Battle Royale: 350th edition

di MadChemestry
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo I Classe 2D ***
Capitolo 2: *** Capitolo II Regole ***
Capitolo 3: *** Capitolo IV Intese e Tradimenti ***
Capitolo 4: *** Capitolo III L'inizio ***
Capitolo 5: *** Capitolo V Amicizie Infrante ***
Capitolo 6: *** Capitolo VI Protetta ***
Capitolo 7: *** Capitolo VII Illusioni e Speranze ***
Capitolo 8: *** Capitolo VIII Rancori ***
Capitolo 9: *** Capitolo IX Ricordi ***
Capitolo 10: *** Capitolo X Scommesse e Resoconto ***
Capitolo 11: *** Capitolo XI Fallimento ***
Capitolo 12: *** Capitolo XII Amore ritrovato ***
Capitolo 13: *** Capitolo XIII Incubo ***
Capitolo 14: *** Capitolo XIV Una giusta causa? ***
Capitolo 15: *** Capitolo XV Riflettere ***
Capitolo 16: *** Capitolo XVI Ringraziamenti ***
Capitolo 17: *** Capitolo XVII Videogame ***
Capitolo 18: *** Capitolo XVIII Vendetta ***
Capitolo 19: *** Capitolo XIX Il passato ritorna alla luce ***
Capitolo 20: *** Capitolo XX Rinnegati ***
Capitolo 21: *** Capitolo XXI Da fuori ***
Capitolo 22: *** Capitolo XXII Sistema ***
Capitolo 23: *** Capitolo XXIII Destinati ***
Capitolo 24: *** Capitolo XXIV Motivazioni ***
Capitolo 25: *** Capitolo XXV Ali recise ***
Capitolo 26: *** Capitolo XXVI Il Vincitore ***
Capitolo 27: *** Capitolo XXVII Scelta ***



Capitolo 1
*** Capitolo I Classe 2D ***


Capitolo 1

Capitolo 1

Repubblica della Grande Asia, un continente rovinato dalle guerre e dalla malvivenza, era infatti in guerra con l’America così come qualsiasi altro stato al mondo; su di esso vigeva una dittatura militare, gli studenti boicottavano le scuole e gli adulti erano costantemente sottomessi dai giovani, così per intensificare il loro controllo decisero di varare il BR act, anche detto Battle Royale.

Repubblica della grande Asia, Uchiko, 15/05/2012

Il tempo non era generoso con Uchiko, il tempo era decisamente orrendo, la pioggia cadeva copiosamente, rovinando il panorama solitamente tranquillo della città. La classe 2D dell’istituto Akurowa era radunata al di fuori dell’istituto, gli studenti erano tutti incappucciati da mantelli di gomma e tenevano sollevati gli ombrelli, scrutando attentamente l’orizzonte offuscato dal continuo piovigginare.

- Uffa… doveva essere arrivato almeno mezz’ora fa!- Sbottò una studentessa.

- Tomoko, non essere monotona…- Disse ironicamente la sua amica lì vicino

- Ma Fuyuko! Guardami! Ho l’uniforme completamente fradicia!-

- Uh-uh….- Fece maliziosamente un ragazzo che si era furtivamente avvicinato alle due

- Ecco, contenta? Hai richiamato un maniaco!- disse Fuyuko ironica

- Tsk!- fece lui –che diffidenti!-

- Sta zitto, Ashizu[M1] !- Riprese Tomoko leggermente entusiasta – E preparati, sta arrivando!-

Lo sguardo del trio, così come quello di tutta la classe si spostò nuovamente all’orizzonte, ma questa volta invece di noia e delusione vi era chiaramente stampato un sorriso di gioia. Un pullman blu elettrico, in gran parte sverniciato dalla pioggia, si accostò sul marciapiede di fronte alla scuola, gli studenti si precipitarono sul pullman e sgomitarono efferatamente per entrare il prima possibile sul mezzo. Tomoko e Fuyuko erano entrate leggermente in ritardo a causa della scarsa prontezza della seconda, nonostante ciò riuscirono a trovare due posti congiunti liberi, vi si sedettero sistemando i propri bagagli sulla rastrelliera e togliendosi il poncho di dosso. Tomoko riavviò i suoi lunghi capelli mossi, socchiudendo gli sonnolenti occhi a mandorla che posò poi su Fuyuko, anche lei alquanto assonnata.

-Era ora però…- disse Tomoko

-Già… non vedo l’ora d arrivare- Sorrise la compagna

- Sanjo… una bella città…- Disse, stringendo meglio il nodo alla cravatta della sua divisa scolastica - decisamente meglio di Uchiko-

Un nuovo volto sbucò dai poggiatesta dei due sedili, quello di Gaho Fumai, le due ragazze solbazarono.

-Bhu!- Fece il ragazzo assumendo una smorfia ridicola sul volto

- Stupido – Scoppiò a ridere Fuyuko – che cavolo vuoi? –

- Guardate….- Fece lui, allungando verso di loro una rivista con un segnalibro nel mezzo

Le ragazze presero la rivista e la aprirono alla pagina del segnalibro e videro una figura maschile orrendamente deturpata, Tomoko si copri gli occhi lanciando un urlo, Fuyuko si limito a osservare spaventata la figura posando infine lo sguardo sull’articolo leggendo:

349a edizione del BR act terminata

La 4F dell’istitituto Ketsuo della città di Nara ha finalmente messo fine alla trecentoquarantanovesima edizione del BR act, dopo una battaglia feroce durata per due giorni, ventitrè ore e quarantadue minuti, terminandola poco prima del terzo giorno. Il vincitore, Settan Pudichi, è attualmente…

La rivista venne strappata di mano a Fuyuko, che alzò lo sguardo

-Hey!- Disse ad alta voce, quietandosi poi notando che colui che gli aveva tolto la lettura era il Professor Inoue, che diede una rapida occhiata alla rivista, sollevandola poi in aria.

- Di chi è questa?- chiese ad alta voce

Una serie di mormorii si alzò nell’aria, insieme ad un ragazzo dai capelli biondi.

- Mia…- Disse, il tono di voce alquanto basso –Qualcosa in contrario, professore?-

Il ragazzo si avviò dal fondo dell’autobus verso il professore che disse scandendo bene ogni singola parola – Tashibari… ti rendi conto che potresti trovarti tu, in questo macello?- si riferiva ovviamente all’immagine del rotocalco che venne ancora una volta tolto bruscamente a chi lo teneva in mano.

-Francamente, me ne fotto..- Disse lo studente, che teneva stretta la rivista, dirigendosi lentamente al proprio posto.

- Yoshiro!- Scoppiò il professore puntandolo con l’indice assumendo un espressione adirata –io… io…- non finì la frase, si precipitò verso il posto del conducente, sparendo alla vista degli studenti.

Tomoko era rimasta sconvolta dalla rivista e non disse nulla, Fuyuko si voltò invece verso il fondo del autobus notando Yushiro Tashibari che veniva ricoperto di complimenti dagli altri ragazzi della sua piccola gang di teppisti. La ragazza si voltò di nuovo verso l’amica poggiandogli una mano sulla spalla.

- Fuyuko…- Tomoko disse turbata - … pensi che noi… pensi che noi rischiamo di finire lì?...-

- Naah!- disse lei sicura – Ci sono milioni di scuole in Giappone, perché mai dovrebbero scegliere proprio la nostra?-

- Hai ragione…- rispose Tomoko, ostentando ora un sorriso sulle labbra.

Le due si adagiarono sui sedili, non conversarono per il resto del viaggio, il professor Inoue non era ancora in vista delle due ragazze, che lentamente si rilassarono fino ad addormentarsi.

Ed eccomi qui ^^ questa è una delle mie fiction… la prima non ha riscosso molto successo, immagino perché ha dei chap un po’ troppo lunghi ç__ç spero che con questa ispiratami da un fumetto che ho letto e riletto vada meglio ^^

Recensite numerosi, anche negativamente, non mi offendo ^^

Mattia


[M1]

è il cognome del ragazzo, da notarsi infatti che almeno che non si tratti del proprio partner sentimentale o di un amico di infanzia, i giapponesi sono molto restii sul chiamarsi per nome.

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Capitolo 2
*** Capitolo II Regole ***


Ore 20:32, Luogo sconosciuto

Capitolo 2 - Regole

Ore 20:32, Luogo sconosciuto

Il pullman si era fermato, Fuyuko scivolò dal sedile svegliandosi, era ancora lì sul veicolo, guardandosi attorno vide che molti altri studenti si erano addormentati e alcuni di questi si stavano svegliando. La ragazza tentò di alzarsi dal posto, ma una forza sconosciuta la trattenne in vita, abbassò lo sguardo rivelando la presenza di una cintura, rabbrividì improvvisamente e si girò di scatto verso l’assopita Tomoko e iniziò a scrollarla per una spalla.

- C…Cosa c’è?- chiese a ragazza in uno sbadiglio, alzò la testa mostrando uno strano oggetto metallico che fasciava il suo collo.

- Dove hai preso quel collare?- Chiese Fuyuko stupita.

- Quale? – rispose lei con una domanda, andando poi a tastare il proprio collo sbarrando gli occhi -Ne hai uno anche tu!-

Fuyuko andò rapidamente a saggiare la gola sentendo una morsa metallica e sbarrò gli occhi mentre di sfuggita rivolgeva lo sguardo agli altri studenti, notando anche loro nella sua stessa posizione, legati al sedile e con un misterioso anello metallico stretto al collo, una voce metallica proveniente dal posto conducente interruppe il vocio circostante.

- Silenzio, prego!- Tutti si voltarono verso la voce, il Professor Inoue era lì, una maschera antigas tenuta sul volto. Era circondato da almeno 5 soldati, fuori dai finestrini se ne potevano vedere molti altri . – Vedo che vi siete svegliati, quindi deduco che questa non mi servirà più- Si tolse quindi La maschera dal viso.

- Dove Siamo?!?- Chiese a voce alta e presuntuosa Ten Junko dal fondo del pullman, la studentessa era evidentemente sconvolta e al tempo stesso furiosa e si sarebbe volentieri alzata in piedi –Che posto è questo?-

- Zitta!- La interruppe bruscamente il docente – E aspetta il tuo turno… prego signorina…- Disse infine rivolto all’ingresso del pullman.

Una donna entrò nel veicolo, sembrava non avere più di venti o trenta anni, indossava un uniforme militare femminile e teneva in mano una serie di fogli di carta, era molto bella, infatti alcuni ragazzi iniziarono a fischiarle. – NON FACCIAMOCI RICONOSCERE!- Sbottò il professore, che sembrava avere allora un certo tocco di autorità in più, tanto che tutti gli studenti tacquero di colpo.

-Grazie…- Rispose gentilmente la donna, andando poi ad osservare la classe –Salve a tutti, mi chiamo Maiko e vi illustrerò il piano della vostra gita… se ancora così si può chiamare…- Fuyuko deglutì.

-In questa “gita”- proseguì la donna facendo le virgolette con le dita laccate – Voi parteciperete ad un gioco, di cui fra voi quaranta solo uno si aggiudicherà la vittoria… Voglio che voi tutti- Squadrò tutti gli studenti sull’autobus -… vi ucciderete a vicenda!- la donna esultò mentre gli alunni sobbalzarono spaventati, Fuyuko sbarrò gli occhi, osservando l’amica che stava tremando come se avesse gli attacchi epilettici, una decina di ragazzi bestemmiarono ad alta voce ma vennero quietati alla vista dei fucili dei soldati che vennero rapidamente puntati contro di loro.

Nella mente di Fuyuko si stavano formando una folta serie di domande: Era uno scherzo? Se fosse così perché tutto quel realismo architettato su? Se invece fosse vero? Come sarebbero usciti da quella situazione?

Non aveva il tempo di risolvere nemmeno uno di questi dilemmi che la donna continuò. –Il Professor Inoue mi ha comunicato che alcuni membri di questa classe hanno dei problemi comportamentali, per questo siete stati inseriti nel sorteggio e siete stati i fortunati vincitori!- Sorrise, andando ora a leggere i fogli di carta che aveva in mano, nel pullman echeggiavano rumori di pianti e gemiti. – attualmente vi trovate nella meta della vostra gita, Sanjo. In un deposito pullman dei bassifondi…- Detto questo, prese dalla risma di fogli una mappa e la appese al vetro frontale, apparentemente sembrava la cartina di una mappa della città ma in più mostrava linee simili ai paralleli e ai meridiani di un mappamondo ed erano segnate con lettere e numeri simili a quelli di una battaglia navale, la mappa mostrava inoltre una croce rossa nella zona D3. –Bene, questo sarà il nostro campo di battaglia del diametro di 4 chilometri circa…- puntò una bacchetta contro la croce in rosso -…che è stato diviso come potete vedere, in zone, questo è il deposito, ovvero dove ci troviamo noi… avrete completa libertà d’azione, potrete anche rimanere nascosti…- alcuni studenti tirarono un sospiro di sollievo, che venne bruscamente interrotto -… ma qui entra in gioco un'altra problematica da tenere sotto controllo! I collari che avete, realizzate grazie alle più avanzate tecnologie della fondazione, controllano esattamente le vostre funzioni vitali e la vostra posizione…- La spiegazione venne interrotta da un colpo forte e assordante, tutti gli studenti si misero ad urlare, alcuni piansero e molti si voltarono verso i sedili sul fondo del pullman, una ragazza, Fushino Nao, era stata colpita alla testa da un proiettile ed il suo corpo era caduto verso il compagno Shin Kazu, che era in lacrime e ricoperto di sangue. –N-n..no… nooooo…- continuava a scuotere la testa, Fuyuko era anche lei in lacrime, si voltò verso Tomoko e l’abbracciò forte cercando di dargli forza. Un soldato davanti aveva l’aria spaventata _Mi… mi è partito un colpo, scusatemi…- La donna si voltò verso il soldato e gli mollò un gran ceffone –Stupido! Noi non possiamo ucciderli!- era molto adirata, ma con un gran respiro si voltò verso gli studenti –Va bene, vorrà dire che questo sarà un segreto fra noi, intesi?- il sorriso sul suo volto mostrava una fredda ironia. La classe si riprese solo dopo un quarto d’ora, passato il quale la donna proseguì la spiegazione con una certa freddezza. – Come dicevamo… i collari ci segnalano la vostra posizione. Ciò è importante, perché ogni quattro ore il Professor Inoue vi dirà il nome di una zona che diventerà proibita- Prese un pennarello rosso dalla sua uniforme e segno un cerchio e una croce sulla zona F9 –Se ad esempio vi dirà che la zona F9 è diventata proibita, allora fareste meglio a non andarci perché…- mise una certa enfasi nella frase, mentre si voltava verso i ragazzi con un occhiata sadica -…il vostro collare esploderà!- gli studenti sobbalzarono nuovamente, ma lei continuò senza esitare la spiegazione. – Questo vi impedirà di evitare il combattimento!- Una mano si alzò timidamente fra i sedili anteriori, la donna voltò lo sguardo verso di essa. – Keishi-kun, vero? Prego-

Il ragazzo si alzò finché poté annuendo –Cosa c’è ai confini dell’area… di combattimento?- chiese lui.

-Ottima domanda, Dairei- annuì –Il perimetro dell’area è infatti delimitato da una recinzione in acciaio collegata a una centralina ad alto voltaggio, è inoltre sorvegliata da alcune guardie. Per scoraggiare chiunque abbia la brillante idea di abbandonare il gioco così- Keishi Dairei cadde sul sedile, sprofondandovi –Ah, se entro tre giorni non avremo un vincitore, tutti i collari esploderanno. Bene, credo che siate pronti ad iniziare… buon divertimento!- La donna si fece di parte, il Professore prese il suo posto.

Classe 2D, Istituto Akurowa, 20 maschi, 20 femmine, 40 totali

Ragazza #6 - Fushino Nao - morta

Persone rimaste in vita: 39

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Capitolo 3
*** Capitolo IV Intese e Tradimenti ***


Capitolo IV

Capitolo IV Intese e tradimenti

Ore 23:30 – Zona B4

Fuyuko continuò a correre, era notte fonda ed era esausta, ma non demordeva, la zona A5 nella quale era sito il centro commerciale era poco distante secondo la sua mappa, sperava profondamente che la sua amica stesse bene e che nessuno studente che avesse preso parte al programma la raggiungesse prima di lei. La zona B4 era apparentemente deserta, i bassifondi erano ovviamente stati fatti evacuare per far spazio al gioco, e le abitazioni nell’area presentavano porte e finestre spalancate, Fuyuko era ormai stremata, aveva corso per centinaia di metri senza fermarsi, ormai sentiva decisamente mancare le forze, si sedette quindi su un muretto.

Aprì il borsone, sfoderando la spara chiodi, lo sguardo i si assottigliò sull’”arma” che stringeva in pugno: sarebbe stata in grado di usarla? Avrebbe avuto la necessaria freddezza di uccidere qualcuno? Un amico? Un compagno di banco? Di chi avrebbe più potuto fidarsi?

Iniziò a domandarsi se chi era intento a uccidere i propri compagni avesse armi più potenti della sua e se qualcuno oltre a Nao fosse già morto quando un rumore di un passo maldestro fra l’erba la face balzare in avanti di colpo, si voltò rapidamente, in tempo per vedere Kenata Baiko vibrare un colpo con un mattone stretto in pugno verso di lei, scivolando goffamente oltre il muricciolo. Fuyuko indietreggiò con uno scatto felino, scrutando il ragazzo dalla grande massa corporea –Kenata! Kenata, fermati! Non voglio combattere! Non sono tua nemica!- disse la ragazza con tono sconvolto e supplichevole –Voglio solo andare al centro commerciale e…- non fece in tempo a finire la frase, il ragazzo si buttò verso lei a gran velocità, l’arma levata al cielo si stava rapidamente abbassando verso la studentessa che con un'altra rapida mossa evitò il colpo che andò a finire contro il suo borsone, Kenata cadde nuovamente a terra. Lo studente in questione, Kenata Baiko, era scarsamente dotato per l’attività atletica, al contrario di Fuyuko, che era discretamente brava nel tiro con l’arco, disciplina nella quale aveva vinto tre medaglie di bronzo e una d’argento al torneo regionale.

-Kenata- Disse FuyukoKenata, ti prego… io…- lo studente si rialzò da terra, la ragazza poteva benissimo scorgere il suo volto piangente e terrorizzato -… non voglio farti del male, guarda…- Baiko sbarrò gli occhi, la spara chiodi di Fuyuko cadde a terra, alzando una manciata di polvere dal marciapiede, le mani della ragazza erano portate al cielo.

-Manae….- anche il mattone di Baiko venne lasciato cadere, e il ragazzo si fiondò sulla ragazza, abbracciandola –Mi dispiace… mi dispiace…-

-Non è nulla- Lo rassicurò lei –Va tutto bene, tranquillo…- la testa del ragazzo si poggiò sulla spalla si Fuyuko che continuava a bagnarsi delle lacrime di Kenata.

Ore 0:13 - Zona D2

La luna illuminava gelidamente le piccole abitazioni che sorgevano sulla zona, andandosi debolmente a riflettere su un oggetto metallico, una lametta tenuta in mano da una studentessa, Abachi Kuniko, la ragazza fissava la sua arma con timore, sapeva che quella non sarebbe servita contro le pistole, i coltelli o qualsiasi altra arma avessero potuto avere i suoi compagni, notò poi una luce alla finestra di un abitazione e riflessa su questa, l’ombra di una sagoma famigliare. Un sorriso si stampò sul volto della ragazza che corse rapidamente verso la casa e vi penetrò, ad attenderla c’era sua sorella, Momoko –Bene, dobbiamo stare insieme, Kuniko, saremo unite potremo anche boicottare il sistema e fuggire da qui… dobbiamo solo avere gli alleati giusti- la ragazza spense la luce, per non attirare eccessiva attenzione.

-Mi hanno dato questa…- disse Kuniko, mostrando la lametta –mi sa che senza di te non andò molto lontano-

-Beh, sono stata un po’ più fortunata- disse, indicando la balestra posata sul tavolo –ma te lo ripeto, da unite saremo molto più forti, qualsiasi arma abbiamo-

Momoko si girò verso il frigorifero –Odio razionare le provviste, vediamo se c’è qualcosa da mangiare qui…-

-Momo…?- chiese la ragazza dietro se –Tu… sei davvero una teppista come gli altri dicono?-

La sorella esitò a rispondere, poi disse – Lo sai, Kuniko, lo faccio solo per i soldi… normalmente non potremmo permetterci neppure la metà di ciò che abbiamo…-

-E tu invece provvedi alle entrate “extra” , lo so…- la interruppe Kuniko.

-Oh, bene!- Esultò Momoko, prendendo un po’ di cibo dal freezer –Birre, carne, formaggio… altro che quella schifezza sintetica della corp…- le bottiglie e il cibo impattò a terra, un getto di sangue vi si riversò sopra, Momoko cadde addosso all’elettrodomestico e vi scivoloso rimanendo seduta a terra, aveva un dardo conficcato in petto.

-KuKuniko….- mormorò con la poca voce che aveva in corpo –Per….ché?-

-La teppista Momoko….- Sorrise la sorella, la balestra stretta fra le braccia -… sei un po’ ingenua per essere una criminale in erba-

-uhm… i-io… coff… volevo solo… proteggerti…-

-Si, sei stata una brava sorella maggiore, non lo dimenticherò-

-Kuniko…- una lacrima solcò il viso -…io… ti volevo bene…-

-Io te ne voglio ancora…- si avvicinò a Momoko e gli diede un bacio sulla guancia –.. per questo non voglio che tu soffra vedendomi morire…-

-N..no-

-Addio… Momoko- Un altro dardo partì, l’ultimo di quella notte.

Ragazza 2, Abachi Momoko, Deceduta

Persone rimaste in vita: 37

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Salve^^ ho avuto il piacere di leggere le recensioni dei pochi, ma spero affiatati, lettori.

Sono contento di aver letto recensioni positive, spero di riuscire a meritare questo vostro giudizio fino alla (sicuramente tragica) fine della Fict. Cercherò di cancellare la standardizzazione del tipo one chapter, one kill.

Un saluto a tutti, nell’augurio che continuate a leggere la mia Fiction ;)

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Capitolo 4
*** Capitolo III L'inizio ***


Capitolo III L’inizio

Capitolo III L’inizio

21:03, Zona D3, Deposito Autobus

Il silenzio piombò nell’autobus, il corpo esanime di Nao era stato spostato in modo che non urtasse alcun ragazzo. Il Professor Inoue avanzava a grandi passi, raggiungendo il corpo della ragazza che guardò con diffidenza, per poi scrutare il poco distante Tashibari, rimasto decisamente spaventato.

-Grazie ad elementi come te, abbiamo creato questo- Disse l’uomo – A causa tua Nao è morta- Tashibari si strinse a se, lo sguardo perso fuori dal finestrino. Inoue non perse più di un minuto a fissarlo, per poi tornare lentamente verso la parte anteriore del pullman Proferendo : - Ognuno di voi verrà adesso chiamato e verranno slacciate le cinture, dovrete uscire dall’autobus e prendere il bagaglio che vi verrà dato, abbandonando rapidamente il deposito- il silenzio nel pullman non mutò permettendo all’insegnante di continuare – Ogni bagaglio conterrà del cibo, la mappa della zona, una bussola e un arma. Quest’ultima sarà completamente casuale per eliminare ogni tipo di preferenza o capacità individuale, non vi smentisco che potreste trovare oggetti che difficilmente chiamereste armi.... Prenderete anche i vostri bagagli personali, guarda caso aveste di medicine o simili che solo voi avete. Anche le donne dovranno impegnarsi nella lotta, se contate ciecamente sui dati statistici vi informiamo che il 49,97 % dei vincitori sinora sono stati esponenti del gentil sesso- Era ormai giunto al posto del conducente, sul cruscotto era appoggiato il registro che prese e sfogliò con una certa rapidità, prese il microfono e disse ad alta voce: - Studente uno… Ashizu Ebizo-

Ebizo era fra i primi posti dell’autobus, si sentì un forte clank, probabilmente derivato dall’aprirsi delle cinture di sicurezza, il ragazzo si alzò celermente dal posto e prese il suo zaino dalla lastrelliera, Inoue gli fece cenno di uscire e eseguì l’ordine molto rapidamente, tremando di paura, dai finestrini si poteva benissimo vedere Ashizu correre lungo l’uscita, prendendo al volo il bagaglio color verde militare che gli veniva lanciato.

- Studentessa uno, Abachi Kuniko- un altro clank e anche la ragazza riuscì a lasciare il posto, Kuniko era una ragazza molto bella oltre ad essere fra le più gentili e caste della scuola, tutt’altro si poteva dire della sorella maggiore, Momoko, che era invece a capo di un gruppo di teppiste ed essendo ripetente, frequentava la stessa sua classe ; Kuniko sembrava molto spaventata, corse fuori dall’autobus con il suo zaino sulle spalle e si allontanò con il suo bagaglio sottobraccio. –Studente due, Buncho Arata- come Momoko, Arata non godeva di buona fama, nonostante in realtà fosse un bravo ragazzo, era considerato un criminale essendo coinvolto suo malgrado in un traffico di droga, fece esattamente come Kuniko, seppur con fare indifferente. –Studentessa 2, Abachi Momoko- La sorella della studentessa modello si sollevo dal suo posto, sputò a terra la gomma che stava masticando, e si diresse verso l’uscita lanciando a tutti un aria di sufficienza, portando con se la propria borsetta.

L’appello andò avanti…

-Studente tre, Darei Keishi…studentessa tre, Ando Rui… studente quattro, Fumai Gaho…-

Che era dopo di lui era ormai ovvio, Fuyuko osservò compassionevole l’amica Tomoko, e gli prese la mano. –Studentessa quattro, Chiza Tomoko- il clank! risuonò più forte degli altri per le due, Tomoko si alzò tremante dal posto, Fuyuko infilò qualcosa nella sua tasca e la ragazza la guardò perplessa –Datevi una mossa!- Tomoko prese la sua borsa e corse velocemente fuori dall’autobus, all’uscita del deposito gli venne lanciato il borsone, che prese fra le braccia, vacillando un po’ per il peso, la ragazza scrutò Fuyuko che stava ancora sull’autobus e poi corse fuori dal deposito, svoltò subito dietro l’angolo, nascondendosi dietro una panchina di fianco ad una cabina telefonica e frugò nelle sue tasche, ne estrasse un piccolo foglietto di carta che non esitò a leggere:

Tomoko, non avere paura! Vedrai che riusciremo a cavarcela e uscire di qui come abbiamo sempre fatto! Torneremo a casa, mangeremo gelato, leggeremo riviste e guarderemo la TV come abbiamo sempre fatto! Te lo prometto! Corri appena puoi al centro commerciale, dove volevamo andare per Ganjo, ricordi? Ti aspetto lì!

Sul viso rigato di lacrime di Tomoko si formò un sorriso, si alzò da dietro la panchina e si avviò a gran velocità verso i grandi magazzini. Dentro L’autobus erano passati almeno mezz’ora, l’atmosfera era sempre più tesa e i posti si svuotavano a ritmo sempre crescente, una sola voce squarciava l’altrimenti rigido silenzio. –Studente tredici, Kento Haruki…- Fuyuko ingollò, sapeva benissimo di essere la prossima. –Studentessa tredici, Manae Fuyuko- un altro forte clank! Echeggò per tutto il veicolo, sentì la pressione sullo stomaco allentarsi, si alzò dal posto, afferrando la borsa dalla rastrelliera come aveva fatto l’amica e si avviò lentamente fuori dal veicolo, il borsone verde arrivò celere come al solito, corse rapidamente fuori dall’ingresso del deposito, tenendolo ben stretto.

Raggiunse un edificio, apparentemente un condominio, alla destra del deposito, si nascose dietro l’ingresso di questo e frugò nel proprio borsone, vide la mappa e la bussola che legò al collo grazie agli appositi legacci in dotazione, frugando ancora meglio vide qualche bottiglia d’acqua e una confezione di biscotti vitaminici, entrambi targati dalla repubblica della grande Asia e, cosa che destò l’attenzione di Fuyuko, una scatola bianca anonima che Fuyuko non esitò ad aprire, conteneva un oggetto strano che Fuyuko aveva visto poche volte, una spara chiodi.

