l'amour est beau

di MissGomez
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** .prologo. ***
Capitolo 2: *** 1 ***
Capitolo 3: *** 2 ***
Capitolo 4: *** 3 ***
Capitolo 5: *** 4 ***
Capitolo 6: *** 5 ***
Capitolo 7: *** 6 ***
Capitolo 8: *** 7 ***
Capitolo 9: *** 8 ***
Capitolo 10: *** 9 ***
Capitolo 11: *** 10 ***
Capitolo 12: *** anteprima undici ***
Capitolo 13: *** 11 ***
Capitolo 14: *** 12 ***
Capitolo 15: *** 13 ***
Capitolo 16: *** 14 ***
Capitolo 17: *** ultimo capitolo ***
Capitolo 18: *** altra fiction ***



Capitolo 1
*** .prologo. ***


Selena Gomez e Justin Bieber saranno presto fratellastri perché Jeremy incontrerà Mandy e si innamoreranno volendo così unire le loro famiglie. I due ragazzi non si conoscono, probabilmente di vista, perché frequentano la stessa scuola ma anche gli stessi luoghi in cui escono con i propri amici.
Avviso: i due non sono famosi. 

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Capitolo 2
*** 1 ***


Sento che, prima o poi, la mia testa potrebbe scoppiare.
Mi fa male, molto male. Ieri sera, dopo il concerto dei Black Eyed Pease  ho bevuto tantissimo.
Fortunatamente in mia compagnia c’erano Demi e Miley, altrimenti mi sarei ritrovata nuda, nel letto di qualcuno che non conoscevo. Non ricordo neppure perché avevo così tanta voglia di bere.
Oh, aspetta. Si che ricordo. Mamma si è fidanzata e oggi conoscerò lui e poi la sua famiglia a cena.
Non so neppure che ore sono. Apro gli occhi e mi ritrovo dentro una vasca da bagno. La mia tra l’altro.
Rido divertita e alzandomi da essa poso lo sguardo sullo schermo del mio cellulare. Lo afferro vedendo l’orario: le cinque di pomeriggio. Ma come fanno ad essere le cinque di pomeriggio. Mi devo fare la doccia, devo vestirmi e truccarmi. Ma come ho fatto a dormire così tanto. Vabbè che ero stanca, però…
Inizio a sfilarmi ogni abito che indossavo, compresi la biancheria. MI infilo nella doccia, invece che nella vasca, e inizio a lavarmi per bene il mio minuto corpo. Sbadiglio. A quanto pare le ore passate a dormire non sono sufficiente. Pazienza. Me ne farò una ragione. Passai la lingua sulle mie labbra e terminato di farmi quella maledetta doccia esco e avvolgo attorno al mio corpo un asciugamano, iniziando ad asciugare i capelli e a spruzzare sul mio corpo un profumo che avevo comprato qualche giorno fa con Debby.
Intanto che mi erano asciugati i capelli si erano fatte le sei ed io dovevo ancora vestirmi e truccarmi e pulire il bagno. Risi ancora e, prendendo un top blu e dei shorts neri li indossai, mettendomi sopra il top una giacchetta di jeans, tanto per non mostrare troppo il mio fisico, mamma si sarebbe arrabbiata.
Mi sistemai i capelli e mi truccai leggermente.
Pulì a gran velocità il bagno e appena terminai suonarono alla porta.
Mamma era arrivata con gli altri.
Feci una smorfia, scendendo le scale e andando ad aprire.
-Ciao Selena- mi sorride mamma facendo entrare tutti.
Ho già perso il conto di quanti ne sono. Non faccio molto caso al compagno di mamma, ma ai due figli, Jazzy e Jaxon che sono adorabili. Quando stavo per chiudere la porta sentì un rumore. Qualcuno aveva sbattuto.
Non riuscì a vedere il suo viso ma sapevo che era il fratello maggiore, me ne ero dimenticata.
Risi e lo feci entrare, chiudendo la porta con il piede, poi posando una mano sul suo polso lo feci entrare nella mia stanza, gettandolo praticamente sul mio letto.
-Corro a prenderti del ghiaccio, scusa- mi affretto a dire prendendo ciò che gli dissi e tornando da lui.
Corsi da lui ma inciampai, facendo arrivare il ghiaccio di fianco all’armadio e il mio corpo sopra il suo, colpendolo con il gomito allo stomaco. Le sue mani si spostarono allo stomaco ed io risi.
-Vuoi proprio ammazzarmi, ho capito- sorrise divertito e sarcastico lui. Non riesco ad evitare di ridere con lui e di appoggiare il capo sulla sua spalla, scambiandolo per un cuscino.
-No, non voglio ammazzarti, sono semplicemente esausta- chiarisco strofinando la punta del naso con il collo di lui. Sento dei gemiti. Sono i suoi. La smetto immediatamente. Non voglio farlo con lui, non l’ho ancora neppure visto in faccia –se sei stanca dormi e poi ti chiamo per la cena- sorride gentilmente, suppongo, accarezzando le ciocche dei miei capelli. Neppure lui ha visto il mio viso, suppongo.
Scuoto velocemente il capo e alzandomi raccolgo il ghiaccio. Ecco sento lo sguardo su di me: sul mio sedere.
-Com’è la vista da lassù?- domando sarcastica alzandomi–non male, direi- risi scuotendo il capo –alza la testa, dai- annuisce obbedendo. Mi volto verso di lui raggiungendolo e posando il ghiaccio vicino al naso.
-E’ freddo- quasi urla infastidito dal freddo. Scoppio a ridere –infatti si chiama ghiaccio- caccia la lingua e leccandomi le labbra lo faccio distendere sul mio letto, ancora una volta.
Mi siedo di fianco a lui, tenendo il ghiaccio sempre vicino al naso.
-Ti fa male?- domandai incuriosita –sta passando, non preoccuparti…- si ferma. Vuole sapere il mio nome.
Non gliel’ho detto. Sono stata occupata ad ammazzarlo –Selena, mi chiamo Selena-  mi presento lentamente ripetendo il mio nome più di una volta. La sua mano si posa sulla mia schiena, spingendomi verso di lui –piacere, Justin- sorride malizioso portando la lingua sulle mie labbra : leccandole.
-Bene Justin, la posizione è scomoda, mi lasci?- domandai ironica attendendo che tolse la mano.
Senza rispondere levò la mano e mi sorrise. –mi fai vedere il tuo top?- domandò.  Annuì sbottonandomi la giacchetta e mostrandoglielo –sei proprio una bomba. Peccato che sarai presto mia sorella- risi –ti piace solo il mio corpo, non mi hai neppure visto in faccia, Justin- rise annuendo –sono sicura che sei stupenda- mi lecco le labbra e, spostò il mio braccio, facendo cadere così il ghiaccio a terra.
Il suo viso: Justin Bieber.
Ma perché doveva essere lui il mio futuro fratello?
-Tu?!- disse mettendosi seduto, quasi allontanandosi, ma poi avvicinandosi sorridendo malizioso.
-Ma non era una bomba, Bieber?- chiesi sarcastica imitando la sua voce.
Annui –l’ho sempre pensato infatti, ma tu sei sempre scortese con questo figo- scoppiai a ridergli in faccia
–non vedo nessun figo. Se lo vedi tu, avvisami.- mi guardò male. Questo sarebbe stato l’inizio della mia fine.

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Capitolo 3
*** 2 ***


Bella. Maledettamente bella.
E fingeva di non vedere quanto fosse bella.
Folle. Totalmente folle.
Questo che stavo provando era pazzesco.
-Sempre simpatica- alzò e abbassò le spalle, alzandosi dal letto e camminando verso la sua scrivania, sedendosi poi su di essa. Completamente perfetta.
-Oddio ma lo sai che sei imperfettamente perfetta?- domandai, era più un’affermazione, con un tono leggermente sensuale, leccandomi le labbra solo al pensiero di immaginarmela nuda, sotto il mio corpo.
-Oddio lo sai che non cederò mai alle tue avance?- rispose lei sarcasticamente.
Amavo le ragazze che volevano farsi desiderare e lei aveva trovato pane per i suoi magnifici denti.
-Dai, lo sai che posso essere quello che vuoi- le sorriso malizioso alzandomi, raggiungendola.
–Posso essere gentile, violento, tutto quello che vuoi tesoro- terminai distendendo il braccio fino a toccarle con la mano il ginocchio ed accarezzarglielo dolcemente, posai anche l’altra mano sull’altro ginocchio, aprendole così le gambe e sorridendole, attendendo un “va bene”, andava bene anche uno sguardo per quanto mi riguardava.
Abbassò semplicemente il capo osservando le mie mani, tornò a guardarmi negli occhi con malizia.
Ecco l’invito all’ingresso del divertimento. Ma quanto posso amarla, quanto? Tanto.
Le sfilai gli short che indossava, facendola rimanere con la mutandina viola: mio colore preferito.
Sfilai, successivamente, anche i miei jeans, stavo per togliermi anche i boxer neri ma subito il suo sesso si attaccò come una calamita al mio pene: iniziò a strusciarsi lentamente, ogni parte del corpo si strusciava con la mia e Jerry diventava sempre più gonfio. Non potevo farci nulla. Me la sarei fatta anche ora.
Presi a baciarle il collo con desiderio: desiderio di sentirla mia.
Gemiti, piccoli gemiti non smettono di uscire dalle sue labbra e poi semplici parole che la fermarono.
-Bieber… non lo farò mai con te- eccole. Sentì un colpo allo stomaco. Si era presa gioco di me.
Scese dalla scrivania e si rimise gli short che precedentemente le avevo tolto.
Si voltò per andare in cucina dagli altri ma l’afferrai per il polso, facendola sbattere contro l’armadio nero.
-Vorrai- scandì per bene quella parola. Alzò un sopracciglio divertita, stava quasi per ridere quado la zittì.
-Scommettiamo?- mi precipitai a parlare mentre lei mi guardò annuendo –va bene, ne parliamo dopo cena- Annuì semplicemente e, rimettendomi i jeans scesi con lei, palpandole il sedere corsi in cucina, al rifugio. Non poteva inseguirmi quando c’erano i nostri parenti, non l’avrebbero creduta e questo mi rendeva invincibile. Cederà e finalmente sarà mia. Avrà un orgasmo lungo come il mare.
Si sedette vicino  a mia sorella, mentre Jaxon stava in braccio a papà e Mandy vicino a lui. Io mi sedetti proprio di fianco a Selena. Mi sarei molto divertito oggi. Si, moltissimo.
-Selena, non hai fame? Non hai toccato neppure un pezzo di carne-  sussurrò mio padre.
-Ha la nausea, anche prima quando mi ha mostrato la sua camera me lo ha confidato- parlai velocemente, anticipandola. Posò una mano sulla mia gamba, infilando le unghie dentro la pelle. Feci una piccola smorfia e un piccolo “ahi” attirando l’attenzione su di me.
-Oh, Justin, ti sei fatto male?- domandò portando la mano, che prima aveva sulla mia gamba, alla mia guancia –uh.. sei caldo, non è che hai la febbre?- chiese ancora spostando la mano sulla fronte.
-Forse hai ragione, sorellina- mi guardò in cagnesco, senza farsi notare – meglio se torno a casa- dissi facendo per alzarmi ma caddi a terra: ovviamente recitavo per restare a dormire da lei.
Tutti si alzarono per vedere come stavo e Selena sapeva che fingevo, ma dovette stare al gioco.
Mi si avvicinò e mi fece posare la testa sulle sue gambe: sono in paradiso praticamente.
-Selena, fallo dormire in camera tua, con te, nel tuo letto, dormite insieme- stava per replicare ma annui semplicemente sorridendomi, accarezzandomi la guancia quasi dolcemente: anche lei recita bene.
Mio padre mi portò nel letto di Selena –vi lascio, ok?- Selena annui camminando verso di me.
Papà andò via e Selena attesa che scese le scale prima di lanciarmi a dosso un cuscino.
Scoppiai a ridere divertito: era del tutto divertente. Cioè, avevo stravinto.
-Oh andiamo amore, non è colpa mia se recito da paura-  mi fece la linguaccia facendomi cadere a terra.
-Questo è il mio letto- sbuffò distendendosi su di esso. Questa volta quello che alzò e abbassò le spalle ero stato io. Ridacchiò divertita vedendomi ed io, mi svestì, restando solo con i boxer, mi distesi sul letto, di fianco a lei e l’abbracciai da dietro, lasciandole un piccolo bacio sul collo. Sorrise chiudendo gli occhi.
-Mi fai il solletico- farfugliò muovendo leggermente il suo corpo, le avevo provocato qualche brivido.
 -Uhh.. ho trovato un punto debole della piccola Gomez- sorrisi scherzando continuando: scoppiò a ridere e per farmi smettere si voltò verso di me, portando due dita sulle mie labbra.
-Non ce la faccio più, ti prego, basta- mi supplica strusciando la punta del suo naso con il mio.
-Va bene, ok. Allora, la scommessa?- chiesi  baciandola sulla fronte.
Chiuse leggermente gli occhi, come se volesse godersi il momento, come se si sentiva al sicuro.
-Giusto, beh se cedo faccio ciò che mi chiedi altrimenti dovrà levarti dalla testa il mio corpo- specificò.
-Va bene, ma ricorda che hai detto ciò che voglio. Quanto tempo ho per farti cedere?- domandai velocemente, non volevo perdere tempo –quattro mesi, non di più, a partire da domani-  per me andava benissimo, ma perché aspettare fino a domani? Non capivo.
-Bene- si alzò prendendo il proprio pigiama e indossandolo, spogliandosi praticamente di fronte a me.
I miei occhi videro il suo corpo perfettamente nudo. Solo le mutandine aveva. Cacciò da un cassetto una maglietta e la indossò, tornando a sdraiarsi sul letto. Si voltò verso di me, sorridendomi.
-Sono eccitata e ti ho chiesto che la scommessa iniziasse domani così se mi davi qualcosa oggi e avrei “ceduto” non avresti vinto- la guardo praticamente incantato dalle sue parole, anche se un po’ mi piacevano e un po’ no. Mi aveva imbrogliato praticamente. Si mise a cavalcioni sopra di me e iniziò a baciarmi sul petto a gran velocità, strusciando la propria intimità su Jerry.
Ansimai lentamente, chiudendo gli occhi e lasciandomi andare. Quando arrivò alla mia vita si spostò leggermente, abbassando di poco i boxer e cominciando nuovamente a baciarmi, ma questa volta sul pene.
Quando arrivò alla punta la leccò leggermente, per poi rimettermi i boxer.
Ribaltai le situazioni. Mi guardò maliziosamente e divertita.
-Che c’è Bieber, volevi di più?- domandò infilando la mano tra i miei capelli, giocherellandoci dolcemente.
-Vuoi essere scopata? Ti accontento- mi leccai le labbra e, togliendole le mutandine, e togliendomi i boxer, la penetrai all’istante, spingendo già dall’inizio, con violenza.  Buttò il capo all’indietro, mordicchiandosi il labbro inferiore per poi aprire la bocca tentando di non urlare. Proprio sul letto c’era il telecomando dello stereo lo presi e accesi quest’ultimo alzando tutto volume.
-Urla quanto vuoi. Mi piace sentire il mio nome da te, piccola- ricambiò le spinte con molta violenza.
Mi sembrava una gattina in calore. Strinse con forza i miei capelli, facendo avvicinare il mio viso al suo.
Chinai il capo, avevo intuito che voleva dirmi, anzi urlarmi qualcosa.
Urlò il mio nome, eccitata. Era al limite e anche io.
Non potei resistere ad urlare il nome della mia bella.
Stanco e sedato mi sdraiai di fianco a lei. Si lecco le labbra e avvicinò quest’ultima al mio orecchio, succhiando il lobo del mio orecchio, scese baciandomi sul collo per poi leccarmelo.
Successivamente posò il capo sul petto –notte bellissima- sussurrai –buona notte tesoro- chiuse gli occhi.

