Sound of Kiss

di BlackLily
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo - Spengo il cervello,metto in atto la scena. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 - «Ho bisogno che tu sia la mia ragazza per questa sera» ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 - Il vero mistero del mondo è il visibile, non l’invisibile ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 - Alla ragazza dalla risata più bella e contagiosa ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 - Buonanotte anche a te.. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 - «Canterò, ma ad una condizione» ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 - Everything has changed ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 - Di chi mi sono innamorata? ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 - Erano due calamite, si cercavano e si volevano. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 - I'll never let you go. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 - «Certo, ma precisamente è vischio.. » ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 - I'll be home ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 - ..and just forget the world? ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 - «tutto ciò che volevo era davanti ai miei occhi» ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 - «Le sue parole valevano molto più di quelle di chiunque altro» ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 - «Toccala anche solo con un dito e ti castro!» ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 - Every color in the world is in your eyes ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 - «Io, invece, ti merito» ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 - «Per la persona che amo questo ed altro..» ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 - Make love your goal ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 - Make it happen.. ***
Capitolo 22: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo - Spengo il cervello,metto in atto la scena. ***


                                                                         Image and video hosting by TinyPic



25 Ottobre, 19:25.

-“Tocca a noi..”- mi dicevano.

Il timore saliva, era alle stelle. Io ero l’ansia fatta persona, avrei persino potuto dare di matto. Non ci sarei nemmeno dovuta essere lì sopra, mi avevano trascinata, incastrata. Non dovevo essere lì e non dovevo essere io. Doveva esserci Amy: la dannatissima Amy che all’ultimo minuto aveva abbandonato tutto in preda ad una crisi di panico. Me l’avrebbe pagata per questo, per avermi buttata nella mischia. Io non ero capace, non ero brava..come potevo buttarmi a capofitto in quest’ affare che neanche conoscevo bene?
E se fosse andato storto qualcosa?
La colpa sarebbe stata solo mia, ovviamente.  Ma cosa vogliono da me? Come possono pretendere che vada tutto bene? Non ho avuto tempo per esercitarmi o per prepararmi mentalmente. E’ tutto così nuovo per me. Avevo appena letto il progetto della serata e speravo solo di non fare stupidi errori.
Ecco, il momento è nostro. L’ultima chance per i membri della squadra di realizzare il proprio sogno, ed io non lo rovinerò per niente al mondo.
Loro andranno, anzi DEVONO assolutamente andare alla London Academy of Music and Dramatic Art. Questo lo faccio per loro, per i miei amici..


Le luci si spensero e il sipario era ancora chiuso. Tutti eravamo ai nostri rispettivi posti; ci sorridevamo l’un l’altro per infonderci coraggio, ma soprattutto tutti sorridevano me, perché ero la loro “speranza”: così mi chiamano. Mi avevano già detto milioni di cose e fatti miliardi di complimenti per aver accettato, perché secondo loro era giusto che fosse andato così..
Io non lo pensavo affatto, ero davvero preoccupata. Sono sempre stata una ragazza ansiosa, anche durante le interrogazioni! Figuriamoci ora di fronte a centinaia di studenti e professori, ma soprattutto di fronte agli esaminatori dell’accademia. Mi avevano detto “Ci hai salvati, tutti!”.. ma io non avevo neanche iniziato, come potevano dirlo?
Ecco che la musica parte e il sipario si apre..
Spengo il cervello, metto in atto la scena.
Ci siamo io e i miei compagni: ognuno opera la propria parte, il proprio ballo e la propria canzone. Tocca a Demi cantare.. e diamine ha una voce incomparabile.
Mentre ballo, la osservo e la vedo. Con le sole parole di una canzone riesce ad esprimere le proprie emozioni. Si può notare da lontano un miglio che questa è la sua passione ed è ciò che vuole fare. E’ stupenda ed è radiosa mentre ondeggia sul palco.
Le luci si spengono ancora una volta ed io corro al centro del palcoscenico. Il cuore è impazzito, sembra uscirmi fuori dal petto: una sensazione stupenda ed unica. L’occhio di bue m’illumina: la musica inizia ed io chiudo gli occhi.
Come un fiume scorre nel suo letto, le mie parole attraversano la sala. Mi muovo e ballo come da copione, ma le parole fuoriescono dalle mie labbra come a scandire il tempo di musica. Mi sentivo felice di poter cantare davanti a tutti nonostante l’ansia fosse tanta. La mia voce era limpida e stranamente non tremava. Questo mi dava la forza di continuare soprattutto perché ciò rendeva entusiasti i miei amici. Cantavo e ballavo, ballavo e cantavo.
Ero io sul palco, la vera me. Quella che ogni giorno in camera canta davanti ad uno stereo e usa una spazzola come microfono. Pronuncio le ultime parole e pian piano le luci si attenuano.  Esco ed entrano gli altri per continuare il musical. Mi appoggio ad una colonna con le mani sul cuore. Tremante di gioia e sorridente mi lascio cadere su una sedia. Ancora ansimante bevo un sorso d’acqua: non l’avessi mai fatto. Demi mi si lancia praticamente addosso facendomi inzuppare. Urla, ride, urla e ride ancora.
-“Oh mio Dio, OH MIO DIO! Sei stata..wow! Quando avevi intenzione di dirmi che avevi questa voce strabiliante?!”- mi dice Demi euforica e felice come non mai.
-“Io cosa?”- ero confusa, non capivo nulla..
-“Gosh! Sembrava ci fosse sul serio Mariah Carey lì a cantare!”- Demi era fin troppo euforica, non eravamo neanche certi che avessimo vinto.
-“Ok forse è esagerato paragonarmi a lei..”-
-“No no no, giuro che sei stata mitica! Se questa sera vinceremo, sarà solo grazie a te! E poi..diciamocelo, sei mille volte migliore di Amy. Tu meriteresti di andare alla London  Accad..”-
-“Cos’è tutta questa dolcezza? Lascia stare la mia Angie!”- Intervenne, come un fulmine, il mio migliore amico: Rob.
Ci conosciamo da tre anni; è vero non è molto, ma quegli anni sono bastati a renderlo speciale. Probabilmente se non avessi avuto il suo sostegno in questi anni, sarei potuta crollare in depressione. Brutta situazione familiare, già.
-“Ora tutti sanno quanto è bella la tua voce..”- eccolo che parte con le sue smancerie, ma un momento..
-“T-tu ..cosa ne sai di quanto è ‘bella’ la mia voce?”- chiedo confusa.
-“ Beh.. tu lasci le finestre aperte, e sai..abito accanto a te..la voce arriva insomma..”- disse un po’ intimorito, poi tutto d’un fiato aggiunse -“so quanto ti dia fastidio, ma giuro..non potevo farne a meno. Non è colpa mia!”-
Ero stupita, non immaginavo che qualcuno avesse potuto ascoltarmi. Il solo pensiero, in passato, mi avrebbe turbata, ora invece sembrava sollevarmi. Forse sapere che già prima qualcuno mi apprezzava mi ha dato sollievo; credevo di essere una frana, di non valere niente. Certo, questo lo stabilirà anche il voto dei giudici ovviamente, ma sapere che qualcuno adora la mia voce mi colmava il cuore.
-“No, Rob.. non fa nulla insomma, grazie!”- sono felice e non riesco a mandar via questo sorriso dal viso.


“I concorrenti sono pregati di salire sul palco per il decreto finale”- diceva l’altoparlante.
Corremmo sul palco e uniti ci stringevamo le mani. La giuria fissava le squadre e sorridevano. Per un momento mi era parso di vedere il giudice Smiths farmi un occhiolino e sorridermi, ma ero così su di giri da essere sicura di essermelo immaginato.


-“Ecco la busta. I giudici vi hanno scrutati, osservati, giudicati e si sono addirittura meravigliati in alcune performance. Si sono poi riuniti per decretarne un'unica squadra vincitrice. La vittoria della borsa di studio per la London Academy of Music and Dramatic Arts,secondo un voto unanime, va a..rullo di tamburi..”-
Tensione, tensione, tensione. L’aria ne era stracolma.
-“ Ai Little Disio!”-
Delle urla di gioia mi trapassarono i timpani, e poi mi ritrovai schiacciata in un super abbraccio. Avevamo vinto, non ci potevo credere..avevamo vinto!
In un attimo mi ritrovai innalzata su di loro. Mi facevano volare in aria, non capivo nulla in quel momento.  Una volta con i piedi a terra Rob mi circonda con un braccio le spalle e mi sussurra
 -“Ce l’hai fatta, eh? Finalmente potrai coronare il tuo sogno..la London Academy ti attende..”-
Ah, già. Andare all’accademia era uno dei miei sogni segreti, non l’avevo detto?

 

Note dell'autrice: Saaaaalve questa è la mia prima Fan Fiction e spero che con il prologo io vi abbia intrigati..
Sono molto affezionata a questa storia e mi farebbe piacere vedere che vi sia piaciuta, quindi fatemelo sapere in qualsiasi modo voi vogliate! *w*
Se recensite mi farete contenta, ma anche soltanto metterlo tra i preferiti o i seguiti mi renderebbe felice lo stesso! <3
Grazie dell'attenzione..<3

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 - «Ho bisogno che tu sia la mia ragazza per questa sera» ***


                                                                                       Image and video hosting by TinyPic






5 Novembre, Ore 11:30.

Londra. Chi lo avrebbe mai detto che sarei arrivata fin qui. Ferma sul marciapiede osservo il Big Ben in lontananza depennando dal mio diario le frasi ‘Andare a Londra’ e ‘Entrare alla London Academy of Music and Dramatic Arts’. Due dei miei più grandi desideri si sono realizzati nel giro di una giornata, e il merito è dei miei amici, in particolare di Rob che mi aveva proposto come sostituto del musical. Inoltre mi ha aiutato a convincere i miei genitori ad accettare la borsa di studio e a farmi intraprendere questo splendido viaggio. Di certo i miei non erano contenti di mandarmi all’avventura in un posto che non conoscevo per tre mesi e in un paese che è in pratica l’opposto del mio. Io sono italiana, ma mi trasferii in Essex cinque anni fa per problemi economici. La solita storia dell’Italia in crisi, ormai sono anni che va avanti.  Tralasciamo quest’ argomento, e torniamo al presente..cioè cavolo Londra. Non mi stancherò di ripeterlo mai e poi mai!
Prendo la mia adorata Reflex Canon e scatto una foto. Poi ne scatto un’altra, un’altra e ancora un’altra. Scatto una foto al segnale ‘Underground’; quella non poteva mancare. Dopo prendo il diario e scorro fino al 5 febbraio, lasciandoci un cuoricino disegnato: il giorno della partenza.
Proprio mentre stavo per posarlo Demi, come al suo solito, mi sbuca alle spalle e mi fa spaventare facendomi cadere il diario. Lo raccolgo e le lancio uno sguardo truce ma lei facendo finta di nulla dice:
-“Che cosa scrivevi? Sono curiosa, voglio sapere..”- E’ sempre così attiva ed euforica? Sicuramente arriva alla sera stanca e sfinita. E’ incredibile.
-“Nulla, appuntavo alcune cose..”- le dico evitando che possa leggere sul diario.
-“Cosa? Dai fammi leggere!”- provava a tirarmi il diario da mano, ma con una mossa svelta lo infilo in borsa e chiudo la cerniera.
-“Uffa sei cattiva..”-
-“Passiamo alle cose serie, a che ora dobbiamo andare all’accademia?”- le dico, interrompendola prima che potesse sparare qualche stupidaggine.
-“Dobbiamo presentarci lì dopo le lezioni, quindi verso le 17.30 all’incirca. Sei emozionata, vero?”-
-“Beh, tu che dici?”- ironizzo. Lei ridacchia ma non risponde e volge lo sguardo dietro di me. Mi afferra per un braccio e mi tira.
-“Ehi, ma che fai?”-
-“ Andiamo a prendere lo zucchero filato, ho fame..dai!”- Si era inginocchiata e mi pregava, non potevo rifiutare dopotutto era così tenera.
-“Va bene, va bene..”- rispondo sorridente.

La giornata passò in fretta e già alle 16.00 ci dirigemmo verso il campus, eravamo troppo impazienti. Aspettammo la fine delle lezioni e poi finalmente mettemmo piede nell’accademia. Il cielo si stava colorando di rosso: era quasi il tramonto. L’edificio splendeva alla luce del sole calante e allora sempre con la Canon alla mano, scatto una foto e ritraggo quel momento bellissimo. Il mio primo giorno all’accademia. Ecco il titolo della foto. Dei collaboratori ci fanno accomodare nelle nostre stanze e comincio a disfare la valigia, ma come al mio solito, lascio stare e mi riposo sul letto. Dopo cena il cellulare non la finiva di squillare, mi stavano arrivando messaggi a bizzeffe.
Ben 10 messaggi e 5 chiamate perse: tutte di Rob e Daniel.
Daniel è il migliore amico di Rob e si conoscono fin da piccoli, dall’infanzia. Hanno in pratica frequentato tutte le scuole insieme ed ora continuano ad essere legati, come due fratelli. Sono due giocherelloni pazzoidi e non posso fare a meno di adorarli. Daniel è il tipico ragazzo perfetto: alto, castano e occhi celesti, porta sempre la sua solita cresta super gelatinata ed è molto atletico e palestrato. Nonostante ogni volta ci provi con me con le sue battutine a doppio senso, non l’ho mai pensato come un ipotetico fidanzato. Non fa proprio per me.
Mentre leggo i messaggi, mi squilla il cellulare e rispondo: -“Pronto?”-
-“Ehi baby, hai programmi per stasera?”- Daniel, ovviamente.
-“No Dan, in realtà pensavo di andare a letto, sai la stanchezza si fa sentire..”-
-“ What? Oh no, baby..stasera andiamo ad un pub! Non fare la solita depressa!”-
-“ Ma che..”- Depressa? Io? Idiota, come sempre.
-“ Dai ci divertiremo! E poi dobbiamo festeggiare tutti insieme l’arrivo a Londra!”-
- “Ok mi hai convinto Dan.. a che ora e dove ci vediamo?”- Ora mi arriva la sorpresa.
- “ Fra trenta minuti davanti alla fontana in giardino!”- Ecco lo sapevo.
-“ Cosaaa? Oh Gosh!”- stacco la telefonata e lancio il cellulare sul letto. Devo essere pronta per le 22:30.
Corro a farmi una doccia veloce senza però bagnare i capelli. Tiro fuori dalla valigia i primi abiti che trovo e li indosso: un maglioncino pesante beige che scende fin sotto il sedere, un jeans scuro in cui ormai fatico ad entrare, francesine nere e la solita borsetta nera. Pettino i miei capelli castani e li lascio sciolti sulle spalle. Un po’ di correttore e fard per eliminare le occhiaie e poi la mia fidata matita nera: un trucco semplice e non eccessivo. Infilo la giacca di pelle e scappo letteralmente fuori dalla stanza.
Controllo l’orologio: 22.35
Beh dai soltanto cinque minuti di ritardo. Da lontano intravedo la fontana e sono già tutti lì: Demi che impreca perché ho fatto tardi e urla di sbrigarmi, Daniel che se la ride e Rob che mi prende in giro.


Prendiamo la metro e arriviamo a Victoria Station ed entriamo in uno dei locali più in voga della zona: il “PACHA”. La serata scorre tra le chiacchiere e gli stupidi scherzi di Dan.
Per la prima volta riesco ad intrattenere una conversazione con Mercedes, che devo dire, non è per niente male, è una ragazza dolcissima. Poi arriva Demi che ci tira per un braccio, e ad uno ad uno ci porta tutti sulla pista da ballo. Ci scateniamo, IO mi scateno. Ballo anche con Daniel, glielo concedo per una sera. Poi Rob mi abbraccia e per farsi sentire mi urla che va a prendere qualcosa da bere. Nell’istante in cui va via, mi sento trascinare. Un ragazzo biondo mi si fionda addosso e mi sussurra all’orecchio:
-“Ho bisogno che tu sia la mia ragazza per questa sera”- Sgrano gli occhi stupefatta e non riesco neanche a replicare che subito si avvicina una tipa a noi.
-“E’ lei?”- chiede la ragazza.
-“Si, questa è Allison! E’ stato un piacere ma noi ora dobbiamo andar via, vero amore?”- dice il ragazzo sorridendo. Amore?AMORE? Non so che dire così non rispondo, lascio che il silenzio parli per me.
-“ Beh almeno è una bella ragazza..Ci si vede in giro! Chiamami quando ti sarai stufato di lei!”- Ma che diamine sta succedendo? Non solo sono frastornata per la musica che mi rimbomba nelle orecchie, ma poi mi ritrovo anche in queste situazioni. Mi trascina via velocemente per portarmi in un luogo in cui e più facile poter dialogare.
-“Scusami per l’inconveniente, ma ero davvero in crisi!”- Parla così velocemente che mi risulta difficile capirlo.
-“Non fa niente ma ero e sono ancora un po’ confusa, non ci capisco niente!”-
-“Quella tipa mi assilla da giorni! E’ una mia fan a quanto pare”- Afferma scherzando.
- “Wow devi essere famoso allora!” - dico scherzando a mia volta.
- “In un certo senso..”- sembrava quasi soffocare un risolino.
-“Beh, ora perdonami ma sono sicura che se non torno dov’ero i miei amici mi daranno per dispersa!”-
-“Certo, è giusto..”- ha un’espressione strana, quasi dispiaciuta. Dopotutto non lo conosco quindi cosa posso saperne.
-“Io sono Niall comunque”- dice sorridente -“Tu sei?”- aggiunge.
-“Com’era? Ah si, Allison!”-
Mi allontano e lui urla:
-“Dai sul serio, come ti chiami?”- curioso il ragazzo.
Mi volto, alzo le spalle e le mani come a dire ‘Boh, chi lo sa’. Lui ride ed io gli sorrido a mia volta per poi sparire tra la folla e raggiungere i miei compagni. Nessuno si era accorto di nulla, meglio così. Tornammo a casa presto quella sera e ognuno si ritirò nelle proprie stanze. Era stata una bella serata, ricca di sorprese... e pensare che era solo il mio primo giorno!




Note dell'autrice: Saaaaalve sono ritornata con un nuovo capitolo :3 Spero vi piaccia, sul serio e se me lo faceste sapere sarebbe fantastico *w*
Spero di ricevere qualche recensione o qualcuno che mi segua..e poi tra qualche giorno andrò avanti con la pubblicazione perché a me piace troppo questa storia u.u Arrivederci al prossimo capitolo! <3

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 - Il vero mistero del mondo è il visibile, non l’invisibile ***


                                                                            Image and video hosting by TinyPic



6 Novembre, 8:00

Quella mattina mi alzai di malavoglia, ero ancora troppo stanca e assonnata per riuscire a reggermi in piedi, però poi una dolce fanciulla di nome Demi bussò alla mia porta per darmi il buongiorno con una grande tazza di caffè macchiato preso dallo Starbucks più vicino. Fu dolcissima, quel caffè era davvero stato la mia benedizione. Mi ripresi in un batter di ciglio e così, velocemente, mi vestii dato che stavo facendo tardi a lezione. Camminavo tra i corridoi per raggiungere l’aula di Arte Drammatica insieme a Rob, Dan e Demi quando una voce interruppe i miei pensieri:
-“Hei Angie cos’è quell’espressione soddisfatta? E’ da stamattina che non smetti di sorridere. E’ successo qualcosa di interessante e che noi dovremmo sapere?”- Ovviamente Daniel non perde mai l’occasione di prendermi un po’ in giro.
-“Daniel William O’Connel.. sono le 8:00 del mattino e la mia mente ancora deve mettersi in moto. Non incominciare a rompere le palle.”- risposi con tono acido. Scoppiò in una fragorosa risata e poi lanciò uno sguardo d’intesa a Rob che a sua volta iniziò a ridere. Cosa ho detto di così divertente?
-“Ragazzi smettetela, è ancora su di giri per ieri sera!”- affermò con convinzione Demi.
-“No, non lo sono. Sono felice di essere qui, non capisco perché dovrei essere ‘su di giri’..”- dissi sinceramente.
Demi partii con la sua risata stridula coinvolgendo anche gli altri due imbecilli.
-“Sicuramente ho un grande futuro come comico..”- dissi a tono più alto e irritato.
Poi Dan aggiunse -“L’unica cosa certa è che ieri è stata una serata ricca di incontri, vero Angie?”-
-“Cosa stai insinuando?”- chiesi un po’ confusa ma anche irritata. Tentai di tirargli i capelli, ma lui con un movimento veloce sfuggì alla mia presa e poi svoltò a sinistra verso l’aula di Biomeccanica salutandoci con un cenno della mano e lanciandomi un occhiolino seguito dal suo solito sorriso sghembo. La prossima volta giuro che temerà di sorridermi più in quel modo.

La lezione passò velocemente e io mi fiondai al bar della scuola con Demi e Rob dove ad attenderci c’erano tutti gli altri.
-“Com’erano i vostri professori? I nostri tremendi..”- disse Mercedes con un certo velo di tristezza.
-“In tutta onestà, non erano male. Soprattutto il professor Haniston che è un tipo strambissimo!” - si affrettò a rispondere Demi.
Questa scuola fa proprio per me e sono contenta che mi sia capitata quest’opportunità. Sicuramente Amy meritava quanto me di venire qui, però è colpa sua se ha mollato tutto dieci minuti prima dello spettacolo. Effettivamente io non mi aspettavo di ricevere il suo posto per l’accademia eppure sono qui, e non potevo chiedere di meglio.
-“Angie, sto parlando con te..”- disse Rob facendomi ritornare al presente.
-“Scusa pensavo..”- affermai.
-“Pensavi ancora a ieri?”- aggiunse Michael con un sorrisino sbilenco stampato in faccia.
-“Anche tu?! Ma cos’è ‘sta storia?”- dissi con sincera confusione.
-“Oh Angie, piccola e innocente Angie..”- canticchiò Demi mentre mi accarezzava il capo dolcemente e  tenendomi tra le braccia. Devo essere proprio stupida allora.
-“Intanto che mi prendete in giro io vado a prendermi una tazza di caffè..”- annunciai avviandomi al bancone. Restai lì a fissare ed analizzare ogni dettaglio del luogo. C’erano attestati e CD appesi per tutte le pareti, grandi poster di importanti star ormai famose in tutto il mondo. Oltre ad avere una sala interna il locale aveva anche i tavoli all’esterno sotto ad un gazebo. Tutto ciò creava un’atmosfera così magnifica.
Persi tempo sorseggiando il caffè e mangiando qualche biscotto mentre leggevo un giornale di quartiere. Aspettavo che si facesse l’ora di tornare in classe ed ero anche abbastanza euforica dato che la prossima lezione sarebbe stata “canto”.
Ho letto su un fascicoletto che questo corso si divide in “Respirazione Diaframmatica” e “Tecniche canore”. Dovrò fare una buona impressione sui professori se voglio assicurarmi una buona reputazione.

Dopo aver evitato i miei amici per un’ora intera, mi avviai verso l’aula da sola. In realtà qualcuno mi stava seguendo ed io me la stavo facendo addosso. Credevo di essere sola nei corridoi dato che erano ancora tutti in giro per il campus a cazzeggiare. Eppure ogni passo che facevo ne sentivo rispettivamente un altro. Mi voltai e nemmeno a dieci centimetri dal mio viso mi ritrovai il faccione di Stacey.
-“Per l’amor di Dio, Stacey! Mi hai fatta prendere un colpo..”- esclamai ancora un po’ scossa da quei due occhioni verdi che mi puntavano.
-“Ohoh scusami, non volevo spaventarti..ma dobbiamo andare nella stessa aula e mi avrebbe fatto piacere andarci insieme così..”- si giustificò lei. Sembra Babbo Natale quando pronuncia quel “OhOh”. E’ buffo ed è per questo che l’ho sempre trovata simpatica, ma anche un po’ inquietante. All’improvviso la vedi sbucare dal nulla, come se lei fosse sempre stata lì e nessuno se ne fosse accorto.
-“Va bene, ma la prossima volta avvisami o mi farai venire un infarto” - dissi scherzosamente.
Ci avviammo verso l’aula e incominciammo a prendere posto. Non eravamo le prime: c’erano già altri studenti che non conoscevo. Quattro ragazzi seduti vicini e dall’altro capo della stanza una ragazza che leggeva un libro. Mi avvicinai alla tipa solitaria e presi posto accanto a lei, mentre Stacey mi seguiva a ruota posizionando un banco vicino al mio.
-“Ciao!”- esclamai alla ragazza. Ma non ottenni risposta. Antipatica.
La campanella suonò e man mano vedevo sfilare in aula tutti gli studenti e poi infine il professore.
Si presentò col nome di Parcison e ci spiegò di cosa la sua materia trattava e cosa avremmo affrontato durante l’anno scolastico fin quando non venne interrotto dal cigolio della porta.
Ancora non avevo realizzato chi fosse quel ragazzo che stava entrando fin quando il professore non esclamò:
-“Niall Horan sei di nuovo in ritardo!”- non sembrava per niente stupito o irritato.
Niall. E’ quel Niall: il ragazzo della discoteca. Non avrei mai immaginato che potesse essere uno studente del campus anche perché dall’aspetto sembrava abbastanza grande per poter frequentare i corsi.
-“Mi scusi professor Parcison ma sono stato intrattenuto da una ciambella che urlava il mio nome. Voleva sacrificarsi per il bene del mio stomaco!”- affermò lui con estrema convinzione. A tutta la classe scappò un leggero risolino e il professore sorridente lo incitò a prendere posto. Si accomodò accanto a un ragazzo dai capelli rasati che, se non erro, è uno di quelli che erano in anticipo.
La lezione trascorse tranquillamente anche se ero con la testa un po’ tra le nuvole. Fortunatamente affrontammo solo argomenti teorici che potevo tranquillamente rivedere una volta tornata in stanza.
Alla fine della lezione scappai totalmente dall’aula e non so perché. Per una ragione a me stessa ignota non volevo farmi vedere da quel ragazzo. Appena varcai la porta vidi Rob, così mi fiondai tra le sue braccia. Lui non si spiegava tutto questo affetto però dovevo trovare un pretesto per andare via di li. Si era intestardito sul fatto che doveva vedere l’aula. Era però troppo tardi. Proprio quando ero riuscita a trascinare via Rob incrocio il suo sguardo. Era stupito e glielo si leggeva in faccia. Anche Rob si era fermato ad osservare la scena stupito a sua volta. Niall poi mi sorrise ed io imbarazzata abbassai lo sguardo e trascinai definitivamente Rob con me in sala mensa. Per tutto il tragitto Rob non aveva smesso neanche un secondo di ridere. Ancora non capisco cosa ci sia di così divertente.
L’ora di pranzo scorse via in un batter d’occhio e fummo costretti a frequentare le altre lezioni su materie a me sconosciute. Trascorremmo il pomeriggio a studiare insieme e a provare nuovi metodi di recitazione e cose simili. Non sarebbero mai potute mancare, ovviamente, la mie figuracce da novellina inesperta ma sul momento del falsetto, in canto, li ho praticamente stracciati.

Era tardi ed io non ero ancora stanca così presi il giaccone e lo indossai. Presi la reflex e la appesi al collo. Raccolsi una coperta ed uscii dalla stanza. Mi diressi verso il giardino con passo deciso e svelto anche per riscaldarmi dal freddo che penetrava nelle ossa. Sono una freddolosa, si. Adagiai la coperta sul prato e poi mi ci stesi su. Osservare le stelle è sempre stata una delle mie più grandi passioni. Capire l’universo e tutto ciò che esso nasconde è sempre stata fonte di curiosità per me. Restai lì per circa un’ora scattando anche qualche fotografia quando mi riusciva. Si fece abbastanza tardi e era ora di rientrare ma mi soffermai ancora a scattare una foto: l’ultima foto.
-Il vero mistero del mondo è il visibile, non l’invisibile-  poi una voce pronunciò queste parole. 




Note dell'autrice: Saaaaalve eccomi con un'altro capitolo! Allora spero che vi sia piaciuto e che vi abbia incuriositi ancora di più! Vi potrà sembrare strano che i One Direction frequentino la scuola, eppure a tutto c'è una spiegazione. Se la seguirete scoprirete il perché.. *w* Mi raccomando leggete in tanti <3 Baci Angie :3

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 - Alla ragazza dalla risata più bella e contagiosa ***


                                                                                   Image and video hosting by TinyPic



Quel ragazzo era un tormento, me lo ritrovavo ovunque. Eppure non mi dispiaceva così tanto, probabilmente era solo il fatto di essere corteggiata che mi esaltava.
-“Amante delle stelle?”- disse con voce gentile.
-“Sono una delle poche cose che mi attirano sul serio..”- risposi entusiasta.
-“Allora non siamo poi così tanto diversi..”- sorrise così dolcemente da farmi addirittura intenerire.
Si appoggiò con la spalla destra all’albero su cui ero appoggiata anch’io e fissava la luna. La luce che gli si infrangeva nei limpidi occhi azzurri mi riportava alla mente le sere d’estate che passavo al mare con la mia famiglia, in Italia. Prima di andare a vivere in Essex vivevo a Napoli. Sapete com’è il mare lì..
C’è un detto che dice ‘Quando lo straniero viene a Napoli piange due volte: quando arriva e quando parte!
Ho voluto citarlo per farvi capire quanto fossi affezionata a quella città nonostante tutte le dicerie e le menzogne dei media. Mi trasferii all’età di 7 anni, e fu tragica. Piansi a dirotto per giorni interi, perché avevo lasciato tutto lì: i miei amici, i miei nonni e la mia migliore amica. Mia sorella Anna non ne ha mai risentito tanto, era davvero piccola quando lasciammo il paese. Quello che forse stette peggio fu mio fratello maggiore Marco. Lasciò la sua combriccola di amici a cui era legato tantissimo, e ad essere onesta, anche se mi rompevano le scatole tutti i giorni li volevo bene.
-“Cosa pensi?”- chiese improvvisamente.
-“Che hai degli occhi stupendi..”- le parole mi uscirono dalla bocca senza rendermene conto. Ero imbarazzatissima, che imbranata!
Lui divenne rosso come un peperone ma subito dopo ridacchiò, segno che non l’avevo imbarazzato troppo.
-“Grazie..”- mi fissava dritto negli occhi.
-“Mi ricordano il mare..”- dissi. Sentivo di dovergli delle spiegazioni.
Sorrideva ma non osava dire una parola. Si sedette lentamente accanto a me e mi diede una leggera spintarella con la spalla. Sorrisi a questo gesto. Non potevo credere che avesse capito. In realtà non dovevo dargli delle spiegazioni, ma avevo un sincero bisogno di sfogarmi.
-“Il mare a cui mi riferisco è quello di Napoli; si trova in Italia non so se la conosci..”- pian piano prendevo coraggio -“Sono nata lì e ci ho vissuto fino all’età di 7 anni, poi mi sono dovuta trasferire in Essex per questioni di lavoro. Il mare è la mia vera casa, probabilmente in una vita precedente devo essere stata una sirena..”- dissi scherzandoci su.
Lui mi guardò e sorrise come ad incitarmi di continuare.
-“Quando ho guardato i tuoi occhi mi sono venute alla mente le immagini delle sere d’estate che passavo sulla spiaggia con la famiglia. Era puro delirio e felicità. Da quando ci siamo trasferiti va tutto molto male.. non solo per me e per la famiglia in generale, ma anche per i miei genitori. Mio padre lavora incessantemente e ritarda spesso sul lavoro e questa cosa rattrista mia madre, perché quando ci trasferimmo credevamo che le cose sarebbero migliorate. Certo dal punto di vista economico, è vero è tutto migliorato.. ma comunque non c’è più il calore familiare di una volta. Per anni ho sperato di ritornarci, ma poi ci ho perso le speranze” - mi sentivo emotivamente più leggera. Non ce la facevo più a tenermi dentro tutto..
-“Scusami devo averti scocciato con questa storia..” - dissi dispiaciuta. Lui mi sorrise e poi disse:
-“Non mi hai scocciato per niente.. sono un buon ascoltatore”-
Rivolse nuovamente lo sguardo alla luna e poi prese la parola -“La vita non è tutta rosa e fiori, ho passato dei momenti brutti anch’io ma con l’aiuto delle persone che ti vogliono bene si supera tutto..anzi le cose potrebbero anche diventare migliori..”- si voltò a guardarmi e per sorridermi, poi aggiunse -“..io sarei disposto ad aiutarti”-
Era un momento imbarazzante ma anche dolcissimo. L’ho conosciuto solo ieri ed ora sono qui a parlare con lui e a confidarmi: diventeremo buoni amici ne sono certa.
Gli sorrisi e poi mi voltai a guardare le stelle. Ricordando la serata precedente cominciai a ridere.
Lui era abbastanza confuso però si lasciava trascinare dalla mia risata.
-“Angie. Mi chiamo Angie..” - dissi ancora sorridente.
 -“Ah! Ecco perché ridevi..”- disse. Dopo due minuti passati in silenzio, io a scattare un’altra foto e lui a fissare il cielo aggiunse -“Hai una risata originale, sai? Mi piace! E poi è contagiosa..”- si voltò a fissarmi mentre scattavo l’ennesima fotografia. Stavolta il soggetto era diverso. Fotografavo una civetta sul ramo dell’albero vicino. Scattata la foto mi voltai e risi. Lui sorrideva ma non rideva. Ridevo ancora più forte ma lui rimaneva impassibile.
-“Non avevi detto che avevo una risata contagiosa? Dai, ridi!”- rideva ma non abbastanza per i miei gusti.
-“Più forte, dai ridi”- stavolta stavo ridendo sul serio e lo coinvolgevo sempre di più.
-“Ma come..? Smettila.. ti prego!”- sibilava tra una risata e l’altra.
Ridevamo sempre più forte e lui si piegava in due dalle risate. Fu un momento in cui mi ritrovai distesa sull’erba fresca con lui sopra a farmi il solletico. Stavo piangendo dalle risate, non resistevo più.
-“Ti..prego, basta!”- dicevo tra una risata e l’altra. Fortunatamente si fermò o altrimenti sarei sul serio morta. Adesso mi fissava. I suoi occhi mi puntavano così intensamente che sentii una fitta al cuore. Non era una di quelle fitte dolorose ma una di quelle piacevoli. E’ già la seconda volta che mi prendeva alla sprovvista, e non mi dispiaceva per niente. Penso sia una delle sue caratteristiche migliori oltre al fatto di essere così dannatamente dolce.
-“Niall, forse..vorrei sedermi sulla coperta. L’erba è bagnata mi inzupperò..”- dissi ancora sorridente.
-“Oh, si certo scusami..”- l’avevo risvegliato dai suoi pensieri. Mi misi a sedere e poi gli chiesi:
-“E tu? Cosa pensavi? Parlami un po’ di te che oltre a sapere che sei un sequestratore di persona nei locali notturni non so nulla..”- dissi scherzosamente provocando un’altra sua risata.
-“Non c’è molto da sapere su di me..Sono nato a Mullingar in Irlanda e so suonare la chitarra. Sono un’amante della musica e delle stelle come te. Poi..ah, si ho partecipato ad un programma di musica: X-Factor..”-
-“Ahh si ne ho sentito parlare ma non lo seguo..”- lo interruppi ma poi egli continuò:
 -“Ecco, inizialmente ci andai come solista ma poi ci unirono in una band ed ora ho 4 splendidi migliori amici al mio fianco che mi sostengono in qualsiasi cosa io faccia, e molto più importante io sostengo loro”- Gli splendevano gli occhi nel parlare dei suoi amici.
-“E’ una gran bella cosa.. e a proposito di musica, non ti ho detto che sono qui perché io e la mia squadra abbiamo vinto una borsa di studio per un anno nell’accademia! Tutto grazie a quel meraviglioso, bellissimo e fantastico musical!”- dissi velocemente ed entusiasta.
-“Allora qualche volta potrei sentirti cantare?” – chiese gentilmente ma anche speranzosamente.
-“Oh no! Sono molto timida io..”- dissi imitando la voce di una bambina.
-“Ma come? Hai fatto un musical e hai cantato per centinaia di persone, suppongo, e poi ti vergogni di cantare per me?”- disse ridendo.
-“No sul serio, smettila di ridere dai..”- anche la sua risata è contagiosa.
-“Va bene ho capito, allora me ne farò una ragione..”- disse ormai rassegnato, ma sorrideva lo stesso. Mi sono definitivamente innamorata di quel sorriso..
Era fin troppo tardi ma ancora non volevo andare via, mi piaceva stare con lui e parlare con lui.
Era di nuovo assorto nei pensieri e osservava nuovamente la luna. Colsi l’occasione e scattai una fotografia magnifica.
-“Questa è da profilo Facebook!!”- esclamai contenta di mostrargli lo scatto.
-“E’ stupenda! Peccato che io non abbia Facebook..”- disse.
-“Nessuno più al giorno d’oggi non ha Facebook, persino mio nonno ce l’ha! No ok forse esagero..”- scherzavo ancora.
-“E’ per una questione di privacy..”- mi spiegò poi aggiunse -“A quando il book fotografico per il sottoscritto Niall James Horan?”-
-“Mi piacerebbe, ma non sono ancora molto pratica da fare un book fotografico..”- dissi rammaricata.
-“T’insegnerò io! Vedi che allora a qualcosa posso aiutarti?”- disse sorridendo.
-“Non lo metto in dubbio..”- risposi ricambiando il sorriso. Poi aprii la borsa e cacciai un pennarello nero. Tirai a me la sua mano e ci scrissi su il mio nome. Lui mi guardò stupito.
-“Perché questo?”- chiese incuriosito.
-“Lo faccio a tutti i miei nuovi amici..così non dimenticherai il mio nome e non mi chiamerai Allison per sbaglio..”- dissi scherzando. In realtà non era vero, non lo facevo con tutti ma solo con quelli a cui ero più legata. Lui lo sentivo in qualche modo vicino ed ero incondizionatamente legata a lui.
Prese il pennarello dalle mie mani e cominciò a scarabocchiarmi il braccio. Era passato almeno un intero minuto ed ancora non aveva smesso di scrivere. Cosa stava scrivendo di così lungo? Non ci vuole tutto questo tempo per scrivere il suo nome per intero. Quando finalmente finì avevo almeno una decina di scritte sul braccio tra cui il suo nome e il suo numero. Poi infine una frase, una dedica:
Alla ragazza dalla risata più bella e contagiosa di sempre un abbraccio affettuoso, sperando che mi permetti di essere al suo fianco per aiutarla fin quando lei vorrà..Niall Horan.


