Living a dream in Rome.

di VanessaStew
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** CAPITOLO 1. ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2. ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3. ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4. ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5. ***
Capitolo 6: *** CAPITOLO 6. ***
Capitolo 7: *** CAPITOLO 7. ***
Capitolo 8: *** CAPITOLO 8. ***
Capitolo 9: *** CAPITOLO 9. ***
Capitolo 10: *** CAPITOLO 10. ***
Capitolo 11: *** CAPITOLO 11. ***
Capitolo 12: *** CAPITOLO 12. ***
Capitolo 13: *** CAPITOLO 13. ***
Capitolo 14: *** CAPITOLO 14. ***
Capitolo 15: *** CAPITOLO 15. ***
Capitolo 16: *** CAPITOLO 16. ***
Capitolo 17: *** CAPITOLO 17. ***
Capitolo 18: *** CAPITOLO 18. ***
Capitolo 19: *** CAPITOLO 19. ***
Capitolo 20: *** CAPITOLO 20. ***
Capitolo 21: *** CAPITOLO 21. ***
Capitolo 22: *** CAPITOLO 22. ***
Capitolo 23: *** CAPITOLO 23. ***
Capitolo 24: *** CAPITOLO 24. ***
Capitolo 25: *** CAPITOLO 25. ***
Capitolo 26: *** CAPITOLO 26. ***
Capitolo 27: *** CAPITOLO 27. ***
Capitolo 28: *** CAPITOLO 28. ***
Capitolo 29: *** CAPITOLO 29. ***
Capitolo 30: *** CAPITOLO 30. ***
Capitolo 31: *** CAPITOLO 31. ***
Capitolo 32: *** CAPITOLO 32. ***
Capitolo 33: *** CAPITOLO 33. ***
Capitolo 34: *** CAPITOLO 34. ***
Capitolo 35: *** CAPITOLO 35. ***
Capitolo 36: *** CAPITOLO 36. ***
Capitolo 37: *** CAPITOLO 37. ***
Capitolo 38: *** CAPITOLO 38. ***
Capitolo 39: *** CAPITOLO 39. ***
Capitolo 40: *** CAPITOLO 40. ***
Capitolo 41: *** CAPITOLO 41. ***
Capitolo 42: *** CAPITOLO 42. ***
Capitolo 43: *** CAPITOLO 43. ***
Capitolo 44: *** CAPITOLO 44. ***
Capitolo 45: *** CAPITOLO 45. ***
Capitolo 46: *** CAPITOLO 46. ***
Capitolo 47: *** CAPITOLO 47. ***
Capitolo 48: *** CAPITOLO 48. ***
Capitolo 49: *** CAPITOLO 49. ***
Capitolo 50: *** CAPITOLO 50. ***
Capitolo 51: *** CAPITOLO 51. ***
Capitolo 52: *** CAPITOLO 52. ***
Capitolo 53: *** CAPITOLO 53. ***
Capitolo 54: *** CAPITOLO 54. ***
Capitolo 55: *** CAPITOLO 55. ***
Capitolo 56: *** CAPITOLO 56. ***
Capitolo 57: *** CAPITOLO 57. ***
Capitolo 58: *** CAPITOLO 58. ***
Capitolo 59: *** CAPITOLO 59. ***
Capitolo 60: *** CAPITOLO 60. ***
Capitolo 61: *** CAPITOLO 61. ***
Capitolo 62: *** CAPITOLO 62. ***
Capitolo 63: *** CAPITOLO 63. ***
Capitolo 64: *** CAPITOLO 64. ***
Capitolo 65: *** CAPITOLO 65. ***
Capitolo 66: *** CAPITOLO 66. ***
Capitolo 67: *** CAPITOLO 67. ***
Capitolo 68: *** CAPITOLO 68. ***
Capitolo 69: *** CAPITOLO 69. ***
Capitolo 70: *** CAPITOLO 70. ***
Capitolo 71: *** CAPITOLO 71. ***
Capitolo 72: *** CAPITOLO 72. ***
Capitolo 73: *** CAPITOLO 73. ***
Capitolo 74: *** CAPITOLO 74. ***
Capitolo 75: *** CAPITOLO 75. ***
Capitolo 76: *** CAPITOLO 76. ***
Capitolo 77: *** CAPITOLO 77. ***
Capitolo 78: *** CAPITOLO 78. ***
Capitolo 79: *** CAPITOLO 79. ***
Capitolo 80: *** CAPITOLO 80. ***
Capitolo 81: *** CAPITOLO 81. ***
Capitolo 82: *** CAPITOLO 82. ***
Capitolo 83: *** CAPITOLO 83. ***
Capitolo 84: *** CAPITOLO 84. ***
Capitolo 85: *** CAPITOLO 85. ***
Capitolo 86: *** CAPITOLO 86. ***
Capitolo 87: *** CAPITOLO 87. ***
Capitolo 88: *** CAPITOLO 88. ***
Capitolo 89: *** CAPITOLO 89. ***
Capitolo 90: *** CAPITOLO 90. ***
Capitolo 91: *** CAPITOLO 91. ***
Capitolo 92: *** CAPITOLO 92. ***
Capitolo 93: *** CAPITOLO 93. ***
Capitolo 94: *** ULTIMO CAPITOLO. ***

Capitolo 1
*** CAPITOLO 1. ***

< Mitchie, Mitchie svegliati! > la chiamava Melinda a gran voce.

< Che succede? > domandò la ragazza ancora stordita dal sonno.

< Tra 20 minuti abbiamo il voto, ci conviene avviarci verso lo sportello! Lucy e Jasmine sono già lì >. A quel punto Mitchie ritornò sul pianeta Terra: erano nell’aeroporto di Heatrow pronte per il viaggio d’estate a Roma. Da anni mantenevano viva la solita promessa: “dopo gli esami di maturità ci facciamo un bel viaggio di festeggiamento insieme!” e finalmente stavano mantenendo la promessa. Erano nell’aeroporto da almeno un’ora e il fatto che l’aereo partisse alle 5 del mattino aveva scombussolato la cognizione del tempo delle quattro ragazze. ancora dormiente ad occhi aperti, Mitchie camminava dondolandosi su sé stessa verso lo sportello d’entrata dell’aereo.

< Buongiorno! > le disse un’hostess all’entrata del’aereo.

“ Buonanotte più che altro” pensò Mitchie fra sé e sé. Quel viaggio non la entusiasmava granché. L’idea di partire con le sue migliori amiche l’adorava, ma dopo gli avvenimenti precedenti quali l’essere stata tradita dal proprio ragazzo e il conseguente schiaffo che gli sferrò su una guancia lasciandoci l’impronta della sua mano sopra, non se la sentiva di viaggiare. Avrebbe desiderato chiudersi in camera sua come Edward Cullen in piena depressione e pensare a quanto la vita facesse schifo.

Accomodate sui sedili a tre dell’aereo, Jasmine, Lucy e Melinda osservavano Mitchie che disperatamente cercava il suo posto, dato che a quanto pare era costretta a sedersi con uno sconosciuto per via della numerazione dei posti. Voleva dormire ancora un po’. Senza badare a chi le stesse intorno, si sedette al suo posto finalmente trovato e si immerse nella più totale stanchezza assaporando la comodità del sedile.

< Cacchio, oggi Mitchie è miss simpatia > notò Jasmine.

< Cerchiamo di comprendere il suo stato d’animo… > fece Lucy. Jasmine annuì pensando che doveva perlomeno provarci, dato che le voleva bene in fin dei conti.

“Biscottino o salatino?” “Succo di frutta? Ananas?” quelle frasi svegliarono bruscamente Mitchie. Quando aprì gli occhi vide innanzi a sé un’hostess che la guardava con aria interrogatoria, probabilmente chiedendosi se doveva o meno porgere la domanda alla ragazza assonnata. Poi si decise.

< Biscottino o salatino? > domandò alla ragazza cordiale. Mitchie la guardò non sapendo di cosa stesse parlando, non aveva mai preso un aereo dell’Alitalia. Stava per domandare all’hostess cosa volesse da lei quando fu preceduta da una voce maschile.

< Biscottino per la signorina > disse il ragazzo alla sua sinistra in modo gentile e divertito. Mitchie lo guardò negli occhi color cioccolato, con un’espressione di sconcerto sul suo viso.

“E questo che diavolo vuole adesso?” si domandò Mitchie notando la buffa camicia a quadri che il ragazzo indossava, rossa e rosa.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2. ***

L’hostess porse a Mitchie una confezione di dolci e dopodiché proseguì verso gli altri passeggeri. La ragazza poggiò di nuovo gli occhi sul tizio accanto a lei.

< Perché hai scelto per me? Probabilmente avrei preferito il salato > affermò lei cinica.

< Allora perché non l’hai detto? > replicò lui dolcemente. Mitchie non sapeva che rispondere, forse perché in quegli ultimi tempi sapeva ben poco perfino di sé stessa. Fatto stava che decise di ignorare quel tipo.

< In ogni caso sono buonissimi > notò lui.

< Non penso li mangerò >

< Dovresti invece, credo tu abbia bisogno di zucchero > fece lui ancora con quel tono garbato che dava sui nervi a Mitchie.

< Cosa intendi dire? > domandò lei infastidita.

< Che sei acida come un limone non ancora maturo > rispose lui. Mitchie lo guardò con disappunto, l’aveva offesa.

< In una frase mi hai offesa ben due volte senza neanche conoscermi. Chi credi di essere? > esplose lei attirando l’attenzione di alcuni passeggeri.

< Ehi calmati, non ti stavo offendendo ma solo descrivendo >. Adesso il giovane era più che divertito dall’espressione infuriata di Mitchie, che sentì la rabbia esploderle dentro. Così la ragazza si alzò e si diresse verso il bagno. Lucy notò l’espressione arrabbiata dell’amica e la raggiunse.

< Ehi, che ti succede? >

< Succede di tutto Lucy: quello stronzo del mio ex, Jasmine incazzata con me e, come se non bastasse, sono seduta accanto ad un ragazzo insopportabile >. Lucy vide le lacrime farsi spazio negli occhi dell’amica e così la abbracciò.

< Per quanto riguarda Jasmine, hai esagerato con lei ultimamente lo sai? Ti vuole bene >

< Sono consapevole di tutto, soprattutto di averla trattata male quando lei cercava di farmi dimenticare i miei trascorsi. Ma non riesco ad avvicinarla a me, mi evita! > fece Mitchie con le lacrime che le rigavano il viso.

< Passeremo due mesi circa a Roma, devi parlarci il prima possibile > le ordinò Lucy che era stufa di vedere le due in lite.

Dopo un consulto con la saggia Lucy, Mitchie andò a sedersi al suo posto. Il giovane guardò la ragazza e le domandò < Hai pianto? >

< Anche se fosse? >

Il giovane guardò i grandi occhi color del mare della ragazza e dietro quel grande strato di acidità intravide un’immensa dolcezza.

< Vorrebbe dire che sei un limone succoso che perde gocce > rispose lui tentando forse di tirarla su di morale. Mitchie lo guardò chiedendosi se fosse pazzo, ma poi per qualche strana ragione rise.

< Gran bella metafora! > esclamò lei divertita.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3. ***

Dopo due ore e mezza passate in aereo nella stessa posizione, arrivarono in Italia e così Mitchie si preparò ad alzarsi.

< E’ stato bello conoscerti > le disse il ragazzo. La giovane lo guardò indifferente ma interessata. Uscirono dall’aereo e si ritrovarono nel grande aeroporto.

< Siamo a Roma ragazze! > esclamò Melinda eccitata. Anche le altre lo erano. Potevano finalmente mettere da parte le questioni scolastiche e godersi la restante estate. Presero i bagagli e salirono sull’autobus che le avrebbe portate in albergo. La giornata era piuttosto soleggiata e il centro della città grondava di gente. L’hotel non era estremamente lussuoso ma le camere erano accoglienti, con le pareti color caramello e materassi in lattice comodissimi coperti da graziosi copriletto marroncini. Jasmine e Lucy condividevano la camera, così anche Melinda e Mitchie.

Il giorno dopo, decisero di iniziare ad esplorare Roma. Gli italiani erano molto caotici, sorridenti e affascinanti. Ma Roma era piena di turisti: giapponesi, francesi, spagnoli e inglesi come le ragazze. in particolar modo la piazza del Colosseo era piena di gente e il caldo afoso non impedì di certo ai turisti di vistare il posto. Le ragazze rimasero impressionate dalla meraviglia del Colosseo, un teatro enorme e impressionante, notando i resti di un’antica Roma. Assaggiarono un gelato artigianale italiano in una graziosa e minuscola gelateria nei dintorni del teatro e dopodiché passeggiarono per le vie dello shopping di souvenir.

Il giorno seguente si lanciarono verso la fontana di Trevi. Il caldo era infernale e un bel tuffo in quelle acque piene di monete non sarebbe dispiaciuto a nessuno. Tutte desiderarono qualcosa, lanciando poi una moneta nella fontana, ognuna qualcosa di diverso.

“ Una bella svolta nella mia noiosa vita magari? “ espresse Melinda. Pensava di vivere una vita monotona, ma prima d’allora non era mai stata a Roma.

< Oh cielo che caldo! > esclamò Mitchie. Melinda e Lucy stavano ancora guardando la fontana e le sue decorazioni scultoree, perciò si trovò sola con Jasmine che osservava la grandezza della piazza. Così Mitchie tentò di nuovo un approccio.

< Vuoi un po’ d’acqua? Qui si muore >. A quel punto Jasmine la guardò fulminandola con lo sguardo come solo lei sapeva fare, dopodiché sospirò e si incamminò senza una meta. Mitchie pensò di mollare anche quella volta, ma non ci stava più. Così la inseguì e la bloccò per un braccio.

< Fermati maledizione, dobbiamo parlare >

< Cosa vuoi da me? > sbottò la ragazza stufa.

< Volevo che mi parlassi e perlomeno questo l’ho ottenuto > notò Mitchie felice. Jasmine ammise che non era riuscita a mantenere il gioco del silenzio vivo e così stette ad ascoltarla.

< Mi dispiace di averti trattata male, mi sei stata vicina in quest’ultimo periodo più di qualunque altra persona e hai anche sopportato i miei pianti isterici, la mia ansia notturna e le mie sfuriate contro un povero peluche immaginando fosse il mio ex, colui che non deve essere nominato. Ma alla prima occasione ti ho trattata da schifo e sono stata tanto stupida. Mi faccio pena da sola te lo assicuro, ma io ti voglio un bene dell’anima e se potessi ritornerei indietro e non ricommetterei lo… >. Dopo aver quasi terminato il monologo, Mitchie si bloccò vedendo Jasmine ridere.

< Che hai da ridere? > le domandò confusa. Jasmine continuò a ridere, quando poi improvvisamente abbracciò l’amica.

< Ti odio e sei una stronza, lo sai?! > disse Jasmine a Mitchie abbracciandola più forte che potesse.

< Mi sei mancata anche tu > rispose Mitchie felice come non mai. Poi sciolsero l’abbraccio e aggiunse < Ora è davvero iniziata la nostra vacanza! >

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4. ***

Finalmente tra Mitchie e Jasmine era tornato il sereno, così le quattro amiche potettero finalmente iniziare una splendida vacanza. Gli italiani sprizzavano gioia da tutti i pori e il sole caldo e cuocente era una goduria per le ragazze che spesso a Londra non vedevano altro che nuvole. Passeggiando poi per Piazza di Spagna, la loro attenzione fu attirata da una musica proveniente dalla grande scalinata. C’era gente attorno a qualcuno che suonava una melodia spagnola.

< Avviciniamoci dai! > disse Melinda alle amiche. Incuriosite da quella voce maschile leggera e gracchiante, si fecero spazio tra la folla. Scorsero un giovane che suonava la chitarra e il cui suono era accompagnato dalla sua meravigliosa voce. La melodia era allegra e sprizzante, proprio come il sorriso del ragazzo. Jasmine notò l’espressione del ragazzo divertente e vivace e ne fu catturata. Ad un tratto quel ragazzo la notò e continuando a cantare e suonare le si avvicinò, invadendola con quello sguardo dagli occhi azzurri come il cielo. Jasmine sentì il cuore che le batteva a mille allora, era come se quel ragazzo stesse cantando per lei perché continuava a starle di fronte suonando con quel suo sorriso sensuale e vivace. Terminata la “serenata”, il pubblico fu colpito dal talento del ragazzo e anche divertito dal suo carisma, così lo riempì di cauti applausi e anche di alcune monete. Jasmine fece per avvicinarsi per lasciargli qualche soldo, ma lui le bloccò il polso e le disse qualcosa in italiano che lei non capì. Jasmine tentò di far capire al ragazzo di essere inglese, indicandogli la bandiera inglese incisa sulla collana di lei, così improvvisamente il ragazzo sfoderò le sue doti in quella lingua con uno strano accento spagnolo.

