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Se siete persone sane di mente e ci tenete al vostro cervello, scappate
finché siete in tempo
Se siete persone sane di mente e ci
tenete al vostro cervello, scappate finché siete in tempo. Sappiate che, in questa raccolta,
non troverete una cosa avente un senso logico. Giuro. Questa è una sfida
tra me e ‘sta mente bacata qui, quindi cominciate pure a preoccuparvi. Esatto, una
sfida creata a
mezzanotte e mezza di un giorno piovoso e alquanto scleroso. In che cosa
consiste? Molto semplice: anzitutto, Cheche ed io abbiamo scelto un nostro
personaggio protagonista (Silver per lei, Sandra per me), che sarà sempre presente nella
raccolta. Successivamente, io ho scelto dieci personaggi che lei avrebbe dovuto
far interagire con Silver, e lei ne ha scelti dieci per me e Sandra. Ovviamente
mettendoci in croce a vicenda. Infatti non spaventatevi se, nelle prossime
flash, troverete personaggi assurdi assieme ai protagonisti. Ah, giusto. Dato
che ci vogliamo molto bene (sseh), tutte le flash dovranno essere rigorosamente
fluff. E vince chi
riesce ad aggiornare ogni giorno la raccolta. Ovviamente non mi lascerò battere
da lei, eh.
Detto
questo, miei audaci lettori, buona lettura (e fortuna)!
Sweet Jealousy
Quando Lance le aveva chiesto di poterlo accompagnare a
Kanto, ove avrebbe incontrato un’amica dopo tanti anni, Sandra si era messa
istintivamente sulla difensiva.
A stento si era trattenuta dall’urlare il suo dissenso,
travolta e spinta da un impetuoso moto di pura gelosia. Indispettita come non
mai, non era riuscita ad accettare l’idea che qualcuno fosse rimasto al fianco
di suo marito, mentre questi ancora stava attuando i suoi piani di conquista.
Chissà che cos’era successo tra lui e quella sconosciuta, quando lei ancora
stava setacciando le regioni alla disperata ricerca del cugino.
Quale legame si era instaurato tra loro due? Semplice
amicizia, si era augurata la furente
Capopalestra, sforzandosi di convincersene. Se solo avesse ancora osato rubarle
la sua unica ragione di vita, le avrebbe spiegato con metodi poco ortodossi
come Lance le appartenesse.
Inutile provare a descrivere il suo immenso stupore, non
appena ebbe avuto modo di conoscere quella che poco prima aveva schedato come
una minaccia per il suo matrimonio. Incredula e attonita, a stento aveva
associato quella donna allegra e mascolina all’immagine di perfezione che fino
a pochi momenti prima aveva tormentato la sua mente.
Quella venticinquenne – Yellow, aveva detto di
chiamarsi – sembrava tutto, fuorché pericolosa. Anzi, sotto un certo
aspetto incuteva tenerezza. Forse ciò era dovuto al suo aspetto innocente,
oppure al suo ventre tondo per l’ottavo mese di gravidanza.
Per un breve attimo, Sandra si vergognò perfino della sua
precedente gelosia. Se solo avesse saputo prima che l’Allenatrice era sposata
con Red, magari avrebbe messo a tacere la sua ira prima di torturare
l’innocente marito.
- Come lo chiamerete? – domandò tutt’un tratto la
Capopalestra, non appena si ritrovò sola con alla futura madre, giusto per
sciogliere il ghiaccio tra loro. Abbozzò un tenero sorriso, ammiccando al
pancione della giovane donna, provando una certa curiosità nei suoi confronti.
- All’inizio avevamo pensato a Beryl, ma alla fine abbiamo
scelto un nome più semplice – rispose la ragazza, con gli occhi
luccicanti di gioia e amore. – La chiameremo Heden. Non è un bel nome?
- Quindi si tratta di una bambina – esclamò Sandra,
mostrandosi interessata all’argomento. Chissà quali emozioni si provavano,
durante quei mesi d’attesa. Molto presto, anche lei lo avrebbe scoperto. O
almeno, così si augurava.
- Sapessi che faccia ha fatto Red, non appena lo ha saputo!
