Punto di non ritorno

di Xenebe
(/viewuser.php?uid=68118)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Prologo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 16 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Punto di non ritorno ... 0
Eccomi qui ...  il prologo di un'altra storia!
Chi mi conosce sa che sto passando un brutto periodo e quindi mi è difficile riuscire ad aggiornare con regolarità, ma mentre i capitoli della'ltra mia storia Bamon (o Donnie XD) devono esssere scritti, ho pronto questo prologo da parecchio e, avendo finalmente finito di scrivere tutta la trama di questa storia(luuuuuuuuuuunghissima), ho deciso di pubblicarlo per vedere cosa ne pensate ... visto che terminato "Il Legame" mi butterò anima e corpo in questo progetto!
Il titolo "Punto di non ritorno" è stato preso da questa citazione trovata su internet: "Credo che l'amore abbia un punto di non ritorno, un punto che una volta varcato non ci permette di tornare indietro. È in quel preciso istante che ci si spoglia dei vestiti razionali e ci si tuffa in mare, dimenticando il salvacuore, anche se non sappiamo nuotare. E forse quel punto ogni volta diventa l'incoscienza più preziosa della nostra vita.
" (Massimo Bisotti)


Che altro dire? Vi lascio alla storia, fatemi sapere che ne pensate! Un bacio!






Prologo


La vita ha proprio uno strano senso dell'umorismo.
(Dylan Dog)



Mi sono chiesta innumerevoli volte come potesse essere possibile.
Ho cercato davvero di capirlo, perché è questo il ruolo di una migliore amica no? Non so se anche Meredith ci abbia mai provato a capire ... di certo lei non aveva il mio stesso interesse …
Ma per quanto mi sforzassi non sono mai riuscita a comprendere a pieno Elena, non che la biasimassi, ma amare due persone contemporaneamente? Non riuscire a scegliere tra Damon e Stefan?
Non avrei mai pensato d’innamorarmi anch’io di due persone, era fuori dai miei progetti, fuori da ogni possibile disegno, o intenzione, o … assurda previsione!
È assurdo, come è possibile?
Elena per lo meno ama due persone profondamente diverse, due persone che rappresentano ad ogni modo aspetti differenti della sua personalità …
Ma io?
Come posso amare due … loro sono …
Lui …
In realtà non dovrei nemmeno scegliere. Il destino mi ha precluso questa alternativa: posso amare solo il ragazzo che tra meno di mezz’ora varcherà la porta di questa biblioteca perché l’altro … mi è stato strappato via, o forse sono stata io a essere portata via. Anche se in realtà io ero già scappata via da lui …
Non posso sopportare questo strazio, il mio cuore è diviso e questo mi impedisce di amare uno  dei due senza provare rimorso, tristezza, vergogna per l’altra parte di me, quella che continua ad amare Damon anche se so che probabilmente non tornerò mai più a casa, e che, se anche dovessi riuscirci, lui continuerebbe ad amare Elena. Ma non posso smettere d’amarlo per questi motivi, no? Io … voglio amare uno dei due a prescindere dall’essere ricambiata o meno, e dal luogo e dal tempo in cui vivo.
Continuo a rifletterci e a cercare un modo, ma il mio cuore è lacerato … una parte di me vuole tornare a casa e lasciarsi coccolare da quello sguardo nero, duro ma preoccupato, e lasciarsi trattare come una bambina tra le sue braccia, ma poter essere lì con lui!
D’altra parte potrei andarmene e abbandonare l’altro? Che mi cerca, che mi  corteggia, che mi lusinga, che mi sostiene, e che mi ama?
Sì, mi ama, me lo ha confessato ieri, ha detto che cercherà un modo, che vuole rimanere accanto a me per sempre, che anche se sarebbe uno scandalo lui mi sposerà. Me lo ha detto guardandomi col suo sguardo di velluto nero, dello stesso colore degli angoli più remoti dell’universo, emozionato e speranzoso, ed innamorato. Di me.
-Scusate se vi ho fatto aspettare.-, mi sorprende con la sua voce melodiosa.
-Sapete che non dovreste essere qui, non sta bene che una giovane donna e un giovane uomo passino tanto tempo insieme, da soli, in una stanza, anche se è una biblioteca.-
-Suvvia! Queste cose ve le ho insegnate io … perché poteste ambientarvi. Cosa avreste detto a tutti gli altri? Che venite da un luogo scevro di buone maniere, in cui la moda prevede che esponiate il vostro corpo agli occhi altrui?-mi chiede ironico ricordandomi il nostro primo incontro, durante il quale indossavo un pantaloncino giallo, e un vecchio top nero. Il suo sguardo era non solo sbalordito, ma anche incuriosito e molto, molto malizioso.
-Vi prego Francesco!-, sbuffo e mi allontano svelta, quando si avvicina e prende ad accarezzare uno dei miei riccioli,-Devo già tanto a vostro padre per avermi accolta in casa vostra senza alcun nome.-
-Perché ultimamente siete così fredda con me, Bonnie?-, si avvicina ancora e mi prende il volto, io velocemente scappo dal calore del suo corpo, mentre  lui scoppia a ridere.
-Dove vorreste scappare con quei passi da uccellino?-, questo mi ricorda Damon e per un attimo m’intristisco, prima che lui mi raggiunga ancora,-È perché vi ho detto che vi amo?-
-Anche. Voi … io credo alle vostre parole Francesco, ma sapete che non potrete mai sposarmi, non senza inventarvi di sana pianta una mia presunta famiglia, non senza ingannare vostro padre, e io non voglio.-
-State parlando come mio fratello. Ma lui è ancora un bambino: non conosce l’amore ed è preoccupato solo di compiacere nostro padre; voi invece conoscete l’amore, lo leggo nei vostri occhi, e quando sarò riuscito a scacciare chiunque altro abbia preso dimora nel vostro cuore e a farvi innamorare di me, sarete mia, per sempre!- le sue parole sono appassionate come lo sguardo nei suoi occhi.
-Francesco.- il mio voleva essere un rimprovero ma è parsa persino a me una supplica.
-Perché mi chiamate così? Sapete che solo mio padre usa il mio secondo nome, dice che si addice di più ad una famiglia come la nostra. Eppure è stata mia madre a scegliere il mio nome … A quanto pare pensava che questo nome sarebbe stato perfetto per me. E poi amo sentir pronunciare il mio nome da voi.-
-Andate via Francesco, vi prego-, gli chiedo.
-Non m’interessa essere un conte, io vi amo.-, dice baciandomi la mano prima di uscire dalla biblioteca.
Questo sarebbe un altro problema … se io riuscissi a scegliere, se io rinunciassi a Damon, non potrei comunque avere una semplice e felice vita qui: io sono una straniera senza origini e lui è il primogenito, l’erede di un conte.
Il conte fiorentino Giuseppe Salvatore …
Lui è Damon Francesco Salvatore, ha solo diciannove anni, siamo nel rinascimento italiano e lui mi ama.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Prologo 2 ***


Punto di non ritorno ... 0
Ed eccomi tornata!
Come vedete dal titolo del capitolo questo non è il primo capitolo, ma un secondo prologo ... è un prologo firmato Damon, che in relatà nella storia è situato molto prima di quello che avete già letto.
Qui vi presenterò un po' il problema che i nostri personaggi andranno ad affrontare nei primi capitoli!
In realtà questo è solo ed esclusivamente un regalo per l'epifania, non era previsto, ma essendo io molto buona ...  :3
Ringrazio incredibilmente chi ha recensito l'epilogo de 
"Il Legame", a breve risponderò a tutti!
E poi ringrazio enormemente chi, con solo il prologo ha già messo la storia tra le seguite e le preferite e naturalmente tutte coloro che hanno recensito il prologo "ufficiale"! Spero che vi piaccia anche questo piccolo prologo versione Damon.






Prologo Damon


Gli innamorati diventano spesso nervosi, pericolosi.
Perdono il senso dell’umorismo.
Diventano irritabili, psicotici e noiosi.
Ammazzano perfino la gente.  
(Charles Bukowski 
)


-La amo-
-Ero innamorata.-
Tutti! Tutti! Persino io!
Tutti abbiamo usato questa scusa almeno una volta. Tutti abbiamo fatto un’enorme stronzata almeno una volta nella vita, e il 99, 999 % era colpa dell’amore!
È inutile negare: io ho combattuto un duello mortale con mio fratello, duello che ci ha trasformati entrambi in vampiri.
Ecco perché SO che l’amore ci fa fare parecchie, troppe, stronzate!
Ma stavolta non riesco a capire.
C’è … ci deve essere un motivo valido per fare una cosa del genere, no?
Ci sono sempre delle cose che noi vorremmo dimenticare, ma per un motivo: non si decide di voler dimenticare qualcosa così, all’improvviso, senza alcun motivo apparente!
Ho sempre pensato che gli umani fossero deboli e sciocchi, ma proprio perché sapevo quali bisogni elementari li spingevano alle loro sconsiderate azioni.
Ed ultimamente mi ero pure ricreduto, non su tutti, è chiaro, ma almeno sui MIEI umani: loro sono intelligenti, generosi e perspicaci …
Sono degli idioti! Tutti! Sì, persino Elena!
Ma dico, come si fa a permettere una cosa del genere! Come? Ed  a non accorgersene!
Eppure mi guardo intorno, sui loro volti lo shock è ben chiaro, persino il mio fratellino sembra confuso …
Io? Io sono senza ombra di dubbio incazzato! Come è possibile dimenticare me: Damon Salvatore?






Buona epifania! A presto col primo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 1 ***


Punto di non ritorno ... 0
Ed ecco, finalmente direte, il primo capitolo ... niente d'entusiasmante ma essenziale per ricapitolare il tutto!
Noterete subito che questo capitolo, così come i prossimi, sarà in terza persona al contrario dei due prologhi.
Ho intenzione di usare la prima persona, con POV Bonnie certamente non so se anche con altri POV, solo per momenti particolarmente importanti .... e ne ho in mente già un bel paio!
Spero che vi piacerà questa idea!
RIngrazio tutti coloro che hanno letto, messo nelle seguite, nei preferiti e recensito gli scorsi capitoli ... COme sapete è periodo d'esami all'uni ... spero di poter postare almeno il secondo capitolo prima di febbraio! :)
In caso ci fosse qualcosa di poco chiaro nei capitoli non esitate a chiedermi, potrebbe essere a causa dell'ambientazione, che è dopo Moonsong.
Vi lascio a Meredith! 





Capitolo1


Ci sono sempre due scelte nella vita: accettare le condizioni in cui viviamo o assumersi la responsabilità di cambiarle.
(Denis Waitley)





Finalmente sembrava che tutto fosse ritornato al proprio posto ... anche se il termine più giusto sarebbe stata andato, perché in effetti quella era la prima volta da quando Damon aveva seguito suo fratello a Fell's Church che andava tutto bene, si disse Meredith mentre mandava un'e-mail ad Alarick per raccontargli di come dopo che avevano sconfitto Ethan e il suo piano assurdo di resuscitare Klaus, fosse tutto stranamente normale.
Resuscitare Klaus! Meredith ancora non poteva crederci: sarebbe stato il più grosso errore che chiunque potesse mai commettere, nemmeno Katherine, nemmeno Shinichi e Misao avrebbero potuto pensare ad una tale assurdità!
Fortunatamente ora, quasi tre mesi dopo la morte di Ethan, lei e Damon avevano trovato ed ucciso tutti i vampiri che quello aveva creato, con rammarico di Matt, che non aveva potuto salvare nessuno dei suoi nuovi amici, nemmeno Chloe, perché ormai completamente accecati dalla sete di vendetta verso coloro che avevano ucciso il loro creatore.
L'unica nota dolente nella nuova serenità raggiunta dai suoi amici era Damon.
La cacciatrice aveva col tempo imparato a conoscere ed ad apprezzare il vampiro, lavorando fianco a fianco con lui, ed adesso poteva vedere come quando Elena aveva scelto Stefan lui ne fosse rimasto deluso e ferito.
Certo anche lei sapeva che l'anima gemella, il vero amore di Elena era Stefan, ma Damon sembrava così solo, soprattutto da quando la sua unica occupazione era proteggerli nell'ombra.
Persino la dolcissima Bonnie, a dispetto dei suoi vecchi sentimenti per il vampiro e del suo animo gentile, sembrava non aver un attimo di tempo e un briciolo d'affetto per quella che, ora più che mai, era un'anima in pena.
Già Bonnie!
Nonostante ora fossero certi che Zander non fosse una minaccia, c'era qualcosa in quel rapporto morboso della rossa che non le piaceva, non la convinceva ... quella sensazione strana che le faceva percepire un'anomalia ... Bonnie continuava a non essere completamente se stessa ... era troppo spensierata, troppo tranquilla, soprattutto nell'ultimo mese, come se in realtà non avesse mai vissuto tutte le loro lotte, come se non avesse visto tutte quelle atrocità, o Elena, Sue, Vicky e Damon morire... era la vecchia spensierata Bonnie, quella che pensava che morire giovane e bella fosse romantico, quella che aveva permesso a Damon di baciarla a casa di Alarick... e questo era strano, davvero strano.
Elena aveva cercato di tranquillizzarla con un "è innamorata!" troppo occupata a vivere il suo ritrovato idillio d'amore con il suo bel principe dagli occhi verdi, persino Damon non era sospettoso, ma questo secondo lei era più che altro dovuto al suo progressivo allontanamento, che invece non sarebbe mai potuto accadere se Bonnie non fosse stata costantemente distratta, tanto da non prestare attenzione alla sua stessa vita accademica, ai suoi amici, e al ragazzo che fino a pochi mesi prima amava con tutta se stessa, il ragazzo che le aveva più volte salvato la vita.
Inoltre Meredith odiava vedere Bonnie solo di sfuggita, solo al mattino presto, perché era impegnata almeno 23 ore su 24 con Zander e il suo branco … non era affatto gelosa, solo preoccupata … Nonostante tutto non riusciva a fidarsi dei licantropi e non voleva che la loro avversione per i vampiri portasse la sua amica ad allontanarsi da lei, Elena, Matt, Stefan e Damon. Non avrebbe mai creduto di fidarsi di Damon fino a quel punto, ma ormai sapeva di potergli affidare la sua vita e persino quella della dolce, pura, gentile Bonnie.

Meredith spense il computer e si gettò sul suo letto … Lei non era quella che si preoccupava di questo tipo di problemi, ai “problemi di cuore” di solito pensavano Elena o Bonnie, ma ora nessuna delle due sembrava in grado di aiutarla, men che meno Matt dopo quello che aveva passato, Stefan era fuori discussione, si fidava dell’istinto di Bonnie, l’aveva sempre detto ed era troppo educato per imporsi alla rossa, Alarick era anche meno competente di lei in quel campo … se solo Damon non fosse stato così depresso …
In un attimo si sentì come nei cartoni animati: il momento esatto in cui a qualcuno viene l’idea giusta, geniale, per risolvere la situazione, o almeno per smuovere uno dei suoi amici.
“’Lena domani serata al McAllister, anche Stefan!”
“Matt domani sera tutti al McAllister!”
“Bon domani sera aspettiamo te e Zander al McAllister.”
Poi infilò le sue sneaker e corse fuori da dormitorio. Era buio ormai.
“Damon!”, sussurrò.
Un secondo dopo il vampiro era davanti a lei.
“Cosa è successo?”, il volto tirato dalla preoccupazione.
“Visto che ormai Bonnie e Zander stanno insieme da un po’ sarebbe ora che anche tu lo incontrassi.” Andò dritta al punto.
Il moro sollevò le sopracciglia.
“Dimentichi che li ho spiati, so chi è…”, disse cauto.
“Ma non ci siete conosciuti e ormai lui dovrebbe far parte del nostro gruppo.”
“Nell’allegra combriccola sentite proprio il bisogno di un licantropo?”
“No, ma sentiamo la mancanza di Bonnie, se non cerchiamo di avere dei buoni rapporti con Zander potremmo perderla per sempre.”, Meredith lo vide pensare attentamente alla cosa, ma sapeva che aveva giocato la carta giusta: se c’era qualcuno a cui Damon non poteva essere indifferente, qualcuno che non poteva ignorare, questi era di sicuro Bonnie.
“Solo per l’Uccellino”, sussurrò prima di sparire.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 2 ***


Punto di non ritorno ... 0
Eccomi qui con il secondo capitolo!
Un capitolo non molto attivo ma decisamente importante!!!

Ringrazio tutti coloro che hanno letto, messo nelle seguite, nei preferiti e recensito gli scorsi capitoli.
Prima di lasciarvi al capitolo due piccoli avvertimenti.
-Il primo riguarda i due prologhi: sono molto diversi come avete potuto vedere, e non solo perché uno è in POV Bonnie e l'altro Damon, ma anche perché il primo è collocato moooolto in là con la storia, mentre il secondo tra il capitolo 4 e 5.
-Il secondo riguarda il prossimo aggiornamento che avverà tra un mese esatto, causa esami, a meno che non accada qualcosa di eccezionale.
Vi lascio al capitolo che, come già sa chi ha letto lo spoiler, non è tra i più allegri.





