Qual è l'indirizzo dell'amore?

di gemellina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lesson number one: Juliet is a bitch ***
Capitolo 2: *** Lesson number two: Cathrine was Juliet's bestfriend ***
Capitolo 3: *** Lesson number three: What do you think about Ginevra? ***
Capitolo 4: *** Lesson number four: Gondeberga is a myth for me! ***
Capitolo 5: *** Lesson number five: A curious story between Beauty and the Beast ***
Capitolo 6: *** Galeotto fu il libro e chi lo scrisse ***
Capitolo 7: *** A serious party with Paolo and Francesca ***
Capitolo 8: *** I never loved nobody fully ***
Capitolo 9: *** Lesson number six: Sex affair ***
Capitolo 10: *** So goodnight moon ***
Capitolo 11: *** Go on and kiss the girl ***
Capitolo 12: *** Your kiss goes me...sick! ***
Capitolo 13: *** So close no matter how far ***
Capitolo 14: *** Lesson number seven: Two for tragedy ***
Capitolo 15: *** Why the Hell it means so much to me? ***
Capitolo 16: *** It's as If I'm playing with fire! ***
Capitolo 17: *** I care for no one else but you ***
Capitolo 18: *** Lesson number eight: Otello killed her 'cos he could not conceive anyone rape her ***
Capitolo 19: *** A piece of something to call mine... ***
Capitolo 20: *** A lie not to say the truth ***
Capitolo 21: *** There was once something that didn’t go… ***
Capitolo 22: *** The Ball: I don't believe it! ***
Capitolo 23: *** It's like an intense wish of oblivion... ***
Capitolo 24: *** 9 months, 16 days 8 hours and 35 minutes ***
Capitolo 25: *** Draco ti presento Hermione ***
Capitolo 26: *** Have you forgotten? ***
Capitolo 27: *** Houston, abbiamo un problema! ***
Capitolo 28: *** It's the vagina your problem? ***
Capitolo 29: *** Chocolate and Caramel ***
Capitolo 30: *** What do you want, Granger? ***
Capitolo 31: *** Air of Marriage ***
Capitolo 32: *** Lesson number ten: Better using the past? ***
Capitolo 33: *** Il telefono squilla sempre due volte ***
Capitolo 34: *** Qual è l'indirizzo dell'amore? ***



Capitolo 1
*** Lesson number one: Juliet is a bitch ***


indirizzo

Qual è l’indirizzo dell'’amore?

 

 

Era solo una porta, ma per Draco Malfoy rappresentava l’inizio della fine.

 

                                                        ***

 

Odori dolciastri annebbiavano sia la visuale nella Sala Comune delle Serpi, sia il cervello di alcune Serpi.

In particolare: Blaise Zabini, Theodore Nott, David Urquhart, Adrian Pucey e Draco Malfoy.

Sbracati sui divanetti in broccato verde e circondati da numerose bottiglie in precedenza stracolme di Firewisky e Vino Elfico, stavano entrando nella fase; Scommettiamo che…

“Scommetto 10 zellini che Theo non riesce ad accendersi la sigaretta…”, nella sua compostezza ed eleganza -nonostante tutto l’alcool e il fumo che circolava nelle sue nobili vene- Blaise Zabini non sembrava uno che aveva subito l’attacco di un Ippogrifo.

Invidiabile nel suo stile.

“Blaise, solo 10 zellini? Devo iniziare a credere che tua madre non riesce più a farsi sposare da qualche uomo facoltoso?”, anche Draco Malfoy, nonostante il viso stravolto, i capelli arruffati, la camicia irrimediabilmente stropicciata e la cravatta allentata, sembrava reincarnare la perfezione.

“Draco, scommetto 10 zellini perché è di Theo che stiamo parlando...”, la frase provocò l’offesa immediata da parte del giovane Nott, che stava tentando di accendersi la sigaretta, cercando di evitare di dare fuoco al suo pizzetto, ma con scarsi risultati.

Quel semplice gesto con la mente totalmente annebbiata stava diventando qualcosa di estremamente complesso.

“…se scommettessi su di te, allora metterei in gioco i Galeoni!”

Draco aspirò una boccata dalla sigaretta che stava consumandosi per i fatti suoi.

“Scommettiamo 5 Galeoni ciascuno che Draco entro domani abbandonerà Divinazione?”, propose David.

Blaise lo guardò soddisfatto e poco dopo sotto gli occhi di Draco Malfoy, i suoi quattro compagni di sventura stavano siglando la sua condanna.

 

                                                        ***

 

Una bravata tra compagni di Casa gli stava costando molto.

Erano solo trascorsi pochi minuti da ciò che era successo, ed infatti, quella scena sembrava non volerlo abbandonare.

 

Draco Malfoy era seduto a gambe incrociate su uno dei giganteschi cuscini colorati che nell’aula di Divinazione erano un’alternativa scomoda ai cari e vecchi banchi di legno.

Nonostante la circolazione sanguigna si fosse fermata, il suo cervello era ancora in grado di nausearsi alla vista di Blaise e Pansy, che si scambiavano messaggini d’amore, attraverso i fogli di pergamena che avrebbero dovuto servire per l’esercizio appena spiegato dalla Cooman.

“Dovete semplicemente scribacchiare qualcosa sul foglio e il vostro compagno dovrà analizzarne la grafia per leggere nel vostro profondo…”

Draco aveva appena letto nel profondo dei suoi amici e aveva scoperto con disgusto che il loro sogno erotico ricorrente era farlo su quei spaziosi e comodi cuscini.

Voler evitare di sedersi su un cuscino impregnato degli umori di quei due pazzi, era un altro ottimo motivo per cui era un bene abbandonare quell’insulsa materia, che si incastonava perfettamente con quella di intascare 20 galeoni.

“Signor Malfoy, tocca a lei…”

Draco si riscosse dai suoi pensieri e afferrò la pergamena sgualcita su cui Grace Grey una moretta tutto pepe, che incarnava la sua compagna di banco, aveva scribacchiato qualcosa.

-Hai un fondoschiena da paura,Malfoy-

Draco lanciò un sorriso malizioso all’indirizzo della compagna di Casa, e schiaritosi la voce si accinse ad esaudire la stupida richiesta della Cooman,

“Indubbiamente, vuole venire a letto con me!”

Grace si morse il labbro in maniera eloquente, i Serpeverde iniziarono a ridacchiare sommessamente per via delle espressioni sbigottite assunte dalla maggioranza dei Tassorosso lì presenti.

“Signor Malfoy, spero che il mio udito si sia sbagliato su ciò che ho appena sentito…”

“Il suo udito funziona perfettamente, è sul suo occhio interiore che ho qualche dubbio.”

Sibilla Cooman ne aveva fin sopra i capelli di ragazzini spocchiosi che si facevano beffe di lei, e Draco Malfoy rientrava in quella categoria.

“Cosa sta insinuando?”

“Come? Il suo Occhio Interiore non lo sa? La sua materia è inutile quanto lei”, con tutta la sua innata eleganza si alzò da quei cuscini, e lasciata sbigottita e arrabbiata l’insegnante, lasciò anche molte donzelle con espressione sognante dipinta sui loro visi sciocchi; ma il vero motivo per cui ruggiva festante qualcosa dentro di lui, era il sapere di avere intascato 20 Galeoni solo per aver abbandonato una materia davvero inutile.

 

 

Adesso ne stava per pagare le conseguenze.

 

“Complimenti Dra”, una sonora pacca sulla spalla da parte di David Urquhart fece capire al biondino che i suoi amici stavano cercando di ucciderlo per evitare di dargli ciò che gli spettava.

“Ciò che mi dovete è la pecunia, non i complimenti”

“Sempre venale e calcolatore”,asserì Adrian, lasciando scivolare tra le mani di Draco un sacchetto di velluto verde con dentro i Galeoni.

“Alla fine noi lo amiamo per questo”

Ma il momento idilliaco venne interrotto da un bambinetto del terzo anno Grifondoro, estremamente terrorizzato dal dover affrontare 5 Serpi.

“E tu chi sei?”, domandò Theodore buttando in faccia al ragazzo il fumo appena aspirato dalla sigaretta.

Il ragazzino tossì, “Thomas Hyllard, signore”

“E dimmi, Thomas Hyllard, cosa vuole un Grifone per bene, da 5 Serpi spietate?”, Theodore era sotto effetto della sigaretta magica, anche alle 9 del mattino.

Era da anni che Blaise e Draco  si chiedevano se l’espressione imbecille accompagnata dagli atteggiamenti imbecilli del ragazzo, fossero il risultato delle loro notti brave, o del patrimonio genetico passatogli.

Ma quello era ancora un dubbio irrisolto.

“Devo parlare con Draco Malfoy, signore”

Terrorizzato, era terrorizzato. E quando David e Adrian lasciarono che nella visuale del ragazzo rientrasse anche Draco Malfoy, temette che i suoi boxer avessero accolto qualcosa di sostanzioso.

“Devi parlare con me?”

“Sì, signore”

“Dimmi”

“Il professor Silente l’aspetta nel suo ufficio”

“Silente? E cosa vuole quel vecchio idiota?”, la domanda era più rivolta a sé stesso che agli altri, e il povero Thomas Hyllard temette che l’ira crescente del Principe delle Serpi, si potesse abbattere senza pietà sulla sua giovane persona, la cui unica colpa era stata quella di incrociare la professoressa McGranitt per il corridoio.

 

                                                        ***

 

Il Gargoyle lo aveva lasciato passare, adesso l’unica cosa che lo divideva da Silente, era quella gigantesca porta.

Imprecò mentalmente contro i 20 Galeoni e contro i suoi amici e le loro stupide scommesse, e si accinse ad entrare.

 

Quando vi mise piede, ad aspettarlo non vi erano semplicemente Silente con i suoi adorati occhiali a mezzaluna totalmente fuori moda e la sua stupida Fenice, ma con grande gioia notò la presenza di tutto il Consiglio dei Professori.

Fantastico!

“Buongiorno, Draco”

“Vi siete scomodati solo perché ho abbandonato la materia più insulsa che sia mai stata insegnata ad Hogwarts? Non so se esserne lusingato”, disse.

Lasciando che le sue irriverenti parole facessero arricciare le labbra della McGranitt.

“Signor Malfoy, siamo stati messi al corrente di ciò che ha fatto,oggi”

“Vedo che le notizie volano”

“E’ al Settimo anno, e il regolamento prevede che la preparazione si basi su 8 materie prestabilite, e almeno due facoltative… lei dal terzo anno ha deciso di seguire Divinazione e Aritmanzia, ed è per questo motivo che sarà costretto a seguire una materia che prenda il posto di Divinazione”

Chiara e concisa.

E grazie ad una stupida scommessa basata su fondamenta di alcool e fumo, era costretto a seguire un’altra materia.

Ma la cosa più sconvolgente era sapere che avrebbe dovuto studiare un’altra materia, poiché seguire Divinazione non comportava uno studio serio e rigoroso.

“Ma ormai è troppo tardi per seguire Antiche Rune o Babbanologia, no?”

Rabbrividì al sol pensiero di aver preso in considerazione la malsana idea di dover seguire una materia, se possibile ancor più inutile di Divinazione.

“Indubbiamente, ed è per questo che seguirà una nuova materia appena approdata nella nostra scuola…”

Doppiamente fantastico!

“Un secondo, se non ricordo male anche la Granger ha abbandonato Divinazione e non mi pare che sia stata costretta a seguire qualc…”, ma la sua arrampicata sugli specchi venne interrotta da Silente.

“Draco, la signorina Granger non è stata costretta a seguire nessuna materia semplicemente perché le segue tutte di sua spontanea volontà”, disse con tono affabile.

Draco odiava il suo tono affabile e odiava che la Granger seguisse tutte le materie di sua spontanea volontà.

Dannata Mezzosangue!

Non che la Mezzosangue in quel frangente c’entrasse molto, ma Draco Malfoy era veramente irato, e se avesse potuto avrebbe anche preso a parolacce il fermacarte, magari solo perché non era stato lucidato a dovere.

“E sentiamo, quale altra materia dovrei seguire?”

La McGranitt riprese la parola, “Confronto tra la Letteratura Magica e quella Babbana”,riferì soddisfatta, “I corsi sono iniziati la settimana scorsa, e guarda, sei anche estremamente fortunato… la prossima lezione è al suono della campanella”

Per tutti i calderoni, che fortuna!

Perché il suo occhio interiore non aveva previsto che sarebbe stato saggio fare uso delle merendine Marinare dei Weasley?

 

Abbattuto e demoralizzato si alzò dalla sedia, stava per aprire la porta, quando la voce della McGranitt lo fermò.

“Per oggi bisognava leggere questo”, Draco si avvicinò al tavolo, dove sulla copertina rossa fuoco, dura e spessa troneggiava la scritta: Romeo e Giulietta.

 

                                                        ***

 

Non si poteva di certo dire che Draco Malfoy stesse camminando, più che altro stava trascinandosi al quarto piano del Castello per poter evitare di arrivare alla lezione.

Odiava i suoi compagni. Li odiava più di quanto odiasse Potter, Weasley e la Granger.

Stava giusto continuando a trascinarsi quando Mrs Purr si presentò al suo cospetto.

Gli occhi della gatta avevano uno strano scintillio che irritarono molto il ragazzo, irritato già abbastanza per i fatti suoi.

Un miagolio sinistro. Draco Malfoy odiava i gatti, e odiava soprattutto quel gatto.

“Cos’è? Non ho saltato lezioni stupido micio pidocchioso!”

Perfetto! Adesso parlo anche con i gatti!

Il gatto stava ghignando, e Draco Malfoy sapeva bene che i gatti non ghignavano, così completamente irato e pieno di piani di vendetta, pestò la coda all’adorato micio di Gazza e si regalò qualche secondo di spietata felicità vedendo correre il gatto in preda al dolore.

 

                                                        ***

 

Quando Draco Malfoy arrivò all’aula un senso di disgusto e voglia improvvisa di uccidere qualcuno si impadronì del suo essere.

L’aula era abbastanza piccola, ma di certo spaziosa per tutti gli studenti che seguivano quel corso da strapazzo: 8 in tutto, 9 con la sua illustre presenza.

Il suo sguardo si soffermò sulla professoressa Romance che sonnecchiava nonostante avesse assunto una posizione correttamente eretta da seduta.

Era piuttosto anziana, con corti capelli brizzolati e degli occhiali dalla montatura estremamente bizzarra, (i disegni cambiavano a seconda del libro di cui si discuteva, ad esempio al momento immagini di balconi e uomini in calzamaglia facevano sfoggio), aveva degli intensi occhi neri e delle labbra sottili. Draco Malfoy aveva sempre creduto che fosse la fidanzata di Gazza.

“Giulietta Capuleti è una figura affascinante già dalla prima volta che appare nella tragedia…”, Draco si soffermò sull’individuo che aveva osato mettere in piedi quella frase, quel deficiente non aveva capito niente di quella stupida tragedia senza senso.

Ernie Mcmillan  era appena entrato nel campo visivo e uditivo del Serpeverde, e dopo un’attenta selezione delle persone insulse che seguivano quel corso, si decise a farsi vedere e prendere posto nel banco più isolato di quella classe.

Di certo non era sua intenzione stare accanto ad Ernie Mcmillan, Padma Patil, Justin Finch- Fletchley, Susan Bones, Anthony Goldstein, Marcus Belby, Hannah Abbot ed Hermione Granger. Già era tanto che si trovava in quel luogo sudicio e pieno di gente di ceto inferiore.

“Giulietta è un personaggio moderno in quanto è lei a fare la prima mossa e possiamo benissimo notarlo quando Romeo si reca nel…”

Ormai Draco aveva preso posto e con tutta l’eleganza sita in lui, si sbracò sulla sedia posizionando le gambe sul banco.

 

Giulietta Capuleti, donna moderna in tempi lontani.

 

Certo che quel branco di falliti aveva davvero fatto di tutto per rendere quel corso una vera stronzata, anche il tema che si sarebbe dovuto affrontare risultava estremamente noioso.

“E’ esatto Anthony, prima d’ora non si era mai visto un personaggio femminile così intraprendente…”, la Mezzosangue di certo sapeva come rendere ancora più soporifera quell’ora eterna.

 

“Possiamo definirla la prima eroina della storia della letteratura”

Qualcuno di non identificato aveva osato pronunciare quella boiata colossale per le povere orecchie di Draco Malfoy, e dunque trovò giusto far sentire il suo parere e rendere eccitante quell’angosciante ora che non sarebbe mai trascorsa senza il suo proverbiale intervento.

“Giulietta era una puttana!”

Semplice.

Tagliente.

Eccitante.

Ghignò compiaciuto quando lesse il terrore negli occhi dei suoi adorati compagni di corso.

Bigotti e chiusi nella loro idiozia innaturale.

L’unica che riuscì a riprendersi dallo stato catatonico fu: Hermione Granger.

“E come mai sei arrivato a questa complessa considerazione, Malfoy?”, esordì con l’accompagnamento di uno sguardo minaccioso, che avrebbe fatto piegare tutti, ma non Draco Malfoy.

“Per quei tempi era una puttana”

“Malfoy, credi davvero che questa affermazione contenga più informazioni della precedente?”

Lui si limitò a fare spallucce, per lui Giulietta Capuleti era una puttana, e tale sarebbe rimasta.

Non sarebbe stata di certo la Granger a fargli cambiare idea.

“Malfoy, sto parlando con te!”

“Lo so!”

“E allora rispondimi!”,disse impettita.

“Giulietta era una Puttana, cosa non ti è chiaro, Granger?”, l’espressione di sgomento e disgusto della Granger lo stava ripagando dalla terribile giornata che aveva dovuto trascorrere, e sapere che bastava così poco per farla innervosire lo faceva sentire un dio.

“Dire che Giulietta era una Puttana…”, è li Draco si ritrovò a fare una panoramica sugli rimanenti 7 ebeti, il loro punto fermo aveva osato dire “Puttana”, questo sì che era un affronto che Draco Malfoy non si sarebbe perso per nulla al mondo.

“…è riduttivo. Se tu esponessi le tue idee probabilmente potremmo dar vita ad un dibattito!”

Dibattito!

Sarebbe stato divertente sputare sentenze a quei poveri imbecilli!

Sarebbe stato divertente rovinare la loro stupida letteratura!

“Al momento ti basta sapere che Miss Capuleti era una donna di malaffare, è sufficiente come notizia!”

Hermione Granger stranamente non aveva nessun diavolo per capello, e stranamente anche Draco Malfoy appariva piuttosto rilassato.

“Tieni!”,glielo lanciò quasi sgarbatamente, e se Draco non avesse avuto una prontezza di riflessi abbastanza sviluppata,probabilmente si sarebbe ritrovato l’angolo della rigida copertina di: Orgoglio e Pregiudizio, conficcato in un occhio.

“La tua grazia mi stupisce, Mezzosangue”

“Peccato che non possa dire che qualcosa di te mi stupisce, furetto!”

Guardò il libro.

Sì, mancavano 7 giorni e si sarebbe vendicato sulla Mezzosangue.

Credeva davvero che il Principe di Serpeverde non sarebbe riuscito a stupirla?

 

 

 

 

 

 

Ho firmato la mia condanna a morte.

E’ la terza fanfiction che posto. Sono malata, ma non posso farci niente -_____-

Amo fare più cose contemporaneamente e va a finire che mi incasino la vita!

 

Comunque lascio a voi il giudizio di questo primo capitolo.

 

Fatemi sapere, non fatemi rimanere con l’angoscia di non sapere se vi piace, intesi?

 

Kisses

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Lesson number two: Cathrine was Juliet's bestfriend ***


iff

La Sala grande era gremita di gente. Gremita di gente che non faceva altro che ingozzarsi senza ritegno.

Ronald Weasley stava giusto cercando di mettere fine alla sua vita strozzandosi con dello sformato di carne piuttosto bollente.

“Dovresti imparare a masticare con più garbo, Ronald!”, Hermione si era appena accomodata tra i suoi migliori amici; uno rappresentava l’emblema dell'’educazione, l’altro l’emblema della sfiga.

Nonostante Voldemort fosse morto e sepolto,o, sgretolato ed evaporato. Harry Potter continuava ad essere un portatore sano di sfiga, una specie di calamità naturale.

Assorto nei suoi meri pensieri continuava a rimestare il suo purè senza una logica.

“E tu, Harry?”

“Cormac ha minacciato di picchiare Ron se non faccio entrare lui in squadra, non è che potresti parlargli? L’anno scorso sembravate in sintonia…”

Hermione ripensò al flirt che aveva avuto con quell’energumeno solo per farsi considerare da Ron, un altro troglodita che non aveva visto i risultati dell’evoluzione.

Ron e Cormac si potevano definire i Tiger e Goyle di Grifondoro.

2 perfetti idioti che ronzavano intorno al Principe della Casa di Godric; Harry Potter era il loro Draco Malfoy.

“Harry, spero tu stia scherzando!”,un’occhiata al vetriolo lo trafisse, “… Cormac è un’idiota ed io non intendo…”

“Sì, ho capito l’antifona”, e si richiuse nel suo silenzio.

Stare a sentire quel perfetto idiota di Cormac significava sacrificare ancor di più il già limitato tempo che poteva trascorrere con la sua Ginny.

 

 

Al tavolo dei Serpeverde si respirava un’aria intrisa di ilarità.

Tiger e Goyle ovviamente erano nella loro personalissima dimensione fatta di dolci e pasticci di carne pieni di grassi.

“Com’è andata nell’ufficio del Preside?”

“Vuoi che ti spacchi la faccia adesso o dopo pranzo, Zabini?”

Blaise alzò le mani in segno di resa, non voleva di certo che Draco gli deturpasse il suo bel faccino. Sapeva perfettamente che non c’avrebbe messo niente a picchiarlo senza pietà.

“Belby c’ha raccontato del tuo esordio…”,la buttò lì Theodore sempre con la sua aria fumata.

Marcus Belby incarnava la parte deficiente di Serpeverde.

Credeva che gli altri fossero suoi amici, non sapendo che Tiger e Goyle rivestivano una carica molto più importante della sua.

Era una nullità.

“Perfetto… quell’idiota ha le ore contate!”

“Dai Draco… non essere sempre così drastico nelle tue decisioni…”,fece eco Pansy reprimendo un gemito per via della mano vagante di Blaise nel suo interno coscia.

Draco la guardò stizzito. Di certo non era felice di leggere libri babbani per poi discuterne con una massa di pazzi di ceto inferiore.

“Passando ad altro… Avete saputo della guerriglia interna a Grifondoro?”,David Urquhart sapeva sempre cosa accadeva all’interno della casa opposta alla loro, sapeva tutto di quei maledetti grifoni, e adorava usare le sue informazioni per batterli subdolamente nel Quidditch non potendo far affidamento sulle capacità di alcuni giocatori.

Qualcuno scosse la testa, troppo intento a fare altro.

“Quel pallone gonfiato di McLaggen ha minacciato di picchiare Re Weasley perché Potter non lo vuole far giocare… vi immaginate?”

Geniale! Non solo avrebbe dovuto leggere quello schifosissimo romanzo d’amore, adesso doveva anche preoccuparsi se un cavernicolo voleva picchiarne un altro.

“E questa notizia potrebbe esserci utile?”, Draco Malfoy non era in vena. Per lui tutto appariva come una grande, gigantesca, insulsa stronzata.

 

 

                                                        ***

 

 

Draco Malfoy stava cercando un modo per scaricare la rabbia.

Draco Malfoy si sentiva irrequieto, e anche i suoi amici stavano iniziando ad irritarlo.

La giornata era stata a dir poco rocambolesca, e ciò che chiedeva era semplicemente un po’ di pace, ma il coretto di voce bianche di Tiger e Goyle non glielo stava concedendo.

Stancamente provò a trascinarsi nella camera che divideva con Blaise e Theo, ma ovviamente l’aristocratico Blaise Zabini vi si era chiuso dentro con la sua donna e non voleva che nessuno lo disturbasse. Era un affronto.

Estrasse la bacchetta: “Alohomora”

Un groviglio di braccia e gambe che sbucavano fuori dalle lenzuola pregiate, gemiti e qualche urlo rientrarono nella sua visuale. Rientrava tutto nella norma… nella norma di Blaise Zabini!

“Lumos”,esclamò e subito di rimando un “Cazzo Dra!” da parte del moretto riempì la camera.

Eh sì! Il romanticismo era uscito appena il bel biondino aveva aperto la porta.

“Ops! Ho forse interrotto qualcosa?”,fece ironico.

Blaise sbuffò e rotolò al lato di Pansy che stava cercando di coprirsi il seno con il lenzuolo, facendo la pudica con il ragazzo con cui aveva perso la verginità.

“Malfoy, sei proprio stronzo!”

“La prima cosa confortante dopo questa giornata di merda!”

Blaise e Pansy si guardarono, ma non fecero troppo caso a quella frase, “E adesso dove vai?”

Draco li guardò quasi con disgusto afferrando la sua borsa: “In Biblioteca… cercherò di distrarmi sfottendo qualche primino!”

Uscì sbattendo furiosamente la porta rinchiudendo i due nella stanza senza alcuna via d’uscita. Doveva pur divertirsi in qualche modo,no?

 

 

                                                        ***

 

Hermione Granger ed Harry Potter stavano cercando di fare il tema sugli Effetti della Pietra Lunare per Piton, ma con scarsi risultati.

Se Hermione voleva concentrazione poiché ferma alla stessa parola da più di 10 minuti, Harry continuava a parlarle senza sosta.

“Come faccio? Non posso far picchiare Ron, è il mio migliore amico!”,le sussurrò, poiché lo sguardo minaccioso di Madama Pince non prometteva nulla di buono.

Hermione d’altro canto roteò gli occhi al cielo, (segno di inconfutabile disperazione).

“Oh, andiamo, Harry”, sbottò Hermione, “ Sei il Capitano, sta a te decidere chi gioca e chi no. Se Cormac dovesse picchiare Ron, stai certo che non la passerebbe liscia”, nonostante le parole proferite dalla sua migliore amica fossero vere, lui sembrava non esserne affatto convinto.

“Ma…”

“Niente ma, Harry. E adesso se non ti dispiace vorrei ultimare questo dannatissimo tema!”, era arrabbiata, indubbiamente la sua migliore amica era arrabbiata, e molto probabilmente lo era con lui e le sue stupide lamentele.

Si chinò sul suo foglio di pergamena e intinta la punta della penna nell’inchiostro si accinse a scrivere, ma il pensiero costante di un Ron picchiato da Cormac non lo aiutava a concentrarsi, tanto che ciò che la sua mano scrisse fu proprio: Cormac!

 

                                                        ***

 

Draco Malfoy aveva appena varcato la soglia della Biblioteca.

Aveva trovato posto vicino alla grande vetrata, e così lontano da occhi curiosi si accingeva ad aprire quell’odioso e smielato romanzo babbano.

Guardava minaccioso la copertina su cui a caratteri ramati vi era scritto: Wuthering Heights. Già il titolo non prometteva nulla di buono. E non prometteva niente di buono perché quella psicotica della professoressa Romance come rinsavita da incantamento, aveva ben deciso di cambiare Orgoglio e Pregiudizio con Wuthering Heights.

 

Se lui t'amasse infinitamente una vita intera... non ti amerebbe mai quanto t'amo io in un solo giorno.

 

Strabuzzò gli occhi. Era davvero disgustoso.

Aveva letto la prima frase che i suoi occhi di ghiaccio incontrarono e di certo non era rimasto folgorato da quello scempio per femminucce. Non sapeva se Orgoglio e Pregiudizio sarebbe stato migliore, ma in cuor suo sperava che la finissero con quelle stupide storielle senza azione e smielate da diventare quasi angoscianti.

                                                        ***

 

Era ormai quasi ora di cena e a Draco Malfoy mancavano pochi capitoli per finire quel libro che avrebbe visto presto le fiamme del camino di Serpeverde. Sarebbe stato un gran privilegio per quell’ammasso di parole scritte su quei fogli…

 

Inutile dire che Hermione Granger si era divorata il romanzo in poche ore, e che lo aveva trovato un incanto. Era vero che lo aveva già letto qualche anno prima, ma rileggerlo era sempre una grande emozione; un po’ come leggere Storia di Hogwarts nonostante la sapesse praticamente a memoria.

 

                                                        ***

 

 

Una settimana era trascorsa, e Draco Malfoy aveva ritrovato il suo buonumore.

Nonostante l’ora con la professoressa Romance, appariva più rilassato; andare lì significava blaterare a proposito di idiozie, ma le espressioni basite della Granger non se le sarebbe perse per nulla al mondo.

Aveva ricordato l’espressione della Mezzosangue alla sua uscita: “Giulietta è una puttana”, e aveva ammesso che si era divertito. Perciò ripensando a lei e al suo sviscerato amore per quella schifosissima letteratura, aveva trovato una motivazione che lo portasse in quell’aula un po’ più felice.

Quando entrò, Justin Finch-Fletchley venne colto da un terribile mal di pancia e Susan Bones rimase abbagliata dalla sua bellezza. Sarebbe rimasta ore a guardarlo.

 

“Buongiorno Malfoy”

“Mezzosangue”, disse a mò di saluto andandosi poi ad accomodare scompostamente all’ultimo banco. Gettò malamente il libro sul tavolo e i suoi occhi incrociarono la lavagna, dove con scrittura tremolante vi era scritto il tema che si sarebbe affrontato:

 

“Anime che si riconoscono e sanno già di appartenersi”

 

Un unico commento da parte del biondino dagli occhi color tempesta: Vomitevole!

La professoressa Romance come da copione stava già per appisolarsi lasciando il compito di iniziare il dibattito alla guerrigliera: Hermione Granger.

7 persone pendevano dalle sue labbra.

 

“Che aggettivo usereste per definire l’amore di Cathrine e Heathcliff?”, era solo la seconda lezione e la Mezzosangue aveva capito tutto della vita.

“Tormentato”

“Distruttivo”

“Passionale”

Draco sbuffò sonoramente, facendo in modo che lo sguardo di Hermione si posasse sul suo viso da angelo terribilmente annoiato.

“Qualche problema, Malfoy?”,chiese cordialmente.

“Sembrano degli infanti! Me lo chiami dibattito questo? Che aggettivo usereste per definire l’amore di Cathrine e Heathcliff?” , disse scimmiottandola, “E’ ridicolo, Granger!”

Hermione sorprendentemente rise. Niente occhi fuori dalle orbite o insulti per il furetto, solo un sorriso. Dopo tutto Malfoy aveva ragione, di quelle 7 persone che seguivano il corso nessuna era in grado di sostenere un dibattito serio. Erano troppo stupidi.

“Malfoy, non ti ferma nessuno dal rendere questo dibattito più vivo…”

“Invece di tediarci con insulsi aggettivi per un’insulsa storia d’amore, perché non arriviamo al dunque?”

“E sarebbe?”

“Quella stupida frase scritta sulla lavagna, Granger”

Hermione si voltò verso la lavagna, per poi riportare il suo sguardo su Draco.

“Sei forse d’accordo con quella frase?”

Draco ghignò.

“Ovviamente no, Mezzosangue”

“Lo immaginavo. Dopo tutto tu non credi in questo genere di cose…”

Si portò una mano tra i capelli per ravvivare i suoi crini biondi.

“Non credo che tra anime uguali ci possa essere amore, a dire il vero non credo che esista l’amore, è solo una stupida parola per ammorbidire la nuda e cruda realtà… è il sesso l’unico movente per cui due persone stanno insieme.”

I 7 presenti stavano per essere colti da infarto. Troppe parole “tabù”, venivano proferite dalla bocca del diavolo, e loro non potevano permettersi di assorbire il Male, non avevano neanche dell'’Acqua Santa per potersi difendere…

“Ma il sesso non è il movente che fa stare insieme Cathrine e Heathcliff”,dichiarò imperiosa.

 “Solo perché Emily Bronte era una stupida puritana”

Lei sospirò.

“Perché non riesci a vedere aldilà del sesso? Esiste qualcosa che va oltre…”

“Commovente da parte tua, ma ti sei chiesta perché alla fine quei due non stanno insieme  per darsi alla pazza gioia?”

Ormai erano vicini completamente presi da ciò in cui credevano, sembrava stessero per picchiarsi, e qualcuno era già pronto per andare a chiamare Silente.

“Il divario sociale… è un amore che li distrugge, e poi c’è sempre da dire che Cathrine è un personaggio piuttosto egoista…”

“Potrei dire che Cathrine è una carissima amica di Giulietta, che ne pensi?”

“Penso che per te le donne sono tutte delle put…”, ma non riuscì a finire, Draco le aveva messo la mano sulla bocca per impedirle di continuare.

“No Granger, non sono tutte delle puttane, lo diventano perché l’unica cosa che vogliono è il sesso”

Addirittura le due parole del peccato insieme nella stessa frase. I 7 erano allibiti, e con mezzi di fortuna stavano cercando di costruirsi una croce per allontanarlo.

“Non è vero”, disse scostando quella mano dalla sua bocca.

Draco scosse il capo, quasi come se fosse divertito, e tornò al suo banco, “Sei troppo innocente e pura”

Hermione lo trafisse con lo sguardo e Draco potè avvertire una scossa lungo la colonna vertebrale, ma non si voltò.

Hermione era sì innocente e pura, ma per Draco Malfoy non voleva essere inteso come un insulto.

“E adesso dove vai? La lezione non è ancora finita!”,disse impettita e infastidita.

Lo detestava, però doveva ammettere che con lui quelle lezioni avevano un senso.

“Per oggi mi sono divertito abbastanza”, e presa la borsa si diresse alla porta, ogni suo movimento era seguito da quei 7 idioti senza cervello.

“Malfoy”

“Sì, Granger?”

E ancora una volta se Draco Malfoy non avesse avuto una prontezza di riflessi piuttosto sviluppata si sarebbe ritrovato un altro libro conficcato in fronte.

“Per la prossima settimana…”,aggiunse.

Draco guardò la copertina blu cobalto e la scritta in nero: Lancillotto e Ginevra.

“Dimostrami che Ginevra non è un’altra carissima amica di Giulietta e Cathrine”

“E tu prova a leggere le loro azioni con gli occhi dell’amore…”, un cenno del capo e Draco Malfoy uscì dall’aula lasciando i 7 babbei ad un sospiro di sollievo. Erano salvi dal peccato.

 

 

 

Perdonate il ritardo con la quale posto, ma con 3 fanfiction da portare avanti, la scuola e tutto il resto il tempo è limitato.

Sono contentissima per via delle stupende recensioni ricevute, felice che il primo capitolo sia stato così apprezzato^___^

Spero che il secondo non sia da meno e che non mi abbandonerete, ma continuerete a dirmi cosa ne pensate.

 

Herm90: La mia Draco/Herm che piace ad una Drunks al midollo? Mi metto a piangere adesso per l’emozione o aspetto di sapere se t’è piaciuto anche questo? ^__^

 

London: Grazie infinite, speravo che la storia della nuova materia fosse apprezzata^^

Io ho postato un po’ più tardi, spero tu sia tornata!

 

Sonaj: Mi adori? Come posso ringraziarti? Oh mamma, mi mancano le parole… non so… Grazie mille^^ anche se riduttivo al massimo!

 

PiccolaZuccherina:Ehm.. temo di aver postato con un po’ di ritardo! Mi perdonerai? Oppure dovrò assaggiare la tua pistola a raggi laser? Mi appello alla tua clemenza^^

 

Marygenoana: Grazie Mary, grazie mille. Sei un tesoro! Spero ti piaccia anche questo!

 

White_tifa: Ciao cara, che bello sentirti anche in questa nuova ficcy… me feliceJ

Sono contenta che l’atmosfera sia stata di tuo gradimento, e poi i tuoi commenti mi fanno sempre un enorme piacereJJJ

 

Carillon: Wow! Adesso magari ti sembrerà che sono completamente fuori personaggio!

-___- ma io spero sempre positivo. Grazie infinite!

 

Cobwy23: Ciao tesora, che bello risentirti! Quei due possono sembrare un po’ pazzi, ma almeno Draco ha trovato un modo per resistere a quell’ora straziante!

^__^

 

Erin: Tu mi vizi! Troppi complimenti! Sì, sì!!! ^______________^

 

SweetChocolate: bellissimo nick… ihihih!Mi piace! E sono anche contenta che a te incuriosisca la miaJJJ

 

Lady Cassandra: Mi spiace se vi ho fatto aspettare troppo! Mi inginocchio e chiedo perdono! Grazie per la bellissima recensione^^

 

mrsmoore: E’ l’unica coppia che dà numerosi spunti, e si può sempre cambiare il corso degli eventi, e sono contenta di condividere questa passione con voi!^^

 

@ngel: Draco non sembra avere buoni pareri sulle eroine che hanno fatto sognare milioni di generazioni^^ Cambierà idea? Mah…

Grazie mille.

 

1992: Adesso mi commuovo, siete troppo gentili! Grazie mille.

 

Chiaras: Draco non si smentisce mai, ma i pareri del grande Principe delle Serpi sono come oro^^

Spero che anche questa lezione ti sia piaciuta^^

 

 Yuna_4ever: ma grazie, sei un tesoro! Spero continui a piacerti!

 

Aysha: Inizio con il dirti grazie, felice che tu abbia commentato, è sempre bello sapere cosa se ne pensa dei propri lavori, e sono proprio contenta di aver letto il tuo parere^^

Grazie mille, per è importantissimo^^

 

Nfllkfj: Ringrazio l’uomo o la donna che si cela dietro questa sigla, ringrazio per l’educazione che ha mostrato! Grazie!

 

Grazie a tutti

 

kisses

 

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Capitolo 3
*** Lesson number three: What do you think about Ginevra? ***


ginebvra

 

 

 

7 giorni dopo tutto sembrava essere stato tutto cullato dalla staticità.

L’unica cosa che era accaduta, era che il Principe di Serpeverde aveva scaricato Grace Grey dopo sole 2 ore.

Era un record, perché le dolci donzelle da lui scaricate riuscivano a durare almeno mezza giornata, ma a quanto pare la moretta tutto pepe non lo aveva soddisfatto abbastanza.

Grace Grey aveva pianto per tutta la settimana facendo in modo che tutta la scuola sapesse di ciò che era accaduto.

Quella ragazza era un vero incubo. Un flagello. Una punizione superiore alle lezioni di Letteratura babbana e magica. Era una vera e propria disgrazia.

E nonostante Draco Malfoy avesse ripiegato subito su una Corvonero, lei non era ancora riuscita a capire che della sua infinita storia d’amore non era avvenuto neppure l’inizio.

A meno che due ore di sesso si potessero definire l’inizio di una storia.

 

 

Hermione arrivò in Sala Grande con un sorriso esagerato disegnato sulle labbra.

Trionfante sventolava una pergamena nella mano destra.

“Come mai così felice?”, chiese Harry.

Anche Ron avrebbe posto la domanda alla sua migliore amica se solo non avesse una quantità esagerata di pane con la marmellata di ciliegie in bocca.

“Sono stata tutta la notte sveglia per ultimare il Tema per Piton”, disse entusiasta.

Harry la guardò sconvolto, “Ma è da consegnare tra cinque giorni… non era necessario stare alzata tutta la notte e sfoggiare queste lunghissime occhiaie”

Hermione lo guardò torva.

“Aspetto con ansia il momento in cui mi direte che avete finito il Tema miei cari…”, afferrò con poca grazia una fetta di pane tostato e si alzò dalla panca, “ Quasi dimenticavo, ogni vostra richiesta di copiare sarà negata”

Quella frase raggiunse Ron come un dardo avvelenato nel cuore e si sentì in dovere di dire ad Hermione che lui in quella discussione non c’entrava proprio niente:

“Ehi, ma io non ho detto proprio un bel niente!”, disse, ma Hermione lo liquidò con gesto secco della mano e a grandi falcate uscì dalla Sala Grande.

 

                                                        ***

 

La lezione di Pozioni stava per iniziare, ma di Lumacorno neanche una miserevole traccia.

I pochi esponenti di tutte e quattro le Case erano già schierati, pronti per sentire gli elogi ad Harry Potter.

Ormai la storia del  libro appartenente al Principe Mezzosangue e ai suoi proverbiali aiuti era acqua passata, e quindi Hermione Granger era tornata a brillare nel firmamento dei pozionisti.

Harry era migliorato, ma solo grazie agli aiuti avanzati donatigli da Remus Lupin durante l’estate, aveva fatto qualche progresso, ma Remus non era in grado di fare miracoli.

“Buongiorno miei piccoli pozionisti!”, Lumacorno aveva fatto la sua entrata in scena portando solarità e gioia.

I Serpeverde sbuffarono, odiavano quell’uomo.

“Siete pronti per dirmi cos’è questo intruglio che bolle nel calderone?”, sembrava addirittura più eccitato del solito.

Il braccio di Hermione scattò in su, e fu subito adocchiato dal professore che le dette il permesso di parlare.

“E’ la pozione della pazzia”, Lumacorno annuì sorridente, segno inconfutabile che la risposta era più che giusta, “La sua consistenza melmosa e il suo colore rossastro non devono trarre in inganno, poiché al nemico potrebbe sembrare semplice sangue, ma è il profumo che emana ciò che conduce alla pazzia”

“Complimenti signorina Granger, dieci punti a Grifondoro!”, conferì soddisfatto.

Intanto nella parte maligna di Serpeverde, tre piccole Serpi sbuffavano sonoramente.

“Secondo me ha una relazione con il Lumacone…”, la buttò lì Adrian Pucey.

Blaise guardò prima il professore e poi la compagna e sogghignò, “E tu che ne pensi Dra?”, disse rivolgendosi all’amico che ne aveva le scatole piene di tutto ciò che accadeva in quello stupido castello chiamato scuola.

Aveva adorato Pozioni per anni, almeno fin quando quell’idiota di Horace Lumacorno, non aveva trasformato quelle puzzolenti e putride ore, in un corso di cucina e adulazioni che non avevano motivo di esistere.

Harry Potter era una frana a Pozioni, e se Neville Paciok si fosse messo d’impegno, sarebbe addirittura riuscito a superarlo.

Draco si voltò verso il docente, ma  l’osservazione di Adrian Pucey gli sembrò solo un Inno alla Stupidità.

“… e adesso preparatemi questa bellezza, ah quasi dimenticavo, indossate queste maschere… non vorrei che i miei adorabili pozionisti diventassero pazzi…”, e dopo questa terribile battuta, si misero al lavoro.

 

“Hermione, hai idea del perché la mia pozione sia azzurra?”, chiese Ron in preda al panico.

La ragazza si voltò verso l’amico e l’unica cosa che fece fu un sorrisino sarcastico.

Ron ovviamente ci rimase malissimo.

Harry non aveva neanche il coraggio di parlare, aveva perso l’uso della parola, tutta colpa di quell’intruglio bianco che avrebbe dovuto essere rosso.

“Perfetto signor Malfoy”, un segno di gratitudine da quel viscido Lumacone; Draco Malfoy non sapeva se abbandonare la sua postazione e fare qualche capriola per via della felicità inaspettata. Preferì rimanere lì a veder bollire quella immane schifezza.

“Benfatto signorina Granger”, anche Hermione provò la stessa identica sensazione di Malfoy, e come lui decise di rimanere alla sua postazione a guardare quella cosa bollire.

Harry Potter stava sudando freddo.

Grondava di sudore, e mille modi per farla finita che gli gironzolavano per la mente.

Improvvisamente vide la luce, e con quella luce un piccolo incantesimo non verbale.

 

Un tonfo che rasentò il limite dell'’assurdo. Un liquido dal colore non ben identificato che seguiva il corso della pavimentazione, schizzi sulle divise dei piccoli pozionisti, ed una Hermione Granger adirata al massimo.

“Harry, non ti senti bene?”, chiese Lumacorno con amore paterno.

“E’ tutto ok… non so cosa sia successo… mi dispiace…”

Hermione si era surriscaldata.

Un professore non di parte avrebbe dovuto far qualcosa, almeno un rimprovero, anche piccolo, ma Horace Lumacorno il solo ed inimitabile, si allargò in un grande sorriso e con un colpo di bacchetta fece evanescere tutto ciò che Harry Potter con la sua sbadataggine aveva distrutto.

Hermione Granger adesso bolliva come la sua pozione della pazzia.

 

                                                        ***

 

“Finalmente è finita”, esordì Ronald Weasley.

“Già”, disse Harry.

Si aspettava la terza frase, che non venne mai proferita, ma i due ragazzi non se ne curarono.

Improvvisamente l’espressione sul volto di Ron cambiò, e se possibile divenne ancora più sciocca, “Harry, noi abbiamo un’ora buca… Tu stai con noi?”, chiese alla sua amica con un diavolo per capello.

“No, per fortuna ho Confronto tra la letteratura magica e quella babbana”, quasi lo ruggì, e afferrata la sua pesante sacca coi libri si volatilizzò, lasciando i suoi due amici con sguardi interdetti.

“Per me ha inalato la pozione della pazzia”, esordì Ron, ma neanche Harry rispose e all’ultimo maschio di casa Weasley sembrò di fare monologhi.

 

                                                        ***

 

Hermione Granger era arrabbiata, incandescente, emanava scariche ustionanti.

Avrebbe schiantato chiunque avesse intralciato il suo cammino.

Draco Malfoy viveva nell’apatia più totale, sembrava avvolto dalla sua soffice consistenza.

Avrebbe schiantato chiunque avesse intralciato il suo cammino.

Entrambi soprappensiero non avevano preso in considerazione che la porta di quella piccolissima aula, non sarebbe mai stata in grado di farli passare contemporaneamente.

“Levati, Malfoy”

“Perché non ti levi tu, Granger?”

“E’ così difficile per voi maschi compiere due azioni contemporaneamente?”, chiese sarcastica sbuffando.

“Non mi alitare in faccia, Mezzosangue!”

“Non ti sto alitando, non mi permetterei mai!”, sempre con tono sarcastico e sprezzante, “Se non ti levi di tua spontanea volontà ti schianto!”, continuò, ma quando provò a sfilare la bacchetta dalla borsa, questa le cadde a terra; provò a chinarsi, ma l’unica cosa che ottenne fu il dare una testata in pieno stomaco a Draco Malfoy.

“Mezzosangue”, stava per esplodere, “Sei un’incapace!”, e dopo queste sapienti parole lasciò che la prima a passare fosse Hermione.

Ovviamente la ragazza rimase basita da cotanta gentilezza, “Devo dedurne che hai inalato gli effluvi della pozione?”

Lui alzò un sopraciglio, “Risposta errata Granger”, e dopo una piccola spinta alla ragazza che lo guardava ancora sgomenta, entrò in quel covo di matti e si posizionò al solito banco, pronto per un’altra asfissiante ora di lezione.

 

Ginevra e Lancillotto un amore che va oltre

 

Oltre che cosa? Si chiese Draco Malfoy.

Quella stupida relazione tra Lancillotto e Ginevra non riusciva ad andare aldilà del sesso.

La professoressa Romance ovviamente stava già per addormentarsi, ed era impossibile non chiedersi se la sonnolenza fosse dovuta al troppo sforzo nel dover dare vita a quegli stupidi e oltremodo insignificanti temi su cui fondare le basi per un dibattito serio. Hermione si guardò intorno e con grande stupore vide il braccio di Ernie Mcmillan scattare in alto.

Con uno sguardo lo invitò ad esternare il suo pensiero.

“Cosa dire?”

Se non lo sapeva lui che aveva alzato il braccio per tediare i padiglioni auricolari dei presenti allora era messo davvero male, e Draco non potè non ghignare sarcasticamente forse adirato dallo sciocco comportamento del Tassorosso.

“Secondo me il suo tradimento ha avuto ripercussioni su re Artù”

Ottima osservazione, pensò Draco.

Era come fare un commento su una poesia dicendo semplicemente “E’ bella!”, con cui ovviamente non aveva detto un bel niente.

Hermione rimase interdetta, e non riusciva a capacitarsi di come certa gente avesse avuto il coraggio di seguire quella materia.

Ernie sorrise soddisfatto ai rimanenti sei.

Decisamente Draco stava vivendo un incubo, così decise di farsi quattro sane risate sapendo che l’unica che avrebbe colto sarebbe stata Hermione Mezzosangue Granger.

“Secondo me hanno fatto sesso”

Una frase ad effetto che fece gelare il sangue nelle vene ai quei poveri timorati di dio, costretti a sentire blasfemie.

E se Draco Malfoy se la rideva, Hermione Granger avrebbe voluto immortalare quell’istante idilliaco.

Secondo me hanno fatto sesso

Frase pronunciata con un palese sfottò dedicato al Tassorosso, che aveva fatto brillare di felicità gli occhi color caramello di Hermione.

Qualcuno doveva pur movimentare quel mortorio…

“Granger, non ti sembra strano che Ginevra sia un’altra grande amica di Giulietta e Cathrine?”, chiese sarcastico, mentre giocherellava con il libro.

Hermione ovviamente non si scompose più di tanto, era evidente che lui ritenesse Ginevra, Giulietta e Cathrine delle donne di facili costumi, e di fatti aveva raccolto la sfida velata della Serpe e gli avrebbe dimostrato che Ginevra nonostante tutto, non era ciò che lui sosteneva.

“Malfoy, se ti innamorassi di una donna ormai sposa di un uomo che stimi e rispetti, cosa faresti?”

Spiazzato. Era rimasto spiazzato e il ghigno che gli increspava le labbra era morto di colpo.

Cos’avrebbe fatto?

Non sapeva cosa significasse amare. Sapeva soltanto che era divertente prendere in giro coloro che lo erano, ma se lui si fosse trovato nei panni di Lancillotto come avrebbe reagito?

Nella sua personale lettura, Lancillotto era un porco, ma Draco Malfoy sapeva che la chiave di lettura era un tantino diversa, e che nessuno reputava quel grande uomo un animale.

“Granger, hai sbagliato tattica!”

Hermione non capì.

“Credi davvero che la colpa di tutto sia di Lancillotto? E Ginevra dove la metti?”

Era stata tutta colpa di Ginevra?

“Sai Mezzosangue, il vero problema è Ginevra… decanti tanto la purezza e la nobiltà d’animo delle donne, ma chi è che non ha resistito a un bel corpo maschile? Non ti affannare nel trovare una risposta nella tua testolina perché la risposta è una ed è semplice, è Ginevra che cede agli istinti selvaggi… Artù era troppo vecchio, la loro vita sessuale era inesistente… e poi Granger, chiunque avrebbe preferito Lancillotto ad Artù”

“Hai stravolto la letteratura, Malfoy! Se fossi in te non me ne vanterei”

“Perché sei così ingenua? E’ ovvio che anche Ginevra possa essere definita una puttana… era il sesso ciò che voleva! E Lancillotto le ha dato ciò che più desiderava… vorrei poter continuare, ma diventerei volgare…”

Ciò che sosteneva Draco Malfoy con ardore non faceva una grinza, se Giulietta era da lui ritenuta una donna di facili costumi sol perché è lei che si dichiara per prima a Romeo, e Cathrine sposa un altro invece di colui che sosteneva di amare più della sua stessa vita, era ovvio che Ginevra fosse un qualcosa di orrendo, una di quelle tante donne di cui ormai il genere maschile era stanco.

Se un uomo tradisce,  è un porco schifoso senza dignità, ma se una donna tradisce si prendono in considerazione i sentimenti, la sua stupida infelicità e lei diventa l’eroina senza macchia e senza paura che ha avuto il coraggio di trovare la felicità.

Era tutto estremamente patetico!

“Malfoy, la tua visione è prettamente maschilista!” , sibilò.

“Granger, anche la tua è parecchio femminista!” , sibilò a sua volta.

Si guardarono per parecchi minuti in cagnesco, nessuno dei due ovviamente avrebbe ceduto. Era una questione di orgoglio. O forse solo di pazzia tra una Grifondoro femminista e un Serpeverde maschilista.

“Secondo me dovreste semplicemente leggere i libri senza andare troppo a fondo nella caratterizzazione dei personaggi… leggeteli con superficialità così da non riuscir a prendere le parti dell'uno o dell'altra…”, consiglio eccessivamente complesso proferito da Hannah Abboth che stava cercando di non far sfociare quelle occhiatacce in un duello in piena regola.

I due si voltarono verso colei che aveva parlato.

“E perché dovremmo farlo?”, chiese arcigna Hermione.

Hannah deglutì e si maledisse per aver pronunciato quella frase, “Beh… perché non potete far sfociare ogni lezione in una rissa…”

“Non stiamo dando vita a nessuna rissa, stupida Tassorosso!”, disse poggiandosi ad una colonna con fare scanzonato. Anche se le aveva dato della stupida Tassorosso, Hannah Abboth non poteva non rimanere indifferente al fascino che emanava quel ragazzo.

“Per quanto mi dia fastidio ammetterlo, Malfoy ha ragione”

“Allora ho vinto io”, affermò vittorioso con il ghigno sulle labbra.

“Hai ragione per via della rissa, non per ciò che sostieni su Ginevra”, disse Hermione cercando qualcosa nelle sua borsa  contenente di tutto, ma piena di niente.

Ne uscirono piume, pergamene, libri più o meno ingialliti, boccette varie di inchiostro e anche un’agenda e una sciarpa.

“Granger, cosa diamine stai facendo?”

“Non sono affari tuoi!”

Draco inarcò un sopracciglio, quella donna era impossibile.

Nessuno osò più dire nulla.

Pochi minuti dopo suonò la campanella e Draco Malfoy non attese oltre per uscire da quel groviglio di pazzi senza speranze.

                                                        ***

 

Era giunto al porticato. La sua maestosa presenza sembrava essere stata avvertita anche dalle forze della natura. Era tutto perfetto, ma proprio quando stava per accendersi una sigaretta con l’ausilio della bacchetta, una voce che ormai conosceva bene lo distolse malamente dai suoi pensieri di tranquillità.

“Cos’altro vuoi, Granger?”, chiese sgarbato.

Fece giusto in tempo a buttare per terra la bacchetta che un libro dalla copertina viola venne lanciato da Hermione, e se Draco Malfoy fosse stato abbandonato dalla sua proverbiale abilità nell’afferrare le cose volanti così da evitarsi un trauma cerebrale, si sarebbe trovato in infermeria in compagnia delle amorevoli cure di Madama Chips e delle stupide battutine di Blaise Zabini.

“Non vorrei che non sapessi di cosa discutere la prossima settimana…”

Lo rigirò tra le mani.

“Mi sentivo un po’ troppo vuoto…”

E dopo che la chioma cespugliosa della Mezzosangue sparì oltre il portone, lesse qualcosa di letteralmente orribile: Qual è l’indirizzo dell'amore?

Che cosa diamine era quello?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve mie adorate,

spero di non avervi fatto aspettare abbastanza e spero anche che la lezione incentrata su Lancillotto e Ginevra sia stata descritta come ve la aspettavateJ

 

Felicissima di sapere che questa storia vi piaccia passo ai ringraziamenti:

 

SweetChocolate: Ciao, prometto che Orgoglio e Pregiudizio tornerà, hanno ancora molti libri da “criticare”^^ e adesso mi hai incuriosita… devo procurarmi il filmJ

 

Argentey: Malfoy che fa letteratura babbana ha sorpreso anche me. Quando ho pensato ad una possibile storia incentrata su questo, non mi sono sentita molto normale^___^

Contenta che sia di tuo gradimento!

 

Lady Cassandra: Ciao, quei poveri 7 ragazzi hanno fatto molta pena anche a me, però non dovrebbe essere poi male vedere Draco ed Hermione nel pieno di un dibattito a sfondo letterario^^ Ma quei poveri 7 cosa ne vogliono capire? -____-

 

London: Ciao, alla fine chimica com’è andata? Spero bene, non vorrei che la mia storia ti avesse portato sfiga^^

Come hai ben potuto leggere Draco ancora non abbandona le sue convinzioni ed era normale che per lui Ginevra fosse una carissima amica di Giulietta… aspettiamo solo che il vento cambi^^

 

White_tifa: Ciao tesora, che belle le tue recensioni! Credo di amarle e di adorare te^^

Felice di aver centrato i caratteri dei personaggi ed essere riuscita a catapultarli in una storia^^

Grazie

 

Sinylla: Ovviamente Draco non poteva sostenere la purezza di Ginevra dopo che la povera Giulietta è stata definita una poco di buono^___^ Ma forse un giorno Draco riuscirà a cambiare visione del mondo…

 

Aysha: Ok, chiedo perdono, mi sto fustigando. Avrei dovuto parlare di Orgoglio e Pregiudizio, ma la professoressa Romance ha cambiato all’ultimo minuto e sono stata avvertita in extremis^^ Prometto che ci sarà il capitolo dedicato ad Orgoglio e Pregiudizio, prometto! Parola di giovane marmotta!

Ma intanto Lancillotto e Ginevra ti sono piaciuti?

 

Chiaras: Ciao, Draco sa come leggere un romanzo e divertirsi! Ovviamente non dirà mai che gli uomini sono donnaioli… no no, perché anche se l’uomo è donnaiolo è la donna che va da lui e si abbandona completamente^^

Ma Hermione non la pensa esattamente così…

 

Cobwy23: Tesora, addirittura in estasi? Me in doppia estasi per la tua recensione^^

Forse un giorno quei due si renderanno conto che assomigliano ai personaggi dei libri che leggono, ma non so quando… XDXDXD

Ho riso troppo per come ti sei immaginata il povero Harry, e beh era proprio quella l’immagine che volevo dare^^

 

Erin: spero di nona ver fatto aspettare tanto questa volta. L’ho scampata?

Piaciuta la reazione di draco su quei due? Spero di sì!^___^

 

ZAITU: Ciao, non credevo ti sarebbe piaciuta così tanto J in ogni caso ringraziamo il cielo per aver fatto in modo di fartela scoprire XDXDXD

Se Draco si fa queste seghe mentali sulle eroine delle letteratura è ovvio che prima me le sia fatte io XDXDXD  e sono contenta di non essere l’unica pazza, non ti offendere ma sei entrata nel Club^_____^

 

@ngel: Ciao, dopo Lancillotto e Ginevra stava per non entrarci, ma non per colpa sua XDXDXD

E poi tranquilla non ti censurare , è vero che Draco è fighissimo! ^^

 

Chigra: Ciao, grazie mille dei complimenti! Sei un tesoro!

 

Claheaven: Ti sposo immediatamente!^^ Tralasciando che oggi sono stata interrogata su Wuthering Heights XDXDXD e tralasciando il fatto che non so come dire che sapere che ti piace la mia storia mi manda in visibilio, beh è proprio vero che Draco non ha capito nulla di Hermione^^

 

Herm90: Ecco la mia drunk preferita, non abbandonerai mai le Ron/Herm, ma è bellissimo sapere che la mia Draco/Herm ti piaccia! E’ una grandissima soddisfazione, no? Mm….

Spero di ritrovarti tra i recensitori, il tuo parere è importantissimo!

 

1992: ^____________^ grazie infinite! La rama del prossimo è nell’oscurità essendo un’opera letteraria magica, inventata spudoratamente da me, spero ti piaccia!^^

 

Julietta: Ciao, sono un genio? Sicura di non stare esagerando^^ Il mio ego sta per esplodere^^

Grazie infinite!

 

Yuma_4ever: Ciao, non so perché ma Pansy la appioppo sempre con Blaise, magari avresti preferito una Blaise/Ginny?

JJJ

 

GRAZIE A TUTTE.

 

Kisses

 

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Capitolo 4
*** Lesson number four: Gondeberga is a myth for me! ***


beaudnd

 

“Ginny, saresti così cortese da smettere di rotolarti per il pavimento?”

Ginny si zittì, ma solo per pochi istanti, poiché riprese subito a rotolare.

“E tu Hermione, saresti così gentile da non nasconderti dietro quel libro?”

Harry Potter ci stava provando con tutto se stesso, ma ogni cosa risultava vana.

Hermione apparve da dietro la copertina, ma dopo pochi istanti in cui i suoi occhi incontrarono quelli verde smeraldo dell'amico, tornò a ridere senza ritegno.

Harry gettò la spugna e tornò ai suoi compiti; la notizia di Ron gonfio come una zampogna a quanto pare doveva far scattare la molla dell'’ilarità.

 

                                                        ***

 

“Buongiorno Harry”

Harry si sistemò gli occhiali e guardò l’amica, “Ti sei ripresa dall’ilarità di ieri?”, chiese.

“Spero di sì, anche se ti confesso che se ci ripenso mi viene ancora da ridere!”, Harry scosse la testa disperato e lei si servì di una fetta di pane tostato e della marmellata di more.

“Verrai a trovarlo in infermeria?”

“Certo”, ripose spalmando la marmellata sul pane tostato con maestria, “Non mi perderei mai Ron moribondo!”, disse prima di addentare con foga la sua creazione, lasciando un Harry sgomento.

 

Al tavolo delle Serpi sembrava tutto scorrere nella tranquillità più assoluta.

Tiger e Goyle avevano fatto fuori due torte al cioccolato nel giro di pochi minuti, Draco Malfoy aveva dato fuoco alla Gazzetta del Profeta, Blaise Zabini stava servendosi di un buon tè e Pansy Parkinson stava rifacendosi il trucco.

Ma in quella giornata che sembrava essere perfetta, arrivò una nota stonata; Cormac McLaggen aveva dimenticato la sua identità, difatti si era accomodato al tavolo Verde-Argento senza alcuna esitazione, quasi come se fosse una cosa normale.

“Come ci si sente ad essere stati puniti per un crimine non commesso?”, chiese beffardo prendendo il vassoio con il bacon, ma il tragitto del vassoio non durò poi molto, infatti venne afferrato dalle regali mani di Draco Malfoy e venne rimesso al suo posto.

“Piuttosto bene, McLaggen”, rispose altrettanto beffardamente, e di certo il caro Cormac non si aspettava una risposta del genere.

“Devi averlo ridotto proprio male”, dette il manforte David Urquhart.

“Già, gli ho anche rotto il setto nasale”

“David da quanto non rompiamo il setto nasale a un Grifondoro?”, chiese Draco al suo compagno, come se davvero non ricordasse l’accaduto.

“Non lo so Dra, ma so per certo che è trascorso parecchio tempo!”, uno strano scintillio s’impadronì dei due ragazzi, Cormac stava iniziando ad aver paura, anche perché la fama dei Serpeverde nel fare a botte era conosciuta e temuta in tutta la scuola.

“Che ne dici di vederci alla fine delle lezioni al limite della Foresta Proibita?”

