando declamando l'ANBU dalla maschera di
gatto che distribuiva le armi.
"ce la farò! questa volta mi
metterò d'impegno anche io! non importa quanto chakra io abbia
consumato..."
i suoi pensieri furono interrotti
del tutto. Fu come se la sua mente si spegnesse, letteralmente.
-PRESTO, PRESTO! ORMAI LE ARMI
TRADIZIONALI SONO FINITE! PRENDI E CORRI!- la scosse l'ANBU.
Ino era rimasta paralizzata,
fissando l'arma lucente tra le mani dell'uomo.
Un lungo bastone.
Tre mezzelune d'acciaio.
Non poteva essere.
-Morino-san, come sta andando?- gli
aveva chiesto Shizune, non appena aveva visto il capo della squadra ANBU
arrivare.
-stanno arrivando rinforzi... in
mezzo a loro ci sono anche mukenin... abbiamo bisogno di altri supporti. Salve,
tu devi essere Shikamaru, il "genio". Allora, avete trovato qualche
soluzione?-
-più o meno.- rispose il ragazzo.
Ricordava bene quell'uomo, che aveva fatto sostenere loro il primo esame
teorico per diventare chuunin.
Ibiki Morino aveva improvvisamente
agrottato la fronte.
-il tuo maestro era Asuma, dico
bene?-
-si. Perchè?-
-SHIKAMARU!- urlò Choji, piombando
in mezzo a loro. -so già tutto, mio padre è ferito e... e...-
-Choji?-
poi udirono la voce dell'ANBU:
-PRESTO RAGAZZINA, PRENDI E CORRI,
NON VORRAI CHE QUALCUNO PERDA LA VITA PER UNA TUA ESITAZIONE!-
Si erano voltati tutti, verso Ino.
-Oh no... non quella...- aveva
mormorato Tsunade, mentre Shikamaru spalancava gli occhi, improvvisamente
conscio del perchè Choji balbettasse, e del perchè Ibiki Morino gli avesse
fatto quella domanda.
Ino guardò la falce tra le mani
dell'ANBU.
Non voleva toccarla.
Non voleva vederla.
Voleva chiudere gli occhi e scappare
via, rifugiarsi tra le sue coperte calde e aspettare che tutto finisse.
Era questo che voleva.
Assomigliava troppo, troppo all'altra
falce.
"la falce che ha ucciso
il mio maestro."
[per... per me finisce quì... l'ho
capito anch'io...]
"la falce di Hidan."
[sei testarda... ma anche molto
responsabile... Shikamaru e Choji... sono degli imbranati totali... quindi per
favore... occupati di loro...]
"non la voglio toccare."
[e... non lasciare che Sakura faccia
meglio di te... nel ninjutsu o in amore...]
"NON LA VOGLIO TOCCARE!"
[non lo farò, promesso!...]
"io... io avevo promesso...
che lei non mi avrebbe più superato... che sarei stata responsabile... l'avevo
fatto... ma non posso... uccidere anche io come lui... non posso aiutarla ...
non posso occuparmi anche di lei... sensei..."
-PRESTO RAGAZZINA, PRENDI E CORRI,
NON VORRAI CHE QUALCUNO PERDA LA VITA PER UNA TUA ESITAZIONE! DEVI OCCUPARTI
DEI TUOI COMPAGNI!-
"la vita?"
Il viso di Ino scattò in alto.
"non posso perdere
nessun'altro. Questa è solo una falce, non è la sua."
-NO, ASPETTI!!!- Ino sentì
distintamente Choji urlare queste due parole, mentre guardava la gelida ed
ovviamente impassibile maschera da gatto. Sotto di essa le parve di vedere due
occhi brillare di rabbia, una rabbia gelida quanto quella della maschera, per quanto
potesse sembrare contraddittorio. Naturale se si comportava da vigliacca, si
disse.
La sua mano scattò in avanti, senza
dare il tempo ai suoi riflessi di tirarla indietro. E non appena le sue dita
sfiorarono quell'impugnatura metallica, un brivido la percorse nel profondo,
chiuse gli occhi per un momento, mentre afferrava più saldamente la presa,
sentendo ogni suo singolo muscolo contrarsi, la nausea salire, i sensi
offuscarsi.
Temette di svenire, per un attimo
che le sembrò un secolo.
[non dimenticate mai che una
volta eravamo tutti parte del gruppo dieci!]
Il sorriso gentile e allegro del suo
maestro, mentre diceva queste parole, le tornò alla memoria come un fulmine
schiaritore, dissipando le tenebre che stavano occupando la sua mente. Almeno
per il momento.
Ino spalancò gli occhi, mentre una
nuova sicurezza le animava il volto, stracciò quasi via l'arma dalla stretta
dell'ANBU, e cominciò a correre a tutta velocità verso l'accademia. Correva
come se così facendo avesse potuto lasciare indietro i fantasmi della sua
mente.
-ma proprio a lei...- mormorò
Shizune, mentre Ibiki abbassava un momento la testa.
-ora non c'è tempo...- riprese
Tsunade, anche se il suo tono la tradiva.
Shikamaru guardò la sua compagna
scomparire in lontananza.
"speriamo che Ino regga...
speriamo..." pensò, guardando preoccupato l'amico che gli si era
affiancato.
Choji parlò, e fu la prima volta che
il suo tono spaventò Shikamaru.
-alla prima goccia di sangue sulla
lama...- disse, mentre la voce gli si spegneva.
Shikamaru rabbrividì.
Si, decisamente era passato troppo
poco tempo dalla tragedia, e neanche lui avrebbe avuto lo stomaco di usare
proprio quell'arma.
"Ino resisti, tra poco
arriviamo..." pensò ancora, sperando con tutte le sue forze che fosse
vero.
Sakura era stanca. Era spaventata.
Ma soprattutto era seccata.
Incredibilmente seccata.
Aveva sconfitto nemici molto
potenti.
Era riuscita persino a sconfiggere
Sasori.
E adesso si trovava in difficoltà di
fronte a quelli che potevano essere al massimo jonin di un paese che non
conosceva.
Era naturale infondo. Aveva quasi
esaurito del tutto il chakra curando i moltissimi feriti nell'attacco a
sorpresa, senza contare che si allenava con Tsunade fino a poco prima. Inoltre
quei ninja conoscevano tecniche a lei del tutto estranee, e l'avevano
circondata, così tanti che non riusciva neppure a contarli.
Ma non poteva fare a meno di
sentirsi seccata, per via del sangue che scendeva veloce dalle sue ferite e che
non poteva curare, se voleva mantenere un minimo di chakra.
Per via delle urla dei giovani jenin
dall'interno dell'accademia, sia di paura che di esaltazione, perchè a parer
suo quei mocciosi erano ancora in grado di sovraeccitarsi per le cose
sbagliate.
Per via del suo vecchio maestro
Iruka, di cui sentiva lo sguardo preoccupato seguirla persino attraverso i
muri, e che voleva cancellare.
"ma dove cavolo sono i
soccorsi? devono averli bloccati... non ce la faccio da sola...merda!"
Diversi nemici si erano lanciati
contro di lei, ed era stata ferita di nuovo, pur riuscendo a respingerli
nonostante la sua forza prodigiosa si fosse attenuata fino a quasi scomparire.
-FRONTE SPAZIOSA! DA SOLA SEI
INCAPACE?-
Sakura sorrise, mentre calciava via
un altro ninja che stava uscendo da sottoterra. La voce dell'amica le parve per
un momento diversa, facendola dubitare che fosse lei, ma si riscosse subito, e
si voltò.
-che accidenti...-"vuoi, Ino-pig?"
non potè finire la frase, perchè
vide l'arma.
Ricordò dai suoi racconti, dai suoi
pianti, che quell'arma era la stessa che aveva giurato di non sfiorare mai.
-alle tue spalle!- le stava urlando
Ino.
Sakura sentì qualcosa di pesante
sbatterle sulla nuca, mandandola a sbattere a terra. Rialzò il capo dolorante e
vide Ino combattere, usando la falce come bastone. Ovvero colpendo i nemici con
l'impugnatura metallica.
"un modo per fare le cose come
dici tu devi sempre trovarlo..."
-stai bene?-
-pensa per te.- le disse,
rialzandosi faticosamente in piedi.
-ma va a quel paese!- sbottò
l'amica.
-e gli altri soccorsi?- chiese, quando
si trovò spalla a spalla con lei.
-stanno sbloccando le vie di fuga
quì in giro, arriveranno dopo. Io mi sono dileguata perchè sapevo bene che
senza di me non sei capace di fare nulla.-
-io? senza una scrofa?-
-zitta tu, che sei single!-
-e allora? pure tu!-
Ino scaraventò due nemici a terra
con un altro colpo, senza versare un goccio di sangue. Iniziava a sentirsi
meglio.