Studenti

Studentesse

1

Ashizu Ebizo

1

Abashi Kuniko

2

Buncho Arata

2

Abashi Momoko

3

Dairei Keishi

3

Ando Rui

4

Fumai Gaho

4

Chiza Tomoko

5

Fumi Taki

5

Fuji Emiko

6

Gaji Yachi

6

Fushino Nao

7

Habarai Hebi

7

Harenji Maumi

8

Hanza Kazu

8

Hasamura Ayako

9

Hisaki Izo

9

Hotari Aki

10

Huchika Musato

10

Hukita Sae

11

Kawara Eichi

11

Keroyo Asako

12

Kenata Baiko

12

Kitsune Maru

13

Kento Haruki

13

Manae Fuyuko

14

Kyochi Motoyuki

14

Nakawa Yui

15

Manaru Misao

15

Oshiko Kazue

16

Shiboni Bairei

16

Riuno Kunie

17

Shiduna Mito

17

Riutaka Hisa

18

Shin Kazu

18

Sahari Naoko

19

Tashibari Yushiro

19

Ten Junko

20

Yuji Hiroaki

20

Zarahi Miho

22: 12 - Zona C1- Condominio

Buncho Arata si era nascosto nell’ascensore, era lì da parecchio ormai e non voleva muoversi almeno che quella zona non fosse dichiarata proibita, stava contemplando la propria arma che stringeva in pugno, inizialmente pensava fosse uno scherzo, ma non c’erano altri oggetti nel borsone, solo il cibo, la mappa con bussola e quella matita. Socchiuse gli occhi aspettando di addormentarsi, o ancora meglio, che si risvegliasse da quell’incubo, quando una serie di spari a raffica lo destò, non aveva alcuna voglia di muoversi di lì, finché non udì una voce femminile a lui famigliare: -Stammi lontano! Stronza!- Arata si alzò di colpo, apri le porte dell’ascensore e si precipitò fuori urlando:

-Sae! Sae! Dove sei?- La vide, era lì di spalle, Hukita Sae, la sua amica d’infanzia che aveva sempre creduto in lui e aveva negato qualsiasi possibilità che lui fosse un criminale –Sae!- La ragazza si voltò di colpo, aveva un mitra fra le mani, lo sguardo era perso e non puntava gli occhi dell’interlocutore. Si senti un colpo improvviso, un dardo partì a gran velocità, rimbalzando sul pavimento a pochi centimetri da Sae, la quale si volse nuovamente nella direzione di provenienza del dardo, urlando come una pazza:

-Crepa, maledetta!- Una miriade di colpi crivellarono il muro, non rivelando l’ipotetica ragazza che vi si nascondeva. –Scappa!- Urlò all’improvviso una voce, che risultò essere quella di Momoko, la teppista –Non vedi? È impazzita! Vattene! Ucciderà anche te!- il tono era impaurito, quasi supplichevole, Momoka non sembrava più a solita teppista, nonostante la sua capigliatura punk che la metteva in contrasto con la sua uniforme. Arata non gli diede però retta, andò verso Sae –Smettila! Non lo vedi che non vuole combattere?- gli poggiò una mano sulla spalla. Fu una frazione di secondo, la ragazza si dirò rapidamente sui talloni, il dito premuto sul grilletto, una raffica di colpi colpì in pieno lo stomaco di Arata, uccidendolo sul colpo, l’indice si allentò. Sae guardò il corpo, il terrore era stampato sul suo volto, un fiotto di saliva scorreva dalle sue labbra, mescolandosi alle lacrime. Non fece in tempo a reagire che un nuovo dardo partì, colpendola di striscio al braccio e facendola urlare di dolore, si voltò nuovamente, Momoko era di faccia a lei, nel corridoio –Maledetta pazza! Guarda cosa mi hai fatto fare- urlò Sae piangendo –Guarda!- l’arma fu nuovamente puntata contro la ragazza, che non aveva fatto in tempo a ricaricare la balestra e balzò indietro, quando Sae premette il grilletto un unico suono ne uscì: Tuc! L’arma era rimasta senza munizioni –Nooooo!- urlò lei piangente, accasciandosi a terra e stringendosi al corpo esanime di Arata. Per Momoko sarebbe stata l’occasione adatta per ucciderla, ma non lo fece, si allontanò rapidamente, abbandonando l’edificio.

Studente 2, Buncho Arata, Deceduto

Studenti rimasti in vita: 38

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Capitolo 5
*** Capitolo V Amicizie Infrante ***


Giorno 1 – Ore 9:31 – Zona B4

Capitolo V Amicizie infrante

Giorno 1 – Ore 9:31 – Zona B4

Fuyuko e Baiko si svegliarono il giorno dopo, il “programma” ebbe ufficialmente inizio. Un rumore di altoparlante squarciò il silenzio e si levò con tono basso su tutto il perimetro di combattimento.

-Buongiorno Cari!- Era la donna –Ora vi segnalerò gli amici deceduti, eh già, pare che qualcuno si sia dato da fare anche di notte, complimenti! Allora, vediamo…-

Fuyuko scrutò il cielo incrociando le dita, l’altoparlante proseguì –La studentessa numero sei… già quel piccolo incidente sul pullman, ma sorvoliamo… lo studente e la studentessa numero due, Buncho Arata e Abachi Momoko…- si sentì uno schiarire di voci…-E ora seguiranno le zone che diventeranno proibite…- Tutti gli studenti sfilarono celermente la mappa e iniziarono a prendere nota – Dalle dieci in punto: La zona E5, ripeto E5 e D9, dalle undici in punto C8, F8 e A5! Giusto per iniziare… Poi vedremo se aumentare o diminuire il numero delle zone proibite… Buon Gioco, ammazzatevi bene e divertendovi!- l’altoparlante si finì di parlare… insulti pesanti erano diretti alla donna.

Fuyuko tirò un sospiro di solievo che venne presto interrotto, Tomoko non era fra i morti, ma la zona A5 nel quale era presente il centro commerciale sarebbe diventata proibita in un ora e mezza, si alzò di corsa e iniziò a correre verso il centro commerciale, sperando che Tomoko l’avesse aspettata nonostante il ritardo e il pericolo imminente, Baiko gli stette dietro per quanto la sua corporatura poco adatta alla corsa gli permettesse.

Ore 9:42 – Zona F8 (confine del campo di battaglia), Magazzini

Yuji Hiroaki camminava strusciando fra gli alberi, teneva stretto in mano il suo pugnale che sapeva sarebbe stata la sua unica possibilità di tornarsene a casa, il vento forte scompigliava continuamente i suoi capelli rosso fuoco. Camminò furtivamente perso sud, vide la recinzione che sanciva il confine, rimase lì con gli arti tremanti, la testa cominciò a muoversi a scatti scrutandosi intorno, a parte le poche case l'ambiente era deserto. Tirò un profondo sospiro di sollievo e si avviò verso la recinzione nascondendosi fra alcuni alberi, un debole fruscio lo accompagnò mentre si infilava fra gli umidi cespugli, bagnati dalla recente pioggia, aveva finalmente un attimo di pace per rilassarsi e riflettere. Il programma aveva sconvolto Yuji che in quel momento non voleva altro che ritrovarsi a casa, lo sguardo fisso sulla lucente lama del pugnale si spostò poi in direzione di un rumore maldestro a una decina di metri da lui, il suo migliore amico, Fumi Taki, aveva appena fatto cadere il suo borsone rivelando la sua arma, tre granate. -Taki! Lui... lui non mi ucciderà ...no… non lo farà...- pensò.

Stava per uscire dal nascondiglio, quando vide il proprio amico afferrare saldamente una delle granate osservando minaccioso nella sua direzione, le dita sulla sicura.Hiroaki Rabbrividì e indietreggiò, mettendo un fragoroso sussurro fra le foglie, Taki tolse la sicura alla granata e la scagliò con violenta verso il cespuglio nel quale si nascondeva l’amico, che fu paralizzato dalla paura per qualche secondo, per poi balzare fuori con grande velocità correndo verso la granata e rispedendola al mittente con ua decisa percossa del suo borsone. La granata volò una ventina di metri sopra la testa di Taki, che si abbassò a terra sconvolto ed impietrito, lo stesso fece l’amico, l’esplosione fu tremenda per i due, Taki prese diverse schegge nella schiena, Hiroaki ne prese di meno e tutte nella spalla sinistra, si rotolarono entrambi dal dolore e si alzarono lentamente. -Hiroaki! Io… non sapevo che eri tu! M-mi dispiace, perdonami!-si giustificò Taki e rimase in ginocchio.

-non fa niente...- disse Hiroaki, che stringeva stretto il pugnale dietro la schiena, lo sguardo fisso sull’amico, uno sguardo diverso dal solito, che nascondeva palesemente la sua sete di vendetta e la sua diffidenza. -Hiroaki! Pensi forse che io stia partecipando al gioco?- chiese lui allora.

Taki allora rabbrividì, indietreggiò tenendo stretta nel pugno una delle sue granate e ricambiando l'occhiata di Hiroaki.-se avessi saputo che eri tu non avrei mai lanciato la granata- Ripeté Taki.

-Sta di fatto che avresti ucciso qualcuno lo stesso!- rivelò allora l’amico –come puoi dire allora che non stai prendendo parte al gioco?-

L’altro rimase rigido, immobile, non sapeva come rispondere alle accuse, così lasciò che Hiroaki proseguisse –Io… non posso credere che tu lo stia facendo…-

Taki si fiondò allora sull’amico, buttandolo a terra e di mise a correre verso sud, era molto confuso, tanto da non ricordarsi che verso sud c’era il confine della recinzione, Hiroaki ci mise poco a raggiungerlo con la lama nella destra, pronto a sferrargli un fendente – non voglio morire!- esclamò Hiroaki –Non voglio morire, non io!- la ragione aveva ormai abbandonato la sua mente. Taki sverrò un calcio all’inguine dell’amico, facendolo accasciare a terra per il tempo sufficiente per scalciare lontano la sua arma, il ragazzo afferrò quindi la mano dello studente nel quale era stretta la granata –NON IO!!!- continuava ad urlare il ragazzo. I due caddero entrambi a terra abbandonando i rispettivi borsoni e rotolarono intenti a tenere stretta l’arma e al non concederla all’altro, raggiunsero rapidamente la recinzione vicino alla quale si fermarono fortunatamente, senza toccarla. Hiroaki era in lacrime, aveva paura e non voleva trapassare a causa di un simile gioco, Taki allora fece meno presa sulla granata che gli fu sottratta dall’amico che ora stava tenendo stretta la chiavetta –Hiroaki… io… mi dispiace per prima…- disse il ragazzo in lacrime –se vuoi uccidermi, è giusto che tu lo faccia… sono stato uno stronzo… e non aveva pensato all’amicizia fra di noi… sono stato uno stupido…- le lacrime avevano rigato parte del suo volto e scendevano copiose ai lati del suo volto. Hiroaki rimase immobile, la granata appesa alla chiavetta nel suo dito Taki…- la bomba cadde, la chiavetta si era sfilata, Taki la scagliò via con uno schiaffo –NOOO!- la granata si allontanò di circa quattro metri, ed esplose.

Le schegge trapassarono entrambi, facendogli provare un dolore atroce mentre l’onda d’urto li fece cadere addosso alla recinzione, l’ultima cosa che sentirono i due, era un forte odore di corrente ad alta tensione e un dolore che si muoveva per tutto il corpo facendoli muovere in preda alle convulsioni.

Ore 10:22 – Zona A5, Centro commerciale (Proibita alle ore 11:00)

Tomoko si era rifugiata per la notte nella boutique del centro commerciale, lo sguardo si alternava sempre fra la sua arma, una siringa ripiena di una sostanza tossica, e l’orologio il cui orario si avvicinava sempre più all’ora nella quale l’area sarebbe stata off-limits. Poteva sentire il collo mancargli da sotto alla testa ogni minuto di più, così decise di uscire ed aspettare l’amica all’esterno dell’edificio, in un area vicino, sperando che si desse una mossa, prese il borsone e fece per alzarsi quando notò una sagoma oscura sopra di lei.

-AHHHHHHHRG!-

Studente 5, Fumi Taki, Morto

Studente 20, Yuji Hiroaki, Morto

Persone rimaste in vita: 35

Salve, gente ^^

Ho fatto un piccolo ritardo :P (da un capitolo o due al giorno ad un completo giorno di assenza) spero non vi siate offesi e che il chap vi sia piaciuto ^^

Noto che le recensioni non tardino ad arrivare, mi fa piacere :D

E credo sia il caso che vi degni di alcune risposte.

X Topomouse : intanto complimenti per il nick^^ comunque Momoko (si chiama così ma non sai quante volte ho dovuto correggere Momoka in Momoko, stavo pensando di cambiargli il nome ma avevo già pubblicato il capitolo 3 =__=) è quella che sembra una cattiva o una dura ma in realtà non lo è più di tanto, è paragonabile a Yoshimi Yahagi, Hirono Shimizu o Takako Chigusa (scusa se avrò sbagliato a scrivere ma è da troppo che non leggo più il manga). Kuniko invece mi ispirava di più come personaggio femminile malvagio, una bella e dolce pecorella che diventa il peggiore dei demoni, forse un po’ prevedibile ma a me pensavo potesse dare un bell’impatto appunto perché era insospettabile ^^

X Ladyblack: L’ultima marcia? Non l’ho mai sentito ma penso che me lo procurerò ^^ Comunque leggere il manga non è necessario per capire la mia fic, ma se sei una appassionata di fumetti giapponesi te lo consiglio caldamente, perché è 300 volte meglio della mia Fic

Cari lettori, spero continuiate numerosi a seguire la mia storia. Ne mancano ancora 35 alla fine e non vedo l’ora di sfogare il mio spirito sadico muhahahahahah :D

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Capitolo 6
*** Capitolo VI Protetta ***


Capitolo VI

Capitolo VI Protetta

Ore 10:24 – Area A5, Centro commerciale (Proibita alle ore 11:00)

-AAAAAAAAAAAAAAAARGH!-

L’ombra sobbalzò – Chiza, ma sei scema? Che ti metti ad urlare così?- la voce vece scomparire l’espressione spaventata dal volto della ragazza, che iniziò a piangere di gioia, era il ragazzo con cui aveva fatto amicizia il primo anno di scuola e che non sembrava essersene dimenticato, Ashizu Ebizo.

-A-Ashizu-kun!- la ragazza gli si buttò addosso cingendolo forte fra le sue braccia, non fece inizialmente caso al curioso aumento di volume del suo torace. – H-ho avuto tanta… tanta paura- le lacrime non smisero di scendere sulle sue gote.

-Cosa ci fai qui?- fece il ragazzo

-Aspettavo Fuyuko, è da molto che aspetto, secondo l’ultimo annuncio non è morta- tirò su col naso –Spero non gli sia successo nulla!-

- Manae è una ragazza in gamba, sono sicuro che sta bene-

Tomoko annuì – Ora però dobbiamo andarcene, questa zona sarà off limits fra poco più di mezz’ora-

Il ragazzo annuì aiutando Tomoko ad alzarsi –Sbaglio o hai messo su un bel po’ di muscoli ultimamente?- chiese lei, indicando il petto decisamente rigonfio del compagno.

-Magari!- sghignazzò lui, sollevando la sua camicia e mostrando una sorta di giubbotto blu scuro –E’ un giubbotto antiproiettile, è la mia arma-

- Beato te! – disse la ragazza, mostrando la siringa – io ho solo questa… penso che non mi sarà molto utile..-

-…- il ragazzo non aprì bocca per un po’ –Beh, credo che sia il caso di muoversi… usciamo di qui-

-Si- Annuì lei –andiamo…- prese il ragazzo per mano, lui arrossì leggermente. –beh, allora?-

-Ah… si… scusa-

I due si diressero a gran velocità verso l’uscita del negozio, lo sguardo dei due era vigile e prudente, fuori dal negozio ci sarebbe stata una semplice strada sgombra, il territorio nel quale sarebbero stati un bersaglio ideale per qualsiasi studente, Tomoko non si lasciò sfuggire di mente qualche cattiva previsione su ciò che avrebbero trovato fuori, e ciò la fece diventare fredda come il ghiaccio.

Ore 10:44 –Area C8, Skate Park (Proibita alle 11:00)

Lo Skate Park era deserto, le panchine erano vuote, la sporcizia era rimasta per terra, un fievole vento soffiava lungo il giardino che sembrava essere un paesaggio fisso su un dipinto o su una fotografia, era placido e privo di qualsiasi movimento. Solo due sagome all’orizzonte iniziarono a farsi vive nella zona, le sagome di due persone che si tenevano strette ognuno nella mano dell’altra. Erano lo studente numero quattordici, Kyoichi Motoyuki, e la studentessa sedici, Riuno Kunie, il loro sguardo tranquillo andava verso le panchine, si avvicinarono ad una di loro e vi si sedettero, la ragazza lasciò cadere il proprio borsone dal quale si intravedeva una pistola a tamburo, il ragazzo invece teneva il bagaglio di fianco a se e la sua arma fra le mani, un sacchetto dal quale spuntavano fuori dadi di tutti i tipi, colori e dimensioni.

-Era qui che volevi venire, a Sanyo?- chiese Motoyuki

-Si- la ragazza emise un sorriso radioso rivolto a lui, come a non rendersi conto di quello che sarebbe accaduto fra un quarto d’ora se non si fossero mossi di li –Grazie-

Lui sorrise e gli mise una mano sulla spalla, lei si poggio con la testa sul suo petto, continuando a parlare – Non è molto romantico, ma mi ricorda tanto… il parco nel quale ci siamo conosciuti… ricordi?- il ragazzo annuì lentamente, indicando un lampione.

-Quello assomiglia al palo dove ti avevano fermato quelle teppiste- posò il braccio libero alla vita della ragazza.

- Dalle quali tu mi hai salvato…mi ricordo- socchiuse gli occhi, senza mai smettere di sorridere –E’ questo che mi è da subito piaciuto di te… tu mi hai sempre protetta…-

A queste parole il ragazzo si fece molto più cupo e non proferì parola.

-Cosa c’è?- chiese lei

Il ragazzo non disse nulla per un po’, le labbra gli tremavano e dei piccoli singhiozzi erano ben udibili alla ragazza, che smise di sorridere e assunse un aria seriamente preoccupata. –Mi… dispiaceee….- le parole uscirono interrotte dai singhiozzi, sul viso del ragazzo iniziarono a scorrere numerose lacrime.

-Che… che dici?- Sorrise lei –cosa ti dispiace?-

-Q-questa volta..- disse lui, gli occhi, così come il naso e le labbra, non smisero di emettere fluidi. -.. non riuscirò a proteggerti… no… non ci riuscirò…-

La ragazza abbassò lo sguardo, anch’essa malinconica.

-Non uscirò da un angolo con le mie belle parole ad allontanare un gruppo di teppiste…- proseguì Motoyuchi –Non andremo mai più in giro, a divertirci guardando la televisione insieme, o andando al cinema, o con una passeggiata al parco… non verrò più a casa tua, di notte… non andremo più a cena insieme… non…- la ragazza lo interruppe mettendogli due dita davanti alla bocca in segno di silenzio, il ragazzo tacque ma le sue labbra non smisero di tremare finché non incontrarono quelle della ragazza, che si sciolsero in un dolce bacio.

- Non mi importa..- disse lei, con un sorriso dolce come solo lei sapeva donargliene –Io mi sentirò sempre e comunque protetta, sapendo che tu esisti… che tu mi ami… che mi stai vicino…- anche le sue labbra tremavano seppure non smisero di sorridere. –Io non ho paura di morire, di andare in cielo… se so che ad aspettarmi ci sarai tu…- entrambi scoppiarono in pianto, ma di gioia, si strinsero forte l’uno all’altro per poi fissarsi negli occhi dicendosi – Ti amo…- le ultime loro parole, prima di fondere le loro labbra.

Il silenzio era totale, solo tre beep lo interruppero, quello dell’orologio che segnava ormai le undici, e quelli dei loro collari, i due non si staccarono fra loro, nessuno dei due emise una smorfia di terrore, rimasero lì, nello spazio del loro amore infinte, spazio che si sarebbero portati fino in cielo.

Un rumore seguì i beep…. BOOOOOOM….

Ore 11:12 – Zona B5, asilo (pressi centro commerciale)

Tomoko e Ebizo erano usciti dal centro commerciale e si erano accampati nell’asilo che si trovava davanti, non sapevano se Fuyuko si sarebbe fatta viva e stavano continuamente scrutando fuori dalla finestra. Tomoko si alzò in piedi e si diresse sul retro dell’edificio –Vado a cercare un bagno, ne ho bisogno…- si giustificò, si diresse quindi verso una porta che aveva su scritto “WC” e ne girò la maniglia, sentì allora un oggetto freddo e metallico premere contro la sua nuca, Tomoko non si mosse, ma le sue gambe non smisero di tremare.

Studente 14, Kyoichi Motoyuchi, deceduto

Studentessa 16, Riuno Kunie, deceduta

Studenti rimasti in vita: 33

Salve lettori ^^

Spero che questo chap vi sia piaciuto nonostante la mia incapacità nel trattare scene romantiche o d’amore ^^”

Come sempre, recensite numerosi e fatemi sapere cosa ne pensate ;)

Per Lithia del sud: Sono contento che ti sia piaciuta la mia umile Fic, vorre comunque dirti che in realtà nel chap 4 la sorella minore non muore, uccide semplicemtne la sorella maggiore (infatti è uno dei personaggi malvagi della Fic), è un mio errore, era un po’ troppo ambiguo il messaggio ^^” comunque per farmi perdonare ho messo una scena che ritengo comunque drammatica in questo chap, te la dedico ;-)

Comunque il film l’ho già visto, ma della serie animata non sapevo nulla O.O come si chiama? Dove l’hai trovata?

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Capitolo 7
*** Capitolo VII Illusioni e Speranze ***


Ore 11:12 – Zona B5 Asilo

Capitolo VII Illusioni e Speranze

Ore 11:12 – Zona B5 Asilo

Tomoko non si mosse, ma le sue gambe non smisero di tremare, si strinse nelle spalle e abbassò la testa, sentì l’oggetto fare meno presa, quindi si girò e con un rapido gesto diede un pugno all’oggetto metallico in questione, una spara chiodi. Gli occhi di Tomoko si sgranarono.

- Non sarai una campionessa di Karate, ma sai il fatto tuo! – un volto amico gli sorrise.

La ragazza non proferì parola per un po’ rimanendo con la bocca aperta per almeno mezzo minuto, poi copiose lacrime scesero sulle sue gote mentre dalle labbra tremanti uscì una fievole vocina:

-S-stupida…- Tomoko si avvinghiò forte a Fuyuko, mentre Ebizo irruppe nella stanza vedendo le due ragazze e Baiko.

- Da dove siete entrati?!- chiese lui, Baiko indicò la porta sul retro, aperta.

- Qui si, che eravate al sicuro- disse ironicamente Fuyuko, la sua amica non voleva sentirne di staccarsi da lei.

- Beh, ci siamo accampati qui per aspettare voi…- disse Ebizo incrociando le braccia – …che a quanto pare non rasentate la puntualità assoluta-

Fuyuko e il ragazzo si lanciarono un occhiata fulminante, facendo scendere nella stanza un aura tesa, che venne sfumata in seguita ad una loro improvvisa risata, Fuyuko abbassò lo sguardo verso l’amica ancora stretta a lei –Sono felice di rivederti, temevo di non riuscire a farlo mai più-

Tomoko pianse ancora più forte, facendo pentire alla compagna di aver detto una cosa simile, alla fine la ragazza si calmò, permettendo al trio di sistemarsi meglio nell’aula.

-Bene, allora… teoricamente parlando siamo bloccati nei bassifondi di una città- Cominciò Ebizo

-…Senza un piano per uscire…- Aggiunse Baiko

-… e con buona parte della classe contro…- seguì Fuyuko

Tomoko si rabbuiò, tutti cominciarono a pensare in maniera particolarmente intensa.

-Quali armi abbiamo? Oltre al mio giubbo antiproiettile, chiaro-

-Abbiamo… ehm… avevamo un mattone…- rispose Baiko

-e una sparachiodi…- proseguì Fuyuko

-…ah, la siringa…- mostrò infine Tomoko

-quella è la tua arma!?- chiese sorpresa l’amica l’amica

Il ragazzo non stava realmente ascoltando i tre, stava invece pensando, improvvisamente, dopo interi quarti d’ora di riflessioni si alzò, interrompendo la discussione fra le due ragazze:

-Ho un idea!-

Tutti si alzarono protesero il viso contro di lui, incuriositi. – La recinzione elettrica deve essere alimentata da una centralina esterna, è chiaro. Se riusciamo a distruggerla potremmo scavalcare la recinzione indisturbati!-

-Ma non sappiamo dove sia la centralina…- Disse Tomoko

-Basterà cercarla, dovrebbe essere nel perimetro della zona appena la troveremo…-

Il fischio dell’altoparlante interruppe il discorso del quartetto.

Ore 12:03 - Area B3, Parcheggio del cinema

-Noto con piacere che non avete perso il ritmo!- Questa volta fu il Professor Inoue a parlare attraverso l’amplificatore –Ben quattro persone ci hanno lasciato… gli studenti cinque e venti, Fumi Taki e Yiji Hiroaki… hanno preso una bella scossa! Scommetto che lassù o laggiù che sia, si siano portati dietro una bella abbronzatura!- si sentì una risata sommessa, che non venne condivisa da nessuno studente in ascolto – E poi gli studenti Riuno Kunie, la studentessa sedici e lo studente quattordici, Kyochi Motoyuki… triste la loro fine, non c’è che dire… c’est la vie… Dunque! Le zone da cui dovrete stare alla larga sono: B1, D2, E7 e C6 dalle due in punto… dalle quattro invece: A8… ripeto A8, D6, F9 e la A7… Dall’aggiornamento di mezzo giorno, è tutto! Buon gioco!-

Si avvertì l’ultimo fischio dell’alto parlante, che echeggiò copiosamente nella deserta Area B3, deserta se non fosse per il cinema e alcune piccole abitazioni prive di vita, da dietro una macchina parcheggiata, la studentessa undici, Keroyo Asako, stava finendo di segnare le zone proibite.

-F9…..A7….- disse sottovoce, segnando una croce nelle caselle citate.

La ragazza tirò un lungo sospiro, poggiando la testa sull’auto dietro di lei, gli occhi andavano al cielo, bello e luminoso come sempre, sembrava un giornata come le altre se non fosse che tutti i suoi compagni di scuola si stavano ammazzando a vicenda come se nulla fosse. E poi Arata, il suo Arata, un ragazzo all’apparenza poco consigliabile ma dolce, soprattutto nei suoi confronti. La ragazza poggiò la testa fra le mani, scoppiando a piangere, solo un voce la fece voltare di scatto, era la sua, quella di Arata.

-Asako…- il ragazzo era come Asako l’aveva sempre immaginato, come quella volta che lo vide allenarsi al parco, indossava la sua tuta, non la divisa.

-A…Arata….- disse lei, il ragazzo si limitò ad annuire

-No…- la studentessa scosse la testa –…tu… tu sei morto….- sul suo volto scivolarono lentamente delle lacrime, il suo sguardo appannato scorse appena l’assenza del collare del ragazzo – E.. come mai non hai più il collare… Parlami!-

Il ragazzo aprì le labbra disponendole in un gran sorriso – Sono capace di toglierli, Asako… sono venuto qui per liberarti da quell’arnese e tornarcene a casa insieme… io e te-

La ragazza sorrise a sua volta – D-davvero..?- si precipitò verso di lui e lo strinse forte a se, non sapeva come mai ma il corpo del ragazzo sembrava rigido, come se non fosse più lui –Arata… io.. c’è una cosa che volevo dirti da tanto… troppo tempo….-

Il ragazzo si limitò ad osservarla, lasciandola parlare –Io… io ti amo, Arata… con… con tutta me stessa io… io amo te, e te soltanto…-

Sul volto del ragazzo apparve un sorriso, le mani di lui andarono a cingere sul collo di lei

-Anch’io…. Anch’io ti amo….- le sue mani erano freddissime, ed iniziarono a fare forza sulla gola della ragazza.

-Arata… mi fai male così…- disse lei gentilmente, ma la forza del ragazzo non accennava a diminuire, anzi aumentò –A…Arata….-

I lineamenti del ragazzo iniziarono a mutare e a rigonfiarsi, la ragazza sgranò gli occhi, il naso di lui divenne più pronunciato, le labbra più sporgenti, il viso attraente di Arata si trasformò in quello di Shin Kazu, ancora sporco del sangue di Nao, morta sul pullman.

La ragazza non sentiva più il proprio collo, il suo respiro era forzatamente bloccato e la sua carotide ostruita pulsava sempre più forte, le mani si poggiarono su quelle del ragazzo, ma non riuscì ad avere la meglio, i suoi occhi smisero di lacrimare e la sua testa penzolò all’indietro, lo stesso fecero i suoi arti, Kazu la lasciò a terra, la dolce illusione di aver ritrovato la persona amata non era che un immagine sfuggevole e fittizia nella sua mente.

-Arata?- chiese al cadavere della ragazza – lo amavi? Allora… lo incontrerai in cielo…- cadde in ginocchio vicino a lei –N-non voglio finire come Nao… no… non come lei… non io…- il suo corpo tremava, si avviò verso il borsone della studentessa, che aprì celermente, rivelando l’arma di Asako, un martello in gomma piuma, il ragazzo aveva con se un semplice cacciavite. Kazu si alzò e si allontanò.

Ore 12:33 – Zona F6 (confine nord del campo di battaglia), Area boschiva

Era passato poco più di mezz’ora da quando l’alto parlante aveva squarciato il silenzio del quartiere, Sahari Naoko brandiva il proprio machete, e lanciava attenti sguardi attorno, stava cercando qualcuno, o qualcosa. La recinzione era a qualche metro da lei, e attirava buona parte del suo disprezzo, le faceva ricordare l’orribile volto di Inoue che rideva pensando alle loro sofferenze e alle loro paure, standosene tranquillo nel deposito dei pullman. Frushhh Naoko si girò rapidamente verso il rumore, notando lo smuoversi di un cespuglio, si avvicinò prudentemente e un ombra sfrecciò verso di lei che con una rapida mossa mise davanti la propria lama che andò ad impattare contro un'altra, più lunga e sottile, quella di una Katana. Naoko spostò lo sguardo dalla lama al proprio possessore, e sgranò gli occhi, era Huchika Musato il suo amico d’infanzia e compagno di scuola sin dall’asilo. –Musato?-

-Naoko?- i due allentarono le prese sulle armi

-Ma che cazzo fai? assalisci la gente così?-

-Che cavolo ne so io che a te piace andare in giro con le armi sguainate-

I due si scrutarono negli occhi, poi sorrisero.

Studentessa 11, Keroyo Kunie, Deceduta

Studenti in vita: 32

Un saluto a tutti i lettori^^

AUGURI DI BUONA PASQUA ^.^

Anche se penso che lo leggerete un po’ tardi :P

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Capitolo 8
*** Capitolo VIII Rancori ***


Ore 12:34 – Zona F6, Area boschiva

Capitolo VIII Rancori

Ore 12:34 – Zona F6, Area boschiva

Naoko e Musato rimasero a fissarsi per un po’ di tempo, dopodichè lei chiese –Cosa ci fai qui, ai confini dell’area di gioco?- il ragazzo prese un foglio di carta dalla tasca e vi scrisse “Cerco la centralina elettrica che alimenta la recinzione intorno al perimetro”

-Anch’io- Esultò lei –ma perché non parli a voce?-

Il ragazzo scrisse nuovamente sul foglio e lo mostrò alla ragazza “Riescono a sentire quello che diciamo” , la ragazza sussultò, il ragazzo abbassò il suo collare mostrando all’amica dei forellini sopra esso, sicuramente dediti a far passare i suoni ad un microfono interno.