“Ma- Malfoy, non c’è un'altra soluzione?”

Cormac McLaggen. L’imponente Cormac McLaggen stava tremando di fronte a due ragazzi di cui lui era il triplo.

I due si guardarono, “Se non vuoi avere il setto nasale rotto puoi benissimo andare a costituirti con la Vecchia Megera… la punizione che ti infliggeranno sarà una grande soddisfazione!”, e dopo quelle parole, Cormac si alzò dal tavolo pronto per andar a parlare con la McGranitt.

 

 

Un timido raggio di sole illuminava il volto tumefatto di Ron.

Distrutto da cazzotti ben assestati, aveva riscontrato anche una frattura al braccio e ovviamente il setto nasale rotto. Era ridotto ad uno straccetto, sembrava aver preso le sembianze di quei vestitini miserabili con cui venivano abbigliati gli elfi domestici.

Un visone triste, molto triste.

La piccola di casa Weasley non era rimasta impassibile a quello scempio, aveva infatti promesso a se stessa che quell’idiota di Cormac McLaggen non l’avrebbe passata liscia, dopo tutto lei era passata alla storia per via della sua bravura nel lanciare fatture Orcovolanti, in qualche modo doveva sfruttare quella sua abilità.

Harry si sentiva in colpa, lui e la sua sfiga erano sicuramente la causa di quel massacro, e infine Hermione era intristita per via della violenza che si generava tra ragazzi solo per quello stupido sport che era il Quidditch e che mai avrebbe capito.

Ron ovviamente non riusciva a parlare, quindi stettero lì a raccontargli qualcosa e per farlo stare in compagnia, anche se il pensiero costante di Ginny era volere Cormac McLaggen morto. Non chiedeva poi tanto…

 

Il suono della campanella della prima ora di lezione non tardò ad arrivare, e il castello fu come invaso da una mandria di bufali.

Draco Malfoy passeggiava solitario per il quarto piano mentre si rigirava il romanzo tra le mani come  a volerne valutare la fine più adatta.

Dato in pasto alla Piovra Gigante o vederlo consumarsi tra le ardenti fiamme del camino di Serpeverde?

Uno dei dilemmi più grandi della storia dell'’uomo.

Guardava quel libro con disgusto, una storia un po’ troppo sdolcinata, molto banale e priva di sentimenti autentici. Sembrava tutto troppo stilizzato.

Poteva davvero essere così semplice quel sentimento chiamato amore?

Poteva davvero donare emozioni così forti da farti sembrare tutto perfetto?

Lasciò perdere quei quesiti, non voleva di certo impelagarsi su certi temi che aveva sempre odiato.

 

Qual è l’indirizzo dell'’amore era una semplice storia d’amore ambientata in tempi moderni nella caotica città di New York. L’autrice, era stata una studentessa di Hogwarts e la sua curiosità l’aveva spinta a voler conoscere i babbani e le loro abitudini.

Visse per anni da babbana nonostante discendesse da una casata di Purosangue, fino a quando si innamorò di un medico; e dalla sua improbabile storia d’amore nacque quel romanzo che divenne nel giro di poche settimane uno dei romanzi più ricercati dal mondo magico, uno dei pochi libri di quel mondo che non parlava di magia.

I due protagonisti erano totalmente diversi, le antitesi per eccellenza.

Lui viziato, arrogante, presuntuoso e troppo preso dal suo lavoro da non riuscire a ricordarsi di avere una vita da vivere.

Lei energica, determinata, vitale e troppo presa dall’aiutare gli altri da non rendersi conto di aiutare se stessa.

Per uno strano scherzo del destino si ritrovano faccia a faccia, nasce subito una relazione basata sull’amore-odio, una di quelle relazioni in cui si è pronti a mentire a se stessi per evitare di complicarsi la vita con quello strano e tumultuoso sentimento che prima o poi cattura tutti.

 

Draco Malfoy aveva letto quella presentazione così tante volte da averla ormai imparata a memoria, era così impressa nella memoria che iniziò a credere di aver scritto lui quella immane e banale stronzata.

 

                                                        ***

 

“Ho letteralmente divorato questo splendido romanzo…”

Se per letteralmente divorato Padma Patil intendeva che aveva mangiato quell’ammasso cartaceo, Draco Malfoy era pronto a chiederla in moglie, ma quando si rese conto che ne parlava con occhi luccicanti con la Mezzosangue tenendo in mano quell’odioso libro, trasse un sospiro di sollievo. Meglio chiedere alla Professoressa Romance di diventare sua moglie che a quell’oca svampita della Patil.

Si accomodò come sempre al suo mitico banco in fondo all’aula; gambe distese i cui piedi finivano ad incrocio sul banco, sprofondato sulla sedia osservava tutti con sguardo minaccioso, forse più minaccioso del solito.

“Adesso che anche Malfoy ci ha degnanti della sua presenza, possiamo iniziare”, la Mezzosangue non si smentiva mai, lo aveva pure aspettato.

 

Sharon e Trevor, così lontani eppure così vicini.

 

Sperò con tutto se stesso, che quella frase fosse uno scherzo, che il vero tema non fosse quello.

Ma quando Hermione indicò la lavagna capì che quello era lo stupido tema partorito da quel sonnifero vivente della Professoressa Romance.

Subito una mano saettò in aria per la prima volta da quando il corso era iniziato: Justin Finch-Fletchley stava enunciando parola. Un avvenimento quasi apocalittico, quasi perchè sarebbe stato apocalittico se quel demente avesse detto qualcosa di logico.

“Sharon è il mio personaggio preferito…”, decisamente non era stato apocalittico.

“Sì Granger, per me Gondeberga ha avuto un ruolo rilevante nella storia”, disse Draco, stanco di quel gregge di incompetenti  senza una loro visione del mondo seria e interessante.

“Gondeberga il gatto di Trevor?”, chiese Antony Goldstein schifato.

Draco ghignò, “Quante Gondeberga conosci?”, rispose acido.

Hermione per poco non si soffocò con le risate, “Sembra incredibile Malfoy, ma anch’io ho un debole per quel gatto… sarà il nome… credo…”

Draco non credette alle sue orecchie, la Granger non era poi tanto male se riusciva anche lei a prendere in giro ciò che era racchiuso nei suoi adorati libri.

“Ed io che credevo che non potesse esistere un nome peggiore di quello che hai dato a quella palla di pelo arancione…”

“Già… ma a quanto pare al peggio non c’è mai fine…”

Allibiti.

Sconvolti.

Scioccanti.

Impietriti.

I 7 erano con la mandibola raso terra. Hermione Granger e Draco Malfoy non stavano litigando furiosamente, ma conversando civilmente accompagnati da una nota di divertimento innaturale.

Gli occhi che andavano dall’uno all’altra. Le orecchie che captavano quello scambio di simpatiche considerazioni su uno stupido gatto… erano in una dimensione parallela, non c’era altra soluzione.

“Gondeberga è il mio mito”

“E’ anche il mio!”

“Qualcosa in comune, finalmente”

Il sorriso ancora sulle labbra delle ragazza, lo sguardo sereno e divertito di lui, nessuno dei due fece caso a quelle frase forse banale, ma no se pronunciata dal Purosangue per eccellenza.

“Avete seguito il mio consiglio?”, chiese timidamente Hannah Abboth.

Scossero la testa all’unisono, e infatti dopo la parte ilare sarebbe arrivata la parte fatta di ringhi maschilisti e femministi.

Se solo Hannah non avesse parlato, probabilmente quella lezione si sarebbe svolta nella normalità, che non avrebbe implicato uno scambio di pareri piuttosto acceso di due adolescenti folli.

“Sai Granger, mi chiedevo se Sharon non fosse totalmente pazza…”

“Perché dovrebbe esserlo?”

“Non è da persone normali innamorarsi di un sorriso…”

“Non è da tutti innamorasi di un sorriso, Malfoy. C’è una grossa differenza.”

“Al momento la differenza mi sfugge”, celiò.

“Ti sfuggono un po’ troppe cose”, disse vaga.

Draco Malfoy fu punto nell’orgoglio, un orgoglio strano a dire la verità.

“Tu invece afferri sempre tutto, vero Granger?”

Si guardarono per un bel po’, ormai succedeva ad ogni lezione.

A molti sembrò di vivere una delle scene del libro; la storia era piena di battibecchi da manuale, e quello sembrava interpretato da Sharon e Trevor. Quasi identico.

“Sì”, una risposta secca che non ammetteva ripensamenti. Orgoglio.

Una risata sarcastica uscì dalla bocca del Serpeverde, “Come sospettavo”, e con un gesto sensuale ma privo di meditazione si portò una sigaretta alla bocca.

Sacrilegio. I 7 non erano pronti per quell’immagine che senza pietà si sarebbe impossessata delle loro giovani menti. Le sigarette non erano ammesse ad Hogwarts, e Draco Malfoy, l’incarnazione del peccato, aveva addirittura uno di quegli strumenti malefici tra le labbra.

“Come mai non credi che Trevor sia un insulso sentimentale? E’ lui che alla fine cede all’amore…”

La frase di Hermione fece scaturire mille domande contrastanti a cui lui però non dette adito.

“Forse perché non ho abbastanza elementi per giudicarlo…”

Frase parecchio matura per essere stata proferita da lui.

Prese un grande respiro, “Allora credi che esista l’indirizzo dell'’amore?”, il tono di voce titubante, non era sicura di voler fare quella domanda né tanto meno di avere una risposta da lui.

“No, l’amore non esiste, tanto meno il suo indirizzo”, risposta secca.

Parole, gesti, frasi di libri, convinzioni… vorticava tutto troppo velocemente nella testa di Hermione. Alcuni istanti di religioso silenzio, solo le palpitazioni accelerate dei 7 si sarebbero potute sentire con un minimo di concentrazione in più. Ma né a Draco né ad Hermione interessava sentire i palpiti dei cuoricini di 7 stupidi idioti.

 “Malfoy, spero non ti disturbi sapere che il libro da leggere per la prossima settimana l’ho scelto io e non la professoressa Romance…”

Draco si voltò verso Hermione, “Non è un romanzo, è una fiaba, la mia preferita per l’esattezza, e mi piacerebbe poterne discutere con te, sono curiosa di sapere come  smonterai questa storia d’amore”, continuò porgendogli, stavolta garbatamente, il libro. Beauty and The Beast.

Il titolo non sembrava male.

“Ok Granger, farò del mio meglio”, e presa la sua sacca uscì dall’aula.

 Dieci minuti dopo suonò la campanella che annunciava una stressante ora di Erbologia.

Campanella, oh suono stupendo??!!?

 

 

 

 

 

 

Ragazza perdonatemi per il ritardo mostruoso con il quale sto postando, ma ormai la fine della scuola è imminente e gli esami di maturità sono vicinissimi-___-

Mi dispiace immensamente, spero comunque che questo capitolo sia stato di vostro gradimento.

 

Vorrei potervi ringraziarvi tutte come meritate, ma non ho davvero tempo: Svevo Pirandello e Saba mi aspettano… e c’è anche Joyce che freme per avere la mia compagnia^___^

Ok, sono definitivamente da portare via!

 

Grazie a:

London, sweet_puffola_pigmea, Cherry, Aysha, Sonaj, Auror Girl, white_tifa, Chiaras, Erin, Synilla, Merryluna, SweetChocolate, Cobwy23, Aryka, 1992, Herm90, camyxpink, stellinainnamorata90 e yuna_forever.

 

GRAZIE DI CUORE.

 

Kisses

 

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Capitolo 5
*** Lesson number five: A curious story between Beauty and the Beast ***


hui

Doveva essere un Lunedì all’insegna della normalità, ma tutto sembrava essersi messo contro quel normalissimo concetto.

Pix era stranamente calmo, e anche se Neville si era svegliato con una pianta di fagioli in miniatura che gli pendeva dall’orecchio, il poltergeist non aveva urlato per tutto il castello la notizia che avrebbe destato curiosità, scalpore e battute e tradimento.

Il Barone Sanguinario aveva abbandonato le catene nella sua torre e girovagava per il castello con uno strano copricapo piumato.

La Signora Grassa stava stranamente in silenzio, e Mirtilla Malcontenta non si trovava nei bagni femminili.

Che si scoprisse la vena simpatica e pronta allo scherzo di Severus Piton?

Essere fantasiosi è un conto, ma sperare in qualcosa di impossibile è da imbecilli.

 

 

Innamorarsi dell'’interiorità di un uomo

 

 

La frase che troneggiava sulla piccola lavagna dell'’angusta aula della Professoressa Romance, i cui occhiali rappresentavano un imponente castello avvolto nella nebbia e pieno di statue raccapriccianti.

Draco Malfoy era stranamente arrivato per primo alla lezione, aveva perfino battuto la puntualissima Mezzosangue.

 

Lei, che era innamorata della Bestia, per un attimo non capì. Ma poi vide negli occhi del giovane la stessa dolcezza che aveva conquistato il suo cuore e finalmente lo riconobbe.

 

Si guardò intorno in cerca di qualcosa da fare, un qualcosa per ammazzare il tempo.

La professoressa Romance non si era neppure accorta della sua presenza poiché troppo impegnata nel rimestare un liquido verdastro contenuto in una grande tazza dai disegni dubbi.

Avrebbe potuto benissimo accendersi una sigaretta, tanto quella vecchia stupida non se ne sarebbe mai accorta; e così fece dopo circa tre secondi di approfondita meditazione . Ne sfilò una dal suo porta sigarette in oro, e la accese con l’immancabile colpo di bacchetta.

Immediatamente l’odore pungente della sigaretta si disperse nel piccolo ambiente, e il naso della professoressa captò qualcosa che non andava.

Un insistente prurito al naso la stava facendo impazzire.

“Tu, senti questa strana puzza?”, chiese a Draco che all’ultimo banco ghignava divertito.

Buttò fuori il fumo, “No professoressa… non sento niente!”

Un’indecifrabile smorfia si dipinse sul viso raggrinzito della donna, che ignara di un fumatore nella sua aula continuò a rimestare il suo liquido e a leggere la Gazzetta del Profeta.

Draco imperterrito continuò a fumare la sua sigaretta.

 

“… dopo le lezioni l’annuncio verrà appeso in bacheca” , un’eccitatissima Padma Patil stava parlando di qualcosa, che sicuramente non sarebbe piaciuto a Draco Malfoy, con una stupidissima Hannah Abboth.

“Sarà stupendo… per fortuna facciamo parte del comitato…”, cinguettò la Tassorosso.

Una scossa elettrica portatrice di negatività percosse la colonna vertebrale del Serpeverde, che animato da cattivi pensieri si fiondò fuori dall’aula in cerca della Granger.

La ricerca sembrava quasi disperata, fino a che il suo sguardo color tempesta incrociò una massa cespugliosa che dava delle spiegazioni ad un primino.

Quando il primino si trovò davanti la figura tenebrosa di Draco Malfoy scappò a gambe levate facendo credere ad Hermione di essere vittima di una strana malattia che lo portava a correre senza motivo nei momenti più impensati.

“Granger…”, solo quando una voce dal tono rude si fece sentire, capì il motivo per cui quel povero ragazzino era scappato in preda al panico.

“Malfoy… ti manco così tanto che non puoi aspettare l’inizio della lezione?”, disse iniziando a camminare verso l’aula.

“Esatto! L’attesa mi stava uccidendo!”, una risposta degna del loro personalissimo modo di scherzare.

“Stanotte ti ho sognato…”, la buttò lì Hermione sempre continuando a camminare senza che il suo tono o il suo viso cambiassero espressione.

“Davvero?”, a dire il vero era un po’ sorpreso, non bramava certo di essere il protagonista incontrastato dei sogni della Granger, ma sapere che anche lei era capitolata al suo fascino era una conquista di altissimi livelli.

“Già, ho sognato che ti uccidevo, ti facevo prendere in pieno da un lampadario…”.

Dopo quella risposta, era ovvio che Hermione Granger non era capitolata.

“Manchi di originalità anche nei sogni…”

“Come fai a dirlo? Ti ho forse detto che era un normalissimo lampadario?”

“Mi piacerebbe stare ancora qui a sentirti dire quanto i sogni che fai su di me ti eccitano”, calcò molto sull’ultima parola visto un gruppetto di stupide Tassorosso del terzo anno prendendosi un buffetto piuttosto violento da Hermione, “… ma un problema ben più importante affligge le nostre vite.”

“Sarebbe?”

“L’indiana Corvonero e la grassona Tassorosso, sono entrate in aula parlando a proposito di qualcosa da mettere in bacheca, ne sai niente?”

Hermione fece mente locale, “So che da quasi quattro giorni fanno parte del comitato studentesco… ma le mie informazioni si fermano qui!”

Non sembrava interessarle molto, e fu così che Draco la afferrò bruscamente da una spalla per farla voltare e soprattutto cessare di camminare come se da quella stupida lezione dipendesse la sua vita.

“Cos’altro vuoi, Malfoy?”

Si guardarono in cagnesco, nessuno dei due distoglieva lo sguardo o sembrava intenzionato a parlare.

7 persone all’interno dell'’aula si chiedevano che fine avessero fatto, e qualcuno ipotizzò che Malfoy si fosse tramutato in un cane a tre teste e si fosse mangiato Hermione Granger in un sol boccone…

Indubbiamente la fiaba che avevano letto, li aveva traumatizzati a tal punto di vedere principi trasformati in bestie feroci un po’ ovunque.

 

Erano ancora lì a fronteggiarsi, quando Draco lasciò la presa e senza una parola s’incamminò verso l’aula.

Quella ragazza riusciva a mandarlo in bestia, e fargli dimenticare tutto poco dopo.

Credeva di impazzire…

 

                                                        ***

 

Ormai la lezione era iniziata da venti minuti, ma nessun intervento maschilista da parte del Principe di Serpeverde aveva visto la luce.

La Bestia aveva solo bisogno di amare…”

“… è stata fortunata! Era proprio brutta!”

Discussione matura affrontata da Ernie Mcmillan e Padma Patil.

Neanche Hermione aveva voglia di discutere quel giorno. Era annoiata.

Draco stava pensando a tutt’altro, e tra i pensieri principali vi era un piano per uccidere tutti presenti in quella aula, tutti tranne una, ma il suo inconscio sapeva che una l’avrebbe omessa dal suo terribile piano. Il suo inconscio lo sapeva, lui ancora no.

“E’ possibile innamorarsi di una creatura terrificante?”, chiese innocentemente Justin Finch-Fletchley facendo in modo che le sue gote si tingessero di rosso.

“Io non lo farei mai!”, ammise Padma Patil nel pieno della sua maturazione, “… anzi… quasi mai, se lui fosse bello non ci farei poi molto caso”

Hermione rabbrividì.

Visto che Malfoy è un bel ragazzo perché non innamorarsi? Chi se ne frega se caratterialmente fa schifo ed è uno stronzo misogino maschilista? Stupida Padma…

“Trovo la cosa assurda! Ed è per le stupide senza cervello che i ragazzi belli ma stronzi sono sempre pieni di oche giulive che fanno tutto ciò che viene detto loro! E che non mi si venga a dire che questi sono i vostri preziosi principi morali, perché fanno davvero pena!”

Non avrebbe voluto neanche pronunciare quella frase, ma le uscì senza che potesse impedirlo. Pensiero che la tormentava; perché tutti i ragazzi della sua età con cui era costretta a vivere erano così superficiali?

Padma strabuzzò più volte gli occhi, ma poi ripensando alle parole della sua compagna di corso si rese conto che lei non aveva capito cosa aveva voluto dire e tornò a sorridere come una sciocca.

Draco Malfoy intanto ripensava alle parole della Mezzosangue.

Era una ragazza di sani principi, e non poteva di certo pensare che fosse un’idiota solo perché vedeva nei libri la vita, l’unica fonte di piacere…

“Tu andresti fino in fondo per tirare il buono che c’è in lui?”, chiese poi Draco incuriosito dalle sue stesse parole; perché fermarsi a conoscere le persone se poi quelle potrebbero infliggerti dolori atroci anche solo con una parola?

Perché voler essere così vicini agli altri?

Non riusciva a spiegarselo.

“Sì, se necessario”

La Bella dunque era solo curiosa…”

“Incuriosita dall’aspetto della Bestia e dal suo sguardo a tratti dolce a tratti triste…”

Uno sguardo, un sorriso, un semplice gesto…

Era davvero così semplice innamorarsi?

“Ma chi l’avrebbe mai detto che poi il principe si sarebbe rivelato così bello?”, disse con aria sognate Padma nel pieno dei suoi viaggi mentali.

“Già, è stata proprio fortunata!”, fece eco Hannah anche lei pronta per la dimensione dei sogni futili.

Cadde di nuovo il silenzio, e qualcuno ringraziò un’entità superiore perché in quell’ora le sue orecchie non erano incappate nelle frasi del peccato e della dissoluzione.

Era appunto suonata la campanella e mentre qualcuno stava fuggendo verso la libertà, Padma Patil prese la parola traforando i timpani dei presenti, la comunicazione era di vitale importanza.

“Ehm fermi tutti, ho una notizia da dare…”

Molti si fermarono, altri come Hermione e Draco furono costretti a non abbandonare l’aula.

“Spero per te che sia una cosa più che importante, non ho tempo da perdere”

Padma trasalì, Draco Malfoy era riuscito a far estinguere la felicità che quella notizia le aveva donato. Ma nonostante il suo tono rude e il suo visino corrucciato, restava comunque un bellissimo ragazzo. La gentilezza passava in secondo piano, e anche al terzo sarebbe andato più che bene.

“E con grande onore che vi annuncio che io e Hannah siamo state elette presidentesse del comitato studentesco, sapete cosa significa?”, fece piena di energia gesticolando animatamente sperando di trasmettere la sua incontenibile gioia ai presenti.

“Che tutti i ragazzi presenti in questa scuola si drogano?”, chiese Hermione.

E inutile dire che Draco Malfoy appoggiava in pieno quella domanda. Sì, era proprio ammirato.

“No Hermione!”

“Peccato!”, mugugnò.

Padma le lanciò un’occhiataccia e tornò a dedicarsi a quegli imbecilli che pendevano dalle sue labbra impiastricciate di lucido.

“Significa che tra due settimane ci sarà la festa di Natale, non sarà niente di particolare perché abbiamo poco tempo a disposizione per organizzare, ma vi promettiamo che il Ballo di Primavera sarà bello da mozzare il fiato…”

Due persone sbadigliarono in sincrono, avevano indubbiamente accolto la notizia con gioia.

“E’ tutto in bacheca!”, concluse tra gli applausi di sei dementi, mentre Draco e Hermione uscivano di soppiatto dall’aula.

“Non posso crederci”

“Cosa c’è Malfoy? Sei già in crisi perché non sai cosa mettere?”

“No Granger, sono in crisi perché io odio queste feste”

“Almeno non sono l’unica”

Continuarono in silenzio poi le loro strade si divisero ed Hermione venne assalita da una Ginny gioiosa e un Harry cupo, stati d’animo che rientravano nella norma dei suoi amici.

“Hai sentito? Ci sarà una festa tra due settimane…”

“Sì ho sentito, ma non capisco tutto questo entusiasmo!”, disse dubbiosa mentre Harry cercava un modo di evadere, peccato che avesse dimenticato il Mantello dell'’Invisibilità nel doppio fondo del baule.

“Non sono entusiasta della festa, ma perché almeno durante queste vacanze non ci sarà la solita festa barbosa con il coro organizzata da Silente e dalla McGranitt…”

Hermione inarcò un sopracciglio, “Pensi che Padma e Hannah siano in grado di organizzare qualcosa di migliore? Io ne dubito…”

“Ed io sono con te…”, la voce cavernosa di Harry arrivò ai loro orecchi forte e chiara e riuscì a strapare un sorrisino compiaciuto alla sua migliore amica.

 

 

_______________________________________________________________________

Salve ragazze, felice di aver superato i quiz per la patente, voglio condividere con voi la mia gioia e postare senza farvi attendere ulteriormente!

Happy, Happy, Happy!!!

Adesso manca solo la rogna degli esami di maturità… J

 

Ragazze grazie di cuore per il vostro sostegno, sono così sotto stress che ne ho davvero bisogno!

IO VI ADORO!

 

Spero di rendere al meglio l’idea XDXDXD

Felice che il capitolo precedente vi sia piaciuto, spero che questo non sia una schifezza immonda!

 

Un Grazie Particolare a:

London( Ciao, forse Draco incenerirà i puritani alla fine… devo valutare la fine giusta XD grazie per il costante sostegno!), Aysha (Che spettacolo? Sì, sono curiosa^^ Qui invece di parlarsi si sono un po’ scontrati, spero comunque tu abbia gradito^^), sirbiss( Chiedo troppo se sono curiosa di sapere qual è stato questo caso fortunato? Sono contenta che ti piaccia, e che la mia idea sia stata ben accolta^^ Un mega grazie), camyxpink( Eh beh la loro storia ricorda quella del romanzo, e poi diciamo che prima della storia in sé, in un flash m’è venuto in mente il titolo… sarebbe stato idiota non applicarlo^^ Spero non dispiaccia che manca ancora un po’ prima che la storia si smuova davveroJ), white_tifa( Ciao cara, non se dire che qui Draco si sta buonino… non darà il meglio di sé, ma il povero bimbo ha i suoi buoni motivi… la festa di Natale lo ha un po’ stordito^^), Sinylla( Innanzitutto mi voglio complimentare con te per la tua storia, m’è piaciuta davvero tanto, e spero di leggere il proseguimento al più presto^^), Barbycam( Grazie mille, sperando che continui a piacerti),Cobwy23(Tesora,  Mi scuso per la brevità del capitolo, infatti lo reputo di transizione^^ Piaciuto comunque? Adesso parte dei “7” deve anche organizzare una festa…la scuola è proprio in buone mani…), sonaj(La povera Bella non è stata definita una donna scarlatta… Draco aveva la luna storta… ma forse è meglio così! Così almeno riflette un po’….), Yavanna92( Ho aggiornato alla velocità della luce? Ehm… forse no… Grazie mille!), Chiaras( Ciao, che teneri… non hanno proprio capito che il romanzo racchiude le loro essenze… fanno tanta tenerezza, vero?^^), yuna_4ever(Piaciuto? Spero di sì!^___^), Herm90( Reazione un po’ strana? E poi ti svelo che i personaggi della Bella e la Bestia torneranno un po’ più avanti… non me li lascio scappare^^), Erin( Uff… beata te che tra 15 giorni è tutto finito… io soffrirò per un altro po’…sigh! Però non so vedo l’Università come il raggiungimento della libertà, anche se sarà stressante…beh…meglio non pensarci!^^), 1992(Crepi! Ho aggiornato relativamente presto! Sono stata brava?), Lie_Potter(Non è vero che hai cominciato in maniera estremamente barbosa, a me fa tanto piacere sapere che sono riuscita nella caratterizzazione dei personaggi… e che sono soprattutto riuscita a mettere in piedi una storia^^ Mille grazie), Hanon(  I 7 lobotomizzati forse ne fanno mezzo insieme^^ Piaciuta la lesson number 5?^^), Christine23(Draco sta forse cambiando visione del mondo? Non sarò di certo io a dirlo…contenta che ti piaccia e che riesca a  incuriosirti^___^)

 

Grazie a tutte.

 

Kisses         

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Capitolo 6
*** Galeotto fu il libro e chi lo scrisse ***


galeotto

Dedico questo capitolo a redRon perché senza di lei non sarebbe mai stato scritto.

Dedico questo capitolo a Merryluna così paziente con una pazza come me.

Dedico questo capitolo a colui che non smetterà mai di essere il mio migliore amico nonostante i  tanti litigi che ci accompagnano. Rimettiti presto… Mi manchi!

 

 

 

 

Natale implicava anche una buona dose di vacanze. Giornate lontani dai libri, dagli orari, dai professori e dai doveri.

Ma nonostante i compiti fossero l’ultimo delle preoccupazioni di tutti gli studenti, c’era comunque quella piccola eccezione che conferma la regola; la piccola eccezione aveva un nome: Hermione Granger.

 

“Non starai andando in biblioteca, vero?”, disse Ron mentre si infilava la divisa di Quidditch.

Hermione era seduta sul suo letto e contemplava il soffitto dove vi erano appese tutte le figurine dei Cannoni di Chudley; “Certo Ron, cos’altro dovrei fare?”

“Venire a guardare gli allenamenti di Quidditch?”, chiese, sempre con la speranza di aver detto qualcosa di sensato che non avesse urtato la sensibilità della sua migliore amica.

“Io odio quello stupido sport… e poi devo fare 65 cm di tema per Piton”, si alzò del letto e indossò la felpa che aveva abbandonato lungo il letto.

“Stai andando davvero?”

“Sì Ron”, e presa la sacca uscì dal dormitorio maschile, lasciando Ron in attesa di un Harry che avrebbe tardato ad arrivare per ovvi motivi.

 

                                                        ***

 

Nei sotterranei la calma che Draco Malfoy stava provando nel fumare una sigaretta sdraiato  sul divano di fronte al camino, stava per essere distrutta da un uragano conosciuto con il nome di: Blaise Zabini.

“Draco sono nella merda”

“Avvertivo una certa puzza…”, celiò con fare assente, guardando con ammirazione il fumo che usciva dalla sua bocca.

Blaise roteò gli occhi, “Sono nella merda perché ho dimenticato un libro in biblioteca…”

“Effettivamente lasciare un libro in biblioteca è quasi pericoloso come andare a spasso nella Foresta Proibita con cesto di fragoline per merenda…”

“Draco, non ti sforzare ad essere simpatico… non ce la farai mai!”

Draco si mise a mezzo busto e lo guardò torvo, poi si voltò verso il camino e si inabissò nel suo prezioso silenzio.

“Come ti dicevo ho dimenticato il libro in biblioteca, non è che me lo andresti a prendere?”, si mise davanti al volto del biondino in ginocchio con occhioni languidi, “Ti preeeego!”

“E per quale motivo Mr Simpatia non può andare a riprendere il libro?”, domandò incenerendolo con il solo sguardo.

“Ho un appuntamento con Pansy e se la Pince trova quel libro sono nella merda… ti prego, l’ho dimenticato…”

Di mala voglia si alzò dal divano e buttò la cicca della sigaretta tra le braci ardenti del camino, “Ma dove hai la testa, oltre che tra le gambe di una ragazza?”

“Dai Dra… ti prometto che diventerò il tuo elfo domestico personale”

“Ne ho già abbastanza e non voglio un incapace!”

Dette le spalle al suo amico che non aveva ovviamente voluto cogliere l’ennesima battutina acida di Draco Malfoy.

“E adesso dove vai?”, chiese.

“A prenderti il libro, idiota!”

Stava per uscire dal dormitorio quando si vide stritolato da Blaise.

“Adesso posso andare da Pansy senza preoccupazioni!”

“Ucciditi Zab!”, e dopo esserselo scrollato di dosso uscì dal dormitorio pronto per andare in Biblioteca.

 

                                                        ***

 

Sommersa da libri e pergamene, Hermione si confondeva con uno dei numerosi scaffali della Biblioteca, assolutamente deserta.

Niente ragazzi bramosi di conoscenza, niente Madama Pince scappata in infermeria a spettegolare con Poppy.

Due ore la separavano dall’ora di cena, ma la ragazza sembrava aver perso la cognizione del tempo.

“Eppure… aspetta… no… forse è in quel volume…”

Un vecchio volume polveroso fece tossire Hermione, che non si rese per niente conto dell'’arrivo di un’altra anima in quel luogo di perdizione.

“Parli anche da sola,Granger?”

“Ciao Malfoy”, disse con occhi lacrimanti.

Draco fece il giro del tavolo e si sedette di fronte a lei, iniziando a guardare i tomi che giacevano sul tavolo.

“Ma stare in panciolle come i comuni mortali, no?”, chiese, impressionato dai titoli arcaici impressi sulle copertine vetuste.

“A quanto pare non sono un comune mortale…”

Draco roteò gli occhi, “A quanto pare oggi sono circondato da gente simpatica…”

Hermione chiese spiegazioni con gli occhi, ma il ragazzo non rispose e afferrò la pergamena su cui erano stati impressi 47 cm di tema.

“E tu cosa sei venuto a fare qui? Non credo studiare…”

Chinò il capo e intinse la piuma nell’inchiostro.

Lo scorrere della piuma sulla pergamena rilassava Draco ed Hermione notò l’espressione del volto che via via si faceva sempre più serena, un piccolo sorriso le increspò le labbra e continuò a scribacchiare informazioni sulla pergamena.

“Non sono qui per studiare, ma perché quell’idiota di Zabini ha dimenticato un libro…”

“Non sapevo riuscissi ad essere anche gentile…”, celiò.

“Questa non è gentilezza, sai quanto può essere stressante Zabini? Certe cose si fanno solo per non farlo parlare più!”

Hermione si morse il labbro inferiore, “Ed io stupida che riesco anche a mettere te accanto all’aggettivo gentile…”

 

Le due ore ormai erano trascorse da un bel pezzo, ma i due ragazzi erano troppo impegnati per rendersene conto.

Hermione intenta nella scrittura del suo tema, Draco intento nel disegnare ciò che c’era aldilà della grande finestra.

“Si è fatto tardi… è meglio andare, o la biblioteca chiuderà…”, disse stiracchiandosi e osservando con la coda dell'’occhio ciò che aveva abbozzato Draco su quel pezzo di carta straccia.

Non si poteva definire il nuovo Caravaggio, però se la cavava abbastanza bene, soprattutto nel realizzare le zone d’ombra.

“Sarà meglio…”, si alzò e andò verso la porta; Hermione intanto riponeva i volumi sugli scaffali facendo sì che la polvere la facesse starnutire senza sosta.

“… è già chiusa!”, annunciò con calma paradossale, ritornando da una Hermione sbigottita per via della notizia.

“COSA?”

“E’ già chiusa! Siamo in trappola, Granger!”

No, no! Non poteva essere!

Per la prima volta in vita sua non voleva stare in Biblioteca.

Si prese la testa tra le mani, e si riaccomodò al tavolo.

“No… no…com’è potuto accadere?”

“Io una mezza idea ce l’ho!”
”E sarebbe?”

“Quasi sicuramente la Pince sarà venuta, non avrà visto e  sentito nessuno e avrà chiuso…”

Hermione lo guardò sconsolata; ma come faceva ad essere così tranquillo?

“E adesso?”

“Aspettiamo domani mattina”, disse sedendosi per terra e accendendosi una delle sue immancabili sigarette.

“Ma non hai la bacchetta con te?”, chiese accendendo così un barlume di speranza in lei, visto che l’aveva dimenticata sul letto di Ron.

“No, l’ho dimenticata…”

“Dimentichi la bacchetta, ma le sigarette sono sempre al tuo seguito…”, sbottò irata alzandosi in piedi.

“Vedo che anche tu non hai con te la bacchetta, ma la tua proverbiale lingua lunga è sempre con te…”, disse aspirando una boccata di fumo e tirandoglielo in faccia facendola tossire nuovamente.

“Sai che qui non si fuma?”

Draco si guardò intorno, “Vedi in giro qualche divieto?”

“N-no… ma…”

Poggiò il capo allo scaffale e continuò a fumare, “Vorrà dire che fumerò quanto mi pare…”

Hermione sbuffò spazientita  e si sedette accanto a lui, nella speranza che quella situazione finisse prima, e che Malfoy non le distruggesse le vie respiratorie con il suo dannatissimo vizio del fumo.

Lui continuò a fumare e lei continuò a fare pensieri sconnessi e a guardarsi intorno nella speranza di trovare qualcosa da fare, e nella speranza di trovare un modo di uscire da quel luogo.

Così animata da sconforto si alzò e prese un libricino dalla copertina nera.

Un romanzo di una scrittrice magica che doveva avere caratteristiche Horror.

Era tanto per ammazzare il tempo, non di certo per fare altro.

 

Il Delitto del Conte di Lusax

Probabilmente una stronzata colossale, ma si fanno troppe cose quando si è in crisi.

A gambe incrociate si risedette accanto al ragazzo che aveva giusto ciccato sul pavimento per la gioia degli elfi domestici che abitavano il castello.

“Leggi?”

“Tu fumi e io non posso leggere?”, chiese alzando un sopraciglio con fare scocciato.

Ritornò alla sua lettura.

 

Era una notte buia e tempestosa, i tuoni rimbombavano all’interno del castello gotico, e i fulmini caduti nelle vicinanze illuminavano spaventose statue di leggendarie creature.

Un salice piangente aveva preso fuoco poco lontano e solo la luce fioca di una candela orami quasi del tutto consumata illuminava la grande stanza dai tendaggi pesanti…

 

“Cosa leggi?”, domandò incuriosito.

“Non ti interessa”

Draco lasciò stare e si accese un'altra sigaretta.

Qualcosa da fare doveva pur trovarla e se una conversazione con la Mezzosangue non poteva intavolarla si sarebbe donato al fumo, il suo unico e vero grande amore.

Ma Draco sapeva che non avrebbe potuto fumare tutta la notte, avrebbe potuto leggere qualcosa ma l’idea lo abbandonò quasi subito.

Dormire?

Troppo scomodo.

“Cosa leggi?”

“Ti ho già detto che non ti interessa”

“Sei troppo acida…”

Hermione non rispose alla provocazione e tornò alla lettura.

Neanche provocarla l’aveva destata dalla sua lettura, così animato da curiosità accecante si sporse verso la ragazza, ma lei arretrò, non voleva dargliela vinta.

Si avvicinò ancora, e ancora la ragazza arretrava.

 

Un movimento del Serpeverde, che la ragazza si allontanò di qualche altro centimetro.

Era forse un gioco?

Draco Malfoy non lo sapeva e stava iniziando a spazientirsi veramente.

“Granger, a che gioco stai giocando?”

“A nessuno”

“E allora smettila di allontanarti!”

“E perché dovrei?”

Impertinente

Indomabile

Diversa

“Dimmi cosa diavolo stai leggendo!”

“Ti cambia la vita se te lo dico?”

Draco Malfoy roteò gli occhi esasperato, si mise davanti la ragazza e le imprigionò i polsi, mentre quella continuava a dimenarsi come una forsennata.

“Lasciami!”, sbottò infastidita dal comportamento del ragazzo, che però non mostrava nessuna espressione cattiva o di superiorità, non voleva farle del male, voleva solo essere preso in considerazione?

Adorava di sicuro stare al centro dell'’attenzione, e lei scansandosi da lui e dalla sua persistente curiosità, lo aveva messo nel cantuccio privo di notorietà o attenzione.

“Dimmi cosa stai leggendo…”

“No”, un sorriso bellissimo si disegnò su quelle labbra dal disegno perfetto.

“Granger, queste prese di posizione con me hanno vita breve…”

Ormai era a cavalcioni sulla figura esile di Hermione.

Non sembravano comunque scossi da quella situazione, era quasi normale.

“Sei davvero assillante…”

Il libro tra di loro, ed Hermione incantata da quei sottili ciuffi biondi che ricadevano scompostamente su quegli occhi dal coloro insolito.

Draco ghignò e lasciò la presa, prese il libro e si alzò, anche se poi quella posizione non gli dispiaceva più di tanto, non gli era mai dispiaciuta a dire il vero.

 

Il Delitto del Conte di Lusax

 

“…Sul comò in legno pregiato una cornice in ottone racchiudeva il segreto di quel castello. Un uomo sulla trentina dai lunghi capelli neri e dai penetranti occhi color del mare in tempesta, sorrideva felice dando le spalle ad un lago ghiacciato… la neve tutta intorno era il simbolo del freddo che albergava dentro il suo cuore.

Accanto a quella foto, un medaglione in oro con intarsi strani, forse mai vista prima d’ora.

Forse una rosa legata ad una esse, forse un serpente legato ad un fulmine.

Un’altra foto, stavolta rappresentante il volto di una donna. Una bellissima donna. Lunghi capelli biondi, con degli occhi celesti che le conferivano quello sguardo strano che…”

Draco Malfoy passeggiava leggendo ad alta voce la prima pagina che aveva preso sfogliando il libro.

Hermione si perse tra quelle parole, coinvolta da quella voce calda ed espressiva che riusciva a cullarla e a conferirle quella sensazione di calma e armonia che ricercava tanto nei suoi libri, ma che non riusciva a trovare.

Ascoltare Malfoy non era poi così male.

E poi c’era una cosa che l’aveva colpita; forse stupido da dire, ma il gesticolare del ragazzo la fece sorridere.

Dava un senso a ciò che leggeva, che si immedesimasse?

Draco intanto proseguiva imperterrito.

“… un abito bianco giaceva ancora su quel letto a baldacchino. Quasi certamente quei merletti avevano una storia da raccontare, una storia d’amore e di passione travolgente…”

Assorta. Cullata in quell’oceano di preziose parole.

“Granger, ti stai addormentando?”, chiese dolcemente avvicinandosi alla ragazza.

Lei si aprì in un grande sorriso, “Oh no… no… non potrei!”

Lui le scombinò affettuosamente i capelli e le porse il libro, “Ti disturba se leggi un po’ tu? Il mio sangue richiede della nicotina…”

Prese il libro che le porgeva e si alzò in piedi aiutata da lui.

“Tu non puoi proprio farne a meno, eh?”

“Mi sono anche messo a leggere, non l’ho mai fatto con qualcuno davanti che non fosse il mio precettore quando avevo sei anni…”

Era forse una confidenza quella?

Hermione non lo sapeva, ma se avesse riflettuto su quelle parole si sarebbe sicuramente resa conto che Draco Malfoy era a suo agio, e stranamente lo era proprio con lei. La Mezzosangue Zannuta.

 

“… quella notte del 1888 quella stanza aveva preso fuoco, ma l’unica cosa che era rimasta era quell’abito. Non una bruciatura, niente di niente… nessun segno delle ardenti fiamme dell'inferno, era rimasto lì lindo e candido, pronto per quelle nozze che non sarebbero mai avvenute, pronto per quelle nozze che non avrebbero mai visto la luce del sole…”

Draco si portò la sigaretta alla bocca intento ad ascoltare quella voce che per un attimo aveva abbandonato quella nota di saccenteria; appariva naturale senza artifici solo per apparire perfetta. Era lei. Era Hermione.

 

No che quella storia lo stesse prendendo, ma lo aveva incantato, forse perché era stato l’anello di congiunzione per una strana serata in compagnia di quella ragazza, per cui aveva sempre provato disgusto, ma che a poco a poco stava imparando ad apprezzare.

Forse era quello il motivo, ma doveva solo imparare ad ammetterlo.

 

Hermione sbadigliò, stava iniziando a sentire il peso della stanchezza.

Aveva studiato tutto il pomeriggio e aveva anche saltato la cena per cause di forza maggiore; se l’idiozia della Pince non l’avesse lasciata lì a marcire e a morire di freddo.

“Stai tremando?”

La voce del Serpeverde le suonò quasi paterna e lei non potè far altro che annuire.

“Vieni qua…”

La ragazza titubante si avvicinò.

“Ribadisco che non mangio…”

“Lo so Malfoy! Solo che questi atteggiamenti non sono da te”

Lui ghignò, “Davvero? Ci metteresti la mano sul fuoco?”

“Non so… forse la notte porta consiglio, ti faccio sapere domani mattina!”

“Ok”

Hermione stava per accomodarsi di fianco al ragazzo, quando lui la prese per il polso e la fece accomodare tra le sue gambe.

Una sensazione di calore invase la grifoncina.

Era strano trovarsi lì, in biblioteca  e soprattutto accoccolata contro di lui, come se fosse qualcosa di normale, ma ormai non sapeva più cosa fosse normale e cosa no.

“Comoda?”

“Sì”

E quando le braccia di Draco la avvolsero in vita fu ancora più strano, più bello forse.

“Ti va di leggere ancora?”

“Perché no? Alla fine questo libro è piacevole!”

 

 

Chissà quanto tempo era passato. Avevano davvero perso la cognizione del tempo.

“… lo aveva ucciso il giorno prima delle nozze perché lo amava troppo. Si consumava d’amore, viveva in una condizione d’esistenza ai limiti della follia.

Era davvero pazza d’amore. Era suo quella notte, quella notte di fuoco e di magia, quella notte in cui quegli occhi color del ghiaccio lo trafissero come dardi avvelenati.

Un bacio al veleno, giusto il tempo di dare fuoco anche alla stanza che racchiudeva la loro vita.”, Draco chiuse il libro e lo posò accanto a sé.

Hermione intanto si era addormentata, il capo poggiato alla spalla del ragazzo.

Aveva un’espressione dolcissima quando dormiva.

Le accarezzò i capelli e le posò un lieve bacio sulla spalla come a volerle dare la buonanotte.

Che lo stesse facendo proprio perché sapeva di non essere visto?

Di certo non si stava riconoscendo, ma no che la cosa gli importasse più di tanto.

“Buonanotte Hermione”, disse chiudendo le pesanti palpebre, stanche di quella giornata.

 

 

 

 

 

Sarebbe cortese da parte mia ringraziarvi singolarmente vista la vostra infinita gentilezza nei miei confronti; ma il momento non è dei migliori… e ieri ho anche saputo che il mio migliore amico si è andato a schiantare contro un albero con il motore.

Spero di riuscire a ringraziarvi nel prossimo capitolo, incrociando sempre le dita ed esami permettendo!

Scusatemi davvero tanto.

 

Siete delle grandi!

 

kisses

 

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Capitolo 7
*** A serious party with Paolo and Francesca ***


uj

Ormai si era nel vivo delle vacanze di Natale e anche se l’atmosfera che si respirava al castello non era prettamente natalizia, la neve che aveva imbiancato il castello e il paesaggio circostante era la prova tangibile che gli abitanti del castello si erano ritrovati catapultati nel bel mezzo dell'’estate.

Per Hermione Granger ad esempio non era il 23 Dicembre, bensì il 18 Maggio.

Aveva trascorso due giornate intere in biblioteca a fare ricerche su ricerche, a studiare su mattoni illeggibili dalle pagine ingiallite e strappate e ricoperti da un metro di povere; sembrava fosse sotto stress per via degli esami finali.

Ron ed Harry stavano iniziando a preoccuparsi.

 

Intanto fervevano i preparativi per la festa. Padma e Hannah sempre più indaffarate non avevano avuto un minuto di libertà, e sempre più isteriche camminavano freneticamente per i tortuosi corridoi del Castello in cerca di Silente, della McGranitt e soprattutto della Cooman a cui avevano chiesto degli aiuti.

Ovviamente anche Lavanda Brown e Calì Patil si erano intromesse nell’organizzazione.

Lavanda si era anche auto eletta a principessa incontrastata del Glamour.

 

“E’ domani sera, vero?”

“A cosa ti riferisci, Hermione?”

“Alla tragedia”

“Stai forse parlando della Festa?”

“Però…che perspicacia Ronald!”

 

 

                                                        ***

 

Nella tana delle Serpi quella sera era stata istituito un altro festino.

Gli unici invitati erano stati come sempre: Blaise, Draco, Theodore, David e Adrian.

Inseparabili amici quando c’era da scolarsi litri e litri di alcool e fumarsi “erbetta magica”

 

Due bottiglie di Firewisky giacevano accanto al corpo di David, che disteso sul suo letto sembrava morto.

Blaise stava divertendosi a fare cerchi di fumo, Draco stava per finire l’ennesima bottiglia di Vino Elfico, e Adrian stava aiutando Theo a dare via l’anima al gabinetto.

Un mal di testa pulsante stavano distruggendo Draco Malfoy che nonostante tutto si fece passare la sigaretta all’ erbetta magica da Blaise.

 

Improvvisamente un forte bussare destò Blaise dai suoi viaggi in mondi sconosciuti.

“Speriamo non siano Tiger e Goyle che rivendicano la loro scorta di dolci di Mielandia”, asserì. Di certo non potevano controllare la fame chimica, e l’unica cosa che avevano trovato di commestibile era stata la loro abbondante scorta di dolci.

Il bussare si accentuò, e Draco riuscì a capire che qualcuno stava realmente bussando alla porta della camera, e non nella sua testa annebbiata.

L’unico che riuscì a mettersi in piedi fu Blaise, si avvicinò allo specchio per dare un’occhiata a come si era ridotto, e ciò che vide non gli piacque per niente.

Si ravvivò i capelli e andò ad aprire; Grace Grey stava quasi per piangere.

“E’ con te Draco?”

Blaise si voltò verso la figura del biondino per accertarsi che lui fosse davvero lì e che non si fosse immaginato nulla.

“Sì”,rispose.

“Devo parlargli”

Blaise le fece cenno di aspettare, chiuse la porta e si buttò sul letto.

“Era Grace Grey”, esordì e il biondino dovette fare numerosi sforzi per riuscire a ricordarsi chi delle sue conoscenze rispondesse a quel nome.

Probabilmente c’era andato a letto, e ancora lei rivendicava ragione e una piccola speranza che loro sarebbero divenuti una coppia.

“Vuole parlarti, ti aspetta in Sala Comune…”

“Non ricordo nemmeno chi è…”

“Appena la vedrai ti ricorderai”, aspirò un tiro da una sigaretta che David aveva acceso ma che aveva subito abbandonato per andare a vomitare l’anima insieme a Theo. Era un mistero come Adrian non avesse ancora dato di stomaco assistendo al club del vomito.

“…o almeno ricorderai il suo corpo”, continuò ghignando.

Draco per tutta risposta inarcò un sopracciglio e si alzò svogliatamente da letto, e con capelli scarmigliati, camicia bianca stropicciata e aperta, e occhi arrossati si presentò al cospetto di Grace Grey.

 

Lei si era accomodata su uno dei divani di fronte al camino e si torceva le mani per via del nervosismo.

“Volevi parlarmi?”, la voce fredda e strascicata di Draco la travolse.

“S- sì”, lo balbettò. Era una Serpeverde, ma non riusciva proprio ad essere come Pansy o come la bellissima Daphne Greengrass.

Lei si poteva benissimo definire una mangiatrice di uomini, ma Draco Malfoy le faceva perdere la testa e non rispondeva più delle sue azioni. Perdeva il controllo. Non era più capace di controllare le sue emozioni. In lui annullava tutto il suo essere.

“E di cosa vuoi parlarmi?”, disse accomodandosi sul divano di fianco alla ragazza.

“E’ stato solo sesso per te?”, fece timidamente abbassando lo sguardo.

Draco fece cadere la testa sulla spalliera del divano sogghignando divertito verso il soffitto.

Una domanda più stupida quell’idiota avrebbe potuto formularla…

“Cos’altro avrebbe potuto essere?”, domandò sarcastico facendola cadere in un forte imbarazzo.

“Non so… magari… ecco vedi… io…”

Draco non sopportava l’insicurezza nelle donne, e poi sapeva benissimo dove quell’assemblaggio di parole sarebbero andate a parare, quindi si avvicinò al suo volto e catturò quelle labbra in un bacio che venne ricambiato immediatamente.

Quando si staccarono lei lo guardò con occhi languidi, una visione che fece gelare il sangue nelle vene per lo sdegno a Draco.

“A cosa devo…”, le si avvicinò di nuovo, disegnò sensualmente il contorno delle labbra carnose con l’indice; “Ti va di continuare la chiacchierata in un posto più intimo?”, sussurrò maliziosamente all’orecchio.

Lei rabbrividì e annuì, e afferrando la sua mano arrivarono alla stanza di Adrian e David dove la chiacchierata avrebbe assunto un’altra piega.

 

                                                        ***

 

Hermione Granger non aveva chiuso occhio per tutta la notte, e l’urlo che aveva cacciato appena sveglia ne era la prova.

Era stata assillata da pensieri orribili sulla festa che avevano organizzato quelle quattro pazze, aveva trascorso ogni minuto della notte pensando che mancavano un totale di minuti alla festa e aveva vissuto nel terrore.

Quando un timido raggio di sole le illuminò il viso, capì che mancavano poche ore e che quella terribile festa avrebbe avuto inizio.

“Hermione, tutto bene?”, chiese un’assonnata Lavanda Brown.

Hermione si prese la testa tra le mani, “Sì, va tutto bene!”, rispose flebilmente.

No che non andava tutto bene!

 

                                                        ***

 

Draco Malfoy fu svegliato da un lancinante mal di testa. Il feroce pulsare delle tempie lo fece distogliere da un sonno comatoso.

La voglia di vomitare stava per prendere il sopravvento e quando vide Grace Grey beatamente addormentata accanto a lui, la voglia di vomitare divenne una necessità.

Sembrava tutto un controsenso; avevano sicuramente fatto del sesso, e anche se non aveva ricordi a tal proposito il fatto che fossero totalmente nudi in un letto spazioso era una prova schiacciante, ma la voglia di vomitare non era data solo da tutto l’alcool e il fumo che circolava nelle sue vene, era dato da qualcos’ altro, era dato da quella ragazza che dormiva accanto a lui.

Si alzò nonostante il mal di testa, e presi i suoi abiti corse nella camera dove Blaise e gli altri avevano passato la notte tra il delirio e il vomito.

 

                                                        ***

 

Quando raggiunse la stanza dei suoi amici ciò che si presentò ai suoi occhi assonnati non era esattamente il ritratto dell'’ordine.

Theo dormiva abbracciato ad un sacchetto pieno di erbetta magica.

David si era addormentato in bagno coperto da una tovaglia dei colori di Serpeverde.

Adrian era in boxer per terra, e Blaise giaceva tra bottiglie vuote borbottando qualcosa di incomprensibile.

Draco si ritrovò costretto a scavalcare David per riuscire a prendere quelle poche cose che avrebbe poi trasferito nel Bagno di Prefetti. Non conosceva altro luogo per riuscire ad arrivare a colazione senza una scia di puzzo ripugnante al suo seguito.

 

                                                         ***

 

Coccolato dal tepore dell'’acqua che dolcemente gli cullava la testa, Draco Malfoy stava dandosi dell'idiota.

Una notizia che aveva dell'’incredibile. E se qualche abile Legiliemens avesse fatto una capatina nella mente del biondino, o avrebbe usato quell’informazione per deridere l’algido Principe delle Serpi o si sarebbe chiesto cosa portava quel ragazzo all’apparenza perfetto a sentirsi un idiota.

Non riusciva davvero a capire perché la vista di una Venere nel suo letto l’aveva disgustato a tal punto; continuava a dare la colpa al troppo alcool, ma allora perché la vista di Tiger e Goyle a torso nudo poco prima in Sala Comune non lo aveva disgustato?

Prese a giocare con la schiuma colorata e si abbandonò ad una sensazione di tranquillità, quei ragionamenti erano troppo complicati da fare alle 8 del mattino.

 

                                                        ***

 

“La catastrofe è imminente!”

“Stai diventando ripetitiva, sai?”

Hermione minacciò di incenerire Ron con il solo sguardo.

“Ma sai… alla fine non è un problema, no? Mi sembra che qualcuno diceva Repetita iuvant, giusto?”, cercò di riprendersi il rosso per evitare l’ira funesta della migliore amica, che intanto stava trattenendosi dal schiantarlo.

“E adesso dove vai?”, chiese confuso.

“A prepararmi!”

Ron scosse la testa, non ci stava capendo più niente.

 

                                                        ***

 

La Sala Grande era stata addobbata con le mitiche candele galleggianti, forse segno di un Natale all’insegna del risparmio energetico, e di un grande albero di Natale argentato al centro esatto della Sala.

Tavole imbandite con ogni ben di Dio, luci soffuse e una leggera musica che risuonava per la Sala.

Niente fronzoli, era tutto fin troppo sobrio, e quando Hermione fece il suo ingresso quasi ne rimase sconvolta.

Quasi si sentì a proprio agio nell’abbigliamento che aveva scelto: un semplice paio di jeans, un maglione grigio tempesta e un paio di stivaletti scamosciati.

Era Natale, nevicava, c’era freddo… non era necessario presentarsi con abiti scollatissimi, ma le dolci donzelle abitanti il castello non la pensavano di certo come Hermione Granger, infatti dopo aver steso un sorriso in direzione della sobrietà con la quale era stata decorata la Sala dovette reprimerlo alla vista delle sue compagne in abiti da sera succinti e che non lasciavano nulla all’immaginazione.

“Devi ancora cambiarti, Hermione?”, chiese Padma nel suo abito da sera color dell'’oro; la ragazza interpellata sorrise, “No Padma, non sono io ad avere un abbigliamento inappropriato alla situazione…”, e facendo ondeggiare i capelli sulla schiena lasciò dietro di sé una Padma infastidita.

 

Hermione Granger con quel suo abbigliamento era l’unica a non passare inosservata, e dire che il suo intento era proprio quello di non essere presa in considerazione, voleva stare in santa pace aspettando un orario decoroso per poter levar le tende.

Sorseggiava un Cocktail rosa e celeste e guardava divertita la scena di Ginny che cercava di far ballare il suo ragazzo in postura dinoccolata.

“Harry!”, richiamò imperiosa facendolo sobbalzare.

Hermione sorrise a quella scena e decise che per quella sera sarebbe stato meglio leggere qualcosa, e difatti con un incantesimo di appello riuscì a far comparire un libro che analizzava approfonditamente le figure di Paolo e Francesca.

Lettura affascinante che avrebbe dovuto proporre alla Romance.

 

Draco Malfoy d’altro canto stava cercando di sfuggire a Grace Grey che affamata di domande sulla loro relazione stava chiedendo a tutti quelli che incrociassero la sua traiettoria che fine avesse fatto Draco Malfoy!

C’erano poche teste biondissime ad Hogwarts, ma Grace Grey davvero non riusciva ad individuarlo.

Un’impresa realmente ardua!

“Hai visto Draco?”

“No, mi dispiace!”, sempre la solita frase.

 

La situazione surreale portò Draco Malfoy a notare l’esile figura della Mezzosangue rannicchiata su di una poltrona intenta a leggere un libro.

Quella ragazza era davvero ossessionata dai libri, ma non si curò più di tanto di quel piccolo particolare; la postazione assunta dalla Granger era perfetta.

La poltrona era nascosta da una colonna, e anche se la Grey avesse notato la Granger non sarebbe mai andata a chiederle informazioni su di lui. Era tutto perfetto!

Dunque si posizionò dietro di lei e prese anche lui a leggere, senza ovviamente far notare la sua presenza.

Parola dopo parola, la lettura risultava sempre più stupida.

Paolo e Francesca avevano solo bisogno di sesso, niente amore… ovviamente.

Hermione stava per voltare pagina, quando una voce la fermò:

“Aspetta… non ho ancora finito!”, disse con placida calma come se la cosa risultasse del tutto normale.

Reazione normale quella di Hermione, che a quella farse sobbalzò non aspettandosi di certo che Draco Malfoy invece di godersi la festa con le sue amichette stava dietro di lei intento a leggere.

“Malfoy!”

“Ok… puoi voltare pagina…”

Situazione strana, molto strana, ma Hermione voltò pagina e vide lui sedersi sul bracciolo della poltrona; “Tranquilla, non mangio!”

Hermione lo guardò torva: “Come mai non sei da qualche parte con i tuoi amici Purosangue?”, chiese, mentre due Cocktail levitavano nella loro direzione.

Draco li afferrò e ne porse uno alla ragazza che mostrava un’aria terribilmente indispettita.

“Se te lo dico poi dovrò ucciderti…”

“Sai che novità…”, rispose Hermione bevendo il suo Cocktail.

“Suvvia Granger, credi davvero che ti voglia uccidere? Sbaglio o sei tu quella che sogna me morto sepolto da un lampadario?”, chiese divertito.

Hermione fece spallucce, “Ho anche sognato te che venivi torturato da Gazza e dalla sua stupida gatta…”

“Questo è già un sogno più originale, sicura di non sognarmi un po’ troppo spesso, Granger?”

“E’ vero, ti sogno un pò troppo spesso, ma tutto ciò è dato dal fatto che nel mio inconscio la voglia di vederti morto prevale!”

Stettero un po’ in silenzio, ognuno perso nella visione di coppie male assortite che volteggiavano allegre al centro della Sala.

Improvvisamente Draco le prese il libro che teneva sulle gambe.

“Maniaco”

“Granger, ti ho solo sfiorato la gamba, non sono uno di quelli che si eccita anche con un po’ di vento…”

“Per fortuna! La notizia mi ha rincuorato…”, fece sarcastica.

Draco scosse la testa e le passò un altro Cocktail; “Adesso dimmi, credi davvero che tra questi due ci sia amore?”, chiese picchettando un dito sulla copertina del libro.

“Se stanno insieme ci sarà un perché…”

“Il perché è il sesso!”

“Anche”

Anche? La Granger non doveva rispondere “Anche”. Nella sua mente si era strutturata quella conversazione, e la Mezzosangue non avrebbe dovuto rispondere a quel modo.

“Anche?”, chiese perplesso.

“E’ ovvio, Malfoy! Paolo e Francesca sono eros allo stato puro… ma ciò non toglie che si amino…”

“Granger, tu sei ubriaca!”

“Ti sbagli! Reggo l’alcool meglio di te!”, e dopo quella risposta emblematica lo mandò giù tutto d’un sorso.

“Granger non mi va di indagare sui tuoi problemi con l’alcool…”

“Io non ti direi comunque nulla…”, sorrise e Draco ricambiò il sorriso. Non si resero subito di quel gesto naturale per tutti, ma innaturale tra di loro,e  continuarono a batti beccare simpaticamente un po’ su tutto come avrebbero fatto due vecchi amici.

La serata proseguì per entrambi al meglio tra chiacchiere, risate, buffetti e colpi ben assestati ai fianchi del biondino con pizzicotti da manuale.

Tutto in compagnia della musica e di molta gente che sembrava non esserci, il tempo trascorse inesorabile e quando a Mezzanotte finì la festa dispiacque a entrambi, che ovviamente non esternarono i loro pensieri a proposito.

“E’ ora di andare… è stato un piacere!”

“Anche per me!”

 

                                                        ***

 

Harry era stanco, ubriaco e vedeva strane luci nella testa.

“E’ mai possibile che ad ogni festa tu debba fraternizzare con il nemico?”, domandò Ron affiancandosi ad Hermione che sorrise apertamente lasciandolo lì inebetito; ma fortunatamente una violenta pacca da parte di Harry Potter lo riportò alla realtà: “E’ mai possibile che tu veda nemici dove non ci sono?”

“Ma è di Malfoy che stiamo parlando!”, annunciò, come se da quella farse fosse dipeso il destino del Mondo.

“Di Draco!”, precisò Harry singhiozzando, lasciando ovviamente tutti sgomenti e in preda a strani dubbi tutti rivolti all’amico dagli occhi verde smeraldo.