-dillo a Shiky.-
-MA NO!!! LO SAPEVO!- urlò l'amica,
cercando di concentrare il poco chakra rimasto in un colpo soddisfacente.
Purtroppo per lei l'azione fu
bloccata da uno shuriken che le trafisse il braccio. Le sfuggì un grido.
-SAKURA!- urlò Ino, parandosi
immediatamente davanti a lei.
Non ebbe il tempo di pensare,
abbassò soltanto l'arma davanti a lei. Questa volta però per il giusto senso.
La lama della falce tagliò di netto
il collo del nemico, partendo da destra fino a scendere diagonalmente al fianco
a sinistra. Un getto caldo di sangue le inondò le mani, il petto, l'arma,
mentre schizzi solitari le arrivarono al viso. Ino cadde in ginocchio,
sedendosi sulle sue gambe, fissando il corpo del nemico.
Quasi in stato catatonico. Forse del
tutto.
Sakura era atterrita. Come Choji,
aveva immaginato che sarebbe accaduto. Ma aveva sperato che non crollasse del
tutto come invece era successo.
-INO!!!-
l'amica non rispose, nè si mosse. I
nemici però avanzavano ancora.
-INOOOO!!!!-
In quel momento erano arrivati anche
Shikamaru e Choji, insieme a Shino ed Anko Mitarashi, appena tornata da una
missione speciale, che combattevano fino a poco prima su di un altro fronte.
Erano in vista quando Sakura aveva urlato l'ultima volta.
-porca puttana!- si era lasciata
sfuggire Anko, vedendo tutto quel sangue.
-INO!!!- avevano urlato Shikamaru e
Choji, senza rendersene neppure conto.
"è ferita? non è ferita? Dio
quanto sangue!" riuscì soltanto a pensare Shikamaru.
Una voce sibilante parlò
all'orecchio di Sakura: -quindi tu sei l'allieva prediletta della hokage...- e
Sakura si era sentita tirare su da due mani forti.
altri ninja si erano avvicinati, proponendo
di ucciderla, o almeno di torturarla, mentre un altro gruppo si stava
avvicinando ad Ino.
Nessuno seppe mai cosa passò per la
mente di Ino in quel momento, Tsunade stessa non disse nulla, ma era più che
certa che in quel momento la salute mentale di Ino era fuori discussione.
Forse era perchè Sakura in pericolo
la invocava.
Forse perchè aveva promesso di
occuparsi di tutti e non ci riusciva. Non ci era mai riuscita.
Forse perchè aveva visto Shikamaru e
Choji da lontano, feriti e stanchi, e aveva temuto di perdere anche loro.
Forse per Asuma, che non aveva
vendicato con le sue mani, ma per cui provava ancora un enorme rancore.
Forse tutto questo, o forse nulla di
tutto ciò.
Ino afferrò la falce nuovamente, e
questa volta con un grido spaventoso non ebbe paura di mietere vittime, come
una rappresentazione vivente della morte.
Sapeva che doveva avere
un'espressione identica a quella di Hidan ora, se la sentiva appiccicata alla
faccia come una maschera.
Ma non poteva far altro se non
affondare le lame della sua falce sui corpi dei nemici, rinvigorendosi ad ogni
colpo, senza sentire le urla di dolore, senza badare a Sakura che veniva
portata via, o ai soccorsi arrivati che la temevano e le fuggivano combattendo
il più lontano possibile.
Lei era impegnata nella sua
personale carneficina.
Nella sua vendetta.
ok,
lo ammetto, alla fine era un pò cruento... però sono fatta così *con aria
innocente* cmq, era così lungo anche per farmi perdonare della lunga assenza,
dovuta a terribili motivi scolastici.
ovvero
interrogazioni e verifiche.
non
troppo riuscite.
che
altro dire: la pazzia... non so se questa Ino finale si può proprio considerare
pazza... so solo che amo la pazzia, e mi piacerebbe saperla descrivere bene...
sarà che sono un pò pazza anche io!! ^^ al prossimo cap che sarà l'ULTIMO!!!!
commentate in bene ed in male!!!
fine. non ci credo che ho
finito un'altra fic... e mi sto pure riprendendo con la scuola... certo oggi ho
passato la mattinata a scrivere una nuova fic mentre spiegavano, quindi credo
che non migliorerò certo di botto, però... ma bando alle ciance che non vi
interessano e prego leggete!!! se ho incasinato troppo le cose le spiegherò
meglio alla fine. oddio come premessa non è il massimo eh? beh voi leggete, non
fate caso a me!!!
Si svegliò di soprassalto, senza
ricordare come era arrivata sul suo letto. Era già mattina.
Come sempre la sveglia non aveva
ancora suonato. Si svegliava sempre prima che lo facesse.
Sorrise tra se e se, prima di
alzarsi e scegliere che vestiti indossare. Si sentì un pò indolenzita, il
ricordo della battaglia ormai conclusa le era rimasto impresso nelle ossa.
Scese di sotto vestita di tutto
punto, ed incontrando la madre.
-Tesoro, che hai?-
-credo di aver fatto un incubo!- le
rispose nervosa.
-capita... ah tuo padre ci ha
scritto di nuovo... ah, ha saputo dell'attacco a Konoha, e mi chiede di te.-
-digli che sto benissimo no? alla
fine è andato tutto alla grande! poche vittime e via! certo magari ho quasi
perso il controllo ad un certo punto, ma per fortuna c'era Shiky a
bloccarmi!!!-
-per fortuna...- sospirò la madre.
-e scrivigli: QUINDI KONOHA è SALVA
SOPRATTUTTO GRAZIE AD INO!-
la madre si mise le mani sui
fianchi. Ino scese l'ultimo scalino con un balzo e la salutò con un bacio sulla
guancia.
-ho detto soprattutto, non solo.-
-si si...-
-INO!-
Si voltò verso la porta che separava
la casa dal negozio di fiori. Le era sembrata la voce di Shikamaru.
-INO TI SCONGIURO RISPONDI!-
Ino si precipitò divertita nel
negozio, e sentì anche la voce di Naruto rimbrottare l'amico.
-datti una calmata Shikamaru.-
Vide dall'ampia vetrata Shikamaru
appoggiato al muro davanti, e lo raggiunse.
-come sei drammatico!- lo prese in
giro lei abbracciandolo.
-se non faccio così non esci mai...-
le rispose con tono dolce, chinandosi per baciarla.
-allora? andiamo ad allenarci?-
-pensavo ad una passeggiata
piuttosto...- propose lui, ed Ino accettò con gioia.
-ti sei tagliata?- le chiese
improvvisamente. Ino abbassò lo sguardo, e vide che proprio in corrispondenza
del proprio cuore nella maglietta era apparsa una macchia rossa.
-no, è colore.- rispose con
sicurezza.
La giornata trascorse così veloce
che quasi non se ne accorse, e si ritrovò ben presto a doverlo salutare.
Dopo avergli dato un ultimo bacio
era entrata a casa, e aveva incontrato Shizune che comprava dei fiori dalla
madre.
-Bei fiori! mamma io vado a dormire,
sono a pezzi!-
-a domani tesoro!-
-resisti Ino-chan.- le rispose
Shizune.
Ino non capì di cosa stesse
parlando, ma sorrise comunque. C'era qualcosa di strano nella voce di Shizune.
Pensandoci anche le voci di Shikamaru e Naruto le erano sembrate strane quella
mattina. Era come se fossero più alte del dovuto. Le altre a confronto
sembravano quasi... finte?
Aprì la porta del negozio Sakura, ed
Ino tornò indietro.
-mamma sbrigo io...-
-allora, come va con tuo marito?- le
chiese l'amica sorridente.
-smettila!!-
-che carina! sei così timida Ino...-
-SAKURA!-
-comunque sono quì per prendere dei
fiori a mia madre, è il suo compleanno... mi dai una mano?-
Ino le sorrise a sua volta. Era
strano, ma erano tornate amiche come un tempo. Sentiva che il legame che le
aveva unite si era rafforzato intorno a loro.
Salì di sopra, dopo aver scelto dei
fiori adeguati per Sakura ed essere stata presa in giro ancora un pò, e decise
di mettersi a studiare qualcosa; così aprì un libro di medicina e si sedette
davanti alla scrivania.
Si sentì osservata. Improvvisamente
era a disagio, e si mosse sulla sedia tentando di trovare una posizione comoda.
Qualcosa la stava guardando.
Una paura irrazionale l'avvolse, e
non ebbe il coraggio di voltarsi.
"perchè...?" riuscì
soltanto a pensare.
