Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Lista capitoli: Capitolo 1: *** Capitolo I Classe 2D *** Capitolo 2: *** Capitolo II Regole *** Capitolo 3: *** Capitolo IV Intese e Tradimenti *** Capitolo 4: *** Capitolo III L'inizio *** Capitolo 5: *** Capitolo V Amicizie Infrante *** Capitolo 6: *** Capitolo VI Protetta *** Capitolo 7: *** Capitolo VII Illusioni e Speranze *** Capitolo 8: *** Capitolo VIII Rancori *** Capitolo 9: *** Capitolo IX Ricordi *** Capitolo 10: *** Capitolo X Scommesse e Resoconto *** Capitolo 11: *** Capitolo XI Fallimento *** Capitolo 12: *** Capitolo XII Amore ritrovato *** Capitolo 13: *** Capitolo XIII Incubo *** Capitolo 14: *** Capitolo XIV Una giusta causa? *** Capitolo 15: *** Capitolo XV Riflettere *** Capitolo 16: *** Capitolo XVI Ringraziamenti *** Capitolo 17: *** Capitolo XVII Videogame *** Capitolo 18: *** Capitolo XVIII Vendetta *** Capitolo 19: *** Capitolo XIX Il passato ritorna alla luce *** Capitolo 20: *** Capitolo XX Rinnegati *** Capitolo 21: *** Capitolo XXI Da fuori *** Capitolo 22: *** Capitolo XXII Sistema *** Capitolo 23: *** Capitolo XXIII Destinati *** Capitolo 24: *** Capitolo XXIV Motivazioni *** Capitolo 25: *** Capitolo XXV Ali recise *** Capitolo 26: *** Capitolo XXVI Il Vincitore *** Capitolo 27: *** Capitolo XXVII Scelta ***
Repubblica
della Grande Asia, un continente rovinato dalle guerre e dalla malvivenza, era
infatti in guerra con l’America così come qualsiasi altro stato al mondo; su di
esso vigeva una dittatura militare, gli studenti boicottavano le scuole e gli
adulti erano costantemente sottomessi dai giovani, così per intensificare il
loro controllo decisero di varare il BR act, anche detto Battle Royale.
Repubblica
della grande Asia, Uchiko, 15/05/2012
Il
tempo non era generoso con Uchiko, il tempo era decisamente orrendo, la pioggia
cadeva copiosamente, rovinando il panorama solitamente tranquillo della città.
La classe 2D dell’istituto Akurowa era radunata al di fuori dell’istituto, gli
studenti erano tutti incappucciati da mantelli di gomma e tenevano sollevati
gli ombrelli, scrutando attentamente l’orizzonte offuscato dal continuo
piovigginare.
-Uffa… doveva essere
arrivato almeno mezz’ora fa!- Sbottò una studentessa.
-Tomoko, non essere
monotona…-Disse ironicamente la sua
amica lì vicino
-Ma Fuyuko! Guardami! Ho
l’uniforme completamente fradicia!-
-Uh-uh….- Fece
maliziosamente un ragazzo che si era furtivamente avvicinato alle due
-Ecco, contenta? Hai
richiamato un maniaco!- disse Fuyuko ironica
-Tsk!- fece lui –che
diffidenti!-
-Sta zitto, Ashizu[M1]!- Riprese Tomoko leggermente entusiasta – E
preparati, sta arrivando!-
Lo
sguardo del trio, così come quello di tutta la classe si spostò nuovamente
all’orizzonte, ma questa volta invece di noia e delusione vi era chiaramente
stampato un sorriso di gioia. Un pullman blu elettrico, in gran parte
sverniciato dalla pioggia, si accostò sul marciapiede di fronte alla scuola,
gli studenti si precipitarono sul pullman e sgomitarono efferatamente per
entrare il prima possibile sul mezzo. Tomoko e Fuyuko erano entrate leggermente
in ritardo a causa della scarsa prontezza della seconda, nonostante ciò
riuscirono a trovare due posti congiunti liberi, vi si sedettero sistemando i
propri bagagli sulla rastrelliera e togliendosi il poncho di dosso. Tomoko riavviò
i suoi lunghi capelli mossi, socchiudendo gli sonnolenti occhi a mandorla che
posò poi su Fuyuko, anche lei alquanto assonnata.
-Era
ora però…- disse Tomoko
-Già…
non vedo l’ora d arrivare- Sorrise la compagna
-
Sanjo… una bella città…- Disse, stringendo meglio il nodo alla cravatta della
sua divisa scolastica - decisamente meglio di Uchiko-
Un
nuovo volto sbucò dai poggiatesta dei due sedili, quello di Gaho Fumai, le due
ragazze solbazarono.
-Bhu!-
Fece il ragazzo assumendo una smorfia ridicola sul volto
-
Stupido – Scoppiò a ridere Fuyuko – che cavolo vuoi? –
-
Guardate….- Fece lui, allungando verso di loro una rivista con un segnalibro
nel mezzo
Le
ragazze presero la rivista e la aprirono alla pagina del segnalibro e videro
una figura maschile orrendamente deturpata, Tomoko si copri gli occhi lanciando
un urlo, Fuyuko si limito a osservare spaventata la figura posando infine lo
sguardo sull’articolo leggendo:
349a
edizione del BR act terminata
La 4F dell’istitituto Ketsuo della città di Nara
ha finalmente messo fine alla trecentoquarantanovesima edizione del BR act,
dopo una battaglia feroce durata per due giorni, ventitrè ore e quarantadue
minuti, terminandola poco prima del terzo giorno. Il vincitore, Settan Pudichi,
è attualmente…
La
rivista venne strappata di mano a Fuyuko, che alzò lo sguardo
-Hey!-
Disse ad alta voce, quietandosi poi notando che colui che gli aveva tolto la
lettura era il Professor Inoue, che diede una rapida occhiata alla rivista,
sollevandola poi in aria.
-
Di chi è questa?- chiese ad alta voce
Una
serie di mormorii si alzò nell’aria, insieme ad un ragazzo dai capelli biondi.
-Mia…- Disse, il tono di
voce alquanto basso –Qualcosa in contrario, professore?-
Il
ragazzo si avviò dal fondo dell’autobus verso il professore che disse scandendo
bene ogni singola parola – Tashibari… ti rendi conto che potresti trovarti tu,
in questo macello?- si riferiva ovviamente all’immagine del rotocalco che venne
ancora una volta tolto bruscamente a chi lo teneva in mano.
-Francamente,
me ne fotto..- Disse lo studente, che teneva stretta la rivista, dirigendosi
lentamente al proprio posto.
-
Yoshiro!- Scoppiò il professore puntandolo con l’indice assumendo un
espressione adirata –io… io…- non finì la frase, si precipitò verso il posto
del conducente, sparendo alla vista degli studenti.
Tomoko
era rimasta sconvolta dalla rivista e non disse nulla, Fuyuko si voltò invece
verso il fondo del autobus notando Yushiro Tashibari che veniva ricoperto di
complimenti dagli altri ragazzi della sua piccola gang di teppisti. La ragazza
si voltò di nuovo verso l’amica poggiandogli una mano sulla spalla.
-Fuyuko…- Tomoko disse
turbata - … pensi che noi… pensi che noi rischiamo di finire lì?...-
-Naah!- disse lei sicura
– Ci sono milioni di scuole in Giappone, perché mai dovrebbero scegliere
proprio la nostra?-
-Hai ragione…- rispose
Tomoko, ostentando ora un sorriso sulle labbra.
Le
due si adagiarono sui sedili, non conversarono per il resto del viaggio, il
professor Inoue non era ancora in vista delle due ragazze, che lentamente si
rilassarono fino ad addormentarsi.
Ed eccomi qui ^^ questa è una delle mie fiction… la prima non ha
riscosso molto successo, immagino perché ha dei chap un po’ troppo lunghi ç__ç
spero che con questa ispiratami da un fumetto che ho letto e riletto vada
meglio ^^
Recensite numerosi, anche negativamente, non mi offendo ^^
è il cognome del ragazzo, da notarsi infatti che almeno
che non si tratti del proprio partner sentimentale o di un amico di infanzia, i
giapponesi sono molto restiisul
chiamarsi per nome.
Il
pullman si era fermato, Fuyuko scivolò dal sedile
svegliandosi, era ancora lì sul veicolo, guardandosi attorno vide
che molti altri studenti si erano addormentati e alcuni di questi si stavano svegliando.
La ragazza tentò di alzarsi dal posto, ma una forza sconosciuta la trattenne in
vita, abbassò lo sguardo rivelando la presenza di una cintura, rabbrividì
improvvisamente e si girò di scatto verso l’assopita Tomoko
e iniziò a scrollarla per una spalla.
-C…Cosa c’è?- chiese a ragazza in uno sbadiglio, alzò la testa
mostrando uno strano oggetto metallico che fasciava il suo collo.
-Dove hai preso quel collare?- Chiese Fuyuko
stupita.
-Quale? – rispose lei con una domanda, andando poi a tastare il proprio collo
sbarrando gli occhi -Ne hai uno anche tu!-
Fuyuko
andò rapidamente a saggiare la gola sentendo una morsa metallica e sbarrò gli occhi mentre di sfuggita rivolgeva lo sguardo agli altri
studenti, notando anche loro nella sua stessa posizione, legati al sedile e con
un misterioso anello metallico stretto al collo, una voce metallica proveniente
dal posto conducente interruppe il vocio circostante.
-Silenzio, prego!- Tutti
si voltarono verso la voce, il Professor Inoue era
lì, una maschera antigas tenuta sul volto. Era circondato da almeno 5 soldati, fuori dai finestrini se ne potevano vedere molti altri . –
Vedo che vi siete svegliati, quindi deduco che questa non mi servirà più- Si tolse quindi La maschera dal viso.
-Dove Siamo?!?- Chiese a voce alta e presuntuosa Ten Junko dal fondo del pullman, la studentessa era
evidentemente sconvolta e al tempo stesso furiosa e si sarebbe volentieri
alzata in piedi –Che posto è questo?-
-Zitta!- La interruppe
bruscamente il docente – E aspetta il tuo turno… prego signorina…- Disse infine
rivolto all’ingresso del pullman.
Una
donna entrò nel veicolo, sembrava non avere più di venti o trenta anni,
indossava un uniforme militare femminile e teneva in mano una serie di fogli di
carta, era molto bella, infatti alcuni ragazzi
iniziarono a fischiarle. – NON FACCIAMOCI RICONOSCERE!- Sbottò il professore,
che sembrava avere allora un certo tocco di autorità
in più, tanto che tutti gli studenti tacquero di colpo.
-Grazie…-
Rispose gentilmente la donna, andando poi ad osservare la classe –Salve a
tutti, mi chiamo Maiko e vi illustrerò
il piano della vostra gita… se ancora così si può chiamare…- Fuyuko deglutì.
-In
questa “gita”- proseguì la donna facendo le virgolette con le dita laccate –
Voi parteciperete ad un gioco, di cui fra voi quaranta solo uno si aggiudicherà la vittoria… Voglio che voi tutti- Squadrò
tutti gli studenti sull’autobus -… vi ucciderete a vicenda!- la donna esultò
mentre gli alunni sobbalzarono spaventati, Fuyuko
sbarrò gli occhi, osservando l’amica che stava tremando come se avesse gli
attacchi epilettici, una decina di ragazzi bestemmiarono ad alta voce ma
vennero quietati alla vista dei fucili dei soldati che vennero rapidamente
puntati contro di loro.
Nella
mente di Fuyuko si stavano formando una folta serie
di domande: Era uno scherzo? Se fosse così perché
tutto quel realismo architettato su? Se invece fosse
vero? Come sarebbero usciti da quella situazione?
Non
aveva il tempo di risolvere nemmeno uno di questi dilemmi che la donna
continuò. –Il Professor Inoue mi ha comunicato che
alcuni membri di questa classe hanno dei problemi comportamentali, per questo
siete stati inseriti nel sorteggio e siete stati i fortunati vincitori!-
Sorrise, andando ora a leggere i fogli di carta che aveva in mano, nel pullman echeggiavano rumori di pianti e gemiti. – attualmente
vi trovate nella meta della vostra gita, Sanjo. In un
deposito pullman dei bassifondi…- Detto questo, prese dalla risma di fogli una
mappa e la appese al vetro frontale, apparentemente sembrava la cartina di una
mappa della città ma in più mostrava linee simili ai
paralleli e ai meridiani di un mappamondo ed erano segnate con lettere e numeri
simili a quelli di una battaglia navale, la mappa mostrava inoltre una croce
rossa nella zona D3. –Bene, questo sarà il nostro campo di battaglia del
diametro di 4
chilometri circa…- puntò una bacchetta contro la croce
in rosso -…che è stato diviso come potete vedere, in zone, questo è il
deposito, ovvero dove ci troviamo noi… avrete completa
libertà d’azione, potrete anche rimanere nascosti…- alcuni studenti tirarono un
sospiro di sollievo, che venne bruscamente interrotto -… ma qui entra in gioco
un'altra problematica da tenere sotto controllo! I collari che avete,
realizzate grazie alle più avanzate tecnologie della fondazione, controllano
esattamente le vostre funzioni vitali e la vostra posizione…- La spiegazione venne interrotta da un colpo forte e assordante, tutti gli
studenti si misero ad urlare, alcuni piansero e molti si voltarono verso i
sedili sul fondo del pullman, una ragazza, Fushino Nao,
era stata colpita alla testa da un proiettile ed il suo corpo era caduto verso
il compagno ShinKazu, che
era in lacrime e ricoperto di sangue. –N-n..no… nooooo…- continuava a
scuotere la testa, Fuyuko era anche lei in lacrime,
si voltò verso Tomoko e l’abbracciò forte cercando di
dargli forza. Un soldato davanti aveva l’aria spaventata _Mi… mi è partito un
colpo, scusatemi…- La donna si voltò verso il soldato
e gli mollò un gran ceffone –Stupido! Noi non possiamo ucciderli!- era molto
adirata, ma con un gran respiro si voltò verso gli studenti –Va bene, vorrà dire che questo sarà un segreto fra noi, intesi?- il sorriso
sul suo volto mostrava una fredda ironia. La classe si riprese solo dopo un
quarto d’ora, passato il quale la donna proseguì la spiegazione con una certa
freddezza. – Come dicevamo… i collari ci segnalano la
vostra posizione. Ciò è importante, perché ogni quattro ore il Professor Inoue vi dirà il nome di una zona che diventerà proibita-
Prese un pennarello rosso dalla sua uniforme e segno un cerchio e una croce
sulla zona F9 –Se ad esempio vi dirà che la zona F9 è
diventata proibita, allora fareste meglio a non andarci perché…- mise una certa
enfasi nella frase, mentre si voltava verso i ragazzi con un occhiata sadica
-…il vostro collare esploderà!- gli studenti sobbalzarono nuovamente, ma lei
continuò senza esitare la spiegazione. – Questo vi impedirà
di evitare il combattimento!- Una mano si alzò timidamente fra i sedili
anteriori, la donna voltò lo sguardo verso di essa. – Keishi-kun,
vero? Prego-
Il
ragazzo si alzò finché poté annuendo –Cosa c’è ai confini dell’area… di
combattimento?- chiese lui.
-Ottima
domanda, Dairei- annuì –Il perimetro dell’area è infatti delimitato da una recinzione in acciaio collegata a
una centralina ad alto voltaggio, è inoltre sorvegliata da alcune guardie. Per
scoraggiare chiunque abbia la brillante idea di abbandonare il gioco così-
Keishi Dairei cadde sul sedile, sprofondandovi –Ah, se entro tre giorni non
avremo un vincitore, tutti i collari esploderanno. Bene, credo che siate pronti
ad iniziare… buon divertimento!- La donna si fece di parte, il Professore prese
il suo posto.
Classe 2D, Istituto Akurowa,
20 maschi, 20 femmine, 40 totali
Capitolo 3 *** Capitolo IV Intese e Tradimenti ***
Capitolo IV
Capitolo IVIntese e tradimenti
Ore 23:30 –
Zona B4
Fuyuko
continuò a correre, era notte fonda ed era esausta, ma non demordeva, la zona
A5 nella quale era sito il centro commerciale era poco distante secondo la sua
mappa, sperava profondamente che la sua amica stesse
bene e che nessuno studente che avesse preso parte al programma la raggiungesse
prima di lei. La zona B4 era apparentemente deserta, i bassifondi erano
ovviamente stati fatti evacuare per far spazio al gioco, e le abitazioni
nell’area presentavano porte e finestre spalancate, Fuyuko
era ormai stremata, aveva corso per centinaia di metri
senza fermarsi, ormai sentiva decisamente mancare le forze, si sedette quindi
su un muretto.
Aprì
il borsone, sfoderando la spara chiodi, lo sguardo i si assottigliò sull’”arma”
che stringeva in pugno: sarebbe stata in grado di usarla? Avrebbe avuto la
necessaria freddezza di uccidere qualcuno? Un amico? Un compagno di banco? Di
chi avrebbe più potuto fidarsi?
Iniziò
a domandarsi se chi era intento a uccidere i propri
compagni avesse armi più potenti della sua e se qualcuno oltre a Nao fosse già morto quando un rumore di un passo maldestro
fra l’erba la face balzare in avanti di colpo, si voltò rapidamente, in tempo
per vedere KenataBaiko
vibrare un colpo con un mattone stretto in pugno verso di lei, scivolando
goffamente oltre il muricciolo. Fuyuko indietreggiò
con uno scatto felino, scrutando il ragazzo dalla grande
massa corporea –Kenata! Kenata,
fermati! Non voglio combattere! Non sono tua nemica!- disse
la ragazza con tono sconvolto e supplichevole –Voglio solo andare al centro
commerciale e…- non fece in tempo a finire la frase, il ragazzo si buttò
verso lei a gran velocità, l’arma levata al cielo si stava rapidamente
abbassando verso la studentessa che con un'altra rapida mossa evitò il colpo
che andò a finire contro il suo borsone, Kenata cadde
nuovamente a terra. Lo studente in questione, KenataBaiko, era scarsamente dotato per l’attività atletica, al
contrario di Fuyuko, che era
discretamente brava nel tiro con l’arco, disciplina nella quale aveva
vinto tre medaglie di bronzo e una d’argento al torneo regionale.
-Kenata-
Disse Fuyuko –Kenata, ti
prego… io…- lo studente si rialzò da terra, la ragazza poteva benissimo
scorgere il suo volto piangente e terrorizzato -… non voglio
farti del male, guarda…- Baiko sbarrò gli occhi, la
spara chiodi di Fuyuko cadde a terra, alzando una
manciata di polvere dal marciapiede, le mani della ragazza erano portate al
cielo.
-Manae….-
anche il mattone di Baikovenne
lasciato cadere, e il ragazzo si fiondò sulla
ragazza, abbracciandola –Mi dispiace… mi dispiace…-
-Non
è nulla- Lo rassicurò lei –Va tutto bene, tranquillo…-
la testa del ragazzo si poggiò sulla spalla si Fuyuko
che continuava a bagnarsi delle lacrime di Kenata.
Ore 0:13 -
Zona D2
La
luna illuminava gelidamente le piccole abitazioni che sorgevano sulla zona,
andandosi debolmente a riflettere su un oggetto metallico, una lametta tenuta
in mano da una studentessa, Abachi Kuniko, la ragazza
fissava la sua arma con timore, sapeva che quella non sarebbe
servita contro le pistole, i coltelli o qualsiasi altra arma avessero potuto
avere i suoi compagni, notò poi una luce alla finestra di un abitazione e
riflessa su questa, l’ombra di una sagoma famigliare. Un sorriso si stampò sul
volto della ragazza che corse rapidamente verso la casa e vi penetrò, ad
attenderla c’era sua sorella, Momoko –Bene, dobbiamo stare insieme, Kuniko,
saremo unite potremo anche boicottare il sistema e fuggire da qui… dobbiamo
solo avere gli alleati giusti- la ragazza spense la luce, per non attirare
eccessiva attenzione.
-Mi
hanno dato questa…- disse Kuniko, mostrando la
lametta –mi sa che senza di te non andò molto lontano-
-Beh,
sono stata un po’ più fortunata- disse, indicando la balestra posata sul tavolo –ma te lo ripeto, da unite saremo molto più forti,
qualsiasi arma abbiamo-
Momoko
si girò verso il frigorifero –Odio razionare le
provviste, vediamo se c’è qualcosa da mangiare qui…-
-Momo…?-
chiese la ragazza dietro se –Tu… sei davvero una teppista come gli altri
dicono?-
La
sorella esitò a rispondere, poi disse – Lo sai, Kuniko,
lo faccio solo per i soldi… normalmente non potremmo permetterci neppure la
metà di ciò che abbiamo…-
-E
tu invece provvedi alle entrate “extra” , lo so…- la
interruppe Kuniko.
-Oh,
bene!- Esultò Momoko, prendendo un po’ di cibo dal
freezer –Birre, carne, formaggio… altro che quella schifezza sintetica della corp…- le bottiglie e il cibo impattò
a terra, un getto di sangue vi si riversò sopra, Momoko
cadde addosso all’elettrodomestico e vi scivoloso rimanendo seduta a terra,
aveva un dardo conficcato in petto.
-Ku… Kuniko….- mormorò con la poca voce che aveva in corpo
–Per….ché?-
-La
teppista Momoko….- Sorrise la sorella, la balestra
stretta fra le braccia -… sei un po’ ingenua per essere una criminale in erba-
-uhm…
i-io… coff… volevo solo… proteggerti…-
-Si,
sei stata una brava sorella maggiore, non lo dimenticherò-
-Kuniko…-
una lacrima solcò il viso -…io… ti volevo bene…-
-Io
te ne voglio ancora…- si avvicinò a Momoko e gli
diede un bacio sulla guancia –.. per questo non voglio
che tu soffra vedendomi morire…-
-N..no-
-Addio…
Momoko- Un altro dardo partì, l’ultimo di quella
notte.
Salve^^ ho avuto il piacere di leggere le recensioni dei pochi, ma
spero affiatati, lettori.
Sono contento di aver letto recensioni positive,
spero di riuscire a meritare questo vostro giudizio fino alla (sicuramente
tragica) fine della Fict. Cercherò di cancellare la standardizzazione del tipo one chapter, one kill.
Un saluto a tutti, nell’augurio che continuate a leggere la mia
Fiction ;)
Il silenzio piombò nell’autobus,
il corpo esanime di Naoera stato
spostato in modo che non urtasse alcun ragazzo. Il Professor Inoue avanzava a grandi passi, raggiungendo il corpo della
ragazza che guardò con diffidenza, per poi scrutare il poco distante Tashibari, rimasto decisamente
spaventato.
-Grazie ad elementi come te,
abbiamo creato questo- Disse l’uomo – A causa tua Nao
è morta-Tashibari si strinse a se, lo sguardo perso fuori dal
finestrino. Inoue non perse più di un minuto a
fissarlo, per poi tornare lentamente verso la parte anteriore del pullman
Proferendo : - Ognuno di voi verrà adesso chiamato e verranno
slacciate le cinture, dovrete uscire dall’autobus e prendere il bagaglio che vi
verrà dato, abbandonando rapidamente il deposito- il silenzio nel pullman non mutò permettendo
all’insegnante di continuare – Ogni bagaglio conterrà del cibo, la mappa della
zona, una bussola e un arma. Quest’ultima sarà
completamente casuale per eliminare ogni tipo di preferenza o capacità
individuale, non vi smentisco che potreste trovare oggetti che difficilmente
chiamereste armi.... Prenderete anche i vostri bagagli
personali, guarda caso aveste di medicine o simili che solo voi avete. Anche le
donne dovranno impegnarsi nella lotta, se contate ciecamente sui dati
statistici vi informiamo che il 49,97 % dei vincitori
sinora sono stati esponenti del gentil sesso- Era ormai giunto al posto del conducente, sul
cruscotto era appoggiato il registro che prese e sfogliò con una certa
rapidità, prese il microfono e disse ad alta voce: - Studente uno… AshizuEbizo-
Ebizo era fra i primi posti dell’autobus, si sentì un forte
clank, probabilmente derivato dall’aprirsi
delle cinture di sicurezza,il ragazzo si alzò
celermente dal posto e prese il suo zaino dalla lastrelliera,
Inoue gli fece cenno di uscire e eseguì l’ordine
molto rapidamente, tremando di paura, dai finestrini si poteva benissimo vedere
Ashizu correre lungo l’uscita, prendendo al volo il
bagaglio color verde militare che gli veniva lanciato.
- Studentessa uno, AbachiKuniko- un altro clank e anche la ragazza
riuscì a lasciare il posto, Kuniko era una ragazza
molto bella oltre ad essere fra le più gentili e caste della scuola, tutt’altro si poteva dire della sorella maggiore, Momoko, che era invece a capo di un gruppo di teppiste ed
essendo ripetente, frequentava la stessa sua classe ; Kuniko
sembrava molto spaventata, corse fuori dall’autobus con il suo zaino sulle
spalle e si allontanò con il suo bagaglio sottobraccio. –Studente due, Buncho Arata- come Momoko, Arata
non godeva di buona fama, nonostante in realtà fosse
un bravo ragazzo, era considerato un criminale essendo coinvolto suo malgrado
in un traffico di droga, fece esattamente come Kuniko,
seppur con fare indifferente. –Studentessa 2, Abachi Momoko-
La sorella della studentessa modello si sollevo dal
suo posto, sputò a terra la gomma che stava masticando, e si diresse verso l’uscita
lanciando a tutti un aria di sufficienza, portando con se la propria borsetta.
Che era dopo di lui era ormai ovvio, Fuyuko
osservò compassionevole l’amica Tomoko, e gli prese
la mano. –Studentessa quattro, ChizaTomoko-il clank!risuonò più
forte degli altri per le due, Tomoko si alzò tremante
dal posto, Fuyuko infilò qualcosa nella sua tasca e la
ragazza la guardò perplessa –Datevi una mossa!- Tomoko
prese la sua borsa e corse velocemente fuori dall’autobus, all’uscita del
deposito gli venne lanciato il borsone, che prese fra le braccia, vacillando un
po’ per il peso, la ragazza scrutò Fuyuko che stava
ancora sull’autobus e poi corse fuori dal deposito, svoltò subito dietro l’angolo,
nascondendosi dietro una panchina di fianco ad una cabina telefonica e frugò
nelle sue tasche, ne estrasse un piccolo foglietto di carta che non esitò a
leggere:
Tomoko, non avere paura! Vedrai che
riusciremo a cavarcela e uscire di qui come abbiamo
sempre fatto! Torneremo a casa, mangeremo gelato, leggeremo riviste e
guarderemo la TV
come abbiamo sempre fatto! Te lo prometto! Corri appena puoi al centro
commerciale, dove volevamo andare per Ganjo, ricordi?
Ti aspetto lì!
Sul viso rigato di lacrime
di Tomoko si formò un sorriso, si alzò da dietro la
panchina e si avviò a gran velocità verso i grandi magazzini.
Dentro L’autobus erano passati almeno mezz’ora, l’atmosfera era sempre più tesa
e i posti si svuotavano a ritmo sempre crescente, una sola voce squarciava l’altrimenti
rigido silenzio. –Studente tredici, KentoHaruki…-Fuyuko ingollò,
sapeva benissimo di essere la prossima. –Studentessa tredici,
ManaeFuyuko- un altro
forte clank!Echeggò per
tutto il veicolo, sentì la pressione sullo stomaco allentarsi, si alzò dal
posto, afferrando la borsa dalla rastrelliera come aveva fatto l’amica e si
avviò lentamente fuori dal veicolo, il borsone verde
arrivò celere come al solito, corse rapidamente fuori dall’ingresso del deposito,
tenendolo ben stretto.
Raggiunse un edificio,
apparentemente un condominio, alla destra del deposito, si nascose dietro l’ingresso
di questo e frugò nel proprio borsone, vide la mappa e la bussola che legò al
collo grazie agli appositi legacci in dotazione, frugando
ancora meglio vide qualche bottiglia d’acqua e una confezione di biscotti vitaminici,
entrambi targati dalla repubblica della grande Asia e, cosa che destò l’attenzione
di Fuyuko, una scatola bianca anonima che Fuyuko non esitò ad aprire, conteneva un oggetto strano che
Fuyuko aveva visto poche volte, una spara chiodi.