La ragazza allora estrasse un blocco notes dal suo zaino e vi scrisse sopra “non lo sapevo… grazie…”, il ragazzo sorrise –Allora mi segui?- la ragazza annuì, quindi si diressero insieme attorno al perimetro della zona, percorrendolo con una certa fretta, senza mai perdere di vista la loro posizione sulla mappa. Lo sguardo della ragazza non poté non finire su di lui, ma lo distolse subito, imbarazzata.

Ore 12:59 – Zona B5, Asilo

Fuyuko e Tomoko rimasero vicino il più possibile mentre Ebizo aprì la porta dell’asilo per scrutare l’esterno, la strada asfaltata sembrava deserta e silenziosa, le uniche cose che si muovevano di fuori erano i giornali di carta mossi dal vento primaverile.

-E’ libero- disse il ragazzo –Andiamo-

I tre rimasti indietro erano molto titubanti, nonostante ciò si avviarono cautamente verso l’esterno dell’edificio, Baiko era il più spaventato di tutti, continuava a guardarsi attorno con grande ansia, solo una pacca sulla spalla da parte di Fuyuko lo arrisicurò un po’. Il quartetto aveva raggiunto la carreggiata e stava lentamente proseguendo, erano completamente disarmati.

- Oh, guardate…- sussultò Tomoko, indicando una figura barcollante all’orizzonte

Tutti si voltarono e videro Sae Hukita, con lo sguardo stravolto e l’andatura di uno zombie che guardava fisso il cielo continuando ad andare avanti, come fosse posseduta, nella destra teneva stretto il proprio mitra. –Sae!- La chiamò Fuyuko, avvicinandosi con passo lento –Sae, stai bene? Cosa ti è successo?-

La ragazza abbassò lo sguardo, vedendo Fuyuko, sul suo viso si formò un sorriso agghiacciante, folle –Arata…morto…-

La compagna sgranò gli occhi rispondendo –Lo so… è terribile!-

-Lo avete ucciso voi...- proseguì Sae, incurante delle parole dell’amica che stava indietreggiando rapidamente, la ragazza puntò l’arma davanti a se, senza mirare a nessuno in particolare, Fuyuko, Tomoko, Baiko e Ebizo iniziarono a correre nella direzione opposta alla sua, gli sguardi teorizzati, una serie di rumori sordi partirono squarciando il sereno di quella mattinata, Ebizo e Baiko caddero a terra, colpiti ripetutamente alla schiena, Tomoko e Fuyuko non smisero di correre, le loro gambe non volevano accennare a rallentarsi, i loro polomoni stavano esplodendo, i cuori martellavano forte nel loro petto, il loro corpo iniziava a bagnarsi di sudore, mentre infiniti colpi rimbalzarono alle loro spalle, una scia di bossoli cadde dall’arma di Sae, che si bloccò con un Chak! Uno dei bossoli era rimasto incastrato nel carrello, inceppando l’arma. –Uh..uh…- lo sguardo triste della ragazza incrociò l’arma mentre le due amiche sparirono dietro un edificio, comparendo alla sua vista. Sae si dirisse nella direzione opposta alle due, andando verso nord, dandoi le spalle ai ragazzi, Ebizo aprì lo sguardo, i colpi non lo avevano ucciso, ma l’impatto con lo giubbo antiproiettile lo aveva stordito per un po’ mentre un proiettile lo aveva colpito di striscio alla spalla, facendola sanguinare, quando il ragazzo si alzò era molto spaventato e confuso, tanto che gli ci volle un po ‘per realizzare che Baiko era vicino a lui, morto. Sae non era che un puntino all’orizzonte.

Ore 13:24 – Zona D6 (proibita alle 16:00), Stazione della metropolitana

-Bairei, passami l’acqua- chiese Manaru Misao all’amico, loro e altri due amici, si erano accampati sulle banchine della metropolitana e stavano architettando un modo per uscire da quel maledetto gioco.

-Eccotela- disse il compagno, porgendogliela –ma vacci piano, se continuiamo così non ne avremo più, e dovremo uscire alo scoperto per procurarcene altra-

L’amico prese l’acqua e ci bagnò una pezza che venne posata in testa a Yushiro, un ragazzo del loro gruppo che ebbe un improvviso mancamento, Gaji Yachi stava invece prendendo un paio di birre dal proprio zaino, i quattro erano i classici bulli della classe e, a parte Bairei, nessuno di loro brillava per intelligenza.

-Beh, se mai andassimo a secco- disse sorridente Yachi, tenendo fra le mani quattro birre –possiamo usare queste-

Bairei scosse la testa –scemo…- e tornò con lo sguardo a fissare Yushiro, Yachi posò le birre stappate vicino al compagno ammalato che era ancora sdraiato per terra, come se sentendone gli odori potesse destarsi dal suo sogno, manco fossero dei Sali benefici.

-Uff… si vede che non sia goderti la vita tu!- disse Yachi

-Macche?! Solo sono un po’ troppo nervoso ora…- si voltò verso lui

-Appunto per questo dovresti bere un po’ di birra- disse allora Misao

-Si forse hai ragione..- Bairei prese allora una bottiglia per il collo e la portò alle labbra, traendone un lungo sorso – comunque mi farebbe ancora più bene sapere che qualcuno ha un idea per uscire di qui…-

-Lo sai- disse YachiYushiro è il più intelligente fra noi… ha la media del dieci, e metà università della repubblica gli hanno offerto delle borse di studio… ci farà uscire, non c’è dubbio… anche se forse sbroccare al professore nell’autobus non è stata una gran idea-

-Sarà… ma io vorrei ci fosse qualcun altro oltre a noi, per uscire di qui-

-Vedrai… qualcuno si troverà prima o poi…- Misao si interruppe, vedendo Bairei piegarsi sullo stomaco –Stai bene…?-

L’amico non rispose, lasciò cadere invece la bottiglia e si piegò sulle ginocchia, un getto di vomito uscì fuori dalle sue labbra, mischiandosi al resto della birra che era ormai a terra.

-Bairei!- esclamarono i due ragazzi in coro

Il ragazzo si era sdraiato a terra, gli occhi sbarrati scrutavano il soffitto mentre il suo corpo veniva percosso dalle convulsioni, l’ultima cosa che uscì dalle sue labbra fu un sussulto accompagnato da qualche goccia di sangue, i due si abbassarono a terra, e si avvicinarono sempre più al ragazzo.

- E’… morto…- disse Misao, i due si guardarono negli occhi, poi il ragazzo proseguì–

- L’hai ucciso!-

- Cosa?!-

- Sei stato tu! Io non ho toccato la birra, e poi la tua arma è il veleno, lo so!-

- Non è vero- disse lui – non ho usato l’arma, lo giuro-

- Non è vero, sei un assassino! Ucciderai anche noi due!-

- No!-

Misao corse verso i borsoni del gruppo, cercando l’arma di Yushiro, il fucile d’assalto, Yachi raccolse da terra quella di Bairei, un seghetto a una mano e si fiondò verso il compagno. –Hai preso la mia arma dai borsoni, l’hai usata e ora vuoi uccidere anche me! Non te lo permetterò! Bastardo!-

Misao prese il fucile, ma il compagno fu più rapido e affondò il seghetto nel braccio dell’amico, un fiotto di sangue scivolò sulla sua divisa, imbrattandola –Assassino! Stronzo!- Ma Yachi non lo sentì, continuò a colpirlo col seghetto con furia costante, gli prese entrambe le mani, facendogli cadere il fucile, le stesse mani andarono a posarsi sul volto del ragazzo che, impaurito, vibrò colpi a caso, recidendo la gola dell’amico, la scena fu simile per il compagno avvelenato, l’improvvisa cessazione dei movimenti convulsivi diede il segno della fine dell’agonia del ragazzo.

Yachi si allontanò e volse lo sguardo all’insieme di lenzuoli dove si trovava YushiroO..Ora siamo al sicuro… si… nessuno ci ucciderà e potremo tornarcene a casa…- Yachi, si passò il polso sul volto, sporcandolo di sangue, e poi alzò un lenzuolo, sotto di esso non c’erano che cuscini –Yushiro…?-

Un colpo forte e secco, un dolore indicibile si mosse per il corpo di Yachi, poi più niente, il suo corpo cadde riverso sui binari della ferrovia sotterranea, il petto dilaniato da un esplosione, Yushiro era lì, il fucile fra le mani, lo abbassò e estrasse un flacone di aspirine dalla tasca.

-“non mescolare all’alcool” beh, una con una bevanda alcolica avrebbe fatto male, l’intero pacco… bhe, ha fatto quel che ha fatto…- sorrise, prese tutte le armi dei suoi compagni morti e risalì le scale della metro.

Ore 14:03 – Zona E3, Motel

Stanza 106, tutte le porte erano aperte, solo le finestre erano completamente sbarrate, una balestra era posata sopra il letto, la vasca da bagno era un po’ in disordine, qualcuno lo aveva usato per lavarsi, la vasca era ancora piena di schiuma.

Davanti allo specchio della stanza si trovava una ragazza dai lunghi capelli neri intenta ad applicare il proprio rimmel, alla gola, sotto al collare, era ben visibile la collana che aveva preso dal cadavere della sorella maggiore, sopra di esso c’era una catena con su scritto il proprio nome “Kuniko”. La ragazza ripose il cosmetico nella borsetta sopra il mobiletto e mise quest’ultima nel borsone verde militare che si trovava ai suoi piedi, indossava un semplice accappatoio che metteva in evidenza le esili ed attraenti gambe. Si alzò quindi dalla sedia e si diresse verso il guardaroba che aprì lasciando cadere di dosso l’accappatoio, estrasse una camicetta attillata, un paio di pantaloni in pelle scura e delle scarpe col tacco che indossò rapidamente, richiuse il guardaroba, in tempo per notare una pistola puntata alla sua tempia, la coda dell’occhio intravide una mano sottile, femminea, e al di là di questa, il viso della studentessa quattordici, Nakawa Yui, una delle teppiste che stava in combutta con Momoko.

Kuniko stava per aprire le labbra quando Yui la interruppe:

- Non dirmi nulla, assassina! –

- Io… non so di cosa parli…-

- E osi anche dirmi questo! Hai ammazzato tua sorella!-

- Non è vero!! Non ne so nulla! Sono scoppiata a piangere per un ora quando lo sono venuta a sapere!-

- Non fingere con me, puttana! Ho incontrato Momoko, voleva incontrarti… voleva che tu ti unissi a noi per uscire da qui… e tu… tu l’hai ammazata!-

- Non è vero!- Kuniko pianse – Non l’ho uccisa… io…- venne interrotta da Yui, de li diede un pugno in faccia, facendola cadere a terra

- Non mentirmi, puttana! Tua sorella aveva una balestra con se, tu l’hai presa da lei!-

- No… non è vero, non è vero!- scosse la testa ripetutamente, sempre piangendo

- Crepa!- Yui si buttò su di lei e incominciò a prenderla a pugni in faccia –Crepa come quella cagna che sei! Stronza!-

Kuniko rimase ferma e iniziò ad incassare diversi pugni che le fecero sentire un forte dolore, dopodichè prese una penna caduta a terra dalla scrivania.

- Non sono stata io!- continuò a giustificarsi, Yui si fermò un momento e rimase a fissarla, caricando un pugno

- Ti ho detto di non mentirmi!-

Yui stava per colpirla, ma Kuniko fu più veloce, colpì la ragazza con la penna, conficcandogliela in un occhio, la teppista urlò forte di dolore, lasciando cadere la pistola.

-Il mio occhio! Il mio occhio!! Maledetta stronza! Il mio occhio!-

Yui si sforzo di aprire l’altro occhio, vedendo solo un punto nero davanti a se, realizzò troppo tardi che si trattava della canna della propria pistola raccolta da Kuniko.

Uno sparo tuonò nell’aria.

Studente 12, Kenata Baiko, deceduto

Studente 6, Gaji Yachi, deceduto

Studente 15, Manaru Misao, deceduto

Studente 16, Shiboni Bairei, deceduto

Studentessa 14, Nakawa Yui, deceduta

Studenti rimasti in vita: 27

Salve gente ^^

Vedo che recensite numerosi come al solito, bene :D

X TopoMouse: grazie del consiglio ^^ sono riuscito ad aumentare il contenuto e tenuto lo stesso tempo di pubblicazione (da 2 pag in word a 4 ^^)

Spero ti piaccia.

X Softman e un po’ per tutti: io non sono sadica! Sono sadico XD

E per quanto riguarda le uccisioni cruente sarei pienamente d’accordo, ma purtroppo questo non è un N17 quindi non posso mettere scene eccessivamente splatter come piacciono a me…

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Capitolo 9
*** Capitolo IX Ricordi ***


Ore 14: 57 – Zona E4, Abitazione

Capitolo IX Ricordi

Ore 14: 57 – Zona E4, Abitazione

Una piccola testa si erse da dietro una finestra, gli occhi scuri osservavano la strada bitumata, non videro altro che sporcizia e rifiuti abbandonati sui marciapiedi, il capo si abbassò e le tapparelle scesero a nascondere l’interno del fabbricato, Fuyuko tirò un sospiro di sollievo.

-Siamo state fortunate a non essere state colpite da Sae…- disse

-Tu… pensi che Ebizo e Baiko si siano salvati?-

-Io…- Pensò qualche secondo -… non lo so… aspettiamo gli aggiornamenti e incrociamo le dita-

Era quasi un ora che si erano rifugiati in quella casa, dopo una rocambolesca fuga attraverso il quartiere, le due erano uscite illese dalla sparatoria, ma avevano perso ogni traccia dei due ragazzi. A loro andavano i loro pensieri, erano molto stressate, il gioco era appena cominciato e loro se ne erano rese conto parecchio tardi, ancora non riuscivano a credere che tredici dei loro compagni di classe non li avrebbero rivisti mai più.

-Fuyuko…-

-Uh?-

-Pensi che incontreremo Gaho prima che…- piccola pausa –…Muoia…?-

-Fumai?-

Tomoko annuì, Fuyuko assunse un aria sorridente

-Ti piace, eh?- disse lei, schernendola, Tomoko si rabbuiò.-Dai… non prendertela, scherzavo… non c’è nulla di male se…-

-Avrebbe potuto aspettarmi…-disse l’amica

-Eh?-

-Lui era uscito dal pullman prima di me… poteva aspettarmi, ma non l’ha fatto…- le labbra di Tomoko iniziarono a tremare

-Forse… aveva paura…-

-Non l’ha mai capito…- alcune lacrime rigarono il suo volto –per quante volte l’ho aspettato fuori dalla scuola per andare a casa assieme… per quante volte sono andata al parco per stare assieme a lui…-

-Tomo…-

-… lui… lui non ha mai pensato che io provassi qualcosa per lui…-

Ci fu un silenzio imbarazzante, Fuyuko ripensò intensamente all’ultima volta che aveva visto Gaho prima del programma, gli aveva portato quella rivista di Yushiro sulla quale era stata recensita l’ultima edizione del Programma prima di quella. Tomoko si poggiò sulla spalla dell’amica, lei gli posò una mano sulla spalla e si avvicinò ancor di più a lei.

-Vedrai, riuscirai a fargli capire quello che provi…- disse Fuyuko – e usciremo tutti da questo incubo-

-…-

-…-

-Grazie…-

-… di niente…-

-Fuyuko…-

-Si..?-

-C’è un ragazzo che ti piace nella nostra classe?-

-….no!- disse evasiva

-Bugiarda!- la riprese l’amica con un sorriso che contrastava con le sue lacrime.

-No, davvero… nessuno-.

-EhehYushiro, vero?-

Fuyuko arrossì leggermente -…-

-Ho colto nel segno!-

-Certo che quando ti riprendi dalla malinconia sei davvero insopportabile…-

-Mi conosci!-

-E va bene, si… mi piace-

-Non credevo ti piacessero i teppisti…-

-Infatti non mi piace per quello…-

-…- Tomoko assunse un espressione dubbiosa

-… mi piace perché è uno spirito libero… senza limiti ne leggi…-

-…- l’espressione dubbiosa dell’amica si irrigidì

-Che c’è?-

-Beh… perché non gli confessi che ti piace?-

-Uno, sono troppo orgogliosa per farlo… secondo, come hai notato, non mi piacciono i teppisti… terzo, non so se sopravvivrà a questo programma, ne tanto meno se voglia combattere-

Le due rimasero in silenzio, Fuyuko si alzò e porse una mano a Tomoko

Un'altra ragazza era in zona, la balestra in spalla mentre la sua nuova pistola fiammante era stretta nel pugno, non indossava l’uniforme, calzava invece un abito di buona fattura rubato da un guardaroba lasciato incustodito, si avviava lentamente per le strade dell’area.

Kuniko manteneva un aria seria, gli occhi nascosti dietro gli occhiali dalle lenti a specchio, passò una mano sul collare impregnato del suo sudore, faceva particolarmente caldo quel giorno a Sanjo, le dita si posarono poi su una collanina di dubbio valore, in plastica, i cui caratteri di vari colori mostravano la scritta “Kuniko”, il tatto sentì poi il medaglione preso a Momoko, sua sorella.

Le mani rimasero tese mentre nella mente della ragazza un ricordo fece la sua improvvisa comparsa.

Casa di Abashi (Flashback di quando Kuniko aveva dieci anni)

Un dolore forte allo stomaco, il signor Kyoka l’aveva colpita con un forte calcio all’addome, Kuniko si accasciò a terra gemendo, teneva stretta nel pugno la propria collana:

-Piantala di piangere, stupida!- la rimproverò l’uomo

-La smetta di farle male!- disse il padre, impotente

-Tu!- Kyoka si avvicinò con passo intimidatorio verso l’uomo –Prima mi chiedi dei soldi… io non ho mai avuto problemi a fare un piacere ad un amico, sia ben chiaro… ma se non vuoi pagare gli interessi… sta certo che i tuoi cari non avranno vita facile!-

-Lei… lei è uno strozzino! Un pescecane! Come può fare una cosa del genere a un padre di famiglia? A un suo amico per giunta!-

-Taci! Mi sto solo riprendendo quel che è mio di diritto! Abbiamo firmato un accordo, no?-

-io le ho dato tutto quel che ho…- disse allora l’uomo supplichevole, ma Kyoka non si fece intenerire.

-Quella miseria non basta neppure a saldare un quarto di quanto mi devi!-

-Non erano solo gli yen…-

-lo stesso vale per tutte le volte che mi sono fatto quella bagascia di tua moglie e teppistella della tua figlia maggiore!-

-io…io…-

Un calcio ancora più forte andò verso la schiena di Kuniko, la bambina strillò forte lasciando cadere dalle mani la sua collana.

-Nooooo!- continuò a piangere lei, l’uomo aveva ormai preso l’oggetto –è mia! Me l’ha data mamma prima di finire in ospedale! Dammela!-

L’uomo in tutta risposta diede un forte ceffone a Kuniko, che cadde nuovamente a terra –Sta zitta! Questa serve a tuo padre per ripagare tutti quei soldi che mi ha sottratto per degli stupidi investimenti in questa casa!- sorrise –che vi verrà sottratta fra qualche giorno!-

Il padre di Kuniko si piegò su se stesso e iniziò a piangere, non era affatto interessato a Kuniko, gli importava di più della fine del suo domicilio, la bambina non smise di piangere e Kyoka se ne andò uscendo dalla porta, Momoko che era caduta a terra poco più in la di lei gli si avvicinò. –Dai… non fare così…-

-uhgsighurgh-

-…-

-sighuhg..urgh..hu-

-Guarda…- La sorella gli porse un gioiello in argento che teneva nascosto sotto la gonna, per nasconderla a Kyoko.

-…sniff..-

-L’ho rubata per conto di Kyoko… c’ho preso parecchie botte per avergli detto che l’avevo persa…-

-…-

-Te la presto… quando ti sentirai meglio me la ridarai, va bene?-

-…- annuì, la sorella gli mise il gioiello al collo, poi sorrise alla sorellina che, nonostante non si mise a sorridere, aveva un aria decisamente meno cupa.

Kyoka scese le scale della metropolitana, e si avviò sulle banchine deserte fino a raggiungere il binari del suo treno che non avrebbe tardato più di due minuti ad arrivare, lo sguardo era diretto al tunnel dal quale doveva uscire il proprio convoglio, nelle mani aveva ancora la collana rubata a Kuniko. Quest’ultima venne poi sfilata dalle mani dell’uomo che si voltò rapidamente.

-Ancora tu, ragazzina?-

-…-

-Non ne hai avute abbastanza,eh?

-Me l’ha data mia mamma…-

-Bene… me la riprendo…-

-NO!- Urlò Kuniko appena l’uomo tentò di prendere la collana, la bambina si strinse indietro, nascondendo l’oggetto fra le mani –ME L’HA DATA MIA MAMMA!-

-Non urlare stupida!-

-NO!- Kuniko spinse l’uomo con tutta la sua forza, facendolo cadere sui binari elettrificati della metropolitana –MIA MAMMA ME L’HA DATA!-

L’uomo non rispose, una scossa si mosse per tutto il suo corpo, contorcendolo in mille convulsioni che tormentavano i suoi nervi, Kuniko se ne andò rapidamente dalla metro.

-Ma come hai riavuto la tua collana?-

-Me l’ha ridata il signore- Rispose raggiante - Ha detto che non ci darà più fastidio… andiamo, Momoko!-

Ore 15: 24 – Zona E4, strade

La mano si rilassò nuovamente, andando a posarsi lungo il fianco. Era quella la sua storia, un padre finito in mano agli usurai, che per sdebitarsi lasciava picchiare e violentare le figlie e la moglie, a tal punto che quest’ultima finisse all’ospedale. Il suo viso si contorse in una smorfia di tristezza, ma si riprese subito, non poteva permettere che gli altri scorgessero le sue debolezze… doveva sembrare forte almeno quanto la sorella! Aveva nascosto la sua natura dietro le sfoglie della studentessa modello ed era giunto il momento di tirar fuori tutto il rancore per riversarlo su chiunque gli sarebbe capitato davanti, senza scrupoli, senza distinzioni.

Raggiunse una casa, voleva asciugare le lacrime che copiose gli erano scivolate sul viso, spalancò la porta e si avviò all’interno della casa, lo sguardo vaga va sui mobili e la struttura interna, vide una porta ad arco e si incamminò verso essa tenendo lo sguardo basso, appena la varcò alzò la testa e sgranò gli occhi, Fuyuko e Tomoko stavano sedute al tavolo e stavano guardando verso lei con aria stupita.

Studenti rimasti in vita: 27

Salve lettori^^

Volevo inserire un capitolo introspettivo di uno dei personaggi chiave della fict, Kuniko Abashi, spero vi sia piaciuto, anche se forse vi aspettavate una strage di studenti, come da prassi. Rimedierò nel prossimo capitolo dove ho in mente un bel po’ di colpi di scena ^^

X Topomouse, anche se forse è un messaggio generale che tutti i lettori possono commentare: Non dico che con un Rating 17N mi esprimerei meglio, anzi, non ho mai provato a scrivere scene splatter, seppur nel manga sono molte.

Per quanto riguarda i nomi non è affatto necessario ricordarseli in quanto metto apposta delle citazioni ed eventi che riportino quasi subito al personaggio ^^ (ad esempio in questo capitolo ho fatto riferimento al cambio d’abiti di kuniko, avvenuto nel precedente)

Vi prego, recensite ^^

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Capitolo 10
*** Capitolo X Scommesse e Resoconto ***


15:32 – Zona E4, abitazione

Capitolo X Scommesse e resoconto

Ore 15:32 – Zona E4, abitazione

Il silenzio regnava, solo il lieve cigolio del ventilatore a soffitto lo rovinava, le tre ragazze rimasero attonite, Tomoko e Fukyuko osservavano Kuniko, che non tardava a ricambiare lo sguardo, le armi in bella mostra. Kuniko iniziò per prima:

- AH…meno male che siete voi..- lo sguardo diventò amichevole, come aveva mostrato loro parecchie volte a scuola.

- …- le due ragazze rimasero in silenzio con uno sguardo interrogativo

- Ho avuto tanta… paura… pensavo che mi avrebbero uccisa…- disse improvvisando

- …-

- Kuniko!- disse poi Tomoko avvicinandosi a lei – è Kuniko! Non farebbe male a nessuno!-

- Si… io voglio solo uscire da questo gioco con tutti gli altri…-

- Fermati, Tomo!- disse Fuyuko, estraendo la spara chiodi e puntandola contro la ragazza

- EH…?- l’amica si voltò, Kuniko cancellò lo sguardo amorevole dal volto

- Guarda! Ha due armi!- Proseguì Fuyuko indicandole con la sua arma –deve aver ucciso qualcuno!-

Tomoko si girò rapidamente e osserva Kuniko, sul suo volto prima serio era comparsa una smorfia di contentezza.

-Sei sempre stata sveglia, Manae…- disse quindi la ragazza -…anche troppo per il tuo bene!-

Kuniko fece per alzare la pistola, Tomoko si allontanò gridando e Fuyuko fece partire un colpo con la spara chiodi, le sue mai non smettevano di tremare, non aveva mai avuto il desiderio o la necessità di uccidere qualcuno e non era ancora pronta a farlo, il colpo non fece che rimbalzare su una trave in ferro dietro a Kuniko, che rimase indenne quando la sua pistola si levò all’altezza di Fuyuko, che prontamente si nascose dietro un tavolo da cucina che rovesciò a terra. Un colpo partì dalla pistola della studentessa, insieme ad un grido delle due ragazze, il proiettile colpì il tavolo e lo trapassò, mancando per un pelo Fuyuko, ma ferendola comunque ad una spalla, nonostante il suo coraggio e selfcontrol non poté trattenere le grida, Kuniko non si fermò e avanzò verso il tavolo sparando altri due colpi che finirono nuovamente a vuoto, visto il fatto che non era consapevole dell’esatta posizione di Fuyuko dietro il tavolo.

Tomoko era impietrita, stava nascosta dietro il piano da cucina e teneva stretta in mano la siringa con la quale avrebbe voluto porre fine a quella pazzia, si alzò lentamente in piedi, Kuniko la vide subito e cambiò rapidamente la mira, Fuyuko seppur incosciente di ciò si alzò puntando alla testa della ragazza, un colpo parti da entrambe le armi, il chiodo colpì gli occhiali dalle lenti a specchio della studentessa, facendoglieli cadere e spaventando la ragazza che non solo sparò un altro proiettile a vuoto colpendo il ventilatore sopra le loro teste, ma cadde anche a terra terrorizzata, coprendosi il volto.

-Tomoko! Dobbiamo andarcene da qui!- Urlò Fuyuko andando alla ricerca dell’amica

-..anf… ah..- la ragazza era spaventata e esausta alle stesso tempo, Fuyuko afferrò forte la sua mano e corse rapidamente verso la porta, passando davanti al frigo, ma si fermò immediatamente, una Kuniko ansimante e tremante gli stava puntando la pistola contro, non aveva scampo… sarebbe morta, in un miserabile gesto sparò un altro chiodo alla ragazza, con una fortuna come poche persone possono averla, il colpo prese la pistola, facendone cambiare leggermente la direzione di puntamento, il proiettile partì colpendo di striscio gli scaldamuscoli di Fuyuko procurando una ferita leggera alla tibia, che cadde a terra, Tomoko la osservò impaurita, poi incrociò le ciglia in un volto arrabbiato, la pistola di Kuniko si alzò verso il suo volto, lei rimase impassibile, come se non gli importasse più di nulla.

-Puttana!- Urlò, prima di sbattere la porta del frigorifero contro la ragazza che sbagliò mira per l’ennesima volta, colpendo una finestra che cadde in mille pezzi, lo sportello si richiuse e Kuniko comparve da dietro di questo, la canna della pistola era riversa verso Tomoko, ai cui piedi era inginocchiata l’amica ferita e sanguinante, entrambe erano impaurite, Kuniko premette il grilletto.

Click

Il caricatore era vuoto, tutti i sei colpi che aveva in canna erano stati esplosi e i loro bossoli erano riversi a terra, Tomoko tornò nuovamente rabbiosa e si fiondò su Kuniko, con la siringa in pugno, Fuyuko si alzò di scatto.

-Fermati, Tomo! Non diventare come lei!-

Le sue urla vennero coperte da quelle delle due ragazza che infuriarono in una lotta, rotolando dietro ad un divano, improvvisamente Kuniko si alzò e corse fuori dalla porta sul retro, non aveva con se ne la pistola ne la balestra che aveva appesa alla schiena, nonostante il dolore Fuyuko corse verso di lei, ma inciampò prima di raggiungerla, si voltò quindi dietro il tavolo, scorgendo Tomoko, sbarrò gli occhi.

-Fuyu…- le labbra della sua amica tremarono, la sua amica era distesa dietro il tavolo, la balestra e la pistola erano vicino a lei, la sua arma, la siringa, era infilata nel suo braccio, lo stantuffo era quasi completamente premuto ed era ancora visibile parte della sostanza velenosa e giallognola che era ormai in circolo per le sue vene. Fuyuko cadde in ginocchio ancora e andò verso la sua amica toccandole il volto, l’abbracciò a se.

-ToTomoko… no…- Fuyuko scoppiò a piangere

-F..Fuyuko… sto… sto morendo?-

-ugh…- Fuyuko non rispose, ma abbracciò l’amica ancor più forte

-eheh…- nonostante tutto Tomoko sorrise –… mi viene in mente quando ero a casa, a mangiare gelato, a guardare la tivù… la mia sorellina che mi fa i dispetti… e i miei non mi avevano ancora detto nulla… non mi avevano mai raccontato del programma, pensa che mi parlavano ancora di “lunghi viaggi” quando un mio parente moriva… pensi che lo direbbero ancora, anche adesso mi mentirebbero? Anche quando i proiettili ci piovono addosso, continueranno a dirmi bugie?...-

-…- Fuyuko non l’ascoltò, pensando che la ragazza stesse delirando

-Fuyu… promettimi che quando incontrerai Gaho gli dirai quello che provo per lui…-

-SI…- disse lei fra i singhiozzi –…te lo prometto…-

-Fuyu… sei… la mia più grande amica…-

-Tomo…- le sue lacrime caddero sul viso dell’amica, che non si mosse

-…-

-Tomoko…-

-…-

-Tomoko….!-

Fuyuko strinse forte il cadavere della compagna, mentre un fischio ruppe il silenzio.