< Non voglio i tuoi soldi, ma solo sapere il tuo nome, nena >. Jasmine rimase incantata da quello sguardo e dal suo charme.

< Jasmine > rispose lei.

< Io sono Louis > fece lui. I due continuarono a fissarsi a lungo, fino a che Lucy non interruppe il momento.

< Jas, dobbiamo andare > . Jasmine ritornò sul pianeta Terra e scollò lo sguardo da quello sconosciuto. Fece per andarsene, ma il ragazzo la fermò.

< Ti rivedrò mai? > domandò lui tenendola per un braccio.

< Chi lo sa > rispose lei vagamente. Non voleva dare troppa corda a quello straniero dall’accento spagnolo estremamente sexy.

< Cazzo, hai già fatto colpo! > esclamò Melinda.

< Non dire stupidaggini > ribatté Jasmine ancora pensierosa e imbarazzata.

< Non voglio i tuoi soldi, ma solo sapere il tuo nome, nena > recitò Mitchie imitando la voce di Louis.

< Nena, eres mia > aggiunse Lucy prendendo in giro l’amica, dopodiché scoppiarono tutte e quattro in una risata divertita.

La sera in camera, riordinando le proprie cose, Melinda ascoltava un po’ di Tv italiana, essendo capitata ad un canale in cui trasmettevano The Vampire Diaries. Di italiano non capiva un’H purtroppo, ma comunque tentò di seguire la puntata. Le altre erano andate a mangiare qualcosa ma Melinda quella sera decise di gustare qualcosa in camera. Così andò alla reception per ordinare uno spuntino.

< Sì voglio sushi e champagne in camera mia tra un’ora, due porzioni di pesce > disse un ragazzo parlando al receptionist.

< Signore non so in quanto tempo in sushi verrà cucinato, la cucina è un po’ impegnata stasera… >

< Ho detto tra un’ora > affermò il ragazzo con tono arrogante. Melinda lo guardò con disappunto, quando il ragazzo se ne rese conto.

< E tu che hai da guardare? > domandò lui con il suo sguardo sexy.

< Nulla, gli occhi sono fatti per guardare > rispose Melinda a tono.

Quel tipo rimase meravigliato dalla risposta della ragazza che stranamente non sembrava affatto colpita dalla bellezza sfiatante del giovane.

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5. ***

< Perciò hai voglia di guardarmi? > domandò il ragazzo.

< Niente affatto, però è inevitabile farlo dopo aver assistito al tuo essere tanto arrogante > rispose lei infastidita da quel pallone gonfiato.

< Ehi chi ti credi di essere? > domandò lui divertito. Melinda non gli rispose ignorando la sua domanda. Così si rivolse al receptionist.

< Gradirei una porzione di pollo con patate fritte nella camera 046, se possibile >

< Certo signorina > rispose l’uomo.

< Io invece gradirei sapere come ti chiami > fece il ragazzo curioso e leccandosi il labbro credendo probabilmente di essere affascinante.

< Mi chiamo nonsonoaffarituoi > rispose Melinda secca, così si allontanò da lì.

“Mio Dio che pallone gonfiato, talmente odioso che non lo sopporto di già” pensava Melinda fra sé e sé tornando in camera. Aspettando la cena, decise di sfogliare una rivista italiana. Nuovamente si ritrovò a non capire nulla di quello che c’era scritto, così si soffermò solo sulle fotografie di gente famosa. La parte delle riviste che più Melinda amava, era quella dedicata alla moda. Perciò dette un’occhiata agli abiti all’ultima moda.

“Cacchio, voglio questo vestito giallo!” pensò lei con occhi sognanti. A quel punto, arrivata alla sezione maschile, guardò bene una foto in grande. Il modello era moro, inglese dal nome Zayn Malik e dannatamente sexy. Poi Melinda lo riconobbe. Era lui, il ragazzo della reception.

Dopo un paio di giorni di visite alla città romana, le ragazze decisero che era tempo di mare, ma a Roma non c’erano spiagge. Così chiesero aiuto al personale dell’albergo e decisero di prendere un autobus che portasse a Fiumicino. Elettrizzate, cantavano canzoni inglesi attirando l’attenzione degli altri passeggeri, ma a loro poco importava; erano in vacanza e volevano godersi ogni singolo attimo. Arrivate in spiaggia dopo un lungo tragitto in pullman, sembrò loro di sognare: la sabbia era dorata e bollente sotto i piedi e il mare era piatto e azzurro. Lasciarono i loro effetti su uno sdraio e si gettarono in mare. Erano tutte brave nel nuoto tranne Melinda, che a malapena sapeva sbattere i piedi. Lucy era piuttosto in gamba invece, amava nuotare e così si lanciò in una larga nuotata. Sentiva l’acqua circondarla, le onde provocate dal suo movimento sbattere contro la sua pelle e la sabbia alzarsi fino ai suoi piedi. All’improvviso però, sentì un crampo al piede destro che le provocò un male lacerante alla caviglia, così da non riuscire più a nuotare. Sforzo il piede sinistro e le braccia per rimanere a galla, ma non riusciva a farlo. Iniziò a cadere giù e a riemergere, bevendo acqua salata e disgustosa. L’adrenalina invase il suo corpo così anche la paura di morire.

Nel frattempo a riva Melinda vide qualcosa agitarsi infondo. Guardò le sdraie sulle quali erano stese Mitchie e Jasmine, ma non vide Lucy. Così capì.

< Ehi, Lucy! Aiuto, Lucy sta affogando! > urlava Melinda disperandosi.

< Cosa? > fecero Jasmine e Mitchie in coro in preda alla paura e raggiungendo l’altra. Melinda si guardò attorno iniziando a piangere come non mai, finché non vide il bagnino avvicinarsi a lei.

< Che succede? > domandò il ragazzo preoccupato.

< Sta affogando!!!! > esclamò Jasmine pallida. Il ragazzo guardò infondo e intravide qualcuno che si dimenava in acqua, così si gettò immediatamente in mare nuotando come un delfino. Purtroppo Lucy si era allontanata di parecchio e raggiungerla non sarebbe stato immediato. Ad un tratto il bagnino non vide più la ragazza dimenarsi e pensò al peggio. Lucy era completamente immersa in acqua e iniziò a trattenere il respiro più che poteva, finché non riuscì a resistere e sentì l’acqua che le invase i polmoni con forza e immediatezza. L’acqua bruciava i polmoni e la gola, all’improvviso poi sentì le forze cedere e perse i sensi. Il bagnino intanto era arrivato più o meno al posto dove la ragazza stava affogando, ma non la vedeva. Si guardò attorno quando poi scorse un corpo ricurvo in mare e apparentemente privo di sensi. Era lei, svenuta. Lui l’afferrò e le portò la testa fuori dall’acqua in modo tale che non bevesse più. Fu faticoso portarla a riva, erano davvero lontani da essa, ma quando ci arrivarono, il ragazzo poggiò il corpo sulla spiaggia e iniziò a battere sul petto di Lucy per prepararla alla respirazione bocca a bocca. Aveva studiato parecchio per fare il bagnino e sapeva operare nel modo giusto. Ripetette il gesto varie volte, poggiando le sue labbra su quelle di Lucy. La folla attorno era addolorata per la ragazza e per le sue amiche che piangevano disperate. Jasmine, Mitchie e Melinda pensarono al peggio, quella che doveva essere una splendida vacanza stava per trasformarsi in una tragedia irrepetibile. Quando ad un tratto sentirono la ragazza tossire. Un miracolo, pensarono i bagnanti, mentre le tre amiche pensarono lì per lì di avere una visione, accecate dal loro desiderio di rivedere l’amica respirare. Lucy tossiva sputando acqua e sentì i suoi polmoni liberarsi. Quando guardò in alto vide su di sé un giovane. Aveva ancora la visione sfocata, ma quando essa fu più nitida scorse due grandi occhi verdi guardarla con preoccupazione.

< Sono in paradiso? > domandò improvvisamente. Ancora non aveva riacquistato la cognizione della realtà.

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Capitolo 6
*** CAPITOLO 6. ***

< Lucy! > esclamarono le amiche in coro. Il bagnino rise sollevato nel vedere che la ragazza era viva.

Lucy ancora non si era del tutto ripresa dallo shock, non riusciva a capire dove si trovasse. Poi però i ricordi iniziarono a farsi più chiari nella sua mente: stava nuotando, l’improvviso crampo al piede, l’affogamento. Perciò era viva e quella visione non era angelica. Quel ragazzo era reale.

In infermeria, le misero una pomata sulla caviglia e le misurarono la pressione, tutto sotto gli occhi preoccupati di Melinda, Jasmine e Mitchie.

< Cacchio, quante volte ti devo dire che non ti devi allontanare quando nuoti? > sbottò Melinda apprensiva.

< Ho perso il controllo del mio corpo tutto qui, è la prima volta che mi succede una cosa del genere > rispose Lucy. Poi guardò il bagnino e lo ringraziò sputacchiando qualche parola in italiano.

< Non serve che tu parli in italiano, sono inglese anch’io > fece il ragazzo docile.

< Oh, fantastico > disse Lucy sorpresa. Quel ragazzo era bellissimo: riccio, occhi verdi e grandi e fisico e sorriso mozzafiato. Ecco perché quando lo vide le sembrò di trovarsi in paradiso: il sole che batteva sulle spalle del ragazzo, quando Lucy riaprì gli occhi dopo il quasi annegamento, fece sì che le gocce sui ricci bagnati del giovane risplendessero con la luce del sole e che i suoi occhi si illuminassero come due stelline. Jasmine notò la complicità tra l’amica e quel ragazzo bello come il sole, così decise di aiutare Lucy.

< E come si chiama l’inglese che ha salvato la nostra migliore amica? >

< Harry > rispose il ragazzo sorridendo e lasciando che sulle sue guancia si facessero spazio due adorabili fossette.

Dopo essersi assicurate che Lucy stesse bene, salutarono la loro nuova conoscenza e andarono a prendere il pullman per Roma. Durante il viaggio di ritorno, Lucy non fece altro che pensare ad Harry. L’aveva salvata, senza di lui sarebbe morta. Segno del destino? Lucy al fato non ci credeva, ma quel ragazzo non le era affatto indifferente.

Il mattino seguente, le ragazze decisero di fare un po’ di shopping.

< Pronte a spendere? > domandò loro Lucy.

< Ovvio, è da un anno che risparmiamo per questo viaggio > rispose Melinda. Mitchie non aspettava altro che lo shopping, un toccasana contro infedeltà e lacrime che la toccarono settimane addietro. Come al solito, stava comunicando a sua madre per messaggio i loro spostamenti. Sua madre era per lei come una sorella: le raccontava ogni cosa. nell’atrio dell’Hotel tentò di non inciampare da nessuna parte mentre scriveva il messaggio, quando ad un tratto sentì un peso andarle incontro. Alzò il capo, in un primo momento confusa, ma poi lo riconobbe.

< Ehi, chi si vede! > esclamò il ragazzo.

< Ciao a te > fece Mitchie ancora confusa. Non pensava avrebbe rincontrato il tizio dell’aereo che le aveva dato del limone non ancora maturo. Lui la guardava sorridente, così Mitchie aggiunse < Quant’è piccolo il mondo?! Non pensavo ti avrei rincontrato a Roma >

< Roma è grande, ma il mio Hotel non lo è come questa città > rispose lui con estrema educazione e divertito da quell’incontro.

< Il tuo hotel? > domandò lei sorpresa.

< Mi chiamo Liam Payne e quest’Hotel, l’Hotel Payne, è di proprietà della mia famiglia > fece lui porgendole una mano.

< Mitchie Reed > rispose lei, porgendo anch’essa la mano. < E’ incredibile che quest’hotel sia tuo > fece lei ancora sorpresa di quell’incontro.

< Eppure stai soggiornando a casa mia, spero tu ti trovi bene. Adesso ho delle faccende da sbrigare, ci vediamo in giro piccola > fece lui dirigendosi nel suo ufficio.

Mitchie osservò tutto il suo tragitto e si rese conto solo in quel momento di quanto il ragazzo fosse composto e…adulto, in tutto quello che faceva. Era ben posato, estremamente educato, una statuetta di cera messa in un frigorifero e che quindi avrebbe mantenuto per sempre quella forma. Forse.

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Capitolo 7
*** CAPITOLO 7. ***

In giro per la città, le ragazze si dettero allo shopping sfrenato, comprando souvenir e vestiti all’ultima moda tipici dell’Italia.

< Quel tizio ti ha chiamata piccola, Liam giusto? > domandò Melinda a Mitchie.

< Sì e sì> rispose lei pensierosa.

< Di essere bello lo è > commentò Jasmine maliziosa.

< Se poi ti ha chiamata piccola forse vuol dire che è interessato a te > aggiunse Lucy.

< Sarà ma dopo i miei trascorsi amorosi non ho intenzione di buttarmi in altre storie almeno per ora e poi non qui a Roma > disse Mitchie decisa.

< Certo, perché noi non abbiamo mica notato i tuoi occhi diventare due stelline non appena l’hai visto > disse Melinda ironica.

< Spiritosa! I miei occhi sono già due stelle per i fatti loro > commentò Mitchie in modo vanitoso.

< Viva la modestia! > fece Jasmine ridendosela. Ad un tratto sentì una voce alle sue spalle < Sarà destino che io ti veda qui? > . Jasmine si spaventò all’udire improvvisamente la voce, da girarsi di scatto e dare uno schiaffo a chi le stava dietro.

< Cazzo, scusami! > fece lei desolata rendendosi conto che si trattava di quel ragazzo spagnolo incontrato qualche giorno fa. Lui continuava a toccarsi il naso dolorante.

< Vuoi che ti aiuti? Andiamo a cercare del ghiaccio >

< Tranquilla non serve > rispose lui sorridendole, sembrava divertito. Poi aggiunse < Ti ho spaventata? >

< Direi di sì, non puoi spuntare così alle mie spalle! > esclamò Jasmine ancora col cuore in gola.

< Hai ragione ma volevo sorprenderti > disse lui desolato.

< E ci sei riuscito > replicò lei per non farlo sentire in colpa. In quel momento si rese di conto di quanto Louis fosse sexy, con quegli occhi azzurri, quel fisico snello ma tonico e la chitarra sulle spalle. intanto si guardò attorno e si rese conto che le sue amiche erano scomparse.

< Ehi, hai visto dove sono andate le altre? > domandò lei allo spagnolo.

< Sono entrate in quel negozio all’angolo > rispose lui.

< Sarà meglio che io le raggiunga, il mio senso dell’orientamento non è mai stato dei migliori > fece lei imbarazzata.

< Ti va di vederci venerdì sera, qui? > domandò lui sorridendole con charme. Jasmine rimase sorpresa da quella domanda, ma le fece anche piacere che lui gliel’avesse posta. Così annuì.

< Bene, a venerdì nena > fece lui felice, dopodiché si volatilizzò tra la folla portandosi con se tutta la meraviglia e il fascino spagnolo che l’aveva invasa per quei 5 minuti.

< Grazie per avermi aspettata! > esclamò dirigendosi verso le sue amiche nel negozio.

< Ti abbiamo vista piuttosto impegnate e così ti abbiamo lasciata nella tua amabile conversazione > le disse Lucy guardandola maliziosamente.

< Cosa vi siete detti? > domandò Mitchie.

< Venerdì sera ci vediamo qui, non so per fare cosa, ma ci vediamo > rispose Jasmine eccitata all’idea. Le sue amiche a quella notizia le saltarono addosso dalla gioia, attirando l’attenzione di tutti i clienti del negozio. Ad un tratto però Melinda si fermò improvvisamente ad osservare un cartellone pubblicitario.

La stampa del cartellone dentro al negozio mostrava un ragazzo semi nudo, moro e dalla carnagione scura, dalle labbra sottili e sensuali e con due tatuaggi sul suo torso: uno all’altezza del cuore, una scritta araba pensò a primo impatto, e uno sul bacino a forma di cuore.

< Bello eh?! > commentò Mitchie.

< Già > rispose Melinda continuando ad osservare il cartellone, rapita dalla grande figura del modello Zayn Malik rappresentataci sopra.