Capitolo2

Non è vero che i giorni di pioggia sono i più brutti, sono gli unici in cui puoi camminare a testa alta anche se stai piangendo.
(Jim Morrison)





C’erano tutti, mancavano solo lui e l’Uccellino, si disse sbirciando attraverso una finestra, mentre sedeva comodo su un grosso ramo.
Da quanto tempo non la vedeva? Poco, molto poco, da poco più di un’ora, quando l’aveva spiata durante la lezione di
storia della filosofia.
Ma da quanto non parlava con lei? Dalla loro battaglia contro Ethan, quel pazzo che voleva resuscitare Klaus durante l’equinozio.
Eppure era da molto prima che lei era lontana distante … già da quando avevano sconfitto il Fantasma della Gelosia.
In quel momento non ci aveva badato … probabilmente era imbarazzata per aver ammesso di essere stata gelosa di lui ed Elena … e dopo invece lui era impegnato a comportarsi bene ed, allo stesso tempo, a far capitolare il suo Ang… Elena.
E aveva trascurato così tanto il suo Uccellino che in quel momento, mentre entrava stretta al suo biondo –ed ovviamente insulso al suo confronto, aggiunse tra sé e sé – ragazzo, sembrava un’estranea?
Non si era mai preoccupato di doverle dare attenzione, lei era semplicemente presente … era lei a cercarlo, a preoccuparsi per lui, a preoccuparsi che i sentimenti di Elena per suo fratello lo potessero ferire –un lampo squarciò il sereno cielo serale- , a chiamarlo nel momento del bisogno …
Ora invece sembrava non notare nemmeno la sua assenza.
-Wow! Stasera ci siamo tutti ragazzi!-
Un altro lampo, mentre nuvoloni scuri correvano a coprire la luna.
Mentre lei rideva allegramente Matt cercava di conversare con il cagnaccio, ma questi non lasciava nemmeno per un momento la presa sul corpo della Streghetta. Anzi adesso sembrava che la sue mani grandi stessero avvolgendo ancora di più la vita della ragazza messa in evidenza da un, quanto mai insolito su di lei, vestito nero supercorto e super attillato, che ricordava decisamente quelli che si vedevano negli anni ’90 in tv.

Sarebbe potuta sembrare vagamente ed ostentatamente sensuale in quel vestito la rossa, ma invece tutto quello che Damon percepiva era il profondo fastidio di quelle mani troppo invadenti su quel giovane corpo.
Aveva iniziato a piovere ormai.
-Bonnie, ma quel vestito non è troppo per te?-, la voce di Elena stava dando voce anche ai pensieri di suo cognato.
-È splendido vero? Me lo ha regalato Zander!-
Il ragazzo non aveva affatto gusto nel vestire o semplicemente non conosceva la parola eleganza.
Il volto della bionda si tirò in un sorriso forzato a quella risposta e si voltò verso Stefan in cerca del suo aiuto, che ricevette prontamente.
-È molto diverso dal tuo solito stile, Bonnie.-
-Vero?-, disse lei entusiasta e soddisfatta,-Con questo non sembro più una bambina!-
Damon notò come persino suo fratello fosse in difficoltà.
Probabilmente Miss Inquietu… Meredith aveva ragione, c’era qualcosa di sbagliato nell’ascendente assoluto che quel ragazzo aveva sul suo Uccellino, si disse osservandola.
Eppure quel quadretto non stonava affatto, notò mentre scendeva, ormai fradicio per la pioggia scrosciante, dall’albero.
Stefan ed Elena che si tenevano per mano e l’Uccellino che rimaneva pressata accanto a quel lupo slavato, Mutt che conversava con Stefan e Meredith al telefono con Alarick …
E lui? Qual era il suo posto in tutto questo? Dove s’inseriva, si collocava, se loro non avevano più bisogno di essere protetti?

Solo per un attimo Damon si sentì attanagliare dalla solitudine mentre si dirigeva alla porta del locale.
Ma tra un attimo lo splendido sorriso che la sua Steghetta gli riservava ogni qualvolta lo vedeva lo avrebbe fatto sentire meglio, si disse.
Eppure quando mise piede nel locale, i vestiti fradici che aderivano ancora di più al suo corpo perfetto, i capelli corvini che, appesantiti dalla pioggia, scendevano ancora di più sugli occhi, a toccare le lunghe ciglia nere, sul volto la sua migliore espressione disinvolta e tutti gli sguardi di donne sconosciute che lo fissavano incantati, Bonnie lo degnò solo di un fugace sguardo di curiosità.
Quello fu il momento in cui, terminando la chiamata col suo ragazzo, Meredith poté davvero vedere Damon, quello vero, quello che era chiuso in quella roccia, il bambino piangente … Gli occhi neri di Damon, sempre furbi, maliziosi, concentrati, erano due scure pozze spaesate, sembravano chiedere, gridanti, aiuto guardando la piccola rossa.
Fu solo un millisecondo, poi l’espressione del vampiro mutò e divenne determinata.
Meredith gli si avvicinò ma lui, senza degnarla di uno sguardo la sorpassò e si avvicinò alla Streghetta, le prese la mano e l’attirò a sé, mentre Zander lo guardava furente.
-Ciao, Uccellino.-, soffiò sulle sue labbra.
Meredith, Stefan, Matt ed Elena si ritrovarono a pregare (Stefan anche in aramaico oltre che in inglese, italiano, francese, spagnolo, portoghese, austriaco …) che quella scena non portasse ad uno scontro tra razze mitiche.

-Lasciami!-, cercò di divincolarsi la strega.
-È la prima volta che reagisci in questo modo, Streghetta … non ti piaccio più?-, disse schernendola.
-Lasciami! Io non ti conosco! Lasciami!-, le proteste della ragazza stavano iniziando ad attirare l’interesse di diversi avventori del locale, ma l’attenzione di Damon si era spostata sulle parole che la rossa aveva pronunciato.
-Come sarebbe a dire che non mi conosci.-, le aveva detto prendendole le braccia e allontanandola da sé per poterla guardare bene negli occhi- Questo è uno scherzo di pessimo gusto!-, alzò il tono della voce.
-Ma che dici! Lasciami ti ho detto! Elena! Meredith! Matt! Stefan! Zander! Fate qualcosa! Vi prego.-
Sentendo il tono terrorizzato che aveva usato la strega Damon la lasciò andare, osservandola nascondersi tremante tra le braccia del suo ragazzo.
Damon era basito.
Aveva davvero paura? Di lui?
Stefan avvertendo la tensione di suo fratello si avvicinò alla rossa, ancora tremante.
-Bonnie, sai che Damon non ti farebbe mai del male…-, cercò di tranquillizzarla.
Lei lo guardò confusa e piegò il capo di lato.
-Chi è Damon?-
L’ennesimo lampo, squarciò il cielo.
Era davvero solo?



Che ne pensate? Spero non mi stiate odiando adesso!
Vi aspetto qui tra un mese e il 31 sul mio profilo FB o sul mio blog (trovate entrambi negli appositi bottoncini della mia pagina autore) per lo spoiler del prossimo capitolo, che sarà molto più ricco!
Un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 3 ***


Punto di non ritorno ... 0
Sono ancora viva, sì!
Lo so ... vi ho fatto aspettare tanto ma ho passato un mese e mezzo tremendo se vi può consolare!
Il terzo capitolo ... che che dire è particolare perché siamo ad una presa di consapevolezza del problema da parte dei protagonisti ... ma in un certo senso questo è ancora un momento iniziale della storia ... che si sbloccherà nel cap 4 , che (devo darvi questa notizia) non ho ancora scritto, e sarà bello pieno di avvenimenti ... e difficile da scrivere! Intanto vi lascio a questo capitolo! Sperando che vi piaccia!






Capitolo3

E poi lentamente, molto lentamente, dimentichi. Le persone, quelle che sembravano indelebili sbiadiscono a poco a poco.
Dimentichi. Li dimentichi tutti quanti.
Persino quelli che dicevi di amare e quelli che amavi veramente.
Sono gli ultimi a scomparire. E una volta che hai scordato abbastanza, puoi amare qualcun altro.
( Gabrielle Zevin )








L’avevano trascinata nella camera che divideva con Meredith ed Elena … una pura formalità, ormai praticamente viveva con il suo adorato Zander, pensò Bonnie.
In quel momento il capo del ragazzo moro, quel Demon o Damon, scattò nella sua direzione.
Era un vampiro, le aveva spiegato Zander, mentre lasciavano il locale, era quindi il momento per tirar su le sue difesi mentali e difendere la sua privacy: uno dei privilegi di essere una strega.
Quel vampiro però continuava a guardarla di sottecchi, anche mentre camminava frenetico avanti e indietro.
I suoi amici le stavano facendo il terzo grado, chiedendole ogni singolo particolare delle loro “avventure” soprannaturali, ma era pur normale che non ricordasse tutto, vero?
Stefan era preoccupato come mostrava la sua espressione dispiaciuta e il suo parlottare con Mere.
Improvvisamente in un una folata di vento la strega si ritrovò quel Damon accoccolato davanti a lei.
“Come ti sei salvata da Shinichi nella Dimensione Oscura, Uccellino? Questo almeno lo ricordi?”
“Io…”, la delusione prese il sopravvento sui suoi stupendi lineamenti, “Non lo ricordo … Mi dispiace?” uscì fuori come una domanda, perché era confusa, molto confusa.
“Bonnie,” Meredith richiamò la sua attenzione avvicinandosi piano, dandole un pretesto per sottrarsi momentaneamente allo sguardo triste del vampiro,”ricordi quando lo Spirito della Gelosia si è servito di un tuo incantesimo per arrivare a noi? Lo ricordi?”, sollevata annuì speranzosa, “Bene! Ricordi che incantesimo stavi facendo e perché? Era importante vero, Bonnie? Ricordi come ti ha presa?”, a quelle domande il suo entusiasmo si spense. Meredith aveva ragione, era importante, questo lo ricordava, molto importante …
Solo allora si rese conto che aveva davvero molti buchi di memoria, troppi … Perché?

Erano tutti fermi immobili ed attendevano la sua risposta, una risposta che non sarebbe arrivata, e questo fu chiaro dopo qualche minuto.
Le mani del vampiro moro si mossero ad afferrare le sue, delicatamente e, quando la ragazza sollevò lo sguardo di nuovo nel suo, quello cercò di scrutarle gli occhi di cerbiatto in cerca di qualcosa.
Un attimo dopo non era più davanti a lei.
Si era lanciato contro Zander, una mano stretta intorno al suo collo e una forte e continua ondata di potere ad impedirgli di trasformarsi.
Bonnie era davvero terrorizzata ora, aveva perso una parte dei suoi ricordi e stava per perdere il suo amato Zander per mano di un vampiro che sembrava tutti conoscessero tranne lei! E nessuno sembrava voler intervenire per fermarlo.
Come? Cosa poteva fare?
Fortunatamente negli ultimi mesi, nonostante avesse trascurato lo studio universitario, aveva iniziato seriamente a far pratica con la magia ed aveva imparato un paio d’incantesimi, tra cui uno per la telecinesi.
Si alzò in piedi e si concentrò sul vampiro e sussurrò la formula: voleva far volar via quell’estraneo e salvare il suo ragazzo, ma non ottenne alcuno risultato. Provò ancora, ma nulla.
Perfetto! Aveva anche perso i suoi poteri!
In quel momento la rossa si sentì completamente impotente e persa … Scivolò di nuovo a sedere e senza che se ne accorgesse piccole lacrime iniziarono a nascere nei suoi occhi. Abbastanza perché Damon ne percepisse l’odore a quanto pare.
“Cosa succede piccolo Pettirosso?”, le chiese di nuovo accanto a lei.
Bonnie lo guardò attentamente: era incredibilmente bello, ed incredibilmente triste, ma oltre a quello nei suoi occhi si leggeva davvero la tristezza per le sue lacrime, mentre allungava un dito ad asciugarne qualcuna che le era furtivamente scivolata giù dalle sue ciglia.
Bonnie continuò ad osservarlo con attenzione: non era un volto comune, affatto, eppure le sembrava di averlo già visto, di conoscerne ogni particolare alla perfezione, ma più si sforzava di ricordare quando l’aveva visto e più non riusciva a richiamare alla memoria altro che il nulla.
“Io…”, provò a parlare, ”ho perso anche i miei poteri … Ho provato ad … allontanarti da Zander, ma …”
Il vampiro si accigliò.
“Credo sia proprio colpa del tuo adorato lupo!”, le disse con una voce alterata allontanandosi da lei e dandole le spalle.
“Sono una strega”, ribattè lei, era ovvio, “non è così semplice cancellarmi i ricordi o altro … deve farlo un’altra strega…”
“Bonnie sei sicura che tu abbia perso i poteri?” s’intromise Stefan.
“Credo di sì … Non sono riuscito ad allontanarlo …”Spiegò guardando Damon, “Perché?”
“Perché dopo la morte di Ethan avevi i tuoi poteri e questo vorrebbe dire che c’è un nuovo pericolo in grado di toglierti o, peggio, rubarti i poteri…”
“No…”, soffiò Matt.
“Quindi cosa potrebbe essere?”,era la prima volta che Elena parlava da quando erano tornati al dormitorio ed era praticamente già pronta con i suoi soliti piani A,B e C.
“Bonnie, prova a muovere quel quaderno.”, s’intromise Meredith e nonostante non capisse il perché di quella richiesta la strega provò di nuovo l’incantesimo telecinetico e spostò l’oggetto, restando essa stessa stupita.
“Ma… ma … allora non ho perso i poteri!”
“Ma ancora non sappiamo chi ha preso i tuoi ricordi, Uccellino.”, le ricordò Damon guardando di sottecchi Zander.
“Lui non c’entra!” provò a dire lei, ma oramai non solo lo sguardo del moro ma anche quelli di tutti gli altri mostravano apertamente sospetto.
“Bonnie se qualcuno ti ruba i ricordi non lo sapresti.”
“Elena non è stato Zander!”, provò ancora, arrabbiata.
“Nessuno sta dicendo che sia stato lui”, s’intromise Meredith e mentre Damon commentava con un “io sì” continuò, “Nessuno tranne Damon sta dicendo questo, ma quello che ha detto Elena è vero: se qualcuno potesse rubarti i ricordi non te ne accorgeresti…”
“È troppo semplice distrarti Uccellino, o approfittare della tua buona fede.”
“E tu lo sai bene.” S’intromise Matt.
“Ora non iniziate voi due!” , quasi urlò Elena,” dobbiamo trovare una soluzione.”
“E se fosse stato lui ad ingannarvi? Se fosse stato lui ad influenzarvi tutti? Bonnie è una strega e può combattere il condizionamento mentale se vuole, ma voi no…”, s’intromise Zander massaggiandosi il collo ancora dolorante per il precedente attacco di Damon, “Persino Stefan è troppo debole per opporsi al potere di questo suo pseudo-fratello.”
A queste parole Damon iniziò a ridere.
Aveva una bella risata, pensò Bonnie, anche se era più simile ad una risata sarcastica, non era un suono dolce, piuttosto penetrante e derisorio, ma intossicante, come tutto il resto in lui …
Già era intossicante, come un veleno che si spandeva velocemente nelle sue vene e corrodeva le terminazioni nervose, insinuandosi fin nella sua mente. Bonnie si sorprese a seguire questi pensieri in modo del tutto incosciente , come se non li stesse generando, ma semplicemente seguendo, come se fossero già lì nella sua testa.




Che ne pensate? 
Vi aspetto  tra una  settimana esatta sul mio profilo FB o sul mio blog (trovate entrambi negli appositi bottoncini della mia pagina autore) per lo spoiler del prossimo capitolo e una stima precisa del tempo di aggiornamento :)
Un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 4 ***


Punto di non ritorno ... 0
Eccomi qui, stavolta sono stata davvero puntuale!!!
Il capitolo non è lunghissimo e nemmeno ricco di informazioni ma prepara ai prossimi due che invece saranno due bombe!!!!
Buona lettura!!!