Note dell'autrice: Dovete sapere che io sono la sdolcinatezza fatta persona, sono troppo sdolcinata troppo troppo troppo **
By the way..Salve, ho postato il terzo capitolo sperando vi piaccia e che riesca ad ottenere una misera recensione o almeno un 'seguito' o 'preferito' o 'ricordate'...qualsiasi cosa *-* Battete un colpo, perchè so che ci siete ma datemene la certezza ç-ç Vi saluto bye! ç-ç <3

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 - Buonanotte anche a te.. ***


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Penso che ragazzo più dolce di lui non esiste; non mi conosce e mi ha ascoltata volentieri, non sapeva come mi chiamassi e pure non si è arreso. Per qualche strano motivo quando sono con lui sono felice e sto bene. E poi ci somigliamo parecchio: entrambi amiamo il cielo, entrambi amiamo la musica ed entrambi amiamo ridere. E poi quella dedica è una delle più belle che potessero mai farmi.
Presi il cellulare e scattai una foto al mio braccio.
-“Questa andrà su Instagram!”- gli dissi sorridente.
-“Ma daiii..”- rispose ridendo. Però poi il suo viso assunse una strana espressione e aggiunse velocemente -“però ti prego oscura il mio numero, ok?”-
-“Certo, ovviamente! Anzi lo facciamo insieme..”- aprii l’applicazione picsart del mio cellulare e insieme cancellammo gli ultimi 6 numeri. Resi la foto un po’ più carina e la pubblicammo su Instagram. Lui fece lo stesso con il suo braccio. Prese il suo Blackberry e scattò una foto al mio nome, senza però caricarla su nessun social network.
Guardai l’orologio: 1.15 a.m.
-“O mio DIO! E’ tardissimo!”- urlai in preda all’ansia -“Devo ancora farmi una doccia e poi preparare la cartella e poi..”-
-“Ehi ehi, calmati..ora rientriamo”- disse ridendo -“Ti accompagno io!”- aggiunse felicemente.
-“Va bene grazie..”- risposi imbarazzata. Sembra uno di quei telefilm adolescenziali..
Ci avviamo per la mia stanza e nel frattempo chiacchieravamo del più e del meno. Mi fermai alla mia porta, lo ringraziai per la sua gentilezza e di risposta lui mi portò una ciocca di capelli dietro l’orecchio carezzandomi una guancia.
-“Buonanotte..”- pronunciò queste parole con una dolcezza tale da farmi sciogliere come un cubetto di ghiaccio al sole.
Si scostò e poi si allontanò e quando ormai stava per svoltare l’angolo, dissi:
-“Buonanotte anche a te..”- egli si fermò. Si voltò a sorridermi per poi sparire dietro l’angolo.

Feci una doccia veloce e infilai il pigiama. Mi accoccolai sotto le coperte e diedi un ultimo sguardo veloce a Facebook e Instagram. La mia foto aveva raggiunto, nel giro di 20 minuti, più di 60 mi piace. Record! Le altre volte a stento superavo i 20 mi piace. Non ci pensai più di tanto e spensi lo screen del cellulare per poi dormire definitivamente.
La mattina seguente ero praticamente uno zombie, ma dovevo andare a lezione.
Capitai di nuovo nell’aula di ieri e Niall gentilmente venne ad accomodarsi accanto a me.
-“Ma come, non stai con i tuoi amici?”- gli chiesi sorpresa dal suo gesto.
-“Ogni tanto posso anche cambiare posto, a loro non dispiace”- rispose sorridente.
Guardai i suoi compagni e notai che uno di loro ci stava osservando. Quando si accorse che lo guardavo a mia volta, mi sorrise e fece un leggero cenno con la mano.
-“Come si chiama quel tuo amico?”- gli chiesi incuriosita.
-“Quello con il ciuffo biondo alto 3 metri? Zayn!”- disse sorridente.
-“E’ il tuo migliore amico?”-
-“No, no..sono tutti miei migliori amici. Non ce n’è uno in particolare. Li voglio bene tutti allo stesso modo”- rispose. Si voltò verso l’amico che sorrideva ancora. Stavano confabulando qualcosa ma non riuscii a capire cosa, dato che poco dopo Zayn scoppiò a ridere e Niall divenne un pomodoro.
Niall si voltò di nuovo verso di me e disse: -“Scusami... ma perché sorridi in quel modo?”- stava per scoppiare in un’altra risata, me lo sentivo.
-“Nulla di che, siete dei buoni amici mi fa felice questa cosa..”- risposi.
Entrò il professore e calò il silenzio su tutta l’aula. La lezione continuò e fin ora stava andando tutto bene: era soltanto teoria dopotutto.
Niall ogni tanto si lasciava sfuggire qualche commentino sulla lezione, senza farsi sentire dal professore.
Fummo richiamati un paio di volte per le nostre risate improvvise, ma almeno non fu una delle solite lezioni pallose.
Passammo insieme anche l’intervallo, e non riuscii a vedere nessuno dei miei amici. Almeno ero in buona compagnia e con Niall si ride sempre.
Ci sono stati momenti in cui mi è sembrato che lui ci stesse provando spudoratamente con me, ma alla fine non ci diedi molta attenzione perché non m’infastidiva.
All’ora di pranzo arrivammo nella sala mensa e stavamo preparando i vassoi.
-“Ehi, ti andrebbe di pranzare con me e i miei amici? Sai mangiamo sempre insieme perché è il momento in cui possiamo divertirci un po’..magari te li presento..”- mi chiese improvvisamente.
-“Mi dispiace Niall, mi piacerebbe pranzare con voi ma è da ieri sera che non vedo i miei amici e vorrei passare un po’ di tempo insieme a loro..non offenderti ti prego..”- gli risposi un po’ dispiaciuta.
-“Nono, assolutamente non mi offendo.. hai ragione a voler stare con loro!”- mi rassicurò.
-“Ecco..beh allora ci becchiamo in giro..”- dissi voltandomi per andare a prendere posto accanto a Demi. Ma inaspettatamente mi prese per il polso e mi fece voltare verso di lui.
-“Eh no.. è vero che non possiamo pranzare insieme, ma magari potremmo uscire oggi pomeriggio. Hai già visto Londra? Ti porto a fare un giro, dai!”- disse. Sfoggiò il suo solito e bellissimo sorriso e non riuscii a fare a meno di dire di si.
-“No..cioè, SI! E’ perfetto per oggi..”- risposi imbarazzata.
Qualcuno chiamò poi Niall da lontano e disse:
-“Devo andare che i miei compagni mi chiamano. Ci organizziamo meglio per messaggi! A più tardi!”- replicò. Aveva un sorriso a 32 denti stampato in faccia, e penso che forse quella doveva essere anche la mia faccia.
Mi avvicinai ai ragazzi della squadra e tutti mi guardavano incuriositi e sorridenti.
-“Dove sei stata? Non ti abbiamo proprio vista stamattina..”- disse Rob un po’ dispiaciuto.
-“Ero in giro con un ragazzo del mio corso di Canto..scusate la mia assenza”- risposi un po’ titubante. Non volevo che tutti sapessero che stavo conoscendo un ragazzo nuovo.
-“Fa niente, sei perdonata!”- dissero Demi e Dan in coro.
Chiacchierammo parecchio ma io non toccai cibo. Non mi sentivo molto bene, avevo lo stomaco sottosopra. Questo però non mi fermò dal ridere e scherzare con loro. Allison, la ragazza carina e timida, oggi era particolarmente allegra; faceva delle battute che facevano ridere tutti i presenti al tavolo..è simpatica. All’improvviso sentii di dover vomitare e corsi in bagno. Qualcosa mi aveva fatto male su serio, ma cosa, non lo so. A colazione avevo bevuto la solita tazza di cappuccino, quindi non capivo il motivo del mio malore. Ashley e Mercedes corsero dietro di me per aiutarmi con i capelli. Non rimettevo nulla di sostanzioso..a parte l’anima!
Quando Ashley mi poggiò la mano sulla fronte esclamò un ‘Oh mio Dio’. Diceva che scottavo troppo e che sicuramente avevo la febbre. Mi accompagnarono in camera e con loro vennero anche Rob e Demi.
Mi distesi sul letto dato che mi sentivo uno straccio. Demi prese dalla sua stanza, che è proprio accanto alla mia, il termometro e me lo posizionò sotto l’ascella. Mentre attendevamo il verdetto lei e Rob si esibivano nelle loro stupide battute per tirarmi su di morale, e ci riuscivano solo in parte.
Il termometro segnava 38.7°. Addio scuola per i prossimi 3 giorni e addio all’appuntamento con Niall.
Dopo poco mi lasciarono sola in stanza e con le poche forze che mi rimanevano mi infilai il pigiama. E’ incredibile come in poche ore io abbia potuto perdere le mie forze così in fretta. Dev’essere un virus, ne sono  quasi certa. Presi il cellulare che segnava le 3.45 p.m. e inviai un messaggio a Niall.
-“Perdonami ma oggi non possiamo proprio uscire.. mi sono presa una brutta influenza e sto praticamente decedendo :’( Scusami sul serio, mi farò perdonare Xx Angie.”-

Proprio quando le cose andavano per il meglio, cose come questa me le dovevano guastare. La dea bendata non era proprio dalla mia parte, forse mi odiava.



Note dell'autrice: Salve a tutti, vedo che la mia storia non v'interessa molto ç-ç Ma io non demordo! La continuerò a pubblicare e mi farebbe sul serio piacere ricevere uno straccio di recensione. So che forse il mio modo di scrivere non è bellissimo, ma anche se è una recensione critica, la vorrei comunque.. Grazie dell'attenzione! Baci.. xx.

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 - «Canterò, ma ad una condizione» ***


 
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Trascorsi i miei giorni d’influenza confinata in camera e qualcuno di tanto in tanto veniva a farmi visita.
Fortunatamente mi tenevo in contatto con i ragazzi per quanto riguardava le lezioni che stavo perdendo.
Mercedes in questi giorni è stata molto gentile: è venuta a farmi visita un bel po’ di volte e di tanto in tanto mi portava qualche regalino oppure il brodino. Potevo soltanto mangiare quello a causa di quel dannato virus. Aveva colpito un altro paio di persone nell’accademia oltre me, ed è forse il virus più brutto che abbia mai preso. Vomitavo continuamente nonostante avessi lo stomaco vuoto.
In questi giorni passavo metà della giornata a scambiarmi messaggi con Niall ed erano per lo più stupide conversazioni, giusto per risollevarmi il morale. Lo stesso feci con Rob e Dan, mentre Demi veniva a trovarmi in stanza tra uno spacco e l’altro. Mi ha raccontato del fatto che odia stare da sola in camera: secondo me ha paura del buio e non vuole ammetterlo.
Il ritorno a lezione è stato bellissimo dopotutto, anche se m’impegna la maggior parte della giornata, adoro parteciparci.
Camminavo tra i corridoi con Demi e Antoine per dirigerci a lezione di Arte drammatica. Antoine è il tipico ‘Dio Greco’ che la E.L. James descrive nel suo libro..come si chiama? Ah si, 50 sfumature di grigio.
Alto, palestrato ed atletico, occhi grigi e capelli biondi ramati e inoltre è francese!
Da quel che ho capito, dalle poche chiacchiere che abbiamo scambiato, si trasferì in Essex dai nonni perché non riuscivano più a mandare avanti le spese economiche della casa. E’ una brava persona anche se è un po’ presuntuosa, forse perché è amico di Dan.
Tra i corridoi c’era molta più gente di quanto ne ricordassi e tra tutte quelle teste mi colpì una in particolare. Una testolina bionda e castana: Niall.
Mi vide da lontano e mi salutò con un cenno della mano, poi lasciò qualcosa nelle mani di un ragazzo riccio e venne verso di me. Io gli sorrisi perché mi faceva piacere rivederlo.
Non me lo aspettavo. Mi stava stringendo tra le sue braccia: è un ragazzo sempre pieno di sorprese.
Fu un abbraccio molto lungo e amorevole e quando poi finalmente lo sciolse disse:
-“Mi sei mancata! Come ti senti?”-
Gli sono mancata? Perché dovrei mancargli?
-“Oh, emh..sto bene grazie..”- risposi imbarazzata. Non sapevo cosa e come rispondere, non volevo neanche dire qualcosa di spiacevole.
-“Senti Angie..”- stava per dirmi qualcosa quando la campanella mi salvò per il rotto della cuffia.
Non volevo trattare alcun argomento spiacevole come ‘Perché non mi rispondi?’ o ‘Non ti sono mancato?’. Non sapevo esattamente i miei sentimenti nei suoi confronti cos’erano e per il momento mi bastava averlo come amico.
-“Scusa devo andare..ci becchiamo in giro!”- lo liquidai velocemente dirigendomi in classe. Mi sento in colpa per questo..aveva fatto una faccia da cucciolo bastonato. Mi farò perdonare in qualche modo.
La lezione trascorse velocemente tra le chiacchiere di Demi e le battute di Antoine che facevano addirittura ridere il professore. Non c’è un momento in cui non mi diverta con loro.
Pranzammo tutti insieme e Demi, ancora una volta, colse l’occasione per lamentarsi della sua solitudine nella camera e che avrebbe chiesto di condividerla con qualcuno. Mercedes la prendeva in giro perché lei,invece, condivideva la stanza con Ashley e Stacey. Li adoro tutti, adoro tutti i miei amici. Se non fosse stato per loro, Londra me la sarei sognata.
Mi stavo alzando per andare a posare il vassoio e incontrai Niall al bancone. Inizialmente mi sorrise però poi calò un silenzio imbarazzante su di noi. Decisi di prendere io la parola e scusarmi per avergli dato buca.
-“Senti Niall, scusami per l’altra volta! Mi sono sentita male tutto d’un tratto ma ti prometto che mi farò perdonare!”- gli dissi sorridente. Lui rise e mi circondò le spalle con un braccio e replicò:
-“Che ne dici si stasera?”-
-“Cosa?”- è troppo audace..
-“Devi farti perdonare no? Andiamo a mangiare qualcosa insieme in un ristorantino. Che ne dici?”- i suoi occhi color oceano mi pregavano di accettare e io non me la sentivo di rifiutare quegli occhi.
-“Certo è perfetto..”- risposi in tutta calma.
-“Stasera alle 20:00 passo a bussarti! Ti porto in un bel ristorante..”- disse sorridente e contento.
-“Va bene! Non farò tardi promesso!”- risposi io.
-“Ora torno dai miei compagni che, ne sono certo, si stanno burlando di me..Vado a picchiarli, ci vediamo stasera!”- disse scherzando. Si voltò e tornò al suo tavolo mentre io mi diressi in stanza a raccogliere i libri della lezione successiva.
La prossima lezione era ‘Antropologia teatrale’ e non sapevo minimamente di cosa trattasse. La lezione trascorse tranquillamente in compagnia di Stacey e Allison che, come sempre, non spiccicavano una parola ma almeno ridevano a qualche mia stupida battuta.
Alle 6 p.m. corsi in stanza a prepararmi per la serata. Feci una doccia veloce e poi aprii l’armadio. Dramma!
Cosa mi sarei messa? Cosa è opportuno indossare in un ristorante?
Scorrevo le grucce in cerca di qualcosa e mi saltò all’occhio quel vestitino che mia madre mi aveva obbligata a portarmi. Sia fatta santa la mia mammina!  ( http://www.polyvore.com/turn_up_love/set?id=63466339)

Indossai le mie amate francesine e preparai la borsetta. Mi truccai con la solita matita nera e un po’ di ombretto dello stesso colore, fard e blush ed ero pronta. Ovviamente il mio trucco non era molto eccessivo, cioè nel senso che non sembravo Moira Orfei!
Pettinai i miei capelli castano ramati e poi li raccolsi in una treccia laterale.
Bussarono alla porta proprio nel momento in cui stavo prendendo la giacca.
Aprii ed era Niall immobile e paralizzato. Gli schioccai le dita sulla fronte ridendo e lui si riprese cominciando a ridere a sua volta.
-“Scusami, ero rimasto incantato..”- disse.
-“Smettila..Prendo la giacca e sono pronta!”- La raccolsi dal letto e la infilai, borsetta, cellulare e chiavi.
-“Possiamo andare ora..” - dissi chiudendo la porta alle mie spalle.
Anche lui era elegante ma non troppo. Fortuna che avevo azzeccato l’abbigliamento!
Prendemmo un taxi che ci portò al centro di Londra e ci lasciò proprio di fronte al ristorante: ‘Il Colosseo’,italiano.
-“Ti ho portata in Italia per questa sera!”- disse entusiasta.
-“E ne sono contentissima! Mi manca il cibo italiano..”- risposi.
All’improvviso un flash mi accecò e Niall assunse un espressione preoccupata.
-“ Perché ci hanno appena fotografati?”- chiesi sinceramente confusa.
-“ No..emh, è un modo di fare di questo ristorante..non ti preoccupare”- rispose un po’ titubante.
-“Oh ok, va bene!”-
Un cameriere ci condusse gentilmente al nostro tavolo e ogni tanto intravedevo qualche flash in lontananza. Questa cosa per quanto potesse essere una loro usanza, a detta di Niall, era anche abbastanza fastidiosa.
-“Cosa ordinerai?”- gli chiesi per rompere un po’ il ghiaccio.
-“Non lo so in realtà..tu cosa mi consigli?”- mi chiese sorridendo. Che carino..si fidava dei miei gusti!
-“Umh, fammi pensare..Ah, Lasagne!”- conclusi con felicità.
-“Se lo dici così entusiasta allora mi fido!”- disse ridendo.
Stavamo parlando parecchio e non eravamo in imbarazzo; certo, non lo eravamo..no. Non fin quando i suoi amici si presentarono al tavolo.
-“Ehilà guarda chi si vede!”- disse quello riccio.
-“Ch-che ci fate qui?”- chiese Niall sinceramente confuso e irritato.
-“Ci trovavamo da queste parti ed avevamo pensato di passare a salutarvi..vi dispiace?”- disse quello con la maglia a strisce.
-“Oh..no, assolutamente no!”- risposi io. Non volevo far creare inutili discussioni tra Niall e i suoi compagni, perché glielo si leggeva in faccia che da un momento all’altro li avrebbe azzannati se avesse potuto.
Si voltò a guardarmi negli occhi ed era dispiaciuto.
All’improvviso entrarono dalla porta d’ingresso Demi, Dan, Michael, Rob e Antoine.
Cosa diavolo ci facevano qui? Mi ritrassi nella mia sedia e Niall alla fine rise. Avevamo gli stessi amici rompiscatole!
-“Angie!!”- urlò Rob -“.. e tu che ci fai qui?”- mi chiese confuso, ma contento di vedermi.
-“Emh, ero uscita a fare un giro per Londra e ho incontrato loro..”- risposi indicando Niall e i suoi amici.
Il biondo soffocò un risolino e mi lanciò uno sguardo divertito. Almeno si stava rilassando un po’ rispetto a prima.
I camerieri aggiunsero un altro tavolo più grande per gli altri e io e Niall fummo separati da Zayn e Demi.
Ordinammo pietanze in quantità e quando mi sentivo piena passavo tutto a Rob che di certo non rifiutava.
-“Oh mio Dio!”- urlò il ragazzo dalla maglia a strisce -“Niall non ha toccato cibo!”- aggiunse sconvolto.
-“Louis..semplicemente mi è passata la fame”- rispose irritato Niall.
-“E’ grave allora..”- replicò Zayn.
-“Sisi ora smettetela però..”- disse Niall ormai stufo delle loro continue prese in giro.
-“Questo no! Niall devi mangiare,avevamo ordinato la lasagna apposta! Dai che è ottima..non te ne pentirai!”- dissi aggiungendomi alla conversazione. Lui sorrise ma non aveva nessuna intenzione di prendere la forchetta e mangiare.
Istintivamente presi la sua posata, spezzai un po’ di lasagna e gliela posi davanti la bocca.
-“Dai, assaggia su!”- Niall, probabilmente imbarazzato, non osò rifiutare e assaggiò quel boccone. Il suo viso si illuminò di felicità e prese un altro boccone fino a finire tutta la porzione.
-“Visto? E’ ottima!”- esclamai mentre lui diventava un pomodoro ambulante.
-“S-si!”-
-“Hai trovato la compagna giusta, Niall..”- disse il ragazzo dai capelli rasati.
-“Liam! N-noi non..”- provava a rispondere il biondo.
-“Scherzavo, scherzavo!”- si affrettò ad aggiungere Liam mentre rideva a crepapelle.
Tutti chiacchieravamo serenamente ed avevo anche conosciuto tutti i suoi amici. Harry era un tipo davvero simpatico e poi insieme a Louis ne facevano di tutti i colori. Le solite stupidaggini tra compagni in parole povere. Zayn e Demi avevano intrapreso una lunga chiacchierata e non la smettevano neanche per mangiare. Povero Rob! E’ cotto di Demi da una vita e ora deve sopportare questo..Dovevo fare qualcosa.
-“Demi, lo sai che proprio a due passi da qui c’è quel negozio di manga e anime che ti piace tanto?”-  annunciai.
-“Cosa? DOVE?”- chiese confusa e contenta.
-“Proprio dopo l’angolo, però è buio non è bene che tu vada da sola..Ma certo! Rob, perché non l’accompagni tu?”- dissi mentre lanciai un occhiolino a Rob che capì all’istante e la trascinò praticamente fuori dal ristorante.
-“Che peccato che sia dovuta andare, era simpatica..e carina!”- esclamò Zayn che però interruppi subito dicendo:
-“Ehi ehi, levaci gli occhi di dosso.. se ci provi con lei ti tormenterò a vita ok?”- Zayn rise di gusto e non proferì più nessuna parola a riguardo. Intanto un cameriere si avvicinò a noi e cominciò a parlare con Niall e Harry. Bisbigliavano e accordavano qualcosa. Poi Niall mi guardò e rivolgendosi al cameriere disse:
-“Canterò, ma ad una condizione. Voglio che lei canti con me!”-



Note dell'autrice: FINEEEEEEE.. del capitolo :3 In primis vorrei ringraziare chi segue la mia storia, e anche se siete in pochi mi rendete felice ** Grazie anche a chi legge semplicemente, e grazie a te che mi hai recensito ** Mi farebbe piacere ricevere qualche recensione in più per sapere cosa ne pensate, che sia una critica o altro.. sul serio, fatelo anche solo per dire "Ciao, fa schifo"/"Ciao, è carino". Il prossimo capitolo è stupendo, e non vedo l'ora di pubblicarlo! Ancora una volta, grazie infinite!! <3
Baci, BlackLily xx.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 - Everything has changed ***


                                                                                      Image and video hosting by TinyPic
 




-“Conosci ‘Everything has changed’ di Taylor Swift e Ed Sheeran?”- chiese Niall riportandomi alla realtà.
-“S-si, perfettamente..ma perché mi hai coinvolta in tutto ciò? Che imbarazzo!”- risposi. Ero estremamente in ansia ed era la prima volta che facevo un duetto.
-“Sii rilassata e non preoccuparti, andrà tutto benissimo!”- tentò di rassicurarmi ma ciò servì a ben poco.
Prese la chitarra e si sedette su uno sgabello sul palchetto ed io accanto a lui.
-“Se segui esattamente il modo in cui cantano la Swift e Sheeran, non avremo problemi!”- affermò fiducioso.
Cominciò a suonare la chitarra e intanto batteva il tempo con il piede destro.
-"All I knew this mornin’ when I woke is I know something now, know something now I didn’t before..”-
Niall mi lanciò uno sguardo dolce e ciò mi diede un po’ di coraggio.
-“And all I’ve seen since 18 hours ago is green eyes and freckles in your smile in the back of my mind makin’ me feel right..”- Questa era la parte in cui spesso confondevo le parole, così chiusi gli occhi e mi concentrai sull’immagine del testo.
-“ I just wanna know you better know you better know you better now. I just wanna know you better know you better know you better now. I just wanna know you better know you better know you better now. I just wanna know you know you know you.. "- Ci ero riuscita..
-“Cause all I know is we said ‘Hello’ and your eyes look like coming home, all I know it’s simple ain’t it? Everything has changed. All I know is you held the door,you’ll be mine and I’ll be yours all I know since yesterday is everything has changed..”- Avevamo appena cantato insieme e non riesco a descrivere cosa sentii in quel momento, so solo che quei suoi profondi occhi azzurri mi avevano spiazzata e il mio cuore aveva almeno perso un battito.
-“And all my walls stand tall painted blue and I’ll take them down, take them down and open up the door for you..”- La sua voce era dolce ed incantevole. Sembrava che questa canzone fosse stata fatta apposta per lui e la sua magnifica voce..
-“And all I feel in my stomach is butterflies the beautiful kind, making up for lost time, taking flight, making me feel right..”- cantai la mia ultima strofa da solista.
Niall si alzò e si posizonò  di fronte a me e mi fissava dritto negli occhi. Continuò a suonare fino alla penultima strofa e poi posò la chitarra e mi prese la mano destra mentre con l’altra teneva il microfono.
-All I know is we said “Hello” so dust off the highest hopes all I know is pouring rain and everything has changed all I know is the new found grace all my days I know your face all I know since yesterday is everything has changed.-
Eravamo uno di fronte all’altra e la canzone era terminata. Lui mi teneva ancora la mano stretta e non aveva intenzione di lasciarla andare. Le persone applaudivano eppure l’unica cosa che riuscivo a sentire era il battito del mio cuore che palpitava all’impazzata e sapevo che anche lui sentiva le stesse cose.
In quel momento, così come dice la canzone, qualcosa era davvero cambiata.

-“Siete stati fantastici!”- ci dicevano tutti. Continuavano a congratularsi incessantemente; addirittura anche il proprietario del locale ci abbracciò perché gli avevamo praticamente salvato la serata dato che il cantante del piano bar aveva abbandonato all’ultimo minuto. C’ho una fortuna io!
Ovviamente gli scatti non mancavano mai, neanche durante l’esibizione.. ero imbarazzata, tantissimo.
Poco dopo lasciammo il ristorante e il proprietario non ci fece pagare nulla per la cortesia che gli avevamo fatto. Mentre aspettavamo i taxi Demi mi prese per un braccio e disse:
-“Indovina un po’?”- chiese eccitata, ma non mi diede il tempo di rispondere -“Mi hanno cambiato di stanza e staremo insieme! Non è fantastico?!”- disse contenta.
-“Addio tranquillità!”- risposi scocciata.
-“Dai non sarà così male..”- disse dispiaciuta. Sono stata poco gentile..
-“Scusami non volevo offenderti e solo che adoravo la mia solitudine, ma non fa niente! Ci divertiremo insieme basta che la notte mi fai dormire!”- le dissi scherzosamente per scusarmi della risposta precedente.
Arrivarono 2 taxi e salutai Niall con un cenno della mano e lui ricambiò, però prima di salire sull’auto gli chiesi:
-“Non vieni con noi?”-
-“Oh, emh..no. Ci sta venendo a prendere un amico, non ti preoccupare”- mi rispose sorridente.
-“Va bene..Buonanotte!”- gli dissi contenta.
-“Buonanotte..”- rispose. Non capivo..era dispiaciuto o cosa? Il suo umore era cambiato improvvisamente..

Arrivammo in stanza ed ero esausta così mi infilai il pigiama e mi misi sotto le coperte. Intanto non avevo neanche notato che nella stanza era stato inserito un secondo letto. Lo dico io che sono imbranata.
-“Puoi parlarne con me se vuoi, terrò la bocca cucita..”- disse Demi improvvisamente.
-“A cosa ti riferisci?”- chiesi.
-“Cosa c’è tra te e Niall? Si può notare lontano un miglio che non c’è solo amicizia..”- disse.
-“Ah quello..emh. Ok, te lo dico ma promettimi che terrai la bocca chiusa, soprattutto con Rob!”- affermai.
-“Bocca cucita!”- disse imitando con le mani un ago che le cuce le labbra.
-“Credevo di provare soltanto amicizia nei suoi confronti, ma durante quella canzone..ho capito i miei reali sentimenti. Sembrava che quella canzone fosse fatta apposta per noi due, perché sul serio qualcosa, lì su quel palco, era cambiata. Credo di essermi innamorata di lui..”- sputai il rospo. Dovevo parlarne con qualcuno che probabilmente mi avrebbe anche dato dei consigli.
-“Lo sapevo! Siete perfetti insieme..non lasciartelo scappare Angie”- disse sorridente guardandomi negli occhi.
-“Ora buonanotte!”- dissi. Ero troppo stanca ne avremo parlato domani.

Il week-end trascorse tra le varie gite a Londra con i nostri tutor. Da Covent Garden e Piccadilly Circus.
Passammo anche al Buckingam Palace ed era proprio come lo immaginavo. Trascorremmo due splendide giornate in centro.
Il lunedì c’era lezione di Biomeccanica e Liam era nella mia stessa aula. Parlammo del più e del meno e mi raccontò dei suoi problemi con la sua ragazza: Danielle. Si erano appena lasciati e lui la ama ancora ma per svariati motivi non possono tornare insieme. Gli diedi il mio supporto e lui mi ringraziò con un caloroso abbraccio. Che persona dolce! Gli lasciai il mio numero nel caso avesse avuto bisogno di sfogare i suoi problemi con qualcuno che non fossero i suoi compagni, dato che spesso non riuscivano a capirlo.

Dopo lezione tornai in stanza e mi resi conto che Demi era sotto le coperte. Che diavolo ci faceva lì? Le tirai la trapunta da dosso ed era vestita. Aveva saltato le lezioni, che testa del cavolo.
-“Demi svegliati!”- urlai tanto forte che secondo me le persone nei corridoi mi sentirono.
-“Lasciami dormire ancora un po’, mamma ti prego..”- mugugnò. Scoppiai in una sonora risata e lei si svegliò definitivamente anche se continuava a imprecarmi contro.
Andò a sciacquarsi la faccia e quando uscì dal bagno disse:
-“Dato che hai fatto la stronza e mi ha svegliata, ora vado da Niall e gli chiedo di uscire..dopotutto è così carino!”- disse con convinzione.
-“C-cosa?”- replicai. Ero in imbarazzo ma anche confusa e irritata.
- “Eh già, sto andando guarda..”- disse mentre si chiudeva la porta alle spalle. Non ci posso credere! Che razza di amica è? Mi rimangiai tutto nel momento in cui cinque secondi dopo lei riaprì la porta.
-“Scherzavo idiota! Non farei mai una cosa del genere ad un’amica, soprattutto a te che sei la mia compagna di stanza!”- disse facendomi una linguaccia. Uscì definitivamente lasciandomi da sola in camera.
Mi distesi sul letto a pensare. A proposito di Niall..che fine ha fatto? Sono tre giorni che non si fa vedere..


Note dell'autrice: Here I am, I'm back! Cosa ne pensatee? ** Io lo trovo assolutamente troppo carino questo capitolo, e voi? Fatemi sapere cosa ne pensate di Demi! Ahah Alcuni miei amici odiano Demi perché è inopportuna ahah..e voi? 
E poi ecco qui la canzone del duetto per chi non la conoscesse:
 
http://www.youtube.com/watch?v=S_0yjZEUbdg
Inoltre vorrei ringraziare queste persone:
1Dforever, grazie perché hai messo la mia storia tra le preferite! ** <3
SallyBerry, grazie perché anche tu hai messo la mia storia tra le preferite! ** <3
Ian90, grazie anche a te amico mio, per aver messo la storia tra le preferite! <3
_LenadAvena_, grazie perché hai messo la mia storia tra le seguite! <3
Camyst, grazie per aver messo la mia storia tra le ricordate! <3

Siete poche, eppure mi rendete felice..grazie!


Le note più lunghe che io abbia mai scritto :O



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Capitolo 8
*** Capitolo 7 - Di chi mi sono innamorata? ***


                                                                     Image and video hosting by TinyPic



23 Novembre.

Era quasi una settimana che Niall non si vedeva a scuola, ne tanto meno i suoi amici. Ci tenevamo in contatto tramite messaggi ma sempre in maniera limitata perché diceva di essere molto indaffarato e ammetto che sentivo parecchio la sua mancanza. Però così come si fece attendere, una mattina mi fece una sorpresa. Ero accanto al mio armadietto, che la scuola mi aveva assegnato qualche giorno prima, con Demi, la mia dolce ma rompiscatole compagna di stanza. Lei mi diede una leggera gomitata nel fianco per farmi girare verso l’ingresso e indicò con un cenno del capo Zayn.
-“C’è Zayn!”- disse con uno sguardo malizioso ma io ero piuttosto sconcertata.
-“Non dovresti pensare a Zayn in quel modo! Sai cosa Rob prova per te, potrebbe dargli fastidio..”- la rimproverai.
-“Chi ti dice che penso a Zayn in quel modo? E poi appunto, a Rob darebbe fastidio, no?”- rispose sorridente.
-“Vuoi farlo ingelosire?”- le chiesi stupita alzando leggermente un sopracciglio.
-“Voglio capire cosa è disposto a fare per me..”- rispose arrossendo lievemente.
-“Sei una piccola stronzetta!”- dissi ridendo. Dietro Zayn apparve Niall sorridente che scherzava con Harry. Così liquidai Demi con un cenno della mano e mi diressi verso di loro. Niall non appena mi vide si aprì in sorriso raggiante e mi venne incontro abbracciandomi. Non potevo fare a meno di arrossire. Dopo aver chiarito i miei sentimenti, qualunque cosa riguardasse lui, mi faceva vergognare e sorridere come un ebete.
-“Scusami per non aver risposto a parecchi dei tuoi messaggi..”- disse mentre scioglieva l’abbraccio.
-“Non fa niente..ma piuttosto che fine avevate fatto?”- dissi rivolgendomi a tutti loro.
-“Emh, i genitori di Harry ci avevano invitati a trascorrere un paio di giorni nella loro casa in campagna..”- rispose Louis mentre Harry annuiva.
-“Ragazzi, non dovete andare a lezione?”- disse d’un tratto Niall. A quel punto ci fu un lungo ‘Oh’ seguito dai vari assensi dei ragazzi che in nemmeno un secondo sparirono tra la folla di studenti.
Era imbarazzante questa situazione, non avevo il coraggio di guardarlo negli occhi senza arrossire violentemente, così per sciogliere la tensione dissi:
-“Allora vi siete divertiti?”-
-“Oh si certo e parecchio pure. Però ho una cosa per te”- esclamò contento. Mise una mano in tasca e ne sfilò una scatolina. Mi prese la mano,la adagiò su e con uno sguardo mi incitò ad aprirla.
Era una collana con un ciondolo: il trifoglio.
-“Niall è stupenda, ti ringrazio!”- gli dissi con sincera felicità.
-“E non è finita qui..”- rispose sbottonandosi due bottoni della maglietta per mostrare il collo. C’era la stessa e identica collana, nessuna differenza a parte il laccetto un po’ più consumato.
-“E’ una cosa dolcissima Niall..”- gli dissi arrossendo.
-“Lo so!”- rispose facendo trasparire la fierezza in se stesso.
-“E dato che devo farmi perdonare per la mia assenza, domenica ti va di passare la giornata insieme? Sai com’è, l’ultima volta siamo stati interrotti..”- mi chiese ridendo.
-“Eh già!”- risi e poi aggiunsi velocemente -“Comunque, va bene..domenica è perfetto!”- gli risposi contenta. In quel momento la campanella trillò e ci separammo per dirigerci in classe; prima però mi diede un ultimo abbraccio e disse:
-“Mi sei mancata!”- questa volta sapevo cosa rispondergli.
-“Anche tu!”-
Il giorno seguente andai con Demi e le altre ragazze dei Little Disio a fare shopping in centro. Fu una giornata stancante ma incredibile! Ho legato parecchio con tutte loro e ho imparato a conoscerle meglio. Mercedes mi dava consigli di moda e infatti grazie a lei ho comprato un vestitino nero semplice ma carino al quale ci aveva abbinato un cardigan alla marinara a strisce bianche e nere. Diceva che dovevo indossarli per l’appuntamento con Niall e seguii il suo consiglio.