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Capitolo 4
*** 3 ***


Sveglia da mezz’ora.
La mia testa si trova a contatto con il petto di lui e i miei capelli.
Loro sono dappertutto, tra poco anche nella sua bocca.
Evito di ridere a questo pensiero.
Sposto il capo, guardando a terra: ci sono le mie mutande.
Ridacchio divertita evitando di far troppo rumore per svegliarlo.
Mi tolgo le coperte dal mio corpo, apro un mobiletto e prendo un’altra mutanda.
La indosso coprendomi e prendendo un paio di jeans da indossare.
Volto lo sguardo verso il mio letto e Justin non c’era più.
Mi sento afferrare dai fianchi e spaventata sobbalzo, tirando una gomitata allo stomaco.
-Oh Dio Selena, mi hai fatto male!- urlò lui toccandosi la pancia e chinando il capo in avanti.
Mi giro improvvisamente,  portando una mano sulla sua spalla.
-Scusami, mi hai spaventata, non ti ho più visto e credevo te ne fossi andato di sotto- sussurro appena per non far svegliare mia madre. Credo che Jeremy e i due bambini non siano rimasti.
Alzò lentamente il capo, fino a tornare come prima e mi guardò male.
Tolsi subito la mano per evitare che si arrabbiava di più.
Mi avvicinai a lui. Il mio seno toccò perfettamente il suo petto nudo.
Avvolsi le braccia attorno al suo collo, avvicinando il suo viso al mio.
-Non l’ho fatto a posta, mi credi?- domandai sbattendo più volte le ciglia e mettendo il broncio.
Sarebbe stato divertente, non ci voleva molto a fregarlo.
Non faceva nulla né emetteva suono con la bocca.
Sospirai leggermente scostando i capelli con la testa, e facendo sfiorare le nostre labbra.
-Allora?- chiesi ancora una volta attendendo la risposta.
Annui attaccando le sue labbra alle mie.
Sorrisi compiaciuta tra le sue labbra e ricambiai velocemente.
Potevo ricambiare, non potevo iniziare io a baciarlo o stuzzicarlo.
Mi staccai dalle sue labbra, Jeremy sarebbe venuto a momenti per portare l’occorrente al figlio e mandarlo  così all’istituto dove si recano tutti gli adolescenti: la scuola.
Lo allontanai con la mano e prendendo una maglietta la indossai, aprì la porta e scesi le scale, andando in cucina: mamma stava preparando le frittelle. A me non piacciono molto, ma fingerò il contrario.
-Ciao mamma- fingo di sbadigliare. Mamma si volta velocemente verso di me e mi sorride.
Per lei quello è un “buongiorno tesoro, siediti, la colazione è pronta ah e chiama Justin”.
Passi. Justin sta scendendo le scale. Mi viene da ridere solo al pensiero che due minuti fa le sue labbra erano sopra le mie.  Mamma poggia le frittelle sopra un piatto, portandole in tavola.
Saluta Justin con un bacio sulla guancia e corre in bagno. Le scappa, forse.
Bieber si siede di fianco a me e sorride divertito non appena nota il mio sguardo disgustato rivolto al cibo.
-Smettila- sussurro quasi debole, ne prendo una e chiudendo gli occhi, quasi per aver timore di vomitare, ne addento un pezzetto. Scuto il capo velocemente. Non ce la faccio proprio.
-Oh.. non ci riesco- inizio a tossire forte, facendo cadere la frittella sopra il piatto, mi alzo e alzandomi leggermente apro lo sportello prendendo i biscotti e cacciandone uno, per mangiarlo.
Lui scoppia a ridere e prende la mia frittella mangiandosela tutta, beve, successivamente, un sorso di acqua. Finito di fare ciò si alza, avvicinandosi a me, sorridendomi malizioso.
Chiudo la busta dove c’erano appunto i biscotti e cerco di rimetterla a posto, ma non ci arrivo.
Prima ero riuscita a prenderli e adesso no. Ma cos’era sto fatto?
Ridacchiò divertito, mettendosi dietro di me,  avvicinò le sue labbra al mio orecchio.
-Dai, spogliati, ti penetro anche da qui, e te li rimetto a posto, ok?- domandò lasciandomi un bacio sul collo. Arrivò mia madre. Menomale che c’è lei. Li rimette immediatamente a posto e poi si allontana.
-Mandy, quando arriva mio padre?- chiede Justin con uno sguardo timido.
-E’ arrivato ora, sta parcheggiando- annuisce solamente e, aprendo la porta aspetta che Jeremy esca dall’auto porgendogli appunto i suoi abiti.
Jeremy entra ignorando il figlio e salutando mia madre. Cerco di non ridere.
Appena mi vede mi corre incontro sollevandomi come se fossi una bambina di due anni.
Sgrano gli occhi cercando aiuto da Justin e mima con le labbra un “ora ti fotti”.
-N-non rispiro- sussurro appena. Mi lascia andare immediatamente.
-Oh scusa- alzo le braccia come se volessi dire “niente”, oggi non mi andava molto di parlare.
-Justin eccoti tutto l’occorrente, Selena, accompagnalo in bagno, è tanto se sa dov’è camera tua- annuisco semplicemente e afferrandogli il polso lo porto al bagno.  Lo spingo dentro entrando dopo di lui e posizionandomi di fronte allo specchio per truccarmi leggermente. Avevo delle occhiaie e volevo coprirle.
Si vestì velocemente ed io mi truccai in meno di dieci minuti. Il suo sguardo era sulle mie labbra, poi sul mio collo, sul mio seno e infine sul mio sedere. Maiale.
 


Grazie a tutte per le recensioni.Non ho potuto scrivere molto che tra meno di mezz'ora vado al cinema e mi devo ancora preparare. Un bacio.

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Capitolo 5
*** 4 ***


Non potevo evitare di osservarla incantato: una principessa.
Mi leccai le labbra non appena il mio sguardo si posizionò sul suo sedere.
Si, lo ammetto, Jerry ha un debole per i sederi, soprattutto il suo: io no, sia chiaro.
-Che c’è?- chiedo avvicinandomi a lei per abbracciarla. Si volta lentamente verso di me.
Un semplice sorriso basta a mandarmi in tilt. E lei mi manda in tilt. Ma come fa?
-Mi stai fissando qualcosa che non devi, tienilo a cuccia- dice chiudendo il rubinetto dell’acqua, asciugandosi le mani e correndo in salotto, per prendere lo zaino. Ridacchiai divertito e la raggiunsi.
-Dai papà, ci accompagni?- grido io, posizionandomi di fianco a Selena. Lei mi guarda con un’aria stanca.
Le sorrido, non so perché le sto sorridendo, mi va e basta, credo.
-Si, a dopo amore- io e Selena facciamo una faccia schifata non appena i nostri genitori si baciano.
-Siete vecchi, basta baci in presenza di minori- sussurra Selena disgustata, portando la fronte sulla mia spalla e parlando ai nostri genitori. Mandy si volta verso di noi.
-E’ bello sapere che mi trovi ancora giovane- alza e abbassa le spalle la mia piccola, futura, lady.
-Perché mentire?- rido come un perfetto cretino, e cerco anche di trattenermi.
Mandy la guarda storto e scuote il capo, portando le mani sulla sua spalla.
-Ci scambiano per sorelle- scoppio a ridere ancora di più a queste parole.
-Oh sicuro, ed io sono un elefante. Mamma. Non ti inventare cavolate- papà sorride a Mandy.
-Oh, siete molto simili.. due goccie d’acqua- Selena mi guarda con aria supplichevole.
-Papà, sei ciecato forte. Mettiti un paio di occhiali e se non ti bastano te ne compro altri cinque io e ora andiamo- sbotto io. Selena mi abbraccia contenta di averli zittiti e fermati.
-Justin sposati con Selena, lei è bella, simpatica e. . . bella- mi sorride Jazmin.
I nostri genitori ci stanno ascoltando e Selena arrossisce all’improvviso.
-Andiamo- parla finalmente papà portandoci tutti in auto.
In meno di dieci minuti arriviamo a scuola io e Selena.
Usciamo dalla macchina felici di essere ancora vivi. Si tocca la fronte con la mano.
-Stai bene? Sicura di voler rimanere, Chaz ha la macchina ti porto a casa- sussurro mettendomi di fronte a lei, preoccupato, accarezzandole la guancia. Scuote il capo velocemente.
-Non posso mamma non mi farebbe restare a casa e per la giustifica di domani non saprei come fare- sussurra debole lei, appoggiando il capo al mio petto. Le accarezzo dolcemente i capelli.
Chaz e Ryan ci raggiungono, osservandoci così vicini. Ci siamo sempre odiati e oggi ci abbracciamo in pubblico. Questo è un gran colpo per i ragazzi, è vero, ma è più forte di me.
-Mio padre non direbbe nulla a tua madre e filmerebbe la giustifica se parli con lui, e per parlare intendo confidare- fa una piccola smorfia, il suo alito fresco mi sfiora la pelle. Sorrido.
Strofina il suo nasino al mio petto, per cercare conforto e sentirsi protetta.
-Va bene, ma dove vado?- domanda quasi sussurrando, non ho sentito praticamente nulla ma va bene.
-Ehi Ryan, pensi che se Romeo e Giulietta ci degnano di guardarci e ascoltarci si salveranno il culo?- mi volto immediatamente verso Chaz, ovvero alla mia destra. Selena scoppia a ridere.
-Oh non lo so Chaz, Sel, perché non reciti un pezzo del film?- chiede successivamente Ryan.
-Oh Justin, Jusitn, perché sei tu Justin?- inizia a farfugliare Selena ed io scoppio a ridere.
-La mia Giulietta è pure più sexy di quella del film- ridacchio, accarezzandole il viso.
-Selena, non ti ha vista nessuno. Queste sono le chiavi della mia auto, torniamo alla ricreazione, quando veniamo per fumare, ok?- chiede per avere conferma Chaz. Lei annuisce semplicemente e prende le chiavi.
L‘accompagnamo fino alla macchina del mio amico e la faccio distendere.  Mi distendo sopra di lei.
-Torno dopo, va bene? Riposati adesso- annuisce semplicemente. Mi da un bacio sulla guancia e successivamente volta il viso verso il sedile, chiudendo gli occhi. Si sta addormentando. Decido di chiuderla dentro, tanto non si sveglierà presto.  Noi tre entriamo in classe e mi siedo al mio banco, vicino a loro.
Abbiamo tre ore consecutive con la stessa prof. Orario provvisorio di merda. Sbuffo a ogni parola che pronuncia la prof, fino a quando, all’ultima ora che abbiamo con lei si accorge del mio disinteresse verso di lei e la sua merda di lezione. Mi si avvicina, notando che il mio capo è sul banco, ad occhi chiusi. Libri = 0.
-Bieber. Si svegli, o le metto la nota- urla quella cornacchietta  sbattendo sul mio banco la sua matita.
Sospiro alzando leggermente il capo ridendo divertito dalla sua voce da oca.
-Almeno farà qualcosa di diverso, parla solo di animali e lei spiega matematica, come lo spieghi?- chiesi divertito attendendo un’espressione o una risposta da parte di quella carciofa.
-Non darmi del tu, non sono un tuo parente- sbatte ancora una volta la matita.
Ora quello schifo di matita gliela ficco nel naso facendola uscire dall’orecchio.
-Per mia fortuna, no, altrimenti sarei lagnoso come te- il suo viso divenne quasi porpora.
La classe rideva e per far vedere che era una “tosta” camminò velocemente verso la cattedra aprendo il registro, cercando il mio nome per mettermi appunto quella “nota”.
-Cosa ci scrive? “Bieber si è addormentato in classe a causa mia, sono lagnosa”- tutti risero.
Si alzò e i suoi occhi divennero lucidi: piageva. Scappò al bagno e la campana suonò.
-Menomale- mi alzo raggiungendo l’auto di Chaz. Volevo vederla, non aspettavo altro.
Apro la portiera, dorme ancora. E’ davvero stanca e soprattutto malata.
Forse ha la febbre dato che è piuttosto accaldata ma trama di freddo.
-Justin- sussurra leggermente, voltando lo sguardo verso di me –ho tanto freddo- afferma ancora sussurrando, stringendomi la mano. Le accarezzo la guancia dolcemente.
-Amore tra un’ora andiamo a casa, resisti, se non ce la fai inviami un messaggio, il mio numero c’è l’hai- la bacio sulla punta del naso e, chiudendo la portiera torno in classe. Ora abbiamo diritto.
L’ora passa in fretta, corro nell’auto di Chaz.
-Chaz, con Ryan, la macchina te la porto domani- lui annuisce salutandomi ed io entro per portare la mia lady a casa. Si volta leggermente verso di me.
-Eccomi, ora torniamo a casa, e ti stendi sul letto amore- annuisce, ancora.
Appena arrivati apro la portiera e la sollevo, portandola così in braccio, apro la porta di casa sua e la porto in camera sua, distendendola sul letto e coprendola con una coperta.
-Dormi, ok?- scuote il capo non capisco perché –dormi con me- sorrido e annuisco io questa volta: accontentandola.
 

Oddio ragazze scusate ma ho un sonno incredibile, non ho potuto scrivere di più. Spero vi piaccia lo stesso. Grazie a tutte per le recensioni.I love you .

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Capitolo 6
*** 5 ***


Non so perché voglio rimanere in sua compagnia: lo odio.
Ho fatto una scommessa con lui e se ci proverebbe con me, adesso, potrei cedere.
Il mio cuore batte fortissimo non appena lui si sdraia di fianco a me.
-Tu non lo sai ma..- parla lentamente, alle sue parole mi volto verso di lui, osservandolo.
-Ma tu sei la mia ragazza latina- rido divertita: non lo sarei mai stata.
Faccio una smorfia ma nonostante ciò lo abbraccio, portando il capo sulla sua spalla, chiudendo gli occhi.
-Il mio ragazzo è Ian Somerhalder, e lui non lo sa, ma lo verrà a sapere presto e  scapperemo felici e contenti dal mondo intero- pronunciai con un tono basso questi termini, stanca e debole ma anche ironica.
Ride divertito e mi bacia sul capo, stringendomi a lui, come se fossi un pezzo d’oro che vuole difendere ad ogni costo, perché gli appartiene, perché vuole che sia suo per sempre.
-Ho ragione io e basta, adesso dormi e non discutere con me- faccio una smorfia annoiata, addormentandomi rapidamente, mi lascio andare alle sue carezze, non fermandolo.
Ma lo sento, posso sentire se parla, se sorride, se è triste e anche se ride.
-Sarai mia, e noi scapperemo dal mondo intero- sento la sua voce e qui inizio a tremare alla sua affermazione. Sono consapevole del fatto che crede che io stia dormendo, ma quelle parole mi sembrano.. brutte. Ecco, si brutte, cattive, ma anche positive, non lo so. Non so perché abbia detto ciò.
 
