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di Willy Wonka
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Eyes of chocolate ***
Capitolo 2: *** Rain over the sea ***



Capitolo 1
*** Eyes of chocolate ***


Eyes of chocolate

 

 

Non vorrebbe essere lì, John, in quel posto pieno di gente e di rumori, in quel groviglio di musica che gli si infila nelle orecchie e di luci che gli sconvolgono gli occhi. Appoggia i gomiti sul tavolo così per fare qualcosa, fissa Nick ridere a crepapelle insieme al resto del gruppo, sentendosi terribilmente a disagio.
Immerge le sue pupille di cioccolato in quelle del tastierista lucide per il ridere, e non sa a chi dirlo che quel locale sta cominciando a  farlo impazzire.
Si alza con la scusa di prendere altro da bere e si allontana, silenzioso, facendosi largo fra quel miscuglio di voci, sentendosi una trottola che gira e traballa su sé stessa.
Se ne va verso il bancone pronto a buttare qualcosa giù in gola (anche se cosa, ancora, non lo sa), fino a quando non posa le sue iridi bagnate di cacao su quella bella ragazza, alta e dai fianchi stretti, che gli fanno venir voglia di abbracciarli.
E desidera così tanto parlarci e accarezzarla, scherzare e magari baciarla, mentre le si avvicina lasciando che le sue dita strapazzino un fazzoletto nella tasca dei jeans, sicuro che quei due siano fatti l’una per l’altro, anche se lei, ancora, non lo sa.
Vorrebbe tanto salutarla, dire ciao a quella ragazza che ride e arrossisce accanto a quello che è… un altro ragazzo.
Le sue dita smettono di giocherellare nella tasca mentre il cervello lo accusa di essere un povero fesso, lasciando che i suoi passi muoiano in quel locale.
Sembra divertirsi, sembra stare proprio bene. Almeno lei, pensa fingendosi distratto e buttando uno sguardo alla punta delle sue scarpe. Probabilmente finirà col fidanzarsi il suo basso.
Tenta di tornare al proprio tavolo, quando la ragazza lo nota e lo indica tendendo un braccio, facendo scoppiare un incendio dentro di lui che si paralizza e diventa nuovamente una trottola. Si conoscevano già?
Balbetta quelle due o tre cose che non hanno senso credendo di essersi sbagliato, credendo che la sua mente abbia girato troppo, ma poi quel bel ragazzetto gli punta gli occhi addosso, si congeda con un sorriso dalla ragazza, e cammina verso di lui.
Si è accorto che sbavava dietro la sua fidanzata, ha capito che voleva rimorchiarla a dovere. Questo profetizza la sua trottola mentre quelle mani, non proprio esperte a fare a pugni, cominciano a sudare.
“Ciao”
Attento, le tue mani non sono esperte a fare a pugni, dice a se stesso John, lasciale nelle tasche a sudare.
“Sei tu John, giusto? … John Taylor?”
Annuisce nervoso non sapendo che altro fare, lasciando che quel tipo gli tiri un pugno dritto su uno zigomo.
O almeno così crede.
“Mi chiamo Simon… credo di essere il cantante che cercate”
Bum. Entrambi rimangono fermi a guardarsi, in silenzio, uno davanti all’altro, concedendo al cioccolato di incontrare l’oceano.
Ed è scritto da qualche parte in cielo che quel momento è destinato a cambiare tutto, anche se John, ancora, non lo sa.

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Capitolo 2
*** Rain over the sea ***


RAIN OVER THE SEA

 

 

