Dio li fa e poi ci si accoppia

di Lady Vivien
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Interruzioni ***
Capitolo 2: *** La festa ***



Capitolo 1
*** Interruzioni ***


Salve a tutti

Salve a tutti!!!

Questa è la mia prima ff su Furuba. Spero vi piacerà come sta piacendo a me scriverla...!!

Naturalmente i protagonisti sono Akito e il trio (Aya-Shi-Hato) che, per chi non lo sapesse, (NESSUNO, OVVIAMENTEEEE!!!! >_< NdLettori) sono i miei personaggi preferiti!!

Buona lettura!!!

Lady Vivien

 

                                                               -1^ cap-

                                                             Interruzioni

 

 

 

Silenzio. Silenzio opprimente. Camminando per una qualunque delle tante stradine della Villa Soma era l’unica cosa che si sentiva: ormai non c’erano neanche più uccellini o altri tipi di animali... sembrava tutto irrealmente finto, di vetro. Anche se era primavera.

Ormai, però, erano passati circa quattro anni da quando Toru Honda era entrata nella vita dei Soma e due da quando era riuscita ad annullare la maledizione.

Negli ultimi due anni, tra le tante cose eclatanti accadute, c’era stata la morte accidentale (beh, è esattamente ciò che è successo.. perché ci guardate così? Non ne siete convinti tutti?NdAkito e Lady Vivien)(No!!!!NdAltreInservienti) dell’odiosa inserviente che pretendeva di controllare  anche ciò che non la riguardava.

Questa perdita aveva solamente migliorato la vita alla villa....... Tranne che per il silenzio. Anche se ora il carattere di Akito era cambiato in meglio, aveva proibito di parlare ad alta voce per le varie stradine, soprattutto vicino la casa principale.

Era proprio lì che Shigure si stava recando. -Si può?-chiese l’uomo aprendo la porta scorrevole senza aspettare il permesso e Akito, ormai rassegnata a questo suo comportamento, lo invitò a sedersi con una smorfia riponendo un libro.

-Come mai questa visita senza invito?-

-Che c’è, ora è anche vietato fare delle sorprese alle persone a cui si vuole bene Akito?-disse Gure con un sorriso sarcastico stampato sul volto.

-Ahhh BASTA mi sono stufata di te, non sopporto più che fai ciò che vuoi solo perché non sono più il dio degli animali dello zodiaco e sono stata tua amante!!!!!!!! Vattene e non farti più vedere. Chi è la cameriera che ha disobbedito all’ordine di non farti entrare?-

-Complimenti, sei stata eloquente, e non è neanche un minuto che sono qui, ma come hai detto tu io ero il tuo amante e passeggiando con te ho notato la congiunzione di alcune strade non controllate che ho deciso di usare in quest’occasione..... Perché oggi non ho intenzione di andarmene finchè non mi avrai ascoltato... Ormai sono mesi che non mi permetti più di parlarti.-

Dopo estenuanti secondi di silenzio: -Va b....- -TocToc- -Si? Avanti...-disse lei scocciata tentando di nascondere Shi fuori in giardino.- Signorina, un giardiniere ha notato delle impronte in un punto dove è vietato passare.....Lei ha notato qualcosa?- -No, niente di strano... Anzi, vieta a chiunque, anche al personale, di avvicinarsi al mio appartamento da dentro e fuori, fino a che non vi richiamerò io...naturalmente anche tu dovrai andartene- -Ma così lei....- -Niente discussioni, sono sempre io il capo famiglia, o no?- disse Akito alludendo palesemente alla morte dell’inserviente megera che aveva disobbedito ai suoi ordini impicciandosi sempre di affari a lei estranei.

-Si, mi scusi.- sussurrò allora la cameriera uscendo inchinandosi ripetute volte.

Nell’istante in cui si chiuse la porta Akito si diresse da Shigure che, senza nessun indugio o inibizione, entrò nella stanza e la baciò, un bacio con la lingua, caldo, soffice ma possessivo, disperato, come erano sempre stati i loro baci.

-Ecco, era proprio di questo che volevo parlare.- disse Shi.

-Se era questo che volevi dirmi lo hai detto quindi puoi andare, quella è la porta.- disse Akito cercando di liberarsi delle braccia che le cingevano i fianchi. Ma lui non dava segni di cedimento, anzi per tutta risposta prese a baciarle il collo e con la voce rauca dal piacere disse: -Infatti ho detto che IO ti dovevo parlare, non pretendo una risposta.- -..............-

La sua mano sinistra stava andando a scostare dalla spalla di lei il kimono, mentre iniziava a sfiorare con le labbra la pelle calda e morbida spostandosi sempre più verso il centro del petto, poi con tutte e due le mani fece scivolare a terra il vestito, che era come sempre l’unico indumento da lei indossato per stare a casa, e si scostò. Akito interpretando male questo suo movimento si volse subito per raccogliere l’abito e Gure, abbracciandola da dietro, si accorse subito che stava piangendo cercando di non farsi scoprire.

-Ssshhh, non piangere, ti ho allontanata perché volevo guardarti... da troppo tempo vedo il tuo corpo solo nei sogni, e sinceramente non mi basta più, voglio averti, ora... per sempre. Sei nata per essere mia.- dicendo questo, sempre tenendola abbracciata, per farla calmare, iniziò a spogliarsi e appena fu nudo anche lui si sdraiarono sul futon.