Desiderava un maschietto – ridacchiò Yellow, tamburellando le dita sul
suo ventre. Curvò le labbra in un sorriso affettuoso, non appena notò come lo
sguardo della Domadraghi fosse ostinatamente posato sulla sua pancia. –
Non sta mai ferma! A quanto pare, è energica come il padre. Vuoi sentire?
Piuttosto emozionata, la ventinovenne posò titubante la mano
sopra il maglione dell’Allenatrice, sobbalzando leggermente non appena percepì
qualcosa muoversi sotto il suo tocco. Arrossì istintivamente, intenerita, al
sentire ancora lo scalciare di quella piccola bambina.
- Quando rimarrai incinta di Lance, dovrai dirmelo
assolutamente – le disse Yellow, sicura e determinata. – Devi
convincerlo ad avere un figlio con te.
- Oh, credimi – replicò Sandra, sfoderando un sorriso
beffardo. – Troverò un modo molto convincente!
Parla l’Autrice gusto thè al limone:
Miei
carissimi lettori, come avrete potuto intuire, il primo personaggio che ‘sta
matta qua mi ha affibiato è Yellow. Inizialmente non avevo la più pallida idea di che cosa
fare, dato che lei e Sandra non si conoscono. E allora ho pensato:
perché non scrivere il loro primo incontro? Ed ecco a voi una Sandra gelosa,
Yellow incinta e due novelli sposi. Per chi non l’avesse capito, questa flash è
ambientata in un ipotetico futuro di Special Adventures. Red ha circa ventisei anni,
Yellow venticinque, Lance trenta e Sandra ventinove (gli ultimi due li abbiamo
ipotizzati io e Cheche). Abbiamo scelto il nome Heden (anche se, inizialmente, volevamo
darle Beryl),
perché la Hedenberengite è una pietra di colore arancione. Esatto, Heden è di
mia proprietà (e anche di Cheche, che mi ha aiutata a pensarla).
Trovo che
la gelosia di Sandra sia fluff, così come l’ultima scena tra lei e Yellow. Sì,
alla fine un modo per avere un piccolo Domadraghi lo otterrà. Lance dovrebbe
cominciare a preoccuparsi.
Detto
questo, mi auguro che questa storia vi sia piaciuta! Non prendetemi a
sprangate, per favore. Sappiate che vi voglio bene, carissimi lettori.
Ed eccomi qui, mie carissimi e coraggiosi lettori, con la seconda fic di
questa assurda sfida
Ed eccomi qui, mie carissimi e
coraggiosi lettori, con la seconda fic di questa assurda sfida. Dal momento che la prima
flash ha riscosso un discreto successo, sono ancor più determinata a vincere.
Cheche, stai in guardia: Amy non ha alcuna intenzione di perdere. Ebbene, gentili amici, il secondo
personaggio che ‘sta matta qua mi ha appioppato è Gold. Non avendo la più pallida idea di
che cosa scrivere, mi sono rifatta a questa allegra storiella. Non
preoccupatevi, infatti, se l’Allenatore e la Capopalestra si comportano in
modo assurdo. È normale, fidatevi. Questa storia è Gameverse, quindi preparatevi
a leggere qualcosa di assolutamente delirante. Compatitemi. La scuola sta per
iniziare, e io ho ancora tutti i compiti da fare (WHY GOD?!). Someone help me. Detto questo, mi auguro che
questa flash sia di vostro gradimento. Buona lettura a tutti, carissimi!
Sweet Hysteria
Aveva alzato gli occhi al cielo con esasperazione, non
appena lo aveva scorto avvicinarsi a passo veloce verso di lei. Emozionato e vivace
come non mai, Gold si era presentato dinnanzi alla sua elegante figura in tutta
la sua esuberanza, sicuramente pronto a rovinarle gli allenamenti con qualche
stupida trovata.
- Sandra! – l’aveva chiamata, saltellandole davanti in
modo alquanto fastidioso e seccante. – Ho un favore enorme da chiederti!
- Che cosa vuoi, ora, Tappo? – domandò seccata la
Capopalestra, squadrandolo dall’alto al basso con sufficienza. Si augurò
– per lui, ovviamente – che l’avesse scomodata per qualcosa davvero
importante, altrimenti nessuno gli avrebbe risparmiato una bella nuotata nelle
gelide acque della Tana del Drago.
