Honey, please - Sandra Version

di Akemi_Kaires
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** #1 - Sweet Jealousy ***
Capitolo 2: *** #2 - Sweet Hysteria ***
Capitolo 3: *** #3 - Sweet Expectation ***
Capitolo 4: *** #4 - Sweet Surprise ***
Capitolo 5: *** #5 - Sweet Determination ***



Capitolo 1
*** #1 - Sweet Jealousy ***


Image and video hosting by TinyPic Se siete persone sane di mente e ci tenete al vostro cervello, scappate finché siete in tempo

Se siete persone sane di mente e ci tenete al vostro cervello, scappate finché siete in tempo. Sappiate che, in questa raccolta, non troverete una cosa avente un senso logico. Giuro. Questa è una sfida tra me e ‘sta mente bacata qui, quindi cominciate pure a preoccuparvi. Esatto, una sfida creata a mezzanotte e mezza di un giorno piovoso e alquanto scleroso. In che cosa consiste? Molto semplice: anzitutto, Cheche ed io abbiamo scelto un nostro personaggio protagonista (Silver per lei, Sandra per me), che sarà sempre presente nella raccolta. Successivamente, io ho scelto dieci personaggi che lei avrebbe dovuto far interagire con Silver, e lei ne ha scelti dieci per me e Sandra. Ovviamente mettendoci in croce a vicenda. Infatti non spaventatevi se, nelle prossime flash, troverete personaggi assurdi assieme ai protagonisti. Ah, giusto. Dato che ci vogliamo molto bene (sseh), tutte le flash dovranno essere rigorosamente fluff. E vince chi riesce ad aggiornare ogni giorno la raccolta. Ovviamente non mi lascerò battere da lei, eh.

Detto questo, miei audaci lettori, buona lettura (e fortuna)!

 

 

Sweet Jealousy

 

 

Quando Lance le aveva chiesto di poterlo accompagnare a Kanto, ove avrebbe incontrato un’amica dopo tanti anni, Sandra si era messa istintivamente sulla difensiva.

A stento si era trattenuta dall’urlare il suo dissenso, travolta e spinta da un impetuoso moto di pura gelosia. Indispettita come non mai, non era riuscita ad accettare l’idea che qualcuno fosse rimasto al fianco di suo marito, mentre questi ancora stava attuando i suoi piani di conquista. Chissà che cos’era successo tra lui e quella sconosciuta, quando lei ancora stava setacciando le regioni alla disperata ricerca del cugino.

Quale legame si era instaurato tra loro due? Semplice amicizia, si era augurata la furente Capopalestra, sforzandosi di convincersene. Se solo avesse ancora osato rubarle la sua unica ragione di vita, le avrebbe spiegato con metodi poco ortodossi come Lance le appartenesse.

Inutile provare a descrivere il suo immenso stupore, non appena ebbe avuto modo di conoscere quella che poco prima aveva schedato come una minaccia per il suo matrimonio. Incredula e attonita, a stento aveva associato quella donna allegra e mascolina all’immagine di perfezione che fino a pochi momenti prima aveva tormentato la sua mente.

Quella venticinquenne – Yellow, aveva detto di chiamarsi – sembrava tutto, fuorché pericolosa. Anzi, sotto un certo aspetto incuteva tenerezza. Forse ciò era dovuto al suo aspetto innocente, oppure al suo ventre tondo per l’ottavo mese di gravidanza.

Per un breve attimo, Sandra si vergognò perfino della sua precedente gelosia. Se solo avesse saputo prima che l’Allenatrice era sposata con Red, magari avrebbe messo a tacere la sua ira prima di torturare l’innocente marito.

- Come lo chiamerete? – domandò tutt’un tratto la Capopalestra, non appena si ritrovò sola con alla futura madre, giusto per sciogliere il ghiaccio tra loro. Abbozzò un tenero sorriso, ammiccando al pancione della giovane donna, provando una certa curiosità nei suoi confronti.

- All’inizio avevamo pensato a Beryl, ma alla fine abbiamo scelto un nome più semplice – rispose la ragazza, con gli occhi luccicanti di gioia e amore. – La chiameremo Heden. Non è un bel nome?

- Quindi si tratta di una bambina – esclamò Sandra, mostrandosi interessata all’argomento. Chissà quali emozioni si provavano, durante quei mesi d’attesa. Molto presto, anche lei lo avrebbe scoperto. O almeno, così si augurava.

