Louis the Tommo, the legend.

di dreamlikeview
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo. ***
Capitolo 2: *** #1. ***
Capitolo 3: *** #2 ***
Capitolo 4: *** #3. ***
Capitolo 5: *** #4. ***
Capitolo 6: *** #5 ***
Capitolo 7: *** #6 ***
Capitolo 8: *** #7 ***
Capitolo 9: *** #8 ***
Capitolo 10: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Prologo. ***


Titolo: Louis the Tommo, the legend.
Genere: Romantico, perché io sono un’inguaribile romantica; Commedia perché altrimenti sarebbe noioso; a tratti Malinconico, perché un po’ di malinconia ci vuole;  Fluff, perché ci piace.
Avvertimenti: Slash, slash, slash (se non si fosse capito) slash, leggermente Lime perché ci sta, senza nemmeno l’ombra di het.
Rating: Arancione.
Cast: Louis Tomlinson “The Tommo” as Robin Hood;  Zayn Malik as Little John; Harry Styles as Lady Marian; Liam Payne as Fra Tuck; Niall Horan as John Lackland; Paul Higgins as sceriffo di Nottingham, Josh Devine as consigliere reale.
Con la partecipazione straordinaria di Anne Cox, nei panni della dama di compagnia di Lady Marian, la truccatrice Lou con la piccola Lux nei panni della popolana con i bambini.
 Avvertimenti: Un po’ di violenza di tanto in tanto, ma nulla di che.. Ah già! Divertitevi con me!
 



-Prologo.
 
In una terra in cui spadroneggiavano l’arroganza e la violenza.
In un’epoca in cui la supremazia del più forte era la parola d’ordine.
In un tempo in cui nessun uomo era libero.
Solo un uomo era in grado di contrastare tutta quell’ingiustizia.
Un uomo, un bandito, un arciere, un ex nobile che dir si voglia.
Louis Tomlinson, the Tommo, la leggenda, era l’uomo.
Cresciuto in una famiglia simpatizzante per la casata reale, insieme al giovane principe, Harold Styles, riccio dai profondi occhi smeraldini, dalle labbra rosee e carnose, dal fisico scolpito a causa degli allenamenti alla spada e le battute di caccia, il giovane Louis Tomlinson, detto Il Tommo, bandito da diversi anni dalla sua casa, si prodigava per aiutare le persone povere.
Capelli castani, perennemente spettinati, occhi azzurro-grigio, un colore che ricordava maledettamente il cielo, fisico allenato, bravissimo arciere, e soprattutto amante della sua patria, non accettava i soprusi che quel bell’imbusto del principe Niall Horan d’Irlanda, fratello della regina Anne, madre del giovane Harold, praticava sul Regno Unito, per “sostituire” il cognato, partito per una crociata, ormai da troppi anni.
Il principe Horan, lo chiamavano.
Un tipo inaffidabile, che sfruttava la popolazione solo per poter avere le sue scorte di cibo, e ogni volta che gli andava, aumentava le tasse pur di riempire le sue dispense. Il suo leccapiedi del cuore, un certo Josh Devine, era sempre lì come una serpe e serpeggiava nei meandri della mente del giovane per riuscire a cavare qualcosa di utile anche per la sua tasca.
Per questo motivo, il giovane Louis con la sua banda composta da: Zayn Malik, il suo migliore amico e compagno d’avventure, e Liam Payne il frate che spesso li aveva aiutati a tirarsi fuori dai casini, vagava per il grande Regno Unito, derubando i ricchi e aiutando i poveri.
Il suo, anzi loro, acerrimo nemico? Il grande sceriffo di Nottingham Paul Higgins, che aveva sempre cercato di arrestarli senza mai riuscirci effettivamente. Ma lui se l’era ripromesso di acciuffare quel delinquente – che poi tanto delinquente non era – di Tomlinson.
Intanto il giovane e la sua banda continuavano a far giustizia a modo loro, senza mai farsi beccare.
Louis era il miglior arciere della contea di Nottingham, era inutile nasconderlo; ma nonostante fuori ostentasse sicurezza, due occhi smeraldo gli mancavano terribilmente da troppo tempo.
Quei due occhi che non vedeva da quando l’incubo del principe Horan era iniziato, quegli occhi che l’avevano catturato fin dal primo istante.
Quegli occhi che solo lui possedeva. Il bellissimo principe Harold. Sir Harold per essere precisi, colui che lui da bambino chiamava Harry  “perché Harold è lungo da dire e a me non piace” aveva detto Louis, quel giorno di primavera, quando da piccoli giocavano nel cortile del castello del principe.
Da quando era stato ripudiato dal casato Tomlinson, da quando aveva cambiato il suo cognome in Il Tommo, anche se tutti sapevano chi fosse, e non avevano mai cambiato atteggiamento nei suoi confronti, Louis non aveva più visto il suo Harry. Non sapeva nemmeno se lui si ricordasse di lui.
Avevano vissuto una piccola storiella, d’amore, anni prima.
Prima che Louis venisse bandito per aver aiutato una povera famiglia, prima che tutto l’incubo Horan avesse avuto inizio, prima che lo sceriffo Higgins disperdesse la povertà, privando la povera gente dei suoi averi in nome del principe Horan, che in nome della sorella e del cognato privava tutti della propria vita.
Ma a Louis mancava Harry. Gli mancava accarezzare i suoi ricci, gli mancava alzargli le labbra in un sorriso con due dita, quando lui era giù di morale, gli mancava perdersi nei suoi occhi, gli mancava scherzare con lui, gli mancava baciarlo con foga o con dolcezza, gli mancava il suo migliore amico, gli mancava il ragazzo di cui era innamorato, gli mancava semplicemente Harold Edward Styles, principe d’Inghilterra, ereditario al trono.
Ma una notizia improvvisa stava per riscuotere tutti gli animi.
Uno in particolare, quello di Louis.
Un manifesto, una gara.
“Nottingham. Annuale gara di tiro con l’arco.
Ad assistere alla gara sarà presente anche la famiglia reale:  re Niall Horan, suo nipote, il principe Harold Styles, la regina Anne e insieme a loro ci sarà il consigliere reale, Josh Devine.
Tutti gli arcieri della contea di Nottingham sono pregati di presentarsi, se vogliono essere premiati dal principino Harold.
Firmato: Sceriffo di Nottingham.”
Che tutte le sue pene d’amore fossero finite?






NO, JIMMY PROTESTED!

La rompipalle del fandom è tornata! ( o meglio, non se ne è mai andata davvero.)
Mentre pubblico la storia infinita detta comunemente Strange Loves, pubblico questa minilong, ispirata a nientepopodimenoche la leggenda di Robin Hood. Scusate ci sono cresciuta, non potevo non farla.
Che ve ne pare del bel Louis nei panni dell'arciere? Ed Harry come Lady Marian? Vogliamo parlare di Liam nei panni del frate? LOOOOOOL
Si metterei anni ad elencarli tutti, ma Niall come cattivo non ce lo vedo, ma mi ispirava troppo. Per uscire dal fatto che lui sia sempre il perfetto angioletto, ma io lo amo lui lo sa :3
Mi sono scervellata per farla, e non so da dove mi è uscita. Ci sto lavorando su da.. un tempo illimitato e mi sono decisa a pubblicarla.
Vi avviso che non sarà come SL, aggiornata ogni giorno, bensì una volta a settimana, di mercoledì, mio unico giorno libero dall'università.
Mentre SL continuerà ad essere aggiornata come solito. Tranquille.
Allora, io adesso vi lascio, ci sentiamo nell'altra :D
Spero vi piaccia anche questa. Please, non lasciatemi sola, ok? Ok :3 e non mi pare di aver mai visto qualcosa di simile, quindi non credo di aver copiato qualcuno.. vabeh, spero di no,LOL
Shao bele :3 

P.s il banner l'ho fatto io, e sono soddisfatta *w*


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Capitolo 2
*** #1. ***



Capitolo 1.
 
-Louis-
Da quando la notizia s’era sparsa, dentro ero tutt’un fremito.
L’avrei rivisto. L’avrei rivisto dopo.. quanti anni erano passati? Tanti, troppi.
Non l’avevo più visto.
Cacciato, ripudiato. Solo perché avevo dato una mano ad una famiglia, non era bene che un conte aiutasse i poveri? Harry era stato dalla mia parte, ma s’era riguardato da non essere beccato dallo zio.
Già, quel tipo. Quanto poteva essere arrogante? Quanto crudele?
Dare sempre più tasse. Tasse su tasse. Per cosa, sfamarsi? Ma che diavolo di re faceva una cosa del genere?
Vagavo per la foresta di Sherwood insieme al mio compare, nonché migliore amico, che potessi incontrare in questi lunghissimi cinque anni.
Cinque anni lontano dal mio Harry, cinque anni di sofferenza, che avevano visto l’arrivo di Zayn. L’affascinante ragazzo di origini pakistane che mi aveva trovato sperduto per la foresta una notte mentre, ancora legato alle cose materiali da bravo gentiluomo qual ero, non essendo abituato alla vita di strada – o di bosco, che dir si voglia – non sapevo come muovermi attraverso essi. Infreddolito, derubato di tutto da alcuni banditi che mi avevano aggredito poco prima, Zayn mi raccolse e dopo un lungo interrogatorio, mi portò in una chiesetta dove un certo Liam Payne era il frate che l’amministrava, ma non si faceva chiamare Fra Liam. Non gli piaceva. I due insieme mi avevano accolto e più e più volte il frate ci aveva nascosti dalle guardie dopo qualche nostra bravata.
Sorrisi al ricordo di Liam che sorpreso di sapere le mie origini nobili, inizialmente scettico, mi aveva accolto tra di loro. Già, al buon frate non andavano a genio i nobili. Come dargli torto. Una massa di babbuini con il solo scopo di rendere impossibili le vite altrui. Chissà se il mio Harry era rimasto con quel suo atteggiamento diverso, come il mio – anche se, a differenza mia, non si era mai esposto – o era diventato come suo zio.
Rabbrividii al pensiero. Lui era, doveva essere rimasto il mio ricciolo, il mio ricciolo castano, il mio Harry, che con quei suoi occhi verdi riusciva a catapultarmi fuori dal mondo, che riusciva a rendere perfetto ogni attimo.
L’avevo lasciato all’età di sedici anni. Lui era più piccolo di me di due anni. Aveva quattordici anni quando eravamo stati insieme, credendo e sapendo di amarci.
Avevo quasi ventun’anni, da compiere la notte della vigilia di Natale, ma non avevo mai dimenticato il riccio del mio cuore. Con lui avevo passato praticamente tutta la vita, senza esagerazioni. Avevo appena due anni quando mia madre mi portò al castello, dove lo vidi per la prima volta in fasce.
Avevo allungato le manine verso di lui, e ci avevo giocato.
Eravamo cresciuti insieme, nel lusso e nello sfarzo. All’età di quattordici anni, mi accorsi di provare qualcosa di profondo per Harry, qualcosa che andava oltre il nostro sesso, qualcosa che superava tutto. Qualcosa che comunemente era chiamato amore. Mi ero dichiarato in poco tempo.
Non volevo perdere nemmeno un attimo, ero sempre stato impulsivo.
Durante un allenamento, quando eravamo soli fuori, mi avvicinai a lui e gli diedi un bacio a fior di labbra sussurrandogli su di esse “Ti amo, Harold.”  E lui mi sorrise. Lasciò cadere la spada, guardandomi negli occhi, facendomi perdere nelle pietre preziose che aveva negli occhi, prendendo il mio viso tra le sue mani, mi baciò. Con trasporto, con amore. Era solo un ragazzino, quasi un bambino. Non credevo che sapesse realmente baciare così. Eppure..
“Ehi amico, perché sorridi come un ebete?” – eccolo.
Zayn Malik, detto il distruttore di sogni ad occhi aperti.
“Stavo solo ricordando una cosa, grazie di avermi  interrotto, Malik.”
“Non distrarti, ci siamo quasi! Sta per passare la carovana del principe, re, come diavolo si vuole far chiamare lui, di Horan, in pratica.”
“Una bella notizia, finalmente.”
Ci appostammo dietro una siepe. La foresta di Sherwood era casa nostra, conoscevamo ogni suo angolo.
“Io direi di aspettare sull’albero, c’è una visuale migliore” – asserii, mentre Zayn annuiva.
Da lì sarei riuscito a scagliare meglio le frecce.
Fin da bambino avevo adorato il tiro con l’arco. Nella contea di Nottingham ero considerato l’arciere migliore, anche se del Louis Tomlinson di una volta non era rimasto più nulla.
Ora ero Louis il Tommo, il bandito il ricercato. Quello che derubava i ricchi per donare ai poveri, quello che amava una persona che non avrebbe mai potuto avere, quello che cacciava nei boschi, quello che dormiva su un albero e si sentiva a casa, quello che aveva incontrato due migliori amici bizzarri, ma sempre due grandissimi amici.
Adoravo sia Zayn che Liam, quest’ultimo aveva accettato anche il mio “difetto” dell’essere omosessuale, nonostante fosse un uomo di chiesa, ma come ho detto Liam non era propenso ai cliché. Anzi.
Sentii il rumore degli zoccoli di cavalli. Le prime guardie. Sapevamo perfettamente come agire.
Zayn fece segno a Liam, che contro la sua volontà avvicinò le guardie a cavallo.
Immaginavo già la sua faccina dispiaciuta, mentre chiedeva ai soldati di aiutarlo con delle faccende della chiesa, perché lui da solo non riusciva. Che grande cazzata. Se avessero conosciuto bene quel frate, avrebbero capito che era più forte di loro, ma non usava la violenza se non in casi di estrema necessità. Le guardie erano scese, seguendo il povero frate. Era quello il segnale, dovevamo intervenire.
Scoccai la prima freccia, diretta proprio per terra.
E Liam anche lì recitò alla perfezione.
“I banditi, i banditi!” – urlò. Senza farsi vedere, spronò i cavalli, spaventandoli, che iniziarono a correre via, seguito dalle guardie che sapevano che più dietro ce ne erano delle altre.
Scoccai un’altra freccia, che finì su una zampa del cavallo.
“Cazzo! L’ho ferito!” – imprecai verso Zayn.
“Non sei infallibile, Tommo.”
“No, la mira era presa alla perfezione, Malik. S’è spostato dopo che avevo mirato.”
“Tutte scuse, Tommo. Colpisci che voglio dare una bella lezione a quel bell’imbusto.”
Ridacchiai e ripresi il mio lavoro, scoccai altre frecce, fino a che le guardie, circondate, non si insospettirono che esse provenissero dal profondo della foresta e non s’addentrarono dentro,lasciando la carrozza reale totalmente incustodita.
Non guardavano mai in alto, mai. Era di sicuro meglio per noi, ma loro erano completamente stupidi.
Sentii chiaramente dire da uno di loro che la famiglia reale era al completo, e un’assurda idea mi balzò in mente.
“E se rapissimo il principino Harold?”
“Sei impazzito? Vuoi farti trovare?”
“No, dico solo che potrebbe esserci utile” – ed io lo rivedrei.
“Svaligiamo la carrozza, ad Harold ci penseremo poi.”
Annuii poco convinto, e mi decisi a calarmi dall’albero, e girammo intorno alla carrozza un paio di volte, prima di deciderci. Scoccai una nuova freccia e feci in modo che una mela cadesse dall’albero.
Ottimo specchio per le allodole. Horan fu fuori in un attimo. Si accorse dell’assenza delle guardie, ma notò la mela.
“Oh insomma, possibile che questi siano così incompetenti!?” – sbottò, non accorgendosi minimamente della nostre presenza. Scambiai un’occhiata di intesa con Zayn, e lo acciuffammo da dietro, legandolo come un salame.
“Horan, Horan, Horan. Non imparerai mai,vero?” – lo canzonai, raccogliendo la mela da sotto l’albero e mettendogliela sotto il naso.
“Non dovresti essere così ingordo, ti farai male al pancino un giorno.” – continuai a prendermi gioco di lui, per tutto il tempo necessario affinché Zayn prendesse quello che ci serviva.
Non entrò nemmeno, che uscì trascinando due persone. Lo sentivo dai passi.
“Oh Tommo, guarda che abbiamo qui. Un principino e la sua mamma.”
Allora era vero, allora c’era anche lui.
Non ebbi il coraggio di voltarmi per i primi cinque minuti.
“Legali, prendi quello che ci serve e andiamo.”
“Ma avevi detto..”
“Zayn fa come ti dico!” – sbottai girandomi.
Fottuto.
Incrociai quegli occhi.
Vidi quei ricci.
Zayn stava per legarlo, e segnare le sue belle mani grandi.
Lo fermai.
“Lui lascialo a me.” – sorrisi.
Mi avvicinai pacatamente a lui, sorridendo ancora sornione, ma da fuori dovevo sembrare un malintenzionato e la mia espressione doveva essere dura, perché per i primi trenta secondi di movimento, lo vidi quasi tremare.
Era ancora più bello. Il vestito regale gli fasciava quel corpo da diciottenne che ormai aveva. Mi morsi le labbra continuando a squadrarlo. Zayn era dentro, per questo non mi vide. Horan era con il viso rivolto alla carrozza, e non accennava a muoversi. Solo la donna ci guardava.
Persi l’uno nello sguardo dell’altro; sconosciuti per il momento.
Mi avvicinai al suo orecchio, abbassando il mio tono.
“E così ci rivediamo, Styles” – sussurrai –“sei ancora più affascinante di come ti ricordavo..”
“Nemmeno tu sei male, Boo Bear.”
Mi morsi il labbro di sotto e lo guardai sorridente.
Mi aveva riconosciuto, il mio Harold.
“Portami con te, Louis, ti prego, non voglio rimanere con mio zio.”
“Ti salverò, Harry. Te lo prometto.” – sussurrai per non farmi sentire da alcuno.
“La gara di tiro con l’arco, mascherati, e portami via.”
Ci riflettei su un attimo.
La gara era perfetta. Nessuno avrebbe sospettato nulla, nessuno avrebbe mai pensato che dietro alla scomparsa di Styles ci fossi io. Non potevano affatto pensarlo, non mi sarei potuto presentare altrimenti.
Ero ancora perso nello sguardo di Harry, e lui era nel mio.
Avevo voglia di baciarlo ancora. Di renderlo finalmente mio in tutti i sensi, ma la cosa non era possibile, quando ti chiamavi Louis il Tommo.
“E lasciami brutto pezzente che non sei altro!” – riconobbi quella voce.
Il leccapiedi di Horan. Ora si che mi sarei divertito.
“Sta a vedere” – sussurrai ad Harry –“resta con le mani dietro la schiena. Non ho intenzione di legarti” – gli feci l’occhiolino, e mi avvicinai a colui che aveva appena urlato.
“Oh, Devine” – esclamai –“come siamo tirati a lucido.”
Mi guardò con disprezzo.
“Tu. Rovini sempre tutto, vero?”
Storsi il naso, facendomi scappare una risata.
“No, sei tu a rovinarmi tutto.”
 
-Harry-
Quando avevano fermato la carrozza a causa di alcuni problemi esterni di cui noi non sapevamo niente, mi ero preoccupato, ma non sapevo che l’avrei rivisto.
Non dopo tutti quegli anni, almeno. E non qui in una foresta.
Mi ero dovuto ricredere, quando il suo compare mi aveva trascinato fuori dalla carrozza e l’avevo visto di spalle; non sapevo fosse lui, fino a che non si girò mostrandomi i suoi occhi color del mare.
Quanto era diventato bello? Non aveva niente del ragazzino che conoscevo io, era.. bello, con quella barbetta che gli contornava il mento, i suoi capelli sempre spettinati, quegli occhi, quelle sue spalle -ora più larghe di prima - che custodivano gelosamente le sue frecce con l’arco. Quando s’era girato, gli avevo fatto una radiografia completa, dalla testa ai piedi. I suoi bicipiti. Mi erano sempre piaciuti. Quel suo essere rude,ora lo rendeva ancora più sexy.
Si era avvicinato a me con fare minaccioso, ma poi aveva sussurrato con voce roca il mio nome, facendomi perdere il lume della ragione.
Quanto poteva essere affascinante, ora? Non che non lo fosse stato negli anni passati, ma ora era.. di più.
Lo avevo supplicato di portarmi con sé, nonostante io non sapessi se era cambiato o era rimasto sempre il giovane di cui mi ero innamorato.
Non appena il suo compare, Zayn - come avevo capito si chiamasse - aveva portato fuori quell’arrogante del consigliere di mio zio, mi aveva detto di restare con le mani dietro la schiena. Sapeva che  non sarei scappato da lui, non stavolta.
Lo vidi avvicinarsi a quell’ uomo, forse con fare più minaccioso di quando s’era avvicinato a me.
“Oh Devine, come siamo tirati a lucido.”
 “Tu. Rovini sempre tutto, vero?”
 “No, sei tu a rovinarmi tutto.”
Ridacchiavo, in silenzio, quasi senza farmi sentire. Adoravo quando sbeffeggiavano mio zio e i suoi tirapiedi. Io stesso ero il primo a dire che dovessero ricevere una sonora lezione.
Spalancai gli occhi, quando Louis gli abbassò i pantaloni. Cercai di trattenere le risate, guardando la faccia di Josh.
“Cosa vuoi farmi, eh? Sai che le guardie arriveranno a momenti?”
“Certo.. le guardie. No tranquillo, non mi interessi. A me piace altro.” – fece scoccandomi un’occhiatina maliziosa, facendomi fremere come un ragazzino alla sua prima cotta.
Lo spogliò dei suoi averi, delle sue cose preziose.
“Sei sempre d’aiuto, Devine. Ci sfameremo almeno un paio di famiglie con i tuoi averi.”  - rise ancora.
Dio, quanto era bella la sua risata?
Era ancora il ragazzo di cui mi ero innamorato, sempre prodigo ad aiutare il prossimo, piuttosto che se stesso, cosa che gli era anche costata la sua nobiltà. Ma io sapevo che anche se fosse rimasto nobile, si sarebbe prodigato ad aiutare la gente, perché lui era nobile nell’anima, e non all’esterno di essa.
Si avvicinò di nuovo a me.
Si abbassò verso il mio orecchio, facendomi rabbrividire.
“Scusami, devo prenderti qualcosa, altrimenti Zayn sospetta qualcosa..” – sussurrò.
“Prendimi, sono tuo.” – sussurrai a mia volta.
Mi baciò l’attaccatura dell’orecchio, quasi dietro al collo. Rabbrividii. A distanza di anni, con lui provavo ancora quelle sensazioni, quelle emozioni, quei brividi che nella mi vita avevo provato solo con lui.
Era.. incredibile. Quel ragazzo era ancora quello che mi faceva battere il cuore, nonostante con gli anni avessi cercato di dimenticarlo.
“Sì, sei mio, Harry..” –  quel soprannome che mi dava mi faceva impazzire. –“e ti porterò via con me, durante la gara di tiro con l’arco.” – sussurrò ancora, facendomi rabbrividire.
Annuii energicamente. Si staccò da me, ammiccando maliziosamente. E raccolto tutto quello che possedeva mio zio nella carrozza si dileguarono.
“Ti amo, Boo” – mi scappò dalle labbra, mentre Louis era troppo lontano per potermi sentire.
Mia madre mi guardò poco prima che le guardie arrivassero.
Mi sorrise. Lei sapeva quanto mi mancasse Louis, quanto avevo sofferto dopo la sua scomparsa. E finalmente l’avevo ritrovato.
Le guardie accorsero slegando zio Niall e Josh. Io e mia madre eravamo stati risparmiati, perché Louis aveva fermato il compare.
“Era Louis, vero?” – mi sussurrò mia madre.
Al solo pronunciare il suo nome iniziai ad arrossire e il mio cuore a battere.
Annuii timidamente, mentre mia mamma mi sorrideva.
“Sì, madre. E sono ancora innamorato di lui”
“Si vede, figliolo.”
Il biondo e il moro mi guardarono.
“Tu perché non sei stato legato come un salame, nipote?”
Merda. Cosa avrei risposto ora?
“A- avevano finito le funi. Quel barbaro di Tommo mi teneva i polsi, rischiando di rompermeli.” – mentii spudoratamente.
Mentre lui annuiva, sembrava esserci cascato.
“Sorella,state bene?” – si rivolse a mia madre.
“Certo, non avrebbero messo le mani su una donna, per fortuna.”
Lui annuì ancora. Non sapeva che conoscessimo Louis da tutta la vita e interpellò il suo leccapiedi.
“Chiama lo sceriffo di Nottingham. Voglio la testa di quello lì sul mio tavolo.”
Certo, come se Louis si facesse prendere da uno come lui.
Ridacchiai, portandomi una mano sulla bocca, mentre mio zio mi fulminava.
“Cosa hai da ridere, Harold?” – odiavo il suo modo di rivolgersi a me. Odiavo lui e quello che mi faceva fare. Odiavo il suo leccapiedi. Le uniche persone che amavo erano Louis e mia madre. Lei non mi avrebbe mai trattato come mi trattava mio zio. Lui era solo interessato al suo stomaco.
“Nulla Zio, è che.. se voi volete la testa di Lo- ehm Tommo sulla vostra tavola, dovrete aspettare qualche anno. È troppo furbo per farsi prendere da un orso come lo sceriffo.”
“Parli come se lo conoscessi.”
“Oh no, lo conosco di fama. È il miglior arciere di Nottingham.”
Ero diventato bravo a mentire, nessuno si accorgeva di nulla.
Io mentivo, ma nessuno si accorgeva che quello che dicevo non fosse vero, nessuno si accorgeva che quello che dicevo lo dicevo per il bene di Louis.
Risalimmo in carrozza. Mio zio adirato, il suo leccapiedi muto come non mai, io e mia madre sorridenti. Ci avevano trattato con riguardo, nel rispetto della conoscenza antica della famiglia mia e di Louis, e del nostro amore.
Ero quasi sicuro che Louis mi fosse venuto a prendere un giorno. Perché noi due eravamo destinati a stare insieme.
Senza altre interruzioni, arrivammo al castello nella piccola contea di Nottingham. Odiavo essere così ricco. Odiavo il fatto che Louis fosse lontano da me.
In realtà non mi era mai piaciuta questa vita, ma ero l’ereditario al trono. E mio padre, il vero re d’Inghilterra, doveva tornare dalla crociata, prima che io potessi prendere decisioni. Fosse stato per mio zio mi avrebbe sbattuto fuori in poco, ma non potevo lasciare mia madre nelle sue mani. Chissà cosa sarebbe stato capace di farle. Magari farla diventare una serva o altro. Lei non era abituata alla vita  non di corte, a differenza mia che volevo una vita diversa.
E ora che Louis era.. vicino a me, finalmente potevo avere una vera vita.
Scesi dalla carrozza, e vagai per il giardino del castello.
Qui ci avevo vissuto per anni, ci avevo giocato con Louis. Camminai fino ad un albero, il nostro albero.
Ci girai intorno e lessi. “L e H” in un cuore. Erano le nostre iniziali.
Accarezzai la corteccia, con le iniziali.
Il giorno che si era dichiarato. Forse uno dei giorni più belli della mia vita, anzi sicuramente.
Ci stavamo allenando spada contro spada.
Lui lasciò la sua avvicinando si a me, e lasciandomi un bacio a fior di labbra, sussurrandomi “Ti amo, Harold.” Amavo quando lui mi chiamava Harold, il mio nome detto da lui era la melodia più dolce che si potesse sentire.
E l’avevo fatto. Avevo mollato la spada e lo avevo baciato.
Mi era sempre piaciuto, fin dal suo “Ciao, Harold, io sono Louis, ma ti chiamerò Harry perché Harold è lungo e a me non piace!” fin da piccolo era stato così.
Eravamo due bambini quando ci avevano fatti conoscere. Le nostre madri erano molto amiche.
E tra un gioco e l’altro, un allenamento, una battuta di caccia fatta per giocare, ci eravamo innamorati. Io vedevo Louis come il mio eroe. Eravamo piccoli, lui aveva due anni in più di me, quindi era sempre stato il mio protettore. Mi abbracciava quando avevo paura, mi consolava quando ero triste. Era stato con me la notte in cui avevo avuto il terrore di un temporale fortissimo. Mi appoggiai all’albero. Sospirai. Mi mancava, mi mancava tutto di lui.
“Harold!” – sentii la voce di mia madre chiamarmi forte.
“Madre, arrivo!” – appoggiai la testa all’albero. Non avevo intenzione di muovermi da qui, qui mi sentivo vicino a Louis.
Mia madre si avvicinò a me, e mi guardò sedendosi direttamente accanto a me.
Appoggiai la testa sulla sua spalla, sapevo che con lei potevo parlare di tutto, non mi aveva mai giudicato per la storia con Louis, sapeva esattamente come la pensassi.
Sapeva tutto di me, anche quello che non sapevo io.
“Mi manca, madre. Mi manca tantissimo.”
“Lo so, figlio mio, lo so.”
“E se non si presentasse?”
“Ti pare che Louis il Tommo, ha paura di tuo zio e quello sceriffo da strapazzo?”
“No, vero?” – sorrisi mesto, alzando il viso verso di lei.
“Io lo so quanto vi amate. Louis non ti lascerà andare tanto in fretta, te lo assicuro.”
“Verrà?”
“Verrà.” – sorrise dandomi un bacio sulla fronte.
Mi riappoggiai a lei con l’ombra di un sorriso sul mio viso.
Dovevo confidare in lui, se non mi aveva dimenticato dopo cinque anni, non mi avrebbe dimenticato ora che ci eravamo rincontrati. Finalmente sentivo dentro di me, la felicità che pian piano tornava in superficie, che pian piano si faceva spazio dentro di me, che Louis mi stava riportando.
Avevo finto per anni che non mi importasse niente di lui. Ma non l’avevo mai dimenticato.
Due anni di relazione non si dimenticano, due anni d’amore non si dimenticano.
Si fa solo finta di essere indifferenti.
Mi strinsi a mia madre, ancora, beandomi dell’abbraccio dolce che la donna mi dava.
Le diedi un bacio sulla guancia, e restammo lì.
“JOOOOSH! JOOSH VIENI QUI!” – urlò la voce di mio zio.
Sospirai guardando mia madre, e lei si mise a ridere, contagiò anche me nella risata e insieme ci avviammo verso il castello guidati dalle urla di mio zio.