Era domenica mattina ed io ero pronta per il fatidico appuntamento. Demi, che quella mattina si era svegliata di buon umore, mi prendeva in giro sul fatto che fossi tanto nervosa da fare su e giù per la stanza.
-“Ma quanto sei dolce quando arrossisci!”- diceva ridendo.
-“Smettila! Mi metti più in imbarazzo di quanto non lo sia già..”- risposi irritata.
-“Non la smetto, è divertente prenderti un po’ in giro..”- sosteneva mentre ancora ridacchiava.
-“Ho in mano una borsetta, che seppur piccola, fa molto male se lanciata in fronte!”- dissi facendola ridere ancora di più. Controllai l’orario sull’orologio appeso alla parete e segnava le '10.30'. Era ora di andare, così mi diressi alla porta aprendola giusto di poco dato che Demi mi fermò:
-“Dove vai senza questo?”- diceva sventolandomi il mio telefono davanti agli occhi.
-“Giusto, grazie..”- dissi allungando la mano per prenderlo, ma lei cominciò a rigirarselo tra le mani facendo di tutto per non darmelo.
-“Dai Demi farò tardi!”- dissi e intanto lei correva per la stanza sventolandolo in aria. Le corsi dietro provando ad acchiapparla ma inciampai sul tappeto e le caddi addosso. Entrambe scoppiammo a ridere e approfittando di questo momento di distrazione provai a sfilarle il cellulare dalle mani. Cavolo non lo mollava, era come incollato. Mi sedetti a cavalcioni su di lei bloccandole il corpo mentre lei agitava le braccia sulla testa e rideva. Ero stufa, per colpa sua stavo facendo tardi! Con entrambe le mani le bloccai le braccia in terra e ora non poteva più muoversi.
-“Ah ah! Ti ho bloccata ora mollalo!”- urlai ridendo.
-“No, mai!”- affermò con le lacrime agli occhi per le troppe risate.
-“Demiii! Ma cosa ti prend..”- fui interrotta dal rumore dei passi. Istintivamente mi voltai e vidi Niall sulla soglia della stanza con in viso dipinta un’espressione sconvolta.
-“Oddio..cioè scusatemi, continuate pure..”- disse sconvolto. Che figura di merda!
Mi affrettai ad alzarmi e a sistemarmi il vestito che intanto si era un po’ sgualcito.
-“Scusami per la situazione..”- gli dissi trattenendo a stento una risata. Mi voltai verso Demi che era ancora a terra a ridere.
-“Ora posso avere il cellulare?”- le dissi sorridendo. Lei si alzò e,finalmente, me lo porse. La salutai abbracciandola e le sussurrai un ‘grazie’ per avermi fatto passare la tensione. Per quanto può sembrare stupida e l’amica più dolce che mi fosse mai capitata. Niall la salutò con un cenno della mano e poi ci chiudemmo la porta alle nostre spalle. Ci fissammo e scoppiammo a ridere anche se lui rimase comunque un po’ perplesso.
Salimmo su un taxi e Niall disse all’autista una destinazione a me sconosciuta. Scherzammo per tutto il tempo nell’auto coinvolgendo anche il conducente. Arrivammo alla meta dopo 50 minuti circa e prima di farmi scendere Niall mi coprì gli occhi con una benda. Mi aprì la portiera e mi prese la mano così da guidarmi senza correre pericoli. Arrivai a toccare qualcosa di freddo, una ringhiera. Lentamente sfilò la benda e ciò che vidi fu uno spettacolo stupendo: il mare.
Non avevo parole per descrivere tutto quello che sentii in quel momento. Era come quando un bambino scarta un regalo e ci trova dentro il suo giocattolo preferito; le stesse emozioni, la stessa felicità e lo stessa espressione sorridente.
Niall mi fissava e aspettava che io dicessi qualcosa ma tutto ciò che riuscii a fare fu abbracciarlo talmente forte da soffocarlo quasi. Strinse le braccia intorno alla mia vita e immerse il viso nei miei capelli e restammo così per cinque minuti quasi.
-“Non vorrai passare tutta la giornata così?”- disse lui ridendo.
-“Non sarebbe male..”- risposi inconsciamente sciogliendo l’abbraccio. Lui mi sorrise ed io divenni rossa dall’imbarazzo. Prese la mia mano e mi condusse su delle scale che portavano alla spiaggia. Mi fermai all’ultimo gradino e sfilai le scarpe nere che mi aveva gentilmente prestato Demi. Ci dirigemmo verso la riva dove, sulla sabbia, c’era adagiato un lenzuolo ed un cesto. Era tutto così dannatamente romantico e mi stavo seriamente chiedendo se questa notte non avesse dormito per preparare tutto ciò.
-“Non hai dormito stanotte per preparare tutto questo?”- chiesi scherzando, poi mi sedetti sulla coperta.
-“Può darsi..”- disse mentre si accomodava accanto a me.
-“Come sei misterioso Horan..”- dissi lanciandogli uno sguardo divertito che lui ricambiò.
Poco dopo mi diede una spinta facendomi quasi cadere sulla sabbia. Lo guardai storto e lui rise, così per vendetta presi della sabbia tra le mani e gliela lanciai sulla sua maglia bianca. La sua espressione da sorridente passò a sconvolta e poi divenne la faccia di chi da lì a poco si sarebbe vendicato. Velocemente mi alzai e lui, che in quel momento stava per intrappolarmi in un abbraccio, cadde con i gomiti a terra. Stavo morendo dalle risate tanto da non rendermi conto che si era alzato anche lui. Cominciai a correre e andai a finire con i piedi nell’acqua bagnandomi le calze color carne, ma poco me ne importava. Velocemente lui si sfilò le scarpe e i calzini, si alzò le pieghe del pantalone ed entrò in acqua. Appena ci immerse un piede subito lo ricacciò.
-“Ma è gelata! Esci da lì o prenderai un brutto raffreddore!”- esclamò lui preoccupato. Io scossi la testa così lui facendosi coraggio e contando fino a 3 entrò in acqua per venirmi a recuperare. Mi raggiunse e intanto gli battevano i denti dal freddo, eppure l’acqua ci bagnava soltanto fino al polpaccio. Mi allontanai ridendo costringendolo a seguirmi mentre lui mi chiedeva di fermarmi. Non mi resi conto che aveva accelerato il passo fin quando non me lo ritrovai che mi stritolava tra le braccia.
-“Se non vuoi che esca almeno abbracciami, così mi riscaldi un po’..”- disse dolcemente così mi lasciai andare e avvolsi le mie braccia intorno al suo corpo. All’improvviso mi sollevò e cominciò a farmi girare, mentre io ridevo e gli chiedevo di fermarsi. Mi ascoltò, si fermò ma non mi lasciò scendere. Mi trasportò fuori dall’acqua e mi lasciò soltanto quando finalmente eravamo arrivati di nuovo sul lenzuolo. Estrasse un asciugamano dal cesto e me la porse.
-“Hai pensato proprio a tutto, eh?”- gli chiesi divertita e lui annuì sorridendo.
Mi asciugai velocemente i piedi e lasciai che il sole tiepido me li riscaldasse, lui intanto cacciava dal cesto le pietanze e le adagiava sul lenzuolo. Fu un pranzo coi fiocchi ed era tutto squisitissimo. Mi congratulai con lui per aver portato delle delizie simili e lui mi disse che era tutta opera di Harry. Trascorremmo il resto della giornata tra risate e stupidi scherzi, la nostra solita routine.
-“Adoro la tua compagnia..non sono mai stato così bene con una ragazza prima d’ora”- confessò lui improvvisamente. Mi fissava intensamente: non mi fissare, non mi fissare, non mi fissare in quel modo o potrei seriamente morire.
-“S-Sul serio?”- chiesi innocentemente.
-“Potrei mai dirti una bugia?”- disse.
-“Hai ragione, non ne saresti capace! Sono sicura che sei una frana nel mentire!”- gli dissi prendendolo un po’ in giro.
-“A parte gli scherzi, penso tu sia il ragazzo più dolce e sincero che io abbia mai conosciuto!”- confessai. Inizialmente parve esserne contento ma poi, per un attimo, s’incupì per poi ritornare a sorridere.
Lentamente si avvicinava sempre di più, sempre di più fino a trovarmelo a due centimetri dal mio viso. Il battito del mio cuore aumentò in modo impressionante, ed è incredibile come un ragazzo possa farmi un effetto simile. Speravo con tutta me stessa che lui non potesse sentire quel battito così esageratamente accelerato, sarebbe stato imbarazzante. Stava per succedere, stava per baciarmi! Ma appunto, stava. Squillò il mio cellulare ed io mi maledì per non averlo messo in modalità silenziosa.
-“Scusami, ma devo rispondere..”- gli dissi dispiaciuta, ma lui sorrise gentilmente.
Presi il cellulare e lo portai all’orecchio.
-“Pronto?”- improvvisamente Demi cominciò ad urlare e a farneticare cose senza senso, le uniche parole che riuscii a capire furono ‘Beneficenza’ e ‘One Direction’.
-“Aspetta, più lentamente.. non ti capisco! Cosa? One Direction, chi?”- ripetei. In quel momento Niall cominciò a gesticolare qualcosa provocandomi una risata. Con la mano gli feci cenno di aspettare ma lui non mi diede ascolto. Farneticava qualcosa di incomprensibile, e inoltre le urla di Demi nelle mie orecchie non mi facilitavano la comprensione.
-“Zitti un attimo tutti e due!!”- urlai. Demi si mise a ridere mentre Niall si zittì senza proferir più parola.
-“Demi, che cavolo vuoi?”- le chiesi.
-“Stasera andiamo in un locale dove c’è un concerto di beneficenza di una band inglese, gli One Direction. Dicono che sono bravi e sono molto in voga al momento. Che ne pensi?”- disse lei.
-“Umh, si ok è perfetto!”- le risposi.
-“Porta pure il tuo amichetto, ciao!”- disse staccando la chiamata.
Posai il cellulare e mi rivolsi a Niall:
-“Vuoi andare ad un concerto stasera?”- gli chiesi entusiasta di poterlo rivedere.
-“Mi piacerebbe, ma non posso..”- rispose tristemente.
-“Dai sarà bellissimo!”- insistevo io. Non potevo non rivederlo..
-“Mi dispiace, sul serio..ma ho degli impegni importanti che non posso assolutamente cancellare”- rispose secco lui.
Annuii e lasciai perdere l’argomento. Passammo un altro po’ di tempo a chiacchierare ma lui sembrava essere turbato. Prendemmo nuovamente un taxi e nel viaggio di ritorno mi addormentai sulla sua spalla. L’auto mi ha sempre fatto quest’effetto, è sempre stato un sonnifero per me.
Appena l’auto si fermò, mi svegliai e vidi Niall che dormiva anche lui appoggiato a me, mentre con un braccio mi circondava le spalle.
-“Niall!”- sussurravo provando a svegliarlo delicatamente -“Siamo arrivati!”- aggiunsi.  Lentamente cominciò ad aprire gli occhi e dopo essersi stiracchiato disse:
-“Siamo già arrivati? Che palle, stavo facendo un bel sogno..”- disse malinconicamente.
Scendemmo dall’auto e ci avviammo dentro l’accademia. Si fermò all’ingresso dei dormitori e mi disse che doveva andare.
-“Allora ci vediamo a lezione?”- gli chiesi per essere certa di vederlo.
-“Forse anche prima..”- disse stampandomi un bacio sulla guancia per poi voltarsi e andare via.
Cosa intendeva con questo? Rimasi a rifletterci su per un po’ poi tornai in camera e mi misi qualcosa di più comodo per la serata.
Uscì Demi dal bagno completamente nuda.
-“Ma che cazzo Demi copriti!”- urlai sconvolta e mi coprì gli occhi con la borsetta che avevo poggiato sul letto.
-“Oddio scusami credevo saresti tornata più tardi!”- esclamò imbarazzata mentre tirava dall’appendiabiti l’accappatoio.
-“Allora com’è andata?”- chiese per evitare l’imbarazzo delle scena appena accaduta.
-“Bene, benissimo! Soltanto che stasera non potrà venire al concerto..”- conclusi tristemente.
-“Lo vedrai domani a lezione!”- disse per rassicurarmi ed io annuii.
Passò circa una mezz’oretta e poi eravamo pronte entrambe per uscire.
Arrivammo tutti in questo locale, di cui non ricordo il nome, e Dan e gli altri si fiondarono ai tavoli proprio sotto al palco per avere una visuale migliore. Passò circa una ora tra gli scherzi di Dan e Antoine, tra le figuracce di Rob con Demi e le stranezze di Stacey, poi sentimmo un chiasso assurdo provenire da fuori al locale. Sembrava ci fosse stata un invasione di oche starnazzanti e così intuimmo che doveva essere arrivata quella band di cui mi ha parlato Demi.
Vedendo lei e Rob così appiccicati mi saliva una malinconia assurda nonostante avessi visto Niall solo qualche ora fa.
Le luci si spensero e partirono migliaia di applausi e urla. Se erano così famosi perché non li avevo mai sentiti nominare?
Tutto buio. C’era soltanto la musica sparata a tutto volume ed una lieve luce rossa che illuminava il retro del palcoscenico e ritraeva cinque sagome.
Queste sagome divennero poi delle ombre nere che pian piano si avvicinavano al centro del palcoscenico.
E poi i fari illuminarono quei cinque ragazzi che io conoscevo fin troppo bene, soprattutto uno di loro: Niall.
-“Ma di chi mi sono innamorata?”-




Note dell'autrice: Tadaaaaaaaaaaaan!! Finalmente lo ha scopertoooooo.. ** Cosa ne pensate di quest'altro capitolo? Io penso sia molto..dolcioso(?)..sdolcinato.
E poi Demi la pervertita che esce nuda dal bagno :O..ma io non lo so..u.u 
Ovviamente troverete irreale il fatto che Niall essendo un cantante famoso, frequenti dei corsi..avete ragione, maaaa tutto ciò verrà spiegato nel prossimo capitolo. Ricordate: BlackLily non lascia mai le cose in sospeso! u.u Ci tengo sempre a precisare tutto.
In ogni caso, ringrazio nuovamente le persone che mi seguono e che leggono i miei capitoli..ringrazio tutti, e in particolare le due ragazze che l'ultima volta mi hanno lasciato una recensione..vi adoro! ç-ç <3


Se vi state chiedendo se adoro il 'corsivo'.. si, lo amo.

Baci, BlackLily xx.


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Capitolo 9
*** Capitolo 8 - Erano due calamite, si cercavano e si volevano. ***


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Non me lo aspettavo, non lo avevo mai neanche immaginato. Erano una band famosa ed io non sapevo..ma su che pianeta vivo? Io che vado in giro vantandomi sulle mie grandi conoscenze musicali e poi non conosco una band famosa come la loro..
Ecco perché erano mancati a lezione per un po’ di giorni, avevano avuto i loro impegni ‘lavorativi’.
Lezione. Loro sono dei cantanti e frequentano delle lezioni in accademia, ma a quale scopo? Questa è una delle domande da rivolgere loro..
Ero abbastanza sopraffatta dagli eventi così dissi a Demi che sarei uscita a prendere una boccata d’aria.
Prima di andare via riuscii a sentire Rob urlare un ‘Aspetta’, ma non me ne curai molto. Avevo bisogno di un posto tranquillo per riflettere.
Mi ritrovai fuori al locale appoggiata ad un muro accanto al Bodyguard che lasciava entrare le persone. Mi aveva vista e mi aveva sorriso per poi tornare a prendere il controllo della fila. Era un omone grande e grosso, e con i capelli. Mi ero sempre immaginata i bodyguard calvi, non so perché. I film, si! I film li ritraggono sempre calvi..forse perché da loro un’aria più da duro. Intanto la mia mente sparava frasi inutili e senza senso perché non sapeva come affrontare la situazione.


Niall Pov’:

Le luci del palco erano accecanti e le urla delle fan assordanti. L’unica visuale che potevo avere era quella in prima fila poiché lì le luci erano più offuscate. In quel momento la vidi: quella figura che si faceva largo tra le persone per andare via. L’unica cosa che volevo era terminare al più presto quel giro di canzoni perché avevo una brutta sensazione.
Quei minuti erano interminabili, o almeno a me così parevano. Ero turbato, ma questo non potevo farlo notare a nessuno. Mettevo in atto le miei solite performance da ragazzino scemo e felice per divertire un po’ le fan, ma non lo ero affatto.
Terminato il giro di canzoni mi fiondai giù dal palco, cioè nel backstage ed incaricai un truccatore di portarmi qui dietro una ragazza seduta al primo tavolo davanti al palco.
-
«Perché mi avete portata qui dietro?»- chiese la ragazza un po' spaesata.
-
«Ti ho fatta portare qui dietro perché non è opportuno che io scenda tra tutte quelle fan urlanti. Demi, dov’è Angie?»- le chiesi con tutta la calma possibile.
-
«E’ uscita a prendere una boccata d’aria, ha detto che aveva bisogno di schiarirsi le idee..»- rispose lei.
-
«Grazie!»- detto questo mi fiondai dall’altro lato del backstage e mi diressi alla porta che sbucava sul retro del locale. C’era ancora il furgone nero parcheggiato lì fuori, proprio davanti la porta. Mi diressi sul davanti del locale facendo attenzione a non farmi vedere da qualche ragazzina in calore.
Mi affacciai lentamente vicino al muro ed era lì, la vedevo.
Era proprio accanto alla porta d’ingresso e dietro di lei c’è Paul, il mio bodyguard.
Approfittando del fatto che Paul, essendo bello grosso, copriva la visuale alla fila che si era formata davanti alla porta, allungai un braccio e la tirai verso di me, al lato del locale.
Era spaventata, e ci credo dopo averla ‘rubata’ in quel modo.
-
«Perché mi hai tirata in quel modo? Mi hai spaventata, credevo fosse un malfattore..»- disse tirando un sospiro di sollievo.
Non avevo il coraggio di parlarle ma dovevo. Mi guardava stranita e preoccupata e neanche lei osava parlare. Sembravo un ragazzino che prima di dire qualcosa deve fare il conto alla rovescia. Stavo solo perdendo tempo..probabilmente non mi avrebbe neanche ascoltato.
-
«Angie, io..»-
-
«Perché mi hai mentita?”- disse lei, d’improvviso, interrompendomi.
-
«Io non..non so perché l’ho fatto. Se potessi tornare indietro non commetterei lo stesso errore..»- le dissi. Non sapevo come scusarmi, perché non avevo scuse! Le avevo mentito senza un valido motivo..
-
«Già, ma non puoi»- disse secca. Era arrabbiata, molto arrabbiata.
-
«Lo so non ho scuse, ma se tu potessi ascoltarmi forse..»- non sapevo neanche io dovevo volevo andare a parare. L’unica cosa che volevo era che mi perdonasse..
-
«Penso che dovresti rientrare..»- disse lei aspramente interrompendo il mio discorso per l’ennesima volta.
La fissai per qualche secondo e senza proferire più parola mi voltai e rientrai nel locale.
Poteva lasciarmi parlare e invece non ha voluto. Non c’è più niente da fare..

Angie Pov’

Mi fissava intensamente e potevo leggere nei suoi occhi la tristezza e il dispiacere, poi all’improvviso senza dire nulla si voltò e se ne andò. Ero stata troppo dura, dopotutto non ero neanche arrabbiata. Ero soltanto sconvolta, in un certo senso, e delusa per il fatto che mi avesse mentito. Avrei preferito che me lo avesse detto sin dall’inizio, anche se la sua paura fosse stato il mio giudizio, io non lo avrei mai giudicato.
Incuriosita dalla tutta questa strana storia presi il cellulare e cercai su internet  “One Direction”. Mi uscirono migliaia di risultati e, come mio solito fare, scelsi Wikipedia. C’era scritto tutto: il fatto che fossero una boyband, che erano 4 inglesi e 1 irlandese, c’era la biografia molto sintetica di ognuno di loro e anche della loro famiglia. Poi c’era scritto che erano seguiti da milioni di fan su twitter, così mi collegai. Non adoravo molto twitter, tanto è vero che avevo, si e no, una trentina di amici che mi seguivano e avevo scritto circa una decina di tweet. Non sapevo neanche usarlo bene, ma riuscii a cercare il nome di Niall. Rimasi scioccata, per così dire.. circa 8 milioni di fan lo seguivano, e se si tiene conto di quelle che non sono iscritte a questo social network ne sono ancora di più. Guardai l’orologio e mi resi conto che mancava poco alla fine dello spettacolo, così rientrai e cercai Demi tra la folla.
Le urla delle ragazze erano frastornanti tanto da dovermi portare le mani alle orecchie. Finalmente trovai Demi, che era sempre lì in prima fila, ma questa volta sul lato opposto rispetto a prima. La vedevo urlare e cantare frasi incomprensibili dato che non sapeva una singola parola delle loro canzoni, così mi avvicinai e le diedi una leggera spinta con la spalla così da farla voltare. In un secondo mi circondò le spalle con un braccio e mi strinse forte, mi schioccò un bacio sulla guancia e cominciò a dondolarsi a ritmo di musica trascinando anche me insieme a lei. Mi guardavo i piedi, non riuscivo ad alzare lo sguardo e osservare i ragazzi mentre cantavano. Non lo alzai per un po’ di tempo, almeno non fin quando Demi urlò:
-
«Oh mio dio!»- mi voltai nella sua direzione e mi fissava stupita e contenta. Con una mano mi prese il mento e mi fece voltare verso il palco e c’era Niall rivolto verso di me. Mi fissava intensamente e cantava:
-
«If you’re pretending from the start like this, with a tight drip, then my kiss, can mend your broken heart, I might miss everything you said to me.. and I can lend you’re broken parts, that might fit like this, and I will give you all my heart, so we can start it all over again..»- mi stava dedicando quelle parole così belle e dannatamente sdolcinate. Come ero riuscita ad essere così impassibile, prima durante la nostra piccola discussione, io non me lo spiegavo. I suoi occhi mi puntavano e io non riuscivo a distogliere i miei dai suoi. Erano due calamite, si cercavano e si volevano. Il tempo era come essersi fermato per me, il cuore impazziva e non potevo controllarlo: ero come sospesa a mezz’aria fin quando i suoi occhi mi trattenevano. Quando poi distolse lo sguardo mi sentii ritornare alla realtà. Mi guardavo intorno e qualcuno mi fissava, qualcuno non si era reso conto di niente. Demi mi sorrideva ed io stentavo un sorriso imbarazzato perché ancora non riuscivo a spiegarmi quella magia. Demi mi teneva la mano per non farmi fuggire via, ma anche se avessi voluto non ci sarei riuscita. Avevo lo sguardo rivolto verso il palco, ma in realtà era perso nel vuoto. Di solito avevo bisogno di un posto tranquillo per riflettere ma in quel momento non sentivo niente intorno a me a parte il mio cuore, che finalmente avevo deciso di ascoltare.

La canzone era terminata e una miriade di urla e applausi mi sovrastarono la mente. I ragazzi salutavano e dicevano che sarebbero ritornati a breve, che avrebbe avuto un’altra pausa di 10 minuti. Cinque ragazzi erano sul palco ed uno di loro ancora mi fissava. Tutti si dirigevano nel backstage ma lui si era bloccato sul palco e stava scendendo verso la platea.. non verso la platea ma verso di me.
Eravamo uno di fronte all’altro e lui aveva ancora quel suo sguardo triste ma irresistibile.
-
«Perdonami non avrei dovuto mentirti ma avevo il timore che tu saresti uscita con me soltanto perché sono abbastanza conosciuto e- »-disse lui, e non aveva intenzione di fermarsi.
-
«Niall non fa niente..”- provai a dire ma lui m’interruppe. Ero già troppo in imbarazzo..
-
«No lasciami finire! Non capisco cosa mi sia preso in questi giorni e assolutamente non volevo ferirti! Le parole che ho cantato sul palco, per te.. sono vere ed io- »-
Forse fu l’emozione del momento, la felicità di sentire quelle parole, forse fu l’agitazione della serata fatto sta che quella sera lo baciai. Senza curarmi delle conseguenze, delle persone che ci osservavano. Lo volevo e l’ho fatto. Quella sera, avevo ascoltato il mio cuore.





Note dell'autrice: Salve, sono tornata con un'altro capitolo *-*
Questo è semplicemente un capitolo di passaggio, nulla di emozionante a parte il b..bacio *-* Madonna, ma solo io li amo tutti e due? <3 cioè amo principalmente lui sijidfywf *-*
Cosa ne pensate? Io penso che mi devo muovere a scrivere gli altri capitoli o vi farò rimanere settimane senza D:
Vado a scrivere l'undicesimo capitolo babies **
Un bacio a tutte voi che mi seguite, preferite e ricordate! 
Vi voglio bene *-* <3

Vostra, BlackLily xx.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 - I'll never let you go. ***


                                                                     Image and video hosting by TinyPic




Niall Pov’

Proprio come era successo cinque minuti prima, il tempo si era fermato, ma questa volta era diverso, erano emozioni diverse. Era tutto più inaspettato e sorprendente. Quando le sue morbide labbra si sono posate sulle mie, il resto del mondo non esisteva più. Eravamo solo io e lei e i nostri sentimenti. Fino a quel momento ancora non mi ero reso conto di quanto potessi tenere a lei, dei miei reali sentimenti. Io, che fino a quel momento ero rimasto immobile poiché ancora non mi rendevo conto della realtà dei fatti, allungai le braccia e le presi il viso tra le mie mani, approfondendo quel bacio che diventava sempre più surreale.
Sapete quando una persona è felice e sente la musica nella sua testa? Ecco, io in quel momento avevo praticamente un concerto d’orchestra nella mia mente che non avrebbe mai più smesso di suonare.
Avrei davvero voluto che quel momento non finisse mai, però non potevamo.
Fui io il primo a staccarmi e non appena vidi i suoi occhi nella penombra del locale, illuminato da qualche luce qua e la, le sorrisi. Le regalai uno dei miei sorrisi migliori, quello che da qualche anno a questa parte non si vedeva più. Perché lei era l’unica che riusciva a farmi sorridere in quel modo, l’unica che riusciva a rendermi di nuovo felice.
Lei mi sorrideva a sua volta e aveva i suoi occhi limpidi e lucidi persi nei miei.
Un suono familiare ci riportò alla realtà: Dan, l’amico di Angie, aveva appena tossito. Ci fissava con un espressione indecifrabile ed era molto rosso in viso. Non persi tempo ad occuparmi di lui e tornai fissare Angie che ormai, confusa e sconcertata, si guardava intorno. Era diventata rossa come un pomodoro, e questo la rendeva più bella, perché quel rossore non tradiva la sua persona. La mostrava per la vera Angie, quella un po’ timida e dolce ma allo stesso tempo forte e sicura di sé, quella che aveva rapito il mio cuore.
Lei abbassò lo sguardo e cominciò a torturarsi le mani, così gliele presi ed inclinando un po’ il capo ritornai a fissarla negli occhi. Il suo viso ormai era di un colore rosso acceso e stentava un sorriso imbarazzato. Schiudeva le labbra e poi le richiudeva come se volesse dire qualcosa, ma l’unico suono percettibile che riuscì a cogliere fu uno Scusa’’ prima di vederla sparire tra la folla trascinando Demi con sé.
Ero rilassato perché tutto si era risolto per il meglio, ma per l’appunto “ero”. Quando mi voltai notai tutta la gente che mi fissava e non potevo fare a meno di arrossire. Abbassai lo sguardo, mi infilai le mani in tasca e con passo veloce e deciso mi diressi nel backstage. Quando passai accanto agli amici di Angie, notai che Dan ancora mi fissava, ma questa volta rabbioso. Questa cosa mi sconcertò parecchio anche se in quel momento niente poteva far scivolare via quel mio sorriso. Niente.

Angie Pov’

-
«Ti rendi conto di ciò che hai appena fatto?»- disse Demi una volta chiusasi la porta del bagno alle spalle.
-
«Si..»- risposi con la voce spezzata. Avrei voluto piangere dall’imbarazzo, avrei voluto piangere dalla felicità, avrei voluto piangere e basta. Ma poi ripensai alla scena di pochi minuti fa e mi portai le mani sul viso per nascondere quel crescente rossore che ormai mi stava invadendo la faccia.
-
«Ehi, leva queste mani!»- disse lei ridendo mentre con le mani mi afferrò i polsi.
-
«NO! Ti prego..sono troppo imbarazzata!»- dicevo mentre continuavo a tenere le mani ferme e immobili sul viso. Gli strattoni che Demi mi dava non servivano a nulla, non avrei levato le mani soprattutto perché le ragazze che erano nel bagno non la smettevano di fissarmi.
-
«Dai, Angie è ovvio che tu lo sia! Lo hai praticamente baciato davanti ad una platea di centinaia di persone!»- disse provando a tranquillizzarmi, ma ciò ebbe l’effetto contrario. Di nuovo mi passarono per la mente tutte le immagini di quel momento, dalle sue scuse al mio bacio e quest’ultima immagine si ripeteva nella mia mente migliaia di volte nel giro di un secondo. Il mio cuore, ormai da minuti interminabili, non la smetteva di strepitare e di lì a poco mi sarebbe venuto un infarto: già ci vedevo un articolo di giornale intitolato ‘Una serata da infarto: morta d’amore’ e poi la mia faccia con un sorriso demenziale.
-
«Non mi aiuti così..»- dissi scostando leggermente le mani per poterla guardare negli occhi.
-
«Permesso, fateci passare!»- urlavano  Mercedes e Ashley. Si era formata una folla incredibile nel bagno: le persone si intrattenevano a guardare la scena ridicola che stavo mettendo in atto. Non riuscivo neanche a vedere le mie amiche che erano rimaste bloccate sull’uscio, ma sentivo soltanto le loro voci tra cui quella squillante di Ashley che invocava tutti i santi.
-
«Possibile che per fare una santissima pisciata devo aspettare voi? Forza, circolare e uscite dai bagni!»- urlò Mercedes. Non l’avevo mai vista così determinata e.. volgare. Non riuscii a trattenere una risata e scoppiai a ridere portandomi le mani sulla pancia. Demi, invece, se la rideva sotto i baffi e con una mano si copriva la bocca che di li a poco si sarebbe aperta in una chiassosa e rumorosa risata.
La gente indignata si voltò verso Mercedes e guardandola di sbieco mormorava tra di loro. Intanto però qualcuno stava andando via, altre semplicemente si erano spostate, quindi in qualche modo aveva funzionato.
-
«O mio Dio, mi ha fatto uno strano effetto essere così volgare..»- disse Mercedes che mentre si avvicinava rabbrividì.
-
«Non vorrai mica farci credere che tu non l’abbia mai fatto? Non ci credo proprio!»- disse Ash ridacchiando.
-
«Certo, non sono mica così grossolana come te!»- rispose la mora facendole una linguaccia. Ash di tutta risposta si portò una mano sulla fronte scuotendo il capo, mentre in fondo se la rideva.
-
«Allora adesso sei diventata una VIP?»- aggiunse,poi, scherzando.
-
«Oh si, certo! Se essere guardata in cagnesco come se avessi appena commesso un omicidio, allora si!”-risposi portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
-
«Guardala dal lato positivo: ora tutte sanno che Niall è impegnato!»- disse Demi entusiasta.
-
«In real-»-
-
«Già, ha ragione! Ora nessuno si azzarderà a sfiorarlo!»- disse Mercedes con il suo solito sorriso splendente.
-
«E poi sarai la ragazza più invidiata del mondo!»- si affrettò ad aggiungere Demi.
-
«Ma cosa più importante: è tutto tuo, Angie»- aggiunse Ashley sorridendo e con le braccia incrociate sotto al seno. Aveva un’aria fiera, e lo si notava da come si era impostata. Spalle dritte, mento alto e gambe leggermente divaricate. Sembrava tipo un eroina dei cartoni animati, le mancava solo il mantello.
Non potei fare a meno di sorridere, perché in fondo aveva ragione. Ora Niall era mio e di nessun’altro e io non l’avrei lasciato andare facilmente. E’ il primo ragazzo a cui mi sono affezionata in questo modo dopo la rottura con Nathan. Quel ragazzo fu il mio primo amore, è fu davvero importante per me: ma questa è un’altra storia.
-
«Avete ragione, e non ho intenzione di lasciarlo andare via..»- dissi sorridente.
-
«Aw, sei proprio così dolce quando sei innamorata!»- disse Demi fiondandosi su di me e stringendomi in un abbraccio stritolatore.
-
«Abbraccio di gruppo!»- urlarono Allison e Stacey che proprio in quel momento stavano entrando dalla porta.
Era la prima volta che ero a così stretto contatto con tutte le ragazze del mio corso ed era una bellissima sensazione.
-
«Grazie ragazze, davvero!»- dissi io trattenendo le lacrime.
-
«Ohh ti sei commossa, che carina!»- esclamò Stacey. Anche se delle volte era rompiscatole in fondo poteva essere una buon amica.
-
«Noi ci saremo sempre per te, e ti sosterremo sempre!»- disse Demi prendendomi la mano. Io in risposta le sorrisi e col pollice le carezzai il dorso della mano.
-
«Penso che però sia ora di tornare di là»- disse Mercedes indicando la porta e solo in quel momento notai che il bagno finalmente era sfollato del tutto: doveva essere ricominciato il concerto.
-
«Penso di si»- rispondemmo all’unisono io e Demi.
Strinsi forte la mano a quest’ultima e mi sforzai di non pensare che una volta uscita dal bagno gli sguardi degli altri sarebbero ricaduti di nuovo tutti su di me.
Ci accomodammo allo stesso tavolo di prima e stavolta mi sedetti su una sedia più vicina alla parete così da potermi riparare dagli sguardi assassini delle ragazzine.
Dan mi fissava con un aria strana, non riuscivo a capire cosa volesse significare. Sono sempre stata abbastanza brava a capire gli stati d’animo delle persone anche soltanto guardandole in viso, eppure quella sera con lui non capivo. Mi regalò un sorriso flebile e stentato e non capivo il perché di questo comportamento. Mi avvicinai un po’ di più a lui per potergli parlare:
-
«Se c’è qualcosa che non va, puoi sempre parlarne con me!»- gli urlai in un orecchio per farmi sentire. Lui sghignazzò e i suoi occhi color ghiaccio puntarono i miei color nocciola. Poi sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisi da ebete e scosse la testa.
-
«Lo so!»- urlò.
Aspettai che mi dicesse qualcosa ma lui continuava a fissarmi come un cretino. Poi credendo di aver capito aggiunsi:
-
«Andiamo a parlane fuori?»- alzai la mano per indicare la porta.
-
«No, non voglio parlarne»- rispose secco e stizzito.
Tutto ciò che seppi dire fu uno ‘scusa’. L’avevo infastidito troppo, quando avrebbe voluto sarebbe venuto a parlarmi.
Sentii la voce di Niall cantare forte le parole di una canzone che conoscevo, più o meno. L’avevo sentita alla radio un paio di volte: what makes you beautiful.
Non sapevo fosse una loro canzone, e se per questo non sapevo neanche chi fossero i One Direction.
Sono una sfigata.
Alla fine della canzone, ovvero l’ultima, i ragazzi si misero in fila uno accanto all’altro e salutarono tutti ringraziandoli di essere stati lì e di aver partecipato a quella serata di beneficenza. Poi le luci si spensero e quando si riaccesero i ragazzi non c’erano più e la gente cominciò ad alzarsi dai tavoli per andare via.
Qualche ragazzina mi guardava ancora in modo truce, altre mi sorridevano. Quella situazione stava cominciando a pesarmi.
-
«E’ finita, che peccato..»- si lamentò Stacey mentre si alzava per mettersi il cappotto.
-
«Già, è stata una bella serata..ricca di sorprese!»- disse Rob lanciandomi uno sguardo malizioso.
-
«Ok è ora di andare!»- dissi provando a cambiare discorso. Mi infilai la giacca e raccolsi la borsetta per poi inoltrarmi tra la fila di gente che usciva dal locale. Fui subito seguita da Demi che poi, prendendomi sottobraccio, mi accompagnò all’uscita.
Il freddo di Novembre si faceva sentire, ed anche parecchio. Cominciò a colarmi il naso così estrassi un fazzolettino dalla tasca per pulirmi.
-
«Sembri una renna con questo naso rosso!»- esclamò Stacey,che proprio in quel momento stava uscendo da locale, provocando ilarità nei ragazzi del corso.
-
«Ah Ah Ah. Non è divertente! Mi brucia il nasino..»- esclamai affranta con la mia solita voce da bambina. Avevo la pelle tanto sensibile che in inverno sembravo sul serio una renna. La renna Rudolph!
-
«Che cucciola che sei!»- disse Rob dandomi un caloroso abbraccio.
-
«Come sei caldo! Ti prego non mi lasciare!»- urlai felice di aver trovato il mio termosifone personalizzato. Rob ridacchiò e con un cenno del capo fece avvicinare Antoine.
-
«Perché non chiamate dei taxi? Noi intanto aspettiamo qui!»- disse rivolgendosi a lui.
-
«Giusto, hai ragione! Ehi, ragazzi chiamiamo dei taxi che si sta facendo tardi e inoltre fa un freddo cane!»- disse mentre si avvicinava agli altri.
Demi che prima era intenta a parlare con Dan e Ashley si avvicinò a noi sorridente.
-
«Che fai mi tradisci con la mia migliore amica?»- disse la mora rivolgendosi a Rob con fare scherzoso.
Rob arrossì violentemente e cominciò a balbettare parole incomprensibili.
-
«Scherzavo! Siamo amici, perché dovresti tradirmi?»- disse ridendo e dandogli una pacca forte sulla spalla.
Lui in quel momento arrossì ancora di più ed io risi di gusto, così per vendetta mi stritolò tra le sue braccia e con una mano chiusa a pugno iniziò a sfregarmi la testa. Anche se mi stava facendo ‘leggermente’ male, non riuscivo a smettere di ridere. Poi in quel momento il cellulare squillò un paio di volte.
-
«Rob, ti prego fammi rispondere, lasciami!»- urlavo tra una risata e l’altra. Finalmente mi lasciò e risposi al cellulare: era Niall.
-
«Gira l’angolo alla tua sinistra, fa presto»- disse velocemente. Probabilmente assunsi un’espressione preoccupata dato che Demi disse:
-
«Cosa succede?»-
-
«Oh emh..nulla, io devo fare una cosa! Ci vediamo tra poco!»- dissi mentre velocemente mi avviavo dove Niall mi aveva detto.
-
«Ehi.. ANGIE!»- urlò Rob poco prima che sparissi dietro l’angolo.
Non vedevo nessuno a parte un enorme furgone nero con i finestrini oscurati. Stavo cominciando a pensare che fosse tutto uno scherzo fin quando qualcuno non abbassò uno dei vetri dell’auto. Vidi sbucare una testa riccioluta e poi il viso raggiante di Harry e questo con la mano mi faceva cenno di avvicinarmi.
Quando mi accostai, velocemente aprirono la portiera dell’auto e mi tirarono dentro. Mi ritrovai aggrovigliata tra le braccia di Harry e Liam che gentilmente,poi, mi lasciarono andare.
-
«Scusa per i modi bruschi..»- si scusò quest’ultimo.
-
«N-non fa niente!»- risposi sorridendo -«beh allora.. come mai mi avete detto di venire qui?»- chiesi sistemandomi il cappotto.
-
«Oh niente di che, ti accompagniamo noi a casa!»- disse Louis con una certa leggerezza.
-
«Questo è il vostro modo di corteggiare una ragazza? Tirandola dentro un auto?»- dissi sghignazzando.
-
«Oh no, questo è il modo di corteggiare di Niall!»- esclamò Zayn ridendo.
-
«Ehi, non è vero!»- urlò Niall ormai rosso in viso.
-
«Io penso di si. E’ la seconda volta che questa sera vengo tirata via in quel modo..»- risposi ridendo.
-
«Effettivamente..»- disse accennando un sorriso, poi però si strinse più vicino alla portiera dell’auto per farmi spazio tra lui e Zayn.
-
«Ma non ci entro!»- esclamai ridendo. E’ vero che ero magra ma non in quel modo.
-
«Oh non ti preoccupare noi ora andiamo via»- m’informò Liam indicando lui, Harry e Louis.
-
«No, non voglio che andiate via per me..»- dissi dispiaciuta.
-
«Non ti preoccupare, davanti a noi c’è un altro furgone»- disse Harry facendo un cenno col capo per indicare l’auto davanti a noi.
-
«Ah, ok va bene»-
Liam aprì la portiera e scese velocemente seguito a ruota dagli altri due.
-
«Ciao ragazzi!»- urlai e loro di risposta mi salutarono sventolando la mano.
-
«Penso dovresti avvisare le tue amiche che vieni con noi!»- disse Zayn sorridendo.
-
«Oh si, che sbadata!»- risposi. Mi sedetti accanto a Niall che mi regalò uno dei suoi più bei sorrisi.
Presi il cellulare dalla borsa che proprio in quel momento cominciò a squillare, così risposi velocemente.
-
«Ehi ma che fine hai fatto?!»- sbraitò Demi attraverso il cellulare.
-
«Sono con Niall.. non ti preoccupare!»- dissi provando a calmarla.
-
«Sei un idiota! Potevi avvisarmi prima!»- urlò, di nuovo.
-
«Si, hai ragione scusa..»-
-
«Fai presto a tornare che alcuni taxi sono già arrivati!»- disse senza urlare troppo.
-
«No, in realtà mi riaccompagna Niall quindi ci vediamo direttamente al college!»- le risposi
-
«A quindi ci abbandoni? Pff, CIAO!»- disse staccando la telefonata.
Ma che diavolo le è preso? Che si sia offesa davvero? Certe volte è proprio strana..
-
«Risolto?»- disse poi dolcemente Niall.
-
«Oh sisi, è solo una tipa un po’ stramba!»- gli risposi.
-
«Oh lo so, lo so!»- disse Zayn ridendo.
L’auto partì dopo cinque minuti ed intanto il moro si era comodamente sdraiato sui tre sedili posteriori.
-
«Una curiosità, ma se voi siete cantanti famosi in tutto il mondo etc etc, cosa ci fate nell’accademia?»- chiesi. Era dall’inizio della serata che trattenevo questa domanda, ed un tipo curioso come me non può attendere troppo per una risposta.
-
«In realtà non potremmo ancora dirlo ma farò un eccezione. Ricordi quando tu mi dicesti che tu e i ragazzi avevate vinto la borsa di studio? Ecco, quella faceva parte di un progetto a cui ha aderito gran parte dell’Inghilterra. Alla fine dell’anno si dovrà tenere una gara nazionale di musical..»- rispose.
-
«Wow..cioè è grandioso..però voi cosa c’entrate in tutto ciò? Cioè qual è il vostro ruolo?»- gli domandai.
-
«Saremo, in un certo senso, i vostri tutor. In questo momento state affrontando soltanto lezioni teoriche a cui spesso partecipiamo anche noi per tenerci informati sul livello di competenze degli studenti. Ma tra qualche settimana il preside in persona terrà una riunione nell’aula magna per informarvi del progetto. Inoltre, alla fine della gara, chi otterrà il primo posto vincerà un premio in denaro. Non so precisamente quanto è la cifra però è tanta!»- rispose contento.
-
«E’ una cosa grandiosa! Sono senza parole, non mi aspettavo una cosa del genere»- esclamai io entusiasta.
-
«Ovviamente non sarà l’unica esibizione, ci saranno le selezioni e le semifinali!»-
-
«Tu mi aiuterai, vero?»- dissi facendo gli occhi dolci.
Mi prese il viso tra le mani e mi stampò un bacio dolcissimo. Sorrisi sulle sue labbra e gli restituii quel bacio stupendo. Non era possibile che ogni cosa lui facesse mi provocasse un uragano nello stomaco.
-
«Questo è un si?»- gli chiesi sorridente e lui annui restituendomi il sorriso.
Qualcuno alle nostre spalle tossì e quando ci girammo vedemmo Zayn con le braccia incrociate al petto e il viso leggermente rosso.
-
«Non dirmi che ti abbiamo imbarazzato?»- chiese Niall ridendo come suo solito.
-
«Non sono imbarazzato, è che siete troppo..dolci. Vi prego non fatelo più in mia presenza!»- rispose trattenendo un sorriso.
-
«TI ABBIAMO IMBARAZZATO!» urlai puntandogli un dito contro e ridendo come una cretina.
Zayn mi guardava sconvolto e Niall se la rideva insieme a me.
-
«N-non è vero! Non mi avet-»- provò a dire però fu interrotto dall’autista che ci comunico di essere arrivati a destinazione. Scesi dall’auto e salutai Zayn con un cenno della mano mentre Niall mi accompagnava in stanza.
-
«Quindi ci salutiamo..»- disse un po’ dispiaciuto.
-
«Non fare quel faccino, mi rivedrai domani!»- esclamai contenta.
-
«In realtà no. Domani partiamo per l’America perché abbiamo un bel po’ di impegni. Torniamo tra 2 settimane..»- il mio sorriso si spense. Non era la fine del mondo certo, ma proprio ora che ci eravamo finalmente avvicinati, lui doveva partire. E’ assodato, sono una sfigata.
-
«B-beh, vedi il lato positivo: quando tornerai sarà più bello! Com’è che si dice? Ah si, l’attesa aumenta il desiderio!»- dissi io entusiasta. Lui arrossì violentemente e cominciò a balbettare.
-
«C-cosa intendi? Mica tu vuoi..insomma-»- provò a chiedere ma capendo dove voleva arrivare lo stoppai immediatamente.
-
«NO! Non volevo dire quello! Oddio, sono un imbranata. Intendevo dire che sarà più bello perché la lontananza ci renderà affettivamente più vicini..»- risposi imbarazzata. Lui tirò un sospiro di sollievo e rise leggermente.
-
«Mi sembrava strano che tu fossi così audace..»- disse scherzando.
-
«Ah Ah!»- lo canzonai io.
-
«Ora è meglio se ti lascio o Zayn mi ucciderà! Ha sonno  e lo sto facendo attendere troppo; si, è un dormiglione!»- disse velocemente. Mi abbracciò e mi baciò, di nuovo. Questa volta fu uno di quei baci lunghi e passionali. Quelli in cui c’è tutto il bene, tutto l’amore del mondo.
-
«Non avevi idea da quanto tempo aspettassi questo..»- sussurrò lui dolcemente facendomi arrossire. Poi mi scioccò un bacio sulla fronte e sparì dietro l’angolo. Non l’avrei visto per le prossime due settimane; dai, Angie ce la puoi fare!