-Sai, pensavo fossi cambiata dopo tutto questo tempo... invece sei sempre la solita impulsiva.- detto questo prese ad accarezzarle i fianchi e le anche, pensando solo a come le decisioni di Ren avessero cambiato il fisico della figlia.

Infatti, avendo vissuto come un maschio per anni, Akito aveva il seno poco sviluppato ma sodo, il sedere alto e muscoloso ma la pelle morbida come la seta, tutte cose perfette agli occhi di Gure.

Lui invece era muscoloso ma asciutto, il profumo naturale della sua pelle era qualcosa di inebriante, primitivo. E a mandare in orbita Akito soprattutto c’era il suo fallo che in quel momento premeva enorme fra le sue gambe, eccitato per l’attesa.

Shi era paziente, non aveva fretta di fare l’amore, si stava godendo i preliminari baciando e succhiando avidamente i capezzoli e stringendo a sé i fianchi frementi di lei.

Quando all’improvviso Hatori irruppe nella stanza.

 

I tre volti non potevano riflettere emozioni più differenti. Il viso di Akito era lo specchio della vergogna, quello di Hatori era rosso peperone dall’imbarazzo, e quello di Shigure era il riflesso dello stupore.

E nell’istante in cui Hatori era entrato sembrava che il mondo si fosse fermato. Akito e Shigure non si erano mossi di un millimetro, come del resto Hatori che sembrava paralizzato a causa della posizione in cui li aveva trovati.

-Oh cielo..... m-mi di-dispiace.... non volevo.....- disse Hatori rosso in viso. All’improvviso però la sua espressione mutò. –No che non mi dispiace, conosci i rischi che corri facendolo, vero? Non ti ho forse spiegato la situazione Akito?- disse imperiosamente il dottore.

-Ehi, quali rischi? Io non ne so nulla-

-No, niente non ti preoccupare.....- rispose lei cercando di rimanere indifferente.

-Come non si deve preoccupare...?! - disse Hatori sconcertato avanzando senza più imbarazzo nella stanza. -se le vuoi veramente bene non dovete farlo.- disse infine Hatori rivolgendosi direttamente all’amico e poi rivolto alla ragazza:-E tu ora vieni con me nel mio studio, è un ordine!!-

A testa bassa Akito si rivestì e non appena fu pronta uscì dalla stanza e Hato sussurrò a Shigure che non appena si fosse vestito, senza fretta avrebbe dovuto raggiungerlo nel suo studio, di nascosto da Akito. Subito dopo si incamminarono per la stradina che precedentemente le aveva indicato Shigure, quando Hatori notò che Akito aveva preso una pessima cera.

–Cos’è, non ti senti bene?-

-No, è solo che...... come mai conosci questa strada? Pensavo fosse solo Shi a con....-

-Io e Shigure dovremmo essere gli unici a conoscerla. Perché?-

-Stavo pensando che sarebbe bello poter passeggiare qui senza nessuno che mi controlli.-  

Hato la prese in braccio e Akito stringendosi forte a lui disse :-Non farlo. Ti prego non dirglielo, non mi vorrebbe più, ti prego, ti prego.- ripetè infine implorandolo, tuffando il viso nel suo collo cercando di reprimere le lacrime, ma lui sorrise e le mormorò:

-Ti vorrà comunque, perché anche se effettivamente la maledizione si è spezzata, per il cuore di Shigure è come se niente fosse cambiato, credo che per lui tu sia ancora la dea.- Hatori continuò a camminare con Akito in braccio. La ragazza era ancora preoccupata, così non fece caso alla parola “dea” e continuò:-LUI non dovrà saperne niente comunque, anche se pensi che rimarrebbe al mio fianco, in fondo è qualcosa che si può curare tranquillamente, no?-

-Non lo so.-

-Cosa non sai?-chiese lei allarmata.

-Tutte e due le cose: riguardo la prima... da te accetterebbe tutto, ma non le bugie, lo sai bene o hai già dimenticato? Riguardo la seconda....... non so cosa dirti, non ho mai avuto pazienti nella tua situazione...-

Parlando erano quasi arrivati allo studio di Hatori all’esterno del quale si aveva una splendida vista sui ciliegi della villa che stavano mettendo i primi fiori.

Poi ci fu ancora il silenzio finchè Hato non la adagiò sul lettino e iniziò a toglierle il kimono.

Akito improvvisamente disse:-Ehi, aspetta, perché sei entrato tutto trafelato nella mia stanza? Mi hai sgridata e portata via, però non mi hai spiegato perché sei venuto da me. Allora?- chiese infine impazientemente, con il solito tono perentorio, lei.

-Ah, è vero, sì, ecco..... è molto importante, allora... tu non sei più il dio..- iniziò lui dando le spalle ad Akito.

-Sì e allora? Non è una novità.- disse lei un po’ scocciata.

A quel punto Hatori si girò deciso a dirle tutto guardandola in faccia, ma non appena lo fece se ne pentì, dato che era completamente nuda... non poteva non ripensare alla scena vista poco prima.