- Sapessi che faccia ha fatto Red, non appena lo ha saputo! Desiderava un maschietto – ridacchiò Yellow, tamburellando le dita sul suo ventre. Curvò le labbra in un sorriso affettuoso, non appena notò come lo sguardo della Domadraghi fosse ostinatamente posato sulla sua pancia. – Non sta mai ferma! A quanto pare, è energica come il padre. Vuoi sentire?

Piuttosto emozionata, la ventinovenne posò titubante la mano sopra il maglione dell’Allenatrice, sobbalzando leggermente non appena percepì qualcosa muoversi sotto il suo tocco. Arrossì istintivamente, intenerita, al sentire ancora lo scalciare di quella piccola bambina.

- Quando rimarrai incinta di Lance, dovrai dirmelo assolutamente – le disse Yellow, sicura e determinata. – Devi convincerlo ad avere un figlio con te.

- Oh, credimi – replicò Sandra, sfoderando un sorriso beffardo. – Troverò un modo molto convincente!

 

 

Parla l’Autrice gusto thè al limone:

Miei carissimi lettori, come avrete potuto intuire, il primo personaggio che ‘sta matta qua mi ha affibiato è Yellow. Inizialmente non avevo la più pallida idea di che cosa fare, dato che lei e Sandra non si conoscono. E allora ho pensato: perché non scrivere il loro primo incontro? Ed ecco a voi una Sandra gelosa, Yellow incinta e due novelli sposi. Per chi non l’avesse capito, questa flash è ambientata in un ipotetico futuro di Special Adventures. Red ha circa ventisei anni, Yellow venticinque, Lance trenta e Sandra ventinove (gli ultimi due li abbiamo ipotizzati io e Cheche). Abbiamo scelto il nome Heden (anche se, inizialmente, volevamo darle Beryl), perché la Hedenberengite è una pietra di colore arancione. Esatto, Heden è di mia proprietà (e anche di Cheche, che mi ha aiutata a pensarla).

Trovo che la gelosia di Sandra sia fluff, così come l’ultima scena tra lei e Yellow. Sì, alla fine un modo per avere un piccolo Domadraghi lo otterrà. Lance dovrebbe cominciare a preoccuparsi.

Detto questo, mi auguro che questa storia vi sia piaciuta! Non prendetemi a sprangate, per favore. Sappiate che vi voglio bene, carissimi lettori.

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Capitolo 2
*** #2 - Sweet Hysteria ***


Image and video hosting by TinyPic Ed eccomi qui, mie carissimi e coraggiosi lettori, con la seconda fic di questa assurda sfida

Ed eccomi qui, mie carissimi e coraggiosi lettori, con la seconda fic di questa assurda sfida. Dal momento che la prima flash ha riscosso un discreto successo, sono ancor più determinata a vincere. Cheche, stai in guardia: Amy non ha alcuna intenzione di perdere. Ebbene, gentili amici, il secondo personaggio che ‘sta matta qua mi ha appioppato è Gold. Non avendo la più pallida idea di che cosa scrivere, mi sono rifatta a questa allegra storiella. Non preoccupatevi, infatti, se l’Allenatore e la Capopalestra si comportano in modo assurdo. È normale, fidatevi. Questa storia è Gameverse, quindi preparatevi a leggere qualcosa di assolutamente delirante. Compatitemi. La scuola sta per iniziare, e io ho ancora tutti i compiti da fare (WHY GOD?!). Someone help me. Detto questo, mi auguro che questa flash sia di vostro gradimento. Buona lettura a tutti, carissimi!

 

 

Sweet Hysteria

 

 

Aveva alzato gli occhi al cielo con esasperazione, non appena lo aveva scorto avvicinarsi a passo veloce verso di lei. Emozionato e vivace come non mai, Gold si era presentato dinnanzi alla sua elegante figura in tutta la sua esuberanza, sicuramente pronto a rovinarle gli allenamenti con qualche stupida trovata.

- Sandra! – l’aveva chiamata, saltellandole davanti in modo alquanto fastidioso e seccante. – Ho un favore enorme da chiederti!

