Lost in Crawford

di LadyMaria
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** “è solo un romanzo” ***
Capitolo 2: *** “Non sono Fanny,mi chiamo Marta” ***
Capitolo 3: *** "è uno scherzo, vero?" ***
Capitolo 4: *** "Un dongiovanni" ***
Capitolo 5: *** "Ciò che ho scoperto non piacerà a nessuno dei due" ***
Capitolo 6: *** "è vostro dovere contraccambiarmi!" ***
Capitolo 7: *** "Nessuna sarebbe mai stata Martha" ***
Capitolo 8: *** "Lei non si ricorda di me" ***
Capitolo 9: *** "Ma sei matto?!" ***
Capitolo 10: *** "Se ti ricordi tutto.. dovresti conoscere i miei sentimenti per te" ***
Capitolo 11: *** "Tu e i bambini.. casa nostra " ***



Capitolo 1
*** “è solo un romanzo” ***


Marta non presta attenzione alla lezione. Sospira e osserva quello che succede fuori dalla finestra,mentre con la mano destra tiene una penna che inizia a mordicchiare in modo nervoso.

-Marta Scott!- la rimprovera una voce che la fa riscuotere dai propri pensieri. È il professore che la sta richiamando all’attenzione

- Se non trovate la mia lezione interessante siete pregata di andarvene fuori! Qui non siamo al liceo….. rendertevene conto!L’università è una scelta,se la mia lezione non vi piace …-

le indica la porta- prego…….andate pure…….-

Marta si alza contrariata,ripone tutti i libri nel suo zaino ed esce dall’aula rivolgendo al professore uno sguardo truce.

-E ovviamente non disturbatevi a tornare…-precisa lui ricambiando lo sguardo pieno d’astio. Marta lo guarda ancora più in cagnesco ed esce sbattendo la porta dietro di sé.

Cammina nel corridoio e cerca di scansare tutti gli studenti che corrono avanti e indietro. –Odio l’università…..- sbuffa mentre ormai è giunta al portone di ingresso. Adesso si trova nella strada,e si dirige verso il suo dormitorio. Apre la porta della sua camera e trova Caroline,la sua compagna di stanza,intenta a disegnare davanti alla scrivania.

-Ciao Marta….- le dice senza distogliere lo sguardo dal foglio mezzo bianco e mezzo puntinato di nero.

-Ciao Caroline…- risponde lei buttando in modo sgarbato lo zaino sul letto.

- è successo qualcosa?- chiede l’amica mentre con la china ripassa i contorni del disegno.

-No….assolutamente niente…- si butta pesantemente sul letto e incrocia le mani dietro la testa sospirando più del necessario.

-Sì,certo….e io sono Picasso…- stavolta Caroline distoglie la sua attenzione dal proprio lavoro e si volta verso l’amica chiedendo – Ancora il professor Stolts?-

-Sì….ancora lui….mi odia….mi ha cacciato dall’aula solo perché guardavo fuori dalla finestra- ammette Marta candidamente.

-Guardavi fuori dalla finestra invece di seguire la lezione?Ci credo che ti abbia cacciato fuori!-esclama l’amica.

-Oh,ma insomma non stavo mica accendendo un petardo in mezzo all’aula!Stavo pensando ai fatti miei – sospira di nuovo e socchiude gli occhi.

-Cerca di riposarti…tanto,se ti conosco bene, alle sue lezioni non ci metterai più piede…-commenta Caroline tornando al suo lavoro.

-Esatto…mi conosci anche fin troppo bene..- si distende un po’.

-Hai finito di leggere il libro che ti ho prestato?-chiede Caroline tratteggiando le ultime rifiniture del disegno.

-Mansfield Park?Sì,l’ho finito,ma…..se devo dirti la verità non mi è piaciuto molto…Voglio dire il personaggio di Fanny Price..- storce la bocca e continua a dire –non ha un carattere suo….cielo tutte le donne dell’epoca vittoriana erano così ..così…- non riesce a trovare il termine adatto.

-Così?...-la incita l’amica.

-Così strane? Voglio dire era un’altra epoca,d’accordo,ma tutta quella passività!- esclama Marta risentita.

Caroline inizia a ridere ,al che Marta la fulmina con lo sguardo. –Scusami,ma non riesco a smettere ….- dice Caroline cercando di ricomporsi e tossicchiando aggiunge – ci fossi stata tu nell’epoca vittoriana…sai che confusione…-

-Oh,ci fossi stata io vedrai che le cose cambiavano!Eccome se cambiavano…- risponde Marta gonfiando il petto.

Caroline scuote la testa e sorride –Certo….me lo immagino…-

-Ad esempio …-inizia a dire Marta mettendosi a sedere sul letto –Prendi “Mansfield Park”….e quel Mr.Crawford…vedrai che se fossi stata io Fanny Price avrebbe passato un brutto quarto d’ora!-

Caroline solleva un sopracciglio – Odi il povero Mr.Crawford?-

-Certo!- esclama Marta risentita – è un personaggio sciocco,snob e crede di poter ottenere tutto schioccando le dita…- Marta fa schioccare le dita –Non funziona così….non sempre le donne devono sottostare al volere degli uomini,dannazione!-

-Marta tu prendi la questione troppo a cuore…d’altronde è solo un romanzo!- l’ammonisce Caroline.

Marta la guarda,sospira e si butta di nuovo sul letto provocando un rumore fastidioso,come di molle che saltano. –Sì,è solo un romanzo….- si gira su un fianco e abbraccia il cuscino sbadigliando – cosa vuoi che mi importi….- e piano,piano senza rendersene conto si addormenta. Caroline si alza e le mette una coperta addosso.

 

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Capitolo 2
*** “Non sono Fanny,mi chiamo Marta” ***


