Take off. di YUIandAI (/viewuser.php?uid=145018)
Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presente e passato. ***
Capitolo 2: *** Un segreto nel cuore. ***
Capitolo 3: *** Appuntamento andato male. ***
Capitolo 4: *** Un litigio positivo. ***
Capitolo 1 *** Presente e passato. ***
woo
(Avvertimento:
i caratteri in grassetto indicano che si sta parlando in inglese)
Capitolo
1
☆
Presente
e passato.
Tutti,
nella nostra
vita, abbiamo bisogno di qualcuno: per i momenti felici, allegri e
anche per
quelli tristi.
Ma arriva quel momento della nostra vita dove la tristezza è
talmente forte e
logorante, forte quanto l’amore per quel qualcuno, che per
non farlo star male,
spesso ci si tiene il dolore per sé.
Non è per certo la cosa migliore da fare, in quanto, se
l’amore è reciproco ed
equivalente, questo qualcuno sarebbe ben contento e disposto a
condividere
qualsiasi dolore con la persona amata, aiutandola a superare qualsiasi
momento
difficile le si presenti davanti.
Ma
questa è
un’altra storia…
24
Dicembre 2012
Seoul,
concerto di
Natale
Bagliori
colorati provenienti dall’albero di Natale
all’interno di una sala adibita per i concerti, decorazioni
verdi e rosse,
lucine scintillanti. I 2pm si esibivano in questa sala, infondendo
calore a
tutte le Hottest.
Come mai era successo prima.
Forse era il freddo pungente ma, tutti, in quel posto enorme erano
fermamente
convinti che si trattasse dell’amore tra idols
e fans.
Jang
WooYoung, uno dei main
vocalist,
non riusciva a distogliere lo sguardo dal loro pubblico, per la maggior
parte
formato da ragazze in giovane età che li incoraggiavano
urlando felici e
sventolando cartelloni, stoffe e luci.
Era sicuramente una notte particolare, si sentiva come…
fortunato.
Guardava le fans, una ad una, ma mai e poi mai si sarebbe aspettato
che, tra di
esse, ci sarebbe stata proprio lei.
Era forse un sogno?
Come poteva essere lì?
Credeva di averla persa per sempre molti anni prima.
Circa
3 anni e 6
mesi prima
Los
Angeles
Era
stato un viaggio lungo e, dopo essere arrivati all’hotel
dove avrebbero alloggiato, i 2pm si rilassarono un po’ e
fecero un giro
dell’edificio. Molte camere di quell’hotel erano
riservate ad artisti che
dovevano esibirsi nello stesso luogo dove si sarebbero esibiti i 2pm.
Oltre
alle Wonder Girls,
che facevano il tour insieme a loro, c’erano moltissimi
americani.
L’albergo era davvero molto bello: le
stanze erano tutte
ampie e ben arredate con colori sulle tonalità del bianco
crema, i mobili e il
pavimento erano in legno e tutto era reso più elegante da
rifiniture oro.
WooYoung camminava verso la stanza a loro riservata
attraverso un corridoio apparentemente infinito, seguito da JunSu, con
il quale
scambiava discorsi e battute casuali in base a ciò che
vedeva e pensava. Una
ragazza di circa 168cm uscì dalla stanza di fronte alla loro
con una chitarra
dietro la schiena. Quest’ultima andò a sbattere
leggermente contro il petto di
WooYoung.
-Mi dispiace, mi dispiace- disse la
ragazza girandosi verso di lui e chinando il capo in segno di scusa.
-È ok- disse lui con un
accento un
po’ strano, ma non troppo brutto.
Lei alzò il capo timidamente e si trovò di fronte
il cantante coreano in tutto
il suo splendore. Non poté far altro che spalancare gli
occhi dallo stupore
sorridendo. Aveva lineamenti orientali ed era sicuramente una ragazza
semplice,
lo si vedeva dal viso poco truccato. I capelli erano di un castano
scuro ma
lucente e gli occhi erano rigorosamente neri, come
un’asiatica che si rispetti.
-Oh, tu sei Jang WooYoung dei 2pm,
giusto?- lui annuì sorridendo e la ragazza, come
essendosi ricordata di
qualcosa, scosse la testa: -Chiedo scusa, ormai sono così
abituata a parlare
inglese che non mi viene nemmeno in mente di parlare coreano!!- disse
ridendo.
WooYoung continuò a sorridere e così fecero anche
gli altri ragazzi.
-Oh, non vi avevo visti! Molto piacere- disse lei volgendo lo sguardo
verso gli
altri membri per poi presentarsi: -Io sono Oh HaeMi, ma qui tutti mi
chiamano Amy… che poi in
realtà suona quasi nello
stesso modo! In effetti qui il mio nome è davvero
scomodo! Tutti mi fanno il
coro e dicono “Amy
è andata e il tempo è passato… Quanto
lontano, quanto veloce,
quanto a lungo?”… ma non
riesco a capire perché!!-
Tutti fissarono la povera HaeMi, che a furia di parlare e intonare la
canzone “Amy’s song”
dei Switchfoot credeva di essere
diventata ridicola.