Studenti
Studentesse
1
AshizuEbizo
1
AbashiKuniko
2
Buncho Arata
2
AbashiMomoko
3
DaireiKeishi
3
Ando Rui
4
Fumai Gaho
4
ChizaTomoko
5
Fumi Taki
5
FujiEmiko
6
GajiYachi
6
FushinoNao
7
HabaraiHebi
7
HarenjiMaumi
8
HanzaKazu
8
HasamuraAyako
9
HisakiIzo
9
HotariAki
10
HuchikaMusato
10
HukitaSae
11
KawaraEichi
11
KeroyoAsako
12
KenataBaiko
12
KitsuneMaru
13
KentoHaruki
13
ManaeFuyuko
14
KyochiMotoyuki
14
NakawaYui
15
ManaruMisao
15
OshikoKazue
16
ShiboniBairei
16
RiunoKunie
17
Shiduna Mito
17
RiutakaHisa
18
ShinKazu
18
SahariNaoko
19
TashibariYushiro
19
TenJunko
20
YujiHiroaki
20
ZarahiMiho
22: 12 - Zona C1- Condominio
Buncho Arata si era nascosto nell’ascensore, era lì da parecchio
ormai e non voleva muoversi almeno che quella zona non fosse
dichiarata proibita, stava contemplando la propria arma che stringeva in pugno,
inizialmente pensava fosse uno scherzo, ma non c’erano altri oggetti nel
borsone, solo il cibo, la mappa con bussola e quella matita. Socchiuse gli
occhi aspettando di addormentarsi, o ancora meglio, che si risvegliasse
da quell’incubo, quando una serie di spari a raffica
lo destò, non aveva alcuna voglia di muoversi di lì, finché non udì una voce
femminile a lui famigliare: -Stammi lontano! Stronza!-Arata si alzò di
colpo, apri le porte dell’ascensore e si precipitò fuori urlando:
-Sae! Sae! Dove sei?- La vide, era lì
di spalle, HukitaSae, la
sua amica d’infanzia che aveva sempre creduto in lui e aveva negato qualsiasi possibilità
che lui fosse un criminale –Sae!- La ragazza si voltò
di colpo, aveva un mitra fra le mani, lo sguardo era perso e non puntava gli
occhi dell’interlocutore. Si senti un colpo improvviso, un dardo partì a gran velocità, rimbalzando sul pavimento a pochi
centimetri da Sae, la quale si volse nuovamente nella
direzione di provenienza del dardo, urlando come una pazza:
-Crepa, maledetta!-Una miriade di colpi
crivellarono il muro, non rivelando l’ipotetica ragazza che vi si nascondeva. –Scappa!-
Urlò all’improvviso una voce, che risultò essere quella di Momoko,
la teppista –Non vedi? È impazzita! Vattene! Ucciderà anche
te!- il tono era impaurito, quasi supplichevole, Momoka non sembrava più a solita teppista, nonostante la
sua capigliatura punk che la metteva in contrasto con la sua uniforme. Arata
non gli diede però retta, andò verso Sae –Smettila! Non lo vedi che non vuole combattere?- gli poggiò una mano sulla spalla. Fu una frazione di secondo, la
ragazza si dirò rapidamente sui talloni, il dito
premuto sul grilletto, una raffica di colpi colpì in pieno lo stomaco di Arata,
uccidendolo sul colpo, l’indice si allentò. Sae
guardò il corpo, il terrore era stampato sul suo volto, un fiotto di saliva
scorreva dalle sue labbra, mescolandosi alle lacrime. Non fece in tempo a
reagire che un nuovo dardo partì, colpendola di striscio al braccio e facendola
urlare di dolore, si voltò nuovamente, Momoko era di
faccia a lei, nel corridoio –Maledetta pazza! Guarda cosa mi hai fatto fare- urlò Sae piangendo –Guarda!-
l’arma fu nuovamente puntata contro la ragazza, che non aveva fatto in tempo a
ricaricare la balestra e balzò indietro, quando Sae
premette il grilletto un unico suono ne uscì: Tuc! L’arma
era rimasta senza munizioni –Nooooo!- urlò lei
piangente, accasciandosi a terra e stringendosi al corpo esanime di Arata. Per Momoko sarebbe stata
l’occasione adatta per ucciderla, ma non lo fece, si allontanò
rapidamente, abbandonando l’edificio.
Fuyuko e Baiko si svegliarono il giorno dopo, il “programma” ebbe
ufficialmente inizio. Un rumore di altoparlante
squarciò il silenzio e si levò con tono basso su tutto il perimetro di
combattimento.
-Buongiorno Cari!- Era
la donna –Ora vi segnalerò gli amici deceduti, eh già, pare che qualcuno si sia
dato da fare anche di notte, complimenti! Allora, vediamo…-
Fuyuko scrutò il
cielo incrociando le dita, l’altoparlante proseguì –La studentessa numero sei…
già quel piccolo incidente sul pullman, ma sorvoliamo… lo studente e la
studentessa numero due, Buncho
Arata e Abachi Momoko…- si sentì uno schiarire di
voci…-E ora seguiranno le zone che diventeranno proibite…- Tutti gli studenti
sfilarono celermente la mappa e iniziarono a prendere nota – Dalle dieci in
punto: La zona E5, ripeto E5 e D9, dalle undici in punto C8, F8 e A5! Giusto
per iniziare… Poi vedremo se aumentare o diminuire il numero delle zone
proibite… Buon Gioco, ammazzatevi bene e divertendovi!- l’altoparlante si finì
di parlare… insulti pesanti erano diretti alla donna.
Fuyuko tirò un
sospiro di solievo che venne
presto interrotto, Tomoko non era fra i morti, ma la
zona A5 nel quale era presente il centro commerciale sarebbe diventata proibita
in un ora e mezza, si alzò di corsa e iniziò a correre verso il centro
commerciale, sperando che Tomoko l’avesse aspettata
nonostante il ritardo e il pericolo imminente, Baiko
gli stette dietro per quanto la sua corporatura poco adatta alla corsa gli
permettesse.
Ore
9:42 – Zona F8 (confine del campo di battaglia),
Magazzini
YujiHiroaki camminava strusciando fra gli alberi, teneva
stretto in mano il suo pugnale che sapeva sarebbe stata
la sua unica possibilità di tornarsene a casa, il vento forte scompigliava
continuamente i suoi capelli rosso fuoco. Camminò furtivamente perso sud, vide
la recinzione che sanciva il confine, rimase lì con gli arti tremanti, la testa
cominciò a muoversi a scatti scrutandosi intorno, a parte le poche case l'ambiente era deserto. Tirò un profondo sospiro di
sollievo e si avviò verso la recinzione nascondendosi fra alcuni alberi, un
debole fruscio lo accompagnò mentre si infilava fra
gli umidi cespugli, bagnati dalla recente pioggia, aveva finalmente un attimo
di pace per rilassarsi e riflettere. Il programma aveva sconvolto Yuji che in quel momento non voleva altro che ritrovarsi a
casa, lo sguardo fisso sulla lucente lama del pugnale si spostò poi in
direzione di un rumore maldestro a una decina di metri
da lui, il suo migliore amico, Fumi Taki, aveva
appena fatto cadere il suo borsone rivelando la sua arma, tre granate. -Taki! Lui... lui non mi ucciderà ...no…
non lo farà...- pensò.
Stava
per uscire dal nascondiglio, quando vide il proprio amico afferrare saldamente
una delle granate osservando minaccioso nella sua direzione, le dita sulla
sicura.Hiroaki Rabbrividì e indietreggiò, mettendo un
fragoroso sussurro fra le foglie, Taki tolse la
sicura alla granata e la scagliò con violenta verso il cespuglio nel quale si
nascondeva l’amico, che fu paralizzato dalla paura per qualche secondo, per poi
balzare fuori con grande velocità correndo verso la
granata e rispedendola al mittente con ua decisa
percossa del suo borsone. La granata volò una ventina di metri sopra la testa
di Taki, che si abbassò a terra
sconvolto ed impietrito, lo stesso fece l’amico, l’esplosione fu
tremenda per i due, Taki prese diverse schegge nella
schiena, Hiroaki ne prese di meno e tutte nella
spalla sinistra, si rotolarono entrambi dal dolore e si alzarono lentamente. -Hiroaki! Io… non sapevo che eri tu! M-mi
dispiace, perdonami!-si giustificòTaki
e rimase in ginocchio.
-non
fa niente...- disseHiroaki,
che stringeva stretto il pugnale dietro la schiena, lo sguardo fisso sull’amico,
uno sguardo diverso dal solito, che nascondeva palesemente la sua sete di vendetta
e la sua diffidenza. -Hiroaki!
Pensi forse che io stia partecipando al gioco?- chiese lui allora.
Taki
allora rabbrividì, indietreggiò tenendo stretta nel pugno una delle sue granate
e ricambiando l'occhiata di Hiroaki.-se avessi saputo
che eri tu non avrei mai lanciato la granata- Ripeté Taki.
-Sta
di fatto che avresti ucciso qualcuno lo stesso!- rivelò allora l’amico –come puoi dire allora
che non stai prendendo parte al gioco?-
L’altro
rimase rigido, immobile, non sapeva come rispondere alle accuse, così lasciò
che Hiroaki proseguisse –Io… non posso
credere che tu lo stia facendo…-
Taki si
fiondò allora sull’amico, buttandolo a terra e di mise a correre verso sud, era molto confuso, tanto da non ricordarsi
che verso sud c’era il confine della recinzione, Hiroaki
ci mise poco a raggiungerlo con la lama nella destra, pronto a sferrargli un
fendente – non voglio morire!- esclamò Hiroaki –Non voglio
morire, non io!- la ragione aveva ormai abbandonato la sua mente. Taki sverrò un calcio all’inguine dell’amico, facendolo
accasciare a terra per il tempo sufficiente per scalciare lontano la sua arma,
il ragazzo afferrò quindi la mano dello studente nel quale era stretta la
granata –NON IO!!!- continuava ad urlare il ragazzo. I
due caddero entrambi a terra abbandonando i rispettivi borsoni e rotolarono intenti
a tenere stretta l’arma e al non concederla all’altro, raggiunsero rapidamente
la recinzione vicino alla quale si fermarono fortunatamente, senza toccarla. Hiroaki era in lacrime, aveva paura e non voleva trapassare
a causa di un simile gioco, Taki allora fece meno
presa sulla granata che gli fu sottratta dall’amico
che ora stava tenendo stretta la chiavetta –Hiroaki…
io… mi dispiace per prima…- disse il ragazzo in lacrime –se vuoi uccidermi, è
giusto che tu lo faccia… sono stato uno stronzo… e
non aveva pensato all’amicizia fra di noi… sono stato uno stupido…- le lacrime
avevano rigato parte del suo volto e scendevano copiose ai lati del suo volto.Hiroaki rimase
immobile, la granata appesa alla chiavetta nel suo dito–Taki…- la bomba
cadde, la chiavetta si era sfilata, Taki la scagliò
via con uno schiaffo –NOOO!- la granata si allontanò di circa quattro metri, ed
esplose.
Le
schegge trapassarono entrambi, facendogli provare un dolore atroce
mentre l’onda d’urto li fece cadere addosso alla recinzione, l’ultima
cosa che sentirono i due, era un forte odore di corrente ad alta tensione e un
dolore che si muoveva per tutto il corpo facendoli muovere in preda alle
convulsioni.
Ore 10:22 – Zona A5, Centro
commerciale (Proibita alle ore 11:00)
Tomoko si era rifugiata per la notte nella boutique del
centro commerciale, lo sguardo si alternava sempre fra la sua arma, una siringa
ripiena di una sostanza tossica, e l’orologio il cui orario si avvicinava
sempre più all’ora nella quale l’area sarebbe stata
off-limits. Poteva sentire il collo mancargli da sotto alla
testa ogni minuto di più, così decise di uscire ed aspettare l’amica all’esterno
dell’edificio, in un area vicino, sperando che si desse una mossa, prese il
borsone e fece per alzarsi quando notò una sagoma oscura sopra di lei.
-AHHHHHHHRG!-
Studente
5, Fumi Taki,
Morto
Studente
20, YujiHiroaki, Morto
Persone rimaste in vita: 35
Salve, gente ^^
Ho fatto un piccolo ritardo :P (da
un capitolo o due al giorno ad un completo giorno di assenza) spero non vi
siate offesi e che il chap vi sia piaciuto ^^
Noto che le recensioni non tardino ad arrivare, mi fa piacere :D
E credo sia il caso che vi degni di alcune
risposte.
X Topomouse :
intanto complimenti per il nick^^ comunque Momoko (si
chiama così ma non sai quante volte ho dovuto correggere Momoka
in Momoko, stavo pensando di cambiargli il nome ma
avevo già pubblicato il capitolo 3 =__=) è quella che sembra una cattiva o una
dura ma in realtà non lo è più di tanto, è paragonabile a YoshimiYahagi, HironoShimizu o TakakoChigusa (scusa se avrò sbagliato a scrivere ma è da troppo
che non leggo più il manga). Kuniko invece mi ispirava di più come personaggio femminile malvagio, una
bella e dolce pecorella che diventa il peggiore dei demoni, forse un po’ prevedibile
ma a me pensavo potesse dare un bell’impatto appunto perché
era insospettabile
^^
X Ladyblack: L’ultima marcia? Non l’ho
mai sentito ma penso che me lo procurerò ^^ Comunque
leggere il manga non è necessario per capire la mia fic,
ma se sei una appassionata di fumetti giapponesi te lo consiglio caldamente,
perché è 300 volte meglio della mia Fic…
Cari lettori, spero continuiate numerosi a seguire la mia
storia. Ne mancano ancora 35 alla fine e non vedo l’ora di sfogare il mio
spirito sadico muhahahahahah :D
Ore 10:24 – Area A5, Centro
commerciale (Proibita alle ore 11:00)
-AAAAAAAAAAAAAAAARGH!-
L’ombra sobbalzò – Chiza,
ma sei scema? Che ti metti ad
urlare così?- la voce vece scomparire l’espressione spaventata dal volto della
ragazza, che iniziò a piangere di gioia, era il ragazzo con cui aveva fatto
amicizia il primo anno di scuola e che non sembrava essersene dimenticato, AshizuEbizo.
-A-Ashizu-kun!- la ragazza gli si buttò addosso cingendolo forte
fra le sue braccia, non fece inizialmente caso al curioso aumento di volume del
suo torace. – H-ho avuto tanta… tanta paura- le
lacrime non smisero di scendere sulle sue gote.
-Cosa
ci fai qui?- fece il ragazzo
-Aspettavo
Fuyuko, è da molto che aspetto, secondo l’ultimo annuncio non è morta- tirò su col naso –Spero non gli sia
successo nulla!-
-
Manae è una ragazza in gamba, sono sicuro che sta
bene-
Tomoko
annuì – Ora però dobbiamo andarcene, questa zona sarà
off limits fra poco più di mezz’ora-
Il
ragazzo annuì aiutando Tomoko ad alzarsi –Sbaglio o
hai messo su un bel po’ di muscoli ultimamente?- chiese lei, indicando il petto
decisamente rigonfio del compagno.
-Magari!-
sghignazzò lui, sollevando la sua camicia e mostrando una sorta di giubbotto
blu scuro –E’ un giubbotto antiproiettile, è la mia arma-
-
Beato te! – disse la ragazza, mostrando la siringa – io ho solo questa… penso
che non mi sarà molto utile..-
-…-
il ragazzo non aprì bocca per un po’ –Beh, credo che sia
il caso di muoversi… usciamo di qui-
-Si-
Annuì lei –andiamo…- prese il ragazzo per mano, lui arrossì leggermente. –beh,
allora?-
-Ah…
si… scusa-
I
due si diressero a gran velocità verso l’uscita del negozio, lo sguardo dei due
era vigile e prudente, fuori dal negozio ci sarebbe
stata una semplice strada sgombra, il territorio nel quale sarebbero stati un
bersaglio ideale per qualsiasi studente, Tomoko non
si lasciò sfuggire di mente qualche cattiva previsione su ciò che avrebbero
trovato fuori, e ciò la fece diventare fredda come il ghiaccio.
Ore 10:44 –Area
C8, Skate Park (Proibita alle 11:00)
Lo
Skate Park era deserto, le panchine erano vuote, la
sporcizia era rimasta per terra, un fievole vento soffiava lungo il giardino
che sembrava essere un paesaggio fisso su un dipinto o su una fotografia, era
placido e privo di qualsiasi movimento. Solo due sagome all’orizzonte iniziarono
a farsi vive nella zona, le sagome di due persone che
si tenevano strette ognuno nella mano dell’altra. Erano lo studente numero quattordici,
KyoichiMotoyuki, e la
studentessa sedici, RiunoKunie,
il loro sguardo tranquillo andava verso le panchine,
si avvicinarono ad una di loro e vi si sedettero, la ragazza lasciò cadere il
proprio borsone dal quale si intravedeva una pistola a tamburo, il ragazzo
invece teneva il bagaglio di fianco a see la sua arma fra le mani, un sacchetto dal quale spuntavano fuori dadi
di tutti i tipi, colori e dimensioni.
-Era
qui che volevi venire, a Sanyo?- chiese Motoyuki
-Si-
la ragazza emise un sorriso radioso rivolto a lui, come a non rendersi conto di
quello che sarebbe accaduto fra un quarto d’ora se non si fossero mossi di li –Grazie-
Lui
sorrise e gli mise una mano sulla spalla, lei si poggio
con la testa sul suo petto, continuando a parlare – Non è molto romantico, ma
mi ricorda tanto… il parco nel quale ci siamo conosciuti… ricordi?- il ragazzo
annuì lentamente, indicando un lampione.
-Quello
assomiglia al palo dove ti avevano fermato quelle teppiste- posò
il braccio libero alla vita della ragazza.
-
Dalle quali tu mi hai salvato…mi ricordo- socchiuse gli occhi, senza mai
smettere di sorridere –E’ questo che mi è da subito piaciuto di te… tu mi hai
sempre protetta…-
A
queste parole il ragazzo si fece molto più cupo e non proferì parola.
-Cosa
c’è?- chiese lei
Il
ragazzo non disse nulla per un po’, le labbra gli tremavano e dei piccoli
singhiozzi erano ben udibili alla ragazza, che smise di sorridere e assunse un aria seriamente preoccupata. –Mi… dispiaceee….-
le parole uscirono interrotte dai singhiozzi, sul viso del
ragazzo iniziarono a scorrere numerose lacrime.
-Che…
che dici?- Sorrise lei –cosa ti dispiace?-
-Q-questa
volta..- disse lui, gli occhi, così come il naso e le
labbra, non smisero di emettere fluidi. -.. non riuscirò a proteggerti… no… non
ci riuscirò…-
La
ragazza abbassò lo sguardo, anch’essa malinconica.
-Non
uscirò da un angolo con le mie belle parole ad allontanare un gruppo di teppiste…-
proseguì Motoyuchi –Non andremo mai più in giro, a
divertirci guardando la televisione insieme, o andando al cinema, o con una
passeggiata al parco… non verrò più a casa tua, di notte… non andremo più a
cena insieme… non…- la ragazza lo interruppe mettendogli
due dita davanti alla bocca in segno di silenzio, il ragazzo tacque ma le sue
labbra non smisero di tremare finché non incontrarono quelle della ragazza, che
si sciolsero in un dolce bacio.
-
Non mi importa..- disse lei, con un sorriso dolce come
solo lei sapeva donargliene –Io mi sentirò sempre e comunque protetta, sapendo
che tu esisti… che tu mi ami… che mi stai vicino…- anche le sue labbra
tremavano seppure non smisero di sorridere. –Io non ho paura di morire, di
andare in cielo… se so che ad aspettarmi ci sarai tu…-entrambi scoppiarono in pianto, ma di
gioia, si strinsero forte l’uno all’altro per poi fissarsi negli occhi
dicendosi – Ti amo…- le ultime loro parole, prima di fondere le loro labbra.
Il
silenzio era totale, solo tre beeplo interruppero,quello dell’orologio
che segnava ormai le undici, e quelli dei loro collari, i due non si staccarono
fra loro, nessuno dei due emise una smorfia di terrore, rimasero lì, nello
spazio del loro amore infinte, spazio che si sarebbero portati fino in cielo.
Un
rumore seguì i beep…. BOOOOOOM….
Ore 11:12 – Zona B5, asilo (pressi centro commerciale)
TomokoeEbizo
erano usciti dal centro commerciale e si erano accampati nell’asilo che si
trovava davanti, non sapevano se Fuyuko si sarebbe
fatta viva e stavano continuamente scrutando fuori dalla finestra. Tomoko si alzò in piedi e si diresse sul retro dell’edificio
–Vado a cercare un bagno, ne ho bisogno…- si giustificò, si diresse quindi verso
una porta che aveva su scritto “WC” e ne girò la
maniglia, sentì allora un oggetto freddo e metallico premere contro la sua
nuca, Tomoko non si mosse, ma le sue gambe non
smisero di tremare.
Studente 14, KyoichiMotoyuchi, deceduto
Studentessa 16, RiunoKunie,
deceduta
Studenti
rimasti in vita: 33
Salve lettori ^^
Spero che questo chap vi sia piaciuto
nonostante la mia incapacità nel trattare scene romantiche o d’amore ^^”
Come sempre, recensite numerosi e fatemi sapere cosa ne pensate ;)
Per Lithia del sud: Sono contento che ti sia piaciuta la mia
umile Fic, vorrecomunque dirti che in realtà nel chap
4 la sorella minore non muore, uccide semplicemtne la
sorella maggiore (infatti è uno dei personaggi malvagi della Fic), è un mio errore, era un po’ troppo ambiguo il
messaggio ^^” comunque per farmi perdonare ho messo una scena che ritengo comunque
drammatica in questo chap, te la dedico ;-)
Comunque il film l’ho già visto, ma
della serie animata non sapevo nulla O.O come si
chiama? Dove l’hai trovata?
Capitolo 7 *** Capitolo VII Illusioni e Speranze ***
Ore 11:12 – Zona B5 Asilo
Capitolo VIIIllusioni e Speranze
Ore 11:12 –
Zona B5 Asilo
Tomoko
non si mosse, ma le sue gambe non smisero di tremare, si strinse nelle spalle e
abbassò la testa, sentì l’oggetto fare meno presa, quindi si girò e con un
rapido gesto diede un pugno all’oggetto metallico in questione, una spara chiodi. Gli occhi di Tomoko
si sgranarono.
-
Non sarai una campionessa di Karate, ma sai il fatto tuo! – un volto amico gli
sorrise.
La
ragazza non proferì parola per un po’ rimanendo con la bocca aperta per almeno
mezzo minuto, poi copiose lacrime scesero sulle sue gote
mentre dalle labbra tremanti uscì una fievole vocina:
-S-stupida…- Tomoko si avvinghiò
forte a Fuyuko, mentre Ebizo
irruppe nella stanza vedendo le due ragazze e Baiko.
-
Da dove siete entrati?!- chiese lui, Baiko indicò la porta sul retro, aperta.
-
Qui si, che eravate al sicuro- disse ironicamente Fuyuko,
la sua amica non voleva sentirne di staccarsi da lei.
-
Beh, ci siamo accampati qui per aspettare voi…- disse Ebizo
incrociando le braccia – …che a quanto pare non
rasentate la puntualità assoluta-
Fuyuko
e il ragazzo si lanciarono un occhiata fulminante,
facendo scendere nella stanza un aura tesa, che venne sfumata in seguita ad una
loro improvvisa risata, Fuyuko abbassò lo sguardo
verso l’amica ancora stretta a lei –Sono felice di rivederti, temevo di non
riuscire a farlo mai più-
Tomokopianse ancora più forte, facendo pentire alla compagna di aver
detto una cosa simile, alla fine la ragazza si calmò, permettendo al
trio di sistemarsi meglio nell’aula.
-Bene,
allora… teoricamente parlando siamo bloccati nei bassifondi di una città-
Cominciò Ebizo
-…Senza
un piano per uscire…- Aggiunse Baiko
-…
e con buona parte della classe contro…- seguì Fuyuko
Tomoko
si rabbuiò, tutti cominciarono a pensare in maniera
particolarmente intensa.
-Quali
armi abbiamo? Oltre al mio giubbo
antiproiettile, chiaro-
-Abbiamo…
ehm… avevamo un mattone…- rispose Baiko
-e una sparachiodi…- proseguì Fuyuko
-…ah,
la siringa…- mostrò infine Tomoko
-quella
è la tua arma!?- chiese sorpresa l’amica l’amica
Il
ragazzo non stava realmente ascoltando i tre, stava
invece pensando, improvvisamente, dopo interi quarti d’ora di riflessioni si
alzò, interrompendo la discussione fra le due ragazze:
-Ho
un idea!-
Tutti
si alzarono protesero il viso contro di lui,
incuriositi. – La recinzione elettrica deve essere alimentata
da una centralina esterna, è chiaro. Se riusciamo a distruggerla
potremmo scavalcare la recinzione indisturbati!-
-Ma
non sappiamo dove sia la centralina…- Disse Tomoko
-Basterà
cercarla, dovrebbe essere nel perimetro della zona appena la troveremo…-
Il
fischio dell’altoparlante interruppe il discorso del quartetto.
Ore 12:03 - Area
B3, Parcheggio del cinema
-Noto
con piacere che non avete perso il ritmo!- Questa
volta fu il Professor Inoue a parlare attraverso
l’amplificatore –Ben quattro persone ci hanno lasciato… gli studenti cinque e
venti, Fumi Taki e YijiHiroaki… hanno preso una bella scossa! Scommetto che lassù
o laggiù che sia, si siano portati dietro una bella
abbronzatura!- si sentì una risata sommessa, che non venne condivisa da nessuno
studente in ascolto – E poi gli studenti RiunoKunie, la studentessa sedici e lo studente quattordici, KyochiMotoyuki… triste la loro
fine, non c’è che dire… c’est la vie… Dunque! Le zone da cui dovrete
stare alla larga sono: B1, D2, E7 e C6 dalle due in punto… dalle quattro
invece: A8… ripeto A8, D6, F9 e la A7…
Dall’aggiornamento di mezzo giorno, è tutto! Buon gioco!-
Si
avvertì l’ultimo fischio dell’alto parlante, che echeggiò copiosamente nella
deserta Area B3, deserta se non fosse per il cinema e
alcune piccole abitazioni prive di vita, da dietro una macchina parcheggiata,
la studentessa undici, KeroyoAsako,
stava finendo di segnare le zone proibite.
-F9…..A7….- disse sottovoce, segnando una croce nelle caselle
citate.
La
ragazza tirò un lungo sospiro, poggiando la testa sull’auto dietro di lei, gli
occhi andavano al cielo, bello e luminoso come sempre, sembrava un giornata come le altre se non fosse che tutti i suoi
compagni di scuola si stavano ammazzando a vicenda come se nulla fosse. E poi
Arata, il suo Arata, un ragazzo all’apparenza poco
consigliabile ma dolce, soprattutto nei suoi confronti. La ragazza poggiò la
testa fra le mani, scoppiando a piangere, solo un voce
la fece voltare di scatto, era la sua, quella di Arata.
-Asako…-
il ragazzo era come Asako l’aveva sempre immaginato,
come quella volta che lo vide allenarsi al parco, indossava la sua tuta, non la
divisa.
-A…Arata….-
disse lei, il ragazzo si limitò ad annuire
-No…-
la studentessa scosse la testa –…tu… tu sei morto….- sul suo volto scivolarono
lentamente delle lacrime, il suo sguardo appannato scorse appena l’assenza del
collare del ragazzo – E.. come mai non hai più il collare… Parlami!-
Il
ragazzo aprì le labbra disponendole in un gran sorriso – Sono capace di
toglierli, Asako… sono venuto qui
per liberarti da quell’arnese e tornarcene a casa
insieme… io e te-
La
ragazza sorrise a sua volta – D-davvero..?- si precipitò verso di lui e lo strinse forte a se, non sapeva
come mai ma il corpo del ragazzo sembrava rigido, come se non fosse più lui
–Arata… io.. c’è una cosa che volevo dirti da tanto… troppo tempo….-
Il
ragazzo si limitò ad osservarla, lasciandola parlare –Io… io ti amo, Arata…
con… con tutta me stessa io… io amo te, e te soltanto…-
Sul
volto del ragazzo apparve un sorriso, le mani di lui
andarono a cingere sul collo di lei
-Anch’io….
Anch’io ti amo….- le sue mani erano freddissime, ed
iniziarono a fare forza sulla gola della ragazza.
-Arata…
mi fai male così…- disse lei gentilmente, ma la forza
del ragazzo non accennava a diminuire, anzi aumentò –A…Arata….-
I
lineamenti del ragazzo iniziarono a mutare e a rigonfiarsi, la ragazza sgranò
gli occhi, il naso di lui divenne più pronunciato, le
labbra più sporgenti, il viso attraente di Arata si trasformò in quello di ShinKazu, ancora sporco del
sangue di Nao, morta sul pullman.
La
ragazza non sentiva più il proprio collo, il suo respiro era forzatamente
bloccato e la sua carotide ostruita pulsava sempre più forte, le mani si
poggiarono su quelle del ragazzo, ma non riuscì ad avere la meglio, i suoi
occhi smisero di lacrimare e la sua testa penzolò all’indietro, lo stesso
fecero i suoi arti, Kazu la lasciò a terra, la dolce
illusione di aver ritrovato la persona amata non era che un immagine sfuggevole
e fittizia nella sua mente.
-Arata?-
chiese al cadavere della ragazza – lo amavi? Allora…
lo incontrerai in cielo…- cadde in ginocchio vicino a lei –N-non
voglio finire come Nao… no… non come lei… non io…- il
suo corpo tremava, si avviò verso il borsone della studentessa, che aprì
celermente, rivelando l’arma di Asako,
un martello in gomma piuma, il ragazzo aveva con se un semplice cacciavite. Kazu si alzò e si allontanò.
Ore 12:33 –
Zona F6 (confine nord del campo di battaglia), Area boschiva
Era
passato poco più di mezz’ora da quando l’alto parlante
aveva squarciato il silenzio del quartiere, SahariNaoko brandiva il proprio machete, e lanciava attenti
sguardi attorno, stava cercando qualcuno, o qualcosa. La recinzione era a
qualche metro da lei, e attirava buona parte del suo disprezzo, le faceva
ricordare l’orribile volto di Inoue
che rideva pensando alle loro sofferenze e alle loro paure, standosene
tranquillo nel deposito dei pullman. FrushhhNaoko
si girò rapidamente verso il rumore, notando lo smuoversi di un cespuglio, si
avvicinò prudentemente e un ombra sfrecciò verso di lei che con una rapida
mossa mise davanti la propria lama che andò ad impattare contro un'altra, più
lunga e sottile, quella di una Katana. Naoko spostò lo sguardo dalla lama al proprio possessore, e
sgranò gli occhi, era HuchikaMusato
il suo amico d’infanzia e compagno di scuola sin dall’asilo. –Musato?-
-Naoko?-
i due allentarono le prese sulle armi
-Ma
che cazzo fai? assalisci la
gente così?-
-Che
cavolo ne so io che a te piace andare in giro con le
armi sguainate-
Naoko e
Musatorimasero a fissarsi
per un po’ di tempo, dopodichè lei chiese –Cosa ci fai qui, ai confini
dell’area di gioco?- il ragazzo prese un foglio di carta dalla tasca e vi
scrisse “Cerco la centralina elettrica che alimenta la recinzione intorno al
perimetro”
-Anch’io-
Esultò lei –ma perché non parli a voce?-
Il
ragazzo scrisse nuovamente sul foglio e lo mostrò alla ragazza “Riescono a
sentire quello che diciamo” , la ragazza sussultò, il
ragazzo abbassò il suo collare mostrando all’amica dei forellini sopra esso,
sicuramente dediti a far passare i suoni ad un microfono interno.
La
ragazza allora estrasse un blocco notes dal suo zaino e vi scrisse sopra “non
lo sapevo… grazie…”, il ragazzo sorrise –Allora mi segui?-
la ragazza annuì, quindi si diressero insieme attorno al perimetro della zona,
percorrendolo con una certa fretta, senza mai perdere di vista la loro
posizione sulla mappa. Lo sguardo della ragazza non poté non finire su di lui,ma lo distolse
subito, imbarazzata.