Ginny, come uscita da una momentanea trance prese la parola: “Non fateci caso… è ubriaco!”, e nello stesso istante Harry cadeva a peso morto sul pavimento.

Solo un incantesimo di levitazione l’avrebbe potuto portare nel suo dormitorio a ronfare beatamente senza intoppi.

 

 

 

 

                                                                       AGA

 

Salve dolci fanciulle, piaciuta la festa?

Vi aspettavate forse qualcosa di più? Spero di no, perché non è un bene bruciare le tappe… Draco deve ancora capire un paio di cosette…

Ma lasciando perdere i miei consueti vaneggiamenti, direi di passare ai ringraziamenti. Ragazze sono davvero commossa dalla vostra dolcezza ^___^

 

Grazie a tutte ed in particolare a:

 

mrsmoore(Ciao è bello sapere che riesco a strapparti qualche risata, spero di esserci riuscita anche con questo capitolo^^), camyxpink(Crepi! Io frequento il Liceo Linguistico…ancora per poco, per fortuna! Ti ringrazio sempre per i costanti commenti e complimenti, e beh.. forse Draco ha proprio fatto quella domanda per quel motivo^^), London( Ciao, poi ti dirò se gli esami sono così terribili… anche se qui si parla della festa una specie di libro l’hanno letto ugualmente^^ spero ti sia piaciuto anche se fuori il contesto dell'’aula della Romance), chigra( L’innamoramento deve avvenire, ma gradualmente… qualcosa che smuova le acque deve essere inserita, magari prima iniziano una sorta di amicizia… e forse in questo capitolo ci sono quasi riusciti^^ Grazie mille), sonaj( Crepi! Le apparenze ingannano quasi sempre, soprattutto in questo casoJ Non credo sia accaduto molto, però le cose stanno iniziando a prendere un’altra piega… almeno…), 1992( Ciao, le lezioni tornano, ma Padma ci teneva davvero alla festa, non potevo non fargliela organizzare XDXDXD), white_tifa( Ciao tesoro, ti aspettavi forse il bacio? Secondo me è un po’ prestino, trovi? E poi non potevo fargli distruggere la Bella e la Bestia, la adoro… non glielo avrei mai permesso!), Auror girl( Tranquilla se ti perdi un commento, l’importante è sapere che la storia non faccia pena! Penso anch’io che si alleeranno per uccidere quelle due pazze organizzatrici da strapazzo… è un’idea…), Erin( Crepi! Ma sai che ancora non ho ben deciso cosa fare? Sono in alto mare e dovrei pensarci… mm… è un lavoro scrivere su Draco ed Hermione?^^), cherry( Ma grazie cara, contenta che ti piaccia e che non li salti perché non ne vale la pena^^ W le cause di forza maggiore!), Sinylla( Ho appena visto con somma gioia che hai aggiornato… adesso mi fiondo a leggerlo sono curiosa di sapere i risvolti^^ L’inconscio guida Draco… e a quanto pare lo guida bene! Alle feste draco si ubriaca non legge di Paolo e Francesca^^), Chiaras( Ok, non dico più che è una schifezza, anche se, se mi mandi una fattura potrei usarla come scusa agli esami^^ Il tuo Prof ha pienamente ragione, ed io ho una stima particolare per i professori di lettere… sarà che adoro la mia! Draco ed Hermione si stanno avvicinando pian piano… per fortuna), yuna_4ever( Piaciuto? Forse non accade molto, ma dimmi tu…), missmalfoy e luygina( Aggiornato abbastanza velocemente? Ne dubito -___- Contenta che ti piaccia e che riesca a trovarla originale!), Aryka( Credo proprio che oggi leggerò ciò che hai scritto e poi il titolo mi ha incuriosita! Grazie per tutti i complimenti, sei un tesoro), Aysha( Ho passato i quiz… inizierò a far danni! Che i miei concittadini inizino a tremare… poveri! La lezione è stata un po’ smorta, ma Draco era davvero giù, e poi per fortuna la Bella non può essere giudicata come Giulietta per ovvi motivi, a me sconosciuti, ma molto conosciuti da Draco… chissà, magari ti manderà una e-mail), Herm90( Hai proprio ragione, alle feste non succede mai niente di entusiasmante^^ E neanche a questa, ma non è che mi abbandoni e ti ributti essenzialmente sulle Ron/Hermione? Sigh…), Lie_Potter( Il libro per il prossimo capitolo è top secret… non aggiungo altro. Ma forse sono esaltata per un capitolo che non entusiasmerà più di tanto… vivrò nella curiosità), mars( Grazie mille!), Cobwy23( Flirtare? Sai che dopo averlo riletto è davvero così? Per fortuna quei sette manici di scopa non si rendono conto di niente… e dire che potrebbero spettegolare su un mucchio di cose… dovrebbero svegliarsi…), Hanon( non poteva non sclerale di brutto…sono proprio degli idioti senza speranze! Questo è stato un po’ più movimentato?), Merryluna( Lo so Manu, ma non ti devi preoccupare, stai tranquilla… ma dove sei su msn? Mi manchi tanto! Sigh… e poi Mundungus sente anche lui la tua mancanza… non ci lasciare soli…), Hysteria( Ma che onore, un’altra drunks al midollo folgorata dalla mia storia…sono soddisfazioni che non hanno precedenti…wow! Addirittura due drunks… oh mamma! Grazie infinite), Yavanna92( Litigheranno tranquilla!^^ E’ il loro sport preferito!), MartyViper( Grazie mille! Ho talento naturale nello scrivere? Ma così io mi sciolgo! Grazie Grazie Grazie! Sei davvero un tesoro adorabile! I litigi tornano! Non se ne andranno facilmente!)

 

Kisses

 

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Capitolo 8
*** I never loved nobody fully ***


OL

 

Quella mattina Madama Pince russava sonoramente, consapevole che nessuno degli studenti sarebbe stato in preda a convulsioni isteriche per via del ritardo dell'’apertura della Biblioteca.

A dire il vero qualcuna che si sarebbe strappata i capelli esisteva, ma Madama Pince fece finta di nulla e giratasi sul fianco destro, mettendo in mostra una gamba ricoperta di pelle a buccia d’arancia, dimenticò che avrebbe rovinato la vita ad una studentessa.

 

La studentessa aveva completamente rimosso che si trovava in Biblioteca, sul freddo pavimento, usando un braccio di Draco Malfoy come cuscino.

Credeva di essere tra le lenzuola profumate del suo letto con Grattastinchi poggiato sul fianco.

“Grattastinchi... smettila…”

Cosa stava facendo Grattastinchi, era un mistero, ma forse era solo un sogno della grifoncina perché Draco –ossia il nuovo gatto di Hermione- non stava facendo assolutamente niente se non dormire profondamente nonostante qualcosa conficcato dietro la schiena.

Fu dunque il momento di Draco di muoversi e far sì che il braccio schiacciasse il fianco della ragazza.

“Grattastinchi… giuro che ti castro!”, asserì assonnata.

Grattastinchi? Non era forse il nome di quello stupido gattaccio arancione della Granger?

Draco cercò di capire il perché Blaise stesse blaterando a proposito di quel gattaccio, non aveva senso, Blaise odiava tutto ciò che sporcasse i suoi preziosissimi averi, e i gatti sono noti per la loro perdita di peluria.

Aprì gli occhi, ma l’unica cosa che riuscì a vedere fu una luce accecante che istintivamente gli fece chiudere le palpebre, doveva ancora abituarsi a tutta quella luce.

“Grattastinchi, ma si può sapere cosa ti prende?”

Improvvisamente Draco Malfoy si rese conto di ciò che era accaduto la sera precedente.

Si rese conto di aver dormito in Biblioteca abbracciato alla Granger;

si rese conto di essere stato fin troppo gentile e si rese conto di averle lasciato un bacio sulla spalla per darle la buonanotte.

Draco Malfoy fu stranito dal suo stesso atteggiamento, neanche da piccolo dava la buonanotte ai suoi genitori o al suo orsacchiotto di peluche.

Anche lui aveva un orsacchiotto di peluche, era una sorta di migliore amico, glielo aveva regalato la zia Andromeda e non si sa per quale morboso motivo, aveva giurato ai suoi soldatini di piombo incantati, che avrebbe dato la vita per salvare quell’orso di pezza, e adesso diciassettenne si ritrovava a pensare a quel cimelio della sua infanzia, sdraiato sul pavimento ghiacciato, con la schiena in cancrena e soprattutto con la Granger attaccata che credeva che lui fosse Grattastinchi.

“Granger… svegliati!”, asserì duro per via della voce impastata di sonno. Non voleva essere duro con quella ragazza, voleva solo farle presente che lui non era un gatto.

“Grattastinchi, non sapevo potessi parlare…”, fece confusa sempre tenendo gli occhi ermeticamente chiusi.

Draco sbuffò.

“E invece ho anche questa facoltà, e in tutti questi anni ho fatto finta di niente per evitare di essere rimbambito dalle tue stupide chiacchiere…”

Hermione, nonostante gli occhi chiusi, riuscì a dargli un flebile pugno sul petto in segno di protesta.

“Stupido gattaccio, adesso devi anche spiegarmi perché hai un petto…”

Draco voltò il viso verso quello della ragazza, “Forse perché mi sono trasformato nel Principe Azzurro?”, soffiò divertito, solleticando il collo di lei con il respiro.

Quando Hermione aprì gli occhi non si trovò davanti un gatto pulcioso di colore arancione, ma un bellissimo ragazzo biondo dai lineamenti dolci e aggraziati, e da uno splendido sguardo magnetico.

E decisamente non era un gatto.

“Malfoy?”

Scosse la testa sorridendo, “No, Grattastinchi!”

“Non è divertente! E adesso spiegami perché sei ad una spanna dal mio viso, e un tuo braccio è sul mio fianco…”, piccola pausa, “… e fa in modo che le risposte siano esaurienti!”

“Abbiamo passato la notte insieme…”, disse con nonchalance, aspettando di vedere l’espressione che Hermione avrebbe sfoggiato ad una simile notizia, ma Hermione se ne uscì con un: “Spero almeno sia stata soddisfacente…”, e si riaccomodò sul braccio del ragazzo, che ormai aveva perso sensibilità.

No, decisamente non era quello il modo in cui avrebbe dovuto rispondere a quella provocazione! Perché quella ragazza riusciva a sconvolgergli i piani?

“Cos’è, non parli più?”,chiese poi non ricevendo nessuna risposta made in Malfoy.

“Alzati Granger, Madama Pince sarà qui tra poco, e non possiamo farci trovare qua!”

“E perché?”, mugolò.

“Perché la nostra situazione potrebbe essere equivocata, e sarebbe immorale per te ricevere una punizione”

Si mise a mezzo busto stropicciandosi gli occhi, “Hai ragione… e poi Madama Pince è una gran pettegola…”

No che a Draco quella informazione cambiasse la vita, ma la Granger al naturale era divertente e deliziosa.

Forse erano tutti pensieri dettati dall’intorpidimento del braccio e del fatto che il sangue per parte della nottata non avesse fluito, però era davvero un’immagine tenera, una di quelle immagini che rimarranno per sempre nella mente, e che ti ricorderanno che anche la Granger è umana.

 

                                                        ***

 

In una delle camere del dormitorio Serpeverde, Blaise Zabini si stava godendo i cerchi concentrici che la sua ragazza stava disegnandogli sul petto nudo.

Carezzato da quella sensazione, il suo cervello era partito per posti esotici, ma a quanto pare al momento di fare i bagagli aveva dimenticato un pensiero. Uno di quei pensieri che avrebbero dovuto viaggiare in prima fila. Un pensiero che aveva un protagonista. Un protagonista che aveva un nome: Draco Malfoy.

Se Blaise non ricordava male, Draco avrebbe dovuto portargli un libro, e non un semplice libro, bensì il libro.

Cosa c’era di tanto sconcio in quell’ammasso di fogli ingialliti?

Naturalmente una conversazione piuttosto piccante tra lui e Pansy durante un’ora di Erbologia, e se Madama Pince o qualche altro, lo avessero aperto e letto, per i due piccioncini sarebbe stata la fine.

Avrebbero potuto iniziare a fare armi e bagagli e tornare nei loro Manieri a essere serviti e riveriti senza obblighi e doveri.

“Dov’è Draco?”

La sua domanda ruppe il silenzio.

Pansy lo guardò come se avesse davanti l’uomo più stupido della terra. Era da sciocchi chiedere dove fosse Draco, visto che erano stati tutta la notte insieme senza vere contatti con il mondo esterno, e visto anche che Draco non aveva di certo trascorso la notte con loro.

“Sarà con Grace…”, la buttò lì, dando al suo ragazzo la risposta più ovvia che era riuscita a mettere in piedi.

Era risaputo che l’erede dei Black e dei Malfoy amasse fare poche cose, e tra quelle di certo non c’era la voglia di stare tutta la notte in Biblioteca a leggere un libro.

“Ma Grace non ha capito che Draco la sta solo usando?”

Pansy fece spallucce, “Tutte quelle che passano dal letto di Draco dovrebbero esserne al corrente, ma a quanto pare soffrono tutte di memoria corta…”

Blaise rise, “Sono parole forti… dette dalla sua ex”

“Ma a me Draco non mi ha mai usata!”, disse schioccando la lingua.

Blaise si alzò sui gomiti e catturò quella bocca carnosa in un bacio dimenticandosi del libro nelle mani di Draco. Sarebbe mai arrivato a destinazione?

Il pensiero sfuggì velocemente, adesso aveva altro cui pensare.

 

                                                        ***

 

“Malfoy, perché la Pince ritarda?”

“Ti sembro forse un oracolo?”, domandò sarcastico accendendosi la prima sigaretta della giornata. La prima di una lunga serie.

“Lasciamo perdere… è la tua colazione quella?”, chiese indicando la sigaretta tra le dita affusolate del ragazzo.

“Forse… vuoi?”, le mise sotto al naso la sigaretta, azione che la fece nauseare.

“Non ci credo che non hai mai fumato…”

“Ho già fumato, ma di prima mattina mi nausea, e non capisco come non possa fare a te lo stesso effetto!”

Draco per tutta risposta sorrise e buttò il fumo sul viso di Hermione.

“Ti diverte farmi tossire?”, chiese imbronciata, incrociando le braccia al petto.

“Un po’”

A quella risposta emblematica la ragazza si sedette accanto a lui.

Stettero un po’ in silenzio, mentre il nauseabondo odore di sigaretta le solleticava il naso.

“Posso farti una domanda?”, esordì rompendo quella sorta di silenzio religioso che s’era venuto a creare.

Lui però si limitò a fare cenno di sì con la testa, continuando a fumare.

“Perché non credi nell’amore e vedi sesso ovunque? Cioè… mi rendo conto che voi maschi ragionate con il vostro amico che abita le parti basse… però non ti sembra una visione del mondo un po’ esagerata?”

Draco la guardò divertito.

“Sai Granger, so che  lo stai pensando quindi sfaterò questo mito… io, Draco Malfoy penso che l’amore non esista non perché credo che l’amore sia qualcosa per femminucce…”

“ E allora…”

“Granger, mi sembra solo assurdo che la gente si possa innamorare, non credo esista qualcosa di più puro, qualcosa che si possa mettere al di sopra del sesso… il sesso è arte, il sesso è ciò che si ricerca, se due persone stanno insieme è per il sesso, non per altro…”

“Non posso di certo competere con un grande amatore come te, ma secondo me è perché hai trovato solo ragazze che da te hanno voluto solo una cosa”

E quello che avevano voluto era sottointeso.

“E dimmi sapientona, tu perché credi nell’amore?”

“Perché al contrario tuo non credo che nei rapporti si ricerchi solo il sesso. L’amore è un sentimento che prima o poi provano tutti, è il sentimento che fa soffrire, che strazia il cuore e che manda a quel paese la ragione…”, disse con enfasi, mentre Draco ascoltava quella voce con studiata attenzione. Voleva imprimere quelle parole e quelle frasi nella sua mente, voleva donare loro un piccolo e confortevole cantuccio, così forse di punto in bianco, nei momenti più bui della sua esistenza, si sarebbe ricordato che il mondo era anche abitato da persone pure di cuore che credevano nelle favole.

“Sei mai stata innamorata?”, chiese quasi in un sussurro.

Lei sgranò gli occhi a quella domanda. Era forse impertinente?

Se non avesse avuto modo di capire che con quel ragazzo si potevano anche fare discussioni civili, probabilmente la riposta sarebbe stata positiva, ma visto e considerato che Draco Malfoy era un ragazzo abbastanza intelligente… beh… quella domanda no, non era impertinente.

“Sì”

Quel sì, rimbombò nella sua testa.

“Lenticchia?”

“No”

“Potter?”

“No”

“E allora chi…”

“Non stare ad arrovellarti il cervello, non è della scuola”

Draco prese un grande respiro, “E dunque sei ancora innamorata… no?”

“No”

Draco annuì a quelle parole. Scese di nuovo il silenzio, e dopo qualche minuto fu di nuovo la grifoncina a rompere il velo del silenzio.

“Mi ricordi Hans Axel von Fersen”

E chi diavolo era?

“Hans cosa?”, chiese perplesso.

“Hans Axel von Fersen”, ripetè con calma, credendo forse che dopo averlo ripetuto, nella mente di Draco si fosse accumulato tutto il sapere.

“L’amante di Maria Antonietta”

“Oh sì, adesso si spiega tutto”, concluse ironico poggiando la testa allo scaffale.

Lei sorrise e alzandosi Draco si ritrovò quel viso a poca distanza che lo guardava un po’ troppo divertita.

“Su Malfoy”, gli afferrò la mano e lo fece alzare. Ma la cosa più bizzarra che il Principe delle Serpi si ritrovò a fare, fu una piccola corsa per gli scaffali della Biblioteca.

“Granger, di quale strana malattia soffri?”

“Perché?”

“Ti sembra normale iniziare a correre per la Biblioteca senza un minimo di preavviso?”

“Ci vuole forse preavviso per fare una corsetta innocente?”

“Sì, se io sono in tua compagnia!”, asserì serio, ma la serietà ebbe vita breve, perché nonostante le labbra di Hermione volessero non ridere, si ritrovò a riempire quell’ambiente della sua risata cristallina, e Draco non rimase di certo impassibile.

Erano davanti ad uno scaffale, e quando Hermione gli mise tra le mani un libro rimase basito.

“E questo cos’è?”

“La storia romanzata del Conte Fersen e della Regina di Francia”

“E?”

“Leggila, ne parleremo tra tre giorni alle lezioni della Romance! A me il personaggio maschile ricorda te, sta a te capirne il motivo”

Draco si rigirò il libro tra le mani, “Perché devi essere sempre così emblematica?”

“Che gusto hanno le cose semplici?”

E grazie a quella domanda, Draco ebbe come un’illuminazione.

Si era forse disgustato alla visione di Grace nel suo letto, proprio perché era troppo semplice averla?

Scosse la testa. Era terrorizzato dalle sue stesse teorie.

La grifoncina aspettava una risposta, ma un rumore di chiavi fece capire loro che Madama Pince si era finalmente degnata di andare ad aprire la Biblioteca.

“Stai giù.”

Si nascosero dietro lo scaffale, e quando la donna si andò ad accomodare alla sua postazione, affondando il naso aquilino tra le pagine della Gazzetta del Profeta, i due uscirono gattonando.

Ovviamente Madama Pince non si rese conto di niente, anche se un paio di mozziconi di sigarette avrebbero dovuto insospettirla.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ragazze, io non so cosa dire, sono realmente commossa.

Grazie per il sostegno, ognuna di voi è speciale e siete riuscite a strapparmi numerosi sorrisiJ

Grazie di vero cuore.

 

Vorrei come sempre avere il tempo di ringraziarvi singolarmente, ma il tempo è tiranno e ci sono un certo Nietzsche e un certo Freud che mi aspettano XDXDXD

 

Il mio amico è stato davvero fortunato, saperlo in prognosi riservata mi distrugge, ma per lo meno la sua situazione non è grave, e questo mi rincuora.

Ah, grazie a lui adesso ho paura dei motori XDXDXD

 

Voi ovviamente siete degli angeli, ma cosa devo fare per farmi perdonare?

 

kisses

 

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Capitolo 9
*** Lesson number six: Sex affair ***


six

Anche gli ultimi giorni di vacanza erano giunti al termine, e la mattina che avrebbe rappresentato l’inizio delle lezioni, non era stata accolta a braccia aperte.

“Cos’abbiamo a prima ora?”, chiese Harry addormentato mentre si puliva gli occhiali improvvisando un lembo della tovaglia come apposita pezzuola.

Ron rimase incantato dal biscotto inzuppato nel latte, e dopo averlo fissato intensamente rimase molto male quando cadde nella tazza con un sonoro Splash!

“Forse Divinazione”

“Come sarebbe a dire forse?”

“Sto morendo di sonno, cosa vuoi che me ne freghi di ciò che abbiamo alla prima ora?”

Effettivamente ciò che aveva concepito il cervello di Ron, non faceva una grinza.

“Buongiorno miei cari”, la voce squillante di Hermione, arrivò ai due ragazzi come una cannonata.

“Ma come fai ad essere sempre così pimpante?”, era un dilemma per Ron.

“Sono iniziate le lezioni! Come non potrei essere felice?”

“Giusto! Domanda idiota!”, asserì tristemente Harry servendosi di una generosa quantità di caffè nero bollente, tanto per cercare di risvegliarsi e di non immaginarsi nel suo letto nel sonno più profondo.

Tutti e tre mangiavano con foga, come se non toccassero cibo da giorni.

“E’ da tempo che non vedo McLaggen in giro…”, disse Ron mandando giù un boccone di bacon.

“Vero… chissà che fine ha fatto…”,continuò Harry.

“Devo dire che si sta molto meglio senza quell’idiota…”

“Ben detto!”, e dopo un brindisi improvvisato per festeggiare la scomparsa di Cormac McLaggen, ognuno di loro si premurò nel recarsi in aula.

 

                                                        ***

 

Blaise Zabini stava cercando di uccidersi dando testate al muro.

“Zab, vuoi forse distruggere il dormitorio?”

“Cazzo Dra! Ti avevo chiesto un favore, ed era pure semplice da portare a termine… anche tu potevi riuscirci”

Draco posò lo sguardo sul suo amico che continuava nella sua incessante opera di autolesionismo.

“Una domanda mi sorge spontanea, ma come mai ci pensi dopo tre giorni?”

Blaise smise di dare testate, “Perché sono un idiota!”, convenne mugolando.

Draco si sistemò la cravatta, si specchiò un’ultima volta e afferrò la sacca.

“Bravo! Era a questa verità che volevo arrivare!”, aprì la porta e fece per uscire, “Ci si vede a lezione, Zab!”

Blaise rimase lì con il suo dolore.

 

                                                        ***

 

Intanto i 7 dell'’Apocalisse erano già pronti al combattimento. Libri alle mani, occhi incollati alla frase emblematica su cui avrebbero dovuto dibattere, e unico neurone impazzito.

“Non sono molto contenta di come si sia svolta la festa di Natale”

“Non pensarci più, ormai siamo a Gennaio…”, disse con aria cospiratoria Anthony Goldstein, regalando pacche affettuose alla Corvonero.

“Ed è per questo che impiegherò tutte le mie energie affinché il Ballo di Primavera sia senza precedenti… altro che Ballo del Ceppo”, asserì convinta e infervorata dalle sue stesse parole. Peccato che non si potesse ritenere una grande oratrice e non riuscisse a trascinare le masse. Era già un miracolo che riuscisse a coinvolgere se stessa in ciò che blaterava.

“Ho intenzione di fare le cose in grande, Silente mi ha dato carta bianca…”

Albus Silente si era definitivamente bevuto il cervello. O faceva tutto parte del suo grande piano? Ammesso e concesso che ne avesse uno.

“... i miei complimenti per la festa! Ha fatto davvero pena!”, i magnifici 7 si voltarono contemporaneamente verso colui che aveva proferito parola, e si ritrovarono davanti un Draco Malfoy ghignante più sexy del solito, se possibile.

“Malfoy”, ringhiò Ernie Mcmillan.

“Rilassati energumeno, non ti conviene vestire i panni del cavaliere senza macchia e senza paura.”

Ernie era pronto a colpirlo. Un formicolio insopportabile gli stava atrofizzando la mano, doveva pur scaricare la rabbia da qualche parte…

“Pensi di poter fare tutto quello che vuoi?”, disse minaccioso con la mano stretta a pugno.

Draco si portò una mano al mento e assunse la tipica posizione da uomo che pensa e riflette; “Ehm… sì!”, asserì sereno incenerendolo con lo sguardo.

“Non sei il padrone del mondo”

“Non bisogna essere necessariamente il padrone del mondo per divertirsi con qualche battutina innocente…”

“La tua battutina non era innocente, hai fatto piangere Padma”, e indicò la ragazza singhiozzante, Draco ovviamente non se ne curò. Le ragazze amavano piangere, il più delle volte lo facevano senza motivi seri, erano tutti stupidi, futili e privi di ogni logica.

Quell’idiota Corvonero che motivi aveva per piangere? Il suo parere sulla festa era così rilevante? Dipendeva tutto dal suo giudizio? Stupide oche senza cervello…

“Non me ne frega un bubotubero secco delle sue lacrime”

“Sei un insensibile!”, ruggì il Tassorosso furioso.

“Quanti complimenti…”, ribattè ironico accomodandosi al banco in fondo all’aula.

Ernie ormai digrignava i denti, “Giuro che ti ammazzo!”,abbaiò furente.

Draco si portò le mani alle tempie e le massaggiò lentamente, stanco di tutte quelle parole.

Ernie l’avrebbe davvero picchiato senza pietà?

No, perché tutti erano bravi a parlare, ma non ad agire.

“Cosa sta succedendo qui?”, Hermione Granger aveva fatto il suo trionfale ingresso ammutolendo tutti i propositi per il delitto perfetto.

“Niente”, disse Ernie rabbuiandosi e sedendosi accanto a Padma.

Hermione li squadrò ad uno ad uno, ma i loro sguardi erano troppo vuoti per potervi capire qualcosa, e gli unici che avrebbero potuto trasmetterle qualcosa erano coperti dalle braccia.

“Siamo pronti per la lezione?”

“Sì”, dissero 7 voci all’unisono.

 

Un amore impossibile che rasenta l’adorazione

 

La frase scritta alla lavagna era piuttosto chiara. Ma ovviamente a Draco Malfoy non garbava più di tanto. Quel romanzo lo aveva coinvolto, non tanto per la storia, ma perché la Granger voleva una risposta da lui,e  lui voleva sapere in cosa le ricordava il Conte Fersen.

Aveva divorato quel romanzo, e aveva tirato le sue conclusioni, solo che non le avrebbe mai dette lì davanti a quella massa di idioti.

“Ma come mai la loro storia d’amore non esce allo scoperto?”, una domanda che avrebbe di sicuramente vinto il Premio Nobel per l’idiozia, se solo un Premio Nobel per l’idiozia fosse esistito.

Hermione alzò gli occhi al cielo, segno d’inconfutabile disperazione.

“Forse perché lei era la Regina”, rispose stancamente sedendosi su di una sedia.

Intanto Draco Malfoy scarabocchiava qualcosa su un foglio di pergamena; quando si annoiava disegnava sempre qualcosa, e in quell’ora il suo soggetto era un castello.

“E la Regina non poteva ribellarsi al volere e sposare il Conte Fersen?”, domande partorite da menti deviate, domande assurde forse concepite la notte per cercare di risultare intelligenti e amanti della cultura, ma leggere non significava acquisire cultura e sapere, oltre alla semplice azione che implica una lettura andava messa in moto anche l’intelligenza, la perspicacia, la furbizia… ma a quanto sembrava, quelli erano tutti elementi inesistenti in quelle giovani e stupide teste.

“No”, ribattè secca e scocciata Hermione, cercando lo sguardo di Draco, almeno lui l’avrebbe aiutata, almeno lui era in grado di movimentare quelle ore di lezione, e almeno lui la faceva divertire e le faceva captare il senso di avere pareri diversi dai suoi.

 “E perché?”, Padma Patil non demordeva.

“Hai mai sentito parlare di etichetta di corte?”

Lasciò la Corvonero a boccheggiare, ma non era di certo incoraggiante sapere che quei 7 idioti imbalsamati non erano neppure a conoscenza di cose semplici ed elementari.

Draco intanto ascoltava quelle raccapriccianti parole e imperterrito non staccava gli occhi dal suo scarabocchio. Quel castello gli ricordava quella che era stata per anni la sua prigione, per fortuna Harry Potter aveva fatto il suo lavoro uccidendo quel pazzo sadico omicida, e adesso era libero di sposare la donna che preferiva. Capiva Maria Antonietta e la sua storia con il Conte Fersen, capiva anche che Luigi doveva essere un’idiota senza precedenti se tardava nel mettere incinta la sua consorte, rivide la situazione che avrebbe dovuto affrontare se quel maniaco non fosse stato ucciso e la sua vita definitivamente liberata da catene d’oro e d’argento.

“Il Re di Francia era gay!”

I 7 illibati sperarono che il termine gay stesse per gaio con tutte le loro forze, quella che usava Malfoy non era etichetta morale.

Perché Satana doveva insinuarsi in quelle pacifiche ore di lezione?

Perché le loro anime pure dovevano combattere con tali parole amorali?

Loro erano innocenti.

“Almeno un po’ di fortuna per la povera Maria Antonietta…”

“Visto che il Re usava il suo amico solo per procreare e non per darle piacere era ovvio che la Regina si rifugiasse in un uomo…”, Hermione sorrise, finalmente Draco Malfoy si era risvegliato dai suoi pensieri e stava facendo scandalizzare i magnifici 7. Visione assolutamente interessante e aspettata quasi con sofferenza.

“Ti ho dunque portato a credere che esiste l’amore?”, chiese tronfia.

“Ovviamente no, la relazione che intercorreva tra i due era basata solo sul sesso.”, asserì sicuro, “Ciò che spinge Maria Antonietta tra le braccia del Conte è solo la voglia di provare piacere…”, concluse.

“Allora devo dedurne che non hai letto bene la fine…”, insinuò la grifoncina sorridente.

“Ho letto il libro con scrupolosità, ho addirittura analizzato i personaggi e le loro azioni ”

Hermione si accomodò di fronte al ragazzo.

“Malfoy, ti sarà sicuramente sfuggito il passaggio in cui si dice chiaro e tondo che lui nonostante avesse relazioni parallele pensasse sempre a lei…”

Draco inarcò un sopracciglio, “Sai Granger, non sempre si pensa ad altre donne perché quelle ci hanno catturato il cuore, il più delle volte accade perché quella eccita di più…”

Stavano addirittura parlando di cose esplicite, stavano addirittura parlando dell'’atto sessuale ad una lezione di Letteratura. Quella era sicuramente una maledizione. Non doveva accadere.

“E allora perché fa di tutto per salvarla?”, ribattè Hermione pronta come sempre a sostenere le sue convinzioni.

“Si sente in dovere…”, lasciò la frase a metà, lasciando così ad Hermione un inebriante profumo di vittoria, perché se Malfoy lasciava le sue supposizioni a metà voleva solo dire che non ne era del tutto convinto, e ciò implicava una sua schiacciante vittoria.

“E per cosa?”

“Per tutto quello che è successo tra di loro immagino… Dopo tutto il sesso che hanno fatto e dopo la loro relazione epistolare è ovvio che il Conte provasse un minimo di attaccamento…”

“Sbaglio, o ti stai arrampicando sugli specchi?”, fece sarcastica, sentendo ancor più forte il profumo della vittoria.

“Mettiamola così Granger, se io e te fossimo compagni di sesso, ed a me accadesse qualcosa, tu non ti sentiresti in dovere di salvarmi?”

Le cose si facevano davvero esplicite, e qualcuno dei 7, nascostosi sotto il banco si fece il segno della Croce.

“Se la nostra relazione iniziasse con il sesso, poco dopo subentrerebbe l’amore…”

“Ti sei dimenticata la cosa più importante Granger, io voglio il tuo corpo non la tua anima…”

Hermione si ravvivò i capelli, “E se da parte mia ci fosse anche amore? Credo proprio che io sarei la prima a possedere la tua anima…”, disse.

“Ne sei proprio sicura?”, chiese sardonico sovrastandola.

“Certo! Tu saresti così preso dal mio corpo che non ti renderesti conto di avermi donato la tua anima.”

Un mezzo sorriso si disegnò su quelle labbra dal disegno perfetto; lei era lì davanti a lui pronta a sostenere le sue convinzioni, lei era lì pronta a combattere per ciò in cui credeva, lei era lì senza provare imbarazzo nonostante la conversazione: Hermione Granger non era una semplice ragazza, Hermione Granger era davvero una donna matura.

Il sesso non era un tabù, ma Draco sapeva che quel genere di conversazione affrontato con una ragazza che non fosse lei, sarebbe stato pieno di guance arrossate, parole sussurrate e occhi bassi, forse improvvisamente attratti dagli scarafaggi che popolavano quel castello.

Lei invece nonostante la sua statura cercava di fronteggiarlo, lei aveva lo sguardo incollato nel suo, e se le guance erano imporporate la colpa andava attribuita a tutto il fervore che ci stava mettendo per far prevalere le sue convinzioni. Draco ne era affascinato.

“Non mi è chiaro, vuoi forse dirmi che tutte quelle che sono passate dal mio letto si sono prese la mia anima?”, chiese confuso.

Hermione sorrise, “No, perché loro non sanno vedere aldilà del tuo corpo.”, rispose serafica.

Breve e concisa, una frase che fece gelare il cuore del Serpeverde. Perché le parole della Mezzosangue stavano iniziando a fargli quell’effetto?

Lui nelle sue amanti vedeva solo il corpo, era un atto puramente carnale, niente di più.

Le ragazze erano tutte uguali, cosa poteva cambiare? L’Anatomia umana era uguale per tutte. Draco non capiva.

“Granger, l’amore non esiste, sono solo fantasie di una bambina innamorata”

“… e le tue quelle di un ragazzo solo”

Rimasero lì a guardarsi e a far in modo che le parole proferite da entrambi scivolassero via e non intaccassero i loro pensieri.

Avevano altro a cui pensare, altro su cui arrovellarsi, non era quello il momento per stabilire chi dei due avesse delle turbe mentali.

Improvvisamente la professoressa Romance si riprese dal suo stato dei catalessi e parlò:

“Bene, la lezione è finita.”, disse applaudendo aspettandosi che i suoi alunni la seguissero, e quando si rese conto che tutti stavano cercando di guardare altrove, smise di applaudire non potendosi non sentire un’imbecille senza eguali.

“Ovviamente la lezione Lunedì prossimo non ci sarà per via della Partita di Quidditch, quindi per la prossima volta leggetevi Orgoglio e Pregiudizio”, prese le sue cose e si eclissò dall’aula.

In pochi secondi quell’aula era diventata un deserto.

Solo Hermione occupata a sistemarsi la sacca, e Draco intento a fumarsi una sigaretta vi erano rimasti. Erano in religioso silenzio. Forse entrambi arrabbiati per le frasi dette prima.

Un silenzio un po’ troppo pesante che andava distrutto, ma i due soggetti erano un po’ troppo orgogliosi.

Draco ciccò sul banco, e afferrata la borsa passò volontariamente accanto alla grifoncina sfiorandola, voleva che lei le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa… anche un insulto.

Ma ciò non avvenne…

 

 

 

 

 

 

 

Buon compleanno a me

Buon compleanno a me

Buon compleanno a meeeee!

Ed è nel giorno in cui compio 19 anni che ho deciso di postare il nuovo capitolo!

Mi sono fatta una specie di regalo XDXDXD

 

Ragazze in verità dovrei essere io a fare un regalo ad ognuna di voi perché siete veramente speciali!

Ieri sono andata a trovare il mio amico e per fortuna sta bene, quindi questo compleanno è ovviamente più sereno! JJJ

 

Come al solito sono di fretta e non posso ringraziarvi singolarmente per come meritate… sono proprio uno schifo! Sob…

 

GRAZIE MILLE

 

kisses

 

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Capitolo 10
*** So goodnight moon ***


yh

Una settimana senza contatti, senza una sana chiacchierata e senza insulti di circostanza.

Secondo Draco Malfoy,la Granger si era eclissata.

 

“Mi raccomando, il punto debole dei Grifondoro è quel demente di Weasley! Attaccatelo come meglio potete… insulti, incantesimi non verbali, calci… fate quello che vi pare”, era da due sere che David Urquhart, il Capitano delle Serpi, incitava i membri della sua squadra con quelle dolci parole, “Domani mattina Weasley sarà teso come una corda di violino… e sarà lì che noi attaccheremo più feroci che mai…”, dire che David era eccitato era poco, vedeva boccini e scope volanti ovunque, ne era ossessionato.

“Malfoy, mi raccomando. Ti voglio sempre alle costole di Potter”, disse con uno scintillio negli occhi, “E tu Adrian, non farti sfuggire nessun bolide…”

Non ne potevano davvero più, e anche la sua ragazza ne aveva davvero le pluffe piene.

Cassidy Gordon, una bellissima ragazza dai corti capelli castani e dagli occhi cerulei, avanzava annoiata verso il suo ragazzo, incarnato da quel pazzo di David Urquhart.

Passò le dita affusolate tra i capelli del ragazzo, sperando si accorgesse della sua presenza, ma David sembrava troppo occupato a specchiarsi negli occhi di Draco Malfoy, che per tutta risposta stava dando un’occhiata agli ultimi capitoli di Orgoglio e Pregiudizio.

“Draco, mi stai ascoltando?”, domandò accigliato.

“E tu?”, una voce femminile raggiunse le sue orecchie, e decisamente quella voce non apparteneva al virile Draco Malfoy.

Si voltò a rallentatore verso colei che parlava, e ciò che vide non gli piacque per niente; Cassidy era furiosa.

“Amore…”

“Amore un corno!”

David guardò Draco, Theo e Adrian affinché lo aiutassero, ma tutti e tre sembravano presi da altro. Chi da un libro, chi da una canna e chi dal fuoco che scoppiettava armonioso nel camino.

“Ma cosa ti prende?”

“Cosa mi prende? Il Quidditch è più importante di me, vero? Io mi sono stancata…”

“Ma no, non è vero… tu sei la cosa più importante per me…”, tentò di riparare il ragazzo, facendo ridere i suoi amici che prontamente cercarono di nascondersi come poterono.

“Non ci credo… io ti lascio!”, disse furente, lasciandolo lì come un allocco in compagnia di tre persone che se la ridevano senza sosta.

“Begli amici….”

“Ringrazia che mancano Blaise e Pansy…”, disse Theo, e dopo quella perla di saggezza, David dovette ammettere che era stato fin troppo fortunato.

 

                                                        ***

 

La mattina della grande partita aveva visto sorgere il Sole, ma Draco Malfoy aveva visto sorgere anche un micidiale mal di testa.

David aveva fissato per tutta la notte il soffitto, Theo aveva fumato quantità esagerate di erbetta magica, Adrian aveva passato la notte in dolce compagnia, e in pratica si poteva dire che la partita era nelle mani degli altri tre giocatori, sperando fossero in condizioni degne per poter sostenere una partita di Quidditch contro Grifondoro.

Si alzarono tutti e 4 e notarono di essere rassomiglianti a zombie, solo Blaise sembrava rilassato, peccato però che non giocasse a Quidditch.

 

                                                        ***

 

“Ron ti prego, questa sarà la ventesima partita che giochiamo contro le Serpi, ormai dovresti esserci abituato…”

“Harry, come miseriaccia dovrei abituarmi ai loro visi terrificanti?”

Visi terrificanti? E dire che la squadra Serpeverde sembrava composta da 7 modelli.

“Devo darti torto Ron, da quando Marcus Flitt è andato via, e Nott e Greinolds sono entrati in squadra, sono tutti dei bellissimi ragazzi…”

Ron fece una smorfia, “Sei forse gay?”

“Perché dici questo?”, chiese Harry confuso.

“Sei praticamente in adorazione per quei 7 gorilla… hai quasi la bava alla bocca…”

“Fa così solo perché è invidioso, vero Harry?”, domandò Hermione gioiosa e divertita da quella immagine, “Certo che devo ammettere che sono tutti ben messi, corpi scolpiti, aitanti che incitano al sesso, sguardi magnetici, portamento elegante, voci sensuali e labbra perfette da baciare senza sosta…”, continuò la grifoncina con enfasi.

Ron le lanciò un’occhiataccia, “Grazie, adesso sì che sono davvero nauseato.”

Hermione ed Harry risero, mentre Ron s’incupiva sempre più.

 

Ma i 7 bellissimi ragazzi non erano in forma smagliante, anzi…

 

                                                        ***

 

Il fischio d’inizio era stato dato, Harry era alla ricerca del boccino, Draco alle sue calcagna aveva la vista piuttosto appannata.

E invece di dare del filo da torcere a Weasley, sembrava che quello in difficoltà fosse proprio il grande David.

“David cosa sta succedendo? Li hai già fatti segnare tre volte…”, abbaiò Terence Greinolds.

David scosse la testa, Cassidy popolava i suoi pensieri, non capiva più niente.

Maledette donne…

 

La situazione era critica, e addirittura Draco Malfoy era riuscito inconsapevolmente a segnare un punto al Re, incredibile come ci fosse riuscito visto che il suo ruolo era quello di acchiappare il boccino, ma c’era riuscito e aveva lasciato tutti sgomenti.

“L’ho sempre detto che tu come Cercatore non vali niente…”

“Taci Potter”

Harry si voltò verso il ragazzo, e lo vide malandato, con le guance un po’ troppo arrossate, gli occhi lucidi, stava iniziando a temere che sarebbe caduto da un momento all’altro.

“Furetto, sicuro di stare bene?”

“Sì Sfregiato, mai stato meglio!”, disse sfrecciando a tutta velocità davanti al Bambino Sopravvissuto.

 

                                                        ***

 

Sugli spalti Severus Piton stava preoccupandosi per le sorti della squadra.

“Blaise, cosa prende a Draco?”, chiese con voce melliflua facendo sobbalzare il ragazzo, essere chiamato per nome da Piton era agghiacciante.

“Non lo so, professore”, disse sinceramente, nessuno sapeva cosa prendesse al ragazzo.

Con lo sguardo tornò al suo pupillo, la cui faccia sembrava essere in tinta con la divisa.

Aveva un colorito piuttosto verdognolo…

 

                                                        ***

 

Il boccino sembrava irraggiungibile, ormai lo aveva avvistato, ma tutto sembrava a rallentatore, sentiva delle voci confuse, vedeva sfocato, era indolenzito…

Allungò il braccio, ormai era troppo vicino, ma quel dannato di un Potter fu più veloce portando così la sua stupida Casa abitata da incompetenti alla vittoria.

 

                                                        ***

 

“Abbiamo giocato malissimo…”, esordì abbattuto David trascinandosi agli spogliatoi.

Theo per tutta risposta gli avvicinò una sigaretta, come se quella potesse spazzare via il suo dolore… Cassidy a quanto pareva aveva tifato per i grifoni e il suo cuore, quell’affronto non poteva sopportarlo.

Draco era silente, abbattuto e di umore decisamente nero.

Un po’ per la Mezzosangue che quando incrociava il suo sguardo si voltava con fare altezzoso, un po’ per il mal di testa, e un po’ perché il boccino gli era sfuggito. Quella era una pessima giornata.

“Ci rifaremo David, non prendertela”, sagge parole quelle di Terence, anche se nessuno parve ascoltarle.

Draco ascoltava le loro chiacchiere, e anche l’acqua ghiacciata gli sembrava troppo calda, stava davvero male, ma niente al mondo gli avrebbe fatto mettere piede in infermeria, quella sera si sarebbe divertito con i suoi amici nonostante la sconfitta.

 

                                                        ***

 

 

“Devi provare questo drink… Blaise sta dando il meglio di sé”

Nella Sala Comune dei Serpeverde, Blaise stava trovando il suo vero io dietro il bancone dei cocktails. Che avesse trovato la sua vera indole?

“Sai dirmi perché questo intruglio è argentato, David?”, chiese schifato Draco osservando con circospezione il suo bicchiere.

“Sai com’è fatto Blaise, no? Lui non si separa mai dallo stile, e a quanto pare anche i suoi cocktails devono fare tendenza!”

Draco non fu molto convinto da quelle parole, ma Blaise era comunque un suo amico e poi stava già male, quindi niente sarebbe potuto andare peggio…

Lo avvicinò alle labbra e lo mandò giù in un solo sorso.

Non era poi così penoso.

“Hai idea di cose ci fosse dentro?”

Draco guardò il bicchiere ormai vuoto; no, non ne aveva la minima idea.

“I soliti intrugli… suppongo…”

“Blaise ha esagerato, ha mischiato anche uno strano distillato pervenutogli clandestinamente”, asserì Adrian gustando avidamente il suo cocktail bronzato.

Draco lo guardò quasi sconvolto, e la cosa più strana fu vedere lo sdoppiarsi di Adrian Pucey, cosa ritenuta impossibile, ma che a quanto pare Adrian riusciva a fare nella sua testa.

Si dette del visionario, e afferrata una canna, si disse che se avesse rivisto Adrian sdoppiarsi almeno poteva usare la scusa di essere sotto effetto di sostanze stupefacenti.

 

 

La festa notturna sembrava essere sfuggita di mano un po’ a tutti, i cocktails micidiali made in Zabini avevano devastato tutti i ragazzi presenti al festino compreso lo stesso Blaise.

Erano tutti combinati malissimo, dei veri stracci, quasi irriconoscibili.

“Che ore sono?”, era stata formulata una frase di senso compiuto e il genio era stato il fumatissimo Theodore Nott, forse ormai ne fumava così tanto che era l’unico che riusciva a mantenere una certa lucidità.

Essendo l’unico non moribondo si ritrovò a rispondersi da solo, e avvistati i suoi compagni di stanza con un incantesimo li trascinò nella loro camera.

Anche se Blaise, Adrian e  David davano cenni di vita anche con un sonoro russare, Draco sembrava un peso morto, ma Theo non se ne preoccupò più di tanto, dopo tutto l’erede dei Malfoy era elegante anche dopo una sbronza di dimensioni colossali.

 

 

                                                        ***

 

Erano solo le 5 del mattino, e Blaise Zabini era stato svegliato da un incubo.

Era nel bel mezzo di un’orgia e improvvisamente tutte le belle ragazze da cui era circondato, si trasformarono nella McGranitt, nella Sprite, nella Cooman e in Piton.

Inutile dire che si svegliò urlando, madido di sudore e con un’irrefrenabile voglia di dare di stomaco, voglia che venne subito soddisfatta tra il suo letto e quello che lo separava da un Draco in catalessi.

Blaise guardò i suoi compagni, e se qualcuno si muoveva e riusciva anche a parlare nel sonno, Draco non accennava neanche ad un respiro.

Si insospettì anche se parecchio assonnato, e avvicinatosi decise di richiamarlo e strapparlo dal mondo dei sogni: “Draco…”, disse piano, ma il ragazzo non reagì, e quando la cosa venne ripetuta anche con un timbro di voce più alto e con qualche schiaffetto, la cosa mandò in allarme Blaise.

“Cazzo Draco, parlami!”, lo strattonò violentemente, ma Draco non accennava a muoversi.

Blaise era sconvolto, bianco in volto, preoccupato come non lo era mai stato.

“DAVID”, urlò animato dalla disperazione.

Il ragazzo si svegliò di soprassalto, “Cosa c’è?”, chiese stropicciandosi gli occhi.

“Draco…”, mugolò con le mani ai capelli.

David guardò il ragazzo, “ Sta dormendo…”

“No, non si sveglia”

Il ragazzo balzò in piedi in un batter d’occhio, “Cosa vuoi dire?”, domandò agitato.

“Non si sveglia…”

“Blaise, sta calmo. L’unica soluzione è chiamare Piton”, disse serio, Blaise annuì e corse a chiamare il professore.

 

Quando dieci minuti dopo apparve Piton in tutta la sua eleganza, ossia con la sua tunica nera schifosa e una starna vestaglia verde scuro. Era molto macabro.

Gli occhi infossati si posarono su Draco.

“Cosa succede?”, chiese con voce cavernosa, rivolgendosi ai tre ragazzi con sguardi cupi.

“Non si sveglia… il suo respiro è irregolare…”

Piton si catapultò sul ragazzo, “E’ meglio portarlo in infermeria…”, prese il ragazzo in braccio e lo portò da Madama Chips scortato dai suoi quattro amici che non volevano saperne di tornare sotto le coperte.

 

                                                        ***

 

Ad Hermione Granger brontolava lo stomaco, una sana colazione era tutto ciò che le serviva per mettere a tacere quello stomaco brontolone, ma quando arrivò in Sala Grande non fu accolta dalla solita atmosfera assonnata da suicidio pre- inizio lezione; quella mattina fu accolta da uno strano cicaleccio.

Sembravano tutti divisi in gruppetti, tutti che cospiravano animatamente contro qualcosa o contro qualcuno.

Si sedette tra i due suoi amici, “ Cosa sta succedendo agli studenti di questa scuola?”, chiese servendosi di un bicchiere di succo d’arancia.

“Non hai sentito? Draco Malfoy è morto”, disse Ron con tutta tranquillità continuando a mangiare la sua fetta di torta alla melassa.

Hermione si sentì mancare.

La caraffa si frantumò sul pavimento. Non riusciva a credere a quella notizia inverosimile.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

No, non è un’allucinazione siccome voi siete state veramente degli angeli con la sottoscritta ho ben deciso di farvi un regalo, beh so il capitolo finisce in una maniera un po’ macabra ma purtroppo quando l’ho scritto la mente m’ha tirato un brutto scherzo!

Spero comunque sia leggibile e che lo apprezziate come avete apprezzato quello precedente; non mi aspettavo davvero tanti commenti così pieni di entusiasmo.

Vi ringrazio ovviamente per gli auguri, siete troppo tenere.

 

Grazie ad: Erin, MartyViper, white_tifa, merryluna, anter, Sinylla, Luz79, VivianaRossa, bubi, Hanon, Fujiko92, katiuz, Alisea, meli_ mao, Alessandra, Alice_chan, Mione09, GeG, Valem, Felicity89, sea_black, lunachan62, apollo41, felpatosb, London, Aysha, Herm90, Chiaras, Yavanna1992, Cobwy23, marygenoana, yuna_4ever.

 

E poi un milione di grazie a redRon che mi ha dedicato una bellissima one-shot su un pairing che non è propriamente il suo, ma che le è riuscito perfettamente: Now I Konw, She'll be there for me.

 

Adesso torno alla mia tesina… anche se mi secca parecchio JJJ Non dimenticatevi che vi adoro!

 

kisses

 

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Capitolo 11
*** Go on and kiss the girl ***


bacio

 

Non hai sentito? Draco Malfoy è morto.

 

Le parole di Ron continuavano a rimbombarle in testa non volendone sapere di lasciarla in pace.

 

Non hai sentito? Draco Malfoy è morto.

 

Avrebbe preferito non saperlo. Avrebbe gradito di gran lunga che Ron non le avesse dato la terribile notizia presa con naturalezza a tranquillità da lui e dal resto della scuola.

“Hermione, tutto bene?”, chiese Harry.

La ragazza si voltò e annuì; non poteva di certo dirgli che l’unica cosa che voleva fare era piangere e distruggere qualcosa per lenire il suo dolore e raccapriccio per una morte così barbara.

“Senti Harry, com’è morto Malfoy?”

Harry si sistemò gli occhiali; “Dicono che alla festa di ieri sera ha esagerato, è il mix è stato esplosivo.”

Stupido Malfoy…

“Quando saranno i funerali?”

“Penso domani mattina”, rispose dubbioso. Che fosse davvero morto Draco Malfoy? Harry non riusciva a credere che fosse davvero accaduto. Sembrava tutto troppo assurdo.

“Non ti sembra strano dire che Malfoy è morto?”, domandò Hermione strappandolo dai suoi pensieri tristi e cupi.

“Oh beh… un po’ sì! Ho sempre creduto che fosse lui a ridere della mia morte”

La grifoncina trasse un lungo respiro.

“Sarà meglio andare… Storia della Magia ci aspetta”, in quell’istante Harry Potter invidiò Malfoy con tutto se stesso. Da morti era praticamente impossibile assistere ad una di quelle noiosissime lezioni.

Malfoy era libero.

Abbattuto seguì Hermione, sperando che Ron non si fosse dimenticato di prendere le Merendine Marinare, quel giorno ne sentiva un grande bisogno, e il caro Neville ne aveva addirittura usufruito la sera prima proprio per rendere il suo malessere più veritiero.

 

 

Timidi raggi di sole avevano fatto capolino dalle tende site in infermeria.

Strane pozioni colorate bollivano indisturbate assumendo strane tonalità di minuto in minuto, il sonoro canticchiare di un usignolo sul piccolo e stretto davanzale faceva compagnia a Poppy Chips, intenta a controllare la temperatura ad uno dei suoi pazienti.

La mano poggiata sulla fronte aveva stabilito che il ragazzo scottava e che la febbre dovesse essere piuttosto alta.

“Si voleva forse uccidere?”, fu una domanda retorica, l’unico che avrebbe potuto risponderle era proprio quel simpatico usignolo che imperterrito continuava la sua melodia.

Poppy Chips immerse un panno in una bacinella colma di acqua ghiacciata e gliela posizionò sulla fronte.

Gli aveva già dato una pozione per cercare di dargli un po’ di sollievo, ma essendo che la febbre continuava a salire, Severus Piton aveva ben deciso di preparare un’altra pozione. Ed ormai mancava poco all’ebollizione.

 

Il sobbollire di una delle pozioni la fece allontanare, e proprio mentre stava mettendola in un bicchiere, il ragazzo si svegliò: “Dove sono?”, chiese toccandosi la fronte.

Le immagini erano confuse, la sua stessa voce gli appariva lontana, e sentiva i rumori come amplificati.

“In infermeria, si sente meglio?”

“Non esattamente, cosa mi è successo?”

La donna gli porse il bicchiere contenente una specie di fanghiglia arancione screziata di marrone. Lui la afferrò e non riuscendo a distinguere odori, colori e sapori decise di mandarla giù senza tante storie.

“Il professor Piton l’ha portata qui che era svenuto per via della febbre troppo alta, quando è rinvenuto ha vomitato parecchio e poi è svenuto di nuovo… le ho dato una pozione ed è riuscito a riposare fino a pochi istanti fa.”

Si portò le mani alle tempie e poi ricacciò la testa quasi sotto il cuscino, la testa gli doleva troppo e la luce che irradiava la stanza era troppo forte.

“Per quanto dovrò stare qui?”, una nota quasi isterica nella sua voce.

“Finchè non le passa la febbre.”, rispose facendolo irritare parecchio, “Signor Malfoy, lei sa di aver rischiato parecchio?”, proseguì quasi irata da tanta incoscienza.

No che non lo sapeva, Draco non ricordava praticamente niente della sera precedente, e a mala pena era riuscito a ricordare che quel grandissimo idiota dello Sfregiato aveva preso il boccino prima di lui.

“Voleva suicidarsi?”

“No”

“Ah no?”

“No! Le sembra che io userei certi metodi per uccidermi? Non auguro a nessuno queste sensazioni schifose che sto provando… per uccidermi mi sarei scagliato un’ Avada Kedavra, rende molto di più”, disse con enfasi, e Madama Chips affetta, stranamente,  da estrema gentilezza, si sporse verso il ragazzo facendolo sdraiare e rimboccandogli le coperte.

“Adesso dorma, sta solo vaneggiando”, disse calma con un grande sorriso che spazientì il ragazzo, ma non fece in tempo a ribattere che cadde in letargo, fu come essere colpito alla testa da una spranga di ferro.

 

                                                        ***

 

“… la rivolta delle pannocchie va ricordata per via di ciò che accadde successivamente, i maghi di quel regno erano schiavi degli gnomi del deserto…”, la cantilenate e soporifera voce del professore fantasma era riuscita a catturare solo l’attenzione della penna prendi appunti di Hermione Granger, e di questo non si sarebbe potuto vantare visto che le penne prendi appunti non erano dotate di spirito d’iniziativa.

“Uccidimi Ron!”, sibilò Harry esausto.

Il rosso alzò il viso verso l’amico quasi indignato, “Se io uccido te, poi a me chi mi uccide?”

Harry lo guardò sofferente, e riappoggiò il capo sul banco sperando ardentemente che mancasse poco alla fine, ma quando chiese che ora fosse a Seamus, la riposta che ricevette non gli piacque per niente: erano solo trascorsi 11 minuti e 37 secondi dall’inizio della lezione. Stava indubbiamente vivendo un incubo.

“… le pannocchie erano l’unico mezzo che riusciva a farli stare in pace…”

Emozionante lezione su delle pannocchie! Irresistibile!

“Cosa sta facendo Hermione?”,chiese Ron sonnecchiando; Harry alzò lo sguardo per scorgere il viso della loro amica, e con immonda sorpresa notò che non stava seguendo la lezione con devozione e amore incondizionato.

“Guarda fuori dalla finestra”

Un sorrisino si dipinse sulle labbra del ragazzo, “Ottimo elemento da usare quando ci assillerà dicendo che Storia della Magia è interessantissima…”

Si guardarono e una risata sommessa uscì dalle loro bocche.

 

                                                        ***

 

Incredibile ma vero, la lezione di Storia della Magia era finita e con lei anche tutte le lezioni, e infatti con sommo gaudio gli allievi di Hogwarts si ritrovarono ad un’ora dalla cena.

La notizia che Draco Malfoy era morto era ancora sulle bocche di molte persone, e i Serpeverde si divertivano ad alimentare la notizia e metterli a disagio come più potevano.

Gli unici che però incappavano nelle loro subdole battutine erano i primini, si stavano divertendo davvero tanto, e solo Blaise e David stavano meditando sul da farsi; fare una strage subito o aspettare Draco e divertirsi insieme?

Il povero Theo non faceva testo, troppo preso dalla sua erbetta per preoccuparsi delle occupazioni dei suoi compagni di Casa, e il povero Adrian era in piena tempesta ormonale, innamorato della ex di Urquhart non sapeva come comportarsi.

Intanto in infermeria un paio di occhi color del mare in tempesta, davano il buongiorno alla sera; Draco Malfoy aveva dormito tutto il giorno come un ciocco e si era risvegliato un po’ più lucido, il mal di testa c’era ancora e si sentiva ancora un po’ di febbre, però secondo lui stava benissimo, si sentiva addirittura pronto per affrontare un esame di smaterializzazione.

“Madama Chips…”, chiamò, ma della donna nessuna traccia.

Si guardò un po’ intorno, ma niente. Improvvisamente il suo sguardo fu catturato dai suoi abiti poggiati su una sedia. Era stufo di stare lì, era stanco di dormire e di non poter scambiare 4 chiacchiere con qualcuno.

Che male c’era a farsi una passeggiata?

Assolutamente nessuna.

E così, mosso da pazzia irreversibile, si vestì e uscì dall’infermeria.

 

                                                        ***

 

“Spero sia questo…”, disse a sé stessa Hermione piuttosto arrabbiata per via della poca diligenza dei bambini del primo anno.

Stava giusto facendosi gli affari suoi in Biblioteca quando la professoressa McGranitt era giunta al suo cospetto impettita affiancata da uno stupido bambinetto dall’espressione piuttosto sciocca, e le aveva annunciato che sarebbe dovuta andare al 4° piano a cercare il libro di Trasfigurazione del ragazzino.

Lei non aveva fiatato, ma aveva maledetto quel bambino con epiteti poco gentili e poco consoni alla sua persona.

La carica di Caposcuola non implicava uno sfruttamento sottointeso.

Improvvisamente un rumore di passi, e lo sguardo della grifoncina si spostò sul nuovo personaggio che ben presto sarebbe entrato nel suo spazio visivo.

Colui o colei che avanzava verso la sua direzione, cercava di sorreggersi con l’aiuto del muro.

Che fosse Gazza?

Dopotutto l’unico zoppo e lercio del castello era proprio il custode; era già pronta a dirgliene quattro se avesse osato dire che non doveva stare lì, quando vide che quell’ombra non apparteneva a Gazza bensì a Draco Malfoy che in teoria doveva essere morto.

Era più pallido del solito e sospetto era il fatto che gli servisse l’aiuto del muro per riuscire a stare in piedi.

Sorrise a quell’immagine. Sorrise perché felice di vederlo lì vivo e vegeto.

“Sapevo che l’erbaccia come te non muore così facilmente…”

“Di cosa stai parlando, Granger?”, già stava male, se poi la Granger si metteva a parlare attraverso analogie allora era davvero la sua fine.

“In giro si dice che sei morto!”

Draco strabuzzò gli occhi, “Chi ha messo in giro questa boiata?”,chiese annoiato.

“Non saprei, quando questa mattina sono scesa per la colazione ne parlavano tutti”, disse portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

Lui stancamente si appoggiò al muro, vedeva un po’ appannato e un po’ quasi con lucidità stabile.

“Comunque, io ho altro da fare… non ho tempo da perdere”,disse all’improvviso ricordandosi di essere ancora arrabbiata con lui.

“Stai forse perdendo tempo?”

“Parlare con te è sempre una perdita di tempo”, come già detto, Hermione era arrabbiata ancora con lui, e nonostante fosse trascorsa più di una settimana non riusciva ancora a perdonargli ciò che le aveva detto alla lezione della Romane.

Granger, l’amore non esiste, sono solo fantasie di una bambina innamorata

Sapeva che quella frase non avrebbe dovuto colpirla, ma Malfoy era un ragazzo indisponente e il più delle volte si rendeva odioso.

“Sono sicuro che ancora non hai digerito la frase sulle tue fantasie da bambina innamorata!”, disse furente con il disegno di un ghigno stanco sulle labbra.

Hermione lo trafisse con lo sguardo.

 No, non aveva ragione! Stava straparlando, voleva urlarglielo, ma sarebbe stato inutile, quel ragazzo c’aveva visto giusto e lo detestava!

“Ti sbagli, Malfoy!”

“Granger, quando imparerai a non dire le bugie?”

“E tu quando imparerai ad ammettere determinate cose?”

“Di cosa parli?”, chiese confuso.

“Sai perché mi ricordi Hans Axel von Fersen?”

“E cosa c’entra?”

“Tu lo sai?”, ribattè furente non ammettendo repliche.