Capitolo4

Si resiste a star soli finché qualcuno soffre di non averci con sé, mentre la vera solitudine è una cella intollerabile. 
( Cesare Pavese  )








Erano in auto da parecchie ore e già sapevano che non avrebbero nemmeno potuto dormire nei loro letti... Non avevano tempo di tornare dalle loro famiglie, tutt'al più sarebbero rimasti a dormire al Pensionato, se Damon, ora al volante, lo avrebbe permesso.
Questo implicava che gli dovesse piacere la verità, sempre se fossero riusciti a trovarla si disse Meredith guardando l'amico... Il compagno di viaggi, era una definizione più giusta. Stavano viaggiando con due auto naturalmente e a lei era toccato andare in auto con Damon e Matt, mentre Bonnie e la sua ombra... Ehm, il suo ragazzo, si corresse, si godevano il viaggio con Stefan ed Elena, chiacchierando piacevolmente.
Meredith avrebbe preferito che al posto di Matt in auto con lei e il vampiro ci fosse stata Bonnie, per cercare comunque di tamponare l'umore del moro che, in presenza della loro dolce amica, era sempre più piacevole del solito, aveva notato.
Ma Zander non si allontanava più di dieci centimetri da Bonnie ed era decisamente meglio sorbirsi le frecciatine e gli sfottò testosteronici tra Matt e Damon, che un possibile imminente scontro tra quest'ultimo e il licantropo.
In realtà il viaggio si era rivelato, contro ogni sua aspettativa, molto tranquillo e silenzioso, soprattutto perché, lo aveva scoperto solo un'ora prima, il vampiro era occupato ad ascoltare le conversazioni nell'auto guidata dal fratello, poco dietro di lui.
Incoraggiata da quel silenzio, quasi irreale tra il moro e il biondo, si lasciò andare al torpore, sulle note della musica che veniva dal suo i-pod.
Purtroppo però non si addormentò, rimase solo in uno stato di torposo dormiveglia che sembrava una sorta d'incoscienza, di coma.
-Si é addormentata.-, sentì dire a Matt.
-No, non lo é...-, gli rispose Damon, come se l'affermazione del biondo fosse in realtà stata una domanda ... Il biondo insistette allungandosi a guardare Meredith che sul sedile anteriore, accanto a Damon, sembrava proprio addormentata.
-A me lo sembra-, commentò a bassa voce ma vedendo che il vampiro lo ignorava gli sfiorò una spalla per attirarne l'attenzione: era il caso di alzare il finestrino se non volevano che la cacciatrice congelasse.
Il vampiro sbandò.
-Stai ancora ascoltando nell'altra auto!- lo accusò Matt guadagnandosi uno sguardo assassino, che gli fece gelare il sangue.
Ma del resto quella situazione non doveva essere semplice per il vampiro, pensò il biondo, come si sarebbe sentito lui se, dopo essere stato lasciato da Elena, Bonnie si fosse dimenticata di conoscerlo? E per di più Damon non aveva altri "amici" oltre a loro e tutti sapevano che per lui Bonnie era molto importante...
Damon, dal canto suo, non si preoccupava mai molto di spiare i pensieri di quell'umano quindi si ritrovò impreparato quando quegli iniziò a parlare.
-Certo che questa situazione è davvero difficile-, provò ad essere casuale Matt, dando voce ai suoi pensieri.
Damon lo guardò un attimo con la coda dell’occhio e, riluttante, rispose.
-Beh, per riuscire ad influenzare i ricordi della Streghetta deve esserci in giro un nemico potente… Anche se io continuo a puntare tutto sul lupo.-
-Dai, Damon! Non è lui! E non è tanto male!-, il moro si volta’ scettico verso di lui, -Ok, non piace molto nemmeno a me … a nessuno in realtà, tranne che a Bonnie…-
-Ovviamente.-, sputò velenoso il vampiro.
-Io comunque non mi riferivo a questo fantomatico nuovo nemico… Ma al fatto che per te non deve essere facile accettare che Bonnie…-
-Ok, ok… stop!-, lo interruppe,- Niente confidenze da ragazzine innamorate, Mutt!-
Il biondo sorrise scuotendo la testa a quello storpiamento che voleva solo mettere distanza tra loro e tornò a guardare la strada: erano quasi arrivati.


La signora Flower li accolse con un sorriso, offrendo the a tutti, ma non appena la donna tornò con la bevanda calda, Damon decise che era il momento di sveltire la situazione: erano lì già da 5 interminabili e preziosissimi minuti.
-Abbiamo un problema…-, provò ad iniziare subito interrotto dall’anziana.
-Lo so, Damon caro, la nostra Meredith mi ha già spiegato tutto.-
-E?- incalzò lui, mentre suo fratello gli lanciava uno sguardo ammonitore: dov’erano finite le sue buone maniere?
-E… niente… nemmeno la mia Mama avverte nulla di strano in Bonnie… Dovremmo fare un incantesimo rivelatore.-, spiegò cercando di nascondere la preoccupazione dietro un sorriso tirato, poi si voltò verso Bonnie,- Di me ti ricordi, cara?-
-Come non potrei!-, rispose la rossa sorridendo dolce, mentre Damon, in un lampo, si rifugiava nella sua stanza, sbattendo la porta.
Elena si alzò per raggiungerlo, per calmarlo, ma era in difficoltà, da quando aveva fatto la sua scelta cercava di tenersi alla larga dal cognato, per lo meno per rispetto verso i suoi sentimenti. Come al solito il suo adorato Stefan le venne incontro, posandole una carezza sulle spalle e raggiungendo il fratello.

Stefan sapeva bene che quella situazione era difficile per Damon.
Erano fortunati che fosse solo andato a rinchiudersi in camera come un adolescente moderno, si disse Stefan. Meglio quello che qualche ragazza morta!
-Cosa diamine vuoi?-,ringhiò il moro mentre il fratello se ne stava fuori, appoggiato alla porta chiusa.
-Aspetto che tu sbollisca per entrare a parlarti.-,provò a sdrammatizzare, stranamente fortunato, pochi istanti dopo sentì il fratello tornare indietro, dandogli appena il tempo di spostarsi, prima di aprire la porta.
-Fratellino non è il caso... E non dire che la situazione è difficile! Cazzo! Lo so io che è difficile!-
Il vampiro dagli occhi verdi rimase spiazzato: se suo fratello si lasciava andare al turpiloquio, beh, allora era DAVVERO INCAZZATO.
-Senti hai ragione,ok? Decisamente ragione,ma questo atteggiamento non risolverà nulla... Damon così la spaventi soltanto... e direi che siamo già abbastanza spaventati noi...-,non lo lasciò finire.
-"Come non potrei!"-, imitò la voce della rossa,-Perché invece di me può non ricordarsi!-
-Ma non capisci che è proprio questo il punto? Può dire quella frase solo ora che non si ricorda di te... Credi che la vera Bonnie l'avrebbe mai fatto?-
Quelle parole, insieme al pensiero dell'espressione dolce che il suo Uccellino era solita rivolgersi, bastò a calmare e convincere il maggiore dei Salvatore a scendere di nuovo nel salone del Pensionato insieme a suo fratello.
Al loro ritorno i due italiani ricevettero sguardi tristi, compassionevoli, da tutti tranne che da Bonnie, Zander  e, sorprendentemente, dalla signora Flower, che si limitò a sorridere incoraggiante, mentre i piccioncini avevano uno sguardo palesemente spaesato.
-Allora? Questo incantesimo?-,chiese Damon, rompendo quell'imbarazzante silenzio.





Che ne pensate?
Spero vi sia piaciuto il piccolo momento tra i Salvatore e anche quello insolito tra Damon e Mutt- pardon Matt.
Il prossimo capitolo inizierà con una ripresa del secondo prologo, quello Damon POV,e sarà ben più corposo di tutti quelli pubblicati finora, inoltre dovrebbe arrivare in tempi record... al massimo tra una settimana, se riesco a organizzarmi tra corsi, studio etc anche prima! Visto che conoscete già l'inizio del prossimo capitolo non vi lascerò spoiler, ma potete contattarmi per farmi domande o anche solo per una chiacchierata sia sul mio profilo FB, sul mio blog, ma soprattutto sul gruppo ... trovate i tre link nei bottoncini appositi della mia pagina autore.
Un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 5 ***


Punto di non ritorno ... 0
Finalmente è arrivato questo quinto capitolo... sarà bello ricco! Troverete il POV Damon che avete letto come secondo prologo, ma stavolta completo, ci sarà un POV Bonnie, e anche diversi POV generici.

AVVERTIMENTO
: i vari pezzi sono staccati, e vi consiglio di prendere una "boccada d'aria" tra l'uno e l'altro ... questo capitolo è molto ricco e complesso ... inizia a deliniarsi per bene la vera trama ...

A dopo!!!!





Capitolo 5

Quando c 'è di mezzo l'amore le persone a volte si comportano in modo stupido. Magari sbagliano strada, ma comunque ci stanno provando. Ti devi preoccupare quando chi ti ama non ti ferisce più, perché vuol dire che ha smesso di provarci o che tu hai smesso di tenerci. 
( A. D'Avenia  )








Damon POV

-La amo-
-Ero innamorata.-
Tutti! Tutti! Persino io!
Tutti abbiamo usato questa scusa almeno una volta. Tutti abbiamo fatto un’enorme stronzata almeno una volta nella vita, e il 99, 999 % era colpa dell’amore!
È inutile negare: io ho combattuto un duello mortale con mio fratello, duello che ci ha trasformati entrambi in vampiri.
Ecco perché so che l’amore ci fa fare parecchie, troppe, stronzate!
Ma stavolta non riesco a capire.
C’è … ci deve essere un motivo valido per fare una cosa del genere, no?
Ci sono sempre delle cose che noi vorremmo dimenticare, ma per un motivo: non si decide di voler dimenticare qualcosa così, all’improvviso, senza alcun motivo apparente!
Ho sempre pensato che gli umani fossero deboli e sciocchi, ma proprio perché sapevo quali bisogni elementari li spingevano alle loro sconsiderate azioni.
Ed ultimamente mi ero pure ricreduto, non su tutti, è chiaro, ma almeno sui MIEI umani: loro sono intelligenti, generosi e perspicaci …
Sono degli idioti! Tutti! Sì, persino Elena!
Ma dico, come si fa a permettere una cosa del genere! Come? Ed a non accorgersene!
Eppure mi guardo intorno, sui loro volti lo shock è ben chiaro, persino il mio fratellino sembra confuso …
Io? Io sono senza ombra di dubbio incazzato! Come è possibile dimenticare me: Damon Salvatore?

Poi proprio lei? So bene che non le ero indifferente, affatto… Forse non mi amava ma di certo aveva una grossa cotta per me … quindi perché fare questa cazzata? Di certo questa amnesia è il contrario di un gesto d’amore!
Basta devo decisamente uscire da questa stanza, prima di fare qualcosa di cui potrei pentirmi.




*****




Stavolta non sapevano davvero come trarsi d'impaccio.
Questo pensiero rimbombava nelle menti di Meredith e Elena, mentre si fissavano con gli occhi sbarrati, e Stefan poggiava il corpo stremato di Bonnie sul divano.
-Mere? 'Lena?-, parlò Matt dopo i minuti di silenzio seguiti all'irosa uscita di scena di Damon, che ora, dai rumori che si avvertivano in lontananza, doveva essere occupato a demolire la "sua" stanza.
A volte dimenticavano quanto fosse istintivo e distruttivo nei momenti di rabbia, si disse Elena.
-Cari credo che dovremmo cercare di interpretare la visione...-
Ma potevano davvero considerarla una visione? Si chiese Meredith. In realtà era stata una specie d'indagine subconscia.
Era tutto troppo complicato!!!!
Avevano fatto un incantesimo i cui effetti erano simili a quelli dell'ipnosi: riportava a galla i ricordi perduti, durante una trans che serviva anche per "vedere" gli eventi esterni connessi a questi ricordi.
-Ma cosa ha a che fare questo con i suoi poteri?-, chiese Matt, mentre Bonnie si riprendeva, -Cioè... Perché non è riuscita a usare i suoi poteri contro Damon quando lui ha attaccato… Zander?-, si era dovuto trattenere per non usare uno dei dispregiativi che usava Damon, per definire il biondo.
L'anziana spostò lo sguardo dall'umano alla piccola strega, ormai totalmente cosciente, e sorrise.
-Il motivo per cui, Bonnie, non sei riuscita ad usare i tuoi poteri contro Damon è l'esatto opposto della tua perdita di memoria... La magia si limita a interpretare la tua percezione. Non ti permetterebbe mai di fare del male a qualcuno che tu credi innocente, ma distruggerebbe chiunque tu pensi sia un tuo nemico.
La magia può leggere all'interno della tua mente e venire a conoscenza di cose di cui tu non sei assolutamente consapevole. *-

Sia il tono con cui l'anziana strega aveva cercato di tranquillizzare tutti, che la facilità con cui i suoi amici avevano accettato l'insinuazione che lei potesse provare per il vampiro dei sentimenti decisamente più forti dell'amicizia (ma si poteva essere legate a Damon solo da amicizia? Si sorprese a chiedersi. Con la sua voce intossicante e il suo sguardo che sembrava giungere fin sotto la pelle, a toccare ogni terminazione nervosa...), la portarono ad arrossire violentemente.
-Che c'è, tesoro?-, le chiese il suo ragazzo; in risposta lei scosse leggermente la testa, facendo volare i suoi ricci.
Il suo disagio veniva anche dalle espressioni scioccate che aveva scorto non appena si era ripresa dagli effetti della trans, che come sempre aveva vissuto inconsapevolmente.

Era riuscita a sottrarsi agli sguardi indagatori di tutti annunciando che aveva bisogno di riposo e salendo quindi in quella che era stata già altre volte la sua stanza, non prima però che Stefan annunciasse che Damon era uscito a sfogare la sua rabbia lontano dalle mura del Pensionato: non voleva rimanere sola con Damon nei paraggi… Non riusciva a ricordare nulla della trans ma le bastava sapere quello che era accaduto prima.




*****



Bonnie POV

La signora Flower ha appena spiegato a me e Damon quello che dovremo fare per l’incantesimo di trans autoindotta: semplicemente stare uno di fronte all’altro e allungare le mani in modo che io possa appoggiare i miei palmi su quelli di Damon, devo poi concentrarmi sul mio scudo mentale e protenderlo nel punto in cui lui invece cercherà un varco.
Mi sporgo un po’ per toccare le mani del vampiro che ho di fronte, ma in realtà sfioro appena con le mie dita le sue, lui invece velocemente afferra saldamente e stringe le mie mani.
Non è stato violento né prepotente eppure mi sento in trappola, chiusa, circondata da nient’altro che lui. Soffocata dal suo profumo e avvolta dalla sua presenza come da un pesante mantello di velluto nero come i suoi occhi magnetici.
Mi sento come persa e protetta, come cullata dal mare in tempesta e in piedi su un burrone coperto di morbida erba ma sferzato da un violento vento.
È come se ci fosse solo lui, mentre mi fissa, mi studia.
Un attimo e sento la sua mente allungarsi fino a sfiorare la mia, come a volerla quasi inglobare, mentre le sue lunghe ed affusolate dita accarezzano i miei nivei polsi che sembrano arrossire sotto le sue labbra fresche, velenose, morbide e dolci.
Labbra che mi sembra quasi di conoscere mentre le sento sfiorarmi i polpastrelli e risalire per seguire la vena dal polso all’interno del gomito.
È la voce della signora Flower che mi riporta alla realtà : ho ancora di fronte Damon, che mi tiene delicatamente le mani.
-Che mi hai fatto?-, gli chiedo sospettosa … aveva provato ad influenzarmi?
Ma lui stranito mi risponde con un “Nulla” che mi sembra totalmente sincero: del resto ho ancora lo scudo mentale, quindi …
Quella COSA era una specie di sogno ad occhi aperti… con una piega … sento la mia pelle andare a fuoco, dal volto al collo…
-Sei pronta?-, mi chiede Damon e annuendo inizio a concentrarmi.



*****




Mentre volava sull’Old Wood Damon non riusciva a capire se dovesse essere più arrabbiato o deluso o spaesato, ricordava perfettamente ogni momento da quando la Streghetta era entrata in trans.
Se ne era accorto subito perché aveva sentito le unghie del suo Pettirosso conficcarglisi nei palmi.
Erano tutti pronti ad ascoltare quella voce fasulla caratteristica della trans, ma quando la bocca della rossa si schiuse non pronunciò alcuna parola: la prima cosa che si sentì fu uno straziante singhiozzo, seguito da copiose lacrime. Solo dopo si sentì la voce di Bonnie, con un’eco distante che la rendeva irreale:
-Nel sanguineo astro: la bevanda nera, come gli alberi fitti all’incrocio delle linee, intravisti dal grembo casalingo.
Se solo potesse alleviare il dolore della forza più grande!
Liquido suscitatore diviene acqua letea.
Incantesimo fatto a sé medesima.
A piano a piano scompare dal cuore, scompare dalla mente l’immago amata.-
Quando Bonnie ebbe finito di parlare, lo sguardo vacuo che aveva assunto, per un attimo, mutò lasciando intravedere i suoi tristissimi e dolcissimi occhi. La Steghetta allora allungò la mano a sfiorargli delicatamente lo zigomi.
-Sono stata io!-, aveva urlato un attimo dopo, per poi svenire.



*****



Intanto nessuno si era accorto degli occhi cerulei che dal buoi avevano spiato interessati lo svolgersi degli eventi al Pensionato e l’uscita di scena di uno sconvolto Damon Salvatore.

 

*[TERRY GOODKIND. La spada della verità, L'ASSEDIO DELLE TENEBRE]





VI prego ditemi che è tutto chiaro ... o almeno che il capitolo è decente. Ho avuto da subito l'impressione che questo capitolo fosse troppo pesante, troppo carico ... spero che però voi l'abbiate apprezzato!