Ore 12:59 –
Zona B5, Asilo
Fuyuko
e Tomoko rimasero vicino il più possibile
mentreEbizo aprì la porta dell’asilo per
scrutare l’esterno, la strada asfaltata sembrava deserta e silenziosa, le
uniche cose che si muovevano di fuori erano i giornali di carta mossi dal vento
primaverile.
-E’
libero- disse il ragazzo –Andiamo-
I
tre rimasti indietro erano molto titubanti, nonostante ciò si avviarono cautamente verso l’esterno dell’edificio, Baiko era il più spaventato di tutti, continuava a
guardarsi attorno con grande ansia, solo una pacca sulla spalla da parte di Fuyuko lo arrisicurò un po’. Il
quartetto aveva raggiunto la carreggiata e stava lentamente proseguendo, erano
completamente disarmati.
-
Oh, guardate…- sussultò Tomoko, indicando una figura
barcollante all’orizzonte
Tutti
si voltarono e videro SaeHukita,
con lo sguardo stravolto e l’andatura di uno zombie che guardava fisso il cielo continuando ad andare avanti, come fosse
posseduta, nella destra teneva stretto il proprio mitra. –Sae!-
La chiamò Fuyuko, avvicinandosi con
passo lento –Sae, stai bene? Cosa ti è successo?-
La
ragazza abbassò lo sguardo, vedendo Fuyuko,
sul suo viso si formò un sorriso agghiacciante, folle –Arata…morto…-
La
compagna sgranò gli occhi rispondendo –Lo so… è terribile!-
-Lo
avete ucciso voi...- proseguì Sae, incurante delle
parole dell’amica che stava indietreggiando rapidamente, la ragazza puntò
l’arma davanti a se, senza mirare a nessuno in particolare, Fuyuko,
Tomoko, BaikoeEbizo iniziarono a correre nella
direzione opposta alla sua, gli sguardi teorizzati, una serie di rumori sordi
partirono squarciando il sereno di quella mattinata, Ebizo
e Baiko caddero a terra, colpiti ripetutamente alla
schiena, Tomoko e Fuyuko
non smisero di correre, le loro gambe non volevano accennare a rallentarsi, i
loro polomoni stavano esplodendo, i cuori
martellavano forte nel loro petto, il loro corpo iniziava a bagnarsi di sudore,
mentre infiniti colpi rimbalzarono alle loro spalle, una scia di bossoli cadde
dall’arma di Sae, che si bloccò con un Chak! Uno dei bossoli era rimasto incastrato
nel carrello, inceppando l’arma. –Uh..uh…-lo sguardo
triste della ragazza incrociò l’arma mentre le due amiche sparirono dietro un
edificio, comparendo alla sua vista. Sae si dirisse nella direzione opposta alle due, andando verso
nord, dandoi le spalle ai ragazzi, Ebizo aprì lo sguardo, i colpi non lo avevano ucciso, ma
l’impatto con logiubbo
antiproiettile lo aveva stordito per un po’ mentre un proiettile lo aveva
colpito di striscio alla spalla, facendola sanguinare, quando il ragazzo si
alzò era molto spaventato e confuso, tanto che gli ci volle un po ‘per realizzare che Baiko era
vicino a lui, morto. Saenon era
che un puntino all’orizzonte.
Ore 13:24 –
Zona D6 (proibita alle 16:00), Stazione della metropolitana
-Bairei,
passami l’acqua- chiese ManaruMisao
all’amico, loro e altri due amici, si erano accampati
sulle banchine della metropolitana e stavano architettando un modo per uscire
da quel maledetto gioco.
-Eccotela- disse il compagno, porgendogliela –ma vacci piano, se continuiamo così
non ne avremo più, e dovremo uscire alo scoperto per procurarcene altra-
L’amico
prese l’acqua e ci bagnò una pezza che venne posata in
testa a Yushiro, un ragazzo del loro gruppo che ebbe
un improvviso mancamento, GajiYachi
stava invece prendendo un paio di birre dal proprio zaino, i quattro erano i
classici bulli della classe e, a parte Bairei, nessuno di loro brillava per
intelligenza.
-Beh,
se mai andassimo a secco- disse sorridente Yachi, tenendo fra le mani quattro birre –possiamo usare
queste-
Bairei
scosse la testa –scemo…- e tornò con lo sguardo a fissare Yushiro,
Yachi posò le birre stappate vicino al compagno
ammalato che era ancora sdraiato per terra, come se sentendone gli odori
potesse destarsi dal suo sogno, manco fossero dei Sali
benefici.
-Uff…
si vede che non sia goderti la vita tu!- disse Yachi
-Macche?!
Solo sono un po’ troppo nervoso ora…- si voltò verso lui
-Appunto
per questo dovresti bere un po’ di birra- disse allora Misao
-Si
forse hai ragione..- Bairei prese allora una bottiglia
per il collo e la portò alle labbra, traendone un lungo sorso – comunque mi
farebbe ancora più bene sapere che qualcuno ha un idea per uscire di qui…-
-Lo
sai- disse Yachi –Yushiro è
il più intelligente fra noi… ha la media del dieci, e metà università della
repubblica gli hanno offerto delle borse di studio… ci
farà uscire, non c’è dubbio… anche se forse sbroccare
al professore nell’autobus non è stata una gran idea-
-Sarà… ma
io vorrei ci fosse qualcun altro oltre a noi, per uscire di qui-
-Vedrai…
qualcuno si troverà prima o poi…- Misao
si interruppe, vedendo Bairei piegarsi sullo stomaco –Stai bene…?-
L’amico
non rispose, lasciò cadere invece la bottiglia e si piegò sulle ginocchia, un
getto di vomito uscì fuori dalle sue labbra,
mischiandosi al resto della birra che era ormai a terra.
-Bairei!-
esclamarono i due ragazzi in coro
Il
ragazzo si era sdraiato a terra, gli occhi sbarrati scrutavano il soffitto mentre il suo corpo veniva percosso dalle
convulsioni, l’ultima cosa che uscì dalle sue labbra fu un sussulto
accompagnato da qualche goccia di sangue, i due si abbassarono a terra, e si
avvicinarono sempre più al ragazzo.
-E’…
morto…- disseMisao,
i due si guardarono negli occhi, poi il ragazzo proseguì–
-L’hai ucciso!-
-Cosa?!-
-Sei stato tu! Io
non ho toccato la birra, e poi la tua arma è il veleno, lo so!-
-Non è vero-
disse lui – non ho usato l’arma, lo giuro-
-Non è vero, sei
un assassino! Ucciderai anche noi due!-
-No!-
Misao
corse verso i borsoni del gruppo, cercando l’arma di Yushiro,
il fucile d’assalto, Yachi raccolse da terra quella
di Bairei, un seghetto a una mano e si fiondò verso il compagno. –Hai preso
la mia arma dai borsoni, l’hai usata e ora vuoi uccidere anche me! Non te lo
permetterò! Bastardo!-
Misao
prese il fucile, ma il compagno fu più rapido e affondò il seghetto nel braccio
dell’amico, un fiotto di sangue scivolò sulla sua divisa, imbrattandola
–Assassino! Stronzo!- Ma Yachi
non lo sentì, continuò a colpirlo col seghetto con furia costante, gli prese
entrambe le mani, facendogli cadere il fucile, le stesse mani andarono a
posarsi sul volto del ragazzo che, impaurito, vibrò colpi a caso, recidendo la
gola dell’amico, la scena fu simile per il compagno avvelenato, l’improvvisa cessazione
dei movimenti convulsivi diede il segno della fine dell’agonia del ragazzo.
Yachi
si allontanò e volse lo sguardo all’insieme di lenzuoli dove si trovava Yushiro –O..Ora
siamo al sicuro… si… nessuno ci ucciderà e potremo tornarcene a casa…-Yachi, si passò il
polso sul volto, sporcandolo di sangue, e poi alzò un lenzuolo, sotto di esso
non c’erano che cuscini –Yushiro…?-
Un
colpo forte e secco, un dolore indicibile si mosse per
il corpo di Yachi, poi più niente, il suo corpo cadde
riverso sui binari della ferrovia sotterranea, il petto dilaniato da un esplosione,
Yushiro era lì, il fucile fra le mani, lo abbassò e
estrasse un flacone di aspirine dalla tasca.
-“non
mescolare all’alcool” beh, una con una bevanda alcolica avrebbe
fatto male, l’intero pacco… bhe, ha fatto quel
che ha fatto…- sorrise, prese tutte le armi dei suoi compagni morti e risalì le
scale della metro.
Ore 14:03 –
Zona E3, Motel
Stanza
106, tutte le porte erano aperte, solo le finestre erano completamente
sbarrate, una balestra era posata sopra il letto, la vasca da bagno era un po’
in disordine,qualcuno
lo aveva usato per lavarsi, la vasca era ancora piena di schiuma.
Davanti
allo specchio della stanza si trovava una ragazza dai lunghi capelli neri intenta
ad applicare il proprio rimmel, alla gola, sotto al collare,
era ben visibile la collana che aveva preso dal cadavere della sorella
maggiore, sopra di esso c’era una catena con su scritto il proprio nome “Kuniko”. La ragazza ripose il cosmetico nella borsetta
sopra il mobiletto e mise quest’ultima nel borsone
verde militare che si trovava ai suoi piedi, indossava un semplice accappatoio
che metteva in evidenza le esili ed attraenti gambe. Si
alzò quindi dalla sedia e si diresse verso il guardaroba che aprì lasciando
cadere di dosso l’accappatoio, estrasse una camicetta attillata, un paio di
pantaloni in pelle scura e delle scarpe col tacco che
indossò rapidamente, richiuse il guardaroba, in tempo per notare una pistola
puntata alla sua tempia, la coda dell’occhio intravide una mano sottile,
femminea, e al di là di questa, il viso della studentessa quattordici, NakawaYui, una delle teppiste
che stava in combutta con Momoko.
Kuniko
stava per aprire le labbra quandoYui
la interruppe:
-Non dirmi nulla,
assassina! –
-Io… non so di
cosa parli…-
-E osi anche dirmi questo! Hai ammazzato tua sorella!-
-Non è vero!! Non ne so nulla! Sono scoppiata a piangere per un ora quando lo sono venuta a sapere!-
-Non fingere con
me, puttana! Ho incontrato Momoko, voleva incontrarti…
voleva che tu ti unissi a noi per uscire da qui… e tu… tu l’haiammazata!-
-Non è vero!- Kuniko pianse – Non l’ho uccisa… io…- venne
interrotta da Yui, de li diede un pugno in faccia,
facendola cadere a terra
-Non mentirmi,
puttana! Tua sorella aveva una balestra con se, tu l’hai presa da lei!-
-No… non è vero,
non è vero!- scosse la testa ripetutamente, sempre piangendo
-Crepa!- Yui si buttò su di lei e incominciò a prenderla a pugni in
faccia –Crepa come quella cagna che sei! Stronza!-
Kuniko
rimase ferma e iniziò ad incassare diversi pugni che le fecero sentire un forte
dolore, dopodichè prese una penna caduta a terra dalla scrivania.
-Non sono stata
io!- continuò a giustificarsi, Yui si fermò un
momento e rimase a fissarla, caricando un pugno
-Ti ho detto di
non mentirmi!-
Yui
stava per colpirla, ma Kuniko fu più veloce, colpì la ragazza con la penna, conficcandogliela in un
occhio, la teppista urlò forte di dolore, lasciando cadere la pistola.
-Il
mio occhio! Il mio occhio!! Maledetta stronza! Il mio occhio!-
Yui si
sforzo di aprire l’altro occhio, vedendo solo un punto nero davanti a se, realizzò troppo tardi che si trattava della canna della propria
pistola raccolta da Kuniko.
Uno
sparo tuonò nell’aria.
Studente 12, KenataBaiko, deceduto
Studente 6, GajiYachi,
deceduto
Studente 15, ManaruMisao, deceduto
Studente 16, Shiboni Bairei, deceduto
Studentessa 14, NakawaYui, deceduta
Studenti rimasti in vita: 27
Salve gente ^^
Vedo che recensite numerosi come al
solito, bene :D
X TopoMouse:
grazie del consiglio ^^ sono riuscito ad aumentare il contenuto e tenuto lo
stesso tempo di pubblicazione (da 2 pag in word a 4
^^)
Spero ti piaccia.
X Softman e
un po’ per tutti: io non sono sadica! Sono sadico XD
E per quanto riguarda le uccisioni cruente
sarei pienamente d’accordo, ma purtroppo questo non è un N17 quindi non posso
mettere scene eccessivamente splatter come piacciono a me…
Una
piccola testa si erse da dietro una finestra, gli occhi scuri osservavano la
strada bitumata, non videro altro che sporcizia e rifiuti abbandonati sui
marciapiedi, il capo si abbassò e le tapparelle scesero a nascondere l’interno
del fabbricato, Fuyukotirò
un sospiro di sollievo.
-Siamo
state fortunate a non essere state colpite da Sae…- disse
-Tu…
pensi che Ebizo e Baiko si
siano salvati?-
-Io…-
Pensò qualche secondo -… non lo so… aspettiamo gli aggiornamenti e incrociamo
le dita-
Era
quasi un ora che si erano rifugiati in quella casa,
dopo una rocambolesca fuga attraverso il quartiere, le due erano uscite illese
dalla sparatoria, ma avevano perso ogni traccia dei due ragazzi. A loro
andavano i loro pensieri, erano molto stressate, il gioco era appena cominciato
e loro se ne erano rese conto parecchio tardi, ancora
non riuscivano a credere che tredici dei loro compagni di classe non li
avrebbero rivisti mai più.
-Fuyuko…-
-Uh?-
-Pensi
che incontreremo Gaho prima che…- piccola pausa
–…Muoia…?-
-Fumai?-
Tomoko
annuì, Fuyuko assunse un aria
sorridente
-Ti
piace, eh?- disse lei, schernendola, Tomoko si
rabbuiò.-Dai… non prendertela, scherzavo… non c’è
nulla di male se…-
-Avrebbe potuto aspettarmi…-disse l’amica
-Eh?-
-Lui
era uscito dal pullman prima di me… poteva aspettarmi, ma non l’ha fatto…- le
labbra di Tomoko iniziarono a tremare
-Forse…
aveva paura…-
-Non
l’ha mai capito…- alcune lacrime rigarono il suo volto –per quante volte l’ho
aspettato fuori dalla scuola per andare a casa
assieme… per quante volte sono andata al parco per stare assieme a lui…-
-Tomo…-
-…
lui… lui non ha mai pensato che io provassi qualcosa per lui…-
Ci
fu un silenzio imbarazzante, Fuyuko ripensò
intensamente all’ultima volta che aveva visto Gaho
prima del programma, gli aveva portato quella rivista
di Yushiro sulla quale era stata recensita l’ultima
edizione del Programma prima di quella. Tomoko si
poggiò sulla spalla dell’amica, lei gli posò una mano sulla spalla e si
avvicinò ancor di più a lei.
-Vedrai,
riuscirai a fargli capire quello che provi…- disse Fuyuko
– e usciremo tutti da questo incubo-
-…-
-…-
-Grazie…-
-…
di niente…-
-Fuyuko…-
-Si..?-
-C’è un
ragazzo che ti piace nella nostra classe?-
-….no!-
disse evasiva
-Bugiarda!-
la riprese l’amica con un sorriso che contrastava con le sue lacrime.
-No,
davvero… nessuno-.
-Eheh… Yushiro, vero?-
Fuyuko
arrossì leggermente -…-
-Ho
colto nel segno!-
-Certo
che quando ti riprendi dalla malinconia sei davvero insopportabile…-
-Mi
conosci!-
-E va bene,
si… mi piace-
-Non
credevo ti piacessero i teppisti…-
-Infatti
non mi piace per quello…-
-…-
Tomoko assunse un espressione
dubbiosa
-…
mi piace perché è uno spirito libero… senza limiti ne leggi…-
-…-
l’espressione dubbiosa dell’amica si irrigidì
-Che c’è?-
-Beh…
perché non gli confessi che ti piace?-
-Uno,
sono troppo orgogliosa per farlo… secondo, come hai
notato, non mi piacciono i teppisti… terzo, non so se sopravvivrà a questo
programma, ne tanto meno se voglia combattere-
Le
due rimasero in silenzio, Fuyuko si alzò e porse una
mano a Tomoko
Un'altra
ragazza era in zona, la balestra in spalla mentre la
sua nuova pistola fiammante era stretta nel pugno, non indossava l’uniforme,
calzava invece un abito di buona fattura rubato da un guardaroba lasciato
incustodito, si avviava lentamente per le strade dell’area.
Kuniko
manteneva un aria seria, gli occhi nascosti dietro gli
occhiali dalle lenti a specchio, passò una mano sul collare impregnato del suo
sudore, faceva particolarmente caldo quel giorno a Sanjo,
le dita si posarono poi su una collanina di dubbio valore, in plastica, i cui
caratteri di vari colori mostravano la scritta “Kuniko”,
il tatto sentì poi il medaglione preso a Momoko, sua
sorella.
Le
mani rimasero tese mentre nella mente della ragazza un
ricordo fece la sua improvvisa comparsa.
Casa di Abashi (Flashback di quando Kuniko
aveva dieci anni)
Un
dolore forte allo stomaco, il signor Kyoka l’aveva
colpita con un forte calcio all’addome, Kuniko si accasciò a terra gemendo, teneva stretta nel pugno la
propria collana:
-Piantala
di piangere, stupida!- la rimproverò l’uomo
-La
smetta di farle male!- disse il padre, impotente
-Tu!-
Kyoka si avvicinò con passo intimidatorio verso l’uomo
–Prima mi chiedi dei soldi… io non ho mai avuto
problemi a fare un piacere ad un amico, sia ben chiaro… ma se non vuoi pagare
gli interessi… sta certo che i tuoi cari non avranno vita facile!-
-Lei…
lei è uno strozzino! Un pescecane! Come può fare una cosa del genere a un padre di famiglia? A un suo
amico per giunta!-
-Taci!
Mi sto solo riprendendo quel che è mio di diritto! Abbiamo firmato un accordo,
no?-
-io
le ho dato tutto quel che ho…- disse allora l’uomo
supplichevole, ma Kyoka non si fece intenerire.
-Quella
miseria non basta neppure a saldare un quarto di quanto mi devi!-
-Non
erano solo gli yen…-
-lo
stesso vale per tutte le volte che mi sono fatto quella bagascia
di tua moglie e teppistella della tua figlia maggiore!-
-io…io…-
Un
calcio ancora più forte andò verso la schiena di Kuniko, la bambina strillò forte lasciando cadere
dalle mani la sua collana.
-Nooooo!-
continuò a piangere lei, l’uomo aveva ormai preso l’oggetto
–è mia! Me l’ha data mamma prima di finire in ospedale! Dammela!-
L’uomo
in tutta risposta diede un forte ceffone a Kuniko,
che cadde nuovamente a terra –Sta zitta! Questa serve
a tuo padre per ripagare tutti quei soldi che mi ha sottratto per degli stupidi
investimenti in questa casa!- sorrise –che vi verrà
sottratta fra qualche giorno!-
Il
padre di Kuniko si piegò su se stesso e iniziò a
piangere, non era affatto interessato a Kuniko, gli importava di più della fine del suo domicilio, la
bambina non smise di piangere e Kyoka se ne andò
uscendo dalla porta, Momoko che era caduta a terra
poco più in la di lei gli si avvicinò. –Dai… non fare così…-
-uhg… sigh… urgh-
-…-
-sigh…uhg..urgh..hu-
-Guarda…-
La sorella gli porse un gioiello in argento che teneva
nascosto sotto la gonna, per nasconderla a Kyoko.
-…sniff..-
-L’ho rubata per conto di Kyoko… c’ho
preso parecchie botte per avergli detto che l’avevo persa…-
-…-
-Te
la presto… quando ti sentirai meglio me la ridarai, va bene?-
-…-
annuì, la sorella gli mise il gioiello al collo, poi sorrise alla sorellina
che, nonostante non si mise a sorridere, aveva un aria
decisamente meno cupa.
Kyoka
scese le scale della metropolitana, e si avviò sulle banchine deserte fino a
raggiungere il binari del suo treno che non avrebbe
tardato più di due minuti ad arrivare, lo sguardo era diretto al tunnel dal
quale doveva uscire il proprio convoglio, nelle mani aveva ancora la collana
rubata a Kuniko. Quest’ultima
venne poi sfilata dalle mani dell’uomo che si voltò rapidamente.
-Ancora
tu, ragazzina?-
-…-
-Non
ne hai avute abbastanza,eh?
-Me
l’ha data mia mamma…-
-Bene…
me la riprendo…-
-NO!-
Urlò Kuniko appena l’uomo tentò di prendere la
collana, la bambina si strinse indietro, nascondendo l’oggetto fra le mani –ME
L’HA DATA MIA MAMMA!-
-Non
urlare stupida!-
-NO!-
Kuniko spinse l’uomo con tutta la sua forza,
facendolo cadere sui binari elettrificati della metropolitana –MIA MAMMA ME L’HA DATA!-
L’uomo
non rispose, una scossa si mosse per tutto il suo corpo, contorcendolo in mille
convulsioni che tormentavano i suoi nervi, Kuniko se ne andò rapidamente dalla metro.
-Ma come hai riavuto la tua collana?-
-Me
l’ha ridata il signore- Rispose raggiante - Ha detto
che non ci darà più fastidio… andiamo, Momoko!-
Ore 15: 24 – Zona E4, strade
La
mano si rilassò nuovamente, andando a posarsi lungo il fianco. Era quella la
sua storia, un padre finito in mano agli usurai, che per sdebitarsi lasciava
picchiare e violentare le figlie e la moglie, a tal punto che quest’ultima finisse all’ospedale. Il suo viso si contorse
in una smorfia di tristezza, ma si riprese subito, non poteva permettere che
gli altri scorgessero le sue debolezze… doveva sembrare forte almeno quanto la
sorella! Aveva nascosto la sua natura dietro le sfoglie della studentessa
modello ed era giunto il momento di tirar fuori tutto il rancore per riversarlo
su chiunque gli sarebbe capitato davanti, senza
scrupoli, senza distinzioni.
Raggiunse
una casa, voleva asciugare le lacrime che copiose gli erano scivolate sul viso,
spalancò la porta e si avviò all’interno della casa, lo sguardo vaga va sui
mobili e la struttura interna, vide una porta ad arco e si incamminò
verso essa tenendo lo sguardo basso, appena la varcò alzò la testa e sgranò gli
occhi, Fuyuko e Tomoko
stavano sedute al tavolo e stavano guardando verso lei con aria stupita.
Studenti rimasti in vita: 27
Salve lettori^^
Volevo inserire un capitolo introspettivo di uno dei personaggi
chiave della fict, KunikoAbashi, spero vi sia piaciuto, anche se forse vi aspettavate una strage di studenti, come da prassi. Rimedierò
nel prossimo capitolo dove ho in mente un bel po’ di colpi di scena ^^
X Topomouse, anche se forse è un messaggio
generale che tutti i lettori possono commentare: Non dico
che con un Rating 17N mi esprimerei meglio, anzi, non ho mai provato a scrivere
scene splatter, seppur nel manga sono molte.
Per quanto riguarda i nomi non è affatto
necessario ricordarseli in quanto metto apposta delle citazioni ed eventi che
riportino quasi subito al personaggio ^^ (ad esempio in questo capitolo ho
fatto riferimento al cambio d’abiti di kuniko,
avvenuto nel precedente)
Capitolo 10 *** Capitolo X Scommesse e Resoconto ***
15:32 – Zona E4, abitazione
Capitolo XScommesse e resoconto
Ore 15:32 –
Zona E4, abitazione
Il
silenzio regnava, solo il lieve cigolio del ventilatore a soffitto lo rovinava,
le tre ragazze rimasero attonite, Tomoko e Fukyuko osservavano Kuniko, che
non tardava a ricambiare lo sguardo, le armi in bella mostra. Kuniko iniziò per prima:
-AH…meno male che siete voi..- lo sguardo diventò amichevole, come aveva
mostrato loro parecchie volte a scuola.
-…- le due ragazze
rimasero in silenzio con uno sguardo interrogativo
-Ho avuto tanta… paura…
pensavo che mi avrebbero uccisa…- disse improvvisando
-…-
-Kuniko!- disse poi Tomoko
avvicinandosi a lei – èKuniko! Non farebbe
male a nessuno!-
-Si… io voglio solo
uscire da questo gioco con tutti gli altri…-
-Fermati, Tomo!- disse Fuyuko, estraendo la spara chiodi
e puntandola contro la ragazza
-EH…?- l’amica si voltò, Kuniko cancellò lo sguardo
amorevole dal volto
-Guarda! Ha due armi!-
Proseguì Fuyuko indicandole con la sua arma –deve
aver ucciso qualcuno!-
Tomoko
si girò rapidamente e osservaKuniko,
sul suo volto prima serio era comparsa una smorfia di contentezza.
-Sei
sempre stata sveglia, Manae…- disse quindi la ragazza
-…anche troppo per il tuo bene!-
Kuniko
fece per alzare la pistola, Tomoko si allontanò
gridando e Fuyuko fece partire un colpo con la spara chiodi, le sue mai non smettevano di tremare, non
aveva mai avuto il desiderio o la necessità di uccidere qualcuno e non era
ancora pronta a farlo, il colpo non fece che rimbalzare su una trave in ferro
dietro a Kuniko, che rimase indenne quando la sua
pistola si levò all’altezza di Fuyuko, che
prontamente si nascose dietro un tavolo da cucina che rovesciò a terra. Un
colpo partì dalla pistola della studentessa, insieme ad
un grido delle due ragazze, il proiettile colpì il tavolo e lo trapassò, mancando
per un pelo Fuyuko, ma ferendola comunque ad una
spalla, nonostante il suo coraggio e selfcontrol non poté trattenere le grida, Kuniko non si fermò e avanzò verso il tavolo sparando altri
due colpi che finirono nuovamente a vuoto, visto il fatto che non era
consapevole dell’esatta posizione di Fuyuko dietro il
tavolo.
Tomoko
era impietrita, stava nascosta dietro il piano da cucina e teneva stretta in
mano la siringa con la quale avrebbe voluto porre fine a quella pazzia, si alzò
lentamente in piedi, Kuniko la vide subito e cambiò
rapidamente la mira, Fuyuko seppur incosciente di ciò
si alzò puntando alla testa della ragazza, un colpo
parti da entrambe le armi, il chiodo colpì gli occhiali dalle lenti a specchio
della studentessa, facendoglieli cadere e spaventando la ragazza che non solo
sparò un altro proiettile a vuoto colpendo il ventilatore sopra le loro teste,
ma cadde anche a terra terrorizzata, coprendosi il volto.
-Tomoko!
Dobbiamo andarcene da qui!- Urlò Fuyuko andando alla
ricerca dell’amica
-..anf… ah..- la ragazza era spaventata e esausta alle stesso
tempo, Fuyuko afferrò forte la sua mano e corse
rapidamente verso la porta, passando davanti al frigo, ma si fermò
immediatamente, una Kuniko ansimante e tremante gli
stava puntando la pistola contro, non aveva scampo… sarebbe morta, in un
miserabile gesto sparò un altro chiodo alla ragazza, con una fortuna come poche
persone possono averla, il colpo prese la pistola, facendone cambiare
leggermente la direzione di puntamento, il proiettile partì colpendo di
striscio gli scaldamuscoli di Fuyuko procurando una
ferita leggera alla tibia, che cadde a terra, Tomoko
la osservò impaurita, poi incrociò le ciglia in un volto arrabbiato, la pistola
di Kuniko si alzò verso il suo volto, lei rimase
impassibile, come se non gli importasse più di nulla.
-Puttana!-
Urlò, prima di sbattere la porta del frigorifero contro la ragazza che sbagliò
mira per l’ennesima volta, colpendo una finestra che cadde in mille pezzi, lo
sportello si richiuse e Kuniko comparve da dietro di
questo, la canna della pistola era riversa verso Tomoko,
ai cui piedi era inginocchiata l’amica ferita e
sanguinante, entrambe erano impaurite, Kuniko
premette il grilletto.
Click
Il
caricatore era vuoto, tutti i sei colpi che aveva in canna erano stati esplosi
e i loro bossoli erano riversi a terra, Tomoko tornò
nuovamente rabbiosa e si fiondò su Kuniko, con la siringa in pugno, Fuyuko
si alzò di scatto.
-Fermati,
Tomo! Non diventare come lei!-
Le
sue urla vennero coperte da quelle delle due ragazza
che infuriarono in una lotta, rotolando dietro ad un divano, improvvisamente Kuniko si alzò e corse fuori dalla porta sul retro, non
aveva con se ne la pistola ne la balestra che aveva appesa alla schiena,
nonostante il dolore Fuyuko corse verso di lei, ma
inciampò prima di raggiungerla, si voltò quindi dietro il tavolo, scorgendo Tomoko, sbarrò gli occhi.
-Fuyu…-
le labbra della sua amica tremarono, la sua amica era
distesa dietro il tavolo, la balestra e la pistola erano vicino a lei, la sua
arma, la siringa, era infilata nel suo braccio, lo stantuffo era quasi
completamente premuto ed era ancora visibile parte della sostanza velenosa e
giallognola che era ormai in circolo per le sue vene. Fuyuko
cadde in ginocchio ancora e andò verso la sua amica toccandole il volto,
l’abbracciò a se.
-To…Tomoko… no…-Fuyuko
scoppiò a piangere
-F..Fuyuko…
sto… sto morendo?-
-ugh…- Fuyuko non rispose, ma abbracciò l’amica ancor più forte
-eheh…-
nonostante tutto Tomoko sorrise –… mi viene in mente quando ero a casa, a mangiare gelato, a guardare la
tivù… la mia sorellina che mi fa i dispetti… e i miei non mi avevano ancora
detto nulla… non mi avevano mai raccontato del programma, pensa che mi
parlavano ancora di “lunghi viaggi” quando un mio parente moriva… pensi che lo
direbbero ancora, anche adesso mi mentirebbero? Anche quando i proiettili ci
piovono addosso, continueranno a dirmi bugie?...-
-…-
Fuyuko non l’ascoltò, pensando che la
ragazza stesse delirando
-Fuyu…
promettimi che quando incontrerai Gaho gli dirai
quello che provo per lui…-
-SI…-
disse lei fra i singhiozzi –…te lo prometto…-
-Fuyu…
sei… la mia più grande amica…-
-Tomo…-
le sue lacrime caddero sul viso dell’amica, che non si mosse
-…-
-Tomoko…-
-…-
-Tomoko….!-
Fuyuko
strinse forte il cadavere della compagna, mentre un fischio ruppe il silenzio.
