Qual è l'indirizzo dell'amore? di gemellina (/viewuser.php?uid=10499)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lesson number one: Juliet is a bitch ***
Capitolo 2: *** Lesson number two: Cathrine was Juliet's bestfriend ***
Capitolo 3: *** Lesson number three: What do you think about Ginevra? ***
Capitolo 4: *** Lesson number four: Gondeberga is a myth for me! ***
Capitolo 5: *** Lesson number five: A curious story between Beauty and the Beast ***
Capitolo 6: *** Galeotto fu il libro e chi lo scrisse ***
Capitolo 7: *** A serious party with Paolo and Francesca ***
Capitolo 8: *** I never loved nobody fully ***
Capitolo 9: *** Lesson number six: Sex affair ***
Capitolo 10: *** So goodnight moon ***
Capitolo 11: *** Go on and kiss the girl ***
Capitolo 12: *** Your kiss goes me...sick! ***
Capitolo 13: *** So close no matter how far ***
Capitolo 14: *** Lesson number seven: Two for tragedy ***
Capitolo 15: *** Why the Hell it means so much to me? ***
Capitolo 16: *** It's as If I'm playing with fire! ***
Capitolo 17: *** I care for no one else but you ***
Capitolo 18: *** Lesson number eight: Otello killed her 'cos he could not conceive anyone rape her ***
Capitolo 19: *** A piece of something to call mine... ***
Capitolo 20: *** A lie not to say the truth ***
Capitolo 21: *** There was once something that didn’t go… ***
Capitolo 22: *** The Ball: I don't believe it! ***
Capitolo 23: *** It's like an intense wish of oblivion... ***
Capitolo 24: *** 9 months, 16 days 8 hours and 35 minutes ***
Capitolo 25: *** Draco ti presento Hermione ***
Capitolo 26: *** Have you forgotten? ***
Capitolo 27: *** Houston, abbiamo un problema! ***
Capitolo 28: *** It's the vagina your problem? ***
Capitolo 29: *** Chocolate and Caramel ***
Capitolo 30: *** What do you want, Granger? ***
Capitolo 31: *** Air of Marriage ***
Capitolo 32: *** Lesson number ten: Better using the past? ***
Capitolo 33: *** Il telefono squilla sempre due volte ***
Capitolo 34: *** Qual è l'indirizzo dell'amore? ***
Capitolo 1 *** Lesson number one: Juliet is a bitch ***
indirizzo
Qual
è l’indirizzo dell'’amore?
Era
solo una porta, ma per Draco Malfoy rappresentava l’inizio della
fine.
***
Odori
dolciastri annebbiavano sia la visuale nella Sala Comune delle Serpi, sia il
cervello di alcune Serpi.
In
particolare: Blaise Zabini, Theodore Nott, David Urquhart, Adrian Pucey e Draco
Malfoy.
Sbracati
sui divanetti in broccato verde e circondati da numerose bottiglie in precedenza
stracolme di Firewisky e Vino Elfico, stavano entrando nella fase; Scommettiamo
che…
“Scommetto
10 zellini che Theo non riesce ad accendersi la sigaretta…”, nella sua
compostezza ed eleganza -nonostante tutto l’alcool e il fumo che circolava nelle
sue nobili vene- Blaise Zabini non sembrava uno che aveva subito l’attacco di un
Ippogrifo.
Invidiabile
nel suo stile.
“Blaise,
solo 10 zellini? Devo iniziare a credere che tua madre non riesce più a farsi
sposare da qualche uomo facoltoso?”, anche Draco Malfoy, nonostante il viso
stravolto, i capelli arruffati, la camicia irrimediabilmente stropicciata e la
cravatta allentata, sembrava reincarnare la
perfezione.
“Draco,
scommetto 10 zellini perché è di Theo che stiamo parlando...”, la frase provocò
l’offesa immediata da parte del giovane Nott, che stava tentando di accendersi
la sigaretta, cercando di evitare di dare fuoco al suo pizzetto, ma con scarsi
risultati.
Quel
semplice gesto con la mente totalmente annebbiata stava diventando qualcosa di
estremamente complesso.
“…se
scommettessi su di te, allora metterei in gioco i
Galeoni!”
Draco
aspirò una boccata dalla sigaretta che stava consumandosi per i fatti
suoi.
“Scommettiamo
5 Galeoni ciascuno che Draco entro domani abbandonerà Divinazione?”, propose
David.
Blaise
lo guardò soddisfatto e poco dopo sotto gli occhi di Draco Malfoy, i suoi
quattro compagni di sventura stavano siglando la sua
condanna.
***
Una
bravata tra compagni di Casa gli stava costando molto.
Erano
solo trascorsi pochi minuti da ciò che era successo, ed infatti, quella scena
sembrava non volerlo abbandonare.
Draco
Malfoy era seduto a gambe incrociate su uno dei giganteschi cuscini colorati che
nell’aula di Divinazione erano un’alternativa scomoda ai cari e vecchi banchi di
legno.
Nonostante
la circolazione sanguigna si fosse fermata, il suo cervello era ancora in grado
di nausearsi alla vista di Blaise e Pansy, che si scambiavano messaggini
d’amore, attraverso i fogli di pergamena che avrebbero dovuto servire per
l’esercizio appena spiegato dalla Cooman.
“Dovete
semplicemente scribacchiare qualcosa sul foglio e il vostro compagno dovrà
analizzarne la grafia per leggere nel vostro
profondo…”
Draco
aveva appena letto nel profondo dei suoi amici e aveva scoperto con disgusto che
il loro sogno erotico ricorrente era farlo su quei spaziosi e comodi
cuscini.
Voler
evitare di sedersi su un cuscino impregnato degli umori di quei due pazzi, era
un altro ottimo motivo per cui era un bene abbandonare quell’insulsa materia,
che si incastonava perfettamente con quella di intascare 20
galeoni.
“Signor
Malfoy, tocca a lei…”
Draco
si riscosse dai suoi pensieri e afferrò la pergamena sgualcita su cui Grace Grey
una moretta tutto pepe, che incarnava la sua compagna di banco, aveva
scribacchiato qualcosa.
-Hai
un fondoschiena da paura,Malfoy-
Draco
lanciò un sorriso malizioso all’indirizzo della compagna di Casa, e schiaritosi
la voce si accinse ad esaudire la stupida richiesta della
Cooman,
“Indubbiamente,
vuole venire a letto con me!”
Grace
si morse il labbro in maniera eloquente, i Serpeverde iniziarono a ridacchiare
sommessamente per via delle espressioni sbigottite assunte dalla maggioranza dei
Tassorosso lì presenti.
“Signor
Malfoy, spero che il mio udito si sia sbagliato su ciò che ho appena
sentito…”
“Il
suo udito funziona perfettamente, è sul suo occhio interiore che ho qualche
dubbio.”
Sibilla
Cooman ne aveva fin sopra i capelli di ragazzini spocchiosi che si facevano
beffe di lei, e Draco Malfoy rientrava in quella
categoria.
“Cosa
sta insinuando?”
“Come?
Il suo Occhio Interiore non lo sa? La sua materia è inutile quanto lei”, con
tutta la sua innata eleganza si alzò da quei cuscini, e lasciata sbigottita e
arrabbiata l’insegnante, lasciò anche molte donzelle con espressione sognante
dipinta sui loro visi sciocchi; ma il vero motivo per cui ruggiva festante
qualcosa dentro di lui, era il sapere di avere intascato 20 Galeoni solo per
aver abbandonato una materia davvero inutile.
Adesso
ne stava per pagare le conseguenze.
“Complimenti
Dra”, una sonora pacca sulla spalla da parte di David Urquhart fece capire al
biondino che i suoi amici stavano cercando di ucciderlo per evitare di dargli
ciò che gli spettava.
“Ciò
che mi dovete è la pecunia, non i complimenti”
“Sempre
venale e calcolatore”,asserì Adrian, lasciando scivolare tra le mani di Draco un
sacchetto di velluto verde con dentro i Galeoni.
“Alla
fine noi lo amiamo per questo”
Ma
il momento idilliaco venne interrotto da un bambinetto del terzo anno
Grifondoro, estremamente terrorizzato dal dover affrontare 5
Serpi.
“E
tu chi sei?”, domandò Theodore buttando in faccia al ragazzo il fumo appena
aspirato dalla sigaretta.
Il
ragazzino tossì, “Thomas Hyllard, signore”
“E
dimmi, Thomas Hyllard, cosa vuole un Grifone per bene, da 5 Serpi spietate?”,
Theodore era sotto effetto della sigaretta magica, anche alle 9 del
mattino.
Era
da anni che Blaise e Draco si
chiedevano se l’espressione imbecille accompagnata dagli atteggiamenti imbecilli
del ragazzo, fossero il risultato delle loro notti brave, o del patrimonio
genetico passatogli.
Ma
quello era ancora un dubbio irrisolto.
“Devo
parlare con Draco Malfoy, signore”
Terrorizzato,
era terrorizzato. E quando David e Adrian lasciarono che nella visuale del
ragazzo rientrasse anche Draco Malfoy, temette che i suoi boxer avessero accolto
qualcosa di sostanzioso.
“Devi
parlare con me?”
“Sì,
signore”
“Dimmi”
“Il
professor Silente l’aspetta nel suo ufficio”
“Silente?
E cosa vuole quel vecchio idiota?”, la domanda era più rivolta a sé stesso che
agli altri, e il povero Thomas Hyllard temette che l’ira crescente del Principe
delle Serpi, si potesse abbattere senza pietà sulla sua giovane persona, la cui
unica colpa era stata quella di incrociare la professoressa McGranitt per il
corridoio.
***
Il
Gargoyle lo aveva lasciato passare, adesso l’unica cosa che lo divideva da
Silente, era quella gigantesca porta.
Imprecò
mentalmente contro i 20 Galeoni e contro i suoi amici e le loro stupide
scommesse, e si accinse ad entrare.
Quando
vi mise piede, ad aspettarlo non vi erano semplicemente Silente con i suoi
adorati occhiali a mezzaluna totalmente fuori moda e la sua stupida Fenice, ma
con grande gioia notò la presenza di tutto il Consiglio dei
Professori.
Fantastico!
“Buongiorno,
Draco”
“Vi
siete scomodati solo perché ho abbandonato la materia più insulsa che sia mai
stata insegnata ad Hogwarts? Non so se esserne lusingato”,
disse.
Lasciando
che le sue irriverenti parole facessero arricciare le labbra della
McGranitt.
“Signor
Malfoy, siamo stati messi al corrente di ciò che ha
fatto,oggi”
“Vedo
che le notizie volano”
“E’
al Settimo anno, e il regolamento prevede che la preparazione si basi su 8
materie prestabilite, e almeno due facoltative… lei dal terzo anno ha deciso di
seguire Divinazione e Aritmanzia, ed è per questo motivo che sarà costretto a
seguire una materia che prenda il posto di Divinazione”
Chiara
e concisa.
E
grazie ad una stupida scommessa basata su fondamenta di alcool e fumo, era
costretto a seguire un’altra materia.
Ma
la cosa più sconvolgente era sapere che avrebbe dovuto studiare un’altra
materia, poiché seguire Divinazione non comportava uno studio serio e
rigoroso.
“Ma
ormai è troppo tardi per seguire Antiche Rune o Babbanologia,
no?”
Rabbrividì
al sol pensiero di aver preso in considerazione la malsana idea di dover seguire
una materia, se possibile ancor più inutile di
Divinazione.
“Indubbiamente,
ed è per questo che seguirà una nuova materia appena approdata nella nostra
scuola…”
Doppiamente
fantastico!
“Un
secondo, se non ricordo male anche la Granger ha abbandonato Divinazione e
non mi pare che sia stata costretta a seguire qualc…”, ma la sua arrampicata
sugli specchi venne interrotta da Silente.
“Draco,
la signorina Granger non è stata costretta a seguire nessuna materia
semplicemente perché le segue tutte di sua spontanea volontà”, disse con tono
affabile.
Draco
odiava il suo tono affabile e odiava che la Granger seguisse tutte le materie di
sua spontanea volontà.
Dannata
Mezzosangue!
Non
che la
Mezzosangue in quel frangente c’entrasse molto, ma Draco Malfoy
era veramente irato, e se avesse potuto avrebbe anche preso a parolacce il
fermacarte, magari solo perché non era stato lucidato a
dovere.
“E
sentiamo, quale altra materia dovrei seguire?”
La
McGranitt
riprese la parola, “Confronto tra la Letteratura Magica e
quella Babbana”,riferì soddisfatta, “I corsi sono iniziati la settimana scorsa,
e guarda, sei anche estremamente fortunato… la prossima lezione è al suono della
campanella”
Per
tutti i calderoni, che fortuna!
Perché
il suo occhio interiore non aveva previsto che sarebbe stato saggio fare uso
delle merendine Marinare dei Weasley?
Abbattuto
e demoralizzato si alzò dalla sedia, stava per aprire la porta, quando la voce
della McGranitt lo fermò.
“Per
oggi bisognava leggere questo”, Draco si avvicinò al tavolo, dove sulla
copertina rossa fuoco, dura e spessa troneggiava la scritta: Romeo e
Giulietta.
***
Non
si poteva di certo dire che Draco Malfoy stesse camminando, più che altro stava
trascinandosi al quarto piano del Castello per poter evitare di arrivare alla
lezione.
Odiava
i suoi compagni. Li odiava più di quanto odiasse Potter, Weasley e
la
Granger.
Stava
giusto continuando a trascinarsi quando Mrs Purr si presentò al suo
cospetto.
Gli
occhi della gatta avevano uno strano scintillio che irritarono molto il ragazzo,
irritato già abbastanza per i fatti suoi.
Un
miagolio sinistro. Draco Malfoy odiava i gatti, e odiava soprattutto quel
gatto.
“Cos’è?
Non ho saltato lezioni stupido micio pidocchioso!”
Perfetto!
Adesso parlo anche con i gatti!
Il
gatto stava ghignando, e Draco Malfoy sapeva bene che i gatti non ghignavano,
così completamente irato e pieno di piani di vendetta, pestò la coda all’adorato
micio di Gazza e si regalò qualche secondo di spietata felicità vedendo correre
il gatto in preda al dolore.
***
Quando
Draco Malfoy arrivò all’aula un senso di disgusto e voglia improvvisa di
uccidere qualcuno si impadronì del suo essere.
L’aula
era abbastanza piccola, ma di certo spaziosa per tutti gli studenti che
seguivano quel corso da strapazzo: 8 in tutto, 9 con la sua illustre
presenza.
Il
suo sguardo si soffermò sulla professoressa Romance che sonnecchiava nonostante
avesse assunto una posizione correttamente eretta da
seduta.
Era
piuttosto anziana, con corti capelli brizzolati e degli occhiali dalla montatura
estremamente bizzarra, (i disegni cambiavano a seconda del libro di cui si
discuteva, ad esempio al momento immagini di balconi e uomini in calzamaglia
facevano sfoggio), aveva degli intensi occhi neri e delle labbra sottili. Draco
Malfoy aveva sempre creduto che fosse la fidanzata di
Gazza.
“Giulietta
Capuleti è una figura affascinante già dalla prima volta che appare nella
tragedia…”, Draco si soffermò sull’individuo che aveva osato mettere in piedi
quella frase, quel deficiente non aveva capito niente di quella stupida tragedia
senza senso.
Ernie
Mcmillan era appena entrato nel
campo visivo e uditivo del Serpeverde, e dopo un’attenta selezione delle persone
insulse che seguivano quel corso, si decise a farsi vedere e prendere posto nel
banco più isolato di quella classe.
Di
certo non era sua intenzione stare accanto ad Ernie Mcmillan, Padma Patil,
Justin Finch- Fletchley, Susan Bones, Anthony Goldstein, Marcus Belby, Hannah
Abbot ed Hermione Granger. Già era tanto che si trovava in quel luogo sudicio e
pieno di gente di ceto inferiore.
“Giulietta
è un personaggio moderno in quanto è lei a fare la prima mossa e possiamo
benissimo notarlo quando Romeo si reca nel…”
Ormai
Draco aveva preso posto e con tutta l’eleganza sita in lui, si sbracò sulla
sedia posizionando le gambe sul banco.
Giulietta
Capuleti, donna moderna in tempi lontani.
Certo
che quel branco di falliti aveva davvero fatto di tutto per rendere quel corso
una vera stronzata, anche il tema che si sarebbe dovuto affrontare risultava
estremamente noioso.
“E’
esatto Anthony, prima d’ora non si era mai visto un personaggio femminile così
intraprendente…”, la
Mezzosangue di certo sapeva come rendere ancora più soporifera
quell’ora eterna.
“Possiamo
definirla la prima eroina della storia della letteratura”
Qualcuno
di non identificato aveva osato pronunciare quella boiata colossale per le
povere orecchie di Draco Malfoy, e dunque trovò giusto far sentire il suo parere
e rendere eccitante quell’angosciante ora che non sarebbe mai trascorsa senza il
suo proverbiale intervento.
“Giulietta
era una puttana!”
Semplice.
Tagliente.
Eccitante.
Ghignò
compiaciuto quando lesse il terrore negli occhi dei suoi adorati compagni
di corso.
Bigotti
e chiusi nella loro idiozia innaturale.
L’unica
che riuscì a riprendersi dallo stato catatonico fu: Hermione
Granger.
“E
come mai sei arrivato a questa complessa considerazione, Malfoy?”, esordì con
l’accompagnamento di uno sguardo minaccioso, che avrebbe fatto piegare tutti, ma
non Draco Malfoy.
“Per
quei tempi era una puttana”
“Malfoy,
credi davvero che questa affermazione contenga più informazioni della
precedente?”
Lui
si limitò a fare spallucce, per lui Giulietta Capuleti era una puttana, e tale
sarebbe rimasta.
Non
sarebbe stata di certo la
Granger a fargli cambiare idea.
“Malfoy,
sto parlando con te!”
“Lo
so!”
“E
allora rispondimi!”,disse impettita.
“Giulietta
era una Puttana, cosa non ti è chiaro, Granger?”, l’espressione di sgomento e
disgusto della Granger lo stava ripagando dalla terribile giornata che aveva
dovuto trascorrere, e sapere che bastava così poco per farla innervosire lo
faceva sentire un dio.
“Dire
che Giulietta era una Puttana…”, è li Draco si ritrovò a fare una panoramica
sugli rimanenti 7 ebeti, il loro punto fermo aveva osato dire “Puttana”, questo
sì che era un affronto che Draco Malfoy non si sarebbe perso per nulla al
mondo.
“…è
riduttivo. Se tu esponessi le tue idee probabilmente potremmo dar vita ad un
dibattito!”
Dibattito!
Sarebbe
stato divertente sputare sentenze a quei poveri imbecilli!
Sarebbe
stato divertente rovinare la loro stupida letteratura!
“Al
momento ti basta sapere che Miss Capuleti era una donna di malaffare, è
sufficiente come notizia!”
Hermione
Granger stranamente non aveva nessun diavolo per capello, e stranamente anche
Draco Malfoy appariva piuttosto rilassato.
“Tieni!”,glielo
lanciò quasi sgarbatamente, e se Draco non avesse avuto una prontezza di
riflessi abbastanza sviluppata,probabilmente si sarebbe ritrovato l’angolo della
rigida copertina di: Orgoglio e
Pregiudizio, conficcato in un occhio.
“La
tua grazia mi stupisce, Mezzosangue”
“Peccato
che non possa dire che qualcosa di te mi stupisce,
furetto!”
Guardò
il libro.
Sì,
mancavano 7 giorni e si sarebbe vendicato sulla
Mezzosangue.
Credeva
davvero che il Principe di Serpeverde non sarebbe riuscito a
stupirla?
Ho
firmato la mia condanna a morte.
E’
la terza fanfiction che posto. Sono malata, ma non posso farci niente
-_____-
Amo
fare più cose contemporaneamente e va a finire che mi incasino la
vita!
Comunque
lascio a voi il giudizio di questo primo capitolo.
Fatemi
sapere, non fatemi rimanere con l’angoscia di non sapere se vi piace,
intesi?
Kisses
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Capitolo 2 *** Lesson number two: Cathrine was Juliet's bestfriend ***
iff
La
Sala
grande era gremita di gente. Gremita di gente che non faceva altro che
ingozzarsi senza ritegno.
Ronald
Weasley stava giusto cercando di mettere fine alla sua vita strozzandosi con
dello sformato di carne piuttosto bollente.
“Dovresti
imparare a masticare con più garbo, Ronald!”, Hermione si era appena accomodata
tra i suoi migliori amici; uno rappresentava l’emblema dell'’educazione, l’altro
l’emblema della sfiga.
Nonostante
Voldemort fosse morto e sepolto,o, sgretolato ed evaporato. Harry Potter
continuava ad essere un portatore sano di sfiga, una specie di calamità
naturale.
Assorto
nei suoi meri pensieri continuava a rimestare il suo purè senza una
logica.
“E
tu, Harry?”
“Cormac
ha minacciato di picchiare Ron se non faccio entrare lui in squadra, non è che
potresti parlargli? L’anno scorso sembravate in sintonia…”
Hermione
ripensò al flirt che aveva avuto con quell’energumeno solo per farsi considerare
da Ron, un altro troglodita che non aveva visto i risultati
dell’evoluzione.
Ron
e Cormac si potevano definire i Tiger e Goyle di
Grifondoro.
2
perfetti idioti che ronzavano intorno al Principe della Casa di Godric; Harry
Potter era il loro Draco Malfoy.
“Harry,
spero tu stia scherzando!”,un’occhiata al vetriolo lo trafisse, “… Cormac è
un’idiota ed io non intendo…”
“Sì,
ho capito l’antifona”, e si richiuse nel suo silenzio.
Stare
a sentire quel perfetto idiota di Cormac significava sacrificare ancor di più il
già limitato tempo che poteva trascorrere con la sua
Ginny.
Al
tavolo dei Serpeverde si respirava un’aria intrisa di
ilarità.
Tiger
e Goyle ovviamente erano nella loro personalissima dimensione fatta di dolci e
pasticci di carne pieni di grassi.
“Com’è
andata nell’ufficio del Preside?”
“Vuoi
che ti spacchi la faccia adesso o dopo pranzo, Zabini?”
Blaise
alzò le mani in segno di resa, non voleva di certo che Draco gli deturpasse il
suo bel faccino. Sapeva perfettamente che non c’avrebbe messo niente a
picchiarlo senza pietà.
“Belby
c’ha raccontato del tuo esordio…”,la buttò lì Theodore sempre con la sua aria
fumata.
Marcus
Belby incarnava la parte deficiente di Serpeverde.
Credeva
che gli altri fossero suoi amici, non sapendo che Tiger e Goyle rivestivano una
carica molto più importante della sua.
Era
una nullità.
“Perfetto…
quell’idiota ha le ore contate!”
“Dai
Draco… non essere sempre così drastico nelle tue decisioni…”,fece eco Pansy
reprimendo un gemito per via della mano vagante di Blaise nel suo interno
coscia.
Draco
la guardò stizzito. Di certo non era felice di leggere libri babbani per poi
discuterne con una massa di pazzi di ceto inferiore.
“Passando
ad altro… Avete saputo della guerriglia interna a Grifondoro?”,David Urquhart
sapeva sempre cosa accadeva all’interno della casa opposta alla loro, sapeva
tutto di quei maledetti grifoni, e adorava usare le sue informazioni per
batterli subdolamente nel Quidditch non potendo far affidamento sulle capacità
di alcuni giocatori.
Qualcuno
scosse la testa, troppo intento a fare altro.
“Quel
pallone gonfiato di McLaggen ha minacciato di picchiare Re Weasley perché Potter
non lo vuole far giocare… vi immaginate?”
Geniale!
Non solo avrebbe dovuto leggere quello schifosissimo romanzo d’amore, adesso
doveva anche preoccuparsi se un cavernicolo voleva picchiarne un
altro.
“E
questa notizia potrebbe esserci utile?”, Draco Malfoy non era in vena. Per lui
tutto appariva come una grande, gigantesca, insulsa
stronzata.
***
Draco
Malfoy stava cercando un modo per scaricare la rabbia.
Draco
Malfoy si sentiva irrequieto, e anche i suoi amici stavano iniziando ad
irritarlo.
La
giornata era stata a dir poco rocambolesca, e ciò che chiedeva era semplicemente
un po’ di pace, ma il coretto di voce bianche di Tiger e Goyle non glielo
stava concedendo.
Stancamente
provò a trascinarsi nella camera che divideva con Blaise e Theo, ma ovviamente
l’aristocratico Blaise Zabini vi si era chiuso dentro con la sua donna e non
voleva che nessuno lo disturbasse. Era un affronto.
Estrasse
la bacchetta: “Alohomora”
Un
groviglio di braccia e gambe che sbucavano fuori dalle lenzuola pregiate, gemiti
e qualche urlo rientrarono nella sua visuale. Rientrava tutto nella norma… nella
norma di Blaise Zabini!
“Lumos”,esclamò
e subito di rimando un “Cazzo Dra!” da parte del moretto riempì la camera.
Eh
sì! Il romanticismo era uscito appena il bel biondino aveva aperto la
porta.
“Ops!
Ho forse interrotto qualcosa?”,fece ironico.
Blaise
sbuffò e rotolò al lato di Pansy che stava cercando di coprirsi il seno con il
lenzuolo, facendo la pudica con il ragazzo con cui aveva perso la
verginità.
“Malfoy,
sei proprio stronzo!”
“La
prima cosa confortante dopo questa giornata di merda!”
Blaise
e Pansy si guardarono, ma non fecero troppo caso a quella frase, “E adesso dove
vai?”
Draco
li guardò quasi con disgusto afferrando la sua borsa: “In Biblioteca… cercherò
di distrarmi sfottendo qualche primino!”
Uscì
sbattendo furiosamente la porta rinchiudendo i due nella stanza senza alcuna via
d’uscita. Doveva pur divertirsi in qualche modo,no?
***
Hermione
Granger ed Harry Potter stavano cercando di fare il tema sugli Effetti della
Pietra Lunare per Piton, ma con scarsi risultati.
Se
Hermione voleva concentrazione poiché ferma alla stessa parola da più di 10
minuti, Harry continuava a parlarle senza sosta.
“Come
faccio? Non posso far picchiare Ron, è il mio migliore amico!”,le sussurrò,
poiché lo sguardo minaccioso di Madama Pince non prometteva nulla di
buono.
Hermione
d’altro canto roteò gli occhi al cielo, (segno di inconfutabile
disperazione).
“Oh,
andiamo, Harry”, sbottò Hermione, “ Sei il Capitano, sta a te decidere chi gioca
e chi no. Se Cormac dovesse picchiare Ron, stai certo che non la passerebbe
liscia”, nonostante le parole proferite dalla sua migliore amica fossero vere,
lui sembrava non esserne affatto convinto.
“Ma…”
“Niente
ma, Harry. E adesso se non ti dispiace vorrei ultimare questo dannatissimo
tema!”, era arrabbiata, indubbiamente la sua migliore amica era arrabbiata, e
molto probabilmente lo era con lui e le sue stupide
lamentele.
Si
chinò sul suo foglio di pergamena e intinta la punta della penna nell’inchiostro
si accinse a scrivere, ma il pensiero costante di un Ron picchiato da Cormac non
lo aiutava a concentrarsi, tanto che ciò che la sua mano scrisse fu proprio:
Cormac!
***
Draco
Malfoy aveva appena varcato la soglia della Biblioteca.
Aveva
trovato posto vicino alla grande vetrata, e così lontano da occhi curiosi si
accingeva ad aprire quell’odioso e smielato romanzo
babbano.
Guardava
minaccioso la copertina su cui a caratteri ramati vi era scritto: Wuthering
Heights. Già il titolo non prometteva nulla di buono. E non prometteva
niente di buono perché quella psicotica della professoressa Romance come
rinsavita da incantamento, aveva ben deciso di cambiare Orgoglio e Pregiudizio
con Wuthering Heights.
Se lui t'amasse
infinitamente una vita intera... non ti amerebbe mai quanto t'amo io in un solo
giorno.
Strabuzzò
gli occhi. Era davvero disgustoso.
Aveva
letto la prima frase che i suoi occhi di ghiaccio incontrarono e di certo non
era rimasto folgorato da quello scempio per femminucce. Non sapeva se Orgoglio e
Pregiudizio sarebbe stato migliore, ma in cuor suo sperava che la finissero con
quelle stupide storielle senza azione e smielate da diventare quasi
angoscianti.
***
Era
ormai quasi ora di cena e a Draco Malfoy mancavano pochi capitoli per finire
quel libro che avrebbe visto presto le fiamme del camino di Serpeverde. Sarebbe
stato un gran privilegio per quell’ammasso di parole scritte su quei
fogli…
Inutile
dire che Hermione Granger si era divorata il romanzo in poche ore, e che lo
aveva trovato un incanto. Era vero che lo aveva già letto qualche anno prima, ma
rileggerlo era sempre una grande emozione; un po’ come leggere Storia di
Hogwarts nonostante la sapesse praticamente a memoria.
***
Una
settimana era trascorsa, e Draco Malfoy aveva ritrovato il suo
buonumore.
Nonostante
l’ora con la professoressa Romance, appariva più rilassato; andare lì
significava blaterare a proposito di idiozie, ma le espressioni basite della
Granger non se le sarebbe perse per nulla al mondo.
Aveva
ricordato l’espressione della Mezzosangue alla sua uscita: “Giulietta è una
puttana”, e aveva ammesso che si era divertito. Perciò ripensando a lei e al suo
sviscerato amore per quella schifosissima letteratura, aveva trovato una
motivazione che lo portasse in quell’aula un po’ più felice.
Quando
entrò, Justin Finch-Fletchley venne colto da un terribile mal di pancia e Susan
Bones rimase abbagliata dalla sua bellezza. Sarebbe rimasta ore a
guardarlo.
“Buongiorno
Malfoy”
“Mezzosangue”,
disse a mò di saluto andandosi poi ad accomodare scompostamente all’ultimo
banco. Gettò malamente il libro sul tavolo e i suoi occhi incrociarono la
lavagna, dove con scrittura tremolante vi era scritto il tema che si sarebbe
affrontato:
“Anime
che si riconoscono e sanno già di appartenersi”
Un
unico commento da parte del biondino dagli occhi color tempesta:
Vomitevole!
La
professoressa Romance come da copione stava già per appisolarsi lasciando il
compito di iniziare il dibattito alla guerrigliera: Hermione
Granger.
7
persone pendevano dalle sue labbra.
“Che
aggettivo usereste per definire l’amore di Cathrine e Heathcliff?”, era solo la
seconda lezione e la
Mezzosangue aveva capito tutto della vita.
“Tormentato”
“Distruttivo”
“Passionale”
Draco
sbuffò sonoramente, facendo in modo che lo sguardo di Hermione si posasse sul
suo viso da angelo terribilmente annoiato.
“Qualche
problema, Malfoy?”,chiese cordialmente.
“Sembrano
degli infanti! Me lo chiami dibattito questo? Che aggettivo usereste per
definire l’amore di Cathrine e Heathcliff?” , disse scimmiottandola, “E’
ridicolo, Granger!”
Hermione
sorprendentemente rise. Niente occhi fuori dalle orbite o insulti per il
furetto, solo un sorriso. Dopo tutto Malfoy aveva ragione, di quelle 7 persone
che seguivano il corso nessuna era in grado di sostenere un dibattito serio.
Erano troppo stupidi.
“Malfoy,
non ti ferma nessuno dal rendere questo dibattito più
vivo…”
“Invece
di tediarci con insulsi aggettivi per un’insulsa storia d’amore, perché non
arriviamo al dunque?”
“E
sarebbe?”
“Quella
stupida frase scritta sulla lavagna, Granger”
Hermione
si voltò verso la lavagna, per poi riportare il suo sguardo su
Draco.
“Sei
forse d’accordo con quella frase?”
Draco
ghignò.
“Ovviamente
no, Mezzosangue”
“Lo
immaginavo. Dopo tutto tu non credi in questo genere di
cose…”
Si
portò una mano tra i capelli per ravvivare i suoi crini
biondi.
“Non
credo che tra anime uguali ci possa essere amore, a dire il vero non credo che
esista l’amore, è solo una stupida parola per ammorbidire la nuda e cruda
realtà… è il sesso l’unico movente per cui due persone stanno
insieme.”
I
7 presenti stavano per essere colti da infarto. Troppe parole “tabù”, venivano
proferite dalla bocca del diavolo, e loro non potevano permettersi di
assorbire il Male, non avevano neanche dell'’Acqua Santa per potersi
difendere…
“Ma
il sesso non è il movente che fa stare insieme Cathrine e Heathcliff”,dichiarò
imperiosa.
“Solo perché Emily Bronte era una stupida
puritana”
Lei
sospirò.
“Perché
non riesci a vedere aldilà del sesso? Esiste qualcosa che va
oltre…”
“Commovente
da parte tua, ma ti sei chiesta perché alla fine quei due non stanno
insieme per darsi alla pazza
gioia?”
Ormai
erano vicini completamente presi da ciò in cui credevano, sembrava stessero per
picchiarsi, e qualcuno era già pronto per andare a chiamare
Silente.
“Il
divario sociale… è un amore che li distrugge, e poi c’è sempre da dire che
Cathrine è un personaggio piuttosto egoista…”
“Potrei
dire che Cathrine è una carissima amica di Giulietta, che ne
pensi?”
“Penso
che per te le donne sono tutte delle put…”, ma non riuscì a finire, Draco le
aveva messo la mano sulla bocca per impedirle di
continuare.
“No
Granger, non sono tutte delle puttane, lo diventano perché l’unica cosa che
vogliono è il sesso”
Addirittura
le due parole del peccato insieme nella stessa frase. I 7 erano allibiti, e con
mezzi di fortuna stavano cercando di costruirsi una croce per
allontanarlo.
“Non
è vero”, disse scostando quella mano dalla sua bocca.
Draco
scosse il capo, quasi come se fosse divertito, e tornò al suo banco, “Sei troppo
innocente e pura”
Hermione
lo trafisse con lo sguardo e Draco potè avvertire una scossa lungo la colonna
vertebrale, ma non si voltò.
Hermione
era sì innocente e pura, ma per Draco Malfoy non voleva essere inteso come un
insulto.
“E
adesso dove vai? La lezione non è ancora finita!”,disse impettita e
infastidita.
Lo
detestava, però doveva ammettere che con lui quelle lezioni avevano un
senso.
“Per
oggi mi sono divertito abbastanza”, e presa la borsa si diresse alla porta, ogni
suo movimento era seguito da quei 7 idioti senza cervello.
“Malfoy”
“Sì,
Granger?”
E
ancora una volta se Draco Malfoy non avesse avuto una prontezza di riflessi
piuttosto sviluppata si sarebbe ritrovato un altro libro conficcato in
fronte.
“Per
la prossima settimana…”,aggiunse.
Draco
guardò la copertina blu cobalto e la scritta in nero: Lancillotto e
Ginevra.
“Dimostrami
che Ginevra non è un’altra carissima amica di Giulietta e
Cathrine”
“E
tu prova a leggere le loro azioni con gli occhi dell’amore…”, un cenno del capo
e Draco Malfoy uscì dall’aula lasciando i 7 babbei ad un sospiro di sollievo.
Erano salvi dal peccato.
Perdonate
il ritardo con la quale posto, ma con 3 fanfiction da portare avanti, la scuola
e tutto il resto il tempo è limitato.
Sono
contentissima per via delle stupende recensioni ricevute, felice che il primo
capitolo sia stato così apprezzato^___^
Spero
che il secondo non sia da meno e che non mi abbandonerete, ma continuerete a
dirmi cosa ne pensate.
Herm90:
La mia Draco/Herm che piace ad una Drunks al midollo? Mi metto a piangere adesso
per l’emozione o aspetto di sapere se t’è piaciuto anche questo?
^__^
London:
Grazie infinite, speravo che la storia della nuova materia fosse
apprezzata^^
Io
ho postato un po’ più tardi, spero tu sia tornata!
Sonaj:
Mi adori? Come posso ringraziarti? Oh mamma, mi mancano le parole… non so…
Grazie mille^^ anche se riduttivo al massimo!
PiccolaZuccherina:Ehm..
temo di aver postato con un po’ di ritardo! Mi perdonerai? Oppure dovrò
assaggiare la tua pistola a raggi laser? Mi appello alla tua
clemenza^^
Marygenoana:
Grazie Mary, grazie mille. Sei un tesoro! Spero ti piaccia anche
questo!
White_tifa:
Ciao cara, che bello sentirti anche in questa nuova ficcy… me feliceJ
Sono
contenta che l’atmosfera sia stata di tuo gradimento, e poi i tuoi commenti mi
fanno sempre un enorme piacereJJJ
Carillon:
Wow! Adesso magari ti sembrerà che sono completamente fuori personaggio!
-___-
ma io spero sempre positivo. Grazie infinite!
Cobwy23:
Ciao tesora, che bello risentirti! Quei due possono sembrare un po’ pazzi, ma
almeno Draco ha trovato un modo per resistere a quell’ora
straziante!
^__^
Erin:
Tu mi vizi! Troppi complimenti! Sì, sì!!! ^______________^
SweetChocolate:
bellissimo nick… ihihih!Mi piace! E sono anche contenta che a te incuriosisca la
miaJJJ
Lady
Cassandra:
Mi spiace se vi ho fatto aspettare troppo! Mi inginocchio e chiedo perdono!
Grazie per la bellissima recensione^^
mrsmoore:
E’ l’unica coppia che dà numerosi spunti, e si può sempre cambiare il corso
degli eventi, e sono contenta di condividere questa passione con
voi!^^
@ngel:
Draco non sembra avere buoni pareri sulle eroine che hanno fatto sognare milioni
di generazioni^^ Cambierà idea? Mah…
Grazie
mille.
1992:
Adesso mi commuovo, siete troppo gentili! Grazie mille.
Chiaras:
Draco non si smentisce mai, ma i pareri del grande Principe delle Serpi sono
come oro^^
Spero
che anche questa lezione ti sia piaciuta^^
Yuna_4ever: ma grazie, sei un tesoro!
Spero continui a piacerti!
Aysha:
Inizio con il dirti grazie, felice che tu abbia commentato, è sempre bello
sapere cosa se ne pensa dei propri lavori, e sono proprio contenta di aver letto
il tuo parere^^
Grazie
mille, per è importantissimo^^
Nfllkfj:
Ringrazio l’uomo o la donna che si cela dietro questa sigla, ringrazio per
l’educazione che ha mostrato! Grazie!
Grazie
a tutti
kisses
|
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Capitolo 3 *** Lesson number three: What do you think about Ginevra? ***
ginebvra
7
giorni dopo tutto sembrava essere stato tutto cullato dalla
staticità.
L’unica
cosa che era accaduta, era che il Principe di Serpeverde aveva scaricato Grace
Grey dopo sole 2 ore.
Era
un record, perché le dolci donzelle da lui scaricate riuscivano a durare almeno
mezza giornata, ma a quanto pare la moretta tutto pepe non lo aveva soddisfatto
abbastanza.
Grace
Grey aveva pianto per tutta la settimana facendo in modo che tutta la scuola
sapesse di ciò che era accaduto.
Quella
ragazza era un vero incubo. Un flagello. Una punizione superiore alle lezioni di
Letteratura babbana e magica. Era una vera e propria
disgrazia.
E
nonostante Draco Malfoy avesse ripiegato subito su una Corvonero, lei non era
ancora riuscita a capire che della sua infinita storia d’amore non era
avvenuto neppure l’inizio.
A
meno che due ore di sesso si potessero definire l’inizio di una
storia.
Hermione
arrivò in Sala Grande con un sorriso esagerato disegnato sulle
labbra.
Trionfante
sventolava una pergamena nella mano destra.
“Come
mai così felice?”, chiese Harry.
Anche
Ron avrebbe posto la domanda alla sua migliore amica se solo non avesse una
quantità esagerata di pane con la marmellata di ciliegie in
bocca.
“Sono
stata tutta la notte sveglia per ultimare il Tema per Piton”, disse
entusiasta.
Harry
la guardò sconvolto, “Ma è da consegnare tra cinque giorni… non era necessario
stare alzata tutta la notte e sfoggiare queste lunghissime
occhiaie”
Hermione
lo guardò torva.
“Aspetto
con ansia il momento in cui mi direte che avete finito il Tema miei cari…”,
afferrò con poca grazia una fetta di pane tostato e si alzò dalla panca, “ Quasi
dimenticavo, ogni vostra richiesta di copiare sarà negata”
Quella
frase raggiunse Ron come un dardo avvelenato nel cuore e si sentì in dovere di
dire ad Hermione che lui in quella discussione non c’entrava proprio
niente:
“Ehi,
ma io non ho detto proprio un bel niente!”, disse, ma Hermione lo liquidò con
gesto secco della mano e a grandi falcate uscì dalla Sala
Grande.
***
La
lezione di Pozioni stava per iniziare, ma di Lumacorno neanche una miserevole
traccia.
I
pochi esponenti di tutte e quattro le Case erano già schierati, pronti per
sentire gli elogi ad Harry Potter.
Ormai
la storia del libro appartenente al
Principe Mezzosangue e ai suoi proverbiali aiuti era acqua passata, e quindi
Hermione Granger era tornata a brillare nel firmamento dei
pozionisti.
Harry
era migliorato, ma solo grazie agli aiuti avanzati donatigli da Remus Lupin
durante l’estate, aveva fatto qualche progresso, ma Remus non era in grado di
fare miracoli.
“Buongiorno
miei piccoli pozionisti!”, Lumacorno aveva fatto la sua entrata in scena
portando solarità e gioia.
I
Serpeverde sbuffarono, odiavano quell’uomo.
“Siete
pronti per dirmi cos’è questo intruglio che bolle nel calderone?”, sembrava
addirittura più eccitato del solito.
Il
braccio di Hermione scattò in su, e fu subito adocchiato dal professore che le
dette il permesso di parlare.
“E’
la pozione della pazzia”, Lumacorno annuì sorridente, segno inconfutabile che la
risposta era più che giusta, “La sua consistenza melmosa e il suo colore
rossastro non devono trarre in inganno, poiché al nemico potrebbe sembrare
semplice sangue, ma è il profumo che emana ciò che conduce alla
pazzia”
“Complimenti
signorina Granger, dieci punti a Grifondoro!”, conferì
soddisfatto.
Intanto
nella parte maligna di Serpeverde, tre piccole Serpi sbuffavano
sonoramente.
“Secondo
me ha una relazione con il Lumacone…”, la buttò lì Adrian
Pucey.
Blaise
guardò prima il professore e poi la compagna e sogghignò, “E tu che ne pensi
Dra?”, disse rivolgendosi all’amico che ne aveva le scatole piene di tutto ciò
che accadeva in quello stupido castello chiamato scuola.
Aveva
adorato Pozioni per anni, almeno fin quando quell’idiota di Horace Lumacorno,
non aveva trasformato quelle puzzolenti e putride ore, in un corso di cucina e
adulazioni che non avevano motivo di esistere.
Harry
Potter era una frana a Pozioni, e se Neville Paciok si fosse messo d’impegno,
sarebbe addirittura riuscito a superarlo.
Draco
si voltò verso il docente, ma
l’osservazione di Adrian Pucey gli sembrò solo un Inno alla
Stupidità.
“…
e adesso preparatemi questa bellezza, ah quasi dimenticavo, indossate queste
maschere… non vorrei che i miei adorabili pozionisti diventassero pazzi…”, e
dopo questa terribile battuta, si misero al lavoro.
“Hermione,
hai idea del perché la mia pozione sia azzurra?”, chiese Ron in preda al
panico.
La
ragazza si voltò verso l’amico e l’unica cosa che fece fu un sorrisino
sarcastico.
Ron
ovviamente ci rimase malissimo.
Harry
non aveva neanche il coraggio di parlare, aveva perso l’uso della parola, tutta
colpa di quell’intruglio bianco che avrebbe dovuto essere
rosso.
“Perfetto
signor Malfoy”, un segno di gratitudine da quel viscido Lumacone; Draco Malfoy
non sapeva se abbandonare la sua postazione e fare qualche capriola per via
della felicità inaspettata. Preferì rimanere lì a veder bollire quella
immane schifezza.
“Benfatto
signorina Granger”, anche Hermione provò la stessa identica sensazione di
Malfoy, e come lui decise di rimanere alla sua postazione a guardare quella
cosa bollire.
Harry
Potter stava sudando freddo.
Grondava
di sudore, e mille modi per farla finita che gli gironzolavano per la
mente.
Improvvisamente
vide la luce, e con quella luce un piccolo incantesimo non
verbale.
Un
tonfo che rasentò il limite dell'’assurdo. Un liquido dal colore non ben
identificato che seguiva il corso della pavimentazione, schizzi sulle divise dei
piccoli pozionisti, ed una Hermione Granger adirata al
massimo.
“Harry,
non ti senti bene?”, chiese Lumacorno con amore paterno.
“E’
tutto ok… non so cosa sia successo… mi dispiace…”
Hermione
si era surriscaldata.
Un
professore non di parte avrebbe dovuto far qualcosa, almeno un rimprovero, anche
piccolo, ma Horace Lumacorno il solo ed inimitabile, si allargò in un grande
sorriso e con un colpo di bacchetta fece evanescere tutto ciò che Harry
Potter con la sua sbadataggine aveva distrutto.
Hermione
Granger adesso bolliva come la sua pozione della pazzia.
***
“Finalmente
è finita”, esordì Ronald Weasley.
“Già”,
disse Harry.
Si
aspettava la terza frase, che non venne mai proferita, ma i due ragazzi non se
ne curarono.
Improvvisamente
l’espressione sul volto di Ron cambiò, e se possibile divenne ancora più
sciocca, “Harry, noi abbiamo un’ora buca… Tu stai con noi?”, chiese alla sua
amica con un diavolo per capello.
“No,
per fortuna ho Confronto tra la letteratura magica e quella babbana”, quasi lo
ruggì, e afferrata la sua pesante sacca coi libri si volatilizzò, lasciando i
suoi due amici con sguardi interdetti.
“Per
me ha inalato la pozione della pazzia”, esordì Ron, ma neanche Harry rispose e
all’ultimo maschio di casa Weasley sembrò di fare
monologhi.
***
Hermione
Granger era arrabbiata, incandescente, emanava scariche
ustionanti.
Avrebbe
schiantato chiunque avesse intralciato il suo cammino.
Draco
Malfoy viveva nell’apatia più totale, sembrava avvolto dalla sua soffice
consistenza.
Avrebbe
schiantato chiunque avesse intralciato il suo cammino.
Entrambi
soprappensiero non avevano preso in considerazione che la porta di quella
piccolissima aula, non sarebbe mai stata in grado di farli passare
contemporaneamente.
“Levati,
Malfoy”
“Perché
non ti levi tu, Granger?”
“E’
così difficile per voi maschi compiere due azioni contemporaneamente?”, chiese
sarcastica sbuffando.
“Non
mi alitare in faccia, Mezzosangue!”
“Non
ti sto alitando, non mi permetterei mai!”, sempre con tono sarcastico e
sprezzante, “Se non ti levi di tua spontanea volontà ti schianto!”, continuò, ma
quando provò a sfilare la bacchetta dalla borsa, questa le cadde a terra; provò
a chinarsi, ma l’unica cosa che ottenne fu il dare una testata in pieno stomaco
a Draco Malfoy.
“Mezzosangue”,
stava per esplodere, “Sei un’incapace!”, e dopo queste sapienti parole lasciò
che la prima a passare fosse Hermione.
Ovviamente
la ragazza rimase basita da cotanta gentilezza, “Devo dedurne che hai inalato
gli effluvi della pozione?”
Lui
alzò un sopraciglio, “Risposta errata Granger”, e dopo una piccola spinta alla
ragazza che lo guardava ancora sgomenta, entrò in quel covo di matti e si
posizionò al solito banco, pronto per un’altra asfissiante ora di
lezione.
Ginevra
e Lancillotto un amore che va oltre
Oltre
che cosa?
Si chiese Draco Malfoy.
Quella
stupida relazione tra Lancillotto e Ginevra non riusciva ad andare aldilà del
sesso.
La
professoressa Romance ovviamente stava già per addormentarsi, ed era impossibile
non chiedersi se la sonnolenza fosse dovuta al troppo sforzo nel dover dare vita
a quegli stupidi e oltremodo insignificanti temi su cui fondare le basi per un
dibattito serio. Hermione si guardò intorno e con grande stupore vide il
braccio di Ernie Mcmillan scattare in alto.
Con
uno sguardo lo invitò ad esternare il suo pensiero.
“Cosa
dire?”
Se
non lo sapeva lui che aveva alzato il braccio per tediare i padiglioni
auricolari dei presenti allora era messo davvero male, e Draco non potè non
ghignare sarcasticamente forse adirato dallo sciocco comportamento del
Tassorosso.
“Secondo
me il suo tradimento ha avuto ripercussioni su re Artù”
Ottima
osservazione,
pensò Draco.
Era
come fare un commento su una poesia dicendo semplicemente “E’ bella!”, con cui
ovviamente non aveva detto un bel niente.
Hermione
rimase interdetta, e non riusciva a capacitarsi di come certa gente avesse avuto
il coraggio di seguire quella materia.
Ernie
sorrise soddisfatto ai rimanenti sei.
Decisamente
Draco stava vivendo un incubo, così decise di farsi quattro sane risate sapendo
che l’unica che avrebbe colto sarebbe stata Hermione Mezzosangue
Granger.
“Secondo
me hanno fatto sesso”
Una
frase ad effetto che fece gelare il sangue nelle vene ai quei poveri timorati di
dio, costretti a sentire blasfemie.
E
se Draco Malfoy se la rideva, Hermione Granger avrebbe voluto immortalare
quell’istante idilliaco.
Secondo
me hanno fatto sesso
Frase
pronunciata con un palese sfottò dedicato al Tassorosso, che aveva fatto
brillare di felicità gli occhi color caramello di
Hermione.
Qualcuno
doveva pur movimentare quel mortorio…
“Granger,
non ti sembra strano che Ginevra sia un’altra grande amica di Giulietta e
Cathrine?”, chiese sarcastico, mentre giocherellava con il
libro.
Hermione
ovviamente non si scompose più di tanto, era evidente che lui ritenesse Ginevra,
Giulietta e Cathrine delle donne di facili costumi, e di fatti aveva raccolto la
sfida velata della Serpe e gli avrebbe dimostrato che Ginevra nonostante tutto,
non era ciò che lui sosteneva.
“Malfoy,
se ti innamorassi di una donna ormai sposa di un uomo che stimi e rispetti, cosa
faresti?”
Spiazzato.
Era rimasto spiazzato e il ghigno che gli increspava le labbra era morto di
colpo.
Cos’avrebbe
fatto?
Non
sapeva cosa significasse amare. Sapeva soltanto che era divertente prendere in
giro coloro che lo erano, ma se lui si fosse trovato nei panni di Lancillotto
come avrebbe reagito?
Nella
sua personale lettura, Lancillotto era un porco, ma Draco Malfoy sapeva che la
chiave di lettura era un tantino diversa, e che nessuno reputava quel grande
uomo un animale.
“Granger,
hai sbagliato tattica!”
Hermione
non capì.
“Credi
davvero che la colpa di tutto sia di Lancillotto? E Ginevra dove la
metti?”
Era
stata tutta colpa di Ginevra?
“Sai
Mezzosangue, il vero problema è Ginevra… decanti tanto la purezza e la nobiltà
d’animo delle donne, ma chi è che non ha resistito a un bel corpo maschile? Non
ti affannare nel trovare una risposta nella tua testolina perché la risposta è
una ed è semplice, è Ginevra che cede agli istinti selvaggi… Artù era troppo
vecchio, la loro vita sessuale era inesistente… e poi Granger, chiunque avrebbe
preferito Lancillotto ad Artù”
“Hai
stravolto la letteratura, Malfoy! Se fossi in te non me ne
vanterei”
“Perché
sei così ingenua? E’ ovvio che anche Ginevra possa essere definita una puttana…
era il sesso ciò che voleva! E Lancillotto le ha dato ciò che più desiderava…
vorrei poter continuare, ma diventerei volgare…”
Ciò
che sosteneva Draco Malfoy con ardore non faceva una grinza, se Giulietta era da
lui ritenuta una donna di facili costumi sol perché è lei che si dichiara
per prima a Romeo, e Cathrine sposa un altro invece di colui che sosteneva di
amare più della sua stessa vita, era ovvio che Ginevra fosse un qualcosa di
orrendo, una di quelle tante donne di cui ormai il genere maschile era
stanco.
Se
un uomo tradisce, è un porco
schifoso senza dignità, ma se una donna tradisce si prendono in considerazione i
sentimenti, la sua stupida infelicità e lei diventa l’eroina senza macchia e
senza paura che ha avuto il coraggio di trovare la
felicità.
Era
tutto estremamente patetico!
“Malfoy,
la tua visione è prettamente maschilista!” , sibilò.
“Granger,
anche la tua è parecchio femminista!” , sibilò a sua
volta.
Si
guardarono per parecchi minuti in cagnesco, nessuno dei due ovviamente avrebbe
ceduto. Era una questione di orgoglio. O forse solo di pazzia tra una Grifondoro
femminista e un Serpeverde maschilista.
“Secondo
me dovreste semplicemente leggere i libri senza andare troppo a fondo nella
caratterizzazione dei personaggi… leggeteli con superficialità così da non
riuscir a prendere le parti dell'uno o dell'altra…”, consiglio eccessivamente
complesso proferito da Hannah Abboth che stava cercando di non far sfociare
quelle occhiatacce in un duello in piena regola.
I
due si voltarono verso colei che aveva parlato.
“E
perché dovremmo farlo?”, chiese arcigna Hermione.
Hannah
deglutì e si maledisse per aver pronunciato quella frase, “Beh… perché non
potete far sfociare ogni lezione in una rissa…”
“Non
stiamo dando vita a nessuna rissa, stupida Tassorosso!”, disse poggiandosi ad
una colonna con fare scanzonato. Anche se le aveva dato della stupida
Tassorosso, Hannah Abboth non poteva non rimanere indifferente al fascino che
emanava quel ragazzo.
“Per
quanto mi dia fastidio ammetterlo, Malfoy ha ragione”
“Allora
ho vinto io”, affermò vittorioso con il ghigno sulle
labbra.
“Hai
ragione per via della rissa, non per ciò che sostieni su Ginevra”, disse
Hermione cercando qualcosa nelle sua borsa
contenente di tutto, ma piena di niente.
Ne
uscirono piume, pergamene, libri più o meno ingialliti, boccette varie di
inchiostro e anche un’agenda e una sciarpa.
“Granger,
cosa diamine stai facendo?”
“Non
sono affari tuoi!”
Draco
inarcò un sopracciglio, quella donna era impossibile.
Nessuno
osò più dire nulla.
Pochi
minuti dopo suonò la campanella e Draco Malfoy non attese oltre per uscire da
quel groviglio di pazzi senza speranze.
***
Era
giunto al porticato. La sua maestosa presenza sembrava essere stata avvertita
anche dalle forze della natura. Era tutto perfetto, ma proprio quando stava per
accendersi una sigaretta con l’ausilio della bacchetta, una voce che ormai
conosceva bene lo distolse malamente dai suoi pensieri di
tranquillità.
“Cos’altro
vuoi, Granger?”, chiese sgarbato.
Fece
giusto in tempo a buttare per terra la bacchetta che un libro dalla copertina
viola venne lanciato da Hermione, e se Draco Malfoy fosse stato abbandonato
dalla sua proverbiale abilità nell’afferrare le cose volanti così da evitarsi un
trauma cerebrale, si sarebbe trovato in infermeria in compagnia delle amorevoli
cure di Madama Chips e delle stupide battutine di Blaise
Zabini.
“Non
vorrei che non sapessi di cosa discutere la prossima
settimana…”
Lo
rigirò tra le mani.
“Mi
sentivo un po’ troppo vuoto…”
E
dopo che la chioma cespugliosa della Mezzosangue sparì oltre il portone, lesse
qualcosa di letteralmente orribile: Qual è l’indirizzo
dell'amore?
Che
cosa diamine era quello?
Salve mie
adorate,
spero di non avervi
fatto aspettare abbastanza e spero anche che la lezione incentrata su
Lancillotto e Ginevra sia stata descritta come ve la aspettavateJ
Felicissima di sapere
che questa storia vi piaccia passo ai ringraziamenti:
SweetChocolate: Ciao, prometto che
Orgoglio e Pregiudizio tornerà, hanno ancora molti libri da “criticare”^^ e
adesso mi hai incuriosita… devo procurarmi il filmJ
Argentey: Malfoy che fa
letteratura babbana ha sorpreso anche me. Quando ho pensato ad una possibile
storia incentrata su questo, non mi sono sentita molto
normale^___^
Contenta che sia di tuo
gradimento!
Lady
Cassandra: Ciao, quei poveri 7
ragazzi hanno fatto molta pena anche a me, però non dovrebbe essere poi male
vedere Draco ed Hermione nel pieno di un dibattito a sfondo letterario^^ Ma quei
poveri 7 cosa ne vogliono capire? -____-
London: Ciao, alla fine
chimica com’è andata? Spero bene, non vorrei che la mia storia ti avesse portato
sfiga^^
Come hai ben potuto
leggere Draco ancora non abbandona le sue convinzioni ed era normale che per lui
Ginevra fosse una carissima amica di Giulietta… aspettiamo solo che il vento
cambi^^
White_tifa: Ciao tesora, che belle
le tue recensioni! Credo di amarle e di adorare te^^
Felice di aver centrato
i caratteri dei personaggi ed essere riuscita a catapultarli in una
storia^^
Grazie
Sinylla: Ovviamente Draco non
poteva sostenere la purezza di Ginevra dopo che la povera Giulietta è stata
definita una poco di buono^___^ Ma forse un giorno Draco riuscirà a cambiare
visione del mondo…
Aysha: Ok, chiedo perdono, mi
sto fustigando. Avrei dovuto parlare di Orgoglio e Pregiudizio, ma la
professoressa Romance ha cambiato all’ultimo minuto e sono stata avvertita in
extremis^^ Prometto che ci sarà il capitolo dedicato ad Orgoglio e Pregiudizio,
prometto! Parola di giovane marmotta!
Ma intanto Lancillotto e
Ginevra ti sono piaciuti?
Chiaras: Ciao, Draco sa come
leggere un romanzo e divertirsi! Ovviamente non dirà mai che gli uomini sono
donnaioli… no no, perché anche se l’uomo è donnaiolo è la donna che va da lui e
si abbandona completamente^^
Ma Hermione non la pensa
esattamente così…
Cobwy23: Tesora, addirittura in
estasi? Me in doppia estasi per la tua recensione^^
Forse un giorno quei due
si renderanno conto che assomigliano ai personaggi dei libri che leggono, ma non
so quando… XDXDXD
Ho riso troppo per come
ti sei immaginata il povero Harry, e beh era proprio quella l’immagine che
volevo dare^^
Erin: spero di nona ver fatto
aspettare tanto questa volta. L’ho scampata?
Piaciuta la reazione di
draco su quei due? Spero di sì!^___^
ZAITU: Ciao, non credevo ti
sarebbe piaciuta così tanto J in ogni caso
ringraziamo il cielo per aver fatto in modo di fartela scoprire
XDXDXD
Se Draco si fa queste
seghe mentali sulle eroine delle letteratura è ovvio che prima me le sia fatte
io XDXDXD e sono contenta di non
essere l’unica pazza, non ti offendere ma sei entrata nel
Club^_____^
@ngel: Ciao, dopo Lancillotto
e Ginevra stava per non entrarci, ma non per colpa sua
XDXDXD
E poi tranquilla non ti
censurare , è vero che Draco è fighissimo! ^^
Chigra: Ciao, grazie mille dei
complimenti! Sei un tesoro!
Claheaven: Ti sposo
immediatamente!^^ Tralasciando che oggi sono stata interrogata su Wuthering
Heights XDXDXD e tralasciando il fatto che non so come dire che sapere che ti
piace la mia storia mi manda in visibilio, beh è proprio vero che Draco non ha
capito nulla di Hermione^^
Herm90: Ecco la mia drunk
preferita, non abbandonerai mai le Ron/Herm, ma è bellissimo sapere che la mia
Draco/Herm ti piaccia! E’ una grandissima soddisfazione, no?
Mm….
Spero di ritrovarti tra
i recensitori, il tuo parere è importantissimo!
1992: ^____________^ grazie
infinite! La rama del prossimo è nell’oscurità essendo un’opera letteraria
magica, inventata spudoratamente da me, spero ti
piaccia!^^
Julietta: Ciao, sono un genio?
Sicura di non stare esagerando^^ Il mio ego sta per
esplodere^^
Grazie
infinite!
Yuma_4ever: Ciao, non so perché ma
Pansy la appioppo sempre con Blaise, magari avresti preferito una
Blaise/Ginny?
JJJ
GRAZIE A
TUTTE.
Kisses
|
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Capitolo 4 *** Lesson number four: Gondeberga is a myth for me! ***
beaudnd
“Ginny,
saresti così cortese da smettere di rotolarti per il
pavimento?”
Ginny
si zittì, ma solo per pochi istanti, poiché riprese subito a
rotolare.
“E
tu Hermione, saresti così gentile da non nasconderti dietro quel
libro?”
Harry
Potter ci stava provando con tutto se stesso, ma ogni cosa risultava
vana.
Hermione
apparve da dietro la copertina, ma dopo pochi istanti in cui i suoi occhi
incontrarono quelli verde smeraldo dell'amico, tornò a ridere senza
ritegno.
Harry
gettò la spugna e tornò ai suoi compiti; la notizia di Ron gonfio come una
zampogna a quanto pare doveva far scattare la molla
dell'’ilarità.
***
“Buongiorno
Harry”
Harry
si sistemò gli occhiali e guardò l’amica, “Ti sei ripresa dall’ilarità di
ieri?”, chiese.
“Spero
di sì, anche se ti confesso che se ci ripenso mi viene ancora da ridere!”, Harry
scosse la testa disperato e lei si servì di una fetta di pane tostato e della
marmellata di more.
“Verrai
a trovarlo in infermeria?”
“Certo”,
ripose spalmando la marmellata sul pane tostato con maestria, “Non mi perderei
mai Ron
moribondo!”, disse prima di addentare con foga la sua creazione,
lasciando un Harry sgomento.
Al
tavolo delle Serpi sembrava tutto scorrere nella tranquillità più
assoluta.
Tiger
e Goyle avevano fatto fuori due torte al cioccolato nel giro di pochi minuti,
Draco Malfoy aveva dato fuoco alla Gazzetta del Profeta, Blaise Zabini stava
servendosi di un buon tè e Pansy Parkinson stava rifacendosi il
trucco.
Ma
in quella giornata che sembrava essere perfetta, arrivò una nota stonata; Cormac
McLaggen aveva dimenticato la sua identità, difatti si era accomodato al tavolo
Verde-Argento senza alcuna esitazione, quasi come se fosse una cosa
normale.
“Come
ci si sente ad essere stati puniti per un crimine non commesso?”, chiese
beffardo prendendo il vassoio con il bacon, ma il tragitto del vassoio non durò
poi molto, infatti venne afferrato dalle regali mani di Draco Malfoy e venne
rimesso al suo posto.
“Piuttosto
bene, McLaggen”, rispose altrettanto beffardamente, e di certo il caro Cormac
non si aspettava una risposta del genere.
“Devi
averlo ridotto proprio male”, dette il manforte David
Urquhart.
“Già,
gli ho anche rotto il setto nasale”
“David
da quanto non rompiamo il setto nasale a un Grifondoro?”, chiese Draco al suo
compagno, come se davvero non ricordasse l’accaduto.
“Non
lo so Dra, ma so per certo che è trascorso parecchio tempo!”, uno strano
scintillio s’impadronì dei due ragazzi, Cormac stava iniziando ad aver paura,
anche perché la fama dei Serpeverde nel fare a botte era conosciuta e temuta in
tutta la scuola.
“Che
ne dici di vederci alla fine delle lezioni al limite della Foresta
Proibita?”
“Ma-
Malfoy, non c’è un'altra soluzione?”
Cormac
McLaggen. L’imponente Cormac McLaggen stava tremando di fronte a due ragazzi di
cui lui era il triplo.