-Rivestiti-

-Perché? Non hai mai avuto problemi a parlarmi durante la visita.-

-Lo so, ma dato che ciò che devo chiederti è serio e importante per il mio futuro vorrei che la conversazione avvenisse nel più decoroso dei modi.-

-Vorrei sapere perché la mia approvazione è importante per te. Anche se mi siete rimasti vicini tutti quanti, nessuno è mai venuto a parlarmi di cose personali-

-Per questo volevo parlartene, oltre al fatto che per me sei ancora importante, forse anche più di prima. E poi perché non fai niente per cercare di stare vicino alle persone che ti sono più care al mondo. Mentre do....-

-Beh, proprio per questo dovrei sembrarti una stupida, non dovrei risultare la migliore, gli altri non mi vogliono.-

- è proprio per questo che per me sei importante, hai capito che è inutile imporre il proprio volere agli altri.-

Detto questo Hatori riprese la parola ed essendo imbarazzatissimo, per togliersi il pensiero decise di arrivare subito al punto:-Vorrei sposare Mayu.-

Akito era rimasta senza parole dallo stupore e dall’imbarazzo, così Hatori per aiutarla esclamò:-Ho detto “vorrei” perché sei sempre il capofamiglia, ma soprattut...-

-Sì, va bene, ne sarei felice.- assentì lei prendendolo alla sprovvista.

Poi continuò, dato che lui era rimasto in silenzio:-So anche che quando eri fidanzato con Kana mi sono comportata irrazionalmente- disse indicando l’occhio sinistro di lui -e che è tardi per scusarsi, però vorrei farlo lo stesso. Scusami.- concluse Akito con un inchino da seduta.

Hatori non pensava che Akito avrebbe assentito così in fretta, pensava di doverle fare delle pressioni, invece il suo consenso era arrivato inaspettatamente subito. Per un secondo il solito calmo e pacato Hatori era scomparso, infatti per ringraziare la ragazza si era letteralmente gettato su di lei, abbracciandola e ringraziandola. (Mia cara autrice, non ti sembra che il mio carattere si sia improvvisamente avvicinato molto a quello di Shigure?NdHato indispettito)(Ehi, cos’ha che non va il mio carattere adesso O.o , eh?NdShi)(Dato che siamo amici te lo devo dire:TUTTO >____

Dopo questa dimostrazione di affetto Hatori si ricompose e si decise a visitarla.

Per tutta la durata della visita nessuno dei due parlò. Ma non appena Hato finì, il suo viso era troppo scuro, cosicché Akito non seppe aspettare.

-Perché sei così preoccupato? Non posso essere peggiorata così tanto, o sì?-

-Non sei peggiorata, però l’infezione non sembra volerne sapere di scomparire, persiste e non so più cosa fare.-

-Che vuol dire che non sai più che fare?-

-Che ho usato tutte le mie conoscenze mediche. Ma sembra che l’effetto delle medicine e delle creme sia solo temporaneo.- disse lui un po’ triste.

-Sicuramente non è colpa tua, stai tranquillo, altrimenti come potresti curare così bene i tuoi altri pazienti? O ti sei dimenticato che io non sono più la tua paziente più importante?-

-Tranquilla.- disse lui con uno strano sorriso. -Ora vai, come hai detto tu non sei più l’unica....-

-Allora buon lavoro.-

-Grazie. Ciao.-

Akito uscì dallo shoji che si trovava sul giardino, ma non si accorse che proprio in quel momento dietro ad un cespuglio si stava nascondendo Shigure (Te la prendi comoda, eh? =.=’’ NdHato e Lady Vivien) (Eh, che ci volete fare...? Ognuno ha i suoi tempi ^_^ NdGure).

Non appena Akito scomparve dal campo visivo dello studio, Shigure uscì dal suo nascondiglio e si diresse verso Hatori che, avendo notato gli strani movimenti del cespuglio, lo stava già guardando (eh, pure Akito è una cima, eh! Ma come ha fatto a non vedere Gure? E’ pure cieca, oltretutto? O.o NdRanpyon) (E tu che ci fai qui? Capisco che stai sempre a casa mia, ma devi anche impicciarti della MIA storia?? NdLady Vivien) (Beh, sai com’è... passavo per caso... Cioè, no, giravo per casa...U.U NdRanpyon).

-Allora cosa c’è di così importante e segreto da farmi venire come un ladro?- chiese Shi togliendosi una foglia dal kimono.

-Veramente sei tu che hai deciso di venire come un ladro, io ti avevo semplicemente detto di venire senza che Akito lo sapesse.- rispose secco l’altro.

-Beh, come al solito hai ragione, ma ora dimmi, perché mi volevi così tanto parlare?- chiese tutto gongolante Gure.

-Per dirti una cosa che ha bisogno della massima serietà.- rispose invece serio Hato.

-Va bene, di cosa si tratta, allora?- chiese questa volta serio Shi.

-Si tratta di Akito, come credo avrai già compreso.-

Shigure fece un cenno affermativo con la testa per consentire all’amico di continuare. Hatori si accese una sigaretta e iniziò a parlare:-Ho promesso ad Akito che non te ne avrei parlato, e così sarà.-

-Ma, non capisco..-

-Tranquillo, devi solo ascoltarmi e poi vedremo. Allora, prima vi ho fermati e vorrei che non provassi a fare l’amore con lei fino a che non sarò io a dirlo. Posso solo chiederti di promettere, so che è difficile promettere per qualcosa che non si conosce, però devo chiederti di farlo. Per Akito.-

-Non posso proprio sapere di che si tratta, allora?-

-No, non puoi. Gliel’ho promesso.- disse un po’ malinconico il dottore.