Era la stessa paura che a volte si
ha da bambini, paura di guardare sotto il letto. Paura di aprire l'armadio
buio.
"non devo pensare queste cose
stupide, sono quasi un'adulta ormai... però... non ho il coraggio di
voltarmi..."
Quella sensazione, che a volte
prende le persone... Ino cercava di darle un nome, cercava di concentrarsi in
questo per far sparire la paura.
Era quella sensazione che a volte si
provava... magari qualcuno leggeva proprio come lei in quel momento, e si
estraniava da tutto. Ma quando il mondo reale riappariva, allora poteva sentire
una presenza, vera o meno, alle sue spalle. Che ci fosse un letto, un armadio,
o anche un muro, poteva sentirla.
Poteva sentirla ansimare.
Poteva sentire qualcosa spostarsi
Mani.
e che la voleva raggiungere.
Poteva ignorla certo. E forse
sarebbe scomparsa.
Ma se fosse stata vera?
Se quel qualcosa
le sue mani
l'avessero raggiunta? e tirata
indietro?
"ora basta, Ino! girati e falla
finita! E se necessario guarderai anche sotto il letto o nel'armadio!" si
disse, voltandosi di scatto.
Si trovò faccia a faccia con
qualcosa di nero. Dapprima non capì.
Poi il nero aprì gli occhi, e
si rivelò essere un viso.
Un viso nero, con lo scheletro ben
in vista.
[lo conosco.]
non lo conosceva.
[Hidan]
Quegli occhi così incredibilmente
pieni d'odio venati di rosso si spostarono verso l'alto e poi verso il basso,
per poi fissarsi nei suoi occhi.
Ino urlò con quanto fiato aveva in
gola.
Si svegliò di soprassalto, senza
ricordare come era arrivata sul suo letto. Era già mattina.
Come sempre la sveglia non aveva
ancora suonato.
Scese di sotto ancora agitata,
sorprendendo la madre.
-Tesoro, che hai?-
-credo di aver fatto un incubo!- le
rispose nervosa.
-capita.- disse semplicemente.
-si lo so. io esco.-
Ino si diresse a tutta velocità al
centro di Konoha. Era cominciata la festa per l'anniversario della nascita del
primo hokage.
Quasi andò a sbattere contro
Shikamaru.
-ehi quanta fretta! mh? tutto bene?-
-... mi sono svegliata male... ci
facciamo un giro?-
Shikamaru annuì, e le sembrò un pò
preoccupato.
Cominciarono a passeggiare per le
strade di Konoha, che si stavano riempiendo di gente, i preparativi erano quasi
ultimati.
Ino cominciò a guardarsi attorno per
rilassarsi.
Scorse Hinata parlare con Lee e
Choji. Strano, non sapeva fossero amici.
-e mio padre sta di nuovo bene...-
stava dicendo Choji.
Choza-san era stato male? Si sentì a
disagio.
-e meno male!!!- urlò loro Naruto,
passando davanti a loro, e facendo l'occhiolino a Shikamaru.
-idiota...- commentò Shikamaru in
imbarazzo.
Ino sorrise e guardò alla sua
sinistra, c'era una gran folla ormai.
Sentì due voci, che fecero apparire
tutte le altre false, come era accaduto il giorno prima.
-qualcosa deve averla scioccata
profondamente...-
-è in stato catatonico,
probabilmente stava male prima d'ora.-
Riconobbe due ninja medici che
avevano lavorato in passato con Sakura.
"di chi parleranno?" pensò
preoccupata.
-volete provare a tirare?-
Ino si voltò, e guardò l'uomo che
avevano parlato. Si trovavano davanti ad uno stand di tiro al bersaglio. Dietro
potè scorgere i premi.
-si... vorrei quel pupazzo...-
disse, indicando un coniglietto azzurro.
-provo io.- disse subito Shikamaru.
Ino cominciò a sentirsi a disagio.
Non sapeva se fosse un malessere fisico o mentale, ma si sentiva sulle spine.
-sei agitata, Ino?-
-Asuma-sensei... si, oggi sono
nervosa...- lo salutò Ino.
-tranquilla...- le disse Kurenai,
arrivando dalle spalle del loro maestro.
-oh, Kurenai-san!- Ino sorrise,
Shikamaru mugugnò, concentrato sui suoi bersagli.
-Ino... ricordati che Asuma credeva
molto in te... -
Ino la guardò. "e adesso perchè
parla al passato?"
Asuma continuò a sorridere, come se
non avesse sentito.
Ino si sentiva sempre più a disagio.
Di nuovo quel tono più alto. Perchè tutti gli altri le sembravano irreali?
"forse vuole dirmi qualcosa
perchè non sono una jonin?"
-mi darò da fare... e che mi dice
del piccolo?- chiese poi cercando di sorridere, ed appoggiandole una mano sul
ventre.
-non deluderlo... puoi farcela...
riprenditi... lo sai, Shikamaru dice sempre che sarà una guida per questo
bambino che nascerà... ma se fosse una bambina, chi meglio di te potrebbe
insegnarle la dura arte di essere donna?-
-MA NATURALMENTE!!!- esclamò,
battendosi una mano sul petto.
Si accorse che la macchia rossa era
cresciuta, e andava sporcandole le mani.
Gli altri non la guardavano, erano
tutti fissati su Shikamaru. Ed il ragazzo era concentrato sul gioco.
Si allontanò velocemente da loro,
fino ad arrivare ad una giostra, dove delle grandi tazze piene di bambini
roteavano allegramente.
-Ino.-
Si guardò attorno, ma non vide
nessuno.
Quella voce era familiare...
Un senso di perdita le affondò nel
cuore, e cominciò a correre. Non voleva farsi raggiungere, da chiunque fosse.
Si fermò.
Aveva visto il proprio riflesso su
di uno specchio.
Tornò indietro, e vide tante piccole
goccie di sangue sul suo viso.
Poi sotto la sua pelle lo scheletro
si illuiminò diventando quasi fosforescente, ed arrivò in superficie, mentre la
pelle diventava nera.
Fissò orripilata la sua immagine
allo specchio, prima di cominciare ad urlare ancora.
Si svegliò di soprassalto, senza
ricordare come era arrivata sul suo letto. Era già mattina.
Come sempre la sveglia non aveva
ancora suonato.
L'unica differenza rispetto agli
altri giorni fu che non balzò subito giù dal letto.
Fissò l'armadio vicino ad esso,
chiedendosi cosa sarebbe successo se avesse aperto di scatto.
"sto impazzendo... è solo un
armadio..."
anche la scrivania le dava una
strana sensazione.
"credo che... forse... devo
aver dimenticato qualcosa... qualcosa di importante..."
Scese di sotto mestamente.
-Tesoro, che hai?-
-credo di aver fatto un incubo!- le
rispose nervosa.
-capita.-
"SMETTILA DI RISPONDERE SEMPRE
COSì!" pensò, sorprendendosi. Come sarebbe a dire "sempre?"
Si voltò, ed entrò nel negozio.
-Ino.-
Suo padre, in piedi in mezzo ai
fiori.
-papà, sei tornato dalla missione!-
-si.-
le sembrava triste.
-Ino non c'è molto tempo,
ascoltami... tutto questo non è reale...-
-che stai dicendo?- chiese quasi
ridendo.
-Ricordi dell'attacco da parte di
Kiri e Kusa?-
-naturalmente! è andata bene, no?-
Inoichi esitò.
-piccola... tu...-
-ho perso un pò il controllo, vero?-
-Un pò. Si.-
-per fortuna che Shikamaru era la, e
mi ha fermata subito!-
-No, Ino.- le rispose con decisione.
-cosa no?
-Ino tu... stai sfuggendo da una
realtà che non ti piace... hai avuto una sorta di crollo nervoso, e hai
combattuto... insomma in modo un pò selvaggio. Dopodichè sei caduta in stato
catatonico... è stato terribile, non posso nemmeno immaginare quanto... ma non
devi avere paura, nessuno ce l'ha con te. Non devi dimenticare che la nostra è
una guerra, noi siamo dei killer... -
Ino si era tappata le orecchie, ed
il padre aveva chiuso la bocca.
-non capisco di che parli,
smettila!-
-ascoltami per favo...-
-devo andare, Asuma-sensei mi
aspetta!!- rispose scocciata, superando il padre.
-Che dici? Asuma-sensei è morto.-
-BUGIARDO!!!- urlò istericamente,
voltandosi verso il padre con occhi fiammeggianti.
Di nuovo quella terribile sensazione
di perdita, che le lacerava il cuore.
Il padre le afferrò le mani con
decisione, mantenendo uno sguardo dolce e pieno di compassione. Ino rabbrividì
a quello sguardo.