Note d'autrice: Eccomi con un altro capitolo, mooolto più lungo questa volta :O Cosa ne pensate? Cioè io li trovo troppo carini! Nangie <3
Ringrazio sempre tutti voi che seguite, preferite e ricordate! Ringrazio anche chi soltanto legge perché si scoccia di crearsi un account! (Vi capisco, all'inizio anch'io ero così..poi una FF tira l'altra e mi sono ritrovata a recensire e poi a scrivere!) <3
Sono arrivata a 300+ visualizzazione del primo capitolo, è un emozione bellissima ç-ç
Il prossimo capitolo non sarà incentrato su Niall e Angie, perché come avete letto, il biondino parte quindi avrete un approfondimento sul resto dei ragazzi dei Little Disio!
Cavolo, sono arrivati gli zampognari!! <3 <3 E' Natale, E' Natale!! ** 
Anche nel prossimo capitolo sarà  'quasi' Natale. Purtroppo volevo far coincidere il capitolo natalizio con il 25 dicembre, ma mi sono trovata in ritardo con i tempi..Scusatemi ç-ç Li avrete dopo natale, è la stessa cosa? Cavolo quanto mi sto dilungando! Vi adoro troppo, tanto..grazie di tutto! <3


Vi lascio il mio twitter: https://twitter.com/Angie_S95
Se volete sapere di più sulla storia, se non vi è chiaro qualcosa..sono disponibile lì! Sono disponibile anche se volete essere aggiornate sugli aggiornamenti (che gioco di parole (?)).

Vi lascio ora, mi godo la musica degli zampognari! 

Bye, Vostra    BlackLily xx

Quanti coloooooori :O (questo lo lascio nero! mi sta antipatic u.u)



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Capitolo 11
*** Capitolo 10 - «Certo, ma precisamente è vischio.. » ***


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Le foto di quel nostro primo bacio iniziarono a circolare in fretta su tutta la rete e nel giro di una serata tutte le Directioners sapevano della nuova cotta di Niall. Ovunque mi collegassi,vedevo soltanto un'unica foto ripetersi migliaia di volte e ne avevo già fin troppo se includiamo le stupide minacce da parte di queste ragazzine ardenti d’amore per il mio ragazzo, se così lo posso definire. Non so esattamente cosa siamo, non ne abbiamo parlato ancora, in un certo senso, però mi piace l’idea di poterlo definire tale. Inoltre oggi è 8 dicembre, e ciò significa sia che lui tornerà presto, sia che bisogna fare l’albero di Natale!
Non avete assolutamente idea di quanto io possa essere malata di spirito natalizio. E’ una cosa assurda!
Abbiamo avuto  4 giorni di vacanze da scuola e così ognuno di noi ha deciso di tornarsene a casa a far visita alle proprie famiglie. Se vi dico cosa è successo quando sono tornata a casa vi spaventerete; non avevo neanche messo piede nell’abitazione che i miei genitori mi avevano assalita di domande, abbracci e baci. Sembrava fossi tornata dalla guerra, è una cosa non assurda, ma di più. C’è anche da tener conto che ogni sera facevo una telefonata a casa per dichiarare il mio “stato di salute”.

Essendo l’8 dicembre, ogni anno, come è tradizione di famiglia, addobbiamo l’albero e decoriamo casa; così per l’occasione decisi di invitare le mie amiche. Alcune rifiutarono l’offerta, come Ashley e Stacey, che dovevano rimanere a casa per passare una giornata con le proprie famiglie, le altre,Demi,Mercedes e Allison, accettarono volentieri e si presentarono con buste piene di addobbi e qualche piccolo spuntino.
-
«Ehi Angie, dov’è il CD? Non lo trovo..»- chiese Demi intenta a scavare in un cassetto.
-
«E’ proprio sotto il tuo naso! Se solo guardassi in alto forse riusciresti a vederlo!»- risposi cercando di aprire i rametti del nuovo super albero che i miei genitori avevano deciso di comprare.
-
«Ah..l’ho trovato»- disse tentando di nascondere l’imbarazzo. Sfilò il CD dalla custodia e lo infilò nello stereo. Subito partì la canzone di Michael Bublè 'Santa Claus is coming to town' a riempire la casa.
Ecco l’area natalizia che tanto mi era mancata!
-
«Ho finito!»- urlò poi Mercedes fiera di essere riuscita a montare l’ultimo pezzo dell’albero.
-
«Ecco brava, ora però dammi una mano ad aprire questi rami. Sono infiniti!»- le dissi cercando un po’ di pietà. Lei scese dallo scaletto e corse a darmi una mano seguita da Allison che fino a quel momento era rimasta a fare nulla. Finimmo nel giro di 5 minuti poi passammo a montare le luci a led bianche.
-
«Smettila! Restituiscimele!»- urlò mia sorella rivolta a mio fratello più grande che intanto le sventolava davanti al viso un pacchetto di caramelle.
-
«Smettetela entrambi!»- sbottai io infastidita dal loro continuo litigare. Si voltarono entrambi per poi scoppiare a ridere. Hanno sempre adorato farmi arrabbiare.
Anna,mia sorella, approfittando della situazione provò a sfilare la caramelle ma finì soltanto col cadere a terra mentre mio fratello, Marco, le faceva il solletico.
Ero appena tornata e già non ne potevo più.
Fortunatamente a salvare la situazione arrivò mia madre che incazzata come una belva li portò al piano di sopra per farli chiudere nelle proprie stanze.
Non riuscii a fare a meno di trattenere una risata perché in fondo, anche tutte queste stupidaggini, mi erano mancate.
-
«E’ sempre così?»- chiese Mercedes ridendo.
-
«Si! Ad ogni ora del giorno!»- risposi.
Poco dopo, quando finalmente avevamo finito di montare le serie di luci, i miei genitori scesero dal piano superiore avvolti nei cappotti e nelle sciarpe.
-
«Noi usciamo, andiamo al centro commerciale!»- ci informò mio padre.
-
«Dove credi di andare con quel cappello?»- chiesi ridendo. Si era infilato il cappello rosso di Babbo Natale, quello che ha le lucette e le stelline.
-
«Al centro commerciale!»- rispose sorridendo. Sempre il solito!
Mio padre è un tipo abbastanza comico e burlone, non si cura di ciò che pensa la gente e quando sente di dover fare una cosa, la fa.
-
«Andiamo allora. Ciao ragazze!»- disse mia madre sorridendo per poi chiudersi la porta alle spalle.
-
«E’ simpatico tuo padre!»- disse Allison sorridendo.
-
«Se è per questo, è simpatica tutta la tua famiglia!»- aggiunsero Mercedes e Demi ridendo.
-
«Oh, beh..grazie»- risposi contenta per ciò che avevano appena detto.
Passammo circa un ora a finire di addobbare l’albero e infine fiere della nostra creazione, prendemmo il pc portatile per mostrare a Stacey attraverso una chiamata Skype, ciò che avevamo creato.
-
«E’ stupendo, ragazze! Purtroppo mi è dispiaciuto troppo di non essere riuscita a venire..»- disse malinconicamente.
-
«Non fa niente, dai! La prossima volta però devi esserci!»- le dissi sorridente.
-
«Sicuramente! Ora ragazze, scusatemi ma i miei genitori chiamano. Ci vediamo a scuola, vi voglio bene!»- concluse staccando la chiamata. Lo dico io che è una ragazza dolcissima.
-
«Giusto per rendervelo noto, ho portato alcuni ingredienti per fare una torta! Che ne dite? Dai, è al cioccolato!»- disse Demi entusiasta.
-
«Approvato! Amo il cioccolato»- risposi sorridendo. Cominciammo a scartare le buste e ci dividemmo i ruoli così da completare prima l’opera.
-
«Rita, mi passi la farina?»- chiese Mercedes con un ghigno stampato sul viso rivolta a Demi.
-
«Oddio! Non osare chiamarmi più in quel modo! Lo sai che odio quel nome..»- sbottò Demi. Mercedes scoppiò in una sonora risata facendo cadere un po’ della farina presente del contenitore in terra.
-
«Informatemi! Perché Rita? Chi è?»- chiesi incuriosita da quel nome.
-
«Rita è ..il mio secondo nome. Mia nonna si chiama così»- rispose Demi un po’ stizzita.
-
«Ma è un nome italiano..»- dissi un po’ confusa.
-
«Ah già, non te l’avevo detto! Mia nonna è italiana»- disse sorridente. Con lo sguardo le intimai di continuare e di dire qualcos’altro perché ero fin troppo curiosa.
-
«Mia nonna abitava a Roma e un giorno conobbe mio nonno, inglese fino al midollo, alla fontana di Trevi. Ad entrambi scattarono una foto e per caso capitarono l’uno nella foto dell’altro. Così quando si voltarono i loro sguardi s’incontrarono e fu amore a prima vista..»- disse quasi come una cantilena.
-
«Il tipico sogno di tutte le donne!»- affermai sorridendo mentre mescolavo gli ingredienti per la torta.
-
«Beh si, lo dimostra il fatto che me lo racconta sempre tutte le volte che vado a farle visita! Ormai conosco la storia come se fosse una filastrocca..»- rispose lei sorridendomi.
-
«Allora, me la passi ora la farina?»- chiese Mercedes che intanto stava ancora aspettando il pacco.
-
«Oh si..certo, tieni»- disse porgendole l’ingrediente. In un attimo Demi aveva infilato la mano nella busta e ne aveva cacciato della farina.
-
«La vuoi ancora?»- chiese l'ultima con stampato in faccia un sorriso bastardo.
-
«Non lo faresti mai!»- affermò con convinzione la mora. Ma non sapeva quanto stava sbagliando. In quel momento un pugno di farina le arrivò dritto sul viso facendola rimanere come uno stocca fisso. Demi intanto si rotolava a terra dalle risate ed io un po’ divertita ma allo stesso tempo sconvolta per il disastro non sapevo come agire. Mercedes agguantò del burro pronto a scagliarlo su Demi ma fu interrotta da Allison:
-
«Smettetela voi due, o giuro che..»- disse senza però completare la frase poiché neanche lei sapeva cosa avrebbe fatto.
-
«Cosa? Cosa ci farai Allison?»- diceva Mercedes mentre si avvicinava minacciosa a lei con ancora del burro in pugno.
-
«Non farlo. Ti prego, non farlo!»- urlava la bionda mentre Mercedes se la rideva.
Istintivamente raccolsi della farina e la spiaccicai sul viso della mora che ancora una volta rimase sconvolta.
-
«Sai che sei morta vero?»- sputacchiava mentre con la lingua provava a cacciarsi la farina che le era finita in bocca. Lentamente mi allontanai ridendo ma per mia sfortuna caddi sui piedi di Demi, che intanto era rimasta seduta a terra a guardare la scena ridendo.
Proprio mentre Mercedes stava per spiaccicarmi il burro sul viso, bussarono alla porta e fui salvata in calcio d’angolo. Santo sia fatto l’individuo del campanello!
-
«Sei salva..per ora»- mi minacciò lei. Ridendo mi alzai e scappai letteralmente dalla cucina. Allungando la mano verso la maniglia mi resi conto di averle ancora sporche di farina. Restai ferma per un paio di secondi per pensare cosa fosse meglio fare, ma alla fine me ne fregai ed aprii la porta.
-
«Rob! Che ci fai qui?»- chiesi sorpresa. Si era presentato alla mia porta con in mano due buste stracolme di spesa.
-
«Stavo venendo a farti visita e per strada ho incontrato i tuoi che mi hanno obbligato a portare a casa queste!»- esclamò mostrandomi le buste.
-
«Capisco..»- risposi. Ci fissammo per qualche secondo poi però lui disse:
-
«Non mi fai entrare?»-
-
«O Dio, si certo.. scusa!»- risposi mortificata. Rob varcò la soglia lasciandomi intravedere Dan alle sue spalle col viso abbassato. Il mio migliore amico si fermò al mio fianco e intanto Dan mi fissava. In un attimo scoppiò a ridere e io mi sentii presa in giro.
-
«Non solo non saluti, ma mi ridi anche in faccia!»- esclamai. Ero leggermente contrariata e..confusa.
-
«Scusa, scusa.. è che sei così buffa conciata in quel modo!»- rispose ridendo ancora più forte, però poi indicò qualcosa sul mio viso così alzai la mano per controllare. Avevo un po’ di cioccolato spiaccicato in faccia e provando a pulirmi peggiorai solo la situazione.
-
«Aiutami invece di ridere!»- gli urlai io senza ottenere risposta.
-
«Lasciando perdere queste stupidaggini, dove appoggio le buste?»- chiese Rob in modo caritatevole. Le buste dovevano essere davvero pesanti.
-
«Appoggiale lì..»- risposi indicandogli il tavolo in direzione delle ragazze che sorridenti lo salutarono. Rob non se lo fece ripetere due volte e filò via in cucina, ma proprio in quell’istante Dan con uno scatto felino prese qualcosa da una busta e la nascose dietro la schiena.
Con la scusa di dover chiudere la porta gli passai alle spalle ma non riuscii a capire cosa nascondesse.
-
«Sai cos’è questo?»- chiese, poi, mostrandomi l’oggetto del mistero. Era un rametto di una pianta ma in quel momento non riuscivo a ricordare quale.
-
«Si, è un rametto?»- chiesi retoricamente.
-
«Certo, ma precisamente è vischio..»- rispose mostrandomi uno dei suoi dolci sorrisi. Alzò il braccio e posizionò il rametto proprio sopra la mia testa, ed essendo io distratta dal quel movimento, non notai che si stava avvicinando sempre di più.
-
«C- che vorresti fare, Dan? Non ti azzardare!»- sbraitai rendendomi conto in ritardo della situazione. Lui non mi ascoltò e velocemente annullò le distanze schioccandomi un dolce bacio sulla guancia.
Tirai un sospiro di sollievo e quando lo guardai in viso mi salì una rabbia incredibile.
-
«Stronzo! Non ti azzardare mai più!»- gli urlai tirandogli uno schiaffo che lui agilmente bloccò con una mano. Anche se non l’avevo colpito ebbi la soddisfazione di vederlo sporcarsi di farina.
-
«Tu, stai osando sfidarmi?»- chiese ridendo.
-
«Non ti sto sfidando affatto!»- gli urlai. Per la seconda volta non mi diede ascolto e corse in cucina per afferrare il pacco di farina che Mercedes aveva lasciato incustodito.
-
«Dato che non voglio essere sgridata dai miei, io direi..»- provai a dire qualcosa.
-
«Direi?»- mi incitò lui.
-
«Una tregua!»- esclamai.
Lui scoppiò, nuovamente, a ridere e ripose definitivamente il pacco di farina.
Andai a sciacquarmi le mani seguita a ruota da Allison.
-
«Senti Angie.. io devo andare»- mi disse all’improvviso.
-
«Ma come, cioè perché?»- chiesi confusa.
-
«Avevo dimenticato di aver preso già degli impegni, scusami»- concluse asciugandosi le mani. Fino a qualche minuto fa la vedevo felice e sorridente, mentre ora era soltanto fredda e distaccata. Velocemente s’infilo il giubbino, la sciarpa e raccolse la borsa.
-
«Ragazzi è stato un piacere, ci si vede a scuola!»- esclamò definitivamente dirigendosi verso l’uscita.
-
«Dove vai?»- chiese Dan bloccandola per il polso.
-
«Non sono affari tuoi»- rispose mostrando un sorriso falso.
Restammo tutti a fissare la scena fin quando con uno strattone lei sciolse la presa di Dan e sparì dietro la porta. L’ultima cosa che vidi,prima di sentire la porta chiudersi, fu la sua chioma bionda e fluente che contornava un viso fin troppo triste.


Daniel POV

Ancora con indosso il cappotto le corsi dietro e la raggiunsi chiudendomi alle spalle la porta d’ingresso. Cosa le era preso così all’improvviso? Senza un motivo d'altronde!
E’ la mia migliore amica da parecchi anni e raramente l’ho vista comportarsi in quel modo e di certo questa non era una situazione che avrebbe potuto infastidirla.
Urlai il suo nome ma non si voltò e continuò a camminare fino alla cassetta delle lettere. Urlai nuovamente il suo nome e finalmente si fermò, ma non si voltò.
La raggiunsi e tirandola per un braccio la feci voltare verso di me. Il suo viso era colmo di tristezza e a stento tratteneva le lacrime.
-
«Che cosa ti prende così all’improvviso, Aly?»- le chiesi provando a nascondere l’amarezza di quel momento. Odiavo vedere la mia migliore amica stare male..
-
«Che cos’era quella.. buffonata?»- sussurrò trattenendo le lacrime.
-
«A cosa ti riferisci?»- le chiesi sinceramente confuso.
-
«A quella cosa strana che stavi facendo col vischio!»- urlò ma poi subito se ne pentì e si portò una mano sulla bocca.
-
«Niente in particolare..»- risposi nascondendo un lieve sorriso.
-
«Niente? Quello lo chiami niente? Dan non mentirmi, mi avevi detto che non ci avresti mai provato..»- sussurrò mordendosi il labbro inferiore per non piangere.
-
«Ma che importanza ha?»- chiesi-«Perché ti scaldi tanto? Sai che mi piace da morire!»- le sibilai contro tentando di non farmi sentire da nessun altro.
-
«Lo so Dan..»- rispose in un lieve sussurro.
-
«E allora spiegami cosa c’è che non va! Dovresti capirmi sei la mia migliore amica..»-
-
«Lo capisco Dan! E solo che non voglio..»- disse.
-
«Che intendi dire?»- le chiesi.
-
«Non ci arrivi proprio eh?»- disse, poi, improvvisamente.
Calò un silenzio strano e io ancora non riuscivo a comprendere dove fosse il problema. Intanto prese a nevicare e i fiocchi di neve bagnavano il mio viso proprio come quello di Allison.
-
«Da quanto tempo siamo amici,Dan?»- chiese mordendosi il labbro. Intanto le sue guance venivano bagnate dalla neve e si arrossavano per il freddo. Era sempre così in inverno: aveva sempre le guance e il naso rosso e questo la rendeva dolcissima. Così ci conoscemmo, in un giorno di neve.
Una mattina di 5 anni fa, mi scontrai con questa ragazza insolitamente carina e con degli occhi castani dannatamente belli che ti inchiodavano con un solo sguardo. Quella mattina aveva il viso arrossato proprio come ora, solo che quel giorno non aveva alcun cappello o sciarpa a proteggerla dal freddo. Istintivamente le diedi il mio capello di lana bianco che tutt’ora in inverno porta sempre con se. Quella mattina, con quel semplice gesto, iniziò la nostra amicizia. Perché lei era la mia migliore amica, quella dolce e simpatica che io dovevo proteggere proprio come avrei fatto con una sorella.
-
«Da 5 stupendi anni..»- risposi provando a farla sorridere.
-
«Ricordi quando ti parlai della persona che mi piaceva?»- chiese sorridendo malinconicamente.
-
«Certo che lo ricordo, ma dicesti che era tempo perso perché a lui piaceva un’altra e tu..tu..»- le parole mi si bloccarono in gola. Perché solo in quel momento capì che il suo viso non era bagnato dai fiocchi di neve, ma da lacrime, delle brutte e dannatissime lacrime causate dal ragazzo più idiota sulla faccia della terra.
Incrociò le braccia sotto al petto come solitamente faceva per ripararsi dal freddo e col viso chino si sforzò di sorridere per poi voltarsi e sparire dietro i cespugli.
Come ho fatto ad essere così stolto a non capirlo? Quel ragazzo ero io.
Quello che lei ogni sera al telefono definiva stronzo e bastardo, quello per cui tante volte ha pianto ed io ho dovuto consolare.
Ero io quello che la faceva stare male ogni volta, quello che la faceva soffrire perché non si rendeva conto dei suoi sentimenti, quello che anche questa volta, fuori casa di Angie, l’aveva fatta piangere di nuovo.





Note dell'autrice: Eccomi con un altro lunghissimo capitolooooo!! :O Spero vi sia piaciuto! 
La mia parte preferita è il punto di vista di Dan u.u Non so è così..dolce e triste. Piccola Allison, le si è spezzato il cuore che in tanti anni ha provato a curare :'(
Fatemi sapere cosa ne pensate, e giuro che il prossimo capitolo lo posterò prima di una settimana! Dato che è festa sto scrivendo molti capitoli ** 
Adesso voglio ringraziare chi continua a leggere la mia storia, chi la mette tra preferiti, chi la segue, chi la ricorda e chi legge silenzioso.
Principalmente voglio ringraziare chi recensisce, perché come potete notare sono poche le persone che lo fanno e anche quando ne arriva una soltanto mi sento felicissima!
Passate una buona Domenica, e viva Capodanno! <3
Baci, 
BlackLily xx.



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Capitolo 12
*** Capitolo 11 - I'll be home ***


                                                                     Image and video hosting by TinyPic


                                                         
I'll be home for Christmas

Christmas Eve will find me
Where the love light beams
I'll be home for Christmas
..If only in my dreams
                                                                                                         


Una strana sensazione mi attanagliava lo stomaco da un bel po’ di giorni, e so per certo che non era per colpa della scuola perché frequentare i corsi di canto e recitazione mi colmava di gioia.
Quella mattina più di tutte però avevo un bruttissimo peso addosso che difficilmente sarebbe andato via, più che altro sarebbe stato semplicemente coperto dai miliardi di impegni che avevo preso per quella giornata. Fortunatamente oltre a quell’insana e orribile sensazione c’era anche quella bellissima e magnifica consapevolezza che Niall il giorno dopo sarebbe tornato. E’ vero che ci sentivamo per telefono o messaggi, e delle volte anche tramite Skype quando lui non era eccessivamente sommerso dagli impegni, però non è stato abbastanza. Una videochiamata non può sostituire il calore che una persona può donarti in un semplice e piccolo abbraccio.
Ero persa in tutti quei miei pensieri tanto da non essermi resa conto della folla che attraversava i corridoi fin quando non urtai stupidamente una ragazza dai lineamenti delicati come quelli dei giapponesi. Forse lo era.
Chiesi scusa ma mi beccai ugualmente un occhiataccia da parte sua, come darle torto.
Mentre m’incamminavo verso l’aula di ‘Movimento scenico’, questa volta facendo molto attenzione alle persone per non sbatterci contro, ne vidi in lontananza altre due ed erano miei amici: Allison e Dan.
Misi su uno dei miei più dolci sorrisi ed avanzai il passo per andare a salutarli ma mi arrestai di colpo quando notai che i due ragazzi stavano discutendo animatamente. Non volevo disturbare ma allo stesso tempo volevo capire cosa stava succedendo, così lentamente mi avvicinai a loro.
Prima che potessi salutarli o dire qualcosa, Allison urlò un “Sei un idiota!” rivolto a Dan e sbattendo definitivamente l’armadietto si voltò e se ne andò.
Questa situazione durava da due settimane ormai, precisamente da quel giorno a casa mia quando Allison se ne andò di corsa perché, a suo dire, aveva degli impegni importanti. Mi nascondevano qualcosa, ne ero sicura.
-
«Ehi, che è successo?
»- chiesi e Dan si voltò di scatto. La sua espressione sorpresa mi fece capire che non si aspettava di incontrarmi da quelle parti quella mattina.
-
«Nulla di che, le solite discussioni tra amici..si sistemerà tutto come sempre!»- disse sfoggiando un enorme sorriso che sostituì l’espressione sorpresa di prima.
-
«Lo spero!»- dissi sorridendo. Dan raccolse i libri dall’armadietto e li ficcò, con non poca forza, nel suo solito zaino consumato ma di cui non si sarebbe mai liberato. Lo mise in spalla e poi disse -«Anche tu movimento scenico, giusto?»- annuii e lui mi porse un bracciò a mo’ di cavaliere galante che non rifiutai.
Quella mattina ne io ne lui eravamo molto disposti a parlare così dissi la prima cosa che mi venne in mente:
-
«Sai che domani torna Niall? Sono euforica!»-
-
«Che bello!»- disse col suo solito tono ironico e sbeffeggiante.
-
«Non ti piace proprio eh?»- gli chiesi sperando che lui negasse tutto e che fosse solo una mia stupida impressione. Nonostante certe volte lo trovassi irritante, Dan era comunque mio amico e ci tenevo al suo parere.
-
«Non è che non mi piace, è che..»- disse fermando a metà il suo discorso.
-
«‘è che’ cosa?»- chiesi.
-
«Emh.. che, insomma..»- distolse lo sguardo da me e poi esclamò -«oh guarda, Rob e Demi che..flirtano»- concluse con un espressione alquanto sorpresa, proprio come la mia.
Demi era appoggiata ad un pilastro e Rob che avendo appoggiato un braccio allo stesso pilastro la teneva in qualche modo bloccata e a lei questo pareva non dispiacere.
Dan tossì rumorosamente e i due piccioncini si voltarono di scatto sconvolti. In un secondo si ricomposero e Demi, provando a nascondere il fatto che stessero flirtando, diede una spinta a Rob che, poverino, per poco non rischiò di cadere col sedere in terra.
-
«Cosa stavate facendo, eh?»- chiesi con il mio sorrisino malizioso.
-
«Ehm, nulla le bruciava un occhio e le stavo levando una ciglia che ci era caduta dentro!»- disse velocemente Rob.
-
«Non potevi inventare scusa peggiore di questa, fratello..»- disse Dan ridendo.
-
«Già! E poi non c’è nulla di male nel flirtare, insomma chi non lo fa?»- esclamai trattenendo a mia volta una risata. Non l’avrei mai detto che Rob avesse tanta audacia da flirtare in quel modo con lei.
-
«Ma chi? Noi, flirtare? Pff! Chi flirterebbe mai con uno scemo come lui!»- sbottò Demi lievemente in imbarazzo.
-
«Ora sono anche uno scemo, cos’altro Demi?»- chiese Rob sorridendo e fissandola con sguardo complice.
Lei arrossì violentemente ma poi,ripreso il controllo di se stessa, sventolò una mano davanti a sé come a scacciare qualcosa.
-
«Basta con queste fandonie, ragazzi! Andiamo in aula che faremo tardi»- disse voltandosi e avviandosi verso l’aula e noi, senza dire altro, la seguimmo.
Ci accomodammo ai nostri posti e il professore dopo aver fatto l’appello disse all’intera classe che il preside voleva vederci riuniti nell’aula magna perché aveva un annuncio da darci.
Nell’aula beccammo Ashley e Mercedes, così ci accomodammo di fianco a loro. Il preside, proprio come aveva detto Niall, ci annunciò delle varie gare che si sarebbero tenute e che avremmo fatto dei provini a Gennaio per scegliere le parti. Le gare erano più di una a livello scolastico per scegliere quale gruppo mandare alle gare cittadine, ovvero le prime che, secondo il modello del concorso, si sarebbero tenute.
Tutti si guardavano stupefatti, mormoravano assensi e dissensi e la maggior parte di loro aveva gli occhi lucidi dalla gioia.
-
«Ma è fantastico!»- urlò Demi sorpresa facendo girare un po’ di persone nella nostra direzione.
-
«Già..»- risposi sghignazzando.
-
«Su, Si più felice che è una notizia fantastica!»- disse Rob che era seduto alla mia destra.
-
«Lo sono, lo sono..»- dissi sorridendo.
-
«Non lo sembri»- intervenne Demi con un espressione alquanto scettica stampata sul volto.
-
«In realtà..già lo sapevo»- confessai definitivamente. Demi saltò fuori dal suo posto e si precipitò su di me prendendomi i polsi.
-
«Cosa? Perché non me l’hai detto stronza!»- disse scherzando. Anche se strano, quello era il suo modo per esprimere la sua più sincera gioia.
-
«Avrei dovuto?»- dissi ridendo.
-
«Ovvio! Ora mi vendico..»- disse bloccandomi i polsi con una mano mentre con l’altra mi faceva il solletico.
A salvarmi fu un professore bassino e vecchiotto con la barba folta e i capelli bianchi:
-
«Ragazzi, ricomponetevi! Cos’è tutta quest’agitazione?»- sbraitò.
Io mi ritrassi nel mio sediolino mentre Demi, leggermente sconvolta, ritornò al suo posto.
Poco dopo ci alzammo e ci dirigemmo di nuovo nelle classi, così approfittai per chiedere a Demi e Mercedes di accompagnarmi in centro per compare un regalo di Natale a Niall. Entrambe declinarono l’offerta: la prima aveva degli impegni che non mi aveva voluto rivelare e giuro avrei scoperto cosa mi nascondeva, la seconda aveva già preso degli impegni con Stacey. Così a pranzo chiesi ad Allison e Ash di accompagnarmi e loro accettarono gentilmente.
Alle quattro del pomeriggio eravamo già arrivate a Piccadilly Circus e giravamo per negozi.
-
«Cos’hai intenzione di prendergli?»- mi chiese Ash.
-
«Non ne ho idea..»- risposi affranta. Intanto Allison scrutava attentamente le vetrine.
-
«Che ne diresti di un maglione?»- propose Ashley.
-
«Si,certo! E’ una bell’idea»- risposi entusiasta. Onestamente avevo pensato a tutto tranne che ad un maglione. Magari potevo prendergli anche una sciarpa e un cappello abbinati.
Entrammo in vari negozi ed ero sinceramente abbattuta, non avevamo trovato nulla di carino.
Poi però Allison ci condusse in una stradina poco illuminata dicendo di essersi ricordata che una volta lì c’era un negozio davvero bello. Non era la prima volta che veniva a Londra, qualche anno prima ci era venuta con la sua famiglia.
Quel negozio era strabiliante ed era enorme. Era davvero un peccato che si trovasse in un posto così poco visibile.
Vagammo in quel negozio almeno un ora e, ve lo assicuro, chiunque fosse entrato lì avrebbe perso la concezione del tempo e..razionalità! Ero come impazzita, volevo comprare tutto ma il mio budget non me lo permetteva. Alla fine mi avvicinai alla cassa con il maglione che avevo scelto per Niall. Era davvero un maglione carino e proprio adatto al periodo natalizio: verde e con i fiocchi di neve bianchi.
-
«Ehi Allison, per chi è quella sciarpa che hai comprato?»- chiesi curiosa.
-
«Ehm, non lo conosci..»- disse provando ad evitare il discorso.
-
«Non dirmi che ci nascondi un fidanzato?»- disse Ash scherzosamente.
-
«Nono, state tranquille non vi nascondo nessun fidanzato. E’ solo un regalo per un amico che.. non conoscete. Quindi Niall torna domani, eh?»- disse poi la bionda evitando il discorso sul ragazzo misterioso.
Proprio in quel momento mi arrivò un messaggio di Niall. Sorridente lo aprì e tristemente lo richiusi.
-
«No..non torna più. Ha altri impegni..dannata celebrità!»- risposi afflitta.
-
«Dai, lo rivedrai prima o poi! E comunque vi sentirete,no?»- disse Ashley provando a consolarmi.
Si, però..
»-
-
«Però nulla! Ritieniti fortunata, anche se non lo vedi, sai che lui ti ama e ti ricambia!»- esclamò Allison facendo trasparire un velo di tristezza.
-
«Beh in realtà non mi ha detto che mi ama, ne tanto meno l’ho detto a lui..»- risposi ancora più triste di prima.
-
«Ma ti ricambia! Prima o poi te lo dirà..»- disse la bionda.
-
«Si, forse..ora però, torniamo al college sono stanchissima!»-
-
«Di corsa!»- disse Ashley ridendo.

La vigilia di Natale per la famiglia Verdi è sempre stata una grande giornata e soprattutto importante. Anche se sono accaduti spiacevoli eventi, la nostra famiglia è sempre stata unita e nessuno sarebbe riuscito a modificare quella tradizione.
Era in casa nostra che si teneva il grande cenone della vigilia essendo quella più grande rispetto a quelle dei parenti. Era tanto addobbata di luci, palline, vischio e nastri che poteva essere facilmente scambiata per la casa di Babbo Natale.
Come tutti gli anni erano arrivati qui in casa anche i parenti dall’Italia e quelle piccole birbantelle delle mie cuginette.
C’era movimento ovunque, addirittura quando camminavo dovevo star attenta a non combinare qualche pasticcio o avrei potuto rovinare tutti i piani, così mi rinchiusi in stanza con i cugini.
-
«Smettila..»- dicevo alla mia cuginetta di 3 anni mentre lei di tutta risposta mi rideva in faccia -«ti piace così tanto tirarmi i capelli?»- chiesi esasperata.
-
«Si!»- esclamò ridendo.
-
«Guardate cosa ho portato!»- urlò mio cugino maggiore per attirare l’attenzione delle bambine.
-
«I Bic-ccotti!»- disse la piccolina entusiasta.
-
«Si dice B-I-S-C-O-T-T-I..!»- esclamò la sorella maggiore scatenando un urlo di disapprovo della sorellina.
-
«Su su, venite andiamo di là che ho un’altra sorpresa»- disse mio cugino avviandosi verso la soglia della stanza.
-
«Che cosa?»- chiese una delle piccoline.
-
«Venite e vedrete!»- esclamò definitivamente il maggiore. Le bambine si alzarono velocemente e l’altra, che prima mi tirava i capelli,era già scesa dal letto e correva verso il salotto spazientita.
-
«Grazie!»- urlai mentre mio cugino si tirò alle spalle la mia porta.
Tirai un profondo sospiro gettandomi sul letto perché finalmente potevo rilassarmi, o almeno credevo.
Mi cugina Michela, più piccola di me di pochi anni, si era seduta sul mio sedere e saltava levandomi ad ogni movimento un po’ di respiro.
-
«Non sei una piuma, scendi!»- esclamai col fiato corto.
-
«E tu mi dici chi è il misterioso ragazzo che ti piace?»- propose lei.
Michela è una ragazza davvero carina, e non dimostra per niente la sua età. E’ esattamente il mio opposto: io solitamente sembro molto più piccola, lei dimostra di avere almeno 2 anni in più rispetto a quelli reali.
Se la si osserva può essere facilmente scambiata per un inglese: bionda, occhi verdi e magra, invece è italiana al 100%.
-
«Va bene, te lo dirò ma ti prego scendi!»- la supplicai.
-
«Yep! Allora chi è? Com’è fatto? E’ bello? Dimmi che è un figo con degli amici altrettanto fighi!»- esclamò entusiasta. Al contrario di quanto si possa pensare, non è la tipica ragazza a cui piace flirtare, anzi si tiene bene alla larga da questi scegliendo con cura quello giusto. E’ una ragazza molto razionale e tende ad analizzare tutto e tutti. Il suo motto è “Prevenire è meglio che curare” che associa alle relazioni amorose.
-
«Si è un figo che ha gli amici fighi!»- esclamai ridendo.
-
«Ottimo! Poi?»- chiese curiosa.
-
«E’ biondo, alto e occhi azzurri..»- pronunciavo lentamente le parole perché sapevo che una volta rivelato il ragazzo misterioso, mia cugina mi avrebbe uccisa dall’invidia. Proprio la mattina mi aveva confidato che si era innamorata di un nuova band anglo-irlandese e che non riusciva a farne a meno.
-
«Allora è più che figo! Com’è caratterialmente?»-
-
«E’ simpaticissimo e proprio come me adora ridere. Adora cantare e adora mangiare. Il suo ristorante preferito è Nando’s..»- dissi sorridente.
-
«Si, e magari si chiama Niall Horan..»- disse scherzando. La mia risposta fu un enorme sorriso a trentadue denti mentre mia cugina incredula scuoteva la testa. Puntai i miei occhi nei suoi e bastò un solo sguardo per farla impazzire.
-
«O MIO DIO, non ci credo! Tu.. lui.. cioè Niall?! Dove l’hai incontrato?! Ma soprattutto come vi siete conosciuti?! O MIO DIO, non ci posso credere.. Ecco perché quella ragazza che baciava Niall aveva dei tratti familiari..ERI TU! Brutta stronza mi hai rubato il principe azzurro!»- disse esaltata ma allo stesso tempo confusa. Era impazzita!
-
«Sta calma!»- esclamai ridendo -«Adesso ti spiego tutto..»
Passammo almeno un ora a parlare di come lo avessi conosciuto e di come lo avessi incontrato a scuola il primo giorno di lezione. Le raccontai del progetto che stavano intraprendendo, cioè quello di aiutare la nostra scuola per le gare internazionali. Era molto esaltata e per poco non piangeva dalla gioia.
-
«Come hai fatto a non riconoscermi dalla foto?»- le chiesi ridacchiando.
-
«La foto era in bassissima qualità, non si vedeva per niente bene.. a stento si riconosceva Niall però date delle fonti sapevamo fosse sul serio lui..»- rispose ancora un po’ confusa.
-
«Siete peggio dell’FBI voi.. come vi chiamate? Directioners, si!»-
-
«Puoi dirlo forte baby!»- disse ridendo.
Parlammo di loro per tutto il tempo: di quanto lei li adori, delle fidanzate dei ragazzi, di un fandom chiamato Larry Shippers, praticamente di tutto.
Verso le 21.00 ci chiamarono per andare a cena, anzi forse dire cena è riduttivo. La tavola era piena zeppa di pietanze tanto che se ci fosse stato Niall sarebbe morto di invidia per tutto quel ben di Dio.
Mi riempii fino a scoppiare, e passai il resto della serata a scherzare e giocare con i miei cugini, in particolare con le piccoline. Erano un po’ meno  attive rispetto ad inizio serata fortunatamente, altrimenti non avrei retto.
Era ormai mezzanotte in punto e le piccoline non riuscivano più a resistere dall’aprire i regali, così i nostri genitori acconsentirono e cominciarono a distribuire i regali dalla più piccola alla più grande, quindi io sarei stata l’ultima. Passò almeno una decina di minuti ed il mio turno era ancora molto lontano, così mentre attendevo su una poltrona sentii il mio cellulare squillare. Mi diressi in camera e raccolsi il cellulare: era Niall. Velocemente risposi e lo portai all’orecchio.
-
«Ehi piccola, auguri!»- esclamò il ragazzo al telefono.
-
«Ehi biondo auguri anche te! Come te la passi senza di me? Mi manchi..»- dissi buttandomi sul mio letto.
-
«Me la passo bene, ma sarebbe molto meglio se ci fossi tu!»- esclamò con la sua voce da cucciolo.
-
«Aww, sei una dolcezza..troppo..troppo dolce!»- dissi arrossendo lievemente. Lui di risposta si fece una grossa risata. Cominciai a sentire degli strani rumori provenire dalla cornetta e la risata di Niall era sempre meno limpida.
-
«Cosa succede? C’è molto brusio in sottofondo!»- esclamai provando a sentire le sue parole.
-
«Emh, nulla di che.. sono i ragazzi che fanno gli idioti!»- disse sghignazzando. Ci fu un altro rumore secco, e tutto tornò tranquillo.
-
«Si stanno picchiando?»- chiesi ridendo.
-
«Oh no, Harry è appena caduto dalla sedia!»- esclamò trattenendo una risata. Io mi liberai in una grossa risata e più immaginavo la scena più ridevo. All’improvviso suonò il campanello.
-
«Oh hanno bussato, chissà chi è a quest’ora..vabbè ci penseranno i miei!»- esclamai.
-
«Io penso che indaffarati come sono non lo avranno sentito, perché non apri tu? Magari ci trovi Babbo Natale!»- esclamò ridendo.
-
«Oh si, che bello!»- risi a mia volta. Mi fiondai giù alle scale e corsi all’ingresso. Prima di aprire lanciai uno sguardo al salotto e proprio come aveva detto Niall, nessuno si era reso conto che avessero bussato.
Aprii la porta e proprio non mi aspettavo di trovarlo lì con dei pacchi regalo in mano. Il mio Niall si era presentato fuori la porta alla vigilia di Natale e in quel momento pensai che il mio regalo lo avessi già ricevuto.
-
«Babbo Natale è arrivato!»- esclamò sorridente il biondino.
Staccai la chiamata in corso, riposi il cellulare in tasca e saltai praticamente tra le braccia del ragazzo facendo volare in terra i regali che aveva portato.
Restammo abbracciati per un piccolo minuto, ma che a noi sembrò durare un eternità.
Poi alzò gli occhi in alto notando così il vischio appeso sulla porta. Senza preavviso mi baciò dolcemente, e mi lasciai trasportare dalle sue labbra dannatamente morbide e rosee. Dopo un po’ ci staccammo da quel bacio tanto bramato negli ultimi giorni, e trovando la lucidità iniziale urlai:
-
«Cosa ci fai qui? T-tu non dovevi tornare prima di Gennaio!»- esclamai sorpresa.
-
«E invece sono qui! Abbiamo un tour in Inghilterra in questi giorni, così sono tornato prima per venire a trovarti! Non sei contenta?»- chiese speranzoso.
-
«Non sono contenta, ma molto di più!»- gli dissi tirandolo per una mano e facendolo accomodare all’interno. Intanto aveva già raccolto tutti i regali che, incautamente, avevo fatto cadere.
-
«Angie, vieni qui ad aprire i regali è il tuo tur-»- disse mia madre interrompendosi all’improvviso -«Oh, ho interrotto qualcosa?»
-«N-no!»- risposi imbarazzata.
-
«Tu devi essere Niall, perché non ti accomodi? Stavamo proprio scartando i regali!»- disse mia madre indicando i pacchi che portava il ragazzo tra le mani.
-
«Grazie mille signora, ma non credo sia il caso..»- rispose lui ormai rosso come un pomodoro.
-
«Non fare complimenti, entra che ti offro anche una tazza di cioccolato caldo!»- esclamò la donna portandosi le mani sui fianchi.
-
«Io non saprei..»- disse guardandomi e cercando aiuto.
-
«Io penso sia un ottima idea!»- esclamai mentre battevo le mani gioiosa.
Niall annuì e velocemente sfilò il cappotto pesante che lo ricopriva e mi seguì, anche se un po’ imbarazzato, nel salotto di casa.
Dopo aver scartato tutti i regali lo portai in camera mia, sia per fargli fare un giro della casa sia per dargli il mio regalo. Rovistai per un po’ nell’armadio e poi, finalmente, lo trovai.
-
«Questo è per te!»- esclamai contenta.
Lui sorpreso cominciò a scartarlo ma io lo fermai.
-
«Non ti aspettare chissà cosa, spero però che ti piaccia!»-dissi in imbarazzo.
-
«Qualunque cosa tu mi abbia regalato, sarà perfetta!»- esclamò convinto lasciandomi un dolce bacio.
Continuò a scartare e poi definitivamente sfilò dalla busta il mio regalo.
-
«Cosa ne pensi?»- chiesi speranzosa.
-
«Che è stupendo!»- disse stampandomi un altro bacio.
-
«Sono contenta! Ora però scendiamo di nuovo giù, voglio presentarti una persona speciale»- dissi sorridente.
-
«Uh, più speciale di te?»- disse abbracciandomi.
-
«E’ mia cugina ed è una..»- provai a dire ma lui concluse la frase per me -«Directioner!».
Scoppiammo a ridere entrambi e scendemmo al piano di sotto. Trascorremmo il resto della serata tra le urla di gioia di Michela e gli scherzi dei miei parenti. Niall era ormai a suo agio e questo mi rendeva estremamente felice.
Quello fu decisamente il Natale più bello della mia vita!