“Fatto belle foto, Nicky?” butta lì Andy passandosi fra le dita il suo plettro preferito.
Simon sbuffa picchiettando con l’unghia il vetro della finestra, ed oltre ad esso goccioline di pioggia che innaffiano tutto. Fuori il cielo è solo per quei nuvoloni grigi e piangenti, e questo a Simon non va giù, perché a lui piace il sole sulla pelle e l’acqua salata fra i capelli. Quelle pozzanghere, quel fango, quell’umidità che appanna il vetro, bleah. Sbatte la testa contro di esso facendolo vibrare, stanco e annoiato.
“Direi di sì, il tempo è perfetto” sorride Nick con la reflex ben stretta fra le mani, guardando incantato la pioggia cadere elegante su ogni cosa ed ascoltando i tuoni che di tanto in tanto suonano le percussioni, cosa che fa sentire Roger in sintonia con il mondo.
“E che ti piace fotografare, di solito?”
“Di tutto… le espressioni della gente, piccoli dettagli…”
“Ma ci sarà pure una cosa che ti farà impazzire più di altre, no?”
E Nick ci pensa profondamente, si gira e rigira quella domanda nella mente mentre la reflex gira e rigira fra le sue mani, e una cosa spontanea arriva al suo cuore d’artista.
“Beh allora direi… il mare”
Simon abbandona le sue acute riflessioni sulla pioggia tutt’a un tratto interessato, e osserva meravigliato quel tastierista conosciuto da poco.
Quel tastierista conosciuto da poco che improvvisamente lascia la sua reflex sul davanzale e si avvia verso un cassetto, aprendolo e tirandone fuori cinque o sei fotografie lucide. Le esamina a una a una incantato, sentendone quasi profumi, e si perde a pensare a voce alta.
“E’ immenso… è misterioso, è affascinante” si ripete sorridendo e facendo danzare i suoi occhi d’autunno “e ha dei colori fantastici, come delle pennellate, che per un artista è quasi raggiungere la felicità più totale…”
Andy in un baleno si fa curioso, così come John, Roger e Simon,  anch’esso ora in sintonia col mondo.
“… i raggi del sole si posano su di esso facendolo quasi luccicare, e ti sembra, seppur sorprendentemente, che ogni volta che lo guardi sia sempre estate…”
“Cavolo Nick, è vero che sei il più romantico del gruppo! Dai, fa vedere zuccherino”
“No no Andy, queste non sono venute bene”
“Su non fare il modesto…”
“No, davvero, non sono a fuoco e-“
“Ho visto quasi tutte le tue foto” si intromette allora John seduto dietro di lui “e quelle che ho visto erano tutte meravigliose. Dai, faccele vedere!”
Ma Nick scuote la testa nascondendosi le foto, ed è timido, è nervoso, è irrimediabilmente a disagio con quella stanza.
“Solo una! Eddai!”
Andy si avvicina tentando di strappare le foto dalle mani del tastierista per scherzo, e allora quest’ultimo decide di nasconderle dietro la schiena per poi scappare via, ma l’altro inizia a pizzicarlo e a fargli il solletico, mentre chiama ridendo John in suo soccorso.
E John si precipita su di lui rubandogli a fatica le foto.
E John guarda, stringendo le foto come un trofeo, lasciando che anche Andy ammiri, mentre le loro labbra stese in un ingenuo sorriso non si incurvano leggermente, e i denti si separano, lasciando spazio a un espressione attonita.
Nick è lì e non vorrebbe affatto essere lì, in piedi in mezzo alla stanza, e quasi trema, infiammato in volto.
“Ma… questo…” rompe il silenzio John “E’…”
E Simon è costretto a voltarsi ancora, spostando il palmo della mano che gli sorreggeva il capo, incredulo nell’aver sentito nominare il proprio nome.
Simon che non sa decisamente che cosa dire, mentre fissa John che lo aveva appena chiamato, mentre fissa John a cui scivolano distrattamente le foto dalle mani.
E poi guarda Nick, irrequieto, sull’orlo del caos e sull’orlo delle lacrime. Nick che stringe gli occhi imbarazzato e arrabbiato, Nick che si china e si riprende le foto, Nick che spera che sia solo un brutto sogno.
Un tuono scuote Simon e lo riporta alla realtà, pensando che quella era la pioggia che tanto piaceva a quel tastierista bizzarro. Quel Nick che adorava il ticchettio delle gocce contro l’asfalto e l’odore del temporale quando sta per andarsene.
Quel Nick che è praticamente il suo opposto, e che proprio per questo comincia a piacergli così tanto.
 
E poi lui, un ragazzetto qualunque di una città qualunque chiamata Bushey, per quel timido Nick è il mare. E c’è cosa più bella?

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