NO, JIMMY PROTESTED!

Ragazze/i *-*
Finalmente sono di nuovo qui ad aggiornare. Caaaaaaaaaaaaaaaaaaaazzo mi manca, mi manca, mi manca SL. Stare qui ogni giorno ad aggiornare.. c.c
Vi ero mancata, vero? Bene, il vostro incubo chiamato Chiara the Leprechaun continuerà a tormentarvi, muahahhaha *risata cattiva*
Ho deciso che cercherò di aggiornare questa come SL molto spesso e non una volta a settimana, non ci riesco è più forte di me D:
E..e.. oddio, non so come ringraziare la gente che ha seguito l'altra, e spero che questa vi appassioni come SL. 
Cercherò di impegnarmi sempre sempre.
Anche se io senza scrivere non so stare, e sto continuando una OS, che spero di finire presto. Sul mio Liam *-*
Cè.. io non ho parole con quel ragazzo. Si è tagliato i capelli - e sì, Liam sei figo anche così, pf. - per un'associazione contro il cancro. Come si fa a non amarlo? COME? Pf.
Stupida Danielle, cosa s'è fatta scappare. Vado a spupazzarmi Liam, che sono tanto malata - di nuovo, yeee - 

Aaaah, ho iniziato lunedì con l'università *-*
Mi. Sento. Fottutamente. Figa.
Vi racconterò, che ho fatto solo un giorno e son due giorni che sono chiusa in casa con l'influenza. LOL
vi saluto :3
Shao bele/beli :3 

Oh vi ringrazio.. dieci recensioni solo nel prologo? Ma io vi aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaamo *-*
Bye bye :3 

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Capitolo 3
*** #2 ***




Capitolo 2.
 
-Louis-
Corremmo agili tra gli alberi della foresta di Sherwood. Sapevamo di averli seminati, e che loro erano già lontani anni luce, ma non vedevo l’ora di raccontare tutto a Liam.
Lui sapeva, a lui avevo raccontato tutto. Con qualcuno avrei dovuto parlarne, no?
Zayn sospettava qualcosa, perché mi guardava con un sorriso sghembo da quando l’aveva tirato fuori, o meglio da quando l’avevo nominato con gli occhi pieni di speranza.
Immaginavo che non avrei nascosto a lungo la mia relazione passata con Harold, ma non mi ero mai pentito, e nemmeno quel giorno. Non mi pentivo di averlo rivisto, anzi.
Tutto era deciso, l’avrei portato via con me, il giorno della gara. Per questo mi stavo preparando psicologicamente per dire ufficialmente tutto anche a Zayn.
Ok, non doveva essere terrificante, no?
Anzi, doveva essere una cosa piacevole, condividere l’amore della tua vita con il tuo migliore amico.
Speravo solo che da questo non sarebbe venuto fuori un litigio madornale, insomma lui non aveva mai visto di buon occhio i nobili ed Harry era niente meno che il principe ereditario d’Inghilterra.
Dovevo tenere duro, dovevo riuscire a convincere anche il mio amico che il mio riccio dagli occhi smeraldo non fosse un poco di buono come suo zio. Quello era odiato anche dal nipote.
Arrivammo nella piccola chiesa di Nottingham dove Liam aveva l’autorità, e dove noi due ci nascondevamo.
“Liam, siamo tornati con il bottino!” – urlò felice Zayn, lanciando i sacchi davanti al frate.
Lui sorrise sornione raggiungendoci.
“Ragazzi, mi avete fatto preoccupare. Sapete come sono odiose le guardie. Son voluti restare qui fino al cessato allarme, per fortuna che siete arrivati dopo.”
“Parla con Louis, s’è intrattenuto. Ha avuto una discussione molto.. intima con il principino.”
Arrossii di botto, sotto lo sguardo divertito di Zayn e quello contento di Liam.
“Davvero? L’hai rivisto? Sono così contento per te, Louis!” – fece il frate, venendo ad abbracciarmi.
Mi strinse con fare fraterno e paterno insieme; per me lui era una guida. Nonostante d’età io fossi più grande di lui, nonostante io venissi da una famiglia nobile, Liam mi aveva in un certo senso cresciuto. Grazie a lui e ai suoi insegnamenti ero diventato l’uomo che ero ora. Grazie a Zayn avevo imparato ad usare le armi, a vivere nella foresta, a procurarmi il cibo e a derubare i ricchi; grazie a Liam avevo imparato l’amore verso il prossimo – non che non l’avessi prima, ma lui mi aveva insegnato cosa voleva dire davvero sacrificarsi per altri – mi aveva insegnato che dietro un fraticello poteva nascondersi un vero amico, mi aveva insegnato dei valori che nella mia famiglia non erano mai stati importanti: l’amicizia, il coraggio, l’amore per gli altri, l’accontentarsi delle piccole cose.
Dovevo tutto a quelle due persone,senza le quali non sarei stato il Louis Il Tommo che tutti conoscevano.
“Zayn, non prendere in giro Louis, l’amore è una delle cose più belle che ci siano.”
“Ma Louis, perché non l’hai mai condiviso con noi?”
“Beh, veramente Liam lo sapeva, è che..”- presi qualche minuto di tempo per cercare le parole giuste da dire al mio compagno –“sapevo del tuo odio verso i nobili, e non volevo.. che insomma, mi vedessi sotto una luce diversa, ma..”
Il fiume di parole della mia bocca fu fermato da Zayn che mi sorrise fraternamente.
“Non t’avrei giudicato, e poi se ami quel principino qualcosa di buono deve averla.”
“E’ il ragazzo più buono che io conosca. Davvero”
“Altrimenti non te ne saresti innamorato, lo sappiamo Tommo.” – sorrise sornione, dandomi poi un pugno sulla spalla, uno di quelli fraterni che noi comunemente usavamo come saluto.
“Non tenermi più nascosto nulla, stupido.”
Annuii abbracciandolo subito. Lui ricambiò la stretta, quasi capendomi.
“Allora vi dirò, che Harold.. va beh Harry, ha deciso di scappare da quell’allocco di Horan, il giorno della gara di tiro con l’arco, ed io vi parteciperò. Voi siete con me?”
I due annuirono.
“Felice di dare un po’ di filo da torcere a quel mentecatto di Horan, e anche di prendere un po’ per il culo quel simpaticone di Devine. Adoro quando inizia ad urlare come un pazzo perché gli hai tolto una cosa preziosa.”
“E io ovviamente vi benedirò da qui, buon Dio ragazzi state attenti, state giocando con il fuoco.”
“Tranquillo, Liam. Io sono un asso nei travestimenti. Uhm, a proposito oggi è il compleanno della piccola figlia di Lou, Lux, giusto?”
“Si. Come lo hai ricordato?”
“Memoria di ferro,amico mio.”
Scavai nella cesta degli abiti donati per i poveri, e ne ricavai una mantellina con un cappuccio e un paio di occhialoni. Poco male, mi sarei accontento. Presi anche un cappello, per nascondere meglio la mia testa, gli occhiali avrebbero coperto i miei occhi, probabilmente riconoscibili.
Sotto la mantella nascosti l’arco con le frecce, che mi conferiva una bella gobba. Ottimo.
Un cieco, con la gobba. Trovai anche un bastone e mi ci appoggiai sopra. Sembravo un.. barbone, perfetto.
Presi un bicchierino metallico e vi posi dentro un paio di monete.
Sapevo di beccare quello stupido di uno sceriffo, quindi questo avrebbe funzionato. Presi una sacchetta con del denaro e la nascosti bene sotto la mantellina.
“Allora, come sto?”
“Dio, Louis, sembri un barbone”
Liam gli diede uno schiaffo dietro la testa.
“Zayn, quante volte t’ho detto di non nominare il nome di Dio invano?” – chiese ironico il frate.
Zayn arricciò le labbra stringendosi nelle spalle.
“Scusa Liam, non lo faccio più.”
“Sembrate una coppietta di sposini” – risi io.
Scossi la testa e salutai i miei amici, dirigendomi alla volta della casa della donna. Quella poverina aveva tre figli e non riusciva a mantenerli tutti, a causa delle tasse, ecco perché avrei fatto un regalo speciale alla donna per la bambina.
Fingendomi un vecchio anziano cieco, giunsi alla casetta della donna, da cui provenivano allegre canzoncine di compleanno e sorrisi all’idea che quella donna, nonostante la povertà che dilaniava nella sua condizione di vita, riuscisse a donare ai figli quel poco che gli concedesse un po’ di felicità.
Le disgrazie, tuttavia, arrivavano per tutti. Vidi, infatti, lo sceriffo Paul Higgins entrare nella casa. Dovevo intervenire, prima che rubasse qualcosa per leccare i piedi al suo sovrano.
Che nervoso che mi facevano salire quei tipi.
Fingendomi un mendicante, quindi entrai nella casa, mormorando “fate la carità per i poveri”  altro che carità, quello svuotò il bicchiere metallico che io stesso avevo riempito e come da copione, lui prese tutto.
“E’ sempre un piacere fare affari con voi, mendicanti.”
Sorrisi sotto i baffi. Non sapeva chi fossi, non mi aveva nemmeno riconosciuto, e arruffato quanto potette se ne andò.
“Certa gente dovrebbe imparare l’educazione.” – feci togliendomi il travestimento.
Alla donna si illuminarono gli occhi, quando riconobbe chi ero.
“Louis, che bella sorpresa..ti avrei offerto della torta, ma lo sceriffo..” – indicò la torta gettata malamente a terra da quell’uomo, e la cosa non mi stupì.
“Mi sta cercando, per questo se la prende con voi. Mi dispiace signora, davvero”
Dalla mia cintura presi la sacchetta con le monete d’oro e gliela porsi.
“Vengono dal principe, dannazione, re Niall in persona. Freschi, freschi di questa mattina.”
“Dovresti smetterla, se poi ti prenderanno?” – chiese la donna, accettando il denaro.
“Ti pare? Non hanno mai preso il grande Louis Il Tommo e non ci riusciranno ora.” – sorrisi –“dov’è la piccolina?”
Indicò la bambina a terra che giocava con un sonaglino e mi abbassai su di lei, prendendola in braccio.
“Ciao piccola!” – sorrisi.
Lei mi riconobbe, forse, e iniziò a ridere, come tutti i bambini fanno quando vedono una persona che riconoscono.
La lanciai in aria facendola giocare e lei rise sempre più forte.
La ripresi tra le braccia e le misi tra le mani un piccolo orsacchiotto.
“Questo è da parte del principe Harold in persona.”
“Oh Louis, derubi anche lui?”
“Nah, lui no. Anzi, lo sai, Lou? Verrà via con me, diamine non vedo l’ora!”
Rimisi la bambina a terra, che riprese a giocare con il pupazzo e con i suoi giochi quando mi ritrovai catapultato a terra dalle altre due pesti figli di Lou.
“Signor Louis, signor Louis! Cosa ci regali oggi?” – chiese Larry, il piccoletto maschio.
“Allora, a te un bell’arco come il mio che ne dici?” – sorrisi dandogli l’arco e una freccia, facendolo sorridere di gioia, mentre la femminuccia sbuffava, perché sapeva che al fratello andavano sempre i regali migliori, ma cosa potevo farci? Non sapevo come prenderle le femmine.
La risposta, però, ce l’avevo tra le mani, estrassi dalla tasca un piccolo ciondolino rubato stamattina dalla madre di Harry e glielo porsi.
“Per te signorina, un bel ciondolo a forma di cuore.”
Lei urlò di gioia e lo prese subito tra le mani.
Lou, la madre si avvicinò  a me, sorridendomi riconoscente.
“Louis, come potremo mai ripagarti?”
Sorrisi di rimando, tanta gioia mi metteva allegria.
“Non dovete, continuate solo a sperare in giorni migliori.”- feci rimettendomi il mio travestimento, ed uscendo dalla casa cercando di non destare troppa attenzione.
Speravo di rivedere Harry, ormai non mancava molto, la gara di tiro con l’arco si sarebbe tenuta di lì a qualche giorno, cosa fare per ammazzare il tempo?
Una bella incursione a palazzo? Sarebbe stato troppo semplice.
Per ora preferivo girovagare per la città regalando un po’ di sollievo alle persone, cercando di rendermi utile in tutti i modi che conoscevo.
Dovevo escogitare un travestimento degno del mio nome per quel momento, e sarei stato all’altezza di tale nome, sicuramente. Non mi sarei mai tirato indietro, nemmeno per tutto l’oro del mondo.
Quella gente aveva bisogno di me, aveva bisogno di Louis Il Tommo, colui che rubava ai ricchi per dare ai poveri.
Il mio Harry aveva bisogno di me, aveva bisogno di amore, ed io sapevo darglielo. Ma soprattutto io avevo bisogno di lui per sentirmi di nuovo completo e in pace con me stesso, sentivo di volermi riunire a lui in tutti i sensi, di voler baciare le sue labbra perfette e di non stancarmi mai di fare l’amore con lui, di questo avevo bisogno.
Avevo bisogno di amore, pace e tranquillità. Per questo non mi sarei mai tirato indietro.
 
-Harry-
Ormai ero tutto un fremito. Non sentivo più né le urla isteriche di mio zio, né di quel lecchino del suo tirapiedi. Nessuno, a parte mia madre sapeva il motivo di tanta gioia da parte mia.
Volevo solo uscire di qui, ed urlare la mia gioia verso il cielo; volevo solo..fare una passeggiata nel paesino, che c’era di male? Nottingham sembrava così accogliente.
Ero il principe, potevo permettermelo e magari avrei incontrato Louis con qualche suo strambo travestimento.
Avevo sentito quell’energumeno dello sceriffo dire che era inafferrabile, perché se girava per il paese si travestiva in modi strambissimi, e nessuno l’avrebbe mai riconosciuto. Bene, sarei stato il primo a smascherare Il Tommo.
Ridacchiai, mentre sceglievo dal mio guardaroba degli abiti adatti per una passeggiata. Niente di complesso o pomposo una semplice casacca bianca e dei pantaloni marroni.
Abbassai la testa, ravvivandomi i ricci e la rialzai di scatto.
Ero pronto.
Sorrisi tra me e me, mentre passavo fuori dalla camera di mio zio e lo sentivo sbraitare contro l’allocco di Josh. A volte mi faceva pena quel ragazzo, era il lecchino di mio zio, per poter ottenere qualcosa quando sarebbe giunta la notizia di mio padre deceduto, ma io sapevo che non sarebbe mai successo, perché mio zio non poteva diventare re. O almeno finché io sarei stato in vita.
Passai nelle stanze di mia madre e l’avvisai che stavo per uscire.
“Harold, ti prego sta attento.”
“Madre, state tranquilla, non succederà nulla. Voglio solo fare una passeggiata.”
“Va bene, figliolo, fa quello che ti senti” – mi sorrise dandomi un bacio dolce sulla fronte.
Mi lasciò andare dopo altre raccomandazioni, dopodiché presi il mio cavallo, e galoppai fino al paese. Il castello, infatti, sorgeva a qualche chilometro dal centro, giusto per tenere noi nobili lontani dai “plebei”. Per me non era giusto, insomma, un sovrano doveva pur stare in mezzo ai suoi sudditi, ma questo era il mio punto di vista, non quello di mio zio. Lasciai che il vento prodotto dalla corsa del cavallo mi accarezzasse il viso, e mi scompigliasse i capelli. Mi sentivo vivo quando andavo a cavallo, sembrava che tutte le mie preoccupazioni svanissero.
In un’oretta circa arrivai nel centro del paese di Nottingham. Qui si che si respirava aria buona.
Umiltà, sensibilità, amore.
Tutte cose che io non avevo mai provato, a parte l’ultima con il mio bandito preferito.
Lasciai il cavallo poco fuori città, e smontai da esso. Respirai a pieni polmoni, e mi addentrai nel paesino. Sorridevo a chiunque mi si presentasse davanti, mi sentivo un uomo nuovo. 
Scontrai un uomo con degli grandissimi occhiali e una mantellina. Nello scontro gli cadde un bicchiere metallico.
“Oh scusate!” – feci abbassandomi raccogliendolo.
Mi fece un sorriso sghembo,  un sorriso che avrei potuto riconoscere ovunque. Quel sorriso portava una sola firma.
“Oh grazie giovanotto, dovrebbero esserci più persone come te!” – fece con una voce stridula.
“Avete bisogno di una mano?” – misi un paio di monete nel suo bicchiere, ridacchiando.
L’avevo riconosciuto, ma lui non l’aveva capito, o forse si. Non lo sapevo, ma avrei dato qualunque cosa per poter rivedere i suoi occhi profondi e quell’azzurro che mi rapiva ogni volta.
Mi regalò ancora quel sorrisetto, e se ne andò lasciandomi con un senso di vuoto terribile.
Sospirai. Per rivedere quegli occhi avrei dovuto aspettare fino alla gara di tiro con l’arco, ma non sapevo se ne avessi avuto la forza di aspettare.
Eppure avevo la sensazione che quell’uomo cieco fosse lui, e solo lui.
Con un sorriso stampato in faccia, ripresi la visita al paese.
Speravo solo di non incontrare lo sceriffo, non avrei avuto voglia di spiegare le mie motivazioni di trovarmi qui. Vidi una donna in lontananza che faticava a portare dietro di sé i figlioletti. Magari potevo rendermi utile, no?
Mi avvicinai a lei con il mio grande sorriso stampato in faccia.
“Buongiorno, signora!” – sorrisi.
“Avete bisogno di una mano?”
Lei alzò lo sguardo al suono della mia voce, e il suo sguardo si sgranò non appena mi vide.
“Principe Harold.. io non credo..”
“Signora, sono solo Harold, per voi. State tranquilla, non voglio farvi del male, davvero.”
Mi abbassai verso i figli, e tra le mani di uno riconobbi l’arco di Louis.
“Ehi piccolino, dove l’hai preso questo?”
Lui fece una faccia contrariata, e lo portò dietro la schiena.
“E’ mio, me l’ha regalato il signor Louis.” – mi fece la linguaccia nascondendo meglio il suo arco.
Sorrisi di getto, vedendo il suo atteggiamento.
“Oh, il famoso Louis?” – lui annuì con la testa, facendomi tantissima tenerezza.
“Sai che è il mio migliore amico?”
Alzò lo sguardo, con gli occhi che gli brillavano per la contentezza della cosa.
“Davvero, davvero? Sei amico del signor Louis?”
“Oh si, siamo cresciuti insieme. Poi lui è scappato, ma.. aspetto di incontrarlo di nuovo.”
Lui sorrise e mi saltò in braccio.
“Allora a te potrò farlo usare il mio arco” – disse sorridendomi ancora.
“Larry! Non puoi parlare così al principe Harold!”
“Signora, ve ne prego lasciatelo stare, a me fa piacere che mi si rivolga come un semplice ragazzo e non come un principe.”
Il bambino si aggrappò alle mie spalle guardandomi negli occhi.
“Lo dirò io al signor Louis, che il mio amico.. Ha- Har –“ – ridacchiai, non riusciva a dire il mio nome, era troppo piccolo per dire un nome lungo come Harold.
“Harry, chiamami Harry.”
“Il mio amico Harry lo vuole vedere!” – fece strofinando la guancia contro la mia spalla.
“Sì piccolo, diglielo pure..”
Lo cullai rassicurandolo.
Il lontananza vidi lo sceriffo di Nottingham, Paul Higgins, avvicinarsi a noi.
Ero il principe non poteva dirmi nulla, assolutamente nulla.
“Principino, vi importunano questi plebei? Devo alzargli le tasse?”
“Sceriffo, lasciate perdere questa famiglia. Da oggi sono sotto la mia protezione, e non accetto repliche.”
“Quando vostro zio lo verrà a sapere non ne sarà contento.”
“Affari miei. Adesso siete invitato ad andare via. Arrivederci.”
Sbuffò sonoramente, e voltò le spalle.
Mi voltai verso la donna sorridendole e rassicurandola che ora era tutto a posto per lei e la sua famiglia non ci sarebbero più stati problemi.
 Se Louis aveva regalato un suo oggetto a quel bambino, voleva dire che quella famiglia era importante per lui.
Osservai gli altri figli della donna, la bambina portava un ciondolino con un cuore. Annuii convinto, c’era stato lo zampino di Louis, di sicuro.
“Principe Harold, non so davvero come ringraziarvi, voi..”
“Non dovete, signora. Lo faccio con piacere.”
Rimisi il piccoletto a terra, e lo vidi ridere felice stringendo l’arco di Louis.
“Se i vostri figli vogliono, possono venire a giocare con me qualche pomeriggio, sono sempre da solo, un po’ di compagnia non mi farà male.”
“Voi dite..?”
Annuii sorridendo. Odiavo la solitudine, e siccome io a breve sarei andato via, avrei lasciato la donna alle cure di mia madre, che problema c’era, infondo? Mio zio non poteva sempre opporsi alle mie decisioni.
“Fatemi sapere” – sorrisi –“vi aspetto al castello, arrivederci!”
Salutai la donna e i suoi bambini.
Mi sentivo utile, mi sentivo finalmente vivo, che finalmente potevo fare qualcosa per gli altri, che finalmente non ero legato solamente alla mia vita da nobile, mi sentivo un po’ come Louis, prodigo ad aiutare il prossimo, anche se non ero come lui, assolutamente.
Avanzavo per il paesino, salutando chiunque mi trovassi sulla strada, senza fargli capire necessariamente chi ero, e regalavo aiuto, senza nulla in cambio, a tutti coloro ne avessero bisogno.
Finalmente, stavo bene con me stesso.
Verso sera, quando il sole stava tramontando sulla cittadina di Nottingham, improvvisamente mi sentii strattonare via. Il cuore prese a battere troppo velocemente, avevo paura di aprire gli occhi, non sapevo dove fossi, né con chi fossi.
Ebbi il coraggio di aprirli, e mi trovai in un vicolo cieco, buio.
Il cuore mi batté ancora più veloce se possibile.
Spalle al muro, un corpo che premeva su di me.
Guardai il rapitore, nel mentre si toglieva gli occhiali dal viso.
Fui rapito da due occhi azzurri, profondi come il mare, tormentati come il cielo in tempesta; un ciuffetto ribelle e spettinato gli ricadeva sul viso, rendendolo adorabile; deglutii facendo scendere lo sguardo: labbra sottili, ma invitanti, perfette che si aprivano in un sorriso sghembo, contornate da un accenno di barba, che gli conferiva quell’aria da duro, ma con quella era dannatamente affascinante. Ritornai agli occhi perdendomi ancora.
“Dove credi di scappare, Harold?” – sussurrò ad un millimetro dal mio viso.
“D- da nessuna pa- parte..” – deglutii mentre lui si avvicinava sempre di più.
“Perdonami, non ho saputo aspettare..”
Non capii subito cosa intendeva, fino a che non sentii le sue labbra sulle mie.
Premette forte le labbra contro le mie, mordendomi il labbro inferiore. Quanto mi erano mancati i suoi baci così profondi, intensi, pieni di sentimento?
Mi fece dischiudere le labbra, e in breve le nostre lingue si incontrarono, danzarono tra di loro per un attimo infinitesimo di tempo, in cui il mio cuore smise di battere, il mio cervello di mandare impulsi a tutto il corpo, questo immobile retto solamente dalle sue braccia forti, il mio stomaco vuoto, riempito solo da uno stormo di rondini in migrazione.
Mi aggrappai alle sue spalle, approfondendo a mia volta il bacio.
Quando ci staccammo eravamo entrambi senza fiato, e i nostri sguardi si incrociarono di nuovo.
Sorrisi di getto, e lui mi sorrise con gli occhi. Forse anche con le labbra, ma in quel momento ero rapito dai suoi occhi.
“Louis..” – riuscii a sussurrare, prima di vederlo sparire nel buio del vicolo.
Mi sfiorai le labbra con un dito. Sorrisi come un ebete. I nostri sapori si erano fusi di nuovo, dopo tanto tempo.
Sentivo il cuore battere all’impazzata, e le gambe molli come se fossero state gelatina, i miei respiri erano affannati.
Con il sorriso sulle labbra, tornai al cavallo, quando ormai le tenebre avevano preso il paesino.
Mi misi al galoppo verso casa, dove avrei raccontato tutto a mia madre, lei doveva sapere quello che avevo fatto, e che aveva fatto Louis. Mi sentivo in pace con il mondo.






NO, JIMMY PROTESTED!