L’Allenatore cominciò freneticamente a frugare nel suo
zaino, per poi estrarre una Pokèball lustra e luccicante. Gliela mostrò con
determinazione, ancora tremante per l’agitazione e l’emozione. – Mi devi
aiutare! Voglio catturare un Dratini.
La Domadraghi inarcò un sopracciglio con scetticismo, spostando
continuamente lo sguardo dal ragazzino alla sfera. Davvero quel bambino desiderava
allenare un Pokèmon così raro e divino? A che cosa gli sarebbe servito?
- E, di grazia, che cosa ne faresti? – domandò
accigliata la ragazza, leggermente irritata da quell’azzardata e assurda
richiesta. Di tutte le idiozie che aveva sentito uscire dalla bocca di Gold,
quella era in assoluto la peggiore. – Non sei degno di allenare dei
Draghi. E perché poi dovrei aiutarti, Nano?
- Perché mi vuoi bene, no? – esclamò candido e
raggiante il giovane, curvando le labbra in un sorriso radioso. –
Altrimenti non si spiega perché insisti a trovarci il venerdì sera e perché
continui a chiamarmi, giusto per ricordarmi quanto sei bella.
Anche se avesse davvero nutrito un certo affetto nei
confronti di quel pettegolo, da quel momento in poi l’unica cosa che provava
verso di lui era solo odio profondo. Era solo per colpa sua se, dopo aver udito
quelle rivelazioni private e imbarazzanti, tutti i Fantallenatori si erano
voltati nella loro direzione.
Sandra chinò il capo, arrossendo vistosamente per
l’imbarazzo, trattenendosi a stento dal frustare e picchiare il bambino che
aveva dinnanzi a sé. Con rabbia, afferrò una delle tante Pokèball nel suo
zaino, per poi scagliarla dritta sulla fronte dell’Allenatore. Sfoderò un
ghigno beffardo e carico di soddisfazione, non appena udì i lamenti di dolore
di Gold.
- Lì dentro c’è un Dratini – sbottò stizzita,
incrociando le braccia al petto e scostando lo sguardo dal ragazzino. –
Ora ti ho fatto un favore. Sparisci dalla mia vista, prima che ti prenda a
frustate.
- Benissimo! Ora posso cominciare il mio addestramento da
Domadraghi!
- Come, prego?! – domandò preoccupata la giovane
donna, sbarrando gli occhi per l’immenso stupore. Stentava a credere alle
parole trionfali di quel nanetto.
- L’ho chiesto a tuo nonno, e lui ha approvato! Secondo lui,
la mia compagnia ti fa bene. Ha detto che, da quando mi frequenti, sei
diventata molto più dolce e gentile!
Fu un attimo, e Gold si ritrovò nel laghetto ghiacciato;
poco dopo, a fargli compagnia, ci sarebbe finito anche il tanto amato e stimato
Maestro.
Parla l’Autrice gusto cioccolata
calda:
C’è
freddo. Ci sono tredici gradi. Piove che Dio la manda. Indosso un maglione di lana. Ai
piedi ho delle pantofolone bianche. Un pinguino accanto a me mi sta offrendo il
Gatorade. E, in questa situazione drammaticamente assurda (e assurdamente
drammatica), io ho scritto questa storia delirante. Qualcuno mi salvi. Ammetto
che, tutto sommato, questa flash mi piace. Forse non ha un briciolo di senso
compiuto, però la adoro. Gold è sufficientemente idiota, Sandra è abbastanza odiosa e il Nonnino è rompiscatole al punto giusto. Ancora non riesco
a capacitarmi di aver scritto questa cosa, però mi piace. Di fluff forse c’è ben poco, però
trovo dolce il comportamento di Sandra e la sua ostinata aggressività. E
trovo carini i riferimenti dolci che Gold fa verso di lei, assieme a ciò che
dice l’allegro nonnino. In questa storia ho voluto evidenziare il
cambiamento di Sandra all’interno del game: prima della Lega è una vecchia
megera, antipatica e quant’altro; dopo, però, diventa la Madonna [cit. Wonder], tutta dolce,
frivola, timida (lo ha detto Erika, non io) e quant’altro.