Ammutolì di colpo e iniziò a guardare verso il
pavimento, osservava i lacci
delle converse nere come se fossero la cosa più interessante
di questo pianeta.
-Molto
piacere HaeMi!- disse a quel punto WooYoung per farla
sentire a suo agio. HaeMi rivolse il suo sguardo verso di lui e il
fatto che
fosse stato così gentile le riscaldò per un
attimo il cuore facendole sentire
come una scarica elettrica in tutto il corpo. Chinò un
po’ il capo e sorrise
nuovamente, molto felice della conoscenza appena avvenuta.
Prima che HaeMi
potesse ricominciare a parlare di cose stupide, dalla camera dove era uscita spuntò un ragazzo
occidentale, poi un altro
e poi un altro ancora.
-Amy- disse uno biondo con delle
bacchette da batteria in mano -sei
pronta? Stasera dobbiamo…- non continuò
la frase perché volgendo il suo sguardo verso
HaeMi vide altri sei ragazzi asiatici e si fermò a guardarli
meravigliato.
-Sì, sì, Aaron, lo so
che stasera
dobbiamo suonare, perché credi che mi sia messa la chitarra
in spalla?!- lo
riprese lei voltandosi a guardalo infastidita.
Non ricevette risposta da Aaron perché i suoi occhi castani
erano troppo
impegnati a contemplare quei sei nuovi arrivati. Era un po’
fissato con gli
asiatici, gli piaceva lo stile, soprattutto quello dei cantanti coreani.
-Ti sei sdoppiata?- chiese
imbambolato ad HaeMi.
-Ma che stai dicendo?- gli
domandò
lei con lo stesso sono scocciato di prima.
-Questi ragazzi! Sono fantastici! Guarda
che look! Dove li hai trovati?- disse Aaron entusiasta di
poter vedere
nuovi stranieri facendo roteare le bacchette con le mani. Era un
po’ fissato,
forse, un po’ è dir poco.
Diciamo che gli piacevano le novità.
Gli altri due ragazzi fissarono i 2pm senza fiatare. Uno con i capelli
neri
come la pece li guardò completamente disinteressato,
l’altro, con i capelli
castano chiaro, cercò solo di capire cosa stesse succedendo.
-Oh, lui è Aaron!-
esordì HaeMi rivolgendosi ai 2pm e indicando il biondo, il
quale saluto
vivacemente tutti e sei i membri. Era alto all’incirca quanto
WooYoung ed aveva
anche lui 20 anni, solo che sembrava molto più giovane.
-Questo emo qui dietro è Brandon-
e
indicò ridacchiando il ragazzo dai capelli neri, che li
aveva tutti davanti
agli occhi. Lui aveva un’aria più matura ed era
evidentemente il maggiore del gruppo.
-Ed io sono Leslie, molto piacere!-
disse il castano sorridendo gentile. L’unica cosa che si
poteva dire di questo
ragazzo era solo che emanava gentilezza da tutti i pori. Aveva un
sorriso
perfetto e gli occhi, castani come quelli di Aaron, facevano trasparire
tranquillità interiore e infondevano calma anche a chi lo
guardava.
-Giusto!-
riprese a parlare HaeMi in coreano: -Vi va di
venirci a sentire stasera? Tanto il vostro live è tra
qualche giorno…-
-Come lo sai?!- le chiese stupito JunHo.
-Oh, beh, mi esibirò anche io lì quel giorno e mi
avevano detto che ero prima
di alcuni coreani… ero molto felice, mi fa piacere ogni
tanto vedere qualcuno
del mio paese, dopo tutti questi anni qui- sorrise timida e
guardò nuovamente
il pavimento come prima.
-Da quanto tempo sei qui?- le domandò allora ChanSung
curioso.
-Da quando avevo 8 anni… ed ora ne ho 19, quasi 20-
-Oh… e come mai?-
-Questo hotel è di mio padre, lui deve stare sempre qui, ha
molte catene di
hotel, e quindi io e mia madre ci siamo trasferite qui, in modo da
poter stare
sempre con lui… ogni tanto vado nei suoi hotel, quando devo
suonare da qualche
parte- disse tutto ciò con un’aria così
triste da far rattristare tutti i
ragazzi.
-Bello, no?- disse WooYoung, come per tirarla su di morale.
-Oh, sì, è comodo… ma mi manca la
Corea, mi mancano le mie amiche. Sento la mia
migliore amica tutti i giorni, ma la vedo davvero raramente e la
maggior parte
delle volte è lei a venire qui…-
Brandon le mise una mano sulla spalla apprensivo, capiva il coreano?