- Che cosa vuoi, ora, Tappo? – domandò seccata la Capopalestra, squadrandolo dall’alto al basso con sufficienza. Si augurò – per lui, ovviamente – che l’avesse scomodata per qualcosa davvero importante, altrimenti nessuno gli avrebbe risparmiato una bella nuotata nelle gelide acque della Tana del Drago.

L’Allenatore cominciò freneticamente a frugare nel suo zaino, per poi estrarre una Pokèball lustra e luccicante. Gliela mostrò con determinazione, ancora tremante per l’agitazione e l’emozione. – Mi devi aiutare! Voglio catturare un Dratini.

La Domadraghi inarcò un sopracciglio con scetticismo, spostando continuamente lo sguardo dal ragazzino alla sfera. Davvero quel bambino desiderava allenare un Pokèmon così raro e divino? A che cosa gli sarebbe servito?

- E, di grazia, che cosa ne faresti? – domandò accigliata la ragazza, leggermente irritata da quell’azzardata e assurda richiesta. Di tutte le idiozie che aveva sentito uscire dalla bocca di Gold, quella era in assoluto la peggiore. – Non sei degno di allenare dei Draghi. E perché poi dovrei aiutarti, Nano?

- Perché mi vuoi bene, no? – esclamò candido e raggiante il giovane, curvando le labbra in un sorriso radioso. – Altrimenti non si spiega perché insisti a trovarci il venerdì sera e perché continui a chiamarmi, giusto per ricordarmi quanto sei bella.

Anche se avesse davvero nutrito un certo affetto nei confronti di quel pettegolo, da quel momento in poi l’unica cosa che provava verso di lui era solo odio profondo. Era solo per colpa sua se, dopo aver udito quelle rivelazioni private e imbarazzanti, tutti i Fantallenatori si erano voltati nella loro direzione.

Sandra chinò il capo, arrossendo vistosamente per l’imbarazzo, trattenendosi a stento dal frustare e picchiare il bambino che aveva dinnanzi a sé. Con rabbia, afferrò una delle tante Pokèball nel suo zaino, per poi scagliarla dritta sulla fronte dell’Allenatore. Sfoderò un ghigno beffardo e carico di soddisfazione, non appena udì i lamenti di dolore di Gold.

- Lì dentro c’è un Dratini – sbottò stizzita, incrociando le braccia al petto e scostando lo sguardo dal ragazzino. – Ora ti ho fatto un favore. Sparisci dalla mia vista, prima che ti prenda a frustate.

- Benissimo! Ora posso cominciare il mio addestramento da Domadraghi!

- Come, prego?! – domandò preoccupata la giovane donna, sbarrando gli occhi per l’immenso stupore. Stentava a credere alle parole trionfali di quel nanetto.

- L’ho chiesto a tuo nonno, e lui ha approvato! Secondo lui, la mia compagnia ti fa bene. Ha detto che, da quando mi frequenti, sei diventata molto più dolce e gentile!

Fu un attimo, e Gold si ritrovò nel laghetto ghiacciato; poco dopo, a fargli compagnia, ci sarebbe finito anche il tanto amato e stimato Maestro.

 

 

Parla l’Autrice gusto cioccolata calda:

C’è freddo. Ci sono tredici gradi. Piove che Dio la manda. Indosso un maglione di lana. Ai piedi ho delle pantofolone bianche. Un pinguino accanto a me mi sta offrendo il Gatorade. E, in questa situazione drammaticamente assurda (e assurdamente drammatica), io ho scritto questa storia delirante. Qualcuno mi salvi. Ammetto che, tutto sommato, questa flash mi piace. Forse non ha un briciolo di senso compiuto, però la adoro. Gold è sufficientemente idiota, Sandra è abbastanza odiosa e il Nonnino è rompiscatole al punto giusto. Ancora non riesco a capacitarmi di aver scritto questa cosa, però mi piace. Di fluff forse c’è ben poco, però trovo dolce il comportamento di Sandra e la sua ostinata aggressività. E trovo carini i riferimenti dolci che Gold fa verso di lei, assieme a ciò che dice l’allegro nonnino. In questa storia ho voluto evidenziare il cambiamento di Sandra all’interno del game: prima della Lega è una vecchia megera, antipatica e quant’altro; dopo, però, diventa la Madonna [cit. Wonder], tutta dolce, frivola, timida (lo ha detto Erika, non io) e quant’altro.