-Va bene, lo prometto.-

-E naturalmente non dovrai parlarne con nessuno.-

-Di cosa dovrei parlare? Non so niente...-

-Esatto, non sai niente.- concluse Hatori un po’ rincuorato.

-Ah, non te lo avevo detto perché so che sei un gran chiacchierone, ma dato che ora sono certo che non ci saranno problemi posso dirtelo: Mayu è la mia fidanzata e ho chiesto ad Akito se era d’accordo al fatto che mi sposassi....- fece una pausa ad effetto e si gustò la faccia di Shigure, che aveva letteralmente gli occhi di fuori e la mascella a terra dallo stupore e continuò:-Ha detto che per lei va bene. E dato che è stata felice di questa notizia ho deciso che sarà la mia testimone, insieme a te.-

-Sono felicissimo per te, ma la cosa che mi preoccupa di più è: come l’ha presa Mayu quando le hai detto che se vi sareste sposati sarei stato io il tuo testimone?-

-Non l’ha presa, dato che l’ho appena deciso...- disse con un sorriso di noncuranza.

Hatori aveva deciso che la conversazione era finita, così si alzò, finì la sigaretta ed entrò nel suo studio chiudendosi dietro la porta per evitare che quello sciagurato del suo amico se ne uscisse con qualche strana pensata ed iniziò a prepararsi per andare a trovare la sua fidanzata, che era ignara del suo arrivo.

Come aveva immaginato, lo scrittore lo stava aspettando fuori, così si sbrigò a richiudere la porta, dato che come al solito aveva lasciato in giro tutto ciò che si era tolto.

-Che c’è ora? Non dovresti tornare a casa? Toru sarà preoccupata , e non voglio immaginare Micchan, che starà impazzendo, visto che sei sicuramente uscito senza dire per dove o per quanto tempo, invece che terminare il nuovo romanzo.-

-Dove stai andando?- chiese invece l’amico, incurante del “rimprovero” appena ricevuto, con il suo solito tono da stupido.

-Non sono affari tuoi.- rispose scocciato l’altro.

-Perché mi tratti male? Non dovremmo dirci sempre tutto?- provò speranzoso Gure, che voleva impicciarsi.

-Lasciamo perdere. E tu va’ a casa che ti stanno aspettando.- replicò serio l’altro -E non fare così, sai che mi innervosisci- concluse riferendosi agli occhi a stanghetta e il corpo diventato improvvisamente superflessuoso.

Lo liquidò così e si diresse subito verso il negozio del padre di Mayu , dato che sapeva che quel pomeriggio la ragazza lavorava lì.

Lei, non appena lo vide, diventò subito rossa e si diresse da lui per salutarlo. Però era anche tesa; l’ultima volta che si erano visti l’aveva costretto a promettere che si sarebbero sentiti solo per telefono, finchè lui non avesse detto al capofamiglia che volevano sposarsi. C’erano solo due possibilità: buone o cattive notizie. –Ciao.- disse lui baciandola sulle labbra.

-Buongiorno.- rispose lei cercando di non far trasparire la sua ansia.

-Va bene se i miei testimoni saranno Shigure e Akito?- Hatori aveva deciso di essere diretto per stupirla, e c’era riuscito.

Mayu era senza parole e aveva le lacrime agli occhi dalla felicità.

-Ti amo.- sussurrò lei tuffandosi tra le braccia del fidanzato. Restarono un po’ di tempo abbracciati, vicino la cassa del negozio. Poi sempre restando abbracciata a lui Mayuko disse:-Se i tuoi testimoni saranno loro, i miei saranno Ayame e Kana. Va bene, vero?-

-Certo che va bene Kana. Ma sei sicura di volere Ayame?- fece lui con una faccia scettica.

-E tu sei sicuro di volere Shigure?- fece lei con la stessa faccia.

Alla fine scoppiarono a ridere di cuore, anche se avevano fatto di tutto per restare seri.

Da quando aveva trovato l’amore in Mayu e aveva rinunciato a Kana, Hatori rideva molto più spesso.

Nel frattempo Shigure, senza alcuna fretta, era tornato a casa sua, dove, come dalla previsione di Hatori, aveva trovato Toru preoccupata e Micchan disperata.

Invece Kyo eYuki erano completamente indifferenti alla sua assenza, anzi Kyo sembrava più rilassato del solito.

(Ci credo che è rilassato, non sono neanche dieci minuti che è sceso, dopo essere stato chiuso nella sua stanza per più di un’ora con Toru. NdYuki)(Wow, davvero? Non ne sapevo niente anche se sono l’autrice!!!! NdLady Vivien)(Si può sapere perché vi impicciate delle cose che non vi riguardano? NdKyoincazzatonero)(Perché per carattere siamo curiosi. =P NdYuki e Lady Vivien)(Per favore autrice non dica che io e Kyo facciamo quella cosa. >///////< NdToru)(Veramente, per come siete fatti pensavo giocaste a scarabeo. NdLady Vivien) (Ops........ ndToru)(Possibile che se mi giro un attimo combini guai? NdKyoprotettivo).

 

Intanto alla casa principale Akito stava seduta fuori la finestra della sua camera, e con le dita dei piedi giocava con dei sassolini. Piangendo.