WooYoung lo guardò con aria curiosa. Si stava chiedendo se
avesse capito o
meno. Brandon ricambiò lo sguardo, seppur il suo fosse
gelido come i suoi occhi
color ghiaccio.
-Certo che ci va di sentirvi, comunque- disse WooYoung a quel punto,
senza
distogliere lo sguardo da quello di Brandon.
|
Ritorna all'indice
Capitolo 2 *** Un segreto nel cuore. ***
woo
(Avvertimento:
i caratteri in grassetto indicano che si sta parlando in inglese)
Capitolo
2
☆
Un
segreto nel cuore.
Non
è facile dire alle persone qualcosa che si cerca di
dimenticare o che si cerca di tenere nascosto addirittura a noi stessi.
Probabilmente
perché è l’unico modo per proteggerci
da questa cosa. Si pensa che, se non la
si tira a galla, essa scomparirà, semplicemente
com’è comparsa.
Purtroppo
non è così, le cose vanno affrontate.
24
Dicembre 2012
Seoul,
concerto di Natale
Gli
sembrava quasi strano che potesse essere lì.
Oh HaeMi, la ragazza più speciale che avesse mai conosciuto.
Oh HaeMi, l’unica ragazza che gli aveva totalmente rubato il
cuore e che non
glielo aveva mai ridato indietro.
Oh HaeMi, l’unica ragazza che glielo aveva spezzato, anche se
non era colpa
sua.
Era forse un angelo?
Circa
3 anni e 6 mesi prima
Los
Angeles
Dopo
aver accettato l’invito di HaeMi, i
ragazzi si andarono a preparare nella loro stanza e
dopodiché seguirono la
band.
Sul viso della ragazza era rimasto un velo di tristezza, ma non ne
lasciava
trapelare il motivo in nessun modo. Stava semplicemente zitta, con le
cuffie
nelle orecchie, intonando canzoni non note ai 2pm. Probabilmente si
trattava
dei loro inediti.
Leslie camminò avanti, verso un furgone nero con scritto
“Blusters”, gli altri
lo seguirono senza fiatare. Soprattutto Brandon, che era
l’unico a non aver
spiccato nemmeno mezza parola da quando si erano incontrati.
Tornando a Leslie, non sembrava un ragazzo capace di guidare un simile
furgone,
però lo era. Aveva l’aria di un bravo ragazzo e
questo, effettivamente, era.
Erano
tutti nel furgone e ogni tanto qualcuno
faceva una domanda, con quel poco che riuscivano a dire e capire i 2pm
in
inglese.
-Cosa significa il nome sul furgone?-
domandò curioso come al solito ChanSung.
-È il nome della nostra band!-
a
rispondergli era stato Aaron, girandosi verso di lui sorridente e
ancora più
curioso del primo. Li fissava ad uno ad uno, non c’era modo
di farlo smettere.
Non bastavano le gomitate nascoste di Brandon e le risate di Leslie.
Aaron non
si sentiva per niente in imbarazzo e questo lo avrebbe fatto andare
molto
d’accordo con ChanSung, erano curiosi l’uno
dell’altro, se così si può dire.
-Figo! Il nostro in confronto è
stupido…-
si intromise JunHo.
-Assolutamente!- lo riprese a quel
punto Aaron -Non appena Amy ci ha detto
come vi chiamate, insomma, quando vi stavate preparando… ho
subito pensato che
fosse un nome a impatto! Non se ne sentono spesso- i 2pm non erano completamente convinti di
aver capito il discorso del ragazzo, ma annuirono sorridenti come
sempre.
-E non preoccupatevi,- aggiunse
Leslie intento a guardare la strada
-tutti pensano che il proprio nome sia stupido. Noi compresi!- disse infine ridacchiando. Questo lo
capirono e ridacchiarono a loro volta più sorridenti, quasi
sollevati di
riuscire a capire.
Quando HaeMi salì sul palco, la tristezza che si poteva
vedere fino a poco
prima nei suoi occhi svanì.
Era come rinata, questo era ciò che trasmetteva. Solo
vederla faceva sorridere.
Stavano suonando in un piccolo locale, WooYoung e gli altri erano
seduti ad un
tavolo e bevevano ciò che i camerieri portavano loro.
-È carina, vero?- commentò JunSu facendo cenno
verso HaeMi, stava al centro, i
ragazzi erano attorno a lei.
-Sì- si affrettò a dire WooYoung prima che
potesse rispondere qualcun altro,
come per paura che uno di loro potesse dire qualcosa su di lei -e canta
davvero
bene- aggiunse, cercando di essere il più naturale possibile.
Era una ragazza strana, ma WooYoung non riuscì a nascondere
il suo evidente
interesse nei confronti di HaeMi.