-non puoi scappare dalla vita, non
ora. Ci sono tante persone che hanno bisogno di te... questa non è la realtà.-
-chi ha bisogno di me?! nessuno!!!
nessuno!!!- urlò lei, con le lacrime agli occhi.
-Sakura è stata rapita. E Shikamaru
è andato con altri a recuperarla ma è stato catturato. Ecco perchè non puoi
restare.-
"Sakura? Shikamaru?"
-non posso, io... ho fatto un
casino!!! guardami!- urlò ancora, scostandosi dal padre.
I vestiti della ragazza, il suo
collo, il suo viso, ovunque vi era sangue.
-il sangue si lava via... noi ninja
veniamo sempre a patti con...-
-papà! ti hanno detto come ho
ucciso... sterminato tutti loro?!!-
Ad Ino era tornato in mente tutto.
-INO NON PUOI RESTARE QUì!!!- urlò
improvvisamente il padre facendola sobbalzare. Seguì il suo sguardo.
I fiori erano diventati tutti rossi
ed appassiti. Inspiegabilmente tutto il negozio era precipitato nel buoio, e la
porta che dava sulla casa aveva cominciato a sbattere, senza che ci fosse
vento.
-INO!!!-
La ragazza era bloccata, sapeva chi
stava arrivando, ma la paura le impediva di muoversi.
Infine Hidan apparve alla porta, con
la sua falce grondante di sangue in mano.
-pa...pà...-
-visto?! vuoi restare bloccata quì
per sempre?! ti prego andiamo!!! il capovolgimento spirituale non può durare
all'infinito!- il padre ormai la stava pregando
-hai usato il capovolgimento
spirituale?- chiese lei, riuscendo finalmente a muoversi, anche se poco. Il
padre le tese la mano.
-Andiamo via. Ti scongiuro. Come
faremmo io e la mamma senza di te? Chi sfiderebbe Sakura a fare sempre meglio?
Chi obbligherebbe Choji a mangiare meno e Shikamaru a lavorare? - le chiese
sorridendole, per quanto soffrisse. Non poteva credere che la figlia stesse
tanto male da tanto tempo. E che lui non avesse notato nulla.
Ino si voltò un momento verso Hidan,
rabbrividendo, per poi avvicinarsi al padre. Si fermò, realizzando ciò che
aveva visto di sfuggita. Si voltò ancora.
Non era più buio.
I fiori erano tornati a vivere.
Ed alla porta c'era Asuma.
Che le sorrideva.
Sentì il cuore spezzarsi.
Non poteva andarsene da li.
Perchè lui sarebbe morto di
nuovo.
-non posso... papà... non posso
lasciarlo...- sentiva lacrime amare scivolarle sul viso, ma non poteva
fermarle.
-Ino, lui è solo un tuo ricordo. Non
sparirà solo perchè vai via di quì!- la voce del padre era di nuovo disperata.
-sensei...- disse lei, non
ascoltando più suo padre.
Poi Asuma parlò.
-Ino...-
Inoichi fremette. Era frutto della
mente di sua figlia, ma avrebbe potuto convincerla a restare definitivamente.
Lo sapevano entrambi, Ino stava andando in pezzi, e non voleva tornare a fare i
conti con la realtà, con le conseguenze di ciò che era accaduto.
-Quei due... che fine hanno fatto,
Te ne stai occupando? Ricordi la promessa?-
Inizialmente non capì di che
parlava, poi sorrise tra le lacrime.
-Si, la ricordo. Ora ho capito...
che devo fare... grazie sensei...-
"ha capito cosa?" pensò
Inoichi, ormai spaventato.
-Continuerò ad occuparmene, manterrò
la mia promessa... però... però non la vedrò più... questi giorni passati...
erano solo una finzione ma... era bello...-
-vienimi a trovare... in sogno. Io
ci sono sempre. Ah, se Kurenai sapesse che ho detto qualcosa di romantico
finalmente...- Il jonin scoppiò a ridere.
Inoichi cominciò a pensare che
forse, per quanto pazzesco potesse sembrare, non era soltanto frutto della
fantasia della figlia.
Ino fece qualche passo un pò
titubante, e poi arrivò davanti al maestro, che la guardava sereno.
-una cosa... che avrei tanto voluto
fare...- cominciò, per poi abbracciarlo. Sentì le braccia di Asuma cingerle la
schiena, in un caldo abbraccio.
-oh piccola Ino...- sussurò tenero,
facendola piangere ancora.
-mi manca tanto...-
-ma io ci sono... non guardi mai le
nuvole con Shikamaru?-
-a volte...-
-beh, alcune di quelle le faccio io,
con le mie sigarette!- scherzò lui.
Ino si ritrovò a ridere come non
faceva da tanto, asciugandosi le lacrime con i polsi ed ascoltando il maestro
fare lo stesso.
-le guarderò meglio.- promise poi
annuendo. Guardò il padre.
-andiamo?-
-andiamo.-
due giorni prima
Shikamaru scuoteva Ino, ma la
ragazza non sembrava accorgersene. I suoi occhi fissi erano puntati verso il
nulla davanti a se, il corpo ricoperto del sangue delle sue vittime era privo
di vita.
-INO!-
Ormai era disperato, era appena
riuscito a raggiungerla, quando lei si era fermata ed era scivolata seduta a
terra. Ignorava il dolore alla gamba ferita, ignorava i richiami degli amici
che gli dicevano di far attenzione, ignorava la battaglia che andava scemando
intorno a lui.
-INO TI SCONGIURO RISPONDI!- urlò
ancora più forte, scuotendola ancora.
-datti una calmata Shikamaru.-
Shikamaru si voltò verso Naruto, che
sorrideva indicandogli un punto alla loro sinistra. Stava arrivando l'hokage.
-ora ci pensa Tsunade-baa-chan!- gli
disse ancora, inchinandosi anche lui accanto alla kunoichi, -ma Sakura-chan
dov'è?-
Shikamaru non rispose, scostando una
ciocca dal viso di Ino, che sembrava ancora persa.
-Sakura-san è stata portata via! li
ho visti correre con lei in braccio svenuta, ma erano troppo lontani!- strillò
Lee poco più avanti.
-che cosa?!!-
-Di Sakura non possiamo occuparci
ora, dobbiamo prima mettere in salvo i civili, Naruto, e non sapremmo dove
cercare.- li interruppe la hokage.
-ma...-
-niente ma! ora vai a dare una mano
ad Iruka, e sgombera la strada mentre i jenin vanno al rifugio. Vedrai che non
le accadrà nulla, se non l'hanno uccisa subito avranno qualcosa in mente!- lo
sgridò la donna, prima di chinarsi anche lei di fronte ad Ino.
-Ino?- provò a chiamarla, poggiando
le mani sulla sua fronte.
-e... tutti questi cadaveri?- chiese
Shizune nauseata.
-Ino.- rispose semplicemente Choji.
-portiamola a palazzo. Shikamaru
immagino che tu non riesca più a combattere con la gamba in quelle condizioni.-
aggiunse con più dolcezza la hokage. Shikamaru sembrava stravolto, avrebbe di
certo commesso qualche errore se non si fosse convinto che Ino stava bene.
E così fecero, portarono Ino al
palazzo e la fecero sedere sul letto di Tsunade, mentre Shikamaru le restava
accanto, curato da Shizune.
Due ninja medici la stavano
controllando.
-qualcosa deve averla scioccata
profondamente...-
-è in stato catatonico,
probabilmente stava male prima d'ora.-
Il ragazzo si sentì in colpa. Ino
era sembrata strana anche a lui negli ultimi tempi, eppure non aveva fatto
nulla per indagare meglio. Tutti credevano fosse solo la morte di Asuma.
Tutti con le loro frasi: "il
tempo aggiusta tutto" e "il dolore si affievolisce".
Ma lui non era tutti.
Qualche ora dopo era passato anche
Naruto, per nulla affaticato dalla battaglia.
-ehi Ino-chan... che stai
aspettando? Sakura-chan ha bisogno di te!- aveva esclamato allegro. Shikamaru
aveva accennato un sorriso, senza sentirlo davvero.
Ino continuava a guardare il nulla.
-Shikamaru, Naruto, sappiamo dove si
trova Sakura.-
-BENE! ALLORA ANDIAMO!-
-vengo anch'io.- s'intromise
Shikamaru.
Tsunade guardò prima lui e poi Ino.
-ne sei sicuro?-
-lei vorrebbe questo se fosse
cosciente. Piuttosto Tsunade-sama, pensi a curare Ino.- il tono di Shikamaru
involontariamente si era fatto più irriverente del solito, eppure la donna
aveva sorriso.
-Ascoltami, andrai da solo con Kiba
ed uno ninja medico.-
-UN NINJA MEDICO? MA SCHERZIAMO?
