She talks with a melody and walks with beats

di Mirime Artanis
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** One of a kind ***
Capitolo 2: *** Oh My Friend ***
Capitolo 3: *** TONIGHT ***
Capitolo 4: *** Are you ready to love? ***



Capitolo 1
*** One of a kind ***


Salve a tutti! Dunque, devo ammettere che sono stata parecchio indecisa sulla categoria in cui pubblicare questa storia, giacché è una fanfic, ma i personaggi sono moderatamente noti (credo li conoscano giusto chi segue i vari accounts twitter dei BigBang, chi seguiva le trasmissioni "So you think you can dance?" e "America's Best Dance Crew", qualche fans delle 2NE1 e qualcuno che li ha conosciuti, o meglio, conosciutE, per caso)

 
Detto ciò, questa è la prima FF che scrivo e pubblico a distanza di un lustro, perciò, per cortesia, siate clementi con me! 
Vi invito a recensire, giacché mi farebbe davvero piacere sapere cosa ne pensate e se avete appunti da farmi, specie per quanto riguarda la grafica.
Scusate le parolacce e il carattere della protagonista... chi la conosce, però, sa che la rispecchia abbastanza [LOL]
Buona lettura, spero vi divertiate!


[Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, né offenderle in alcun modo.]



1. One of a kind


Fotografai le ultime caramelle e schifezze varie che avevo comprato, prima di ficcarle velocemente nella tracolla e uscire da quel letamaio che ancora osavo definire "casa".
Ji Yong mi avrebbe rimproverata di nuovo, se avesse visto in quali pietose condizioni verteva la mia stanza: d'altronde avevo finito giusto quella mattina le tavole che stavo andando a consegnare all'editor, quindi non avevo proprio potuto pulire e sistemare. 
Non che lo avrei fatto, se anche ne avessi avuto il tempo.
Salii in macchina, abbandonando sul sedile del passeggero la borsa e il tubo portadisegni. D'accordo, forse avrei almeno potuto togliere dall'abitacolo dell'auto le carte delle merendine e i peli di gatto, ma, che cazzo, una donna adesso non può neanche essere disordinata? Ognuno ha le sue debolezze, no?
Prima di partire, pubblicai su instagram la foto appena fatta: era venuta un po' buia, ma pazienza, tanto i super effettoni avrebbero aggiustato tutto.
Misi in moto, uscendo dal parcheggio di casa con quel riconoscibilissimo cassonetto di Panda giallo uovo sul cui cofano avevo serigrafato la scritta "Fresher than a MuhfuckA!" 
Boia se è figa quella macchina! Ventotto anni, centosettantaseimila chilometri e mai una volta che mi abbia tradito fermandosi in mezzo alla strada! E poi i sedili tigrati danno quel tocco chic, insieme ai dadoni neri di peluche appesi allo specchietto retrovisore.
Devo ammetterlo, non è che fossi proprio attenta alla strada quando per poco non investii un ragazzetto in bicicletta perché mi era sbucato d'improvviso dalla destra, attraversando la carreggiata. Era colpa sua, però! Aveva il semaforo rosso, doveva fermarsi!
"Ehi, nonnetta! Sarebbe il caso che guidasse la badante al posto tuo!" mi gridò contro facendo una smorfia.
Tirai giù il finestrino, cacciando fuori le mani e mandandolo a fanculo con entrambe le dita medie.
"Se non sai andare in bici, stronzo, è bene che ti mettano sotto! Vai a farti fottere!"
Quello neanche mi ascoltò, andandosene via veloce, in compenso lo fecero quelli che stavano in coda dietro di me ed iniziarono a suonarmi il clacson contro.
"Potrebbe muoversi, signorina? Qui c'è gente che deve andare a lavoro!"
Mi sporsi fuori dal finestrino, guardando -arrabbiatissima- quelle sei macchine che mi stavano dietro.
"Sto andando anche io a lavoro, quindi vedete di non rompere il cazzo! Suonatevi il buco del culo la prossima volta!" inveii, tornando in macchina e ripartendo, senza ascoltare cosa mi stessero rispondendo.
Mettersi contro di me dopo tre giorni che non dormo è un grosso, grossissimo errore!
Arrivai in ufficio in tempo per miracolo, per altro lasciando la macchina parcheggiata sui posti adibiti alla sosta dei motorini, ma chi se ne frega, tanto nessuno li usava mai.
"Signorina Kwon! Per fortuna è arrivata!" sospirò il signor Kim, prendendomi per mano e trascinandomi in sala riunioni prima ancora che mi potessi togliere di dosso la giacca e il cappello.
E' necessaria un minimo di presentazione, a questo punto: il signor Kim, 206 cm per 160 kg di peso, è il mio datore di lavoro. Si potrebbe descrivere come uno di quei giganti buoni delle favole: enorme, ma con un sorriso dolcissimo. Non farebbe del male ad una mosca, per quanto le sue braccia e le sue mani, più che ad arti umani, rassomiglino a delle pale da pizza.