Note dell'autrice: Salve a tutteeeeeeeeeeeee! Scusatemi se l'ho pubblicato solo ora, ma in questa settimana non ho avuto molto tempo per andare avanti. Spero questo vi piaccia. A me piace molto soprattutto perché è sul periodo natalizio ed è vero che nella mia famiglia lo festeggiamo in questo modo. E' una delle giornate più belle dell'anno.. By the way, ringrazio chi recensisce, chi segue, chi preferisce, ringrazio tutti di cuore! :') 
Buona epifania! 
Ora sloggio a dormire se no la befana mi da una mazza in testa, byeee <3


Baci, BlackLily xx.

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 - ..and just forget the world? ***


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...and just forget the world?



If I lay here
  If I just lay here
  Would you lie with me
  and just forget the world?




-«Chissà cosa ci aspetterà!»- esclamò Ashley entusiasta. Un nostro professore ci aveva appena annunciato che tra meno di due settimane si sarebbe tenuta la gara cittadina di Musical e tutti eravamo super eccitati all’idea di esibirci ancora una volta.
Eravamo ad “Improvvisazione Teatrale” quando il professore ci annunciò lo spettacolo che avremmo tenuto, ovvero: Glee.
-
«Mi scusi, ma come faremo a mettere in atto uno spettacolo del genere? Ci sono troppi personaggi!»- chiese un ragazzo dai capelli ramati. Non era la prima volta che lo vedevo e, se non erro, il suo nome è James.
-
«Semplice! Non inseriremo tutti i personaggi, ma soltanto una decina»- rispose l’insegnante con un lieve sorrisetto sulle labbra. Il professore di questa disciplina era nuovo e molto giovane, infatti il suo aspetto non lo tradiva affatto. I suoi capelli arrivavano all’altezza della spalla ed erano di un castano particolare.
C’erano dei ciuffi biondi sparsi qua e là in modo irregolare, probabilmente reduci di una tintura uscita male, eppure gli donavano. Aveva degli occhi neri a mandorla stupendi; se non avessi saputo che era un inglese autentico l’avrei scambiato per un giapponese.
-
«Questo vuol dire che.. non tutti avremo la possibilità di partecipare?»- chiese James, probabilmente sperando in una risposta negativa.
-
«Esatto e per non creare scompiglio ci saranno delle selezioni»- rispose il professore lanciandogli un occhiolino.
-
«Quando si terranno?»- chiese una ragazza mora seduta in alto nella fila centrale. Quella l’avevo vista parecchie volte in compagnia di Stacey e quando capitava ci avevo anche scambiato qualche parola ma il suo nome non lo ricordavo neanche lontanamente. Era una tipa timida proprio come Stacey ,ma a differenza sua, era alta e robusta con qualche leggera imperfezione sul viso. Doveva anche essere una tipa che non amava curarsi dato che spesso aveva i capelli pettinati in malo modo e non portava mai un filo di trucco, o forse semplicemente non si curava del giudizio degli altri.
-
«Ora»- concluse il professore mostrando un sorriso compiaciuto.
Quella risposta scatenò in aula una serie di brusii e facce sconvolte. La prima terrorizzata a quell’idea ero io. Non cantavo o recitavo nulla da almeno un mese. Mi ero lasciata trasportare troppo dagli eventi, dalle novità, da Niall. Odiavo pensare a lui come una distrazione eppure era così; da quando ho cominciato a frequentarlo ho trascurato un po’ di cose e ho cominciato a divertirmi soltanto. Avrei potuto approfittare della sua assenza per fare qualcosa, ma non avevo mosso un dito neanche per prendere il vecchio copione e provare; mi maledii per questo.
-
«Tenete questi. Vi do cinque minuti per imparare una piccola scena a vostro piacimento. Dopotutto siamo ad improvvisazione teatrale, no?»- disse stampandosi sul volto un ghigno di fierezza.
Continuò a distribuire i copioni e quando aprii il mio mi si illuminò il volto. Tra le tante scenette c’era una che conoscevo bene perché l’avevo già provata altre volte in passato. Velocemente ripetei tutte le battute nella mia mente e, più o meno, le ricordavo.
-
«Cosa hai scelto?»- mi chiese Mercedes ed io le risposi indicando sul foglio.
-
«C-cosa? Ma è complicata, come farai a ricordartene?»- chiese balbettando timorosa.
-
«In realtà questa scena già la conosco quindi l'ho semplicemente ripetuta per ricordare meglio le battute»- risposi compiaciuta.
-
«Che fortuna!»- sbottò Allison che era seduta alle mie spalle.
-
«Effettivamente è vero!»- risposi sorridendole, ma lei non ricambiò il mio sorriso e si voltò verso Ashley seduta al suo fianco.
-
«Anch’io ho scelto questa! L’abbiamo provata per caso l’anno scorso a scuola»- disse Rob quasi urlando mentre si avvicinava a noi.
-
«Bene ragazzi, il tempo è scaduto ed ora vi chiamerò ad uno ad uno qui accanto a me ed avrete esattamente un minuto per dare il vostro meglio!»- esclamò occhi a mandorla.
Del nostro gruppo la prima ad esibirsi fu Demi ed intrattenne la classe egregiamente. Era sempre stata una grande attrice oltre ad essere un’ottima cantante e quella giornata lo aveva dimostrato a tutti.
Proprio come lei anche Michael aveva ottime doti artistiche e si era anche dilettato nell’improvvisazione; ero certa che sarebbe stato scelto.
Alla fine arrivò anche il mio turno ma sfortunatamente non riuscivo più a ricordare una battuta; fu probabilmente colpa dell’ansia. Così proprio come aveva fatto Michael cominciai ad improvvisare qualcosa provando a non destare sospetti e fui davvero felice di esserci riuscita.
Alla fine della lezione il professore ci annunciò che fra non molto avrebbe appeso i risultati in bacheca e mentre si voltava per posare le carte nel suo registro, giurai di averlo visto lanciare uno sguardo compiaciuto verso Ashley.
Tutta la mia squadra era in ansia e durante il pranzo aveva spiccicato poche parole.

Chi faceva salti di gioia, chi piangeva, chi era indifferente e chi semplicemente era dispiaciuto: queste erano le reazioni degli studenti.
La mia invece era indecifrabile, neanche io riuscivo a capirmi. Avevo avuto una delle parti principali eppure non gioivo. L’ansia di salire di nuovo su un palco mi aveva spiazzata, perché su cinquanta persone quante erano le probabilità che venissi scelta io? Meno di zero! Eppure c’era il mio nome come anche quello di Michael, Rob, Dan, Demi, Ashley, Stacey, Allison, James e altri tre che non conoscevo.
Quando mi voltai verso Dan, lo vidi venirmi incontro e abbracciarmi.
-
«Abbiamo avuto le parti principali, non sei contenta?»- disse facendomi fare una piroetta sul posto.
-
«Certo che lo sono!»- esclamai ridendo. Posizionò la mano sinistra sul mio fianco destro e poi con l’altra mano prese la mia e cominciò a farmi ballare un valzer abbastanza goffo.
-
«Dan, ma cosa fai?»- chiesi ridendo.
-
«Sono felice, non si vede?»- rispose mostrandomi un enorme sorriso.
-
«Penso che lo abbiano visto tutti!»- esclamò stizzita Allison beccandosi così un’occhiataccia da parte di Dan.
-
«Ha ragione, ci stanno fissando!»- dissi in imbarazzo.
-
«E cosa importa?»- rispose lui sorridendomi.
-
«A me importa!»- esclamai imbarazzata sciogliendo quella posizione.
Allison mi fissò a lungo ed io le regalai un sorriso ma, nuovamente, distolse lo sguardo puntandolo in quello di un Dan abbastanza stizzito.
-
«Cosa c’è?»- sbottò lui verso la bionda.
-
«C’è bisogno che lo ripeta ancora?»- chiese lei sorridendo falsamente.
-
«No, quindi smettila di farlo!»- sbraitò Dan. Lei profondamente ferita si voltò e andò verso il giardino.
Dan la seguì con lo sguardo fin quando non sparì dietro la porta principale. Potei notare che il ragazzo indossava una sciarpa davvero carina e dall’aspetto familiare.
-
«E’ bella questa sciarpa!»- esclamai distraendolo dai suoi pensieri.
-
«Ah? S-si, è un regalo..»- affermò sorridendo malinconicamente.
-
«Quale dolce fanciulla te l’ha regalata?»- s’intromise Rob sorridendogli maliziosamente.
-
«Non la conoscete!»- tagliò corto lui -«devo andare, scusatemi»- concluse poi dirigendosi verso il giardino.
Io e Rob ci scambiammo uno sguardo confuso fin quando Demi non ci distrasse con la sua proposta.
-
«Che ne dite di provare oggi tutti insieme in camera nostra?»- disse indicando prima lei e poi me.
-
«E’ un ottima idea!»- esclamò Michael lanciando uno sguardo d’intesa a Rob per poi farlo arrossire violentemente.
All’improvviso mi squillò il cellulare e congedandomi con un semplice ‘scusa’ mi rifugiai nel bagno per rispondere.
-
«Pronto?»- sapevo perfettamente che era Niall, ma avevo comunque l’abitudine di rispondere in quel modo.
-
«Ehi, baby!»- disse una voce che sicuramente non era quella del mio ragazzo.
-
«S-scusa? Chi sei?»- chiesi confusa e leggermente irritata.
-
«Ma come? Sono io amore!»- rispose la persona misteriosa.
-
«Emh, no che non lo sei»- all’improvviso sentii una fragorosa risata provenire dalla cornetta.
-
«Ma ch..? Harry?»-
-
«NO, mi sento offeso! Sono Louis, baby»- disse e questa volta fui io a scoppiare a ridere.
-
«Almeno sono divertente!»- esclamò lui.
-
«Oh si! Dov’è il mio ragazzo?»- chiesi ansiosa di sentirlo.
-
«E’ qui, ora te lo passo!»- disse. Sentii un po’ di chiasso e poi finalmente rispose.
-
«H-hei!»- disse il biondo provando a parlare.
-
«Perché hai il fiato corto?»- chiesi io sfoggiando un sorriso che lui ovviamente non poteva vedere.
-
«Perché i miei amici adorano scherzare!»- esclamò come se stesse prendendo in giro qualcuno e infatti in quel momento sentii qualcuno ridere forte.
-
«Passiamo alle cose serie..»- disse una volta recuperato il fiato -«Domani torno!»
-«Sul serio? Sono contenta!»- esclamai trattenendo la mia felicità.
-
«Angie sei qui?»- chiamò poi Demi. Mi vide e si avvicinò facendomi segno di salutare Niall e così lo feci.
-
«Ora devo proprio andare, ci vediamo domani!»- esclamò lui lanciandomi un bacio tramite la cornetta. Non potei fare a meno di arrossire e quando staccai la chiamata Demi mi punzecchio con le sue battutine.


-
«Basta provare, sono stanca!»- esclamò Ashley lanciando il copione dall’altro lato della stanza.
Eravamo rimasti in pochi perché Dan era tornato in camera per sbrigare alcune faccende e Rob e Demi avevano detto che sarebbero usciti fuori dalla stanza solo per cinque minuti, invece passò mezz’ora e ancora non li vedemmo tornare.
-
«Concordo!»- affermò Stacey mentre si lanciava sulle gambe di Allison. Quest’ultima la guardò e le sorrise per poi rivolgere lo sguardo su Ashley. Quella giornata stava facendo di tutto pur di evitare di parlarmi, addirittura durante le prove aveva problemi con le battute che dovevamo scambiarci perché proprio non voleva avere un dialogo, così feci il primo passo.
-
«Ehi Allison..»- le dissi facendola voltare -«sai, oggi Dan indossava una sciarpa davvero carina e familiare.. tu sai nulla?»- chiesi facendola arrossire.
-
«I-io non so n-nulla..cosa d-dovrei sapere?»- chiese balbettando.
-
«E’ uguale a quella che hai comprato quel giorno a Piccadilly..»- le dissi sorridendo.
-
«Davvero?»- chiese incuriosita Ashley.
-
«Oh si, era identica..»- risposi io annuendo.
-
«Beh anche Mercedes indossava una sciarpa stamattina..»- disse la bionda provando a cambiare discorso.
-
«Non è questo il punto!»- esclamai ridendo -«Gliel’hai regalata tu, vero?»-
-
«E se anche fosse? Non sono affari tuoi!»- sbottò lei irritata.
Non sapevo davvero cosa rispondere e fortunatamente fui salvata da Demi che entrò bruscamente dalla porta. Aveva le labbra arrossate e i capelli spettinati.
-
«Che hai combinato?»- chiese Allison ridendo, facendo finta che cinque secondi prima non fosse successo nulla. Continuavo a guardarla mentre stuzzicava Demi con le sue battutine e davvero non riuscivo a comprendere quella sua reazione. Lasciai perdere perché probabilmente se ci avessi pensato troppo mi sarei rattristata così posai il mio interesse su Demi.
-
«Ecco le prove!»- esclamò Mercedes ridendo -«ora so per certo che tu e Rob state insieme!»-
-
«C-cosa?»- balbettò Demi.
-
«Infatti, cosa?!»- chiesi confusa rivolta a Mercedes.
-
«Qualche giorno fa mi era sembrato di vedere due persone baciarsi appassionatamente dietro un pilastro della scuola»- disse ridendo -«Era orario di lezione ed io ero uscita per andare in bagno. Ho visto quelle persone e ho riconosciuto lo zaino di Demi; avevo soltanto bisogno di prove!»- concluse soddisfatta.
Demi sbuffò e poi si sedette accanto a me.
-
«E’ vero, lo ammetto..»- disse lei arrendendosi all’evidenza.
-
«E’ fantastico! Finalmente insieme»- esclamai entusiasta.
-
«Si si è fantastico ma..»-
-
«ma..?»- chiese Stacey.
-
«per il momento stiamo solo uscendo, quindi non fatevi assurdi film mentali. E poi sono abbastanza confusa..»- disse amaramente.
-
«Mi dispiace, vedrai che prima o poi sistemerai tutto»- le dissi accarezzandole un braccio. Lei mi guardò dolcemente, posò la sua mano sulla mia e mi sorrise.
Il tempo trascorse velocemente tra stupidi pettegolezzi e finalmente arrivò l’ora di andare a dormire.
Quella sera pioveva incessantemente e i tuoni rimbombavano nella stanza come se questi fossero originati proprio lì.
Non riuscivo a dormire; continuavo a rigirarmi tra le coperte ansiosa e timorosa. Avevo sempre avuto paura dei temporali e quando accadeva potevo sempre rifugiarmi tra le coperte di mia sorella.
Anche se è più piccola di me, è molto più forte e nelle sere come queste mi abbracciava per confortarmi.
Ero disperata non sapevo come fare. Questa volta non avevo la mia sorellina a proteggermi ed ero seriamente preoccupata. Voltandomi verso destra potei scorgere tra le coperte il viso sognante di Demi così ebbi l’idea di rifugiarmi sotto le sue coperte. Mi alzai velocemente e nella stessa maniera mi infilai sotto le sue.
Sfortunatamente la svegliai e ancora assonnata chiese:
-
«Cosa ci fai qui?»-
-
«Non volevo svegliarti scusa..»- le dissi dispiaciuta -«ho paura dei temporali»- conclusi imbarazzata.
-
«E quindi vuoi dormire qui con me?»- chiese ancora con gli occhi chiusi.
-
«Se non do fastidio, si..»- dissi con la mia voce da bambina. Lei aprì i suoi occhi illuminati dalla luce della Luna che filtrava attraverso la finestra, e potei scorgerci un certo luccichio. Mi regalò un enorme sorriso e poi mi abbracciò forte avvinghiandosi a me.
-
«Stanotte sarai il mio peluche»- disse stampandomi un bacio sulla guancia. Sorrisi a quell’espressione e lei intrecciò le sue gambe alle mie, mi abbracciò facendomi posare il capo sul suo petto e con una mano mi accarezzava. Non potevo avere un’amica migliore di lei.


La lezione del giorno era trascorsa molto velocemente ed io ero entusiasta all’idea di rivedere Niall.
Mi fiondai subito fuori dall’aula e corsi nella stanza a posare lo zaino. Demi che mi vide sfrecciare tra i corridoi mi prese per un polso preoccupata.
-
«Che succede?»- chiese.
-
«Tra poco arriva..»- provai a dire ma lei concluse la frase per me -«Niall!»-
-
«Esatto!»- dissi sorridente.
-
«No intendo..Niall»- disse indicando verso la porta.
Lo vidi varcare l’uscio insieme agli altri della band e non passò neanche un secondo che già ero tra le sue braccia. Demi mi seguì e salutò tutti con un cenno della mano.
-
«Come state?»- chiese lei lanciando uno sguardo fugace verso il biondo.
-
«Bene..»- risposero in coro gli altri.
Si creò un silenzio imbarazzante tra lei e la band, così alla fine annunciò di avere degli impegni, mi salutò con un forte bacio sulla guancia, lanciò uno strano sguardo a Niall e poi si dileguò tra la folla.
Passai il pranzo con loro e raccontai a Niall delle selezioni e di come avessi ricevuto la mia parte.
Diceva di essere fiero di me, che ero una ragazza in gamba e meritavo quella parte.
-
«Che ne dici di venire da me oggi, così ti aiuto?»- propose lui.
-
«Ah, allora le ricordi le promesse..»- dissi sorridendo.
-
«Ovvio! Allora, ti va?»- chiese e senza farmelo ripetere due volte accettai.
Arrivammo fuori quell’enorme villa a più piani. Era stupenda: aveva una piscina all’esterno, un gazebo e poi c’era verde ovunque, forse per ricordare il suo paese d’origine: l’Irlanda.
-
«E’ stupenda ed è enorme!»- esclamai sorpresa dopo aver fatto un giro all’interno.
-
«La condividi con qualcuno dei ragazzi?»- chiesi incuriosita. Una casa così grande non poteva essere solo per se.
-
«No, vivo da solo..»- come non detto -«però.. le case degli altri sono tutte vicine. Soltanto Harry e Louis la condividono!»- m’informò ed io annuii andandomi a sedere sul divano.
-
«Ehi ehi, non battere la fiacca! Dobbiamo lavorare noi due..»- disse scherzando.
-
«Allora mettiamoci al lavoro!»- dissi sbuffando.
Passammo la maggior parte del tempo a cantare e ogni tanto approfittava dei cambi di strofe per stamparmi qualche piccolo bacio fugace.
La sera arrivò velocemente e con lei anche un altro temporale.
Pioveva molto più forte della sera precedente e questa volta non avevo intenzione di mettere i piedi fuori casa.
-
«Resto qui stanotte!»- dissi convinta.
-
«C-cosa?»- chiese lui imbarazzato.
-
«Ho paura dei temporali e non voglio andarmene sotto la pioggia!»- esclamai testarda -«A costo di dormire sul pavimento, ma io non vado via..»-
-
«Non ti farei mai dormire sul pavimento,ho abbastanza letti per un esercito intero!»- esclamò ridendo.
-
«Vedi.. in realtà ho bisogno che tu sia il mio peluche per stanotte..»- dissi imbarazzata.
Lui era perplesso e confuso ma allo stesso tempo non riusciva a trattenere una risata.
-
«Va bene, sarò il tuo peluche!»- disse dandomi un forte bacio sulla fronte.
Il giorno precedente la mia ancora di salvezza era stata Demi, questa notte lo era stato Niall.
Mi ero accoccolata al suo fianco, e proprio come aveva fatto Demi mi aveva confortata ed era riuscito a farmi cadere tra le braccia di Morfeo.




Note dell'autrice: Salveeeee a tutteee! Sono ritornata con un nuovo capitolooooossss *-*
Questo forse vi ha annoiati un po' perché è un capitolo di passaggio.. spero che vi sia piaciuto in ogni caso :3
Ringrazio come sempre tutti quelli che seguono, recensiscono, mettono tra i preferiti, e mettono anche i "mi piace" tramite Facebook!
Io solo qualche giorno fa mi sono resa conto che avevo un sacco di "mi piace" tramite altri social network :O Grazie mille sul serio!
Inoltre vi ringrazio tutti perché il prologo ha 500+ visualizzazioni ed è così mitico ç-ç <3
Ora devo andare a studiare per.. i due compiti in classe che ho domani.
La scuola ha ucciso la salute. Buona giornata a tutti voiiiiiii!! *-*
Viva la calza della befana.. quasi finita.
L'ho divorata. 
Si, ho mangiato anche la stoffa.


Baci, BlackLily Xx.




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Capitolo 14
*** Capitolo 13 - «tutto ciò che volevo era davanti ai miei occhi» ***


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I don't think you're right for him 
 Look at what it might have been if you 
 Took the bus to china town 
 I've been standing on Canal 
 And Bowery 
  And she'd be standing next to me


(The Lumineers - Ho hey) 


DAN

Sei pronto?»- mi chiese lei mentre sistemavo gli ultimi fogli.
Oh si certo, scusa! Possiamo provare ora!»- affermai sorridendole.
Ricevere la parte di Finn è stato una delle cose più belle che potesse capitarmi perché potevo trascorrere più tempo insieme ad Angie che ha avuto la parte di Rachel. Siamo i due protagonisti principali e detto onestamente non è che la mia selezione è andata alla grande quindi neanche speravo di riceverla. Non pensavo affatto di ricevere alcuna parte. Sarà forse che ho poca autostima e che quindi quella selezione non è stata completamente uno schifo, ma penso che sia stato davvero un miracolo. Non so dire con esattezza da quanto tempo ha cominciato a piacermi Angie. Forse sarà da qualche mese o poco più, eppure c’è qualcosa in lei che mi piace da morire. Il modo in cui scherza con me, il modo in cui mi sorride, il modo in cui mi prende in giro e anche il modo in cui rifiuta di uscire con me ogni volta che glielo chiedo - o meglio chiedevo - è sempre così bello. Si, anche quando mi rifiuta mi piace!
E’ l’unica che lo ha fatto in tanti anni che vivo. Le altre mi morivano ai piedi pur di uscire con me,  avrebbero fatto qualsiasi cosa e io ne approfittavo. Sono un po’ stronzo, forse è per questo che mi rifiuta sempre. Non conosce il lato dolce di me, il lato affettuoso e premuroso. Quel lato che fin ora ho mostrato soltanto ad Allison.
Dan!»- urlò Angie per riportarmi alla realtà.
Scusa, ero sovrappensiero!»- risposi sorridendo imbarazzato.
Beh, continuiamo.. devi dire la battuta»- disse provando a nascondere un espressione confusa -«Dan, la battuta!»- m’incitò lei ridendo.
E' che mi sono perso!»- risposi con un tono di scuse -«Se mi dici che riga devo leggere, giuro che non mi distraggo più!»- conclusi ridendo.
Sei proprio un idiota. Siamo qui..»- rispose sorridendo e indicandomi col dito la battuta. La lessi velocemente e mi preparai mentalmente.
Non è come una persona che incontri in un negozio di dischi che poi la puoi scaricare. Io non mi arrendo!»- recitai un po’ impacciato. Lei alzò un sopracciglio e scoppiò a ridere.
Cos’era quello?»- chiese sbellicandosi dalle risate.
E-era la mia parte!»- borbottai imbarazzato. Lei mi fissò per qualche secondo e poi si ricompose.
Riproviamo!»- esclamò. La ripetei ma lei ancora una volta era perplessa.
Ripetila con più enfasi, so che la sai fare..»- disse dolcemente. La recitai per la terza volta ma lei non era più perplessa. Sorrideva.
Ec
co vedi!»- esclamò radiosa -«Sapevo che eri bravo. Ora ripetiamo tutto da capo e poi andiamo via»- concluse raccogliendo un foglio che distrattamente le era caduto dalle mani.
Passammo circa un altro quarto d’ora a recitare e poi finalmente posammo il copione nelle nostre cartelle per dirigerci poi alla prossima lezione, cioè Canto.
Quando mi voltai, dopo aver chiuso la porta del teatro in cui ci trovavamo io ed Angie, mi scontrai con Allison. Senza neanche dire una parola capì ciò che voleva dirmi. Bastò un suo sguardo. Ero amareggiato per questo, non potevo farci nulla. Adoro Allison, soltanto Dio sa quanto io le voglia bene, ma non può pretendere che io non frequenti la ragazza che mi piace perché lei è gelosa. Ora che c’è Niall accanto ad Angie non posso assolutamente permettermi di lasciarla andare. Non perderò, non devo perdere! Lei è sempre stata con  me, scherzava sempre con me, ma da quando c’è lui sembra essersi dimenticata della mia esistenza. La mia ma anche quella di tutti i suoi amici.
Ovviamente è tutto così complicato..
Non voglio perdere Angie, ma non voglio perdere neanche Allison, per niente al mondo. E’ la mia migliore amica da cinque anni e nessuno può sostituirla neanche una ragazza. La sua gelosia però la sta allontanando sempre di più da me, sempre più lontano. Temo che così non potremmo più guardarci negli occhi come facevamo una volta. Come potrei non guardare più quei suoi splendidi occhi castani? Come farò a non ricevere più i suoi abbracci che seppur stritolatori sono la cosa più bella che lei mi abbia mai dato? Sistemerò le cose, devono sistemarsi.


Lo show stava per iniziare e dietro le quinte l’aria era carica di tensione. Mi incamminai verso il lato da cui dovevo uscire per entrare in scena e lo vidi lì ad abbracciarla. Niall era ovunque ormai, non riuscivo più a sopportarlo. Odiavo vederlo sempre tra i piedi, sempre con lei. Sbuffai sonoramente apposta per farmi sentire da lui che però non si accorse di nulla. Troppo preso a coccolarla e pressarla.
Questa sera avrei dato una svolta a questa storia. Questa sera Niall poteva sparire per sempre.

Angie

Non ci riesco..»- dissi portandomi le mani sul viso. Niall mi abbracciò dolcemente e mi carezzò i capelli che in onore di quella serata erano perfettamente lisci.
Non dire stupidaggini. Abbiamo provato mille volte la scena insieme e ti assicuro che questa sera sarai la stella più lucente di tutto il palco! Al diavolo Rachel Berry, tu sei meglio di lei!»- esclamò con enfasi. Io scoppiai a ridere tanto forte da far voltare tutti gli attori. Mi portai una mano sulla bocca per coprire i sussulti e Niall intanto provava a levarla mentre rideva anche lui. Ci avevano scambiati per due idioti, ne sono certa. Dopotutto era il mio modo di scaricare la tensione: ridere.
Il professore passò tra gli attori e disse che tra trenta secondi sarebbe iniziato lo spettacolo, così velocemente buttai le braccia al collo di Niall e lo baciai dolcemente.
Grazie!»- gli sorrisi e poi andai a prendere posizione.
Tutto filò liscio come l’olio. Dan, fortunatamente, non si era inceppato nelle battute che riteneva più complicate e sembrava così contento per questo. Era quasi finito. Mancava la sua battuta finale e finalmente potevo rilassarmi e dire ‘Cavolo, ce l’ho fatta!’. Ma quello che avvenne dopo non mi fece rilassare affatto. Dan, così senza preavviso, senza nulla di scritto, un no nulla, mi baciò.
Non so quale fosse la mia espressione in quel momento, ma so di certo che non era per nulla contenta. Dentro me c’era solo dell’enorme tristezza e delusione. Si, delusione.
Sapeva che non provavo nulla per lui, sapeva che ero completamente e irrimediabilmente innamorata di Niall. Quello fu il gesto più egoista che lui avesse mai potuto fare.
Il mio sguardo era agghiacciante e questo lui doveva vederlo. Doveva capirlo. Dopo che il sipario si chiuse mi voltai e scesi dal palco fiondandomi su una sedia posta dietro le quinte.
Non avevo il coraggio di alzare lo sguardo per perdermi in quello deluso di Niall.
Dimmi che quella parte era nel copione»- disse freddo. Alzai lo sguardo e lo fissai dritto negli occhi. Aveva scorto la mia tristezza e altrettanta delusione e si era avvicinato sedendosi accanto a me.
Vorrei poterti dire di si. Non so cosa gli sia preso..»- mi bloccai notando che Dan stava scendendo i gradini soddisfatto per ciò che aveva fatto. Aveva quel suo solito sorrisino stronzo e bastardo che sarebbe scomparso di lì a poco. Non glielo avrei mai perdonato. Mi alzai pronta a scaraventarmi su di lui e tirargli un ceffone - uno di quelli dolorosi - ma Niall mi precedette. Lo aveva schiacciato contro il muro mentre con le mani gli tirava il colletto della camicia. Era tanto furioso da avere il viso in fiamme.
Come ti sei permesso?!»- urlò Niall ormai fuori controllo. Mi avvicinai a loro perché, per quanto odiassi Dan in quel momento, non potevo lasciarlo nelle mani di un Niall furibondo.
No, tu come ti permesso?! Sei arrivato così all’improvviso e ti sei messo davanti ai coglioni! Prima che tu venissi avevo Angie tutta per me, e ora? Ora non sa nemmeno più che esisto!»- sputò quelle parole con tanta rabbia e tristezza. Rabbia e tristezza represse.
Dan.. io non sono mai stata tua!»- sbraitai in preda alla rabbia. Non gli ho mai dato modo di pensare che mi piacesse. Non gli ho mai dato modo di pensare nulla di me, eravamo semplici amici.
Niall incazzato più di prima spinse le mani sul suo petto per schiacciarlo ancora una volta nel muro. Dan fece una piccola smorfia di dolore, ma neanche quello bastò a fargli cancellare quello stupido sorrisino.
Carezzai la spalla di Niall e gli sussurrai di lasciarlo perdere e che non ne valesse la pena. Lui mi diede retta e lo lasciò allontanandosi di qualche passo.
Provaci ancora e giuro che-»- provò a dire il biondo ma fu interrotto spudoratamente da Dan.
Cosa? Cosa mi farai, Niall?»- lo provocò.
Non ti conviene scoprirlo»- rispose secco e non poco irritato.
Dan, sempre più idiota, mi tirò per un braccio per farmi avvicinare a lui. Fu tutto in un secondo.
Da lui che voleva baciarmi ancora a Niall che con un pugno lo stendeva a terra provocandogli una piccola ferita sul labbro.
Circondai il mio ragazzo con le braccia e lo trascinai indietro affinché non lo uccidesse.
In quel momento vidi Allison correre più che potesse ed inginocchiarsi accanto a Dan.
IDIOTA!»- esclamò lei furiosa guardando a terra.
Adesso sono anche idiota dopo che lui ha provato a baciare la mia ragazza per la seconda volta?!»- urlò ormai stufo.
Non mi riferivo a te Niall, anzi mi hai fatto un favore. Se non glielo avessi tirato tu, lo avrei fatto io!»- rispose sorridendogli amaramente.
Mi alzai sulle punte per schioccare un leggero bacio sulla guancia di Niall per poi sussurrargli:
Andiamo via..»-
Lui annuì e mi circondò una spalla con un braccio.
Una volta lontani da loro lo fermai per parlargli.
Devi perdonarmi. Mi scuso per me e per lui, è la prima volta che fa così e no-»- mi mise un dito sulle labbra per farmi fare silenzio e poi mi sorrise.
E’ passato, ora sono tranquillo. Sferrargli quel pugno è stata la cosa più soddisfacente che io abbia mai potuto fare»- disse ridacchiando.
La giornata più movimentata di sempre e che non scorderò mai.

Allison

Per quanto l’avessi odiato in quel momento, non riuscirei mai a fare meno di perdonarlo.
Mi ha ferito molte volte, ma l’ha fatto senza rendersene conto. Non lo incolpo per questo, dopotutto come poteva immaginare che la sua migliore amica fosse pazzamente innamorata di lui?
Ahi!»- urlò lui a causa dell’acqua ossigenata che gli stavo tamponando sul labbro.
Ti sta bene..»- sussurrai trattenendo la rabbia.
Grazie»- rispose secco e irritato.
Prego»- dissi sarcasticamente. Passarono solo pochi secondo prima di parlare ancora eppure furono dei secondi interminabili.
Sei un idiota..»- sibilai lentamente prima di inchiodare i miei occhi nei suoi.
Certo che mi vuoi davvero bene..»- rispose irritato nuovamente. Lo guardai delusa da quelle parole. Come poteva dubitare di quello che provavo per lui?
Incazzata nera, riempii di acqua ossigenata il batuffolo di cotone e lo premetti con forza sulla sua ferita. Imprecò rumorosamente e poi spostò bruscamente la mia mano.
Scherzavo!»- sbraitò e ciò fece comparire sulle mie labbra un sorriso soddisfatto. Lo fissai per un po’ e poi mi feci coraggio e gli dissi tutto ciò che pensavo.
Dovresti lasciar perdere Angie e dimenticarla. Dovresti anche tenerti alla larga da Niall. Se succederà ancora qualcosa del genere non verrò a soccorrerti..»- dissi puntando i miei occhi nei suoi. Dopo un po’ di secondi passati a scambiarci occhiate indecifrabili la sua espressione si rilassò e annuì senza levare i suoi occhi dai miei. Stavo morendo dentro. Tutto ciò che volevo in quel momento era baciarlo e abbracciarlo. Era piangerci tra le braccia e chiamarlo ‘idiota’ o ‘stupido’ all’infinito fin quando con una carezza sul capo non mi avrebbe rassicurata.
Mi mancavano le carezze amichevoli che una volta mi regalava. Quella situazione tra di noi mi aveva straziata. Lo amavo troppo per poter lasciarlo andare via..
Ho fatto la stronzata più grande della mia vita, vero?»- disse abbassando lo sguardo sulle sue mani sudaticce.
Almeno ne trarrai un insegnamento.. spero»- dissi rassegnata voltandomi a prendere la bottiglia di acqua ossigenata per chiuderla.
Tutto ciò di cui avevo bisogno..anzi, tutto ciò che volevo era davanti ai miei occhi e non l’avevo notato. Quanto posso essere stato stupido?»- sussurrò con la voce roca. Fui presa alla sprovvista e desiderai con tutto il cuore che si riferisse a me, ma non volevo illudermi ancora. Chiusi gli occhi per ritrovare il mio equilibrio emotivo ed evitare di scoppiare a piangere.
Stai delirando. Forse è meglio che tu vada a casa a riposarti, è stata una serata davvero stressante»- dissi evitando il suo sguardo che mi pungeva addosso. Non la smetteva di fissarmi e questo mi feriva. Sembrava si stesse prendendo gioco di me ma non ero abbastanza forte per mandarlo a quel paese.
Si sentirono dei forti applausi e poi la voce di Rob risuonare nella sala alle nostre spalle. Avevamo vinto la competizione e si sentivano i giudici congratularsi per la scena finale. Il bacio.
Dan chiuse gli occhi e sorrise compiaciuto.
Perché non riesco a spaccargli la faccia? Lo desidero così tanto..
No, non è vero. Non so mentire, non so fare nulla a parte amarlo con tutto il cuore.
Allungai una mano e gli carezzai il viso. Il primo reale contatto amichevole dopo tanto tempo.
Lui s’irrigidì e di colpo aprì gli occhi inchiodandoli nuovamente ai miei. Lasciai scivolare la mano sulla sedia. Forse avrei dovuto evitare quel contatto. Forse non era pronto ad accettare di nuovo le mie carezze dopo aver saputo i miei sentimenti.
Poco prima di poter appoggiare la mano sulla sedia lui la alzò e la portò di nuovo sul suo viso per poi sorridermi dolcemente. Ero una stupida. Mi stavo facendo stupidi film mentali. Lui è il mio migliore amico non rifiuterebbe mai una mia carezza. Sono una stupida.
Dan mi tirò il braccio lasciandosi abbracciare da me. Poggiò la sua testa sulla mia spalla mentre io gli carezzavo la schiena. Così senza preavviso mi lasciò un bacio delicato sul collo. Mi sentii nuovamente morire. Mi stavo sciogliendo in una pozza d’acqua. Non l’aveva mai fatto prima e probabilmente era solo un modo per ringraziami delle mie premure nei suoi confronti. Quel piccolo contatto mi provocò mille brividi, mille emozioni. Nello stomaco non avevo soltanto le farfalle, ma una tempesta, un uragano. Tutte emozioni che mi facevano sentire bene e finalmente felice.