Sono le sei di pomeriggio: il mio corpo è a stretto contatto con quello di Justin.
La testa mi fa male, come se avessi bevuto come ieri, ma non è così, non ho bevuto.
Porto lo sguardo su di lui, osservandolo leggermente. Non mi ricordo niente.
Pian piano il mio cervello mi fa ricordare cosa è accaduto.
Ho dormito con Justin, mi sono comportata come se fossi la sua ragazza.
Oddio ma che schifo. Ma che cavolo mi hanno messo nella bibita di ieri sera?
Avrei voglia di urlare, solo nel ricordare anche le parole che mi ha confessato qualche ora fa.
Io non starò mai con lui. Non fa per me e mai, ma proprio mai, sarà il mio ragazzo.
La scommessa. Ho fatto anche una scommessa con lui cavolo. Ma non me la ricordo di cosa si tratta.
Voglio sapere, ma sta dormendo, non voglio svegliarlo, non sono così stronza.
Lentamente porto le mani sui suoi polsi, per spostarli dalla mia schiena così da potermi alzare.
Il suo viso si sposta sul mio petto: ha preso il mio seno per un cuscino.
-Ma tu guarda..- sussurro leggermente guardandolo.
-Uh tesoro, ti sei svegliata, stai meglio?- domandò restando fermo, con il capo sempre sul mio petto, parlando con voce totalmente sensuale. Lo odio quando fa così.
-Ti risponderei ma non mi ricordo nulla- affermo spostandogli la testa e alzandomi dal letto.
Mi sorride malizioso e divertito, guardandomi con aria di sfida. Ma cosa vuole?
-Allora Bieber, mi dici cosa è successo?- domando andando a sedermi sul divano della mia camera.
-Dipende, dimmi cosa ti ricordi e mi sforzerò di risponderti, Gomez- parla con un tono alto, alzandosi.
-Mi ricordo che ho bevuto al concerto di un gruppo, che ho conosciuto la tua famiglia, che poi oggi pomeriggio ti sei fermato con me e che a scuola ci comportavamo come quei due perdenti di Romeo e Giulietta- questo ricordavo nulla più. Mi squadra, come se voleva capire se mentivo o meno.
Perché avrei dovuto mentire, non ci guadagnavo assolutamente nulla quindi non mi sarebbe assolutamente importato.  Cammina verso di me, sedendosi proprio di fianco e portando un braccio attorno al mio collo: attirandomi a lui. Sorride divertito, leccandomi velocemente il collo.
-Amore bello, hai saltato la scommessa, abbiamo scommesso. Se avresti ceduto e quindi ti saresti lasciata andare, facendoti portare a letto avresti fatto ciò che volevo se vincevi tu,  ti lasciavo in pace. Ho tempo.. mmh.. quattro mesi, si, quattro mesi amore e sarai mia, di nuovo- alzai lo sguardo per ascoltare ogni singola parola. Come sua? Di nuovo? Ma cosa va farneticando questo cretino rimbambito.
-Perché di nuovo? Non siamo mai stati insieme, Bieber- scandisco per bene quelle parole.
-Pretty lady..- si ferma ridendo malizioso–la sera in cui hai conosciuto la mia famiglia, lo hai fatto con me, e tu hai preso l’iniziativa- rimango per alcuni istanti a bocca aperta, sorpresa. Prendo il suo braccio e glielo sposto, togliendolo così dal mio collo e allontanandomi da lui: alzandomi disgustata.
-Al massimo ero eccitata e sicuramente suonata!- urlo schifata aprendo la porta della mia stanza.
-Lo sei sempre stata suonata, eccitata? Non ti avrei definito così. Non ti stanchi mai, vero gattina?- si leccò le labbra alzandosi e raggiungendomi, prendendomi per i fianchi, attirandomi a se. Portai le mani sul suo petto, per allontanarlo, ma non ci riuscì si attaccò ancora di più a me.
-Non chiamarmi gattina, mi fai solo venire di vomitarti a dosso, merluzzo- scoppiò a ridere baciandomi con foga sulle labbra. Sposto il viso, riuscendo a fermarlo per alcuni istanti.
-Ti lascerei in pace ma mi piaci troppo, ti voglio quindi il tuo merluzzo sguazzerà ancora in acqua- faccio una smorfia disgustata, spingendolo via e correndo via, mamma è a lavoro, ne sono sicura ed io mi ritrovo con lui. Sento dei passi veloci, mi volto: Justin mi rincorre. Inizio a ridere. Mi piace che mi rincorrono.
-Tanto ti prendo- scuoto il capo, ridendo correndo fino ad arrivare in salotto. Le sue mani si poggiano sulla mia schiena, spingendomi sul divano: mi ritrovo a pancia in giù.
-Imbroglione- parlo sottovoce, quando lui si distende sopra di me.
-Mmmh.. adesso potrei vincerla la scommessa, mi basta toglierti e togliermi i pantaloni e penetrarti, sai?-  non so come fare mi ha fregato di brutto e ha anche ragione. Io non voglio farlo con lui è un figo della paura ma non voglio appartenergli. Assolutamente no.
-Mi fai male, sei troppo pesante Justin- farfuglio muovendo i piedi su e giù: ride alzandosi.
Inizio a respirare lentamente e cado a terra. Porto la mano sul mio sedere dolorante.
-Che male- mi mordicchio il labbro inferiore esasperata –andiamo a mangiare, tua mamma ha comprato la pizza- mi aiuta ad alzarmi e andiamo insieme in cucina. Afferro subito un pezzo di pizza e la finisco subito: affamata. Scoppia a ridere, prendendo dopo di me un pezzo di pizza e addentandolo. Gli faccio la linguaccia e mi siedo: stanca.


Mmh.. manco questo mi pare molto lungo.

Mi dispiace chicas .___. 

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Capitolo 7
*** 6 ***


Sono le otto e mezza di sera, la pizza l’abbiamo mangiata in abbondanza ed io sono piena.
Mi tocco la pancia con la mano, allargando leggermente le gambe, osservando lo sguardo di lui compiaciuto nel vedermi in questo stato: si diverte ed è eccitato, pessima combinazione direi.
Si alzò di scatto, ma non ci feci molto caso i miei occhi si chiudevano quasi da soli.
-Se sei stai vai a dormire, pulisco io qui- le sua parole mi arrivano dritto al cuore.
E’ stato dolce, poi ha migliorato il tutto quando mi parlava a pochi centimetri dal mio collo, facendomi sentire il suo caldo alito che mi emetteva così tanta sicurezza. Si, lui è tanto perfetto. No, non è vero.
Alzandomi scuoto il capo velocemente  -non posso farti fare tutto- affermo prendendo la bottiglia dell’acqua che lui aveva cacciato: io non bevo né birra né vino a cena.  Poso la bottiglia in frigo e mi volto per prendere altra roba, ma la sua mano si posa delicatamente sul mio polso, afferrandolo e avvicinandomi con così tanta rapidità che a stento riesco a vedere le sue mosse. Accarezzò dolcemente la mia guancia sinistra, permettendo alla mia pelle di sentire la sua premere con  tenerezza.
-Si che puoi. Se vuoi aiutarmi ti dovrai vedere un film con me, Gomez- si affrettò a dire.
Mi sta forse provocando questo ragazzo? A quanto pare si e io rispondo alle provocazioni: non scappo.
-E film sia- fece una smorfia, irritato e velocemente, insieme, sparecchiamo la tavola. Mi accomodo sul divano mentre lui si avvicina alla televisione inserendo un dvd di un film, ma non so di quale si tratta.
-Che film è, Justin?- domandai incuriosita distendendomi sul divano, aspettandolo. Si avvicinò al divano e , afferrandomi le caviglie mi fece alzare le gambe per sedersi e farmi poi, posare, le gambe sopra le sue.
-Non te lo dico, ma non sarei così contenta se fossi in te, anzi, mi avvicinerei al sottoscritto- le feci un piccolo sorriso beffardo, guardandola divertito. Mi stava prendendo in giro? Non sarà un film horror spero.
Mi misi seduta e, pian piano mi avvicinai a lui, fino a quando la mia spalla non sfiorò la sua.
L’afferrai  e lo feci stendere sopra di me. Mi guardò confuso e con malizia allo stesso modo.
-Trombami, ma non farmi vedere questo, ti prego- sussurrai con voce tremolante, nascondendo il viso sul suo collo. Sorrise felice, accarezzandomi con agilità le gambe fino ad arrivare alle cosce.
-Ma quanto sei provocante? Rifiuto l’offerta così ti stringerai a me- lo guardai sorpresa credevo che volesse a tutti i costi farmi sua e invece aveva rifiutato –vedi  si tu mi attrai molto, ma preferisco che tu me lo chieda perché vuoi e no per un film, e poi io ti voglio bene quindi mi piace quando mi abbracci- sorride dolcemente. Oddio ma quanto è dolce, seriamente, non saprei come farei senza di lui la mia vita sarebbe più tranquilla senza la sua presenza ma mi sta bene comunque. Lo guardai in faccia e gli sorrisi.
Lo abbracciai: misi le braccia attorno al suo collo, avvicinando il suo capo al mio petto.
-Anche io ti voglio bene- dissi improvvisamente –e fa strano dirlo ma è così- sussurrai baciandolo sulla guancia. Le sue labbra si posarono sul mio petto, baciandomelo, con la maglietta sopra.
Tolsi le braccia e lo feci fare: mi sfilò la maglietta osservando con desiderio i miei seni ricoperti dal reggiseno di pizzo, il mio respiro si faceva sempre più irregolare ma tentai di controllarmi.
Prese a baciarmi sul collo con foga per poi scendere a baciarmi sui seni e a leccarmeli, slacciandomi il reggiseno, liberandomi da quell’oggetto. Li osservò come sene fosse incantato.
-Dimmi che mi ami- sussurrò lui baciandomi sulle labbra con forza, premeva tanto ma mi piaceva.
-Io..non lo so se..- i zittì con un altro bacio –dillo lo stesso- annui ricambiando il bacio con dolcezza.
-Ti amo- non credo che lo amavo, io lo odiavo, ma era proprio bello, oltretutto il suo carattere era strano quindi non sapevo assolutamente cosa provavo ero semplicemente confusa.
-Dimmi che mi vuoi- sussurro facendomi un succhiotto. Chiusi gli occhi eccitata, fin troppo eccitata.
-Ti voglio- gemetti sfilandogli la maglietta che indossava. Mi leccai le labbra osservando le sue spalle muscolose, non le avevo mai viste così scoperte, erano praticamente perfette.
-Allora questi non ti servono- ansimai quando portò le mani sui miei jeans, sfilandomi con rapidità assieme alle mie mutandine –no, non  servono- affermai togliendogli a mia volta i suoi jeans.
Le sue labbra si posarono su tutto il mio corpo senza tralasciare neppure uno “straccio” di pelle.
-Neppure questi- aggiunsi subito dopo sfilandogli i boxer neri che indossava.
Ammirai Jerry per la prima volta, non ero sbronza, anche lui era perfetto, fin troppo.
Iniziò a massaggiarmi i seni con molta dolcezza stuzzicando ogni tanto i capezzoli con l’indice, mentre io, eccitata da tutto ciò che mi stava facendo strusciai il clitoride al suo membro attendendo che mi facesse semplicemente sua: all’istante. Distesi il braccio fino a toccare il suo membro con la mano, per poi massaggiarglielo con delicatezza. Avevo deciso di farlo impazzire e così avrei fatto.
Mi leccò le labbra ed io chiusi gli occhi quasi come per pregarlo di farmi sua: così fece.
Mi penetrò con una botta secca, non appena ovviamente io tolsi la mano, all’inizio mi fece leggermente male, ma ,in seguito,  ci feci l’abitudine quindi aumentò le spinte e la forza che ci metteva.
Raggiungemmo l’orgasmo urlando , dopo di lui, il suo nome .
Stanchi si alzò e prendendomi in braccio mi portò nella mia camera, facendomi distendere con adagio sul letto. Si infilò sotto le coperte e mi abbracciò, stringendomi stretta stretta a lui: ero in paradiso.

Il mattino seguente mi svegliai tra le sue braccia.
Mi leccai le labbra leggermente stanca e mi voltai sentendo due braccia che mi stringevano a lui: Justin.
Abbassai il capo: lui era nudo e lo ero anche io. Cazzo la scommessa. L’avevo perso.
Ero sua adesso, per sempre. Non ci posso credere, come ho fatto a perdere contro di lui.
Sento uno sbadiglio: si è svegliato il cazzone. I suoi occhi si aprono lentamente e appena nota che sono sveglia mi sorride con uno sguardo dolce baciandomi a stampo sulle labbra. Non capisco. Lui è dolce ma… perché? Ogni volta che vinceva una scommessa faceva lo stronzo e con me no. Perché?
-Buongiorno- sorrise accarezzandomi la gamba, arrivare su a toccarmi l’interno coscia, poi il seno ed infino la mia guancia: mi baciò su quest’ultima, stringendomi a se, come se fossi solamente sua.
-Non ci crederai ma ti ho sognata e non riuscivo a smettere di abbracciarti- sussurrò lasciandomi un bacio sulla spalla, guardandomi. Non parlavo ero ancora scandalizzata: lo avevo fatto con lui cazzo.
-Hai vinto- sussurrai abbassando il capo. Dopo tutto ciò che mi disse riuscì a sussurrare sole queste parole.
-Sarai contento adesso no Justin?- chiesi anche se sapevo già la risposta: una lacrima rigò il mio viso.
Posò un dito su di essa, “cacciandola” via, mentre scuoteva velocemente il capo.
-Io non ho fatto l’amore con te per vincere la scommessa non ci ho neppure pensato, credimi- mi disse mettendosi seduto guardandomi  -hai approfittato di me, ieri sera ero esausta non capivo nulla- dissi urlando quasi piangendo, mettendomi a mia volta seduta, coprendomi con le lenzuola bianche.
-Amore te lo giuro, non avrei mai approfittato di te, davvero. Fidati per una volta- mi alzai con le lacrime agli occhi –lasciami in pace- urlai correndo in bagno. Non potevo crederci aveva il coraggio nel dire “ho fatto l’amore” voleva vincere per potermi usare quando cazzo voleva, ecco la verità. Potevo rifiutarlo ieri ma non l’ho fatto, e anche colpa mia, ma ieri ero stanca e non ho pensato a nulla.
Improvvisamente mi sentivo male. Mi voltai verso il water e corsi da lui, vomitando tutto ciò che avevo mangiato ieri su di esso. La porta del bagno si aprì improvvisamente, era lui, ma ero troppo occupata a vomitare che a guardarlo. Corse da me, mi resse i capelli con una mano mentre con l’altra mi accarezzava la guancia con dolcezza, preoccupato –shh.. amore, tranquilla- si, tranquilla, mica sto partorendo e se fossi incinta? Ma no Bieber usa i preservativi sempre e sono sicura che se lo mise anche ieri, questo è solo il cibo.