Si vedeva da come la guardava.
I ragazzi lo avevano notato ma nessuno osò dire niente,
finché, dato che lui
non riusciva a toglierle gli occhi di dosso, NichKhun non decise di
parlare:
-Ti piace, eh?- gli disse tutto ad un tratto facendolo sussultare.
-L’ho appena conosciuta, come puoi chiedermi una cosa
simile?- gli rispose
WooYoung, con la voce tremante e sorpreso dalla domanda.
-Beh, non fai altro che guardarla. E poi non ti ho chiesto mica se la
ami! È
una bella ragazza, no? Non può piacerti?- ribatté
NichKhun, sicuro di sé.
-WooYoungie, scusa se te lo dico, eh… ma Khun ha
ragione…- aveva parlato
un’altra volta JunHo. WooYoung, in quel momento,
pensò che era buono solo a
intromettersi nei momenti peggiori.
Per quanto volesse bene al suo compagno, in quel momento
l’avrebbe volentieri
ucciso.
Guardò a terra e mugolò, senza sapere cosa
rispondere: -Lasciatemi guardare
l’esibizione!- quando rialzò lo sguardo verso il
palco, notò lo sguardo di
Brandon su di lui. Quest’ultimo, non guardava nemmeno il
basso che aveva tra le
mani. Era sicuramente molto bravo e ciò gli permise di
fissare per tutta la
durata dell’esibizione i movimenti di WooYoung, il quale non
riusciva a capire
cosa volesse e lo fissò a sua volta.
-Ma
insomma, Brandon, ti pare modo di fare? Ti ho visto, non hai fatto
altro che
fissare quel poveraccio dell’orientale che ha conosciuto
HaeMi, WooYoung,
insomma!- disse Leslie a Brandon non appena furono tornati in
hotel.
-Lo sai che quando Amy vede degli
orientali non fa altro che pensare al passato, poi se questi sono
coreani,
credi si senta bene? Sappiamo tutti quanto vorrebbe essere ancora in
Corea-
rispose scontroso Brandon, Leslie lo guardò storto. Sapeva
bene che si stava
preoccupando per lei, ma non era giusto mettere in imbarazzo un
ragazzo, per di
più dall’aria così serena e gentile.
Ormai erano tutti nelle loro camere, HaeMi dormiva già
comoda nel suo letto,
insieme ad Aaron. Erano grandi amici e molto spesso capitava loro di
dormire
insieme. Si conoscevano da quando lei si era traferita a Los Angeles e
quindi
avevano passato tanti anni insieme, diventando inseparabili, per HaeMi
era come
il fratello che non aveva mai avuto e per Aaron lei era la sorella che
aveva
sempre desiderato.
Brandon
non accennò a voler spegnere le luci e
Leslie, che almeno un quarto d’ora prima si era sdraiato nel
letto lo riprese
per l’ultima volta chiedendogli, anzi, ordinandogli quasi, di
spegnerle alla
svelta.
Era l’unico a cui tutti davano ascolto.
Brandon non era preso sul serio da nessuno.
Aaron, a differenza di quest’ultimo, non era serio
direttamente.
Di
mattina, WooYoung fu il primo a svegliarsi
e, dopo essersi lavato, uscì senza far rumore dalla stanza,
non era il caso di
svegliare gli altri per niente. Andò nella sala comune
dell’hotel, alla ricerca
del bar. Per sua fortuna, lungo la strada incontro HaeMi.
-Anche tu mattiniera?- le domandò senza preavviso, facendole
fare un salto
dallo spavento e facendola girare stupida.
-Oh, sei tu! Scusa, devo ancora abituarmi, è strano sentire
qualcuno parlare in
coreano, qui… ma questo è ovvio- rise imbarazzata
e WooYoung si accorse del suo
disagio.
-Tranquilla, io sento voci americane da qualsiasi parte mi giri e mi
viene
quasi mal di testa- le rispose per tranquillizzarla.
Effettivamente c’era riuscito. Anche se la conosceva da un
giorno, si era
accorto che era facile farla stare a suo agio e parlare con lei era
piacevole.
-Comunque…- continuò lui, che ancora non aveva
idea di dove bisognasse andare
per mangiare -dove si mangia?-
La domanda fece ridere HaeMi che poi gli rispose scusandosi per aver
riso di
lui: -Vieni con me, devo mangiare anche io, tanto!
WooYoung
la seguì sorridente, senza fiatare e
si accomodarono all’aperto. Poco dopo arrivò un
cameriere a prendere le
ordinazioni e in fretta tornò con un cappuccino per entrambi
e qualche
biscotto.
Il posto era pieno di tavolini, ma quelli già occupati erano
veramente pochi,
era davvero presto.