Lui si irrigidì, “No, non lo so Granger”, disse esausto cadendo praticamente a terra.

Hermione si allarmò, “Cosa ti prende?”, chiese agitata.

“Niente”,rispose.

Hermione si avvicinò, toccò la sua fronte e fu impossibile non notare che scottava ardentemente.

“Stai andando a fuoco”

“Ho la febbre, Granger”, disse ironicamente. Voleva farla arrabbiare, allontanarla di nuovo non sopportava di averla accanto così preoccupata.

Il suo volto dolce e delicato si era come tramutato, era bastato vederlo accasciato al suolo per accorrere da lui, per preoccuparsi…

“Granger, stammi lontano”

“No”

“Potrei contagiarti…”

“Non m’importa, devi andare in infermeria”, cercò di aiutarlo ad alzarsi, ma il ragazzo sembrava opporre resistenza.

“Ci sono già stato e mi stavo annoiando… ecco perché ho voluto farmi una passeggiata per il castello…”

Provò ad alzarlo ancora, ma niente.

“Non scherzare! Devi andare dalla Chips, è pericoloso!”

Draco la guardò e inaspettatamente rise, “Sei bella quando sei preoccupata”

Hermione rimase interdetta, “Chiariamo subito che io non sono preoccupata e che tu stai vaneggiando…”

“Perché starei vaneggiando?”

“Hai detto che sono bella”, disse incrociando le braccia al petto guardandolo come se fosse  diventato demente in un istante.

“E cosa c’è di male?”

“L’hai detto a me, Hermione Granger… solo con un gran febbrone avresti potuto dirlo”, disse quasi ridendo amaramente, mentre cercava ancora di sollevarlo dalla spalla.

Lui d’altro canto continuò a guardarla.

“So cos’ho detto ed a chi l’ ho detto…”, era serio. Quasi sconvolgente sentirlo così serio.

Hermione si fermò all’istante.

“Lascia che ti porti in infermeria…”, continuò lei ormai supplicandolo.

“No”

“Ma perché?”

“Perché voglio stare qui”

“Smettila di fare il bambino capriccioso”

“No”

Hermione si inginocchiò di fronte a lui, ormai non le era rimasto che provare a convincerlo prostrandosi ai suoi piedi.

No, che lo avrebbe realmente fatto, ma di certo non era comodo stare lì a strattonarlo per la spalla.

“Malfoy, dammi una buona ragione per stare in questo corridoio.”, disse impettita.

Draco non rispose verbalmente, e fu per questo che si avvicinò al suo viso e la baciò.

Hermione fu presa alla sprovvista, le labbra di Draco saggiarono dolcemente i contorni di quelle labbra cercando di rilassare la grifoncina.

Una mano del ragazzo percorse la sua schiena finchè non la avvicinò di più al suo corpo.

Hermione però lo allontanò da sé con una mano sul petto, “Cosa stai facendo?”, chiese con le guance arrossate dall’imbarazzo.

Lui sorrise, “Ti sto dando una buona ragione per rimanere in questo corridoio”, disse specchiandosi in quegli occhi così fieri e confusi.

La strinse a sé, le loro bocche si incontrano e si unirono in un bacio dolcissimo, un ricercarsi graduale, paziente.

Le mani fra i suoi capelli.

Si guardarono a lungo ansanti, incapaci di formulare frasi di senso compiuto.

Le labbra di lei rosse e gonfie, terribilmente bella.

Una mano salì ad accarezzarle il viso, “Sappi solo che non è stata la febbre…”, annuì e lui catturò quelle labbra in un altro bacio a cui lei, ormai, non avrebbe più opposto resistenza.

Un bacio al sapore di febbre. Il loro primo bacio. Unico e irripetibile.

Che la febbre li avesse aiutati?

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Salve, spero che dopo il capitolo precedente qualcuna di voi non abbia commesso suicidioJ

Credevate davvero che il grande e immortale Draco Malfoy fosse morto?

Quando accadono certe cose si spargono sempre voci inverosimili che farebbero accapponare la pelle, e questo espediente ha portato a questi frutti e a far capire ad Hermione che la morte di Draco non la lascerebbe esattamente indifferente!

Spero inoltre di essermi riscattata con questo capitolo, non era mia intenzione farvi venire dei colpi apoplettici!

 

Come sempre siete estremamente meravigliose.

 

Sarò anche ripetitiva dicendovi che vorrei dilungarmi con i saluti, ma c’è quella maledetta tesina che mi chiama, e adesso è giunta l’ora di riprendere da dove 20 minuti fa ho interrotto per prendermi una pausa… sigh…sob!

 

Ancora un milione di Grazie!

 

kisses

 

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Capitolo 12
*** Your kiss goes me...sick! ***


ikl

Madama Chips, allontanatasi per qualche minuto, era ritornata nel suo regno per vedere se Draco Malfoy stava delirando o riposando tranquillamente; aprì le tende che vi erano introno al letto e notò che nessuno vi stava dormendo.

“Malfoy”, chiamò, pensando magari che il ragazzo fosse in bagno.

Ma niente, dopo aver bussato alla porta del bagno e nessun rumore ne era susseguito, aveva aperto con violenza la porta aspettandosi che il ragazzo fosse svenuto lì dentro.

Allarmata vi era entrata dentro, e non seppe se tirare un sospiro di sollievo: Draco Malfoy non era neppure lì dentro.

Notò di colpo che anche i vestiti erano spariti lasciando un pigiama aggrovigliata sul letto disfatto. Era sicuramente per il castello, nella sua condizione non sarebbe neanche riuscito a recarsi nei sotterranei.

 

“Signor Malfoy, cosa diavolo sta facendo?”, abbaiò inviperita trovando il ragazzo più malandato che mai, in uno dei corridoi del 4° piano in compagnia di Hermione Granger.

Draco si voltò verso la donna a cui molte ciocche erano sfuggite alla crocchia perfetta.

“Buonasera Madama Chips”

“Malfoy, lo sapevo che voleva suicidarsi”,disse scostando la ragazza da lui e afferrandolo per un braccio.

“Suvvia, solo perché volevo farmi una passeggiata?”

La donna scosse la testa, “Adesso la sigillo a letto, non si alzerà neppure per andare in bagno”, disse minacciosa.

“Se mi vuole vedere in un bel laghetto di pipì…”

“Signor Malfoy, si tappi quella fogna!”

Hermione era ancora lì, incredula, che si toccava le labbra non riuscendo a credere di aver baciato quel pazzo febbricitante di Draco Malfoy, “E lei, è meglio che vada a mangiare qualcosa… mi sembra pallida”, aggiunse in direzione della grifoncina, che in quel momento aveva lo stomaco chiuso e mille perché naufragati nella sua testolina.

 

                                                        ***

 

“Hai visto? C’è il tuo piatto preferito…”, esordì Ron concitato guardando la sua migliore che avanzava lentamente, “Hanno preparato le frittelle al cedro”

Hermione sorrise e prese il piatto che Ron le porgeva con tanto affetto, “Grazie Ron”.

“Di niente”, rispose educatamente immettendosi in bocca una ciambella sana, incredibile come ci riuscisse!

“Si dice che il fantasma di Malfoy andrà a vivere insieme al Barone Sanguinario…”

Hermione per poco non si strozzò con le frittelle, se Draco Malfoy era davvero morto chi aveva baciato?

E dire che il bacio era stato più che consistente…

La forchetta le cadde dalla mano e scoppiò a ridere, “Hermione, cosa c’è da ridere?”, chiese stranita Lavanda mentre soffiava sulle unghie appena smaltate di rosso vermiglio.

“Se sostenete che Malfoy è morto… perché io l’ho incontrato quindici minuti fa in un corridoio?”

“Avrai sicuramente incontrato il suo fantasma…”, rispose la ragazza continuando a soffiare.

“Certo, e come mai era consistente?”

“Hermione cara, come fai a dirlo? I corridoi sono sempre bui e tetri… per capire che era corporeo avresti dovuto toccarlo…”, disse saggiamente Padma Patil unitasi ai Grifondoro.

Hermione rise ancora più forte.

Peccato non poter dire di averlo baciato!

 

                                                        ***

 

Il sole era sorto e qualcuno faticava ad alzarsi dal letto per via di un forte cerchio alla testa e forti dolori alla braccia e alle gambe.

Hermione si sentiva anche nauseata, ma essendo una ragazza affetta da troppa buona volontà, si alzò, si lavò e vestì, e scese in Sala Comune dove avrebbe aspettato quei due dormiglioni di Harry e Ron.

Seduta su uno dei divani, cercava di leggere la lezione che Vitious avrebbe spiegato quel giorno, ma le parole sembravano saltellare e non stare al proprio posto, e così più confusa che altro, Hermione si ritrovò a chiudere il libro.

“Buongiorno, hai una cera….”, disse cortesemente Ron baciandole una guancia.

“Grazie Ronald! E dire che tu una cera decente non la sfoggi neanche sotto incantesimo…”, prese la sua sacca e uscì dal buco del ritratto. Ron si girò verso Harry chiedendo silenziosamente cosa diamine avesse fatto, e lui rispose facendo spallucce.

Hermione sarebbe sempre stata un mistero…

La ragazza vedeva tutto doppio, si sentiva troppo male e se le provvidenziali braccia di Harry non l’avessero sorretta probabilmente si sarebbe fatta un viaggio rotolando giù per le scale.

“Ti va di andare in infermeria?”, chiese apprensivo.

Lei, testarda più di un mulo, scosse la testa, e cercò di mettersi in piedi, ma dopo aver lasciato le braccia di Harry, cadde di nuovo rovinosamente a terra.

“Ok, ti porto in infermeria!”, affermò prendendola in braccio.

 

                                                        ***

 

La febbre che aveva colto il Principe di Serpeverde era scesa; da 40 era passata a 38.

Aveva dormito in una pozza di sudore, e tenendo compagnia alla donna con i suoi deliri.

Madama Chips avrebbe voluto aprire le finestre e ridere come una pazza, o scappare nell’ufficio di Silente e far partecipare tutto il corpo docente a quel delirio senza precedenti nella storia di Hogwarts.

Improvvisamente un tonfo ruppe l’atmosfera di tranquillità e fece svegliare Draco di soprassalto; Harry Potter con un calcio aveva aperto la porta presentandosi con Hermione tra le braccia.

“Potter, ma ti sembra il modo?”, da un paio di giorni la donna stava vivendo un incubo; Malfoy che spariva per i corridoi in preda a febbre alta, Potter che dimenticava le buone maniere…

Aveva bisogno di una lunghissima vacanza.

“Ho le mani occupate”, disse, facendo capire alla donna che con Hermione in braccio non aveva trovato altro metodo per spalancare la porta.

“Cos’ha?”, chiese avvicinandosi.

“Non si regge in piedi, e poco fa cantava una strana canzoncina con protagonisti dei vermicoli e uno Schiopodo Sparacoda”, si avvicinò ad un letto, “E’ grave?”, chiese poggiandogliela.

“Ha la febbre”

Fantastico, adesso mi toccherà prenderle valanghe di appunti

“Guarirà presto, vero?”, chiese speranzoso.

“Se non deciderà di fare delle lunghe passeggiate per i corridoi...sì!”

Harry non capì, “E adesso sparisca signor Potter”, non se lo fece ripetere due volte, e come un fulmine si eclissò.

 

                                                        ***

 

Hermione era stata distesa nel letto accanto a quello di Draco, erano solo divisi da una tenda grigia, orribile a detta del ragazzo, e di ogni studente costretto in quel luogo per più di mezz’ora.

Madama Chips trafficava con qualcosa, e lui poteva benissimo percepire il respiro accentuato della ragazza.

Le aveva mischiato la febbre. Avrebbe dovuto sentirsi in colpa?

La sua personalissima risposta era negativa; l’aveva contagiata, l’aveva contagiata con un bacio, ed era soddisfatto della sua opera di rapida diffusione.

Sì, ne andava fiero…

E con quel pensiero prese di nuovo a dormire, il mal di testa si faceva sempre più incessante.

 

                                                        ***

 

Quando Hermione Granger aprì gli occhi non riuscì a distinguere bene ciò che la circondava, troppo grigio, troppo silenzio, troppe cose informi.

Notò la tenda, e senza pensarci troppo la scostò, ciò che i suoi occhi incrociarono fu il viso pallido e rilassato di colui che le aveva mischiato la febbre con un bacio, di colui che la sera prima delirava e che l’aveva trascinata nel suo delirio; doveva dare importanza a quel bacio al sapore di febbre?

Si disse di no. Si disse di no perché probabilmente Draco non aveva ricordi a proposito di ciò che era accaduto la sera prima in uno stupido corridoio del 4° piano.

Draco intanto si sentiva piuttosto osservato e aperti gli occhi si ritrovò davanti il visino minuto della Granger.

Graziosa con le sue guance arrossate e gli occhi un po’ lucidi. Era deliziosa…

“Granger, così mi consumi…”, lei non rispose a quella specie di provocazione, e continuò a guardarlo insistentemente.

“C’è un motivo?”

“Per cosa?”

“Per questi sguardi insistenti sulla mia magnifica persona…”

Hermione fece una strana smorfia, “Magnifica persona? Si vede che sei ancora nel pieno del tuo delirio…”

“Quale delirio?”, chiese lui confuso, non ricordando di aver dato spettacolo più di una volta con i suoi vaneggiamenti da febbre.

“La tua febbre”

Un attimo di silenzio li avvolse, “E tu? Come mai qui?”, chiese poi quasi come fosse distratto e non gliene importasse nulla.

“Qualcuno ieri sera mi ha contagiata…e guarda un po’, la colpa è sempre tua!”

Lui rise di cuore, “Solo mia?”

Lei si morse il labbro inferiore, “Giuro che ti picchio!”, asserì convinta guardando con bramosia una scopa.

“Io sono giustificato perché ero nel pieno di un vaneggiamento, ma tu?”

Hermione prese il cuscino e glielo tirò in faccia, “Paura?”

“Mai”

“E allora?”

“Allora tappati quella fogna, Malfoy”

Lo sguardo del ragazzo si fece malizioso, “Tappamela tu”, disse, con un tono privo di sarcasmo, ironia o voglia di prenderla in giro e schernirla.

“No”

“Perché?”

Lei alzo il mento altezzosa, “Perché hai la febbre”

“Anche tu hai la febbre, non possiamo più contagiarci.”

Hermione si inumidì le labbra e lo guardo incuriosita, “Perché vuoi baciarmi?”

“E tu perché non vuoi?”

Hermione incrociò le braccia sotto il seno e lo guardò bieca; quel deficiente sapeva sempre come infastidirla, sembrava fosse nato per fare quello, sembrava fosse la sua unica occupazione.

“Sei un idiota, te l’ho mai detto?”

“Un paio di volte, cambia sonata… sei ripetitiva!”

“Ucciditi”

“Già sentito…”

“Ti odio!”

“Puoi fare di meglio…”, disse sbadigliando.

Hermione s’infervorò ancora di più.

“Quel pigiama fa schifo!”, esclamò voltandosi poi dall’altro lato e cacciando la testa sotto al cuscino.

Un sorriso si disegnò sulle labbra del ragazzo, “Ecco… qua c’è già un po’ di originalità”, disse mettendosi anche lui in posizione per dormire e riposare le sue stanche membra; e intanto la ragazza che le dava le spalle, sorrideva a sua volta.

Malfoy con la febbre, era adorabile…

 

Quando Madama Chips tornò in infermeria per vedere se i suoi piccoli malati si erano uccisi, fu rincuorata dai sorrisi dipinti sulle loro labbra.

 

 

                                                        ***

 

“Draco, ma ti sembra il modo?”, la voce squillante di Pansy Parkinson raggiunse le orecchie del ragazzo destato nel peggiore dei modi dal mondo dei sogni.

“Smettila di urlare”

La ragazza gli si attorcigliò al collo, “Ci sei mancato!”, disse piagnucolando.

Draco lanciò uno sguardo eloquente a Blaise, nonché ragazzo innamorato di Pansy.

“Già, ci sei mancato… pensa che Tiger e Goyle hanno deciso di fare un voto a Merlino.”

Draco strabuzzò gli occhi incredulo, cercando allo stesso tempo di scrollarsi Pansy di dosso, “E in cosa consiste?”

Blaise si porto una mano alla nuca, “Hanno deciso di non mangiare più dolci… a quanto pare senza di te non possono vivere…”

“Mi vedono come un bignè alla crema?”, chiese stralunato.

Blaise rise, “Probabilmente sì!”

Draco scosse la testa, demoralizzato all’idea di assomigliare ad un dolcino gigante per quei due trogloditi senza speranze.

“Pansy, adesso basta, dobbiamo andare”, Pansy lasciò alcuni baci sulle guance del ragazzo, “Guarisci presto!”, disse sventolando un fazzolettino bianco, mentre Blaise la trascinava.

“Draco, sappi che Grace vuole venire a trovarti!”

In cuor suo sperò che una trave le finisse di sopra e passasse a miglior vita.

 

 

 

 

 

 

 

 

E se la trave la colpirà davvero non ci saranno sfere del drago che tengano XDXDXD

 

Salve ragazze,

sto postando a velocità impressionante… spero non sia spiacevole!

Non mi dilungo perché una certa Seconda Guerra Mondiale mi attende… sigh… sob!

 

Grazie infinite per tutto, sperando che questo non abbia fatto schifo!

 

kisses

 

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Capitolo 13
*** So close no matter how far ***


pride

“Scacco Matto!”, esultò Draco ghignando mentre le sue pedine prendevano a calci e pugni le pedine di Hermione.

“Malfoy, questa è la fortuna dell'’idiota!”

“Granger, allora avresti dovuto vincere tu!”, rispose con quella sua immancabile e adorabile vena sarcastica.

“Non credo!”, disse la ragazza facendo separare le pedine con un colpo di bacchetta che riportò ogni pezzo al proprio posto non senza che si bestemmiassero dietro.

Draco si posizionò malamente sul cuscino.

“La verità ti fa solo tanto male!”

“Smettila di fare il vecchio saggio!”

“E tu smettila di fare la vecchia arpia petulante!”

“Imbecille!”

“Stupida!”

Entrambi con le braccia conserte con espressioni offese dipinte su quei bei faccini da angeli scurrili e boccacceschi.

“Non sai perdere!”

“E tu non sai vincere!”

“SMETTETELA IMMEDIATAMENTE!”, una voce possente e di timbro un po’ più elevato del normale traforò i loro timpani, e naturalmente il tutto fu accompagnato da due scappellotti leggeri dietro la nuca per far cessare quel tormento chiamato battibecco Malfo-Grangeriano.

 L’infermeria con annessa infermiera ne aveva le pluffe piene delle loro continue e stupide querelle prive di senso logico.

Draco ed Hermione si guardarono in cagnesco e si voltarono dai lati opposti, quella convivenza stava diventando stressante.

“E adesso senza fiatare ingurgitate queste pozioni senza tante storie”, porse ai due ragazzi delle fialette con un liquido verde muco e li intimò, con la sola forza dello sguardo, di mandarle giù senza fiatare.

I due ragazzi la guardarono disgustati, “Non potrebbe far qualcosa per renderla più presentabile?”, azzardò Draco nauseato.

“No signor Malfoy!”, disse digrignando i denti stile Thor, “Se non le va bene non sono affari miei, se vuole morire per la febbre sono solo fatti suoi!”, glielo ruggì senza pietà tanto che Draco si ritrovò a poggiare le labbra alla fialetta. L’odore nauseabondo non aiutava di certo.

Hermione lo guardò, era davvero coraggioso.

“E’ permesso?”, chiese una vocina timida spingendo la porta per entrare nella stanza.

Le tre figure si voltarono verso l’intrusa e per poco Draco non si strozzò, anche se ne sputacchiò una generosa quantità su Madama Chips.

Era appena entrata Grace Grey.

“Giuro che questa me la paga, Malfoy!”, disse togliendosi con un fazzoletto il liquido che le aveva impiastricciato il viso.

Draco si guardò intorno spaesato, la Chips gli sembrava solo una grande ameba con qualche problema mentale, Grace una piattola appiccicosa difficile da scrollarsi di dosso, ed Hermione, la sua unica via di salvezza aveva tirato le tende per lasciarlo in intimità con quella.

 

“Draco, come stai?”, eccola all’assalto.

“Malissimo”, rispose il ragazzo teatralmente portandosi una mano alla fronte, mentre Hermione se la rideva.

Grace si sporse verso Draco e gli carezzò la guancia. A quel contatto lui rabbrividì e istintivamente si allontanò.

“Perchè ti allontani?”, chiese confusa con la mano ancora nel punto in cui pochi istanti prima c’era il viso del ragazzo.

“Non vorrei contagiarti!”, rispose meccanicamente.

“Amore…”

Amore? Perché lo stavo chiamando amore? Loro non stavano insieme e anche se fossero stati una coppia, Draco Malfoy odiava quello stupido nomignolo… a dire il vero odiava ogni cosa che avesse una parvenza di dolce.

“Prego?”

Gli occhi di Grace non capirono. Draco si spazientì.

“Perché mi hai… chiamato in quel modo?”, domandò schifato.

Grace poggiò una mano sul ginocchio del ragazzo, “Perché stiamo insieme!”, rispose come se fosse stata una cosa ovvia, solo che di ovvio non c’era un bel niente.

“Grace…”, sospirò stancamente, “… c’è un concetto da chiarire…”, continuò con voce strascicata.

Gli occhioni della ragazza ovviamente si illuminarono d’immenso, “Dimmi”, disse incitandolo a continuare nutrendo false speranze.

“Io e te…”, sospiro di suspance, “… NON stiamo insieme, io e te abbiamo solo fatto un paio di volte sesso… e ciò non implica un legame affettivo!”

“Tu… tu ti rendi conto di avermi spezzato il cuore, vero?”, disse con la voce rotta dal pianto.

“Io non voglio l’anima delle ragazze che passano dal mio letto”

Ormai le lacrime erano imminenti.

“Mi hai solo usata?”

“Sì”

Una sillaba, una sillaba capace di farti crollare il mondo addosso. Una sillaba che era una maledizione per il cuore.

“Ok, sappi solo… sappi solo che ti amo!”

Ti amo

Draco odiava quelle due parole. Le odiava perché i sentimenti erano un’ invenzione per far dormire sereni i bambini consapevoli che con quell’arma a doppio taglio avrebbero sconfitto l’uomo nero e i mali del mondo. Solo un cumulo di cazzate.

Grace ormai era in lacrime, la vista offuscata, la sua vita andata in frantumi per colpa di Draco Malfoy. La dolce maledizione delle sue numerose amanti che inevitabilmente finivano per innamorarsi.

 

                                                        ***

 

“Certo che sei proprio stronzo”, asserì la grifoncina scostando la tenda e incontrando lo sguardo vacuo del ragazzo.

“Farti una sana dose di cazzi tuoi, no?”, rispose acido.

Hermione però continuò a guardarlo, non gliene importava un fico secco se stava per afferrare la bacchetta e schiantarla senza pietà, non gliene fregava niente se le avesse urlato dietro i peggiori epiteti conosciuti da mente umana… lei era lì, ma non per giudicare il suo operato con quella ragazza.

“Malfoy, hai ragione!”, disse poi improvvisamente.

Draco strabuzzò gli occhi, ma non disse nulla.

“Hai ragione. Non farò la moralista femminista…”

“Lo stronzo di poco prima sembrava la perfetta premessa della femminista moralista che difende il genere femminile appartenente alle oche”

“Malfoy… la vita è tua, le ragazze non hanno dignità, si inventano paroloni e sentimenti quando invece quello che vogliono è il tuo corpo, la bramosia dei tuoi baci; ma loro ci saranno quando vorrai solo che capissero ciò che provi stando in silenzio?”

Draco non rispose, lo sguardo fisso al soffitto che ascoltava quel fiume di parole così brutalmente veritiero.

“Ti riempiono di parole vuote, di concetti inesistenti, di mosse studiate per portarti solo al loro corpo… è troppo difficile parlare, stare a guardare il pavimento e iniziare a raccontarsi le più brutte figure collezionate negli anni… è difficile mostrare se stessi al mondo, difficile scansare la semplicità…”

Continuava ad ascoltarla assorto. Continuava a dirsi che quei discorsi non gli piacevano, ma non riusciva a farli andare via, si stavano impossessando del suo essere, stavano mettendo le radici e lui non stava facendo nulla per estirparle. Nulla. Non voleva trovare la forza. Cullarsi nella dimensione dei sentimenti positivi, credere che non aveva mandato al diavolo Grace solo perché voleva un altro corpo non pensante nel suo letto che gemesse sotto le sue premure da amante perfetto.

“Granger, ho voglia di una canna!”

“Canna? No, non è fattibile! Madama Chips ci lincerebbe!”

Draco si sporse verso la ragazza, “Perché? Tu la fumeresti con me?”

Hermione si stiracchiò, “Tu devi smetterla di credere che io sia una specie di idiota illibata che crede che in ogni cosa ci sia il peccato!”

“Ma io ti ho rivalutata!”, le parole arrivarono dritte al cuore di Hermione. Era stordita.

Poggiò una mano sulla fronte del ragazzo per controllare la temperatura, eh no non scottava!

“Malf…”

La mano del ragazzo afferrò il suo polso e avvicinò il suo volto a quello di Hermione.

I loro nasi si sfiorarono, le punte dei suoi serici capelli biondi a solleticarle una gota, la strana sensazione di stare per compiere un’azione giustamente sbagliata.

“Granger…”, sospirò mentre il suo indice si attorcigliava intorno ad uno dei morbidi boccoli della ragazza, “… mi dispiace…”

Hermione non seppe a cosa si riferisse con quelle parole, non ebbe il tempo di chiederglielo che le sue labbra furono sfiorate da quelle del ragazzo in un atteggiamento di pura dolcezza.

La morbida consistenza di quelle labbra, il loro sapore…

Hermione volse lo sguardo verso il ragazzo.

“Malfoy, perché continui a volermi baciare?”

Draco si chinò sul suo collo lasciandole qualche bacio. Era estasiato.

“Che gusto c’è a conquistare le cose semplici?”,rispose, lasciando alla ragazza una buone dose di sgomento e perplessità, mentre lui si voltava sull’altro fianco per evitare di incrociare lo sguardo disgustato di Hermione Granger.

 

                                                        ***

 

Il giorno dopo Draco doveva essere dimesso, ma non prima di abbandonare la sua compagna di sventura con un’altra proverbiale litigata su una cosa estremamente stupida come le Cioccorane.

Madama Chips aveva ormai perso le speranze visto che li aveva sentiti litigare sugli Scacchi Magici, sulle Cioccorane, sulle pozioni curative, su un Barbagianni, sulla Piovra Gigante e sulle parole d’ordine inventate da Silente… ogni loro litigio rientrava perfettamente nella norma delle cose senza senso.

Dopo una discussione interessantissima sulle rane di cioccolato, Draco era pronto per varcare il confine con la libertà di fumare tutte le sigarette che si era perso in quei giorni.

“Granger, stammi bene!”, le disse ghignando.

“Malfoy, è colpa dei tuoi baci se sto qui… un bacio che mi guarisca, no?”, disse incrociando le braccia sotto al seno sfoggiando un’espressione tra l’ironico e il dolce.

“No, non ho ancora acquisto queste doti curative… e comunque Granger, smettila di bramare i miei baci, quelli mi piace darteli quando meno te li aspetti… meglio se posso contagiarti con qualche strana malattia!”, disse ghignando divertito.

“Ribadisco che ti odio e che hai la stessa simpatia di uno dei water dove Mirtilla ama tanto tuffarsi!”

“Ciao idiota!”

Hermione sbuffò, “Che possa caderti di sopra un sacco pieno di cacca di drago!”

“Idiota e pure cattiva!”, constatò il ragazzo, mentre Madama Chips spazientita non riusciva più a sostenere quelle discussioni da manicomio, e fu così che si alzò di scatto spingendo Draco fuori dalla porta, “Signor Malfoy, non metta più piede in infermeria… la sua presenza è estenuante… e sappia che può usufruire delle mie preziose cure solo quando un incantesimo l’avrà fatta diventare muto, intesi?”

“Ma Madama… io sono innamorato di lei!”

“MALFOY!”, urlò senza pietà al ragazzo sbattendogli la porta in faccia, mentre lui rideva di gusto di quella povera donna dal nome totalmente assurdo e con un diavolo per capello per via della sua illuminante presenza.

 

                                                        ***

 

Due giorni dopo Hermione era uscita da quell’inferno ed era tornata più felice che mai alla sua occupazione principale: studiare.

Harry era tornato a rilassarsi, non ne poteva davvero più di seguire così attentamente quelle lezioni così estremamente barbose, e Ron era felice di poter di nuovo attingere al pozzo del sapere senza massacrarsi sui libri e riuscendo a concludere il niente.

“Ci vediamo a pranzo, corro a Confronto tra Letteratura Magica e Babbana…”

Harry e Ron si guardarono sgomenti; esisteva davvero una materia con quel nome lunghissimo?

Si sprecavano tante energie solo per pronunciarlo.

 

Quando l’Orgoglio e il Pregiudizio ostacolano un amore

 

Draco Malfoy desiderò di essere colto da un male incurabile.

I 7 illibati avevano già preso posto, Draco stava fumacchiando come al solito, ed Hermione aveva appena dato uno sguardo alla Romance nel mondo dei sogni e a ciò che vi era scritto sulla lavagna.

“C’è qualcuno che vuole dire qualcosa?”, domandò con fare stanco come se non gliene fregasse un bel niente, ma non rendendosi conto che delle voci concitate stavano dando luogo ad un dibattito. Un dibattito istituito dai 7 cerebro lesi. Assurdo.

“Stai scherzando, spero!”, esclamò indignata Susan Bones.

“Mi dispiace contraddirti, ma ciò che stai blaterando tu è allucinante!”

Susan s’inchinò, era arrivato il momento di prendere in giro quello spocchioso di Ernie Mcmillan, “Mi perdoni, la prego…”, alzò lo sguardo per vedere il viso del suo interlocutore che appariva piuttosto scocciato, “…perdoni questa insulsa donna, mio sire”

“Susan smettila!”, disse strattonandola per un braccio e intimandola ad alzarsi da quell’insulsa posizione.

“Perché?”

“Perché quello che dici è senza senso!”

“Ti prego, mi ritieni così stupida e incapace?”, chiese offesa, mentre Ernie cercava le parole adatte per non farla arrabbiare ancora di più.

“No, per niente!”, ammise in un sibilo che fece rotolare Draco dalle risate.

Erano patetici.

“Malfoy, sono ancora gli effetti della febbre?”, chiese ironica Hermione.

“Granger, ma li senti? Come si fa a non ridere?”

Hermione lo guardò scuotendo la testa; quel ragazzo era irrecuperabile nella sua idiozia da maschio adolescente.

“Ernie, ancora non ho capito cosa…”

Il ragazzo si portò una mano al viso, doveva farle un esempio che calzasse a pennello, “E’ come se…”, si guardò intorno per cercare l’esempio perfetto, “… E’ come se Malfoy si innamorasse di Hermione…”

Tutti ascoltarono quelle parole sgomenti, e servirono soprattutto a Draco per far cessare la sua ilarità.

Ernie si rese conto che tutti lo guardavano scioccati e iniziò ad allentarsi la cravatta.

Faceva davvero caldo.

“Ammetto che l’esempio faccia un po’ paura… ma Malfoy come il signor Darcy si mostra sdegnoso verso le origini di Elizabeth… nel mio esempio ovviamente Elizabeth corrisponde ad Hermione.”

Ernie sudava. Si aspettava da un momento all’altro uno schiantesimo dalle due parti nominate, famose per la loro impulsività.

Ma quando si rese conto che nessuno schiantesimo stava per colpirlo, si trovò autorizzato a continuare la sue tesi, “E poi ricordiamo che Elizabeth ha dei pregiudizi per delle informazioni false che le sono arrivate… tutti siamo a conoscenza del passato di Malfoy, ma chi ci dice che non è cambiato?”

“Ernie”, sbottò Hermione, “… non ti azzardare mai più a portare certi esempi in questo luogo, intesi?”, disse minacciosa impugnando la bacchetta all’altezza del collo del ragazzo.

“Suvvia Granger, facendo così stai sostenendo le tesi di questo stupido”

Hermione si voltò verso di lui irata, che al contrario, in tutta calma stava accendendosi una sigaretta.

“E come, di grazia?”

Draco distese le lunghe gambe sul banco.

“Stai dando prova di essere orgogliosa e che non hai abbastanza elasticità mentale da immaginarti con il sottoscritto. Hai dei pregiudizi, vero?”

Hermione lasciò il colletto di Ernie, che tornò a respirare, e si avvicinò a Draco.

“Stammi a sentire, stupido di un furetto!”, Draco per tutta risposta le buttò il fumo in faccia facendola tossire, “Come non potrei avere dei pregiudizi su di te?”

“Io quelli che avevo su di te… li ho abbattuti tutti!”

Hermione si sentì una vera merda.

Lei che tanto decantava la sua maturità, aveva dato prova di essere una delle tante stupide che abitavano il mondo.

Lo spocchioso Draco Malfoy aveva dato prova di grande maturità.

Lei era solo una montagnetta di puzzolente cacca di drago.

“Granger, non sentirti una merda, non ne vale la pena! Con uno come me è comprensibile!”

Hermione continuava a guardarlo come se fosse un marziano spiaccicatosi al suolo che cercava di fare un test di intelligenza a Tiger e Goyle, e poi, improvvisamente il bacio che si erano scambiati quella sera tornò a vorticare nella sua mente confusa.

Lui l’aveva baciata perché aveva la febbre. Lei aveva ricambiato perché lui si era posto in una maniera dolcissima.

Lui aveva voluto baciarla di nuovo e c’era riuscito, ma solo adesso era riuscita a comprendere il perché s’era subito voltato dalla parte opposta alla sua.

Draco Malfoy aveva avuto paura di essere giudicato.

 

Era ancora lì a ponderare, quando Draco aveva afferrato le sue cose ed era uscito dall’aula.

No, non poteva lasciarlo andare! Era lei il sacco di cacca di drago!

Prese le sue cose e corse a perdifiato per raggiungerlo.

“Malfoy”

Draco si voltò sorridente verso la ragazza che correva verso di lui.

Carina con le gote arrossate, i capelli al vento, la voce spezzata per via del fiatone.

“Mal… foy”, cercò di dire portandosi le mani alle ginocchia per cercar di riprendere fiato.

“Dimmi”

Hermione era ancora china e il suo respiro non accennava a diventare regolare, “Granger”, chiamò, e non ricevendo nessuna risposta, se non un principio di asma, si chinò per vedere cosa diavolo stava accadendo.

Le scostò i capelli e la vide sorridere, “Granger, ma che diamine…??!!??”

Hermione si sporse verso di lui e poggiò le sue labbra su quelle di Draco che non perse tempo a cingerle la vita e ad approfondire il bacio.

Non sapeva perché Hermione lo aveva baciato. E forse non voleva saperlo. Gli stava bene così.

 

Erano in un corridoio del terzo piano dove un branco di quadri facevano il tifo per loro.

La maggior parte erano parenti di Draco, fieri di ciò che stava facendo il loro degno erede.

Il bacio si era prolungato, ma non sembrava importare a nessuno dei due.

E ovviamente entrambi convennero che i baci dati senza essere in preda alla febbre, avevano tutto un altro sapore.

 

 

 

__________________________________________________________________________________________________________________________________

 

Ed ecco a voi, mie care fanciulle il tanto atteso capitolo incentrato su Orgoglio e Pregiudizio.

Adesso spero soltanto che non abbia deluso le vostre aspettative, altrimenti Mercoledì andrò al patibolo ancora più stanca e demoralizzata XDXDXD

Mie gioie, dopo una giornata trascorsa a ripassare l’italiano di tutto l’anno scolastico mi sento un po’ fusa… ma devo ancora ultimare qualcosa nella tesina, quindi vi chiedo di essere buone, (anche cattive se me lo merito), in sostanza, fatemi sapere cosa ne pensate!

 

Ringrazio tutte coloro che hanno recensito, siete davvero speciali!

 

kisses

 

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Capitolo 14
*** Lesson number seven: Two for tragedy ***


renzo

Hermione Granger e Draco Malfoy non stavano insieme.

Nonostante quel lunghissimo bacio, interrotto da Mrs Purr, i due si erano lasciati dicendosi un bel niente, e da una settimana facevano finta di non conoscersi, ma era arrivato il momento di trascorrere un’ora nella stessa aula. L’ora della Romance era arrivata.

Romanzo del giorno: I Promessi Sposi. Un mattone difficile da dimenticare.

 

                                                        ***

 

Quella mattina, più precisamente all’alba, un insistente bussare aveva fatto destare Blaise Zabini, stufo di andare sempre ad aprire la porta quando le visite erano sempre per gli altri 4 idioti che dividevano con lui la stanza.

Di fatti si alzò borbottando qualcosa di incomprensibile, e infilatosi la sua vestaglia da camera, si accinse ad aprire la porta.

Grace Grey era in lacrime, di nuovo.

“Aspetta, ti sveglio Draco.”, disse meccanicamente come se la sua vita si concentrasse su quell’unica azione, ma la mano della ragazza gli catturò il polso.

“No, non sono qui per lui…”, rispose flebilmente.

Blaise cominciava ad averne abbastanza, “Hai ancora tre possibilità: Theo, David e Adrian; chi ti sveglio?”, fece infastidito puntando gli occhi su ognuno dei suoi compagni beatamente abbandonato al mondo di Morfeo.

“Voglio parlare con te!”

La giornata di Blaise Zabini era finita ancor prima di cominciare.

 

Seduti sui comodi divanetti, Blaise stava pensando come farla fuori e occultarne il cadavere. No che poi la sua presenza fosse rilevante!

“Zabini, Draco mi ha lasciata per un’altra, vero?”

Il ragazzo per poco non si strozzò con la sigaretta che teneva tra le labbra.

Era risaputo che Draco non tradisse, proprio perché mai nessuna era diventata la sua ragazza. Eccetto Pansy, ovviamente.

Draco Malfoy non si era mai impegnato seriamente, e quando una delle sue conquiste cominciava ad annoiarlo glielo diceva chiaro e tondo così da potersi dedicare alla sua nuova fiamma.

Draco Malfoy non era unico nel suo genere, ma almeno aveva l’accortezza di dire che la loro storia basata sul sesso era finita definitivamente.

“Non lo so”, rispose, ed era stranamente sincero. Blaise Zabini non lo sapeva davvero.

Il cambiamento di Draco era nell’oscurità.

 

                                                        ***

 

Quella mattina, numerosi erano gli elementi che annunciavano una giornata che si sarebbe rivelata catastrofica.

Tiger e Goyle stavano spalmando del burro vegetale su delle fette di pane integrale;

Padma, Ernie e Lavanda parlavano animatamente di qualcosa ritenuta estremamente importante per le loro teste bacate;

Harry Potter era felice, ma l’immagine più sconvolgente che si presentò agli occhi degli osservatori più attenti fu: Blaise Zabini spettinato!

 

Blaise Zabini stava male, avrebbe voluto parlarne con qualcuno ma Theodore non era nelle condizioni per capire, David sembrava uno zombie per via di Cassidy, Adrian era sempre imboscato da qualche parte con le varie studentesse del sesto anno e Draco… beh… se Draco avesse saputo della visita mattutina avrebbe di sicuro ucciso Grace.

Morale della favola: tenersi tutto dentro e impegnare le energie con Pansy.

“Zab”, a quel richiamo strascicato il ragazzo si sentì morire, temeva che da quelle labbra tanto angeliche potesse uscire qualcosa di veramente cattivo e orrendo dedicato solo a lui, “Passami quei biscotti al cioccolato”

Blaise fu lieto di tirare un respiro di sollievo passando gli amati biscotti al Draco stranamente sereno e non ostile al mondo.

Draco mandò giù una tazza di tè e dei biscotti e si allontanò dal tavolo. Dopo una settimana avrebbe rivisto Hermione e non si sentiva per niente bene.

 

                                                        ***

 

“…e sarà tutto perfetto…ho già ogni cosa in mente!”, la vocina stridula di Padma riecheggiò per tutta l’aula, e quando Draco vi entrò lasciando che il suo sguardo la trafiggesse, tutti smisero di gesticolare e parlare animatamente.

Si accomodò al suo solito posto e diede un’occhiata alla lavagna:

 

Essere promessi sposi vuol dire essere innamorati?

 

La Romance s’era fumata le pagine dedicate alla Monaca di Monza quasi sicuramente.

Era umanamente impossibile che esistesse qualcuno peggio della Cooman, ma adesso Draco sapeva che nulla era impossibile.

 

“Ma la Monaca di Monza ha una flirt con Renzo?”, l’idiozia di Marcus Belby non aveva paragoni ed Hermione provò un conato di vomito, non tanto per la frase appena proferita, ma soprattutto per la parola flirt in quel contesto.

Draco se ne accorse e una specie di riso gli incurvò le labbra dando vita ad una smorfia un po’ strana.

“No, Marcus”, rispose pacatamente evitando di guardarlo in quella faccia brufolosa e sciocca e mollargli un pungo per la bestialità che aveva detto.

“E con l’Innominabile?”

Innominabile? Hermione voleva morire, e pensare che aveva sempre creduto che nessuno in quell’aula avrebbe potuto eguagliare il livello di idiozia di Justin Finch- Fletchley.

“Innominato, Marcus”

Draco non riuscì più a trattenersi ed esplose in una risata ilare e subito le iridi d’oro di Hermione si spostarono sul suo viso.

Era da una settimana che non lo guardava. Da una settimana che faceva di tutto per non guardarlo.

Lo aveva forse baciato in un impeto di pura follia, però qualcosa le diceva che lo aveva fatto perché voleva farlo, e a differenza degli altri due baci in cui era stato lui a baciarla, quel Lunedì era stata lei a correre a perdifiato e baciarlo a tradimento.

Adesso si sentiva una perfetta imbecille perché era caduta nella trappola del grande amatore di Hogwarts. Anche Hermione Granger aveva ceduto a quelle labbra.

“Malfoy, è da un po’ di tempo che non fai altro che ridere…”, sbottò impettita.

“Granger, se Belby è un idiota cosa posso farci?”

Inutile dire che Malfoy aveva ragione ed Hermione non aveva tesi per dimostrare che Belby era un genio e che lui era un troglodita incivile che non capiva nulla di letteratura, perché se lo avesse ammesso, quella sì che sarebbe stata una bestemmia in piena regola.

Belby ovviamente, dall’alto della sua stoltezza non intervenne per cercare di difendere la sua dignità che rotolava a piede libero.

“Non posso contraddirti, cosa ne pensi invece della frase che troneggia alla lavagna?”

Draco si ravvivò i capelli, “Che Lucia era una puttana!”, asserì serafico mandando Hermione in bestia.

“Lucia era una puttana? Ma il tuo vocabolario è così limitato?”, inveì furiosa.

Draco per tutta risposta rise, “Giulietta era una puttana, Ginevra era una puttana, Cathrine era una puttana… ma altri aggettivi da dare, no? Una visione del mondo più aperta, no?”

Inutile e superfluo dire che i 7 dell'’Apocalisse stavano mormorando un paio di preghiere per evitare di bruciare all’inferno.

“Granger…”

“No, Malfoy… non dirmi di stare calma!”, disse portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio mentre il rossore alle guance andava diminuendo.

“Non te lo dirò”

“Se credi che tutte siano delle puttane… dimmi allora com’è il tuo prototipo di donna ideale…”, fece beffarda con atteggiamento di sfida.

Draco ormai era di fronte alla ragazza.

“La cosa strana è che questo fantomatico prototipo sta prendendo forma adesso…”, la sua voce apparve sensuale, forse un po’ troppo, mentre con l’indice picchiettò il naso della grifoncina salendo poi alla fronte.

Hermione rimase a bocca spalancata.

Incredula

Sconvolta

Curiosa?

Perché si sentiva le farfalle nello stomaco? Perché quello stupido contatto accompagnato da quella stupida frase l’aveva mandata in tilt?

Perché quei 7 imbecilli sembravano delle ninfe del bosco?

“E dimmi, Granger, tu cosa ne pensi di Lucia?”

Spiazzata. Perché continuava a spiazzarla?

“Stavo giusto per dirti che secondo me ha anche fatto un pensierino su Don Rodrigo…”, proseguì il ragazzo, mentre nella testa di Hermione c’era tutto tranne che Don Rodrigo, Don Abbondio o Federigo Borromeo.

“Signor Malfoy, per quanto le sue analisi siano spiritose… temo proprio che non meriti la sufficienza in questa materia!”

Una voce aveva praticamente distrutto tutto. Minerva McGranitt era arrivata come la grandine sulle magnolie.

Draco si voltò verso la donna ma non disse nulla, non aveva voglia di ribattere perché quella donna era troppo stupida, arida e ribattere sarebbe solo stato tempo sprecato.

“Professoressa…”, la voce di Hermione lo fece trasalire, “… ha ragione nel dire che Malfoy non merita la sufficienza in questa materia…”, a quelle parole Draco raggelò.

La osservò e si sentì uno schifo, era ormai rassegnato a quelle parole. Lei lo odiava e la McGranitt sembrava stesse per implodere dalla felicità.

“… merita molto più della sufficienza!”, affermò sorridendo ad un Draco incredulo che già si vedeva una T di Troll marchiata a vita su quella materia.

Lo aveva difeso?

No, se lo era sicuramente immaginato.

“Signorina Granger, sicura di stare bene?”, chiese la donna apprensiva.

“Mai stata meglio. Probabilmente non amerà la letteratura, ma almeno ha i suoi pareri e li sostiene con ardore così da abbandonare quell’immagine stereotipata di bamboccio Purosangue senza idee se non quelle razziste!”

Superfluo dire che Draco Malfoy  non si aspettava che di punto in bianco la Mezzosangue sarebbe diventata l’avvocato del Diavolo.

La professoressa McGranitt inarcò un sopracciglio scettica, Hermione Granger non si era ancora ripresa dalla febbre; “ Alla fine della lezione la voglio nel mio ufficio.”, Draco piegò le labbra in un ghigno, “E lei signorina, è meglio che ritorni da Madama Chips, non vorrei che le fosse risalita la febbre!”, la donna con un cenno salutò gli altri 7 e uscì dall’aula lasciando un po’ tutti con espressioni sgomente.

 

“Tornando a Renzo e Lucia…”, disse deglutendo Susan, “… c’è qualcuno che vuole aggiungere qualcosa?”

Non che fosse realmente convinta che qualcuno fosse stato in grado di aggiungere qualcosa; a parte Draco ed Hermione, nessuno in quell’aula era in grado di fare discorsi che rasentassero la decenza, e quindi quella frase era stata del tutto sprecata.

Volse lo sguardo verso coloro che avrebbero potuto risollevare le sorti di quella lezione, ma entrambi erano impegnati in altro: Draco a fumare, Hermione a sfogliare nervosamente un libro.

“Direi che per oggi è tutto…”, non c’era altro da dire.

Il silenzio quasi surreale la fece rabbrividire. Nessuno sembrava muoversi, tutti ipnotizzati dalla gestualità regale di Draco Malfoy nel fumarsi una sigaretta che intanto pensava a ciò che stava accadendo e a ciò che voleva quella donna insignificante e putrescente dell'’insegnate di Trasfigurazione.

Voleva forse non ammetterlo ai M.A.G.O?

Beh anche mettendocela tutta, il rampollo dei Malfoy conosceva tutti i mezzi per far diventare quell’insufficienza una meritatissima sufficienza.

Una stupida T non ci metteva niente a diventare una O nelle sue mani.

“Ci vediamo Lunedì prossimo con Uccelli di Rovo”, informò la ragazza cercando in tutte le maniere di far roteare i loro occhietti sulla sua persona, ma sembrava tutto vano.

Justin si alzò di gran carriera, ma il suo afferrare pergamene e piume sparse sul banco, venne interrotto dalla vocetta squillante di Padma, decisasi improvvisamente a risorgere dall’ipnosi.

“Ehm ehm…”, si schiarì la voce e puntatasi la bacchetta alla giugulare amplificò il suo tono, come se fosse stata un importante carica nel Mondo Magico.

Poverina, non aveva ancora compreso che in quella scuola non era compresa minimamente e che forse la presenza di uno Snaso era più sentita della sua.

“Manca pochissimo gente…”

Draco sperò con tutte le sue forze che mancasse pochissimo alla morte dell'’indiana, ma ciò che seguì quelle parole introduttive fece evanescere le sue speranze.

“… manca poco al più grande evento che Hogwarts abbia mai ospitato.”

Esisteva qualcosa di più grande del Torneo Tremaghi che fosse solo a conoscenza di un’idiota senza speranze come Padma Patil?

Non c’erano più speranze per il genere umano.

Draco si accese l’ennesima sigaretta, ed Hermione lo invidiò… in quel momento ne sentiva una grande necessità, non riusciva davvero a reggerla.

“Una settimana prima dei M.A.G.O ci daremo alla pazza gioia al ballo più cool dalla fondazione di queste quattro mura senza senso…”

Eresia

Boiata

Bestialità

Padma aveva le ore contate, e non solo per aver indetto uno stupido ballo, ma soprattutto per aver definito Hogwarts, come una costruzione di quattro mura insignificanti e senza storia.

Hermione era inviperita, in quella scuola l’ignoranza navigava a vele spiegate, avevano tutti bisogno di leggere e imprimere nella mente: Storia di Hogwarts, il sapere racchiuso in un libro spettacolare.

Draco notò le unghie della grifoncina conficcate nei palmi delle mani, e capì immediatamente a cosa fosse dovuto quello strano attacco di collera, che per Hermione Granger non aveva nulla di strano.

“… ovviamente non vi anticipo i particolari, verrà detto tutto attraverso gli annunci nelle bacheche… mi raccomando, tenetele d’occhio!”, disse ammiccando e piroettando per tutto il perimetro dell'’aula, facendo sì che Draco ed Hermione si scambiassero un’occhiata eloquente su quanto il suo cervello fosse sepolto sotto strati di lacca e creme varie per i capelli.

Padma continuava a gioire estasiata, mentre un Draco piuttosto scocciato afferrava la sua sacca e usciva dall’aula, era anche piuttosto contrariato dal suo stesso atteggiamento; come aveva potuto rimanere in quell’aula a sorbirsi i discorsi di Padma Patil?

Stava ancora cercando una giustificazione seria al suo comportamento quando venne affiancato da Hermione.

“Hai avuto una splendida idea…”, disse la ragazza, sperando che Draco si tuffasse in una conversazione, ma invece l’unica cosa che fece fu portarsi una mano tra i capelli e continuare a camminare.

Hermione chinò il capo. Aveva di sicuro l’umore sotto le scarpe… e non aveva di certo voglia di farsi zittire da quel mostro di Malfoy con le sue solite battutine acide da Troll di montagna.

Continuarono a camminare sempre ognuno perso nei suoi silenzi finchè Draco non ruppe quell’equilibrio.

“Granger…”

“Sì?”

Lui rimase in silenzio, tanto che portò Hermione a credere che si fosse immaginata quella voce che pronunciava il suo cognome.

“Granger…”, riprese poco dopo, “… perché hai preso le mie difese con la McGranitt?”, gli era sicuramente costato tanto mettere in piedi quella domanda, ed Hermione non fece battutine a riguardo, non era il momento né il caso.

“Sai Malfoy… nonostante i tuoi pareri siano pittoreschi almeno leggi i romanzi e sei anche in grado di discuterne. Hai sentito oggi che Marcus ha detto l’innominabile, no?”

Draco annuì.

“Marcus è un’idiota e di certo gli altri sei non vanno considerati dei geni… non sanno neanche cosa significhi leggere e discutere, quindi ecco il perché mi sono sentita in dovere di difenderti!”

Draco non rispose, stava calibrando il senso di quelle parole, Hermione era stata fin troppo gentile, e stranamente non lo aveva fatto perché voleva andare a letto con lui.

Lei non ci ricavava niente eppure lo aveva fatto semplicemente perché credeva nelle sue capacità intellettive che molti credevano inesistenti.

Quella ragazza era davvero fuori dal comune, era speciale?

Ma lui lo conosceva il significato di quell’aggettivo?

Forse no, o forse non sapeva di conoscerlo e di poterlo dedicare senza rimpianti a quella ragazza molto più bassa di lui che camminava a pochi centimetri di distanza da lui.

Era tutto fin troppo strano.

“Beh Granger, vado a vedere cosa vuole quella vecchia megera…”

“Ok Malfoy”, si scambiarono dei cenni del capo e sparirono in direzioni opposte inghiottiti dall’oscurità degli immensi corridoi del castello.

 

 

 

 

 

 

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In attesa della terza prova, nelle poche ore che dedico ad una fuga dalla realtà, continuo a scrivere…

I Promessi Sposi non mi entusiasmano più di tanto, però ci stavano bene, almeno credo…

 

Grazie per tutte le bellissime recensioni che mi lasciate, continuo a ripetere che siete degli angeli e che vi adoro immensamente!

Fa un caldo boia, e tra un po’ mi sciolgo… sigh…

 

Bene ragazze, mi scuso come sempre per non potervi ringraziare singolarmente, ma il momento è un po’ strano, solo che anch’io sto iniziando a meravigliarmi di me stessa; posto più frequentemente adesso che sono in mezzo agli esami di maturità che quando avevo scuola normalmente… mm…

Sono gli effetti collaterali della maturità?

Boh!!!

 

kisses

 

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Capitolo 15
*** Why the Hell it means so much to me? ***


stay

“Draco è mio!”

“Te lo puoi scordare… è solo mio!”

“Non te lo lascio mica così facilmente, sai?

“E’ inutile che vi accalorate tanto… non vi è giunta voce che Draco è mio?”

Ci fu uno spintone da parte della ragazza dalla chioma bionda che fece traballare la ragazza dai capelli corvini.

Ovviamente la ragazza bionda per tutta risposta le si scagliò contro tirandole i crini corvini e facendola gracchiare dal dolore.

“Povera pazza….”

“Credi davvero che Draco inviti te?”

“Ovviamente!”

Continuarono ad accapigliarsi senza sosta e senza una ragione seria apparente.

“Eccolo… sta arrivando!”

Draco Malfoy e Blaise Zabini erano appena usciti dalla loro camera impeccabili come sempre, inutile dire che tutto il macello si era improvvisamente evaporato, lasciando spazio solo ad un branco di ragazzine civettuole con gli occhi adoranti a cuoricino.

“Zab, sai dirmi cosa sono tutti quegli sguardi?”, chiese un po’ confuso essendo all’oscuro dei dettagli del Ballo che credeva essere lontano anni luce.

“Credo sia per il Ballo di fine anno… però potrebbe essere anche un virus che le fa diventare più rincoglionite di quanto non siano già!”

“Inquietante!”, si limitò a dire uscendo dal dormitorio per dirigersi in Sala Grande per la prima colazione in tutta calma, ma Draco Malfoy ignorava che la sua illustre persone era contesa anche dalle ragazze delle altre Case.

 

Sguardi languidi e sospiri lo accompagnarono per tutto il tragitto, e quando oltrepassò il varco della Sala Grande il cicaleccio che vibrava forte nella Sala si placò di colpo lasciando che milioni di occhi si puntassero su di lui.

Si sentiva un tantino osservato…

“Zab, infrango qualche regola se scaglio un’Avada formato famiglia?”, chiese con voce strascicata e abbattuta cercando di arrivare al suo posto sano e salvo.

“Se stermini tutti potresti diventare il padrone indiscusso dell'’universo, però se ti limiti alle fanciulle dovrebbe esserci qualche problema…”

Draco annuì e si servì di qualche muffin che guardò con uno sguardo tra il disgustato e l’annoiato.

Ne morse uno, ma avendo molti occhi puntati non si sentiva a suo agio. Non era esattamente piacevole avere centinaia di occhi puntati su di sé, bramosi di avere l’esclusiva sul proprio apparato digerente.

“Draco, ti sei forse reso conto che la popolazione femminile brama un tuo invito?”

“Grazie David, stavo facendo di tutto per immaginarmi in un calderone di forte amor bollente…”

“Come sei acido!”, asserì rubandogli il muffin che giaceva inerme nel piatto aspettando che Draco finisse quello che aveva tra le mani da circa quindici minuti.

“David, io mi preoccuperei di riconquistare Cassidy se fossi in te…”

Ancora più acido, tanto che David si rabbuiò e si rinchiuse nel suo silenzio angosciante.

Draco ghignò soddisfatto.

 

Draco Malfoy era la personificazione del nervosismo, lui non era mai stato nervoso ma aveva appena scoperto che essere osservato con meticolosa attenzione come se lui rappresentasse una di quelle orride creature di Rubeus Hagrid, lo metteva a disagio e lo innervosiva. Improvvisamente due avvenenti ragazze schioccarono sulle guance del ragazzo due baci risvegliando l’ira funesta della popolazione femminile; Pansy e Cassidy ridacchiarono soddisfatte, e si accomodarono ai loro posti.

“Ti conviene trovare una dama alla svelta…”, disse pragmatica Pansy servendosi di frutta di stagione, “… se queste oche non ti vedranno impegnato diventeranno la tua ombra!”

Pansy aveva maledettamente ragione e Draco si guardò un po’ intorno, ma nessuna sembrava essere all’altezza. Tutte troppo civettuole e comandate dall’aria compressa che governava il loro cervello.

“Come puoi ben vedere sanno che Blaise è proprietà privata…”, disse gaia scoccando un bacio a fior di labbra al suo ragazzo.

“Impossibile non notare che state insieme… siete sempre incollati!”, asserì Theo credendo che solo grazie al suo intervento i presenti avessero capito perché Blaise era: proprietà privata.

Blaise sorrise e la strinse più forte contro di sé, lo sguardo di Draco cambiò traiettoria e alla sprovvista le sue labbra vennero catturate da Daphne Greengrass.

“Buongiorno Draco”, disse affabile ancora sulle labbra del ragazzo.

“Buongiorno Daphne”

Inutile dire che vari incantesimi partirono inavvertitamente da parecchie bacchette.

“Ho visto varie fatture partire da numerose bacchette… Daphne questi colpi di testa potrebbero ucciderti!”, fece notare saggiamente David.

Draco e Daphne ghignarono, “Sai David, non è da tutti baciare Draco Malfoy!”, e con questa frase enigmatica uscì dalla Sala Grande accompagnata da fatture silenziose che la ragazza combatteva con uno scudo invisibile… baciare Draco davanti a quelle assatanate era stato un vero colpo di testa, ma era stato anche estremamente divertente.

 

                                                        ***

 

Un presagio di sventura aleggiava sulle testoline dei ragazzi del settimo anno, e difatti appena varcata la soglia della Sala Grande non riuscirono ad astenersi dall’avere un foglio di pergamena in cui padroneggiavano le informazioni sul Ballo di Fine Anno.

 

Cari studenti del Settimo Anno,

in qualità di organizzatori dell’attesissimo ballo di fine anno,

siamo lieti di informarvi che il tema del ballo sarà: Le coppie nella Letteratura Babbana.

Da parte dei ragazzi urge che si trovino una damigella con la quale sceglieranno la coppia che vorranno rappresentare.

Per ulteriori informazioni rivolgetevi a:

 

Padma Patil - Corvonero

Ernie Mcmillan- Tassorosso

Lavanda Brown-Grifondoro

 

Senza dire una parola o accennare anche una smorfia, Draco incendiò il foglio di pergamena e si accese una sigaretta.

“Se Minerva o qualcuno per lei ti vede saranno guai…”

Draco buttò fuori il fumo, “Sai Blaise, ieri mi ha tenuto un’ora in quel suo putrido ufficio per dirmi che non posso ritenere tutte le eroine della letteratura delle puttane ed io le ho semplicemente risposto che prima di prendersela con il mio linguaggio scurrile dovrebbe prendersela con quelli che hanno messo su carta storie tanto inutili!”

“Con questo cosa vuoi dirmi?”

“Che se dovesse dirmi qualcosa sul perché io stia fumando all’interno di questo antico castello l’unica cosa che farò sarà continuare a fumare!”

Blaise sorrise, “Beh allora passami una sigaretta!”

 

                                                        ***

 

Hermione Granger poco più avanti dei due Serpeverde con i suoi due inseparabili amici, stava riducendo a brandelli quel povero foglio di pergamena.

“Hermione…”, provò a chiamarla Harry, ma lei sembrava troppo presa dalla sua opera di distruzione per rendersi conto delle persone che aveva intorno.

“Spero stiano scherzando… questo ballo è solo una perdita di tempo! Non solo dobbiamo impegnarci seriamente nello studio, ma adesso grazie a questa brillante trovata la popolazione frivola di Hogwarts costituita dal 99% dei ragazzi avrà l’unica preoccupazione di trovare un cavaliere e un abito adatto!”

Ron la guardava incantato e annuiva convinto, sperando invece che Lavanda non decidesse di vestirsi da Romeo e Giulietta… lui quella calzamaglia non la sopportava proprio.

Ma tutti erano troppo presi dai loro pensieri così da non accorgersi di essere stati superati da un Zabini e un Malfoy con qualcosa di illegale tra le labbra.

Harry, notando che la ragazza ligia al dovere nonché Caposcuola, aveva lasciato che due serpi nonché Capiscuola, passeggiassero felicemente per i corridoi fumando

indisturbati, l’aveva strattonata più volte per farle vedere come quei due stavano dissacrando quel luogo sacro che per Hermione era Hogwarts.

Ma la ragazza non sembrava minimamente interessata.

“Malfoy e Zabini ti sono appena passati sotto al naso con due belle sigarette tra le dita… ma se ricordo bene è un atteggiamento non previsto dal regolamento…”

Gli occhi di Hermione brillarono di ira crescente, e un impeto di pura follia afferrò il grande Harry Potter per il colletto, “Stammi bene a sentire, in questo istante Malfoy, Zabini e le loro stupide sigarette sono il mio problema minore!”, glielo ruggì in faccia, e quando la sua migliore amica lo lasciò respirare allentando la presa del colletto si ripromise di andare a picchiare Ernie Mcmillan per via delle geniale trovata del ballo.

 

                                                        ***

 

Draco Malfoy avrebbe dovuto raggiungere l’aula di Incantesimi, ma se per anni quella piccola azione era avvenuta con estrema semplicità, quella mattina di Marzo sembrava essere divenuta un’impresa piuttosto ardua.