I
due si guardarono, “Se non vuoi avere il setto nasale rotto puoi benissimo
andare a costituirti con la Vecchia Megera… la punizione
che ti infliggeranno sarà una grande soddisfazione!”, e dopo quelle parole,
Cormac si alzò dal tavolo pronto per andar a parlare con la
McGranitt.
Un
timido raggio di sole illuminava il volto tumefatto di
Ron.
Distrutto
da cazzotti ben assestati, aveva riscontrato anche una frattura al braccio e
ovviamente il setto nasale rotto. Era ridotto ad uno straccetto, sembrava aver
preso le sembianze di quei vestitini miserabili con cui venivano abbigliati gli
elfi domestici.
Un
visone triste, molto triste.
La
piccola di casa Weasley non era rimasta impassibile a quello scempio, aveva
infatti promesso a se stessa che quell’idiota di Cormac McLaggen non l’avrebbe
passata liscia, dopo tutto lei era passata alla storia per via della sua bravura
nel lanciare fatture Orcovolanti, in qualche modo doveva sfruttare quella sua
abilità.
Harry
si sentiva in colpa, lui e la sua sfiga erano sicuramente la causa di quel
massacro, e infine Hermione era intristita per via della violenza che si
generava tra ragazzi solo per quello stupido sport che era il Quidditch e che
mai avrebbe capito.
Ron
ovviamente non riusciva a parlare, quindi stettero lì a raccontargli qualcosa e
per farlo stare in compagnia, anche se il pensiero costante di Ginny era volere
Cormac McLaggen morto. Non chiedeva poi tanto…
Il
suono della campanella della prima ora di lezione non tardò ad arrivare, e il
castello fu come invaso da una mandria di bufali.
Draco
Malfoy passeggiava solitario per il quarto piano mentre si rigirava il romanzo
tra le mani come a volerne valutare
la fine più adatta.
Dato
in pasto alla Piovra Gigante o vederlo consumarsi tra le ardenti fiamme del
camino di Serpeverde?
Uno
dei dilemmi più grandi della storia dell'’uomo.
Guardava
quel libro con disgusto, una storia un po’ troppo sdolcinata, molto banale e
priva di sentimenti autentici. Sembrava tutto troppo
stilizzato.
Poteva
davvero essere così semplice quel sentimento chiamato
amore?
Poteva
davvero donare emozioni così forti da farti sembrare tutto
perfetto?
Lasciò
perdere quei quesiti, non voleva di certo impelagarsi su certi temi che aveva
sempre odiato.
Qual
è l’indirizzo dell'’amore era una semplice storia d’amore ambientata in tempi
moderni nella caotica città di New York. L’autrice, era stata una studentessa di
Hogwarts e la sua curiosità l’aveva spinta a voler conoscere i babbani e le loro
abitudini.
Visse
per anni da babbana nonostante discendesse da una casata di Purosangue, fino a
quando si innamorò di un medico; e dalla sua improbabile storia d’amore nacque
quel romanzo che divenne nel giro di poche settimane uno dei romanzi più
ricercati dal mondo magico, uno dei pochi libri di quel mondo che non parlava di
magia.
I
due protagonisti erano totalmente diversi, le antitesi per
eccellenza.
Lui
viziato, arrogante, presuntuoso e troppo preso dal suo lavoro da non riuscire a
ricordarsi di avere una vita da vivere.
Lei
energica, determinata, vitale e troppo presa dall’aiutare gli altri da non
rendersi conto di aiutare se stessa.
Per
uno strano scherzo del destino si ritrovano faccia a faccia, nasce subito una
relazione basata sull’amore-odio, una di quelle relazioni in cui si è pronti a
mentire a se stessi per evitare di complicarsi la vita con quello strano e
tumultuoso sentimento che prima o poi cattura tutti.
Draco
Malfoy aveva letto quella presentazione così tante volte da averla ormai
imparata a memoria, era così impressa nella memoria che iniziò a credere di aver
scritto lui quella immane e banale stronzata.
***
“Ho
letteralmente divorato questo splendido romanzo…”
Se
per letteralmente divorato Padma Patil intendeva che aveva mangiato
quell’ammasso cartaceo, Draco Malfoy era pronto a chiederla in moglie, ma quando
si rese conto che ne parlava con occhi luccicanti con la Mezzosangue tenendo in mano
quell’odioso libro, trasse un sospiro di sollievo. Meglio chiedere alla
Professoressa Romance di diventare sua moglie che a quell’oca svampita della
Patil.
Si
accomodò come sempre al suo mitico banco in fondo all’aula; gambe distese i cui
piedi finivano ad incrocio sul banco, sprofondato sulla sedia osservava tutti
con sguardo minaccioso, forse più minaccioso del solito.
“Adesso
che anche Malfoy ci ha degnanti della sua presenza, possiamo iniziare”,
la
Mezzosangue non si smentiva mai, lo aveva pure
aspettato.
Sharon
e Trevor, così lontani eppure così vicini.
Sperò
con tutto se stesso, che quella frase fosse uno scherzo, che il vero tema non
fosse quello.
Ma
quando Hermione indicò la lavagna capì che quello era lo stupido tema partorito
da quel sonnifero vivente della Professoressa Romance.
Subito
una mano saettò in aria per la prima volta da quando il corso era iniziato:
Justin Finch-Fletchley stava enunciando parola. Un avvenimento quasi
apocalittico, quasi perchè sarebbe stato apocalittico se quel demente
avesse detto qualcosa di logico.
“Sharon
è il mio personaggio preferito…”, decisamente non era stato
apocalittico.
“Sì
Granger, per me Gondeberga ha avuto un ruolo rilevante nella storia”, disse
Draco, stanco di quel gregge di incompetenti senza una loro visione del mondo seria e
interessante.
“Gondeberga
il gatto di Trevor?”, chiese Antony Goldstein schifato.
Draco
ghignò, “Quante Gondeberga conosci?”, rispose acido.
Hermione
per poco non si soffocò con le risate, “Sembra incredibile Malfoy, ma anch’io ho
un debole per quel gatto… sarà il nome… credo…”
Draco
non credette alle sue orecchie, la Granger non era poi tanto male se
riusciva anche lei a prendere in giro ciò che era racchiuso nei suoi adorati
libri.
“Ed
io che credevo che non potesse esistere un nome peggiore di quello che hai dato
a quella palla di pelo arancione…”
“Già…
ma a quanto pare al peggio non c’è mai fine…”
Allibiti.
Sconvolti.
Scioccanti.
Impietriti.
I
7 erano con la mandibola raso terra. Hermione Granger e Draco Malfoy non stavano
litigando furiosamente, ma conversando civilmente accompagnati da una nota di
divertimento innaturale.
Gli
occhi che andavano dall’uno all’altra. Le orecchie che captavano quello scambio
di simpatiche considerazioni su uno stupido gatto… erano in una dimensione
parallela, non c’era altra soluzione.
“Gondeberga
è il mio mito”
“E’
anche il mio!”
“Qualcosa
in comune, finalmente”
Il
sorriso ancora sulle labbra delle ragazza, lo sguardo sereno e divertito di lui,
nessuno dei due fece caso a quelle frase forse banale, ma no se pronunciata dal
Purosangue per eccellenza.
“Avete
seguito il mio consiglio?”, chiese timidamente Hannah
Abboth.
Scossero
la testa all’unisono, e infatti dopo la parte ilare sarebbe arrivata la parte
fatta di ringhi maschilisti e femministi.
Se
solo Hannah non avesse parlato, probabilmente quella lezione si sarebbe svolta
nella normalità, che non avrebbe implicato uno scambio di pareri
piuttosto acceso di due adolescenti folli.
“Sai
Granger, mi chiedevo se Sharon non fosse totalmente
pazza…”
“Perché
dovrebbe esserlo?”
“Non
è da persone normali innamorarsi di un sorriso…”
“Non
è da tutti innamorasi di un sorriso, Malfoy. C’è una grossa
differenza.”
“Al
momento la differenza mi sfugge”, celiò.
“Ti
sfuggono un po’ troppe cose”, disse vaga.
Draco
Malfoy fu punto nell’orgoglio, un orgoglio strano a dire la
verità.
“Tu
invece afferri sempre tutto, vero Granger?”
Si
guardarono per un bel po’, ormai succedeva ad ogni
lezione.
A
molti sembrò di vivere una delle scene del libro; la storia era piena di
battibecchi da manuale, e quello sembrava interpretato da Sharon e Trevor.
Quasi identico.
“Sì”,
una risposta secca che non ammetteva ripensamenti.
Orgoglio.
Una
risata sarcastica uscì dalla bocca del Serpeverde, “Come sospettavo”, e con un
gesto sensuale ma privo di meditazione si portò una sigaretta alla
bocca.
Sacrilegio.
I 7 non erano pronti per quell’immagine che senza pietà si sarebbe impossessata
delle loro giovani menti. Le sigarette non erano ammesse ad Hogwarts, e Draco
Malfoy, l’incarnazione del peccato, aveva addirittura uno di quegli strumenti
malefici tra le labbra.
“Come
mai non credi che Trevor sia un insulso sentimentale? E’ lui che alla fine cede
all’amore…”
La
frase di Hermione fece scaturire mille domande contrastanti a cui lui però non
dette adito.
“Forse
perché non ho abbastanza elementi per giudicarlo…”
Frase
parecchio matura per essere stata proferita da lui.
Prese
un grande respiro, “Allora credi che esista l’indirizzo dell'’amore?”, il tono
di voce titubante, non era sicura di voler fare quella domanda né tanto meno di
avere una risposta da lui.
“No,
l’amore non esiste, tanto meno il suo indirizzo”, risposta
secca.
Parole,
gesti, frasi di libri, convinzioni… vorticava tutto troppo velocemente nella
testa di Hermione. Alcuni istanti di religioso silenzio, solo le palpitazioni
accelerate dei 7 si sarebbero potute sentire con un minimo di concentrazione in
più. Ma né a Draco né ad Hermione interessava sentire i palpiti dei cuoricini di
7 stupidi idioti.
“Malfoy, spero non ti disturbi sapere che
il libro da leggere per la prossima settimana l’ho scelto io e non la
professoressa Romance…”
Draco
si voltò verso Hermione, “Non è un romanzo, è una fiaba, la mia preferita per
l’esattezza, e mi piacerebbe poterne discutere con te, sono curiosa di sapere
come smonterai questa storia
d’amore”, continuò porgendogli, stavolta garbatamente, il libro. Beauty
and The Beast.
Il
titolo non sembrava male.
“Ok
Granger, farò del mio meglio”, e presa la sua sacca uscì
dall’aula.
Dieci minuti dopo suonò la campanella che
annunciava una stressante ora di Erbologia.
Campanella,
oh suono stupendo??!!?
Ragazza
perdonatemi per il ritardo mostruoso con il quale sto postando, ma ormai la fine
della scuola è imminente e gli esami di maturità sono vicinissimi-___-
Mi
dispiace immensamente, spero comunque che questo capitolo sia stato di vostro
gradimento.
Vorrei
potervi ringraziarvi tutte come meritate, ma non ho davvero tempo: Svevo
Pirandello e Saba mi aspettano… e c’è anche Joyce che freme per avere la mia
compagnia^___^
Ok,
sono definitivamente da portare via!
Grazie
a:
London,
sweet_puffola_pigmea, Cherry, Aysha, Sonaj, Auror Girl, white_tifa, Chiaras,
Erin, Synilla, Merryluna, SweetChocolate, Cobwy23, Aryka, 1992, Herm90,
camyxpink, stellinainnamorata90 e yuna_forever.
GRAZIE
DI CUORE.
Kisses
|
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Capitolo 5 *** Lesson number five: A curious story between Beauty and the Beast ***
hui
Doveva
essere un Lunedì all’insegna della normalità, ma tutto sembrava essersi messo
contro quel normalissimo concetto.
Pix
era stranamente calmo, e anche se Neville si era svegliato con una pianta di
fagioli in miniatura che gli pendeva dall’orecchio, il poltergeist non aveva
urlato per tutto il castello la notizia che avrebbe destato curiosità, scalpore
e battute e tradimento.
Il
Barone Sanguinario aveva abbandonato le catene nella sua torre e girovagava per
il castello con uno strano copricapo piumato.
La
Signora Grassa
stava stranamente in silenzio, e Mirtilla Malcontenta non si trovava nei bagni
femminili.
Che
si scoprisse la vena simpatica e pronta allo scherzo di Severus
Piton?
Essere
fantasiosi è un conto, ma sperare in qualcosa di impossibile è da
imbecilli.
Innamorarsi
dell'’interiorità di un uomo
La
frase che troneggiava sulla piccola lavagna dell'’angusta aula della
Professoressa Romance, i cui occhiali rappresentavano un imponente castello
avvolto nella nebbia e pieno di statue raccapriccianti.
Draco
Malfoy era stranamente arrivato per primo alla lezione, aveva perfino battuto la
puntualissima Mezzosangue.
Lei,
che era innamorata della Bestia, per un attimo non capì. Ma poi vide negli occhi
del giovane la stessa dolcezza che aveva conquistato il suo cuore e finalmente
lo riconobbe.
Si
guardò intorno in cerca di qualcosa da fare, un qualcosa per ammazzare il
tempo.
La
professoressa Romance non si era neppure accorta della sua presenza poiché
troppo impegnata nel rimestare un liquido verdastro contenuto in una grande
tazza dai disegni dubbi.
Avrebbe
potuto benissimo accendersi una sigaretta, tanto quella vecchia stupida non se
ne sarebbe mai accorta; e così fece dopo circa tre secondi di approfondita
meditazione . Ne sfilò una dal suo porta sigarette in oro, e la accese con
l’immancabile colpo di bacchetta.
Immediatamente
l’odore pungente della sigaretta si disperse nel piccolo ambiente, e il naso
della professoressa captò qualcosa che non andava.
Un
insistente prurito al naso la stava facendo impazzire.
“Tu,
senti questa strana puzza?”, chiese a Draco che all’ultimo banco ghignava
divertito.
Buttò
fuori il fumo, “No professoressa… non sento niente!”
Un’indecifrabile
smorfia si dipinse sul viso raggrinzito della donna, che ignara di un fumatore
nella sua aula continuò a rimestare il suo liquido e a leggere la Gazzetta del
Profeta.
Draco
imperterrito continuò a fumare la sua sigaretta.
“…
dopo le lezioni l’annuncio verrà appeso in bacheca” , un’eccitatissima Padma
Patil stava parlando di qualcosa, che sicuramente non sarebbe piaciuto a Draco
Malfoy, con una stupidissima Hannah Abboth.
“Sarà
stupendo… per fortuna facciamo parte del comitato…”, cinguettò la
Tassorosso.
Una
scossa elettrica portatrice di negatività percosse la colonna vertebrale del
Serpeverde, che animato da cattivi pensieri si fiondò fuori dall’aula in cerca
della Granger.
La
ricerca sembrava quasi disperata, fino a che il suo sguardo color tempesta
incrociò una massa cespugliosa che dava delle spiegazioni ad un
primino.
Quando
il primino si trovò davanti la figura tenebrosa di Draco Malfoy scappò a gambe
levate facendo credere ad Hermione di essere vittima di una strana malattia che
lo portava a correre senza motivo nei momenti più
impensati.
“Granger…”,
solo quando una voce dal tono rude si fece sentire, capì il motivo per cui quel
povero ragazzino era scappato in preda al panico.
“Malfoy…
ti manco così tanto che non puoi aspettare l’inizio della lezione?”, disse
iniziando a camminare verso l’aula.
“Esatto!
L’attesa mi stava uccidendo!”, una risposta degna del loro personalissimo modo
di scherzare.
“Stanotte
ti ho sognato…”, la buttò lì Hermione sempre continuando a camminare senza che
il suo tono o il suo viso cambiassero espressione.
“Davvero?”,
a dire il vero era un po’ sorpreso, non bramava certo di essere il protagonista
incontrastato dei sogni della Granger, ma sapere che anche lei era capitolata al
suo fascino era una conquista di altissimi livelli.
“Già,
ho sognato che ti uccidevo, ti facevo prendere in pieno da un
lampadario…”.
Dopo
quella risposta, era ovvio che Hermione Granger non era
capitolata.
“Manchi
di originalità anche nei sogni…”
“Come
fai a dirlo? Ti ho forse detto che era un normalissimo
lampadario?”
“Mi
piacerebbe stare ancora qui a sentirti dire quanto i sogni che fai su di me ti
eccitano”, calcò molto sull’ultima parola visto un gruppetto di stupide
Tassorosso del terzo anno prendendosi un buffetto piuttosto violento da
Hermione, “… ma un problema ben più importante affligge le nostre
vite.”
“Sarebbe?”
“L’indiana
Corvonero e la grassona Tassorosso, sono entrate in aula parlando a proposito di
qualcosa da mettere in bacheca, ne sai niente?”
Hermione
fece mente locale, “So che da quasi quattro giorni fanno parte del comitato
studentesco… ma le mie informazioni si fermano qui!”
Non
sembrava interessarle molto, e fu così che Draco la afferrò bruscamente da una
spalla per farla voltare e soprattutto cessare di camminare come se da quella
stupida lezione dipendesse la sua vita.
“Cos’altro
vuoi, Malfoy?”
Si
guardarono in cagnesco, nessuno dei due distoglieva lo sguardo o sembrava
intenzionato a parlare.
7
persone all’interno dell'’aula si chiedevano che fine avessero fatto, e qualcuno
ipotizzò che Malfoy si fosse tramutato in un cane a tre teste e si fosse
mangiato Hermione Granger in un sol boccone…
Indubbiamente
la fiaba che avevano letto, li aveva traumatizzati a tal punto di vedere
principi trasformati in bestie feroci un po’ ovunque.
Erano
ancora lì a fronteggiarsi, quando Draco lasciò la presa e senza una parola
s’incamminò verso l’aula.
Quella
ragazza riusciva a mandarlo in bestia, e fargli dimenticare tutto poco
dopo.
Credeva
di impazzire…
***
Ormai
la lezione era iniziata da venti minuti, ma nessun intervento maschilista da
parte del Principe di Serpeverde aveva visto la
luce.
“La Bestia aveva solo bisogno di
amare…”
“…
è stata fortunata! Era proprio brutta!”
Discussione
matura affrontata da Ernie Mcmillan e Padma Patil.
Neanche
Hermione aveva voglia di discutere quel giorno. Era
annoiata.
Draco
stava pensando a tutt’altro, e tra i pensieri principali vi era un piano per
uccidere tutti presenti in quella aula, tutti tranne una, ma il suo inconscio
sapeva che una l’avrebbe omessa dal suo terribile piano. Il suo inconscio lo
sapeva, lui ancora no.
“E’
possibile innamorarsi di una creatura terrificante?”, chiese innocentemente
Justin Finch-Fletchley facendo in modo che le sue gote si tingessero di
rosso.
“Io
non lo farei mai!”, ammise Padma Patil nel pieno della sua maturazione,
“… anzi… quasi mai, se lui fosse bello non ci farei poi molto
caso”
Hermione
rabbrividì.
Visto
che Malfoy è un bel ragazzo perché non innamorarsi? Chi se ne frega se
caratterialmente fa schifo ed è uno stronzo misogino maschilista? Stupida
Padma…
“Trovo
la cosa assurda! Ed è per le stupide senza cervello che i ragazzi belli ma
stronzi sono sempre pieni di oche giulive che fanno tutto ciò che viene detto
loro! E che non mi si venga a dire che questi sono i vostri preziosi principi
morali, perché fanno davvero pena!”
Non
avrebbe voluto neanche pronunciare quella frase, ma le uscì senza che potesse
impedirlo. Pensiero che la tormentava; perché tutti i ragazzi della sua età con
cui era costretta a vivere erano così superficiali?
Padma
strabuzzò più volte gli occhi, ma poi ripensando alle parole della sua compagna
di corso si rese conto che lei non aveva capito cosa aveva voluto dire e tornò a
sorridere come una sciocca.
Draco
Malfoy intanto ripensava alle parole della Mezzosangue.
Era
una ragazza di sani principi, e non poteva di certo pensare che fosse un’idiota
solo perché vedeva nei libri la vita, l’unica fonte di
piacere…
“Tu
andresti fino in fondo per tirare il buono che c’è in lui?”, chiese poi Draco
incuriosito dalle sue stesse parole; perché fermarsi a conoscere le persone se
poi quelle potrebbero infliggerti dolori atroci anche solo con una
parola?
Perché
voler essere così vicini agli altri?
Non
riusciva a spiegarselo.
“Sì,
se necessario”
“La Bella dunque era solo
curiosa…”
“Incuriosita
dall’aspetto della Bestia e dal suo sguardo a tratti dolce a tratti
triste…”
Uno
sguardo, un sorriso, un semplice gesto…
Era
davvero così semplice innamorarsi?
“Ma
chi l’avrebbe mai detto che poi il principe si sarebbe rivelato così bello?”,
disse con aria sognate Padma nel pieno dei suoi viaggi
mentali.
“Già,
è stata proprio fortunata!”, fece eco Hannah anche lei pronta per la dimensione
dei sogni futili.
Cadde
di nuovo il silenzio, e qualcuno ringraziò un’entità superiore perché in
quell’ora le sue orecchie non erano incappate nelle frasi del peccato e della
dissoluzione.
Era
appunto suonata la campanella e mentre qualcuno stava fuggendo verso la libertà,
Padma Patil prese la parola traforando i timpani dei presenti, la comunicazione
era di vitale importanza.
“Ehm
fermi tutti, ho una notizia da dare…”
Molti
si fermarono, altri come Hermione e Draco furono costretti a non abbandonare
l’aula.
“Spero
per te che sia una cosa più che importante, non ho tempo da
perdere”
Padma
trasalì, Draco Malfoy era riuscito a far estinguere la felicità che quella
notizia le aveva donato. Ma nonostante il suo tono rude e il suo visino
corrucciato, restava comunque un bellissimo ragazzo. La gentilezza passava in
secondo piano, e anche al terzo sarebbe andato più che
bene.
“E
con grande onore che vi annuncio che io e Hannah siamo state elette
presidentesse del comitato studentesco, sapete cosa significa?”, fece piena di
energia gesticolando animatamente sperando di trasmettere la sua incontenibile
gioia ai presenti.
“Che
tutti i ragazzi presenti in questa scuola si drogano?”, chiese
Hermione.
E
inutile dire che Draco Malfoy appoggiava in pieno quella domanda. Sì, era
proprio ammirato.
“No
Hermione!”
“Peccato!”,
mugugnò.
Padma
le lanciò un’occhiataccia e tornò a dedicarsi a quegli imbecilli che pendevano
dalle sue labbra impiastricciate di lucido.
“Significa
che tra due settimane ci sarà la festa di Natale, non sarà niente di particolare
perché abbiamo poco tempo a disposizione per organizzare, ma vi promettiamo che
il Ballo di Primavera sarà bello da mozzare il fiato…”
Due
persone sbadigliarono in sincrono, avevano indubbiamente accolto la notizia con
gioia.
“E’
tutto in bacheca!”, concluse tra gli applausi di sei dementi, mentre Draco e
Hermione uscivano di soppiatto dall’aula.
“Non
posso crederci”
“Cosa
c’è Malfoy? Sei già in crisi perché non sai cosa mettere?”
“No
Granger, sono in crisi perché io odio queste feste”
“Almeno
non sono l’unica”
Continuarono
in silenzio poi le loro strade si divisero ed Hermione venne assalita da una
Ginny gioiosa e un Harry cupo, stati d’animo che rientravano nella norma dei
suoi amici.
“Hai
sentito? Ci sarà una festa tra due settimane…”
“Sì
ho sentito, ma non capisco tutto questo entusiasmo!”, disse dubbiosa mentre
Harry cercava un modo di evadere, peccato che avesse dimenticato il Mantello
dell'’Invisibilità nel doppio fondo del baule.
“Non
sono entusiasta della festa, ma perché almeno durante queste vacanze non ci sarà
la solita festa barbosa con il coro organizzata da Silente e dalla
McGranitt…”
Hermione
inarcò un sopracciglio, “Pensi che Padma e Hannah siano in grado di organizzare
qualcosa di migliore? Io ne dubito…”
“Ed
io sono con te…”, la voce cavernosa di Harry arrivò ai loro orecchi forte e
chiara e riuscì a strapare un sorrisino compiaciuto alla sua migliore
amica.
_______________________________________________________________________
Salve
ragazze, felice di aver superato i quiz per la patente, voglio condividere con
voi la mia gioia e postare senza farvi attendere
ulteriormente!
Happy,
Happy, Happy!!!
Adesso
manca solo la rogna degli esami di maturità… J
Ragazze
grazie di cuore per il vostro sostegno, sono così sotto stress che ne ho davvero
bisogno!
IO
VI ADORO!
Spero
di rendere al meglio l’idea XDXDXD
Felice
che il capitolo precedente vi sia piaciuto, spero che questo non sia una
schifezza immonda!
Un
Grazie Particolare a:
London(
Ciao, forse Draco incenerirà i puritani alla fine… devo valutare la fine giusta
XD grazie per il costante sostegno!), Aysha (Che spettacolo? Sì, sono
curiosa^^ Qui invece di parlarsi si sono un po’ scontrati, spero comunque tu
abbia gradito^^), sirbiss( Chiedo troppo se sono
curiosa di sapere qual è stato questo caso fortunato? Sono contenta che ti
piaccia, e che la mia idea sia stata ben accolta^^ Un mega grazie), camyxpink( Eh beh la loro storia
ricorda quella del romanzo, e poi diciamo che prima della storia in sé, in un
flash m’è venuto in mente il titolo… sarebbe stato idiota non applicarlo^^ Spero
non dispiaccia che manca ancora un po’ prima che la storia si smuova
davveroJ),
white_tifa( Ciao cara, non se dire
che qui Draco si sta buonino… non darà il meglio di sé, ma il povero bimbo ha i
suoi buoni motivi… la festa di Natale lo ha un po’ stordito^^), Sinylla( Innanzitutto mi voglio
complimentare con te per la tua storia, m’è piaciuta davvero tanto, e spero di
leggere il proseguimento al più presto^^), Barbycam( Grazie mille, sperando che
continui a piacerti),Cobwy23(Tesora, Mi scuso per la brevità del capitolo,
infatti lo reputo di transizione^^ Piaciuto comunque? Adesso parte dei
“7” deve
anche organizzare una festa…la scuola è proprio in buone mani…),
sonaj(La povera Bella non è stata definita una donna scarlatta… Draco
aveva la luna storta… ma forse è meglio così! Così almeno riflette un po’….), Yavanna92( Ho aggiornato alla
velocità della luce? Ehm… forse no… Grazie mille!), Chiaras( Ciao, che teneri… non hanno
proprio capito che il romanzo racchiude le loro essenze… fanno tanta tenerezza,
vero?^^), yuna_4ever(Piaciuto? Spero di
sì!^___^), Herm90( Reazione un po’ strana? E
poi ti svelo che i personaggi della Bella e la Bestia torneranno un po’ più avanti…
non me li lascio scappare^^), Erin( Uff… beata te che tra 15
giorni è tutto finito… io soffrirò per un altro po’…sigh! Però non so vedo
l’Università come il raggiungimento della libertà, anche se sarà
stressante…beh…meglio non pensarci!^^), 1992(Crepi! Ho aggiornato
relativamente presto! Sono stata brava?), Lie_Potter(Non è vero che hai
cominciato in maniera estremamente barbosa, a me fa tanto piacere sapere che
sono riuscita nella caratterizzazione dei personaggi… e che sono soprattutto
riuscita a mettere in piedi una storia^^ Mille grazie), Hanon( I 7 lobotomizzati forse ne fanno mezzo
insieme^^ Piaciuta la lesson number 5?^^), Christine23(Draco sta forse
cambiando visione del mondo? Non sarò di certo io a dirlo…contenta che ti
piaccia e che riesca a
incuriosirti^___^)
Grazie
a tutte.
Kisses
|
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Capitolo 6 *** Galeotto fu il libro e chi lo scrisse ***
galeotto
Dedico questo
capitolo a redRon perché senza di lei non sarebbe mai stato
scritto.
Dedico questo
capitolo a Merryluna così paziente con una pazza come me.
Dedico questo
capitolo a colui che non smetterà mai di essere il mio migliore amico nonostante
i tanti litigi che ci accompagnano.
Rimettiti presto… Mi manchi!
Natale
implicava anche una buona dose di vacanze. Giornate lontani dai libri, dagli
orari, dai professori e dai doveri.
Ma
nonostante i compiti fossero l’ultimo delle preoccupazioni di tutti gli
studenti, c’era comunque quella piccola eccezione che conferma la regola; la
piccola eccezione aveva un nome: Hermione Granger.
“Non
starai andando in biblioteca, vero?”, disse Ron mentre si infilava la divisa di
Quidditch.
Hermione
era seduta sul suo letto e contemplava il soffitto dove vi erano appese tutte le
figurine dei Cannoni di Chudley; “Certo Ron, cos’altro dovrei
fare?”
“Venire
a guardare gli allenamenti di Quidditch?”, chiese, sempre con la speranza di
aver detto qualcosa di sensato che non avesse urtato la sensibilità della sua
migliore amica.
“Io
odio quello stupido sport… e poi devo fare 65 cm di tema per Piton”, si alzò del
letto e indossò la felpa che aveva abbandonato lungo il
letto.
“Stai
andando davvero?”
“Sì
Ron”, e presa la sacca uscì dal dormitorio maschile, lasciando Ron in attesa di
un Harry che avrebbe tardato ad arrivare per ovvi
motivi.
***
Nei
sotterranei la calma che Draco Malfoy stava provando nel fumare una sigaretta
sdraiato sul divano di fronte al
camino, stava per essere distrutta da un uragano conosciuto con il nome di:
Blaise Zabini.
“Draco
sono nella merda”
“Avvertivo
una certa puzza…”, celiò con fare assente, guardando con ammirazione il fumo che
usciva dalla sua bocca.
Blaise
roteò gli occhi, “Sono nella merda perché ho dimenticato un libro in
biblioteca…”
“Effettivamente
lasciare un libro in biblioteca è quasi pericoloso come andare a spasso nella
Foresta Proibita con cesto di fragoline per merenda…”
“Draco,
non ti sforzare ad essere simpatico… non ce la farai mai!”
Draco
si mise a mezzo busto e lo guardò torvo, poi si voltò verso il camino e si
inabissò nel suo prezioso silenzio.
“Come
ti dicevo ho dimenticato il libro in biblioteca, non è che me lo andresti a
prendere?”, si mise davanti al volto del biondino in ginocchio con occhioni
languidi, “Ti preeeego!”
“E
per quale motivo Mr Simpatia non può andare a riprendere il libro?”, domandò
incenerendolo con il solo sguardo.
“Ho
un appuntamento con Pansy e se la
Pince trova quel libro sono nella merda… ti prego, l’ho
dimenticato…”
Di
mala voglia si alzò dal divano e buttò la cicca della sigaretta tra le braci
ardenti del camino, “Ma dove hai la testa, oltre che tra le gambe di una
ragazza?”
“Dai
Dra… ti prometto che diventerò il tuo elfo domestico
personale”
“Ne
ho già abbastanza e non voglio un incapace!”
Dette
le spalle al suo amico che non aveva ovviamente voluto cogliere l’ennesima
battutina acida di Draco Malfoy.
“E
adesso dove vai?”, chiese.
“A
prenderti il libro, idiota!”
Stava
per uscire dal dormitorio quando si vide stritolato da
Blaise.
“Adesso
posso andare da Pansy senza preoccupazioni!”
“Ucciditi
Zab!”, e dopo esserselo scrollato di dosso uscì dal dormitorio pronto per andare
in Biblioteca.
***
Sommersa
da libri e pergamene, Hermione si confondeva con uno dei numerosi scaffali della
Biblioteca, assolutamente deserta.
Niente
ragazzi bramosi di conoscenza, niente Madama Pince scappata in infermeria a
spettegolare con Poppy.
Due
ore la separavano dall’ora di cena, ma la ragazza sembrava aver perso la
cognizione del tempo.
“Eppure…
aspetta… no… forse è in quel volume…”
Un
vecchio volume polveroso fece tossire Hermione, che non si rese per niente conto
dell'’arrivo di un’altra anima in quel luogo di
perdizione.
“Parli
anche da sola,Granger?”
“Ciao
Malfoy”, disse con occhi lacrimanti.
Draco
fece il giro del tavolo e si sedette di fronte a lei, iniziando a guardare i
tomi che giacevano sul tavolo.
“Ma
stare in panciolle come i comuni mortali, no?”, chiese, impressionato dai titoli
arcaici impressi sulle copertine vetuste.
“A
quanto pare non sono un comune mortale…”
Draco
roteò gli occhi, “A quanto pare oggi sono circondato da gente
simpatica…”
Hermione
chiese spiegazioni con gli occhi, ma il ragazzo non rispose e afferrò la
pergamena su cui erano stati impressi 47 cm di tema.
“E
tu cosa sei venuto a fare qui? Non credo studiare…”
Chinò
il capo e intinse la piuma nell’inchiostro.
Lo
scorrere della piuma sulla pergamena rilassava Draco ed Hermione notò
l’espressione del volto che via via si faceva sempre più serena, un piccolo
sorriso le increspò le labbra e continuò a scribacchiare informazioni sulla
pergamena.
“Non
sono qui per studiare, ma perché quell’idiota di Zabini ha dimenticato un
libro…”
“Non
sapevo riuscissi ad essere anche gentile…”, celiò.
“Questa
non è gentilezza, sai quanto può essere stressante Zabini? Certe cose si fanno
solo per non farlo parlare più!”
Hermione
si morse il labbro inferiore, “Ed io stupida che riesco anche a mettere te
accanto all’aggettivo gentile…”
Le
due ore ormai erano trascorse da un bel pezzo, ma i due ragazzi erano troppo
impegnati per rendersene conto.
Hermione
intenta nella scrittura del suo tema, Draco intento nel disegnare ciò che c’era
aldilà della grande finestra.
“Si
è fatto tardi… è meglio andare, o la biblioteca chiuderà…”, disse
stiracchiandosi e osservando con la coda dell'’occhio ciò che aveva abbozzato
Draco su quel pezzo di carta straccia.
Non
si poteva definire il nuovo Caravaggio, però se la cavava abbastanza bene,
soprattutto nel realizzare le zone d’ombra.
“Sarà
meglio…”, si alzò e andò verso la porta; Hermione intanto riponeva i volumi
sugli scaffali facendo sì che la polvere la facesse starnutire senza
sosta.
“…
è già chiusa!”, annunciò con calma paradossale, ritornando da una Hermione
sbigottita per via della notizia.
“COSA?”
“E’
già chiusa! Siamo in trappola, Granger!”
No,
no! Non poteva essere!
Per
la prima volta in vita sua non voleva stare in Biblioteca.
Si
prese la testa tra le mani, e si riaccomodò al tavolo.
“No…
no…com’è potuto accadere?”
“Io
una mezza idea ce l’ho!” ”E sarebbe?”
“Quasi
sicuramente la
Pince sarà venuta, non avrà visto e sentito nessuno e avrà
chiuso…”
Hermione
lo guardò sconsolata; ma come faceva ad essere così
tranquillo?
“E
adesso?”
“Aspettiamo
domani mattina”, disse sedendosi per terra e accendendosi una delle sue
immancabili sigarette.
“Ma
non hai la bacchetta con te?”, chiese accendendo così un barlume di speranza in
lei, visto che l’aveva dimenticata sul letto di Ron.
“No,
l’ho dimenticata…”
“Dimentichi
la bacchetta, ma le sigarette sono sempre al tuo seguito…”, sbottò irata
alzandosi in piedi.
“Vedo
che anche tu non hai con te la bacchetta, ma la tua proverbiale lingua lunga è
sempre con te…”, disse aspirando una boccata di fumo e tirandoglielo in faccia
facendola tossire nuovamente.
“Sai
che qui non si fuma?”
Draco
si guardò intorno, “Vedi in giro qualche divieto?”
“N-no…
ma…”
Poggiò
il capo allo scaffale e continuò a fumare, “Vorrà dire che fumerò quanto mi
pare…”
Hermione
sbuffò spazientita e si sedette
accanto a lui, nella speranza che quella situazione finisse prima, e che Malfoy
non le distruggesse le vie respiratorie con il suo dannatissimo vizio del
fumo.
Lui
continuò a fumare e lei continuò a fare pensieri sconnessi e a guardarsi intorno
nella speranza di trovare qualcosa da fare, e nella speranza di trovare un modo
di uscire da quel luogo.
Così
animata da sconforto si alzò e prese un libricino dalla copertina
nera.
Un
romanzo di una scrittrice magica che doveva avere caratteristiche
Horror.
Era
tanto per ammazzare il tempo, non di certo per fare altro.
Il
Delitto del Conte di Lusax
Probabilmente
una stronzata colossale, ma si fanno troppe cose quando si è in
crisi.
A
gambe incrociate si risedette accanto al ragazzo che aveva giusto ciccato sul
pavimento per la gioia degli elfi domestici che abitavano il
castello.
“Leggi?”
“Tu
fumi e io non posso leggere?”, chiese alzando un sopraciglio con fare
scocciato.
Ritornò
alla sua lettura.
Era
una notte buia e tempestosa, i tuoni rimbombavano all’interno del castello
gotico, e i fulmini caduti nelle vicinanze illuminavano spaventose statue di
leggendarie creature.
Un
salice piangente aveva preso fuoco poco lontano e solo la luce fioca di una
candela orami quasi del tutto consumata illuminava la grande stanza dai tendaggi
pesanti…
“Cosa
leggi?”, domandò incuriosito.
“Non
ti interessa”
Draco
lasciò stare e si accese un'altra sigaretta.
Qualcosa
da fare doveva pur trovarla e se una conversazione con la Mezzosangue non poteva
intavolarla si sarebbe donato al fumo, il suo unico e vero grande
amore.
Ma
Draco sapeva che non avrebbe potuto fumare tutta la notte, avrebbe potuto
leggere qualcosa ma l’idea lo abbandonò quasi subito.
Dormire?
Troppo
scomodo.
“Cosa
leggi?”
“Ti
ho già detto che non ti interessa”
“Sei
troppo acida…”
Hermione
non rispose alla provocazione e tornò alla lettura.
Neanche
provocarla l’aveva destata dalla sua lettura, così animato da curiosità
accecante si sporse verso la ragazza, ma lei arretrò, non voleva dargliela
vinta.
Si
avvicinò ancora, e ancora la ragazza arretrava.
Un
movimento del Serpeverde, che la ragazza si allontanò di qualche altro
centimetro.
Era
forse un gioco?
Draco
Malfoy non lo sapeva e stava iniziando a spazientirsi
veramente.
“Granger,
a che gioco stai giocando?”
“A
nessuno”
“E
allora smettila di allontanarti!”
“E
perché dovrei?”
Impertinente
Indomabile
Diversa
“Dimmi
cosa diavolo stai leggendo!”
“Ti
cambia la vita se te lo dico?”
Draco
Malfoy roteò gli occhi esasperato, si mise davanti la ragazza e le imprigionò i
polsi, mentre quella continuava a dimenarsi come una
forsennata.
“Lasciami!”,
sbottò infastidita dal comportamento del ragazzo, che però non mostrava nessuna
espressione cattiva o di superiorità, non voleva farle del male, voleva solo
essere preso in considerazione?
Adorava
di sicuro stare al centro dell'’attenzione, e lei scansandosi da lui e dalla sua
persistente curiosità, lo aveva messo nel cantuccio privo di notorietà o
attenzione.
“Dimmi
cosa stai leggendo…”
“No”,
un sorriso bellissimo si disegnò su quelle labbra dal disegno
perfetto.
“Granger,
queste prese di posizione con me hanno vita breve…”
Ormai
era a cavalcioni sulla figura esile di Hermione.
Non
sembravano comunque scossi da quella situazione, era quasi
normale.
“Sei
davvero assillante…”
Il
libro tra di loro, ed Hermione incantata da quei sottili ciuffi biondi che
ricadevano scompostamente su quegli occhi dal coloro
insolito.
Draco
ghignò e lasciò la presa, prese il libro e si alzò, anche se poi quella
posizione non gli dispiaceva più di tanto, non gli era mai dispiaciuta a dire
il vero.
Il
Delitto del Conte di Lusax
“…Sul
comò in legno pregiato una cornice in ottone racchiudeva il segreto di quel
castello. Un uomo sulla trentina dai lunghi capelli neri e dai penetranti occhi
color del mare in tempesta, sorrideva felice dando le spalle ad un lago
ghiacciato… la neve tutta intorno era il simbolo del freddo che albergava dentro
il suo cuore.
Accanto
a quella foto, un medaglione in oro con intarsi strani, forse mai vista prima
d’ora.
Forse
una rosa legata ad una esse, forse un serpente legato ad un
fulmine.
Un’altra
foto, stavolta rappresentante il volto di una donna. Una bellissima donna.
Lunghi capelli biondi, con degli occhi celesti che le conferivano quello sguardo
strano che…”
Draco
Malfoy passeggiava leggendo ad alta voce la prima pagina che aveva preso
sfogliando il libro.
Hermione
si perse tra quelle parole, coinvolta da quella voce calda ed espressiva che
riusciva a cullarla e a conferirle quella sensazione di calma e armonia che
ricercava tanto nei suoi libri, ma che non riusciva a
trovare.
Ascoltare
Malfoy non era poi così male.
E
poi c’era una cosa che l’aveva colpita; forse stupido da dire, ma il gesticolare
del ragazzo la fece sorridere.
Dava
un senso a ciò che leggeva, che si immedesimasse?
Draco
intanto proseguiva imperterrito.
“…
un abito bianco giaceva ancora su quel letto a baldacchino. Quasi certamente
quei merletti avevano una storia da raccontare, una storia d’amore e di passione
travolgente…”
Assorta.
Cullata in quell’oceano di preziose parole.
“Granger,
ti stai addormentando?”, chiese dolcemente avvicinandosi alla
ragazza.
Lei
si aprì in un grande sorriso, “Oh no… no… non potrei!”
Lui
le scombinò affettuosamente i capelli e le porse il libro, “Ti disturba se leggi
un po’ tu? Il mio sangue richiede della nicotina…”
Prese
il libro che le porgeva e si alzò in piedi aiutata da lui.
“Tu
non puoi proprio farne a meno, eh?”
“Mi
sono anche messo a leggere, non l’ho mai fatto con qualcuno davanti che non
fosse il mio precettore quando avevo sei anni…”
Era
forse una confidenza quella?
Hermione
non lo sapeva, ma se avesse riflettuto su quelle parole si sarebbe sicuramente
resa conto che Draco Malfoy era a suo agio, e stranamente lo era proprio con
lei. La
Mezzosangue Zannuta.
“…
quella notte del 1888 quella stanza aveva preso fuoco, ma l’unica cosa che era
rimasta era quell’abito. Non una bruciatura, niente di niente… nessun segno
delle ardenti fiamme dell'inferno, era rimasto lì lindo e candido, pronto per
quelle nozze che non sarebbero mai avvenute, pronto per quelle nozze che non
avrebbero mai visto la luce del sole…”
Draco
si portò la sigaretta alla bocca intento ad ascoltare quella voce che per un
attimo aveva abbandonato quella nota di saccenteria; appariva naturale senza
artifici solo per apparire perfetta. Era lei. Era
Hermione.
No
che quella storia lo stesse prendendo, ma lo aveva incantato, forse perché era
stato l’anello di congiunzione per una strana serata in compagnia di quella
ragazza, per cui aveva sempre provato disgusto, ma che a poco a poco stava
imparando ad apprezzare.
Forse
era quello il motivo, ma doveva solo imparare ad
ammetterlo.
Hermione
sbadigliò, stava iniziando a sentire il peso della
stanchezza.
Aveva
studiato tutto il pomeriggio e aveva anche saltato la cena per cause di forza
maggiore; se l’idiozia della Pince non l’avesse lasciata lì a marcire e a morire
di freddo.
“Stai
tremando?”
La
voce del Serpeverde le suonò quasi paterna e lei non potè far altro che
annuire.
“Vieni
qua…”
La
ragazza titubante si avvicinò.
“Ribadisco
che non mangio…”
“Lo
so Malfoy! Solo che questi atteggiamenti non sono da te”
Lui
ghignò, “Davvero? Ci metteresti la mano sul fuoco?”
“Non
so… forse la notte porta consiglio, ti faccio sapere domani
mattina!”
“Ok”
Hermione
stava per accomodarsi di fianco al ragazzo, quando lui la prese per il polso e
la fece accomodare tra le sue gambe.
Una
sensazione di calore invase la grifoncina.
Era
strano trovarsi lì, in biblioteca e
soprattutto accoccolata contro di lui, come se fosse qualcosa di normale, ma
ormai non sapeva più cosa fosse normale e cosa no.
“Comoda?”
“Sì”
E
quando le braccia di Draco la avvolsero in vita fu ancora più strano, più bello
forse.
“Ti
va di leggere ancora?”
“Perché
no? Alla fine questo libro è piacevole!”
Chissà
quanto tempo era passato. Avevano davvero perso la cognizione del
tempo.
“…
lo aveva ucciso il giorno prima delle nozze perché lo amava troppo. Si consumava
d’amore, viveva in una condizione d’esistenza ai limiti della
follia.
Era
davvero pazza d’amore. Era suo quella notte, quella notte di fuoco e di magia,
quella notte in cui quegli occhi color del ghiaccio lo trafissero come dardi
avvelenati.
Un
bacio al veleno, giusto il tempo di dare fuoco anche alla stanza che racchiudeva
la loro vita.”, Draco chiuse il libro e lo posò accanto a
sé.
Hermione
intanto si era addormentata, il capo poggiato alla spalla del
ragazzo.
Aveva
un’espressione dolcissima quando dormiva.
Le
accarezzò i capelli e le posò un lieve bacio sulla spalla come a volerle dare la
buonanotte.
Che
lo stesse facendo proprio perché sapeva di non essere
visto?
Di
certo non si stava riconoscendo, ma no che la cosa gli importasse più di
tanto.
“Buonanotte
Hermione”, disse chiudendo le pesanti palpebre, stanche di quella
giornata.
Sarebbe cortese da parte mia
ringraziarvi singolarmente vista la vostra infinita gentilezza nei miei
confronti; ma il momento non è dei migliori… e ieri ho anche saputo che il mio
migliore amico si è andato a schiantare contro un albero con il
motore.
Spero di riuscire a ringraziarvi
nel prossimo capitolo, incrociando sempre le dita ed esami
permettendo!
Scusatemi davvero
tanto.
Siete delle
grandi!
kisses
|
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Capitolo 7 *** A serious party with Paolo and Francesca ***
uj
Ormai
si era nel vivo delle vacanze di Natale e anche se l’atmosfera che si respirava
al castello non era prettamente natalizia, la neve che aveva imbiancato il
castello e il paesaggio circostante era la prova tangibile che gli abitanti del
castello si erano ritrovati catapultati nel bel mezzo
dell'’estate.
Per
Hermione Granger ad esempio non era il 23 Dicembre, bensì il 18
Maggio.
Aveva
trascorso due giornate intere in biblioteca a fare ricerche su ricerche, a
studiare su mattoni illeggibili dalle pagine ingiallite e strappate e ricoperti
da un metro di povere; sembrava fosse sotto stress per via degli esami
finali.
Ron
ed Harry stavano iniziando a preoccuparsi.
Intanto
fervevano i preparativi per la festa. Padma e Hannah sempre più indaffarate non
avevano avuto un minuto di libertà, e sempre più isteriche camminavano
freneticamente per i tortuosi corridoi del Castello in cerca di Silente, della
McGranitt e soprattutto della Cooman a cui avevano chiesto degli
aiuti.
Ovviamente
anche Lavanda Brown e Calì Patil si erano intromesse
nell’organizzazione.
Lavanda
si era anche auto eletta a principessa incontrastata del
Glamour.
“E’
domani sera, vero?”
“A
cosa ti riferisci, Hermione?”
“Alla
tragedia”
“Stai
forse parlando della Festa?”
“Però…che
perspicacia Ronald!”
***
Nella
tana delle Serpi quella sera era stata istituito un altro
festino.
Gli
unici invitati erano stati come sempre: Blaise, Draco, Theodore, David e
Adrian.
Inseparabili
amici quando c’era da scolarsi litri e litri di alcool e fumarsi “erbetta
magica”
Due
bottiglie di Firewisky giacevano accanto al corpo di David, che disteso sul suo
letto sembrava morto.
Blaise
stava divertendosi a fare cerchi di fumo, Draco stava per finire l’ennesima
bottiglia di Vino Elfico, e Adrian stava aiutando Theo a dare via l’anima al
gabinetto.
Un
mal di testa pulsante stavano distruggendo Draco Malfoy che nonostante tutto si
fece passare la sigaretta all’ erbetta magica da
Blaise.
Improvvisamente
un forte bussare destò Blaise dai suoi viaggi in mondi
sconosciuti.
“Speriamo
non siano Tiger e Goyle che rivendicano la loro scorta di dolci di Mielandia”,
asserì. Di certo non potevano controllare la fame chimica, e l’unica cosa che
avevano trovato di commestibile era stata la loro abbondante scorta di dolci.
Il
bussare si accentuò, e Draco riuscì a capire che qualcuno stava realmente
bussando alla porta della camera, e non nella sua testa
annebbiata.
L’unico
che riuscì a mettersi in piedi fu Blaise, si avvicinò allo specchio per dare
un’occhiata a come si era ridotto, e ciò che vide non gli piacque per
niente.
Si
ravvivò i capelli e andò ad aprire; Grace Grey stava quasi per
piangere.
“E’
con te Draco?”
Blaise
si voltò verso la figura del biondino per accertarsi che lui fosse davvero lì e
che non si fosse immaginato nulla.
“Sì”,rispose.
“Devo
parlargli”
Blaise
le fece cenno di aspettare, chiuse la porta e si buttò sul
letto.
“Era
Grace Grey”, esordì e il biondino dovette fare numerosi sforzi per riuscire a
ricordarsi chi delle sue conoscenze rispondesse a quel
nome.
Probabilmente
c’era andato a letto, e ancora lei rivendicava ragione e una piccola speranza
che loro sarebbero divenuti una coppia.
“Vuole
parlarti, ti aspetta in Sala Comune…”
“Non
ricordo nemmeno chi è…”
“Appena
la vedrai ti ricorderai”, aspirò un tiro da una sigaretta che David aveva acceso
ma che aveva subito abbandonato per andare a vomitare l’anima insieme a Theo.
Era un mistero come Adrian non avesse ancora dato di stomaco assistendo al
club del vomito.
“…o
almeno ricorderai il suo corpo”, continuò ghignando.
Draco
per tutta risposta inarcò un sopracciglio e si alzò svogliatamente da letto, e
con capelli scarmigliati, camicia bianca stropicciata e aperta, e occhi
arrossati si presentò al cospetto di Grace Grey.
Lei
si era accomodata su uno dei divani di fronte al camino e si torceva le mani per
via del nervosismo.
“Volevi
parlarmi?”, la voce fredda e strascicata di Draco la
travolse.
“S-
sì”, lo balbettò. Era una Serpeverde, ma non riusciva proprio ad essere come
Pansy o come la bellissima Daphne Greengrass.
Lei
si poteva benissimo definire una mangiatrice di uomini, ma Draco Malfoy le
faceva perdere la testa e non rispondeva più delle sue azioni. Perdeva il
controllo. Non era più capace di controllare le sue emozioni. In lui annullava
tutto il suo essere.
“E
di cosa vuoi parlarmi?”, disse accomodandosi sul divano di fianco alla
ragazza.
“E’
stato solo sesso per te?”, fece timidamente abbassando lo
sguardo.
Draco
fece cadere la testa sulla spalliera del divano sogghignando divertito verso il
soffitto.
Una
domanda più stupida quell’idiota avrebbe potuto
formularla…
“Cos’altro
avrebbe potuto essere?”, domandò sarcastico facendola cadere in un forte
imbarazzo.
“Non
so… magari… ecco vedi… io…”
Draco
non sopportava l’insicurezza nelle donne, e poi sapeva benissimo dove
quell’assemblaggio di parole sarebbero andate a parare, quindi si avvicinò al
suo volto e catturò quelle labbra in un bacio che venne ricambiato
immediatamente.
Quando
si staccarono lei lo guardò con occhi languidi, una visione che fece gelare il
sangue nelle vene per lo sdegno a Draco.
“A
cosa devo…”, le si avvicinò di nuovo, disegnò sensualmente il contorno delle
labbra carnose con l’indice; “Ti va di continuare la chiacchierata in un posto
più intimo?”, sussurrò maliziosamente all’orecchio.
Lei
rabbrividì e annuì, e afferrando la sua mano arrivarono alla stanza di Adrian e
David dove la chiacchierata avrebbe assunto un’altra
piega.
***
Hermione
Granger non aveva chiuso occhio per tutta la notte, e l’urlo che aveva cacciato
appena sveglia ne era la prova.
Era
stata assillata da pensieri orribili sulla festa che avevano organizzato quelle
quattro pazze, aveva trascorso ogni minuto della notte pensando che mancavano un
totale di minuti alla festa e aveva vissuto nel terrore.
Quando
un timido raggio di sole le illuminò il viso, capì che mancavano poche ore e che
quella terribile festa avrebbe avuto inizio.
“Hermione,
tutto bene?”, chiese un’assonnata Lavanda Brown.
Hermione
si prese la testa tra le mani, “Sì, va tutto bene!”, rispose
flebilmente.
No
che non andava tutto bene!
***
Draco
Malfoy fu svegliato da un lancinante mal di testa. Il feroce pulsare delle
tempie lo fece distogliere da un sonno comatoso.
La
voglia di vomitare stava per prendere il sopravvento e quando vide Grace Grey
beatamente addormentata accanto a lui, la voglia di vomitare divenne una
necessità.
Sembrava
tutto un controsenso; avevano sicuramente fatto del sesso, e anche se non aveva
ricordi a tal proposito il fatto che fossero totalmente nudi in un letto
spazioso era una prova schiacciante, ma la voglia di vomitare non era data solo
da tutto l’alcool e il fumo che circolava nelle sue vene, era dato da qualcos’
altro, era dato da quella ragazza che dormiva accanto a
lui.
Si
alzò nonostante il mal di testa, e presi i suoi abiti corse nella camera dove
Blaise e gli altri avevano passato la notte tra il delirio e il
vomito.
***
Quando
raggiunse la stanza dei suoi amici ciò che si presentò ai suoi occhi assonnati
non era esattamente il ritratto dell'’ordine.
Theo
dormiva abbracciato ad un sacchetto pieno di erbetta
magica.
David
si era addormentato in bagno coperto da una tovaglia dei colori di
Serpeverde.
Adrian
era in boxer per terra, e Blaise giaceva tra bottiglie vuote borbottando
qualcosa di incomprensibile.
Draco
si ritrovò costretto a scavalcare David per riuscire a prendere quelle poche
cose che avrebbe poi trasferito nel Bagno di Prefetti. Non conosceva altro luogo
per riuscire ad arrivare a colazione senza una scia di puzzo ripugnante al suo
seguito.
***
Coccolato
dal tepore dell'’acqua che dolcemente gli cullava la testa, Draco Malfoy stava
dandosi dell'idiota.
Una
notizia che aveva dell'’incredibile. E se qualche abile Legiliemens avesse fatto
una capatina nella mente del biondino, o avrebbe usato quell’informazione per
deridere l’algido Principe delle Serpi o si sarebbe chiesto cosa portava quel
ragazzo all’apparenza perfetto a sentirsi un idiota.
Non
riusciva davvero a capire perché la vista di una Venere nel suo letto l’aveva
disgustato a tal punto; continuava a dare la colpa al troppo alcool, ma allora
perché la vista di Tiger e Goyle a torso nudo poco prima in Sala Comune non lo
aveva disgustato?
Prese
a giocare con la schiuma colorata e si abbandonò ad una sensazione di
tranquillità, quei ragionamenti erano troppo complicati da fare alle 8 del
mattino.
***
“La
catastrofe è imminente!”
“Stai
diventando ripetitiva, sai?”
Hermione
minacciò di incenerire Ron con il solo sguardo.
“Ma
sai… alla fine non è un problema, no? Mi sembra che qualcuno diceva Repetita
iuvant, giusto?”, cercò di riprendersi il rosso per evitare l’ira funesta della
migliore amica, che intanto stava trattenendosi dal
schiantarlo.
“E
adesso dove vai?”, chiese confuso.
“A
prepararmi!”
Ron
scosse la testa, non ci stava capendo più niente.
***
La
Sala Grande
era stata addobbata con le mitiche candele galleggianti, forse segno di un
Natale all’insegna del risparmio energetico, e di un grande albero di Natale
argentato al centro esatto della Sala.
Tavole
imbandite con ogni ben di Dio, luci soffuse e una leggera musica che risuonava
per la
Sala.
Niente
fronzoli, era tutto fin troppo sobrio, e quando Hermione fece il suo ingresso
quasi ne rimase sconvolta.
Quasi
si sentì a proprio agio nell’abbigliamento che aveva scelto: un semplice paio di
jeans, un maglione grigio tempesta e un paio di stivaletti
scamosciati.
Era
Natale, nevicava, c’era freddo… non era necessario presentarsi con abiti
scollatissimi, ma le dolci donzelle abitanti il castello non la pensavano di
certo come Hermione Granger, infatti dopo aver steso un sorriso in direzione
della sobrietà con la quale era stata decorata la Sala dovette reprimerlo alla vista delle
sue compagne in abiti da sera succinti e che non lasciavano nulla
all’immaginazione.
“Devi
ancora cambiarti, Hermione?”, chiese Padma nel suo abito da sera color
dell'’oro; la ragazza interpellata sorrise, “No Padma, non sono io ad avere un
abbigliamento inappropriato alla situazione…”, e facendo ondeggiare i capelli
sulla schiena lasciò dietro di sé una Padma infastidita.
Hermione
Granger con quel suo abbigliamento era l’unica a non passare inosservata, e dire
che il suo intento era proprio quello di non essere presa in considerazione,
voleva stare in santa pace aspettando un orario decoroso per poter levar le
tende.
Sorseggiava
un Cocktail rosa e celeste e guardava divertita la scena di Ginny che cercava di
far ballare il suo ragazzo in postura dinoccolata.
“Harry!”,
richiamò imperiosa facendolo sobbalzare.
Hermione
sorrise a quella scena e decise che per quella sera sarebbe stato meglio leggere
qualcosa, e difatti con un incantesimo di appello riuscì a far comparire un
libro che analizzava approfonditamente le figure di Paolo e
Francesca.
Lettura
affascinante che avrebbe dovuto proporre alla Romance.
Draco
Malfoy d’altro canto stava cercando di sfuggire a Grace Grey che affamata di
domande sulla loro relazione stava chiedendo a tutti quelli che incrociassero la
sua traiettoria che fine avesse fatto Draco Malfoy!
C’erano
poche teste biondissime ad Hogwarts, ma Grace Grey davvero non riusciva ad
individuarlo.
Un’impresa
realmente ardua!
“Hai
visto Draco?”
“No,
mi dispiace!”, sempre la solita frase.
La
situazione surreale portò Draco Malfoy a notare l’esile figura della Mezzosangue
rannicchiata su di una poltrona intenta a leggere un
libro.
Quella
ragazza era davvero ossessionata dai libri, ma non si curò più di tanto di quel
piccolo particolare; la postazione assunta dalla Granger era
perfetta.
La
poltrona era nascosta da una colonna, e anche se la Grey avesse notato la Granger non sarebbe mai
andata a chiederle informazioni su di lui. Era tutto
perfetto!
Dunque
si posizionò dietro di lei e prese anche lui a leggere, senza ovviamente far
notare la sua presenza.
Parola
dopo parola, la lettura risultava sempre più stupida.
Paolo
e Francesca avevano solo bisogno di sesso, niente amore…
ovviamente.
Hermione
stava per voltare pagina, quando una voce la fermò:
“Aspetta…
non ho ancora finito!”, disse con placida calma come se la cosa risultasse del
tutto normale.
Reazione
normale quella di Hermione, che a quella farse sobbalzò non aspettandosi di
certo che Draco Malfoy invece di godersi la festa con le sue amichette stava
dietro di lei intento a leggere.
“Malfoy!”
“Ok…
puoi voltare pagina…”
Situazione
strana, molto strana, ma Hermione voltò pagina e vide lui sedersi sul bracciolo
della poltrona; “Tranquilla, non mangio!”
Hermione
lo guardò torva: “Come mai non sei da qualche parte con i tuoi amici
Purosangue?”, chiese, mentre due Cocktail levitavano nella loro
direzione.
Draco
li afferrò e ne porse uno alla ragazza che mostrava un’aria terribilmente
indispettita.
“Se
te lo dico poi dovrò ucciderti…”
“Sai
che novità…”, rispose Hermione bevendo il suo Cocktail.
“Suvvia
Granger, credi davvero che ti voglia uccidere? Sbaglio o sei tu quella che sogna
me morto sepolto da un lampadario?”, chiese divertito.
Hermione
fece spallucce, “Ho anche sognato te che venivi torturato da Gazza e dalla sua
stupida gatta…”
“Questo
è già un sogno più originale, sicura di non sognarmi un po’ troppo spesso,
Granger?”
“E’
vero, ti sogno un pò troppo spesso, ma tutto ciò è dato dal fatto che nel mio
inconscio la voglia di vederti morto prevale!”
Stettero
un po’ in silenzio, ognuno perso nella visione di coppie male assortite che
volteggiavano allegre al centro della Sala.
Improvvisamente
Draco le prese il libro che teneva sulle gambe.
“Maniaco”
“Granger,
ti ho solo sfiorato la gamba, non sono uno di quelli che si eccita anche con un
po’ di vento…”
“Per
fortuna! La notizia mi ha rincuorato…”, fece sarcastica.
Draco
scosse la testa e le passò un altro Cocktail; “Adesso dimmi, credi davvero che
tra questi due ci sia amore?”, chiese picchettando un dito sulla copertina del
libro.
“Se
stanno insieme ci sarà un perché…”
“Il
perché è il sesso!”
“Anche”
Anche?
La Granger non
doveva rispondere “Anche”. Nella sua mente si era strutturata quella
conversazione, e la
Mezzosangue non avrebbe dovuto rispondere a quel
modo.
“Anche?”,
chiese perplesso.
“E’
ovvio, Malfoy! Paolo e Francesca sono eros allo stato puro… ma ciò non toglie
che si amino…”
“Granger,
tu sei ubriaca!”
“Ti
sbagli! Reggo l’alcool meglio di te!”, e dopo quella risposta emblematica lo
mandò giù tutto d’un sorso.
“Granger
non mi va di indagare sui tuoi problemi con l’alcool…”
“Io
non ti direi comunque nulla…”, sorrise e Draco ricambiò il sorriso. Non si
resero subito di quel gesto naturale per tutti, ma innaturale tra di loro,e continuarono a batti beccare
simpaticamente un po’ su tutto come avrebbero fatto due vecchi
amici.
La
serata proseguì per entrambi al meglio tra chiacchiere, risate, buffetti e colpi
ben assestati ai fianchi del biondino con pizzicotti da
manuale.
Tutto
in compagnia della musica e di molta gente che sembrava non esserci, il tempo
trascorse inesorabile e quando a Mezzanotte finì la festa dispiacque a entrambi,
che ovviamente non esternarono i loro pensieri a
proposito.
“E’
ora di andare… è stato un piacere!”
“Anche
per me!”
***
Harry
era stanco, ubriaco e vedeva strane luci nella testa.
“E’
mai possibile che ad ogni festa tu debba fraternizzare con il nemico?”, domandò
Ron affiancandosi ad Hermione che sorrise apertamente lasciandolo lì inebetito;
ma fortunatamente una violenta pacca da parte di Harry Potter lo riportò alla
realtà: “E’ mai possibile che tu veda nemici dove non ci
sono?”
“Ma
è di Malfoy che stiamo parlando!”, annunciò, come se da quella farse fosse
dipeso il destino del Mondo.
“Di
Draco!”, precisò Harry singhiozzando, lasciando ovviamente tutti sgomenti e in
preda a strani dubbi tutti rivolti all’amico dagli occhi verde
smeraldo.