Ore 16:00 –
Zona 3D Deposito Pullman/Centro di controllo (zona proibita)
Il
professoreInoue stava
rigido sul microfono.
-Bene
Bene, ragazzi! Vedo che vi date da fare, ben sei dei vostri amici sono morti!
La studentessa undici, KeroyoKunie, la quattordici, Nakawa,
gli studenti dodici, sei, quindici e sedici, rispettivamente: Kenata, Gaji, Manaru
e Shiboni… oh, una new entry, la studentessa quattro,
ChizaTomoko… bah, sembra
tutto. Vedo che le ragazze stanno tenendo ben stretti i denti, complimenti!
Visto il vostro sforzo riduco il numero di zone
proibite, la A1 e la C3, saranno attive alle venti!
State lontani se non volete fare la fine dei fidanzatini! Buon gioco come
sempre!-
Un
soldato alla consolle interruppe il collegamento,
facendo cenno al professore, Inoue si avviò verso la
poltrona dove la donna che aveva presentato il gioco assieme a lui, e si
sedette.
La
donna stava leggendo un fascicolo di fogli, ultimo fra questi
era la lista di studenti, completa del loro stato.
RagazziRagazze
AshizuEbizo
AbashiKuniko
Buncho Arata
AbashiMomoko
DaireiKeishi
Ando Rui
Fumai Gaho
ChizaTomoko
Fumi Taki
FujiEmiko
GajiYachi
FushinoNao
HabaraiHebi
HarenjiMayumi
HanzaKazu
HasamuraAyako
HisakiIzo
HotariAki
HuchikaMusato
HukitaSae
KawaraEichi
KeroyoKuinie
KenataBaiko
KitsuneMaru
KentoHaruki
ManaeFuyuko
KyochiMotoyuki
NakawaYui
ManaruMisao
OshikoKazue
Shiboni Bairei
RiunoKunie
Shiduna Mito
RiutakaHisa
ShinKazu
SahariNaoko
TashibariYushiro
TenJunko
YujiHiroaki
ZarahiMiho
-Studentessa
numero quattro, ChizaTomoko, morta alle ore quattro meno tre circa nella zona
E4- Riferì allora un soldato
La
donna prese una penna e sbarrò il nome di Tomoko.
-Mh…
otto morti fra i maschi e solo sei fra le femmine… potere alle donne!- Affermò lei
-Così
sembra...- Rispose il professor Inoue, congedando il soldato
-Su chi scommetteresti?-
-Uhm…
sai che mi hai preso proprio alla sprovvista?-
-Come?
Sono già rimasti solo ventisei studenti!-
-Beh…
così a naso direi… Abashi! Si, Abashi
ha già ucciso tre studentesse, due delle quali sono delle teppiste da non
sottovalutare... e una era addirittura sua sorella! È priva di scrupoli, ciò le
renderà il gioco alquanto facile rispetto ad altri studenti…-
-uhm…
già è un arma da guerra come poche se ne vedono fra i
giovani.. anche se io pensavo a Tashibari…-
-Ah,
lo odio… ma non posso dire che sia uno stupido… ha
ammazzato un intero gruppo di persone grazie alla sua intelligenza, è un fottuto geniaccio maledetto… farà strada anche lui, non c’è
che dire… eh tu?- si rivolse poi ad un soldato intento ad osservare la
consolle.
-Uh,
io… io punto su Hukita…-
-Già,
anche a lei è bella pericolosa… anche se forse la sua
scarsa sanità mentale non l’aiuterà di certo…tu!- puntando con l’indice un
altro soldato
-AshizuEbizo… oppure Manae…-
-I
sovversivi… entrambi posseggono ottime dote atletiche…
ma sinceramente penso che siano ancora troppo attaccati ai loro compagni di
classe.. te, invece?-
-SahariNaoko…-
-Oh…
la campionessa di Karate in combutta con Huchika… se iniziasse anche lei a farsi valere invece che
tentare di fuggire, probabilmente avrebbe una vittoria pressoché scontata… tu!-
-ShiKazu…-
-Uhm…
un altro pazzo… non so se avrà sempre fortuna come ne ha avuta con Keroyo…-
-AndoRui…-
-Un'altra
Karateka… sembra che sia una classe ben tornita dal
punto di vista bellico non trovate..- Tirò fuori un
foglietto, che rivelava i dati della studentessa in questione.
Studentessa N°
3 Codice di Matricola HGDN84
Nome: RuiCognome: Ando
Sesso: Femmina
Peso: 65 Kg Altezza: 1,65
Corsi extrascolastici:
Karate
Atletica leggera
Tiro con l’arco
Teatro
Arma designata:
…
Il
pollice coprì la parte finale del documento, il professore
sventolò il foglio.
-Non
sappiamo molto bene delle sue intenzioni, ma se combattesse
avremo di che divertirci… Tu! Dicci dove si trova la studentessa tre!...- Additò un uomo alla consolle
-Aspetti,
controllo… zona… B6… zona B6, ci sono altri studenti, non so se è conscia della
loro presenza, signore… ma dovrebbe esserlo, vista la
sua arma…-
-Bene…
attiva il controllo via microfono-
Ore 16: 26 – Zona B6, condominio
Rui
stava strisciando lungo il muro, un bip provenne
dal suo borsone e continuò a presentarsi, aumentando la sua frequenza, la
ragazza aprì il bagaglio e afferrò la sua arma, un rilevatore di posizione che
mostrava i collari nel raggio di quindici metri, due puntini brillarono a poca
distanza da lei, verso nord, lei vi si avviò, entrò in una stanza e si affacciò
dalla finestra, una serie di spari irruppe da fuori, due sagome non ancora ben
distinte stavano combattendo fra di loro, il motivo
come la loro identità era a lei invisibile. Rui
afferrò il borsone e si precipitò giù dalle scale.
Rui non
perse un secondo, scese celermente lungo la tromba delle scale e si precipitò fuori dall’edificio, avvicinandosi furtivamente verso il
rumore di spari, ormai poteva vedere uno dei duellanti, la studentessa
quindici, OshikoKazue,
sera nascosta dietro un lampione e teneva stretto fra le mani un arco, il suo
nascondiglio non sarebbe durato molto, alcuni colpi di pistola stavano
danneggiando il palo, a qualche decina di metri era visibile la ragazza sette, HarenjiMayumi, che come
impazzita non smetteva di sparare.
-Fermati!...- Implorò Kazue, le sue mani
tremavano – Non so usare questo coso, non voglio uccidere nessuno…!-
La
compagna non rispose, continuava a sparare come fosse impazzita, Rui voleva andare in mezzo alla mischia e fermare il tutto,
ma Mayumi non avrebbe sentito ragioni, era da sempre una poco di buono, stava nel gruppo di Momoko
e minacciava ogni studente per farsi dare dei soldi, Rui
Ando era da sempre stata intimorita dai bulli e dalle gang di teppisti.
Rui
osservò il rivelatore di posizione, due pallini erano entrati nel raggio
dell’apparecchio, uno si stava avvicinando alle due ragazze, un altro si stava
accostando a lei da dietro le spalle, la ragazza trasalì completamente e si
girò piano piano, trattenendo il respiro, lo rilasciò
quasi subito, accorgendosi che alle sue spalle c’era solo la sua
fidata amica Ten Junko.
-Junko!
Mi ha fatto prendere un colpo..-
-AH…
sono cosi felice di vederti, Rui..-
disse lei quasi in lacrime -…tutti i nostri compagni stanno morendo…-
-Tranquilla…
ora che siamo insieme non ci succederà nulla…-
-…-
-Che
arma hai?-
-Questa…-
-Una
penna?! Mi stai prendendo in giro… vero..:?-
-Magari…-
Una
raffica di spari assordanti interruppe le due, erano molto più veloci di quelli
di Mayumi, le due quindi si voltarono verso la loro
provenienza.
-Harenji!!!-
urlò in lacrime la studentessa, ormai uscita allo scoperto.
Una
raffica di colpi la prese in varie parti del corpo, il petto, le gambe e la
faccia eranostati
quasi del tutto dilaniati dai proiettili, da dietro una casa era apparsa alla
vista la carnefice delle due, HukitaSae, ancora in stato semi-incosciente, ai suoi piedi il
cadavere martoriato e grondate di sangue di Mayumi.
Rui e Junko non rimasero lì più di un secondo a
osservale le proprie compagne uccise, corsero più veloce che poterono verso
est, senza voltarsi addietro, non parlarono ne si guardarono mentre le loro
gambe esili iniziavano ad aumentare di velocità.
Ore 17:01 –
Zona C1 (confine), centralina elettrica
Erano
trascorse molte ore prima che Musato
e Naoko raggiungessero l’area C1, con loro somma
gioia trovarono quello che stavano cercando, la centralina elettrica che
avrebbero disattivato per fuggire di li, Naoko esultò
senza fiatare e abbracciò forte Musato che arrossì
all’istante.
Naoko
scrisse su un pezzo di carta e lo mostrò al compagno.
“L’abbiamo
trovata!!! Ora come facciamo a disattivarla?”
Lui
prese il foglio e ci scrisse sopra a sua volta
“Lascia
fare a me…”
Musato
si avvicinò alla recinzione, scorgendo sopra di essa
il cavo che la collegava alla centralina, spiccò un salto e cercò di colpire
con la sua katana il filo elettrico, Naoko gli diede un forte colpo alla schiena mostrando il
solito foglietto.
“Ma sei scemo? Così morirai folgorato!”
Musato
mise davanti al volto della ragazza la sua mano, mostrando un guanto in gomma da cucina, lei in risposta scrisse “e quello dove
l’hai preso???”
Il
ragazzo si voltò senza rispondere e continuò la precedente operazione,
riuscendo finalmente a tranciare il cavo, che iniziò a lanciare scintille
ovunque, i due riuscirono a schivare il cavo e si prepararono a salire sulla
recinzione, non seguirono più il criterio di scrivere, ormai i soldati avrebbero saputo delle loro intenzioni con o senza sentire
le loro conversazioni.
-Sei
sicuro che possiamo scavalcare?… potrebbero essercene altre, di centraline..-cheise dubbiosa la ragazza
-Credo
che non avremo comunque altre possibilità…-
I
due presero un gran respiro e si avvicinarono ancor di più alla recinzione,
fino a toccarla, non era successo nulla, nessuna
scossa li traversò, erano vivi, vegeti e liberi!
-Saliamo!- dissero in coro
Dopo
qualche minuto i due erano usciti dal campo di battaglia, le
luci di Sanjo brillavano all’orizzonte, Musato prese Naoko per la mano e
corse rapido verso la stazione ferroviaria, alcuni passanti si voltarono verso
di loro, alcuni riconobbero i collari e si voltarno
velocemente alla direzione opposta.
-Dobbiamo
andarcene di qui! I soldati ci staranno cercando…- disse
lui, la ragazza annuì determinata.
-Cosa
volevi dirmi?- chiese lei, d’un tratto.
-Eh?-
-Sul
pullman, prima di addormentarmi, mi hai detto che
volevi dirmi qualcosa…-
-Ah…-
il ragazzo spinse Naoko in un vicolo e la fissò
seriamente
-Cosa…?-
-Io…
da quando ti ho vista la prima volta… mi sei sempre
stata… simpatica…-
-EH…?-
-Naoko!
Io… io ti ho amato… da… dalla prima volta che ti ho visto…!-
La
ragazza stava per dire qualcosa, ma venne bruscamente
interrotta.
Biiiiiip!
-Musato…
io…-
BOOooOOM!
I
collari dei due esplosero, i loro corpi imbrattati di sangue
scivolarono lentamente a terra, uno sopra l’altro.
Ore 17:48 –
Zona D8, Negozio Autoconcessionario
Il
lungo piazzale dell’autoconcessionario ospitava cinque studenti che se ne
stavano seduti per terra, uno di questi, HabaraiHebi, stava osservando la mappa che aveva poggiato a terra
mentre un fischio dell’alto parlante interrupe la concentrazione
di tutti, attirandone l’attenzione.
-Comunicazione
importante!- La voce era quella della donna - A causa di alcuni
eventi che non vorrei raccontare, la recinzione che delimita il perimetro
dell’area non è più elettrificata! Vorrei comunque dirvi
che il collare detonerà lo stesso se abbandonate l’area di copertura… Buon
proseguimento di gioco.-
Una
ragazza, HotariAki,
scrisse su un pzo di carta che mostrò ai compagni.
“bene,
direi che il piano A è da archiviare, dobbiamo passare
a quello B”
Tutti
annuirono, Hebi scrisse
“Comunque non abbiamo molto tempo, la zona C3 sarà proibita
alle 20:00. Muoviamoci”
Tutti
raccolsero la loro roba e si diressero verso la zona indicatagli dalla mappa, il
cuore in gola. HotariAki, HabaraiHebi, Shiduna
Mito, KawaraEichi e HasamuraAyako avevano un piano
in mente.
Ore 18:10 –
Zona E2, magazzino / Zona E4, Abitazione
(morte di Tomoko)
Lo studente otto, HanzaKazu, si era
nascosto dietro una pila di barili dal contenuto sconosciuto, col chiaro motivo
di non farsi vedere e quindi di sopravvivere il più a lungo possibile senza
uccidere nessuno. All’improvviso un rumore di vetri rotti fece alzare il
ragazzo, armato di un revolver dalle dimensioni ingenti (colt anaconda), Kazu si voltò lentamente nella direzione del rumore, una
sagoma dalle fattezze femminili si stava facendo largo fra le polveri che continuamente
si alzavano in aria, saturando la zona, la ragazza ormai rivelata non indossava
l’uniforme scolastica e mostrava un volto angelico, quello di
AbashiKuniko.
Erano
passate delle ore dalla morte di Tomoko, Fuyuko non voleva allontanarsi da le,
le sue ferite sanguinavano ancora e facevano molto male, ma lei non sentì altro
che un profondo vuoto dentro di se, rimase abbracciata ancora forte a lei, lo
sguardo cadde inevitabilmente sullo zaino dell’amica che raggiunse strisciando,
appena lo aprì da esso scese una pagina di diario strappata.
Era il mio peggior incubo
Quello di finire nel programma
È molto diverso vedere queste cose alla
TV
O leggerle
nei libri. Qui fra me e la morte
Non c’è che un soffio.
Ma sento che
riuscirò a dire a Gaho quel
Che provo
per lui. C’è anche Fuyuko qui
Con me. Non posso fallire.
Non posso fallire…
Quelle parole si riversarono nella mente di Fuyuko, che si alzò da terra molto lentamente.
Avrebbe trovato Gaho,
lo avrebbe fatto per Tomoko.
Studentessa 15, OshikoKazue
Studentessa 7, HarenjiMayumi
Studente 10, HuchikaMusato
Studentessa 18, SahariNaoko
Deceduti
Studenti
Rimasti in vita: 22
Salve lettori ^^
Speor che questo cap,
come spero sia stato per tutti gli altri, vi sia
piaciuto.
Leggete e recensite copiosi ^^
Per TopoMouse: Hai ragione, è la mia
arma preferita :D
Ebizo
era a pezzi, l’unico piano da loro generato era andato in fumo, la fredda voce
dell’alto parlante gli aveva da poco rivelato la triste verità,le recinzioni prive
di elettricità non erano affatto la loro via di fuga, erano invece una semplice
illusione, una barriera infranta da un soffio di vento troppo forte, anche il
suo corpo era così, era un fragile guscio che ricopriva la sua anima,
impedendogli di fuggire. Il suo giubbotto antiproiettile lo faceva sentire
impacciato e goffo, del resto pesava sui dieci chili ed era decisamente
ingombrante, gli comprimeva il petto in maniera indicibile, impedendogli quasi
di respirare, cosa già difficile sotto quei sedili degli spettatori sotto i
quali si stava nascondendo da possibili sguardi poco amichevoli.
Era
paranoia, il teatro era completamente vuoto, o almeno così sembrava, il ragazzo
si alzò lentamente lanciando occhiate prudenti in giro, uscì infine da sotto le
seggiole, schiacciando un bicchiere in plastica che si
accartocciò rumorosamente, il ragazzo si strinse nelle spalle e scattò
indietro, emettendo un sospiro quando si accorse infine della fonte di
confusione.
Una
figura da dietro il bancone dei popcorn all’ingresso si mosse e si accostò nella
sala di audizione, scorse Ebizo
e vi affacciò, sventolando una mano e cercando di attirare l’attenzione
dell’amico.
-Ebizo…!-
disse, la voce un po’ soffocata
-…Gaho!-
-Non
urlare così… vieni, su…-
Ebizo
fece una leggera e silente corsetta, raggiungendo il compagno di classe, notò
che aveva la sua mano era nascosta dietro la sua
schiena.
-Meno
male, Gaho… Manae e Chiza ti stavano cercando… e anch’io…-
Fumai
assunse un sorriso misto ad un aria di sufficienza, ma
non disse nulla.
-Gaho… che c’è?-
-Oh…
niente… che arma hai?-
-
un giubbotto antiproiettile, nulla di che…-
-Interessante,
invece…- Gaho tirò fuori da
dietro la schiena una oggetto dalla forma di telecomando, dalle dimensioni di
una scatola di cerini –… io ho questa!-
Ebizo
vide l’oggetto avvicinarsi spaventosamente veloce al suo volto, poi un fascio
di luce blu elettrico l’abbagliò, non sentì più nulla.
Ore 18:56 –
Zona B8, Palestra
Un
mitragliatore giaceva a terra, insieme ad un borsone
verde militare, dei caricatori vuoti e una decina di bossoli a terra, una
ragazza stava strisciando lontano da essi, era SaeHukita, intenta a contemplare una foto che aveva appoggiato
ad un attrezzo da palestra, quella di Buncho Arata,
il primo ragazzo che aveva ammazzato con le sue stesse mani.
Il
volto di Sae era rigato dalle lacrime e rovinato da
una serie di graffi che, dato il sangue sulle unghie spezzate, sembrava essersi
fatta da sola, gli occhi erano incavati e contornati da grandi borse, non aveva
dormito da quando aveva ucciso il suo compagno di
classe alla quale era molto affezionata. Le sue dita macchiate di sangue
sfioravano il volto plastificato di lui, che la guardava sorridente e immobile
mentre anche lui veniva imbrattato di quel denso
liquido scarlatto.
-Arata…-
Le
parole non furono che un leggero fiato che usciva dalle sue labbra tremanti, i
suoi occhi si perdevano nella foto, ricordando quando
l’avevano scattata. Era una giornata come tante altre, stavano passeggiando
allegramente al parco, Saeaveva
un cono gelato in mano, Arata aveva finito il suo qualche minuto fa e stava
seguendo il sentiero davanti a loro con le mani in tasca e un espressione seria,
come suo solito.
-Se
terrai sempre quell’espressione, non avrai mai una
ragazza…-lo prese in giro Sae
Il
ragazzo in tutta risposto, sbuffò e si voltò dall’altra parte, il sorriso sul
volto della compagna si allargò,con un leggero passetto si avvicinò a
lui.
-Sai-
continuò lei –La prima volta h ceti ho visto… mi hai messo paura… si, credevo fossi tipo un bullo, o simili… però… quella volta, alla gita
in montagna, mi hai salvato la vita, impedendomi di cadere da quel massiccio…-
la ragazza passò la lingua sul dolce freddo, distogliendo lo sguardo da lui.
-…Se solo ci avesse visto qualcun altro, forse non saresti ritenuto il cattivo
della classe…-
-Non
pensarci…- disse, Sae gli si fermò
davanti, impedendogli di proseguire per il sentiero, lui stava per aprire la
bocca e parlare, ma lei fu più veloce e sigillò le sue labbra con quelle del
ragazzo. Il momento non durò più di qualche secondo, ma per Sae
era un momento di felicità assoluta, la ragazza si scostò da lui, per poi
ributtarsi fra le sue braccia, sprofondando in un abbraccio.
Quel
giorno gli aveva scattato la sua unica foto, l’ultimo
suo ricordo era lì, davanti a lei, prona sul terreno, lui le aveva salvato la
vita e lei gliela aveva tolta, per sempre, urla strazianti uscirono dalle sue
labbra, alla mente veniva quel ricordo, quell’improvviso
scatto d’ira, quel girare sul tallone quando aveva il dito premuto sul
grilletto, il rumore sordo dei proiettili che impattavano sul corpo di Arata,
il sangue che schizzava dalle ferite.
Sae
urlò, urlò con tutto il fiato che aveva in gola, urlò con tutta la forza che
aveva nei polmoni mentre passava le dita sul suo
scarno volto, lacerando le sue gote con le unghie sanguinanti, si alzò
improvvisamente, strappò l’uniforme mentre iniziava a distruggere tutto quel
che vedeva davanti a se, finestre, porte o attrezzi che fossero.
-…
mia… MIA!… è colpa mia!!!- urlò, mentre diede un pugno
ad una finestra, distruggendola, del sangue grondò dalla sua mano, che strinse
al petto, tremando e cadendo a terra sfinita, si avvicinò alla foto, avanzando
a carponi.
-Perdonami…
Arat…- Non riuscì a finire la frase, un tuono riempì
la stanza, la foto di Arata fu investita da un getto di
sangue, il corpo di Sae si accasciò a terra esanime, TashibariYushiro, il ragazzo che
aveva fatto ammazzare a vicenda tutta la sua gang di bulli, era a tre metri da
lei, ricaricò il fucile d’assalto.
Il
ragazzo osservò nella borsa di Sae, era vuota, la
ragazza non aveva preso le armi di tutti i compagni
che aveva ucciso, Yushiro si avvicinò allora al
mitragliatore solo per accorgersi che era privo di munizioni, il ragazzo
imprecò sottovoce e sparò un colpo al cadavere di Sae,
sul volto di lei un espressione di compiacimento, aveva ormai raggiunto il suo
amore.
Ore 19:23 –
Zona D7, Teatro
L’oscurità
si sfoltì lentamente, una luce soffusa si fece largo nella mente stordita si Ebizo, un freddo pungente lo avvolse e lui si svegliò di
soprassalto.
Era
lì dove l’aveva lasciato Gaho, era disteso a terra a
torso nudo, la camicia e la giacca della sua divisa erano pochi metri più in
là, non aveva più il suo giubbotto antiproiettile e l’evidente traditore era il
suo amico Gaho, ma era ancora vivo.
Ore 19:26 –
Zona E2, Magazzini
HanzaZaku era mezzo nudo e disteso per terra, in una pozza di
sangue, un foro di proiettile era presente sul suo cranio, Kuniko
stava a pochi metri da lei e si stava rivestendo lentamente, la pistola del
compagno era di fianco a lei.
-Grazie,
Hanza-kun- disse, come se quel freddo cadavere gli
potesse rispondere, lo sguardo di lei era fisso su
quella ferita che non smise di sanguinare, facendo estendere la pozza di sangue
fino ai piedi ammantati della ragazza, che girò sui tacchi e si avviò lentamente
verso l’uscita dei magazzini, una ragazza da dietro una serie di scatoloni
aveva assistito allibita alla scena, era KitsuneMaru, grande amica di Kuniko, che
era rimasta spaventata dal comportamento dell’amica.
Il
primo giorno volgeva al termine, ma il “programma” era appena cominciato.
Chi
avrebbe visto la luce della vittoria scalando la montagna di cadaveri dei
propri compagni? Di chi le preghiere sarebbero state ascoltate?
Studente 8, HanzaKazu
Studentessa
10, HukitaSae
Deceduti
Studenti rimasti in vita: 20
Salve a tutti voi lettori^^
noto con dispiacere che le letture sono diminuite.
Se la lettura è troppo complicata o troppo frivola, o se
semplicemente altre cose non vi andassero bene vorrei
sentirvelo dire.
Questo è si un racconto scritto da me, che
segue un filo conduttore preciso, ma è fatto per divertire ed entusiasmare i
lettori, così da far piacere sia a me che a voi^^
Spero vi sia piaciuto questo capitolo^^
X ladyblack: ciao^^ ho letto il romanzo
che mi hai detto. La lunga marcia DI S.King… mi ha
molto entusiasmato, fra l’altro su Wikipedia ho
scoperto che è stato proprio questo romanzo a ispirare
BattleRoyale!!:D
X Topomouse: Mio Dio, che sgarro =_= hai ragione! Meno male che mi hai corretto! Chiedo ufficialmente scusa a tutti i
lettori: ho modificato il capitolo II, togliendo la parte in cui dichiarano che
al di fuori della zona di combattimento i collari
esplodono, cosa
inserita poi all’ultimo capitolo. Grazie Topomouse,
spero non mi giudicherai male, solo che ultimamente sono un po’ rintronato. ç_ç (solo un po’ ed ultimamente, eh? è_éNdtutti)
Un
fischio ruppe il silenzio, era nuovamente l’altoparlante che imponente iniziava
a dare istruzioni, questa volta la voce era sconosciuta agli studenti, si
trattava probabilmente di uno dei soldati:
-Aggiornamento
delle ore venti, in un ragionevole ritardo di due minuti! Sette morti! A
studentessa quattro, ChizaTomoko,
lo studente dieci, HuchikaMusato,
studentessa quindici, OshikoKazue,
studentessa sette, HarenjiMayumi,
studentessa 18 SahariNaoko,
Studentessa…- di fu una breve pausa, quasi un sospiro
o un singhiozzo …. Studentessa dieci, HukitaSae… Le zone proibite da domani alle dieci saranno: A4, F6,
F7 e la E6…
Passo e chiudo…-
Del lacrime caddero sulla mappa che teneva in mano Ebizo
sbavando le croci che aveva segnato sopra le zone proibite, che dopo il
tradimento di Gaho si era incamminato verso nord, dove
aveva trovato il suo rifugio ideale, se ne sarebbe stato lì, fin quando non si
sarebbe ripreso dallo shock della perdita della sua migliore amica Tomoko. La sua mente era affollata di pensieri e di
ricordi, tanto da non accorgersi della porta automatica che si apriva e della
figura poco delimitata che gli si avvicinava alle spalle, un tonfo accompagnò
la caduta in gionocchio di quest’ultima
avvolse il busto di Ebizo da
dietro, abbracciandolo, era Fuyuko con le ferite
ancora grondanti di sangue.
-Era
lì con me… e non ho fatto nulla-
-…-
-lei…
si fidava di me… ma io non ho potuto salvarla…-
-…chi l’ha uccisa?-
-…Abashi… quella… quella…-
-…-
Fuyuko
scoppiò a piangere di rabbia.
-Tomoko…
voleva dire a Gaho che l’amava…-
-Gaho…
partecipa al programma… mi ha attaccato… e mi ha rubato l’arma…-
-…
glielo dirò lo stesso… non m’importa se crepo… ho promesso a Tomo di dirglielo…
poi voglio uccidere Abashi e vendicarla…-
Un
silenzio continuo e etereo avvolse il locale, Tomoko sentì le forze venirgli meno e si accasciò a terra
su un fianco.
Ora sconosciuta, data sconosciuta –
Aula della classe 2D
Un
rumore i passi, lo schiocco di una bacchetta su una superficie di legno a non
più di dieci centimetri dal suo orecchio destro, Fuyuko
si svegliò di soprassalto.
-Ma
bene, Manae-san… spero che il riposino sia stato di
suo gradimento…-
Inoue
la stava scrutando torvo dalla sua altezza decisamente
imponente per un orientale, un fragoroso suono di risate riempì l’aula mentre la
ragazza abbassò gli occhi contornati da una tonalità rossa assunta dalle sue
guance, si sentiva maledettamente in soggezione, e non aveva tutti i torti, il
professore si avviò verso la lavagna mentre una voce amica gli sussurrò
all’orecchio.
-Ho
cercato di svegliarti…- lo sguardo apprensivo di Tomoko
cancellò da lei qualsiasi forma di imbarazzo, sul suo
volto si abbozzò un sorriso, mentre con lo sguardo stava cercando di ritrovare
il segno sul libro aperto davanti a se. Il “programma” non sembrava altro che
un brutto sogno, del resto poc’altro poteva essere,
lo sguardo della ragazza andò ad osservare fuori dalla
finestra, era notte e la luna era alta e ben visibile nel cielo, ma lei
sembrava non farci caso, tutta presa da una sorta di euforia o di allucinazione
che inebriava i suoi sensi tanto da non fargli notare nulla se non che quella
era una normalissima giornata a scuola come tante altre.
Una
voce tuonò nell’aula –Hukita-san alla lavagna!-
Sae si
alzò dal suo posto, il suo volto angelico e sempre sorridente non era diverso
dal solito, si fermò a un quarto di metro circa dalla
lavagna, il professore le fece cenno di voltarsi verso i propri compagni e così
fece.
-Dicci,
Hukita-san… cosa hai fatto a Sanjo?
- il suo tono era molto mieloso e gentile, come quando faceva le sue
comunicazioni attraverso l’altoparlante, tono che non aveva mai usato con i
suoi allievi, effettivamente anche quella domanda era strana, non si era mai
interessato al piacere degli studenti.
-Beh,
mi sono divertita molto!- anche l’atteggiamento di Sae
era strano, difficilmente parlava senza problemi in pubblico, e di certo non
per raccontare delle sue vicende personali – HO comprato molti souvenir per i
miei genitori: un libro per papà, un cappello per mamma e anche delle piantine
per i miei nonni!-
-e…?-
-Beh,
poi ho ammazzato Arata-kun!-
Fuyuko
si drizzò in piedi, gli occhi sbarrati. –Manae-san,
insomma…- disse Inoue…
-C…cosa hai fatto…?-
-Ho
ammazzato Arata, guarda…- puntò l’indice in mezzo hai banchi, da uno di quelli si
alzò Arata, sembrava lo stesso di tutti i giorni, se non fosse
stato per il viso completamente spappolato dal quale continuava a colare
del sangue, lo stesso era per tutto il resto del corpo pieno di tagli, squarci
e fori, due protuberanze si mossero, sembravano tutto fuorché labbra –Si, è
vero… mi ha ammazzato…-
-Si!
E lo stesso ho fatto con Baiko-kun…
ricordi, c’eri anche tu!- un sorriso dolce apparve sul suo volto, come se
stessero parlando di andare a fare spese.
-Si
è vero!- Baiko si alzò,
mostrando poi la schiena piena di fori di proiettile.