Come poteva muoversi se bloccato da decine di ragazze mugolanti con visi da ebeti?

Improvvisamente una soluzione. Una soluzione che sembrava irata. Una soluzione chiamata: Hermione Granger.

“Granger”, la chiamò e cercando di aprirsi un varco tra tutti quei corpi raggiunse la ragazza e le cinse le spalle con un braccio.

“Malfoy”, disse guardando quasi schifata quel braccio sulle sue spalle.

“Sei di cattivo umore?”

“Sì Malfoy, sì!”, affermò con una tonalità parecchio isterica che fece sorridere il ragazzo.

“Dai su Granger, è solo un ballo!”

“E tu come fai a sapere che si tratta del ballo?”, chiese incuriosita.

“Granger basta guardarti negli occhi per sapere che per te il ballo è solo una perdita di tempo!”

Non solo la notizia del ballo l’aveva sconvolta a tal punto da afferrare per il colletto il suo migliore amico come se il suo spirito fosse stato posseduto da un Troll, adesso anche Draco Malfoy riusciva a psicanalizzarla attraverso lo sguardo; e la cosa più brutta era che ci aveva azzeccato in pieno.

Neanche lei capiva cosa le passasse per la testa attraverso il suo sguardo, incredibile come Malfoy ci riuscisse, ma sicuramente si disse la grifoncina, quello era solo stato un colpo di fortuna.

“Malfoy, tornado a ciò che più mi preme… cosa diavolo stai tentando di fare?”

“A cosa ti riferisci?”

“Malfoy, il tuo braccio pesa e non capisco cosa ti porti a stringermi con così tanta potenza!”

Draco posò lo sguardo sul braccio che circondava saldamente le minute spalle delle ragazza, “Sto cercando di farti fuori, Granger!”

“Cos’hai bevuto a colazione?”

Draco strabuzzò gli occhi a quella insolita domanda.

“Il tè, come tutte le mattine”,ripose un po’ sconvolto a quella domanda che non aveva senso in quel contesto.

“Mannaggia! Allora non hai bevuto il succo di zucca?”

“No Granger, io odio quella schifezza!”

“Che peccato Malfoy! Vi avevo disciolto un po’ di veleno nella speranza che tirassi le cuoia!”

Draco lasciò la presa su Hermione e si ravvivò i capelli, in quel gesto sensuale e pieno di carica erotica che per poco non fece svenire alcune delle ragazze che lo guardavano con la bava alla bocca.

“Buona lezione Granger”, la ragazza stava aggiustandosi il colletto della camicia quando Draco le si avvicinò di nuovo chinandosi sul collo inebriandosi del profumo che emanava quella pelle lattea, ispirò a fondo sfiorandola con le labbra; a quel tocco Hermione sussultò, non si aspettava di certo che Draco Malfoy oltre ad avere un dizionario ristretto in quanto ad aggettivi da affibbiare alle eroine della letteratura, aveva anche il coraggio di stare a così stretto contatto con lei anche senza corridoi deserti e biblioteche sigillate, “Non volermene, ma appena mi staccherò da te verrai travolta da un’orda inferocita di donzelle…”

Hermione si chinò verso il suo orecchio, e anche lui sussultò a quel contatto, “Siamo in ritardo alla lezione, Malfoy”

Vista dal di fuori quella conversazione sembrava piena di coccole e tenerezza, e difatti quell’immagine raccapricciante e insolita fece stropicciare gli occhi a molti studenti per via dell'’incredulità generale.

“Lo so, Granger”

“E allora lasciami”

“Ma io non ti sto trattenendo”, sorrise beffardo ed Hermione arrossì, fortuna volle che il ragazzo non se ne accorgesse così che lei potesse sgattaiolare nell’aula lasciandolo lì con la terribile voglia di fumare e che un corridoio pieno di studenti non avrebbe placato.

 

“E’ eros allo stato primordiale!”

“Avrei voluto essere al posto della Granger!”

“E’ troppo sexy!”

Draco avvertì tutti quelle lusinghe, le amava e odiava al contempo; non sapeva spiegarselo sapeva solo che la pensava a quel modo e gli stava bene… non sapeva darsi una risposta e non aveva tempo da perdere per cercarne una.

“Vorrei essere quella sigaretta”, sospirò una Tassorosso.

Draco aspirò un’altra boccata di fumo e poi la spense pestandola con la suola della scarpa.

Quella era la fine che facevano tutte quelle che avevano avuto a che fare con le sue labbra.

Tutte tranne una.

 

 

                                                        ***

 

Vitious stava spiegando animatamente tutta la categoria di incantesimi da sfoggiare durante le pulizie, una vasta gamma di Gratta e Netta in tutte le versioni. Una lezione a cui non partecipare.

Draco Malfoy aveva sporcato la camicia di Blaise Zabini versandogli una tazza di caffè che aveva fatto comparire; tutto rientrava nell’esercizio solo che il moretto non ne era contento.

“Pulisci e sgrassa”, mugugnò roteando la bacchetta.

Blaise per poco non gliela ruppe.

“Pulisci e sgrassa?”,ripetè irato mentre Draco lo guardavo annoiato a morte.

“Sì”

“Pulisci e sgrassa?”

“Sì, Blaise”

“Era Locum Mundo, deficiente!”, esclamò assestandogli uno scappellotto dietro la nuca, Draco si portò istintivamente la mano sulla parte lesa.

“Zab, questo incantesimo fa schifo!”

“Adesso anche la mia camicia per colpa tua!”

“Come la stai facendo lunga…”

“Senti Draco, dimmi cosa ti ha passato Theo, ok?”

Draco sbadigliò.

“Theo?”

“Sì Theo, cosa ti ha fatto fumare?”

“Nulla, non lo vedo da ieri sera”

Blaise scosse la testa e puntò la sua bacchetta sui capelli di Draco dove aveva versato un impasto di uova, aceto e latte.

Vitious li guardò compiaciuto.

 

                                                        ***

 

Le lezioni erano finite e Draco e David distesi sul prato in riva al lago guardavo il cielo concedendosi quei momenti in cui solo la compagnia di un amico e un pacchetto di sigarette risolleverebbero le sorti del mondo.

Un leggero venticello scompigliava loro i capelli e il rumore del vento fra gli alberi cullava le loro parole intervallate da lunghi e ristoratori silenzi.

“Credo stia per avvicinarsi qualcuno…”, disse David alzando un po’ il capo notando un paio di gambe tornite che si andavano avvicinando nella loro direzione.

Draco chiuse gli occhi e aspirò una boccata di fumo, sperava solamente che non fosse qualcuna che voleva invitarlo a quel fottutissimo ballo.

La ragazza si sedette accanto a lui che continuava a tenere gli occhi ermeticamente chiusi, aveva riconosciuto il profumo di quella ragazza e non gli andava proprio di scambiare quattro chiacchiere anche con lei, anche perché sapeva dove sarebbero andate a parare.

“Draco…”

“Mh…”, tipico verso emesso da Grop.

“Draco so che non vuoi vedermi… ma ti giuro che ho provato a stare senza di te solo che… solo che non ci riesco…” , chinò il capo affranta e imbarazzata, improvvisamente rapita dalle sue decolletè di vernice nera.

Draco si sollevò e le sollevò il mento così che i suoi occhi si fondessero con quelli glaciali di lui. Il cuore di Grace batteva forte, era come impazzito… il viso di Draco era sempre più vicino, i nasi si sfioravano, i respiri confusi… la stava baciando.

Un sapore acre che non avrebbe ritrovato in nessun altro bacio.

Il bacio si sciolse.

“Adesso dimmi Grace, che gusto hanno le cose semplici?”

Grace spalancò la bocca.

Incredula.

“E’ così semplice avere il tuo corpo che ormai non provo più gusto”

Una lacrima sfuggì agli occhi della ragazza che si strinse le gambe al petto come se volesse proteggersi da quelle parole affilate come lamine d’acciaio.

Draco si risistemò sul prato, non avevano più senso. Era tutto troppo facile, e lì anche David capì che lui non possedeva Cassidy, un giorno sarebbe scappata e avrebbe trovato di meglio… e lui non poteva perché senza di lei era incompleto.

“Malfoy, di sicuro le cose semplici non hanno il tuo sapore”, disse la ragazza prima di andare via  e lasciare i due ragazzi davanti ad un tramonto mozzafiato.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Qui si stanno raggiungendo i 50° e penso che non arriverò a sostenere gli orali, ma se dovessi arrivarci forse avranno il piacere di interrogare una pozzanghera di fanghiglia color carne -___-

Perché fa così caldo? Perché?

Ma lasciando perdere questo caldo infernale, oggi ho ben deciso di prendermi la giornata libera e da domani si inizia a studiare per il grande evento.

Ma oggi…oggi è sacro! Oggi si ozia tutto il dì, fa troppo caldo anche per far altro XDXDXD

 

E adesso un grazie di cuore a coloro che hanno recensito lo scorso capitolo. Anche se non ho prove per domani, sto morendo di sonno, spero non ve la prendiate se continuo a trascurare i ringraziamenti singoli… uffina…

 

Grazie grazie grazie a tutte… e adesso ronf sleep… zzzz…

 

kisses

 

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Capitolo 16
*** It's as If I'm playing with fire! ***


fire

Prima di lasciarvi al capitolo vorrei spiegare a vanessa09 che con la mia fanfiction non voglio istigare nessuno alla droga, alla violenza o al sesso non sicuro.

Dalla tua recensione m’è parso di capire che hai travisato una scena tra Draco ed Hermione dell'’incriminato 13° capitolo.

Per sicurezza sono andata a rileggere il capitolo per paura di aver davvero dato un messaggio che non condivido.

Io non voglio, né ho dimostrato, che una ragazza per essere anticonformista e ribelle debba per forza farsi le canne e sniffare cocaina, e Draco con la frase: “Ma io ti sto rivalutando…”, non voleva di certo dire che adesso la Granger può farsi una sana scopata con lui perché si fa le canne, la frase è stata detta perché Hermione durante le lezioni si è dimostrata in gamba, con la mentalità aperta da capire gli atteggiamenti di chi, a differenza sua, non crede nell’amore e non giudica la filosofia “immorale” di Draco, quella frase viene detta anche perché non giudica lo scambio di battute violente con Grace e non lo etichetta come un drogato solo perché esclama di volere una canna.

E con questo spero di essere stata chiara, perché il messaggio che volevo dare non era di certo: Sniffate di brutto perché la vita è una merda!

Non è nella mia filosofia, come non è nella mia filosofia giudicare chi si droga, chi fuma le canne, chi beve assenzio o cambia partner ogni sera; mi dispiace di aver in qualche modo offeso i tuoi pensieri e quelli di chi, come te, la pensano allo stesso modo.

Non so se vorrai più leggere la fanfiction, sperando che comunque alcune scene che si presenteranno non ti sembreranno un’istigazione alla violenza, alla droga e all’alcolismo.

Mi scuso con tutti e adesso una buona lettura.

 

 

 

 

 

 

 

Erano trascorsi sei lunghissimi giorni per Draco Malfoy.

Ovunque andasse qualunque cosa facesse aveva uno stuolo di damigelle di compagnia che lui non aveva richiesto.

Durante l’ora di Erbologia erano fuori la serra che lo aspettavano, durante gli allenamenti di Quidditch erano lì che lo acclamavano, durante i pasti erano lì che lo osservavano; non aveva neanche messo più piede nei giganteschi bagni dei Capiscuola e Prefetti perché sicuramente loro erano là pronte a tendergli un agguato.

Era esausto, non ne poteva davvero più.

 

“Devi solo invitarne una al ballo così da placare le altre…”, gli aveva saggiamente ripetuto David la sera prima, e fu quando Blaise aveva tentato di baciarlo perché totalmente fumato, aveva capito chi avrebbe dovuto invitare al ballo; Hermione Granger, lo aveva sempre saputo ma per strane ragioni a lui sconosciute si era fermato dal prenderla in considerazione.

 

                                                        ***

 

Quella mattina Draco Malfoy appariva stranamente di buonumore.

Nessuno avrebbe capito il senso di quel gesto che stava per compiere, ma l’importante era che ne avesse per lui… eh beh… di senso ne aveva, anche tanto.

“Spero che la notte ti abbia portato consiglio…”

“Credo di sì, Zab!”

“E chi sarà la fortunata?”

Draco afferrò la sacca, “Lo vedrai al ballo…”, abbassò la maniglia della porta pronto per combattere tutte quelle simpatiche donzelle con divise sempre più corte e succinte.

“Posso fare qualcosa per te?”,domandò una ragazza con sguardo provocante e con praticamente solo il reggiseno addosso.

Draco ghignò, “Sparire”, esclamò lasciandola lì con espressione indecifrabile sul volto.

 

                                                        ***

 

Hermione Granger teneva tra le mani alcuni fogli spiegazzati e li leggeva mordicchiandosi il labbro inferiore, e ogni tanto aggiungeva o correggeva con dell'’inchiostro rosso qualcosa.

Gli occhi saettavano veloci da una frase all’altra, incantevole in ogni suo atteggiamento.

Era china sul primo banco dell'’aula della professoressa Romance con le ciocche di capelli che le ricadevano sui capelli come cascate di caramello.

Una visione un po’ troppo sdolcinata.

Si accese l’immancabile sigaretta facendo in modo che l’odore pungente invadesse l’ambiente.

“Buongiorno Malfoy”, proferì lei senza staccare gli occhi dal foglio.

“’giorno Granger”, biascicò sedendole davanti.

“ Ma non potresti sostituire le sigarette con dei lecca-lecca?”, chiese.

“No, mi si carierebbero i denti”

“Poco male, visto che non sorridi mai”

Draco si stiracchiò tenendo saldamente la sigaretta tra le labbra, mentre Hermione continuava a cancellare e aggiungere.

“Granger, cos’è quel campo di battaglia?”

La grifoncina volse lo sguardo sul ragazzo, “Ti riferisci a questo?”,domandò indicando il foglio e lui annuì, “Oh niente di particolare, solo il tema sui vampiri di Ron”

Draco inarcò un sopracciglio, Lenticchia era veramente un inetto, e così per farsi quattro risate strappò il foglio della manine della ragazze e cominciò a leggiucchiare.

Hermione indispettita cercò di riprenderselo, ma quello si mise in piedi così da raggiungere un’altezza sufficiente per non farla arrivare all’agognato pezzo di carta.

“Malfoy so che per te è impossibile, ma piantala di fare l’imbecille e dammi quel foglio!”

“Lenticchia crede davvero che i vampiri si puliscano i canini con foglie di menta?”

Hermione si avvalse della facoltà di non rispondere, quella farse aveva fatto sbellicare anche lei, era completamente senza senso.

“Andrai con lui all’evento dell'’anno?”, chiese poi assumendo un tono un po’ troppo serioso per i suoi standard mentre lei si apprestava a raccogliere inchiostro e penna, “No, lui va con Lavanda la sua ragazza”, rispose mesta facendo esultare le interiora di Draco che si contorcevano allegramente; e se Lenticchia era fuori avrebbero dovuto esserlo anche Potter, Paciok, Thomas, Finnigan e tutti quegli altri stolti di Grifondoro.

Krum non era previsto quindi tutto giocava a suo favore e anche quando quel brutto bulgaro fosse stato presnete l’unico che avrebbe intascato la vittoria sarebbe stato lui.

 

 

La professoressa Romance fece il suo trionfale ingresso seguita dai 7 dell'’Apocalisse e con la loro teatrale entrata comparve anche la frase da discutere durante quell’ora di lezione.

 

Perché proprio lui?

 

“Ehi Hermione…”, il visino di Justin arrivò al cospetto della grifoncina e delle serpe che ovviamente, mise a disagio quel simpatico ragazzetto timido.

“Ciao Justin”, lo salutò lei gioviale come sempre.

Draco si insospettì, quel cretino di un Tassorosso non aveva mai osato salutarla; come mai quel cambio di programma?

“Senti, ti dovrei chiedere una cosa…”

“Dimmi pure, Justin”

Justin si allentò la cravatta, stava sudando freddo e lo sguardo inquisitore di Draco Malfoy non lo aiutava per niente, così cercò di far capire alla ragazza che quella presenza inquietante accanto a lei lo metteva in agitazione, ma Hermione sembrò non cogliere.

“Io volevo sapere se… se… se…”

“Se?”, lo incoraggiò la ragazza, e Draco gliene fu grato, odiava i balbuzienti.

“Se… vai al… al… ballo con qualcuno!”, ultimò.

Hermione sorrise, “No Justin”

Justin si rincuorò, era il primo e sicuramente Hermione Granger sarebbe andata al ballo con lui; “Ci andresti con me?”, chiese animato da speranze inconsistenti.

“No”, rispose sempre con un sorriso e con una grazia inverosimile.

La bocca di Justin da felice si tramutò in una smorfia di delusione.

Draco ghignò, non c’era bisogno di far fuori gli spasimanti della Granger, li faceva fuori da sola.

 

 

                                                        ***

 

 

“Non capisco il senso della frase alla domanda…”, disse un po’ perplessa Padma.

Che senso aveva?

Ma ne aveva davvero uno? Esisteva?

Hermione si portò una mano sulla fronte; quell’ora settimanale stava diventando un incubo.

“Hai letto il romanzo?”,chiese con calma irreale.

Padma prese il libro e guardò ammirata la copertina, “Sì, l’ho letto!”

“Intendo ciò che c’è in mezzo, non solo la copertina…”

Padma la guardò spaesata; l’organizzazione del Ballo l’aveva realmente e seriamente rintontita facendole perdere quella poca dose di arguzia che possedeva.

Draco sospirò un po’ troppo forte per i suoi canoni; anche lui era davvero stanco di quella plebaglia priva di tutto.

“Padma, non è normale innamorarsi di un prete…”, Hermione le si avvicinò, e con il tono che userebbe una madre per dire alla figlia che il gattino persiano è stato irrimediabilmente calpestato dall’auto del vicino cattivo, le disse quella frase di una semplicità sconvolgente per una che aveva almeno letto la premessa del romanzo.

“… ma se lui non lo fosse stato…”, piagnucolò.

“Probabilmente si sarebbero sposati e avrebbero messo al mondo tanti frugoletti.”

Padma annuì.

“Senti Granger, è mai possibile che ogni lezione debba finire così?”

Hermione posò lo sguardo  su colui che aveva parlato, ovviamente il tono strascicato e annoiato non poteva che appartenere a Draco Malfoy.

“Aspetto te, e le tue illuminanti constatazioni!”, asserì incrociando le braccia al petto, “Sono curiosa di sentire le tue elucubrazioni su questa tormentata storia d’amore…”

Draco schioccò la lingua, e incatenò i suoi occhi color giacchio in quelli della ragazza che continuava a sostenerlo sfoggiando un’aria di superiorità, che Draco trovava semplicemente accattivante.

“Ti aspetti che ti dica che il prete ha intrapreso la storia d’amore solo per farsi una sana scopata?”,le chiese.

“Stranamente sì!”, rispose serrando ancor di più le braccia al petto.

“E se ti dicessi che non la penso in quel modo?”,domandò fronteggiandola avvicinandosi sempre di più.

“Non ti crederei!”, rispose velenosa.

“E invece stranamente penso proprio che il prete fosse innamorato di lei…”, pronunciò la fatidica parola quasi con stizza, l’aveva sempre presa sottogamba, odiata forse, e adesso gli sembrava strano pronunciarla, sentiva la sua voce come estranea dal suo essere, eppure nutriva da quasi un giorno quella consapevolezza, doveva solo convincersi che lo credeva davvero, “… l’aveva vista crescere, l’amore era cresciuto passo dopo passo… e forse se si conosce realmente bene una persona si riesce davvero ad amare…”

“Mal…”, ma Hermione non riuscì a continuare, era piacevolmente sconvolta da quell’analisi del libro fatta dal cinico Draco Malfoy, che in quel momento sembrava essere la perfetta reincarnazione del profeta dell'’amore. Forse era esagerato definirlo a quel modo, ma Hermione non riusciva a trovare altra definizione per quella visione paranormale.

Che fosse uno scherzo del suo inconscio?

“Cos’è Granger? Non te l’aspettavi forse?”

Hermione indietreggiò di qualche passo istintivamente.

Sentiva il cuore batterle furiosamente nel petto, non ricordava neppure di aver provato quella stessa sensazione in altri momenti della sua vita.

Quelle parole le avevano centrato il cuore, ma forse era proprio lì che volevano andare a mirare.

I 7 compagni non propriamente sani di mente, non avevano ben compreso ciò che era accaduto, perché forse per loro sentir parlare di Sesso e Amore alla fine non faceva alcuna differenza, non ne capivano la differenza e il sesso sembrava troppo blasfemo perché troppo pieno di S e troppo simile al sibilo di un serpente… magari di un Basilisco, e loro avevano troppa paura.

Soprattutto Justin rievocando l’esperienza del secondo anno al Club dei Duellanti quando Harry Potter gli aveva scagliato contro quel serpente uscito dalla bacchetta intrisa di veleno del dodicenne Draco Malfoy.

“Granger… ti si è pietrificata la lingua?”,rincarò il ragazzo.

“No”, rispose flebilmente.

“Piaciuta la mia visione del libro?”, chiese beffardo.

“Ho ancora un dubbio.”

“Esponi”

“Perché hai parlato d’amore? Per te è un argomento che non esiste!”, la grifoncina era seria, e con una sola frase riuscì a far morire quel ghigno sardonico dalle labbra perfette del ragazzo.

“Forse non esiste, forse tutti ne parlano assiduamente da fargli perdere il vero significato… sta di fatto che lui amava Dio, e solo qualcosa di estremamente grande poteva condurlo ad amare lei!”

Senza parole.

Senza altro da aggiungere.

Senza altro da ribattere.

Stavolta aveva davvero perso la lingua.

“Granger…”, rimasero lì a guardarsi come se non esistessero intrusi in quell’aula, Draco avrebbe voluto aggiungere qualcosa al cognome della ragazza quasi sospirato, ma non vi riuscì. Troppo semplice aggiungere qualcosa. Troppo banale.

 

“Scusate, ma perché vi siete bloccati?”, chiese incuriosita la Romance aggiustandosi gli occhiali, “E lei signor Malfoy, cosa diamine sta facendo attaccato alla signorina Granger? Vuole sfidarla a duello?”

Draco arricciò il naso contrariato, mentre Hermione tornava a sedersi evitando il corpo di Draco a pochi centimetri dal suo.

La professoressa Romance aveva sempre dormito durante le lezioni, e difatti era sembrato strano sentire la sua vocina flebile e roca prima della fine di una di esse.

 

 

 

                                                        ***

 

In quei giorni il pranzo per Draco Malfoy era divenuto un vero e proprio supplizio. Ogni qual volta entrava in Sala Grande con la sola intenzione di mettere qualcosa sotto i denti per evitare di svenire durante la giornata, stormi di ragazze impazzite sbattevano le ciglia lunghe e sospiravano come fringuelli nella stagione dell'’amore.

Quel giorno, quando si sedette al suo posto, venne assalito da Blaise Zabini con al seguito un sacco in iuta pieno di bigliettini e lettere che svolazzarono sul piatto del ragazzo intontito.

“E cosa sarebbero?”, domandò arcigno guardando il suo amico di sbieco.

Blaise fece spallucce, “Solo stupidi bigliettini d’amore dalle tue ammiratrici…”, si avvicinò di più a Draco, “…e adesso afferrane uno e invita la mittente a quello strazio di ballo!”, sorrise e si allontanò, lasciando Draco con una moltitudine di foglietti colorati e profumatissimi o da leggere o da bruciare senza pietà.

 

Sei bellissimo, ti sogno ogni notte! Danae Gherminton – Settimo Anno Corvonero-

 

Ciao, sei assolutamente divino! Verresti al ballo con me? Hannah Preston –Settino Anno Grifondoro-

 

Sei come l’acqua nel deserto… Ti amo! Giuditta Heghlonder –Sesto anno Tassorosso-

 

Darei l’anima per un altro tuo bacio! Jen Tullalah –Settimo Anno Corvonero-

 

Ogni foglietto che aveva la fortuna di essere letto da Draco veniva irrimediabilmente accartocciato con rabbia e stizza.

Stupide oche senza dignità!

Improvvisamente quattro cartoncini rosa piombarono giù dal cielo, e Draco sbuffò sonoramente srotolandone uno:

 

  

Ciao bel maschione! Il quasi bacio di stanotte non lo dimenticherò mai! Grr... Blaise Zabini

 

Serrò forte le labbra per evitare di esplodere in una risata satanica e srotolò l’altro:

 

Non faccio altro che perdermi in quei capelli setosi che ti ritrovi… Ma che shampoo usi?  Adrian Pucey

 

Fottimi stanotte! Ti aspetto dentro l’armadio della zia Tubalina!  Theodore Nott

 

Giurami che sono l’unico! Ti voglio Malfoy! Invitami al ballo e sarò tuo per tutta la notte! David Urquhart

 

“Solo per una notte?”, domandò Draco a David che sghignazzava come un matto in compagnia degli altri tre per via delle espressioni dell'’ultimo dei Malfoy che stava facendo di tutto per non ridere di gusto.

“Sarò tuo per sempre… non so resistere alle tue labbra!”, rispose quello, suscitando un’ilarità asmatica in Theodore che fece allarmare Blaise e una primina in fondo al tavolo.

Draco ghignò e conservò i quattro bigliettini gelosamente, del resto non rimase che un cumulo di cenere.

Un cumulo di cenere che atterrì le sue spasimanti, ma che non le portò a demordere.

 

 

                                                        ***

 

Draco Malfoy era finito in punizione.

La McGranitt non aveva gradito il piccolo falò che aveva creato in Sala Grande, e così era stato relegato nella sala trofei a lucidare e spolverare le numerose coppe vinte da Grifondoro nel corso degli anni.

Quei trofei erano così lustri che Draco non potè non pensare che la vecchia fosse ai ferri corti in quanto a memoria; possibile che desse a tutti la stesa punizione?

In fondo quella non era la prima volta che era in punizione con lei, e non era neanche la prima volta che si trovava a fissarli senza muovere arto.

Non li aveva mai lucidati. Erano già lucidi di loro. E poi lui era Draco Malfoy, e non avrebbe mai preso in mano una stupida pezzuola senza valore.

“Sbaglio, o tu dovresti spolverare?”

La voce di Hermione Granger lo distolse dai suoi pensieri.

A dire il vero la sua mente era vuota, stava solo fumando venendo meno alla punizione e ai divieti della scuola.

“Ho deciso di impiegare il tempo in qualcosa di più produttivo”, si riportò la sigaretta alla bocca e ne aspirò una boccata che gettò fuori con estremo savoir faire.

“Cosa devo dire alla professoressa McGranitt?”, domandò con fare stanco affiancandolo.

“Ciò che ti dice il cuore…”, soffiò ironico, “Come mai in giro a mezzanotte passata?”, continuò, indagando sugli affari loschi della ragazza.

“Sono una Caposcuola, e la ronda mi ha portata qui… sai una certa luce accesa in una stanza sempre chiusa mi ha insospettita, e siccome Ernie credeva ci fosse il Barone Sanguinario che giocava a Gobbiglie con Nick s’è spaventato…”

Draco non trattenne una risata che non sfuggì allo sguardo di Hermione.

“E quindi hai lasciato una donzella indifesa da sola per i corridoi bui di questo tetro castello?”

“Ti è sfuggito il sesso di Ernie Mcmillan?”, chiese perplessa visto che il ragazzo ne aveva parlato al femminile.

“Granger, per lasciarti controllare da sola, manca davvero di galanteria, comportandosi come una donnicciola impaurita!”

“Sta di fatto che so badare a me stessa!”, rispose risoluta.

“Non si tratta di sapere o meno badare a se stessi, è una questione di principio!”, affermò serio.

Non era certamente normale che un ragazzo mandasse a controllare una stanza in cui si stava svolgendo qualcosa di sospetto, una ragazza da sola, anche se rispondeva al nome di Hermione Granger.

“Come mai sei finito in punizione?”, chiese evitando di addentrarsi in discorsi da cui non ne sarebbe uscita indenne.

Draco poggiò le spalle al muro passandosi una mano tra i capelli.

Gesto affascinante.

“Ho acceso un piccolo falò in Sala Grande, solo che la McGranitt non ha gradito…”

Hermione si morse il labbro inferiore.

“E come mai hai provato l’impellente necessità di fare un falò in Sala Grande?”

“Non ho che farmene di stupidi bigliettini di ragazze sovraeccitate!”

“Come mai il grande Draco Malfoy, amatore senza precedenti, dice che le sue bamboline non vanno più bene per giocare?”

Disse sarcastica. Ma in realtà voleva solo sapere ciò che aveva spinto il ragazzo a bruciare quei bigliettini senza chiederglielo direttamente, perché se lo avesse fatto sapeva benissimo che Draco Malfoy non le avrebbe mai risposto se non con battutine avvelenate nella malizia.

“Non mi danno pace da giorni, e se poi leggessi ciò che scrivono… forse proveresti l’irresistibile voglia di gettarti dalla Torre di Astronomia!”

“Hai comunque deciso con chi andare al ballo? Dovresti decidere in fretta… così almeno ti leveresti di torno questo insopportabile stuolo…”

Le stesse parole che gli avevano ripetuto Blaise, Pansy e David, solo che adesso provenivano dalla bocca di colei che avrebbe voluto invitare al ballo, ma che non sapeva come invitare.

Draco sospirò e le lanciò un bigliettino color carta da zucchero emanante un forte profumo di rose e mirtilli. Nauseante. Che Hermione afferrò e spiegò per leggere ciò che vi era scritto all’interno:

 

Mi sono persa nei tuoi occhi color tempesta… mi ecciti a livelli che non credevo possibili! Maggie Grendel – Settimo Anno Corvonero-

 

“Sono realmente commossa dalla poesia che traspare da quest’accozzaglia di parole! Mi sorprende sapere anche che Maggie Grendel sappia scrivere…”, arricciò il naso continuando ad osservare quel piccolo e insignificante pezzo di carta.

Draco sorrise.

“Ne ho bruciati un centinaio!”

Hermione gli si avvicinò e si posizionò accanto a lui, mantenendo sempre una sorta di distanza di sicurezza.

“Devi solo invitarne una e far sì che la voce si sparga immediatamente.”

“Sei una sapientona anche quando si tratta di questioni extra-scolastiche!”, asserì meritandosi un buffetto piuttosto violento sul braccio.

“Stammi a sentire furetto, qui non si tratta di essere sapienti o meno, qui si tratta di logica, ma a quanto pare ne sei sprovvisto!”, ribattè altezzosa guardandolo sprezzante.

Draco intanto continuava a fumare.

“Oh Granger, ma quanto parli?”

Hermione lo guardò torva.

 “Con chi vai al ballo?”, chiese poi, buttandola con noncuranza, facendo credere ad Hermione che era stanco di avere i riflettori puntati su di sé volendo farsi un po’ gli affari della ragazza per metterla magari in ridicolo.

“Ho rifiutato un paio di inviti!”, a dire il vero non voleva nemmeno andarci, solo che sarebbe stata l’unica idiota a non festeggiare il suo ultimo anno ad Hogwarts.

Osservò che il ragazzo aveva ciccato una sigaretta quasi intera senza un motivo apparente. Ma il motivo c’era, esisteva, era quasi consistente, solo che non lo sapeva.

Draco si portò una ciocca di capelli all’indietro per evitare che gli coprissero la visuale e avvicinandosi al viso della grifoncina, la baciò.

La colse così all’improvviso che non ebbe il tempo di chiudere gli occhi.

Le labbra di Draco lambirono quelle di lei per richiedere dolcemente l’accesso. Non gli venne negato. Non gli era stato mai negato, ma con lei aveva sempre un pizzico di timore, temeva che glielo avrebbe negato anche se le volte precedenti non aveva opposto resistenza.

La avvicinò al suo corpo, e quando aprì gli occhi staccandosi da lei si rese conto che lei non era riuscita a chiuderli.

Poggiò la sua fronte a quella della ragazza, cercando di incamerare ossigeno.

“Ma tanto non ti chiederò di venire al ballo con me…”, sussurrò lui, non lasciando lo sguardo di Hermione.

Il cuore di lei che batteva furioso nel petto; come se volesse squarciarglielo.

Il respiro irregolare di lui e la voglia di perdersi ancora nei suoi baci.

“E chi ci vuole venire…”, rispose lei.

Draco si aprì in un sorriso e la baciò di nuovo senza preavviso, ma forse Hermione se lo aspettava, e chiudendo gli occhi riuscì ad assaporare quel gesto ormai così presente tra lei e Draco Malfoy.

 

Quando si staccarono, Draco Malfoy non ribattè sulla questione Ballo, non ci voleva di certo un genio per capire che quella risposta era la reale risposta che Hermione Granger gli avrebbe rifilato se la avesse invitata magari presentandole un mazzo di fiori e il suo libro preferito.

S’era incantato a fissare uno dei trofei a forma di Boccino d’Oro vinto dal mitico James Potter, quando un bigliettino viola gli finì sulla testa.

“Buonanotte Malfoy”, annunciò la grifoncina.

“’notte Granger”, rispose, e solo quando la porta si richiuse alle spalle della ragazza si decise a leggere il bigliettino:

 

Sei un idiota! Però baci bene…

 

 

 

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Capitolo 17
*** I care for no one else but you ***


care

Erano solo le 6 del mattino quando Blaise Zabini aveva deciso di tornare in camera dopo una notte di focosa passione con la sua Pansy.

Erano solo le 6 del mattino quando Blaise Zabini in boxer e con la divisa alla meno peggio tenuta in mano, si aggirava per la Sala Comune che avrebbe dovuto essere deserta.

Erano solo le 6 del mattino quando Blaise Zabini vide una decina di ragazzine dietro la porta della sua camera che aspettavano che Draco Malfoy uscisse da lì per poterlo assalire e ammirare la sua eterea bellezza.

Erano solo le 6 del mattino quando dalla bacchetta di Blaise Zabini partì uno Stupeficium.

 

Quando Draco Malfoy cercò di voltarsi sul fianco sinistro, trovò qualcosa di consistente ad impedirglielo.

Theodore Nott gli si era spalmato addosso.

“Theo…”, chiamò con la voce impastata di sonno, “…che cazzo ci fai nel mio letto spalmato sul sottoscritto?”

Theo si voltò verso il suo amico stropicciandosi gli occhi arrossati; “Non ti sei fatto vedere nell’armadio della zia Tubalina… è così ho deciso di venire io…”

Draco non lo degnò di uno sguardo e lo fece cadere dal letto, e mentre Theo si massaggiava il deretano, David e Adrian ridevano di gusto.

“Dov’è Blaise?”, chiese Draco notando il letto intatto.

 Il ragazzo apparve dal bagno tutto gocciolante con un asciugamano a coprirgli ciò che di più prezioso aveva.

“Sono qui, Draco! So che ti sono mancato questa notte… ma a quanto vedo Theo ha cercato di sopperire alla mancanza…”

Draco sbuffò, “Coglione”, mentre Theo stava già rollandosi una canna di dimensioni un po’ esagerate per essere solo le 7 del mattino.

 

                                                        ***

 

Hermione Granger aveva deciso di trascorrere la giornata sotto il Mantello dell'’Invisibilità di Harry.

Lavanda, Padma e Ernie erano diventati la sua ombra.

“Hermione, potresti benissimo stilare una lista con tutte le coppie della letteratura babbana così che tutti gli studenti del settimo anno si facciano un’idea ben precisa di coloro che potrebbero rappresentare in vista del ballo di fine anno…”

Ma siccome Hermione non dava cenni di vita, Ernie la afferrò per il braccio facendola voltare; “Hermione, ma hai sentito?”, chiese.

“Sì, Ernie!”, disse sbuffando.

“E cosa ne pensi?”

“Che non intendo sprecare del tempo prezioso!”, rispose gioviale lasciandoli lì a boccheggiare increduli come tre deliziosi e sciocchi pesci rossi.

 

                                                        ***

 

“Sta per entrare Malfoy”, un paio di occhi si puntarono sull’ingresso, ma ciò che videro non piacque per niente.

Draco Malfoy stava ridacchiando con la Greengrass e sembrava se la intendessero alla perfezione.

Molte di loro lanciarono alla ragazza occhiate sanguinose, mentre lei continuava a camminare incurante delle stupide ragazzine che stavano esercitando violenza psicologica su uno dei suoi ex nonché grande amico.

“Draco, ti rendi conto di star mettendo in pericolo Daphne?”, gli fece notare Blaise.

Draco fece spallucce e Daphne rise, “Cosa non si fa per aiutarlo…”, sospirò servendosi di una fetta di crostata alle fragole, “…però dovresti darti una mossa e decidere in fretta una dama…”, proseguì.

Adesso dopo Pansy, Blaise, Davide e la stessa Granger, ci si metteva anche Daphne.

Dovevano avere tutti poca fantasia…

 “Invitane una,  e le altre rassegnate si suicideranno in massa…”

Draco si massaggiò le tempie e vittima di uno stato confusionale bevve qualche tazza di caffè di troppo.

 

                                                        ***

 

Le lezioni di Lumacorno erano un buon motivo per desiderare di essere contaminati dal vaiolo di drago.

“Harry, ti sta benissimo questo nuovo taglio di capelli”

Harry si toccò i capelli. Lui non aveva fatto un bel niente ai suoi capelli. Lumacorno s’era bevuto il cervello.

“Oggi, preparate la pozione dell'’Inconsistenza; chi di voi sa dirmi in cosa consiste?”, chiese guardando tra i banchi, dove il solito braccio era scattato in alto come una molla.

“Sì, signorina Granger”

Hermione annuì e prese a parlare a proposito della pozione.

“20 punti a Grifondoro! E adesso… buon lavoro!”

In maniera del tutto annoiata i presenti si recarono agli armadi per prelevare gli ingredienti di cui avevano bisogno, mentre Adrian stava cercando inutilmente di convincere un Draco a far esplodere il calderone di Neville Paciok.

“Draco ti prego…dobbiamo stare tre ore in questo luogo…”

“Chiedi a Blaise!”, rispose il biondino secco mentre triturava degli strani fagioli neri essiccati.

“La verità è che pozioni ti piace”, asserì Adrian mentre giocherellava con il vasetto contenete le lingue di rospo sperando che Draco afferrasse la bacchetta e si divertisse insieme a lui, solo che il ragazzo l’unica cosa che disse fu: “Adrian, smettila di shakerare le lingue di rospo e passamele!”

 

                                                        ***

 

Per tutta la lezione Hermione era stata sfuggente.

Sfuggente per Harry che vittorioso voleva farle presente che Lumacorno aveva preferito la sua pozione a quella della ragazza.

Sfuggente per Ron che avrebbe tanto voluto sapere cosa fossero i Catinus per evitare così che la pozione risultasse una schifezza senza speranza.

Sfuggente per Draco che la vedeva troppo presa da altro per accorgersi del mondo che la circondava.

Sfuggente per Cormac McLaggen che avrebbe tanto voluto invitarla al Ballo di fine anno.

 

Draco era poggiato ad una colonna intento a sfogliare un libro, quando una voce catturò la sua attenzione.

“Ehi Hermione, posso parlarti?”

La sua attenzione non fu tanto catturata da quella insulsa voce maschile, bensì dal nome femminile che ne era stato pronunciato.

“Sì, Cormac?”, rispose quella un po’ infastidita, ma sfoggiando uno dei sorrisi più falsi di cui fosse capace. Con quale coraggio osava rivolgerle la parola dopotutto quello che aveva inferto a Ron?

Che faccia tosta!

“Volevo chiederti se avevi già preso impegni con qualcuno per andare al ballo…”

Doppia faccia tosta!

Lei schioccò la lingua e sorrise amabilmente, “ No”

“E… e ci verresti con me?”

“Ovviamente no!”, asserì lasciandolo in balìa di se stesso, con la stessa espressione da pesce rosso con la quale aveva lasciato i tre geni del comitato studentesco.

Draco cacciò il libro nella sacca e sorrise di cuore,non riuscendo però a capire il perché la ragazza stesse rifiutando tutti quegli inviti con quell’espressione da perfetta stronza.

 

Hermione stava proseguendo lungo il corridoio, quando fu afferrata per un braccio che la trascinò con sé dietro ad una colonna che si addentrava in un’aula in disuso.

“Lo sapevo che dietro ai modi bruschi ci sei sempre tu!”

Draco ghignò.

“Sono così prevedibile?”

“Sì!”, asserì incrociando le braccia sotto al seno.

“Anche tu diventi prevedibile se dici che io sono prevedibile!”

Hermione lo guardò bieca e si avvicinò per toccargli la fronte; quando appurò che non scottava e che in lui non c’era nessun principio di febbre si scostò di qualche centimetro.

“Non scotti, eppure sembri nel pieno di un delirio…”

“Granger, hai già trovato un cavaliere per il ballo?”, chiese stanco con il suo solito tono strascicato che lo aveva sempre caratterizzato.

“No”

Stavano giocando e stranamente lo sapevano entrambi. E ancor più strano fu che ad entrambi non sembrava dispiacere.

Draco si avvicinò a lei, il solito giochino in cui lui avanzava e lei arretrava.

“Vuoi che ti aiuti a cercarlo?”, chiese mentre continuava ad avanzare.

Più bello che mai. Forse.

“Grazie, ma non saresti in grado!”, la sua risposta lo fece sorridere impercettibilmente e lei se ne accorse e non potè far altro che ammirare quello splendido sorriso.

Continuava ad arretrare.

“Tu dici?”, soffiò Draco quando ormai Hermione era intrappolata tra il freddo muro e il corpo del ragazzo.

Hermione tremò, si perse in quello specchio ghiacciato che erano i suoi occhi fino a che quelle labbra peccaminose la travolsero in un altro bacio.

Stavolta più rude degli altri, come se Draco volesse sottolineare qualcosa.

La sua mano premuta sulla nuca di lei, mentre il fiato si faceva sempre più corto. Draco le lambì le labbra con la lingua e quando dalla bocca di Hermione sfuggì un gemito soffocato, Draco la imprigionò in altro famelico bacio. Non voleva separarsi. La desiderava. E stranamente il suo desiderio non era strettamente carnale riconducibile solo al sesso. Quella voglia sembrava essere più contenuta. Sarebbe stato tutta la notte a guardarla dormire e farle innocenti coccole, perchè assurdamente sentiva che Hermione era troppo preziosa e diversa dalle altre.

Il bacio si sciolse, ed Hermione sentì l’assoluto bisogno di intrecciare la sua piccola mano a quella di lui.

Voleva averlo vicino, e quando la sua guancia si poggiò sul torace di Draco non si sorprese sentendo i battiti di quel cuore accelerati come ogni essere umano.

Draco la strinse forte a sé.

“Verrai al Ballo con me?”, chiese con voce spezzata.

“Solo se ti rimangi che Giulietta, Cathrine, Ginevra e Lucia erano puttane.”, esordì sorridente.

Draco le sollevò il capo, “Mi spiace, ma non lo farò né ora né mai!”

Era più che convinto.

Hermione si alzò sulle punte e lo baciò a fior di labbra.

 

 

 

 

 

 

Salve mie adorate,

scusate l’aggiornamento tardo, ma sono stata fuori città.

Sperando che questo capitolo vi sia piaciuto passo ai ringraziamenti, (veloci perché purtroppo devo scappare).

 

Non so perché ma avevo più tempo durante la settimana prima degli esami -___-

 

meli-mao, (Dai che di questo passo al ballo ci vanno insieme…finalmente gliel’ha chiesto!), marygenoana;( Ci vanno insieme i piccioncini, con questo capitolo credo sia più chiaro^^, adesso però bisogna pazientare un bel po’…), RaRa93,( Tranquilla, non sei pazza!Mi ha fatto molto piacere la tua recensione, sapere soprattutto di non istigare alla droga^^ Ma passando ad altro, piaciuto come invito? E’ abbastanza alla Draco Malfoy?), Tye, (Indubbiamente Draco ama i complimenti, soprattutto se partoriti dalla ragazza che vuole invitare al ballo… forse è stato proprio il bigliettino di Hermione a farlo smuovere XDXD),  felpatosb,( Felice che ti sia piaciuto! Ma di questo che ne pensi?), SweetChocolate,( Eh beh… gli amici di Draco sono totalmente fusi, ma amano soprattutto farsi beffe delle ochette che li circondano^^), merryluna,(Perdonami per Lunedì, ma avevo una bisca clandestina nella cantina >.< Prometto che non mancherò più! Per l’orgia sappi che forse ci sarà uno Spin-Off… ma la dedicherò tutta a te, poi non so, è da vedere! I vampiri sono felici di sapere che tu usi Vivident, perché loro non si trovano più tanto bene con le foglie di menta… vogliono essere anche loro all’avanguardia, rimanere al 1879 non è salutare!), Herm90( Tutto fa presagire che vi vadano insieme… ma chissà cosa ha in mente il fato, in questo caso il Fato= Autrice! Kiss), sea-black,( Lo so, ho postato tardi… perdonoooo!Spero che anche questo ti sia piaciuto!), Valemione,( Che bello risentirti! Mi fai sempre un mucchio di complimenti, grazie mille! Spero di risentirti presto!), Hanon,( Non vorrei che ti fosse successo qualcosa, perdona il ritardo! E poi credo proprio che questo ti sia piaciuto, magari più degli altri…poi non so…), yuna_4ever,( Ehilà grazie mille! Addirittura perfetta… la coppia sì, ma io? Sei troppo buona!), Chiaras,( Basterebbe apparire un po’ serie, non ci vuole molto, visto che la mia Hermione c’è addirittura riuscita in grande stile^^), Luz79,( Rita adorata, sono iniziate le vacanze, ma io non vi sto deliziando con un capitolo al giorno… me disgraziata! Non usare il vocabolario dei sinonimi, che assurda perdita di tempo! E poi usare lo stesso aggettivo a ripetizione, ha un non so chè di affascinante! Ritina, spero che anche questo sia stato adorabile!),

allgood_cla,( So che è stata una scena un po’ incasinata, ma loro due sono incasinatissimi. Draco vuole fare una cosa, ma per strane ragioni non ci riesce, qui adesso ha preso un po’ di coraggio… o forse solo la palla al balzo^^), sinylla( C’hai visto giuro, magari un giorno li minaccerà di distruggere la loro facoltosa posizione in società! XD per quanto riguarda la recensione di merryluna, puoi stare tranquilla… non ho intenzione di far finire tutto con un’orgia in grande stileXDXDXD), White_tifa, (Ciao cara, sei perdonata! Se si tratta del mare soprattutto! In questo chappy si sono avvicinati ancor di più… spero di aver reso la scena al meglio^^), mars,( Va con lui, con il bel Malfoy! Ormai è deciso!), Alessandra, ( Possibile! Di certo non era mia intenzione istigare alla droga^^Grazie mille), vanessa09,( Ehi ciao, contenta di aver chiarito! Di sicuro le esperienze ti cambiano, ed è una fortuna, altrimenti saremmo una massa di vegetali inermi! Contenta che ti piaccia ancora, nonostante tutto^^), Cobwy23,( Tranquilla, il commento mordi e fuggi m’è piaciuto… hai detto tutto in spazio ristretto! Grazie mille tesora! E non ti debilitare troppo^^), piperina,( Grr! Zabini è un animale pazzo! Al ballo ci vanno insieme… aspetteremo qualche altro capitolo però…), valeria18; ( Ciao Vale, finalmente ce l’hai fatta! Sono veri eppi –molto english- e adesso possiamo dar vita ad una one-shot sul disboscamento… che ne pensi? Ho riso come una pazza pensandoci e prendendo seriamente l’idea! Immagina che sclero!XDXDXD Grazie.), Kiraliel,( Grazie mille), Ciobar, ( Ciao, ma che vuol dire gongolosa? Non lo so -___-), furbacchina, (grazie mille! Contenta che ti piaccia l’idea!), Valem, ( Sono proprio quelle le parole adatte per descrivere quei due!XDXDXD Poveri scemi!).

 

 

Kisses

 

 

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Capitolo 18
*** Lesson number eight: Otello killed her 'cos he could not conceive anyone rape her ***


desdemiona

Draco Malfoy ed Hermione Granger stavano insieme.

Nonostante fosse trascorsa una settimana, la loro relazione era ancora segreta, ma stranamente nessuno sembrava essersi accorto che del tenero era sbocciato tra i due, e il motivo per cui nessuno se n’era accorto, era perché i due colombelli in amore continuavano a litigare di brutto su ogni cosa.

I soliti batti becchi stupidi che caratterizzavano il loro stare insieme.

 

“Granger, è inutile che guardi con ammirazione il tuo calderone… la mia pozione sarà sempre la migliore!”, asserì lui osservando il calderone della sua ragazza.

“Malfoy, non gioire così presto… mancano ancora cinque minuti”, si sporse verso di lui, “…e in cinque minuti tutto può cambiare.”, soffiò.

Avrebbe voluto baciarla, e sapeva che anche lei avrebbe voluto baciarlo, ma una classe piena di serpi e grifoni e con la speciale partecipazione di Horace Lumacorno non era l’ideale. E quell’olezzo putrescente…non aiutava a creare un’atmosfera almeno un po’ più romantica.

“Harry, la tua pozione è sempre la migliore!”, confermò Lumacorno battendo le mani in direzione del suo alunno preferito incitando anche gli altri, ma l’unica cosa che ottenne fu uno sbuffo senza eguali da parte di Hermione Granger e il dissenso di tutta Serpeverde che lanciò occhiatacce eloquenti al Bambino Sopravissuto, su ciò che sarebbe stato il suo futuro se lo avessero incocciato dopo il pranzo.

Harry sentiva caldo. Troppo caldo.

“Ehm professore… non è davvero così perfetta… anche quella di Tiger non mi sembra niente male…”

Quella di Tiger faceva davvero pena e Lumacorno si chiese se Harry non avesse battuto la testa sul calderone prima di iniziare la lezione.

“Harry, non dire sciocchezze”, cinguettò l’insegnate facendo snervare ancor di più le serpi, “… quella di Tiger è rosso sangue, mentre il colore che caratterizza questa pozione è violetto! Il tuo lavoro è ottimale, ti metto una E seduta stante più 20 punti a Grifondoro!”

Harry credette di morire, ma forse sarebbe morto davvero se avesse messo anche solo il naso fuori da quell’aula.

 

 

                                                        ***

 

“Ehi Dra, dove vai?”

Draco si voltò verso colui che gli aveva porto la domanda.

“Ho confronto tra letteratura magica e babbana”

“Quella lagna?”

“Già”

“Beh…allora niente, io e Blaise volevamo sapere se ti volevi aggregare a noi per pestare Potter!”, sorrise malefico David.

Draco ghignò a sua volta, “Fate del vostro meglio!”, gli diede una pacca d’incoraggiamento sulla spalla e continuò a camminare verso l’aula della Romance.

Lo sfizio di picchiare Potter se l’era tolto più di una volta, ma quello di trascorrere un’ora di letteratura con la consapevolezza di punzecchiare la sua ragazza, era ancora più sfizioso.

 

La gelosia è la fine di una relazione?

 

Hermione era già seduta al suo banco e stava controllando delle scartoffie.

Era intenta nella lettura e non si era accorta della presenza del suo ragazzo.

Connubio piuttosto strano, ma stranamente non avevano ancora litigato per via delle origini da Mezzosangue di lei, e delle fottute convinzioni della famiglia in cui era cresciuto lui.

Erano semplicemente Draco ed Hermione.

“Buongiorno mia Desdemona”, esordì lui baciandole il collo.

“Piantala Otello”, disse cercando di scostarlo da lei poiché troppo presa da quei fogli, ma lui continuò imperterrito a baciarla.

“Quei fogli sono più importanti di me?”

Hermione lo guardò inarcando un sopracciglio; e quello era lo stronzo, bello e impossibile di Draco Malfoy?

“Sei geloso di quattro stupidi fogli?”, domandò.

Draco li fece evanescere, facendo in modo che lei si dedicasse solo a lui, perché nella sua mente non c’era che lei.

Odiava pensare solo a lei, ma non ce la faceva a pensare ad altro. Sapeva che quello che provava per Hermione era amore, ma non lo avrebbe mai ammesso… sarebbe stato troppo, e quindi l’unica cosa che gli rimaneva da fare era far interpretare ad Hermione che si trattava di quella passione mossa dalla tipica tempesta ormonale dettata dall’angusto periodo che era l’adolescenza.

“Quei fogli possono aspettare!”, rispose con voce roca accarezzando la morbidezza di quelle labbra con il pollice.

“E se qualcuno dovesse vederci?”

Draco si chinò e le lasciò piccoli baci sulle labbra che fecero rabbrividire la ragazza, “Se dovessero vederci…”, disse continuando a lasciare piccoli baci, “…saranno troppo occupati a pregare affinché dio li salvi da questo inferno per riuscire a capire che si tratta degli opposti per eccellenza!”

Hermione non ribattè e affondando le dita in quei crini chiari si lasciò trasportare da quel ragazzo che le aveva regalato i baci più passionali intrisi di una scarica di emozioni diverse e talvolta contrastanti, ma nonostante il trasporto, Draco percepiva la tensione di Hermione, perché di certo essere vista abbarbicata  a Draco Malfoy, o qualunque altro essere di natura maschile, non rientrava nelle sue aspirazioni, e fu solo quando rumori sinistri giunsero alle loro orecchie che il lungo bacio terminò.

Uno smanettare insistente con la maniglia, fece ricordare a Draco di aver chiuso la porta con un incantesimo di sigillo di cui la grifoncina non si era accorta, e quindi dopo averla riaperta con un Alohomora, (silenzioso), l’apertura inaspettata della porta fece fare un’entrata violenta al povero Anthony Goldstein che cadde rovinosamente per terra.

“Queste dannate porte vecchie!”, esclamò, rimettendosi in piedi mentre Draco trasferiva se stesso e i suoi averi all’ultimo banco.

 

“Senza offesa, ma Shakespeare era pazzo!”, asserì Padma Patil circondata da un assortimento inverosimile di cosmetici, intenta a rifarsi il trucco.

Draco ghignò dal fondo dell’aula, anche lui aveva sempre sostenuto che il caro Willie era totalmente spostato.

“Ottimo!”, il tono di Hermione appariva un tantino stridulo, “Quindi stai dicendo che Otello è un’opera senza senso?”

“Più o meno”, rispose affabile la Corvonero ammirandosi le unghie placcate in rosso.

Inutile dire che Hermione avrebbe tanto voluto scagliare un paio di Avada Kedavra alla cieca…

“Quell’Otello aveva delle turbe psichiche…”, continuò Padma, “… uccidere così, a quel modo, la donna che ama!”

“Era accecato dall’amore, Padma!”

 “Sarà…”, soffiò dubbiosa mandando la sua interlocutrice su tutte le furie, che intanto stava meditando se farla fuori facendole ingoiare una miscela a base di tutti quei prodotti nocivi per la salute dell’uomo di cui amava cospargersi, o diluendole lo smalto arancio in un calice di succo di zucca con una puntina di cianuro giusto per rendere il cocktail più frizzante.

“...amore?”, Hermione sollevò lo sguardo più iraconda che mai sul suo ragazzo, “Otello l’ha uccisa perché non riusciva a concepire che qualcun altro se la fosse scopata!”

Voce strascicata, sarcasmo sprezzante, immancabile ghigno a deformare quelle labbra da baciare e…e un occhiolino, elemento assolutamente nuovo dedicato tutto ad Hermione.

Doveva far pur qualcosa per movimentare quella lezione.

“Non credo potrei vivere senza le tue preziose opinioni!”

“Lo so, Granger! E’ per questo che esisto!”

“Malfoy… se esisti solo per questo, mi dispiace dirtelo… ma la tua esistenza è pressoché priva d’importanza”

La adorava. Non aveva altro da aggiungere.

Continuavano a litigare,a punzecchiarsi ad essere loro stessi, e lui nonostante si sentisse diverso dentro, aveva la consapevolezza che nulla era cambiato, e che essere innamorato di una ragazza non comportava diventare qualcun altro, ma forse quella legge rimaneva invariata solo se la ragazza in questione era: Hermione Granger.

“Io se mi giungesse voce che la mia ragazza mi ha tradito non so che le farei..”, forse qualcuno iniziava a svegliarsi dall’ipnosi delle lezioni precedenti, dove era solo un susseguirsi di scandali; Ernie forse era rinsavito.

“E la uccideresti senza prove? Ti fidi di un pazzo visionario e non della donna che ami?”

Ernie sorrise ad Hermione, “Sì!”

Meschino

Maschilista

Misogino

“Voi donne mentite un po’ troppo spesso”, ci tenne a sottolineare.

Lei si voltò verso Draco e gli lanciò uno sguardo eloquente per chiedergli silenziosamente se anche lui la pensava come Ernie Mcmillan, ma lui rispose con un’alzata di spalle.

“Tu avresti agito come Otello credendo ad un ipotetico Iago?”, domandò, ma non fu Ernie a risponderle, bensì Draco che lasciò lì il Tassorosso a boccheggiare.

“Il troppo amare è sfociato in un atteggiamento di pura gelosia ossessiva compulsiva… è irrazionale! Non esiste una risposta che sia giusta o sbagliata!”

Esterrefatta

Non avrebbe avuto altro da aggiungere. L’aveva zittita e stranamente non con un bacio.

 

                                                        ***

 

Harry Potter era ignaro del suo futuro imminente, non si aspettava di certo che venisse accerchiato da un paio di tizi incappucciati.

“Sei sicuro?”

“Sì, e adesso taci!”

Nei loro mantelli fruscianti le losche figure si avvicinavano sempre di più alla loro vittima.

Harry Potter avrebbe dovuto intuire che l’avrebbe pagata cara, ma quando un pugno arrivò dritto al suo occhio mentre il suo braccio destro veniva stretto con troppa violenza, intuì che erano cinque contro uno, e lui non ce l’avrebbe potuta fare… oltretutto era anche senza bacchetta.

 

 

 

 

_______________________________________________________________________

 

Fiesta! Finalmente quei due stanno insieme!

Adesso però purtroppo vi devo lasciare senza potermi dedicare ai saluti singoli... mi dispiace tanto, ma non ho davvero tempo!

 

Un grazie particolare a:   Herm90, meli_mao, Hanon, piperina, RaRa93, Ciobar, mars, SiLvIeTT4, merryluna, allgood_cla, Alessandra, Chiaras, yuna_4ever, Cobwy23, Chaosreborn_the_Sad, Sinylla, Kiraliel, JiuJiu91 e marygenoana.

 

Vi prego di scusarmi, e di farmi sapere cosa ve n'è parso!

Purtroppo non so quando mi sarà possibile postare il prossimo^^'

 

Kisses

     

 

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Capitolo 19
*** A piece of something to call mine... ***


call mine

Draco Malfoy stava gustandosi gli ultimi dieci schifosissimi minuti dell’ultima lezione del giorno, dopo pranzo avrebbe passato tutta la giornata con Hermione.

Certo lei aveva detto che avrebbero studiato, ma lui aveva altri programmi in mente.

 

“Draco, dove corri?”

“Non sono portato a renderti partecipe dei miei spostamenti!”

Blaise lo guardò dubbioso carezzandosi il mento.

“Se tu fossi una donna direi che hai le tue cose, ma sapendo che dopotutto sei un uomo…beh, non so davvero cosa ti prenda!”

Draco estrasse una sigaretta e se la portò alla bocca, “Altro da dire, Zab?”, chiese scocciato.

“A dire il verso sì! La McGranitt ci vuole nel suo ufficio!”

Lo seguì senza aggiungere altro, ma la voglia di spaccare la testa alla vecchia era più che mai lampante.

 

Quando Draco e Blaise giunsero all’ufficio dell’insegnante di Trasfigurazione, il biondino non si aspettava di certo di trovarci tutto il settimo anno di Serpeverde al gran completo.

“Cosa sta succedendo qui?”, digrignò tra i denti acchiappando il suo amico per la camicia.

“Magari la McGranitt ha deciso di indire un party!”, Draco lo guardò torvo, “O forse prende il posto di Lumacorno e diventa la nuova direttrice!”, azzardò, sperando che Draco non lo linciasse deturpandogli la pelle vellutata.

 

“Entrate, prego”, la voce roca dell’insegnante fece trasalire qualcuno e dopo qualche commento volgare entrarono tutti nell’ufficio.

“So che molti di voi si stanno domandando perché si trovano al mio cospetto…”, passò con occhi impenetrabili alla radiografia di ogni studente.

Draco sbuffò.

“… è del tutto comprensibile! Come vi sarà di certo giunta voce, ieri, Harry Potter è stato assalito e picchiato da cinque ragazzi incappucciati… e devo dire che l’hanno ridotto maluccio!”, disse continuando ad osservarli con i suoi occhietti inquietanti.

Molti dei ragazzi si guardarono come a dire: Embè?

Ma la professoressa di Trasfigurazione era lì per dare pace alle loro domande.

“So cosa vi state chiedendo… e so che anche che state tutti pensando che a chi ha picchiato Harry Potter dovrebbe essere innalzata una statua nel parco, ma non siamo qui per elogiare questo atto di violenza, bensì per punirlo!

Un ragazzo ha per caso visto lo stemma della vostra casa e riconosciuto uno dei selvaggi, e quindi pregherei che anche gli altri quattro si facessero avanti…”

Blaise si guardò intorno. Chi era stato quel demente che s’era fatto beccare?

Ripensò ai suoi quattro aiutanti e un nome si fece spazio tra i suoi pensieri: Gregory Goyle.

C’era da aspettarselo da un troglodita del genere.

La McGranitt guardava insistentemente Draco Malfoy, ma il ragazzo continuava a sostenere quello sguardo inquisitore.

Per una volta nella sua vita era innocente, ma anche se non lo fosse stato i suoi occhi erano ormai preparati a celare le emozioni.

Non si sarebbe mai tradito.

“Nessuno vuole confessare?”

Niente e nessuno si mosse.

“Perfetto!”, esclamò, “Siete tutti in punizione!”, asserì gioviale con un mezzo sorriso che in realtà voleva essere una sana e grassa risata per aver in pugno l’intero Settimo Anno Serpeverde.

“Lei non può…”, si ritrovò a balbettare Marcus Belby.

“Sì che posso, se nessuno confessa!”

Marcus guardò i volti dei suoi compagni, ma nessuna emozione traspariva.

Come sempre…

“E’ tutto! A pranzo vi verrà detto quale sarà la punizione”

Uscirono accompagnati da grugniti e parole di protesta.