Anche il prossimo capitolo sarà bello corposo ma sicuramente più scorrevole e meno intricato!
Ho intenzione di pubblicarlo a Pasqua, ma entro il 26 avrete lo spoiler e la data precisa di aggiornamento sia sul mio profilo FB, sul mio blog, ma soprattutto sul gruppo ... trovate i tre link nei bottoncini appositi della mia pagina autore.
Un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 6 ***


Punto di non ritorno ... 0
Salve lettori appassionati,
è Chloy che vi parla. Dato che la nostra Ebe è "tecnologicamente monca" (a voi libera interpretazione) faccio le sue...ehm... veci provando a "pubblicare" questo capitolo (sperando di non combinare casini). Anyway, a quanto pare Damon reclamava così tanto di essere pubblicato che non poteva aspettare la riapertura settimanale dei negozi.
La cara Ebe avverte anche che risponderà a tutte le recensioni  dello scorso capitolo entro stasera (Se, se, ci crediamo).
Bene, vi lascio al capitolo. Buona lettura, ci risentiamo giù. 





Capitolo 6

La sola cosa vera che si possa dire del passato è che esso non esiste più.
(Kay Pollak)

 

La giovane strega tremava di paura di fronte a quegli occhi gelidi come il ghiaccio e con quel color ceruleo quasi innaturale, ma quell’essere non aveva più nulla di naturale … solo così era riuscito a ucciderle tutta la famiglia in due giorni, nonostante fosse composta da potenti streghe e stregoni.

Era rimasta solo lei, ma perché gli serviva.

-Hai portato il tuo Grimorio strega?-

-Sì, ma tu non puoi usarlo.- si azzardò, e in cambio ricevette un ceffone.

-Zitta!!! Ora devi materializzarlo lì.-, indicò una vecchia Pensione, quella che controllava quasi in ogni momento, evidentemente era lì il suo vero interesse, si disse.

-Devi materializzarlo dove sono altri vecchi libri … deve sembrare che sia rimasto ad impolverarsi per decenni…-

La strega lo guardò attentamente di sottecchi, ancora a terra a causa della forza del ceffone di poco prima.

-Appartiene alla mia famiglia da generazioni…-, provò a protestare.

-Ma la tua famiglia si estinguerà ora con te se non mi obbedisci!!! Muoviti!-

Terrorizzata la ragazza fece come quel mostro le aveva chiesto.

-E ora che hai avuto quello che volevi che ne sarà di me?-, gli chiese.

- Mi servirai esattamente tra due giorni … e poi più in là… intanto- , la prese in malo modo da terra e le strappò la camicia,- potrei divertirmi con te …-, e con uno strano luccichio negli occhi la obbligò a baciarlo.

 

 

 

*****

 

 

 

Erano passati due giorni e mezzo dalla “trans-indotta” e Bonnie non riusciva ad accettare in pieno quello che avevano scoperto.

Guardava fuori dalla finestra senza riuscire davvero a razionalizzare quello che le era successo, sembrava tutto terribilmente sbagliato.

Lei amava Zander e non riusciva davvero a capire perché tutti, il suo stesso potere, sembrassero certi che in realtà fosse il vampiro moro quello che amava. Ma lei non lo conosceva, e non voleva conoscerlo!

Tutto in lui, persino quegli occhi così freddi e tristi,che sembravano voler scavare nei suoi, tutto la spaventava, ma più di tutto la spaventava quella versione di sé che le avevano presentato.

Lei non era il tipo che preferiva ignorare qualcuno. Lei non lo avrebbe mai fatto…

I suoi amici invece erano decisamente più tranquilli... adesso sapevano che non c'era nessun nuovo nemico in agguato, mentre a Zander avevano detto solo una versione edulcorata di quella che era la realtà così come era stata dipinta dalla strega durante la trans: un semplice errore durante un incantesimo eseguito per esercitarsi.

Mentre Damon era fuori a flagellare col suo umore nero, e quindi anche con il meteo che ne era specchio, la cittadina; Stefan aveva avuto l'idea di mandare il licantropo, l'unico la cui presenza sarebbe passata inosservata, banalmente a fare la spesa, mentre loro si preoccupavano d'interpretare le parole della strega, cosa per altro decisamente poco complicata.

La strega, innamorata di Damon, ma stanca di soffrirne, aveva deciso di provare a dimenticare il moro, modificando una pozione, o meglio un filtro d'amore, ma invece di smettere di essere innamorata del vampiro si era trovata a dimenticarlo letteralmente.

Bonnie dal canto suo aveva deciso di cercare di capire la verità: era determinata a capire cosa doveva averla spinta a giocare in quel modo sconsiderato con la magia, la rossa continuava a scavare nello scantinato del Pensionato, certa che da qualche parte dovesse esserci una soluzione ai suoi problemi, qualcosa che potesse farle capire i perché delle sue scelte, e permetterle di riacqistare la memoria.

 

 

*****

 

 

Stefan nell'ultimo giorno aveva più volte cercato di parlare con suo fratello per fargli conoscere ciò che avevano scoperto, ma Damon era sfuggente come mai prima d'ora.

Il vampiro dagli occhi verdi era però finalmente riuscito a raggiungere il fratello nella radura dove avevano combattuto Klaus, e finalmente poteva osservarlo ed affrontarlo.

-Spero che tu non sia qui perché volevi parlarmi, Stefan. Non sono in vena!-

-Damon...-

-Senti... vattene. Fingiamo che tu abbia parlato, e io ti abbia ascoltato. Possiamo evitarci questa scocciatura l'un l'altro.-

-Io non ti capisco-, iniziò Stefano ignorando le sue parole, -ma voglio provarci... spiegami Damon! Spiegami perché riesci a stento a mascherare la tua rabbia sotto la solita maschera d'indifferenza. Cosa ti ha sconvolto tanto?-

-STEFAN!- tuonò il moro, dando le spalle al fratello,- VA.TTE.NE!!!!-

-Damon. Non me ne vado!- e con questo gli si parò davanti,- Damon Bonnie ti ama... lo ha fatto perché ti ama così tanto da farle male...-

Il fratello per tutta risposta alzò lo sguardo su di lui.

-Mi amava, Stefan... al passato.-, e superandolo si stava preparando a  volare via sotto forma di corvo.

-E' tutto qui?- lo apostrofò Stefan- Tutto questo solo perché non ti ama più, perché non ricorda di averti amato? Sei davvero così egocentrico? Bonnie è confusa, arrabbiata e spaventata... non capisce il significato delle proprie azioni, non sa chi tu sia né perché dovrebbe amarti... E sei tu quello in lacrime?-

-Non sono in lacrime fratellino-,rispose Damon stancamente, senza degnarsi di guardare il fratello, dopo una lunga pausa continuò- non puoi capire...-

-Cosa? Che desideri che chiunque ti ami? Che non puoi riconquistarti il suo affetto? Perché sarebbe difficile? Che non sopporti che lei ami un altro e non te?-

-Chiunque? Amore? Non mi interessa essere amato da chiunque!  Pensi  che mi interessi quante ragazze abbiano creduto di amarmi? Stefan lei si fidava di me,  tanto da affidarmi la sua vita, si fidava incondizionatamente... E io non ho VISTO... Non ho visto che mentre ero occupato a battibeccare con te, a provare a sedurre la tua ragazza, a combattere chiunque si parasse sulla mia strada... Mentre ero occupato a salvare la SUA vita, la stavo ferendo più di chiunque altro, tanto che ha dovuto rinnegarmi... ha voluto abbandonare anche il mio ricordo...- e mentre tormentato cercava di spiegarsi  aveva inconsciamente reso accessibile la sua mente.

Fu allora che Stefan capì, leggendo tra le righe di quel discorso sconclusionato, senza ne capo ne coda, e spiando l'animo del fratello: Damon non era arrabbiato con Bonnie, ma con se stesso, ed era triste... quante persone  si trovano sul proprio cammino che ci amino senza riserva e senza volere nulla in cambio? Lui aveva più di cinquecento anni e poteva dire che la risposta era "molte poche", e quante persone erano in grado d fidarsi totalmente? Senza remore? Amare qualcuno e fidarsi di lui non era la stessa cosa... era capitato persino a lui con Elena, in alcuni momenti la sua fiducia in lei era vacillata, nonostante il loro amore fosse sempre presente. Ma stava parlando di Damon e il discorso si complicava. Il maggiore dei Salvatore dalla morte della  madre non aveva mai davvero provato dei sentimenti così puri, così completi. Per lui era tutto passione, brama e desiderio, non suscitava fiducia e non ne concedeva. E Bonnie  non l'aveva solo amato, si era anche fidata di lui, innumerevoli volte e totalmente e Damon ora sapeva di aver tradito quella fiducia, avendole causato  dolore. Bonnie lo aveva aiutato a migliorare grazie alla sua fiducia, alla sua amicizia... gli era stata amica nonostante il suo dolore... ma glielo aveva anche nascosto e in questo modo l'aveva tradito... Bonnie era stata l'unica ad aver donato a suo fratello sentimenti incondizionati e ora, prima ancora che potesse prenderne totalmente cosciente, Damon aveva perso tutto questo... aveva perso Bonnie.

Damon non stava piangendo, lo stava facendo il cielo, ma mentre scompariva nella pioggia, fu Stefan a versare lacrime per  lui.






Rieccoci.
La signorina SerenaEbe ci tiene ad avvertirvi che ha initenzione di monitorare tutte le vostre reazioni al capitolo "The Big Serena is watching you". (E' pazza non fatele caso, il porn le ha dato alla testa)
Speaking of...
Gli aggiornamenti di questa storia verranno alternati a quelli di un'altra storia che ha i
n fabbricazione la nostra cara autrice " Like a blossom in a hothouse" (Leggetela tutti perchè è bellissima ndChloy)
Bene dopo i miei deliri, vi lascio.
(Non siate spaventati, ritroverete la calma e cara SerenaEbe quanto prima)
Bye .

 






Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 7 ***


Punto di non ritorno ... 0
Finalmente eccoci, da qui cambieremo decisamente scenario...
Prima però lasciatevi chiedere: lo scorso cap faceva davvero tanto schifo, eravate in vacanza o vi ha spaventati Chloy?
La peniuria di recensioni mi ha un po' preoccupato, soprattutto per la media di questa storia ma se il cap era tanto brutto non posso fare altro che chiedere perdono.
Colgo la palla al balzo per ringraziare annaterra e immy per le bellissime recensioni e ringraziare tutti voi per leggere, seguire, preferire e ricordare questa storia!

A dopo!!!!





Capitolo 7

Le persone giungono sempre al momento giusto nei luoghi in cui sono attese.
(P. Coelho)







Era ancora mezza addormentata, ma si sentiva come circondata dall'energia della natura, della sua forza vitale, dei suoi profumi.
Si mosse delicatamente e nella leggera brezza primaverile le sembrò di non essere nel suo letto al Pensionato, ma su un prato appena nato, circondata da fiori.
D'improvviso aprì gli occhi: primaverile?
Fu accecata dalla forte luce: si trovava davvero in un prato, sotto un albero, probabilmente di limone dall'odore agrumato che sentiva nell'aria, il sole, che poche volte aveva sentito così forte, filtrava tra le foglie e l'accecava.
Indossava il suo "pigiama": un pantaloncino molto corto giallo, e un vecchio top nero, un po' troppo scollato, ma comodo.
Si mise a sedere e si guardò intorno: era in un enorme giardino, improvvisamente si sentì sfiorare la caviglia da qualcosa di umido, spaventata quasi saltò in piedi: era un cagnolino, tutto nero, che la guardava con occhi dolci e la lingua rosea che spuntava dal muso e gli dava un aria furbetta.
Sorrise a quel piccoletto paffutolo, dalle zanne stranamente bianche e l'espressione gioiosa, che iniziò  a saltellarle intorno per poi fare le fusa appena la rossa gli accerezzò il pelo lucido e soffice. Sembrava un peluche! E faceva le fusa come un gatto!
Si udì un fischio e subito il cucciolo sparì dietro a dei cespugli di trifoglio.
Bonnie si sentì prendere dal panico appena restò sola.
Dov'era? E soprattutto come ci era arrivata?
Non lo sapeva.
Delle voci si avvicinavano, una era di un bambino e l'altra di una ragazza, ma non riusciva a capire che lingua parlassero.
Poi si sentì un vocione burbero urlare e la ragazza e il bambino arrivarono, correndo e ridendo, dietro l'albero che nascondeva l'esile figura della rossa.
La ragazza era molto bella, aveva dei tratti mediorientali, gli occhi castani come i  capelli, decisamente arruffati e raccolti in una treccia corta, indossava, sotto un grosso scialle verde di lana grezza, quella che sembrava una enorme camicia da notte bianca, uguale a quella del bambino, dai capelli ricci, biondi e gli occhi verdi.
Appena il bambino notò Bonnie spalancò occhi e bocca in una espressione di stupore che solitamente era tipica della piccola strega.
La ragazza invece le rivolse la parola ma Bonnie continuava a non capire cosa dicesse e, confusa, scosse la testa ripetutamente.
Allora la ragazza si guardò intorno, come ad assicurarsi che nessuno li vedesse, disse poche parole al bimbo, che subito corse via, e si tolse lo scialle avvolgendovi Bonnie e portandola con sé.
La rossa si fece condurre via da quel prato e docile seguì l'altra che doveva avere non più di 5 anni più di lei.
A passo svelto, muovendosi tra le ombre che il sole acerbo creava con le chiome dei molteplici alberi in quell'enorme parco, arrivarono al  retro di una chiesa ed entrarono. Di fronte a loro c'era una suora sorpresa. I capelli coperti dovevano essere molto chiari, constatò Bonnie, a giudicare dal colore delle sopracciglia e delle lunghe ciglia che divenivano quasi bianche alla punta e incorniciavano dei bellissimi occhi verdi. Il volto rotondo, con il naso piccolo e la bocca carnosa, vedendo l'espressione spaurita della streghetta si atteggiò subito in un rassicurante  e dolce sorriso. La donna doveva avere 35 anni, ma aveva una bellezza quasi eterea, le ricordava, pensò Bonnie, una di quelle stupende Madonne dei quadri rinascimentali italiani.
Le due donne si scambiarono qualche parola in quella lingua che la rossa non conosceva, poi la giovane in camicia da notte annuì e andò nella stanza accanto, proprio in quel momento bussarono alla porta e la suora uscì lasciando socchiuso.
Bonnie ne appprofittòo' per guardarsi intorno, era un ambiente strano, nulla di elettronico, nemmeno un lampadario ma solo delle lampade con delle candele bianche mezze sciolte, ma si disse che in fondo lei non aveva mai visto il retro di una chiesa o di un convento.
Mentre faceva queste considerazioni le parve di sentire delle voci familiari, non si rese conto che comunque non riusciva a capire nulla in quella strana lingua.
Forse avrebbe incontrato uno dei suoi amici che le avrebbe spiegato come era arrivata fin qui. Si avvicinò alla porta socchiusa proprio mentre  qualcuno stava per entrare.
Si ritrovò faccia a faccia con il suo Damon.
-Damon!-, lo ricordava  era fantastico! E finalmente mise a fuoco quello che era successo: la sera prima aveva fatto un incantesimo per recuperare tutti i ricordi che aveva perduto del vampiro.
Presa dall'entusiasmo gli gettò  le braccia al collo. Solo quando lo sentì irrigidirsi e aprendo gli occhi, che aveva chiuso nell'impeto del gesto, ancora abbracciata a Damon, si ritrovò di  fronte uno Stefan vestito in modo assurdo e dal viso decisamenre più fanciullesco di come lo ricordasse, capì che qualcosa non andava.
Lasciò andare Damon e lo osservò attentamente: sembrava più giovane e anche i suoi abiti, come quelli del fratello, erano strani: sembravano abiti appena usciti da una rappresentazione di Romeo e Giulietta, dritti dritti dal Rinascimento italian...
La mente di Bonnie ebbe come un black out e un'illuminazione insieme...
Non era mai stata un persona volgare e non usava parole scurrili, di solito...
-Oh, cazzo!- ma stavolta non potè evitarlo: era andata indietro nel tempo, si trovava nella Firenze Rinascimentale e quelli davanti a lei erano i Salvatore prima d'incontrare Katherine, pima di diventare vampiri.
E ora cosa avrebbe fatto?




Bene ragazzi che ne pensate??? Lo so non ho ancora chiarito veramente come Bonnie sia arrivata a Firenze... ci vorrà un po' per questo!
Ci rivediamo
tra due settimane con il cap 8 e tra una settima circa (potrebbe passare anche meno) con Like a blossom in a hothouse.
Vi ricordo  che se volete contattarmi per spoiler, commenti o anche solo per fare due chiacchiere questi sono i miei "recapiti":

- il mio profilo FB: Serena Ebe Efp
- il gruppo FB: <3 Bamon <3
- il mio profilo twitter: SerenaEbe

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 8 ***


Capitolo8

Hello, 

indovinate chi c'è qui oggi? Sì, sono proprio io la vostra Chloy. Ormai la cara Ebe mi ha schiavizzato, e mi sfrutta per i suoi infimi lavori. Pelare le patate, fare la pedicure al suo cane, pubblicare su Efp.. Vi lascio al  capitolo che sento che quella pazza mi sta urlando contro. "Zi, padrona. Sto pubblicando padrona, arrivo padrona".

