We can't.

di perfectweapon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** We can't. ***
Capitolo 2: *** Without Hat. ***
Capitolo 3: *** why?! ***
Capitolo 4: *** One day I say you everything. . ***



Capitolo 1
*** We can't. ***


-Tomas.
 
Seduto sul letto la aspettavo, quella mattina ero riuscito ad incastrarla per farla venire a casa mia. .
 
#FLASHBACK 1.
 
“Oggi pomeriggio vieni da me?” Il ragazzo buttò la domanda in mezzo agli altri argomenti della loro conversazione sperando, così, di non farla alterare.
“C-cosa?” Ma ogni qualvolta finivano per parlare o solo girare attorno al capitolo –NOI- lei si agitava immediatamente arrossendo anche nel frattempo.
“Su che ti costa. .un paio di orette a coccolarci” rispose Tomas con tono malizioso  guardandola dritta negli occhi.
La ragazza volse lo sguardo altrove.
“Alle 5” concluse lui per poi cominciare un altro discorso non lasciandole la possibilità di ribattere.
 
FINE FLASHBACK.#
 
-Jenny.
 
15 minuti all’incontro.
Bè, almeno ora era programmato non come ciò che avvenne quella mattina. .
 
FLASHBACK 2.#
 
“Aww, che sonno. .” dopo quella frase la piccola Jen chiuse gli occhi appoggiandosi allo schienale. Durante il tragitto, nel treno, per lo più recuperava un poco di sonno.
Sentì l’amica che le sedeva di fronte pronunciare qualcosa ma si bloccò immediatamente quindi Jen non si preoccupò nemmeno di domandarle cosa voleva dire e ritornò al suo intento di riposarsi.
Era abbastanza comoda ma un morbido appoggio alla sua destra migliorò la situazione, non era di certo il sedile, pareva come un. .tessuto?
“TU?!” Urlò dopo aver aperto gli occhi e aver scoperto che il suo cuscino era la spalla di Tomas.
Tutte le persona si voltarono nella loro direzione e Lucy (l’amica) aveva la solita espressione imbarazzata e nervosa dipinta sul volto, non era abituata alla vicinanza di qualche ragazzo.
“Puoi  continuare a riposarti piccola” scandì quell’ultima parola con una lentezza impressionante per godere della visione delle guance rosse di Jenny, era difficile metterla a disagio ma lui non incontrava alcun ostacolo e la cosa lo divertiva parecchio.
“Che ci fai qui?” domandò la ragazza, seria, dopo un minuto di silenzio.
“Volevo venire con te a scuola ed aspettarti così all’uscita” sorrise Tom, quel sorriso era un’arma micidiale ed era proprio esso che incantò Jen fin dal principio.
“mah. .” borbottò lei guardando il paesaggio attraverso il vetro della finestra.
“Ah sì! Ancora una cosa. .” disse il ragazzo, lei si voltò verso di lui ma prima che potesse domandare –cosa- si ritrovò con le labbra incollate a quella di Tomas.
 
FINE FLASHBACK.#
 
-Tomas.
 
*Driin*
Mi alzai in piedi e, svelto, andai al citofono.
“Chi è?” domandai sorprendendomi di riuscir a trattenere le risate.
“Secondo te?!”
Mh, già nervosa. L’avrei rilassata io.
 
#FLASHBACK 3.
 