Saalve :3 
Rieccomi qui.
Ed ecco che compare anche il nostro amato Papà Paul! - per chi segue i Baby, capirete lol -
Beh, beh. Questa storia mi piace tanto. Peccato che sia breve e non sia una long, ma una mini-long, quindi avrà vita breve, non come SL che è durata ben tre mesi lol 
Comunque. "I Love One Direction"
Parliamone.
Io. Mi. Rifiuto. 
Ma cazzo, a parte che quella pubblicità rompe i cosiddetti perchè la fanno tipo ogni 5 minuti, ma poi.. Sono cantanti non un cartone animato. Minchia che nervoso c.c
E vabeh, vabeh prima o poi finirà il "fenomeno" e smetteranno di fare anche i preservativi.
Ma cè.. non so se mi spiego, li commercializzano troppo, per i miei gusti. Ma poi.. a sto punto voglio anche gli assorbenti con le loro facce, sembrano la copia vivente di Hello Kitty, di cui hanno fatto anche la carta igienica.. che schifo.
Sono parecchio schifata oggi, si. E scazzata perchè ho fame e in casa non c'è un cazzo di niente. Voglio vivere con Niall per non restare senza cibo.
Succede questo quando resto da sola a casa troppo tempo <3
Quindi Niente. Vi lascio al capitolo. 
Ah a proposito. Perchè nessuna - a parte due - si è filata la shot? c.c
Su è su Liam, ed è rossa. Pf. E niente. Me ne scappo ora

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Capitolo 4
*** #3. ***




Capitolo 3.
 
-Louis-
Oh, non avevo proprio resistito. Quando quella mattina l’avevo scontrato per la strada ero sicuro di non rivederlo più, ero sicuro che fino al giorno in cui sarei andato a riprendermelo non l’avrei rivisto. E mancava ancora qualche giorno. Per questo l’avevo pedinato tutto il giorno, dopo aver distribuito sacchetti di monete a quante più persone potevo, e mi si era intenerito il cuore nel vedere che aveva prestato aiuto alla famiglia a cui ero particolarmente affezionato.
Così avevo aspettato il calar della notte per rapirlo, in un certo senso, e baciarlo in uno degli angoli nascosti delle strade di Nottingham, che io conoscevo bene.
Non era descrivibile quello che avevo provato in quel momento. Mi tremavano le mani, a me, il grande Louis il Tommo, tremavano le mani nel baciare Harold. Il mio cuore batteva all’impazzata, le mani – oltre a tremare – sudavano, trasudando emozioni, le gambe per poco non mi cedettero sotto la pressione di quelle emozioni, eppure a lui mi ero dimostrato duro, sicuro. Lui non doveva ancora sapere cosa faceva scaturire dentro di me la sua sola presenza.
Quando l’avevo lasciato andare, quando mi ero staccato da lui mi ero sentivo vuoto completamente svuotato. Il mio respiro era affaticato, e le mie gambe ancora tremolanti, ma non lo davo a vedere.
E silenziosamente, come ero arrivato, mi ero volatilizzato subito dopo averlo guardato negli occhi.
Dovevamo organizzare tutto al più presto. La gara di tiro con l’arco si sarebbe tenuta solo qualche giorno più tardi,e io dovevo necessariamente fare qualcosa. Dovevo portarlo via, volevo tenerlo stretto tra le mie braccia. Ora che l’avevo ritrovato non potevo lasciarmelo scappare ancora.
Arrivai trafelato nella chiesa, Liam e Zayn mi guardavamo sconvolti.
“Ragazzi?” – chiesi affannando.
“Louis!” – tuonò il frate –“dove diavolo eri finito, eh?!”
“Liam, calmo, calmo, ero a Nottingham. Ho fatto un giro.. e..ho incontrato.. Harry..” – l’ultima frase l’avevo sussurrata, e avevo visto i miei amici avere due reazioni differenti. Il frate aveva tirato un sospiro di sollievo, sapendo che non avevo fatto nessuna delle mie bravate, mentre il mulatto aveva iniziato a ridere, piegandosi sulle proprie ginocchia.
Arrossii fino alla punta dei capelli, vedendolo ridere. Ma che avevo detto di così divertente?
Cercai lo sguardo di capire cosa stesse pensando, e cercai di capire dalle sue espressioni facciali cosa avessi detto di così divertente, senza tutta via capirlo.
“Zayn, non è carino ridere di Louis, vuoi dirci perché ridi così?” – prontamente Liam si intromise nel discorso, facendo così calmare Zayn, che si tirò su e mi guardò ancora divertito.
“E’ che non t’ho mai visto innamorato, Louis. È divertente, come cosa.” – asserì seriamente, guardandomi.
“Non sei divertente, Malik. Per nulla.”
Liam si mise a ridere, e scuotendo la testa si sedette su una delle panche della chiesa.
“Comunque, Louis, oggi lo sceriffo è stato qui.” – disse il ragazzo, ritornando serio.
 Alzai lo sguardo sul mio amico serio, facendogli segno di continuare.
“Ha portato via tutte le offerte della domenica, quindi non ho nulla da dare ai compaesani. Era giusto tu lo sapessi.”
“Mi dispiace, Liam, ti giuro che la smetterà di dar fastidio a te.”
“No, tu non farai niente.” – asserì il frate, guardandomi. –“la smetterai di metterti in pericolo, ora devi pensare a te stesso, quindi organizzeremo la fuga del principe Harold.”
Roteai gli occhi alzandomi al cielo, cercando di zittire il mio amico, ma lo sguardo del castano non ammetteva obiezioni. Sbuffai annuendo, e decisi che per il momento non avrei fatto nulla.
Solo per il momento. Sarebbe arrivato il giorno in cui giustizia sarebbe stata fatta, per mano mia o d’altro. Prima o poi a Nottingham, e in Inghilterra l’armonia e la pace sarebbero tornate.
Guardai i miei amici, e sorrisi, cercando non pensare a ciò che mi frullava nella mente.
Dovevo solo.. fingere per un po’. Almeno, fino a quando Harry non sarà di nuovo qui con noi, con me.
Guardai Zayn, che mi aveva sempre sostenuto nelle mie scelte, che ora appoggiava Liam e gli sorrisi fingendo.
Guardai Liam, che mi aveva sempre aiutato con i piccoli furti, che ora veniva contro di me e gli sorrisi fingendo.
Avevo in mente qualcosa di grande ed eclatante, ma non potevo dirlo ora.
“Allora! Cosa indosso per non dare nell’occhio? Come procediamo per portare via Harry?” – chiesi con il mio falso sorriso stampato sul viso. Loro sembrarono cascarci e si rilassarono raggiungendomi.
Iniziammo a scavare nella cesta dei vestiti dismessi della gente che li donava alla chiesa, cercando di recuperare qualcosa che sarebbe andato bene per me.
Era un’idea fantastica. Travestirmi in modo da non essere riconosciuto, scatenare un po’ di confusione, e portare via Harry senza che nessuno se ne accorgesse.
Era tutto studiato, niente sarebbe andato storto, ne ero sicuro.
Cosa mai sarebbe andato storto?
Era il primo passo verso la felicità.
 
-Harry-
Ormai mancava poco alla grande gara di tiro con l’arco.
Qui a palazzo c’era un po’ di fermento e movimento, anzi diciamo anche molto.
Erano tutti in agitazione, tutto doveva andare per il verso giusto.
Gli unici tranquilli eravamo io e mia madre. Io sapevo che Louis avrebbe portato confusione e sgomento alla gare, e avrebbe portato via me, ne ero sicuro.
Se avevo avuto dubbi prima, ora – dopo quel bacio – ne ero fermamente sicuro.
Sapevo che lui mi avrebbe portato via, che mi avrebbe salvato da tutto questo.
Sorridevo come un ebete sfiorandomi le labbra da quando mi aveva baciato. Sembravo un cretino, ma.. adoravo questa sensazione di benessere e di amore. Sì, perché lui mi amava.
“Harold!” – urlò mio zio, facendomi riemergere dai miei pensieri.
Sbuffai e lo raggiunsi in un battibaleno. Lo vidi seduto su una bella sedia decorata che somigliava ad un trono – ovviamente, era sempre così.. dannatamente egocentrico, ma come faceva ad essere mio zio? – con di fronte a lui quel leccapiedi di Josh, che mi stava sempre più antipatico.
Era una cosa assurda. Quei due insieme erano una cosa odiosa da sopportare, una situazione insostenibile per tutti quanti, me per primo.
“Avete chiamato, zio?”
“Sì, Harold, siediti dobbiamo parlare.”
Sbuffai annoiato, e mi sedetti di fronte a lui.
Iniziai a scrutarlo, cercando di capire cosa volesse da me.
Non sopportavo quello sguardo, voleva impormi qualcosa che non volevo fare, voleva impormi qualcosa che avrebbe causato qualche problema a Louis durante la gara.
Perché? Perché doveva rompere le uova nel paniere proprio ora? Non s’era mai importato di me, non mi calcolava nemmeno la sera durante le cene, non s’era mai interessato. Doveva farlo proprio ora che io stavo per guadagnare la libertà e l’amore?
“Dovrai invitare la contessa Flack alla gara.”
“Cosa?! Ma voi siete impazzito!” – sbottai alzandomi.
“Io non vado alla festa con una vecchia decrepita!”
“Oh andiamo, ha solo..” – ci pensò su qualche secondo –“quindici anni in più di te.”
“Non ci andrò con lei. Mettetevi l’anima in pace.”
Contessa Caroline Flack di York. Una quarantenne che mio zio aveva “scelto” come mia futura moglie.
Ma nemmeno sotto tortura. Era più anziana di me, e non solo di quindici anni, ne erano molti di più, mio zio era una capra anche con i numeri. A stento sapeva il mio nome, figurarsi saper contare.
E no, non avrei tradito Louis per una donna più vecchia di me.
Non ne aveva il diritto, era la mia vita.
“Pensaci Harold.” – asserì –“con la contessa dalla nostra parte, avremo il doppio dei guadagni e potremmo chiedere più tasse!”
“Dovreste smetterla di mettere tasse, il popolo non ce la fa più.”
“Tu non sei nessuno, io sono il re.”
“No, voi siete solo il sostituto di mio padre! Non ne avete il diritto!”
“Invece sì, visto che tuo padre ha tradito tua madre, e lei l’ha lasciato!”
Spalancai gli occhi.
Mio padre era partito per la crociata, io sapevo così da.. anni.
Da quando zio Niall era al potere io sapevo che mio padre fosse partito per la crociata, non che fosse andato via per sempre. No, non era questa la motivazione. Non era andato via perché aveva tradito la mamma.
Senza rispondere, senza aggiungere altro mi alzai di scatto.
“Dove credi di andare? Tuo zio sta parlando con te!”
“Tu sta zitto, stupido leccapiedi.”
Mi dileguai dalla sala da pranzo, correndo in camera mia.
Sentivo le lacrime agli occhi, sentivo di voler morire ora.
Sentivo di non voler più vivere qui.
Volevo Louis, lo volevo ora qui.
Volevo le sue braccia forti a proteggermi, volevo che lui fosse qui con me, ora, volevo baciarlo fino a non respirare più, volevo qualcuno che mi sussurrasse che era tutto a posto, volevo.. volevo semplicemente che qualcuno mi amasse, così come mi amava Louis.
Mia madre mi aveva mentito per anni, mio zio era praticamente destinato a regnare fino a che non sarebbe morto, ed io sarei stato ancora sua vittima.
Perché Louis non mi aveva portato via quando gliel’avevo chiesto? Perché non mi aveva portato via quando ci eravamo visti?
E se..
E se Louis non mi amasse più? Se si fosse innamorato di quel suo amico? Se non fosse venuto alla gara?
Io.. che diamine avrei fatto senza di lui, a questo punto?
Sarei stato destinato a sposare la vecchia per accontentare mio zio?
Deglutii, e mi appoggiai al mio cuscino, piangendo come una femminuccia.
Non riuscivo a trattenermi. Ero sempre stato un tipo sensibile, ma non così. Questo era stress, era rabbia repressa, e ora ancora più rabbia verso mio padre che aveva fatto questo a mia madre, che aveva tradito anche me, e aveva tradito il popolo, lasciandolo in balia di quella serpe di Horan.
Volevo solo Louis ad asciugarmi le lacrime, ma Louis non sarebbe arrivato, almeno non ora.






NO, JIMMY PROTESTED!

Breve ma intenso :')
Scusate, ma è di passaggio. Odio i capitoli di passaggio, sul serio.
E si scopre la verità sul padre di Harry e sul ruolo di Niall. Che stronzo, vero? LOL
Povero Harold, mi si è stretto il cuore a farlo soffrire così.
Ma il trangolo comico Louis/Zayn/Liam.. sono adorabili quei tre insieme :')
E allora! Dai ve lo do un anticipo sul prossimo, però shhhhhh.

“Sei venuto..” – sussurrò affondando il viso sul mio petto.
“Come sarei potuto mancare?”
“Non lo so.. avevo paura..” – cercò di trattenere un singhiozzo.
“Ci sono io, Harry, non devi più aver paura, di nulla.” 


E' work in progress, e mercoledì prossimo lo gusterete v.v
Anyway. Spero vi sia piiaiciuto.
e...

Tatata, pubblicità :3
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Se no poi cadi, ti fai male e muori :3

LOL sono idiota sul serio. v.v
Bene, adesso vi lascio.
See you saturday, with Baby :3 
Vi saluto con questa gif Larry *w* 

Awwwww *w*

Shao bele :3

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Capitolo 5
*** #4. ***




Capitolo 4.
 
-Louis-
Il gran giorno era giunto, finalmente ciò che era sempre stato mio, sarebbe tornato con me; finalmente il mio piccolo Harry sarebbe scappato dalla sua infelicità, finalmente entrambi saremmo stati felici insieme. Oggi si sarebbe tenuta la tanto agognata e attesa gara di tiro con l’arco.
Ero impaziente, tanto impaziente.
Stasera, dopo anni di lontananza , l’avrei riavuto in tutto il suo splendore, lo avrei stretto forte forte a me, l’avrei protetto dalle angherie dello zio, l’avrei salvato e portato con me nella foresta di Sherwood.
Sorrisi guardando Liam, mentre indossavo l’arco e la sacca per le frecce sopra il costume.
Il frate era preoccupato, tanto per cambiare, ma niente mi avrebbe fatto cambiare idea.
“Louis, ti prego, sta attento. Ti cercano sempre ultimamente.”
“Non mi riconosceranno, Liam. Sta tranquillo e smettila di preoccuparti!”
Indossai un elmo rubato alle guardie reali qualche mese fa e fui pronto.
“Salutate Sir Lucas di Wolverhampton!” – esclamai pimpante, sotto lo sguardo divertito di Zayn e quello preoccupato e ammonitore, forse anche un po’ contrariato di Liam.
“Perché devi usare proprio il mio paese di origine?” – chiese,appunto, il frate contrariato dalla mia scelta.
“Oh, non farla lunga. Così posso vantarmi di provenire dal paese d’origine del frate migliore degli ultimi tempi!” – esclamai, forse con voce troppo alta e acuta, perché Liam si accorse che il mio era solo un modo di rabbonirlo.
“Oh, su. Non esageriamo.” – borbottò Liam, capendo le mie intenzioni.
Lo guardai con uno sguardo intenditore, sbattendo velocemente gli occhi.
“Ok, cosa ti serve?” – chiese quasi subito Liam.
Ero così.. non bravo a non saper praticare l’arte dell’adulazione come un certo tipo che viveva al palazzo, senza fare nomi, Josh Devine.
Sbuffai guardando Liam, ma sorridendo immediatamente dopo.
“Ehm, un piccolo favore.”
“Su dai, non avevi bisogno di.. dire quelle cose, lo sai che non ti dico mai di no.”
“Dovresti.. creare un diversivo, mentre io porto via Harry.”
“Arrivi tardi, Tommo. Ci avevo già pensato.” – asserì lui con un sorriso soddisfatto e fiero di sé.
Mi venne da scuotere la testa. Liam era imprevedibile, davvero.
-
Ero pronto.
Il piano era perfetto, mi sarei classificato primo – cosa facilissima per il sottoscritto – e durante la premiazione, Liam avrebbe creato scompiglio insieme a Zayn, annunciando il mio arrivo da un’altra parte e tutta l’attenzione si sarebbe spostata nella direzione di Louis Il Tommo, e non su sir Lucas, dandomi la possibilità di far fuggire Harry.
Ci dirigemmo subito al centro di Nottingham, ma una volta arrivati, Liam e Zayn si nascosero lontano dalla folla, mentre io andai ad iscrivermi. Lo sceriffo prendeva i nomi e speravo di superare la prova. Se lo sceriffo non mi avesse riconosciuto, sarei stato a cavallo.
Mi avvicinai pacatamente, ma con sicurezza al banco delle iscrizioni, arrivando a fronteggiare lo sceriffo Higgins.
Mi fissò a lungo, squadrandomi.
“Perché indossate l’elmo?”
“Oh, non lo tolgo mai. Ho il viso sfregiato.”
“Il vostro nome?”
“Sir Lucas di Wolverhampton.”
“Lontanuccio da qui, vero?” – chiese alzando un sopracciglio.
Visto da qui faceva quasi paura. Era raccapricciante avere lo sceriffo a pochi metri.
“Amo il tiro con l’arco, non ho resistito alla tentazione.” – asserii sicuro.
Beh, questa era la verità.
“Bene.”
Mi squadrò ancora sospettoso, e per un attimo temetti che mi avesse riconosciuto.
La tensione era palpabile nell’aria, eppure riuscivo ad apparire sicuro di me.
Compilò un modulo. E mi invitò a raggiungere gli altri.
Mi stavo allontanando quando..
“Ehi, aspettate!”
Oh merda, merda mi hanno riconosciuto! Merda!
“Si?” – mi voltai verso di lui fingendo nonchalance e sicurezza.
“Dovete salutare la famiglia reale.”
Sospirai immediatamente di sollievo, ed annuii; mi diressi verso di loro sollevato, ero sfuggito allo sceriffo, chi era meglio di me?
E lo vidi. Quando scorsi Harry, alzai appena la visiera dell’elmo, e immediatamente incrociai i suoi occhi. Erano rossi, come se avesse pianto, e subito ne intuii il motivo. Accanto a lui spiccava una donna, non molto giovane dallo sguardo come quello di una strega, che lo guardava come se fosse una gallina dalle uova d’oro.
Ed io che credevo d’essere grande per Harry!
Non appena il suo sguardo incrociò il mio, fu come se i suoi muscoli si rilassassero, e con una riverenza salutai quel.. Niall e mi diressi dagli altri partecipanti.
Che le danze abbiano inizio!
 
-Harry-
Quella mattina mi ero svegliato con una grande paura.
Temevo, temevo tantissimo che Louis non si fosse presentato. Avevo una paura inimmaginabile. Se lui non fosse venuto, a cosa sarei andato incontro? Avrei dovuto sposare la vecchia megera? Sarei rimasto sotto gli ordini impellenti di mio zio? Sarei rimasto infelice per tutta la vita?
Magari era questo quello che mi meritavo per averlo lasciato scappare da me, per averlo perso già una volta. Non volevo perderlo una seconda volta, ma stavolta non dipendeva da me.
Ma lui aveva promesso, e quando Louis Il Tommo prometteva, manteneva sempre la parola data.
E con questo stato d’animo ero stato mentre mi vestivo, mentre arrivavamo al luogo della gara, fino a che non avevo incrociato il suo sguardo. Sotto quell’elmo quei due occhi non potevano essere di altro. Quegli occhi erano un marchio, erano il suo simbolo di riconoscimento. Nessuno li aveva così. Quell’azzurro così chiaro, con quelle sfumature di verde e di grigio.. scossi la testa riprendendomi.
Dovevo mostrare un certo contegno, specialmente davanti a mio zio, quel cretino di Josh, mia madre e la ve.. Caroline.
Sorrisi, facendo un cenno con il capo all’arciere che avevo riconosciuto come Louis, e mi risedetti, guardando la sfilata di tizi sconosciuti davanti a me.
La gara doveva iniziare presto, e finire altrettanto presto, volevo trovarmi tra le braccia di Louis e farmi stringere da lui, volevo che mi coccolasse, e perdermi nel suo profumo, nei suoi occhi, in lui.
Già sentivo le sue possenti braccia stringermi forte, e il cuore battermi all’impazzata.
“Harold, cerca di non dare a vedere che aspetti qualcuno..” – sussurrò mia madre al mio orecchio. Perso com’ero nei miei pensieri non mi ero accorto di aver destato sospetti, e che la gara era iniziata.
“Scusate, scusate tutti, pensavo ad una cosa.”
“Voglio sperare che sia io, piccolo mio.” – rabbrividii di paura, sentendo quella voce. Perché dovevo sentire questa tortura? Era irritante, e fastidiosa.
“No, non pensavo a voi,Lady Caroline.”
“Oh, piccolo Harold, perché non mi chiami semplicemente amore?”
“Perché voi siete una dama, ed io un giovane.” – ribattei subito, riportando la mia attenzione alla gara e a Louis.
Era bravissimo, centrava tutti i bersagli ed io ero incantato a guardarlo.
Si muoveva agile, ed era sinuoso nei movimenti. Era stupendo, lui si che l’avrei chiamato amore.
Deglutii fortemente. E se non fosse arrivato in finale?
Se avesse perso?
O peggio, se l’avessero riconosciuto?
“Harold, perché mostri interesse per quel..” – indicò –“giovane?”
Ma perché non chiudi un po’ la bocca?
“Perché è molto bravo.”
“Sicuramente.. mi chiedo come faccia a tirare così.”
“Avrà fatto pratica.”
“Sicuramente.”
Sbuffai, tornando alla gara. Dov’era finito Louis?
Non lo vedevo più.. merda.
Lo cercavo con lo sguardo, senza mostrarmi particolarmente interessato.
Improvvisamente si sentì un urlo.
Un frate stava urlando che Louis Il Tommo stava arrivando.
Mi girai di scatto nella direzione indicata. Non c’era nessuno. Ma io l’avevo visto, era quel cavaliere. Non era possibile, io l’avevo riconosciuto lui era qui..
Mi sentii prendere da dietro, e tremai di paura, quasi urlai terrorizzato. Una mano fu sulla mia bocca, zittendomi subito.
“Sono io, non fare lo stupido, seguimi.”
Tremai,sentendo la sua voce.
Avevo paura non fosse mai arrivato, temevo che lui non si presentasse per paura di essere scoperto, e invece ora era dietro di me, stringendomi tra le braccia per portarmi via.
Annuii senza emettere nessun suono, e sentii un bacio umido sul collo. Eccolo, il suo marchio di riconoscimento. Ogni volta doveva darmi un bacio sul collo, perché sapeva che sarei impazzito.
Se avevo qualche dubbio, adesso ero certo fosse lui.
Ma qualcosa andò storto, quando Louis stava per portarmi via, Caroline si girò verso di me, ed urlò di terrore.
“Stanno portando via, Harold! Lasciatelo!” – urlò la donna indicando Louis.
“Merda!” – esclamò lui, dietro di me.
Mi afferrò per le mani, trascinandomi.
Fino a quando sentii che eravamo braccati, come cani in gabbia.
Louis scoppiò a ridere, e si tolse l’elmo.
“Sai, sceriffo..? Sei proprio cieco, mi avevi davanti da stamane.. e non hai mosso un muscolo.”
“Tommo, me la pagherai, credimi me la pagherai, acciuffatelo!” – gridò istericamente.
Si voltò verso di me, e mi prese la mano, guardandomi.
“Tu, corri da Zayn e da Liam. Loro ti porteranno al sicuro. Muoviti!” – urlò quasi contro di me, afferrando una serie di frecce, scagliandole tutte insieme contro gli uomini di mio zio.
Trovai un sentiero di fuga, e corsi in quella direzione, trovandomi davanti una guardia, improvvisamente.
Tremai di paura, non volevo che mi prendessero ancora.
L’uomo fu colpito da una freccia, e cadde a terra.
“Corri Harry, muoviti!”
Continuò fino a che non lo vidi completamente circondato.
Non potevo lasciarlo solo, non ora.
 
-Louis-
Perché quella vecchia non si era fatta i maledettissimi affaracci suoi?
Perché doveva urlare proprio quando io ed Harry eravamo lontani?
Dannazione, non poteva andare così. Non potevamo perdere tutto, quando ancora non l’avevamo avuto.
Ero accerchiato, ma almeno sapevo che Harry era con Liam e Zayn al sicuro.
Infondo, quante volte mi ero trovato in questa situazione? Troppe, tante.
Sapevo come eludere tutti, e scappare salvandomi la vita.
Ma stavolta sembrava diverso,sembravano.. volermi morto subito. Tanto per cambiare. Non sapevo cosa avessero di diverso stavolta.
Sentii qualcuno dietro di me. Spalla contro spalla.
“Pensavi che t’avessi lasciato solo?” – sentii la voce di Harry.
“Tu sei stupido! Dovevi andare al sicuro!”
“Non lascio te solo.”
“Stupido so cavarmela.” – gli feci eco, e scagliai la prima freccia.
Voleva difenderci con un bastone?
Lo dicevo io che era un ragazzo speciale. Ma io non potevo lasciare che si facesse male.
Riuscii ad abbattere due guardie, e lo trascinai per un braccio.
“Zayn!” – urlai al mio compagno, che si stava avvicinando alla mischia,e gli lanciai Harry tra le braccia, mettendolo di certo al sicuro.
“Prenditi cura di lui, ci vediamo al rifugio!” – urlai ancora.
Fece un cenno di assenso con la testa, e lo trascinò via.
“A noi due, Higgins.”
 
-Harry-
“Lasciami! Ha bisogno di me, lasciami!” – urlavo, mentre questo tipo mi teneva stretto e mi trascinava prima fuori dalla folla, poi fuori dal campo e poi in una foresta.
“Sta zitto, Louis sa cavarsela da solo!” – urlò zittendomi.
Continuò a guardarsi intorno preoccupato.
“Dove cazzo sei, Liam?” – urlò agli alberi.
Vidi un ragazzo comparire tra gli alberi, con un sorriso sul viso, al contempo l’aria preoccupata.
Tutti eravamo preoccupati per Louis, in quel momento.
Non sapevo che cosa fosse successo, non sapevo nulla.
Avevo solo paura. Paura di perderlo davvero.
“Sono qui, Zayn, Louis?” – disse il castano, con quel tono di voce preoccupato, che mi fece tremare ancor di più.
“Si sta occupando di quelli.. come ci hanno scoperti?!”
“Portiamo il principino al sicuro, altrimenti Louis non ce lo perdonerà mai.”
Il moro annuì e mi trascinarono via da quella foresta, fino ad una chiesetta di campagna. Piccola ed accogliente, dietro la quale c’era una specie di giardino, dove c’erano due tende e diversi bauli.
“Noi siamo Zayn” – iniziò il moro indicandosi.
“E Liam” – indicò il castano –“non chiamarlo Fra Liam , altrimenti si arrabbia.”
“Ed io sono Har.. Harry!”
“Si, sappiamo chi sei. Principe Harold, Louis ci ha parlato troppo di te.”
-
Era passato troppo tempo, troppo davvero.
Non sapevo Louis dove fosse, non sapevo se stesse bene, cosa gli fosse capitato.
E se l’avevano arrestato? Se l’avevano portato via?
“Tranquillo” – disse il frate –“tornerà, torna sempre.”
Annuii, ma non riuscii a tranquillizzarmi. Ma lui aveva promesso, no?
 