Ginny,
come uscita da una momentanea trance prese la parola: “Non fateci caso… è
ubriaco!”, e nello stesso istante Harry cadeva a peso morto sul
pavimento.
Solo
un incantesimo di levitazione l’avrebbe potuto portare nel suo dormitorio a
ronfare beatamente senza intoppi.
AGA
Salve dolci fanciulle,
piaciuta la festa?
Vi aspettavate forse
qualcosa di più? Spero di no, perché non è un bene bruciare le tappe… Draco deve
ancora capire un paio di cosette…
Ma lasciando perdere i
miei consueti vaneggiamenti, direi di passare ai ringraziamenti. Ragazze sono
davvero commossa dalla vostra dolcezza ^___^
Grazie a tutte ed in
particolare a:
mrsmoore(Ciao è bello sapere
che riesco a strapparti qualche risata, spero di esserci riuscita anche con
questo capitolo^^), camyxpink(Crepi!
Io frequento il Liceo Linguistico…ancora per poco, per fortuna! Ti ringrazio
sempre per i costanti commenti e complimenti, e beh.. forse Draco ha proprio
fatto quella domanda per quel motivo^^), London( Ciao, poi ti dirò se gli esami
sono così terribili… anche se qui si parla della festa una specie di libro
l’hanno letto ugualmente^^ spero ti sia piaciuto anche se fuori il contesto
dell'’aula della Romance), chigra(
L’innamoramento deve avvenire, ma gradualmente… qualcosa che smuova le acque
deve essere inserita, magari prima iniziano una sorta di amicizia… e forse in
questo capitolo ci sono quasi riusciti^^ Grazie mille), sonaj( Crepi! Le apparenze ingannano
quasi sempre, soprattutto in questo casoJ Non credo sia accaduto
molto, però le cose stanno iniziando a prendere un’altra piega… almeno…), 1992( Ciao, le lezioni tornano, ma
Padma ci teneva davvero alla festa, non potevo non fargliela organizzare
XDXDXD), white_tifa( Ciao tesoro, ti
aspettavi forse il bacio? Secondo me è un po’ prestino, trovi? E poi non potevo
fargli distruggere la
Bella e la
Bestia, la adoro… non glielo avrei mai permesso!), Auror girl( Tranquilla se ti perdi un
commento, l’importante è sapere che la storia non faccia pena! Penso anch’io che
si alleeranno per uccidere quelle due pazze organizzatrici da strapazzo… è
un’idea…), Erin( Crepi! Ma sai che
ancora non ho ben deciso cosa fare? Sono in alto mare e dovrei pensarci… mm… è
un lavoro scrivere su Draco ed Hermione?^^), cherry( Ma grazie cara, contenta che ti
piaccia e che non li salti perché non ne vale la pena^^ W le cause di forza
maggiore!), Sinylla( Ho appena visto
con somma gioia che hai aggiornato… adesso mi fiondo a leggerlo sono curiosa di
sapere i risvolti^^ L’inconscio guida Draco… e a quanto pare lo guida bene! Alle
feste draco si ubriaca non legge di Paolo e Francesca^^), Chiaras( Ok, non dico più che è una
schifezza, anche se, se mi mandi una fattura potrei usarla come scusa agli
esami^^ Il tuo Prof ha pienamente ragione, ed io ho una stima particolare per i
professori di lettere… sarà che adoro la mia! Draco ed Hermione si stanno
avvicinando pian piano… per fortuna), yuna_4ever( Piaciuto? Forse non accade
molto, ma dimmi tu…), missmalfoy e
luygina( Aggiornato abbastanza velocemente? Ne dubito -___- Contenta che ti
piaccia e che riesca a trovarla originale!), Aryka( Credo proprio che oggi leggerò
ciò che hai scritto e poi il titolo mi ha incuriosita! Grazie per tutti i
complimenti, sei un tesoro), Aysha(
Ho passato i quiz… inizierò a far danni! Che i miei concittadini inizino a
tremare… poveri! La lezione è stata un po’ smorta, ma Draco era davvero giù, e
poi per fortuna la
Bella non può essere giudicata come Giulietta per ovvi motivi,
a me sconosciuti, ma molto conosciuti da Draco… chissà, magari ti manderà una
e-mail), Herm90( Hai proprio
ragione, alle feste non succede mai niente di entusiasmante^^ E neanche a
questa, ma non è che mi abbandoni e ti ributti essenzialmente sulle
Ron/Hermione? Sigh…), Lie_Potter( Il
libro per il prossimo capitolo è top secret… non aggiungo altro. Ma forse sono
esaltata per un capitolo che non entusiasmerà più di tanto… vivrò nella
curiosità), mars( Grazie mille!), Cobwy23( Flirtare? Sai che dopo averlo
riletto è davvero così? Per fortuna quei sette manici di scopa non si rendono
conto di niente… e dire che potrebbero spettegolare su un mucchio di cose…
dovrebbero svegliarsi…), Hanon( non
poteva non sclerale di brutto…sono proprio degli idioti senza speranze! Questo è
stato un po’ più movimentato?), Merryluna( Lo so Manu, ma non ti devi
preoccupare, stai tranquilla… ma dove sei su msn? Mi manchi tanto! Sigh… e poi
Mundungus sente anche lui la tua mancanza… non ci lasciare soli…), Hysteria( Ma
che onore, un’altra drunks al midollo folgorata dalla mia storia…sono
soddisfazioni che non hanno precedenti…wow! Addirittura due drunks… oh mamma!
Grazie infinite), Yavanna92(
Litigheranno tranquilla!^^ E’ il loro sport preferito!), MartyViper( Grazie mille! Ho talento
naturale nello scrivere? Ma così io mi sciolgo! Grazie Grazie Grazie! Sei
davvero un tesoro adorabile! I litigi tornano! Non se ne andranno
facilmente!)
Kisses
|
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Capitolo 8 *** I never loved nobody fully ***
OL
Quella
mattina Madama Pince russava sonoramente, consapevole che nessuno degli studenti
sarebbe stato in preda a convulsioni isteriche per via del ritardo
dell'’apertura della Biblioteca.
A
dire il vero qualcuna che si sarebbe strappata i capelli esisteva, ma Madama
Pince fece finta di nulla e giratasi sul fianco destro, mettendo in mostra una
gamba ricoperta di pelle a buccia d’arancia, dimenticò che avrebbe rovinato
la vita ad una studentessa.
La
studentessa aveva completamente rimosso che si trovava in Biblioteca, sul freddo
pavimento, usando un braccio di Draco Malfoy come cuscino.
Credeva
di essere tra le lenzuola profumate del suo letto con Grattastinchi poggiato sul
fianco.
“Grattastinchi...
smettila…”
Cosa
stava facendo Grattastinchi, era un mistero, ma forse era solo un sogno
della grifoncina perché Draco –ossia il nuovo gatto di Hermione- non stava
facendo assolutamente niente se non dormire profondamente nonostante qualcosa
conficcato dietro la schiena.
Fu
dunque il momento di Draco di muoversi e far sì che il braccio schiacciasse il
fianco della ragazza.
“Grattastinchi…
giuro che ti castro!”, asserì assonnata.
Grattastinchi?
Non era forse il nome di quello stupido gattaccio arancione della
Granger?
Draco
cercò di capire il perché Blaise stesse blaterando a proposito di quel
gattaccio, non aveva senso, Blaise odiava tutto ciò che sporcasse i suoi
preziosissimi averi, e i gatti sono noti per la loro perdita di
peluria.
Aprì
gli occhi, ma l’unica cosa che riuscì a vedere fu una luce accecante che
istintivamente gli fece chiudere le palpebre, doveva ancora abituarsi a tutta
quella luce.
“Grattastinchi,
ma si può sapere cosa ti prende?”
Improvvisamente
Draco Malfoy si rese conto di ciò che era accaduto la sera
precedente.
Si
rese conto di aver dormito in Biblioteca abbracciato alla Granger;
si
rese conto di essere stato fin troppo gentile e si rese conto di averle lasciato
un bacio sulla spalla per darle la buonanotte.
Draco
Malfoy fu stranito dal suo stesso atteggiamento, neanche da piccolo dava la
buonanotte ai suoi genitori o al suo orsacchiotto di
peluche.
Anche
lui aveva un orsacchiotto di peluche, era una sorta di migliore amico, glielo
aveva regalato la zia Andromeda e non si sa per quale morboso motivo, aveva
giurato ai suoi soldatini di piombo incantati, che avrebbe dato la vita per
salvare quell’orso di pezza, e adesso diciassettenne si ritrovava a pensare a
quel cimelio della sua infanzia, sdraiato sul pavimento ghiacciato, con la
schiena in cancrena e soprattutto con la Granger attaccata che credeva che lui
fosse Grattastinchi.
“Granger…
svegliati!”, asserì duro per via della voce impastata di sonno. Non voleva
essere duro con quella ragazza, voleva solo farle presente che lui non era un
gatto.
“Grattastinchi,
non sapevo potessi parlare…”, fece confusa sempre tenendo gli occhi
ermeticamente chiusi.
Draco
sbuffò.
“E
invece ho anche questa facoltà, e in tutti questi anni ho fatto finta di niente
per evitare di essere rimbambito dalle tue stupide
chiacchiere…”
Hermione,
nonostante gli occhi chiusi, riuscì a dargli un flebile pugno sul petto in segno
di protesta.
“Stupido
gattaccio, adesso devi anche spiegarmi perché hai un
petto…”
Draco
voltò il viso verso quello della ragazza, “Forse perché mi sono trasformato nel
Principe Azzurro?”, soffiò divertito, solleticando il collo di lei con il
respiro.
Quando
Hermione aprì gli occhi non si trovò davanti un gatto pulcioso di colore
arancione, ma un bellissimo ragazzo biondo dai lineamenti dolci e aggraziati, e
da uno splendido sguardo magnetico.
E
decisamente non era un gatto.
“Malfoy?”
Scosse
la testa sorridendo, “No, Grattastinchi!”
“Non
è divertente! E adesso spiegami perché sei ad una spanna dal mio viso, e un tuo
braccio è sul mio fianco…”, piccola pausa, “… e fa in modo che le risposte siano
esaurienti!”
“Abbiamo
passato la notte insieme…”, disse con nonchalance, aspettando di vedere
l’espressione che Hermione avrebbe sfoggiato ad una simile notizia, ma Hermione
se ne uscì con un: “Spero almeno sia stata soddisfacente…”, e si riaccomodò sul
braccio del ragazzo, che ormai aveva perso sensibilità.
No,
decisamente non era quello il modo in cui avrebbe dovuto rispondere a quella
provocazione! Perché quella ragazza riusciva a sconvolgergli i
piani?
“Cos’è,
non parli più?”,chiese poi non ricevendo nessuna risposta made in
Malfoy.
“Alzati
Granger, Madama Pince sarà qui tra poco, e non possiamo farci trovare
qua!”
“E
perché?”, mugolò.
“Perché
la nostra situazione potrebbe essere equivocata, e sarebbe immorale per te
ricevere una punizione”
Si
mise a mezzo busto stropicciandosi gli occhi, “Hai ragione… e poi Madama Pince è
una gran pettegola…”
No
che a Draco quella informazione cambiasse la vita, ma la Granger al naturale era divertente e
deliziosa.
Forse
erano tutti pensieri dettati dall’intorpidimento del braccio e del fatto che il
sangue per parte della nottata non avesse fluito, però era davvero un’immagine
tenera, una di quelle immagini che rimarranno per sempre nella mente, e che ti
ricorderanno che anche la
Granger è umana.
***
In
una delle camere del dormitorio Serpeverde, Blaise Zabini si stava godendo i
cerchi concentrici che la sua ragazza stava disegnandogli sul petto
nudo.
Carezzato
da quella sensazione, il suo cervello era partito per posti esotici, ma a quanto
pare al momento di fare i bagagli aveva dimenticato un pensiero. Uno di quei
pensieri che avrebbero dovuto viaggiare in prima fila. Un pensiero che aveva un
protagonista. Un protagonista che aveva un nome: Draco
Malfoy.
Se
Blaise non ricordava male, Draco avrebbe dovuto portargli un libro, e non un
semplice libro, bensì il libro.
Cosa
c’era di tanto sconcio in quell’ammasso di fogli ingialliti?
Naturalmente
una conversazione piuttosto piccante tra lui e Pansy durante un’ora di
Erbologia, e se Madama Pince o qualche altro, lo avessero aperto e letto, per i
due piccioncini sarebbe stata la fine.
Avrebbero
potuto iniziare a fare armi e bagagli e tornare nei loro Manieri a essere
serviti e riveriti senza obblighi e doveri.
“Dov’è
Draco?”
La
sua domanda ruppe il silenzio.
Pansy
lo guardò come se avesse davanti l’uomo più stupido della terra. Era da sciocchi
chiedere dove fosse Draco, visto che erano stati tutta la notte insieme senza
vere contatti con il mondo esterno, e visto anche che Draco non aveva di certo
trascorso la notte con loro.
“Sarà
con Grace…”, la buttò lì, dando al suo ragazzo la risposta più ovvia che era
riuscita a mettere in piedi.
Era
risaputo che l’erede dei Black e dei Malfoy amasse fare poche cose, e tra quelle
di certo non c’era la voglia di stare tutta la notte in Biblioteca a leggere
un libro.
“Ma
Grace non ha capito che Draco la sta solo usando?”
Pansy
fece spallucce, “Tutte quelle che passano dal letto di Draco dovrebbero esserne
al corrente, ma a quanto pare soffrono tutte di memoria
corta…”
Blaise
rise, “Sono parole forti… dette dalla sua ex”
“Ma
a me Draco non mi ha mai usata!”, disse schioccando la
lingua.
Blaise
si alzò sui gomiti e catturò quella bocca carnosa in un bacio dimenticandosi del
libro nelle mani di Draco. Sarebbe mai arrivato a
destinazione?
Il
pensiero sfuggì velocemente, adesso aveva altro cui
pensare.
***
“Malfoy,
perché la Pince
ritarda?”
“Ti
sembro forse un oracolo?”, domandò sarcastico accendendosi la prima sigaretta
della giornata. La prima di una lunga serie.
“Lasciamo
perdere… è la tua colazione quella?”, chiese indicando la sigaretta tra le dita
affusolate del ragazzo.
“Forse…
vuoi?”, le mise sotto al naso la sigaretta, azione che la fece
nauseare.
“Non
ci credo che non hai mai fumato…”
“Ho
già fumato, ma di prima mattina mi nausea, e non capisco come non possa fare a
te lo stesso effetto!”
Draco
per tutta risposta sorrise e buttò il fumo sul viso di
Hermione.
“Ti
diverte farmi tossire?”, chiese imbronciata, incrociando le braccia al
petto.
“Un
po’”
A
quella risposta emblematica la ragazza si sedette accanto a
lui.
Stettero
un po’ in silenzio, mentre il nauseabondo odore di sigaretta le solleticava il
naso.
“Posso
farti una domanda?”, esordì rompendo quella sorta di silenzio religioso che
s’era venuto a creare.
Lui
però si limitò a fare cenno di sì con la testa, continuando a
fumare.
“Perché
non credi nell’amore e vedi sesso ovunque? Cioè… mi rendo conto che voi maschi
ragionate con il vostro amico che abita le parti basse… però non ti sembra una
visione del mondo un po’ esagerata?”
Draco
la guardò divertito.
“Sai
Granger, so che lo stai pensando
quindi sfaterò questo mito… io, Draco Malfoy penso che l’amore non esista non
perché credo che l’amore sia qualcosa per femminucce…”
“
E allora…”
“Granger,
mi sembra solo assurdo che la gente si possa innamorare, non credo esista
qualcosa di più puro, qualcosa che si possa mettere al di sopra del sesso… il
sesso è arte, il sesso è ciò che si ricerca, se due persone stanno insieme è per
il sesso, non per altro…”
“Non
posso di certo competere con un grande amatore come te, ma secondo me è perché
hai trovato solo ragazze che da te hanno voluto solo una
cosa”
E
quello che avevano voluto era sottointeso.
“E
dimmi sapientona, tu perché credi nell’amore?”
“Perché
al contrario tuo non credo che nei rapporti si ricerchi solo il sesso. L’amore è
un sentimento che prima o poi provano tutti, è il sentimento che fa soffrire,
che strazia il cuore e che manda a quel paese la ragione…”, disse con enfasi,
mentre Draco ascoltava quella voce con studiata attenzione. Voleva imprimere
quelle parole e quelle frasi nella sua mente, voleva donare loro un piccolo e
confortevole cantuccio, così forse di punto in bianco, nei momenti più bui della
sua esistenza, si sarebbe ricordato che il mondo era anche abitato da persone
pure di cuore che credevano nelle favole.
“Sei
mai stata innamorata?”, chiese quasi in un sussurro.
Lei
sgranò gli occhi a quella domanda. Era forse impertinente?
Se
non avesse avuto modo di capire che con quel ragazzo si potevano anche fare
discussioni civili, probabilmente la riposta sarebbe stata positiva, ma visto e
considerato che Draco Malfoy era un ragazzo abbastanza intelligente… beh… quella
domanda no, non era impertinente.
“Sì”
Quel
sì, rimbombò nella sua testa.
“Lenticchia?”
“No”
“Potter?”
“No”
“E
allora chi…”
“Non
stare ad arrovellarti il cervello, non è della scuola”
Draco
prese un grande respiro, “E dunque sei ancora innamorata…
no?”
“No”
Draco
annuì a quelle parole. Scese di nuovo il silenzio, e dopo qualche minuto fu di
nuovo la grifoncina a rompere il velo del silenzio.
“Mi
ricordi Hans Axel von Fersen”
E
chi diavolo era?
“Hans
cosa?”, chiese perplesso.
“Hans
Axel von Fersen”, ripetè con calma, credendo forse che dopo averlo ripetuto,
nella mente di Draco si fosse accumulato tutto il sapere.
“L’amante
di Maria Antonietta”
“Oh
sì, adesso si spiega tutto”, concluse ironico poggiando la testa allo
scaffale.
Lei
sorrise e alzandosi Draco si ritrovò quel viso a poca distanza che lo guardava
un po’ troppo divertita.
“Su
Malfoy”, gli afferrò la mano e lo fece alzare. Ma la cosa più bizzarra che il
Principe delle Serpi si ritrovò a fare, fu una piccola corsa per gli scaffali
della Biblioteca.
“Granger,
di quale strana malattia soffri?”
“Perché?”
“Ti
sembra normale iniziare a correre per la Biblioteca senza un minimo di
preavviso?”
“Ci
vuole forse preavviso per fare una corsetta innocente?”
“Sì,
se io sono in tua compagnia!”, asserì serio, ma la serietà ebbe vita breve,
perché nonostante le labbra di Hermione volessero non ridere, si ritrovò a
riempire quell’ambiente della sua risata cristallina, e Draco non rimase di
certo impassibile.
Erano
davanti ad uno scaffale, e quando Hermione gli mise tra le mani un libro rimase
basito.
“E
questo cos’è?”
“La
storia romanzata del Conte Fersen e della Regina di
Francia”
“E?”
“Leggila,
ne parleremo tra tre giorni alle lezioni della Romance! A me il personaggio
maschile ricorda te, sta a te capirne il motivo”
Draco
si rigirò il libro tra le mani, “Perché devi essere sempre così
emblematica?”
“Che
gusto hanno le cose semplici?”
E
grazie a quella domanda, Draco ebbe come un’illuminazione.
Si
era forse disgustato alla visione di Grace nel suo letto, proprio perché era
troppo semplice averla?
Scosse
la testa. Era terrorizzato dalle sue stesse teorie.
La
grifoncina aspettava una risposta, ma un rumore di chiavi fece capire loro che
Madama Pince si era finalmente degnata di andare ad aprire la
Biblioteca.
“Stai
giù.”
Si
nascosero dietro lo scaffale, e quando la donna si andò ad accomodare alla sua
postazione, affondando il naso aquilino tra le pagine della Gazzetta del
Profeta, i due uscirono gattonando.
Ovviamente
Madama Pince non si rese conto di niente, anche se un paio di mozziconi di
sigarette avrebbero dovuto insospettirla.
Ragazze, io non so cosa
dire, sono realmente commossa.
Grazie per il sostegno,
ognuna di voi è speciale e siete riuscite a strapparmi numerosi
sorrisiJ
Grazie di vero
cuore.
Vorrei come sempre
avere il tempo di ringraziarvi singolarmente, ma il tempo è tiranno e ci sono un
certo Nietzsche e un certo Freud che mi aspettano XDXDXD
Il mio amico è stato
davvero fortunato, saperlo in prognosi riservata mi distrugge, ma per lo meno la
sua situazione non è grave, e questo mi rincuora.
Ah, grazie a lui adesso
ho paura dei motori XDXDXD
Voi ovviamente siete
degli angeli, ma cosa devo fare per farmi perdonare?
kisses
|
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Capitolo 9 *** Lesson number six: Sex affair ***
six
Anche
gli ultimi giorni di vacanza erano giunti al termine, e la mattina che avrebbe
rappresentato l’inizio delle lezioni, non era stata accolta a braccia
aperte.
“Cos’abbiamo
a prima ora?”, chiese Harry addormentato mentre si puliva gli occhiali
improvvisando un lembo della tovaglia come apposita
pezzuola.
Ron
rimase incantato dal biscotto inzuppato nel latte, e dopo averlo fissato
intensamente rimase molto male quando cadde nella tazza con un sonoro
Splash!
“Forse
Divinazione”
“Come
sarebbe a dire forse?”
“Sto
morendo di sonno, cosa vuoi che me ne freghi di ciò che abbiamo alla prima
ora?”
Effettivamente
ciò che aveva concepito il cervello di Ron, non faceva una
grinza.
“Buongiorno
miei cari”, la voce squillante di Hermione, arrivò ai due ragazzi come una
cannonata.
“Ma
come fai ad essere sempre così pimpante?”, era un dilemma per
Ron.
“Sono
iniziate le lezioni! Come non potrei essere felice?”
“Giusto!
Domanda idiota!”, asserì tristemente Harry servendosi di una generosa quantità
di caffè nero bollente, tanto per cercare di risvegliarsi e di non immaginarsi
nel suo letto nel sonno più profondo.
Tutti
e tre mangiavano con foga, come se non toccassero cibo da
giorni.
“E’
da tempo che non vedo McLaggen in giro…”, disse Ron mandando giù un boccone di
bacon.
“Vero…
chissà che fine ha fatto…”,continuò Harry.
“Devo
dire che si sta molto meglio senza quell’idiota…”
“Ben
detto!”, e dopo un brindisi improvvisato per festeggiare la scomparsa di Cormac
McLaggen, ognuno di loro si premurò nel recarsi in aula.
***
Blaise
Zabini stava cercando di uccidersi dando testate al muro.
“Zab,
vuoi forse distruggere il dormitorio?”
“Cazzo
Dra! Ti avevo chiesto un favore, ed era pure semplice da portare a termine…
anche tu potevi riuscirci”
Draco
posò lo sguardo sul suo amico che continuava nella sua incessante opera di
autolesionismo.
“Una
domanda mi sorge spontanea, ma come mai ci pensi dopo tre
giorni?”
Blaise
smise di dare testate, “Perché sono un idiota!”, convenne
mugolando.
Draco
si sistemò la cravatta, si specchiò un’ultima volta e afferrò la
sacca.
“Bravo!
Era a questa verità che volevo arrivare!”, aprì la porta e fece per uscire, “Ci
si vede a lezione, Zab!”
Blaise
rimase lì con il suo dolore.
***
Intanto
i 7 dell'’Apocalisse erano già pronti al combattimento. Libri alle mani, occhi
incollati alla frase emblematica su cui avrebbero dovuto dibattere, e unico
neurone impazzito.
“Non
sono molto contenta di come si sia svolta la festa di
Natale”
“Non
pensarci più, ormai siamo a Gennaio…”, disse con aria cospiratoria Anthony
Goldstein, regalando pacche affettuose alla Corvonero.
“Ed
è per questo che impiegherò tutte le mie energie affinché il Ballo di Primavera
sia senza precedenti… altro che Ballo del Ceppo”, asserì convinta e infervorata
dalle sue stesse parole. Peccato che non si potesse ritenere una grande oratrice
e non riuscisse a trascinare le masse. Era già un miracolo che riuscisse a
coinvolgere se stessa in ciò che blaterava.
“Ho
intenzione di fare le cose in grande, Silente mi ha dato carta
bianca…”
Albus
Silente si era definitivamente bevuto il cervello. O faceva tutto parte del suo
grande piano? Ammesso e concesso che ne avesse uno.
“...
i miei complimenti per la festa! Ha fatto davvero pena!”, i magnifici 7 si
voltarono contemporaneamente verso colui che aveva proferito parola, e si
ritrovarono davanti un Draco Malfoy ghignante più sexy del solito, se
possibile.
“Malfoy”,
ringhiò Ernie Mcmillan.
“Rilassati
energumeno, non ti conviene vestire i panni del cavaliere senza macchia e senza
paura.”
Ernie
era pronto a colpirlo. Un formicolio insopportabile gli stava atrofizzando la
mano, doveva pur scaricare la rabbia da qualche parte…
“Pensi
di poter fare tutto quello che vuoi?”, disse minaccioso con la mano stretta a
pugno.
Draco
si portò una mano al mento e assunse la tipica posizione da uomo che pensa e
riflette; “Ehm… sì!”, asserì sereno incenerendolo con lo
sguardo.
“Non
sei il padrone del mondo”
“Non
bisogna essere necessariamente il padrone del mondo per divertirsi con qualche
battutina innocente…”
“La
tua battutina non era innocente, hai fatto piangere Padma”, e indicò la ragazza
singhiozzante, Draco ovviamente non se ne curò. Le ragazze amavano piangere, il
più delle volte lo facevano senza motivi seri, erano tutti stupidi, futili e
privi di ogni logica.
Quell’idiota
Corvonero che motivi aveva per piangere? Il suo parere sulla festa era così
rilevante? Dipendeva tutto dal suo giudizio? Stupide oche senza
cervello…
“Non
me ne frega un bubotubero secco delle sue lacrime”
“Sei
un insensibile!”, ruggì il Tassorosso furioso.
“Quanti
complimenti…”, ribattè ironico accomodandosi al banco in fondo
all’aula.
Ernie
ormai digrignava i denti, “Giuro che ti ammazzo!”,abbaiò
furente.
Draco
si portò le mani alle tempie e le massaggiò lentamente, stanco di tutte quelle
parole.
Ernie
l’avrebbe davvero picchiato senza pietà?
No,
perché tutti erano bravi a parlare, ma non ad agire.
“Cosa
sta succedendo qui?”, Hermione Granger aveva fatto il suo trionfale ingresso
ammutolendo tutti i propositi per il delitto
perfetto.
“Niente”,
disse Ernie rabbuiandosi e sedendosi accanto a Padma.
Hermione
li squadrò ad uno ad uno, ma i loro sguardi erano troppo vuoti per potervi
capire qualcosa, e gli unici che avrebbero potuto trasmetterle qualcosa erano
coperti dalle braccia.
“Siamo
pronti per la lezione?”
“Sì”,
dissero 7 voci all’unisono.
Un
amore impossibile che rasenta l’adorazione
La
frase scritta alla lavagna era piuttosto chiara. Ma ovviamente a Draco Malfoy
non garbava più di tanto. Quel romanzo lo aveva coinvolto, non tanto per la
storia, ma perché la Granger voleva una risposta da
lui,e lui voleva sapere in cosa le
ricordava il Conte Fersen.
Aveva
divorato quel romanzo, e aveva tirato le sue conclusioni, solo che non le
avrebbe mai dette lì davanti a quella massa di idioti.
“Ma
come mai la loro storia d’amore non esce allo scoperto?”, una domanda che
avrebbe di sicuramente vinto il Premio Nobel per l’idiozia, se solo un Premio
Nobel per l’idiozia fosse esistito.
Hermione
alzò gli occhi al cielo, segno d’inconfutabile
disperazione.
“Forse
perché lei era la
Regina”, rispose stancamente sedendosi su di una
sedia.
Intanto
Draco Malfoy scarabocchiava qualcosa su un foglio di pergamena; quando si
annoiava disegnava sempre qualcosa, e in quell’ora il suo soggetto era un
castello.
“E
la Regina non
poteva ribellarsi al volere e sposare il Conte Fersen?”, domande partorite da
menti deviate, domande assurde forse concepite la notte per cercare di risultare
intelligenti e amanti della cultura, ma leggere non significava acquisire
cultura e sapere, oltre alla semplice azione che implica una lettura andava
messa in moto anche l’intelligenza, la perspicacia, la furbizia… ma a quanto
sembrava, quelli erano tutti elementi inesistenti in quelle giovani e stupide
teste.
“No”,
ribattè secca e scocciata Hermione, cercando lo sguardo di Draco, almeno lui
l’avrebbe aiutata, almeno lui era in grado di movimentare quelle ore di lezione,
e almeno lui la faceva divertire e le faceva captare il senso di avere pareri
diversi dai suoi.
“E perché?”, Padma Patil non
demordeva.
“Hai
mai sentito parlare di etichetta di corte?”
Lasciò
la Corvonero
a boccheggiare, ma non era di certo incoraggiante sapere che quei 7 idioti
imbalsamati non erano neppure a conoscenza di cose semplici ed
elementari.
Draco
intanto ascoltava quelle raccapriccianti parole e imperterrito non staccava gli
occhi dal suo scarabocchio. Quel castello gli ricordava quella che era stata per
anni la sua prigione, per fortuna Harry Potter aveva fatto il suo lavoro
uccidendo quel pazzo sadico omicida, e adesso era libero di sposare la donna che
preferiva. Capiva Maria Antonietta e la sua storia con il Conte Fersen, capiva
anche che Luigi doveva essere un’idiota senza precedenti se tardava nel mettere
incinta la sua consorte, rivide la situazione che avrebbe dovuto affrontare se
quel maniaco non fosse stato ucciso e la sua vita definitivamente liberata da
catene d’oro e d’argento.
“Il
Re di Francia era gay!”
I
7 illibati sperarono che il termine gay stesse per gaio con tutte
le loro forze, quella che usava Malfoy non era etichetta
morale.
Perché
Satana doveva insinuarsi in quelle pacifiche ore di
lezione?
Perché
le loro anime pure dovevano combattere con tali parole
amorali?
Loro
erano innocenti.
“Almeno
un po’ di fortuna per la povera Maria Antonietta…”
“Visto
che il Re usava il suo amico solo per procreare e non per darle piacere era
ovvio che la
Regina si rifugiasse in un uomo…”, Hermione sorrise,
finalmente Draco Malfoy si era risvegliato dai suoi pensieri e stava facendo
scandalizzare i magnifici 7. Visione assolutamente interessante e aspettata
quasi con sofferenza.
“Ti
ho dunque portato a credere che esiste l’amore?”, chiese
tronfia.
“Ovviamente
no, la relazione che intercorreva tra i due era basata solo sul sesso.”, asserì
sicuro, “Ciò che spinge Maria Antonietta tra le braccia del Conte è solo la
voglia di provare piacere…”, concluse.
“Allora
devo dedurne che non hai letto bene la fine…”, insinuò la grifoncina
sorridente.
“Ho
letto il libro con scrupolosità, ho addirittura analizzato i personaggi e le
loro azioni ”
Hermione
si accomodò di fronte al ragazzo.
“Malfoy,
ti sarà sicuramente sfuggito il passaggio in cui si dice chiaro e tondo che lui
nonostante avesse relazioni parallele pensasse sempre a
lei…”
Draco
inarcò un sopracciglio, “Sai Granger, non sempre si pensa ad altre donne perché
quelle ci hanno catturato il cuore, il più delle volte accade perché quella
eccita di più…”
Stavano
addirittura parlando di cose esplicite, stavano addirittura parlando dell'’atto
sessuale ad una lezione di Letteratura. Quella era sicuramente una maledizione.
Non doveva accadere.
“E
allora perché fa di tutto per salvarla?”, ribattè Hermione pronta come sempre a
sostenere le sue convinzioni.
“Si
sente in dovere…”, lasciò la frase a metà, lasciando così ad Hermione un
inebriante profumo di vittoria, perché se Malfoy lasciava le sue supposizioni a
metà voleva solo dire che non ne era del tutto convinto, e ciò implicava una sua
schiacciante vittoria.
“E
per cosa?”
“Per
tutto quello che è successo tra di loro immagino… Dopo tutto il sesso che hanno
fatto e dopo la loro relazione epistolare è ovvio che il Conte provasse un
minimo di attaccamento…”
“Sbaglio,
o ti stai arrampicando sugli specchi?”, fece sarcastica, sentendo ancor più
forte il profumo della vittoria.
“Mettiamola
così Granger, se io e te fossimo compagni di sesso, ed a me accadesse qualcosa,
tu non ti sentiresti in dovere di salvarmi?”
Le
cose si facevano davvero esplicite, e qualcuno dei 7, nascostosi sotto il banco
si fece il segno della Croce.
“Se
la nostra relazione iniziasse con il sesso, poco dopo subentrerebbe
l’amore…”
“Ti
sei dimenticata la cosa più importante Granger, io voglio il tuo corpo non la
tua anima…”
Hermione
si ravvivò i capelli, “E se da parte mia ci fosse anche amore? Credo proprio che
io sarei la prima a possedere la tua anima…”, disse.
“Ne
sei proprio sicura?”, chiese sardonico sovrastandola.
“Certo!
Tu saresti così preso dal mio corpo che non ti renderesti conto di avermi donato
la tua anima.”
Un
mezzo sorriso si disegnò su quelle labbra dal disegno perfetto; lei era lì
davanti a lui pronta a sostenere le sue convinzioni, lei era lì pronta a
combattere per ciò in cui credeva, lei era lì senza provare imbarazzo nonostante
la conversazione: Hermione Granger non era una semplice ragazza, Hermione
Granger era davvero una donna matura.
Il
sesso non era un tabù, ma Draco sapeva che quel genere di conversazione
affrontato con una ragazza che non fosse lei, sarebbe stato pieno di guance
arrossate, parole sussurrate e occhi bassi, forse improvvisamente attratti dagli
scarafaggi che popolavano quel castello.
Lei
invece nonostante la sua statura cercava di fronteggiarlo, lei aveva lo sguardo
incollato nel suo, e se le guance erano imporporate la colpa andava attribuita a
tutto il fervore che ci stava mettendo per far prevalere le sue convinzioni.
Draco ne era affascinato.
“Non
mi è chiaro, vuoi forse dirmi che tutte quelle che sono passate dal mio letto si
sono prese la mia anima?”, chiese confuso.
Hermione
sorrise, “No, perché loro non sanno vedere aldilà del tuo corpo.”, rispose
serafica.
Breve
e concisa, una frase che fece gelare il cuore del Serpeverde. Perché le parole
della Mezzosangue stavano iniziando a fargli quell’effetto?
Lui
nelle sue amanti vedeva solo il corpo, era un atto puramente carnale, niente di
più.
Le
ragazze erano tutte uguali, cosa poteva cambiare? L’Anatomia umana era uguale
per tutte. Draco non capiva.
“Granger,
l’amore non esiste, sono solo fantasie di una bambina
innamorata”
“…
e le tue quelle di un ragazzo solo”
Rimasero
lì a guardarsi e a far in modo che le parole proferite da entrambi scivolassero
via e non intaccassero i loro pensieri.
Avevano
altro a cui pensare, altro su cui arrovellarsi, non era quello il momento per
stabilire chi dei due avesse delle turbe mentali.
Improvvisamente
la professoressa Romance si riprese dal suo stato dei catalessi e
parlò:
“Bene,
la lezione è finita.”, disse applaudendo aspettandosi che i suoi alunni la
seguissero, e quando si rese conto che tutti stavano cercando di guardare
altrove, smise di applaudire non potendosi non sentire un’imbecille senza
eguali.
“Ovviamente
la lezione Lunedì prossimo non ci sarà per via della Partita di Quidditch,
quindi per la prossima volta leggetevi Orgoglio e Pregiudizio”, prese le sue
cose e si eclissò dall’aula.
In
pochi secondi quell’aula era diventata un deserto.
Solo
Hermione occupata a sistemarsi la sacca, e Draco intento a fumarsi una sigaretta
vi erano rimasti. Erano in religioso silenzio. Forse entrambi arrabbiati per le
frasi dette prima.
Un
silenzio un po’ troppo pesante che andava distrutto, ma i due soggetti erano un
po’ troppo orgogliosi.
Draco
ciccò sul banco, e afferrata la borsa passò volontariamente accanto alla
grifoncina sfiorandola, voleva che lei le dicesse qualcosa, qualsiasi cosa…
anche un insulto.
Ma
ciò non avvenne…
Buon compleanno a
me
Buon compleanno a
me
Buon compleanno a
meeeee!
Ed è nel giorno in cui
compio 19 anni che ho deciso di postare il nuovo capitolo!
Mi sono fatta una
specie di regalo XDXDXD
Ragazze in verità
dovrei essere io a fare un regalo ad ognuna di voi perché siete veramente
speciali!
Ieri sono andata a
trovare il mio amico e per fortuna sta bene, quindi questo compleanno è
ovviamente più sereno! JJJ
Come al solito sono di
fretta e non posso ringraziarvi singolarmente per come meritate… sono proprio
uno schifo! Sob…
GRAZIE
MILLE
kisses
|
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Capitolo 10 *** So goodnight moon ***
yh
Una settimana senza contatti, senza una sana chiacchierata
e senza insulti di circostanza.
Secondo Draco Malfoy,la Granger si era
eclissata.
“Mi
raccomando, il punto debole dei Grifondoro è quel demente di Weasley!
Attaccatelo come meglio potete… insulti, incantesimi non verbali, calci… fate
quello che vi pare”, era da due sere che David Urquhart, il Capitano delle
Serpi, incitava i membri della sua squadra con quelle dolci parole,
“Domani mattina Weasley sarà teso come una corda di violino… e sarà lì che noi
attaccheremo più feroci che mai…”, dire che David era eccitato era poco, vedeva
boccini e scope volanti ovunque, ne era
ossessionato.
“Malfoy,
mi raccomando. Ti voglio sempre alle costole di Potter”, disse con uno
scintillio negli occhi, “E tu Adrian, non farti sfuggire nessun
bolide…”
Non
ne potevano davvero più, e anche la sua ragazza ne aveva davvero le pluffe
piene.
Cassidy
Gordon, una bellissima ragazza dai corti capelli castani e dagli occhi cerulei,
avanzava annoiata verso il suo ragazzo, incarnato da quel pazzo di David
Urquhart.
Passò
le dita affusolate tra i capelli del ragazzo, sperando si accorgesse della sua
presenza, ma David sembrava troppo occupato a specchiarsi negli occhi di Draco
Malfoy, che per tutta risposta stava dando un’occhiata agli ultimi capitoli di
Orgoglio e Pregiudizio.
“Draco,
mi stai ascoltando?”, domandò accigliato.
“E
tu?”, una voce femminile raggiunse le sue orecchie, e decisamente quella voce
non apparteneva al virile Draco Malfoy.
Si
voltò a rallentatore verso colei che parlava, e ciò che vide non gli piacque per
niente; Cassidy era furiosa.
“Amore…”
“Amore
un corno!”
David
guardò Draco, Theo e Adrian affinché lo aiutassero, ma tutti e tre sembravano
presi da altro. Chi da un libro, chi da una canna e chi dal fuoco che
scoppiettava armonioso nel camino.
“Ma
cosa ti prende?”
“Cosa
mi prende? Il Quidditch è più importante di me, vero? Io mi sono
stancata…”
“Ma
no, non è vero… tu sei la cosa più importante per me…”, tentò di riparare il
ragazzo, facendo ridere i suoi amici che prontamente cercarono di nascondersi
come poterono.
“Non
ci credo… io ti lascio!”, disse furente, lasciandolo lì come un allocco in
compagnia di tre persone che se la ridevano senza sosta.
“Begli
amici….”
“Ringrazia
che mancano Blaise e Pansy…”, disse Theo, e dopo quella perla di saggezza, David
dovette ammettere che era stato fin troppo fortunato.
***
La
mattina della grande partita aveva visto sorgere il Sole, ma Draco Malfoy aveva
visto sorgere anche un micidiale mal di testa.
David
aveva fissato per tutta la notte il soffitto, Theo aveva fumato quantità
esagerate di erbetta magica, Adrian aveva passato la notte in dolce compagnia, e
in pratica si poteva dire che la partita era nelle mani degli altri tre
giocatori, sperando fossero in condizioni degne per poter sostenere una partita
di Quidditch contro Grifondoro.
Si
alzarono tutti e 4 e notarono di essere rassomiglianti a zombie, solo Blaise
sembrava rilassato, peccato però che non giocasse a
Quidditch.
***
“Ron
ti prego, questa sarà la ventesima partita che giochiamo contro le Serpi, ormai
dovresti esserci abituato…”
“Harry,
come miseriaccia dovrei abituarmi ai loro visi
terrificanti?”
Visi
terrificanti? E dire che la squadra Serpeverde sembrava composta da 7
modelli.
“Devo
darti torto Ron, da quando Marcus Flitt è andato via, e Nott e Greinolds sono
entrati in squadra, sono tutti dei bellissimi ragazzi…”
Ron
fece una smorfia, “Sei forse gay?”
“Perché
dici questo?”, chiese Harry confuso.
“Sei
praticamente in adorazione per quei 7 gorilla… hai quasi la bava alla
bocca…”
“Fa
così solo perché è invidioso, vero Harry?”, domandò Hermione gioiosa e divertita
da quella immagine, “Certo che devo ammettere che sono tutti ben messi, corpi
scolpiti, aitanti che incitano al sesso, sguardi magnetici, portamento elegante,
voci sensuali e labbra perfette da baciare senza sosta…”, continuò la grifoncina
con enfasi.
Ron
le lanciò un’occhiataccia, “Grazie, adesso sì che sono davvero
nauseato.”
Hermione
ed Harry risero, mentre Ron s’incupiva sempre più.
Ma
i 7 bellissimi ragazzi non erano in forma smagliante,
anzi…
***
Il
fischio d’inizio era stato dato, Harry era alla ricerca del boccino, Draco alle
sue calcagna aveva la vista piuttosto appannata.
E
invece di dare del filo da torcere a Weasley, sembrava che quello in difficoltà
fosse proprio il grande David.
“David
cosa sta succedendo? Li hai già fatti segnare tre volte…”, abbaiò Terence
Greinolds.
David
scosse la testa, Cassidy popolava i suoi pensieri, non capiva più
niente.
Maledette
donne…
La
situazione era critica, e addirittura Draco Malfoy era riuscito
inconsapevolmente a segnare un punto al Re, incredibile come ci fosse riuscito
visto che il suo ruolo era quello di acchiappare il boccino, ma c’era riuscito e
aveva lasciato tutti sgomenti.
“L’ho
sempre detto che tu come Cercatore non vali niente…”
“Taci
Potter”
Harry
si voltò verso il ragazzo, e lo vide malandato, con le guance un po’ troppo
arrossate, gli occhi lucidi, stava iniziando a temere che sarebbe caduto da un
momento all’altro.
“Furetto,
sicuro di stare bene?”
“Sì
Sfregiato, mai stato meglio!”, disse sfrecciando a tutta velocità davanti al
Bambino Sopravvissuto.
***
Sugli
spalti Severus Piton stava preoccupandosi per le sorti della
squadra.
“Blaise,
cosa prende a Draco?”, chiese con voce melliflua facendo sobbalzare il ragazzo,
essere chiamato per nome da Piton era
agghiacciante.
“Non
lo so, professore”, disse sinceramente, nessuno sapeva cosa prendesse al
ragazzo.
Con
lo sguardo tornò al suo pupillo, la cui faccia sembrava essere in tinta con la
divisa.
Aveva
un colorito piuttosto verdognolo…
***
Il
boccino sembrava irraggiungibile, ormai lo aveva avvistato, ma tutto sembrava a
rallentatore, sentiva delle voci confuse, vedeva sfocato, era
indolenzito…
Allungò
il braccio, ormai era troppo vicino, ma quel dannato di un Potter fu più veloce
portando così la sua stupida Casa abitata da incompetenti alla
vittoria.
***
“Abbiamo
giocato malissimo…”, esordì abbattuto David trascinandosi agli
spogliatoi.
Theo
per tutta risposta gli avvicinò una sigaretta, come se quella potesse spazzare
via il suo dolore… Cassidy a quanto pareva aveva tifato per i grifoni e il suo
cuore, quell’affronto non poteva sopportarlo.
Draco
era silente, abbattuto e di umore decisamente nero.
Un
po’ per la Mezzosangue che quando incrociava il suo sguardo si voltava con
fare altezzoso, un po’ per il mal di testa, e un po’ perché il boccino gli era
sfuggito. Quella era una pessima giornata.
“Ci
rifaremo David, non prendertela”, sagge parole quelle di Terence, anche se
nessuno parve ascoltarle.
Draco
ascoltava le loro chiacchiere, e anche l’acqua ghiacciata gli sembrava troppo
calda, stava davvero male, ma niente al mondo gli avrebbe fatto mettere piede in
infermeria, quella sera si sarebbe divertito con i suoi amici nonostante la
sconfitta.
***
“Devi
provare questo drink… Blaise sta dando il meglio di sé”
Nella
Sala Comune dei Serpeverde, Blaise stava trovando il suo vero io dietro
il bancone dei cocktails. Che avesse trovato la sua vera
indole?
“Sai
dirmi perché questo intruglio è argentato, David?”, chiese schifato Draco
osservando con circospezione il suo bicchiere.
“Sai
com’è fatto Blaise, no? Lui non si separa mai dallo stile, e a quanto pare anche
i suoi cocktails devono fare tendenza!”
Draco
non fu molto convinto da quelle parole, ma Blaise era comunque un suo amico e
poi stava già male, quindi niente sarebbe potuto andare
peggio…
Lo
avvicinò alle labbra e lo mandò giù in un solo sorso.
Non
era poi così penoso.
“Hai
idea di cose ci fosse dentro?”
Draco
guardò il bicchiere ormai vuoto; no, non ne aveva la minima
idea.
“I
soliti intrugli… suppongo…”
“Blaise
ha esagerato, ha mischiato anche uno strano distillato pervenutogli
clandestinamente”, asserì Adrian gustando avidamente il suo cocktail
bronzato.
Draco
lo guardò quasi sconvolto, e la cosa più strana fu vedere lo sdoppiarsi di
Adrian Pucey, cosa ritenuta impossibile, ma che a quanto pare Adrian riusciva a
fare nella sua testa.
Si
dette del visionario, e afferrata una canna, si disse che se avesse rivisto
Adrian sdoppiarsi almeno poteva usare la scusa di essere sotto effetto di
sostanze stupefacenti.
La
festa notturna sembrava essere sfuggita di mano un po’ a tutti, i cocktails
micidiali made in Zabini avevano devastato tutti i ragazzi presenti al
festino compreso lo stesso Blaise.
Erano
tutti combinati malissimo, dei veri stracci, quasi
irriconoscibili.
“Che
ore sono?”, era stata formulata una frase di senso compiuto e il genio era stato
il fumatissimo Theodore Nott, forse ormai ne fumava così tanto che era
l’unico che riusciva a mantenere una certa lucidità.
Essendo
l’unico non moribondo si ritrovò a rispondersi da solo, e avvistati i suoi
compagni di stanza con un incantesimo li trascinò nella loro
camera.
Anche
se Blaise, Adrian e David davano
cenni di vita anche con un sonoro russare, Draco sembrava un peso morto, ma Theo
non se ne preoccupò più di tanto, dopo tutto l’erede dei Malfoy era elegante
anche dopo una sbronza di dimensioni colossali.
***
Erano
solo le 5 del mattino, e Blaise Zabini era stato svegliato da un
incubo.
Era
nel bel mezzo di un’orgia e improvvisamente tutte le belle ragazze da cui era
circondato, si trasformarono nella McGranitt, nella Sprite, nella Cooman e in
Piton.
Inutile
dire che si svegliò urlando, madido di sudore e con un’irrefrenabile voglia di
dare di stomaco, voglia che venne subito soddisfatta tra il suo letto e quello
che lo separava da un Draco in catalessi.
Blaise
guardò i suoi compagni, e se qualcuno si muoveva e riusciva anche a parlare nel
sonno, Draco non accennava neanche ad un respiro.
Si
insospettì anche se parecchio assonnato, e avvicinatosi decise di richiamarlo e
strapparlo dal mondo dei sogni: “Draco…”, disse piano, ma il ragazzo non reagì,
e quando la cosa venne ripetuta anche con un timbro di voce più alto e con
qualche schiaffetto, la cosa mandò in allarme Blaise.
“Cazzo
Draco, parlami!”, lo strattonò violentemente, ma Draco non accennava a
muoversi.
Blaise
era sconvolto, bianco in volto, preoccupato come non lo era mai
stato.
“DAVID”,
urlò animato dalla disperazione.
Il
ragazzo si svegliò di soprassalto, “Cosa c’è?”, chiese stropicciandosi gli
occhi.
“Draco…”,
mugolò con le mani ai capelli.
David
guardò il ragazzo, “ Sta dormendo…”
“No,
non si sveglia”
Il
ragazzo balzò in piedi in un batter d’occhio, “Cosa vuoi dire?”, domandò
agitato.
“Non
si sveglia…”
“Blaise,
sta calmo. L’unica soluzione è chiamare Piton”, disse serio, Blaise annuì e
corse a chiamare il professore.
Quando
dieci minuti dopo apparve Piton in tutta la sua eleganza, ossia con la sua
tunica nera schifosa e una starna vestaglia verde scuro. Era molto
macabro.
Gli
occhi infossati si posarono su Draco.
“Cosa
succede?”, chiese con voce cavernosa, rivolgendosi ai tre ragazzi con sguardi
cupi.
“Non
si sveglia… il suo respiro è irregolare…”
Piton
si catapultò sul ragazzo, “E’ meglio portarlo in infermeria…”, prese il ragazzo
in braccio e lo portò da Madama Chips scortato dai suoi quattro amici che non
volevano saperne di tornare sotto le coperte.
***
Ad
Hermione Granger brontolava lo stomaco, una sana colazione era tutto ciò che le
serviva per mettere a tacere quello stomaco brontolone, ma quando arrivò in Sala
Grande non fu accolta dalla solita atmosfera assonnata da suicidio pre- inizio
lezione; quella mattina fu accolta da uno strano
cicaleccio.
Sembravano
tutti divisi in gruppetti, tutti che cospiravano animatamente contro qualcosa o
contro qualcuno.
Si
sedette tra i due suoi amici, “ Cosa sta succedendo agli studenti di questa
scuola?”, chiese servendosi di un bicchiere di succo
d’arancia.
“Non
hai sentito? Draco Malfoy è morto”, disse Ron con tutta tranquillità continuando
a mangiare la sua fetta di torta alla melassa.
Hermione
si sentì mancare.
La
caraffa si frantumò sul pavimento. Non riusciva a credere a quella notizia
inverosimile.
No, non è
un’allucinazione siccome voi siete state veramente degli angeli con la
sottoscritta ho ben deciso di farvi un regalo, beh so il capitolo finisce in una
maniera un po’ macabra ma purtroppo quando l’ho scritto la mente m’ha tirato un
brutto scherzo!
Spero comunque sia
leggibile e che lo apprezziate come avete apprezzato quello precedente; non mi
aspettavo davvero tanti commenti così pieni di entusiasmo.
Vi ringrazio ovviamente
per gli auguri, siete troppo tenere.
Grazie ad: Erin,
MartyViper, white_tifa, merryluna, anter, Sinylla, Luz79, VivianaRossa, bubi,
Hanon, Fujiko92, katiuz, Alisea, meli_ mao, Alessandra, Alice_chan, Mione09,
GeG, Valem, Felicity89, sea_black, lunachan62, apollo41, felpatosb, London,
Aysha, Herm90, Chiaras, Yavanna1992, Cobwy23, marygenoana,
yuna_4ever.
E poi un milione di
grazie a redRon che mi ha dedicato una bellissima one-shot su un pairing che non
è propriamente il suo, ma che le è riuscito perfettamente: Now I Konw, She'll be
there for me.
Adesso torno alla mia
tesina… anche se mi secca parecchio JJJ Non dimenticatevi che
vi adoro!
kisses
|
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Capitolo 11 *** Go on and kiss the girl ***
bacio
Non
hai sentito? Draco Malfoy è morto.
Le
parole di Ron continuavano a rimbombarle in testa non volendone sapere di
lasciarla in pace.
Non
hai sentito? Draco Malfoy è morto.
Avrebbe
preferito non saperlo. Avrebbe gradito di gran lunga che Ron non le avesse dato
la terribile notizia presa con naturalezza a tranquillità da lui e dal resto
della scuola.
“Hermione,
tutto bene?”, chiese Harry.
La
ragazza si voltò e annuì; non poteva di certo dirgli che l’unica cosa che voleva
fare era piangere e distruggere qualcosa per lenire il suo dolore e raccapriccio
per una morte così barbara.
“Senti
Harry, com’è morto Malfoy?”
Harry
si sistemò gli occhiali; “Dicono che alla festa di ieri sera ha esagerato, è il
mix è stato esplosivo.”
Stupido
Malfoy…
“Quando
saranno i funerali?”
“Penso
domani mattina”, rispose dubbioso. Che fosse davvero morto Draco Malfoy? Harry
non riusciva a credere che fosse davvero accaduto. Sembrava tutto troppo
assurdo.
“Non
ti sembra strano dire che Malfoy è morto?”, domandò Hermione strappandolo dai
suoi pensieri tristi e cupi.
“Oh
beh… un po’ sì! Ho sempre creduto che fosse lui a ridere della mia
morte”
La
grifoncina trasse un lungo respiro.
“Sarà
meglio andare… Storia della Magia ci aspetta”, in quell’istante Harry Potter
invidiò Malfoy con tutto se stesso. Da morti era praticamente impossibile
assistere ad una di quelle noiosissime lezioni.
Malfoy
era libero.
Abbattuto
seguì Hermione, sperando che Ron non si fosse dimenticato di prendere le
Merendine Marinare, quel giorno ne sentiva un grande bisogno, e il caro Neville
ne aveva addirittura usufruito la sera prima proprio per rendere il suo
malessere più veritiero.
Timidi
raggi di sole avevano fatto capolino dalle tende site in
infermeria.
Strane
pozioni colorate bollivano indisturbate assumendo strane tonalità di minuto in
minuto, il sonoro canticchiare di un usignolo sul piccolo e stretto davanzale
faceva compagnia a Poppy Chips, intenta a controllare la temperatura ad uno dei
suoi pazienti.
La
mano poggiata sulla fronte aveva stabilito che il ragazzo scottava e che la
febbre dovesse essere piuttosto alta.
“Si
voleva forse uccidere?”, fu una domanda retorica, l’unico che avrebbe potuto
risponderle era proprio quel simpatico usignolo che imperterrito continuava la
sua melodia.
Poppy
Chips immerse un panno in una bacinella colma di acqua ghiacciata e gliela
posizionò sulla fronte.
Gli
aveva già dato una pozione per cercare di dargli un po’ di sollievo, ma essendo
che la febbre continuava a salire, Severus Piton aveva ben deciso di preparare
un’altra pozione. Ed ormai mancava poco all’ebollizione.
Il
sobbollire di una delle pozioni la fece allontanare, e proprio mentre stava
mettendola in un bicchiere, il ragazzo si svegliò: “Dove sono?”, chiese
toccandosi la fronte.
Le
immagini erano confuse, la sua stessa voce gli appariva lontana, e sentiva i
rumori come amplificati.
“In
infermeria, si sente meglio?”
“Non
esattamente, cosa mi è successo?”
La
donna gli porse il bicchiere contenente una specie di fanghiglia arancione
screziata di marrone. Lui la afferrò e non riuscendo a distinguere odori, colori
e sapori decise di mandarla giù senza tante storie.
“Il
professor Piton l’ha portata qui che era svenuto per via della febbre troppo
alta, quando è rinvenuto ha vomitato parecchio e poi è svenuto di nuovo… le ho
dato una pozione ed è riuscito a riposare fino a pochi istanti
fa.”
Si
portò le mani alle tempie e poi ricacciò la testa quasi sotto il cuscino, la
testa gli doleva troppo e la luce che irradiava la stanza era troppo
forte.
“Per
quanto dovrò stare qui?”, una nota quasi isterica nella sua
voce.
“Finchè
non le passa la febbre.”, rispose facendolo irritare parecchio, “Signor Malfoy,
lei sa di aver rischiato parecchio?”, proseguì quasi irata da tanta
incoscienza.
No
che non lo sapeva, Draco non ricordava praticamente niente della sera
precedente, e a mala pena era riuscito a ricordare che quel grandissimo idiota
dello Sfregiato aveva preso il boccino prima di lui.
“Voleva
suicidarsi?”
“No”
“Ah
no?”
“No!
Le sembra che io userei certi metodi per uccidermi? Non auguro a nessuno queste
sensazioni schifose che sto provando… per uccidermi mi sarei scagliato un’ Avada
Kedavra, rende molto di più”, disse con enfasi, e Madama Chips affetta,
stranamente, da estrema gentilezza,
si sporse verso il ragazzo facendolo sdraiare e rimboccandogli le
coperte.
“Adesso
dorma, sta solo vaneggiando”, disse calma con un grande sorriso che spazientì il
ragazzo, ma non fece in tempo a ribattere che cadde in letargo, fu come essere
colpito alla testa da una spranga di ferro.
***
“…
la rivolta delle pannocchie va ricordata per via di ciò che accadde
successivamente, i maghi di quel regno erano schiavi degli gnomi del deserto…”,
la cantilenate e soporifera voce del professore fantasma era riuscita a
catturare solo l’attenzione della penna prendi appunti di Hermione Granger, e di
questo non si sarebbe potuto vantare visto che le penne prendi appunti non erano
dotate di spirito d’iniziativa.
“Uccidimi
Ron!”, sibilò Harry esausto.
Il
rosso alzò il viso verso l’amico quasi indignato, “Se io uccido te, poi a me chi
mi uccide?”
Harry
lo guardò sofferente, e riappoggiò il capo sul banco sperando ardentemente che
mancasse poco alla fine, ma quando chiese che ora fosse a Seamus, la riposta che
ricevette non gli piacque per niente: erano solo trascorsi 11 minuti e 37
secondi dall’inizio della lezione. Stava indubbiamente vivendo un
incubo.
“…
le pannocchie erano l’unico mezzo che riusciva a farli stare in
pace…”
Emozionante
lezione su delle pannocchie! Irresistibile!
“Cosa
sta facendo Hermione?”,chiese Ron sonnecchiando; Harry alzò lo sguardo per
scorgere il viso della loro amica, e con immonda sorpresa notò che non stava
seguendo la lezione con devozione e amore incondizionato.
“Guarda
fuori dalla finestra”
Un
sorrisino si dipinse sulle labbra del ragazzo, “Ottimo elemento da usare quando
ci assillerà dicendo che Storia della Magia è
interessantissima…”
Si
guardarono e una risata sommessa uscì dalle loro bocche.
***
Incredibile
ma vero, la lezione di Storia della Magia era finita e con lei anche tutte le
lezioni, e infatti con sommo gaudio gli allievi di Hogwarts si ritrovarono ad
un’ora dalla cena.
La
notizia che Draco Malfoy era morto era ancora sulle bocche di molte persone, e i
Serpeverde si divertivano ad alimentare la notizia e metterli a disagio come più
potevano.
Gli
unici che però incappavano nelle loro subdole battutine erano i primini, si
stavano divertendo davvero tanto, e solo Blaise e David stavano meditando sul da
farsi; fare una strage subito o aspettare Draco e divertirsi
insieme?
Il
povero Theo non faceva testo, troppo preso dalla sua erbetta per preoccuparsi
delle occupazioni dei suoi compagni di Casa, e il povero Adrian era in piena
tempesta ormonale, innamorato della ex di Urquhart non sapeva come
comportarsi.
Intanto
in infermeria un paio di occhi color del mare in tempesta, davano il buongiorno
alla sera; Draco Malfoy aveva dormito tutto il giorno come un ciocco e si era
risvegliato un po’ più lucido, il mal di testa c’era ancora e si sentiva ancora
un po’ di febbre, però secondo lui stava benissimo, si sentiva addirittura
pronto per affrontare un esame di smaterializzazione.
“Madama
Chips…”, chiamò, ma della donna nessuna traccia.
Si
guardò un po’ intorno, ma niente. Improvvisamente il suo sguardo fu catturato
dai suoi abiti poggiati su una sedia. Era stufo di stare lì, era stanco di
dormire e di non poter scambiare 4 chiacchiere con
qualcuno.
Che
male c’era a farsi una passeggiata?
Assolutamente
nessuna.
E
così, mosso da pazzia irreversibile, si vestì e uscì
dall’infermeria.
***
“Spero
sia questo…”, disse a sé stessa Hermione piuttosto arrabbiata per via della poca
diligenza dei bambini del primo anno.
Stava
giusto facendosi gli affari suoi in Biblioteca quando la professoressa McGranitt
era giunta al suo cospetto impettita affiancata da uno stupido bambinetto
dall’espressione piuttosto sciocca, e le aveva annunciato che sarebbe dovuta
andare al 4° piano a cercare il libro di Trasfigurazione del
ragazzino.
Lei
non aveva fiatato, ma aveva maledetto quel bambino con epiteti poco gentili e
poco consoni alla sua persona.
La
carica di Caposcuola non implicava uno sfruttamento
sottointeso.
Improvvisamente
un rumore di passi, e lo sguardo della grifoncina si spostò sul nuovo
personaggio che ben presto sarebbe entrato nel suo spazio
visivo.
Colui
o colei che avanzava verso la sua direzione, cercava di sorreggersi con l’aiuto
del muro.
Che
fosse Gazza?
Dopotutto
l’unico zoppo e lercio del castello era proprio il custode; era già pronta a
dirgliene quattro se avesse osato dire che non doveva stare lì, quando vide che
quell’ombra non apparteneva a Gazza bensì a Draco Malfoy che in teoria doveva
essere morto.
Era
più pallido del solito e sospetto era il fatto che gli servisse l’aiuto del muro
per riuscire a stare in piedi.
Sorrise
a quell’immagine. Sorrise perché felice di vederlo lì vivo e
vegeto.
“Sapevo
che l’erbaccia come te non muore così facilmente…”
“Di
cosa stai parlando, Granger?”, già stava male, se poi la Granger si metteva a
parlare attraverso analogie allora era davvero la sua
fine.
“In
giro si dice che sei morto!”
Draco
strabuzzò gli occhi, “Chi ha messo in giro questa boiata?”,chiese
annoiato.
“Non
saprei, quando questa mattina sono scesa per la colazione ne parlavano tutti”,
disse portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Lui
stancamente si appoggiò al muro, vedeva un po’ appannato e un po’ quasi con
lucidità stabile.
“Comunque,
io ho altro da fare… non ho tempo da perdere”,disse all’improvviso ricordandosi
di essere ancora arrabbiata con lui.
“Stai
forse perdendo tempo?”
“Parlare
con te è sempre una perdita di tempo”, come già detto, Hermione era arrabbiata
ancora con lui, e nonostante fosse trascorsa più di una settimana non riusciva
ancora a perdonargli ciò che le aveva detto alla lezione della
Romane.
Granger,
l’amore non esiste, sono solo fantasie di una bambina
innamorata
Sapeva
che quella frase non avrebbe dovuto colpirla, ma Malfoy era un ragazzo
indisponente e il più delle volte si rendeva odioso.
“Sono
sicuro che ancora non hai digerito la frase sulle tue fantasie da bambina
innamorata!”, disse furente con il disegno di un ghigno stanco sulle
labbra.
Hermione
lo trafisse con lo sguardo.
No, non aveva ragione! Stava
straparlando, voleva urlarglielo, ma sarebbe stato inutile, quel ragazzo c’aveva
visto giusto e lo detestava!
“Ti
sbagli, Malfoy!”
“Granger,
quando imparerai a non dire le bugie?”
“E
tu quando imparerai ad ammettere determinate cose?”
“Di
cosa parli?”, chiese confuso.
“Sai
perché mi ricordi Hans Axel von Fersen?”