Marta si stiracchia nel letto e sospira. Apre lievemente gli occhi e si guarda attorno spaesata. Se non ricordava male si era addormentata dopo aver litigato col professor Stolts e Caroline aveva cercato di calmarla un po’,ma….quella non era la loro stanza. Marta si trova sola,in una camera a lei sconosciuta. Volta la testa verso destra e vede un comodino con un portacandele che ne regge una ormai consumata. Marta si alza dal letto e ne tocca la punta. Era ancora calda,il che significava che si era spenta da poco. Sospira e  ammira tutto ciò che la circonda: lunghe tende di seta che partono dal limite della finestra e  toccano il pavimento,un grande tappeto sotto il letto con dei ricami strani,mobili all’antica….. dove era finita? Cammina un po’ avanti e indietro in cerca di Caroline….sicuramente era uno scherzo.
-Dai,Caroline…non è divertente-,ma l’amica non risponde. 
Bussano alla porta e Marta titubante l’apre ed esclama –Caroline….-,ma quella persona non era certo Caroline. Era un uomo. Lei nota che l’uomo la guarda di sbieco e cerca di evitare di guardarle la veste da camera–Fanny cosa stai facendo? Ti stiamo aspettando tutti per la commedia!E tu non sei ancora vestita!-.
-Fanny?-ripete lei stranita- No,no ci deve essere un errore io mi chiamo Marta Scott!-.
Il giovane ride e distoglie lo sguardo da lei –Marta Scott?Ma cosa stai dicendo? Dai vestiti,ti stiamo aspettando tutti….- l’uomo si mette una mano davanti agli occhi per evitare di vederla e poi scende le scale. Marta si affaccia sul corridoio:pavimento e soffitto fatti di legno,ma con legno antico…
Storce la bocca e rientra nella stanza. Quel ragazzo l’ha chiamata Fanny Price. Marta si precipita allo specchio e controlla le fattezze del viso.Sono le sue,quella riflessa è Marta non è Fanny !E allora che cosa stava succedendo?  Si dirige verso un armadio e lo apre. Inizia a controllare i vestiti ivi contenuti: vestiti della moda vittoriana!Stava vivendo sicuramente un sogno,brutto,ma un sogno. Ne prende uno a caso e lo indossa. Scende frettolosamente le scale e arriva in un altro piano,probabilmente il primo. Decide di scendere ancora e arriva in un piccolo corridoio che immette in un salotto dove sono riunite molte persone. Il ragazzo che era venuto a chiamarla le va incontro – Fanny,finalmente sei dei nostri…- Marta rimane in silenzio e lo guarda perplessa.
-Fanny stai bene?-chiede notandone lo sguardo perso.
-Sì,tutto bene….ma tu chi sei?-
-Come chi sono?Fanny,sono io- il ragazzo si indica- sono Edmund!-.
Marta spalanca gli occhi- Bertram?-
-Certo,Bertram….Fanny,ma sei sicura di stare bene? –chiede preoccupato.
-sì,sì….è stato solo un brutto sogno a spaesarmi…- dice tranquilla. Sta sognando,perché non può essere altro che un sogno. Perciò convinta che prima o poi si sveglierà anche lei decide di fare la sua parte.
-Dai,Fanny abbiamo bisogno che tu aiuti Mr.Rushworth a ripassare le sue battute –le sorride affabilmente e la conduce davanti ad un uomo grassoccio che la guarda dall’alto in basso.
-Oh,Miss Price…finalmente siete qui..ecco,tenete…-  le porge un libretto che recita “Giuramenti d’innamorati”. 
pensa Marta.
-Certo che vi aiuto….-risponde con un sorriso prendendo tra le mani il copione della commedia.
-Bene…..queste sono le mie battute…-gliele indica mentre Marta non gli presta affatto attenzione,dato che il suo sguardo viene catturato da una giovane ragazza intenta a civettare con un giovane uomo. Se si ricorda bene quei due dovrebbero essere Maria e Mr.Crawford. Mentre Mr.Rushworth  le ripete le battute lei continua ad osservare i comportamenti degli altri presenti. Notando che un’altra ragazza è quasi in lacrime Marta volge lo sguardo di nuovo verso Maria ed Henry,i quali stanno civettando in modo molto più esplicito di prima.
-Scusatemi Mr . Rushworth. …..Julia ,per favore, potresti venire da noi un attimo?- non appena Julia si avvicina ad entrambi le consegna il copione in mano – vi lascio nella mani di Miss Julia, io mi sono appena ricordata di dover chiedere una cosa a Mrs. Norris…-e con questa scusa si allontana lasciandoli entrambi spaesati. Marta si dirige verso il palcoscenico allestito evidentemente alla svelta, vi si intrufola dentro  e come immaginava vi trova Miss Maria insieme a Mr.Crawford intenti a “fingere” di recitare la loro parte. Li guarda di traverso mentre entrambi spalancano gli occhi.
-fanny non è come…..-inizia a dire Maria per discolparsi,ma Marta non gliene dà la possibilità. Prende la copia che ha tra le mani Mr. Crawford e con un sorriso beffardo dice ad entrambi –Sarà meglio che questo copione lo prenda io..ne avevo giusto bisogno…e Mr. Crawford credo che Miss Julia vi stia aspettando….-.
Maria la guarda tra l’incredulo e l’adirato –Fanny cosa stai facendo?- chiede risentita.
La bocca di Marta si tinge di un sorrisetto amaro –Quello che dovreste fare voi,mia cara…- poi rivolge un’occhiataccia a Mr.Crawford il quale non ribatte nemmeno ed esce di scena con il pensiero non più rivolto a Maria,ma all’intraprendente Fanny Price. Cos’era quello sguardo ardente?Da quando visitava casa Bertram,e ormai capitava assiduamente, non aveva mai visto gli occhi di Miss Price brillare di quel luccichio.
Ovviamente rimaste da sole la giovane Maria inizia a battibeccare con la povera Marta, e quest’ultima non la degna nemmeno di uno sguardo e torna a dedicarsi al futuro sposo di lei.
-Mr.Rustworth sapete la parte perfettamente – dice Marta con un velo nascosto di ironia. 
-Oh,voi credete?-chiede lui gonfiando il petto.
-Certamente…..- altro tono sarcastico. Marta continua a sorridere ed elogiare Mr. Rushworth  mentre si accorge con la coda dell’occhio che Mr. Crawford la sta osservando. Con poca galanteria Marta ricambia lo sguardo e muove la mano sinistra avanti e indietro come se volesse chiedergli –Ma cosa vuoi?-. Vede un sorriso da furbetto spuntargli sulla faccia e lo vede avvicinarsi a lei.
-Scusatemi Signore,ma avrei bisogno di parlare con Miss price…- dice Mr. Crawford rivolto all’altro gentiluomo.
-Certo ,fate pure….-risponde l’uomo tornando a leggere le sue battute.
-Da solo…-specifica Mr. Crawford.
E dopo aver esclamato un –Oh!- Mr.Rushworth si dilegua altrove.
Marta solleva un sopracciglio contrariata mentre lui si avvicina sempre di più –Dopo una più attenta riflessione credo che potreste fare una parte in questa commedia.-
Marta gli sorride forzatamente e risponde con un –Anche no,grazie…-
-Come prego?- chiede lui perplesso.
-Ho detto di no,Mr. Crawford…siete sordo?- esclama lei con fare arrogante. La qual cosa sembra farla aumentare di fascino davanti agli occhi del giovane.
-Non sono sordo,Miss Price…ci sento benissimo. Vorrei sapere solo perché rifiutate a priori la mia proposta- cerca di dire lui con fare pacato.
-Oh,vediamo…- Marta fa finta di pensarci ed assume un’aria meditativa –Perché io non recito nei bordelli…-
Mr.Crawford spalanca gli occhi –Miss Price non vi facevo così….- non sa come terminare la frase.
-Così come? – chiede lei sorridente- forse con un briciolo di carattere in più?Quante poche cose sapete sulle donne,Mr. Crawford..- fa per andarsene quando arriva Edmund ad interrompere il loro discorso.
-Ci siamo,la messa in scena avverrà tra pochi istanti…- inizia a dire con tono fiero il povero Edmund,quando sente un rumore di passi in lontananza avvicinarsi e dalla porta si affaccia un Sir Thomas affatto contento. Inutile riportare lo stato d’animo dei presenti e la costernazione di Sir Thomas nel constatare l’infantilità dei suoi figli,che ormai credeva già cresciuti. Marta non apre bocca nemmeno quando Sir Thomas le chiede delle spiegazioni. Finalmente dopo un’ora di predica Sir Thomas lascia la stanza e i presenti a smontare il tutto. Edmund si trova insieme a Miss Crawford e sono intenti a smontare una trave di legno,mentre Marta è stata relegata da sola in un angolo a togliere la tenda color porpora. Nonostante cerchi di allungarsi verso il gancio non riesce a prenderlo. È in quel momento che nota una mano sbucare dal niente e la vede dirigersi in direzione del gancio. La tenda cade a terra,Marta si volta e si ritrova davanti Mr. Crawford. Senza nemmeno ringraziarlo esclama- Ancora voi?-.
Lui le sorride con il suo solito fare da malandrino – Ve ne dispiace così tanto?-
-Sì……- risponde lei storcendo la bocca e si china a terra per raccogliere la tenda. Anche in quel momento lui le si affianca e l’aiuta 
-Dovreste arrabbiarvi più spesso,siete molto più bella…-.
Marta non riesce più a contenersi e scoppia a ridere.
-siete un comico nato,Mr. Crawford – prende la tenda tra le braccia,si alza e ricaccia l’aiuto che lui le sta offrendo.
-Per favore,sono capace di alzarmi da sola,non ho bisogno di una balia…- lo rimprovera.
Più lei gli sfugge,più lui si sente attirato.
-Miss Price,cosa vi  è capitato?siete così diversa…- gli fa notare mentre lei piega la tenda fino ad ottenere una sottile striscia di tessuto.
-Ancora?Io non sono Fanny price!Sono Marta Scott!E questo è un incubo e presto mi sveglierò…e voi – lo indica sgarbatamente –siete il personaggio di un romanzo,siete sciocco e presuntuoso e un dongiovanni che potrebbe fare concorrenza perfino a Casanova….Tutti lo sappiamo come andrà a finire..- sta parlando a voce talmente alta che tutti si fermano ad ascoltarla ,ciascuno chiedendosi se non sia impazzita – Voi dovreste fare la corte a Julia,ma lei non vi piace…e allora andate dritto su Maria che però si sposerà con Mr. Rushworth,un uomo certo buono,ma diciamocelo che di intelletto in quella testa ce n’è assai poco..-Sospira e mentre nomina ogni persona li indica- e poi c’è il mio caro cugino Edmund,che non si è accorto che Miss Price lo ama da una vita,da quando erano ragazzi ….Perché la sua mente è troppo occupata dal pensiero di Miss Crawford,vostra sorella……che diciamolo sinceramente è una vera rompipalle!Una vera e proprio dittatrice allo stampo di Hitler o Stalin….- Più lei parla e più tutti la guardano esterrefatti. Quella non può essere davvero Miss Price. Stavolta è Mr. Crawford che cerca di salvare la situazione,ha notato l’aria adirata di tutti i presenti,in particolare di Maria. Si avvicina a Marta e sussurrando in modo che solo lei possa sentire – Ma cosa state dicendo?-.
-Sto dicendo che voi tutti – gli indica uno per uno – non esistete!Vivete solo nella mia mente!Accidenti a me e quando ho letto quel romanzo…..se non lo avessi letto non avrei mai conosciuto nessuno di voi…- sbuffa irritata e si dirige verso la porta quando sente una mano afferrarla per il polso. È sempre lui,Mr. Crawford. – Miss Price,non vi state comportando affatto bene……dove vorreste andare?-
Lo guarda al limite dell’esasperazione e cerca di liberarsi dalla sua presa –Io voglio tornare a casa mia!-. In quel momento tutto inizia a diventare nero,ma Marta può ancora percepire la presa dell’uomo sul suo polso. Sembra quasi di precipitare in un burrone,ma non c’è modo di ribellarsi…bisogna seguirlo.

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Capitolo 3
*** "è uno scherzo, vero?" ***