Avrebbe anche un nome che vi direi, se solo non me lo fossi dimenticata nel preciso istante in cui si presentò. Di solito non dimentico i nomi, ma, capitemi, ero impegnata, presentandomi, nel salvaguardare la mia mano, giacché avevo paura che me l'avrebbe stritolata, stringendola con la sua. 
Invece la sua stretta fu gentilissima, ma il nome non lo ricordo lo stesso.
Comunque sia, il signor Kim è l'editor di una famosa rivista incentrata sulla diffusione della  filosofia hip-hop e io sono l'illustratrice che si occupa della parte artistica del giornale.
Per quanto gli voglia bene e voglia bene a suo figlio -un marmocchio di otto anni che al momento si aggira sui pattini per la redazione, essendo nel pieno delle vacanze invernali e non potendo rimanere a casa da solo-, in quel momento lo avrei volentieri fatto fuori.
Entrai in sala riunioni, accennando un sorriso imbarazzatissimo mentre mi presentavo, rifiutandomi di spogliarmi di cappello e giacca davanti a tutta quella gente ben vestita e rivelare di avere ancora addosso la maglia del pigiama macchiata di unto, pomodoro e colore acrilico e i capelli sporchi di quattro giorni. Insomma, io dovevo solo passare di lì, consegnare le tavole e andarmene, non presiedere ad una riunione formale!
"Credo di avere un po' di febbre..." mentii piano, fingendo di tossire.
"Uh, signorina Kwon, allora la prego di andare a casa! Mi dispiace non averla avvertita per la riunione, ma se si sente male, basta che mi lasci le tavole, non è necessario che rimanga!"
Annuii, benedicendo l'ingenuità di quell'uomo, lasciando nelle sue mani il tubo portadisegni e dileguandomi, scusandomi più volte con i presenti. 
Ripercorrendo indietro il corridoio, vidi sfrecciare in lontananza il figlio del signor Kim, così affrettai il passo per raggiungerlo.
"Ohi, Schumacher! Ho delle cose per te!" dissi ad alta voce, fermandomi ad un tavolo lì vicino, appoggiando la tracolla.
Il marmocchio si fermò, tornando indietro a bassa velocità.
"Mina noona! Cosa mi hai portato?" mi chiese curioso. Era un bravo bambino, vagamente iperattivo, ma gentile quanto il padre, per cui mi inginocchiai per potergli sistemare la maglia, rimasta a metà dentro i pantaloni e allacciargli meglio la fibbia di un pattino, che era evidentemente troppo allentata. 
Mi si gettò al collo, abbracciandomi. 
"Puzzi un po', ma è okay!" osservò, senza staccarsi. Non riuscii a trattenere un sorriso. "Sì, è possibile" asserii, prima di allontanarlo da me. Non posso non provare un minimo di compassione per quel bambino, la cui madre è morta durante il parto e che è quindi cresciuto solo dal padre.
"Dove sei stata? Non ti ho vista negli ultimi tre giorni e mi sei mancata!" farfugliò.
"Dovevo lavorare, ma adesso sono libera fino a nuovo ordine!" cercai di rassicurarlo.
Annuì in silenzio, forse avrebbe voluto dirmi qualcos'altro, ma non faceva mai i capricci e capiva perfettamente quali fossero le priorità nella vita, nonostante la su età.
"Duuunque" ripresi, alzandomi in piedi ed aprendo la tracolla "vediamo cosa abbiamo qui!"
Curioso com'era, si avvicinò al tavolo, osservando attentamente. 
Tirai fuori diversi pacchetti di caramelle, qualche cioccolatino e un pacco di patatine. I suoi occhi si illuminarono a quella visione.
"Li hai portati per me?" chiese entusiasta.
"Li ho portati per il fratellino più dolce del mondo!" risposi guardandolo. Sembrò pensarci un po' su, prima di chiedere "Sono io?" Annuii ridacchiando a quella domanda, prima di spingere le leccornie verso di lui.
Con un'espressione a metà tra l'estrema contentezza e l'incredulità, mi abbracciò, probabilmente con più forza rispetto al solito per evitare di scivolare dai pattini.
Era normale che gli portassi qualche schifezza da mangiare, ma ogni volta era sempre più riconoscente.
"Noona, quando divento grande, posso sposarti?" chiese, appoggiando il viso su un mio fianco.
"Be', forse dovresti cercare qualche ragazzina della tua età, no? Quando sarai grande abbastanza, io sarò una vecchietta decrepita, quasi!"
Mi guardò e un sorrisetto triste gli si dipinse sul volto, così lo baciai su una guancia e gli aprii un pacchetto di caramelle, perché tornasse a pensare ai dolciumi.
"Se non posso sposarti, allora diventerò uno swagger proprio come te!" disse convinto. 
Gli scompigliai i capelli, prima di richiudere la borsa e rimetterla a tracolla.
"Allora, io devo tornare a casa... mi accompagni fino all'uscita?" gli domandai proprio mentre stava infilandosi in bocca cinque o sei vermi gommosi. Impossibilitato a parlare, annuì, prendendomi per mano e camminando sui freni posteriori per non cadere.

