Una Normale Amicizia Speciale

di Lena G
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un normalissimo giorno anormale ***
Capitolo 2: *** Amicizia per corrispondenza ***
Capitolo 3: *** New York, here we come! ***
Capitolo 4: *** Il più sincero ***
Capitolo 5: *** Lei, un piano, una e-mail ***
Capitolo 6: *** Mr B è... ***
Capitolo 7: *** Dinner time! ***
Capitolo 8: *** Tattoes ***
Capitolo 9: *** Is love in the air? ***
Capitolo 10: *** Carpe diem ***
Capitolo 11: *** Bastardo ***
Capitolo 12: *** Unholy Confessions ***
Capitolo 13: *** Second Heartbeat ***
Capitolo 14: *** Obsession ***
Capitolo 15: *** FoREVer and Always ***



Capitolo 1
*** Un normalissimo giorno anormale ***


Ciao a tutti! Questa è la mia prima ff in assoluto. L'ho scritta quando avevo 16 anni e la sto completando dopo ben 5 anni di pausa xD
Scusate se ci sono frasi da fangirl all'ennesima potenza, ma anche io ho attraversato questa fase xD
Buona lettura
Lena G






Capitolo 1 - Un Normalissimo Giorno Anormale

"Prendiamo il libro a pagina 67. E la parte "Shakespeare's dark years" ce la leggerà... Chiari... Chiari?"
Ma Michelle non stava a sentire la professoressa. Era immersa nel suo mondo, praticamente perfetto, e nessuno poteva farne parte, solo lei e i suoi idoli: Synyster Gates, Matt Tuck, Pierre Bouvier e Billie Joe Armstrong. In quel momento stava sognando di vivere nella stessa location del suo film preferito, Twilight, ma improvvisamente una gomitata nel fianco la fece tornare in classe.
"Oh no, ma perchè proprio nell'ora d'Inglese dovevo sognare ad occhi aperti" pensò e si girò verso Roberta, la sua compagna di banco che le stava indicando il paragrafo che doveva leggere. Così senza fiatare Michelle iniziò a leggere: "We know a very little about Shakespeare's life, in fact there's a period called "Dark Years" because...".
Quando finì di leggere, la prof. disse ad alta voce:"Ecco, dovete imparare a leggere come Chiari, Moretti e Smith" e una voce in fondo alla classe si azzardò a rispondere:"Ma ci credo che Smith legge bene, è inglese!"
Michelle e Roberta si girarono verso l'ultimo banco, sicure su dove guardare, era Marco, lui per l'inglese e per tutte le lingue straniere era negato, ma in più a scuola era conosciuto per essere una "testa calda". La prof non lo guardò nemmeno e fece finta di non averlo neanche sentito. Poi annunciò la verifica che si sarebbe svolta la settimana successiva, con conseguente disapprovazione dell'intera classe, a parte per Michelle che stava pensando mentre sorrideva: "Yeah, e settimana prossima full immersion con film in lingua inglese e Avenged Sevenfold a manetta!!!!! Va beh... magari una lettura al libro ce la dò... e un altro 8 in inglese..."
In quel momento la campanella si era messa a suonare. Finalmente l'intervallo. Nicola, uno dei ragazzi più popolari della scuola, nonché fumatore incallito, skater, e cotta segreta di Camilla, si fiondò nel corridoio per poter aggiudicarsi il posto migliore per fumare. Michelle e Roberta uscirono con calma e furono fermate da Joha, Lolly, Simone e Roberto. Lolly, con la sua voce stridula da cantante rock urlò in faccia a Michelle: "Ma dove sono i tuoi riccioli??? E il tuo castano dov'è finito??"
"Ehm... beh... veramente..." rispose imbarazzata Michelle "Volevo un look diverso..." sorridendo timidamente
"Caspita Michelle, stai benissimo... quel colore ti dona veramente... sul serio" le disse una voce maschile da dietro le sue spalle. 
"Fa che sia Riccardo... fa che sia Riccardo... ti prego..." Michelle si girò speranzosa, anche perchè in pochi l'avevano riconosciuta, e lei sperava che Riccardo, il ragazzo che le piaceva si fosse accorta di lui. Ma guardando le sue amiche scoprì che non avevano la faccia "Oddio-Michelle-Riccardo-ti-sta-parlando", no, avevano più che altro la faccia "Oh-no-Michelle-non-ti-girare-è-Luca" che le fece cambiare subito espressione. Troppo tardi, si trovò faccia a faccia con Luca, il classico secchione sfortunato in amore e con una vita sociale completamente inesistente, detto Pustola a causa degli aberranti brufoli che costellavano la sua faccia, non proprio ben armoniosa, che la stava fissando con aria adorante. Ciò che faceva arrabbiare ancora di più Michelle era che Luca aveva una sola cosa in comune con Riccardo: lo stesso tono di voce. Quindi ogni volta che Luca cercava di parlarle (aveva una cotta per lei sin dalla terza elementare) lei credeva che fosse Riccardo che si fosse accorto di lei, scontrandosi con l'ultima persona al mondo con la quale avrebbe avuto piacere di scambiare qualche opinione.
"Eh no... Quando è troppo è troppo..." pensò Michelle "VATTENE!!!! SPARISCI!!!!!! NON VALI NEMMENO IL BUCO DEL CALZINO DI ROBERTO!!!" gli urlò in faccia, e così Pustola se ne andò con il morale sotto terra, deriso dai ragazzi che avevano assistito alla scena. 
Roberta le disse: "Beh... non tutto il male viene per nuocere, urlando contro Luca hai ottenuto un risultato: Riccardo ti sta fissando... Ah e comunque ha ragione Luca... stai bene con questo look!" 
"Ma io non ho un buco nel mio calzino...!" disse Roberto con aria triste. 
Ma Michelle non stava più a sentire Roberta e nemmeno Roberto da quando aveva sentito il nome del suo "uomo", in effetti la stava guardando, ma non nel modo che lei sperava, era come se la stesse rimproverando, così adesso in quella scuola erano in due ad avere il morale sotto terra: Luca e lei. Michelle voleva solamente che quel giorno orrendo finisse per poter tornare a casa. 
Le ore restanti passarono tranquillamente, anche se Michelle aveva l'impressione che non finissero mai, ma finalmente suonò la sirena che significava la temporanea libertà per i poveri ragazzi che erano intrappolati dentro quell edificio decrepito 6 ore al giorno tutti i giorni esclusa la domenica. 
Michelle si fiondò fuori dall'aula a velocità supersonica, nessuno l'avrebbe fermata, aveva un appuntamento con la sua macchina e la sua adorata autoradio ma... improvvisamente si trovò davanti una sagoma umana che non riuscì ad evitare. Arrabbiata più che mai cercò di alzarsi, ma l'osso sacro le faceva male così disse a quell'ombra con la quale si era scontrata: "Beh, almeno dammi una mano per alzarmi!" 
"Ok, ma tu la prossima volta stai attenta a dove cammini..." rispose una voce che probabilmente conosceva, anzi, che sicuramente conosceva, alzò la testa quasi tremando e così confermò i suoi dubbi, si era scontrata con Riccardo, che secondo Michelle e le sue amiche era la copia di Synyster Gates, quei capelli nero corvino, corto, sparati con il gel, i suoi muscoli con qualche tatuaggio che li decorava che spuntavano dalle sue magliette sbracciate così attillate che si potevano distinguere perfettamente i suoi pettorali e addominali da statua greca, fin troppo perfetto. E poi il suo sorriso, la sua risata, così simpatica e contagiosa, ma seducente allo stesso tempo, quella voce così profonda che metteva in soggezione ma che allo stesso tempo di faceva sentire quasi al sicuro. Ma il viso era la parte che Michelle preferiva di più nonostante la perfezione di tutto il resto, aveva un naso fine, il suo taglio dei suoi grandi occhi neri era erano un po' a mandorla e le sue ciglia erano lunghe, nere e spesse. Dimostrava di più dei suoi diciotto anni, almeno ventidue, era alto più di 1,85 m, e una sottile ombra di barba anneriva leggermente il suo mento e le sue guancie. Michelle lo aveva incontrato un paio di volte in spiaggia, e ogni volta aveva rischiato di svenire, la sua pelle bronzea lo rendeva ancora più attraente. 
Niente a che vedere con la nostra eroina, era alta 1,75 m, ma un po' robusta, e il suo viso non era per niente attraente, o almeno lei credeva, era coperto di simpatiche lentiggini rossicce che davano un leggero colore al suo viso marmoreo, i suoi capelli erano castano scuro, ricci e molto vaporosi, talmente tanto che, dopo 15 anni di furiose litigate con sua madre e dolorosi colpi di pettine per tentare, inutilmente, di sciogliere quei dannati nodi che tornavano più grandi e più intricati che mai, aveva deciso di tentare di mascherare il suo vero aspetto naturale con piastre e tinte coloro rosso mattone, però non sempre riusciva ad avere il risultato tanto sperato. L'unica cosa di cui poteva considerarsi fiera era la sua 5° di seno, che poi però nascondeva sotto maglioni taglia Extra-Large oppure vestendosi da uomo.
Michelle aveva sognato per mesi di poter parlare con lui, e adesso stava succedendo, solo non nel modo che lei avrebbe mai sperato. Scattò in piedi e con gli occhi fissi sul pavimento, cercando di non incrociare il suo sguardo scocciato disse: "Ehm... mi-mi-mi dispiace... non-non ti avevo visto.. scusa..." poi i suoi occhi si soffermarono sulla sua maglietta, rimanendo stregata dai suoi magnifici pettorali che metteva in risalto, e non potè non notare la sua brand preferita, la Syn Gates Clothing, ovvero la linea di abbigliamento del suo chitarrista preferito, Synyster Gates appunto, e così con un po' di sicurezza mista a sorpresa gli chiese: "Quella è una maglietta della Syn Gates Clothing? Ma l'hai trovata in un negozio o l'hai ordinata su internet?? Non mi dire che anche a te piacciono gli Avenged Sevenfold?" 
"Eh? Cosa? Syn che? L'ho rubata a mio fratello, sai non avevo altro da mettermi... Avenged Sevenfold dici? Sì li conosco... ah... Synyster Gates... il chitarrista, giusto? Ma ha anche una linea di abbigliamento?" le rispose.
"Beh.. sì... hai un suo capo addosso..." 
"Oh... beh... non male neanche come stilista... Ora scusa devo andare... Ciao Michelle" si girò e se ne andò raggiungendo i suoi amici. 
Michelle non poteva crederci, Riccardo sapeva chi erano gli Avenged Sevenfold e soprattutto sapeva chi era Synyster Gates. Ma la cosa che la scosse di più fu il fatto che Riccardo sapesse il suo nome. All'uscita della scuola trovò sua sorella Federica che la stava aspettando davanti alla sua macchina: "Eccoti dov'eri finita... Avenged Sevenfold e Bullet a tutta manetta Michelle? Dai, per una volta strappo alla regola. Mamma non lo saprà mai, promesso." 
Michelle la guardò stupefatta: "Non è possibile... Come mai questo interesse per gli Avenged Sevenfold e il metal???" 
"Non lo so, stamattina per caso alla tv c'erano i Bullet for My Valentine e devo riconoscere che non sono male. Dai, ora sbrighiamoci che se non torniamo in fretta la mamma si preoccupa." 
Tutto sembrava perfetto per Michelle, quel giorno era perfetto, o almeno fino a mezzogiorno. 
"Ciao mamma, dimmi che è pronto di prego! Non ci vedo più dalla fame! E poi fra poco dobbiamo andare alle prove!!!!!" 
"Si, si Ciccia. È già pronto tutto, e so anche che avete un'ora di tempo per prepararvi prima di andare alle prove" Sua madre si era ricordata tutto. Come sempre. 
Il viso affamato di Federica si era già trasformato in una smorfia di disgusto quando si avventurò in cucina e sentì l'odore del minestrone con gli spinaci, suoi acerrimi nemici da quando era stata svezzata, ma fece buon viso a cattivo gioco e si riempì il piatto perché non voleva causare torti a sua madre che si era impegnata, anche se i risultato non era sempre soddisfacente. 
Suonò il campanello e Michelle andò ad aprire e con sorpresa si vide suo padre che era tornato dalla sua tournèe in Giappone, con i soliti souvenirs: un kimono sia per lei che per sua sorella. Federica negli ultimi tempi non riusciva più a sopportare la presenza di suo padre per qualche sua oscura ragione. 
"Michelle, com'è andata oggi a scuola?" 
"Bene mamma, come al solito. La prof. di Inglese mi ha fatto leggere un paragrafo su Shakespeare, e sono seguiti i soliti complimenti davanti a tutta la classe. Un giorno o l'altro i miei compagni mi faranno fuori, sono sicura che mi odiano." 
"No, Michelle, non osare a dire queste cose orribili!" disse sua madre, poi rivolgendosi a Federica "E invece a te, tesorino, com'è andata a scuola?" e le baciò la fronte. 
"Primo: Non chiamarmi Tesorino! Secondo: E secondo te com'è andata? Bene, come al solito!!!" le ringhiò contro Federica, visibilmente scossa per la visita a sorpresa del padre. 
Quando il pranzo, incredibilmente silenzioso e serio rispetto a tutti gli altri giorni, fu finito, Michelle corse in camera sua per controllare la sua e-mail e il myspace del gruppo. Lei aveva mandato un'e-mail a Synyster Gates per fargli sapere che anche lei esisteva e gli aveva scritto tutto quello che pensava su di lui, dei consigli per le loro prossime canzoni, dei tabulati,… era una e-mail che poteva anche essere letta come una critica da parte di un esperto. 
"Tanto non ti risponde, perchè stai ancora a controllare la tua e-mail??" le chiese sua sorella, quando vide che Michelle non aveva nessuna intenzione di risponderle riprese "ah, e smettila di fare quelle linee sul muro, mamma non le sopporta più" in quel preciso istante dovette scappare e ripararsi da un pennarello laciato a velocità supersonica proprio addosso a lei. 
Michelle, da quando aveva mandato la e-mail a Synyster Gates, aveva preso l'abitudine di segnare con una linea sul muro tutti i giorni fino a quando non le avrebbe risposto. Questo, secondo Federica, era un pretesto per darle fastidio e poter prenderla in giro. 
Ma quel giorno era un giorno speciale per Michelle, anche se lei non ne era cosciente, e con sorpresa vide tra le tante e-mail di Tiscali e spam vari, una lettera scritta in inglese "Re: Hi! By Michelle C." 
"Ma questa e-mail non era quella che avevo mandato a Synyster??" e con trepidazione avvicinò il puntatore del mouse e ci cliccò sopra per aprirla. Era proprio la sua lettera! 
"Oddio!!!! Non ci posso credere!!!! Mi ha risposto!!! Aahhhhhhhhh!!! Venite a vedereeee!!!!!!!!!! Fede! Mamma! Papà! Mi ha risposto!!!!!" Michelle urlò talmente forte che la sua famiglia accorse tutta preoccupata in camera sua e i vicini si affacciarono alla finestra per vedere cosa era accaduto. 
"Chi ti ha risposto ciccia?" chiese suo padre, che essendo sempre in giro per lavoro non sapeva a chi si stava riferendo
"Ti ha risposto la casa discografica??" chiese sua madre tutta eccitata. 
"No... Le ha risposto Synyster Gates..." disse sua sorella con tono neutro e per niente curioso. 
"Uh! Quel ragazzo tutto tatuato che suona la chitarra e con un fisico niente male???" richiese sua madre e Michelle non potè fare altro che annuire, ancora incredula. 
"Dai Michelle, dicci cosa ti ha scritto!!!!!! Siamo tutti curiosi!!!!!" disse sua madre contenta perchè per la prima volta dopo tanto tempo aveva visto sua figlia sorridere ed essere eccitata. 
Michelle si schiarì la voce e dopo poco lesse molto lentamente e con la voce che le tremava ancora tutta la lettera che diceva:
"Carissima Michelle,
mi ha fatto veramente tanto piacere ricevere la tua lettera dove mi esprimi la stima che provi nei miei confronti e per questo te ne sono tanto grato. Se io continuo a suonare è proprio grazie a te e a tutti quei fan che mi esprimono con lettere, come la tua, il loro affetto per me e per la band. Mi dispiace non averti risposto prima ma stiamo incidendo un nuovo album.
Synyster Gates"
Quando ebbe finito Michelle cadde dalla sedia, ma si rialzò quasi tempestivamente e dopo aver mandato via tutti da camera sua si mise seduta sulla sedia e stampò la e-mail. Poi continuò a guardare la sua casella di posta e vide una e-mail che proveniva da un indirizzo sconosciuto, allora la aprì, curiosa, e la lettera, sempre in inglese, recitava così: 
"Ciao,
probabilmente non mi conosci personalmente, dato che siamo divisi da un oceano e sono venuto nel tuo paese in rare occasioni, ma ho voluto lo stesso mandarti questa e-mail per conoscerti meglio. Io ho 28 anni, sono un chitarrista, prediligo la musica metal, ma ho sempre studiato chitarra jazz. Ho una band e ci divertiamo tantissimo insieme. Tu invece suoni? Se sì cosa? Che musica ascolti? Quanti anni hai? 
Scusa se ti ho mandato questa e-mail, ma ho bisogno di un amico vero. Oggigiorno è sempre più difficile. 
B." 
"Ma non è possibile, pure gli americani mi rompono le palle... e per giunta questo qui ha dieci anni in più di me!!! Va beh, gli rispondo solo perchè mi fa pena." Michelle sospirò e incominciò a scrivere: 
"Ciao Mr. B., 
prima di tutto mi vengono in mente due domande: 1) Come hai fatto a trovare il mio indirizzo e-mail? 2) Perchè non ti sei firmato con il tuo nome intero?
Devi ritenerti fortunato perchè dato che oggi è evidentemente un giorno OK per me, ti rispondo molto volentieri. 
Beh, io sono una normalissima ragazza italiana di 18 anni, mi chiamo Michelle, anch'io suono la chitarra, e come te prediligo la musica metal. Ho due band una si chiama World Out e l'altra si chiama A+. In tutt'e due sono chitarrista e faccio la seconda voce.
Il mio gruppo preferito in questo momento sono gli Avenged Sevenfold, e ovviamente il mio mito è Synyster Gates (oppure come lo chiamano le mie amiche Bibi... poveretto...) non so se ne hai mai sentito parlare, ma forse è possibile perchè in America sono più famosi che qui in Italia. 
Caspita... Ho appena pronunciato un nome a me fatale. Spero tu non lo conosca, perchè ti avverto che inizierei a parlare di lui e non la smetterei più. Ovviamente io provo a parlare di lui come musicista, non quanto sia bello, beh... se tu fossi una ragazza lo farei pure, ma non credo ti interesserebbe... 
Beh, ora concludo questa e-mail troppo lunga per i miei gusti... 
Bye bye!!!!! 
Michelle"
E così inviò la e-mail senza pensarci su due volte e iniziò a studiare, ma non aveva voglia, era troppo impegnata a guardare la e-mail che le aveva mandato Syn. 
"Caspita, ma come si può essere così belli e bravi? Non è possibile. Chissà quando gli avranno dato la lettera e se... e se cosa? Michelle, sei solo una stupida ragazzina che sta sognando su un pezzo di carta mandato da un poster attaccato al muro. Non avrai mai l'occasione di poterlo incontrare o parlare insieme." disse tra sè e sè, e mentre le parole rieccheggiavano nella sua testa una lacrima uscita dai suoi grandi occhi neri le rigò le sue guancie lentigginose. 
Dopo qualche ora Federica entrò in camera sua e disse:"Vieni a fare la merenda. Ah, c'è posta per te." 
"Sì. Arrivo." disse Michelle "Ma cosa ho ricevuto?" 
"Un bel po' di roba" disse sua madre. 
In sala proprio al posto del solito centrotavola di frutta c'erano tre buste, una più grande dell'altra. I suoi genitori erano seduti al tavolo e suo padre prese le buste e gliele porse:"Ecco, queste sono per te. Sono importanti." 
Michelle prese le buste con trepidazione, lesse il mittente di quella più grande e disse seria:"Mah, niente, Harvard." e rise.
"No, dai, Michelle, stai seria." disse sua madre. 
"Ma mamma, come faccio? Questo è uno scherzo. C'è qualcosa che non torna: io non ho chiesto quell'Università!" 
"Evidentemente ti vuole offrire una borsa. Esistono per i ragazzi stranieri. E poi Harvard è una delle migliori Università in America." 
"No no no. Mamma. Harvard non mi ha mandato nessuna lettera. Non hai capito che scherzavo?" 
"Bello scherzo." 
"Comunque non ci sono andata poi così tanto lontano. Avevo sparato la prima Università prestigiosa americana che mi era venuta in mente, ma non ho poi tanto sbagliato." 
"Già..." disse suo padre con un tono serissimo
"Scusate, io non capisco più niente" disse Federica "Chi le ha mandato quella lettera?" 
"Chi le ha mandato la lettera allora?" disse sua madre. 
"La Julliard." rispose Michelle.
"COSAAAAAAA????????" urlò Federica. 
"Sì. La Julliard." rispose di nuovo suo padre. 
"Ma papà, io non capisco. Perchè mi hanno contattato?" disse Michelle che intanto aveva letto la lettera "Io non ho fatto nessuna domanda, nessuna audizione. Niente di niente. Perchè?" poi riprese "Non ho nessuna intenzione di andarci." E se ne andò in camera sua.

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Capitolo 2
*** Amicizia per corrispondenza ***


Mi sono dimenticata di ringraziare Cam & Prim che stanno creando i banners per le mie fanfictions! Sono strabelli e io ora mi sto sentendo quasi una scrittrice di fanfictions cazzuta! Yo!
Questo è il secondo :)
Lena G




Capitolo 2 - Amicizia Per Corrispondenza

"NO no no!!!! Io non ho assolutamente voglia di rispondere a quelle e-mail!!!!" 
"Dai Brian, fa parte del tuo lavoro. Lo sai che ci sono persone che aspettano oramai da un anno una tua risposta??? Non vuoi far felice una persona che ti stima e per la quale sei il suo idolo???" disse Mark
"Ok, ma sappi che non risponderò a quelle e-mail che elogiano solo la mia bellezza esteriore. Caspita, sono una persona, non un oggetto!!!" 
"Sì, questo lo sappiamo tutti... Le bimbeminkia esistono e non puoi farci niente... Ora però vai al PC e rispondi!" 
Brian si sedette al computer e incominciò a controllare la casella di posta.
"Beh, dai... Per il momento ci sono e-mail solo per Matt e Zacky. La situazione sta leggermente migliorando." Continuava a fare scorrere le e-mail velocemente e non si accorse che, tra le tante lettere con accanto il ! che significava alta priorità, una sola era "normale" e aspettava pazientemente di essere letta. Nell'oggetto non c'era scritto a chi era indirizzata, diceva solo "Hi! By Michelle C." così pensò: "Va beh, se non è per me poi la segnerò come "non letta" e avviserò gli altri", l'aprì e la lesse. Notò che era indirizzata a lui, e per fortuna non era una lettera di quelle fan che gli scrivevano "Mio Dio SYN!!! MA QUANTO SEI FIGO!!!!", quella letterina recitava così: 
"Ciao Syn, 
Sono una ragazza italiana che ti stima soprattutto come musicista (ok lo ammetto, sei anche un bel ragazzo). Volevo farti due domande e darti qualche suggerimento, spero non ti dispiaccia. Le domande sono: "Quando verrete in Italia?" e "Non ti scoccia rispondere a tutte le e-mail che ricevi quotidianamente da tantissimi ragazzi?" (ok lo so, sono domande sceme, ma ci tenevo a fartele) 
Invece volevo consigliarvi per un vostro album futuro di fare più canzoni tipo "A Little Piece of Heaven", "Afterlife" e "Bat Country". Ovviamente non siete tenuti a fare come vi dico io, ma volevo darvi un parere di una vostra fan. 
Beh, grazie per aver speso un po' del tuo tempo prezioso a leggere la mia e-mail, se mi vorrai rispondere ne sarò mooooooolto più che lieta!!! 
Ciao
Michelle C. 
"Lettera abbanstanza interessante, non trovi?" disse una voce nasale assolutamente inconfondibile alle sue spalle
"Già Matt. Che ne dici, teniamo conto dei consigli?" disse Brian perplesso
"Beh, almeno qualcuno ci ha dato un input per una nuova canzone per il nostro nuovo album"
"Ok, ora le rispondo e poi mettiamoci al lavoro"
Mentre stava scrivendo una e-mail di risposta, Brian rilesse la lettera, non era niente di speciale, ma c'era qualcosa di strano, quella e-mail gli dava la sensazione che chi l'avesse scritta avrebbe potuto capire cosa sentiva in quel periodo. Così copiò l'indirizzo di quella ragazza della quale sapeva solo il nome, e si mise a scrivere un'altra lettera, che decise però di non firmare se non con l'iniziale del suo nome. 
Poi inviò tutt'e due le e-mail, prese la chitarra e si mise a suonare. 
Improvvisamente sì sentì dal computer un “bip” che significava l’arrivo di una nuova e-mail
“Ma dai Gates! Non sei uscito dalla casella di posta?” disse Shadows. 
“Va beh… Non me ne sono accorto” 
“Ora vai a vedere tu a chi è indirizzata” 
“No, non puoi chiedermi questo. Lo sai che odio guardare le e-mail che ci arrivano” 
“Mi dispiace Brian, chi rompe, paga.” 
“Ma…”
“Ma un corno! Vai!!!” 
Brian si sedette e vide con sorpresa che quella ragazza misteriosa gli aveva risposto. 
“Ma io la adoro” disse con un tono di voce leggermente alto
“Adori chi?” chiese Jimmy
“No, niente, una mia fan.” 
“Vedi che poi non ti dispiace neanche tanto stare a contatto con i fan?” 
“Certo che mi piace, ma preferisco i M&G… Non voglio contatti virtuali…”
“Cos’è… Vuoi sapere quali orecchie vengono sollecitate dai tuoi assoli?” 
“Certo… Sono geloso delle note che faccio” 
“Ma se ci sono migliaia di ragazzi che cercano di impararli?” 
Gates non rispose, era troppo preso dalla lettera di quella ragazza. Gli aveva scritto nello stesso modo in tutte le e-mail che gli aveva mandato, probabilmente non lo considerava un dio come facevano il 90% dei loro fan, ma una persona come tutti gli altri. Beh, non come tutti gli altri, un ragazzo americano che ha avuto la possibilità di vivere il suo sogno. 
“Ohi, Brian Elwin Haner Jr.?” disse Johnny
“Dimmi!” rispose con un sorriso a trentadue denti
“Hai finito di rispondere a quella e-mail?” 
“Ma non l’ho ancora finita di leggere” 
“L’avrai riletta 4 o 5 volte di fila, non è poi così tanto lunga” disse una voce profonda alle sue spalle che fece saltare sulla sedia Syn
“Mamma mia Jimmy!!!!!! Mi hai quasi fatto venire un infarto!!!! Non apparire alle mie spalle dal niente!!!” gli urlò dietro spaventato a morte
“Come mai ti ha scritto… No… Non ti sei firmato!!!!!!! Ahahahahahaah!!” Jimmy si lanciò sul divano, sbellicandosi dalle risate
“E allora? Non posso fare quello che voglio???”
“Ora voglio vedere come fa avanti questa storia” disse ironicamente Matt “Voglio proprio vedere come reagirà quando le dirai che sei il suo chitarrista preferito” 
“Ahahahahah!!! Non si è firmato!!! Ahahahahahahah!!!!” continuò a ridere Jimmy, ma smise subito dopo l’occhiataccia che Syn gli fulminò e nessuno fiatò
“Ma io non ho capito due cose…” disse Johnny all’improvviso
“E quando mai capisci qualcosa?” disse Syn
“Non ho capito perché non ti sei firmato, come del resto tutti gli altri… Ma lei ti ha mandato un’e-mail di risposta, chiedendoti, anche lei, perché non ti sei firmato. Ciò vuol dire che l’hai contattata tu.” 
Silenzio tombale.
Gli occhi di Brian si spalancarono in tutta la loro grandezza, di sicuro stava cercando le parole per giustificarsi. 
“Non ti preoccupare Gates!” disse Shadows con tono comprensivo “Puoi fare benissimo quello che ti pare, basta che Mark non lo venga a sapere”. Questo non tranquillizzò Syn, anzi, lo fece entrare nel panico più assoluto. Mark, era il loro “supervisore” ogni volta che andavano a registrare in studio e oramai si conoscevano molto bene, soprattutto tra lui e Syn era nata una forte amicizia, e quindi all’altro bastava un’occhiata per scoprire che c’era qualcosa che non andava. Soprattutto se uno dei due aveva trasgredito ad una delle regole fondamentali. La prima e indiscussa regola del loro rapporto professionale era di non contattare i fan personalmente, se lo si faceva bisognava rispondere con le risposte della segreteria, già preconfezionate, che oramai i ragazzi conoscevano a memoria. Altrimenti l’unico rapporto diretto che si poteva avere con i fan era durante i Meet & Greet, anche perché era una delle poche occasioni per poter avere pareri. 
“Dai Brian, non vorrai far aspettare questa ragazza?” chiese Zacky
“Ehm… no… Ora… le rispondo… Ma cosa le dico????” 
“Beh, lei suona giusto? Chiedile quando ha iniziato a suonare. E poi parla un po’ di te!” disse Johnny
“Caspita puffo! Allora anche tu hai un cervello!” esclamò Jimmy ancora divertito dal fatto che Syn non avesse firmato la e-mail, ma anche perché si stava dimostrando un perfetto incapace in relazioni pubbliche con persone estranee che gli interessavano, ma nella sua voce c’era anche una punta di sorpresa per le frasi che Johnny stava pronunciando quel giorno. 
Syn annuì, e iniziò a scrivere: 
“Ciao Michelle,” 
“No, un momento… Ma cosa le dico a proposito della mia iniziale? Non posso dirle “Ehi, ciao, io sono il tuo chitarrista preferito, ma non volevo fartelo sapere perché non volevo tu fossi influenzata nelle tue risposte…” Primo, non mi crederà. Secondo, non mi crederà e non mi vorrà più parlare.” esclamò all’improvviso. 
“Dai, su… vediamo cosa possono fare 5 menti messe insieme…” disse Matt, e si girò per cercare di intercettare lo sguardo dei suoi amici, ma la scena che gli si presentò davanti fu a dir poco devastante: Johnny era sdraiato sul divano a scolarsi una bottiglia di Rum, Zacky era troppo preso tra il suo Ichabod e il suo amato Jack Daniels e Jimmy si era dileguato senza dire una parola. Così riprese “Vedo un po’ se posso aiutarti io… Du… ehm, una mente e mezzo sono più che sufficienti per scri…pufff!!!” la frase fu interrotta da una gomitata nello stomaco di Matt da parte di Brian, un po’ per scherzare, un po’ perché non gli era veramente piaciuta la battuta di spirito dell’amico. 
“Non scherzare… Mettiamoci a scrivere… SERIAMENTE…” e Brian continuò a scrivere sotto dettatura di Matt: 
“Cara Michelle, 
mi dispiace ma causa forza maggiore non posso rivelarti la mia identità. Ti assicuro che non sono un maniaco o una persona malintenzionata. Il tuo indirizzo e-mail, devo ammetterlo, l’ho preso dalla casella di posta di Syn, perché io lavoro con lui...”
“AHHHHHHH!!!! NO NO NO NO NO NO NO NOOOOO!!!!!!!!! Così non va bene!!! Non posso dirle una cosa del genere!!!! Potrebbe insospettirsi!!!!!!!!! Oppure mi prenderà per scemo…” disse Brian
“Oh beh… Non ti preoccupare… Non ti prenderà per scemo dopo aver letto questa lettera” replicò Matt sfoderando uno dei suoi sorrisi da orsacchiotto ”Semplicemente è una questione di tempo…”
“Ricominciamo…” ruggì Syn. 
“Il tuo indirizzo e-mail l’ho preso da una catena. Perdona il mio gesto. 
Mi fa piacere sapere che anche a te piace la musica metal, e soprattutto gli Avenged Sevenfold. Io e la mia band suoniamo molto spesso le loro canzoni, e devo ammettere che ce la caviamo bene. Ciò significa che conosco di fama il tuo idolo Synyster Gates, e ho pure fatto una foto con lui. Tu l’hai mai incontrato? Spero di sì, perché lui nella realtà è completamente diverso a come i media lo vogliono far apparire. 
Io lavoro nel settore della musica, e conosco l’ambiente fin troppo bene: la maggior parte delle persone che sono appese ai muri di camera tua sono solo prodotti commerciali, e, a lungo andare, questa operazione di marketing può rovinare il vero “io” dell’artista. 
Per questo c’è bisogno di un amico vero che non ha niente a che vedere con il mondo di plastica del music-business, una persona che possa riportare nel mondo vero queste persone, che alla fine hanno solo bisogno di aiuto. 
Comunque, torniamo ad argomenti meno profondi: Quando hai incominciato a suonare la chitarra? Io avevo 9 anni, mio padre è musicista pure lui e all’inizio mi ha scoraggiato, ma questo non mi ha fermato e adesso vivo di pane e musica, un lavoro abbastanza precario, ma molto soddisfacente. 
Bene, essendo anch’io una persona di poche parole, concludo la mia lettera
Sperando in una tua risposta
B.” 
“Cosa ne pensi?” chiese Syn incerto. 
“Mi piace. Mandala.” 
“No, non ce la faccio.” 
“Guarda che devi solo schiacciare un tasto. Non devi mica volare.” 
“Ma fa niente. Non ce la faccio lo stesso.”
“Ok, allora faccio io.” Matt prese il mouse a Brian e schiacciò INVIA senza nessuna esitazione, con un sorriso a trentadue denti, mentre Syn chiudeva gli occhi, e cercava di pensare a tutt’altro e non alla lettera che in quel preciso istante stava attraversando continenti e oceani per poi arrivare a quel computer, a quella ragazza italiana, insicura, che si accontenta per poco, genuina, non ancora corrotta dalla società, con la quale lui sperava di poter instaurare un rapporto sincero di amicizia. Sincero… Lui stesso si era presentato con una menzogna. A fin di bene? Magari all’inizio, ma adesso, anche solo dopo poco tempo, era già entrato in un circolo vizioso, di cui lui non voleva più farne parte. Voleva avere un amico con il quale potesse essere se stesso, ma non stava facendo altro che ingannare una persona a cui lui teneva. 
“C’mon guys! Let’s rock!” urlò Mark mentre entrava all’improvviso dalla porta quasi correndo. Per poco non scopriva il “segreto” di Syn, il quale lanciò immediatamente un’occhiata al monitor per vedere se era riuscito a non lasciare nessuna traccia dell’ultma mail che aveva mandato. Fortunatamente era riuscito pure a cancellarla dalla cartella di posta inviata, un po’ gli dispiaceva: 
“Quando tutti dormiranno, creerò una cartella nascosta. Così quando mi svelerò avrò le prove e mi crederà.” pensò Brian. 
“Syn? Brian? Ohi? Bello addormentato?????” chiese Mark riportandolo nel mondo reale
“Dimmi… Sono tutto tuo!” 
“Ehm… sì… Va beh… Dovresti creare altri cinque assoli, quelli che avevi composto non vanno bene” 
“Che palle!!!! Ok, vorrà dire che ne scriverò altri. Minchia, che palle!!!!!” e con uno sbuffo Syn si rititò con la sua chitarra in camera sua, mentre stava per aprire la porta aggiunse “Non disturbatemi, ho bisogno di pensare” 
Pensare ai nuovi assoli. Ma soprattutto pensare a lei. 

 
Milano – h 10.00 am
 
“Dai Michelle, ora che c’è l’intervallo mi puoi dire cosa mi hai portato. Daaaaai!!!!!!!!!!!!” la supplicò Arianna, poi vedendo il sorriso a trentadue denti e un foglio ripiegato che l’amica teneva in mano, solo una sola cosa le passò per la testa “No… Non mi dire… Lui?????? Cioè… TI HA RISPOSTOO????” 
Michelle era talmente emozionata che non riuscì a fare altro che annuire. 
“NON CI POSSO CREDERE!!!! Fammi vedere. Ti prego ti prego ti prego ti prego!!!” 
“Ma se non capisci niente d’inglese!”
“Fa niente, voglio baciare le parole che ha scritto lui… Synyster Gates in persona!!!” 
“No!!! Guardare ma non toccare!!!! È troppo prezioso per me questo pezzo di carta!” 
“D’accordo. Dopotutto sei tu che hai il coltello dalla parte del manico… Uffi… Non è giusto!” 
Michelle allungò la mano e spiegò il foglio davanti agli occhi della sua migliore amica, che però non riuscì a mantenere la parola data pochi attimi prima e strappò dalle mani di Michelle la e-mail, leggendola tutta d’un fiato
“Non ci posso credere. Synyster Gates ha scritto questa lettera. A TE!!!!! Oh mamma!!!!” 
“Sì! Calma Ary!! Ti avevo chiesto di farmi da supporto morale! E invece ti sto supportando io!!!! Ahahahaha!!!!” e anche Arianna si mise a ridere.
Il suono della campanella non riuscì a diminuire l’entusiasmo delle due ragazze che presero le strade che conducevano alle loro aule. Arianna camminava in aria, ancora incredula e contenta per la sua migliore amica, anche se un pizzico di invidia le dava fastidio. Michelle oramai era ritornata nel suo mondo, e la sua mente non pensava più alla e-mail di Synyster, ma quella anonima. E si chiedeva se mai quel ragazzo misterioso dall’altra parte dell’oceano le avesse risposto. E lo sperava ardentemente, desiderava una sua risposta più di quella del suo idolo. 
“13.09… Dai… un minuto. Un minuto e sarai a casa, davanti al tuo pc e avrai l’intero pomeriggio solo per te e le tue e-mail… Solo un minuto…” Michelle continuava a ripetersi questa frase tra sé e sé, era l’unico modo per non addormentarsi durante la lezione di Fisica, resa soporifera dal tono caldo, basso e monotono del suo professore. 
Finalmente la campanella di fine giornata si risvegliò dal suo letargo e il suo suono orrendo riempì i corridoi. Nell’aula di Michelle si udì un lungo e profondo sospiro e tutti i ragazzi si piombarono fuori dalla porta. 
Michelle corse lungo il corridoio, e questa volta però riuscì a evitare Riccardo che la salutò con un gesto della mano ricambiato da un sorriso e un accenno frettoloso dalla rossa, che fece rimanere un po’ perplesso il ragazzo, abituato a vedersela sciogliere davanti come un ghiacciolo ogni volta che si incontravano. 
La ragazza non si fermò neppure a parlare con sua sorella, la prese per un braccio e la trascinò in macchina. Dopo pochi minuti erano già a casa, Michelle aveva preso il suo piatto e si era piombata in camera sua a controllare di nuovo la sua casella di posta: c’era. La e-mail che stava aspettando c’era. 
La lesse e si mise subito a scrivere un’e-mail di risposta: 
“Ehi ehi Mr B!!!! 
Sono contenta tu mi abbia risposto.
Quindi hai preso il mio contatto da una catena. Poco male. Ci sono abituata, la maggior parte dei miei contatti su msn sono di persone che non conosco che hanno preso il mio contatto da varie catene di amici di amici di amici, etc…
Che fortuna che tu sia riuscito ad incontrare Syn!!! Ed ero del tutto sicura che lui dal vero non è come si presenta davanti alle telecamere. Purtroppo lo so che i media finiscono con rovinare l’artista. 
Mi suona strano che tu voglia far nascere tra di noi un rapporto di amicizia vero, io lo definirei virtuale. Siamo amici virtuali…
Io ho iniziato a suonare la chitarra a 13 anni, di nascosto da mio padre, che mi obbligava ad andare al Conservatorio a studiare Violoncello. L’anno scorso mi sono diplomata e mi sono dedicata di più alla chitarra e alla scuola, dato che quest’anno ho la maturità. 
Eh… lo so che il lavoro da musicista è precario ma soddisfacente. Facciamo parte di quella cerchia ristretta di persone che fanno per lavoro ciò che è sempre considerato un hobby, e per questo non ci stanchiamo mai… Relativamente…
Sono sicura che tu sia un bravo chitarrista se riesci a suonare le canzoni degli Avenged Sevenfold, le loro canzoni non sono tra le più semplici. Io riesco a suonarne qualcuna: Unholy Confessions (TUTTA!!! XD), Bat Country (mi manca l’assolo…), Dear God e Seize the Day. 
Tu quali riesci a suonare? Non dirmi Afterlife o M.I.A. anche se è vero, perché altrimenti sarei capace di non rivolgerti la parola per molto tempo… No… Non è vero… Ma a volte mi piace fare la figura della “dura-spaccaculi”, ma non ce la faccio…  
Ora devo scappare… Un bacio!!! 
Michelle
PS Almeno io ho il coraggio di firmarmi! ahah” 
Appena finito di scrivere la e-mail, senza neanche controllare se aveva sbagliato qualche parola o aveva commesso qualche distrazione la mandò al misterioso ragazzo, che stava suscitando in lei uno strano interesse.