-Louis-
Ero di fronte a lui,anzi a loro c’era anche il leccapiedi con lo sceriffo. Con le mani legate dietro la schiena.
Mi avevano preso, ma non per molto. Sapevo come liberarmi, e sapevo quando liberarmi.
“Finalmente ti ho arrestato, caro Tommo.”
Sorrisi ironico guardandolo.
“Si, sentiti importante. Non mi avrai a lungo, goditi i minuti.”
“Non sfidarmi.”
Gli feci una smorfia e continuai a guardare dritto davanti a me.
Harry era al sicuro. Zayn l’aveva portato via, e Liam era con loro. Niente era meglio di così.
Io sapevo cavarmela sempre, quindi non avrei avuto problemi ad andare via da qui.
Sentii un dolore lancinante alla guancia destra, tanto forte da farmi girare la testa su un lato.
“Oh, vedo che passiamo già alle maniere forti, Paul. Un po’ di fantasia.” – lo sfidavo con la voce e con lo sguardo, sapevo che avrebbe perso la pazienza in poco.
“Smettila di essere sicuro di te, sappiamo tutti che muori di paura, e che vuoi scappare via.”
“Scordatelo. Non piangerò e non mi dispererò, né chiederò pietà davanti a te.”
“Lo vedremo.”
Mi costrinse ad inginocchiarmi davanti a lui, ed estrasse un coltello dalla tasca, procurandomi un taglio netto sul viso. Questa me l’avrebbe pagata. Mi morsi le labbra per il troppo dolore, e cambiai la posizione delle mani. Stavo riuscendo a sciogliere i nodi che mi legavano, dovevo solo resistere ancora un po’.
“Adesso non fai il sicuro, vero?”
Sorrisi ancora.
Povero illuso.
Mi arrivò un calcio nello stomaco che mi fece piegare in avanti su me stesso. Diamine. Non così.
Ebbi altri colpi, fino a quando non riuscii a sciogliere i miei polsi e con la stessa fune, legare i piedi del mio nemico e farlo cadere all’indietro.
“Cosa ti avevo detto? Mai sfidare Louis Il Tommo.” – asserii, e riprendendomi il mio arco, trovai una via di fuga minacciando di colpire Devine, che fino ad ora era rimasto a guardare divertito la scena, e appena gli avevo puntato la freccia contro aveva iniziato a tremare come una foglia. Era divertente da guardare.
Mi dileguai tra le foglie, prima che lo sceriffo riprendesse i sensi.
Stavolta, ero sfuggito per un pelo.
L’avevo vista brutta.
-
Arrivai di corsa alla chiesa di Liam, dove fui subito accolto da Zayn che mi corse incontro. Aspettava fuori, probabilmente perché mi aveva visto subito.
“Cosa ti è successo?” – fece indicando il graffio sul viso.
“Un piccolo regalo di Paul, niente di che.”
Cercai il riccio con lo sguardo, e Zayn capendo il mio desiderio di vederlo, mi indicò la tenda dove l’avevano fatto entrare per farlo riposare, probabilmente.
Entrai piano, pensando che stesse dormendo, quando mi ritrovai scaraventato a terra, con il peso di Harry sopra. Ed emisi un mugugno di dolore, a causa delle botte ricevute poco prima.
“Sei venuto..” – sussurrò affondando il viso sul mio petto.
“Come potevo mancare?”
“Non lo so.. avevo paura..” – cercò di trattenere un singhiozzo.
“Ci sono io, Harry, non devi più aver paura, di nulla.”
 Lo strinsi tra le braccia. Finalmente era qui con me, finalmente eravamo di nuovo insieme, finalmente niente avrebbe mai potuto dividerci.
Lo stringevo forte a me, quando lui alzò il viso su di me, puntando gli occhi nei miei e poi facendomi una radiografia completa.
“Cosa hai combinato?”
“Nulla di che è un graffio.”
“Fatti curare su.” – sorrise lui. Annuii, mentre lui si alzava da me, e correva da Liam a chiedere acqua e bende per medicarmi. Probabilmente si era accorto che non ero conciato bene.
Premurosamente, Harry mi coccolò e medicò i lividi e i tagli ricevuti, stringendomi forte subito dopo.
“Sei dolcissimo,Harry.”
“Tu mi hai salvato la vita, è il minimo.” –sorrise,e mi diede un bacio a fior di labbra.
“Andiamo dagli altri, saranno preoccupati.”
Annuii e ci alzammo da terra, raggiungendo Zayn e Liam che aspettavano ansiosi spiegazioni riguardo tutto quello che era successo, e loro diedero il loro dissenso.
Liam mi rimproverava,dicendomi che non avrei dovuto agire da solo,e dello stesso parere era Zayn, che sarebbe rimasto volentieri.
“Dovevo proteggere Harry.” – asserii guardandoli serio.
Harry mi strinse la mano.
“E poi so cavarmela, lo sapete.”
“Sì, adesso super umano vai a riposare.” –sorrise premuroso Liam, spedendo me ed Harry nella tenda, dove guardai il riccio, e lo avvicinai a me, tirandomelo sulle gambe.
“Benvenuto in famiglia, Harold.”
“Bentornato nella mia vita, Louis.”





NO, JIMMY PROTESTED!
Amatemi, aggiorno con un giorno di anticipo :D
Vi mancavo, vero?Ieri non ho postato nulla :O
Fatta la mia entrata ad effetto in scena..
Andiamo con le novita, mi sono fatta Facebook, se volete aggiungermi sono QUI 
Poi..volevo dirvi.. ecco..
Qui c'è un po' d'azione, LOL povero Louis, ma il nostro Tommo scappa sempre :D
E' un gran figone, lo so. Lo so.
Aww il momento dolce con Harry? :3
Ditemi che vi è piaciuto ci ho lavorato su due giorni, per questo non volevo aspettare..
E.. due parole. Little Things. Dio, cosa non è quella canzone? Stupenda. Stupenda, Stupenda!
Afrfddfrtfd.
Appena tutti finiranno di scrivere OS su di essa, vi posterò la mia interpretazione, che è work in progress..
TUTTI: Chiara smettila le tue OS non piacciono a nessuno c.c
Chiara:c.c scusate.

Eeeeeeeeeeeeh..niente. Aggiungetemi su fb se volete, ho fatto l'account solo per voi, per rimanere aggiornate sempre sulle mie stronzate, LOL
Adesso mi dileguo..
vi dico solo
DOMANI è HALLOWEEN.
Indovinate cosa avrete? LOL
Tremate. I Baby One Direction arrivano qualche giorno prima, tremate.
Ora posso dileguarmi. Ahahah
Shao bele :3

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Capitolo 6
*** #5 ***





Capitolo 5.
 
-Louis-
Ci ero riuscito, finalmente era di nuovo al mio fianco.
Mi sentivo distrutto fisicamente, per quello che avevo subito nel tentativo di fuga, ma mi sentivo talmente bene dentro che il dolore fisico sembrava come se non lo sentissi, era tutto a posto, ora, o almeno era quello che speravo per il momento.
Il riccio dormiva ancora. Era steso accanto a me con la testa appoggiata sul mio petto, e i suoi ricci mi solleticavano il naso, mentre il suo viso era rilassato, dolce, felice. Magari era davvero questo che gli occorreva, ciò che voleva davvero, e per mia fortuna coincideva con quello che volevo anch’io.
Gli baciai leggermente i capelli, inebriandomi del suo profumo, e mentre lo facevo il riccio sorrideva contro il mio petto.
Avrei mai trovato uno come lui, in tutta la mia vita? Qualcuno che mi facesse sentire così completo solo con un sorriso? La risposta era no. Perché avevo cercato per anni qualcuno che lo sostituisse. Zayn, Liam, persone conosciute in tutti questi anni, persone che mi erano venute in soccorso, che avevo aiutato, nessuna – e sottolineo nessuna – persona mi aveva fatto provare quello che in questo momento sentivo verso di lui. Il ricordo del riccio nella mia mente era sempre stato così chiaro, così netto, come se non fossi andato via, come se lui fosse stato sempre qui accanto a me, che non potevo dimenticarlo facilmente. Anzi non potevo dimenticarlo affatto.
I verdissimi occhi del ragazzo si aprirono ed incontrarono i miei. E fu un attimo, mi investì quel suo meraviglioso sorriso. Quella sua espressione da bambino – nonostante i suoi diciannove anni –mi incantava e mi ipnotizzava.
“Louis, non era un sogno allora.. sei qui..” – sussurrò con la testa affondata nell’incavo del mio collo, sorridendo – potevo sentirlo contro la mia pelle – e iniziando a baciarlo. Fui scosso subito da un brivido, che Harry sentì di sicuro, perché lo sentii ridere sommessamente contro il mio collo.
“Harry..” – mugugnai contrariato. Non potevo lasciarmi sottomettere così da lui.
“Mmh..?”
Strofinò il naso contro la pelle del collo lasciandoci una scia di umidi baci.
“Sei bello, Boo” – sussurrò risalendo. Potevo vedere le sue palpebre abbassate, e sentire i suoi baci salire fino alla guancia. Con un dito accarezzò la ferita sul viso.
“E questo taglio ti fa sembrare un duro..” – sussurrò ancora, torturandomi di baci, mentre una sua mano iniziava ad accarezzarmi la pancia con movimenti lenti e circolari, che mi facevano rabbrividire.
Ecco, il grande Louis il Tommo sottomesso da un principino.
Mi morsi le labbra, socchiudendo gli occhi.
“Oh.. questa cosa non ti serve..” – sussurrò ancora, sfilandomi via la casacca.
“Uhm.. molto meglio.”
“Harry.. dai..”- sussurrai con un filo di voce, sì, perché le sue labbra erano tornate a lambirmi la pelle con quei baci lenti ed eccitanti che mi stava regalando il riccio.
Allungai una mano verso di lui, e gli tastai i ricci. Erano morbidi. Gli massaggiai la testa, sentendolo sorridere contro il mio petto. Ridacchiò, tornando alle mie labbra.
Mi baciò lentamente, ma allo stesso tempo con passione.
Ecco, il mio stomaco era in subbuglio.
Poteva una persona distruggere così una persona con dei baci?
Harry Styles era questo, era capace di mandare in fibrillazione ogni cellula del mio corpo.
La mia mano volò dietro il suo collo e lo feci più vicino a me, contro le mie labbra.
Si staccò di pochi millimetri guardandomi negli occhi, e sorridendomi maliziosamente.
“L- Louis..” – balbettò.
“Ha- Harry..” – balbettai anch’io.
Mi baciò ancora, più forte di prima.
Cercavo di annaspare aria, ogni attimo di pausa, ma erano talmente brevi gli intervalli, che sembrava non esserci un attimo di pace.
Si staccò per un attimo da me, per guardarmi negli occhi, e ne approfittai ribaltando le posizioni, posizionandomi a cavalcioni su di lui e bloccandogli le mani ai lati della testa.
Si morse le labbra guardandomi.
“Non è giusto.. tu sei allenato..”- si lamentò con voce languida e da bambino capriccioso.
“Sono Louis il Tommo, cosa credi?” – ridacchiai dandogli un bacio sul mento.
“Dai, almeno lasciami le mani, Louis..” – sommersi una risata dandogli un bacio lungo sul collo, mentre lui cercava di dimenarsi per liberarsi i polsi. Dopo un po’ si arrese, guardandomi sconfitto.
Ma potevo vedere quel sorriso ammaliante riempirgli le labbra.
“Ti hanno mai detto, Styles, che sei da riempire di baci?”
“Uhm.. si, un ragazzo. Un bel ragazzo, davvero.”
Alzai un sopracciglio guardandolo.
Vuoi giocare? D’accordo, giochiamo.
“Ah si? E chi sarebbe?” – sorrisi, guardandolo, per poi riprendere il controllo e continuare a torturargli il collo.
Era davvero piacevole tenerlo qui con me, non mi ero mai sentito tanto felice.
“L’ho conosciuto ad una festa.. oh, sapeva baciare divinamente.”
“Oh, rivelazioni? Non sei nemmeno tornato da me, che mi spiattelli in faccia le tue conquiste?” – risi.  Salii appena sul mento, e percorsi tutto il tragitto fino all’orecchio.
“Tu sei mio, Harreh” – sussurrai al suo orecchio lasciandogli un morso su di esso.
Sentii un suo gemito sommesso e una risatina divertita.
“Siamo gelosi, Tommo?”
“Ma smettila..”
Si dimenò ancora un po’, ma era talmente flebile il suo movimento che capii fosse solo scena.
Scossi la testa e gli tappai la bocca con un bacio profondo.
“Louis, dai..”
“Voglio prima sapere il nome del tipo..” – ridacchiai.
“Loueh..”
Sorrisi soddisfatto. Non aveva avuto nessun altro, oltre a me.
Meglio per lui, avrei evitato di fargliela pagare ulteriormente.
“Ti amo, Louis..” – sussurrò poi, facendomi rabbrividire come mai prima d’ora.
“Anch’io Harry..”
Stavo per baciarlo di nuovo, quando la tenda si aprì,rivelando la figura di Liam.
“Louis, Har.. oh scusate! Non volevo interrompere nulla!” – esclamò il frate scappando via, imbarazzato.
Appoggiai la fronte contro quella di Harry e gli diedi un bacio sulla punta del naso.
“Sarà meglio raggiungerli, non vorrei che Zayn si facesse strane idee su noi due.”
“Può farsele tranquillamente.” – ridacchiò dandomi un bacio sulle labbra.
“Ora, sir Louis il Tommo, potete lasciarmi le mani, così raggiungiamo i vostri amici?”
“Nostri amici, sir Harry.”
“Mi piace.”
Gli schioccai un bacio sulla guancia,e mi alzai da lui. Mantenni il contatto visivo mentre gli porgevo la mano e lui l’afferrava per alzarsi in piedi.
Nell’alzarsi, si scontrò contro il mio petto, e mi ritrovai di nuovo negli occhi di Harry. Gli misi una mano sulla guancia e lo avvicinai ancora a me.
“Non smetterei mai di baciarti, Harry..” – sussurrai baciandolo ancora.
“Nemmeno io, Louis..”
Mi era mancato troppo, ecco perché non riuscivo a staccarmi da lui.
Non riuscivo, ma non volevo nemmeno. Chi avrebbe voluto staccarsi da quel ragazzo?
Il riccio allacciò le braccia dietro al mio collo, avvicinandosi di più a me. Fece scontrare i nostri petti ed io strinsi gli occhi, beandomi del contatto tra le nostre labbra.
“Bleah, lo so che non vi vedete da secoli, ma Liam s’è spaccato il culo a prepararvi la colazione, muovetevi!”
“Zayn, sei un guastafeste, fattelo dire.”
Mi staccai di malavoglia da Harry e prendendogli la mano uscimmo dalla tenda.
“Sei indecente, Tommo, vestiti!” – rise Zayn appena fummo fuori.
Storsi il naso e mi guardai. Ero rimasto senza maglietta.
“Ma stai zitto che tu giri nudo.”
Liam rideva intenerito, guardando tutta la scena.
Era strana questa pace che si era venuta a creare, con quel caos che dilaniava fuori dalle mura di quella chiesetta.
Ma, se mi prendevo un giorno di pausa per ricordarmi i bei momenti passati con Harry, non avrei fatto del male a nessuno, in fondo.
Appoggiai la testa sulla spalla di Harry, e i suoi ricci mi solleticarono ancora il viso, mentre la sua mano volò sul mio fianco, stringendomi a sé. In fondo se per un giorno ero io quello debole, non importava a nessuno.
 
-Harry-
Non avevo mai avuto un risvegliò più bello di quello.
Ero appoggiato a Louis, e lui mi baciava i capelli, e mi ero deciso a stuzzicarlo un po’, e all’inizio l’avevo visto così deboluccio che mi aveva fatto tantissima tenerezza.
Poi, ovviamente, s’era ripreso.
Eravamo da stamattina a farci coccole. Dopo la colazione, Liam era tornato alle sue mansioni nella chiesa, mentre Zayn era uscito a fare una passeggiata; mentre io e Louis eravamo rimasti nella tenda di Louis a coccolarci.
Ora era appoggiato sul mio petto, e mi accarezzava delicatamente un braccio.
Stavo bene, stavo davvero benissimo. Niente più voce stridula di Josh, niente più urla di mio zio, niente più obblighi, niente più vecchia da sposare. L’unica preoccupazione che avevo era nel fatto che tutto questo potesse finire. Era nel fatto che mio zio potesse cercarmi, e di conseguenza fare del male a Louis. Lui era tutto per me, non potevo correre il rischio di far succedere qualcosa a lui.
“Louis.. “
“Dimmi, Harry”
“Ma se mio zio mi cerca.. e.. tu.. tu vieni arrestato..io..”
“Harry, andiamo. Non mi hanno preso per anni. Non lo faranno ora.” – asserì lui, smettendo di accarezzarmi.
Sentii la freddezza da parte sua.
“Louis, io..”
“Oh Harry, ti prego. Non voglio pensarci ora. Voglio solo essere il tuo Boo Bear, come una volta.”
“Non puoi, non sei più solo il mio Boo, ora hai sulle spalle l’Inghilterra.”
“L’Inghilterra per un giorno può aspettare. Sono anni che mi faccio in quattro contro tuo zio, non è mai cambiato nulla, per un giorno non accadrà nulla!” – sbottò scattando in piedi.
Si stava innervosendo. Avevo dei ricordi di lui incavolato, mai con me, ma con altri.
Ma lo ricordavo. Non si controllava se si arrabbiava ed io avevo fatto un casino, maledetta la mia boccaccia.
“Calmo, Louis, ti prego..”
“Smettila di dirmi quello che devo fare, Harold!
Arretrai di poco. Stava alzando la voce.
“Louis, te la stai prendendo per una stupidaggine!”
Mi raddrizzai, mettendomi seduto. Mi tirai le ginocchia al petto, cercando di non pensare a Louis che si stava innervosendo. Dovevo pensare ad un modo per tranquillizzarlo.
“Non ne posso più! Sono anni che sono solo, senza uno straccio di nessuno!  Sono anni che cerco di passare un giorno in tranquillità con la persona che amo, e il giorno che siamo qui tu che fai? Mi dici che mi perderai? Non mi perderai, Harry! Non chiedo tanto se chiedo una sola giornata per me!”
Deglutii forte. Non sopportavo quando qualcuno urlava così forte. Strinsi di più la testa tra le ginocchia.
“Harold, guardami! E rispondimi!”
Scossi la testa. Mi stava anche chiamando Harold. Era impazzito o cosa? Gli avevo solo detto una banalissima cosa.
E urlava. Perché tutti mi urlavano contro? Perché tutte le persone che avevano a che fare con me dovevano urlarmi addosso come se fossi io lo scarto umano? Una lacrima sfuggì dai miei occhi.
“Ti.. ti prego, L- Louis. Non urlare..”
“Non dirmi cosa devo fare!” – la sua voce era ancora più alta. Stavo sbagliando ancora.
Sbagliavo sempre. La mia vita era uno sbaglio. Io ero uno sbaglio.
Forse era meglio che tornavo alla mia vita normale. Le urla di mio zio erano più sopportabili di quelle di Louis.
Andava tutto così bene, prima di quella mia frase. Avevo sbagliato, non dovevo esternare i miei timori.
La lacrima di prima fu seguita da un’altra, e un’altra ancora. Fino a che non ebbi il volto inondato di lacrime.
A fatica mi alzai, ed uscii di corsa dalla tenda.
Dovevo andare via, dovevo..
Mi sentii afferrato per i fianchi. Due mani forti, sicure. Due mani che ora mi terrorizzavano, quando prima mi avevano fatto sentire protetto. Quella stretta non era decisamente rassicurante.
“Non scappare come una femminuccia, Styles!”
“Louis, basta ti prego.. basta..” – presi a singhiozzare, cercando di sottrarmi a lui, alla sua presa ferrea.
Le gocce salate scendevano dai miei occhi, posandosi dove capitava. Per terra, sulle mani di Louis, su di me..
Mi voltò di scatto verso di sé.
“Stai piangendo?”
Annuii terrorizzato. Avevo paura in quel momento, paura di Louis, paura delle sue mani, delle sue urla.
Alzò una mano, fino al mio viso. Strinsi gli occhi, temendo potesse colpirmi. Me lo meritavo in fondo. Mi meritavo di soffrire. Adesso forse sposare Caroline era il male minore..
La sua mano si posò delicatamente sulla mia guancia, asciugando tutte le lacrime. L’accarezzò piano, senza farmi male.
Avevo iniziato a tremare.
Louis mi guardò e poi mi attirò al suo petto, stringendomi possessivamente.
“Perdonami, perdonami piccolo mio..” – sussurrò baciandomi i capelli.
Rimasi immobile. La testa era appoggiata sul suo petto, ma l’unica cosa di me che si muoveva era il petto, scosso da forti singhiozzi. Le braccia di Louis mi cingevano completamente stringendomi in un abbraccio sicuro e confortante. Come poteva passare da “ragazzo che mi terrorizza” a “ragazzo che mi fa sentire protetto” in mezzo secondo?
“Scusa, scusa Harry.. mi sono innervosito con te, non te lo meritavi, mi dispiace..” – continuò a sussurrare mortificato riempiendomi di baci.
“N- no.. io- io lo m-merito.. de-devo andare v-via..”
“Non ho rischiato tutto per te, per farti andare via.” – la sua presa attorno a me si intensificò.
“Ti amo, non ti lascerò andare via.”
“Ripetilo..” – sussurrai, bisognoso di sentirmi dire quelle due paroline magiche.
“Ti amo, ti amo, ti amo..” – sussurrò a ripetizione.
Annuii, e mi lasciai andare. Mi strinsi di più a lui e mi lasciai cullare.
Mi calmai dopo un po’, e alzai lo sguardo su di lui. Mi asciugò gli occhi guardandomi dentro.
Scavò nel mio sguardo, quasi volesse leggermi l’anima.
“Scusa, davvero.. non dovevo perdere la pazienza con te. Perché non ti fai portare in un bel posto?”
“Dove..?” – sussurrai con la voce ancora incrinata.
“Fidati.” – sorrise –“non te ne pentirai.”
Annuii e mi staccai da lui, per andare alla tinozza con l’acqua per sciacquarmi il viso. Louis mi guardava ancora mortificato, ma sapevo che avrebbe fatto di tutto per non farmi più sentire così male.
Lo vidi armeggiare con alcune cose, ma non riuscivo a distinguere cosa fossero. Mi raggiunse con un sacchetto contenente non so che cosa, e mi afferrò la mano.
Mi sorrise colpevole e mi trascinò fuori dalla chiesetta. Era immersa nella foresta, come avevo notato il giorno prima, e iniziai a correre tirato da Louis, che non vedeva l’ora di giungere in un luogo che lui conosceva. Sinceramente non sapevo cosa aspettarmi.
Improvvisamente stoppò la corsa e temetti il peggio. Cosa poteva essere? Guardie? Mio zio? Qualsiasi cosa di negativo?
“Chiudi gli occhi..” – sussurrò, coprendomi gli occhi con un pezzo di stoffa.
“Louis, ho paura..” – mi strinse la mano.
“Ci sono io, non temere.”
Sorrise, trascinandomi. Stringevo forte la sua mano, non sapevo cosa aspettarmi. Cosa aveva in mente quel ragazzo?
Perché nonostante qualche minuto fa avessi avuto paura di lui, ora stavo.. bene?
Sospirai e mi feci trascinare da lui, fino a che non si fermò. C’era un leggero venticello, un profumo di fiori e lo scroscio di un fiume.
“Aspettami qui. Non togliere la benda.”
“Louis..?” – non lo sentii più.
Si era dileguato?
Dovevo fidarmi di lui, l’avevo sempre fatto. Dovevo continuare a farlo.
Dopo diverso tempo, sentii due braccia sulla mia pancia, e un naso solleticarmi il collo.
“Cosa senti?” – sussurrò lui al mio orecchio.
“Brividi, vento.. te.”
“Risposta esatta.”
Mi girò rapidamente verso di lui, e mi baciò sulle labbra, facendo salire le mani sulla mia testa, slacciando così la benda.
Baciandomi la fece cadere a terra, e quando si staccò dalle mie labbra, mantenne il contatto visivo, fissandomi negli occhi, lasciando che i nostri nasi si sfiorassero.
“Voltati..” – sussurrò.
Mi girai lentamente e vidi.. il paradiso.
Una distesa di fiori davanti a me, un fiumiciattolo poco lontano da noi e un lenzuolo con quella specie di cesto che aveva preparato prima di andar via.
“L- Louis..” – ero senza parole, e mi guardavo attorno estasiato.
Il sole picchiava forte, ma lui aveva sistemato tutto sotto un albero, dal quale cadevano piccoli fiorellini rosa.
Una scena dolcissima, ed anche romantica.
“Vuoi farmi l’onore di restare qui con me?”
Annuii e prendendogli la mano mi feci condurre sotto l’albero. Mi piacevano queste sue attenzioni.
Si stava impegnando per farsi perdonare la sbottata di poco prima.
Restammo lì, insieme per un tempo indeterminato.
Eravamo stesi lì, sotto l’albero.
Mi girai su un fianco, appoggiandoci il viso sopra.
“Perché hai sbottato così prima?” – chiesi a bruciapelo.
“Mi dispiace, non so cosa mi sia preso..”
“Non importa. Solo.. non urlare..”
Si avvicinò, stampandomi un bacio sulle labbra.
“Non urlerò, non mi arrabbierò,e ti amerò.”
Sorrisi contro le sue labbra e mi puntellai sulle mani, iniziando a baciarlo.
Lui mi mise le mani sui fianchi. E continuai a baciarlo. Lui ricambiava a pieno.
Ora, ora si che stavo bene.
Tenevo gli occhi chiusi continuando a baciarlo, dolcemente.
“Louis, abbiamo un problema.” – la voce di Zayn ci riscosse. Ancora?
Ma poi, come era arrivato?
Forse sapeva dove saremmo andati io e Louis?
“E’ da stamattina che mi interrompi, Zayn. Cosa succede?”
“Liam, è sparito.”






NO, JIMMY PROTESTED!

Sono meravigliosamente cattiva.
Ma tanto cattiva.
Me ne sono resa conto solo decidendo di finire il capitolo così.
Non sono meravigliosamente fluff in questo capitolo Harry e Louis? *w*
Mi sono impegnata a scrivere questo capitoletto, do you know? 
Buh, spero vi sia piaciuto. A me piace ogni volta che scrivo qualcosa di fluff su loro due insieme. LOL
Spero non ci siano orrori di battitura, non riesco a rileggerlo, mi si stanno intrecciando gli occhi LOL 
Se ci sono, fatemelo sapere, sarò lieta di toglierli di mezzo.
Torniamo al capitolo.. Poverini, Zayn li interrompe sempre. Ahah
Tornando a voi, muovete quelle manine a recensire pf.
E passate per l'altra Larry! (ovviamente chi è già passato non deve LOL)
Anyway.
Torniamo ai sondaggini che in SL avevano spopolato!

Cosa sarà successo a Liam?
A. E io cosa ne so?
B. Sceriffo Paul
C. Niall Horan.

LOL sbizzarritevi!
E voi, se non avete dimenticato SL, presto arriverà qualcosa di molto.. wow. Ci sto lavorando, non l'ho dimenticata, SL sarà sempre nel mio cuoricino <3 
Adesso vi lascio, che i miei occhi non reggono più, sto scrivendo da troppo tempo D:
Al prossimo capitolo :3
Shaaaaaaaaaaaaaaaaaaaao bele!



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Capitolo 7
*** #6 ***





Capitolo 6.
 