Marta si sveglia di soprassalto e si ritrova seduta sul suo letto. Si guarda attorno,stavolta si trova nella sua stanza e indossa i suoi vestiti “moderni”. Tira un sospiro di sollievo e si ributta pesantemente sul letto. Si porta una mano sulla fronte dicendo -Era solo un sogno-. -Che cosa era solo un sogno?- chiede una voce che proviene dalla sua destra. Marta volta appena,appena la testa di lato e si trova un uomo sdraiato vicino. Non era possibile!Era Mr.Crawford! Istintivamente si allontana da lui e cerca appiglio nell’armadio -è….è……è uno scherzo?- chiede lei iniziando ad avere paura. -Miss Price che cosa dovrebbe essere uno scherzo?E poi…- nota che l’uomo inizia a guardarsi intorno con sguardo perso. –Che posto è questo?Dove siamo finiti?- -Niente Miss Price….io non sono Price – si dirige verso l’attaccapanni,estrae il portafoglio dalla sua giacca nera e ne estrae la patente –Vedi?Io sono Marta Scott!- gli porge il cartoncino plastificato. Lui inizia a studiarlo con attenzione –Che cos’è?- -Come che cos’è?è una patente!- -Una patente?-ripete quasi sillabando. Marta si massaggia la fronte con una mano –Non è possibile…..ditemi che non è vero..- La porta del dormitorio di apre ed entra Caroline –Ciao Marta…finalmente ti sei svegliata- -Caroline….- Marta l’abbraccia e la stringe forte – Caroline sono felice di rivederti.- Caroline l’accoglie nell’abbraccio e mentre regge con la mano destra a mezz’aria il bicchiere del caffè appena comprato allo Starbucks commenta con un –Anche io,ma mi stai soffocando….- -Oh,scusami……-si allontana da lei e le chiede- quanto ho dormito esattamente?- -Poche ore…sono uscita una mezz’oretta fa e ancora dormivi…- Caroline nota la presenza dell’uomo e le chiede –Chi è quello?-. Mr. Crawford si inchina –Mr.Henry Crawford al vostro servizio- Caroline fa rovesciare il bicchiere del caffè per terra –è uno scherzo?- chiede rivolta a Marta. -Io credevo che fosse un tuo scherzo!- risponde perplessa. -Mio?No di certo!......- si avvicina a Mr. Crawford e lo guarda attentamente – stavo per dire che sto sognando ma è troppo reale!- Marta si morde nervosamente il labbro inferiore e cammina avanti e indietro – Caroline……-dice tutto ad un tratto fermandosi proprio davanti a lei – il tuo ragazzo,George,è sempre solo nella sua stanza vero?- -Sì…..perché me lo chiedi?- -Potrebbe venire per qualche giorno qui insieme a te,mentre io e – indica Mr. Crawford – non ci trasferiamo di là? Almeno finché non scopro da dove viene e come faccio a rimandarlo indietro- dice tutto d’un fiato Marta. -Ma certo…..ti stavo per proporre la stessa cosa qualche giorno fa,ma non volevo che tu la prendessi male….- risponde Caroline avvicinandosi a lei. -Male?Figurati – le sorride e si dirige verso l’armadio. Estrae un borsone da sotto il letto e inizia a riempirlo con qualche vestito. Mr.Crawford le si avvicina e le chiede –Che fate,Miss Price?-. Marta getta dentro il borsone l’ultimo indumento e sbotta spazientita –BASTA!Non sono Miss Price!Quante volte dovrò ripetervelo ancora?-. Lui le si avvicina e inizia a guardare i suoi vestiti – Certo che portate dei vestiti strani….- Marta guarda Caroline in modo quasi supplichevole,l’amica intuisce che è meglio allontanare l’uomo da lei. -Mr. Crawford….venite a guardare questo….- aspetta che lui si avvicini e gli mostra una lampada. Accende l’interruttore e la lampadina si illumina. Henry rimane a bocca aperta e tocca la boccia di vetro bruciandosi un dito –Stupefacente… e c’è qualche meccanismo ad olio che la fa attivare?- -ad olio?- ripete Caroline scuotendo la testa –No,no questa è elettricità….- -E-Elettricità?Mai sentita una parola del genere…- Marta ha terminato di preparare il suo borsone e se lo mette in spalla avvicinandosi ad entrambi –Caroline ti ringrazio per la pazienza e….- in quel momento nota che Mr. Crawford indossa gli abiti “vittoriani”,se qualche studente del campus lo vedesse conciato in quella maniera sarebbe un grande guaio. –Suppongo che dovrò andare a comprare qualche vestito per voi…..- -Per me?- Henry si guarda e domanda ingenuamente –Che cos’ho che non va?- -Siete vestito come un damerino vittoriano,ecco che cosa non va…-risponde Marta spazientita. -Puoi prendere i vestiti di George….molti non li ha mai nemmeno usati- le sorride incoraggiante Caroline mentre è intenta a pulire il tappeto sporco di caffè. -Grazie,friend……..-si passa una mano sulla fronte e sbuffando si rivolge ad Henry -Andiamo?-. Mr. Crawford si inchina di nuovo e Marta lo rimprovera dicendo –No,no basta questi inchini…i tempi sono cambiati Mr. Crawford….potete anche dimenticarvi tutta la galanteria che vi è stata insegnata. Qui non vale niente- La guarda stupito,ancora non è abituato a tutta quella franchezza in una giovane dai tratti apparentemente così dolci. Lo prende per mano e apre la porta,guarda attentamente che non ci sia nessuno nel corridoio e con un rapido scatto arrivano alla stanza del fidanzato di Caroline. Marta bussa,ma nessuno le risponde. In quel momento vede passare Michael,il peggior elemento dell’università,noto per la sua “capacità a non star mai zitto”. Le si avvicina e le sorride con fare malandrino –Marta….- -Michael…-sibila lei guardandolo di sbieco. -Dove sei sparita bellezza? – le prende il mento e continua a fissarla negli occhi. Marta con la coda dell’occhio si rende conto che Mr.Crawford sta per difenderla quando è lei stessa che blocca il polso di Michael e fissandolo nelle pupille dice,quasi digrignando i denti –Toglimi queste manacce …- Michael non se lo fa ripetere due volte e la saluta con un cenno della mano –Se cambi idea,sai dove trovarmi..- e si dirige a grandi passi verso l’aula magna. -Miss Price state bene?- chiede Henry premurosamente. Lei lo fulmina con lo sguardo –Ahh!Ancora Miss Price?Sono Marta!- gli apre la porta e lo fa entrare,ma Henry la blocca dicendo –No,no prima le signorine….- . -Andiamo,Mr.Crawford passi attraverso questa porta o giuro che vi ci butto dentro a calci!-. Henry sorride appena ed entra per primo –Non vorrei mai farvi sporcare le vostre deliziose mani- gliene bacia una,e Marta ritrae la mano schifata. -Se ci tenete alla pelle non lo fate mai più – sente altri passi avvicinarsi e spinge Mr. Crawford dentro la stanza e richiude la porta velocemente. -Miss Marta….questo è tutto molto sconveniente…- inizia a dire avvicinandosi un po’ troppo a lei. Marta gli ride letteralmente in faccia – Mr.Crawford! Siete in tempi pazzi,ve lo dico sinceramente!Qui una cosa del genere non è affatto sconveniente..anzi….- lo scosta e dirigendosi verso il secondo letto inizia a disfare il borsone – qui potrete essere il libertino che siete sempre stato, qui le donne possono venire sedotte e abbandonate senza pubbliche umiliazioni….- -Perbacco,il vostro mondo è assai strano!-. Marta apre l’armadio e ne estrae una camicia color nero,un paio di pantaloni blu e un paio di scarpe. Porge il tutto all’uomo. -Ecco ,tenete…vestitevi e sembrerete “normale…- Marta solleva un sopracciglio e notando che Mr. Crawford rimane fermo gli chiede –Cosa c’è che non avete capito?- -Non posso svestirmi davanti a voi!- replica lui indispettito. -Mr.Crawford non avete niente di strano che io non abbia già veduto in altri uomini – Marta si volta di spalle e continua dicendo- e poi non vi guardo……fate pure e toglietevi dalla bocca quelle parole piene di pudore che proprio non vi si addicono- -Miss Marta!-esclama lui esterrefatto – ma…ma..volete dire che…qui è concesso fare simili cose?- Marta si volta e lo vede vestito in abiti moderni –Cosa intendete dire? Prendere una ragazza,approfittare di lei e andarsene senza nemmeno una parola? Qui è la normalità….e credo che vi ci troverete bene,non è vero?- aggiunge con uno sguardo minaccioso e avvicinandosi a lui. -Miss di cosa mi state accusando?di essere un libertino della peggior specie?- chiede risentito aggrottando la fronte. Marta sospira appena e si dirige verso il borsone. Ne estrae un libro e glielo porge –Leggetevi e ditemi voi cosa ne pensate…..-, è il romanzo di Jane Austen “Mansfield Park”. Henry inizia a sfogliare le prime pagine e chiede sedendosi sul letto – L’avete scritto voi?- Marta lo guarda sollevando un sopracciglio –Magari…l’avessi scritto io non starei ancora all’università!-. -Ma….ma è quello che è successo fino all’altro giorno?- Mr.Crawford indica le pagine del libro –Cioè….è assurdo…..io dunque non esisto?- Marta gli si avvicina e gli pizzicotta un braccio –Ahia…..- esclama lui. -Avete sentito dolore?E allora esistete!- notando lo sguardo perso dell’uomo si ricorda di quanto si era sentita spaesata lei. Sospira e gli si siede accanto- Vedete,Mr.Crawford,io non so per quale strano motivo ma sono entrata nel vostro mondo nei panni di Fanny Price… e non so come mai quando vi ho detto di voler tornare a casa la cosa si è avverata,e così anche voi siete venuto con me…- si massaggia la fronte con fare stanco e continua dicendo –Mi dispiace perché non so come rimandarvi indietro…- -Quindi voi… - la scruta con attenzione –Non siete davvero Miss Fanny Price…- -Mr.Crawford!Ve lo sto dicendo da un’eternità che non sono Fanny Price! Se lo fossi mi sarei già tagliata le vene- risponde Marta accigliandosi. -Eppure siete identica….- Henry si stupisce davanti alla sua affermazione –Di grazia,che cos’ha Miss Price di sbagliato?- Marta si alza dal letto e inizia a camminare avanti e indietro borbottando –Andiamo,è un personaggio insulso!Non ha carattere!Quando voi vi dichiarate lei accetta alla seconda volta e poi ritira l’offerta!Voglio dire una donna deve essere decisa nei suoi propositi! – e più parla e più cammina,Mr.Crawford la guarda agitarsi,diventare rossa in volto e declama le sue idee con un tale fervore che capisce seduta stante che quella che ha davanti non è Fanny Price,e nemmeno lo era il giorno della rappresentazione teatrale. Henry si alza all’improvviso e la ferma –Vi prego,Miss Marta…fermatevi o mi farete girare la testa a furia di vedervi andare avanti e indietro …ora so per certo che non siete Miss Fanny Price…lei non avrebbe mai parlato in codesto modo volgare….- -Volgare?- Marta lo guarda quasi adirata- Ecco,vedete?Voi uomini vittoriani!Una donna non può avere un minimo di carattere che diventa volgare…e voi allora? Siete il peggior libertino di cui io abbia mai letto ma non siete volgare?!- -A me è concesso……io sono un uomo – declama lui gonfiando il petto. -Ah,bella scusa! In questa epoca ,Mr.Crawford,le cose son diverse…svegliatevi o sarete presto carne da macello…- Marta si allontana e si sdraia sul secondo letto,quello vicino alla finestra. Socchiude gli occhi e sospira profondamente. Come farà per rimandarlo nel suo mondo? Non riesce a trovare una soluzione. Riapre gli occhi e trasale notando Mr.Crawford che ha il volto vicino al suo. Si mette a sedere e lo butta giù dal letto -Che cosa fate?- chiede arrabbiata. -Vi guardavo……- risponde lui massaggiandosi il sedere,dato che la botta contro il pavimento è stata alquanto rumorosa e dolorosa. -Lo vedo,ma perché?- chiede con il fuoco negli occhi. -Avete detto che qui si può fare di tutto!- -Non con me!Ve lo sognate,proprio!Sareste l’ultimo uomo sulla terra che potrebbe mai catturare la mia attenzione!- dice lei tutto d’un fiato. -Ah,si?- chiede lui con uno sguardo da malandrino,la cosa iniziava davvero a farsi interessante. –Eppure vi proclamate una donna tanto libera e non riuscite ad accettare la mia corte?-. Marta inizia a ridere e si tiene lo stomaco con le braccia a causa degli spasmi che ne derivano –Voi mi fate la corte? Se un sacco di patate mi facesse la corte sarei più contenta-. Mr.Crawford si irrigidisce –Non c’è bisogno di essere così…..- cerca il termine adatto – antipatiche,Miss Marta. Ho capito.- si dirige verso la porta e l’apre – Vedo che qui non son gradito…cercherò compagnia altrove.- sbatte violentemente la porta dietro il suo passaggio e lascia Marta sola. “Forse sono stata troppo cattiva…….” Pensa tra sé e sé “Ma andiamo!è Mr.Crawford! un uomo tremendamente sgradevole!Figurarsi se si è arrabbiato per così poco…..che se ne vada a rimorchiare qualche studentella menomata…..” ,rimane distesa sul letto e socchiude gli occhi,finché il sonno non ha la meglio su di lei.

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Capitolo 4
*** "Un dongiovanni" ***