Ore 16:00 – Zona 3D Deposito Pullman/Centro di controllo (zona proibita)

Il professore Inoue stava rigido sul microfono.

-Bene Bene, ragazzi! Vedo che vi date da fare, ben sei dei vostri amici sono morti!

La studentessa undici, Keroyo Kunie, la quattordici, Nakawa, gli studenti dodici, sei, quindici e sedici, rispettivamente: Kenata, Gaji, Manaru e Shiboni… oh, una new entry, la studentessa quattro, Chiza Tomoko… bah, sembra tutto. Vedo che le ragazze stanno tenendo ben stretti i denti, complimenti! Visto il vostro sforzo riduco il numero di zone proibite, la A1 e la C3, saranno attive alle venti! State lontani se non volete fare la fine dei fidanzatini! Buon gioco come sempre!-

Un soldato alla consolle interruppe il collegamento, facendo cenno al professore, Inoue si avviò verso la poltrona dove la donna che aveva presentato il gioco assieme a lui, e si sedette.

La donna stava leggendo un fascicolo di fogli, ultimo fra questi era la lista di studenti, completa del loro stato.

Ragazzi Ragazze

Ashizu Ebizo

Abashi Kuniko

Buncho Arata

Abashi Momoko

Dairei Keishi

Ando Rui

Fumai Gaho

Chiza Tomoko

Fumi Taki

Fuji Emiko

Gaji Yachi

Fushino Nao

Habarai Hebi

Harenji Mayumi

Hanza Kazu

Hasamura Ayako

Hisaki Izo

Hotari Aki

Huchika Musato

Hukita Sae

Kawara Eichi

Keroyo Kuinie

Kenata Baiko

Kitsune Maru

Kento Haruki

Manae Fuyuko

Kyochi Motoyuki

Nakawa Yui

Manaru Misao

Oshiko Kazue

Shiboni Bairei

Riuno Kunie

Shiduna Mito

Riutaka Hisa

Shin Kazu

Sahari Naoko

Tashibari Yushiro

Ten Junko

Yuji Hiroaki

Zarahi Miho

-Studentessa numero quattro, Chiza Tomoko, morta alle ore quattro meno tre circa nella zona E4- Riferì allora un soldato

La donna prese una penna e sbarrò il nome di Tomoko.

-Mh… otto morti fra i maschi e solo sei fra le femmine… potere alle donne!- Affermò lei

-Così sembra...- Rispose il professor Inoue, congedando il soldato

-Su chi scommetteresti?-

-Uhm… sai che mi hai preso proprio alla sprovvista?-

-Come? Sono già rimasti solo ventisei studenti!-

-Beh… così a naso direi… Abashi! Si, Abashi ha già ucciso tre studentesse, due delle quali sono delle teppiste da non sottovalutare... e una era addirittura sua sorella! È priva di scrupoli, ciò le renderà il gioco alquanto facile rispetto ad altri studenti…-

-uhm… già è un arma da guerra come poche se ne vedono fra i giovani.. anche se io pensavo a Tashibari…-

-Ah, lo odio… ma non posso dire che sia uno stupido… ha ammazzato un intero gruppo di persone grazie alla sua intelligenza, è un fottuto geniaccio maledetto… farà strada anche lui, non c’è che dire… eh tu?- si rivolse poi ad un soldato intento ad osservare la consolle.

-Uh, io… io punto su Hukita…-

-Già, anche a lei è bella pericolosa… anche se forse la sua scarsa sanità mentale non l’aiuterà di certo…tu!- puntando con l’indice un altro soldato

-Ashizu Ebizo… oppure Manae…-

-I sovversivi… entrambi posseggono ottime dote atletiche… ma sinceramente penso che siano ancora troppo attaccati ai loro compagni di classe.. te, invece?-

-Sahari Naoko…-

-Oh… la campionessa di Karate in combutta con Huchika… se iniziasse anche lei a farsi valere invece che tentare di fuggire, probabilmente avrebbe una vittoria pressoché scontata… tu!-

-Shi Kazu…-

-Uhm… un altro pazzo… non so se avrà sempre fortuna come ne ha avuta con Keroyo-

-Ando Rui…-

-Un'altra Karateka… sembra che sia una classe ben tornita dal punto di vista bellico non trovate..- Tirò fuori un foglietto, che rivelava i dati della studentessa in questione.

Studentessa 3 Codice di Matricola HGDN84

Nome: Rui Cognome: Ando

Sesso: Femmina

Peso: 65 Kg Altezza: 1,65

Corsi extrascolastici:

Karate

Atletica leggera

Tiro con l’arco

Teatro

Arma designata:

Il pollice coprì la parte finale del documento, il professore sventolò il foglio.

-Non sappiamo molto bene delle sue intenzioni, ma se combattesse avremo di che divertirci… Tu! Dicci dove si trova la studentessa tre!...- Additò un uomo alla consolle

-Aspetti, controllo… zona… B6… zona B6, ci sono altri studenti, non so se è conscia della loro presenza, signore… ma dovrebbe esserlo, vista la sua arma…-

-Bene… attiva il controllo via microfono-

Ore 16: 26 – Zona B6, condominio

Rui stava strisciando lungo il muro, un bip provenne dal suo borsone e continuò a presentarsi, aumentando la sua frequenza, la ragazza aprì il bagaglio e afferrò la sua arma, un rilevatore di posizione che mostrava i collari nel raggio di quindici metri, due puntini brillarono a poca distanza da lei, verso nord, lei vi si avviò, entrò in una stanza e si affacciò dalla finestra, una serie di spari irruppe da fuori, due sagome non ancora ben distinte stavano combattendo fra di loro, il motivo come la loro identità era a lei invisibile. Rui afferrò il borsone e si precipitò giù dalle scale.

Studentessa 4, Chiza Tomoko, Deceduta

Studenti rimasti in vita: 26

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Capitolo 11
*** Capitolo XI Fallimento ***


Capitolo XI

Capitolo XI Fallimento

Ore 16:31 – Zona B6, Esterno del condominio

Rui non perse un secondo, scese celermente lungo la tromba delle scale e si precipitò fuori dall’edificio, avvicinandosi furtivamente verso il rumore di spari, ormai poteva vedere uno dei duellanti, la studentessa quindici, Oshiko Kazue, sera nascosta dietro un lampione e teneva stretto fra le mani un arco, il suo nascondiglio non sarebbe durato molto, alcuni colpi di pistola stavano danneggiando il palo, a qualche decina di metri era visibile la ragazza sette, Harenji Mayumi, che come impazzita non smetteva di sparare.

-Fermati!...- Implorò Kazue, le sue mani tremavano – Non so usare questo coso, non voglio uccidere nessuno…!-

La compagna non rispose, continuava a sparare come fosse impazzita, Rui voleva andare in mezzo alla mischia e fermare il tutto, ma Mayumi non avrebbe sentito ragioni, era da sempre una poco di buono, stava nel gruppo di Momoko e minacciava ogni studente per farsi dare dei soldi, Rui Ando era da sempre stata intimorita dai bulli e dalle gang di teppisti.

Rui osservò il rivelatore di posizione, due pallini erano entrati nel raggio dell’apparecchio, uno si stava avvicinando alle due ragazze, un altro si stava accostando a lei da dietro le spalle, la ragazza trasalì completamente e si girò piano piano, trattenendo il respiro, lo rilasciò quasi subito, accorgendosi che alle sue spalle c’era solo la sua fidata amica Ten Junko.

-Junko! Mi ha fatto prendere un colpo..-

-AH… sono cosi felice di vederti, Rui..- disse lei quasi in lacrime -…tutti i nostri compagni stanno morendo…-

-Tranquilla… ora che siamo insieme non ci succederà nulla…-

-…-

-Che arma hai?-

-Questa…-

-Una penna?! Mi stai prendendo in giro… vero..:?-

-Magari…-

Una raffica di spari assordanti interruppe le due, erano molto più veloci di quelli di Mayumi, le due quindi si voltarono verso la loro provenienza.

-Harenji!!!- urlò in lacrime la studentessa, ormai uscita allo scoperto.

Una raffica di colpi la prese in varie parti del corpo, il petto, le gambe e la faccia erano stati quasi del tutto dilaniati dai proiettili, da dietro una casa era apparsa alla vista la carnefice delle due, Hukita Sae, ancora in stato semi-incosciente, ai suoi piedi il cadavere martoriato e grondate di sangue di Mayumi.

Rui e Junko non rimasero lì più di un secondo a osservale le proprie compagne uccise, corsero più veloce che poterono verso est, senza voltarsi addietro, non parlarono ne si guardarono mentre le loro gambe esili iniziavano ad aumentare di velocità.

Ore 17:01 – Zona C1 (confine), centralina elettrica

Erano trascorse molte ore prima che Musato e Naoko raggiungessero l’area C1, con loro somma gioia trovarono quello che stavano cercando, la centralina elettrica che avrebbero disattivato per fuggire di li, Naoko esultò senza fiatare e abbracciò forte Musato che arrossì all’istante.

Naoko scrisse su un pezzo di carta e lo mostrò al compagno.

“L’abbiamo trovata!!! Ora come facciamo a disattivarla?”

Lui prese il foglio e ci scrisse sopra a sua volta

“Lascia fare a me…”

Musato si avvicinò alla recinzione, scorgendo sopra di essa il cavo che la collegava alla centralina, spiccò un salto e cercò di colpire con la sua katana il filo elettrico, Naoko gli diede un forte colpo alla schiena mostrando il solito foglietto.

Ma sei scemo? Così morirai folgorato!”

Musato mise davanti al volto della ragazza la sua mano, mostrando un guanto in gomma da cucina, lei in risposta scrisse “e quello dove l’hai preso???”

Il ragazzo si voltò senza rispondere e continuò la precedente operazione, riuscendo finalmente a tranciare il cavo, che iniziò a lanciare scintille ovunque, i due riuscirono a schivare il cavo e si prepararono a salire sulla recinzione, non seguirono più il criterio di scrivere, ormai i soldati avrebbero saputo delle loro intenzioni con o senza sentire le loro conversazioni.

-Sei sicuro che possiamo scavalcare?… potrebbero essercene altre, di centraline..- cheise dubbiosa la ragazza

-Credo che non avremo comunque altre possibilità…-

I due presero un gran respiro e si avvicinarono ancor di più alla recinzione, fino a toccarla, non era successo nulla, nessuna scossa li traversò, erano vivi, vegeti e liberi!

-Saliamo!- dissero in coro

Dopo qualche minuto i due erano usciti dal campo di battaglia, le luci di Sanjo brillavano all’orizzonte, Musato prese Naoko per la mano e corse rapido verso la stazione ferroviaria, alcuni passanti si voltarono verso di loro, alcuni riconobbero i collari e si voltarno velocemente alla direzione opposta.

-Dobbiamo andarcene di qui! I soldati ci staranno cercando…- disse lui, la ragazza annuì determinata.

-Cosa volevi dirmi?- chiese lei, d’un tratto.

-Eh?-

-Sul pullman, prima di addormentarmi, mi hai detto che volevi dirmi qualcosa…-

-Ah…- il ragazzo spinse Naoko in un vicolo e la fissò seriamente

-Cosa…?-

-Io… da quando ti ho vista la prima volta… mi sei sempre stata… simpatica…-

-EH…?-

-Naoko! Io… io ti ho amato… da… dalla prima volta che ti ho visto…!-

La ragazza stava per dire qualcosa, ma venne bruscamente interrotta.

Biiiiiip!

-Musato… io…-

BOOooOOM!

I collari dei due esplosero, i loro corpi imbrattati di sangue scivolarono lentamente a terra, uno sopra l’altro.

Ore 17:48 – Zona D8, Negozio Autoconcessionario

Il lungo piazzale dell’autoconcessionario ospitava cinque studenti che se ne stavano seduti per terra, uno di questi, Habarai Hebi, stava osservando la mappa che aveva poggiato a terra mentre un fischio dell’alto parlante interrupe la concentrazione di tutti, attirandone l’attenzione.

-Comunicazione importante!- La voce era quella della donna - A causa di alcuni eventi che non vorrei raccontare, la recinzione che delimita il perimetro dell’area non è più elettrificata! Vorrei comunque dirvi che il collare detonerà lo stesso se abbandonate l’area di copertura… Buon proseguimento di gioco.-

Una ragazza, Hotari Aki, scrisse su un pzo di carta che mostrò ai compagni.

“bene, direi che il piano A è da archiviare, dobbiamo passare a quello B”

Tutti annuirono, Hebi scrisse

Comunque non abbiamo molto tempo, la zona C3 sarà proibita alle 20:00. Muoviamoci”

Tutti raccolsero la loro roba e si diressero verso la zona indicatagli dalla mappa, il cuore in gola. Hotari Aki, Habarai Hebi, Shiduna Mito, Kawara Eichi e Hasamura Ayako avevano un piano in mente.

Ore 18:10 – Zona E2, magazzino / Zona E4, Abitazione (morte di Tomoko)

Lo studente otto, Hanza Kazu, si era nascosto dietro una pila di barili dal contenuto sconosciuto, col chiaro motivo di non farsi vedere e quindi di sopravvivere il più a lungo possibile senza uccidere nessuno. All’improvviso un rumore di vetri rotti fece alzare il ragazzo, armato di un revolver dalle dimensioni ingenti (colt anaconda), Kazu si voltò lentamente nella direzione del rumore, una sagoma dalle fattezze femminili si stava facendo largo fra le polveri che continuamente si alzavano in aria, saturando la zona, la ragazza ormai rivelata non indossava l’uniforme scolastica e mostrava un volto angelico, quello di Abashi Kuniko.

Erano passate delle ore dalla morte di Tomoko, Fuyuko non voleva allontanarsi da le, le sue ferite sanguinavano ancora e facevano molto male, ma lei non sentì altro che un profondo vuoto dentro di se, rimase abbracciata ancora forte a lei, lo sguardo cadde inevitabilmente sullo zaino dell’amica che raggiunse strisciando, appena lo aprì da esso scese una pagina di diario strappata.

Era il mio peggior incubo

Quello di finire nel programma

È molto diverso vedere queste cose alla TV

O leggerle nei libri. Qui fra me e la morte

Non c’è che un soffio.

Ma sento che riuscirò a dire a Gaho quel

Che provo per lui. C’è anche Fuyuko qui

Con me. Non posso fallire.

Non posso fallire…

Quelle parole si riversarono nella mente di Fuyuko, che si alzò da terra molto lentamente.

Avrebbe trovato Gaho, lo avrebbe fatto per Tomoko.

Studentessa 15, Oshiko Kazue

Studentessa 7, Harenji Mayumi

Studente 10, Huchika Musato

Studentessa 18, Sahari Naoko

Deceduti

Studenti Rimasti in vita: 22

Salve lettori ^^

Speor che questo cap, come spero sia stato per tutti gli altri, vi sia piaciuto.

Leggete e recensite copiosi ^^

Per TopoMouse: Hai ragione, è la mia arma preferita :D

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Capitolo 12
*** Capitolo XII Amore ritrovato ***


Capitolo XII

Capitolo XII Amore ritrovato

Ore 18:35 – Zona D7, Teatro

Ebizo era a pezzi, l’unico piano da loro generato era andato in fumo, la fredda voce dell’alto parlante gli aveva da poco rivelato la triste verità, le recinzioni prive di elettricità non erano affatto la loro via di fuga, erano invece una semplice illusione, una barriera infranta da un soffio di vento troppo forte, anche il suo corpo era così, era un fragile guscio che ricopriva la sua anima, impedendogli di fuggire. Il suo giubbotto antiproiettile lo faceva sentire impacciato e goffo, del resto pesava sui dieci chili ed era decisamente ingombrante, gli comprimeva il petto in maniera indicibile, impedendogli quasi di respirare, cosa già difficile sotto quei sedili degli spettatori sotto i quali si stava nascondendo da possibili sguardi poco amichevoli.

Era paranoia, il teatro era completamente vuoto, o almeno così sembrava, il ragazzo si alzò lentamente lanciando occhiate prudenti in giro, uscì infine da sotto le seggiole, schiacciando un bicchiere in plastica che si accartocciò rumorosamente, il ragazzo si strinse nelle spalle e scattò indietro, emettendo un sospiro quando si accorse infine della fonte di confusione.

Una figura da dietro il bancone dei popcorn all’ingresso si mosse e si accostò nella sala di audizione, scorse Ebizo e vi affacciò, sventolando una mano e cercando di attirare l’attenzione dell’amico.

-Ebizo…!- disse, la voce un po’ soffocata

-…Gaho!-

-Non urlare così… vieni, su…-

Ebizo fece una leggera e silente corsetta, raggiungendo il compagno di classe, notò che aveva la sua mano era nascosta dietro la sua schiena.

-Meno male, GahoManae e Chiza ti stavano cercando… e anch’io…-

Fumai assunse un sorriso misto ad un aria di sufficienza, ma non disse nulla.

-Gaho… che c’è?-

-Oh… niente… che arma hai?-

- un giubbotto antiproiettile, nulla di che…-

-Interessante, invece…- Gaho tirò fuori da dietro la schiena una oggetto dalla forma di telecomando, dalle dimensioni di una scatola di cerini –… io ho questa!-

Ebizo vide l’oggetto avvicinarsi spaventosamente veloce al suo volto, poi un fascio di luce blu elettrico l’abbagliò, non sentì più nulla.

Ore 18:56 – Zona B8, Palestra

Un mitragliatore giaceva a terra, insieme ad un borsone verde militare, dei caricatori vuoti e una decina di bossoli a terra, una ragazza stava strisciando lontano da essi, era Sae Hukita, intenta a contemplare una foto che aveva appoggiato ad un attrezzo da palestra, quella di Buncho Arata, il primo ragazzo che aveva ammazzato con le sue stesse mani.

Il volto di Sae era rigato dalle lacrime e rovinato da una serie di graffi che, dato il sangue sulle unghie spezzate, sembrava essersi fatta da sola, gli occhi erano incavati e contornati da grandi borse, non aveva dormito da quando aveva ucciso il suo compagno di classe alla quale era molto affezionata. Le sue dita macchiate di sangue sfioravano il volto plastificato di lui, che la guardava sorridente e immobile mentre anche lui veniva imbrattato di quel denso liquido scarlatto.

-Arata…-

Le parole non furono che un leggero fiato che usciva dalle sue labbra tremanti, i suoi occhi si perdevano nella foto, ricordando quando l’avevano scattata. Era una giornata come tante altre, stavano passeggiando allegramente al parco, Sae aveva un cono gelato in mano, Arata aveva finito il suo qualche minuto fa e stava seguendo il sentiero davanti a loro con le mani in tasca e un espressione seria, come suo solito.

-Se terrai sempre quell’espressione, non avrai mai una ragazza…-lo prese in giro Sae

Il ragazzo in tutta risposto, sbuffò e si voltò dall’altra parte, il sorriso sul volto della compagna si allargò, con un leggero passetto si avvicinò a lui.

-Sai- continuò lei –La prima volta h ceti ho visto… mi hai messo paura… si, credevo fossi tipo un bullo, o simili… però… quella volta, alla gita in montagna, mi hai salvato la vita, impedendomi di cadere da quel massiccio…- la ragazza passò la lingua sul dolce freddo, distogliendo lo sguardo da lui. -…Se solo ci avesse visto qualcun altro, forse non saresti ritenuto il cattivo della classe…-

-Non pensarci…- disse, Sae gli si fermò davanti, impedendogli di proseguire per il sentiero, lui stava per aprire la bocca e parlare, ma lei fu più veloce e sigillò le sue labbra con quelle del ragazzo. Il momento non durò più di qualche secondo, ma per Sae era un momento di felicità assoluta, la ragazza si scostò da lui, per poi ributtarsi fra le sue braccia, sprofondando in un abbraccio.

Quel giorno gli aveva scattato la sua unica foto, l’ultimo suo ricordo era lì, davanti a lei, prona sul terreno, lui le aveva salvato la vita e lei gliela aveva tolta, per sempre, urla strazianti uscirono dalle sue labbra, alla mente veniva quel ricordo, quell’improvviso scatto d’ira, quel girare sul tallone quando aveva il dito premuto sul grilletto, il rumore sordo dei proiettili che impattavano sul corpo di Arata, il sangue che schizzava dalle ferite.

Sae urlò, urlò con tutto il fiato che aveva in gola, urlò con tutta la forza che aveva nei polmoni mentre passava le dita sul suo scarno volto, lacerando le sue gote con le unghie sanguinanti, si alzò improvvisamente, strappò l’uniforme mentre iniziava a distruggere tutto quel che vedeva davanti a se, finestre, porte o attrezzi che fossero.

-… mia… MIA!… è colpa mia!!!- urlò, mentre diede un pugno ad una finestra, distruggendola, del sangue grondò dalla sua mano, che strinse al petto, tremando e cadendo a terra sfinita, si avvicinò alla foto, avanzando a carponi.

-Perdonami… Arat…- Non riuscì a finire la frase, un tuono riempì la stanza, la foto di Arata fu investita da un getto di sangue, il corpo di Sae si accasciò a terra esanime, Tashibari Yushiro, il ragazzo che aveva fatto ammazzare a vicenda tutta la sua gang di bulli, era a tre metri da lei, ricaricò il fucile d’assalto.

Il ragazzo osservò nella borsa di Sae, era vuota, la ragazza non aveva preso le armi di tutti i compagni che aveva ucciso, Yushiro si avvicinò allora al mitragliatore solo per accorgersi che era privo di munizioni, il ragazzo imprecò sottovoce e sparò un colpo al cadavere di Sae, sul volto di lei un espressione di compiacimento, aveva ormai raggiunto il suo amore.

Ore 19:23 – Zona D7, Teatro

L’oscurità si sfoltì lentamente, una luce soffusa si fece largo nella mente stordita si Ebizo, un freddo pungente lo avvolse e lui si svegliò di soprassalto.

Era lì dove l’aveva lasciato Gaho, era disteso a terra a torso nudo, la camicia e la giacca della sua divisa erano pochi metri più in là, non aveva più il suo giubbotto antiproiettile e l’evidente traditore era il suo amico Gaho, ma era ancora vivo.

Ore 19:26 – Zona E2, Magazzini

Hanza Zaku era mezzo nudo e disteso per terra, in una pozza di sangue, un foro di proiettile era presente sul suo cranio, Kuniko stava a pochi metri da lei e si stava rivestendo lentamente, la pistola del compagno era di fianco a lei.

-Grazie, Hanza-kun- disse, come se quel freddo cadavere gli potesse rispondere, lo sguardo di lei era fisso su quella ferita che non smise di sanguinare, facendo estendere la pozza di sangue fino ai piedi ammantati della ragazza, che girò sui tacchi e si avviò lentamente verso l’uscita dei magazzini, una ragazza da dietro una serie di scatoloni aveva assistito allibita alla scena, era Kitsune Maru, grande amica di Kuniko, che era rimasta spaventata dal comportamento dell’amica.

Il primo giorno volgeva al termine, ma il “programma” era appena cominciato.

Chi avrebbe visto la luce della vittoria scalando la montagna di cadaveri dei propri compagni? Di chi le preghiere sarebbero state ascoltate?

Studente 8, Hanza Kazu

Studentessa 10, Hukita Sae

Deceduti

Studenti rimasti in vita: 20

Salve a tutti voi lettori^^

noto con dispiacere che le letture sono diminuite.

Se la lettura è troppo complicata o troppo frivola, o se semplicemente altre cose non vi andassero bene vorrei sentirvelo dire.

Questo è si un racconto scritto da me, che segue un filo conduttore preciso, ma è fatto per divertire ed entusiasmare i lettori, così da far piacere sia a me che a voi^^

Spero vi sia piaciuto questo capitolo^^

X ladyblack: ciao^^ ho letto il romanzo che mi hai detto. La lunga marcia DI S.King… mi ha molto entusiasmato, fra l’altro su Wikipedia ho scoperto che è stato proprio questo romanzo a ispirare Battle Royale!! :D

X Topomouse: Mio Dio, che sgarro =_= hai ragione! Meno male che mi hai corretto! Chiedo ufficialmente scusa a tutti i lettori: ho modificato il capitolo II, togliendo la parte in cui dichiarano che al di fuori della zona di combattimento i collari esplodono, cosa inserita poi all’ultimo capitolo. Grazie Topomouse, spero non mi giudicherai male, solo che ultimamente sono un po’ rintronato. ç_ç (solo un po’ ed ultimamente, eh? è_é Ndtutti)

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Capitolo 13
*** Capitolo XIII Incubo ***


Capitolo XIII

Capitolo XIII Incubo

20:02 – Area B7, Supermercato

Un fischio ruppe il silenzio, era nuovamente l’altoparlante che imponente iniziava a dare istruzioni, questa volta la voce era sconosciuta agli studenti, si trattava probabilmente di uno dei soldati:

-Aggiornamento delle ore venti, in un ragionevole ritardo di due minuti! Sette morti! A studentessa quattro, Chiza Tomoko, lo studente dieci, Huchika Musato, studentessa quindici, Oshiko Kazue, studentessa sette, Harenji Mayumi, studentessa 18 Sahari Naoko, Studentessa…- di fu una breve pausa, quasi un sospiro o un singhiozzo …. Studentessa dieci, Hukita Sae… Le zone proibite da domani alle dieci saranno: A4, F6, F7 e la E6… Passo e chiudo…-

Del lacrime caddero sulla mappa che teneva in mano Ebizo sbavando le croci che aveva segnato sopra le zone proibite, che dopo il tradimento di Gaho si era incamminato verso nord, dove aveva trovato il suo rifugio ideale, se ne sarebbe stato lì, fin quando non si sarebbe ripreso dallo shock della perdita della sua migliore amica Tomoko. La sua mente era affollata di pensieri e di ricordi, tanto da non accorgersi della porta automatica che si apriva e della figura poco delimitata che gli si avvicinava alle spalle, un tonfo accompagnò la caduta in gionocchio di quest’ultima avvolse il busto di Ebizo da dietro, abbracciandolo, era Fuyuko con le ferite ancora grondanti di sangue.

-Era lì con me… e non ho fatto nulla-

-…-

-lei… si fidava di me… ma io non ho potuto salvarla…-

-…chi l’ha uccisa?-

-…Abashi… quella… quella…-

-…-

Fuyuko scoppiò a piangere di rabbia.

-Tomoko… voleva dire a Gaho che l’amava…-

-Gaho… partecipa al programma… mi ha attaccato… e mi ha rubato l’arma…-

-… glielo dirò lo stesso… non m’importa se crepo… ho promesso a Tomo di dirglielo… poi voglio uccidere Abashi e vendicarla…-

Un silenzio continuo e etereo avvolse il locale, Tomoko sentì le forze venirgli meno e si accasciò a terra su un fianco.

Ora sconosciuta, data sconosciuta – Aula della classe 2D

Un rumore i passi, lo schiocco di una bacchetta su una superficie di legno a non più di dieci centimetri dal suo orecchio destro, Fuyuko si svegliò di soprassalto.

-Ma bene, Manae-san… spero che il riposino sia stato di suo gradimento…-

Inoue la stava scrutando torvo dalla sua altezza decisamente imponente per un orientale, un fragoroso suono di risate riempì l’aula mentre la ragazza abbassò gli occhi contornati da una tonalità rossa assunta dalle sue guance, si sentiva maledettamente in soggezione, e non aveva tutti i torti, il professore si avviò verso la lavagna mentre una voce amica gli sussurrò all’orecchio.

-Ho cercato di svegliarti…- lo sguardo apprensivo di Tomoko cancellò da lei qualsiasi forma di imbarazzo, sul suo volto si abbozzò un sorriso, mentre con lo sguardo stava cercando di ritrovare il segno sul libro aperto davanti a se. Il “programma” non sembrava altro che un brutto sogno, del resto poc’altro poteva essere, lo sguardo della ragazza andò ad osservare fuori dalla finestra, era notte e la luna era alta e ben visibile nel cielo, ma lei sembrava non farci caso, tutta presa da una sorta di euforia o di allucinazione che inebriava i suoi sensi tanto da non fargli notare nulla se non che quella era una normalissima giornata a scuola come tante altre.

Una voce tuonò nell’aula –Hukita-san alla lavagna!-

Sae si alzò dal suo posto, il suo volto angelico e sempre sorridente non era diverso dal solito, si fermò a un quarto di metro circa dalla lavagna, il professore le fece cenno di voltarsi verso i propri compagni e così fece.

-Dicci, Hukita-san… cosa hai fatto a Sanjo? - il suo tono era molto mieloso e gentile, come quando faceva le sue comunicazioni attraverso l’altoparlante, tono che non aveva mai usato con i suoi allievi, effettivamente anche quella domanda era strana, non si era mai interessato al piacere degli studenti.

-Beh, mi sono divertita molto!- anche l’atteggiamento di Sae era strano, difficilmente parlava senza problemi in pubblico, e di certo non per raccontare delle sue vicende personali – HO comprato molti souvenir per i miei genitori: un libro per papà, un cappello per mamma e anche delle piantine per i miei nonni!-

-e…?-

-Beh, poi ho ammazzato Arata-kun!-

Fuyuko si drizzò in piedi, gli occhi sbarrati. –Manae-san, insomma…- disse Inoue

-C…cosa hai fatto…?-

-Ho ammazzato Arata, guarda…- puntò l’indice in mezzo hai banchi, da uno di quelli si alzò Arata, sembrava lo stesso di tutti i giorni, se non fosse stato per il viso completamente spappolato dal quale continuava a colare del sangue, lo stesso era per tutto il resto del corpo pieno di tagli, squarci e fori, due protuberanze si mossero, sembravano tutto fuorché labbra –Si, è vero… mi ha ammazzato…-

-Si! E lo stesso ho fatto con Baiko-kun… ricordi, c’eri anche tu!- un sorriso dolce apparve sul suo volto, come se stessero parlando di andare a fare spese.