 

Capitolo 8

Sei qui davanti a me, tranquillo come possono essere gli adolescenti il cui sguardo non conosce la sporcizia del desiderio, la sua violenza, i cui occhi si limitano a procedere a tentoni...mi ricordo bene dei suoi.

( Emma Becker)

 

 

 

 

Bonnie sedeva composta al suo posto, era lì già da una decina di giorni ed ormai sapeva come comportarsi, e aveva capito che era tutto differente rispetto al mondo che conosceva ed in cui era cresciuta.

Anche lo stare seduti composti era un concetto molto differente dall'accezione comune, o almeno dall'accezione che fino a dieci giorni prima poteva indicare come comune.

In questo contesto lo stare seduta composta per una fanciulla come lei significava essere seduta sulla comoda sedia rivestita di velluto rosso, quasi dello stesso colore dei suoi capelli, completamente raccolti, con il busto e le spalle dritte, il collo leggermente inclinato rispetto alla linea perfetta della sua colonna verticale, e il mento basso, per guardare il piatto. Non poteva alzare la testa per guardare apertamente Damon- Francesco si corresse mentalmente- mentre sentiva che la osservava, doveva aspettare che il capofamiglia le rivolgesse la parola, dandole implicitamente il permesso di parlare, per sollevare il capo almeno per i pochi minuti necessari a rispondere alla domanda che le era rivolta, tenendo però sempre un atteggiamento di dolcezza e umiltà, cosa che fortunatamente a lei veniva naturale... chissà come se la sarebbero cavata invece Meredith e Elena, così fiere, orgogliose e sicure di se’, in quella situazione.

Quasi non riuscì a trattenere un sorriso divertito al  pensiero delle amiche, ma subito si rabbuiò: loro non sarebbero mai finite in certe situazioni perché non sapevano essere delle streghe decenti!

Non capiva ancora come era potuta arrivare in quel luogo, e in quel tempo. Aveva "semplicemente" fatto un incantesimo per cercare di ricordare cosa aveva amato in Damon, per recuperare la memoria. Indubbiamente da quel punto di vista l'incantesimo aveva funzionato, ora aveva recuperato la  memoria, il problema era che era finita indietro del tempo, a prima dell'arrivo a Villa Salvatore di Katherine e quindi a prima della trasformazione di Damon e Stefan in vampiri e persino, da quel che aveva imparato in questi giorni, della nascita della rivalità tra i due fratelli, nonostante i loro sempre differenti atteggiamenti e le loro opposte indoli, che si palesavano soprattutto nel rapporto col padre, idilliaco per quanto riguardava Stefano, di sopportazione per Damon -Francesco, si corresse ancora.

Infatti già nel nome del figlio, Giuseppe Salvatore- Giuseppe Maria Filippo conte di Salvatore - trovava un motivo di forte scontento, infatti avrebbe preferito chiamare Damon col secondo nome, Francesco, che reputava più adatto alla sua condizione di erede del casato, mentre il ragazzo si sentiva legato al primo nome, scelto per lui dalla ormai deceduta madre, che aveva voluto dargli il nome di un racconto mitico, nome che invece per il padre aveva un che di demoniaco, ma alla cui imposizione per amore della consorte non era stato capace di opporsi.

La cosa piú strana di tutta la vicenda era che, sebbene rimanesse atipico e fuori dagli schemi, il comportamento di Dam- Francesco era molto diverso da quello del suo Damon: meno malizioso, meno sfrontato, meno cupo e più dolce era questo ragazzo rispetto al SUO Damon, quello che tanto amava, e che tanto adorava metterla in difficoltà solo per vederla arrossire sotto i suoi occhi ardenti come braci. Persino lo sguardo dei due ragazzi era differente: questo più ingenuo e più giovane Damon aveva uno sguardo dolce ed allegro, curioso, curiosità che sicuramente doveva aver perso vivendo per 500 anni.

Era stato proprio lui ad aiutarla in questa storia. Quando lei si era accorta della situazione in cui era finita e aveva cercato di giustificare la sua presenza e lo slancio che l'aveva portata ad abbracciarlo, lui con dolcezza aveva sorriso e le aveva detto qualcosa, ma appena compreso che lei non capiva la sua lingua aveva provato con altre fino a giungere ad un inglese un po' affettato -quello di Shakespeare si era detta la ragazza- che Bonnie poteva capire.

"Non preoccuparti, ci prenderemo cura noi di te." aveva detto mentre la versione impressionantemente giovane di Stefan le sorrideva.

Francesco aveva inventato una storia di copertura, aiutato dalle suore del chiosco: lei era una nobile scozzese in visita in Italia, la cui carrozza era stata attaccata da dei briganti, che non avevano lasciato vivo nessun altro oltre a lei, lo shock le aveva portato via la memoria. Lì l'aveva trovata una nobile imparentata con una delle suore e l'aveva spedita alla parente per prendersene cura, ma Damon avendolo scoperto aveva ritenuto che non fosse decoroso per una giovane della sua posizione sociale vivere come una semplice borghese in un chiosco e aveva deciso di accoglierla in casa.

Il padre era stato stranamente felice della proposta di ospitare questa nobile, soprattutto dopo aver visto lo stemma principesco che questa portava.

La notte in cui aveva fatto l'incantesimo infatti, Bonnie aveva trovato sulla sua finestra una busta blu  e oro, apertala aveva visto un messaggio ed un braccialetto con uno strano ciondolo.

"Ti prego indossalo subito. Ricorda: ti sono sempre amico. Con affetto, Sage."

Aveva fatto come scritto dall'amico e una volta arrivata in questo tempo aveva scoperto che quello strano ciondolo era lo stemma nobiliare dei principi di Scozia, ecco come poteva vivere a Villa Salvatore.

La ragazza con la scusa di aver perso la memoria aveva ricevuto in quei dieci giorni di permanenza l'educazione base di ogni nobildonna, e si era rivelata molto capace di assorbire gran parte delle nozioni, la cosa più difficile gli risultava l'educazione alla dottrina neoplatonica del tempo. Fortunatamente era stato designato suo compagno di studi un giovanissimo Stefano, anche lui all'inizio dei suoi studi, che la aiutava volentieri.

Quindi era con il suo dolce amico che la ragazza avrebbe dovuto passare più tempo, ma incredibilmente si ritrovava sempre a condividerne sin troppo con il maggiore dei Salvatore, troppo perché la imbarazzavano le attenzioni e le galanterie che lui le riservava. Francesco infatti ogni giorno le faceva lezioni d'italiano e in parte di latino: per la prima volta, le aveva raccontato, suo padre sembrava felice di una delle sue stramberie, il voler ostinatamente imparare l'inglese, perché poteva aiutarli in questa situazione. Il conte sembrava eccezionalmente felice della presenza di una Principessa nella sua casa...

 

Erano le 5 del pomeriggio e finalmente  Bonnie poteva aver accesso alla biblioteca, che era enorme.

Purtroppo i testi in inglese però erano molto limitati, qualche originale d'oltre manica, qualche traduzione di testi classici, ma perlomeno poteva non dedicarsi allo studio del suo 'amato' neoplatonismo!

Mentre cercava tra le traduzioni in inglesi si sentì sfiorare il braccio: non aveva bisogno di voltarsi, la scarica d'adrenalina che aveva ricevuto e il brivido che sentiva sulla schiena, dove sentiva il suo sguardo, non era mai cambiato... poteva non essere ancora il suo Damon, ma il suo corpo rispondeva alla sua presenza come sempre.

-Francesco a cosa devo la vostra presenza e, cosa alquanto più imbarazzante, il tuo ostinato silenzio?-, gli disse voltandosi, dopo una decina di minuti, in un italiano quasi perfetto, volendo rendere orgoglioso il suo maestro.

-Vi osservavo, mia diligente allieva. Sapete siete molto aggraziata, vi muovete come un piccolo uccellino...-

Sentire quel soprannome su quelle labbra, dove si era disegnata un'espressione stranamente maliziosa e compiaciuta, ma così abituale nel Damon che lei amava, le provocò dei brividi e le mozzò il fiato.

Francesco intanto la osservava incuriosito da quella reazione.

-Sapete Bonnie siete molto strana... e soprattutto non mi avete ancora spiegato da dove venite. Abbiamo inventato quella storia, ma ora non pretenderete che ci creda anche io che l'ho ideata?- le disse in inglese avvicinandosi troppo a lei, invadendo con eleganza il suo spazio personale.

-Io non ricordo...- provò lei, guardandosi intorno come per assicurarsi che nessuno li ascoltasse.

-Volete prendermi in giro? E non dovreste preoccuparvi di essere ascoltata, sapete che sono l'unico che capisce la vostra lingua...-

-Sul serio non so...-

-Bonnie...-, le disse avvicinandosi ancora mentre lei si schiacciava più alla  libreria dietro di lei,- Vi rinfresco la memoria se volete. I vostri abiti erano assurdi, e mi avete subito riconosciuto nonostante io non vi avessi mai vista prima, mi avete abbracciato e avete riconosciuto anche mio fratello...-

-Francesco...-

-No. Conoscete il mio nome...-

-Vi prego, sapete che vostro padre...-, ma lui sembrava avvicinarsi ancora di più.

Proprio mentre lei stava per cedere e chiamarlo col suo nome l'arrivo di Stefano lo costrinse ad allontanarsi e permise a Bonnie di correre nella sua stanza.

SerenaEbe vi manda a dire " Mi dispiace avervi fatto aspettare tanto, so che il capitolo non è molto entusiasmante ma nel prossimo c'è Damon, quello vero " tradotto in parole povere, GET READY che nel prossimo capitolo potreste ritrovarvi un corvo svolazzante per casa, o un Ian Somerhalder che sbuca fuori dal vostro PC.  Vi saluto, alla prossima. Sperando di essere una donna libera e non più soggetta a nessun tipo di schiavizzazione. XO XO - Chloy

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 9 ***


Punto di non ritorno ... 0
Lo so... il ritardo è taaaantissimo! Mi spiace, e il cap è abbastanza statico, ma ci sono Damon e Stefa, quelli veri ;)
Non so quando arriverà il prossimo... sono impegnata con la tesi... quindi è un grosso punto interrogativo. Ma tornerò, ve lo prometto, non vi libererete di me!






Capitolo 9

L' affetto è una cosa che cresce sottobanco, mette radici nostro malgrado e invade tutto peggio della gramigna.
Poi è troppo tardi: non puoi passarti il tosaerba sul cuore per sradicare la tenerezza.
(Marie Sabine Roger)







Damon sedeva lì, tranquillo.
Sin troppo tranquillo. Matt lo trovava vagamente inquietante. No, non vagamente, parecchio inquietante.
Il vampiro passava tutto il suo tempo nella propria stanza, sulla comoda poltrona davanti al letto.  Non cambiava quasi mai luogo, perché aveva portato lì la rossa.
Si nutriva del black magic che Stefan o Sage gli portavano, evitava la caccia, per due settimane aveva sopportato di buon grado la presenza degli umani nella camera, aveva sopportato persino la presenza di Zander! Poi fortunatamente erano tornati tutti al college.
Sage veniva spesso e lo rassicurava: non era nulla di grave, la signora Flower ogni giorno provava qualche nuova formula e rimedio, talismani per aumentare il suo potere... ma nulla.
Avevano provato tutto, ma Bonnie, il suo dolce Uccellino, la sua Streghetta, continuava a dormire tra le sue lenzuola nere, non si svegliava.
Aveva provato a fare un incantesimo per ritrovare la memoria, avevano capito, e qualcosa era andato storto.
E, ancora una volta, lui, non avendo capito cosa lei volesse fare, non era lì a fermarla... aveva permesso che le accadesse, di nuovo, qualcosa di tremendo.
Tremendo perché lei così buona e altruista avrebbe detestato farli preoccupare tutti, tanto quanto avrebbe detestato farlo soffrire perché l’aveva dimenticato, se solo si fosse ricordata di lui, certo!
Perché lui aveva sofferto per quella storia, poteva ammetterlo onestamente, almeno negli oscuri meandri della sua mente. Ma era stato anche peggio trovarla in quello stato…
Quando l'aveva trovata nel bel mezzo della notte, rannicchiata sul pavimento, si era preoccupato, pensava fosse svenuta.
Aveva provato a svegliarla, a scuoterla, ma quando si era accorto di non riuscire ad afferrare il suo corpo aveva allertato Stefan e la vecchia strega con una scarica di potere molto, molto potente.
Aveva addirittura provato ad urlarle addosso, l'aveva minacciata, ma nulla, il suo piccolo Pettirosso rimaneva addormentata, con il corpo evanescente ed impalpabile.
In realtà aveva scoperto che di solito verso le 19 il suo corpo ritornava reale. Appena scoperto l'aveva presa in braccio e portata nella propria camera, nel suo comodo letto, dove si trovava ora, ma la corporeità era durata poco, prima delle 23 la rossa era ritornata simile ad un fantasma.
Avevano capito che quello che lui si ostinava a vegliare giorno e notte era una proiezione astrale, e per quanto ne avesse già sentito parlare non gli interessava davvero, voleva solo che aprisse gli occhi, anche se l'avesse guardato con quello sguardo stranito ed impaurito che aveva a causa dell'amnesia, ma nessun incantesimo sembrava funzionare, al massimo erano riusciti a renderla reale in orari diversi dal solito, ma nulla di più.
Erano così disperati che avevano preso in considerazione la teoria assurda di Matt, merito delle troppe serie tv, secondo cui il bacio del vero amore l'avrebbe salvata.
Così Zander ci aveva provato, ma non era accaduto nulla. E Damon era così disperato da averci provato anche lui, mentre era da solo, speranzoso e titubante insieme, si era avvicinato e l'aveva baciata, un bacio delicato, poi aveva premuto le sue labbra su quelle di lei con più forza, come ad assicurarsi che sentisse davvero il bacio. L'unica risposta era stato un dolce sorriso su quelle labbra tiepide.
Da quando l'allegra combriccola l'aveva lasciato a Fell’s Church solo con la signora Flower, aveva preso una nuova abitudine, si giustificava dicendo che forse la rossa sentiva la vicinanza: trascorreva le ore in cui le membra della ragazza erano concrete steso accanto a lei, senza toccarla veramente eccezion fatta per qualche carezza leggera giustificata da un boccolo fuoriposto o un colorito all'apparenza più roseo.


Era passato più di un mese e mezzo quando, messo insieme un insieme di talismani, tutto l'improbabile gruppetto si era ritrovato al pensionato per provare un incantesimo che Alarick aveva cercato per risolvere il problema.
Ed Elena aveva qualcosa di molto importante da dire al suo Stefan.
Si era fatta accompagnare da lui nella radura in cui avevano ucciso Klauss.
-Di cosa devi parlarmi, mio piccolo amore?-
-Si tratta di Damon... Io...- se avesse vissuto questa scena qualche mese prima Stefan avrebbe pensato che Elena lo stesse lasciando per suo fratello, invece ora il loro amore era forte e sicuro, era solo preoccupata per Damon.
- Stefan... Io credo che lui tenga a Bonnie più di quanto crediamo...- per tutta risposta Stefan scoppio a ridere, una cosa che dalla scoperta dell'amnesia della rossa nessuno si era più concesso.
Stefan era più che sicuro che suo fratello tenesse molto a Bonnie, non solo più di quanto loro credessero, ma anche più tutti loro messi insieme. L’aveva visto con i sui occhi in più di un’occasione. Il problema non era il quanto… era il come.
Per Damon c’erano solo due cose estremamente difficili: ammettere di provare sentimenti in qualche modo non immediatamente connessi al suo piacere e riconoscere, persino con se stesso, quanto in profondità lo sconvolgessero quei suoi stessi sentimenti. E per lui era già stato difficile ammettere che teneva a Bonnie, anche se c’era riuscito, col tempo.
Ammettere che quel tenere era qualcosa di più di un semplice capriccio o un essersi affezionato come ad un animale domestico, sarebbe stato arduo.
Com’è che Damon la chiamava? Era qualcosa di dolce ma non stucchevole… Ecco! Il suo Pettirosso, il suo Uccellino.
Stefan sorrise tra sé e si accorse che Elena aspettava ancora un chiarimento per quella risata, senza dubbio un modo poco educato di risponderle.
-Hai ragione, mio piccolo amore. Damon tiene a lei più di quanto tutti noi crediamo. Tiene a lei più di quanto abbia mai tenuto a te o a Katherine.-
-Sì,- arrossì un po’ e dopo qualche secondo continuò,- è per questo che ero gelosa di lei, del fatto che lui fosse morta per salvarlo… sai cos mi ha raccontato Meredith? Sembra che Damon si sia sempre rifiutato di assaggiare il suo sangue… Sage pensa che sia una questione più profonda di quello che crede lui stesso. Dice che Damon tratta Bonnie come se fosse sacra, per questo non ha mai voluto bere il suo sangue, non che lei non glielo abbia offerto…-
Stefan era allibito. Davvero Damon aveva rifiutato il sangue di Bonnie? Beh allora forse suo fratello non era poi così inconsapevole come credeva.
-E sai un’altra cosa? Quando lui è morto, quando ho visto nella corazza attorno al suo cuore… In quel momento non ci ho fatto caso, ma poi ricordando… in quella pietra c’era una crepa, netta, visibile, profonda, ed era impregnata di un’altra aura, non di quella di Damon, un’aura più dolce, gentile, calda…-
-L’aura di Bonnie?-
-Credo di sì, ma te l’ho detto non ci feci molto caso…-
-Sarebbe grandioso.- Stefan era piacevolmente impressionato,- Vorrebbe dire che è qualcosa di più definitivo di quello che possiamo immaginare.-
-Sì, Stefan.-, ma il volto di Elena era molto triste,- Sai che significa? Che se succedesse qualcosa di irreparabile a Bonnie…-
-Perderemmo Damon.-  concluse seriamente preoccupato Stefan.