Marta apre gli occhi e guarda la sveglia. Sullo schermo lampeggia il numero 2:30 di un colore verde acceso. Si volta verso l’altro letto e lo vede vuoto. Si alza lentamente e si stiracchia. Chissà dove sarà andato Mr.Crawford.E se gli fosse successo qualcosa? Apre l’armadio e tira fuori una sua vecchia felpa. –Adesso divento pure la balia di Mr.Crawford…roba da pazzi….- esce dalla stanza e si dirige nel giardino del campus. Lo cerca in ogni angolo finché,ormai perse le speranze,lo vede seduto su una panchina con l’aria assorta. Gli corre incontro e una volta vicino gli chiede – Mr.Crawford!Come state?Vi sentite male?-. Lui alza la testa e la osserva –Ah,Miss Price..- dice singhiozzando dato che ha bevuto troppo –Le donne…hic….non sono …hic…più…hic…quelle di una volta- si accascia contro lo schienale della panchina. –Non ho più il mio fascino…- aggiunge sconsolato.
-Siete solo ubriaco perso…-lo aiuta ad alzarsi prendendolo per a braccetto –Appoggiatevi a me…da bravo…-
Henry la guarda e sorridendo dice –Appoggiarmi a voi?Hic…che cosa scandalosa..- .
-Mr.Crawford…-inizia a replicare lei,ma lui la interrompe dicendole
-Henry…chiamatemi Henry….in questo mondo di perdizione e di dissolutezza vi concedo di chiamarmi per nome…-.
-Henry dovete appoggiarvi alla mia spalla,dobbiamo rientrare e devo mettervi a letto prima che qualcuno vi veda in questo stato…- lo aiuta ad alzarsi piano piano e lui le circonda il collo con il braccio sussurrandole –E voi venite a letto insieme a me?-
-Henry,se non foste così ubriaco vi avrei già dato uno schiaffo….- una volta che l’ha messo in piedi lo conduce nel dormitorio.
-Sì,mi piacciono le donne violente….-continua a biascicare lui tenendosi stretto alla spalla di Marta.
Finalmente arrivati alla porta della stanza Marta riesce ad aprirla,con qualche difficoltà,deve reggere il peso di Mr.Crawford e nello stesso tempo girare il pomello della porta. Entrano dentro e Marta aiuta Henry a sdraiarsi. –Ecco,vedete di dormire un po’ e domani non vi ricorderete quasi niente…- Marta fa per allontanarsi quando lui la ferma per un braccio –Non voglio dormire…..- dice con un sorrisetto furbo. –Che cosa volete fare di grazia?- domanda Marta seccata per il fatto che lui le stia impedendo di allontanarsi.
-Eheheh….secondo voi?-la fa avvicinare al suo volto e sta per baciarla quando Marta solleva la mano destra e gli lascia l’impronta delle sue cinque dita sulla guancia.
-Ahia….- si lamenta lui portandosi una mano sulla guancia “ferita”
-Fatelo di nuovo e giuro che vi tolgo i vostri attributi!- si allontana furibonda e sta per dirigersi in bagno quando sente il cellulare squillare.
-Che cos’è?- chiede un Henry mezzo trasandato con una gamba dentro il letto e l’altra fuori.
-Un cellulare…- gli risponde lei sgarbatamente
-Un che….? – apre di poco la bocca e sorride prima che gli occhi si chiudano del tutto e cada addormentato.
-Ecco,dormite e lasciatemi in pace…- Marta controlla l’sms,spegne il cellulare e va a cambiarsi in bagno. Una volta indossato il pigiamone torna dentro la stanza e nota con piacere che Mr.Crawford non c’è più. Si appoggia allo stipite della porta e si massaggia le tempie con fare affranto –Oddio,dove è andato adesso?-
-Sono qui…-risponde una voce che proviene dal letto di Marta. Lei si avvicina piano,piano e lo vede intento a smanettare il suo cellulare.
-Avete detto che è un….hic…cellulare? – Mr.Crawford pigia i tasti a casaccio e si sente una voce provenire dall’apparecchio.
… Marta spalanca gli occhi e prende il cellulare dalle mani di Mr.Crawford. Si porta l’apparecchio all’orecchio e risponde con un –Ciao mamma….no,va tutto bene..scusami è partita la chiamata per sbaglio…- breve pausa – uomo?quale uomo?no,ti sei sbagliata era Caroline che parlava nel sonno.D’accordo,mamma. Buonanotte.- Marta pigia ripetutamente il tasto rosso finché il monitor del cellulare non si spegne.
-Siete impazzito???? Non dovete toccare le mie cose!- lo rimprovera quasi urlando.
-Ehh,capirete…..che ho mai fatto!- Si alza e si dirige verso la scrivania. Accende la lampada e con un sorriso non troppo lucido esclama- elettricità-.
-Sì,carina..datemi un altro,e dico solo un altro,buon motivo e giuro che vi ci uccido con l’elettricità!- lo prende sgarbatamente per un braccio e lo fa sdraiare di nuovo.
-Uh,Miss Marta..quanta forza…hic….- ridacchia da solo.
-Dormite!E non fatemi tribolare!Sembrate un bambino di due anni!-
-E voi volete farmi da mamma?Hic….- accompagna la frase con un sorriso malizioso.
-Volete davvero la mia risposta?- chiede fermandosi a guardarlo e incrociando le braccia.
-Sì…- risponde lui socchiudendo gli occhi. Marta si dirige in bagno,prende un secchio e lo riempie per metà di acqua gelata. Tornata in stanza si avvicina a lui e inizia a declamare –La mia risposta è la seguente……-gli getta l’acqua addosso,al che Mr.Crawford pare svegliarsi. Si alza adirato e chiede- Che state facendo Miss?-
-Quello che avrei sempre voluto fare,ma leggendo un romanzo era difficile metterlo in atto….adesso che siete reale mi sono tolta lo sfizio!- poggia il secchio per terra e si dirige verso il suo letto.
-Buonanotte,Mr.Crawford- dice con un sorrisetto compiaciuto.
-Pazza!Voi siete pazza! – sospira lui dirigendosi verso il bagno per asciugarsi.
-Siete più bello quando vi arrabbiate –lo canzona lei con la stessa frase detta da lui il giorno della rappresentazione
-Siete un dongiovanni da poco…le vostre tattiche di seduzione potevano funzionare nell’800 nei confronti di donnette insulse,ma qui…nel nostro secolo non  sareste capace nemmeno di pulirvi le scarpe da solo-
-Certo un gentiluomo non si pulisce le scarpe,aspetta che altri lo facciano al posto suo!- risponde lui dall’altra stanza.
-Rimarrete con le scarpe sporche a vita,temo…-sospira Marta prima di chiudere gli occhi e addormentarsi.
Una volta che ha finito di asciugarsi per bene Mr.Crawford esce dalla porticina del bagno e inizia a dire- Miss Marta io…- si blocca notando che la ragazza sta dormendo beatamente.
Le si avvicina stando attendo a non creare il benché minimo rumore. Prende una sedia e rimane ad osservarla dormire per un po’. Era incredibile quando assomigliasse a Fanny Price,eppure se lei non era Fanny Price….la vera Price dov’era? Le scosta una ciocca di capelli dal volto e Marta reagisce strizzando gli occhi. A quel gesto Henry si prende paura,si alza frettolosamente,ripone la sedia al proprio posto e si infila sotto le coperte.
Perché era così attratto da quella ragazza?Più lei lo trattava male e più lui si sentiva legato alla sua persona….che razza di gioco era mai quella donna ?
 

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Capitolo 5
*** "Ciò che ho scoperto non piacerà a nessuno dei due" ***


La sveglia suona…sono le cinque del mattino. Marta si sporge e la blocca,solleva un sopracciglio e si alza contro voglia. Si gira verso l’altro letto e nota che Mr.Crawford dorme tranquillo. Senza farsi troppi problemi inizia a cambiarsi vicino all’armadio,infila la sua camicetta preferita e i jeans chiari. Si allaccia le sue all stars blu ,prende lo zaino e si dirige alla caffetteria. Mangia la sua colazione insieme alle amiche e in compagnia dell’ amica Caroline,poi sentendosi colpevole per aver lasciato  Mr.Crawford senza niente da mangiare gli porta la colazione. Senza bussare entra nella stanza e lo trova ancora nel letto. Ma che si senta male? Gli si avvicina e lo guarda con attenzione. Improvvisamente lui tende le braccia verso di lei e l’avvicina a sé. Apre lentamente gli occhi e sorridente dice –Buongiorno,mamma….-.
“Mamma?Ma si è ubriacato di nuovo?” si chiede tra sé e sé.
Probabilmente è ancora molto immerso nel proprio sonno,infatti quando realizza di essere sveglio lascia subito la presa su di lei –Oh,cielo…..scusatemi io….non volevo…- cerca di giustificarsi invano.
“Stanotte ha fatto ben di peggio,non se lo ricorda più o fa solo finta di non ricordare?” si domanda Marta.
-Non importa…non è successo niente.- si allontana da lui e riprende in spalla il suo zaino – vi ho portato la colazione…vedete di mangiare qualcosa…nel frattempo io devo andare a lezione.-
-Lezione?- chiede Henry corrugando le sopracciglia e mettendosi seduto sul letto –Le signorine studiano?-
-Sì,esatto…noi signorine studiamo al pari dei maschietti! Toh…com’è cambiato il mondo ,eh?- ironizza Marta con fare da strafottente.
-Al pari degli uomini….non ci posso credere..è impensabile!- declama contrariato.
-è così,signore…se ve ne dispiace fatevene una ragione – Marta raccoglie gli ultimi libri –la mia amica Caroline sta indagando sul perché vi trovate qui….se sappiamo il perché potremo rimandarvi indietro…-
-E Miss Price?- chiede lui sollevando lo sguardo.
-Non so chi sia questa Miss Price e non me ne interessa affatto…io so solo una cosa: sono Marta e voi mi state facendo fare tardi a lezione!- e detto ciò esce sbattendo la porta dietro di sé.
Mr.Crawford sospira e si alza in direzione della scrivania. Consuma la colazione e rimane stuccato dal saporaccio del caffè. Poi nota una specie di taccuino,lo apre e vede una tabella che recita la scritta “Orari dei singoli corsi,di Marta Scott”,continua a sbirciare finché non legge sotto il giorno del martedì “Corso di psicologia” prima ora. Legge avidamente dove si svolge il corso e lo tiene bene a mente. Si cambia velocemente,non sapendo nemmeno cosa indossare decide di mettersi le prime cose che trova. Dei pantaloni rigidi molto strani dal colore blu scuro,una camicia color azzurro e delle scarpe chiuse dalla forma inconsueta color grigio. Soddisfatto di essere riuscito a vestirsi autonomamente esce dalla stanza in direzione dell’aula. Cerca di camminare tra quella massa di ragazzi e di ragazze che corrono avanti e indietro trascinando tutto ciò che incontrano.”Che posto infernale!” pensa mentre scansa finalmente l’ultimo ragazzo che lo sorpassa di fretta. Arriva davanti all’aula 14 e decide di entrare alla ricerca di Miss Marta. La vede seduta insieme alla sua amica,gli pare che si chiamasse Caroline,ma non gli importa di come si chiami lei. Vedendo che Miss Marta si è voltata la saluta e gli va incontro. Non appena le è vicino nota il suo sguardo pieno d’astio –Che ci fate qui?- ,quasi lo sibila.
-Sono venuto per stare con voi….-ammette candidamente e vorrebbe dirle anche altro,ma lei lo afferra per la mano e lo fa sedere. –State zitto….inizia la lezione….- lei lo ignora e torna a dedicare la sua attenzione verso il centro dell’aula,dove compare un uomo sui cinquant’anni circa.
-Buongiorno ragazzi….oggi parleremo degli istinti come vi avevo detto-
-Chi è?- chiede Henry a Marta.
-Il professore!Ci state zitto?- sussurra lei spazientita.
Mr.Crawford decide di tacere e rimane in silenzio ad ascoltare tutto. Osserva la ragazza impegnata a scrivere qualcosa con una buffa penna. Pare che in quel mondo l’inchiostro non serva,è come se la penna lo contenesse già al suo interno. Continua ad ascoltare l’uomo parlare,ma non smette di guardare Miss Marta. Come mai? Se lo domanda dall’inizio della mattinata ,ma ancora non è riuscito a darsi una risposta convincente. La vede alzare la mano,l’uomo anziano le concede la parola e lei con voce soave chiede – Professor Bhear ma ognuno di noi non è in grado di sedare i propri istinti?Voglio dire,perché molti vi si abbandonano totalmente? L’istinto per sua natura è una cosa che porta ad agire in modo avventato….perciò la gente dovrebbe evitare di seguirli usando più razionalità e meno emozioni ….-
Mr.Crawford la guarda compiaciuto “Però….la ragazza ha del cervello…”.
L’uomo le risponde sgarbatamente e fa crollare la logica del discorso di Marta,al che Henry si alza risentito e con tono grave inizia a dire – Chi è lei per dire che ciò che ha appena detto Miss Marta è sbagliato?-. Marta spalanca gli occhi e sussurra nascondendosi il volto con la mano –Ditemi che non sta succedendo a me!-. Caroline le si avvicina e le sussurra –Cara,credo proprio che questo Mr.Crawford ti stia difendendo-
-Ma io non ho bisogno di essere difesa!Se continua così il professore si ricorderà dell’accaduto e mi farà pagare tutto all’esame-
Segue un lieve battibecco tra il professore e Mr.Crawford finché sia lui che Marta non vengono cacciati fuori. Marta è fuori di sé dalla rabbia,Henry invece crede di averle fatto un favore. Rientrati nella stanza Marta sbatte la porta e si mette a sedere sulla scrivania infilandosi le cuffie nelle orecchie per ascoltare un po’ di musica. Forse l’unica cosa che può calmarla.
Henry le si avvicina e Marta nota che le sta parlando.
-Non vi sento….ascolto della musica –dice lei volgendo gli occhi da un’altra parte. Ma notando che lui insiste nel parlare si toglie la cuffia sinistra e chiede con fare scorbutico –Cosa c’è?-
-Non mi ringraziate?- domanda lui fermandosi e incrociando le braccia dietro la schiena.
-Ringraziarvi?Per avermi fatto sbattere fuori dal corso di psicologia?NO!Non vi ringrazio di certo!- Marta si rimette la cuffia nell’orecchio,ma Mr. Crawford con un rapido gesto gliele toglie entrambe.
-Sarebbe educazione ascoltare quando una persona vi parla…- la rimprovera con sguardo duro.
-Educazione?Mr.Henry Crawford che mi parla di educazione? Adesso posso dire di aver visto tutto…- fa per riprendere l’mp3 ,ma lui glielo impedisce e la blocca per i polsi
-Ascoltatemi,dannazione!-.
-No….-ripete lei di nuovo voltando la testa a destra,anche se lui la tiene bloccata.
-Ho detto di ascoltarmi!- urla Henry.
-E io ho detto di no! – ripete di nuovo con tono deciso Marta.
Nessuno dei due molla, vanno avanti in questa maniera  per circa due o tre minuti finché qualcuno non bussa alla porta. Entra Caroline con in mano dei fogli e una faccia sconvolta. Notando che Marta è seduta sulla scrivania e Mr.Crawford la sto bloccando pensa di aver interrotto qualcosa e perciò cerca di scusarsi – Mi dispiace di avervi disturbato,ma ho scoperto delle novità….-inizia a dire con tono serio.
-Sarebbero ?-chiede Marta incuriosita dall’espressione dell’amica e liberandosi dalla presa di Mr.Crawford scende dalla scrivania e le va incontro.
-Ho scoperto perché lui è qui…-dice serrando le labbra.
-Ebbene?- chiedono Marta ed Henry all’unisono.
-Ebbene ciò che ho scoperto non vi piacerà- li guarda entrambi e aggiunge  - a nessuno dei due….-
 