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Capitolo 8
*** CAPITOLO 8. ***

La mattina seguente, mentre le altre dormivano ancora, Mitchie decise di fare un giro turistico per l’albergo, anche se le sue reali intenzioni le aveva ben chiare: voleva rincontrare Liam. Al ristorante dell’albergo, si sedette al bancone e ordinò da bere un succo di frutta. C’era della gente che faceva colazione seduta ai tavoli e il giovane che la stava servendo era piuttosto gentile, così ne approfittò.

< Senta, cosa mi a dire del proprietario dell’hotel? > domandò lei cautamente.

< Si riferisce al signor Payne o a suo figlio? > domandò il ragazzo.

“ Non avrà già un figlio?!” si domandò Mitchie spaventata.

< Liam Payne >

< Allora sta parlando del figlio > fece il cameriere. Mitchie tirò un respiro di sollievo. Poi il giovane aggiunse < E’ un ragazzo molto responsabile per la sua giovane età, ha appena 22 anni, gestisce le questioni economiche dell’hotel >

< Ah, e che mi sa dire riguardo alla sua condizione…sentimentale? > domandò Mitchie tra un colpetto di tosse e l’altro. il cameriere la guardò maliziosa, poi le disse, indicando l’ingresso del ristorante < può vederlo lei stessa >. Mitchie si voltò confusa e vide sedersi ad un tavolo Liam con una ragazza bruna, capelli ondulati e dal fisico mozzafiato.

< E’ la sua ragazza? > domandò lei sconvolta.

< La sua fidanzata, il mese prossimo si sposano > rispose il cameriere. < Quei due sono il pettegolezzo del giorno qui in hotel tra noi dipendenti. La signorina Clotilde non è simpatica a nessuno > aggiunse lui divertito. In quel momento Mitchie si rese conto che Liam era fidanzato, che l’aveva appena vista e che la stava fissando in modo interrogatorio, probabilmente chiedendosi cos’avesse tanto da fissarlo dato che era ferma lì in quella posizione da circa 5 minuti.

< Chi è quella? > gli domandò Clotilde infastidita.

< Una cliente dell’hotel, una ragazzina > rispose lui pensieroso. Mitchie vide i due confabulare così si girò di scatto verso il cameriere, rendendosi conto di aver appena fatto una pessima figura con quei due che l’avranno presa per una pazza spiona.

< Signorina si sente bene? > le domandò il cameriere. Mitchie lo guardò ma non gli seppe rispondere.

Fuori dall’Hotel, Melinda osservò il cielo notturno di Roma tempestato di stelle. Le guardava incantata quasi fossero le sette meraviglie del mondo.

< Belle le stelle eh? > le domandò una voce accanto a lei.

< Sono meravigliose > rispose Melinda mostrandosi indifferente a quel tipo che sembrava uscito da una rivista. Ops, lo era davvero.

< Hai mai volato? > le domandò lui.

< Che domande mi fai? Certo, ho usato l’aereo per arrivare qui dall’Inghilterra > rispose lei meravigliata da quell’assurda domanda.

< Ma non intendevo con un banalissimo aereo, ma con una mongolfiera. Di giorno si possono guardare tutti gli abitanti della città come se fossero tante formiche.

< Molto affascinante ma…perché me lo stai raccontando? > domandò lei confusa.

< Non lo so, cercavo un modo per interagire con te forse > rispose il ragazzo.

< E perché mai? > chiese lei.

< Perché sei l’unica che mi guarda con indifferenza e che mi parla così acidamente. Di solito le ragazze mi cadono ai piedi > rispose lui con fare ammiccante e da pallone gonfiato. Lei non seppe che rispondergli, non voleva tradirsi così preferì rimanere a bocca serrata.

< in ogni caso io sono Zayn Malik > fece lui per presentarsi.

< So chi sei > rispose lei freddamente.

< E il tuo nome è…? >

< nonsonoaffarituoi, te l’ho detto l’altra volta ricordi? > rispose lei tirandosela.

< Dai non fare la spiritosa > implorò lui sorridendo per sdrammatizzare la situazione.

< Ehi ma tu non sei Zayn Malik, il modello? > domandarono delle passanti sorprese.

< In carne ed ossa > rispose lui con sguardo sexy.

< Possiamo fare delle foto con te? > domandarono loro eccitate alla bellezza di quel tipo.

< Certo dolcezza > rispose Zayn. Melinda guardò la scena con disappunto ma divertimento allo stesso tempo, dopodiché posò gli occhi sul modello. Zayn era bello, sexy e dal fisico perfetto.

“L’ottava meraviglia del mondo…” pensò Melinda. Poi si rese conto del suo pensiero contorto e ritornò sul pianeta Terra. “Sarà anche bello ma è fin troppo stupido e superficiale per te. perciò smamma da qui!” si disse. In quel momento arrivarono Mitchie, Jasmine e Lucy.

< Ehi ma quello non è il modello del cartellone che abbiamo visto ieri in quel negozio? > domandò Lucy sorpresa.

< Sì è lui, ce ne andiamo per favore? > domandò Melinda tesa. Le amiche si guardarono negli occhi confusamente, dopodiché lasciarono l’entrata dell’Hotel.

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Capitolo 9
*** CAPITOLO 9. ***

Quella sera il centro di Roma era pieno di gente, come al solito. Ma quella sera la città era particolarmente caotica. Le ragazze ebbero modo di notare tanti bellissimi ragazzi italiani, famosi per avere il sangue passionale. Qualcuno fece anche loro la corte, facendo divertire le quattro.

< Mi stai dicendo che sta per sposarsi? > domandò Lucy a Mitchie spalancando gli occhi.

< Già, con una certa Clotilde > rispose l’amica con un velo di malinconia nella voce.

< Ma quanti anni ha lui? > domandò Melinda curiosa.

< Ventidue>

< Ti piace vero? >

< Jasmine sei la solita frettolosa > rispose Mitchie imbarazzata.

< Dai, si vede lontano un miglio che ti piace! > esclamò Melinda.

< Che succede qui? > domandò Mitchie cercando di cambiare argomento, arrivando davanti ad un palco allestito.

< Non saprei…il bagnino dell’anno > lesse Jasmine sull’insegna posta in alto ad una passerella. Quella perlomeno era in inglese. Ad un tratto un uomo sulla cinquantina, con pochi capelli e un gran pancione, uscì dal tendone poso dietro alla passerella e iniziò a confabulare qualcosa in italiano che le ragazze non capirono. A quel punto tutti applaudirono, con successive urla di incoraggiamento, e dalla tenda iniziarono ad uscire uno ad uno dei bellissimi ragazzi in boxer da mare e senza maglietta.

< Ragazze, è il concorso per il bagnino dell’anno! > esclamò Melinda.

< Capitan ovvio?! > fece Jasmine prendendo in giro l’amica.

< Bagnini? > chiese Lucy pensierosa. Sì, stava proprio pensando a colui che uscì improvvisamente dalla tenda. Capelli ricci, occhi verdi e grandi, fisico scolpito, ma non troppo, dal nuoto e sorriso mozzafiato accompagnato da due dolci fossette. Quando Lucy vide Harry il bagnino, sentì un fuoco invaderle il petto. Tutte le ragazze della folla incitavano il bel riccio, la sua bellezza aveva colpito tutti, compresa Lucy che era persa nei suoi occhi.

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Capitolo 10
*** CAPITOLO 10. ***

Fissando ancora il ragazzo, Lucy iniziò a sentire un gran caldo, dovuto anche dalla folla ammassata. A quel punto Harry lasciò il palco facendo spazio agli altri bagnini in gara.

< Ehi, qualcuno qui è perso… > notò Jasmine guardando Lucy. Ancora incantata dalla figura di Harry che fino a poco tempo prima era sul palco, Lucy non si rese conto del suo sguardo sognante e di quello divertito delle sue amiche. Quando poi tornò sul pianeta Terra, si accorse anche del mondo attorno a sé.

< Che c’è? > domandò alle amiche che continuavano a guardarla e che a quel punto scoppiarono in una risata. Lucy ancora non capiva cosa stesse succedendo, ma rise assieme a loro.

< Ragazze, volete lasciare il vostro voto per il bagnino dell’anno? Potete scegliere tra questi 15 bei fusti. Li avete appena visti sul palco > disse loro un ragazzo apparentemente gay con al collo il manubrio di un grande cesto. Dentro il cesto c’era un piccolo catalogo con una foto per ogni bagnino in lizza e per votare bastava lasciare un voto in quella lista. Lucy non ci pensò due volte e, dopo aver controllato il cognome di Harry nel catalogo, scrisse il suo nome nella lista. Le sue amiche fecero lo stesso, vollero sostenere il ragazzo che, oltre che ad essere bello, svolgeva bene il suo lavoro.

< Ricordiamoci che qualche giorno fa Harry ti ha salvato la vita > notò Mitchie.

< Ehi, dici sul serio? Allora dovresti venire sul palco a raccontarlo. Sarebbe un bel modo per essergli grata > le fece il ragazzo delle votazioni.

< Non credo sia una buona idea… > fece Lucy spaventata all’idea.

< Dai vai sul palco e racconta la tua esperienza > la incoraggiò Jasmine.

< Non se ne parla! > esclamò l’amica, ma nel frattempo le altre la stavano già trasportando vicino al palco. Arrivate vicino agli scalini, si fermarono.

< Così puoi fargli vincere la gara! Non avere timore > le disse Melinda. Lucy proprio non se la sentiva, ma era troppo tardi per tirarsi indietro perché il ragazzo delle votazioni agì senza pensare.

< Signore e signori, nell’attesa del vincitore del concorso, abbiamo qui con noi una testimone inglese di un atto di salvataggio di uno dei bagnini in gara, Harry Styles > disse il tizio eccitato all’idea di una testimonianza. Lucy rimase coi piedi incollati al pavimento mentre il ragazzo la incitava con una mano a salire. A quel punto le amiche iniziarono a spingerla sul palco e così Lucy, stufa di quella situazione, salì. Il ragazzo delle votazioni le porse il microfono che Lucy afferrò con fatica, le tremavano le mani dall’agitazione.

< S-Salve a tutti. Mi chiamo Lucy e qualche giorno fa Harry mi ha salvato la vita > iniziò a dire lei con voce tremolante. Nel frattempo una donna era salita sul palco e, con un altro microfono, traduceva in italiano quello che Lucy diceva.

< Stavo nuotando senza rendermi conto di essere arrivata troppo lontano, quando un crampo al piede mi ha impedito di nuotare verso la riva. Ho iniziato ad agitarmi finché non sono stata risucchiata dall’acqua. Ma poi quando ho riaperto gli occhi, ho visto Harry >. A quel punto lei non se ne accorse, ma c’era qualcuno a guardarla da dietro ai tendoni del palco.

< Harry mi ha salvato la vita > proseguì lei < e se non ci fosse stato lui probabilmente non sarei qui adesso > concluse. Tutti applaudirono per l’impresa del ragazzo, che improvvisamente sbucò dal tendone.

< Complimenti a te bel giovanotto > esclamò ancora il tizio che aveva presentato Lucy al pubblico.

< Grazie > rispose Harry guardando con tenerezza Lucy che solo allora si accorse della presenza del ragazzo sul palco.

< Dicci, come hai fatto a salvarla? > domandò il giovane.

< Beh, quando l’ho trovata in acqua priva di sensi l’ho trasportata verso la spiaggia > fece il ragazzo in italiano, mentre la donna traduceva a Lucy < e poi, dopo averla stesa sulla spiaggia, ho praticato la respirazione bocca a bocca… >

< COSA???? > fece Lucy sentendo il calore che divampava fino alle sue gote. A quel punto lasciò il palco imbarazzata, seguita da Harry. Le amiche guardarono i due scappare e decisero di lasciarli soli. Lucy si destreggiò tra la folla tentando di liberarsi da quell’ammasso di corpi, fino a che non riuscì ad arrivare al parcheggio desolato della piazza.

< Ehi Lucy aspetta > la implorò lui. Lucy non si voltò, ancora imbarazzata, fino a che lui non la fece girare afferrandola per un braccio.

< Che c’è che non va? > domandò.

< La respirazione bocca a bocca! > esclamò lei.

< Avresti preferito morire? E poi non mi dire che posare le tue labbra sulle mie è un sacrilegio per te > commentò lui malizioso. Lei lo guardò sconvolta, allontanandosi ancora un po’ da lui.

< Dai, non c’è stato nessun tocco tra le nostre lingue. Consideralo un assaggio > disse lui. Dopodiché si accorse di quello che gli era scappato e si portò le mani alla bocca, mentre lei lo guardava con occhi spalancati.

< Scherzavo, coraggio > le disse lui ancora divertito ma in profondo imbarazzo.

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Capitolo 11
*** CAPITOLO 11. ***

Jasmine stava osservando una bancarella di peluche, li amava! Erano così dolci, un peluche era l’unica cosa dolce che l’avrebbe potuta attrarre. Odiava le smancerie. Anche se ultimamente le smancerie “calientes” non le dispiacevano affatto. Sorrise involontariamente pensando a Louis, chissà dov’era. Inoltre domani sera l’avrebbe incontrato.

< Mi scusi signorina, mi hanno detto di darle questa > fece una bambina adorabile di quanto, 10 anni? il fiore dell’infanzia, pensò Jasmine fra se e se. In ogni modo, la bambina parlava in italiano e Jasmine capì poco e niente di quello che diceva, capì solo che quello era per lei. La bimba porse alla giovane un peluche a forma di Nemo con sotto il braccio un bigliettino.

< Grazie tesoro > fece lei sfoggiando un po’ d’italiano. Curiosa aprì il biglietto.

“ Dire che anche stasera sei bellissima è dire poco. Ci vediamo domani sera, nena xx “. Finito di leggere il bigliettino, Jasmine si guardò attorno cercando Lui, mordendosi il labbro inferiore per trattenere in quella morsa il desiderio di vedere il ragazzo.

Tornando a casa, sfinite, le ragazze cantavano per la strada canzoni di Chris Brown.

< Alla fine chi ha vinto la gara dei bagnini? > domandò Melinda alle altre.

< Ce ne siamo andate prima del verdetto…qualcuno qui ha il bisogno innato di una dormita > notò infastidita Mitchie guardando Lucy.

< Chissà per quale motivo poi > aggiunse Jasmine divertita.

< Okay la smettete? Vi odio per non avermi detto che Harry ha applicato la respirazione bocca a bocca su di me > sbottò lei imbarazzata.

< L’immagine della ragazza casta e pura potrà anche funzionare a Londra, ma qui a Roma no mia cara. Questo stato è pieno di ragazzi focosi, con l’amore nelle vene > disse Mitchie sognante.

< Ehi dolcezze > sentirono dire alla loro destra.

< E anche piena di stupidi > aggiunse Melinda non appena lo vide.

< Ehi, ma tu sei il modello? > domandò Jasmine sorpresa. Sorpresa non solo di vedere il ragazzo, ma anche di notare su quale mezzo di strasporto stesse viaggiando. Una limousine laccata bianca e gigantesca.

< Sì sono proprio io, vi offro un passaggio? Sto andando in hotel > domandò lui con fare seducente.

< No grazie preferiamo camminare > rispose Melinda iniziando ad incamminarsi.

< Dai cosa sarà mai un tragitto di 15 minuti in limousine?! Una robetta da niente, secondo te? > chiese lui divertito e sicuro di se.

< E’ sempre stato il mio sogno salire su una limousine… > commentò sognante Lucy.

< No, no, e ancora no! non saliremo sul tuo stupido autobus bianco > affermò Melinda, anche se non servì a molto.

< Caspita è enorme questa limousine! Cosa ci fai qui tutto solo? > domandò Mitchie la curiosona sotto gli occhi infastiditi di Melinda. Più chiedevano a quel ragazzo e più lo facevano sentire importante.

< Sto tornando da una festa, è così grande perché di solito ci viaggio in dolce compagnia > rispose Zayn posando gli occhi sul corpo delizioso di Melinda che, infastidita, si portò le braccia sul seno.

< Ma sei americano? > domandò Lucy.

< Già, ma l’Italia mi ha offerto una carriera fortunata da modello e ora chi si scolla più da questo paese! > esclamò lui. Le ragazze risero dal modo divertente che aveva il ragazzo di raccontare qualcosa, era così pieno di charme ma Melinda per qualche strana ragione non voleva ammetterlo. Arrivati sotto l’hotel, scesero tutti dalla macchina, prima di tutti Melinda che voleva scappare da lì.