Fuyuko
scosse la testa, le sue labbra tremavano, non sapeva cosa dire, non sapeva cosa
fare, si portò lentamente le mani alla bocca mentre
nell’aula la scena era ancora accesa.
-Uff…-
sbuffò Sae- però alla fine qualcuno mi hanno rovinato la festa!- alzò
la camicia della sua uniforme, mostrando un grande buco nello stomaco –Già…
credo di non stare molto bene…- la ragazza cadde a terra, Fuyuko
fece lo stesso, capitombolando dalla sedia.
-Fuyuko!
Ti sei fatta male?- chiese Tomoko alzandosi –Beh, mi
sa che non sei la sola… -indicò la siringa che aveva piantata nella spalla
–Già… mi sa che morirò anch’io…- Tomoko cade ai piedi
di fuyuko che non smise di piangere. –Dirai a Gaho che lo amo… lo dirai, vero?- disse, il professore
iniziò ad urlare –Manae-san, vai al tuo posto o ti
faccio esplodere la testa!-
-Dai
Manae… dimmi che Tomoko mi ama, su…- Gaho era
davanti a lei, sopra un banco, gli stava puntando una pistola contro, premette
il grilletto, un fischio, poi un forte boato.
-AHHHHHHHHHH!-
sentì la sensazione di precipitare, poi una forte botta.
Ore
10:12 – Zona B5, asilo
Fuyuko
respiro a ritmo rapido e irregolare, era caduta apparentemente dalle spalle di Ebizo, che stava a neppure un
metro da lui.
-Ah,
ti sei svegliata…- li fece lui, la ragazza non
rispose, si buttò fra le sue braccia e lo strinse forte, lui capì subito. – Hai
avuto un incubo?-
-…si-
sospirò – dove siamo?-
-
Siamo tornati all’asilo, qui potremo riposare in pace.
Ti ho bendato le ferite… così ti riprenderai prima-
La
ragazza si avvide infatti di non indossare più i suoi
scaldamuscoli e la camicia, al posto di queste c’erano delle bende che non gli
impedivano però di vedere il rosso delle ferite.
-Grazie…-
Lui
non rispose, sembrava alquanto imbarazzato dalla
situazione.
-Che
ore sono? –
-le
dieci e un quarto-
-Cosa?
C’è già stato un aggiornamento?-
-Si,
non è morto nessuno…-
-Grazie
al cielo…-
-Ma
le zone proibite sono state attivate e quelle nuove sono molte di più…-
-…-
-E9,
F5, A9. alle tredici-
La
ragazza sospirò, lui non distolse lo sguardo da lei.
Studenti
rimasti in vita:20
Erieccoci alla fine di un alto cap. Spero vi sia piaciuta.
Recensite ^^
Capitolo 14 *** Capitolo XIV Una giusta causa? ***
Capitolo XIV
Capitolo XIVUna giusta causa?
Ore 11:10 –
Zona D4, Strada
I cinque ragazza si stavano avviando verso il deposito dei pullman, ognuno di loro
teneva stretta fra le mani la propria arma. Hasamura
mostrava la sua mazza da baseball, Hotari aveva un
coltello con se, Habarai teneva un mitragliatore
pesante, Kawara una pistola e Shidunaun arma alquanto inutile, un megafono. Nessuna parola
volò nel gruppo, erano tutti seri e silenti, nessuno se non Habarai
sapeva del piano per fuggire dall’area di combattimento senza esplodere e gli
unici accenni che ebbero furono poco incoraggianti, il piano
anche se fosse riuscito non garantiva al cento percento la sopravvivenza
di tutti.
Hasamura
era decisamente la più impaziente del gruppo, tanto
che si mise ad urlare, nonostante fossero coscienti dell’essere ascoltati.
-Allora?!?
Cos’hai in mente?-
-Ayako…-
disse Habarai -… non ora, ti spiego tutto dopo-
-No!-
ribatté lei decisa –Perché non ce lo dici? Vuoi forse
ucciderci tutti?-
-Piantala!
Si avessi voluto uccidervi, l’avrei già fatto- Habarai aveva ovviamente l’arma migliore del gruppo.
-Forse
ma non avresti le palle da us..-
uno sparo la interruppe.
-Che
cazzo…- Disse Shiduna, anche lui interrotto da un
botto assordante.
Tutti
si guardarono attorno, terrorizzati, un'altra esplosione, Hasamura sussultò.
-Cosa
c’è?- Chiese Shiduna alla ragazza, lei si voltò, la
sua mano era appoggiata al suo stomaco, grondante di sangue – Haba…- un filo di voce uscì dalle sue labbra, un'altra
esplosione interruppe le parole di lei, una rosa di
colpi la colpì in testa, facendola stramazzare al suolo, uno dei proiettili
colpì anche Kawara, che urlò a squarciagola tenendosi
stretta la ferita al braccio sinistro.
-Merda!
Scappiamo- Urlò Habarai tirando per un braccio Hotari piangente, che volevainvece rimanere avvinghiata al
cadavere dell’amica, Shiduna si abbassò a prendere Kawara ma un'altra manciata di colpi partì, investendo alla
schiena dell’aiutante, che dopo aver emesso un getto di sangue dalle labbra, si
accasciò a terra, privo di vita.
Kawara
si alzò si scatto, e iniziò a correre, incurante degli altri due che, dal canto
loro, lo seguirono a ruota, o meglio, Cabrai lo seguiva tenendo stretta fra le
sue braccia Hotari, che non voleva smettere di
urlare, Yushiro, l’ormai chiaro partecipante al
programma, era appena uscito allo scoperto e sparava colpi su colpi, prendendo in pieno alberi e edifici, mancando fortuitamente le sue
prede.
HabaraiHebi spinse avanti la ragazza
mentre puntò il mitra contro Yushiro, che si
era fermato essendo rimasto con l’arma scarica, una raffica di colpi partì dal
mitragliatore, mancando il bersaglio che si nascose prontamente dietro un muro,
Hebi corse quindi verso la ragazza, la afferrò al
volo e corse come meglio poté verso sud, ignorando Yushiro
che li fissava torvo da dietro il muro, non voleva seguirli, per ora.
Ore 11:53 –
Zona B6, Condomini
Un
passo incerto pestò la terra piena di rifiuti, ShinKazu era più stranito del giorno precedente, ogni singola
immagine non faceva che ricordargli il corpo della ragazza che si era accasciato
addosso a lui, ogni volta che gli riveniva alla mente non faceva altro che
piangere, non voleva, non doveva fare la fine di Nao.
Non
vedeva dove stava andando, aveva un andatura strana e
scomposta, come se stesse camminando nelle sabbie mobili, i suoi piedi
incapparono in qualcosa di duro, la testa si abbassò e i suoi occhi rivelarono
la presenza di un arma, una pistola, la mano si abbassò a terra, sul suo volto
apparve un sorriso a trentadue denti, che scomparve appena incrociò lo sguardo
vitreo e immobile di Mayumi, la principale
proprietaria dell’arma, ormai a terra con il corpo dilaniato dai colpi
infertole da Sae.
-Mayumi…
che fine orrenda...- per lui nessuno meritava tanto, notò anche Kazue, a pochi metri da lei, le condizioni erano le stesse
– Uccidere o essere uccisi... e soffrire… No.. io non
permetterò che nessuno soffra…- un nuovo sorriso, più largo e terrificante
apparve sul suo volto, dalle sue labbra continuava a grondare saliva -…
ucciderò tutti con un solo colpo… così non soffriranno… si… non soffriranno..-
I suoi pensieri venivano formulati con voce alta, che faceva trasparire la più
sordida delle pazzie, il folle espiatore di pene si
avviò raccolse il borsone e si avviò altrove.
Ore 12: 22 – Zona B5, asilo
FuyukoeEbizo erano rimasti all’asilo,
nessuno di loro si mosse, erano ridotti al minimo delle forze, nonostante la
pistola e la balestra lasciati da Kuniko uscire nel
pieno inizio del programma era pressoché improponibile.
I
due non potevano far altro che guardare fuori dall’asilo,
la strada apparentemente deserta dove ancora giaceva il cadavere di Baiko, loro aiutante che si era fidato ciecamente andando
poi incontro ad una terribile morte, il decesso della carnefice non tirò su di
morale il gruppo, essendo ormai decimato.
-Secondo
te…- chiese la ragazza completamente rannicchiata in un angolo dell’edificio –
Perché Gahoha preso parte
al programma-
-Forse…
ha paura di morire, quindi vuole assicurarsi che, se ci sarà qualcuno a dover
cadere, quello non sarà lui-
Fuyuko
trasalì, non poteva più fidarsi di nessuno, la morte di Tomokorisultò un peso enorme per lei, essendo inoltre
annunciata due volte di fila, forse perché accaduta allo scoccare dell’aggiornamento
precedente. –Dove pensi che sia ora?-
-Lontano
da noi, o almeno spero…-
-E…
- la ragazza avrebbe voluto dire qualcosa ma qualcosa
la fece ricredere -…no nulla..-
-Cosa?-
-Io
penso… che forse anche Gahoteneva
a Tomoko…-
-Pensi
che Tomoko sarebbe felice di vedere quel che combina?
Io non credo… lui vuole sopravvivere e basta… è sempre
stato egoista, no?-
-Io…
voglio solo sperare nella migliore delle ipotesi… non voglio combattere contro quello che fino a due giorni fa avrei creduto un amico…- le
sue labbra tremavano, lei era nota per il suo sangue freddo, ma evidentemente lo
stress degli ultimi eventi l’aveva cambiata nel profondo.
- Neanche io, Fuyuko,
neanche io…-
Ore 13:00- Deposito
autobus/base di controllo
La
base era tranquilla come sempre, il soldato dell’ultimo aggiornamento stava in
cucina, la morte di HukitaSae
sembrava averlo turbato alquanto, così che aveva passato tutto il tempo a
prepararsi qualcosa da mangiare e da mettere sotto i denti, la donna misteriosa
che stava ormai di ronda alla base non smetteva di fare aventi e indietro nella
stanza delle comunicazioni, dove il professor Inoue
stava già padroneggiando il microfono.
-…
Studente diciassette, Shiduna Mito, Studentessa otto,
HasamuraAyako… Le zone proibite
dalle ore sedici sono la 3A e la 7A…*Sbadiglio* buon gioco… e buon pranzo, se
ne farete uno…-
La
comunicazione si interruppe, Inoue
si stiracchiò e si avviò verso un divanetto libero, il soldato delle cucine si
avviò verso di lui con un vassoio pieno di biscotti fumanti.-Volete
favorire, professore?-
L’insegnante
prima lo squadrò stranito, poi sorrise –Volentieri- e fece per prendere un
biscotto –Sai, Goro… mi dispiace
che tua figlia Sae sia morta durante il programma, ma
lo sai, è la legge…- il professore mangiò il dolcetto e lo mandò giù con aria
sempre gentile, il soldato non cambiò l’espressione affabile che aveva sul
volto.
-Si
professore, lo so benissimo…-
-Beh,
allora nessun rancore…-
Il
soldato non rispose per un po’, poi disse –Beh, non si portacerto rancore ai morti…-
Il
professore spalancò la bocca, tutto il plotone riunito nella sala si voltò
verso i due, il docente si strinse nello stomaco, svuotandolo sul pavimento piastrellato,
tutti i soldati si buttarono su Goro, bloccandolo, la
donna misteriosa si avviò verso il professore e iniziò a guardarne gli occhi. –Il
mio kit, presto!-
Un
soldato corse verso la cucina e fece il suo ritorno con una valigetta rossa
stretta fra le braccia, la donna lanciò a Goroun occhiataccia –Non dovevi farlo, l’egemone non avrà pietà
con te…-
L’uomo
non rispose, non aveva più nulla da perdere.
Studentessa 8, HasamuraHatako, Deceduta
Studente 17, Shiduna Mito, deceduto
Studenti
rimasti in vita : 18
Dedico questo Cap alla mia amica Hikarisan,
che si è da poco iscritta al sito e stà già sfornando
delle ottime Fic di Capitan Tsubasa
su EFP ^^.
Spero che abbia successo e di non perdere mai l’ispirazione
(piaga che sta ultimamente attanagliando
me =__=)
Grazie per le
recensioni che spero arrivino copiose, e per la straordinaria pazienza che dimostrate nel continuare a leggere la Fic
^^
Il
sole risplendeva sopra il campo di battaglia, portando un
tiepido tepore sopra quel gelido secondo giorno che, come gli altri, sarebbe
stato carico di morte.
Una
ragazza di bell’aspetto stava bevendo avidamente
dalla bottiglietta di plastica che teneva sull’etichetta il logo della
repubblica, era FujiEmiko,
aveva un aspetto molto maturo per essere una studentessa, sembrava già una
donna adulta, molti ragazzi dell’università la scambiavano per una loro
coetanea. Era ignara che due ragazze la stessero osservando da dietro alcuni
alberi, erano Ando Rui e Ten Junko,
due amiche ritrovatesi nel mezzo dell’inferno, le due continuavano a guardare
nel rivela collari di Rui, i
loro puntini e quello di Emiko sembravano gli unici
in zona, le due volevano uscire allo scoperto e prendere nel loro gruppo la
ragazza che, seppur non gli andava proprio a genio essendo lei una tipa
alquanto eccentrica e altezzosa, sembrava fra le ultime persone che potevano
prendere parte al programma.
Junko
uscì per prima da dietro l’arbusto e si avvicinò con passo lento verso la
ragazza.
-Emiko…-
La
ragazza si voltò con un spressione
strana in viso, non proferì parola, questo preoccupò non poco le
ragazze.
-Emiko…vuoi
venire con noi?-
-…-
lo sguardo della ragazza si fece torvo
-E…Emiko…?-
-…-
la ragazza infilò la mano dentro al borsone, estraendo
un oggetto di colore argenteo e luccicante, Junko
sobbalzò.
-N..No…. Nooo!- corse indietro verso l’albero, Emiko
estrasse la propria pistola e la puntò verso di lei, che si era ormai nascosta
dietro la pianta assieme a Rui, la loro amica ormai
fuori di se continuava a scrutare indispettita l’albero, sparando ad esso alcuni colpi che non colpirono le ragazze, ma rendevano
sempre meno resistente il loro nascondiglio.
-Uccidere…
o essere uccisi… gli sguardi possono ingannare…- la ragazza stava
delirando in uno stato completamente deviato.
-Emiko…!-
una nuova voce maschile si aggiunse, le due non avevano più controllato
l’ingresso di altre persone in zona -…sempre a fare la
spaccona, vedo…-
La
ragazza si voltò, le due dietro l’albero si sporsero a vedere, sentendo che gli
spari erano cessati, si avviarono lentamente lontano dalla zona, senza farsi
vedere, nuovi spari lacerarono l’aria, facendo accelerare le due.
Il
ragazzo colpito era niente poco di meno di Gaho
Fumai, era stato colpito quattro volte al petto ed era caduto a terra,
apparentemente morto, la studentessa si voltò verso l’albero che aveva colpito,
le ragazze erano scomparse, corse quindi verso la recinzione del giardino,
delle sbarre in metallo con le estremità appuntite, salì sopra di esse, le sagome delle due amiche erano minuscole e distanti.
Emiko puntò comunque la
pistola nella loro direzione e fece fuoco due volte, una sagoma era caduta a
terra, non riusciva a distinguere di quale delle due ragazze fosse. La ragazza
stava per ergersi ancora più in là, quando sentì una forza agire sulla sua
gamba destra, abbassò subito lo sguardo, Gaho era lì
che teneva stretto fra le braccia il suo arto, la ragazza puntò l’arma contro
di lui, senza un minimo di esitazione, il ragazzo fece
roteare rapidamente la gamba facendo ricadere la schiena della ragazza sulle
punte delle sbarre, trafiggendola, il suo colpo partì in cielo, esplodendo
sordo.
Ore 14:02 –
Zona D3, Base militare/Deposito (Zona Proibita)
Il
professore era appena stato caricato su un elicoterro
che lo avrebbe portato da eventuali soccorsi, la donna misteriosa era sotto la
doccia del bagno pubblico, il soldato che aveva avvelenato il professore era
stato invece rinchiuso nell’autobus abbandonato, era legato saldamente al
sedile con la cintura di sicurezza, voltandosi dietro se poteva benissimo
vedere il cadavere di Fustino Nao, abbandonato sul
retro del mezzo, avrebbero atteso la fine del programma per rimuovere i corpi,
era la prassi, e la prassi era tutto.
Lo
sguardo si soffermò sulla ragazza esanime, “ è veramente questo quello che vogliamo?” la sua testa era in un misto di senso
di colpa e torpore, lo sguardo tornò
davanti a se.
“Forse…
me ne sono accorto solo dopo la morte di Sae ma… ma
questo sistema è marcio e corrotto… un sistema che impone a dei ragazzi di
prendere delle armi e far fuoco sui loro compagni classe, senza pietà… e io non
solo l’ho accettato senza problemi… ma l’ho
addirittura assistito…”
Le
sue elucubrazioni non erano che un sussurro nella sua
mente, un sibilo nel silenzio che aveva mantenuto in tutti i suoi anni di
servizio.
Ore 14: 25 – Zona F3, edificio
abbandonato
Il
quintetto capitanato da Habarai si era alquanto
sfoltito, soltanto tre persone erano sopravvissute alla strage fatta da Tashibari e uno di loro era anche gravemente ferito,
purtroppo le certezze che il loro piano si realizzasse, qualunque fosse stato, erano ancora più remote.
L’unica
ragazza del gruppo sopravvissuta era sotto shock, e non la smetteva di tremare,
il ferito era spaventato almeno quanto lei e si teneva stretta la ferita che
gli era stata fasciatacon pezzi della camicia e acqua calda, il leader stava guardando
nervosamente la mappa.
“Siamo
andati troppo a sud, non siamo molto distanti, comunque…”
scrisse su un foglio di carta che porse hai due, la ragazza prese il foglio e
lo accartocciò, buttandolo via.
-Sono stufa! Stufa, chiaro!- era alle lacrime –Hasamura e shiduna sono morti! Ma
non ti importa, vero?-
Habarai
non rispose, si limitò a guardare la ragazza, che continuò.
-Io…
volevo tornarmene a casa… con tutti… e invece siamo rimasti solo in diciotto, e
probabilmente si staranno ancora scannando da qualche parte!...-
Habarai
coprì con un dito i forellini del microfono al suo collare, fece lo stesos con la mano rimasta a quello di Hotari
–devi solo avere pazienza… vedrai… adesso andiamo a nord..:-
-No!-
lo interruppe lei –se torniamo li, Yoshiro ci ammazzerà come cani! Non possiamo fidarci di nessuno…
nessuno, capite…?-
Habarai
lasciò che la ragazza piangesse sopra lui, mentre lei
continuava a dire –nessuno…- Kawara ignorò
temporaneamente la sua ferita e abbassò lo sguardo, erano tutti sconsolati dai
recenti eventi.
Ore 15:12 – Zona
A3, Abitazione (proibita alle ore 16:00)
Lo
studente numero tre, DaireiKeishi, stava riposando su un letto comodo, avrebbe dovuto
muoversi, ogni minuto che passava la sua fine si sarebbe fatta sempre più
vicina, non fu quello a distrarlo però, bensì un rumore di vetri infranti al
piano terra.
Si
alzò di scatto, facendo cadere la sua arma, una bottiglia in vetro, anch’essa
vece abbastanza rumore, probabilmente chiunque fosse stato a
irrompere, sarebbe stato certamente più armato di lui, e come lui, sapeva che
non era solo in quella casa.
Si
mise sotto al letto, sentì i passi di qualcuno salire
le scale, si stava avvicinando alla stanza dove era rifugiato e alla fine vi
entrò, Keishi vide due paia di esili gambe, calzate
da scarpe coi tacchi, era una ragazza di sicuro, ma non sembrava indossare la
propria uniforme. Lui tirò un sospiro di sollievo, sottovalutava di molto le
ragazze e le loro doti di combattimento, fece un grave
errore, non sapeva che tipo di ragazzaera KunikoAbashi,
il ragazzo sbucò da sotto il letto, la ragazza fece un leggero sussulto.
-Abashi…
ma ciao…-
-Dairei-kun… non pensavo di trovarti qui…- disse lei,
leggermente titubante.
-uh-uh…- scorse la sua arma – con un affare del genere,
rischi di farti male…-
-C’è
più rischio per quelli che mi si parano davanti..-
-Donna
accattivante…- sorrise maliziosamente, posando le labbra sul collo
di lei, che non si mosse, ne disse parola. Keishiera da sempre stato un porco, il programma non ha
cambiato questa sua peculiarità.
-Vedo
che ti piace divertirti…- estrasse dal borsone un paio di manette, e senza
farsi vedere ne mise una al polso destro di Dairei,
l’altra la mise alla maniglia della porta, la pistola di lei
andò verso il volto del ragazzo che rimase impassibile.
-Suvvia…
una ragazza per bene come te non dovrebbe fare di
queste cose…-
-uhm…
forse hai ragione… - un ghigno apparve sul volto di lei.
-bene… brava… e adesso divertiamoci…-
Lei
gli diede un bacio stampo sulle labbra, poi si separò -No… lascerò che ti
diverta da solo…-
-Come?-
-Addio…-
la ragazza si voltò di scatto lasciando la stanza.
-Ehi!... ma cosa?!...-
Silenzio,
non si sentì altro, un timido raggio di sole penetrò dalla finestra della
stanza, illuminando l’orologio, Dairei alzò lo
sguardo verso di esso e spalancò gli occhi, erano le
quindici e tre quarti.
-Abashi!
Abashi! Fermati! Aiutami!- Urlò
lui con tutte le forze che ebbe in corpo.
La
ragazza non si girò dietro, scese lentamente le scale, senza perdere molto
tempo, si avviò fuori dalla casa, lo sguardo scese
sulla lunga strada, che percorse accennando a una lieve corsetta, si voltò
quindi indietro, poteva vedere Keishi dimenarsi come
un animale in gabbia, appeso alla maniglia, ignorò nuovamente lo studente
allontanandosi dalla zona.
-Abashiiiiii!!!!-
Beeeeeeeeep
BooooM
Studentessa 5, FujiEmiko,
Morta
Studente 3, DaireiKeishi, Morto
Studenti
rimasti in gioco: 16
Salve, spero vi sia piaciuto il cap ^^
X Lithia del Sud: Non preoccuparti^^ è
tutto ok.
Un grazie a Lithia, Topomouse,
Ladyblack, Softman993 e Hikarisan,
che nonostante il mio evidente istupidimentocontinuano a leggere la mia fict ^^
Il
gruppo di Habarai era ormai arrivato a destinazione, anche se poter entrare
dentro la base nemica sarebbe stato ancora meglio, ma non avevano altra scelta,
il ferito aveva scritto su un foglietto “allora adesso ci vuoi dire il piano?!” ma Habarai scacciò via il foglietto, facendo poi
segno di tacere, l’ennesimo fischio dell’altoparlante squarciò il cielo, la
voce femminile fece presagire l’identità della persona dietro l’altoparlante.
Gli studenti
erano alquanto incuriositi dal suo dire, ma non realizzarono l’esatta
situazione, la voce della donna si fece subito
sprezzante, come sono soliti gli informatori durante il programma
farete boom saranno… A2, C1 e F1… non andateci allo scoccare
della mezzanotte… state attenti, questa non è la fiaba di cenerentola, non avrà
un lieto fine… buon gioco…> il collegamento venne interrotto e la situazione
tornò alla norma… o almeno sembrava.
Kawara
riprese il foglietto di prima e lo sventolò davanti al compagno, il quale lo
prese e iniziò a scriverci sopra, impiegò abbastanza tempo, lo mise al centro,
in modo che tutti potessero leggere.
So, tramite delle informazioni prese da
internet prima di partire per la gita, che l’impianto del gas di questo
deposito è esterno, non so l’esatta ubicazione, dobbiamo solo sperare che
possiamo colpirlo a distanza con le nostre armi. Se
l’impianto esploderà, lo stesso farà il deposito con le consolle e soldati
inclusi, in quel caso o i collari saranno inutilizzabili, o esploderemo tutti.
È un grave rischio, lo so… ma non abbiamo altri mezzi.
I
due emisero un grido di dissenso, ma alla fine Kawara annuì lentamente,
Hasamura invece estrasse un pezzo di carta e vi scrisse nuovamente sopra “No! Non
voglio uccidere nessuno, neanche i soldati della repubblica!”
<È
l’unico piano che abbiamo!> disse il ragazzo, ignorando temporaneamente i microfoni
dire che lo porterete avanti senza me…> detto
questo, prese la sua roba e se ne andò lentamente.
gli disse Kawara, ma lei non si voltò,
Habarai abbassò lo sguardo, intristito dall’accaduto, ma doveva farsi forza,
lui poteva essere l’ultima speranza per coloro che non
volevano giocare.
Ore 16:34 – Zona
E3, motel
La
stanza nella quale Ando Rui e Ten Junko si erano
rifugiate era accanto a quella nella quale Kuniko aveva ucciso Yui, le due
avevano visto il corpo e si erano rifugiate nella stanza di lato, spaventate.
Rui
era disperata, la sua amica era stata colpita alla schiena e non smetteva di
perdere sangue, era diventata pallidissima e stava contemplando il soffitto,
come se avesse voluto evocare un entità divina per
proteggere sia se stessa che l’amica.
ha sparato…?> chiese la moribonda
so… ma ormai è morta…>
<…>
>
<… perché vogliono giocare?>
<Perché dobbiamo giocare? Noi non abbiamo mai fatto male a
nessuno…>
so… lo so…>
<…
tutto questo mondo lo è…>
<…
sai… le vacanze erano quasi arrivate, non vedevo l’ora di andare al mare…>
<…>
imparato a nuotare... io ho una
tale paura dell’acqua>
<…>
…>
oltre ciò che ti può dire la realtà…
siamo qui e dobbiamo ucciderci a vicenda, finche uno solo di noi sopravvive…
come potrei mai io, sono mingherlina e ora mi hanno anche sparato…>
>
è vero!> Rui era in lacrime
<…!>
non ti sei arrabbiata, anzi… eri felice… felice che avessimo
un'altra passione in comune… e lo lasciasti perché avevi paura che il nostro
rapporto fosse compromesso>
<…>
che io conosca!>
<…>
<E sei la mia amica più preziosa…>
<…Rui…
Grazie> Junko spirò, tutto si poteva curare, un braccio rotto, un colpo alla
schiena, ma quando l’anima abbandona il corpo, non c’è
nulla da fare, se non piangere.
Quella
era l’unica cosa che Rui fece.
Ore 17:03 –
Zona D1, Chiesa Sconsacrata
..>
Lo
studente numero nove, Hisaki Izo, stava consultando ad
alta voce la propria arma, un libro massiccio dalla copertina rigida che
riportava sopra il logo della Repubblica della Grande Asia, i Kanji
soprascritti dicevano “Manuale di sopravvivenza al BR. Act: come combattere
bene divertendovi!” in piccolo al bordo del manuale vi era scritto
“statisticamente provato, questo manuale aumenta del 0,01% la possibilità di
sopravvivenza al programma dello studente”.
disse,sogghignando e continuando poi a
leggere il tomo, ritò su gli occhiali deve essere abbastanza ampio da coprire la propria
corporatura, robusto, che permetta di sporgersi senza troppi intoppi e che non
esploda se colpito, come fanno le macchine o simili, nascondiglio ideale uno,
dietro il muro di una casa, nascondiglio ideale due…> uno scricchiolio
interruppe la lettura del ragazzo che si alzò in piedi, sembrava solo un soffio
di vento, visto che le panche erano deserte così come l’altare, si risedete e
riprese a leggere
Un
colpo sordo sovrastò il silenzio che vigeva nel luogo di culto, il sangue di Izo schizzò ovunque, sporcando il pavimento del liquido
rosso scuro mescolatosi ai pezzi di vetro delle lenti, Yushiro ricaricò il
fucile, e uscì lentamente dalla chiesa, Kazu lo stava guardando da dietro un
arbusto sussurrò, prima di affacciarsi verso di lui,
puntandogli la pistola contro.
Studentessa 19, Ten Junko, morta
Studente 9, Hisaki Izo, morto
Studenti
rimasti in vita: 14
Diciamo che
il titolo è in parte per la storia, in parte per le scritte dopo XD
Ciao
a tutti e grazie del supporto delle vostre recensioni, è stato molto utile ^^
Spero che la Fict vi sia piaciuta ^^
Se ve
lo chiedete, si… mi piace mettere le interruzioni di cap in mezzo alle scene
elettriche, sia perché crea suspence, sia perché sono s…. ehm,
sadico XDD
X Ladyblack : Si…? Io mi sto spremendo dall’inizio su come farla
finire e ancora non ho in mente nulla XDDD comunque
sto continuando a leggere il libro che mi hai proposto
X Lithia del sud: semplicemente
grazie ^^
X Hikarisan: Fai bene ^^
X Topomouse: Eh, purtroppo il
mio sadismo non può competere con quello dell’opera originale ^^
Kazu
era a venti metri dal nemico, alle sue spalle, il dito fermo sul grilletto,
mentre l’arma si spostava rapidamente sul bersaglio, inquadrandolo, non era sicuro
di colpire il ragazzo alla testa, neppure un po’. -Dannazione, dovrebbe essere
facile- pensava - facile come in nei videogiochi ai quali gioco… Vediamo…
prendo bene la mira, e poi un bel Headshot…-
Era
molto distante e Yushiro non era certo molto grande,
come altezza non superava il metro e settata, Kazu si
avvicinò lentamente verso il suo nemico, nascondendosi dietro il muro della
chiesa, Yushiro non si era mosso di lì, stava
fissando il cielo impalato, ma ciò non incuriosì minimamente Kazu che si avviava sempre più lentamente verso il
bersaglio, avvicinandosi costantemente.
A
circa dieci metri da lui poteva benissimo rivedersi lì, era un soldato della
Repubblica che si stava avvicinando di soppiatto al milite nemico, con un
coltello serramanico in mano, l’obiettivo era ben chiaro e la sua volontà
indomabile, i suoi anfibi non emettevano il minimo cigolio e la sua mimetica lo
faceva sentire come in una botte di ferro, era sotto la giusta causa, non
doveva temere che il suo obiettivo fallisse, aveva l'obbligo di riuscire.