“E se troviamo mio padre o mio madre? O mio frat. .” lui la zittì stampandole un casto bacio sulle labbra.
“Calmati. Da quanto mi hai detto non li hai mai beccati alla fermata, quindi perché proprio oggi dovrebbero esserci?” cercò di farla ragionare con quel poco di pazienza che gli era rimasta.
“Perché porti sfiga” sbottò lei.
Una frenata improvvisa fece perdere l’equilibrio a Tomas che cadde sulla ragazza, la quale fortunatamente era seduta.
Lo guardò e scoppiò a ridere a causa dell’espressione goffa di lui ma non con cattiveria, con dolcezze.
“Sei parecchio comoda ma preferirei far a cambio” commentò il ragazzo.
Dato che tutti i passeggeri, come al solito quando erano in pubblico, li fissavano Jen si alzò e fece sedere Tom per poi sedersi su di lui.
“Attento al mio zaino. .” mormorò la ragazza perché lui li teneva entrambi a terra, stretti tra le gambe.
“Tranquilla. .” iniziò ad accarezzarle i capelli, provocarla era divertente ma tranquillizzarla era ancora meglio.
Jenny sbuffò ma un brivido causato da un bacio sul collo la distolse dal suo intento di insultarlo.
“S-smettila. .” balbettò ma il ragazzo non le diede retta e continuò a baciare ogni singolo lembo di pelle del collo di lei il quale, tra l’altro, era il suo punto debole.
 
FINE FLASHBACK.#
 
-Jenny.
 
Entrai nell’ascensore e premetti il pulsante che mi avrebbe portata al 4 piano.
Mi appoggiai con la schiena alla parete e sospirai, se non sarei stata a casa prima delle 9 non l’avrei scampata questa volta, ma. .
 
#FLASHBACK 4.
 
Jenny non si sentiva molto bene, probabilmente per un calo di pressione e perciò Tom, dopo aver trovato le chiavi della ragazza, la portò a casa dove la fece distendere delicatamente sul divano.
Per il suo bene al suo risveglio non si sarebbe far dovuto trovare lì ma non riusciva a lasciarla da sola. .
Andò in cucina e versò in un bicchiere acqua e zucchero che poi posò sul bracciolo del divano.
Si inginocchiò sul pavimento davanti a lei. .
“Sei bellissima” sussurrò scostandole una ciocca di capelli dal viso.
“Mh. .” si rimise in piedi e notò che, pian piano, la bella addormentata nel bosco si stava svegliando e appena vide l’espressione confusa sul volto di Jenny accennò un sorriso, se l’aspettava.
“Perché sono a casa? Perché TU sei qui?” domandò immediatamente cambiando posizione e sedendosi.
“Cretinetta, non fare movimenti bruschi! Hai avuto un calo di pressione. .” le spiegò lui.
Nel salotto regnò il silenzio giusto il tempo sufficiente a far ragione Jen e di conseguenza rendersi conto del gesto di Tomas.
“Ah. .grazie. .” mormorò abbassando lo sguardo per poi rialzarlo quando le fu offerto il bicchiere.
Sorseggiò lentamente quel liquido mentre lui non distoglieva nemmeno un secondo lo sguardo dalla ragazza.
“Ora posso andare” disse infine Tom ma non fece in tempo a fare un passo che lei già gli era saltata addosso abbracciandolo.
“No . .” arrossì come una bambina ma non voleva che se ne andasse anche se ciò poteva significare la sua segregazione a vita in casa.
“Vuoi che rimango?” la guardò dritta negli occhi senza nessun sorrisetto arrogante e Jenny annuì sciogliendo l’abbraccio.
“E se i tuoi arrivano?” continuò il ragazzo.
“Lo so che ti stresso sempre con questa storia ma ora non me ne frega un cazzo. Voglio semplicemente che tu rimanga” rispose lei riuscendo ad incrociare il suo sguardo senza alcun imbarazzo.
“Piccola. .” sapeva che Jenny temeva di perderlo a causa dei genitori o perché ripeteva continuamente che non si dovevano vedere in pubblico, ma non credeva che avrebbe mai accennato a tutto ciò.
“Tu non mi stres. .” cercò di intervenire Tomas ma lei non gli permise di continuare.
“Non è vero. Probabilmente dovresti odiarmi. .” il ragazzo la avvicinò a sé tirandola per i fianchi.
“Non ti odio, come potrei? So perfettamente com’è la situazione con i tuoi e non te ne do una colpa. Ed il fatto che tu sia riuscita a parlarne è stupendo. .- fece un sospiro profondo- . .ti amo”.
 
FINE FLASHBACK.#
 
-Tomas.
 