Detto questo, è meglio che mi vada a nascondere… prima che qualcuno di voi mi prenda a sprangate. Alla prossima flash! Voglio tante belle recensioni, ora. Sappiate che vi voglio bene, miei carissimi lettori! <3

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Capitolo 3
*** #3 - Sweet Expectation ***


Image and video hosting by TinyPic Anzitutto, miei amati lettori, vi ringrazio di cuore per aver continuato a seguire gli aggiornamenti di questa raccolta deliran

Anzitutto, miei amati lettori, vi ringrazio di cuore per aver continuato a seguire gli aggiornamenti di questa raccolta delirante. Siete riusciti a resistere fino a qui, complimenti! Però, purtroppo per voi, non siamo neanche a metà. Questa è la terza flash, ed è ancor più fluff delle precedenti. Quindi, carissimi, preparate l’insulina (specialmente tu, Zio Nihil): questa storia vi farà venire il diabete. Beh, non solo. Sicuramente, dopo aver letto questa flash, qualcuno vorrà prendermi a sprangate. Preparatevi al crack chepiùcrackdicosìsimuore. E, se volete prendervela con qualcuno per via del pairing, andate a picchiare lei. Con amore, ovvio. Detto questo, vi lascio al trauma alla flash! Buona lettura!

 

 

Sweet Expectation

 

 

Accolse l’adorato marito con l’abbozzo di un tenero sorriso, non appena lo vide varcare la soglia della porta di casa, sfiancato dalla lunga giornata di lavoro. Sandra si rialzò impacciatamente dal comodo divano sul quale era seduta, in procinto di ricambiare l’abbraccio che Angelo le avrebbe riservato come da consuetudine.

- Non ti devi affaticare, San! – la rimproverò affettuosamente il Capopalestra, affrettandosi ad afferrarla per un braccio e sostenerla in quell’equilibrio precario.

- Sono incinta, mica ammalata – replicò la moglie, aggrottando la fronte con disappunto. Sfuggì alla presa del ragazzo, lasciandosi scappare una risatina divertita quando vide il suo volto imbronciato e preoccupato.

Sotto un certo aspetto, trovava buffe – il più delle volte buffamente seccanti, però – le continue preoccupazioni che il futuro padre le riservava. Da quando era arrivata al nono mese di gravidanza, lui era divenuto ancor più apprensivo del solito: era arrivato perfino a svolgere le faccende domestiche al suo posto, pur di evitarle sforzi.

- Stiamo bene – lo rassicurò, enfatizzando la pluralità di soggetti, per poi portare istintivamente una mano al ventre tondo. – Sappiamo cavarcela bene anche senza la badante. E poi detesto stare ferma!

- Lo sai che mi preoccupo – si giustificò lui, sedendosi poi sul divano e invitandola a sdraiarsi al suo fianco. Rise genuinamente, non appena alle sue orecchie giunsero le lamentele soffocate dell’energica consorte.

- Piuttosto che pensare a me, hai qualche nome da proporre? – domandò la Domadraghi, mentre accarezzava dolcemente il pancione. – Mancano venti giorni alla nascita e non sappiamo ancora come chiamarla.

Ormai tutto era pronto per il lieto evento. La cameretta destinata alla bambina era già stata colorata di un tenero rosa – nonostante le proteste della Capopalestra – e la culla conteneva morbidi Dratini e Horsea di peluches. Amici e parenti avevano già riempito il nuovo armadietto con tutine e vestitini, ansiosi di vederli indossati dalla neonata.

L’ultima e più importante cosa che rimaneva da fare era, appunto, scegliere un nome adatto alla pargoletta. Da più di un mese ormai le discussioni dei due Allenatori vertevano su quell’argomento, senza però trovare una soluzione al loro problema.

- Che te ne pare di Ermenegilda?

Sandra sbarrò gli occhi, sussultando. Poggiò entrambe le mani sul ventre, sconcertata. – Da dove ti è uscita questa genialata?!

- È il nome di uno spettro con cui parlo sempre. È una donna gentile, sai? Oppure potremmo chiamarla Grisamonda, come la sua amica.

La consorte rabbrividì ancor più di prima, esibendo un’espressione disgustata e inorridita. – Ci manca solo che nostra figlia sappia parlare con i fantasmi! Angelo, dimmi che stai scherzando.