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** La festa ***


Nuova pagina 1

Ecco per voi il secondo capitolo... spero vi piaccia e spero mi lascerete un commento che sia positivo o meno (le critiche servono a crescere!)

Baci Lady Vivien

-2^ cap-

La festa

 

 

Hatori aveva fatto sapere a tutti gli animali dello zodiaco che il 15 ottobre si sarebbe sposato con Mayu.

Dato che erano sconcertati dal fatto che Akito avesse acconsentito alle nozze, per Hatori e Shigure fu facile convincere tutti a recarsi il 18 maggio alla villa principale.

Tutti sapevano che c’era lo zampino di Akito, tuttavia nessuno era riuscito a trovare una scusa o a dire di no all’invito.

Shigure arrivò puntuale alle sette (Per la prima volta nella sua vita. NdMicchan). Essendo arrivato da solo decise di andare a trovare Akito nella sua stanza. Dato che era una serata particolarmente calda per la primavera, decise di passare per il giardino. Non c’era vento, il cielo era stellato, tutto nell’atmosfera sembrava estivo, tranne i ciliegi, che erano in fiore. Era una serata perfetta.

A parte Kagura, Momicchi e Ritsu che arrivarono soli, tutti gli altri animali arrivarono in compagnia dei propri partner: Haru con Isuzu, Yuki con Machi, Kyo con Toru, Kureno con Arisa, Hiro con Kisa, Ayame con Mine e Hatori con Mayuko.

Non appena arrivarono, tutti fecero lo stesso commento:-Da dove è uscita tutta questa gente?-

Dopo questo breve commento, gli ex animali cominciarono ad agitarsi, dato che di solito, quando arrivavano alle feste, Akito era sempre lì ad aspettarli. Hatori per andare incontro alla loro tensione si recò in camera di Akito, dove sicuramente stava con Shigure, per chiedere loro di sbrigarsi, perché tutti la stavano aspettando. Shigure li precedette nella sala, pensando che volessero parlare da soli.

-Le tue condizioni sono migliorate, quindi se mi ascolterai attentamente, entro quattro o cinque settimane al massimo, dovresti essere guarita completamente.- riferì professionalmente lui.

-Non devo fare niente?-

-Dovrai semplicemente usare le due creme che ti darò. Però dovrai usarle tutti i giorni. Domani passerò da te per dartele e fare un altro controllo.- disse entrando nella sala subito dopo di lei.

-Ora vieni con me, devo presentarti la mia fidanzata.-

Condusse Akito da Mayu che stava parlando con Ayame e Mine. Notando che pur rimanendo un po’ fredda, era cordiale, anche gli altri si accodarono ad Aya per salutare Akito.

Chi più chi meno, erano tutti felici di aver salutato Akito.

Ora che tutti erano presenti, la festa cominciò.

Il party era stato organizzato in grande, anche con persone non appartenenti al nucleo principale della famiglia: c’erano camerieri elegantissimi pronti a servire drink alcolici e non, un buffet “spaziale” come aveva detto Haru e uno stereo con tantissimi CD a disposizione.

Akito notò che Shigure aveva organizzato tutto davvero molto bene. Però non se la sentiva di buttarsi nella mischia, così rimase seduta al suo posto accanto a Shigure, da dove chiamò un cameriere per farsi portare un bicchiere di vino rosso.

In pista c’erano Aya e Mine, gli unici che sembravano non farsi problemi a ballare in pubblico. Verso metà della canzone Haru facendole fare delle giravolte, portò un’imbarazzatissima Mayu in pista dove poi la raggiunse Hatori, che, per farle superare l’imbarazzo, la strinse a sé iniziando a ballare il lento.

L’unico che sembrava un po’ scocciato era Kyo, e Toru era arrivata al limite, si stava struggendo pensando fosse colpa sua perché non era con lui quando il giorno prima era andato a trovare il maestro.....

Shigure notando che la festa stava riuscendo molto bene, anche senza il loro intervento,(Fortuna che prima eri un segugio per i disastri altrui. Non ti sei accorto dell’aura incazzata di Kyo? NdLady Vivien) (Mai conosciuta un’autrice così invadente. NdKyo)(=P NdLady Vivien)(In questo momento ho altro per la testa, dovresti saperlo... ndShi)(Scusa. NdLady Vivien)decise che era il momento opportuno per scomparire con Akito, in giardino. All’inizio la ragazza era un po’ recidiva, alla fine però non seppe resistere all’invito di Shi. Stettero in giardino per mezz’ora circa, durante il quale le loro lingue non si staccarono neanche per un attimo: non appena uno accennava a staccarsi, l’altro lo rincorreva con la bocca, senza permettergli di dire di no.

Poi, dopo essere stati cinque minuti a guardare le stelle, decisero di tornare dentro. Akito si fece servire altri tre drink, anche se sapeva che il giorno dopo sarebbe stata male.

Il cameriere che per tutta la sera l’aveva servita, dopo il quarto drink in quindici minuti, pensò bene di andare a commentare con l’amico: -Hai notato la bella mora?-

-Chi, quella con i capelli corti e il kimono?-

-Si, esatto. Proprio quella. Non ti sembra veramente bella?-

-No, non mi sembra bella, ma in fondo sono stato sempre io quello che preferiva le ragazze con i capelli lunghi...-

-Esatto. E ho intenzione di provarci.-

-Come provarci, è ubriaca, non puoi farlo, è scorretto. Mi sembra anche una persona molto importante. E poi ha il fidanzato.-

Stava per rispondere, ma due occhi lo fulminarono, facendo capire al cameriere che il suo discorso non era passato inosservato.