Note dell'autrice: Salve a tutti! Mi scuso per questo ritardo ma ho davvero il blocco dello scrittore! Sono abbastanza stessata a causa della scuola e non solo.. ma non starò qui a raccontarvi dei miei problemi LOL.
By the way, spero che il capitolo vi sia piaciuto e che vi abbia intrigati! Fatemi sapere cosa ne pensate con una recensione, vi prego ç-ç Non ricevo recensioni da un bel po'.. però, vi voglio bene lo stesso u.u
Ringrazione come sempre chi la segue, chi la mette tra le preferite, chi tra le ricordate e chi mette i 'mi piace' tramite facebook perché magari non ha un contatto Efp! Ringrazio sul serio tutti! 
Un bacio e alla prossima xx.
Lasciatemi una recensionina daaaaai! :3
BlackLily.


 

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 - «Le sue parole valevano molto più di quelle di chiunque altro» ***


                                                                     Image and video hosting by TinyPic

I was a little girl
alone in my little world
who dreamed of a little home
for me.

(Priscilla Ahn - Dream)

 

Corri a prenderla su!»- m’incitò l’anzianotto seduto sul divano.
Ma non sono un cane!»- esclamai leggermente irritata.
Scherzavo, scherzavo»- disse ridendo di gusto -«però prendila lo stesso..»- concluse lanciandomi uno sguardo scherzoso.
Raccolsi la palla che gli era caduta dalle  mani e gliela porsi delicatamente. Le sue mani tremavano un po’ e la vecchiaia cominciava a farsi sentire per lui.
Un giorno anche tu giocherai con i tuoi nipotini in questo modo. Fai tesoro di questi momenti, piccola Angie..»- disse carezzandomi una guancia delicatamente -«Non lasciare che la vita ti porti dei rimpianti, fa sempre tutto ciò che credi sia giusto. Sbaglia e impara! Solo così puoi crescere realmente e avere la vita che sempre hai desiderato. Nessuno è perfetto, siamo tutti perfetti nella nostra imperfezione»- concluse schioccandomi un bacio sulla fronte. Annuì ma in realtà non ci avevo capito molto. Annuì perché le sue parole valevano molto più  di quelle di chiunque altro.
Un giorno mi vedrai grande e matura come dici tu. Crescerò e imparerò, te lo prometto!»- dissi prendendogli una mano e sorridendogli felicemente.
Io non sarò al tuo fianco per sempre Angie.. ma non prometterlo a me, promettilo a te stessa!»- disse sorridendo malinconicamente.
Te lo prometto..»- risposi sorridente ma in realtà dentro ero triste. Lui doveva stare per sempre al mio fianco, come avrei fatto io altrimenti?
Vado a riposare ora..»- disse mentre con la mano si stringeva forte il petto. Si alzò e barcollante andò nella sua stanza.
Poi tutto sfumò.

Mi ero risvegliata nel mio letto sudata e piangente. Più mi passavo le mani sul viso per cancellare quelle lacrime più queste egoisticamente scendevano sulle mie guance. I miei occhi non ne volevano sapere di smettere, non volevano per niente. Mi lasciai andare di nuovo sul cuscino con le mani sugli occhi mentre tra un singhiozzo e l’altro provavo a calmarmi.
Per quanto potesse essere bello rivivere le scene del mio passato queste facevano dannatamente male. All’epoca avevo 6 anni come potevo capire il significato di quelle parole?
La mia mente aveva sotterrato quell’episodio nel suo punto più oscuro e introvabile, perché proprio ora doveva tornare tutto alla mente?
Mi faceva così dannatamente male da portarmi una mano al petto e stringe forte la maglia del mio pigiama. Avevo dimenticato, o meglio, avevo voluto seppellire quei dolorosi ricordi infondo al cassetto più buio e piccolo della mia mente. Lì nessuno poteva trovarlo, neanche io potevo, o almeno credevo.
Questa si prospettava una giornata dannatamente lunga e triste per me.
Demi accorse preoccupata accanto al mio letto.
Che cosa succede? Un incubo?»- disse con voce dolce. Io scossi la testa mentre con i polsi tiravo via le ultime lacrime che i miei occhi potevano liberare.
Cosa allora? Mi sto preoccupando..»- disse accarezzandomi una mano.
Nulla di grave. Ho rivissuto uno dei momenti più felici della mia vita..»- balbettai ancora in preda ai singhiozzi.
E allora? Dovresti gioire non piangere!»- disse scuotendomi la mano.
Certo, ma per quanto possa essere bello è anche molto triste» – conclusi decisa a non riparlarne più.
Capisco..allora oggi non mi staccherò neanche un attimo da te e quando sarai triste potrai utilizzarmi come sacco da box!»- esclamò scherzando.
Grazie.. ma non ti prenderei mai a pugni»- dissi sorridendo lievemente.
Beh, però sono anche disponibile a ricevere gli insulti più brutti che possano uscire dalle tue labbra..» – disse scherzando nuovamente. La abbracciai forte e appoggiai il mio viso sulla sua spalla.
Ti voglio bene..»- dissi sorridendo.
Io molto più di quanto tu possa immaginare..»- rispose lei con un tono malinconico.
Ma non  t’insulterei comunque!»- dissi ridendo per poi alzarmi dal letto e dirigermi al bagno per lavarmi.
Quando fui pronta per  andare a lezione vidi Demi distesa sul letto che fissava il soffitto.
Cosa pensi?»- chiesi raccogliendo lo zaino per poi appoggiarlo sulle spalle.
Nulla d’importante..»- disse alzandosi dal letto. Raccolse anche lei la sua borsa e mettendo il suo braccio sotto al mio mi trascinò in aula.
Ci sedemmo accanto a Rob e mi sentivo un po’ fuori posto. Loro erano una coppia e non ero a mio agio accanto a loro che ogni tanto facevano le loro smancerie, così mi congedai e mi spostai accanto a Mercedes.
Hei!»- esclamai alzando il braccio per schiacciarle il cinque.
Yo bad girl!»- disse rispondendo al mio gesto. Era particolarmente allegra quella mattina e forse era la compagnia migliore.
Dormito bene?»- chiese sorridendomi.
Oh.. sisi»- mentii. Non mi andava di rattristare le persone con i miei problemi quindi era meglio nasconderli e metterli a tacere dentro di me.
Che fine ha fatto Ash? E’ da un po’ che non la vedo..»- chiesi sapendo che lei aveva la risposta che cercavo.
E’ un po’ impegnata con le altre materie. Da quello che dice lei, deve ‘fare pratica’ in improvvisazione teatrale perché il professore l’ha ammonita un po’ di volte. In parole povere il professore la sta aiutando, dopotutto è questo il significato d’intraprendere uno stage scolastico»- disse sorridente.
Quando la vedi dille che la sto cercando e che mi manca non averla a lezione con noi..»-
Glielo riferirò!»- esclamò la bruna prima che il professore entrasse in aula.
Le lezioni, così come anche la giornata, passarono velocemente e Demi, proprio come aveva detto, non mi aveva abbandonata un attimo. Mi era stata accanto e mi aveva consolato ma la cosa più importante è che mi avesse fatto ridere. Ci dividemmo soltanto quando Niall verso le 19.00 venne a prendermi per uscire e fare una passeggiata, cosa che non facevamo da davvero molto tempo.
Oggi ci hanno intervistati ed indovina un po’?»- chiese guardandomi sorridente.
Non lo so, cosa è successo?»- chiesi sorridendogli a mia volta.
Mi hanno chiesto di te e di cosa ci fosse tra noi due..»- rispose raggiante -«E’ la prima volta che mi chiedono di una ragazza, cioè.. insomma, prima erano sempre Liam, Louis o Zayn a dover rispondere a queste domande, non io. Mi ha fatto un certo effetto parlare della ragazza che mi piace davanti a tutti»- disse guardandomi negli occhi ed io gli schioccai un leggero bacio sulle labbra. Ero felice di ciò perché aveva dichiarato a tutti di avere una ragazza, ed è un gesto davvero importante. Camminavamo per le strade del centro e chiacchieravamo animatamente. Mi stava raccontando tutti gli aneddoti della band, di tutte le stupidaggini di Louis e di come coinvolgesse Harry in tutto ciò che faceva. Ogni tanto venivamo flashati da qualche ragazza che non si faceva alcun problema a spararci queste luci abbaglianti negli occhi o venivamo fermati da altre che volevano autografi o foto. Intanto io mi tenevo da parte perché, per quanto potessi essere la ragazza di Niall, non volevo interferire in quello che era il suo lavoro o la sua celebrità. Non m’interessava affatto essere etichettata come la ragazza di Niall, io volevo soltanto essere al suo fianco in tutti i momenti della sua vita, o almeno finché avessi potuto.
Entriamo in quel negozio?»- gli chiesi dopo che lui aveva firmato già una decina di autografi e fatto migliaia di foto. Lui annuì ed io mi fiondai letteralmente lì dentro trascinandolo con me.
Persi almeno mezz’ora a guardare capi d’abbigliamento stupendi ma fin troppo costosi per il mio budget. Non volevo comprare, mi bastava semplicemente guardare ed ammirare tutto. Da piccola sognavo di diventare una stilista, ecco perché mi s’illumina il volto quando guardo qualsiasi abito.
Ce n’era uno in particolare che era davvero magnifico. Era nero ed attillato e scendeva lungo i fianchi fino a terminare in una coda a sirena. Gli strass che ricoprivano gran parte dell’abito sembravano essere stati sparsi con un getto. Partivano da un solo strass sulla spalla destra e poi man mano la coda si allargava fino ad arrivare al fianco. Sembrava essere stato creato da delle fate.
Quand’è il tuo compleanno?»- chiese tutto d’un tratto.
Umh.. il 1° febbraio, perché?»- chiesi confusa e ancora disorientata a causa di quell’abito.
No, nulla..»- disse sorridendomi per poi baciarmi una guancia.
Uscimmo di lì e Niall propose di andare a mangiare qualcosa nel suo ristorante preferito: Nando’s.
Ci accomodammo ad  un tavolo e dal modo in cui i camerieri trattavano Niall, si capiva che era un cliente abituale. Ordinammo e mentre chiacchieravamo mi arrivò un messaggio.
Michela.
«Sai quanto sei fortunata ad essere da Nando’s con Niall? Vi ho visti,vi hanno scattato delle foto!
Quanto ti invidio, però ti amo lo stesso =) xx
»
Scoppiai in una fragorosa risata e poi passai il cellulare a Niall per fargli leggere il messaggio. Lui fece un risolino e poi pronunciò due parole non molto chiare.
Anch’io..»- sussurrò convinto di non essere ascoltato. Non colsi il significato di quelle parole così sorridendogli lo guardai.
Cosa?»- chiesi.
Non ho detto nulla!»- rispose ridendo.
So che lo hai fatto. Dai, dimmelo!»- esclamai fin troppo curiosa.
Davvero non ho detto nulla!»- concluse sorridendomi.
Annuì e non ci pensai più dato che era appena arrivata la mia porzione di pollo fritto. Non solo lui è super goloso.
Finimmo di cenare e Niall mi prese per mano trascinandomi in un posto a suo dire meraviglioso.
Arrivammo in questo piccolo parco super verde. C’erano fiori e alberi ovunque ma era poco illuminato. Continuò a tirarmi verso una piccola struttura che da lontano non riuscivo a riconoscere. Era un’altalena doppia e in catena. Quando mi ci fiondai sopra e cominciai a dondolarmi si sentivano le catene cigolare. Doveva essere molto vecchia come struttura.
Niall mi seguì e si dondolò a tempo con me al mio fianco. Cacciai la mia Reflex mentre lui si dondolava sempre più veloce ed io scendendo dal sediolino mi parai davanti a lui ma ad una distanza tale da non farmi colpire. Non oso immaginare quanto sarei volata lontano se mi fossi beccata un suo calcio.
Scattai parecchie fotografie quella sera e lui continuava a scherzare e a giocare. Mi si avvicinò e sfilò da una tasca una scatolina lunga e larga. La aprì e ne cacciò alcune bacchette sottili. Erano delle stelline di Capodanno.
Visto che non abbiamo potuto vedere i fuochi d’artificio insieme, ho portato queste!»- esclamò contento. Era un gesto così semplice eppure mi colmò di gioia. Chi dice che per essere felici servano cose raffinate ed elaborate? A me bastavano lui e suoi dolci pensieri.
Sei davvero il ragazzo migliore del mondo..»- sussurrai buttandomi tra le sue braccia -«per quanto questo gesto possa essere stato semplice, mi ha riempito di felicità. Grazie, Niall!»- esclamai con quasi le lacrime agli occhi. Mi carezzò la testa e mi fece scostare da lui per accenderne una.
Era tutto così magico ed avrei voluto che non fosse finito così tanto presto.
Continuammo la nostra passeggiata lungo le strade ormai deserte di Londra. Era notte inoltrata ma io non me n’ero resa conto. Quando ero con lui il tempo volava via..
Ci dirigevamo verso la sua auto quando ad un certo punto vidi due persone a me familiari.
Erano di spalle quindi non riuscivo ad identificarle con esattezza, almeno non fin quando la ragazza si girò.
Era Ashley che camminava a braccetto con un ragazzo, o meglio un ragazzo un po’ troppo vecchio per la sua età.
Ehi Ash!»- urlai facendo voltare di scatto lei e.. il professore di Improvvisazione teatrale.
Sapevo che si faceva dare una mano nella sua disciplina ma non sapevo che si incontrassero anche all’esterno dell’ambiente scolastico.
A-angie!»- esclamò lei con voce tremante avvicinandosi e poi abbracciandomi.
Che cosa ci fai da queste parti?»- le chiesi confusa.
E-ero in pub con degli amici che ho conosciuto qui qualche giorno fa e.. ed ho incontrato il nostro professore, che coincidenza!»- esclamò tutto d’un fiato.
Già, che coincidenza..»- risposi sempre più perplessa di prima.
Ora farei meglio a tornare al college, ci si vede!»- esclamò voltandosi senza darmi il tempo di rispondere.
Se ne andò di tutta fretta e, a differenza di prima, non osò sfiorare il suo accompagnatore, o almeno fin quando riuscì a vederli.
Ashley che usciva con un professore dell’accademia?
Ha provato a raggirarmi ma non le ho creduto, almeno non dopo aver visto altre strane ‘coincidenze’ durante le lezioni.
Anche se lui era giovane e non commettevano alcun  reato, era contro le regole della scuola. Sarebbe stato un guaio se qualcuno, oltre me che sono una sua amica fidata, lo avrebbe scoperto.
Sarebbe scoppiato uno scandalo!
Mi voltai verso il mio ragazzo e gli tesi la mano perché potesse prenderla e continuammo il tragitto in quel modo fino all’auto.
Era un vostro professore quello con Ashley?»- chiese tutto d’un tratto.
Purtroppo si..»- risposi affranta -«Non so proprio cosa le passi per la testa certe volte..»-
Dovresti parlarle»- disse guardando dritto sulla strada.
Appena ne avrò la possibilità..»-
La vedi tutti i giorni a scuola, no? Approfittane!»- esclamò lanciandomi uno sguardo preoccupato.
In realtà non la vedo a scuola da un po’ di giorni. Ho saputo da Mercedes che frequenta Improvvisazione per fare pratica perché il professore l’ammonita un po’ di volte. Non ci capisco nulla..»-  risposi e poi sospirai affranta.
So io che tipo di ‘pratica’ fanno quei due»- disse sghignazzando.
Niall!»- urlai dandogli un buffetto sul braccio ma questo non fece altro che accrescere la sua risata.
Ma è vero! Secondo te quanta pratica di Improvvisazione potranno mai fare? Si chiama appunto ‘Improvvisazione’ e quindi non ha bisogno di preparativi o ‘pratiche’ come dice lei. Dovete farle mettere la testa a posto. Potrebbero cacciarsi in qualche guaio quei due..»- disse serio.
Tralasciamo questo argomento ma appena la troverò le parlerò!»- esclamai ormai con le idee fin troppo confuse.
Appoggiai il capo vicino al finestrino e gli occhi diventavano sempre più pesanti. Niall poi accostò l’auto e rivolse il suo sguardo a me.
Mi sono fermato perché c’è un bivio. Uno porta a casa mia, l’altro al college. Sicura di voler tornare nella tua piccolissima e strettissima stanza? La mia casa è enorme, l’hai vista anche tu! E’ molto meglio di una stanza collegiale!»- esclamò sorridendomi.
Ero un po’ perplessa non sapevo se accettare o meno. Da un lato volevo andare ma dall’altro non avevo idea di quali idee avesse in mente.
Come l’altra sera. Niente di più, niente di meno»- disse prendendomi la mano.
Va bene»- risposi. Cedetti a quella sua proposta, dopotutto cosa c’era di male nel dormirci insieme?
L’ultima volta ho dormito una favola, mi risvegliai la mattina senza alcun dolore fisico a causa di un letto troppo scomodo.
Mentre Niall prendeva la strada a sinistra io inviai un messaggio a Demi avvisandola che non sarei tornata per la notte e che avrei semplicemente dormito da Niall.
«Certo che passi molto tempo con lui, eh? Mi sento un po’ trascurata..»- mi scrisse lei.
«Trascurata? Demi ma di cosa parli? Siamo state tutto il pomeriggio insieme.. è il mio ragazzo e vorrei passare altro tempo con lui..»- le risposi leggermente irritata. Avevo anche io i miei spazi!
«Certo, scusami.. non so cosa mi sia preso. Beh, buonanotte! Xx.» - non le risposi, ma non perché non lo meritasse ma perché quel messaggio era strano e non avevo voglia di farlo.
Arrivammo a casa sua nel giro di cinque minuti e appena aprì la porta mi lanciai a peso morto sul divano.
Sei poco stanca vedo!»- scherzò lui.
Si, non ho per niente sonno!»- risposi scuotendo la testa a mo’ di caricatura.
Lui si avvicinò e si stese su di me appoggiando la testa sul mio petto per poi chiudere gli occhi.
Anche tu non sei stanco, eh?»- chiesi provocando una sua piccola risata.
Stanotte ho fatto un sogno strambo!»- esclamò d’un tratto. Mi fece venire in mente la mia mattinata tragica e decisi di parlarne con lui.
Davvero? Il mio era triste, mi sono svegliata piangendo..»- sussurrai trattenendo la tristezza e mostrandomi il più calma possibile.
Raccontami tutto..»- disse carezzandomi un braccio mentre ancora era steso su di me.
Era un piccolo pezzo di vita passata. Un piccolo ma importantissimo episodio vissuto con mio nonno. Era un uomo così saggio e mi manca da morire. Avevo seppellito quel ricordo nel punto più profondo del mio cuore..»- sussurrai rompendo il profondo silenzio che c’era in quella casa.
Chi sa cosa voleva significare..»- disse lui dolcemente.
Beh lui mi parlava del futuro e di que-»- dissi ma lui m’interruppe.
Nono, non intendo cosa ti ha detto. Intendo chissà cosa voleva significare quel sogno nel suo complesso. Qual è il significato dei sogni e perché questi vengono fuori così all’improvviso? Spesso mi sono ritrovato a sognare persone che non vedevo da una vita o persone che non ci sono più e che in qualche modo mi lasciavano strane sensazioni e consapevolezze. Penso che certi sogni siano davvero dei messaggi. Forse questo era per ricordarti qualcosa di importante che tuo nonno ti aveva detto, cioè qualcosa di davvero importante. Non si sognano le persone che non ci sono più senza motivo. Era un messaggio, tienitelo stretto e fanne buon uso..»- disse trascinando le ultime sillabe. Ormai non ero neanche più in grado di rispondere. Mi aveva spiazzata e l’unica cosa che potevo fare era piangere.
Lui scosso dai miei singhiozzi si alzò di scatto e velocemente mi abbracciò.
Non volevo farti piangere..»- disse accarezzandomi la schiena -«e solo che ho vissuto una situazione simile. Un giorno ti racconterò di un sogno a me troppo caro, ora non è il momento adatto..»- disse provando a consolarmi. Il fatto che lui non capiva era che non  piangevo di tristezza ma di felicità perché lui era stato l’unico che era riuscito a capire ciò che io ancora non riuscivo a fare. Gli presi il viso tra le mani e lo baciai dolcemente.
Grazie..»- sussurrai dopo essermi calmata.
Non ho fatto davvero nulla..»- disse lui sorridendomi e dandomi un altro bacio.
Invece si! Hai fatto tutto quello di cui avevo bisogno. Hai capito ciò che neanche io riuscivo a capire! Forse sono solo una stupida testarda che non vuole capire..»- dissi abbracciandolo.
Non sei stupida. Non tutti sono pronti ad affrontare di nuovo le loro paure e preoccupazioni. Hai bisogno di altro tempo, poi il resto verrà da se..»- mi sussurrò all’orecchio.
Lo abbracciai ancora più forte e lo baciai con più passione di prima. Lui mi prese tra le braccia e mi portò al piano di sopra, nella sua stanza.




Note dell'autrice: Sono imperdonabile lo so! ç-ç
Ho questo dannato blocco che mi porta a fare tardi con la pubblicazione..
Ora però è passato, non del tutto, ma sta passando *-*
Ringrazio come sempre chi segue la mia storia, chi la preferisce, chi l'ha messa tra le ricordate, e ringrazio anche chi mi ha regalato un mi piace!
Spero che questo capitolo sia stato di vostro gradimento e vi prego, mi lasciate una recensione piccolina ina ina? *-*
Grazie ancora di tutto, vi voglio bene! <3
Baci, BlackLily! xx

 

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 - «Toccala anche solo con un dito e ti castro!» ***


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You're my river running high, 
run deep run wild..
I, I follow, I follow you
deep sea baby, I follow you

(I follow rivers- Lykke Li)

 


Quella mattina il risveglio fu tragico. Nessuno dei due aveva la forza di alzarsi e prepararsi. Rimanemmo abbracciati l’uno a l’altra per almeno venti minuti in più del dovuto.
La sera prima avevo indossato un vecchio pigiama di Niall e mi ero addormentata velocemente tra le sue braccia. Di solito mi ci voleva un po’ di tempo per addormentarmi ma tutte le volte che dormivo con lui cadevo subito in un sonno profondo. Sarà che forse quando sono tra le sue braccia non ho tanti pensieri per la testa, anzi l’unico è che mi piace stargli così vicina.
Il primo ad alzarsi fu Niall che velocemente sfrecciò fuori dalla camera chiudendosi la porta alle spalle. Erano le 6.30 del mattino ed era ancora troppo presto per alzarsi così mi appisolai ancora un po’. Quando mi svegliai di nuovo raccolsi tutte le forze che avevo e scesi al piano di sotto facendo ogni tanto qualche piccolo sbadiglio.
Arrivai in cucina e lo trovai ai fornelli intento a preparare la colazione e, forse per il loro rumore, non si rese conto della mia presenza.
Ti diletti anche in cucina ora?»- chiesi ridacchiando.
Lui sobbalzò e poi si girò di scatto. Appena mi vide si aprì in un enorme sorriso smagliante e lasciando cadere la spatola nella padella mi venne incontro abbracciandomi.
Diventi ogni giorno sempre più dolce..»- affermai affondando il viso nella sua spalla.
Sei tu che mi hai reso tale»- rispose stringendomi sempre più forte.
Quell’abbraccio fu dolce e silenzioso. L’unica cosa che sentivamo era il battito dei nostri cuori che palpitavano all’unisono come se fossero in un solo corpo.
Un semplice abbraccio può trasmettere molto più di quanto può una parola.
Mentre contemplavo il mio amore spassionato per lui, sentii un odore poco gradevole.
Non era brutto ma non era neanche buono. Aprii gli occhi e vidi il pancake che stava bruciando nella padella.
O Dio, la colazione!»- urlai facendo sobbalzare il ragazzo. Lui si voltò e sgranò gli occhi poi precipitosamente si affiancò alla cucina per tirare via il pancake ormai cotto abbastanza.
L’ho salvato!»- esclamò tirando in alto la padella come se fosse un trofeo.
Mi avvicinai per guardare il suo ‘trofeo’ e scoppiai a ridere facendolo arrossire.
Dai, non è da buttare..»- mugugnò mentre con la spatola tastava la colazione.
Avevo le lacrime agli occhi dalle risate. Se solo aveste visto la sua faccia non avreste potuto fare altro.
La cucina non fa per me!»- esclamò improvvisamente. Si diresse al cestino dei rifiuti con un’aria troppo sconsolata e io lo fermai in tempo strappandogli la padella dalle mani.
Si può rimediare. E poi è stata solo una distrazione!»- dissi aprendo la dispensa che si trovava proprio lì accanto.
Lui mi guardava sorridente come se avessi fatto chissà che opera miracolosa. Ci voleva davvero poco per renderlo felice.
Presi un coltello dal cassetto e lo immersi nella nutella per poi spalmare quest’ultima su tutto il pancake.
Presi una forchetta e tagliai un piccolo pezzetto di quella bomba ipercalorica mentre lui ancora mi guardava senza proferir parola.
Addentai il boccone e dalle mie labbra uscì un verso di piacere. Da tempo non  mangiavo  tanta ‘sana’ e squisita nutella.
Niall mi strappò il piatto dalle mani e scappò sul divano trangugiandosi il pancake.
Quando guardò la mia espressione allibita scoppiò a ridere e sostenne che me ne avrebbe lasciata un po’. Passammo del tempo a bighellonare tra i pancakes bruciati e la nutella super divina.
Mentre ero beatamente distesa sul divano e Niall al piano di sopra a prepararsi, sentii dei risolini e lievi schiamazzi. Voltai lo sguardo alla finestra e vidi Harry e Louis che si avvicinavano alla porta.
Entrarono in casa come se niente fosse e quando mi videro distesa sul divano si sorpresero abbastanza.
E tu che ci fai qui?»- esclamò Harry venendomi incontro e stingendomi in un abbraccio caloroso.
Ho dormito qui..»- risposi tentando di nascondere il mio imbarazzo.
Con Niall non si dorme mai..»- disse Louis sedendosi accanto a me.
Cosa stai insinuando brutto maniaco delle maglie a righe?»- chiesi scherzando.
Nulla, nulla..»- rispose rendendo vaghe le sue parole. Gli diedi un pugno sulla spalla e ciò lo fece scoppiare a ridere.
Quando Niall arrivò in cucina ci sorrise e poi raccogliendo le chiavi dell’auto le infilò in tasca.
Vai a prepararti che devo portarti a scuola!»- esclamò il biondo tirandomi per la mani per farmi alzare dal divano.
Mentre mi lasciavo trascinare su dal mio ragazzo Harry rise e poi rivolgendosi a Niall disse:
Nialler uso un attimo il bagno se non ti spiace..»- fissò Louis e poi rivolse lo sguardo nuovamente al mio ragazzo. Niall aveva uno sguardo confuso ma anche poco convinto e quando Louis disse che doveva andarci anche lui sbuffò ed acconsentì.
Ecco perché ti vogliamo bene!»- disse Harry dando una pacca sulla spalla al biondino poco consenziente.
Gli altri due si alzarono velocemente dal divano e si diressero su per le scale e notai Louis dare una pacca sul sedere ad Harry.
Vanno in bagno insieme?»- chiesi sorpresa.
Già!»- rispose lui sbuffando.
E cosa devono fare? Mantenerselo a vicenda?»- dissi ridendo. Lui rise e divertito scosse il capo.
Non è che quei due hanno una relaz-»- provai a dire però fui interrotta da lui.
C-cosa dici? Pff, ma dai.. Harry e Louis? Ti ricordo che l’ultimo è fidanzato»- rispose cercando di nascondere l’evidente disagio che gli avevo creato.
Si, mi hai convinta»- affermai ancora dubbiosa ma mi fidavo delle sue parole -«Quindi perché sono andati insieme in bagno?»- chiesi provando a ricavarne una risposta logica.
Forse è meglio se non lo sai»- biascicò ridendo di gusto.
Allora davver-»- provai a dire ma lui m’interruppe sventolando la mano e facendomi cenno di andare a prepararmi.
Corsi sopra e andai a vestirmi per poi scendere e presentarmi sotto l’arcata della cucina come un eroina.
Finito!»- dissi portandomi le braccia sulle anche a mo’ di superman.
Lui rise e circondandomi le spalle con un braccio mi trascinò fuori casa per accompagnarmi al college.
Quindi oggi sarai impegnato in un photoshoot?»- gli chiesi per averne la certezza. L’avevo letto da qualche parte su internet tramite il suo cellulare.
Oh, già te l’avevo detto?»- chiese confuso.
No, l’ho letto su qualche social network cinque minuti fa»- dissi ridacchiando -«Non avete un po’ di privacy, eh?»-
No! Da un lato è dannatamente stressante ma dall’altro lato è una buona cosa perché significa che le fans ci tengono sul serio a noi. Forse dovrebbero solo controllarsi un po’..»- rispose sorridendo.
Continuammo a camminare lungo il corridoio ed arrivammo definitivamente alla porta dell’aula.
Lui si affacciò all’interno per salutare il professore con un cenno della mano e quest’ultimo ricambio amichevolmente.
Ora devo andare o farò tardi»- disse dandomi un bacio sulla fronte.
Va bene, va bene. Buon lavoro!»- conclusi abbracciandolo.
Ah, ricorda che staser-»- provò a dire ma fu bruscamente interrotto da Demi che entrando in aula gli sferrò una spallata.
Ma sei impazzita?!»- sbraitò Niall fortemente sconcertato da quel comportamento.
Ti pare che l’ho fatto di proposito?»- rispose allibita quasi come se lei fosse la vittima.
La prossima volta fa più attenzione!»- disse il biondo guardandola di striscio per poi rivolgere nuovamente il suo sguardo a me.
Ci sentiamo tramite cellulare..»- concluse e sfrecciò via tra i corridoi.
La guardai a lungo e in cagnesco poi senza scambiarci neanche una parola entrammo in aula accomodandoci accanto ai nostri amici. La lezione di lì a breve sarebbe iniziata e ci avrebbero informati sul prossimo spettacolo.

La prima ora era stata davvero stressante così pensai di andarmi a rifugiare nei bagni per qualche minuto. Mai mi sarei aspettata che uscendo dalla stanza avrei visto Demi e Rob litigare.
Lei era appoggiata ad un armadietto e gesticolava furiosamente sparando frasi a me incomprensibili dato che ero troppo lontana per poter sentire qualcosa. Lui era di fronte a lei e la fissava con le braccia incrociate sotto al petto. Il suo sguardo era di fuoco e furioso, se non avessi saputo che non è un tipo violento, probabilmente avrei pensato che l’avrebbe aggredita. Restai nascosta dietro la porta a fissarli per un po’ fin quando lui non le mise le mani sulle spalle e la scosse con una certa delicatezza come se volesse farle capire qualcosa ma allo stesso tempo senza ferirla.
Lei disse qualcosa velocemente e senza rabbia. Aveva una certa tristezza, malinconia e delusione negli occhi. Lui lasciò lentamente cadere le braccia dalle sue spalle per poi portarsele sul viso.
Demi le tirò via e lo guardò a lungo negli occhi poi lo abbracciò affondando il viso nel suo petto ma lui non ricambiò quel gesto. Era immobile come paralizzato. Guardava davanti a sé con lo sguardo perso nel vuoto. Lui ritornando alla realtà se la scrollò via di dosso e le puntò un dito contro. Intanto la mia curiosità saliva a mille. Rob probabilmente voleva dire qualcosa ma le sue labbra non si mossero. Si voltò e andò via così come fece anche lei dopo qualche secondo.
Passai la mattinata a rimuginare su questa storia e durante l’intervallo incontrai Rob. Era deluso, triste e purtroppo depresso.
E’ sempre stato un tipo che non nascondeva le proprie emozioni e se aveva un problema ne parlava quasi sempre.
Hei!»- dissi salutandolo con la mano e sfoggiando uno dei miei più gradi sorrisi.
Ciao..»- rispose stentando un sorriso e voltandosi verso l’uscita che portava ai giardini.
Come va?»- chiesi seguendolo e tenendo il ritmo col suo passo fin troppo veloce.
Sul serio ti interessa?»- disse acido e in modo scorbutico senza neanche rivolgermi uno sguardo ma continuando a camminare.
Ovvio che si, sei il mio migliore amico!»- risposi allibita dalla sua precedente affermazione.
Certo, intanto non ti sei fatta sentire in questi giorni!»- sputò quelle parole con molta rabbia e ciò mi sconcertò. Aveva ragione certo, ma avremmo potuto discuterne con calma e non in modo così furioso.
Ti chiedo scusa, ho avuto la testa altrove. Questo però non è un motivo per urlarlo ai quattro venti..»- dissi. Lui si fermò e mi fissò negli occhi. Era rigido e sembrava quasi stesse trattenendo il respiro. Dopo qualche secondò sbuffò e rivolse lo sguardo ai suoi piedi prima di prender parola.
Scusami tu, oggi sono un po’ nervoso e me la sto prendendo con te inutilmente..»- disse affranto e palesemente triste.
Cosa c’è che non va?»- chiesi carezzandogli una spalla.
Demi non mi ama..»- rispose quasi sussurrando quelle parole fin troppo dolorose per lui.
Forse è ancora presto, dalle del tempo. Ricorda che sta ancora con te..»- dissi provando a rassicurarlo. Demi non mi parlava mai di lui, non ha mai proferito parola sulla loro relazione ne a me ne alle altre. Non sapevo cosa dirgli, ma conoscendo la ragazza immaginavo che era solo un periodaccio e che tutto si sarebbe sistemato tra di loro, ma di questo non potevo dargli la certezza.
No invece!  Vedi.. lei non è come sembra..»- disse alzando lo sguardo verso la fontana situata a pochi metri di distanza dalla nostra posizione.
Che intendi?»- chiesi confusa dalla sua affermazione ma questa domanda lo sconcertò enormemente e quindi provò a rimangiarsi le parole.
Non gli piaccio abbastanza, ecco..»- rispose provando a nascondere il fatto che fosse turbato -«lasciamo stare, a te come va piuttosto?»-
Ci accomodammo sotto un albero e gli dissi tutto ciò che si era perso, dalla vigilia di Natale alla scazzottata tra il biondino e Dan. Rimase scioccato dall’ultimo avvenimento anche se un po’ se lo aspettava dopo la cazzata che aveva fatto Dan. Dopo un po’ tornai in camera mia felice di aver fatto una chiacchierata con  il mio migliore amico.
Quando entrai nella stanza vidi Demi distesa sul letto e con un braccio si copriva gli occhi.
Ehi crazy girl, tutto bene?»- dissi sorridendole mentre con una mano chiudevo la porta. Sapevo che non stava bene, ma non potevo insinuare nulla o le avrei fatto capire che Rob mi aveva parlato.
No»- disse secca levandosi il braccio dalla fronte e portandolo lungo i fianchi.
Vuoi parlarne?»- chiesi pronta a sostenere anche lei.
No, voglio soltanto un abbraccio..»- rispose alzandosi lentamente dal letto.
La abbracciai forte carezzandole lentamente la schiena ma lei inaspettatamente mi stampò un bacio sul collo.
Un brivido, non certo di piacere, mi attraversò la schiena. Mi staccai velocemente e istintivamente indietreggiavi di un passo. Lei notando la mia espressione esterrefatta cominciò a muovere la mani nervosamente.
Scusami ho l’abitudine di farlo alle persone che voglio bene..»- disse balbettando e provando a scusarsi. Di risposta le sorrisi ma mi allontanai a mi sedetti sul letto.
Tra un po’ viene Niall a prendermi per andare a casa sua»- le dissi mentre pensavo a cosa indossare.
Ancora lui?»- pronunciò quelle parole con una certa acidità nella voce.
Cos’ha che non va? Non capisco perché ti sta così antipatico..»- dissi alzandomi dal letto e aprendo la porta del bagno per  evitare di discutere con lei.
Niente, lascia perdere..»-
Non voglio che te lo faccia piacere ma almeno accettalo come mio ragazzo!»- dissi chiudendomi nel bagno pronta a lavarmi.