L’obbiettivo
non si muoveva, del resto aveva settato la difficoltà su facile, non poteva
sbagliare, aveva le armi che gli servivano, il cento percento di salute, tutto.
Era lì, vicino e silenzioso, il soggetto era completamente immobile, stava per
usare il coltello a serramanico, trasformatosi in pistola, sul militare, quando
il braccio di questi ebbe una movenza strana e anomale, l’arto ruotò su se
stesso, mostrando il fucile d’assalto a Kazu, l’arma
era puntata contro di lui quando un colpo partì.
Kazu
sentì un dolore assurdo, lo schermo si illuminò di un colore rosso acceso e la
barra della salute si accorciò, rimanendo al ventitre percento circa, -Ma come
è possibile?- Pensò Kazu –Non può essere, il
videogioco non è così- si girò verso destra, l’arto colpito rotolava per terra,
imbrattando il sentiero, Kazu riportò lo sguardo sul
nemico, il soldato aveva il volto di Yushiro.
-Non
funziona così!... non è leale!- Urlò lui, nel dolore, Yushiro
lo ignorò, appoggiando la canna della pistola alla sua fronte.
-Non
è giusto! Volevo aiutare gli altri a non soffrire! Io ero nel giusto! Io dovevo
vinc…-
BlaaaaM
Ore 17: 35-Zona
E2, Campo da Basket
-Dannazione,
perché la stiamo cercando?- Kawara era molto
arrabbiato, da quando Hotari aveva lasciato il team,
i due non avevano fatto che cercarla -Non avevate litigato?-
-Non
c’ho litigato abbastanza da volerla morta!- Urlò lui -ha dimenticato le sue
siringhe ipodermiche con l’insulina! Se non la ritroviamo in tempo è perduta!-
-Cosa!?-
Kawara era all’oscuro delle medicine di Hotari, quanto della sua malattia -Dobbiamo trovarla!-
I
due stavano camminando in cerchio ormai da una decina di minuti senza avere il
ben che minimo cenno della ragazza, finche non sentirono dei colpi di tosse
molto forti.
-Aki-chan!-
i due corsero verso il rumore, trovando la ragazza dai capelli rossi riversa a
terra, con il viso pallido e madido di sudore -Aki-chan…
!- Hebi corse verso di lei, si poggiò a terra e
stappò una delle siringhe ipodermiche, sembrava una penna bianca dello spessore
di un centimetro circa, poggiò la punta sul braccio di Aki
e premette lo stantuffo, un fluido incolore entrò rapidamente in circolo nel
suo corpo.
-Hebi…kun…- la ragazza respirava piano e affannatamene, gli occhi
erano socchiusi, irritati dalla luce del sole. -Mi spiace…-
-No,
non dirlo… ora ci accampiamo da qualche parte, domani faremo tu sai cosa… ok?-
-…Si….-
-Bene…-
Kawara
non disse nulla, la sua ferita dolorante era accuratamente fasciata con un
pezzo della giacca, Hebi caricò la ragazza sulla
schiena e si avviò lentamente verso sud, un'altra giovane donna li stava
guardando, era MihoZahari,
una ragazza dalla capigliatura raccolta in una grande crocca
tenuta daun Kanzashi
(spilla decorativa per capelli tipicamente usata dalle Geishe).
La
sua arma, un coltello grande quanto un indice, cadde dalle sue mani, mentre le
sue labbra sibilarono un leggero -Hebi…- era
contentissima di vederlo, lo conosceva abbastanza bene da dirle che
probabilmente sarebbe potuta entrare in gruppo con lui e, con un po’ di
fortuna, uscire dal campo di battaglia illesi. La ragazza stava per fare un
passo in avanti, quando sentì un rumore dietro di lei si irrigidì di botto, e
voltò lentamente la testa, notando un ragazzo, KentoHaruki ,la studentessa tirò un sospiro di sollievo. Haruki era un bullo nella classe, ma senza il suo gruppetto
non era che un piccolo smidollato piagnone, stringeva in mano un taglierino
arrugginito.
-Zahari…-
-…che
vuoi, Kento-kun?-
-Te…-
-…?-
-Voglio
te…-
-…che…
che stai dicendo?-
Non
fece in tempo a finire, il ragazzo era già su di lei, che era stata buttata a
terra, il suo alito mefitico sul viso, la sua faccia si era accartocciata in
una smorfia di disgusto.
-Levati,
Kento-Kun!-
-Pianta!...
non dirmi che non ti piace…-
-Non
mi piace! Non mi piace affatto! Levati!-
-ehe…
no…-
-LEVATI!-
La
ragazza cercava di far leva con le mani, stava rimpiangendo di aver lasciato
cadere l’arma, lo studente era rimasto in mutande e stava sfilando quelle della
ragazza che si divincolava ma non riusciva a liberarsi a causa della su scarsa
forza fisica, il suo fiato era sempre più vicino, lei si sentiva svenire.
-Hebi! Hotari! Kawara! Aiutatemi….!- il
suo era un gemito, un lamento, ogni secondo di più aveva sempre più paura e
sempre più confusione nella testa, ma non doveva piangere, non poteva
permetterselo…
La
ragazza mise una mano fra i suoi capelli e li sciolse dalla Kanzaki,
la chioma si ricompose poggiandosi a terra, la spilla era salda nella sua mano,
si scagliò contro il volto del ragazzo, penetrando in un occhio, l’umor vitreo
macchio la mano di lei, che andò sempre più affondo, lesionando il cervello.
Lo
studente si accasciò su di lei, la studentessa era ancora impaurita e tremante,
non riusciva a dire una parola, ma un sorriso apparve sulle sue labbra, era
viva, e poteva continuare, poteva entrare in gruppo con Hebi
e Aki, si alzò in piedi, scostando il cadavere, e si
avviò verso il campo da basket, non c’era più nessuno, l’avevano abbandonata.
-no…
no…..- si sentiva sola, solo per un poco, gli ultimi momenti nei quali poteva
ancora riflettere, prima che la sua mente si oscurasse, prima che si spense.
Un
colpo forte tuonò nell’aria, uno sparo, quello della pistola di Kuniko di fianco a lei, due colpi colpirono la tempia della
ragazza, che crollò a terra, inondata di sangue.
Hebi, Aki e Eichi si voltarono verso il
rumore dello sparo.
-Andiamocene,
è meglio- disse Hebi, continuando a correre con Aki sulle spalle.
L’unica
persona di cui Miho si fidava, era la prima che
l’aveva abbandonata dopo la sua morte. Kuniko, preso
e osservato ciò che doveva, si aviò verso una
casupola abbandonata, intenta a passare lì la sera, rifocillarsi e magari anche
togliersi l’odore di morte di dosso.
Studente 18, ShinKazu, morto
Studente 13, KentoHaruki, morto
Studentessa 20, ZarahiMiho, morta
Studenti rimasti in vita: 11
E rieccoci alla fine di un altro cap ^^ spero vi sia piaciuto
Il
caldo aveva invaso tutta la stanza nonostante i ventilatoriaccesi, la cui aria era satura dell’acre
odore di traspirazione, Kuniko era sotto una leggera
pioggia di doccia gelida, un brivido la fece scuotere leggermente quando la
fredda acqua toccò la schiena, passò il sapone delicatamente sopra il suo
corpo, cominciando dalle spalle, i capelli erano sciolti e cadevano sulla
schiena.
Il
medaglione della sorella era legato al suo polso, lo notò subito dopo il
contatto del freddo metallo sul suo petto, lo guardò con disprezzo, con un dispregio
che non avrebbe mai osato rivolgere a sua sorella, un altro ricordo venne alla
sua mente, insieme ad un volto contratto al ricordo
del fatto che il professore non era più sull’isola.
Aveva
dodici anni ormai, suo padre aveva cominciato a bere alcolici e a giocare d’azzardo
incessantemente da quando sua moglie si era suicidata
in seguito alle continue violenze dell’ultimo usuraio con il quale erano
entrati in contatto, il professore KojiroInoue, questo aveva aumentato si parecchio il loro debito,
che non riusciva mai a saldarlo.
Un
giorno, loro padre le portò al parco, da moltissimo
tempo le due erano private della loro infanzia, e non avevano mai il tempo di
andare a divertirsi con il loro padre, specialmente dal funerale della madre, Kuniko aveva sofferto più di tutti, sua madre era forse l’unica
persona l mondo con la quale avrebbe confessato di tutto dopo un amica di nome Hika, sua sorella Momoko non era
che una semplice distrazione per il dolore che sentiva.
-Kuniko…
dai vieni!- disse la sorella, mentre con le sue mani teneva stretta un altalena
-Eccomi….-
Rispose lei, un po’ passiva.
-Che c’è?-
-Tu…
pensi che la mamma…-
-No,
ti prego, non ora…- disse, spingendo la sorellina che era
ormai seduta sopra il dondolo -…siamo qui per divertirci! Non abbiamo
mai il tempo di stare con papa! Aproffittiamone!-
-uhuh- annuì la ragazzina, osservando il cielo che si
avvicinava e si allontanava e sentendo una piacevole brezza sul viso che gli
scompigliava i capelli.
Era
apparentemente tranquilla e malinconica, ma dentro se nascondeva un profondo
odio e astio verso tutti, in particolar modo per il Professor Inoue, non lo avrebbe mai perdonato,
mai. Ha vissuto così, ha nascosto la sua rabbia, fino
ad esplodere.
Poteva
ancora ricordarlo, alcuni anni prima, all’ospedale, sua madre era distesa sotto
le bianche lenzuola e la guardava amorevole.
-Kuniko….-
la bambina si avvicinò e posò la mano su quella della madre. -… hai fatto la
brava, vero?-
-si…-
disse lei, ma non era lì in quella stanza, era sotto la doccia, in una casa nei
bassifondi dimenticati di una città, in mezzo ad una sfilza di cadaveri dei
suoi compagni di classe.
Diede
un forte pugno alla parete, quelle lacrime uscirono dai suoi occhi, poteva
ancora ricordare i la voce di sua madre, lo sguardo
orrendo del professor Inoue quando era insieme a lei
e la voce di sua sorella, quella notte di due anni fa.
-Sai…
il Professor Inoue mi ha pagato alquanto bene per…
beh, per fare quello che ha fatto a mamma… Se continuerà così possiamo
riprendere ciò che è nostro-
Lo
aveva detto, in sottovoce, il suo viso diventò ancora più accigliato
mentre un altro pugno andò verso il muro, la ragazza cadde in ginocchio
sotto l’acqua fredda, sua sorella insieme al mostro che aveva ucciso sua madre,
non poteva permetterlo. Un anno dopo un'altra orrenda notizia, la sua amica Hiku, conosciuta all’asilo e unica persona che avrebbe
potuto competere con la madre in quanto a confidenza, era morta durante un edizione del “programma” capitanato dal Professor Inoue. Il professore era un demonio, gli aveva tolto tutto, la madre e l’unica persona che poteva sostituirla, per
questo quella chiamata una settimana fa, osservò il suo pugno, nonostante il
tremore dell’immagine causato dalle lacrime, poteva benissimo vedere la sua mano
stringere una cornetta di un telefono che squillava a vuoto per alcuni minuti.
-Pronto?-
-Pronto,Registro delle
classi della BR act?-
-Si..?-
-Sono
una studentessa della classe 2D dell’istituto Akurowa, a Ichiko-
-Come
posso aiutarla, signorina?-
Un
attimo di pausa, non di più, poi la ragazza proferì con voce seria e pacata la più orrenda delle proposte –Vorrei proporre la mia
classe per la prossima edizione del programma-
-Bene-
disse la voce all’altro capo del telefono con un innaturale
gioia – il nome, prego -
-AbashiKuniko-
Una
chiamata, questo era bastato per rovinarli tutti, ma a lei non importava,
voleva la sua vendetta e pur di ottenerla avrebbe scalato l’enorme montagna di
cadaveri che sarebbero caduti ai suoi piedi, doveva
raggiungere il professore, e ucciderlo… ma qualcosa non era andata bene, il
professore ha abbandonato l’isola, forse era morto, questo diede un leggero
sollievo alla ragazza che, fatta cessare l’acqua, uscì dalla doccia.
Ore 19:23-
Zona B5, Asilo
-Hebi-
Disse ad un tratto Fuyuko, alzandosi,indossava una tuta
da ginnastica che aveva portato con se per la gita.
-Cosa?
Dove?- chiese allora Ebizo, che stava controllando le
armi.
-Hebi è
un tipo intelligente, probabilmente saprà farci uscire di
qui!-
-uhm…
con i “probabilmente” probabilmente non andremo da nessuna parte- disse ironico
lui
-Non
importa, possiamo provare e forse morire, oppure rimanere qui e morire
sicuramente…-
-…-
-
Poi devo dire a Gaho che Fuyuko
lo ama…-
-ma…-
-niente
ma… dobbiamo uscire, non possiamo rimanere qui comunque,
su andiamo…-
-Bah…
donne…-
Ebizo
prese la roba e si incamminarono entrambi fuori dall’asilo,
l’area era sgombra, anche perché il numero di giocatori era incredibilmente diminuito,
procederono verso sud.
Ore 19: 32 – Zona D3 (proibita),
deposito autobus
-uhuh-
la donna misteriosa era sull’autobus insieme al prigioniero, stava parlando al
telefono – capisco… la ringrazio…- richiuse il cellulare, terminando la
chiamata, il soldato la guardò duro, mentre lei rispose pacata
–il professore è sopravvissuto al tuo attentato, ma versa attualmente in
pessime condizioni, è in coma reversibile-
-Peccato…-
disse il soldato, senza guardare la donna negli occhi
-Perché
l’hai fatto… solo per tua figlia?-
-…-
l’uomo rimase in silenzio per un po’ –no… tutto il sistema è
corrotto, la morte di Sae mi ha soltanto aperto gli
occhi-
La
donna sorrise –non è colpa nostra… noi eseguiamo gli ordini…-
-Ah
si?- sbottò l’uomo, la donna sobbalzò, senza comunque
aver perso la sua aria impassibile –“stiamo solo seguendo ordini”, appunto
questo! Eseguite, eseguite, non avete le palle di dire
che gli ordino che ricevete sono assurdi! Fate ammazzare i vostri stessi figli
e non avete il coraggio di ribellarvi perché sapete che altrimenti il peggio
toccherà a voi, vero?!-
-Taci!?- la donna alzò
leggermente la voce, assumendo un aria gelida, senza però perdere la calma –Puoi
risparmiare le tue parole per l’egemone… e non venirmi a insegnare quanto
potrebbe essere sbagliato il nostro sistema, o di quanto è terribile veder
morire un figlio…-la donna si avviò
verso l’uscita del mezzo, mostrando le spalle al prigioniero -il mio rimasto ucciso
in seguito ad un ispezione di polizia senza licenza…- la donna era uscita dal
pullman, l’uomo teneva gli occhi su di lei, se non fosse stata di spalle
avrebbe potuto notare delle lacrime sul volto della donna.
Studenti
rimasti in vita: 11
Salve,
spero che il capitolo vi sia piaciuto, fatemi sapere ^^
Capitolo 19 *** Capitolo XIX Il passato ritorna alla luce ***
Capitolo XIX
Capitolo XIXIl passato ritorna alla luce
Ore 19:56 –
Zona D4, strada
Ando
stava camminando senza meta in giro per l’area di combattimenti, non voleva
incontrare nessuno, era nervosa e depressa, la notte aveva gettato un leggero
velo di ombre su di lei, rabbuiando la sua figura
esile ma atletica che continuava a procedere verso nord in un sentiero dettato
dal destino e dallo shock. Un beep fece bloccare di
colpo Ando, che estrasse la sua arma dalla gonna, osservando attentamente il display, due puntini erano lampeggianti all’orizzonte,
stavano avanzando verso lei, mentre un altro apparve sull’apparecchio, questo
non attirò particolarmente l’attenzione della ragazza che corse a perdifiato in
cima al vicino cavalcavia, nascondendosi.
Passi
altisonanti sul rovente asfalto penetrarono le sue orecchie, non vi erano voci,
solo qualche ansimo da fatica, il tono sembrava abbastanza famigliare a lei, ma
non voleva avere contatti con nessuno, amico o no.
Sotto di lei, FuyukoeEbizo stavano attraversando il marciapiede, la ragazza
poggiava sulla spalla di lui, ferita, non erano a conoscenza della presenza di Rui, tanto meno di quella di RiutakaHisa, nascosta dietro il muro di un vicolo, la sua
scimitarra lucente era legata alla vita, notò subito le armi addosso ai due e
cercò di imboccare il cavalcavia senza attirare l’attenzione, non voleva morire
in un modo stupido.
Hisa
era una studentessa modello nonostante il suo solito abbigliamento punk e il
suo essere particolarmente irascibile, non voleva partecipare al programma, ma
sapeva che era la persona meno fidata della classe, voleva assicurarsi che
prima nessuno l’avesse attaccata per poi decidere se giocare o
meno.
Era
sulle scalinate del cavalcavia, i due erano un puntino all’orizzonte, non
doveva più temerli, salì rapidamente le scale dandosi spinta
con le gambe, Rui era rannicchiata lì e sembrava
stesse piangendo, non si era ancora accorta di lei, che gli si stava
avvicinando lentamente con fare furtivo e l’arma sguainata, priva ancora di
cattive intenzioni. La distanza fra le due era sempre minore, fin quando un bicchiere di carta rigida tradì la ragazza,
che lo calpestò emettendo un rumore maldestro, Rui si
alzò di scatto e scrutò la compagna, gli occhi si sbarrarono, la ragazza con la
peggior reputazione della scuola era a pochi passi da lei con un arma in mano. Hisa si era allontanata di un passo, Ando aveva caricato un
calcio verso la scimitarra, che volò in cielo cadendo
fragorosamente a terra poco dopo, la studentessa stringeva forte la sua mano
con una smorfia di dolore sul volto –Ando… fermati… io…- non fece in tempo a
finire che il pugno di Rui impattò contro la sua
gota, il ferreo sapore del sangue si fece largo nel suo palato mentre la
ragazza cadde addosso alla ringhiera del cavalcavia, reggendovi con tutte le
forze.
Ando
non voleva fermarsi, non voleva morire, nonostante tutte le disgrazie, la morte
dell’amica, lei amava ancora la vita, sarebbe sopravvissuta, lo avrebbe fatto
per lei, Hisa si era alzata tremante appoggiandosi
nuovamente alla barricata che arrivava poco più in su
del suo fianco, un calcio la colpì in pieno petto, sentì il parapetto sbattere
contro di lei, e il peso sbilanciarsi all’indietro, uno strano senso di
smarrimento la pervase mentre non sentiva più la terra sotto i piedi, un ondata
d’aria la colpiva da dietro scompigliandole i capelli, sentì la terra sbattere
violentemente sul suo capo, poi più niente.
Rui si
sporse, a pochi centimetri dalla sciabola di Hisa,
giaceva il suo corpo privo di vita, sul volto della ragazza si stampò un espressione di terrore, lei amava la vita, ma ne aveva
appena stroncata una.
Ore 20:13 –
Zona E2, Abitazione
Kuniko
si era vestita già da tempo, indossava un top alquanto attillato e una gonna
molto corta, i suoi piedi calzavano delle scarpe molto più
sottili di quelle precedenti, era sdraiata sul letto, mentre nelle sue orecchie
la musica ondeggiava, accompagnata dalle cuffie del lettore mp3, voleva
dimenticare, dimenticare tutto di quella vita tanto sofferta, eppure non ci
riusciva, ricordava benissimo la discussione che il padre ebbe con il professor
Inoue prima che le accompagnasse al parco, parlavano
di debiti, un argomento che non era nuovo per loro padre, lui spendeva denaro
in tutto: vestiti, donne, alcool, fumo e droga… aveva tutti i vizi che si
potevano avere su quel mondo oscuro e corrotto, il professor Inoue era molto più arrabbiato del solito, ma non pensava
che potesse arrivare a quel punto.
Poteva
ancora sentire quegli aromi nell’aria, di quando era
al parco con la sorella Momoko.
-Momoko!
Kuniko! Venite, torniamo a casa- disse il padre
-Uffa…
ma è presto- disse allora Kuniko
-Niente
storie, venite subito!-fu la risposta secca.
Le
due bambine, seppur riluttanti, seguirono il loro padre che stava per andare in
strada, ci fù un rumore stridulo e un forte odore di
gomme bruciate, un auto rossa, quella di Inoue, sfrecciò sulla strada, colpendo in pieno l’uomo, la
corsa in ospedale poco dopo… era ancora tutto vivo nella mente di Kuniko, loro padre era stato quasi ucciso, non poteva più
lavorare e liberare la famiglia dai debiti, era rimasto in coma irreversibile.
Kuniko
si rilassò sopra le morbide lenzuola che la cullarono in quella confusa notte
senza luna, nella sua mente emergevano pensieri di vendetta, voleva uccidere Inoue dopo il programma che lui stesso aveva supervisionato,
un fischio tuonò nell’aria svegliandola di soprassalto, si voltò rapidamente
verso la sveglia, due coppie di cifre lampeggiarono “00:00”.
-Buona
notte, principi e principesse… questo è l’aggiornamento
di mezzanotte… uh, siete stati bravi, ben sei amichetti in meno… gli studenti nove,
tredici e diciotto e le studentesse diciassette, diciannove e venti… le aree
proibite dalle dieci saranno D1, E1 e F2… buon gioco…- le ultime parole
sembravano inforcate abbastanza di fretta, come a volersi brigare, la donna dall’altro
capo del microfono stava osservando una foto che aveva poggiato sul microfono,
ritraeva un ragazzo di sedici anni appena, il volto giovane e sorridente era
incorniciato da dei capelli castani lunghi e risplendenti come la criniera di
un leone, sul lato in basso c’era una scritta “Per la mamma con affetto, Ruiki”.
-Signorina
Misaki- una voce si fece sentire nelle sue orecchie –Vuole
dare uno sguardo all’ultimo aggiornamento sulla lista?-
-L’ho
appena comunicato…- rispose fredda
-Si… ma se vuole…-
-Non
mi importa!- sbottò lei senza alcun motivo apparente
-Ma…-
-Lascialo
qui, ci darò un occhiata dopo…-
Il
saldato eseguì e lasciò un tabulato di fogli vicino alla donna, dei nomi, molti
dei quali barrati, vi erano scritti sopra:
RagazziRagazze
1
AshizuEbizo
1
AbashiKuniko
2
Buncho Arata
2
AbashiMomoko
3
DaireiKeishi
3
Ando Rui
4
Fumai Gaho
4
ChizaTomoko
5
Fumi Taki
5
FujiEmiko
6
GajiYachi
6
FushinoNao
7
HabaraiHebi
7
HarenjiMayumi
8
HanzaKazu
8
HasamuraAyako
9
HisakiIzo
9
HotariAki
10
HuchikaMusato
10
HukitaSae
11
KawaraEichi
11
KeroyoKuinie
12
KenataBaiko
12
KitsuneMaru
13
KentoHaruki
13
ManaeFuyuko
14
KyochiMotoyuki
14
NakawaYui
15
ManaruMisao
15
OshikoKazue
16
Shiboni Bairei
16
RiunoKunie
17
Shiduna Mito
17
RiutakaHisa
18
ShinKazu
18
SahariNaoko
19
TashibariYushiro
19
TenJunko
20
YujiHiroaki
20
ZarahiMiho
-Ruiki…-
sussurrò la donna, le mani poste a coprire gli occhi.
Studentessa
17, RiutakaHisa, morta
Rimasti in vita: 10
Salve, se vi siete allarmati Anonimo è solo un mio compagno di classe un po’ invadete
:P
Spero che il cpa
vi sia piaciuto ^^
Mi dispiaccio del fatto che i
conteggi siano un po’ alterati ma alle volte io stesso
tengo male i conti @_@
Ora ho un foglio di calcolo su excell, quindi non credo che mi sbaglierò più ^^
Recensite sia positivamente che negativamente ogni qual volta abbiate qualcosa da dire
^^
Il corpo striminzito di KitsuneMaru, la ragazza numero dodici, stava tremando come se una scarica elettrica
lo stesse percorrendo, aveva paura, paura di morire. Non voleva uccidere
nessuno, ma anche se avesse voluto non avrebbe potuto con l’arma che gli avevano affibbiato, una fionda da bambino in legno, non
smetteva di tenere gli occhi puntati sopra l’oggetto che avrebbe significato la
sua morte certa in quel folle gioco. Un fruscio distolse la sua attenzione, ma
non la fece smettere di tremare, il volto si faceva pallido
mentre osservava due sagome all’orizzonte, due sagome armate di pistola
e balestra, la ragazza indietreggiò lentamente quando vide Fuyuko
ed Ebizo spuntare fuori dalle tenebre.
-Maru-san…- disse il ragazzo, Kitsune
sobbalzo e cadde all’indietro, per poi rialzarsi e correre rapidamente dietro si se, senza voltarsi.
-Kitsune!- urlò Fuyuko, ma la
ragazza stava ancora correndo a perdifiato.
-Lasciamola
andare… non vuole essere aiutata…-
disse sconsolato Ebizo.
Maru stava correndo senza sosta, sentiva i polmoni
gonfiarsi fino a premere sul suo petto, il sudore gocciolava copioso sulla sua
fronte, non sapeva se aveva ancora la fionda in mano o no, ma non le importava,
voleva scappare, tornare a casa, non si era nemmeno accorta di dove stava
andando, ma dopo parecchi minuti di corsa ininterrotta un suono glielo fece
capire.
Beeep
Era nella zona F5, proibita
dalle tredici del giorno precedente….
BoooM
L’esplosione echeggiò nella
zona, giunse anche alle orecchie di Fuyuko e del
compagno che erano appena entrati in una casa, entrambi
deglutirono immaginando l’accaduto.
-Adesso riposiamoci…- disse
lui – domani cercheremo Hebi…-
I due si accamparono come
meglio credevano nell’abitazione, Kuniko (Zona E2), Rui (Zona D4) ,Gaho
(Zona E3), Yushiro (Zona D4) e la Banda di Hebi
(Zona E3) fecero lo stesso, tutti i sopravvissuti chiusero gli occhi e si calarono
in un sonno profondo, quello sarebbe stato l’ultimo giorno per alcuni o per
tutti loro.
Ore 9: 56 – Zona D3, Deposito pullman
La
donna misteriosa, Misaki, si era svegliata presto il
giorno dopo, stava attendendo con ansia l’aggiornamento perché dopo avrebbe
fatto la cosa più insensata della sua vita, forse l’ultima cosa che avrebbe
fatto.
Prese
contatto con il microfono –Buon giorno, miei cari…
spero vi siate svegliati bene! Oggi è l’ultimo giorno… vedete
di resistere! …. Uhm… ma non uscite mai di notte? L’unica
morte è quella della numero dodici, KitsuneMaru… potevate fare di meglio, altrochè! Le
aree proibite dalle tredici sono la
F4, la F3
e la E8…
Siete rimasti in nove, ragazzi… Dateci dentro!-
La
donna si scostò dal microfono, un soldato stava per portarle dell’acqua, ma lei
lo allontanò con un cenno di mano, si alzò e scese nel deposito dove ad
aspettarla come sempre ci sarebbe stato il padre di Sae,
la donna lo scrutò dal di fuori del mezzo, per poi
entrare. L’uomo riservava sempre un occhiata torva
alla donna, occhiata che non gli aveva risparmiato nemmeno quella volta, lo
sguardo si barrò appena la donna proferì quelle parole.
-Oggi
libereremo gli studenti…-
Il
silenzio si librò nel autobus, entrambi si fissarono
negli occhi a vicenda, entrambi avevano un moto di determinazione negli occhi,
la donna sfilò da sotto il tailleur un telecomando che puntò contro l’uomo
premendo un pulsante, le cinture si allentarono e il soldato era libero.
-Il
tuo nome?- chise la donna
-Takumi…-
Non
gli fece dire il cognome –Bene Takumi! Ora, sotto la
supervisione del Capitano Misaki, romperai il culo alla repubblica della grande
Asia, ricevuto?-
-Sissignore!-
Ore 10:23 –
Zona E3, abitazioni di periferia
Hebi
stava segnando le zone, Eichi lo stava aiutando
facendo l’inventario delle armi, Aki era sdraiata sul
pavimento e ricoperta di coperte e giacche, tutti e tre pregavano in silenzio
che il loro piano riuscisse la ragazza dava segni di miglioramento
anche se in modo molto poco frequente, i due sapevano che la medicin di Aki non sarebbe
bastata per l’intero giorno, speravano quindi di uscire di li il prima
possibile e di portare la ragazza da un medico o simili.
Un
altro ragazzo era nella zona, aveva dormito male a
causa del giubbotto antiproiettile rubato all’amico, era Fumai Gaho, teneva stretta nel pugno la pistola rubata ad Emiko e continuava a camminare dentro il quartiere, la coda
dell’occhio percepì del movimento all’interno di una casa a pochi metri da lui,
era il rifugio del trio, il ragazzo si avvicinò lentamente e si accostò alla
finestra, poteva benissimo vedere i tre intenti a fare altro piuttosto che
badare a lui, Gaho sorrise sadicamente mentre nella
sua mente iniziarono a farsi strada pensieri di morte.
La
sua pistola si alzò all’altezza della finestra, la mano esile del ragazzo
tremava un poco, partirono tre colpi che fischiarono
ancora nelle orecchi del’assalitore, un proiettile
colpì Hebi di striscio alla spalla, i due ragazzi si
girarono e videro perfettamente il loro nemico, Eichi
si buttò sulla sua pistola e iniziò a sparare, i colpi andarono direttamente
sullo stomaco di Gaho che indietreggiò un po’ per il
dolore, ma venne ferito, altri colpi invece partirono dalla sua pistola,
colpendo Kawara sul petto, facendolo cadere a terra
esanime, Aki lanciò un urlo di terrore e nascose la
testa sotto le coperte, terrorizzata.
-Eichi!-
Urlò Hebi, prendendo il
proprio mitra e scaricando una raffica di colpi su Gaho,
i primi andarono sul giubbotto, lasciandolo illeso, ma i successivi lo
colpirono per due volte al braccio sinistro, il ragazzo cadde a terra
sanguinante.
-Habarai!
Figlio di …- un'altra raffica partì dall’arma di Hebi,
mancando la testa di Gaho per poco, quest’ultimo si alzò e corse rapidamente, tenendosi strette
nel pugno le ferite sanguinanti, Habaraivoleva correre dietro al ragazzo per poi ucciderlo, ma una
leggera voce femminile lo distolse dal proposito.
