Note dell'autore: Con un giorno in ritardo
rispetto a quanto avevo previsto, eccovi il primo capitolo di "La canzone
degli Ood" (ma ai traduttori faceva schifo il titolo Il pianeta degli Ood
-.-?).
Ammetto
che sto avendo grosse difficoltà a scrivere questa storia, perché non so di
preciso le scene da scegliere e aggiungere Rose, quindi perdonatemi in anticipo
se la storia non vi piace ;)
La canzone degli Ood
Capitolo 1
Il giro del mistero
Tra i corridoi del Tardis c'era troppa tranquillità,
voleva dire che il Dottore era impegnato a "sistemare" qualcosa del
Tardis e Donna non si era ancora alzata.
Erano passati un paio di giorni dalla loro avventura a Pompei e si erano
divertiti a girovagare per asteroidi e pianeti comprando un sacco di cose
carine, un po’ delle quali le avrebbe portate a sua madre.
Arrivata nella sala principale, si trovò il Dottore
sdraiato sulla grata a lavorare sotto la console, come aveva pensato.
"Se per colpa tua dovrò farmi la doccia fredda, te
ne pentirai." Disse la biondina con ironia entrando e attirando
l'attenzione su di sé.
"Oh bene eccoti qui." Disse il Dottore senza
spostare lo sguardo da quello che stava facendo.
"Vai allo schermo e dimmi quello che vedi."
Continuò senza mai staccarsi dal suo lavoro.
"Oh ciao anche a te Dottore, si sto bene, ho dormito
splendidamente, grazie di averlo chiesto." Scherzò la ragazza mettendosi
davanti allo schermo, il Dottore borbottò qualcosa d'incomprensibile.
"Che cosa dovrei vedere?" chiese lei un po’
annoiata.
"Non vedi nulla?" chiese uscendo la testa da
sotto la console.
"I soliti simboli, perché?" chiese lei
nuovamente non capendo.
"Maledizione, devo aver confuso i fili."
Borbottò ancora, mettendosi nuovamente a lavorare sotto la console, facendo
incuriosire ancora di più Rose.
"Dottore, cosa stai facendo?" chiese sistemandosi
a gambe incrociate vicino a lui, tentando di guardare a cosa lavorava.
"Oh un piccolo programma per lo schermo del
Tardis." Spiegò staccando una matassa di fili, che causò una piccola
scintilla.
"Che tipo di programma?" chiese ancora
costringendolo a mettersi seduto per poterlo guardare.
"Nulla di che … solo un piccolo programma."
Rispose in modo vago, strofinandosi la nuca.
"Che programma?" chiese ancora lei troppo
curiosa dal suo atteggiamento.
"Oh ... beh, un programma che ti aiuterebbe a
leggere lo schermo in caso di necessità." Spiegò con calma.
"Una specie di traduttore? perché?" chiese lei
non capendo il motivo di questo programma.
"Pensavo mi fosse vietato leggere quei
simboli." Continuò lei.
"Oh non dire scemenze non ti è vietato." La
richiamò.
"Da quando viaggiamo, il Tardis non li ha mai
tradotti." Continuò lei, sulla difensiva.
"Lo so, ma ho pensato che sarebbe utile che tu
riuscissi in qualche modo a leggerli." Spiegò il Dottore.
"Si … nel caso che … tu sai …." Cercò di
spiegare, ma Rose lo baciò interrompendolo.
"E' …. È questo per cos'era?" chiese sorpreso
per il bacio improvviso.
"E' un gesto molto dolce da parte tua, farmi leggere
la tua lingua." Gli rispose con dolcezza accarezzandogli la cravatta.
"Oh beh, in questo caso …" disse soddisfatto, per
poi riprendere a baciarla.
"Oh vi prego, avete un centinaio di stanze a vostra
disposizione, potreste evitarlo di farlo qui?" risuonò la voce di Donna
che stava entrando in quel momento nella stanza della console. Rose e il
Dottore scattarono sorpresi e si allontanarono.
"Buongiorno Donna." La salutò la biondina
arrossendo un po’.