Nel frattempo Akito e Gure erano nuovamente usciti in giardino, questa volta però si erano per precauzione nascosti dietro un albero, e per fortuna, dato che poco dopo che il kimono di entrambi era caduto a terra, dalla sala uscì qualcuno.

-Per favore portami a casa.-

-Vuoi venire da me?-

-Non mi fare domande stupide, lo sai che ho bevuto troppo e che mi sento stanca.-

-........-

Le voci erano solo sussurri, quindi non riuscivano a capire a chi appartenessero.

-Ehi, che fai Haru?-

-Come che faccio, mi sembra ovvio, hai detto di essere stanca, ora ti puoi riposare.-

-Va bene. Però Akito non si arrabbierà dato che siamo andati via senza salutarla?-

-Tranquilla, dato che non era nella sala, sarà sicuramente da qualche parte col maestro, quindi quando tornerà farà finta di niente.-

-.............. Se lo dici tu. Posso dormire con te stanotte?-

Non appena si furono allontanati Shi chiese: -Non ti arrabbierai vero?-

In risposta però ebbe solo un morso sul labbro inferiore.

-Devi andare a casa. Anche io fra poco andrò nella mia stanza. Non dobbiamo più arrivare tanto vicini al sesso finchè non sarò io a dirtelo. E non ti preoccupare per i ragazzi, reggono bene l’alcol.- terminò lei imperiosa, prevenendo il suo pensiero. Si girò e rientrò. Nessuno sembrava essersi accorto della sua temporanea assenza. Meglio così.

Si avvicinò ad Hatori e gli disse che, siccome Shigure era già tornato a casa e lei aveva un po’ di mal di testa, preferiva andare in camera sua. Dopo aver salutato si avviò verso la porta, quando Hato la fermò e le diede un bacio sulla guancia.

Intanto qualcuno aveva furtivamente lasciato la sala.

Non era ubriaca, ma aveva bevuto abbastanza da essere stordita, perciò non si accorse dell’ombra che la stava seguendo. Camminava sotto i portici di legno e per quello che le consentiva il mal di testa ammirava il suo giardino, da dove il vento stava portando via alcuni petali dei ciliegi circostanti.

Come qualcuno stava per portarle via i suoi momenti di felicità.

Nel frattempo dalla sala era uscito anche Yuki che, sotto richiesta di Mine e Uo, era andato a cercare in giardino Kureno e quello sciagurato del fratello che, essendo ubriaco, molto probabilmente si era addormentato sotto un albero. Camminando in giardino si era avvicinato alla camera di Akito. Perciò decise di muoversi molto cautamente, non era saggio far sapere ad Akito che Ayame non si trovava più. Mentre pensava questo notò che la capofamiglia stava entrando barcollando nella sua stanza e vide anche che qualcuno, che non era Shigure, stava entrando furtivamente nella camera buia di lei.

Per quanto non avesse stima di Akito non riusciva a credere che stesse tradendo in alcun modo il suo ex tutore. Fu questo motivo a spingerlo verso lo shoji, a farlo ragionare alla ricerca di una scusa plausibile sulla sua presenza lì e ad aprire la porta.

Gli si gelò il sangue nelle vene e dimenticò la scusa inventata. La luce della luna illuminò il corpo di Akito, che era completamente nuda mentre piangeva e qualcuno di cui non riusciva a distinguere il volto, le stava aprendo le gambe e cercava di entrare in lei. I due non si erano accorti della sua presenza ma lui non riuscì a fare niente per cambiare la situazione. Proprio davanti ai suoi occhi la ragazza venne quasi violentata, mentre cercava di dire qualcosa riguardante alcuni divieti di Hatori. Yuki si era deciso ad andare a cercare qualche adulto, quando l’aggressore accortosi di una presenza estranea, si alzò e di corsa uscì dalla stanza rivelandogli la sua identità. Sconcertato, Yuki, tornò alla festa. Disse a Mine che forse il fratello se ne era andato a casa perché non c’era traccia di lui in giro, e che anche lui stava per fare la stessa cosa. Ad Uo disse che probabilmente, sbadato com’è, Kureno era andato a dormire, senza ricordarsi che lei lo stava aspettando. Mentre salutava Machi chiedendole di tornare con gli altri, notò che il cameriere stava tornando in sala e che non aveva avuto neanche il pudore di rivestirsi compostamente prima di rientrare.

Però non disse nulla, preso com’era dal discorso con cui dire a Shigure per primo che aveva visto la sua ragazza mentre veniva quasi violentata, che non era riuscito a fermare l’aggressore, che però lo aveva riconosciuto e che era pronto a denunciarlo. Con questi terribili pensieri arrivò a casa.

Quando hai urgente bisogno di Shigure, naturalmente, lui scompare nel nulla. Infatti, anche in quel momento, lui non c’era. Ripensandoci Yuki non sapeva se doveva essere contento o meno della sua assenza. Però non riusciva lo stesso a dormire, così decise di scendere in cucina per farsi una camomilla.