Detto
questo, è meglio che mi vada a nascondere… prima che qualcuno di voi mi
prenda a sprangate. Alla prossima flash! Voglio tante belle recensioni, ora. Sappiate che vi voglio bene,
miei carissimi lettori! <3
Anzitutto, miei amati lettori, vi ringrazio di cuore per aver continuato
a seguire gli aggiornamenti di questa raccolta deliran
Anzitutto, miei amati lettori, vi
ringrazio di cuore per aver continuato a seguire gli aggiornamenti di questa raccolta
delirante. Siete
riusciti a resistere fino a qui, complimenti! Però, purtroppo per voi,
non siamo neanche a metà. Questa è la terza flash, ed è ancor più fluff delle
precedenti. Quindi, carissimi, preparate l’insulina(specialmente tu, Zio Nihil):
questa storia vi farà venire il diabete. Beh, non solo. Sicuramente, dopo aver letto questa
flash, qualcuno vorrà prendermi a sprangate. Preparatevi al crack
chepiùcrackdicosìsimuore. E, se volete prendervela con qualcuno per via del
pairing, andate a picchiare lei. Con amore, ovvio. Detto questo, vi lascio al
trauma alla flash! Buona lettura!
Sweet Expectation
Accolse l’adorato marito con l’abbozzo di un tenero sorriso,
non appena lo vide varcare la soglia della porta di casa, sfiancato dalla lunga
giornata di lavoro. Sandra si rialzò impacciatamente dal comodo divano sul
quale era seduta, in procinto di ricambiare l’abbraccio che Angelo le avrebbe
riservato come da consuetudine.
- Non ti devi affaticare, San! – la rimproverò
affettuosamente il Capopalestra, affrettandosi ad afferrarla per un braccio e
sostenerla in quell’equilibrio precario.
- Sono incinta, mica ammalata – replicò la moglie, aggrottando
la fronte con disappunto. Sfuggì alla presa del ragazzo, lasciandosi scappare
una risatina divertita quando vide il suo volto imbronciato e preoccupato.
Sotto un certo aspetto, trovava buffe – il più delle
volte buffamente seccanti, però – le continue preoccupazioni che il
futuro padre le riservava. Da quando era arrivata al nono mese di gravidanza, lui
era divenuto ancor più apprensivo del solito: era arrivato perfino a svolgere
le faccende domestiche al suo posto, pur di evitarle sforzi.
- Stiamo bene – lo rassicurò, enfatizzando la
pluralità di soggetti, per poi portare istintivamente una mano al ventre tondo.
– Sappiamo cavarcela bene anche senza la badante. E poi detesto stare
ferma!
- Lo sai che mi preoccupo – si giustificò lui, sedendosi
poi sul divano e invitandola a sdraiarsi al suo fianco. Rise genuinamente, non
appena alle sue orecchie giunsero le lamentele soffocate dell’energica
consorte.
- Piuttosto che pensare a me, hai qualche nome da proporre? –
domandò la Domadraghi, mentre accarezzava dolcemente il pancione. –
Mancano venti giorni alla nascita e non sappiamo ancora come chiamarla.
Ormai tutto era pronto per il lieto evento. La cameretta
destinata alla bambina era già stata colorata di un tenero rosa –
nonostante le proteste della Capopalestra – e la culla conteneva morbidi
Dratini e Horsea di peluches. Amici e parenti avevano già riempito il nuovo
armadietto con tutine e vestitini, ansiosi di vederli indossati dalla neonata.
L’ultima e più importante cosa che rimaneva da fare era,
appunto, scegliere un nome adatto alla pargoletta. Da più di un mese ormai le
discussioni dei due Allenatori vertevano su quell’argomento, senza però trovare
una soluzione al loro problema.
- Che te ne pare di Ermenegilda?
Sandra sbarrò gli occhi, sussultando. Poggiò entrambe le
mani sul ventre, sconcertata. – Da dove ti è uscita questa genialata?!
- È il nome di uno spettro con cui parlo sempre. È una donna
gentile, sai? Oppure potremmo chiamarla Grisamonda, come la sua amica.
La consorte rabbrividì ancor più di prima, esibendo
un’espressione disgustata e inorridita. – Ci manca solo che nostra figlia
sappia parlare con i fantasmi! Angelo, dimmi che stai scherzando.