< Ehi aspetta. Ti è piaciuto il giro turistico, MELINDA? Alla fine ho capito da solo qual è il tuo nome. > fece Zayn a Melinda.

< A me è piaciuto parecchio! > fece notare Mitchie che non si rese conto di essere di troppo. Così Lucy e Jasmine la trasportarono in hotel.

< A me invece non ha fatto né caldo né freddo > rispose Melinda freddamente.

< Quanto sei acida da 1 a 10? > domandò il ragazzo divertito ma con un velo di malinconia che Melinda notò, stranita.

< In verità sono famosa per essere una persona piuttosto dolce, ma non sopporto i palloni gonfiati e non voglio avere nulla a che fare con loro. Per questo li evito > disse lei dirigendosi verso l’hotel. A quel punto Zayn alzò il passo e si posizionò davanti ai suoi passi.

< Neanche se fossero visibilmente pazzi di te? > domandò lui facendosi sempre più vicino alla ragazza che ormai sentiva il cuore uscirle fuori dal petto per i battiti accelerati. Si guardarono intensamente sotto la luce lieve proveniente dalle stelle e dal palo della luce posto all’entrata dell’albergo. Melinda era immobilizzata da quello sguardo color miele grazie alla luce artificiale del palo, ma poi comprese che stava cadendo nella sua trappola, così corse in hotel.

Mentre si toglieva i vestiti di dosso, Mitchie si portò le mani alle orecchie per liberarsi degli orecchini. A quel punto si rese conto che mancava l’orecchino d’oro dell’orecchio destro.

< Merda! > esclamò.

< Che succede? > domandò Jasmine confusa.

< Ho perso l’orecchino d’oro di mamma > le disse l’amica in preda alla paura.

< Com’è possibile? L’hai perso in centro? > domandò lei.

< No perché nella limo ce l’avevo. E se l’avessi perso nell’atrio dell’albergo? > fece Mitchie pensierosa.

< Ti conviene andare a controllare allora! > la incitò Jasmine che ormai era già in pigiama. Così Mitchie scese e iniziò a controllare per terra nell’ingresso dell’hotel, sotto lo sguardo confuso e divertito allo stesso tempo del receptionist anziano di turno.

< Dove diavolo sei? > pensò ad alta voce la ragazza.

< Che fai ragazzina, parli col pavimento? > domandò una voce cortese e in preda ad una risata. Quando Mitchie alzò gli occhi lo vide.

< Non sono in vena per gli scherzi…Liam giusto? > domandò Mitchie fingendo di non ricordare il suo nome.

< Cos’hai perso? > domandò lui gentile.

< Un orecchino d’oro, è minuscolo ed è un cimelio di famiglia. Se lo perdessi sarei la prima della famiglia dopo quasi 100 anni a non averlo custodito con cura > disse lei trattenendo invano le lacrime che iniziarono a farsi spazio nei suoi occhi. Liam vide la tristezza negli occhi color del mare della giovane, tanto da sedersi a terra e porgerle un fazzoletto.

< Signor direttore, ma che fa? > domandò il receptionist incredulo vedendolo seduto a terra. Ma Liam gli fece segno con un dito di tacere.

Mitchie prese il fazzoletto che gli stava porgendo Liam e si asciugò le lacrime.

< Facciamo così: tu ora vai a dormire perché sei sfinita. Adesso chiamo due facchini di turno e faccio setacciare tutto il piano, l’ascensore più il corridoio che porta alla tua camera e nel caso in cui lo trovano te lo porto domani mattina. Okay? > domandò lui alzando dolcemente la testa della ragazza mettendole una mano sotto il mento. Mitchie percepì fiducia nelle sue parole, così annuì e si alzò da terra. Solo in quel momento notò che anche Liam si era seduto a terra con lei, dopodiché lui si alzò e con sguardo premuroso da padre preoccupato le disse < Buonanotte piccola >.

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Capitolo 12
*** CAPITOLO 12. ***

Il giorno seguente, il sole pomeridiano riscaldava tutto ciò che baciava. Mitchie amava i sonnellini pomeridiani e decise di concedersene uno mentre le sue amiche erano in piscina. Si girava e rigirava nel letto tentando di lottare contro il calore, ma non ci riusciva. Ad un tratto sentì la porta bussare e quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. Abbandonò per quel pomeriggio il sonnellino e andò ad aprire la porta della camera con i capelli ancora scombussolati. Quando aprì, si sorprese nel vedere Liam.

< Liam, che ci fai qui? > domandò lei irrequieta sistemandosi i capelli ribelli.

< Ricordi? L’orecchino. I facchini l’hanno ritrovato > disse lui sorridendole e porgendole l’orecchino. Quando Mitchie lo vide, le sembrò di sognare, cosicché saltò sul collo di Liam all’impazzata.

< Mio Dio grazie! Se l’avessi perso non so cosa sarebbe successo > continuava a dire ancora a cavalcioni su di lui. Liam la teneva dalle gambe per non farla cadere. Era visibilmente imbarazzato ma Mitchie se ne accorse dopo che la sua felicità iniziò a farsi lucida. Così scese dal fisico del ragazzo e, rossa in viso, disse .

< Tranquilla > replicò lui con un’espressione in volto mista tra il divertimento e l’imbarazzo. Salutò la ragazza e si diresse verso il suo studio. Per qualche strana ragione ripensò molto alle gambe sode della ragazza che sorreggeva attorno al suo fisico, con ancora il profumo di Mitchie sulla sua camicia.

< Okay, sto morendo di caldo e ho bisogno di una nuotata! > sbottò Melinda. Lei, Jasmine e Lucy stavano ancora negli spogliatoi della palestra sistemandosi i costumi, ma Melinda di aspettare proprio non aveva voglia.

< Ci vediamo in acqua ragazze > disse, e così si tolse l’accappatoio uscendo in piscina. Quando arrivò, vide che l’acqua non era vuota. Immerso in essa c’era lui, quella sottospecie di modello americano dalla pelle olivastra.

< Chi si vede > fece lui squadrandola dalla testa ai piedi. Melinda non badò a lui e si avvicinò al bordo della piscina, anche se quando si rese conto che Zayn stava fissando il suo fisico formoso non riuscì a fare un ulteriore passo verso l’acqua.

< Che fai, non ti butti? > domandò lui divertito.

< Preferisco aspettare > rispose lei in profondo imbarazzo. A quel punto lui uscì dall’acqua e Melinda notò tutto di lui. I boxer aderenti alle sue gambe sode, il suo fisico mediamente scolpito da modello giovane e il suo bacino sexy. A quel punto Zayn iniziò ad avvicinarsi a lei con fare malizioso.

< Che fai? > domandò Melinda indietreggiando.

< Voglio solo aiutarti ad andare in acqua! > esclamò lui trascinandola con sé nella piscina e cadendoci entrambi dentro come due sacchi di patate.

< Sei impazzito?! > domandò lei spaventata ma divertita allo stesso tempo. Lui rideva di gusto, schizzandole l’acqua addosso, ma lo faceva sinceramente divertito dalla situazione. Stava bene in quel momento. Melinda non resistette un altro minuto solo con lui, così uscì dalla piscina sotto gli occhi confusi di Zayn.

Ormai stava aspettando da 10 minuti e Jasmine continuava a guardarsi attorno come un’anima in pena. Cercava Louis perché era venerdì sera, il giorno del loro appuntamento, ma lui non c’era ancora. Era una ragazza piuttosto coraggiosa e non curante dei disturbatori, ma che quei tizi la stavano fissando da un po’ l’aveva notato. Avevano birre in mano e sguardi maliziosi che fecero venire i brividi alla ragazza. A quel punto accadde, quei ragazzi si alzarono dalle panchine della zona e si diressero verso di lei. Nel posto c’era poca gente, probabilmente era poco frequentato dai romani. Quei ragazzi si avvicinarono a lei che continuò ad ignorarli.

“Ignorali, è la migliore arma” continuava a dire a se. Le dicevano qualcosa in italiano che lei non comprese. A quel punto però comprese il gesto di uno di loro che le sfiorò la schiena. Okay, era sola contro 3 ragazzi dalle espressioni inquietanti. Iniziò ad allontanarsi da loro che procedevano a passi veloci verso di lei. Jasmine tentava di rifugiarsi in un posto dove ci fosse gente quando ad un tratto sentì un peso dietro di se. Si spaventò pensando fosse un altro balordo a tal punto da lanciare un urlo. Quando però poi si voltò e lo vide le sembrò di sognare. Vide Louis avvicinarsi a quei balordi e dire loro qualcosa in un italiano storpiato dovuto al suo accento spagnolo. Quelli risero di lui ma poi, quando Louis ribadì qualcos’altro, i balordi si allontanarono ancora divertiti ma abbastanza spaventati.

< Stai bene? > le domandò. Jasmine annuì, col cuore che ancora le batteva a mille.

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Capitolo 13
*** CAPITOLO 13. ***

< Come hai fatto a spaventarli? > domandò lei curiosa.

< Li ho minacciati di urlare come un matto attirando la folla in fondo. Bastava solo quello per spaventarli >. Jasmine si sentì una tale sciocca. Se ci avesse pensato lei stessa si sarebbe difesa da sola. A quel punto Louis le posò una mano sulla spalla per rassicurarla. La serata proseguì alla grande, tra pizza e bibite gustate sotto le stelle, seduti ad una panchina, parlando della vita.

< Di dove sei? > domandò lei.

< Sono spagnolo, di Madrid, ma vivo qui da un paio d’anni per mantenermi >

< E come mai sai l’inglese? >

< Il mio nome è Louis Tomlinson, sai? Mio padre era inglese e se a quest’ora fosse ancora vivo probabilmente vivrei con mia madre e mia sorella a Londra > rispose lui con un velo di malinconia.

< Sicuramente ci saremmo incontrati, io sono di lì >

< Tanto di cappello > fece lui sorridendo. Tra una parola e l’altra il tempo volò, fino ad arrivare all’una di notte sotto l’hotel, ancora parlando del più e del meno.

< Pensi che potremmo vederci di nuovo? > domandò lui speranzoso.

< Louis sono stata benissimo stasera. Ci rivedremo di sicuro > lo assicurò lei. Così non esitò a lasciargli un bacio sulle guancia delicate prima di dirigersi nell’albergo, lasciando Louis sotto le stelle dorate a pensare a quanto una donna potesse essere tanto meravigliosa.

Il sole batteva sulla sabbia, rendendola inagibile a piedi nudi. Lucy e Jasmine passeggiavano per la spiaggia posando i piedi sulla riva del mare in modo da sentire l’acqua sotto le piante e perciò sollievo dal calore. Jasmine raccontò alla sua cara amica i particolari della serata con il ragazzo spagnolo.

notò Lucy divertita.

< Swarovski? > domandò Jasmine reggendole il gioco. L’ironia che caratterizzava entrambe rendeva le loro conversazioni molto stuzzicanti. Ma era quello il bello di parlare con una persona a te tanto simile.

< Lucy vado a prendere una cosa dallo sdraio, torno subito! > le disse Jasmine incamminandosi già. Lucy la guardò senza capire che l’amica stava lasciando campo libero ad un certo ricciolino.

< Ehi Lucy > le disse una voce alle sue spalle. si voltò e lo vide.

“Jasmine ti odio” pensò fra se e se.

< Ehi > rispose lei continuando a camminare e tentando di ignorarlo.

< Come vanno le tue vacanze? > domandò lui.

< Alla grande > rispose lei secca.

< A questo punto tu dovresti ricambiare la cortesia chiedendomi cose del tipo…a te come va il lavoro da bagnino sexy? >

< Sognati che ti dica una cosa simile > rispose lei tra un sorriso ironico e l’altro.

< Sai chi ha vinto il concorso del migliore bagnino l’altro giorno? Io, ed è grazie soprattutto alla tua testimonianza. Ti devo un favore > notò lui divertito.

< Mi hai salvata, ti ho fatto vincere. Fine dei giochi > rispose lei accelerando il passo.

< Dai puoi chiedermi quello che vuoi > le disse lui con occhi furbi e maliziosi. Lucy si ferma osservarli e le sembrò di nuotarci dentro. Iniziò ad indietreggiare finché non sentì l’equilibrio abbandonarla. Tentò di mantenersi dritta sulla sabbia irregolare ma cadde all’indietro portando su di se Harry che aveva tentato di usare come sostegno. Si ritrovò ad un tratto stesa sulla sabbia bagnata con addosso una meraviglia della natura. Lucy sentiva il petto nudo di lui attaccato al suo, i bacini combaciare perfettamente. Lui la guardava sorpreso da tanta audacia, continuando ad avvicinarsi pian piano al viso della giovane.

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Capitolo 14
*** CAPITOLO 14. ***

Il cuore di Lucy batteva al’impazzata, perfino un tamburo non avrebbe potuto batterne il rumore incessante. Il calore emanato dal sole unito al fisico di Harry su di lei la fecero surriscaldare ancor più. Il viso del ragazzo era sempre più vicino a quello della giovane tanto da poter sentire ognuno il fiato dell’altro sul proprio viso. A quel punto un’onda leggera e fredda sfiorò la schiena della ragazza facendola sussultare e tornare alla realtà.

< Che diavolo stai facendo?! > urlò lei buttando Harry di fianco a se.

< Ehi tu mi hai tirato verso di te> fece lui ridacchiando. A quel punto Lucy si alzò dalla sabbia, rendendosi anche conto di averne il corpo pieno, e, lasciandolo lì a cuocere al sole, si buttò tra le onde ghiacciate cercando di scacciare via l’idea di Harry su di se in situazioni ambigue.

< Ragazze Fiumicino è troppo lontano da raggiungere…forse dovremmo evitare di venirci così spesso > notò Melinda.

< NO! > urlò Lucy, facendo riecheggiare la sua voce per tutto l’autobus. I passeggeri si voltarono verso le ragazze facendole sentire in grande imbarazzo.

< Che necessità c’era di urlare?? E poi Harry non ti stava sulle scatole? > domandò Jasmine.

< Non voglio continuare ad andare a mare per quello lì ma per l’aria pulita, i pesci che nuotano liberi nel mare… >

< Un bagnino riccio, con due occhi verdi enormi e un fisico mozzafiato > aggiunse Mitchie tra una risata e l’altra.

< Dai non è come pensate voi > replicò Lucy, ma stranamente non riuscì a dire altro per “discolparsi”.

< Dai lo sai che è da una vita che voglio provare il tennis! >

< Jasmine non ci so giocare e ti assicuro che non è facile come sembra > insisteva Mitchie per far cambiare idea all’amica, ma quest’ultima sembrava non volerne sapere di rinunciare al tennis.

< Lo chiederei a Melinda o Lucy ma sono a fare shopping. Dai fallo per la tua carissima amica! > supplicò Jasmine con faccetta dolce. A quel punto Mitchie decise di accontentarla.

< Ma sappi che se mi arriva una palla in fronte sarà tutta colpa tua! >

< Okay, quella borsa mi piace e la voglio! > esclamò Lucy dirigendosi verso un negozio.

< Ma dove trovi tutta questa forza per camminare interrottamente?! Ti aspetto seduta qui > le disse Melinda appoggiandosi ad una panchina. Aveva 3 buste in mano uscite belle fresche da un negozio di scarpe, la passione di Melinda. Assaporò nel frattempo l’aria calda pomeridiana e l’odore emanato dal negozio di dolci della piazza. Si leccò le labbra pensando a quanto potesse essere deliziosa una torta al cioccolato e in quel frangente di tempo notò una sagoma avvicinarsi a lei. Era seguito da 4 uomini con tra le mani macchine fotografiche che emanavano flash insopportabili. Paparazzi.

< Ehi bellezza, a cosa stavi pensando per leccarti le labbra in quel modo? > domandò lui non appena le fu vicino .

< Niente di quello che pensi > rispose lei tentando di ignorarlo. Zayn indossava una canottiera bianca e dei jeans scuri con anfibi neri che evidenziavano il suo andamento figo e il suo modo accattivante anche solo di ingoiare la saliva.

< Melinda l’acidella, questo dovrebbe essere il tuo nome d’arte > le disse lui quasi infastidito. Lei notò quel suo tono e si alzò dalla panchina per allontanarsi dal modello. Lui però, senza che lei se lo aspettasse, la afferrò per un braccio facendola voltare e senza dire o fare altro la baciò. Melinda spalancò gli occhi per la sorpresa, sentendo la mano di lui che le stringeva l’avambraccio mentre con le labbra calde e sottili tentava di aprire quelle di lei per cominciare un gioco passionale senza fine. Solo che dopo un paio di secondi Melinda lo spinse via e gli diede uno schiaffo il cui rumore fece girare di scatto passanti e mise in agguato i paparazzi.