-Si è vero!- Baiko si alzò, mostrando poi la schiena piena di fori di proiettile.

Fuyuko scosse la testa, le sue labbra tremavano, non sapeva cosa dire, non sapeva cosa fare, si portò lentamente le mani alla bocca mentre nell’aula la scena era ancora accesa.

-Uff…- sbuffò Sae- però alla fine qualcuno mi hanno rovinato la festa!- alzò la camicia della sua uniforme, mostrando un grande buco nello stomaco –Già… credo di non stare molto bene…- la ragazza cadde a terra, Fuyuko fece lo stesso, capitombolando dalla sedia.

-Fuyuko! Ti sei fatta male?- chiese Tomoko alzandosi –Beh, mi sa che non sei la sola… -indicò la siringa che aveva piantata nella spalla –Già… mi sa che morirò anch’io…- Tomoko cade ai piedi di fuyuko che non smise di piangere. –Dirai a Gaho che lo amo… lo dirai, vero?- disse, il professore iniziò ad urlare –Manae-san, vai al tuo posto o ti faccio esplodere la testa!-

-Dai Manaedimmi che Tomoko mi ama, su…- Gaho era davanti a lei, sopra un banco, gli stava puntando una pistola contro, premette il grilletto, un fischio, poi un forte boato.

-AHHHHHHHHHH!- sentì la sensazione di precipitare, poi una forte botta.

Ore 10:12 – Zona B5, asilo

Fuyuko respiro a ritmo rapido e irregolare, era caduta apparentemente dalle spalle di Ebizo, che stava a neppure un metro da lui.

-Ah, ti sei svegliata…- li fece lui, la ragazza non rispose, si buttò fra le sue braccia e lo strinse forte, lui capì subito. – Hai avuto un incubo?-

-…si- sospirò – dove siamo?-

- Siamo tornati all’asilo, qui potremo riposare in pace. Ti ho bendato le ferite… così ti riprenderai prima-

La ragazza si avvide infatti di non indossare più i suoi scaldamuscoli e la camicia, al posto di queste c’erano delle bende che non gli impedivano però di vedere il rosso delle ferite.

-Grazie…-

Lui non rispose, sembrava alquanto imbarazzato dalla situazione.

-Che ore sono?

-le dieci e un quarto-

-Cosa? C’è già stato un aggiornamento?-

-Si, non è morto nessuno…-

-Grazie al cielo…-

-Ma le zone proibite sono state attivate e quelle nuove sono molte di più…-

-…-

-E9, F5, A9. alle tredici-

La ragazza sospirò, lui non distolse lo sguardo da lei.

Studenti rimasti in vita:20

E rieccoci alla fine di un alto cap. Spero vi sia piaciuta. Recensite ^^

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Capitolo 14
*** Capitolo XIV Una giusta causa? ***


Capitolo XIV

Capitolo XIV Una giusta causa?

Ore 11:10 – Zona D4, Strada

I cinque ragazza si stavano avviando verso il deposito dei pullman, ognuno di loro teneva stretta fra le mani la propria arma. Hasamura mostrava la sua mazza da baseball, Hotari aveva un coltello con se, Habarai teneva un mitragliatore pesante, Kawara una pistola e Shiduna un arma alquanto inutile, un megafono. Nessuna parola volò nel gruppo, erano tutti seri e silenti, nessuno se non Habarai sapeva del piano per fuggire dall’area di combattimento senza esplodere e gli unici accenni che ebbero furono poco incoraggianti, il piano anche se fosse riuscito non garantiva al cento percento la sopravvivenza di tutti.

Hasamura era decisamente la più impaziente del gruppo, tanto che si mise ad urlare, nonostante fossero coscienti dell’essere ascoltati.

-Allora?!? Cos’hai in mente?-

-Ayako…- disse Habarai -… non ora, ti spiego tutto dopo-

-No!- ribatté lei decisa –Perché non ce lo dici? Vuoi forse ucciderci tutti?-

-Piantala! Si avessi voluto uccidervi, l’avrei già fatto- Habarai aveva ovviamente l’arma migliore del gruppo.

-Forse ma non avresti le palle da us..- uno sparo la interruppe.

-Che cazzo…- Disse Shiduna, anche lui interrotto da un botto assordante.

Tutti si guardarono attorno, terrorizzati, un'altra esplosione, Hasamura sussultò.

-Cosa c’è?- Chiese Shiduna alla ragazza, lei si voltò, la sua mano era appoggiata al suo stomaco, grondante di sangue – Haba…- un filo di voce uscì dalle sue labbra, un'altra esplosione interruppe le parole di lei, una rosa di colpi la colpì in testa, facendola stramazzare al suolo, uno dei proiettili colpì anche Kawara, che urlò a squarciagola tenendosi stretta la ferita al braccio sinistro.

-Merda! Scappiamo- Urlò Habarai tirando per un braccio Hotari piangente, che voleva invece rimanere avvinghiata al cadavere dell’amica, Shiduna si abbassò a prendere Kawara ma un'altra manciata di colpi partì, investendo alla schiena dell’aiutante, che dopo aver emesso un getto di sangue dalle labbra, si accasciò a terra, privo di vita.

Kawara si alzò si scatto, e iniziò a correre, incurante degli altri due che, dal canto loro, lo seguirono a ruota, o meglio, Cabrai lo seguiva tenendo stretta fra le sue braccia Hotari, che non voleva smettere di urlare, Yushiro, l’ormai chiaro partecipante al programma, era appena uscito allo scoperto e sparava colpi su colpi, prendendo in pieno alberi e edifici, mancando fortuitamente le sue prede.

Habarai Hebi spinse avanti la ragazza mentre puntò il mitra contro Yushiro, che si era fermato essendo rimasto con l’arma scarica, una raffica di colpi partì dal mitragliatore, mancando il bersaglio che si nascose prontamente dietro un muro, Hebi corse quindi verso la ragazza, la afferrò al volo e corse come meglio poté verso sud, ignorando Yushiro che li fissava torvo da dietro il muro, non voleva seguirli, per ora.

Ore 11:53 – Zona B6, Condomini

Un passo incerto pestò la terra piena di rifiuti, Shin Kazu era più stranito del giorno precedente, ogni singola immagine non faceva che ricordargli il corpo della ragazza che si era accasciato addosso a lui, ogni volta che gli riveniva alla mente non faceva altro che piangere, non voleva, non doveva fare la fine di Nao.

Non vedeva dove stava andando, aveva un andatura strana e scomposta, come se stesse camminando nelle sabbie mobili, i suoi piedi incapparono in qualcosa di duro, la testa si abbassò e i suoi occhi rivelarono la presenza di un arma, una pistola, la mano si abbassò a terra, sul suo volto apparve un sorriso a trentadue denti, che scomparve appena incrociò lo sguardo vitreo e immobile di Mayumi, la principale proprietaria dell’arma, ormai a terra con il corpo dilaniato dai colpi infertole da Sae.

-Mayumi… che fine orrenda...- per lui nessuno meritava tanto, notò anche Kazue, a pochi metri da lei, le condizioni erano le stesse – Uccidere o essere uccisi... e soffrire… No.. io non permetterò che nessuno soffra…- un nuovo sorriso, più largo e terrificante apparve sul suo volto, dalle sue labbra continuava a grondare saliva -… ucciderò tutti con un solo colpo… così non soffriranno… si… non soffriranno..- I suoi pensieri venivano formulati con voce alta, che faceva trasparire la più sordida delle pazzie, il folle espiatore di pene si avviò raccolse il borsone e si avviò altrove.

Ore 12: 22 – Zona B5, asilo

Fuyuko e Ebizo erano rimasti all’asilo, nessuno di loro si mosse, erano ridotti al minimo delle forze, nonostante la pistola e la balestra lasciati da Kuniko uscire nel pieno inizio del programma era pressoché improponibile.

I due non potevano far altro che guardare fuori dall’asilo, la strada apparentemente deserta dove ancora giaceva il cadavere di Baiko, loro aiutante che si era fidato ciecamente andando poi incontro ad una terribile morte, il decesso della carnefice non tirò su di morale il gruppo, essendo ormai decimato.

-Secondo te…- chiese la ragazza completamente rannicchiata in un angolo dell’edificio – Perché Gaho ha preso parte al programma-

-Forse… ha paura di morire, quindi vuole assicurarsi che, se ci sarà qualcuno a dover cadere, quello non sarà lui-

Fuyuko trasalì, non poteva più fidarsi di nessuno, la morte di Tomoko risultò un peso enorme per lei, essendo inoltre annunciata due volte di fila, forse perché accaduta allo scoccare dell’aggiornamento precedente. –Dove pensi che sia ora?-

-Lontano da noi, o almeno spero…-

-E… - la ragazza avrebbe voluto dire qualcosa ma qualcosa la fece ricredere -…no nulla..-

-Cosa?-

-Io penso… che forse anche Gaho teneva a Tomoko…-

-Pensi che Tomoko sarebbe felice di vedere quel che combina? Io non credo… lui vuole sopravvivere e basta… è sempre stato egoista, no?-

-Io… voglio solo sperare nella migliore delle ipotesi… non voglio combattere contro quello che fino a due giorni fa avrei creduto un amico…- le sue labbra tremavano, lei era nota per il suo sangue freddo, ma evidentemente lo stress degli ultimi eventi l’aveva cambiata nel profondo.

- Neanche io, Fuyuko, neanche io…-

Ore 13:00- Deposito autobus/base di controllo

La base era tranquilla come sempre, il soldato dell’ultimo aggiornamento stava in cucina, la morte di Hukita Sae sembrava averlo turbato alquanto, così che aveva passato tutto il tempo a prepararsi qualcosa da mangiare e da mettere sotto i denti, la donna misteriosa che stava ormai di ronda alla base non smetteva di fare aventi e indietro nella stanza delle comunicazioni, dove il professor Inoue stava già padroneggiando il microfono.

-… Studente diciassette, Shiduna Mito, Studentessa otto, Hasamura Ayako… Le zone proibite dalle ore sedici sono la 3A e la 7A…*Sbadiglio* buon gioco… e buon pranzo, se ne farete uno…-

La comunicazione si interruppe, Inoue si stiracchiò e si avviò verso un divanetto libero, il soldato delle cucine si avviò verso di lui con un vassoio pieno di biscotti fumanti.-Volete favorire, professore?-

L’insegnante prima lo squadrò stranito, poi sorrise –Volentieri- e fece per prendere un biscotto –Sai, Goro… mi dispiace che tua figlia Sae sia morta durante il programma, ma lo sai, è la legge…- il professore mangiò il dolcetto e lo mandò giù con aria sempre gentile, il soldato non cambiò l’espressione affabile che aveva sul volto.

-Si professore, lo so benissimo…-

-Beh, allora nessun rancore…-

Il soldato non rispose per un po’, poi disse –Beh, non si porta certo rancore ai morti…-

Il professore spalancò la bocca, tutto il plotone riunito nella sala si voltò verso i due, il docente si strinse nello stomaco, svuotandolo sul pavimento piastrellato, tutti i soldati si buttarono su Goro, bloccandolo, la donna misteriosa si avviò verso il professore e iniziò a guardarne gli occhi. –Il mio kit, presto!-

Un soldato corse verso la cucina e fece il suo ritorno con una valigetta rossa stretta fra le braccia, la donna lanciò a Goro un occhiataccia –Non dovevi farlo, l’egemone non avrà pietà con te…-

L’uomo non rispose, non aveva più nulla da perdere.

Studentessa 8, Hasamura Hatako, Deceduta

Studente 17, Shiduna Mito, deceduto

Studenti rimasti in vita : 18

Dedico questo Cap alla mia amica Hikarisan, che si è da poco iscritta al sito e stà già sfornando delle ottime Fic di Capitan Tsubasa su EFP ^^.

Spero che abbia successo e di non perdere mai l’ispirazione

(piaga che sta ultimamente attanagliando me =__=)

Grazie per le recensioni che spero arrivino copiose, e per la straordinaria pazienza che dimostrate nel continuare a leggere la Fic ^^

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Capitolo 15
*** Capitolo XV Riflettere ***


Capitolo XV

Capitolo XV Riflettere

Ore 13:23 – Zona E2, Giardino pubblico

Il sole risplendeva sopra il campo di battaglia, portando un tiepido tepore sopra quel gelido secondo giorno che, come gli altri, sarebbe stato carico di morte.

Una ragazza di bell’aspetto stava bevendo avidamente dalla bottiglietta di plastica che teneva sull’etichetta il logo della repubblica, era Fuji Emiko, aveva un aspetto molto maturo per essere una studentessa, sembrava già una donna adulta, molti ragazzi dell’università la scambiavano per una loro coetanea. Era ignara che due ragazze la stessero osservando da dietro alcuni alberi, erano Ando Rui e Ten Junko, due amiche ritrovatesi nel mezzo dell’inferno, le due continuavano a guardare nel rivela collari di Rui, i loro puntini e quello di Emiko sembravano gli unici in zona, le due volevano uscire allo scoperto e prendere nel loro gruppo la ragazza che, seppur non gli andava proprio a genio essendo lei una tipa alquanto eccentrica e altezzosa, sembrava fra le ultime persone che potevano prendere parte al programma.

Junko uscì per prima da dietro l’arbusto e si avvicinò con passo lento verso la ragazza.

-Emiko…-

La ragazza si voltò con un spressione strana in viso, non proferì parola, questo preoccupò non poco le ragazze.

-Emiko…vuoi venire con noi?-

-…- lo sguardo della ragazza si fece torvo

-EEmiko…?-

-…- la ragazza infilò la mano dentro al borsone, estraendo un oggetto di colore argenteo e luccicante, Junko sobbalzò.

-N..No…. Nooo!- corse indietro verso l’albero, Emiko estrasse la propria pistola e la puntò verso di lei, che si era ormai nascosta dietro la pianta assieme a Rui, la loro amica ormai fuori di se continuava a scrutare indispettita l’albero, sparando ad esso alcuni colpi che non colpirono le ragazze, ma rendevano sempre meno resistente il loro nascondiglio.

-Uccidere… o essere uccisi… gli sguardi possono ingannare…- la ragazza stava delirando in uno stato completamente deviato.

-Emiko…!- una nuova voce maschile si aggiunse, le due non avevano più controllato l’ingresso di altre persone in zona -…sempre a fare la spaccona, vedo…-

La ragazza si voltò, le due dietro l’albero si sporsero a vedere, sentendo che gli spari erano cessati, si avviarono lentamente lontano dalla zona, senza farsi vedere, nuovi spari lacerarono l’aria, facendo accelerare le due.

Il ragazzo colpito era niente poco di meno di Gaho Fumai, era stato colpito quattro volte al petto ed era caduto a terra, apparentemente morto, la studentessa si voltò verso l’albero che aveva colpito, le ragazze erano scomparse, corse quindi verso la recinzione del giardino, delle sbarre in metallo con le estremità appuntite, salì sopra di esse, le sagome delle due amiche erano minuscole e distanti. Emiko puntò comunque la pistola nella loro direzione e fece fuoco due volte, una sagoma era caduta a terra, non riusciva a distinguere di quale delle due ragazze fosse. La ragazza stava per ergersi ancora più in là, quando sentì una forza agire sulla sua gamba destra, abbassò subito lo sguardo, Gaho era lì che teneva stretto fra le braccia il suo arto, la ragazza puntò l’arma contro di lui, senza un minimo di esitazione, il ragazzo fece roteare rapidamente la gamba facendo ricadere la schiena della ragazza sulle punte delle sbarre, trafiggendola, il suo colpo partì in cielo, esplodendo sordo.

Ore 14:02 – Zona D3, Base militare/Deposito (Zona Proibita)

Il professore era appena stato caricato su un elicoterro che lo avrebbe portato da eventuali soccorsi, la donna misteriosa era sotto la doccia del bagno pubblico, il soldato che aveva avvelenato il professore era stato invece rinchiuso nell’autobus abbandonato, era legato saldamente al sedile con la cintura di sicurezza, voltandosi dietro se poteva benissimo vedere il cadavere di Fustino Nao, abbandonato sul retro del mezzo, avrebbero atteso la fine del programma per rimuovere i corpi, era la prassi, e la prassi era tutto.

Lo sguardo si soffermò sulla ragazza esanime, “ è veramente questo quello che vogliamo?” la sua testa era in un misto di senso di colpa e torpore, lo sguardo tornò davanti a se.

“Forse… me ne sono accorto solo dopo la morte di Sae ma… ma questo sistema è marcio e corrotto… un sistema che impone a dei ragazzi di prendere delle armi e far fuoco sui loro compagni classe, senza pietà… e io non solo l’ho accettato senza problemi… ma l’ho addirittura assistito…”

Le sue elucubrazioni non erano che un sussurro nella sua mente, un sibilo nel silenzio che aveva mantenuto in tutti i suoi anni di servizio.

Ore 14: 25 – Zona F3, edificio abbandonato

Il quintetto capitanato da Habarai si era alquanto sfoltito, soltanto tre persone erano sopravvissute alla strage fatta da Tashibari e uno di loro era anche gravemente ferito, purtroppo le certezze che il loro piano si realizzasse, qualunque fosse stato, erano ancora più remote.

L’unica ragazza del gruppo sopravvissuta era sotto shock, e non la smetteva di tremare, il ferito era spaventato almeno quanto lei e si teneva stretta la ferita che gli era stata fasciata con pezzi della camicia e acqua calda, il leader stava guardando nervosamente la mappa.

“Siamo andati troppo a sud, non siamo molto distanti, comunque…” scrisse su un foglio di carta che porse hai due, la ragazza prese il foglio e lo accartocciò, buttandolo via.

-Sono stufa! Stufa, chiaro!- era alle lacrime –Hasamura e shiduna sono morti! Ma non ti importa, vero?-

Habarai non rispose, si limitò a guardare la ragazza, che continuò.

-Io… volevo tornarmene a casa… con tutti… e invece siamo rimasti solo in diciotto, e probabilmente si staranno ancora scannando da qualche parte!...-

Habarai coprì con un dito i forellini del microfono al suo collare, fece lo stesos con la mano rimasta a quello di Hotari –devi solo avere pazienza… vedrai… adesso andiamo a nord..:-

-No!- lo interruppe lei –se torniamo li, Yoshiro ci ammazzerà come cani! Non possiamo fidarci di nessuno… nessuno, capite…?-

Habarai lasciò che la ragazza piangesse sopra lui, mentre lei continuava a dire –nessuno…- Kawara ignorò temporaneamente la sua ferita e abbassò lo sguardo, erano tutti sconsolati dai recenti eventi.

Ore 15:12 – Zona A3, Abitazione (proibita alle ore 16:00)

Lo studente numero tre, Dairei Keishi, stava riposando su un letto comodo, avrebbe dovuto muoversi, ogni minuto che passava la sua fine si sarebbe fatta sempre più vicina, non fu quello a distrarlo però, bensì un rumore di vetri infranti al piano terra.

Si alzò di scatto, facendo cadere la sua arma, una bottiglia in vetro, anch’essa vece abbastanza rumore, probabilmente chiunque fosse stato a irrompere, sarebbe stato certamente più armato di lui, e come lui, sapeva che non era solo in quella casa.

Si mise sotto al letto, sentì i passi di qualcuno salire le scale, si stava avvicinando alla stanza dove era rifugiato e alla fine vi entrò, Keishi vide due paia di esili gambe, calzate da scarpe coi tacchi, era una ragazza di sicuro, ma non sembrava indossare la propria uniforme. Lui tirò un sospiro di sollievo, sottovalutava di molto le ragazze e le loro doti di combattimento, fece un grave errore, non sapeva che tipo di ragazza era Kuniko Abashi, il ragazzo sbucò da sotto il letto, la ragazza fece un leggero sussulto.

-Abashi… ma ciao…-

-Dairei-kun… non pensavo di trovarti qui…- disse lei, leggermente titubante.

-uh-uh…- scorse la sua arma – con un affare del genere, rischi di farti male…-

-C’è più rischio per quelli che mi si parano davanti..-

-Donna accattivante…- sorrise maliziosamente, posando le labbra sul collo di lei, che non si mosse, ne disse parola. Keishi era da sempre stato un porco, il programma non ha cambiato questa sua peculiarità.

-Vedo che ti piace divertirti…- estrasse dal borsone un paio di manette, e senza farsi vedere ne mise una al polso destro di Dairei, l’altra la mise alla maniglia della porta, la pistola di lei andò verso il volto del ragazzo che rimase impassibile.

-Suvvia… una ragazza per bene come te non dovrebbe fare di queste cose…-

-uhm… forse hai ragione… - un ghigno apparve sul volto di lei.

-bene… brava… e adesso divertiamoci…-

Lei gli diede un bacio stampo sulle labbra, poi si separò -No… lascerò che ti diverta da solo…-

-Come?-

-Addio…- la ragazza si voltò di scatto lasciando la stanza.

-Ehi!... ma cosa?!...-

Silenzio, non si sentì altro, un timido raggio di sole penetrò dalla finestra della stanza, illuminando l’orologio, Dairei alzò lo sguardo verso di esso e spalancò gli occhi, erano le quindici e tre quarti.

-Abashi! Abashi! Fermati! Aiutami!- Urlò lui con tutte le forze che ebbe in corpo.

La ragazza non si girò dietro, scese lentamente le scale, senza perdere molto tempo, si avviò fuori dalla casa, lo sguardo scese sulla lunga strada, che percorse accennando a una lieve corsetta, si voltò quindi indietro, poteva vedere Keishi dimenarsi come un animale in gabbia, appeso alla maniglia, ignorò nuovamente lo studente allontanandosi dalla zona.

-Abashiiiiii!!!!-

Beeeeeeeeep

BooooM

Studentessa 5, Fuji Emiko, Morta

Studente 3, Dairei Keishi, Morto

Studenti rimasti in gioco: 16

Salve, spero vi sia piaciuto il cap ^^

X Lithia del Sud: Non preoccuparti^^ è tutto ok.

Un grazie a Lithia, Topomouse, Ladyblack, Softman993 e Hikarisan, che nonostante il mio evidente istupidimento continuano a leggere la mia fict ^^

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Capitolo 16
*** Capitolo XVI Ringraziamenti ***


Capitolo XVI

Capitolo XVI Ringraziamenti

Ore 16:00 – Zona E3 (davanti al deposito/base)

Il gruppo di Habarai era ormai arrivato a destinazione, anche se poter entrare dentro la base nemica sarebbe stato ancora meglio, ma non avevano altra scelta, il ferito aveva scritto su un foglietto “allora adesso ci vuoi dire il piano?!” ma Habarai scacciò via il foglietto, facendo poi segno di tacere, l’ennesimo fischio dell’altoparlante squarciò il cielo, la voce femminile fece presagire l’identità della persona dietro l’altoparlante.

Gli studenti erano alquanto incuriositi dal suo dire, ma non realizzarono l’esatta situazione, la voce della donna si fece subito sprezzante, come sono soliti gli informatori durante il programma farete boom saranno… A2, C1 e F1… non andateci allo scoccare della mezzanotte… state attenti, questa non è la fiaba di cenerentola, non avrà un lieto fine… buon gioco…> il collegamento venne interrotto e la situazione tornò alla norma… o almeno sembrava.

Kawara riprese il foglietto di prima e lo sventolò davanti al compagno, il quale lo prese e iniziò a scriverci sopra, impiegò abbastanza tempo, lo mise al centro, in modo che tutti potessero leggere.

So, tramite delle informazioni prese da internet prima di partire per la gita, che l’impianto del gas di questo deposito è esterno, non so l’esatta ubicazione, dobbiamo solo sperare che possiamo colpirlo a distanza con le nostre armi. Se l’impianto esploderà, lo stesso farà il deposito con le consolle e soldati inclusi, in quel caso o i collari saranno inutilizzabili, o esploderemo tutti. È un grave rischio, lo so… ma non abbiamo altri mezzi.

I due emisero un grido di dissenso, ma alla fine Kawara annuì lentamente, Hasamura invece estrasse un pezzo di carta e vi scrisse nuovamente sopra “No! Non voglio uccidere nessuno, neanche i soldati della repubblica!”

<È l’unico piano che abbiamo!> disse il ragazzo, ignorando temporaneamente i microfoni

dire che lo porterete avanti senza me…> detto questo, prese la sua roba e se ne andò lentamente.

gli disse Kawara, ma lei non si voltò, Habarai abbassò lo sguardo, intristito dall’accaduto, ma doveva farsi forza, lui poteva essere l’ultima speranza per coloro che non volevano giocare.

Ore 16:34 – Zona E3, motel

La stanza nella quale Ando Rui e Ten Junko si erano rifugiate era accanto a quella nella quale Kuniko aveva ucciso Yui, le due avevano visto il corpo e si erano rifugiate nella stanza di lato, spaventate.

Rui era disperata, la sua amica era stata colpita alla schiena e non smetteva di perdere sangue, era diventata pallidissima e stava contemplando il soffitto, come se avesse voluto evocare un entità divina per proteggere sia se stessa che l’amica.

ha sparato…?> chiese la moribonda

so… ma ormai è morta…>

<…>

>

<… perché vogliono giocare?>

<Perché dobbiamo giocare? Noi non abbiamo mai fatto male a nessuno…>

so… lo so…>

<… tutto questo mondo lo è…>

<… sai… le vacanze erano quasi arrivate, non vedevo l’ora di andare al mare…>

<…>

imparato a nuotare... io ho una tale paura dell’acqua>

<…>

…>

oltre ciò che ti può dire la realtà… siamo qui e dobbiamo ucciderci a vicenda, finche uno solo di noi sopravvive… come potrei mai io, sono mingherlina e ora mi hanno anche sparato…>

>

è vero!> Rui era in lacrime

<…!>

non ti sei arrabbiata, anzi… eri felice… felice che avessimo un'altra passione in comune… e lo lasciasti perché avevi paura che il nostro rapporto fosse compromesso>

<>

che io conosca!>

<…>

<E sei la mia amica più preziosa…>

<…Rui… Grazie> Junko spirò, tutto si poteva curare, un braccio rotto, un colpo alla schiena, ma quando l’anima abbandona il corpo, non c’è nulla da fare, se non piangere.

Quella era l’unica cosa che Rui fece.

Ore 17:03 – Zona D1, Chiesa Sconsacrata

..>

Lo studente numero nove, Hisaki Izo, stava consultando ad alta voce la propria arma, un libro massiccio dalla copertina rigida che riportava sopra il logo della Repubblica della Grande Asia, i Kanji soprascritti dicevano “Manuale di sopravvivenza al BR. Act: come combattere bene divertendovi!” in piccolo al bordo del manuale vi era scritto “statisticamente provato, questo manuale aumenta del 0,01% la possibilità di sopravvivenza al programma dello studente”.

disse, sogghignando e continuando poi a leggere il tomo, ritò su gli occhiali deve essere abbastanza ampio da coprire la propria corporatura, robusto, che permetta di sporgersi senza troppi intoppi e che non esploda se colpito, come fanno le macchine o simili, nascondiglio ideale uno, dietro il muro di una casa, nascondiglio ideale due…> uno scricchiolio interruppe la lettura del ragazzo che si alzò in piedi, sembrava solo un soffio di vento, visto che le panche erano deserte così come l’altare, si risedete e riprese a leggere

Un colpo sordo sovrastò il silenzio che vigeva nel luogo di culto, il sangue di Izo schizzò ovunque, sporcando il pavimento del liquido rosso scuro mescolatosi ai pezzi di vetro delle lenti, Yushiro ricaricò il fucile, e uscì lentamente dalla chiesa, Kazu lo stava guardando da dietro un arbusto sussurrò, prima di affacciarsi verso di lui, puntandogli la pistola contro.

Studentessa 19, Ten Junko, morta

Studente 9, Hisaki Izo, morto

Studenti rimasti in vita: 14

Diciamo che il titolo è in parte per la storia, in parte per le scritte dopo XD

Ciao a tutti e grazie del supporto delle vostre recensioni, è stato molto utile ^^

Spero che la Fict vi sia piaciuta ^^

Se ve lo chiedete, si… mi piace mettere le interruzioni di cap in mezzo alle scene elettriche, sia perché crea suspence, sia perché sono s…. ehm, sadico XDD

X Ladyblack : Si…? Io mi sto spremendo dall’inizio su come farla finire e ancora non ho in mente nulla XDDD comunque sto continuando a leggere il libro che mi hai proposto

X Lithia del sud: semplicemente grazie ^^

X Hikarisan: Fai bene ^^

X Topomouse: Eh, purtroppo il mio sadismo non può competere con quello dell’opera originale ^^

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Capitolo 17
*** Capitolo XVII Videogame ***


Capitolo XVII

Capitolo XVII Videogame

Ore 17:04 – Zona D1, Chiesa Sconsacrata-Esterno

Kazu era a venti metri dal nemico, alle sue spalle, il dito fermo sul grilletto, mentre l’arma si spostava rapidamente sul bersaglio, inquadrandolo, non era sicuro di colpire il ragazzo alla testa, neppure un po’. -Dannazione, dovrebbe essere facile- pensava - facile come in nei videogiochi ai quali gioco… Vediamo… prendo bene la mira, e poi un bel Headshot…-

Era molto distante e Yushiro non era certo molto grande, come altezza non superava il metro e settata, Kazu si avvicinò lentamente verso il suo nemico, nascondendosi dietro il muro della chiesa, Yushiro non si era mosso di lì, stava fissando il cielo impalato, ma ciò non incuriosì minimamente Kazu che si avviava sempre più lentamente verso il bersaglio, avvicinandosi costantemente.

A circa dieci metri da lui poteva benissimo rivedersi lì, era un soldato della Repubblica che si stava avvicinando di soppiatto al milite nemico, con un coltello serramanico in mano, l’obiettivo era ben chiaro e la sua volontà indomabile, i suoi anfibi non emettevano il minimo cigolio e la sua mimetica lo faceva sentire come in una botte di ferro, era sotto la giusta causa, non doveva temere che il suo obiettivo fallisse, aveva l'obbligo di riuscire.