Aprii la porta e la lascia entrare per poi chiuderla. .
 
 
 
 
 
 
 
 
-Ed ecco il mio amato angolino.
Sono ritornata con l’ennesima storiella idiota. Attualmente è una fan fiction ma se qualcuno recensirà dicendo che un continuo non sarebbe male diventerà solo un prologo. Lascio a voi la scelta :3
Come al solito esprimete sinceramente la vostra opinione a riguardo, solo pro alla libertà di espressione.
 
_L’armaperfetta.

 
 
  

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Capitolo 2
*** Without Hat. ***


-Jenny.
 
“Ehm. .J?” Aprii gli occhi. Pensavo che ormai aveva afferrato il concetto ‘nel treno non mi disturbare’ ma a quanto pare mi sbagliavo.
“Sì?” La invitai a parlare non nascondendo il fastidio.
“Come vi siete fidanzati tu e quel ragazzo dell’altro giorno?” La domanda posta in modo così antiquato non mi sorprese e nemmeno le gote arrossate della mia amica, ormai ero abituata al pudore estremo di quella ragazza conseguenza della sua educazione e soprattutto del quasi fanatismo religioso. Ma ciò che voleva sapere era inusuale da parte sua. .
 
#FLASHBACK.
 
Jenny e Natalie stavano andando allo skatepark per controllare se magari il fratello della prima si trovasse lì.
“Ehy guarda chi c’è. .” sussurrò Natalie avvicinandosi all’amica per non farsi sentire dal soggetto della frase. Jen alzò lo sguardo e vide dall’altro lato della strada un ragazzo, ma non uno qualsiasi, era Tomas.
“E che m’importa. .” sbuffò la mora scaturendo una rumorosa risata da parte di Naty.
“In ogni caso. .sta venendo da questa parte” entrambe concentrarono l’attenzione su Tomas, il quale realmente stava cambiando direzione ma per quale assurda ragione dovevano essere loro due il suo arrivo?
Appena lo sguardo di Jenny incontrò quello di Tomas la ragazza s’innervosì ulteriormente, dopo l’affermazione di Natalie, accorgendosi del sorrisetto arrogante stampato sul volto di lui e tirando per un braccio l’amica fece per andarsene.
“Jennifer aspetta!” Immediatamente la biondina ferma Jenny e così entrambe si ritrovano a due passi di distanza da quel ragazzo.
“Venite” fa un cenno ad entrambe e Natalie, con un gran sforzo, riesce a farsi seguire dall’amica.
“Diamine, sono mesi che aspetti un momento così! Non ti permetto di fartelo scappare, ne va la mia salute mentale!” Le disse a bassa voce nell’orecchio.
“Non usare frasi del genere, fanno tanto ‘film americani’” ribattè la mora non distogliendo lo sguardo dal corpo di Tomas che camminava davanti a lei, fingendo di non interessarsi a ciò che si dicessero le due ragazze.
Prese un mazzo di chiavi dalla tasca destra anteriore dei jeans ed aprì il portone che tenne fermo invitando Jenny e Naty a precederlo nel condominio e così fecero, dopo un momento d’esitazione della mora che lo fissava con uno sguardo diffidente.
“Non mi chiamo Jennifer” Sbottò lei stessa quando tutti e tre furono nell’ascensore che li stava portando al quarto piano, luogo dell’appartamento di Tom.
“Ed io non mi chiamo Ciuffo ma ‘qualcuno’ si diverte a chiamarmi così.- accennò un sorrisetto bastardo per poi riprendere a provocare la mora- Non sai chi è quel ‘qualcuno’?” Trattenne una risata vera e propria, doveva ringraziare tutti i santi per un centinaio di volte dato che ‘Jennifer’ aveva accettato di seguirlo ed anche recitare una cinquantina di preghiere per non essersi beccato nessun calcio o pugno. Era a conoscenza di quanto la ragazza odiava/amava esser provocata e da quando avevano iniziato a salutarsi non perdeva occasione di infastidirla. Ma oltre quei ‘ciao’ e le provocazioni di Tomas non si dicevano nient’altro, perciò quel giorno Jenny era molto confusa e riuscire a trovare una spiegazione quella bizzarra situazione era un’ardua impresa.
Mentre i pensieri e le domande si alternavano ad una velocità impressionante nella sua mente, Jenny, non si accorse che si trovavano davanti alla porta dell’abitazione e fu Natalia, con un colpetto al braccio, a farla ritornare alla realtà.