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Capitolo 15
*** CAPITOLO 15. ***

< Ma perché la palla va sempre nella direzione opposta a dove la tiro?! > esplose di rabbia Jasmine impugnando una racchetta da tennis.

< Te l’avevo detto io che non è uno sport così facile da praticare > fece Mitchie ridendo della furia dell’amica. A quel punto Mitchie afferrò la palla e cercò di tirarla, ma essa finì totalmente fuori campo.

< Noto che non dovresti ridere delle mie disgrazie > le fece presente Jasmine con tono indispettito.

< Ma perlomeno io ho ammesso di non saperci giocare! E poi è lo sport in generale che mi odia >

< Il tuo braccio comunque è decisamente storto quando cerchi di tirare > disse un ragazzo all’entrata del campo. Le due si voltarono e videro Liam avvicinarsi a Mitchie.

< Vuoi che ti faccia vedere? > domandò lui dolcemente. Mitchie non riuscì a rispondere, era catturata dal tono delicato di lui ma allo stesso irritata da tanta gentilezza. A quel punto lui si mise dietro di lei e afferrandole le braccia le fece vedere il movimento adatto. Mitchie percepì il calore corporeo di lui invaderle la schiena, così anche il suo respiro regolare e caldo soffiare sul suo orecchio destro prima, sul collo poi. Jasmine osservò incantata la scena, finché non capì cosa doveva fare.

< Scusate ragazzi ma ho bisogno di una doccia fresca, voi continuate pure… >

< No Jasmine aspettami > fece Mitchie per raggiungerla, ma Jasmine le pregò di rimanere lì, perché perdere entrambe una lezione che avevano comunque pagato? Anche se le intenzioni di Jasmine nei confronti dell’amica erano ben diversi. voleva lasciarla sola con quel bel fusto.

< Facciamo assieme una partita? > domandò Liam. Mitchie annuì, non riusciva a spiaccicare parola in quel momento bloccata da qualcosa di ancora sconosciuto.

< Prendila con la racchetta mi raccomando! > esclamò lui preparandosi alla battuta. Lanciò una palla dritta e perfetta che Mitchie osservò bene, ogni istante che la palla impiegò per raggiungerla lei lo analizzò fino a che essa non arrivò quasi sul suo viso, cosicché Mitchie si scostò di qualche millimetro sollevando la racchetta e tirando il più forte possibile. La palla volò come un razzo, stranamente dritta verso il suo obiettivo.

< Auch! > gridò Liam portandosi una mano sulla fronte. Mitchie si rese conto che la palla aveva preso in pieno un angolo della fronte di Liam che improvvisamente iniziò ad arrossarsi. Lei lo raggiunse allarmata chiedendogli se stesse bene.

< Porca miseria scusami non volevo! Mettiamo del ghiaccio? >

Dato che la tenuta che indossava era perfetta per un po’ di sport all’aperto, Jasmine decise di andare a correre un po’ per il parco nelle vicinanze dell’albergo. Imboccò vari sentieri, le piaceva esplorare posti nuovi con la musica dei My Chemical Romance che le risuonava nelle orecchie. Ad un tratto però si fermò al centro del sentiero, impaurita. Ciò che vide non era un cannato, un ubriaco o peggio ancora, un tamarro. Ciò che vide era un pitbull. No, non Pitbull il cantante, ma un cane nero come la pece e con la bocca da cui fuoriuscivano canini grandi e spaventosi. Jasmine adorava i cani, ma li temeva sin da piccola quando un cane di razza minore le abbaiò in faccia spaventandola a morte a soli 7 anni. iniziò ad indietreggiare, nel frattempo però il cane si avvicinava. Stava sudando freddo, lei, e una lacrima involontaria di paura le rigò il viso. Jasmine non aveva paura di nessuno, ma temeva quelle zanne grandi e quegli occhi che potevano nascondere qualsiasi pensiero. Il cane aumentò il suo passo così da far allarmare la ragazza.

“Non correre e non guardarlo negli occhi, osserva un punto morto e allunga il tuo campo visivo alla sua posizione “ si ripeteva. La faccenda del campo visivo l’aveva imparata nel suo unico mese di teatro frequentato a scuola, non pensava che un giorno ci sarebbe ritornata su quelle parole. Indietreggiava ancora sperando che il sentiero avesse prima o poi una fine. In quel momento però sentì un fischio provenire da dietro all’animale, che lo fece girare verso il richiamo. In quel momento Jasmine si rese conto che il cane indossava un collare. Così il pitbull tornò indietro lasciando campo libero alla giovane che iniziò a correre all’impazzata verso il lato opposto al cane in cerca d’uscita. Correndo più che potesse, iniziò ad intravedere gente. Era quasi arrivata, stava per uscire da lì, eccola entrata nel bagliore di luce solare quando sulla sua destra le piombò addosso un peso delicato che però la fece barcollare e cadere a terra. Jasmine sentì dolore sul polso lacerato dall’asfalto e quel dolore, mischiato alle lacrime prodotte dalla sua paura della bestia, le fecero capire che quello era uno dei giorni peggiore della sua vita, finché non guardò in alto verso la persona che l‘aveva spintonata e si rese conto che si trattava di Louis che la osservava allarmato.

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Capitolo 16
*** CAPITOLO 16. ***

< Jasmine! Ti sei fatta male? >

< No sto benissimo > disse lei con il gomito dolorante e le lacrime che ancora inondavano i suoi occhi color nocciola. Si vergognava del suo piagnucolio da bambina, perciò si incamminò verso l’uscita del parco cercando di ignorare Louis.

< Ehi che ti succede, perché mi tratti così? > domandò lui rincorrendola.

< Non mi va che tu mi veda in questo stato > fece lei imbarazzata.

< Scherzi? Voglio aiutarti perciò spiegami quello che è successo >. Jasmine decise di sputare il rospo e asciugandosi le lacrime raggiungendo insieme l’hotel, gli raccontò del cane e della sua grande paura per quelle bestiole.

< Ti sarai spaventata un sacco > le disse Louis dopo aver ascoltato tutto il racconto.

< Già, da morire >

< Magari voleva avvicinarsi per correre assieme a te > sdrammatizzò il ragazzo.

< Sì certo un’adorabile corsetta con un pitbull nero, dovrebbero scriverci una storia! > replicò lei in tono scherzoso. Nel frattempo arrivarono in hotel e si diressero verso lo studio del dottore per far sì che medicasse la ferita della ragazza. Mentre uscivano dall’ambulatorio però, incrociarono Mitchie e Liam.

< Ehi che ci fate qui? > domandò Mitchie non appena li vide.

< Una brutta caduta mi ha provocato questo > rispose Jasmine indicando il gomito. < Voi piuttosto? >

< La tua amica qui presente ha una forza sovraumana! > disse Liam.

< Mi dispiace sul serio non volevo farti male, eppure di solito sono una schiappa a giocare a tennis…>

< Posso confermare! > aggiunse Jasmine ridacchiando.

< Signor direttore, questo colpo le ha provocato un rigonfiamento sul lato destro della fronte, ma tra una settimana dovrebbe sgonfiarsi del tutto >

< Grazie dottor D’Elia > rispose lui. Mitchie guardava i due in modo interrogatorio, non capiva nulla di italiano.

< Che dice? > domandò lei.

< Che mi rimarrà questo segno in fronte per il resto della mia vita e è tutta colpa tua >

< Mio Dio non volevo accadesse lo giuro, non sei mr. Simpatia per me ma non desidero neanche la tua morte, ossia… >. Mitchie lasciò a metà la frase vedendo Liam ridere sguaiatamente.

< Che hai da ridere? > domandò lei confusa.

< Tra una settimana ritornerò come nuovo, ti stavo solo prendendo in giro > le disse lui ridendo ancora.

< Ti ringrazio per lo scherzo > fece lei uscendo dalla stanza. Liam la guardò sorpreso e disse < Dai stavo solo scherzando!>

Ma lei era irremovibile. Si era preoccupata come una stupida per quel tizio così…irritante!

< Mi stai dicendo che l’hanno ritrovato? > domandò Lucy speranzosa.

< Sì!! Mi hanno chiamata stamattina dall’aeroporto > rispose Jasmine su di giri. In viaggio verso Roma aveva perso un piccolo baule legato alla sua valigia, con all’interno la sua bigiotteria, e a quanto pare era stato ritrovato. Così le due si diressero verso l’aeroporto.

< Mi scusi, mi chiamo Jasmine Fox e mi avete chiamata stamattina per la restituzione del mi bauletto… >.

Mentre la sua amica parlava con gli addetti al servizio recupero bagagli, Lucy si sedette ad una sedia della sala d’attesa. Lì le venne in mente il momento della loro partenza per Roma, erano così eccitate e quella vacanza si stava rivelando più interessante di quello che si aspettavano. Attorno a sé vedeva coppie che si abbracciavano tra lacrime d’addio, di gioia, sorrisi consolatori e sguardi di rammarico per una partenza non desiderata. Ad un tratto posò gli occhi su due figure. Si stavano abbracciando con tanta foga e lei piangeva a dirotto per la felicità. Il viso di lui era immerso tra le braccia della ragazza, ma quando finalmente sciolsero l’abbraccio Lucy lo riconobbe. Era Harry, che si stava abbracciando con una ragazza.

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Capitolo 17
*** CAPITOLO 17. ***

< Mi stai dicendo che vederlo abbracciato ad un’altra non ti ha fatto nessuno effetto? > domandò Melinda gustando un cornetto.

< No nessuno, avrebbe dovuto invece? > domandò Lucy.

< Eccome, hai una cotta per lui e si vede lontano un miglio >

< Mitchie non sognare ad occhi aperti! Non ho nessuna cotta per quella sottospecie di bagnino don Giovanni > fece Lucy ormai stufa di tante allusioni.

< Voi non avete visto in che condizione di shock era dopo che l’ha visto. Già tesoro, sei innamorata persa > incalzò Jasmine.

< Non sono innamorata! > urlò Lucy facendo voltare tutti gli ospiti del ristorante. Erano le 10 del mattino e stavano gustando una deliziosa colazione prima di buttarsi a capofitto in una nuova stremante ma divertente giornata.

< Scusate > disse Lucy non appena si rese conto di aver esagerato.

< Quando la smetterai di urlare non appena tocchiamo il tasto dolente della verità? > domandò Melinda irritata. Lucy non ebbe modo di rispondere però.

< Ehm ragazze, guardate un po’ la Tv > disse Mitchie con occhi spalancati. Ciò che quella scatola riproduceva era un servizio realizzato da un programma di gossip dove si vedeva chiaramente una ragazza sferrare un rumoroso schiaffo alla famosa stella del mondo della moda Zayn Malik.

< Oh santo cielo… > riuscì a dire Melinda osservando la scena ripetutamente, grazie all’effetto applicato al servizio che permetteva di rivivere la scena ben 5 volte. Tutti gli ospiti del ristorante dell’hotel si voltarono verso Melinda, riconoscendola, facendo diventare la ragazza rossa come un peperone. Così, si diresse fuori da quella stanza. Non poteva sopportare quella situazione.

Sfrecciava verso l’ascensore che l’avrebbe portata in camera sua, dove avrebbe trovato occhi indiscreti, ma, passando per l’ingresso dell’hotel fu fermata da LUI.

< Ehi, hai visto cos’hai combinato?? > domandò Zayn apparentemente furioso mentre leggeva una rivista.

< Ti sei meritato quel ceffone lo sai? > domandò lei senza badare a quell’egocentrico.

< mi prendi per i fondelli? Leggi un po’ che dice qui! >

< E tu prendi per i fondelli me? Non capisco un tubo di italiano! >

< Il famoso modello schiaffeggiato in pubblico. La stella americana del mondo della moda Zayn Malik è stata vittima di un rumoroso schiaffo da parte di una giovane che l’aveva dapprima rifiutato. Fonti certe ci confermano che anche la giovane sarebbe di origine inglese, il cui nome dovrebbe essere Melinda, e, dalla foto 2 potete notare prima un bacio che Malik avrebbe rubato alla giovane e poi il conseguente schiaffo/ rifiuto nella foto 3. Che il modello abbia trovato il vero amore? O forse cercava solo di divertirsi? Fatto sta che tanti sono i programmi Tv che lo vorranno intervistare, facendo così accrescere la notorietà del giovane, grazie al suo fascino, tra le sedicenni con gli ormoni a fior di pelle per inglesi quali Robert Pattinson, Tom Felton e, ora anche Zayn Malik. >.

Zayn tradusse tutto l’articolo alla ragazza che man mano che ascoltava si faceva sempre più paonazza.

< Senti mi dispiace per la tua “carriera” ma ti sei meritato quel ceffone. Adesso sai di non poterti più avvicinare a me >.

A quel punto Zayn scoppiò in una risata di gusto.

< Okay, avrò anche fatto una figuraccia davanti a tutta Italia ma donna, tu mi hai aiutata a farmi notare ancor più! > esclamò lui abbracciandola e facendole mancare la terra sotto i piedi nel vero senso della parola.

< Mettimi giù!! > protestò lei.

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Capitolo 18
*** CAPITOLO 18. ***

Mare, sole, sabbia, ombrelloni, gelati e…bagnini. La combinazione perfetta per un’altra giornata di mare. Il bagnino quel giorno era diverso: alto, capelli rossi e occhi verdi. No, non era Harry e questo rese da un lato Lucy felice, dall’altro stranamente dispiaciuta. Quel pomeriggio le ragazze si dedicarono a tuffi in mare, osservazioni su bagnanti sexy e altri osceni con mutande colorate appariscenti tipiche dei tamarri italiani, e una partita di pallavolo. Tutte amavano quel gioco, Mitchie un po’ meno ma si divertì comunque. Tra un tiro e l’altro però, la palla finì incredibilmente sul tetto del bar.

< Lucy sei assurda! Come puoi averla lanciata così in alto?! > esclamò Melinda impressionata.

< Okay non vi preoccupate ci vado io! >

Il tetto era raggiungibile attraverso le scale che portavano alle cabine dei bagnanti e infatti arrivata su Lucy iniziò a guardarsi attorno per capire dove avesse lanciato quella palla, ma ad un tratto sentì una mano posarsi sul braccio e tirarla a se.

< Ehi ma che diavolo succede?? > domandò stranita quando si trovò in una cabina. Ma ovviamente non era sola…

< Harry, mi spieghi perché mi hai tirato a te? > domandò lei furiosa. Lui rideva e quando lo faceva, facendo sì che gli spuntassero sul viso delle adorabili fossette, era in grado di far sciogliere anche un sasso.

< Non lo so, mi andava > fece lui divertito.

< Giustamente ti permetti di rapire la gente quasi stessi bevendo un bicchiere d’acqua naturale! >

< In verità la preferisco con le bollicine >

< Harry ti prego non fare lo stupido > incalzò lei intenta ad uscire da quello spazio ristretto e semi illuminato che la metteva in soggezione, trovandosi lì quasi a contatto con il fisico del riccio per l’ennesima volta.

< Aspetta, vuoi davvero andartene? > domandò lui con uno sguardo malizioso.

< Certo, qualcosa in contrario? >.

A quel punto Harry si avvicinò alla ragazza ancor più costringendola alle spalle al muro. Lui poggiò una mano sul muro e lei, in quel momento, non seppe che fare. Stranamente non aveva paura, come chiunque altro avrebbe avuto, ma era come…attratta da tanta tenacia. Sentiva una voragine nello stomaco da cui sembrava fuoriuscissero farfalle alla rinfusa. Lui continuava ad avvicinarsi a lei ancor più, finché non successe. Harry appiccicò le sue labbra larghe e mediamente spesse a quelle della ragazza. D’istinto Lucy gli mise le mani tra i capelli mentre lui strisciava le sue sulla schiena di lei, finendo quasi sul fondoschiena. Il bacio era forte e passionale come pochi, lei si fece guidare da Harry nel movimento delle loro bocche finché il ragazzo non la sollevò portandosi le gambe di Lucy sul suo bacino e la poggiò al muro. Iniziò così ad assaporare il petto della giovane che, man mano che lui lasciava scie umide su di essa, sentiva aumentare l’eccitazione. Stava per accadere, stavano per fare l’amore.