Che ne pensate??? Corro ad aggiornare anche
Like a blossom in a hothouse il cui capitolo è daaaavvero hot!
Vi lascio, abche se sono poco presente, i link per contattarmi per spoiler, commenti o anche solo per fare due chiacchiere questi sono i miei "recapiti":

- il mio profilo FB: Serena Ebe Efp
- il gruppo FB: <3 Bamon <3
- il mio profilo twitter: SerenaEbe


Un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 10 ***


Punto di non ritorno ... 0
La primissima cosa? Scusate il ritardo!!! La seconda? Vi lascio alla lettura, commento dopo.






Capitolo 10

E poi c'è chi, in fondo, ama farsi male.
Chi per anni resta legato ad una
immagine, un ricordo, un'emozione vissuta.
E mentre guarda avanti, torna sempre indietro.
(S. Santorelli)







Ormai erano passati più di quattro mesi da quando Bonnie era atterrata nel passato. Ed ogni volta che ci ripensava era esattamente quella l'idea che aveva, di essere letteralmente volata in quel luogo bellissimo. Come avrebbe potuto fare con il pensiero, ma in modo più concreto, essendo lì con il corpo.
Ad avvalorare questa teoria c'era la sensazione con cui si svegliava ogni notte, si sentiva come se fosse tornata a casa, come se tornasse indietro al Pensionato, come se sentisse accanto a sé la presenza di Damon. Era strano, per qualche motivo, nonostante lei passasse le giornate accanto a Francesco, era proprio la presenza di Damon, quello vero, a sentire appena sveglia, non solo tutte le mattine, ma ogni volta che si appisolava, studiando o leggendo un libro in biblioteca.
Era addirittura capitato che svegliandosi, dopo essersi addormentata un pomeriggio in biblioteca, scambiasse Francesco per Damon! E un'altra volta le era parso di sentire sulle labbra la morbidezza delle labbra del vampiro. E il suo profumo naturale, quello che lei non riusciva a classificare se non come un insieme del profumo della notte e delle rose scarlatte, lo sentiva su di lei in ogni momento, come se l'avvolgesse.
Questo l'aiutava a non cedere a Francesco, a non dimenticare Damon nemmeno per un attimo. Ed era davvero orrendo pensare che avrebbe potuto non distinguerli, o meglio sovrapporli, che avrebbe potuto dimenticarsi del vampiro, lo sapeva, ma quello che le sorrideva dolce, che la cercava, che cercava incessantemente la sua compagnia, non era un estraneo, non era un altro.
Per quanto Bonnie si sforzasse di fingere che fosse un altro, quello era Damon, un Damon meno cupo, un Damon non ancora tanto ferito, un Damon che poteva amarla, libero dall'ossessione del suo amore per Elena e dal risentimento nei confronti di Stefan e della vita stessa. Era lo stesso Damon che la proteggeva, sempre; quello che era morto per salvarle la vita, quello che era corso da lei quando era stata presa da Shinichi. Era la parte migliore di lui, quella innocente, ed era per questo che poteva sorridere in quel modo dolce, a volte persino più accattivante del sorriso seducente che avrebbe sviluppato nei secoli. Quello, nonostante lei volesse credere il contrario, nonostante le evidenze che mostravano quanto fosse diverso, era Damon.
Per questo, forse, lei riusciva a sorridergli in quel modo così spontaneo ed ad essere rilassata in sua presenza, ma tutte quelle differenze, che esistevano ed erano tangibili, diventavano opprimenti, rendevano il suo comportamento alla stregua di un tradimento, appena quegli occhi neri non accarezzavano più la sua piccola figura, appena l’influenza che la sua presenza aveva su di lei svaniva.
Era primavera inoltrata ormai e Bonnie si era concessa di passeggiare nel giardino della tenuta da sola. Di solito era accompagnata da qualche domestica o da Stefan, ma oggi poteva stare qualche minuto da sola. In realtà si era appisolata poco dopo il pranzo e si sentiva ancora un po' sonnecchiante, ma soprattutto sentiva la presenza di Damon come se lui cercasse di tirarla via, di trascinarla a casa. Ed era una sensazione immensamente piacevole.
Ma era anche "pericoloso", per quanto potesse esserlo il giovane Damon umano. Il pericolo per Bonnie era che le sue sensazioni sulla presenza di Damon potessero portarla a comportarsi in modo diverso con Francesco, un modo che potesse incoraggiare quei sentimenti che lui continuava ad esprimere liberamente e piuttosto esplicitamente, tanto che la strega non si sarebbe meravigliata se persino Giuseppe ne fosse ormai a conoscenza.
Oggi però Francesco e suo fratello erano andati con il padre a discutere di certi affari di famiglia, nulla che a lei importasse, o di cui capisse molto, aveva a che fare con i titoli nobiliari, o almeno così credeva. E pensare che per gran parte della loro esistenza Damon e Stefan non se ne sarebbero serviti! Bonnie quindi era decisamente molto libera di muoversi, e soprattutto di farlo senza dover evitare Francesco.

Aveva imparato sin dall'inizio del suo "soggiorno", non che fosse una vacanza purtroppo, nel Rinascimento italiano che ogni abito aveva una funzione e un momento per essere indossato, ed una delle cose che preferiva era cambiarsi spesso d'abito nell'arco della giornata. Un suo piccolo vezzo di cui in alcuni momenti si vergognava anche: avrebbe dovuto cercare il modo per tornare a casa, ma aveva rivoltato da cima a fondo la biblioteca dei Salvatore e quella del piccolo chiostro di suore, e vista l'epoca non poteva sperare di riuscire ad accedere a una biblioteca fornita di materiale sulle streghe. Le streghe venivano bruciate sul rogo! Aveva anche provato a scrivere lei qualche incantesimo, benché terrorizzata di poter finire nel Paleolitico, ma qualcosa sembrava come frenare il suo potere. Quindi le rimanevano i vestiti.
Quel pomeriggio indossava un bellissimo abito di un verde prato molto chiaro, con ricamati su corpetto, maniche e parte inferiore della gonna, dei non ti scordar di me di varie dimensioni.
Sapendo di essere sola ne approfittò. Tolse le piccole scarpe, sciolse i ricchi e si lasciò cadere sul prato pieno di piccoli fiorellini bianchi e lilla, a pochi metri dalla panchina in pietra circondata da rose.
Era completamente rilassata, sentiva che avrebbe potuto anche addormentarsi, ma stranamente sentiva più lontana la presenza di Damon, come se si stesse allontanando da lei. Strinse di più le palpebre ed allungò il braccio in alto, come per trattenerlo, per poi farlo cadere mollemente sull'erba. Nel farlo però si sentì graffiare. Alzò di nuovo avanti a sé il braccio per controllare, ma prima che sollevasse le palpebre sentì afferrarsi la mano.
Accanto a lei, in piedi, c'era Francesco, che le esaminava la mano, graffiata dalle spine di una rosa bianca che sporgeva proprio a pochi centimetri da lei. Mentre la lasciava andare e diceva che non si era fatta nulla, Bonnie si tirò su in ginocchio.
"Che ci fate qui?"
"Non volevo lasciarvi a casa da sola e, stranamente, mio padre è stato d'accordo con me. Vi adora, quasi quanto mio fratello." Disse sorridente mentre si abbassava ad accarezzarle una guancia.
"Ma non vi amerà mai quanto me", sussurrò a pochi centimetri dalle sue labbra, per poi deviare velocemente e darle un tenero bacio sulla guancia.
Bonnie, con il volto completamente in fiamme, si concesse solo pochi secondi prima di allontanarsi e rimproverare il moro con lo sguardo, causando una risata divertita e spontanea, appena soffocata mentre la aiutava ad alzarsi e le porgeva il braccio per rientrare nella villa.
Bonnie una volta arrivata alla porta, prima di ritornare al chiuso, si voltò a guardarsi indietro, certa di aver percepito uno sguardo indagatore su di lei.





Ed eccoci di nuovo a Firenze. Bonnie è fortemente indecisa. Da un lato ama Damon, dall'altro c'è Francesco, che la ama. E lei continua a volersi convincere che non siano la stessa persona! Voi che pensate? Dovrebbe cedere a Francesco o cercare di fare un incantesimo per tornare a casa?
Per chi vuole contattarmi (anche solo per due chiacchiere):

- il mio profilo FB: Serena Ebe Efp
- il gruppo FB: <3 Bamon <3
- il mio profilo twitter: SerenaEbe


Un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 11 ***


Punto di non ritorno ... 0
Ecco il nuovo capitolo! A dopo!





Capitolo 11

Io ti verrò a cercare. Lo sai che lo farò.
Ma la domanda è: tu faresti lo stesso con me? (E.Hawke)




Erano passati solo poco più di quattro mesi da quando la sua Streghetta era ferma, immobile, come la Bella Addormentata, ma a Damon sembravano anni: nulla di quello che avevano provato era servito a smuoverla da quello stato.
Dopo i mille tentativi andati a vuoto e le mille ricerche fatte, finalmente Alarick aveva trovato, Damon non sapeva dove e francamente non gli interessava, un modo per entrare quantomeno in contatto con la psiche, la mente, con la parte conscia del suo Uccellino, per sapere cosa le stava succedendo, per provare ad aiutarla magari.
In pratica era un procedimento piuttosto semplice: usare tutta la forza spirituale a loro disposizione per poter canalizzare l'energia spirituale e mentale della persona che potesse raggiungere la coscienza di Bonnie più facilmente, perché a lei maggiormente legata.
Naturalmente il primo a voler provare era stato Zander e questo aveva risvegliato Damon dal suo stato di apatia contemplativa in cui era sulla poltrona accanto al letto.
"Ma crede davvero", aveva detto rivolgendosi a Meredith e facendo scorrere lo sguardo su tutti i presenti, Sage ed Alarick compresi,"di essere la scelta migliore? Tutti noi abbiamo come minimo lottato insieme contro la morte nell'ultimo anno e mezzo, e lui la conosceva da quando prima che accadesse questo? Due mesi?"
Mentre parlava si era alzato ed avvicinato minaccioso al licantropo. Solo la presa ferma di Stefan sulla spalla gli aveva impedito di attaccarlo.
"Damon credo sia meglio che tu ti cibi", si era intromesso Matt, "Abbiamo bisogno della tua energia.", il vampiro lo guardò ed annuì, uscendo, per la prima volta dopo mesi, da quella stanza, seguito da Sage, per recuperare una bottiglia di Black Magic.
Nella stanza era calato il silenzio ormai e fu ancora Matt a parlare.
"Damon in effetti ha ragione...", tutti si voltarono verso di lui, Zander con un'espressione offesa.
"Io sono il suo ragazzo, l'amore della sua vita.... Come potete..."
"Senti amico, non sto mettendo in dubbio il vostro rapporto, in cui comunque, secondo me, hai una fede eccessiva, sto dicendo che noi siamo la sua famiglia e che se dovessimo fare un tentativo a vuoto... Perderemo energie..."
"Non capisco questi pregiudizi!"
"Non sono pregiudizi...", intervenne Stefan,"Matt vuole solo dirci di essere prudenti... Ma se tu sei certo di poterla raggiungere... Priverai tu per primo."
"No, io lo farò, la raggiungerò, non ci proverò."
Pochi minuti dopo Damon ritornò nella stanza ben nutrito, ma con una bottiglia piena di Black Magic.
'Prima o poi le scorte di Sage finiranno.', pensò Alarick.
"Non ancora, professorino." Rispose il vampiro dagli occhi neri, prima di sedersi sul letto, ai piedi di Bonnie.
Appena furono pronti, sotto le direttive della signora Flower tutti iniziarono a concentrarsi. Zander, seduto sulla poltrona che per mesi aveva occupato Damon, provò a raggiungere Bonnie per più di un quarto d'ora, ma fu inutile.
"Forse non eravate tutti concentrati su di me.", disse lanciando un'occhiata sospettosa a Damon.
"Caro, il mio dono non sarà alla portata di quello della nostra Bonnie, ma so controllare una cosa del genere. Tutte le energie erano concentrate su di te... Piuttosto intensamente anche."
Il biondo incassò il colpo e sospirando propose di far provare Elena o Meredith, la prima era evidentemente a disagio, ma Meredith fu categorica: "Facciamo provare Damon."
"Non credo sia prudente, quello che ha detto Matt..."
"E deve provare Damon." Lo bloccò l'umano, ricevendo uno strano, perché decisamente raro, sguardo di gratitudine dal vampiro in causa.
Prima di iniziare, per essere completamente sicuri che tutti avessero recuperato le forze, tutti bevvero un sorso di Black Magic, poi iniziarono di nuovo quella sorta di rituale.
Damon riprese il suo posto sulla poltrona, ma si sentiva troppo lontano da Bonnie, così invece si sedette sul letto accanto a lei. Se il suo corpo non fosse stato evanescente, avrebbe potuto sfiorarla e spostare quel boccolo fragola che le ricadeva sulle labbra ancora più rosse.
Chiuse gli occhi e, mentre si concentrava per contattare la sua Streghetta, seguendo quel collegamento psichico a cui era sempre stato sin troppo facile accedere sia per lui che per Bonnie, Damon sentiva tutte le energie psichiche raggiungerlo e aiutarlo, ognuno aveva un colore, anzi no, era qualcosa di più simile ad un sapore, trasmetteva una sensazione diversa, ed era così semplice capire a chi appartenesse l'energia, come se ogni tipo avesse stampato il nome della persona dal quale proveniva, era quasi più caratterizzata dell'aura, e mentre la riceveva poteva sentirne non solo la forza, ma anche l'intenzione. Se le energie più forti sarebbero dovute essere quelle di Sage, Stefan, Elena e Zander, quella di quest'ultimo era scavalcata in intensità da tutti gli altri, Damon sapeva che la signora Flower avrebbe creduto in lui, era certo che lo avrebbe fatto anche Meredith e quindi Alarick, ma rimase spiazzato dalla fiducia di Matt, questi sapeva  che lui avrebbe salvato Bonnie, non ne aveva alcun dubbio. La sua energia spirituale era colma di fiducia!
Saggiando il tipo di energia e la loro intensità, Damon le utilizzava come se fossero dei pilastri forti e robusti su cui costruire un ponte per raggiungere la mente di Bonnie. Elena, Zander e Matt per primi, in modo che la convinzione dell'umano sopperisse alla mancanza di convinzione dell'umano, poi la Signora Flower, e Meredith, Sage ed Alarick, così che la forza dell'amico sopportasse la fiducia degli umani, e poi per finire, per aver il maggior supporto ed appoggio possibile nel momento più difficile, quello finale: Stefan. Forza e fiducia.
Sentire l'energia del fratello sulla propria pelle, sentirla fluire dentro di sé, sentirla mischiarsi con la propria, e scorrere attraverso la sua mente, era una sensazione assurda, Damon  si rese conto che non si sarebbero mai capiti come in quel momento e vide tutto l'affetto del fratello, la sua fiducia incondizionata in lui, e la paura che la possibile perdita di Bonnie potesse distruggerlo... Era incredibile tutto questo per Damon, non era certo di meritarselo, soprattutto non da suo fratello.
Si concentrò ancora, non era certo di averlo mai fatto prima con una tale intensità, e all'improvviso sentì la presenza dell'Uccellino straordinariamente vicino.
Quando aprì gli occhi era in un bellissimo giardino, anche se gli sembrava vagamente familiare.
Si guardò intorno, dietro di lui c'era un albero e a soli dieci, forse quindici, metri stesa sul prato, circondata da fiori bianchi e lilla, accanto a delle rose c'era il suo Uccellino. Indossava un bellissimo abito verde, di una tonalità appena più chiara di quella del prato, ed era più bella che mai. La vide alzare una mano, e poi lasciarla cadere di nuovo sul prato, graffiandosi.
Voleva avvicinarsi, quando vide qualcun altro. Era un ragazzo, ma i rami dell'albero gli impedivano di vederlo. La Streghetta si tirò a sedere e poi la vide arrossire mentre il ragazzo, di cui ora vedeva solo i capelli scuri e lisci,  le baciava una guancia. Fu un attimo, un moto di gelosia e perse la concentrazione. Si sentì tirare via da quel luogo, come un elastico che dopo essere stato allungato a dismisura e rilasciato torni alla sua posizione iniziale.
Era di nuovo al Pensionato.
Avrebbero riprovato, ma credeva che sarebbe stato inutile, pur senza sapere il perché.