“Jennifer, accomodati” sorrise Tomas e la moretta, dopo essersi tolta le scarpe, entrò all’interno senza aspettare l’amica, la quale fu bloccata dal ragazzo appena fece un passo per entrare.
“Quando entreremo in camera mia tu trovati una scusa e rimani nel salotto. .per favore. .” Mormorò e sentendo quel tono così. .diverso per un maschio Natalia non potè far a meno di annuire.
Tom la ringraziò e finalmente entrambi entrarono nell’appartamento lasciando le scarpe accanto alla porta.
L’altra ragazza era rimasta nel salotto ad aspettarli leggermente innervosita da quel momento che i due avevano appena passato insieme ma bastò un’occhiata di Naty a tranquillizzarla e a farla sorridere. .
“Pensavo avessi già trovato la mia stanza e cercato qualcosa con cui ricattarmi” Disse ironico lui guidandole verso camera sua.
“Non c’è ne bisogno! Basta usare il tuo cappellino come ostaggio ed il gioco è fatto” Tom si toccò la testa dove era posato il suo amato cappellino stile rapper, color argento con la visiera nera, come per assicurarsi che fosse ancora lì ed  il gesto non sfuggì alle due, le quali scoppiarono a ridere.
“Dov’è il bagno?” Domandò la bionda ricordandosi del favore che aveva promesso al ragazzo che le indicò una porta per poi entrare in camera sua insieme a Jenny.
Un letto con le lenzuola blu notte disfatte, una scrivania con un sacco di quaderni su di essa, una sedia girevole, una piccola poltroncina dalla fodera nera, mensole piene di CD e qualche libro ed infine qualche felpa lasciata fuori dall’armadio, una camera normalissima di un ragazzo non altrettanto normale pensò Jen non notando che quell’alieno aveva chiuso la porta.
“Dovresti provarla, è comodissima” Affermò Tomas lasciandosi cadere sulla poltrona ma non rpima di aver afferrato il polso di lei e trascinarla con sé.
Risultato: un ragazzo davvero contento con la sua Bella a cavalcioni su di sé.
“Idiota” Gli ringhiò contro ma in quel momento comprese di essere a due centimetri dal suo viso.
-Molto meglio quando era a qualche passo da me- Pensò.
Lui si tolse quel suo tipico sorriso e assunse un’espressione seria ma Jenny non potè pensare o dire qualcosa perché le loro bocche s’incontrarono in un piccolo bacio a stampo.
-Sta arrossendo. .- Pensò il ragazzo stupito e stupita era anche lei.
Tomas l’aveva baciata.
Ovviamente anche in quell’istante non riuscì a ribattere dato che le loro labbra s’incontrarono nuovamente ma questa volta il bacio fu approfondito da Tom al quale non bastava già il precedente, troppo casto a suo parere. .
Jenny cercò di staccarsi, era troppo, aveva bisogno di riflettere, non riusciva a lasciarsi andare a quel momento tanto atteso ma così strano, quel ragazzo aveva degli effetti orrendi su di lei. .quando mai avrebbe voluto ragionare sul perché di un dannatissimo bacio?!
“Ehi. .shh .” Le sussurrò all’orecchio sfiorendole il lobo con le labbra facendola rabbrividire per poi guardarla negli occhi, era al corrente che ciò l’avrebbe messa ulteriormente in difficoltà ma voleva incrociare il suo sguardo. Dopo qualche secondo riprese a baciarla impendendole di scappare, Jen aprì gli occhi . .
Il cappellino di Tomas cadde a terra.
Tomas aprì gli occhi a sua volta ma lei non lo spintonava anzi, ricambiava il bacio. Ma cosa centrava. .il cappello?
Entrambi avevano gli occhi chiusi travolti dalla passione di quel momento, non avevano la minima intenzione di allontanarsi l’uno dall’altra ma alla fine si staccarono senza fiato.
“Ora devi spiegarmelo. .” Ridacchiò lui.
“Cosa?” Domandò la ragazza non capendo.
“Che ti ha fatto il mio cappello?” Jenny arrossì di colpo ed abbassò lo sguardo ma Tom non glielo permise e mettendole due dita sotto al mento la costrinse a guardarlo.
“Allora?” La incitò.
“Bè, sei così. . .sexy senza il cappello”
 