“E
cosa c’entra?”
“Tu
lo sai?”, ribattè furente non ammettendo repliche.
Lui
si irrigidì, “No, non lo so Granger”, disse esausto cadendo praticamente a
terra.
Hermione
si allarmò, “Cosa ti prende?”, chiese agitata.
“Niente”,rispose.
Hermione
si avvicinò, toccò la sua fronte e fu impossibile non notare che scottava
ardentemente.
“Stai
andando a fuoco”
“Ho
la febbre, Granger”, disse ironicamente. Voleva farla arrabbiare, allontanarla
di nuovo non sopportava di averla accanto così
preoccupata.
Il
suo volto dolce e delicato si era come tramutato, era bastato vederlo accasciato
al suolo per accorrere da lui, per preoccuparsi…
“Granger,
stammi lontano”
“No”
“Potrei
contagiarti…”
“Non
m’importa, devi andare in infermeria”, cercò di aiutarlo ad alzarsi, ma il
ragazzo sembrava opporre resistenza.
“Ci
sono già stato e mi stavo annoiando… ecco perché ho voluto farmi una passeggiata
per il castello…”
Provò
ad alzarlo ancora, ma niente.
“Non
scherzare! Devi andare dalla Chips, è pericoloso!”
Draco
la guardò e inaspettatamente rise, “Sei bella quando sei
preoccupata”
Hermione
rimase interdetta, “Chiariamo subito che io non sono preoccupata e che tu stai
vaneggiando…”
“Perché
starei vaneggiando?”
“Hai
detto che sono bella”, disse incrociando le braccia al petto guardandolo come se
fosse diventato demente in un
istante.
“E
cosa c’è di male?”
“L’hai
detto a me, Hermione Granger… solo con un gran febbrone avresti potuto dirlo”,
disse quasi ridendo amaramente, mentre cercava ancora di sollevarlo dalla
spalla.
Lui
d’altro canto continuò a guardarla.
“So
cos’ho detto ed a chi l’ ho detto…”, era serio. Quasi sconvolgente sentirlo così
serio.
Hermione
si fermò all’istante.
“Lascia
che ti porti in infermeria…”, continuò lei ormai
supplicandolo.
“No”
“Ma
perché?”
“Perché
voglio stare qui”
“Smettila
di fare il bambino capriccioso”
“No”
Hermione
si inginocchiò di fronte a lui, ormai non le era rimasto che provare a
convincerlo prostrandosi ai suoi piedi.
No,
che lo avrebbe realmente fatto, ma di certo non era comodo stare lì a
strattonarlo per la spalla.
“Malfoy,
dammi una buona ragione per stare in questo corridoio.”, disse
impettita.
Draco
non rispose verbalmente, e fu per questo che si avvicinò al suo viso e la
baciò.
Hermione
fu presa alla sprovvista, le labbra di Draco saggiarono dolcemente i contorni di
quelle labbra cercando di rilassare la grifoncina.
Una
mano del ragazzo percorse la sua schiena finchè non la avvicinò di più al suo
corpo.
Hermione
però lo allontanò da sé con una mano sul petto, “Cosa stai facendo?”, chiese con
le guance arrossate dall’imbarazzo.
Lui
sorrise, “Ti sto dando una buona ragione per rimanere in questo corridoio”,
disse specchiandosi in quegli occhi così fieri e confusi.
La
strinse a sé, le loro bocche si incontrano e si unirono in un bacio dolcissimo,
un ricercarsi graduale, paziente.
Le
mani fra i suoi capelli.
Si
guardarono a lungo ansanti, incapaci di formulare frasi di senso
compiuto.
Le
labbra di lei rosse e gonfie, terribilmente bella.
Una
mano salì ad accarezzarle il viso, “Sappi solo che non è stata la febbre…”,
annuì e lui catturò quelle labbra in un altro bacio a cui lei, ormai, non
avrebbe più opposto resistenza.
Un
bacio al sapore di febbre. Il loro primo bacio. Unico e
irripetibile.
Che
la febbre li avesse aiutati?
Salve, spero che dopo
il capitolo precedente qualcuna di voi non abbia commesso suicidioJ
Credevate davvero che
il grande e immortale Draco Malfoy fosse morto?
Quando accadono certe
cose si spargono sempre voci inverosimili che farebbero accapponare la pelle, e
questo espediente ha portato a questi frutti e a far capire ad Hermione che la
morte di Draco non la lascerebbe esattamente indifferente!
Spero inoltre di
essermi riscattata con questo capitolo, non era mia intenzione farvi venire dei
colpi apoplettici!
Come sempre siete
estremamente meravigliose.
Sarò anche ripetitiva
dicendovi che vorrei dilungarmi con i saluti, ma c’è quella maledetta tesina che
mi chiama, e adesso è giunta l’ora di riprendere da dove 20 minuti fa ho
interrotto per prendermi una pausa… sigh…sob!
Ancora un milione di
Grazie!
kisses
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Capitolo 12 *** Your kiss goes me...sick! ***
ikl
Madama
Chips, allontanatasi per qualche minuto, era ritornata nel suo regno per vedere
se Draco Malfoy stava delirando o riposando tranquillamente; aprì le tende che
vi erano introno al letto e notò che nessuno vi stava dormendo.
“Malfoy”,
chiamò, pensando magari che il ragazzo fosse in bagno.
Ma
niente, dopo aver bussato alla porta del bagno e nessun rumore ne era
susseguito, aveva aperto con violenza la porta aspettandosi che il ragazzo fosse
svenuto lì dentro.
Allarmata
vi era entrata dentro, e non seppe se tirare un sospiro di sollievo: Draco
Malfoy non era neppure lì dentro.
Notò
di colpo che anche i vestiti erano spariti lasciando un pigiama aggrovigliata
sul letto disfatto. Era sicuramente per il castello, nella sua condizione non
sarebbe neanche riuscito a recarsi nei sotterranei.
“Signor
Malfoy, cosa diavolo sta facendo?”, abbaiò inviperita trovando il ragazzo più
malandato che mai, in uno dei corridoi del 4° piano in compagnia di Hermione
Granger.
Draco
si voltò verso la donna a cui molte ciocche erano sfuggite alla crocchia
perfetta.
“Buonasera
Madama Chips”
“Malfoy,
lo sapevo che voleva suicidarsi”,disse scostando la ragazza da lui e
afferrandolo per un braccio.
“Suvvia,
solo perché volevo farmi una passeggiata?”
La
donna scosse la testa, “Adesso la sigillo a letto, non si alzerà neppure per
andare in bagno”, disse minacciosa.
“Se
mi vuole vedere in un bel laghetto di pipì…”
“Signor
Malfoy, si tappi quella fogna!”
Hermione
era ancora lì, incredula, che si toccava le labbra non riuscendo a credere di
aver baciato quel pazzo febbricitante di Draco Malfoy, “E lei, è meglio che vada
a mangiare qualcosa… mi sembra pallida”, aggiunse in direzione della grifoncina,
che in quel momento aveva lo stomaco chiuso e mille perché naufragati nella sua
testolina.
***
“Hai
visto? C’è il tuo piatto preferito…”, esordì Ron concitato guardando la sua
migliore che avanzava lentamente, “Hanno preparato le frittelle al
cedro”
Hermione
sorrise e prese il piatto che Ron le porgeva con tanto affetto, “Grazie
Ron”.
“Di
niente”, rispose educatamente immettendosi in bocca una ciambella sana,
incredibile come ci riuscisse!
“Si
dice che il fantasma di Malfoy andrà a vivere insieme al Barone
Sanguinario…”
Hermione
per poco non si strozzò con le frittelle, se Draco Malfoy era davvero morto chi
aveva baciato?
E
dire che il bacio era stato più che consistente…
La
forchetta le cadde dalla mano e scoppiò a ridere, “Hermione, cosa c’è da
ridere?”, chiese stranita Lavanda mentre soffiava sulle unghie appena smaltate
di rosso vermiglio.
“Se
sostenete che Malfoy è morto… perché io l’ho incontrato quindici minuti fa in un
corridoio?”
“Avrai
sicuramente incontrato il suo fantasma…”, rispose la ragazza continuando a
soffiare.
“Certo,
e come mai era consistente?”
“Hermione
cara, come fai a dirlo? I corridoi sono sempre bui e tetri… per capire che era
corporeo avresti dovuto toccarlo…”, disse saggiamente Padma Patil unitasi ai
Grifondoro.
Hermione
rise ancora più forte.
Peccato
non poter dire di averlo baciato!
***
Il
sole era sorto e qualcuno faticava ad alzarsi dal letto per via di un forte
cerchio alla testa e forti dolori alla braccia e alle
gambe.
Hermione
si sentiva anche nauseata, ma essendo una ragazza affetta da troppa buona
volontà, si alzò, si lavò e vestì, e scese in Sala Comune dove avrebbe aspettato
quei due dormiglioni di Harry e Ron.
Seduta
su uno dei divani, cercava di leggere la lezione che Vitious avrebbe spiegato
quel giorno, ma le parole sembravano saltellare e non stare al proprio posto, e
così più confusa che altro, Hermione si ritrovò a chiudere il
libro.
“Buongiorno,
hai una cera….”, disse cortesemente Ron baciandole una
guancia.
“Grazie
Ronald! E dire che tu una cera decente non la sfoggi neanche sotto
incantesimo…”, prese la sua sacca e uscì dal buco del ritratto. Ron si girò
verso Harry chiedendo silenziosamente cosa diamine avesse fatto, e lui rispose
facendo spallucce.
Hermione
sarebbe sempre stata un mistero…
La
ragazza vedeva tutto doppio, si sentiva troppo male e se le provvidenziali
braccia di Harry non l’avessero sorretta probabilmente si sarebbe fatta un
viaggio rotolando giù per le scale.
“Ti
va di andare in infermeria?”, chiese apprensivo.
Lei,
testarda più di un mulo, scosse la testa, e cercò di mettersi in piedi, ma dopo
aver lasciato le braccia di Harry, cadde di nuovo rovinosamente a
terra.
“Ok,
ti porto in infermeria!”, affermò prendendola in braccio.
***
La
febbre che aveva colto il Principe di Serpeverde era scesa; da 40 era passata a
38.
Aveva
dormito in una pozza di sudore, e tenendo compagnia alla donna con i suoi
deliri.
Madama
Chips avrebbe voluto aprire le finestre e ridere come una pazza, o scappare
nell’ufficio di Silente e far partecipare tutto il corpo docente a quel delirio
senza precedenti nella storia di Hogwarts.
Improvvisamente
un tonfo ruppe l’atmosfera di tranquillità e fece svegliare Draco di
soprassalto; Harry Potter con un calcio aveva aperto la porta presentandosi con
Hermione tra le braccia.
“Potter,
ma ti sembra il modo?”, da un paio di giorni la donna stava vivendo un incubo;
Malfoy che spariva per i corridoi in preda a febbre alta, Potter che dimenticava
le buone maniere…
Aveva
bisogno di una lunghissima vacanza.
“Ho
le mani occupate”, disse, facendo capire alla donna che con Hermione in braccio
non aveva trovato altro metodo per spalancare la porta.
“Cos’ha?”,
chiese avvicinandosi.
“Non
si regge in piedi, e poco fa cantava una strana canzoncina con protagonisti dei
vermicoli e uno Schiopodo Sparacoda”, si avvicinò ad un letto, “E’ grave?”,
chiese poggiandogliela.
“Ha
la febbre”
Fantastico,
adesso mi toccherà prenderle valanghe di appunti
“Guarirà
presto, vero?”, chiese speranzoso.
“Se
non deciderà di fare delle lunghe passeggiate per i
corridoi...sì!”
Harry
non capì, “E adesso sparisca signor Potter”, non se lo fece ripetere due volte,
e come un fulmine si eclissò.
***
Hermione
era stata distesa nel letto accanto a quello di Draco, erano solo divisi da una
tenda grigia, orribile a detta del ragazzo, e di ogni studente costretto in quel
luogo per più di mezz’ora.
Madama
Chips trafficava con qualcosa, e lui poteva benissimo percepire il respiro
accentuato della ragazza.
Le
aveva mischiato la febbre. Avrebbe dovuto sentirsi in
colpa?
La
sua personalissima risposta era negativa; l’aveva contagiata, l’aveva contagiata
con un bacio, ed era soddisfatto della sua opera di rapida
diffusione.
Sì,
ne andava fiero…
E
con quel pensiero prese di nuovo a dormire, il mal di testa si faceva sempre più
incessante.
***
Quando
Hermione Granger aprì gli occhi non riuscì a distinguere bene ciò che la
circondava, troppo grigio, troppo silenzio, troppe cose
informi.
Notò
la tenda, e senza pensarci troppo la scostò, ciò che i suoi occhi incrociarono
fu il viso pallido e rilassato di colui che le aveva mischiato la febbre con un
bacio, di colui che la sera prima delirava e che l’aveva trascinata nel suo
delirio; doveva dare importanza a quel bacio al sapore di
febbre?
Si
disse di no. Si disse di no perché probabilmente Draco non aveva ricordi a
proposito di ciò che era accaduto la sera prima in uno stupido corridoio del 4°
piano.
Draco
intanto si sentiva piuttosto osservato e aperti gli occhi si ritrovò davanti il
visino minuto della Granger.
Graziosa
con le sue guance arrossate e gli occhi un po’ lucidi. Era
deliziosa…
“Granger,
così mi consumi…”, lei non rispose a quella specie di provocazione, e continuò a
guardarlo insistentemente.
“C’è
un motivo?”
“Per
cosa?”
“Per
questi sguardi insistenti sulla mia magnifica persona…”
Hermione
fece una strana smorfia, “Magnifica persona? Si vede che sei ancora nel pieno
del tuo delirio…”
“Quale
delirio?”, chiese lui confuso, non ricordando di aver dato spettacolo più di una
volta con i suoi vaneggiamenti da febbre.
“La
tua febbre”
Un
attimo di silenzio li avvolse, “E tu? Come mai qui?”, chiese poi quasi come
fosse distratto e non gliene importasse nulla.
“Qualcuno
ieri sera mi ha contagiata…e guarda un po’, la colpa è sempre
tua!”
Lui
rise di cuore, “Solo mia?”
Lei
si morse il labbro inferiore, “Giuro che ti picchio!”, asserì convinta guardando
con bramosia una scopa.
“Io
sono giustificato perché ero nel pieno di un vaneggiamento, ma
tu?”
Hermione
prese il cuscino e glielo tirò in faccia, “Paura?”
“Mai”
“E
allora?”
“Allora
tappati quella fogna, Malfoy”
Lo
sguardo del ragazzo si fece malizioso, “Tappamela tu”, disse, con un tono privo
di sarcasmo, ironia o voglia di prenderla in giro e
schernirla.
“No”
“Perché?”
Lei
alzo il mento altezzosa, “Perché hai la febbre”
“Anche
tu hai la febbre, non possiamo più contagiarci.”
Hermione
si inumidì le labbra e lo guardo incuriosita, “Perché vuoi
baciarmi?”
“E
tu perché non vuoi?”
Hermione
incrociò le braccia sotto il seno e lo guardò bieca; quel deficiente sapeva
sempre come infastidirla, sembrava fosse nato per fare quello, sembrava fosse la
sua unica occupazione.
“Sei
un idiota, te l’ho mai detto?”
“Un
paio di volte, cambia sonata… sei ripetitiva!”
“Ucciditi”
“Già
sentito…”
“Ti
odio!”
“Puoi
fare di meglio…”, disse sbadigliando.
Hermione
s’infervorò ancora di più.
“Quel
pigiama fa schifo!”, esclamò voltandosi poi dall’altro lato e cacciando la testa
sotto al cuscino.
Un
sorriso si disegnò sulle labbra del ragazzo, “Ecco… qua c’è già un po’ di
originalità”, disse mettendosi anche lui in posizione per dormire e riposare le
sue stanche membra; e intanto la ragazza che le dava le spalle, sorrideva a sua
volta.
Malfoy
con la febbre, era adorabile…
Quando
Madama Chips tornò in infermeria per vedere se i suoi piccoli malati si erano
uccisi, fu rincuorata dai sorrisi dipinti sulle loro
labbra.
***
“Draco,
ma ti sembra il modo?”, la voce squillante di Pansy Parkinson raggiunse le
orecchie del ragazzo destato nel peggiore dei modi dal mondo dei
sogni.
“Smettila
di urlare”
La
ragazza gli si attorcigliò al collo, “Ci sei mancato!”, disse
piagnucolando.
Draco
lanciò uno sguardo eloquente a Blaise, nonché ragazzo innamorato di
Pansy.
“Già,
ci sei mancato… pensa che Tiger e Goyle hanno deciso di fare un voto a
Merlino.”
Draco
strabuzzò gli occhi incredulo, cercando allo stesso tempo di scrollarsi Pansy di
dosso, “E in cosa consiste?”
Blaise
si porto una mano alla nuca, “Hanno deciso di non mangiare più dolci… a quanto
pare senza di te non possono vivere…”
“Mi
vedono come un bignè alla crema?”, chiese stralunato.
Blaise
rise, “Probabilmente sì!”
Draco
scosse la testa, demoralizzato all’idea di assomigliare ad un dolcino gigante
per quei due trogloditi senza speranze.
“Pansy,
adesso basta, dobbiamo andare”, Pansy lasciò alcuni baci sulle guance del
ragazzo, “Guarisci presto!”, disse sventolando un fazzolettino bianco, mentre
Blaise la trascinava.
“Draco,
sappi che Grace vuole venire a trovarti!”
In
cuor suo sperò che una trave le finisse di sopra e passasse a miglior
vita.
E se la trave la colpirà davvero
non ci saranno sfere del drago che tengano XDXDXD
Salve ragazze,
sto postando a velocità
impressionante… spero non sia spiacevole!
Non mi dilungo perché una certa
Seconda Guerra Mondiale mi attende… sigh… sob!
Grazie infinite per tutto,
sperando che questo non abbia fatto schifo!
kisses
|
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Capitolo 13 *** So close no matter how far ***
pride
“Scacco
Matto!”, esultò Draco ghignando mentre le sue pedine prendevano a calci e pugni
le pedine di Hermione.
“Malfoy,
questa è la fortuna dell'’idiota!”
“Granger,
allora avresti dovuto vincere tu!”, rispose con quella sua immancabile e
adorabile vena sarcastica.
“Non
credo!”, disse la ragazza facendo separare le pedine con un colpo di bacchetta
che riportò ogni pezzo al proprio posto non senza che si bestemmiassero
dietro.
Draco
si posizionò malamente sul cuscino.
“La
verità ti fa solo tanto male!”
“Smettila
di fare il vecchio saggio!”
“E
tu smettila di fare la vecchia arpia petulante!”
“Imbecille!”
“Stupida!”
Entrambi
con le braccia conserte con espressioni offese dipinte su quei bei faccini da
angeli scurrili e boccacceschi.
“Non
sai perdere!”
“E
tu non sai vincere!”
“SMETTETELA
IMMEDIATAMENTE!”, una voce possente e di timbro un po’ più elevato del normale
traforò i loro timpani, e naturalmente il tutto fu accompagnato da due
scappellotti leggeri dietro la nuca per far cessare quel tormento chiamato
battibecco Malfo-Grangeriano.
L’infermeria con annessa infermiera ne
aveva le pluffe piene delle loro continue e stupide querelle prive di senso
logico.
Draco
ed Hermione si guardarono in cagnesco e si voltarono dai lati opposti, quella
convivenza stava diventando stressante.
“E
adesso senza fiatare ingurgitate queste pozioni senza tante storie”, porse ai
due ragazzi delle fialette con un liquido verde muco e li intimò, con la sola
forza dello sguardo, di mandarle giù senza fiatare.
I
due ragazzi la guardarono disgustati, “Non potrebbe far qualcosa per renderla
più presentabile?”, azzardò Draco nauseato.
“No
signor Malfoy!”, disse digrignando i denti stile Thor, “Se non le va bene non
sono affari miei, se vuole morire per la febbre sono solo fatti suoi!”, glielo
ruggì senza pietà tanto che Draco si ritrovò a poggiare le labbra alla fialetta.
L’odore nauseabondo non aiutava di certo.
Hermione
lo guardò, era davvero coraggioso.
“E’
permesso?”, chiese una vocina timida spingendo la porta per entrare nella
stanza.
Le
tre figure si voltarono verso l’intrusa e per poco Draco non si strozzò, anche
se ne sputacchiò una generosa quantità su Madama Chips.
Era
appena entrata Grace Grey.
“Giuro
che questa me la paga, Malfoy!”, disse togliendosi con un fazzoletto il liquido
che le aveva impiastricciato il viso.
Draco
si guardò intorno spaesato, la Chips gli sembrava solo una grande
ameba con qualche problema mentale, Grace una piattola appiccicosa difficile da
scrollarsi di dosso, ed Hermione, la sua unica via di salvezza aveva tirato le
tende per lasciarlo in intimità con quella.
“Draco,
come stai?”, eccola all’assalto.
“Malissimo”,
rispose il ragazzo teatralmente portandosi una mano alla fronte, mentre Hermione
se la rideva.
Grace
si sporse verso Draco e gli carezzò la guancia. A quel contatto lui rabbrividì e
istintivamente si allontanò.
“Perchè
ti allontani?”, chiese confusa con la mano ancora nel punto in cui pochi istanti
prima c’era il viso del ragazzo.
“Non
vorrei contagiarti!”, rispose meccanicamente.
“Amore…”
Amore?
Perché lo stavo chiamando amore? Loro non stavano insieme e anche se fossero
stati una coppia, Draco Malfoy odiava quello stupido nomignolo… a dire il vero
odiava ogni cosa che avesse una parvenza di dolce.
“Prego?”
Gli
occhi di Grace non capirono. Draco si spazientì.
“Perché
mi hai… chiamato in quel modo?”, domandò schifato.
Grace
poggiò una mano sul ginocchio del ragazzo, “Perché stiamo insieme!”, rispose
come se fosse stata una cosa ovvia, solo che di ovvio non c’era un bel
niente.
“Grace…”,
sospirò stancamente, “… c’è un concetto da chiarire…”, continuò con voce
strascicata.
Gli
occhioni della ragazza ovviamente si illuminarono d’immenso, “Dimmi”, disse
incitandolo a continuare nutrendo false speranze.
“Io
e te…”, sospiro di suspance, “… NON stiamo insieme, io e te abbiamo solo fatto
un paio di volte sesso… e ciò non implica un legame
affettivo!”
“Tu…
tu ti rendi conto di avermi spezzato il cuore, vero?”, disse con la voce rotta
dal pianto.
“Io
non voglio l’anima delle ragazze che passano dal mio
letto”
Ormai
le lacrime erano imminenti.
“Mi
hai solo usata?”
“Sì”
Una
sillaba, una sillaba capace di farti crollare il mondo addosso. Una sillaba che
era una maledizione per il cuore.
“Ok,
sappi solo… sappi solo che ti amo!”
Ti
amo
Draco
odiava quelle due parole. Le odiava perché i sentimenti erano un’ invenzione per
far dormire sereni i bambini consapevoli che con quell’arma a doppio taglio
avrebbero sconfitto l’uomo nero e i mali del mondo. Solo un cumulo di
cazzate.
Grace
ormai era in lacrime, la vista offuscata, la sua vita andata in frantumi per
colpa di Draco Malfoy. La dolce maledizione delle sue numerose amanti che
inevitabilmente finivano per innamorarsi.
***
“Certo
che sei proprio stronzo”, asserì la grifoncina scostando la tenda e incontrando
lo sguardo vacuo del ragazzo.
“Farti
una sana dose di cazzi tuoi, no?”, rispose acido.
Hermione
però continuò a guardarlo, non gliene importava un fico secco se stava per
afferrare la bacchetta e schiantarla senza pietà, non gliene fregava niente se
le avesse urlato dietro i peggiori epiteti conosciuti da mente umana… lei era
lì, ma non per giudicare il suo operato con quella
ragazza.
“Malfoy,
hai ragione!”, disse poi improvvisamente.
Draco
strabuzzò gli occhi, ma non disse nulla.
“Hai
ragione. Non farò la moralista femminista…”
“Lo
stronzo di poco prima sembrava la perfetta premessa della femminista moralista
che difende il genere femminile appartenente alle oche”
“Malfoy…
la vita è tua, le ragazze non hanno dignità, si inventano paroloni e sentimenti
quando invece quello che vogliono è il tuo corpo, la bramosia dei tuoi baci; ma
loro ci saranno quando vorrai solo che capissero ciò che provi stando in
silenzio?”
Draco
non rispose, lo sguardo fisso al soffitto che ascoltava quel fiume di parole
così brutalmente veritiero.
“Ti
riempiono di parole vuote, di concetti inesistenti, di mosse studiate per
portarti solo al loro corpo… è troppo difficile parlare, stare a guardare il
pavimento e iniziare a raccontarsi le più brutte figure collezionate negli anni…
è difficile mostrare se stessi al mondo, difficile scansare la
semplicità…”
Continuava
ad ascoltarla assorto. Continuava a dirsi che quei discorsi non gli piacevano,
ma non riusciva a farli andare via, si stavano impossessando del suo essere,
stavano mettendo le radici e lui non stava facendo nulla per estirparle. Nulla.
Non voleva trovare la forza. Cullarsi nella dimensione dei sentimenti positivi,
credere che non aveva mandato al diavolo Grace solo perché voleva un altro corpo
non pensante nel suo letto che gemesse sotto le sue premure da amante
perfetto.
“Granger,
ho voglia di una canna!”
“Canna?
No, non è fattibile! Madama Chips ci lincerebbe!”
Draco
si sporse verso la ragazza, “Perché? Tu la fumeresti con
me?”
Hermione
si stiracchiò, “Tu devi smetterla di credere che io sia una specie di idiota
illibata che crede che in ogni cosa ci sia il peccato!”
“Ma
io ti ho rivalutata!”, le parole arrivarono dritte al cuore di Hermione. Era
stordita.
Poggiò
una mano sulla fronte del ragazzo per controllare la temperatura, eh no non
scottava!
“Malf…”
La
mano del ragazzo afferrò il suo polso e avvicinò il suo volto a quello di
Hermione.
I
loro nasi si sfiorarono, le punte dei suoi serici capelli biondi a solleticarle
una gota, la strana sensazione di stare per compiere un’azione giustamente
sbagliata.
“Granger…”,
sospirò mentre il suo indice si attorcigliava intorno ad uno dei morbidi boccoli
della ragazza, “… mi dispiace…”
Hermione
non seppe a cosa si riferisse con quelle parole, non ebbe il tempo di
chiederglielo che le sue labbra furono sfiorate da quelle del ragazzo in un
atteggiamento di pura dolcezza.
La
morbida consistenza di quelle labbra, il loro sapore…
Hermione
volse lo sguardo verso il ragazzo.
“Malfoy,
perché continui a volermi baciare?”
Draco
si chinò sul suo collo lasciandole qualche bacio. Era
estasiato.
“Che
gusto c’è a conquistare le cose semplici?”,rispose, lasciando alla ragazza una
buone dose di sgomento e perplessità, mentre lui si voltava sull’altro fianco
per evitare di incrociare lo sguardo disgustato di Hermione
Granger.
***
Il
giorno dopo Draco doveva essere dimesso, ma non prima di abbandonare la sua
compagna di sventura con un’altra proverbiale litigata su una cosa estremamente
stupida come le Cioccorane.
Madama
Chips aveva ormai perso le speranze visto che li aveva sentiti litigare sugli
Scacchi Magici, sulle Cioccorane, sulle pozioni curative, su un Barbagianni,
sulla Piovra Gigante e sulle parole d’ordine inventate da Silente… ogni loro
litigio rientrava perfettamente nella norma delle cose senza
senso.
Dopo
una discussione interessantissima sulle rane di cioccolato, Draco era pronto per
varcare il confine con la libertà di fumare tutte le sigarette che si era perso
in quei giorni.
“Granger,
stammi bene!”, le disse ghignando.
“Malfoy,
è colpa dei tuoi baci se sto qui… un bacio che mi guarisca, no?”, disse
incrociando le braccia sotto al seno sfoggiando un’espressione tra l’ironico e
il dolce.
“No,
non ho ancora acquisto queste doti curative… e comunque Granger, smettila di
bramare i miei baci, quelli mi piace darteli quando meno te li aspetti… meglio
se posso contagiarti con qualche strana malattia!”, disse ghignando
divertito.
“Ribadisco
che ti odio e che hai la stessa simpatia di uno dei water dove Mirtilla ama
tanto tuffarsi!”
“Ciao
idiota!”
Hermione
sbuffò, “Che possa caderti di sopra un sacco pieno di cacca di
drago!”
“Idiota
e pure cattiva!”, constatò il ragazzo, mentre Madama Chips spazientita non
riusciva più a sostenere quelle discussioni da manicomio, e fu così che si alzò
di scatto spingendo Draco fuori dalla porta, “Signor Malfoy, non metta più piede
in infermeria… la sua presenza è estenuante… e sappia che può usufruire delle
mie preziose cure solo quando un incantesimo l’avrà fatta diventare muto,
intesi?”
“Ma
Madama… io sono innamorato di lei!”
“MALFOY!”,
urlò senza pietà al ragazzo sbattendogli la porta in faccia, mentre lui rideva
di gusto di quella povera donna dal nome totalmente assurdo e con un diavolo per
capello per via della sua illuminante presenza.
***
Due
giorni dopo Hermione era uscita da quell’inferno ed era tornata più felice che
mai alla sua occupazione principale: studiare.
Harry
era tornato a rilassarsi, non ne poteva davvero più di seguire così attentamente
quelle lezioni così estremamente barbose, e Ron era felice di poter di nuovo
attingere al pozzo del sapere senza massacrarsi sui libri e riuscendo a
concludere il niente.
“Ci
vediamo a pranzo, corro a Confronto tra Letteratura Magica e
Babbana…”
Harry
e Ron si guardarono sgomenti; esisteva davvero una materia con quel nome
lunghissimo?
Si
sprecavano tante energie solo per pronunciarlo.
Quando
l’Orgoglio e il Pregiudizio ostacolano un amore
Draco
Malfoy desiderò di essere colto da un male incurabile.
I
7 illibati avevano già preso posto, Draco stava fumacchiando come al solito, ed
Hermione aveva appena dato uno sguardo alla Romance nel mondo dei sogni e a ciò
che vi era scritto sulla lavagna.
“C’è
qualcuno che vuole dire qualcosa?”, domandò con fare stanco come se non gliene
fregasse un bel niente, ma non rendendosi conto che delle voci concitate stavano
dando luogo ad un dibattito. Un dibattito istituito dai 7 cerebro lesi.
Assurdo.
“Stai
scherzando, spero!”, esclamò indignata Susan Bones.
“Mi
dispiace contraddirti, ma ciò che stai blaterando tu è
allucinante!”
Susan
s’inchinò, era arrivato il momento di prendere in giro quello spocchioso di
Ernie Mcmillan, “Mi perdoni, la prego…”, alzò lo sguardo per vedere il viso del
suo interlocutore che appariva piuttosto scocciato, “…perdoni questa insulsa
donna, mio sire”
“Susan
smettila!”, disse strattonandola per un braccio e intimandola ad alzarsi da
quell’insulsa posizione.
“Perché?”
“Perché
quello che dici è senza senso!”
“Ti
prego, mi ritieni così stupida e incapace?”, chiese offesa, mentre Ernie cercava
le parole adatte per non farla arrabbiare ancora di più.
“No,
per niente!”, ammise in un sibilo che fece rotolare Draco dalle
risate.
Erano
patetici.
“Malfoy,
sono ancora gli effetti della febbre?”, chiese ironica
Hermione.
“Granger,
ma li senti? Come si fa a non ridere?”
Hermione
lo guardò scuotendo la testa; quel ragazzo era irrecuperabile nella sua idiozia
da maschio adolescente.
“Ernie,
ancora non ho capito cosa…”
Il
ragazzo si portò una mano al viso, doveva farle un esempio che calzasse a
pennello, “E’ come se…”, si guardò intorno per cercare l’esempio perfetto, “… E’
come se Malfoy si innamorasse di Hermione…”
Tutti
ascoltarono quelle parole sgomenti, e servirono soprattutto a Draco per far
cessare la sua ilarità.
Ernie
si rese conto che tutti lo guardavano scioccati e iniziò ad allentarsi la
cravatta.
Faceva
davvero caldo.
“Ammetto
che l’esempio faccia un po’ paura… ma Malfoy come il signor Darcy si mostra
sdegnoso verso le origini di Elizabeth… nel mio esempio ovviamente Elizabeth
corrisponde ad Hermione.”
Ernie
sudava. Si aspettava da un momento all’altro uno schiantesimo dalle due parti
nominate, famose per la loro impulsività.
Ma
quando si rese conto che nessuno schiantesimo stava per colpirlo, si trovò
autorizzato a continuare la sue tesi, “E poi ricordiamo che Elizabeth ha dei
pregiudizi per delle informazioni false che le sono arrivate… tutti siamo a
conoscenza del passato di Malfoy, ma chi ci dice che non è
cambiato?”
“Ernie”,
sbottò Hermione, “… non ti azzardare mai più a portare certi esempi in questo
luogo, intesi?”, disse minacciosa impugnando la bacchetta all’altezza del collo
del ragazzo.
“Suvvia
Granger, facendo così stai sostenendo le tesi di questo
stupido”
Hermione
si voltò verso di lui irata, che al contrario, in tutta calma stava accendendosi
una sigaretta.
“E
come, di grazia?”
Draco
distese le lunghe gambe sul banco.
“Stai
dando prova di essere orgogliosa e che non hai abbastanza elasticità mentale da
immaginarti con il sottoscritto. Hai dei pregiudizi,
vero?”
Hermione
lasciò il colletto di Ernie, che tornò a respirare, e si avvicinò a
Draco.
“Stammi
a sentire, stupido di un furetto!”, Draco per tutta risposta le buttò il fumo in
faccia facendola tossire, “Come non potrei avere dei pregiudizi su di
te?”
“Io
quelli che avevo su di te… li ho abbattuti tutti!”
Hermione
si sentì una vera merda.
Lei
che tanto decantava la sua maturità, aveva dato prova di essere una delle tante
stupide che abitavano il mondo.
Lo
spocchioso Draco Malfoy aveva dato prova di grande
maturità.
Lei
era solo una montagnetta di puzzolente cacca di drago.
“Granger,
non sentirti una merda, non ne vale la pena! Con uno come me è
comprensibile!”
Hermione
continuava a guardarlo come se fosse un marziano spiaccicatosi al suolo che
cercava di fare un test di intelligenza a Tiger e Goyle, e poi, improvvisamente
il bacio che si erano scambiati quella sera tornò a vorticare nella sua mente
confusa.
Lui
l’aveva baciata perché aveva la febbre. Lei aveva ricambiato perché lui si era
posto in una maniera dolcissima.
Lui
aveva voluto baciarla di nuovo e c’era riuscito, ma solo adesso era riuscita a
comprendere il perché s’era subito voltato dalla parte opposta alla
sua.
Draco
Malfoy aveva avuto paura di essere giudicato.
Era
ancora lì a ponderare, quando Draco aveva afferrato le sue cose ed era uscito
dall’aula.
No,
non poteva lasciarlo andare! Era lei il sacco di cacca di
drago!
Prese
le sue cose e corse a perdifiato per raggiungerlo.
“Malfoy”
Draco
si voltò sorridente verso la ragazza che correva verso di
lui.
Carina
con le gote arrossate, i capelli al vento, la voce spezzata per via del
fiatone.
“Mal…
foy”, cercò di dire portandosi le mani alle ginocchia per cercar di riprendere
fiato.
“Dimmi”
Hermione
era ancora china e il suo respiro non accennava a diventare regolare, “Granger”,
chiamò, e non ricevendo nessuna risposta, se non un principio di asma, si chinò
per vedere cosa diavolo stava accadendo.
Le
scostò i capelli e la vide sorridere, “Granger, ma che
diamine…??!!??”
Hermione
si sporse verso di lui e poggiò le sue labbra su quelle di Draco che non perse
tempo a cingerle la vita e ad approfondire il bacio.
Non
sapeva perché Hermione lo aveva baciato. E forse non voleva saperlo. Gli stava
bene così.
Erano
in un corridoio del terzo piano dove un branco di quadri facevano il tifo per
loro.
La
maggior parte erano parenti di Draco, fieri di ciò che stava facendo il loro
degno erede.
Il
bacio si era prolungato, ma non sembrava importare a nessuno dei
due.
E
ovviamente entrambi convennero che i baci dati senza essere in preda alla
febbre, avevano tutto un altro sapore.
__________________________________________________________________________________________________________________________________
Ed ecco a voi, mie care
fanciulle il tanto atteso capitolo incentrato su Orgoglio e
Pregiudizio.
Adesso spero soltanto
che non abbia deluso le vostre aspettative, altrimenti Mercoledì andrò al
patibolo ancora più stanca e demoralizzata XDXDXD
Mie gioie, dopo una
giornata trascorsa a ripassare l’italiano di tutto l’anno scolastico mi sento un
po’ fusa… ma devo ancora ultimare qualcosa nella tesina, quindi vi chiedo di
essere buone, (anche cattive se me lo merito), in sostanza, fatemi sapere cosa
ne pensate!
Ringrazio tutte coloro
che hanno recensito, siete davvero speciali!
kisses
|
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Capitolo 14 *** Lesson number seven: Two for tragedy ***
renzo
Hermione
Granger e Draco Malfoy non stavano insieme.
Nonostante
quel lunghissimo bacio, interrotto da Mrs Purr, i due si erano lasciati
dicendosi un bel niente, e da una settimana facevano finta di non conoscersi, ma
era arrivato il momento di trascorrere un’ora nella stessa aula. L’ora della
Romance era arrivata.
Romanzo
del giorno: I Promessi Sposi. Un mattone difficile da
dimenticare.
***
Quella
mattina, più precisamente all’alba, un insistente bussare aveva fatto destare
Blaise Zabini, stufo di andare sempre ad aprire la porta quando le visite erano
sempre per gli altri 4 idioti che dividevano con lui la
stanza.
Di
fatti si alzò borbottando qualcosa di incomprensibile, e infilatosi la sua
vestaglia da camera, si accinse ad aprire la porta.
Grace
Grey era in lacrime, di nuovo.
“Aspetta,
ti sveglio Draco.”, disse meccanicamente come se la sua vita si concentrasse su
quell’unica azione, ma la mano della ragazza gli catturò il
polso.
“No,
non sono qui per lui…”, rispose flebilmente.
Blaise
cominciava ad averne abbastanza, “Hai ancora tre possibilità: Theo, David e
Adrian; chi ti sveglio?”, fece infastidito puntando gli occhi su ognuno dei suoi
compagni beatamente abbandonato al mondo di Morfeo.
“Voglio
parlare con te!”
La
giornata di Blaise Zabini era finita ancor prima di
cominciare.
Seduti
sui comodi divanetti, Blaise stava pensando come farla fuori e occultarne il
cadavere. No che poi la sua presenza fosse rilevante!
“Zabini,
Draco mi ha lasciata per un’altra, vero?”
Il
ragazzo per poco non si strozzò con la sigaretta che teneva tra le
labbra.
Era
risaputo che Draco non tradisse, proprio perché mai nessuna era diventata la sua
ragazza. Eccetto Pansy, ovviamente.
Draco
Malfoy non si era mai impegnato seriamente, e quando una delle sue conquiste
cominciava ad annoiarlo glielo diceva chiaro e tondo così da potersi dedicare
alla sua nuova fiamma.
Draco
Malfoy non era unico nel suo genere, ma almeno aveva l’accortezza di dire che la
loro storia basata sul sesso era finita
definitivamente.
“Non
lo so”, rispose, ed era stranamente sincero. Blaise Zabini non lo sapeva
davvero.
Il
cambiamento di Draco era nell’oscurità.
***
Quella
mattina, numerosi erano gli elementi che annunciavano una giornata che si
sarebbe rivelata catastrofica.
Tiger
e Goyle stavano spalmando del burro vegetale su delle fette di pane
integrale;
Padma,
Ernie e Lavanda parlavano animatamente di qualcosa ritenuta estremamente
importante per le loro teste bacate;
Harry
Potter era felice, ma l’immagine più sconvolgente che si presentò agli occhi
degli osservatori più attenti fu: Blaise Zabini
spettinato!
Blaise
Zabini stava male, avrebbe voluto parlarne con qualcuno ma Theodore non era
nelle condizioni per capire, David sembrava uno zombie per via di Cassidy,
Adrian era sempre imboscato da qualche parte con le varie studentesse del sesto
anno e Draco… beh… se Draco avesse saputo della visita mattutina avrebbe di
sicuro ucciso Grace.
Morale
della favola: tenersi tutto dentro e impegnare le energie con
Pansy.
“Zab”,
a quel richiamo strascicato il ragazzo si sentì morire, temeva che da quelle
labbra tanto angeliche potesse uscire qualcosa di veramente cattivo e orrendo
dedicato solo a lui, “Passami quei biscotti al cioccolato”
Blaise
fu lieto di tirare un respiro di sollievo passando gli amati biscotti al Draco
stranamente sereno e non ostile al mondo.
Draco
mandò giù una tazza di tè e dei biscotti e si allontanò dal tavolo. Dopo una
settimana avrebbe rivisto Hermione e non si sentiva per niente
bene.
***
“…e
sarà tutto perfetto…ho già ogni cosa in mente!”, la vocina stridula di Padma
riecheggiò per tutta l’aula, e quando Draco vi entrò lasciando che il suo
sguardo la trafiggesse, tutti smisero di gesticolare e parlare
animatamente.
Si
accomodò al suo solito posto e diede un’occhiata alla
lavagna:
Essere
promessi sposi vuol dire essere innamorati?
La
Romance s’era fumata le pagine dedicate alla Monaca di Monza quasi
sicuramente.
Era
umanamente impossibile che esistesse qualcuno peggio della Cooman, ma adesso
Draco sapeva che nulla era impossibile.
“Ma
la Monaca di
Monza ha una flirt con Renzo?”, l’idiozia di Marcus Belby non aveva paragoni ed
Hermione provò un conato di vomito, non tanto per la frase appena proferita, ma
soprattutto per la parola flirt in quel contesto.
Draco
se ne accorse e una specie di riso gli incurvò le labbra dando vita ad una
smorfia un po’ strana.
“No,
Marcus”, rispose pacatamente evitando di guardarlo in quella faccia brufolosa e
sciocca e mollargli un pungo per la bestialità che aveva
detto.
“E
con l’Innominabile?”
Innominabile?
Hermione
voleva morire, e pensare che aveva sempre creduto che nessuno in
quell’aula avrebbe potuto eguagliare il livello di idiozia di Justin Finch-
Fletchley.
“Innominato,
Marcus”
Draco
non riuscì più a trattenersi ed esplose in una risata ilare e subito le iridi
d’oro di Hermione si spostarono sul suo viso.
Era
da una settimana che non lo guardava. Da una settimana che faceva di tutto per
non guardarlo.
Lo
aveva forse baciato in un impeto di pura follia, però qualcosa le diceva che lo
aveva fatto perché voleva farlo, e a differenza degli altri due baci in cui era
stato lui a baciarla, quel Lunedì era stata lei a correre a perdifiato e
baciarlo a tradimento.
Adesso
si sentiva una perfetta imbecille perché era caduta nella trappola del grande
amatore di Hogwarts. Anche Hermione Granger aveva ceduto a quelle
labbra.
“Malfoy,
è da un po’ di tempo che non fai altro che ridere…”, sbottò
impettita.
“Granger,
se Belby è un idiota cosa posso farci?”
Inutile
dire che Malfoy aveva ragione ed Hermione non aveva tesi per dimostrare che
Belby era un genio e che lui era un troglodita incivile che non capiva nulla di
letteratura, perché se lo avesse ammesso, quella sì che sarebbe stata una
bestemmia in piena regola.
Belby
ovviamente, dall’alto della sua stoltezza non intervenne per cercare di
difendere la sua dignità che rotolava a piede libero.
“Non
posso contraddirti, cosa ne pensi invece della frase che troneggia alla
lavagna?”
Draco
si ravvivò i capelli, “Che Lucia era una puttana!”, asserì serafico mandando
Hermione in bestia.
“Lucia
era una puttana? Ma il tuo vocabolario è così limitato?”, inveì
furiosa.
Draco
per tutta risposta rise, “Giulietta era una puttana, Ginevra era una puttana,
Cathrine era una puttana… ma altri aggettivi da dare, no? Una visione del mondo
più aperta, no?”
Inutile
e superfluo dire che i 7 dell'’Apocalisse stavano mormorando un paio di
preghiere per evitare di bruciare all’inferno.
“Granger…”
“No,
Malfoy… non dirmi di stare calma!”, disse portandosi una ciocca di capelli
dietro l’orecchio mentre il rossore alle guance andava
diminuendo.
“Non
te lo dirò”
“Se
credi che tutte siano delle puttane… dimmi allora com’è il tuo prototipo di
donna ideale…”, fece beffarda con atteggiamento di sfida.
Draco
ormai era di fronte alla ragazza.
“La
cosa strana è che questo fantomatico prototipo sta prendendo forma adesso…”, la
sua voce apparve sensuale, forse un po’ troppo, mentre con l’indice picchiettò
il naso della grifoncina salendo poi alla fronte.
Hermione
rimase a bocca spalancata.
Incredula
Sconvolta
Curiosa?
Perché
si sentiva le farfalle nello stomaco? Perché quello stupido contatto
accompagnato da quella stupida frase l’aveva mandata in
tilt?
Perché
quei 7 imbecilli sembravano delle ninfe del bosco?
“E
dimmi, Granger, tu cosa ne pensi di Lucia?”
Spiazzata.
Perché continuava a spiazzarla?
“Stavo
giusto per dirti che secondo me ha anche fatto un pensierino su Don Rodrigo…”,
proseguì il ragazzo, mentre nella testa di Hermione c’era tutto tranne che Don
Rodrigo, Don Abbondio o Federigo Borromeo.
“Signor
Malfoy, per quanto le sue analisi siano spiritose… temo proprio che non meriti
la sufficienza in questa materia!”
Una
voce aveva praticamente distrutto tutto. Minerva McGranitt era arrivata come la
grandine sulle magnolie.
Draco
si voltò verso la donna ma non disse nulla, non aveva voglia di ribattere perché
quella donna era troppo stupida, arida e ribattere sarebbe solo stato
tempo sprecato.
“Professoressa…”,
la voce di Hermione lo fece trasalire, “… ha ragione nel dire che Malfoy non
merita la sufficienza in questa materia…”, a quelle parole Draco
raggelò.
La
osservò e si sentì uno schifo, era ormai rassegnato a quelle parole. Lei lo
odiava e la McGranitt sembrava stesse per implodere dalla felicità.
“…
merita molto più della sufficienza!”, affermò sorridendo ad un Draco incredulo
che già si vedeva una T di Troll marchiata a vita su quella
materia.
Lo
aveva difeso?
No,
se lo era sicuramente immaginato.
“Signorina
Granger, sicura di stare bene?”, chiese la donna
apprensiva.
“Mai
stata meglio. Probabilmente non amerà la letteratura, ma almeno ha i suoi pareri
e li sostiene con ardore così da abbandonare quell’immagine stereotipata di
bamboccio Purosangue senza idee se non quelle razziste!”
Superfluo
dire che Draco Malfoy non si
aspettava che di punto in bianco la Mezzosangue sarebbe diventata l’avvocato del
Diavolo.
La
professoressa McGranitt inarcò un sopracciglio scettica, Hermione Granger non si
era ancora ripresa dalla febbre; “ Alla fine della lezione la voglio nel mio
ufficio.”, Draco piegò le labbra in un ghigno, “E lei signorina, è meglio che
ritorni da Madama Chips, non vorrei che le fosse risalita la febbre!”, la donna
con un cenno salutò gli altri 7 e uscì dall’aula lasciando un po’ tutti con
espressioni sgomente.
“Tornando
a Renzo e Lucia…”, disse deglutendo Susan, “… c’è qualcuno che vuole aggiungere
qualcosa?”
Non
che fosse realmente convinta che qualcuno fosse stato in grado di aggiungere
qualcosa; a parte Draco ed Hermione, nessuno in quell’aula era in grado di fare
discorsi che rasentassero la decenza, e quindi quella frase era stata del tutto
sprecata.
Volse
lo sguardo verso coloro che avrebbero potuto risollevare le sorti di quella
lezione, ma entrambi erano impegnati in altro: Draco a fumare, Hermione a
sfogliare nervosamente un libro.
“Direi
che per oggi è tutto…”, non c’era altro da dire.
Il
silenzio quasi surreale la fece rabbrividire. Nessuno sembrava muoversi, tutti
ipnotizzati dalla gestualità regale di Draco Malfoy nel fumarsi una sigaretta
che intanto pensava a ciò che stava accadendo e a ciò che voleva quella donna
insignificante e putrescente dell'’insegnate di
Trasfigurazione.
Voleva
forse non ammetterlo ai M.A.G.O?
Beh
anche mettendocela tutta, il rampollo dei Malfoy conosceva tutti i mezzi per far
diventare quell’insufficienza una meritatissima
sufficienza.
Una
stupida T non ci metteva niente a diventare una O nelle sue
mani.
“Ci
vediamo Lunedì prossimo con Uccelli di Rovo”, informò la ragazza cercando in
tutte le maniere di far roteare i loro occhietti sulla sua persona, ma sembrava
tutto vano.
Justin
si alzò di gran carriera, ma il suo afferrare pergamene e piume sparse sul
banco, venne interrotto dalla vocetta squillante di Padma, decisasi
improvvisamente a risorgere dall’ipnosi.
“Ehm
ehm…”, si schiarì la voce e puntatasi la bacchetta alla giugulare amplificò il
suo tono, come se fosse stata un importante carica nel Mondo
Magico.
Poverina,
non aveva ancora compreso che in quella scuola non era compresa minimamente e
che forse la presenza di uno Snaso era più sentita della
sua.
“Manca
pochissimo gente…”
Draco
sperò con tutte le sue forze che mancasse pochissimo alla morte dell'’indiana,
ma ciò che seguì quelle parole introduttive fece evanescere le sue
speranze.
“…
manca poco al più grande evento che Hogwarts abbia mai
ospitato.”
Esisteva
qualcosa di più grande del Torneo Tremaghi che fosse solo a conoscenza di
un’idiota senza speranze come Padma Patil?
Non
c’erano più speranze per il genere umano.
Draco
si accese l’ennesima sigaretta, ed Hermione lo invidiò… in quel momento ne
sentiva una grande necessità, non riusciva davvero a
reggerla.
“Una
settimana prima dei M.A.G.O ci daremo alla pazza gioia al ballo più cool dalla
fondazione di queste quattro mura senza senso…”
Eresia
Boiata
Bestialità
Padma
aveva le ore contate, e non solo per aver indetto uno stupido ballo, ma
soprattutto per aver definito Hogwarts, come una costruzione di quattro mura
insignificanti e senza storia.
Hermione
era inviperita, in quella scuola l’ignoranza navigava a vele spiegate, avevano
tutti bisogno di leggere e imprimere nella mente: Storia di Hogwarts, il
sapere racchiuso in un libro spettacolare.
Draco
notò le unghie della grifoncina conficcate nei palmi delle mani, e capì
immediatamente a cosa fosse dovuto quello strano attacco di collera, che per
Hermione Granger non aveva nulla di strano.
“…
ovviamente non vi anticipo i particolari, verrà detto tutto attraverso gli
annunci nelle bacheche… mi raccomando, tenetele d’occhio!”, disse ammiccando e
piroettando per tutto il perimetro dell'’aula, facendo sì che Draco ed Hermione
si scambiassero un’occhiata eloquente su quanto il suo cervello fosse sepolto
sotto strati di lacca e creme varie per i capelli.
Padma
continuava a gioire estasiata, mentre un Draco piuttosto scocciato afferrava la
sua sacca e usciva dall’aula, era anche piuttosto contrariato dal suo stesso
atteggiamento; come aveva potuto rimanere in quell’aula a sorbirsi i discorsi di
Padma Patil?
Stava
ancora cercando una giustificazione seria al suo comportamento quando venne
affiancato da Hermione.
“Hai
avuto una splendida idea…”, disse la ragazza, sperando che Draco si tuffasse in
una conversazione, ma invece l’unica cosa che fece fu portarsi una mano tra i
capelli e continuare a camminare.
Hermione
chinò il capo. Aveva di sicuro l’umore sotto le scarpe… e non aveva di certo
voglia di farsi zittire da quel mostro di Malfoy con le sue solite battutine
acide da Troll di montagna.
Continuarono
a camminare sempre ognuno perso nei suoi silenzi finchè Draco non ruppe
quell’equilibrio.
“Granger…”
“Sì?”
Lui
rimase in silenzio, tanto che portò Hermione a credere che si fosse immaginata
quella voce che pronunciava il suo cognome.
“Granger…”,
riprese poco dopo, “… perché hai preso le mie difese con la McGranitt?”, gli era
sicuramente costato tanto mettere in piedi quella domanda, ed Hermione non fece
battutine a riguardo, non era il momento né il caso.
“Sai
Malfoy… nonostante i tuoi pareri siano pittoreschi almeno leggi i romanzi
e sei anche in grado di discuterne. Hai sentito oggi che Marcus ha detto
l’innominabile, no?”
Draco
annuì.
“Marcus
è un’idiota e di certo gli altri sei non vanno considerati dei geni… non sanno
neanche cosa significhi leggere e discutere, quindi ecco il perché mi sono
sentita in dovere di difenderti!”
Draco
non rispose, stava calibrando il senso di quelle parole, Hermione era stata fin
troppo gentile, e stranamente non lo aveva fatto perché voleva andare a letto
con lui.
Lei
non ci ricavava niente eppure lo aveva fatto semplicemente perché credeva nelle
sue capacità intellettive che molti credevano inesistenti.
Quella
ragazza era davvero fuori dal comune, era speciale?
Ma
lui lo conosceva il significato di quell’aggettivo?
Forse
no, o forse non sapeva di conoscerlo e di poterlo dedicare senza rimpianti a
quella ragazza molto più bassa di lui che camminava a pochi centimetri di
distanza da lui.
Era
tutto fin troppo strano.
“Beh
Granger, vado a vedere cosa vuole quella vecchia megera…”
“Ok
Malfoy”, si scambiarono dei cenni del capo e sparirono in direzioni opposte
inghiottiti dall’oscurità degli immensi corridoi del
castello.
_________________________________________________________________________________________________
In attesa della terza
prova, nelle poche ore che dedico ad una fuga dalla realtà, continuo a scrivere…
I Promessi Sposi non mi
entusiasmano più di tanto, però ci stavano bene, almeno
credo…
Grazie per tutte le
bellissime recensioni che mi lasciate, continuo a ripetere che siete degli
angeli e che vi adoro immensamente!
Fa un caldo boia, e tra un
po’ mi sciolgo… sigh…
Bene ragazze, mi scuso come
sempre per non potervi ringraziare singolarmente, ma il momento è un po’ strano,
solo che anch’io sto iniziando a meravigliarmi di me stessa; posto più
frequentemente adesso che sono in mezzo agli esami di maturità che quando avevo
scuola normalmente… mm…
Sono gli effetti
collaterali della maturità?
Boh!!!
kisses
|
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Capitolo 15 *** Why the Hell it means so much to me? ***
stay
“Draco
è mio!”
“Te
lo puoi scordare… è solo mio!”
“Non
te lo lascio mica così facilmente, sai?
“E’
inutile che vi accalorate tanto… non vi è giunta voce che Draco è
mio?”
Ci
fu uno spintone da parte della ragazza dalla chioma bionda che fece traballare
la ragazza dai capelli corvini.
Ovviamente
la ragazza bionda per tutta risposta le si scagliò contro tirandole i crini
corvini e facendola gracchiare dal dolore.
“Povera
pazza….”
“Credi
davvero che Draco inviti te?”
“Ovviamente!”
Continuarono
ad accapigliarsi senza sosta e senza una ragione seria
apparente.
“Eccolo…
sta arrivando!”
Draco
Malfoy e Blaise Zabini erano appena usciti dalla loro camera impeccabili come
sempre, inutile dire che tutto il macello si era improvvisamente evaporato,
lasciando spazio solo ad un branco di ragazzine civettuole con gli occhi
adoranti a cuoricino.
“Zab,
sai dirmi cosa sono tutti quegli sguardi?”, chiese un po’ confuso essendo
all’oscuro dei dettagli del Ballo che credeva essere lontano anni
luce.
“Credo
sia per il Ballo di fine anno… però potrebbe essere anche un virus che le fa
diventare più rincoglionite di quanto non siano già!”
“Inquietante!”,
si limitò a dire uscendo dal dormitorio per dirigersi in Sala Grande per la
prima colazione in tutta calma, ma Draco Malfoy ignorava che la sua illustre
persone era contesa anche dalle ragazze delle altre Case.
Sguardi
languidi e sospiri lo accompagnarono per tutto il tragitto, e quando oltrepassò
il varco della Sala Grande il cicaleccio che vibrava forte nella Sala si placò
di colpo lasciando che milioni di occhi si puntassero su di
lui.
Si
sentiva un tantino osservato…
“Zab,
infrango qualche regola se scaglio un’Avada formato famiglia?”, chiese con voce
strascicata e abbattuta cercando di arrivare al suo posto sano e
salvo.
“Se
stermini tutti potresti diventare il padrone indiscusso dell'’universo, però se
ti limiti alle fanciulle dovrebbe esserci qualche
problema…”
Draco
annuì e si servì di qualche muffin che guardò con uno sguardo tra il disgustato
e l’annoiato.
Ne
morse uno, ma avendo molti occhi puntati non si sentiva a suo agio. Non era
esattamente piacevole avere centinaia di occhi puntati su di sé, bramosi di
avere l’esclusiva sul proprio apparato digerente.
“Draco,
ti sei forse reso conto che la popolazione femminile brama un tuo
invito?”
“Grazie
David, stavo facendo di tutto per immaginarmi in un calderone di forte amor
bollente…”
“Come
sei acido!”, asserì rubandogli il muffin che giaceva inerme nel piatto
aspettando che Draco finisse quello che aveva tra le mani da circa quindici
minuti.
“David,
io mi preoccuperei di riconquistare Cassidy se fossi in
te…”
Ancora
più acido, tanto che David si rabbuiò e si rinchiuse nel suo silenzio
angosciante.
Draco
ghignò soddisfatto.
Draco
Malfoy era la personificazione del nervosismo, lui non era mai stato nervoso ma
aveva appena scoperto che essere osservato con meticolosa attenzione come se lui
rappresentasse una di quelle orride creature di Rubeus Hagrid, lo metteva a
disagio e lo innervosiva. Improvvisamente due avvenenti ragazze schioccarono
sulle guance del ragazzo due baci risvegliando l’ira funesta della popolazione
femminile; Pansy e Cassidy ridacchiarono soddisfatte, e si accomodarono ai loro
posti.
“Ti
conviene trovare una dama alla svelta…”, disse pragmatica Pansy servendosi di
frutta di stagione, “… se queste oche non ti vedranno impegnato diventeranno la
tua ombra!”
Pansy
aveva maledettamente ragione e Draco si guardò un po’ intorno, ma nessuna
sembrava essere all’altezza. Tutte troppo civettuole e comandate dall’aria
compressa che governava il loro cervello.
“Come
puoi ben vedere sanno che Blaise è proprietà privata…”, disse gaia scoccando un
bacio a fior di labbra al suo ragazzo.
“Impossibile
non notare che state insieme… siete sempre incollati!”, asserì Theo credendo che
solo grazie al suo intervento i presenti avessero capito perché Blaise era:
proprietà privata.
Blaise
sorrise e la strinse più forte contro di sé, lo sguardo di Draco cambiò
traiettoria e alla sprovvista le sue labbra vennero catturate da Daphne
Greengrass.
“Buongiorno
Draco”, disse affabile ancora sulle labbra del ragazzo.
“Buongiorno
Daphne”
Inutile
dire che vari incantesimi partirono inavvertitamente da parecchie
bacchette.
“Ho
visto varie fatture partire da numerose bacchette… Daphne questi colpi di testa
potrebbero ucciderti!”, fece notare saggiamente David.
Draco
e Daphne ghignarono, “Sai David, non è da tutti baciare Draco Malfoy!”, e con
questa frase enigmatica uscì dalla Sala Grande accompagnata da fatture
silenziose che la ragazza combatteva con uno scudo invisibile… baciare Draco
davanti a quelle assatanate era stato un vero colpo di testa, ma era stato anche
estremamente divertente.
***
Un
presagio di sventura aleggiava sulle testoline dei ragazzi del settimo anno, e
difatti appena varcata la soglia della Sala Grande non riuscirono ad astenersi
dall’avere un foglio di pergamena in cui padroneggiavano le informazioni sul
Ballo di Fine Anno.
Cari
studenti del Settimo Anno,
in
qualità di organizzatori dell’attesissimo ballo di fine
anno,
siamo
lieti di informarvi che il tema del ballo sarà: Le coppie nella Letteratura
Babbana.
Da
parte dei ragazzi urge che si trovino una damigella con la quale sceglieranno la
coppia che vorranno rappresentare.
Per
ulteriori informazioni rivolgetevi a:
Padma
Patil - Corvonero
Ernie
Mcmillan- Tassorosso
Lavanda
Brown-Grifondoro
Senza
dire una parola o accennare anche una smorfia, Draco incendiò il foglio di
pergamena e si accese una sigaretta.
“Se
Minerva o qualcuno per lei ti vede saranno guai…”
Draco
buttò fuori il fumo, “Sai Blaise, ieri mi ha tenuto un’ora in quel suo putrido
ufficio per dirmi che non posso ritenere tutte le eroine della letteratura delle
puttane ed io le ho semplicemente risposto che prima di prendersela con il mio
linguaggio scurrile dovrebbe prendersela con quelli che hanno messo su carta
storie tanto inutili!”
“Con
questo cosa vuoi dirmi?”
“Che
se dovesse dirmi qualcosa sul perché io stia fumando all’interno di questo
antico castello l’unica cosa che farò sarà continuare a
fumare!”
Blaise
sorrise, “Beh allora passami una sigaretta!”
***
Hermione
Granger poco più avanti dei due Serpeverde con i suoi due inseparabili amici,
stava riducendo a brandelli quel povero foglio di
pergamena.
“Hermione…”,
provò a chiamarla Harry, ma lei sembrava troppo presa dalla sua opera di
distruzione per rendersi conto delle persone che aveva
intorno.
“Spero
stiano scherzando… questo ballo è solo una perdita di tempo! Non solo dobbiamo
impegnarci seriamente nello studio, ma adesso grazie a questa brillante
trovata la popolazione frivola di Hogwarts costituita dal 99% dei ragazzi avrà
l’unica preoccupazione di trovare un cavaliere e un abito
adatto!”
Ron
la guardava incantato e annuiva convinto, sperando invece che Lavanda non
decidesse di vestirsi da Romeo e Giulietta… lui quella calzamaglia non la
sopportava proprio.
Ma
tutti erano troppo presi dai loro pensieri così da non accorgersi di essere
stati superati da un Zabini e un Malfoy con qualcosa di illegale tra le
labbra.
Harry,
notando che la ragazza ligia al dovere nonché Caposcuola, aveva lasciato che due
serpi nonché Capiscuola, passeggiassero felicemente per i corridoi fumando
indisturbati,
l’aveva strattonata più volte per farle vedere come quei due stavano dissacrando
quel luogo sacro che per Hermione era Hogwarts.
Ma
la ragazza non sembrava minimamente interessata.
“Malfoy
e Zabini ti sono appena passati sotto al naso con due belle sigarette tra le
dita… ma se ricordo bene è un atteggiamento non previsto dal
regolamento…”
Gli
occhi di Hermione brillarono di ira crescente, e un impeto di pura follia
afferrò il grande Harry Potter per il colletto, “Stammi bene a sentire, in
questo istante Malfoy, Zabini e le loro stupide sigarette sono il mio problema
minore!”, glielo ruggì in faccia, e quando la sua migliore amica lo lasciò
respirare allentando la presa del colletto si ripromise di andare a picchiare
Ernie Mcmillan per via delle geniale trovata del
ballo.