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Capitolo 3
*** New York, here we come! ***






Capitolo 3 - New York, Here We Come!

“Secondo me, dovresti andare alla Julliard.” Disse all’improvviso il padre di Michelle mentre l’intera famiglia stava pranzando
“Ti prego pa. Non voglio parlarne.” Si sentì replicare da Michelle “In più, la Julliard non mi offre un masterclass, ma un corso estivo di 2 mesi. Un corso, non un seminario o un perfezionamento.”
“Ma così lo potresti mettere nel curriculum. La tua carriera ne gioverebbe.”
“Papà… Ti ricordo che io sono già diplomata.”
“Non vuol dire niente”
“Non voglio fare la migliore della classe. Non lo sono mai stata neanche a scuola. Figurati alla Julliard.”
“Non capisco il nesso.”
Michelle sbuffò “Lascia perdere” e riprese a mangiare i suoi beneamati Pan di Stelle e iniziò a dire dentro di sé “Possibile che nessuno mi capisca? Più che altro nessuno mi ascolta… Eccetto…” in quel preciso momento scattò in piedi, il biscotto che teneva in mano venne lanciato più veloce della luce dentro la tazza piena di latte freddo di frigo, e Michelle, lasciando senza non pochi dubbi gli altri membri della sua famiglia, corse in camera e accese il computer: “Su, dai, sbrigati ad accenderti, stupido elettrodomestico!” e finalmente, all’ennesima supplica, lo schermò si illuminò e un’immagine di Synyster Gates intento in uno dei suoi fantastici assoli le comparve davanti agli occhi e dietro alle icone dei files sul desktop.
Michelle cliccò sopra l’icona di Internet Explorer ed entrò nella sua casella di posta. Si mise subito a scrivere una nuova e-mail, diretta al Mr. B che le ispirava tanta fiducia, nonostante si fossero conosciuti da poco tempo.
“Caro Mr. B,
Scusa se ti scrivo un’altra lettera, ma ho bisogno di sfogarmi. E penso tu sia l’unica persona che mi ascolti veramente e che mi capisca.
Qualche giorno fa ho ricevuto una lettera dalla Julliard, nel quale mi offrivano un corso di formazione di violoncello della durata di due mesi. Io sono già diplomata, e quindi il corso formativo io non ho bisogno di frequentarlo, perché per me la tastiera del violoncello non ha più segreti. Eppure mio padre sostiene che io debba andarci, perché fa curriculum. Io ci andrei di corsa se la scuola di musica più prestigiosa d’America mi avesse offerto un perfezionamento con i più grandi esecutori della musica classica, invece mi chiede di ritornare un’allieva.
Secondo te cosa dovrei fare?
Ciao e scusa il disturbo
Michelle”
“Speriamo mi possa capire…” sospirò Michelle proprio quando Federica entrò in camera sua e le chiese: “Chi ti deve capire?”
“Nessuno.”
“Ah ecco infatti… Nessuno ti può capire.”
“Ma vai a quel paese!”
“Scusa, ma vacci alla Julliard. Due mesi in America!!! Non sono pochi!!!”
“Lo so ma non ne ho voglia”
“Magari quando tu vai lì ci sono i tuoi Vevenge Senenfold che fanno un concerto… Così puoi andare a vederli senza che mamma e papà sappiano niente…”
“Prima di tutto si chiamano Avenged Sevenfold”
“E io cos’ho detto?”
“Lascia perdere.” Disse Michelle facendo di no con la testa. Poi ripensò alle parole della sorella “Puoi andare a vederli… fanno un concerto…” e disse:” Fede, non hai avuto una brutta idea. Ora vado a parlare con mamma e papà”
“Ma perché le ho messo in testa quell’idea? Beh, almeno non l’avrò tra i piedi per due mesi… E io cosa faccio????” e Federica si mise le mani tra i capelli cercando di consolarsi dall’idea di passare due mesi della sua vita senza la sua sorella maggiore. Dopotutto Michelle era il suo modello: andava bene a scuola, era riuscita ad avere tutto quello che desiderava, tranne Riccardo, non senza fatica ma guadagnandoselo e quando usciva insieme con gli amici sapeva divertirsi con responsabilità.
“Mamma. Papà. Ho riflettuto e ho deciso che andrò a quel corso che la Julliard mi offre.” Disse con tono solenne Michelle
“Oh, bene. Per fortuna.” Disse suo padre
“Ma…”
“Ma? Cosa c’è amore della mamma?” le chiese sua madre leggermente preoccupata
“Ma voglio avere il permesso di poter andare a vedere gli Avenged Sevenfold semmai faranno una tappa dove mi troverò durante i due mesi in America.”
“Certo ciccia. Te lo diamo. Tutto purchè tu vada a studiare alla Julliard.” Le disse subito sua madre senza pensarci due volte
“No… Aspetta un attimo… Avenged Sevenfold? Chi sono?” chiese il padre perplesso
“Un gruppo metal… che suona sonate e concerti di Vivaldi con le chitarre elettriche… Uh… e suonano anche salmi biblici in chiave rock” disse prontamente Michelle e mentre pronunciava quella frase pensò “Ma tu guarda cosa mi tocca inventare. Una mezza bugia per poter ricevere il permesso per un concerto.”
“Va bene. Mi hai convinto. Puoi andare a vedere i tuoi cosi se faranno un concerto quando tu sarai in America.” Disse suo padre sospirando, oramai rassegnato.
“Grazie Papi!!!!! Ti voglio bene!!!” urlò Michelle abbracciandolo
“Dai, ora torna a studiare” 
“Ok!” e Michelle tornò in camera sua saltellando dalla gioia, Federica uscì dalla camera e capì che i suoi genitori avevano appena dato il permesso a sua sorella di andare a vedere il suo gruppo preferito, perché non appena le due sorelle si incrociarono Michelle azzardò una mossa che non avrebbe mai fatto in circostanze normali: diede a Federica un bacio sulla fronte e l’abbracciò talmente forte che Federica non seppe se essere felice per quel raro gesto o dimenarsi e dire di tutto a Michelle perché stava attentando alla sua vita soffocandola.
Così si mise di nuovo al computer e si mise a riscrivere un’altra e-mail:
“Caro Mr.B,
scusa se ti disturbo ancora, ma volevo avvistarti che ho deciso di andare al corso della Julliard. Magari mentre mi trovo in America gli Avenged Sevenfold potrebbero fare un concerto proprio dove mi trovo e così avrei la possibilità di vederli dal vivo.
Molto probabilmente ci andrò insieme a mia sorella Federica e alla mia migliore amica Arianna.
Da oggi sarò continuamente collegata al loro myspace per vedere se sarò abbastanza fortunata.
Un bacione!!!!!!
Michelle”

E così inviò la e-mail con un enorme sorriso sulle labbra. Chiamò sua sorella “Fede!!!! Vieni un attimo qui!!”
“Eccomi, arrivo. Dimmi cosa c’è?”
“Ecco… Sai che io andrò in America il prossimo mese, vorresti venire con me? Ho intenzione di invitare pure Arianna se non ti dispiace.”
“Dispiacermi??? Figurati!!! Vado a fare la valigia!!!! Quando si parte????”
Michelle rise “Fra 27 giorni esatti”.

Huntington Beach – 22.00 pm

“Bip! Bip!” il suono rimbombò per tutta la stanza, vuota che aspettava senz’ansia il ritorno di cinque ragazzi da uno dei loro tanti concerti a Long Beach.
“Yeah, ragazzi! Siamo stati troppo bravi! Abbiamo spaccato di brutto” disse Johnny euforico “Uno dei nostri migliori live!”
“Già… Gates!!! C’è posta per te!!!” urlò Zacky
“Uh… Permesso. Scusate. Il computer è mio…” disse Syn facendosi spazio fra Jimmy e Matt che stavano parlando tranquilli della loro performance.
Era sicuro del mittente, e vide, con sua grande sorpresa, che non era una sola lettera, ma tre.
Si girò e vide Matt, Johnny, Jimmy e Zacky che erano in piedi attorno a lui a mò di anfiteatro e tutti e quattro avevano la stessa espressione di curiosità: volevano vedere di cosa parlavano le lettere che quella ragazza gli aveva mandato.
“Ehm… Scusate… Si potrebbe avere un po’ di privacy?” chiese Syn
“Oh… sì certo… andiamo via subito” rispose sconcertato Matt
“Grazie”
Quando lesse, nell’ultima lettera, la frase che lo avvisava di un’imminente arrivo da parte di Michelle in America, un’idea gli balenò nella mente e lo fece far scattare dalla sedia. La reazione degli altri membri fu improvvisa:
“Cos’è successo Brian?” chiese Zacky
“Ti ha scoperto?” ipotizzò Johnny
“No. Niente di tutto questo” disse Syn “Viene in America”
“Oh porca…” esclamò Zacky “E ti ha chiesto di incontrarti?”
“No. Non mi ha chiesto niente. Mi ha solo detto che si fermerà due mesi a New York.”
“E quando dovrebbe sbarcare?”
“Fra 27 giorni esatti”
“Noi abbiamo un concerto a… Abbiamo qualche concerto?”
“No. Non ancora!”
“Ah… non è che per caso hai sbirciato nel calendario di Mark?”
“No… Comunque sia…” e Brian sfoderò un sorriso ammaliante “Credo che fra 27 giorni noi, per puro caso, faremo parte del Mad for Music Festival che si terrà a New York”
“Puro caso Gates?” chiese Mark che aveva sentito solo l’ultima parte del loro discorso. Un brivido scosse i ragazzi lungo la schiena. Poi il loro supervisore riprese “Secondo me avete spiato il mio calendario… Volevo farvi una sorpresa, ma mi avete scoperto”
“Volevi farci partecipare al Mad for Music Festival?????” chiese incredulo Syn
“Sì. Piaciuta la sorpresa?”
“Sìììììì!!!!!!!!!! Certo che ci è piaciuta!!!!” e Brian abbracciò Mark con tutta la potenza che gli rimaneva in corpo.
“Ok. Ragazzi, ora io vado a riposarmi. Ci vediamo domani e ne riparliamo con più calma” e Mark ritornò da dove era venuto.
Synyster non ci poteva credere. Era un segno del destino. Avrebbe incontrato quella misteriosa ragazza italiana, così si sedette al pc e iniziò a scrivere:
“Carissima Michelle,
Sono contentissimo che tu venga a New York!!! E, per puro caso, ho appena scoperto che gli Avenged Sevenfold parteciperanno al Mad for Music Festival che si terrà fra 33 giorni proprio nella mitica New York. Io ovviamente ci andrò. Ti andrebbe di incontrarci? Io mi occuperò di trovare i biglietti sia per te che per tua sorella e la tua amica.
Tornando al discorso della Julliard, secondo me hai fatto bene ad accettare. Anch’io ti avrei consigliato di andarci, perché sicuramente la tua tecnica e il suono si possono sempre perfezionare, e non importa se uno ha già finito il ciclo di studi, non si smette mai di imparare.
Sperando in una tua risposta, che oramai do per scontata XD
Mr. B”

Quando inviò la lettera, raggiunge i suoi compagni, si prese una lattina di birra ma, non appena si sedette sul divano, cadde in un sonno profondo senza sogni.
La mattina seguente si accorse di non aver ancora creato la cartella nascosta e di non aver neanche cancellato le sue e-mail. Guardò la sveglia con aria preoccupata: 5:00. Sicuramente nessuno si era già svegliato, così andando a tentoni nel buio, uscì dalla sua camera, attraversò il corridoio non senza beccare qualche spigolo dei vari tavolini e sedie, e finalmente riuscì a trovare nell’oscurità il computer. Lo accese, e la luce del monitor diede fastidio ai suoi occhi, e non appena fu abituato a quella luce così forte, creò finalmente la cartella nascosta, la chiamo”.” e la mise sotto l’icona di Risorse del Computer. Nessuno l’avrebbe mai scoperta, era veramente fiero di lui. Spense il computer, erano le 5:30, aveva ancora due ore di sonno guadagnato.
“Qualcuno mi può dire chi è il cretino che ha lasciato la luce della ciabatta del computer accesa?????” sbraitò Mark
“Yawn! Cosa c’è?” sbadigliò Syn che si era appena alzato. Nonostante fosse mattino, e Brian si fosse appena svegliato, sembrava avesse fatto apposta: sembrava appena uscito dal video “Bat Country”. Stessi capelli, stessa matita. La cosa che era diversa erano i vestiti: canotta bianca e boxer a righe bianche e blu.
“Un deficiente senza cervello ha lasciato la ciabatta del computer accesa, sapendo benissimo che stiamo cercando di non sprecare energia!!!!!!!!!!!”
“Eh va beh… Per una volta puoi perdonare il gesto!”
“Certo. Soprattutto quando chi l’ha compiuto si chiama Brian. Meglio noto come Synyster Gates…”
“Ma ovviamente!!” e sorrise. Improvvisamente Syn esclamò “ Mark!”
“Cosa c’è adesso?” gli rispose scocciato
“Sbaglio o tu avevi studiato latino?”
“Sì. Perché?”
“Beh, l’italiano non è poi molto diverso. Giusto?”
“Insomma”
“Mi aiuteresti ad imparare l’italiano?”
“Ok ci provo” poi riprese sospettoso “A cosa ti serve? Perché vuoi imparare l’italiano?”
“Così. Non si può mai sapere nella vita. Potrebbe essere utile”
“Lo vuoi imparare per quella Michelle?” gli chiese Mark con un sorriso malizioso
“Eh? Chi? Michelle? Non so di cosa tu stia parlando. Chi è questa Michelle???” e deglutì a fatica. Notò ben presto che stava sudando freddo e gli occhi erano spalancati. Non sapeva mentire, non ne era mai stato in grado.
Mark rise “Inutile arrampicarsi sugli specchi. Lo so.”
“Ma come hai fatto? Non ti sei mai avvicinato al computer!”
“Più o meno. Ma io lo sapevo già da un po’”
“Jimmy ha fatto la soffiata! Lo sapevo, ora gliene dico quattro. Anzi otto!”
“No. Nessuno mi ha detto niente. Ci sono arrivato da solo: in questi giorni eri sempre al computer di tua volontà, non ti ho mai pregato una volta di rispondere alle e-mail. E non eri a guardare i siti porno.”
“Ma non hai prove! E le tue teorie non sono abbastanza sufficienti per essere prese in considerazione”
“E cosa mi dici della cartella nascosta sotto Risorse del Computer?”
“Come hai fatto a scoprirla?”
“Non era molto nascosta. Anzi, non lo era per niente.”
“Non sono un genio del PC”
“S’è visto.”
“Comunque… Cosa ne pensi di questa storia? Posso continuare a parlarle?”
“Brian, hai 28 anni. Non hai bisogno del mio permesso per fare qualcosa. Ti posso di re di non commettere errori”
“Va bene. Grazie.” Syn diede una pacca sulla spalla al suo amico e poi lo abbracciò.
“Senti Brian” disse Mark con una smorfia, staccandosi “Vai a lavarti, fatti una doccia… Ne hai bisogno”
Syn si odorò le ascelle “Già, hai ragione.” Ed andrò in bagno.

27 giorni dopo. Malpensa, Milano - h 9:00

Una Ford Fiesta rossa, con all’interno quattro persone, si fermò davanti all’entrata dell’aeroporto. Dalla macchina uscirono tre ragazze, eccitatissime, piene di valigie e di zaini. Il guidatore rimase nell’abitacolo e disse: “Mi raccomando ragazze, fate le brave! Fede, Arianna, non disturbate Michelle quando studia!”
“Sì! Non si preoccupi!” rispose Arianna, sorridendo
“Mpfh” si limitò Federica
“Dai papà! Non mi daranno alcun fastidio!” disse Michelle “Ora però dobbiamo andare a fare il Check-In! Ciao! Ci vediamo fra due mesi!” e tutt’e tre entrarono nell’aeroporto urlando a squarciagola “New York, here we come!”
Il Check-In sembrò non finire mai, nonostante la coda non esageratamente lunga e la rapidità dei dipendenti nel pesare i bagagli.
Finalmente alle 11:00 aprirono il Gate 10, dove l’aereo diretto a New York attendeva i passeggeri. Poco prima di mostrare il biglietto, Federica disse “Io proporrei un Urrà alle MAF!”
“MAF? Cos’è? Un nuovo dipartimento dei Carabinieri?” chiese Michelle
“MAF… Mai sentito…” disse Arianna
“MAF è la sigla dei nostri nomi: Michelle, Arianna e Federica!” rivelò Federica come se fosse la cosa più logica e naturale del mondo
“Uh… Ok… Però facciamolo in aereo. Ora dobbiamo imbarcarci!” esclamò Michelle
Salite sull’aereo, andarono in Business Class e Michelle accese il suo portatile per scrivere un’e-mail al suo caro amico Mr B:
“Ciao B,
sono sull’aereo e fra qualche ora sarò negli US.
Non smetterò mai di ringraziarti per i biglietti del Festival. Come potrò sdebitarmi?
Mi viene in mente una domanda però… Non essendoci mai incontrati prima d’ora… dove potremmo incontrarci? A che ora? Qualche accessorio per riconoscerci?
Io al concerto avrò una maglietta nera, una paio di blue jeans, e una rosa come fermaglio per capelli.
Bye-Bye xoxo
Michelle”

“Michi… Chi è questo Mr B?” chiese Arianna che aveva sbirciato a chi era destinata la lettera
“Oh… Si fa chiamare Mr B… Ma non ne ho assolutamente idea di chi sia… Non mi ha mai mandato neanche una foto… Niente di niente.”
“Ma sei sicura che non abbia cattive intenzioni?”
“Mah… Non lo so. Ma ora che dobbiamo incontrarci un po’ di paura ce l’ho. Però non ci andrò da sola. Verrete con me vero?”
“Certo! Non ti lasciamo, noi!” disse Federica
“Bene. Ora però voglio riposarmi. Il viaggio sarà lungo.” Michelle chiuse gli occhi e sognò il suo incontro con B. Non aveva assolutamente idea dell’aspetto del suo amico virtuale, così lo ideò come Synyster Gates. Era uno dei sogni più belli che avesse mai fatto, ma non riuscì a finirlo perché all’improvviso sentì una voce che le disse “Michelle, hai ricevuto una sua risposta”. Si svegliò di colpo e lesse ad alta voce:
“Ciao Michelle,
ti auguro un buon viaggio.
Non ti preoccupare, non devi ringraziarmi, si è solo trattato di trovarti tre biglietti per un concerto. L’ho fatto con piacere.
Io direi di incontrarci all’entrata del backstage, io avrò una bandana al collo a ‘mo di bandito… eheh =D 
Suggerirei di vederci alle 19:30, appena dopo il soundcheck degli Avenged Sevenfold.
Ti aspetterò fino alle 20:00 poco prima dello spettacolo del nostro gruppo preferito.
Puoi portare con te anche le tue compagne di viaggio. Ricordati di ritirare i biglietti con nominativo “Mr B”
1 kiss
Mr B”

“Però! È ben informato sugli orari. Mi sa tanto di un tipo molto puntuale e preciso. In più è anche gentile. Mi piace!” disse Arianna, dopo di ciò si mise a guardare fuori dall’oblò.
“Già. Mi sembra un tipo Ok! Io approvo!” commentò Federica
“Ehm… Ragazze… Non vorrei farvi agitare ma… siamo arrivate!!” interruppe all’improvviso Arianna, sfoderando un mega sorriso.
Le tre amiche sia affacciarono emozionate al finestrino e videro il JFK proprio sotto le loro teste.

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Capitolo 4
*** Il più sincero ***


Volevo solo fare un piccolo appunto: le frasi sottolineate sono le battute in italiano che le ragazze si scambiano quando sono circondate dagli americani. Non sono riuscita a scrivere questa frase in maniera decente, il capitolo è scritto meglio e capirete leggendo xD
Lena G




Capitolo 4 - Il Più Sincero

La Julliard era uno spettacolo all’interno: ballerini, cantanti, attori, musicisti, tutti nello stesso corridoio. Le aule avevano le porte a vetri ed era possibile guardare le lezioni di danza, rimanendo affascinati dalla grazia e dal portamento dei diplomandi.
La sezione musica classica era adiacente a quella di recitazione e coreografia, più nascosta rispetto all’aula dedicata alla musica leggera, ma molto più coinvolgente.
Impossibile non riconoscere, dall’ultima aula del corridoio, il suono dei violoncelli. Era lì dove si tenevano i corsi per studenti internazionali, diplomati e non. Michelle, dopo neanche due giorni di lezione, aveva già trovato degli amici, per la maggior parte afro-americani e giapponesi, dei vari corsi di studio.
Era l’unica ragazza della classe di violoncello, ma era una dei migliori. Lo pensava pure il suo maestro, ma la cosa strana di quella ragazza era che controllava ad intervalli regolari di 10 minuti, il suo orologio.
Alla fine della lezione, il suo maestro la fermò “Dovrei parlarle.”
“Oh! Certo. Però potrebbe fare presto? Ho un appuntamento importante oggi.”
“Sì. Ovviamente.”
Michelle guardò l’orologio per l’ennesima volta: 19:00, sarebbe riuscita a incontrare B? Così chiese al suo maestro “Cosa voleva dirmi?”
“Volevo farle i complimenti. Lei è davvero una tra gli allievi più brillanti in questo corso.”
“Grazie. Ma ho ancora parecchia strada da fare.”
“Sì. Non si smette mai di imparare. Senta, volevo consigliarle qualche sonata che mi potrebbe portare la prossima volta”
“Sì, certo. Le studierò.”
Il maestro la portò nella biblioteca e le diede le più belle sonate per violoncello solo di tutti i tempi. Il tempo però non si fermò e ad un certo punto a Michelle cadde l’occhio sul suo orologio che segnava le 19:40
“Oh no! Mi scusi, ma sono in ritardo al mio appuntamento. Le dispiace rinviare la conversazione e la gita in biblioteca alla prossima volta?”
“Non si preoccupi. Arrivederci” e il professore si congedò.
“Porca miseria ladra… Proprio oggi mi doveva trattenere… TAXI!!!” urlò Michelle, e un cab giallo le si fermò davanti “Un pregio di NY” pensò Michelle poi disse all’autista “Mi può portare direttamente e di corsa al Mad for Music Festival? Purtroppo non ho idea di dove sia”
“Certamente signorina, non si preoccupi, proverò a portarla in minor tempo possibile!” le rispose l’autista
“Grazie” e guardò l’orologio: 19:45, non le interessava arrivare per vedere il soundcheck degli Avenged Sevenfold, voleva riuscire ad incontrare B… eccome se lo voleva.
Finalmente il Taxi la fece arrivare proprio davanti la biglietteria, dove la stavano attendendo Arianna e Federica, quest’ultima si sentiva leggermente a disagio, non essendo abituata ad andare a concerti e festival rock.
“Ciao Michelle! Sei veramente in ritardo!” le disse Arianna
“Lo so, il professore mi ha trattenuto e ho provato a fare prima possibile.”
“Ma lo sai che ore sono?”
“L’ultima volta che ho controllato l’ora erano le 19:45 ed ero appena partita dalla Julliard in Taxi”
“Ecco… Guarda…”
Michelle ebbe paura di guardare il suo orologio, sicuramente era in ritardo. Fece un respiro profondo, prese coraggio e controllò l’ora: 20:20 oramai non aveva più possibilità di poterlo incontrare.
Con il morale a terra chiese alle sue amiche “Avete preso i biglietti?”
“No, non ancora” le rispose Federica
“Ok. Vado a prenderli io”
Si incamminò verso la biglietteria, e non volle nessuno con sé. Quando raggiunse il banco si rivolse ad un tizio tutto tatuato, e una t-shirt nera dei Misfits che aspettava solo che lei parlasse.
Michelle trattenne le lacrime e disse con voce strozzata “Ho prenotato tre biglietti a nome Mr B”
“Sì… Eccoli. Buon mosh-pit”
“Eh… Oggi non è il giorno più adatto per pogare” e se ne andò.
Le tre ragazze s’incamminarono per prendere il posto. Michelle volle mettersi proprio dove si sarebbe esibito Synyster Gates, e le altre due la seguirono senza replicare.
A concerto iniziato, Arianna e Federica facevano di tutto per attirare l’attenzione del loro chitarrista preferito, invece Michelle ogni tanto si girava, si alzava sulle punte dei piedi, cercando di riuscire a notare tra la folla immensa un ragazzo sulla trentina, con una bandana attorno il collo.
All’improvviso si rivolse ad Arianna “Ma io devo essere rincretinita: ho il mio idolo davanti agli occhi, e sto cercando una bandana”
“Beh… sì… Tanto normale non lo sei mai stata…”
Verso la fine del concerto M Shadows si mise a parlare con il pubblico “Grazie ancora di essere venuti a sentirci! Il vostro calore ci rende felici! Ma adesso faremo un regalo a qualche fortunato tra voi: abbiamo sorteggiato tre biglietti, e tre di voi avranno la possibilità di passare il resto della serata con noi!”
Dopo quella rivelazione il pubblicò s’infiammò più di quanto non lo fosse mai stato.
“Calma calma” disse Syn “Adesso arriverà Lindsay, l’addetta al sorteggio, e vi dirà chi passerà le prossime ore con noi nel backstage!”
Dal backstage arrivò una ragazza, si vedeva che era minuta, aveva i capelli biondi, lisci, e lunghi. Portava al collo il pass dello staff organizzativo e teneva in mano un foglio, dove c’erano scritti i biglietti vincitori. Prese il microfono e disse “Bene. Allora, ogni biglietto ha un numero di serie a cinque cifre. Chi sentirà il proprio numero dovrà andare all’entrata del backstage e far vedere il proprio biglietto… Direi che possiamo incominciare. Il primo biglietto vincitore è: 1078…3!”
“Oh mio dio!!!! È il mio biglietto!!!!” escamò Arianna “Non ci posso credere!!! Mi fiondo nel backstage!!!!! AHHHH!!!!”
La biondina continuò “Vedo un movimento alla mia sinistra, abbiamo il nostro primo vincitore!!!” aspettò qualche secondo, e poi riprese “Ora dirò il numero del secondo vincitore…The winner is: 3942…9!!!”
“Non è possibile!!! Il mio primo concerto rock… e vinco per andare nel backstage!!!!! Michelle!! Ho vinto io!!! Vado a raggiungere Arianna!!” urlò Federica entusiasta
“Bene… C’è solo un posto rimasto, e una possibilità su 10000 di poter vincere. Arianna e Federica mi hanno lasciato da sola per andare a conoscere gli Avenged Sevenfold, e in più non mi sono incontrata con Mr B. Ma che bella giornata…” mormorò Michelle
“Questo è l’ultimo biglietto fortunato. Ci dispiace per chi non è riuscito a vincere, di sicuro ci saranno altre occasioni! Ecco la serie: 07078…1!!!!!!”
Michelle guardò il suo biglietto: 0,7,0,7,8….1…. Lei aveva l’ultimo biglietto vincitore, lei era stata sorteggiata tra migliaia di altri fans, lei poteva incontrare gli Avenged Sevenfold. Corse all’entrata del backstage, un omone enorme la fermò e lei disse mostrando il biglietto “Ho il terzo biglietto sorteggiato: 070781”
“Ok puoi passare”
Arianna e Federica si girarono per vedere chi era il terzo vincitore, e con grande sorpresa videro che era Michelle. Arianna gettò le sue braccia attorno al collo dell’amica “AHHHHHHH!!!!!! INCONTREREMO GLI AVENGED SEVENFOLD!!!!!!!!!!!!!!!!! NOI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! AHHHH!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
“Sì, Ary… Calma!!!”
“IL SOGNO DI UNA VITA… REALIZZATO!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!”
Lindsay si avvicinò alle tre ragazze “Ragazze, dovreste salire sul palco.”
“OK!!!!!!!!!” Arianna prese sottobraccio Michelle e Federica, e insieme a Lindsay salirono sul palco, lo stesso palco dove si erano esibiti gli Avenged Sevenfold.
M Shadows fu il primo a stringere la mano alle ragazze, e sfoderò un sorriso ammiccante a Federica, che ricambiò. Zacky fece addirittura il bacio a mano ad Arianna, e lei si sentì svenire. Jimmy e Johnny andarono da Michelle e lei strinse la mano a tutt’e due con un sorriso a trentadue denti.
Poi fu il turno di Synyster che disse “Hey! Da dove venite?”
Michelle rispose con naturalezza “Italia”
Lui le rispose in italiano perfetto “Italia. Bel posto. Mi piacerebbe andarci una volta” lasciando Arianna e Federica a bocca aperta. Michelle invece era presa a guardare la folla, cercando ancora una volta quella bandana, riparandosi dalle luci che davano fastidio ai suoi occhi.
“Di sicuro mi sta vedendo. Chissà cosa starà dicendo!!!!! Io sul palco con Synyster Gates!!!!” pensò Michelle e sorrise proprio mentre Syn la stava chiamando “Vieni nel backstage?”
“Oh… sì certo!!!!” e lo seguì non senza dar un’ultima occhiata alla enorme distesa ancora ghermita di persone contente per lo show, ma triste per non aver avuto la fortuna di stare con gli Avenged Sevenfold.
Nel backstage Federica e Arianna stavano parlando rispettivamente con Matt e Zacky. Jimmy era in bagno a fare una doccia, mentre Johnny si stava scolando un Baileys insieme a Justin, ballando sul tavolo.
Synyster si rivolse a Michelle “Sai, penso che tra tutte le ragazze presenti che potevano prendere voi tre siete senza dubbio le più carine. E secondo me tu sei anche molto simpatica!”
“Oh. Grazie!” e Michelle sorrise quasi forzatamente.
“Sai… però io non capisco una cosa” disse Jimmy “Hai di fronte a te il ragazzo più figo del mondo, ma hai un aria da funerale. Come mai?”
“Sì Jimmy, hai ragione. Se tutto questo fosse successo un mese fa, molto probabilmente sarei svenuta. Ma oggi io dovevo incontrarmi con il ragazzo più sincero del mondo. Ma non ci sono riuscita.”
“Eh, quanto ti capisco” replicò Syn “Anch’io dovevo vedermi con una ragazza, ma mi ha tirato un bidone”
“Cioè… aspetta… Fammi capire: ci sono ragazze che ti danno buca?? Ma sono completamente fuori come dei balconi!!!!”
“Mi sono meravigliato pure io. Non mi era mai successo. Cioè, era successo solo al liceo…” e si passò una mano sulla nuca, timidamente.
“Va beh. Sono cose che succedono” disse Michelle e si aggiustò i capelli. Con la mano cercò il suo fermaglio a forma di rosa, ma non c’era niente.
Si rivolse preoccupata in italiano a Federica “Ho perso il mio fermaglio!”
“Hai perso il fermaglio?” e Federica si mise a guardare per terra, insieme alla sorella ed Arianna che aveva sentito il loro dialogo.
“Hey, tutto ok?” chiese Matt
“Ehm, sì… Cioè, ho perso il mio fermaglio per capelli” gli rispose Michelle
“Qui non c’è. Non avevi niente quando sei arrivata nel backstage” disse Syn con sicurezza. Michelle lo guardò con aria interrogativa “Cosa c’è?” continuò lui “Volevo solo vedere che erano i vincitori!”
“Già… Lo avrei fatto anch’io fossi al tuo posto” disse Michelle con un sorriso, che però si spense subito.
Probabilmente Mr B l’aveva vista, ma non riconosciuta, e ciò le provocava dolore. Si sedette sul divano, si mise la testa fra le mani e iniziò a piangere silenziosamente. Matt e Syn si misero vicino a lei “Non ti preoccupare. Era solo un fermaglio. Ce ne sono molti altri” disse Syn cercando di consolarla
“Ma… Ma questo… per me… e-era… importante”
“Com’era?”
“Rosso”
“Non appena là fuori si sarà svuotato, lo faremo cercare”
“Grazie…”
Syn prese il viso della ragazza fra le sue mani, le asciugò e pensò “Già. Tra tutte le ragazze che potevano sorteggiare lei è decisamente la più carina. Chissà se la mia amica italiana le assomiglia” e le sorrise. Lei voltò lo sguardo e controllò l’ora: 24:00, dovevano tornare a casa, e lei doveva mandare un’e-mail di scusa a B.
“Ragazze, dobbiamo andare!” disse Michelle “Domani mattina presto ho lezione”. Si girò verso Syn e disse “Ciao. Ah, non c’è più bisogno di cercare il mio fermaglio. Non ne vale più la pena”
“Ok. Ne sei sicura?” Michelle annuì. Si abbracciarono e tutti si salutarono.
Quando le tre ragazze se ne furono andate, Zacky sussurrò a Matt “Allora, qual è delle tre?”
“Quella che ha pianto”
“Ok. Quando lo sveliamo a Syn?”
“Lo deve scoprire da solo”
Mark raggiunse Matt e Zacky, guardò di sfuggita Syn che era immerso nel suo mondo, e poi chiese “Com’è andata?”
“Era palese chi fosse, ma lui non l’ha riconosciuta” disse Matt
“Che deficiente”
“Pensa che le ha pure parlato in italiano”
“Cretino! E lei come si è comportata?”
“Si è messa a piangere”
“Ha fatto così schifo?” chiese Mark divertito
“No. Lei ci ha detto che piangeva perché aveva dato buca ad un ragazzo e le dispiaceva”
“E Syn le ha detto che una ragazza gli aveva dato buca” aggiunse Zacky
“Quando glielo direte che avete organizzato tutto voi?”
“Mai!” disse Matt
“Ok. Speriamo che se ne accorga presto. Non possiamo rimanere a New York per l’eternità”
“Neppure lei ci sta per molto tempo qui. Parte tra due mesi”
“Allora dobbiamo fare qualcosa”
“Che cosa dobbiamo fare?” chiese Syn
“Festeggiare per il vostro bellissimo show!” esclamò Mark, prendendo sei birre dal frigo e sorridendo come un ebete.

Un’aria completamente diversa si respirava nell’appartamento delle tre amiche. Federica e Arianna si stavano raccontando a vicenda i flirt con Matt e Zacky, invece Michelle continuava a versare lacrime seduta al computer, mentre leggeva l’ultima e-mail che B gli aveva mandato.
“Michelle, digli la verità. Digli perché non siete riusciti ad incontrarvi” disse Federica
“Però potevi anche risparmiarti di fare quella scena davanti agli Avenged Sevenfold!!!” disse Arianna un po’ scocciata
“Non sono riuscita a trattenermi. Comunque devo mandargli un’e-mail. Deve sapere che mi dispiace avergli dato buca. Spero non sia arrabbiato” rispose Michelle asciugandosi le guancie e iniziò a scrivere
“Caro B,
mi dispiace tantissimo non averti potuto incontrare! Non sai quanto!
Durante il concerto ti ho cercato, ma non ti ho visto. Pensa che Arianna mi ha detto che sono proprio strana: avevo davanti Synyster Gates, ma ogni tanto mi giravo per cercarti.
Sicuramente tu mi avrai vista: ero una delle tre fortunate che sono salite sul palco. Ero la deficiente che nonostante la presenza degli Avenged Sevenfold a pochi metri di distanza, scrutava la folla.
Ho voluto mandarti questa e-mail perché volevo dirti che non mi sono presentata al nostro appuntamento perché il mio professore alla Julliard mi ha trattenuto fino a tardi, e quando sono riuscita ad arrivare ero già troppo in ritardo.
È la pura e semplice verità. Te l’ho voluta dire perché sono sicura che tu non mi abbia mai mentito, e che sei stato ad aspettarmi tutto quel tempo, invano. Sei il ragazzo più sincero del mondo, e il miglior amico virtuale che io abbia mai avuto!
Spero tu non sia arrabbiato e spero tu possa perdonarmi
Michelle”

Finito di scrivere l’e-mail, Michelle si unì alle altre due ragazze
“Allora, cosa vi siete detti con Matt?” chiese a Federica
“Oh, beh. Niente di particolare. Le solite cose che si dicono quando ci si incontra la prima volta”
“Certo. Quanti anni hai, da dove vieni, hai il fidanzato? Soprattutto questa eh?” disse maliziosamente Arianna
“Il fidanzato? Hai chiesto a Matt se è fidanzato?” Michelle era quasi scandalizzata, sua sorella che ci provava con M Shadows
“No. Veramente LUI mi ha chiesto se io avevo il fidanzato…” disse Federica imbarazzatissima
“COOOOSAAAA???? M SHADOWS?????? PROPRIO LUII??????”
Federica annuì ancora più imbarazzata, ora il suo viso aveva preso una tonalità non rossa, violacea “Però non hai chiesto niente ad Arianna!!!”
“Vero. Ary???? Cosa hai fatto con Zacky?????”
“Niente… Purtroppo…”
“Ho visto infatti che mentre parlavi con lui non avevi l’aria di una che si sarebbe accontentata di giocare con lui una partita a Scarabeo”
“A me invece piacerebbe giocare a Monopoli con Matt…” disse Federica tranquillamente, facendo quasi soffocare Arianna che si stava mangiando un biscotto.
“Fede, sei ancora troppo piccola per capire…” disse Michelle accarezzandole dolcemente la testa “Ary, tutto bene?”
“Coff… coff… sì…” rispose l’amica
“Michi… E tu con Sylvester??? Eh??? Vi ho visto abbracciarvi e stare tutti vicini vicini. Per tutto il tempo!!!” chiese Federica
“Ehm… Fede… Synyster… si chiama Synyster… Non Sylvester...” le sussurrò Arianna
“Io con SYNYSTER ho fatto una belllllllissima figura!” disse in modo ironico Michelle
“Va beh… Ti sei messa a piangere. Ma così ti ha trattato meglio” disse Federica provando a fare la comprensiva
“Comunque Mr. B ha ragione. È diverso da come me lo immaginavo. È un po’ tonto!” e rise
“Come tonto?” chiese Arianna sorpresa
“Ma sì… Non so come spiegarvi… Lui è…” Michelle fu interrotta dall’avviso sonoro della casella di posta “MR.B!!! MI HA RISPOSTO!!!!!!!!!!!!” e si sedette di corsa al computer
“Ah! Pensavo che stesse dicendo che Synyster fosse Mr B!” sussurrò Arianna a Federica
“Pure io ho avuto questo dubbio… Ma siamo noi che siamo bacate… Figurati se Synyster Gates passa il suo tempo a scrivere e-mail a mia sorella!”
“Beh, una gliel’ha mandata…”
“Ma se ne sarà già dimenticato…e poi siamo sicuri che sia stato lui???”
“Ma sì! Comunque hai ragione…” Arianna si rivolse poi a Michelle “Noi andiamo a dormire!!”
“Mmm… No! Aspettate, venite qui. Non capisco una cosa…”
Le altre due ragazze raggiunsero l’amica e tutt’e tre rilessero per l’ennesima volta la e-mail di risposta:
“Carissima Michelle,
non ti preoccupare, non sono arrabbiato con te e ti perdono. Pure a me dispiace non averti potuto incontrare.
Sei stata nel backstage? Caspita, che invidia! Non pensavo di portarti così tanta fortuna con i biglietti che ti ho fatto avere! Ebbene sì, ti ho visto quand’eri sul palco… Allora stavi cercando me! Povero Syn… Cercava di chiamarti ma non l’hai tanto considerato… Devo confessarti che da quaggiù la scena era abbastanza comica. Di fianco a me c’era una ragazza che ha addirittura detto che eri una senza cervello, perché fosse stata al tuo posto sarebbe saltata addosso a Syn, e se ne sarebbe fregata della folla sottostante. Purtroppo non era molto carina e immaginando i canoni di Syn, non gli sarebbe piaciuto che gli fosse saltata addosso.
Probabilmente ti sarà parso di essere lontanissima da me, ma fidati, eravamo molto più vicini di quanto tu possa pensare…
Un bacio
Mr. B”

“Strana lettera” commentò Arianna
“Mica tanto” ribadì Federica
“Ma cosa mi avrà voluto dire con -Eravamo più vicini di quanto tu possa pensare-?”
“Forse era proprio sotto il palco!” ipotizzò Arianna e si strinse nelle spalle
“No, impossibile. L’avrei visto”
“Yawn! Io vado a nanna…” sbadigliò Federica, Michelle guardò l’ora: 01:05 e disse “Forse è meglio che vada anch’io” spense il computer, entrò nel letto e si mise a ripercorrere le ultime ore con gli Avenged Sevenfold, ma non si ricordava le cose nei dettagli, anzi, era tutto un po’ confuso. L’unica cosa che ricordava nitidamente era il viso di Synyster quando lui le aveva asciugato le guancie nel backstage, la sua espressione era strana, le sembrava che lui la stesse guardando come se stesse consolando una persona a lui conosciuta. In quel momento però, si vide proiettata all’entrata del backstage, alle 20:00, dove un’ombra non ben definita era appoggiata ad una transenna, e che evidentemente stava aspettando qualcuno. Man mano che lei si avvicinava a quell’ombra, le pareva che quella figura iniziasse a prendere una forma, un colore. Ma, proprio quando era abbastanza vicina per poter riconoscere l’identità della persona misteriosa, vide un’enorme nuvola bianca scaraventarsi sopra di lei e sbattere sulla sua faccia.
Michelle si svegliò di soprassalto, era Arianna che le aveva buttato il cuscino sul viso. L’amica sorridendo disse: “Su Michelle, è tempo di alzarsi! Tempo di splendere!!”
“Ma tu non devi essere normale”
“Dai, sbrigati. Federica è andata a fare la spesa. E tu fra un’ora devi essere alla Julliard”
Un’occhiata veloce all’orologio, e Michelle si catapultò in bagno. Dopo neanche cinque minuti era già pronta, bevve un po’ di spremuta d’arancia e si mise in bocca una fetta biscottata senza niente sopra
“Fciao! Fci Fediamo fopo!” disse salutando l’amica
“Ciao! Ti voglio bene anche se non ho capito niente di quello che hai detto!” e Arianna chiuse la porta alle sue spalle e iniziò a sparecchiare la tavola.