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Capitolo 8
*** 7 ***


I suoi occhi erano colmi di lacrime: mi fece davvero male vederla in quello stato. Eppure l’ho sempre odiata. Appena finì di vomitare, si lavò il viso. Mi avvicinai a lei facendo combaciare la sua schiena con il mio petto. La strinsi  a me, facendola voltare e  posare il capo sul mio petto. Chiuse i suoi occhi e, asciugandole le lacrime, portai le labbra sulla sua fronte baciandogliela dolcemente. Passò la lingua sulle sue labbra, secche e quasi prive di colore –basta- sussurrò a denti stretti. Non avevo capito a cosa si riferisse. Le alzai il viso per guardarla meglio e tentare di capire cosa volesse dire ma non ci riuscì e lei non aggiunse altro per cui.            -Di cosa parli?- domandai accarezzandole una ciocca di capelli –perché ti comporti così con me? Un giorno mi odi e l’altro mi desideri- il suo tono era identico a quello di prima. Ma non era ciò che mi infastidiva, erano le parole. Aveva ragione. Ma non sapevo neppure io il motivo e ciò mi rendeva debole ai suoi occhi ed era proprio l’ultima cosa che volevo, lo avrebbe riferito alle sue amiche e loro sono oche che parlano.
-Se la pensi così allora dimenticati di me Selena. Sarò solo il tuo fratellastro e ti odierò come non ho fatto mai- sussurrai al suo orecchio. Si allontanò dalle mie braccia e li che sentì un gran vuoto, eppure non ne ero innamorato, la trovavo attraente, si, lo era fin troppo, ma non ne ero innamorato e non sapevo perché sentivo quella sensazione di vuoto nel mio stomaco ma soprattutto nel mio cuore: quasi  non batteva più.
-Beh allora inizia a staccarti dal mio corpo!- urlò spingendomi al muro, spostò i suoi capelli  con un tocco e si recò nella sua camera, per cambiarsi –già fatto- le urlai a mia volta una volta che lei era già dentro la sua camera ed io dentro la mia. Non  sarebbe finita li. Lei sarebbe stata nuovamente mia, prima o poi. Più prima che poi ovviamente: ottengo sempre ciò che voglio.
 
P.o.v Selena.
#Giorno. Seguente.
Raggi solari. I raggi solari costrinsero ai miei occhi di aprirsi, a malincuore. Scoprì il mio corpo dalla coperta e, mettendomi seduta, posai i piedi scalzi sul pavimento, recandomi in bagno. La porta era chiusa, ma non a chiave così entrai senza farmi problemi, chiudendomi poi la porta alle spalle. Aprì il rubinetto per lavarmi il viso e pettinarmi i capelli con dolcezza, come se avessi timore che mi si sarebbero spezzati improvvisamente. Appena chiusi il rubinetto sentì scorrere altra acqua. Mi voltai verso la doccia: c’era qualcuno, un ragazzo o un uomo. Se era Justin mi sarei ammazzata da sola e se fosse Jeremy.. beh anche. Lui è vecchietto rispetto a me e sinceramente preferirei vedere Justin nudo che il padre. Anzi, nessuno dei due, punto e non si discute più. Ok, si vede che mi sono appena svegliata.
Mi volto verso la porta e cammino silenziosamente per non far capire che sono entrata senza bussare.          Il rubinetto si chiude improvvisamente: il mio cuore batte all’impazzata.
-Cosa ci fai qua, Gomez!- urla lui. E’ la voce di Justin, menomale, almeno non è Jeremy. Solo al pensiero di lui nudo mi viene il disgusto e sinceramente non ci tengo –la porta era aperta e credevo non ci fosse nessuno- sussurrai appena, restando girata per non guardarlo nudo –puoi voltarti- non mi disse altro.
Credetti, ingenua, che si fosse coperto con un asciugamano invece era perfettamente nudo. Strinsi i denti. Che pezzo di merda –questo è per farti vedere cosa ti stai perdendo- sussurrò a pochi centimetri dalle mie labbra. Indietreggiai velocemente, fino a toccare la porta con la schiena. Lui mi si avvicinò e attaccò, come una calamita, il suo corpo al mio. Bagnò tutto il mio pigiama –oh, quindi non mi perdo nulla- sorrisi falsamente scansandolo per portare la mia mano alla maniglia della porta ma, la sua mano, si posizionò per prima alla maniglia, chiudendoci a chiave. Ma non me ne ero proprio accorta. Prese le mutande e le indossò, mettendoci dentro, poi, la chiave –p-perché non si apre?- chiesi titubante, quasi spaventata. Credevo fossi stata io a bloccarla ma non ricordavo fosse rotta –cerca la chiave- mi sorrise malizioso, iniziando ad asciugarsi i capelli con il phon.  Fulminandolo con lo sguardo cercai con lo sguardo la chiave ma nulla –senti non c’è, dove l’hai ficcata, scemo-  gli urlai contro, togliendogli il phon dalle mani per spegnerlo –fuoco- disse solo questo. Cosa cazzo c’entrava adesso il fuoco, dico io. –ti sto dicendo che la chiave è a pochi centimetri da te- mi informò esasperato. Bella giornata del cazzo. Annui alle sue parole ma non sapevo comunque dove potesse essere. Mi fece segno di guardare i suoi boxer azzurri.
-Avanti, cerca il tesoro- mi disse accarezzandomi la guancia baciandomi sul collo. Ansimai, portando le mani sul suo petto facendole scendere fino alla molla delle sue mutande –dammela!- dissi staccandolo –prenditela da sola altrimenti rimarrai qui, con me- sorrise malizioso.  Quanto lo odiavo cazzo.
-Justin Drew Bieber, c’è un tuo amico sotto che mi sta aspettando: devo andare a scuola con lui e finita la scuola ci esco insieme. Dammi quella chiave- dissi a denti stretti portando la mano sul suo collo per strangolarlo. Scoppiò a ridere e poi tornò serio: mi sbattè forte al muro per poi attaccarsi a me –tu sei solo mia, troia- mi baciò con violenza sulle labbra. Sapevo che per lui “troia” era come dire amore o tesoro in tono affettivo ma se mi aveva chiamato così significava che gli infastidiva qualcosa. Non ricambiai il bacio.
-Vuoi uscire? Prendi la chiave- disse ancora una volta –e poi fammi un regalino- sorrise malizioso e strafottente, non ero qui per esaudire un suo desiderio: ma non avevo altra scelta.  Infilai la mano dentro le sue mutande: fece uscire dalla sua bocca dei gemiti perfetti –baciami- mi ordinò. Così feci.
Lo baciai mentre con la mano gli toccai con forza il suo membro per poi prendere la chiave e toglierla da li.
-Fatto, ciao- dissi e quando stavo per scansarlo mi fece segno di inginocchiarmi. Ma adesso cosa voleva questo qui? –Che vuoi ancora?- dissi esasperata. Mi prese con forza la chiave e, distendendo il braccio, fece in modo che io non potessi arrivare a prenderla, neppure a sfiorarla –il regalino. Fa come ti ho detto- sospirai e mi inginocchiai, alzai lo sguardo portando le mani ai suoi boxer, sfilandoglieli –dai, ospitalo in quella tua fottuta bocca- ordinò ancora guardandomi con aria di superiorità. Perché sono così tappa rispetto a lui cazzo! Eppure prima ero più alta io –e menomale che dovevi odiarmi- sbuffando avvicinai le mie labbra al suo membro  -ti odio, ma facendoti fare questo ti faccio un torto ed io godo e vinco contro di te, quindi.. muoviti e appena finisci mi rimetti le mutande- ma quanto detesto questo ragazzo io? Tanto. Non c’è bisogno che aggiungo altro. Iniziai alla base del suo cazzo e lecco pian piano, verso l’alto, gli lecco la cappella fino al suo buco al centro. Passo la lingua intorno alla base di essa, ripassando con frequenza sulla sua pelle delicata. Lo infilo tutto in bocca, iniziando a muovermi con il capo, per succhiarlo con più forza e velocità. Ecco degli ansimi e dei gemiti provenire dalla sua bocca: la sua mano si posa sul mio capo, spingendomi a continuare con più intensità di prima. Strinse i miei capelli eccitato. Sta raggiungendo l’orgasmo, infatti, urla il mio nome, venendomi in bocca. Apro leggermente più la bocca per far si di non fargli male quando è gonfio. Il suo sperma si spalma dentro la mia bocca ed io, invece di sputarlo via lo ingoio tutto, senza volerlo.
Tolgo il suo cazzo dalla mia bocca, per poi lasciargli un piccolo bacio sul membro, per farlo calmare.
Si appoggiò al muro per reggersi, era evidente che fosse eccitato. Porto la mano ai suoi boxer fino a farli salire sopra, coprendogli il cazzo –soddisfatto?- chiedo anche se so già la risposta –ti ricatterò ancora e allora ti chiederò una cosa che dovrei per forza accettare. Attenta a ciò che fai e con chi la fai, tesoro- mi sorrise aprendo la porta ed uscendo dal bagno. 

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Capitolo 9
*** 8 ***


Ero pronta : volevo dimenticarmi assolutamente di quei dieci minuti trascorsi con Bieber volevo pensare solo a Beau. Mia madre si sarebbe infuriata se sapesse che mi ha chiesto di diventare la sua ragazza, io ancora non gli ho risposto sono confusa. Beau è un ragazzo abbastanza ribelle, dopo Justin sarebbe il più popolare ma anche il più stronzo: anche se con me, non lo è affatto.
Scendo le scale notando il mio fratellastro e il mio futuro ragazzo che conversavano amichevolmente: era del tutto normale, dato che erano amici dalle elementari. Speravo con tutta me stessa che Justin non abbia detto nulla, altrimenti se la sarebbe vista davvero brutta. Respiro lentamente, più volte, per calmarmi.
-Buongiorno-saluto raggiante il castano evitando Justin. Ma fu proprio quest’ultimo a voltarsi verso di me, abbracciandomi e baciandomi sulla guancia sinistra per poi nascondere la mano dietro la mia schiena ed accarezzarmi con abilità e desiderio il mio sedere. Stavo quasi per tirargli uno schiaffo ma il suo sguardo era quasi freddo e lì capì che voleva dirmi qualcosa ma non lo avrebbe fatto adesso, non nella presenza di Beau.
 -Giorno a te!- sorride Beau baciandomi la guancia destra –noto con piacere che sei euforica questa mattina- termina la sua frase guardandomi incuriosito. Sento bisbigliare Justin che mi dice “noto che Jerry ti è piaciuto, ma B, non lo sa, che dici, parlo?” tiro uno schiaffo al petto di Bieber e poi sorrido annuendo all’amico –andiamo?- chiedo rapidamente per non restare un secondo di più con il signorino “Pene Jerry ti aspetta”.  Annuirono entrambi. A quanto pare il signorino verrà con noi.  Usciamo di casa e Justin mi fa mettere sui sedili posteriori mentre lui si mette avanti con Beau che guida. Volto lo sguardo verso il finestrino: siamo partiti e ci rechiamo verso scuola. Evvai! Ma quanto euforia oggi? C’ha proprio ragione.
Appena arrivati io scendo e raggiungo le mie amiche per entrare in classe.
Avevamo tutti lezioni differenti, per fortuna. Fine scuola esco dall’edificio camminando verso l’auto di Beau che dovevamo pranzare assieme ma, qualcuno, mi afferra per il polso trascinandomi nel giardino della scuola: Justin Drew Bieber. Cazzone canadese.
-Che vuoi ?- urlo toccandomi il polso mi aveva fatto leggermente male.  Mi sorride avvicinandosi ed io indietreggio fino a toccare il muro. Mi guardo le spalle e, quando mi volto verso di lui me lo ritrovo a due centimetri dal mio viso –te- mi informa baciandomi a stampo –peccato che non è lo stesso per me, ciao- dico come se fosse la cosa più normale del mondo e lo era, non tutti potevano amarlo o cadergli ai piedi. Faccio per staccarlo ma si struscia al mio corpo –mettiamola così- sussurra a pochi centimetri dal mio orecchio –se non farai ciò che ti dico, quando te lo dico, non ricambierai ciò che ti faccio, dirò tutto all’amore tuo e..a tua mamma- sgrano gli occhi a quelle parole, sono leggermente stupita. Stronzo canadese. Vorrei piangere tra le sue braccia, ma non posso, perché è lui a ricattarmi.
-Sei uno stronzo, Justin! Non puoi farmi questo!- gli dico staccandolo per guardarlo negli occhi.

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Capitolo 10
*** 9 ***


Il suo sguardo è totalmente divertito e non smette di ridacchiare.
Rimango affascinata dalla sua risata, è stronzo, si, ma il suo sorriso è perfetto.
-Posso e come, ti lascio qualche ora per decidere, poi vengo da te- sussurra avvicinandosi nuovamente a me. Quella vicinanza non mi piace per niente. Si deve allontanare da me, di almeno cinquanta metri.
Lo guardo come se fosse l’odio in persona e prima che potrei ribattere alle sue parole cattura le mie labbra con le sue, baciandomi con una dolcezza incredibile. Perché si comporta da stronzo ma i bacia con tenerezza? Ciò non riesco proprio a comprenderlo. Vorrei ricambiare ma non riesco per il disprezzo che provo al momento, per il disprezzo che sento su di lui. Non saprei neppure come definire Justin, adesso.
Si stacca lentamente da me guardandomi dritta negli occhi, accarezzandomi la guancia, va via.
Mi ha lasciata lì, come una perfetta idiota, se dovrebbe fare l’agente segreto gli uscirebbe anche bene.
Cerco di riprendermi non appena il mio cellulare inizia a vibrare. Sobbalzo e afferrandolo vedo di chi è il messaggio:  Beau. Cavolo mi sta aspettando. Corro verso la sua auto e intravedo Justin chiacchierare con una ragazza bastardo, si aspetta pure che sono sua dopo ciò. Col cazzo. Arrivo a “destinazione” ovvero l’auto di Beau e lo saluto lasciandomi baciare sulla guancia. Sorrido spontaneamente ma mi irrigidisco non appena sento lo sguardo di Justin su di noi, su di lui ma soprattutto… su di me.
Faccio finta di nulla e mi lascio aprire la portiera. Entra anche lui ma non mette in moto l’auto.
-Non andiamo?- domando guardandolo, poggiando delicatamente lo zaino a terra. Scuote il capo.
-Dobbiamo portare a casa il tuo fratellino- mi indica Justin che ci raggiunge. Eh che palle.
Justin apre la portiera di dietro e si siede, chiudendole subito dopo –vai- ordina all’amico che annuisce.
 