***
Draco
Malfoy avrebbe dovuto raggiungere l’aula di Incantesimi, ma se per anni quella
piccola azione era avvenuta con estrema semplicità, quella mattina di Marzo
sembrava essere divenuta un’impresa piuttosto ardua.
Come
poteva muoversi se bloccato da decine di ragazze mugolanti con visi da
ebeti?
Improvvisamente
una soluzione. Una soluzione che sembrava irata. Una soluzione chiamata:
Hermione Granger.
“Granger”,
la chiamò e cercando di aprirsi un varco tra tutti quei corpi raggiunse la
ragazza e le cinse le spalle con un braccio.
“Malfoy”,
disse guardando quasi schifata quel braccio sulle sue
spalle.
“Sei
di cattivo umore?”
“Sì
Malfoy, sì!”, affermò con una tonalità parecchio isterica che fece sorridere il
ragazzo.
“Dai
su Granger, è solo un ballo!”
“E
tu come fai a sapere che si tratta del ballo?”, chiese
incuriosita.
“Granger
basta guardarti negli occhi per sapere che per te il ballo è solo una perdita di
tempo!”
Non
solo la notizia del ballo l’aveva sconvolta a tal punto da afferrare per il
colletto il suo migliore amico come se il suo spirito fosse stato posseduto da
un Troll, adesso anche Draco Malfoy riusciva a psicanalizzarla attraverso lo
sguardo; e la cosa più brutta era che ci aveva azzeccato in
pieno.
Neanche
lei capiva cosa le passasse per la testa attraverso il suo sguardo, incredibile
come Malfoy ci riuscisse, ma sicuramente si disse la grifoncina, quello era solo
stato un colpo di fortuna.
“Malfoy,
tornado a ciò che più mi preme… cosa diavolo stai tentando di
fare?”
“A
cosa ti riferisci?”
“Malfoy,
il tuo braccio pesa e non capisco cosa ti porti a stringermi con così tanta
potenza!”
Draco
posò lo sguardo sul braccio che circondava saldamente le minute spalle delle
ragazza, “Sto cercando di farti fuori, Granger!”
“Cos’hai
bevuto a colazione?”
Draco
strabuzzò gli occhi a quella insolita domanda.
“Il
tè, come tutte le mattine”,ripose un po’ sconvolto a quella domanda che non
aveva senso in quel contesto.
“Mannaggia!
Allora non hai bevuto il succo di zucca?”
“No
Granger, io odio quella schifezza!”
“Che
peccato Malfoy! Vi avevo disciolto un po’ di veleno nella speranza che tirassi
le cuoia!”
Draco
lasciò la presa su Hermione e si ravvivò i capelli, in quel gesto sensuale e
pieno di carica erotica che per poco non fece svenire alcune delle ragazze che
lo guardavano con la bava alla bocca.
“Buona
lezione Granger”, la ragazza stava aggiustandosi il colletto della camicia
quando Draco le si avvicinò di nuovo chinandosi sul collo inebriandosi del
profumo che emanava quella pelle lattea, ispirò a fondo sfiorandola con le
labbra; a quel tocco Hermione sussultò, non si aspettava di certo che Draco
Malfoy oltre ad avere un dizionario ristretto in quanto ad aggettivi da
affibbiare alle eroine della letteratura, aveva anche il coraggio di stare a
così stretto contatto con lei anche senza corridoi deserti e biblioteche
sigillate, “Non volermene, ma appena mi staccherò da te verrai travolta da
un’orda inferocita di donzelle…”
Hermione
si chinò verso il suo orecchio, e anche lui sussultò a quel contatto, “Siamo in
ritardo alla lezione, Malfoy”
Vista
dal di fuori quella conversazione sembrava piena di coccole e tenerezza, e
difatti quell’immagine raccapricciante e insolita fece stropicciare gli occhi a
molti studenti per via dell'’incredulità generale.
“Lo
so, Granger”
“E
allora lasciami”
“Ma
io non ti sto trattenendo”, sorrise beffardo ed Hermione arrossì, fortuna volle
che il ragazzo non se ne accorgesse così che lei potesse sgattaiolare nell’aula
lasciandolo lì con la terribile voglia di fumare e che un corridoio pieno di
studenti non avrebbe placato.
“E’
eros allo stato primordiale!”
“Avrei
voluto essere al posto della Granger!”
“E’
troppo sexy!”
Draco
avvertì tutti quelle lusinghe, le amava e odiava al contempo; non sapeva
spiegarselo sapeva solo che la pensava a quel modo e gli stava bene… non sapeva
darsi una risposta e non aveva tempo da perdere per cercarne
una.
“Vorrei
essere quella sigaretta”, sospirò una Tassorosso.
Draco
aspirò un’altra boccata di fumo e poi la spense pestandola con la suola della
scarpa.
Quella
era la fine che facevano tutte quelle che avevano avuto a che fare con le sue
labbra.
Tutte
tranne una.
***
Vitious
stava spiegando animatamente tutta la categoria di incantesimi da sfoggiare
durante le pulizie, una vasta gamma di Gratta e Netta in tutte le versioni. Una
lezione a cui non partecipare.
Draco
Malfoy aveva sporcato la camicia di Blaise Zabini versandogli una tazza di caffè
che aveva fatto comparire; tutto rientrava nell’esercizio solo che il moretto
non ne era contento.
“Pulisci
e sgrassa”, mugugnò roteando la bacchetta.
Blaise
per poco non gliela ruppe.
“Pulisci
e sgrassa?”,ripetè irato mentre Draco lo guardavo annoiato a
morte.
“Sì”
“Pulisci
e sgrassa?”
“Sì,
Blaise”
“Era
Locum Mundo, deficiente!”, esclamò assestandogli uno scappellotto dietro la
nuca, Draco si portò istintivamente la mano sulla parte
lesa.
“Zab,
questo incantesimo fa schifo!”
“Adesso
anche la mia camicia per colpa tua!”
“Come
la stai facendo lunga…”
“Senti
Draco, dimmi cosa ti ha passato Theo, ok?”
Draco
sbadigliò.
“Theo?”
“Sì
Theo, cosa ti ha fatto fumare?”
“Nulla,
non lo vedo da ieri sera”
Blaise
scosse la testa e puntò la sua bacchetta sui capelli di Draco dove aveva versato
un impasto di uova, aceto e latte.
Vitious
li guardò compiaciuto.
***
Le
lezioni erano finite e Draco e David distesi sul prato in riva al lago guardavo
il cielo concedendosi quei momenti in cui solo la compagnia di un amico e un
pacchetto di sigarette risolleverebbero le sorti del
mondo.
Un
leggero venticello scompigliava loro i capelli e il rumore del vento fra gli
alberi cullava le loro parole intervallate da lunghi e ristoratori
silenzi.
“Credo
stia per avvicinarsi qualcuno…”, disse David alzando un po’ il capo notando un
paio di gambe tornite che si andavano avvicinando nella loro
direzione.
Draco
chiuse gli occhi e aspirò una boccata di fumo, sperava solamente che non fosse
qualcuna che voleva invitarlo a quel fottutissimo ballo.
La
ragazza si sedette accanto a lui che continuava a tenere gli occhi ermeticamente
chiusi, aveva riconosciuto il profumo di quella ragazza e non gli andava proprio
di scambiare quattro chiacchiere anche con lei, anche perché sapeva dove
sarebbero andate a parare.
“Draco…”
“Mh…”,
tipico verso emesso da Grop.
“Draco
so che non vuoi vedermi… ma ti giuro che ho provato a stare senza di te solo
che… solo che non ci riesco…” , chinò il capo affranta e imbarazzata,
improvvisamente rapita dalle sue decolletè di vernice
nera.
Draco
si sollevò e le sollevò il mento così che i suoi occhi si fondessero con quelli
glaciali di lui. Il cuore di Grace batteva forte, era come impazzito… il viso di
Draco era sempre più vicino, i nasi si sfioravano, i respiri confusi… la stava
baciando.
Un
sapore acre che non avrebbe ritrovato in nessun altro
bacio.
Il
bacio si sciolse.
“Adesso
dimmi Grace, che gusto hanno le cose semplici?”
Grace
spalancò la bocca.
Incredula.
“E’
così semplice avere il tuo corpo che ormai non provo più
gusto”
Una
lacrima sfuggì agli occhi della ragazza che si strinse le gambe al petto come se
volesse proteggersi da quelle parole affilate come lamine
d’acciaio.
Draco
si risistemò sul prato, non avevano più senso. Era tutto troppo facile, e lì
anche David capì che lui non possedeva Cassidy, un giorno sarebbe scappata e
avrebbe trovato di meglio… e lui non poteva perché senza di lei era
incompleto.
“Malfoy,
di sicuro le cose semplici non hanno il tuo sapore”, disse la ragazza prima di
andare via e lasciare i due ragazzi
davanti ad un tramonto mozzafiato.
Qui si stanno raggiungendo i 50° e
penso che non arriverò a sostenere gli orali, ma se dovessi arrivarci forse
avranno il piacere di interrogare una pozzanghera di fanghiglia color carne
-___-
Perché fa così caldo?
Perché?
Ma lasciando perdere questo caldo
infernale, oggi ho ben deciso di prendermi la giornata libera e da domani si
inizia a studiare per il grande evento.
Ma oggi…oggi è sacro! Oggi si ozia
tutto il dì, fa troppo caldo anche per far altro XDXDXD
E adesso un grazie di cuore a
coloro che hanno recensito lo scorso capitolo. Anche se non ho prove per domani,
sto morendo di sonno, spero non ve la prendiate se continuo a trascurare i
ringraziamenti singoli… uffina…
Grazie grazie grazie a tutte… e
adesso ronf sleep… zzzz…
kisses
|
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Capitolo 16 *** It's as If I'm playing with fire! ***
fire
Prima
di lasciarvi al capitolo vorrei spiegare a vanessa09 che con la mia fanfiction
non voglio istigare nessuno alla droga, alla violenza o al sesso non
sicuro.
Dalla
tua recensione m’è parso di capire che hai travisato una scena tra Draco ed
Hermione dell'’incriminato 13° capitolo.
Per
sicurezza sono andata a rileggere il capitolo per paura di aver davvero dato un
messaggio che non condivido.
Io
non voglio, né ho dimostrato, che una ragazza per essere anticonformista e
ribelle debba per forza farsi le canne e sniffare cocaina, e Draco con la frase:
“Ma io ti sto rivalutando…”, non voleva di certo dire che adesso la Granger può farsi una sana
scopata con lui perché si fa le canne, la frase è stata detta perché Hermione
durante le lezioni si è dimostrata in gamba, con la mentalità aperta da capire
gli atteggiamenti di chi, a differenza sua, non crede nell’amore e non giudica
la filosofia “immorale” di Draco, quella frase viene detta anche perché non
giudica lo scambio di battute violente con Grace e non lo etichetta come un
drogato solo perché esclama di volere una canna.
E
con questo spero di essere stata chiara, perché il messaggio che volevo dare non
era di certo: Sniffate di brutto perché la vita è una
merda!
Non
è nella mia filosofia, come non è nella mia filosofia giudicare chi si droga,
chi fuma le canne, chi beve assenzio o cambia partner ogni sera; mi dispiace di
aver in qualche modo offeso i tuoi pensieri e quelli di chi, come te, la pensano
allo stesso modo.
Non
so se vorrai più leggere la fanfiction, sperando che comunque alcune scene che
si presenteranno non ti sembreranno un’istigazione alla violenza, alla droga e
all’alcolismo.
Mi
scuso con tutti e adesso una buona lettura.
Erano trascorsi sei
lunghissimi giorni per Draco Malfoy.
Ovunque andasse qualunque
cosa facesse aveva uno stuolo di damigelle di compagnia che lui non aveva
richiesto.
Durante l’ora di Erbologia
erano fuori la serra che lo aspettavano, durante gli allenamenti di Quidditch
erano lì che lo acclamavano, durante i pasti erano lì che lo osservavano; non
aveva neanche messo più piede nei giganteschi bagni dei Capiscuola e Prefetti
perché sicuramente loro erano là pronte a tendergli un
agguato.
Era esausto, non ne poteva
davvero più.
“Devi solo invitarne una al
ballo così da placare le altre…”, gli aveva saggiamente ripetuto David la sera
prima, e fu quando Blaise aveva tentato di baciarlo perché totalmente fumato,
aveva capito chi avrebbe dovuto invitare al ballo; Hermione Granger, lo aveva
sempre saputo ma per strane ragioni a lui sconosciute si era fermato dal
prenderla in considerazione.
***
Quella mattina Draco Malfoy
appariva stranamente di buonumore.
Nessuno avrebbe capito il
senso di quel gesto che stava per compiere, ma l’importante era che ne avesse
per lui… eh beh… di senso ne aveva, anche tanto.
“Spero che la notte ti
abbia portato consiglio…”
“Credo di sì,
Zab!”
“E chi sarà la
fortunata?”
Draco afferrò la sacca, “Lo
vedrai al ballo…”, abbassò la maniglia della porta pronto per combattere tutte
quelle simpatiche donzelle con divise sempre più corte e
succinte.
“Posso fare qualcosa per
te?”,domandò una ragazza con sguardo provocante e con praticamente solo il
reggiseno addosso.
Draco ghignò, “Sparire”,
esclamò lasciandola lì con espressione indecifrabile sul
volto.
***
Hermione Granger teneva tra
le mani alcuni fogli spiegazzati e li leggeva mordicchiandosi il labbro
inferiore, e ogni tanto aggiungeva o correggeva con dell'’inchiostro rosso
qualcosa.
Gli occhi saettavano veloci
da una frase all’altra, incantevole in ogni suo
atteggiamento.
Era china sul primo banco
dell'’aula della professoressa Romance con le ciocche di capelli che le
ricadevano sui capelli come cascate di caramello.
Una visione un po’
troppo sdolcinata.
Si accese l’immancabile
sigaretta facendo in modo che l’odore pungente invadesse
l’ambiente.
“Buongiorno Malfoy”,
proferì lei senza staccare gli occhi dal foglio.
“’giorno Granger”, biascicò
sedendole davanti.
“ Ma non potresti
sostituire le sigarette con dei lecca-lecca?”,
chiese.
“No, mi si carierebbero i
denti”
“Poco male, visto che non
sorridi mai”
Draco si stiracchiò tenendo
saldamente la sigaretta tra le labbra, mentre Hermione continuava a cancellare e
aggiungere.
“Granger, cos’è quel campo
di battaglia?”
La grifoncina volse lo
sguardo sul ragazzo, “Ti riferisci a questo?”,domandò indicando il foglio e lui
annuì, “Oh niente di particolare, solo il tema sui vampiri di
Ron”
Draco inarcò un
sopracciglio, Lenticchia era veramente un inetto, e così per farsi quattro
risate strappò il foglio della manine della ragazze e cominciò a
leggiucchiare.
Hermione indispettita cercò
di riprenderselo, ma quello si mise in piedi così da raggiungere un’altezza
sufficiente per non farla arrivare all’agognato pezzo di
carta.
“Malfoy so che per te è
impossibile, ma piantala di fare l’imbecille e dammi quel
foglio!”
“Lenticchia crede davvero
che i vampiri si puliscano i canini con foglie di
menta?”
Hermione si avvalse della
facoltà di non rispondere, quella farse aveva fatto sbellicare anche lei, era
completamente senza senso.
“Andrai con lui all’evento
dell'’anno?”, chiese poi assumendo un tono un po’ troppo serioso per i suoi
standard mentre lei si apprestava a raccogliere inchiostro e penna, “No, lui va
con Lavanda la sua ragazza”, rispose mesta facendo esultare le interiora di
Draco che si contorcevano allegramente; e se Lenticchia era fuori avrebbero
dovuto esserlo anche Potter, Paciok, Thomas, Finnigan e tutti quegli altri
stolti di Grifondoro.
Krum non era previsto
quindi tutto giocava a suo favore e anche quando quel brutto bulgaro fosse stato
presnete l’unico che avrebbe intascato la vittoria sarebbe stato
lui.
La professoressa Romance
fece il suo trionfale ingresso seguita dai 7 dell'’Apocalisse e con la loro
teatrale entrata comparve anche la frase da discutere durante quell’ora di
lezione.
Perché proprio lui?
“Ehi Hermione…”, il visino
di Justin arrivò al cospetto della grifoncina e delle serpe che ovviamente, mise
a disagio quel simpatico ragazzetto timido.
“Ciao Justin”, lo salutò
lei gioviale come sempre.
Draco si insospettì, quel
cretino di un Tassorosso non aveva mai osato salutarla; come mai quel cambio di
programma?
“Senti, ti dovrei chiedere
una cosa…”
“Dimmi pure,
Justin”
Justin si allentò la
cravatta, stava sudando freddo e lo sguardo inquisitore di Draco Malfoy non lo
aiutava per niente, così cercò di far capire alla ragazza che quella presenza
inquietante accanto a lei lo metteva in agitazione, ma Hermione sembrò non
cogliere.
“Io volevo sapere se… se…
se…”
“Se?”, lo incoraggiò la
ragazza, e Draco gliene fu grato, odiava i
balbuzienti.
“Se… vai al… al… ballo con
qualcuno!”, ultimò.
Hermione sorrise, “No
Justin”
Justin si rincuorò, era il
primo e sicuramente Hermione Granger sarebbe andata al ballo con lui; “Ci
andresti con me?”, chiese animato da speranze
inconsistenti.
“No”, rispose sempre con un
sorriso e con una grazia inverosimile.
La bocca di Justin da
felice si tramutò in una smorfia di delusione.
Draco ghignò, non c’era
bisogno di far fuori gli spasimanti della Granger, li faceva fuori da
sola.
***
“Non capisco il senso della
frase alla domanda…”, disse un po’ perplessa Padma.
Che senso
aveva?
Ma ne aveva davvero uno?
Esisteva?
Hermione si portò una mano
sulla fronte; quell’ora settimanale stava diventando un
incubo.
“Hai letto il
romanzo?”,chiese con calma irreale.
Padma prese il libro e
guardò ammirata la copertina, “Sì, l’ho letto!”
“Intendo ciò che c’è in
mezzo, non solo la copertina…”
Padma la guardò spaesata;
l’organizzazione del Ballo l’aveva realmente e seriamente rintontita facendole
perdere quella poca dose di arguzia che possedeva.
Draco sospirò un po’ troppo
forte per i suoi canoni; anche lui era davvero stanco di quella plebaglia priva
di tutto.
“Padma, non è normale
innamorarsi di un prete…”, Hermione le si avvicinò, e con il tono che userebbe
una madre per dire alla figlia che il gattino persiano è stato irrimediabilmente
calpestato dall’auto del vicino cattivo, le disse quella frase di una semplicità
sconvolgente per una che aveva almeno letto la premessa del
romanzo.
“… ma se lui non lo fosse
stato…”, piagnucolò.
“Probabilmente si sarebbero
sposati e avrebbero messo al mondo tanti
frugoletti.”
Padma
annuì.
“Senti Granger, è mai
possibile che ogni lezione debba finire così?”
Hermione posò lo
sguardo su colui che aveva parlato,
ovviamente il tono strascicato e annoiato non poteva che appartenere a Draco
Malfoy.
“Aspetto te, e le tue
illuminanti constatazioni!”, asserì incrociando le braccia al petto, “Sono
curiosa di sentire le tue elucubrazioni su questa tormentata storia
d’amore…”
Draco schioccò la lingua, e
incatenò i suoi occhi color giacchio in quelli della ragazza che continuava a
sostenerlo sfoggiando un’aria di superiorità, che Draco trovava semplicemente
accattivante.
“Ti aspetti che ti dica che
il prete ha intrapreso la storia d’amore solo per farsi una sana scopata?”,le
chiese.
“Stranamente sì!”, rispose
serrando ancor di più le braccia al petto.
“E se ti dicessi che non la
penso in quel modo?”,domandò fronteggiandola avvicinandosi sempre di
più.
“Non ti crederei!”, rispose
velenosa.
“E invece stranamente penso
proprio che il prete fosse innamorato
di lei…”, pronunciò la fatidica parola quasi con stizza, l’aveva sempre presa
sottogamba, odiata forse, e adesso gli sembrava strano pronunciarla, sentiva la
sua voce come estranea dal suo essere, eppure nutriva da quasi un giorno quella
consapevolezza, doveva solo convincersi che lo credeva davvero, “… l’aveva vista
crescere, l’amore era cresciuto passo dopo passo… e forse se si conosce
realmente bene una persona si riesce davvero ad
amare…”
“Mal…”, ma Hermione non
riuscì a continuare, era piacevolmente sconvolta da quell’analisi del libro
fatta dal cinico Draco Malfoy, che in quel momento sembrava essere la perfetta
reincarnazione del profeta dell'’amore. Forse era esagerato definirlo a quel
modo, ma Hermione non riusciva a trovare altra definizione per quella visione
paranormale.
Che fosse uno scherzo del
suo inconscio?
“Cos’è Granger? Non te
l’aspettavi forse?”
Hermione indietreggiò di
qualche passo istintivamente.
Sentiva il cuore batterle
furiosamente nel petto, non ricordava neppure di aver provato quella stessa
sensazione in altri momenti della sua vita.
Quelle parole le avevano
centrato il cuore, ma forse era proprio lì che volevano andare a
mirare.
I 7 compagni non
propriamente sani di mente, non avevano ben compreso ciò che era accaduto,
perché forse per loro sentir parlare di Sesso e Amore alla fine non faceva
alcuna differenza, non ne capivano la differenza e il sesso sembrava troppo
blasfemo perché troppo pieno di S e troppo simile al sibilo di un serpente…
magari di un Basilisco, e loro avevano troppa
paura.
Soprattutto Justin
rievocando l’esperienza del secondo anno al Club dei Duellanti quando Harry
Potter gli aveva scagliato contro
quel serpente uscito dalla bacchetta intrisa di veleno del dodicenne Draco
Malfoy.
“Granger… ti si è
pietrificata la lingua?”,rincarò il ragazzo.
“No”, rispose
flebilmente.
“Piaciuta la mia visione
del libro?”, chiese beffardo.
“Ho ancora un
dubbio.”
“Esponi”
“Perché hai parlato
d’amore? Per te è un argomento che non esiste!”, la grifoncina era seria, e con
una sola frase riuscì a far morire quel ghigno sardonico dalle labbra perfette
del ragazzo.
“Forse non esiste, forse
tutti ne parlano assiduamente da fargli perdere il vero significato… sta di
fatto che lui amava Dio, e solo qualcosa di estremamente grande poteva condurlo
ad amare lei!”
Senza
parole.
Senza altro da
aggiungere.
Senza altro da
ribattere.
Stavolta aveva davvero
perso la lingua.
“Granger…”, rimasero lì a
guardarsi come se non esistessero intrusi in quell’aula, Draco avrebbe voluto
aggiungere qualcosa al cognome della ragazza quasi sospirato, ma non vi riuscì.
Troppo semplice aggiungere qualcosa. Troppo banale.
“Scusate, ma perché vi
siete bloccati?”, chiese incuriosita la Romance aggiustandosi gli occhiali,
“E lei signor Malfoy, cosa diamine sta facendo attaccato alla signorina Granger?
Vuole sfidarla a duello?”
Draco arricciò il naso
contrariato, mentre Hermione tornava a sedersi evitando il corpo di Draco a
pochi centimetri dal suo.
La professoressa Romance
aveva sempre dormito durante le lezioni, e difatti era sembrato strano sentire
la sua vocina flebile e roca prima della fine di una di
esse.
***
In quei giorni il pranzo
per Draco Malfoy era divenuto un vero e proprio supplizio. Ogni qual volta
entrava in Sala Grande con la sola intenzione di mettere qualcosa sotto i denti
per evitare di svenire durante la giornata, stormi di ragazze impazzite
sbattevano le ciglia lunghe e sospiravano come fringuelli nella stagione
dell'’amore.
Quel giorno, quando si
sedette al suo posto, venne assalito da Blaise Zabini con al seguito un sacco in
iuta pieno di bigliettini e lettere che svolazzarono sul piatto del ragazzo
intontito.
“E cosa sarebbero?”,
domandò arcigno guardando il suo amico di sbieco.
Blaise fece spallucce,
“Solo stupidi bigliettini d’amore dalle tue ammiratrici…”, si avvicinò di più a
Draco, “…e adesso afferrane uno e invita la mittente a quello strazio di
ballo!”, sorrise e si allontanò, lasciando Draco con una moltitudine di
foglietti colorati e profumatissimi o da leggere o da bruciare senza
pietà.
Sei bellissimo, ti sogno ogni notte! Danae Gherminton –
Settimo Anno Corvonero-
Ciao, sei assolutamente divino! Verresti al ballo con me?
Hannah Preston –Settino Anno Grifondoro-
Sei come l’acqua nel deserto… Ti amo! Giuditta Heghlonder
–Sesto anno Tassorosso-
Darei l’anima per un altro tuo bacio! Jen Tullalah
–Settimo Anno Corvonero-
Ogni foglietto che aveva la
fortuna di essere letto da Draco veniva irrimediabilmente accartocciato con
rabbia e stizza.
Stupide oche senza
dignità!
Improvvisamente quattro
cartoncini rosa piombarono giù dal cielo, e Draco sbuffò sonoramente
srotolandone uno:
Ciao bel maschione! Il quasi bacio di stanotte non lo
dimenticherò mai! Grr... Blaise Zabini
Serrò forte le labbra per
evitare di esplodere in una risata satanica e srotolò
l’altro:
Non faccio altro che perdermi in quei capelli setosi che
ti ritrovi… Ma che shampoo usi?
Adrian Pucey
Fottimi stanotte! Ti aspetto dentro l’armadio della zia
Tubalina! Theodore
Nott
Giurami che sono l’unico! Ti voglio Malfoy! Invitami al
ballo e sarò tuo per tutta la notte! David
Urquhart
“Solo per una notte?”,
domandò Draco a David che sghignazzava come un matto in compagnia degli altri
tre per via delle espressioni dell'’ultimo dei Malfoy che stava facendo di tutto
per non ridere di gusto.
“Sarò tuo per sempre… non
so resistere alle tue labbra!”, rispose quello, suscitando un’ilarità asmatica
in Theodore che fece allarmare Blaise e una primina in fondo al
tavolo.
Draco ghignò e conservò i
quattro bigliettini gelosamente, del resto non rimase che un cumulo di
cenere.
Un cumulo di cenere che
atterrì le sue spasimanti, ma che non le portò a
demordere.
***
Draco Malfoy era finito in
punizione.
La McGranitt non aveva gradito il piccolo falò che aveva creato in
Sala Grande, e così era stato relegato nella sala trofei a lucidare e spolverare
le numerose coppe vinte da Grifondoro nel corso degli
anni.
Quei trofei erano così
lustri che Draco non potè non pensare che la vecchia fosse ai ferri corti in
quanto a memoria; possibile che desse a tutti la stesa
punizione?
In fondo quella non era la
prima volta che era in punizione con lei, e non era neanche la prima volta che
si trovava a fissarli senza muovere arto.
Non li aveva mai lucidati.
Erano già lucidi di loro. E poi lui era Draco Malfoy, e non avrebbe mai preso in
mano una stupida pezzuola senza valore.
“Sbaglio, o tu dovresti
spolverare?”
La voce di Hermione Granger
lo distolse dai suoi pensieri.
A dire il vero la sua mente
era vuota, stava solo fumando venendo meno alla punizione e ai divieti della
scuola.
“Ho deciso di impiegare il
tempo in qualcosa di più produttivo”, si riportò la sigaretta alla bocca e ne
aspirò una boccata che gettò fuori con estremo savoir
faire.
“Cosa devo dire alla
professoressa McGranitt?”, domandò con fare stanco
affiancandolo.
“Ciò che ti dice il
cuore…”, soffiò ironico, “Come mai in giro a mezzanotte passata?”, continuò,
indagando sugli affari loschi della
ragazza.
“Sono una Caposcuola, e la
ronda mi ha portata qui… sai una certa luce accesa in una stanza sempre chiusa
mi ha insospettita, e siccome Ernie credeva ci fosse il Barone Sanguinario che
giocava a Gobbiglie con Nick s’è spaventato…”
Draco non trattenne una
risata che non sfuggì allo sguardo di Hermione.
“E quindi hai lasciato una
donzella indifesa da sola per i corridoi bui di questo tetro
castello?”
“Ti è sfuggito il sesso di
Ernie Mcmillan?”, chiese perplessa visto che il ragazzo ne aveva parlato al
femminile.
“Granger, per lasciarti
controllare da sola, manca davvero di galanteria, comportandosi come una
donnicciola impaurita!”
“Sta di fatto che so badare
a me stessa!”, rispose risoluta.
“Non si tratta di sapere o
meno badare a se stessi, è una questione di principio!”, affermò
serio.
Non era certamente normale
che un ragazzo mandasse a controllare una stanza in cui si stava svolgendo
qualcosa di sospetto, una ragazza da sola, anche se rispondeva al nome di
Hermione Granger.
“Come mai sei finito in
punizione?”, chiese evitando di addentrarsi in discorsi da cui non ne sarebbe
uscita indenne.
Draco poggiò le spalle al
muro passandosi una mano tra i capelli.
Gesto affascinante.
“Ho acceso un piccolo falò
in Sala Grande, solo che la
McGranitt non ha gradito…”
Hermione si morse il labbro
inferiore.
“E come mai hai provato
l’impellente necessità di fare un falò in Sala
Grande?”
“Non ho che farmene di
stupidi bigliettini di ragazze sovraeccitate!”
“Come mai il grande Draco
Malfoy, amatore senza precedenti, dice che le sue bamboline non vanno più bene per
giocare?”
Disse sarcastica. Ma in
realtà voleva solo sapere ciò che aveva spinto il ragazzo a bruciare quei
bigliettini senza chiederglielo direttamente, perché se lo avesse fatto sapeva
benissimo che Draco Malfoy non le avrebbe mai risposto se non con battutine avvelenate nella
malizia.
“Non mi danno pace da
giorni, e se poi leggessi ciò che scrivono… forse proveresti l’irresistibile
voglia di gettarti dalla Torre di Astronomia!”
“Hai comunque deciso con
chi andare al ballo? Dovresti decidere in fretta… così almeno ti leveresti di
torno questo insopportabile stuolo…”
Le stesse parole che gli
avevano ripetuto Blaise, Pansy e David, solo che adesso provenivano dalla bocca
di colei che avrebbe voluto invitare al ballo, ma che non sapeva come
invitare.
Draco sospirò e le lanciò
un bigliettino color carta da zucchero emanante un forte profumo di rose e
mirtilli. Nauseante. Che Hermione
afferrò e spiegò per leggere ciò che vi era scritto
all’interno:
Mi sono persa nei tuoi occhi color tempesta… mi ecciti a
livelli che non credevo possibili! Maggie Grendel – Settimo Anno
Corvonero-
“Sono realmente commossa
dalla poesia che traspare da quest’accozzaglia di parole! Mi sorprende sapere
anche che Maggie Grendel sappia scrivere…”, arricciò il naso continuando ad
osservare quel piccolo e insignificante pezzo di
carta.
Draco
sorrise.
“Ne ho bruciati un
centinaio!”
Hermione gli si avvicinò e
si posizionò accanto a lui, mantenendo sempre una sorta di distanza di
sicurezza.
“Devi solo invitarne una e
far sì che la voce si sparga immediatamente.”
“Sei una sapientona anche
quando si tratta di questioni extra-scolastiche!”, asserì meritandosi un
buffetto piuttosto violento sul braccio.
“Stammi a sentire furetto,
qui non si tratta di essere sapienti o meno, qui si tratta di logica, ma a
quanto pare ne sei sprovvisto!”, ribattè altezzosa guardandolo
sprezzante.
Draco intanto continuava a
fumare.
“Oh Granger, ma quanto
parli?”
Hermione lo guardò
torva.
“Con chi vai al ballo?”, chiese poi,
buttandola con noncuranza, facendo credere ad Hermione che era stanco di avere i
riflettori puntati su di sé volendo farsi un po’ gli affari della ragazza per
metterla magari in ridicolo.
“Ho rifiutato un paio di
inviti!”, a dire il vero non voleva nemmeno andarci, solo che sarebbe stata
l’unica idiota a non festeggiare il suo ultimo anno ad
Hogwarts.
Osservò che il ragazzo
aveva ciccato una sigaretta quasi intera senza un motivo apparente. Ma il motivo
c’era, esisteva, era quasi consistente, solo che non lo
sapeva.
Draco si portò una ciocca
di capelli all’indietro per evitare che gli coprissero la visuale e
avvicinandosi al viso della grifoncina, la baciò.
La colse così
all’improvviso che non ebbe il tempo di chiudere gli
occhi.
Le labbra di Draco
lambirono quelle di lei per richiedere dolcemente l’accesso. Non gli venne
negato. Non gli era stato mai negato, ma con lei aveva sempre un pizzico di
timore, temeva che glielo avrebbe negato anche se le volte precedenti non aveva
opposto resistenza.
La avvicinò al suo corpo, e
quando aprì gli occhi staccandosi da lei si rese conto che lei non era riuscita
a chiuderli.
Poggiò la sua fronte a
quella della ragazza, cercando di incamerare
ossigeno.
“Ma tanto non ti chiederò
di venire al ballo con me…”, sussurrò lui, non lasciando lo sguardo di
Hermione.
Il cuore di lei che batteva
furioso nel petto; come se volesse squarciarglielo.
Il respiro irregolare di
lui e la voglia di perdersi ancora nei suoi baci.
“E chi ci vuole venire…”,
rispose lei.
Draco si aprì in un sorriso
e la baciò di nuovo senza preavviso, ma forse Hermione se lo aspettava, e
chiudendo gli occhi riuscì ad assaporare quel gesto ormai così presente tra lei
e Draco Malfoy.
Quando si staccarono, Draco
Malfoy non ribattè sulla questione Ballo,
non ci voleva di certo un genio per capire che quella risposta era la reale
risposta che Hermione Granger gli avrebbe rifilato se la avesse invitata magari
presentandole un mazzo di fiori e il suo libro
preferito.
S’era incantato a fissare
uno dei trofei a forma di Boccino d’Oro vinto dal mitico James Potter, quando un
bigliettino viola gli finì sulla testa.
“Buonanotte Malfoy”,
annunciò la grifoncina.
“’notte Granger”, rispose,
e solo quando la porta si richiuse alle spalle della ragazza si decise a leggere
il bigliettino:
Sei un idiota! Però baci
bene…
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Capitolo 17 *** I care for no one else but you ***
care
Erano solo le 6 del mattino
quando Blaise Zabini aveva deciso di tornare in camera dopo una notte di focosa
passione con la sua Pansy.
Erano solo le 6 del mattino
quando Blaise Zabini in boxer e con la divisa alla meno peggio tenuta in mano,
si aggirava per la
Sala Comune che avrebbe dovuto essere
deserta.
Erano solo le 6 del mattino
quando Blaise Zabini vide una decina di ragazzine dietro la porta della sua
camera che aspettavano che Draco Malfoy uscisse da lì per poterlo assalire e
ammirare la sua eterea bellezza.
Erano solo le 6 del mattino
quando dalla bacchetta di Blaise Zabini partì uno
Stupeficium.
Quando Draco Malfoy cercò
di voltarsi sul fianco sinistro, trovò qualcosa di consistente ad
impedirglielo.
Theodore Nott gli si era
spalmato addosso.
“Theo…”, chiamò con la voce
impastata di sonno, “…che cazzo ci fai nel mio letto spalmato sul
sottoscritto?”
Theo si voltò verso il suo
amico stropicciandosi gli occhi arrossati; “Non ti sei fatto vedere nell’armadio
della zia Tubalina… è così ho deciso di venire io…”
Draco non lo degnò di uno
sguardo e lo fece cadere dal letto, e mentre Theo si massaggiava il deretano,
David e Adrian ridevano di gusto.
“Dov’è Blaise?”, chiese
Draco notando il letto intatto.
Il ragazzo apparve dal bagno tutto
gocciolante con un asciugamano a coprirgli ciò che di più prezioso
aveva.
“Sono qui, Draco! So che ti
sono mancato questa notte… ma a quanto vedo Theo ha cercato di sopperire alla
mancanza…”
Draco sbuffò, “Coglione”,
mentre Theo stava già rollandosi una canna di dimensioni un po’ esagerate per
essere solo le 7 del mattino.
***
Hermione Granger aveva
deciso di trascorrere la giornata sotto il Mantello dell'’Invisibilità di
Harry.
Lavanda, Padma e Ernie
erano diventati la sua ombra.
“Hermione, potresti
benissimo stilare una lista con tutte le coppie della letteratura babbana così
che tutti gli studenti del settimo anno si facciano un’idea ben precisa di
coloro che potrebbero rappresentare in vista del ballo di fine
anno…”
Ma siccome Hermione non
dava cenni di vita, Ernie la afferrò per il braccio facendola voltare;
“Hermione, ma hai sentito?”, chiese.
“Sì, Ernie!”, disse
sbuffando.
“E cosa ne
pensi?”
“Che non intendo sprecare
del tempo prezioso!”, rispose gioviale lasciandoli lì a boccheggiare increduli
come tre deliziosi e sciocchi pesci rossi.
***
“Sta per entrare Malfoy”,
un paio di occhi si puntarono sull’ingresso, ma ciò che videro non piacque per
niente.
Draco Malfoy stava
ridacchiando con la
Greengrass e sembrava se la intendessero alla
perfezione.
Molte di loro lanciarono
alla ragazza occhiate sanguinose, mentre lei continuava a camminare incurante
delle stupide ragazzine che stavano esercitando violenza psicologica su uno dei
suoi ex nonché grande amico.
“Draco, ti rendi conto di
star mettendo in pericolo Daphne?”, gli fece notare
Blaise.
Draco fece spallucce e
Daphne rise, “Cosa non si fa per aiutarlo…”, sospirò servendosi di una fetta di
crostata alle fragole, “…però dovresti darti una mossa e decidere in fretta una
dama…”, proseguì.
Adesso dopo Pansy, Blaise,
Davide e la stessa Granger, ci si metteva anche
Daphne.
Dovevano avere tutti poca
fantasia…
“Invitane una, e le altre rassegnate si suicideranno in
massa…”
Draco si massaggiò le
tempie e vittima di uno stato confusionale bevve qualche tazza di caffè di
troppo.
***
Le lezioni di Lumacorno
erano un buon motivo per desiderare di essere contaminati dal vaiolo di
drago.
“Harry, ti sta benissimo
questo nuovo taglio di capelli”
Harry si toccò i capelli.
Lui non aveva fatto un bel niente ai suoi capelli. Lumacorno s’era bevuto il
cervello.
“Oggi, preparate la pozione
dell'’Inconsistenza; chi di voi sa dirmi in cosa consiste?”, chiese guardando
tra i banchi, dove il solito braccio era scattato in alto come una
molla.
“Sì, signorina
Granger”
Hermione annuì e prese a
parlare a proposito della pozione.
“20 punti a Grifondoro! E
adesso… buon lavoro!”
In maniera del tutto
annoiata i presenti si recarono agli armadi per prelevare gli ingredienti di cui
avevano bisogno, mentre Adrian stava cercando inutilmente di convincere un Draco
a far esplodere il calderone di Neville Paciok.
“Draco ti prego…dobbiamo
stare tre ore in questo luogo…”
“Chiedi a Blaise!”, rispose
il biondino secco mentre triturava degli strani fagioli neri
essiccati.
“La verità è che pozioni ti
piace”, asserì Adrian mentre giocherellava con il vasetto contenete le lingue di
rospo sperando che Draco afferrasse la bacchetta e si divertisse insieme a lui,
solo che il ragazzo l’unica cosa che disse fu: “Adrian, smettila di shakerare le
lingue di rospo e passamele!”
***
Per tutta la lezione
Hermione era stata sfuggente.
Sfuggente per Harry che
vittorioso voleva farle presente che Lumacorno aveva preferito la sua pozione a
quella della ragazza.
Sfuggente per Ron che
avrebbe tanto voluto sapere cosa fossero i Catinus per evitare così che la pozione
risultasse una schifezza senza speranza.
Sfuggente per Draco che la
vedeva troppo presa da altro per accorgersi del mondo che la
circondava.
Sfuggente per Cormac
McLaggen che avrebbe tanto voluto invitarla al Ballo di fine
anno.
Draco era poggiato ad una
colonna intento a sfogliare un libro, quando una voce catturò la sua
attenzione.
“Ehi Hermione, posso
parlarti?”
La sua attenzione non fu
tanto catturata da quella insulsa voce maschile, bensì dal nome femminile che ne
era stato pronunciato.
“Sì, Cormac?”, rispose
quella un po’ infastidita, ma sfoggiando uno dei sorrisi più falsi di cui fosse
capace. Con quale coraggio osava rivolgerle la parola dopotutto quello che aveva
inferto a Ron?
Che faccia tosta!
“Volevo chiederti se avevi
già preso impegni con qualcuno per andare al
ballo…”
Doppia faccia tosta!
Lei schioccò la lingua e
sorrise amabilmente, “ No”
“E… e ci verresti con
me?”
“Ovviamente no!”, asserì
lasciandolo in balìa di se stesso, con la stessa espressione da pesce rosso con
la quale aveva lasciato i tre geni del comitato
studentesco.
Draco cacciò il libro nella
sacca e sorrise di cuore,non riuscendo però a capire il perché la ragazza stesse
rifiutando tutti quegli inviti con quell’espressione da perfetta
stronza.
Hermione stava proseguendo
lungo il corridoio, quando fu afferrata per un braccio che la trascinò con sé
dietro ad una colonna che si addentrava in un’aula in
disuso.
“Lo sapevo che dietro ai
modi bruschi ci sei sempre tu!”
Draco
ghignò.
“Sono così
prevedibile?”
“Sì!”, asserì incrociando
le braccia sotto al seno.
“Anche tu diventi
prevedibile se dici che io sono prevedibile!”
Hermione lo guardò bieca e
si avvicinò per toccargli la fronte; quando appurò che non scottava e che in lui
non c’era nessun principio di febbre si scostò di qualche
centimetro.
“Non scotti, eppure sembri
nel pieno di un delirio…”
“Granger, hai già trovato
un cavaliere per il ballo?”, chiese stanco con il suo solito tono strascicato
che lo aveva sempre caratterizzato.
“No”
Stavano giocando e
stranamente lo sapevano entrambi. E
ancor più strano fu che ad entrambi
non sembrava dispiacere.
Draco si avvicinò a lei, il
solito giochino in cui lui avanzava e lei
arretrava.
“Vuoi che ti aiuti a
cercarlo?”, chiese mentre continuava ad avanzare.
Più bello che mai. Forse.
“Grazie, ma non saresti in
grado!”, la sua risposta lo fece sorridere impercettibilmente e lei se ne
accorse e non potè far altro che ammirare quello splendido
sorriso.
Continuava ad arretrare.
“Tu dici?”, soffiò Draco
quando ormai Hermione era intrappolata tra il freddo muro e il corpo del
ragazzo.
Hermione tremò, si perse in
quello specchio ghiacciato che erano i suoi occhi fino a che quelle labbra
peccaminose la travolsero in un altro bacio.
Stavolta più rude degli
altri, come se Draco volesse sottolineare
qualcosa.
La sua mano premuta sulla
nuca di lei, mentre il fiato si faceva sempre più corto. Draco le lambì le
labbra con la lingua e quando dalla bocca di Hermione sfuggì un gemito
soffocato, Draco la imprigionò in altro famelico bacio. Non voleva separarsi. La
desiderava. E stranamente il suo
desiderio non era strettamente carnale riconducibile solo al sesso. Quella
voglia sembrava essere più contenuta. Sarebbe stato tutta la notte a guardarla
dormire e farle innocenti coccole, perchè assurdamente sentiva che Hermione era
troppo preziosa e diversa dalle altre.
Il bacio si sciolse, ed
Hermione sentì l’assoluto bisogno di intrecciare la sua piccola mano a quella di
lui.
Voleva averlo vicino, e
quando la sua guancia si poggiò sul torace di Draco non si sorprese sentendo i
battiti di quel cuore accelerati come ogni essere
umano.
Draco la strinse forte a
sé.
“Verrai al Ballo con me?”,
chiese con voce spezzata.
“Solo se ti rimangi che
Giulietta, Cathrine, Ginevra e Lucia erano puttane.”, esordì
sorridente.
Draco le sollevò il capo,
“Mi spiace, ma non lo farò né ora né mai!”
Era più che
convinto.
Hermione si alzò sulle
punte e lo baciò a fior di labbra.
Salve mie
adorate,
scusate l’aggiornamento
tardo, ma sono stata fuori città.
Sperando che questo
capitolo vi sia piaciuto passo ai ringraziamenti, (veloci perché purtroppo devo
scappare).
Non so perché ma avevo più
tempo durante la settimana prima degli esami -___-
meli-mao, (Dai che di questo passo al ballo ci
vanno insieme…finalmente gliel’ha chiesto!), marygenoana;( Ci vanno insieme i
piccioncini, con questo capitolo credo sia più chiaro^^, adesso però bisogna
pazientare un bel po’…), RaRa93,( Tranquilla, non sei
pazza!Mi ha fatto molto piacere la tua recensione, sapere soprattutto di non
istigare alla droga^^ Ma passando ad altro, piaciuto come invito? E’ abbastanza
alla Draco Malfoy?), Tye, (Indubbiamente Draco ama i
complimenti, soprattutto se partoriti dalla ragazza che vuole invitare al ballo…
forse è stato proprio il bigliettino di Hermione a farlo smuovere XDXD), felpatosb,( Felice che ti sia
piaciuto! Ma di questo che ne pensi?), SweetChocolate,( Eh beh… gli amici
di Draco sono totalmente fusi, ma amano soprattutto farsi beffe delle ochette
che li circondano^^), merryluna,(Perdonami per Lunedì, ma
avevo una bisca clandestina nella cantina >.< Prometto che non mancherò
più! Per l’orgia sappi che forse ci sarà uno Spin-Off… ma la dedicherò tutta a
te, poi non so, è da vedere! I vampiri sono felici di sapere che tu usi
Vivident, perché loro non si trovano più tanto bene con le foglie di menta…
vogliono essere anche loro all’avanguardia, rimanere al 1879 non è salutare!),
Herm90( Tutto fa presagire che vi
vadano insieme… ma chissà cosa ha in mente il fato, in questo caso il Fato=
Autrice! Kiss), sea-black,( Lo so, ho postato tardi…
perdonoooo!Spero che anche questo ti sia piaciuto!), Valemione,( Che bello risentirti! Mi
fai sempre un mucchio di complimenti, grazie mille! Spero di risentirti
presto!), Hanon,( Non vorrei che ti fosse
successo qualcosa, perdona il ritardo! E poi credo proprio che questo ti sia
piaciuto, magari più degli altri…poi non so…), yuna_4ever,( Ehilà grazie mille!
Addirittura perfetta… la coppia sì, ma io? Sei troppo buona!), Chiaras,( Basterebbe apparire un po’
serie, non ci vuole molto, visto che la mia Hermione c’è addirittura riuscita in
grande stile^^), Luz79,( Rita adorata, sono iniziate
le vacanze, ma io non vi sto deliziando con un capitolo al giorno… me
disgraziata! Non usare il vocabolario dei sinonimi, che assurda perdita di
tempo! E poi usare lo stesso aggettivo a ripetizione, ha un non so chè di
affascinante! Ritina, spero che anche questo sia stato adorabile!),
allgood_cla,( So che è stata una scena un po’
incasinata, ma loro due sono incasinatissimi. Draco vuole fare una cosa, ma per
strane ragioni non ci riesce, qui adesso ha preso un po’ di coraggio… o forse
solo la palla al balzo^^), sinylla( C’hai visto giuro, magari
un giorno li minaccerà di distruggere la loro facoltosa posizione in società! XD
per quanto riguarda la recensione di merryluna, puoi stare tranquilla… non ho
intenzione di far finire tutto con un’orgia in grande stileXDXDXD), White_tifa, (Ciao cara, sei
perdonata! Se si tratta del mare soprattutto! In questo chappy si sono
avvicinati ancor di più… spero di aver reso la scena al meglio^^), mars,( Va con lui, con il bel
Malfoy! Ormai è deciso!), Alessandra, ( Possibile! Di certo
non era mia intenzione istigare alla droga^^Grazie mille), vanessa09,( Ehi ciao, contenta di aver chiarito!
Di sicuro le esperienze ti cambiano, ed è una fortuna, altrimenti saremmo una
massa di vegetali inermi! Contenta che ti piaccia ancora, nonostante tutto^^),
Cobwy23,( Tranquilla, il commento
mordi e fuggi m’è piaciuto… hai detto tutto in spazio ristretto! Grazie mille
tesora! E non ti debilitare troppo^^), piperina,( Grr! Zabini è un animale
pazzo! Al ballo ci vanno insieme… aspetteremo qualche altro capitolo però…), valeria18; ( Ciao Vale, finalmente
ce l’hai fatta! Sono veri eppi –molto
english- e adesso possiamo dar vita ad una one-shot sul disboscamento… che ne
pensi? Ho riso come una pazza pensandoci e prendendo seriamente l’idea! Immagina
che sclero!XDXDXD Grazie.), Kiraliel,( Grazie mille), Ciobar, ( Ciao, ma che vuol dire
gongolosa? Non lo so -___-), furbacchina, (grazie mille! Contenta
che ti piaccia l’idea!), Valem, ( Sono proprio quelle le
parole adatte per descrivere quei due!XDXDXD Poveri
scemi!).
Kisses
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Capitolo 18 *** Lesson number eight: Otello killed her 'cos he could not conceive anyone rape her ***
desdemiona
Draco Malfoy ed Hermione
Granger stavano insieme.
Nonostante fosse trascorsa
una settimana, la loro relazione era ancora segreta, ma stranamente nessuno
sembrava essersi accorto che del tenero era sbocciato tra i due, e il motivo per
cui nessuno se n’era accorto, era perché i due colombelli in amore continuavano
a litigare di brutto su ogni cosa.
I soliti batti becchi
stupidi che caratterizzavano il loro stare insieme.
“Granger, è inutile che
guardi con ammirazione il tuo calderone… la mia pozione sarà sempre la
migliore!”, asserì lui osservando il calderone della sua
ragazza.
“Malfoy, non gioire così
presto… mancano ancora cinque minuti”, si sporse verso di lui, “…e in cinque
minuti tutto può cambiare.”, soffiò.
Avrebbe voluto baciarla, e
sapeva che anche lei avrebbe voluto baciarlo, ma una classe piena di serpi e
grifoni e con la speciale partecipazione di Horace Lumacorno non era l’ideale. E
quell’olezzo putrescente…non aiutava a creare un’atmosfera almeno un po’ più
romantica.
“Harry, la tua pozione è
sempre la migliore!”, confermò Lumacorno battendo le mani in direzione del suo
alunno preferito incitando anche gli altri, ma l’unica cosa che ottenne fu uno
sbuffo senza eguali da parte di Hermione Granger e il dissenso di tutta
Serpeverde che lanciò occhiatacce eloquenti al Bambino Sopravissuto, su ciò che
sarebbe stato il suo futuro se lo avessero incocciato dopo il
pranzo.
Harry sentiva caldo. Troppo
caldo.
“Ehm professore… non è
davvero così perfetta… anche quella di Tiger non mi sembra niente
male…”
Quella di Tiger faceva
davvero pena e Lumacorno si chiese se Harry non avesse battuto la testa sul
calderone prima di iniziare la lezione.
“Harry, non dire
sciocchezze”, cinguettò l’insegnate facendo snervare ancor di più le serpi, “…
quella di Tiger è rosso sangue, mentre il colore che caratterizza questa pozione
è violetto! Il tuo lavoro è ottimale, ti metto una E seduta stante più 20 punti
a Grifondoro!”
Harry credette di morire,
ma forse sarebbe morto davvero se avesse messo anche solo il naso fuori da
quell’aula.
***
“Ehi Dra, dove
vai?”
Draco si voltò verso colui
che gli aveva porto la domanda.
“Ho confronto tra
letteratura magica e babbana”
“Quella
lagna?”
“Già”
“Beh…allora niente, io e
Blaise volevamo sapere se ti volevi aggregare a noi per pestare Potter!”,
sorrise malefico David.
Draco ghignò a sua volta,
“Fate del vostro meglio!”, gli diede una pacca d’incoraggiamento sulla spalla e
continuò a camminare verso l’aula della Romance.
Lo sfizio di picchiare
Potter se l’era tolto più di una volta, ma quello di trascorrere un’ora di
letteratura con la consapevolezza di punzecchiare la sua ragazza, era ancora più
sfizioso.
La gelosia è la fine di una
relazione?
Hermione era già seduta al
suo banco e stava controllando delle scartoffie.
Era intenta nella lettura e
non si era accorta della presenza del suo ragazzo.
Connubio piuttosto strano,
ma stranamente non avevano ancora litigato per via delle origini da Mezzosangue
di lei, e delle fottute convinzioni della famiglia in cui era cresciuto
lui.
Erano semplicemente Draco
ed Hermione.
“Buongiorno mia Desdemona”,
esordì lui baciandole il collo.
“Piantala Otello”, disse
cercando di scostarlo da lei poiché troppo presa da quei fogli, ma lui continuò
imperterrito a baciarla.
“Quei fogli sono più
importanti di me?”
Hermione lo guardò
inarcando un sopracciglio; e quello era lo stronzo, bello e impossibile di Draco
Malfoy?
“Sei geloso di quattro
stupidi fogli?”, domandò.
Draco li fece evanescere,
facendo in modo che lei si dedicasse solo a lui, perché nella sua mente non
c’era che lei.
Odiava pensare solo a lei,
ma non ce la faceva a pensare ad altro. Sapeva che quello che provava per
Hermione era amore, ma non lo avrebbe mai ammesso… sarebbe stato troppo, e
quindi l’unica cosa che gli rimaneva da fare era far interpretare ad Hermione
che si trattava di quella passione mossa dalla tipica tempesta ormonale dettata
dall’angusto periodo che era l’adolescenza.
“Quei fogli possono
aspettare!”, rispose con voce roca accarezzando la morbidezza di quelle labbra
con il pollice.
“E se qualcuno dovesse vederci?”
Draco si chinò e le lasciò
piccoli baci sulle labbra che fecero rabbrividire la ragazza, “Se dovessero
vederci…”, disse continuando a lasciare piccoli baci, “…saranno troppo occupati
a pregare affinché dio li salvi da questo inferno per riuscire a capire che si
tratta degli opposti per eccellenza!”
Hermione non ribattè e
affondando le dita in quei crini chiari si lasciò trasportare da quel ragazzo
che le aveva regalato i baci più passionali intrisi di una scarica di emozioni
diverse e talvolta contrastanti, ma nonostante il trasporto, Draco percepiva la
tensione di Hermione, perché di certo essere vista abbarbicata a Draco Malfoy, o qualunque altro essere
di natura maschile, non rientrava nelle sue aspirazioni, e fu solo quando rumori
sinistri giunsero alle loro orecchie che il lungo bacio
terminò.
Uno smanettare insistente
con la maniglia, fece ricordare a Draco di aver chiuso la porta con un
incantesimo di sigillo di cui la grifoncina non si era accorta, e quindi dopo
averla riaperta con un Alohomora, (silenzioso), l’apertura inaspettata della
porta fece fare un’entrata violenta al povero Anthony Goldstein che cadde
rovinosamente per terra.
“Queste dannate porte
vecchie!”, esclamò, rimettendosi in piedi mentre Draco trasferiva se stesso e i
suoi averi all’ultimo banco.
“Senza offesa, ma
Shakespeare era pazzo!”, asserì Padma Patil circondata da un assortimento
inverosimile di cosmetici, intenta a rifarsi il
trucco.
Draco ghignò dal fondo
dell’aula, anche lui aveva sempre sostenuto che il caro Willie era totalmente
spostato.
“Ottimo!”, il tono di
Hermione appariva un tantino stridulo, “Quindi stai dicendo che Otello è
un’opera senza senso?”
“Più o meno”, rispose
affabile la Corvonero ammirandosi le unghie
placcate in rosso.
Inutile dire che Hermione
avrebbe tanto voluto scagliare un paio di Avada Kedavra alla cieca…
“Quell’Otello aveva delle
turbe psichiche…”, continuò Padma, “… uccidere così, a quel modo, la donna che
ama!”
“Era accecato dall’amore,
Padma!”
“Sarà…”, soffiò dubbiosa mandando la sua
interlocutrice su tutte le furie, che intanto stava meditando se farla fuori
facendole ingoiare una miscela a base di tutti quei prodotti nocivi per la
salute dell’uomo di cui amava cospargersi, o diluendole lo smalto arancio in un
calice di succo di zucca con una puntina di cianuro giusto per rendere il
cocktail più frizzante.
“...amore?”, Hermione
sollevò lo sguardo più iraconda che mai sul suo ragazzo, “Otello l’ha uccisa perché non
riusciva a concepire che qualcun altro se la fosse
scopata!”
Voce strascicata, sarcasmo
sprezzante, immancabile ghigno a deformare quelle labbra da baciare e…e un
occhiolino, elemento assolutamente nuovo dedicato tutto ad
Hermione.
Doveva far pur qualcosa per movimentare quella
lezione.
“Non credo potrei vivere
senza le tue preziose opinioni!”
“Lo so, Granger! E’ per
questo che esisto!”
“Malfoy… se esisti solo per
questo, mi dispiace dirtelo… ma la tua esistenza è pressoché priva
d’importanza”
La adorava. Non aveva altro da
aggiungere.
Continuavano a litigare,a
punzecchiarsi ad essere loro stessi, e lui nonostante si sentisse diverso
dentro, aveva la consapevolezza che nulla era cambiato, e che essere innamorato
di una ragazza non comportava diventare qualcun altro, ma forse quella legge
rimaneva invariata solo se la ragazza in questione era: Hermione
Granger.
“Io se mi giungesse voce
che la mia ragazza mi ha tradito non so che le farei..”, forse qualcuno iniziava
a svegliarsi dall’ipnosi delle lezioni precedenti, dove era solo un susseguirsi
di scandali; Ernie forse era
rinsavito.
“E la uccideresti senza
prove? Ti fidi di un pazzo visionario e non della donna che
ami?”
Ernie sorrise ad Hermione,
“Sì!”
Meschino
Maschilista
Misogino
“Voi donne mentite un po’
troppo spesso”, ci tenne a sottolineare.
Lei si voltò verso Draco e
gli lanciò uno sguardo eloquente per chiedergli silenziosamente se anche lui la
pensava come Ernie Mcmillan, ma lui rispose con un’alzata di
spalle.
“Tu avresti agito come
Otello credendo ad un ipotetico Iago?”, domandò, ma non fu Ernie a risponderle,
bensì Draco che lasciò lì il Tassorosso a
boccheggiare.
“Il troppo amare è sfociato in un atteggiamento di
pura gelosia ossessiva compulsiva… è irrazionale! Non esiste una risposta che
sia giusta o sbagliata!”
Esterrefatta
Non avrebbe avuto altro da
aggiungere. L’aveva zittita e stranamente
non con un bacio.
***
Harry Potter era ignaro del
suo futuro imminente, non si aspettava di certo che venisse accerchiato da un
paio di tizi incappucciati.
“Sei
sicuro?”
“Sì, e adesso
taci!”
Nei loro mantelli
fruscianti le losche figure si avvicinavano sempre di più alla loro
vittima.
Harry Potter avrebbe dovuto
intuire che l’avrebbe pagata cara, ma quando un pugno arrivò dritto al suo
occhio mentre il suo braccio destro veniva stretto con troppa violenza, intuì
che erano cinque contro uno, e lui non ce l’avrebbe potuta fare… oltretutto era
anche senza bacchetta.
_______________________________________________________________________
Fiesta! Finalmente quei due stanno
insieme!
Adesso però purtroppo vi devo lasciare senza potermi
dedicare ai saluti singoli... mi dispiace tanto, ma non ho davvero
tempo!
Un grazie particolare a: Herm90,
meli_mao, Hanon, piperina, RaRa93, Ciobar, mars, SiLvIeTT4, merryluna,
allgood_cla, Alessandra, Chiaras, yuna_4ever, Cobwy23, Chaosreborn_the_Sad,
Sinylla, Kiraliel, JiuJiu91 e marygenoana.
Vi prego di scusarmi, e di farmi sapere cosa ve n'è
parso!
Purtroppo non so quando mi sarà possibile postare
il prossimo^^'
Kisses
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Capitolo 19 *** A piece of something to call mine... ***
call mine
Draco Malfoy stava
gustandosi gli ultimi dieci schifosissimi minuti dell’ultima lezione del giorno,
dopo pranzo avrebbe passato tutta la giornata con Hermione.
Certo lei aveva detto che
avrebbero studiato, ma lui aveva altri programmi in
mente.
“Draco, dove
corri?”
“Non sono portato a
renderti partecipe dei miei spostamenti!”
Blaise lo guardò dubbioso
carezzandosi il mento.
“Se tu fossi una donna
direi che hai le tue cose, ma sapendo che dopotutto sei un uomo…beh, non so
davvero cosa ti prenda!”
Draco estrasse una
sigaretta e se la portò alla bocca, “Altro da dire, Zab?”, chiese
scocciato.
“A dire il verso sì!
La
McGranitt ci vuole nel suo
ufficio!”
Lo seguì senza aggiungere
altro, ma la voglia di spaccare la testa alla vecchia era più che mai
lampante.
Quando Draco e Blaise
giunsero all’ufficio dell’insegnante di Trasfigurazione, il biondino non si
aspettava di certo di trovarci tutto il settimo anno di Serpeverde al gran
completo.
“Cosa sta succedendo qui?”,
digrignò tra i denti acchiappando il suo amico per la
camicia.
“Magari la McGranitt ha deciso di
indire un party!”, Draco lo guardò torvo, “O forse prende il posto di Lumacorno
e diventa la nuova direttrice!”, azzardò, sperando che Draco non lo linciasse
deturpandogli la pelle vellutata.
“Entrate, prego”, la voce
roca dell’insegnante fece trasalire qualcuno e dopo qualche commento volgare
entrarono tutti nell’ufficio.
“So che molti di voi si
stanno domandando perché si trovano al mio cospetto…”, passò con occhi
impenetrabili alla radiografia di ogni studente.
Draco
sbuffò.
“… è del tutto
comprensibile! Come vi sarà di certo giunta voce, ieri, Harry Potter è stato
assalito e picchiato da cinque ragazzi incappucciati… e devo dire che l’hanno
ridotto maluccio!”, disse continuando ad osservarli con i suoi occhietti
inquietanti.
Molti dei ragazzi si
guardarono come a dire: Embè?
Ma la professoressa di
Trasfigurazione era lì per dare pace alle loro
domande.
“So cosa vi state
chiedendo… e so che anche che state tutti pensando che a chi ha picchiato Harry
Potter dovrebbe essere innalzata una statua nel parco, ma non siamo qui per
elogiare questo atto di violenza, bensì per
punirlo!
Un ragazzo ha per caso
visto lo stemma della vostra casa e riconosciuto uno dei selvaggi, e quindi pregherei che anche
gli altri quattro si facessero avanti…”
Blaise si guardò intorno.
Chi era stato quel demente che s’era fatto beccare?
Ripensò ai suoi quattro
aiutanti e un nome si fece spazio tra i suoi pensieri: Gregory
Goyle.
C’era da aspettarselo da un
troglodita del genere.
La McGranitt guardava insistentemente Draco Malfoy, ma il ragazzo
continuava a sostenere quello sguardo inquisitore.
Per una volta nella sua
vita era innocente, ma anche se non lo fosse stato i suoi occhi erano ormai
preparati a celare le emozioni.
Non si sarebbe mai
tradito.
“Nessuno vuole
confessare?”
Niente e nessuno si
mosse.
“Perfetto!”, esclamò,
“Siete tutti in punizione!”, asserì gioviale con un mezzo sorriso che in realtà
voleva essere una sana e grassa risata per aver in pugno l’intero Settimo Anno
Serpeverde.
“Lei non può…”, si ritrovò
a balbettare Marcus Belby.
“Sì che posso, se nessuno
confessa!”
Marcus guardò i volti dei
suoi compagni, ma nessuna emozione traspariva.