-Louis-
Liam era sparito. Come era accaduto? Ero sicuro fosse stato uno degli scagnozzi di Horan, o lo sceriffo. Dovevano essere loro, altrimenti non mi spiegavo chi potesse avercela con noi.
Quello che non mi spiegavo era il perché. Come facevano a sapere di Liam?
Era questo che succedeva, se mi prendevo una giornata di riposo?
Che stupido, stupido egoista che ero stato.
Come avevo potuto mettere davanti il mio bene a quello degli altri?
E ora uno dei miei due migliori amici chissà dove era sparito, mentre io pensavo a riposare.
Tirai un pugno al muro, facendomi male le nocche della mano.
“Louis, prendendo a pugni il muro, Liam non tornerà. Siediti e cerchiamo di scoprire cose è successo.” – rispose Zayn calmo, mentre era seduto.
“Calmo?! Come faccio a stare calmo!? Spiegamelo Zayn! non posso stare calmo, Liam è sparito!” – urlai fuori di me.
Eravamo tornati nella chiesa, subito dopo che Zayn ci aveva dato la notizia. E da quando quelle parole erano uscite dalla sua bocca, nella mia mente erano vivi i sensi di colpa. Sensi di colpa perché ero stato troppo egoista.
Non dovevo decidere di non essere Louis il Tommo per un giorno.
Avrei dovuto ascoltare Harry.
Aveva sempre avuto ragione lui, ed io l’avevo anche aggredito.
Era stato straziante per me vederlo così fragile, sull’orlo delle lacrime.
Da quando aveva il terrore delle persone che urlavano? Non aveva mai avuto questa paura. Avrei indagato poi, sul comportamento di Harry. In questi anni probabilmente era cambiato, ma non nei miei confronti o nei comportamenti, probabilmente aveva subito qualche trauma.
Ma ora non riuscivo a pensarci, Liam era in pericolo, e la colpa era tutta mia, che avevo deciso di mettere da parte le mie responsabilità. Stupido, stupido Louis.
Non avrei mai più fatto stronzate come quella di oggi. Non potevo mettere me davanti al resto, e oggi avevo capito perché mi fossi sempre impedito di essere me stesso anche solo per un giorno. Ne andava della sicurezza degli altri, e ora Liam era nei guai. Qualcosa sarebbe andato storto, lo sentivo dentro di me. Qualcosa non andava.
Era stato troppo perfetto. Arrivare ad Harry, portarlo via. Qualcosa doveva andare storto, ed ecco che Liam era scomparso.
La rabbia mi fece tirare un altro pugno nel muro, temetti di essermi rotto la mano, tanta era stata la forza caricata nel braccio.
“Louis!” – mi sentii prendere da dietro.
“Facendoti male non risolverai nulla, per favore, Boo.. calmati e siediti..”
“Non dirmi di stare calmo, Harold!” – sbottai verso di lui, che mi accarezzava con dolcezza la mano fatta male.
Lo stavo rifacendo, mi arrabbiavo con lui per qualcosa che era colpa mia, e come quella  mattina lessi terrore sul suo viso.
“Harry..” – presi fiato –“scusa, scusa.. hai ragione..”
“Tranquillo, ti capisco, avrei fatto lo stesso per un mio amico.. nonostante non ne abbia..” – abbozzò un sorriso.
Quel sorriso era quello che mi bastava.                                                                            
“Harry” – lo guardai negli occhi –“ho bisogno di saperlo, ti fidi di me?”
“Ti ho affidato la mia vita, Louis, certo che  mi fido di te.” – sorrise.
Il mio riccio.
Allungai le braccia verso di lui e lo abbracciai.
Ora sapevo cosa fare.
Mi staccai da lui, con il mio classico sorrisetto stampato sul viso, e guardai il mio amico.
“Allora, dobbiamo agire, in fretta.”
Zayn annuì, guardandomi interrogativo, facendomi capire con lo sguardo che dovessi continuare.
Era curioso anche lui.
“Zayn, tu va in paese, cerca di scoprire qualcosa, pedina lo sceriffo, voglio sapere tutte le sue mosse.”
Lui scattò sull’attenti e mi sorrise.
“Ora ti riconosco, Tommo.”
Ammiccai nella sua direzione, e mi rimisi all’opera. Dovevamo trovare Liam, e l’avremmo trovato prima della fine della giornata.
“Harry, tu resterai qui, magari Liam facesse ritorno."
“E tu, Louis?” – chiese il riccio preoccupato.
“Io farò una visitina al tuo caro zietto.” – ridacchiai sommessamente.
“Ci ritroviamo qui, tutti e tre al calar del sole. Zayn, per l’amor del cielo, sta attento; e tu Harold non muoverti da qui per nessuna ragione al mondo. Nasconditi in qualche cassa se dovessi avvertire pericolo, intesi?”
“Voglio venire con te!” – protestò.
“Scordatelo. Non ti metto in pericolo, resta qui.”
“Va bene.. va bene..” – si avvicinò a me, e mi abbracciò.
“Ti prego, sta attento..” – sussurrò.
“Ci vediamo stasera, sta tranquillo.” – sussurrai stringendolo in un abbraccio confortevole, mentre il riccio si aggrappava alle mie spalle affondando il viso nell’incavo del mio collo.
“Louis, io inizio ad andare, sta attento.”
“Sta attento tu, Zayn.” – ribattei.
Mi fece un cenno sorridendo, e di corsa uscì. Sapevo che Zayn non avrebbe avuto problemi, come non avrei avuti io.
Strinsi di più Harry, trasferendogli un po’ di sicurezza.
Mi accarezzò la schiena, cercando invano di convincermi a farlo venire con me, ma ero irremovibile. Non ci sarebbe riuscito in nessun modo. Sospirai staccandomi da lui. Dovevo tenerlo al sicuro.
“Harold, non costringermi a chiuderti dentro una stanza. Resta qui, buono. Io torno presto, te lo prometto.”
“Promesso?”
Annuii dandogli un bacio sulle labbra.
“Ci vediamo al calar del sole, non tarderò nemmeno di un attimo, promesso.”
Lui mi strinse ancora, come per assicurarsi che non stessi mentendo, che c’ero ancora.
Non avevo paura, non volevo che Harry ne avesse per me. Non ce n’era motivo. Dovevo solo fare una ricognizione al palazzo per scoprire se Liam era tenuto prigioniero lì.
Lo salutai definitivamente e, afferrato l’arco con le frecce, mi avviai verso la porta per andare alla ricerca del mio amico.
“Ah, Louis!” – urlò ancora prima che riuscissi ad uscire.
Mi saltò sulle spalle e mi strinse forte a sé. Sorrisi e gli presi le mani stringendogliele.
“Harry..”
Mi zittì girandomi verso di sé.
Premette le  sue labbra sulle mie, baciandomi con foga e dolcezza insieme. Come ci riusciva, lo sapeva solamente lui.
Era adorabile, il mio Harry.
“Ti amo, Boo. Vedi di tornare, se no ti picchio.” – sorrise abbassando lo sguardo subito dopo.
“Ti amo anch’io.”- sorrisi –“diamine, Harold, le tue minacce sono peggiori di quelle dello sceriffo!”
“Lo so, hai paura di me, quindi torna, Louis il Tommo.”
Annuii  e dopo avergli dato un altro veloce bacio sulle labbra, mi dileguai, andando incontro al mio destino? Alla soluzione di questa misteriosa sparizione? Non lo sapevo, ma sapevo che dovevo assolutamente fare qualcosa per risolvere la situazione, del resto, avevo fatto sempre così.
 
-Harry-
Ero rimasto da solo.
Louis se ne era andato.
Ma mi aveva promesso che sarebbe tornato da me. E Louis le promesse le aveva sempre mantenute.
Come quando mi aveva promesso di togliermi dai casini, di farmi fuggire da casa di mio zio, di farmi stare bene con lui.. non potevo perderlo, non volevo.
Non riuscivo nemmeno a stare con le mani in mano, dopo tutto. Sapere che Louis probabilmente era andato nel castello di mio zio per scoprire qualcosa, o che Zayn era alle calcagna dello sceriffo spietato, e il povero Liam disperso chissà dove, mi facevano salire un’ansia terrificante.
Perché dovevo restare da solo? Perché non potevo andare con loro?
Il mio respiro man mano si affaticava, avevo paura.
Paura di perdere Louis, paura che accadesse qualcosa a Zayn, che nonostante non conoscessi si era subito dimostrato gentile nei miei confronti, paura per Liam, che come Zayn non mi conosceva, ma che si era subito dato da fare per farmi sentire come a casa.
Sorrisi pensando ancora a Louis.
Era sempre stato così.. prodigo ad aiutare agli altri. E sapevo cosa aveva dentro ora. Si sentiva in colpa per non aver svolto il suo “lavoro” quotidiano nella città; in colpa per esser stato con me, quella mattina invece che con Liam.
In pratica si dava la colpa di quello che era successo, e non potevo far nulla affinché smettesse di credere di essere lui la causa di tutto.
Sospirai.
Mi sedetti su una panca e mi guardai intorno. Non ero mai stato in una chiesa. Questa era piccola, accogliente, semplice. Proprio nello stile di Liam, seppur lo conoscessi da poco, avevo capito com’era. Un tipo semplice, simpatico, dolce. Il tipico amico di Louis; mi stupiva un  po’ il suo rapporto con Zayn. Erano diversi.
Louis era solare, allegro, estroverso; Zayn era uno che se ne stava sulle sue, timido ed introverso. Erano una bell’accoppiata, dopotutto.
Ma io ero troppo preoccupato ora per i dettagli.
Continuavo a guardare il cielo. Finché il cielo sarebbe stato luminoso e il sole brillante non avrei avuto loro notizie. Dovevo aspettare il buono, che loro tornassero dicendomi che era tutto ok. Non dovevo aver paura, no?
Louis mi aveva promesso che sarebbe tornato presto. Che sarebbe andato tutto bene, e che anche Liam sarebbe tornato con noi.
Mi sedetti in un angolino, dove mi rannicchiai. Volevo uscire da qui, ma non potevo. L’avevo promesso a Louis, io..
Dovevo uscire, dovevo aiutarlo.
Mi rialzai in piedi e corsi verso il portone della chiesa.
Lo aprii con fatica. Non credevo fosse così pesante e non appena misi il piede fuori, schiacciai qualcosa.
Sentii un rumore,come qualcosa che si strappasse. Carta.
Abbassai fulmineamente lo sguardo, e vidi una lettera.
Mi chinai per raccoglierla e me la rigirai tra le mani.
Ecco, cosa significava questa, ora?
Non c’era scritto niente, né un simbolo, né altro.
La cosa più intelligente che pensai di fare fu aprila.
Scrutai ancora il cielo, prima di rientrare. Il sole stava calando a momenti sarebbero tornati. L’attesa era la cosa peggiore. E più scorreva il tempo, più mi interrogavo sul contenuto della lettera, più temevo fosse qualcosa di poco sicuro per noi.
Mi morsi le labbra. Forse una sbirciatina..
“Abbiamo il frate. Fatti trovare stanotte al centro della foresta di Sherwood, da solo. Altrimenti il frate morirà.”
Oh santo cielo.
Iniziai a dondolare sul posto. Dovevo avvisare Louis, o Zayn, uno dei due! Liam era in pericolo, lo sapevo, lo sapevo!
Iniziai a camminare velocemente avanti e indietro fino a che non sentii la porta aprirsi.
Riconobbi Zayn e gli corsi incontro.
“Zayn, io.. lettera.. Liam..”
“Harry, calmati! Cosa è successo?”
Presi la lettera, e gliela porsi. Non riuscivo a parlare, tant’era l’agitazione del momento.
Zayn l’afferrò immediatamente e iniziò a leggerla di fretta.
Respirò sonoramente, sedendosi mettendosi le mani nei capelli.
“Dannazione!”- sbraitò.
“Zayn..”
“Harry, per l’amor del cielo, dov’è Louis? È lui che vogliono, dobbiamo pensare.. dobbiamo..”
“ZAYN!” – tuonai.
Lui si immobilizzò e mi guardò.
“Devi stare calmo, Louis non si tirerà indietro e lo riporterà. Devi avere fiducia in lui.”
Si morse il labbro, e annuì. Probabilmente era preoccupato anche lui come lo ero anche io.
E la mia preoccupazione non diminuiva dato che Louis non tornava. Aveva detto che sarebbe tornato, dannazione.
“Louis non è tornato?”
“Non ancora..”
“Arriverà tra poco, tranquillo.”
Annuii e gli sorrisi appena. Mentre lui riprendeva a camminare avanti e indietro per la sala, mentre io lo guardavo cercando una risposta.
Continuavo a guardare la porta, sperando che si riaprisse e mostrasse Louis in tutto il suo fascino, e invece non si apriva. Avevo solo quel brutto presentimento dentro di me, che con il passare del tempo aumentava sempre più.
“Diavolo! Quell’Horan questa me la pagherà! Vi rendete conto? Un pozzo infestato da coccodrilli ed alghe, che schifo, sono un’alga che cammina” – la voce di Louis riecheggiò nella sala, strappando un sorriso sia a me che a Zayn.
Per fortuna era tornato.
“Louis!” – urlammo insieme correndogli incontro.
“Ragazzi!” – fece lui, ridacchiando. Ma si sentiva che la sua risata fosse tesa, strana.
Gli corsi incontro abbracciandolo forte.
“Ero in pensiero, Lou.. senti..”
“Hanno preso Liam” – fece Zayn avvicinandosi. Gli porse la lettera e Louis la lesse, tenendo un braccio attorno alle mie spalle ed una mano che reggeva la lettera.
Stritolò il foglio con una mano, serrando la mascella.
“Quel bastardo. Questa me la pagherà. Non doveva toccare uno dei miei amici.”
Non l’avevo mai visto così serio.
Louis non era mai serio. Cioè si lo era. Ma quell’espressione così.. dura non gliel’avevo mai vista.
Guardai ancora il viso di Louis, e quasi ne ebbi paura.
“Ok, ci andrò. Zayn, voglio che tu resti qui con Harry. Proteggilo.”
“No, Louis, tu sei un matto! Io vengo con te!”
“No, tu non verrai con me, vogliono me. Non rischio la vita di un altro mio amico!”
“Sì che lo fai! Io non ti lascio andare da solo incontro a morte certa!”
“Taci, Malik!” – urlò. –“tu non verrai, tu difenderai Harry!”
“Scodatelo, io vengo con te!” – urlò l’altro. Mi sentivo improvvisamente quello di troppo.
Mi spostai verso il muro, assottigliandomi contro di esso. Magari la loro rabbia si sarebbe calmata in breve tempo.
Louis guardava Zayn con astio e lo stesso faceva il moro guardandolo.
“Non se ne parla, Zayn! Ho deciso, punto!” – urlò ancora Louis.
“Smettila di dare ordini! Non sei mia madre, se voglio venire con te, vengo con te!”
“No che non vieni! Vogliono me, non mi uccideranno, lo sai che ne esco sempre!” – sbraitò ancora.
“Non ne uscirai stavolta, dannazione ascoltami! Non fare sempre l’eroe hai bisogno d’aiuto!”
“Sì, ho bisogno d’aiuto, mi serve qualcuno che protegga Harry!”
“Me ne fotto del tuo amante se tu sei in pericolo, sei tu il mio migliore amico!”
Dopo quella frase, Louis tirò un profondo sospiro. Guardò un punto fisso davanti a sé, respirando con calma. Si stava calmando, cercando di riprendere il controllo di se stesso.
“Zayn, l’hai detto” – disse calmo –“sono il tuo migliore amico, non voglio farti correre rischi inutili, per favore, bada ad Harry, io sarò di ritorno con Liam.”
Il moro sospirò, arrendendosi. Nessuno riusciva mai a spuntarla con Louis, se aveva deciso una cosa, sarebbe stata sempre quella, e nessuno gli avrebbe fatto cambiare idea.
Zayn annuì, e se ne andò nel giardino sul retro, dove c’erano le tende.
Guardai Louis e mi avvicinai a lui.
“Hai avuto paura?” – chiese premuroso.
Scossi la testa lo abbracciai di slancio.
“Ti prego, non lasciarmi..”
“Non lo farò, tornerò promesso.”
“Con Liam?”
“Con Liam, e staremo bene tutti insieme.”
Annuii contro il suo petto, e mi lasciai stringere da lui in quell’abbraccio confortevole che solo lui sapeva donarmi.
“Salutami Zayn, e resta sempre con lui.” – mi baciò la fronte, staccandosi dall’abbraccio.
“In bocca al lupo, Boo.”
“Crepi Horan!” – ridacchiammo. Gli lanciai un sorriso e lui fece lo stesso.
“Ci vediamo all’alba, promesso.”
“Ti aspetto!”
Annuì e se ne andò.
Sospirai, avevo troppa paura. Raggiunsi Zayn fuori. Era seduto nel prato, guardando in cielo, cercando risposta tra le nuvole.
Mi avvicinai a lui e gli appoggiai una mano sulla spalla, sedendomi vicino a lui.
“Tornerà, sta tranquillo. Conosci Louis, e sai che è in gamba.”
“Sì, lo conosco.. ma sono in ansia, questa storia mi puzza di bruciato.”
Annuii. Anche a me, a dire il vero. Non era normale. Troppe coincidenze. La sparizione di Liam, la lettera..
Qualcosa non quadrava, come facevano a sapere tutte le mosse di Louis? E che lui sarebbe stato lontano da Liam e Zayn?
Sospirai senza darmi risposta e mi stesi sul prato accanto a Zayn.
Improvvisamente cademmo in un silenzio a dir poco imbarazzante, in cui nessuno dei due riusciva a dire niente, la paura e la tensione si tagliavano con un coltello, si toccavano con mano.
“Comunque mi dispiace,per prima, ero solo arrabbiato” – disse ad un certo punto il ragazzo.
“Non importa, l’ho dimenticato.” – sorrisi.
“Louis deve amarti proprio tanto..”
“Ed io amo lui.”
“Mi raccomando, eh. Non farmi soffrire il Tommo che poi te la vedrai con me”
“Tremo al solo pensiero” – ridacchiai.
In un poco si respirava un’aria meno tesa, fino a che non sentimmo la porta della chiesa aprirsi.
Corremmo a vedere chi fosse e spalancammo gli occhi.
“Ragazzi, cosa sono quei musi lunghi?”
Liam era qui.





NO, JIMMY PROTESTED!

Ciao bella gente!
VI avviso, ho cambiato il font a tutta la storia, questo l'ho usato nelle utilme shot ed è stato amore a prima vista, quindi ecco che l'ho cambiato a tutta la storia!
Eccomi di nuovo qui, con il nuovo capitolo di Louis The Tommo, the legend!
Amo il personaggio di Louis *-*
Comunque..
*si schiarisce la voce*
Cosa ci fa Liam a casa? °°
Eh, eh.
Avete capito cosa è successo?
Bene, io non ve lo dico.
GGGENTE mancano solo due capitoli e l'epigolo :(
E.. comunque.
Mi si è chiuso il cuore scrivendo di Louis che litiga con Zayn, piccolini.. D:
Aspetto le vostre amorevoli recensioni **
Vi ringrazio con tutto il cuore, trovarsi così tante recensioni ad ogni capitolo *-*
Vi adoro davvero tanto.
Ed io adesso mi dileguo!
Ho cambiato la mia bio, vi piace? *-* A me si, pf. 
Bene, io vi lascio, vi aspetto nelle recesioni!
Come sempre, se c'è qualche errore di battitura, ditemelo nelle recensioni sapete che mi si incrociano gli occhi a rileggere lol
Shao bele mie :3

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Capitolo 8
*** #7 ***





Capitolo 7.
 
-Louis-
Dovevo salvare Liam, era mia unica preoccupazione. Non avevo idea di come avessero fatto a scoprire che fossimo amici; non sapevo cosa mi attendeva, non avevo idea di cosa gli avessero fatto. Sapevo solo che dovevo salvarlo, e dovevo assicurarmi non gli accadesse nulla di male. Era colpa mia tutto questo, ed io dovevo rimediare.
Percorsi a grandi falcate la foresta di Sherwood, cercando in ogni angolo.
Sapevo cosa si intendeva per “centro della foresta”. Non era esattamente il centro della foresta, si trattava di uno spiano  completamente disboscato al centro del quale c’era un ceppo d’albero secolare. Quello era il cuore della foresta, poiché i cerchi sul ceppo erano tantissimi, e l’albero avrebbe dovuto avere più di mille anni, nei nostri tempi. Quindi voleva dire che quel luogo era molto antico, e questo aveva spinto col tempo la gente a credere che quello fosse il centro, il cuore della foresta. Era un punto temuto da tutti perché leggende di paese sostenevano che non vi fossero alberi per chissà quali magie.
Era l’unico punto di tutta la foresta a non avere nessun tipo di protezione o nascondiglio, ed ecco perché noi banditi, fuorilegge e simili lo temevamo. Se attirati qui, non avevamo via di fuga, di alcun genere. Furbo da parte di quei buoni a nulla degli scagnozzi di Horan. Ero sicuro –tanto che avrei messo la mano sul fuoco- fossero stati loro a creare tutto questo scompiglio. Stavolta stavano giocando bene le loro carte, ma per loro sfortuna io non ero uno sprovveduto,e arrivai in breve tempo al ceppo.
“Liam!” – urlai, sperando che il frate comparisse da qualche parte, ma non ottenni risposta di alcun genere.
I miei occhi saettavano da destra a sinistra, tutto quello che vedevo erano foglie, tronchi d’albero, e il nulla.
Non c’era anima viva, e la cosa era alquanto inquietante.
Sospirai, guardandomi ancora intorno. I pugni erano chiusi , stretti e serrati lungo i miei fianchi. Avevo una strana sensazione, ma non una di quelle sensazioni secondo le quali poi va tutto bene, no, l’esatto contrario. C’era qualcosa che non andava. Non era normale tutto quel silenzio. Il silenzio, ecco, se c’era una cosa che mi inquietava era il silenzio. Troppo silenzio non era mai un bene.
Il silenzio era sinonimo di guai. E anche brutti.
“Bene, bene. Ma chi abbiamo qui?” – chiese retoricamente una voce sprezzante. La riconobbi subito. Quel timbro odioso era riconoscibile ovunque. Strinsi più forte i pugni lungo i fianchi.
Sapevo che c’entrava lui, e sapevo anche per mano di chi stesse lavorando.
“Paul, vecchio mio, quanto tempo, vero?” – chiesi retoricamente, voltandomi nella sua direzione.-“non ne hai abbastanza di vedermi sempre tra i piedi? Fossi in te cambierei obiettivo. Che te ne pare di Horan e quell’allocco di Devine? Sai, sono più delinquenti di me. Non so se te ne sei accorto, derubano tutto il popolo dei loro averi, almeno io quando rubo qualcosa, la rubo a chi ha fin troppo, non ti pare?” – continuai, sprezzante. Dovevo contrastarlo, e non potevo fare mosse azzardate, lo sceriffo per quanto grosso non era stupido.
“Fa poco lo spiritoso, Tommo, stavolta sei in trappola.”
“Lascia andare Liam, piuttosto, codardo. Non puoi prendertela con un povero frate!”
“Infatti, era solo un’esca per te. E tu sei un allocco.”
Realizzai solo in quel momento che c’ero cascato con tutte le scarpe, che Liam era al sicuro e stava bene da qualche parte, e che io ero caduto in una trappola perfetta. E la colpa di questo era ancora una volta mia, perché se fossi stato con Liam avrei saputo che lui era altrove e non era stato rapito.
Stupido, stupido Louis.
Sorrisi senza trapelare emozioni, perché in questo momento sarebbero state d’agitazione,e non volevo dare la soddisfazione al vecchio Paul di vedermi vacillante.
“Dimentichi, sceriffo caro, che tu non mi avrai mai, e quando dico mai, intendo che son disposto ad uccidermi piuttosto che finire in mano tua.”
“Non privarmi di questo piacere, ti supplico.” – mi sbeffeggiò, ridendo. Come se ci fosse da ridere in quella situazione.
Ma ciò nonostante, risi anch’io. Come facevo a ridere in una situazione così catastrofica per me? Non lo sapevo, ma sapevo che non dovevo dare soddisfazione a quella sottospecie di uomo che avevo davanti. Quel tale non mi avrebbe visto né supplicare pietà, né mi avrebbe visto piegato a lui. Sarei uscito a testa alta anche da questa situazione scomoda.
 
-Harry-
“Liam! Per fortuna, Louis dov’è?” – chiese immediatamente Zayn, mentre io con lo sguardo cercavo quei due occhi azzurri che un po’ di tempo prima avevo visto sparire dietro quella porta,ma quegli occhi non arrivavano perché la risposta del frate fu immediata e chiara.
“Louis? Non era con Harry?”
“Tu non eri stato rapito?!” – sbottò Zayn fissandolo.
“No, certo che no! Ero fuori città, vi ho lasciato un biglietto sull’altare come sempre.”
Sia io che Zayn corremmo a controllare, nessun biglietto era presente, qui non c’era niente.
Non ci volle molto a collegare le cose. Avevano architettato tutto perfettamente.
Sapevano che Liam sarebbe andato via, sapevano che Zayn non fosse presente, sapevano che io e Louis non eravamo con loro; Louis era nei guai. Chi aveva scritto quella lettera, aveva trovato il biglietto di Liam e l’aveva fatto sparire, e poi aveva architettato prima questo contro Louis. Una sola persona sarebbe stata in grado di architettare questo.
Una persona tanto meschina quanto intelligente, tanto leccapiedi quanto astuto.
Lo sceriffo per mano di mio zio e quell’arrogante di Josh.
Dovevo raggiungere Louis, aiutarlo. Stavolta non ne sarebbe uscito con una battuta allegra, come suo solito. E prima avevo paura per lui, ora questa era centuplicata. Il mio Louis, il mio Boo Bear era in pericolo.
Se gli fosse accaduto qualcosa, qualsiasi cosa non me lo sarei mai perdonato, mi sarei sentito in colpa per tutta la vita.
Sapevo il perché di tutto questo. Perché mio zio mi rivoleva, probabilmente, ma non perché volesse che il nipote fosse al sicuro, ma perché avrei dovuto sposare quella vecchia lì.
“Tranquillo, Harry. Non è la prima volta che lo incastrano, ne uscirà ne sono certo.” – cercò di rassicurarmi Liam. Glielo leggevo negli occhi che stava mentendo. Si sentiva la puzza di bugia da un chilometro di distanza.
Non dovevo far capire, tuttavia, ai due cosa avevo intenzione di fare.
“Già tornerà” – continuò Zayn –“torna sempre.”
Il suo tono non era affatto quello di una persona tranquilla, tutt’altro. Anche lui era preoccupato.
Annuii, senza trapelare emozioni.
Non sapevano, e non dovevano sapere che volevo scappare di lì, per raggiungere il mio castano dagli occhi azzurri e trarlo in salvo. Per una volta era compito mio prendermi cura di lui.
Il tempo, però, passava inesorabilmente lento. Louis non tornava e la preoccupazione saliva alle stelle. Temevo sempre più per la sua vita. Approfittai del momento di distrazione dei due  per scappare via ed andare via da lì.
Non potevo restare con le mani in mano, mentre l’amore della mia vita rischiava la vita per aver salvato la mia.
Resisti Louis, sto arrivando.
 