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Capitolo 5
*** Lei, un piano, una e-mail ***





Capitolo 5 - Lei, Un Piano, Una E-mail

“I love you baby! La la la lalalaaa! I love you… Baby!!!” cantò Syn, salendo sul tavolo e improvvisando un balletto. Non aveva bevuto molto, solo due birre, ma era allegro.
“Gates!!! Scendi giù!!!!!” Ma Brian invece di scendere, prese l’amico per il braccio “No, lasciami…” e poi lo tirò sul tavolo ”NO!! NON SALGO SUL TAVOLO!!!!”, ma Gates, incurante delle proteste di Mark, lo prese sottobraccio e si mise a ballare una specie di valzer “NON BALLO CON TE!!!!!!!!!” urlò Mark, cercando di liberarsi dalla stretta di acciaio di Brian, che lo teneva stretto. Quando riuscì nella sua impresa, Mark gli urlò dietro: “Ma porco cane Gates! Controllati con l’alcool!!”
“Ma non ho bevuto niente!!!” protestò Brian
“Fa niente!!!! Controllati lo stesso!!!”
“Brian!!!! Brianuccio?????” chiamò Matt
“Dimmi…” e raggiunse il cantante senza neanche lamentarsi per come Matt lo aveva chiamato “Cosa c’è?”
“C’è posta per te…”
“Oh, grazie” ma Matt non si scostò dalla sedia e continuava a guardarlo, sorridendo
“Scusa, mi fai sedere?”
“Prima devo farti alcune domande…”
“Spara”
“Tu ti chiami Brian Elwin Haner Jr, in arte Synyster Gates?”
“Sì, sono io.”
“Bene”
“Ma cosa c’entra?”
“Tu rispondi e basta”
“Uff…”
“Stai tenendo un corrispondenza con una ragazza italiana?”
“Sì, e lei si chiama Michelle”
“Ok. Allora sei tu” e Matt si alzò dalla sedia e lasciò il computer a Brian che disse dopo poco: “Ma che carina!”
“Ti ha mandato una foto?” chiese Mark
“No, mi ha chiesto scusa perché mi ha dato buca… Ma…” il tono di Syn si riempì di stupore “LEI?????????”
“Lei… cosa?”
“Allora ci siamo incontrati!!! Lei è quella che si è messa a piangere!!! Sì!!! Il fermaglio che aveva perso era quello a forma di rosa che le serviva per riconoscimento, e il ragazzo a cui aveva dato buca sono io!”
“Bene. Finalmente ci sei arrivato!” si fece sfuggire Zacky e sospirò. Matt invece trattenne il respiro, spalancò gli occhi e alzò le sopracciglia in attesa di una sfuriata da parte di Brian, che però non avvenne.
“Come -finalmente-? Voi lo sapevate già???”
“Certo. Tu non sai che serie avevano i biglietti che le hai prenotato. Noi invece sì. E quando tu sei tornato dicendoci che ti aveva dato buca, noi ci siamo ideati la storia del sorteggio, dicendo allo staff le serie dei tuoi biglietti. In modo che tu e lei avreste avuto la possibilità di incontrarvi lo stesso”
Syn era sbalordito, non sapeva cosa dire.
“Potresti dirci grazie. Ora sai chi è e com’è”
“Grzz…” e Brian riprese a leggere la e-mail. Gli altri ragazzi lo raggiunsero e tutti insieme lessero quello che Michelle gli aveva scritto
“Guarda Brian, pensa tu sia il ragazzo più sincero del mondo” disse Jimmy con un sorriso
“Già… Proprio io… Non posso più andare avanti con questa storia, devo dirle la verità. Ma probabilmente quando glielo dirò, lei non mi vorrà più parlare”
“Gates” disse Johnny “devo proprio dirtelo: tra tutte le migliaia di ragazze che crollano ai tuoi piedi solo perché tu sei Synyster Gates, ti sei trovato quella che ti lascerà proprio perché sei Synyster Gates. Solo a te può succedere una cosa del genere”
“Bella osservazione” e Brian continuò a guardare fisso lo schermo, poi aggiunse “E ora come faccio a dirglielo?”
“Non lo so” disse Shadows “Dobbiamo pensare ad un modo. E noi tutti saremo tuoi complici. Dopotutto è grazie a noi che vi siete incontrati lo stesso!! E poi non abbiamo più voglia di vederti in questo stato e soprattutto rivogliamo il vecchio Syn”
“Il vecchio Syn? Vi sembro cambiato?”
“Mah, non ti riconosciamo più. Stai sempre al computer, non componi più assoli, oggi hai bevuto pochissimo rispetto ai tuoi standard. Non sei più il Synyster Gates di un tempo”
Brian si strinse nelle spalle e ci fu silenzio generale. Evidentemente quella ragazza lo aveva cambiato, senza che lei lo volesse e che lui se ne rendesse conto.
“Ma lei vorrebbe che il suo chitarrista preferito cambiasse? Che fosse completamente diverso da come lo aveva sempre visto? No, non credo. Synyster Gates non può cambiare. Brian invece sì, ma il suo cambiamento non deve coinvolgere la Lead Guitar della band” pensò Brian
Zacky ruppe quel silenzio assurdo “Bene, come facciamo a farli incontrare? Un altro appuntamento? Si rischia di venire incontro ad un altro bidone”
“Non lo so. Ora Gates risponderà all’e-mail, poi tutti noi ci dormiremo su e domani mattina ne discuteremo” disse Mark, poi, rivolgendosi a Brian “Tu intanto cerca di farle capire qualcosa. Con discrezione, mi raccomando” e uscì dalla stanza grattandosi la pancia.
“Ma tu intanto cerca di farle capire qualcosa. Con discrezione, mi raccomando” gli fece il verso Brian “Come fosse semplice. Come faccio a scriverlo?”
“Dille che anche tu eri nel backstage” ipotizzò Johnny
“Pirlata! Eravamo solo noi, loro tre e Lindsay. Potrebbe pensare che io sia lei, oppure andrebbe di corsa a farsi vedere da un oculista”
“Dille che non ci sei andato”
“Ma allora vuoi che ti insulti!!! Ha fatto una corsa dalla Julliard fino al backstage, ha avuto il magone tutta la sera perché non mi ha incontrato, e io le dico che non mi sono neanche sognato di venire???”
“E poi sembra pure un paradosso” aggiunse Jimmy “Brian che dice che non è venuto al concerto, e poi si scopre che lui è uno degli artisti che si è esibito”
“Hai pienamente ragione” rispose Zacky mentre provava a cingere il suo braccio attorno alle spalle di Jimmy, che si accorse del tentativo del suo amico, e lo fulminò con lo sguardo. Zacky se ne rese conto e stese il suo braccio in aria, fischiettando allegramente nel tentativo di mascherare le sue reali intenzioni.
“Ok, scusate. Allora prova…” ma Johnny venne interrotto da Brian: “NO!!! Tu non provi a dire più niente!!! Perché le tue idee fanno schifo e ci fai solo perdere tempo!!”
Ma Johnny non lo stette ad ascoltare e continuò la sua frase con tono di sfida: ”Ero molto più vicino di quanto tu non possa immaginare… Le si inizia a svelare qualcosa, ma con discrezione. Mi merito qualche insulto?” Brian non rispose, piuttosto di ammettere che Johnny aveva avuto una bella idea, avrebbe preferito fare tutta New York di corsa in mutande.
“No, ti meriti un applauso” disse Matt, si rivolse a Syn “Ora mettiti a scrivere. Tranquillizzala, dille che non si deve dispiacere perché ti ha dato buca. E poi chiedile magari che impressione le ha fatto il suo mito”
“Ma tu guarda cosa mi tocca fare” sussurrò Brian, abbastanza forte da farsi sentire dagli altri. Johnny sorrise sotto i baffi, Zacky e Matt scossero la testa, mentre Jimmy stava già dormendo alla grande.
“Driiiiiiiiin!!!!!!!!! Driiiiiiiiiiiiiiiiin!!!”
“Ciomp… Chi sono io?”
“Zaaaaaackyyyy!!!! Svegliati bello addormentato!! Sei l’unico rimasto a letto!!”
Zacky scese le scale e si vide un energumeno, un filo di ferro alto quasi due metri e un nano biondino che stavano contemplando un’ombra che assomigliava tanto a una persona che conosceva. Stava suonando qualcosa, il suono gli sembrava famigliare. Una chitarra. Finalmente si stava svegliando, e iniziava a riconoscere le persone che lo circondavano. La luce del giorno gli dava fastidio, così se li schermò con il primo paio di occhiali da sole che gli capitarono sottomano.
“Ehi Brian, mica male quello che stai suonando? Cos’è, un nuovo duo?”
“Veramente pensavo di fare di questo pezzo un trio di chitarre”
“E chi fa la terza?”
“Io no” disse Matt “Devo anche cantare. Avessi voluto anche suonare mi sarei messo anch’io la chitarra al collo… Ma Zacky, perché hai i miei Ray-Ban addosso?”
“Oh” togliendoseli e esaminandoli attentamente “Scusa, non me ne ero accorto. Dovevo ripararmi dal sole”
“Vampire!!!”
“Magari…” commentò Jimmy
“Ma allora chi suonerà la terza chitarra. Tuo padre?”
“No. Veramente avevo pensato a Michelle”
“L’italiana?”
“Sì. Cosa c’è di male?”
“Niente. Anzi. Lo sai che sono particolarmente pro agli italiani… Ma lei che centra con noi?”
“Dici che devo fare un solito duo?”
“Io te lo consiglio”
“Sei solo geloso”
“Ohi Brian, ti ha poi risposto più?” chiese Johnny
“No. Probabilmente sarà andata a dormire. Però ora che me lo hai chiesto vado a controllare”
Matt lanciò un’occhiata di fuoco a Johnny “Ma perché gliel’hai ricordato? Eravamo così contenti che stava facendo un nuovo pezzo alla chitarra! Imbecille…” e se ne andò su per le scale “Vado a cambiarmi. Ma come si può essere così imbecilli?”
Johnny si rivolse agli altri “Ma che ho detto di male?” Zacky e Jimmy scossero la testa “Lascia perdere. E non pronunciare più parola” e andarono in cucina a mangiare, lasciando Johnny da solo in sala, sdraiato sul divano e con un grosso punto interrogativo sulla faccia, ma non era per niente scosso dalle varie reazioni dei suoi amici.
A Johnny infatti sembrava fin troppo strano che non lo avessero ancora trattato male dalla sera prima.
Matt raggiunse Zacky in cucina dopo neanche dieci minuti “Senti, secondo te dovremmo dirglielo noi?”
“Eh? Cosa? A chi?”
“Del fatto di Mr B a Michelle”
“E come facciamo a dirglielo? Un’e-mail anche noi? Poi non penso che le farebbe piacere sapere questa notizia non dal diretto interessato”
“Già. Però potremmo dirlo alle altre due”
“Ad Arianna e Federica? No. Magari Federica può mantenere il segreto, ma Arianna no. Non mi ha fatto una bellissima impressione”
“Però ti sei ricordato del suo nome. Non te ne sei dimenticato come tutte le altre fan che hai incontrato”
Zacky fece spallucce, poi Matt aggiunse “Io direi di avvisarle. In modo da avere alcuni complici in più”
“Pfui. Non sono d’accordo”
“Me ne frego. Lo faccio lo stesso” Prese il suo cellulare e chiamò.
Federica era a casa sua, si stava guardando il telegiornale che trasmetteva le immagini della finale del Super Bowl. Arianna era andata a fare la spesa, e Michelle era sempre alla Julliard. Improvvisamente il suo telefono squillò: era Matt.
“Prontoooo?”
“Pronto? Ciao, sono Matt”
“Ciaooooooooo…eheh…” provò a spiccicare Federica
“Volevo chiederti se Michelle aveva trovato il suo fermaglio. È in casa?”
Il mondo tutto rosa, pieno di luce e fiori nel quale Federica stava sognando svanì all’istante “Oh… No. È alla Julliard. Se vuoi… Ti do il suo numero…”
“No, fa niente. Non è in casa hai detto? Ottimo”
-Ottimo?? Come ottimo? Mica voleva lei? Ohmmamma… vuole parlare solo con me… Magari mi chiede di uscire… dai dai dai dai dai chiedimelo!- Federica si era alzata dal divano e stava passeggiando nervosamente in giro per casa sua.
“Fede, dovrei dirti una cosa. Non lo dirai a nessuno, promesso?”
“Certo!!” oramai la ragazza stava saltellando da quanta adrenalina aveva in corpo.
“Prima di tutto devo chiederti una cosa: Sai che tua sorella sta avendo una corrispondenza via e-mail con un ragazzo americano?”
Federica si fermò di scatto “Eh? Ah, Mr B. Sì, certo che io lo so. Ma tu come fai a saperlo?”
“Ti prego, non dirlo a Michelle, ma… Mr B è il nostro Brian”
“Brian? Chi? Chi è il vostro Brian?”
“Syn…”
“No, aspetta… Synyster Gates chatta con mia sorella??? E lei non lo sa? Ma lui sa chi è lei???”
“Sì. Lo ha scoperto ieri sera”
“E cosa intende fare?”
“Incontrarla”
“Di nuovo? Ma se va come l’altra volta…”
“E io che ti avevo detto???” disse Zacky, in modo che Federica sentisse
“Zittisci Zacky per favore Matt… Qui la cosa è seria…”
Si sentì un “Ouch!” e poi di nuovo la voce di Matt “Sì, vuole incontrarla di nuovo e dirle chi è veramente. Ma questa volta dobbiamo combinare noi… Hai qualche idea?”
“Beh… Una ce l’avrei… Stai a sentire qua…” e si mise a raccontare il suo piano. Quando Matt terminò la chiamata, Zacky era già tornato in cucina “Allora? Cosa avete deciso?”
“Tutto sottocontrollo. Quella ragazzina ha una testa che funziona”
Quando Arianna tornò a casa, Federica le si mise a saltare intorno “Mi ha chiamato Matt!!! E ho una notiziona: Mr B è Synyster Gates!!!”
“Scusa? Non ho afferrato bene la questione. Ti ha chiamato Matt… e?”
“Allora, ricominciamo. Oggi pomeriggio Matt Sanders mi ha chiamato al cellulare, dicendomi che il nostro famoso amico, cioè, l’amico virtuale di mia sorella è veramente una persona famosa”
“E lui è…”
“Synyster Gates” Arianna cadde sul divano, incredula “SYNYSTER GATES E MR B SONO LA STESSA PERSONA????? Mi sento male...”
“E per di più lui sa chi sia Michelle, e vuole incontrarla”
“Ma l’ultima volta che volevano incontrarsi è andata male. Molto male”
“Lo so. E lo sanno pure gli altri. Per questo Matt ci ha contattato: vuole che noi collaboriamo, organizzando un appuntamento tra loro due”
“Mi piace questa cosa. Avete già un piano pronto?”
“Sì. Allora…” In quel preciso momento però, la porta si aprì e le ragazze videro un violoncello ricoperto di spartiti entrare dentro casa. Arianna e Federica corsero da lei “Ciao Michelle! Andata bene?” e la sorellina minore le si gettò al collo
“Urca! Che slancio di affetto! Ci deve essere qualcosa sotto… Hai rotto qualcosa di mio? Vuoi che ti presta dei soldi?”
“Ma dai! Mi sei mancata. Sai, stai sempre alla Julliard tutti i giorni e tutto il giorno e non ho nessuno con cui litigare…”
Arianna aggiunse “Matt l’ha chiamata al cellulare…!” Federica arrossì e le diede una pestata sul piede.
“Ah sì? E che ti ha detto?”
“Niente, mi ha chiesto se avevi trovato il tuo fermaglio e ha aggiunto che Syn ti saluta”
“Oh… Hai ricambiato il saluto?” Michelle arrossì, poi aggiunse, riprendendo un colorito normale “Comunque non ho trovato il mio fermaglio…” e si mise a mettere a posto il violoncello e le “Variazioni Rococò”.
Poi, mentre Arianna preparava la cena, Michelle accese il PC. Mr B non le aveva scritto alcuna lettera, perché di sicuro non c’era molto da dirsi dopo la sera del concerto. Invece un ragazzo che conosceva bene si era fatto sentire: Riccardo. Incredula aprì la lettera :
“Ciao Michelle,
ti ho mandato questa lettera perché mio fratello ha scoperto, parlando con Roberta, che tu hai incontrato lo stilista della mia maglietta (sai, quando ci siamo scontrati e parlati per la prima volta a scuola). Ti avviso che quando tornerai in Italia ti assalirà facendoti milioni di domande su di lui e il suo gruppo. Oramai il “Fan Club” degli A7x della scuola pensa che tu e Synyster Gates siate amici oramai intimi. Io mi chiedo il perché… Certo, sei una bella ragazza, ma non credo che vi siate sentiti più.
Manchi tantissimo a Luca, si aggira per la scuola come un’anima in pena e sta sempre davanti alla porta della tua classe sperando che qualcuno gli parli di te, ma se devo essere sincero, manchi un po’ a tutti. Personalmente parlando, la scuola senza te, tua sorella e Arianna è un po’ un mortorio.
Ciao!
Il tuo “Scontratore” (preferito perché ti scontri solo con me quando usciamo… XD)
Riccardo
PS Smettila di stare tra i VIPs vari che ti monti la testa!!! ? e vedi di tornare presto!!!!!!!!!”
Michelle non potè fare altro che ridere. Montarsi la testa? Lei? Si vedeva che non la conosceva ancora. Ma gli era grata di averglielo ricordato.
“Mi ha scritto Riccardo. Dopo cena gli risponderò” disse Michelle tranquilla mentre stavano mangiando dei maccheroni al formaggio. Nonostante Arianna fosse una cuoca provetta, era la qualità dei prodotti ad essere scadente.
“Urca… Amore in arrivo?” chiese Arianna stupita
“No. Spero per il momento solo una bella amicizia”
“Te e la tua amicizia… Saltagli addosso!!!” esclamò Federica. La sua frase prese di sorpresa le altre due.
“Fede!”
“Ma sì… Scusa… Ci sbavi dietro da tre anni. Ora che ti fa capire che gli piaci vuoi fartelo solo amico? Fattelo e basta!”
“Però non dimentichiamoci di Mr B! Quando lo incontrerai…” ma Arianna venne fermata appena in tempo da Federica “Chissà.. Magari Riccardo a suo confronto sembrerà un cesso mobile…”
“Quando incontrerò Mr B… SE lo incontrerò…”
“Ma sì! Sii ottimista!!”
“Ah, nella mail Riccardo mi ha detto di non montarmi la testa dato che ora frequento i VIPs… Come se li frequentassi. Ok, ho incontrato gli Avenged Sevenfold, ma non sono loro amica. Suo fratello pensa che io e Synyster chissà quanto siamo diventati amici…”
Arianna sputò il boccone di carne nel piatto, mentre Federica rischiò di annegare con la Coca-Cola che stava bevendo, insieme si misero a ridere nervosamente “TU??? CON SYNYSTER??? FIGURATI!!!!!!!! Ahahahahaahah” e intanto si scambiavano delle occhiate preoccupate, sudando freddo.

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Capitolo 6
*** Mr B è... ***





Capitolo 6 - Mr B è...

I giorni passavano e Brian stava giornate intere sempre collegato a controllare le e-mail, ma ogni volta lo schermo gli riportava solo cattive notizie e ciò gli dispiaceva perché le possibilità di incontrarla diminuivano sempre di più. Zacky andò da lui, gli mise le mani sulle spalle e gli disse cercando di confortarlo: “Starà studiando come una pazza. Federica mi ha detto che gli studenti della Julliard faranno un saggio fra due settimane e lei deve suonare un pezzo per violoncello e orchestra molto difficile”
“Ah. Capito. Fa bene a studiare, voglio che lei faccia la più bella figura possibile. Ma una e-mail per dirmelo poteva anche mandarmela”
“Eh, ma sai com’è. Gli artisti girano con la testa nel loro mondo. Però potremmo andarci, così sarai sicuro di incontrarla e le dirai quello che dovevi confessarle un po’ di tempo fa”
“Però, bella idea!”
Dall’altra parte del tour bus la voce di Matt si elevò: “Ragazzi! Vado a fare la spesa! C’è qualcosa di importante che volete che vi prenda?”
“Sì!!” Johnny raggiunse Matt con una lista della spesa, che dalla lunghezza sembrava di più un rotolo di carta igienica. Matt lo squadrò ma l’altro rispose “L’essenziale”
“Sì, certo Johnny. L’essenziale… per un esercito” disse Matt mentre leggeva la lista “Gates! Zacky! Venite a darmi una mano, altrimenti torno fra tre giorni!”
“Su, andiamo” disse Zacky che si era eretto su due piedi e stava per lanciarsi fuori dalla porta. Ma Gates non si mosse “Cosa c’è? Dai, vieni. Tanto non hai niente da fare!”
“Sì, eccomi. Andiamo” Brian si soffermò a guardare per qualche attimo Zacky, e poi aggiunse: “Io con te conciato così non ci esco.”
“Ma guarda che ci fai i concerti con me conciato così”
“Già. Sei vestito come quando ci siamo esibiti al Gods of Metal in Italia. E hai visto come ci hanno trattato”
“Era perché volevano gli Iron Maiden”
“Solo per quello?” chiese con tono sospettoso.
“Certo!”
“Non saranno state anche le tue scarpe?”
“Ma figurati!!!”
“Nel dubbio, vai a cambiarti almeno le scarpe. Ti prego. Fallo perlomeno per me” e gli fece gli occhi dolci.
“Bahhh!!” Zacky prese la giacca e si piombò giù in strada, seguito a ruota da Synyster, dove c’era Matt che li stava aspettando davanti alle strisce pedonali.
“In che supermercato andiamo?”
“Non lo so. Ma uno ben fornito. Johnny mi ha dato una lista con sopra dei prodotti impossibili. Speriamo di trovarli”
“Già. Quel bambino viziato se non ha tutto quello che desidera diventa insopportabile”
“Ma allora dove andiamo?” chiese Brian “Io non ho mica capito”
“Andiamo in un bel posto” concluse Matt “Magari ci trovi qualcosa di interessante”
“Speriamo ci sia qualcuno da rimorchiare” sospirò Zacky. Sia Brian che Matt lo guardarono e dissero in coro: “Non cambi mai tu!”
Camminarono per circa quattro isolati, e finalmente trovarono un supermercato che dava l’impressione di avere tutto ciò di cui avevano bisogno. Tutto ciò di cui Johnny aveva bisogno. I tre entrarono, non senza non attirare l’attenzione su di loro, non tanto perché erano personaggi conosciuti, ma perché erano tre ragazzoni uno più grosso dell’altro, pieni di tatuaggi e vestiti in modo appariscente. Una vecchietta che stava loro davanti appena si accorse della loro presenza si prese un colpo.
Non badando alle varie reazioni da parte della gente, incominciarono a girare tra i vari reparti.
“Allora” disse all’improvviso Matt “Zacky, tu vai al bancone della carne. Io e Brian andiamo al reparto alcolici che c’è più roba da prendere” Zacky e il cantante si scambiarono un’occhiata complice, senza che Brian se ne accorgesse.
“Ok” e Zacky si mise a correre. Non aveva idea di dove si trovasse il reparto macelleria, ma non poteva fermarsi a chiedere informazioni. Guardò l’orologio nervosamente, era in orario. Diminuì il passo e dopo poco tempo si trovò davanti ad un bancone rosso, con appeso sopra un profilo di un maiale diviso nei vari tagli. Era arrivato. Controllò di nuovo l’ora. Ora bisognava solo sperare.

Michelle tornò a casa prima del previsto, e non era sola. Era insieme ad una ragazza leggermente più bassa di lei, minuta, con il caschetto moro e un sorriso timido. Teneva gelosamente in mano un paio di chiavi all’altezza del cuore.
“Ehilà!! Federica, Arianna, lei è Irene. Ha 20 anni, abita a Little Italy da quando ne ha 12, lavora in una gelateria, la migliore di New York”
Una ragazza bionda, alta quanto Michelle, molto magra si alzò dal divano e andò incontro ad Irene. Era talmente perfetta che sembrava appena uscita da un telefilm tipo O.C.: “Ciao! Piacere di conoscerti. Io sono Federica, la sorella di Michelle e sono diciottenne come lei” Irene le strinse la mano con un po’ di soggezione nei suoi riguardi: “Piacere mio. Ma quindi siete gemelle?” indicando prima Federica e poi Michelle.
“Sì. Omozigoti geneticamente ma eterozigoti fenotipicamente e non solo” disse Michelle
“Scusa, ma non sono una biologa. Cosa vuoi dire?”
“Che siamo gemelle identiche nel DNA, ma completamente agli antipodi per tutto il resto” si sbrigò a spiegare Federica. Irene sorrise e sciolse la stretta di mano. Poi arrivò il turno di una ragazza atletica, con i capelli rosso carota e boccolosi, il mascara molto calcato, la maglietta dei Motley Crue, alta quanto Irene, un po’impacciata nei movimenti, che le porse la mano: “Piacerissimo! Io sono Arianna, e non ho nessun legame di parentela con le altre due, ma come loro, ho 18 anni” dopodiché Arianna abbracciò la nuova amica.
“Uh. Allora sono la più vecchia”
“Già” rispose Michelle con un sorriso a trentadue denti, poi si rivolse alle sue coinquiline: “Irene si è offerta per accompagnarci al quel nuovo supermercato che è a dieci isolati da qui. Vi ricordate che mi avete chiesto di venire a fare la spesa con voi oggi?”
Federica guardò l’orologio “Sì sì… Senti Michelle, dato che abbiamo ancora un po’ di tempo, vai a finire di prepararti e metterti a posto. Noi intanto approfondiamo la nostra conoscenza con Irene”
“Ok. Guardate che però faccio presto” e se ne andò in bagno.
Arianna si girò verso Irene e disse: “Bene. Dato che tu ci accompagnerai in macchina, devi sapere che non andiamo al supermercato a fare la spesa. Dobbiamo far incontrare Michelle con un ragazzo che ha conosciuto tramite chat. E ovviamente lei non sa niente”
“Solo che se la nostra cara amica non si sbriga, non riusciremo a trovare parcheggio. E arriverà di nuovo tardi all’appuntamento” commentò Federica
“Oh, non vi preoccupate. Io conosco tutte le scorciatoie e poi… non ho il problema del parcheggio!” e Irene mise in bella mostra le sue chiavi della macchina e spiegò alle ragazze che lei da quando aveva preso la patente, riusciva sempre a trovare dei bei posti grandi e spaziosi dove poter fare manovra comodamente, oppure incontrava sempre qualcuno che era in procinto di andarsene. Le due amiche la guardarono con occhi e bocca spalancati, non avevano mai incontrato nessuno che avesse una fortuna del genere con i parcheggi.
Finalmente Michelle uscì dal bagno e sembrava Ashlee Simpson nel video di Lala. Irene rimase a bocca aperta, non l’aveva mai vista vestita così, invece Federica e Arianna non rimasero molto scosse dal suo abbigliamento, anzi, e Federica aprì la porta, seguita da Arianna. Irene fece i complimenti per i vestiti e insieme a Michelle scese per strada e avviò la sua macchinina, una Citroen C3 rossa, nuova di zecca. Arrivarono ad un supermercato non molto grande, Irene trovò subito un parcheggio vicino all’entrata principale. Federica prese Michelle per un braccio e la trascinò a prendere un carrello. Arianna e Irene invece, entrarono nel supermercato di corsa: “Bene. Io vado nel reparto macelleria, tu vai in quello alcolici e vai vicino ad un omone pieno di tatuaggi calvo che sta insieme ad uno figo e digli –La birra non è più quella di una volta-. Lui capirà” Irene annuì e si diresse verso il reparto che le aveva suggerito Arianna e li vide: un uomo sulla trentina, con i capelli rasati, le braccia piene di tatuaggi, un paio di Ray-Ban sul naso che stava discutendo con un bel ragazzo, capelli tirati su con il gel, muscoloso, e indossava un giubbotto di pelle nera. Si avvicinò con prudenza al più grosso e disse in un sospiro: “Eh… La birra non è più come quella di una volta…” Matt si girò, era una ragazza che non aveva mai visto, ma capì al volo e rispose: “Vero. Concordo. Ora sembra acqua amara” e le sorrise. Brian invece non riusciva a capire la conversazione: “Ah sì? Dite? Non me ne sono mai accorto!”
“Senti Gates, ti ricordi quello che ti ho detto?”
“Sì. Già. Il discorso” e Brian tirò fuori dalla tasca dei suoi pantaloni il suo portafoglio. Lo aprì, e si mise a cercare qualcosa al suo interno. Finalmente tirò fuori un pezzo dorato, rigido: la sua carta di credito, e si mise a parlare con essa: “Ciao… Senti io… No non va bene… E se…”
Irene lo guardò curiosa, Matt le sorrise e con le labbra mimò: “Arriviamo”. Lei prese una birra e andò verso Michelle e Federica che erano appena entrate.
Arianna arrivò il più presto possibile al reparto macelleria, dove Zacky la stava aspettando. Quando si videro, si sorrisero trionfanti, perché la parte più difficile del piano era riuscita. Ora era solo una questione di tempo e tutto sarebbe andato liscio come l’olio.
“Visto? Siamo arrivate!”
“Vedo, vedo. Adesso noi facciamo finta di incontrarci casualmente e poi Brian si troverà in una condizione dove dovrà per forza dirle tutto”
“Ok”
Zacky guardò Arianna, forse per la luce o per qualsiasi altra ragione, ma gli sembrava diversa da come l’aveva conosciuta. Prima di tutto gli sembrava più carina e quegli occhiali le davano un’aria più intelligente. Forse aveva ragione Matt, lui non se n’era accorto, ma quella ragazza maldestra gli era rimasta impressa nella mente, aveva fatto colpo su di lui.
“Ari! Eccoti! Tu devi essere Zacky. Piacere Irene”
“Ciao” disse lui accennandola con il capo
“Allora, Matt è stato avvisato, mentre Federica e Michelle sono al banco della frutta”
“Ottimo. E Brian? Sta provando il discorso?” chiese Arianna
Irene indicò i due energumeni che si stavano avvicinando ad una velocità incredibilmente alta: “Sì. Eccolo il nostro Romeo. Sta parlando con la sua carta di credito” Gli altri due si girarono e videro che il gigante alla moda stava parlando da solo con un pezzetto di plastica dorata. Appena il ragazzo si accorse che era osservato, la mise in tasca e si mise un braccio sulla nuca, abbassando il viso imbarazzato.
“Ed ecco la nostra Giulietta” disse Zacky. Le altre due ragazze videro le loro amiche che spingevano un carrello pieno di frutta e verdura. Michelle, appena notò che Arianna e Irene stavano parlando con gli Avenged Sevenfold, arrossì e cercò di scappare, ma non ci riuscì quando Gates le sorrise, dopotutto era l’idolo della usa vita ed era incredibile che lui le stesse sorridendo.
Brian appena poco dopo aver raggiunto il suo braccio destro Zacky, vide la ragazza che voleva incontrare avvicinarsi nella sua direzione, ricevette dal suo cervello l’ordine di sorridere come un ebete, allargando gli angoli della bocca man mano che gli si avvicinava. Quando notò che Michelle aveva provato a non farsi vedere, si rese conto che sarebbe stata più tosta del previsto e non era più sicuro della sua reazione e ciò lo bloccò ancora di più.
“Ciao Michelle! Vieni! Ti stavamo aspettando!” disse Matt
“Oh sì” e dando un’occhiata alla sua gemella, che la spingeva raggiante, aggiunse: “Allora, come va?”
“Oh, tutto bene grazie. Ho saputo che hai un saggio questo sabato alla Julliard”
“Sì. Devo suonare le “Variazioni Rococò” per violoncello solo e orchestra”
“Siamo andati a sentirlo su YouTube. Bello come concerto”
“Già. È il mio preferito” poi rivolgendosi a Brian “E te invece come stai? Sei sempre stato zitto. Mi ricordo che l’ultima volta che ci siamo visti tu eri un po’ più spigliato di oggi. Sei ancora un po’ addormentato?”
“Oh… Io… No… Beh…”
“Gates deve dirti una cosa” disse Zacky. Michelle lo guardò curiosa.
“Sì. Ecco… Io… volevo dirti che…” e si fermò.
Tutte le ragazze, eccetto Michelle, chiusero gli occhi e giunsero le mani. Zacky e Matt scossero la testa, così il cantante prese in mano la situazione e disse: “Michelle, il nostro Brian è il tuo amico Mr B… E ora chiudiamo questa soap opera perché non ce la facciamo più!”
Brian chinò il capo e guardò Michelle da sotto in su. Michelle si sentì bruciare. Perché non glielo aveva detto subito? Non si fidava di lei? Voleva prenderla in giro? No. Non poteva essere arrabbiata, si vedeva che gli dispiaceva averle mentito, ma non voleva sciogliersi subito, così si limitò a chiedere con tono indifferente: “Perché non me l’hai detto subito?”
“Perché volevo un amico vero”
“Dicendo una bugia?”
“Non volevo spaventarti. Però volevo dirti la verità, ci tenevo. Ma non potevo farlo via e-mail. Non mi avresti creduto”
“Possibile. Ma non lo saprai mai perché non l’hai fatto”
Intanto tutti gli altri li avevano lasciati, perché ritenevano giusto che si chiarissero da soli. Brian poi aggiunse: “Allora, che ne dici. Ricominciamo da capo?” e le tese la mano
“No. Continuiamo da qui” e gli sorrise tranquillamente. Brian era ancora con la mano tesa, lei gli prese il braccio e s’incamminarono verso l’uscita in silenzio. All’improvviso Michelle si girò verso di lui e disse: “Mi dispiace non averti preso tanto in considerazione al concerto. Ma io stavo cercando Brian in quel momento. Non Synyster Gates”
“Quindi Synyster Fuckin’ Gates è meno figo di Brian?”
“Oh beh. Sì, a me piace di più Haner di Gates” e gli fece la linguaccia
“Questo è un duro colpo per Syn. Come farà il suo ego gigantesco a riprendersi?” e rise ”Che ne dici, ti accompagno a casa?”
“Veramente dovrei andare alla Julliard. Ho le prove d’orchestra” poi alzando lo sguardo vide solo la macchina di Irene posteggiata “E poi sei anche a piedi!”
“Irene mi ha dato le chiavi della sua macchina” le rispose prontamente alzando il braccio e facendo dondolare le chiavi davanti agli occhi di Michelle: “Vorrà dire che ti accompagnerò alla Julliard. Però stasera tu vieni a cena con me che dobbiamo parlare di questo periodo di chat”
“Cos’è, mi stai chiedendo di uscire?”
“No. Io non ti chiedo niente. Tu stasera uscirai con me. Non accetto più bidoni e non è valida qualsiasi tipo di scusa”
“Ok. Ti avrei detto di sì comunque” e si mise a sedere in macchina.
Tutti gli altri invece erano già sul Tour Bus, dove trovarono Johnny che stava picchiando sui tamburi della batteria di Rev e Jimmy che stava chiacchierando con Leana. Appena Arianna vide Johnny, gli lanciò un’occhiata indignata e disse: “Nessuno può usurpare il regno del Reverendo!”
“Oh, brava. Diglielo anche tu: Johnny, hai rotto! Prenditi il tuo cazzo di basso e suona quello che devi!” esclamò Jimmy, cogliendo di sorpresa i ragazzi, 
“No! Io continuo a picchiare sulla tua batteria!” Jimmy allora sì alzò improvvisamente dal divano, facendo scivolare Leana dalla sua spalla e raggiunse Johnny. Quest’ultimo appena vide l’aria minacciosa che Jimmy aveva assunto mentre si stava avvicinando al suo strumento, scappò e si rifugiò dietro Irene, che guardava attonita la scena.
Dopo circa dieci minuti di pestaggio sui tamburi, Rev si accorse che non aveva ancora salutato nessuno e che mancavano due elementi al gruppo: “Ma allora ce l’hanno fatta i piccioncini ad incontrarsi?”
“Oh yeah! Se non vedi Brian qui… evidentemente è con la sua Juliet” disse Matt che si era stravaccato sul divano a mangiarsi le patatine San Carlo Junior che in quel periodo davano in regalo la manina appiccicosa colorata.
“Ma non si chiamava Michelle?” chiese Johnny
“Capisci niente tu”
Leana, che si era già presentata alle tre amiche, prese da parte Arianna, Federica e Irene e chiese tutti i dettagli della vicenda che Jimmy le aveva solo accennato. A fine racconto la fidanzata storica di Jimmy sospirò: “A me sembra una cosa così romantica”
“Un po’ lo è… anche se io ho un’idea del romantico leggermente più diversa…” disse Federica
“Guarda, io conosco Brian. È una cosa romantica” e tutte e quattro si misero a ridere.
Federica guardò l’orologio, chissà se Michelle si era ricordata di andare alle prove serali. Prese il cellulare e provò a chiamarla, ma era spento. Si rivolse ad Irene: “Secondo te Michelle si è ricordata delle prove?”
“Sì certo. Lei è una ragazza responsabile”
“Io non ne sarei molto sicuro dato che è in dolce compagnia” disse Zacky comparendo alle loro spalle e facendole saltare dallo spavento “E credo che io abbia un’idea ben precisa di dove siano: in macchina e…” alzò e abbassò un po’ di volte un pugno chiuso inclinato verso il pavimento e aveva assunto un’aria decisamente maliziosa.
“Ah no! Figurati!” disse Federica “Io la conosco mia sorella. Non è il tipo…”
“Ma Brian sì” e sorrise. Arianna lo guardò impassibile e scosse il capo. Evidentemente non conosceva Michelle, lei aveva un bel caratterino e non si faceva troppi scrupoli di dire esplicitamente quello che voleva o no.
In quel momento Gates entrò con il viso arrossato e un sorriso stampato sulla faccia. Federica si fermò davanti a lui con una faccia sconvolta, non poteva credere, non riusciva a pensare che sua sorella, il suo mito, quello scoglio fermo in mezzo ad una tempesta, aveva ceduto dopo neanche qualche ora che passava con un ragazzo appena conosciuto. Zacky le diede una pacca sulla spalla con aria soddisfatta: “Che ti avevo detto?”
Synyster si sedette sul divano, tutti lo stavano guardando attoniti e se ne accorse. Alzò gli occhi al cielo e si mise a ridere: “Non ho mai conosciuto una ragazza più esilarante, più simpatica di lei. Non ho mai parlato così tanto con una ragazza in vita mia! Ahahah”
Federica si lasciò cadere sulla sedia più vicina a lei e anche lei sorrise. Michelle non si smentiva mai, si girò e disse a Zacky: “Che ti avevo detto? La conosco mia sorella”
Lui la ignorò, non riusciva ad accettare la sconfitta, prese Brian in disparte e gli chiese: “Vuoi dire che tu e lei… non avete… insomma… Dai, a me puoi dirlo!”
“Oh no… Scusa, ma quella è l’ultima voce della lista delle cose che vorrei fare con lei”
“Credevo ti piacesse”
“Sì. Mi piace e anche tanto. È bellissima, simpatica, intelligente, spigliata… Ma non voglio. E ora scusa, devo andare a prepararmi perché stasera devo andare a cena con lei”
“Ok. Poi mi racconterai tutti i dopo-cena del caso”
Brian gli sorrise e si fiondò nell’armadio. Tornò dopo neanche cinque minuti ed era vestito in un modo assolutamente diverso da come tutti lo avevano sempre visto: camicia azzurra, cintura bianca, i soliti jeans strappati e un paio di Sneakers bianche. Jimmy lo guardò come un alieno, Irene e Federica avrebbero fatto molto volentieri cambio con Michelle, Arianna era sparita con Zacky ma nessuno sembrava interessarsi, Johnny era preso a suonare il suo basso con le cuffie e Matt, sempre sdraiato sul divano, gli sorrise e mise il suo pollice destro in su.
“Dite che sto bene?” domandò Syn dubbioso
“Stai una favola. Ma dove ti sei preso quegli abiti?”
“Me li porto sempre dietro ad ogni tour”
“Ora vai, che Michelle sta aspettando solo te”
Brian annuì, prese in prestito da Mark la macchina con i finestrini oscurati e andò a prendere Michelle alla Julliard.