Abbiamo accompagnato, finalmente, Justin a casa ed io mi trovo seduta su un tavolo per due persone del fast food. Beau sta portando da mangiare. Sospiro annoiata. Ancora non è pronto così inizio a giocherellare con il suo cellulare. I suoi giochi mi piacciono tanto anche se, sfortunatamente, perdo sempre e ritento.
Arrivò, finalmente, con le patatine, crocchette di pollo e.. la mia acqua. Gli feci un sorriso e presi una patatina, mettendola in bocca, addentandola. La portai tutta in bocca e masticandola, la ingoiai.
-Senti, ma il rapporto tra te e Justin…com’è?- mi domandò lui. Non capì immediatamente la domanda.
Cosa cavolo significa che rapporto ho con Justin? Mi leccai le labbra, assaporando il sale, poi risposi.
-A cosa ti riferisci?- chiesi storcendo il naso mettendo, questa volta, due patatine in bocca.
-Voglio sapere se siete mai stati insieme, come…fidanzati, ecco- specifica meglio lui, questa volta.
Ma comunque che razza di domande mi porge questo? E poi a lui cosa gliene importa?
-No, mai. Ma dobbiamo per forza parlare di lui?- chiesi esasperata. Scuote il capo sorridendomi.

Torno a casa, finalmente.
Menomale che non dovevamo parlare di lui.
Mi ha chiesto quando e come lo conosciuto. Ma è cretino?
L’ho conosciuto lo stesso giorno in cui ho conosciuto lui, ovvero primo giorno di scuola.
Ma, dico io, perché tutte quelle domande poi? Cosa voleva sapere con esattezza?
Mi aveva anche invitata ad andare a casa sua ma ho rifiutato inventando una scusa, ovvero “mamma vuole che l’aiuti con la cena oggi” e lui “fatti aiutare anche da Justin” ma che razza di risposta è? E’ gay forse?
Entro in camera mia, chiudendomi la porta alla spalle e vedo Bieber disteso sul mio letto, che dorme.
Mi aspettava evidentemente: è un angelo quando dorme, davvero, peccato che lui non dorme sempre.
Avvicinandomi piano, piano, gli poso dolcemente una coperta sopra  il suo corpo ed io mi svesto velocemente e decido di indossare una maglietta che usavo per dormire, lunga fino alle ginocchia, e dei pantaloncini: ero stanca, non mi andava di mettermi chissà cosa. Mi posizionai di fianco a Justin e distendendomi di fianco a lui, poggiai il capo sul suo petto: addormentandomi beatamente, finalmente, mi aveva proprio stancato Beau con quelle domande su Justin. Cazzo, sposatelo!

#Sera

Apro gli occhi, assonnata, una mano di Justin mi accarezza i capelli mentre l’altra stringe la mia mano.
Alzo leggermente lo sguardo e tento di non sbadigliargli in faccia, così, voltandomi sbadiglio.
Rivolgo lo sguardo, ancora, su di lui e mi abbraccia dolcemente: sgrano gli occhi non capendo il suo gesto.
-Non dovevi rimanere con lui?- domanda improvvisamente Bieber a pochi centimetri dal mio orecchio.
-Si, ma mi faceva domande su di te e ho messo una scusa per farmi riportare a casa- lo sento ridere.
Lo allontano e lo guardo confusa poi capisco: è colpa sua se si comportava in questo modo.
-Cosa gli hai detto, stronzo!- urlo infuriata alzandomi dal letto.
Resta disteso sul letto e si accarezza il membro, leccandosi le labbra.
-Che se vuole entrare nel tuo cuore deve parlare solo di me e a quanto pare è così stupido da cascarci- gli lancio un cuscino del divano ma lo afferra poggiandolo sul letto e alzandosi mi raggiunge.
-Hai pensato alla mia proposta?- domanda improvvisamente, serio, osservandomi.
-Ecco..io..si..cioè..ci  ho pensato..- sorride, nota il mio imbarazzo e ciò lo eccita.
-Dimmi- sussurra a pochi centimetri di distanza dalle mie labbra.
-Io… non lo so… ecco.. – ride baciandomi la guancia –Selena, non ha altra scelta che accettare, ma ti ascolto- mi comunica mettendo le braccia conserte , chinando il capo guardandomi con aria divertita.
-Ma se mi guardi così io non ci riesco- dico voltandomi . Stavo diventando pian piano di tutti i colori in faccia, tra poco poteva intravedersi l’arcobaleno.
-Scusa- dice mettendosi di fronte a me –senti è che io.. cioè.. mi vergogno- ride abbracciandomi.
-Ti vergogni di me, tu?- annuisco poggiando il capo sul petto chiudendo gli occhi.
-Non devi- sorride alzo lo sguardo emi bacia a stampo –sta sera inventa una scusa con tua mamma, ti aspetto a casa mia- alzo un sopracciglio –mamma non mi farà uscire- dico staccandomi dall’abbraccio.
-Sarò più chiaro- mi dice con convinzione –o ti inventi una scusa e sta sera verrai da me, o spiffererò tutto a tua madre. Come hai inventato una balla per vedere Beau lo farai anche per me.. amore- sottolinea la parole amore è come se con quel termine volesse dire “sei mia e di nessun altro”. E’ positivo?

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Capitolo 11
*** 10 ***


Erano le sette e mezza,  dovevo andare da Justin alle nove e non sapevo ancora quale scusa potevo inventarmi. Intravidi mia madre che giocava con il mio nintendo, a Mario e ogni tanto urlava un “No” perché perdeva. Aveva sempre perso ai miei giochi non era in grado di vincere ma poco importa ora.
-Mamma, posso andare a da Miley? Vogliamo vederci Titanic- inventai nominando il film che entrambe amavo, non avrebbe rifiutato sentendo quel nome. Credo, ovviamente.
-Va bene, dormi da lei?- chiese mettendo pausa al gioco –non lo so ti faccio sapere appena sono li- annuisce. Ok. L’ho convinta. Una cosa è fatta. Salgo in camera mia per cambiarmi.
Indossai una canottiera bianca, degli shorts, con stivali marroni, come la giacca che presi.
Scesi le scale e salutai mia madre, aprì e poi chiusi la porta alle mie spalle attraversando la strada per andare a casa di Justin. E’ vero dovevo andare da lui alle nove però ormai ero qui.
C’era una scala, salì velocemente  la finestra era aperta. Justin era nudo, tutto bagnato, tutto sudato.
La sua mano era sul suo pene, si stava facendo una sega: la bocca era aperta e iniziò ad urlare il mio nome.
Questo oggi mi avrà fatto proprio male. Stavo per commentare divertita ma la porta si aprì e notai una ragazza entrare, simile a me. La faccia era leggermente più ciotta della mia e le labbra più carnose.
Mi abbassai per sentire e vedere cosa sarebbe accaduto. Quel pezzo di merda menomale che voleva me.
-Se ti sei innamorato di lei perché non le dici nulla?- domandò la ragazza accarezzandogli le gambe.
-Lei non mi vuole, quindi cerco ragazze simili a lei chiedendo loro di comportarsi come la ragazza che mi piace- le sue parole appaiono sincere –ma tra poco viene, ed è come se la tradissi- parla la ragazza accarezzandogli il membro –a lei non interessa di me- una lacrima riga il mio viso non appena sento e vedo lui che la bacia sulle labbra. Lui immagina che sono io ma ciò che mi fa rabbia e mi infastidisce è che se la sta facendo con lei quando io sarei rimasta con lui.
-Justin sei solo un pezzo di merda-  dico a voce alta, senza volerlo. Si accorge di me e alzando il capo sgrana gli occhi quasi con aria dispiaciuta –Selena io..- si alza togliendosi di dosso la ragazza.
-Vaffanculo- dico a denti stretti scendendo le scale.
Mi fa male, dice di volere me ma intanto se la fa con lei, proprio quando sarei venuta io.
Corro verso il giardino, per uscire da casa sua ma vengo fermata e sbattuta contro il muro.
-No, ti prego, io..- non lo faccio terminare la frase che gli tiro uno schiaffo sulla guancia sinistra.
-Sei semplicemente un pezzo di merda- gli dico a pochi centimetri dal suo viso –prima dici quelle cose a Beau per avermi per te. Mi minacci e quando vengo da te e voglio entrare dalla finestra perché mia madre potrebbe vedermi vedo che te la fai con quella. Ho visto quanto mi vuoi- dissi spingendolo via.
La ragazza esce da casa di Justin, va via. Poco mi importa. Quella, anche quella è una stronza.
-Ascoltami…- sussurra asciugandomi le lacrime. Non mi sono neppure accorta che sto piangendo per una sua azione, di fronte a lui poi. Che figura di merda che sto facendo.
-No, non voglio ascoltarti- dico cercando di liberarmi dalla sua presa, ma nulla da fare.
Si arrabbia. Mi prende in braccio portandomi dentro ed io inizio a muovere le gambe senza alcun risultato.
Chiude la porta con il piede e mi butta sul divano, come se fossi un sacco di patate.

Non parliamo da quasi mezz’ora, non facciamo altro che guardarci, entrambi con odio, solo con disprezzo.
-Hai avuto problemi a venire da me?- domanda improvvisamente lui  distendendo le braccia verso di me.
Vuole abbracciarmi è abbastanza evidente, ma io non voglio, mi ha ferita e non so neppure perché.
-Cosa cazzo te ne frega? Eri qui con Miss gemella della Gomez- sbuffo irritata voltandomi dalla parte opposta alla sua. Lo sento sospirare. Si avvicina a me, chinandosi e poggiando la  mano sul  mio ginocchio.
-Sei gelosa, ho capito- sorride amorevolmente compiaciuto –io non sono gelosa. Sei tu che ti cerchi quelle simili a me che tra l’altro manco mi somigliava, la sua faccia era come quella di un pallone per non parlare della mani che sono giganti come il letto di camera tua- sospiro irritata. Scoppia a ridere e mi abbraccia improvvisamente, non mi stacco né ricambio l’abbraccio. Non capisco perché lo abbia fatto a solo ora mi rendo conto che ciò che mi ha detto è vero: sono gelosa. Ma perché sono gelosa? Non capisco, lo odio.
-Ora ne sono certo- sorride baciandomi sulla guancia –sei gelosa- mi stacca mettendo il broncio.
-Ti ho detto che non sono gelosa, dovrei esserlo di quella ranocchia? Ma per favore- ride ancora.
E’ stranamente dolce dopo che ha scoperto che sono gelosa anche se nego, ma è troppo furbo.
-Non puoi vestirti?- domandai facendo la faccia disgustata anche se non lo ero per niente.
Annuì baciandomi sulla fronte. Lo vidi andare in camera sua e quando tornò aveva solo dei  jeans.
-E questo è il tuo modo di vestirti?- chiesi sarcastica alzando un sopracciglio –accontentati, non ho manco le mutande- cercai di non ridere. Mi tolsi la giacca e quando stavo per andarla a poggiare lui mi precedette.
-Hai sete?- chiese avvicinandosi a me accarezzandomi il braccio –un po’- annuì e, prendendomi per mano, mi portò in cucina con lui –penso che hai anche fame- aprì la bocca leggermente.
-Hai cucinato?- domandai sorpresa –certo, secondo te perché ti ho fatta venire?- domandò maliziosamente.
-Per sfondarmi il culo con il tuo cazzo- mi affrettai a rispondere e poi mi tappai la bocca con la mano.
Rise ancora annuendo –quello è normale- mi fece sedere e mangiammo.


Dopo cena chiamai mamma dicendole che restavo a dormire da Miley, me lo disse Justin di dirle così, voleva rimanere con me, ma ok, mi tratterrò dal saltargli a dosso. No scherzo, io non lo farò con lui.
-Justin ma che facciamo tutta sta sera?- domandai sedendomi sul divano, dopo di lui.
-Vuoi saperlo davvero?- chiese mangiandomi con gli occhi.
Si avvicinò maggiormente a me ed io, invece indietreggiai se continuavo così sarei potuta cadere a terra.
Voltai il capo verso il pavimento e, notando un serpente mi attaccai praticamente a lui, saltandogli sulle gambe, terrorizzata. Rise stringendomi a se –mmh.. adesso mi vuoi?- chiese baciandomi sul collo.
-M-m-mandalo via- dissi abbassando il capo, portandolo sotto il suo collo.
-Che cosa?- chiese accarezzandomi la schiena –il ser-serpente Justin-  mi bacio sulla fronte e facendomi sedere sul divano si alzò, prendendolo e andandolo a mettere nella sua stanza –è il mio serpentino, non credevo avessi paura di loro- ammise chinandosi baciandomi il ginocchio –ne sono terrorizzata, è diverso- dico scuotendo il capo tranquillizzandomi a quel suo gesto.





Termino qui il capitolo che devo scappare a mangiare.
Se ricevo quattro recensioni continuo sta sera.
Un bacio <3

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Capitolo 12
*** anteprima undici ***


Accendiamo la TV, guardiamo un telefilm, non so quale sia, non mi interessa.
Il suo capo è poggiato sulle mie gambe e io, non posso evitare di osservarla mentre guarda il film, cercando di capire cosa sia accaduto negli episodi precedenti. Sbuffa. Non rido anche se dovrei, è molto buffa.
-Non capisco niente- sbotta improvvisamente distendendo un braccio verso la televisione.
-Perché quella tizia corre come una pazza se non c’è nessuno che la insegue?- chiede guardandomi negli occhi, con uno sguardo molto confuso e allo stesso tempo infuriato. Si infuriato perché non riesce a capire.
-E’ in pericolo perché il suo ex è uno psicopatico che vuole da lei i suoi soldi ma lei, non vuole darglieli così si ritrova senza poliziotti che la possono proteggere e scappa dentro casa sua, chiudendo porte e finestre- le spiego accarezzandole le labbra con due dita dolcemente , annuisce. So che vuole capire di più ma non so altro, anche perché la serie la seguo solo quando mi annoio, quindi una volta alla settimana.
-Non so altro- mi guarda male e mi fa la linguaccia. Questa volta rido e porto le mani sui suoi fianchi, muovendo quest’ultime per farle il solletico, ma a quanto pare non lo soffre. Stronzetta.


Il telefilm, finalmente, finisce e lei rimane distesa, come lo ero mezz’ora fa.
Sorriso pensando a qualcosa da fare. Non volevo farlo solo perché avevo voglia.
-Ti va di entrare nell’idromassaggio? – chiedo spegnendo la televisione aspettando una sua risposta.
Mi guarda alzando un sopracciglio –non ho nulla da mettere e poi..- si ferma facendo una minuscola pausa –dove lo andiamo a prendere?- dice voltandosi verso di me –sei proprio stupidina, è al piano di sopra- aspetto che alza il capo, così fa, e la porto di sopra. Mi stringe la mano non appena passiamo di fianco alla mia camera, teme che il serpente sia scappato via –che conigliietta sexy e codarda che ho tra le mie mani- ridacchio malizioso. Mi tira uno schiaffo sulla spalla –smettila, non è affatto divertente- sbuffa.
-Lo è, altrimenti non lo dicevo- mi guarda male, lasciando improvvisamente la mia mano e scendendo le scale arrabbiata –ehi, ehi, ehi.. dove vai?- urlo seguendola –a casa- sospira. La fermo bloccandola.
-No, tu resti qui con me- scuote il capo velocemente  -tu resti qui- dico con decisione –no, mi hai scocciato- dice cercando di liberarsi, inutilmente –vai e parlerò con tua mamma- si ferma immediatamente.  Mi guarda con uno d’odio.













vi metto l'anteprima che internet va e viene non ho potuto continuare.