NONNA TSUNADE, PERCHè LUI E KIBA ED IO NO?-
-NARUTO NON URLARMI IN FACCIA!
DECIDO IO! IL NINJA MEDICO AL CONTRARIO DI TE PUò AIUTARE SAKURA! KIBA è UN
OTTIMO INSEGUITORE E SHIKAMARU UN JONIN! TU LI FARESTI SCOPRIRE IN DUE MINUTI!-
urlò con furia la donna, afferrando il colletto del biondino. I due si erano
scambiati uno sguardo di fuoco.
-Naruto, resta con Ino.- lo pregò
Shikamaru. Naruto si voltò verso di lui e vide quanto era preoccupato.
"che stupido, se ci fosse
Sakura-chan al suo posto..."
-tranquillo!!- gli rispose,
sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
E Naruto era davvero rimasto accanto
ad Ino, come aveva promesso all'amico. Qualche tempo dopo l'aveva raggiunto
anche Choji. Ed infine Lee ed Hinata. Avevano cominciato a chiacchierare,
raccontando ad Ino quello che avevano fatto in quei giorni, cercando invano di
risvegliarla.
Poi KIba aveva quella notte stessa
fatto irruzione nella stanza, quando Hinata stava per essere accompagnata a
casa da Neji, e Lee stava a sua volta per andarsene.
-ci hanno scoperto! ho dovuto
portare in salvo la ninja, e Shikamaru è rimasto li!- aveva esclamato tutto
d'un fiato.
-l'hanno catturato?- aveva subito
chiesto Choji.
Naruto notò solo in quel momento che
Kiba era malconcio.
-tengono lui e Sakura in ostaggio,
vogliono trattare con l'hokage, non sono rimasti in molti, è un'azione da
disperati!-
"una delle più pericolose
allora..." pensò preoccupato Choji.
-allora Ino, ti decidi?- chiese
Naruto spazientito alla ragazza.
-cos'ha Ino?- domandò sorpreso
l'Inizuka.
Choji smise di ascoltare. Ripensò al
discorso con Shikamaru di quella mattina.
Gli aveva chiesto di non lasciare
sola Ino col cuore in mano. E non l'avrebbe fatto.
Costi quello che costi, neppure lui
aveva dimenticato che loro facevano parte del gruppo dieci.
-Ino... ricordati che Asuma credeva
molto in te... -
La voce dolce di Kurenai cancellò il
triste silenzio della stanza.
-non deluderlo... puoi farcela...
riprenditi... lo sai, Shikamaru dice sempre che sarà una guida per questo
bambino che nascerà... ma se fosse una bambina, chi meglio di te potrebbe
insegnarle la dura arte di essere donna?- le chiese poi sorridendo. Ricordava
di aver sentito dire una frase del genere alla ragazza, mentre parlava con
Shikamaru.
-Kurenai...- la chiamò l'Hokage.
La donna si alzò dal letto,
portandosi automaticamente una mano al ventre ora decisamente più rotondo.
Accanto alla hokage c'era Inoichi
Yamanaka.
-buonasera Kurenai-san, anzi dovrei
dire buona mattina vista l'ora tarda..-
-allora buona mattina, è quì per sua
figlia vero?-
-naturalmente, sono appena tornato
dalla mia missione e sono stato occupato a respingere l'attacco, perciò ho
saputo soltanto ora...- la voce del'uomo si spense quando lo sguardo cadde
sulla figlia, che sembrava solo una bambola poggiata sul letto.
-immagino che voglia provare...-
-col capovolgimento spirituale, si.
credo sia l'unico modo.-
Shikamaru si diede mille volte
dell'imbecille. Erano riusciti ad arrivare a questa casupola di fortuna, grazie
all'olfatto di Akamaru.
Erano riusciti ad eludere la
sorveglianza, ed il ninja medico aveva restituito in parte le forze a Sakura
che giaceva svenuta.
E stava giusto pensando di
afferrarla e correre via, perchè le cose sembravano così facili da risultare
una trappola.
Infatti.
La prima ad essere colpita era stata
proprio la ninja che gli era stata affiancata da Tsunade. L'avrebbero come
minimo uccisa, e si era ritrovato ad urlare:
-Kiba, portala via, quì ci penso io!
fidati!-
"sarà perchè lei aveva i
capelli lunghi biondi... ma non me la sentivo di fregarmene... ed eccomi quì.
Ora come minimo mi torturano..."
Era trattenuto al muro da due
pesanti catene che gli bloccavano le braccia, ed aveva quasi totalmente
esaurito il chakra. Per sua fortuna quando era arrivato i nemici erano pochi,
quindi non aveva avuto brutti incontri. Finora almeno.
Si chiese come stava Ino. Si chiese
da quanto tempo fosse li. Si chiese perchè continuava a chiedersi cose su cui
non avrebbe potuto ottenere risposta.
Chiuse gli occhi. Se non c'era nulla
da fare, tanto vale dormire. Sorrise ad occhi chiusi.
"non si sono accorti che
abbiamo curato Sakura... quegli sprovveduti avranno una bella sorpresa... è
ancora debole ma non abbastanza da non poter fuggire..."
"mmmh... che mal di testa...
dove sono?" aprì gli occhi, e la sua visuale non cambiò. Prima vedeva
tutto nero, ed anche ora vedeva tutto nero.
Si mise seduta, massaggiandosi la
testa ed i corti capelli, cercando di ricordare dov'era e perchè.
"Sakura fa mente locale... che
stavo facendo? ah..." ricordò la battaglia, ed anche qualcuno che la
portava via, mentre Ino...
Rabbrividì prima di riuscire a
completare il pensiero.
Cercò di rimettersi in piedi, ma si
accorse di potersi reggere a fatica.
"da quanto tempo sono
quì?" si chiese.
Ricadde seduta. Davvero non era in
forze.
-e adesso che faccio... c'è
nessuno?-
-se evitassi di farti sentire,
imbecille...-
-Ino?- chiamò a voce bassa.
Improvvisamente la luce del sole
l'accecò.
Ino aveva sollevato delle
tapparelle, rese invisibili a lei dal buio della stanza. Ed ora stava entrando
dalla finestra.
-per fortuna sei proprio al secondo
piano... dov'è Shikamaru?-
-Shikamaru? non lo so... mi sono
svegliata ora...-
-ssshhhttt!!!!- cercò di zittirlo
Ino. Troppo tardi.
-Avete sentito?- urlò una voce di
sotto, e ben presto poterono sentire dei passi salire le scale di corsa.
-Shikamaru...- si angosciò Ino.
-distraiamoli! tu Ino intanto scendi
di sotto a cercarlo, e appena lo trovi andiamo subito via di quì!- propose
Sakura.
-no, appena vi siete occupati di
questi scappate, poi vi raggiungiamo!- gli rispose lei, mentre la porta veniva
spalancata.
Senza poter più dire altro si lanciò
verso la porta, schivando kunai a destra e sinistra, attraversando una marea di
corpi che si riversavano nella stanza, e che data la sua velocità le apparivano
come una serie di macchie confuse.
Scendendo le scale atterrò due
nemici, facendoli volare di sotto, e con un balzo fu a terra. La stanza era
avvolta dalla penombra, nonstante fosse giorno. Quella che era una semplice
casa isolata era stata trasformata in una sorta di bunker.
-la solita esibizionista...- disse
Shikamaru con tono sconsolato.
-stai bene?- gli chiese subito
correndo verso di lui.
-io si. tu piuttosto...-
-starò bene quando sarai libero...-
gli rispose, cercando in giro le chiavi delle manette che lo tenevano
incatenato al muro.
-se cerchi chiavi le ha uno di
loro... e non saprei dirti chi.-
-ottimo.-
-SHANNARO!!!- urlò Sakura di sopra.
Seguì un rumore di corpi che cadevano a terra.
I due guardarono verso l'alto.
-più che ottimo. Non lo troveremo
più. Allora bisogna cercare qualcosa per spezzarle...- riflettè Ino.
-tu non spezzi proprio nulla!- le
urlò un ninja, avventandosi su di lei.
evitò il colpo piegandosi di lato,
ed estrasse un kunai per difendersi. I nemici però stavano avanzando.
-Ino va via di quì!-
-e non dire scemenze! non fare
l'eroe, non ti si addice!-
-INO! TE LO ORDINO COME JONIN!-
-'FANCULO A TE E AI JONIN!-
-... grazie.-
Con un calcio scaraventò via un
avversario che la stava assalendo alle spalle, poi un esplosione li costrinse a
cadere a terra, il pavimento vibrava, ed Ino sentì diverse cose cadere a terra.
Poi una fiammata illuminò le scale
ed il pavimento accanto a loro, appiccando il fuoco a tende e tavolo. Ben
presto la stanza cominciò ad ardere.