"Vorrei evitare di assistere a certe scenette sdolcinate
s'è possibile, grazie" Continuò ancora mettendosi seduta sul sedile.
"Dormito bene?" chiese Rose cambiando subito
discorso.
"Splendidamente." Le rispose sorridendo, Rose
si mise accanto a lei, mentre il Dottore finse di fare qualcosa alla console.
"Allora Spaceman,
vuoi lasciarci tutto il tempo qui a guardarti, o ci porti da qualche altra
parte?" chiese la rossa eccitata all'idea di un nuovo viaggio, il Dottore
si volto verso le due, appoggiandosi alla console e incrociando le braccia al
petto.
"Dove vorresti andare?" chiese.
"Ah non so, vedi tu" gli rispose quasi
sfidandolo, il Dottore sembrò pensarci su, finché a un tratto scattò facendo
sussultare le due compagne.
"Ci sono!" urlò.
"Rose, Donna alzatevi, hanno bisogno di una
mano." Disse iniziando a girare attorno alla console.
"Allora stavolta dove si va?" chiese Rose
elettrizzata.
"Non ne ho idea." Rispose sorridendo mentre
continuava a schiacciare pulsati, su pulsanti.
"E' allora come mai tutto questa fretta?"
chiese la rossa non capendo la sua agitazione, ma il Dottore non ebbe tempo di
rispondere il Tardis tremò segnando la sua partenza, i tre dovettero tenersi
saldamente per non cadere.
Con un tonfo la navicella si fermò e Donna cadde a terra
nonostante si stesse tenendo saldamente.
"Tutto bene?" chiese Rose aiutandola ad
alzarsi, tentando di non scoppiare a ridere.
"Oddio mi sembrava di essere su un ottovolante"
Si lamentò ridendo, mentre riprendeva fiato.
"Allora dove siamo?" Rose si voltò verso il
Dottore notando che dondolava sulla sue gambe sorridendo come un matto, pronto
per quello che sarebbe successo.
"Giro del mistero." Disse, e Rose spalancò gli
occhi dalla sorpresa.
"Giro di cosa?" chiese Donna
"Giro del mistero, vuol dire che potremmo essere ovunque
nel tempo e nello spazio" spiegò Rose.
"Oltre quella porta potremmo trovarci in qualsiasi
punto del tempo dell'immenso universo." Continuò cerimonioso il Dottore,
mentre Donna eccitata guardava sia la porta sia il Dottore.
"Tutto bene?" chiese il Dottore.
"Terrorizzata!" rispose sincera Donna.
"Insomma la storia è una cosa, ma addirittura un
pianeta." Disse con la voce un po’ stridula eccitata all'idea.
"Se vuoi, ti riporto a casa." Scherzò il
Dottore guadagnandosi uno sguardo fulminante della rossa.
"Smettila di prendermi in giro." Si difese con
grinta.
"Non dargli ascolta Donna, te lo fa a posta"
Aggiunse Rose, afferrandola per un braccio.
"Capisco benissimo come ti senti, tutte quelle
emozioni che sembrano esploderti nel petto: Paura, gioia, meraviglia, li
proviamo anche noi, credimi." Continuò la biondina.
"Scherzi, dopo tutto questo tempo?" chiese a
entrambi.
"Ovvio altrimenti perché continuare a
viaggiare" intervenne il Dottore avvicinandosi alle due.
"Ok, d'accordo usciamo insieme" disse tirando
Rose con sé verso la porta, per poi fermarsi nuovamente lasciando la presa su
Rose.
"E' così pazzesco, sono nata a Chiswick, viaggiavo
con pacchetti vacanza e ora guardatemi … questo è … è … non riesco neanche a
trovare le parole adatte" Disse per poi uscire di corsa, trascinando di
nuovo Rose.
Le due ragazze furono investite da una volata di vento
freddo, un'immensa distesa di coltre bianca copriva l'intero paesaggio.
"Adesso lo so … ghiacciato" Urlò Donna
infreddolita, nessuna delle due era preparata a un clima così freddo e rigido,
dietro di loro il Dottore uscì dal Tardis.