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Capitolo 2
*** Oh My Friend ***


Salve a tutti! Ringrazio tutti quelli che hanno letto il primo capitolo della storia: sono rimasta sorpresa, essendo una rating giallo-verdognola, pensavo che nessuno avrebbe apprezzato, invece qualcuno l'ha letta! *In realtà ha spammato come le bestie perché la leggessero i suoi amici, LOL*
Spero che anche questo secondo capitolo vi piaccia, anche se a me non convince per niente, ma pazienza!
Buona lettura, e recensite, se può farvi piacere! ^_^



2. Oh My Friend
 
 
Le accarezzai gentilmente una guancia, chinandomi appena per baciarla. Potevo sentire il suo respiro caldo e umido sul mio viso. Sapeva di... tonno?
 
Mi svegliai di soprassalto, trovandomi faccia a faccia con i due gattini trovatelli che avevo accolto in casa qualche settimana prima. Evidentemente dovevano aver finito di mangiare da poco, perché il loro alito appestava tremendamente. Ero tornata a casa e mi ero infilata nel letto senza neanche pranzare. Guardai l'orologio: le cinque del pomeriggio, mbah, almeno sei ore di sonno le avevo fatte.
"Guarda chi si vede, la regina dei maiali! Ma si può tenere una casa così?"
Mi sedetti sul letto, sbadigliando e guardando verso chi mi aveva appena parlato, senza avere la forza di rispondere.
"Avrai duemila chiamate perse tra me e Young Bae! Pensavamo ti fosse successo qualcosa, così sono corso qui e ho trovato questi due piccini senza cibo e tu a dormire in una sorta di discarica!"
Quando Ji Yong attaccava a parlare, era difficile farlo smettere. Specie se l'argomento era 'pulizia della casa'. 
"Avevo una consegna e ho passato gli ultimi tre giorni qui chiusa a lavorare" riuscii a biascicare. Notai che per terra non c'erano più i barattoli di ramen istantaneo vuoti, né i sacchetti di patatine, né le bottigliette di drink energetici e nemmeno la pozza della birra che avevo rovesciato la sera prima. Evidentemente doveva aver sistemato lui, mentre io dormivo bellamente.
"Quando devi consegnare, non capisci più nulla! Sei una sudicia, Mina!" sbottò, tirandomi addosso dei vestiti, sgualciti, ma puliti.
"Mh, hai fatto anche la lavatrice?" mugolai.
"Per forza! Non si accedeva più al gabinetto per la montagna di panni sporchi che c'era davanti! Adesso vatti a lavare, laida, ché dobbiamo uscire in tempo utile" ordinò vagamente stizzito. Potevo accettare qualunque critica sul mio disordine, ma non potevo certo ammettere che lui mi desse della laida. Mi alzai svogliatamente dal letto per andare in bagno,  tirandogli un cazzotto ben assestato su un braccio mentre gli passavo davanti. 
"Ma tu guarda 'sta bastarda! Sei una laida manesca! E pure irriconoscente!" ringhiò Ji Yong massaggiandosi dove lo avevo colpito.
Appoggiai gli abiti puliti sul lavandino, lasciando la porta aperta mentre mi spogliavo per farmi la doccia.
"Sono bastarda, manesca e irriconoscente, ma di laido non puoi parlarmi proprio tu, che se ti fai la doccia una volta a settimana è tanto! Puzzi come la merda, GeeDee! Potresti avere un sorcio morto in putrefazione nelle mutande e nessuno si accorgerebbe della differenza!" esclamai uscendo dal bagno in biancheria e lanciandogli addosso la maglia sporca del pigiama.
Ji Yong accusò il colpo, perciò lasciò cadere la maglia a terra e tornò in cucina in silenzio, sapendo di non poter controbattere a quella critica veritiera. 
Finii di spogliarmi, guardandomi nello specchio sopra il lavandino: di viso non sono mai stata una pessima ragazza, ho imparato col tempo ad accettare il mio strabismo, ma c'è da dire che i capelli corti e la totale assenza di trucco, allora come adesso, portavano spesso la gente a confondermi per un maschio. Il mio fisico acerbo, per altro, non è mai venuto in mio soccorso: 170 cm di altezza accompagnati da una magrezza quasi malata e un seno inesistente hanno sempre contribuito al fraintendimento del mio genere.