-Louis-
“Allora dimmi, sceriffo, cosa ti ha promesso oggi Horan per la mia testa?”
“Veramente, non mi manda il re, ma Lady Caroline.”
“Oh, prendi ordini da una donna, ora? Come sei caduto in basso, Higgins.”
“Mi stai irritando.”
“E’ un vero onore per me.”
Dovevo prendere tempo, valutare la situazione, che era a mio netto svantaggio. Da quando ero arrivato ero stato circondato completamente e dovevo trovare una via di fuga.
“Dimmi, Lady Caroline non è un po’ troppo vecchia per Harold?”
“Infatti, ormai è stato stipulato un altro accordo, pare che Lady Caroline sposerà il re e diventerà la nuova regina.”
Deglutii rabbrividendo. Cosa..?
Dannazione! Con quella al potere sarebbe stato.. peggio!
Dannazione, dannazione! Dovevo fare qualcosa, assolutamente.
“Tu comunque libera il principe.”
“Oh andiamo” – iniziai retorico, e sarcastico –“non l’ho rapito, è venuto di sua spontanea volontà con me.” – risi di gusto –“si vede che la compagnia di certe persone non gli fosse gradita, no? Io mica rapisco la gente.”
Sorrisi compiaciuto. Riuscivo sempre a tenere il sarcasmo dalla mia, il che era abbastanza a mio favore, visto che riuscivo ad uscire dalle situazioni a testa alta.
“Oh già, dimenticavo. Tu sei il suo amichetto, William Tomlinson.”
Raggelai sul posto. Come faceva a conoscere il mio vero nome? Quello che avevo cambiato da anni?
“Non so di cosa tu stia parlando.” – persi il sorriso strafottente che avevo avuto fin ora, digrignai i denti contraendo la mascella, la mia espressione non era mai stata più seria.
“Louis William Tomlinson di Doncaster, sei tu, credevi che non l’avessimo capito dopo tutti questi anni?”
“Io sono Louis il Tommo di Sherwood.”
“Nega quanto ti pare, oggi ti piegherai anche tu al volere di Re Niall e Lady Caroline.”
“Scordatelo.”
Mimò qualcosa con le mani, e in un attimo un esercito di gente mi fu addosso. Senza avere il tempo di capire cosa stesse accadendo, mi ritrovai inginocchiato con un dolore lancinante all’addome, senza frecce sulla schiena, il mio arco sparito chissà dove e le mani tenute ferme dietro la schiena.
“Non si attacca alle spalle, sei sleale.”
Lui mi guardò strafottente, avvicinandosi. Mi diede un calcio sulla pancia costringendomi ad abbassarmi su me stesso, ma rimasi con la testa alzata.
“Adesso sei in mano mia, e non riuscirai a fuggire.”
Sono fottuto.
 
-Harry-
Correvo a perdifiato lungo i sentieri della foresta. Non vedo nulla a parte alberi, tronchi, foglie rese scure dalla notte.
Chiamavo Louis a gran voce, sperando che non fosse già arrivato al luogo dell’incontro con i “rapitori”, ma era passato troppo tempo da quando era andato via, quindi era,sicuramente, era già caduto nella trappola. Come potevo fare per trovarlo? Non sapevo orientarmi nella foresta, non ci ero mai stato.
Dannazione.
Sentii un rumore dietro un albero. Il mio cuore perse un battito, mi aveva sentito!
“Louis!” – lo chiamai, credendo ingenuamente che davvero fosse il mio ragazzo.
“Ma bene, bene. Cosa abbiamo qui? Un principino fuggitivo.”
Deglutii. Non era Louis. La voce era stridula, fastidiosa. L’avevo riconosciuta, apparteneva ad una delle guardie del palazzo di mio zio.
Non feci in tempo ad andare via, che fui afferrato e bloccato.
Perfetto, perfetto! Ora come faccio a salvare Louis?!
“Scommetto che ti manca il tuo grande amico Louis, vero?” – chiese con un tono strafottente e antipatico, credendo di spaventarmi in qualche modo con quell’atteggiamento.
“Non conosco nessun Louis.” – risposti a tono.
Non volevo mica scoprisse tutto di lui tramite me, non sarei stato di certo io a tradirlo.
“Quello con cui sei scappato ieri, non fare il finto tonto.” – sorrise di sbieco guardandomi.
Dannazione, se n’è accorto!
“Oh, il Tommo? Molto simpatico, di certo più di te.” – sorrisi divertito, godendomi la sua espressione incazzata.
Non riuscivo a distinguere i suoi tratti somatici, a causa del buio, ma riuscivo a captare le sue espressioni facciali, come se fossero state delle maschere.
“Lo so che non sei stato rapito te ne sei andato con lui di tua volontà, mi hai anche fatto male con quella spada.” – continuò avvicinandosi prepotentemente a me. Era uno di quelli che ero riuscito a colpire durante la fuga?
Andavo di bene in meglio, stanotte.
“Oh, ti ho lasciato un ricordino? Che onore.” – deglutii, senza far accorgere lui di quello che stava succedendo dentro di me.
“Non ti colpisco solo perché Horan ha ordinato di riportarti intero, se no ti prenderei a ceffoni.”
Per una volta ringraziavo gli ordini di mio zio.
Chissà che voleva farne di me ora.
Avevo disubbidito ed ero fuggito insieme ad un bandito. Deglutii ancora.
“Non mi fai mica paura.” – e in realtà stavo morendo di paura.
Mi tremavano le gambe e sentivo le ginocchia molli.
Deglutivo senza freni, e cercavo di tenere lo sguardo fiero e fisso su di lui, per non mostrarmi debole.
Louis lo diceva sempre.
Quando hai un nemico davanti, sorridi e sii fiero, capirà di non farti paura.
Una delle guardie mi colpì dietro la nuca, e tutto il mondo prese a vorticare in fretta.
Vedevo i loro visi girare velocemente, il verde scuro – a causa della notte- degli alberi mischiarsi con il blu notte del cielo.
E poi, il buio completo.
Perdonami, Louis..
 
-Louis-
Ormai sapevo di essere spacciato, ma non avrei ceduto alle sue provocazioni, ed ero facilitato dalla consapevolezza che Harry fosse al sicuro insieme a Zayn, sicuramente, e Liam, probabilmente. Ancora non sapevo il frate che fine avesse fatto, ed avevo seria paura per lui. Potevano colpirmi come volevano, in tutti i modi che conoscevano non sarei venuto meno ai miei doveri da “Tommo”, mai mostrare paura e mai chiedere pietà al nemico.
Non sentivo più le gambe, ma non avrei implorato pietà, nemmeno sotto torture peggiori.
Ed era sfacciatamente gratificante – nonostante il mio fisico attuale non lo consentisse – vedere il vecchio Paul livido ed arrabbiato perché io non cedevo.
Mi sentii sollevato dalle spalle e alzai lo sguardo verso il mio aguzzino.
“Mi sto divertendo da impazzire vecchio mio.”
“Ora cederai. Guarda chi abbiamo a farci compagnia.” – indicò con la testa qualcuno alle mie spalle.
Voltai lentamente il viso verso il punto indicato, e sbiancai immediatamente. Un uomo trascinava Harry svenuto.
“A meno che non vuoi che accada qualcosa al piccolo Styles, fa quello che ti ordiniamo.”
Risi di gusto, sentendo le sue parole. Una risata che velava terrore.
Harry era al sicuro con Zayn, Harry non qui in pericolo con questi tizi. E se avevano scoperto il nascondiglio? Se avevano fatto del male a Zayn?
“Tu scherzi, vero? Non torcerai un solo capello ad Harold. Horan ti farà fuori, è la sua gallina dalle uova d’oro.”
Mi afferrò per i capelli, tirandomi la testa all’indietro, facendomi avvertire un dolore lancinante. Ma non mi lamentai, io ero superiore a loro.
“Magari prima era così, gli ordini sono cambiati.” – mi voltò violentemente la testa verso l’uomo che teneva Harry e gli legava le mani. –“adesso, a suo zio non importa nulla di lui, né della fine che fa. Sai? Si è rotto di avere un ragazzino lamentoso tra i piedi. E senza Harold, lui dominerà incontrastato.” – rise spregevolmente.
Deglutii, ed iniziai a sudare freddo, rabbrividii impercettibilmente dopo le sue parole.
Avrebbero fatto del male ad Harry? Ed io ero impotente senza poter fare nulla?
L’uomo che lo teneva, sorrise crudelmente e lo gettò malamente a terra. Io avevo ancora le mani legate, ma ciò nonostante mi sottrassi per un breve lasso di tempo a quella presa sulle mie spalle, e mi gettai accanto ad Harry, lo raggiunsi strisciando le ginocchia per terra, sbucciandomele più di quanto già non lo fossero.
Chissà cosa gli avevano fatto, mentre lo portavano qui, ed era tutta colpa mia.
“Piccolo.. Harry..” – sussurrai terrorizzato dal poterlo perdere.
“Apri gli occhi ti prego..” – pian piano i suoi occhioni verdi si aprirono e mi guardò terrorizzato, e non lo era dalle mie ferite.
“Louis.. scusami.. io.. volevo..” – balbettò. Era sul punto di piangere, ed era straziante per me vederlo in quello stato.
“Shh.. shh Harry non è colpa tua, ok? Non è assolutamente colpa tua. Calmati, ne usciremo insieme, te lo prometto.”
“No Lou, io..” – non riuscì a finire la frase che fu sollevato di peso da quegli uomini senza cuore.
“No! Ehi!” – urlai –“lasciatelo! È me che volete, sono qui! Lasciate stare Harold!”
“Louis, non dire stupidaggini, io.. non ti faccio andare al mio posto.”
“Taci tu!” – sbraitai contro di lui,cercando di rimettermi in piedi, ma non ero arrabbiato con lui, sia chiaro. –“prendete me, dannazione! Lasciatelo andare, ora!”
Lo sceriffo sorrise, avvicinandosi di nuovo a me. Mi rifilò un altro pugno dritto nello stomaco.
Era bello infierire su un uomo che non poteva difendersi, molto corretto da parte sua.
“Preferisci morire per primo? Chi sono io per negarti un desiderio?”- sorrise maligno, ordinando di lasciare Harry, che fu sbattuto ancora una volta per terra, ma fortunatamente su un cumulo di foglie, che ne attutirono la caduta.
Non potevo sottrarmi a loro in alcun modo, altrimenti avrebbero fatto del male ad Harry, ed io non mi sarei mai perdonato gli accadesse questo, non l’avrei permesso mai.
Lo sceriffo mi fissò, pensando a qualcosa da fare, e poi diede l’ordine di riprendere Harry.
A che gioco stava giocando? Il tira e molla?
“Adesso andiamo a fare una visitina al re e alla futura regina, che ne dite?”
“Ti prego” – sputai sangue –“evitami di vedere quella faccia da scemo. Uccidimi prima.”
“Sarebbe un piacere, credimi. Ma il re vuole vederti catturato, prima di giustiziarti.”
Risi di gusto. Certo, loro uccidere me. Questa era comica.
“Da quando sei un buffone di corte, Higgins? Mi cadi sempre più in basso.”
“Cos’hai da ridere?”
“Tu non avrai mai l’onore di uccidermi, puoi starne certo.”
Io ero il Tommo, mica un povero sprovveduto. Dovevo solo architettare qualcosa per fuggire, sarei uscito anche da questa situazione, l’avevo promesso ad Harry, ne saremo usciti insieme.
Sulle sue risate di scherno, mi feci trascinare fino ad un carro, dove buttarono malamente sia me che Harry.
Il riccio mi guardò terrorizzato a morte.
“Louis.. ho paura..” – sussurrò impaurito.
“Non devi aver paura di nulla, finché ci sono io con te.” – asserii sicuro delle mie parole.
“Louis, non voglio morire..” – continuò imperterrito il suo quasi monologo, perché sapevo dicesse quelle cose più a se stesso che a me.
“Harry, dannazione! Smettila! Non morirai, non lo permetterò a costo di morire io per te!”
Mi faceva male vederlo così, era fragile, spaventato, impaurito, ferito.. un momento. Ferito?
Non l’avevano mai colpito davanti a me.
“Harry, che hai fatto dietro al collo?” – chiesi alludendo alla goccia di sangue che scorreva giù sul suo collo, fino alla spalla, infrangendosi al suolo.
“Una botta, niente in confronto a quello che hanno fatto a te.” – sorrise triste guardandomi. Dovevo essere un mostro in questo momento. Non conoscevo il mio aspetto, ma sentivo la puzza di sangue e terra sul mio corpo e non era affatto piacevole come sensazione.
Mi mossi lentamente verso di lui con le mani legate era impossibile il movimento, ma seppur limitato riuscivo a muovermi, e riuscii ad avvicinarmi al riccio.
"Vieni qui, su." - riuscii ad aiutarlo a mettersi in posizione seduta e lo guardai. Spaventato, o meglio terrorizzato a morte.
"Appoggiati." - feci appoggiando le spalle al legno del carretto. Harry riuscì a posizionarsi tra le mie gambe e appoggiò la testa sul mio petto.
"Va meglio, piccolo?" - chiesi premuroso.
"Ora che sono tra le tue braccia,si." - sorrise appena.
Non potevo abbracciarlo, ma sentivo il suo respiro calmarsi pian piano.
"Mi stringi?" - chiese in un sussurro.
Ridacchiai ed allargai di più le gambe, avvolgendole attorno al suo bacino, in modo da avvicinarlo di più a me e stringerlo in un abbraccio con le gambe.
"Le tue braccia sono più confortevoli, ma non mi lamento.." -disse sistemandosi meglio contro il mio petto.
"Scemo" - soffiai sui suoi capelli,mentre sentivo le palpebre sempre più pesanti. Mi addormentai così, con Harry tra le gambe - letteralmente - ed appoggiato sul mio petto, dopo aver sentito un suo lungo sospiro, segno che si era addormentato.
 
-Harry-
Quando riaprii gli occhi, non ero più sul carro tra le braccia di Louis, ma in un luogo buio, freddo ed umido.
Sentii in lontananza un click clack segno che eravamo in un luogo dove filtrava acqua, probabilmente sotto terra.
Deglutii, dov’ero? Ma soprattutto. Dov’era Louis?
Mi guardai intorno, le pareti erano scure. Era tutto completamente buio, o meglio, quasi tutto buio. C’era una flebile luce di una candela, che illuminava in parte la zona che mi circondava.  Un tanfo di muffa mi pervase le narici.
Una sommessa tosse, mi fece voltare la testa e riconobbi il profilo di Louis.  Per fortuna era qui con me e stava bene.
Bene, per quanto concernessero le sue condizioni. Non era messo bene. Quando l’avevo visto faceva paura. Il viso era contratto dal dolore, dalla sua fronte, dal suo naso e dal suo labbro colava sangue, l’occhio destro era gonfio e nero, mentre il sinistro per il momento solo rosso. Era piegato su se stesso, le mani dietro la schiena erano talmente strette che avevo potuto notare i polsi già segnati da esse, e sospettavo avesse lividi anche sull’addome, perché nonostante cercasse di restare in posizione eretta, si piegava sempre su se stesso dal dolore, e nonostante questo mi aveva stretto a sé sul carro , chissà quanto dolore aveva provato in quel momento. Poi le ginocchia erano graffiate e segnate, e anche da esse fuoriusciva sangue. Ma nonostante questo, Louis manteneva il sorriso e i suoi occhi brillavano sempre di luce propria. Quelle due gemme azzurre non si spegnevano mai. Come facesse, non lo sapevo.
“Boo, dove siamo?” – chiesi in un sussurro.
“Nelle segrete di tuo zio. Dovrebbe fare un po’ di pulizia, qui dentro puzza di morto.” – asserì scherzosamente.
“Louis, come fai a fare battute squallide in situazioni così?” – chiesi ironico. Conoscevo la sua risposta.
“Sono Louis il Tommo, non dimenticarlo”- appunto. Ridacchiai anche io, mi piaceva quando alleggeriva la tensione con le sue battute senza senso.
“Uhm.. voglio baciarti.” – dissi con un sorriso stampato sul viso. Se quelli erano gli ultimi momenti che vivevo con lui, volevo viverli al meglio.
“Dove sei? Non ti vedo..” –aveva gli occhi ancora chiusi, potevo vederlo. Forse non riusciva ad aprirli a causa del dolore, o forse per la poca luce.
“Io ti vedo, resta dove sei mi avvicino a te.”
“Non posso muovermi, stupido.” – scherzò ancora.
Strisciai a terra fino a lui, e gli lasciai un bacio languido sulla guancia per fargli capire che ero lì.
Lentamente i suoi occhi sia aprirono rivolgendosi a me. Mi sorrise dolcemente e avvicinò il viso al mio. Premette le labbra sulle mie, e lo baciai piano e dolcemente. Avrei voluto prendere il suo viso tra le mani e baciarlo per bene, ma mi andava bene anche così. 
“Louis, se non ce la faremo..” – iniziai, ma Louis mi bloccò subito, mettendo di nuovo le labbra sulle mie.
“Ce la faremo, punto.” – asserì, staccandosi, con un sorriso.
“Ti amo, Louis.”
“Anche io, Harold, ti amo anch’io.” – sorrise appena.
Era bello lo stesso.
Louis era bello anche tutto maltrattato, ferito. Riusciva a sorridere comunque, e ad infondere sicurezza a me, che non ne avevo per nulla. Ed era così affascinante. Nonostante tutto conservava quella sua bellezza sia interiore che esteriore. E non sapevo ancora come facesse. Era semplicemente speciale.
“Posso appoggiarmi di nuovo a te..?” – sussurrai impercettibilmente.
“Certo, riccio, vieni qui”
Si sistemò meglio contro il muro, distendendo le gambe sul pavimento. Mi avvicinai a lui e mi riappoggiai a lui, come nel carro, e chiusi gli occhi respirando profondamente.
Sentivo il suo respiro tranquillo, sotto la mia guancia, e riusciva a rilassare anche me.
Passarono i minuti, con una lentezza che metteva spavento. Il sottofondo era caratterizzato da quel click clack di qualche perdita d’acqua da qualche parte qui dentro.
Mi stringevo a Louis, sempre di più, avevo freddo e solo il suo petto caldo riusciva a darmi un po’ di calore. Il castano dovette notarlo perché iniziò a soffiare piano sul mio collo aria calda in modo che mi scaldassi.
“Boo, non ce n’è bisogno..”
“Si invece, stai morendo di freddo. Dovrò dire a tuo zio di mettere un fuoco da qualche parte qui dentro.” – ancora. Aveva fatto un’altra delle sue battute per farmi smettere di tremare per la paura. Come diamine faceva?
“E’ quella finestrella..”- dissi indicando con la testa la piccola finestra che dava nella cella.
Solo in quel momento mi resi conto che da quella si riusciva a vedere la luna.
“Lou.. si vede la luna, guarda..”
Lui girò il viso verso la finestrella e fissò fuori.
“Domani sera, ricordami di portarti a guardare la luna dalla nostra radura, lì c’è una visuale più bella.”
Strofinai la guancia sul petto, sentendo un suo mugugno di dolore.
“Scusa..” – sussurrai-“pensi che usciremo?”
“Te l’ho giurato, Harry. E poi siamo ancora vivi, e finché c'è vita, c’è speranza.” – asserì lui.
Annuii affondando ancora il viso su suo petto, soffocando un pianto silenzioso. Avevo paura, ma non per me, avevo paura per Louis. Stava rischiando tantissimo per me, e non era affatto giusto.  Speravo che qualcuno ci trovasse, magari Zayn e Liam cercavano di aiutare Louis..
Non mi importava di me, volevo solo che Louis stesse bene, e lui invece voleva che io stessi bene.
La cella si aprì improvvisamente, rivelando una figura che sovrastava sia me che Louis, e tremai vistosamente. Il castano se ne accorse e iniziò a sussurrarmi all’orecchio di stare calmo e non mostrare paura, ma non ero forte come lui, se avevo paura, non riuscivo a tranquillizzarmi. Avevo paura che Louis non ce la facesse, che io non ce la facessi, che non ne uscissimo vivi.
“Bene, bene. Qui abbiamo la coppietta felice” – esclamò sprezzante la voce dello sceriffo udii un rumore raccapricciante come un fendente di frusta. Deglutii ancora stringendomi al castano, tremando. Ora avevo più paura di prima. Louis mi sussurrava di non aver paura, ma sembrava che più lui dicesse così, più io avessi paura.
“Oh, il principino ha paura? Inizierò da te allora.”
Un altro fendente colpì l’aria, facendomi rabbrividire ancor di più. Mi sollevò il viso con la parte terminante della frusta e mi fissò sprezzante.
“Un vero peccato, vero, sprecare un bel faccino così?” – guardò Louis con sfida –“tu che ne dici? Non proveresti prima un po’ di piacere con lui?”
“Non ti azzardare a toccarlo con le tue sudice mani.” – finalmente la voce del Tommo smise di sussurrarmi parole di conforto e si rivolse allo sceriffo, dura come sempre.
“Chi mi impedirebbe di fare quel che voglio con lui?”
“Io.” – rispose prontamente Louis. Io tremavo senza ritegno. Chissà cosa voleva farmi quel tipo, ed io ero inerme, così come lo era Louis.
“Non dire baggianate, Tomlinson.”
“Tommo” – lo corresse –“io sono il Tommo, non Tomlinson.” – sputò acidamente Louis, guardando ancora con astio l’uomo davanti a noi.
“Come vuoi, sei bloccato, non puoi fare nulla per salvarlo, arrenditi, non puoi difenderlo.”
“Non avrò le mani libere, ma il resto del corpo si.” – ribatté immediatamente.
Io non sapevo cosa fare. Ero totalmente inerme.
“Vediamo allora.” – fece scattare ancora la frusta,e poi la diresse su di me.
Mi preparai ad accogliere il colpo, stringendo gli occhi.
Non avvertii il dolore, sentii solo un corpo su di me.
Aprii lentamente gli occhi,e vidi Louis parato davanti a me ad incassare tutti i colpi destinati a me.
Mi si riempirono gli occhi di lacrime, non poteva subire tutto quello per me. Per colpa mia.
“Lo..Louis..” – mormorai, senza farmi sentire, mentre il castano quasi sorrideva a quell’uomo, fiero di avermi difeso per l’ennesima volta, fino a che non lo vidi cadere a peso morto sulle mie ginocchia. Segno che non avrebbe retto ancora a lungo quei colpi così feroci.
Non sapevo quanto tempo era passato da quando aveva iniziato a torturarlo così, vedevo il volto di quell’uomo così soddisfatto di fronte a noi, e Louis inerme.
"Per oggi mi sono divertito abbastanza, a domani principino."
Un ultimo colpo su Louis ed uscì dalla cella.
Louis respirava a fatica, disteso sulle mie gambe, ed io non potevo fare nulla. L'aveva fatto per me, aveva preso tutte quelle frustate che erano destinate a me, per proteggermi. Non aveva urlato nemmeno una volta, io al primo colpo avrei urlato e supplicato pietà.
Deglutii immaginando cosa sarebbe accaduto in quella prigione se ci fossimo rimasti ancora per altro tempo.
Lo fissai per diversi minuti, non riapriva gli occhi e il suo respiro era sempre più affaticato.
"Louis, svegliati ti prego.." - niente, nessunissima reazione -"Boo, ti prego.. non lasciarmi solo.."
 






NO, JIMMY PROTESTED!

Ciao signorine, il capitolo un giorno prima, quanto mi amate? Quanto? :3
Tutti: *prendono i forconi*
Lo so..la fine lascia...malissmo. LOL
Ma mi conoscete, adoro la suspance.
.
.
.
.
:D

Misto di fluff e drammatico. Aww sono dolci anche nelle situazioni critiche.
Ed è anche il più lungo che abbia mai scritto. SEI pagine, dico SEI pagine.
L'ho scritto in SEI giorni. LOL
Omg.
Non so cosa scrivere, perchè se non mi dileguo mi uccidete e non voglio rovinare il capitolo con le mie puttanate.
Voglio solo dire una cosa.
Take Me Home.
Ok, tutti a dire che tutti cantano di più, ed è vero.
Ma Louis, cazzo, Louis non si sente, o meglio si sente meno. Prendiamo Kiss you. Una sola fottutissima frase - che fa rimanere incinta per come la canta, ma è sempre una sola frase - 
E pure in altre. Anche Niall ha due o tre assoli a canzone perchè Louis solo in Back for you e poche altre canta un po' di più? Signore che nervoso. 
Io amo Louis, non penso si sia capito LOL
No gli ho solo dedicato un'intera long. ahahah
Comunque, #StayStrongTheTommo.
Mi dileguo, non voglio avere una banda di fan impazzite per come ho ridotto Louis, perdonami ç_ç
E..e.. Ho aggiornato un giorno prima, amatemi!
Shao. Bele. Pf.
<3


P.s come sempre, spero non ci siano orrori di battitura c:
Shao gente! 

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Capitolo 9
*** #8 ***






Capitolo 8.
 
-Louis-
Mi sentivo frastornato. Non sentivo più gli arti corporei, ma sorridevo, perché avevo difeso Harry dalle angherie di quel pazzoide dello sceriffo. Niente per me era più gratificante di aver abbattuto le sue speranze di sfiorarlo minimamente. Sentivo il piccolo scuotermi per svegliarmi, lo sentivo piangere e avrei voluto asciugargli tutte le lacrime e stringerlo forte a me, come qualche ora prima e sussurrargli che andava tutto bene.
“Louis, ti prego..” – premette le sue labbra bagnate sulle mie, per provare a farmi risvegliare e mi venne spontaneo sorridere, si stava preoccupando troppo. Io avevo la pelle dura, non sarebbe stata qualche botta ad abbattermi. Tossicchiai aprendo gli occhi.
“Louis!” – urlò il riccio, fiondandosi di nuovo su di me, e baciandomi ancora.
“Harry, Harry piano” – ridacchiai, ricambiando i suoi baci.
“Scusa, scusa è tutta colpa mia..” – sussurrò, ancora sulle mie labbra, ed io lo stoppai guardandolo negli occhi con un sorriso.
“Smettila di prenderti la colpa, mi sono offerto al posto tuo” – lo guardai sorridendo ancora –“e poi non mi ha fatto male.”
“Stupido.” – borbottò. Si abbassò su di me e mi baciò ancora.
Poi sentimmo la cella aprirsi e Harry fremette di terrore, guardando davanti a sé spaventato.
“Har..”
“Ma bene, vedo che ti sei svegliato. Forza, il re vuole vederti.”
Lo sceriffo si avvicinò ancora a me, e mi tirò su in maniera violenta. Ovvio, mica erano riservate buone maniere per il prigioniero? Ridacchiai rimettendo su il mio sorriso beffardo che gli avevo rivolto in quel giorno senza luce per me e per Harry. Una cosa era certa, il mio piccolo non c’entrava nulla, ed io l’avrei dovuto difendere da tutto questo squallore, costasse quel che costasse.
 
-Harry-
Si era appena svegliato, e lo avevano subito portato via.
Mi avevano lasciato da solo, senza nessuno a cui chiedere aiuto, la mia unica ancora di salvezza era appena stata portata via.
“Pss!”- cos’era questo rumore? Una mosca?
“Pss, Harry!” – sentii ancora. Non riuscivo a capire da dove provenisse questa voce. Era familiare, era dannatamente familiare, quindi voleva dire che non ero solo, no?
“Harold, dannazione, la finestra!” – sbottò.  Alzai immediatamente lo sguardo, ma era ancora buio e non riuscivo a distinguere le due ombre che troneggiavano fuori.
“Zayn, non urlare!”
Sorrisi d’istinto. Solo due persone battibeccavano tanto, come una coppia di sposini alle prime armi, pur non essendolo.
“Liam, Zayn!”- feci io a bassa voce, per non farmi sentire dalle guardie che erano qui fuori in giro.
“Alleluia!” – esclamò Zayn, beccandosi uno scappellotto da Liam. Lo capii perché il moro borbottò qualcosa di incomprensibile verso l’amico.
“Zayn, ti ho detto mille volte che non devi usare termini religiosi per le tue imprecazioni!”
“Liam, non rompere!” – fece il moro sbuffando. Ma come riuscivano a battibeccare in una situazione così?
“Harry, ascoltami dov’è Louis?” – chiese subito dopo Zayn.
“Non lo so, io.. penso lo abbiano portato da mio zio, nella sala del trono!”
“D’accordo, ci pensiamo noi. Tu stai tranquillo, recuperiamo lui e poi torniamo da te.”
“Si, si! Zayn recuperate lui, salvatelo!”
“E’ il mio migliore amico, è normale. Dopo veniamo a liberare te”
Scossi la testa, volevo solo che Louis stesse bene.
“Salvate lui, portatelo al sicuro, io non sono importante.”
“Non dire sciocchezze” – ribatté Liam –“Louis non ti lascerebbe mai, e beh, nemmeno noi. Non vogliamo rivederlo triste.”
Annuii, non capendo bene cosa stesse accadendo intorno a me. Una cosa era certa, c’era una possibilità per Louis e potevo tirare un sospiro di sollievo. Mi appoggiai alla fredda parte, sperando che quest’incubo finisse presto.
 