FINE FLASCHBACK. #
 
 
 
 
 
 
 
Ed ecco il secondo capitolo. Spero che qualcuno lo noti e lasci una recensione o più perché mi farebbe piacere sapere che ne pensate. Non so perché ma mi piace particolarmente questa storiella. .anzi forse lo so ma ve lo dirò all’ultimo capitolo (?)
Ok scherzi a parte, vi auguro una buona lettura e come sempre dico: siate sinceri anche se vi fa schifo, sono pro per la libertà d’espressione!
Sciau :3
 
-L’armaperfetta. 

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Capitolo 3
*** why?! ***


-Tomas.
 
Un cinque, un pugno ed una stretta di mano. Lo stesso saluto ripetuto per tre volte ed infine Josh, Matt ed Andy si accomodarono accanto a me, con la giusta distanza.
Ogni giorno appena eravamo liberi ci incontravamo sulle panchine sotto al gazebo, situato accanto ad un parchetto ed un campo di basket, il tutto al centro di un palazzo.
Sì, un palazzo solo per l’aspetto esteriore dato che in realtà, all’interno, erano tre.
“Come te la passi Cufer (Pronuncia: Ciuffer)?” Domandò Andrew nel frattempo che si accendeva una sigaretta copiato da Josh.
“Bene, voi?” Risposi spaparazzandomi, come quando mi siedo sul divano, per stare più comodo.
“Quella troia di economia mi ha beccato impreparato. .” Si lamentò Mattew digrignando i denti dal nervoso.
Ciò non mi sorprendeva per niente, raramente qualche insegnate lo coglieva preparato e con tanto di compiti eseguiti; ma non ero suo padre, non spettava a me giudicarlo su quel genere di cose.
“E con J?” Azzardò Josh scambiandosi un’occhiata d’intesa con gli altri che non mi sfuggì.
“Tutto ok eccetto per i suoi. .il solito” Feci spallucce ed estrassi un pacchetto di sigarette, dallo zaino, da cui ne presi una e la accesi e conclusi rimettendo il tutto nello zaino.
“Ed eccola!” Ridacchiò Andrew muovendo il capo in una direzione.
Mi voltai. .
Una felpona nera, dei blue jeans attillati che mettevano in evidenza le sue gambe perfette, un paio di Superga nere decorate da delle borchie color argento e bronzo e sebbene la distanza sapevo che non era truccata, quando andava a scuola non aveva tempo di farlo. .ed l’immancabile zaino blu in spalla.
Il tempo di due tiri alla mia Malboro e già era dietro di me.
“Ehi” Sorrisi facendole cenno di sedersi con noi ma anche se Josh si spostò per cederle il posto lei si accomodò sulla panchina di fronte alla nostra.
“Perché?” Chiesi continuando a fumare.
“E lo chiedi pure?” Mi fulminò con lo sguardo per poi guardare la mia sigaretta con disgusto.
Per una frazione di secondo mi ero scordato del suo odio per il fumo. .
Andy iniziò a discorrere con Jenny ed ebbe il tempo per pensare all’ennesima provocazione.
Mi alzai e mi misi a cavalcioni su di lei, senza lasciare l’oggetto causa del suo odio profondo. Feci un tiro e appena lei smise di spintonarmi la baciai fiondandomi con la lingua nella sua bocca.
“St. .stronzo!” Disse riuscendo a sfuggire dal bacio.
Le scappò un piccolo colpo di tosse ma non riuscì a mandarmi a quel paese dato che la strinsi tra le mie braccia. È molto vulnerabile in questa situazioni e non è di certo una cosa negativa. .anzi.
“I tuoi non ci sono?” le sussurrai.
“Non lo so. .” Si rimise seduta ed io la seguii.
 