Niall Pov’

15 minuti, fin troppi.
Mi voltai e m’incamminai verso l’entrata deciso a scoprire che fine avesse fatto la mia ragazza.
Per tutto il tragitto fino alla sua stanza mi risuonavano nella mente mille ipotesi, tra le più stupide e folli.
‘E se non mi volesse più? E se addirittura avesse preferito un altro? Forse sta solo dormendo.. e se stesse sognando quell’altro?’
Basta! Che folli idee, anzi improbabili.
Da quando sono diventato così ossessionato da questa ragazza? Che cosa mi ha fatto? Come ha fatto a farmi innamorare di lei?
Se ripenso al mio passato, mi sembra stupido ammettere di essere riuscito ad innamorarmi ancora. Questa idea mi spaventava e non poco. Prima o poi troverò il momento giusto per dirglielo..
Bussai un paio di volte alla porta prima che, in modo burrascoso, Demi me l’aprisse.
Quando mi vide la sua espressione cambiò da sorridente a nervosa o indifferente. Era qualche giorno che si comportava stranamente con  me e non riuscivo minimamente ad immaginare il motivo dato che io e lei non eravamo né amici né altro; a stento ci scambiavamo qualche parola.
Cosa vuoi?»- chiese posizionandosi sull’uscio e spostando la porta verso di lei per nascondere la stanza alla mia vista.
Angie, ovviamente»- risposi provando in tutti i modi a farle capire che era inopportuna.
Lei con un movimento fluido del capo si scostò i capelli che le ricadevano sul viso e poi rimase a fissarmi immobile per qualche secondo. Rendendosi, probabilmente, conto della situazione imbarazzante sbuffò e si allontanò dalla soglia lasciandomi finalmente entrare.
In quella stanza c’era un disordine smisurato e un odore acre frutto di un miscuglio di molti profumi.
Mi sedetti sul letto più ordinato ed ero quasi certo che fosse quello di Angie dato che ha la mania dell’ordine.
E’ in bagno?»- chiesi notando la sua assenza.
Si»- disse buttandosi sul letto e afferrando una rivista che cominciò a sfogliare con poco interesse.
Passarono altri cinque minuti ed io ero seriamente a disagio. Ero seduto sul letto di una ragazza e mi massaggiavo le mani per scaricare l’evidente tensione che c’era nell’aria mentre provavo a tutti i costi a non inalare quel profumo tremendamente forte. Che bella situazione, eh?
Potresti aprire un po’ la finestra? Fa piuttosto caldo»- chiesi mentendo. Non avevo caldo, ma non riuscivo più a respirare quell’aria. Non mi erano mai piaciuti i profumi forti e aspri.
No»- disse secca senza neanche scostare lo sguardo dalla rivista. Spazientito sbuffai e mi alzai dal letto pronto ad uscire e ad aspettarla fuori ma fortunatamente la porta del bagno si aprì e ipotizzai che Angie fosse pronta. Uscì dal bagno avvolta in un enorme asciugamano che mostrava, in modo abbastanza evidente, le sue curve e che raccoglieva le gocce d’acqua che le cadevano dai capelli bagnati lasciati sciolti sulle spalle.
Era una visione celestiale ai miei occhi e avrei dato tutto per averla sempre al mio fianco. Era un angelo, era il mio angelo.
Demi, mi presti quella crema per il corpo che mi piace tanto?»- disse facendole gli occhi dolci mentre con entrambe le mani si manteneva il capo dell’asciugamano. Ero assolutamente certo che non mi avesse visto, almeno non finché Demi mi guardò, dato che improvvisamente il suo viso si colorò di rosso.
S-scusami per il ritardo, non mi ero resa conto del tempo che passava. Sarò pronta tra un attimo, lo prometto!»- affermò nascondendosi il più possibile dietro la porta del bagno mentre Demi le prendeva la crema che le aveva chiesto.
Ora mi vesto!»- disse chiudendo la porta.
Per me puoi venire anche così!»- le urlai e sentii un suo risolino da dietro la porta.
Di nuovo quella sensazione di disagio ma questa volta era perché Demi non la smetteva di fissarmi.
Aveva le labbra chiuse in modo forzato e la mascella rigida, sembrava volermi aggredire da un momento all’altro, e così fu.
Toccala anche solo con un dito e ti castro!»- sibilò trattenendo la rabbia e cercando di non farsi sentire dall’amica.
Come scusa?»- balbettai in preda alla confusione.
Hai sentito bene. Sfiorala anche soltanto con una mano e giuro che ti inseguirò fino in capo al mondo per pestarti!»- esclamò rilassando improvvisamente la mascella e schiudendo le mani che fino a quel momento stavano stritolando la rivista.
Scoppiai a ridere credendo che fosse tutto uno scherzo e che volesse divertirsi ma poco dopo notai la sua espressione seria e accigliata. Non scherzava per niente.
Che intendi dire?»- chiesi ritornando serio.
Intendo quello che ho detto»- disse rilassandosi a poco a poco. Ci stava prendendo gusto nell’importunarmi.
Che amica premurosa che ha!»- esclamai sarcasticamente ma ciò non le piacque per niente. Era dannatamente lunatica e stramba: un momento era felice e l’altro incazzata, nervosa e triste. Cosa c’era che non andava in lei?
Già, amica premurosa..»- sussurrò credendo che io non la sentissi.
Ancora un volta a salvare la situazione fu Angie che uscì dal bagno definitivamente pronta. Si avvicinò, mi stampò un bacio sulla guancia e poi rivolta a Demi avvisò che sarebbe tornata presto.
Demi è così strana: prima sembri piacergli, come amico si intende, e poi ti sputa veleno addosso perché è gelosa che Angie mi frequenti. Se non sapessi che ha un ragazzo avrei certamente pensato che non fosse etero. 

 

Note dell'autrice: Salve ragazzeeeeee, scusate il ritardo.. ç-ç sono una cacca lo so, lo so.. mi dispiace che ci stia mettendo più tempo del dovuto, ma la scuola rompe.. Inoltre volevo caricarlo oggi ma non ho potuto a causa della corrente spiritosa! La corrente andava e veniva e non riuscivo mai a fare nulla.. sono troppo dispiaciuta!
Ho una notizia da darvi. Ultimamente ho fatto un sogno al quanto strambo e quindi ho deciso di metterlo sotto forma di racconto che pubblicherò qui su Efp. E' una storia originale, non c'entrano i One Direction, mi dispiace ma spero comunque che gli darete un occhiata <3
A proposito dei 1D.. ma avete visto il nuovo video? Ce, DIO! Stupendo *-* E pensare che è stato fatto per beneficenza lo rende ancora più speciale! 
E l'esibizione ai Brit's Awards? Ne vogliamo parlare? Mi sono emozionata, e non mi capitava da tempo.. troppo!
Ancora..cos'altro? Ah si, stanotte li ho sognati! Ce, mi rivolgevano la parola!! Parlavano con me ed io gli ero simpatica! *-* Si nota che è un sogno, eh?
Passiamo a cose più serie.. voglio, come sempre, ringraziare chi segue, chi mette tra preferiti, chi tra le ricordate, chi mette mi piace alla mia storia.. senza di voi non avrebbe modo di esistere, grazie! 
Però se mi lasciaste qualche recensione, ne sarei ancora più felice! 
Grazie di tutto, vi voglio bene! <3
Baci, BlackLily xx
Ps. Se conoscete qualche programma carino per montare video e foto, me lo fate sapere? E magari se potreste inviarmi anche il link da cui scaricarlo.. dato che ho alcuni problemi a trovarli..grazieeee!


 

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 - Every color in the world is in your eyes ***


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«Quando arriva il fattorino? Sono affamatissima!» esclamai lanciandomi di peso sul divano.
Ormai era passata almeno un’ora da quando avevamo ordinato il cibo cinese e sia io che Niall stavamo letteralmente morendo di fame.
«Io sono molto più affamato di te, ma almeno porto pazienza» disse guardandomi dall’altro lato della stanza.
«Ma non ce la faccio ad aspettare oltre!» diventavo letteralmente una bambina quando avevo fame e cominciavo a lamentarmi e a trascinarmi per le stanze come uno zombie.
«Diventi insopportabile quando sei affamata!» esclamò sbuffando e alzandosi dalla sedia su cui era comodamente seduto.
«Ah si? Anche tu!» dissi mettendogli il broncio. Si avvicinò a me e si piego in avanti in modo che i nostri visi fossero l’uno di fronte all’altro e mi sorrise dolcemente.
«Si, lo sei davvero ma ciò non ha impedito che  io mi innam-» provò a dire ma fu interrotto dal campanello che suonava insistentemente. Niall, sbuffando, si avviò alla porta e pagò la cena che poi portò in tavola.
Apparecchiammo velocemente e in malo modo; la cosa più importante in quel momento era mangiare.
«Cosa stavi dicendo prima?» chiesi stuzzicandolo e provando a farlo parlare; mi sedetti accanto a lui ed attesi la risposta.
«Stavo dicendo che.. vedi..nah, vabbè nulla!» esclamò nascondendo una risata. Sapeva fin troppo bene che sarei scoppiata dalla curiosità se non me lo avesse detto.
«No dai, ora devi dirlo! Non puoi lasciare i discorsi a metà» alla mia risposta lui annuì e con le bacchette prese un pezzetto di pollo e me lo portò alle labbra.
«Su, mangia! Non avevi fame?» chiese trasformando il suo viso in un espressione al quanto accigliata; mi stava prendendo in giro.
Il boccone che mangiai mi fece venire in mente quando, qualche anno fa con la mia famiglia, andai a cena in un ristorante cinese abbastanza famoso in Essex.
«Ti piace?» chiese riportandomi alla realtà.
«Certo, ovvio! Sono sicura che Demi mi invidierebbe, lei adora il cibo cinese..no aspetta, forse adora il giapponese..» dissi leccandomi i baffi.
«A proposito di Demi..» disse lanciandomi uno sguardo vago.
«Cosa?» chiesi trangugiando un altro pezzo di pollo fritto.
«Non trovi che sia un po’ strana ultimamente? Cioè non so.. sembra sempre molto nervosa, almeno nei miei confronti..» era titubante sulle parole che diceva ed io non capivo cosa volesse dirmi.
«Cosa intendi?»
«E’ molto affettuosa nei tuoi confronti!» esclamò spalancando un po’ gli occhi, quasi come se avesse voluto farmi cogliere qualcosa che non capivo.
«E’ mia amica, ovvio. Continuo a non capire cosa vuoi dirmi» dissi leggermente irritata.
«Ma non nel senso di amica! Ok, sarò chiaro. Ho l’impressione che Demi sia.. gay» accentuò l’ultima parola quasi come fosse una domanda.
«Sei idiota?» esclamai lasciandomi andare in una rumorosa risata.
«Non sono idiota, non mi offendere! E’ che è strana con me..» disse mettendo il broncio.
«Ma sai bene che scherza» dissi singhiozzando dalle risate.
«Non credo proprio! Oggi, mentre aspettavo che finissi di prepararti, mi ha aggredito e accusato di essere un pervertito e che mi avrebbe ‘castrato se solo ti avessi sfiorata con un dito’» ripeté le ultime parole provando, probabilmente, ad imitare la voce di Demi. Nuovamente scoppiai a ridere pensando alla scena e alla faccia terrorizzata di Niall.
«Ma non era seria! Ti ricordo che è una brava attrice e se vuole può farti credere qualsiasi cosa» dissi sorridendo.
«No era seria, ti giuro che lo era! E poi mi ha minacciato» esclamò cominciando ad alzare la voce.
«Niall, ora smettila! Non è gay e poi ti ricordo che è fidanzata» sostenni leggermente irritata.
«Anche John Travolta era sposato ma poi ha divorziato perché aveva capito di essere gay» disse fiero del suo esempio.
«Non è la stessa cosa» affermai. Adesso stava esagerando; stava accusando la mia migliore amica di essere omosessuale e di provare dei sentimenti per me. Odiavo quando le persone si inventavano stupide storie.
«Non è la stessa solo perché l’attore, in quel caso, era sposato. Lei è fidanzata e nessuno le vieta di provare dei sentimenti per qualcun altro, specialmente se questo ‘qualcun altro’ ha il suo stesso sesso» disse gravemente convinto.
«Stai uscendo fuori di testa, smettila. Lei non è gay, lesbica, omosessuale o qualsiasi altra cosa. Non ce li ho con i gay, precisiamo, ma semplicemente ce l’ho con chi si inventa frottole!» esclamai quasi urlando.
Calò un silenzio decisamente imbarazzante e irritante. Se non mi avesse abbracciata, probabilmente sarei tornata al college; ero fin troppo orgogliosa per fare il primo passo e provare a fare pace.
«La nostra prima discussione,eh?» disse abbracciandomi forte aspettando che io ricambiassi.
«Ed inoltre per una stupidaggine..» dissi sbuffando ed abbracciandolo a mia volta. Lui annuì e poi ridendo disse: «però ho sempre ragione io!»
«Ancora?» lo guardai sconcertata ma divertita allo stesso tempo.
«Scherzavo, scherzavo» concluse lasciandomi un bacio sul collo scoperto. Avevo il brutto vizio di dimenticare le sciarpe in inverno nonostante morissi dal freddo, però, se per ogni volta che avessi dimenticato di mettere la sciarpa lui mi avesse regalato un bacio, ne avrei fatto molto volentieri a meno di lei. Presa dall’euforia iniziai a baciarlo con passione e lui mi strinse in un abbraccio ancora più forte. Delicatamente mi accarezzò la schiena e fu in quel momento un brivido mi percosse la schiena ammaliandomi. Non riuscivo più a formulare un pensiero di senso compiuto e l’unica cosa certa che sapevo era che dovevo fermarmi.
Mi staccai velocemente, anche se di mala voglia, per non ricadere di nuovo in quella fitta rete di tentazioni.
Niall fece una dolce faccia da cucciolo e ciò mi provocò un piccolo risolino.
«Scusa, ma non è il caso» dissi ridacchiando per reprimere l’imbarazzo.
«Non è il caso di cosa?» chiese con espressione accigliata; lui sapeva a cosa mi riferissi ma voleva sentirselo dire.
«Di fare quello che stavamo per fare!» pronunciai lentamente e con un certo imbarazzo.
«Perché cosa stavamo per fare?» rispose sorridendomi e lanciandomi uno sguardo malizioso.
«Nulla, faccio i piatti!» esclamai in preda all’imbarazzo. Cosa stavo immaginando? Perché avevo pensato che potessimo fare qualcosa in più? Sono idiota, mi sono resa ridicola.
Aggirai il biondino e mi avvicinai al lavello dandogli le spalle, non volevo che vedesse il mio viso ormai in fiamme. In quel momento ero la ragazza di fuoco, un po’ come Katniss Everdeen, ma ero di fuoco per un altro motivo.
«Che ne dici se andiamo sulla pista di pattinaggio?» chiese cingendomi i fianchi mentre insaponavo un piatto. Lo immersi sotto il getto dell’acqua, poi lo posai sul lavello e mi voltai verso di lui regalandogli un enorme sorriso.
«Si! Era tempo che volevo andarci..» risposi abbracciandolo e,sfortunatamente, bagnandolo d’acqua e sapone.
«Perfetto, allora tu sciacquati le mani ed io vado a cambiarmi la maglia che mi hai gentilmente sporcato» disse ridendo.
«Scusa!» urlai mentre lui era già sulle scale.
Arrivammo alla pista nel giro di 30 minuti ed io non vedevo l’ora di infilarmi quegli amatissimi pattini e sfrecciare liberamente su di essa, ma ovviamente non potevo immaginare quanto fosse ghermita di gente.
Io e Niall provavamo a pattinare normalmente ma ogni secondo venivamo fermati da qualche fan o urtati da qualche pattinatore poco esperto, anche se sono certa che quella che mi avesse urtato e che mi avesse fatta cadere non era di certo poco esperto. Non volevo pensare che fosse stato fatto di proposito, ma forse era davvero così.
«Stai bene?» chiese il mio ragazzo aiutandomi  ad alzarmi ma con scarsi risultati. La caviglia mi doleva e non poco. Doveva essere una contusione e non riuscivo a credere di aver rovinato il nostro appuntamento. Mi sentivo in colpa perché dopotutto avrei potuto essere più attenta e sicuramente, che fosse fatto di proposito o no, così avrei evitato di cadere e farmi male.
«Non proprio, mi fa male la caviglia» dissi trattenendo un gemito di dolore causato dal mio ennesimo tentativo di rialzarmi. Mi sedetti sul ghiaccio non riuscendo più a sostenere il mio peso. La gente cominciava ad avvicinarsi e potei scorgere, non poco lontano tra la folla, due ragazzine fissarmi e ridere. Dovevano avere più o meno l’età di mia sorella, cioè dieci o undici anni circa.
Come potevano essere così diaboliche? La cosa che più mi sorprendeva era che non fossi minimamente arrabbiata con loro. Quando decisi di mettermi con lui sapevo a cosa sarei andata incontro e non potevo restarci male se accadevano cose del genere. Niall seguì la traiettoria del mio sguardo e linciò le due ragazzine che divennero rosse come due pomodori. Una di loro addirittura si nascose dietro la compagna prima di scappare via dalla pista.
Due paia di mani mi aiutarono ad alzarmi. Uno era Niall e l’altro era il tutor che solitamente si metteva ai bordi della pista per dare una mano a quelli poco capaci.
«Andiamo ti porto a casa» disse il biondino strappandomi dalle mani del tutor, il quale si becco anche lui un occhiataccia di Niall, e prendendomi in braccio a mo’ di principessa.
«Niall» dissi per attirare la sua attenzione «non dovresti portarmi in braccio, sono pesante..» non mi ascoltava. Era troppo impegnato a guardare dove metteva i piedi. Sorrisi e avvolsi le mie braccia intorno al suo collo appoggiando il viso sulla sua spalla.
Alla fine non stavo così male, ce la facevo a reggermi in piedi -dopo essere scesa dai pattini ovviamente- ma non glielo avrei detto, no. Mi stava trattando da principessa e non potevo essere più contenta di così.


«Ce la fai ora?» chiese cingendomi le spalle con un braccio. Avevo dormito da lui -come capitava ormai fin troppo spesso- e la caviglia non faceva più molto male. Avevo utilizzato una crema per le contusioni e poi avevo fasciato la caviglia così da tenerla al caldo.
La caviglia era solo un pretesto per farmi coccolare di più da lui ed averlo ancora di più al mio fianco.
«Si, grazie..» risposi stampandogli un bacio a fior di labbra prima di estrarre quella che era la chiave della mia stanza.
Mi accompagnò fin dentro la stanza e facemmo attenzione a non svegliare Demi, ma non ci riuscimmo.
Prima mugugnò qualcosa di incomprensibile e poi cominciò a lamentarsi interrompendosi soltanto dopo aver visto la fascia sulla mia caviglia.
«Sapevo che non avrei dovuto lasciarla uscire con te!» sbraitò furiosa contro Niall. Se il buongiorno si vede dal mattino questo era uno di quelli pessimi.
Lui la guardò mortificato e poi abbassò il capo senza rispondere. Non era da lui. Che si sentisse davvero in colpa per questo? E Demi.. che idiota.
«Chi sei, mia madre?! E’ capitato ed è stato un incidente. Solo perché sei nervosa ed irritata a causa di Rob che ti ha mollata, non hai il diritto di prendertela con lui!» sbraitai ormai su tutte le furie. Non volevo essere così cattiva ma mi stava facendo perdere la pazienza. Era vero che era particolarmente strana da un po’ di giorni, ma Demi è strana: il suo carattere è strano, il suo stile è strano, il suo modo di parlare è strano. Quindi non mi ero posta nessuno problema, non fino ad ora.
Non pensavo fosse gay, come Niall sosteneva, ma era troppo soffocante. Voleva sempre sapere dove e con chi mi trovassi, a che ora sarei uscita o tornata, che cosa stessi facendo o cose del genere e cominciava ad essere seriamente invadente.
«Cosa c’entra Rob? Non metterlo in mezzo» rispose con una certa calma. L’avevo ferita ma non era mia intenzione. Volevo solo che una volta per tutte si facesse da parte e mi desse i miei spazi.
«Da quando vi siete lasciati» dissi mimando delle virgolette sull’ultima parola «sei sempre nervosa e in più guardi male il mio ragazzo che in tutta questa storia non c’entra nulla». Niall poggiò una mano sulla mia spalla e mi sussurrò qualcosa per calmarmi e che non capii.
«Non è per questo..» sussurrò. Fece un respiro profondo e poi puntò i suoi occhi nei miei «Non capisci mai nulla!» urlò. Aveva gli occhi lucidi e ogni tanto la sentivo tirare su col naso fin quando non si voltò ed uscì dalla stanza -ancora in pigiama- sbattendo la porta.
Mi voltai verso il mio ragazzo che istintivamente abbracciai carezzandogli la schiena.
«Mi dispiace..» disse guardandomi negli occhi «se non ti avessi portato a pattinare, tutto questo non sarebbe successo»e abbracciandomi più forte di prima.
«Non è colpa tua..» furono le uniche parole ad uscirmi da bocca. Ero scossa dagli eventi: dalla caviglia fatta male, alla discussione con Demi che automaticamente mi riportava alla mente la discussione con Niall della sera precedente. Ero tutto così strano e tutto fin troppo complicato.


Ero talmente tanto sovrappensiero che mi ero scontrata con  Mercedes facendole cadere tutti i libri. Dopo circa un minuto intero di scuse lei mi chiese cosa mi fosse successo alla caviglia. Avendo notato il mio zoppicare si era gentilmente offerta di accompagnarmi in classe nonostante lei avesse un orario diverso dal mio.
Quel giorno non mi andava di incontrare nessun’altro che non fosse un professore o un alunno così arrivai in classe in anticipo. Inizialmente sentii dei risolini e pensai che forse qualcuno era arrivato in anticipo come me.
Entrai nell’aula e vi trovai Ashley seduta sulla scrivania con  le gambe accavallate scuotendo leggermente quella destra. Di fronte a lei il professore la fissava insistentemente e le sorrideva provocando nella mia amica una serie di risolini idioti. Tossii per far notare loro la mia presenza e la bionda repentinamente mi corse incontro provando a nascondere l’imbarazzo. Mi salutò calorosamente e notando la mia caviglia fasciata mi accompagnò ai banchi e si sedette accanto a me parlandomi di tutto, fuorché della situazione precedente.
Dopo le lezioni tornai in camera esausta e tutto ciò che volevo era stendermi su quel dannato letto e riposare un po’ la mente.
Corsi per i corridoi non preoccupandomi minimamente della caviglia ferita e non appena spalancai, con una certa violenza, la porta della camera -che poi con la stessa forza richiusi- mi fiondai sul letto. Sfilai l’I-pod dalla tasca e feci partire ‘Varuo’ dei Sigur Ròs mentre col pollice scorrevo lo schermo del cellulare.
Mi ritrovai per caso -si fa per dire- sulla home di Twitter di Niall e notai con stupore che aveva lasciato scritto un messaggio sul piccolo incidente della sera precedente. Potei notare quanto le fans ci tenessero a loro, pubblicando foto con sopra stampate dediche amorose. Tutto ciò mi fece sorridere ma mi fece anche salire la curiosità di cercarne altre.
Migliaia di foto ritraevano il mio ragazzo insieme alla band, ai concerti o addirittura dove si soffiava il naso e poi altre ritraevano Niall ed una ragazza alta e mora. Inizialmente pensavo fosse una fan, ma notai come comparisse in molte fotografie. E poi c’era quella.
Niall teneva per mano questa ragazza e passeggiavano per le strade di NY.
Risaliva a qualche settimana fa, poco prima di Natale, quando lui era partito per il tour.
Non volevo farmi strane idee e non me le sarei fatte se non fosse stato per i commenti delle fan.
«Sarebbero una bella coppia» dicevano. «Dovrebbero stare insieme: lei è perfetta, lui è perfetto» dicevano. «Si chiama Allison!» dicevano.
Allison.
Se al nostro primo incontro lui mi avesse chiamata Rebecca o Amanda o qualsiasi altro nome avrei potuto capire ma lui mi chiamò Allison.
Allison.



Note dell'autrice:
Salve a tutti/e! Spero di essere stata abbastanza puntuale.. spero! çç
Spero soprattutto che questo capitolo vi piaccia e che vi abbia incuriositi..
Non so, penso che stia diventando noiosa.. voi che dite? Dovrei fare qualcosa per cambiare o aggiungere dell'altro.. oddio aiuto!
Ho bisogno che voi mi diciate se vi piace o no, altrimenti come faccio a sapere se ne vale la pena continuare? Recensite e fatemi sapere.. anche un piccolo messaggino dove dite "Si, è carina" "No, riciclala"...


Passiamo ai ringraziamenti(se vi scocciate di leggere, potete chiudere non ho altro di importante da dire u.u):
-Ringrazio chi aggiunge a preferiti. 
«3
-Ringrazio chi aggiunge a seguite. «3
-Ringrazio chi mette tra le ricordate. «3
-Ringrazio i ''mi piace'' e ringrazio per le 800+ visualizzazioni del prologo! jguhjiusha ** 


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Capitolo 18
*** Capitolo 17 - «Io, invece, ti merito» ***


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.Everything was easy
everything was simple
never felt so good
when she was mine
.


Quella dannata suoneria non la smetteva di darmi fastidio. Avrei dannatamente voluto afferrare il mio cellulare per scaraventarlo giù da una collina.
Stavo odiando quella canzone che tra l’altro era una delle mie preferite: When she was mine dei Lawson.
Erano una band emergente, proprio come i One Direction, e stavano avendo un discreto successo da queste parti. Se la band fosse stata formata all’epoca dei miei tredici anni sarei stata sicuramente una di quelle fan accanite che li seguivano ovunque, e non intendo solo su Twitter.
Sarei diventata la loro groupie e li avrei seguiti in tutte le loro tappe del tour. Avrei sognato una storia d’amore con uno della band -o anche con  tutti-  e poi mi sarei resa conto che era tutto troppo complicato e avrei abbandonato i miei sogni per tornare alla vita reale.
Anche nelle mie fantasie più remote riuscivo solo a ricavarne il peggio: non ero affatto di buon umore.
Tenni gli occhi chiusi per un bel po’ di tempo assaporando il dolce vento invernale di Londra che s’infrangeva sul mio viso arrossandolo. Il giorno dopo mi sarei svegliata sicuramente con  la pelle leggermente screpolata e avrei dovuto elemosinare Stacey  per avere la sua crema.
«Un nuovo messaggio vocale» proruppe all’improvviso il mio cellulare. Lo sfilai dalla tasca lentamente come se avessi paura di ciò che mi avrebbe detto. Notai che tra le notifiche avevo ben dieci chiamate perse sia di Niall sia di Demi.
Guardai il messaggio e col pollice schiacciai il pulsante ‘play’.
«Dove sei finita?! Appena senti il messaggio, richiamami!» sbraitò il cellulare, o meglio, Niall.
Riposi il cellulare nella tasca intenzionata ad ignorarlo ancora per molto. Non mi andava di sentirlo, di vederlo o di parlagli, volevo soltanto rilassarmi per un po’ almeno fin quando avessi potuto. Cominciai a dondolarmi su quella che doveva essere l’altalena del parco dove qualche sera prima Niall mi aveva gentilmente portato.
Non riuscivo a trovare un senso logico a tutto quello che stava accadendo: Demi a cui piaceva piantarmi in asso insinuando che io fossi stupida perché ‘non capisco mai nulla’, poi Niall e lei sue stupide fotografie insieme a quella altrettanto stupida ragazza.
Al biondino piacciono le stupide a quanto pare.
Perché stava con me se frequentava l’altra,ammesso e concesso che stessero insieme?
Mi stava soltanto prendendo in giro, ovviamente. Questo spiegava perché in giro su internet non ci fossero foto che ritraessero la rockstar in mia compagnia. Ero solo un passatempo, uno stupido passatempo.
Però perché sprecarsi a pubblicare uno stato sul mio incidente? Perché sprecarsi ad invitarmi a cena, a casa sua o da qualsiasi altra parte? Un giorno diventerò matta, dovranno rinchiudermi in un manicomio e dovranno mettermi una di quelle camice di forza bianca con tutte quelle cinghie di metallo come si vedono nei telefilm e dovranno mettermi quella maschera di pelle che ti impedisce di mordere; Angelica Lecter, non male come nomignolo.
Un altro squillo. Stufa di tutto afferrai il cellulare e lo spensi per poi riporlo nuovamente al suo posto.
Quando rialzai lo sguardo notai una figura avvicinarsi lentamente a me. Inizialmente credei che fosse Niall ma avvicinandosi notai che era un volto nuovo. Non lo conoscevo, non sapevo chi era ma soprattutto cosa voleva.
Si fermò a meno di un metro da me e si abbassò il cappuccio che gli nascondeva parte del viso.
Mi sorrise e poi garbatamente chiese: «Hai da accendere?» lo fissai e per un attimo dimenticai che mi avesse rivolto una domanda. Inclinò il capo di lato ed inarcò un sopracciglio mettendo ancora più in evidenza quell’enorme piercing che attraversava parte della palpebra fissa e sbucava poco sopra il sopracciglio. Non avevo risposto non perché mi fossi incantata davanti alla sua bellezza, anzi non era poi così bello, ma perché somigliava dannatamente a Nathan e per un attimo credei che fosse veramente lui.
«No, mi spiace» risposi fissandolo negli occhi. Le sue occhiaie nere e lievemente marcate risaltavano i suoi occhi verdi e lucenti tanto che per un attimo credei che fosse ritornata la luce del sole. Dovevo ammettere che i suoi occhi erano stupendi e lo invidiavo per questo. I miei erano di uno stupido castano tenue tendente al giallo e fin troppo comune.
«Sei sicura? Non è che ce l’hai e non vuoi darmela?» disse sorridendo e facendomi notare l’ennesimo piercing  posto all’angolo destro inferiore delle labbra.
«No, sul serio non ce l’ho» risposi con voce rauca. Mi schiarii la gola con un colpo di tosse e ciò fece sorridere nuovamente lo sconosciuto.
«Non dirmi che ti faccio paura..» disse scoppiando in una fragorosa risata. Di colpo mi alzai e strinsi le braccia al corpo infastidita dalla sua presenza.
Lui pian piano ritornò serio- più o meno- e tossì schiarendosi la gola senza mai perdere però quel sorrisino strafottente.
«La smetto di importunarti e vado ad elemosinare sigarette altrove» disse mostrandomi i suoi denti perfettamente bianchi.
Arretrò di qualche passo e poi si voltò salutandomi con una mano, mostrandomi la lingua e.. un piercing. Possibile che fosse bucato ovunque?
Mi avviai verso una panchina da picnic posizionando il capo sul tavolino.
Da lontano vidi un taxi fermarsi sul ciglio della strada da cui uscì una figura esile.
Non volevo essere importunata di nuovo, così mi alzai e a passo svelto mi diressi verso il lato opposto, proprio dove incominciava la vera vita movimentata di Londra.
Sentii quella persona urlare qualcosa e poi mi chiamò. Mi fermai e quando le luci dei lampioni illuminarono quella figura potei scorgere Demi che si sbracciava furiosamente per farsi notare.
Mi corse incontro e quando mi fu di fronte appoggiò le mani sulle sue ginocchia per riprendere fiato.
Dopo pochi secondi, ancora nella posizione precedente, mi linciò: «Perché non rispondi alle chiamate?!» urlò con quel poco fiato che aveva recuperato.
«Pensavo avessi detto che fossi una stupida, quindi perché dovremmo parlare? Tanto non ti capisco..» risposi con calma e tranquillità. In realtà ero tutt’altro che tranquilla ma questo non volevo farglielo notare.
«Sai che non lo farei mai» disse alzandosi e impostando la schiena dritta.
«Perché?» chiesi. Non sapevo esattamente cosa volessi sentirmi dire, ma era come se dentro di me sapessi che tutto ciò che Niall mi aveva detto fosse vero.
«Lo sai il perché..» biascicò quelle parole di mala voglia e ancora una volta provava a nascondermi qualcosa.
«No, non lo so. Stamattina mi hai attaccata come una belva e mi hai accusato di essere una stupida!» sbraitai in preda alla rabbia. Si stava ripetendo tutta la scena di quella mattina e sarebbe finita male anche questa volta. Lei non rispose, ma si limitò ad abbassare il capo fissandosi insistentemente i piedi come se questi fossero più interessanti della sua migliore amica.
«Invece di stare in silenzio, fammi capire!» urlai infastidita da quel comportamento. Possibile che ciò che intendeva fosse così evidente ed io ero l’unica a non rendersene conto?
«Non posso..» sussurrò mentre la sua voce si mozzava. I suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime ma sapevo che non avrebbe mai pianto in mia presenza.
«Mi ferisci, non farlo anche tu..» biascicai le ultime parole come se fossi una bambina capricciosa che cerca di ottenere i suoi giocattoli e non ci riesce.
«A chi ti riferisci?» chiese alzando il suo sguardo ormai diventato di fuoco. Non le risposi perché sapevo che se l’avessi fatto avrebbe sbranato il mio ragazzo.
«Parla!» urlò con i viso in fiamme dalla rabbia «lo sai che per quanto possiamo litigare non la smetterò mai starti accanto, e potrai sempre confidarti con me» disse sbuffando e provando a rilassarsi.
Presi un enorme boccata d’aria e finalmente mi decisi a parlare: «Niall. Ho visto delle foto che avrei desiderato non vedere..» sospirai affranta. Lei strinse i pugni e chiuse gli occhi scuotendo la testa a destra e sinistra.
«Lui non ti merita» disse inforcando i suoi occhi di fuoco nei miei. Ero sull’orlo di una crisi di pianto e non avevo più la voce per poter rispondere così mi limitai ad annuire.
«Invece, io..» prese una pausa in cui scrutò nei miei occhi come se volesse cercare qualcosa, una risposta e poi continuò: «ti merito..»
«Cosa?» credei di aver sentito male, di essermi immaginata tutto, ma una cosa del genere non si può immaginare.
«Io, invece, ti merito»
Mi sentii il peso di tutto il mondo sulle spalle e ciò che volevo in quel momento era soltanto sparire per sempre.

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Note dell'autore: Sono ritornata prima questa volta ** Ho avuto una sorta di ispirazione proprio ieri e non vedevo l'ora di postarvelo! Spero vi sia piaciuto e v'informo che ho già scritto il capitolo successivo( si, l'ho scritto sempre ieri. Mi sono dedicata soltanto a questo ùu)
Vi prego lasciatemi qualche recensione, sarebbe bello leggere il vostro pensiero çç
Dato che ho scordato di dirvelo nell'altro capitolo, la Allison a cui si riferisce Angie non è la stessa innamorata di Dan, se eravate preoccupate di ciò spero di avervi rassicurate :)

Ringrazio come sempre tutti: chi aggiunge a preferiti, chi aggiunge a seguite, chi tra le ricordate e chi dedica un briciolo del suo tempo alle recensioni <3 Grazie, grazie, grazie! 

Se mi cercate su twitter sono: https://twitter.com/Angie_S95 
Su ask sono: http://ask.fm/account/questions#_=_
Baciii Lily xx

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 - «Per la persona che amo questo ed altro..» ***


                                                                     Image and video hosting by TinyPic


It doesn't matter if the stars forget us
It doesn't matter if the world don't know our names
It doesn't matter if they talk about us
It doesn't matter 'cause we are in, we are in love
(We are in love-  Cider sky)


Demi
Può essere il silenzio rumoroso e assordante? Si, che può.
Quella sera quel maledetto silenzio mi distruggeva i timpani e mi consumava dentro. Avrei preferito un concerto hard-rock a quel silenzio. Avrei preferito qualsiasi cosa a quel silenzio.

L’avevo sconvolta, spiazzata e confusa ma come dargli torto? Una dichiarazione a cuore aperto dalla tua migliore amica non era una cosa da tutti i giorni. Forse avevo sbagliato il momento, forse avrei dovuto dirlo prima o forse non avrei dovuto dirlo affatto.
Non mi aspettavo che finisse in questo modo ma soprattutto non mi aspettavo che lei stesse zitta. Avrebbe potuto dire qualsiasi cosa, qualsiasi cazzata l’avrei accettata comunque perché l’avrei presa come un atto di imbarazzo, il silenzio,invece, è inconfondibile. Il silenzio è un ‘no’ secco con la lettera maiuscola, in grassetto e col punto esclamativo.
Era lì inerme che mi fissava con gli occhi strabuzzati e il viso contratto in una smorfia di dispiacere, tristezza, rabbia e dolore insieme. Angie non era mai stata così difficile da capire: ogni sua smorfia, ogni sua espressione, ogni suo modo di fare erano completamente stampati nella mia mente ed io la conoscevo meglio di chiunque altro. Ero il dizionario che potevi consultare quando avevi bisogno di informazioni su di lei. Non dico che fossi innamorata di lei, non so cosa significa essere innamorati non essendolo mai stata, però provavo un grosso senso di gelosia quando Niall era nei paraggi con lei, un grosso senso di amarezza ogni qual volta lei mi abbandonava per uscire con la sua bella rockstar. Non era un mistero per nessuno che io fossi bisessuale: per nessuno tranne che per lei. Non capiva, non ci riusciva o peggio ancora non voleva capirlo. Stufa di quell’orrendo silenzio mi voltai e le dissi: 
«Andiamo al college. Il tuo ragazzo è preoccupato per te, faresti meglio a chiamarlo» m’incamminai verso il ciglio della strada sperando di abbordare un taxi. Lei mi seguiva a passo lento senza proferire parola e la vidi trafficare con il cellulare. Probabilmente inviava un messaggio al suo irlandese per assicurarlo che stesse bene.


«Stasera dormirò altrove» dissi aprendo la porta della stanza e lasciandola passare «quindi puoi stare tranquilla».
«No» urlò spaventandomi «scusa. Puoi rimanere, non ti darò fastidio» disse guardandomi mentre si martoriava le mani.
«Non mi va di restare qui, mi spiace» dissi voltandomi per poi aggiungere: «e per la cronaca, non sono gay ma bisex» chiusi la porta, mi appoggiai alla parete e sospirai. Sentivo che quel peso che avevo addosso era scomparso: un po’ per aver trovato la mia coinquilina sana e salva, un po’ per averle finalmente dichiarato i miei sentimenti.
Presi il cellulare dalla borsa ed effettuai una chiamata. Attesi che la persona dall’altro capo del telefono rispondesse per poi partire spedita a parlare.
«Posso restare da te stanotte? So che ti sto chiedendo molto però ho bisogno di te» chiesi trattenendo il fiato per la paura di un rifiuto.
«C’è sempre posto per te al mio fianco, Demi» disse ed io immaginai che stesse sorridendo.
«Grazie, Rob» risposi e ormai ero pronta per scoppiare a piangere tra le sue braccia.
«Per la persona che amo questo ed altro..» Staccai la chiamata e con le forze che mi rimanevano corsi verso la sua stanza. Nonostante ciò che abbiamo passato, era sempre pronto a darmi sostegno e quella era una delle parti di lui che amavo.


Dan
Presi un profondo respiro e feci il conto alla rovescia partendo da tre. Bussai alla porta ed attesi che venissero ad aprirmi. Il suo viso sembrò essersi illuminato nel vedermi ma fu solo un’impressione sbagliata. Dopo aver compreso chi fosse la persona che l’aveva disturbata aveva assunto un espressione scocciata e irritata.
«Dan, ho avuto una brutta giornata quindi ti prego va’ via» disse Angie riavviandosi i lunghi capelli castani. Aveva il viso stanco e i suoi occhi non brillavano come al solito. Mi dispiaceva vederla in quello stato e avrei voluto fare qualcosa ma forse non era il momento adatto.
«Aspetta!» dissi bloccando la porta che stava per chiudere e prima che lei potesse dire qualcosa ripresi a parlare «volevo soltanto chiederti scusa per quello ho fatto. Non so se ho creato danni tra te e Niall ma spero vivamente di no. Quindi ti prego, perdonami..»
Lei mi fissò a lungo puntando i suoi occhi affranti nei miei per poi appoggiarsi allo stipite della porta.
«Allora?» non ottenendo ancora la risposta continuai a parlare «So di aver fatto una sciocchezza, so di essere stato uno stupido e so di averlo capito troppo tardi. Ma ti assicuro che queste scuse sono sincere e in più ti assicuro che una cosa del genere non ricapiterà mai più» lei sospirò, socchiuse gli occhi e annuì. Non era una risposta concreta ma ciò che ottenni fu lo stesso soddisfacente quindi velocemente le stampai un bacio leggero sulla guancia e scappai via verso l’altra ala del college.
Arrivai fuori un’altra porta e prima di bussare mi sistemai un ultima volta i capelli e aggiustai un filo della sciarpa che era sfuggito dal nodo che avevo fatto. Questa volta contai fino a dieci e poi bussai, non una volta ma due. La dolce ragazza che mi venne ad aprire indossava ancora il pigiama ed aveva l’aria tremendamente assonnata. I capelli biondi e spettinati le ricadevano sulle spalle incorniciandoil suo viso tremendamente angelico e rendendola ancora più bella di quanto non fosse solitamente.
«Cosa ci fai qui?» mi chiese sconvolta appoggiandosi alla porta socchiusa «E’ tardi, dovresti essere a letto!»
«Vestiti, devo portarti da una parte» dissi soltanto lasciandola interdetta.
«Cosa?» chiese Allison spalancando la bocca «sono le 23.00, dove vorresti portarmi?»
Semplicemente la guardai negli occhi e lei capì al volo che non doveva contraddirmi. Dopo dieci minuti di attesa uscì dalla stanza pronta con indosso le sue solite Ugg e il famoso cappellino di lana.
Le presi la mano e la trascinai letteralmente fuori dal college dove ci attendeva già un taxi.
«Prima lo facevo spesso, ora ti imbarazza che io ti prenda la mano?» chiesi ridendo e notando il suo volto in fiamme ma lei si limitò a sorridermi stringendo ancora di più la mia mano.