-Com’è l’America?- le domandò
lui dopo un po’ per rompere il ghiaccio.
-Mh?- lei volse il suo sguardo verso di lui distratta, si accorse in
ritardo
della domanda e allora rispose: -Bella! Piacevole, è un bel
posto per i negozi
di chitarre e la gente è simpatica… tutto qui-
sorrise. Non aveva molti modi di
fare coreani, insomma, stando a contatto con gli americani per tutto
quel tempo
ne aveva persi molti. Le era certamente rimasta l’educazione
di inchinarsi e
tante altre piccole cose, però quando camminava e mangiava
non aveva di certo
un atteggiamento fine o roba simile, anzi, tutto il contrario.
Questo, inconsciamente, piaceva a WooYoung, che non le tolse gli occhi
di dosso
per tutto il tempo.
Anche nel momento in cui vide che le sue labbra erano piene di briciole
la
trovò carina.
Stava per caso iniziando a diventare matto?
Non ne era attratto, cioè, sì… ma non
come poteva esserlo per una ragazza
qualunque… una di quelle carine che si vede nei locali.
Sentì delle morse allo stomaco, era forse arrossito mentre
la guardava? Si
toccò le guance preoccupato, ma fortunatamente non
sembrarono calde.
-Che c’è?- domandò curiosa la ragazza,
passandosi una mano sulla bocca e
facendo cadere tutte le briciole.
-Oh… no, nulla!- rispose lui, che dopo averla vista levarsi
le briciole si era
come risvegliato da una trance profonda.
Angolo
autrice.
Ciao,
sta volta ho deciso di fare l'angolo autrice xD
Grazie
per le recensioni, sono davvero felice! Questa categoria è
davvero difficile, dato che è poco seguita e quasi vuota...
Spero
che la storia vi stia piacendo, la pubblicazione sarà
irregolare, perché sto facendo del mio meglio per scrivere
una storia carina, "toccante" e allo stesso tempo non banale,
però con le solite scene che piacciono agli amanti dei
romatico... xD
Beh,
vi saluto~
Yui
:3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 3 *** Appuntamento andato male. ***
(Avvertimento: i caratteri in grassetto indicano che si sta parlando in inglese)
Capitolo 3
☆
Appuntamento andato male.
Ad un certo punto, ci si accorge che non importa quello che si sente, le emozioni vanno trattenute. Che è più importante non farsi del male e non fare del male, invece che fare ciò che più si desidera.
Ci si sente in colpa a fare ciò che si vuole e ci si sente male a non farlo.
Bisognerebbe fare ciò che si vuole, perché potrebbe essere l’unica occasione che si ha.
Sarà sempre meglio vivere come si vuole, che vivere con un infinito rimorso.
24 Dicembre 2012
Seoul, concerto di Natale
Aveva paura di perdere il filo, di sbagliare. Quindi, cercò di concentrarsi sul cantare.
Facile a dirsi, difficile a farsi.
Davanti a lui si trovava HaeMi con un grosso sorriso in viso.
Cosa aveva da sorridere?
Lo aveva lasciato e gli aveva fatto male. Perché sorrideva?
Insomma, Leslie gli aveva detto tutto, ma, pur sapendo le buone motivazioni della ragazza, lui ci era rimasto male.
Avrebbe voluto saperlo da lei.
Circa 3 anni e 6 mesi prima
Los Angeles
-Guarda quei due- disse sogghignando TaecYeon a NichKhun, indicando HaeMi e il loro compagno. I due si erano appena svegliati e, come WooYoung, erano andati subito in cerca della colazione.
-Non andiamo a disturbarli!- continuò NichKhun allo stesso modo -Piuttosto, vediamo cosa c’è per colazione…
TaecYeon non riuscì a capire se il vero intento dell’amico era quello di lasciarli tranquilli o di non perdere tempo e di mangiare. Lo guardò e annuì, infondo voleva mangiare anche lui.
Dall’altra parte, HaeMi continuava a mangiare i biscotti restanti, dopo aver chiesto a WooYoung se li volesse. Lui scosse semplicemente il capo sorridente e restò a guardarla, si era di nuovo incantato.
Accidenti, pensò.
Guardò i capelli della ragazza e finalmente fece di nuovo una domanda sensata: -I capelli sono naturali?- chiese.
La ragazza, in risposta annuì, troppo impegnata a masticare biscotti. Questo fece ridere WooYoung, che dovette trattenersi per non sembrare maleducato.
Come faceva ad essere così naturale? Si chiedeva il ragazzo, che più la fissava, più si sentiva attratto da lei.
Sì, forse doveva ammetterlo, ne era attratto.
Cosa avrebbe potuto chiedere ora?
L’istinto prevalse e parlò senza pensare: -Oggi sei libera?-
-Sì, perché?- rispose prontamente lei, quasi non avesse mai impegni.