Potter un giorno o l’altro l’avrebbe dovuta pagare davvero cara…

 

 

                                                        ***

 

L’aria trista e sofferente sul volto graffiato di Harry Potter faceva pietà…

La testa bendata, entrambi gli occhi neri e una costola fratturata avevano fatto in modo di essere sommerso da pensierini,  fiori e la compagnia di numerose donzelle.

Ginny era pronta ad un genocidio.

Si fece largo tra la folla scoccando un bacio un po’ troppo rumoroso sulle labbra del suo ragazzo e urlando sfacciatamente: “Amore mio”, più di una volta.

Harry avrebbe voluto ridere, ma la costola glielo impediva.

Ron ed Hermione erano rimasti in disparte, Ginny doveva combattere la sua battaglia personale, senza ulteriori impicci, e per strane ragioni quei due incarnavano gli impicci.

Quando tutto si era calmato, grazie al provvidenziale urlo di Madama Chips, Ron e Hermione erano riusciti ad avvicinarsi e dare i rispettivi doni all’amico moribondo.

Una scatola di Cioccorane da parte di Ron, e gli appunti delle lezioni che si era perso da parte di Hermione.

Inutile dire che Harry gradì di gran lunga quelli dell'amico dalla fulva chioma rossa.

 

                                                                  ***

 

Hermione aveva lasciato l’infermeria con la banale scusa di doversi recare in Biblioteca per ultimare una qualche ricerca su qualcosa che non era mai stato sentito dalle orecchie di Harry e Ron, ma che era stato spiegato meno di una settimana prima dal professor Ruf, e che ovviamente i due ignoravano.

“Cercavo proprio te!”

Hermione si voltò e notò l’algida presenza del suo ragazzo.

Poggiato al muro e con le braccia conserte. Divino.

“Guarda caso io cercavo te!”, si avvicinò a lui sorridente, e in un attimo le loro bocche si ritrovarono perfettamente unite in un bacio. Uno di quei baci che amavano tanto scambiarsi.

La strinse in vita e la avvicinò di più a sé, scendendo poi con le labbra sul collo dove lasciava famelici baci e piccoli morsi.

Un sospiro roco sgattaiolò dalle labbra della grifoncina.

“Draco…”, sussurrò, ma ciò che ricevette in risposta fu solo un mugolio, “Draco… ti ricordo che dopo pranzo ci vediamo in Biblioteca per studiare, ok?”

Il ragazzo si riscosse dai suoi pensieri poco casti, e fu come se il suo sguardo si perse nel vuoto.

Hermione si stranì. Che gli era preso?

“Draco… te n’eri dimenticato, vero?”, domandò, era un po’ risentita dalla dimenticanza del suo ragazzo. Era un modo come un altro per stare insieme, e se lui se l’era dimenticato allora magari a lei non teneva abbastanza, ma poi scacciò via i pensieri, il suo ragazzo non era Ronald Weasley, era Draco Malfoy, e tutto sembrava essere possibile con una logica spiazzante.

“Temo di non esserci.”, disse con tono tetro, rabbuiandosi.

Hermione scostò quei ciuffi biondi che ricadevano su gli occhi, “Ma eravamo rimasti che…”

“So com’eravamo rimasti, ma la vecchia megera ha ben deciso di mettere tutto il settimo anno Serpeverde in punizione per l’aver pestato Potty…”

Hermione storse il naso, il provvedimento preso era più che giusto, e la sua insegnante preferita aveva fatto più che bene, solo che adesso Draco appariva sofferente ed era di gran lunga più bello quando il suo viso appariva più rilassato, ma sempre nei limiti del possibile.

“A domani, allora?”

Draco la guardò e annuì, e dopo un bacio a fior di labbra decise che s’era fatto tardi e che non voleva di certo che quella pazza isterica gli rifilasse un’ulteriore punizione per un ritardo di soli cinque fottutissimi minuti.

Ma non che non potevano vedersi il giorno dopo, sarebbe morto!

Si voltò verso di lei e grandi falcate la raggiunse abbracciandola in vita.

“Draco?”, domandò incerta, come se esistessero altri individui che si sarebbero presi la briga di abbracciarla in quel modo.

Si diede mentalmente della stupida!

“Senti…”, Hermione avvertì il suo fiato sul collo, “… hai impegni per stanotte?”, chiese affabile con tono estremamente sensuale.

“Stanotte? Non so… avrei un appuntamento al buio nell’aula di Piton… però se me lo chiedi così…forse potrei ritagliarmi uno spazio… magari di cinque minuti…”

Draco sorrise sul collo prima di voltarle delicatamente il viso e catturare quelle labbra in un altro bacio famelico.

“Ti aspetto a Mezzanotte nell’aula della Cooman…”, sussurrò, prima di incamminarsi e sparire nelle tenebre che avvolgevano un corridoio deserto del sesto piano.

 

 

                                                        ***

 

Quella sadica di Minerva McGranitt l’avrebbe pagata cara insieme a quel demente di Harry Potter.

Li aveva fatti ammazzare di lavoro, ed era noto che i Serpeverde non sapessero dove stesse di casa quel concetto.

Draco Malfoy, come gli altri, mostrava un’espressione sconvolta.

Sembrava scombussolato, quasi umano, e anche lui con qualche imperfezione.

Quando Hermione lo vide presentarsi nell’aula della Cooman, stentò a riconoscerlo, ma quando inarcò un sopracciglio – tipico atteggiamento alla Malfoy - la grifoncina sbottò in una sonora risata che non fece molto piacere al suo ragazzo.

Abbacchiato si gettò su alcuni cuscini e si portò una sigaretta tra le labbra, che avrebbe accesso non appena fosse riuscito ad afferrare una di quelle candele nauseabonde che Hermione s’era premurata di accendere per evitare di cozzare lungo spigoli di vari armadi e tavolinetti.

“Potresti evitare di fumare?”

Hermione si sporse verso Draco e tolse quella sigaretta, elemento stonante, da quella bocca creata per baciare come nessun altro sapeva fare.

Draco si sporse verso Hermione, e attiratola a sé le baciò la punta del naso, facendola arrossire.

“Sei stranamente arrossita!”, fece malizioso baciandola per tutta il viso come in un impeto di dolcezza. Hermione si lasciò trasportare da quei baci, e osservando i lineamenti dolci di Draco, si rese conto che a conferirle un intenso senso di dolcezza erano proprio quegli occhi che incutevano terrore negli altri ma non in lei.

Specchi di ghiaccio caldo.

“Non sono arrossita…”

“Oh sì, che sei arrossita!”, la guardò negli occhi, “E sei adorabile!”, si chinò e iniziò a baciarle la guancia per poi scendere al collo e stringerla al suo corpo fino a soffocarla.

Si lasciò baciare in completa balìa di Draco, come se fosse inerme.

“Draco…”

“Sì?”, sussurrò roco.

“Domani voglio vederti in Biblioteca… manca poco ai M.A.G.O!”

Draco sollevò lo sguardo, “Sai che non è stata colpa mia… e poi…”, disse giocando con i capelli di Hermione, “… c’è qualcosa che mi preme di più di quegli insulsi esami!”

“Immagino si tratta del ballo… dopotutto queste stronzate ti piacciono da matti!”

Lui sorrise bieco prima di imprigionare quella bocca impertinente in un altro bacio che voleva sempre sottolineare che ciò che piaceva a lui era divino, ed in un certo senso era un complimento di dimensione esagerate per Hermione visto che lei a lui piaceva e ai suoi occhi era divina.

 “Hai centrato in pieno…”, rispose staccandosi da lei, “…lascio decidere a te la coppia da interpretare… purché non si tratti di Romeo e Giulietta!”

Hermione sorrise ripensando alle parole di Ron.

Di certo la fauna maschile del Settimo Anno era accomunata da un unico, grande, insormontabile problema: la calzamaglia!

“E allora che ne pensi di Lancillotto e Ginevra?”, propose suadente sbottonando lentamente i bottoni della camicia spiegazzata, e carezzando la pelle che man mano veniva lasciata libera da ogni costrizione.

“No, non vorrei che ci fosse un Artù da qualche parte…”

“Stai tranquillo”, sussurrò baciandogli il petto, “… non c’è nessun Artù, però se proprio questa coppia ti fa schifo possiamo sempre prendere in considerazione Cathrine e Heathcliff…”

Entrambe le camicie finirono sul pavimento mentre le mani esperte di Draco esploravano il corpo di Hermione con lentezza quasi esasperante.

Lei era lì, e nulla era cambiato… continuavano a batti beccare come se niente fosse. Con lei tutto era normale e piacevole, e non bisognava far finta di essere qualcun altro solo per essere compatibili.

“No, lui era un demente!”, sentenziò placido, mentre il reggiseno andava a far compagnia agli altri indumenti.

Fu un incedere calmo e armonioso. Nessuna fretta.

Draco la desiderava come mai aveva desiderato un’altra ragazza.

Voleva che quel momento fosse speciale, che si imprimesse nei loro pensieri, e che quel profumo, quella fragranza non li abbandonasse più, e che potesse rivivere solo con ciò che lui provava per lei e per cui aveva l’assoluta certezza di essere ricambiato.

 

Ansimi e gemiti riempirono l’aula di Divinazione, e chissà se il giorno dopo la Vista di Sibilla Cooman sarebbe riuscita a scorgere ciò che era accaduto la sera precedente.

Hermione aveva perso la cognizione della realtà.

Si era abbandonata ai sensi e ai sentimenti.

Avevano fatto l’amore.

Sapeva che associare Draco all’amore era impossibile, ma ciò che le aveva trasmesso era amore… quel semplice e complicato sentimento in cui lui diceva di non credere.

Era lui, era un suo se stesso. Quello timido.

Scivolò al suo fianco stringendola forte al suo petto e baciandole dolcemente una tempia, nell’attesa che il battere dei cuori tornasse normale.

Hermione si lasciò cullare da quell’abbraccio e da quei baci, ricambiando le coccole finchè la polverina del sonno di Morfeo colpì anche le sue palpebre.

“Buonanotte scemo”

Draco sorrise sulle labbra di Hermione rubandole un altro bacio, e quando il suo viso si posizionò nell’incavo della spalla della grifoncina, solleticato dai lunghi capelli sussurrò qualcosa che fece Hermione felice oltre ogni immaginazione:

“Maria Antonietta e il Conte Fersen”

Hermione non potè fare a meno di stringere forte la mano di Draco.

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho postato prima del previsto e, anche se sono ustionata, (nel vero senso della parola), ho pensato che io da domani parto e non so quando avrò la possibilità di postare il prossimo capitolo, e che non potevo lasciarvi senza un ulteriore capitolo…che magari poi manco ho reso bene -____-

Ma basta fisime mentali, passiamo ai ringraziamenti:

 

UN GRAZIE GIGANTOMEGASFERICAMENTEGRANDE A:

 

allgood_cla: Non credo di avervi fatto aspettare tanto e, difatti sono stranita da me stessa! Adesso però non so davvero quando posterò, io spero sempre prima della menopausa… vedremo!

 

Kiraliel: Eccoti accontentata. Quando ho letto la tua recensione ho inevitabilmente riso, essendo a conoscenza di ciò che sarebbe successo tra i due^^

 

merryluna: Ciao Manu, mi spiace per la mancanza dell'’alcool doppia, visto che in questo capitolo non se ne parla proprio^^

Cercherò di rifarmi!

Inoltre sono davvero entusiasta di sapere che riesco sempre a riempire le tue giornate con mille corsi da seguire. Più tieni la tua persona impegnata, meno dovresti sentire il bisogno di alcolici e altre sostanze, si dice così in giro,no?

E adesso sappi che per la tua gioia, ho lasciato a casa l’Hermione verginella.

E’ tutto in tuo onore^^

 

Jiujiu91: Usciranno allo scoperto? Lo scoprirete nelle prossime puntate! Nella mia testa la storia è tutta delineata, adesso devo solo scriverla^^

Buone vacanze.

 

meli_mao: 3 volte? Addirittura! Me commossa *___* Spero di non averti causato nessun danno! Harry picchiato non so se ci voleva, però, con grande sorpresa, sono riuscita a fare in modo che il pestaggio di Harry riuscisse a far consumare la neo-coppietta!

 

Mars: Povero Harry, adesso però qualcuno dovrebbe dire a Lumacorno che la colpa è tutta sua!

Magari cercherò di fargli recapitare un messaggio anonimo, forse dallo stesso Harry che lo implora di essere lasciato in pace e senza ulteriori complimenti, perché alla fine sono quelli che gli rovinano la vita ^__^

 

piperina: Grazie mille per i complimenti! Se fossi stata in Hermione credo che avrei reagito come lei, ma forse qui dovrebbe essere lui a mettere i cartelloni^^ Harry se l’è cavata piuttosto bene! Ginny al capezzale, Cioccorane e appunti per stare al passo con le lezioni… mica male!

 

SiLvIeTT4: Niente rottura come hai ben potuto leggere, Harry li ha anche aiutati a trascorrere la notte insieme. Dovrebbero farlo santo^^

 

marygenoana: Grazie mille mary, sperando ti piaccia anche questo.

 

Hanon: Anch’io avrei voluto uccidere Ernie, ma era indispensabile nella lezione, dovremmo anche ringraziarlo per essersi svegliato e cercare di dare vita ad un dibattito semi decente.

Forse dovrei farlo diventare il protagonista indiscusso della storia, tu che ne pensi? ^___^ No, non uccidere me, dopo questa cretinata colossale.

 

Chiaras: Stanno insieme e stanno anche bene insieme nonostante i loro perpetui litigi!

Sperando ti sia piaciuto anche questo^^

 

RaRa93: Purtroppo Harry non è riuscito a salvarsi dal pestaggio, ma non tutto il male viene per nuocere. Inoltre Draco non avrebbe voluto dirlo ad Hermione proprio perché a lui del magnifico Harry Potter non gliene frega un bel niente^^ Draco è tutto strano, ma questa è filosofia malfoyana…quasi del tutto assurda!

Grazie mille.

 

Valem: Per fortuna sono riuscita nell’intento di renderlo arguto! Sai che fallimento se vi fosse sembrato un imbecille alla pari con Tiger^^

Ma non è che ti sei rimangiata tutto dopo aver letto questo capitolo?

Incrocio le dita…

 

Lucy Light: Come vanno gli occhi? Spero bene, ma sarà stato un suicidio leggersi tutta d’un fiato questa storia, no?

Ti ringrazio tantissimo per tutti i complimenti e per il volermi anche erigere una statua in mio onore, come sdebitarmi?

Posso erigerla io per te, visto che mi hai fatta arrossire.

Gli esami sono andati bene, grazie.

E adesso spero di risentirti presto^^

 

Herm90: Per fortuna ho postato presto, e sempre fortunatamente erano solo tanti film. Niente gelosia, Harry stranamente non ha portato disgrazie con sé, o meglio, ne ha portata una che si è rivelata positiva per i due colombelli^^ Concordi?

^____^

 

Kisses

 

 

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Capitolo 20
*** A lie not to say the truth ***


franca

Prima di lasciarvi alla lettura vorrei ringraziare particolarmente Chaosreborn_the_Sad per avermi suggerito questa magnifica coppia!

Per Theodore Nott quella normale alba, rappresentava l’alba di una nuova

era. Il nuovo Theo era pronto ad entrare in azione.

“Come mai così tirato a lucido?”, celiò David accendendosi una sigaretta.

“Devo portare a termine una missione… non fumo da un giorno!”, sentenziò felice, come se avesse raggiunto traguardi di cui vantarsi. Come se non fumare da una sera fosse una vittoria.

“I miei auguri Theo… riuscirai a conquistarla!”

E per poco Theo non si strozzò.

***

E se Theodore Nott, ragazzo affascinante, aveva difficoltà a dichiararsi alla donna che popolava i suoi sogni; anche la situazione che vedeva protagonista Todd Creliss, un simpatico ometto del Settimo Anno Tassorosso privo di fascino, non era di certo idilliaca.

Come poteva invitare Hermione Granger?
Era da settimane che ci pensava, ma non si era ancora accesa nessuna lampadina e forse non si sarebbe mai accesa… secondo le statistiche nemmeno una candela avrebbe potuto accendersi per dargli almeno un barlume di idea.

Hermione Granger aveva già un cavaliere e anche piuttosto piacente, l’unico problema era che questo piccolo particolare era solo a conoscenza di due individui, i protagonisti per l’appunto.

Draco ed Hermione avevano ben deciso di trascorrere la giornata in Biblioteca con la scusa di un litigio in corso che non poteva essere rimandato.

Di certo quel loro atteggiamento poteva essere catalogato come strano, ma quel posto era sempre troppo vuoto o frequentato da mocciosi del primo anno che dovevano ancora capire cosa insegnasse Severus Piton, quindi era come se fossero totalmente soli.

“Quando dici tu… la pianti!”, disse quasi in un latrato Draco.

Hermione arricciò il naso sporgendosi ancora di più su ciò che Draco stava tentando di scrivere.

“Non vorrei far evaporare la convinzione che hai di genio di te stesso… ma quella frase è totalmente errata!”

Draco poggiò, visibilmente scocciato, la piuma sulla superficie ruvida del tavolo in legno, e incatenò il suo sguardo a quello di lei solo per metterla in soggezione… cosa che ovviamente non avvenne.

“Granger, perché devi essere sempre così saccente? Sei insopportabile!”

Avevano deciso di far finta di litigare, ma per loro non litigare sembrava impossibile.

“Malfoy, sei troppo orgoglioso per ammettere che non sai neppure mettere in piedi una frase di senso compiuto che riguardi gli effetti delle Rocce di Sole?”, domandò incrociando le braccia sotto al seno continuando a sostenere quello sguardo.

Non era un mistero che Draco Malfoy fosse orgoglioso, e dunque ammettere che non era riuscito a comporre una frase di senso compiuto perché distratto dai movimenti di Hermione, risultava piuttosto difficile.

Sbuffò sonoramente e scuotendo la testa tornò a dedicarsi alla sua relazione.

Hermione decise di lasciar perdere quel testone e aprì uno dei tomi che Draco avrebbe dovuto consultare, ma il silenzio stava diventando un po’ troppo pesante, e nei gesti e negli sbuffi di entrambi era palese la voglia di dirsi qualcosa o addirittura baciarsi fregandosene di tutto e di tutti.

“Draco…”

Per tutta risposta lui non disse nulla, almeno finchè Hermione, spazientita, lo aveva strattonato per un braccio.

“Come mai hai optato per Maria Antonietta e il Conte Fersen?”

“Perché il caro Axel era un nobile… non potrei mai presentarmi vestito da Renzo”, è così, felice della sua risposta tornò a dedicarsi al suo compito, lasciando un’ Hermione interdetta.

“E’ solo per questo?”

“Sì”

“Non ci credo”

“Fa come vuoi!”, disse tornando al suo lavoro, mentre dentro di sé si malediva per ciò che le aveva risposto.

Di certo il motivo per cui aveva optato per la Regina di Francia e il suo amante, aveva un motivo ben più nobile di quello appena dichiarato, ma Draco provava un certo terrore nel dirlo.

Avrebbe dovuto ammettere che voleva rappresentare quella coppia perché anche lui, come Axel, provava un sentimento sconfinato che non si sarebbe mai estinto neppure se avesse dovuto avere altre donne?

Quella era la verità. Quello era il motivo per cui lui aveva adorato quella coppia, e forse, quello era lo stesso motivo per cui lui, ad Hermione, ricordava Hans Axel von Fersen.

La grifoncina gli sorrise bieca, e prese le sue cose fece per andarsene; e fu quando sparì dalla sua visuale che si rese conto di essere un idiota senza precedenti.

La lezione della Romance stava per iniziare, e Draco sapeva che la ricerca di Hermione si sarebbe conclusa in quell’aula dove quasi sicuramente avrebbero litigato per qualche stupida eroina, o per qualche eroe con le manie di protagonismo.

Una bugia per farsi perdonare un tradimento

Antonio e Cleopatra. Willie ancora protagonista per la gioia di Padma.

Quando Draco giunse all’aula, notò con sollievo che Hermione era già lì a scambiare qualche chiacchiera con Ernie Mcmillan, forse a proposito del Ballo, ma Draco dubitava che Hermione avesse annuito convinta e con piacere a qualcosa che riguardasse quel dannato ballo post-esami.

“Buongiorno Malfoy”

Draco si voltò verso l’insegnante, ma non accennò ad un saluto, e più acido del solito si accomodò al suo posto, pronto per scagliare contro qualcuno dei magnifici 7, la copertina dura e rigida della tragedia di Shakespeare sperando di centrarne il bulbo oculare.

“Adesso che siamo tutti poss…”, ma Hermione si interruppe alla vista del braccio alzato di Susan Bones.

“…secondo me Cleopatra ha sbagliato!”

Ottima osservazione, visto che la piccola bugia aveva portato conseguenze catastrofiche, facendo in modo che quell’opera si meritasse il giusto titolo di: Tragedia.

“Qualcuno vuole aggiungere altro?”, chiese Hermione speranzosa, passando in rassegna i suoi compagni di corso.

“Sì, Granger…”, lo sguardo della grifoncina saettò a quello di Draco, “…Cleopatra era una puttana!”

Hermione si ritrovò a dedicargli un mezzo sorriso e dovette ammettere a sé stessa che l’interpretazione personale della letteratura di Draco le sarebbe mancata una volta finita la sua esperienza ad Hogwarts.

“Malfoy, è del tutto nuovo scoprire che per te Cleopatra era una puttana!”

Draco ghignò.

“Su Granger, ci sono numerosi elementi che portano a pensarlo!”

“Per esempio?”

Ecco che la storia si ripeteva. I magnifici 7 avevano ben deciso di attrezzarsi istituendo improvvisi Tornei di Gobbiglie e Spara Schiocco. Giusto per ingannare e ammazzare il tempo, impiegato da quei due a litigare su tutte le coppie della letteratura.

“… se non sbaglio lei flirta con il messaggero inviatogli da Ottaviano per chiederle di allearsi con lui consegnandogli Antonio… è un po’ un’ingiustizia…”

“Ottima interpretazione dei fatti, Malfoy… ma chi è l’idiota, adesso? Lei o lui che ferito nell’orgoglio di uomo si prostra ai suoi piedi diventando il suo zerbino?”

“Granger, mi deludi… non eri tu quella che decantava tanto l’amore? Antonio era innamorato e lei era un’insulsa puttana. Dopo l’ennesimo tradimento era quasi ovvio che volesse ucciderla.”

“Quindi per te le bugie non servono per farsi perdonare un tradimento?”, chiese curiosa di venire a conoscenza della risposta che le avrebbe dato.

“Non servono”

“Ma Cleopatra l’aveva fatto per amore…”

“Per lussuria!”, asserì lui brusco, mentre Marcus Belby esultava per aver battuto Hannah Abboth a Gobbiglie.

“Lussuria? Lei lo amava… si è pure suicidata per raggiungerlo nell’aldilà!”

“E se si fosse uccisa per orgoglio? Lei era troppo orgogliosa per essere portata in trionfo da Ottaviano, e la morte era l’unica soluzione per tener alto l’orgoglio e non darsi in pasto agli altri.”

“Non condivido la tua idea”

“E non devi condividerla… parlare con te di letteratura è bello proprio per questo…”

E per fortuna i 7 imbecilli erano troppo occupati a giocare per poter rendersi conto che erano nel bel mezzo di una lezione che avrebbero dovuto sostenere ai M.A.G.O ormai sempre più imminenti.

***

Lui non poteva sempre uscirsene con frasi spiazzanti.

Lui non poteva rimanere intrappolato in certi stereotipi.

Stava giusto fumandosi una sigaretta seduto sul porticato, quando venne raggiunto da Hermione.

“Scusami”, disse lei sedendosi accanto a lui ed aspettando mesta la risposta.

“ Per cosa dovrei scusarti?”

“Scusami semplicemente per aver voluto forzare i tuoi pensieri”

“Ne deduco che non ti interessa sapere proprio perché Regina e Conte?”

Hermione fece finta di pensarci su, “Forse”.

Draco inarcò un sopracciglio, “Questo forse non mi piace”.

Hermione sorrise e, avvicinatasi ancor di più a lui lo baciò, lasciando che le sue labbra saggiassero lentamente la bocca di Draco per poi lasciarsi trasportare da un bacio più azzardato e speciale più che mai.

Scusatescusatescusatescusatescusate…

Sono imperdonabile, ma non sono stata un attimo ferma!

Mi sono sentita una trottola.

Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se siete arrabbiati con la sottoscritta capirò… insomma, è abbastanza comprensibile esserlo con me.

Attraverso le recensioni ho visto che qualcuno ha chiesto che fine ha fatto Chi l’avrebbe mai detto?, ebbene non scoraggiate devo solo trovare tempo e ispirazione, i pensieri di Hermione sono piuttosto intricati e non è facile! Spero mi perdonerete.

E poi, se non sbaglio, qualcuno chiedeva se esiste un libro su questa coppia che amo tanto.

Ebbene non esiste. Ho amato Maria Antonietta per via dei libri di storia, ho amato questa storia con il conte Fersen sempre attraverso libri di storia e ricerche.

E’ una storia realmente esistita, di cui ho visto film e letto tanto… e di cui devo leggere ancora molto.

Forse però esistono alcuni romanzi, se mai dovessi trovarne titoli e autori lo farò sapere a chi vorrà.

Vorrei potervi ringraziare tutti come si deve, ma stranamente devo scappare…

GRAZIE DI CUORE!

kisses

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Capitolo 21
*** There was once something that didn’t go… ***


once

I M.A.G.O alla fine erano arrivati senza alcun preavviso.

A dire il vero mai nessun esame aveva dato il preavviso, o meglio, tutti sapevano che si sarebbero abbattuti sulle loro giovani vite, ma nessuno sapeva che qualcosa li avrebbe distolti da quel pensiero che li aveva morbosamente accompagnati per i primi due mesi di corsi.

I M.A.G.O erano arrivati, e la maggior parte degli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, era in balia di se stesso, confortato da nessuna fiaccola di tenue speranza.

***

Quella mattina Draco Malfoy aveva preso una decisione.

Una decisione che gli contorceva le viscere, che gli sembrava sbagliata, che gli avrebbe distrutto la vita, ma non poteva continuare a vivere con quella specie di morsa che gli attanagliava lo stomaco, doveva liberarsene e l’unico metodo era quello di dare un taglio netto alla sua pallida felicità.

***

“Non riesco ancora a crederci!”, esclamò Hermione improvvisamente.

Draco si girò sul fianco sinistro per guardarla.

“A cosa non riesci a credere?”, chiese sfiorandole il viso con le labbra.

“Domani è l’ultimo giorno dei M.A.G.O!”, rispose lei, come se la notizia fosse di vitale importanza per il ragazzo che le stava facendo provare dei brividi di piacere scorrendo un dito sul suo corpo nudo.

Draco sentì che la morsa si faceva sempre più violenta.

“Finalmente la tortura finirà!”, asserì lui prima di chinarsi su Hermione e catturare quelle labbra con le sue in un bacio dolce e tranquillo, che aveva il potere di far dimenticare ad Hermione tutto, persino che avrebbe dovuto aiutare Lavanda a convincere Ron a indossare la calzamaglia, che avrebbe sicuramente diminuito le sue doti da maschio selvaggio di cui aveva iniziato a vantarsi da alcune settimane.

***

“Lavanda, non si discute!Non intendo presentarmi vestito da Peter Pan!”, sbottò disperato non dimenticandosi di lanciare occhiate al veleno a quel povero costume adagiato inerme sul suo letto.

“Ron-ron, voglio farti presente che con questa calzamaglia non rappresenterai Peter Pan…”, controbatté lei docile sbattendo le lunghe ciglia.

Ron non si fece ammaliare.

“Può essere anche Robin Hood, io quella cosa, non la metto!”, disse accigliato e incrociando le braccia al petto; gesto con il quale sperava di far capire alla sua fidanzata che il discorso era chiuso e che si sarebbero vestiti con la divisa e avrebbero rappresentato la loro idilliaca storia d’amore.

Lavanda scosse la testa, ormai avvilita, mentre Ron stava cercando un modo per dedicarsi alle Cioccorane abbandonate sul comodino di Harry e, evitare il discorso: Calzamaglia.

Toc Toc

Hermione aveva fatto il suo trionfale ingresso. Lavanda aveva alzato gli occhi al cielo, aveva un disperato bisogno dell’aiuto di Hermione, e Ron non aveva ben capito cosa portasse tutte nel suo dormitorio.

Da giorni aveva il sentore che la sua migliore amica avesse una tresca con Neville, c’erano segnali piuttosto eloquenti, ma poi c’era una vocina che gli suggeriva che il caro, piccolo e tenero Neville aveva una cotta per Luna Lovegood e che la notizia non era del tutto infondata, visto che era stata la biondina ad essere stata invitata al Ballo dal suo compagno di dormitorio e di dolorose avventure.

“Ron, metterai questo splendido costume domani sera?”, chiese.

Splendido?”, biascicò lui quasi sconvolto.

Di sicuro l’aggettivo splendido non era il più adatto per qualificare quello scempio.

“Sì”, rispose lei, toccando la consistenza del capo d’abbigliamento incriminato, “Sarai stupendo, il più bello!”

Avevano ripassato le battute per una settimana facendo disperare anche Draco, poiché costretto a sentirsele ripetere nei momenti meno opportuni.

Perché la povera Hermione aveva subito uno stress psicologico inverosimile.

Esami, Draco Malfoy come fidanzato segreto, Ron e i suoi problemi con la calzamaglia, professori isterici, lezioni con la Romance del tutto fantascientifiche e infine un paio di ragazzi assurdi che la chiedevano come dama al ballo.

Non sapeva più cosa inventarsi, e ormai stava iniziando a destare dei sospetti visto che aveva rifiutato parecchi ragazzi dicendo di essere già impegnata.

Ma impegnata con chi?

Mancava solo il Settimo Anno Serpeverde all’appello, e tutti sapevano che il cavaliere misterioso non poteva appartenere alla Casa di Salazar.

Sarebbe stato del tutto privo di senso.

Forse sarebbe stata più approvata e sensata come coppia, Tiger e la bellissima Daphne Greengrass.

Ma poi questo sarebbe potuto accadere solo negli incubi di qualcuno che aveva deciso di mangiare piuttosto pesante sia a pranzo che a cena.

“Dici che mi starebbe bene?”

“Ronald, saresti un incanto e, sono sicura che lo pensa anche Lavanda!”

Ron guardò la sua ragazza giocare con un lembo del suo piumone dei Cannoni di Chudley, regalo di Natale di Harry, e provò una fitta al cuore.

Se davvero diceva di amarla, cosa gli costava indossare una stupida calzamaglia per poter ubriacarsi di quel bellissimo sorriso?

Non gli costava assolutamente niente.

“Ok, indosserò la calzamaglia di Peter Pan!”, disse felice.

“Non è di Peter…”, Ron le si avvicinò e avvicinò le sue labbra a quella di lei, “Oh, al diavolo!”, disse e, intrecciando le braccia al collo del suo Ron-ron si fece travolgere dal bacio.

Hermione soddisfatta lanciò un’occhiata complice a Lavanda e uscì di soppiatto dal dormitorio maschile di Grifondoro, pronta per un ultimo ripasso in Biblioteca, dove quasi certamente avrebbe trovato il suo Draco intento a far finta di studiare.

***

Draco Malfoy aveva un disperato bisogno della compagnia di una bottiglia di Vino Elfico.

In compagnia di: Orgoglio e Pregiudizio, stava cercando un metodo per evitare i M.A.G.O del giorno dopo.

La nuova legge aveva previsto che ci fosse una prova in più.

E la sua riguardava quella stupida materia che era stato costretto a seguire per colpa di una stupida scommessa, ma che aveva avuto il suo risvolto positivo.

Hermione Granger era il suo risvolto positivo.

Quel risvolto dal profumo irresistibile, capace di risvegliare i sensi di un morto.

E Draco Malfoy doveva ammettere che lei, era riuscita a risvegliare i suoi sensi assopiti per via di assurde convinzioni e concezioni regalategli da ragazze con abissi incolmabili nei loro esseri.

“Preoccupato per domani?”, Blaise Zabini si era accomodato nella panca di fronte al biondino, con la sua innata eleganza.

“Non più di tanto!”, rispose lui, laconico.

Blaise lasciò vagare lo sguardo sui vari romanzi disseminati sul tavolo in legno scadente e quasi putrefatto.

“Stai facendo finta di studiare, vero?”

“Possibile!”

Blaise, vista la piega che stava prendendo quella conversazione a senso unico, decise di guardarsi un po’ intorno.

Ma poi, assalito da sconforto, decise di riprendere la conversazione e cercare di ravvivarla.

“David è riuscito a riprendersi Cassidy!”

“Finalmente la pianterà di lagnarsi!”, rispose sgarbato mentre sfogliava nervosamente quel povero libro.

“Non vuoi sapere com’è andata?”

“Per niente!”

Blaise Zabini stava per rinunciare, cercare di intavolare un discorso con Draco Malfoy era come volerlo intavolare con il Platano Picchiatore, quindi del tutto privo di senso logico.

Scostò la panca e si alzò.

“Vado a sgranchirmi giocando un po’ a Quidditch!”, informò, e Draco lo incenerì con lo sguardo.

Quel bastardo del suo amico era libero di andare a svolazzare o di passare il pomeriggio in compagnia di Pansy su di un letto, lui non era costretto a studiare visto che la materia sulla quale sarebbe stato interrogato era quella grande stronzata di: Divinazione; dove era ammesso inventare e non vedere realmente qualcosa in quella stupida sfera di cristallo.

Si stiracchiò, infischiandosene delle buone maniere.

***

La mattina dell’ultimo esame previsto dai M.A.G.O era giunta.

La catastrofe stava per finire, solo per alcuni disperati punti di vista stava per iniziare.

Non s’era mai vista colazione più agitata e chiassosa di quella, ma il motivo non erano gli esami, bensì il Ballo che si sarebbe tenuto in Sala Grande alle 21 in punto di quella magica sera.

“Non ho ancora capito chi sarà l’ospite musicale di stasera…”, disse Dean Thomas servendosi di uova strapazzate e bacon.

“Silente lo vuole tenere segreto, ho cercato di captare qualcosa su Radio Strega Network, ma danno sempre le stesse cose…”, rispose automaticamente Seamus Finnigan.

Ecco i discorsi pre-esame.

Ma forse erano quasi tutti rilassati per via dell’esame da dare; Divinazione non era poi questo scoglio insormontabile.

***

Draco Malfoy era arrivato alla quinta sigaretta nel giro di 15 minuti.

Seduto sotto il portico accompagnato da una voluta solitudine, stava ancora cercando un modo per sperimentare una scappatoia a quel esame.

Se gli avessero chiesto di psicanalizzare il carattere di un’eroina qualsiasi, la sua personale interpretazione era unica e sola.

Che fosse Giulietta, Ginevra, Cleopatra o Elizabeth… il responso era sempre lo stesso: erano tutte puttane.

All’esaminatore sarebbe andata giù?

Ne dubitava.

“Buongiorno”

Hermione circondò il collo del ragazzo con le braccia e lo baciò.

Doveva ovviamente alzarsi sulla punta dei piedi, ma quando Draco le cingeva la vita con quella stretta che la faceva sentire sempre protetta, sembrava che non ci fossero un paio di centimetri a dividerli.

Riusciva a sentirsi quasi di un’altezza decente.

“Buongiorno”, rispose lui con il fiato corto.

“Pronto per distruggere l’esaminatore?”

Draco la guardò dubbioso; non riusciva ancora a concepire quel entusiasmo disarmante dato da qualsiasi cosa avesse a che fare con lo studio.

“Non proprio. Se mai dovesse chiedermi cosa penso di un’eroina qualsiasi… la risposta sarà sempre una!”

Hermione arricciò il nasino e gli si strinse contro.

“Non pensare a loro come puttane!”

Draco la scostò da sé, “No? E’ come potrei non pensare a loro come puttane se sono un grande sostenitore di questa categoria?”, domandò con una punta di ironia.

“Potresti pensare a loro come se fossero la donna che ami, diresti di lei che è una puttana?”

Draco le scostò una ciocca di capelli e disegnò il contorno di quelle labbra carnose con il pollice, “Se la amassi no!”, disse prima di chinarsi e baciarla.

***

Questione M.A.G.O ufficialmente conclusa.

A Draco Malfoy era stato chiesto di analizzare la personalità del ricco e altezzoso signor Darcy. Il suo alter ego, insomma.

Nessuno scoglio insormontabile.

Blaise saltellava felice per il dormitorio con in mano una bottiglia Whisky incendiario Ogden stravecchio per festeggiare il suo esame di Divinazione, dove aveva dovuto inventarsi di sana pianta la sua vita dieci anni dopo.

“…niente di particolare, se non si conta il fatto che l’esaminatrice era incinta e quindi in vena di grandi sentimentalismi!”

“Cos’avresti inventato?”, domandò svogliato Draco alle prese con il suo costume.

Blaise bevve una generosa sorsata di Whisky, “… un futuro con Pansy, la nostra umile villetta in mezzo alle colline toscane, due bei bimbi belli come la mamma, un cane e un gatto…”

Draco lo guardò torvo e incredulo; “E se l’è bevuta?”

“Certamente”, rispose ghignando all’indirizzo dell’amico.

***

Padma Patil era in crisi.

Non una crisi vera e propria, dove ci si domanda il senso dell’esistenza, ma una crisi dettata da cosmetici e corpetti un po’ troppo stretti per una che aveva sgarrato di un dolcetto a colazione.

Avrebbe voluto maledirsi, per tutte quelle calorie ingurgitate, ma qualcosa di più importante fremeva.

Le luci andavano bene?

Silente aveva scelto un gruppo degno?

Aveva minacciato Ernie Mcmillan di morte sicura senza un motivo apparente.

Aveva fatto scappare Hermione Granger per le scale facendole credere dal principio di essere un molestatore dalla strana voce; ed era stata anche capace di far credere a Harry Potter che il Signore Oscuro era stato invitato alla festa.

La discussione era più o meno andata così:

“Si dice in giro che Silente abbia una sorpresa per te, Harry!”, Harry, sentendosi prendere in causa decise di prestare attenzione alla discussione intavolata da Padma e Cormac.

“Ma davvero? Di cosa si tratta?”, chiese.

Padma si umettò le labbra, felice di poter parlare con il protagonista a cui era indirizzata la sorpresa.

“Beh…a quanto pare Silente vuole portare in vita Tu-Sai-Chi!”, rispose con tono cospiratore avvicinandosi sinistramente al ragazzo.

Harry indietreggiò.

Silente non lo avrebbe mai fatto. Il Signore Oscuro era morto ed evaporato e la sua vita era tornata a prendere una piega normale.

Incapace anche di rispondere, continuava a guardarla spaurito.

Un banale incidente di percorso per il povero e stressato Harry James Potter.

Eccomi con il 21° capitolo con un po’ più di rapidità!

Non sono molto convinta di questo capitolo, non accade poi molto, non so neanche se definirlo capitolo di transizione.

Detto questo passiamo ai ringraziamenti.

Grazie mille a:

London: Come ritornata dal mondo delle tenebre… No, forse il paragone non va!

Contenta che abbia apprezzato come ho cercato di mettere in piede la discussione tra Cleopatra e Antonio, spero che non ci sia rimasta troppo male che le mitiche lezioni con la Romance siano finite! Oh mamma, mi aspetto qualche maledizione!

Lucy Light: Alla fine non ero davvero morta!La donna di Theo si scoprirà nel prossimo capitolo! Credo che comunque che con il giovane Nott abbia fatto un buon affare! Alla fine anche se fuma e beve un po’ troppo non è niente male!

Grazie per avermi consigliato il libro! Spero di leggerlo al più presto.

Kiki91: Starò sicuramente tranquilla, se hai deciso di continuare ad aspettare por l’eternità! Spero comunque di non farvi aspettare così tanto!

meli_mao: Inizio col dirti che sei ufficialmente scusata per la dimenticanza!XD!

So che la coppia di Orgoglio e Pregiudizio era forse più adatta, ma a tutto c’è un perché!

Beh in quello che faccio io, non sono poi così presenti questi perché…

Ti sei davvero riletta tutta la ff? Hai coraggio da vendere^^

Cleo88: Almeno la tragedia di Shakespeare la trovi sicuro! Hai già fatto la figuraccia in libreria? Devo aspettarmi una scarica di colpa?Dovrei controllare più spesso la mia posta elettronica! Mi spiace tanto per averti fatto perdere il filo della trama con il mio mese d’assenza! Perdono! Mi inginocchio!

Cobwy23: Tesora, da quanto non ci si sente… contenta che tu sia stata colpita dalla bravura di Draco nel zittire Hermione, certe frasi ad effetto sono difficili da partorire^^

RaRa 93: Che bello sapere che dopo tutto continuate a volere il seguito di questa storia!

E’ sempre un piacere indescrivibile!

Forse in questo capitolo manca un po’ tutto, come già detto non ne sono del tutto convinta, spero comunque che non abbia deluso le vostre aspettative!

Per il Ballo, devi aspettare il prossimo! Ormai è alle porte!

Merryluna: Non so tu, ma io, da alcune scene, sono rimasta sconvolta.

Ricordo di essermi imbattuta nella puntata in cui Oscar e Andrè fanno qualcosa di sconcio nel bosco. Non ricordo, magari lui aveva anche usato la violenza, perché c’è anche una scena in cui lei è ferita e lui, siccome ha scoperto da poco di non essere gay, visto che Oscar era davvero una donna, per esserne sicuro le strappa senza tanti complimenti la camicetta bianca di pizzo Sangallo. No, so che te lo stai chiedendo, ma non sono ubriaca!

White_tifa: Io pure voglio ballare la balalaica! >.

Ok, basta! Sto iniziando a sparare sciocchezze!

Sei comunque perdonata per la mancata recensione a ben 3 capitolo… eri in Inghilterra mica a Pantelleria!

SweetChocolate: Ah questo tempo che fugge…

Purtroppo per il fatidico e tanto acclamato ballo devi aspettare un altro capitolo.

Anche se questo non è un granché, ne avevo davvero bisogno!

piperina: Fa sempre piacere sentirsi ripetere che la propria ff piace da matti! Quindi,, continua pure….

Il prossimo capitolo, e ci sarà il tanto agognato ballo!

Chaosreborn_The_Sad: Involontariamente mi hai dato una mano con la coppia su cui discutere! Ero in crisi, ogni volta ero in preda a crisi convulse perché non sapevo su quale coppia scrivere, per fortuna sei arrivato tu!Per quei poveri, ho preso spunto fa ciò che è quasi sempre accaduto con i miei compagni… perché anche loro hanno capito che il tempo andava ingannato in qualche modo!

Ti ringrazio anche per aver recensito le mie due shots!Contenta che abbiano trovato la tua approvazione!

Kiraliel: Grazie mille!

Kisses

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Capitolo 22
*** The Ball: I don't believe it! ***


the ball

All’avvenimento dell’anno mancava poco.

“Hai idea di come si allacci questo corpetto?!”

“E tu hai visto quella specie di sandalo orientale?”

La filosofia che aleggiava in tutti i dormitori femminili del settimo anno.

***

Solo due ore più tardi, la Sala Grande, pareva riempirsi.

Note mielose si disperdevano nell’ambiente, mentre un profumo di miele e cannella avvolgeva i pochi presenti.

Donzelle con lunghi abiti pieni di pizzi, merletti e strascichi… e fanciulli imbalsamati in calzamaglie recanti prurito nelle zone basse, in armature un po’ troppo ingombranti e abiti forse un po’ troppo pesanti per essere solo Giugno.

Un paio di Romeo e Giulietta si aggiravano spaesati per la Sala.

Il grande ballo era davanti ai loro occhi e nessuno sembrava essersene accorto.

“Ron-ron, potresti evitare di toccarti?”, domandò stizzita tra i denti.

Ron sospirò rumorosamente, quel ballo si prospettava più terribile di quanto pensasse; e tutto per colpa di Romeo Montecchi e la sua stressante calzamaglia d’altri tempi.

“Oh guarda!”, esclamò la ragazza euforica indicando l’entrata, “Ci sono Harry e tua sorella!”.

Ron si voltò verso la coppia e rise; Harry era forse combinato peggio con quella specie di gonnella da cavaliere della Tavola Rotonda.

“Lancillotto e Ginevra!Che fantasia!”, esclamò tra le risa Ron.

“Tappati quel becco!”,rispose sua sorella prima di prendere il suo cavaliere per mano e condurlo al tavolo delle bevande.

***

E mentre in Sala qualcuno iniziava a farsi vedere in abiti scintillanti, nei sotterranei, le serpi sembravano prendersela comoda. Forse un po’ troppo.

“Draco, passami quelle sigarette!”, il ragazzo interpellato afferrò le sigarette e gliele lanciò, prendendone prima una per il suo piacere personale.

“Nervoso Theo?”, chiese David mentre aggiustava un po’ il suo abbigliamento.

Il ragazzo annuì.

“Non dovresti esserlo!”, sussurrò quasi Draco, sprofondato nella poltrona.

“No? Lo sareste anche voi se la vostra dama fosse…”

Screech

Blaise Zabini aveva interrotto le confidenze dei suoi amici inciampando nel suo stesso abito e ruzzolando malamente sul baule di Adrian. In bagno da ore.

Draco ghignò.

“E tu da cosa saresti vestito?”, chiese visibilmente curioso e scioccato allo stesso tempo.

“Spero che Pansy sia vestita meglio!”, aggiunse David.

Si lanciarono un’occhiata complice e risero insieme lasciando Blaise infastidito.

“Se non conoscete la letteratura italiana non è colpa mia!”, abbaiò, prima di afferrare la veste bianca e schiantare la porta del bagno dove Adrian aveva creduto di morire.

***

Hermione Granger era stranamente impaziente.

La sua impazienza era strana agli occhi di chi la guardava, ma nessuno poteva sapere che la sua impazienza era data dal fatto di essere la ragazza segreta di: Draco Malfoy.

Sarebbe stato uno shock per tutti e, forse lo sarebbe stato maggiormente per lei.

Era la ragazza di Draco Malfoy da due intensissimi mesi, avevano imparato a conoscersi e ad amarsi, ma ai suoi occhi color caramello Draco era solo Draco, per gli altri era il furetto rimbalzante procreato da Lucius e Narcissa Malfoy.

Un mostro che si nutriva delle loro sporche origini.

Cosa ne sarebbe stata della sua sanità mentale?

Non aveva tutta questa gran voglia di sentire le lagne degli altri invitati.

***

Draco Malfoy era poggiato con il suo solito savoir faire, a quel muro che per diritto era solo dei Grifondoro.

Un muro oltremodo fuori moda a detta di Draco.

Scanzonato ma con un milione di pensieri grigi per la testa ,aspettava la sua dama ben infagottato nel suo abbigliamento da Conte.

“Malfoy??!?”, un timbro di voce appartenente a qualcuno molto vicino ad un colpo apoplettico aveva interrotto il filo dei suoi pensieri.

“Thomas…”, rispose a mò di saluto.

“Hai sbagliato dormitorio, Malfoy?”,domandò digrignando i denti perfettamente bianchi.

“No, la mia dama è stata smistata nella Casa sbagliata!”, rispose sornione, soddisfatto della risposta che aveva regalato a quel demente di un Grifondoro.

Dean Thomas ridusse gli occhi a due fessure, ma quando notò il ragazzo infischiarsene bellamente della sua presenza, prese la saggia decisione di recarsi al dormitorio della sua dama.

Il buco del ritratto s’era finalmente aperto.

Ed Hermione Granger nel suo forse ingombrante abito da regina di Francia, ne era uscita più bella che mai.

Sorrise al suo cavaliere.

Draco si inchinò al suo cospetto, sfoggiando uno dei sorrisi più belli, per poi offrirle il braccio; gesto galante radicato nella personalità di un principe vero.

***

Draco ed Hermione sapevano che quando avrebbero varcato quella soglia, milioni di occhietti curiosi si sarebbero posizionati sulle loro persone e li avrebbero accompagnati per tutta la durata del Ballo, ma non erano a conoscenza che anche altre coppie avrebbero destato curiosità, che con una gran percentuale sarebbe stata addirittura più abbondante.

“Quella è Hermione Granger?”,cinguettò un po’ troppo rumorosamente Padma Patil all’indirizzo del suo cavaliere, a cui non importava un bel niente, “E quello a quanto pare è Draco Malfoy!”, rispose automaticamente lui senza trovare nulla di sconvolgente in quei due nomi.

Era stato il troppo punch.

Un cicaleccio rumoroso aveva preso il posto della musica.

“Amo stare al centro dell’attenzione!”, celiò Hermione.

Draco ghignò,” Io amo davvero stare al centro dell’attenzione!”

Si voltò verso di lei, “Cosa si fa in questi casi?”, fece finta di pensare a qualcosa, “Ah sì!”, si chinò leggermente offrendole la sua mano, “Mi concede questo ballo?”

Hermione arrossì impercettibilmente e poggiò la sua piccola mano su quella di Draco, “Con immenso piacere!”, rispose, prima di iniziare a volteggiare tra le altre coppie dagli abiti sfarzosi e lucenti.

***

Ron Weasley era stato colto da un momentaneo attimo di panico.

Cosa ci faceva la sua piccola Hermione tra le braccia del furetto?

Quesito che non riusciva a trovare nessuna risposta.

“Mi inviti a ballare? Sono stufa di star qui a vederti strafogare di tartine!”,la voce squillante della sua dama gli perforò i timpani, e dedusse che a quella strana visione avrebbe pensato più tardi.

Harry d’altro canto sorrideva beffardo.

Lui, aveva capito tutto.

***

Ma la novità malfo-grangeriana durò ben poco.

I presenti in Sala erano stati violentemente presi alla sprovvista da altre due visioni:

una era l’abbigliamento della coppia Zabini-Parkinson, l’altra l’entrata in scena di una coppia decisamente amorfa.

Se il vestito di Blaise era stato preso per assurdo dai suoi più cari amici, Blaise non aveva previsto che avrebbe fatto morir dal ridere il resto delle quattro Case.

Lui e la sua dolce ragazza, sfoggiavano due tuniche bianche e i piedi scalzi.

Cosa rappresentavano?

Qualcuno desiderò avere un opuscolo.

Draco Malfoy, con abili volteggiamenti, s’era parato davanti alla sua coppia di amici.

Lo stesso fecero David e Cassidy.

“Che coppia rappresentate?!?”, domandò scettico Draco toccando la consistenza di quella tunica.

Blaise stava giusto per voltargli le spalle.

Offeso da cotanta ignoranza.

“Paolo e Francesca”, la voce di Hermione raggiunse i padiglioni auricolari delle cinque serpi.

Hermione si maledisse mentalmente; escludendo Draco lei con quei quattro non c’aveva mai avuto a che fare e per quel che ne sapeva erano ragazzi ostili che ancora si chiedevano cosa ci facesse il loro Draco con lei.

“Complimenti Granger, la tua cultura non si smentisce mai!”, rispose garbato Blaise.

Draco inarcò un sopraciglio, scettico.

“Paolo e Francesca?”, e dicendolo sbottò a ridere.

“Mio caro Draco, non andrei così fiero della mia ignoranza, se fossi in te!”, rispose placidamente ostinato il ragazzo moro, “Hai mai letto di loro?”, aggiunse.

“Blaise, mi hai preso per te? Io ho una cultura letteraria sterminata!”

“Sterminata non direi!”

“Non vorrei che scoppiasse una rissa per la coppia che tu e Pansy avete scelto di impersonare… quindi dimmi, Blaise, come mai proprio loro due?”, domandò David per placare gli animi dei suoi due amici.

“Per la lussuria”, convenne Draco, “Non esistono altre motivazioni!”.

Blaise e Pansy si aprirono in un grande sorriso malizioso, “Complimenti per la perspicacia, Draco”, asserì la ragazza, prima di baciare il suo Paolo.

L’altra bizzarria vedeva protagonisti Tiger e Goyle.

Troppo brutti e scemi per trovare un’accompagnatrice per il Ballo di fine anno, avevano ben deciso di interpretare Don Chisciotte e Sancho Panza, e farsi compagnia vicendevolmente.

***

Gli Unbalanced continuavano a strimpellare la loro musica.

Silente annuiva compiaciuto tenendo il ritmo.

Padma si stava auto-convincendo nel pensare che Silente dopotutto non era pazzo.

Ron era scappato, insieme ad altri ragazzi nelle medesime condizioni, in bagno per cercare di alleviare il prurito, e gli altri sembravano divertirsi.

Draco aveva appena porto ad Hermione un bicchiere di punch, mentre gli Unbalanced continuavano con la loro musica chiassosa.

Le sue viscere erano contorte, gli mancava quasi il respiro, e no, non stava affatto bene.

Se i sintomi facevano credere che il suo malessere fosse fisico, bè… non era esattamente così. Draco Malfoy era attanagliato psicologicamente.

Stava da schifo, e avrebbe preferito morire che riuscire nell’intento che lo perseguitava senza sosta.

Poggiò il bicchiere sul tavolo, e si avvicinò a lei.

La strinse forte ubriacandosi di quel profumo.

Ogni volta che era con lei si sentiva come in bilico. Leggero.

Una situazione assurda che non riusciva a gestire, e lui odiava non poter riuscire a gestire le situazioni, le persone e sentimenti ed emozioni.

Odiava..

Inspirò ancora quel profumo, carezzandole il collo con il naso, risalì alle labbra e la baciò dolcemente.

“Devo parlarti…”, le sussurrò roco ad un orecchio.

Hermione annuì e si lasciò condurre da lui fuori da tutta quella baldoria.

***

Lontano dalla musica chiassosa degli Unbalanced, Draco tremava impercettibilmente.

“C’è qualcosa che non va?”, chiese lei, adesso preoccupata.

Draco non rispose, ciò che fece la lasciò spiazzata.

La strinse forte, prepotentemente tra le sue forti braccia.

La bocca di Draco cercò la sua, famelico e disperato.

Hermione lo strinse con tutta la forza che aveva in corpo, stupita dal gesto.

“Draco…”, disse in un sussurro, ma l’unica risposta che ebbe, fu un bacio al sapore di sale; Draco Malfoy stava piangendo silenziosamente.

“Scusami”, disse con voce strozzata, ormai con il capo sul seno di lei, “Scusami”, ripeté quasi in una litania.

“Draco, cosa devo scusarti?”, chiese dolcemente carezzandogli i morbidi crini biondi, ma nonostante il suo tono volesse apparire dolce, la preoccupazione non riuscì a rimanere dentro di lei.

Mille domande mute vorticavano nella sua testa, sentiva pulsare le tempie.

“Perdonami”,sussurrò, “Perdonami per quello che sto per dirti…”

Hermione mancò un battito.

“Mi sono ritrovato in una situazione del tutto nuova, Hermione. Ed io non posso più… non posso più stare con te!Non riesco… non sono mai riuscito a dirtelo, e mi duole dirtelo così, con la consapevolezza che queste due parole ti faranno più male di un pugnale nel petto. Ti amo, Hermione!”

Le parole le rimbombarono in testa come spari impazziti in una notte silenziosa.

Senti il cuore che batteva impazzito, sentiva la gioia e la tristezza mescolate insieme.

Credeva di morire…

E sembrava tutto un controsenso.

Sembrava tutto inverosimile… si sentiva vuota, e i passi di lui che echeggiavano nel corridoio sembravano pietre sul suo cuore.

Non pianse, non ne aveva le forze.

***

Quella notte Theodore Nott aveva l’assoluta certezza che la camera che condivideva con quei quattro, sarebbe stata abbandonata a se stessa, e quindi pronta per lui e la sua dama.

Coinvolti da un’incontenibile passione, non avevano fatto caso alla figura di Draco Malfoy vestita di tutto punto, sdraiata sul letto in piena crisi.

Bottiglie di FireWhisky prosciugate e gettate contro la porta finite in mille schegge di vetro e numerose cicche di sigarette.

Draco Malfoy non era in vena di essere sbattuto fuori dalla sua stanza solo per fare un favore al suo amico Theo e alla sua dama Daphne Greengrass.

°°°

E adesso dove andranno Theo e Daphne ad esternare il loro immenso amore?

Purtroppo sono ripetitiva, domani torno per un paio di giorni al mare per riprendere la mia tintarella da gianduiotto, quindi devo far i bagagli e non posso ringraziarvi singolarmente come meritate.

Mi dispiace immensamente, ma siete tanti, e vorrei stringervi uno per uno perché siete degli amori con me, ma il tempo non mi è amico e quindi me piange perché mi sembra di trascurarvi!

Spero che un GRAZIE scritto con il cuore possa essere in qualche modo simile ad un ringraziamento vero e proprio, ( se se, sogna!), comunque… non me ne vogliate per il capitolo, so che molti di voi aspettavano questo ballo con ansia, ma io non ho mai detto che sarebbe successo qualcosa di stupendo per la giovane coppia JJJ

Vi adoro.

Kisses

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Capitolo 23
*** It's like an intense wish of oblivion... ***


oblivion

La sveglia aveva fatto avvertire la sua squillante e fastidiosa presenza.

Nessuna in quella stanza aveva la forza volontà di balzar fuori dal letto.

Era stata l’ultima notte che avevano trascorso ad Hogwarts e, sembrava che nessuno ci avesse rimuginato più tanto.

I bagni erano stati violentati più volte con quantità di vomito inverosimili, e i letti erano serviti per altri scopi più che per dormire.

La Stanza delle Necessità era stata presa d’assalto e, in sostanza, nessun allievo del Settimo Anno era in grado di sostenere la consegna dei diplomi.

***

“Mi fa male tutto!”, mugugnò Calì massaggiandosi la schiena.

Lavanda si portò il cuscino sulla testa, per evitare che la luce del sole colpisse i suoi occhi rossi, gonfi e ormai con il trucco sciolto.

Hermione aveva un mal di testa non concepibile dalla mente umana.

Rimbombi dolorosi continuavano ad assillarla senza sosta.

Stancamente si trascinò in bagno a darsi una rinfrescata e cercare di prendere confidenza con il mondo circostante.

***

Quando Draco Malfoy venne svegliato dal tintinnio della sua regale sveglia, ciò che vide non gli piacque per niente.

Aveva distrutto lo specchio a colpi di bottiglie, e per di più aveva un mal di testa e dolori lancinanti allo stomaco che lo avrebbero accompagnato per tutta la giornata se non avesse ingurgitato qualcosa che fungesse da rimedio.

“Draco, allora non sei morto?”, domandò Adrian frizionandosi i capelli con un asciugamano.

Draco sospirò rumorosamente, “Purtroppo no”, disse quasi a se stesso.

“Hai detto qualcosa?”

“No”, mentì.

Adrian gli sorrise,”Adesso fatti una doccia! La consegna dei diplomi ci aspetta!”, disse gettandogli di sopra un asciugamano come suggerimento per una doccia rinfrescante.

“Ehi Adrian, come mai così felice?”, domandò.

Adrian sorrise di nuovo, “Semplice, sono innamorato!”

Draco sentì la morsa allo stomaco stringere.

***

L’ultima colazione dopo 7 magnifici anni ad Hogwarts pieni di avventure, di incomprensioni, liti furiose, giornate passate a tentare di studiare e notti d’amore.

Hogwarts era stato tutto questo e ciò che aveva regalato a quei ragazzi era un enorme baule pieno di esperienze.

“Qual è la cosa che più ti mancherà di Hogwarts?”, domandò Ron ad Hermione e Harry, prima di introdurre nella sua boccuccia quantità esagerate di uova e bacon.

“Il Quidditch!”, rispose Harry pulendosi gli occhiali con la tovaglia sotto lo sguardo perplesso di Ginny.

“L’infermeria!”

“L’infermeria? Avrei giurato fosse la Biblioteca!”, disse Ron, sorpreso dall’inverosimile risposta dell’amica.

“No, Ronald! Non hai capito! Ho urgente bisogno dell’infermeria!”, piagnucolò Hermione tenendosi la testa tra le mani per l’incessante dolore.

“Senti Hermione, ma come mai ieri sera eri in coppia con Malfoy?”, domandò curioso, “Stai con lui?”, proseguì.

Hermione ebbe un sussulto. Era ovvio che i suoi migliori amici volessero delle spiegazioni, e forse, per fortuna divina non doveva ammettere che lei era la ragazza di Draco Malfoy e che lo amava più della sua stessa vita.

Era tutto finito. Lei non era la sua ragazza, e lui non era il suo ragazzo.

Si era semplificato tutto, non sapendo che quella semplificazione aveva complicato il filo dei suoi sentimenti.

Lo amava, e non aveva mai amato nessuno come aveva amato lui.

Si sforzò di sorridere, nonostante il mal di testa e il dolore che le provocava il ricordo di Draco e dei due mesi in cui si erano amati.

“Non sto con lui, ieri ci hai visti al Ballo insieme per via di una scommessa.”, a quella confessione in anteprima Ron ebbe un sospiro di sollievo, “E adesso, scusatemi, ma ho bisogno di qualcosa per la testa!”, disse per congedarsi la ragazza.

Stava male per i fatti suoi, non voleva che i suoi amici rincarassero la dose.

***

Hermione Granger non avrebbe mai immaginato che al suo ultimo giorno ad Hogwarts non sarebbe stata in grado di tenere il discorso sulla sua Casa.

Fin dal primo giorno che aveva messo piede a Hogwarts aveva avuto la convinzione che quello sarebbe stato il giorno più speciale della sua esistenza, ma adesso, che mancavano poche ore, non era più tanto sicura di niente.

***

“Signor Malfoy, prenda questo!”

“Ma fa schifo!”, disse annusando quel intruglio dal nauseabondo odore di marcio.

“Signor Malfoy, perché deve darmi il tormento anche l’ultimo giorno che passa ad Hogwarts?”, chiese la donna piccata, valutando l’incantesimo migliore per fargli prendere la pozione contro il mal di testa che le aveva chiesto.

“Non potevo non concludere l’anno in bellezza!”, rispose lui placidamente, guardando la donna palesemente avvilita dalla sua presenza.

Toc Toc

La testolina riccia di Hermione fece capolino nella stanza.

“Buongiorno signorina Granger…”

“Buongiorno Madama…”

D’altro canto Hermione stava cercando di capire perché Merlino ce l’avesse tanto con lei.

Sapeva di dover fare il discorso di fine anno con lui, Terry Steeval e Ernie Mcmillan, ma perché doveva incontrarlo ore prima in infermeria?