-ora MI SONO ROTTA!!!- urlò
isterica, stracciando una katana dalla ferraglia che la teneva ancorata al
muro.
-Ehi io quella la conosco! ha fatto
una strage a Konoha, scappiamo finchè siamo in tempo! è pazza!-urlò uno dei
nemici, tirando indietro gli altri.
Ino sobbalzò. Non avrebbe mai
superato l'orrore che aveva provato con quella falce in mano, credeva
fermamente che non sarebbe più riuscita a combattere nel corpo a corpo. Ma
doveva lottare se non altro per Shikamaru che stava ancora incatenato al muro,
e la katana era l'unica arma a disposizione.
Ino portò la spada davanti a se, e
pregò di reggere fino alla fine.
-RASENGAN!-
Nella stanza piombò il silenzio,
fatta eccezione il crepitio del fuoco.
-Naruto... non avrai un pò
esagerato?- chiese infine Shikamaru, osservando il foro fin troppo vicino a lui
per i suoi gusti.
-BAKA! PER POCO NON CI AMMAZZAVI!-
urlò Ino.
-ma ho eliminato i nemici no?
Sbrigatevi a salire! dobbiamo andarcene prima che sia troppo tardi!-
-Shikamaru è bloccato!- gli rispose
lei
-accidenti! E Sakura ha esaurito del
tutto il chakra! ma forse col rasengan posso...-
-se stai suggerendo di usare quella
specie di bomba che hai appena lanciato contro quei nemici, provocando un
cratere non indifferente, su una catena a tre centimetri dalla mia testa, NO.-
-Shikamaru...-
-NO!!!-
Ino sollevò la spada davanti a
Shikamaru, che non ebbe più il tempo di dire nulla. La riabbassò con tutta la
forza che poteva contro la catena.
Questa non si spezzò, ma ottenne di
graffiarla più o meno profondamente.
"Posso spezzarla. continuando
così posso... ma non abbastanza in fretta..."
-Ino se mi decapiti...-
-Naruto, prendi Sakura e scappa. Va
a cercare aiuto, che ne so... ma portala via di quì!-
Naruto stava per ribattere, ma si
rese conto che non sarebbe servito, ed ubbidì.
La ragazza si spostò al fianco di
Shikamaru, ma mentre passava sentì una tavola di legno sotto i suoi piedi
abbassarsi appena.
Trappola.
Si guardò attorno e riuscì per puro
caso a vedere tre lunghi spiedi puntare alla gola del ragazzo. Quasi volò per
pararli, e quando sentì che le trafiggevano la schiena non emise un gemito. Non
voleva che Shikamaru se ne accorgesse, si sarebbe preoccupato per qualcosa di
cui non avrebbe potuto far nulla.
Ino cominciò a darsi da fare con
impegno, usando la katana come una sega per tagliare le catene, ignorando il
calore alla schiena.
-sono anche vecchie e arruginite, vedrai
che ce la farò!- incoraggiò il ragazzo
-La porta è andata... speriamo che
al piano di sopra ci sia una via d'uscita libera...-
-altrimenti finiamo arrosto, si. Non
essere così pessimista Shiky!-
-... seccante...-
-non moriremo prima di essere andati
alla festa insieme!-
-ma ti sei fissata o cosa?-
-può essere...-
-Ino... prima hai detto che non devo
fare l'eroe...-
-e allora?-
-neanche tu devi fare l'eroina per
nulla... perciò stammi a sentire, adesso tu prendi e te ne vai di quì. Vai a
cercare aiuto...-
Ino continuò a tagliare.
-Mi hai sentito?-
-c'è già Naruto che lo fa.- rispose,
ben sapendo che non era quello il punto.
-Non riuscirai a liberarmi in tempo.
E anche se ci riuscissi sarebbe tutto bloccato... Le scale sono di legno e
stanno cedendo.-
-con la forza dell'amore ce la
farò!- esclamò, scoppiando a ridere.
-e dai! dico sul serio! Ino..-
-Ino che? MA LA VUOI PIANTARE?- urlò
improvvisamente zittendolo. Era esausta, il calore della stanza non faceva che
aumentare il dolore alla schiena, ed era infastidita dalla sensazione di
bagnato che le dava la maglietta fradicia di sangue sulla schiena.
-NON MI SONO FATTA UN C... NON MI
SONO SFORZATA TANTO PER POI MOLLARTI QUì! IMBECILLE! IDIOTA! PENSI DAVVERO CHE
POTREI? SAI BENISSIMO CHE O ESCO CON TE O NON ESCO!-
Shikamaru la guardò con tanto
d'occhi.
"Ino... moriresti con me?"
-ma io non voglio che tu lo
faccia... la cosa che potrebbe rendermi più felice è saperti viva.-
-non lo sarei.-
-beh se esci...-
-voglio dire: sarei comunque morta
con te, dentro. E poi questo è vivere. Stare con te è vivere. Morire quì
con te è vivere. Una vita senza di te sarebbe esistere, al massimo
sopravvivere. Tu che sei un genio dovresti capire la differenza! Ora io non
posso più davvero fare a meno di te... AAAAH!!!! basta! mi sta venendo da
piangere, e non sono una mocciosetta come fronte spaziosa io! E poi dobbiamo
finirla di portarci sfortuna da soli! Ce la caveremo, ce la caveremo
sicuramente! Quindi stai zitto e spera che non ti mozzi un braccio.-
Il ragazzo non sapeva cosa
rispondere. Guardò il legno della casa incenerirsi, sentì le scale
scricchiolare ed incrinarsi, tutta la zona oltre le scale, compresa la porta
che dava verso l'esterno era scomparsa in un inferno di fuoco. Sollevò appena
lo sguardo, e vide attraverso un buco che si stava formando nella parete di
legno il suo adorato cielo, incorniciato da un rettangolo fiammeggiante.
-... Forse tra poco sarai davvero
costretta a tagliarmi le braccia, se davvero non intendi uscire senza di me...-
disse dopo diversi minuti.
la risposta fu lo sbattere della
catena ormai spezzata contro il legno, mentre il braccio sinistro ancora
stretto in una manetta ricadeva giù intorpidito.
-e uno. Tu continua pure a guardare
il cielo come stavi facendo. Ogni occasione è buona eh?-
-le nuvole mi fanno compagnia...
quando c'è la possibilità che la mia dolce donna mi decapiti o mi mozzi
qualcosa...-
-non potrei mai mozzarti nulla... se
no come balliamo alla festa?-
-ah meno ma... ehi chi ti ha detto
che io ballerò? non ho mai detto che lo farò. Andiamo insieme, certo. Ma io non
ballo.-
-si che lo farai.- disse tranquilla.
-si.- si rassegnò lui. Conosceva
quell'espressione. L'avrebbe convinto a suon di calci altrimenti. -meglio se
guardo le nuvole come dici tu...-
-... le nuvole... lo sai, le nuvole
sono in realtà il fumo degli angeli. Ed il maestro è quello che ne fa di più di
sicuro.- disse lei, ripensando alla sua "visione"
-ma... è questa da dove l'hai
presa?!! - il ragazzo
non riuscì più a contenersi, aveva immaginato il suo adorato maestro vestito
come un angioletto dalla classica tonaca bianca ed aureola dorata, che fumava
come un turco. E ora non riusciva a smettere di ridere.
"persino Asuma-sensei ne
riderebbe..." riuscì soltanto a pensare, ormai sopraffatto dalle risa incontrollate.
Anche Ino rideva, finchè un gradino della scala non si spezzò e cadde
rumorosamente a terra. Shikamaru allora tentò di darsi un contegno vista la gravità della situazione.
-oh merda!- esclamò Ino, prima di
rimettersi al lavoro. Restava una sola catena.
Ma di questo passo...
-Shikamaru, ti fidi di me?-
Il ragazzo la guardò negli occhi.
-certo.-
-devo usare la katana come se fosse
un'ascia. Potrei ucciderti davvero stavolta, ma non c'è più tempo... e morire
bruciati vivi...-
Ino poggiò la katana sulla fronte
chiudendo gli occhi. Doveva metterci tutta la forza ed il chakra possibile, ma
se avesse sbagliato mira anche solo di un millimetro, tutta quella potenza
avrebbe potuto deviare la spada di moltissimo. E farle uccidere il ragazzo.
-Ino rilassati, puoi farcela. Pensa
che sia solo un allenamento.-
-ma certo, solo uno stupido
allenamento...- disse lei facendo un respiro profondo. "uno stupido
allenamento... e se sbaglio muori."
Sentì la mano libera del ragazzo
tirarla verso il basso. Una fitta le attraversò la schiena, si era quasi
dimenticata degli spiedi.