-Non conosco Los Angeles, ti va di farmi da guida?-
-Cosa dovrei farti vedere?- domandò lei, come se fosse ovvio il fatto che Los Angeles è una comune città.
-Che ne so io, negozi… qualcosa… giusto per passare il tempo…- HaeMi arrossì e WooYoung si chiese se quella ragazza fosse mai uscita con un uomo prima d’ora.
L’arrivo brusco di Brandon interruppe quell’atmosfera carina che ormai si era creata tra loro, facendo completamente sparire l’incanto negli occhi di WooYoung.
-Amy, ci hanno chiamato per fare un lavoro stasera…- lei lo guardò e poi volse il suo sguardo verso l’altro.
-Bran, non posso, devo far vedere Los Angeles a WooYoungie…- quest’ultimo, sentendosi chiamare così pensò che era carino detto da lei.
-C’è qualche problema?- chiese con il suo solito sorriso, che era inizialmente sparito con l’arrivo di quel “rompiscatole di Brandon”, come ormai lo chiamava dentro di sé.
Soprattutto perché ignaro delle motivazioni di Brandon per essere effettivamente così rompiscatole.
-Uff… ma cosa c’è da vedere a Los Angeles?- le domandò scocciatissimo l’americano a quel punto, senza badare al coreano che li fissava cercando di capire il discorso.
-Niente, ma io ci voglio uscire!- gli rispose lei facendo i capricci. Brandon sgranò gli occhi, incredulo per la replica della ragazza.
-O…ok… se ci tieni…- non seppe cosa dirle, non seppe replicare bene quanto lei. Forse perché non c’erano scuse che tenevano. Era lei a volerci uscire, nessuno a quanto pare l’aveva obbligata.
Nel pomeriggio, WooYoung e HaeMi si trovarono davanti all’hotel. Il primo aveva una macchina fotografica con sé, un cappellino e degli occhiali da sole. Lei non aveva portato niente, se non il telefono, che teneva in tasca.
-Da dove cominciamo?- domandò eccitato il ragazzo, che poi in realtà era solo felice di passare del tempo con lei.
-Mmh, in realtà non lo so nemmeno io…- disse lei pensierosa guardandosi intorno.
-Dai, ci sono tante cose a New York!- la incitò lui, che quasi sapeva meglio di lei dove si poteva andare.
-Oh… beh…-
-Insomma! Hollywood, Downtown, Beverly Hills…- sbottò WooYoung, che non capiva come faceva quella ragazza a non sapere dove portarlo.
-Oh, sì! Perché no? Andiamo!- disse HaeMi, poi, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-Ma dove vivi?!- la riprese WooYoung ridendo ormai divertito dall’atteggiamento della ragazza.
Si era ormai fatta sera quando, per finire, HaeMi, lo portò in spiaggia. La sabbia era chiara, anche se il cielo era ormai scuro ma limpido, proprio come il mare. Non c’era un filo di vento.
Una serata perfetta, che fortuna, pensò WooYoung sorridente.
-Che hai da sorridere?- gli chiese la ragazza con aria infreddolita.
-Niente, niente…- rispose lui, per noi notare che effettivamente la ragazza tremava -freddo?-
-Mmh, un po’-
Fu in quel momento che l’irrefrenabile voglia di sentirsi a contatto con lei di WooYoung, prevalse sulla ragione e sulla roba varia che gli frullava in testa dal giorno prima. Le mise un braccio attorno alle spalle e la strinse a sé.
-Tra poco andrà meglio…- disse soltanto, senza dare ulteriori spiegazioni del gesto.
HaeMi andò in fiamme immediatamente: -Ora va già meglio!- disse staccandosi da lui precipitosamente.
Il suo gesto fece rimanere molto male WooYoung quella volta, che per tutta la serata non cercò più di avvicinarsi ulteriormente a lei.
Si fece tante domande. Perché l’aveva allontanato? Aveva fatto male a voler cercare contatto? Gli sembrava il momento giusto, eppure, a differenza delle altre ragazze, lei lo aveva subito respinto.
Pe una volta era a lui che piaceva una ragazza e non era lui a piacere.
Questa fu l’ultima cosa che pensò, perché arrivarono all’hotel e si separarono.
Il continuo sbuffare di WooYoung fece innervosire così tanto i membri da urlargli contro: -Ya! WooYoung, che è successo? Non sei uscito con HaeMi?- disse JunSu, per poi notare che il ragazzo aveva uno sguardo fulminante su di lui -Ah, ecco…-
-Che è successo?- chiese ChanSung.
-Sì è allontanata!-
-Cosa?- domando JunSu incredulo.