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Capitolo 19
*** CAPITOLO 19. ***

Il bacio era talmente passionale da far girare la testa a Lucy. Lo stringeva forte a se, provava una strana ma forte emozione standogli così stretta. Allora Harry iniziò a giocare con il fiocchetto dello slip del costume della ragazza che pensò di fargli fare quello che voleva pur di farla sua. Ad un tratto però, Lucy rivide una scena come se ci si trovasse di nuovo davanti. Harry che abbracciava commosso una ragazza splendida, in aeroporto.

< fermo! >

< Che succede? > domandò lui confuso ma ancora in preda all’eccitazione.

< Non possiamo farlo > disse lei disorientata.

< E perché mai? Non ti piaccio più? > chiese lui ironico.

< Ti prego non fare lo stupido > e detti ciò la ragazza uscì dalla cabina riassaporando la libertà e l’aria. Corse via sperando che lui non la seguisse per poi uscire con tutta fretta dalla spiaggia, sotto gli occhi delle sue amiche che la raggiunsero. Quello non era il ragazzo giusto per lei, inoltre era fidanzato con un’altra e di certo non sarebbe diventata complice di adulterio. Il cuore le si spezzò metaforicamente in due tanto da sentirsi cadere dopo essere piombata tra le braccia delle sue amiche.

Il viaggio di ritorno a Roma fu strano e silenzioso, le ragazze erano pensierose. La mente di Lucy era occupata sempre e solo dal ricordo dei baci focosi di Harry e del quasi danno che stavano per commettere dal momento in cui lui aveva iniziato a giocare con il costume di lei. Melinda tentò di far finta di non aver notato quelle due ragazze che la fissavano mentre leggevano una rivista con in copertina lei che schiaffeggiava un famoso modello. Mitchie non riusciva a dimenticare il fatto che Liam stesse con quella sottospecie di scopa e per quanto riguardava Jasmine…tutto era monotono attorno a lei. Voleva provare qualcosa di nuovo ed eccitante. No, la cocaina no, ma una bella ma genuina pazzia non le avrebbe di certo fatto male!

< Allora Zayn, ci racconti un po’ di questa ragazza, Melinda? >

< Beh, la verità è che ci siamo frequentati per un paio di giorni ma lei voleva subito arrivare al sodo: il matrimonio. Capisce? Io a soli 20 anni preferisco la libertà. Lei non l’ha presa bene e mi ha schiaffeggiato >

< E quel bacio che ha dato alla ragazza? > domandò l’intervistatrice.

< Era un bacio d’addio per lei, ma a quanto pare non voleva ci lasciassimo. Ma tutto finisce prima o poi >

Le ragazze guardavano attentamente la televisione, desiderando di ammazzare quel pallone gonfiato in 4 modi diversi: Jasmine pensava ad una sfuriata di cazzotti, Mitchie ad un pallone in fronte, Lucy pensava di accoltellarlo nel sonno mentre Melinda vedeva già il suo desiderio di vendetta realizzarsi: guidare un autobus e investirlo “casualmente” mentre Zayn era intento a guardarsi nel riflesso dell’I-phone piuttosto che prestare attenzione alla strada. Era arrabbiata e ferita, il suo orgoglio era stato attaccato fin troppo.

< Ora questo idiota mi sente >

< Melinda aspetta! > urlò Jasmine, ma senza successo. La ragazza era già fuori dalla camera, così si precipitarono verso di lei.

< Apri questa dannata porta!! > urlava lei dietro alla camera del modello.

< Ehi, sei per caso impazzita? > domandò Zayn non appena aprì la porta.

< Ah io, e tu? Con quella storia del matrimonio? >

< dai era solo per darmi un po’ d’arie in tv… > disse lui con aria spavalda, ma a quel punto ricevette un secondo schiaffo da Melinda sotto gli occhi delle amiche della ragazza. Ma questa volta negli occhi di Melinda non c’era un velo di rabbia ma di delusione, ferita.

< Mi hai ferito Zayn. Nonostante non ci conosciamo pensavo avessi una coscienza, e invece mi hai fatta passare per la stupida di turno > disse lei con il cuore in gola. Zayn la guardò confusa, sentì una fitta al cuore.

< Evidentemente sei impegnato a pensare solo a te stesso, è così? Bene ti do una notizia alquanto interessante: il mondo non gira attorno a te >. Detto ciò scappò di lì dirigendosi di nuovo nella sua stanza. Intanto Zayn iniziò a capacitarsi del fatto che la fitta al cuore che sentiva era senso di colpa, mai provato prima di allora.

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Capitolo 20
*** CAPITOLO 20. ***

< Tesoro dimenticati di tutta questa storia > le diceva Mitchie.

< Ma come faccio? Se prima la gente pensava fossi la puttana di turno di Zayn, adesso mi prenderà per una bambina innamorata del bel modello >

< Va bene ma vedi il lato positivo: magari ti notano per farti recitare in un film drammatico! >

< Jasmine!!! > esclamarono Lucy e Mitchie sconcertate.

< Scherzavo! > disse lei. < volevo solo sdrammatizzare la situazione >

< Ha ragione Jasmine, meglio sdrammatizzare piuttosto che piangersi addosso > concluse Melinda.

< Beh allora vado a prendere qualcosa da bere, restate qui > disse Mitchie.

Arrivata nel ristorante, ordinò qualcosa affinché le venisse portato in camera. Poi, uscendo tempestivamente dal posto per tornare dalle amiche, trovò dietro alla porta un peso che scaraventò per terra.

< AUCH! > urlò una voce femminile.

< Mi scusi non l’ho fatto di proposito! > fece Mitchie preoccupata, nonostante si trattasse di QUELLA ragazza.

< Clotilde tesoro stai bene? > domandò Liam arrivando da chissà dove e aiutando la fidanzata a rialzarsi.

< Questa bambina mi ha buttata a terra. Sii più delicata la prossima volta! > squittì lei.

< Prima di tutto non sono una bambina, secondo non l’ho fatto di proposito a buttarla a terra signorina, pensavo le fosse chiaro.

< Le inglesi le ricordavo più educate sa? E poi definiscono noi australiani i peggiori… >

< Clotilde sii più flessibile, è solo una ragazzina… >

“RAGAZZINA? Ora lo ammazzo” pensava Mitchie in preda alla collera. Liam vide gli occhi della “ragazzina” accendersi come due fiamme ardenti e così fece andare la sua fidanzata ad occupare un tavolo al ristorante.

< Irascibile o meno, smettila di definirmi una ragazzina. Io ho 18 anni e tu 22, non ti credere l’uomo vissuto perché sono sicura di aver fatto molte più esperienze di te nella vita! > urlò lei, sembrava lo volesse strangolare.

< Ti chiamo ragazzina perché per me lo sei. Avremo solo 4 anni di differenza ma con i fatti sembrano molto di più... >

< Ah sì? Ti definisci più esperto di me? E allora che ne dici di andare a farti curare? Perché saprai molto di più di me di contabilità, moda, educazione forse, ma non sai nulla della vita e lo si vede dal fatto che sei il cocco di tutti a soli 22 anni! tutti ti chiamano signor direttore manco avessi la barba e due mocassini ai piedi > . A quel punto lui si guardò i piedi scorgendo dei…mocasssini blu.

< O cielo, ma almeno le hai mai indossate delle scarpe Adidas nella tua vita? Una bermuda? O sei nato in giacca e cravatta? >

Dopo questa frase trionfante, Mitchie andò via da lì. Non si rese neanche conto del perché di quella sfuriata, ma ne sentiva il bisogno da tempo. Intanto Liam si sentì un vecchio di 80 anni come mai si era sentito. Le serviva una 18enne un po’ pazza per rendersi conto di quanto la sua vita fosse noiosa e…vecchia?

Passeggiando per Roma, Jasmine sentì qualcosa che non andava in lei. Si sentiva noiosa e da tempo non riusciva a farsi apprezzare dagli altri. Eppure quella che stava passando era una vacanza con le sue splendide amiche dopo aver sudato per gli esami.

< Signorina mi scusi, ha perduto questo > le disse una voce alle sue spalle. una voce delicata, da uno strano accento. Quando si voltò e lo vide, sorrise senza rendersene conto. Louis aveva come al solito la sua chitarra sulle spalle, indossava pantaloni neri e maglia azzurra intonata ai suoi occhi e aveva quel sorriso meraviglioso sulle labbra che la faceva fottutamente sciogliere. Tra le mani aveva una rosa blu, che Jasmine prese con gratitudine.

< Come facevi a sapere che fossi qui? E che mi piacciono le rose blu? >

< Mah, telepatia? > rise lui, poi aggiunse < scherzo, forse è destino >

< Destino? Non credo, ultimamente mi sta voltando le spalle >

< Che vuoi dire? > domandò lui incuriosito.

< Che la mia vita è strana, anzi vorrei tanto fosse strana. Perlomeno non sarebbe noiosa come infatti è. >

< Noiosa perché sei qui a Roma in vacanza per due mesi? Non so se questo si possa definire noioso > disse lui mediamente divertito.

< La tua vita non è noiosa! Guardati, suoni per le strade, conosci gente nuova… >

< Vuoi seriamente conoscere gente nuova? Mai incontrata in vita tua? > domandò lui con un filo di premurosità della sua voce.

< Sì, ti prego >

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Capitolo 21
*** CAPITOLO 21. ***

< Ma insomma, dove mi stai portando? > domandò Jasmine curiosa.

< Siamo quasi arrivati, abbi pazienza > la esortò Louis. Quando furono arrivati, dopo una lunga camminata serale, si ritrovarono in un quartiere distante dal centro. Per strada sotto un capannone c’era gente seduta in cerchio che cantava canzoni spagnole in coro, bevendo un po’ e divertendosi al leggero chiarore della luna.

< Louis dove siamo? > chiese lei.

< Questo è il quartiere dove vivo, più avanti c’è la mia casa che divido con Nicolas e Peter > le disse lui indicando due ragazzi nel cerchio.

< Qui abita prevalentemente gente immigrata in Italia e questo è il gruppo di spagnoli e messicani con cui passo tutte le serate >. Jasmine rimase incantata da quel posto, non tanto perché non fosse agiato ma perché le sembrò di essere in una di quelle scene di Step up o Fame in cui prima o poi e senza preavviso qualcun avrebbe iniziato a cantare o ballare.

< Quella è Emilia, un portento della musica. Lei però è argentina >

A quel punto Emilia, bionda dagli occhi verdi e dal sorriso raggiante, fece segno a Jasmine e Louis di unirsi a loro nel gruppo. Timidamente Jasmine si sedette accanto alla bionda, ma non capì nulla di quello che i ragazzi del cerchio si dicevano, era tutta roba spagnola che lei non capiva affatto. Ma comunque questo non le dispiacque, quella lingua la affascinava e anche se si sentiva esclusa dai loro discorsi, si divertì a sentirli parlare quella lingua piena di S. cantarono delle canzoni soft spagnole, ma anche altre stile reggaeton con chitarra e tamburello che facevano ballare tutti. Seppur si limitava ad osservarli, Jasmine si divertì lì, quella era gente che mai aveva conosciuto nella sua vita, aveva ragione Louis.

Erano le 11 di sera passate e Melinda proprio non riusciva a conciliare il sonno, dopo quel nervosismo provocatole da quel modello americano da quattro soldi proprio non riusciva a riposare.

“E se ordinassi qualcosa da mangiare? No, mi rimarrebbe tutto sullo stomaco. Una passeggiata notturna? No, potrebbero rapirmi…una nuotata in piscina? Sì, vada per la nuotata.”

Così indossò il costume a due pezzi e, facendo attenzione a non svegliare Mitchie, si incamminò verso la piscina dell’hotel. Arrivata lì, si tuffò nell’acqua gelata scacciando via il caldo che non sopportava affatto e anche i malesseri. O almeno così fu finché non vide apparire una figura davanti alla scala della piscina.

< Che ci fai qui? >

< Ho bisogno di pensare, non pensavo di trovarti qui…possiamo parlare? > chiese Zayn con una faccia da cane bastonato che mai Melinda gli aveva scorto in viso.

< Perché dovremmo? Non ne abbiamo bisogno > disse Melinda scavalcando un bordo della piscina e abbandonando l’acqua.

< Ti prego aspetta > la supplicò Zayn. La ragione le ordinava di andarsene e lasciarlo lì solo col suo narcisismo, ma in cuor suo sapeva di dover restare. Si sedettero sul bordo della piscina bagnando solo piedi e caviglie e senza dire parola, Melinda ascoltò attentamente il ragazzo.

< Mi dispiace tantissimo di quella questione del bacio e dello schiaffo…non so neanche perché mi dispiaccia così tanto dato che sono abituato a pensare sempre e solo a me stesso! > rise lui sotto gli occhi quasi disgustati di Mel.

< Poi però nel tuo sguardo deluso ho visto qualcosa…possibile che tu da me ti aspettassi un comportamento diverso da quello che ho tenuto con te? mai nessuno si è aspettato tanto da me, per la gente di me è importante che io sorrida ai fotografi e che sia ammiccante con le figlie dei conduttori televisivi. >

< Perché pensi questo di me? Ho conosciuto solo la tua parte peggiore, non so fino a che punto ci possa essere una persona dentro di te > fece lei con una freddezza tale da schiaffeggiare Zayn.

< Che tu lo sappia o meno, comunque lo credi. Credi che in me ci sia una persona. Insomma guardami, starei qui a parlarti col cuore in mano se non ce l’avessi? >. Melinda fu sorpresa da quelle parole, anche se sapeva che l’opinione che la gente aveva di lei era che fosse una ragazza che vedeva del buono ovunque, anche in Jackson il bullo della scuola.

< Con queste parole toccanti, perciò, dove vorresti arrivare? > domandò lei fingendosi spazientita, in realtà quella conversazione si stava facendo piuttosto interessante.

< Vorrei provassimo ad essere, non so, amici? O anche solo buoni conoscenti che quando si incontrano per i corridoi evitano di digrignare i denti per l’odio ma li fanno vedere con un sorriso. Che ne pensi? >. Melinda ci pensò a lungo. Perché no? portare rancore non le era mai piaciuto, perciò annui. Zayn rise teneramente, una risata che fece sorridere Melinda. ad un tratto si rese conto che Zayn si era fatto sempre più vicino, quasi da sentirlo ansimare sul suo viso. Melinda sentiva gli arti bloccati, non riusciva a muoversi. Era come paralizzata da una forza superiore che voleva rimanesse così aspettando qualcosa che stava per arrivare. La forza superiore della ragione però, la fece ritornare sul pianeta terra.

< Fermo, ti prego non rovinare quello che abbiamo appena ristabilito > supplicò lei portandogli una mano sulle labbra sottili. Il contatto di lui con la pelle di lei lo fece eccitare, ma capì che quella volta doveva andarci con i piedi di piombo.

< Hai ragione > disse lui stringendole la mano e portandola fuori dal raggio d’azione della sua bocca. Melinda sentì il calore invaderla alla stretta di mano di lui. Un calore strano, che non capiva.

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Capitolo 22
*** CAPITOLO 22. ***

Quella mattina faceva particolarmente caldo, era così insopportabile da rendere impossibile anche solo respirare. Per fortuna l’hotel era munito di condizionatori ovunque che rendevano il soggiorno dei clienti confortevole. Il ristorante era pieno di gente che faceva colazione, comprese le ragazze.

< Ma quindi Mel spiegaci, adesso siete diventati amici? > domandò Jasmine incredula.

< Proprio amici no, ma ci sopportiamo più di prima > confessò Melinda in preda all’imbarazzo e all’improvvisa felicità.

< Per la peppa, conosco quello sguardo: sei innamorata! >

< Che? Ti senti male Lucy? > domandò Melinda diventando rossa come un peperone e rischiando di sputare fuori il caffè che stava sorseggiando.

< Ma certo, è lo stesso guardo che avevi quando hai conosciuto Simon! Sei innamorataaaaa sei innamorataaaa >

< okay smettila o ti lancio questo in fronte! > le disse esasperata l’amica impugnando un cornetto.

< Mel ma davvero lo ami? > domandò Mitchie.

< Non so cosa pensare, fino a ieri lo odiavo, odiavo i suoi modi di fare spavaldi e quel suo essere dannatamente sexy… >

< Confermo, sei innamorata persa tesoro > disse Jasmine con tono da saggia ottantenne. Melinda ci pensò a lungo a quelle parole. Poteva un essere umano odiare e contemporaneamente amare una persona? Ma poi, così improvvisamente si era innamorata di quello lì? Non aveva mai creduto nell’amore a prima vista in vita sua, fino ad allora.