Mentre passava davanti l’ingresso con la sua aria funerea, la porta venne silenziosamente aperta da Kyo che stava abbracciato a Toru. Non appena si guardarono Kyo capì che l’amico stava male e, preoccupandosi per lui, chiese a Toru di preparare una camomilla e di portarla in camera di Yuki dove nel frattempo si stavano dirigendo loro.

Arrivati al secondo piano Yuki chiese a Kyo di rimanere con lui, che aveva urgente bisogno di parlare con qualcuno, dato che Shigure sembrava essersi dileguato nel nulla.

-Aspettiamo che Toru ci porti la camomilla in camera tua e se ne vada a letto e poi mi dici tutto quello che vuoi.-

-Grazie.- ed entrò nella sua stanza e chiuse la porta, con un espressione veramente sconvolta, che preoccupò ulteriormente Kyo. Da quando la maledizione era stata sciolta loro due avevano cominciato ad odiarsi sempre meno, finchè i soliti battibecchi e le solite “risse” erano diventate cose straordinarie. Si erano sempre odiati, ma per questo avevano bisogno l’uno dell’altro come amico, senza uno all’altro mancava qualcosa. Decise allora di scendere per vedere quanto mancava perché la camomilla fosse pronta. Toru stava versando il contenuto del bollitore in una delle tazze usate per le zuppe, dicendo:-Mi sembrava ne avesse molto bisogno.-

-Infatti. Grazie, la porto io- disse baciandola sulla fronte. E poi baciandola sulle labbra:- Va’ a dormire. Vuole parlare un po’.-

Salì le scale stando attento a non rovesciare la tazza che bruciava, ed entrò. Si sedette sul bordo del letto e mise la tazza in mano all’amico.

Non aveva fretta di andare a dormire, per questo decise di pazientare finchè non fosse stato Yuki a decidere di parlare. Poi Yuki si alzò ed andò a spengere la luce.

Si risedette sul letto cosicché la luna illuminasse solo il contorno del suo viso e non i suoi lineamenti.

-Se tu avessi visto una cosa spiacevole che riguarda la ragazza di un tuo amico, cosa faresti?- chiese con voce tremante.

-Beh, se vedessi la ragazza di qualcuno di voi mentre viene trattata male, lo direi subito al diretto interessato, con tutta la fretta della situazione.-

La frase era giunta inaspettata, per questo Yuki non potè fare a meno di trattenere il respiro. Cosa che naturalmente non passò inosservata.

-Cosa hai visto?-

-U....u...una ra...ragazza mentre veniva quasi violentata, e non ho fatto niente per impedirlo. Lei era lì che piangeva e lui non si era accorto di me. Potevo picchiarlo...-

-Ehhhh.... si, potevi, sei il più forte di tutti noi. E sei capitato lì per caso.-

-Però mi sono bloccato- continuò Yuki, che non dava segno di aver sentito Kyo -e ho aspettato che uscisse pensando che in quel momento mi sarei sbloccato, invece mentre usciva dalla stanza e mi passava accanto, mi sono nuovamente bloccato, il suo sguardo era perso, sembrava capitato lì per caso.-

-Poi che hai fatto, hai aiutato la ragazza?-

-No.... oh mio Dio, non ci ho proprio pensato. Quando sono rientrato ho cercato i grandi ma non trovando nessuno ho pensato di tornare a casa e parlarne con Shigure... ma lui quando serve non c’è mai...- disse Yuki mettendosi le mani nei capelli sconsolato.

-Si può sapere chi è la ragazza in questione?- tentò di chiedere Kyo, ma dopo che Yuki scosse vigorosamente la testa, si alzò e si avviò verso la porta, ma l’altro lo fermò e disse:-Se per qualche ragione ti scappa anche una sola parola di questo discorso con chiunque... sei morto.-

In risposta ottenne solo un sorriso mesto e un buonanotte.

Kyo attraversò silenziosamente il corridoio per non svegliare Toru e nel caso in cui Shigure fosse già tornato, anche lui. Accese la luce della sua stanza e notò che la sua ragazza si era accomodata sul suo letto, e che poi sicuramente, non riuscendo più a rimanere sveglia, aveva poggiato la testa sul cuscino e con i piedi ancora a terra si era addormentata. La prese in braccio e la adagiò meglio sul letto. Spense la luce e poi si spogliò, si mise la maglia del pigiama e si addormentò abbracciando la sua ragazza, col terrore che qualcuno potesse farle del male.

Yuki scese in cucina per riportare la tazza della camomilla. Aveva la mente a tal punto sconvolta da ciò che aveva visto che, quando Shigure rientrò inciampando sul gradino d’entrata, non si accorse di lui e rimase seduto al buio su una sedia in cucina.

La mattina dopo si svegliarono tutti più tardi del solito. Mentre scendevano insieme le scale né Shigure né Toru si preoccuparono dell’assenza di Yuki, dato che era solito fare tardi la domenica mattina, che la sera prima era molto stanco e soprattutto un po’ strano.

Kyo era sceso pochi minuti prima e notando che Yuki si era addormentato, stava tentando, inutilmente, di svegliarlo per non far agitare ancora di più Toru, siccome la sera prima aveva visto una strana espressione nei suoi occhi. I suoi tentativi non ottennero risultati, dal momento che, chiacchierando, la sua ragazza e il suo ex tutore entrarono nella stanza proprio mentre lui lo stava scuotendo. Toru pensò subito al peggio, ma Shigure e Kyo riuscirono a calmarla, non prima però che Yuki si svegliasse e si arrabbiasse vedendo l’espressione sconvolta di Toru. Aveva subito pensato che Kyo non avesse mantenuto il segreto, e Kyo in uno dei suoi pochi e brevi lampi di genio capì ciò che pensava l’amico e lo rassicurò con uno sguardo. Tutto ciò non era passato però inosservato all’occhio attento di Shigure.