Ammirai estasiata i miei tatuaggi, la scritta "One of a kind" che mi ero fatta da poco sul braccio sinistro era ancora di un nero vivo e ben delineata. Era piaciuta a tutti: Ji Yong ci aveva tratto ispirazione per una canzone e Young Bae la aveva addirittura fotografata e messo come sfondo del cellulare.
Mi ridestai velocemente, andando ad infilarmi sotto la doccia irrimediabilmente fredda, visto che la caldaia si era rotta una settimana prima e non avevo avuto sbatta di chiamare il tecnico per farla aggiustare. Uscii di lì fradicia, nonché congelata e fui colta alla sprovvista dalla mancanza degli asciugamani al loro posto. Sentii Ji Yong parlare in cucina, evidentemente doveva essere entrato qualcuno, a meno che non fosse impazzito tutto insieme e si fosse messo a disquisire da solo. "Gee, ma gli asciugamani? Li hai lavati?" urlai, cercando di strizzare i capelli nel lavandino per togliere l'acqua.  
Ci fu silenzio per qualche secondo, probabilmente stava controllando la pila dei panni asciutti, poi rispose "Seeeeh, sono qui, ma mi son dimenticato di riportarli in bagno"
Sospirai e mi infilai le ciabatte, andando gocciolante e tremante per il freddo in cucina dove trovai Young Bae  che sbarrò gli occhi arrossendo completamente appena mi vide. "Dimmi, avevi intenzione di uccidermi, bestia di un leadah? è così che tratti la tua noona? Oh, ciao Youngbeezy!" farfugliai per il freddo, mentre cercavo gli asciugamani per potermi coprire.
Ji Yong sbuffò e non rispose, mettendo il broncio, mentre Taeyang arrossiva ogni istante di più e cercava disperatamente di guardare altrove. "Buonasera, Mina noona... Ehm, potresti coprirti, per favore? Perché qui la situazione è imbarazzante" mugolò velocemente.
Mi sfuggì un sorriso "Oh, ma andiamo, Young to the Bae! Sono piallata come una tavola, se anche mi guardi non cambia niente!"
"Ha ragione, YB" prese parola Ji Yong "sembra un uomo, guardala! Ho più petto io!" concluse ridendo e io mi unii a lui, perché aveva ragione. "Se vuoi ti presto uno dei miei reggiseni, tanto per me, con o senza, la situazione non cambia!" scherzai.
Ji Yong è sempre stato uno dei miei migliori amici. Ci becchettiamo come cane e gatto, ma ci vogliamo bene e con lui parlo praticamente di tutto. Per quanto riguarda Young Bae, anche lui è un ottimo amico, ma il suo essere così "timorato di Dio" mi trattiene dal parlare con lui di certi argomenti.
"Sono contento che tu prenda così bene la tua androginia, noona, ma se non ti sbrighi ad asciugarti e vestirti, qui non usciamo più!" mi rispose Gee, il che mi costrinse a tornare in bagno e munirmi di phon onde asciugarmi i capelli alla bell'e meglio.
Nel giro di pochi minuti ero pronta: avevo indosso i pantaloni della mia meravigliosa tuta giallo fluo e la felpa azzurra che avevo rubato a Ji Yong, in più, come sempre, un cappellino dei miei soliti, tanto per tenere giù i capelli in qualche modo.
"Non capisco se tu lo faccia apposta a vestirti male, Mina, o se credi davvero nei tuoi abbinamenti..." commentò Ji ancora una volta sorpreso dalla mia assoluta mancanza di gusto nel vestire. "MI PIACCIONO I COLORI, VA BENE?" gli urlai in un orecchio e notai tutto il suo disappunto espresso in un passo veloce per allontanarsi da me. "E poi dovresti tapparti quella fogna che ti ritrovi al posto della bocca, ché il più delle volte sembra tu ti sia vestito al buio! Fashion icon delle palle, proprio!" sbottai, prendendo l'immancabile tracolla prima di uscire sul pianerottolo di casa. Yong Bae mi seguì ridendo, mentre il leader era sempre contrariato. 
Chiusi la porta a chiave, nel mentre che gli altri si avviarono verso il parcheggio, alla macchina di Ji Yong.
"Quindi, qual è il programma per la serata? Ceniamo fuori?" domandai, sistemandomi stravaccata sui sedili posteriori costringendo YB a salire davanti.
"Per ora andiamo alla YG" rispose Gee "poi vedremo".
Abbastanza soddisfatta di quella spiegazione -niente cibo precotto per quella sera!-, guardai il telefono: quarantasette chiamate perse da YB e sessantaquattro dal leader. Centoundici in tutto! Nuovo record, ma ciò che mi rese più felice fu una notifica di instagram: Lydzz aveva commentato!