Come sempre…
“E’ tutto! A pranzo vi
verrà detto quale sarà la punizione”
Uscirono accompagnati da
grugniti e parole di protesta.
Potter un giorno o l’altro
l’avrebbe dovuta pagare davvero cara…
***
L’aria trista e sofferente
sul volto graffiato di Harry Potter faceva
pietà…
La testa bendata, entrambi
gli occhi neri e una costola fratturata avevano fatto in modo di essere sommerso
da pensierini, fiori e la compagnia
di numerose donzelle.
Ginny era pronta ad un
genocidio.
Si fece largo tra la folla
scoccando un bacio un po’ troppo rumoroso sulle labbra del suo ragazzo e urlando
sfacciatamente: “Amore mio”, più di una volta.
Harry avrebbe voluto
ridere, ma la costola glielo impediva.
Ron ed Hermione erano
rimasti in disparte, Ginny doveva combattere la sua battaglia personale, senza
ulteriori impicci, e per strane ragioni quei due incarnavano gli
impicci.
Quando tutto si era
calmato, grazie al provvidenziale urlo di Madama Chips, Ron e Hermione erano
riusciti ad avvicinarsi e dare i rispettivi doni all’amico
moribondo.
Una scatola di Cioccorane
da parte di Ron, e gli appunti delle lezioni che si era perso da parte di
Hermione.
Inutile dire che Harry
gradì di gran lunga quelli dell'amico dalla fulva chioma
rossa.
***
Hermione aveva lasciato
l’infermeria con la banale scusa di doversi recare in Biblioteca per ultimare
una qualche ricerca su qualcosa che non era mai stato sentito dalle orecchie di
Harry e Ron, ma che era stato spiegato meno di una settimana prima dal professor
Ruf, e che ovviamente i due ignoravano.
“Cercavo proprio
te!”
Hermione si voltò e notò
l’algida presenza del suo ragazzo.
Poggiato al muro e con le
braccia conserte. Divino.
“Guarda caso io cercavo
te!”, si avvicinò a lui sorridente, e in un attimo le loro bocche si ritrovarono
perfettamente unite in un bacio. Uno di quei baci che amavano tanto
scambiarsi.
La strinse in vita e la
avvicinò di più a sé, scendendo poi con le labbra sul collo dove lasciava
famelici baci e piccoli morsi.
Un sospiro roco sgattaiolò
dalle labbra della grifoncina.
“Draco…”, sussurrò, ma ciò
che ricevette in risposta fu solo un mugolio, “Draco… ti ricordo che dopo pranzo
ci vediamo in Biblioteca per studiare, ok?”
Il ragazzo si riscosse dai
suoi pensieri poco casti, e fu come se il suo sguardo si perse nel
vuoto.
Hermione si stranì. Che gli
era preso?
“Draco… te n’eri
dimenticato, vero?”, domandò, era un po’ risentita dalla dimenticanza del suo
ragazzo. Era un modo come un altro per stare insieme, e se lui se l’era
dimenticato allora magari a lei non teneva abbastanza, ma poi scacciò via i
pensieri, il suo ragazzo non era Ronald Weasley, era Draco Malfoy, e tutto
sembrava essere possibile con una logica
spiazzante.
“Temo di non esserci.”,
disse con tono tetro, rabbuiandosi.
Hermione scostò quei ciuffi
biondi che ricadevano su gli occhi, “Ma eravamo rimasti
che…”
“So com’eravamo rimasti, ma
la vecchia megera ha ben deciso di mettere tutto il settimo anno Serpeverde in
punizione per l’aver pestato Potty…”
Hermione storse il naso, il
provvedimento preso era più che giusto, e la sua insegnante preferita aveva
fatto più che bene, solo che adesso Draco appariva sofferente ed era di gran
lunga più bello quando il suo viso appariva più rilassato, ma sempre nei limiti del
possibile.
“A domani,
allora?”
Draco la guardò e annuì, e
dopo un bacio a fior di labbra decise che s’era fatto tardi e che non voleva di
certo che quella pazza isterica gli rifilasse un’ulteriore punizione per un
ritardo di soli cinque fottutissimi
minuti.
Ma non che non potevano
vedersi il giorno dopo, sarebbe morto!
Si voltò verso di lei e
grandi falcate la raggiunse abbracciandola in vita.
“Draco?”, domandò incerta,
come se esistessero altri individui che si sarebbero presi la briga di
abbracciarla in quel modo.
Si diede mentalmente della
stupida!
“Senti…”, Hermione avvertì
il suo fiato sul collo, “… hai impegni per stanotte?”, chiese affabile con tono
estremamente sensuale.
“Stanotte? Non so… avrei un
appuntamento al buio nell’aula di Piton… però se me lo chiedi così…forse potrei
ritagliarmi uno spazio… magari di cinque minuti…”
Draco sorrise sul collo
prima di voltarle delicatamente il viso e catturare quelle labbra in un altro
bacio famelico.
“Ti aspetto a Mezzanotte
nell’aula della Cooman…”, sussurrò, prima di incamminarsi e sparire nelle
tenebre che avvolgevano un corridoio deserto del sesto
piano.
***
Quella sadica di Minerva
McGranitt l’avrebbe pagata cara insieme a quel demente di Harry
Potter.
Li aveva fatti ammazzare di
lavoro, ed era noto che i Serpeverde non sapessero dove stesse di casa quel
concetto.
Draco Malfoy, come gli
altri, mostrava un’espressione sconvolta.
Sembrava scombussolato,
quasi umano, e anche lui con qualche imperfezione.
Quando Hermione lo vide
presentarsi nell’aula della Cooman, stentò a riconoscerlo, ma quando inarcò un
sopracciglio – tipico atteggiamento alla Malfoy - la grifoncina sbottò in una
sonora risata che non fece molto piacere al suo
ragazzo.
Abbacchiato si gettò su
alcuni cuscini e si portò una sigaretta tra le labbra, che avrebbe accesso non
appena fosse riuscito ad afferrare una di quelle candele nauseabonde che
Hermione s’era premurata di accendere per evitare di cozzare lungo spigoli di
vari armadi e tavolinetti.
“Potresti evitare di
fumare?”
Hermione si sporse verso
Draco e tolse quella sigaretta, elemento stonante, da quella bocca creata per
baciare come nessun altro sapeva fare.
Draco si sporse verso
Hermione, e attiratola a sé le baciò la punta del naso, facendola
arrossire.
“Sei stranamente
arrossita!”, fece malizioso baciandola per tutta il viso come in un impeto di
dolcezza. Hermione si lasciò trasportare da quei baci, e osservando i lineamenti
dolci di Draco, si rese conto che a conferirle un intenso senso di dolcezza
erano proprio quegli occhi che incutevano terrore negli altri ma non in
lei.
Specchi di ghiaccio
caldo.
“Non sono
arrossita…”
“Oh sì, che sei
arrossita!”, la guardò negli occhi, “E sei adorabile!”, si chinò e iniziò a
baciarle la guancia per poi scendere al collo e stringerla al suo corpo fino a
soffocarla.
Si lasciò baciare in
completa balìa di Draco, come se fosse inerme.
“Draco…”
“Sì?”, sussurrò
roco.
“Domani voglio vederti in
Biblioteca… manca poco ai M.A.G.O!”
Draco sollevò lo sguardo,
“Sai che non è stata colpa mia… e poi…”, disse giocando con i capelli di
Hermione, “… c’è qualcosa che mi preme di più di quegli insulsi
esami!”
“Immagino si tratta del
ballo… dopotutto queste stronzate ti piacciono da
matti!”
Lui sorrise bieco prima di
imprigionare quella bocca impertinente in un altro bacio che voleva sempre
sottolineare che ciò che piaceva a lui era divino, ed in un certo senso era un
complimento di dimensione esagerate per Hermione visto che lei a lui piaceva e
ai suoi occhi era divina.
“Hai centrato in pieno…”, rispose
staccandosi da lei, “…lascio decidere a te la coppia da interpretare… purché non
si tratti di Romeo e Giulietta!”
Hermione sorrise ripensando
alle parole di Ron.
Di certo la fauna maschile
del Settimo Anno era accomunata da un unico, grande, insormontabile problema: la
calzamaglia!
“E allora che ne pensi di
Lancillotto e Ginevra?”, propose suadente sbottonando lentamente i bottoni della
camicia spiegazzata, e carezzando la pelle che man mano veniva lasciata libera
da ogni costrizione.
“No, non vorrei che ci
fosse un Artù da qualche
parte…”
“Stai tranquillo”, sussurrò
baciandogli il petto, “… non c’è nessun Artù, però se proprio questa coppia ti
fa schifo possiamo sempre prendere in considerazione Cathrine e
Heathcliff…”
Entrambe le camicie
finirono sul pavimento mentre le mani esperte di Draco esploravano il corpo di
Hermione con lentezza quasi esasperante.
Lei era lì, e nulla era
cambiato… continuavano a batti beccare come se niente fosse. Con lei tutto era
normale e piacevole, e non bisognava far finta di essere qualcun altro solo per
essere compatibili.
“No, lui era un demente!”,
sentenziò placido, mentre il reggiseno andava a far compagnia agli altri
indumenti.
Fu un incedere calmo e
armonioso. Nessuna fretta.
Draco la desiderava come
mai aveva desiderato un’altra ragazza.
Voleva che quel momento
fosse speciale, che si imprimesse nei loro pensieri, e che quel profumo, quella
fragranza non li abbandonasse più, e che potesse rivivere solo con ciò che lui
provava per lei e per cui aveva l’assoluta certezza di essere
ricambiato.
Ansimi e gemiti riempirono
l’aula di Divinazione, e chissà se il giorno dopo la Vista di Sibilla Cooman sarebbe
riuscita a scorgere ciò che era accaduto la sera
precedente.
Hermione aveva perso la
cognizione della realtà.
Si era abbandonata ai sensi
e ai sentimenti.
Avevano fatto
l’amore.
Sapeva che associare Draco
all’amore era impossibile, ma ciò che le aveva trasmesso era amore… quel
semplice e complicato sentimento in cui lui diceva di non
credere.
Era lui, era un suo se
stesso. Quello timido.
Scivolò al suo fianco
stringendola forte al suo petto e baciandole dolcemente una tempia, nell’attesa
che il battere dei cuori tornasse normale.
Hermione si lasciò cullare
da quell’abbraccio e da quei baci, ricambiando le coccole finchè la polverina
del sonno di Morfeo colpì anche le sue palpebre.
“Buonanotte
scemo”
Draco sorrise sulle labbra
di Hermione rubandole un altro bacio, e quando il suo viso si posizionò
nell’incavo della spalla della grifoncina, solleticato dai lunghi capelli
sussurrò qualcosa che fece Hermione felice oltre ogni
immaginazione:
“Maria Antonietta e il
Conte Fersen”
Hermione non potè fare a
meno di stringere forte la mano di Draco.
Ho postato prima del previsto e,
anche se sono ustionata, (nel vero senso della parola), ho pensato che io da
domani parto e non so quando avrò la possibilità di postare il prossimo
capitolo, e che non potevo lasciarvi senza un ulteriore capitolo…che magari poi
manco ho reso bene -____-
Ma basta fisime mentali, passiamo
ai ringraziamenti:
UN GRAZIE GIGANTOMEGASFERICAMENTEGRANDE
A:
allgood_cla: Non credo di avervi fatto
aspettare tanto e, difatti sono stranita da me stessa! Adesso però non so
davvero quando posterò, io spero sempre prima della menopausa…
vedremo!
Kiraliel: Eccoti accontentata. Quando ho
letto la tua recensione ho inevitabilmente riso, essendo a conoscenza di ciò che
sarebbe successo tra i due^^
merryluna: Ciao Manu, mi spiace per la
mancanza dell'’alcool doppia, visto che in questo capitolo non se ne parla
proprio^^
Cercherò di
rifarmi!
Inoltre sono davvero entusiasta
di sapere che riesco sempre a riempire le tue giornate con mille corsi da
seguire. Più tieni la tua persona impegnata, meno dovresti sentire il bisogno di
alcolici e altre sostanze, si dice così in giro,no?
E adesso sappi che per la tua
gioia, ho lasciato a casa l’Hermione verginella.
E’ tutto in tuo
onore^^
Jiujiu91: Usciranno allo scoperto? Lo
scoprirete nelle prossime puntate! Nella mia testa la storia è tutta delineata,
adesso devo solo scriverla^^
Buone
vacanze.
meli_mao: 3 volte? Addirittura! Me
commossa *___* Spero di non averti causato nessun danno! Harry picchiato non so
se ci voleva, però, con grande sorpresa, sono riuscita a fare in modo che il
pestaggio di Harry riuscisse a far consumare la
neo-coppietta!
Mars: Povero Harry, adesso però
qualcuno dovrebbe dire a Lumacorno che la colpa è tutta
sua!
Magari cercherò di fargli
recapitare un messaggio anonimo, forse dallo stesso Harry che lo implora di
essere lasciato in pace e senza ulteriori complimenti, perché alla fine sono
quelli che gli rovinano la vita ^__^
piperina: Grazie mille per i complimenti!
Se fossi stata in Hermione credo che avrei reagito come lei, ma forse qui
dovrebbe essere lui a mettere i cartelloni^^ Harry se l’è cavata piuttosto bene!
Ginny al capezzale, Cioccorane e appunti per stare al passo con le lezioni… mica
male!
SiLvIeTT4:
Niente rottura come hai ben potuto leggere, Harry li ha anche aiutati a
trascorrere la notte insieme. Dovrebbero farlo santo^^
marygenoana:
Grazie mille mary, sperando ti piaccia anche questo.
Hanon:
Anch’io avrei voluto uccidere Ernie, ma era indispensabile nella lezione,
dovremmo anche ringraziarlo per essersi svegliato e cercare di dare vita ad un
dibattito semi decente.
Forse
dovrei farlo diventare il protagonista indiscusso della storia, tu che ne pensi?
^___^ No, non uccidere me, dopo questa cretinata
colossale.
Chiaras:
Stanno insieme e stanno anche bene insieme nonostante i loro perpetui
litigi!
Sperando
ti sia piaciuto anche questo^^
RaRa93: Purtroppo Harry non è riuscito
a salvarsi dal pestaggio, ma non tutto il male viene per nuocere. Inoltre Draco
non avrebbe voluto dirlo ad Hermione proprio perché a lui del magnifico Harry
Potter non gliene frega un bel niente^^ Draco è tutto strano, ma questa è
filosofia malfoyana…quasi del tutto assurda!
Grazie
mille.
Valem: Per fortuna sono riuscita
nell’intento di renderlo arguto! Sai che fallimento se vi fosse sembrato un
imbecille alla pari con Tiger^^
Ma non è che ti sei rimangiata
tutto dopo aver letto questo capitolo?
Incrocio le
dita…
Lucy Light: Come vanno gli occhi? Spero
bene, ma sarà stato un suicidio leggersi tutta d’un fiato questa storia,
no?
Ti ringrazio tantissimo per tutti
i complimenti e per il volermi anche erigere una statua in mio onore, come
sdebitarmi?
Posso erigerla io per te, visto
che mi hai fatta arrossire.
Gli esami sono andati bene,
grazie.
E adesso spero di risentirti
presto^^
Herm90: Per fortuna ho postato presto,
e sempre fortunatamente erano solo tanti film. Niente gelosia, Harry stranamente
non ha portato disgrazie con sé, o meglio, ne ha portata una che si è rivelata
positiva per i due colombelli^^ Concordi?
^____^
Kisses
|
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Capitolo 20 *** A lie not to say the truth ***
franca
Prima di
lasciarvi alla lettura vorrei ringraziare particolarmente Chaosreborn_the_Sad
per avermi suggerito questa magnifica coppia!
Per
Theodore Nott quella normale alba, rappresentava l’alba di una nuova
era. Il nuovo Theo era pronto ad entrare in
azione.
“Come mai così tirato a lucido?”, celiò David
accendendosi una sigaretta.
“Devo portare a termine una missione… non fumo da un
giorno!”, sentenziò felice, come se avesse raggiunto traguardi di cui vantarsi.
Come se non fumare da una sera fosse una vittoria.
“I
miei auguri Theo… riuscirai a conquistarla!”
E
per poco Theo non si strozzò.
***
E
se Theodore Nott, ragazzo affascinante, aveva difficoltà a dichiararsi alla
donna che popolava i suoi sogni; anche la situazione che vedeva protagonista
Todd Creliss, un simpatico ometto del Settimo Anno Tassorosso privo di fascino,
non era di certo idilliaca.
Come poteva invitare Hermione Granger? Era da
settimane che ci pensava, ma non si era ancora accesa nessuna lampadina e forse
non si sarebbe mai accesa… secondo le statistiche nemmeno una candela avrebbe
potuto accendersi per dargli almeno un barlume di idea.
Hermione Granger aveva già un cavaliere e anche
piuttosto piacente, l’unico problema era che questo piccolo particolare era solo
a conoscenza di due individui, i protagonisti per
l’appunto.
Draco ed Hermione avevano ben deciso di trascorrere la
giornata in Biblioteca con la scusa di un litigio in corso che non poteva essere
rimandato.
Di
certo quel loro atteggiamento poteva essere catalogato come strano, ma quel posto era sempre troppo
vuoto o frequentato da mocciosi del primo anno che dovevano ancora capire cosa
insegnasse Severus Piton, quindi era come se fossero totalmente
soli.
“Quando dici tu… la pianti!”, disse quasi in un latrato
Draco.
Hermione arricciò il naso sporgendosi ancora di più su
ciò che Draco stava tentando di scrivere.
“Non vorrei far evaporare la convinzione che hai di
genio di te stesso… ma quella frase è totalmente errata!”
Draco poggiò, visibilmente scocciato, la piuma sulla
superficie ruvida del tavolo in legno, e incatenò il suo sguardo a quello di lei
solo per metterla in soggezione… cosa che ovviamente non
avvenne.
“Granger, perché devi essere sempre così saccente? Sei
insopportabile!”
Avevano deciso di far finta di litigare, ma per loro non
litigare sembrava impossibile.
“Malfoy, sei troppo orgoglioso per ammettere che non sai
neppure mettere in piedi una frase di senso compiuto che riguardi gli effetti
delle Rocce di Sole?”, domandò incrociando le braccia sotto al seno continuando
a sostenere quello sguardo.
Non
era un mistero che Draco Malfoy fosse orgoglioso, e dunque ammettere che non era
riuscito a comporre una frase di senso compiuto perché distratto dai movimenti
di Hermione, risultava piuttosto difficile.
Sbuffò sonoramente e scuotendo la testa tornò a
dedicarsi alla sua relazione.
Hermione decise di lasciar perdere quel testone e aprì
uno dei tomi che Draco avrebbe dovuto consultare, ma il silenzio stava
diventando un po’ troppo pesante, e nei gesti e negli sbuffi di entrambi era
palese la voglia di dirsi qualcosa o addirittura baciarsi fregandosene di tutto
e di tutti.
“Draco…”
Per
tutta risposta lui non disse nulla, almeno finchè Hermione, spazientita, lo
aveva strattonato per un braccio.
“Come mai hai optato per Maria Antonietta e il Conte
Fersen?”
“Perché il caro Axel era un nobile… non potrei mai
presentarmi vestito da Renzo”, è così, felice della sua risposta tornò a
dedicarsi al suo compito, lasciando un’ Hermione
interdetta.
“E’
solo per questo?”
“Sì”
“Non ci credo”
“Fa
come vuoi!”, disse tornando al suo lavoro, mentre dentro di sé si malediva per
ciò che le aveva risposto.
Di
certo il motivo per cui aveva optato per la Regina di Francia e il suo amante,
aveva un motivo ben più nobile di
quello appena dichiarato, ma Draco provava un certo terrore nel
dirlo.
Avrebbe dovuto ammettere che voleva rappresentare quella
coppia perché anche lui, come Axel, provava un sentimento sconfinato che non si
sarebbe mai estinto neppure se avesse dovuto avere altre
donne?
Quella era la verità. Quello era il motivo per cui lui
aveva adorato quella coppia, e forse, quello era lo stesso motivo per cui lui,
ad Hermione, ricordava Hans Axel von Fersen.
La
grifoncina gli sorrise bieca, e prese le sue cose fece per andarsene; e fu
quando sparì dalla sua visuale che si rese conto di essere un idiota senza
precedenti.
La
lezione della Romance stava per iniziare, e Draco sapeva che la ricerca di
Hermione si sarebbe conclusa in quell’aula dove quasi sicuramente avrebbero
litigato per qualche stupida eroina, o per qualche eroe con le manie di
protagonismo.
Una bugia per
farsi perdonare un tradimento
Antonio e Cleopatra. Willie ancora protagonista per la gioia
di Padma.
Quando Draco giunse all’aula, notò con sollievo che
Hermione era già lì a scambiare qualche chiacchiera con Ernie Mcmillan, forse a
proposito del Ballo, ma Draco dubitava che Hermione avesse annuito convinta e
con piacere a qualcosa che riguardasse quel dannato ballo
post-esami.
“Buongiorno Malfoy”
Draco si voltò verso l’insegnante, ma non accennò ad un
saluto, e più acido del solito si accomodò al suo posto, pronto per scagliare
contro qualcuno dei magnifici 7, la copertina dura e rigida della tragedia di
Shakespeare sperando di centrarne il bulbo oculare.
“Adesso che siamo tutti poss…”, ma Hermione si
interruppe alla vista del braccio alzato di Susan Bones.
“…secondo me Cleopatra ha
sbagliato!”
Ottima osservazione, visto che la piccola bugia aveva
portato conseguenze catastrofiche, facendo in modo che quell’opera si meritasse
il giusto titolo di: Tragedia.
“Qualcuno vuole aggiungere altro?”, chiese Hermione
speranzosa, passando in rassegna i suoi compagni di corso.
“Sì, Granger…”, lo sguardo della grifoncina saettò a
quello di Draco, “…Cleopatra era una puttana!”
Hermione si ritrovò a dedicargli un mezzo sorriso e
dovette ammettere a sé stessa che l’interpretazione personale della letteratura
di Draco le sarebbe mancata una volta finita la sua esperienza ad
Hogwarts.
“Malfoy, è del tutto nuovo scoprire che per te Cleopatra
era una puttana!”
Draco ghignò.
“Su
Granger, ci sono numerosi elementi che portano a
pensarlo!”
“Per esempio?”
Ecco che la storia si ripeteva. I magnifici 7 avevano
ben deciso di attrezzarsi istituendo improvvisi Tornei di Gobbiglie e Spara
Schiocco. Giusto per ingannare e ammazzare il tempo, impiegato da quei
due a litigare su tutte le coppie della letteratura.
“…
se non sbaglio lei flirta con il messaggero inviatogli da Ottaviano per
chiederle di allearsi con lui consegnandogli Antonio… è un po’
un’ingiustizia…”
“Ottima interpretazione dei fatti, Malfoy… ma chi è
l’idiota, adesso? Lei o lui che
ferito nell’orgoglio di uomo si prostra ai suoi piedi diventando il suo
zerbino?”
“Granger, mi deludi… non eri tu quella che decantava
tanto l’amore? Antonio era innamorato e lei era un’insulsa puttana. Dopo
l’ennesimo tradimento era quasi ovvio che volesse
ucciderla.”
“Quindi per te le bugie non servono per farsi perdonare
un tradimento?”, chiese curiosa di venire a conoscenza della risposta che le
avrebbe dato.
“Non servono”
“Ma
Cleopatra l’aveva fatto per amore…”
“Per lussuria!”, asserì lui brusco, mentre Marcus Belby
esultava per aver battuto Hannah Abboth a Gobbiglie.
“Lussuria? Lei lo amava… si è pure suicidata per
raggiungerlo nell’aldilà!”
“E
se si fosse uccisa per orgoglio? Lei era troppo orgogliosa per essere portata in
trionfo da Ottaviano, e la morte era l’unica soluzione per tener alto l’orgoglio
e non darsi in pasto agli altri.”
“Non condivido la tua idea”
“E
non devi condividerla… parlare con te di letteratura è bello proprio per
questo…”
E
per fortuna i 7 imbecilli erano troppo occupati a giocare per poter rendersi
conto che erano nel bel mezzo di una lezione che avrebbero dovuto sostenere ai
M.A.G.O ormai sempre più imminenti.
***
Lui
non poteva sempre uscirsene con frasi spiazzanti.
Lui
non poteva rimanere intrappolato in certi stereotipi.
Stava giusto fumandosi una sigaretta seduto sul
porticato, quando venne raggiunto da Hermione.
“Scusami”, disse lei sedendosi accanto a lui ed
aspettando mesta la risposta.
“
Per cosa dovrei scusarti?”
“Scusami semplicemente per aver voluto forzare i tuoi
pensieri”
“Ne
deduco che non ti interessa sapere proprio perché Regina e
Conte?”
Hermione fece finta di pensarci su,
“Forse”.
Draco inarcò un sopracciglio, “Questo forse non mi
piace”.
Hermione sorrise e, avvicinatasi ancor di più a lui lo
baciò, lasciando che le sue labbra saggiassero lentamente la bocca di Draco per
poi lasciarsi trasportare da un bacio più azzardato e speciale più che
mai.
Scusatescusatescusatescusatescusate…
Sono
imperdonabile, ma non sono stata un attimo ferma!
Mi sono
sentita una trottola.
Spero che
questo capitolo vi sia piaciuto, se siete arrabbiati con la sottoscritta capirò…
insomma, è abbastanza comprensibile esserlo con me.
Attraverso le
recensioni ho visto che qualcuno ha chiesto che fine ha fatto Chi l’avrebbe mai
detto?, ebbene non scoraggiate devo solo trovare tempo e ispirazione, i pensieri
di Hermione sono piuttosto intricati e non è facile! Spero mi
perdonerete.
E poi, se non
sbaglio, qualcuno chiedeva se esiste un libro su questa coppia che amo
tanto.
Ebbene non
esiste. Ho amato Maria Antonietta per via dei libri di storia, ho amato questa
storia con il conte Fersen sempre attraverso libri di storia e
ricerche.
E’ una storia
realmente esistita, di cui ho visto film e letto tanto… e di cui devo leggere
ancora molto.
Forse però
esistono alcuni romanzi, se mai dovessi trovarne titoli e autori lo farò sapere
a chi vorrà.
Vorrei potervi
ringraziare tutti come si deve, ma stranamente devo
scappare…
GRAZIE DI
CUORE!
kisses
|
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Capitolo 21 *** There was once something that didn’t go… ***
once
I M.A.G.O alla fine
erano arrivati senza alcun preavviso.
A dire il vero mai
nessun esame aveva dato il preavviso, o meglio, tutti sapevano che si sarebbero
abbattuti sulle loro giovani vite, ma nessuno sapeva che qualcosa li avrebbe
distolti da quel pensiero che li aveva morbosamente accompagnati per i primi due
mesi di corsi.
I M.A.G.O erano
arrivati, e la maggior parte degli studenti della Scuola di Magia e Stregoneria
di Hogwarts, era in balia di se stesso, confortato da nessuna fiaccola di tenue
speranza.
***
Quella mattina Draco
Malfoy aveva preso una decisione.
Una decisione che gli
contorceva le viscere, che gli sembrava sbagliata, che gli avrebbe distrutto la
vita, ma non poteva continuare a vivere con quella specie di morsa che gli
attanagliava lo stomaco, doveva liberarsene e l’unico metodo era quello di dare
un taglio netto alla sua pallida felicità.
***
“Non riesco ancora a
crederci!”, esclamò Hermione improvvisamente.
Draco si girò sul fianco
sinistro per guardarla.
“A cosa non riesci a
credere?”, chiese sfiorandole il viso con le labbra.
“Domani è l’ultimo
giorno dei M.A.G.O!”, rispose lei, come se la notizia fosse di vitale importanza
per il ragazzo che le stava facendo provare dei brividi di piacere scorrendo un
dito sul suo corpo nudo.
Draco sentì che la morsa
si faceva sempre più violenta.
“Finalmente la tortura
finirà!”, asserì lui prima di chinarsi su Hermione e catturare quelle labbra con
le sue in un bacio dolce e tranquillo, che aveva il potere di far dimenticare ad
Hermione tutto, persino che avrebbe dovuto aiutare Lavanda a convincere Ron a
indossare la calzamaglia, che avrebbe sicuramente diminuito le sue doti da
maschio selvaggio di cui aveva iniziato a vantarsi da alcune
settimane.
***
“Lavanda, non si
discute!Non intendo presentarmi vestito da Peter Pan!”, sbottò disperato non
dimenticandosi di lanciare occhiate al veleno a quel povero costume adagiato
inerme sul suo letto.
“Ron-ron, voglio farti
presente che con questa calzamaglia non rappresenterai Peter Pan…”, controbatté
lei docile sbattendo le lunghe ciglia.
Ron non si fece
ammaliare.
“Può essere anche Robin
Hood, io quella cosa, non la metto!”,
disse accigliato e incrociando le braccia al petto; gesto con il quale sperava
di far capire alla sua fidanzata che il discorso era chiuso e che si sarebbero
vestiti con la divisa e avrebbero rappresentato la loro idilliaca storia
d’amore.
Lavanda scosse la testa,
ormai avvilita, mentre Ron stava cercando un modo per dedicarsi alle Cioccorane
abbandonate sul comodino di Harry e, evitare il discorso: Calzamaglia.
Toc
Toc
Hermione aveva fatto il
suo trionfale ingresso. Lavanda aveva alzato gli occhi al cielo, aveva un
disperato bisogno dell’aiuto di Hermione, e Ron non aveva ben capito cosa
portasse tutte nel suo dormitorio.
Da giorni aveva il
sentore che la sua migliore amica avesse una tresca con Neville, c’erano segnali
piuttosto eloquenti, ma poi c’era una vocina che gli suggeriva che il caro,
piccolo e tenero Neville aveva una cotta per Luna Lovegood e che la notizia non
era del tutto infondata, visto che era stata la biondina ad essere stata
invitata al Ballo dal suo compagno di dormitorio e di dolorose
avventure.
“Ron, metterai questo
splendido costume domani sera?”, chiese.
“Splendido?”, biascicò lui quasi
sconvolto.
Di sicuro l’aggettivo splendido non era il più adatto per
qualificare quello scempio.
“Sì”, rispose lei,
toccando la consistenza del capo d’abbigliamento incriminato, “Sarai stupendo,
il più bello!”
Avevano ripassato le
battute per una settimana facendo disperare anche Draco, poiché costretto a
sentirsele ripetere nei momenti meno opportuni.
Perché la povera
Hermione aveva subito uno stress psicologico inverosimile.
Esami, Draco Malfoy come
fidanzato segreto, Ron e i suoi problemi con la calzamaglia, professori
isterici, lezioni con la Romance del tutto fantascientifiche e
infine un paio di ragazzi assurdi che la chiedevano come dama al
ballo.
Non sapeva più cosa
inventarsi, e ormai stava iniziando a destare dei sospetti visto che aveva
rifiutato parecchi ragazzi dicendo di essere già
impegnata.
Ma impegnata con
chi?
Mancava solo il Settimo
Anno Serpeverde all’appello, e tutti sapevano che il cavaliere misterioso non
poteva appartenere alla Casa di Salazar.
Sarebbe stato del tutto
privo di senso.
Forse sarebbe stata più
approvata e sensata come coppia, Tiger e la
bellissima Daphne Greengrass.
Ma poi questo sarebbe
potuto accadere solo negli incubi di qualcuno che aveva deciso di mangiare
piuttosto pesante sia a pranzo che a cena.
“Dici che mi starebbe
bene?”
“Ronald, saresti un
incanto e, sono sicura che lo pensa anche Lavanda!”
Ron guardò la sua
ragazza giocare con un lembo del suo piumone dei Cannoni di Chudley, regalo di
Natale di Harry, e provò una fitta al cuore.
Se davvero diceva di
amarla, cosa gli costava indossare una stupida calzamaglia per poter ubriacarsi
di quel bellissimo sorriso?
Non gli costava
assolutamente niente.
“Ok, indosserò la
calzamaglia di Peter Pan!”, disse felice.
“Non è di Peter…”, Ron
le si avvicinò e avvicinò le sue labbra a quella di lei, “Oh, al diavolo!”,
disse e, intrecciando le braccia al collo del suo Ron-ron si fece travolgere dal
bacio.
Hermione soddisfatta
lanciò un’occhiata complice a Lavanda e uscì di soppiatto dal dormitorio
maschile di Grifondoro, pronta per un ultimo ripasso in Biblioteca, dove quasi
certamente avrebbe trovato il suo Draco intento a far finta di
studiare.
***
Draco Malfoy aveva un
disperato bisogno della compagnia di una bottiglia di Vino
Elfico.
In compagnia di: Orgoglio e Pregiudizio, stava cercando
un metodo per evitare i M.A.G.O del giorno dopo.
La nuova legge aveva
previsto che ci fosse una prova in più.
E la sua riguardava
quella stupida materia che era stato costretto a seguire per colpa di una
stupida scommessa, ma che aveva avuto il suo risvolto
positivo.
Hermione Granger era il
suo risvolto positivo.
Quel risvolto dal
profumo irresistibile, capace di risvegliare i sensi di un
morto.
E Draco Malfoy doveva
ammettere che lei, era riuscita a risvegliare i suoi sensi assopiti per via di
assurde convinzioni e concezioni regalategli da ragazze con abissi incolmabili
nei loro esseri.
“Preoccupato per
domani?”, Blaise Zabini si era accomodato nella panca di fronte al biondino, con
la sua innata eleganza.
“Non più di tanto!”,
rispose lui, laconico.
Blaise lasciò vagare lo sguardo sui vari
romanzi disseminati sul tavolo in legno scadente e quasi
putrefatto.
“Stai facendo finta di
studiare, vero?”
“Possibile!”
Blaise, vista la piega
che stava prendendo quella conversazione a senso unico, decise di guardarsi un
po’ intorno.
Ma poi, assalito da
sconforto, decise di riprendere la conversazione e cercare di
ravvivarla.
“David è riuscito a
riprendersi Cassidy!”
“Finalmente la pianterà
di lagnarsi!”, rispose sgarbato mentre sfogliava nervosamente quel povero
libro.
“Non vuoi sapere com’è
andata?”
“Per
niente!”
Blaise Zabini stava per
rinunciare, cercare di intavolare un discorso con Draco Malfoy era come volerlo
intavolare con il Platano Picchiatore, quindi del tutto privo di senso
logico.
Scostò la panca e si
alzò.
“Vado a sgranchirmi
giocando un po’ a Quidditch!”, informò, e Draco lo incenerì con lo
sguardo.
Quel bastardo del suo
amico era libero di andare a svolazzare o di passare il pomeriggio in compagnia
di Pansy su di un letto, lui non era costretto a studiare visto che la materia
sulla quale sarebbe stato interrogato era quella grande stronzata di: Divinazione; dove era ammesso inventare
e non vedere realmente qualcosa in quella stupida sfera di
cristallo.
Si stiracchiò,
infischiandosene delle buone maniere.
***
La mattina dell’ultimo
esame previsto dai M.A.G.O era giunta.
La catastrofe stava per
finire, solo per alcuni disperati punti di vista stava per
iniziare.
Non s’era mai vista
colazione più agitata e chiassosa di quella, ma il motivo non erano gli esami,
bensì il Ballo che si sarebbe tenuto in Sala Grande alle 21 in punto di quella magica
sera.
“Non ho ancora capito
chi sarà l’ospite musicale di stasera…”, disse Dean Thomas servendosi di uova
strapazzate e bacon.
“Silente lo vuole tenere
segreto, ho cercato di captare qualcosa su
Radio Strega Network, ma danno sempre le stesse cose…”, rispose
automaticamente Seamus Finnigan.
Ecco i discorsi
pre-esame.
Ma forse erano quasi
tutti rilassati per via dell’esame da dare; Divinazione non era poi questo scoglio
insormontabile.
***
Draco Malfoy era
arrivato alla quinta sigaretta nel giro di 15 minuti.
Seduto sotto il portico
accompagnato da una voluta solitudine, stava ancora cercando un modo per
sperimentare una scappatoia a quel esame.
Se gli avessero chiesto
di psicanalizzare il carattere di un’eroina qualsiasi, la sua personale
interpretazione era unica e sola.
Che fosse Giulietta,
Ginevra, Cleopatra o Elizabeth… il responso era sempre lo stesso: erano tutte
puttane.
All’esaminatore sarebbe
andata giù?
Ne
dubitava.
“Buongiorno”
Hermione circondò il
collo del ragazzo con le braccia e lo baciò.
Doveva ovviamente
alzarsi sulla punta dei piedi, ma quando Draco le cingeva la vita con quella
stretta che la faceva sentire sempre protetta, sembrava che non ci fossero un
paio di centimetri a dividerli.
Riusciva a sentirsi
quasi di un’altezza decente.
“Buongiorno”, rispose
lui con il fiato corto.
“Pronto per distruggere
l’esaminatore?”
Draco la guardò
dubbioso; non riusciva ancora a concepire quel entusiasmo disarmante dato da
qualsiasi cosa avesse a che fare con lo studio.
“Non proprio. Se mai
dovesse chiedermi cosa penso di un’eroina qualsiasi… la risposta sarà sempre
una!”
Hermione arricciò il
nasino e gli si strinse contro.
“Non pensare a loro come
puttane!”
Draco la scostò da sé,
“No? E’ come potrei non pensare a loro come puttane se sono un grande
sostenitore di questa categoria?”, domandò con una punta di
ironia.
“Potresti pensare a loro
come se fossero la donna che ami, diresti di lei che è una
puttana?”
Draco le scostò una
ciocca di capelli e disegnò il contorno di quelle labbra carnose con il pollice,
“Se la amassi no!”, disse prima di chinarsi e baciarla.
***
Questione M.A.G.O
ufficialmente conclusa.
A Draco Malfoy era stato
chiesto di analizzare la personalità del ricco e altezzoso signor Darcy. Il suo
alter ego, insomma.
Nessuno scoglio
insormontabile.
Blaise saltellava felice
per il dormitorio con in mano una bottiglia Whisky incendiario Ogden stravecchio
per festeggiare il suo esame di Divinazione, dove aveva dovuto inventarsi di
sana pianta la sua vita dieci anni dopo.
“…niente di particolare,
se non si conta il fatto che l’esaminatrice era incinta e quindi in vena di
grandi sentimentalismi!”
“Cos’avresti
inventato?”, domandò svogliato Draco alle prese con il suo
costume.
Blaise bevve una
generosa sorsata di Whisky, “… un futuro con Pansy, la nostra umile villetta in
mezzo alle colline toscane, due bei bimbi belli come la mamma, un cane e un
gatto…”
Draco lo guardò torvo e
incredulo; “E se l’è bevuta?”
“Certamente”, rispose
ghignando all’indirizzo dell’amico.
***
Padma Patil era in crisi.
Non una crisi vera e
propria, dove ci si domanda il senso dell’esistenza, ma una crisi dettata da
cosmetici e corpetti un po’ troppo stretti per una che aveva sgarrato di un
dolcetto a colazione.
Avrebbe voluto
maledirsi, per tutte quelle calorie ingurgitate, ma qualcosa di più importante
fremeva.
Le luci andavano
bene?
Silente aveva scelto un
gruppo degno?
Aveva minacciato Ernie
Mcmillan di morte sicura senza un motivo apparente.
Aveva fatto scappare
Hermione Granger per le scale facendole credere dal principio di essere un
molestatore dalla strana voce; ed era stata anche capace di far credere a Harry Potter che il
Signore Oscuro era stato invitato alla festa.
La discussione era più o
meno andata così:
“Si dice in giro che
Silente abbia una sorpresa per te, Harry!”, Harry, sentendosi prendere in causa
decise di prestare attenzione alla discussione intavolata da Padma e
Cormac.
“Ma davvero? Di cosa si
tratta?”, chiese.
Padma si umettò le
labbra, felice di poter parlare con il protagonista a cui era indirizzata la sorpresa.
“Beh…a quanto pare
Silente vuole portare in vita Tu-Sai-Chi!”, rispose con tono cospiratore
avvicinandosi sinistramente al ragazzo.
Harry
indietreggiò.
Silente non lo avrebbe
mai fatto. Il Signore Oscuro era morto ed evaporato e la sua vita era tornata a
prendere una piega normale.
Incapace anche di
rispondere, continuava a guardarla spaurito.
Un banale incidente di
percorso per il povero e stressato Harry James Potter.
Eccomi con il 21° capitolo con un
po’ più di rapidità!
Non sono molto convinta di questo
capitolo, non accade poi molto, non so neanche se definirlo capitolo di
transizione.
Detto questo passiamo ai
ringraziamenti.
Grazie mille
a:
London: Come ritornata dal mondo delle
tenebre… No, forse il paragone non va!
Contenta che abbia apprezzato come
ho cercato di mettere in piede la discussione tra Cleopatra e Antonio, spero che
non ci sia rimasta troppo male che le mitiche lezioni con la Romance siano finite! Oh
mamma, mi aspetto qualche maledizione!
Lucy Light: Alla fine non ero davvero morta!La
donna di Theo si scoprirà nel prossimo capitolo! Credo che comunque che con il
giovane Nott abbia fatto un buon affare! Alla fine anche se fuma e beve un po’
troppo non è niente male!
Grazie per avermi consigliato il
libro! Spero di leggerlo al più presto.
Kiki91: Starò sicuramente tranquilla, se
hai deciso di continuare ad aspettare por l’eternità! Spero comunque di non
farvi aspettare così tanto!
meli_mao: Inizio col dirti che sei
ufficialmente scusata per la dimenticanza!XD!
So che la coppia di Orgoglio e
Pregiudizio era forse più adatta, ma a tutto c’è un
perché!
Beh in quello che faccio io, non
sono poi così presenti questi perché…
Ti sei davvero riletta tutta la
ff? Hai coraggio da vendere^^
Cleo88: Almeno la tragedia di
Shakespeare la trovi sicuro! Hai già fatto la figuraccia in libreria? Devo
aspettarmi una scarica di colpa?Dovrei controllare più spesso la mia posta
elettronica! Mi spiace tanto per averti fatto perdere il filo della trama con il
mio mese d’assenza! Perdono! Mi inginocchio!
Cobwy23: Tesora, da quanto non ci si
sente… contenta che tu sia stata colpita dalla bravura di Draco nel zittire
Hermione, certe frasi ad effetto sono difficili da
partorire^^
RaRa 93: Che bello sapere che dopo tutto
continuate a volere il seguito di
questa storia!
E’ sempre un piacere
indescrivibile!
Forse in questo capitolo manca un
po’ tutto, come già detto non ne sono del tutto convinta, spero comunque che non
abbia deluso le vostre aspettative!
Per il Ballo, devi aspettare il
prossimo! Ormai è alle porte!
Merryluna: Non so tu, ma io, da alcune scene,
sono rimasta sconvolta.
Ricordo di essermi imbattuta nella
puntata in cui Oscar e Andrè fanno qualcosa di sconcio nel bosco. Non ricordo,
magari lui aveva anche usato la violenza, perché c’è anche una scena in cui lei
è ferita e lui, siccome ha scoperto da poco di non essere gay, visto che Oscar
era davvero una donna, per esserne sicuro le strappa senza tanti complimenti la
camicetta bianca di pizzo Sangallo. No, so che te lo stai chiedendo, ma non sono
ubriaca!
White_tifa: Io pure voglio ballare la
balalaica! >.
Ok, basta! Sto iniziando a sparare
sciocchezze!
Sei comunque perdonata per la
mancata recensione a ben 3 capitolo… eri in Inghilterra mica a
Pantelleria!
SweetChocolate: Ah questo tempo che fugge…
Purtroppo per il fatidico e tanto
acclamato ballo devi aspettare un altro capitolo.
Anche se questo non è un granché,
ne avevo davvero bisogno!
piperina: Fa sempre piacere sentirsi
ripetere che la propria ff piace da matti! Quindi,, continua
pure….
Il prossimo capitolo, e ci sarà il
tanto agognato ballo!
Chaosreborn_The_Sad: Involontariamente mi hai dato
una mano con la coppia su cui discutere! Ero in crisi, ogni volta ero in preda a
crisi convulse perché non sapevo su quale coppia scrivere, per fortuna sei
arrivato tu!Per quei poveri, ho preso spunto fa ciò che è quasi sempre accaduto
con i miei compagni… perché anche loro hanno capito che il tempo andava
ingannato in qualche modo!
Ti ringrazio anche per aver
recensito le mie due shots!Contenta che abbiano trovato la tua
approvazione!
Kiraliel: Grazie
mille!
Kisses
|
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Capitolo 22 *** The Ball: I don't believe it! ***
the ball
All’avvenimento
dell’anno mancava poco.
“Hai idea di come si
allacci questo corpetto?!”
“E tu hai visto quella
specie di sandalo orientale?”
La filosofia che
aleggiava in tutti i dormitori femminili del settimo anno.
***
Solo due ore più tardi,
la Sala Grande, pareva
riempirsi.
Note mielose si
disperdevano nell’ambiente, mentre un profumo di miele e cannella avvolgeva i
pochi presenti.
Donzelle con lunghi
abiti pieni di pizzi, merletti e strascichi… e fanciulli imbalsamati in
calzamaglie recanti prurito nelle zone basse, in armature un po’ troppo
ingombranti e abiti forse un po’ troppo pesanti per essere solo
Giugno.
Un paio di Romeo e
Giulietta si aggiravano spaesati
per la
Sala.
Il grande ballo era
davanti ai loro occhi e nessuno sembrava essersene
accorto.
“Ron-ron, potresti
evitare di toccarti?”, domandò
stizzita tra i denti.
Ron sospirò
rumorosamente, quel ballo si prospettava più terribile di quanto pensasse; e
tutto per colpa di Romeo Montecchi e la sua stressante calzamaglia d’altri
tempi.
“Oh guarda!”, esclamò la
ragazza euforica indicando l’entrata, “Ci sono Harry e tua
sorella!”.
Ron si voltò verso la
coppia e rise; Harry era forse combinato peggio con quella specie di gonnella da
cavaliere della Tavola Rotonda.
“Lancillotto e
Ginevra!Che fantasia!”, esclamò tra le risa Ron.
“Tappati quel
becco!”,rispose sua sorella prima di prendere il suo cavaliere per mano e
condurlo al tavolo delle bevande.
***
E mentre in Sala
qualcuno iniziava a farsi vedere in abiti scintillanti, nei sotterranei, le
serpi sembravano prendersela comoda. Forse un po’
troppo.
“Draco, passami quelle
sigarette!”, il ragazzo interpellato afferrò le sigarette e gliele lanciò,
prendendone prima una per il suo piacere personale.
“Nervoso Theo?”, chiese
David mentre aggiustava un po’ il suo abbigliamento.
Il ragazzo
annuì.
“Non dovresti esserlo!”,
sussurrò quasi Draco, sprofondato nella poltrona.
“No? Lo sareste anche
voi se la vostra dama fosse…”
Screech
Blaise Zabini aveva
interrotto le confidenze dei suoi amici inciampando nel suo stesso abito e
ruzzolando malamente sul baule di Adrian. In bagno da ore.
Draco
ghignò.
“E tu da cosa saresti
vestito?”, chiese visibilmente curioso e scioccato allo stesso
tempo.
“Spero che Pansy sia
vestita meglio!”, aggiunse David.
Si lanciarono
un’occhiata complice e risero insieme lasciando Blaise
infastidito.
“Se non conoscete la
letteratura italiana non è colpa mia!”, abbaiò, prima di afferrare la veste
bianca e schiantare la porta del bagno dove Adrian aveva creduto di
morire.
***
Hermione Granger era
stranamente impaziente.
La sua impazienza era
strana agli occhi di chi la guardava, ma nessuno poteva sapere che la sua
impazienza era data dal fatto di essere la ragazza segreta di: Draco
Malfoy.
Sarebbe stato uno shock
per tutti e, forse lo sarebbe stato maggiormente per lei.
Era la ragazza di Draco
Malfoy da due intensissimi mesi, avevano imparato a conoscersi e ad amarsi, ma
ai suoi occhi color caramello Draco era solo Draco, per gli altri era il furetto
rimbalzante procreato da Lucius e Narcissa Malfoy.
Un mostro che si nutriva
delle loro sporche origini.
Cosa ne sarebbe stata
della sua sanità mentale?
Non aveva tutta questa
gran voglia di sentire le lagne degli altri invitati.
***
Draco Malfoy era
poggiato con il suo solito savoir
faire, a quel muro che per diritto era solo dei
Grifondoro.
Un muro oltremodo fuori
moda a detta di Draco.
Scanzonato ma con un
milione di pensieri grigi per la testa ,aspettava la sua dama ben infagottato
nel suo abbigliamento da Conte.
“Malfoy??!?”, un timbro
di voce appartenente a qualcuno molto vicino ad un colpo apoplettico aveva
interrotto il filo dei suoi pensieri.
“Thomas…”, rispose a mò
di saluto.
“Hai sbagliato
dormitorio, Malfoy?”,domandò digrignando i denti perfettamente
bianchi.
“No, la mia dama è stata
smistata nella Casa sbagliata!”, rispose sornione, soddisfatto della risposta
che aveva regalato a quel demente di un Grifondoro.
Dean Thomas ridusse gli
occhi a due fessure, ma quando notò il ragazzo infischiarsene bellamente della
sua presenza, prese la saggia decisione di recarsi al dormitorio della sua
dama.
Il buco del ritratto
s’era finalmente aperto.
Ed Hermione Granger nel
suo forse ingombrante abito da regina di Francia, ne era uscita più bella che
mai.
Sorrise al suo
cavaliere.
Draco si inchinò al suo
cospetto, sfoggiando uno dei sorrisi più belli, per poi offrirle il braccio;
gesto galante radicato nella personalità di un principe vero.
***
Draco ed Hermione
sapevano che quando avrebbero varcato quella soglia, milioni di occhietti
curiosi si sarebbero posizionati sulle loro persone e li avrebbero accompagnati
per tutta la durata del Ballo, ma non erano a conoscenza che anche altre coppie
avrebbero destato curiosità, che con una gran percentuale sarebbe stata
addirittura più abbondante.
“Quella è Hermione
Granger?”,cinguettò un po’ troppo rumorosamente Padma Patil all’indirizzo del
suo cavaliere, a cui non importava un bel niente, “E quello a quanto pare è
Draco Malfoy!”, rispose automaticamente lui senza trovare nulla di sconvolgente
in quei due nomi.
Era stato il troppo punch.
Un cicaleccio rumoroso
aveva preso il posto della musica.
“Amo stare al centro
dell’attenzione!”, celiò Hermione.
Draco ghignò,” Io amo davvero stare al centro
dell’attenzione!”
Si voltò verso di lei,
“Cosa si fa in questi casi?”, fece finta di pensare a qualcosa, “Ah sì!”, si
chinò leggermente offrendole la sua mano, “Mi concede questo
ballo?”
Hermione arrossì
impercettibilmente e poggiò la sua piccola mano su quella di Draco, “Con immenso
piacere!”, rispose, prima di iniziare a volteggiare tra le altre coppie dagli
abiti sfarzosi e lucenti.
***
Ron Weasley era stato
colto da un momentaneo attimo di panico.
Cosa ci faceva la sua
piccola Hermione tra le braccia del furetto?
Quesito che non riusciva
a trovare nessuna risposta.
“Mi inviti a ballare?
Sono stufa di star qui a vederti strafogare di tartine!”,la voce squillante
della sua dama gli perforò i timpani, e dedusse che a quella strana visione
avrebbe pensato più tardi.
Harry d’altro canto
sorrideva beffardo.
Lui, aveva capito tutto.
***
Ma la novità
malfo-grangeriana durò ben poco.
I presenti in Sala erano
stati violentemente presi alla sprovvista da altre due
visioni:
una era l’abbigliamento
della coppia Zabini-Parkinson, l’altra l’entrata in scena di una coppia
decisamente amorfa.
Se il vestito di Blaise
era stato preso per assurdo dai suoi più cari amici, Blaise non aveva previsto
che avrebbe fatto morir dal ridere il resto delle quattro
Case.
Lui e la sua dolce
ragazza, sfoggiavano due tuniche bianche e i piedi scalzi.
Cosa
rappresentavano?
Qualcuno desiderò avere
un opuscolo.
Draco Malfoy, con abili
volteggiamenti, s’era parato davanti alla sua coppia di
amici.
Lo stesso fecero David e
Cassidy.
“Che coppia
rappresentate?!?”, domandò scettico Draco toccando la consistenza di quella
tunica.
Blaise stava giusto per
voltargli le spalle.
Offeso da cotanta
ignoranza.
“Paolo e Francesca”, la
voce di Hermione raggiunse i padiglioni auricolari delle cinque serpi.
Hermione si maledisse
mentalmente; escludendo Draco lei con quei quattro non c’aveva mai avuto a che
fare e per quel che ne sapeva erano ragazzi ostili che ancora si chiedevano cosa ci facesse
il loro Draco con lei.
“Complimenti Granger, la
tua cultura non si smentisce mai!”, rispose garbato
Blaise.
Draco inarcò un
sopraciglio, scettico.
“Paolo e Francesca?”, e
dicendolo sbottò a ridere.
“Mio caro Draco, non
andrei così fiero della mia ignoranza, se fossi in te!”, rispose placidamente
ostinato il ragazzo moro, “Hai mai letto di loro?”,
aggiunse.
“Blaise, mi hai preso
per te? Io ho una cultura letteraria sterminata!”
“Sterminata non
direi!”
“Non vorrei che
scoppiasse una rissa per la coppia che tu e Pansy avete scelto di impersonare…
quindi dimmi, Blaise, come mai proprio loro due?”, domandò David per placare gli
animi dei suoi due amici.
“Per la lussuria”,
convenne Draco, “Non esistono altre motivazioni!”.
Blaise e Pansy si
aprirono in un grande sorriso malizioso, “Complimenti per la perspicacia,
Draco”, asserì la ragazza, prima di baciare il suo Paolo.
L’altra bizzarria vedeva
protagonisti Tiger e Goyle.
Troppo brutti e scemi
per trovare un’accompagnatrice per il
Ballo di fine anno, avevano ben deciso di interpretare Don Chisciotte e
Sancho Panza, e farsi compagnia vicendevolmente.
***
Gli Unbalanced continuavano a strimpellare
la loro musica.
Silente annuiva
compiaciuto tenendo il ritmo.
Padma si stava
auto-convincendo nel pensare che Silente dopotutto non era pazzo.
Ron era scappato,
insieme ad altri ragazzi nelle medesime condizioni, in bagno per cercare di
alleviare il prurito, e gli altri sembravano divertirsi.
Draco aveva appena porto
ad Hermione un bicchiere di punch, mentre gli Unbalanced continuavano con la loro
musica chiassosa.
Le sue viscere erano
contorte, gli mancava quasi il respiro, e no, non stava affatto
bene.
Se i sintomi facevano
credere che il suo malessere fosse fisico, bè… non era esattamente così. Draco
Malfoy era attanagliato psicologicamente.
Stava da schifo, e
avrebbe preferito morire che riuscire nell’intento che lo perseguitava senza
sosta.
Poggiò il bicchiere sul
tavolo, e si avvicinò a lei.
La strinse forte
ubriacandosi di quel profumo.
Ogni volta che era con
lei si sentiva come in bilico. Leggero.
Una situazione assurda
che non riusciva a gestire, e lui odiava non poter riuscire a gestire le
situazioni, le persone e sentimenti ed emozioni.
Odiava..
Inspirò ancora quel
profumo, carezzandole il collo con il naso, risalì alle labbra e la baciò
dolcemente.
“Devo parlarti…”, le
sussurrò roco ad un orecchio.
Hermione annuì e si
lasciò condurre da lui fuori da tutta quella baldoria.
***
Lontano dalla musica
chiassosa degli Unbalanced, Draco
tremava impercettibilmente.
“C’è qualcosa che non
va?”, chiese lei, adesso preoccupata.
Draco non rispose, ciò
che fece la lasciò spiazzata.
La strinse forte,
prepotentemente tra le sue forti braccia.
La bocca di Draco cercò
la sua, famelico e disperato.
Hermione lo strinse con
tutta la forza che aveva in corpo, stupita dal gesto.
“Draco…”, disse in un
sussurro, ma l’unica risposta che ebbe, fu un bacio al sapore di sale; Draco
Malfoy stava piangendo silenziosamente.
“Scusami”, disse con
voce strozzata, ormai con il capo sul seno di lei, “Scusami”, ripeté quasi in
una litania.
“Draco, cosa devo
scusarti?”, chiese dolcemente carezzandogli i morbidi crini biondi, ma
nonostante il suo tono volesse apparire dolce, la preoccupazione non riuscì a
rimanere dentro di lei.
Mille domande mute
vorticavano nella sua testa, sentiva pulsare le tempie.
“Perdonami”,sussurrò,
“Perdonami per quello che sto per dirti…”
Hermione mancò un
battito.
“Mi sono ritrovato in
una situazione del tutto nuova, Hermione. Ed io non posso più… non posso più
stare con te!Non riesco… non sono mai riuscito a dirtelo, e mi duole dirtelo
così, con la consapevolezza che queste due parole ti faranno più male di un
pugnale nel petto. Ti amo, Hermione!”
Le parole le
rimbombarono in testa come spari impazziti in una notte
silenziosa.
Senti il cuore che
batteva impazzito, sentiva la gioia e la tristezza mescolate
insieme.
Credeva di
morire…
E sembrava tutto un
controsenso.
Sembrava tutto
inverosimile… si sentiva vuota, e i passi di lui che echeggiavano nel corridoio
sembravano pietre sul suo cuore.
Non pianse, non ne aveva
le forze.
***
Quella notte Theodore
Nott aveva l’assoluta certezza che la camera che condivideva con quei quattro,
sarebbe stata abbandonata a se stessa, e quindi pronta per lui e la sua
dama.
Coinvolti da
un’incontenibile passione, non avevano fatto caso alla figura di Draco Malfoy
vestita di tutto punto, sdraiata sul letto in piena crisi.
Bottiglie di FireWhisky
prosciugate e gettate contro la porta finite in mille schegge di vetro e
numerose cicche di sigarette.
Draco Malfoy non era in
vena di essere sbattuto fuori dalla sua stanza solo per fare un favore al suo
amico Theo e alla sua dama Daphne Greengrass.
°°°
E adesso dove andranno Theo e Daphne ad esternare
il loro immenso
amore?
Purtroppo sono ripetitiva, domani torno per un
paio di giorni al mare per riprendere la mia tintarella da gianduiotto, quindi
devo far i bagagli e non posso ringraziarvi singolarmente come
meritate.
Mi dispiace immensamente, ma siete tanti, e
vorrei stringervi uno per uno perché siete degli amori con me, ma il tempo non
mi è amico e quindi me piange perché mi sembra di
trascurarvi!
Spero che un GRAZIE scritto con il cuore possa
essere in qualche modo simile ad un ringraziamento vero e proprio, ( se se,
sogna!), comunque… non me ne vogliate per il capitolo, so che molti di voi
aspettavano questo ballo con ansia, ma io non ho mai detto che sarebbe successo
qualcosa di stupendo per la giovane coppia JJJ
Vi
adoro.
Kisses
|
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Capitolo 23 *** It's like an intense wish of oblivion... ***
oblivion
La sveglia aveva fatto
avvertire la sua squillante e fastidiosa presenza.
Nessuna in quella stanza
aveva la forza volontà di balzar fuori dal letto.
Era stata l’ultima notte
che avevano trascorso ad Hogwarts e, sembrava che nessuno ci avesse rimuginato
più tanto.
I bagni erano stati
violentati più volte con quantità di vomito inverosimili, e i letti erano
serviti per altri scopi più che per dormire.
La
Stanza delle Necessità era
stata presa d’assalto e, in sostanza, nessun allievo del Settimo Anno era in
grado di sostenere la consegna dei diplomi.
***
“Mi fa male tutto!”,
mugugnò Calì massaggiandosi la schiena.
Lavanda si portò il
cuscino sulla testa, per evitare che la luce del sole colpisse i suoi occhi
rossi, gonfi e ormai con il trucco sciolto.
Hermione aveva un mal di
testa non concepibile dalla mente umana.
Rimbombi dolorosi
continuavano ad assillarla senza sosta.
Stancamente si trascinò
in bagno a darsi una rinfrescata e cercare di prendere confidenza con il mondo
circostante.
***
Quando Draco Malfoy
venne svegliato dal tintinnio della sua regale sveglia, ciò che vide non gli
piacque per niente.
Aveva distrutto lo
specchio a colpi di bottiglie, e per di più aveva un mal di testa e dolori
lancinanti allo stomaco che lo avrebbero accompagnato per tutta la giornata se
non avesse ingurgitato qualcosa che fungesse da rimedio.
“Draco, allora non sei
morto?”, domandò Adrian frizionandosi i capelli con un
asciugamano.
Draco sospirò
rumorosamente, “Purtroppo no”, disse quasi a se stesso.
“Hai detto
qualcosa?”
“No”,
mentì.
Adrian gli
sorrise,”Adesso fatti una doccia! La consegna dei diplomi ci aspetta!”, disse
gettandogli di sopra un asciugamano come suggerimento per una doccia
rinfrescante.
“Ehi Adrian, come mai
così felice?”, domandò.
Adrian sorrise di nuovo,
“Semplice, sono innamorato!”
Draco sentì la morsa
allo stomaco stringere.
***
L’ultima colazione dopo
7 magnifici anni ad Hogwarts pieni di avventure, di incomprensioni, liti
furiose, giornate passate a tentare di studiare e notti
d’amore.
Hogwarts era stato tutto
questo e ciò che aveva regalato a quei ragazzi era un enorme baule pieno di
esperienze.
“Qual è la cosa che più
ti mancherà di Hogwarts?”, domandò Ron ad Hermione e Harry, prima di introdurre
nella sua boccuccia quantità
esagerate di uova e bacon.
“Il Quidditch!”, rispose
Harry pulendosi gli occhiali con la tovaglia sotto lo sguardo perplesso di
Ginny.
“L’infermeria!”
“L’infermeria? Avrei
giurato fosse la
Biblioteca!”, disse Ron, sorpreso dall’inverosimile risposta
dell’amica.
“No, Ronald! Non hai
capito! Ho urgente bisogno dell’infermeria!”, piagnucolò Hermione tenendosi la
testa tra le mani per l’incessante dolore.
“Senti Hermione, ma come
mai ieri sera eri in coppia con Malfoy?”, domandò curioso, “Stai con lui?”,
proseguì.
Hermione ebbe un
sussulto. Era ovvio che i suoi migliori amici volessero delle spiegazioni, e
forse, per fortuna divina non doveva ammettere che lei era la ragazza di Draco
Malfoy e che lo amava più della sua stessa vita.
Era tutto finito. Lei
non era la sua ragazza, e lui non era il suo ragazzo.
Si era semplificato
tutto, non sapendo che quella semplificazione aveva complicato il filo dei suoi
sentimenti.
Lo amava, e non aveva
mai amato nessuno come aveva amato lui.
Si sforzò di sorridere,
nonostante il mal di testa e il dolore che le provocava il ricordo di Draco e
dei due mesi in cui si erano amati.
“Non sto con lui, ieri
ci hai visti al Ballo insieme per via di una scommessa.”, a quella confessione
in anteprima Ron ebbe un sospiro di sollievo, “E adesso, scusatemi, ma ho
bisogno di qualcosa per la testa!”, disse per congedarsi la
ragazza.
Stava male per i fatti
suoi, non voleva che i suoi amici rincarassero la dose.
***
Hermione Granger non
avrebbe mai immaginato che al suo ultimo giorno ad Hogwarts non sarebbe stata in
grado di tenere il discorso sulla sua Casa.
Fin dal primo giorno che
aveva messo piede a Hogwarts aveva avuto la convinzione che quello sarebbe stato
il giorno più speciale della sua esistenza, ma adesso, che mancavano poche ore,
non era più tanto sicura di niente.
***
“Signor Malfoy, prenda
questo!”
“Ma fa schifo!”, disse
annusando quel intruglio dal nauseabondo odore di marcio.
“Signor Malfoy, perché
deve darmi il tormento anche l’ultimo giorno che passa ad Hogwarts?”, chiese la
donna piccata, valutando l’incantesimo migliore per fargli prendere la pozione
contro il mal di testa che le aveva chiesto.