-Sì! L’ho avvicinata a me con un braccio e lei si è allontanata…- il tono di WooYoung sembrò quello di un depresso, in quel momento gli venne in mente “quell’emo di Brandon” e quindi scosse la testa. Cosa c’entrava Brandon? Non è sicuramente lui il motivo, insomma, era più bello lui, pensò per convincersi.
Tutti rimasero a bocca aperta, come poteva aver respinto quel dongiovanni di WooYoung? Non aveva mai sbagliato un colpo, in fatto di donne, lui.
Si sentiva male ad aver sbagliato in questo campo o… si sentiva male per aver sbagliato con lei?
Passò l’intera notte a domandarsi perché gli “piacesse” una tipa del genere, finché non si addormentò, troppo stanco per continuare a riflettere.
Angolo autrice!
Ya! Eccomi, finalmente! Chiedo scusa, ma ogni 6 / 7 giorni, sicuro, aggiorno. Mi dispiace se non aggiorno tempestivamente come con l'altra, ma oltre al fatto che la cerco di scrivere bene... sto avendo problemi a casa e poi massi di cose da studiare... Quindi, ora vi saluto, spero vi piaccia! Chiedo scusa se è un po' più corto dell'altro :3
|
Ritorna all'indice
Capitolo 4 *** Un litigio positivo. ***
(Avvertimento: i caratteri in grassetto indicano che si sta parlando in inglese)
Capitolo 4
☆
Un litigio positivo.
“Quando l'amore fa sentire l'altro rispettato, non umiliato,
non distrutto ma sostenuto, quando l'amore ci fa sentire nutriti, liberi,
allora scende a profondità maggiori.” –Osho
L’amore è quel sentimento che ti fa stare bene ed è l’unica cosa che non va mai e poi mai ostacolata.
24 Dicembre 2012
Seoul, concerto di Natale
WooYoung si ricordava ancora di quando, qualche mese prima, TaecYeon lo chiamò senza pensarci “WooYoungie”.
Mai l’avesse fatto.
Il ragazzo si era arrabbiato.
“Ya, Taec, smetti di chiamarmi così? Sai benissimo che mi da fastidio…”
“Woo, scusa. Ma stai calmo, innanzitutto non l’ho fatto apposta, e poi prima ti piaceva”
“Aish…”
WooYoung ricordava bene il discorso che avevano avuto e ora, lì davanti, era triste. Era passato del tempo e ancora non riusciva a dimenticare HaeMi.
Gli scese una lacrima davanti a tutti. JunSu se ne accorse e probabilmente si accorse anche della presenza della ragazza nella tribuna.
Circa 3 anni e 6 mesi prima
Los Angeles
-Bran, perché non posso fare quello che accidenti voglio?- urlò HaeMi dalla stanza d’albergo dove ancora si trovavano i Blusters.
-Quante volte devo dirtelo che dico tutto questo per il tuo bene? Basta. Non ne voglio più sapere di te. Del tuo modo infantile di fare le cose. Credi che mi diverta a sgridarti? Sei maggiorenne, non credi che lo faccia perché tengo a te?- questa era stata la risposta di Brandon alle sue urla, che ancora non volevano cessare.
-Se davvero ci tieni, lasciami essere felice. Mi sto solo svagando, è bello stare con lui. Perché mi stai chiedendo di evitarlo?-
-Starai male Amy. Male. È questo quello che vuoi?-
-Se è per passare del tempo con lui sì. Non ho mica detto che mi piace o roba varia. Accidenti, voglio un qualcuno con cui parlare di diverso dal solito!-
-Ma non ti ricordi come ti senti ogni volta che la tua migliore amica torna in Corea? Sei forse stupida?-
-Lo so benissimo come mi sento, ma ora non mettere in mezzo JinHee!-
-E invece Jinny è proprio la persona da mettere in mezzo. Essendo la tua migliore amica ci stai malissimo, ma chissà come ci staresti per quell’orientale, visto che hai così tanta confidenza con lui!-
-Senti Brandon, la vita è la mia, non la tua. E quel coreano ha un nome.-
-Appunto Amy, non voglio più saperne di te!-
Fu in quel momento che HaeMi, con le lacrime agli occhi aprì di scatto la porta e corse via, fuori dall’hotel.
Erano ormai le cinque passate quando Leslie entrò nella camera d’albergo dopo una lunga giornata per le strade di Los Angeles a sbrigare affari per il gruppo e si accorse dell’assenza di HaeMi.
-Brandon, dov’è Amy?- domandò ignaro della situazione.
-Non lo so e non mi interessa, chiedi all’orientale, magari- disse lui in tono freddo e distaccato, come capitava ogni volta che litigavano.
Leslie sapeva che erano entrambi molto legati ed ormai era abituato a questi continui battibecchi, così decise di uscire direttamente dalla camera d’albergo e cercare WooYoung. Infatti, le parole di Brandon non lo stupirono per nulla. Aveva già immaginato che la causa di tutto ciò era lui, anche se in realtà il povero ragazzo non aveva fatto nulla di male.