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Capitolo 6
*** "è vostro dovere contraccambiarmi!" ***


-Oddio….- esclama Marta portandosi una mano alla bocca – che cosa vuoi dire?- sprona l’amica a parlare.
-Sedetevi….- Marta si siede all’istante mentre Mr.Crawford rimane in piedi,perciò Caroline aggiunge – tutti e due-. Henry obbedisce e si mette seduto.
Caroline dispone davanti a loro delle carte,lettere e quant’altro…
-Ecco qui è spiegato tutto….- dice Caroline mostrando i fogli ad entrambi.
-Non ho voglia di leggerli,mi faresti un riassunto?-chiede Marta guardando l’amica negli occhi.
Caroline sospira e le dice –Tu sei Fanny Price.-
-Anche tu ti ci metti adesso?-sbotta irritata Marta-Io non sono Fanny Price!-
-Purtroppo lo sei stata..- le mostra un albero genealogico –Ho scoperto che Jane Austen si è ispirata ad una vicenda realmente accaduta quando ha scritto il suo romanzo,una cronaca del tempo diciamo…..tu sei Fanny Price…- le mostra il ritratto di una giovane ragazza che recita sotto il nome di Fanny Price identica a Marta in ogni minimo particolare.
Marta si alza di scatto e si rasenta al muro –Che stai dicendo?- chiede con gli occhi colmi di paura – Non…non è possibile…..-
Mr.Crawford le si avvicina e vorrebbe consolarla,ma lei lo ferma alzando una mano –Fermo dove siete…..statemi lontano..-
Caroline gli fa cenno di darle ascolto e lo invita a sedersi sulla sedia della scrivania,poi continua dicendo – Il problema vero è che nella storia reale Fanny Price sposava Mr. Henry Crawford non Mr. Edmund Bertram… è stato l’amore che ha unito questi due personaggi realmente esistiti a portare te dal Crawford del romanzo. -.
Marta scuote la testa e spalanca la bocca –Ma ciò che dici non ha senso!-.
-Ne ha….ho faticato anche io a crederci, ma dopo che ho visto il modo in cui Mr. Crawford ti guardava a lezione ho capito quasi subito….volevo solo accertarmene tramite delle ricerche…-  Caroline sospira e le si avvicina con un sorriso smorzato.
-Non possiamo rimandarlo indietro,perché ….- a quel punto Caroline si volta verso Mr. Crawford. –forse questo dovreste dirlo voi – si dirige verso l’attaccapanni  e indossa la sua giacca –Vi lascio soli.-
Marta continua a guardare Mr. Crawford con l’espressione di una pazza mentre con la coda dell’occhio vede l’amica uscire.
Lui le si avvicina e vorrebbe abbracciarla,ma non si azzarda a farlo. Non sia mai che lei gli getti di nuovo l’acqua addosso.
-Miss Price…- si corregge –Miss Marta…-  , la fissa negli occhi e si corregge di nuovo –Marta…. Io… credo di …. essermi innamorato di voi-dice tutto d’ un fiato.
Marta inclina il volto e risponde con – E allora? È un problema vostro-
-No,è anche vostro….- torna alla scrivania e prende le carte –queste non significano niente per voi? Sono qui per caso?- chiede contrariato.
-No,siete qui…. questo è un fatto che non si può negare, ma…….io non vi amo… non è un problema mio…- si allontana da lui e indossa la felpa.
-è vostro dovere contraccambiarmi!- esclama  risentito serrando un pugno.
-Dovere?- gli si avvicina scostando la sedia della scrivania che le fa da impaccio e con un’espressione rabbiosa in volto  mette quasi paura al povero Henry. – Dovere di cosa? Dovere di sposare un uomo libertino,falso e inutile come voi? Io non ho doveri nei vostri confronti!Voi non ne avete nei miei! E non mi interessa se questo albero genealogico dice il contrario – lo prende tra le mani e lo strappa - questa è la fine che fa il vostro sentimento per me….- gli getta la carta strappata addosso ed esce dalla stanza.
Henry rimane immobile al centro della camera, fissa i due pezzi di carta lacerati a terra…. Per una volta che aveva offerto il suo cuore sinceramente gli era stato strappato in due, proprio come quel pezzo di carta. Adesso si rende conto di quanto abbia fatto soffrire con il suo comportamento delle donne innocenti. Ma il provare quel dolore sulla propria pelle,era insopportabile. Finché lo si faceva sugli altri era anche divertente,ma lui adesso non rideva affatto.
Cosa avrebbe dovuto fare?Non poteva tornare a casa,aveva appena scoperto che casa era il posto in cui si trovava Miss Marta. Ma lei non lo voleva….quella era la dura realtà…Henry era di nuovo solo.
 
 

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Capitolo 7
*** "Nessuna sarebbe mai stata Martha" ***


Marta cammina da sola per il campus e si perde nei propri pensieri. Si stringe nel maglione massiccio e sospira abbassando lo sguardo. Com’era possibile che lei fosse davvero Fanny Price?Era una cosa totalmente senza senso .Senza rendersene conto si scontra con qualcuno.
-Scusa io non stavo guardando dove mettevo i piedi- solleva lo sguardo e si sente il sangue gelare. Era Michael.
-Ma guarda,guarda chi si rivede….pare che sia il destino a portarti da me- la cinge per la vita e l’avvicina a sé.
-Michael lasciami….ti ho già detto di no  cento volte..- cerca di dimenarsi ,ma la presa di Michael si fa più forte .
-Stai calma e non ti succederà niente…- lui aumenta la stretta su di lei e la trascina con sé dietro un muricciolo. –Quanto vorrai ancora fare resistenza?-chiede stringendola sempre di più a lui e iniziando a baciarle il collo.
-Mi fai schifo,Michael….-cerca di allontanarlo ma lui le tappa la bocca con un bacio. Marta si dimena inutilmente e Michael inizia a sbottonarle i jeans.
-Più fai resistenza e più rendi la cosa interessante- commenta con un sorriso malizioso.
-Michael,smettila…..- dice disperata,lei sempre così forte e strafottente si sente per un attimo una preda nella bocca di un lupo feroce.
-Smetterla?- inizia a ridere –figurati….ho appena cominciato- fa scivolare la mano destra all’interno della sua camicetta aderente. Marta non sapendo più come reagire chiude gli occhi e trattiene il respiro. Tutto a un tratto la presa di Michael inizia a farsi più debole,apre gli occhi e si ritrova davanti Mr. Crawford. Tira un sospiro di sollievo e si aggrappa al suo collo. Michael è a terra,privo di sensi,evidentemente Henry lo ha colpito con un pugno.
Marta inizia a tremare,tutto lo spavento accumulato si riversa in lei e i muscoli iniziano tutti a contrarsi.
-Non vi preoccupate…vi riporto nella vostra stanza- la sorregge e l’aiuta a camminare. Una volta arrivati a destinazione la fa sdraiare e le chiede – Posso fare qualcosa?- il fatto che lei continui a tremare in quel modo lo spaventa a morte.
Marta scuote la testa –No,passerà….-dice per auto convincersi – è stato solo lo spavento…-.
Mr.Crawford si siede sul proprio letto e chiede –Esattamente che cosa voleva da voi quel ragazzo?-
Marta solleva un sopracciglio –secondo voi che cosa voleva?-
-Oh…..- esclama lui abbassando lo sguardo imbarazzato –capisco….-
Cala un silenzio di qualche minuto.
-C’è qualcosa che posso fare per voi? – chiede lui di nuovo.
-Andatevene…..è da quando ci siamo incontrati che sono cominciati i miei guai!- sibila lei rannicchiandosi su se stessa.
-Lo farei volentieri,ma non so dove andare…-ammette sinceramente continuando ad osservare gli strani comportamenti della ragazza. Trema,batte i denti,e si chiude in se stessa. Quello non è certo un comportamento normale.
-Io credo che voi non stiate affatto bene….dovrei chiamare un dottore…- fa per alzarsi ma la sente parlare di nuovo.
-No……sto bene…..fatevi gli affaracci vostri.-.
-Adesso basta! –esclama lui perdendo la pazienza e avvicinandosi al letto di lei – Ho cercato di essere buono e caro,ma quando è troppo è troppo! Me ne andrei volentieri se solo sapessi come fare,e come ha detto la vostra amica non posso!Non ho scelto io di venire qui,voi solo voi – la indica due volte – mi ci avete trascinato! Dannata voi e dannato chiunque vi dia retta….. io sono stanco di darvi retta…sono stanco di voi-. Nota che la ragazza alza il volto e inizia a lacrimare.
-Mi dispiace…-mugugna Marta – di avervi trascinato in questo mondo per voi infernale…mi dispiace perché non so come aiutarvi….- era proprio in preda ad una bella crisi di nervi. –io..io credevo di essere in un sogno quando mi sono ritrovata in casa Bertram. Avevo da poco letto il romanzo e pensavo fosse tutto frutto della mia immaginazione…..- si copre il volto con le mani e singhiozza –vorrei non avervi mai incontrato…..-
Mr.Crawford si sente veramente in pena per lei,ma tutte le volte che è stato trattato male non lo fanno retrocedere dalla sua cattiveria che in quel momento stava venendo tutta fuori.
-Non piangete come una bambina infante! – si allontana da lei.
-Purtroppo sono qui..questa è la dura realtà delle cose…vi ho confessato i miei sentimenti,non li ricambiate. Ebbene il mondo è pieno di belle – marca la parola belle- donne da poter conquistare. Addio Miss Marta…- esce dalla porta e inizia a camminare nel campus vicino alle fontane.
Marta rimane rannicchiata sul letto mentre stringe le ginocchia al petto – vi amo…- mormora da sola mentre le lacrime bagnano il cuscino. Non se n’era resa conto se non fino a quel momento,ma ormai l’aveva perduto per sempre.
Henry è seduto sul bordo della fontana e ammira i pesci che nuotano senza un apparente ordine logico. Sente una presenza vicino e istintivamente si volta. Gli appare una bellissima ragazza dai capelli lunghi castani e dagli abiti succinti.
-Ti sei perso?- chiede lei sfoggiando un sorriso.
-No,no…pensavo…- ammette lui con un ulteriore sorriso.
-Magari possiamo pensare insieme…-
Quella ragazza era intraprendente e in quel momento era ciò di cui lui aveva bisogno. –Perché no?- si alza e inizia a camminarle vicino.
Passano un’oretta piacevole e quando la ragazza lo invita a entrare nella sua stanza Henry scuote la testa –Non posso…..mi dispiace- e senza dare altre spiegazioni torna sui suoi passi. Quell’esperienza lo aveva cambiato,avrebbe potuto dormire con tutte le donne del mondo,ma nessuna sarebbe mai stata Marta.
 