-che cosa c'è?- gli chiese, cercando
di non mostrare dolore.
-qualunque cosa accada, ti amo per
averci provato.-
-qualunque cosa accada, visto che
nel bene o nel male ti seguirò comunque, ti amo perchè ti amo.-
Il ragazzo sorrise, e si spostò con
qualche sforzo per poterla baciare.
-che motivazione è?- le disse poi.
-cosa? il ti amo perchè ti amo?
forse l'ho sentita in tv...- scherzò lei, per poi rialzarsi a fatica. Se
fossero stati avvelenati a quest'ora sarebbe già morta, quindi si ritenne
fortunata, in fondo era solo un pò di dolore.
Sollevò la katana.
Sollevò la falce.
Scacciò quel pensiero,
concentrandosi sulla catena. Doveva colpire quell'anello debole.
Doveva colpirlo al collo e tagliargli
la gola.
Doveva cancellarlo dalla faccia
della terra, quell'anello.
Doveva cancellarlo dalla sua mente,
quel fantasma.
Quella catena aveva le ore contate,
si disse.
Quel fantasma aveva le ore contate,
si disse.
Sapeva benissimo che c'era un'altra
Ino da qualche parte nella sua testa che pensava addirittura di esorcizzare il
fantasma Hidan facendo questo.
Sapeva benissimo che c'era un'altra
Ino da qualche parte nella sua testa che pensava di spezzare solo una catena
facendo questo.
Forse era pazza. Quasi sicuramente
lo era. Due in una non era normale. Ma la lasciò fare. Perchè spezzando la
catena avrebbe salvato Shikamaru, e forse anche se stessa. Non avrebbe più
avuto alcun fantasma... Libera.
Forse era pazza. Quasi sicuramente
lo era. Due in una non era normale. Ma la lasciò fare. Perchè uccidendo quel
fantasma avrebbe salvato se stessa, e poi non sarebbero più state due. E
ci sarebbe stato Shikamaru... Libero.
Abbassò la katana di scatto.
Abbassò la falce di scatto.
Shikamaru era libero.
-Ino ce l'hai fatta!!!- esclamò,
facendo pressione con la mano sinistra per alzarsi, mentre il braccio destro
era giustamente intorpidito.
-siamo liberi...- disse lei con lo
sguardo perso rivolto alla catena.
Shikamaru abbassò lo sguardo
seguendo il suo e sorrise.
Poi il sorriso gli morì in gola,
quando la sua attenzione fu catturata da una grande macchia rossa a terra.
-Ino...-
La ragazza si riscosse, e lo guardò
interrogativamente. Poi le forze le vennero meno. L'ultimo sforzo per
concentrare il chakra nell'arma era stato troppo col dissanguamento in atto. Le
gambe le cedettero, e Shikamaru svelto la sorresse, scoprendo i tre spiedi.
Imprecò a mezza voce, stringendola a
se.
-Ino! perchè accidenti non mi hai
detto di essere ferita?-
la maglia della ragazza da viola era
passata a blu notte, tanto era bagnata, ed anche la parte di schiena che teneva
scoperta era bagnata da rivoli di sangue.
-... mh... li puoi togliere?-
mugulò.
-stringi i denti...- le disse.
Li estrasse velocemente, e la
ragazza riuscì a non emettere suono.
-brava...- si complimentò, rubandole
un altro bacio.
-ora... dobbiamo scappare.-
-si hai ragione... ce la fai a
camminare?-
la ragazza tentò ma fallì, ricadendo
su di lui.
-mi spiace...-
-hai già fatto abbastanza... non
dimentichiamo che ti sei ferita e sei stata zitta tutto questo tempo per me...-
le disse sollevandola delicatamente, - ora tocca a me fare l'eroe anche se pare
che non ci sia portato. Diciamo che farò l'uomo. Quindi sta ancora zitta e
lasciati salvare anche tu.-
la ragazza sorrise stringendosi a
lui.
Erano sempre stati così, si
aiutavano a vicenda, quasi tenessero un conto di tutte le volte che l'altro
c'era per poter fare di meglio.
Una sfida senza fine.
"speriamo davvero che sia senza
fine..." pensò lei, chiudendo gli occhi. "...se le scale ci
reggono... maestro ci serve un miracolo..."
e forse fu davvero un miracolo se le
scale non crollarono sotto il loro peso, ma attesero che fossero arrivati al
piano di sopra per arrendersi alla gravità ed al fuoco.
-per un soffio...- disse Shikamaru.
Di sopra la situazione era se possibile peggiore.
Ma la via per la finestra era
libera.
-mi sa che ce la facciamo Ino... ce
la facciamo davvero, come hai detto tu.- disse il ragazzo. Ino non rispose, era
troppo debole per farlo.
Shikamaru cominciò a correre verso
la finestra, evitando le fiamme che di tanto in tanto si spingevano verso di
lui, quasi non lo volessero lasciar passare.
Si bruciò, ma non allentò
minimamente la presa su Ino. Entrambi tossivano per il fumo, ma erano quasi
fuori.
Saltò fuori dalla finestra, trovandosi
su di un balcone decadente. Da li era entrato per salvare Sakura, e sperava che
anche lui attendesse come le scale per passare a miglior vita.
-SHIKA!-
"la voce di Choji!"
Shikamaru si affacciò, e vide
Naruto, Choji, Kiba, Hinata e Kakashi ad attenderlo, insieme ad altri ninja
medici.
Choji usò la tecnica
dell'ingrandimento gonfiandosi a dismisura, per fare da tappeto elastico ai
due.
-su, saltate!!!- li chiamò Naruto.
-Ino sta bene?- chiese Kiba notando
che la ragazza stava tra le sue braccia.
-ha perso molto sangue!- rispose
lui, cercando di saltare sulla ringhiera senza darle troppi scossoni.
"Choji vedi di
prenderci..." ordinò mentalmente all'amico, mentre si gettava.
Atterrò sulla sua pancia,
rimbalzando. Ino gemette.
-Presto, la squadra medica!-
Choji si stava pian piano
sgonfiando, facendoli tornare all'altezza degli altri.
-eccoci...-
-dobbiamo curare anche te.-
-non è necessario...-
-lascia decidere a noi.-
-la ragazza ha perso moltissimo
sangue, ci servono delle trasfusioni!-
-riportiamola subito a Konoha!-
-e non strillate, sono cosciente
sapete? ehi, non c'è un modo più comodo per arrivare a Konoha piuttosto che le
vostre spalle?-
Shikamaru cominciò ad avvertire
all'improvviso tutta la stanchezza che fin'ora l'agitazione aveva tenuto
lontano. Si appoggiò semplicemente a Choji che era quasi tornato a dimensioni
normali.
-hai visto? Ino è tornata la
solita...- disse Choji a bassa voce.
Shikamaru sorrise guardandola mentre
dava ordini ai ninja medici come se nulla fosse.
-lo vedo...- disse, prima di
chiudere gli occhi e perdere conoscenza.
I fuochi d'artificio erano
un'attrazione imperdibile per tutti gli abitanti di Konoha, che tentavano di
vederli al meglio possibile salendo sopra tetti, alberi, animali e altre
persone.
Come Neji, che aveva portato Tenten
sul tetto di villa Hyuuga per vederli meglio, per esempio.
Come Lee e Gai, che erano saliti sul
ramo più alto di un albero e osservavano il cielo con le lacrime agli occhi,
per esempio.
Come Kiba e sua sorella, che erano
saliti in groppa ad Akamaru, per esempio.
E, sempre per esempio, come Naruto
che era saltato sulla schiena di Jiraya per vederli meglio, nonostante le
proteste del sennin che aveva dato di matto, sotto lo sguardo attonito di
Shizune e Iruka, e provocando le risate divertite di Tsunade, Kurenai ed
Hinata.
Sai e Shino che erano con loro
inizialmente, non essendo minimamente interessati erano tornati uno ai disegni
ed uno alla contemplazione degli insetti notturni.
Anko era riuscita finalmente a far
riporre a Kakashi il suo inseparabile libro, convincendolo a salire sul tetto
di un bar per prendere di nascosto lattine di birra dal deposito, operazione
peraltro riuscita al cento per cento. Ed ora i due, ancora brindando alle loro
gloriose gesta, osservavano felici i fuochi.
Insomma, tutta Konoha guardava il
cielo.
Meno una persona, un ragazzo che,
ironia della sorte, passava metà delle sue giornate ad osservarlo.
Ma aveva trovato qualcosa che lo
interessava di più.
Anche se poi l'aveva perso.
Non vi erano luci nella stradina in
cui stava passando, il paese era piuttosto lontano.