-No,
Hebi…- Aki tremava da sotto
le lenzuola
-Come?... ha ucciso Eichi… hai
visto..?-
-Se lo
uccidi diventerai come lui…-
-Non
mi interessano queste puttanate!
Io devo vendicare Eichi, punto e basta…- Il ragazzo
lo disse, ma non si mosse, stava ancora lì a fissare
la ragazza che era rimasta immobile con gli occhi socchiusi puntati verso il
soffitto.
-Gaho…
non pensa a quello che fa…- disse la ragazza –Non puoi dar peso alle sue azioni
perché lui agisce sotto il controllo della paura…-
-Paura…?-
-Si…
Gaho ha perso l’unica persona che gli voleva bene più
della sua stessa vita, l’unica che lo avrebbe aiutato e protetto…-
-Chi…?-
-Me
lo aveva detto l’anno scorso… e voleva fosse un
segreto…-
Le
ultime parole che si scambiarono, lo sguardo di lui
andò verso il cadavere del compagno, cadde in ginocchio e si accucciò vicino
all’amica, non condivideva quello che pensava ma una cosa era certa, non voleva
che finisse come lui.
Ore 11: 03 – Zona D4
Rui era rimasta sdraiata sopra il cavalcavia per tutta
la notte, non aveva dormito, teneva stratta a se la
sciabola di Hisa, la sua mente tornava indietro fino a quando non l’aveva uccisa buttandola giù dal cavalcavia,
lei non voleva uccidere nessuno, amava vivere e sapeva che come era suo
diritto, era diritto anche altrui. Nella mente di lei,
c’era un solo modo di rimediare al furto di una vita, il suicidio, per lei
uccidersi sarebbe stata la soluzione giusta per non uccidere altre persone e
per non soffrire vedendone morte molte altre, la ragazza si alzò lentamente e
posò le mani sul parapetto del cavalcavia, col chiaro intento di scavalcarlo.
Studentessa 12, KitsuneMaru, deceduta
Studente 11, KawaraEichi, deceduto
Morti: 32
Sopravvissuti:8
Ecco un altro capitolo in meno alla fine di questa Fic, ora che sono rimasti in vita solo dei “maincharacter” credo che la cosa
si farà interessate.
Rui teneva
i pugni stretti nel cavalcavia, lo sguardo fisso sul cadavere di Hisa, steso al suolo con la testa in un
angolatura anomala rispetto al collo, vivere con la coscienza
appesantita da un uccisione era troppo per lei, che voleva farla finita, in
preda alla depressione.
Le
sue labbra tremavano, così come le dita salde sopra la fredda
sbarra del parapetto, doveva morire, non aveva fatto che creare
sofferenza, aveva ucciso una ragazza e aveva lasciato che la sua migliore amica
Junko facesse la stessa fine, voleva morire, doveva
morire…
-Rui…-
la ragazza sentiva una voce nella sua testa –Rui… sono io… Junko… Rui, non ucciderti… non morire-
-Lasciami… io … io devo morire!-
-No…
tu non devi morire tu devi aiutare quelli che hanno bisogno di te…-
-Chi
ha bisogno di me?... chi ha bisogno di un assassina…?-
-Fuyuko,
Ebizo, Yushiro, Gaho… tutti quelli rimasti in vita… sono molto spaventati, Rui… non puoi lasciarli da soli…-
-…
loro non hanno bisogno…-
-Rui!...
non perderti come alcuni di loro hanno fatto… non diventare cattiva… non morire…
sii sempre te stessa, Rui… quella ragazza che ho
voluto come amica…-
-…-
-Rimani
te stessa, Rui… ti prego…-
-Si…
hai ragione…- la ragazza si asciugò gli occhi –Io andò
a cercare gli altri, ci metteremo d’accordo e usciremo tutti da questo posto di
merda! Te lo prometto, Junko-
Nella
mente della ragazza si fece largo il volto sorridente dell’amica –Grazie…. Junko… Gra…-
Un
colpo tuonò nell’aria, Rui abbassò lo sguardo notando
una grande chiazza rossa, del sangue colava lentamente
dal petto della ragazza, che indietreggiò fino a sbattere contro il parapetto,
cadde indietro, poteva vedere la figura di Yushiro
fissarla prima che il mondo si oscurasse completamente.
Yushiro
ricaricò la pistola, e si avviò lentamente verso il cadavere della ragazza
appena uccisa che era caduta sopra il cadavere di Hisa,
non fece caso alla scimitarra, fu invece interessato
al rilevatore di posizione, che mise in tasca allontanandosi poi a passi lenti
tenendo il congegno stretto nelle su mani.
Ore 11:24 –
Casa di KykioHasama,
studentessa della classe 2F, amica di Tomoko e Fuyuko
La
luce penetrava dalla finestra aperta illuminando il volto levigato di una
ragazza dai tratti orientali e i capelli raccolti in due trecce che stava
scribacchiando qualcosa su di un quaderno mentre la
radio sul suo comodino continuava ininterrottamente a parlare. Erano giorni che
teneva la radio accesa ventiquattrore su ventiquattro, era stata informata che
le sue amiche erano dentro una delle classi scelte per
il programma e ogni minuto che passava sperava di sentire la voce del
presentatore interrompere la musica per dare notizie sulla classe 2D, quelle
notizie, però, le attendeva quanto le temeva, aveva una costante paura che le
sue amiche non tornassero illese dalla battaglia.
La
mina della matita si spezzò, macchiando il foglio sul quale vi era un disegno
molto realistico delle due ragazza e di lei strette in
un abbraccio, il disegno iniziò a sfumare quando le lacrime di lei bagnarono il
foglio. Loro tre si erano conosciute all’asilo, una volta un ragazzo picchiò Kyoko e Tomoko, facendole
piangere, quella volta Fuyuko prese le redini della
situazione e, nonostante sia stata rimproverata dall’insegnate,
aveva dato una bella lezione all’energumeno, da allora le tre furono
inseparabili, Kyoko fu molto triste quando vennero
smistate in sezioni diverse, ma il poter incontrare le sue amiche quando voleva
fuori scuola le aveva ridato la gioia, gioia che ora aveva perso e che
rischiava di perdere per sempre. –Fuyuko… Tomoko… perché?-
Non
riusciva a fermare le lacrime, teneva le mani giunte poste sopra il viso,
pregava, pregava che le sue amiche non morissero, che tornassero a casa, le rivoleva
a se, ferite o deviate, ma le rivoleva, se ne sarebbe presa cura lei, a costo
di morire, ma le rivoleva li vicino a se.
-Fuyuko…
Tomoko… non morite… vi prego…
non morite…- un pianto, una preghiera, una richiesta…
In
mente, poi, le vennero i loro compagni di scuola, tutti sembravano diemostri quando sapeva che
potevano uccidere le loro amiche, non potevano fidarsi di nessuno, Fuyuko inoltre era innamorata di Yushiro,
il teppista della classe. Come poteva Kykio trovare
un attimo di tranquillità? Aveva paura, e non sapeva come quietarla.
Ore 11:57 –
Zona E4, abitazione
Fuyuko
sentiva una morsa al cuore, qualcuno là fuori stava piangendo per lei, e già
sapeva chi, i due avevano camminato per un po’ verso nord, sempre alla ricerca
di Hebi e degli altri, non sapeva
se li avrebbero trovati lì, ma non gli restava che sperare ormai. Stavano
camminando, percorsero la strada che ancora li separava da un blocco di
condomini, si avviarono lentamente all’ingresso e si accasciarono a terra sfiniti.
-Fuyuko…
senti, prima di morire...-
-Noi
non moriremo!-
-Si…
comunque volevo dirti…-
Un
chiasso maldestro interruppe i due, da dietro un portone cadde una sagoma e un
cumulo di polvere grigia che tenette nascosta l’identità dello studente, i due presero le armi e le caricarono contro il ragazzo, i due
sbarrarono gli occhi, le loro labbra tremarono, era Fumai Gaho.
Il ragazzo tossi alcune volte per poi uscire dal
cumulo di polvere.
-Fuyuko…
coffcoff… proprio te cercavo…-
-Gaho…-
disse lei –Tomoko ti…-
-Ti
amo…-
-si,
lei ti… no aspetta…-
-Io
ti amo, Fuyuko, dalla prima volta che ti ho vista… il
mio cuore…-
-No…
io… Tomoko… lei ti amava, tu non puoi…-
-Fuyuko-
urlò allora Ebizo –lui… me lo aveva già detto, lui ti
amava … ma non aveva il coraggio di dirtelo...-
-…è
vero…?- chiese la ragazza, Gaho annuì
-Si…
e sapevo anche che Tomoko mi amava…-
-Perché
non gli hai detto nulla, allora’-
disse Fuyuko arrabbiata, le sue labbra tremavano
-Volvo
usarla…-
-C…cosa?-
-Volevo
usarla per arrivare a te… avreii fatto di tutto per
te…-
-Tu…
non dovevi… non dovevi far soffrire una mia amica…-
-L’ho
fatto per te…-
-Io…
ti odio…-
Gaho
sbarrò gli occhi -… no… non dire così…-
-IO
TI ODIO!-
-NOOOOO-Gaho puntò la pistola contro la ragazza e premette il
grilletto, il colpo rimbalzò a pochi centimetri da lei, facendola sobbalzare. –Troia!
Maledetta puttana!-
Gaho
continuò a sparare die colpi, uno dei quali prese in
pieno braccio Ebizo che cadde addietro, Fuyuko puntò la pistola contro Gaho.
-Fermati!
Fermati o…- un colpo partì dalla pistola del ragazzo, colpendo la finestra
dietro Fuyuko, sentì il cuore smettergli di battere
in petto, le mani erano diventate gelide dalla paura, il suo indice premuto sul
grilletto si strinse, un rumore sordo, il proiettile era partito, lei lo poteva
vedere, stava volando nell’aria mentre vagava verso Gaho, chiuse subito gli occhi, non voleva vedere.
Studentessa 3, Ando Rui,
Deceduta
Studenti rimasti in vita: 7
Salve^^ sparo che il cap vi sia piaciuto, mi spiace se posto rapidamente ma voglio
finirlo prima dell’inizio delle vacanze estive^^
Vedo che le recensioni e le letture sono diminuite, spero non sia
per qualcosa che ho scritto…
Fuyuko aveva le palpebre strette e tremanti, lo stesso era
per le gambe e le braccia, il gelido arnese da guerra era stretto nelle sue
mani, non voleva vedere, non voleva, un singhiozzo
interruppe il silenzio di quella stanza, seguito da un altro ed un altro
ancora, la ragazza aprì l’occhio destro, la sua pistola era puntata contro un
muro sporco di sangue.
-Fu…yu…ko…- una voce la chiamò, lei abbassò lo sguardo, vedendo Gaho steso a terra, in un lago di sangue
e uno squarcio causato dal proiettile al lato del collo, il sangue zampillava
copiosamente dalla carotide recisa, Fuyuko cadde a
terra, poggiandosi sulle ginocchia, gli occhi pieni di lacrime guardavano l’amico
morente.
-Io… non volevo…- furono le parole di lei, nonostante non potesse vederlo, Ebizo era dietro di lei con lo stesso sguardo supplichevole
di chi non vuol vedere il proprio amico morire, la ragazza si avviò a carponi
verso il compagno ferito.
-Non… è…colpa tua… è… il
programma…- disse Gaho
-…-
-Il programma… ha fatto
diventare cattive… molte persone…-
-…-
-Il programma… ha ucciso…. Molte
persone…- le sue ultime parole, Gaho porse il volto
alla sua destra, gli occhi tremavano mentre la vita
abbandonò il suo corpo.
Fuyuko abbassò lo sguardo e scosse la testa nervosamente,
le mani poste sopra il viso, Ebizo posò una mano
sulla sua spalla, non voleva che la sua amica soffrisse in quel modo, non
voleva che nessuno soffrisse per colpa di un sistema incentrato sulla violenza
e sull’ingiustizia, dove il più piccolo viene sbranato
dal gigante, ma neanche lui lo sopportava, quel sistema, pochi minuti bastarono
per far scendere delle lacrime anche sul suo volto, la sua fronte si poggiò
sulla testa di Fuyuko, rimasero lì per tutta l’ora,
stretti uno nell’altro, tremanti e piangenti, un denso alone di paura e
tristezza li avvolse.
Ore 13:00 – Zona D3,
deposito/Base
La base era in piena
attività, voci e comunicazioni arrivarono dappertutto –Studente quattro, Fumai Gaho, zona E4 ore 12:13…-
-Studenti rimasti: sei…- in mezzo a queste, una guardia si era fatta avanti
urlando ad alta voce e interrompendo le altre.
-Signorina Misaki! Signorina Misaki!-
-Che c’è?- Rispose secca la donna, che stava già nella
sua postazione del microfono. –Non vedi che ho da fare?-
-Signorina Misaki! Il prigioniero è scappato-
La donna rimase silente per
almeno un minuto, poi schiarì bene la voce e disse
-E allora? Pensi che possa fare qualcosa contro un
intero plotone di soldati?-
Tutti i soldati che poterono
ascoltare la donna interruppero il loro lavoro e si voltarono verso di lei, con
lo sguardo sbalordito. Il soldato era diventato pallidissimo.
-No, ma…-
-E poi non ricordo di averti
chiesto di andarlo a controllare…-
-Io…-
-Taci! Avverti pure le
guardie, ma non venirmi a disturbare…-
-O…Ok…-
Il soldato girò pesantemente
sui tacchi dei propri anfibi, dirigendosi alla postazione dei comandi, da
quella estrasse un foglio di carta e un auricolare, infilò il proprio
auricolare nell’orecchio e scrisse sul foglio bianco con una bella
estratta dal taschino della divisa.
-A tutte le unità…- disse
all’auricolare, senza però smettere di scrivere -… il
prigioniero è fuggito… ripeto, il prigioniero è fuggito. Non sappiamo se è armato ma è comunque un pericolo per la repubblica, cercarlo
e catturarlo… immediatamente! Passo e chiudo-
Interruppe il collegamento
con l’auricolare mentre la donna iniziò a far partire
quello con l’altoparlanti sull’isola.
-Salve a tutti, miei cari…
vedo che siete rimasti in sei, bel lavoro!... ci hanno
lasciato la studentessa quattro, Ando Rui, e lo
studente tre, Fumai Gaho…cavoli!... mi è appena giunta
la comunicazione che le zone proibite saranno un bel po’… dalle diciassette:
E2, E3, E4, C2, B2, C9, B9, B8, B7, D8, D7, C7 e A6… tredici in tutto… ve ne
rimarranno solo otto in cui nascondervi…- la voce di lei era alquanto preoccupata
-…beh, buona fortuna… che vinca il migliore!- il contatto si interruppe, la
donna era di spalle, ma poteva sentire gli sguardi dei soldati bruciargli la
nuca, si voltò rapidamente.
-beh? Che
avete da guardare! Al lavoro!- tutti i militi si rimisero subito in opera, il
soldato di prima stava trafficando con il fax, Misaki
non poteva vedere il foglio che inviava, pensava dunque che fosse una
comunicazione da inviare all’esterno, non poteva immaginarne il contenuto:
Amministrazione Del B.R.act
della repubblica della grande asia
Il capitano che ci è stato
affidato, la signorina KinathaMisaki,
sta assumendo ultimamente un comportamento sospetto, alcuni di noi presumono
che voglia boicottare l’attuale edizione del Programma, per l’esattezza la 350°.
Richiediamo un ispezione del capitano in questione e
una possibile sostituzione se si tratta di un infiltrato e/o ribelle.
KiochiManao, luogotenente
Il soldato fissò torvo le spalle
rigide della donna mentre un segnale acustico avvisava
che il Fax era stato inviato correttamente, il militare non era al corrente di
ciò che è accaduto al figlio di Misaki, ma anche
avendolo saputo, difficilmente non avrebbe complottato contro di lei, aveva
sempre aspirato a soffiargli posto e in quel mondo disumano funzionava così,
dovevi far cadere dal posto un tuo collega per poter salite più in alto, occorre
sempre essere i primi a spingere, solo così non si poteva finire a terra. Uno
sparo ovattato si senti per tutta la stanza, sembravano
essere gli studenti, ma l’impatto del proiettile sembrava troppo vicino,
qualcosa non stava andando come doveva, tutti i soldati, inclusa Misaki, si sporsero dalle finestre per vedere, e sbarrarono
gli occhi, il ribelle, Takumi, era sopra il tetto
dell’edificio e poteva benissimo vedere la scena: uno studente, HabaraiHebi, era ferito ad un
braccio e stava sparando con il proprio mitragliatore contro l’edificio della
base, era molto distante, circa un centinaio di metri, da lì il deposito era
alto poco più di tre centimetri.
-Che sta
facendo?- chiese un soldato
-Sta sparando all’edificio…-
-Perché? Vuole attaccarci?-
-Non so… comunque
non penso che ci sia da allarmarsi, finirà i proiettili… è comunque troppo
distante per poterci colpire…-
-…-
I due soldati rimasero in
silenzio, osservando il giovane che come un folle, stava sparando alla cieca
contro l’edificio, improvvisamente l’arma smise di sparare e l’arma gli
rimbalzò indietro, eppure le munizioni c’erano, non capiva la ragione di quel’improvviso blocco, posò gli occhi sull’arma,
percorrendola in tutta la sua lunghezza, nel tentativo di capire cosa
succedeva, notò quindi il bosso di un proiettile incastrato nel carrello dell’arma,
cercò di toglierlo con le dita, ma non era pienamente sicuro di ciò che faceva,
tirò quindi indietro il carrello, il bossolo schizzò fuori seguito da alcuni
proiettili che partirono senza però colpire il maledetto sistema di aerazione, troppo piccolo a quella distanza.
Un passo si udì, seco e sordo, dietro le spalle del ragazzo che si voltò
rapidamente, Yushiro era dietro di lui, la pistola
puntata contro.
-Tahibari… immagino che tu non capisca cosa sto cercando di
fare…-
-Lo so benissimo cosa vuoi
fare… quindi ti evito una delusione uccidendoti…-
-Cosa? No… non puoi davvero
rinunciare così…-
-Conosco bene il governo.
Mio padre era un sabotatore, ed è stato ucciso… lo stesso è successo a mia
madre solo perché era imparentata con lui…-
-…-
-Il sistema è freddo e spietato, quindi tocca abituarsi e diventare freddi di
rimando… solo così si sopravvive-
-No… Non è vero!-
Uno sparo echeggiò nell’aria.
Studente 4, Gaho Fumai, morto
Studenti
rimasti: 6
E un altro cap
se ne va ^^
Mi dispiace se sono sembrato un po’ pretenzioso sul fatto di recensire, ma
alle volte non so se sto andando bene o sto scrivendo cavolate ^^”
Lo
sparo rintronò, il metallico rumore del bossolo caduto a terra echeggiò
leggermente nell’aria densa di fumo, Hebi sgranò gli
occhi, la pistola di Yushiro volò alcuni metri più in
là, il ragazzo stava tenendo stretto il proprio polso, al quale sembrava
essersi fatto male, entrambi si voltarono poi in
direzione dello sparo, era stata Aki, che teneva
ancora stretta la pistola di Eichi in pugno.
-Se
vuoi partecipare al gioco… vattene da qui…-
Yushiro
fissò sbalordito la ragazza, i suoi cocchi si socchiusero poco dopo, ma poi si
voltò –Fate come volete, ma creperete prima o poi, non
occorre che sia io ad uccidervi…- il ragazzo non si avvicinò alla pistola, si
portò semplicemente dietro il proprio borsone e si avviò verso nord, sembrava
la prima volta che parlava prima di far fuoco, ma questo non era proprio
innaturale, prima del programma i due erano grandi amici. Eppure
era strano, la prima volta non aveva esitato a far fuoco sul gruppo.
-Hebi.. il
piano è sfumato- disse Aki
-Già…
ormai lo sapranno cosa volevamo fare, allontaniamoci prima che rispondano al
fuoco…-
Hebi si
avviò verso nord, fece segno aAki
di seguirlo, i due percorsero una buona distanza, uscendo dalla zona che
sarebbe diventata proibita in tre ore, si trovarono presto nella Zona D4,
nessuno era sulla strada ad attaccarli, del resto erano rimasti in pochi in
quel maledetto quartiere di Sanjo.
Hebi si
sedette dietro una casa vicino aAki,
i due si riposarono dal recente spavento, nonostante parlassero poco, alcune
domande erano inevitabili.
-Secondo
te è per vendetta che agisce?- chiese la ragazza
-Chi,
Yushiro?... no, di vendicare
i suoi non gli importa molto… semplicemente non vuole lasciarsi prendere dai
sentimenti come loro hanno fatto… per non fare la loro fine-
-…-
Non
sapevano il perché, ma ogni volta che iniziarono a parlare, Aki
e Hebi, non facevano che finire in un silenzio
imbarazzante, spesso la ragazza interveniva a
interrompere quel silenzio, ma evidentemente il programma aveva sconvolto quella
e non poche delle sue abitudini, dopo alcuni minuti lei fece cenno a Hebi di coprire il microfono e lei fece lo stesso.
-Hebi…
si vede la scuola anche da qui… non è che forse…?-
-Non
lo so… sembra rischioso…-
-Lo
è molto di più rimanere qui senza fare nulla…-
-…-
questa volta era rimasto lui senza parole, ma le riprese subito.
-Alle
diciotto...-
-Ottimo-
Nessuno
dei due proferì parola, rimasero entrambi immobili a
fissarsi attorno, sperando di non individuare malintenzionati.
Ore 14:21 –
Zona D3, base
Misaki
e Takumi era sul tetto, nascosti sotto una serie di
tubature di ricambio, stavano parlando sottovoce, ma abbastanza animatamente .
-Allora,
hai deciso cosa fare?- chiese lui
-Di
solito non ci si rivolge così ai capitani…-
-Di
solito fra ribelli non ci sono gerarchie-
-tsk… comunque… adesso, porto su qualche arma, metto del veleno
fra i viveri, idea che copio gentilmente da te, e dopo si darà il via alla carneficina-
-Bene…
fa presto, allora-
-Vado, vado-
La
donna si alzò in maniera discreta, lanciò un occhiata
prudente attorno a se ed entrò nuovamente all’interno dell’edificio, il
solito tram tram di guardie stava animando i
corridoi, nessuna di queste si voltò a salutare il capitano, ma questo non
insospettì Misaki, che si avviò prontamente verso i
magazzini di provviste. Il posto puzzava di stantio e di muffa, l’umidità
rendeva l’aria densa a tal punto da renderla quasi irrespirabile, la donna si
avviò verso il freezer che conteneva la carne secca destinata alle truppe,
prese dalla tasca del completo un piccolo flaconcino e lo stappò, versandone
quindi il contenuto granulare nel contenitore, lo
richiuse e si girò per raggiungere nuovamente il tetto, ma alle sue spalle c’era
una persona alquanto indesiderata: KiochiManao, l’uomo che ambiva al suo posto.
-Signorina
Misaki… mi sta deludendo…-
-Indietreggia!
Stavo solo…-
-So
benissimo cosa stava facendo… e ben presto lo saprà il resto del plotone-
-Io
non penso proprio, sai…-
Misaki
sferrò un pugno al soldato, che indietreggiò di qualche passo per poi caricare
un pugno anche lui, il capitano schivò il colpo con una certa eleganza e
maestria, lo stesso accadde con il secondo e con il terzo pugno, per nulla
impressionata dal combattimento, Misaki tirò un calcò poderoso all’inguine del soldato, che cadde in
ginocchio e poi si accasciò a terra.
-Stupido…
ci sarà un motivo se sono un capitano, no?-
Sorrise
leggermente, stava per andare a raccogliere Kiochi ma un nuovo presente
la interruppe, lo conosceva abbastanza bene, era ManshiGoro, l’ultima volta che lo aveva visto era un
soldato id leva insieme a lei, ma adesso era un
capitano, lo si capiva dai distintivi attaccati alla divisa militare.
-Misaki,
da quanto…-
-Goro…
cosa…?-
-Sappiamo
che ti sei schierata dalla parte del nemico... quindi sono qui per sostituirti
e purgarti dall’esercito-
-I…io…-
Non
fece in tempo a dire una parola, con un rapido gesto della mano, Goroaveva estratto una pistola e
aveva fatto fuoco contro la donna, colpendola alla testa, il sangue fuoriuscì
con un voluminoso getto che imbrattò la parete dietro alla donna, che era
caduta direttamente a terra, freddata. Takumi aveva
sentito lo sparo da sopra il tetto, non poteva immaginare chi fosse, ma sicuramente qualcuno aveva ucciso l’unica persona
che l’avrebbe aiutato nell’impresa.
Ore 16:23 –
Zona E3, abitazione / Zona C4, strada
Le
ore erano passate molto lentamente nel lungo silenzio che vigeva fra Hebi e Aki, che si erano rifugiati
in una casetta nella zona dove si trovavano, non parlavano, nessuno avrebbe fatto nulla finché non sarebbero arrivate le
diciotto. I due non si erano neppure accorti del passare di FuyukoeEbizo, che erano entrati
nella zona con lo scopo si andare nelle zone a nord ed evitare la zona proibita
e si trovavano nella zona C4, sulla strada, ormai a loro non importava di
trovare Hebi e fuggire, erano ancora scossi dal dire
di Gaho e speravano solo in un attimo di pace. Hebi scrutò fuori dalla finestra,
osservando la base che da lì aveva le dimensioni di un pollice ed era per metà
coperta da altri edifici, avrebbero dovuto assalirla, entrambi
si interrogarono sull’esserne o meno in grado, le finestre erano completamente
chiuse, eccezion fatta per quella della cucina, dove una ragazza che non
indossava l’uniforme studentesca si era intrufolata, Kuniko
origliava il silenzio dei due da dietro la porta, socchiudendo gli occhi.
Hebi stava dormendo, la testa di Aki era posata sulla sua spalla, ma non ci fece caso, il
sonno lo aveva assorto completamente, tanto da non sentire nulla, tranne una
sensazione di nausea e uno strano odore, come di piombo, che gli aveva riempito
la testa. Gli occhi si aprirono lentamente sulla stanza apparentemente vuota,
il senso di nausea, insieme all’odore si facevano più intensi, appena il
ragazzo si alzò, Aki cadde di lato, sbattendo la
testa, eppure lei non si era destata dal sonno, più che un sonno sembravauna apatia fisica,
una sorta di coma che l’aveva colpita nel sonno.
-Aki… Aki… svegliati…- disse
lui con voce alterata dallo stato confusionale
-mh…mh…-
-Aki…. Stai… stai b..ene?-
-UH… mi… vien…e…
da vomitare…da vomita..- le parole vennero subito
interrotte da dei colpi tosse.
Hebi capì subito la situazione, vi si era trovato già da
piccolo, c’era una fuga di gas in casa, e lui doveva farla cessare il prima
possibile. Corse verso le finestre e le chiuse
rapidamente, senza neanche osservare fuori dalla casa, dove Kuniko
stava guardando la scena accarezzando con una mano la canna della pistola, un
ghigno sadico apparve sul suo volto, mentre scrutava avidamente Hebi che stava aprendo le finestre con gran rapidità, per
poi andare in cucina a girare la manopola del gas che la ragazza aveva svitato,
Kuniko puntò la pistola verso il ragazzo, ma questi
si uscì dal suo campo di visuale, ormai la casa non era più satura di gas tanto
da portela far esplodere con un proiettile, la ragazza si alzò lentamente, ripulendosi
il sedere dalla polvere con un rapido sventolio di mani.
-Aki…! Aki… coffcoff… rispondimi…!-
-….Habarai-kun…-
- Aki….
Stai bene?-
-…No…non credo…-
-Aki… io…-
-….-
-Mi vergognavo a dirtelo… ma…-
-…?-
-Dalla prima volta che ti ho
visto… quando eravamo vicini di banco tu… sei stata l’unica
a non criticarmi per il mio fare solitario, orgoglioso e testardo… sei stata l’unica
che non mi ha mai preso in giro per il mio modo freddo di trattare la gente… e
di relazionare…-
-..Habarai...d…die…-
-Tu… sei la persona più
preziosa per me…-
-Die..t-
-Anzi… sei
tutto per me…-
-Habarai…- sul volto della ragazza scesero numerose lacrime,
ma non erano lacrime di gioia
-Aki io ti a…-
Hebi si bloccò di colpo, un attizzatoio per il camino
aveva trapassato la sua gola, il sangue gocciolava lentamente dalla punta,
macchiando la divisa di Aki,
che stava singhiozzando sempre più forse, sdraiata sul pavimento con il
cadavere di Hebi sopra di lei, Kuniko
stava osservando l’attizzatoio che aveva appena estratto dal corpo del ragazzo,
e stava scrutando Aki con sguardo inquietante e
indifferente .
-Mmh… era un tuo amico, vero? Quel povero asociale del
cazzo, a cui piace starsene da solo…-
-…Troia!...-
-Troia, Io? Può darsi… di
tutto, pur di avere la mia vendetta…-
-…tu, sei una testa di cazzo…!
Come tua sorella!-
Kuniko sbarrò gli occhi, e conficcò l’attizzatoio nella
gamba destra di Aki –Stupida!
Mia sorella era stronza, anche più di me! Ma solo io
posso lanciare commenti in proposito- queste le parole della ragazza, immerse
nelle urla strazianti di Aki
– Si, era una stronza, una di quei bulli che amano
far soffrire quelli che, come Hebi, rompevano il loro
equilibrio di caos, con la loro eleganza e compostezza, forse anche per
invidia!- Kuniko rigirò l’attizzatoio nella gamba
della studentess, prima di estrarlo e puntarglielo
alla gola.
-Ultima cosa da dire, Hoto-san?-
La ragazza non rispose, guardè fissa negli occhi Kuniko e
gli sputò contro, lei rimase rigida e impassibile, nonostante la saliva di Aki gli colasse sulla guancia.
-Molto bene…- l’attizzatoio
partì lateralmente, lacerando la gola della ragazza, dalla ferita zampillò
copiosamente sangue, sporcando le gambe di Kuniko
che, dopo aver buttato l’attizzatoio a terra, osservò un attimo il corpo della
ragazza in preda alle ultime convulsioni che precederono
la sua morte. Appena Aki morì, un fischio interruppe
il silenzio.