- Sempre meglio che saper parlare con i Draghi – replicò il marito, facendo spallucce. Sfoderò un ghigno beffardo, non appena la moglie lo fulminò con lo sguardo, per poi sorriderle e poggiare una mano sopra la sua pancia. – Seriamente. Che ne dici di Adrienne?

- Divino e mistico – commentò la donna, arrossendo intenerita non appena percepì la bambina muoversi dentro di lei. – Proprio adatto ad una Domadraghi!

E ridacchiò, compiaciuta, non appena vide l’espressione sconvolta di Angelo.

 

 

Parla l’Autrice gusto honey:

E lo Zio Nihil morì con questa storia. E la cara Gwen cercherà di ammazzarmi, ora. Siete ancora vivi, vero? Strano. A me è venuto il diabete, mentre scrivevo. Beh, è colpa di Cheche se mi è toccato scrivere una Hopeshipping. Dopotutto, ditemi voi, come avrei potuto fare una flash fluff su loro due? Non avevo la più pallida idea di che cosa scrivere, sinceramente. Però volevo farvi venire il diabete. La Hope ispira tenerezza. La Dragon, invece, ispira passione (chi vuole capire, capisca). Sinceramente, non ho parole. Non so che cosa scrivere, se non “Mi auguro che sia stata di vostro gradimento”. Ovvio, se volete prendermi a sprangate/rendermi felice, scrivete tante belle recensioni. Sappiate che vi voglio tanto bene, ragazzuoli miei <3

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Capitolo 4
*** #4 - Sweet Surprise ***


Image and video hosting by TinyPic No, per favore, non chiedetemi che cos’è questa cosa perché non lo so neppure io

No, per favore, non chiedetemi che cos’è questa cosa perché non lo so neppure io. Ho scritto questa flash spinta dalla disperazione, proprio perché ero costretta. Inizialmente pensavo che scrivere una fluff tra Sandra e Karen fosse facile, in quanto simili di carattere, ma mi sono dovuta ricredere. Appunto perché sono dolci quanto un paracarro mi è risultato impossibile descrivere una possibile scena dolce con loro due. Insomma, dopo urla e imprecazioni tanta fatica, sono riuscita a scrivere questa schifezza storia. E, credetemi, per me è stato un parto. Un difficile parto. Infatti l’ho scritta di getto, senza pensarci troppo, disgustata da me stessa e dalla mia mancanza di inventiva. Beh, in ogni caso vi auguro buona lettura! Sperando che questa fregnaccia vi possa piacere…

 

 

Sweet Surprise

 

 

Karen, sono disperata. Devi assolutamente aiutarmi, o per me è finita! Così le aveva gridato Sandra al telefono, disperata ma al contempo furente, per poi riattaccare furibondamente senza neppure permettere alla Superquattro di risponderle o chiederle spiegazioni.

Allarmata e preoccupata come non mai, la Regina del Buio si era immediatamente precipitata ad Ebanopoli, aspettandosi di trovare cataclismi e disastri di qualsiasi genere. Era partita dall’Altopiano Blu in fretta e furia, senza degnare di un saluto neppure il fidanzato Pino, pronta a soccorrere l’amica in difficoltà. Durante il viaggio, si era perfino preparata per ogni genere di evenienza, curando ed equipaggiando la sua squadra in previsione di una dura battaglia contro un attacco improvviso da parte del Team Rocket.

Raramente riceveva chiamate da parte della Domadraghi: quando lo faceva, era solo per fare dei rapporti mensili sulla situazione generale di Johto o per programmare uscite con lei e le altre loro colleghe. Le parve alquanto insolito, infatti, che le telefonasse per domandarle aiuto; dopotutto, Sandra era conosciuta in tutta la regione per la sua forza.

Invece, non appena aveva messo piede nel placido borgo montano, nessuna anomalia aveva catturato la sua attenzione. Apparentemente, ogni cosa sembrava al suo posto e nessun paesano pareva in pericolo o alcunché. Anzi, per un attimo poté dire che quella cittadina sembrava il paradiso in terra.

Bussò alla porta della casa dell’amica, aspettandosi di udire quel soffocato Avanti prima di entrare. Non appena abbassò e spinse in avanti la maniglia per avanzare, un’enorme nuvola di fumo la investì, assieme ad una Kingdra piuttosto spaventata ed esasperata. Karen sbarrò gli occhi, allucinata e sconcertata, osservando il povero Drago fuggire per le strade di Ebanopoli.