- Sempre meglio che saper parlare con i Draghi –
replicò il marito, facendo spallucce. Sfoderò un ghigno beffardo, non appena la
moglie lo fulminò con lo sguardo, per poi sorriderle e poggiare una mano sopra
la sua pancia. – Seriamente. Che ne dici di Adrienne?
- Divino e mistico – commentò la donna, arrossendo
intenerita non appena percepì la bambina muoversi dentro di lei. – Proprio
adatto ad una Domadraghi!
E ridacchiò, compiaciuta, non appena vide l’espressione
sconvolta di Angelo.
Parla l’Autrice gusto honey:
E lo
Zio Nihil morì con questa storia. E la cara Gwen cercherà di ammazzarmi, ora.
Siete ancora vivi, vero? Strano. A me è venuto il diabete, mentre scrivevo. Beh, è colpa
di Cheche se mi è toccato scrivere una Hopeshipping. Dopotutto, ditemi voi, come avrei
potuto fare una flash fluff su loro due? Non avevo la più pallida idea di che
cosa scrivere, sinceramente. Però volevo farvi venire il diabete. La
Hope ispira tenerezza. La Dragon, invece, ispira passione (chi vuole capire, capisca). Sinceramente,
non ho parole. Non so che cosa scrivere, se non “Mi auguro che sia stata di
vostro gradimento”. Ovvio, se volete prendermi a sprangate/rendermi felice,
scrivete tante belle recensioni. Sappiate che vi voglio tanto bene, ragazzuoli miei <3
No, per favore, non chiedetemi che cos’è questa cosa perché non lo so
neppure io
No, per favore, non chiedetemi che
cos’è questa cosa
perché non lo so neppure io. Ho scritto questa flash spinta dalla disperazione,
proprio perché ero costretta. Inizialmente pensavo che scrivere una fluff tra
Sandra e Karen
fosse facile, in quanto simili di carattere, ma mi sono dovuta ricredere.
Appunto perché sono dolci quanto un paracarro mi è risultato impossibile
descrivere una possibile scena dolce con loro due. Insomma, dopo urla e
imprecazioni tanta fatica, sono riuscita a scrivere questa schifezza
storia. E, credetemi, per me è stato un parto. Un difficile parto. Infatti l’ho scritta di getto,
senza pensarci troppo, disgustata da me stessa e dalla mia mancanza di
inventiva. Beh, in ogni caso vi auguro buona lettura! Sperando che questa
fregnaccia vi possa piacere…
Sweet Surprise
Karen, sono disperata. Devi assolutamente aiutarmi, o per
me è finita! Così le aveva gridato Sandra
al telefono, disperata ma al contempo furente, per poi riattaccare
furibondamente senza neppure permettere alla Superquattro di risponderle o
chiederle spiegazioni.
Allarmata e preoccupata come non mai, la Regina del Buio si
era immediatamente precipitata ad Ebanopoli, aspettandosi di trovare cataclismi
e disastri di qualsiasi genere. Era partita dall’Altopiano Blu in fretta e
furia, senza degnare di un saluto neppure il fidanzato Pino, pronta a
soccorrere l’amica in difficoltà. Durante il viaggio, si era perfino preparata
per ogni genere di evenienza, curando ed equipaggiando la sua squadra in
previsione di una dura battaglia contro un attacco improvviso da parte del Team
Rocket.
Raramente riceveva chiamate da parte della Domadraghi:
quando lo faceva, era solo per fare dei rapporti mensili sulla situazione
generale di Johto o per programmare uscite con lei e le altre loro colleghe. Le
parve alquanto insolito, infatti, che le telefonasse per domandarle aiuto;
dopotutto, Sandra era conosciuta in tutta la regione per la sua forza.
Invece, non appena aveva messo piede nel placido borgo
montano, nessuna anomalia aveva catturato la sua attenzione. Apparentemente,
ogni cosa sembrava al suo posto e nessun paesano pareva in pericolo o alcunché.
Anzi, per un attimo poté dire che quella cittadina sembrava il paradiso in
terra.
Bussò alla porta della casa dell’amica, aspettandosi di udire
quel soffocato Avanti prima di entrare. Non
appena abbassò e spinse in avanti la maniglia per avanzare, un’enorme nuvola di
fumo la investì, assieme ad una Kingdra piuttosto spaventata ed esasperata.
Karen sbarrò gli occhi, allucinata e sconcertata, osservando il povero Drago
fuggire per le strade di Ebanopoli.