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Capitolo 13
*** 11 ***


Accendiamo la TV, guardiamo un telefilm, non so quale sia, non mi interessa.
Il suo capo è poggiato sulle mie gambe e io, non posso evitare di osservarla mentre guarda il film, cercando di capire cosa sia accaduto negli episodi precedenti. Sbuffa. Non rido anche se dovrei, è molto buffa.
-Non capisco niente- sbotta improvvisamente distendendo un braccio verso la televisione.
-Perché quella tizia corre come una pazza se non c’è nessuno che la insegue?- chiede guardandomi negli occhi, con uno sguardo molto confuso e allo stesso tempo infuriato. Si infuriato perché non riesce a capire.
-E’ in pericolo perché il suo ex è uno psicopatico che vuole da lei i suoi soldi ma lei, non vuole darglieli così si ritrova senza poliziotti che la possono proteggere e scappa dentro casa sua, chiudendo porte e finestre- le spiego accarezzandole le labbra con due dita dolcemente , annuisce. So che vuole capire di più ma non so altro, anche perché la serie la seguo solo quando mi annoio, quindi una volta alla settimana.
-Non so altro- mi guarda male e mi fa la linguaccia. Questa volta rido e porto le mani sui suoi fianchi, muovendo quest’ultime per farle il solletico, ma a quanto pare non lo soffre. Stronzetta.


Il telefilm, finalmente, finisce e lei rimane distesa, come lo ero mezz’ora fa.
Sorriso pensando a qualcosa da fare. Non volevo farlo solo perché avevo voglia.
-Ti va di entrare nell’idromassaggio? – chiedo spegnendo la televisione aspettando una sua risposta.
Mi guarda alzando un sopracciglio –non ho nulla da mettere e poi..- si ferma facendo una minuscola pausa –dove lo andiamo a prendere?- dice voltandosi verso di me –sei proprio stupidina, è al piano di sopra- aspetto che alza il capo, così fa, e la porto di sopra. Mi stringe la mano non appena passiamo di fianco alla mia camera, teme che il serpente sia scappato via –che conigliietta sexy e codarda che ho tra le mie mani- ridacchio malizioso. Mi tira uno schiaffo sulla spalla –smettila, non è affatto divertente-sbuffa.
-Lo è, altrimenti non lo dicevo- mi guarda male, lasciando improvvisamente la mia mano e scendendo le scale arrabbiata –ehi, ehi, ehi.. dove vai?- urlo seguendola –a casa-sospira. La fermo bloccandola.
-No, tu resti qui con me- scuote il capo velocemente  -tu resti qui- dico con decisione –no, mi hai scocciato- dice cercando di liberarsi, inutilmente –vai e parlerò con tua mamma- si ferma immediatamente.  Mi guarda con uno d’odio. Un po’ mi fa male ma io la voglio qui, con me e soltanto con me, con nessun altro, devo esistere solo io per lei: non si discute assolutamente.
Avvicinò il naso al suo, strusciandolo –vieni- sussurrai poggiando la fronte sopra la sua.
Stesso sguardo precedente, non cambia, è distaccata, fredda.
La prendo per mano, portandola nella stanza dove la stavo conducendo prima.
Aprì la porta e la feci entrare prima di me, abbassai lo sguardo, involontariamente e, le guardai il sedere.
Avrei avuto tanta e tanta voglia di sculacciarla e poi, incularla per bene, sbattendola contro il muro, ma dovevo contenermi assolutamente o l’avrei fatta scappare per davvero questa volta.
Mi spogliai velocemente, entrai nudo dentro la vasca e le sorrisi per incoraggiarla ad entrare.
-N-no, mi vergogno ho detto- sospira –passami i panni- le chiedo, se uscivo le avrei fatto fare altro.
-No- ride –credi davvero che mi vergogno a farmi vedere nudo da te?- le chiedo anche se sapevo la sua risposta. Povera sciocchina se credeva davvero questo.
-Avanti, cacciale ste palle Bieber- sorride beffarda mettendo le braccia conserte.
Annuisco alzandomi ed uscendo da li, facendo cadere a terra le goccioline d’acqua.
-Tocca a te- sorrido io beffardo provocandola –ma tanto so già che non lo farai, ti vergogni- la sfotto usando il suo tono di voce. Mi guarda male, spingendomi nella vasca si sfila velocemente gli shorts assieme alla canottiera bianca, togliendosi anche gli stivali –hai ancora da ridire?- mi chiede mentre io l’ammiro.
Mi rialzo e l’afferro per i polsi ridendo –si- le urlo prima di buttarla dentro insieme a me –ora no però- va sott’acqua e mi afferra per le ginocchia, facendomi andare sotto assieme a lei. Mi fa la linguaccia e torna su.
Io non ritornò su. Poggio la mano sui suoi bacini e le sfilo le mutandine gettandole fuori dall’acqua, lontano dalla vasca così che se voleva andarle a prendere sarebbe dovuta uscire. Le bacio il suo sesso e torno su.
-Stronzo, sei uno stronzo Justin- ride, l’attiro a me e lei porta le braccia attorno al mio collo.
Porto le mani sulla sua schiena, accarezzandogliela, in seguito le sbottono il reggiseno buttandolo via come le sue mutandine perfette e bagnata d’acqua.
-E adesso come fai?- le chiedo baciandola sul collo speranzoso che non rifiutasse.


P.o.v Selena

Non avrei potuto rifiutare i suoi baci ardenti sul mio collo perché ricordai le sue parole di quando mi minacciò “se non farai ciò che ti dico, quando te lo dico, non ricambierai ciò che ti faccio, dirò tutto all’amore tuo e..a tua mammase ripenso a quelle parole mi vengono i brividi. Porto una mano sul suo petto per posizionarmi meglio, mi dava un po’ fastidio il contatto con l’acqua, del tutto nudi, assieme.
-Mi dispiace ma non ce la faccio a..- fa una piccola pausa facendomi mettere le gambe attorno al suo bacino, scoprendo leggermente il mio corpo dall’acqua –resisterti- sussurra addentando uno dei miei capezzoli con avidità. Gemo velocemente, sia per il freddo che per ciò che mi stava facendo. Un po’ di dolore lo provavo ma venne subito sostituito dal piacere che mi provocava man mano.
Mi infila il suo membro nella mia intimità e mi guarda con intensità infinità.
In questo momento mi sento sporca perché mi sto sentendo con Beau e Justin mi costringe a fare ciò che vuole lui. Questi brividi, che mi provoca, mi piacciono, molto, ma è sbagliato ciò che faccio, mi sento sporca.
Cattura le mie labbra con le sue infilando la lingua dentro la mia bocca premendo violentemente contro la mia, mentre inizia a spingere, dentro di me, entrando tutto dentro di me: una cosa sola siamo adesso.
Tanto piacere sto provando adesso. Il mio corpo si riscalda pian piano e, quasi stanca, poggio la fronte sopra la sua per poi sulla sua spalla: ebbi un lungo orgasmo che fece venire Justin con più violenza sentendomi urlare il suo nome. Justin stesso urlò, dopo di me, il mio nome, sbattendomi con forza sulla vasca, velocemente. Toglie il suo membro dal mio sesso e mi fa scendere da sopra di lui, mi fa voltare dalla parte opposta alla sua per scoparmi il sedere e così fa. Inizia subito a spingere con una forza indescrivibile, porto le mani sulle sue gambe, graffiandole per il tanto piacere che stavo provando in questi trenta minuti.


Bieber mi prestò una maglietta, che mi arrivava esattamente alle ginocchia, e stava facendo asciugare la mia biancheria. Ma il mio corpo seminudo di certo non era d’aiuto ai suoi ormoni.
-Mi hai fatto male- sbotto improvvisamente, sedendomi, a gambe incrociate, sul suo letto.
-Di cosa stai parlando?- chiede avvicinandosi a me, chinando il capo per vedere la mia intimità nuda.
Chiudo istintivamente le gambe, arrossendo –di quando mi hai ficcato il tuo amato Jerry nel culo- spiego guardandomi la maglietta di Tom e Jerry. Osservo Jerry, il topolino, e rido pensando al cazzo di Justin.
-Ma ti è piaciuto- sbuffa lui –apri quelle tue fottute gambe, voglio ammirare- mi sento terribilmente in imbarazzo ma faccio come mi ordina altrimenti avrebbe davvero fatto la spia –cazzo quanto è bella- alzo un sopracciglio –cos’è le osservi di tutte quelle con cui vai a letto?- domando sarcastica –no, solo la tua- sospiro, ciò mi imbarazza ancora di più. Ma perché deve farmi arrossire per una cavolata del genere?
-Con lei vado molto d’accordo, con la padroncina, non molto- mi sorride riferendosi a me e al mio sesso.
-Avanti, dammi le mutande- dissi esasperata, alzandomi per non fargli più “osservare” nulla -Uh, e questo panorama è ancora più bello-mi volto verso di lui confusa poi capisco che si riferisce al mio sedere –sei proprio un pervertito. Dammele!- sbotto, lui le prende e se le mette vicino al naso, odorandole –mmh.. si sente che ti sei eccitata prima- lecca la mutanda e mi sento disgustata ma eccitata allo stesso tempo –sme-smettila- balbetto afferrandogliela e mettendomela dietro la schiena. Sbuffa avvicinandosi a me –o te la infili o me la riprendo, scegli- sorride malizioso –ma è tutta sporca- alza e abbassa le braccia.
-Non me la metto io!- gli dico lanciandogliela. L’afferra velocemente e la poggia sul suo membro strusciandosi su di essa –quella me la lavi, pervertito- non mi ascolta è troppo impegnato a fingere che quella mutanda sia il mio sesso.
Mi avvicino cautamente a lui ma improvvisamente la mutanda cade a terra e prendendomi per i polsi mi butta sul letto e lui sopra di me –te la lavo, dopo- sussurra iniziando a baciarmi sul collo eccitato peggio di prima –Justin, ma io come dormo, poi sento freddo- sospiro mettendo il broncio –così, tanto c’è Jerry che ti copre- sorride baciandomi sulla guancia. Non cambio espressione –ok, ok…  vado adesso ma tu non sbirciare- non capì.
-Non guardare cosa ho nei mobili eccetera a meno che non ti metti in faccia i miei boxer- sorride malizioso guardandomi –strusciati sul mio letto così domani, se non ci sei, assaporo il tuo odorino- gli tiro uno schiaffo sulla spalla. Ride e prendendo la mia mutandina apre la porta. Mi guarda e mi fa notare e se la rimette nuovamente sul suo membro, strofinandola su di essa –smettila- supplico io seguendolo –e tu strusciati sul mio letto- sbuffo eseguendo l’ordino: pervertito di Bieber.





Non è uscito gran che.
Scusatemi .-.
Voglio almeno 4/5 recensioni eh!

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Capitolo 14
*** 12 ***


#Mattino Seguente


Sospirai velocemente, osservando il soffitto quasi come se fosse un hobby in questo periodo.
Sentì un braccio posizionarsi sul mio petto, e la mano che toccava il mio seno.
Posai lo sguardo in basso e, con molta lentezza e delicatezza, gli afferrai il braccio spostandoglielo.
Proprio mentre stavo per voltarmi la mano tornò dove era prima.
Sbuffai velocemente portando nuovamente la mano sul suo polso, cercando di alzarlo, ma la presa sul mio seno aumentò. Feci una smorfia di dolore e solo allora compresi che era sveglio, ma teneva gli occhi chiusi.
-Scemo, mi fai male- sussurrai poggiando la mano, questa volta, sulla sua guancia.
Non emise nessuna parola. Non si mosse minimamente. Cazzo che nervoso. Bene lo avrei provocato.
-Che caldo- sussurrai improvvisamente portando la mano sulla mia maglietta, sfilandomela.
Sapevo che lui mi stava guardando ma non feci nulla per toglierli la mano sul mio seno.
Mi misi su di un fianco, verso di lui e mi avvicinai lentamente a Justin, attaccando il mio corpo completamente nudo al suo coperto solo da dei boxer bianchi e neri.
Poggiai una mano sul suo petto, accarezzandolo, mentre l’altra la infila dentro i suoi boxer.
Aprì improvvisamente gli occhi –fregato- gli feci la linguaccia togliendomi da vicino a lui e togliendo, soprattutto le mani dal suo corpo maledettamente perfetto, per non parlare di Jerry che.. ma cazzo dico?
Prendo la maglietta infilandomela e porto una ciocca dei capelli dietro l’orecchio.
-Stronza, mi stavo eccitando- urla tirandomi uno schiaffo al sedere. Sobbalzo divertita e mi alzo per non ricevere altre manate, chissà dove.  Presi la mutandina che era poggiata esattamente a terra e me la misi.
In seguito indossai i miei shorts e gli stivali –dove vai?- chiede improvvisamente, notando che mi sfilai la sua maglietta e mi abbottonai il reggiseno per poi coprirmi con la canottiera bianca –casa- risposi semplicemente. Si alza improvvisamente, raggiungendomi, accarezzandomi il viso negando con il capo.
-Resta ancora- sussurra a due centimetri dalle mie labbra. Le sue parole mi mandano in confusione, cazzo.
Mi attira a se, stringendomi per i polsi con dolcezza, è strana tutta questa gentilezza, ecco.
-Io..no, scusa- scuoto il capo liberandomi dalla stretta con facilità. Ma riprende i miei polsi stringendoli con forza questa volta. Una smorfia di dolore esce involontariamente dalle mie labbra, provocandogli brividi.
-Resta qui, con me-  mi parla con un tono che non ammette repliche.
-Ma cosa vuoi?- chiedo esasperata, mi sta mandando praticamente in confusione questo ragazzo.
-E’ così evidente che voglio te-  non mi aspettavo una risposta del genere, non credevo che facesse davvero sul serio, nonostante le parole ascoltate da lui la sera prima non mi fidavo.
Cerco di liberarmi ancora una volta ma aumenta maggiormente la prese attirandomi a se.
-Hai finito di recitare? So già cosa farai: appena ti stancherai te ne troverai un’altra Justin, scordatelo- sussurro muovendo il mio corpo per cercando di liberarmi senza ottenere nulla.
-Shhh- sussurra con un tono roco –sta zitta per una volta- inizia a baciarmi il collo con foga, lasciandomi una scia umida sul collo, mentre le mie mani toccano il suo corpo, intrufolando, tra l’altro, una mano sotto la sua canottiera bianca –non dovevi rivestirti- prende a  leccarmi la guancia con il desiderio di riavermi sotto il suo perfetto corpo.
-Justin, no..- gemo lentamente non appena posiziona due dita dentro le mie mutande.
-Già bagnata, eh Gomez- sorride baciandomi sulle labbra.
-B-basta- cerco di controllarmi non appena mi penetra con due dita nella mia intimità.
-Vuoi porre fine al piacere che stai provando Selena?- chiede sbattendomi contro il muro.
Suonarono al campanello. Sobbalzai non appena notai il serpente a terra, vicino a me.
-Ma lo fai a posta?- gli dico spaventata, stringendomi a lui.
-E’ lui che è attratto dal tuo profumo, cosa centro io. Ti sente eccitata e vuole strusciarsi a te per procreare- faccio una faccia disgustata –portami via da qui- dico mettendo le gambe attorno al suo bacino, tirnadomi sopra di lui per mantenermi.
-Baciami e ti porto via- lo bacio, sulle labbra, premo le mie sopra le sue morbide labbra, senza pensarci due volte –anche qui- sussurra eccitata portando il dito fino al collo. Bacio lentamente e in modo sensuale, strusciandomi a lui –strusciati cazzo, si- urla eccitato palpandomi per bene il sedere –lecca- gli faccio un piccolo succhiotto e poi inizio a leccargli il collo, per poi passare alle sue labbra e al suo petto –penetrati da sola- sussurra con un tono malizioso e provocatorio.
Sfilo leggermente gli shorts e le mi mutande e caccio il suo membro dolcemente.
Lo afferro con violenza penetrandomi velocemente, lasciandolo entrare completamente dentro di me. Le spinte si fanno sempre più forti e violente. Una giocciolina di sudore cade velocemente a terra, mentre la mia fronte è tutta calda, quasi se avessi la febbre.
Non resisto. Non riesco a resistere. Urlo, urlo come non ho mai urlato in vita mia.
Urlo il suo maledetto ed intero nome, mentre lui mi infila un dito nel sedere, muovendolo, facendomi venire più velocemente. Ebbe un orgasmo. Indietreggia fino a posarmi sul letto e distendersi di fianco a me. Accarezza il mio braccio dolcemente, baciandolo.
Il mio respiro inizia a farsi irregolare, la mia mano stringe la sua.
-Sei davvero innamorato di me?- il suo volto divenne improvvisamente bianco.
Stava per rispondermi  ma suonò il campanello, ancora.
-Ma che palle, pure mentre scopo rompono- sbuffa improvvisamente, rimettendosi Jerry dentro i boxer e andando ad aprire. Scese le scale e sentì solo una voce femminile: Zendaya.
-Ciao tesoro, ho ricevuto il tuo messaggio di ieri pomeriggio. Sono pronta.- scendo le scale, affacciandomi, senza farmi notare. Lei si sfila la maglietta. Pezzo di merda. Ma che mi importa.
Prendo la giacca e mi avvicino alla porta –ora hai compagnia- dico con un tono freddo –non c’è bisogno che rimango qui- sbotto delusa uscendo di casa senza dargli il tempo di ribattere.