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Capitolo 7
*** Dinner time! ***





Capitolo 7 - Dinner Time!

Michelle uscì dalla Julliard con Xiao e Yan, due suoi amici che suonavano il violino, ed erano le 20:00. Brian sarebbe arrivato a momenti. Improvvisamente notò una macchina nera posteggiata dall’altra parte della strada con i finestrini oscurati e all’interno si distingueva chiaramente la figura di un ragazzo, il quale appena notò che Michelle era uscita dall’edificio, scese dalla macchina e le andò incontro.
“Michelle, credo che quel ragazzo sia venuto apposta per te” disse Xiao
“Sì. Lo stavo aspettando anch’io” e abbracciò i suoi amici che presero la direzione opposta a quella dov’era diretta lei.
“Oh caspita Syn! Mi fai quasi senso vestito così! Non avrei mai creduto che tu abbia dei vestiti normali!”
“Ti faccio così tanta impressione? Ah, per stasera io sono solo il caro vecchio Mr B. Sbaglio o ti dovevi incontrare con lui?”
“Già”
Arrivarono davanti alla portiera della macchina, Brian la aprì e aiutò Michelle a sedersi, porgendole la mano.
“Ma grazie!” si mise la cintura di sicurezza e permise a lui di chiuderle la portiera. Aspettò in silenzio che Brian si sedette al volante e poi chiese: “Allora, dove mi porti?”
“Non te lo posso dire, è una sorpresa”
“Daaaiiii!”
“Ma se te lo dico, che sorpresa è?”
“Ho capito, mi porti al porto, mi dai una botta in testa, mi leghi i piedi ad un blocco di cemento e mi butti in acqua. E pensare che credevo ti fossi simpatica”
“Ma che cretina! Fra poco siamo arrivati, e non siamo diretti al porto!!!!!!” e rise. S’imbatterono in un semaforo rosso e Brian si girò verso Michelle che stava guardando il cruscotto con aria assorta. “Chissà a cosa sta pensando” pensò e sorrise teneramente.
Michelle da parte sua si era incantata mentre stava guardando un punto non preciso del cruscotto della macchina pensando: “Qui c’è qualcosa che non quadra. Oggi è una giornata troppo strana. Oggi pomeriggio scopro che il caro Mr B è nientepopodimeno che Synyster Gates. E adesso mi ritrovo seduta in macchina con il mio chitarrista preferito che mi sta portando a cena chissà dove” si girò a guardarlo mentre lui guidava “Mi sento insignificante. Avevo pensato a Mr B come un ragazzo normale di 28 anni americano con il quale condividevo gli stessi interessi, e improvvisamente il mio potenziale amico, che mi sentivo particolarmente vicino, si proietta a chilometri di distanza proprio perché è una star. Michelle non è colpa tua, non è colpa di nessuno. Vivi quest’avventura stupenda senza preoccupazioni e poi si vedrà. Il futuro è bello perché è ignoto”
La ragazza ritornò nel mondo reale quando la macchina si fermò davanti ad un ristorante che aveva l’insegna luminosa con i colori della bandiera italiana.
“E così tu mi porti a mangiare italiano. A New York?” disse Michelle
“Beh, pensavo ti mancasse la cucina di casa tua”
“Dai entriamo. E vediamo se quello che cucinano assomigliano lontanamente al cibo di casa”
Si incamminarono verso l’entrata e Brian, come da manuale, entrò prima lui nel locale (Per vedere se è un locale appropriato per una signora. N.d.A) e vennero accolti da una cameriera: “Avete prenotato?”
“Mr B. Per due” disse Brian con un sorriso che l’abbagliò
“Oh, prego. Seguitemi” I due ragazzi non se lo fecero ripetere due volte, Michelle tirò una gomitata affettuosa a Brian: “Non-Mi-Far-Morire-La-Cameriera”
“Ma dai! Mi diverto! Se vuoi lo potrei fare con tutte le cameriere che ci vengono a servire”
“Bravo! E così non mangiamo più!” si misero a ridere, e si sedettero al loro tavolo.
Dopo pochi minuti passati in silenzio a contemplare il menu e dopo aver ordinato, Michelle ruppe il silenzio: “Scusa, ma ho sempre voluto chiedertelo… Perché proprio io?”
“Mi aveva colpito la tua e-mail, ed ero in cerca di un contatto con una persona non influenzata dal mio mondo”
“Ok. Vuoi una bugia? Ho capito”
“Non hai capito? Pensavo di sapermi spiegare…” poi aggiunse “Cos’hai pensato quando hai ricevuto le mie e-mail?”
“Allora… Quella dove ti sei firmato: sono caduta dalla sedia, ho urlato come una cretina…” Brian rise “Dai! Stai serio!” e gli diede un colpetto dietro la nuca e lui alzò la mano “Invece quell’altra… Ho risposto normalmente come se fossi un mio amico. Se devo essere sincera all’inizio ho pensato che Mr B fosse un po’ rompiballe”
“Davvero? Poi però hai cambiato idea… Spero”
“Beh… Mi sembra ovvio, altrimenti non sarei qui a parlarti”
Brian la guardò, e pensò che era bellissima. Aveva voglia di baciarla, lo voleva più di qualsiasi altra cosa. Non era ancora certo se provava qualche sentimento, ma sentiva in lui un impulso irrefrenabile che lo spingeva verso le sue labbra. Non gli sembrava il momento più opportuno, cercò di opporsi in tutti i modi a quella vampata di desiderio, ma fu tutto inutile. Il suo corpo non rispondeva più al suo cervello, ma al suo cuore. Si avvicinò prudentemente alla ragazza, spingendosi sempre di più verso il suo viso, mentre i suoi occhi continuavano a scorrere tra le labbra e gli occhi da cerbiatto di Michelle, che sembrò capire al volo cosa sarebbe successo da lì a poco e così, facendo finta di niente, appoggiò lievemente il suo mento sul palmo della mano, dirigendo il suo sguardo che aveva preso un’espressione curiosa verso Brian, senza mai interrompere il contatto visivo con lui. Quando Brian vide la sua reazione, si prese coraggio e accorciò la distanza tra lui e lei un po’ più velocemente di prima. Oramai mancavano pochi millimetri al traguardo, eppure il percorso sembrava così pieno di ostacoli. Improvvisamente però Michelle ritrasse di poco il capo, gli sorrise e disse: “Syn?”
“Dimmi”
Michelle si allontanò definitivamente: “Infatti. Syn. Non dovevo uscire con Mr B stasera?”
“Hai ragione. Scusa”
“Non ti preoccupare. È tutto a posto”
“No, non dovevo farlo, non ora”
“In effetti è stato un comportamento un po’ azzardato” e si portò il bicchiere di Coca-Cola alla bocca
“Lo so. Scusa, potresti non farmi sentire ancora di più una merda di quanto non mi senta già?”
“Sì. Certo. Scusa”
In quel momento arrivò la cameriera con i piatti di ravioli al pesto per lui e le lasagne per lei. Mangiarono in silenzio, lanciandosi sguardi ogni tanto facendo attenzione a non intercettarsi a vicenda. Quando finirono di mangiare, Michelle si alzò dal tavolo e iniziò ad avviarsi alla cassa per pagare la sua parte di cena. Brian si alzò di scatto e disse: “Non te lo permetto!”
Michelle di tutta risposta fece un sorriso sghembo e gli chiese con aria di sfida: “Chi arriva prima paga?”
“Di solito non è il contrario?”
“Allora, ci stai?” e si mise una mano sulla tasca dei pantaloni dove si trovava il suo portafoglio
“Al mio tre. Uno… Due…”
“Tre!” e si misero a correre facendo lo slalom tra i vari tavolini dove altre coppie si stavano gustando beate i loro piatti italiani ed erano troppo occupate a pensare al loro dopocena che a tener conto di due ragazzi che correvano scalmanati cercando di ostacolare il percorso all’altro con sedie, tavoli e carrelli. Per poco Brian non investì un gruppo di suonatori di mandolino che era entrato per accompagnare i clienti del ristorante con musica italiana “DOC”, ma finalmente riuscì ad arrivare per primo davanti alla cassa e così Brian, con aria trionfante, le offrì la cena. Michelle dal canto suo le aveva fatto piacere, nessuno, a parte suo padre, le aveva offerto interamente un pasto. Una volta in macchina Michelle azzardò a chiedere: “Non potevamo fare alla romana?”
“Alla che?”
“Ognuno per sé”
“Non se ne parla proprio!”
“E allora come faccio a sdebitarmi per oggi?”
“Ma credi che sia povero in canna?”
“Syn certamente no. Ma non so Mr B come se la cava economicamente” e gli fece un sorriso innocente.
Brian le sorrise: “Se la cava, se la cava” e tornò ad occuparsi interamente alla strada, mentre Michelle metteva nell’autoradio il CD dove aveva messo tutte le “Variazioni Rococò”
“Oh, il tuo concerto”
“Sì, ti dispiace se lo ascolto?”
“No no. Fai pure”
Dopo neanche cinque minuti, Michelle cambiò di nuovo Compact Disk e mise questa volta “Waking the Fallen”
“Caspita! Devi suonare pure questo?”
“No!! Dai, non fare lo scemo!”
“Però, sono bravi questi ragazzi! Chi sono?”
“Avenged Sevenfold”
“Mmh… Mai sentiti nominare… Scommetto che il chitarrista è un figo pazzesco” e le fece l’occhiolino
“Oh sì! Ha dei bellissimi occhi verdi, è un po’ bassino, ma si sa che nella botte piccola ci sta il vino buono...” e gli fece l’occhiolino. Brian si rabbuiò.
“Questa non faceva ridere…”
“Eddai!!!! Un po’ di spirito!!! Et Voilà! Il tour bus!” e Michelle saltò fuori dalla macchina, Brian parcheggiò e la raggiunse, aprì la portiera, la aiutò a salire e con grande sorpresa di lei il tour bus era completamente vuoto: “Ma dove saranno andati?”
“A divertirsi evidentemente” poi la guardò malizioso “Ci divertiamo anche noi?”
Michelle si mise subito sulla difensiva: “Che tipo di divertimento intendi?”
Brian arrossì, prese una scatola nera e due joystick e disse: “Non pensare male. Ho la Play Station 3, ti va di giocare?”
“Figata! Certo che mi va!!!!”
“Bene. A cosa vuoi giocare? Resident Evil? Tomb Raider? Guitar Hero? Calcio?”
“TUTTI!!!!” e si misero a giocare come due bambini, poi optarono per un film demenziale, così si guardarono “American Pie”. Passarono successivamente in rassegna dei film di fantascienza. Quasi alla fine di “Alien vs. Predator” Michelle appoggiò la sua testa sulla spalla sinistra di Brian, che alzò il braccio in modo da farla stare comoda sul suo petto e disse: “Ti avverto che tempo due secondi e dormo. Non ti dispiace vero?”
“No no, figurati. Spero che la mia spalla sia comoda”
“Comodissima…” alzò lo sguardo, lo fissò nei suoi occhi neri e gli disse tranquillamente: “Grazie per la bella serata” e si mise a dormire. Brian le accarezzò i capelli e anche lui chiuse gli occhi, sereno.
Quando tornarono gli altri ragazzi videro Brian che stava dormendo alla grande sul divano e Michelle che stava suonando la chitarra, facendo attenzione a non svegliare il suo amico. Zacky non perse l’occasione di saltare addosso al suo collega, svegliandolo di soprassalto.
“Vaffanculo Zacky!!!”
“Buongiorno anche a te! Dai, vieni in bagno” e lo trascinò dall’altra parte del tour bus. All’entrata del bagno lo fermò e gli chiese: “Nottata di sesso sfrenato eh? Finalmente!” Brian non rispose
“Chi tace acconsente”
“No, chi tace sta dormendo”
Michelle li raggiunse ed entrò in bagno. Quando uscì si girò verso Zacky e disse: “Zacky, ho battuto i tuoi record a Guitar Hero e Calcio… Mi perdoni vero?” e si diresse verso la cucina dove Jimmy stava cucinando una pseudo-colazione.
“AVETE GIOCATO TUTTA LA SERA ALLA PLAY STATION???” esclamò incredulo
“Non dovevamo?”
“Sì! Cioè, no! Vi piacete, è palese, vi conoscete da mesi oramai e una volta che vi si presenta l’occasione di stare da soli, giocato solo alla Play?”
“Veramente abbiamo anche visto American Pie e Alien vs Predator”
“E qualche idea, con American Pie, non vi è venuta in mente? Non so, rifare una scena?”
“Ma c’hai il chiodo fisso Zacky!!” e se ne andò anche lui in cucina, proprio mentre Michelle si stava mettendo la giacca sulle spalle: “Ah, te ne vai già?”
“Sì, scusate. Ma devo andare a casa. Oggi pomeriggio poi con le altre andiamo a farci il nostro primo tatuaggio!” si avvicinò a Brian e gli diede un bacio sulla guancia: “Ciao. Te lo sei meritato” poi aggiunse sussurrandogli nell’orecchio: “E ti perdono tutto…” e uscì facendogli l’occhiolino.

Quando arrivò a casa, sembrava che non ci fosse nessuno, si sdraiò sul divano e improvvisamente il cellulare si mise a vibrare, erano due messaggi:
“Ciao bella!! A quando un altro torneo di Guitar Hero? Zacky è distrutto per il record battuto… più che altro pensava che non ci fosse così tanto distacco tra il suo punteggio e il tuo… dovresti vedere la sua faccia 
Michelle sorrise, e aprì l’altro messaggio:
“Hola! What’s up? È così che si dice negli US vero? Non hai risp alla mia e-mail, 6 ancora viva? Ho preso il tuo num da Roberta, non ti disp vero? Volevo chiederti se quando gli A7x verranno in Italia, tu potresti venire con me, mi farebbe piacere. Richie”
Michelle si sbattè la mano sulla fronte, si era completamente dimenticata della e-mail di Riccardo. La colpa era degli avvenimenti appena passati e che dovevano accadere di lì a poco. Fece per rispondere al messaggio, quando il mittente la chiamò:
“Pronto?”
“Pronto? Ciao Michelle, sono Riccardo”
“Ehi Richie. Sai ti stavo proprio rispondendo in questo preciso istante, ma mi hai anticipato”
“Eheh, che veggente. Dai, che mi racconti?”
“Allora, prima di tutto ti avviso che non mi vedrai più a scuola perché tornerò in Italia a Luglio se va bene”
“Non mi dire che hai fatto la sessione speciale…”
“Esatto”
“E adesso io con chi mi scontro in corridoio?”
Michelle rise “Se proprio ci tieni potremmo scontrarci anche fuori dalla scuola…” si mise immediatamente una mano sulla bocca, non poteva credere di aver detto una cosa del genere, non a Riccardo.
“Oh, beh. Vero. Magari quando ci becchiamo, una culata potremmo anche prendercela”
“Eh no. La culata me la prendo solo io. Non riesco a buttare giù un energumeno come te!”
Si sentì una risata dall’altra parte del telefono: “In effetti non sono un fuscellino. Dai, altre novità?”
“Ho un concerto con la Julliard fra una settimana”
“Fighissimo!!! Non sai cosa darei per assisterci!!!”
“Ti piacerebbe?”
“Sì!”
“Allora quando torno ti suonerò qualcosa. Oppure ti porto il filmato”
“Io voglio tutt’e due”
“Ah, e poi ho una mega notizia. Però, ti prego, non dirlo a nessuno. Soprattutto a tuo fratello…”
“Centrano gli Avenged Sevenfold?”
“Sì… Ma come fai a saperlo?”
“Beh, se non devo dire niente a mio fratello, c’entrano sempre loro. Allora, dimmi che adesso sono curioso anch’io…”
“La storia è un po’ lunga… Qualche mese fa ho iniziato una corrispondenza con un ragazzo americano, che poi ho incontrato qui a New York. Molto gentile, molto carino…”
Un verso di disappunto scappò da Riccardo, Michelle se ne accorse e la bocca le si tese in un sorriso: “E indovina un po’ chi è quel ragazzo?”
“Lo stilista della mia maglietta”
“Come faccio a sapere lo stilista della maglietta che hai su ora?”
“No, non quella che ho su ora. Quella di quando ci siamo scontrati per la prima volta, quando ci siamo conosciuti”
“Esatto, proprio lui”
“Il famigerato Synyster Gates” disse con tono privo di espressione
“Non è una notiziona????” gli disse Michelle che era su di giri ora che rifletteva a quello che aveva passato nelle ultime ore.
“Già… Ci manca solo che ci provi con te e che vi mettiate insieme”
“Beh, siamo già usciti a cena e ha pure provato a baciarmi…” Michelle ringraziò il telefono perché mentre diceva quelle parole si sentì il viso avvampare di calore. Riccardo dal canto suo ringraziò i chilometri che li separavano perché non sarebbe stato sicuro delle sue azioni.
“E tu gli hai lasciato fare, giusto? Cioè, dire di no al proprio mito sarebbe una cosa da masochisti”
“Allora hai davanti a te la ragazza più masochista del globo”
Tutta la tensione che Riccardo provava in quel momento, sparì in un attimo, il suo viso si rilassò e un sorriso gli comparve sulle labbra, ma si lasciò sfuggire un: “Sono contento” che Michelle sentì.
“Come, s-scusa?”
Lui cercò di far finta di niente: “Niente. Non ho detto niente. Guarda, devo andare. Qui in Italia è sera”
Michelle non era per niente convinta: “Oh sì, certo. Buonanotte. Ci sentiamo”
Lei era serena, e aveva ancora un po’ di batticuore, non sapendo se per l’ultima parte della telefonata con Riccardo o per il ricordo della cena con Brian. Di una cosa era certa: nonostante tutte le cose che le stavano succedendo era rimasta la stessa, amava gli Avenged Sevenfold, suonava il violoncello e aveva più di un’amicizia con… con chi? Chi le piaceva veramente? Brian o Riccardo? Il suo cuore era diviso in due, da una parte c’era la sua prima e unica cotta, Riccardo, con il quale aveva instaurato un rapporto di amicizia proprio quando era dovuta partire per gli Stati Uniti, ma che assomigliava così tanto a… Brian, la sua rockstar preferita, che anche se pensava fosse un bel ragazzo, lo aveva sempre e solo stimato come musicista. Improvvisamente, il cuore battè più forte del solito e così capì che il suo cuore era appartenuto sempre ed esclusivamente ad una sola persona e nessuno sarebbe riuscito a prendere il suo posto. Riprese il suo cellulare con uno scatto e rispose al messaggio di Brian: “Ma salve caro! Posso venire quando vuoi, anche subito! Povero Zacky… mi disp, non pensavo fosse importante per lui il suo record… “Ok. Vieni ora?”
“Dammi il tempo si arrivare”
Si mise il cellulare in tasca, si alzò dal divano e corse verso la porta. L’aprì, ma non riuscì ad uscire dalla stanza perché si trovò improvvisamente bloccata alla vita da quattro mani a lei conosciute e le sue orecchie erano frastornate da innumerevoli domande: “TU ORA CI DICI TUTTO!”
“Non penserai di andartene via così!!”
“Perché non sei tornata a casa ieri sera?”
“Cos’hai fatto con lui?”
“Com’è andata la serata?”
“AAAAALT!!!! Calme!!!! Vi dico tutto, però in fretta perché ci dobbiamo vedere”
“Ma non si è già stancato?”
“Mi sa che devi dieci dollari a Jimmy” sussurrò Arianna a Federica
“Dannazione!”
“Allora, volete sapere o no?”
“Certo! Certo!”
“Siamo andati a mangiare in un ristorante italiano” e fece una pausa, non voleva rivelare il tentativo di bacio da parte di lui, perlomeno non subito. Respirò profondamente e continuò a raccontare: “Mi ha offerto la cena e siamo andati al tour bus, che però era deserto. Lì abbiamo giocato a Guitar Hero, Resident Evil, e calcio, mi dispiace tanto per Zacky ma gli ho battuto tutti i suoi record e non di poco” si mise a ridere insieme alle altre sue compagne di avventure: “E poi mi sono addormentata sulla sua spalla. E devo dire che si dorme bene. Ora, se mi permettete, avrei un appuntamento con un mio caro amico che ho conosciuto via chat. Arrivedorrrrci!!!!”
E lasciate le due comari insaziate dal piatto di gossip, s’incamminò per raggiungere di nuovo il tour bus.

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Capitolo 8
*** Tattoes ***





Capitolo 8 - Tattoes

Brian era imbambolato a guardare le uova e i pancakes che oramai erano più che cremati e continuavano ad andare a fuoco alto. In cucina c’era un fumo nero densissimo, ma neanche questo era sufficiente per risvegliarlo dal suo stato vegetativo e togliere lo sguardo da triglia, più catatonico del solito. Le immagini della sera precedente scorrevano velocemente, sempre più veloce, fino a diventare fotogrammi confusi tra loro e senza un chiaro nesso logico. L’unica immagine che si ripeteva era il suo sguardo da cerbiatto che lo guardava curioso, mentre lui si avvicinava alle labbra di lei. –Che cretino. Perché ho agito così?- Jimmy e Matt entrarono improvvisamente in cucina per cercare di salvare Brian dal fumo nero, e liberare sempre da esso la cucina, perché tutti all’interno del tour bus si stavano lentamente affumicando. Jimmy si piombò sui fornelli e Matt vide Brian, seduto e immerso nei suoi pensieri, lo scrollò per le spalle, Syn lo guardò e gli disse con tono decisamente depresso: “Perché l’ho fatto? Perché non sono stato fermo? Ho rovinato tutto quello che ho fatto fatica a costruire…”
“Veramente Gates, tu qui sei l’unico che non si è mosso” e lo aiutò ad uscire dalla cucina.
Brian si lasciò cadere sul divano, ritornò se stesso e con tono solenne annunciò ai ragazzi: “Non vi ho detto una cosa che è successa ieri sera”
“Tu non ci hai detto niente di ieri sera”
“Bene. Allora, adesso vi racconterò tutto per filo e per segno”
Tutti i suoi amici interruppero tutte le loro attività e si sedettero di fianco a lui sul divano, tranne Zacky che prese una sedia, ci si sedette a cavalcioni, appoggiò i gomiti sullo schienale e disse eccitato: “Lo sapevo io che c’erano particolari hot!”
Brian proseguì: “Come sapete, l’ho portata a mangiare in un ristorante italiano. Tutto bene fino a qui. Abbiamo scherzato e mangiato. Poi all’improvviso, non so come, non so perché, ma ho sentito un impulso irrefrenabile e ho tentato di baciarla” I ragazzi rimasero con il fiato sospeso, ma non dicendo niente per non concentrare il narratore, che continuò guardando Johnny: “E lei si è allontanata dicendomi che in quel momento vedeva Syn, e non Brian, con il quale doveva vedersi”
“Ti lascerà proprio perché sei Synyster Gates” ripetè sottovoce il bassista, ricordandosi la chiacchierata dopo il concerto al Mad for Music Festival: “Però da come ha lasciato il tour bus, non mi sembra che l’abbia presa molto male”
Brian sorrise: “Uh, vero. Vi dispiace se viene ora?”
Jimmy sbucò dalla cucina: “Certo! Invitala pure!”
“Veramente l’ho già fatto” e si morse il labbro. In quel preciso istante qualcuno bussò. “Dircelo quando se ne sarebbe andata no eh?”
“Se proprio volevate… Me ne ricorderò la prossima volta” e Zacky andò ad aprire: “Buongiorno principessa!”
“Salve picciotto!” e Michelle entrò nel veicolo che assomigliava di più ad una casa.
“Non c’è Arianna?”
“No, vuoi che la chiami?”
“Dammi il numero che la chiamo io”
“Ok, ricordati il +39 prima… 3481011834”
“Ma quanto è lungo ‘sto numero? Pronto, Arianna? Ciao sono.. Ah, mi hai riconosciuto? Bene! …Tu come stai? …Volevo chiederti se…” diede un’occhiata veloce ai presenti, che però non gli stavano prestando attenzione e proseguì abbassando leggermente il tono: “Volevi venire qui da noi nel tour bus e poi magari mi piacerebbe accompagnarti a fare il tatuaggio… Ci stai? Fico! Ok, ti aspetto!”
Jimmy e Johnny quando sentirono la parola tatuaggio, drizzarono le orecchie, evidentemente il troppo inchiostro aveva avergli intaccato pure il cervello. Si misero a saltare intorno a Michelle come bambini pregandola di portarli con sé.
“Ok ok. Venite pure!” gridò per l’esasperazione la poveretta: “Ma perché ci tenete così tanto?”
“Perché magari me ne faccio uno anch’io!” disse Johnny entusiasta
“Perché voglio vedere le tue smorfie di dolore e quanto riesci a sopportare” le rispose sadico Jimmy
Michelle deglutì: “Ma fa così male??”
“Dipende dove lo fai…”
“Dietro la spalla e all’interno del polso”
“Ah! Beh, vedrai…!” e rise
Intanto Arianna era arrivata, insieme a Federica ed Irene che oramai non le lasciava più.
“Uh uh! La comitiva al completo! Irene, tatuaggio pure te?” le disse Matt e le sorrise. Irene si meravigliò, le sue gambe iniziarono a diventare molli come gelatina e si dovette tenere su appoggiandosi alla spalla di Federica che gli stava sorridendo come un ebete da quando lo aveva appena intravisto.
“Oh, io…Io non penso di farmelo” si fermò improvvisamente, incantata dallo sguardo di Matt che la guardava serenamente. Irene lo interpretò come uno sguardo di compassione per una povera ragazza fifona e così, sia per dimostrare che non era inferiore alle altre, sia per fare colpo su Matt riprese: “Ma ora che ci penso, probabilmente me lo faccio pure io! Allora, cosa stiamo aspettando? Andiamo!” e prese la via per l’uscita dal tour bus.
Iniziarono a camminare, Zacky e Arianna erano assorti in una conversazione assurda sulle chitarre piena di doppi sensi, ed entrambi si facevano i complimenti a vicenda. Quando qualcuno si rivolgeva a loro, gli rispondevano quasi scocciati da quanto erano affiatati.
Michelle stava insieme a Jimmy, Johnny e Brian, rivolgendo a volte qualche occhiata sott’occhio all’ultimo e quando i loro sguardi si incrociavano, a tutt’e due veniva spontaneo sorridersi dolcemente. Matt chiacchierava e scherzava con Federica e Irene, lusingato dalle avancès della prima e sorprendendosi dell’intraprendenza della seconda. Le due ragazze, pappa e ciccia fino a pochi secondi prima, si ritrovarono rivali in amore. Il ragazzo conteso non osava intercettare le occhiate di fuoco che si lanciavano ogni volta che lui rideva delle battute dell’una e dell’altra.
Tutti sentirono la tensione che regnava tra le due ragazze, così Brian esordì: “Allora, cosa vi fate tatuare?”
“Io vado sul classico: un normalissimo Deathbat dietro la spalle destra… anzi no, ci faccio due piccolissime modifiche” disse Michelle “e MAF in gotico appena sotto il polso della mia mano destra”
“Io mi farò l’Araba Fenice nella parte esterna della caviglia sinistra e, come Michelle, MAF in gotico, però dietro l’orecchio” disse Federica decisa.
“Io mi farò una chiave di violino dietro l’orecchio, una greca sottile sul braccio, una stella dietro la spalla e MAF nella caviglia. Ma forse sono troppo esagerata…”
“Caspita, che donna tatuata! Stai attenta che poi ti rovini il tuo bel fisico!” la schernì il batterista
“Ma stai zitto Jimmy!!! Sei tu che sei tutto rovinato!” E i due continuarono a battibeccare e accelerarono il passo.
“Io invece… mi faccio una piuma sulla spalla, oppure sul fianco, devo ancora decidere” disse timida Irene cercando di far notare la sua esistenza a qualcuno
“Ah sì? Caspita! Voi ragazze avete le idee chiare!” disse Matt “Non come qualcuno di nostra conoscenza…” e guardò Brian che continuò: “Ohi! Volevo farmi un tatuaggio… Solo che ero indeciso su cosa farmi, poi però mi è venuto il lampo di genio e chiesi al tizio di paciugarmi le braccia con mostri di ogni genere”
“Il lampo di genio… ovvio…” sussurrò Michelle, poi a lei venne il lampo di genio: erano a New York, e nessuno di loro aveva molta familiarità con la città e con il quartiere che stavano percorrendo. E se non ci fossero stati dei locali per farsi i tatuaggi? Avrebbero dovuto camminare per quanti isolati? Così chiese: “Conoscete per caso un locale per tatuaggi qui vicino?”
“Beh, sì. In realtà uno ce n’è…” disse Matt sottovoce cercando di non farsi sentire dagli altri.
Johnny sussultò. Stavano parlando di lei, Kathy. La persona che credeva fosse la più importante della sua vita, la ragazza giusta per lui. Da quanto tempo non la vedeva? Più o meno tre anni… esattamente da quando lei gli aveva spezzato il cuore in tante, minuscole parti che hanno fatto fatica a ricomporsi. –Mi dispiace JJ… Non siamo fatti per stare insieme… Siamo troppo diversi… Non me la sento di fingere con te- Quella frase, spezzata dalle sue lacrime, bruciava ancora, e ogni parola gli causava una rottura nel suo oramai fragile cuore, e più si avvicinavano al negozio, più la sua voce riecheggiava nella sua testa sempre più forte e ad ogni passo, mille ricordi lo sgretolavano all’interno. Le immagini del tempo passato con lei scorrevano nella sua mente, e i sensi non aiutavano di certo a dargli la forza di non pensarci: la sua pelle sentiva il contatto del suo corpo come nelle notti nelle quali si erano amati e giurati amore eterno, riusciva a sentire il suo profumo speziato, forte, come se fosse ancora di fianco a lui durante i loro pomeriggi di delirio puro. Passarono davanti ad una pasticceria, ed il chiaro aroma della liquirizia gli riempì la mente provocandogli un ricordo più doloroso degli altri: il giorno in cui si incontrarono e parlarono per la prima volta. Improvvisamente, con gli occhi lucidi, si rese conto che i suoi amici si erano fermati cento metri prima e lo stavano chiamando, urlando e sbracciandosi per attirare la sua attenzione. Piano piano incominciò a ritornare indietro, Matt gli venne incontro, lo guardò negli occhi comprensivo e gli disse: “Dai, sappiamo che sei forte, ce la farai” Johnny annuì tenendo lo sguardo fisso sulla strada e tutti insieme scesero le scale per raggiungere il locale tanto temuto da Johnny, che durante la discesa dovette stare completamente attaccato allo scorrimano.
Nonostante l’insegna “Tattoo” inquietante, l’interno del locale era abbastanza spoglio, bianco, le sedie dove si aspettava il proprio turno erano di legno, spartane. Il posto dove l’inchiostro veniva iniettato in modo indelebile nella pelle era diviso da un separèe bianco non trasparente, coperto da avvisi e immagini di tatuaggi ancora arrossati.
“Salve, in cosa posso esservi utile?” disse una voce alle spalle delle ragazze che, leggermente spaventate, si girarono in fretta.
“Sì, ecco. Noi vorremmo farci un tatuaggio… Però prima di tutto: Quanto fa male?” chiese preoccupata Michelle
“Beh, di certo molto bene non fa! Ma il dolore si sopporta facilmente, non preoccuparti” e le sorrise sperando di averla rincuorata un pochino, poi si rivolse ai ragazzi che non aveva riconosciuto dato che non aveva rivolto a loro molta attenzione: “Vi fate anche voi qualc…” si interruppe quando intercettò lo sguardo del bassista. Si guardarono negli occhi per un secondo, poi lei ruppe il silenzio: “Vado a prendere gli aghi. Arrivo subito” ed entrò in una stanza adiacente allo studio. Johnny incitato da Matt la seguì, e vide Kathy con la testa tra le mani. Stava piangendo perché l’aveva visto e si era ricordata, come lui, del tempo che avevano passato insieme. Non lo aveva mai dimenticato e non era riuscita a perdonarsi per averlo lasciato in modo così brutale. Ma oramai sapeva bene che era troppo tardi, era sicura che non sarebbe più tornato a far parte della sua vita. Sentì una mano toccarle la spalla e la voce che tanto amava e che le era mancata sussurrarle: “Non piangere. Adesso pensa solo a disegnare tatuaggi. A noi penseremo dopo. Su sorridi, non sei la tipa che si abbatte facilmente”
“Lo sai che il tempo cambia le persone, e di tempo ne è passato” Kathy si alzò in piedi, si asciugò le lacrime, e lo guardò negli occhi ancora una volta. Nel suo sguardo non c’era rimprovero o amarezza, i suoi occhi la guardavano ancora come tre anni prima. Gli gettò le braccia al collo e lui con le sue le cinse la vita: “Oh JJ… Mi dispiace davvero tanto!!! Non so perché ho agito in quel modo!! Davvero, io non so cosa mi è passato per la testa quando ti ho lasciato. Pensavo che così sarei stata più felice, ma mi sbagliavo… Solo dopo mesi ho capito una cosa: io ti ho amato, ti amo ancora adesso e ti amerò per sempre… Mi potrai mai perdonare? Capirò se non mi lascerai entrare nella tua vita un’altra volta. Anzi, me lo merito…”
“Ehi Kat. Ti perdono, e ti rivoglio indietro. È la cosa che voglio di più al mondo” con l’indice le tirò su il mento per poterla guardare negli occhi, le asciugò le guancie piene di lacrime e le loro labbra si incrociarono di nuovo dopo tanto tempo. Un bacio semplice, pieno d’amore, che valeva più di mille parole. Non fu un bacio lungo, ma quel contatto che era durato solo pochi secondi, riuscì ad esprimere tutto quello che non si erano detti in tre anni.
“Kat, devi fare dei tatuaggi a delle mie amiche se non sbaglio…”
“Uh, già è vero! Me l’hai fatto scordare!!! Ma hanno uno strano accento, di dove sono?”
“Parla lei che non ha accento! Sono italiane…”
“Ehi! Il mio accento inglese non si prende in giro! Comunque mi devi spiegare come vi siete conosciuti”
“Non sarai mica gelosa di loro?”
“Chi? Io? No!”
“Lo dici sempre. Comunque ti spiegherò io tutta la storia stasera se ti va”
“Certo che mi va! Ti aspetto stasera alle 21:00 qui. E lo sai che non ammetto ritardi” gli diede un bacio veloce sulle labbra, prese le buste con gli aghi, il blocchetto per gli schizzi, la carta carbone e ritornò nello studio con un sorriso diverso da quello di prima, che le partiva dal cuore: “Bene!! Allora girls, cosa ci disegnamo? Chi è la prima e la più temeraria?”
“Eccomi qua! Bene, io volevo un Deatbat però con qualche piccola modifica…” disse Michelle che si avvicinò all’orecchio pieno di piercing di Kathy e le sussurrò qualcosa. La attuatrice annuiva e eseguiva degli schizzi: “Mm-mm… Ok, semplice…”
“E poi, volevo tatuarmi la scritta MAF in lettere gotiche nella parte interna del polso”
“Niente di più easy da disegnare. A posto?” Kathy mostrò lo schizzo senza far vedere niente agli altri e Michelle si dimostrò più che soddisfatta dell’anteprima.
“Sì. Perfetto!”
“Bene, accomodati pure” e si diresse con Michelle dietro il separèe. Dopo un piccolo “Ouch!” non si sentì più nessun rumore eccetto il ronzio della macchinetta che macchiava per l’eternità la pelle candida della spalla e del polso della rossa.
Dopo un’ora e mezza, Michelle raggiunse i ragazzi con un’aria tra il soddisfatto e il dolorante: “Finito, il mio tatuaggio è finito. E non ha fatto poi così tanto male come credevo” lanciò un’occhiata a Jimmy e poi si rivolse a Federica in italiano: “Ti ricordi di quando ti ho detto del cappello a punta?”
“Oh no! Non mi dire che ti sei fatta il teschio con i capelli lunghi e il cappello a punta!!!”
“Esatto!”
“Ragazze! Cosa vi state dicendo?” chiese Matt curioso
“Oh, niente. Mi stava descrivendo il suo tatuaggio”
“Ma non si potrebbe vedere?”
“Meglio di no. Bisognerà aspettare un po’. Volere della proprietaria della spalla”
“Ma è venuto bene? È contenta?”
“Entusiasta!”
“Potrete vedere il mio tatuaggio quando smetterà di bruciarmi”
“Allora ci tocca aspettare un po’…” disse amareggiato Zacky che fino a quel momento non aveva aperto bocca.
Michelle e Federica si guardarono, annuirono contemporaneamente, aspettarono che Brian andasse in bagno e poi rigirarono lo sguardo verso i due ragazzi e Michelle esordì: “Se vi faccio vedere il tatuaggio, mi promettete di non dirlo a Brian?”
“Ok. Ma perché dovremmo dirgli qualcosa?” disse Zacky
Michelle diede loro le spalle. Ancora arrossato c’era un Deathbat che aveva i capelli di Syn e il suo inconfondibile cappello.
“Ah! Ho capito ora! Quindi ti piace tanto il nostro ragazzuolo, eh?”
“Io Synyster Gates lo stimo come musicista. Invece Brian… sono cose private!”
“Tanto guarda che piaci pure tu a lui e gli farebbe veramente tanto piacere stare sulla tua spalla” Matt si rese conto che quella frase poteva benissimo essere il trampolino di lancio per un commento alla Zacky, che non tardò ad arrivare.
“Beh, se io fossi lui preferirei stare in un altro posto…” commentò Zacky
Michelle sorrise imbarazzata all’inizio e poi sfociò in una fragorosa risata. Zacky era troppo prevedibile, e Matt aveva serrato gli occhi mimando un “Doh!” alla Homer Simpson appena dopo essersi reso conto del possibile doppio senso che Zacky aveva individuato con maestria.
“MAAATT!!! Vieni a vedere il mio tatuaggio?” chiamò Federica
“No! Il mio prima!” esclamò Irene
“Vedo battaglie in vista…” disse sconsolato Matt: “Irene, ti dispiace se vado prima da Federica? Dopotutto mi ha chiamato per prima…”
Irene lanciò uno sguardo inceneritore a Federica che sorrideva esultante e la guardava con aria trionfante, mentre l’uomo conteso decretava la sua vittoria.
“Puoi anche aver vinto una battaglia, ma la guerra non è ancora finita…” sussurrò Irene: “Sì, brava, ridi. Aspetta solo un po’ e vedremo chi riderà poi…”
Michelle, Brian, Zacky, Jimmy e Arianna stavano assistendo alla scena attoniti. Non volevano assolutamente essere nei panni di Matt, e neanche delle due avversarie. Johnny e Kathy erano usciti a prendere delle paste alla pasticceria lì vicino, per ricordare il tempo passato e recuperare quello perduto.
“Susu! Sbrighiamoci a tornare al tour bus che di sicuro Mark vorrà vedere i vostri capolavori a fior di pelle!” disse Jimmy sperando di stemperare un po’ la tensione che era molto più tesa dell’andata.
“Grrrrr!” Irene ruggì contro Federica
“Grrrrrrrrrr Grrrrrrrrr!!!!!” fu la risposta. E continuarono finche non videro Mark che si era affacciato dal tour bus grigio scuro e gli corsero incontro abbracciandolo.
Johnny e Kathy non li avevano seguiti. Avevano preferito rimanere da soli indisturbati nello studio di tatuaggi, chiuso in anticipo.
Erano abbracciati su una brandina e Johnny le accarezzava la schiena nuda con i tatuaggi che seguivano i contorni della spina dorsale e delle costole, mentre lei se ne stava rannicchiata appoggiando il capo contro il suo petto.
“Allora, cosa hai fatto dopo che tra di noi era finita?” le chiese titubante
“Ho continuato a fare tatuaggi. Ho ancora molti clienti”
Johnny sorrise. Da quando i paparazzi li avevano beccati in giro insieme per la Grande Mela, Kathy aveva un numero crescente di clienti, ed era felice che i suoi affari non fossero calati.
“Più che altro, disegnavo Deathbat dalla mattina alla sera e in più c’erano delle ragazzine senza scrupoli che mi facevano domande scabrose su di te” continuò: “E le fanno ancora adesso. All’inizio ogni domanda, ogni volta che nominavano il tuo nome era una pugnalata al cuore. Ma dopo un po’ c’avevo fatto il callo. Più che altro mi illudevo che io e te eravamo ancora insieme. E questo mi faceva sentire un po’ meglio”
Johnny la guardò e le sorrise: “Non hai avuto nessun altro?”
“No. Tu? Sì, certo, che cretina. Tu hai migliaia di groupies. Figurati se non…” ma Johnny la interruppe mettendole un dito sulle labbra: “Shhh! Non dire fesserie. Non c’è stata nessun’altra. Lo giuro”
“E quelle quattro ragazze che ho tatuato oggi?”
“Ah. Beh, è una storia lunga. È tutto iniziato dalla rossa. Sai, quella che hai tatuato per prima”
“Sì. Ma non sono americane, giusto?”
“Già. Sono italiane”
“Infatti avevano un accento strano”
“Parla l’altra”
“Io parlo come la Regina” si alzò coprendosi il petto con il lenzuolo e guardò il suo inseparabile orologio: “Mi sa che devi andare. Quando riparti per il tour?”
“Questione di giorni. Ci siamo presi una settimana di vacanza” disse lui mentre si stava rimettendo i pantaloni e uscendo dal letto: “Ti andrebbe di prendere un po’ di ferie?”
Kathy annuì. Era esattamente quello che ci voleva, ferie. Guardò Johnny andare via e si inflilò nella doccia, dove ci rimase per molto tempo, ripercorrendo quella giornata iniziata come tante altre e finita in un modo unico.