- Maledizione, Kingdra, torna qui! – sbraitò una voce
famigliare alle sue spalle, seguita dal rumore dei tacchi sul pavimento ligneo.
Poco dopo, l’elegante figura di Sandra riemerse in tutta la sua rabbia e
agitazione da quell’oscura cortina. A giudicare dalla polvere nera che
ricopriva i suoi vestiti, doveva aver domato un incendio.
- San! Che cosa diavolo ti è successo? – domandò
sconvolta la Superquattro, squadrando con preoccupazione il corpo dell’Allenatrice.
- Niente, mi è solo esploso il forno – replicò
stizzita, incrociando le braccia al petto e digrignando i denti per il
nervosismo. – Devo preparare una torta per il compleanno di Lance. Dico,
io odio cucinare. È una roba da femmine.
- Perché, tu che cosa saresti?
Sandra finse di non sentirla, per poi afferrarle brutalmente
il braccio e trascinarla verso il cuore della nuvola nera. Spalancò tutte le
finestre, imprecando indecorosamente contro il Campione e ogni santo Drago.
- Aiutami a preparare un dolce – sbottò infine,
sbattendo in faccia alla Regina del Buio un tomo di cucina, aperto sulla
ricetta di un’invitante torta alla panna. – Lance ha scommesso che non
riuscirò a cucinarla. E io non voglio perdere!
Tipico di Sandra: avrebbe affrontato a mani nude un intero
esercito di Reclute armate, ma si trovava indifesa davanti ai fornelli. Karen
inarcò un sopracciglio, divertita, per poi scoppiare a ridere e cominciare ad
aiutarla.
Parla l’Autrice disperata
gusto thè verde:
No, non
chiedetemi che cos’è.
Avrò rifatto minimo millemila volte questa shot, cambiando trama più volte di quanto mi
cambio i calzini. Dire che sono stravolta è poco. Mi sono sforzata di pensare
qualcosa di fluff per loro, ed è uscita questa fregnaccia. Però, dai,
tutto sommato non fa così schifo credo. Almeno, a me fa ridere! A parer
mio, Sandra è una frana ai fornelli. Però, pur di vincere e stracciare Lance, sarebbe disposta a cucinare
e altro ancora. Ho sempre visto Karen e Sandra come due grandi amiche, più che
altro dato il loro carattere, eppure non mi sono mai permessa di scrivere
storielle su di loro. Anche perché sarebbero deliranti. Di fluff trovo
il comportamento di Karen nei confronti dell’amica, disposta a tutto pur di
soccorrerla e aiutarla. Da parte di Sandra, invece, trovo dolce la sua
determinazione, assieme alla sua imbranataggine ai fornelli. Basta, parlare di
questa storia mi fa stare male. Meglio che mi congedi, vah. Comunque sia, mi auguro che
vi sia piaciuta! Mi raccomando, voglio tante belle recensioni! Vi voglio bene (e vi prometto
che la prossima flash sarà meglio di questa)! <3
Finalmente, dopo un lunghissimo periodo di assenza, siamo pronte ad
intasare nuovamente il fandom con queste nostre deliranti f
Finalmente,
dopo un lunghissimo
periodo di assenza, siamo pronte ad intasare nuovamente il fandom con queste
nostre deliranti flash. Avevamo interrotto l’aggiornamento per colpa
dello studio, però ora siamo tornate in carreggiata. Siete felici? Se
non dite di sì, vi sego. Comunque. Il personaggio di oggi è alquanto strano o, per meglio dire, insolito. Insomma, in genere nessuno lo
prende in considerazione (poveretto). Cheche
me lo ha assegnato dopo che io avevo fatto lo stesso con lei. Solo che
lei deve usare Silver, il che è ancora peggio. E io me la rido. Sono sadica, vero? Comunque sia,
mi auguro che questa flash gameverse sia di vostro gradimento!
Sweet Determination
Socchiuse gli occhi fino a farli divenire due fessure
minacciose, concentrandosi sull’obiettivo focalizzato. Si permise l’abbozzo di
un ghigno vittorioso, non appena vide la preda ignara avvicinarsi alla sua
trappola, in attesa che questa compisse l’ultimo e fatale passo.