L’obbiettivo non si muoveva, del resto aveva settato la difficoltà su facile, non poteva sbagliare, aveva le armi che gli servivano, il cento percento di salute, tutto. Era lì, vicino e silenzioso, il soggetto era completamente immobile, stava per usare il coltello a serramanico, trasformatosi in pistola, sul militare, quando il braccio di questi ebbe una movenza strana e anomale, l’arto ruotò su se stesso, mostrando il fucile d’assalto a Kazu, l’arma era puntata contro di lui quando un colpo partì.

Kazu sentì un dolore assurdo, lo schermo si illuminò di un colore rosso acceso e la barra della salute si accorciò, rimanendo al ventitre percento circa, -Ma come è possibile?- Pensò Kazu –Non può essere, il videogioco non è così- si girò verso destra, l’arto colpito rotolava per terra, imbrattando il sentiero, Kazu riportò lo sguardo sul nemico, il soldato aveva il volto di Yushiro.

-Non funziona così!... non è leale!- Urlò lui, nel dolore, Yushiro lo ignorò, appoggiando la canna della pistola alla sua fronte.

-Non è giusto! Volevo aiutare gli altri a non soffrire! Io ero nel giusto! Io dovevo vinc…-

BlaaaaM

Ore 17: 35 - Zona E2, Campo da Basket

-Dannazione, perché la stiamo cercando?- Kawara era molto arrabbiato, da quando Hotari aveva lasciato il team, i due non avevano fatto che cercarla -Non avevate litigato?-

-Non c’ho litigato abbastanza da volerla morta!- Urlò lui -ha dimenticato le sue siringhe ipodermiche con l’insulina! Se non la ritroviamo in tempo è perduta!-

-Cosa!?- Kawara era all’oscuro delle medicine di Hotari, quanto della sua malattia -Dobbiamo trovarla!-

I due stavano camminando in cerchio ormai da una decina di minuti senza avere il ben che minimo cenno della ragazza, finche non sentirono dei colpi di tosse molto forti.

-Aki-chan!- i due corsero verso il rumore, trovando la ragazza dai capelli rossi riversa a terra, con il viso pallido e madido di sudore -Aki-chan… !- Hebi corse verso di lei, si poggiò a terra e stappò una delle siringhe ipodermiche, sembrava una penna bianca dello spessore di un centimetro circa, poggiò la punta sul braccio di Aki e premette lo stantuffo, un fluido incolore entrò rapidamente in circolo nel suo corpo.

-Hebikun…- la ragazza respirava piano e affannatamene, gli occhi erano socchiusi, irritati dalla luce del sole. -Mi spiace…-

-No, non dirlo… ora ci accampiamo da qualche parte, domani faremo tu sai cosa… ok?-

-…Si….-

-Bene…-

Kawara non disse nulla, la sua ferita dolorante era accuratamente fasciata con un pezzo della giacca, Hebi caricò la ragazza sulla schiena e si avviò lentamente verso sud, un'altra giovane donna li stava guardando, era Miho Zahari, una ragazza dalla capigliatura raccolta in una grande crocca tenuta da un Kanzashi (spilla decorativa per capelli tipicamente usata dalle Geishe).

La sua arma, un coltello grande quanto un indice, cadde dalle sue mani, mentre le sue labbra sibilarono un leggero -Hebi…- era contentissima di vederlo, lo conosceva abbastanza bene da dirle che probabilmente sarebbe potuta entrare in gruppo con lui e, con un po’ di fortuna, uscire dal campo di battaglia illesi. La ragazza stava per fare un passo in avanti, quando sentì un rumore dietro di lei si irrigidì di botto, e voltò lentamente la testa, notando un ragazzo, Kento Haruki ,la studentessa tirò un sospiro di sollievo. Haruki era un bullo nella classe, ma senza il suo gruppetto non era che un piccolo smidollato piagnone, stringeva in mano un taglierino arrugginito.

-Zahari…-

-…che vuoi, Kento-kun?-

-Te…-

-…?-

-Voglio te…-

-…che… che stai dicendo?-

Non fece in tempo a finire, il ragazzo era già su di lei, che era stata buttata a terra, il suo alito mefitico sul viso, la sua faccia si era accartocciata in una smorfia di disgusto.

-Levati, Kento-Kun!-

-Pianta!... non dirmi che non ti piace…-

-Non mi piace! Non mi piace affatto! Levati!-

-ehe… no…-

-LEVATI!-

La ragazza cercava di far leva con le mani, stava rimpiangendo di aver lasciato cadere l’arma, lo studente era rimasto in mutande e stava sfilando quelle della ragazza che si divincolava ma non riusciva a liberarsi a causa della su scarsa forza fisica, il suo fiato era sempre più vicino, lei si sentiva svenire.

-Hebi! Hotari! Kawara! Aiutatemi….!- il suo era un gemito, un lamento, ogni secondo di più aveva sempre più paura e sempre più confusione nella testa, ma non doveva piangere, non poteva permetterselo…

La ragazza mise una mano fra i suoi capelli e li sciolse dalla Kanzaki, la chioma si ricompose poggiandosi a terra, la spilla era salda nella sua mano, si scagliò contro il volto del ragazzo, penetrando in un occhio, l’umor vitreo macchio la mano di lei, che andò sempre più affondo, lesionando il cervello.

Lo studente si accasciò su di lei, la studentessa era ancora impaurita e tremante, non riusciva a dire una parola, ma un sorriso apparve sulle sue labbra, era viva, e poteva continuare, poteva entrare in gruppo con Hebi e Aki, si alzò in piedi, scostando il cadavere, e si avviò verso il campo da basket, non c’era più nessuno, l’avevano abbandonata.

-no… no…..- si sentiva sola, solo per un poco, gli ultimi momenti nei quali poteva ancora riflettere, prima che la sua mente si oscurasse, prima che si spense.

Un colpo forte tuonò nell’aria, uno sparo, quello della pistola di Kuniko di fianco a lei, due colpi colpirono la tempia della ragazza, che crollò a terra, inondata di sangue.

Hebi, Aki e Eichi si voltarono verso il rumore dello sparo.

-Andiamocene, è meglio- disse Hebi, continuando a correre con Aki sulle spalle.

L’unica persona di cui Miho si fidava, era la prima che l’aveva abbandonata dopo la sua morte. Kuniko, preso e osservato ciò che doveva, si aviò verso una casupola abbandonata, intenta a passare lì la sera, rifocillarsi e magari anche togliersi l’odore di morte di dosso.

Studente 18, Shin Kazu, morto

Studente 13, Kento Haruki, morto

Studentessa 20, Zarahi Miho, morta

Studenti rimasti in vita: 11

E rieccoci alla fine di un altro cap ^^ spero vi sia piaciuto

Recensite! :D

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Capitolo 18
*** Capitolo XVIII Vendetta ***


Capitolo XVIII

Capitolo XVIII Vendetta

Ore 18:20 – Zona E2, Abitazione

Il caldo aveva invaso tutta la stanza nonostante i ventilatori accesi, la cui aria era satura dell’acre odore di traspirazione, Kuniko era sotto una leggera pioggia di doccia gelida, un brivido la fece scuotere leggermente quando la fredda acqua toccò la schiena, passò il sapone delicatamente sopra il suo corpo, cominciando dalle spalle, i capelli erano sciolti e cadevano sulla schiena.

Il medaglione della sorella era legato al suo polso, lo notò subito dopo il contatto del freddo metallo sul suo petto, lo guardò con disprezzo, con un dispregio che non avrebbe mai osato rivolgere a sua sorella, un altro ricordo venne alla sua mente, insieme ad un volto contratto al ricordo del fatto che il professore non era più sull’isola.

Aveva dodici anni ormai, suo padre aveva cominciato a bere alcolici e a giocare d’azzardo incessantemente da quando sua moglie si era suicidata in seguito alle continue violenze dell’ultimo usuraio con il quale erano entrati in contatto, il professore Kojiro Inoue, questo aveva aumentato si parecchio il loro debito, che non riusciva mai a saldarlo.

Un giorno, loro padre le portò al parco, da moltissimo tempo le due erano private della loro infanzia, e non avevano mai il tempo di andare a divertirsi con il loro padre, specialmente dal funerale della madre, Kuniko aveva sofferto più di tutti, sua madre era forse l’unica persona l mondo con la quale avrebbe confessato di tutto dopo un amica di nome Hika, sua sorella Momoko non era che una semplice distrazione per il dolore che sentiva.

-Kuniko… dai vieni!- disse la sorella, mentre con le sue mani teneva stretta un altalena

-Eccomi….- Rispose lei, un po’ passiva.

-Che c’è?-

-Tu… pensi che la mamma…-

-No, ti prego, non ora…- disse, spingendo la sorellina che era ormai seduta sopra il dondolo -…siamo qui per divertirci! Non abbiamo mai il tempo di stare con papa! Aproffittiamone!-

-uhuh- annuì la ragazzina, osservando il cielo che si avvicinava e si allontanava e sentendo una piacevole brezza sul viso che gli scompigliava i capelli.

Era apparentemente tranquilla e malinconica, ma dentro se nascondeva un profondo odio e astio verso tutti, in particolar modo per il Professor Inoue, non lo avrebbe mai perdonato, mai. Ha vissuto così, ha nascosto la sua rabbia, fino ad esplodere.

Poteva ancora ricordarlo, alcuni anni prima, all’ospedale, sua madre era distesa sotto le bianche lenzuola e la guardava amorevole.

-Kuniko….- la bambina si avvicinò e posò la mano su quella della madre. -… hai fatto la brava, vero?-

-si…- disse lei, ma non era lì in quella stanza, era sotto la doccia, in una casa nei bassifondi dimenticati di una città, in mezzo ad una sfilza di cadaveri dei suoi compagni di classe.

Diede un forte pugno alla parete, quelle lacrime uscirono dai suoi occhi, poteva ancora ricordare i la voce di sua madre, lo sguardo orrendo del professor Inoue quando era insieme a lei e la voce di sua sorella, quella notte di due anni fa.

-Sai… il Professor Inoue mi ha pagato alquanto bene per… beh, per fare quello che ha fatto a mamma… Se continuerà così possiamo riprendere ciò che è nostro-

Lo aveva detto, in sottovoce, il suo viso diventò ancora più accigliato mentre un altro pugno andò verso il muro, la ragazza cadde in ginocchio sotto l’acqua fredda, sua sorella insieme al mostro che aveva ucciso sua madre, non poteva permetterlo. Un anno dopo un'altra orrenda notizia, la sua amica Hiku, conosciuta all’asilo e unica persona che avrebbe potuto competere con la madre in quanto a confidenza, era morta durante un edizione del “programma” capitanato dal Professor Inoue. Il professore era un demonio, gli aveva tolto tutto, la madre e l’unica persona che poteva sostituirla, per questo quella chiamata una settimana fa, osservò il suo pugno, nonostante il tremore dell’immagine causato dalle lacrime, poteva benissimo vedere la sua mano stringere una cornetta di un telefono che squillava a vuoto per alcuni minuti.

-Pronto?-

-Pronto, Registro delle classi della BR act?-

-Si..?-

-Sono una studentessa della classe 2D dell’istituto Akurowa, a Ichiko-

-Come posso aiutarla, signorina?-

Un attimo di pausa, non di più, poi la ragazza proferì con voce seria e pacata la più orrenda delle proposte –Vorrei proporre la mia classe per la prossima edizione del programma-

-Bene- disse la voce all’altro capo del telefono con un innaturale gioia – il nome, prego -

-Abashi Kuniko-

Una chiamata, questo era bastato per rovinarli tutti, ma a lei non importava, voleva la sua vendetta e pur di ottenerla avrebbe scalato l’enorme montagna di cadaveri che sarebbero caduti ai suoi piedi, doveva raggiungere il professore, e ucciderlo… ma qualcosa non era andata bene, il professore ha abbandonato l’isola, forse era morto, questo diede un leggero sollievo alla ragazza che, fatta cessare l’acqua, uscì dalla doccia.

Ore 19:23- Zona B5, Asilo

-Hebi- Disse ad un tratto Fuyuko, alzandosi, indossava una tuta da ginnastica che aveva portato con se per la gita.

-Cosa? Dove?- chiese allora Ebizo, che stava controllando le armi.

-Hebi è un tipo intelligente, probabilmente saprà farci uscire di qui!-

-uhm… con i “probabilmente” probabilmente non andremo da nessuna parte- disse ironico lui

-Non importa, possiamo provare e forse morire, oppure rimanere qui e morire sicuramente…-

-…-

- Poi devo dire a Gaho che Fuyuko lo ama…-

-ma…-

-niente ma… dobbiamo uscire, non possiamo rimanere qui comunque, su andiamo…-

-Bah… donne…-

Ebizo prese la roba e si incamminarono entrambi fuori dall’asilo, l’area era sgombra, anche perché il numero di giocatori era incredibilmente diminuito, procederono verso sud.

Ore 19: 32 – Zona D3 (proibita), deposito autobus

-uhuh- la donna misteriosa era sull’autobus insieme al prigioniero, stava parlando al telefono – capisco… la ringrazio…- richiuse il cellulare, terminando la chiamata, il soldato la guardò duro, mentre lei rispose pacata –il professore è sopravvissuto al tuo attentato, ma versa attualmente in pessime condizioni, è in coma reversibile-

-Peccato…- disse il soldato, senza guardare la donna negli occhi

-Perché l’hai fatto… solo per tua figlia?-

-…- l’uomo rimase in silenzio per un po’ –no… tutto il sistema è corrotto, la morte di Sae mi ha soltanto aperto gli occhi-

La donna sorrise –non è colpa nostra… noi eseguiamo gli ordini…-

-Ah si?- sbottò l’uomo, la donna sobbalzò, senza comunque aver perso la sua aria impassibile –“stiamo solo seguendo ordini”, appunto questo! Eseguite, eseguite, non avete le palle di dire che gli ordino che ricevete sono assurdi! Fate ammazzare i vostri stessi figli e non avete il coraggio di ribellarvi perché sapete che altrimenti il peggio toccherà a voi, vero?!-

-Taci!?- la donna alzò leggermente la voce, assumendo un aria gelida, senza però perdere la calma –Puoi risparmiare le tue parole per l’egemone… e non venirmi a insegnare quanto potrebbe essere sbagliato il nostro sistema, o di quanto è terribile veder morire un figlio…- la donna si avviò verso l’uscita del mezzo, mostrando le spalle al prigioniero -il mio rimasto ucciso in seguito ad un ispezione di polizia senza licenza…- la donna era uscita dal pullman, l’uomo teneva gli occhi su di lei, se non fosse stata di spalle avrebbe potuto notare delle lacrime sul volto della donna.

Studenti rimasti in vita: 11

Salve, spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere ^^

X Topomouse: Sei sincero o ironico? :P

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Capitolo 19
*** Capitolo XIX Il passato ritorna alla luce ***


Capitolo XIX

Capitolo XIX Il passato ritorna alla luce

Ore 19:56 – Zona D4, strada

Ando stava camminando senza meta in giro per l’area di combattimenti, non voleva incontrare nessuno, era nervosa e depressa, la notte aveva gettato un leggero velo di ombre su di lei, rabbuiando la sua figura esile ma atletica che continuava a procedere verso nord in un sentiero dettato dal destino e dallo shock. Un beep fece bloccare di colpo Ando, che estrasse la sua arma dalla gonna, osservando attentamente il display, due puntini erano lampeggianti all’orizzonte, stavano avanzando verso lei, mentre un altro apparve sull’apparecchio, questo non attirò particolarmente l’attenzione della ragazza che corse a perdifiato in cima al vicino cavalcavia, nascondendosi.

Passi altisonanti sul rovente asfalto penetrarono le sue orecchie, non vi erano voci, solo qualche ansimo da fatica, il tono sembrava abbastanza famigliare a lei, ma non voleva avere contatti con nessuno, amico o no. Sotto di lei, Fuyuko e Ebizo stavano attraversando il marciapiede, la ragazza poggiava sulla spalla di lui, ferita, non erano a conoscenza della presenza di Rui, tanto meno di quella di Riutaka Hisa, nascosta dietro il muro di un vicolo, la sua scimitarra lucente era legata alla vita, notò subito le armi addosso ai due e cercò di imboccare il cavalcavia senza attirare l’attenzione, non voleva morire in un modo stupido.

Hisa era una studentessa modello nonostante il suo solito abbigliamento punk e il suo essere particolarmente irascibile, non voleva partecipare al programma, ma sapeva che era la persona meno fidata della classe, voleva assicurarsi che prima nessuno l’avesse attaccata per poi decidere se giocare o meno.

Era sulle scalinate del cavalcavia, i due erano un puntino all’orizzonte, non doveva più temerli, salì rapidamente le scale dandosi spinta con le gambe, Rui era rannicchiata lì e sembrava stesse piangendo, non si era ancora accorta di lei, che gli si stava avvicinando lentamente con fare furtivo e l’arma sguainata, priva ancora di cattive intenzioni. La distanza fra le due era sempre minore, fin quando un bicchiere di carta rigida tradì la ragazza, che lo calpestò emettendo un rumore maldestro, Rui si alzò di scatto e scrutò la compagna, gli occhi si sbarrarono, la ragazza con la peggior reputazione della scuola era a pochi passi da lei con un arma in mano. Hisa si era allontanata di un passo, Ando aveva caricato un calcio verso la scimitarra, che volò in cielo cadendo fragorosamente a terra poco dopo, la studentessa stringeva forte la sua mano con una smorfia di dolore sul volto –Ando… fermati… io…- non fece in tempo a finire che il pugno di Rui impattò contro la sua gota, il ferreo sapore del sangue si fece largo nel suo palato mentre la ragazza cadde addosso alla ringhiera del cavalcavia, reggendovi con tutte le forze.

Ando non voleva fermarsi, non voleva morire, nonostante tutte le disgrazie, la morte dell’amica, lei amava ancora la vita, sarebbe sopravvissuta, lo avrebbe fatto per lei, Hisa si era alzata tremante appoggiandosi nuovamente alla barricata che arrivava poco più in su del suo fianco, un calcio la colpì in pieno petto, sentì il parapetto sbattere contro di lei, e il peso sbilanciarsi all’indietro, uno strano senso di smarrimento la pervase mentre non sentiva più la terra sotto i piedi, un ondata d’aria la colpiva da dietro scompigliandole i capelli, sentì la terra sbattere violentemente sul suo capo, poi più niente.

Rui si sporse, a pochi centimetri dalla sciabola di Hisa, giaceva il suo corpo privo di vita, sul volto della ragazza si stampò un espressione di terrore, lei amava la vita, ma ne aveva appena stroncata una.

Ore 20:13 – Zona E2, Abitazione

Kuniko si era vestita già da tempo, indossava un top alquanto attillato e una gonna molto corta, i suoi piedi calzavano delle scarpe molto più sottili di quelle precedenti, era sdraiata sul letto, mentre nelle sue orecchie la musica ondeggiava, accompagnata dalle cuffie del lettore mp3, voleva dimenticare, dimenticare tutto di quella vita tanto sofferta, eppure non ci riusciva, ricordava benissimo la discussione che il padre ebbe con il professor Inoue prima che le accompagnasse al parco, parlavano di debiti, un argomento che non era nuovo per loro padre, lui spendeva denaro in tutto: vestiti, donne, alcool, fumo e droga… aveva tutti i vizi che si potevano avere su quel mondo oscuro e corrotto, il professor Inoue era molto più arrabbiato del solito, ma non pensava che potesse arrivare a quel punto.

Poteva ancora sentire quegli aromi nell’aria, di quando era al parco con la sorella Momoko.

-Momoko! Kuniko! Venite, torniamo a casa- disse il padre

-Uffa… ma è presto- disse allora Kuniko

-Niente storie, venite subito!-fu la risposta secca.

Le due bambine, seppur riluttanti, seguirono il loro padre che stava per andare in strada, ci un rumore stridulo e un forte odore di gomme bruciate, un auto rossa, quella di Inoue, sfrecciò sulla strada, colpendo in pieno l’uomo, la corsa in ospedale poco dopo… era ancora tutto vivo nella mente di Kuniko, loro padre era stato quasi ucciso, non poteva più lavorare e liberare la famiglia dai debiti, era rimasto in coma irreversibile.

Kuniko si rilassò sopra le morbide lenzuola che la cullarono in quella confusa notte senza luna, nella sua mente emergevano pensieri di vendetta, voleva uccidere Inoue dopo il programma che lui stesso aveva supervisionato, un fischio tuonò nell’aria svegliandola di soprassalto, si voltò rapidamente verso la sveglia, due coppie di cifre lampeggiarono “00:00”.

-Buona notte, principi e principesse… questo è l’aggiornamento di mezzanotte… uh, siete stati bravi, ben sei amichetti in meno… gli studenti nove, tredici e diciotto e le studentesse diciassette, diciannove e venti… le aree proibite dalle dieci saranno D1, E1 e F2… buon gioco…- le ultime parole sembravano inforcate abbastanza di fretta, come a volersi brigare, la donna dall’altro capo del microfono stava osservando una foto che aveva poggiato sul microfono, ritraeva un ragazzo di sedici anni appena, il volto giovane e sorridente era incorniciato da dei capelli castani lunghi e risplendenti come la criniera di un leone, sul lato in basso c’era una scritta “Per la mamma con affetto, Ruiki”.

-Signorina Misaki- una voce si fece sentire nelle sue orecchie –Vuole dare uno sguardo all’ultimo aggiornamento sulla lista?-

-L’ho appena comunicato…- rispose fredda

-Si… ma se vuole…-

-Non mi importa!- sbottò lei senza alcun motivo apparente

-Ma…-

-Lascialo qui, ci darò un occhiata dopo…-

Il saldato eseguì e lasciò un tabulato di fogli vicino alla donna, dei nomi, molti dei quali barrati, vi erano scritti sopra:

Ragazzi Ragazze

1

Ashizu Ebizo

1

Abashi Kuniko

2

Buncho Arata

2

Abashi Momoko

3

Dairei Keishi

3

Ando Rui

4

Fumai Gaho

4

Chiza Tomoko

5

Fumi Taki

5

Fuji Emiko

6

Gaji Yachi

6

Fushino Nao

7

Habarai Hebi

7

Harenji Mayumi

8

Hanza Kazu

8

Hasamura Ayako

9

Hisaki Izo

9

Hotari Aki

10

Huchika Musato

10

Hukita Sae

11

Kawara Eichi

11

Keroyo Kuinie

12

Kenata Baiko

12

Kitsune Maru

13

Kento Haruki

13

Manae Fuyuko

14

Kyochi Motoyuki

14

Nakawa Yui

15

Manaru Misao

15

Oshiko Kazue

16

Shiboni Bairei

16

Riuno Kunie

17

Shiduna Mito

17

Riutaka Hisa

18

Shin Kazu

18

Sahari Naoko

19

Tashibari Yushiro

19

Ten Junko

20

Yuji Hiroaki

20

Zarahi Miho

-Ruiki…- sussurrò la donna, le mani poste a coprire gli occhi.

Studentessa 17, Riutaka Hisa, morta

Rimasti in vita: 10

Salve, se vi siete allarmati Anonimo è solo un mio compagno di classe un po’ invadete :P

Spero che il cpa vi sia piaciuto ^^

Mi dispiaccio del fatto che i conteggi siano un po’ alterati ma alle volte io stesso tengo male i conti @_@

Ora ho un foglio di calcolo su excell, quindi non credo che mi sbaglierò più ^^

Recensite sia positivamente che negativamente ogni qual volta abbiate qualcosa da dire ^^

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Capitolo 20
*** Capitolo XX Rinnegati ***


Capitolo XX

Capitolo XX Rinnegati

Ore 00:05 – Zona F4, Quartiere residenziale

Il corpo striminzito di Kitsune Maru, la ragazza numero dodici, stava tremando come se una scarica elettrica lo stesse percorrendo, aveva paura, paura di morire. Non voleva uccidere nessuno, ma anche se avesse voluto non avrebbe potuto con l’arma che gli avevano affibbiato, una fionda da bambino in legno, non smetteva di tenere gli occhi puntati sopra l’oggetto che avrebbe significato la sua morte certa in quel folle gioco. Un fruscio distolse la sua attenzione, ma non la fece smettere di tremare, il volto si faceva pallido mentre osservava due sagome all’orizzonte, due sagome armate di pistola e balestra, la ragazza indietreggiò lentamente quando vide Fuyuko ed Ebizo spuntare fuori dalle tenebre.

-Maru-san…- disse il ragazzo, Kitsune sobbalzo e cadde all’indietro, per poi rialzarsi e correre rapidamente dietro si se, senza voltarsi.

-Kitsune!- urlò Fuyuko, ma la ragazza stava ancora correndo a perdifiato.

-Lasciamola andare… non vuole essere aiutata…- disse sconsolato Ebizo.

Maru stava correndo senza sosta, sentiva i polmoni gonfiarsi fino a premere sul suo petto, il sudore gocciolava copioso sulla sua fronte, non sapeva se aveva ancora la fionda in mano o no, ma non le importava, voleva scappare, tornare a casa, non si era nemmeno accorta di dove stava andando, ma dopo parecchi minuti di corsa ininterrotta un suono glielo fece capire.

Beeep

Era nella zona F5, proibita dalle tredici del giorno precedente….

BoooM

L’esplosione echeggiò nella zona, giunse anche alle orecchie di Fuyuko e del compagno che erano appena entrati in una casa, entrambi deglutirono immaginando l’accaduto.

-Adesso riposiamoci…- disse lui – domani cercheremo Hebi-

I due si accamparono come meglio credevano nell’abitazione, Kuniko (Zona E2), Rui (Zona D4) ,Gaho (Zona E3), Yushiro (Zona D4) e la Banda di Hebi (Zona E3) fecero lo stesso, tutti i sopravvissuti chiusero gli occhi e si calarono in un sonno profondo, quello sarebbe stato l’ultimo giorno per alcuni o per tutti loro.

Ore 9: 56 – Zona D3, Deposito pullman

La donna misteriosa, Misaki, si era svegliata presto il giorno dopo, stava attendendo con ansia l’aggiornamento perché dopo avrebbe fatto la cosa più insensata della sua vita, forse l’ultima cosa che avrebbe fatto.

Prese contatto con il microfono –Buon giorno, miei cari… spero vi siate svegliati bene! Oggi è l’ultimo giorno… vedete di resistere! …. Uhm… ma non uscite mai di notte? L’unica morte è quella della numero dodici, Kitsune Maru… potevate fare di meglio, altrochè! Le aree proibite dalle tredici sono la F4, la F3 e la E8… Siete rimasti in nove, ragazzi… Dateci dentro!-

La donna si scostò dal microfono, un soldato stava per portarle dell’acqua, ma lei lo allontanò con un cenno di mano, si alzò e scese nel deposito dove ad aspettarla come sempre ci sarebbe stato il padre di Sae, la donna lo scrutò dal di fuori del mezzo, per poi entrare. L’uomo riservava sempre un occhiata torva alla donna, occhiata che non gli aveva risparmiato nemmeno quella volta, lo sguardo si barrò appena la donna proferì quelle parole.

-Oggi libereremo gli studenti…-

Il silenzio si librò nel autobus, entrambi si fissarono negli occhi a vicenda, entrambi avevano un moto di determinazione negli occhi, la donna sfilò da sotto il tailleur un telecomando che puntò contro l’uomo premendo un pulsante, le cinture si allentarono e il soldato era libero.

-Il tuo nome?- chise la donna

-Takumi…-

Non gli fece dire il cognome –Bene Takumi! Ora, sotto la supervisione del Capitano Misaki, romperai il culo alla repubblica della grande Asia, ricevuto?-

-Sissignore!-

Ore 10:23 – Zona E3, abitazioni di periferia

Hebi stava segnando le zone, Eichi lo stava aiutando facendo l’inventario delle armi, Aki era sdraiata sul pavimento e ricoperta di coperte e giacche, tutti e tre pregavano in silenzio che il loro piano riuscisse la ragazza dava segni di miglioramento anche se in modo molto poco frequente, i due sapevano che la medicin di Aki non sarebbe bastata per l’intero giorno, speravano quindi di uscire di li il prima possibile e di portare la ragazza da un medico o simili.

Un altro ragazzo era nella zona, aveva dormito male a causa del giubbotto antiproiettile rubato all’amico, era Fumai Gaho, teneva stretta nel pugno la pistola rubata ad Emiko e continuava a camminare dentro il quartiere, la coda dell’occhio percepì del movimento all’interno di una casa a pochi metri da lui, era il rifugio del trio, il ragazzo si avvicinò lentamente e si accostò alla finestra, poteva benissimo vedere i tre intenti a fare altro piuttosto che badare a lui, Gaho sorrise sadicamente mentre nella sua mente iniziarono a farsi strada pensieri di morte.

La sua pistola si alzò all’altezza della finestra, la mano esile del ragazzo tremava un poco, partirono tre colpi che fischiarono ancora nelle orecchi del’assalitore, un proiettile colpì Hebi di striscio alla spalla, i due ragazzi si girarono e videro perfettamente il loro nemico, Eichi si buttò sulla sua pistola e iniziò a sparare, i colpi andarono direttamente sullo stomaco di Gaho che indietreggiò un po’ per il dolore, ma venne ferito, altri colpi invece partirono dalla sua pistola, colpendo Kawara sul petto, facendolo cadere a terra esanime, Aki lanciò un urlo di terrore e nascose la testa sotto le coperte, terrorizzata.

-Eichi!- Urlò Hebi, prendendo il proprio mitra e scaricando una raffica di colpi su Gaho, i primi andarono sul giubbotto, lasciandolo illeso, ma i successivi lo colpirono per due volte al braccio sinistro, il ragazzo cadde a terra sanguinante.

-Habarai! Figlio di …- un'altra raffica partì dall’arma di Hebi, mancando la testa di Gaho per poco, quest’ultimo si alzò e corse rapidamente, tenendosi strette nel pugno le ferite sanguinanti, Habarai voleva correre dietro al ragazzo per poi ucciderlo, ma una leggera voce femminile lo distolse dal proposito.