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Capitolo 9
*** Is love in the air? ***





Capitolo 9 - Is Love In The Air?

Johnny aprì la portiera del tour bus sovrappensiero e scoprì che seduti sul divano c’erano solo Brian, Matt e Mark. 
“Ma vi giuro! Non so cosa ho fatto io a quelle due! Non voglio che si mettano l’arsenico nel bicchiere a vicenda per causa mia!” Matt si stava difendendo dalle frecciatine che gli stava lanciando Brian sul comportamento che avevano tenuto Irene e Federica: “Pensa un po’ per te che nonostante tutto non sei ancora riuscito a combinare niente con Michelle!” 
Brian a quelle parole s’incupì, girò lo sguardo e notò Johnny che li stava guardando. Sorrise loro in maniera educata e si indirizzò anche lui verso il divano. Appena si fu seduto, Mark si alzò in piedi e lo guardò severo: “Ho saputo che sei ritornato insieme a Kathy” 
“Già. Ma sono sicuro che questa volta non finirà. Mi ha confessato che non ha mai smesso di amarmi. E io non l’ho mai dimenticata” 
Mark lo guardò perplesso. Non capiva il ragionamento ingenuo di Johnny. Quella ragazza gli aveva spezzato il cuore, e solo dopo tre anni si fa di nuovo viva, chiedendo di essere perdonata e di non aver mai amato altro uomo. C’era qualcosa che non gli quadrava, ma d’altronde non poteva vietare al bassista di frequentarla perché non era suo padre e Johnny non era più un ragazzino, ma un uomo fatto e finito, capace di ragionare con la sua testa, quindi annuì e sospirò rassegnato: 
“Va beh. Non deprimerti se poi non sarà come stai sognando ora” 
Johnny gli sorrise convinto: “Non succederà. Jimmy e Zacky?” 
“Il primo è da Leana. Il secondo a casa di suo zio con Arianna” 
“Ho capito. Ora scusate, ma ho bisogno di dormire. Sono molto stanco” –Sono fuori allenamento. Non mi ricordavo fosse così stancante- e li lasciò parlare tranquilli dei fatti loro sul tour bus. 

L’aria serena del bus non si respirava di certo a casa dello zio di Zacky, dove si erano recati il chitarrista e Arianna. Dopo aver superato il piccolo porticato avanti il portone d’ingresso, Zacky tirò fuori le chiavi e concesse ad Arianna di ammirare la villa antica in suo possesso. La ragazza si meravigliò da quanto fosse sfarzosa all’interno, talmente tanto che le sembrava di essere all’interno della Reggia di Versailles. 
“Ma-Ma è bellissima!” 
“Ti piace eh? Vieni, ti faccio vedere una cosa. Scommetto che ti piacerà ancora di più” Zacky la prese per mano e la condusse al piano di sopra. Senza mai mollare la presa si girò verso di lei e le sorrise. Lei ricambiò timida: “Dove mi stai portando?” Zacky le mise un dito sopra le labbra e le sussurrò: “Sulla terrazza” e aprì una finestra che dava su un terrazzo immacolato, che dava la veduta di Manhattan. 
“Caspita, non pensavo fossimo così fuori da New York!” 
“Beh, per arrivarci ci abbiamo messo un’ora abbondante” 
“Non me ne sono accorta” 
“Allora, ti piace?” 
“Tantissimo” e si girò verso di lui. Zacky, come Brian con Michelle, sentì che il suo cuore batteva all’impazzata, e si indirizzò verso il viso di quella ragazza maldestra, dai capelli rossi e gli occhi bistrati di nero. Anche se talvolta era maldestra nei movimenti, Arianna era molto sveglia e non si fece sfuggire l’occasione: gli prese il colletto della camicia e fece letteralmente scontrare le loro labbra. Entrambi sorrisero mentre le loro bocche restavano incollate e le loro lingue danzavano armoniosamente. Lui le cinse la vita con le braccia e lei gli passò una mano tra i capelli. Si staccarono e a Zacky bastò un’occhiata per capire che neanche a lei bastava solo un bacio. Le sussurrò maliziosamente nell’orecchio: “Seguimi” e la portò in una delle tante camere da letto. 
Una volta entrati, ripresero da dove erano rimasti. Questa volta però le loro mani esploravano zone che mai avrebbero pensato di poter sfiorare fino a quel momento. Arianna prese l’iniziativa, iniziò a sbottonare la camicia di Zacky, il ragazzo osò un sorriso sghembo e disse divertito con voce gutturale: “Intraprendente…” risero e la camicia fu lasciata cadere per terra. Anche Zacky non volle essere da meno e la ragazza rimase in reggiseno. All’inizio cercò di nascondere il suo ventre divenuto leggermente morbido a causa degli alimenti ipercalorici americani, ma il ragazzo non glielo permise: “Non mi interessa. Pure io non sono molto asciutto” Le fece fare un giro su se stessa: “E poi, scusa se oso dirtelo, ma hai un fisico niente male” a quelle parole la ragazza arrossì e lo guardò nei suoi occhi che sembravano ancora più verdi, illuminati dal riverbero delle luci della Grande Mela e dalla luna piena. Lui si avvicinò a lei e le sfilò la cintura dai jeans e pure essi rimasero ammucchiati sul pavimento. Erano tutti e due in biancheria intima, continuavano a baciarsi, poi Zacky la spinse verso il letto e con il braccio sulla sua schiena l’accompagnò dolcemente mentre si sdraiava sotto di lui. A quel punto Arianna gli mise una mano sul petto e lo respinse di pochi centimetri stando attenta a non intercettare il suo sguardo ansioso di sapere il perché di quel distacco inatteso. 
“Ecco, io… Uff, mi vergogno di dirlo…” 
“Sei vergine...” Federica annuì. Zacky le disse comprensivo: “Se non te la senti, non preoccuparti…” 
“Al contrario!” gli rispose con talmente tanta fermezza che lo stupì e gli sfuggì un sorriso: “Volevo chiederti scusa in anticipo se per caso mi trovassi impacciata” sbuffò: “Come se non lo fossi mai…” e finalmente restituì lo sguardo mentre si mordeva il labbro inferiore. 
Zacky si mise a ridere. Federica lo guardò non capendo. 
“Tu? Magari sei impacciata durante il giorno, ma stasera proprio no. Veramente, da come ti sei comportata non me l’aspettavo” 
“Sì? Oh… Credo sia un bene, no? Beh, dove eravamo rimasti?” e gli sorrise, baciandolo di nuovo. 
Zacky abbassò lo sguardo, e le sfilò gli slip –Cavolo! Proprio quelli beige della nonna con i cuoricini blu dovevo mettermi stasera?-. Fece scivolare la mano prima giù fino al ginocchio e poi risalì fermandosi poco prima dei glutei mentre continuava a darle piccoli baci leggeri sulle labbra, lungo il collo e risaliva. Poi un colpo di reni e lei si trovò sopra di lui, lasciò che le tolse il reggiseno verde leggermente malconcio –Un completo un po’più decente di “questo” no? Arianna, sei sempre la solita! Prova a giocare la scusa che non te lo aspettavi- e si lasciò di nuovo sovrastare dalla montagna di tatuaggi e muscoli che non smetteva di mandare in esplorazione le sue mani in zone che nessuno aveva mai sfiorato prima. Zacky la guardava con aria avida, e lei sentì un qualcosa che si stava rigonfiando nei suoi boxer e che premeva in mezzo alle sue gambe. A quel punto neanche lei ce la fece più ad aspettare e anche l’ultimo indumento di Zacky raggiunse tutti gli altri. Si guardarono negli occhi, entrambi vogliosi. Lei gli accarezzò il busto tatuato, lui non aspettava altro che un segnale da parte di lei che non esitò a dare non senza aver fatto un respiro profondo. Lui entrò piano, non voleva farle male, era onorato di essere il primo e voleva che quello che stava succedendo quella notte sarebbe stato impresso nella sua mente come la sua notte più bella. Arianna trattenne il respiro per pochi secondi, lui chiese cautamente: “Ti faccio male?” 
“No…” sospirò mentre lui si muoveva con attenzione e spostò il viso domandandosi di cosa avrebbe dovuto fare da quel momento, poi improvvisamente il piacere aumentò poco alla volta e lei iniziò a respirare più profondamente. Zacky diminuì la delicatezza e più andava veloce, più il piacere dei due aumentava e tutti e due ne volevano sempre di più. Raggiunsero l’apice quasi contemporaneamente sospirando e gemendo sommessamente. Il chitarrista appoggiò la schiena sopra il cuscino in modo da posare la testa sul muro fresco di fianco alla ragazza, la tirò presso lui e la baciò. Lei gli sorrise, si coprì il petto con il lenzuolo e gli cinse il busto con il braccio abbassando lo sguardo, appoggiando il capo sulla sua spalla: “Allora, come sono stata?” non gli diede il tempo di rispondere: “Lo so, sono una frana. Ho bisogno di imparare. Ma è vero che mi insegnerai?” e lo guardò negli occhi. 
“Certo. Sempre disponibile! Ma sei stata formidabile per essere la tua prima volta!” 
“Grazie. A quando la prossima lezione?” 
“Se non sei troppo stanca, anche adesso” sorrisero e si ritrovarono di nuovo l’uno sopra l’altra, di nuovo coinvolti in un vortice di passione carnale. 
“Che ore sono?” chiese Arianna senza molta voglia di lasciare quel letto. 
“Mezzanotte passata” 
“Occielo! Devo tornare a casa! Le altre mi staranno aspettando!” uscì dal letto e si mise a vestirsi velocemente. In due minuti era già pronta, sfiorò le labbra di Zacky: “Ciao. Ci si becca in giro!” e uscì dalla stanza correndo. “Ehi! Aspetta! Come vorresti tornare a casa? Ho io le chiavi della macchina!” 
Arianna tornò indietro: “Bene, sbrigati allora! Ti prego! Altrimenti mi fanno un interrogatorio di terzo grado!” 
-Tanto me lo faranno lo stesso- Zacky si vestì in pochissimo tempo, mise un braccio attorno le spalle di Arianna e insieme s’incamminarono verso la macchina che era posteggiata nel cortile. 

Arianna entrò in casa, e c’erano due zitelle sue coetanee che non aspettavano altro che delle confessioni hot da parte della loro amica. Appena arrivata di fronte a loro, si lasciò sfuggire un sorriso alle due sorelle. 
“Vi siete messi insieme?” 
“Ehm… Non lo so… Non credo…” 
“Vi sarete baciati come minimo?” 
“Abbiamo anche raggiunto il massimo, se proprio lo volete sapere…” 
Le due sorelle rimasero a bocca aperta. Se lo aspettavano, ma come tutte gli scoop, quando viene la conferma ci si stupisce sempre. 
“Su su! Racconta! Vogliamo sapere tutto nei particolari!” 
“Allora: Siamo andati in una villa antica distante un’ora da qui, che suo zio gli ha lasciato. Mi ha portato su di un terrazzo dove si vedeva New York illuminata, e ci siamo baciati. Poi da cosa nasce cosa… e BUM!” 
“Dev’essere stata una cosa molto romantica, ma da come racconti tu, sembra siate andati al Luna Park…” disse sconsolata Federica. 
“Oh!! Ovviamente non ci vorrà dire per filo e per segno dove ha messo la mano lui, dove lei... Un po’ di privacy se la merita!” rispose indignata Michelle. 
Arianna annuì. Ma Federica continuò ad insistere perché almeno raccontasse in maniera meno ridicola, così le toccò raccontare tutto per filo e per segno. E questa volta lasciò Federica soddisfatta. 
Si sentì un cellulare vibrare: era quello di Arianna. Zacky le aveva mandato un messaggio: “Ciao! Senti, i ragazzi vogliono fare un karaoke party domani dato che è l’ultimo giorno sia per noi che per voi a New York… Ci siete? Poi magari noi due andiamo a cenare fuori… Il dopocena lasciatelo libero, e dì alle altre di non aspettarti sveglia… xx ZV” 
“Ragazze, domani gli Avengi organizzano un karaoke party. Ci venite? Vi dico già che poi io non torno con voi, e non provate ad aspettarmi sveglie!” 
“Ovvio! Io ci sto! Basta che non venga Irene!” esclamò Federica 
“Io vengo. Domani sono completamente libera. E ho intenzione di vincere contro Brian!” Michelle prese il cellulare e scrisse un messaggio al suo amico: “Ohi! Veniamo domani al party. Non vedo l’ora di stracciarti!” 
In neanche mezzo minuto il cellulare della violoncellista s’illuminò: “Matt ha detto di invitare pure Irene. Così ci potremo salutare tutti. Da come la vedo io, ci sarà da divertirsi! Non mi perderei per nulla al mondo Irene e tua sorella che si scannano a vicenda per aggiudicarsi i favori di M! ahahahah” 
“Girls, ci tocca invitare pure Irene. Matt vuole pure lei alla festa” poi sussurrò ad Arianna: “Secondo me è un po’ masochista. Nessuno inviterebbe le proprie corteggiatrici alla stessa festa. E soprattutto non chiederebbe ad una di invitare l’altra…” 
Federica esplose immediatamente: “NOO!! Quella NO! Mi rifiuto! Che stronzo bastardo! Lo sa benissimo che non ci sopportiamo a vicenda e lui cosa fa? ci invita tutt’e due per andare da lui!!!! Anzi, peggio, chiede a noi, NOI, di invitarla!!!!!” 
“Calmati Fede! Guarda, facciamo così: non chiediamo ad Irene se può venire alla festa di domani, e quando saremo lì diremo a Matt che aveva da fare e non poteva venire. Ora sei più tranquilla?” 
“Sì. Più che altro sono veramente stanca. Che ne dite, andiamo a fare la nanna?” 
“Oh, no. Se permettete io vorrei rimanere sveglia ancora per un po’” disse Arianna. 
“Ok. Ricordati di spegnere la luce prima di addormentarti” dissero all’unisono le altre due ragazze. 
“Sì mammine. Lo farò” 
Michelle e Federica andarono nei propri letti, Arianna invece prese il cellulare e chiamò Zacky: “Pronto? Ciao!” 
“Hey! Come stai?” 
“Bene grazie. Tu?” 
“Stavo meglio prima” 
“Prima che io ti chiamassi?” 
“No. Prima di accompagnarti a casa” 
“Se per questo pure io. Ti ho chiamato perché due comari di tua conoscenza mi hanno fatto una domanda a cui non so rispondere: Ma noi due stiamo insieme?” 
“Oh, io non c’avevo neanche pensato. Ma credo… Sì, penso di sì. Cioè, a me non dispiacerebbe. Poi non so te” 
“Nemmeno a me dispiacerebbe. Ma adesso tanto vale, no? Domani è il nostro ultimo giorno” 
“Vero. Intanto domani ci godremo la giornata. E poi si vedrà” 
“Ok. Non vedo l’ora che sia domani. Cioè, intendo dire stamattina. Ora vado a riposarmi, domani sarà una faticata” Zacky rise, lei sorrise e continuò: “Buonanotte, buonanotte. Mille volte buonanotte…” 
“Addirittura Shakespeare? Buonanotte mia dolce Giulietta” 
“Buonanotte mio bel Romeo” e chiusero all’unisono la chiamata. 
Arianna pose il cellulare sul comodino e prese l’iPod e mise la riproduzione casuale. L’euforia e la gioia che provava grazie a quelle ore passate poco prima svanì quando iniziarono le prime note di “I don’t wanna miss a thing” degli Aerosmith, che le fece ricordare che domani avrebbero passato le loro ultime ore insieme. 
“I don’t wanna close my eyes” Arianna si sforzò di tenere gli occhi aperti, nonostante Morfeo tentava di chiuderli pesantemente. “I don’t wanna fall asleep ‘cause I miss you baby, and I don’t wanna miss a thing” Quella canzone racchiudeva i pensieri di Arianna, non voleva perdersi niente di quella giornata, non sarebbe stata capace di sopportare il fatto che oramai era solo passato, un ricordo nella sua mente. 
“Fede! Chelle! Siete ancora sveglie?” 
“Ancora per poco ma sì. Cosa c’è?” 
“Come si fa a capire che si è innamorati? 
“Non ne ho idea. Lo capisci e basta.” 
“Guarda, ti posso assicurare che non appare Cupido con un cartello con su scritto –Ti sei innamorata!-“ 
“Ah si? Che peccato, mi sarebbe piaciuto vedere un giorno quel famoso putto. Non so quanti insulti gli tirerei” disse ironicamente Federica 
“Forse mi sono innamorata di Zacky” disse timidamente Arianna 
“Cheeeeeellleeee!!! E tu invece? Non sei innamorata di Bri????” 
“No. Io per lui provo solo una forte attrazione fisica. È già tanto se riesco a dormirgli di fianco senza saltargli addosso e violentarlo. E giuro che non tornerò in Italia fino a quando non me lo sarò trovata nei pantaloni!!!!” esordì quasi urlando e con marcato tono ironico Michelle. 
“MA-CHE-VOL-GA-RE!!!!” esclamò scandalizzata Arianna. 
“Spero tu stia scherzando” disse preoccupata Federica. 
“Daaaii!! Oramai tutti sanno che tra voi due c’è più di una semplice amicizia e che vi piacete reciprocamente allo stesso modo!!!!” 
“Io non sto scherzando!!!!” accentuando l’ironia nella frase: “ Domani mi vestirò in modo completamente diverso da come mi avete mai vista, e quando mi vedrà nel tour bus… anzi no, addirittura prima che io possa entrare nel tour bus, gli diventerà duro, ma talmente duro che quello del David di Michelangelo sembrerà burro!!!!!!” Arianna, stando attenta a non farsi scoprire da Michelle, prese il cellulare e non si fece perdere nemmeno una parola che la sua amica pronunciava. 
“Dai Mich. Stai seria e rispondi. Ti piace Brian?” 
Michelle si calmò e guardò le sue amiche seriamente: “Io… Se devo proprio dire la verità… Sì… Cioè… No… Non lo so… D’accordo, è un bel tronco di figo, ma l’ho sempre considerato e ammirato come musicista… Però… Non mi dispiacerebbe… Cioè… Insomma… Sì è carino… Più che carino… Un po’ grande… Ma l’amore non ha età… Pieno di tatuaggi… Ma l’amore è cieco…” e mentre continuava a parlare le sue guancie diventavano sempre più arrossate e ad ogni parola seguiva un lungo sospiro accompagnato da una faccia sognante. 
“’Sta qui è cotta… anzi, fritta!” sussurrò Arianna nell’orecchio di Federica, che annuì dandole pienamente ragione. 
“A MICHELLE PIACE BRIAAAANN!!!!!” urlarono all’improvviso, prendendola di sorpresa. 
“Ma andate a fare in culo, va!” Michelle si alzò dal letto, spense la luce in camera, prese il cuscino e se ne andò a dormire sul divano. 

“I am in looooove! Woke up in the morning today, What did I see? I saw my wife saying: -Come and have sex with me!- So I think I had it. Oh Yeah!!!! I had sex with the most gorgeous girl on the Earth!” Zacky continuava a cantare uno stupido motivetto a tempo di reggae per tutto il Tour Bus. 
“Ma veramente io penso che ti sei fregato se la consideri già tua moglie, collega” gli urlò Brian che era appena uscito dal bagno, con solo un asciugamano che gli cingeva la vita e con ancora delle gocce d’acqua che dai capelli scendevano sulle spalle, alcune gli percorrevano la schiena, altre delineavano i suoi pettorali e si infrangevano sul bordo dell’asciugamano immacolato. 
“Ehi Mr. Casanova! Non sarai geloso del sottoscritto?” 
“Ma figurati!” disse rientrando un attimo per prendere un altro asciugamano e asciugandosi i capelli e il busto: “Non ne vedo motivo” 
“Io sì. Ti ricordi quelle bellissime ragazze italiane che hanno incrociato il nostro cammino?” 
“Certo! Grazie a me!” 
“Ecco, ce n’è una che spicca sulle altre. Alta più di un metro e settanta, rossa, gentile, musicista, nostra fan, il suo nome inizia per M e finisce per E… Hai presente?” 
“Beh… Sì… Più o meno…” e un mezzo sorriso gli comparve sulle labbra. 
“Ecco. E conosci un tipo famoso in tutto il mondo, fenomenale chitarrista, alto un metro e ottanta, con i capelli neri e occhi dello stesso colore, un piercing al naso, e le braccia ricoperte da orribili mostri…?” 
“Intendi quel figo della madonna che penso io? Oh sì!” 
“Se è anche allo stesso tempo deficiente e modesto… Sì” 
“Ma non ho capito cosa intendi dire…” 
“Uff… Ora ti racconto una storia: Questa ragazza della quale ti dicevo prima, essendo fan del tizio qui presente” e lo indicò con il capo “è pazzamente pazza di lui e non le dispiacerebbe che lui ci provassi. Inoltre sempre la stessa non sta molto indifferente al pirla che sta ascoltando la storia, dato che sono già usciti insieme una volta, hanno passato un’intera notte a giocare alla Play Station, e le uniche ragazze che sono entrate sul tour bus sono lei e le sue amiche. È una cosa un po’ insolita per te, mio caro Synyster Gates… E la domanda che sorge a tutti è la seguente: Quando apriranno il loro cuore e si diranno tutto quello che si tengono dentro?” 
“Magari non subito, io aspetterei un po’” 
“Ehm, Brian. Non vorrei rovinarti i piani, ma loro partono domani. Come noi. Quindi mi spiegheresti come vorresti fare?” BIP! E il cellulare di Zacky si illuminò: “Ari… Eh? Porca miseria Haner! Se tu non ci provi domani avrai il rimorso per l’eternità e noi avremo seri dubbi sul tuo orientamento sessuale” 
“Perché mai?” 
“Michelle si mette in tiro esclusivamente per te. Vuole vedere se ti interessa… e da come mi dice Ari” soffocò una risata: “Domani ha intenzione di conquistarti. Come se non ce l’avesse fatta” 
“Beh… Vedremo… E se mi becco un altro due di picche?” 
“Naaa! Stavolta non ha intenzione di rifiutare nessuno” 
Brian lo guardò in cagnesco: “Intendi dire che non ha intenzione di rifiutare ME” 
“Ovviamente!” 
“Bah… Me ne vado a letto… Ho bisogno di energie per domani” 
“Buona idea… Pure io ho bisogno di recuperare le forze” 
Chiusero la porta del bus e si misero a letto vestiti e svestiti com’erano. 

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Capitolo 10
*** Carpe diem ***


Hola ragazze! Scusate se non mi sono fatta sentire per taaaaaaaaaaaaaaanto tempo... ma sono stata piena di impegni... allora, questo è il tanto agognato 10° capitolo (scritto a 4 mani con Fede, e spero che la sua collaborazione non finisca qui :)), mi auguro riscontri lo stesso successo dei capitoli precedenti...
Ho deciso, al contrario di tante altre ragazze, di tenere Jimmy tra i protagonisti (più o meno ehm ehm...), perchè è giusto tenere vivo il ricordo del ragazzo che fa sbellicare dalle risate Zacky con i suoi rap, faccia dimostrazioni di Kung Fu degne di Jackie Chan, rincorre papere e si fa mettere una tarantola sul viso nei suoi video...
Nei nostri cuori ci sarà sempre un posto per lui...
Jimmy, I'm sure now you have your own little piece of heaven... We're gonna miss you...
Lena G





Capitolo 10 - Carpe Diem

Zacky e Johnny stavano guardando Brian, che stava ancora dormendo, con aria divertita perché l’asciugamano che gli cingeva il bacino e con il quale era andato a dormire la sera precedente, si era adagiato sul pavimento, lasciando un Synyster Gates completamente nudo sul copriletto.
“Cosa facciamo? Lo lasciamo dormire fino a quando entrano le ragazze, oppure ci evitiamo gli odiati confronti quando ci troviamo nel letto le nostre donne?” chiese Johnny con tono scherzoso.
“Non possiamo permettere ciò succeda. Svegliamolo. Poi, oltre al confronto, ci sarà pure Arianna che non frena i suoi spiriti bollenti, e non voglio che guardi e soprattutto ci provi con altri ragazzi. Soprattutto se questi si chiamano Synyster Gates o Brian Haner Jr!” rispose serio Zacky.
Johnny annuì comprensivo, appoggiò una mano sulla spalla del bello addormentato e lo scosse.
“Ma che cacchio! Stavo facendo un bel sogno!” poi constatando chi l’avesse svegliato riprese: “Porca puttana Johnny! Se ti becco ti ammazzo!!!!” si alzò tempestivamente e abbassò lo sguardo mentre metteva i piedi nelle infradito. Solo a quel punto si rese conto che era completamente nudo e che i suoi due amici lo stavano guardando tranquilli: “Ehm, ragazzi… Mi dovete qualche spiegazione: Perché sono nudo? Ma soprattutto, dato che mi sono accorto che mi state guardando, non sarete diventati gay? Lo so che sono bello e che nessuno può resistermi, ma adesso stiamo un po’ esagerando non trovate?”
“Non te l’abbiamo tolto, ti si è tolto mentre dormivi” e si sentirono delle risate fuori dal tour bus. Jimmy, Leana e Matt urlarono per avvisare i loro amici: “Sono arrivate!!!”.
“Ommerda! E Brian è nudo!” esclamò Zacky tutto preoccupato.
“E con ciò? Mica devono entrare proprio dove ci sono io!” rispose tranquillissimo il nudista.
Zacky lo guardò. Certo che poteva stare tranquillo, poteva fare concorrenza a Rocco Siffredi (NdA Secondo alcune fonti si dice che sia 15 cm… Ma io esagero un po’ che tanto male a lui non fa...): “Comunque sono del parere che tu debba andare a vestirti. Non vorrai essere il responsabile di un trauma di gruppo?”
“D’accordo, d’accordo. Ora vado, papà” e si aggiustò alla bell’e meglio l’asciugamano attorno alla vita, pronto a raggiungere il bagno che si trovava dall’altra parte del Tour Bus.
Sentiva le voci di Federica e Matt che ridevano per le facce buffe e raccapriccianti di Jimmy, Johnny e Kathy che parlavano animatamente con Mark. Non sentiva Leana, Michelle e Arianna. Forse erano in cucina o parlavano piano. Mentre era sovrappensiero urtò qualcosa, o meglio, qualcuno.
“Ah! Eccoti qua Brian! Ma…Uh! Cos’è, vuoi far morire d’infarto delle fanciulle innocenti, o sei il trofeo per chi vince il torneo di Singstar?” gli disse una voce molto conosciuta e che aveva un marcato accento italiano: Arianna.
“Ciao Ari. Cazzo, hai indovinato. Dovevo farvi una sorpresa a voi tre. Ma adesso che mi avete scoperto… E comunque” Brian si accorse che Arianna stava studiando ogni parte del suo busto e i suoi occhi scendevano sempre più giù: “Non mi sembra che ci siano delle fanciulle innocenti qui. Quindi, se permetti, andrei in bagno a vestirmi. Ci vediamo dopo”
“Ah, prima che tu vada Syn” Brian ebbe un fremito. Non gli piaceva essere chiamato con il suo nome d’arte quando era in privato: “Mi raccomando con Michelle… Oh! Ciao Zacky!” e corse incontro ad un cencio bianco come un lenzuolo che teneva gli occhi sgranati: aveva avuto ragione, Arianna era un po’ pericolosa. Doveva farle capire quanto ci teneva a lei, anche a costo di litigare.
Le diede un bacio veloce: “Ciao Ari. Senti, ti devo parlare” disse freddo. La portò indietro in camera di Brian e rivolse all’amico un’occhiata omicida.
Una volta entrati in camera, lui le si piazzò davanti dando le spalle al letto: “Cos’era quello sguardo?”
“Quale sguardo?”
“Non fare la furba con me. Ti ho vista mentre guardavi Brian”
“Senti. D’accordo che è un bel ragazzo. Lo guardano tutte così. E poi, scusa, ma mica stiamo insieme”
“Vuoi stare con me?”
“Vuoi che io sia la tua ragazza? Ma lo vuoi solo adesso che ho guardato Brian? Allora mi dispiace Zachary Baker, mi hai molto deluso” Arianna girò sui tacchi e fece per andarsene. Zacky la trattenne, la guardò negli occhi, deglutì rumorosamente e disse: “Senti, in queste occasioni sono sempre stato goffo. Per questo mi sono sempre comportato da Don Giovanni e tutte le ragazze con cui sono stato non duravano più di due giorni. Pensavo che sarebbe stato la stessa cosa con te. Ma quando ti ho vista che guardavi Brian, ecco… io… non ci ho visto più. Volevo averti tutta per me. Ora puoi tornare dagli altri e non parlarmi mai più”
Ad Arianna brillarono gli occhi, e per tutta risposta gli gettò le mani attorno al collo e lo baciò. Zacky fu preso alla sprovvista, ma rispose immediatamente. Quando si staccarono lui le disse: “Caspita, e sei solo la mia ragazza pensa se ti avessi chiesto di sposarmi!”
Quando tornarono dagli altri videro uno spettacolo esilarante: Matt era legato come una mummia dai cavi della Play Station e insultava Johnny che cercava di liberarlo, evidentemente era stato il nano a creare quel casino. Kathy e Fede ridevano come delle matte ma cercarono di aiutare Johnny il più presto possibile creando un casino assurdo. Michelle invece parlava con Mark tranquillamente, mentre Brian era ancora in bagno a vestirsi.
“Ragazzi, vi serve una mano?” chiese gentilmente Zacky.
“Anche due. Questi imbecilli sono incapaci” rispose Matt con rabbia.
“Ehi! Modera le parole” rispose Johnny.
“Eccolo che parla lui. Sei tu che hai incominciato!” gli ringhiò Federica.
“Ok ok ok. Ora ci penso io. Guardate come si fa” fece l’occhiolino alla sua girlfriend ex-novo e Zacky si mise subito a slegare i fili con le sue agili mani da chitarrista. Arianna lo guardava sognante, per lei Zacky era tutto, passato, presente e futuro. Il musicista ci mise poco a liberare il cantante e ancora meno per attaccare la consolle. Ora era tutto pronto, potevano procedere: “Che vi avevo detto?” andò da Arianna, la baciò e poi disse: “E ora si dia inizio al torneo!”
Tutti applaudirono e si misero a decidere chi avrebbe scontrato chi. Alla fine decisero per le coppie: Michelle/Brian, Matt/Federica, Zacky/Johnny, Jimmy/Mark e Leana/Arianna.
“Allora, pronti? La prima coppia che canta è quella di Michelle e Brian. Canteranno: Mamma Mia!”
“Oh, no! Quella no!” disse Michelle.
Ma la musica era già partita. Brian prese il microfono con disinvoltura, mentre Michelle era titubante. Quando però fu il turno di attaccare, l’angoscia scomparve, e durante il ritornello diede il meglio di sé: “Mamma mia! Does it show again? My My! How can I resist you? Mamma mia! Now I really know. My My! I could never let you go!” Fu talmente presa dall’euforia del momento che però non si accorse che Brian stava accumulando punti.
A canzone finita ci fu un’amara sorpresa: aveva vinto Brian. Era un po’ triste e si sedette sul divano in silenzio.
Brian si mise di fianco a lei e le sussurrò a fior di labbra: “Ehy, non te la prendere. Secondo la macchina ho vinto. Ma tu sei stata bravissima. Credimi” e tornò dai suoi amici.
Ora era il turno di Zacky e dato che era lui colui che decideva le canzoni si era scelto “Warmness on the soul”.
Prima di cantare disse: “Questa la dedico ad una persona molto speciale per me” e sorrise dolcemente ad Arianna che si sentì sciogliersi di nuovo.
“I give my heart to you. I give my heart, ‘cause nothing can compare in this world to you. Woah!” e si mise a imitare l’assolo di chitarra, poi quello di pianoforte e alla fine sull’ultimo accordo, mandò un bacio voltante alla povera italiana che credeva di avere un arresto cardiaco. Ovviamente c’era pure Johnny a cantare, ma dopo la seconda parola aveva deciso di farsi da parte.
Il sole non era ancora sceso, ma già tutti avevano cantato. Michelle era ancora abbastanza abbattuta per aver perso contro Brian, e non aveva fatto parte ai festeggiamenti. Ad un certo punto Haner andò da lei: “Chels, puoi venire? Ti devo parlare in privato”. Lei non gli rispose e lo seguì. Arrivarono in una camera da letto, Michelle lo guardò perplessa: “Cosa c’è? Perché mi hai portato qui?”
Lui non le rispose, la guardò, le sorrise e si mise a chiudere i finestrini lasciando un solo spiraglio di luce. Michelle si avvicinò a lui e si fermò dopo solo due passi, e il filo di luce le illuminava gli occhi e le lentiggini.
Brian non potè non ammirarla: aveva una camicia lilla gessata in argento che le faceva risaltare i punti giusti, i jeans erano classici, non troppo esagerati, i capelli erano tirati su a ‘mo di antica romana facendo scendere sul collo dei boccoli. Il viso era acqua e sapone, un po’ di eyeliner nero e una traccia di matita dello stesso colore, le davano un’aria da femme fatale.
“Oh cielo Chels. Non mi guardare così!”
“Così come?”
“Sembri uno cerbiatto indifeso nel corpo di una pantera”
“Sarebbe un complimento…?”
“Un complimento? Complimentone. Ma non farlo mai più. Perlomeno in mia presenza” Michelle sorrise sghembamente, e decise di provocarlo. Voleva vedere fino a che punto reggeva.
“E perché mai?” aumentando il tono innocente.
“Perché non sarei più responsabile delle mie azioni. Non sai quanto mi fa male resistere alla tentazione di saltarti addosso”
“E allora perché non lo fai?” si morse il labbro inferiore, inclinò la testa e lo squadrò. Questo mandò il cervello di Brian in tilt, che si avvicinò subito a lei, le cinse la vita con il braccio e le disse con voce greve in un orecchio: “Attenta. Potresti perdere la voce”
“Beh, si vedrà” e invece dentro stava morendo. Un turbinio di sensazioni le stava attraversando tutto il corpo. Sentiva il cuore battere all’impazzata in tutte le membra, le mani sembravano bloccate, tutto il corpo ne risentiva e tremava, ma dal suo viso non trapelava nulla. Brian era quasi arrabbiato, non riusciva più a capire che reazioni dava il corpo della ragazza, la sentiva fremere sotto il suo tocco, ma il viso era tranquillo. Decise di passare all’azione: iniziò a baciarle il collo, lei tirò la testa all’indietro e chiuse gli occhi. Quando li riaprì, Brian fu contento di vederli scurire leggermente, quasi come se ci fosse una trasformazione, era il segnale che voleva da lei. Le piaceva, e anche tanto. Si stava avvicinando alle sue labbra quando una mano gli bloccò il mento: “No. Scusa ma no”
“Come no? Non vuoi baciarmi?”
“Ma certo che sì. Solo che rischierei di affezionarmi troppo. E chi lo dice che ci potremo rivedere ancora?” in realtà Michelle era combattuta tra Brian e Riccardo, tra certezza e sogno.
“Allora cosa vuoi fare?” le chiese Brian.
“Continuare quello che stavamo facendo prima” ma oramai stava prendendo sempre più lucidità, anche il chitarrista aveva meno voglia anche se, abbassando lo sguardo sul petto della ragazza, aveva ritrovato il desiderio. Iniziò a sbottonarle la camicia dal basso, moriva dalla voglia di strapparle tutti i vestiti, ma c’era qualcosa che lo frenava. Intanto l’italiana aveva sentito il calore del legno sulla sua schiena, Brian con una mossa veloce le fece mettere le gambe attorno i suoi fianchi e le fece scendere i jeans che aveva già slacciato. Le continuava a baciare il collo e scendeva sempre di più verso i suoi seni, che erano ancora coperti da un reggiseno nero semplice. Poi, improvvisamente la guardò negli occhi, e lei ricambiò.
“Micheeeelle!!! Cheeelle!! Ti stann… Oh merda!!! Scusate, vi ho interrotto…” Jimmy era dietro le spalle di Brian con gli occhi spalancati e l’aria mortificata.
“Non ti preoccupare Jim, non è successo niente. Dimmi, cosa c’è?” gli disse cordialmente Michelle scansandosi da Brian che era rimasto immobile.
“Ti stanno cercando per avere una mano in cucina. Ma posso dire che non puoi, non è un problema, faccio io”
“Oh no, figurati. Tanto non stavamo facendo niente di importante. Vero Brian?” e ridacchiò. Il chitarrista annuì con il viso rivolto verso il basso. Quando la ragazza uscì, una marea di pensieri inondò la mente del giovane, erano talmente dolorosi che non riusciva a contenerli dentro di sé. Si voltò con rabbia verso Jimmy, lo guardò con astio e gli urlò: “Come ‘niente di importante’? Non si è accorta dei miei sguardi? Mi sono mezzo dichiarato cazzo!” colpì il muro con i palmi delle mani aperte e tirò un calcio: “Cristo! Io mi sono affezionato! Non è perché io mi chiamo Synyster Gates, sono adulto e ho successo con le donne, che non sono capace di provare sentimenti verso una persona. Jimmy, io ho un comportamento morboso nei suoi confronti. Non sopporto che qualcuno la guardi, sono protettivo verso di lei. E quando mi guarda, oh cielo, quando si morde il labbro, quando mi sorride. Ma l’hai vista quando mi sorride? Mi squaglio ogni volta. Jimmy, ma l’hai capito che succede???” guardò con aria supplichevole il suo amico che lo guardava con gli occhi sbarrati: “Jimmy, sai cosa mi sta succedendo?” il batterista annuì e gli sorrise in modo rassicurante, ma il chitarrista continuò: “L’ho capito anch’io. Ma solo adesso. Io… io… sono… oh, Jimmy, è difficile da accettare, ma… MI SONO INNAMORATO DI LEI!!!”
Michelle si era nascosta dietro la porta e aveva sentito tutto. Stava piangendo lacrime silenziose, e si stava pentendo di aver detto quella frase così atroce pure per lei. Voleva andare da lui e baciarlo e abbracciarlo, fargli sentire che anche lei era nella sua stessa situazione. Ma una mano le afferrò il braccio: era Arianna, che l’abbracciò non sapendo di quello che era successo.