“Non potevo non
concludere l’anno in bellezza!”, rispose lui placidamente, guardando la donna
palesemente avvilita dalla sua presenza.
Toc
Toc
La testolina riccia di
Hermione fece capolino nella stanza.
“Buongiorno signorina
Granger…”
“Buongiorno
Madama…”
D’altro canto Hermione
stava cercando di capire perché Merlino ce l’avesse tanto con lei.
Sapeva di dover fare il
discorso di fine anno con lui, Terry Steeval e Ernie Mcmillan, ma perché doveva
incontrarlo ore prima in infermeria?
Perché con tanti luoghi
proprio lì dentro?
Quel posto le ricordava
il loro primo bacio… non che fosse accaduto lì dentro, ma grazie al loro primo
bacio lei s’era beccata l’influenza, e quello era uno dei ricordi più importanti
che custodiva e che non voleva venisse contaminato dall’amarezza che cullava
dentro di sé.
“Ho mal di testa, ha
qualcosa da darmi?”, chiese educatamente.
Draco Malfoy non
esisteva.
***
Draco aveva ancora in
mano quella pozione terrificante.
Voleva che quel mal di
testa cessasse di renderlo schiavo del dolore, ma dopo averla vista varcare
l’infermeria non era più tanto sicuro di non volere un incessante martellare
nella sua testa.
Il concetto era
abbastanza semplice.
Per lo meno il mal di
testa lo distoglieva dal normale corso dei suoi pensieri, quindi se avesse
ingerito quella pozione lui sarebbe tornato a pensare a lei… e non
voleva.
“Tieni, Granger. Io non
ne ho bisogno!”, gliela porse, e per un istante le loro mani si sfiorarono
facendoli immergere in una sensazione elettrica che sembrava nociva per la loro
razionalità.
Hermione prese
l’ampolla, “Signor Malfoy, non capisco questo atto di generosità… ne ho a litri
di questa pozione!”, disse la donna sempre più perplessa guardando il ragazzo
che si allontanava.
“Quel ragazzo alle volte
mi preoccupa”, disse come a se stessa.
Hermione annuì, prima di
bere il contenuto putrescente dell’ampolla.
***
Vedere tutti gli
studenti del settimo anno era una grande gioia per Albus
Silente.
Aveva sempre immaginato
una giornata così luminosa per la giornata in cui il suo Harry Potter si sarebbe
diplomato.
***
“… questa scuola mi ha
dato tanto, e adesso spero di riuscire a mettere a frutto ciò che ho imparato.
Contento di queste sette anni trascorsi, fiero di essere un Corvonero!”, il
discorso di Terry Steeval fu accolto da applausi e fischi di approvazione da
parte dei suoi compagni.
“Sei un grande
Steeval!”
Silente e il resto dei
professori applaudirono al discorso del ragazzo, e qualcuno giurò di aver visto
la rigida Minerva McGranitt asciugarsi una lacrima
solitaria.
Draco era ancora preda
del mal di testa; la guardava di nascosto perché consapevole di non essere degno
di quella creatura.
Avrebbe voluto parlare
con lei, ma non avrebbe avuto senso, ma forse non l’unica verità era che non
voleva parlarle perché l’amava.
“…Draco Malfoy per
Serpeverde.”
Sentì il suo nome, era
il suo turno e non sapeva davvero cosa dire.
L’unica cosa da dire era
che la sua Casa gli faceva schifo da quando aveva messo piede nell’aula della
Romance, , da quando aveva iniziato a leggere quei romanzi con attenzione solo
per poterne parlare con Hermione, da quando le sue labbra avevano saggiato
quelle di lei, da quando la sua vita era diventata una storia d’amore, da quando
Hermione era entrata nella sua vita e si era maledetto ogni sera perché non
riusciva a gestire i suoi sentimenti e non riusciva a concepire che il
sentimento dell’amore, da lui sempre rinnegato, si fosse impadronito anche della
sua testa.
***
“…sono stati anni
difficili, anni pieni di avventure e di sfide, anni che non dimenticherò mai e
che rimarranno sempre nel mio cuore. Non potrò mai ringraziare abbastanza chi mi
ha sopportata il giorno prima di un’interrogazione o di un compito in classe,
chi mi ha sostenuta, chi mi ha fatto ridere e chi mi ha fatto piangere…”, uno
sguardo pieno d’amore e stima andò sui suoi migliori amici che ricambiarono con
lo stesso entusiasmo, “…grazie a tutti i mitici Grifondoro, grazie ai
professori, ai fantasmi, a Pix, Gaza e Mrs Purr… grazie a tutti, Hogwarts mi ha
dato tanto perché ognuno di voi mi ha dato qualcosa!”
***
E con il discorso della
studentessa più brillante del suo corso, l’avventura ad Hogwarts era
ufficialmente finita.
The End
…o forse
no?
|
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Capitolo 24 *** 9 months, 16 days 8 hours and 35 minutes ***
9
9 mesi, 16 giorni, 8 ore
e 35 minuti.
***
In una tranquilla
mattina di Aprile, Blaise Zabini aveva deciso di non dar pace al suo
coinquilino, che beatamente dormiva nel letto, non curandosi
dell’orario.
“Draco, sveglia!”,
abbaiò tirandogli un cuscino e, con grande sorpresa, centrandolo in pieno
viso.
“Piantala, Zab!”,
mugugnò quello abbracciandosi il cuscino incriminato.
Blaise decise di
acchiapparlo per un piede, ma l’unica cosa che ottenne fu un piede spiaccicato
in faccia.
“Draco, ti ricordo che
oggi c’è la presentazione del nuovo progetto!”, gli ricordò l’amico e solo
quando il cervello annebbiato di Draco mise a fuoco quelle sagge parole, si alzò
di scatto facendo cadere Blaise all’indietro procurandogli così un bel
bernoccolo.
***
Dopo essersi ripreso
dalla botta, ciò che avrebbe voluto vedere era il suo migliore amico in preda a
crisi isteriche che cercava disperatamente la sua ventiquattrore in pelle di drago; e
invece l’immagine che si presentò ai suoi occhi fu Draco Malfoy mezzo nudo che
sorseggiava caffè addentando una ciambella al cioccolato.
“Sei ancora qui?”, ruggì
perplesso.
Draco si guardò intorno,
“A quanto pare sì!”, rispose blando facendo perdere le staffe al povero
Blaise.
***
Dall’addio ad Hogwarts e
tutto ciò che comportava erano trascorsi: 9 mesi, 16 giorni, 8 ore e 35
minuti.
E molte cose erano
cambiate, beh… non proprio tutte.
Per esempio Blaise e
Pansy stavano ancora insieme e la loro attività sessuale andava a gonfie
vele.
Draco Malfoy aveva un
lavoro, anche se la mattina non lo ricordava; era il direttore di una società
magica che dava il suo benestare per la promozione di iniziative e altro. Era un
po’ come una specie di società di pubbliche relazioni nel mondo
babbano.
“Zab, perché così
agitato?”, domandò curioso mentre Blaise cercava di sistemargli la giacca e
mettergli tra le mani la sua ventiquattrore.
Blaise sbuffò, “Perché
oggi hai una riunione importantissima!”, rispose esausto.
Draco rise e si
smaterializzò sotto gli sguardi attoniti del povero ragazzo che ogni giorno
passava le pene dell’inferno solo per
farlo arrivare in tempo in ufficio.
Anche lui aveva un
lavoro, ma per strane ragioni passava sempre in secondo
piano.
***
“Buongiorno
direttore”
“Buongiorno, gradisce un
caffè?”
“Ha appena ricevuto una
Strillettera da Mr. Gary Folham!”
Il direttore, Draco
Malfoy, dopo soli cinque minuti era già nervoso.
Non era di certo un
sogno essere seguito da segretari usciti fuori di senno!
“Zepphyrus Diamonds, è
già nel suo ufficio!”, avvisò l’ennesima ragazza in tailleur porgendogli una
carpetta rivestita in pelle di Ippogrifo.
Draco si maledisse
mentalmente, aprì la carpetta e ciò che vide non gli piacque per
niente.
***
Zepphyrus Diamonds era
un distinto signore di carnagione scura e con un naso oltremodo storto che gli
conferiva un’aria austera.
Zepphyrus Diamonds stava
giocando con la sedia del Boss.
“Buongiorno Draco.”,
salutò lui cordialmente.
“Buongiorno Zeph!”,
ricambiò Draco, poggiando sulla scrivania la ventiquattrore.
“Hai idea del perché
sono qui? Hai letto i documenti dentro quella carpetta?”, sparò a raffica,
mentre Draco guardava il calendario completamente assorto nei suoi
pensieri.
“9 mesi, 16 giorni, 9 ore e 13
minuti”,
disse come a se stesso, facendo incuriosire l’uomo con cui avrebbe dovuto
portare avanti un progetto.
“Hai detto qualcosa?”,
domandò.
Draco si limitò ad una
strana espressione facciale che lo lasciò perplesso, poi come preso da un lampo
di genio aveva aperto la carpetta e dato un’occhiata a quei
fogli.
“A quanto ho capito devi
pubblicizzare il nuovo romanzo di Cathie Bardam…”, disse con fare professionale
come se avesse scoperto chissà che cosa!
“E’ una delle migliori
autrici del mondo magico.”, aggiunse Zeph soddisfatto sporgendosi sempre più
verso Draco.
“Già… cos’è che ha
scritto?”
Zeph si grattò la testa
e decise di far comparire due tazze di caffè con qualche biscotto, magari il Boss aveva un calo di
zuccheri.
“Il romanzo che l’ha
lanciata è stato: Qual è l’indirizzo dell’amore? Ti dice niente?”, disse
mescolando il suo caffè.
Draco sussultò e con uno
scatto nervoso fece rovesciare il caffè sull’abito di alta sartoria del suo
cliente, ma lui era scusato poiché il Boss, nonostante avesse solo 19
anni.
“Tutto bene?”, chiese
apprensivo, smacchiando l’abito con un colpo di bacchetta.
Draco annuì, ma non era
vero che andava tutto bene.
***
Sì Granger, per me
Gondeberga ha avuto un ruolo rilevante nella storia”,
“Sembra incredibile Malfoy, ma anch’io ho
un debole per quel gatto… sarà il nome… credo…”
“Ed io che credevo che non potesse
esistere un nome peggiore di quello che hai dato a quella palla di pelo
arancione…”
“Già… ma a quanto pare
al peggio non c’è mai fine…”
***
Si era irrimediabilmente
perso nei suoi ricordi.
La prima volta che aveva
avuto una discussione senza insulti di nessun genere con Hermione, la prima
volta che l’aveva trovata divertente…
Avvertì un dolore al
petto e, decise che quello non era il luogo per abbandonarsi ai ricordi
dolorosi; aveva Zeph davanti e doveva portare avanti un progetto, anche se
voleva dire pubblicizzare la donna che aveva scritto il libro galeotto per i
suoi sentimenti.
“Dicevamo?”,
riprese.
“Parlavamo dell’autrice
di: Qual è l’indirizzo dell’amore?”
E quello stupido idiota
continuava a rigirare il dito nella piaga.
“Ah già”, sospirò, “…e
dimmi, hai idee per pubblicizzare questo nuovo romanzo?”
Zeph sorseggiò il suo
caffè inzuppandovi il biscotto; “Ho deciso di contattare la migliore nel
campo.”
“Davvero?”
“Oh sì, ha solo 19 anni,
ma fa grandi cose… ha come uno spirito innato per organizzare.”, disse l’uomo
estasiato cercando di rendere partecipe della sua gioia il ragazzo biondo
dall’altro lato della scrivania in prede ad una crisi esistenziale fatta di
ricordi.
“Quindi farà tutto
lei?”
L’uomo
annuì.
“Io servo solo per dare
un’immagine rassicurante?”
Annuì di
nuovo.
“Perfetto, possiamo
benissimo vederci stasera per una cena, chi è questo genio
dell’organizzazione?”
Era visibilmente più
rilassato.
“Hermione
Granger”
…perché alla fine io sono una
creatura sadica e magnanima allo stesso tempo e vi adoro così tanto che non
potevo permettere che qualcuno di voi riuscisse a torturarmi senza pietà
scoprendo per vie traverse dove vivo.
Però dovete ammettere che v’ho
messo paura, eh?
Beh, a dire il vero lo avete
già ammesso, ed io per poco non mi commuovevo.
Nonostante le vostre minacce
ho trovato le vostre parole dolcissime, perché il mio lavoro vi piace, sono
stata brava e per me è come raggiungere un traguardo
importante.
Quindi ragazzi, non disperate
ancora ci sono dei capitoli, non so di preciso… ma non sarò così sadica da farla
finire con lui che si ammazza con la testa dentro il
forno,ok?
Vi ringrazio dal profondo del
mio cuore, e
non abbandonatemi!
kisses
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Capitolo 25 *** Draco ti presento Hermione ***
draco
“Ho detto qualcosa che
non va?”
Zepphyrus era arrivato a
credere di star vivendo in una realtà parallela, perché non gli sembrava
possibile che fosse un gesto razionale far apparire un set di pugnali sulla
scrivania nel bel mezzo di un colloquio di lavoro.
“No, no…”, ma il suo
tono era un tantino isterico.
Zeph un po’ perplesso
afferrò le sue cose e gli diede una pacca sulla spalla; “Ci vediamo stasera a
cena.”, disse, prima di lasciare l’ufficio del Boss nel pieno di un
delirio.
***
Crash
“Cos’è stato?”, le
chiese suadente continuando a baciarla per tutto il collo facendo anche qualche
sosta sui seni ancora coperti da un indecente reggiseno color
prugna.
“Oops, ho appena fatto
cadere la tazza preferita di Draco…”, rispose
ridacchiando.
“Fa niente!”, sussurrò,
saltandole di sopra in preda ad istinti primitivi.
***
Quando Draco mise
nuovamente piede in casa totalmente esausto, trovò la casa sottosopra e la sua
tazza preferita in mille orribili pezzi; ma la cosa più orribile fu trovare i
suoi due migliori amici a darci dentro senza pietà nel suo
letto.
Come se Blaise di solito
dormisse in un sacco a pelo nel giardino dei vicini…
Senza dire una parola
Draco vi entrò e cominciò a sfilare giacca, cravatta e camicia con l’intenzione
di fare una doccia.
Urla e strane
contorsioni rientrarono nel campo uditivo e visivo del ragazzo, ormai rimasto in
boxer.
“Draco?”,
improvvisamente i due colombi si resero conto della sua presenza in
boxer.
“Vuoi unirti?”, chiese
Pansy accaldata.
Draco si massaggiò
lentamente le tempie; “No, grazie! Continuate pure!”, disse avvilito prima di
rinchiudersi in bagno e cercare di annegare nella vasca.
***
In quei nove mesi la
vita di Hermione Granger non era cambiata più di tanto.
Abitava in un
appartamentino che condivideva con una ragazza, lavorava come organizzatrice
d’eventi e giusto in quel momento un piccione viaggiatore s’era depositato sul
davanzale facendo prendere un colpo a Saber, la sua nuova amica e
coinquilina.
“Un volatile chiede di
te!”
Hermione uscì dal bagno
cercando di frizionarsi i capelli.
Il volatile aveva
depositato la sua missiva ed era subito volato via, a quel gesto, la ragazza
aveva subito associato il fatto che quello fosse un piccione
d’ufficio.
Gli uffici si servivano
di stupidi piccioni, o meglio, solo un ufficio si serviva di loro, l’ufficio di
Zepphyrus Diamonds.
“Cosa dice?”, la voce
squillante di Saber raggiunse le sue orecchie.
“Niente di particolare…
solo un nuovo incarico.”, rispose pigramente prima di dare fuoco alla
missiva.
“Di che si tratta?”,
domandò mangiucchiando un biscotto al cioccolato, di quelli che se parti con la
convinzione di mangiarne solo uno arrivi a consumare tutto il pacco senza
accorgertene.
“Stasera ho una cena di
lavoro, a quanto pare devo organizzare una sorta di party per la pubblicazione
di un nuovo romanzo.”
“E non dice di che libro
si tratta? A quale società di Magiche Relazioni state facendo
affidamento?”
Hermione finì di bere il
suo succo di zucca, “No, ma sai com’è Zepphyrus, no?”
“E’ molto sbadato, ma
devi stare comunque attenta a quale società si rivolge, ho sentito dire che
la MalcomFrey non è più quella di una volta… figurati
che lo stesso direttore è stato spedito ad Azkaban!”, rivelò con tono tetro
all’amica totalmente disinteressata.
“Meglio così”, esordì
con lo sguardo perso nel vuoto, “Stasera dirò a Zepphyrus che non possiamo
servire Pastinaca perché sarebbe un gesto riprovevole.”, asserì convinta prima
di sparire nella sua stanza, lasciando Saber completamente perplessa in preda
agli ultimi biscotti al cioccolato e dei Nirvana sparati a tutto volume facendo
la gioia dei vicini che di musica babbana non capivano
nulla.
***
Nella stanza di Hermione
il caos regnava sovrano, e dire che lei era sempre stata una ragazza molto
ordinata.
Quando Saber entrò nel
fantastico mondo di Hermione Granger, faticò a credere a ciò che i suoi occhi le
mostravano.
Il letto era stato
sommerso da tutti gli abiti, l’armadio vomitava farfalline bianche e una scarpa
dal tacco vertiginoso continuava a orbitare per la stanza seguita da un paio di
stivali.
“C’è Harry nel camino,
cosa devo fare?”, domandò titubante.
“Digli di
spegnersi!”
Una strana espressione
si formò sul viso di Saber che ancora più perplessa andò di là nel soggiorno a
dire ad Harry di spegnersi.
Suonava strano, ma mai
venire meno agli ordini di Hermione Granger.
***
“Saber, ti ho detto di
chiamarmi Hermione!”, ribattè la testa di Harry.
Saber schioccò la
lingua, “Ho un messaggio per te da parte sua.”
“Spara!”
Sul delizioso volto
della biondina si dipinse un sorriso, “Quando le ho detto che eri nel nostro
camino, lei mi ha detto di dirti: Spegniti!”
***
Se Draco Malfoy, immerso
nella vasca da bagno da più di due ore, era nervoso perché sapeva a cosa andava
incontro, Hermione Granger era nervosa e non riusciva a spiegarsi il
perché.
Nonostante lavorasse in
quel campo da soli 7 mesi, aveva già avuto il piacere di conoscere parecchie
persone, e non era mai stata così in preda al panico.
“Secondo me questo
vestitino e quegli stivali fluttuanti andranno più che
bene.”
Hermione si passò le
mani sul viso lasciandosi cadere sul letto spiegazzando alcuni capi
d’abbigliamento.
Nervosa
Irrequieta
Tesa
…e voleva capirne il
perché.
“Hai chiesto a Zepphyrus
a quale società farete affidamento?”
“No, non ho avuto tempo,
sono stata impegnata a scegliere cosa mettere quando poi tu me l’hai suggerito
in mezzo secondo.”
Saber sorrise e
l’abbracciò. “Stai tranquilla, spaccherai lo stesso
tutto!”
Hermione sorrise.
Saber Strawjnskiy poteva
benissimo definirsi la sua prima vera grande amica, anche se alle volte Harry e
Ron potevano benissimo essere scambiati per due ragazze.
Ma questo Hermione non
gliel’avrebbe mai confessato…
***
Zepphyrus Diamonds s’era
appena smaterializzato in un vicolo malfamato della Londra babbana; avrebbe
potuto benissimo affittarsi una macchina, ma troppo tradizionalista per riuscire
a capire come entravi e farsi portare a destinazione.
Erano le 19,50 quando si
presentò davanti al ristorante scelto da Draco.
Il Maison Novelli, si presentava in
maniera elegante, e l’uomo pregò Merlino che lì si mangiasse anche bene perché
il suo stomaco si stava esibendo in rumorosi gorgheggi piuttosto imbarazzanti,
così, per evitare che qualcuno iniziasse a credere che ci fosse un temporale in
avvicinamento, prese a passeggiare cercando di far più rumore possibile con
l’acciottolato.
Improvvisamente il
rumore dei tacchi sui ciottoli lo fece voltare, Hermione era appena arrivata e
sembrava più bella che mai in quel abitino dai colori autunnali, gli stivali
scamosciati e quel visino incorniciato da quella cascata di boccoli
scuri.
Era semplicemente
deliziosa, e la stessa Hermione non sapeva di esserlo.
“Buonasera Zepphyrus”,
esordì lei affiancandolo.
“Buonasera Hermione”,
rispose affabile sorridendole, “Spero di non averti creato problemi con questo
invito dato senza giorni di preavviso…”
“Tranquillo, non avevo
nulla di meglio da fare!”
Lui prese dalla tasca
interna della sua giacca un portasigari e ne estrasse uno.
“Meglio così, Draco
Malfoy è uno che tiene particolarmente al suo lavoro.”
***
Meglio così, Draco Malfoy è uno che tiene
particolarmente al suo lavoro.
Draco
Malfoy.
“Non riesco… non sono mai riuscito a
dirtelo, e mi duole dirtelo così, con la consapevolezza che queste due parole ti
faranno più male di un pugnale nel petto. Ti amo,
Hermione”
***
Un dolore al petto la
travolse violentemente.
“Tutto bene?”, domandò
preoccupato, mentre la ragazza china su stessa sembrava volesse strapparsi il
cuore dal petto.
“Sì, sì, va tutto
bene!”rispose a fatica, afferrando la mano callosa dell’uomo per rimettersi in
piedi e cercare di respirare a fondo per evitare di scappare a gambe levate dal
momento in cui avrebbe rivisto Draco Malfoy, il ragazzo che non aveva mai smesso
d’amare, anche se non gliel’avrebbe mai confessato.
***
“Buonasera Draco, ti
posso presentare la signorina Hermione Granger?”, disse fiero Zepphyrus
presentando il suo gioiellino al Boss.
Draco si sforzò di
sorridere porgendole la mano, “Piacere mio, signorina
Granger”.
Hermione strinse quella
mano nella sua, e quel maledetto vortice di emozioni sembrò svuotare entrambi
dalla razionalità come era già accaduto il giorno della consegna dei diplomi
nell’infermeria.
Miei adorati, eccomi di nuovo qui
alla velocità della luce.
Contenti?
Nonostante i vostri perpetui
ringraziamenti, quando li leggo sono sempre sorpresa, perché ogni volta mi
sembra un sogno sapere che la mia storia vi piaccia così tanto, e quindi mi
convinco che sono frasi dolcissime che mette in piedi il mio
inconscio.
Ok, sembra un pezzo di: Chi
l’avrebbe mai detto?, quindi è meglio chiudere con un grazie
generale.
Per l’età dei due mi scuso, non
c’ho davvero fatto caso, grazie Chaosreborn_the_Sad.
Kisses
|
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Capitolo 26 *** Have you forgotten? ***
zeph
E sembrava tutto
un’illusione dettata dall’immagine di lui impressa su di una vecchia foto ormai
ingiallita dal tempo.
Sembrava che il mondo ce
l’avesse con lei, e lui non poteva fare a meno di credere che quella non fosse
la sua vita reale, ma soltanto un incubo che sembrava diventare un sogno… un
sogno che sarebbe finito male e che quindi sarebbe ridivenuto un
incubo.
Ma Draco sapeva che lei
rappresentava la realtà, e sapeva che quel dolore al cuore se lo sarebbe tenuto
finché non sarebbe morto.
“…Cathie Bardam per il
lancio del suo nuovo romanzo vorrebbe qualcosa di non molto vistoso… dobbiamo
buttarci sul sobrio”
E mentre Zepphyrus
blaterava, sia lei che lui erano presi d’altri dialoghi e
tormenti.
“Hai già qualche idea,
Hermione?”
Al suo nome la ragazza
distolse lo sguardo dalle bollicine del vino bianco, “A dire il vero nessuna.”,
rispose sinceramente cercando di riconcentrarsi sul carpaccio inerme nel suo
piatto di preziosa porcellana.
“E tu,Draco?”, anche lui
sembrava preso da altro, e se la sua concentrazione non era stata catturata
dalle bollicine del vino bianco, probabilmente i ghirigori argentei della
tovaglia erano la sua distrazione.
“L’importante è che
l’immagine della mia società non venga compromessa.”, asserì educatamente
perforando con lo sguardo il suo interlocutore.
“Ovviamente Draco, ma
con Hermione non accadrà.”
“Non metto in dubbio il
suo buongusto.”, disse rivolgendole uno sguardo che Hermione si ritrovò a
sostenere nonostante facesse più male di quanto avesse
creduto.
“Meglio così.”, proferì
contento brindando al successo che già pregustava, “Quando si lavora in armonia
diventa tutto più facile!”.
Armonia
Hermione specchiandosi
in quegli occhi che aveva imparato a conoscere, domare e amare, sapeva che
l’armonia non sarebbe stata nemmeno sfiorata.
Sapeva che i battiti del
suo cuore sarebbero impazziti e le avrebbero donato la sensazione di uno
squarcio nel petto, le avrebbero donato la medesima sensazione di quella sera
che forse equivaleva a tutte le sensazioni che lui era riuscito a donarle con
solo un bacio o una carezza, ma finché Zepphyrus le sarebbe stato accanto,
sarebbe andato tutto per il meglio e lo squarcio si sarebbe fermato ad un
semplice taglio.
“Avete idea di dove si
trovi la toilette?”, chiese improvvisamente, facendo svanire la coperta di
sicurezza che Hermione s’era cucita.
Draco si guardò intorno,
“Non ne ho idea!”
Zepphyrus poggiò il
tovagliolo sul tavolo e si alzò, “Allora è meglio che inizi le ricerche!”, disse
sorridendo, “Voi fate pure amicizia!”, e con quel ultima perla si allontanò dal
tavolo edificando, inconsapevolmente, il ponte dei silenzi
imbarazzanti.
***
Scolarsi la bottiglia di
vino bianco che li divideva era lo scopo di entrambi, ma come se il fato ce
l’avesse con loro, le loro dita s’incontrarono per l’ennesima
volta.
La stessa scarica li
travolse nuovamente, ed entrambi si ritrovarono ad abbassare lo sguardo
imbarazzati.
Era meglio continuare a
mangiare aspettando pazientemente il risotto.
“Hermione”
La forchetta le cadde
nel piatto, e una signora forse un po’ troppo truccata si risentì per il rumore
molesto creato da quella ragazzina
scialba.
La sua voce la raggiunse
e si sentì bruciare.
La stessa sensazione che
provocava il whisky in gola. Un bruciore forte che riesce a tramutarsi in una
delle cose più dolci mai provate.
“Si?”, disse cercando di
assumere un contegno che non somigliasse a quello di una bimba sprovveduta e
intimorita dal suo interlocutore.
“E’ strano
rivederti.”
“Dovrai abituatici, a
quanto pare ci vedremo spesso.”, ribattè cupa concentrando tutte le sue energie
sul carpaccio.
Draco si massaggiò
lentamente le tempie, nonostante quel suo tono lo mandasse in bestia, non poteva
fare altro che giustificarla per via di tutto quello che le aveva fatto quella
sera.
“Sarà così terribile
vedermi tutti i giorni?”, domandò con più amarezza di quanto avrebbe
voluto.
Hermione prese un grande
respiro, “Ricordo come mi sentii quando ti vidi nell’aula della Romance per la
prima volta… avrei voluto morire perché l’idea di stare a stretto contatto con
te mi ripugnava… e adesso, provo lo stesso identico
sentimento.”
Tagliente
Decisa
Orgogliosa
Proprio come piaceva a
lui.
Hermione per quanto si
sentisse svuotata da tutte le emozioni non si tradì.
L’orgoglio prima di
tutto, ma non era del tutto convinta che fosse giusto anteporlo all’amore che
nutriva per Draco nonostante i nove mesi trascorsi in un turbine di avvenimenti
e parole gettate al vento.
“E adesso, scusami ma ho
bisogno della toilette.”, si alzò decisa lasciando Draco con il suo carpaccio,
il calice di vino bianco e il suo dolore.
***
“Dov’è Hermione?”,
chiese Zepphyrus appena tornato dalla toilette.
Draco volse lo sguardo
sull’uomo, “Alla toilette”
“Ah queste donne! Sempre
a incipriarsi il naso!”, asserì sedendosi e dando una pacca sulle spalle di un
Draco piuttosto assente.
“Ehi Draco, cosa ti
prende?”, domandò inforchettando senza pietà un boccone di
carpaccio.
“Nulla”, rispose
laconico.
Improvvisamente l’uomo
si sporse verso Draco, “Sai, secondo me Hermione ha una cotta per te”, rivelò
con aria cospiratrice.
Draco si voltò parecchio
seccato verso Zepphyrus, “Non credo… credo che mi odi.”
“Oh no caro mio, so
riconoscere quando ad una donna brillano gli occhi per l’amore”, cinguettò
felice.
“Questa volta hai fatto
cilecca! Se miss Granger ha gli occhi lucidi non è perché è innamorata di me, è
solo perché ha bevuto troppo vino!”
Zepphyrus si trovò
costretto a non poter ribattere.
***
La cena, secondo
Zepphyrus, stava trascorrendo nel modo migliore.
Non c’erano stati
spargimenti di sangue o improvvisi piatti volanti.
Era stata una
normalissima cena, e con grande sorpresa di Zepphyrus, anche Hermione aveva
buttato giù qualche idea per la promozione pubblicitaria della
Bardam.
Tutto andava secondo i
piani dell’uomo dalle mani callose, sembrava che tutto profumasse di mughetto e
lavanda.
“Nessuno dei due è
fidanzato?”, chiese ormai brillo mentre i due ragazzi facevano segno di no col
capo.
“E tu vorresti dirmi che
non pratichi il sesso?”, domandò avvicinandosi a Draco paralizzandolo con la
troppa puzza di alcool che usciva dalla sua bocca.
“Impossibile non
praticare il sesso.”, disse mentre sulle labbra di Zepphyrus compariva un
sorrisino malizioso piuttosto sghembo, “E’ solo fare l’amore che risulta molto
più difficile.”, continuò quasi in un sussurro impercettibile per l’uomo ormai
ubriaco, ma non per Hermione che fu paralizzata da quella frase sussurrata a cui
non voleva dare il giusto significato.
Era come se il Primo
Ministro della Magia avesse ammesso di essere un idiota senza
speranze.
“Vi va un
digestivo?”
Come uccidere un
istante.
***
Quando Hermione rincasò,
Saber dormiva sul divano in una posizione alquanto strana che faceva molto
contorsionista.
Fece il più piano
possibile per non svegliarla, doveva averla spettata sveglia, ma non avrebbe mai
immaginato che la cena di lavoro finisse così tardi, beh forse non lo aveva
immaginato perché nessuno sapeva che Zepphyrus non metteva mai la parola fine
alle sue cene di lavora finché non sveniva per il troppo alcol nelle
vene.
Lo avrebbe rivisto la
mattina.
La sua razionalità non
era pronta.
Non so, ma questo
capitolo non mi convince, voi che ne dite?
E se la fanfiction si
trasformasse in una ZepphXHermione?
Ok, sto iniziando a
delirare.
Adesso è il momento
della ripetitività: Non posso ringraziarvi singolarmente, oggi è il compleanno
della mia adorata e non posso dilungarmi… ci sono dei festeggiamenti in corso,
quindi un grazie particolarissimo ai miei amori che continuano a sostenere
questa scrittrice sadica.
GRAZIE: JiuJiu91,
piperina, white_tifa, meli_mao, Kami, MartyViper, London, Chaosreborn_the_Sad,
ele888, redRon, Liuzza, Checie, Lucy Light, Hanon, Herm90, Dark_angel e
SweetChocolate.
Kisses
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Capitolo 27 *** Houston, abbiamo un problema! ***
hou
Un’invasione di
cavallette carnivore sarebbe stata più gradita di Blaise saltellante sul letto
di Draco Malfoy.
“Sveglia
Draco!”
I modi per svegliare
l’amico non erano mai ortodossi.
C’era anche da dire che
i geni che scorrevano nell’unico erede della famiglia Zabini non erano molto
conformi alle regole.
“Umpf..”, mugugnò prima
di girarsi dall’altro lato e fare uno sgambetto accidentale alla cavalletta
saltellante.
“E’ mai possibile che
per svegliarti debba sempre farmi ferite di guerra?”, domandò accigliato
massaggiandosi il fondoschiena.
“Blaise, non è colpa mia
se il tuo equilibrio fa pena!”, rispose il bel addormentato coprendosi meglio
con il lenzuolo facendo così imbestialire colui che aveva una missione
pericolosa da svolgere… perché da un po’ di tempo Draco Malfoy non ne voleva
sapere di doversi svegliare per andare a portare avanti una società di Magiche
Relazioni.
“Per colazione non c’è
niente!”, disse pacifico prima di abbandonare la stanza del biondo sbattendo la
porta.
***
“Com’è andata ieri
sera?”, domandò curiosa Saber accucciandosi sullo sgabello mentre Hermione si
dava da fare per preparare del caffè e tostare del pane.
“Oh
bene!”.
A dire il vero non
sapeva che significato assumesse l’esclamazione: “Oh bene!”, dopo una sera in
compagnia di un pazzo ubriacone e l’uomo per cui si nutre un sentimento
sconfinato.
“Alla fine a quale
società di Magiche Relazioni ha fatto affidamento?”, chiese mentre spalmava su
di una fetta di pane tostato della confettura alle
ciliegie.
“La MalfoyInternational, conosci?”, disse con nonchalance,
mentre avrebbe preferito di gran lunga far affidamento sulla MalcolmFrey, nonostante lo stesso
Malcolm fosse stato spedito ad Azkaban.
“A dire il vero no, ma
non credo sia importante saperlo… beh comunque s’è fatto tardi, ho un lavoro che
m’aspetta”.
Hermione non ebbe il
tempo di fare niente, quella ragazza era un vulcano e il più delle volte
rimaneva lì inebetita da quei discorsi che finivano sempre con lei che si
rendeva conto di essere in ritardo e che quindi era meglio prendere giacca,
borsa e un ultimo biscotto al cioccolato e volare al San Mungo dove studiava per
diventare un Medimago.
“… e sono davvero felice
di lavorare a stretto contatto con Draco.”, sorrise amaramente mentre con un
colpo di bacchetta ripuliva ciò che avevano sporcato.
***
Zepphyrus Diamonds da
quando sua moglie era incinta del terzo figlio faceva di tutto per essere quasi
sempre fuori casa.
Mancavano solo due
mesi.
“Signor Diamonds, il
capo non è mai puntuale.”, gli disse dolcemente una ragazza dai lisci capelli
rossi, “E’ sicuro di volerlo aspettare qui? Non sarebbe meglio farsi una sana
passeggiata mattutina?”
L’uomo sorrise, “Non si
preoccupi, starò bene anche qui.”
Meglio in quel ufficio
che in casa con una moglie isterica e due bambini
ululanti.
***
Quando Draco mise piede
nella sua società la stessa cosa fece Hermione.
“Buongiorno
Hermione”
“Buongiorno”, rispose
lei acida, “Credevo che il capo non fosse mai in
ritardo!”.
Draco ghignò, “Se il
capo sono io posso arrivare a qualunque orario.”
Hermione fece una strana
smorfia e aspettò che lui entrasse nel suo ufficio, sperando sempre che
Zepphyrus fosse già lì.
Non sopportava l’idea di
stare sola con lui.
“Buongiorno
ragazzi”.
Zepphyrus era lì, e
nulla avrebbe potuto distruggere l’equilibrio già precario di quella
giornata.
***
Draco non
c’era.
Era tutto più che
perfetto.
“Gigli o
Calendule?”
“Gigli, sono molto più
eleganti”, rispose pacata Hermione scribacchiando qualche appunto sul suo
taccuino.
Il negozio di fiori di
Madame Rose non le era mai sembrato così perfetto.
“Li prenotiamo adesso?”,
domandò lui impaziente.
Hermione si guardò un
po’ intorno, ponderando se la proposta sollevata da Zepphyrus in maniera
infantile poteva essere accolta; “No, potrei cambiare idea. Verrò tra qualche
giorno quando ne sarò più sicura.”
“Ok, agli ordini!”,
disse scherzosamente prima di prenderla sottobraccio e accompagnarla da Florian
Fortebraccio per un buon gelato.
***
E mentre l’ennesimo
cucchiaino di gelato si scioglieva nel palato della ragazza, un falco s’era
posato sul tavolino in vimini.
C’era posta per
Zepphyrus.
“Scusami”, srotolò la
pergamena e cominciò a leggere assumendo via via espressione sempre più
sconvolgenti.
“C’è qualcosa che non
va?”, chiese gentilmente.
Lui non rispose,
“Scusami ancora, ma dobbiamo chiamare Draco.”
Draco: l’unico nome che
avrebbe potuto farle andare di traverso il gelato.
“E
perché?”
“Un
imprevisto”
Un barlume di speranza
si accese in Hermione; magari dopo quella missiva, Zepphyrus si trovava
costretto a cambiare società di Magiche Relazioni e quindi era importante dirlo
subito a Draco prima che lui spendesse tutte le sue energie per finanziare un
progetto che ormai non gli competeva più.
Sì, questa soluzione
creata dalla sua mente le piaceva davvero molto.
“Dovrebbe essere qui a
momenti, ma mentre aspettiamo è meglio continuare a mangiare questo delizioso
gelato”.
La ragazza sorrise di
cuore, la giornata poteva diventare sublime.
***
Quando Draco Malfoy si
fece spazio tra i tavolini di vimini messi all’aperto per accogliere nel modo
migliori i clienti, Zepphyrus gli andò in contro:
“Houston, abbiamo un
problema!”
“Spero non si tratti di
nulla di grave.”, disse accomodandosi accanto ad Hermione.
“Mia moglie è
incinta!”
“Congratulazioni”,
esclamarono i due all’unisono.
“Beh grazie.”, rispose
imbarazzato, “Ma non è questo il punto… o meglio, lei è già al settimo mese ma
mi è appena giunta la notizia che ci sono complicazioni e che quindi sarebbe
meglio portarla in una clinica in Francia… e beh…mia moglie è molto spaventata
per questa gravidanza perché ormai non è più una giovincella e
quindi…”
Inutile dire che
Hermione e Draco avevano fatto fatica a capire il filo di quel
discorso.
Sembrava molto un figlio
che stava cercando di spiegare ai genitori che fine avessero fatto tutti i
biscotti nella dispensa.
“E quindi?”,rincarò
Draco, mentre zuccherava il suo caffè.
“E quindi domani parto…
e beh, non potrò occuparmi dell’organizzazione insieme ad Hermione. Mi
dispiace”, disse chinando il capo, come un bambino
colpevole.
“Tranquillo, Hermione se
la caverà”, asserì rivolgendole un sorriso a cui lei non
rispose.
“E’ questo il problema,
Draco.”
“Quale?”
“Vorrei che con lei ci
fosti tu”
Dei colpi di tosse
fecero voltare i due uomini verso Hermione.
“Tutto bene?”, chiese
Zepphyrus apprensivo facendo comparire un bicchiere
d’acqua.
“No… no che non va tutto
bene! Perché non posso organizzare da sola l’evento?”
“Ti prego Hermione, non
complicare la situazione, è meglio se siete in due…”
Omicidio
L’unica soluzione che
girovagava nella testolina di un’Hermione quasi in preda
all’isterismo.
Draco al contrario di
lei, sembrava aver mantenuto la calma, ma era solo una facciata apparente.
Dopotutto lui era sempre Draco Malfoy, il rampollo di una delle casate
Purosangue più importanti del Mondo Magico, l’anello di congiunzione tra i Black
e i Malfoy… un uomo innamorato
perdutamente di quella creatura.
“Non me ne vogliate, vi
prego.”, e con un Puff sparì dalla loro vista lasciando una lei infuriata e un
lui piuttosto confuso.
“E adesso?”, domandò lei
corrucciata.
“Adesso è meglio che io
me ne vada.”
“Perché?”, chiese lei
quasi senza pensarci.
“Perché non voglio
assillarti con la mia presenza.”, rispose amaramente prima di sparire anche lui
allo stesso modo di Zepphyrus.
Hermione spostò la sua
coppa di gelato e si maledisse.
Non sapeva il perché,
sapeva che dopo quel ultima frase di Draco era giusto
farlo.
Ho notato che la mia idea
di trasformarla in una ZepphyrusxHermione non è piaciuta a
nessuno!
Beh, meglio così, nella mia
testa questo personaggio è sempre stato sposato!
Mi scuso con tutti, se
questo capitolo, come il precedente, risulterà triste. Io ce la sto mettendo
tutta, ma questi due sono troppo stupidi XDXDXD
Un grazie particolarissimo
a tutti coloro che continuano a farmi venire le palpitazioni ogni volta che
leggo le loro meravigliose recensioni.
Ragazzi siete
fantastici.
E adesso perdonatemi ma ho
un mucchio di faccende da svolgere.
kisses
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Capitolo 28 *** It's the vagina your problem? ***
vagina
“Ricorda l’ordinazione
di gigli fattale ieri?”, Hermione Granger non riusciva a capire se Madama Rose
fosse idiota di suo o se alla chiusura del negozio si fumasse i
crisantemi.
“Mi dispiace signorina
Granger, ma quel ordinazione è stata cancellata.”, rispose cordialmente
controllando su di un foglio di pergamena.
“Impossibile!”, ribattè
lei irata.
“E invece è proprio
così! La sua ordinazione di gigli è stata sostituita da un’ordinazione di
lilium.”
Madama Rose vide la
ragazza accerchiata da un’aura di fuoco.
“E chi è stato? Potrei
saperlo?”
La donna sorrise bieca
mentre in cuor suo pregava Merlino affinché quella ragazza non le distruggesse
il negozio in un impeto d’ira.
“E’ stato il signor
Malfoy.”
“Malfoy
eh?”
“Già”
Afferrò la borsa e
sbattendo con immonda violenza la porta del negozio, decise di andare a
scambiare quattro chiacchiere con
quel idiota.
***
Draco Malfoy aveva
appena mandato a quel paese un’altra delle sue assistenti.
E se l’assistente era
appena uscita dall’ufficio mostrando un ringhio per via dell’insolenza del capo,
un’altra ragazza avanzava con un diavolo per capello perché Draco Malfoy non
aveva nessun potere per scegliere quegli stupidi lilium.
Era lei l’organizzatrice
e il solo fatto che Zepphyrus li aveva abbandonati al loro destino non
significava che i fiori o i dolci o la musica fossero competenza di quello
spocchioso uomo attraente.
“Malfoy sei un
idiota!”,disse quasi in un ruggito
“Buongiorno Granger”,
rispose lui affabile continuando a controllare delle
carte.
“E’ inutile, resti un
idiota!”
“Non lo metto in
dubbio.”
“Dimmi per quale arcaico
motivo hai sostituito i miei gigli ai tuoi stupidissimi
lilium!”
Draco volse lo sguardo
verso Hermione.
“Semplice, i gigli
simboleggiano la vagina”
“Questi sono dettagli,
Malfoy”
“Senti Granger, io non
intendo fare figure di merda con Cathie Bardam, il Ministro della Magia e tutti
quegli stronzi che avremo l’onore di ricevere, ok?”
Non era irato, solo che
metteva lo stesso paura.
O almeno metteva paura
alle sue assistenti, non a Hermione.
“E’ la vagina il tuo
problema?”
“Non esattamente”,
rispose accigliato.
“Cioè… non intendevo in
quel senso… voglio dire…”
“Tranquilla, ho
capito!”
Hermione era rossa
dall’imbarazzo.
“…e comunque non ha
senso ciò che hai fatto. Andrò a riordinare i gigli.”, disse risoluta non
sapendo che quelle sue guance rosse e quei capelli un po’ pazzi, non facevano
altro che aumentare il battito cardiaco del ragazzo.
“No carina, te lo
scordi!”
“No, mio
caro”
I due, ormai vicini,
continuavano a guardarsi in cagnesco.
Probabilmente se ci
fosse stato Zepphyrus si sarebbero scelti i crisantemi senza tanti
complimenti.
“Non sarai tu a farmi
cedere!”, ringhiò lei.
E insieme si
smaterializzarono da Madame Rose che non appena vide Hermione ebbe come
l’illuminazione di chiudere il negozio e scappare il più lontano possibile,
però
si limitò solo a
sorridere, mentre dalla tasca dell’abito stringeva forte la
bacchetta.
“Posso esservi utile?”,
chiese.
“Sì, se questa donna le
dirà di cancellare l’ordinazione di lilium la ignori”
“Come
desidera”
Hermione si voltò
incredula verso Draco puntandogli l’indice sul petto.
“Come ti permetti,
Malfoy?”
“Il potere indiscutibile
del capo”
“Sono io
l’organizzatrice d’eventi, e se voglio i gigli… gigli
saranno!”
“Non credo
proprio”
“Oh
sì!”
Madame Rose stava
iniziando a perdere la pazienza.
Non ne poteva più di
quei due.
“Scusate se mi
intrometto, ma le vostre urla stanno facendo piangere le mandragole. Potete
mettervi d’accordo? Qual è l’ultima scelta?”
I due si guardarono e
all’unisono dissero: “Gardenie”, solo che non capirono di averlo detto insieme
ed entrambi assaporavano già la vittoria.
“Gardenie”, ripeté
mentre l’appuntava sulla pergamena stropicciata, “Vi siete subito messi
d’accordo!”
“Cosa?”, ripeté scettica
Hermione, “Le gardenie sono una mia scelta!”
“Mi dispiace Granger, ma
sono anche una mia scelta”
“Idiota”
“Sei ripetitiva
Granger”, rispose prima di seguirla fuori il negozio, lasciando una Madame Rose
piuttosto sbigottita dalle reazioni di quei due.
***
Di certo quella mattina
di sole, quando Draco aveva aperto gli occhi ghignando al nuovo giorno, non
immaginava di dover affrontare una discussione sui fiori.
Lui aveva sempre
detestato i gigli e non vedeva perché doveva dare messaggi strani alla
presentazione di un nuovo romanzo di una tizia che non aveva mai
visto.
Scegliendo i lilium non
si aspettava di certo che avrebbe trascorso il resto della giornata in compagnia
di una folle emicrania.
“Granger, ormai abbiamo
scelto le gardenie… non credo sia il caso di parlarne ancora!”, disse
stancamente.
“Malfoy, se tu mi
ascoltassi sapresti benissimo che ormai, per me, le gardenie sono un capitolo
chiuso”
“Hai altri
problemi?”
“Il principale sei tu e
dunque non voglio che t’intrometta in campi che non ti competono, intesi?”,
disse fremente, mentre in realtà un organo le suggeriva che dopotutto quel
batticuore non era poi tanto nocivo per la sua salute.
Draco con un colpo di
bacchetta fece apparire le sigarette che aveva dimenticato sulla scrivania e se
ne accese una.
“Se i gigli mi fanno
schifo, ho il sacrosanto diritto di scegliere ciò che più mi
piace!”
“Avresti dovuto
parlarmene!”, ruggì lei.
“E come? Come avrei
potuto visto che non vuoi neanche sentire il mio nome?”, aveva alzato il tono di
voce, e forse era stata la prima volta che lo aveva fatto nella sua
vita.
Hermione sgranò gli
occhi.
“Hai detto che stare con
me ti ripugna, e adesso, se vuoi scusarmi ho alcune faccende da
sbrigare.”
Hai detto che stare con
me ti ripugna.
Parole vere e false al
contempo.
Lo aveva detto, ma non
lo pensava.
Rimase lì a guardare
Draco che si allontanava lungo la via, rimase lì a guardare quel fiume di gente
preso dalla quotidianità e dai suoi problemi.
Rimase lì a guardare ciò
che desiderava.
Rimase
lì.
***
Draco Malfoy avrebbe
dovuto andare dritto di filato nel suo ufficio e ultimare il suo lavoro, ma la
questione fiori aveva prosciugato tutta la sua voglia di tornare a sedersi su
quella sedia attorniato da quelle papere delle sue
assistenti.
La sua integrità era
stata risucchiata da Hermione, e non aveva le forze e la voglia di pensare ad
altro.
Merlino, se
l’amava.
Ma perché doveva essere
tutto così complicato?
E improvvisamente si
ritrovò a pensare alla storia di sesso e d’amore tra Maria Antonietta e Axel von
Fersen.
Era tutto così stramaledettamente vero
che faceva fatica a crederci.
Aveva detto che era una
stronzata pensare che qualcuno potesse innamorarsi e non riuscire più a godere
delle gioie del sesso con altre donne che non fossero lei.
Dovevano essere
stronzate.
Dovevano esserlo per
riuscire a convincerlo di qualcosa in cui non credeva così da poter alleviare il
suo dolore.
E non riusciva a capire
perché amare dovesse fargli così male…
***
Saber non era in casa
quando Hermione si buttò stancamente sul divano.
Era sola quando un
barbagianni planò dentro casa.
La ragazza gli si
avvicinò e prese il rotolo di pergamena che teneva tra le
zampe.
***
Domani assaggeremo i
dolci. Ti aspetto alle 11,00 nel mio ufficio. Draco
Malfoy.
***
Non era un invito. Era
un ordine.
Eccomi con un nuovo
capitolo.
Ma questa storia
continua a piacervi? XDXD
Non vorrei che si
stesse facendo noiosa e che il seguito che ho scelto non vi
piace!Sigh!
Ma lasciando perdere i
miei piagnistei, vi ringrazio di cuore per le magnifiche recensioni che
continuate a lasciarmi! Ma non è che lo fate perché vi sentite in dovere,
vero?
Credo che queste
meravigliose domande me le pongo perché l’estate è finita e il grigiore
dell’inverno sta per abbattersi su tutti noi!
Ehm, ok, è meglio che
vada!
Grazie davvero a
tutti.
Kisses
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Capitolo 29 *** Chocolate and Caramel ***
stars
Blaise Zabini dopo aver
abbandonato l’appartamento di Pansy aveva ben deciso di passare a comprare
qualcosa per la colazione del principe.
Da puntualizzare il
fatto che non lo faceva mica perchè teneva alla situazione alimentare del suo
amico, il vero motivo erano le minacce che gli aveva lanciato senza
pietà.
Adesso ogni ben di
Merlino, era disposto secondo l’apporto energetico nella
dispensa.
“Cos’hai da
fischiettare, Blaise?”, domandò Draco avvicinandosi a lui, mentre si aggiustava
l’asciugamano attaccata in vita.
“Draco, ti rendi conto
che stai bagnando tutto?”, chiese accigliato mentre riscaldava dei cornetti con
l’ausilio della bacchetta.
Lui guardò il suo corpo
gocciolante; “Zab, non so questi i problemi!”, disse continuando a bagnare il
tutto sotto lo sguardo atterrito del povero Blaise.
La colazione luculliana
che aveva preparato, però non vide lo stomaco di Draco, poiché il grande capo,
dopo aver assillato Blaise per giorni sull’importanza della prima colazione,
aveva ben deciso di lasciare il tutto lì a marcire mentre lui si presentava nel
suo ufficio dove avrebbe dovuto strafogarsi di dolci di ogni
genere.
Ovviamente Blaise gli
inveì contro… non era stato messo al corrente della
degustazione.
***
Hermione aveva ben
deciso di alzarsi verso le 9.
Alla fine Draco la
desiderava nel suo ufficio alle 11 e quindi aveva tutto il tempo a disposizione
per valutare le varie tipologie di omicidio.
In lizza al momento
c’erano il veleno immesso in uno dei dolci e una spranga di ferro sulla testa in
un momento piuttosto fortunato.
Niente da poter mettere
in atto…
E così come una zombie
si aggirava per l’appartamento in cerca del giornale, che Saber aveva lasciato
chissà dove, e del caffè.
Il caffè fu trovato al
solito posto, anche perché sarebbe stato davvero strano trovarlo in bagno
intento a farsi una doccia, invece il giornale fu davvero trovato in bagno, ma
fortunatamente non sotto la doccia.
“Vergine: la giornata
potrebbe rivelarsi disastrosa, le stelle consigliano di rimanere a casa a
poltrire evitando contatti con il mondo.”, Hermione sbuffò, e se anche le stelle
le consigliavano di rimanere a casa, allora avrebbe dovuto disdire l’ordine di
Draco.
Ma come
fare?
Era un qualcosa di non
attuabile, e poi lei non aveva mai creduto all’Oroscopo.
Erano solo stronzate, ma
perché quella mattina aveva sentito l’assoluto bisogno di sapere il consiglio
delle stelle?
Lasciò perdere il
giornale, e afferrato spazzolino e dentifricio, cominciò a spazzolare i denti,
almeno la questione Oroscopo era archiviata.
***
Erano le 10,55 quando
Hermione Granger si smaterializzò nell’ufficio del grande capo intento a firmare
delle pergamene.
Il Puff , ovviamente, lo
distrasse.
“Buongiorno Granger,
pronta per fare colazione?”.
“Buongiorno Malfoy, io
sono prontissima”, rispose gioviale, doveva avere la vittoria sulle stelle, era
sempre e solo questione d’orgoglio.
“Perfetto! Il pasticcere
ci attende nel suo laboratorio.”, rispose affabile, riponendo le varie pergamene
in una carpetta.
Hermione seguì ogni suo
gesto con morbosa attenzione. Adorava quel gesticolare, adorava tutto di lui, ogni difetto.
Draco si alzò con
eleganza dalla sua postazione, e un suo gesto per poco non la fece
svenire.
“Cosa?”
“Shhh, Granger… dobbiamo
smaterializzarci.”, un banalissimo baciamano l’aveva pietrificata, mentre lui
ghignava divertito dalla sua espressione.
***
Puff
“Dimmi, perché l’hai
fatto?”
“Cosa?”, chiese lui come
se non sapesse a cosa si riferiva la ragazza.
“A quello”, disse
indicando il dorso della sua mano e le labbra di Draco.
Draco continuò a
ghignare, “Ti riferisci al baciamano?”
Lei
annuì.
“Se ti avessi detto di
darmi la mano per la materializzazione ti saresti sicuramente messa a sbraitare che sono un idiota, ed io non
ho tempo da perdere, Granger”
Una frase che era un
emblema.
Un emblema che rappresentava meravigliosamente ciò che
quasi certamente Hermione avrebbe fatto.
Riusciva sempre a
sorprenderla.
***
“Ti aspetti che ti dica
che il prete ha intrapreso la storia d’amore solo per farsi una sana
scopata?”.
“Stranamente
sì!”
“E se ti dicessi che non
la penso in quel modo?”
“Non ti
crederei!”
“E invece stranamente
penso proprio che il prete fosse innamorato di lei… l’aveva vista
crescere, l’amore era cresciuto passo dopo passo… e forse se si conosce
realmente bene una persona si riesce davvero ad
amare…”
Quella lezione era uno
dei tanti esempi. Era riuscito a sconvolgerla come non
mai.
***
Il laboratorio si
presentava magnificamente, l’odore di cioccolato e cannella era inebriante e ad
Hermione sembrò che la sua mente fosse stata ovattata dallo zucchero
filato.
Una sensazione assurda,
per dirla tutta, ma dolce in maniera inverosimile.
“Hermione ti presento
Blaine Marshall, il pasticcere migliore della Gran Bretagna”, il ragazzo le
strinse la mano, “Blaine, lei è
Hermione Granger”.
“Piacere mio,
Hermione”
Lei si limitò ad un
sorriso che mandò in bestia Draco.
Gelosia
“Blaine, possiamo
iniziare?”
“Certamente”, e
dicendolo li accompagnò in una stanza secondaria tutta bianca ornata solo da
fiori, dove troneggiava un lungo tavolo stracolmo di dolci, “Voi assaggiate, al
termine mi saprete dire quali sono quelli di vostro gradimento.”, una voce
sorprendentemente gentile e uno sguardo dolcissimo accompagnavano quel ragazzo,
mentre Draco le porgeva la prima porzione di creme caramel guarnito con frutti
di bosco.
Un cucchiaio di ogni
dolce era il segreto per riuscire ad assaggiare tutto e rimanere ancora in
vita.
“Cosa ne pensi?”, le
domandò lui.
Hermione arricciò il
naso e poggiò il piattino sul tavolo, “Non so… non mi è mai piaciuto
tanto”.
“Neanche a me”, ammise
lui sorridendo, “Credo sia meglio passare a quella mousse al cioccolato, a
quanto mi ha detto Blaine quella specie di ramoscello è
caramello.”
Gli occhi di Hermione si
ravvivarono; “Ho un debole per il caramello”.
Draco le porse la
mousse, “Lo so”, disse prima di portarsi con un gesto maledettamente sensuale un
cucchiaino di mousse alle labbra.
***
E tra mousse, budini,
pasticcini e torte, anche i vini dolci avevano fatto la loro parte, e dopo solo
trenta minuti la scena aveva dell’incredibile:
Draco Malfoy ed Hermione
Granger sembravano aver dimenticato quella burrascosa ultima sera ad
Hogwarts.
Sembrava che si stessero
conoscendo quel giorno per la prima volta nella loro vita.
Era come se mai niente
fosse esistito: nessun pugno in pieno viso, nessun incantesimo per
l’allungamento dei denti, nessun furetto e nessuna mezzosangue nel loro passato,
solo un paio di dolci nel loro presente… e un possibile ritorno d’astio nel loro
futuro.
“Preferisci questa cosa
verde o quella rossa?”, chiese Draco mentre si avvicinava a lei con quelle due
cose mollicce.
Lei bevve un altro sorso
di champagne.
“Quella verde fa
ribrezzo… meglio quella rossa!”
Erano visibilmente
brilli.
“Ma quella rossa sembra
sangue:”, protestò lui.
“E quella verde sembra
muco.”, ribattè lei immergendo l’indice nella cosa gelatinosa rossa e
portandoglielo alla bocca.
Un gesto quasi normale,
che se fossero stati sobri avrebbero aggiunto alla lista delle cose sconce che
avrebbero potuto nuocere all’integrità morale.
Integrità morale non si
sa bene di chi, ma tra loro due anche il minimo contatto poteva essere immorale…
o almeno lo era diventato dopo quella sera.
Maledetta
sera
Quel gesto scatenò in
Draco mille sensazione, in cima vi era la voglia di
baciarla.
La avvicinò a sé, e si
perse nel luccichio dei suoi occhi, lei probabilmente grazie a quei vini non
connetteva più tanto bene, ma lui sì, ed erano quella labbra l’ultimo dolce che
avrebbe voluto assaggiare.
La strinse a sé, ormai i
respiri si confondevano, le labbra quasi si toccavano, avvertiva quasi il suo
sapore.
Sarebbe bastato un
istante…
***
Un gufo planò giusto in
quel istante sulle loro teste.
Maledetto
volatile
“Sembra
Gigi”
“Gigi?”, chiese
perplesso Draco, mentre faceva ingozzare quello stupido pennuto di budini verdi
e rossi nella speranza che tirasse le cuoia.
Quel pennuto doveva
morire, aveva distrutto un momento.
Ma forse era meglio
così, non voleva prendersi gioco o approfittare di Hermione visto il momentaneo
senso di annebbiamento.
“Il gufo di
Zepphyrus”
E quel uomo sembrava
mandato dal cielo.
“Cosa dice?”, chiese
lei.
Draco lesse velocemente
con lo sguardo, “Niente di particolare, voleva solo farci sapere che è arrivato
in Francia e che sua moglie sta bene.”
“Meglio così”, disse lei
sorridente, mentre il suo viso si illuminava alla vista di un pasticcino che era
sfuggito al suo giudizio.
Simona
I guess it's over My memory plays our tune The same old
song
So che la canzone di James
Blunt non c’entra un fico secco, ma siccome non faccio altro che ascoltarla…
beh, ok… non v’importa!
Grazie a fedefun ho saputo che
i personaggi si muovono a rilento, e mi dispiace parecchio, ma per l’andamento
della storia ne ho bisogno, altrimenti la fine sarebbe il prossimo capitolo…
sigh!
A parte ciò, spero che nessuno
detesti Zepphyrus per la sua tempestività XD
Inoltre ringrazio coloro che
hanno recensito e scusatemi se ogni tanto me ne esco con domande
esistenziali.
Perdonatemi.
Grazie a: Dark_angel, meli_mao,
Herm90, Chaosreborn_the_Sad, London, Mal, Checie, Erin, redRon, marygenoana,
piperina, cleo88, gypsy_rose90, mars, MartyViper, LucyLight e
fedefun.
Ho anche notato che siete
stanchi d ripetermi che sono bravissima, ( e non credo di meritarmi tale
complimento), quindi potete benissimo parlare di quello che volete, purchè lo
facciate, perché sono le vostre parole che mi danno la voglia di
scrivereJJJ
Kisses
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Capitolo 30 *** What do you want, Granger? ***
what
Hermione Granger quella
mattina si era ritrovata nel suo letto e non sapeva come.
Si svegliò con un forte
mal di testa e credette di essere uscita pazza quando i suoi occhi incrociarono
Saber intenta a piroettare in compagnia di una scopa.
“Saber?”
“Oh Hermione, credevo
fossi morta!”, le disse preoccupata lasciando cozzare la scopa contro uno dei
pezzi più importanti della loro mobilia, ed Hermione rimase un po’ sconvolta da
cotanta apprensione; solo cinque secondi prima stava piroettando con una scopa e
sembrava elettrizzata.
“Che ore
sono?”
“Tra circa due ore ti
aspetta quel gran figo biondo”
“Due ore? Figo biondo?
Come fai a conoscerlo?”
“Non è che lo conosco,
mi ha solo detto che eri ubriaca e che ti voleva nel suo ufficio alle nove!”,
rispose lei sorridendole.
Hermione si toccò la
fronte.
“Ero
ubriaca?”
“Sì, la scena mi ha
sconvolta! Lui si è materializzato in casa nostra con te tra le braccia e… sai
Hermione hai iniziato a sparare cazzate a vanvera… e, insomma… ti ha messo a
letto e se n’è andato.”
Hermione si schiarì la
voce nel tentativo di schiarirsi anche le idee.
Sospirò un po’ troppo
rumorosamente; “Sospirerei anche io così, se conoscessi un ragazzo terribilmente
affascinante.”, si perse inevitabilmente nei suoi pensieri di ragazza
perennemente innamorata, “Mi chiedo come non hai ancora potuto combinarci
niente. Che spreco!”
“A dire il vero era il
mio ragazzo ad Hogwarts”, ammise diventando rossa e nascondendo la testa sotto
al cuscino.
Saber le fece il
solletico, “E dimmi, perché vi siete lasciati?”
“Perché mi amava
troppo”, il tono s’era fatto malinconico, e Saber capì che era una ferita ancora
aperta.
“Ok, non voglio
indagare.”, le posò un lieve bacio sulla fronte e le tirò un cuscino di sopra,
“Adesso vai a fare colazione, ho comprato le ciambelle!”, disse festante, ma
Hermione a quella parola scappò per il bagno a vomitare, non era pronta per
ingerire altri dolci.
***
La vita dell’uomo è
sempre soggetta a cambiamenti.
Quella di Draco Malfoy
no.
Quando le sue iridi
vennero baciate dal sole si accorse che in cucina vi era un po’ troppo rumore
che Blaise, da solo, non avrebbe mai potuto procurare.
Nemmeno se si fosse
messo d’impegno…
Assonnato come non mai
decise di andare ad uccidere il tenero Blaise Zabini e rendere Pansy vedova
prima del tempo.
La vita dell’uomo è
sempre soggetta a cambiamenti.
Quella di Draco Malfoy
no.
Alla fine Blaise era
riuscito a dar vita a tutto quel rumore con l’aiuto di
nessuno.
“Blaise, cosa stai
combinando?”
“Ti ho forse
svegliato?”
“Forse”, rispose quello
imbronciato.
Era meglio lasciare il
privilegio del dubbio.
***
“Su Granger,
illuminami!”
“Su cosa dovrei
illuminarti, Malfoy?”
“Se sei qui, ci sarà un
perché…”
“Hai detto alla mia
coinquilina di presentarmi nel tuo ufficio alle 9, sono le 9 e tu sei qui e
sembri aver perso parte della memoria!”
“Coinquilina?”
Hermione
annuì.
“Ah sì, ora ricordo!
Quella deliziosa biondina in shorts!”
“Il solito maniaco!”,
asserì la ragazza mostrando un po’ di nervosismo.