«E’ stupenda la vista da qua su!» esclamò lei mentre lentamente si spiaccicava sempre di più al vetro come se questo le permettesse di vedere di più. Avevo deciso di portarla a fare un giro al centro di Londra dato che non ci andava spesso e conoscendo i suoi gusti l’avevo invitata a fare un giro sulla London Eye, la famosa ruota panoramica.
«Per questo ti ho portata qui» risposi guardandola negli occhi e mi sentii morire dentro. Ogni volta che incrociavo il suo sguardo nasceva qualcosa di strano in me, qualcosa di inspiegabile.
Ci avevo impiegato molto tempo per capire cosa fosse quella sensazione ma finalmente ci ero riuscito.
Stava quasi per scattare la mezzanotte e finalmente li vedemmo: i fuochi d’artificio.
Quelle enormi luci colorate che scoppiavano nel cielo illuminavano tutta la città riflettendosi nelle acque del Tamigi. Ciò attirò molto l’attenzione della mia migliore amica che rimase affascinata dallo spettacolo guardando con  stupore quelle enormi luci scoppiettanti.
«E’ tutto così meraviglioso, Dan!» urlò in preda alla gioia «sapevi che ci sarebbero stati i fuochi d’artificio?» mi chiese e mi prese in contro piede. Scossi la testa a destra e sinistra e quella fu una menzogna bella e buona. Sapevo dello spettacolo, sapevo che ci sarebbe stata una festa ma non volevo apparire troppo...romantico.
Alla fine del giro la trascinai sul ponte del Tamigi mentre i fuochi continuavano ad esplodere imperturbabili. Dopo tanto tempo riuscii a leggere della sincera gioia nei suoi occhi e ciò rendeva felice anche me. Le luci della festa si riflettevano nei suoi occhi color nocciola e creavano strani effetti con le sue iridi limpide. E’ questa la felicità? Veder sorridere la persona a cui vuoi bene, vederla felice e spensierata, è felicità? Si, che lo è. Chi ha mai detto che per essere felici bisogna avere qualcosa di costoso o qualcosa di raro? A me basta il suo sorriso, a me bastano i sorrisi che mi rivolge ogni volta che mi guarda.
Le presi ancora una volta la mano e la trascinai tra la folla di persone che andavano via via accalcandosi sotto un palco. Era tutto allestito al meglio, mancavano soltanto i cantanti che sarebbero saliti nel giro di quindici minuti. La lasciai per un secondo e le chiesi di aspettarmi lì, poi mi diretti verso il retro del palco e parlai con una giovane donna che indossava delle cuffie: doveva essere una manager. Le chiesi un piccolo favore e lei acconsentì di mala voglia. Ritrovai Allison e la trascinai, ancora una volta, con me notando man mano il suo crescente stupore.
L’avevo fatta salire sul palco e lei era fortemente imbarazzata. Si potevano sentire i brusii della folla che, ovviamente, si chiedeva il motivo di quella nostra entrata. Inspirai un enorme boccata d’aria e prendendo coraggio m’inginocchiai. No, non volevo chiederle di sposarmi.
«Che stai facendo?» chiese balbettando e con il viso inondato da un lieve rossore «Alzati! Ti prego, che vergogna..» sussurrò portandosi una mano sul viso per nascondere il crescente imbarazzo.
Presi il microfono mettendo in scena uno degli atti più coraggiosi che abbia mai potuto fare.
«E’ abbastanza dire che sono stato un’idiota e che non meritavi un simile trattamento? Purtroppo ho capito troppo tardi il mio errore, ho capito tutto troppo tardi. Non mi ero reso conto che tutto ciò di cui avevo bisogno era davanti ai miei occhi tutti i giorni e in tutti i momenti. Quello di cui avevo realmente bisogno era sempre al mio fianco che mi sosteneva in tutte le mie scelte e anche in tutti miei sbagli. Il mio più grande bisogno era la mia migliore amica, la mia splendida, meravigliosa, stupenda e fidata migliore amica. Tutto ciò di cui avevo, ho ed avrò bisogno ha un nome ed è Allison. Quindi ti chiedo perdono» dissi tremando mentre le tenevo una mano «lo farai? Non dirmi di no, mi sono anche inginocchiato per te!» conclusi ridendo e stringendo nervosamente la mano intorno al microfono. Ero nervoso, non perché lei non mi avrebbe perdonato perché ero certo che l’avrebbe fatto, perché mi ero reso conto di non essere mai stato così tanto innamorato in tutta la mia vita. Non ero mai impazzito per nessuna prima d’ora e soprattutto non mi aspettavo che succedesse con la mia migliore amica. I segnali che avessi una cotta per lei da tempo erano evidenti ma davo per scontato che non fosse vero semplicemente perché era la mia migliore amica.
Lei annuì ridendo e potei notare come provasse a trattenere le lacrime per l’emozione. Mi alzai e mi parai a pochi centimetri dal suo viso e le dissi: «Sai cos’altro ho capito?» scosse la testa quasi impercettibilmente.
«Cosa?» chiese flebilmente e sorridendo mentre il suo sguardo imbarazzato vagava ovunque e scrutava tutte le persone.
«Ho capito che ti amo» dissi con tutta la voce che avevo in gola. Volevo che anche quella persona distante 50 metri da noi mi sentisse, dovevano saperlo tutti, dovevano sapere quanto la amassi.
Lei rimase a fissarmi incredula puntando i suoi occhi, ormai fin troppo lucidi, nei miei e mordendosi il labbro inferiore.
Non resistetti più e velocemente la attrassi a me e la baciai. Il mio petto stava totalmente scoppiando di gioia. Mi sentivo una donna a pensare in questo modo ma era così. Ero così incondizionatamente innamorato di lei e non vedevo l’ora di bearmi dei suoi baci tutti i giorni, ogni ora, ogni minuto, ogni secondo della mia vita.
Cominciammo ad udire i grondanti fischi e applausi della folla e tutto ciò mi fece sorridere ancora una volta. La trascinai giù dal palco dato che il tempo a mia disposizione era finito e la portai sul retro cercando la manager per ringraziarla ancora una volta per avermi permesso tutto ciò.
Ci ritrovammo in un posticino solitario del backstage: doveva essere il lato in cui si trovavano precedentemente gli artisti che in quel momento erano sul palco a cantare.
Le cinsi i fianchi e la spinsi vicino al muro dipinto da migliaia di murales e la baciai con passione. Lei allacciò le braccia intorno al mio collo permettendomi di approfondire quel nostro bacio spassionato.
«Ti amo, ti amo e ti amo» dicevo tra un bacio e l’altro «perdonami per averlo capito troppo tardi».
 «E’ valsa la pena aspettare» disse fissandomi e facendomi perdere la mente in quella distesa color nocciola che erano i suoi occhi «perché ti amo anche io».





Note dell'autrice:
Ciao a tutti, sono tornata puntuale con il capitolo *-* Volevo pubblicarlo qualche giorno fa poi ho deciso di farvi aspettare ancora un po', giusto per tenervi sulle spine u.u 
Spero che questo capitolo vi piaccia, perché, cavolo, io mi sono divertita tantissimo a scriverlo e mi sono quasi, dico 'quasi', emozionata per loro 
«3 (non è veroooo, ho pianto ç-ç)

Sul serio, spero vi sia piaciuto e sono sicura che il prossimo vi piacerà ancora di più, forse.. non lo so e.e

Ah, ringrazio tutte le magnifiche persone che hanno recensito ultimamente, mi ha fatto un gran piacere.. anzi immenso, ero felicissima! Quindi, se non vi è di disturbo, lasciate una recensione anche qui 
«3
Ringrazio chi mette la storia tra preferiti, seguite, ricordate e i 'mi piace' tramite Facebook. Dato che non voglio dilungarmi oltreeee, vi saluto, al prossimo aggiornamento «3
Baci, Lily..«3

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 - Make love your goal ***


                                                                     Image and video hosting by TinyPic

 

The power of love
a force from above
cleaning my soul..
(Gabrielle Aplin - The Power of love)

 Angie

Quella mattina il mio letto non era mai stato così comodo. La forza di alzarmi, per andare a lezione ed incontrare tutte le persone che meno avrei voluto incontrare, non c’era. Mi chiedevo dove fosse finita, dove si fosse nascosta. Ma era davvero la forza che mancava o era il coraggio di affrontare i problemi? Non ero mai stata una tipa che affrontava di petto le sue preoccupazioni o paure, ma piuttosto ero il tipo di ragazza che si chiudeva in se stessa e si isolava dal resto del mondo con un paio di cuffie alle orecchie.
Quella mattina, mai come prima d’ora, mi stavano arrivando fin troppi messaggi e il mio nervosismo stava davvero schizzando alle stelle.
Mi chiedevano perché non fossi andata a lezione,se mi fossi ammalata e mi informavano sul nuovo spettacolo ma io, senza pormi alcun problema, non rispondevo e, mentalmente, li mandavo a quel paese.
Passarono un bel po’ di ore prima che avessi qualsiasi tipo di contatto con la specie umana fin quando Allison, la mia compagna di studi, non bussò alla porta.
«Hei, posso entrare?» chiese aprendo leggermente la porta.
«Certo..» risposi quasi balbettando a causa della lingua intorpidita. Avevo, in un certo senso, affrontato una maratona del silenzio stando tutta la notte e tutto il giorno zitta.
«Volevo parlarti» disse martoriandosi le mani a furia di stingerle. Non sapevo esattamente cosa volesse dirmi e neanche cosa io volessi sentirmi dire, sapevo soltanto che ero leggermente infastidita dal suo recente comportamento e che, qualsiasi cosa fosse venuta a dirmi, non avrebbe avuto importanza.
«Volevo farti le mie scuse» annunciò puntando i suoi occhi castani, ormai arrossati, nei miei «mi sono comportata male. Ho sbagliato a scaricare il mio nervosismo, la mia rabbia o qualsiasi cosa fosse, su di te. Avrei dovuto parlarti prima, esporti il mio problema e risolverlo, non attaccarti ed offenderti» bisbigliò le ultime parole come se avesse un groppo in gola.
Avevo sbagliato a valutare le mie intenzioni, come avrei potuto fregarmene delle sue scuse? Erano sincere, e nonostante fosse una brava attrice, non riusciva a nascondere i suoi occhi lucidi e le labbra quasi incurvate in una smorfia di dolore.
«Ti avevo già perdonata» mentii. Non volevo farla stare peggio, era palese che fosse già abbastanza ferita da tutto il casino che aveva fatto Dan qualche settimana prima. Senza che neanche riuscissi a reagire, mi saltò addosso e mi strinse in un abbraccio stritolatore dipingendo il suo volto con un sorriso. Quasi riusciva a risollevare anche il mio morale.
«Volevo dirti un’altra cosa..» aggiunse guardandomi con occhi dolci e felici «Io e Dan stiamo finalmente insieme» disse battendo le mani come una bambina gioiosa. Non potei fare a meno di sorriderle e di congratularmi con lei.
Era una sorpresa alquanto strana, anche perché ero convinta che fosse ancora scombussolata a causa di quel mio bacio rubato da parte di Dan. Ero contenta per lei, però in quel momento non potevo regalarle alcun sentimento positivo, così gentilmente le chiesi di lasciarmi sola perché avevo degli impegni da svolgere. Mentii ancora.
Mi trascinai nella doccia, dato che ero rimasta tutto il giorno in pigiama, e mi lavai per bene. Quando uscii dal bagno raccolsi i capelli umidi in una crocchia e mi infilai i primi vestiti decenti che trovai nell’armadio per poi buttarmi nuovamente sul letto come se non avessi già riposato abbastanza.
Niall ancora non si era fatto sentire ed ormai il mio cuore stava scoppiando di dolore, rabbia e delusione. La sera precedente era stata Demi a cercarmi, quella mattina erano state Ash e Mercedes ad inviarmi, anche se stupidi o inutili, dei messaggi, quel pomeriggio era stata Aly a venirmi a trovare, non lui. Ciò non faceva altro che confermare le mie idee su una sua presunta e segreta relazione. Era un idiota. Un idiota che,sfortunatamente, amavo.
Ero assorta nei miei pensieri quando qualcun altro bussò alla mia porta. Ormai ero assolutamente certa che non fosse il mio ragazzo, ci avrei addirittura messo la mano sul fuoco, e contro ogni aspettativa, avrei fatto meglio a non farlo.
Era lì, davanti a me, madido di sudore e col fiatone. Aveva corso chissà quanto per venire qui eppure ero ancora troppo furiosa per poterlo ascoltare.
Sopraffatta da una sconsiderata frenesia gli sbattei la porta in faccia, lasciandolo, probabilmente sconvolto, dall’altro lato della porta.
Bussava insistentemente e, circa a ogni 3 o 4 colpi, pronunciava il mio nome. Mi aggiravo nervosamente per la stanza in cerca delle parole giuste da dire, o meglio, da urlare. Non mi aveva mai vista così arrabbiata e ammetto che sentivo un po’ di imbarazzo a mostrargli quel lato di me.
Inoltre mi aveva completamente presa in contropiede presentandosi così alla porta della mia stanza, senza che io potessi crearmi un discorso o qualsiasi frase di senso compiuto.
«Dobbiamo parlare attraverso una porta?» urlò battendo per l’ultima volta una mano sul legno. Mi bloccai e controllata, purtroppo, dalla rabbia urlai:«Non voglio parlare!».
«Cosa ti prende? Perché ti stai comportando in questo modo?» chiese provando a forzare la maniglia della porta. Non sentendo alcuna mia risposta continuò a battere colpi e a parlare «Dammi una spiegazione valida!».
Oramai non ero soltanto sopraffatta dalla rabbia e dal nervosismo ma anche da una dannata e inappropriata curiosità.
«Chi è Allison?» chiesi avvicinandomi alla porta perché potesse sentirmi.
Mi sembrava di essere tornata a quella mattina quando in quell’abitacolo c’eravamo soltanto io e il silenzio. Niall non rispondeva ed io stavo letteralmente crollando a pezzi. Mi avvicinai alla porta e l’aprii furiosamente. Niall era poggiato allo stipite e aveva lo sguardo basso, quasi colpevole. Che allora i miei sospetti fossero veri? Che non mi fossi creata soltanto dei film mentali?
«Ti sei divertito a tradirmi?» dissi sputando quelle parole come veleno «Come ti senti ora? Soddisfatto?» chiesi sarcasticamente alzando un po’ i toni della mia voce. Di scatto lui alzò il viso e sbarrò gli occhi sconvolto.
«Cosa?» chiese confuso «I-io non ti ho tradita!» urlò turbato.
«Allora cosa sono quelle foto che circolano sul web?» chiesi incrociando le braccia sotto al petto «sono ovunque. Vi abbracciate, vi scambiate tenere effusioni e vi tenete per mano. Io,davvero, non so cosa credere Niall» conclusi afflitta inchiodando i miei occhi nei suoi tremendamente azzurri. Riuscivano sempre a mozzarmi il fiato..
«Credi alla verità» disse allungando la mano per accarezzarmi il braccio che io, prontamente, scansai.
«E quale sarebbe?» chiesi confusa ma ancora troppo irata per scovarci del buono in tutta quella vicenda.
«La verità è che Allison è soltanto una mia carissima amica d’infanzia. Ci siamo incontrati a New York per caso ed in memoria dei vecchi tempi siamo usciti a fare una passeggiata» affermò e prima che potessi rispondere, mi lesse nel pensiero «Ci siamo sempre tenuti per mano, fin da piccoli. E’ la mia migliore amica ed è come una sorella più grande per me».
Non sapevo cosa rispondere e, stupidamente, mi limitai a fissarlo.
«Devi credermi..» sussurrò con voce roca.
Tutta la storia era fin troppo strana, non riuscivo né a capire né a trovare un filo logico a tutta quella storia.
«Perché la prima volta che mi hai vista mi hai chiamata Allison?» chiesi ormai sfinita da quella, seppur breve, discussione. Mi sentivo debole e tremendamente stanca.
«Ho scelto il primo nome che mi è passato per la mente!» esclamò alzando le mani al cielo.
«Come posso crederti? E’ una storia stupida!» esclamai in preda al nervosismo. Non reggevo più la situazione, la mia fiducia stava scemando.
«E’ così!» esclamò avvicinandosi sempre di più a me «devi credermi..»
«Perché dovrei crederti? Non ci riesco..» risposi provando a trattenere le lacrime. Mi fissò con gli occhi sbarrati, come se avessi detto un eresia.
«Perché ti amo, dannazione!» urlò affondando le mani nei suoi capelli biondi e spettinati. Quelle parole in un attimo spazzarono via tutta la mia confusione, tutta la mia collera. Nella mia testa, come un tornado spazza via le case e gli alberi, delle emozioni mai provate prima stavano eliminando tutta la mia rabbia. In quel momento non m’interessava più sapere chi Allison fosse, qual era il legame affettivo che li univa, volevo soltanto ricambiare quel sentimento assurdo.
Per me era assurdo. Lo era perché non ero mai stata tanto innamorata di qualcuno. 
Istintivamente afferrai il suo viso tra le mani e lo baciai trasmettendogli tutti i miei sentimenti. Volevo che sentisse ciò che sentivo io, volevo che capisse quanto lo amassi, volevo che quel momento non finisse mai.
«Ti amo anche io» affermai, lasciando che qualche lacrima mi rigasse il volto «e non immagini quanto» sussurrai con la voce spezzata, lasciandolo di stucco.
Sorrise gioioso sulle mie labbra incorniciando il mio collo con le sue grandi mani.
Lasciai che mi stringesse forte a lui, lasciai che mi trasportasse carezzandomi, con mano quasi tremante, la schiena. Fissò per qualche secondo interminabile i miei occhi lucidi trasmettendomi tutto l’amore che potesse darmi. Mi spinse poco oltre l’uscio e, senza smettere di baciarmi, chiuse la porta con un lieve calcio.
Ero afflitta da una malattia incurabile, una dannata ma bellissima malattia. Ero malata d’amore.


____________________________________________________________________________________

Note d'autore: Allora, sono una cacchina per non aver aggiornato prima! Ho avuto un calo di ispirazione e non avete idea di quanto sia stata male per partorire questo capitolo. Non voleva proprio uscire. In qualsiasi modo la facessi c'era sempre qualcosa che mi sembrava stupido ed oggi, mi sono messa con la testa e col pensiero, ho trovato tutti gli errori, spero, credo.
Spero vi sia piaciuta e vi ringrazio tanto voi che mi seguite sempre, recensite e tutto *-* 

Buona serataaa, Lily. xx



Questa è la mia nuova storia, passate e lasciatemi una recensione se v'interessa:     <3


_BuBa_

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 - Make it happen.. ***


                                                                     Image and video hosting by TinyPic

La nostra relazione stava finalmente andando per il verso giusto. Qualsiasi dubbio, qualsiasi incomprensione era stata risolta. Non mi curavo più di ciò che le fan scrivevano o dicevano sul suo conto, sul nostro conto. Lui mi amava ed io amavo lui, ed erano le uniche cose che contavano. Dopotutto dopo la tempesta c’è sempre la quiete, quella bellissima sensazione di calma e serenità.
Tutto ciò che volevo era stare con lui, nulla avrebbe potuto cambiare le cose.
Quella mattina avrebbe partecipato anche Niall, insieme agli altri, alla lezione del professor Parcison. Mi ero seduta accanto a Ashley, che non vedevo da davvero molto tempo- probabilmente perché ancora non aveva deciso di mettere fine alla sua relazione con il professore- mentre gli altri si erano accomodati accanto alla cattedra.

«Ragazzi, come ben sapete, tra due settimane c’è la prossima gara» annunciò il professore battendo le mani per attirare l’attenzione di tutti «la squadra è la stessa di sempre tranne che per una piccola variazione» disse sedendosi sulla cattedra e poggiando le mani sulle ginocchia. Mi voltai verso Ash e notai la sua espressione accigliata. Mi guardavo intorno mentre un mormorio si alzava sulle nostre teste. Nessuno sapeva cosa stesse succedendo e soprattutto il perché.
«Che variazione?» urlò Ash per farsi ascoltare.
«Una ragazza ha deciso di ritirarsi dalla squadra, quindi ci sarà una selezione per decidere chi prenderà il suo posto» informò assumendo un’espressione contrariata.
«Chi?» chiese Allison alzando la mano, era seduta sui banchi più in alto.
«Demi» disse voltandosi a guardarla forse sperando di farle cambiare idea «ora non perdiamo tempo e iniziamo queste selezioni!» esclamò rivolgendosi al resto della classe. Non dovendo fare alcun provino o selezione uscì dall’aula insieme al resto sella squadra, mentre il mio ragazzo e i suoi compagni rimasero dentro a valutare e giudicare le prove.
Appena fuori dall’aula cercai Demi con lo sguardo e la trovai intenta a ficcare velocemente i libri nel suo armadietto. Provai ad andarle incontro ma fui bloccata da una grossa mano che mi stringeva il polso.
«Non è ancora pronta per parlare con te» m’informò Rob mentre lasciava andare la presa sul mio polso.
«Tu cosa ne sai?» chiesi con espressione accigliata e contrariata. Non mi andava che gli altri mi dicessero cosa fare.
«Lo so, la conosco meglio di chiunque altro» disse fissandomi con il suo sguardo glaciale.
«Lasciala stare per un po’, le passerà. E’ forte, ha affrontato tanti problemi, e supererà anche questo» concluse dandomi una pacca sulla spalla e dirigendosi da lei. Se fossi stata una sua semplice amica avrei pensato che stesse certamente provando ad aiutarmi, ma proprio perché ero la sua migliore amica sapevo che non era così. Stava cercando di allontanarmi da lei per stare una volta per tutte insieme a Demi. Era sempre stato un buon amico, ma quando si trattava della sua amata cacciava fuori il suo lato più meschino. Per questo suo doppio carattere spesso abbiamo litigato, tanto da decidere di rompere l’amicizia, ma alla fine il mio bene per lui vinceva su tutto e lasciavo perdere, lo perdonavo.
Dopo circa 30 minuti Niall uscì dall’aula con un’aria sfinita. Mi venne incontro e si buttò letteralmente addosso afflosciandosi sulle mie spalle.
«Non ce la faccio più!» urlò appoggiando la testa vicino la mia guancia.
«Quanti ne avete esaminati fin ad ora?» chiesi ridendo e carezzandogli la schiena.
«Meno della metà, ma per me può anche finire qui. Ho trovato quello giusto» affermò stringendo le sue braccia intorno alle mie spalle.
Liam uscì dall’aula sfogliando un’agendina e scrivendo di tanto in tanto qualcosa su di essa.
«Abbiamo chiuso le selezioni, avevamo trovato quello giusto da un pezzo» disse il moro sorridendo.
«Eccolo, sta uscendo proprio ora» disse Niall staccandosi da me e intrecciando le sue dita con le mie. Il ragazzo, di cui parlavano i due cantanti, lo conoscevo. Era quello che avevo incontrato qualche settimana prima in quel parco giochi, quello che mi chiese una sigaretta, quello dagli occhi stupendi, quello quasi bucato su tutto il corpo.
«Ciao» disse avvicinandosi a noi. Mi guardai intorno per capire con chi stesse parlando, poi dopo un po’ realizzai che si stava rivolgendo ai due ragazzi.
Sorrisi a stento cercando di essere educata, avevo un certo timore di quel tipo.
Chiacchierò per un po’ con Liam e Niall e da quel che capì si chiamava Alan. Poco prima di andare via, mi mise una mano sulla spalla e la strinse lievemente.
«E’ stato un piacere rivederti» disse fissandomi insistentemente.
«Grazie» dissi ridendo nervosa. Non sapevo che cosa mi stesse succedendo, ma quel ragazzo non mi piaceva affatto e quanto meno potevo parlare con lui meglio era. Mi lanciò un occhiolino e sorrise mettendo in evidenza il piercing all’angolo della bocca. Mi voltai subito verso Niall e mi bastò guardarlo negli occhi per riprendere il controllo di me stessa. I suoi occhi azzurri mi trasmettevano una certa calma ed era uno dei tanti motivi per cui non potevo fare a meno di lui.
«Non mi piace quel ragazzo» disse improvvisamente il biondino. Liam scoppiò a ridere e si beccò un’occhiataccia da parte di Niall.
«Ma se poco prima avevi detto che era perfetto» disse il moro riprendendosi dalle risate.
«Appunto, prima» strinse forte la mia mano e poi mi lanciò un’occhiata.
«Sei geloso?» chiesi avvicinandomi di più a lui. Gli poggiai le mani sulle spalle mentre lui cercava di distogliere lo sguardo. Era tenero, soprattutto quando era geloso.
«Sai che amo te, non hai motivo di essere geloso» gli dissi schioccandogli un bacio sulle labbra e ciò lo fece rilassare. Liam tossì rumorosamente e velocemente ci dividemmo, non volevamo farlo sentire a disagio. Guardai Niall e scoppiammo a ridere come due idioti mentre Liam ci sorrideva.


Due settimane dopo

«Quel duetto con Alan è stato uno strazio» dissi fiondandomi verso Niall, una volta dietro le quinte.
«Sei stata bravissima lo stesso» esclamò baciandomi.
«Avrei preferito ci fossi stato tu al suo posto!» dissi mettendo il broncio al che lui scoppiò a ridere e mi abbracciò forte.
«Se avessi potuto..» mi diede un bacio a fior di labbra e non concluse la frase.
«Se avessi potuto,cosa?» chiesi guardandolo dritto negli occhi.
«Mi sarebbe piaciuto fare un altro duetto con te» sorrise e lo abbracciai. Mi venne in mente quella sera in cui Niall, a tradimento, mi fece cantare con lui in quel locale italiano. Fu una delle serate più belle della mia vita.
Rimanemmo a guardare il resto dello spettacolo dal backstage e fu lo spettacolo più bello che avessi mai visto. Avevamo davvero dato tutti il meglio di noi stessi, e non importava se non avessimo vinto, l’importante era aver partecipato, essersi divertiti e essersi sentiti realizzati.
Un uomo, probabilmente sulla quarantina, si avvicinò a noi. Era vestito elegante e portava i capelli corti. Aveva un viso familiare ma non ricordavo dove lo avessi visto.
«Salve, tu sei Angelica, vero?» mi chiese sorridendo. Io annuì e, raggiante, mi porse la mano.
«Sono un produttore discografico» annunciò dopo aver stretto la mano anche al mio ragazzo. Pian piano i miei ricordi su di lui diventavano sempre più nitidi e chiari. L’avevo visto, sicuramente, qualche volta in tv accanto a qualche star famosa.
«Volevo farti una proposta, una proposta che faticherai a rifiutare» disse ridendo «sai che queste gare sono state create per dare delle opportunità a nuovi talenti?» chiese cordiale.
«Si, sapevo qualcosa a riguardo..» risposi stringendo forte la mano di Niall «ma non immaginavo che tra gli spettatori ci fossero dei produttori discografici» conclusi ridendo nervosamente.
«Ora lo sai» esclamò sorridendo «è da un po’ che ti osservo e penso che tu abbia la stoffa per andare oltre delle semplici gare scolastiche».
Non credevo a ciò che sentivano le mie orecchie. Era tutto così surreale e strano, non mi ero mai ritrovata in una situazione del genere. Non sapevo cosa fare, come comportarmi e cosa dire. Notando il mio stupore, l’uomo continuò a parlare.
«Vorrei che accettassi di firmare un contratto con la nostra casa discografica» disse carezzandomi un braccio e non riuscivo a smettere di sorridere «saresti perfetta per un duo: tu ed Alan».
A quel nome Niall cominciò ad agitarsi e stavolta era lui che stringeva forte la mia mano.
«Perché un duo?» chiesi sorridente. Non m’interessava se avessi dovuto dividere la mia carriera con quel ragazzo, questo non mi avrebbe ostacolato. Volevo cantare più di ogni altra cosa al mondo e il mio timore per Alan poteva andare a quel paese.
«Perché siete entrambi eccezionali ed insieme sareste perfetti!» esclamò tirando fuori dalla giacca un biglietto.
«Ti lascio il mio biglietto da visita, chiamami appena avrai deciso» disse porgendomelo.
«Accetto. Non ho bisogno di pensarci, so quello che voglio fare ed è cantare!» esclamai quasi sull’orlo del pianto per la gioia. Lui sorrise e mi consigliò di discuterne anche con Alan, dopo di che lo avremmo dovuto chiamare per confermare.
Niall, dopo quell’episodio, fu silenzioso tutta la sera e soltanto arrivati a casa mi confessò le sue preoccupazioni.
«Ho paura di perderti» disse sedendosi sul divano. Mi avvicinai a lui poggiandogli una mano sulla spalla per consolarlo.
«Non mi perderai, Niall» dissi stampandogli un bacio sulla guancia «niente ci dividerà»
«Ma tu sarai impegnata, io sarò spesso in tour e saremo sempre più lontani» disse mettendosi le mani nei capelli e abbassando il volto.
Gli presi il viso tra le mie mani tremanti e esclamai:
«No, non è vero! Noi ci amiamo e impediremo che ciò possa accadere. L’amore supera tutte le distanze, Niall. L’amore è forte, e lo siamo anche noi!».
«Ti amo più di quanto io stesso possa mai immaginare. Promettimi che non ci divideremo» disse puntando i suoi occhi cristallini nei miei.
«Te lo prometto, Niall» lo baciai e gli sussurrai all’orecchio il mio amore infinito per lui.





Note d'autore: Vi prego, non mi picchiate. ç-ç Lo so, sono in un ritardo pazzesco ma ultimamente l'ispirazione era andata a farsi benedire..
Spero questo capitolo vi sia piaciuto perché ho una brutta notizia per voi.. Il prossimo capitolo sarà l'epilogo! Non mi picchiate ç_ç 
Vi prometto che l'epilogo sarà stupendo! ** Ringrazio come sempre tutti voi che recensite, preferite, seguite, ricordate e che nonostante i miei ritardi siete sempre qui! Non so proprio come ringraziarvi! <3

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Capitolo 22
*** Epilogo ***


                                                                         Image and video hosting by TinyPic


Il cucchiaino continuava a mescolare quella brodaglia scura ed amara. Qualcuno la chiamava caffè, ma non era altro che acqua sporca. La responsabile d’ufficio non era mai stata brava a fare un caffè espresso ed a volte lo si beveva per il piacere di dire di aver bevuto del caffè. Non riusciva neanche a dare la carica giusta per affrontare una giornata, e nonostante i chili di zucchero che vi versavo all’interno restava amaro, un po’ come la mia vita. Non era altro che sporca ed amara  nonostante le grandi sfumature che una vita da cantante possa dare. Guardai oltre la finestra ammirando il cielo azzurro attraversato da grandi nuvole bianche.
Mi ero sempre chiesta che sensazioni desse poter saltare su una soffice nuvola bianca, nonostante non fosse possibile.
A catturare la mia attenzione e a distrarmi dai miei pensieri strambi fu una rondine poggiata sui fili del bucato della mia vicina. Se ne stava tranquilla e scrutava il cielo cinguettando di tanto in tanto. Si puliva le ali e poi tornava a scrutare il cielo. Se avessi avuto la mia Canon avrei catturato quel momento, avrei conservato la foto e l’avrei osservata nei giorni più bui della mia vita così da bearmi della libertà di quella piccola rondine.
Il promemoria del cellulare apparve sul monitor improvvisamente destandomi così dai miei pensieri. Mi alzai da quella comoda poltrona bianca posta sotto la finestra per scegliere qualche vestito da indossare per l’incontro importante di quella giornata. Mi avevano proposto di registrare un duetto con un cantante ed io, senza farmelo ripetere due volte, avevo accettato. Per questo impegno avrei dovuto rimandare le registrazioni che avevo da fare con Alan, e, ad essere onesti, avrei fatto qualsiasi cosa pur di non stare troppo accanto a lui. Senza dubbio era un bravo ragazzo ma le sue continue avance iniziavano seriamente a darmi fastidio, soprattutto nell’ultimo periodo. Aprii un anta e ne tirai fuori un paio di jeans, una canottiera poco scollata ed infine una giacca di pelle. Nello scostare il giubbotto avevo fatto cadere una scatola: la scatola.


«Cosa aspetti ad aprirla?» chiese il biondino carezzandomi una mano e sorridendo beato.
«No, nulla» dissi sorridendo tra me e me «E’ solo che ho paura che sia un regalo così bello da farmi piangere» aggiunsi guardandolo negli occhi. Quei suoi occhi così dannatamente azzurri.
«E’ soltanto una sciocchezza, non credo piangerai per questo» rispose ridendo e regalandomi un dolce bacio. Sfilai il nastro rosso che avvolgeva la scatola blu e quando alzai il coperchio rimasi a bocca aperta. Si era ricordato di quell’abito che tanto amavo ed era sicuramente il regalo più bello che avessi mai ricevuto.
«Dicevi che non avrei pianto, eh?» dissi alzandomi e posizionandomi sulle sue gambe avvolgendo le braccia intorno alle sue spalle. Col pollice mi asciugò una lacrima e poi mi regalo uno di quei baci che mi toglievano il respiro.

Chiusi le ante con violenza provando a scacciare quel ricordo amaro e triste. Non volevo ricadere di nuovo in quel baratro dei ricordi, ci ero già inciampata una volta e non l’avrei fatto ancora. Se avevamo deciso di lasciarci era per un motivo valido ed io sarei dovuta essere forte e avrei dovuto non pensarci più. Avevo fatto la mia scelta, avevo preso una strada totalmente diversa dalla sua e non c’era più possibilità che si incrociassero. Era stato meglio così, nessuno dei due avrebbe sofferto più, o almeno così volevamo credere.

«Aspetta qui, il cantante dovrebbe arrivare tra poco» mi avvisò il manager.
«Va bene, Chris» risposi sedendomi su uno sgabello girevole. Ero di fronte al microfono nella stanza insonorizzata e non vedevo l’ora di registrare la canzone. Chris chiuse la porta alle sue spalle lasciandomi totalmente sola in quella stanza tanto vuota. Presi il foglio che avevano lasciato su un davanzale così da perdere un po’ di tempo. Solo dopo qualche minuto mi resi conto che quello era il testo di una canzone, probabilmente quella che avremmo dovuto registrare. Lessi i primi versi con un groppo in gola. Era una canzone d’amore stupenda tanto che avrei pianto, se non fosse stato per il mio stupido orgoglio.
«A new dawn, a beautiful dawn..» canticchiai le prime parole provando ad intonare una traccia che ancora non avevo ascoltato.
«For you and me» quelle parole furono pronunciate con una dolcezza tale da farmi spuntare un lieve sorriso. Mi voltai per incontrare finalmente il viso del mio partner, fino a quella mattina sconosciuto.
Quando lo vidi non riuscii a spiccicare alcuna parola così come lui. Si accomodò su una sedia sfilandosi il cappello e arruffandosi i capelli biondi. Raccolse la chitarra e finalmente alzò lo sguardo puntando quei suoi occhi meravigliosamente azzurri nei miei, ormai, di un castano spento.
«Ciao» disse Niall abbozzando un lieve sorriso. Gli risposi flebilmente tanto che rischiai di non farmi sentire. Ero tanto in imbarazzo, ma soprattutto nervosa, che nei successivi cinque minuti non pronunciai alcuna parola. Lui si limitava ad accordare la sua chitarra e nel momento in cui trovai quel briciolo di coraggio per chiedergli anche una minima stupidaggine, entrarono nella stanza il resto dei musicisti che ci avrebbero accompagnato con la composizione del pezzo.
La registrazione fu perfetta, e quelle parole, in un modo o nell’altro, erano sentite emotivamente da entrambi. Di tanto in tanto mi aveva lanciato qualche sguardo che io avevo faticato a non ricambiare. Provavo a tenere duro ma la sua presenza distruggeva ogni mia sicurezza. Di nuovo eravamo rimasti da soli, così senza perdere tempo cominciai a raccattare le mie cose. Gli diedi le spalle così da riuscire a sostenere meglio il suo sguardo insistente.
«Sai..» parlò così improvvisamente che ebbi un colpo al cuore «questa canzone sembra essere stata scritta apposta per noi» concluse. Mi voltai verso di lui ed il suo sorriso fece scomparire tutto il mio nervosismo. Ricambiai quel sorriso e mi poggiai al muro.
«So che l’hai scritta tu» risposi sorridendo guardandolo dritto negli occhi. Lui scoppiò a ridere facendo rimbombare la sua risata su tutte le pareti. Non credevo che quella risata potesse ancora regalarmi emozioni del genere, non credevo che quegli occhi potessero ancora far nascere un uragano nel mio stomaco, non credevo di essere ancora innamorata di lui. Ci avevo messo un anno per dimenticarlo e neanche un giorno per innamorarmi nuovamente di lui.
Posò la chitarra sul cavalletto e si avvicinò a me. La distanza tra noi era ancora tanta ma potevo sentire il mio corpo comportarsi come una calamita. Lui era il polo positivo ed io quello negativo. Più si avvicinava, più mi sentivo attratta da lui e più quella frenetica voglia di riabbracciarlo veniva fuori.
«Riproviamoci» disse fermandosi a pochi centimetri da me. La mia testa diceva di rifiutare all’istante, che non avrebbe funzionato, che sarebbe stato un grosso errore, che sarebbe stata la rovina della mia carriera.
«Niall..» sussurrai ma lui m’interruppe bruscamente.
«Non voglio ora la risposta!» esclamò prendendomi una mano «puoi pensarci se ne hai bisogno» concluse guardandomi negli occhi ormai già lucidi. Scossi la testa velocemente, non solo per scacciare tutti i pensieri negativi, ma soprattutto per dargli una risposta.
«Non ho bisogno di pensarci» risposi abbassando la testa. Lui si abbassò un po’ per cercare il mio sguardo fin troppo commosso.
«Quindi?» chiese speranzoso e mi strinse la mano così forte da farmi male, ma in quel momento non sentivo dolore. Avrebbero potuto anche uccidermi e giuro, nulla avrebbe potuto farmi stare male.
«Non potrei mai dire di no, perché non è ciò che voglio» risposi alzando lo sguardo e intrecciando le mie dita con le sue.
«Mi sei mancato così tanto che..» m’interruppe posizionandomi l’indice sulle labbra.
Quel bacio fu malinconico, triste ma dolce e carico d’amore. Sarei rimasta così per l’eternità, a baciarlo per l’eternità, al suo fianco per l’eternità.
«This is a beautiful dawn for you and me» sussurrò appoggiando la fronte contro la mia.
Ed era tutto vero. Questo sarebbe stato un nuovo inizio.
Sarebbe stata una nuova rosea e splendida alba.

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Note d'autore: Cavoli, è finita ç-ç Non riesco a credere di aver concluso una storia, di aver messo una spunta alla domanda "Completa?". Mi sembra impossibile.. dopo tanti mesi ho terminato una storia, e ragazze cavoli, è una grossa soddisfazione!
Ringrazio chi mi ha seguita fino alla fine, chi ha preferito la mia storia, chi ha continuato a seguirmi nonostante avessi dei ritardi nella pubblicazione. Infatti colgo l'occasione per scusarmi ma ho avuto veramente tanto, tanto da fare :(
Se mai doveste sentire la mia mancanza c'è un'altra storia che sto pubblicando, questa qui: Plain Jane: Perfect for you.
Siete sempre le benvenute nella mia pagina, nelle mie storie ovunque! Grazie per tutto il supporto che mi avete dato, vi adoro! 
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Se volete chiedermi qualcosa, qualsiasi cosa ho twitter(lo trovate nella mia home di Efp), basta chiedere e vi seguo «3

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