-Hey, WooYoung!- disse Leslie cercando di richiamare la sua attenzione appena lo vide.
-S…sì?- domandò il ragazzo titubante, per paura di non capirlo.
-Amy- gli rispose in fretta Leslie, per essere il più coinciso possibile e fargli capire di che cosa si parlava.
-HaeMi…?-
-Sì, esatto, proprio lei- rispose alla svelta, sotto lo sguardo di WooYoung che faticava già a seguire le sue parole -Allora, lei è uscita di casa oggi e ancora non è tornata, capito?-
-D…dove?- chiese allarmato l’”orientale” guardando il ragazzo americano davanti a lui.
-Allora… penso che lei possa essere in un posto. È un posto che le piace tanto e sono convinto che ti ci abbia portato…- detto questo, WooYoung lo fissò senza dire nulla -Capito?- domandò allora Leslie sul punto dell’esasperazione.
L’altro annuì, allora lui continuò: -Dunque… ti ha portato ad una spiaggia…?- annuì di nuovo -Ok, sicuramente si trova lì. Penso che debba andare tu…-
WooYoung lo guardò senza capire, perché dovrebbe andare a cercarla lui?
-Beh, mettiamola così. Tu le tirerai il morale più su di quanto possiamo farlo noi ora… non posso dirti altro…- concluse Leslie posando una mano sulla spalla dell’altro, ricevendone un segno positivo del capo e se ne andò.
WooYoung non ci mise nemmeno 10 minuti a percorrere di corsa tutta la spiaggia, da quanto era ansioso ed aveva voglia di vedere la ragazza. Non si vedevano dal giorno prima ed il fatto che nessuno sapesse di sicuro dove fosse gli dava un senso d’ansia profondo.
Quando arrivò alla fine della spiaggia vide dei capelli mossi dal vento spuntare da dietro una specie di muro di rocce.
-Ya… HaeMi, sei tu?- disse sottovoce il ragazzo avvicinandosi. La figura si ritrasse all’istante e i capelli non furono più visibili. A quel punto il ragazzo si avvicinò definitivamente e guardò oltre la pietra con cautela, per non spaventare la persona.
Come pensava, il colore di capelli era quello di HaeMi e anche il corpo sembrava essere il suo. Non vedeva la faccia, era nascosta dalle mani della ragazza.
La sentì singhiozzare e sgranò gli occhi.
-Ya! HaeMi, che è successo?-
-Niente, WooYoungie, niente…- disse lei con voce flebile cercando di trattenere i singhiozzi.
-HaeMi…- esordì lui posandole una mano sulla spalla, facendola sussultare -Non ho idea di cosa sia successo, ma comunque non voglio che tu pianga.-
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, aveva gli occhi rossi e un’espressione triste. Le accarezzò timidamente una guancia, per paura di essere respinto di nuovo, ma lei non reagì, anzi la sua espressione sembrò diventare un po’ più rilassata. Le faceva per caso piacere la presenza di WooYoung?
Lui sorrise e si sedette al suo fianco.
-Mmh…- esordì il cantante, dato che la cantante non sembrava voler parlare -Se hai bisogno di parlare… Sì, beh, insomma… io sono qui per te!-
La ragazza si girò verso di lui e lo fissò per qualche secondo, per poi accennare un sorriso, annuire debolmente e appoggiarsi alla sua spalla.
-Ti ringrazio WooYoungie- sussurrò, lui andò a cercare la sua piccola mano e la intrecciò con la sua: notò che si incastravano perfettamente. Come se fossero state fatte per stringersi l’una con l’altra. HaeMi gliela strinse forte e lui sentì un brivido percorrergli la schiena. Sembrava come se gli avesse detto “non andare da nessuna parte e resta con me”.
Strinse a sua volta la mano e le baciò la fronte arrossendo. Fortuna che non lo stava guardando, pensò in quel momento.
Quando la sera Leslie, che aspettava seduto nel giardino dell’hotel, vide i due ragazzi tornare mano nella mano pensò che il fatto che HaeMi avesse litigato con Brandon fosse positivo. Inoltre quest’ultimo si sarebbe pentito perché proprio grazie a lui WooYoung e HaeMi erano potuti stare insieme ancora una volta e si erano avvicinati molto più di quanto loro stessi avrebbero potuto pensare.
Hola compari (?) Tutto bene! Chiedo scusa il solito ritardo ma ho studiato 7 giorni su 6 (avete capito bene) e ancora lo sto facendo... quasi quasi non ho manco avuto modo di respirare!! Ahahaha comunque spero vi piaccia uwu
Al prossimo! (Comunque penso cambierò il titolo della storia prossimamente ewe) |
Ritorna all'indice
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=1317055
|