Perché con tanti luoghi proprio lì dentro?

Quel posto le ricordava il loro primo bacio… non che fosse accaduto lì dentro, ma grazie al loro primo bacio lei s’era beccata l’influenza, e quello era uno dei ricordi più importanti che custodiva e che non voleva venisse contaminato dall’amarezza che cullava dentro di sé.

“Ho mal di testa, ha qualcosa da darmi?”, chiese educatamente.

Draco Malfoy non esisteva.

***

Draco aveva ancora in mano quella pozione terrificante.

Voleva che quel mal di testa cessasse di renderlo schiavo del dolore, ma dopo averla vista varcare l’infermeria non era più tanto sicuro di non volere un incessante martellare nella sua testa.

Il concetto era abbastanza semplice.

Per lo meno il mal di testa lo distoglieva dal normale corso dei suoi pensieri, quindi se avesse ingerito quella pozione lui sarebbe tornato a pensare a lei… e non voleva.

“Tieni, Granger. Io non ne ho bisogno!”, gliela porse, e per un istante le loro mani si sfiorarono facendoli immergere in una sensazione elettrica che sembrava nociva per la loro razionalità.

Hermione prese l’ampolla, “Signor Malfoy, non capisco questo atto di generosità… ne ho a litri di questa pozione!”, disse la donna sempre più perplessa guardando il ragazzo che si allontanava.

“Quel ragazzo alle volte mi preoccupa”, disse come a se stessa.

Hermione annuì, prima di bere il contenuto putrescente dell’ampolla.

***

Vedere tutti gli studenti del settimo anno era una grande gioia per Albus Silente.

Aveva sempre immaginato una giornata così luminosa per la giornata in cui il suo Harry Potter si sarebbe diplomato.

***

“… questa scuola mi ha dato tanto, e adesso spero di riuscire a mettere a frutto ciò che ho imparato. Contento di queste sette anni trascorsi, fiero di essere un Corvonero!”, il discorso di Terry Steeval fu accolto da applausi e fischi di approvazione da parte dei suoi compagni.

“Sei un grande Steeval!”

Silente e il resto dei professori applaudirono al discorso del ragazzo, e qualcuno giurò di aver visto la rigida Minerva McGranitt asciugarsi una lacrima solitaria.

Draco era ancora preda del mal di testa; la guardava di nascosto perché consapevole di non essere degno di quella creatura.

Avrebbe voluto parlare con lei, ma non avrebbe avuto senso, ma forse non l’unica verità era che non voleva parlarle perché l’amava.

“…Draco Malfoy per Serpeverde.”

Sentì il suo nome, era il suo turno e non sapeva davvero cosa dire.

L’unica cosa da dire era che la sua Casa gli faceva schifo da quando aveva messo piede nell’aula della Romance, , da quando aveva iniziato a leggere quei romanzi con attenzione solo per poterne parlare con Hermione, da quando le sue labbra avevano saggiato quelle di lei, da quando la sua vita era diventata una storia d’amore, da quando Hermione era entrata nella sua vita e si era maledetto ogni sera perché non riusciva a gestire i suoi sentimenti e non riusciva a concepire che il sentimento dell’amore, da lui sempre rinnegato, si fosse impadronito anche della sua testa.

***

“…sono stati anni difficili, anni pieni di avventure e di sfide, anni che non dimenticherò mai e che rimarranno sempre nel mio cuore. Non potrò mai ringraziare abbastanza chi mi ha sopportata il giorno prima di un’interrogazione o di un compito in classe, chi mi ha sostenuta, chi mi ha fatto ridere e chi mi ha fatto piangere…”, uno sguardo pieno d’amore e stima andò sui suoi migliori amici che ricambiarono con lo stesso entusiasmo, “…grazie a tutti i mitici Grifondoro, grazie ai professori, ai fantasmi, a Pix, Gaza e Mrs Purr… grazie a tutti, Hogwarts mi ha dato tanto perché ognuno di voi mi ha dato qualcosa!”

***

E con il discorso della studentessa più brillante del suo corso, l’avventura ad Hogwarts era ufficialmente finita.

The End

…o forse no?

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Capitolo 24
*** 9 months, 16 days 8 hours and 35 minutes ***


9

9 mesi, 16 giorni, 8 ore e 35 minuti.

***

In una tranquilla mattina di Aprile, Blaise Zabini aveva deciso di non dar pace al suo coinquilino, che beatamente dormiva nel letto, non curandosi dell’orario.

“Draco, sveglia!”, abbaiò tirandogli un cuscino e, con grande sorpresa, centrandolo in pieno viso.

“Piantala, Zab!”, mugugnò quello abbracciandosi il cuscino incriminato.

Blaise decise di acchiapparlo per un piede, ma l’unica cosa che ottenne fu un piede spiaccicato in faccia.

“Draco, ti ricordo che oggi c’è la presentazione del nuovo progetto!”, gli ricordò l’amico e solo quando il cervello annebbiato di Draco mise a fuoco quelle sagge parole, si alzò di scatto facendo cadere Blaise all’indietro procurandogli così un bel bernoccolo.

***

Dopo essersi ripreso dalla botta, ciò che avrebbe voluto vedere era il suo migliore amico in preda a crisi isteriche che cercava disperatamente la sua ventiquattrore in pelle di drago; e invece l’immagine che si presentò ai suoi occhi fu Draco Malfoy mezzo nudo che sorseggiava caffè addentando una ciambella al cioccolato.

“Sei ancora qui?”, ruggì perplesso.

Draco si guardò intorno, “A quanto pare sì!”, rispose blando facendo perdere le staffe al povero Blaise.

***

Dall’addio ad Hogwarts e tutto ciò che comportava erano trascorsi: 9 mesi, 16 giorni, 8 ore e 35 minuti.

E molte cose erano cambiate, beh… non proprio tutte.

Per esempio Blaise e Pansy stavano ancora insieme e la loro attività sessuale andava a gonfie vele.

Draco Malfoy aveva un lavoro, anche se la mattina non lo ricordava; era il direttore di una società magica che dava il suo benestare per la promozione di iniziative e altro. Era un po’ come una specie di società di pubbliche relazioni nel mondo babbano.

“Zab, perché così agitato?”, domandò curioso mentre Blaise cercava di sistemargli la giacca e mettergli tra le mani la sua ventiquattrore.

Blaise sbuffò, “Perché oggi hai una riunione importantissima!”, rispose esausto.

Draco rise e si smaterializzò sotto gli sguardi attoniti del povero ragazzo che ogni giorno passava le pene dell’inferno solo per farlo arrivare in tempo in ufficio.

Anche lui aveva un lavoro, ma per strane ragioni passava sempre in secondo piano.

***

“Buongiorno direttore”

“Buongiorno, gradisce un caffè?”

“Ha appena ricevuto una Strillettera da Mr. Gary Folham!”

Il direttore, Draco Malfoy, dopo soli cinque minuti era già nervoso.

Non era di certo un sogno essere seguito da segretari usciti fuori di senno!

“Zepphyrus Diamonds, è già nel suo ufficio!”, avvisò l’ennesima ragazza in tailleur porgendogli una carpetta rivestita in pelle di Ippogrifo.

Draco si maledisse mentalmente, aprì la carpetta e ciò che vide non gli piacque per niente.

***

Zepphyrus Diamonds era un distinto signore di carnagione scura e con un naso oltremodo storto che gli conferiva un’aria austera.

Zepphyrus Diamonds stava giocando con la sedia del Boss.

“Buongiorno Draco.”, salutò lui cordialmente.

“Buongiorno Zeph!”, ricambiò Draco, poggiando sulla scrivania la ventiquattrore.

“Hai idea del perché sono qui? Hai letto i documenti dentro quella carpetta?”, sparò a raffica, mentre Draco guardava il calendario completamente assorto nei suoi pensieri.

9 mesi, 16 giorni, 9 ore e 13 minuti”, disse come a se stesso, facendo incuriosire l’uomo con cui avrebbe dovuto portare avanti un progetto.

“Hai detto qualcosa?”, domandò.

Draco si limitò ad una strana espressione facciale che lo lasciò perplesso, poi come preso da un lampo di genio aveva aperto la carpetta e dato un’occhiata a quei fogli.

“A quanto ho capito devi pubblicizzare il nuovo romanzo di Cathie Bardam…”, disse con fare professionale come se avesse scoperto chissà che cosa!

“E’ una delle migliori autrici del mondo magico.”, aggiunse Zeph soddisfatto sporgendosi sempre più verso Draco.

“Già… cos’è che ha scritto?”

Zeph si grattò la testa e decise di far comparire due tazze di caffè con qualche biscotto, magari il Boss aveva un calo di zuccheri.

“Il romanzo che l’ha lanciata è stato: Qual è l’indirizzo dell’amore? Ti dice niente?”, disse mescolando il suo caffè.

Draco sussultò e con uno scatto nervoso fece rovesciare il caffè sull’abito di alta sartoria del suo cliente, ma lui era scusato poiché il Boss, nonostante avesse solo 19 anni.

“Tutto bene?”, chiese apprensivo, smacchiando l’abito con un colpo di bacchetta.

Draco annuì, ma non era vero che andava tutto bene.

***

Sì Granger, per me Gondeberga ha avuto un ruolo rilevante nella storia”,

“Sembra incredibile Malfoy, ma anch’io ho un debole per quel gatto… sarà il nome… credo…”

“Ed io che credevo che non potesse esistere un nome peggiore di quello che hai dato a quella palla di pelo arancione…”

“Già… ma a quanto pare al peggio non c’è mai fine…”

***

Si era irrimediabilmente perso nei suoi ricordi.

La prima volta che aveva avuto una discussione senza insulti di nessun genere con Hermione, la prima volta che l’aveva trovata divertente…

Avvertì un dolore al petto e, decise che quello non era il luogo per abbandonarsi ai ricordi dolorosi; aveva Zeph davanti e doveva portare avanti un progetto, anche se voleva dire pubblicizzare la donna che aveva scritto il libro galeotto per i suoi sentimenti.

“Dicevamo?”, riprese.

“Parlavamo dell’autrice di: Qual è l’indirizzo dell’amore?”

E quello stupido idiota continuava a rigirare il dito nella piaga.

“Ah già”, sospirò, “…e dimmi, hai idee per pubblicizzare questo nuovo romanzo?”

Zeph sorseggiò il suo caffè inzuppandovi il biscotto; “Ho deciso di contattare la migliore nel campo.”

“Davvero?”

“Oh sì, ha solo 19 anni, ma fa grandi cose… ha come uno spirito innato per organizzare.”, disse l’uomo estasiato cercando di rendere partecipe della sua gioia il ragazzo biondo dall’altro lato della scrivania in prede ad una crisi esistenziale fatta di ricordi.

“Quindi farà tutto lei?”

L’uomo annuì.

“Io servo solo per dare un’immagine rassicurante?”

Annuì di nuovo.

“Perfetto, possiamo benissimo vederci stasera per una cena, chi è questo genio dell’organizzazione?”

Era visibilmente più rilassato.

“Hermione Granger”

…perché alla fine io sono una creatura sadica e magnanima allo stesso tempo e vi adoro così tanto che non potevo permettere che qualcuno di voi riuscisse a torturarmi senza pietà scoprendo per vie traverse dove vivo.

Però dovete ammettere che v’ho messo paura, eh?

Beh, a dire il vero lo avete già ammesso, ed io per poco non mi commuovevo.

Nonostante le vostre minacce ho trovato le vostre parole dolcissime, perché il mio lavoro vi piace, sono stata brava e per me è come raggiungere un traguardo importante.

Quindi ragazzi, non disperate ancora ci sono dei capitoli, non so di preciso… ma non sarò così sadica da farla finire con lui che si ammazza con la testa dentro il forno,ok?

Vi ringrazio dal profondo del mio cuore, e non abbandonatemi!

kisses

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Capitolo 25
*** Draco ti presento Hermione ***


draco

“Ho detto qualcosa che non va?”

Zepphyrus era arrivato a credere di star vivendo in una realtà parallela, perché non gli sembrava possibile che fosse un gesto razionale far apparire un set di pugnali sulla scrivania nel bel mezzo di un colloquio di lavoro.

“No, no…”, ma il suo tono era un tantino isterico.

Zeph un po’ perplesso afferrò le sue cose e gli diede una pacca sulla spalla; “Ci vediamo stasera a cena.”, disse, prima di lasciare l’ufficio del Boss nel pieno di un delirio.

***

Crash

“Cos’è stato?”, le chiese suadente continuando a baciarla per tutto il collo facendo anche qualche sosta sui seni ancora coperti da un indecente reggiseno color prugna.

“Oops, ho appena fatto cadere la tazza preferita di Draco…”, rispose ridacchiando.

“Fa niente!”, sussurrò, saltandole di sopra in preda ad istinti primitivi.

***

Quando Draco mise nuovamente piede in casa totalmente esausto, trovò la casa sottosopra e la sua tazza preferita in mille orribili pezzi; ma la cosa più orribile fu trovare i suoi due migliori amici a darci dentro senza pietà nel suo letto.

Come se Blaise di solito dormisse in un sacco a pelo nel giardino dei vicini…

Senza dire una parola Draco vi entrò e cominciò a sfilare giacca, cravatta e camicia con l’intenzione di fare una doccia.

Urla e strane contorsioni rientrarono nel campo uditivo e visivo del ragazzo, ormai rimasto in boxer.

“Draco?”, improvvisamente i due colombi si resero conto della sua presenza in boxer.

“Vuoi unirti?”, chiese Pansy accaldata.

Draco si massaggiò lentamente le tempie; “No, grazie! Continuate pure!”, disse avvilito prima di rinchiudersi in bagno e cercare di annegare nella vasca.

***

In quei nove mesi la vita di Hermione Granger non era cambiata più di tanto.

Abitava in un appartamentino che condivideva con una ragazza, lavorava come organizzatrice d’eventi e giusto in quel momento un piccione viaggiatore s’era depositato sul davanzale facendo prendere un colpo a Saber, la sua nuova amica e coinquilina.

“Un volatile chiede di te!”

Hermione uscì dal bagno cercando di frizionarsi i capelli.

Il volatile aveva depositato la sua missiva ed era subito volato via, a quel gesto, la ragazza aveva subito associato il fatto che quello fosse un piccione d’ufficio.

Gli uffici si servivano di stupidi piccioni, o meglio, solo un ufficio si serviva di loro, l’ufficio di Zepphyrus Diamonds.

“Cosa dice?”, la voce squillante di Saber raggiunse le sue orecchie.

“Niente di particolare… solo un nuovo incarico.”, rispose pigramente prima di dare fuoco alla missiva.

“Di che si tratta?”, domandò mangiucchiando un biscotto al cioccolato, di quelli che se parti con la convinzione di mangiarne solo uno arrivi a consumare tutto il pacco senza accorgertene.

“Stasera ho una cena di lavoro, a quanto pare devo organizzare una sorta di party per la pubblicazione di un nuovo romanzo.”

“E non dice di che libro si tratta? A quale società di Magiche Relazioni state facendo affidamento?”

Hermione finì di bere il suo succo di zucca, “No, ma sai com’è Zepphyrus, no?”

“E’ molto sbadato, ma devi stare comunque attenta a quale società si rivolge, ho sentito dire che la MalcomFrey non è più quella di una volta… figurati che lo stesso direttore è stato spedito ad Azkaban!”, rivelò con tono tetro all’amica totalmente disinteressata.

“Meglio così”, esordì con lo sguardo perso nel vuoto, “Stasera dirò a Zepphyrus che non possiamo servire Pastinaca perché sarebbe un gesto riprovevole.”, asserì convinta prima di sparire nella sua stanza, lasciando Saber completamente perplessa in preda agli ultimi biscotti al cioccolato e dei Nirvana sparati a tutto volume facendo la gioia dei vicini che di musica babbana non capivano nulla.

***

Nella stanza di Hermione il caos regnava sovrano, e dire che lei era sempre stata una ragazza molto ordinata.

Quando Saber entrò nel fantastico mondo di Hermione Granger, faticò a credere a ciò che i suoi occhi le mostravano.

Il letto era stato sommerso da tutti gli abiti, l’armadio vomitava farfalline bianche e una scarpa dal tacco vertiginoso continuava a orbitare per la stanza seguita da un paio di stivali.

“C’è Harry nel camino, cosa devo fare?”, domandò titubante.

“Digli di spegnersi!”

Una strana espressione si formò sul viso di Saber che ancora più perplessa andò di là nel soggiorno a dire ad Harry di spegnersi.

Suonava strano, ma mai venire meno agli ordini di Hermione Granger.

***

“Saber, ti ho detto di chiamarmi Hermione!”, ribattè la testa di Harry.

Saber schioccò la lingua, “Ho un messaggio per te da parte sua.”

“Spara!”

Sul delizioso volto della biondina si dipinse un sorriso, “Quando le ho detto che eri nel nostro camino, lei mi ha detto di dirti: Spegniti!”

***

Se Draco Malfoy, immerso nella vasca da bagno da più di due ore, era nervoso perché sapeva a cosa andava incontro, Hermione Granger era nervosa e non riusciva a spiegarsi il perché.

Nonostante lavorasse in quel campo da soli 7 mesi, aveva già avuto il piacere di conoscere parecchie persone, e non era mai stata così in preda al panico.

“Secondo me questo vestitino e quegli stivali fluttuanti andranno più che bene.”

Hermione si passò le mani sul viso lasciandosi cadere sul letto spiegazzando alcuni capi d’abbigliamento.

Nervosa

Irrequieta

Tesa

…e voleva capirne il perché.

“Hai chiesto a Zepphyrus a quale società farete affidamento?”

“No, non ho avuto tempo, sono stata impegnata a scegliere cosa mettere quando poi tu me l’hai suggerito in mezzo secondo.”

Saber sorrise e l’abbracciò. “Stai tranquilla, spaccherai lo stesso tutto!”

Hermione sorrise.

Saber Strawjnskiy poteva benissimo definirsi la sua prima vera grande amica, anche se alle volte Harry e Ron potevano benissimo essere scambiati per due ragazze.

Ma questo Hermione non gliel’avrebbe mai confessato…

***

Zepphyrus Diamonds s’era appena smaterializzato in un vicolo malfamato della Londra babbana; avrebbe potuto benissimo affittarsi una macchina, ma troppo tradizionalista per riuscire a capire come entravi e farsi portare a destinazione.

Erano le 19,50 quando si presentò davanti al ristorante scelto da Draco.

Il Maison Novelli, si presentava in maniera elegante, e l’uomo pregò Merlino che lì si mangiasse anche bene perché il suo stomaco si stava esibendo in rumorosi gorgheggi piuttosto imbarazzanti, così, per evitare che qualcuno iniziasse a credere che ci fosse un temporale in avvicinamento, prese a passeggiare cercando di far più rumore possibile con l’acciottolato.

Improvvisamente il rumore dei tacchi sui ciottoli lo fece voltare, Hermione era appena arrivata e sembrava più bella che mai in quel abitino dai colori autunnali, gli stivali scamosciati e quel visino incorniciato da quella cascata di boccoli scuri.

Era semplicemente deliziosa, e la stessa Hermione non sapeva di esserlo.

“Buonasera Zepphyrus”, esordì lei affiancandolo.

“Buonasera Hermione”, rispose affabile sorridendole, “Spero di non averti creato problemi con questo invito dato senza giorni di preavviso…”

“Tranquillo, non avevo nulla di meglio da fare!”

Lui prese dalla tasca interna della sua giacca un portasigari e ne estrasse uno.

“Meglio così, Draco Malfoy è uno che tiene particolarmente al suo lavoro.”

***

Meglio così, Draco Malfoy è uno che tiene particolarmente al suo lavoro.

Draco Malfoy.

“Non riesco… non sono mai riuscito a dirtelo, e mi duole dirtelo così, con la consapevolezza che queste due parole ti faranno più male di un pugnale nel petto. Ti amo, Hermione”

***

Un dolore al petto la travolse violentemente.

“Tutto bene?”, domandò preoccupato, mentre la ragazza china su stessa sembrava volesse strapparsi il cuore dal petto.

“Sì, sì, va tutto bene!”rispose a fatica, afferrando la mano callosa dell’uomo per rimettersi in piedi e cercare di respirare a fondo per evitare di scappare a gambe levate dal momento in cui avrebbe rivisto Draco Malfoy, il ragazzo che non aveva mai smesso d’amare, anche se non gliel’avrebbe mai confessato.

***

“Buonasera Draco, ti posso presentare la signorina Hermione Granger?”, disse fiero Zepphyrus presentando il suo gioiellino al Boss.

Draco si sforzò di sorridere porgendole la mano, “Piacere mio, signorina Granger”.

Hermione strinse quella mano nella sua, e quel maledetto vortice di emozioni sembrò svuotare entrambi dalla razionalità come era già accaduto il giorno della consegna dei diplomi nell’infermeria.

“Piacere signor Malfoy”.

Miei adorati, eccomi di nuovo qui alla velocità della luce.

Contenti?

Nonostante i vostri perpetui ringraziamenti, quando li leggo sono sempre sorpresa, perché ogni volta mi sembra un sogno sapere che la mia storia vi piaccia così tanto, e quindi mi convinco che sono frasi dolcissime che mette in piedi il mio inconscio.

Ok, sembra un pezzo di: Chi l’avrebbe mai detto?, quindi è meglio chiudere con un grazie generale.

Per l’età dei due mi scuso, non c’ho davvero fatto caso, grazie Chaosreborn_the_Sad.

Kisses

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Capitolo 26
*** Have you forgotten? ***


zeph

E sembrava tutto un’illusione dettata dall’immagine di lui impressa su di una vecchia foto ormai ingiallita dal tempo.

Sembrava che il mondo ce l’avesse con lei, e lui non poteva fare a meno di credere che quella non fosse la sua vita reale, ma soltanto un incubo che sembrava diventare un sogno… un sogno che sarebbe finito male e che quindi sarebbe ridivenuto un incubo.

Ma Draco sapeva che lei rappresentava la realtà, e sapeva che quel dolore al cuore se lo sarebbe tenuto finché non sarebbe morto.

“…Cathie Bardam per il lancio del suo nuovo romanzo vorrebbe qualcosa di non molto vistoso… dobbiamo buttarci sul sobrio”

E mentre Zepphyrus blaterava, sia lei che lui erano presi d’altri dialoghi e tormenti.

“Hai già qualche idea, Hermione?”

Al suo nome la ragazza distolse lo sguardo dalle bollicine del vino bianco, “A dire il vero nessuna.”, rispose sinceramente cercando di riconcentrarsi sul carpaccio inerme nel suo piatto di preziosa porcellana.

“E tu,Draco?”, anche lui sembrava preso da altro, e se la sua concentrazione non era stata catturata dalle bollicine del vino bianco, probabilmente i ghirigori argentei della tovaglia erano la sua distrazione.

“L’importante è che l’immagine della mia società non venga compromessa.”, asserì educatamente perforando con lo sguardo il suo interlocutore.

“Ovviamente Draco, ma con Hermione non accadrà.”

“Non metto in dubbio il suo buongusto.”, disse rivolgendole uno sguardo che Hermione si ritrovò a sostenere nonostante facesse più male di quanto avesse creduto.

“Meglio così.”, proferì contento brindando al successo che già pregustava, “Quando si lavora in armonia diventa tutto più facile!”.

Armonia

Hermione specchiandosi in quegli occhi che aveva imparato a conoscere, domare e amare, sapeva che l’armonia non sarebbe stata nemmeno sfiorata.

Sapeva che i battiti del suo cuore sarebbero impazziti e le avrebbero donato la sensazione di uno squarcio nel petto, le avrebbero donato la medesima sensazione di quella sera che forse equivaleva a tutte le sensazioni che lui era riuscito a donarle con solo un bacio o una carezza, ma finché Zepphyrus le sarebbe stato accanto, sarebbe andato tutto per il meglio e lo squarcio si sarebbe fermato ad un semplice taglio.

“Avete idea di dove si trovi la toilette?”, chiese improvvisamente, facendo svanire la coperta di sicurezza che Hermione s’era cucita.

Draco si guardò intorno, “Non ne ho idea!”

Zepphyrus poggiò il tovagliolo sul tavolo e si alzò, “Allora è meglio che inizi le ricerche!”, disse sorridendo, “Voi fate pure amicizia!”, e con quel ultima perla si allontanò dal tavolo edificando, inconsapevolmente, il ponte dei silenzi imbarazzanti.

***

Scolarsi la bottiglia di vino bianco che li divideva era lo scopo di entrambi, ma come se il fato ce l’avesse con loro, le loro dita s’incontrarono per l’ennesima volta.

La stessa scarica li travolse nuovamente, ed entrambi si ritrovarono ad abbassare lo sguardo imbarazzati.

Era meglio continuare a mangiare aspettando pazientemente il risotto.

“Hermione”

La forchetta le cadde nel piatto, e una signora forse un po’ troppo truccata si risentì per il rumore molesto creato da quella ragazzina scialba.

La sua voce la raggiunse e si sentì bruciare.

La stessa sensazione che provocava il whisky in gola. Un bruciore forte che riesce a tramutarsi in una delle cose più dolci mai provate.

“Si?”, disse cercando di assumere un contegno che non somigliasse a quello di una bimba sprovveduta e intimorita dal suo interlocutore.

“E’ strano rivederti.”

“Dovrai abituatici, a quanto pare ci vedremo spesso.”, ribattè cupa concentrando tutte le sue energie sul carpaccio.

Draco si massaggiò lentamente le tempie, nonostante quel suo tono lo mandasse in bestia, non poteva fare altro che giustificarla per via di tutto quello che le aveva fatto quella sera.

“Sarà così terribile vedermi tutti i giorni?”, domandò con più amarezza di quanto avrebbe voluto.

Hermione prese un grande respiro, “Ricordo come mi sentii quando ti vidi nell’aula della Romance per la prima volta… avrei voluto morire perché l’idea di stare a stretto contatto con te mi ripugnava… e adesso, provo lo stesso identico sentimento.”

Tagliente

Decisa

Orgogliosa

Proprio come piaceva a lui.

Hermione per quanto si sentisse svuotata da tutte le emozioni non si tradì.

L’orgoglio prima di tutto, ma non era del tutto convinta che fosse giusto anteporlo all’amore che nutriva per Draco nonostante i nove mesi trascorsi in un turbine di avvenimenti e parole gettate al vento.

“E adesso, scusami ma ho bisogno della toilette.”, si alzò decisa lasciando Draco con il suo carpaccio, il calice di vino bianco e il suo dolore.

***

“Dov’è Hermione?”, chiese Zepphyrus appena tornato dalla toilette.

Draco volse lo sguardo sull’uomo, “Alla toilette”

“Ah queste donne! Sempre a incipriarsi il naso!”, asserì sedendosi e dando una pacca sulle spalle di un Draco piuttosto assente.

“Ehi Draco, cosa ti prende?”, domandò inforchettando senza pietà un boccone di carpaccio.

“Nulla”, rispose laconico.

Improvvisamente l’uomo si sporse verso Draco, “Sai, secondo me Hermione ha una cotta per te”, rivelò con aria cospiratrice.

Draco si voltò parecchio seccato verso Zepphyrus, “Non credo… credo che mi odi.”

“Oh no caro mio, so riconoscere quando ad una donna brillano gli occhi per l’amore”, cinguettò felice.

“Questa volta hai fatto cilecca! Se miss Granger ha gli occhi lucidi non è perché è innamorata di me, è solo perché ha bevuto troppo vino!”

Zepphyrus si trovò costretto a non poter ribattere.

***

La cena, secondo Zepphyrus, stava trascorrendo nel modo migliore.

Non c’erano stati spargimenti di sangue o improvvisi piatti volanti.

Era stata una normalissima cena, e con grande sorpresa di Zepphyrus, anche Hermione aveva buttato giù qualche idea per la promozione pubblicitaria della Bardam.

Tutto andava secondo i piani dell’uomo dalle mani callose, sembrava che tutto profumasse di mughetto e lavanda.

“Nessuno dei due è fidanzato?”, chiese ormai brillo mentre i due ragazzi facevano segno di no col capo.

“E tu vorresti dirmi che non pratichi il sesso?”, domandò avvicinandosi a Draco paralizzandolo con la troppa puzza di alcool che usciva dalla sua bocca.

“Impossibile non praticare il sesso.”, disse mentre sulle labbra di Zepphyrus compariva un sorrisino malizioso piuttosto sghembo, “E’ solo fare l’amore che risulta molto più difficile.”, continuò quasi in un sussurro impercettibile per l’uomo ormai ubriaco, ma non per Hermione che fu paralizzata da quella frase sussurrata a cui non voleva dare il giusto significato.

Era come se il Primo Ministro della Magia avesse ammesso di essere un idiota senza speranze.

“Vi va un digestivo?”

Come uccidere un istante.

***

Quando Hermione rincasò, Saber dormiva sul divano in una posizione alquanto strana che faceva molto contorsionista.

Fece il più piano possibile per non svegliarla, doveva averla spettata sveglia, ma non avrebbe mai immaginato che la cena di lavoro finisse così tardi, beh forse non lo aveva immaginato perché nessuno sapeva che Zepphyrus non metteva mai la parola fine alle sue cene di lavora finché non sveniva per il troppo alcol nelle vene.

Lo avrebbe rivisto la mattina.

La sua razionalità non era pronta.

Non so, ma questo capitolo non mi convince, voi che ne dite?

E se la fanfiction si trasformasse in una ZepphXHermione?

Ok, sto iniziando a delirare.

Adesso è il momento della ripetitività: Non posso ringraziarvi singolarmente, oggi è il compleanno della mia adorata e non posso dilungarmi… ci sono dei festeggiamenti in corso, quindi un grazie particolarissimo ai miei amori che continuano a sostenere questa scrittrice sadica.

GRAZIE: JiuJiu91, piperina, white_tifa, meli_mao, Kami, MartyViper, London, Chaosreborn_the_Sad, ele888, redRon, Liuzza, Checie, Lucy Light, Hanon, Herm90, Dark_angel e SweetChocolate.

Kisses

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Capitolo 27
*** Houston, abbiamo un problema! ***


hou

Un’invasione di cavallette carnivore sarebbe stata più gradita di Blaise saltellante sul letto di Draco Malfoy.

“Sveglia Draco!”

I modi per svegliare l’amico non erano mai ortodossi.

C’era anche da dire che i geni che scorrevano nell’unico erede della famiglia Zabini non erano molto conformi alle regole.

“Umpf..”, mugugnò prima di girarsi dall’altro lato e fare uno sgambetto accidentale alla cavalletta saltellante.

“E’ mai possibile che per svegliarti debba sempre farmi ferite di guerra?”, domandò accigliato massaggiandosi il fondoschiena.

“Blaise, non è colpa mia se il tuo equilibrio fa pena!”, rispose il bel addormentato coprendosi meglio con il lenzuolo facendo così imbestialire colui che aveva una missione pericolosa da svolgere… perché da un po’ di tempo Draco Malfoy non ne voleva sapere di doversi svegliare per andare a portare avanti una società di Magiche Relazioni.

“Per colazione non c’è niente!”, disse pacifico prima di abbandonare la stanza del biondo sbattendo la porta.

***

“Com’è andata ieri sera?”, domandò curiosa Saber accucciandosi sullo sgabello mentre Hermione si dava da fare per preparare del caffè e tostare del pane.

“Oh bene!”.

A dire il vero non sapeva che significato assumesse l’esclamazione: “Oh bene!”, dopo una sera in compagnia di un pazzo ubriacone e l’uomo per cui si nutre un sentimento sconfinato.

“Alla fine a quale società di Magiche Relazioni ha fatto affidamento?”, chiese mentre spalmava su di una fetta di pane tostato della confettura alle ciliegie.

La MalfoyInternational, conosci?”, disse con nonchalance, mentre avrebbe preferito di gran lunga far affidamento sulla MalcolmFrey, nonostante lo stesso Malcolm fosse stato spedito ad Azkaban.

“A dire il vero no, ma non credo sia importante saperlo… beh comunque s’è fatto tardi, ho un lavoro che m’aspetta”.

Hermione non ebbe il tempo di fare niente, quella ragazza era un vulcano e il più delle volte rimaneva lì inebetita da quei discorsi che finivano sempre con lei che si rendeva conto di essere in ritardo e che quindi era meglio prendere giacca, borsa e un ultimo biscotto al cioccolato e volare al San Mungo dove studiava per diventare un Medimago.

“… e sono davvero felice di lavorare a stretto contatto con Draco.”, sorrise amaramente mentre con un colpo di bacchetta ripuliva ciò che avevano sporcato.

***

Zepphyrus Diamonds da quando sua moglie era incinta del terzo figlio faceva di tutto per essere quasi sempre fuori casa.

Mancavano solo due mesi.

“Signor Diamonds, il capo non è mai puntuale.”, gli disse dolcemente una ragazza dai lisci capelli rossi, “E’ sicuro di volerlo aspettare qui? Non sarebbe meglio farsi una sana passeggiata mattutina?”

L’uomo sorrise, “Non si preoccupi, starò bene anche qui.”

Meglio in quel ufficio che in casa con una moglie isterica e due bambini ululanti.

***

Quando Draco mise piede nella sua società la stessa cosa fece Hermione.

“Buongiorno Hermione”

“Buongiorno”, rispose lei acida, “Credevo che il capo non fosse mai in ritardo!”.

Draco ghignò, “Se il capo sono io posso arrivare a qualunque orario.”

Hermione fece una strana smorfia e aspettò che lui entrasse nel suo ufficio, sperando sempre che Zepphyrus fosse già lì.

Non sopportava l’idea di stare sola con lui.

“Buongiorno ragazzi”.

Zepphyrus era lì, e nulla avrebbe potuto distruggere l’equilibrio già precario di quella giornata.

***

Draco non c’era.

Era tutto più che perfetto.

“Gigli o Calendule?”

“Gigli, sono molto più eleganti”, rispose pacata Hermione scribacchiando qualche appunto sul suo taccuino.

Il negozio di fiori di Madame Rose non le era mai sembrato così perfetto.

“Li prenotiamo adesso?”, domandò lui impaziente.

Hermione si guardò un po’ intorno, ponderando se la proposta sollevata da Zepphyrus in maniera infantile poteva essere accolta; “No, potrei cambiare idea. Verrò tra qualche giorno quando ne sarò più sicura.”

“Ok, agli ordini!”, disse scherzosamente prima di prenderla sottobraccio e accompagnarla da Florian Fortebraccio per un buon gelato.

***

E mentre l’ennesimo cucchiaino di gelato si scioglieva nel palato della ragazza, un falco s’era posato sul tavolino in vimini.

C’era posta per Zepphyrus.

“Scusami”, srotolò la pergamena e cominciò a leggere assumendo via via espressione sempre più sconvolgenti.

“C’è qualcosa che non va?”, chiese gentilmente.

Lui non rispose, “Scusami ancora, ma dobbiamo chiamare Draco.”

Draco: l’unico nome che avrebbe potuto farle andare di traverso il gelato.

“E perché?”

“Un imprevisto”

Un barlume di speranza si accese in Hermione; magari dopo quella missiva, Zepphyrus si trovava costretto a cambiare società di Magiche Relazioni e quindi era importante dirlo subito a Draco prima che lui spendesse tutte le sue energie per finanziare un progetto che ormai non gli competeva più.

Sì, questa soluzione creata dalla sua mente le piaceva davvero molto.

“Dovrebbe essere qui a momenti, ma mentre aspettiamo è meglio continuare a mangiare questo delizioso gelato”.

La ragazza sorrise di cuore, la giornata poteva diventare sublime.

***

Quando Draco Malfoy si fece spazio tra i tavolini di vimini messi all’aperto per accogliere nel modo migliori i clienti, Zepphyrus gli andò in contro:

“Houston, abbiamo un problema!”

“Spero non si tratti di nulla di grave.”, disse accomodandosi accanto ad Hermione.

“Mia moglie è incinta!”

“Congratulazioni”, esclamarono i due all’unisono.

“Beh grazie.”, rispose imbarazzato, “Ma non è questo il punto… o meglio, lei è già al settimo mese ma mi è appena giunta la notizia che ci sono complicazioni e che quindi sarebbe meglio portarla in una clinica in Francia… e beh…mia moglie è molto spaventata per questa gravidanza perché ormai non è più una giovincella e quindi…”

Inutile dire che Hermione e Draco avevano fatto fatica a capire il filo di quel discorso.

Sembrava molto un figlio che stava cercando di spiegare ai genitori che fine avessero fatto tutti i biscotti nella dispensa.

“E quindi?”,rincarò Draco, mentre zuccherava il suo caffè.

“E quindi domani parto… e beh, non potrò occuparmi dell’organizzazione insieme ad Hermione. Mi dispiace”, disse chinando il capo, come un bambino colpevole.

“Tranquillo, Hermione se la caverà”, asserì rivolgendole un sorriso a cui lei non rispose.

“E’ questo il problema, Draco.”

“Quale?”

“Vorrei che con lei ci fosti tu”

Dei colpi di tosse fecero voltare i due uomini verso Hermione.

“Tutto bene?”, chiese Zepphyrus apprensivo facendo comparire un bicchiere d’acqua.

“No… no che non va tutto bene! Perché non posso organizzare da sola l’evento?”

“Ti prego Hermione, non complicare la situazione, è meglio se siete in due…”

Omicidio

L’unica soluzione che girovagava nella testolina di un’Hermione quasi in preda all’isterismo.

Draco al contrario di lei, sembrava aver mantenuto la calma, ma era solo una facciata apparente. Dopotutto lui era sempre Draco Malfoy, il rampollo di una delle casate Purosangue più importanti del Mondo Magico, l’anello di congiunzione tra i Black e i Malfoy… un uomo innamorato perdutamente di quella creatura.

“Non me ne vogliate, vi prego.”, e con un Puff sparì dalla loro vista lasciando una lei infuriata e un lui piuttosto confuso.

“E adesso?”, domandò lei corrucciata.

“Adesso è meglio che io me ne vada.”

“Perché?”, chiese lei quasi senza pensarci.

“Perché non voglio assillarti con la mia presenza.”, rispose amaramente prima di sparire anche lui allo stesso modo di Zepphyrus.

Hermione spostò la sua coppa di gelato e si maledisse.

Non sapeva il perché, sapeva che dopo quel ultima frase di Draco era giusto farlo.

Ho notato che la mia idea di trasformarla in una ZepphyrusxHermione non è piaciuta a nessuno!

Beh, meglio così, nella mia testa questo personaggio è sempre stato sposato!

Mi scuso con tutti, se questo capitolo, come il precedente, risulterà triste. Io ce la sto mettendo tutta, ma questi due sono troppo stupidi XDXDXD

Un grazie particolarissimo a tutti coloro che continuano a farmi venire le palpitazioni ogni volta che leggo le loro meravigliose recensioni.

Ragazzi siete fantastici.

E adesso perdonatemi ma ho un mucchio di faccende da svolgere.

kisses

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Capitolo 28
*** It's the vagina your problem? ***


vagina

 

“Ricorda l’ordinazione di gigli fattale ieri?”, Hermione Granger non riusciva a capire se Madama Rose fosse idiota di suo o se alla chiusura del negozio si fumasse i crisantemi.

“Mi dispiace signorina Granger, ma quel ordinazione è stata cancellata.”, rispose cordialmente controllando su di un foglio di pergamena.

“Impossibile!”, ribattè lei irata.

“E invece è proprio così! La sua ordinazione di gigli è stata sostituita da un’ordinazione di lilium.”

Madama Rose vide la ragazza accerchiata da un’aura di fuoco.

“E chi è stato? Potrei saperlo?”

La donna sorrise bieca mentre in cuor suo pregava Merlino affinché quella ragazza non le distruggesse il negozio in un impeto d’ira.

“E’ stato il signor Malfoy.”

“Malfoy eh?”

“Già”

Afferrò la borsa e sbattendo con immonda violenza la porta del negozio, decise di andare a scambiare quattro chiacchiere con quel idiota.

 

                                                        ***

 

Draco Malfoy aveva appena mandato a quel paese un’altra delle sue assistenti.

E se l’assistente era appena uscita dall’ufficio mostrando un ringhio per via dell’insolenza del capo, un’altra ragazza avanzava con un diavolo per capello perché Draco Malfoy non aveva nessun potere per scegliere quegli stupidi lilium.

Era lei l’organizzatrice e il solo fatto che Zepphyrus li aveva abbandonati al loro destino non significava che i fiori o i dolci o la musica fossero competenza di quello spocchioso uomo attraente.

“Malfoy sei un idiota!”,disse quasi in un ruggito

“Buongiorno Granger”, rispose lui affabile continuando a controllare delle carte.

“E’ inutile, resti un idiota!”

“Non lo metto in dubbio.”

“Dimmi per quale arcaico motivo hai sostituito i miei gigli ai tuoi stupidissimi lilium!”

Draco volse lo sguardo verso Hermione.

“Semplice, i gigli simboleggiano la vagina”

“Questi sono dettagli, Malfoy”

“Senti Granger, io non intendo fare figure di merda con Cathie Bardam, il Ministro della Magia e tutti quegli stronzi che avremo l’onore di ricevere, ok?”

Non era irato, solo che metteva lo stesso paura.

O almeno metteva paura alle sue assistenti, non a Hermione.

“E’ la vagina il tuo problema?”

“Non esattamente”, rispose accigliato.

“Cioè… non intendevo in quel senso… voglio dire…”

“Tranquilla, ho capito!”

Hermione era rossa dall’imbarazzo.

“…e comunque non ha senso ciò che hai fatto. Andrò a riordinare i gigli.”, disse risoluta non sapendo che quelle sue guance rosse e quei capelli un po’ pazzi, non facevano altro che aumentare il battito cardiaco del ragazzo.

“No carina, te lo scordi!”

“No, mio caro”

I due, ormai vicini, continuavano a guardarsi in cagnesco.

Probabilmente se ci fosse stato Zepphyrus si sarebbero scelti i crisantemi senza tanti complimenti.

“Non sarai tu a farmi cedere!”, ringhiò lei.

E insieme si smaterializzarono da Madame Rose che non appena vide Hermione ebbe come l’illuminazione di chiudere il negozio e scappare il più lontano possibile, però

si limitò solo a sorridere, mentre dalla tasca dell’abito stringeva forte la bacchetta.

“Posso esservi utile?”, chiese.

“Sì, se questa donna le dirà di cancellare l’ordinazione di lilium la ignori”

“Come desidera”

Hermione si voltò incredula verso Draco puntandogli l’indice sul petto.

“Come ti permetti, Malfoy?”

“Il potere indiscutibile del capo”

“Sono io l’organizzatrice d’eventi, e se voglio i gigli… gigli saranno!”

“Non credo proprio”

“Oh sì!”

Madame Rose stava iniziando a perdere la pazienza.

Non ne poteva più di quei due.

“Scusate se mi intrometto, ma le vostre urla stanno facendo piangere le mandragole. Potete mettervi d’accordo? Qual è l’ultima scelta?”

I due si guardarono e all’unisono dissero: “Gardenie”, solo che non capirono di averlo detto insieme ed entrambi assaporavano già la vittoria.

“Gardenie”, ripeté mentre l’appuntava sulla pergamena stropicciata, “Vi siete subito messi d’accordo!”

“Cosa?”, ripeté scettica Hermione, “Le gardenie sono una mia scelta!”

“Mi dispiace Granger, ma sono anche una mia scelta”

“Idiota”

“Sei ripetitiva Granger”, rispose prima di seguirla fuori il negozio, lasciando una Madame Rose piuttosto sbigottita dalle reazioni di quei due.

 

 

                                                        ***

 

 

Di certo quella mattina di sole, quando Draco aveva aperto gli occhi ghignando al nuovo giorno, non immaginava di dover affrontare una discussione sui fiori.

Lui aveva sempre detestato i gigli e non vedeva perché doveva dare messaggi strani alla presentazione di un nuovo romanzo di una tizia che non aveva mai visto.

Scegliendo i lilium non si aspettava di certo che avrebbe trascorso il resto della giornata in compagnia di una folle emicrania.

“Granger, ormai abbiamo scelto le gardenie… non credo sia il caso di parlarne ancora!”, disse stancamente.

“Malfoy, se tu mi ascoltassi sapresti benissimo che ormai, per me, le gardenie sono un capitolo chiuso”

“Hai altri problemi?”

“Il principale sei tu e dunque non voglio che t’intrometta in campi che non ti competono, intesi?”, disse fremente, mentre in realtà un organo le suggeriva che dopotutto quel batticuore non era poi tanto nocivo per la sua salute.

Draco con un colpo di bacchetta fece apparire le sigarette che aveva dimenticato sulla scrivania e se ne accese una.

“Se i gigli mi fanno schifo, ho il sacrosanto diritto di scegliere ciò che più mi piace!”

“Avresti dovuto parlarmene!”, ruggì lei.

“E come? Come avrei potuto visto che non vuoi neanche sentire il mio nome?”, aveva alzato il tono di voce, e forse era stata la prima volta che lo aveva fatto nella sua vita.

Hermione sgranò gli occhi.

“Hai detto che stare con me ti ripugna, e adesso, se vuoi scusarmi ho alcune faccende da sbrigare.”

Hai detto che stare con me ti ripugna.

Parole vere e false al contempo.

Lo aveva detto, ma non lo pensava.

Rimase lì a guardare Draco che si allontanava lungo la via, rimase lì a guardare quel fiume di gente preso dalla quotidianità e dai suoi problemi.

Rimase lì a guardare ciò che desiderava.

Rimase lì.

 

                                                        ***

 

 

Draco Malfoy avrebbe dovuto andare dritto di filato nel suo ufficio e ultimare il suo lavoro, ma la questione fiori aveva prosciugato tutta la sua voglia di tornare a sedersi su quella sedia attorniato da quelle papere delle sue assistenti.

La sua integrità era stata risucchiata da Hermione, e non aveva le forze e la voglia di pensare ad altro.

Merlino, se l’amava.

Ma perché doveva essere tutto così complicato?

E improvvisamente si ritrovò a pensare alla storia di sesso e d’amore tra Maria Antonietta e Axel von Fersen.

 Era tutto così stramaledettamente vero che faceva fatica a crederci.

Aveva detto che era una stronzata pensare che qualcuno potesse innamorarsi e non riuscire più a godere delle gioie del sesso con altre donne che non fossero lei.

Dovevano essere stronzate.

Dovevano esserlo per riuscire a convincerlo di qualcosa in cui non credeva così da poter alleviare il suo dolore.

E non riusciva a capire perché amare dovesse fargli così male…

 

                                                        ***

 

Saber non era in casa quando Hermione si buttò stancamente sul divano.

Era sola quando un barbagianni planò dentro casa.

La ragazza gli si avvicinò e prese il rotolo di pergamena che teneva tra le zampe.

                                              

                                                       

                                                        ***

 

Domani assaggeremo i dolci. Ti aspetto alle 11,00 nel mio ufficio. Draco Malfoy.

 

                                                         ***                                                 

 

Non era un invito. Era un ordine.

 

 

 

 

Eccomi con un nuovo capitolo.

Ma questa storia continua a piacervi? XDXD

Non vorrei che si stesse facendo noiosa e che il seguito che ho scelto non vi piace!Sigh!

Ma lasciando perdere i miei piagnistei, vi ringrazio di cuore per le magnifiche recensioni che continuate a lasciarmi! Ma non è che lo fate perché vi sentite in dovere, vero?

Credo che queste meravigliose domande me le pongo perché l’estate è finita e il grigiore dell’inverno sta per abbattersi su tutti noi!

Ehm, ok, è meglio che vada!

Grazie davvero a tutti.

Kisses

 

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Capitolo 29
*** Chocolate and Caramel ***


stars

Blaise Zabini dopo aver abbandonato l’appartamento di Pansy aveva ben deciso di passare a comprare qualcosa per la colazione del principe.

Da puntualizzare il fatto che non lo faceva mica perchè teneva alla situazione alimentare del suo amico, il vero motivo erano le minacce che gli aveva lanciato senza pietà.

Adesso ogni ben di Merlino, era disposto secondo l’apporto energetico nella dispensa.

“Cos’hai da fischiettare, Blaise?”, domandò Draco avvicinandosi a lui, mentre si aggiustava l’asciugamano attaccata in vita.

“Draco, ti rendi conto che stai bagnando tutto?”, chiese accigliato mentre riscaldava dei cornetti con l’ausilio della bacchetta.

Lui guardò il suo corpo gocciolante; “Zab, non so questi i problemi!”, disse continuando a bagnare il tutto sotto lo sguardo atterrito del povero Blaise.

La colazione luculliana che aveva preparato, però non vide lo stomaco di Draco, poiché il grande capo, dopo aver assillato Blaise per giorni sull’importanza della prima colazione, aveva ben deciso di lasciare il tutto lì a marcire mentre lui si presentava nel suo ufficio dove avrebbe dovuto strafogarsi di dolci di ogni genere.

Ovviamente Blaise gli inveì contro… non era stato messo al corrente della degustazione.

 

                                                        ***

 

Hermione aveva ben deciso di alzarsi verso le 9.

Alla fine Draco la desiderava nel suo ufficio alle 11 e quindi aveva tutto il tempo a disposizione per valutare le varie tipologie di omicidio.

In lizza al momento c’erano il veleno immesso in uno dei dolci e una spranga di ferro sulla testa in un momento piuttosto fortunato.

Niente da poter mettere in atto…

E così come una zombie si aggirava per l’appartamento in cerca del giornale, che Saber aveva lasciato chissà dove, e del caffè.

Il caffè fu trovato al solito posto, anche perché sarebbe stato davvero strano trovarlo in bagno intento a farsi una doccia, invece il giornale fu davvero trovato in bagno, ma fortunatamente non sotto la doccia.

“Vergine: la giornata potrebbe rivelarsi disastrosa, le stelle consigliano di rimanere a casa a poltrire evitando contatti con il mondo.”, Hermione sbuffò, e se anche le stelle le consigliavano di rimanere a casa, allora avrebbe dovuto disdire l’ordine di Draco.

Ma come fare?

Era un qualcosa di non attuabile, e poi lei non aveva mai creduto all’Oroscopo.

Erano solo stronzate, ma perché quella mattina aveva sentito l’assoluto bisogno di sapere il consiglio delle stelle?

Lasciò perdere il giornale, e afferrato spazzolino e dentifricio, cominciò a spazzolare i denti, almeno la questione Oroscopo era archiviata.

 

                                                        ***

 

Erano le 10,55 quando Hermione Granger si smaterializzò nell’ufficio del grande capo intento a firmare delle pergamene.

Il Puff , ovviamente, lo distrasse.

“Buongiorno Granger, pronta per fare colazione?”.

“Buongiorno Malfoy, io sono prontissima”, rispose gioviale, doveva avere la vittoria sulle stelle, era sempre e solo questione d’orgoglio.

“Perfetto! Il pasticcere ci attende nel suo laboratorio.”, rispose affabile, riponendo le varie pergamene in una carpetta.

Hermione seguì ogni suo gesto con morbosa attenzione. Adorava quel gesticolare, adorava tutto di lui, ogni difetto.

Draco si alzò con eleganza dalla sua postazione, e un suo gesto per poco non la fece svenire.

“Cosa?”

“Shhh, Granger… dobbiamo smaterializzarci.”, un banalissimo baciamano l’aveva pietrificata, mentre lui ghignava divertito dalla sua espressione.

 

                                                        ***

 

Puff

 

“Dimmi, perché l’hai fatto?”

“Cosa?”, chiese lui come se non sapesse a cosa si riferiva la ragazza.

“A quello”, disse indicando il dorso della sua mano e le labbra di Draco.

Draco continuò a ghignare, “Ti riferisci al baciamano?”

Lei annuì.

“Se ti avessi detto di darmi la mano per la materializzazione ti saresti sicuramente messa  a sbraitare che sono un idiota, ed io non ho tempo da perdere, Granger”

Una frase che era un emblema.

Un emblema che  rappresentava meravigliosamente ciò che quasi certamente Hermione avrebbe fatto.

Riusciva sempre a sorprenderla.

 

                                                        ***

 

“Ti aspetti che ti dica che il prete ha intrapreso la storia d’amore solo per farsi una sana scopata?”.

“Stranamente sì!”

“E se ti dicessi che non la penso in quel modo?”

“Non ti crederei!”

“E invece stranamente penso proprio che il prete fosse innamorato di lei… l’aveva vista crescere, l’amore era cresciuto passo dopo passo… e forse se si conosce realmente bene una persona si riesce davvero ad amare…”

 

Quella lezione era uno dei tanti esempi. Era riuscito a sconvolgerla come non mai.

 

                                                        ***

 

 

Il laboratorio si presentava magnificamente, l’odore di cioccolato e cannella era inebriante e ad Hermione sembrò che la sua mente fosse stata ovattata dallo zucchero filato.

Una sensazione assurda, per dirla tutta, ma dolce in maniera inverosimile.

“Hermione ti presento Blaine Marshall, il pasticcere migliore della Gran Bretagna”, il ragazzo le  strinse la mano, “Blaine, lei è Hermione Granger”.

“Piacere mio, Hermione”

Lei si limitò ad un sorriso che mandò in bestia Draco.

Gelosia

“Blaine, possiamo iniziare?”

“Certamente”, e dicendolo li accompagnò in una stanza secondaria tutta bianca ornata solo da fiori, dove troneggiava un lungo tavolo stracolmo di dolci, “Voi assaggiate, al termine mi saprete dire quali sono quelli di vostro gradimento.”, una voce sorprendentemente gentile e uno sguardo dolcissimo accompagnavano quel ragazzo, mentre Draco le porgeva la prima porzione di creme caramel guarnito con frutti di bosco.

Un cucchiaio di ogni dolce era il segreto per riuscire ad assaggiare  tutto e rimanere ancora in vita.

“Cosa ne pensi?”, le domandò lui.

Hermione arricciò il naso e poggiò il piattino sul tavolo, “Non so… non mi è mai piaciuto tanto”.

“Neanche a me”, ammise lui sorridendo, “Credo sia meglio passare a quella mousse al cioccolato, a quanto mi ha detto Blaine quella specie di ramoscello è caramello.”

Gli occhi di Hermione si ravvivarono; “Ho un debole per il caramello”.

Draco le porse la mousse, “Lo so”, disse prima di portarsi con un gesto maledettamente sensuale un cucchiaino di mousse alle labbra.

 

                                                        ***

 

E tra mousse, budini, pasticcini e torte, anche i vini dolci avevano fatto la loro parte, e dopo solo trenta minuti la scena aveva dell’incredibile:

Draco Malfoy ed Hermione Granger sembravano aver dimenticato quella burrascosa ultima sera ad Hogwarts.

Sembrava che si stessero conoscendo quel giorno per la prima volta nella loro vita.

Era come se mai niente fosse esistito: nessun pugno in pieno viso, nessun incantesimo per l’allungamento dei denti, nessun furetto e nessuna mezzosangue nel loro passato, solo un paio di dolci nel loro presente… e un possibile ritorno d’astio nel loro futuro.

“Preferisci questa cosa verde o quella rossa?”, chiese Draco mentre si avvicinava a lei con quelle due cose mollicce.

Lei bevve un altro sorso di champagne.

“Quella verde fa ribrezzo… meglio quella rossa!”

Erano visibilmente brilli.

“Ma quella rossa sembra sangue:”, protestò lui.

“E quella verde sembra muco.”, ribattè lei immergendo l’indice nella cosa gelatinosa rossa e portandoglielo alla bocca.

Un gesto quasi normale, che se fossero stati sobri avrebbero aggiunto alla lista delle cose sconce che avrebbero potuto nuocere all’integrità morale.

Integrità morale non si sa bene di chi, ma tra loro due anche il minimo contatto poteva essere immorale… o almeno lo era diventato dopo quella sera.

Maledetta sera

Quel gesto scatenò in Draco mille sensazione, in cima vi era la voglia di baciarla.

La avvicinò a sé, e si perse nel luccichio dei suoi occhi, lei probabilmente grazie a quei vini non connetteva più tanto bene, ma lui sì, ed erano quella labbra l’ultimo dolce che avrebbe voluto assaggiare.

La strinse a sé, ormai i respiri si confondevano, le labbra quasi si toccavano, avvertiva quasi il suo sapore.

Sarebbe bastato un istante…

 

                                                        ***

 

Un gufo planò giusto in quel istante sulle loro teste.

Maledetto volatile

“Sembra Gigi”

“Gigi?”, chiese perplesso Draco, mentre faceva ingozzare quello stupido pennuto di budini verdi e rossi nella speranza che tirasse le cuoia.

Quel pennuto doveva morire, aveva distrutto un momento.

Ma forse era meglio così, non voleva prendersi gioco o approfittare di Hermione visto il momentaneo senso di annebbiamento.

“Il gufo di Zepphyrus”

E quel uomo sembrava mandato dal cielo.

“Cosa dice?”, chiese lei.

Draco lesse velocemente con lo sguardo, “Niente di particolare, voleva solo farci sapere che è arrivato in Francia e che sua moglie sta bene.”

“Meglio così”, disse lei sorridente, mentre il suo viso si illuminava alla vista di un pasticcino che era sfuggito al suo giudizio.

 

 

 

 

 

Simona
I guess it's over
My memory plays our tune
The same old song

 

So che la canzone di James Blunt non c’entra un fico secco, ma siccome non faccio altro che ascoltarla… beh, ok… non v’importa!

Grazie a fedefun ho saputo che i personaggi si muovono a rilento, e mi dispiace parecchio, ma per l’andamento della storia ne ho bisogno, altrimenti la fine sarebbe il prossimo capitolo… sigh!

A parte ciò, spero che nessuno detesti Zepphyrus per la sua tempestività XD

Inoltre ringrazio coloro che hanno recensito e scusatemi se ogni tanto me ne esco con domande esistenziali.

Perdonatemi.

 

Grazie a: Dark_angel, meli_mao, Herm90, Chaosreborn_the_Sad, London, Mal, Checie, Erin, redRon, marygenoana, piperina, cleo88, gypsy_rose90, mars, MartyViper, LucyLight e fedefun.

 

Ho anche notato che siete stanchi d ripetermi che sono bravissima, ( e non credo di meritarmi tale complimento), quindi potete benissimo parlare di quello che volete, purchè lo facciate, perché sono le vostre parole che mi danno la voglia di scrivereJJJ

 

Kisses

 

 

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Capitolo 30
*** What do you want, Granger? ***


what

Hermione Granger quella mattina si era ritrovata nel suo letto e non sapeva come.

Si svegliò con un forte mal di testa e credette di essere uscita pazza quando i suoi occhi incrociarono Saber intenta a piroettare in compagnia di una scopa.

“Saber?”

“Oh Hermione, credevo fossi morta!”, le disse preoccupata lasciando cozzare la scopa contro uno dei pezzi più importanti della loro mobilia, ed Hermione rimase un po’ sconvolta da cotanta apprensione; solo cinque secondi prima stava piroettando con una scopa e sembrava elettrizzata.

“Che ore sono?”

“Tra circa due ore ti aspetta quel gran figo biondo”

“Due ore? Figo biondo? Come fai a conoscerlo?”

“Non è che lo conosco, mi ha solo detto che eri ubriaca e che ti voleva nel suo ufficio alle nove!”, rispose lei sorridendole.

Hermione si toccò la fronte.

“Ero ubriaca?”

“Sì, la scena mi ha sconvolta! Lui si è materializzato in casa nostra con te tra le braccia e… sai Hermione hai iniziato a sparare cazzate a vanvera… e, insomma… ti ha messo a letto e se n’è andato.”

Hermione si schiarì la voce nel tentativo di schiarirsi anche le idee.

Sospirò un po’ troppo rumorosamente; “Sospirerei anche io così, se conoscessi un ragazzo terribilmente affascinante.”, si perse inevitabilmente nei suoi pensieri di ragazza perennemente innamorata, “Mi chiedo come non hai ancora potuto combinarci niente. Che spreco!”

“A dire il vero era il mio ragazzo ad Hogwarts”, ammise diventando rossa e nascondendo la testa sotto al cuscino.

Saber le fece il solletico, “E dimmi, perché vi siete lasciati?”

“Perché mi amava troppo”, il tono s’era fatto malinconico, e Saber capì che era una ferita ancora aperta.

“Ok, non voglio indagare.”, le posò un lieve bacio sulla fronte e le tirò un cuscino di sopra, “Adesso vai a fare colazione, ho comprato le ciambelle!”, disse festante, ma Hermione a quella parola scappò per il bagno a vomitare, non era pronta per ingerire altri dolci.

 

                                                        ***

 

La vita dell’uomo è sempre soggetta a cambiamenti.

Quella di Draco Malfoy no.

Quando le sue iridi vennero baciate dal sole si accorse che in cucina vi era un po’ troppo rumore che Blaise, da solo, non avrebbe mai potuto procurare.

Nemmeno se si fosse messo d’impegno…

Assonnato come non mai decise di andare ad uccidere il tenero Blaise Zabini e rendere Pansy vedova prima del tempo.

 

La vita dell’uomo è sempre soggetta a cambiamenti.

Quella di Draco Malfoy no.

Alla fine Blaise era riuscito a dar vita a tutto quel rumore con l’aiuto di nessuno.

“Blaise, cosa stai combinando?”

“Ti ho forse svegliato?”

“Forse”, rispose quello imbronciato.

Era meglio lasciare il privilegio del dubbio.

 

                                                        ***

 

“Su Granger, illuminami!”

“Su cosa dovrei illuminarti, Malfoy?”

“Se sei qui, ci sarà un perché…”

“Hai detto alla mia coinquilina di presentarmi nel tuo ufficio alle 9, sono le 9 e tu sei qui e sembri aver perso parte della memoria!”

“Coinquilina?”

Hermione annuì.

“Ah sì, ora ricordo! Quella deliziosa biondina in shorts!”

“Il solito maniaco!”, asserì la ragazza mostrando un po’ di nervosismo.

“Si vede con qualcuno?”, domandò lui mostrando interesse per Saber.

Saber era libera come il vento, ma non lo avrebbe di certo detto a quel idiota di Malfoy.

Saber era sua amica e non avrebbe mai permesso che soffrisse a causa del biondino.

“Sì, sta per sposarsi!”

L’aveva sparata davvero grossa.

“Sposarsi?”, domandò Draco incredulo.

“Già, tra due settimane!”

Draco non disse nulla. Anche se aveva il sospetto fondato che Saber la deliziosa biondina non dovesse sposarsi con nessuno.