 
#FLASHBACK.
 
“È  solo un idiota che non otterrà un cazzo nella sua vita!”
La piccola Jenny uscì dall’appartamento sbattendo la porta nel modo più rumoroso che riuscì e senza nemmeno attendere l’ascensore scese per le scale, dal quinto fino al piano terra dove uscì dal condominio tramite la porta sul retro.
Perché sua madre era così?
Perché non capiva ciò che provava per lui?
Perché?!
Si lasciò cadere sulla prima panchina che trovò, opposta al palazzo in cui viveva, farsi trovare dal genitore era l’ultima cosa che voleva.
“Jenny?”
E anche da Tomas non era una grande idea.
“che ci fai qui?” Insistette mentre si avvicinava a lei che, per qualche motivo a lei sconosciuto, si fiondò tra le sue braccia, forse per nascondere le lacrime che ora le scivolavano lungo le guance.
“Piccola. .” La costrinse ad alzare il volto e alla vista di quelle due scie nere bagnate il suo respiro si bloccò per qualche secondo.
“che è successo?” Le domandò con il tono più delicato e dolce che riuscì ad ottenere.
Entrambi presero posto sulla panchina.
“Mia madre. .- Tomas la guardò confuso- . .non ti accetta, non è d’accordo con la nostra. .relazione” L’ultima parola le costò davvero tanto, non aveva mai dato un nome a ciò che c’era tra di loro.
“Ah . .” La reazione la lasciò completamente di stuccò, s’immaginava che avrebbe insultato la madre, ma quello che non aveva detto era ancora peggio, ci era rimasto tremendamente male.
“E tu che hai intenzione di fare?” Domandò d’un tratto Tom.
“Rimanere con te. Pensavi il contrario?” Il ragazzo, preso un fazzolettino di carta, le pulì le guance e poi le lasciò un tenero bacio sulla fronte.
“Ho paura di Perderti J” Mormorò guardandola dritta negli occhi.
“Questa cose non riesco a dirle per telefono, figuriamoci in faccia e guardandoti negli occhi. .tu sei incredibile” Sospirò Jen.
Si rimproverava, ogni qualvolta  che ne aveva l’occasione, la sua timidezza soprattutto nel confessare le emozioni ed i pensieri più intimi.
2Shh. .” La avvicinò ulteriormente a sé afferrandola per il colletto della felpa.
Le rivolse uno sguardo a metà tra la serietà e la malizia e dopo averle stampato un innocente bacio sulla guancia cominciò a lasciarle una serie di baci, alternati a morsi, sul collo.
“Tu c. .ci riesci senza ren. .rendertene. .c-conto. .” Dato ciò che stava facendo impiegò più tempo per concludere la frase ma ottenne comunque un bellissimo sorriso da Jenny.

“NO! Provaci e ti ucc. .”
Tomas scoppiò a ridere ammirando il succhiotto lasciato sul collo di lei.
 
FINE FLASHBACK.#
 
 






Ed ecco il terzo capitolo. Mi fa piacere che da qualcuno sia apprezzato e mi piacerebbe avere anche altre opinioni quindi se passate a dare un’occhiata a questa storia lasciate una recensione :33
Bè che dire di più. .
Esprimete liberamente la vostra opinione perché sono pro per la libertà di parola! (Ormai è il mio slogan).
 
-L’armaperfetta. 

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Capitolo 4
*** One day I say you everything. . ***


-Jenny.
 