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Capitolo 8
*** "Lei non si ricorda di me" ***


Marta si sta dirigendo in aula,la lezione di psicologia sarebbe cominciata a breve. Si blocca a metà corridoio quando vede passare Henry davanti a lei. Lo fissa senza dire una parola,lui la gela con uno sguardo e la sorpassa. Non riusciva ancora a parlargli..che cosa mai poteva dirgli?Era troppo tardi per rivelargli i suoi veri sentimenti.
Si avvia dentro l’aula e segue distrattamente la lezione,è così persa nei propri pensieri  che il professor Bhear la richiama due o tre volte prima di cacciarla fuori. Adirata con se stessa cammina frettolosamente nel corridoio finché non nota Henry in compagnia di una ragazza. Si nasconde dietro un muro e spia la scena.
Lui sorride,lei civetta,lui sorride di nuovo,lei gli prende la mano.
Marta tiene stretti i suoi libri e passa davanti ad entrambi e dopo averli sorpassati si mette seduta vicino alla piccola fontana. Estrae dalla borsa il libro di  matematica e inizia a leggere,anche se il suo sguardo si solleva ogni tanto su due.
Henry continua a guardarla,presta in realtà poca attenzione alla ragazza che ha davanti e una volta che si sono salutati decide di avvicinarsi a Marta.
-Marta…come state?-
-Bene,grazie…- risponde lei tenendo il volto verso il basso.
-Mi dispiace di…essere stato sgradevole durante il nostro ultimo incontro…..- tenta di dire lui con tono “insolitamente” dolce.
-Come state,Mr.Crawford?- chiede lei continuando a tenere lo sguardo fisso sul libro.
-Bene ,grazie…ho trovato una stanza…- cerca di fare inutilmente conversazione –Mi sto ambientando piano,piano….-
-Sì,lo vedo che vi state ambientando molto bene…- commenta sarcastica.
-Sto facendo molte amicizie….nessuno nota che provengo da un altro “mondo”- commenta fiero di se stesso.
-Sono felice di saperlo….- Marta richiude il libro e fa per alzarsi ma Henry la fa sedere di nuovo.
-Come state?- le chiede di nuovo
-Bene…- mente lei.
-Ve lo ripeto un’ultima volta:come state?-
-Bene…-continua a rispondere guardandolo di traverso.
Le lascia il passaggio libero e si allontana da lei dirigendosi verso un’altra panchina.
Dopo pochi istanti Marta è tentata di andare da lui ,ma l’arrivo di un ragazzo la blocca.
Henry vede arrivare il suo amico George –Ehi….- gli dice il ragazzo battendo il cinque
-Dove eri sparito amico?-.
-Ho avuto da fare…- dice Henry in modo evasivo.
-Ti sei perso una lezione spettacolare!Abbiamo attaccato i pallini di carta sul muro…- declama George fiero.
-Che spettacolo…- risponde sarcastico Henry mentre continua a fissare Marta,la quale lo fissa a sua volta.
Dopo poco arrivano anche tutti gli altri membri del gruppo.
“E meno male che si sentiva fuori posto!” pensa Marta afferrando lo zaino e tornando in camera sua.
Henry rimane fermo e la osserva fino a che lei non se ne va gelandolo con lo sguardo. Non riusciva a capirla,lei non lo amava e non lo voleva tra i piedi e adesso che lui si stava allontanando da lei sembrava contrariata.
Henry saluta i suoi amici e si dirige da Marta,vuole delle spiegazioni. Perché ogni cosa che fa sembra essere sempre quella sbagliata?Percorre a grandi passi i corridoi e spintona quelli che gli impediscono di passare. Apre la porta della camera di Marta e la trova svenuta a terra circondata dai libri che sono fuoriusciti dallo zaino. Si china su di lei e cerca di farla rianimare,ma lei non reagisce.
-Marta!Marta!-urla quasi disperato dandole degli schiaffetti sulle guance. Ma la ragazza rimane immobile.
La prende tra le braccia e la porta in infermeria. Lo fanno uscire e gli pregano di aspettare nel corridoio. Dopo tre ore gli viene concesso di vederla. Il dottore è accanto ad un letto,su di esso Marta dorme beatamente.
-Cosa è successo?-Chiede Henry avvicinandosi all’uomo in camice.
-Ha avuto un forte esaurimento nervoso,che si è riversato in una specie di collasso momentaneo. Ma adesso la vostra ragazza sta meglio- Gli dà una pacca sulla spalla- vedi di trattarla bene- e detto questo lo lascia solo.
Henry sorride appena,afferra una sedia e l’avvicina al letto. Prende la mano della ragazza e ne bacia il dorso –Scusami è tutta colpa mia…..non ti saresti mai innervosita se non fosse stato per me….-. Lei giace immobile,forse nemmeno riesce a sentirlo. Henry abbassa lo sguardo ,quando sente le dita di lei muoversi. –Marta…- le si avvicina e ne scruta il volto. La ragazza apre lentamente gli occhi e mettendo a fuoco la figura di Henry gli sorride e poi torna seria – E tu chi sei? –chiede confusa.
Lui la guarda pietrificato –Come chi sono?sono io…Henry!-
-Henry?Io non conosco nessun Henry…- si mette a sedere e allontana la mano da quella di lui.
-Come no?Henry Crawford!Mansfield Park!Fanny Price! – ormai lui ripete i nomi a raffica.
Marta scuote la testa –Credo che tu ti stia sbagliando…non ti ho mai visto prima…-
-Ma come no?ho conosciuto anche la tua compagna di stanza,si chiama….- è titubante,non si ricorda il nome –Caroline!- esclama alla fine recuperando la memoria.
-Oh,sei un amico di Caroline…vai a dirle che sto bene e che non si preoccupi- risponde Marta guardandosi attorno.
-No,no!Sono amico tuo- le prende di nuovo la mano,ma Marta la toglie all’istante.
-Non mi toccare!E vattene!Non ti conosco…- .
Il dottore ,attirato dalle grida di entrambi, torna nella stanza e consiglia caldamente al ragazzo di andarsene. Henry ,a malincuore,obbedisce. Cammina di nuovo solo nel corridoio,Marta non si ricorda più di lui. Adesso? Senza la sua Marta-Price non esiste nemmeno Henry Crawford.
Cerca di andare da Caroline. Bussa alla porta,ma nessuno apre. Decide di fare irruzione lui stesso quando nota le coperte del letto della ragazza gonfie. E degli strani suoni che giungono da lì sotto. Ha appena realizzato il tutto quando vede sbucare appena la testa della ragazza  dalle coperte –Henry!- si nasconde di nuovo e si riveste alla meglio,lasciando il suo compagno coperto. –Cosa è successo?- chiede preoccupata. Henry distoglie lo sguardo al colmo della vergogna. –Marta si è sentita male…..è in infermeria,ma…..non si ricorda di me……- le spiega sempre evitando di guardarla negli occhi.
-Come non si ricorda di te?- esclama lei incredula.
-No,perciò…..- si gira verso la porta e mette la mano sopra il pomello – dovrai  prenderti tu cura di lei….al posto mio- . Non la lascia rispondere,esce dalla stanza e si dirige fuori. Vorrebbe avere un cavallo,scappare lontano e non fare  mai più ritorno. Ma nessun cavallo lo riporterebbe nel suo mondo…….