“Fede, sei l’ultima rimasta, quindi tocca a te” esordì Johnny.
“Eh? Tocca a me cosa?”
“Cucinare, ovvio. È ora di cenare e poi sei una ragazza italiana, sai di sicuro cucinare bene!” e il bassista le sorrise.
Federica lo guardò sbalordita: “Cosa? Io cucinare? Ma non ne sono capace! Cioè, non sono molto brava perché non cucino molto spesso a casa…”
“Oh beh, poco male. Ti do una mano io” la ragazza si girò verso la voce. M Shadows le stava offrendo il suo aiuto in cucina. In cucina? Matt sapeva cucinare? Che uomo dalle mille risorse! Lo seguì senza mai staccare lo sguardo da lui, quasi fosse stregata.
“Matt, ma tu sai cucinare?” chiese titubante Federica una volta entrati in cucina.
“Posso dire una bugia? Sì” e il cantante ridacchiò.
“Ok. Bene. Facciamo il riassunto: ci sono due incapaci in una cucina immensa che devono cucinare qualcosa di commestibile entro due ore. Rassicurante”
“Dai, qualcosa saprai fare”
“Mia madre mi ha insegnato a cucinare la pasta. Potremmo farla al pomodoro e che si attacchino al tram!”
“Tram? Cosa c’entrano i tram?”
“Modo di dire italiano… Lascia perdere… Allora, che tipo di pasta abbiamo?” e con un grande sorriso si diresse verso la dispensa, ma appena l’aprì, gli angoli della sua bocca si ritirarono immediatamente: solo merendine, ketchup, patatine e… un sacchetto di farina.
“Non mi chiedere cosa ci fa della farina nella nostra dispensa. Io non sapevo neanche che avevamo una dispensa” Matt tirò su le mani come ad arrendersi e insieme si misero a ridere.
Federica ancora ridendo si diresse verso il frigo e vide che c’erano due uova: “E che pasta sia”
“Quindi possiamo fare qualcosa?”
“Sì. Anche se poi però o la facciamo in bianco, o la condiamo con il ketchup”
“Oh cavolo. Se lo avessi saputo prima sarei andato a fare la spesa” disse inorridito Matt.
Federica lo guardò, anche con una smorfia di disgusto il ragazzo era affascinante. Certo, tutti quei tatuaggi rendevano la sua figura inquietante, ma, per fortuna, era solo un’impressione. Era un cucciolo di orso, un orsacchiotto. Di nascosto con Arianna, lei lo chiamava “Matty Bear”.
“Come hai detto scusa?”
Federica avvampò: “Ehm… Eh? Oh, no niente… Stavo solo pensando e… Lascia perdere”
“Eh no, ora mi spieghi cos’è quel ‘Matty Bear’. Ho capito che era diretto a me” Il cantante appoggiò sul tavolo da lavoro gli ingredienti e sparse un po’ di farina su esso.
L’italiana prese un grosso respiro e finalmente confessò: “Al contrario di quello che pensa mia sorella, io vi ho sempre seguito. E io ed Arianna, di nascosto, ci divertivamo a trovare un nomignolo per ogni membro della vostra band”
Matt la osservava serio: “E si potrebbero sapere quali sono e il perché di questi nomignoli che ci avete dato?”
“Oh beh... D’accordo, ma tu non devi ridere e soprattutto non picchiarmi, anche perché il tuo l’ho deciso io”
Shadows sorrise: “Uh, allora la cosa si fa interessante… Spara!”
La ragazza, per cercare di nascondere l’imbarazzo, si mise a creare la montagna di farina, facendole il buco per ospitare le uova e iniziò a elencare i vari nomi: “Beh, a parte gli ufficiali ‘Cionnino’ per Johnny, e ‘Cancelli Sinistri’ per Brian…”
“Cancelli Sinistri?”
“Sì, è la traduzione italiana di Synyster Gates”
“Ah, che brutto… Meglio in inglese”
“Uh, premessa: per Jimmy non abbiamo scelto niente perché mi ha sempre fatto paura. Io non so come fa Leana a non prendersi un infarto quando si sveglia nel cuore della notte e se lo trova nel letto…”
“Hahah! Va bene. Dai, su! Mancano due componenti dei Sevenfold”
“Vero. Allora, Zacky lo abbiamo chiamato… Ti prego non ridere, e soprattutto non dirglielo!” Federica esitò un momento e poi sussurrò: “Emerald Cookie, detto Emmy se si voleva fare presto”
Matt spalancò bocca, occhi e tutto ciò che si poteva aprire sul viso: “Oddio! E perché lo avete chiamato così?”
“Perché ci sembrava dolce come un biscotto. E poi dato che dovevamo distinguerlo da te, abbiamo aggiunto Emerald perché, fino a prova contraria, ha gli occhi verdi come smeraldi”
“E poi ci sono io…”
Federica non si era accorta che Matt le si era pericolosamente avvicinato. E stava quasi attaccato con il viso sul suo collo, facendo ben attenzione a non farsi scoprire, voleva l’effetto sorpresa e l’avrebbe avuto.
“Sì, infatti… E adesso arriva il momento imbarazzante…”
“Già… Matty… Bear” le sussurrò dolcemente in un orecchio, scandendo bene il suo nomignolo e facendo sussultare la povera ragazza.
“T-ti abbiamo chiamato così perché… sembri… un enorme… orsacchiotto… da strapazzare… nonostante… la tua stazza imponente e… il tuo look a-a-aggressivo…”
“E a te piacerebbe strapazzare questo orsacchiotto?”
“Non sai quant… ehm… Voglio dire… MATT!!! MA CHE PROPOSTE MI FAIIII!!!!!!!!!!!!!!!!!!” e si scostò da Matt guardandolo scioccata.
“Hahaha! Volevo solo sapere! E comunque, anche noi abbiamo dato dei nomignoli a voi se proprio lo vuoi sapere…” Matt si rese conto che si era messo nei casini, perché nessuno di loro aveva soprannominato nessuna delle ragazze, e quindi ora doveva trovare loro dei nickname decenti e soprattutto sensati. Federica lo guardò curiosa: “Ora mi dici tutto!!!!!!!! Tutto tutto tuttoooooo”
“Che bambina… Allora ho fatto bene a chiamarti Little Girl”
“COME HAI OSATO CHIAMARMI??? LITTLE GIRL???? Ora ti faccio vedere io la bambina!!!!” e gli lanciò un po’ di farina addosso. Matt non si tirò indietro e si avvicinò a lei e si mise a farle il solletico ai fianchi, e tutt’e due, pieni di farina mentre continuavano a ridere a causa del solletico che si facevano a vicenda si avvicinarono l’uno all’altra, fino a quando si trovarono fin troppo vicini per i loro gusti e si guardarono negli occhi. Fede vide il viso di Matt avvicinarsi sempre di più al suo, era talmente vicino che la farina sul naso le procurava un po’ di solletico e poteva contare le lentiggini che aveva il cantante sul naso.

Si sentì qualcuno bussare alla porta, Zacky e Arianna andarono ad aprire e si videro davanti Irene.
“Ciao Irene! Come va? Non sapevo ti avessero invitato, benvenuta comunque! Ci fa sempre piacere essere in tua compagnia!” disse Zacky seguito a ruota da una sorpresa Arianna che non riuscì a fare altro che annuire nervosamente con il capo.
Si spostarono contemporaneamente e fecero entrare la ragazza che si era auto-invitata, o almeno questo era quello che credevano.
“Irene! Finalmente sei arrivata! Ti stavo aspettando!”
“Grazie Mark. Scusa il ritardo, ma ho avuto un contrattempo. Posso andare in cucina a prendere un bicchier d’acqua?”
“Oh sì, certo. Non c’è nessun problema. È la prima porta a sinistra. Vuoi che venga anch’io?”
“No grazie. Ci arrivo da sola.”
Irene si mise a camminare con sveltezza, troppo veloce rispetto a Zacky ed Arianna che stavano cercando di fermarla perché sapevano fin troppo bene o sospettavano quello che stava succedendo, ma lei aprì di colpo la porta beccando in flagrante Matt e Federica che si stavano baciando sul tavolo tutti sporchi di farina.
“Allora, il frigo dov’è?.... Oddio Matt!! Mi sento male…” e Irene cadde rovinosamente al suolo.
“Su su presto! Prendete i Sali!” intervenne Mark, e rivolgendosi a Matt e Federica: “E voi due staccatevi! Non vedete che una persona è svenuta?”
“I Sali? E cosa sono? E poi il sale non è uno?” chiese Johnny.
“Cretino! Serve a fare riprendere i sensi ad uno svenuto! Forza, guarda nel kit di Pronto Soccorso, dovrebbero essere di fianco ai cerotti” disse Mark posando il corpo inerte di Irene sulla sedia.
Johnny si mise a cercare tra i cassetti della cucina senza trovare niente, Brian scosse la testa ed uscì dalla cucina per rientrare poco dopo con una valigetta di plastica bianca. L’appoggiò sul tavolo e tirò fuori una piccola boccetta verde, la porse a Mark che la stappò e mise il collo della bottiglia vicino al naso di Irene che dopo poco tempo riaprì gli occhi quasi di scatto e si ritrovò tra le braccia di Mark che la guardava preoccupato.
“Co-Co-Cosa è successo?” chiese Irene mentre si guardava intorno “Perché sono tra le tue braccia?”
Era oramai il crepuscolo e la luce faceva strani giochi, Irene guardò Mark negli occhi e per la prima volta dovette ammettere a se stessa che erano veramente dei begli occhi, di un grigio che sembrava perlaceo quando rideva e acciaio fuso quando era serio, un acciaio che bruciava qualsiasi cosa toccasse, e quella era la fine che stava facendo il suo cuore quando aveva incrociato quello sguardo. Si chiese come mai non si era mai accorta di quanto fosse affascinante nonostante quel grande naso, un po’ aquilino che rendeva il suo viso austero e senza grazia, e quei suoi capelli rossicci e un po’ diradati sulla fronte nonostante i suoi 35 anni di età. Abbassò lo sguardo e notò un piccolo tatuaggio sulla falange della sua mano sinistra che continuava a tenere la boccetta che le aveva permesso di riprendersi giusto in tempo per poter contemplare quell’uomo che era sicura non avrebbe mai sognato.
Gli sorrise e lui ricambiò. Federica e Matt fecero segno di andarsene e gli altri, tra risolini, se ne andarono fuori lasciandoli soli.
“Non sai quanto tempo ho aspettato” le confessò Mark.
“20 giorni, 4 ore e 57 minuti, per l’esattezza”.
“Troppo tempo”.
“Hai ragione”.
E finalmente si baciarono. Dalla porta Michelle, Jimmy e Johnny erano intenti ad origliare e quando non sentirono più alcun rumore provenire dalla cucina si girarono e iniziarono ad intonare: “Irene e Maaark stanno sotto a un pinoo, si guardano negli occhi e si danno un bel bacino!!!!!” seguiti a ruota dagli altri.
La coppia uscì di corsa e Irene guardò le italiane e disse loro ridendo: “Ma andate a morì ammazzate!”.
Arianna la guardò incredula e sempre ridendo le rispose in italiano: “La considero un’offesa personale! Ma… un guanto! Mi serve un guanto!” e iniziò ad arrampicarsi su Zacky, sul divano, si sdraiò su Brian alla ricerca di un guanto per poter sfidare a duello Irene. Le sorelle si misero a ridere e gli altri rimasero a guardare la scena sbalorditi e divertiti allo stesso tempo.
“Non ti preoccupare, togliamo il disturbo” disse Mark.
“Già. Ah! Fede, Matt, siete una bella coppia” e prendendo a braccetto Mark, Irene s’incamminò verso l’uscita.
“Ragazzi! Ragazzi, non aspettatemi sveglio stanotte!” disse Mark ai musicisti facendo loro l’occhiolino mentre scendeva con la sua bella gli scalini del tour bus.

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Capitolo 11
*** Bastardo ***


Guess who’s back? Back again? Lena’s back! Tell a friend…
Eh già. Sono ancora qua! Sono passati ben due anni dove ho avuto un blocco enorme. Ce l’ho ancora, ma mi sento in dovere di finire questa mia storia. Avevo programmato una storia da 20 capitoli, ma alla fine ho deciso di condensare tutto. Al massimo verranno fuori altri 5 capitoli, ma solo per dare un degno finale alla storia. Non la faccio correggere da una beta, quindi la troverete con orrori ed errori. Probabilmente creerò un finale alternativo, molto più complesso, che è già pronto nella mia testa ma non è detto niente!
Buona lettura.
Lena G




Capitolo 11 - Bastardo!

Brian approfittò della confusione per avvicinarsi a Michelle. La vide sul divano con gli occhi gonfi mentre sorrideva mestamente ad Arianna che dopo aver gesticolato un po’ l’abbracciò. Si sentì piccolo ed escluso. Voleva essere lui a consolarla, aveva avuto pochi contatti fisici con lei e non ne aveva mai abbastanza. Non era come tutte le modelle che lo circondavano sui set. Non era come tutte le altre e basta. Era Michelle, la sua Michelle.
Si avvicinò alle due ragazze italiane e disse: “Michelle, perché piangi?”
Lei lo guardò stupita: “Perché piango mi chiedi? Perché? Brian, usciamo fuori e ne parliamo” Si avviò verso l’uscita. Brian guardò in modo interrogativo Arianna che gli rispose con un cenno del capo intimandogli di seguire l’amica. Brian seguì il consiglio.
Michelle era fuori, lo stava aspettando, guardava un punto indefinito davanti a sé e  sentì gli occhi pizzicarle di nuovo. Per lei significava tanto quello che stava per succedere tra lei e Brian ma aveva paura che per lui non valesse nulla, che per lui lei era solo una delle tante. Dovevano chiarire e lei doveva anche confessargli che nella sua vita c’era anche Riccardo.
“Mich?”
Michelle si girò e vide Brian affacciato dalla portiera che la guardava titubante.
“Vieni qui”
“Io volevo sapere perché te ne sei andata prima. Ho fatto così schifo? Oppure cosa… Chels, io non capisco. Per favore, aiutami a chiarire” scese gli scalini e si piazzò di fronte a lei.
Michelle lo guardò, chiuse gli occhi per un attimo e prese un gran respiro: “Non è che non mi sia piaciuto. Anzi… Però Brian, io domani parto per l’Italia, e chissà quando potremo rivederci! Poi non voglio sembrare la classica fan che vuole portarsi a letto la sua rockstar…”
“Ma noi non siamo più a quel livello. Siamo solo Brian e Mich, due persone che si vogliono bene, che hanno imparato a conoscersi e… ad amarsi…”
“Cosa?”
“Io penso di non volere essere solo tuo amico Mich. Ho questo pensiero da un po’. È da quando ti ho vista sul palco alla Julliard che ho capito che per me tu eri speciale”

14 luglio, Julliard Music Academy, ore 19.30
“Mich sei tesa?”
“Tesa? Dire che sono tesa ora è un eufemismo. Sono assolutamente terrorizzata! Insomma, sto per suonare alla Julliard! A New York! E non un pezzettino semplice, un’intera opera di Ciajkowskij e un pezzo di Brahms! Le “Variazioni Rococò per violoncello e orchestra” sono tanto fantastiche quanto difficili. E la sonata in Mi minore di Brahms con il piano? Se non metto la giusta enfasi è come leggere una poesia con lo stesso tono con cui leggi una lista della spesa!”
“Hey Mich. Tranquilla. So benissimo come ti senti, ma sono sicurissimo che andrai alla grande. Su dai, abbracciami e poi vai a spaccare tutto!” Brian la tirò a sé e l’abbracciò teneramente e con una mano percorse la schiena della ragazza. Sentendo le mani di lui vagare sul suo corpo, Michelle s’irrigidì e si staccarono imbarazzati. Poi lei gli sorrise tesa e se ne andò, pronta ad andare sul palco.
Brian fece appena in tempo a raggiungere il suo posto vicino gli altri quando lei iniziò a suonare. Rimase ipnotizzato nel guardarla. Seguì con lo sguardo i movimenti delle mani e si perse nelle espressioni del suo viso e quando vide lei socchiudere gli occhi e comunicare attraverso lo strumento, lui perse un battito e capì. Capì che senza quella ragazza dolce, simpatica, timida e ancora non consapevole di tutto il suo potenziale, non poteva stare. Era la sua Michelle, la sua piccola musicista e lui voleva averla tutta per sé.
A fine concerto tornò nel backstage dove la trovò euforica: “Hai visto? Avevo ragione! Sei stata splendida Mich!”
“Grazie! Sai, mi sono detta –Se quel cretino di Bri riesce ad affrontare un palco enorme tutte le sere, perché non dovrei farcela pure io?- e tadan!”
“Davvero spiritosa Chels. Davvero. Ah… per la cronaca. Le tue facce sono favolose. Mi chiedo se quando vai a letto con uno hai le stesse espressioni così goderecce…”
Michelle sgranò gli occhi, gli diede una piccola spinta e ridendo gli disse: “Ma che cretino!” arrivò gente e lei venne circondata. Brian rimase lì a fissarla adorante. Sembrava fatta per quella vita. Dopo pochi minuti e tantissimi sconosciuti, Michelle alzò lo sguardo e si accorse che Brian era ancora lì ad aspettarla e la guardava sorridendo dolcemente. Lei ricambiò e si liberò degli ultimi signori che erano venuti a complimentarsi con lei. Lo raggiunse e disse: “Chissà…”
Brian sembrò non capire: “Cosa scusa?”
“Intendo: Chissà se quando faccio sesso le mie espressioni sono le stesse di quando suono. Ti va di controllare?” e gli fece l’occhiolino.
Il chitarrista si sentì girare il capo. Quella era una proposta decisamente indecente e l’occhiolino malizioso era un attentato alla salute mentale del bel moro che si vedeva già la sua amica italiana in lingerie muovendosi in modo sensuale. Deglutì a vuoto e quando si rese conto di star guardando in maniera allarmata la sua amica, tossì e cercò di darsi un contegno.
Michelle si era resa conto benissimo della reazione del ragazzo e ridacchiando gli disse: “Tranquillo”
“C-Cosa?”
“Non saprai mai come sono le mie facce orgasmiche”
Ma oramai Brian era già partito per la tangente e le disse: “Mai dire mai baby”
Questa volta fu il turno di Michelle che rimase boccheggiante per qualche secondo e in tutta risposta riuscì a dire solo: “Ma quanto sei scemo!” e insieme scoppiarono a ridere più per il nervosismo che per lo scambio di battute.


“D-Dal concerto della Julliard?”
“Sì, da quel momento. È successo tutto all’improvviso oppure no, è nato piano piano e me ne sono reso conto solo ora”
“Brian, devo confessarti una cosa. Tu mi piaci e tanto. Ma non so se è attrazione fisica o altro. Nella mia mente fino a pochi mesi fa c’era un altro ragazzo, Riccardo”
Il chitarrista sentì il suo stomaco contrarsi: “Eri fidanzata e non me l’hai mai detto?”
“No no! Non ero fidanzata. Non lo sono mai stata in vita mia e non sono mai stata con nessun ragazzo. Avevo una cotta per Riccardo, forse ce l’ho ancora. Per me questo ragazzo fa parte della mia vita, della mia realtà. Io ho sempre pensato a te come oggetto dei miei sogni. Quante ragazze sognano di vivere un’avventura come questa? Anche solo fermarsi al nostro scambio di e-mail. Brian, tu mi piaci tantissimo, ma ho paura di svegliarmi un giorno e scoprire che tutto questo non sia mai esistito”
“Non sarà mai così Mich. Io e te siamo reali e ciò che ci lega lo è ancora di più…”
“Sì ma… scusami Brian. Sono confusa. Non so chi scegliere tra te e lui. Perdonami…” e ritornò nel tour bus ancora in lacrime.
Brian rimase fuori. Voleva Michelle, capiva la sua situazione ma non era assolutamente disposto a dividerla con nessun Riccardo o Ugo o Luca o Pinco Panco. In quel momento sentì di fianco a lui una cellulare vibrare. Era quello di Michelle. Lo prese, vide che il numero era sconosciuto e rispose:
“Hello?”
“Pronto, Michelle?”
“Ehm… Penso proprio di no.”
“Oh mi scusi allora ho sba… No aspetti un attimo. Il numero è giusto. Lei chi è?”
“Brian. E tu chi sei?””
“Riccardo. C’è Michelle?”
Brian sussultò. Si rese subito conto che quella era la sua unica occasione per averla tutta per sé: “No mi spiace. È sotto la doccia”
Riccardo perse un battito. Cosa ci faceva un uomo a casa di Michelle mentre lei era sotto la doccia?
“E dimmi un po’ Brian. Siete soli in casa?”
Il chitarrista sorrise malignamente: “Certamente!”
“E che tipo di rapporto hai con Michelle?”
“Io e Mich siamo amici”
“Amici?”
“Intimi”
Riccardo non volle sentire altro e chiuse la chiamata senza dire nulla. Si sentiva stupido. Non si era mai fatto avanti con Michelle e ora lei era in America e, giustamente, aveva iniziato a frequentare un altro.
“Hey Richie, vieni a vedere questo video!”
“Non sono dell’umore giusto…”
“Eddai! Solo un minuto!”
“No Manuel”
“Se mi chiami con il mio nome intero devi essere davvero giù. Però dai! È un bel video! Magari ti solleva il morale”
“E va bene! Tu però mi devi spiegare come fai ad averla sempre vinta su tutto con tutti” e accorse al pc del fratello che come al solito stava guardando un video comico degli Avenged Sevenfold.
“E cosa ci sarebbe di così tanto speciale?”
“Senti cosa dice Brian!”
In quel momento il chitarrista disse: “By the way, red and gray it’s not the fuckin’ new black. It’s pink! Like I told him!”
Riccardo rimase immobile, con gli occhi sgranati. Quella voce era la stessa che aveva sentito poco fa al telefono! Tutto coincideva: Michelle era in America. Lui era americano. Si erano già incontrati una volta e anche usciti insieme e lui aveva tentato a strapparle un bacio da quanto diceva lei. L’unico della band di nome Brian era lui. Quindi Michelle si vedeva con quello. Un ubriacone che parlava di rosa, nero, grigio e rosso.
Riprese il telefono, digitò di nuovo il numero di Michelle e attese invano. Il suo cellulare era già spento. Con poca grazia lanciò il cellulare contro il letto e, in preda alla frustrazione, scrisse a quella ragazza che gli aveva preso il cuore e pugnalato senza pietà.
Michelle aveva appena smesso di piangere e aveva deciso con Federica e Arianna di tornare a casa. Poco prima di andare via Brian la raggiunse e le diede il suo cellulare: “Te lo sei dimenticata”
La ragazza tirò su con il naso: “Grazie” e porse la mano per prenderlo e sfiorò involontariamente la mano di Brian che ne approfittò per tirarla a sé, prenderle il viso tra le mani e le sussurrò dolcemente: “Piccola e dolce Mich. Allora ci dobbiamo salutare. Purtroppo non potremo essere in aeroporto a salutarvi come si deve perché anche noi dobbiamo prepararci per tornare in California. Sono stati tre mesi fantastici. Grazie per avermi risposto a quella mail e per essere diventata mia… amica. Qualsiasi cosa succeda voglio tu sappia che io per te ci sarò sempre e ti aspetterò fin quanto vorrai. Sei l’unica che voglio. Ho conosciuto tante modelle una più bella dell’altra, ma tu sei un fiorellino piccolo e delicato che solo un occhio attento può notare. E una volta colto, amato e conservato, questo fiorellino diventa il più bello di tutti. C’è un solo ma: tu non puoi coglierlo, è lui che sceglie il fortunato che potrà godere della sua bellezza e del suo profumo. E io sono qui, e aspetto tu prenda una decisione. Un’ultima cosa e poi ti lascio andare: Sei proprio sicura di non potermi regalare un bacio solo?”
Michelle non rispose e sporse il suo viso fino a far sfiorare le sue labbra con quelle di Brian. Si ritirò subito e disse: “Ciao Brian. Ci sentiamo via mail allora” e si avviò con le sue amiche senza più guardarsi indietro. Brian rimase costernato: Michelle l’aveva baciato. Insomma, non era un bacio vero e proprio, lei aveva sfiorato le sue labbra per un secondo e lui aveva sentito una scarica elettrica percorrere il suo corpo. Passando la lingua tra le labbra, cercò di catturare tutto quello che poteva essere rimasto di lei per tenerlo per sempre dentro di sé. Tornò nel tour bus in silenzio e si coricò sulla sua branda. Per tutta la notte non riuscì a prendere sonno perché la sua mente saettava tra la brutta azione contro Riccardo e l’addio struggente con Michelle.

Durante il tragitto verso Michelle pensò alle parole di Brian e si portò la mano alle labbra perché la sua bocca non voleva dimenticare il contatto che c’era stato. Arianna e Federica le sorrisero sinceramente senza dire una parola.
Arrivarono a casa e sebbene il computer fosse acceso, Michelle andò a letto dove trovò subito Morfeo ad accoglierla tra le sue braccia.
Il giorno dopo fu una vera tortura per le ragazze fare i bagagli. Arianna aiutò sia Michelle che Federica e andarono tutte e tre in aeroporto.
Arianna diede loro i biglietti e disse: “Ragazze, salutatemi tutti ok?”
Le due sorelle si guardarono interrogative e chiesero in coro: “Che?”
“Io rimango qui. Con Zacky. Lui non lo sa ancora, ma ho deciso di seguirlo per il tour. In Italia non ho più niente oramai e io sono convinta che il mio posto sia qui con la band e l’uomo che ho sempre amato. Vi verrò a trovare appena possibile, ve lo prometto!”
“Oddio Ari, mi dispiace tantissimo per me, ma se questo è quello che credi giusto per te allora io sono dalla tua parte. Sei la mia migliore amica. Voglio il meglio per te” e le due migliori amiche si abbracciarono. Federica si asciugò una lacrimuccia e poi con il suo solito sorriso smagliante le disse: “Tienimi d’occhio Matt ok?”
“Tranquilla, lo faccio rigare dritto!” e risero.
In quel momento annunciarono l’imbarco e si dovettero dividere. Michelle e Federica sorrisero malinconiche mentre l’aereo decollava e le portava a casa.
Arianna quando vide l’aereo decollare e prendere quota corse fino al tour bus dove i ragazzi stavano aspettando che tutto fosse pronto per partire.

I cinque ragazzoni erano tristi. Oramai volevano bene e si erano affezionati a quelle tre strane ragazze. Brian era ancora confuso dalla sera precedente, Matt era imbarazzato e non sapeva come reagire alla partenza di Federica, Johnny ogni tanto sospirava fissandosi i piedi mentre ripercorreva i momenti più buffi di quella pazza estate, Jimmy invece si dava da fare ad aiutare gli uomini della crew sperando di non cadere in ridicoli sentimentalismi e Zacky era semplicemente distrutto. Era fidanzato da un solo giorno con Arianna e non aveva avuto modo di salutarla in aeroporto in modo appropriato. E ora non sapeva nemmeno se l’avrebbe rivista.
Mentre continuava mentalmente a maledirsi e a darsi dello stupido, una ragazza rossa stava correndo sbracciandosi. Gli altri tre che non stavano facendo niente si girarono e la guardarono increduli. Arianna fece loro segno di non parlare e di fare silenzio e piano piano si avvicinò al suo fidanzato.
Aspettò che lui tirasse un altro sospiro e decise di abbracciarlo da dietro. Zacky saltò quasi in aria urlando: “Jimmy! Cosa cazzo stai facendo? Non devi farmi prendere dei colpi simili!” alzò lo sguardo e vide il ragazzo interpellato guardarlo in modo perplesso: “Non capisco di cosa tu stia parlando Zack”
In preda al panico e verde di rabbia il chitarrista dagli occhi verdi si voltò e quando vide chi l’aveva stretto così tanto a sé sgranò gli occhi sorpreso, allargò la bocca in un sorriso enorme e urlò: “Ari!” la prese in braccio e insieme girarono su loro stessi, poi la fece atterrare e la baciò come non aveva mai baciato nessun’altra.
“Pensavo foste già partite”
“Infatti Ari!” intervenne Brian: “Le altre dove sono?”
Arianna guardò tutti e disse: “Le altre sono partite da un’ora e mezza oramai” questa frase gettò Brian nello sconforto.
Zacky però le chiese entusiasta: “E tu allora? Non vai con loro?”
“Veramente io ho deciso di restare. Per te”
Il suo ragazzo la guardò intensamente senza dire una parola. Arianna ebbe paura di una sua reazione negativa e sentì un’enorme stretta al cuore, gli occhi le pizzicavano.
“Non potevi dirmi cosa più bella” e la baciò di nuovo. Questa volta la ragazza essendo leggermente costernata di fronte alla sua reazione tanto sperata ma non aspettata non rispose subito ma non si fece pregare per molto.
Mentre i due fidanzati continuavano a scambiarsi effusioni, i tre caballeros entrarono nel tour in silenzio seguiti poi da Jimmy e Mark.
“Federica! Federica!”
“Cosa c’è?”
“Malpensa…”
Le due sorelle si guardarono e sorrisero debolmente. Il loro sogno americano era finito. Michelle provò un po’ di invidia per la sorella: Federica era riuscita a buttare tutto alle spalle e inseguire il suo sogno e c’era riuscita, ora stava insieme a Matt e non badava al futuro. E invece lei si era dovuta fare tante, troppe elucubrazioni mentali e alla fine non era riuscita a cavare un ragno dal buco.
Ripresero i bagagli e salutarono i loro genitori. Quelli di Arianna non si erano presentati perché sapevano già i piani della figlia.
Arrivarono a casa dopo tre lunghe ore di viaggio per il traffico e Michelle aveva utilizzato tutto il tempo per pensare e dormire. Entrò in camera sua e vide che tutto era esattamente come l’aveva lasciato: lo stereo con i trucchi sopra, i due letti a castello, le due scrivanie, il gatto che dormiva nella stampante e il suo computer.
Si sedette in modo fulmineo sulla sedia e lo accese. Nemmeno lì era cambiato, le parve che quei tre mesi in America non fossero mai esistiti.
Aprì la sua casella di posta e iniziò a scrivere un’e-mail ad Arianna:
“Hey you!
Siamo a casa sane e salve! Qui si sente la tua mancanza stordita!
Come stanno gli altri? Peccato non essere con voi… Quasi quasi prenoto un altro volo e ritorno! xD
Va beh, non ti scrivo molto perché so per certo che sarai tu quella che in risposta scriverà un papiro! Ahah
Ciao bella!
Mich e Fede”
Inviò l’e-mail e appena tornò sulla cartella “Posta in arrivo” vide una lettera da parte di Riccardo titolata: “Addio”. L’aprì e lesse:
“Ciao Michelle,
mi spiace scriverti una e-mail con questo tono ma al momento mi sento impotente, frustrato, illuso e con il cuore a pezzi. La ragione per cui sto così è una ragazza. Quella ragazza sei tu.
Michelle, tu mi piacevi e mi piaci ancora, e sapevo che nutrivi qualche interesse per me. Ero troppo codardo per farmi avanti e speravo solo di poter avere tempo.
Quando sei partita ho avvertito i primi segnali: dovevo farmi avanti. Sarebbe stata la mia ultima occasione per dimostrarti quanto valevi e vali per me. Eppure sono uscito sconfitto.
So cosa c’è tra te e Synyster Gates… o dovrei chiamarlo Brian? Abbiamo parlato insieme e ho capito che ti avevo oramai persa e tu ne hai tutto il diritto.
Ho voluto scriverti lo stesso perché volevo farti sapere i miei sentimenti verso di te.
Spero di aver frainteso e di poter avere un’ultima chance con te… in futuro. Ora mi faccio da parte.
Ti auguro il meglio Chelle.
Con affetto
Riccardo”

Michelle mentre leggeva la lettera assunse un’aria indignata. Assottigliò gli occhi come fessure, la bocca creò una smorfia e soffiando disse: “Bastardo”
Con furia prese il suo cellulare e chiamò Brian.
“Hello?”
“Ciao brutto figlio di…”
“Hey Mich che…?”
“Non osare chiamarmi con un nomignolo! Dopo quello che mi hai fatto! Ti ho confessato di avere una cotta per Riccardo e tu, sporco egoista, hai fatto in modo per allontanarlo da me e avere strada libera! Mi fai schifo! Ci tenevi davvero a conquistarmi?”
“Sì Michelle”
“Non pronunciare il mio nome”
“Sì. Ci tengo davvero”
“E allora fin quando non imparerai ad affrontare i rivali d’amore da uomo, io per te non sono nessuno. Chiaro?” e gli attaccò il telefono in faccia prima di iniziare a piangere per la rabbia.
Brian rimase interdetto davanti ai suoi amici che avevano sentito tutto. Arianna lo guardò con disprezzo: “Io pensavo fossi migliore. Ero contenta per Michelle. Sei davvero solo un bastardo” e se ne andò indignata seguita da Zacky e da gli altri.

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Capitolo 12
*** Unholy Confessions ***


Eccomi qui di nuovo! Mi sono fatta viva! Scusate per questo mini capitolo ma è di transizione e insieme ad un altro mini capitolo che arriverà in seguito, servirà a capire i capitoli finali di questa fan fiction! Sinceramente un po’ di dispiace, ma ho già pronto il sequel di questa storia nella mia testa, quindi non temete cari lettori affezionati, questi protagonisti torneranno presto!
Buona lettura!
Lena G




Capitolo 12 - Unholy Confessions

Brian era inquieto, il suo cane era inquieto, McKenna era inquieta, Brent era inquieto, i suoi genitori erano inquieti. L’aria che si respirava in casa Haner non era delle migliori e tutto a causa del litigio che aveva tenuto sveglia la cittadina di Huntington Beach nel cuore della notte.
 
“Chiamala e parlatene, poi chiami lui e ti scusi. E stavolta non voglio nessuna lamentela da parte tua”
“Non ci penso neanche Ari. Io non devo niente a nessuno, soprattutto a lui! E poi non ho intenzione di lasciargli la strada spianata per Michelle! Io tengo davvero a lei, anche se è una testa di cazzo…”

“Stai tranquillo che lei ricambia pienamente” gli rispose  prontamente la ragazza con i capelli rossi.
“In particolar modo che sei una testa di cazzo” aggiunse sua sorella McKenna che era al corrente di tutta la faccenda.
“Stai zitta tu che non capisci ancora niente di queste cose!” le disse il diretto interessato mentre la ragazza rideva.

“Brian” disse suo padre: “tralasciando che mi fa ancora strano fare la ramanzina ad uno che si chiama esattamente come me…”
“Dato che tu alla sua età facevi le stesse identiche cose” lo interruppe sua moglie.
“Sì, ma con più stile ovviamente” poi si ricompose: “Io penso che tu sia davvero un cretino”
“Grazie papà, lo sapevo già di mio”

“Oh, ma io non ne andrei così fiero lo sai?”
“Di sicuro la gente lo è”
“Non ne sarei così sicuro”
“Guarda che tutto il mondo mi conosce”
“Appunto”
“Ti credi tanto furbo dato che sei più vecchio, ma io sono una star che gira per il mondo, tu sei famoso solo per essere mio padre”
“Brian! Non osare parlare a me con quel tono! Sei solo un bambino immaturo pieno d’inchiostro che ti ha dato alla testa. Dici tanto che tu tieni a quella ragazza ma fai solo casini su casini e l‘hai allontanata forse definitivamente da te. È questo quello che volevi? Penso proprio di no”
“Certo che non lo volevo! È lei che non ha voluto comprendere il mio gesto! Lo avresti fatto anche tu, anzi, lo hai già fatto e infatti tu e mamma non state più insieme!”
“Brian, sei fuori pista. Se io e tua madre abbiamo divorziato, di sicuro non è a causa di una telefonata. Ti capisco, sei un uomo e vuoi che quella ragazza sia tua perché ci tieni. Hai fatto un casino che però si può recuperare”
“Non le chiederò mai scusa! Io mi sono esposto per lei e lei cosa fa? Niente! Prima non da peso a quello che c’è stato tra noi davanti al mio migliore amico, poi mi ha nascosto per tutto questo tempo che era cotta di un suo compagno di classe. Come uomo mi sono sentito sminuito! Tu non sai cosa ho provato ogni volta che mi ha rifiutato!”
“Scusami Bri se t’interrompo” disse Zacky che era stato tutto il tempo in silenzio.

“Cosa c’è?”
“Hai mai visto i suoi tatuaggi? Quelli che si è fatta insieme a noi a Kat”

“No, cosa c’è di così tanto importante”
Tutti rimasero in silenzio. Anche la sua famiglia, nelle foto sui giornali di gossip avevano ritratto le ragazze con i musicisti e molte volte si erano incentrati sul tatuaggio della ragazza. Brian non guardava mai quelle riviste, ma nessuno poteva credere che non avesse visto di sfuggita quelle gigantografie che occupavano le edicole.