Doppi sensi dei professori, riferimenti espliciti a rapporti sessuali in letteratura, immagini di nudi sulla tua home di Facebook. .e sommando tutto ciò non c’è da stupirsi che durante l’intervallo le discussioni si concentrino su certi argomenti.
“Non sopporto i ragazzi perversi!” Si lamentò Lucy, una delle tante santarelle della mia classe.
Qualcuno commentò il suo intervento con un cenno della testa di disappunto, ad altri sfuggì una risata di derisione mentre alcuni non poterono fare a meno di pronunciare frasi volgari a proposito per metterla in una situazione di disagio peggiore.
“Ok, su le mani di chi è fidanzato!” Intervenne Dan per dare una svolta alla conversazione.
Mark, Michaela, Paul, Martin, Klara, Daniela, Katka, io e lo stesso Dan alzammo le mani, 9 studenti occupati su 31.
Immaginavo che quasi tutti erano fidanzati ma quando pensavo questo ero ancora single.
 
“Meglio timido o indeciso?” Chiese sempre Dan proclamandosi così come colui che avrebbe retto in piedi la discussione.
“Ah la domanda è anche per i ragazzi, non mi andava di dire gli aggettivi sia al maschile che al femminile” Precisò. Tutti coloro che dovevano rispondere voltarono le loro sedie verso l’ultima fila ed io andai a sedermi sul banco di Paul dato che mi trovavo nella prima fila.
L’unica persona che rispose timida/o fu Michaela e senza un apparente motivo fu esclusa.
“Dobbiamo restringere il cerchio, non vi preoccupate dei criteri di valutazione, c’è Dan a sbrigare questo faticoso compito” Disse proprio lui scaturendo qualche risata ma nessuno obbiettò.
“Per i maschi: più piccola o stessa età? E per le ragazze: più grande o stessa età?”
Ed ora erano stati cacciati Klara e Paul. Devo dire che mi stavo incuriosendo sempre di più, volevo sapere fin dove si sarebbero spinti i quesiti.
“Primo aggettivo che vi appare in testa quando pensate a lui o lei” Indicò Mark.
“Meravigliosa” Rispose con un sorriso malizioso.
“Dolce. .” Mormorò Martin sapendo che ormai era fuori dal gioco.
“Bellissimo” Disse Katka con occhi sognanti, un po’ superficiale insomma.
“Stronzo” Risposi io, ed era vero, ma non lo pensavo in modo negativo.
“Perfetta” Concluse Dan, con quella risposta non aveva lasciato trapelare nulla ma era ancora dentro, furbo il ragazzo.
“Mark, Jenny ed io, mh siamo in tre” Fece il riassunto della situazione.
“Bene ed ora. .la frase più perversa che vi hanno detto”
Sentii le guance andare a fuoco ma ormai ero un’attrice a nascondere l’imbarazzo quindi nessuno lo notò. In quel momento suonò la campanella facendoci capire che l’intervallo era finito.
Ritornammo ai nostri posto ma non prima che Dan ci avvertì che dopo la fine delle lezioni avremmo continuato.
 
 
 
 
 
Ci accomodammo su una panchina qualsiasi e per primo iniziò a parlare Mark. .
 
 
 
 
 
 
#FLASHBACK.
Uno dei tanti venerdì, ultimo giorno scolastico della settimana e solita routine: una corsetta a casa dove sistemava il disordine, cambio d’indumenti, sistematica al trucco ed un’ultima corsetta a casa, ma quella di Tomas. E fu così anche quel  venerdì.
 