Ore 17:00 - Zona C5, Abitazione
Yushiro stava riponendo il proprio fucile d’assalto sopra il
tavolo della cucina mentre il fischio attirò la sua
attenzione.
-coff..coff… salve a tutti! Il
vostro informatore precedente, la signorina Misaki, è
stata accusata di alto tradimento e giustiziata sul
posto…- la voce non era infatti quella femminile che Misaki
mostrava aglio studenti – stava cercando di liberarvi nonostante fosse
tassativamente vietato dall’egemone… chiudendo la parentesi, i nuovi morti sono
due freschi freschi: lo studente sette, HabaraiHebi e la studentessa nove,
HotariAki. Per i quatto rimasti lo sforzo sarà minimo, mettetecela tutta,
non vogliamo mica dove far detonare tutti i collari…-
Il collegamento venne interrotto, Yushiro stava
segnando su una lista fatta da lui i morti, tutte le voci erano cancellate,
così scrisse un nuovo foglio:
KunikoAbashi FuyukoManae
EbizoAshizu
Tre i nominativi
scritti, tre le persone da uccidere, gli mancava poco e sarebbe tornato
nuovamente a casa, una casa dove non avrebbe accolto nessuno, neppure i suoi
zii che tanto disprezza e tanto lo disprezzavano, per quanto a lui la vita
facesse schifo, non voleva morire, voleva vivere abbastanza a lungo per vedere
il sistema distrutto, non sapeva da chi, ma qualcuno lo avrebbe fatto.
Si trovava ora in una cucina
di una casa apparentemente deserta, stava contemplando il fucile scarico, del
quale aveva solo qualche bossolo vuoto, non avrebbe certo combattuto con quello,
ma improvvisamente gli venne un idea, si precipitò
sugli scaffali e li aprì, estrasse una scatola con sopra la scritta “Sale
grosso”, prese qualche granello e lo calò delicatamente nei bossoli. Non si
trattava di un arma letale, ma avrebbe sicuramente
fatto male ad un eventuale nemico.
Mancava poco ormai, erano
solo quattro studenti e avevano solo otto zone dove nascondersi, chi avrebbe avuto la meglio?
Morti: Studente 7, HabaraiHebi
Studentessa
9, HotariAki
Sopravvissuti: Ragazza 1, KunikoAbashi
Ragazzo 1, EbizoAshizu
Ragazza 13, FuyukoManae
Ragazzo 19, TashibariYushiro
Eccoci
finalmente agli sgoccioli, penso che non mancheranno più di tre cap alla fine della fict. Spero
che vi sia piaciuta fin’ora^^
Yushiro
posò l’ultimo proiettile dentro la scatola di pallottole
quando prese la propria arma e la caricò, lo sguardo era concentrato
solo sul suo fucile, un oggetto siuramente pesante,
ma dall’immediata letalità, anche se non sarebbe stato proprio lo stesso con
dei proiettili a sale grosso.
Uscì
subito dopo dalla casa, le strade di Sanjo erano
nitidamente sgombre: automezzi,moto, edifici, rifiuti, marciapiedi,
lampioni, panchine… tutto era lasciato al leggero soffio del vento che ogni
tanto era udibile per la strada che Yushiro stava
seguendo con passo cadenzato senza guardarsi addietro, un solo sospiro venne
dalla sua bocca. I passi del ragazzo erano lenti, il suo sguardo prudente
sondava la zona alla ricerca di sue possibili vittime, la zona era deserta, no
sguardo non incrociò altro che il vuoto all’orizzonte, ma improvvisamente i
suoi occhi si sbarrarono e un sorrido languido si
formò sul suo volto.
Fuyuko
ed Ebizo stavano attraversando la zona, erano entrambi
sconvolti dalla morte di Hebi che sembrava aver
segnato la loro fine, i due proseguirono a passo lento, come se ogni singolo passo potesse essere l’ultimo, Ebizo
si era avvicinato di più alla ragazza, poggiandogli una mano sulla spalla con
fare fraterno.
-Fuyu-san…
volevo dirti… prima che Gahoci interrompesse…-
-…
si…?-
-…beh,
io…-
-Cielo,
Ebizo-kun… basta fermarsi… non riuscirai mai a
dirmelo tranquillamente… ma dillo perché ormai ci rimane poco…-
-Questo
tu non lo devi dire!-
-Andiamo…
Hebi e Aki sono morti e
sarebbero stati gli unici ad ascoltarci invece che spararci addosso!-
-Non
è vero… non abbiamo ancora incontrato Yush…-
Un
tonfo sordo li interruppe, Ebizo cadde a terra, di
faccia e iniziò a perdere sangue dal naso, iniziò
quindi ad urlare, Fuyuko soffocò un urlo e si voltò
dietro di lei, Yushiro fece scorrere rapidamente la
mano sul suo fucile, ricaricandolo, lo sguardo assatanato di lui cadde sulla
ragazza, che rimase spaventata e impietrita, mentre Ebizo
si alzò lentamente reggendosi il naso, il giubbotto antiproiettile ripreso da Gaho lo aveva salvato. Yushiro
riprese a puntare verso di loro ma un rumore
assordante gli martellò la mente mentre un dolore lancinante seguito da un gran
fiotto di sangue che scorreva al lato destro della sua testa, un fischio
perenne e continuo delle sue orecchie. La mano si posò sull’orecchio destro
istintivamente, lo sguardo verso dietro si se, Kuniko era lì, con una pistola fra le mani e un sorrisetto sadico sul volto, il suo indice premette ancora
sull’arma, ma questa risultò scarica, facendo quindi sparire da volto della
ragazza il sorriso, cambiandolo con una smorfia di terrore. Yushiro
lasciò stare gli altri due che si allontanavano a gran passi verso la zona C4,
correndo a perdifiato, Kuniko si era
nascosta dietro un palo della luce, ricaricando la pistola, Yushiro cercò di raggirarlo, ma la ragazza fu più lesta e
si nascose dietro un bidone dell’immondizia, finendo di ricaricare la colt
anaconda.
Appena
la ragazza si sporse per sparare un colpo di fucile prese in pieno il bidone,
facendolo riversare addosso alla ragazza che si ritrovò per terra, con la
pistola in mano ma completamente disorientata, si
rialzò rapidamente, in tempo per vedere Yushiro
ricaricare il fucile, la ragazza sparò un colpo senza mirare, che non colpì
ovviamente il ragazzo ma lo fece temporaneamente distrarre dal suo compito di
ricaricare il fucile, ma si riprese subito, puntandolo verso lei. Erano due
armi puntate l’una contro l’altra, lo gli sguardi
erano accesi, ognuno di loro stava cercando di intimidire l’altro solo con lo
sguardo nel tentativo di aggiudicarsi la prima mossa, ma nessuno si mosse,
erano ognuno concentrato sui movimenti dell’altro, si studiavano a vicenda.
Sulla
fronte di Kuniko si formò un rivolo di sudore, il
passo di Yushiro lo condusse leggermente più distante
da lei, che non esitò ad allontanarsi come l’avversario stava facendo, il
ragazzo abbassò il fucile, questo fece sobbalzare Kuniko,
che non si mosse, rimase ad osservare il ragazzo con gli occhi sbarrati, il
sudore sulla sua fronte non fece che scorrere più rapidamente, il ragazzo le
voltò allora le spalle, correndo verso un vicolo.
-Ah!-
Esclamò lei –E io che mi ero presa un colpo… vieni qui,
demente!-
La
ragazza corse contro il ragazzo, sparò alcuni colpi che, dato l’eccessivo
movimento, non andarono a segno e sgretolarono il muro degli edifici che circondavano
la meta del fuggitivo, che si era ormai infilato nel vicolo.
Kuniko
stava avanzando verso il vicolo e quando fu dentro diminuì la velocità di avanzamento, poteva sentire dei strani rumori da qualcosa
che viene strappato verso destra, il suo passo lento e cadenzato si avviò in
quella direzione, era completamente buio e non riusciva a sentire nulla, ma ad
un tratto un lampo la investì in pieno assieme a un dolore che le fece muovere
il braccio in maniera convulsa, tanto da fargli mollare l’arma.
Poteva
vedere Yushiro ora, era un demone, dal suo volto
colava il sangue che l’orecchio esploso e fra le sue mani inguantate di gomma un
filo dell’alta tensione strappato con il quale aveva leggermente folgorato Kuniko che non riusciva ad alzarsi da terra, un sinistro
formicolio stava atrofizzando i suoi arti.
Dopo
poco la ragazza cercò di alzarsi le ginocchia erano molto pesanti per lei, un
forte dolore giunse nuovo alle sue spalle, insieme ad
uno sparo; era il fucile caricato a sale di Yushiro,
il minerale era ora a contatto con la carne della ragazza, facendola contorcere
in un atroce agonia, nella sua mente ritornarono ricordi di quando era bambina,
fino a due giorni fa, quando aveva ammazzato sua sorella.
“Almeno
non soffrirai vedendomi morire…” quelle erano state le parole che aveva
pronunciato prima di sparare un colpo di balestra al cuore della sorella, “Morire…”
era quello che stava per fare? Non avrebbe avuto la sua tanto agonista vendetta?
Tutti i suoi compagni morti non sarebbero bastati per dare alla sua anima un
attimo di pace?.
-No…-
gemette lei, scalciando a terra, senza vedere Yushiro
che stava lentamente indietreggiando, lei cercò di trascinarsi con le mani un
po’ più in la verso di lui.
Suo
padre, sua madre, la sua amica e anche sua sorella, le loro
morti sarebbero rimaste impunite, o almeno non sarebbe stata lei a
vendicarli. Lei era debole? aveva alzato la testa
troppo in alto? O era semplicemente la vittima delle
circostanze?
-Smettila!... io volevo solo… una vita tranquilla…- si alzò in piedi
per alcuni secondi, ricadde poi sulle ginocchia, scrutò l’uomo con aria implorante
-…mia mamma… mio papà… e mia sorella…
volevo vivere con loro… vivere come tutti… Perché io non posso? Perché non posso vivere come tutti gli altri! Dimmelo Tahibari! Dimmelo!-
Le
parole fanno male quasi quanto i proiettili, ma questi ultimi sono dannatamente
più veloci, uno di loro colpì la spalla di Kuniko,
facendola sbattere all’indietro, la ragazza guardò il
cielo da poco oscurato con aria piangente, la luna crescente illuminava la figura
dell’esile ragazza che aveva il viso rigato dalle lacrime di una vita tremenda.
Sua
madre apparve, al posto della luna, era bella e luminosa come Kuniko aveva sempre ricordato, la ragazza alzò il braccio
opposto alla spalla ferita verso il cielo, le lacrime furono sempre più copiose,
ma erano di gioia, di una gioia che pochi avevano mai
visto sul volto della studentessa.
-Mamma…-
sussurrò la ragazza, non ricevendo risposta -…mi proteggerai vero…? Ve…-
Bang
Uno
sparo parti dalla pistola di Yushiro
ed investì la fronte della ragazza, gli occhi di lei guardarono vitrei il
cielo, nella sua mente, che versava pian piano verso l’oblio, un fiume di pensieri -No… non abbandonarmi… me
lo hai promesso… me lo hai ….-
Il
volto di lei cadde verso destra, gli occhi erano
socchiusi, all’angelo della vendetta erano state recise le ali.
Yushiro
ricaricò la pistola presa dalla ragazza e si voltò nella direzione di fuga di Fuyuko ed Ebizo, prese il foglio
di nomi dei sopravvissuti e ne cancellò uno.
Sopravvissuti:
Ragazzo 1, AshizuEbizo
Ragazza 1, AbashiKuniko
Ragazza 13, ManaeFuyuko
Ragazzo 19, TashibariYushiro
Salve cari lettori, a causa di alcuni
motivi di salute non ho potuto scrivere la storia e ho ritardato un po’
Spero che questo non incida negativamente sul gradimento della fic che sta ormai volgendo al termine.
Fuyuko ed Ebizo correvano da ore
e si erano nascosti sul terrazzo di un edificio, si sentivano con un cappio al
collo, Yushiro era l’unico altro giocatore oltre a
loro, e volva combattere, non sarebbero stati loro a farlo ragionare a smettere
di combattere.
-Stupida… sono stata una
stupida…- Ripeté la ragazza mentreEbizo
le allacciava il giubbotto antiproiettile attorno al seno -…io… a me Yushiro piaceva… eppure eccolo qui a combattere…-
-Ti piaceva quel ragazzo?-
chiese lui, avendo ormai finito di sistemare la protezione –Beh… sarà stato il
gioco a renderlo così… non fartene una colpa…-
-Ora dimmi..
cosa volevi confessarmi prima… e ti prego sii sincero…-
-Io… io…- il ragazzo esitò
qualche minuto
-Ebizo… diamine! Dimmelo! Voglio sapere ciò che hai da
dirmi prima di morire…-
-Non moriremo!-
-Moriremo invece! Non c’è
nulla che tu possa fare! Ma almeno prima dimmi co…-
La ragazza non emme modo di
finire, le labbra dei due erano un tutt’uno, così come i loro corpi stretti in un dolce abbraccio pieno
di buoni sentimenti, nessuno dei due volva più separarsi da l’altro, non
l’avrebbero mai fatto mai, se non fosse il leggero scostarsi di lui.
-Io ti amo, Fuyuko… ti amo dal profondo del mio cuore…-
-Io… non voglio lasciarti…
se morirai… morirò anch’io…-
-Non dirlo… io voglio che tu
sopravviva e farò che ciò si avveri a costo della mia vita…-
-Io… io…- questa volta era
lei che esitava, ma il motivo era più che valido, il suo sguardo tremante come
le sue labbra esprimevano il massimo del terrore, nei
suoi occhi verdi Ebizo poteva vedere riflessa la
sagoma di Yushiro dietro di loro, teneva in mano il
rilevatore di posizione, la pistola era infilata nei pantaloni, lo sguardo
sadico puntava verso di loro.
-E’ arrivato il momento, Yushiro…
ma sappi che non ti lascerò mai
Fuyuko…- Queste le parole del
ragazzo che, appena estratta la pistola la puntò verso il ragazzo con fare
freddo e impassibile, cercando di rimanere calmo. La ragazza non poteva
smettere di tremare, lo sguardo fisso sui due, che erano rimasti feri ed
immobili, ognuno scrutava l’altro nel tentativo di aggiudicarsi
la prima mossa. Ma nessuno si mosse, Yushiro
aveva solo estratto la pistola mentreEbizo non aveva ancora premuto il grilletto, Fuyuko sospirò leggermente lanciando poi un occhiata verso
il borsone di lui, avvicinandovisi strisciando in modo lento e sinuoso, senza
farsi vedere da nessuno dei due.
Ebizo fece partire volontariamente un colpo a vuoto che
mancò il piede di Yushiro abbondantemente,
l’avversario alzò l’arma davanti a se ed Ebizo si
scansò, nessun colpo partì comunque, entrambi si
allontanarono nelle rispettive direzioni opposte, Ebizo
puntò la pistola verso Yushiro e questi fece lo
stesso con lui.
Un rumore secco si udì, un
dado di balestra partì e manco di poco Yushiro che si
voltò nella direzione dalla quale veniva il colpo, Fuyuko
teneva stretta la balestra di Kuniko, la direzione
era contro il ragazzo che le stava trapuntando una pistola contro, un colpo
partì da questi e prese il giubbotto antiproiettile, la ragazza cadde indietro ma non si fece nulla, ma Ebizo
dal canto suo sparò un colpo verso il ragazzo, mancandolo.
Yuishiro emise un sorriso contratto e sparò verso lo studente
che, colpito in pieno ad una spala si accasciò a
terra, sanguinante.
-Ebizo!!!- Urlò lei, con le lacrima agli occhi, si lazò lentamente e si avviò verso lui, cercando di tappare
la ferita con le sue mani, ma senza risultati, un cigolio la riportò alla
realtà, facendola alzare da terra.
Bang!
Un altro colpo partì, ma la
ragazza non fu fortunata questa volta, sentì il proiettile bruciarle la pelle
prima che entrasse in collisione, per poi perforare le
carni del suo braccio, facendola gemere di dolore, una sensazione di
smarrimento quando la terra gli mancò da sotto i piedi, fin quando cadde a
terra, puntando il cielo notturno la cui luna appariva rossa a causa del sangue
che le era schizzato sopra gli occhi.
-Tomoko…- un nome, quello dalla sua amica, sfiorò le labbra
uscendo, lo stesso accadde con quello della persona che la stava proteggendo –Ebi…zo..Kykio…-la sua amica che l’attendeva a casa, e che forse non
l’avrebbe più rivista, le lacrime non potevano che aumentare, Yushiro era sopra di lei con la pistola puntata contro, il
dito sul grilletto non faceva che premerlo sempre di più.
Bang!
Uno sparo, schizzi di
sangue, ma Fuyuko non sentì dolore oltre a quello al
braccio, aprì gli occhi che aveva precedentemente
serrato dalla paura, il suo respiro si fece più regolare anche se affannoso,
dal petto di Yushiro non smetteva di calare sangue,
il ragazzo cadde sulle ginocchia anche se si alzò lentamente da terra con le
proprie forze, Ebizo si era alzato da poco invece,
con lo sguardo diverso dal solito, era lo sguardo di qualcuno che proteggeva
l’unica cosa che gli era rimasta,
Entrambi i ragazzi alzarono
le armi uno contro l’altro all’unisono, entrambi i diti erano sul grilletto, Fuyko chiuse nuovamente gli occhi, ambedue fecero fuoco,
gli spari erano due ma la loro esplosione fu
condensata in un unico duro suono, dopo di esso vi fu solo il silenzio, un
silenzio angoscioso che fece trasalire Fuyuko, che
riaprì gli occhi senza vedere nulla.
Un fischio ruppe il
silenzio:
-Bene, bene… ManaeFuyuko… ragazza tredici… hai vinto la trecentocinquantesima
edizione di BattleRoyaleAct… congratulazioni!-
La ragazza si alzò di scatto
–Uh?-
-Si, gli altri due studenti
in vita sono morti…-
Si voltò, vide Yushiro giacente a terra, con il volto tumefatto, poi più
in la l’ultima persona che avrebbe voluto vedere da
cadavere, Ebizo. strisciò
verso di lui, impedita dalle ferite che gli si erano riaperte e dalle quali
colava sangue.
-Ho mandato i soldati a
sondare il terreno di gioco e a prelevarti, tutte le zone proibite sono
disattivate, verrai condotta qui dove un elicottero ti
condurrà alla struttura di soccorso più vicina, adesso…- le altre parole
dell’uomo non entrarono nella mente di Fuyuko, nella
quale era presente solo Ebizo, lo stesso ragazzo che
giaceva ai suoi piedi e il quale non gli avrebbe riso mai più, mai più avrebbe
scherzato o giocato con lui, mai più si sarebbero baciati come neanche mezz’ora
prima della sua morte.
I soldati si stesero per
tutta l’area, controllando che gli studenti fossero tutti stati uccisi
regolarmente, tutti i cadaveri furono stati ritrovati, le guardie risalivano
lentamente il condominio della zona B4, intravedendo la ragazza inginocchiata
vicino al cadavere del ragazzo.
-ManaeFuyuko? L’elicottero è
pronto, ce la fai ad alzarti?-
-…- la ragazza non rispose, si limitò ad alzarsi.
-Bene… seguici…-
-…-
-Ehi…-
-…- La ragazza voltò lo
sguardo verso gli uomini, ma non proferì parola, nei suoi occhi era notabile la
più profonda della malinconie.
-Vuoi muover..-
La ragazza puntò la pistola
che aveva nascosto da prima nella sua mano contro i soldati, iniziando a far
fuoco. I soldati non vennero feriti grazie alle loro
tenute protettive, ma nessuno riuscì ad avvicinarsi, la ragazza non smetteva di
far fuoco, osservando i soldati con fare da pazza, uno dei militi si nascose ed
utilizzò la radio.
-Qui centododici a
centocinque… sedate il bersaglio-
-Bene…- disse il soldato
dall’altro capo, prendendo un fucile di precisione,
caricandolo con un dardo narcotico e puntando verso la ragazza, alla base del
collo, il colpo partì preciso ed accurato, prendendo la ragazza che, poco dopo,
cadde assonnata.
I soldati la raggiunsero e
la caricarono sulle spalle.
-Ehi..
ma quello cos’è?- disse un soldato, indicando una chiazza violacea che si era
formata sul collo poco dopo che il dardo venne estratto, la ragazza iniziò a
muoversi in modo in convulso, bizzarro anche per un sonnambulo.
-O cielo…Un dottore, presto-
Fuyuko non sentì tutto questo, in preda a
forti convulsioni, la saliva gli usciva dalla bocca.
Vincitore: Studentessa 13, ManaeFuyuko
Ciao,
eccovi il penultimo capitolo della mia Fiction, spero vi sia piaciuto e leggiate anche l’epilogo che ho già
in mente.
Kikyo stava affliggendo qualcosa al muro della sua
cameretta, stese la mani sopra il foglio di giornale
che stava incollando con lo scotch per farlo ben aderire, le scostò poi,
osservando bene il foglio:
Un
immagine di Fuyuko
attaccata a delle macchine per respirare e ad una serie di tubi, seppur i suoi
occhi fossero aperti, il suo sguardo era indifferente e non osservava l’obbiettivo
sotto di essa era scritto l’articolo a caratteri piccoli.
“Data 18 Maggio 2012
In data odierna, ManaeFuyuko, studentessa sedicenne della Classe 2D dell’istituto
superiore che ha sede aUchiko,
è perdurata per due giorni, diciannove ore e dodici minuti durante la trecentocinquantesima edizione del programma. La ragazza è sopravvissuta
degnamente fino alla fine del gioco, la studentessa ha cercato di opporre
resistenza ai soldati che avrebbero cercato di portarla all’elicottero per il
ritorno a casa, è stata quindi sedata. Purtroppo la ragazza risultava
allergica al tipo di sedativo usato, si è quindi generata un infezione che ha
distrutto parte della materia cerebrale della ragazza. Portandola in un coma
diagnosticato come irreversibile. Le ingenti spese per il mantenimento dell’attrezzatura
sarà addebitato allo stato fino alla fine del mese,
dopo di che i genitori dovranno provvedere al mantenimento della primogenita. La
ragazza è ora ricoverata all’ospedale locale della sua stessa città.”
Kikyo osservò il foglio, leggendolo sommariamente, il suo
volto venne rigato da una lacrima che scese lentamente
fino al mento, dal quale gocciolò sopra il pavimento, la ragazza si passò una
mano sugli occhi, asciugandoli, per poi scendere rapidamente le scale. Era in
strada, gocce di piombo scesero sopra di lei, pioveva esattamente come il
giorno della partenza in gita della classe, la sua amica Fuyuko
era a casa, ma era come se non ci fosse, prese la bici slegandola dalla catena,
si avviò ad andazzo rapido per le strade, mentre pensava incessantemente alla
ragazza.
Il paesaggio era smorto, i
mezzi di trasporto erano pochi e passavano alquanto raramente, pozzanghere nere
attorniavano i marciapiedi, manifesti della fondazione che raffiguravano Fuyuko e festeggiavano la conclusione della “350th Edition” erano ovunque, tappezzando l’area, molti di essi aderivano male alla superficie dei muri sui quali erano
affissi.
Era arrivata, era nel
cortile dell’ospedale, era un edificio bianco in genere, eppure la pioggia
sembrava scolorirlo dandole un aspetto grigiastro, poggiò la bici su una
ringhiera e la avvolse con la catena,saldandola per
bene, sospirò per poi avviarsi verso le porte automatiche che si aprirono
lasciando entrare la ragazza bagnata fradicia.
Nelle corsie dell’ospedale
erano la classica prassi, porte che si aprono, passi
calcolati, visi impeccabili, sguardi serie e vuoti di vita, come fossero tutti
automi, Kikyo si avviò verso la reception,
parlando poi con la donna anziana dietro la scrivania.
-ManaeFuyuko-
-E’ una sua parente, giusto?-
-Esatto…- mentì lei, ma era
abituata a gabbare la donna, che aveva ormai una certa età.
-Stanza T78, piano tre-
-Grazie-
La ragazza si voltò e
percorse la corsia a destra, premette il pulsante per richiamare l’ascensore, che
arrivò poco dopo lasciando passare alcuni infermieri e qualche altra persona,
la ragazza entrò dentro l’ascensore insieme ad una
donna dal vestito rosso, le porte fecero per richiudersi quando una mano bloccò
le porte, ne entrò un uomo in camice bianco.
-Scusate-
Entrò e premette il tasto tre mentre stava per farlo Kikyo,
che indietreggiò senza dar conto all’uomo, interessata invece alle spie
luminose che indicavano il piano, la luce passò dal numero “0” ad illuminare il
numero “1”, poi il “2” ed infine il “3”, l’ascensore emise un dlindlon, per poi aprirsi su una
scia di infermieri intenti ad entrare, la ragazza ed il dottore uscirono dalle
porte per poi seguire entrambi la stessa corsia, ambedue erano incuriositi da
questa coincidenza ma non lo davano a vedere, stavo osservando le insegne delle
stanze, per poi imbucarsi entrambi nella stanza T78.
Fuyuko aveva gli occhi chiusi, il respiratore alla quale
era legata era in piena funzione, così come tutti gli aggeggi che la tenevano
ancora in vita, l’elettrocardiogramma rivelava una funzione vitale minima, ma
non per questo precaria, un uomo abbondantemente fasciato e con le stampelle
stava seduto vicino a lei, fissò i sue, senza dire
nulla.
Il dottore osservò Kikyo, per poi dirle:
-Quella ragazza era tua
amica?-
-…Lo è ancora-
-Questo mondo fa schifo…-
Kikyo si voltò verso lui, poi fece un cenno di assenso, lui proseguì.
-Prendi, leggi pure appena esci di qui, non farti vedere da nessuno, se non sei interessata,
brucia il messaggio-
la ragazza prese il pezzo di carta che il medico gli
mostro, lui si avviò invece verso un altro letto dove giaceva l’ormai noto professor
Inoue, era avvolto di bende al torace e aveva dei
tubi anche lui, stava dormendo paciosamente, il dottore si sedette vicino a lui
e iniziò a trafficare in maniera curiosa con i tubi.
KikyoraggiunseFuyuko e si sedette fra lei e l’uomo, questi parlò a lei,
ma sempre osservando il vegetale.
-Era amica tua eh?-
-…-
-Sai, le mie figlia… forse le
conosci… Kuniko e MomokoAbashi-
-Oh… si,
le conosco… Kuniko è carina, una bambolina…-
-Sono degli angeli tutti edue, ora…-
-… mi dispiace…-
-Che dici? Non è colpa tua… è solo colpa di questo fottuto sistema… scusa…-
-No… ha ragione…-
-Però Inoue
ha avuto quel che si meritava…-
-Lo conosce?-
-Abbastanza, si-
-E’ terribile, perché proprio a lei…?- nuove lacrime solcarono
il viso della giovane
-Guarda il lato buono… ormai
non soffrirà più… non vedrà più quanto questo mondo marcio continuerà a distruggersi…
come le mie figlie…- anche l’uomo iniziò a piangere, ma le sue erano lacrime di
gioia, le mani di lui andarono a poggiarsi sulla
spalla, prima come incoraggiamento, poi come appoggio per tornare in piedi e
avviarsi fuori dalla porta con le stampelle -…fidati, in questo mondo… i morti
e i vegetali sono quelli che vivono meglio…-
Le parole risuonarono forte
nella mente di Kykio, che si alzò anche lei, portando
una mano sul volto di Fuyuko –Continua a vivere…
anche se così, tu continua a farlo… e vivi nel tuo mondo privo di crudeltà e ingiustizie…
diverso di quello a cui siamo condannati noi…- si allontanò nuovamente, uscendo
dalla stanza, lo sguardo tornò sull’amica, per poi girarsi ed apprestarsi ad
uscire dal posto.
Il dottore aveva assistito a tutto questo, tornò poi a trafficare con i
tubi.
-Ricordati, Inoue. Tocca sempre finire ciò che si
comincia…-
Detto questo, uscì dalla
stanza con passo rapido, facendo le scale per poi uscire da quelle antincendio,
un suono stridulo si sentì per tutto l’edifico,sentito anche da Kikyo
che stava passando davanti alla reception, una voce
all’altoparlante interruppe il segnale acustico.
-Emergenza! Embolia del
paziente Inoue stanza T78, al paziente
è stata iniettata aria nelle vene! Emergenza!-
Kikyo sbarrò gli occhi ed uscì rapidamente dall’ospedale,
aprì poi il foglio datole dal medico, era un pezzo di carta che raffigurava il
logo della grande Asia con una croce sopra, vi era
scritto:
“Fratelli e
Sorelle
Stufi della tirannia dell’egemone
Dei parenti e compagni morti
Lotta contro i tuoi nemici
Proteggi o Vendica i tuoi amici e la tua famiglia.
Unisciti ai ribelli.
Firmato:
MajoTakumi”
La ragazza guardò la strada,
aveva finito di piovere e una macchina sportiva rossa
a gran velocità si fermò davanti a lei, il dottore si sporse dal finestrino.
-Sono MajoTakumi. E tu sei dei
nostri?-
Una domanda, un dilemma.
Kikyo osservò l’uomo con la faccia stupita.
Epilogo:
FuyukoManaemorì
due anni dopo, i genitori ridotti sul lastrico non riuscirono a
mantenere i costi ingenti dei macchinari medici. Inoue
morì prima, inutile il tentativo dei medici di farlo salvarlo dopo l’ultimo
attentato di Takumi. Lui, invece, stava conducendo i
ribelli in giro per il mondo, alla ricerca di informazioni
inerenti il programma e i principali luoghi dove poteva essere svolto, nel
tentativo di prevederli e impedirli. Kikyo era fra
questi, essendosi unita quasi subito, nessuno la cercò, venne
data per dispersa, si pensa a un rapimento da parte di pedofili date le
testimonianze di alcuni paramedici che l’hanno vista salire su un auto rossa
che i genitori non sono riusciti ad identificare.
Ciao a tutti,
ragazzi^^
Questo è l’ultimo.
spero da voi atteso, cap.
Spero che sia
stato all’altezza delle vostre aspettative.
Ringrazio che mi
ha seguito fin’ora, chi mi seguirà
e chi semplicemente ha letto qualche capitolo sporadicamente.