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Capitolo 3
*** TONIGHT ***


Ed eccoci qua con il terzo capitolo che dedico interamente alla mia cilling, perché è a lavoro e devo trovarle qualcosa da fare per non farla annoiare, LOOOOL!  Yeeeh! *festegg*
Lo so, lo so, è un altro noiosissimo capitolo in cui non si hanno particolari sviluppi, ma che volete farci, la vita di Mina scorre lenta, prolissa e sudicia.
Ci leggiamo a pie' di pagina ché ho un paio di altre cosette da comunicare e non voglio portare via troppo tempo alla, ehrm, lettura (?)
Enjoy it e recensite, se vi va, in modo da darmi ulteriori spunti!



3. TONIGHT

 
 
YG Entertainment, alias il caos. 
Voi davvero non avete idea di cosa sia in realtà la sede fisica di quell'organizzazione. Avete presente quando andate a fare la spesa in quei supermercati piccoli e disorganizzati in cui trovate le birre vicine ai pannolini per bambini, tra gli stuzzicadenti e il cibo per cani? Ecco, alla YG funziona alla stessa maniera. Ad ogni piano c'è qualche ufficio, una parte di palestra, una sala da ballo (la mia preferita, perché ha il parquet in terra e posso sedermi a terra senza congelarmi le chiappe), uno studio di registrazione, una sala strumenti, una sala break , nonché internet point, con dei divanetti su cui trovo spesso a dormire Bom e Sandara.
Tutto questo in ordine casuale ad ogni piano, tranne al primo, dove c'è solo la reception e una sorta di sala d'aspetto e agli ultimi due, sede degli uffici del direttore ed esperti di marketing.
Devo essere sincera, come posto non mi fa impazzire: ci sono veramente troppe persone, il che non sarebbe un male, se solo tra queste non ci fossero le trainees.
Cominciamo col dire che io non riesco ad odiare nessuno, semplicemente perché mi stanco facilmente e odiare è un'attività che richiede troppa energia e coerenza, quindi non fa per me generalmente, ma vedere queste bimbette boriose che fanno le fighe solo perché hanno passato le audizioni mi mette proprio l'astio addosso.
"Non preoccuparti, hanno vita breve quelle" mi ripete sempre Ji Yong. Sembra infatti che la maggior parte delle apprendiste non regga oltre al primo mese di allenamenti qui dentro.
Comunque le detesto lo stesso.
Ci recammo direttamente al terzo piano, nello studio di GD, dove fummo immediatamente raggiunti da un Seung Hyun stravolto con in braccio un paio di riviste e un altro Seung Hyun tranquillo.
"No, ma dico, Ji Yong," cominciò Choi, buttando i giornali sulla scrivania di Gee  "hai letto? HAI LETTO?" 
L'altro Seung Hyun sorvolò, venendo a salutarmi cordiale, sorridendo come suo solito.
"Noona! Come stai?" chiese abbracciandomi
"Non c'è malaccio, caccoletta! Fino al mese prossimo sono libera e posso venire a rompervi le palle tutti i giorni!" risposi ammiccando. 
Seung Hyun minor, altrimenti detto Ri, VI, o caccoletta (ad uso et abuso esclusivo della sottoscritta!) è una delle persone che preferisco, quelle alla mano, casiniste, sempre pronte ad agire senza troppo pensare alle conseguenze. Nonostante la differenza di età di quattro anni, ci troviamo piuttosto bene insieme. C'è da dire che spesso non capisco se mi stia realmente ascoltando oppure scherzi, ma è un ragazzo che ha solo voglia di vivere la sua vita, cosa difficile quando sei un idol costretto ad allenarti tutti i giorni senza poter uscire liberamente.
Al contrario, Seung Hyun major, detto T.O.P (Top di cosa, poi? Mbah.), è un trituro di palle. Credo non esista persona altrettanto arrivista e infida, sarà che sono ancora arrabbiata perché trattò male Ji Yong per lo scandalo della marijuana, ma proprio non riesco ad esprimere un giudizio positivo su di lui. E' un gran lavoratore, glielo devo riconoscere, ma non è quello che definirei un buon amico.
A parte questo, sembrò finalmente accorgersi anche lui della mia presenza, così si inchinò appena, senza quasi degnarmi di uno sguardo, prima di tornare a confabulare con Gee. Li vedevo discutere animatamente, ma non avevo ben capito di quale scandalo improvviso stessero parlando, cominciai ad insospettirmi quando notai Young Bae sgranare gli occhi e avvampare leggendo uno dei tabloid, così guardai Ri che mi sorrise, se possibile, ancora di più.
"Che casino hai messo su, stavolta, caccola?" gli domandai iniziando già a ridere, così mi spiegò con dovizia di particolari come Mayumi, Anna, Alice, Eriko, Haruka e qualche altra ragazza dal nome straniero fossero "fortuitamente" finite in camera con lui e di come i giornalisti gli avessero dato l'appellativo di 'Bestia Sexy'.
"Bingo, caro mio! B-I-N-G-O-!" esclamai, battendogli un cinque al volo e avvertendo chiaramente su di me lo sguardo di un Choi interdetto e furioso che sbottò poi contro Gee "Se tu non mi ascolti, andrò direttamente dal direttore a parlarne!" strattonando via Ri fuori dalla stanza.
Rimasti nuovamente in tre, Ji Yong telefonò alla reception, chiedendo che qualcuno andasse ad ordinare otto pizze e dieci birre e le portasse nell'aula break del quarto piano per l'ora di cena.
"Otto pizze?" Domandai.
"Sì, mangiamo qui, siamo in cinque, perciò direi che otto vanno bene" si zittì pensieroso, poi annuì "Sì, dovrebbero bastare, poi semmai svaligiamo le macchinette delle merendine o andiamo alla mensa" aggiunse.
"Festeggiamo qualcosa?" chiesi, pensando che quel povero cristo di Hwangssabu, il loro trainer, dovesse essere davvero un santo a passare sopra a tutti gli strappi alla dieta che facevano.
Ji Yong scosse la testa "No, festeggiamo che siamo qui insieme. YB voleva assolutamente mangiare pizza e così eccoci qua"
Young Bae mi sorrise leggermente imbarazzato "Però, se sei ancora stanca, Noona, possiamo riportarti a casa" mi disse con la sua solita voce dolce.
"Ma figurati, YoungBeezy! Piuttosto, chi c'è oltre noi?" chiesi, cercando di mostrare più interesse possibile, perché lui non si sentisse in colpa per avermi voluta con loro quella sera.
"Ci saranno Teddy e Lydia. Dovevano riadattare il testo giapponese sulla nuova canzone delle altre, quindi sono rimasti qui fino a..." Non finì di pronunciare la frase (frase che d'improvviso mi aveva reso la donna più felice del mondo!) che una trainee si affacciò alla porta con aria imbarazzatissima e mormorò con voce flebile "Park hyung e Paek unni mi hanno chiesto di dirvi di raggiungerli al quarto piano" abbassando lo sguardo.
"Grazie mille, Hyuna" le rispose Gee, sorridendole dolcemente. Quella se ne andò, ma si riaffacciò subito dopo fissandomi "Kwon unni, volevo congratularmi con lei" annunciò, con gli occhi che le brillavano.
Rimasi interdetta "Credo di non conoscerti..." le dissi francamente. 
"Lei non mi conosce, ma io la seguo su instagram e su twitter e trovo i suoi lavori davvero geniali! La sto facendo conoscere a tutti i miei amici!..." disse esaltata, quasi urlando, poi abbassò nuovamente lo sguardo e il tono della voce "... ci tenevo a dirglielo..."
Mi avvicinai a lei, sistemandole una ciocca di capelli dietro un orecchio "Le tue parole mi fanno davvero piacere. Come ti chiami?"
"Lee Hyuna" rispose in un soffio, tremando appena e arrossendo più di quanto avrebbe potuto fare Young Bae in uno strip-club.
"Grazie, Hyuna. Sono felice di fare la tua conoscenza" le dissi prendendole le mani, ma non feci in tempo a dire altro che quella fuggì via quasi avesse visto uno spirito.
Mi voltai con aria interrogativa vero Ji Yong e Young Bae "Ho fatto qualcosa che non dovevo fare?" 
Uscimmo dallo studio, andando verso l'ascensore "No, non hai fatto niente" rispose Gee "Lee Hyuna ha paura del contatto fisico, ma ci stiamo lavorando. Ha fatto dei progressi enormi."
Ci pensai un po', nel mentre che salivamo: dev'essere ottimo non poter essere toccata da nessuno quando sei destinata a diventare un animale da palcoscenico. Insomma, cosa può mai cambiare?
Comunque smisi presto di pensarci, quando, una volta arrivati al quarto piano, incontrai quegli occhi.