“Sulla spalla destra ha tatuato un Deathbat”
“Molti dei nostri fan ce l’hanno”
“Zacky, sei stato troppo vago e lui è troppo stupido per intuire queste cose” disse Arianna: “Bri, lei ha tatuato il TUO Deathbat”


Da quel momento Brian non riuscì più a dire una parola o a reagire a qualsiasi stimolo. Rimase seduto a fissare nel vuoto per ore. La sua famiglia decise di lasciarlo stare immerso nei suoi pensieri che non esistevano. L’unica cosa che aveva in mente era il volto di Michelle. All’improvviso spalancò gli occhi e si alzò, prese la macchina e guidò a tutta velocità fino a casa sua, accese il computer e iniziò a scrivere. Poco dopo si rese conto che non erano le parole adatte e riscrisse tutto dall’inizio.
Dopo tre ore di scrittura intensa decise di lasciar perdere e andò a dormire.
La mattina dopo si svegliò di soprassalto e s’illuminò: aveva trovato il modo per farsi perdonare! Si mise di nuovo davanti al computer ancora in pigiama e questa volta però non scrisse niente: mandò solo un allegato. Soddisfatto di sé andò a fare una colazione abbondante quando il suo cellulare squillò: era Zacky.
“Pronto?”
“Brian! Devi venire subito in ospedale!”
“Cos’è successo?”
“Jimmy”
E il mondo gli cadde addosso per la seconda volta.
 
Michelle era molto presa dall’Università, aveva scelto Ingegneria Meccanica e passava molto tempo a studiare e creare progetti al computer. Conosceva solo uno studente: Riccardo. Sì, il ragazzo aveva scelto lo stesso corso di laurea di Michelle ma i due non si rivolgevano la parola e man mano che i giorni passavano, più Michelle si arrabbiava e tentava di avvicinarsi a Riccardo, anche solo per ricreare quella sorta di rapporto che con fatica avevano costruito ma senza successo, il ragazzo sapeva bene come seminarla e soprattutto come ignorarla.
Quel giorno per lei fu piuttosto strano, era in ritardo con un progetto e quindi aveva deciso di non andare a lezione ma di continuare a lavorarci quando un “Bip” a lei familiare fino a pochi mesi prima non le fece sollevare gli occhi dal suo dovere.
Controllò la sua casella di posta: con suo enorme disappunto scoprì che l’email era di Brian. All’inizio rimase ferma, indecisa se aprirla o meno, poi però la aprì e non vide niente se non un allegato. Controllò con l’anti-virus se non fosse dello spam pericoloso, ma i risultati furono negativi, quindi, sebbene con riluttanza, lo aprì e rimase sorpresa.
 
“Ciao Mich, non ti aspettavi un video da me, vero? Beh, eccomi qui. Io non so come iniziare, lo sai che a parole me la cavo malissimo, quindi proverò a cantare una canzone. È una canzone vecchia, ma esprime esattamente quello che provo in questo momento.
 
"I wish I could be the one,
the one who won't care at all.
But being the one on the stand,
I know the way to go, no one's guiding me.
When time soaked with blood turns its back,
I know it's hard to fall.
Confided in me was your heart.
I know it's hurting you, but it's killing me."

 

Non so cosa mi stia accadendo, non ho mai provato emozioni così contrastanti tra loro, quindi non so gestirle. L’unica cosa che so è che ti voglio con me, ti voglio, ti voglio con tutto il mio essere e il mio corpo. Voglio essere l’unico, non voglio dividerti con nessun altro. Mi dispiace di aver rovinato la tua amicizia con quel ragazzo italiano, ma sai, qualcuno ha detto che ‘Il fine giustifica i mezzi’ e quindi… Beh, hai capito, no? Hai capito che sono un deficiente, uno stronzo, un cretino. Ho sbagliato. Ho sbagliato tutto. Tutta la mia vita è sbagliata.
Per uno stupido errore ti ho ferito, ma fidati, se ti fa male, a me sta uccidendo.

Non ti chiedo niente, né di rispondermi, né di perdonarmi. Voglio solo che tu sappia quanto significhi per me, tutto qui.
Ora devo andare e ricordati che se vorrai, il tuo Mr. B sarà qui ad aspettarti”
 
Michelle rimase pietrificata a guardare il viso di Brian struccato, con i capelli in disordine e con gli occhi tristi mentre teneva in braccio una chitarra classica. Il suo cuore batteva forte ma sapeva che non era ancora pronta a perdonarlo, dopotutto le aveva sconvolto troppe volte la vita e in modo negativo. I mesi di New York valevano ben poco rispetto al suo ultimo gesto meschino, vile, egoista e… così dannatamente romantico.
Non gli rispose e chiuse il pc. Voleva rimanere da sola a ricordare quanto era dolce e perfetto il suo vecchio Mr. B, quello che non sarebbe più tornato nella sua vita, ma non le fu possibile: un uragano biondo entrò in camera sua e le disse: “Cattive notizie!”
Michelle scattò in piedi: “Cos’è successo?”
Federica la guardò: “Jimmy è in ospedale!”
“Oddio! Cos’ha?”
“Ha avuto un incidente stradale”
“Ed è grave?”
“Purtroppo è in coma”
E il mondo di Michelle le cadde addosso per la seconda volta.

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Capitolo 13
*** Second Heartbeat ***


Eccomi qui di nuovo! Allora dedico questo capitolo a Letizia (l'admin -Syn- nella pagina Green Sevenfold su Facebook. Mettete assolutamente MI PIACE UN CASINO altrimenti vi cerco tutti...), Anita, Camilla e Manuel.
Ho cambiato idea, il prossimo non sarà l'ultimo capitolo, ma ne scriverò ancora qualcuno!
Buona lettura!
Lena G




Capitolo 13 - Second Hearbeat

Jimmy era in volo. Sorvolava il mondo e la brezza intorno a lui gli dava sollievo da quel bruciore all’altezza della gola che lo attanagliava da giorni. Piano piano iniziò a perdere quota. Stava precipitando sempre più veloce, non sapeva come rallentare la caduta. Chiuse gli occhi pronto all’impatto… Nulla.
Perplesso li dischiuse e ciò che vide fu una camera di ospedale spoglia. I suoi amici erano tutti lì, mancava lui.
Guardavano un punto in basso alle sue spalle, sul letto doveva esserci per forza qualcuno che conosceva. Non voleva voltarsi, vedere le persone a lui care soffrire lo riduceva a pezzi. Si girò verso Brian che era alla sua destra: “Hey! Chi sta male? Perché nessuno di voi teste di cazzo mi ha avvisato?” ma gli parve che il chitarrista non lo stesse ascoltando: “Bri Bri! Cicciobello? Ma mi senti brutta testa di minchia?!” gli scosse la mano davanti agli occhi. Niente.
Vide Leana sulla porta e le sorrise. Quando lei non gli rispose, decise di avvicinarsi e vide i suoi grandi occhi pieni di lacrime.
“Leana…”
“Jimmy”
“Leana mi senti?”
“… perché te ne sei andato?”
“Leana! Io sono qui, sono sempre vicino a te!”
“James, perché non ti svegli?”
Il batterista rimase spiazzato da quella frase. Con gli occhi sbarrati si girò verso quel letto d’ospedale e vide se stesso.
Si avvicinò al suo corpo e provò a toccarsi la mano, riusciva a sentire perfettamente ogni sensazione ma non era visibile ai suoi amici. Sentì una sensazione di tristezza e dolore impadronirsi di lui e urlò forte. Vide che la finestra si aprì di colpo ed un vento forte colpì i suoi amici che subito corsero a chiudere la finestra e il silenzio ritornò sovrano in quella camera.
Matt iniziò a parlare: “Ho avvisato Federica…”
Tutti annuirono incapaci di rispondere.
Brian si alzò e se ne andò via con uno sguardo cupo. Aver litigato con Michelle lo aveva trasformato: era diventato burbero, irascibile, cupo, taciturno.
Jimmy guardò i suoi amici e si rese conto in quel momento più che mai, che i suoi amici erano fragili e che avevano bisogno di lui, tanto quanto lui aveva bisogno di loro. Prese un gran respiro e si gettò sul suo corpo per cercare di riprenderne possesso, sentì solo un grande dolore al petto e un segnale sonoro rimbombò nella stanza. I dottori lo circondarono e sentì loro dire mentre piano piano la sua visuale diventava sempre più sfumata e nera: “Sta peggiorando, portatelo in isolamento e non lasciatelo da solo fino a quando non tornerà il primario dall’Italia”
-Italia. Chissà come staranno le ragazze…- e tutto fu buio.

5 mesi dopo - Università Statale, Facoltà di Ingegneria – h 11.30

Michelle stava avviandosi al bar durante la pausa delle lezioni. Mentre saliva le scale incontrò Riccardo che stava scendendo e che puntualmente la stava ignorando. Spazientita per tutti quei mesi di insensato silenzio e occhiate disgustate si intromise sul cammino del ragazzo appoggiando le sue mani sui fianchi: “Penso tu mi debba qualche spiegazione”
“Non penso proprio. Ora se mi permetti…”
“Non ti permetto proprio un fico secco. Tu ora mi stai a sentire brutto arrogante pompato con i paraocchi. Ti sembra giusto avermi rivolto la parola per la prima volta proprio quando ero a kilometri di distanza da te, per poi rinchiuderti in un silenzio degli imbecilli di prim’ordine senza neppure chiedermi qualcosa?”
“Mi sembra di aver già capito tutto. Tu ti sei fatta scopare per bene da quel cretino che ti ha fatto due moine in croce”
“Sì certo e io ovviamente l’ho data al primo che è passato solo perché si è mostrato un po’ più interessato a me! Infatti sono sempre stata famosa per essere una puttanella da quattro soldi con gli ormoni da adolescente morta di cazzo. Logico. Ma tu hai almeno idea con chi e di chi stai parlando?”
“Con Michelle Chiari. Groupie di due notti di Synyster Gates…”
Un sonoro schiaffo interruppe la gratificante descrizione di Michelle.
“Se è quello che pensi davvero di me, allora meglio perderti che provare a ritrovarti anche di sfuggita. Sei una persona cieca, arrogante, egoista e mi dispiace. Mi spiace di aver perso così tanto tempo a pensarti, a sospirare, ad arrossire ogni volta che i nostri sguardi s’incrociavano. Io con Brian non ho mai fatto niente e te l’ho anche detto. Sognavo di star con te, ti stavo aspettando. Quando hai iniziato ad avvicinarmi a me durante il mio soggiorno a New York mi sentivo al settimo cielo, come se stessi vivendo un bellissimo sogno sotto ogni aspetto. Ma mi sono resa conto solo ora con che razza di persona ho avuto a che fare. E pensare che per colpa tua ho anche litigato con Brian! Sai, dovevo davvero andare a letto con lui, almeno non mi avrebbe mai fatto sentire così come mi stai facendo sentire tu. Ora, con permesso devo recuperare un rapporto con una persona che mi merita molto di più…” e proseguì per la sua strada, lasciando il ragazzo di stucco. Riccardo si girò: “Michelle! Ascolta, io…!” ma la ragazza non si fermò e continuò a camminare, ignorandolo.

Posto ignoto – h 17.45

“Mai più! Mai più! Devo ricordarmi di non dormire più così poco! Che mal di testa!” Jimmy tentò di aprire gli occhi e vide che era in un altro posto. Perplesso si guardò in giro e vide una camera piena di abiti sparsi in ogni angolo, due scrivanie molto diverse tra loro e due letti. Si passò una mano tra i capelli e sospirò: “E ora dove diavolo sono?”
Si sedette su una scrivania, provò ad accendere il computer ma la mano passò attraverso il monitor: “Già, sono mezzo morto. Ma non ci posso credere! Non posso proprio far niente! Oltre al danno, la beffa!”
In quel momento entrò Michelle che si fermò dalla porta con gli occhi sgranati.
“Oh Michelle! Allora questa è casa sua! Ecco dove mi trovo!”
“E TU COSA CI FAI QUA?”
“Sono seduto sulla tua sedia dopo essermi svegl… Mi vedi?”
“Ma certo che ti vedo! E questo non va bene! Tu dovresti essere in coma! Non a casa mia!”
“Infatti sono in coma. Non posso accendere il computer, ci passo attraverso”
“Oddio mi sento male…”
“No no Michelle non svenire che non posso afferrarti. Ti faresti molto male…”
“Ok, va bene. No, non va bene niente. Ora quando arriva Federica mettiamo luce sull’intera faccenda… Ma perché sei qui?”
“Me lo sto chiedendo anche io. Piuttosto, che giorno è?”
“Il 15 marzo”
“Cosa?! Ne sei sicura? Sono in coma da così tanto tempo?”
“Certo! Ho iniziato le lezioni del secondo semestre ieri… Se mi permetti io però mi metterei seduta”
“Oh assolutamente! Guarda, vieni qui che ti faccio vedere una cosa figa!”
Michelle si avvicinò curiosa: “Ah sì? E cos’è?”
“Siediti su di me”
“Cosa? Ma ti faccio male!”
“Ma figurati! E poi magari mi passi attraverso! Che spasso!”
“No dai, non ti calpesterei mai così! E poi chi te lo dice che ti passerò attraverso?”
“Non lo so, non sono mai stato in coma. Lo sto provando adesso. Dai, che ti costa? Solo cinque secondi, se poi constatiamo che è una follia non lo faremo più, ok?”
Michelle rispose riluttante: “Ok…” e si sedette su Jimmy, senza attraversarlo.
“Però… sei comodo!”
“E tu pesi come una balena”
“Davvero?! Scusa!” e la ragazza si alzò subito in piedi.
“Ma no scema! Non sento alcun peso, solo un leggero solletico alle gambe. Vieni qui e accendi il computer che voglio aggiornarmi su miei compari”
Dopo poco tempo entrò in camera anche Federica: “Ciao Mich… E come fai a stare seduta in quel modo?”
Michelle si guardò intorno per un attimo: “In che modo?”
“Sollevata dalla sedia. Hai iniziato un nuovo corso di yoga a me sconosciuto? Devo impararlo anche io!”
“Ma no! Qui c’è Jimmy!” e si mise a ridere.
Federica la guardò allarmata: “Michelle, hai bisogno di dormire, vieni a letto dai”
Michelle guardò Jimmy che la stava guardando perplesso: “Allora Jim, mi vieni a trovare in sogno? Ne sei capace? Ti devo raccontare tante cose.”
“Non lo so. Potrei provarci. Anche io devo dirtene qualcuna. Ci vediamo dopo piccola”
Michelle si alzò un po’ sorridente e un po’ scossa dalla giornata e s’infilò sotto le coperte.

“Mich? Mich!”
“Ehy Jim! Ce l’hai fatta alla fine! Ti stavo aspettando”
“Lo so. Forse è per questo che sono riuscito a raggiungerti. Devo dirti una cosa… I ragazzi sono molto tristi senza di te. Anche Brian, soprattutto lui, sente la tua mancanza.”
“Lo immagino Jim, lo immagino. Manca anche a me e mi spiace averlo trattato in quel modo. Ho capito, specialmente oggi, che dovevo buttarmi con lui perché non sarei mai riuscita a rivivere un’esperienza simile con nessun’altro un’altra volta”
“Hai il cuore occupato”
“Avevo”
“Come scusa? Non è andata bene con quel ragazzo?”
“Non è andata proprio. Da quando Brian ha tentato di marcarmi come sua al telefono, Riccardo ha smesso di parlarmi, di guardarmi e oggi mi ha dato della puttana senza alcun motivo, senza alcuna spiegazione. Vorrei tentare di recuperare con Brian, ma non vorrei fosse troppo tardi. Non so come sta, dove si trova, cosa sta combinando, se mi ha dimenticato…”
“Scema! Ti do un pugno in testa ora! Figurati se ti ha dimenticato! Non fa altro che pensare a te quel cretino!”
“E come fai a saperlo, sei in coma”
“Però ho visto qualche tempo fa che solo pronunciando il tuo nome, si perdeva nei suoi pensieri”
“Mi starà odiando”
“Non lo saprai fino a quando non lo chiamerai”


Michelle si svegliò di soprassalto.
Non lo saprai fino a quando non lo chiamerai. Doveva farlo. Doveva chiamarlo e ingoiare tutti i rospi presenti sul pianeta.
Prese la cornetta, incurante di sapere che ore fossero in America e digitò quel numero che sperava di dimenticare una volta cancellato dalla sua rubrica.
“Hello?”
“Ciao Bri”
“Chels?”
E i loro cuori persero due battiti.

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Capitolo 14
*** Obsession ***


Lo so, è passato tanto tempo dal mio ultimo aggiornamento... ma io ci tenevo tanto a questo capitolo! Infatti è lunghissimo!
Allora questo capitolo lo dedico a tante persone, soprattutto a _Stellina che si è offerta di leggerlo e di correggerlo :D Andate tutti a leggere la sua storia perchè è bellissima e soprattutto perchè la revisiono io!!!!
In questo capitolo c'è una scena di sesso piuttosto dettagliata (io sono una capra in questo tipo di descrizioni, abbiate pietà) e quindi ho alzato il rating a rosso. Mi spiace per voi che leggete la mia storia dall'esterno e per voi minorenni, ma mi serviva!
Detto questo, buona lettura!
Ogni volta che un lettore non lascia una recensione, un coniglietto bianco piange. Fermiamo questo abominio! Recensite! Fatelo per i coniglietti :D
Lena G




Capitolo 14 - Obsession

“Ciao Brian”
“Ciao Michelle”
“Ciao”
“Ciao. Dimmi pure”
“Già… Come stai?”
“Di merda grazie. Hai saputo di Jimmy…”
“Sì, mia sorella mi ha avvisato. Mi dispiace davvero”
“Noi però abbiamo deciso di iniziare il tour lo stesso”
Michelle alzò gli occhi e vide Jimmy che la stava guardando raggiante: -Sono contento i ragazzi abbiano deciso di suonare in giro lo stesso. Speriamo riescano a trovare qualcuno di decente con cui suonare. Chiedigli chi hanno deciso di chiamare-
“Chi avete deciso di chiamare per sostituire Jimmy in questo periodo?”
“Abbiamo contattato immediatamente Mike Portnoy che ha accettato”
-Ma cazzo! Dovevo per forza ridurmi in coma adesso? Cioè Portnoy suonerà con noi!-
“Ma sei cretino? Suonerà con i ragazzi proprio perché sei in coma”
-Ah già-
“Chels? Con chi stai parlando?”
La ragazza si rese conto della gaffe: “Niente Brian. Lascia stare”
“Va bene”
Seguì un silenzio imbarazzante tra i due: “Hai visto la…”
“Sì. Penso sia stato un pensiero molto carino e soprattutto ho capito di chi mi posso fidare e chi no”
“Ne… ne sono felice?”
Michelle sorrise e guardò Jimmy che la incitò a continuare: “Devi esserlo”
Il chitarrista abbandonò le spalle come se si fosse liberato di un grande peso: “Chels però, la prossima volta che mi rifiuterai, non farmi penare così tanto”
“E chi ti dice che ti rifiuterò?”
“Beh, io continuerò a provarci anche se sei fidanzata… cosa? Non mi rifiuteresti?”
“No. Perché dovrei? Un figo come te che mi corteggia, mi manda email, mi rispetta. Cioè, sei da s…”
“Chels forse pensare al matrimonio è un po’ troppo presto…”
“Da scopare! Scemo!”
“Ma sei ancora tu? E Riccardo?”
“Diciamo che è una lunga storia perché da quando lo hai chiamato non mi ha…”
“Scusa Michelle ma devo andare. Mi è piaciuto risentirti ma devo proprio lasciarti. Scusa ciao”
“Più parlato. Va bene. Ciao” ma il telefono era già stato attaccato.
Si girò verso Jimmy che esultante le disse: -Ma che bello! Hai visto che vi siete riavvicinati?-
Michelle lo guardò impassibile: “Mi ha liquidata sbattendomi il telefono in faccia… Mi ha sbattuto il telefono in faccia! Jimmy! Che cafone! Come ha potuto? Io mi sono fatta avanti tentando di ricominciare nel migliore dei modi e lui mi liquida così? Ma non ci stiamo con la testa!”
-Mich ma lui magari doveva lavorare o stava dormendo-
“Ciò non toglie che mi ha attaccato il telefono in faccia!”
In quel momento il telefono squillò un’altra volta.
“Pronto” ruggì Michelle
“Ciao, sono Riccardo”
“Cosa vuoi?”
“Mi dispiace sul serio. Posso farti le scuse ufficiali davanti ad una tazza di caffè?”
Jimmy iniziò a scuotere la testa freneticamente: -Non è una bella idea. Michelle digli di no!-
La ragazza guardò il suo amico, sorrise malignamente e disse: “Ma certo. Facciamo dopo cena ok? Devo vestirmi bene?”
“Puoi intenderlo come fosse un appuntamento galante”
“Ok perfetto, ci sarò” e chiuse la chiamata.

Durante il tragitto la mente di Michelle era piena di pensieri. Non riusciva a non pensare alla chiamata di Brian, a come l’aveva miseramente ignorata e all’invito inaspettato di Riccardo. Non stando attenta inciampò e andò a sbattere contro ad una persona.
“Mi scusi, non volevo…”
“No tranquilla, tutto ok?”
Michelle alzò lo sguardo e vide Brian che le sorrideva teneramente.
“Brian, che ci fai qui?”
“Cosa?”
La ragazza sbattè gli occhi e Brian assunse l’aspetto di un ragazzino con gli occhi azzurri che la guardava piuttosto preoccupato: “Tutto bene?”
“Scusa. Sì tutto bene grazie”
Mentre si alzava il ragazzino disse: “Io non sono Brian. Mi chiamo Alfie”
“Sì lo so. Sono solo un po’ stanca” gli sorrise e il ragazzo spalancò gli occhi: “Ma tu sei quella ragazza che conosce gli Avenged Sevenfold! Io sono un loro grandissimo fan! Potresti salutarmeli e magari farmi fare un autografo”
“Eh? Sì certo… Ma tu come fai a sapere che conosco i…”
“Ma come? Sei su tutte le riviste per ragazze! Teen Rock e roba varia! Mia sorella le compra sempre. Oh cavolo! Non posso crederci! Comunque sei molto più bella dal vivo che in foto! Scusa devo andare! Ciao!”
Michelle rimase senza fiato per un attimo. Scosse la testa e raggiunse il bar dove Riccardo la stava aspettando.

“Ragazzi! 10 minuti e salite sul palco! Gates, togliti dal telefono, chiamerai la tua ragazza dopo”
“Ciao devo andare… Hey! Ma non è la mia ragazza…”
Zacky si avvicinò a Brian e gli disse: “Se in più di cinque mesi non si è fatta sentire, allora è il momento di dimenticarla. Rimorchia una dalla folla e fatti una sana scopata, vedrai che starai meglio”
“Ma Zack… Non me la sento”
“Dai amico. Per oggi dimenticati di tutto, lasciati andare.”
Brian lo guardò mentre accarezzava le corde della chitarra durante l’intro di Nightmare: “Ci proverò amico, ma non ti garantisco niente…” e quando i fari lo illuminarono, non ci fu più traccia di Brian, ma si fece largo Mr Synyster Gates.
Si sentì l’urlo di Shadows e quello della folla principalmente femminile. Brian fu attratto da un urlo un po’ più forte degli altri, si girò e vide una bella ragazza, bionda, poco formosa. Gli pareva piuttosto minuta, si ricordò delle frasi di Zacky. –E buttiamoci! Non faccio del male a nessuno- e iniziò a concentrare alcune attenzioni su di lei.

Riccardo abbracciò in modo languido Michelle che però si scostò da lui abbastanza velocemente.
“Mi stavi aspettando da tanto?”
“No, sono appena arrivato anche io”
“Bene! Per fortuna… Non mi piace farmi aspettare, come non mi piace aspettare”
“Ah, sei una tipa che va subito al dunque?”
“Dipende dal dunque, però sì.”
“Bene”
“Bene”
“Bene”
Continuarono a passeggiare per un po’ di tempo fino a quando non raggiunsero la stazione. In quel momento il cellulare di Riccardo iniziò a suonare: “Pronto? Ciao bello, dimmi pure. No no tranquillo con… sì già. Eh già, sorpreso? Non dovresti, lo sai com’è…”
Michelle si guardava in giro e cercò di ascoltare ogni parola che il ragazzo stava dicendo. Non le piaceva per niente quella specie di piega che aveva preso la loro conversazione. Sentiva che c’era qualcosa che non andava. Man mano che Riccardo passava i minuti al telefono, lei si perdeva nei ricordi di New York e si perdeva soprattutto in quelli di Brian. Brian. Di sicuro non l’avrebbe mai trascurata per così tanto tempo per parlare di cose inutili con un amico al telefono durante un loro appuntamento, anzi! Quando erano usciti insieme lui non aveva occhi che per lei, anche se nessuno dei due provava niente per l’altro, o quasi. Diede un’altra occhiata al cellulare per vedere l’ora: erano passati già dieci minuti.
La sua mente percorse tutti gli attimi di quella cena con il chitarrista. I suoi sorrisi sinceri, le sue battute e il suo modo di guidare erano rassicuranti e incredibilmente sexy. Si girò a guardare Riccardo che aveva appena terminato la chiamata: “Possiamo andare?”
“Sì, scusa se ti ho fatto aspettare ma era piuttosto importante”
“Tranquillo. Ora però è tutto a posto? Continuiamo?”
“Certo, vieni andiamo giù”
“Dove?”
“Non te lo dico, è una sorpresa”
“Sì certo ho capito. Mi fai camminare fino al porto, mi leghi un blocco di cemento ai piedi e mi butti in mare. E io che pensavo di starti simpatica…”
“Hai fumato?”
Michelle lo guardò. Aveva detto la stessa frase a Brian quando erano usciti insieme, ma lui aveva riso mentre Riccardo pensava fosse fuori di testa.
“Lascia perdere”
Arrivarono di nuovo davanti al bar dove si erano incontrati, Riccardo a quel punto circondò la vita di Michelle con un braccio e si fece più vicino a lei. La ragazza sospirò, non le stava piacendo per niente come si stava comportando. Brian aveva rispettato i suoi spazi anche quando aveva provato a baciarla quella sera. Si maledì di nuovo per averlo rifiutato. Pensò a come sarebbe stato se quando aveva visto il suo viso avvicinarsi, si fosse lasciata andare, avrebbe chiuso gli occhi e gli sarebbe andata incontro fino a quando non avesse toccato le sue labbra con le proprie. Era ossessionata da Brian e pensò che era il momento di conquistarlo e di prenderselo.
La sensazione sulla sua pelle di quei pensieri fu più vivida del previsto. Aprì gli occhi e vide Riccardo che la stava baciando e stava sentendo la sua lingua muoversi cercando di convincerla a schiudere la bocca. Michelle si staccò: “Scusa Riccardo non pensavo ci saremmo baciati al primo appuntamento”
“E cosa pensavi avessimo fatto scusa? Beh, se vuoi far altro per me va benissimo…”
“No. Non volevo fare niente con te. Anche perché se non ricordo male è la prima volta che mi rivolgi la parola in cinque mesi”
Riccardo la guardò incredulo: “Ok, va bene. Sulla questione dei cinque mesi ti do ragione. Ma io sono un uomo, ho dei bisogni”
“E ovviamente hai pensato di svuotarti con me?”
“No dai. Non volevo dire questo. Però hai accettato di uscire con me, allora mi aspettavo…”
“Non dire una parola di più. Stai solo peggiorando le cose”
“Io dico quello che mi pare. Mi hai detto di sì? Vuol dire che ci stai, magari non me la darai questa volta, ma un bacio lo posso pretendere”
“Bene. Mi hai appena baciata”
“Un bacio vero”
“Sei un cafone”
La loro discussione fu interrotta da un urlo: “Michelle!” che fece girare i due ragazzi. Manuel, il fratello minore di Riccardo, stava correndo verso di loro. Quando li raggiunse disse: “Michelle ti devo parlare assolutamente”
“Dimmi pure”
Riccardo con sguardo allarmato cercò di interromperlo: “Ma che cazzo vuoi?”
Manuel lo ignorò, guardando negli occhi Michelle disse: “ Prima di tutto, mi piaci, ma non ci avrei mai provato con te perché sono troppo timido e poi perché ho sempre saputo che ti piaceva qualcun altro”
Il fratello lo interruppe di nuovo: “Hai fatto tutta questa corsa per dirle che sei un idiota? Potevamo arrivarci anche senza che ce lo dicessi. Grazie, ora sparisci. Ho un appuntamento”
“Non volevo dire solo questo”
Michelle lo guardò allarmata: “Cos’altro c’è?”

La sua pelle sapeva di menta, non di cocco. I suoi capelli erano biondi e lisci, non rossi e ricci. Portava sì e no una seconda di seno, non una quinta abbondante. Era molto magra e piuttosto bassa, non era robusta e alta. Non era Michelle, si chiamava… in quel momento non si ricordava il suo nome, ma poco gl’importava. Voleva liberarsi la mente da tutto.
“Aspetta qui un attimo. Oddio, non sai quanto ho sognato questo momento”
“Sei venuta qui preparata?”
“Ovvio. Non ti muovere”
“Tranquilla, non ho nessuna intenzione di andare da nessuna parte. Fai in fretta però, ok?”
Brian si stese sul letto, chiuse gli occhi e si rese conto che però il suo amico nelle parti basse non si era risvegliato abbastanza. Iniziò a pensare a qualcosa che potesse scuoterlo un po’.
“Syn?”
“Ciao. Sei qui”
“Certo che sono qui, non sono mai andata via”
“Vieni, questa volta non scapperai?”
“No. Stasera sono tua”
Brian si tirò su sui gomiti e vide una ragazza non perfetta ma tonica, con i capelli disordinati, con addosso solo la biancheria intima. Il chitarrista fece un sorriso sghembo e alzò il suo sopracciglio. Si alzò dal letto e la raggiunse con uno scatto felino: “Sono contento tu non ti sia tolta tutto. Vuol dire che mi divertirò un po’”
La baciò con tutta la passione che aveva e che non era riuscito mai ad esternare per tutto quel tempo. Iniziò a far vagare le sue mani per quel corpo mentre le braccia sottili della ragazza gli circondavano il collo per approfondire quel bacio. La portò al bordo del letto e iniziò a scendere coprendo il suo corpo di piccoli baci. Le sfilò gli slip, la fece sdraiare e toccandola lievemente con la lingua iniziò a risalire senza dimenticarsi di un centimetro di pelle. Senza nemmeno guardarla le tolse il reggiseno e iniziò a baciarla con ancora più passione. La sensazione del suo corpo che iniziava a contorcersi per il piacere e i suoi sospiri lo mandavano fuori di testa.
“Syn”
“Michelle”
“Cosa?”
“Chels, ti voglio”
“Syn…”
“Dimmi di sì. Ti prego. Fammi sentire l’unico solo per una volta, solo per questa notte”
“Tutto quello che vuoi”
Si posizionò tra le sue gambe, percorse tutta la lunghezza di esse con le mani e delicatamente scese su di lei sovrastandola. La baciò delicatamente sul collo, si tirò leggermente su e la penetrò dolcemente. La ragazza sospirò più forte e Brian si fermò dentro di lei leggermente stordito per le sensazioni. Iniziò a muoversi con decisione e passione sempre più crescenti, facendo strappare gemiti d’intensità maggiore a tutti e due.
Brian sfogava tutta la sua passione repressa nelle sue spinte, provocando brividi e urla di piacere da parte della ragazza, più la ragazza si mostrava soddisfatta, più lui aumentava la forza e la velocità. Ad un certo punto si sfilò dal corpo di lei e le fece capire che era arrivato il suo momento di dimostrare quanto valeva. Sorrise maliziosamente, i suoi denti bianchi risplendevano nell’oscurità della camera e la ragazza usò le labbra per stregarlo completamente, si mise a cavalcioni su di lui e lo fece sprofondare di nuovo in lei proprio nel momento in cui Brian esplose.
“Syn!”
“Michelle! Michelle… ti amo”
“…ti amo anche io”
Il chitarrista sorrise beato e l’abbracciò forte, addormentandosi finalmente sereno.

“Manuel, dai. Dimmi perché sei venuto di corsa qui”
“Ho scoperto da poco che Riccardo non è realmente interessato a te”
“Cosa scusa?”
“Lui ha sempre saputo che avevi una cotta colossale per lui, ma a lui non sei mai interessata anche se, per via del tuo fisico, ha sempre detto ai suoi amici che se avesse avuto l’occasione ti avrebbe ripassata con piacere. Dopo che io gli ho detto che avevo scoperto che avevi conosciuto gli Avenged Sevenfold, allora si è messo d’accordo con i suoi amici per provarci con te, portarti a letto e poi stare con te per un po’ di tempo, fino a quando non sarebbero diventati famosi dato che te sei una persona buona e quindi li avresti presentati a qualche agente di moda”
Michelle si girò verso Riccardo che aveva distolto lo sguardo e faceva finta di niente: “E tu cos’hai da dire in tua difesa?”
Il ragazzo la guardò negli occhi e con un sorriso strafottente le disse: “Assolutamente niente. Mi spiace solo non aver potuto toccare le tue tette. Per il resto quello che ha detto Manuel è vero e io lo rifarei. Non sono pentito”
“Tu per me sei morto. Sei una persona di merda. Non ho niente da dirti” e se ne andò lasciando i due fratelli da soli.

Federica era appena uscita dal negozio di dischi che vendeva anche le prevendite per i concerti. Era contenta, grazie ad Arianna poteva prenotare qualunque biglietto e pagarlo metà prezzo. Con Matt le cose erano stazionarie, non sapeva quando sarebbero riusciti a vedersi di nuovo. Si aspettava da un momento all’altro una telefonata dove lui le diceva che aveva deciso di troncare la storia con lei e se doveva essere sincera con se stessa, la cosa le andava bene. Non era mai stata un tipo da viaggioni mentali e quei pochi baci che si era scambiata con il cantante erano molto più di quanto si fosse mai aspettata da un viaggio simile a quello che avevano intrapreso.
Arrivata a casa, appoggiò un biglietto sulla scrivania di sua sorella. Il loro compleanno era molto vicino e Federica aveva pensato di fare un regalo a tutt’e due comprando i biglietti di un concerto. Di sicuro Michelle ne sarebbe stata felice.

Brian si svegliò in tarda mattinata. Si stirò le braccia e toccò il posto nel letto accanto a sé: era vuoto e freddo. Michelle doveva essere andata via. Di nuovo. Forse si era sognato tutto. Di nuovo.
Si alzò dal letto e s’incamminò verso il bagno. Sul lavandino c’era un foglietto:
“Ciao Syn,
ieri sera è stato davvero stupendo. Mi hai fatto vivere emozioni così forti che non dimenticherò facilmente. Non ti lascio il mio numero perché so che io con te non avrei nessuna possibilità. Mi hai chiamato più volte Michelle e ho capito quanto tu tenga a questa ragazza. Chiamala, conquistala, amala come l’hai amata ieri sera. A me va bene così. Grazie ancora
Lucy”
Rimase impietrito a guardare quel foglio. Pensò alla figura di merda che aveva fatto, a come quella ragazza si dev’essere sentita quando per più e più volte l’aveva chiamata con il nome di Michelle. Si rivestì in fretta e scese a fare colazione. Incontrò gli altri e si sedette con loro. Era ossessionato da quella ragazza ed era il momento di prendersela.
“Allora campione. La biondina era uno sballo?”
“Vaffanculo Zacky”

Michelle entrò in casa come un fulmine. Si chiuse in camera e iniziò ad urlare. Fu un urlo liberatorio. Strappò tutti i diari delle scuole in cui aveva scritto il nome di Riccardo. Jimmy si materializzò:
“Cosa stai combinando?”
“Quel viscido… lurido figlio di…”
“No Mich. Stai calma. Capisco che tu sia arrabbiata, c’ero anche io con te stasera a tenerti d’occhio. Diciamo che ho pure spinto Manuel a fare un salto da voi…”
“Grazie”
“Però pensa positivo! Ti sei liberata di uno stronzo! Ora hai capito chi ti merita e chi no”
“Hai ragione”
“Io devo dirti però una cosa. Questa è l’ultima volta che parleremo. Mi sento stanco, debole e sprofondo nell’oscurità sempre più spesso. Qualcosa vorrà pur dire: i miei giorni da fantasma sono finiti”
“No Jim non lasciarci!”
“Guarda, sul tavolo Federica ti ha lasciato un regalo. Prendilo, aprilo e promettimi che ci andrai perché so che ci sarà un happy ending per tutti”
Michelle aprì la busta: un biglietto per il concerto degli Avenged Sevenfold a Milano. Sorrise e disse a Jimmy: “Ti prometto che ci andrò. Ho qualche questione in sospeso con una persona e penso sia arrivato il momento di chiarire”
“Brava ragazza, così ti voglio. Ciao Michelle, è stato un piacere averti conosciuto. Andrò a fare un ultimo saluto ai ragazzi. Siate sempre felici. Fatelo per me”
“Certo Jim. Non ti deluderemo!”
Il fantasma di Jimmy scomparve e Michelle si sdraiò sul letto senza alcun pensiero per la testa.

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Capitolo 15
*** FoREVer and Always ***


Non scrivo tanto questa volta, vi dico solo che questo è il capitolo finale. Sono triste? Sono contenta? Sinceramente non lo so :)
I ringraziamenti andranno alla fine. :) Dedico questo capitolo a tante persone, ma questa volta vorrei dedicarlo agli Avenged Sevenfold.
Ogni volta che un lettore non lascia una recensione, un coniglietto bianco piange. Recensite! Fatelo per i coniglietti (in più d'ora in poi questa storia non la vedrete quasi più quindi non vi costa nulla, e rendete me felice e soddisfatta) :D
Buona Lettura!!!!!!!
Lena G




Capitolo 15 - FoREVer and Always

Arianna si svegliò con i primi raggi del sole, si stirò con attenzione perchè sapeva bene che Zacky odiava alzarsi presto. Si girò per dare un bacio leggero al suo fidanzato ma al suo posto vide un biglietto: “Hey Honey! Sono al quartier generale perché fra poco ho un’intervista. Prepara le nostre valigie che domani incontriamo i tuoi. Nella mia valigia metti pure gli abiti che vuoi che mi metta, ma ricordati i costumi di scena! A più tardi xx ZV”
Arianna sbuffò divertita e scrisse come risposta: “Alla tua valigia ci penseranno gli Oompa Loompa… xo”
Il giorno dopo sarebbe tornata in Italia, e con lei ci sarebbe stato Zacky. Gli altri ragazzi erano riusciti ad organizzare tutti gli eventi per permettere ai due di andare a trovare e conoscere di persona gli esuberanti signori Daconte ovvero i genitori di Arianna. Il suo pensiero si spostò alle sue amiche che erano tornate in Italia più di sei mesi prima. Aveva sentito Federica quando ci fu la litigata tra Michelle e Brian…

“Hey Fede. Brian è scemo. Michelle come sta?”
“Piuttosto male. Non sa come rimediare il rapporto che era riuscita ad instaurare con Riccardo. E l’Università non aiuta: sono compagni di corso”
“Oh merda. Qui Brian è diventato un’ameba. Ogni tanto si aliena e suona la chitarra e dopo un po’ scrive qualcosa in un taccuino che non fa leggere a nessuno e poi ricomincia a suonare. Il fatto di Jimmy e Michelle l’hanno distrutto”
“Ci credo. Ma gli altri non potrebbero dargli una mano?”
“Zacky vorrebbe fargli dimenticare Michelle e gli sta presentando tutte le sue amiche ma lui non fa altro che paragonarle a lei”
“Beh. Non è il metodo migliore di sicuro”
“Sto parlando di Zacky, ricordatelo. C’è stata una ragazza che poteva andare bene ma poi le ha scoperto un grande difetto che lo ha fatto deprimere ancora di più”
“Oddio! Cos’aveva?”
“Si chiamava Michelle”
“Ma lo vogliono far secco? E ci credo che si sia abbattuto!”