Ad un tratto Lucy vide avvicinarsi Liam alle spalle di Mitchie, così sgranò gli occhi a tal punto da far voltare l’amica in preda al panico. Quando lo vide arrivare con quel suo sguardo serio, si rivoltò verso le amiche facendo intendere al ragazzo che non aveva affatto intenzione di dargli retta.

< Mitchie, possiamo parlare? > domandò lui teneramente.

< Non posso, sono occupata adesso non vedi? > domandò lei continuando a sorseggiare il caffè.

< E’ importante, ho bisogno di te >

< Non posso e non voglio. Come mai hai bisogno della ragazzina adesso? Clotilde non c’è ad aiutarti? > domandò lei innervosita da tale insistenza.

< Clotilde non capirebbe, dai non fare la capricciosa… >

< CAPRICCIOSA A CHI?! > esclamò Mitchie voltandosi di scatto e non rendendosi conto di avere ancora tra le mani la tazza di caffè. Nel movimento veloce e brusco, macchiò l’intera camicia bianca del ragazzo.

< Porca miseria! scusami non volevo giuro, scotta? > domandò lei sbiancando come uno di quei fantasmi che si vedevano in Supernatural.

< No non scotta stai tranquilla, ma almeno ti sei voltata > notò lui divertito. Rise felice e Mitchie, alla visione di quel sorriso adorabile, si sciolse come cioccolata al sole, come una candela accesa, come un gelato lasciato fuori dal frigo, come…come tutto ciò che si può sciogliere.

< Adesso ti va di aiutarmi? > domandò ancora lui distogliendola dal suo sguardo incantato.

< S-sì, te lo devo dopo questo disastro che ho combinato >

Nell’appartamento dell’hotel di Liam, seduta ad un divano, Mitchie aspettava che il ragazzo finisse di cambiarsi nella sua camera. L’appartamento era accogliente, con tonalità di panna dappertutto con punti marroni scuro. Quando arrivò, la camicia bianca di Liam si era trasformata in una rigorosamente nera.

< Vivi qui con Clotilde? > domandò lei senza rendersi conto di quello che diceva. “stupida, che domande gli fai? Certo che vive con lei, se la spasseranno tutte le notti… “

< Non ancora, contiamo di vivere insieme dopo il matrimonio > rispose lui.

< Matrimonio a soli 22 anni…non ti sembra troppo presto? > disse lei pensierosa.

< Perché aspettare se ci si ama?! > esclamò lui.

< Tu la ami? > domandò lei curiosa. Liam sembrò preso alla sprovvista da quella domanda.

< Scusami? >

< Dai la domanda è piuttosto semplice. Ti faccio lo spelling? > domandò lei ironica.

< La domanda l’ho capita benissimo, solo che mai nessuno me l’aveva mai chiesto… >

< E’ così difficile per te rispondere però da quello che vedo > notò lei. Liam la guardò sorpreso e confuso, così senza pensarci rispose quello che tutti gli uomini maturi e consapevoli dei propri sentimenti avrebbero fatto.

< Certo che la amo >. Mitchie non sembrò convinta, ma lasciò stare almeno per quel momento.

< Allora, perché hai bisogno di me? >

< Ti ricordi di quando mi hai fatto notare di quanto la mia vita sia…avanzata? > domandò lui giocherellando con la cerniera di un cuscino.

< certo e se pensi che me ne sia pentita, non è così > disse lei sicura di quello che diceva.

< E meno male, devi aiutarmi a ritornare ai miei 22 anni >

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Capitolo 23
*** CAPITOLO 23. ***

Il caldo era infernale, ma Jasmine lo amava. Amava quel senso di pelle appiccicata e calore sul suo viso che le faceva capire che stava vivendo davvero l’esatte, la sua stagione preferita. Attraversando l’atrio dell’hotel, scorse un ragazzo riccio di spalle che parlava con l’anziano receptionist.

< La signorina Lucy Giant, dove posso trovarla? >

< Chi la cerca? > domandò l’anziano signore.

< Infatti, chi la cerca? > domandò Jasmine facendo voltare di scatto il giovane.

Stesa su di uno sdraio nel giardino dell’albergo, Lucy leggeva una rivista aspettando che Jasmine arrivasse con i succhi di frutta. Leggeva una rivista di gossip dove tra le news scorse una foto della sua amica Melinda che schiaffeggiava il modello.

“Giornalisti, tutti uguali. Io sarò diversa da loro, mi documenterò per bene prima di scrivere delle cazzate” pensò sconcertata Lucy. Ad un tratto la sua attenzione fu catturata da Jasmine senza succhi di frutta che indicava a Lui la sua direzione. Jasmine se ne andò sotto gli occhi lontani e straniti di Lucy e nel frattempo Harry si era avvicinato a lei.

< Allora, possiamo parlare? > domandò lui posizionandosi davanti a lei e comprendo tutto il sole.

< Dobbiamo per forza? > domandò lei paonazza in viso ripensando al loro bacio.

< Dobbiamo > rispose lui sedendosi sulla sedia accanto alla ragazza. Lei continuava a fissarlo non capendo cosa stesse succedendo al suo cuore, così anche a quello del ragazzo che reagiva vedendola. Lo percepiva dallo sguardo che il ragazzo aveva: gli occhi verdi erano lucidi come mai.

< Perché sei scappata così l’altro giorno? >

< Secondo te? >

< Non mi vuoi? > domandò lui divertito nascondendo la malinconia.

< Harry! Non essere così esplicito > lo prego lei.

< Non mi piace parlare in codice Lucy e ti confesso qui, adesso, che io invece ti voglio. Voglio che tu sia mia perché mi piaci e anche tanto >

“Ecco l’ha detto, che faccio adesso?”.

Lei continuava a tacere fissandolo negli occhi come chiedendosi se lui mentisse o meno.

< Terra chiama Lucy, ci sei? >

< Sì, ci sono…tu dici che ti piaccio no? e allora come la mettiamo con la ragazza dell’aeroporto? >

< Ma chi, Gemma? > domandò lui ridendo sguaiatamente e afferrando il suo cellulare. Continuava a ridere armeggiando con quell’I-phone ultimo modello. Dopodiché le mostrò una foto di due bambini adorabili.

< Chi sono, i vostri figli? > chiese lei ironica ma allo stesso tempo confusa.

< No, siamo io e Gemma. È la mia sorella maggiore capisci?! > fece lui ridendo ancora.

< Oh, tua sorella? > chiese lei rossa dalla vergogna.

< Sì, mia sorella. È venuta a trovarmi dall’Inghilterra >

< Non pensavo fosse tua sorella davvero, mi dispiace di aver dubitato… >

< Di solito se bacio delle ragazze è perché mi piace farlo. Ma quando ho baciato te l’ho fatto perché volevo farlo. Mi piaci davvero Lucy. >.

Detto ciò però Lucy non resistette e baciò il ragazzo. Lui non fermò la passione ed era come se stesse mangiando di baci la bocca della ragazza.

< No, non qui > disse lei convinta. Così entrarono nell’albergo e presero l’ascensore per poi arrivare nella camera vuota di lei, che chiuse a chiave.

< Ehi, sei sicura di voler correre così? > domandò lui incredulo ma felice.

< Mai stata più convinta! > esclamò lei baciandolo di nuovo. Questa volta iniziò a giocare con la maglietta bianca e aderente di lui fino a sfilargliela del tutto. Quando lei intravide il petto nudo di lui, si rese conto di non aver mai osservato bene quando fosse perfettamente e delicatamente scolpito. Harry le tolse il top e i pantaloncini, lasciandola in costume da bagno. Dopodiché si sfilò i pantaloni e si fece trascinare sul letto da Lucy più audace che mai. Delicatamente si privarono degli ultimi indumenti che avevano conservato e iniziarono ad esplorarsi con tocchi leggeri ed eccitanti. Dopodiché strinsero le loro mani e la stretta aumentava man mano che i due godevano nel fare l’amore assieme per la prima volta. Lucy non si pentì nemmeno un secondo della scelta che aveva preso: lasciarsi andare al desiderio di appartenere a quel bagnino che le aveva salvato la vita. Harry d’altro canto sapeva in cuor suo che era fortunato ad aver trovato una ragazza che si era concessa a lui per quello che era e non per quello che aveva. E anche se Lucy non sapeva proprio tutto di lui, sapeva quello che era importante.

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Capitolo 24
*** CAPITOLO 24. ***

< Wow >

< Già >

< Wow >

< E’ stato meraviglioso no? >

< Wow! >

< Harry per l’amor del cielo puoi smetterla di ripetere wow? Parla, esprimiti > lo incitò Lucy.

< Il fatto è che non so in quale altro modo esprimere quello che provo… è stato fantastico Lucy. Tu sei fantastica > disse lui baciandola delicatamente sulla fronte. Erano ancora stesi sul piccolo letto ad una piazza della camera d’albergo, stretti l’uno all’altro nudi e sudati per il caldo infernale di luglio e per l’eccitazione del momento. Lucy poggiava la testa sul petto di Harry, ascoltandone il battito del cuore che, ad ogni tocco della ragazza sul corpo di lui, accelerava incredibilmente. Quel momento fu uno dei più dolci di tutta la vita di Lucy, Harry era proprio il ragazzo ideale che aveva sempre immaginato al suo fianco: bello, ironico, intraprendente, dolce.

< Tu vorresti che IO ti aiutassi a tornare ai tuoi 22 anni? io, quella che tu definisci una ragazzina? > fece Mitchie incredula.

< Chi meglio di te può aiutarmi?! > esclamò lui cordiale e sorridendo in una maniera talmente dolce da farla sciogliere.

< Va bene, ma dovrai accettare tutti i miei consigli, chiaro? >

< Sissignora > disse lui imitando la voce da soldatino. Detto ciò, uscirono dall’hotel e si diressero verso il centro della città, accompagnati da un taxi. Mitchie si meravigliava nell’incontrare nel centro della città turisti, giocolieri, cantanti, chi più ne ha più ne metta. E Liam d’altro canto si divertiva a guardare la faccia meravigliata da bambina di 12 anni di Mitchie. Quella ragazza le faceva tanta tenerezza perché, seppur avesse 18 anni, rimaneva ancora la ragazzina a cui piaceva divertirsi, sognare e meravigliarsi con poco. Lui aveva smesso da tempo di fare tutto ciò, i suoi genitori lo misero al servizio dell’albergo sin dalla giovane età, così da farlo abituare da subito al mondo degli adulti.

< Allora, prima di tutto entriamo in questo negozio. Mi ispira! > squittì lei trascinandolo da un braccio.

< Aspetta ma io non ci sono mai stato qui dentro! > disse lui in bilico tra la disperazione e una risata isterica di paura. A quel punto lei si voltò di scatto e, guardandolo con occhi da gatta e sguardo intenso, gli disse .

Jasmine non sapeva dove fossero Harry e Lucy, anche se il receptionist le disse di averli visti prendere l’ascensore. In quel momento sorrise maliziosa conoscendo Lucy: audace, intraprendente e pazza di quel bagnino. Così iniziò a guardarsi attorno per il parco in cerca di qualcosa da fare. Mitchie era scomparsa nel nulla con il direttore dell’hotel mentre Melinda era andata a farsi fare un massaggio al centro benessere.

“Bene, sei sola come un cane in una città in cui in pochi parlano la tua lingua”. Passeggiando per il parco vicino all’hotel le venne in mente il suo incontro con quel cane e il successivo con Louis che la aiutò. Louis…pensò per un bel po’ a lui finché non decise di andare a cercarlo nel suo quartiere. Non fu facile arrivarci, dovette pagare un taxista per farsi accompagnare. Arrivata lì, iniziò a guardarsi attorno in cerca del suo amico. Non sapeva a chi chiedere, non sapeva neanche se qualcuno lì parlasse la sua lingua. Ad un tratto però scorse un gruppo di cantanti vicino ad un albero grande ed alto e così si avvicinò per assistere all’esibizione canora. Tra gli esibizionisti c’era Emilia, la ragazza incontrata la sera prima. Emilia quando vide Jasmine la salutò con una mano mentre continuava a cantare con gli altri. Non si stavano esibendo per soldi ma solo per divertirsi un po’. Quel quartiere era perlopiù una comunità dove tutti conoscevano tutti, comprese le proprie abitudini. Quello che stavano cantando era un pezzo che Lucy aveva sentito mandare in onda all’altoparlante della spiaggia e istintivamente mimò qualche parola. A quel punti Emilia le passò un foglio su cui erano scritte le parole della canzone.

< Non so cantare! > diceva lei in inglese alla ragazza, mimando il gesto col pollice in giù vicino alla sua bocca. Ma Emilia continuava ad incitarla con le braccia finché anche Jasmine, per far contenta la ragazza, non si unì ai cantanti. Scoprì di non essere poi così stonata, anche se azzeccare le parole in spagnolo le risultò piuttosto difficile, facendo ridere spesso gli altri. Anche lei rise, si stava divertendo lì con loro. Quando terminarono di cantare e Jasmine sollevò lo sguardo dal foglio, notò ad un lato della strada Louis che guardava la scena ed applaudiva. Lei gli sorrise istintivamente, quanto poteva essere bello quel ragazzo?!

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Capitolo 25
*** CAPITOLO 25. ***

< Ahi, ahi…ahiaaaaa> urlò Melinda.

< Signorina i suoi nervi sono piuttosto tesi…ultimamente sta vivendo un periodo difficile? > le domandò il giovane massaggiatore mentre premeva le mani contro la schiena nuda della ragazza.

< Non li legge i giornali? > pensò a voce troppo alta da farsi sentire.

domandò lui confuso.

< Stavo scherzando > disse Melinda per sorvolare il discorso. il massaggio fu doloroso ma anche piacevole per fortuna, tant’è che quando la ragazza si rivestì, sentì di star meglio fisicamente. Avviandosi verso l’uscita, passò anche dalla piccola palestra dove scorse qualcuno fare delle flessioni.

< Zayn, che ci fai qui? > domandò lei senza pensarci. “cosa vuoi che ci faccia qui, le flessioni!”

< Cosa vuoi che ci faccia qui, le flessioni! > esclamò lui. Melinda si sorprese dell’aver esattamente indovinato la risposta che il ragazzo le diede.

< Giusto, che stupida > fece lei imbarazzata.

< Tu…..piuttosto? > domandò lui affaticato dalle continue flessioni.

< Avevo bisogno di un massaggio, ultimamente sono un po’ tesa >

< Ancora… per quella….questione dei giornalisti? > domandò lui.

< Forse, ma stai tranquillo passerà > disse lei tentando di convincere anche se stessa. A quel punto lui si alzò da terra, piazzandosi davanti a Melinda che si rese conto di quanto il ragazzo fosse alto.

< Dio che caldo! > esclamò lui a quel punto, sfilandosi lentamente la maglietta bagnata e lasciando intravedere per l’ennesima volta il suo fisico sexy e scolpito.

< Già, fa caldo > replicò lei allontanandosi da quel formato famiglia di ormoni che era Zayn.

< Tutto okay? Sei paonazza in viso > notò lui divertito, poi aggiunse < non sarà che ti faccio questo effetto! >

< Lo pensi davvero? Sei solo un pallone gonfiato > scoppiò lei facendo per andarsene. Poi lui la fermò per un braccio e si posizionò dietro di lei, poggiando il suo petto nudo contro la schiena di Melinda che non riusciva a muoversi, un po’ perché lui la teneva vicino a sé dal ventre e un po’ per l’emozione inaspettata.

< In effetti sono un pallone gonfiato. Ma renditi conto, potrebbe mai uno con il mio viso e il mio fisico pensare di essere un cesso? >. A quel punto lei si rese conto che la stretta di lui era debole, piuttosto debole, e che era lei che ora si stava appoggiando al suo petto. Che si sarebbe potuta staccare da lui quando avrebbe voluto, ma era questo il punto: non voleva. Una calamita la teneva legata a lui e sentiva il suo fiato soffiarle delicatamente sull’orecchio e sul collo, la mano di lui poggiata sul suo ventre e il petto e addome fradici di sudore del ragazzo bagnarle la schiena. Melinda però si rese conto che la situazione stava degenerando e si distaccò da lui, adesso guardandolo negli occhi.

< Cosa volevi fare? > domandò lei con un misto di emozioni nervose ed eccitate.

< Io ti ho solo trattenuta a me, per il resto sei tu che ti sei lasciata andare tra le mie braccia > rispose lui divertito.

< Non cambierai mai eh? > sbottò lei. A quel punto lui chinò la testa ridendo delicatamente, poi la risollevò e la inondò con quello sguardo color miele che le fece girare la testa.