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Capitolo 9
*** "Ma sei matto?!" ***


Sono passati alcuni giorni dal gravoso incidente capitato a Marta. Henry ha cercato di adattarsi come meglio è riuscito a quella nuova vita “moderna”. Ovviamente ha scelto di frequentare gli stessi corsi di Marta,giusto per guardarla da lontano e accertarsi che stia bene. Caroline l’ha aiutato  molto , gli ha fornito tutta la lista dei vari insegnamenti seguiti da Marta e in base a quella Henry ha cercato di compilare un proprio “orario” di studi e corsi.
Adesso è l’ora di filosofia:Henry si è seduto in fondo all’aula nella fila di destra,mentre Marta e Caroline si trovano nella prima fila di sinistra. La guarda,sta parlando e ridendo con la sua amica. Gli appare così dolce perfino quando si mette a mordere in modo ossessivo la penna. Marta ,sentendosi osservata, volge lo sguardo verso quello strano ragazzo che la sta guardando. Henry,dal canto suo,non appena si accorge di “essere stato scoperto” fa finta di niente e abbassa lo sguardo ,fingendo di leggere il proprio libro.
-Certo che…- inizia a dire Marta avvicinandosi a Caroline – quel tipo è strano forte…ed  è amico tuo…begli amici che ti scegli,sì!-.
Caroline la guarda quasi con tenerezza - Sì,è amico mio…- , spera che la memoria dell’amica torni in fretta. È andata a chiedere un consiglio perfino al prof di psicologia l’altro giorno,e lui le ha semplicemente detto di non forzare in nessun modo la memoria di Marta,tutto le apparirà più chiaro col tempo. Ha detto che,testuali parole, <è un processo di chiarificazione mentale ,al quale deve giungere da sola,se vi sono impulsi dall’esterno il soggetto si sente minacciato e si richiude in se stesso……il che potrebbe portare ad un’ulteriore perdita di memoria……magari anche in modo permanente>.
Non sia mai che Caroline auguri una cosa del genere alla sua migliore amica, perciò dopo aver parlato con Henry ed avergli spiegato la situazione, sta cercando di comportarsi con Marta in “modo normale”.
Il professore di filosofia entra, la lezione ha ufficialmente inizio. Marta si zittisce e inizia a chinarsi sul proprio banco per prendere meglio gli appunti guardando ,di tanto in tanto,le diapositive che scorrono sullo schermo del  power point. Henry non riesce a seguire niente,uno perché non ne ha voglia e due perché è troppo impegnato ad osservare lei: così bella,così intelligente,così attenta…
-Bott!Henry Bott!- urla il professore. Caroline gli ha consigliato di camuffare il proprio cognome,Crawford sarebbe suonato un cognome troppo strano, troppo da “vecchio”.
-Sì?- chiede ingenuamente lui.
-Perché non segue la lezione? L’annoio?- il professore serra nervosamente le labbra e ferma la presentazione del power point con un semplice click del mouse.
-No,Signore..stavo solo pensando….- ammette imbarazzato.
-A cosa?- insiste il prof.
-A cose che non la riguardano,professore…- risponde freddamente Henry. Se fosse nella sua epoca un omuncolo come quel professore non avrebbe mai osato rivolgersi a lui con tale tono di superiorità,semmai sarebbe accaduto il contrario.
-Oh,ma che interessante….il caso vuole che lei stia in classe e segua la lezione,ma pensa ai fatti suoi…….- lo guarda in cagnesco e indica la porta sollevando il braccio –Fuori……-.
Henry non se lo fa ripetere ancora,prende lo zaino e inizia a scendere le scale. Giunto alla fine di esse volge lo sguardo verso il professore,poi si avvia in direzione della porta e quando arriva davanti a Marta non può fare a meno di fissarla per un breve istante. Caroline lo ammonisce con lo sguardo,ma ad Henry non importa. Apre la porta ed esce. Si dirige nel chiostro e si mette a sedere su una panchina. Preso poi il volto tra le mani,inizia a pensare finché non si sente toccare la spalla destra,al che trasale lievemente. Si volta all’indietro e gli occhi si spalancano notando Marta davanti a lui.
-Ti senti bene?- chiede lei sollevando le sopracciglia.
Henry la fissa come un ebete,non sa bene cosa dire….che abbia finalmente recuperato la memoria?Avrebbe voglia di alzarsi e abbracciarla,ma se poi non avesse recuperato ancora niente?L’avrebbe solo spaventata a morte.
-Sto bene- riesce a dire dopo circa una decina di minuti di mutismo.
Lei lo osserva diffidente –Mah,sarà – Storce la labbra e continua a dire - a me non sembra che tu stia bene….sbagli a riconoscere le persone,ti fai cacciare dal professore,e poi ci impieghi dieci minuti a rispondere a delle domande semplici…..non avrai qualche problema mentale?-.
Henry la fissa incredulo e ripete –problema mentale?- ,glielo chiede una che si è ritrovata intrappolata in un romanzo!Ah,già….ma lei non se lo ricorda mica.
Henry scuote la testa e abbassa lo sguardo –Non credo proprio….-.
-Comunque mi manda il professore a riferirti che ..- Marta assume un cipiglio severo e inizia ad imitare il professore - - ,ma Henry non le dà il tempo di finire la frase perché si alza,indossa lo zaino e mormora –In caso contrario Henry va a dormire…..saluta il professore!-. Marta lo fissa andare via e rimane sbigottita. Che coraggio da vendere ha quel ragazzo, il tutto le ricorda le sue abituali discussioni con il professor Stolts…a proposito di lui,c’è qualcosa nel nome del professor Stolts che le fa venire in mente qualcosa,ma non riesce a capire bene di cosa si tratti. Ha come l’impressione che le manchi un pezzo di vita,un qualcosa che non si ricorda…ma come è possibile? Caroline glielo avrebbe detto se fosse successa una cosa del genere… Marta sospira e torna in classe.  Prima di aprire la porta pensa –Chissà se lo rivedrò ancora- e fissa proprio il punto in cui il ragazzo stava seduto….si scrolla da quei pensieri – Mi meraviglio di te,Marta- si ammonisce nel pensiero – tu che ti interessi alla vita degli altri….-. Rientra a lezione di malumore,lo sguardo del ragazzo sempre puntato addosso le manca:possibile che la sua vanità ne sia in parte lusingata? È una domanda alla quale ancora non sa rispondere.
Immersa in questi pensieri sente il rumore lontano della campanella e vede Caroline che la tira per un braccio.- Andiamo a mensa,che ho una fame da lupi!- declama l’amica. Marta le sorride e si lascia trascinare nel salone principale. Entrano insieme e prendono un vassoio ciascuna: è pieno,pieno di matricole. Sospirano e si mettono in fila.
Ogni anno è sempre peggio,le matricole son la piaga della società.
 
Marta e Caroline finalmente si avvicinano al balcone della mensa e iniziano a prendere alcune vaschette già confezionate: Marta prende verdura e carne,Caroline invece una vaschetta contenente dei gamberi. Stanno per uscire dalla fila quando si ritrovano davanti Henry. È Caroline a parlare per prima –Henry!- lo saluta affettuosamente – come stai?-.
 
Henry  guarda entrambe e ,infine con fare titubante,risponde – Bene,grazie…tu?-.
-Oh,molto bene grazie….- Caroline guarda Marta come se volesse dirle –Allora,di’ qualcosa-.
Marta osserva di nuovo quello strano ragazzo,poi il suo sguardo si sposta su Caroline e li lascia soli.
Henry la guarda allontanarsi e sospirando sussurra a Caroline- Non si ricorderà mai di me…- abbassa il volto  mentre Caroline lo incoraggia dicendo –Devi avere pazienza…-.
Marta è seduta in un piccolo tavolino che si trova nell’angolo destro della stanza. Aspetta impazientemente l’amica,ogni tanto la osserva… sbuffa spazientita e pensa – Ma cosa avrà mai da dire a quello strambo?-. toglie la pellicola adesiva dalla vaschetta contenente l’insalata e getta di nuovo una rapida occhiata alla sua amica lontana. Finalmente la vede avvicinarsi,e….ma,ma…. Sta toccando la mano di quel ragazzo!!Da quando tanta confidenza?E cosa direbbe il suo ragazzo se la vedesse in quel momento?
-Ehi,scusami se ci ho messo un po’…-si giustifica Caroline prendendo la sedia e avvicinandola al tavolino. –il mio amico è un po’ demoralizzato e cercavo di aiutarlo…-
-Sì,l’ho notato- commenta Marta stizzita mentre fa nuotare la forchetta nella vaschetta disegnando dei cerchietti inesistenti.
-Qualcosa non va?-chiede Caroline aprendo la sua vaschetta.
-No,va tutto perfettamente- prende la prima forchettata di insalata e la manda giù con malavoglia.
-Povero,Henry… è rimasto solo- Caroline indica il ragazzo con il dito.
-Beh,digli di venire da noi …c’è una sedia libera- Marta accenna con lo sguardo alla sedia vicino alla sua.
-Dici davvero?-chiede Caroline stupita e spera,nel suo profondo,che in parte possa essere un segnale positivo.
-Certo…se è solo….nemmeno le bestie vanno lasciate da sole- risponde amaramente e allungando la mano destra afferra la scatolina dello yogurt e prende un piccolo cucchiaino.
-Grazie…-squittisce allegra l’amica e alzandosi continua dicendo – vado subito a chiederglielo…- non dà a Marta il tempo di rispondere perché si è già catapultata verso di lui.
-Henry…..- sussurra Caroline avvicinandosi alla sua schiena e poggiandovi una mano sopra- Marta ha detto che puoi unirti a noi- ,finalmente vede sul volto di lui un sorriso….
-Davvero?- chiede con un filo di voce lui,e notando che Caroline annuisce il piccolo sorriso si trasforma in uno enorme.
Si alza e segue Caroline,giungendo poi al tavolo dove Marta sta seduta e sta trangugiando il suo yogurt bianco  Henry solleva appena la mano in gesto di saluto.
-Ciao….- cerca di controllare l’emozione che potrebbe trasparire dalla sua voce.
Pure Marta solleva appena lo sguardo e alzando un sopracciglio risponde – ciao…- tornando poi a dedicarsi completamente al suo yogurt.
Caroline si siede e fa cenno ad Henry di fare altrettanto. È talmente emozionato che ha paura che il vassoio gli cada dalle mani,e infatti accade proprio ciò. Marta e Caroline tremano leggermente quando il vassoio cade per terra e provoca un tremendo rumore.
-Scusate…- si affretta a dire Henry chinandosi a raccogliere il tutto.
Caroline lo guarda con profonda compassione,-poveretto… - pensa tra sé e sé. Marta fa roteare gli occhi e pensa –Ti pareva che non ne combinasse qualcuna.-,ma ciò che pensa non corrisponde esattamente a ciò che fa. Si alza e lo aiuta a ripulire il tutto. Quando la vede avvicinarsi socchiude gli occhi sentendo il cuore palpitare e la vista calare appena. Lei si adopera nel raccogliere il cartone del latte spappolato a terra,mentre Henry a causa della vista calante sta per toccare un pezzo di vetro. Marta se ne accorge in tempo e gli afferra la mano esclamando – Ma sei matto? Vuoi tagliarti il palmo?-,e a quel lieve tocco lui non ci vede più. Si alza,si scusa con entrambe e scappa via. Marta osserva l’amica in cerca di una spiegazione,ma la vede abbassare lo sguardo. Si mette di nuovo a sedere e prendendo la mano di Caroline tra la sua inizia a dire con tono serio – Caroline…..non ci siamo mai nascoste niente…e sono sempre più convinta che quel tipo strano – indica con lo sguardo la porta dalla quale è fuggito –non sia amico tuo….cosa ha a che fare con me?e in quanta misura?-.
Caroline sospira e socchiudendo gli occhi risponde –Non ce la faccio a tenerti nascosto tutto ancora… - si alza e le porge la mano – Andiamo in camera a parlarne….hai bisogno di stare seduta mentre ti racconterò il tutto.-.
Marta annuisce e non domandando oltre accetta la sua mano finché insieme si avviano verso il dormitorio.
 