“Si vede con qualcuno?”,
domandò lui mostrando interesse per Saber.
Saber era libera come il
vento, ma non lo avrebbe di certo detto a quel idiota di
Malfoy.
Saber era sua amica e
non avrebbe mai permesso che soffrisse a causa del
biondino.
“Sì, sta per
sposarsi!”
L’aveva sparata davvero
grossa.
“Sposarsi?”, domandò
Draco incredulo.
“Già, tra due
settimane!”
Draco non disse nulla.
Anche se aveva il sospetto fondato che Saber la deliziosa biondina non dovesse
sposarsi con nessuno.
“Granger, sono lieto di
informarti che oggi potrai dedicarti da sola all’organizzazione per quel
meraviglioso romanzo che pubblicizzeremo, contenta?”, il tono che usò fece
innervosire Hermione.
Draco l’aveva trattata
come una ragazzina immatura che finalmente aveva ottenuto ciò che voleva. E
questo, non le andava giù…
“Sei impazzito,
Malfoy?”
“Io davvero non ti
capisco. Non volevi che m’impicciassi e adesso che io preferisco stare nel mio
ufficio, tu ti lamenti?”
Hermione
sospirò.
Draco con quelle parole
aveva ragione e lei non aveva abbastanza elementi per sostenere il fatto che lui
stava farneticando.
“Cosa stai leggendo?”,
domandò senza coordinare le parole con il cervello, vedendo che Draco aveva
iniziato a leggere un libro dalla copertina insolitamente
famigliare.
Lui guardò il libro,
“Non ti interessa”, rispose.
“Sei sempre così
acido?”
“E’ un trattamento
speciale che riservo solo a te”
Non sapeva più cosa dire
ma non gliel’avrebbe data vinta.
Lui voleva leggere quel
maledetto libro, lei non gliel’avrebbe permesso così
facilmente.
“Malfoy, alla fine che
dolci abbiamo scelto ieri?”, arrossì leggermente.
Lo sguardo di lui s’era
fatto beffardo e il ghigno divertito su quelle labbra volevano dire solo una
cosa: la scena di lei ubriaca lo aveva divertito in maniera
esagerata.
“Io ho optato per quei
deliziosi pasticcini al limone”
“Pasticcini al limone?
Sai che odio le cose al limone… hai chiesto la mia approvazione?”,
domandò.
Draco abbandonò il libro
sulla scrivania e si alzò in piedi.
“Certamente, e tu mi hai
risposto dicendo che anche tu volevi sposare un limone, quindi dopo questa
sparata ne ho dedotto che quei pasticcini andassero bene”
Sì, si stava
divertendo!
Hermione cercò di
ricordare cosa era accaduto il giorno prima in quel laboratorio di dolci dove
aveva conosciuto Blaine Marshall, ma solo poche immagini sbiadite le balenarono
in testa lasciandola solo ancora più confusa.
“Ricordo che mi era
piaciuta una mousse al cioccolato”
“Oh sì, Granger! C’era
anche quel decorativo ramoscello di caramello”
Gli occhi di Hermione
sorrisero, “Esattamente! Perché non hai preferito quelli?”, domandò
incuriosita.
Draco roteò leggermente
gli occhi, “Perché piacciono a te!”
“Non è una risposta!”,
ribattè lei adesso inviperita dal comportamento scocciante del ragazzo che le
sedeva di fronte.
“E la tua non è una
domanda che non merita una risposta soddisfacente! Ti basti sapere che limoni
saranno e non sarai tu a farmi cambiare idea!”
Hermione era furiosa e
irritata, ma lui sembrava non accorgersene.
Avrebbe voluto
vomitargli addosso tutto il suo disappunto e milioni di domande che le
gironzolavano in testa a piede libero senza nessuna logica
spazio-temporale.
“Draco…”, le costò tanto
dire quel nome, “Draco… perché ti comporti così?”
“Come dovrei comportami,
Hermione?”, domandò stancamente.
“Come prima”, rispose
lei flebilmente chinando il capo, rendendosi conto che non sapeva a quale prima
volesse che tornasse.
“Vuoi che torni a
chiamarti Mezzosangue?”
Cosa
voleva?
Voleva che tornasse a
prendersi gioco delle sue origini?
Voleva che tornasse a
batti-beccare sui romanzi?
Voleva che tornasse ad
abbracciarla?
Puff
“Cosa ci fai qui,
David?”
David Urquhart era
piombato nell’ufficio di Draco con aria palesemente
sconvolta.
“Draco, ho assoluto
bisogno del tuo aiuto!”, disse piagnucolando inginocchiandosi ai piedi
dell’amico cercando di attirare l’attenzione tirandogli con veemenza i
pantaloni.
Hermione si lasciò
scappare un risolino.
“Qual è il problema?”,
domandò Draco stancamente, cercando di staccare il suo amico dai suoi preziosi
pantaloni.
“Cassidy”, rispose
quello, mentre Draco lo alzava di peso e lo gettava come spazzatura sulla
sedia.
“Cassidy per te è sempre
stata un problema, perché non la lasci una volta per
tutte?”
Hermione rizzò le
orecchie, dopotutto poteva diventare una discussione
interessante.
“A dire il vero non lo
so”, fece pensieroso.
Draco
sbuffò.
“Ma comunque non è
questo il problema!”
“Ah no? Avevo sentito
che il problema era Cassidy!”
David si arruffò i
capelli, era più confuso di prima e forse invece di andare dal cinico Draco
Malfoy sarebbe stato meglio rivolgersi a Blaise o Adrian, Theodore era fuori
discussione poiché gli avrebbe offerto una sigaretta e sarebbe rimasto lì tutta
la notte dimenticandosi del problema iniziale.
“Cassidy vuole conoscere
i miei genitori.”
“E dove sta il
problema?”, domandò scocciato Draco facendo a pezzi alcuni
fogli.
“Draco, i miei odiano
Cassidy. Credono che sia immatura e superficiale”
Hermione trattenne le
risate con una gran forza di volontà.
I signori Urquhart avevano azzeccato in
pieno la profonda personalità di quella che sembrava essere una bambolina di
porcellana.
“Hanno ragione”, ammise
blando lui, continuando la sua opera di distruzione.
La mascella di David non
potè far altro che toccare il pavimento.
“Mi aiuterai nonostante
la considerazione che hai di lei?”, domandò speranzoso.
“Ok”, rispose
laconico.
David gioì ed Hermione
afferrò una carpetta che aveva abbandonato sulla scrivania di
Draco.
“Ci vediamo domani”,
annunciò prendendo la carpetta, ma Draco fu più veloce e le strinse il
polso.
“Dove credi di andare?”,
disse un po’ troppo ferocemente.
“A svolgere il mio
lavoro di organizzatrice?”, domandò retoricamente.
“Granger, mi servi per
attuare l’incontro tra Cassidy e i suoi genitori!”
Hermione e David
stentarono a credere a ciò che avevano percepito le loro
orecchie.
“Devo fingere di essere
Cassidy?”, chiese divertita.
“Sarai sua
cugina”
“E a quale scopo? Io sto
con Cassidy, non con la cugina!”, ci tenne a precisare
David.
Lo sguardo di Hermione
sostenne il ragazzo, ma Draco sembrava non ascoltarli.
“David, hai chiesto il
mio aiuto?”
“Sì”
“Perfetto. Domani
prenderemo il tè con i tuoi genitori, David.”
David
deglutì.
La parola di Draco era
indiscutibile.
Sono un’idiota senza
speranza, avevo postato il capitolo successivo a questo che ancora deve essere
riveduto e corretto!
Me
sbadata!
Questo è il sonno e
dovrei davvero andare a schiacciare un sonnellino prima della notte insonne che
mi attende con i miei amici.
Quindi vado ad
abbracciare il mio cuscino, e ringrazio chi ha commentato, chi ha solo letto e
177 che hanno questa storia tra i preferiti.
Grazie
mille.
Ah, guardate che la
proposta di parlare di quello che più preferite è ancora valida.
Possiamo iniziare col
dirmi che tempo fa nella vostra regione XD.
kIsSeS
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Capitolo 31 *** Air of Marriage ***
air
“Gardenie, pasticcini al
limone e mousse al cioccolato e caramello…”
“Parli da sola,
Hermione?”
Harry Potter e Ronald
Weasley si erano materializzati nel suo appartamento e stavano già facendo
razzia di cibo.
Hermione si massaggiò
lentamente la fronte.
“No, è solo
lavoro!”
“Bello!”, esclamò Ron
ingozzandosi di patatine al formaggio.
Hermione lo lasciò
perdere e li condusse in cucina, dove si attuò per preparare un pranzo almeno un
po’ decente.
***
Dopo tre giganteschi
panini imbottiti di tutto, Ron era crollato sul divano facendo zapping alla TV
e, Harry aveva ben deciso di andare a trovare Ginny visto il pomeriggio libero e
lontano dal suo squallido ufficio al Ministero.
“Harry, io dovrei
andare… di Ron che ne faccio?”
“Lascialo lì. Quando si
renderà conto di non essere a casa sua sloggerà!”, rispose saggiamente prima di
abbandonare l’appartamento della sua migliore amica.
Così, Hermione fece
tesoro del consiglio di Harry, e presa la giacca e la borsa si presentò a casa
Malfoy/Zabini per affinare il piano.
Avrebbe di gran lunga
preferito lavorare.
***
Blaise e David erano
svaccati sui divani, che Draco considerava come figli, e stavano fumandosi
qualche sigaretta ricordando i bei tempi andati di Hogwarts dove la loro unica
preoccupazione era rendere la vita un inferno ai
Grifondoro.
“Se potessi tornare
indietro non dichiarerei amore eterno a Cassidy…”, sussurrò abbattuto David
ciccando nel posacenere di cristallo che il padre di Blaise gli aveva portato da
Murano.
“Se potessi tornare
indietro giocherei a Quidditch…”, ammise Blaise mettendosi più comodo sul
divano.
“Se potessi tornare
indietro non vi vorrei come amici!”, tuonò Draco prima di schiantarli al muro e
vedere se i suoi divani s’erano fatti
qualcosa.
“Sei impazzito, Draco?”,
domandò Blaise massaggiandosi testa e fondoschiena.
“Sapete perfettamente
quanto valgono questi divani!”
David scosse la testa, “
Non te lo vorrei dire, Draco, ma le goccioline che cadono dal tuo corpo scolpito
stanno cadendo sulla pelle dei tuoi preziosissimi divani… e come ben sai l’acqua
potrebbe macchiarli”,disse, mentre Draco si malediceva e il campanello
dell’appartamento suonava.
Blaise e David s’erano
volatilizzati.
Aprì la porta senza
interessarsi minimamente a chi potesse esserci aldilà della soglia di casa
sua.
Hermione era intenta a
saltellare su una gamba sola per cercare di sistemare la decolleté che le stava
iniziando a dare fastidio.
“Granger?”, il tono
incuriosito di Draco le fece alzare lo sguardo e non riuscì a staccarsi da
quella visione praticamente perfetta che non aveva il piacere di osservare dalla
mattina del fatidico ballo ad Hogwarts.
“Sono in anticipo,
forse?”, domandò mentre Draco le faceva segno di
accomodarsi.
“No, per niente. Adesso
vado a vestirmi, tu fai come se fossi a casa tua.”
Hermione sorrise e
sembrava tutto troppo strano poiché fino al giorno prima i comportamenti di
Draco Malfoy erano completamente diversi e molto meno
gentili.
***
David e Blaise
probabilmente erano morti.
Draco tardava
nell’arrivare e Hermione aveva trovato sotto uno dei cuscini del divano un libro
ed era rimasta folgorata dal titolo: Qual è l’indirizzo
dell’amore?
Sapeva che apparteneva a
Draco e che probabilmente lo stava rileggendo, solo che le sarebbe piaciuto
sapere il perché.
Improvvisamente qualcuno
suonò al campanello e come uscito dal nulla Draco andò ad aprire trovandosi
davanti Cassidy ,nel suo golfino rosa abbinato alla borsa, che Draco avrebbe
tanto voluto bruciare.
“Ciao Draco”, salutò
baciandolo sulle guance.
“Cassidy”, rispose lui
laconico.
Hermione si alzò dal
divano e la andò a salutare, mentre Draco andava a cercare quei due idioti dei
suoi amici.
***
“In poche parole
Hermione deve fingere di essere la cugina di Cassidy e conquistarli con il suo
cervello cosicché i miei genitori si bevano che Cassidy è una ragazza seria?”,
riassunse David mandando giù un bicchiere di Whisky Incendiario nella speranza
che l’alcol riuscisse a fargli reggere quel pomeriggio
massacrante.
“Esattamente”
“E tu a che servi,
Draco?”, chiese Blaise mentre si dava da fare per preparare la cenetta romantica
per Pansy.
“Ovviamente i signori
Urquhart mi adorano e se fingiamo un matrimonio tra me e la fantomatica cugina,
loro non potranno che volere il matrimonio tra Cassidy e David.”, spiegò
soddisfatto abbandonandosi al suo divano.
“Sembra un piano
fantastico!”, si ritrovò ad ammettere David, e senza che Cassidy avesse capito
qualcosa si materializzarono a: Urquhart Manor.
***
Il Maniero degli
Urquhart era come tutti i manieri delle famiglie Purosangue: tetro.
Furono accolti da un
elfo domestico, ed Hermione dovette ficcarsi le unghie nel palmo della mano per
evitare di dire peste e corna sui Purosangue, e furono ricevuti da mamma e papà
Urquhart.
Hermione fu presentata
con il nome di: Meredith Gordon.
Il salone sfoggiava una
tappezzeria piuttosto tetra accompagnata da sinistri tendaggi piuttosto pesanti
che trasmettevano grigiore.
Draco e David stavano
già discutendo del più e del meno con i padroni di casa quando Hermione si sentì
tirata in ballo, iniziava la recita.
“Quindi vi sposerete?”,
domandò cortesemente la signora.
Draco sfoggiò il suo
sorriso migliore mentre la sua mano si intrecciava a quella di
lei.
Inevitabilmente Hermione
arrossì e la signora la trovò così innamorata che il suo cuore di ghiaccio non
potè far altro che sciogliersi alla vista di due ragazzi così pieni d’amore
l’uno per l’altra.
“Oh sì, tra circa un
mese”, rispose garbatamente Hermione.
“Lavori al Ministero?”,
domandò il padre.
“Sì, all’ufficio per i
giochi e sport magici insieme a mia cugina Cassidy”, era stato tutto progettato
per far apparire quel lavoro come il mestiere più appagante e interessante che
potesse esistere.
“Ed è
soddisfacente?”
“Non avrei potuto
desiderare di meglio! Lo sport è importante, è una disciplina completa che se
portata a termine col giusto impegno può fornire delle solide
basi”
I signori Urquhart erano
estasiati, e dire che avevano sempre pensato che Cassidy fosse un’idiota come lo
era ogni membro della sua nobilissima famiglia.
Il signor Urquhart fece
scivolare gli occhiali in osso di drago sulla punta del naso, un po’ incerto a
proposito di questo imminente matrimonio.
“E siete davvero sicuri
di volervi sposare?”
Hermione stava per
rispondere, ma Draco fu più veloce, e cingendole le spalle si accinse a parlare;
“Stiamo insieme dal sesto anno ad Hogwarts e la amo più di prima”. Si guardarono
e si sorrisero.
Sto recitando.
Continuavano a ripetersi
nelle loro testoline annebbiate da quel semplice gesto che vedeva le loro dita
intrecciate come lo erano state parecchie volte.
“Sesto anno ad Hogwarts?
Ma è magnifico!”, esultò la donna.
“Madre,a proposito di questo…”, iniziò David,
“…volevo dirvi che anche io e Cassidy vorremmo sposarci”
La donna, a quella
rivelazione, ebbe un principio di mancamento.
“Tu e Cassidy?”, chiese
titubante mentre una strana smorfia, rassomigliante al disgusto, si dipingeva
sul suo viso esageratamente truccato.
“Sì, madre. Anche io e
Cassidy ci amiamo dal sesto anno”, David cercò di agganciarsi al discorso
sperando vivamente che non gli lanciasse uno di quei vasi cinesi decantati tanto
nel mondo magico cinese.
“E allora?”, domandò
accigliata.
“Madre… non capisco
perché l’unione tra Draco e Meredith sia da voi vista di buon occhio mentre
quella mia con Cassidy…”
La discussione stava
prendendo una brutta piega, e per quanto Hermione avesse dato una buona
intenzione, probabilmente i signori Urquhart detestavano solo Cassidy e non gli
altri componenti della sua nobilissima famiglia.
Draco, dopo aver
sorseggiato il suo Chardonnay, cercò di riprendere in mano le redini della
situazione assurda che s’era venuta a creare, poi però si guardò intorno e si
disse che non c’era più nulla da fare e che Hermione doveva procedere con
l’organizzazione, quindi era meglio levare le tende.
Si alzò in piedi
continuando a tenerla per mano.
“Andate già
via?”
“Siamo davvero
dispiaciuti, ma Meredith ed io abbiamo degli impegni improrogabili”, annunciò
garbatamente mentre David lo guardava spaurito.
I convenevoli erano
sempre stati snervanti, ma un’ultima frase fece capire a David che dopotutto
Draco gli voleva davvero bene anche se aveva uno strano modo di dimostrarlo:
“Darebbe la vita per lei, meglio un matrimonio che un funerale”, disse ai
padroni di casa quasi in un sussurro, prima di imboccare l’uscita e
materializzarsi alla gelateria Fortebraccio.
########
Eccomi con il capitolo
a Urquhart Manor, come avrete di certo capito è un capitolo di transizione che
reputo abbastanza importante per via di ciò che accadrà nel prossimo
capitolo.
Inoltre, vi annuncio
che credo che alla fine della storia manchino più o meno 3 capitoli, tutto
dipende dalla mia logorrea e improvvisi colpi di genio.
Nonostante il capitolo
sia piuttosto corto, spero comunque che sia stato di vostro
gradimento.
Ringrazio coloro che mi
hanno detto che tempo faceva nella loro regione, e finalmente dopo due giorni di
diluvio posso anch’io dirvi che si muore di caldo.
Ma a dirla tutta non so
se è un bene XD
Vorrei potermi
collegare ad un qualche discorso, ma dato che i miei sono partiti, la casa è
nelle mie mani ed è mio dovere non farla marcire XD.
Grazie di cuore a
tutti, e soprattutto grazie per la vostra pazienza.
Kisses
|
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Capitolo 32 *** Lesson number ten: Better using the past? ***
ten
Era quasi il tramonto
quando Draco ed Hermione si materializzarono ancora mano nella
mano.
Draco avanzava
indisturbato verso Florian ed Hermione si ritrovò a seguirlo, visto che la presa
era piuttosto salda e lui sembrava essersi dimenticato di lasciarle la
mano.
“Dra…”, rinsavì
immediatamente e cercò di coprire l’inizio del nome con finti colpi di tosse
che, ovviamente, lo fecero voltare.
“Tutto bene?”, domandò
allarmato.
“Oh sì! Senti, potresti
lasciarmi la mano?”, domandò garbatamente e cercando anche di non far trapelare
ciò che le stava accadendo all’altezza del petto.
L’imbarazzo lo avvolse
col suo manto, non si era davvero reso conto di stringere quella mano nella sua,
e con molta probabilità era così folle la voglia di farlo che forse gli sembrava
tutto frutto della sua testa malata.
***
Una gigantesca granita
alla menta e un inverosimile coppa stracolma di gelato vaniglia e caramello si
ergevano sul piccolo tavolino di vimini.
“Mancano semplicemente
il rinfresco e la musica… a dire il vero la musica è il mio problema.”, ammise
Hermione sconsolata.
“Stando al fatto che gli
inviti sono già stati mandati, i dolci, i vini e i fiori sono stati scelti…
l’unica tua preoccupazione sono gli stuzzichini.”
Hermione assaporò
l’ennesimo cucchiaino di gelato, “A dire il vero, ciò che mi preoccupa
maggiormente è la musica… a chi potrei rivolgermi?Celestina? Gli
Unbalanced?”
E fu un
istante.
Non che le canzoni di
quello strano gruppo avessero fatto da colonna sonora al loro amore
adolescenziale, ma in qualche modo erano legati a dei ricordi, ai ricordi di una
sera. La sera.
“Non dovrai ingaggiare
neanche le Sorelle Stravagarie, tranquilla! La stessa Cathie Bardam mi ha fatto
pervenire, via gufo, la sua preferenza musicale e tu non devi preoccuparti di
nulla”.
Hermione trasse un
sospiro di sollievo e un po’ più felice continuò a mangiare la sua coppa di
gelato dalle dimensioni esagerate.
***
Era tutto troppo
strano.
Draco sembrava essere di
buonumore e ad Hermione faceva uno strano effetto.
Il giorno prima sembrava
che il nervosismo si fosse personificato in lui, e le altre volte in cui era
stata costretta dal lavoro a stargli accanto non aveva mai avvertito nessuna
sensazione di tranquillità, e di sicuro lui non aveva fatto nulla per metterla a
suo agio.
Con molta probabilità il
fingere di sposarsi con la fantomatica Meredith Gordon gli aveva rilassato i
nervi facendogli dimenticare un bel paio di cose.
Draco intanto
giocherellava con la cannuccia.
Erano avvolti dal
silenzio, ma stranamente non sembrava essere imbarazzante.
Non lo era per
niente.
“Come mai stai
rileggendo: Qual è l’indirizzo dell’amore?”, chiese lei a bruciapelo facendogli
andare di traverso la granita.
“Perché ti interessa
tanto?”, domandò lui a sua volta dopo essersi ripreso.
Hermione si portò una
ciocca di capelli dietro l’orecchio e prese a giocherellare con alcuni
tovaglioli incantati; “Non hai risposto!”, ribattè serafica incatenando il suo
sguardo incandescente a quello di Draco.
“Lo vuoi davvero
sapere?”
“Sì”
“E’ l’unico libro
superstite”, ammise tristemente.
“In che senso?”, chiese
curiosa.
“Blaise non trovando le
bacchette ha ben deciso di accendere il camino usando tutti i libri che
possedevo!”
Hermione, a quella
rivelazione, riuscì a trattenere a stento le risate immaginandosi quel ipotetica
scena per cui Draco era rimasto senza libri se non quello di una stupida storia
d’amore tra due idioti.
“Ovviamente, Granger, la
sto rileggendo per non trovarmi impreparato davanti a Cathie Bardam, e più lo
leggo, più quei due mi sembrano degli idioti”
Improvvisamente Hermione
prese ad applaudire, “Cosa stai facendo?”, domandò lui leggermente perplesso dal
gesto della ragazza.
“Sai Malfoy, è strano
sentire che sono solo due idioti e lei non è una puttana!”
“Suvvia Granger, Sharon
è la tipica ragazza idiota che non riesce a vedere le cose
ovvie”
Hermione assunse un’aria
pensierosa. Fintamente
pensierosa.
“Alla lezione della
Romance ti chiesi come mai non pensavi a Trevor come un insulso sentimentale e
tu rispondesti dicendo che non avevi abbastanza elementi per giudicarlo…adesso
ne hai?”
Una domanda a cui aveva
sempre voluto una risposta da lui.
Intanto qualcosa si
smuoveva nelle viscere del ragazzo e l’unica soluzione che riuscì a trovare fu
quella di accendersi una sigaretta.
“Forse qualcuno in
più.”, concesse lui.
“E sarebbe?”, incalzò
lei più curiosa che mai.
“Si innamora di un
sorriso e se ben ricordi a quella lezione mostrai il mio
disappunto…”
Hermione sorrise,
“Ricordo benissimo! Secondo te è patetico che qualcuno si innamori di un
sorriso”
Draco chinò il capo
sentendosi colpevole, “Era”, aggiunse in un sussurro.
“Era?”, ripeté lei non
capendo.
Aspirò una boccata dalla
sigaretta; “Era patetico. Non posso più sostenere quella convinzione con
ardore”
“E perché?”, domandò non
prima di accorgersi della domanda totalmente idiota.
L’unica cosa da fare era
mordersi la lingua e ripetersi che era un’idiota senza
scuse.
“Lo sai… il
perché.”
Hermione si sentì
morire.
“Tu non credi che Sharon
e Trevor siano due idioti?”, domandò lui non percependo il dolore interiore
della ragazza.
“Concordo con te nel
dire che lei è più stupida perché non vede le cose ovvie, però anche lui
sbaglia.”
“E in
cosa?”
“Lui è orgoglioso e la
ama con tutto se stesso, non capisco perché non glielo dice immediatamente… non
ha senso!”
“Il senso ce l’ha,
invece.”, Hermione lo invitò a proseguire con lo sguardo, “Se Trevor non fa il
primo passo è perché ha paura di Sharon”
Hermione arricciò il
nasino, perplessa.
“Ma lui la ama, non ha
paura!”, sostenne con ardore.
Draco ghignò divertito,
“Non sto di certo dicendo che la vede come un orco, ha paura della reazione di
Sharon perché è lui il primo ad avere problemi con i suoi
sentimenti…”
Hermione rimase a bocca
aperta davanti all’analisi dettagliata che Draco aveva fatto di Trevor, e si
congratulò mentalmente con se stessa per essere riuscita, durante le lezioni
della Romance, a fargli esplorare il lato umano e psicologico dei protagonisti
dei romanzi che lui odiava tanto leggere.
Aveva portato a termine
la missione: Liberiamo i Purosangue
dagli stereotipi.
“… e scopre qual è
l’indirizzo dell'’amore.”, aggiunse lei.
“Già”
“Continui a sostenere
che non esiste?”
“Continuo a sostenere
che l’amore non ha un indirizzo, ma esiste!”
Un lampo illuminò il
cielo susseguito immediatamente da un tuono che sembrò squarciare sia il cielo
che la terra.
“Ed io che volevo andare
a fare footing questa sera”, ammise tristemente Hermione mentre una fitta
pioggia scendeva dal cielo.
“Dovrai rimandare”,
disse ridacchiando Draco.
“C’è una cosa che non
capisco.”
“Cosa?”
“Perché stiamo sotto la
pioggia invece di metterci al riparo?”, domandò mentre la pioggia diventava
sempre più forte.
“Io amo stare sotto la
pioggia, ma tu?”,
L’aveva di nuovo presa
in contropiede.
“Cercavo un compagno per
fare footing”, disse sorridente
mentre cercava di sistemare i capelli bagnati e appiccicaticci sul volto che le
impedivano la vista.
“Io posso solo proporti
una passeggiata verso l’ufficio”.
E’ così, come due idioti, iniziarono a passeggiare sotto
la pioggia incuranti di prendersi la febbre o la
broncopolmonite.
***
Passeggiavano ancora,
incuranti della pioggia che sembrava non voler diminuire la sua forza. Non
parlavano di qualcosa in particolare… straparlavano, sperando che l’altro
credesse alla boiata che la pioggia gli avesse allagato la scatola
cranica.
“Questa è casa mia”,
annunciò poco dopo Hermione.
Draco scostò i capelli
bagnati dal viso, “Lo so, Granger.”, disse sorridendo.
“Come fai a saperlo?”,
domandò lei un po’ perplessa non ricordandosi in quale occasione Draco aveva
avuto il piacere di andare a casa sua visti i rapporti.
“Quando ti sei presa
quella deliziosa sbornia!”
Hermione arrossì di
brutto e pregò affinché l’oscurità della sera la coprisse da quegli occhi alle
volte indiscreti.
“Imbarazzata?”, domandò
avvicinandosi a lei mentre sulle labbra di lei nasceva un delizioso sorriso
realmente imbarazzato.
La pioggia continuava a
scendere imperterrita mentre l’odore di terriccio bagnato si disperdeva
nell’aria conquistando i sensi dei passanti che frettolosamente cercavano di
mettersi al riparo; Hermione avvertiva un susseguirsi di brividi caldi lungo la
schiena e si disse che probabilmente era un principio di
febbre.
“Credo che… sia meglio
che entri in casa, non vorrei che l’organizzatrice d’eventi si buscasse un
malanno e mi lasciasse nella melma.”
“Non succederà”, disse
lei flebilmente.
Erano così vicini che
Hermione percepì il respiro di Draco mischiato all’odore della pioggia, agognava
da mesi un contatto con quelle dolcissime labbra che sapevano trasportarla
lontano, solo che fu solo una dolce illusione, poiché la bocca di Draco slittò
sulla sua guancia bagnata facendole avvertire un brivido ghiacciato lungo la
spina dorsale.
“’Notte Granger”,
sussurrò al suo orecchio.
“’Notte Malfoy”,
rispose, prima di voltarsi e inserire la piccola chiave nella serratura della
porta d’ingresso.
***
La chiave girò nella
serratura mentre Hermione scuoteva la testolina e sorrideva finalmente realmente
felice.
E in cuor suo sapeva che
anche il ragazzo che le dava le spalle e affrontava a testa alta quella pioggia
impetuosa, sorrideva.
Draco Malfoy
sorrideva.
Niente più Hogwarts, ma
davanti ad un gelato di Florian Fortebraccio non si può non inscenare una
lezione con la RomanceJ
Ho postato alla velocità
della luce sperando che questo capitolo vi sia piaciuto e che non era meglio che
li facevo litigare di brutto…
Alla fine manca davvero
pochissimo, un litigio non sistemerebbe le cose.
Ringrazio coloro che
hanno recensito:
Lucy Light: Manca
davvero poco e non scherzo! La casa va per i fatti suoi anche se tento di dare
una parvenza d’ordine! Non so come ciò sia possibile!
Per il matrimonio… beh,
poveretti! Se sono due idioti, l’autrice che può farci?
XDXD
meli_mao: L’ultimo
capitolo si avvicina sempre più… ed io ne sentirò la mancanza, perché ormai amo
questa storia e mi dispiace davvero tanto ultimarla, ma in qualche modo sta
storia doveva trovare una fineJ
cleo88: E’ stato un
aggiornamento abbastanza vicino? Credo proprio di sì!
Siete tutti davvero
adorabili, visto che questi due ci stanno arrivando con troppa lentezza
all’ovvia verità!XD
AuraD: Devono pur
convincersi che non sono idioti come Sharon e Trevor,
no?
Poveri sciocchi, parlano
tanto ma non sanno che Sharon e Trevor sono praticamente loroJ Dovrei
spiegarglielo…
Marygenoana: Eh già…
almeno stanno iniziando a vedere l’uscita del tunnelJ
Lilyblack: Ti capisco,
anch’io mi rileggo le storie che mi hanno comlpito proprio tanto, e quindi sono
davvero lusingata perché non avrei mai creduto che questa storia sarebbe
piaciuta così tantoJ
Piperina: I signori
Urquhart sono un po’ da manicomio come il loro adorato figlioletto che non
riesce a vivere senza Cassidy nonostante continui a ritenerla una presenza
catastrofica nella sua vita! Ah..l’amour!
E adesso, speriamo che
Draco ed Hermione si sveglino, le premesse ci sono tutte,
trovi?
Chaoreborn_the_Sad:
Sentivo la tua mancanza e di certo non sono andata ad immaginarmi che eri in
SveziaJ
Gli Urquhart hanno
portato ad un gelato ed il gelato.. beh… spero che sia colto il cambiamento! Sai
che figura se sono l’unica che vede cambiamenti in questo
capitolo…
Guarisci presto dal mal
di gola.
Mars: Anche secondo me…
però non diciamolo in giroJ
Grazie di cuore e adesso
vado ad avvelenare mio fratello con la cena XDXDXD
Kisses
|
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Capitolo 33 *** Il telefono squilla sempre due volte ***
tel
“Il dottor Smuss ha
finanziato questa incredibile iniziativa, cercare una cura al Vaiolo di Drago
utilizzando gli escrementi degli Snasi porterà la nostra società magica a
livelli inimmaginabili. Che poi, mio caro Draco, tuo nonno Abraxas è morto
proprio per quella malattia… dovresti versare qualcosa in beneficenza…
l’iniziativa ha bisogno di fondi, e tu dovresti essere il primo, il tuo caro
nonnino c’ha rimesso la vita”.
Rufus Scrimgeour lo
stava letteralmente rimbambendo, mentre il povero Draco avrebbe solo voluto
rispondergli che a lui di suo nonno non gliene era mai fregato nulla e che la
merda degli Snasi non avrebbe mai potuto creare un antidoto per quella
malattia.
“Non vorrei mancare di
rispetto al dottor Smuss, ma siamo realmente sicuri che gli escrementi degli
Snasi salveranno le sorti del mondo?”
“Comprendo il tuo
scetticismo, ma sono stati fatti degli studi e…”
…e Draco avrebbe tanto
voluto spalmarglieli in faccia i suoi preziosi e puzzolenti escrementi di
Snaso.
***
La dolce musica di un
gruppo di violinisti scogniti, scelti dalla Bardam, riecheggiava per tutto il salone
elegantemente addobbato.
Era stato tutto scelto
nei minimi dettagli e il senso di leggerezza e tranquillità che si riusciva ad
avvertire era totalmente inverosimile.
Hermione Granger aveva
davvero fatto un buon lavoro e Draco ne era pienamente e sinceramente
orgoglioso, solo che ancora, dopo circa trenta minuti di rimbambimento, non le
aveva ancora visto varcare il portone d’ingresso.
“Hai sentito di
quell’imbroglio che ha visto protagonista la Gringott?”
Draco afferrò l’ennesimo
calice di prosecco e si accinse a rispondere all’ennesima domanda soporifera del
Ministro della Magia, sperando che lo cogliesse un
infarto.
“Ho solo sentito dire
che numerosi Goblin si sono dimessi…”, rispose, mandando giù in un solo sorso il
prosecco.
***
Nel medesimo istante,
Hermione Granger, stava vivendo un vero e proprio incubo.
Hermione indossava un
abitino nero che le lasciava le spalle scoperte e che scendeva morbido lungo i
fianchi finendo al ginocchio in una gonnellina svasata di tulle, anch’esso
nero.
Decolletè di vernice
nera a calzarle i piedi e a risaltare le gambe snelle e tornite, e una pochette,
e di certo non era l’abbigliamento adatto per andare incontro ad un temporale
che andava avanti da ben tre giorni senza sosta.
Se i maghi avessero
ammesso l’utilizzo delle macchine babbane, il problema non si sarebbe posto, ma
siccome l’utilizzo delle automobili era stato accolto da una grassa risata da
parte del Ministro della Magia, Hermione non riusciva a vedere nessuna
soluzione.
Anche se
esisteva…
Saber stava
sgranocchiando l’ultimo pacco della sua scorta di patatine al formaggio, prima
che Ronald Weasley vi mettesse le manacce sopra.
“C’è una spiegazione al
fatto che sei ancora qui invece di essere lì?”
Guardò Saber come se non
meritasse nemmeno un mugolio per risposta.
“Il temporale”, ammise
tristemente con lo sguardo rivolto verso la finestra.
La biondina si avvicinò
di più alla sua sciocca amica; “E dire che alcune voci mi hanno riferito che eri
la strega più intelligente ad Hogwarts…”
“Cosa stai cercando di
dirmi?”, domandò, finalmente rivolgendo lo sguardo alla sua
coinquilina.
“Sei una strega,
Hermione! E hai anche superato l’esame per la
Materializzazione!”
La leggiadra manina
della stessa Hermione si spiaccicò con forza sulla sua testolina come a volersi
dare della stupida.
Come non aveva potuto
ricordarsi di essere una strega e di avere magiche
facoltà?
***
“Madame”.
Draco Malfoy sapeva come
adulare e far cadere le donne ai suoi piedi e accendere la gelosia di eventuali,
mariti e spasimanti vari; difatti il marito della Bardam, stava ribollendo di
rabbia alla vista del biondino e del suo stucchevole
baciamano.
“Signor Malfoy, che
piacere, posso presentarle mio marito?”.
Draco porse la mano
all’uomo accanto alla Bardam; doveva essere il protagonista maschile di: Qual è
l’indirizzo dell'’amore?
Trevor,
l’idiota.
“Matt
Julians”
“Draco
Malfoy”
E fu giusto in quel
momento che Draco afferrò un altro calice colmo di
prosecco.
In qualche modo doveva
carburare.
“Zepphyrus mi aveva
detto che la signorina Granger era un portento, ma non immaginavo riuscisse a
dare vita a ciò…”, ammise estasiata guardandosi intorno, mentre Draco continuava
a chiedersi dove diamine fosse finita.
***
Hermione Granger si era
appena materializzata fuori il portone, e aggiustatasi i capelli si decise ad
entrare e notare il suo capolavoro di assoluta perfezione.
Adorava il suo lavoro e
sapeva perfettamente che non poteva altro che ricevere valanghe di complimenti
per il suo ineccepibile gusto.
“Perdonatemi, è appena
arrivata l’organizzatrice”.
Cathie e Matt avevano
annuito sorridenti a Draco e avevano continuato ad elogiare colui che aveva dato
vita a quei deliziosi manicaretti divini.
***
Felice di vederle
varcare quel portone e ammaliato dall’eleganza e bellezza di Hermione, Draco le
andò incontro baciando anche a lei il dorso della mano così come si usava ancora
nelle famiglie Purosangue.
“Draco, ci stanno
guardando tutti”
Era tornato l’uso del
nome
Draco volse lo sguardo
verso quella splendida creatura, “Lo so”
“Idiota”, rispose lei
sorridendo mentre lui le offriva il braccio per condurla tra gli uomini
facoltosi e le donne agghindate a festa, presenti in quella sala mentre si
abbuffavano senza pietà dei manicaretti del dio della cucina: Blaine
Marshall.
“Cathie Bardam e quel
salame del marito vogliono conoscerti”.
“E’ possibile
scappare?”, domandò lei.
Draco le si avvicinò, ed
Hermione avvertì i capelli di lui solleticarle le spalle
nude.
“Quando non ce la farai
più a sostenere i loro vaneggiamenti, cercami tra la folla, ho qualche bottiglia
di vino elfico nascosti di là…”
“La tua proposta mi
alletta”, sussurrò lei, “Resta nei paraggi”.
“Sarò più vicino di
quanto immagini”
Hermione sperò con tutta
se stessa di non arrossire e far cadere la sua facciata di organizzatrice
d’eventi seria e professionale che non flirta con il capo.
Che poi, a dirla tutta,
lei non stava flirtando con Draco Malfoy. Per niente.
***
Dopo gli stupidi
convenevoli e tutti gli asfissianti complimenti, Hermione era già arrivata al
terzo bicchiere di prosecco e sentiva che il suo corpo e la sua mente ne
richiedevano immediatamente un altro per cercare di non tentare il
suicidio.
“… Qual è l’indirizzo dell'’amore? Mi ha
portata al successo, però credo anche nella riuscita di questo secondo mio
romanzo.”
Hermione tracannò il
quarto bicchiere e si accinse a rispondere; “C’è da dire che il tuo modo di
scrivere è molto fresco e credo proprio che: Il telefono squilla sempre due volte,
farà in breve il giro del mondo magico e non…”
“Oh, lo spero tanto,
Hermione”
Hermione improvvisamente
fece più attenzione all’uomo che stava di fianco a Cathie e si ricordò che il
libro che l’aveva lanciata era autobiografico e che a rigor di logica il
silenzioso Matt doveva essere il Trevor del libro, il viziato, silenzioso e
arrogante Trevor.
L’istantaneo
annebbiamento svanì di colpo, lasciando Hermione con strani pensieri per la
testa che si trasformavano in insoliti perché.
Perché che avevano
bisogno di risposte, e il solo pensare che: Qual è l’indirizzo dell'’amore? Era una domanda, stava iniziando a
darle fastidio, e così, chiedendo scusa si allontanò dalla coppia per andare
alla ricerca di una testa bionda.
***
Non fu affatto difficile
localizzarla.
Stava parlando con
alcuni funzionari anziani del Ministero della Magia, e non ne sembrava
propriamente entusiasta.
Hermione gli si avvicinò
e gli uomini la accolsero un pò troppo calorosamente per i gusti di
Draco.
Era geloso
marcio
E la cosa che gli faceva
più male era sapere che Hermione era libera da ogni legame, e che niente lo
legava a lui se non un normale rapporto di lavoro.
Un rapporto di lavoro
instaurato grazie al destino
Dopo essersi liberata
dalle calorose presentazioni di quegli uomini piuttosto espansivi, Hermione si
decise a parlare, “Mi dispiace interromperla, signor Malfoy, ma un piccolo
problemino nelle cucine richiede la sua presenza”, facendo in modo che il suo
tono di voce, le sue movenze e le parole scelte risuonassero il più
professionali possibile.
“Con
permesso”
E con maestria
riuscirono ad allontanarsi da quel salone pieno di paroloni e ritagliare un
piccolo spazio per loro due e magari un brindisi all’ipocrisia di cui erano
intrisi eventi di quel genere.
***
“Quale piccolo
problemino richiede la mia presenza?”, domandò lui divertito mentre girando
l’angolo finivano in una specie di dispensa secondaria.
“Mi stavo annoiando,
Malfoy”, ammise lei guardandosi intorno e notando numerosi sacchi di farina,
marmellate e uova.
Draco guardò il suo
orologio da polso, “Mancano circa venticinque minuti alla presentazione che
dovrò fare del libro della Bardam”, disse un po’
scocciato.
“Quindi abbiamo
venticinque minuti per ubriacarci… peccato che io qui non veda altro che
confettura di ciliegie”, disse avvicinandosi allo scaffale e prendendone il
barattolino in mano.
“Vuoi ubriacarti con le
ciliegie?”
“Secondo te ci
riusciremo?”, domandò mentre svitandone il tappo si portava il dito,
precedentemente immerso nella confettura, alla bocca; “E’
buona!”
Erano in una dispensa
dimenticata da Merlino da soli, con un barattolino di confettura di ciliegie in
mano e una voglia di baciarsi che rasentava l’assurdo.
Erano pazzi l’uno
dell'’altra. Affamati l’uno del corpo dell'’altra.
Un unico desiderio:
affondare nel sapore dell'’altro.
Fare
l’amore
Il dito di Hermione
pieno di marmellata si avvicinò alle labbra di Draco; lui catturò quel dito
dolcissimo e lo assaporò con calma.
Hermione fremette,
provava le stesse sensazioni della prima volta, e fu un attimo quando Draco
catturò quelle labbra che bramava da tempo, in un bacio.
Dapprima le sfiorò
appena, voleva essere sicuro che Hermione lo volesse quanto lui voleva lei, e
dopo averla stretta di più a sé, lambì le labbra con la lingua prima che
Hermione lo baciasse con tutto quel trasporto che provava nei suoi confronti e
che era stato costretto ad un letargo che non avrebbe voluto
conoscere.
L’impeto del bacio aveva
portato le spalle di Draco a cozzare violentemente contro il muro, ma in
quell’istante di puro idillio non sembrava essere un problema
rilevante.
Le mani di lei immerse
in quei soffici crini biondi che scendevano lungo la schiena nella disperata
voglia di averlo più vicino.
Le mani di lui,
impetuose e eccitanti si facevano largo sulle cosce di
lei.
Un turbine di
emozioni.
Avrebbe fatto l’amore
con lei, per sempre.
Non riuscivano nemmeno a
ricordare da quanto tempo non prendevano fiato, sembrava non ne avessero
bisogno, o forse, non volevano averne bisogno per paura di trovarsi lontani e
far finta di non amarsi.
“Voglio fare l’amore con
te”, sussurrò Draco mentre le sue labbra lasciavano una scia infuocata di baci
lungo il collo e le spalle di lei.
Hermione si strinse
maggiormente al suo Draco inarcando la schiena e permettendo a Draco di scendere
lungo i suoi seni.
Lo desiderava come non
mai
***
Le mani sapienti scesero lungo il bacino
di Hermione per por salire a stuzzicarle i capezzoli ormai
induriti.
Lei intanto trafficava
con i bottoni della sua camicia, voleva che le sue mani entrassero a stretto
contatto con quel petto glabro, scolpito e dalla pelle
alabastrina.
Poggiò la sua piccola
mano all’altezza del cuore del ragazzo dove il battito accelerato sembrava
impazzito.
Ti
amo
Non gliel’aveva mai
detto per paura della reazione che avrebbe assunto lui, quando invece era stato
proprio Draco a pronunciare quelle due parole che avevano avuto il potere di
trasformare la sua vita in un inferno ghiacciato.
Ti
amo
Non gliel’avrebbe
detto.
***
Un gemito strozzato uscì
dalle labbra di Draco, mentre la mano di Hermione giocava con la cintura dei
pantaloni facendosi strada sempre più in giù.
Lei lo guardò famelica,
mentre le loro bocche si univano nuovamente.
“Ehm…signor Malfoy,
signore…”, un piccolo elfo domestico era apparso alla porta, e dopo aver,
involontariamente, visto quello che non avrebbe dovuto vedere, si nascose dietro
la porta pronto a sbattere la testa al muro per la sua tempestività.
“…Signor Malfoy, è
richiesto in sala, signore”
Hermione si aggiustò
l’abito, mentre Draco si passava una mano tra i capelli con espressione
indecifrabile dipinta sul volto.
“Sto arrivando”, disse
stancamente, mentre prendeva ad abbottonarsi la camicia e indossare la giacca
gettata malamente sul pavimento.
L’elfo era scappato via
in preda ad isterismi.
“Sai di cosa dovrai
parlare?”, domandò lei cercando di ridare una forma ai
capelli.
“Credo di sì!”, disse
lui prima di chinarsi e baciarla a fior di labbra.
***
Nell’immenso salone
nessuno sembrava aver avvertito la loro assenza, almeno prima del discorso di
presentazione di: Il telefono squilla
sempre due volte.
Salito sul palchetto
insieme a Cathie Bardam cercò di ricordare di cosa parlasse quel
romanzo.
Aveva la testa parecchio
annebbiata
“Signore e signori,
buonasera…”
Lo spettacolo, poteva
cominciare
***
“Dopo l’inaspettato
successo di: Qual è l’indirizzo
dell'’amore? Cathrine Anne Bardam, torna con un’altra frizzante storia
d’amore…”
Era ormai lì che parlava
del libro da parecchio tempo, e le domande di Hermione non avevano trovato
nessuna risposta, forse, avevano accolto solo qualche altra
domanda.
“Voglio fare l’amore con
te”
Forse quella frase
avrebbe potuto essere la risposta a tutti i suoi perché, ma la razionalità le
suggeriva altre risposte molto meno romantiche.
Aveva la testa
annebbiata, voleva sentire ancora il suo sapore, voleva urlargli contro che era
un idiota e che lo amava… però continuava ad avere paura.
***
Quando ormai la
presentazione fu ultimata, Draco fu catturato da numerose persone, più o
meno importanti nella società magica.
Quando tutto fu finito
Hermione era già andata via.
Quando Draco mise piede
nel grande balcone che presentava una vista mozzafiato della Londra magica: aveva smesso di
piovere.
____________________________________________________________________
Eccomi qui con il
penultimo capitolo di questa fanfiction che vi tiene compagnia dal 25 Aprile
2007 e che a quanto pare non vi ha mai annoiati.
Siamo quasi arrivati
alla fine e mi dispiace immensamente perché alla fine mi sono davvero
affezionata a questi pazzi che non sanno che i veri idioti sono
loro.
Come sempre il tempo è
tiranno, quindi ringrazio meli_mao per la sua dolcezza e perché l’ho fatta
piangere XD sei davvero adorabile!
Ringrazio mars e
lilyblack per aver capito così profondamente le paure di Draco
.
Ringrazio AuraD e
marygenoana perché questo riavvicinamento lo hanno trovato
dolcissimo.
Ringrazio SilVieTT4 e
gypsy_rose90 perché nel capitolo
precedente volevano qualcosa di più di un bacio sulla guancia…e qui spero di
avervi fatto abbastanza felici! XD
Ringrazio Lucy Light e
MartyViper perché vorrebbero che questa ff durasse in
eterno.
Ringrazio Eva e
Muny_4ever e sperando che Muny non sia collassata e dicendo ad Eva che no, non
ho mai visto Serendipity! Ho per caso scritto qualcosa di estremamente uguale al
film?
Ringrazio Merryluna
solo perché è lei.
Ringrazio Checie e
Chiaras per nona vermi abbandonata al mio destino, ma solo per cause di forza
maggiore!
Ringrazio cleo88 e
parisienne e mi accingo a rispondere alle vostre domande:
A Hermione Draco
ricorda il Conte Fersen perché lei aveva visto qualcosa in quel ragazzo che
andava dicendo che tutte erano puttane che lui, forse, non si sarebbe mai reso
conto di avere.
Il Conte Fersen nella
sua vita ha avuto milioni di donne e anche la relazione con Maria Antonietta
nasce da un’attrazione sessuale che poi sfocia in un amore grandioso che porta
il Conte ad ammettere che anche se altre donne scalderanno il suo letto l’unica
che amerà sarà sempre la
Regina di Francia.
Così Hermione vede
Draco, sa che un giorno si innamorerà di una ragazza che gli ruberà l’anima.
Sono stata abbastanza esaustiva?
Per il libro che dà il
titolo alla storia, c’è il capitolo dedicato quello del gatto chiamato
Gondeberga, non do molto risalto, ma doveva essere così perché il vero e proprio
dialogo su quel libro lo avrebbero avuto solo a fine
storia.
Grazie di cuore a
tutti.
Al prossimo e ultimo
capitolo.
Kisses
|
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Capitolo 34 *** Qual è l'indirizzo dell'amore? ***
indirizzo
Draco Malfoy aveva
trascorso tutta la notte a pensare a ciò che era accaduto in quella dispensa
grazie al piccolo e provvidenziale
aiuto di un barattolino pieno di confettura di ciliegie.
Aveva passeggiato in
lungo e in largo avendo per la testa l’assillante voglia di infischiarsene
dell’orario e andare da Hermione, ma poi quando si guardava intorno e notava che
ormai la
Londra Magica dormiva da un pezzo, si
rassegnava e continuava a vagare senza meta sperando solo che lo cogliesse
Morfeo.
Erano le 5 del mattino
quando decise di tornare a casa e svegliare Blaise.
***
“Draco, sono le 5 del
mattino, voglio dormire!”
“Dai su, Blaise.
Guardiamo insieme il sorgere del sole”
“Ma mancano tre quarti
d’ora!”, disse sbuffando e imprecando mentalmente contro il romanticismo
mattiniero del suo migliore amico, “E poi a te l’alba non è mai piaciuta! Per
Merlino, hai vissuto nelle tenebre per anni ed hai sempre sostenuto che il sole
portava solo sudore”, proseguì.
“E
allora?”
“E allora? Tu odi sudare”
“Blaise, si vede che
stai ancora dormendo… perché c’è una particolare circostanza in cui sudare non
mi dispiace per niente”, disse ammiccando nella sua
direzione.
Blaise alzò la testa,
sconvolto.
“Draco, non vorrai
sudare con me guardando l’alba, vero?”, domandò per essere sicuro della
sessualità del suo amico, “Dovresti frequentare una donna!”, asserì saggiamente
ricacciando la testa sotto al cuscino che Draco buttò per terra
provvidenzialmente.
“Lo farei, se non
fossero le cinque del mattino…”
“Dormi”
“No, voglio vedere
l’alba… e tu, verrai con me!”, e caricatoselo sulle spalle, Blaise si ritrovò
sul terrazzo avvolto in due piumoni e con una tazza di cioccolata fumante in
mano continuando a vomitare complimenti
su un Draco particolarmente felice.
***
Blaise aveva ragione da
vendere quando diceva che Draco odiava l’alba, ma Blaise ignorava il vero motivo
per cui il suo arcigno amico biondo voleva vedere quella maledetta
alba.
Non sapeva cosa si
celava dietro quella maledetta voglia di veder sorgere il sole e non andare a
dormire dopo una nottata trascorsa in una grande sala a rimbambirsi con gli
uomini vecchi e noiosi del Ministero.
“Ti va un
caffè?”
“Gradirei di più un
letto e un cuscino”
Draco sbuffò
sonoramente, “Ci vuole spirito attivo per affrontare la
vita!”
Un’espressione di puro
terrore si dipinse sul volto del Blaise dormiente, si alzò in piedi e con grande
fatica si avvicinò all’amico e prese a scuoterlo per le spalle, “Tu non sei il
sadico, cinico, arrogante, vanitoso … e poi non mi viene in mente più niente,
Draco Malfoy! Dov’è lui? Che ne hai fatto?”, cominciò a chiedere continuando a
scuoterlo.
“Blaise, non c’è nessuno
nel mio corpo!”, disse lui sorridendo e staccando la presa dell’amico dalle sue
spalle che continuava a scuotere un po’ troppo debolmente.
“E comunque non conosco
nessuno pronto ad affrontare la vita alle cinque e venti del mattino!”, asserì,
prima di sistemarsi meglio nei suoi due piumoni e rimanere incantato dal sorgere
del sole.
***
Erano ormai le sei e
trenta, e Draco non aveva ancora permesso a Blaise di tornare tra le calde
coperte del suo comodo letto, poiché lo aveva costretto a giocare a Scacchi
Magici per un’intera mattinata.
“Draco, sono
stanco…”
Draco guardò l’orologio
e nella sua testa si disse che era un orario più che decente per farsi una sana
corsetta e arrivare alla dimora di una particolare ragazza che la sera prima non
aveva avuto il piacere di salutare con dovuta accuratezza.
“Puoi andare a dormire,
se vuoi…”, disse Draco guardandosi intorno come se stesse cercando qualcosa che
continuava a sfuggirgli.
“Posso andare a dormire?
Ora?”
Draco annuì incurante
dello sbraitare di Blaise.
“Devo andare a lavorare,
Draco! E sappi che se un giorno non mi dirai perché mi hai fatto vedere l’alba
io ti ucciderò nel sonno, intesi?”
Draco guardò il suo
amico continuare a minacciarlo attraverso i due piumoni e si mise a ridere di
gusto.
“E adesso dove
vai?”
“A fare
footing!”
Blaise rimase
imbalsamato per la decima volta in quelle poche ore di ciondolamenti e sbadigli
più o meno rumorosi.
Draco Malfoy aveva
sempre odiato l’alba, aveva sempre odiato sudare e quindi fare footing e di
sicuro non era da lui vestirsi da comune babbano.
Perché mai ai suoi occhi
si presentava vestito da comune babbano con una voglia immonda di fare footing
all’alba?
Non riuscì a dar voce a
tutte quelle domande che Draco Malfoy era uscito dall’appartamento e si
accingeva a raggiungere la sua
meta.
***
Correva come un pazzo
perché non ce la faceva più a tenere dentro
quell’esplosione.
Aveva bisogno di lei
come aveva bisogno dell’aria.
Non guardava dove
metteva i piedi, non notava il risvegliarsi della città con i suoi abitanti che
ancora impastati di sonno ciondolavano per cercare di essere puntuali ai loro
posti di lavoro.
Tutto sembrava ancora
dormiente
Erano le sette del
mattino quando raggiunse il suo traguardo: un anonima villetta situata sul lungo
viale alberato che attraversava la città.
Si appoggiò stancamente
al portone cercando di riprendere fiato prima di suonare il campanello e forse
svegliarla.
***
Hermione Granger si era
addormentata sullo scomodo divano della cucina leggendo il nuovo libro della
Bardam e aspettando invano Saber, che senza avvertirla era rimasta in compagnia
di un vecchio compagno di Durmstrang in visita in
Inghilterra.
Dormiva beata quando il
suono assordante del campanello la fece sussultare e cadere rovinosamente per
terra.
“Giuro che ammazzo lo
stronzo che…”, cominciò ad imprecare massaggiandosi la schiena dolorante per la
botta subita.
Il campanello continuava
a suonare senza ritegno e Hermione, ancora assonnata, si portava ciondolando
all’ingresso imprecando senza pietà, tanto che sbattè anche il piede su di un
piccolo mobiletto quasi vicino l’ingresso.
“Porca Pluffa!”, disse
Hermione saltellando per via del dolore anche al piede.
Il campanello continuava
a suonare
“Merda! Spero ci sia
qualcuno in pericolo di vita!”. E quando un’ Hermione saltellante aprì la porta
d’ingresso dell’anonima villetta, si ritrovò davanti l’unica persona che non
credeva sarebbe andata a farle quell’improvvisata mattiniera facendola imprecare
contro il mondo e tutti i suoi abitanti.
“Malfoy! Cosa diavolo ci
fai qui? A
quest’ora?”
Era un tantino
sconvolta, ma Draco dovette ammettere a se stesso che con quella maglietta
sformata e quei pantaloni era forse più bella e sensuale della sera
prima.
“Spero tu abbia una
motivazione decente, della serie Lord Voldemort è tornato in vita e adesso hai
una cicatrice a forma di nuvola sulla guancia!”, annunciò inviperita mentre
Draco rideva di gusto.
“No, niente Voldemort e
niente cicatrici!”, disse avvicinandosi maggiormente a lei che continuava a non
capire la presenza di Draco Malfoy sul suo zerbino scolorito dove al posto del
Welcome era rimasto solo Come.
“ E allora?”, l’essere
strappata dal sonno l’aveva resa nevrotica.
Draco continuò a
guardarla come se fosse la cosa più bella che avesse mai visto, e adesso che
sapeva cosa significava perderla non sarebbe mai più riuscito a perdonarsi se le
sue paure sarebbero tornate a vorticare nella sua testa.
“E allora ho scoperto
qual è l’indirizzo dell'’amore…”, rispose enigmaticamente facendo sbattere più
volte le palpebre ad Hermione poiché insicura delle parole appena proferite da
Draco.
“Prego?”, chiese
dubbiosa.
“Hermione…”, e mentre
Hermione sentiva che i suoi polmoni non ne volevano sapere di incamerare
ossigeno, temeva e bramava quelle labbra allo stesso
tempo.
Scosse la testa, incredula, perché era altamente
impossibile che Draco Malfoy fosse sul suo zerbino
scolorito.
Era altamente
impossibile che fosse lì, alle sette del mattino più bello che mai, che le
diceva di aver scoperto quale fosse l’indirizzo
dell’amore.
“Draco, la Bardam deve averti dato alla
testa”
“No, forse altro mi ha
dato alla testa”
“Ecco, sarebbe meglio se
andassi a dormire!”
“No”
“No??!?!!”, ripetè lei
incredula.
“Hermione, ho finalmente
capito che sono idiota proprio quanto Trevor e che tu sei idiota esattamente
quanto Sharon”, ammise ghignando, mentre il suo sguardo persistente aveva fatto
tingere di rosso le guance della ragazza che continuava a guardalo
incredula.
“Trevor e Sharon? Che
significa?”
Draco poggiò la schiena
contro il muro e assunse il tipico atteggiamento canzonatorio che lo distingueva
dalla massa di Hogwarts.
“Sai Granger, ti facevo
più sveglia…”
Probabilmente voleva
solo provocarla,ma lei era troppo intontita per rendersene
conto.
“Malfoy, stai diventando
insopportabile!”
“Suvvia, credevo solo
che per una divoratrice di libri come te non sarebbe stato difficile capire il
significato delle mie parole.”
Hermione lo guardò e
convenne con se stessa che forse stava delirando proprio come quando lo aveva
trovato moribondo in quel corridoio e dove poi l’aveva baciata a tradimento
dicendole solo che quello era un buon motivo per rimanere lì, e che quindi era
meglio tornare a casa e cercare di riprendere sonno.
“Tu stai delirando”,
ammise divertita scuotendo la testa.
Draco notò la mano di
lei sulla maniglia e subito l’afferrò per il polso.
“Hermione”
Trasalì al sentire il
suo nome.
La serietà e profondità
con la quale era stato proferito ricordavano molto il momento in cui con un Ti Amo…
Si
voltò.
Tremava.
“Hai sempre sostenuto
che io fossi un orgoglioso che non sarebbe mai sceso a patti con se stesso… che
non avrei ammesso di aver sbagliato, di essere un idiota… ma adesso, adesso so
di essere stato un idiota e lo sarei ancora se non fossi qui nonostante
l’orario…”
Sussultava ad ogni
parola proferita da quella calda voce, mentre il polso cominciava a bruciare
sotto quel tocco.
“Hermione, la vera
idiota sei tu!”
Di certo non si
aspettava che quel monologo finisse con quella frase.
Adesso, le risultava
ancora più complicato capire cosa diamine volesse Draco.
O forse lo sapeva e non
voleva ammetterlo per orgoglio?
“Finiremo come Antonio e
Cleopatra?”, domandò scorgendo lo sguardo basso e pensieroso della donna che
amava.
“Non so cosa tu voglia
dire, Draco”
Testarda
“Sei la solita idiota
testarda!”, convenne sorridendo, mentre gli occhi di lei si accendevano
battaglieri.
“Malfoy!”, ruggì, ma non
ebbe il tempo di aggiungere altro che le sue labbra furono imprigionate
dolcemente dal suo principe.
Fu un incedere calmo e
armonioso che via via divenne sempre più impetuoso.
Erano nell’ingresso,
mentre la porta sbatteva violentemente e il portaombrelli cadeva rovinosamente a
terra facendoli sorridere l’uno sulle labbra dell'’altra.
Continuavano a baciarsi,
le loro mani ovunque.
“Ti amo, Hermione”
Sussultò. Il dolore era
troppo. Non riusciva a controllarlo e Draco se ne accorse.
Rimasero in
silenzio.
“Per sempre?”, riuscì a
chiedergli flebilmente temendo una sua risposta.
Draco sorrise e la baciò
ancora e ancora.
“Per
sempre”
Hermione sfiorò le
labbra di Draco e catturò quelle parole sigillandole con un
bacio.
Dovevano essere sue, e sue
soltanto.
***
Hermione era accoccolata
al petto alabastrino di Draco e disegnava cerchi concentrici sul suo torace
scolpito.
Aveva ancora una domanda
da fargli.
“Draco?”
Si sollevò sui gomiti
fino ad incontrare gli occhi grigi piuttosto stanchi del
ragazzo.
“Posso farti una
domanda?”
“Certo”
Lo sguardo di Hermione
si fece piuttosto hermionesco, cosa
che lo fece preoccupare.
“Qual è l’indirizzo
dell'’amore?”, domandò sorridendo.
Draco fece per pensarci
su mentre giocherellava con i boccoli che le ricadevano sulle spalle nude mentre
lei si lasciava carezzare felice da quelle mani aspettando pazientemente una
risposta.
Poi, il suo respiro
caldo la raggiunse, “Londra Magica, 7 ArsMagica Terrace”.
Hermione sorrise felice
e tempestando il volto di lui di baci, coprì i loro corpi con il
lenzuolo.
“Ti amo,
Draco”
Felici e
innamorati
***
Blaise Zabini, più
stanco che mai dopo una giornata distruttiva visto l’impellente desiderio del
suo caro amico e coinquilino Draco di vedere il sorgere del sole, sperava di
trovarlo a casa per essere aiutato a svolgere un paio di cose, ma del biondino
non c’era traccia.
Theodore, Adrian e David
non avevano sue notizie e Blaise stava davvero iniziando a dare di
matto.
“Porco Merlino, dove
potrebbe essere?”
Ma le sue domande si
dissolsero nel vento, non poteva di certo immaginare che Draco Malfoy fosse tra
le braccia di Hermione Granger al 7 di ArsMagica Terrace.
The End
Ho davvero messo la
parola Fine alla mia creazione?
Questi sì che sono
momenti davvero emozionanti, forse lo è di più postare l’ultimo capitolo di una
ff che ha dato parecchie soddisfazioni che il mio primo giorno da studentessa
universitariaJ
Bando alla ciance,
spero che questo finale non vi abbia delusi, insomma, alla fine questo indirizzo
doveva pur sbucar fuori, no? XDXDXD
Non so davvero con
quali parole ringraziare voi che mi avete sempre riempita di parole bellissime,
e alle volte mi chiedo davvero se me le merito tutte.
Siete davvero speciali
quindi un grazie pieno di affetto e stima a:
SiLvIeTT4, MartyViper, meli_mao, AuraD, Chaosreborn_the_Sad, Lucy Light, Checie, Muny_4Ever, piperina( I disegni sono
realmente tuoi? Sei bravissima!); mars, cleo88, marygenoana, freehja, SweetChocolate e gypsy_rose90,
Ringrazio con affetto
tutti coloro che mi hanno seguita e le 189 persone che hanno questa storia tra i
preferiti!
Grazie!
Kisses
|
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