“Granger, sono lieto di informarti che oggi potrai dedicarti da sola all’organizzazione per quel meraviglioso romanzo che pubblicizzeremo, contenta?”, il tono che usò fece innervosire Hermione.

Draco l’aveva trattata come una ragazzina immatura che finalmente aveva ottenuto ciò che voleva. E questo, non le andava giù…

“Sei impazzito, Malfoy?”

“Io davvero non ti capisco. Non volevi che m’impicciassi e adesso che io preferisco stare nel mio ufficio, tu ti lamenti?”

Hermione sospirò.

Draco con quelle parole aveva ragione e lei non aveva abbastanza elementi per sostenere il fatto che lui stava farneticando.

“Cosa stai leggendo?”, domandò senza coordinare le parole con il cervello, vedendo che Draco aveva iniziato a leggere un libro dalla copertina insolitamente famigliare.

Lui guardò il libro, “Non ti interessa”, rispose.

“Sei sempre così acido?”

“E’ un trattamento speciale che riservo solo a te”

Non sapeva più cosa dire ma non gliel’avrebbe data vinta.

Lui voleva leggere quel maledetto libro, lei non gliel’avrebbe permesso così facilmente.

“Malfoy, alla fine che dolci abbiamo scelto ieri?”, arrossì leggermente.

Lo sguardo di lui s’era fatto beffardo e il ghigno divertito su quelle labbra volevano dire solo una cosa: la scena di lei ubriaca lo aveva divertito in maniera esagerata.

“Io ho optato per quei deliziosi pasticcini al limone”

“Pasticcini al limone? Sai che odio le cose al limone… hai chiesto la mia approvazione?”, domandò.

Draco abbandonò il libro sulla scrivania e si alzò in piedi.

“Certamente, e tu mi hai risposto dicendo che anche tu volevi sposare un limone, quindi dopo questa sparata ne ho dedotto che quei pasticcini andassero bene”

Sì, si stava divertendo!

Hermione cercò di ricordare cosa era accaduto il giorno prima in quel laboratorio di dolci dove aveva conosciuto Blaine Marshall, ma solo poche immagini sbiadite le balenarono in testa lasciandola solo ancora più confusa.

“Ricordo che mi era piaciuta una mousse al cioccolato”

“Oh sì, Granger! C’era anche quel decorativo ramoscello di caramello”

Gli occhi di Hermione sorrisero, “Esattamente! Perché non hai preferito quelli?”, domandò incuriosita.

Draco roteò leggermente gli occhi, “Perché piacciono a te!”

“Non è una risposta!”, ribattè lei adesso inviperita dal comportamento scocciante del ragazzo che le sedeva di fronte.

“E la tua non è una domanda che non merita una risposta soddisfacente! Ti basti sapere che limoni saranno e non sarai tu a farmi cambiare idea!”

Hermione era furiosa e irritata, ma lui sembrava non accorgersene.

Avrebbe voluto vomitargli addosso tutto il suo disappunto e milioni di domande che le gironzolavano in testa a piede libero senza nessuna logica spazio-temporale.

“Draco…”, le costò tanto dire quel nome, “Draco… perché ti comporti così?”

“Come dovrei comportami, Hermione?”, domandò stancamente.

“Come prima”, rispose lei flebilmente chinando il capo, rendendosi conto che non sapeva a quale prima volesse che tornasse.

“Vuoi che torni a chiamarti Mezzosangue?”

Cosa voleva?

Voleva che tornasse a prendersi gioco delle sue origini?

Voleva che tornasse a batti-beccare sui romanzi?

Voleva che tornasse ad abbracciarla?

 

Puff

 

“Cosa ci fai qui, David?”

David Urquhart era piombato nell’ufficio di Draco con aria palesemente sconvolta.

“Draco, ho assoluto bisogno del tuo aiuto!”, disse piagnucolando inginocchiandosi ai piedi dell’amico cercando di attirare l’attenzione tirandogli con veemenza i pantaloni.

Hermione si lasciò scappare un risolino.

“Qual è il problema?”, domandò Draco stancamente, cercando di staccare il suo amico dai suoi preziosi pantaloni.

“Cassidy”, rispose quello, mentre Draco lo alzava di peso e lo gettava come spazzatura sulla sedia.

“Cassidy per te è sempre stata un problema, perché non la lasci una volta per tutte?”

Hermione rizzò le orecchie, dopotutto poteva diventare una discussione interessante.

“A dire il vero non lo so”, fece pensieroso.

Draco sbuffò.

“Ma comunque non è questo il problema!”

“Ah no? Avevo sentito che il problema era Cassidy!”

David si arruffò i capelli, era più confuso di prima e forse invece di andare dal cinico Draco Malfoy sarebbe stato meglio rivolgersi a Blaise o Adrian, Theodore era fuori discussione poiché gli avrebbe offerto una sigaretta e sarebbe rimasto lì tutta la notte dimenticandosi del problema iniziale.

“Cassidy vuole conoscere i miei genitori.”

“E dove sta il problema?”, domandò scocciato Draco facendo a pezzi alcuni fogli.

“Draco, i miei odiano Cassidy. Credono che sia immatura e superficiale”

Hermione trattenne le risate con una gran forza di volontà.

 I signori Urquhart avevano azzeccato in pieno la profonda personalità di quella che sembrava essere una bambolina di porcellana.

“Hanno ragione”, ammise blando lui, continuando la sua opera di distruzione.

La mascella di David non potè far altro che toccare il pavimento.

“Mi aiuterai nonostante la considerazione che hai di lei?”, domandò speranzoso.

“Ok”, rispose laconico.

David gioì ed Hermione afferrò una carpetta che aveva abbandonato sulla scrivania di Draco.

“Ci vediamo domani”, annunciò prendendo la carpetta, ma Draco fu più veloce e le strinse il polso.

“Dove credi di andare?”, disse un po’ troppo ferocemente.

“A svolgere il mio lavoro di organizzatrice?”, domandò retoricamente.

“Granger, mi servi per attuare l’incontro tra Cassidy e i suoi genitori!”

Hermione e David stentarono a credere a ciò che avevano percepito le loro orecchie.

“Devo fingere di essere Cassidy?”, chiese divertita.

“Sarai sua cugina”

“E a quale scopo? Io sto con Cassidy, non con la cugina!”, ci tenne a precisare David.

Lo sguardo di Hermione sostenne il ragazzo, ma Draco sembrava non ascoltarli.

“David, hai chiesto il mio aiuto?”

“Sì”

“Perfetto. Domani prenderemo il tè con i tuoi genitori, David.”

David deglutì.

La parola di Draco era indiscutibile.

 

 

 

 

 

 

Sono un’idiota senza speranza, avevo postato il capitolo successivo a questo che ancora deve essere riveduto e corretto!

Me sbadata!

 

Questo è il sonno e dovrei davvero andare a schiacciare un sonnellino prima della notte insonne che mi attende con i miei amici.

 

Quindi vado ad abbracciare il mio cuscino, e ringrazio chi ha commentato, chi ha solo letto e 177 che hanno questa storia tra i preferiti.

Grazie mille.

 

Ah, guardate che la proposta di parlare di quello che più preferite è ancora valida.

Possiamo iniziare col dirmi che tempo fa nella vostra regione XD.

 

kIsSeS

 

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Capitolo 31
*** Air of Marriage ***


air

“Gardenie, pasticcini al limone e mousse al cioccolato e caramello…”

“Parli da sola, Hermione?”

Harry Potter e Ronald Weasley si erano materializzati nel suo appartamento e stavano già facendo razzia di cibo.

Hermione si massaggiò lentamente la fronte.

“No, è solo lavoro!”

“Bello!”, esclamò Ron ingozzandosi di patatine al formaggio.

Hermione lo lasciò perdere e li condusse in cucina, dove si attuò per preparare un pranzo almeno un po’ decente.

 

                                                        ***

 

Dopo tre giganteschi panini imbottiti di tutto, Ron era crollato sul divano facendo zapping alla TV e, Harry aveva ben deciso di andare a trovare Ginny visto il pomeriggio libero e lontano dal suo squallido ufficio al Ministero.

“Harry, io dovrei andare… di Ron che ne faccio?”

“Lascialo lì. Quando si renderà conto di non essere a casa sua sloggerà!”, rispose saggiamente prima di abbandonare l’appartamento della sua migliore amica.

Così, Hermione fece tesoro del consiglio di Harry, e presa la giacca e la borsa si presentò a casa Malfoy/Zabini per affinare il piano.

Avrebbe di gran lunga preferito lavorare.

 

                                                        ***

 

Blaise e David erano svaccati sui divani, che Draco considerava come figli, e stavano fumandosi qualche sigaretta ricordando i bei tempi andati di Hogwarts dove la loro unica preoccupazione era rendere la vita un inferno ai Grifondoro.

“Se potessi tornare indietro non dichiarerei amore eterno a Cassidy…”, sussurrò abbattuto David ciccando nel posacenere di cristallo che il padre di Blaise gli aveva portato da Murano.

“Se potessi tornare indietro giocherei a Quidditch…”, ammise Blaise mettendosi più comodo sul divano.

“Se potessi tornare indietro non vi vorrei come amici!”, tuonò Draco prima di schiantarli al muro e vedere se i suoi divani s’erano fatti qualcosa.

“Sei impazzito, Draco?”, domandò Blaise massaggiandosi testa e fondoschiena.

“Sapete perfettamente quanto valgono questi divani!”

David scosse la testa, “ Non te lo vorrei dire, Draco, ma le goccioline che cadono dal tuo corpo scolpito stanno cadendo sulla pelle dei tuoi preziosissimi divani… e come ben sai l’acqua potrebbe macchiarli”,disse, mentre Draco si malediceva e il campanello dell’appartamento suonava.

Blaise e David s’erano volatilizzati.

 

Aprì la porta senza interessarsi minimamente a chi potesse esserci aldilà della soglia di casa sua.

Hermione era intenta a saltellare su una gamba sola per cercare di sistemare la decolleté che le stava iniziando a dare fastidio.

“Granger?”, il tono incuriosito di Draco le fece alzare lo sguardo e non riuscì a staccarsi da quella visione praticamente perfetta che non aveva il piacere di osservare dalla mattina del fatidico ballo ad Hogwarts.

“Sono in anticipo, forse?”, domandò mentre Draco le faceva segno di accomodarsi.

“No, per niente. Adesso vado a vestirmi, tu fai come se fossi a casa tua.”

Hermione sorrise e sembrava tutto troppo strano poiché fino al giorno prima i comportamenti di Draco Malfoy erano completamente diversi e molto meno gentili.

 

                                                        ***

 

David e Blaise probabilmente erano morti.

Draco tardava nell’arrivare e Hermione aveva trovato sotto uno dei cuscini del divano un libro ed era rimasta folgorata dal titolo: Qual è l’indirizzo dell’amore?

Sapeva che apparteneva a Draco e che probabilmente lo stava rileggendo, solo che le sarebbe piaciuto sapere il perché.

Improvvisamente qualcuno suonò al campanello e come uscito dal nulla Draco andò ad aprire trovandosi davanti Cassidy ,nel suo golfino rosa abbinato alla borsa, che Draco avrebbe tanto voluto bruciare.

“Ciao Draco”, salutò baciandolo sulle guance.

“Cassidy”, rispose lui laconico.

Hermione si alzò dal divano e la andò a salutare, mentre Draco andava a cercare quei due idioti dei suoi amici.

 

                                                        ***

 

“In poche parole Hermione deve fingere di essere la cugina di Cassidy e conquistarli con il suo cervello cosicché i miei genitori si bevano che Cassidy è una ragazza seria?”, riassunse David mandando giù un bicchiere di Whisky Incendiario nella speranza che l’alcol riuscisse a fargli reggere quel pomeriggio massacrante.

“Esattamente”

“E tu a che servi, Draco?”, chiese Blaise mentre si dava da fare per preparare la cenetta romantica per Pansy.

“Ovviamente i signori Urquhart mi adorano e se fingiamo un matrimonio tra me e la fantomatica cugina, loro non potranno che volere il matrimonio tra Cassidy e David.”, spiegò soddisfatto abbandonandosi al suo divano.

“Sembra un piano fantastico!”, si ritrovò ad ammettere David, e senza che Cassidy avesse capito qualcosa si materializzarono a: Urquhart Manor.

 

                                                        ***

 

Il Maniero degli Urquhart era come tutti i manieri delle famiglie Purosangue: tetro.

Furono accolti da un elfo domestico, ed Hermione dovette ficcarsi le unghie nel palmo della mano per evitare di dire peste e corna sui Purosangue, e furono ricevuti da mamma e papà Urquhart.

Hermione fu presentata con il nome di: Meredith Gordon.

Il salone sfoggiava una tappezzeria piuttosto tetra accompagnata da sinistri tendaggi piuttosto pesanti che trasmettevano grigiore.

Draco e David stavano già discutendo del più e del meno con i padroni di casa quando Hermione si sentì tirata in ballo, iniziava la recita.

“Quindi vi sposerete?”, domandò cortesemente la signora.

Draco sfoggiò il suo sorriso migliore mentre la sua mano si intrecciava a quella di lei.

Inevitabilmente Hermione arrossì e la signora la trovò così innamorata che il suo cuore di ghiaccio non potè far altro che sciogliersi alla vista di due ragazzi così pieni d’amore l’uno per l’altra.

“Oh sì, tra circa un mese”, rispose garbatamente Hermione.

“Lavori al Ministero?”, domandò il padre.

“Sì, all’ufficio per i giochi e sport magici insieme a mia cugina Cassidy”, era stato tutto progettato per far apparire quel lavoro come il mestiere più appagante e interessante che potesse esistere.

“Ed è soddisfacente?”

“Non avrei potuto desiderare di meglio! Lo sport è importante, è una disciplina completa che se portata a termine col giusto impegno può fornire delle solide basi”

I signori Urquhart erano estasiati, e dire che avevano sempre pensato che Cassidy fosse un’idiota come lo era ogni membro della sua nobilissima famiglia.

Il signor Urquhart fece scivolare gli occhiali in osso di drago sulla punta del naso, un po’ incerto a proposito di questo imminente matrimonio.

“E siete davvero sicuri di volervi sposare?”

Hermione stava per rispondere, ma Draco fu più veloce, e cingendole le spalle si accinse a parlare; “Stiamo insieme dal sesto anno ad Hogwarts e la amo più di prima”. Si guardarono e si sorrisero.

Sto recitando. Continuavano a ripetersi nelle loro testoline annebbiate da quel semplice gesto che vedeva le loro dita intrecciate come lo erano state parecchie volte.

“Sesto anno ad Hogwarts? Ma è magnifico!”, esultò la donna.

“Madre,a  proposito di questo…”, iniziò David, “…volevo dirvi che anche io e Cassidy vorremmo sposarci”

La donna, a quella rivelazione, ebbe un principio di mancamento.

“Tu e Cassidy?”, chiese titubante mentre una strana smorfia, rassomigliante al disgusto, si dipingeva sul suo viso esageratamente truccato.

“Sì, madre. Anche io e Cassidy ci amiamo dal sesto anno”, David cercò di agganciarsi al discorso sperando vivamente che non gli lanciasse uno di quei vasi cinesi decantati tanto nel mondo magico cinese.

“E allora?”, domandò accigliata.

“Madre… non capisco perché l’unione tra Draco e Meredith sia da voi vista di buon occhio mentre quella mia con Cassidy…”

La discussione stava prendendo una brutta piega, e per quanto Hermione avesse dato una buona intenzione, probabilmente i signori Urquhart detestavano solo Cassidy e non gli altri componenti della sua nobilissima famiglia.

Draco, dopo aver sorseggiato il suo Chardonnay, cercò di riprendere in mano le redini della situazione assurda che s’era venuta a creare, poi però si guardò intorno e si disse che non c’era più nulla da fare e che Hermione doveva procedere con l’organizzazione, quindi era meglio levare le tende.

Si alzò in piedi continuando a tenerla per mano.

“Andate già via?”

“Siamo davvero dispiaciuti, ma Meredith ed io abbiamo degli impegni improrogabili”, annunciò garbatamente mentre David lo guardava spaurito.

I convenevoli erano sempre stati snervanti, ma un’ultima frase fece capire a David che dopotutto Draco gli voleva davvero bene anche se aveva uno strano modo di dimostrarlo: “Darebbe la vita per lei, meglio un matrimonio che un funerale”, disse ai padroni di casa quasi in un sussurro, prima di imboccare l’uscita e materializzarsi alla gelateria Fortebraccio.

 

 

 

 

                                                                       ########

 

 

 

Eccomi con il capitolo a Urquhart Manor, come avrete di certo capito è un capitolo di transizione che reputo abbastanza importante per via di ciò che accadrà nel prossimo capitolo.

Inoltre, vi annuncio che credo che alla fine della storia manchino più o meno 3 capitoli, tutto dipende dalla mia logorrea e improvvisi colpi di genio.

Nonostante il capitolo sia piuttosto corto, spero comunque che sia stato di vostro gradimento.

Ringrazio coloro che mi hanno detto che tempo faceva nella loro regione, e finalmente dopo due giorni di diluvio posso anch’io dirvi che si muore di caldo.

Ma a dirla tutta non so se è un bene XD

 

Vorrei potermi collegare ad un qualche discorso, ma dato che i miei sono partiti, la casa è nelle mie mani ed è mio dovere non farla marcire XD.

 

Grazie di cuore a tutti, e soprattutto grazie per la vostra pazienza.

 

Kisses

 

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Capitolo 32
*** Lesson number ten: Better using the past? ***


ten

Era quasi il tramonto quando Draco ed Hermione si materializzarono ancora mano nella mano.

Draco avanzava indisturbato verso Florian ed Hermione si ritrovò a seguirlo, visto che la presa era piuttosto salda e lui sembrava essersi dimenticato di lasciarle la mano.

“Dra…”, rinsavì immediatamente e cercò di coprire l’inizio del nome con finti colpi di tosse che, ovviamente, lo fecero voltare.

“Tutto bene?”, domandò allarmato.

“Oh sì! Senti, potresti lasciarmi la mano?”, domandò garbatamente e cercando anche di non far trapelare ciò che le stava accadendo all’altezza del petto.

L’imbarazzo lo avvolse col suo manto, non si era davvero reso conto di stringere quella mano nella sua, e con molta probabilità era così folle la voglia di farlo che forse gli sembrava tutto frutto della sua testa malata.

 

                                                        ***

 

Una gigantesca granita alla menta e un inverosimile coppa stracolma di gelato vaniglia e caramello si ergevano sul piccolo tavolino di vimini.

“Mancano semplicemente il rinfresco e la musica… a dire il vero la musica è il mio problema.”, ammise Hermione sconsolata.

“Stando al fatto che gli inviti sono già stati mandati, i dolci, i vini e i fiori sono stati scelti… l’unica tua preoccupazione sono gli stuzzichini.”

Hermione assaporò l’ennesimo cucchiaino di gelato, “A dire il vero, ciò che mi preoccupa maggiormente è la musica… a chi potrei rivolgermi?Celestina? Gli Unbalanced?”

E fu un istante.

Non che le canzoni di quello strano gruppo avessero fatto da colonna sonora al loro amore adolescenziale, ma in qualche modo erano legati a dei ricordi, ai ricordi di una sera. La sera.

“Non dovrai ingaggiare neanche le Sorelle Stravagarie, tranquilla! La stessa Cathie Bardam mi ha fatto pervenire, via gufo, la sua preferenza musicale e tu non devi preoccuparti di nulla”.

Hermione trasse un sospiro di sollievo e un po’ più felice continuò a mangiare la sua coppa di gelato dalle dimensioni esagerate.

 

                                                        ***

 

Era tutto troppo strano.

Draco sembrava essere di buonumore e ad Hermione faceva uno strano effetto.

Il giorno prima sembrava che il nervosismo si fosse personificato in lui, e le altre volte in cui era stata costretta dal lavoro a stargli accanto non aveva mai avvertito nessuna sensazione di tranquillità, e di sicuro lui non aveva fatto nulla per metterla a suo agio.

Con molta probabilità il fingere di sposarsi con la fantomatica Meredith Gordon gli aveva rilassato i nervi facendogli dimenticare un bel paio di cose.

Draco intanto giocherellava con la cannuccia.

Erano avvolti dal silenzio, ma stranamente non sembrava essere imbarazzante.

Non lo era per niente.

“Come mai stai rileggendo: Qual è l’indirizzo dell’amore?”, chiese lei a bruciapelo facendogli andare di traverso la granita.

“Perché ti interessa tanto?”, domandò lui a sua volta dopo essersi ripreso.

Hermione si portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio e prese a giocherellare con alcuni tovaglioli incantati; “Non hai risposto!”, ribattè serafica incatenando il suo sguardo incandescente a quello di Draco.

“Lo vuoi davvero sapere?”

“Sì”

“E’ l’unico libro superstite”, ammise tristemente.

“In che senso?”, chiese curiosa.

“Blaise non trovando le bacchette ha ben deciso di accendere il camino usando tutti i libri che possedevo!”

Hermione, a quella rivelazione, riuscì a trattenere a stento le risate immaginandosi quel ipotetica scena per cui Draco era rimasto senza libri se non quello di una stupida storia d’amore tra due idioti.

“Ovviamente, Granger, la sto rileggendo per non trovarmi impreparato davanti a Cathie Bardam, e più lo leggo, più quei due mi sembrano degli idioti”

Improvvisamente Hermione prese ad applaudire, “Cosa stai facendo?”, domandò lui leggermente perplesso dal gesto della ragazza.

“Sai Malfoy, è strano sentire che sono solo due idioti e lei non è una puttana!”

“Suvvia Granger, Sharon è la tipica ragazza idiota che non riesce a vedere le cose ovvie”

Hermione assunse un’aria pensierosa. Fintamente pensierosa.

“Alla lezione della Romance ti chiesi come mai non pensavi a Trevor come un insulso sentimentale e tu rispondesti dicendo che non avevi abbastanza elementi per giudicarlo…adesso ne hai?”

Una domanda a cui aveva sempre voluto una risposta da lui.

Intanto qualcosa si smuoveva nelle viscere del ragazzo e l’unica soluzione che riuscì a trovare fu quella di accendersi una sigaretta.

“Forse qualcuno in più.”, concesse lui.

“E sarebbe?”, incalzò lei più curiosa che mai.

“Si innamora di un sorriso e se ben ricordi a quella lezione mostrai il mio disappunto…”

Hermione sorrise, “Ricordo benissimo! Secondo te è patetico che qualcuno si innamori di un sorriso”

Draco chinò il capo sentendosi colpevole, “Era”, aggiunse in un sussurro.

“Era?”, ripeté lei non capendo.

Aspirò una boccata dalla sigaretta; “Era patetico. Non posso più sostenere quella convinzione con ardore”

“E perché?”, domandò non prima di accorgersi della domanda totalmente idiota.

L’unica cosa da fare era mordersi la lingua e ripetersi che era un’idiota senza scuse.

“Lo sai… il perché.”

Hermione si sentì morire.

“Tu non credi che Sharon e Trevor siano due idioti?”, domandò lui non percependo il dolore interiore della ragazza.

“Concordo con te nel dire che lei è più stupida perché non vede le cose ovvie, però anche lui sbaglia.”

“E in cosa?”

“Lui è orgoglioso e la ama con tutto se stesso, non capisco perché non glielo dice immediatamente… non ha senso!”

“Il senso ce l’ha, invece.”, Hermione lo invitò a proseguire con lo sguardo, “Se Trevor non fa il primo passo è perché ha paura di Sharon”

Hermione arricciò il nasino, perplessa.

“Ma lui la ama, non ha paura!”, sostenne con ardore.

Draco ghignò divertito, “Non sto di certo dicendo che la vede come un orco, ha paura della reazione di Sharon perché è lui il primo ad avere problemi con i suoi sentimenti…”

Hermione rimase a bocca aperta davanti all’analisi dettagliata che Draco aveva fatto di Trevor, e si congratulò mentalmente con se stessa per essere riuscita, durante le lezioni della Romance, a fargli esplorare il lato umano e psicologico dei protagonisti dei romanzi che lui odiava tanto leggere.

Aveva portato a termine la missione: Liberiamo i Purosangue dagli stereotipi.

“… e scopre qual è l’indirizzo dell'’amore.”, aggiunse lei.

“Già”

“Continui a sostenere che non esiste?”

“Continuo a sostenere che l’amore non ha un indirizzo, ma esiste!”

Un lampo illuminò il cielo susseguito immediatamente da un tuono che sembrò squarciare sia il cielo che la terra.

“Ed io che volevo andare a fare footing questa sera”, ammise tristemente Hermione mentre una fitta pioggia scendeva dal cielo.

“Dovrai rimandare”, disse ridacchiando Draco.

“C’è una cosa che non capisco.”

“Cosa?”

“Perché stiamo sotto la pioggia invece di metterci al riparo?”, domandò mentre la pioggia diventava sempre più forte.

“Io amo stare sotto la pioggia, ma tu?”,

L’aveva di nuovo presa in contropiede.

“Cercavo un compagno per fare  footing”, disse sorridente mentre cercava di sistemare i capelli bagnati e appiccicaticci sul volto che le impedivano la vista.

“Io posso solo proporti una passeggiata verso l’ufficio”.

E’ così, come due idioti, iniziarono a passeggiare sotto la pioggia incuranti di prendersi la febbre o la broncopolmonite.

 

                                                        ***

 

 

Passeggiavano ancora, incuranti della pioggia che sembrava non voler diminuire la sua forza. Non parlavano di qualcosa in particolare… straparlavano, sperando che l’altro credesse alla boiata che la pioggia gli avesse allagato la scatola cranica.

“Questa è casa mia”, annunciò poco dopo Hermione.

Draco scostò i capelli bagnati dal viso, “Lo so, Granger.”, disse sorridendo.

“Come fai a saperlo?”, domandò lei un po’ perplessa non ricordandosi in quale occasione Draco aveva avuto il piacere di andare a casa sua visti i rapporti.

“Quando ti sei presa quella deliziosa sbornia!”

Hermione arrossì di brutto e pregò affinché l’oscurità della sera la coprisse da quegli occhi alle volte indiscreti.

“Imbarazzata?”, domandò avvicinandosi a lei mentre sulle labbra di lei nasceva un delizioso sorriso realmente imbarazzato.

La pioggia continuava a scendere imperterrita mentre l’odore di terriccio bagnato si disperdeva nell’aria conquistando i sensi dei passanti che frettolosamente cercavano di mettersi al riparo; Hermione avvertiva un susseguirsi di brividi caldi lungo la schiena e si disse che probabilmente era un principio di febbre.

“Credo che… sia meglio che entri in casa, non vorrei che l’organizzatrice d’eventi si buscasse un malanno e mi lasciasse nella melma.”

“Non succederà”, disse lei flebilmente.

Erano così vicini che Hermione percepì il respiro di Draco mischiato all’odore della pioggia, agognava da mesi un contatto con quelle dolcissime labbra che sapevano trasportarla lontano, solo che fu solo una dolce illusione, poiché la bocca di Draco slittò sulla sua guancia bagnata facendole avvertire un brivido ghiacciato lungo la spina dorsale.

“’Notte Granger”, sussurrò al suo orecchio.

“’Notte Malfoy”, rispose, prima di voltarsi e inserire la piccola chiave nella serratura della porta d’ingresso.

 

                                                        ***

 

La chiave girò nella serratura mentre Hermione scuoteva la testolina e sorrideva finalmente realmente felice.

E in cuor suo sapeva che anche il ragazzo che le dava le spalle e affrontava a testa alta quella pioggia impetuosa, sorrideva.

 

Draco Malfoy sorrideva.

 

 

 

 

 

 

 

Niente più Hogwarts, ma davanti ad un gelato di Florian Fortebraccio non si può non inscenare una lezione con la RomanceJ

Ho postato alla velocità della luce sperando che questo capitolo vi sia piaciuto e che non era meglio che li facevo litigare di brutto…

Alla fine manca davvero pochissimo, un litigio non sistemerebbe le cose.

 

Ringrazio coloro che hanno recensito:

 

Lucy Light: Manca davvero poco e non scherzo! La casa va per i fatti suoi anche se tento di dare una parvenza d’ordine! Non so come ciò sia possibile!

Per il matrimonio… beh, poveretti! Se sono due idioti, l’autrice che può farci? XDXD

 

meli_mao: L’ultimo capitolo si avvicina sempre più… ed io ne sentirò la mancanza, perché ormai amo questa storia e mi dispiace davvero tanto ultimarla, ma in qualche modo sta storia doveva trovare una fineJ

 

cleo88: E’ stato un aggiornamento abbastanza vicino? Credo proprio di sì!

Siete tutti davvero adorabili, visto che questi due ci stanno arrivando con troppa lentezza all’ovvia verità!XD

 

AuraD: Devono pur convincersi che non sono idioti come Sharon e Trevor, no?

Poveri sciocchi, parlano tanto ma non sanno che Sharon e Trevor sono praticamente loroJ Dovrei spiegarglielo…

 

Marygenoana: Eh già… almeno stanno iniziando a vedere l’uscita del tunnelJ

 

Lilyblack: Ti capisco, anch’io mi rileggo le storie che mi hanno comlpito proprio tanto, e quindi sono davvero lusingata perché non avrei mai creduto che questa storia sarebbe piaciuta così tantoJ

 

Piperina: I signori Urquhart sono un po’ da manicomio come il loro adorato figlioletto che non riesce a vivere senza Cassidy nonostante continui a ritenerla una presenza catastrofica nella sua vita! Ah..l’amour!

E adesso, speriamo che Draco ed Hermione si sveglino, le premesse ci sono tutte, trovi?

 

Chaoreborn_the_Sad: Sentivo la tua mancanza e di certo non sono andata ad immaginarmi che eri in SveziaJ

Gli Urquhart hanno portato ad un gelato ed il gelato.. beh… spero che sia colto il cambiamento! Sai che figura se sono l’unica che vede cambiamenti in questo capitolo…

Guarisci presto dal mal di gola.

 

Mars: Anche secondo me… però non diciamolo in giroJ

 

Grazie di cuore e adesso vado ad avvelenare mio fratello con la cena XDXDXD

 

Kisses

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Capitolo 33
*** Il telefono squilla sempre due volte ***


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“Il dottor Smuss ha finanziato questa incredibile iniziativa, cercare una cura al Vaiolo di Drago utilizzando gli escrementi degli Snasi porterà la nostra società magica a livelli inimmaginabili. Che poi, mio caro Draco, tuo nonno Abraxas è morto proprio per quella malattia… dovresti versare qualcosa in beneficenza… l’iniziativa ha bisogno di fondi, e tu dovresti essere il primo, il tuo caro nonnino c’ha rimesso la vita”.

Rufus Scrimgeour lo stava letteralmente rimbambendo, mentre il povero Draco avrebbe solo voluto rispondergli che a lui di suo nonno non gliene era mai fregato nulla e che la merda degli Snasi non avrebbe mai potuto creare un antidoto per quella malattia.

“Non vorrei mancare di rispetto al dottor Smuss, ma siamo realmente sicuri che gli escrementi degli Snasi salveranno le sorti del mondo?”

“Comprendo il tuo scetticismo, ma sono stati fatti degli studi e…”

…e Draco avrebbe tanto voluto spalmarglieli in faccia i suoi preziosi e puzzolenti  escrementi di Snaso.

 

                                                        ***

 

La dolce musica di un gruppo di violinisti scogniti, scelti dalla Bardam,  riecheggiava per tutto il salone elegantemente addobbato.

Era stato tutto scelto nei minimi dettagli e il senso di leggerezza e tranquillità che si riusciva ad avvertire era totalmente inverosimile.

Hermione Granger aveva davvero fatto un buon lavoro e Draco ne era pienamente e sinceramente orgoglioso, solo che ancora, dopo circa trenta minuti di rimbambimento, non le aveva ancora visto varcare il portone d’ingresso.

“Hai sentito di quell’imbroglio che ha visto protagonista la Gringott?”

Draco afferrò l’ennesimo calice di prosecco e si accinse a rispondere all’ennesima domanda soporifera del Ministro della Magia, sperando che lo cogliesse un infarto.

“Ho solo sentito dire che numerosi Goblin si sono dimessi…”, rispose, mandando giù in un solo sorso il prosecco.

 

                                                        ***

 

Nel medesimo istante, Hermione Granger, stava vivendo un vero e proprio incubo.

Hermione indossava un abitino nero che le lasciava le spalle scoperte e che scendeva morbido lungo i fianchi finendo al ginocchio in una gonnellina svasata di tulle, anch’esso nero.

Decolletè di vernice nera a calzarle i piedi e a risaltare le gambe snelle e tornite, e una pochette, e di certo non era l’abbigliamento adatto per andare incontro ad un temporale che andava avanti da ben tre giorni senza sosta.

Se i maghi avessero ammesso l’utilizzo delle macchine babbane, il problema non si sarebbe posto, ma siccome l’utilizzo delle automobili era stato accolto da una grassa risata da parte del Ministro della Magia, Hermione non riusciva a vedere nessuna soluzione.

Anche se esisteva…

Saber stava sgranocchiando l’ultimo pacco della sua scorta di patatine al formaggio, prima che Ronald Weasley vi mettesse le manacce sopra.

“C’è una spiegazione al fatto che sei ancora qui invece di essere lì?”

Guardò Saber come se non meritasse nemmeno un mugolio per risposta.

“Il temporale”, ammise tristemente con lo sguardo rivolto verso la finestra.

La biondina si avvicinò di più alla sua sciocca amica; “E dire che alcune voci mi hanno riferito che eri la strega più intelligente ad Hogwarts…”

“Cosa stai cercando di dirmi?”, domandò, finalmente rivolgendo lo sguardo alla sua coinquilina.

“Sei una strega, Hermione! E hai anche superato l’esame per la Materializzazione!”

La leggiadra manina della stessa Hermione si spiaccicò con forza sulla sua testolina come a volersi dare della stupida.

Come non aveva potuto ricordarsi di essere una strega e di avere magiche facoltà?

 

                                                        ***

 

“Madame”.

Draco Malfoy sapeva come adulare e far cadere le donne ai suoi piedi e accendere la gelosia di eventuali, mariti e spasimanti vari; difatti il marito della Bardam, stava ribollendo di rabbia alla vista del biondino e del suo stucchevole baciamano.

“Signor Malfoy, che piacere, posso presentarle mio marito?”.

Draco porse la mano all’uomo accanto alla Bardam; doveva essere il protagonista maschile di: Qual è l’indirizzo dell'’amore?

Trevor, l’idiota.

“Matt Julians”

“Draco Malfoy”

E fu giusto in quel momento che Draco afferrò un altro calice colmo di prosecco.

In qualche modo doveva carburare.

“Zepphyrus mi aveva detto che la signorina Granger era un portento, ma non immaginavo riuscisse a dare vita a ciò…”, ammise estasiata guardandosi intorno, mentre Draco continuava a chiedersi dove diamine fosse finita.

 

                                                        ***

 

Hermione Granger si era appena materializzata fuori il portone, e aggiustatasi i capelli si decise ad entrare e notare il suo capolavoro di assoluta perfezione.

Adorava il suo lavoro e sapeva perfettamente che non poteva altro che ricevere valanghe di complimenti per il suo ineccepibile gusto.

 

“Perdonatemi, è appena arrivata l’organizzatrice”.

Cathie e Matt avevano annuito sorridenti a Draco e avevano continuato ad elogiare colui che aveva dato vita a quei deliziosi manicaretti divini.

 

                                                        ***

 

Felice di vederle varcare quel portone e ammaliato dall’eleganza e bellezza di Hermione, Draco le andò incontro baciando anche a lei il dorso della mano così come si usava ancora nelle famiglie Purosangue.

“Draco, ci stanno guardando tutti”

Era tornato l’uso del nome

Draco volse lo sguardo verso quella splendida creatura, “Lo so”

“Idiota”, rispose lei sorridendo mentre lui le offriva il braccio per condurla tra gli uomini facoltosi e le donne agghindate a festa, presenti in quella sala mentre si abbuffavano senza pietà dei manicaretti del dio della cucina: Blaine Marshall.

“Cathie Bardam e quel salame del marito vogliono conoscerti”.

“E’ possibile scappare?”, domandò lei.

Draco le si avvicinò, ed Hermione avvertì i capelli di lui solleticarle le spalle nude.

“Quando non ce la farai più a sostenere i loro vaneggiamenti, cercami tra la folla, ho qualche bottiglia di vino elfico nascosti di là…”

“La tua proposta mi alletta”, sussurrò lei, “Resta nei paraggi”.

“Sarò più vicino di quanto immagini”

Hermione sperò con tutta se stessa di non arrossire e far cadere la sua facciata di organizzatrice d’eventi seria e professionale che non flirta con il capo.

Che poi, a dirla tutta, lei non stava flirtando con Draco Malfoy. Per niente.

 

 

                                                        ***

 

Dopo gli stupidi convenevoli e tutti gli asfissianti complimenti, Hermione era già arrivata al terzo bicchiere di prosecco e sentiva che il suo corpo e la sua mente ne richiedevano immediatamente un altro per cercare di non tentare il suicidio.

“… Qual è l’indirizzo dell'’amore? Mi ha portata al successo, però credo anche nella riuscita di questo secondo mio romanzo.”

Hermione tracannò il quarto bicchiere e si accinse a rispondere; “C’è da dire che il tuo modo di scrivere è molto fresco e credo proprio che: Il telefono squilla sempre due volte, farà in breve il giro del mondo magico e non…”

“Oh, lo spero tanto, Hermione”

Hermione improvvisamente fece più attenzione all’uomo che stava di fianco a Cathie e si ricordò che il libro che l’aveva lanciata era autobiografico e che a rigor di logica il silenzioso Matt doveva essere il Trevor del libro, il viziato, silenzioso e arrogante Trevor.

L’istantaneo annebbiamento svanì di colpo, lasciando Hermione con strani pensieri per la testa che si trasformavano in insoliti perché.

Perché che avevano bisogno di risposte, e il solo pensare che: Qual è l’indirizzo dell'’amore?  Era una domanda, stava iniziando a darle fastidio, e così, chiedendo scusa si allontanò dalla coppia per andare alla ricerca di una testa bionda.

 

                                                                 ***

 

Non fu affatto difficile localizzarla.

Stava parlando con alcuni funzionari anziani del Ministero della Magia, e non ne sembrava propriamente entusiasta.

Hermione gli si avvicinò e gli uomini la accolsero un pò troppo calorosamente per i gusti di Draco.

Era geloso marcio

E la cosa che gli faceva più male era sapere che Hermione era libera da ogni legame, e che niente lo legava a lui se non un normale rapporto di lavoro.

Un rapporto di lavoro instaurato grazie al destino

Dopo essersi liberata dalle calorose presentazioni di quegli uomini piuttosto espansivi, Hermione si decise a parlare, “Mi dispiace interromperla, signor Malfoy, ma un piccolo problemino nelle cucine richiede la sua presenza”, facendo in modo che il suo tono di voce, le sue movenze e le parole scelte risuonassero il più professionali possibile.

“Con permesso”

E con maestria riuscirono ad allontanarsi da quel salone pieno di paroloni e ritagliare un piccolo spazio per loro due e magari un brindisi all’ipocrisia di cui erano intrisi eventi di quel genere.

 

                                                        ***

 

 

 

“Quale piccolo problemino richiede la mia presenza?”, domandò lui divertito mentre girando l’angolo finivano in una specie di dispensa secondaria.

“Mi stavo annoiando, Malfoy”, ammise lei guardandosi intorno e notando numerosi sacchi di farina, marmellate e uova.

Draco guardò il suo orologio da polso, “Mancano circa venticinque minuti alla presentazione che dovrò fare del libro della Bardam”, disse un po’ scocciato.

“Quindi abbiamo venticinque minuti per ubriacarci… peccato che io qui non veda altro che confettura di ciliegie”, disse avvicinandosi allo scaffale e prendendone il barattolino in mano.

“Vuoi ubriacarti con le ciliegie?”

“Secondo te ci riusciremo?”, domandò mentre svitandone il tappo si portava il dito, precedentemente immerso nella confettura, alla bocca; “E’ buona!”

Erano in una dispensa dimenticata da Merlino da soli, con un barattolino di confettura di ciliegie in mano e una voglia di baciarsi che rasentava l’assurdo.

Erano pazzi l’uno dell'’altra. Affamati l’uno del corpo dell'’altra.

Un unico desiderio: affondare nel sapore dell'’altro.

Fare l’amore

 

Il dito di Hermione pieno di marmellata si avvicinò alle labbra di Draco; lui catturò quel dito dolcissimo e lo assaporò con calma.

Hermione fremette, provava le stesse sensazioni della prima volta, e fu un attimo quando Draco catturò quelle labbra che bramava da tempo, in un bacio.

Dapprima le sfiorò appena, voleva essere sicuro che Hermione lo volesse quanto lui voleva lei, e dopo averla stretta di più a sé, lambì le labbra con la lingua prima che Hermione lo baciasse con tutto quel trasporto che provava nei suoi confronti e che era stato costretto ad un letargo che non avrebbe voluto conoscere.

 

L’impeto del bacio aveva portato le spalle di Draco a cozzare violentemente contro il muro, ma in quell’istante di puro idillio non sembrava essere un problema rilevante.

Le mani di lei immerse in quei soffici crini biondi che scendevano lungo la schiena nella disperata voglia di averlo più vicino.

Le mani di lui, impetuose e eccitanti si facevano largo sulle cosce di lei.

Un turbine di emozioni.

Avrebbe fatto l’amore con lei, per sempre.

Non riuscivano nemmeno a ricordare da quanto tempo non prendevano fiato, sembrava non ne avessero bisogno, o forse, non volevano averne bisogno per paura di trovarsi lontani e far finta di non amarsi.

“Voglio fare l’amore con te”, sussurrò Draco mentre le sue labbra lasciavano una scia infuocata di baci lungo il collo e le spalle di lei.

Hermione si strinse maggiormente al suo Draco inarcando la schiena e permettendo a Draco di scendere lungo i suoi seni.

Lo desiderava come non mai

 

                                                                  ***

 

 

 Le mani sapienti scesero lungo il bacino di Hermione per por salire a stuzzicarle i capezzoli ormai induriti.

Lei intanto trafficava con i bottoni della sua camicia, voleva che le sue mani entrassero a stretto contatto con quel petto glabro, scolpito e dalla pelle alabastrina.

Poggiò la sua piccola mano all’altezza del cuore del ragazzo dove il battito accelerato sembrava impazzito.

Ti amo

Non gliel’aveva mai detto per paura della reazione che avrebbe assunto lui, quando invece era stato proprio Draco a pronunciare quelle due parole che avevano avuto il potere di trasformare la sua vita in un inferno ghiacciato.

Ti amo

Non gliel’avrebbe detto.

 

                                                        ***

 

Un gemito strozzato uscì dalle labbra di Draco, mentre la mano di Hermione giocava con la cintura dei pantaloni facendosi strada sempre più in giù.

Lei lo guardò famelica, mentre le loro bocche si univano nuovamente.

 

“Ehm…signor Malfoy, signore…”, un piccolo elfo domestico era apparso alla porta, e dopo aver, involontariamente, visto quello che non avrebbe dovuto vedere, si nascose dietro la porta pronto a sbattere la testa al muro per la sua tempestività.

“…Signor Malfoy, è richiesto in sala, signore”

Hermione si aggiustò l’abito, mentre Draco si passava una mano tra i capelli con espressione indecifrabile dipinta sul volto.

“Sto arrivando”, disse stancamente, mentre prendeva ad abbottonarsi la camicia e indossare la giacca gettata malamente sul pavimento.

L’elfo era scappato via in preda ad isterismi.

“Sai di cosa dovrai parlare?”, domandò lei cercando di ridare una forma ai capelli.

“Credo di sì!”, disse lui prima di chinarsi e baciarla a fior di labbra.

 

                                                        ***

 

Nell’immenso salone nessuno sembrava aver avvertito la loro assenza, almeno prima del discorso di presentazione di: Il telefono squilla sempre due volte.

Salito sul palchetto insieme a Cathie Bardam cercò di ricordare di cosa parlasse quel romanzo.

Aveva la testa parecchio annebbiata

“Signore e signori, buonasera…”

Lo spettacolo, poteva cominciare

 

                                                        ***

 

“Dopo l’inaspettato successo di: Qual è l’indirizzo dell'’amore? Cathrine Anne Bardam, torna con un’altra frizzante storia d’amore…”

Era ormai lì che parlava del libro da parecchio tempo, e le domande di Hermione non avevano trovato nessuna risposta, forse, avevano accolto solo qualche altra domanda.

“Voglio fare l’amore con te”

Forse quella frase avrebbe potuto essere la risposta a tutti i suoi perché, ma la razionalità le suggeriva altre risposte molto meno romantiche.

Aveva la testa annebbiata, voleva sentire ancora il suo sapore, voleva urlargli contro che era un idiota e che lo amava… però continuava ad avere paura.

 

                                                                  ***

 

Quando ormai la presentazione fu ultimata, Draco fu catturato da numerose persone, più o meno importanti nella società magica.

Quando tutto fu finito Hermione era già andata via.

Quando Draco mise piede nel grande balcone che presentava una vista mozzafiato della Londra magica: aveva smesso di piovere.

 

 

 

 

 

____________________________________________________________________

 

 

Eccomi qui con il penultimo capitolo di questa fanfiction che vi tiene compagnia dal 25 Aprile 2007 e che a quanto pare non vi ha mai annoiati.

Siamo quasi arrivati alla fine e mi dispiace immensamente perché alla fine mi sono davvero affezionata a questi pazzi che non sanno che i veri idioti sono loro.

 

Come sempre il tempo è tiranno, quindi ringrazio meli_mao per la sua dolcezza e perché l’ho fatta piangere XD sei davvero adorabile!

 

Ringrazio mars e lilyblack per aver capito così profondamente le paure di Draco .

 

Ringrazio AuraD e marygenoana perché questo riavvicinamento lo hanno trovato dolcissimo.

 

Ringrazio SilVieTT4 e gypsy_rose90 perché  nel capitolo precedente volevano qualcosa di più di un bacio sulla guancia…e qui spero di avervi fatto abbastanza felici! XD      

 

Ringrazio Lucy Light e MartyViper perché vorrebbero che questa ff durasse in eterno.

 

Ringrazio Eva e Muny_4ever e sperando che Muny non sia collassata e dicendo ad Eva che no, non ho mai visto Serendipity! Ho per caso scritto qualcosa di estremamente uguale al film?

 

Ringrazio Merryluna solo perché è lei.

 

Ringrazio Checie e Chiaras per nona vermi abbandonata al mio destino, ma solo per cause di forza maggiore!

 

Ringrazio cleo88 e parisienne e mi accingo a rispondere alle vostre domande:

 

A Hermione Draco ricorda il Conte Fersen perché lei aveva visto qualcosa in quel ragazzo che andava dicendo che tutte erano puttane che lui, forse, non si sarebbe mai reso conto di avere.

Il Conte Fersen nella sua vita ha avuto milioni di donne e anche la relazione con Maria Antonietta nasce da un’attrazione sessuale che poi sfocia in un amore grandioso che porta il Conte ad ammettere che anche se altre donne scalderanno il suo letto l’unica che amerà sarà sempre la Regina di Francia.

Così Hermione vede Draco, sa che un giorno si innamorerà di una ragazza che gli ruberà l’anima. Sono stata abbastanza esaustiva?

 

Per il libro che dà il titolo alla storia, c’è il capitolo dedicato quello del gatto chiamato Gondeberga, non do molto risalto, ma doveva essere così perché il vero e proprio dialogo su quel libro lo avrebbero avuto solo a fine storia.

 

Grazie di cuore a tutti.

 

Al prossimo e ultimo capitolo.

 

Kisses

 

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Capitolo 34
*** Qual è l'indirizzo dell'amore? ***


indirizzo

Draco Malfoy aveva trascorso tutta la notte a pensare a ciò che era accaduto in quella dispensa  grazie al piccolo e provvidenziale aiuto di un barattolino pieno di confettura di ciliegie.

Aveva passeggiato in lungo e in largo avendo per la testa l’assillante voglia di infischiarsene dell’orario e andare da Hermione, ma poi quando si guardava intorno e notava che ormai la Londra Magica dormiva da un pezzo, si rassegnava e continuava a vagare senza meta sperando solo che lo cogliesse Morfeo.

 

Erano le 5 del mattino quando decise di tornare a casa e svegliare Blaise.

 

                                                                  ***

 

“Draco, sono le 5 del mattino, voglio dormire!”

“Dai su, Blaise. Guardiamo insieme il sorgere del sole”

“Ma mancano tre quarti d’ora!”, disse sbuffando e imprecando mentalmente contro il romanticismo mattiniero del suo migliore amico, “E poi a te l’alba non è mai piaciuta! Per Merlino, hai vissuto nelle tenebre per anni ed hai sempre sostenuto che il sole portava solo sudore”, proseguì.

“E allora?”

“E allora? Tu odi sudare”

“Blaise, si vede che stai ancora dormendo… perché c’è una particolare circostanza in cui sudare non mi dispiace per niente”, disse ammiccando nella sua direzione.

Blaise alzò la testa, sconvolto.

“Draco, non vorrai sudare con me guardando l’alba, vero?”, domandò per essere sicuro della sessualità del suo amico, “Dovresti frequentare una donna!”, asserì saggiamente ricacciando la testa sotto al cuscino che Draco buttò per terra provvidenzialmente.

“Lo farei, se non fossero le cinque del mattino…”

“Dormi”

“No, voglio vedere l’alba… e tu, verrai con me!”, e caricatoselo sulle spalle, Blaise si ritrovò sul terrazzo avvolto in due piumoni e con una tazza di cioccolata fumante in mano continuando a vomitare complimenti su un Draco particolarmente felice.

 

 

                                                        ***

 

Blaise aveva ragione da vendere quando diceva che Draco odiava l’alba, ma Blaise ignorava il vero motivo per cui il suo arcigno amico biondo voleva vedere quella maledetta alba.

Non sapeva cosa si celava dietro quella maledetta voglia di veder sorgere il sole e non andare a dormire dopo una nottata trascorsa in una grande sala a rimbambirsi con gli uomini vecchi e noiosi del Ministero.

“Ti va un caffè?”

“Gradirei di più un letto e un cuscino”

Draco sbuffò sonoramente, “Ci vuole spirito attivo per affrontare la vita!”

Un’espressione di puro terrore si dipinse sul volto del Blaise dormiente, si alzò in piedi e con grande fatica si avvicinò all’amico e prese a scuoterlo per le spalle, “Tu non sei il sadico, cinico, arrogante, vanitoso … e poi non mi viene in mente più niente, Draco Malfoy! Dov’è lui? Che ne hai fatto?”, cominciò a chiedere continuando a scuoterlo.

“Blaise, non c’è nessuno nel mio corpo!”, disse lui sorridendo e staccando la presa dell’amico dalle sue spalle che continuava a scuotere un po’ troppo debolmente.

“E comunque non conosco nessuno pronto ad affrontare la vita alle cinque e venti del mattino!”, asserì, prima di sistemarsi meglio nei suoi due piumoni e rimanere incantato dal sorgere del sole.

 

                                                        ***

 

Erano ormai le sei e trenta, e Draco non aveva ancora permesso a Blaise di tornare tra le calde coperte del suo comodo letto, poiché lo aveva costretto a giocare a Scacchi Magici per un’intera mattinata.

“Draco, sono stanco…”

Draco guardò l’orologio e nella sua testa si disse che era un orario più che decente per farsi una sana corsetta e arrivare alla dimora di una particolare ragazza che la sera prima non aveva avuto il piacere di salutare con dovuta accuratezza.

“Puoi andare a dormire, se vuoi…”, disse Draco guardandosi intorno come se stesse cercando qualcosa che continuava a sfuggirgli.

“Posso andare a dormire? Ora?”

Draco annuì incurante dello sbraitare di Blaise.

“Devo andare a lavorare, Draco! E sappi che se un giorno non mi dirai perché mi hai fatto vedere l’alba io ti ucciderò nel sonno, intesi?”

Draco guardò il suo amico continuare a minacciarlo attraverso i due piumoni e si mise a ridere di gusto.

“E adesso dove vai?”

“A fare footing!”

Blaise rimase imbalsamato per la decima volta in quelle poche ore di ciondolamenti e sbadigli più o meno rumorosi.

Draco Malfoy aveva sempre odiato l’alba, aveva sempre odiato sudare e quindi fare footing e di sicuro non era da lui vestirsi da comune babbano.

Perché mai ai suoi occhi si presentava vestito da comune babbano con una voglia immonda di fare footing all’alba?

Non riuscì a dar voce a tutte quelle domande che Draco Malfoy era uscito dall’appartamento e si accingeva a raggiungere la sua meta.

 

 

                                                        ***

 

Correva come un pazzo perché non ce la faceva più a tenere dentro quell’esplosione.

Aveva bisogno di lei come aveva bisogno dell’aria.

Non guardava dove metteva i piedi, non notava il risvegliarsi della città con i suoi abitanti che ancora impastati di sonno ciondolavano per cercare di essere puntuali ai loro posti di lavoro.

Tutto sembrava ancora dormiente

Erano le sette del mattino quando raggiunse il suo traguardo: un anonima villetta situata sul lungo viale alberato che attraversava la città.

Si appoggiò stancamente al portone cercando di riprendere fiato prima di suonare il campanello e forse svegliarla.

 

                                                        ***

 

Hermione Granger si era addormentata sullo scomodo divano della cucina leggendo il nuovo libro della Bardam e aspettando invano Saber, che senza avvertirla era rimasta in compagnia di un vecchio compagno di Durmstrang in visita in Inghilterra.

Dormiva beata quando il suono assordante del campanello la fece sussultare e cadere rovinosamente per terra.

“Giuro che ammazzo lo stronzo che…”, cominciò ad imprecare massaggiandosi la schiena dolorante per la botta subita.

Il campanello continuava a suonare senza ritegno e Hermione, ancora assonnata, si portava ciondolando all’ingresso imprecando senza pietà, tanto che sbattè anche il piede su di un piccolo mobiletto quasi vicino l’ingresso.

“Porca Pluffa!”, disse Hermione saltellando per via del dolore anche al piede.

Il campanello continuava a suonare

“Merda! Spero ci sia qualcuno in pericolo di vita!”. E quando un’ Hermione saltellante aprì la porta d’ingresso dell’anonima villetta, si ritrovò davanti l’unica persona che non credeva sarebbe andata a farle quell’improvvisata mattiniera facendola imprecare contro il mondo e tutti i suoi abitanti.

“Malfoy! Cosa diavolo ci fai qui? A quest’ora?”

Era un tantino sconvolta, ma Draco dovette ammettere a se stesso che con quella maglietta sformata e quei pantaloni era forse più bella e sensuale della sera prima.

“Spero tu abbia una motivazione decente, della serie Lord Voldemort è tornato in vita e adesso hai una cicatrice a forma di nuvola sulla guancia!”, annunciò inviperita mentre Draco rideva di gusto.

“No, niente Voldemort e niente cicatrici!”, disse avvicinandosi maggiormente a lei che continuava a non capire la presenza di Draco Malfoy sul suo zerbino scolorito dove al posto del Welcome era rimasto solo Come.

“ E allora?”, l’essere strappata dal sonno l’aveva resa nevrotica.

Draco continuò a guardarla come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, e adesso che sapeva cosa significava perderla non sarebbe mai più riuscito a perdonarsi se le sue paure sarebbero tornate a vorticare nella sua testa.

“E allora ho scoperto qual è l’indirizzo dell'’amore…”, rispose enigmaticamente facendo sbattere più volte le palpebre ad Hermione poiché insicura delle parole appena proferite da Draco.

“Prego?”, chiese dubbiosa.

“Hermione…”, e mentre Hermione sentiva che i suoi polmoni non ne volevano sapere di incamerare ossigeno, temeva e bramava quelle labbra allo stesso tempo.

Scosse la testa, incredula, perché era altamente impossibile che Draco Malfoy fosse sul suo zerbino scolorito.

Era altamente impossibile che fosse lì, alle sette del mattino più bello che mai, che le diceva di aver scoperto quale fosse l’indirizzo dell’amore.

“Draco, la Bardam deve averti dato alla testa”

“No, forse altro mi ha dato alla testa”

“Ecco, sarebbe meglio se andassi a dormire!”

“No”

“No??!?!!”, ripetè lei incredula.

“Hermione, ho finalmente capito che sono idiota proprio quanto Trevor e che tu sei idiota esattamente quanto Sharon”, ammise ghignando, mentre il suo sguardo persistente aveva fatto tingere di rosso le guance della ragazza che continuava a guardalo incredula.

“Trevor e Sharon? Che significa?”

Draco poggiò la schiena contro il muro e assunse il tipico atteggiamento canzonatorio che lo distingueva dalla massa di Hogwarts.

“Sai Granger, ti facevo più sveglia…”

Probabilmente voleva solo provocarla,ma lei era troppo intontita per rendersene conto.

“Malfoy, stai diventando insopportabile!”

“Suvvia, credevo solo che per una divoratrice di libri come te non sarebbe stato difficile capire il significato delle mie parole.”

Hermione lo guardò e convenne con se stessa che forse stava delirando proprio come quando lo aveva trovato moribondo in quel corridoio e dove poi l’aveva baciata a tradimento dicendole solo che quello era un buon motivo per rimanere lì, e che quindi era meglio tornare a casa e cercare di riprendere sonno.

“Tu stai delirando”, ammise divertita scuotendo la testa.

Draco notò la mano di lei sulla maniglia e subito l’afferrò per il polso.

“Hermione”

Trasalì al sentire il suo nome.

La serietà e profondità con la quale era stato proferito ricordavano molto il momento in cui con un Ti Amo…

Si voltò.

Tremava.

“Hai sempre sostenuto che io fossi un orgoglioso che non sarebbe mai sceso a patti con se stesso… che non avrei ammesso di aver sbagliato, di essere un idiota… ma adesso, adesso so di essere stato un idiota e lo sarei ancora se non fossi qui nonostante l’orario…”

Sussultava ad ogni parola proferita da quella calda voce, mentre il polso cominciava a bruciare sotto quel tocco.

“Hermione, la vera idiota sei tu!”

Di certo non si aspettava che quel monologo finisse con quella frase.

Adesso, le risultava ancora più complicato capire cosa diamine volesse Draco.

O forse lo sapeva e non voleva ammetterlo per orgoglio?

“Finiremo come Antonio e Cleopatra?”, domandò scorgendo lo sguardo basso e pensieroso della donna che amava.

“Non so cosa tu voglia dire, Draco”

Testarda

“Sei la solita idiota testarda!”, convenne sorridendo, mentre gli occhi di lei si accendevano battaglieri.

“Malfoy!”, ruggì, ma non ebbe il tempo di aggiungere altro che le sue labbra furono imprigionate dolcemente dal suo principe.

Fu un incedere calmo e armonioso che via via divenne sempre più impetuoso.

 

Erano nell’ingresso, mentre la porta sbatteva violentemente e il portaombrelli cadeva rovinosamente a terra facendoli sorridere l’uno sulle labbra dell'’altra.

Continuavano a baciarsi, le loro mani ovunque.

Ti amo, Hermione”

Sussultò. Il dolore era troppo. Non riusciva a controllarlo e Draco se ne accorse.

Rimasero in silenzio.

“Per sempre?”, riuscì a chiedergli flebilmente temendo una sua risposta.

Draco sorrise e la baciò ancora e ancora.

“Per sempre”

Hermione sfiorò le labbra di Draco e catturò quelle parole sigillandole con un bacio.

Dovevano essere sue, e sue soltanto.

 

 

 

                                                                  ***

 

Hermione era accoccolata al petto alabastrino di Draco e disegnava cerchi concentrici sul suo torace scolpito.

Aveva ancora una domanda da fargli.

“Draco?”

Si sollevò sui gomiti fino ad incontrare gli occhi grigi piuttosto stanchi del ragazzo.

“Posso farti una domanda?”

“Certo”

Lo sguardo di Hermione si fece piuttosto hermionesco, cosa che lo fece preoccupare.

“Qual è l’indirizzo dell'’amore?”, domandò sorridendo.

Draco fece per pensarci su mentre giocherellava con i boccoli che le ricadevano sulle spalle nude mentre lei si lasciava carezzare felice da quelle mani aspettando pazientemente una risposta.

Poi, il suo respiro caldo la raggiunse, “Londra Magica, 7 ArsMagica Terrace”.

Hermione sorrise felice e tempestando il volto di lui di baci, coprì i loro corpi con il lenzuolo.

“Ti amo, Draco”

Felici e innamorati

 

 

 

                                                        ***

 

Blaise Zabini, più stanco che mai dopo una giornata distruttiva visto l’impellente desiderio del suo caro amico e coinquilino Draco di vedere il sorgere del sole, sperava di trovarlo a casa per essere aiutato a svolgere un paio di cose, ma del biondino non c’era traccia.

Theodore, Adrian e David non avevano sue notizie e Blaise stava davvero iniziando a dare di matto.

“Porco Merlino, dove potrebbe essere?”

Ma le sue domande si dissolsero nel vento, non poteva di certo immaginare che Draco Malfoy fosse tra le braccia di Hermione Granger al 7 di ArsMagica Terrace.

 

 

                                                                                              The End

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ho davvero messo la parola Fine alla mia creazione?

Questi sì che sono momenti davvero emozionanti, forse lo è di più postare l’ultimo capitolo di una ff che ha dato parecchie soddisfazioni che il mio primo giorno da studentessa universitariaJ

Bando alla ciance, spero che questo finale non vi abbia delusi, insomma, alla fine questo indirizzo doveva pur sbucar fuori, no? XDXDXD

 

Non so davvero con quali parole ringraziare voi che mi avete sempre riempita di parole bellissime, e alle volte mi chiedo davvero se me le merito tutte.

Siete davvero speciali quindi un grazie pieno di affetto e stima a:

 

SiLvIeTT4, MartyViper, meli_mao, AuraD, Chaosreborn_the_Sad, Lucy Light, Checie, Muny_4Ever, piperina( I disegni sono realmente tuoi? Sei bravissima!); mars, cleo88, marygenoana, freehja, SweetChocolate e gypsy_rose90,

 

Ringrazio con affetto tutti coloro che mi hanno seguita e le 189 persone che hanno questa storia tra i preferiti!

 

Grazie!

 

Kisses

 

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