-No, Hebi…- Aki tremava da sotto le lenzuola

-Come?... ha ucciso Eichi… hai visto..?-

-Se lo uccidi diventerai come lui…-

-Non mi interessano queste puttanate! Io devo vendicare Eichi, punto e basta…- Il ragazzo lo disse, ma non si mosse, stava ancora lì a fissare la ragazza che era rimasta immobile con gli occhi socchiusi puntati verso il soffitto.

-Gaho… non pensa a quello che fa…- disse la ragazza –Non puoi dar peso alle sue azioni perché lui agisce sotto il controllo della paura…-

-Paura…?-

-Si… Gaho ha perso l’unica persona che gli voleva bene più della sua stessa vita, l’unica che lo avrebbe aiutato e protetto…-

-Chi…?-

-Me lo aveva detto l’anno scorso… e voleva fosse un segreto…-

Le ultime parole che si scambiarono, lo sguardo di lui andò verso il cadavere del compagno, cadde in ginocchio e si accucciò vicino all’amica, non condivideva quello che pensava ma una cosa era certa, non voleva che finisse come lui.

Ore 11: 03 – Zona D4

Rui era rimasta sdraiata sopra il cavalcavia per tutta la notte, non aveva dormito, teneva stratta a se la sciabola di Hisa, la sua mente tornava indietro fino a quando non l’aveva uccisa buttandola giù dal cavalcavia, lei non voleva uccidere nessuno, amava vivere e sapeva che come era suo diritto, era diritto anche altrui. Nella mente di lei, c’era un solo modo di rimediare al furto di una vita, il suicidio, per lei uccidersi sarebbe stata la soluzione giusta per non uccidere altre persone e per non soffrire vedendone morte molte altre, la ragazza si alzò lentamente e posò le mani sul parapetto del cavalcavia, col chiaro intento di scavalcarlo.

Studentessa 12, Kitsune Maru, deceduta

Studente 11, Kawara Eichi, deceduto

Morti: 32

Sopravvissuti: 8

Ecco un altro capitolo in meno alla fine di questa Fic, ora che sono rimasti in vita solo dei “main character” credo che la cosa si farà interessate.

Leggete e commentate come meglio credete ^^

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Capitolo 21
*** Capitolo XXI Da fuori ***


Capitolo XXI

Capitolo XXI Da fuori

Ore 11:05 – Zona D4, strada

Rui teneva i pugni stretti nel cavalcavia, lo sguardo fisso sul cadavere di Hisa, steso al suolo con la testa in un angolatura anomala rispetto al collo, vivere con la coscienza appesantita da un uccisione era troppo per lei, che voleva farla finita, in preda alla depressione.

Le sue labbra tremavano, così come le dita salde sopra la fredda sbarra del parapetto, doveva morire, non aveva fatto che creare sofferenza, aveva ucciso una ragazza e aveva lasciato che la sua migliore amica Junko facesse la stessa fine, voleva morire, doveva morire…

-Rui…- la ragazza sentiva una voce nella sua testa –Rui… sono io… JunkoRui, non ucciderti… non morire-

-Lasciami… io … io devo morire!-

-No… tu non devi morire tu devi aiutare quelli che hanno bisogno di te…-

-Chi ha bisogno di me?... chi ha bisogno di un assassina…?-

-Fuyuko, Ebizo, Yushiro, Gaho… tutti quelli rimasti in vita… sono molto spaventati, Rui… non puoi lasciarli da soli…-

-… loro non hanno bisogno…-

-Rui!... non perderti come alcuni di loro hanno fatto… non diventare cattiva… non morire… sii sempre te stessa, Rui… quella ragazza che ho voluto come amica…-

-…-

-Rimani te stessa, Rui… ti prego…-

-Si… hai ragione…- la ragazza si asciugò gli occhi –Io andò a cercare gli altri, ci metteremo d’accordo e usciremo tutti da questo posto di merda! Te lo prometto, Junko-

Nella mente della ragazza si fece largo il volto sorridente dell’amica –Grazie…. JunkoGra-

Un colpo tuonò nell’aria, Rui abbassò lo sguardo notando una grande chiazza rossa, del sangue colava lentamente dal petto della ragazza, che indietreggiò fino a sbattere contro il parapetto, cadde indietro, poteva vedere la figura di Yushiro fissarla prima che il mondo si oscurasse completamente.

Yushiro ricaricò la pistola, e si avviò lentamente verso il cadavere della ragazza appena uccisa che era caduta sopra il cadavere di Hisa, non fece caso alla scimitarra, fu invece interessato al rilevatore di posizione, che mise in tasca allontanandosi poi a passi lenti tenendo il congegno stretto nelle su mani.

Ore 11:24 – Casa di Kykio Hasama, studentessa della classe 2F, amica di Tomoko e Fuyuko

La luce penetrava dalla finestra aperta illuminando il volto levigato di una ragazza dai tratti orientali e i capelli raccolti in due trecce che stava scribacchiando qualcosa su di un quaderno mentre la radio sul suo comodino continuava ininterrottamente a parlare. Erano giorni che teneva la radio accesa ventiquattrore su ventiquattro, era stata informata che le sue amiche erano dentro una delle classi scelte per il programma e ogni minuto che passava sperava di sentire la voce del presentatore interrompere la musica per dare notizie sulla classe 2D, quelle notizie, però, le attendeva quanto le temeva, aveva una costante paura che le sue amiche non tornassero illese dalla battaglia.

La mina della matita si spezzò, macchiando il foglio sul quale vi era un disegno molto realistico delle due ragazza e di lei strette in un abbraccio, il disegno iniziò a sfumare quando le lacrime di lei bagnarono il foglio. Loro tre si erano conosciute all’asilo, una volta un ragazzo picchiò Kyoko e Tomoko, facendole piangere, quella volta Fuyuko prese le redini della situazione e, nonostante sia stata rimproverata dall’insegnate, aveva dato una bella lezione all’energumeno, da allora le tre furono inseparabili, Kyoko fu molto triste quando vennero smistate in sezioni diverse, ma il poter incontrare le sue amiche quando voleva fuori scuola le aveva ridato la gioia, gioia che ora aveva perso e che rischiava di perdere per sempre. –FuyukoTomoko… perché?-

Non riusciva a fermare le lacrime, teneva le mani giunte poste sopra il viso, pregava, pregava che le sue amiche non morissero, che tornassero a casa, le rivoleva a se, ferite o deviate, ma le rivoleva, se ne sarebbe presa cura lei, a costo di morire, ma le rivoleva li vicino a se.

-FuyukoTomoko… non morite… vi prego… non morite…- un pianto, una preghiera, una richiesta…

In mente, poi, le vennero i loro compagni di scuola, tutti sembravano die mostri quando sapeva che potevano uccidere le loro amiche, non potevano fidarsi di nessuno, Fuyuko inoltre era innamorata di Yushiro, il teppista della classe. Come poteva Kykio trovare un attimo di tranquillità? Aveva paura, e non sapeva come quietarla.

Ore 11:57 – Zona E4, abitazione

Fuyuko sentiva una morsa al cuore, qualcuno là fuori stava piangendo per lei, e già sapeva chi, i due avevano camminato per un po’ verso nord, sempre alla ricerca di Hebi e degli altri, non sapeva se li avrebbero trovati lì, ma non gli restava che sperare ormai. Stavano camminando, percorsero la strada che ancora li separava da un blocco di condomini, si avviarono lentamente all’ingresso e si accasciarono a terra sfiniti.

-Fuyuko… senti, prima di morire...-

-Noi non moriremo!-

-Si… comunque volevo dirti…-

Un chiasso maldestro interruppe i due, da dietro un portone cadde una sagoma e un cumulo di polvere grigia che tenette nascosta l’identità dello studente, i due presero le armi e le caricarono contro il ragazzo, i due sbarrarono gli occhi, le loro labbra tremarono, era Fumai Gaho.

Il ragazzo tossi alcune volte per poi uscire dal cumulo di polvere.

-Fuyukocoff coff… proprio te cercavo…-

-Gaho…- disse lei –Tomoko ti…-

-Ti amo…-

-si, lei ti… no aspetta…-

-Io ti amo, Fuyuko, dalla prima volta che ti ho vista… il mio cuore…-

-No… io… Tomoko… lei ti amava, tu non puoi…-

-Fuyuko- urlò allora Ebizo –lui… me lo aveva già detto, lui ti amava … ma non aveva il coraggio di dirtelo...-

-…è vero…?- chiese la ragazza, Gaho annuì

-Si… e sapevo anche che Tomoko mi amava…-

-Perché non gli hai detto nulla, allora’- disse Fuyuko arrabbiata, le sue labbra tremavano

-Volvo usarla…-

-C…cosa?-

-Volevo usarla per arrivare a te… avreii fatto di tutto per te…-

-Tu… non dovevi… non dovevi far soffrire una mia amica…-

-L’ho fatto per te…-

-Io… ti odio…-

Gaho sbarrò gli occhi -… no… non dire così…-

-IO TI ODIO!-

-NOOOOO- Gaho puntò la pistola contro la ragazza e premette il grilletto, il colpo rimbalzò a pochi centimetri da lei, facendola sobbalzare. –Troia! Maledetta puttana!-

Gaho continuò a sparare die colpi, uno dei quali prese in pieno braccio Ebizo che cadde addietro, Fuyuko puntò la pistola contro Gaho.

-Fermati! Fermati o…- un colpo partì dalla pistola del ragazzo, colpendo la finestra dietro Fuyuko, sentì il cuore smettergli di battere in petto, le mani erano diventate gelide dalla paura, il suo indice premuto sul grilletto si strinse, un rumore sordo, il proiettile era partito, lei lo poteva vedere, stava volando nell’aria mentre vagava verso Gaho, chiuse subito gli occhi, non voleva vedere.

Studentessa 3, Ando Rui, Deceduta

Studenti rimasti in vita: 7

Salve^^ sparo che il cap vi sia piaciuto, mi spiace se posto rapidamente ma voglio finirlo prima dell’inizio delle vacanze estive^^

Vedo che le recensioni e le letture sono diminuite, spero non sia per qualcosa che ho scritto…

Al prossimo cap ^^

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Capitolo 22
*** Capitolo XXII Sistema ***


Capitolo XXII

Capitolo XXII Sistema

Ore 12:12 – Zona E4, Abitazione

Fuyuko aveva le palpebre strette e tremanti, lo stesso era per le gambe e le braccia, il gelido arnese da guerra era stretto nelle sue mani, non voleva vedere, non voleva, un singhiozzo interruppe il silenzio di quella stanza, seguito da un altro ed un altro ancora, la ragazza aprì l’occhio destro, la sua pistola era puntata contro un muro sporco di sangue.

-Fu…yuko…- una voce la chiamò, lei abbassò lo sguardo, vedendo Gaho steso a terra, in un lago di sangue e uno squarcio causato dal proiettile al lato del collo, il sangue zampillava copiosamente dalla carotide recisa, Fuyuko cadde a terra, poggiandosi sulle ginocchia, gli occhi pieni di lacrime guardavano l’amico morente.

-Io… non volevo…- furono le parole di lei, nonostante non potesse vederlo, Ebizo era dietro di lei con lo stesso sguardo supplichevole di chi non vuol vedere il proprio amico morire, la ragazza si avviò a carponi verso il compagno ferito.

-Non… è…colpa tua… è… il programma…- disse Gaho

-…-

-Il programma… ha fatto diventare cattive… molte persone…-

-…-

-Il programma… ha ucciso…. Molte persone…- le sue ultime parole, Gaho porse il volto alla sua destra, gli occhi tremavano mentre la vita abbandonò il suo corpo.

Fuyuko abbassò lo sguardo e scosse la testa nervosamente, le mani poste sopra il viso, Ebizo posò una mano sulla sua spalla, non voleva che la sua amica soffrisse in quel modo, non voleva che nessuno soffrisse per colpa di un sistema incentrato sulla violenza e sull’ingiustizia, dove il più piccolo viene sbranato dal gigante, ma neanche lui lo sopportava, quel sistema, pochi minuti bastarono per far scendere delle lacrime anche sul suo volto, la sua fronte si poggiò sulla testa di Fuyuko, rimasero lì per tutta l’ora, stretti uno nell’altro, tremanti e piangenti, un denso alone di paura e tristezza li avvolse.

Ore 13:00 – Zona D3, deposito/Base

La base era in piena attività, voci e comunicazioni arrivarono dappertutto –Studente quattro, Fumai Gaho, zona E4 ore 12:13…- -Studenti rimasti: sei…- in mezzo a queste, una guardia si era fatta avanti urlando ad alta voce e interrompendo le altre.

-Signorina Misaki! Signorina Misaki!-

-Che c’è?- Rispose secca la donna, che stava già nella sua postazione del microfono. –Non vedi che ho da fare?-

-Signorina Misaki! Il prigioniero è scappato-

La donna rimase silente per almeno un minuto, poi schiarì bene la voce e disse

-E allora? Pensi che possa fare qualcosa contro un intero plotone di soldati?-

Tutti i soldati che poterono ascoltare la donna interruppero il loro lavoro e si voltarono verso di lei, con lo sguardo sbalordito. Il soldato era diventato pallidissimo.

-No, ma…-

-E poi non ricordo di averti chiesto di andarlo a controllare…-

-Io…-

-Taci! Avverti pure le guardie, ma non venirmi a disturbare…-

-OOk…-

Il soldato girò pesantemente sui tacchi dei propri anfibi, dirigendosi alla postazione dei comandi, da quella estrasse un foglio di carta e un auricolare, infilò il proprio auricolare nell’orecchio e scrisse sul foglio bianco con una bella estratta dal taschino della divisa.

-A tutte le unità…- disse all’auricolare, senza però smettere di scrivere -… il prigioniero è fuggito… ripeto, il prigioniero è fuggito. Non sappiamo se è armato ma è comunque un pericolo per la repubblica, cercarlo e catturarlo… immediatamente! Passo e chiudo-

Interruppe il collegamento con l’auricolare mentre la donna iniziò a far partire quello con l’altoparlanti sull’isola.

-Salve a tutti, miei cari… vedo che siete rimasti in sei, bel lavoro!... ci hanno lasciato la studentessa quattro, Ando Rui, e lo studente tre, Fumai Gaho…cavoli!... mi è appena giunta la comunicazione che le zone proibite saranno un bel po’… dalle diciassette: E2, E3, E4, C2, B2, C9, B9, B8, B7, D8, D7, C7 e A6… tredici in tutto… ve ne rimarranno solo otto in cui nascondervi…- la voce di lei era alquanto preoccupata -…beh, buona fortuna… che vinca il migliore!- il contatto si interruppe, la donna era di spalle, ma poteva sentire gli sguardi dei soldati bruciargli la nuca, si voltò rapidamente.

-beh? Che avete da guardare! Al lavoro!- tutti i militi si rimisero subito in opera, il soldato di prima stava trafficando con il fax, Misaki non poteva vedere il foglio che inviava, pensava dunque che fosse una comunicazione da inviare all’esterno, non poteva immaginarne il contenuto:

Amministrazione Del B.R.act della repubblica della grande asia

Il capitano che ci è stato affidato, la signorina Kinatha Misaki, sta assumendo ultimamente un comportamento sospetto, alcuni di noi presumono che voglia boicottare l’attuale edizione del Programma, per l’esattezza la 350°. Richiediamo un ispezione del capitano in questione e una possibile sostituzione se si tratta di un infiltrato e/o ribelle.

Kiochi Manao, luogotenente

Il soldato fissò torvo le spalle rigide della donna mentre un segnale acustico avvisava che il Fax era stato inviato correttamente, il militare non era al corrente di ciò che è accaduto al figlio di Misaki, ma anche avendolo saputo, difficilmente non avrebbe complottato contro di lei, aveva sempre aspirato a soffiargli posto e in quel mondo disumano funzionava così, dovevi far cadere dal posto un tuo collega per poter salite più in alto, occorre sempre essere i primi a spingere, solo così non si poteva finire a terra. Uno sparo ovattato si senti per tutta la stanza, sembravano essere gli studenti, ma l’impatto del proiettile sembrava troppo vicino, qualcosa non stava andando come doveva, tutti i soldati, inclusa Misaki, si sporsero dalle finestre per vedere, e sbarrarono gli occhi, il ribelle, Takumi, era sopra il tetto dell’edificio e poteva benissimo vedere la scena: uno studente, Habarai Hebi, era ferito ad un braccio e stava sparando con il proprio mitragliatore contro l’edificio della base, era molto distante, circa un centinaio di metri, da lì il deposito era alto poco più di tre centimetri.

-Che sta facendo?- chiese un soldato

-Sta sparando all’edificio…-

-Perché? Vuole attaccarci?-

-Non so… comunque non penso che ci sia da allarmarsi, finirà i proiettili… è comunque troppo distante per poterci colpire…-

-…-

I due soldati rimasero in silenzio, osservando il giovane che come un folle, stava sparando alla cieca contro l’edificio, improvvisamente l’arma smise di sparare e l’arma gli rimbalzò indietro, eppure le munizioni c’erano, non capiva la ragione di quel’improvviso blocco, posò gli occhi sull’arma, percorrendola in tutta la sua lunghezza, nel tentativo di capire cosa succedeva, notò quindi il bosso di un proiettile incastrato nel carrello dell’arma, cercò di toglierlo con le dita, ma non era pienamente sicuro di ciò che faceva, tirò quindi indietro il carrello, il bossolo schizzò fuori seguito da alcuni proiettili che partirono senza però colpire il maledetto sistema di aerazione, troppo piccolo a quella distanza.

Un passo si udì, seco e sordo, dietro le spalle del ragazzo che si voltò rapidamente, Yushiro era dietro di lui, la pistola puntata contro.

-Tahibari… immagino che tu non capisca cosa sto cercando di fare…-

-Lo so benissimo cosa vuoi fare… quindi ti evito una delusione uccidendoti…-

-Cosa? No… non puoi davvero rinunciare così…-

-Conosco bene il governo. Mio padre era un sabotatore, ed è stato ucciso… lo stesso è successo a mia madre solo perché era imparentata con lui…-

-…-

-Il sistema è freddo e spietato, quindi tocca abituarsi e diventare freddi di rimando… solo così si sopravvive-

-No… Non è vero!-

Uno sparo echeggiò nell’aria.

Studente 4, Gaho Fumai, morto

Studenti rimasti: 6

E un altro cap se ne va ^^

Mi dispiace se sono sembrato un po’ pretenzioso sul fatto di recensire, ma alle volte non so se sto andando bene o sto scrivendo cavolate ^^”

Grazie a tutti i lettori ^^

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Capitolo 23
*** Capitolo XXIII Destinati ***


Ore 13:43 – Zona E3, strada

Capitolo XXIII Destinati

Ore 13:43 – Zona E3, strada

Lo sparo rintronò, il metallico rumore del bossolo caduto a terra echeggiò leggermente nell’aria densa di fumo, Hebi sgranò gli occhi, la pistola di Yushiro volò alcuni metri più in là, il ragazzo stava tenendo stretto il proprio polso, al quale sembrava essersi fatto male, entrambi si voltarono poi in direzione dello sparo, era stata Aki, che teneva ancora stretta la pistola di Eichi in pugno.

-Se vuoi partecipare al gioco… vattene da qui…-

Yushiro fissò sbalordito la ragazza, i suoi cocchi si socchiusero poco dopo, ma poi si voltò –Fate come volete, ma creperete prima o poi, non occorre che sia io ad uccidervi…- il ragazzo non si avvicinò alla pistola, si portò semplicemente dietro il proprio borsone e si avviò verso nord, sembrava la prima volta che parlava prima di far fuoco, ma questo non era proprio innaturale, prima del programma i due erano grandi amici. Eppure era strano, la prima volta non aveva esitato a far fuoco sul gruppo.

-Hebi.. il piano è sfumato- disse Aki

-Già… ormai lo sapranno cosa volevamo fare, allontaniamoci prima che rispondano al fuoco…-

Hebi si avviò verso nord, fece segno a Aki di seguirlo, i due percorsero una buona distanza, uscendo dalla zona che sarebbe diventata proibita in tre ore, si trovarono presto nella Zona D4, nessuno era sulla strada ad attaccarli, del resto erano rimasti in pochi in quel maledetto quartiere di Sanjo.

Hebi si sedette dietro una casa vicino a Aki, i due si riposarono dal recente spavento, nonostante parlassero poco, alcune domande erano inevitabili.

-Secondo te è per vendetta che agisce?- chiese la ragazza

-Chi, Yushiro?... no, di vendicare i suoi non gli importa molto… semplicemente non vuole lasciarsi prendere dai sentimenti come loro hanno fatto… per non fare la loro fine-

-…-

Non sapevano il perché, ma ogni volta che iniziarono a parlare, Aki e Hebi, non facevano che finire in un silenzio imbarazzante, spesso la ragazza interveniva a interrompere quel silenzio, ma evidentemente il programma aveva sconvolto quella e non poche delle sue abitudini, dopo alcuni minuti lei fece cenno a Hebi di coprire il microfono e lei fece lo stesso.

-Hebi… si vede la scuola anche da qui… non è che forse…?-

-Non lo so… sembra rischioso…-

-Lo è molto di più rimanere qui senza fare nulla…-

-…- questa volta era rimasto lui senza parole, ma le riprese subito.

-Alle diciotto...-

-Ottimo-

Nessuno dei due proferì parola, rimasero entrambi immobili a fissarsi attorno, sperando di non individuare malintenzionati.

Ore 14:21 – Zona D3, base

Misaki e Takumi era sul tetto, nascosti sotto una serie di tubature di ricambio, stavano parlando sottovoce, ma abbastanza animatamente .

-Allora, hai deciso cosa fare?- chiese lui

-Di solito non ci si rivolge così ai capitani…-

-Di solito fra ribelli non ci sono gerarchie-

-tskcomunque… adesso, porto su qualche arma, metto del veleno fra i viveri, idea che copio gentilmente da te, e dopo si darà il via alla carneficina-

-Bene… fa presto, allora-

-Vado, vado-

La donna si alzò in maniera discreta, lanciò un occhiata prudente attorno a se ed entrò nuovamente all’interno dell’edificio, il solito tram tram di guardie stava animando i corridoi, nessuna di queste si voltò a salutare il capitano, ma questo non insospettì Misaki, che si avviò prontamente verso i magazzini di provviste. Il posto puzzava di stantio e di muffa, l’umidità rendeva l’aria densa a tal punto da renderla quasi irrespirabile, la donna si avviò verso il freezer che conteneva la carne secca destinata alle truppe, prese dalla tasca del completo un piccolo flaconcino e lo stappò, versandone quindi il contenuto granulare nel contenitore, lo richiuse e si girò per raggiungere nuovamente il tetto, ma alle sue spalle c’era una persona alquanto indesiderata: Kiochi Manao, l’uomo che ambiva al suo posto.

-Signorina Misaki… mi sta deludendo…-

-Indietreggia! Stavo solo…-

-So benissimo cosa stava facendo… e ben presto lo saprà il resto del plotone-

-Io non penso proprio, sai…-

Misaki sferrò un pugno al soldato, che indietreggiò di qualche passo per poi caricare un pugno anche lui, il capitano schivò il colpo con una certa eleganza e maestria, lo stesso accadde con il secondo e con il terzo pugno, per nulla impressionata dal combattimento, Misaki tirò un calcò poderoso all’inguine del soldato, che cadde in ginocchio e poi si accasciò a terra.

-Stupido… ci sarà un motivo se sono un capitano, no?-

Sorrise leggermente, stava per andare a raccogliere Kiochi ma un nuovo presente la interruppe, lo conosceva abbastanza bene, era Manshi Goro, l’ultima volta che lo aveva visto era un soldato id leva insieme a lei, ma adesso era un capitano, lo si capiva dai distintivi attaccati alla divisa militare.

-Misaki, da quanto…-

-Goro… cosa…?-

-Sappiamo che ti sei schierata dalla parte del nemico... quindi sono qui per sostituirti e purgarti dall’esercito-

-I…io…-

Non fece in tempo a dire una parola, con un rapido gesto della mano, Goro aveva estratto una pistola e aveva fatto fuoco contro la donna, colpendola alla testa, il sangue fuoriuscì con un voluminoso getto che imbrattò la parete dietro alla donna, che era caduta direttamente a terra, freddata. Takumi aveva sentito lo sparo da sopra il tetto, non poteva immaginare chi fosse, ma sicuramente qualcuno aveva ucciso l’unica persona che l’avrebbe aiutato nell’impresa.

Ore 16:23 – Zona E3, abitazione / Zona C4, strada

Le ore erano passate molto lentamente nel lungo silenzio che vigeva fra Hebi e Aki, che si erano rifugiati in una casetta nella zona dove si trovavano, non parlavano, nessuno avrebbe fatto nulla finché non sarebbero arrivate le diciotto. I due non si erano neppure accorti del passare di Fuyuko e Ebizo, che erano entrati nella zona con lo scopo si andare nelle zone a nord ed evitare la zona proibita e si trovavano nella zona C4, sulla strada, ormai a loro non importava di trovare Hebi e fuggire, erano ancora scossi dal dire di Gaho e speravano solo in un attimo di pace. Hebi scrutò fuori dalla finestra, osservando la base che da lì aveva le dimensioni di un pollice ed era per metà coperta da altri edifici, avrebbero dovuto assalirla, entrambi si interrogarono sull’esserne o meno in grado, le finestre erano completamente chiuse, eccezion fatta per quella della cucina, dove una ragazza che non indossava l’uniforme studentesca si era intrufolata, Kuniko origliava il silenzio dei due da dietro la porta, socchiudendo gli occhi.

Studenti Rimasti in vita: 6

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Capitolo 24
*** Capitolo XXIV Motivazioni ***


Capitolo XXIV

Capitolo XXIV Motivazioni

Ore 16:45 – Zona C4, casa

Hebi stava dormendo, la testa di Aki era posata sulla sua spalla, ma non ci fece caso, il sonno lo aveva assorto completamente, tanto da non sentire nulla, tranne una sensazione di nausea e uno strano odore, come di piombo, che gli aveva riempito la testa. Gli occhi si aprirono lentamente sulla stanza apparentemente vuota, il senso di nausea, insieme all’odore si facevano più intensi, appena il ragazzo si alzò, Aki cadde di lato, sbattendo la testa, eppure lei non si era destata dal sonno, più che un sonno sembrava una apatia fisica, una sorta di coma che l’aveva colpita nel sonno.

-AkiAki… svegliati…- disse lui con voce alterata dallo stato confusionale

-mhmh…-

-Aki…. Stai… stai b..ene?-

-UH… mi… vien…e… da vomitare…da vomita..- le parole vennero subito interrotte da dei colpi tosse.

Hebi capì subito la situazione, vi si era trovato già da piccolo, c’era una fuga di gas in casa, e lui doveva farla cessare il prima possibile. Corse verso le finestre e le chiuse rapidamente, senza neanche osservare fuori dalla casa, dove Kuniko stava guardando la scena accarezzando con una mano la canna della pistola, un ghigno sadico apparve sul suo volto, mentre scrutava avidamente Hebi che stava aprendo le finestre con gran rapidità, per poi andare in cucina a girare la manopola del gas che la ragazza aveva svitato, Kuniko puntò la pistola verso il ragazzo, ma questi si uscì dal suo campo di visuale, ormai la casa non era più satura di gas tanto da portela far esplodere con un proiettile, la ragazza si alzò lentamente, ripulendosi il sedere dalla polvere con un rapido sventolio di mani.

-Aki…! Akicoff coff… rispondimi…!-

-….Habarai-kun…-

- Aki…. Stai bene?-

-…No…non credo…-

-Aki… io…-

-….-

-Mi vergognavo a dirtelo… ma…-

-…?-

-Dalla prima volta che ti ho visto… quando eravamo vicini di banco tu… sei stata l’unica a non criticarmi per il mio fare solitario, orgoglioso e testardo… sei stata l’unica che non mi ha mai preso in giro per il mio modo freddo di trattare la gente… e di relazionare…-

-..Habarai...d…die…-

-Tu… sei la persona più preziosa per me…-

-Die..t-

-Anzi… sei tutto per me…-

-Habarai…- sul volto della ragazza scesero numerose lacrime, ma non erano lacrime di gioia

-Aki io ti a…-

Hebi si bloccò di colpo, un attizzatoio per il camino aveva trapassato la sua gola, il sangue gocciolava lentamente dalla punta, macchiando la divisa di Aki, che stava singhiozzando sempre più forse, sdraiata sul pavimento con il cadavere di Hebi sopra di lei, Kuniko stava osservando l’attizzatoio che aveva appena estratto dal corpo del ragazzo, e stava scrutando Aki con sguardo inquietante e indifferente .

-Mmh… era un tuo amico, vero? Quel povero asociale del cazzo, a cui piace starsene da solo…-

-…Troia!...-

-Troia, Io? Può darsi… di tutto, pur di avere la mia vendetta…-

-…tu, sei una testa di cazzo…! Come tua sorella!-

Kuniko sbarrò gli occhi, e conficcò l’attizzatoio nella gamba destra di Aki –Stupida! Mia sorella era stronza, anche più di me! Ma solo io posso lanciare commenti in proposito- queste le parole della ragazza, immerse nelle urla strazianti di Aki – Si, era una stronza, una di quei bulli che amano far soffrire quelli che, come Hebi, rompevano il loro equilibrio di caos, con la loro eleganza e compostezza, forse anche per invidia!- Kuniko rigirò l’attizzatoio nella gamba della studentess, prima di estrarlo e puntarglielo alla gola.

-Ultima cosa da dire, Hoto-san?-

La ragazza non rispose, guardè fissa negli occhi Kuniko e gli sputò contro, lei rimase rigida e impassibile, nonostante la saliva di Aki gli colasse sulla guancia.

-Molto bene…- l’attizzatoio partì lateralmente, lacerando la gola della ragazza, dalla ferita zampillò copiosamente sangue, sporcando le gambe di Kuniko che, dopo aver buttato l’attizzatoio a terra, osservò un attimo il corpo della ragazza in preda alle ultime convulsioni che precederono la sua morte. Appena Aki morì, un fischio interruppe il silenzio.

Ore 17:00 - Zona C5, Abitazione

Yushiro stava riponendo il proprio fucile d’assalto sopra il tavolo della cucina mentre il fischio attirò la sua attenzione.