La rossa s’intristì al ricordo dell’amica, si ricordava quando era tornata da una delle varie serate passate con la band e l’aveva costretta ad ascoltare per filo e per segno tutto quello che le aveva detto Brian.

“Ari! Ari! Che bello!”
“Devo dedurre che ti sia divertita stasera”
“Tantissimo! Brian è una persona squisita ed è molto dolce. Non l’avrei mai detto! Sai che abbiamo fatto quando siamo spariti per un attimo? Anzi, cos’ha fatto lui?”
“Uh! Passiamo ai particolari hot, eh? Dai, gli hai fatto vedere chi comanda?”
“Ma dai Ari! Non abbiamo fatto nessuna cosa hot. Magari si fosse fatto avanti in quel senso… Ma a quanto pare non gl’interesso…”
“Mich. Smettila. Certo che ti vuole. Si vede che gl’interessi molto! Ti sta conoscendo meglio e si vede da lontano un miglio che gli piaci. Poi comunque devi essere tu a lanciargli determinati messaggi…”
“Oh no! Mi vergogno troppo!”
“Ti sei vergognata anche quando gli hai ammiccato al concerto della Julliard?”
“Come l’hai saputo?”
Arianna alzò il sopracciglio.
“Ah già. Zacky”
“Ora ragioniamo…”
“Comunque ora ti devo raccontare!”…


Aveva finito la sua valigia. Si fece una doccia e si bevve un caffè americano. Lo mandò giù a fatica. Le mancava il vero espresso. Forse era davvero arrivato il momento di tornare a casa. Guardò l’orologio e si sentì leggermente in colpa per non aver fatto la valigia a Zacky. Corse in camera e iniziò a guardare negli armadi. Posò tutti i vestiti del suo fidanzato sul letto, gli prese la valigia da sotto l’asse da stiro e soddisfatta andò a fare la spesa.

“At times, it seems like I’ve lost it all… Brian sei un genio. Questa canzone e So Far Away saranno le perle del nuovo disco” esclamò Matt.
“No. Questa canzone non voglio venga messa nell’album. La possiamo registrare, anzi, vorrei fosse registrata, ma non sono ancora pronto per distribuirla. Vorrei prima farla sentire ai diretti interessati, o almeno a uno dei due”
“Ah ok, d’accordo. Dai allora la registreremo domani. Oggi compiliamo le ultime cose dell’album e poi andiamo a fare quell’intervista. Mamma mia quanto non sopporto la giornalista!”
“Chi? Valary? Ma è bellissima! Quando la guardo divento cretino” disse Johnny.
“Anche io penso sia insopportabile” s’intromise Zacky: “Nemmeno io la posso vedere. Soprattutto la sorella”
“Chi, Michelle?” chiese innocentemente Johnny. Tutti trattennero il fiato.
“Vaffanculo Zacky” statuì lapidario Brian.

3 mesi dopo

“Mich! Mich! Domani c’è il concerto! Rivedremo i ragazzi! Ho saputo che si sono fatti tanti nuovi tatuaggi per Jim”
“Ne parlate come fosse morto. Lo avete sempre dato per spacciato, siete sempre stati pessimisti. E se adesso potesse vederci e venirci a trovare e starci vicino nei momenti peggiori? Io lo sento molto vicino a me e penso sia dovuto alla sua vicinanza se ho superato il fatto di Riccardo senza problemi. Anzi, adesso che tu e Matt… Insomma, avrai bisogno di una mano, no?”
“Non voglio parlare di me. Nella vita le persone fanno delle scelte e bisogna capirle e accettarle”
“E lo stai dicendo a me?”
“Sì scusa, hai ragione. Non devo parlare. Io sto bene comunque. Non ho bisogno di niente”
“Sei sicura?”
“Sì certo. Ora levami una curiosità: ma ora che Riccardo non c’è più, tu e Brian…?”
“Brian è stato un bel capitolo. Ora voglio pensare a me”
“Ma hai pensato a te per venti anni! Affidati a qualcuno per una volta!”
“Fede, lascia stare. Poi Brian non lo sento più da mesi. Sarà troppo preso dalle sue fan. Non vorrei mai sottrarre la loro rockstar. Ma di sicuro a quest’ora sarà già insieme ad un’altra più bella e interessante di me”
“Però… potrei costruire una linea della metropolitana, anzi, una miniera e sarei ancora superficiale rispetto alla tua autostima. Dai, ora prendi la macchina e vai a tagliarti i capelli”
Michelle rise. Si alzò dal letto e urlò: “New hairstyle, new Michelle!”

“Cosa?! Ti sei tagliata i capelli?”
“Sì, e anche molto corti”
“E perché mai l’hai fatto? Stavi così bene con i capelli lunghi…”
“Hai paura di scambiarmi per un ragazzo nei nostri futuri momenti di passione? Comunque stai tranquillo che ricrescono!”
“Ma no! Tranquilla! Hai un viso molto femminile… Però sì, magari potrei toccarti la nuca e potrebbe farmi un po’ impressione. Anche se in effetti potrei sempre usare un sacchetto”
Michelle rise: “Ma sei scemo? Comunque domani al concerto mi vedrai… forse”
“Come forse? Non hai intenzione di venire? Non hai il biglietto? Te lo faccio avere subito se vuoi!”
“Hai proprio voglia di vedermi eh? Ti manco così tanto? Comunque non so se venire”
“Mi manchi talmente tanto che ti penso sempre… anche nei momenti meno opportuni”
“E quali sarebbero? Mentre suoni? Mentre sei sotto la doccia? Oppure mentre ti scopi la fan di turno?”
“…Ehm… Beh… Veramente…”
“Oddio! Ho indovinato. Quale delle tre?”
“…Tutt’e tre”
Michelle s’immaginò la scena e ebbe un piccolo momento di gelosia che le fece stringere la cornetta piuttosto forte: “E queste povere ragazze che ti sei portato a letto mentre pensavi a me, erano tante?”
“No. Solo una”
“Le altre le hai chiamate con i loro nomi”
“Non sono stato con nessun’altra”
Michelle sospirò e allentò la presa, poi il ragazzo aggiunse: “E quella ragazza, fosse stato per me non l’avrei rimorchiata, è stata colpa di Zacky”
“Bella scusa. Brian, non puoi fare tutto quello ce ti dice Zacky! Ti avesse detto di buttarti in un pozzo l’avresti fatto?”
“Per te sì”
“Come sei dolce… e drastico! Comunque mi devi raccontare esattamente tutti i particolari di quella sera!”
“Figurati! Non ci penso nemmeno!”
“Eddai! Faccio gli occhioni da cucciolo anche se non puoi vedermi!”
“Se proprio ci tieni… Certo che hai dei gusti strani”
“Ma io non voglio sapere cos’è successo perché sono curiosa. Io voglio sapere cosa ti piace e cosa no, prenderei nota e poi te lo farei mille volte meglio”
Brian sospirò: “Michelle, sei tremenda”
“E molto gelosa. Scusa ora devo staccare. Fede sta entrando in casa. Non voglio sospetti nulla. Ci si sente! Love ya!”
“Ti voglio bene anche io Chels”

Riccardo suonò il campanello di casa Chiari. Quel giorno stava piovendo forte. Era nervoso, e aveva tutte le ragioni per esserlo. Gli aprì Federica: “Ancora? Cosa vuoi?”
“Parlare con Michelle”
“Non è in casa. E anche se fosse qui non parlerebbe con te”
“Allora potresti almeno darle un messaggio da parte mia?”
“Riccardo, vuoi che ti dica dove metterti i tuoi messaggi?” gli rispose Michelle che era appena tornata a casa: “Ora per cortesia, dileguati” si rivolse alla sorella: “Ti aspetto in macchina” e se ne andò.
“Vengo, tanto sono a posto” e seguì la sorella, lasciando Riccardo sotto la pioggia incessante.
Dopo un’ora di viaggio a parlare del più e del meno, Michelle si sfogò: “Non è abituato a ricevere rifiuti. Ecco perché continua a cercarmi a casa”
“A me però sembra dispiaciuto, sai? Soprattutto oggi. Credo che abbia capito il suo gesto”
Michelle fece schioccare la lingua: “Sono lacrime di coccodrillo. Patetico” accostò nel parcheggio del Palasport: “Ecco, sei arrivata. Ci si vede per il ritorno. Chiamami ok?”
“Sei sicura di non voler venire?” chiese titubante Federica mentre scendeva dalla macchina.
“Sì tranquilla. Divertiti al concerto. Ah! Buon Compleanno!”
“Buon Compleanno anche a te. Ti saluto gli altri” e Michelle partì.

Appena fu fuori dalla vista di sua sorella, tirò fuori il cellulare e fece uno squillo. Quasi simultaneamente entrò in macchina una figura vestita di nero che le ordinò: “Vai vai vai! Non devono vederci!”
Michelle per la fretta sgommò e condusse la macchina in un posto abbastanza isolato ma non troppo lontano dal palazzetto in cui si sarebbe svolto il concerto. Lo sconosciuto si tolse il cappuccio e le disse euforico: “Sei venuta! Pensavo di non vederti più!”
“Non ho alcuna intenzione di perderti di nuovo. E poi non mi piace far sentire la mia mancanza alla gente”
“Quindi sei con me?”
“Penso di esserlo sempre stata” Michelle sorrise dolcemente a Brian, mentre il suo sguardo s’illuminò.
I due si guardarono per svariati minuti, poi Michelle ruppe il silenzio: “Posso fare una cosa che avrei voluto fare da tanto tempo? Ti prego, non giudicarmi”
Brian si sentì smarrito per un attimo: “Certo che puoi! Puoi farmi tutto quello che vuoi”
Michelle lo guardò maliziosamente: “Tutto?”
“Certo baby. Proprio tutto”
Fu un attimo e il chitarrista sentì le labbra di Michelle appoggiarsi con decisione sulle sue. Questo gesto lo infiammò e rispose immediatamente al bacio con ardore. Michelle iniziò a vagare le sue mani su Brian sentendo i suoi muscoli guizzare per i brividi causati dal suo tocco, lo stesso fece il chitarrista che indugiò un pochino prima di iniziare a saggiare la morbidezza del seno di Michelle. La trascinò a cavalcioni su di sé aiutandola a non farsi male: “Hai paura che una leva mi s’infili in una gamba?”
“Oh sì, non riuscirei mai a perdonarmelo. Quelle leve non possono toccarti. Se vuoi però ce n’è un’altra che t’infilerei volentieri”
“Uh! Che proposta indecente ma allettante. Ora però vorrei tornare al mio posto. Le mie sorprese per te non sono ancora finite”
Si sedette di nuovo sul suo sedile, slacciò i pantaloni di Brian e iniziò a riempire di baci il suo addome scendendo sempre di più ad ogni bacio. Il chitarrista trattenne il respiro quando sentì il respiro caldo di Michelle sulla stoffa dei suoi boxer che vennero sfilati senza indugi e senza aspettare troppo. Mentre Brian si metteva più comodo per facilitare il lavoro a Michelle, con il piede accese l’autoradio. La musica fece sussultare i due, Michelle riprese i movimenti che stava ridendo leggermente e con passione sempre più crescente, mentre Brian si lasciò completamente andare a quelle forti sensazioni e pensò: -Sono davvero un uomo fortunato-

“Ohh, what a lucky man he was…”
Lucky Man – Emerson, Lake & Palmer


“Voi non avete idea di come fosse bello Zacky tirato a lucido. Sembrava un bambolotto… con un bacco in culo per l’agitazione!”
“Vorrei vedere te al mio posto! I tuoi sono terrificanti”
“No, sono soltanto un pochino originali”
“Originali? Tuo padre era pronto a tirare fuori il Garand. Cioè suo padre ha un Garand in casa!”
“Voi americani avete tante altre cose peggiori. Un po’ come il barbecue di tuo nonno nel nostro giardino. Quello fa paura. Stai facendo troppo rumore per nulla, e poi quel fucile è scarico Zacky”
“Io mi sono cagato addosso”
“E quando mai non lo fai?” tutti si girarono verso la fonte della voce e videro Federica sorridente in piedi alla porta.”
“Oddio Fede! Quando mi sei mancata!” urlarono in coro Johnny e Arianna correndole incontro. Le due amiche si abbracciarono e poi i ragazzi la circondarono e la tempestarono di domande. Matt rimase fuori dal comitato di accoglienza. Lui e Federica si guardarono e si sorrisero tristemente. Il cantante s’immerse nei suoi pensieri e andò in bagno con l’intenzioni di non uscirci troppo presto.
Fede chiese: “Dov’è Brian?”
“Dove spende sempre il suo tempo oramai: nel furgone degli strumenti”
“Vado a salutarlo. Per un momento potrà posare la chitarra” e la bionda uscì da una porticina vicino al bagno, soffermandosi per un istante quando sentì o scrisciare dell’acqua che testimoniava la presenza di Matt all’interno della doccia. Fece pochi passi al buio e vide una sagoma addormentata. Federica sorrise e, seppur un po’ dispiaciuta di interrompere quella pennichella ristoratrice, salutò il musicista: “Ciao Brian”
Il chitarrista si svegliò bruscamente, la guardò smarrito per qualche secondo e poi sorrise timidamente: “Fede! Ciao! Cosa ci fai qua?”
“Volevo salutare un vecchio amico. Come te la stai passando?”
“Meglio di qualche tempo fa. Ma di sicuro ho avuto momenti migliori. Tua sorella è qui?”
“No. È partita subito dopo avermi accompagnato”
Brian sentì un grosso peso nel petto. Si era sognato tutto ancora una volta. Michelle aveva deciso di tagliare i ponti con loro. Eppure non l’avrebbe mai detto da quanto si era risultata disponibile nella loro ultima chiamata. Oramai si sentiva per telefono con la ragazza da tre mesi di nascosto. Non volevano alcuna pressione da parte dei loro amici e piano piano erano riusciti a ritornare in sintonia tra loro, proprio come all’inizio. Elaborando la frase di Federica, capì che purtroppo aveva perso Michelle definitivamente.
“Volevo solo fare un breve saluto. Non ti voglio far perdere tempo”
“Tranquilla, mi ha fatto piacere vederti e scambiare qualche parola. Andiamo di la insieme, tanto fra poco dovrò salire sul palco con i ragazzi”
I due amici uscirono e raggiunsero gli altri. Pat, la loro nuova tour manager era appena arrivata per avvisarli che era arrivato il loro momento. Federica e Arianna rimasero con lei mentre i cinque ragazzi presero la strada per il palco.
Dopo aver controllato bene tutte le vie d’accesso ai camerini, Pat disse con voce risoluta: “Esci pure”
Da un flycase enorme uscì una ragazza dai capelli corti che si stirò la schiena: “Pat, lo sia che non mi sarei mai permessa di chiederti di prenotarmi una stanza in un hotel cinque stelle lusso, ma addirittura un flycase… Non è il massimo della comodità” voltò il viso verso Arianna: “Hey! Come va?” Michelle salutò la sua amica come se nulla fosse successo. Sua sorella Federica era sconvolta e incapace di proferire parola.
“E tu da dove salti fuori?”
“Da un flycase”
“E si può sapere perché eri lì dentro?”
“Oh niente, volevo fare una sorpresa”
“A quanto pare ci sei riuscita”
“Non totalmente. Adesso arriva il bello”

Gli Avenged Sevenfold si stavano divertendo. La folla urlava, ballava e cantava. Se non fosse stato per l’assenza di Jimmy, i ragazzi sarebbero stati pronti a giurare che quella sera era una delle più divertenti e coinvolgenti. Pat, Arianna e Federica erano euforiche tanto quanto i ragazzi e il pubblico, forse anche di più. Michelle si stava godendo lo spettacolo tranquilla, seduta su una sedia nascosta dalla visuale della band. Ad un segnale di Pat, raggiunse le amiche e in quel momento Johnny e Matt la videro. Si sorrisero e quasi immediatamente lo sguardo di Matt si illuminò. Le sorrise e poi spostò lo sguardo su Brian che era intento a suonare e non si era reso conto di quello che stava succedendo. Quando Second Heartbeat finì, Matt iniziò a parlare alla gente: “Hey! Volevo farvi una sorpresa” tutti lo guardarono, e il cantante guardò il suo chitarrista e continuò: “Questa sorpresa è anche per la band! Dovete sapere che il figo qui presente, al secolo Synyster Gates ha scritto una canzone, a mio parere bellissima. Si chiama Lost It All e mi piacerebbe suonare questa canzone stasera… Magari con un piccolo grande aiuto dall’autore” Brian sbiancò e iniziò a scuotere la testa per cercare di scoraggiare il cantante. Ricordandosi di essere davanti a centinaia di persone però ebbe il buonsenso di fermarsi per evitare figure sconvenienti e sorrise nervoso guardandosi attorno. Matt gli chiese: “Brian, vorresti cantare con me il tuo brano?” La folla andò in visibilio e ciò rese Brian ancora più nervoso e teso, andò vicino il suo cantante e gli chiese con stizza: “Ma cosa diavolo stai facendo! Sai esattamente cosa penso di quella canzone. Non voglio sprecarla”
“Eddai Brian, fidati di me” e gli sorrise sardonico. Brian senza rispondergli andò al suo posto.
Allo stesso tempo Johnny corse da Zacky e da Mike Portnoy e facendo attenzioni a non farsi sentire da Brian disse loro: “C’è Michelle! È nel backstage! La canzone è per lei! Vediamo di far finire questa storia nel migliore dei modi e una volta per tutte!” gli altri annuirono e sorrisero guardando verso le quinte per cercare di scorgerla.
Tutti erano pronti, Michelle e le ragazze erano curiose. Matt annunciò infine. “Siete pronti?” e contemporaneamente al boato della folla, Zacky attaccò a suonare. Brian si sentiva scosso e piuttosto imbarazzato. Non si aspettava una mossa del genere, aveva espressamente detto che voleva aspettare di suonarla per Michelle, davanti a Michelle. La tristezza s’impossessò del suo cuore, avevano rovinato la sua occasione di far breccia nel cuore della ragazza.

…With nothing left except the pain to show
love songs and sheets of music on the floor…


Quanto ci aveva messo a scrivere quella canzone. Aveva speso giornate intere, sacrificato notti per poter scrivere la canzone perfetta, dolce ma con una forte nota di frustrazione perché non poteva abbracciare e godere del calore della ragazza che lo aveva stregato.

I'm waiting for a miracle,
I'm just waiting for the chaos to change


Under my armor I’ve lost it all

Sentì che stava arrivando il bridge, la parte che aveva scritto con più ardore e che racchiudeva tutto quello che aveva imparato da quando aveva iniziato con quella ragazza italiana. Deciso, portò la bocca al microfono, chiuse gli occhi e il viso di Michelle apparve, sorridente, radioso, con gli occhi che esprimevano amore, gioia e spensieratezza; caratteristiche che gli ricordavano i tempi in cui con Jimmy andava in macchina come se non ci dovesse essere mai un domani. Provò a cantare con Matt come se lei fosse stata presente, come se potesse sentirlo, come se fosse vicino a lui.

There's something in your eyes
a part of me that I recognize
I want to let you know
I'd be there if I could and hold you tight
You taught me how to feel
It's no wonder I'd do anything
tell me why you had to go
with the ones that came last
are the best I know
at times, it seems like I've lost it all


Michelle era attonita. Sentiva la disperazione di Brian che aveva provato per colpa sua. Nel testo riconobbe anche il dolore acuto che si prova quando si perde un amico. Le emozioni di Brian si erano unite e il risultato era qualcosa di meraviglioso. Quando vide Brian cantare con quella passione, le lacrime scesero copiose. Non sapeva dire con certezza se fossero di felicità perché un ragazzo meraviglioso come Brian le aveva scritto una canzone o di tristezza perché si rendeva conto solo in quel momento quanto aveva patito per la sua lontananza. Sentiva che poteva sfogare le sue emozioni solo in quel modo, però la crisi di pianto finì presto. Riuscì a godersi appieno l’assolo e la sua mente viaggiò verso i bei momenti passati con Brian.

Mr. Sin scrive:
-Hai comprato la webcam!


Chelle the shell scrive:
-Sì!
Però non l’ho ancora attaccata!

Mr. Sin scrive:
-E quale occasione migliore per inaugurarla? Potremmo anche divertirci un po’


Chelle the shell scrive:
-In che modo??


Mr. Sin scrive:
-Vediamo fino a quanto ti spingi…


Chell the shell scrive:
-L’astinenza ti fa male… Non farò MAI una cosa del genere!


Mr. Sin scrive:
-Lo so perfettamente. Però dai, attaccala lo stesso, mi manca vederti


Chelle the shell scrive:
-Ok ok!


Michelle sta tentando di incominciare una videochiamata con te. Accetta oppure Rifiuta.

“Pensavo che avresti declinato la chiamata”
“Figurati! Aver la possibilità di vederti di nuovo mi rende e… ma come sei vestita?”
“Non sono vestita”
Brian deglutì evidentemente: “Michelle! Ehm… inizia a far caldo qui”
“Ecco, bravo, togliti anche tu la maglia” e il ragazzo lo fece senza pensarci due volte.
“Ma sei proprio nuda nuda?”
“Questo non te lo dico. A parte che non sai nemmeno se indosso il reggiseno o meno. Stai vedendo solo le mie spalle e il mio viso!”
“E allora fammi sciogliere ogni dubbio”
Michelle si alzò in piedi e con un po’ di disappunto da parte di Brian, si vide che era in intimo.
“Cos’è, sei deluso?”
“Eh abbastanza”
La ragazza allora si girò di schiena e slacciò il reggiseno, se lo sfilò dalle spalle e rimase ferma.
“Tu… Tu mi vuoi morto”
“Possibile” e Michelle ridacchiò. Iniziò a girarsi verso di lui, notò con soddisfazione che aveva gli occhi sbarrati e che non erano concentrati sul suo viso. Brian invece non poteva crederci, Michelle stava tenendo le mani sul suo seno!
“Se vuoi vedere altro, tocca a te adesso” e gli fece l’occhiolino.
Con un mezzo sospiro di sollievo, Brian si alzò in fretta e si tolse i pantaloni, rimanendo con un paio di slip addosso, piuttosto attillati.
“Porti gli slip?” chiese, con la voce leggermente alterata dall’eccitazione ma divertita, Michelle.
Brian si fermò subito, guardandosi l’intimo e poi guardando in camera: “Sì, quando suono sì, sono più comodi dei boxer”
“Non è che mi piacciano tanto” indugiò lo sguardo ancora su essi e disse sospirando: “Toglili”
“Subito e con piacere mia signora” e rimase nudo. A Michelle cadde la mascella e rimase con la bocca aperta in contemplazione.
“Sei già pronta per dimostrare le tue capacità orali?”
Si accorse della sua espressione intontita e disse subito: “Scusa, non pensavo di reagire così. Non volevo! È che è così…”
“Gustoso che il tuo subconscio ti ha spinto ad aprire la bocca per assaggiarlo. Ne sono lusingato, grazie”
“Brian!” e si mise le mani sui fianchi scoprendo così il seno, lasciando il ragazzo con un’espressione sorpresa e la mascella contratta. Michelle rise: “Adesso sei tu con la faccia da scemo!” anche se si stava vergognando tantissimo, decise di osare: fece scorrere le sue mani sui suoi fianchi fino alle caviglie, portandosi dietro anche i suoi slip. Brian stava sentendosi male, aveva portato la sua mano all’inguine per cercare di trovare un po’ di sollievo ma non andò come sperava.
“Scusa, ma erano umide” e la ragazza si passò la mano in mezzo alle gambe.
“Brian! Brian!” Zacky entrò nella stanza, Brian riuscì ad abbassare l’immagine di Michelle e lo guardò spaventato. L’amico perplesso fece scorrere gli occhi sull’amico nudo, sudato e con il pc acceso: “Ma che cazzo stai combinando?”
“Ehm… YouPorn. Amico, mi manca Michelle, ma devo sfogarmi ogni tanto”
“Sì, scusa. Ma la prossima volta chiudi la porta a chiave” ed uscì. Brian riaprì la finestra della webcam e vide che Michelle si era già rivestita: “Faremo la prossima volta”
“Dal vivo”


Hai appena terminato una videochiamata con Michelle.

La canzone stava finendo, Michelle vide che Brian stava lanciando al pubblico dei sorrisi smaglianti.
“Quanto è felice Brian!”
“Beh, è soddisfatto perché quella canzone piace al pubblico”
Ma Michelle sapeva perfettamente che quel sorriso non significava soddisfazione.

“Fatti più in là”
“No, vieni più in qua tu”
“Dai Bri, ma sei caldo e poi sono scomoda!”
“Parla l’altra che m’infila i suoi capelli in bocca”
“Brian?”
“Dimmi”
“Abbracciami”
“Se vuoi posso farti anche altro”
“Quello semmai dopo”
Due corpi, un letto, tante coccole. Michelle e Brian si erano appena svegliati dopo aver dormito insieme. Non avevano fatto niente, solo dormito, e quindi un po’ di coccole erano d’obbligo.
Michelle faceva i grattini alla nuca a Brian e lui faceva scorrere le sue mani sul suo busto, facendo ben attenzione a non toccare zone troppo “calde” in modo da non darle fastidio dato che non sapeva bene come avrebbe reagito.
La ragazza fece “casualmente” cadere la mano sul posteriore di Brian che alzò la testa di scatto divertito: “Ma come siamo audaci! Ti piace?”
“Sì, è abbastanza sodo”
“Allora fammi sentire il tuo” e da quel momento nessuno dei due riuscì a capire chi stava toccando cosa.
“Brian. Brian. Aspetta, le cose stanno per degenerare…”
“Baciami”
“Brian”
“Baciami” la ragazza lo guardò intensamente negli occhi e avvicinò il suo viso, chiusero gli occhi contemporaneamente e… suonò il telefono.
“Mi sa che devo andare a rispondere”
“Lo penso anche io”
“Ma è possibile che non riusciamo mai a combinare qualcosa noi due?” strofinò la testa sul seno di Michelle che rise e andò a rispondere


Finita la canzone il pubblico applaudì e iniziò ad urlare il nome di Brian. Matt gli diede una pacca sulla spalla e parlò al microfono: “Le sorprese per Gates non sono ancora finite. Lui ha scritto questa canzone per due nostri amici e voleva, prima di diffonderla, farla sentire ad uno dei due” si girò verso Michelle che venne spinta sul palco dalle sue amiche. Lo sguardo di Brian si allargò e la sua espressione di stupore fece ridere i suoi compari. Corse verso di lei e si abbracciarono forte: “Allora sei venuta”
“Sì, sono qui. E non me ne andrò più via”
“La canzone era per te! Ti è piaciuta?”
“Era bellissima Brian. Davvero” si guardarono per qualche secondo, poi Michelle sorrise e disse: “Baciami. Baciami come si deve. Abbiamo aspettato troppo tempo”
“Qui davanti a tutti”
“Beh, devo ammettere che mi piacerebbe essere una ragazza invidiata” si sorrisero e alzarono contemporaneamente il sopracciglio, dalla platea si sollevarono tantissime urla e alcune fan piansero quando finalmente i due unirono le loro labbra.
Brian era euforico, il mondo si era fermato in quel momento. Non gl’importava nulla del resto. Stava stringendo lei, Michelle, e lei non lo stava rifiutando, anzi, lo stava baciando con una tale passione che lui non si sarebbe mai aspettato. Matt, felice come una pasqua, ridendo disse: “Gates, Mich, noi dovremmo finire un concerto. Continuerete a chiarirvi in albergo”
Alle sue parole ci fu un altro boato di voci femminili che urlavano e piangevano al pensiero di aver perso l’unico componente della band ancora single. Brian dopo aver salutato velocemente la ragazza, prese il microfono e disse soltanto: “Scusatemi, ma quella ragazza mi ha fatto dannare per molto tempo. Capitemi!” e con un sorriso ebete riprese il suo posto.

A concerto finito Brian e Michelle stettero molto vicini. Gli altri avevano capito che i due avevano bisogno di stare da soli e si erano raggruppati tra loro a festeggiare.
“Quindi…”
“Quindi…” e Brian la baciò di nuovo: “Non riesco a resistere a quelle labbra”
“Tranquillo, nemmeno io” e Michelle approfondì il bacio.
“Baby, non si gioca con il fuoco, ci si potrebbe bruciare. Inutile dire che la mia fiamma è molto alta, sono in astinenza da molti mesi ormai”
“Allora andiamo e facciamo in modo di estinguere questo incendio” Brian la guardò stranito: “Stai dicendo sul serio?”
“Oh, non sono mai stata così seria”
“Vedremo” e i due decisero di lasciare i loro amici per andare nella camera del chitarrista.
In quel momento Matt e Federica cercavano di non fare in modo che i loro sguardi s’incrociassero. Il cantante era perso nei suoi pensieri e continuava a guardare al suolo, quando all’improvviso si risvegliò da essi e vide di essere rimasto da solo nel camerino con Federica. Si guardarono negli occhi e tutti e due pensarono che non sarebbe potuto andare peggio. Dopo un attimo di silenzio imbarazzante si alzarono tutti e due e si avventarono l’uno sulle labbra dell’altro: “Mi sei mancato”
“Anche tu. Anche tu”
“Matt”
“Dimmi”
“Ti voglio. Qui. Ora” e a quelle parole il cantante si bloccò un attimo ma si riscosse dalla sorpresa e subito sollevò Federica con facilità e l’appoggiò sul tavolino. Si tolsero i vestiti e in quel momento tutti i ricordi riaffiorarono: il primo bacio, il primo appuntamento, la loro prima volta, il primo litigio, i primi sei mesi di rapporto a distanza e l’unica rottura. Federica sentì di nuovo il suo cuore spezzarsi e mente Matt la stava amando, a lei venne in mente il momento più brutto della loro storia che avrebbe cambiato completamente la sua vita.

“Pronto?”
“Hey Matt! Amore, come va?”
“Potrebbe andare meglio”
“Non ci sentiamo da tanto tempo. Dimmi, lo sai che con me puoi parlare di tutto”
“Io ho tradito la tua fiducia. Mi sento una merda”
Il cuore di Federica si ruppe: “Quando?” le lacrime stavano per prendere il sopravvento.
“Ieri sera. Ho avuto un’intervista e la giornalista mi ha fatto ubriacare e la mattina dopo mi sono svegliato accanto a lei. So di averti ferito, sono il primo a non perdonarmi”
“Matt, dammi tempo. Devo pensare a mente lucida. Di sicuro, d’ora in avanti puoi considerarti single” e interruppe la telefonata così potè finalmente lasciare che le lacrime potessero rigarle il viso.


Si rivestirono e si guardarono intensamente. Poi Federica, con una mano sulla porta disse: “Grazie”
“Grazie a te. Ti chiamo…”
“No” lo interruppe: “Vai da Val. Ora siamo pari, no?” ed uscì fischiettando pensando ad altro. Matt la guardò sereno e consapevole. Aveva ceduto di nuovo, ma questa volta al posto di un macigno sul cuore, sentì le farfalle nello stomaco. Si beò di quella sensazione che, e fu sicuro di ciò, non sarebbe mai più riuscito a provare.

Abiti sparsi per la camera, luci spente, persiane socchiuse che facevano trasparire qualche raggio di sole e due corpi abbracciati nel letto sudati e felici. Brian e Michelle stavano ridendo e scherzando tra di loro: “Certo che sei tutto appiccicaticcio”
“Parla quella non sudata. Guarda che abbiamo fatto ginnastica per tutta la notte e non mi hai mai dato tempo di farmi una doccia! A proposito, non pensavo avessi dei ritmi così… serrati? Sì, penso sia la parola giusta”
Michelle aprì la bocca stupita e prima che potesse rispondere Brian aggiunse malizioso: “Quando fai così mi ricordi poco fa. Dio mio! Ma chi è che ti ha insegnato così bene? Sei una p…”
Michelle li lanciò un cuscino in faccia ridendo imbarazzata: “Ma dai! Quanto sei stupido! E comunque io ho fatto ben poca pratica. La mia bravura è tutta nel DNA!”
“Allora sono davvero un uomo fortunato. Però a dir la verità non è che ne vada matto, sai?”
“Ah sì? E tutti quei gemiti? Oddio Michelle! Sì! Così! Come sei profonda! Ah! Ah!
Brian la guardò impassibile: “Sei troppo brava ad imitare i versi di piacere” una leggera sfumatura di panico si aggiunse al suo tono: “Non è che hai finto?”
“Oh certo! Lo faccio sempre. Mi stai davvero accusando di aver finto il mio orgasmo?” e gli si avvicinò.
“Non me la racconti giusta”
“Ah sì?” e continuò ad avvicinarsi a Brian sempre di più, questa volta passando il dito sul torace del ragazzo che alzò il sopracciglio e le sorrise sghembamente: “Sì”
Michelle gli disse a fior di labbra: “Penso sia allora arrivato il momento di farti conoscere per bene le mie facce orgasmiche. Come se non le avessi viste abbastanza ieri notte”
Brian disse con tono disinteressato mentre continuava a sorriderle: “No. Sono stanco”
Michelle allora si mise a cavalcioni su di lui: “Tranquillo, non dovrai fare niente. Lascia le redini a me” e tornarono a rotolarsi e i unire i loro corpi tra le lenzuola.

1 anno dopo

“Mi scusi? Il piano dove alloggiano gli Avenged Sevenfold? Sono uno della crew” disse un ragazzo alto con gli occhiali tutto vestito di nero mentre mostrava il pass al dipendente dell’albergo.
“Quarto piano. Devo avvisare della vostra venuta?”
“No, non scomodi i signori. Devo soltanto lasciare questo libro davanti alla porta della moglie del signor Seward”
L’uomo alla reception e schioccò le dita. Un ragazzino corse e si fermò raggiante: “Alvin, apri la porta del quarto piano al signore, deve andare dagli Avenged Sevenfold”
“Certo! Venga pure con me!” e iniziarono a salire le scale.
“Sa, sono davvero emozionato di accompagnarla! Io sono un grande fan degli Avenged Sevenfold da anni. Non li ho mai visti live, e sono stato molto triste quando The Rev… Insomma, lei la storia la saprà meglio di me. Spero si risvegli presto. Manca a tutti”
Il ragazzo della crew sorrise e annuì ma rimase in silenzio. Dopo poco il ragazzo continuò: “Siamo arrivati. Ecco qui la porta aperta, mi segua, bisogna solo girare un angolo”
Camminarono per venti metri e finalmente il tipo misterioso parlò: “Grazie, puoi pure aspettarmi qui. Magari dopo potrei chiedere a loro se possono venire a fare un saluto ok?”
“Sarebbe un sogno!”
Il ragazzo più alto gli disse: “Mi sembra il minimo per un fan come te!” e si abbassò leggermente gli occhiali da sole neri che rivelarono un paio di inconfondibili occhi azzurri.
Alvin aprì la bocca sorpreso: “Ma tu sei…”
“Lo so chi sono” e strizzò l’occhio. In quel momento la band si affacciò nel corridoio con le varie compagne e videro questi due individui bizzarri. Si fermarono e li guardarono perplessi.
“Certo che siete dei cafoni! Incontrate un vecchio amico e non lo salutate nemmeno” si girò verso Alvin: “Mica come lui che mi a riconosciuto subito”
Ai ragazzi gelò il sangue nel sentire quella voce. Quando il tipo misterioso si tolse gli occhiali, cappello e felpa la band si sentì mancare. Brian incredulo urlo: “Jimbo!” e gli si fiondò addosso abbracciandolo con tutta la forza che possedeva.
Le ragazze lo riempirono di baci e Jimmy ridendo disse: “Avessi saputo prima di questa reazione di voi donzelle, sarei andato in coma più volte!”
“Non ci scherzare. Ma da quanto tempo sei sveglio?” chiese Zacky.
“Due mesi più o meno. Sono stato in ospedale ancora per un po’ di tempo dopo il risveglio e ho dovuto riprendere possesso del mio corpo. Ora sto bene, mi da un po’ fastidio ciò che rimane della tracheotomia, ma sono sempre io, anzi, non mi sono mai sentito così me stesso”
“Ti capiamo. Beh, penso che sia arrivato il momento di fare qualche presentazione. Lui” Matt indicò un ragazzino minuto rispetto agli altri membri della band: “Si chiama Arin. È della famiglia, ha suonato la batteria al posto tuo”
“E la suonerà ancora per un po’. Non posso prendere in mano le bacchette per qualche mese ancora. Ragazzo, hai la mia benedizione, e vedi di studiare bene i pezzi! Buona fortuna, con questo gruppo di pazzi ne avrai bisogno”
“Io non sono ingrassata, ma è il bambino di Zacky che è obeso, anzi, la bambina” disse Arianna facendosi spazio tra i ragazzi.
“Oddio! Una mini-Zacky in arrivo? Non posso sopportarlo. Quanto tempo manca?”
“Tre settimane”
“Io me ne ritorno in coma.”
“Dai piantala. Piuttosto, ci sarai al rinnovo dei voti del matrimonio di Johnny e Kathy? È tra una settimana”
“Sì certo! Non potrei mai mancare!” si guardò intorno e vide una ragazza bionda che non aveva mai visto: “E tu sei…”
“Sono la fidanzata di Matt. Piacere Valary”
“Piacere” le strinse la mano e poi si chinò verso Brian sussurrando: “E Fede?”
Il chitarrista sollevò il dito indice e il mignolo. Jimmy annuì triste e disse: “Poverina”
Michelle si piazzò davanti al batterista che le chiese: “E tu piccola, come stai?”
“Ora sto bene”
“Riccardo dov’è? Ti da ancora fastidio?”
Michelle spalancò gli occhi. Jimmy sorrise e le strizzò l’occhio. Si abbracciarono e le i disse: “Grazie”
“Ohi! Cosa fai? Mi rubi la donna?” i due amici si staccarono e il batterista chiese: “Siete riusciti a mettervi insieme? Era ora! Ci avete fatto tribolare!” e tutti si misero a ridere mentre Brian e Michelle si strinsero sorridendo.
Jimmy vide con la coda dell’occhio Alvin che era rimasto in un angolo a guardarli. Si girò dai suoi compari e disse: “Ho portato una persona che muore dalla voglia di conoscervi. Anzi, a dir la verità mi ha portato lui qui”
La band salutò Alvin che si fece scattare le foto con tutti e raccolse tutti gli autografi. Contento scese giù, sicuro che Jimmy non sarebbe tornato nella Hall tanto presto.
Michelle e Brian si guardarono e lei pensò che ogni singolo attimo, ogni lacrima era stata indispensabile per costruire la meravigliosa storia che stava vivendo con Brian. Baciò quelle labbra che oramai conosceva bene. Il suo chitarrista la strinse a sé e sorrisero, pronti a vivere una nuova vita tutti insieme.

THE END (...?)
 

Ebbene sì, è finita. Il testo della canzone che canta Brian è Lost It All che però ho modificato per renderlo inerente alla storia. Se vi è piaciuto fatemelo sapere con una piccola recensione, se vi ha urtato, idem ma poi attaccatevi al tram :)
Spero vi sia piaciuto il finale!
Ringrazio Federica, che mi ha aiutato a postare i primi capitoli della fanfiction; Astrid, che ho conosciuto nel forum A7x Italian Delirium e che mi ha introdotto a EFP; Anita e Camilla che mi hanno spinto a finire questa storia; Cam&Prim che hanno fatto un banner magnifico; Manuel, che è stato il mio beta, il mio "muso" ed è il mio fan #1... infine Piera, la mia attuale beta, che mi ha fatto scrivere la scena della webcam e con la quale scriverò una nuova storia made in Sevenfold! Esatto, non sparirò per sempre, ma mi farò risentire! Stay tuned!

Un enorme grazie va alle 15 persone che hanno inserito questa storia nei preferiti, facendola entrare tra le 30 fanficition più popolari di questo fandom.
Grazie anche alle 7 persone che invece hanno deciso di mettere questa storia nelle seguite. Grazie, vi porto tutte nel cuore!

Ci vediamo presto!

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