Logorrea al poder!~
 
TA-DAH!, novità! Finalmente EFP mi ha cambiato il nome, così sono Carrie ovunque adesso! *festeggx2*
 
Anyway, ho un paio di punti di cui discutere, punti derivanti da delle domande che mi sono state fatte:
 
1) Tonno asked: "Ma i titoli dei capitoli sono tutte canzoni di BigBang?"
Sì e no! Nel senso che non ho fantasia per i titoli, quindi sfrutto quelli delle canzoni e finora è capitato che quelle dei BigBang fossero le più adeguate, secondo il mio cervellino, ma è possibile che presto scelga una canzone di un altro gruppo!
 
2) cilling asked: "Voglio anche questa cosa nel prossimo capitolo!"
YESSS! Dunque, se volete darmi quante spunto o semplicemente volete che descriva qualcosa in particolare in un capitolo, scrivetemelo! Ogni volta che recensite, scrivete "ehi, puoi mettere questo? puoi scrivere quest'altro?" Cercherò di soddisfare ogni richiesta, ovviamente nel limite del rating!
(In questo caso cilling ha "richiesto" dei pelati in scatola/passata di pomodoro, LOL, quindi, nel prossimo capitolo un paio di battute a riguardo ci saranno! *mort*)
 

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Capitolo 4
*** Are you ready to love? ***


Eccoci con il quarto capitolo! *^*
E' stato un parto, ma alla fine ho rispettato la scadenza che mi ero data. Finalmente si incontrano! *fangirleggia*
A parte questo, il capitolo è leggermente più lungo degli altri, ma non ho potuto fare differentemente: se avessi scritto tutto quello che avrei voluto scrivere, sarebbe stato almeno il dobbio come lunghezza! *OMG*
Vi lascio alla lettura, sperando che sia di vostro gradimento.
Ci rivediamo al quinto capitolo che non so quando pubblicherò, visto che domani ricominciano le lezioni! *NUOOO*
Byebiiii~