-coff.. coff… salve a tutti! Il vostro informatore precedente, la signorina Misaki, è stata accusata di alto tradimento e giustiziata sul posto…- la voce non era infatti quella femminile che Misaki mostrava aglio studenti – stava cercando di liberarvi nonostante fosse tassativamente vietato dall’egemone… chiudendo la parentesi, i nuovi morti sono due freschi freschi: lo studente sette, Habarai Hebi e la studentessa nove, Hotari Aki. Per i quatto rimasti lo sforzo sarà minimo, mettetecela tutta, non vogliamo mica dove far detonare tutti i collari…-

Il collegamento venne interrotto, Yushiro stava segnando su una lista fatta da lui i morti, tutte le voci erano cancellate, così scrisse un nuovo foglio:

Kuniko Abashi
Fuyuko Manae

Ebizo Ashizu

Tre i nominativi scritti, tre le persone da uccidere, gli mancava poco e sarebbe tornato nuovamente a casa, una casa dove non avrebbe accolto nessuno, neppure i suoi zii che tanto disprezza e tanto lo disprezzavano, per quanto a lui la vita facesse schifo, non voleva morire, voleva vivere abbastanza a lungo per vedere il sistema distrutto, non sapeva da chi, ma qualcuno lo avrebbe fatto.

Si trovava ora in una cucina di una casa apparentemente deserta, stava contemplando il fucile scarico, del quale aveva solo qualche bossolo vuoto, non avrebbe certo combattuto con quello, ma improvvisamente gli venne un idea, si precipitò sugli scaffali e li aprì, estrasse una scatola con sopra la scritta “Sale grosso”, prese qualche granello e lo calò delicatamente nei bossoli. Non si trattava di un arma letale, ma avrebbe sicuramente fatto male ad un eventuale nemico.

Mancava poco ormai, erano solo quattro studenti e avevano solo otto zone dove nascondersi, chi avrebbe avuto la meglio?

Morti: Studente 7, Habarai Hebi

Studentessa 9, Hotari Aki

Sopravvissuti: Ragazza 1, Kuniko Abashi

Ragazzo 1, Ebizo Ashizu

Ragazza 13, Fuyuko Manae

Ragazzo 19, Tashibari Yushiro

Eccoci finalmente agli sgoccioli, penso che non mancheranno più di tre cap alla fine della fict. Spero che vi sia piaciuta fin’ora^^

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Capitolo 25
*** Capitolo XXV Ali recise ***


Capitolo XXV

Capitolo XXV Ali Recise

Ore 17:34 – Zona C5, abitazione

Yushiro posò l’ultimo proiettile dentro la scatola di pallottole quando prese la propria arma e la caricò, lo sguardo era concentrato solo sul suo fucile, un oggetto siuramente pesante, ma dall’immediata letalità, anche se non sarebbe stato proprio lo stesso con dei proiettili a sale grosso.

Uscì subito dopo dalla casa, le strade di Sanjo erano nitidamente sgombre: automezzi, moto, edifici, rifiuti, marciapiedi, lampioni, panchine… tutto era lasciato al leggero soffio del vento che ogni tanto era udibile per la strada che Yushiro stava seguendo con passo cadenzato senza guardarsi addietro, un solo sospiro venne dalla sua bocca. I passi del ragazzo erano lenti, il suo sguardo prudente sondava la zona alla ricerca di sue possibili vittime, la zona era deserta, no sguardo non incrociò altro che il vuoto all’orizzonte, ma improvvisamente i suoi occhi si sbarrarono e un sorrido languido si formò sul suo volto.

Fuyuko ed Ebizo stavano attraversando la zona, erano entrambi sconvolti dalla morte di Hebi che sembrava aver segnato la loro fine, i due proseguirono a passo lento, come se ogni singolo passo potesse essere l’ultimo, Ebizo si era avvicinato di più alla ragazza, poggiandogli una mano sulla spalla con fare fraterno.

-Fuyu-san… volevo dirti… prima che Gaho ci interrompesse…-

-… si…?-

-…beh, io…-

-Cielo, Ebizo-kun… basta fermarsi… non riuscirai mai a dirmelo tranquillamente… ma dillo perché ormai ci rimane poco…-

-Questo tu non lo devi dire!-

-Andiamo… Hebi e Aki sono morti e sarebbero stati gli unici ad ascoltarci invece che spararci addosso!-

-Non è vero… non abbiamo ancora incontrato Yush-

Un tonfo sordo li interruppe, Ebizo cadde a terra, di faccia e iniziò a perdere sangue dal naso, iniziò quindi ad urlare, Fuyuko soffocò un urlo e si voltò dietro di lei, Yushiro fece scorrere rapidamente la mano sul suo fucile, ricaricandolo, lo sguardo assatanato di lui cadde sulla ragazza, che rimase spaventata e impietrita, mentre Ebizo si alzò lentamente reggendosi il naso, il giubbotto antiproiettile ripreso da Gaho lo aveva salvato. Yushiro riprese a puntare verso di loro ma un rumore assordante gli martellò la mente mentre un dolore lancinante seguito da un gran fiotto di sangue che scorreva al lato destro della sua testa, un fischio perenne e continuo delle sue orecchie. La mano si posò sull’orecchio destro istintivamente, lo sguardo verso dietro si se, Kuniko era lì, con una pistola fra le mani e un sorrisetto sadico sul volto, il suo indice premette ancora sull’arma, ma questa risultò scarica, facendo quindi sparire da volto della ragazza il sorriso, cambiandolo con una smorfia di terrore. Yushiro lasciò stare gli altri due che si allontanavano a gran passi verso la zona C4, correndo a perdifiato, Kuniko si era nascosta dietro un palo della luce, ricaricando la pistola, Yushiro cercò di raggirarlo, ma la ragazza fu più lesta e si nascose dietro un bidone dell’immondizia, finendo di ricaricare la colt anaconda.

Appena la ragazza si sporse per sparare un colpo di fucile prese in pieno il bidone, facendolo riversare addosso alla ragazza che si ritrovò per terra, con la pistola in mano ma completamente disorientata, si rialzò rapidamente, in tempo per vedere Yushiro ricaricare il fucile, la ragazza sparò un colpo senza mirare, che non colpì ovviamente il ragazzo ma lo fece temporaneamente distrarre dal suo compito di ricaricare il fucile, ma si riprese subito, puntandolo verso lei. Erano due armi puntate l’una contro l’altra, lo gli sguardi erano accesi, ognuno di loro stava cercando di intimidire l’altro solo con lo sguardo nel tentativo di aggiudicarsi la prima mossa, ma nessuno si mosse, erano ognuno concentrato sui movimenti dell’altro, si studiavano a vicenda.

Sulla fronte di Kuniko si formò un rivolo di sudore, il passo di Yushiro lo condusse leggermente più distante da lei, che non esitò ad allontanarsi come l’avversario stava facendo, il ragazzo abbassò il fucile, questo fece sobbalzare Kuniko, che non si mosse, rimase ad osservare il ragazzo con gli occhi sbarrati, il sudore sulla sua fronte non fece che scorrere più rapidamente, il ragazzo le voltò allora le spalle, correndo verso un vicolo.

-Ah!- Esclamò lei –E io che mi ero presa un colpo… vieni qui, demente!-

La ragazza corse contro il ragazzo, sparò alcuni colpi che, dato l’eccessivo movimento, non andarono a segno e sgretolarono il muro degli edifici che circondavano la meta del fuggitivo, che si era ormai infilato nel vicolo.

Kuniko stava avanzando verso il vicolo e quando fu dentro diminuì la velocità di avanzamento, poteva sentire dei strani rumori da qualcosa che viene strappato verso destra, il suo passo lento e cadenzato si avviò in quella direzione, era completamente buio e non riusciva a sentire nulla, ma ad un tratto un lampo la investì in pieno assieme a un dolore che le fece muovere il braccio in maniera convulsa, tanto da fargli mollare l’arma.

Poteva vedere Yushiro ora, era un demone, dal suo volto colava il sangue che l’orecchio esploso e fra le sue mani inguantate di gomma un filo dell’alta tensione strappato con il quale aveva leggermente folgorato Kuniko che non riusciva ad alzarsi da terra, un sinistro formicolio stava atrofizzando i suoi arti.

Dopo poco la ragazza cercò di alzarsi le ginocchia erano molto pesanti per lei, un forte dolore giunse nuovo alle sue spalle, insieme ad uno sparo; era il fucile caricato a sale di Yushiro, il minerale era ora a contatto con la carne della ragazza, facendola contorcere in un atroce agonia, nella sua mente ritornarono ricordi di quando era bambina, fino a due giorni fa, quando aveva ammazzato sua sorella.

“Almeno non soffrirai vedendomi morire…” quelle erano state le parole che aveva pronunciato prima di sparare un colpo di balestra al cuore della sorella, “Morire…” era quello che stava per fare? Non avrebbe avuto la sua tanto agonista vendetta? Tutti i suoi compagni morti non sarebbero bastati per dare alla sua anima un attimo di pace?.

-No…- gemette lei, scalciando a terra, senza vedere Yushiro che stava lentamente indietreggiando, lei cercò di trascinarsi con le mani un po’ più in la verso di lui.

Suo padre, sua madre, la sua amica e anche sua sorella, le loro morti sarebbero rimaste impunite, o almeno non sarebbe stata lei a vendicarli. Lei era debole? aveva alzato la testa troppo in alto? O era semplicemente la vittima delle circostanze?

-Smettila!... io volevo solo… una vita tranquilla…- si alzò in piedi per alcuni secondi, ricadde poi sulle ginocchia, scrutò l’uomo con aria implorante -…mia mamma… mio papà… e mia sorella… volevo vivere con loro… vivere come tutti… Perché io non posso? Perché non posso vivere come tutti gli altri! Dimmelo Tahibari! Dimmelo!-

Le parole fanno male quasi quanto i proiettili, ma questi ultimi sono dannatamente più veloci, uno di loro colpì la spalla di Kuniko, facendola sbattere all’indietro, la ragazza guardò il cielo da poco oscurato con aria piangente, la luna crescente illuminava la figura dell’esile ragazza che aveva il viso rigato dalle lacrime di una vita tremenda.

Sua madre apparve, al posto della luna, era bella e luminosa come Kuniko aveva sempre ricordato, la ragazza alzò il braccio opposto alla spalla ferita verso il cielo, le lacrime furono sempre più copiose, ma erano di gioia, di una gioia che pochi avevano mai visto sul volto della studentessa.

-Mamma…- sussurrò la ragazza, non ricevendo risposta -…mi proteggerai vero…? Ve…-

Bang

Uno sparo parti dalla pistola di Yushiro ed investì la fronte della ragazza, gli occhi di lei guardarono vitrei il cielo, nella sua mente, che versava pian piano verso l’oblio, un fiume di pensieri -No… non abbandonarmi… me lo hai promesso… me lo hai ….-

Il volto di lei cadde verso destra, gli occhi erano socchiusi, all’angelo della vendetta erano state recise le ali.

Yushiro ricaricò la pistola presa dalla ragazza e si voltò nella direzione di fuga di Fuyuko ed Ebizo, prese il foglio di nomi dei sopravvissuti e ne cancellò uno.

Sopravvissuti:

Ragazzo 1, Ashizu Ebizo

Ragazza 1, Abashi Kuniko

Ragazza 13, Manae Fuyuko

Ragazzo 19, Tashibari Yushiro

Salve cari lettori, a causa di alcuni motivi di salute non ho potuto scrivere la storia e ho ritardato un po’

Spero che questo non incida negativamente sul gradimento della fic che sta ormai volgendo al termine.

Spero che il cap vi sia piaciuto^^

Leggete e recensite ^^

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Capitolo 26
*** Capitolo XXVI Il Vincitore ***


Capitolo XXVI

Capitolo XXVI Il Vincitore

Ore 18:23 -Zona B4, terrazza condominio

Fuyuko ed Ebizo correvano da ore e si erano nascosti sul terrazzo di un edificio, si sentivano con un cappio al collo, Yushiro era l’unico altro giocatore oltre a loro, e volva combattere, non sarebbero stati loro a farlo ragionare a smettere di combattere.

-Stupida… sono stata una stupida…- Ripeté la ragazza mentre Ebizo le allacciava il giubbotto antiproiettile attorno al seno -…io… a me Yushiro piaceva… eppure eccolo qui a combattere…-

-Ti piaceva quel ragazzo?- chiese lui, avendo ormai finito di sistemare la protezione –Beh… sarà stato il gioco a renderlo così… non fartene una colpa…-

-Ora dimmi.. cosa volevi confessarmi prima… e ti prego sii sincero…-

-Io… io…- il ragazzo esitò qualche minuto

-Ebizo… diamine! Dimmelo! Voglio sapere ciò che hai da dirmi prima di morire…-

-Non moriremo!-

-Moriremo invece! Non c’è nulla che tu possa fare! Ma almeno prima dimmi co-

La ragazza non emme modo di finire, le labbra dei due erano un tutt’uno, così come i loro corpi stretti in un dolce abbraccio pieno di buoni sentimenti, nessuno dei due volva più separarsi da l’altro, non l’avrebbero mai fatto mai, se non fosse il leggero scostarsi di lui.

-Io ti amo, Fuyuko… ti amo dal profondo del mio cuore…-

-Io… non voglio lasciarti… se morirai… morirò anch’io…-

-Non dirlo… io voglio che tu sopravviva e farò che ciò si avveri a costo della mia vita…-

-Io… io…- questa volta era lei che esitava, ma il motivo era più che valido, il suo sguardo tremante come le sue labbra esprimevano il massimo del terrore, nei suoi occhi verdi Ebizo poteva vedere riflessa la sagoma di Yushiro dietro di loro, teneva in mano il rilevatore di posizione, la pistola era infilata nei pantaloni, lo sguardo sadico puntava verso di loro.

-E’ arrivato il momento, Yushiro… ma sappi che non ti lascerò mai Fuyuko…- Queste le parole del ragazzo che, appena estratta la pistola la puntò verso il ragazzo con fare freddo e impassibile, cercando di rimanere calmo. La ragazza non poteva smettere di tremare, lo sguardo fisso sui due, che erano rimasti feri ed immobili, ognuno scrutava l’altro nel tentativo di aggiudicarsi la prima mossa. Ma nessuno si mosse, Yushiro aveva solo estratto la pistola mentre Ebizo non aveva ancora premuto il grilletto, Fuyuko sospirò leggermente lanciando poi un occhiata verso il borsone di lui, avvicinandovisi strisciando in modo lento e sinuoso, senza farsi vedere da nessuno dei due.

Ebizo fece partire volontariamente un colpo a vuoto che mancò il piede di Yushiro abbondantemente, l’avversario alzò l’arma davanti a se ed Ebizo si scansò, nessun colpo partì comunque, entrambi si allontanarono nelle rispettive direzioni opposte, Ebizo puntò la pistola verso Yushiro e questi fece lo stesso con lui.

Un rumore secco si udì, un dado di balestra partì e manco di poco Yushiro che si voltò nella direzione dalla quale veniva il colpo, Fuyuko teneva stretta la balestra di Kuniko, la direzione era contro il ragazzo che le stava trapuntando una pistola contro, un colpo partì da questi e prese il giubbotto antiproiettile, la ragazza cadde indietro ma non si fece nulla, ma Ebizo dal canto suo sparò un colpo verso il ragazzo, mancandolo.

Yuishiro emise un sorriso contratto e sparò verso lo studente che, colpito in pieno ad una spala si accasciò a terra, sanguinante.

-Ebizo!!!- Urlò lei, con le lacrima agli occhi, si lazò lentamente e si avviò verso lui, cercando di tappare la ferita con le sue mani, ma senza risultati, un cigolio la riportò alla realtà, facendola alzare da terra.

Bang!

Un altro colpo partì, ma la ragazza non fu fortunata questa volta, sentì il proiettile bruciarle la pelle prima che entrasse in collisione, per poi perforare le carni del suo braccio, facendola gemere di dolore, una sensazione di smarrimento quando la terra gli mancò da sotto i piedi, fin quando cadde a terra, puntando il cielo notturno la cui luna appariva rossa a causa del sangue che le era schizzato sopra gli occhi.

-Tomoko…- un nome, quello dalla sua amica, sfiorò le labbra uscendo, lo stesso accadde con quello della persona che la stava proteggendo –Ebizo..Kykio…-la sua amica che l’attendeva a casa, e che forse non l’avrebbe più rivista, le lacrime non potevano che aumentare, Yushiro era sopra di lei con la pistola puntata contro, il dito sul grilletto non faceva che premerlo sempre di più.

Bang!

Uno sparo, schizzi di sangue, ma Fuyuko non sentì dolore oltre a quello al braccio, aprì gli occhi che aveva precedentemente serrato dalla paura, il suo respiro si fece più regolare anche se affannoso, dal petto di Yushiro non smetteva di calare sangue, il ragazzo cadde sulle ginocchia anche se si alzò lentamente da terra con le proprie forze, Ebizo si era alzato da poco invece, con lo sguardo diverso dal solito, era lo sguardo di qualcuno che proteggeva l’unica cosa che gli era rimasta,

Entrambi i ragazzi alzarono le armi uno contro l’altro all’unisono, entrambi i diti erano sul grilletto, Fuyko chiuse nuovamente gli occhi, ambedue fecero fuoco, gli spari erano due ma la loro esplosione fu condensata in un unico duro suono, dopo di esso vi fu solo il silenzio, un silenzio angoscioso che fece trasalire Fuyuko, che riaprì gli occhi senza vedere nulla.

Un fischio ruppe il silenzio:

-Bene, bene… Manae Fuyuko… ragazza tredici… hai vinto la trecentocinquantesima edizione di Battle Royale Act… congratulazioni!-

La ragazza si alzò di scatto –Uh?-

-Si, gli altri due studenti in vita sono morti…-

Si voltò, vide Yushiro giacente a terra, con il volto tumefatto, poi più in la l’ultima persona che avrebbe voluto vedere da cadavere, Ebizo. strisciò verso di lui, impedita dalle ferite che gli si erano riaperte e dalle quali colava sangue.

-Ho mandato i soldati a sondare il terreno di gioco e a prelevarti, tutte le zone proibite sono disattivate, verrai condotta qui dove un elicottero ti condurrà alla struttura di soccorso più vicina, adesso…- le altre parole dell’uomo non entrarono nella mente di Fuyuko, nella quale era presente solo Ebizo, lo stesso ragazzo che giaceva ai suoi piedi e il quale non gli avrebbe riso mai più, mai più avrebbe scherzato o giocato con lui, mai più si sarebbero baciati come neanche mezz’ora prima della sua morte.

I soldati si stesero per tutta l’area, controllando che gli studenti fossero tutti stati uccisi regolarmente, tutti i cadaveri furono stati ritrovati, le guardie risalivano lentamente il condominio della zona B4, intravedendo la ragazza inginocchiata vicino al cadavere del ragazzo.

-Manae Fuyuko? L’elicottero è pronto, ce la fai ad alzarti?-

-…- la ragazza non rispose, si limitò ad alzarsi.

-Bene… seguici…-

-…-

-Ehi…-

-…- La ragazza voltò lo sguardo verso gli uomini, ma non proferì parola, nei suoi occhi era notabile la più profonda della malinconie.

-Vuoi muover..-

La ragazza puntò la pistola che aveva nascosto da prima nella sua mano contro i soldati, iniziando a far fuoco. I soldati non vennero feriti grazie alle loro tenute protettive, ma nessuno riuscì ad avvicinarsi, la ragazza non smetteva di far fuoco, osservando i soldati con fare da pazza, uno dei militi si nascose ed utilizzò la radio.

-Qui centododici a centocinque… sedate il bersaglio-

-Bene…- disse il soldato dall’altro capo, prendendo un fucile di precisione, caricandolo con un dardo narcotico e puntando verso la ragazza, alla base del collo, il colpo partì preciso ed accurato, prendendo la ragazza che, poco dopo, cadde assonnata.

I soldati la raggiunsero e la caricarono sulle spalle.

-Ehi.. ma quello cos’è?- disse un soldato, indicando una chiazza violacea che si era formata sul collo poco dopo che il dardo venne estratto, la ragazza iniziò a muoversi in modo in convulso, bizzarro anche per un sonnambulo.

-O cielo…Un dottore, presto-

Fuyuko non sentì tutto questo, in preda a forti convulsioni, la saliva gli usciva dalla bocca.

Vincitore: Studentessa 13, Manae Fuyuko

Ciao, eccovi il penultimo capitolo della mia Fiction, spero vi sia piaciuto e leggiate anche l’epilogo che ho già in mente.

Leggete e recensite anche questo

Grazie per aver letto la mia Fict +.+

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Capitolo 27
*** Capitolo XXVII Scelta ***


Capitolo XXVII

Capitolo XXVII Scelta

Tre giorni dopo il Programma

Kikyo stava affliggendo qualcosa al muro della sua cameretta, stese la mani sopra il foglio di giornale che stava incollando con lo scotch per farlo ben aderire, le scostò poi, osservando bene il foglio:

Un immagine di Fuyuko attaccata a delle macchine per respirare e ad una serie di tubi, seppur i suoi occhi fossero aperti, il suo sguardo era indifferente e non osservava l’obbiettivo sotto di essa era scritto l’articolo a caratteri piccoli.

Data 18 Maggio 2012

In data odierna, Manae Fuyuko, studentessa sedicenne della Classe 2D dell’istituto superiore che ha sede a Uchiko, è perdurata per due giorni, diciannove ore e dodici minuti durante la trecentocinquantesima edizione del programma. La ragazza è sopravvissuta degnamente fino alla fine del gioco, la studentessa ha cercato di opporre resistenza ai soldati che avrebbero cercato di portarla all’elicottero per il ritorno a casa, è stata quindi sedata. Purtroppo la ragazza risultava allergica al tipo di sedativo usato, si è quindi generata un infezione che ha distrutto parte della materia cerebrale della ragazza. Portandola in un coma diagnosticato come irreversibile. Le ingenti spese per il mantenimento dell’attrezzatura sarà addebitato allo stato fino alla fine del mese, dopo di che i genitori dovranno provvedere al mantenimento della primogenita. La ragazza è ora ricoverata all’ospedale locale della sua stessa città.

Kikyo osservò il foglio, leggendolo sommariamente, il suo volto venne rigato da una lacrima che scese lentamente fino al mento, dal quale gocciolò sopra il pavimento, la ragazza si passò una mano sugli occhi, asciugandoli, per poi scendere rapidamente le scale. Era in strada, gocce di piombo scesero sopra di lei, pioveva esattamente come il giorno della partenza in gita della classe, la sua amica Fuyuko era a casa, ma era come se non ci fosse, prese la bici slegandola dalla catena, si avviò ad andazzo rapido per le strade, mentre pensava incessantemente alla ragazza.

Il paesaggio era smorto, i mezzi di trasporto erano pochi e passavano alquanto raramente, pozzanghere nere attorniavano i marciapiedi, manifesti della fondazione che raffiguravano Fuyuko e festeggiavano la conclusione della “350th Edition” erano ovunque, tappezzando l’area, molti di essi aderivano male alla superficie dei muri sui quali erano affissi.

Era arrivata, era nel cortile dell’ospedale, era un edificio bianco in genere, eppure la pioggia sembrava scolorirlo dandole un aspetto grigiastro, poggiò la bici su una ringhiera e la avvolse con la catena,saldandola per bene, sospirò per poi avviarsi verso le porte automatiche che si aprirono lasciando entrare la ragazza bagnata fradicia.

Nelle corsie dell’ospedale erano la classica prassi, porte che si aprono, passi calcolati, visi impeccabili, sguardi serie e vuoti di vita, come fossero tutti automi, Kikyo si avviò verso la reception, parlando poi con la donna anziana dietro la scrivania.

-Manae Fuyuko-

-E’ una sua parente, giusto?-

-Esatto…- mentì lei, ma era abituata a gabbare la donna, che aveva ormai una certa età.

-Stanza T78, piano tre-

-Grazie-

La ragazza si voltò e percorse la corsia a destra, premette il pulsante per richiamare l’ascensore, che arrivò poco dopo lasciando passare alcuni infermieri e qualche altra persona, la ragazza entrò dentro l’ascensore insieme ad una donna dal vestito rosso, le porte fecero per richiudersi quando una mano bloccò le porte, ne entrò un uomo in camice bianco.

-Scusate-

Entrò e premette il tasto tre mentre stava per farlo Kikyo, che indietreggiò senza dar conto all’uomo, interessata invece alle spie luminose che indicavano il piano, la luce passò dal numero “0” ad illuminare il numero “1”, poi il “2” ed infine il “3”, l’ascensore emise un dlin dlon, per poi aprirsi su una scia di infermieri intenti ad entrare, la ragazza ed il dottore uscirono dalle porte per poi seguire entrambi la stessa corsia, ambedue erano incuriositi da questa coincidenza ma non lo davano a vedere, stavo osservando le insegne delle stanze, per poi imbucarsi entrambi nella stanza T78.

Fuyuko aveva gli occhi chiusi, il respiratore alla quale era legata era in piena funzione, così come tutti gli aggeggi che la tenevano ancora in vita, l’elettrocardiogramma rivelava una funzione vitale minima, ma non per questo precaria, un uomo abbondantemente fasciato e con le stampelle stava seduto vicino a lei, fissò i sue, senza dire nulla.

Il dottore osservò Kikyo, per poi dirle:

-Quella ragazza era tua amica?-

-…Lo è ancora-

-Questo mondo fa schifo…-

Kikyo si voltò verso lui, poi fece un cenno di assenso, lui proseguì.

-Prendi, leggi pure appena esci di qui, non farti vedere da nessuno, se non sei interessata, brucia il messaggio-

la ragazza prese il pezzo di carta che il medico gli mostro, lui si avviò invece verso un altro letto dove giaceva l’ormai noto professor Inoue, era avvolto di bende al torace e aveva dei tubi anche lui, stava dormendo paciosamente, il dottore si sedette vicino a lui e iniziò a trafficare in maniera curiosa con i tubi.

Kikyo raggiunse Fuyuko e si sedette fra lei e l’uomo, questi parlò a lei, ma sempre osservando il vegetale.

-Era amica tua eh?-

-…-

-Sai, le mie figlia… forse le conosci… Kuniko e Momoko Abashi-

-Oh… si, le conosco… Kuniko è carina, una bambolina…-

-Sono degli angeli tutti e due, ora…-

-… mi dispiace…-

-Che dici? Non è colpa tua… è solo colpa di questo fottuto sistema… scusa…-

-No… ha ragione…-

-Però Inoue ha avuto quel che si meritava…-

-Lo conosce?-

-Abbastanza, si-

-E’ terribile, perché proprio a lei…?- nuove lacrime solcarono il viso della giovane

-Guarda il lato buono… ormai non soffrirà più… non vedrà più quanto questo mondo marcio continuerà a distruggersi… come le mie figlie…- anche l’uomo iniziò a piangere, ma le sue erano lacrime di gioia, le mani di lui andarono a poggiarsi sulla spalla, prima come incoraggiamento, poi come appoggio per tornare in piedi e avviarsi fuori dalla porta con le stampelle -…fidati, in questo mondo… i morti e i vegetali sono quelli che vivono meglio…-

Le parole risuonarono forte nella mente di Kykio, che si alzò anche lei, portando una mano sul volto di Fuyuko –Continua a vivere… anche se così, tu continua a farlo… e vivi nel tuo mondo privo di crudeltà e ingiustizie… diverso di quello a cui siamo condannati noi…- si allontanò nuovamente, uscendo dalla stanza, lo sguardo tornò sull’amica, per poi girarsi ed apprestarsi ad uscire dal posto.

Il dottore aveva assistito a tutto questo, tornò poi a trafficare con i tubi.

-Ricordati, Inoue. Tocca sempre finire ciò che si comincia…-

Detto questo, uscì dalla stanza con passo rapido, facendo le scale per poi uscire da quelle antincendio, un suono stridulo si sentì per tutto l’edifico, sentito anche da Kikyo che stava passando davanti alla reception, una voce all’altoparlante interruppe il segnale acustico.

-Emergenza! Embolia del paziente Inoue stanza T78, al paziente è stata iniettata aria nelle vene! Emergenza!-

Kikyo sbarrò gli occhi ed uscì rapidamente dall’ospedale, aprì poi il foglio datole dal medico, era un pezzo di carta che raffigurava il logo della grande Asia con una croce sopra, vi era scritto:

Fratelli e Sorelle

Stufi della tirannia dell’egemone

Dei parenti e compagni morti

Lotta contro i tuoi nemici

Proteggi o Vendica i tuoi amici e la tua famiglia.

Unisciti ai ribelli.

Firmato:

Majo Takumi

La ragazza guardò la strada, aveva finito di piovere e una macchina sportiva rossa a gran velocità si fermò davanti a lei, il dottore si sporse dal finestrino.

-Sono Majo Takumi. E tu sei dei nostri?-

Una domanda, un dilemma.

Kikyo osservò l’uomo con la faccia stupita.

Epilogo:

Fuyuko Manae morì due anni dopo, i genitori ridotti sul lastrico non riuscirono a mantenere i costi ingenti dei macchinari medici. Inoue morì prima, inutile il tentativo dei medici di farlo salvarlo dopo l’ultimo attentato di Takumi. Lui, invece, stava conducendo i ribelli in giro per il mondo, alla ricerca di informazioni inerenti il programma e i principali luoghi dove poteva essere svolto, nel tentativo di prevederli e impedirli. Kikyo era fra questi, essendosi unita quasi subito, nessuno la cercò, venne data per dispersa, si pensa a un rapimento da parte di pedofili date le testimonianze di alcuni paramedici che l’hanno vista salire su un auto rossa che i genitori non sono riusciti ad identificare.

Ciao a tutti, ragazzi^^

Questo è l’ultimo. spero da voi atteso, cap.

Spero che sia stato all’altezza delle vostre aspettative.

Ringrazio che mi ha seguito fin’ora, chi mi seguirà e chi semplicemente ha letto qualche capitolo sporadicamente.

Lasciate pure i commenti finali ^^

Grazie ^^

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