“Com’è andata?” Le domandò il ragazzo dopo che Jen si buttò a peso morto sul letto, da quando si erano messi insieme Tomas aveva  iniziato a rifarsi il letto tutti i giorni, ma non perché Jenny gliel’avesse detto, semplicemente aveva notato che le piaceva sdraiarsi lì dopo una settimana tremendamente stressante.
“Ho preso 10 in tedesco ed 8 in matematica. .quindi abbastanza bene. A te?” Rispose rivolgendogli uno sguardo che chiaramente significava: hai tre secondi per coccolarmi. Tom accennò un sorrisetto e le si avvicinò sdraiandosi anche lui sul letto.
“Posso farti una domanda?” Ora quel sorriso innocente era diventato uno dei suoi soliti bastardi e provocatori, Jenny lo guardò con diffidenza ma annuì ugualmente.
“E. .se ti dicessi che potresti fare qualsiasi con me. .che faresti?” Le sussurrò all’orecchio con voce roca e sensuale, notò immediatamente l’imbarazzo della ragazza e non potè fare a meno di proseguire con le provocazioni: le leccò l’orecchio con una lentezza e delicatezza quasi angosciante ma quando stava per decorare l’opera con un morso al lobo Jenny lo spinse e si mise seduta sul bordo del letto.
“Piccola, perché non smetti di fingere ed inizi a rispondere?” Le chiese sedendosi dietro di lei appoggiando la testa sulla sua spalla.
“Fingere?!” Domandò. Tomas era un mago nell’arte del far arrabbiare le persone. Jenny gli diede una spinta facendolo cadere a pancia in su sul letto ma ottenne soltanto una fragorosa risata proveniente dalla bocca di quel mostro che si considerava il suo principe azzurro.
“Provocami, fai la stronza. .sarebbe più divertente non credi?” Disse alzandosi con l’aiuto dei gomiti.
“Non sono Tomas al femminile” Ribattè lei scuotendo la testa e facendo per mettersi in piedi ma con un’abile, ma soprattutto veloce, mossa Tom la fece sdraiare sul letto mettendosi a cavalcioni su di lei per non darle nessuna possibilità di fuga.
“Certo che no. Ma tu sei Jenny” Sorrise lui.
“E con ciò che vorresti dire?” Lo guardò confusa ma anche se non aveva inteso il significato della frase la voce era ancora alta.
“Voglio dire. .come cazzo è che sei diventata così vulnerabile ultimamente?” Le rivolse uno sguardo difficile da interpretare, poteva essere benissimo dolce quanto dispiaciuto.
“Ma vai un po’ affanculo!” Sbottò alzandosi dal letto ed andandosene senza un bacio, senza un ciao, uscì dalla camera e successivamente dall’appartamento di Tomas sbattendo violentemente la porta.
 
 
Il ragazzo rimase immobile nella stessa identica posizione che teneva prima dell’uscita di Jenny con un’espressione impassibile sul volto, ripercorreva mentalmente la conversazione tenuta con lei e non capiva. .si mise seduto sbuffando e scuotendo la testa scocciato. Afferrò il cellulare dal comodino e dopo aver controllato l’orario si alzò ed andò diretto verso il suo armadio da cui estrasse dei jeans neri stretti sulle gambe e appena un po’ larghi sulla vita, la camicia a quadri arancioni, rossi e bianchi ed in un attimo indossò tutto ciò lasciando i vestiti che aveva precedentemente sulla poltroncina. Si passò una mano tra i capelli sistemandoli come una mano permetteva e quando anche il suo cappellino fu sulla testa era pronto. Corse fuori di casa.
 
 
#FINEFLASHBACK.
 
 
 
 
“Tocca a te Jenny” Disse Dan guardandola con occhi pieni di curiosità.
“. .il meglio deve ancora venire Dan” Rise la piccola Jen alzandosi dalla panchina ed avviandosi verso casa con la massima tranquillità, era stata la giornata più bella della sua vita, perché raccontarla ai quattro venti? Forse più in là. .
 
 
 
 
 
 
 
 
Bè ed ecco finalmente il 4 capitolo. Ringrazio le persone che hanno recensito o che mi hanno messa tra i preferiti, mi rendete felice :’3
So di avervi delusi. .inizialmente questo capitolo doveva essere lunghissimo e di un altro colore (?) ma ho pensato che potete aspettare ancora un po’ :’3
Un bacio, recensite e consigliatemi le vostre FF, sarei contenta di leggerle. 

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