"La neve" esclamò con un sorriso infantile, facendosi
avanti a tutte e due.
"Neve vera, finalmente, mi mancava." Disse
guardandosi attorno.
"Proprio come quella notte a Cardiff, ricordi?"
disse rivolgendosi a Rose.
"Già … e non sarebbe male avere lo stesso abbigliamento." Disse la ragazza tremante dal freddo, in
effetti, una minigonna di jeans e una maglietta non erano per niente adatte al
freddo.
"Fa un po’ freddo non trovi?" aggiunse Donna.
"Ma guardate che spettacolo" Disse allargando
le braccia verso il paesaggio innevato davanti a loro.
"Già bellissimo, e freddissimo." Disse Donna
battendo i denti.
"Per te è facile con quello non sentirai
nulla." Si lamentò Rose saltellando da un piede all'altro.
"Milioni di pianete e milioni di galassie, e finiamo
su questo." Continuò lui ignorando il commento di Rose.
"Molto bene.
Bellissimo*" Aggiunse con un simpatico accento italiano, voltandosi
verso le due che sforzarono un sorriso.
"Dice Donna: Nata a Chiswick, una vita fatta di
lavoro e riposto." Continuò il Dottore iniziando a camminare tra la neve,
Rose né approfittò entrò nuovamente nel Tardis portandosi anche Donna.
"Non credi che si accorgerà che non ci siamo?"
chiese la rossa mentre di corsa attraversavano la stanza della console.
"Nah, quando inizia a parlare è capace di continuare
per ore, ore, senza fermarsi mai." Rispose Rose gettandosi nella stanza
del guardaroba che il Tardis aveva avvicinato alla console.
Grazie alla navicella le due riuscirono a trovare degli
abiti adatti in pochissimo tempo, quando uscirono nuovamente il Dottore si era
appena voltato a guardare verso le sue spalle.
"Scusa stavi dicendo?" chiese Donna con ironia
mentre si riavvicinarono al Dottore.
"Meglio?" chiese lui
"Splendidamente" Rispose Rose sorridendo
dolcemente.
"State comode?" chiese ancora lui.
"Ovvio." Rispose Donna mentre si avvicinava a
loro.
"Sicura di stare comoda?" chiese guardando
Rose, camuffata in un enorme giubbotto blu, sopra un paio di pantaloni neri.
"Certo che sì." Rispose la biondina guardandosi
bene.
"Credo che sia rimasto male, perché ti sei tolta la
minigonna" scherzò Donna, Rose si voltò a guardarlo notando un certo
imbarazzo.
"Non dire fesserie" Si difese il Dottore.
"Stavo dicendo" iniziò cambiando discorso.
"Guardalo come cambia subito argomento" Scherzò
ancora Donna.
"Cittadine delle Terra … " continuò il Dottore
ignorandola, ma un rumore lo fece fermare, i tre guardarono in alto, vedendo un
enorme razzo che sovrastava le loro teste.
"Un razzo, un vero razzo che mi venga un colpo!"
esclamò Donna.
"Eccola una navicella spaziale, tu hai una scatola;
quella è una Ferrari." Continuò Donna per poi cominciare a camminare, Rose
trattenne una risata nel vedere la faccia delusa del Dottore che andava dal
Tardis a Donna.
"Ma … ma …" tentò
"Su Dottore non prendertela" disse Rose afferandolo
sotto braccio.
"Ringrazia che il Capitano Jack non era qui a
sentire la battuta di Donna." Disse sorridendogli, e trascinarlo con sé,
seguendo Donna.
Camminarono tra la neve per un po’, dimenticandosi quasi
la direzione presa dal razzo che ormai era giunto a destinazione.
"Oddio ha visto quant'è alto?" disse Donna a
Rose, mentre passavano su un ponte interamente ghiacciato.
"Sembra come in quel libro Le cronache di Narnia." Disse Rose aggrappandosi al braccio
del Dottore.
"Credo che il razzo sia andato di là." Indicò
il Dottore dritto davanti a loro, Rose ne approfittò lasciò la mano al Dottore
e corse in quella direzione.