"ed io che mi ero illuso... ero
convinto di avercela fatta... e l'ho persa di nuovo..."
fece ancora qualche passo, poi
qualcosa catturò la sua attenzione.
Una lapide, dei fiori freschi sotto
di essa.
Si chinò, riconoscendo quel profumo.
Lesse il nome sulla lapide,
rabbrividendo. "Ino Yamanaka."
Poi un'ombra apparve da dietro gli
alberi ed una risatina ruppe l'aria.
-Ti fa impressione eh?-
-la prima volta che l'ho vista ci
sono quasi rimasto secco. Ma come facevo a sapere che tua nonna si chiamava Ino
come te? Anzi che tu ti chiami Ino come lei? Comunque ti stavo cercando... è la
millesima volta che ti perdo oggi...-
-e che tu ti fai distrarre ed io
vado dritta!- rise Ino.
-distrarre? sono stato travolto da
Choji e tu mi dici distrarre?-
-Choji e suo padre sono impazziti
alla vista del barbecue coreano di Morino-san... chi l'avrebbe detto che
quell'uomo così inquietante fosse un gran cuoco...-
Shikamaru l'abbracciò. Non voleva
starle lontano più del necessario, era stata dimessa dall'ospedale solo il
giorno prima, e lui era a casa a curare le bruciature.
-ah... puoi aspettare ancora un
secondo?- gli chiese lei all'improvviso.
-anche se ti dicessi di no non
servirebbe...-
-certo, comando io!- rispose lei
allegra, dandogli un bacio veloce.
La ragazza cominciò a correre in
direzione di un prato poco più avanti. Shikamaru andò a sedersi accanto
all'albero dove stava nascosta poco prima e chiuse gli occhi.
Ino scese velocemente il ripido
pendio, dove erba e fiori le arrivavano a metà gamba. E alla fine raggiunse
l'amica dai capelli rosa, che stava distesa a terra con le braccia spalancate,
a guardare il cielo.
-Sakura, perchè non raggiungi gli
altri?-
-ogni tanto mi fa piacere anche
stare da sola... e poi tra cinque minuti vado... prima...-
-prima risponderò alla tua
domanda...- disse Ino, andando a coricarsi accanto a lei.
-so già la risposta. Basta guardare
te e tuo marito.-
-zitta che l'invidia ti potrebbe
allargare la fronte.-
-...-
-ascolta... tu mi avevi chiesto...
cosa provo per lui.-
-per Sasuke-kun.-
-si. Ebbene, mi manca molto.
Essendogli stata appiccicata per tanto tempo mi ci sono affezionata. E allo
stesso tempo lo odio, perchè è un egoista stupido, fissato con la vendetta, più
testa quadra di Naruto, e perchè ha fatto soffrire tutti, ma soprattutto te.-
-me?-
-si, te. Tu sei stata la mia prima
vera amica, ed anche l'ultima. Nessuna sarà mai per me quella che sei stata tu.
Anche la storia che l'amavo, non era nient'altro che un modo per stare vicino a
te...-
Sakura si mise a sedere sorpresa, ma
Ino sollevò la mano per farla tacere.
-ti prego è già abbastanza
imbarazzante dirlo così... non parlare o non riuscirò più a farcela. Sakura io
ti voglio un mondo di bene... e ti detesto perchè mi hai lasciata per lui. Non
so come sia possibile. So che non potrebbe mai tornare come prima, e neanche lo
vorrei forse, siamo cresciute. Non si può neppure ricominciare da zero... però
non odiamoci. Potremmo essere rivali, come potrebbero esserlo, che so, Naruto e
Sasuke prima che ci mollasse. Però vorrei poter contare su di te, e vorrei che
tu facessi lo stesso con me. Che ne pensi?-
Sakura si lasciò cadere
all'indietro.
-Penso che io lo faccio già. A me
non può che andare bene. Perchè mi manchi tanto.-
-Ci sono molte persone che mi
mancano e che non potrò riabbracciare più, la prima il maestro... per questo
non voglio lasciar perdere te, tu ci sei per fortuna, e tutto si può
recuperare.-
-giusto. E...-
-e...?-
-Shikamaru?-
-Shikamaru che?-
Sakura rotolò verso di lei, fino a
trovarvisi affianco, e sollevò il viso per guardarla maliziosamente negli
occhi.
-cosa provi per lui?- chiese con
tono allusivo.
-Sakura! Stavamo facendo un discorso
serio!- si lamentò Ino, arrossendo.
-SEI ARROSSITA!! CHE CARINA ALLORA
SEI PROPRIO PRESA EH?!-
-e non urlare! è qua vicino che mi
aspetta!!- la interruppe Ino, tappandogli la bocca con una mano. Quando la
liberò il sorriso non era sparito, come temeva.
-lo ami? glielo hai detto? fino a
che punto siete arrivati? dai!!!-
-SMETTILA!!!- urlò Ino, fingendosi
seccata. In realtà si stava divertendo tantissimo.
Si alzò e cominciò a correre verso
la strada.
-SCAPPA SCAPPA! TANTO TI BECCO PRIMA
O POI!- la minacciò lei, alzandosi a sua volta per dirigersi dai propri
compagni.
Ino scoppiò a ridere e corse fino a
raggiungere Shikamaru, fermandosi quasi addosso a lui.
-e allora? fatto tutto?- le chiese
il ragazzo.
-certo!-
-bel discorso. Interessante il
finale.-
-co-come?!! hai sentito tutto?!!-
-quì c'è silenzio, siamo fuori da
Konoha.-
Ino cominciò a tempestargli la
schiena di pugni, mentre lui camminava imperterrito per la sua strada.
Non aveva la sua solita aria
annoiata, quando era solo con lei non l'aveva mai.
-Shiky...-
-mh?-
-stasera balliamo vero?-
-ti scongiuro non farmi questo...
una volta hai detto che non volevi essere una rompiscatole, no?-
-ma tu hai risposto che lo ero già.-
-mh? ricordi tutto quello che ti
dico?-
-certo, sono un genio io.-
-... questa l'ho già sentita.-
-allora?-
-allora che?-
-balliamo?
-balliamo, balliamo...-
-SIIIII!!!!!!!!-
-sei una tiranna...-
-però ammetti che se non lo fossi
non mi ameresti tanto...-
-certo. Mi obblighi.-
-SHIKAMARU NARA!-
-stavo scherzando, ti amerei
comunque allo stesso modo...-
-detto con quel tono poi...-
-non sono bravo a parole. Sono bravo
coi fatti io.-
-dimostramelo.-
Quella sera tutti erano impegnati a
guardare il cielo, chi più chi meno.
Ma ora non era più una persona, ma
due, che ignoravano le spettacolo, legati da un bacio che cancellava tutto il
resto.
E non avevano bisogno di sollevare
il viso per vedere il cielo. Bastavano gli occhi dell'altro. E c'era tutto
l'infinito che cercavano.
fine!!!!
troppo sdolcinata eh? si lo penso anche io... però non posso sempre far morire
tutti ammazzati o mandare metà personaggi in punto di morte!! e la parte
macabra un pochino l'ho messa anche in qst fic quindi va bene... e forse
all'inizio del capitolo...
nel
caso non si fosse capito, Ino ha passato due giorni in stato catatonico, però
come potete vedere lei credeva fosse reale e ogni tanto sentiva voci diverse
dalle altre per tono e qualità che la turbavano. Queste erano semplicemente le
voci delle persone reali che tentavano di parlarle, e che ogni tanto il suo
cervello non riusciva a "censurare" e recuperava infilando i
proprietari della voce nel suo "sogno"... per esempio Shika ke urla
Ino ti scongiuro rispondi! o Kurenai che parlava del fatto che doveva fare da
mentore alla pupa/pupo nascitura/o... e il carissimo Hidan che la perseguitava
di continuo non rappresentava solo Hidan, ma anche la Ino che aveva dato di
matto trucidando i nemici. Quanto ad Asuma siete liberi di prenderlo come
frutto della sua fantasia oppure incontro ultraterreno, io la mia idea ce l'ho.
Penso di aver spiegato tutto... visto che forse l'ho un pò complicata... Se non
avevate capito provate a rileggerla ora... e per altri dubbi scrivete nei
commenti e vi farò sapere correggendo questo mio sproloquio scritto più che
altro perchè non ho voglia di finire così... e anche per la storia della non
chiarezza ovvio...spero di non avervi
deluso con questo finale, e che continuerete a leggere le mie fic!!! un grande
bacio e tanti ringraziamenti a tutti quelli che hanno commentato o anche solo
letto... (mai avuti tanti commenti a capitolo, sono commossa!), e commentate
anche ora, come sempre in bene o in male!!!
p.s. anche voi dopo aver letto al fic attenti a non avere qualcosa... "dietro"... XD