- Maledizione, Kingdra, torna qui! – sbraitò una voce famigliare alle sue spalle, seguita dal rumore dei tacchi sul pavimento ligneo. Poco dopo, l’elegante figura di Sandra riemerse in tutta la sua rabbia e agitazione da quell’oscura cortina. A giudicare dalla polvere nera che ricopriva i suoi vestiti, doveva aver domato un incendio.

- San! Che cosa diavolo ti è successo? – domandò sconvolta la Superquattro, squadrando con preoccupazione il corpo dell’Allenatrice.

- Niente, mi è solo esploso il forno – replicò stizzita, incrociando le braccia al petto e digrignando i denti per il nervosismo. – Devo preparare una torta per il compleanno di Lance. Dico, io odio cucinare. È una roba da femmine.

- Perché, tu che cosa saresti?

Sandra finse di non sentirla, per poi afferrarle brutalmente il braccio e trascinarla verso il cuore della nuvola nera. Spalancò tutte le finestre, imprecando indecorosamente contro il Campione e ogni santo Drago.

- Aiutami a preparare un dolce – sbottò infine, sbattendo in faccia alla Regina del Buio un tomo di cucina, aperto sulla ricetta di un’invitante torta alla panna. – Lance ha scommesso che non riuscirò a cucinarla. E io non voglio perdere!

Tipico di Sandra: avrebbe affrontato a mani nude un intero esercito di Reclute armate, ma si trovava indifesa davanti ai fornelli. Karen inarcò un sopracciglio, divertita, per poi scoppiare a ridere e cominciare ad aiutarla.

 

 

Parla l’Autrice disperata gusto thè verde:

No, non chiedetemi che cos’è. Avrò rifatto minimo millemila volte questa shot, cambiando trama più volte di quanto mi cambio i calzini. Dire che sono stravolta è poco. Mi sono sforzata di pensare qualcosa di fluff per loro, ed è uscita questa fregnaccia. Però, dai, tutto sommato non fa così schifo credo. Almeno, a me fa ridere! A parer mio, Sandra è una frana ai fornelli. Però, pur di vincere e stracciare Lance, sarebbe disposta a cucinare e altro ancora. Ho sempre visto Karen e Sandra come due grandi amiche, più che altro dato il loro carattere, eppure non mi sono mai permessa di scrivere storielle su di loro. Anche perché sarebbero deliranti. Di fluff trovo il comportamento di Karen nei confronti dell’amica, disposta a tutto pur di soccorrerla e aiutarla. Da parte di Sandra, invece, trovo dolce la sua determinazione, assieme alla sua imbranataggine ai fornelli. Basta, parlare di questa storia mi fa stare male. Meglio che mi congedi, vah. Comunque sia, mi auguro che vi sia piaciuta! Mi raccomando, voglio tante belle recensioni! Vi voglio bene (e vi prometto che la prossima flash sarà meglio di questa)! <3

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Capitolo 5
*** #5 - Sweet Determination ***


Image and video hosting by TinyPic Finalmente, dopo un lunghissimo periodo di assenza, siamo pronte ad intasare nuovamente il fandom con queste nostre deliranti f

Finalmente, dopo un lunghissimo periodo di assenza, siamo pronte ad intasare nuovamente il fandom con queste nostre deliranti flash. Avevamo interrotto l’aggiornamento per colpa dello studio, però ora siamo tornate in carreggiata. Siete felici? Se non dite di sì, vi sego. Comunque. Il personaggio di oggi è alquanto strano o, per meglio dire, insolito. Insomma, in genere nessuno lo prende in considerazione (poveretto). Cheche me lo ha assegnato dopo che io avevo fatto lo stesso con lei. Solo che lei deve usare Silver, il che è ancora peggio. E io me la rido. Sono sadica, vero? Comunque sia, mi auguro che questa flash gameverse sia di vostro gradimento!

 

 

Sweet Determination

 

 

Socchiuse gli occhi fino a farli divenire due fessure minacciose, concentrandosi sull’obiettivo focalizzato. Si permise l’abbozzo di un ghigno vittorioso, non appena vide la preda ignara avvicinarsi alla sua trappola, in attesa che questa compisse l’ultimo e fatale passo.