Finita la colazione Kyo si preparò, costretto da Toru, per andare a pranzo a casa del maestro e raccontargli gli avvenimenti della festa.

Fortuna che Toru aveva un grande ascendente sul fidanzato, perché anche così era stata un’impresa convincerlo ad andare a trovare Kazuma.

Questo perché due giorni prima aveva deciso di andare ad allenarsi in palestra da lui, senza però avvertirlo del suo arrivo, così lo aveva trovato nel salotto di casa sdraiato sul divano sopra Hana. Da anni sapeva che Saki era innamorata di suo padre, però non avrebbe mai pensato che lui potesse ricambiare i sentimenti della ragazza.

Honda non sapeva cosa fare. Quel giorno doveva fare delle commissioni perciò aveva declinato l’invito di Kyo, sperava anche che Kazuma trovandosi solo con lui si decidesse a dirgli della sua nuova fiamma. Kazuma, infatti, si era deciso a dire al figlio della relazione, per sua sfortuna però, il ragazzo lo scoprì da solo, dato che Saki si era trattenuta più del dovuto e lui era arrivato in netto anticipo.

Toru aveva cercato un modo per due giorni interi e lo aveva trovato finalmente quella notte. Infatti la mattina appena sveglia aveva chiamato il maestro che aveva prontamente accettato la proposta della giovane e organizzato (Ovviamente intende dire comprato!!NdLady Vivien)un pranzo per lo stesso giorno.

Uscendo di casa, Kyo, rassegnato alla sua orribile giornata, aveva tentato di sollevare il morale a Yuki. Non riuscendoci, gli aveva semplicemente consigliato di parlarne a Shigure.

Non contento del consiglio datogli si diresse verso la sua camera con un’aria da funerale che insospettì non poco lo scrittore, abituato a quella faccia solo per la durata della colazione.

Yuki pensava che la cosa più giusta da fare fosse parlare dell’accaduto a Shigure, ma il suo corpo si rifiutava di eseguire i suoi ordini, come aveva fatto la sera prima.

Il ragazzo era salito in camera sua da un’ora e da quel momento Gure non aveva sentito neanche un movimento dal piano superiore, così preoccupato decise di salire e scoprire cosa lo tormentava. (E quando mai uno scrittore si fa gli affari suoi!!ndLady Vivien) (È la nostra natura... ndShigure)

Aprendo la porta, Shi vide Yuki, sdraiato a pancia all’aria con un braccio sugli occhi, che, anche se aveva avvertito la sua presenza, non intendeva muoversi per accogliere l’altro e iniziare ad affrontare il problema che lo affliggeva.

Intuendo queste intenzioni Gure prese la sedia dalla scrivania e si sedette, aspettando pazientemente. Dopo dieci minuti Yuki prese una decisione.

-Devo dirti una cosa molto importante che riguarda Akito.- disse con tono grave.

Non ottenendo risposta continuò.

-E’ una cosa importante. Devi promettermi che mi ascolterai fino alla fine, senza interrompermi, quando avrò finito potrai fare ciò che vuoi. Se queste condizioni non ti vanno a genio, la porta è quella.- disse indicando la porta.

-Perché mi stai dettando queste condizioni? Lo sai che sono un uomo molto tranquillo. Comunque va bene, accetto le tue condizioni.-

-Ieri, durante la festa, Mine mi ha chiesto di trovare Ayame, che ubriaco, se ne stava andando in giro da solo per la villa. Nel cercarlo ho visto Akito entrare nella sua stanza seguita poco dopo da qualcuno che sicuramente non eri tu. Dato che poco prima ti avevo visto parlare concitato con la prof. Shirayuki.-

Dallo sguardo teso e spaventato che apparse sul volto di Shigure capì che l’altro aveva capito il fine del suo discorso.

-Ho pensato fosse tutto calcolato, sai che non mi sono mai fidato ciecamente di lei, così mi sono avvicinato alla porta e ho sentito la sua voce...-

Shigure non chiese niente anche se voleva che si sbrigasse. L’aveva promesso poco prima.

Yuki continuò come in trance, sembrava avesse molta paura.

-Sentendo dei gemiti, mi sono preoccupato ancora di più. Ho aperto la porta e mi sono trovato davanti la scena più spiacevole che si possa immaginare. Lei che stava scomposta per terra, con il kimono aperto, e lui che le stava sopra e cercava di abusare di lei, lei che piangeva in silenzio, dato che non riusciva ad opporsi, se non cercando di tenere le gambe chiuse il più possibile.-

Shigure non riuscì a mantenere la promessa fatta precedentemente, era troppo doloroso sentire che il sospetto che poco prima si era insinuato nella sua mente corrispondeva alla realtà:-Dimmi chi è stato!! Sbrigati!!!!-

Yuki sembrava più spaventato ora, che si era liberato di quel segreto, che prima. Si poteva percepire la sua paura nell’aria.

-E’ stato lui.-

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