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Capitolo 10
*** "Se ti ricordi tutto.. dovresti conoscere i miei sentimenti per te" ***


Caroline è seduta sulla scrivania,Marta invece sul letto. Più procede nel racconto e più l’espressione di Marta muta continuamente: prima sorpresa,poi scettica,incredula e infine contrariata.
-E tu per tutte queste settimane non mi hai detto niente?- chiede stizzita –Non siamo migliori amiche?- storce il naso e la bocca contemporaneamente.
-L’avrei fatto!Credimi quanto avrei voluto dirtelo,ma il professore di psicologia mi ha consigliato di non dirti niente….devi recuperare la memoria da sola e…- si ferma un attimo mordendosi il labbro- per te sarebbe stato più facile non sapere  tutto ciò che è successo con Henry.-.
-Perché?Che è successo? –chiede allarmata e alzandosi si avvicina a lei sussurrando – l’abbiamo fatto?-
-No,no!- esclama Caroline imbarazzata –cosa vai a capire!Sei sempre la solita maliziosa!Intendevo tutte le disavventure che avete passato insieme-.
-Henry…-mormora Marta passeggiando avanti e indietro per la stanza –Marta e Fanny Price….- sospira e inizia a pensare –parola mia,non mi dice niente questo strano triangolo….-.
-Macché triangolo! Dannazione se tu non avessi strappato i documenti te lo avrei fatto vedere…- Caroline si alza e le prende la mano tra la sua – tu sei Fanny Price…Fanny Price è Marta Scott!-.
Marta la guarda male e ritira la mano –Non ha senso tutto ciò che dici!Come faccio a crederti?E non credo sia mio dovere amare una persona di cui nemmeno ricordo l’esistenza né tantomeno il suo passaggio nella MIA – marca l’accento sull’ultima parola – vita!.-
L’amica la guarda teneramente e si allontana – Fai come credi…io ti ho raccontato tutto ciò che dovevi sapere…decidi tu- e detto questo si mette a sedere sul proprio letto,vi si adagia sopra e inizia a sonnecchiare.
Tipico di Caroline,quando ci sono dei problemi lei se la dorme. Marta non ha certo sonno,ha solo bisogno di pensare in solitudine. Apre l’armadio ne tira fuori un vecchio golfino e se lo allaccia in vita. Esce dal dormitorio e si dirige nel giardino deserto. Tutti staranno ancora mangiando,e ora che ci pensa lei alla fine non ha mangiato niente. Come se il suo stomaco intuisse i suoi pensieri inizia a gorgogliare. Marta gli dà una lieve pacca e bisbiglia- non ti ci mettere anche tu-.
-Forse questa aiuterebbe- dice una voce alle sue spalle. Marta si volta e ritrova davanti  di nuovo il ragazzo della mensa.
-Tieni – Henry le porge una mela. –A me non va…e ti giuro che non l’ho nemmeno sfiorata – notando lo sguardo scettico di lei aggiunge – e non l’ho nemmeno avvelenata-.
La fame la sta invadendo completamente,e Marta istintivamente accetta la mela .
-Grazie- mormora facendogli segno di sedersi sulla panchina.
Henry sorride appena e si siede non pronunciando nessun’altra parola,si perde solo a guardarla.
Marta,sentendosi osservata,mangia la mela lentamente. Non le piace quando la gente l’osserva in modo insistente,soprattutto se sta mangiando.
Ma paradossalmente è lei a rompere il silenzio –Mi dispiace per prima in mensa…sono stata brusca…-
-No….sono io che  combino sempre pasticci – risponde con un sorriso lui,ma voltandosi dall’altra parte dato che stavolta è lei che lo sta osservando.
Marta finisce di mangiare la mela e improvvisamente prende la mano di lui e la stringe tra la sua –Caroline mi ha detto tutto…- si ferma un momento e continua quasi sussurrando - Henry Crawford…-
Lui spalanca gli occhi quando si sente chiamare per nome e deglutisce a fatica.
-Non mi ricordo di te,ma so che sei sempre stato gentile con me in queste settimane e…- lo fissa indecisa –qualcosa di buono significherà pure,no?-.
Stavolta però è lui che allontana la mano da lei – Non so di cosa stai parlando-
-Lo sai bene….-replica lei con tono aspro.
-Cosa vuoi che faccia allora? Sai che mi è impossibile tornare indietro – Henry abbassa lo sguardo e appoggia le mani sulla panchina di marmo.
-Vorrei…provare a conoscerti meglio…non perché sia mio dovere,ma perché sento che una parte di me lo desidera…. Mi piace pensare che questa parte ti conosca bene…e credo che sia lei a volerti vicino a Marta…- mentre lui la osserva incredulo lei cerca di aggiungere –tu la vorresti accanto ad Henry?-
E a quelle parole il cervello di lui si scollega completamente,l’afferra per la vita e la stringe a sé mentre poggia delicatamente le labbra sulla morbida bocca di lei.
Marta socchiude gli occhi e come se stesse vivendo un sogno vede delle immagini familiari: sta rivivendo tutto ciò che aveva rimosso. Casa Bertram,la vita all’università insieme al vittoriano Henry,la dichiarazione di lui,e….. il sentimento reciproco da parte di lei. Riaperti leggermente gli occhi e staccandosi dalla sua presa esclama – Adesso mi ricordo….- e lo fissa come se vedesse il vero Henry per la prima volta. Allunga una mano e gli carezza la guancia destra- Henry…. -.
-Ti,ti ricordi?- balbetta lui.
Marta annuisce e sorride – Sì….tutto….- e avvicinandosi a lui poggia la testa sul suo petto – e ricordo che ti amo…non per dovere,ma perché mi sono innamorata davvero di te…-.
Henry  sente i battiti accelerati e continua a fissarla spalancando la bocca. A quell’espressione così “incredula” Marta aggiunge con un lieve risolino –La cosa ti dispiace?-.
-No…certo che no…se ti ricordi tutto – prende la mano della ragazza e ne bacia il dorso – dovresti conoscere i miei sentimenti per te…. – osserva la candida pelle della giovane e ne accarezza le morbide linee con le mani – perciò suppongo che dovrò farlo come si usa nel mio mondo – si inginocchia e tiene sempre stretta la mano di lei.
Marta lo osserva corrugando la fronte – No,cosa fai..- cerca di liberare la mano,ma la presa dell’uomo è più forte – ci guardano tutti- si porta la mano libera sulla faccia per coprirsi gli occhi. Henry ,amorevolmente,gliela stacca e sussurra –non mi interessa…lascia pure che guardino…- continua a rimanere in ginocchio e declama facendosi serio mentre la voce si rompe in qualche punto del discorso – quando avrai finito il tuo cammino in questa giungla nota col nome di “università” mi faresti l’onore di diventare mia moglie?Se tu trovi un buon motivo per rifiutare ti capirò,ma….sappi che in questo caso diventeremo estranei…per quanto tu sia convinta che io sia il peggiore dei libertini,e in parte lo ero davvero, devo sfatare il che hai di me – dice ironico- sono cambiato da quando ti conosco,e nessuna mi aveva mai trasformato in questa maniera…perciò non posso adattarmi alle vostre regole,sarai tu che dovrai adattarti ai principi della mia epoca… - Henry torna a sedersi e le carezza il volto – non voglio più tornare a casa… perché il mio posto è vicino a te…-.
Marta lo ascolta con sempre più attenzione e risponde con un – Sì,Henry…ti sposerò…e manterremo i tuoi principi…anche se…tu sai che io….- è imbarazzata a dirlo.
-Non sei più vergine…?- Henry annuisce – lo so,e non mi interessa..per me è come se tu lo fossi – le si avvicina ancora di più e le bacia leggermente il collo.
-Tu sei impazzito – commenta Marta sorridendo.
-Sì,e credo che non vorrò guarire mai più – si alza e le porge la mano – Andiamo a dirlo a Caroline….- poi aspetta che anche lei si alzi e si dirigono ,mano nella mano, all’interno del dormitorio…….

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Capitolo 11
*** "Tu e i bambini.. casa nostra " ***


[parecchi anni dopo….]
Henry e Marta si sono sposati,vivono in una modesta casa fuori città e hanno quattro figli: Mary,John,Caroline e il piccolo James.
Henry ha trovato lavoro in uno studio legale,Marta è diventata dottoressa –pediatra.
Marta si trova vicino ai fornelli intenta a preparare la cena mentre il piccolo James gattona allegramente per terra. Una porta si apre,segno che Henry è tornato dal lavoro. Marta gli sorride e aspetta che si avvicini.
-Buonasera tesoro – dice lui baciandole la guancia. A quel gesto lei si volta appena e continua a mescolare il brodo – Buonasera caro…- ridacchia lievemente perché i baffetti del marito le fanno sempre il solletico,e lui ogni volta pare farglielo apposta.
Le rimane accanto e l’abbraccia per la vita – come è andata oggi?-
-Oh,tanti bambini,tante gole infiammate…il solito – risponde con un sorriso lei mentre si sente afferrare la gamba destra. Abbassa lo sguardo e vede il piccolo James che si è attaccato alle gambe di entrambi i genitori. Henry si china e lo prende in braccio,gli stampa un bacio sulla piccola e morbida guancia dicendo –Ah,il mio piccolo ometto…- siccome il bambino scalpita un po’ Henry è costretto a metterlo di nuovo a terra. Mentre Marta continua a preparare la cena suo marito si siede al tavolo e le chiede con fare noncurante – Hai sognato qualcosa di strano tesoro, stanotte?-
Marta abbassa leggermente il fuoco del fornello e si toglie il grembiule. Si avvicina anche lei al tavolo e si mette a sedere di fronte a lui. –Sì….ho sognato che ci lasciavi…tornavi a casa..ci dicevamo addio a Mansfield Park …-.
-Sicura?- chiede lui sollevando un sopracciglio –eppure io me lo ricordo diversamente…- un sorriso gli spunta sul volto – dovevo tornare a casa e c’eri anche tu… - le accarezza la mano –e grazie a te sono riuscito a non rimanere bloccato laggiù…tu mi hai fatto tornare qui…- si guarda attorno – a casa…-.
-Perché?- gli domanda lei – perché è successo adesso? –
-Non lo so – lui alza di poco le spalle – forse ,come dice Caroline, l’occasione si sarebbe presentata quando io non avessi più sentito il desiderio di tornare a casa mia… e questi anni passati insieme ,tra tante gioie e pochi dolori, mi hanno fatto dimenticare del tutto il mio passato. Tu e i bambini…. È questa quella che voglio chiamare “casa mia”.-.
Marta si alza e si mette a sedere sulle sue ginocchia – Tu e i bambini.. casa nostra …- lo corregge  con un sorriso mentre adagia la guancia contro quella di lui.

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