A pochi metri dal Pensionato una strega spaventata continuava a chiedere perdono a Dio per quello che aveva fatto, guardando quello che rimaneva del suo carnefice: solo la sua proiezione astrale dormiente.





Ed eccoci a Fell's Chiurch! Visto di chi era lo sguardo che Bonnie aveva percepito?
E che mi dite della relazione tra Damon e Matt? Zander non ha molti fan nell'"allegra combriccola". Staremo a vedere dove ci porterà la storia, nel frattempo lo sapete che adorole vostre teorie e il finale di questo capitolo vi lascia ampio spazio d'immaginazione, che mi ditedi questo fantomatico carnefice?
Per chi vuole contattarmi (anche solo per due chiacchiere):

- il mio profilo FB: Serena Ebe Efp
- il gruppo FB: <3 Bamon <3
- il mio profilo twitter: SerenaEbe


Un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 12 ***


Punto di non ritorno ... 0
Ed eccoci di nuovo a Firenze... Cosa staranno combinando Bonnie e Francesco? Vi lascio ad un POV Bonnie!
A dopo!





Capitolo 12

Amami quando lo merito meno, perché sarà quando ne ho più bisogno.
[ Catullo ]




BONNIE POV

-Francesco … Francesco … Francesco! Francesco,  sapete benissimo che non avreste dovuto!-, mi allontano arrabbiata e sconvolta.
In realtà più verso di me che verso di lui!
-Cosa?-, lo sento chiedere ridendo.
-È  sconveniente … Francesco.- gli dico continuando a dargli le spalle, lo sento avvicinarsi non tramite i suoi passi, ma il calore del suo corpo, quella sensazione di disagio ed eccitazione che sa darmi solo lui.
Quando la sua mano mi sfiora la spalla m’irrigidisco per un secondo.
-Vi ho solo baciata Bonnie … sapete che vi amo.-
Mi ha SOLO baciata! SOLO baciata!
Non avrebbe dovuto! Dio, davvero non avrebbe dovuto!
Quelle labbra sono intossicanti per me, lo sono sempre state.
-Non avreste dovuto-, dico, poi mando giù il magone che mi è salito in gola,- … Francesco.-
Adesso è di fronte a me e mi scruta, il volto felice, raggiante, ed un velo di curiosità negli occhi neri.
-Perché continuate a ripetere quel nome? Come fosse una nenia? Perché non usate il mio nome? Sapete che adoro quando lo fate.-, mi dice calmo e sereno.
Abbasso il capo per celargli il mio sguardo.
-Sapete che vostro padre preferisce che siate chiamato così.-, sussurro mentre mi allontano da lui, apparentemente presa ad osservare una delle splendide rose che sono intorno a noi.
In realtà in questo momento non so cosa dire, non posso parlare lucidamente.
Mi ha baciata, mi ha davvero baciata. Stavamo passeggiando nel giardino e mi ha baciata.
E per me sentire le sue labbra sfiorare le mie è stato come tornare ad abbeverarsi dopo aver camminato per giorni nel deserto.
Fino ad ora sono stata confusa, confusa e spaventata e … indecisa.
Ora sono terrorizzata!
Terrorizzata perché nonostante quello che ho davanti non sia un vampiro di 500 anni, ora so che è lui.
Quelle labbra, il loro sapore, la loro dolcezza, l’intossicante sensualità … nonostante non siano ancora state corrotte dal sangue, sono le stesse, e mi fanno sentire allo stesso modo, ieri come oggi, o forse dovrei dire domani.
Ora non posso usare il suo nome, non posso! Non posso, oppure scoppierei a piangere, ora so che questo ragazzo dolce, gentile, sfacciato e divertente non è semplicemente Francesco, l’erede del conte Giuseppe Salvatore, no, questo ragazzo è anche colui che diventerà il vampiro crudele e passionale che ho conosciuto durante il mio ultimo anno di liceo.
Il ragazzo che ora mi sta sfiorando la spalla delicato è lo stesso che mi ha più volte salvato la vita.
-Bonnie …- sussurra preoccupato quando riesce nuovamente a vedere il mio viso.
Ed è per la sua espressione mortificata che capisco che sto piangendo.
-Ti prego, parlami … cosa posso fare per farti stare meglio?-, è passato al tu, perché si sente più vicino a me.
Faccio un paio di passi indietro, mettendo tra noi più distanza possibile.
-Bonnie …-, sussurra ancora una volta mentre mi guarda costernato.
-Lasciami andare … Ti prego non… lasciami in pace, Damon!- dico e, mentre mi volto per scappare via, vedo il suo volto ferito e mi maledico: stavolta a ferirlo sono stata io.


Pur impedita nei movimenti dall’abito e dalle calze, sicuramente più scomodi dei miei jeans e scarpette da ginnastica, ho corso per un bel po’, tanto da aver quasi raggiunto i confini della tenuta.
Avrei davvero bisogno delle miei amiche in questo momento … Meredith saprebbe consigliarmi cosa fare, saprebbe aiutarmi a capire cosa cela il mio cuore, e come accettarlo, mentre Elena … chissà cosa vedrebbe Elena in questo Damon, chissà se conoscendolo sceglierebbe ancora Stefan, ma infondo io sono fermamente convinta che Elena e Stefan siano destinati a stare insieme, nonostante l’ attaccamento che la mia amica ha sempre dimostrato verso Damon.
Sospiro, mentre mi siedo su una specie di panchina in pietra … Anche in quest’epoca, a secoli di distanza, riesco ad essere gelosa della mia migliore amica!
Sento un fruscio tra i cespugli alle miei spalle e mi metto in allerta.
-Bonnie …- prima ancora di voltarmi, sorrido.
Volevo le miei amiche? Forse non sarà Meredith, ma Stefan riesce a mettermi sempre di buon umore.
-Come va?-, mi chiede imbarazzato, sedendosi accanto a me.
-Cosa vu… volete chiedermi Stefan?-, lo conosco troppo bene.
-Eh … beh … A volte sembra mi conosciate meglio di mio fratello … Volevo chiedervi se avevate litigato con lui, ma ora che vedo i vostri occhi arrossati mi sembra inutile sperare in una risposta negativa.-, sorrido, mentre lui mi guarda dispiaciuto, -Volete confidarmi cosa è accaduto? Mio fratello vi ha in qualche modo offesa?-, mi chiede leggermente in difficoltà.
-Oh, no, Stefan!-, lo rassicuro di getto facendolo sorridere,- Francesco è sempre così dolce con me … persino troppo.- sospiro.
-È perché siete innamorata di un altro, vero?- mi chiede senza guardarmi, sottovoce.
-T… Voi come?-, spesso mi è difficile mantenere con Stefan questo atteggiamento formale, soprattutto quando sono distratta o, come in questo caso, sorpresa.
-Non è stato difficile capirlo. Ho sentito mio fratello borbottare spesso qualcosa su un rivale sconosciuto … lui è molto competitivo.-
-Ah, lo so bene!-, mi scappa, poi quando lui mi guarda interrogativo mi correggo,- Cioè … Si capisce …-
-Ma non è solo questo-, continua,-A volte quando guardate mio fratello sembra che voi cerchiate qualche specifico particolare nel suo volto o che guardiate oltre lui … e anche quando spiate fuori dalla finestra, dopo il tramonto, sembra che cerchiate qualcosa, qualcuno, come se dovesse spuntare dall’oscurità …-
La mia sorpresa dura solo qualche attimo: Stefan è un buono osservatore, quello che dovrebbe stupirmi è non essermi accorta nemmeno io stessa di questi miei atteggiamenti e queste miei azioni.
-Non è questo il problema comunque.-, dico decidendo di non rispondere alla sua domanda: non voglio mentirgli, ma è fuori questione riuscire a spiegargli che vengo da un futuro in cui lui e suo fratello sono vampiri e che “l’altro” sarebbe proprio quest’ultimo.
E comunque il mio problema ora è l’esatto opposto.
Il mio problema è quello di non saper apprezzare l’amore di Francesco, perché mi fa sentire come se lo stessi ingannandolo, ingannando Damon.
-Sapete Stefan? A volte ci si sente completamente sbagliati … è per questo che so di non meritare l’amore di vostro fratello.-
-Scusatemi Bonnie, forse sono davvero solo un bambino come dice Francesco, ma non credo che si tratti di meritare … Lui vi ama, e vi amerebbe anche se foste tra le fiamme dell’inferno. E questo amore non vi deve mettere in difficoltà, non dovete pretendere di ricambiarlo … esiste. L’amore non si può meritare: si può persino amare un assassino, e seppur lui non lo meriti ha bisogno di quell’amore … ne abbiamo tutti bisogno, soprattutto chi soffre … l’uomo che amate merita oggettivamente amore? Non rispondetemi secondo il vostro cuore, ma secondo i peccati che ha commesso. È un essere puro che merita il vostro amore?-
-No … lui …- soffio in difficoltà, Damon non è puro, anzi è un assassino, per quanto sia cambiato, ad un occhio esterno sembrerà  un mostro.
-E questo vi fa smettere di amarlo?- scossi la testa in segno di diniego,-Voi lo amate, conoscendo i suoi difetti e i suoi pregi … E forse quell’amore lo aiuterà persino ad accettare il giudizio di Dio, per i suoi peccati.-
Dice prima di alzarsi per rientrare.
Io amo Damon, forse ancora di più perché ha bisogno d’amore … e ora che sono persa mi aggrapperò all’amore di Francesco.






Finalmente Francesco ha fatto la sua mossa, l'ha baciata! Ebbene sì e Bonnie finalmente riesce a sovrapporre le due versioni di Damon, nonostante finora abbia cercato di fingere che quello non fosse l'uomo che amava. E che mi dite di Stefan?
Per chi vuole contattarmi (anche solo per due chiacchiere):

- il mio profilo FB: Serena Ebe Efp
- il gruppo FB: <3 Bamon <3
- il mio profilo twitter: SerenaEbe


Un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 13 ***


Punto di non ritorno ... 0
Ed eccoci di nuovo a Fell's Church...
A dopo!





Capitolo 13


E quando si arrossisce, significa sì, vero? È una sfumatura d'acquerello sulle guance, un tocco intimo, impudico e pungente che vale una conferma.
(Il Piccolo Principe - Antoine de Saint-Exupéry)





Da una settimana a questa parte tutta l’allegra combriccola era tornata tale di nome e di fatto. Grazie a Damon ora sapevano che Bonnie era viva, sana e salva, e sembrava anche felice, aveva biascicato un contrariato Damon.
-Le hai parlato?- aveva chiesto Elena, la risposta era stata una specie di grugnito infastidito, che la bionda aveva ben interpretato con un no e poi, cosa che non accadeva da mesi ormai, Damon era uscito di sua spontanea volontà per andare a prendere un po’ d’aria. E non era ancora rientrato in quella stanza.
Sapeva che si stava comportando come un immaturo e sapeva anche che non c’era motivo per essere così arrabbiato. Per quanto avesse sempre considerato sua la Streghetta, la verità era che non aveva nessun diritto su di lei. Forse Zander si sarebbe potuto innervosire. Accarezzò l’idea di andare a riferire al lupo la scena che aveva visto, solo per vedere qualcuno star male come lui, solo per ferirlo, ma probabilmente non gli avrebbe creduto, non erano proprio amici e lui non era proprio Mr. Sincerità,  o , cosa ancor più probabile, non avrebbe capito.
Aveva cercato di razionalizzare la cosa. Aveva tentato di essere il solito, affascinate, se stesso. Ma c’era qualcosa che lo innervosiva troppo. Aveva provato a spiegarlo a Stefan, ma era troppo felice di sapere che la loro AMICA era sana e salva, allora aveva provato con Sage, ma il vampiro gli aveva risposto con un sorrisino furbo e una mezza risata sinceramente divertita. Ed ora persino Elena e Mutt sembravano certi di aver capito. Credevano fosse geloso di quell’insulso bacetto di cui avevano saputo da Stefan! Come poteva essere geloso di una cosa del genere? Di certo Bonnie aveva dato baci più importanti a lui e persino al cagnaccio biondo.
Ovviamente non ne aveva parlato con l’unica persona che avrebbe potuto capirlo. La persona che si stava sedendo accanto a lui sul prato alla fine del cortile del Pensionato, all’inizio dell’Old Wood.
Damon era sdraiato, occhi chiusi, braccia e gambe aperte, nonostante si fosse da poco nutrito con sangue virgineo alla piacevole temperatura di 36°, più che sazio appariva stufo. E di certo il dover ostinatamente provare ad ignorare la presenza di Meredith non lo rendeva più socievole.
-Mi ignori?-
-Sto provando con tutte le mie forze a farlo, ma se mi rivolgi la parola è più difficile.-
-Damon!-
-D’accordo, che vuoi?-, si arrese aprendo gli occhi e guardandola.
-Ho saputo… che qualcosa ti ha infastidito quando hai visto Bonnie…-, sbuffò.
-Il mio fratellino è decisamente la quintessenza della discrezione!-
-Non è colpa sua, lo sai che non può materialmente tenere per sé nessuna preoccupazione quando scambia sangue con Elena e lei… beh mi dice tutto.-
-E anche a Mutt, vero?-
-È che le manca Bonnie…-
-Non l’avrei mai detto!-, disse infastidito, -Peccato che la cosa non sia reciproca!-
Le sue parole erano state così sprezzanti che sembrava quasi che non parlasse di Bonnie, ma di qualcuno che odiava.
-Quindi è vero che ti ha infastidito un bacetto?-, lui la guardò con fare ovvio, - Qual è il problema allora?-
-Credo…-, disse dopo un sospiro,- che sia stato il suo atteggiamento ad infastidirmi. Era così a suo agio, anche mentre arrossiva imbarazzata, era… se stessa. Era come…-
-Com’era lei con te? Come arrossiva con te? Come guardava te?-, lo aiutò Meredith.
-Forse… sì, credo sia stato quello… Il modo in cui arrossiva…-
-Damon, nessuno te lo ha chiesto ancora, ma sai che per te lei sta diventando sempre più importante?- Lui la guardò, rassegnato, ed annuì senza dire altro.
Restarono lì per parecchi altri minuti, in silenzio, il sole era ormai calato da un’oretta, ma Damon si decise a muoversi solo quando vide Meredith attraversata da un brivido di freddo.
-Andiamo, Miss Inquietudine,-scherzò calcando sul vecchio soprannome dato alla ragazza,- è tardi e decisamente tropo freddo per te.-
Mentre facevano l giro intorno al Pensionato per entrare dalla porta principale, un’ombra gli si parò avanti, barcollante. Damon riuscì ad afferrare la giovane un attimo prima che finisse a terra. Guardandola attentamente nelle tenebre, fu felice che la cacciatrice non avesse la sua vista.
La donna che aveva tra le braccia presentava segni di violenza fisica evidenti e una forte anemia. Qualsiasi essere l’avesse ridotta in quello stato, che persino a lui appariva ributtante, non si era solo nutrito del suo sangue, ma, a giudicare dai vestiti lacerati e le scie di sangue rappreso su di essi, l’aveva a dir poco torturata.
-Io… io…-, ogni parola che pronunciava sembrava volesse strozzarla, come se qualcosa cercasse di impedirle di parlare. Mentre cercava di combattere questo ostacolo mosse la mano facendo apparire una piccola fiammella tra le sue dita, troppo lieve perché illuminasse i suoi tratti sconvolti.
-Sei una strega?-, chiese Meredith e lei annuì, senza però mai staccare gli occhi da Damon.
-Lo è.-, comunicò questi poi si rivolse alla strega,- C’è un incantesimo che ti impedisce di parlare… chi ti ha obbligato a farlo?-, aveva imparato ormai che di solito se una strega era vittima di un incantesimo quasi certamente era stata lei stessa a lanciarlo.
-L… Lui… mi spia… spiace… ti ha… seguito… assicur-, le sue parole furono soffocate da uno spasmo.
-Calmati…- provò a rassicurarla la ragazza dagli occhi grigi.
-Tramite… la strega,-, riprese, poi toccò il volto di Damon, -Sei in pericol-, soffiò mentre il suo cuore batteva all’impazzata per poi fermarsi.
Meredith e Damon si guardarono : c’era una nuova minaccia e voleva Damon.