"Vediamo chi arriva prima" Urlò prima di
scomparire.
"Non cacciarti nei guai" Urlò invece il Dottore,
anche se la ragazza non poteva più ascoltarlo.
"Che vuoi che succeda in questo posto
splendido?" aggiunse Donna avvicinandosi di più.
"Credimi Donna, quella ragazza attira i guai come
una calamita" Avvertì il Dottore, Donna stava per risponderla ma venne
interrotta.
"Dottore" Urlò Rose.
"Che ti dicevo" Disse andando verso la
direzione che aveva preso Rose, Donna lo seguì.
I due raggiunsero la ragazza inginocchiata accanto ad un
Ood morente tra la neve, il Dottore percepì nell'aria un suono, una specie di
musica, sicuramente proveniva dall'Ood, la domanda che si poneva era se anche
Rose era riuscita a sentirla.
"Che cos'è?" chiese Donna arrancando dietro il Dottore.
"Un Ood, si chiama Ood." Rose rispose a Donna.
"Puoi aiutarlo?" chiese Rose verso il Dottore,
mentre tirava fuori il suo stetoscopio.
"Non lo so, non so dove hanno il cuore, non so neanche
se hanno un cuore!" ammise il Dottore cercando di trovare il cuore.
"Ma la sua faccia" Donna aggiunse un po’
disgustata.
"E' un essere vivente Donna, solo un po’ diverso da
noi." Continuò Rose, la rossa chiese scusa e s'inginocchiò accanto a lei.
"Cercate di parlargli tenetolo sveglio." Disse
il Dottore.
"Stai tranquillo, loro sono i miei amici, Donna e il
Dottore" Disse Rose accarezzandogli il petto.
"Come ti chiami?" chiese Donna un po’
impacciata.
"Designato Ood Delta 50" Rispose gentilmente voltandosi
verso di loro.
"Lui è un Dottore è quel che ti serve, un Dottore"
Tentò di rassicurarlo.
"Cosa ti è successo, lo sai?" chiese Rose.
"Il cerchio … il cerchio" Tentò di parlare con
sofferenza.
"Non sforzarti a parlare" Gli disse Donna.
"Il cerchio deve essere spezzato" Aggiunse il
povero Ood sofferente.
"Di quale cerchio parli?" chiese il Dottore.
"Delta 50, mi senti, Delta 50" tentò di
chiamarlo il Dottore, l'Ood si voltò versò di lui e in un attimo aprì gli occhi
e si avventò contro, i tre si allontanarono immediatamente notando che il
colore degli occhi era diventato rosso, l'Ood si accasciò a terra ormai privo
di vita.
"E' morto" Disse Donna avvicinandosi, il
Dottore cercò di fermarla ma lei non ascoltò.
"Mi dispiace tesoro, siamo arrivati tardi."
Disse Donna accarezzando la testa dell'Ood.
"Che facciamo, lo seppelliamo?" chiese ai due.
"Ci penserà la neve." Rispose il Dottore.
"Che cos'era? Cos'è un'Ood?" chiese Donna.
"Sono i servitori degli umani nel futuro"
Spiegò brevemente Rose.
"In genere sono molto pacifici" Continuò il
Dottore.
"Dottore, i suoi occhi" Disse Rose avvicinandosi
a lui.
"Lo so!" rispose ricordando l'ultima volta che
era successo.
"Che significa?" chiese Donna non capendo.
"Problemi." Rispose brevemente il Dottore
iniziando a camminare, le due gli furono subito accanto.
"Rose come lo hai trovato?" chiese il Dottore
piano.
"Ho sentito come un eco, una specie di canzone,
perché?" chiese lei non capendo.
"Nulla solo curiosità." Rispose lui
tranquillamente, le prese la mano e le sorrise.
Fine
Capitolo I
Note Finali: Spero
davvero che questo capitolo vi sia piaciuto, e io spero tanto di non essere
uscita dai caratteri dei personaggi, ripeto ho avuto diverse difficoltà.
Spero che continuiate
a seguirmi, chiedo anche scusa per possibili errori di grammatica e punteggiatura.
KillerQueen86