P.o.v. Justin

Cazzo. Aveva capito male. Dovevo farle un tatuaggio.
-Si, dai- sussurro, ormai è andata a casa sua e non posso raggiungerla, Mandy mi avrebbe capito subito che nascondo qualcosa.


#Pomeriggio

Dopo scuola torno a casa e noto, nella mia camera, una borsa marroncina: è di Selena.
Un motivo in più per farla tornare qui, da me.
Ma ci parlerò dopo.
Vado a dormire sul divano, spogliandomi del tutto, rimanendo solamente in boxer.

Un rumore forte alla porta interrompe i miei sogni: scopavo con la Gomez.
Mi alzo e vado ad aprire. Me la ritrovo davanti alla porta.
-Ho dimenticato la borsa- sbuffa sospirando. La faccio entrare senza dire nulla: ancora leggermente assonnato sono in questo momento.
Va in camera mia e scendendo le scale noto che ha la borsa tra le mani.
-Bene, ciao- mi dice guardando in basso. La fermo attirandola a me.
-Me lo dai un bacio?- sorrido malizioso. Non risponde né fa nulla.
-Senti quella ragazza è venuta perché dovevo farle un tatuaggio, vai sul suo profilo e leggi i suoi post, credimi per una volta Selena- la supplico baciandola sulla guancia.
-Senti a me non importa se tu stai con quella ragazza, ma lascia in pace me- le sue parole sono ben chiare –non otterrai nulla comportandoti in questo modo- mi dice ancora una volta. Rido.
-Avrò te in questo modo quindi si, ottengo qualcosa anzi qualcuno. Ti consiglio di lasciar perdere quello e di dedicarti a me. Sei felice con me e lo sai- la guardo dritto negli occhi.
-Io mi dedico a chi mi pare e piace e tu non sei tra uno di quelli- urla infuriata dalle mie parole.
-Sarai mia, tu sei già mia e lo diventerai ufficialmente tra qualche giorno- sorrido beffardo.
-Non penso proprio- sospira –vuoi scommettere che odierai Beau alla mia festa di compleanno?- le domando accarezzandole i capelli –ok- sorrido compiaciuto.








Ehi ragazze.
Il capitolo non è nulla di chè.
Voglio almeno 5/6 recensioni.
Grazie a tutte per le vostre recensioni, un bacio.
Ps: mi spiace se non riesco a rispondere a tutte.

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Capitolo 15
*** 13 ***


#SERA- COMPLEANNO DI JUSTIN

Sono nervosa, dopo che Bieber mi disse quelle parole io non faccio altro che pensare al giorno del suo compleanno e, finalmente, è arrivato.  
Mi avvicino lentamente al mio armadio cacciando rapidamente l’abitino rosso che avevo scelto per andare alla sua festa,
i capelli li avrei lasciati semplicemente sciolti, e il viso un leggero trucco, tanto per rendermi presentabile,
poco mi importava che oggi compiesse gli anni dopo che mi minaccia inizio ad odiarlo più di prima anche se, da quella mattina, non mi ha più chiamata né minacciata.
Dopo essermi preparata scendo gli scalini e, salutando mia madre, esco di casa, attraversando la strada,
busso a casa di Justin: dovevo arrivare prima per aiutarlo: la porta si spalancò e apparve lui in tutti la sua bellezza,
con solo un asciugamano alla vita, capelli bagnati e sguardo sognante.
-Vuoi rimanere ferma a fissarmi oppure entri?- parla improvvisamente.
Ora mi sento una perfetta idiota, si crederà di certo importante per me, cosa che non è.
-Scusa- sussurro abbassando il capo. Alza e abbassa le spalle e facendomi entrare dentro casa sua.
Sopra il mio abito ho una giacchetta, mamma non voleva farmi venire senza di essa anche se siamo vicini.
La porta si chiude improvvisamente, non mi spavento più di tanto poiché sono a conoscenza che Justin l’abbia chiusa, mi sento osservata.
Due mani si posano sulle mie spalle, sfilandomi la giaccia.
-No, ho freddo- sussurro appena dopo che tra le sue mani tiene l’oggetto.
Il suo sguardo è pieno di malizia e le sue labbra sono semi aperte.
Mi osservo lentamente –tu sei..sei..wow- iniziò a balbettare.
Sorrisi alle sue parole portando una mano allo stomaco –grazie- arrossì sedendomi sopra il tavolo.
-Finisci di prepararti, così ti aiuto- affermo iniziando a giocherellare con la stoffa del mio abito.
Annuisce, prendendomi per mano mi fa scendere dal tavolo portandomi con lui in bagno.
Mi passa il phon e mi fa segno di aiutarlo mentre lui si veste.
Divento immediatamente nervosa e imbarazzata ma faccio segno di si con il capo.
Porto la mano sui suoi capelli toccandoli liberamente mentre glieli asciugo lentamente.
Distende il braccio prendendo i suoi jeans infilandoseli con una rapidità assurda.
Rimane a petto nudo, mostrando perfettamente i muscoli delle sue braccia e il suo petto perfetto.
-H-ho finito- balbetto poggiando il phon sul mobiletto e staccando la spina, chinandomi.
Il suo sguardo è su di me, sul mio corpo, sulle mie gambe e.. sul mio sedere.
-Si, ho notato- risponde indossando la maglietta bianca con una giaccia e la cravatta, si infila le supra.
-Ma pure con giacca e cravatta te le metti?- ridacchio osservandolo lui sorride annuendo.
Usciamo dal bagno e scendiamo fino ad arrivare in salotto. Non oso parlare.


Abbiamo terminato, tra meno di dieci minuti la festa inizierà ed io capirò cosa voleva dire Justin.
-Cosa intendevi dire, quella mattina…- faccio una piccola pausa attendendo lo sguardo di lui su di me –di Beau?-
continuo portando la mano sopra il tavolo leggermente nervosa e ansiosa per la risposta.
-Non posso dirtelo io, lo vedrai con i tuoi occhi- non lo capisco, so che muore dalla voglia di
parlare ma per qualche strana ragione non dice nulla sull’argomento
e perché dopo quella mattina mi hai sempre ignorata?- forse non avrei dovuto chiederglielo ma è stato più forte di me.
-Per mostrarti che senza di me hai il vuoto allo stomaco e che, non vedevi l’ora di rivedermi.. mi sbaglio?- sorrise beffardo
accarezzandomi la guancia per poi baciarmela con dolcezza.  Passa le labbra sul mio collo, leccandolo con foga.
Chiudo gli occhi godendomi il momento, odio ammetterlo ma mi è mancato.
-Ah Selena, Selena.. com’è dici che mi odi ma ti lasci baciare?- sorride mentre io apro gli occhi guardandolo in cagnesco.
Gli sferro uno schiaffo un pieno viso, colpendolo, con forza, molta forza.
Porta la mano sulla guancia dove l’ho schiaffeggiato.
Mi afferra per i polsi sbattendomi con violenza contro il muro.
Chiudo istintivamente gli occhi, impaurita da tutto ciò.
-Non provarci mai più- dice stringendomi con forza i polsi.
-M-mi fai male- balbetto lasciando uscire dalle mie labbra un gemito di dolore.
Allenta la presa, ma non la toglie.
I suoi occhi sono fissi sui miei, mi osserva, mi squadra.
Sento che il mio corpo lo vuole, lo rivuole suo dopo tanto tempo.
Mi libero dalla sua stretta e velocemente metto le braccia attorno al collo abbracciandolo.
E’ sorpreso poiché non mi stringe immediatamente a lui.
Le sue braccia pian piano finiscono sulla mia schiena e la mia testa sul suo petto.
-Mi sei mancata piccola- sussurra al mio orecchio, baciandomi il capo.
In questo momento stavo per parlare ma bussarono pesantemente alla porta.
Ci allontaniamo l’uno dall’altra e lui va ad aprire, salutando tutti i suoi amici.
Accende lo stereo e solo all’ora nota Beau.
All’inizio sorrido ma mi accorgo che la sua mano è intrecciata a quella di una ragazza.
Forse è quello che Justin si riferiva? Penso di si.
In questo periodo io e Beau ci siamo frequentati parecchio e quindi si frequentava anche con un’altra.
Mi sentivo male. Una lacrima rigò il mio viso, mi voltai e salì velocemente le scale, recandomi nella stanza di Justin.
Mi sedetti sul suo letto e notai il suo cagnolino.
Inizia ad accarezzarlo dolcemente, tentando di consolarmi con lui, ci ero rimasta davvero male.


Non so da quanto sono qui dentro, so che mi sono addormentata e sopra il mio corpo c’è una coperta.
Alzo lo sguardo verso l’orologio, sono le due di mattina, la musica è ancora alta ciò significa che la festa non è ancora finita.
Decido di fare la mia apparizione per poi tornarmene a casa.
Mi sistemo leggermente e scendo le scale. Justin mi vede e sorride per incoraggiarmi.
Il mio cellulare vibra, è Miley mi cerca tra la folla, mi chiede di andare in bagno.
Mi volto recandomi in bagno e raggiungendola, non appena mi vede mi stringe a se.
-Stai tranquilla- annuisco semplicemente ed inseguito scendiamo.
La gente è tutta intorno a due persone, mi lascio prendere in braccio da Miley per vedere chi si stesse picchiando, ecco, lo immaginavo : Justin e Beau.
Le faccio segno di mettermi giù e tra la folla riesco a passare.
Mi posiziono in mezzo ai due, separandoli.
-Sei solo uno gnomo invidioso- urla infuriato Justin contro di lui.
-Quello geloso sei tu che non hai potuto averla- Bieber stava per ributtarsi sopra quello ma porto la mano sul suo petto, accarezzandoglielo quasi con dolcezza, per calmarlo.
-Oh certo, lei ti accarezza e tu sei un dolce gattino che le fa le fusa, no?- ride.
Il suo sguardo è pieno di rabbia: mi bacia la fronte come per dirgli scusami, e poi gli tira un pugno sullo stomaco.
Lo prendo per il polso facendolo mettere dietro il mio corpo. Beau si alza e sta per ricambiare ma lo spingo via velocemente –sta fermo- sbuffo,
Justin sorride compiaciuto e soddisfatto.
-Cos’è, ora prendi le sue difese? Prima lo odiavi e adesso? Bieber, non è venuta a letto con me figuriamoci con te, è una verginella-
ride –ma a te cosa cazzo te ne frega se lo odio o meno? Forse non vengo a letto con te perché non ce l’hai, non ci hai mai pensato babbeo?- chiesi ironica.
Lo stavo praticamente sputtanando davanti a tutti –io intanto faccio sesso tu no, sei una verginella del cazzo-
sto per andare da lui e tirargli un calcio ma Justin mi stringe a se –mi spiace ma non sono vergine- sbotto senza volere.
-Ah si? E con chi lo avresti fatto, sentiamo- sorride divertito e curioso.
-Con il sottoscritto tesoro- sorride Justin spavaldo
ora evapora prima che ti spacco la faccia solo per averla solo guardata- urla lui cacciandolo fuori.

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Capitolo 16
*** 14 ***


#M a t t i n a

Sono disteso sul mio letto, le mie braccia avvolgono il corpo di lei.
Dorme beatamente, è così bella, così angelica cavolo.
Sorrido accarezzandole la guancia con la punta del naso.
Aspiro il suo profumo maledettamente perfetto.
Chiudo gli occhi ripensando a ieri sera.