-Louis-
Mi scaraventarono per terra, al cospetto di Horan, che sghignazzava senza ritegno, accanto a quella vecchia gallina di Lady Caroline. Era tutta colpa di quella bionda se ora io ed Harry eravamo in questo pasticcio.
“Il Tommo qui da me, che bella sorpresa.” – esclamò l’irlandese avvicinandosi a me, e squadrandomi. Risi. Cosa aveva da fissare tanto? Non sapevo cosa volesse da me, ma probabilmente io tutto ammaccato ero più bello del suo brutto muso.
“Non sei messo bene, vero Louis?” – chiese strafottente ordinando ad una guardia di colpirmi ancora.
Codardo. Non aveva il coraggio di colpirmi lui stesso?
“Inchinati al mio cospetto, subito!” – ordinò, ma io non obbedii. Alzai di più la testa, puntando i miei occhi nei suoi e sorrisi strafottente così come aveva fatto lui.
“Mai.” – esclamai deciso.
“Non sei nella posizione per dettare legge.”
“Beh, nemmeno tu, Horan, è Harold il legittimo erede. Tu ti sei sempre approfittato de fatto che fosse ancora piccolo.”
“Come ti permetti di rivolgerti a me così?” – sbraitò guardandomi, facendomi ridere sommessamente.
“Oh, io pensavo che alle nullità ci si potesse rivolgere come si voleva.” – sorrisi, strafottente così come lo ero stato tutto il giorno con lo sceriffo.
“Sarai giustiziato!” – sbottò fuori di sé.
Adoravo fargli perdere la pazienza. Adoravo portarlo così sull’orlo della crisi di nervi. Adoravo semplicemente prendermi gioco di lui.
“Certo” – risi –“l’importante è esserne convinti.”
Mi guardò più arrabbiato di prima, ma vedevo nel suo sguardo qualcosa di strano.
“Tu sai perché sono diventato re?” – chiese, guardandomi con quei suoi occhi azzurri penetranti, ma mai belli come quelli di Harold. Speravo con tutto il cuore che lui stesse bene, che non avesse troppo paura da solo in quella fredda cella. Del resto ero io il maggiore, era compito mio difenderlo.
“Si che lo so, io so tutto.” – sorrisi sfacciatamente. Adoravo sbeffeggiarlo così pubblicamente. Tutte le guardie erano accorse nella sala del trono, e probabilmente avevano lasciato le porte senza guardie, del resto io ero qui.
Harry mi aveva raccontato della discussione con suo zio, prima che io lo portassi via da lì.
“Oh, immagino che tu sappia della crociata e..” – lo interruppi ridendo.
“No, so che il padre di Harold ha tradito la madre e che tu sei passato al trono per riscattare l’onore di tua sorella. Ma tu stai affondando il nome dell’intera casa reale con l’egoismo che eserciti.” –sputai fuori con tutto lo sdegno che avevo in corpo nei suoi confronti. Erano troppi anni che faceva del male a tutto il popolo, se proprio dovevo morire, l’avrei fatto dopo avergli detto tutto.
“Tu sei solo un bandito” – disse a denti stretti. Per un attimo il suo sguardo si riempì di rammarico e mortificazione, quasi dispiacere. Rimprovero, verso se stesso.
“Horan, io derubo i ricchi per aiutare i poveri, tu il contrario. Chi è il vero bandito tra noi due?”
Tenni lo sguardo fisso nel suo, lo vedevo. Non era realmente così cattivo come voleva far capire, in questo momento il suo sguardo cambiava. Passava dall’essere pieno d’odio a pieno di mortificazione. Era quasi umano, ora.
“Portate qui mio nipote, voglio veder soffrire questo stupido bandito impertinente.”- delle guardie uscirono dalla sala del trono, per dirigersi nelle segrete. Dannazione. Dovevo prendere tempo, dovevo pensare in fretta, dovevo salvarlo.
“Non azzardarti a mettere le mani su Harry!” – urlai –“lui non c’entra nulla!”
“Perché te la prendi tanto?” – chiese sbeffeggiandomi sorridendo malefico –“non è che provi qualcosa per lui?”
“Horan, sei tanto stupido quanto cieco” – risi guardandolo –“ti pare che io possa amare un nobile, per di più tuo nipote?” – mentii spudoratamente, senza accorgermi che qualcuno veniva piegato accanto a me.
 
-Harry-
Mentiva, vero?
Erano venuti a prendermi, dicendomi che mio zio voleva vedermi. Mi avevano portato nella sala del trono, che dall’ultima volta che avevo visto, ora era addobbata a festa, come se un matrimonio dovesse essere celebrato.
Quando avevo sentito, quelle parole ferirmi le orecchie.
Lui non avrebbe mai potuto amare un nobile, non il nipote di Horan. Mentiva, vero?
Mi costrinsero ad inginocchiarmi al cospetto del biondo, che avrebbe dovuto essere mio zio, che mi guardava strafottente, cattivo.
“Nipote, hai sentito questo buzzurro come si è rivolto a me?”
“Ha fatto benissimo.” – sputai fuori. Louis mentiva, era sicuro.
Lui voleva difendermi. Se non mi avesse amato non mi avrebbe difeso nelle segrete e nella radura, la notte precedente. Se Louis avesse detto la verità, perché avrebbe sfidato di tutto per salvarmi? No, l’aveva fatto per me. Aveva mentito, ed io dovevo solo capirlo dal suo sguardo verso il mio, che mi implorava perdono.
“Allora.. non hai sentito come ha parlato di te?”
Risi. Io che ridevo in faccia a mio zio? Era il colmo. Non potevo mai permettermi questo lusso, e invece lo stavo facendo, sfidavo mio zio, cosa che non avevo mai fatto, era il ragazzo accanto a me a darmi la forza, era lui che mi stava spingendo a fare di tutto per salvare sia me che lui.
“Cosa ridi, stupido?”
“Rido di voi, zio. Voi non sapete nemmeno cosa sia l’amore e non capite quando qualcuno vi mente. Voi siete uno sciocco stupido.”
“Ma come osi?!”
“Oso, oso eccome, sono anni che avrei voluto dirlo, e finalmente posso. Non sapete che liberazione.” – Louis ridacchiò sommessamente. Era dannatamente bello, lo era sempre stato.
La donna bionda che sedeva accanto a mio zio, si alzò e si avvicinò a me. Mi prese il mento, alzando il mio viso verso il suo e sorrise crudele.
“Dimmi, Harold, come vorresti che morisse, questo bandito? Decapitato, impiccato o..?”
“Non voglio che muoia, e basta.”
“Oh, oh. Giovanotto, pensi di farlo sopravvivere in questo modo?”
“No, ho altri metodi.” – sorrisi. Avevo notato Zayn entrare nella sala, insieme alle guardie che mi avevano portato, mi aveva picchiettato sulla schiena per tre volte, lo sapevo perché nel mio breve soggiorno da loro mi avevano spiegato le piccole cose da sapere sui loro movimenti, ovviamente, non volevano che rimanessi estraneo ai loro segnali, o meglio era Louis a non volerlo.
“Oh e sarebbero? Startene qui legato davanti a noi? Bel modo di salvare quello che ami.”
“E chi vi dice che io lo ami?” – guardai prima lei e poi Louis, che sbiancava. Dovevo prendere tempo, dovevo distogliere l’attenzione da lui, portandola su di me, e far in modo che nessuno si accorgesse dell’entrata in sala di Zayn. Sapevo che avrebbe agito da un momento all’altro, e dovevo solo perdere tempo.
“E chi ami, Harold?” – guardai la donna, e sorrisi.
Beh, chi mi impediva di usare le mie tecniche di seduttore? Solo perché fossi attratto da Louis, non voleva dire che in questi anni non avessi avuto delle piccole storielle, che non erano andate bene, perché il mio cuore era occupato.
“Beh, se non mi slegate, Caroline, non posso di posso dimostrarvi a chi ho donato il mio cuore” – lei sorrise, compiaciuta  e ordinò alle guardie di slegarmi. Lo sguardo di Louis era confuso, fisso su di me.
“Però prima ho una richiesta..” – sussurrai all’orecchio della donna.
“Dimmi tutto, piccolo mio..”
Che stupida. Davvero credeva che io mi concedessi a lei? Dopo che l’avevo rifiutata e dopo che le mie labbra erano state marcate da quelle di Louis? Oh, non aveva capito chi aveva davanti.
“Gradirei fosse fornita al mio..” – guardai Louis, implorando perdono con gli occhi –“suddito, un’adeguata cura alle botte e poi un equo processo.”
“Ma Harold, pasticcino” – trattenni un conato di vomito, ma perché si fingeva dolce, quando non lo era? E poi non si capiva che la stessi prendendo per i fondelli? Mio zio, che era stupido, se ne era accorto. –“è un prigioniero.”
“Lo so, Caroline, lo so. Ma vedete, mi ha salvato da quel bruto dello sceriffo, è comunque un fedele servitore.”
Lei mi guardò, con uno sguardo da far terrore, e mi sorrise di sbieco.
“Bene, fate come dice lui, portate quel bandito nelle stanze di Lady Eleanor e fate in modo che venga curato come il mio pasticcino desidera.”
“Ma cara, voi..” – tentò di opporsi mio zio, ma lei si oppose, zittendolo con un unico gesto della mano.
Mio zio sottomesso ad una donna? Questa era da segnare, senz’altro.
In tanti anni che ero stato qui, non era mai accaduta una cosa simile e mi lasciava di stucco.
Bene, ora sapevo come contrastare mio zio, e mentre vedevo Louis essere scortato via dalla guardia che avevo riconosciuto come Zayn, tiravo un sospiro di sollievo.
“Allora, tesoro, quando ci sposiamo?”
 
-Louis-
E quando lo vidi provarci spudoratamente con la vecchia, mi sentii male. Sapevo che fingesse solo per prendere tempo prezioso che poteva servirci per salvarci, ma.. io ero geloso.
Ero fottutamente geloso.
Harry era mio, e nessuno aveva il diritto di toccarlo, se non io. Ero geloso, ero logorato dalla gelosia, in questo momento.
Zayn, se fosse stato qui, avrebbe riso. Perché avrebbe detto che solo Harold Styles, principe d’Inghilterra, era capace di demolire così Louis il Tommo. Ebbene, si. Avevo anch’io un punto debole. Il mio punto debole era Harry.
Mi avrebbero distrutto maggiormente se avessero fatto del male a lui, piuttosto che a me.
E mi avrebbe distrutto vederlo con un’altra, come stava capitando in questo preciso istante.
Una guardia mi sollevò, ma non avvertii la violenza con cui ero stato trattato fino a poco prima. Che gli ordini di quella donna fossero così.. importanti? Tanto da zittire anche Horan?
Intanto la guardia mi trascinava fuori dalla sala del trono, per fortuna. Non ne potevo più di quelle facce da deficienti di Horan e Lady Caroline. In più, Harold che ci provava con quella, era un colpo troppo duro da sopportare.
“A quanto pare, avevi bisogno di aiuto.” – quella voce, quell’accento un po’ strano.
Alzai lo sguardo e sorrisi.
“ZAYN!” – sbottai, quasi urlando, nel riconoscere il mio migliore amico e non una guardia del palazzo.
“Shh, zitto, stupido. Vuoi che ci scoprano?”
“Ma.. io, ecco..” – cercai di dire, ma Zayn mi sorrise, togliendosi definitivamente l’elmo e mostrandosi in tutto il suo splendore. Lo guardai sorridendo e cercai di capire come avesse fatto a giungere qui.
“Mi sleghi per favore?” – chiesi guardando il mio amico, quasi in una supplica. Non mi sentivo più le mani, e avevo voglia di muoverle di nuovo.
“Si, si subito” – borbottò il moro, avvicinandosi e slegandomi i polsi. Restai con le mani ferme dietro la schiena per qualche secondo, poi decisi a muoverle leggermente.
Aprii e chiusi i pugni un paio di volte massaggiandomi prima l’uno e poi l’altro polso. Stavo riacquistando sensibilità.
Sorrisi a Zayn ringraziandolo.
“Sarà meglio che ti porti da questa Lady Eleanor. Devi riprenderti.”
“Non se ne parla. Recuperiamo Harry e Liam e andiamo via da qui.”
Lui mi guardò con rimprovero. E mi strattonò per un braccio, portandomi in giro per il castello, alla ricerca delle stanze di questa Lady Eleanor. Deglutii. Io la conoscevo, e la conoscevo anche bene.
Era.. la mia vecchia promessa sposa, prima che scoprissi di amare Harry, prima che fossi bandito, prima che la rifiutasi pubblicamente. Mi avrebbe rinfacciato tutto.
“Preferisco le cure di Liam, ti prego Zayn!”
Il moro si voltò verso di me, e mi guardò. Il mio sguardo non era dei migliori. Ero quasi terrorizzato.
E Zayn scoppiò a ridere. Sembrava uno scemo con la crisi di ridarella. Mi guardava e rideva. Ma cosa c’era di così esilarante? Sbuffai sonoramente e cercai di farlo calmare appoggiandogli le mani sulle spalle.
“Oh mio dio, non credo!” – continuò a ridere, come se fosse la cosa più divertente del secolo –“Il grande Tommo ha paura di una donna! È ridicolo!” – rise ancora, sguaiatamente, mentre io morivo di vergogna.
Arrivammo fuori le stanze di Lady Eleanor, ed io temevo una sua reazione negativa nel vedermi.
Zayn spalancò la porta e una ragazza con i capelli neri e il viso da suora di girò verso di noi. Il suo sguardo si posò su di me, e poi su Zayn.
“Tomlinson!” – tuonò riconoscendomi. Ma come diamine aveva fatto? Ero irriconoscibile con tutte le botte che avevo preso.
“No, non sono Tomlinson, e comunque..” – il moro mi bloccò, lanciandomi malamente verso il letto, dove la ragazza mi fece sedere.
“Ordini di Lady Caroline, riposo e cure per le ferite. Io sorveglierò la stanza da fuori.” – fece teatralmente uscendo.
La ragazza mi sorrise, facendomi distendere meglio sul letto.
“Sei cambiato così tanto, Louis..” – sussurrò –“prima eri così mingherlino, e ora.. hai questi muscoli..” – percorse i miei addominali con un dito accarezzandomi. Sbattei un paio di volte le palpebre, e mi tirai su a sedere.
“Tu invece sei sempre la solita falsa, Eleanor.” – lei mi mise una mano sul petto e mi fece stendere di nuovo.
“Devi riposare, ok? Non mi interessano gli ordini di Caroline, tu potrai anche non provare nulla per me, ma quello che io provavo per te non è cambiato. Quindi riposa finché sei qui. Non sei messo bene, William.”
Sbuffai, e obbedii. Odiavo il mio secondo nome, comunque.
“Ami ancora Harold?” – chiese, poi a bruciapelo. Non ero bravo a ferire i sentimenti della gente, e lei aveva appena detto chiaramente che fosse ancora innamorata di me. Tuttavia, annuii, sinceramente. Perché mentire sui miei sentimenti, in fondo?
“Riposa allora, penso vorrai andare via da qui con lui al più presto.”
“Perché ora vuoi aiutarmi? Credevo..”
“Non provo rancore, e quando qui s’è sparsa la voce che eri stato catturato ho avuto paura. Ora riposa, poi ti aiuterò a fuggire” –e mi sorrise dolcemente. Io non ci sarei riuscito, sinceramente –“per amore si fanno cose strane, Louis.”
Annuii consapevole. Se ora ero conciato in questo modo, era stato perché volessi difendere Harry da tutto e da tutti.
“Riposa, ora.” – annuii chiudendo appena gli occhi, sentendo la ragazza armeggiare con bende e garze per coprire le ferite.
 
-Harry-
Deglutii.
Sposare? Ma..  non potevo sposarla. Non potevo tradire così Louis. Come ci sarebbe rimasto? Lo avevo visto teso, prima. E sapevo che dentro di lui era geloso, e sapevo che avrei dovuto proteggere io lui dalle sue emozioni. Perché Louis poteva proteggermi fisicamente, ma quando le sue emozioni venivano toccate era incontrollabile. Non ragionava. Si faceva sopraffare, come quando si era lasciato andare incazzandosi con me per una banalissima frase. Psicologicamente era lui quello fragile. Ecco perché eravamo destinati a stare insieme, ecco perché ci completavamo.
Dovevo pensare, agire al più presto.
“Portate qui il frate di Nottingham, celebrerà le nozze oggi stesso!” – sbottò la donna, e vane furono le suppliche di mio zio, per distoglierla da tanto.
Okay, sapevo come agire.
“Caroline, tesoro” – sussurrai avvicinandomi a lei –“non credete che il vostro sposo debba essere.. pulito per il matrimonio?”
“Ma Harold, piccolino, io vorrei ma poi..” – la guardai languidamente, cercando con lo sguardo di convincerla a farmi allontanare da loro, in modo da guadagnare tempo.
“Per favore, amore, non vorrete che io faccia una brutta figura davanti a tutti?” – e spalancai gli occhi, cercando di addolcirla con essi, perché in fondo, sapevo che nemmeno Louis riusciva a resistere ai miei sguardi provocatori. Le accarezzai una guancia e mi feci schifo da solo per quello che stavo facendo –“e poi, non vorrete che nel dopo banchetto io sia tutto sporco e pieno di polvere, una bella donna come voi, poi..” – e la mia voce si abbassava sempre più, cercando in qualche modo di essere sensuale e far cadere la donna nella mia trappola.
“Caroline, cara, non vi accorgete che vi sta solo adulando?”
“Vuoi stare zitto, Niall? Decido io!” – strillò lei, stizzita perché aveva interrotto il gioco di sguardi che tra di noi si era venuto a creare, e decisi di usare il mio asso nella manica.
“Caroline, amore..” – sussurrai, lascivo –“se ora mi fate andare nelle mie stanze, giuro che non vi pentirete di aver scelto di fidarvi di me, non volete diventare regina incontrastata dell’Inghilterra?” – le accarezzai la schiena, cercando di farla cedere –“una donna bella come voi, al comando di un intero paese, sarete ricordata sui libri di storia..”
E lei ridacchiò, convincendomi che stavo avendo la meglio, che le mie avance funzionavano.
Pregavo mentalmente Louis di perdonarmi di quello che stavo facendo.
“Hai vinto, piccolo mio..”
“Un'altra cosa, amore..” – sussurrai ancora, per non interrompere il gioco che s’era venuto a creare e per non farle cambiare idea.
“Dimmi tutto..”
“Posso vedere mia madre?”
“Certo!” – si staccò da me e si rivolse alle guardie. Per un attimo temetti che avesse capito il mio gioco e che mi facesse rinchiudere ancora nelle prigioni, ma ciò non avvenne. Avevo vinto io.
“Portate Harold da sua madre, premuratevi di fargli avere tutto, e.. chiamate il frate, c’è un matrimonio da celebrare!” – strillò, mentre un paio di guardie mi afferravano per le spalle e mi portavano nelle stanze di mia madre.
Attraversammo tutti i corridoi, dove mi premurai di tenere lo sguardo basso, perché erano stati ricoperti di quadri di quella donna che sarebbe dovuta diventare mia moglie.
Arrivammo fuori dalle stanze di mia madre e ordinai alle guardie di lasciarmi da solo, in modo che potessi parlare con calma con lei, e raccontarle tutto. Una volta dentro, mi premurai di chiudere per bene la porta,e mi addentrai nelle stanze.
“Madre, siete qui?” – chiesi a voce alta. Lei sbucò da dietro un armadio, correndomi incontro e abbracciandomi forte.
“Harold, figlio mio, sei qui.. stai bene?”
“Si madre, non abbiamo tempo devo parlarvi”
“Hai tutto il tempo che vuoi, a me non danno mai fastidio. Ho sentito che hanno preso Louis..”
“Sta bene, ora è con Lady Eleanor, ho convinto quella.. Caroline a farlo curare, dovevate vederlo madre, si è preso tutte le frustate che erano destinate a me.. e mi ha protetto..”
Lei sorrise abbracciandomi ancora, poi si incupì ancora.
“Chi voleva frustare mio figlio?”
“Lo sceriffo, ma madre questo è un altro..” – non mi fece rispondere che mi intimò di stendermi e riposare.
A me non sembrava il caso, visto che Louis era fuori, era solo e probabilmente quella Eleanor lo stava torturando.
“Vado a parlare con lo sceriffo, tu resta qui, non muoverti per nessuna ragione, riposa Harold.”
Annuii e mi girai su un lato, cercando di non pensare a quello che stava accadendo a me, a Louis e a tutti.
Non volevo sposare Caroline, non volevo vivere una vita infelice con quella donna. Io volevo Louis accanto a me, avrei sempre voluto lui. Stavo agendo per il suo bene, però. Avevo preso abbastanza tempo per noi, e infatti lui era con Zayn, ora. Cercai di riposare un po’, e chiusi gli occhi, quando sentii un rumore secco e il letto muoversi forte.
Aprii di scatto gli occhi e vidi il baldacchino del letto muoversi velocemente. Saltai giù dal letto, e sentii il pavimento tremare troppo forte per i miei gusti. Che stava succedendo? Con mio grande terrore, sentii il palazzo come inclinarsi e il letto volò verso la porta, fracassandola. E deglutii.
Cos’era? Cosa stava succedendo?
 
-Louis-
Sentii il letto muoversi, e balzai giù da esso, in tempo per vedere la porta aprirsi di scatto e la figura di Zayn fare capolino nella stanza, allarmato.
Mi guardò ed io annuii. Avevo capito cosa stesse accadendo, afferrai la mora per un braccio e la spinsi verso Zayn che la prese al volo capendo le mie intenzioni.
“Io vado a cercare Harry, tu porta lei via di qui, e se incontri qualcuno, porta via anche lui. Recupera Liam e.. ci vediamo fuori, non aspettarmi dentro, d’accordo?”
Zayn annuì, preoccupato.
“Louis, sta attento, e vedi di uscire da qui dentro.”
“Lo farò”
Mi fece un cenno e si allontanò trascinando la ragazza. Io corsi fuori da quelle stanze per cercare Harold, e salvarlo. Sapevo che lui avesse il terrore di questi eventi e sapevo che ora era rannicchiato da qualche parte.
Tornai alla sala del trono, dove l’avevo visto l’ultima volta, e vidi Horan correre cercando di ripararsi la testa. Alzò lo sguardo verso di me, e vidi in quello sguardo, forse solo per un attimo, umanità. Così come l’avevo vista poco prima che mi minacciasse di far del male ad Harry, ma ora non importava, io dovevo ritrovarlo.
“Horan!” – tuonai avvicinandomi a lui –“dov’è Harold?”
“No- non lo so.. ne- nelle stanze di s-sua madre..” – balbettò, probabilmente impaurito. Ovvio, tutti erano fuggiti, spaventati dalla terra che tremava. Scossi la testa e lo afferrai per un braccio portandolo fuori dalla sala del trono.
“Percorri il corridoio, troverai un mio amico, aiuta tutti quelli che vogliono fuggire, non chiedermi perché lo faccio, dato che ti detesto, ma non sono un assassino”
“G- grazie..” –balbettò per poi correre nella direzione che gli avevo indicato. Io, invece, corsi al piano di sopra cercando le stanze della donna per trovare Harry.
Passai davanti alle camere di Horan, poi davanti a quelle di Devine, poi quelle di Harry. Quali erano le stanze della madre di Harry?
Mi fermai un attimo. Ed ascoltai. Oltre al frastuono di cose che si muovevano, e sbattevano mi dovevo concentrare su quelle umane. Dei lamenti silenziosi venivano da una stanza. Corsi verso di quella e cercai di aprire la porta.
“Harry! Harry sei qui?” – urlai contro il legno.
“L- Louis..?”
“Harry, grazie al cielo, ti tiro fuori!”
“Louis trema tutto, trema tutto! Io non voglio morire, Louis trema tutto!”
Ricordavo quando era piccolo e un evento simile si era verificato mentre giocavamo in giardino, ed io l’avevo abbracciato, fino a che il terreno non aveva smesso di tremare, ed ora che era da solo qui dentro, era normale avesse paura. Sfondai la porta – che non voleva aprirsi – con un calcio ed entrai. Lo vidi rannicchiato contro il muro, con le mani tra i capelli e le ginocchia raccolte al petto.
“Fallo smettere, fallo smettere..”-sussurrava. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai.
“Harry, Harry ci sono io. Dobbiamo andare via, subito!” – dissi calmo, mentre lui alzava gli occhi gonfi verso di me. Saltò verso di me e mi baciò con trasporto, mentre io mettevo le braccia dietro la schiena attaccandolo a me.
“Aggrappati, ti porto via” – sussurrai. Lui annuì e allacciò le gambe attorno al mio bacino mentre io lo sollevavo da terra ed uscivo dalla porta che avevo sfondato. Harry tremava vistosamente, mentre io lo stringevo per farlo riprendere dal terrore che stava provando in quel momento.
“Louis.. Louis..” – sussurrava.
“Sono qui, sono qui piccolo mio..” – sussurrai io a mia volta, stringendolo forte al mio petto.
“Grazie..” – sussurrò, stringendosi forte a me, cercando un supporto.
Trovai finalmente l’uscita e riuscii ad uscire fuori, con Harry tra le braccia.
“LOUIS!” – urlò Harry, mentre stavo per rimetterlo a terra.
“Shh..shh..” –trovai Zayn e Liam con lo sguardo e controllai.
“Ci siamo tutti?” – chiesi. C’erano Zayn, Liam, Horan, Devine, Lady Caroline, Lady Eleanor, lo sceriffo e delle guardie, ma di loro non mi curavo più di tanto. E notai tra di loro anche Lou con i suoi bambini, per fortuna stavano bene.
“Manca mia sorella!” – tuonò Horan…preoccupato? Questa era bella, lui che si preoccupava per qualcuno.
Lasciai Harry tra le braccia di Zayn e Liam.
“Io torno dentro,recupero Lady Anne e torno. Voi restate qui.”
“Louis la terra trema il palazzo crollerà!” – urlò Zayn, con tono rimprovero.
“Ha ragione” – si intromise Eleanor.
“Non mi interessa, io torno dentro!”
Mi allontanai da lui, entrando di nuovo nel palazzo, non prima di aver sentito un urlo disperato di Harry che chiamava il mio nome.
 