4. Are you ready to love?

 
"Swag" sarebbe stata la parola che avrei scelto per descrivere Lydia con un solo vocabolo se mi fosse stato chiesto di farlo.
I deliziosi occhietti sottili, truccati superbamente senza cercare di ingrandirli come andava di moda, incastonati su quel grazioso viso decisamente troppo largo rispetto alle proporzioni occidentali, le labbra piccole, non troppo sottili, sempre schiuse in un sorriso mesto, quasi a voler scoprire quelle piccole perle bianchissime, anche se non perfettamente allineate, che presentava al posto dei denti e quel nasino che io trovavo perfetto, adornato da un piercing alla narice sinistra, in pendant con l'anellino indossato all'angolo destro della bocca e con il gioiello alla lingua che, involontariamente, la mia Lyddz mostrava anche solo parlando.
Oggettivamente l'avrei definita "carina": il viso era quello che era, dopotutto però è difficile rimanere indifferenti davanti ad un atletico fisico da ballerina.
Ma questa è il mio racconto, per cui me ne frego delle opinioni oggettive: ai miei occhi era davvero bellissima.
Ne ero innamorata persa, per cui trovarmela là di fronte, come uscimmo dall'ascensore, mi fece sobbalzare. Pensavo di avere almeno tutto il tempo di percorrere il corridoio per potermi abituare all'idea, e invece eccola lì, in tuta da ginnastica, ma con i capelli biondissimi arricciati e l'eyeliner ancora perfetto.
"Pace, sorella!" la salutai con il solito saluto da rapper che ormai era diventata una tradizione, seguita da uno svogliatissimo "Yo!" di Gee e Young Bae.
Lyddz ci salutò con un sorriso, prima di prender parola "Stavo venendo a cercarvi, perché avevo chiesto a Lee di passare a chiamarvi, ma non arrivavate più! Pensavo si fosse persa..."
"Ne avrebbe avute tutte le ragioni... " le risposi, tanto per instaurare la conversazione " 'sto posto è organizzato una merda! Ci vuole la guida indiana per andare in bagno!"
Forse Lydia avrebbe voluto ridere, non so perché, ma per una qualche ragione lo faceva sempre quando parlavo, probabilmente per non farmi sentire troppo a disagio, d'altronde ero l'unica a parlare come uno scaricatore in quel posto, ma Young Bae non gliene diede il tempo, ché subito cominciò a raccontare dei complimenti che mi aveva fatto Hyuna.
"Davvero, Mina? Non pensavo che anche Lee conoscesse i tuoi meravigliosi lavori! Ne sono contenta!" rispose entusiasta, mentre raggiungevamo Teddy nella sala break.
Avreste dovuto sentire il tono con cui pronunciò 'meravigliosi lavori': sembrava che quelle parole fossero state create appositamente per essere scandite da quelle labbra!
La sala break era deserta, eccetto per Teddy stravaccato sul divano  che sonnecchiava ad occhi socchiusi, con il cappuccio della felpa tirato sopra il cappellino da sole.
"Guarda che anche se fai il figo, hyung, resti un cesso a pedali lo stesso!" esclamai prima di fiondarmi a sedere sulle sue gambe. 
"Intanto io ho un sacco di fans che mi salterebbero addosso, mentre tu sei racchia e nessuno ti apprezza!" mi rispose sorridendo compiaciuto, mentre mi accennava a spostarmi sul divano per potersi sistemare. Ovviamente io obbedii. 
Ah, Teddy! Compagno di bevute, confidente di tutti noi pischelli! Trenta e passa anni e non sentirli! O meglio, sentirli, non farci caso e continuare a fare il coglione. 
"E comunque anche io ho degli ammiratori " gli risposi, mentre mi sistemavo  accanto a lui e facevo cenno a Ji Yong di raggiungermi "ciò non toglie che i loro gusti in fatto di estetica siano dubbi!" 
Rise divertito, prima di alzarsi dal divano bloccando Gee prima che si sedesse.
"Bene, noi andiamo giù a prendere le pizze, sperando che siano arrivate. Lydia, vieni con noi?" le chiese non appena questa si mise su una delle poltrone. 
"Nah," miagolò, sedendosi di lato e appoggiando le gambe su un bracciolo "voglio morire qui. Mi hai distrutta oggi, Ted. Non ce la faccio." 
Notai un'occhiataccia fugace dello hyung rivolta a Lydia, che lei, annoiata, finse di non cogliere.
"Noi torniamo subito!" esclamò Ji Yong, mentre si avviava con Teddy all'ascensore.
Preferirei non lo avessero fatto, perché, d'improvviso, calò il silenzio in quella stanza.
"Insomma, unni" cominciò Lydia dopo qualche minuto "era tanto che non ti si vedeva in giro! Sei andata a spacciare gattini per guadagnare?"
Scivolai verso il bracciolo del divano per avvicinarmi a lei, seguita da Young Bae che mi raggiunse, sedendosi accanto a me, evidentemente anche lui interessato alla conversazione.
"Ma figurati, avevo solo un progetto da consegnare! Piuttosto li ho presi io due gattini! Li ho trovati vicino alla pattumiera del parco dietro casa... erano così smagriti e soli che non ho potuto lasciarli lì!"
A quelle parole Lydia si illuminò, e non esagero nel dire che tutta la sua stanchezza sembrò scomparire, lasciando spazio ad un'espressione di incredulità mista ad esaltazione
"Ma dici davvero? Quanto hanno? Posso venire a vederli?" chiese con aria di supplica.
"Che?" non mi uscì altro dalla bocca. Lei, Lydia, con i miei gattini, a casa mia. A casa mia, capite?
"Che età hanno? Posso venire da te a vederli?" ripeté paziente.