La piccola Sandra spiccò un agile balzo, atterrando in punta
di piedi davanti al piccolo e indifeso Dratini, pronta a scagliare la sua
Pokèball contro il drago divino. Determinata e grintosa come non mai, lo additò
con impeto, gridando alla sua fedele Horsea di sferrare un attacco Tornado
contro di lui.
Nel frattempo, l’occhio vigile e attento del Maestro
scrutava l’ouverture di quella danza pericolosa con attenzione. Non distolse
neanche per un secondo lo sguardo dalla nipote, osservandola mentre schivava
agilmente le repliche del nemico. La vedeva incitare la sua amica a dare il
meglio, impartendole una serie di ordini per minare le deboli difese
dell’avversario.
Sebbene la giovane apprendista si fosse sempre dimostrata
energica e, alcune volte, aggressiva, la sua grande forza di volontà non
smetteva mai di stupirlo. Affrontava con impegno ogni genere di sfida,
combattendo con abilità ogni genere di avversario, senza scappare o arrendersi.
Aveva preso a cuore il suo status di allieva e andava
orgogliosa di potersi allenare con il mito di suo nonno.
- Sei mio! – esclamò la piccola Fantallenatrice,
scagliando la sfera Pokè verso il bersaglio e saltando di gioia non appena
riuscì a catturarlo. Rivolse un’espressione vittoriosa al suo Maestro, curvando
le labbra in un sorriso raggiante.
- Hai visto nonn… ehm, Maestro? Ce l’ho fatta! – disse
con fatica, stanca e provata dall’impegnativa lotta. Afferrò tra le mani il
frutto delle sue fatiche, stringendolo a sé con gioia. – Sono riuscita a
catturare un Dratini!
- Non avevo alcun dubbio, Sandra – rispose il Maestro
Drago, accarezzandole e scompigliandole con affetto i capelli azzurri. Rise
assieme a lei, sinceramente contento per la grande conquista della nipote.
– Di questo passo, riuscirai sicuramente a catturare tutti i draghi.
Lo pensava davvero, effettivamente. Sin da piccola, Sandra
covava in sé un grande potenziale, posseduto solo da Domadraghi di grande
talento. Secondo le sue previsioni, un giorno sarebbe diventata una grande
Capopalestra, degna erede del titolo del padre.
L’unico problema era il suo smisurato orgoglio, ma che
sicuramente un giorno sarebbe riuscita a domare.
- Catturerò tutti i draghi del mondo, a partire da ora! Te
lo giuro, Maestro! – esclamò entusiasta, estraendo altre quattro ball
vuote dal suo zainetto.
- Allora, quale vuoi, ora? – replicò lui, reggendole
il gioco, sorridendo con amore. Intenerito dal suo atteggiamento, la assecondò,
pronto a consigliarle come affrontare e catturare altri Dratini.
- Andiamo al Lago d’Ira – disse Sandra, a dispetto di
tutte le sue aspettative. Puntò le mani sui fianchi, gonfiando il petto con
orgoglio e assumendo una posa combattiva. – Voglio assolutamente
catturare un Gyarados!
- E che cosa vorresti farne…? – domandò preoccupato il
nonno, alquanto incuriosito da una simile affermazione.
- Lo userò per minacciare Lance quando mi disturba!
Da quel giorno, a Sandra fu severamente vietato recarsi a
Mogania e dintorni.
Parla l’Autrice gusto limonata:
No, non
chiedetemi che cos’è questa cosa. Non saprei rispondervi neppure io, sinceramente
parlando. A dire la verità, però, mi piace. Non ho mai trattato Baby Sandra fino ad
ora, e come primo tentativo mi gusta assai. Specie se c’è il caro Nonno (che ho dato a Cheche, sia ben
chiaro), che
allora tutto diventa un pochino più comico. Ce la vedo, San, a comportarsi così
in presenza del Maestro. Ah, giusto. La correzione che fa (quando sta per
chiamarlo nonno, ma poi lo chiama Maestro) è una ripresa del manga. Solo che questo è un capitolo gameverse,
altrimenti l’anziano non parlerebbe affatto. Bla pla pla bla. Beh, che altro dire? Mi auguro vi
sia piaciuta. Adesso posso anche dileguarmi. Aspetto tante belle recensioni! Vi voglio bene!