-Harry-
Tremavo, tremavo da quando Louis mi aveva lasciato. Da quando la terra aveva iniziato a tremare. Louis mi aveva lasciato qui per andare a salvare mia madre, mentre gli altri erano qui con me. Mio zio camminava avanti e indietro per la piccola radura, la donna che avrei dovuto sposare era seduta contro un albero, una ragazza mora si mangiava le unghie in evidente preoccupazione, Liam stava in un angolo a pregare che tutto questo finisse e Zayn prendeva a pugni un albero per scaricare la tensione. Io tremavo con le spalle contro un tronco e mi tenevo le gambe piegate al petto, sperando che tutto questo finisse presto, sperando che tutto tornasse come prima.
“Vedi Harold, è tutta colpa tua!” – sbottò mio zio.
Lo vidi improvvisamente minacciosamente vicino, ma mi alzai e sostenni il suo sguardo.
“Non è colpa mia, zio. È colpa vostra come sempre!”
“Io non ho fatto niente, tu ci hai provato spudoratamente con Lady Caroline!”
“L’ho fatto solo per salvare Louis!”
Lei intervenne sdegnata.
“Sei un impertinente, Harold, quando sarò regina..”
“NO!” – sbottai –“qui nessuno sarà re o regina. O almeno non voi due.” – li guardai strafottente, così come mi aveva insegnato Louis, dovevo mandare via la paura, dovevo prendermi le mie responsabilità.
“Sono io l’erede al trono, e ora sono abbastanza adulto da salire. Posso anche bandire entrambi dall’intera Inghilterra.”
Li guardai duramente, mentre Zayn si voltava verso di noi sorridendo e Liam alzava lo sguardo su di me, incoraggiandomi a continuare, quel che era iniziato, andava finito.
“Io penso che..” – mi guardai i piedi. –“che le persone più indicate per diventare re siate tu, Zayn”- mi voltai verso il moro che spalancava gli occhi e mi guardava indicandosi –“e tu, Liam” – mi voltai verso il frate che spalancava gli occhi allibito.
“Non posso accettare”- sorrise il castano –“la mia chiesa ha bisogno di me” –aggiunse alzando le spalle.
“Ma io senza Liam non vado da nessuna parte!” –rise Zayn –“con chi battibecco poi?”
I ragazzi si guardarono, e poi scoppiarono a ridere.
“Non ti liberi di me, Malik.” – fece il frate dando una pacca al compagno. Invidiavo la loro amicizia, io non avevo mai avuto un vero amico, come lo erano loro, e confessavo di essermi sentito di troppo da loro tre, quando anche Louis era presente.
Mio zio stava per aggiungere qualcosa, ma lo zittii in un attimo.
“Non aggiungere nulla, zio. Sono io a dettare legge ora, e se solo parli ti spedisco in esilio nelle isole gelide. Ti va?” – sorrisi come lui aveva sempre fatto con me, e non aggiunse nulla. Si sedette a terra e restò fermo.
“Io volevo solo..” – disse –“chiedere scusa, ecco.”
Finché non avessi rivisto Louis non avrei perdonato proprio nessuno.
Liam e Zayn si avvicinarono a me e mi abbracciarono.
“Sappiamo che sei in ansia per Louis, ma lui arriverà a momenti.” – fece Zayn.
“E poi, dobbiamo dargli la bella notizia, no? Finalmente ti sei ribellato.” – ridacchiò il frate.
“Avevo bisogno di lui, per tirare fuori il coraggio.” – sorrisi a mia volta.
Non sapevo se Zayn avesse accettato o meno la mia proposta, ma era vero che lui fosse in grado di mandare avanti questo paese, a differenza mia e di chiunque altro.
Poi finalmente, vidi qualcuno correre nella nostra direzione e riconobbi Louis con qualcuno in braccio. Poi mi sentii travolgere da qualcuno o qualcosa che mi era saltato in braccio.
“Signor Harry, signor Harry! Hai visto il signor Louis?” – riconobbi la vocina del piccolo Larry che si era lanciato su di me, probabilmente spaventato dalla terra che tremava.
“Sta arrivando, Larry, sta arrivando” – sorrisi prendendolo in braccio.
“Larry!” – urlò la signora con rimprovero –“ti ho detto mille volte che non devi parlare così al principe!”
“Oh no, signora, io solo semplicemente Harry, ho nominato Zayn come mio successore, e..”
La donna mi abbracciò subito, come per ringraziarmi.
“Questo vuol dire che..?”
“E’ tutto finito. Niente più tasse o sovraccarichi per voi.” – poi mi girai verso Zayn che guardava spaventato verso di me, e sorrisi –“vero re Zayn? Niente più tasse?”
“Però mi piace come suona.” – rise –“ma non ho ancora accettato.”
Lo guardai e scoppiai a ridere, la tensione era palpabile, però non volevo pensare al peggio in questo momento. Dovevo essere forte per Louis, per me, per tutti.
“Allora, cosa mi sono perso?” – quella voce. Quell’allegria nel parlare..
“Louis!” – urlai, staccandomi dalla donna che ancora mi abbracciava riconoscente, mentre lui faceva scendere mia madre dalle sue braccia, ed io gli volai al collo, aggrappandomi con tutte le mie forze a lui.
“Ehi piccolo, sto bene tranquillo!” – sorrise.
Lo baciai con tutte le mie forze, mentre lui mi stringeva possessivamente.
Tutto era al suo posto ora. Mio zio spodestato dal trono, Zayn al suo posto –perché tanto avrebbe accettato- io e Louis di nuovo insieme.
Era l’inizio di una nuova era per noi.








NO, JIMMY PROTESTED!!

Shaaao gente! Credevate di esservi liberate di me? 
Ebbene.. no! 
Scusate il ritardo, ma il mio pc aveva cancellato tutto il capitolo su cui avevo lavorato tutta la mattinata, quindi questo è la sua seconda copia. Boh, spero vi sia piaciuto :3 
E questo è l'ultimo capitolo del Tommo :(
Settimana prossima ci sarà l'epilogo, quindi.. il Jimmy strappalacrime lo farò la prossima volta.
Io vi ringrazio tantissimo comunque :') siete adorabili! 
Visto? Si sono ritrovati alla fine :3 cuccioli.
Ora voglio la sincerità. Quante di voi credevano che Horan si pentisse e.. ZAYN diventasse re? Vi ho scolvolte? LOL
Eleanor è solo una comparsa, ma boh. Non ho niente contro di lei, ma se si levasse dalle palle non sarebbe male :D
Comunque, comunque. Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo :3
Io ho dei problemi con la visualizzazione delle recensioni, quindi se non vi rispondo è per quello c.c
E..e.. grazie a tutte, davvero. Dal profondo del mio cuoricino.
Vi adoro tutte :3
Adesso mi dileguo. A sabato con i Baby :3
Shaaaaaaao bele :3 


P.s so che la Gran Bretagna è una zona non sismica, o almeno i terremoti sono molto pochi, ma mi ispirava troppo, prendetela come una uhm.. licenza poetica LOL
Se ci sono errori, come sempre, ditemelo :3 

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Capitolo 10
*** Epilogo. ***






Epilogo.
 
Erano passati due anni da quando si era verificato quell’evento che aveva cambiato le sorti dell’Inghilterra, da quando Niall Horan era stato spodestato dal trono, da quando Zayn Malik era diventato re.
Il nuovo sovrano aveva detratto tutte le tasse al popolo, aveva aiutato loro a trovare un posto dove vivere se avevano perso la casa durante la grande scossa, com’era stato soprannominato quell’episodio più unico che raro in un paese come la Gran Bretagna. Da tutte le contee e marchesati arrivavano aiuti, le chiese – sotto richiesta di Liam Payne, il frate – erano state ristrutturate e ora risplendevano. Non c’era abitante della contea di Nottingham che non amasse quel sovrano, che aveva spostato tutta l’amministrazione lì, invece di spostarsi nel centro del paese, Londra. Il nuovo re si accontentava delle piccole cose, e gli bastava che il suo popolo stesse bene.
Harold Styles ci aveva visto giusto, quell’uomo era l’unico che avrebbe saputo come portare avanti quel paese.
D’altro canto,Liam il frate nemmeno era messo male. Zayn, per non separarsi dal uno dei suoi migliori amici, lo aveva eletto – con il consenso di tutti – nuovo consigliere reale, e il frate non aveva potuto dire di no ad un compagno di avventure secolare come il moro. E nonostante amministrasse ancora la piccola chiesetta immersa nella foresta dove il grande Louis il Tommo aveva avuto la sua formazione, la sua crescita, dove aveva imparato tutto quello che sapeva, dove si era nascosto per anni, aiutava il suo amico nell’amministrazione della giustizia nel paese – ammettiamolo pure, che senza quel frate buono e giusto, il re si sarebbe trovato smarrito.
Niall Horan, dopo aver scontato sei mesi nelle segrete del castello – le stesse segrete che avevano imprigionato il Tommo, nell’unica volta che era stato preso – era stato gentilmente perdonato da tutti, e ora intagliava il legno, mentre il suo scagnozzo Josh Devine era diventato un fabbro, scoprendo quest’improvvisa passione per il ferro e la sua fusione; discorso diverso andava fatto per Paul Higgins, lo spietato sceriffo di Nottingham, lui era stato mandato in esilio su un’isola lontana dall’Inghilterra, non ancora ben conosciuta, ma per chi ci era stato un giorno si sarebbe chiamata Islanda ed era stato sostituito egregiamente da una fedele guardia assunta appositamente da Zayn, che ricreò l’esercito, disfacendosi delle vecchie guardie.
Lady Caroline e Lady Eleanor erano tornate nella loro contea e avevano smesso di mettere gli occhi sulla casata reale, anche perché Zayn non era intenzionato a diventare marito di una delle due nobildonne. Lady Anne invece era consigliera speciale del sovrano, rivestiva il ruolo di regina, pur non essendo moglie del giovane e a lei erano affidate le mansioni di aiuto delle famiglie; e quando poteva ospitava le famiglie più bisognose nel grande castello.
La paesana Lou, con i piccoli figli, era diventata la dama di compagnia della regina e i piccoli erano diventati i suoi nuovi nipotini.
Sembrava che tutto trascorresse bene, in quel nuovo clima, in fondo, no?
Oh si, voi volete sapere com’era finita tra Louis il Tommo e Harold Styles, ovviamente.
Beh.. Louis il Tommo era felice finalmente dopo anni aveva ritrovato l’amore e dopo aver sfidato problematiche su problematiche era riuscito a ricongiungersi al suo amato Harry, e a vivere felice con lui.
“Louis!” – esclamò appunto Harry, mentre il giovane Louis era intendo a sistemare il suo prezioso arco e le sue amate frecce.
“Harry, piccolo vieni” – sorrise il maggiore, facendolo sedere sulle sue gambe.
I due vivevano in una piccola casa nella foresta di Sherwood, piccola e accogliente. C’era un piccolo focolare davanti al quale i due si sistemavano durante le notti più fredde d’inverno, il grande letto posto al centro della stanza era morbido e caldo per i due, che tuttavia preferivano sedersi sul pavimento davanti al focolare, o magari osservare il cielo dalla piccola finestra che dava sulla radura.
“Vorrei imparare a tirare con l’arco” – mormorò il giovane, sorridendo, intenerendo il suo compagno, che non esitò ad alzarsi e porgergli le mani, scortandolo fuori, per poi posizionarsi dietro di lui, prendere una freccia e aiutarlo con le sue esperte mani a mirare e lanciare.
“Ricordi come eravamo piccoli quando ci provasti?” – chiese Harry, appoggiando la schiena contro il petto di Louis, che fece cadere l’arco, in un attimo, sorpreso.
“Oh.. si lo ricordo, eri adorabile anche da piccolo.”
Il minore si girò tra le braccia dell’amato, mettendogli le braccia al collo e strisciare le sue labbra contro le sue.
“Sono ancora pazzamente innamorato di te, Boo.”
“Oh Harreh, non sai io..” – sorrise il maggiore baciandolo dolcemente. Il minore gli morse il labbro e si staccò da lui, sorridendo incerto.
“Louis, io ecco..” – non trovava le parole per dire quello che stava per dire, doveva trovare il coraggio, tutto d’un fiato? O.. –“ Louis, mi vuoi sposare?” – chiese il riccio, senza riuscire a reggere lo sguardo del castano, abbassando la testa, nascondendola sul petto caldo del suo amato.
Louis portò una mano nei suoi capelli, ancora riccissimi, e ne saggiò la morbidezza, prima di dare una risposta. Si gustò la tenerezza di Harold in quel momento, che iniziò a tremare non capendo perché Louis non rispondesse subito e..
“Sì” – rispose sicuro di sé il maggiore, staccando l’amato dal suo petto e sorridendogli come solo lui sapeva fare, per poi unire le loro labbra in un grande profondo bacio, che mandò in estasi il cervello di entrambi, che fece battere i loro cuori all’unisono, che emozionò tutti e due in quel momento.
La loro vita era quasi completa in quel momento.
 
“Vuoi tu, Louis Will..” – il castano, fasciato nel suo bel completo grigio e nero, fulminò il frate che stava per dire il suo secondo nome, che lui tanto odiava –“Louis il Tommo” – si corresse ridacchiando, sapendo che l’amico odiava il nome, per questo l’aveva bloccato – “prendere il qui presente Harold Edward Styles come tuo sposo per amarlo e onorarlo in tutti i giorni della tua vita, finché morte non vi separi?”
E Louis guardò Harry negli occhi, gli sorrise sornione e..
“Sì” – rispose risoluto –“lo voglio.” – aggiunse, sorridendo all’amato.
Liam, che celebrava il matrimonio dei due sorrise compiaciuto.
Lui non era un frate tendente ai cliché lui credeva nell’amore, non gli importava se per la chiesa non era consentito un rapporto uomo-uomo. I due si amavano, chi se ne importava?
“E vuoi tu, Harold Edward Styles prendere il qui presente Louis il Tommo come tuo sposo per amarlo e onorarlo in tutti i giorni della tua vita, finché morte non vi separi?”
Harry, fasciato da quel completo completamente nero, spezzato dal bianco di una camicia, alzò lo sguardo su di lui, e si lasciò scappare un sorriso. Uno di quei sorrisi con tanto di fossette ai lati delle guance che a Louis piacevano tanto, che l’avevano fatto innamorare fin da quando erano due ragazzini, e annuì deciso.
“Sì, lo voglio” – rispose l’ex principe, perdendosi nel mare degli occhi del compagno, che da anni lo avevano conquistato, come se fossero stati delle calamite fatte appositamente per lui.
Mare, ghiaccio, cielo tutti gli elementi si fondevano in quegli occhi, che ora sprizzavano gioia da tutte le angolazioni.
“Per i poteri conferitomi da Zayn” – rise indicando l’amico, che non si sarebbe fatto scappare l’occasione per battibeccare con lui ancora –“vi dichiaro sposati, potete baciarvi”
I due fecero per avvicinarsi, per potersi finalmente baciare..
“Ma..!” – aggiunse il frate –“non esagerate come vostro solito, ragazzi, siamo in chiesa.”
“Oh Liam, non esagerare su! Sei sempre così.. pignolo” – lo ribeccò Zayn, appunto, ridendo coinvolgendo gli sposi e gli invitati.
“Zayn, tu da che parte stai, scusa?”
“Ovviamente da quella dell’amore!” – esclamò il moro. Liam scosse la testa e incitò i due a baciarsi, mentre si udiva un grande applauso proveniente dall’interno della chiesa. I due finalmente si baciarono, in maniera casta e pura, per accontentare Liam, ovviamente.
“Signor Louis, signor Louis!” – urlò il piccolo Larry saltando sulle spalle del castano, staccandolo definitivamente dallo sposo.
“Cosa c’è Larry?” – chiese sorridendogli, con quel suo sorriso che solo lui possedeva.
“Posso abitare con te e il signor Harry? Non sopporto stare sempre con tutte quelle femmine!” – esclamò il piccolo, facendo ridere i due sposi.
Beh, non che gli dispiacesse un piccolo per la casa, ma lui ed Harry sarebbero stati in grado di crescerlo e dargli quello che meritava? Non lo sapevano, ma perché non tentare?
“Se tua madre è d’accordo, quando torniamo dal nostro viaggetto, puoi venire da noi quando vuoi” – sorrise Harry, precedendo il suo sposo, sorridendo colpevole. Magari era stata una sua idea,così come lo era stata il chiedergli di sposarlo, e il costruire la piccola casa.
“Harry, dovremmo aggiungere una camera, non credi?” – ridacchiò il castano dagli occhi cielo, facendo ridere il compagno con una risata cristallina e dolce, che alle sue orecchie era la melodia migliore dell’intero universo.
“Woooooow!” – urlò il piccolo Larry sorridendo –“vivrò con il Signor Louis e il Signor Harry!” – scese poi dalle spalle di Louis e corse dalla madre a darle la bella notizia, la quale non voleva affatto che il figlio pesasse sulle spalle dei neosposini. I due la rassicurarono che per loro non c’erano problemi e che, anzi, la loro casa era vuota fino a quel momento. Vuota per modo di dire, quella casa era piena d’amore, piena dell’amore che i due si donavano l’un l’altro, piena dell’amore che i ragazzi si erano promessi quella mattina.
 
La cerimonia proseguì fino a notte fonda, tra danze, pranzi, giochi e tornei indetti per quel felice giorno.
Tutto il popolo era accorso. L’eroe di tutti, colui che aveva sempre difeso i deboli finalmente coronava il suo sogno d’amore e tutta la gente che lui aveva aiutato per riconoscenza portava doni di tutti i tipi. C’era chi aveva portato del vino, chi del cibo, chi dei morbidi guanciali, chi delle coperte calde, chi delle galline, chi dei pezzi di abbellimento per le camere, chi aveva portato dei bicchieri, chi posate, chi piatti, chi vestiti, chi scarpe.. un uomo aveva persino portato della legna. Beh, la gente faceva del proprio meglio per manifestare al giovane riconoscenza per quello che aveva fatto per anni per loro, e meglio di così, quella povera gente non sapeva dimostrarlo.
E poi l’inaspettato. Mentre i due festeggiavano danzando, sulle note di una canzone strimpellata da un menestrello, un ometto biondo, non molto alto con degli occhi azzurro cielo si era avvicinato a loro, e mormorando delle scuse aveva porto loro il suo regalo di nozze, un arciere e un cavallerizzo a cavallo, entrambi intagliati nel legno, e accanto lui troneggiava la spada e un nuovo set di frecce realizzate dallo scagnozzo Josh Devine, quasi costretto dal biondo a realizzare qualcosa per i due nuovi sposi.
Beh, certe cose non sarebbero mai cambiate, nemmeno nel piccolo. Devine stava ancora agli ordini di Horan.
Ma Louis ed Harry accettarono con gioia quei doni, facendo capire ai due che non serbavano rancore, e che tutto quello che era successo apparteneva al passato e quello poteva essere un nuovo inizio.
Harry, finalmente, si riconciliò con lo zio, che si scusò più e più volte con il nipote per avergli inferto quelle torture e quei comportamenti e ad Harry sembrava di toccare il cielo con un dito.
 
 
Quando ormai la luna era alta in cielo, i due amanti si ritrovarono distesi in una radura, ora fiorita, dove si misero ad osservare la grande sfera luminosa.
“Ti saresti mai aspettato che sarebbe finito e che io e te ci trovassimo qui, ora?” – chiese Harry, guardando il maggiore con gli occhi pieni di speranza.
Louis fissò per un attimo la fede, e poi spostò gli occhi sull’amato. Sorrise beato, ricordando tutti i momenti della sua vita, belli e brutti. La sua separazione da Harry, l’incontro con Zayn e Liam, la sua educazione alla vita di foresta, la foresta di Sherwood, la gara di tiro con l’arco, la radura, la trappola, le segrete, semplicemente il suo riccio tra le sue braccia, la grande scossa, la felicità.
“Ci ho sempre sperato, a dire la verità.”- disse con quel sorriso stampato sulle labbra e lo baciò teneramente.
Quella notte di fine estate, in cui non faceva né troppo freddo né troppo caldo, i due amanti stavano bene –quasi avevano caldo - scaldati dal corpo caldo dell’altro.
Il mattino dopo, salutati da tutti, i due partirono con un piccolo calesse, prestatogli da Zayn per una piccola luna di miele. Alla guida, ovviamente troneggiava Louis, non l’aveva mai fatto, ma lo incuriosiva come cosa, tuttavia Harry sapeva guidare un calesse, quindi erano al sicuro nel caso Louis non fosse stato in grado. Ma lui era Louis il Tommo, se si metteva una cosa in testa, riusciva sempre a farla. E con la gioia nel cuore partirono alla volta di una piacevole luna di miele. Dove? Dove li avrebbe portati il cuore. Non avevano scelto una meta precisa, sarebbero andati dove li portava il loro amore.
Quando sarebbero tornati, però, avrebbero vissuto la loro vita come una giovane famiglia, anche insieme al piccolo Larry.
 
Da quella scossa di terra, erano passati due anni.
Un giorno quella si sarebbe chiamata terremoto, ma per ora per loro era conosciuta solo come la grande scossa che aveva portato la pace in Inghilterra.
 
E questa era la storia di Louis il Tommo, il giovane conte che rinunciando a tutto pur di aiutare il prossimo, crescendo in una foresta, affrontando pericoli, guardie, re despoti, sceriffi sanguinari, e cercando l’amore, alla fine aveva ottenuto tutto quello che un uomo potesse desiderare: la vera amicizia, l’amore, la felicità e una famiglia.
Era riuscito a riportare la pace e l’armonia in Inghilterra, con l’aiuto dei suoi migliori amici e del suo amato, era riuscito in tutto quello che si era prefissato di fare.
Era amato dal popolo, era voluto bene dai suoi migliori amici, era acclamato come un eroe; ma era pur vero che quando era da solo con Harry, tutto quello che aveva vissuto ed ottenuto sciamava, lasciando spazio solamente al grande sentimento che il giovane arciere provava ancora per quel ragazzo, che non si sarebbe più lasciato scappare, e quella era una promessa che faceva a se stesso. Tutto ciò che gli era sempre servito non erano fama, acclamazioni e altro, lui aveva bisogno solo d’amore.
Ed era l’amore che aveva dimostrato verso il popolo, verso Harry e verso tutta la gente che aveva aiutato fino a quel giorno, a far di lui l’uomo che era diventato.
Un eroe, un eroe umile che si accontentava di vivere la sua vita con l’amore della sua vita in una foresta, senza l’ombra di sfarzo o altro. Lui necessitava solo di amore, e dopo tanta sofferenza, tante pene finalmente l’aveva ottenuto.
Il suo più grande amore era legato a lui in un vincolo indissolubile.
Il matrimonio. Una volta, tanti anni prima, si sarebbe spaventato, quando era solo un ragazzino inorridiva pensando al matrimonio, perché vissuto con i genitori uniti da un matrimonio combinato, e per questo motivo lui in tutta la sua vita aveva inseguito l’amore vero, quello puro, quello che non chiede nulla in cambio, quello che fa apprezzare tutto, quello che solo Harold, o meglio per lui Harry, Styles era in grado di dargli. Era semplicemente un uomo finalmente felice, con tutti i tasselli della sua vita al proprio posto. Tutte le sue pene d’amore s’erano finalmente esaurite dopo quel “sì” tanto agognato in tutti quegli anni.
 
Questa è la storia di Louis il Tommo, l’eroe, la leggenda.
 


The End. 





NO, JIMMY PROTES... CRIED..
 
Il mio.. il mio Tommo.. gente. Ho concluso il Tommo..
Io.. non riesco a trovare le parole per dire quello che vorrei dire, e mi scuso se questo Jimmy sarà strappalacrime e lunghissimo, vi avviso già da ora.
L'ho iniizata giusto due mesi fa, quando in corso avevo ancora SL, la famosa SL, e ora..
Da quando vi ho postato il banner subito avete dimostrato un grande entusiasmo per questa, e l'ho ritrovato per tutto il periodo meraviglioso in cui ho scritto questa storia.
Questa storia mi ha accompagnato durante i miei primi due mesi d'università, e adoravo mettermi nei corridoi con il mio foglio e la mia penna a perdermi immaginando il Tommo, e ora voi direte.. "Questa va all'università e perde tempo a scrivere il Tommo?" beh, no. Lo facevo durante le ore buche. E.. siccome sono una timidona di prima categoria non parlavo quasi con nessuno, quindi il Tommo era il mio migliore amico per poter passare il tempo..ed è stato il mio eroe sulle scale mobili (ne ho il terrore, e quindi leggevo e rileggevo i capitoli fino ad arrivare giù o su.) e..
Ora? Ora è finito. Ci ho messo l'anima nella storia, lascio un pezzetto di me dentro Louis e il suo coraggio mischiato all'amore che prova per Harry, dentro Harry e la sua insicurezza, mista alla sua debolezza e al suo profondo amore, dentro Zayn e la sua lealtà e amicizia, dentro Liam, il mio piccolo e coccoloso frate e alla sua dedizione e amore per quello che fa e il prossimo. Anche dentro Horan, che alla fine avete visto che tenero? Non potevo farlo passare per lo stronzone, lo amo troppo >w<
Tornando a noi, le vostre recensioni sono le migliori, davvero.
Io.. HO LE MIGLIORI LETTRICI DEL FANDOM!
Tanto per citare Lucy__ , maybepunky, makemehappy, Mei_Linn, y_angel93, Lonelyness, Pucci_ e tanti altri che ora non ricordo.. mi avete dato tanto di quel supporto in questo periodo che io non so come ringraziarvi. Siete stupende, fantastiche, io vi adoro.
Come sempre, i ringraziamenti speciali.
Grazie a Louis ed Harry, per la Larry Stylinson e per la loro perfezione insieme.
Grazie a Zayn e Liam per i loro adorabili battibecchi.
Grazie a Niall, Josh e Paul per essersi sottoposti al ruolo degli stronzi.
Grazie a Nonna Flack, Lady Eleanor, per la loro breve comparsa. (io non le ringrazierei, ma sono sentimentale, toh.)
Grazie al mio pc, alla mia penna e ai miei quaderni.
Grazie al mio mp3.
Grazie a voi che avete recensito, grazie a voi che avete letto silenziosamente, grazie a chi ha messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite.
Grazie a chi ha amato Louis, chi ha shippato Larry o Ziam, chi ha odiato Paul e chi ha voluto una redensione di Niall, e l'ha avuta.
Grazie a tutti voi che mi avete accompagnato.
Grazie anche a te che stai leggendo ora.
Grazie a mia madre che ho convertito a shippare Larry.
Grazie a tutti voi, che mi avete sempre sostenuto, e che continuate a sostenermi.
Per citare i ragazzi..
I just wanna say a massive thank you to all.
Vi lascio con una foto dei fantastici cinque!
 
Oh no.. ops, scusate LOL
Eccoli :3 
 
E il nostro fighissimo protagonista. Cazzo Louis, sei troppo fsergfdssregfd.
 


(voglio tutte le bimbeminchia a dire che non ho cagato gli altri nelle foto, su vi aspetto. Voglio mettere la foto di Louis, okay? Okay. Non vuol dire che non caghi gli altri, pf. 1D I love you <3) 

E i due neo sposini in procinto del bacio. Mi sono innamorata di questo fotomontaggio, vorrei fosse reale c.c
Ho ho finito, stavolta davvero. Forever_Young, Chiara, o come volete chiamarmi.. vi saluta.
Non è un addio ma un arrivederci.
Una nuova long presto arriverà e non sarà mini come il Tommo.. ma LONG very LONG! 

Shao bele, Chiara loves you, all you. <3
A massive thank you to all, really. I'm serious.

Non voglio finire e non voglio cliccare completa. 
Mi mancherà tantissimo il mio eroe.

Oh spero si sia capito che è in terza persona perchè il prologo l'avevo scritto così :3
Shao :3 


Spero di non avervi deluse.. davvero. Sarebbe deprimente per me deludervi.
Scusate - ancora- per il Jimmy lungo, ma non potevo lasciarvi in quel modo. Quindi..
Goodbye <3 

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