La piccola Sandra spiccò un agile balzo, atterrando in punta di piedi davanti al piccolo e indifeso Dratini, pronta a scagliare la sua Pokèball contro il drago divino. Determinata e grintosa come non mai, lo additò con impeto, gridando alla sua fedele Horsea di sferrare un attacco Tornado contro di lui.

Nel frattempo, l’occhio vigile e attento del Maestro scrutava l’ouverture di quella danza pericolosa con attenzione. Non distolse neanche per un secondo lo sguardo dalla nipote, osservandola mentre schivava agilmente le repliche del nemico. La vedeva incitare la sua amica a dare il meglio, impartendole una serie di ordini per minare le deboli difese dell’avversario.

Sebbene la giovane apprendista si fosse sempre dimostrata energica e, alcune volte, aggressiva, la sua grande forza di volontà non smetteva mai di stupirlo. Affrontava con impegno ogni genere di sfida, combattendo con abilità ogni genere di avversario, senza scappare o arrendersi.

Aveva preso a cuore il suo status di allieva e andava orgogliosa di potersi allenare con il mito di suo nonno.

- Sei mio! – esclamò la piccola Fantallenatrice, scagliando la sfera Pokè verso il bersaglio e saltando di gioia non appena riuscì a catturarlo. Rivolse un’espressione vittoriosa al suo Maestro, curvando le labbra in un sorriso raggiante.

- Hai visto nonn… ehm, Maestro? Ce l’ho fatta! – disse con fatica, stanca e provata dall’impegnativa lotta. Afferrò tra le mani il frutto delle sue fatiche, stringendolo a sé con gioia. – Sono riuscita a catturare un Dratini!

- Non avevo alcun dubbio, Sandra – rispose il Maestro Drago, accarezzandole e scompigliandole con affetto i capelli azzurri. Rise assieme a lei, sinceramente contento per la grande conquista della nipote. – Di questo passo, riuscirai sicuramente a catturare tutti i draghi.

Lo pensava davvero, effettivamente. Sin da piccola, Sandra covava in sé un grande potenziale, posseduto solo da Domadraghi di grande talento. Secondo le sue previsioni, un giorno sarebbe diventata una grande Capopalestra, degna erede del titolo del padre.

L’unico problema era il suo smisurato orgoglio, ma che sicuramente un giorno sarebbe riuscita a domare.

- Catturerò tutti i draghi del mondo, a partire da ora! Te lo giuro, Maestro! – esclamò entusiasta, estraendo altre quattro ball vuote dal suo zainetto.

- Allora, quale vuoi, ora? – replicò lui, reggendole il gioco, sorridendo con amore. Intenerito dal suo atteggiamento, la assecondò, pronto a consigliarle come affrontare e catturare altri Dratini.

- Andiamo al Lago d’Ira – disse Sandra, a dispetto di tutte le sue aspettative. Puntò le mani sui fianchi, gonfiando il petto con orgoglio e assumendo una posa combattiva. – Voglio assolutamente catturare un Gyarados!

- E che cosa vorresti farne…? – domandò preoccupato il nonno, alquanto incuriosito da una simile affermazione.

- Lo userò per minacciare Lance quando mi disturba!

Da quel giorno, a Sandra fu severamente vietato recarsi a Mogania e dintorni.

 

 

Parla l’Autrice gusto limonata:

No, non chiedetemi che cos’è questa cosa. Non saprei rispondervi neppure io, sinceramente parlando. A dire la verità, però, mi piace. Non ho mai trattato Baby Sandra fino ad ora, e come primo tentativo mi gusta assai. Specie se c’è il caro Nonno (che ho dato a Cheche, sia ben chiaro), che allora tutto diventa un pochino più comico. Ce la vedo, San, a comportarsi così in presenza del Maestro. Ah, giusto. La correzione che fa (quando sta per chiamarlo nonno, ma poi lo chiama Maestro) è una ripresa del manga. Solo che questo è un capitolo gameverse, altrimenti l’anziano non parlerebbe affatto. Bla pla pla bla. Beh, che altro dire? Mi auguro vi sia piaciuta. Adesso posso anche dileguarmi. Aspetto tante belle recensioni! Vi voglio bene!

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