Finalmente un altro po' di Meredith e Damon, mi piace molto la loro amicizia.
Se ve lo state chiedendo la strega morta in questo capitolo è quella di cui si parlava nel cap 11, il carnefice... sarà la nuova minaccia? ;)
Per chi vuole contattarmi (anche solo per due chiacchiere):

- il mio profilo FB: Serena Ebe Efp
- il gruppo FB: <3 Bamon <3
- il mio profilo twitter: SerenaEbe


Un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Capitolo 14 ***


Punto di non ritorno ... 0
In super ritardo, capitolo piccolo, ma significativo.





Capitolo 14


So che la notte non è come il giorno: che tutte le cose sono diverse, che le cose della notte non si possono spiegare nel giorno perché allora non esistono, e la notte può essere un momento terribile per la gente sola quando la loro solitudine è incominciata.
- E. Hemingway.






Meredith aveva insistito per portare la giovane donna nel Pensionato. Le proteste di Damon erano state inutili: anche se ormai la strega era morta le sembrava una crudeltà lasciarla esposta al freddo e alla notte. Così Damon prese in braccio quel corpo martoriato e lo portò dentro. Purtroppo così tutti poterono vedere in che condizioni fosse.
A quella vista sia la cacciatrice che la sua migliore amica rimasero a dir poco stupefatte: l’una si appoggiò ad un Matt disgustato, e l’altra sprofondò il volto nel petto di Stefan, anche lui disturbato da quella vista. Decisamente quella ragazza doveva aver vissuto un vero e proprio inferno, ma non era questo ad averla portata al Pensionato, spiegò Damon dopo averla posata sul divano.
-A quanto pare sono in pericolo…-, disse distratto, quasi ironico, mentre si lasciava cadere sulla poltrona in pelle.
Stefan smise di accarezzare i capelli biondi della sua ragazza e prestò totalmente attenzione a suo fratello.
-Che intendi?-
-Beh, prima di morire ha farfugliato qualcosa sul fatto che qualcuno mi avesse seguito, che fosse accaduto qualcosa tramite una strega, per poi finire dicendo che sono in pericolo… Ma non agitarti fratellino, sul serio. Probabilmente delirava. Se avessi dieci dollari per ogni volta che una strega morente, perché ha detto di essere una strega, mi avverte che sono in pericolo, a quest’ora sarei ricco! No, aspetta, sono ricco!-
-Damon…-
-Che c’è Stefan? Non sto morendo! La poveretta era sconvolta! Non sono in pericolo, ma se anche lo fossi non potresti fare nulla in proposito.-
- Secondo me un po’ di paura ce l’hai…- disse Matt, ricevendo diverse occhiate, incredule, infastidite e preoccupate.
- Il cielo-, spiegò stringendo le spalle,- è diventato più nero che mai… sembra sia in arrivo la fine del mondo.-
Damon sollevò un sopracciglio e si avvicinò alla finestra accanto a Matt, mentre anche Meredith scrutava il cielo dall’altra parte della stanza.
-Non sono i…-
Damon non riuscì a finire la frase che un fulmine squarciò il cielo e si sentì un urlo assordante.
Si guardarono l’un l’altro prima che riuscissero ad identificare di chi fosse l’urlo. Era di Bonnie.
In meno di un millesimo di secondo il vampiro dagli occhi neri  tornò nella stanza in cui era stato per i quattro mesi e mezzo precedenti, ma, con le guance  rigate di lacrime, la sua Streghetta continuava a dormire nella notte perenne in cui sembrava essere piombata da troppo.









Per chi vuole contattarmi (anche solo per due chiacchiere):

- il mio profilo FB: Serena Ebe Efp
- il gruppo FB: <3 Bamon <3
- il mio profilo twitter: SerenaEbe


Un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Capitolo 15 ***


Punto di non ritorno ... 0
Lo so, sono imperdonabile. Davvero. Vi lascio al capitolo, che è meglio.





Capitolo 15


Sulla nostra terra noi possiamo amare in realtà solo col tormento e solo per mezzo del tormento.
(F. Dostoevskij)








Damon era rimasto paralizzato ai piedi del letto. Aveva solo in parte registrato che lo avessero seguito tutti in quella camera.
Bonnie sembrava quasi aver ripreso corporeità e con le labbra ancora socchiuse per l'urlo agghiacciante che aveva squarciato il suo silenzio e le guance rosse piangeva, silenziosa.
- Che le è successo?-
- Non lo so, Matt...- si affrettò a rispondere Stefan, lentamente, come se avesse paura di infrangere chissà quale tabù. Ma Damon non riusciva a registrare nulla di quello che accadeva intorno a lui, sembrava che per un attimo fosse tornato umano, con i sensi annebbiati. Per un attimo avrebbe potuto giurare di aver sentito il suo cuore battere per una volta.
Senza neanche pensare a quello che stava facendo, al fatto che fosse ancora arrabbiato con la Streghetta, iniziò a girare intorno al letto per poi sedersi ad un soffio dalla mano della rossa.
Poteva quasi sentire il calore del suo corpo, come mai era stato negli scorsi quattro mesi e mezzo, neanche nei momenti in cui lei era lì materialmente.
Allungò la mano a sfiorarle delicatamente il polpastrello dell'indice. Era certo che non l'avrebbe potuta toccare. Invece sentì quella pelle calda e morbida, sentì che stava tremando leggermente e si concentrò sul respiro della ragazza rendendosi conto che stava singhiozzando lievemente.
- Andate a chiamare il Cane.-, aveva provato a parlare normalmente, con nonchalance, anche con deliberato menefreghismo, invece il suono era uscito strozzato è un po' stridulo, come se non parlasse da giorni.
Elena e Stefan corsero via, dopo aver lanciato uno sguardo preoccupato prima a Bonnie e poi a Damon.
La signora Flowers si allontanò per preparare le erbe per un decotto per chissà quale motivo arcano. Erano rimasti solo Damon, Meredith e Matt.
Il vampiro si schiarì la voce.
- Potreste lasciarmi da solo?-
- Ma...- provò il biondo.
- Per favore...- sussurrò lievemente Damon.
Matt, sorpreso da quel tono malinconico, sbarrò gli occhi e si lasciò spingere in cucina da Meredith, che si chiuse la porta alle spalle.

Gli umani lo avevano lasciato solo su sua richiesta. Odiava essersi mostrato così debole, ma aveva bisogno di stare da solo, guardarla da solo, essere certo che non stava sognando.
Spostò la mano che ancora sfiorava la sua e si allungò a scostarle i capelli dal volto. Prima di ritirare la mano catturò una delle lacrime, che continuavano a caderle sulle guance, e se la portò alle labbra.
Era strano: le lacrime erano solo acqua e sale, non avevano sapore, né odore, perlomeno non particolari... Eppure Damon fu certo che quello era il sapore esclusivo di Bonnie, come era certo che lo fosse l'odore di fiori di campo e vaniglia.
- Bonnie...- si ritrovò a dire. Prima di ricordare che era arrabbiato con lei.
Si tirò su e iniziò a camminare, freneticamente, nella stanza. Le diceva che non era giusto, che non si sarebbe dovuta dimenticare di lui, né si sarebbe dovuta legare al Cagnaccio... Tanto meno avrebbe dovuto arrossire davanti a qualcun altro in un modo così adorabile e pericoloso. Pericoloso per lei e per gli altri: ogni volta che arrossiva in modo così spontaneo era sin troppo trasparente, sin troppo vulnerabile e chi la guardava rischiava di inn... Di affezionarsi a lei.
Sbuffò dopo essersi corretto mentalmente: perché, per una volta, non poteva infatuarsi di una persona, di una sciocca ochetta, e dimenticarla nel tempo di uno stupido bacio? Sussurrò tra sé e sé un "Maledizione" prima di sentire una voce che conosceva bene. Era debole e roca, probabilmente per il lungo silenzio, ed accompagnata da quei deboli singhiozzi, eppure quel suono sembrò lacerare il silenzio come un tuono in piena notte, il suono del suo nome ripetuto più e più volte, nel sonno.
La guardò per qualche secondo poi, mentre sentiva il suo respiro divenire più profondo e il suo cuore aumentare i battiti, uscì dalla finestra non prima di aver inviato un messaggio telepatico a suo fratello.
“Bonnie si sta svegliando”.








Nel prossimo capitolo torneremo a Firenze e capiremo cosa sta succedendo a Bonnie, finalmente; per avere un'anticipazione passate dal mio profilo FB (Serena Ebe Efp)  la settimana prossima.



Un bacio!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Capitolo 16 ***


Punto di non ritorno ... 0
Ed ecco IL CAPITOLO! Quello in cui si caprà chi, come e perché!
Torniamo a Firenze ragazzi! :*






Capitolo 16

A volte il passato ci perseguita ostacolando il presente.
(A. Becci)









- Sapete, Bonnie, ultimamente vi vedo diversa...- 
Eravamo seduti in giardino, o meglio Francesco era disteso su una panchina e io ero seduta accanto a lui, ma sul prato. Io leggevo, lui giocava con i miei riccioli, prendendosi sin troppa libertà, ma eravamo lontani dalla casa, in un angolo di giardino un po' riparato, con noi c'erano anche, da qualche parte qui vicino, Stefan e il suo precettore.
- In che senso, Francesco?-
Lo sentii sbuffare per aver usato il suo secondo nome, in realtà se prima lo facevo per distinguerlo dal mio Damon, ora era per essere certa di non farmi scappare il suo nome in presenza del padre. Il conte era un uomo apparentemente molto gentile, ma in realtà tutt'altro che buono e permissivo e non intendevo infastidirlo in alcun modo.
- Sembrate più...- fece una pausa come per cercare la parola giusta, poi lo sentii emettere un verso contrariato prima di continuare ,- docile.-
Stavolta ero io ad essere contrariata.
- Docile? Come un cavallo?- mi voltai a guardarlo arrabbiata e lui scoppiò a ridere.
- Siete troppo carina quando vi arrabbiate, sembrate un pettirosso con le piume arruffate!-
- Voi invece siete un cafone!- sbuffai dandogli le spalle.
Venne colto da un altro scoppio di risate, poi si alzò. Un attimo dopo si accoccolò di fronte a me, sorridente, e mi prese il mento portandomi a guardarlo in volto. Si sporse e mi diede un leggero bacio sul naso prima di dirmi che gli dispiaceva e che si sarebbe fatto perdonare.
Si alzò e fece un inchino esagerato.
- Mia dolce donzella, vi prego, fate di me il vostro servo. Sono il vostro schiavo d'amore e esaudirò ogni vostro capriccio!-
Non sapevo come riuscisse a rimanere serio. Io ero letteralmente sull'orlo delle lacrime a causa delle risate.
- Siete dunque obbligato ad insegnarmi a montare a cavallo.-
Era da molto che volevo imparare, ma lui continuava a sostenere che potesse essere pericoloso per me.
Gli tesi la mano affinché mi aiutasse ad alzarmi e lui ne approfittò per avvicinarsi a me più di quanto prescrivesse l'etichetta, ma in fondo era Damon, cosa potevo aspettarmi?
- Siete davvero testarda.-, sussurrò prima di baciarmi teneramente. Era la prima volta che lo faceva dalla mia scenata. E quando allontanò il suo viso dal mio, mi squadrò per studiare la mia reazione, trovando solo un forte rossore sulle mie guance e un po' di imbarazzo nei miei occhi, di risposta sorrise.
Eravamo ancora incredibilmente vicini quando sentimmo un lento applauso alle mie spalle. Mi irrigidì, ma prima di voltarmi sentii la voce di Stefan che chiedeva di essere lasciato andare, intanto Francesco si sollevò, gli occhi duri come quelli del mio Damon.
Per un attimo, prima di voltarmi, mi passò per la testa che avrebbe potuto averci scoperti il conte, ma Francesco, che chiese all'intruso di identificarsi scacciò il mio sospetto. Mi sentivo completamente immobilizzata, come mi era accaduto solo una volta in vita mia, quando per la prima volta avevo visto Damon perso vicino al fratello ferito.
- Guarda un po' chi ho trovato a flirtare con un giovane Salvatore!-
Non sapevo perché, forse perché ero lì da tanto e avevo iniziato a notare come se fossi stata di questo tempo le lacune di etichetta, forse perché riconobbi immediatamente quegli abiti come familiari o perché non volevo credere di aver riconosciuto quella voce, ma la prima cosa che notai furono i jeans chiari e la camicia bianca.
- Lasciate andare mio fratello!-, quasi ringhiò Francesco e l'altro, in risposta, soggiogò Stefan per farlo tornare in camera sua e restarci per le 2 ore successive senza raccontare a nessuno nulla di quello che stava succedendo.
- Che ci fai qui?- urlai all'intruso.
- Aspetta, com'era... Pettirosso? Uccellino?-, rise. Francesco ci osservava.
- Klaus, perché sei qui?- sputai. Era sicuramente il Klaus del mio tempo, non me lo dicevano solo i vestiti, ma anche il suo tono canzonatorio.
- Chi siete! E che avete fatto a mio fratello?-, lo interruppe Damon prima che potesse rispondere.
- Non ti preoccupare, Damon... stavolta non voglio fare del male a tuo fratello. No, Stefan non mi interessa. Sono qui per un altro motivo. Sei tu che mi hai colpito alle spalle ed è lei che ha richiamato gli spiriti inquieti...-
- Non capisco di cosa state parlando, ma vi intimo di andarvene!-, l'antico mi guardò prima di iniziare a ridere, estremamente divertito dalle parole di Francesco.
- Lui mi intima di andarmene! E ditemi, conte, siete pronto a consegnarmi la strega?-, il suo tono diventò più consono all'epoca, ma proprio per questo più denigratorio.
- Il conte è mio padre, se avete una disputa con lui sarò felice di condurvi alla sua presenza,- la voce di Francesco era a metà tra un ringhio e un soffio,- vi chiedo solo di allontanarvi e smetterla di parlare di idiozie come la stregoneria.-, ora gli occhi di Klaus erano spalancati, come sconvolti, ma sempre divertiti e continuavano a squadrarmi.
- Non dirmi che non glielo hai detto! Ah, Bonnie, Bonnie! Continui a sconvolgermi, ma non dovrei lasciartelo fare, sei stata tu la causa della mia morte!-, si voltò poi a guardare Francesco, - Quindi la vostra amata non vi ha detto che viene dal futuro, non vi ha parlato di Katherine, né di Elena o di me! E io credevo che la piccola Bonnie fosse un esempio di bontà! Invece ha tenuto tutto nascosto all'uomo che ama! E perché mai? Perché non evitargli tutte quelle sofferenze? Ma certo: egoismo! Diciamo la verità, l'egoismo ti guida continuamente: non gli hai detto niente perché hai avuto paura di non incontrarlo, sapevi che cambiando anche solo un particolare mettevi in crisi la sua stessa esistenza nel tuo mondo... Del resto se morisse ora, non esisterebbe nel tuo futuro!-
Francesco non riusciva a seguire i discorsi del vampiro dai capelli chiari:- Bonnie... che sta succedendo? Che dice?-
- Semplice amico mio! Credevo che l'egoismo della tua adorata si fosse esaurito con quell'incantesimo che le aveva cancellato la memoria, che a proposito ti ho rovinato io Bonnie, invece la fanciulla ti somiglia molto molto di più!-
- No, io davvero, non sto capendo.-, Damon si stava arrabbiando, non ha mai amato non capire cosa accede, ma ora ero più preoccupata per quello che aveva detto Klaus.
- Che significa che hai rovinato il mio incantesimo?- il mio fu quasi un sussurro, shoccato, mentre su quel volto marmoreo si apriva un sorriso,furbo.
- Volevo torturare un po' te e il tuo amato e che cosa sarebbe stato più doloroso di obbligarti a provare paura verso di lui. Farti sentire l'amore, ma anche il terrore? Ti avrei torturato per bene! E così avrei torturato anche Damon... ma ho sottovalutato il vostro legame e, nonostante mi fossi procurato una strega potente per modificare l'effetto del filtro mentre tu lo stavi preparando, non è riuscita a far altro che invertire la polarità della filtro e trasformarlo in una pozione di oblio. Peccato che in preda alla rabbia io la abbia uccisa! Del resto poi la famiglia che ho massacrato per portarti qui non è stata comunque abbastanza. Sì, anche questo viaggetto è opera mia. Ma volevo portarti nella mentre di Damon, al cospetto della bestia che rivaleggia continuamente con il suo animo per uscire, ti avrebbe ucciso, ma sono riuscito solo a farti viaggiare nel tempo. Però grazie a quella puttanella che ho risparmiato sono riuscito ad ancorarmi al tuo amato quando ha cercato di raggiungerti. E ora sono qui.-, concluse aprendo le braccia e girando su se stesso. Non riescivo a capirlo, troppe informazioni, troppo poco tempo per comprenderle a pieno.
- Di che state parlando?-, Damon non riuscì a finire la frase che Klaus gli era già vicinissimo, sembrava  lo volesse baciare, ma prima che io potessi prendere un respiro, allungò la mano e gli bucò il petto.









Ok, ora scappo via, non uccidetemi!
Per avere 
un'anticipazione passate dal mio profilo FB (Serena Ebe Efp)  la settimana prossima.



Un bacio!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1265608