#INIZIO FLASH-BACK(terminata la festa)#

-Io vado,  c-ciao Justin- sussurra balbettando, baciandomi la guancia.
Si volta per andarsene ma la fermo, l’afferro per il polso facendola voltare verso di me.
Il suo viso è a pochi centimetro dal mio, le mie labbra sono semi aperta.
-Resta con me, per favore- la prego leccandole le labbra.
Mi fa un mezzo sorriso dolce, non si aspettava la mia proposta.
-Ma mia madre…- la bacio a stampo per zittirla.
-La chiamiamo assieme, ti prego.. non lasciarmi piccola- stringo il suo corpo al mio.
Pare arrendersi, annuisce lentamente –va bene, ma parlale tu- sorrido contento.
La prendo per mano e la trascino fino al tavolo, dove ho il cellulare.
-Se parlo io dico che tu sei e sarai per sempre mia-  ridacchio divertito.
Sgrana gli occhi e per timore che faccio una cosa del genere afferra il cellulare, compone il numero.
-Parlo io allora…- lascia in sospeso la frase –mamma, sono io, resto da Justin-  parla con un tono tranquillo.
-C-che, anche se fosse vero non te lo direi- afferma, parla con la madre, è diventata tutta rossa,
chissà di cosa stanno parlando –c-ciao mamma!- riattacca porgendomi il cellulare.
La guardo malizioso e alzando un sopracciglio. Cavolo sono troppo curioso, voglio, devo, sapere, uffa.
-Smettila, tanto non ti dico proprio nulla- sospira allontanandosi da me e correndo verso le scale.
-Perché scappi?- domando avvicinandomi lentamente –perché mamma mi ha chiesto
se stavamo insieme ed io ho risposto in quel modo
- ok, io ora la uccido per davvero a questa ragazza.
-Dopo tutto non sei ufficialmente il mio ragazzo quindi…- ah è così?
-Sai, hai fatto bene…- mi guarda confusa, non capisce cosa significa –a scappare perché
adesso ti mordo il culo solo per averle detto di no, stronzona-
ovviamente,
il mio ‘stronzona’ non era per offendere e lo lei, lo sapeva, ne ero certo,
infatti sorrise e ricominciò a correre allontanandosi sempre più da  me.
La sento ridere e si rifugia nella mia camera, chiude la porta e si nasconde. Come lo so? Entro e non la vedo.
La sento sghignazzare. Sorrido, la risata proviene dall’armadio. Lo apro e me la ritrovo la dentro.
Ride e mi si attacca, mi abbraccia –Hey senorita, my shorty ,please be my little lady- la guardai
attendendo una sua risposta ma invece di riceverne una mi guardò solamente,
allora continuai -Mi amore, you’re the one i adore, come on be my little lady- mi guardò con aria
confusa, con uno sguardo da ‘cazzo ha detto questo?’
-Scusami ma cosa cavolo hai detto?- chiese guardandomi con aria confusa più di prima. Le sorrido.
-Ho detto: hey signorina, mia piccolina, ti prego, sii la mia ragazza. E poi ancora:
mio amore, tu sei quella che adoro, avanti accetta di essere la mia ragazza-
le traduco ogni piccola
parola. Ad ogni piccolo termine sorride e, in seguito, mi bacia con foga, stringendomi sempre più a se: ricambio felice.

#FINE FLASH-BACK#

-Buongiorno amore- sussurra lei baciandomi la guancia, stringendosi a me.
Dio, lei è la perfezione cavolo. Mi è bastato che mi chiamasse ‘amore’ per sorridere come ieri, cavolo.
-Piccola, buongiorno- bacio la sua fronte guardandola con attenzione negli occhi. E’ magnifica, cavolo.
Sorride lasciandomi piccoli baci sul collo ed intreccia le sue mani con le mie.
-Credo dovremmo dirlo ai nostri genitori- beh aveva ragione anche se sua madre non pareva arrabbiata ieri.
Annuisco semplicemente –li faccio venire direttamente qui- fa cenno di si con il capo, si alza.
-Vado in bagno, tu chiama tutti- sorride e, aprendo la porta, si reca in bagno.
Mi alzo lentamente dal letto e, inviando un messaggio a sua madre e a mio padre attendo il loro arrivo.

Suonano alla porta. Selena è seduta sul divano.
-Amore sono arrivati- la chiamo. Si alza da quest’ultimo raggiungendomi.
Apriamo assieme la porta e stringe la mia maglietta timorosa di una risposta negativa.
-Cosa dovete dirci?- chiese Mandy andando al sodo. Li faccio entrare senza parlare.
Si siedono sul divano guardandoci –ecco diciamo che io e Justin…- si ferma lei
e continuo io –stiamo insieme- affermo convito di ogni cosa, la stringo a me, so che prima o poi sverrà.
Mio padre sospira e annuisce –non voglio dividervi ma vivrete sotto lo stesso
tetto da domani e se litigherete e vi lascerete? Cosa accadrà?-
chiese papà guardando me e poi Selena.
-Papà, mi conosci, e lo sai ciò che provo per lei, puoi fidarti- affermo. So che lui si riferisce a me.
Mandy ci guarda –per me va bene- almeno lei è dalla nostra parte. Anche papà ma un po’ meno.
-D’accordo ma se vi lascerete promettete di non dividere la famiglia- io e Selena ci
guardiamo ed insieme promettiamo ciò che ci chiese mio padre, senza problemi
bene, allora noi adesso portiamo i bambini a scuola voi, Justin, fai le valige andremo
a vivere da loro
- annuisco abbracciando Selena per poi, baciarla a stampo davanti a loro, non mi importa.
Selena è un po’ imbarazzata ma ricambia.






Avviso che il prossimo capitolo sarà l'ultimo, probabilmente!

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Capitolo 17
*** ultimo capitolo ***


#DOPO DUE ANNI#

La stanchezza inizia a farsi sentire, sento un peso enorme sulla coscienza.
Le ho mentito, spudoratamente, ed ora, ora mi sento semplicemente in colpa.
Sono due anni che continuo a mentirle ma è arrivato il momento di dirle la verità.
Lei se lo merita, lei è il mio mondo e so, che probabilmente soffrirà, ma deve saperlo.
Scendo al piano di sotto, Selena è distesa sul divano che mangia le patatine guardandosi Titanic,
il suo film preferito, perfetto le spezzerò il cuore. Già il film è strappa lacrime, basta la mia ‘novità’ e sta a posto.
Sospiro e cammino verso di lei, a passo lento e cauto, molto cauto. Non voglio spaventarla.
Sente dei passi, ne sono certo, altrimenti non si sarebbe voltata verso di me, sorridendomi.
-Amore, che hai?- chiese lei, mettendo pausa alla televisione per ascoltare una mia possibile risposta.
Dio, amo quando mi chiama ‘amore’ è maledettamente affettuosa e sexy questa ragazza.
Mi lecco le labbra e con aria tremolante vado da lei, chinandomi di fronte alla mia ragazza.
-Piccola, devo dirti una cosa di vitale importanza- sospiro sfiorandole le labbra con le mie dolcemente.
Si mette seduta, spaventata, non capisce cosa le sto nascondendo, ma credo che non sia ok.
Sospiro leggermente, chiudo gli occhi per poi riaprili subito dopo, ricordandomi cosa accadde quella sera.
Ricordandomi ogni particolare, come se fosse ieri, e ho tanta paura di perderla cazzo. E so che accadrà.


-FLASH- BACK-

-Cazzo si, Bieber, spingi- urlò la ragazza che stava sotto il mio corpo.
Le sue mani vagavano lentamente lungo il mio corpo, accarezzandomi.
Spinse le sue dita sulle mie spalle, per poi accarezzarmi la schiena  graffiandola con forza
quando spinsi dentro di lei con molta violenza, fregandomene se stava godendo o meno: sono ubriaco.
Il suo sorriso si trasforma in un ghigno, spinge le sue unghie sempre più dentro la mia schiena,
lasciandomi appunto dei vari graffi su di essa. Passo la lingua sul labbro superiore, e lascio che
le mie mani si impossessino dei suoi seni, stuzzicando, così, suoi succosi capezzoli.
-Zitta Gomez, e spingi- sono deciso in queste parole.  Perché sono convinto sia lei nella
mia testa ma il mio cuore sa che non è lei. Mente e cuore, grande battaglia, grande perdita per quest’ultimo.
Gli occhi della ragazza diventano improvvisamente dolci e maliziosi, come se ci godesse.
Stanco mi distendo di fianco a lei, dove, in seguito, mi accarezza il petto sensualmente con due dita.
-Grazie Bieber, non vedo l’ora che litighi ancora con la tua ragazza- sorrise spavalda e, vestendosi in
fretta, andò via, lasciandomi solo e confuso. Cosa cazzo era successo, non capisco un emerito cazzo…
-L’ho tradita con lei.. fanculo!- urlo alzandomi tirando un calcio al muro infuriato.

#UN’ORA PRIMA#

-Justin va all’inferno- urlò Selena liberandosi dalla mia presa, camminando verso l’uscita del locale.
La raggiungo, correndo –cosa cavolo ho fatto, me lo dici?- le chiedo dolcemente ma alzando il tono di voce.
Mi guarda male, come se ciò che ho appena detto fosse un crimine. Sospira infuriata più che mai.
-Stavi ballando con la ragazza che ha avuto da sempre per te una cotta e che ha tentato di farmi fuori al
ballo scolastico di ieri per averti per se, quando sapeva che fossi il mio ragazzo, Justin!-
urla mettendo la mano
sulla maniglia della porta. Ah era quella? Non l’avevo neppure riconosciuta, cavolo.
-A-aspetta amore, io non sapevo…- mise una mano davanti al mio viso
torna da lei, che è meglio- sussurrò con gli occhi lucidi.
Stavo per fermarla ma in un secondo era già sparita.
L’altra ragazza mi raggiunse invitandomi a bere due bicchieri di vodka .

-FINE FLASH- BACK-

-Ehi, lo sai che puoi dirmi- sussurrò accarezzandomi la guancia dolcemente.
Annuisco lentamente. Guardo a terra, non riesco a posare lo sguardo sui suoi occhi.
Poggia due dita sotto il mio mento, alzandomelo, per far incontrare i nostri sguardi.
-Un anno fa,  il giorno dopo del ballo scolastico, quando tu sei andata via, quella ragazza…-
andava tutto a gonfie vele, ma dopo che dissi ‘quella ragazza’ si irrigidì moltissimo. Mi fece segno con il capo di continuare.
-Quella ragazza mi fece bere molto e mi sono ritrovato su un letto, a farlo con lei.
Ero ubriaco, credevo fossi tu perché mi chiamava come fai tu, quando lo facciamo
quindi mi sono lasciato andare, come faccio con te…-
le parole mi morivano in gola,
il suo sguardo era perso e gli occhi sempre più lucidi, di certo non per Titanic.
Sospirai leggermente, sapevo che prima o poi potevo morire, me lo sentivo.
-Alla fine, ho capito che era lei perché mi disse che sperava che litigavo più spesso
con te, per andare a letto assieme
- conclusi, sedendomi di fianco a lei, voltandomi
verso il suo viso, che fissava praticamente il vuoto. Si alza non appena sente la mia mano sopra la sua.
Si allontana velocemente.
-Mi hai mentito per tutto questo tempo. Sei un gran pezzo di merda, Justin.
Mi fai solamente schifo
- urla posando le sue mani sul viso, per non mostrarmi la sua debolezza: lacrime.
Mi sento un vero schifo.
Alzandomi cammino verso di lei, distendo il braccio per stringerla a me ma si scansa violentemente.
-Non toccarmi, non guardarmi, non parlarmi. Vattene a fanculo. Tra noi è finita e mai più rinizierà,
dimenticati di me Justin. Sarà semplice per te. Io andrò al college e tu rimarrai qui.
Addio e fanculo!-
dice salendo le scale, preparando, probabilmente le valige.
Sento il mio cuore spezzarsi. Cado a terra, piangendo.
Mi sto rendendo debole, mi ha reso debole, o forse lo sono sempre stato.
Faccio veramente schifo. L’ho tradita, l’ho tradita, cazzo. L’ho tradita.



#IL GIORNO DELLA PARTENZA#
-Si, ho capito mamma, non vado in guerra. Ciao- saluta tutti, ridendo, lasciando loro un bacio sulla guancia.
I nostri genitori credono che stiamo ancora assieme. Ma non è così, sfortunatamente.
-Vi lasciamo soli, così potete salutarvi per bene- sorride mio padre prendendo i bambini
e portandoli di sopra assieme a sua madre. Annuisce semplicemente, con un mezzo sorriso.
Appena vanno via il suo sguardo su di me. Mi avvicino lentamente.
La spingo contro la porta con forza, baciandola con foga, premendo insistentemente sulle sue labbra.
Non può scapparmi, quindi è costretta a ricambiare. Muove il viso per spostarsi ma
faccio in modo che il suo corpo non si muova, attaccandolo al mio, e che il suo viso stette fermo, bloccandolo con le mie mani.
Sarà l’ultima volta che assaporerò le sue labbra. Sarà l’ultima volta che il mio corpo sarà a contatto con il suo.
Sarà l’ultima volta che la potrò tenere per mano. Sarà l’ultima volta che potrò palparla.
Sarà l’ultima volta per tutto, a meno che.. lei non tornerà e se lo farà io sono certo che non sarò qui.
Sono costretto a staccarmi dalle sue labbra, mancanza d’aria da parte di entrambi.
Poso la fronte sopra la sua. Mi fulmina con lo sguardo. Mi odia ancora.
-Piccola, non portarmi rancore, andiamo- sorrido spavaldo. Si, esatto, sono cambiato da quando mi ha lasciato.
Mostro alle persone la parte che voglio far vedere di me: il ragazzo bullo e stronzo ma soprattutto
menefreghista, ora, per esempio, faccio parte di una gang e nessuno lo sa, ad eccezione di lei: mi vide.
-Bieber, vedi di andartene a quel paese- sbuffa portando le mani sul mio petto tentando di staccarmi.
Errore: sono più forte di lei, per sua sfortuna, ma ciò la rende troppo sexy.
-Mi dici come farò senza toccarti, senza guardarti, mhh?- le domandai strofinando
la punta del mio naso sulla su guancia –mi dici come farò a non farti più questo?- chiesi
ancora portando immediatamente le labbra sul suo collo, baciandolo più volte.
La sento ansimare, ma quanto ci godo, cazzo?
Riesce a spingermi via, in qualche modo. Sorrido con malizia, leccandomi le labbra.
-Come hai sempre fatto da quanto ti ho mollato- sbuffa afferrando la valigia, aprendo la porta.
-Ma se ti baciavo ogni notte, quando ti addormentavi- sorrido dolcemente dentro di me, ma fuori,
le mostro un sorriso malizioso –ma se ogni notte ti accarezzavo ogni parte del corpo piccola- si volta
verso di me e senza pensarci due volte mi tira un forte schiaffo sulla guancia –fanculo Bieber- a denti stretti
esce di casa, entra nella sua auto –Ti amo piccola- sussurro
più a me stesso che a lei, ma mi ha sentito, lo so, come?
Una lacrima, prima di salire, è scesa velocemente, bagnandole la guancia e mi ha distrutto.
Va via, lasciandomi un gran vuoto dentro di me. Esco anche io, andando dalla gang: nuova vita inizia.



 - - - - - - - - - - - - - - -

La fiction è finita.
Se volete che continuo con una 'serie' voglio molte recensioni, ma vere recensioni.
Altrimenti, può finire così.
Un bacio a tutte le ragazze che mi hanno seguita, vi risponderò a tutte, le recensioni,
se ne lascerete minimo nove/dieci.




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Capitolo 18
*** altra fiction ***


Buooongiorno bellissime.
Come vi avevo già informato se avrei visto delle recensioni
avrei continuato con una serie e così ho fatto.
Per leggere il continuo dovrete andare qui:
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1456380&i=1

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