"Avranno circa tre masi. Comunque puoi vederli, sì, tra una pozza di birra e delle patatine sparse a terra, sicuro!" rispose Young to the Bae per prendermi in giro.
Risi troppo alla sua affermazione, grazie alla quale mi sarei salvata in calcio d'angolo "Cazzo, Youngbeezy, stavo cercando una scusa per dirle di non venire senza doverle dire che vivo in una discarica e mi sgami così? Sei davvero infido!"
Lyddz rise di cuore, probabilmente pensandomi imbarazzata e il mio cuore rise al suo ridere, perché una risata tanto dolce non si sente tutti i giorni.
"Bene, unni, allora sistemerai casa e poi mi inviterai! Devo vedere quei micini!" commentò, finendo la frase con un tono di voce di qualche ottava superiore a quello con cui l'aveva cominciata.
"Mi raccomando, spassatevela pure, ragazzi, tanto le lattine non pesano!" mugugnò Teddy uscendo dall'ascensore. 
"Infatti, figurati se ti pesano quattro pizze e cinque lattine! Vuoi forse dirci che stai diventando vecchio, hyung?" lo canzonai mentre mi alzavo per andare ad aiutare lui e Gee a sistemare il tutto sul basso tavolino cosparso di riviste che ebbi cura di buttare tutte in terra spostandole con un braccio, prima di appoggiare le pizze.
"Ma Mina! Ma sei una bestia!" mi punzecchiò Ji Yong che davvero non aveva più voglia di raccogliere il casino che disseminavo.
"Puoi scommetterci, fratello!" risposi, prima che Young Bae prendesse parola per 'difendermi' mentre raccoglieva i giornali e li impilava ordinatamente vicino al divano "Be', Ji... ha fatto di peggio. Questo mi sembra il meno!"
In tutto questo, Lydia ridacchiava, accomodandosi meglio sulla poltrona, prima di prendere una delle pizze iniziando a scattivare le patatine fritte che c'erano sopra.
Anche io feci lo stesso, sotto gli occhi esterrefatti degli altri tre, che nel frattempo avevano preso posto e avevano già addentato la loro farcitissima preda.
"Ma non le mangiate quelle?" chiese Ji Yong con una guancia sporca di sugo, mentre un apprensivo Teddy provvedeva a passargli un tovagliolo.
"Come faccio a mangiare tutta una pizza su cui c'è, più o meno, quello che ingurgiterei in un mese?" sbottai, cercando di parlare anche a nome di Lyddz che sembrava vergognarsi un po' per gli avanzi che avrebbe lasciato.
Gee ci guardò con aria sconsolata, quasi fossimo malate "Povere creature, neanche potete mangiarvi queste bontà perché fisicamente impossibilitate!" sfotté prima di infilarsi un quarto di pizza tutto in bocca.
"Spero ti venga la squacquera, Gee! Una bella cacca a spruzzo che ti faccia rimanere a interloquire con la tazza del cesso per almeno una settimana!" gli risposi, lanciandogli un'occhiataccia, prima di iniziare a mangiare la mia pizza.
Mi guardò, parlando con la bocca piena e sputando pezzi di qualcosa di non ben definito sul tavolo "Impossibile! Io sono stitico!"
"POSSIAMO SMETTERE DI PARLARE DI CACCA, PER FAVORE?" chiese Young Bae urlando.
"Oh, sì!" si infilò Ted nel discorso "Giusto prima in ascensore ho ruttato la cipolla che avevo mangiato a pranzo e Ji voleva morire!"
Youngbeezy risprofondò nella vergogna, cercando di non ascoltare i discorsi e concetrarsi sul cibo.
Lydia prese parte alla discussione, come ebbe finito di tagliare la sua pizza "Quella cipolla mi ha perseguitato per tutto il giorno! Ogni poco ero tipo 'Ted, la vuoi una mentina?' e lui 'No, sto bene, grazie!' Lui stava bene, capito? Ammorbava! Avrei preferito inspirare a pieni polmoni il tanfo di una stalla!" concluse visivamente sconvolta.
Non potei non ridere, sopratutto all'imitazione della voce dello hyung, che al momento si beava delle sue prodezze.
"A parte questi dettagli affascinanti, dove avete ordinato queste pizze?" chiesi, cambiando discorso per la felicità di Young Bae.
"Mh, alla pizzeria qui all'angolo... qualcosa non va?" chiese Gee, osservando la mia espressione.
"No, niente, solo che i pomodori e la passata sono quelli della sottomarca del discount vicino casa mia" risposi, degustando un altro pezzo per esserne sicura. 
"Scusa? Credo di non aver capito..." disse Teddy "tu riconosci la passata di pomdoro dal sapore?"
"Eh be', sono un'appassionata di passata di pomodoro, pelati in scatola e altro cibo confezionato e sicuramente poco salutare. D'altronde sono una poveraccia, mica come voi che vi pagano per scuotere il culo e cantare come cocorite!" constatai, aprendo la mia birra.
Lydia e Young Bae non riuscivano a smettere di ridere, imitando il verso dei piccioni e ballando seduti al loro posto.
"Pagheresti per avere un culo come il mio!" rispose Teddy, andando a pulirsi la felpa da un pezzo di pizza che Gee gli aveva sputato addosso, ridendo proprio a quest'ultima affermazione.
"Pagherei per mangiare roba decente, anziché solo passata di pomodoro, il tuo culo te lo puoi tenere!" gli dissi scherzosamente acida mentre era impegnato ad offendere Ji Yong per avergli sporcato la maglia.
"Se magari chiudessi quella ciabatta quando mastichi, faresti un favore all'umanità! Posso farti una colonscopia da qua, passando per il tuo esofago! E' uno schifo, Ji!"
Quello, per tutta risposta, aprì la bocca mostrandogli ciò che stava masticando.
"Va a finire che i più normali siamo io e YB, qui!" osservò la mia Lyddz divertita.
 

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