< Vuoi la verità? Sono pazzo di te Mel, dal primo momento in cui ti ho vista. Ti amo come non ho mai amato nessuna e ti voglio >

Melinda lo guardò sconcertata, non sapendo se stesse mentendo o meno.

< Mi stai raccontando una stronzata no? come puoi essere innamorato di me?! >

< Lo sono, è così difficile da credere? > domandò lui improvvisamente serio e con uno sguardo sincero. La ragazza non sapeva che dire, troppe emozioni provate nell’arco di 10 minuti. Così prese la decisione che prendeva sempre quando aveva paura. Fece quello che faceva quando aveva paura di un compito in classe, di affrontare sua madre dopo aver avuto un votaccio, di aver dimenticato le battute della recita scolastica: scappò. Scappò lasciando Zayn lì con il cuore in mano per la prima volta nella sua vita. Scappò dal quel tornado d’emozioni improvvise ed inaspettate.

< Okay, questa maglietta ti sta alla grande! >

< Mitchie, ti rendi conto che è arancione fluorescente?? Non ho mai indossato un obbrobrio simile! >

< Perché hai 50 anni tu, te ne rendi conto o no? > disse Mitchie divertita nel vederlo lì davanti allo specchio disperarsi.

< Fammi provare altro ti prego...qualcosa di più sobrio! >. Provarono centinaia di magliette colorate, jeans all’ultima moda, scarpe da ginnastica, fino ad arrivare al look definitivo.

Liam si guardò allo specchio non riconoscendosi: indossava un jeans scuro, una maglietta aderente nera con un enorme fumetto giallo disegnatoci e i suoi mocassini blu si erano trasformati in un paio di converse bianche. Mitchie guardò soddisfatta il suo prodotto e capì che c’era ancora qualcosa da fare, il fatto era che non capiva cosa.

< Parlami di te, hai delle passioni? Ma sei sicuro di non volerlo il gelato? È buonissimo > disse lei leccando la glassa marrone. Stavano camminando sotto il sole di fronte al Colosseo.

< No grazie, mangiarlo qui in mezzo alla strada non mi sembra il caso… >

< Svegliaaaa, è questo il bello del mangiare un cono gelato! > esclamò lei scoppiando in una risata incredula.

< Alla lezione sul gelato ci arriviamo un’altra volta eh? troppe informazioni in una volta > disse lui confuso.

< Allora, queste info su di te? >

< Cosa vuoi sapere? >

< Le tue passioni, qualcosa che hai sempre desiderato fare o avere ma che hai sempre ritenuto “infantile”, per quanto poi possa esserlo, escluso il tuo punto di vista… >

< Beh, mi è sempre piaciuto il cartone animato Toy story… >

< Toy story? L’hai visto l’ultimo al cinema in 3D? dimmi di sì > disse lei eccitata.

< No purtroppo, a Clotilde non piacciono i cartoni animati… >

< Scusa ma quanti anni ha? >

< 30 appena compiuti >

< E che ci fa con te una vecchia trentenne? > domandò lei confusa.

< Lei ama me e io amo lei, ecco cosa ci fa con me > affermò lui deciso come un soldato che eseguiva gli ordini dall’alto.

< Contento tu…poi, ti piace la musica? >

< Tantissimo! Beatles, Ricky Martin, Robbie Williams è un mito per me! Una volta vidi un ragazzo ascoltare musica da delle cuffie enormi! Mi sono sempre piaciute ma… >

< Grandioso! Ecco cosa ti serve: un I-pod con due belle cuffie grandi! Il tuo colore preferito? >

< Ma Mitchie io non… >

< Il tuo colore preferito qual è? > domandò lei insistente e facendo finta che non esistesse alcun ma.

< Il viola >

< Davvero? È anche il mio colore preferito! Andiamo > lo incitò lei.

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Capitolo 26
*** CAPITOLO 26. ***

< Che ci fai qui? > domandò Louis sorpreso.

< Sono venuta a cercarti! > rispose Jasmine.

< Ah si? E come mai, mi nena? >

A quelle parole Jasmine arrossì, non solo perché non sapeva che rispondergli ma anche perché amava quando Louis la chiamava nena con quella sua voce lieve e sexy da perfetto spagnolo.

< Mi stai simpatico e volevo vederti, tutto qui > disse lei vaga. A quel punto lui abbassò la testa e poi la riguardò sorridendo, era talmente affascinante e Jasmine si stava innamorando di quel ragazzo.

< Io e te siamo amici, no? >

< Certo Jasmine, siamo amici > fece eco lui. Louis continuava a guardare la ragazza nei suoi occhi color nocciola. Il suo viso era meraviglioso e i ricci biondo scuro che cadevano sulle sue spalle la rendevano irresistibile.

< Sei dolcissima, lo sai? >

< Io non sono dolce > affermò lei ridendosela.

< Oh certo che lo sei > confermò lui con un largo sorriso.

< Odio le cose tenere e dolci >

< Quindi non ti piaccio quando faccio il dolce con te? >

< Ma certo che mi piaci! > esclamò lei. “Okay, che diavolo hai detto? Rimedia stupida! E guarda come ti sta guardando…penserà che tu sia una stupida svampita” pensava tra se e se la ragazza. In effetti Louis la guardava incredulo, era strana quell’affermazione. Strana perché non sapeva se era dettata o meno dall’istinto incontrollabile di Jasmine o dal cuore della ragazza.

< Cioè, quello che intendevo dire è che mi piaci, sei un grande amico. Mi piaci come amico perché mi stai facendo passare dei bellissimi giorni con te > aggiunse lei più impacciata che mai, le sembrò di star peggiorando la situazione.

< Okay meglio se mi sto zitta eh? > fece Jasmine ancora più paonazza in viso. Louis scoppiò in una risata sonora a cui si aggiunse anche Jasmine.

< Ti va di cenare da me uno di questi giorni? > domandò lui.

< Ehm…perché no! >

< Mi scusi, ha visto Liam? >

< No signorina Clotilde, il suo fidanzato è uscito da questa mattina >

< Mi sa dire per quale motivo è uscito? Aveva una riunione con qualcuno o cosa? > domandò spazientita la donna al giovane receptionist di turno.

< No mi dispiace signorina, l’ho solo visto allontanarsi con un’ospite dell’hotel… >

< Cosa??? > domandò Clotilde incredula. Il giovane ne fu spaventato, lavorava lì da qualche settimana e sapeva quanto quella donna fosse suscettibile. Due giorni prima aveva fatto licenziare un cameriere dell’hotel che per sbaglio le aveva rovesciato sulla gonna un bicchiere d’acqua, questo mentre lui le porgeva il bicchiere sul tavolo e lei gesticolava come una scimmia impazzita raccontando dell’ultima sfilata a Milano. Ad un tratto l’attenzione dei due fu catturata da delle risate rumorose provenienti dall’entrata dell’albergo.

< Dove diavolo eri finito Liam? E soprattutto…cos’è questa roba che indossi? E quelle cose che hai attorno al…. > non fece in tempo a finire la frase, Clotilde, perché si sentì mancare l’aria.

< Tesoro stai bene? > fece Liam precipitandosi accanto a lei.

< Ehi si calmi, non è successo nulla a Liam > affermò Mitchie divertita dalla scena della donna isterica.

< Sei uscito con questa bambina? > domandò Clotilde sull’orlo di una crisi di nervi.

< Sì mi ha proposto un look più…giovanile > rispose lui spaventato dallo sguardo incredulo della sua fidanzata.

< Sembri un bambino, proprio come lei! E queste che hai attorno al collo come me le spieghi? >

< Prima di tutto ho 18 anni e non sono una bambina. Secondo…sono solo delle cuffie! Anzi, sono delle cuffie viola strafighe da 30 € > affermò Mitchie soddisfatta del suo lavoro.

< Mitchie ti prego fai parlare me > le pregò Liam. Mitchie continuava a guardare divertita la scena. Liam sembrava un cane bastonato che doveva aiutare la sua padrona piuttosto che un fidanzato apprensivo.

< Andiamo via di qui ti prego > fece Clotilde con voce drammatica. Mentre i due si allontanavano, Mitchie fece una perfetta imitazione dell’insopportabile donna. Imitazione che fece ridere a gran voce il giovane receptionist, due facchini in circolazione e anche un signore sulla sessantina appena entrato in albergo. Mitchie lo guardò con attenzione, quell’uomo aveva qualcosa di famigliare, ma proprio non capì cosa.

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Capitolo 27
*** CAPITOLO 27. ***

< Okay ferma: siete stati a letto insieme? > domandò Mitchie incredula.

< Già ed è stato tutto fantastico. Harry è meraviglioso > disse Lucy con occhi sognanti da quindicenne.

< Ferma ferma, ma quindi sei innamorata di lui! > esclamò Melinda ancora incredula.

< Svegliaaa è ovvio che lo è, guardatela. Avete mai visto Lucy in quello stato? Sì, solo quando stava con Joseph. E di Joseph era piuttosto innamorata. Perciò sì, tu sei innamorata di Harry mia cara > concluse Jasmine vittoriosa.

< Beh sì lo sono > affermò Lucy senza negare l’evidenza.

< Sono così contenta per te, l’amore quando è limpido è meraviglioso > affermò Melinda sovra pensiero e con una nota di malinconia nel tono della voce.

< Ehi pera gialla, che ti succede? > domandò Mitchie preoccupata.

< Pera gialla? > domandò l’amica sconvolta da quel soprannome.

< Prenditela con Jasmine, lei è la donna dei soprannomi! > incalzò l’amica.

< Scusami Mel, dovrai abituarti > disse Jasmine divertita.

< Devo abituarmi a parecchie cose ultimamente… >. In quel momento le amiche si avvicinarono ancor più a lei, strisciando con sedere sul letto, in modo tale da incitar l’amica a parlare.

< Zayn mi ha confessato di amarmi >

< Cosa cosa?? > domandarono le tre in coro, incredule della confessione. Così’ Melinda raccontò alle amiche tutto quello che era successo in palestra.

< Porca miseria, è piuttosto audace il modello eh? Quasi quanto Lucy >

< Jasmine se non chiudi quella bocca ti strozzo! >

< Stronza! > esclamò Jasmine.

< Terra chiama Jas e Lucy! Torniamo al mio problema? Che faccio con Zayn? >

< Prima di tutto domandati: lo ami? Quanto lui ami te? > fece Mitchie.

< Non nego che non mi è affatto indifferente. Ma è fin troppo diverso da me e non mi potrei mai fidare di lui. MAI. > affermò la ragazza irritata dal ricordo del fisico perfettamente scolpito del ragazzo contro il suo.

< Non puoi neanche negare che te lo saresti portato a letto quando si è piazzato dietro la tua schiena, eh? Non riuscivi a staccarti da lui > notò Lucy divertita.

< Beh si può anche darsi ma voglio dire, l’avete visto? È bellissimo! Ma io sono una ragazza che ama gli aspetti dolci della vita e lui ha un 10% di zuccheri nel suo organismo >

< Dovremmo fare a scambio di vita i e te > pensò Jasmine ad alta voce.

< Che intendi dire? > domandò Mel sorpresa.

< Niente stai tranquilla, dicevi? >

< Che se non sputi il rospo ti trovo un soprannome peggiore di quello che tu hai dato a me >

< Okay va bene! Avete presente lo spagnolo, Louis? >

< Beh? >

< Credo di essermi innamorata follemente di lui. Cioè, è perfetto e meraviglioso. Troppo dolce alle volte, ma così misterioso da farmi emozionare in una maniera incredibile! >

< Dì pure eccitare coraggio > la incitò Melinda maliziosa.

< Emozionare va benissimo >

< Ma allora se lo ami qual’ è il problema? > domandò Lucy dubbiosa.

< Il problema sta nel fatto che lui mi vede come un’amica, solo amica capite? Inoltre io sono inglese, lui è spagnolo ma vive in Italia! >

< Ma ha origini inglesi! Magari a Londra vive qualcuno dei suoi parenti > incalzò Mitchie.

< Non so ragazze, fatto sta che mi sono andata ad innamorare per l’ennesima volta nella persona sbagliata >. Jasmine era “famosa” tra le sue amiche per le cotte impossibili. Una volta si innamorò di Daniel, il suo vicino di casa più grande di lei di 10 anni e che insegnava economia nella loro scuola. Per toglierselo dalla testa ci mise due anni interi.

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Capitolo 28
*** CAPITOLO 28. ***

Quella mattina Mitchie era piuttosto ottimista e di buon umore, perciò prima di andare a mare con le altre decise di fare una cosa. attraversò l’atrio dell’hotel e, sotto gli occhi confusi del receptionist, si diresse nello studio del direttore sperando di trovare Liam. Bussò ma chi le disse “avanti” era qualcun altro, di certo Liam non aveva la voce secca e debole di un ultra cinquantenne! Quando entrò nello studio ci trovò un uomo, lo stesso che qualche giorno prima rideva dell’imitazione che Mitchie fece di Clotilde.

< Salve bella signorina, cerca qualcuno? >

< Sì in realtà cercavo Liam…ossia, il signor Payne > si corresse lei.

< Oh, Liam è uscito presto stamattina per delle commissioni, non so quando tornerà però > disse cordialmente l’uomo. < Vuole che gli lasci un messaggio? >

< No, non si preoccupi > disse lei esitante, quell’uomo era talmente famigliare. < ma io e lei ci conosciamo? Ha un viso piuttosto che mi ricorda qualcuno >

< Non credo > disse l’uomo sorridendo, poi aggiunse < probabilmente le ricordo mio figlio Liam >

< Liam è suo figlio? > domandò lei sorpresa, poi ricordò il giorno in cui nell’atrio imitò Clotilde e si fece rossa in viso.

< Sì, non si direbbe? Sono più brutto di lui? > domandò l’uomo scherzosamente. In realtà era piuttosto affascinante e in quel momento Mitchie capì da dove Liam avesse ereditato tale bellezza.

< No è che in realtà volevo dirle che l’altro giorno in cui ho preso in giro la sua futura nuora non l’ho fatto per offendere la donna…non mi è molto simpatica però…dovrei stare zitta non crede? > disse lei tra un misto di imbarazzo e timore.

< In realtà mi ha fatto divertire, sa? Quella donna è così acida e non capisco che ci faccia con uno come mio figlio > fece l’uomo alzandosi e prendendo qualcosa dal mini frigorifero. Le porse un bicchiere di succo di frutta che la ragazza accettò volentieri, dopodiché entrambi si sedettero l’uno di fronte all’altro attorno alla scrivania chiacchierando un po’.

< Ma lei adesso non dovrebbe lavorare concentrato invece di ascoltare le mie dicerie? >

< Sono le 8 del mattino, devo ancora riprendermi del tutto dal sonno > affermò l’uomo d’età avanzata. Sicuramente avrà 60 anni, pensò Mitchie.

< La capisco! Mio padre la pensa nello stesso modo infatti le sue lezioni alla prima ora sono sempre le peggiori e le meno organizzate> rise lei.

< Suo padre è un professore? > domandò l’uomo interessato dalla loquacità della giovane.

< Sì insegna educazione fisica nel mio vecchio liceo. Sa, mi sono diplomata il mese scorso > disse lei trionfante.

< E pensa di continuare con l’università? >

< Sì vorrei studiare marketing, questo mondo mi interessa da sempre >

< E’ piuttosto impegnativo sa? Ma potrebbe anche fare la stilista o la consulente di moda, guardando il cambiamento dell’altro giorno di mio figlio > disse l’uomo divertito.

< Anche lei è contrario all’espressione giovanile di suo figlio di appena 22 anni? > domandò lei minacciosamente.

< In realtà no, è mia moglie Miriam che ha sempre preteso molto da lui. Per questo è così maturo, ma io vorrei che si divertisse un po’ ma con quella sottospecie di mummia accanto non lo fa di certo > fece l’uomo malinconico. Mitchie scoppiò in una risata sonora quando l’uomo chiamò Clotilde mummia, quel signore era piuttosto simpatico! Continuarono a conversare a lungo, il signor Payne si chiamava Eric ed era affabile e dalla conversazione facile. Le loro chiacchiere poi furono interrotte dallo squillo del cellulare della ragazza, era Lucy che la cercava per dirigersi al mare. Così la ragazza salutò l’uomo e gli promise un’altra di quelle conversazioni molto presto.

Arrivate in spiaggia, la trovarono stracolma di gente. C’erano tanti bambini nei paraggi che si divertivano spensierati e mamme che disperate li rincorrevano per tutta la spiaggia. Lucy si diresse verso la sedia del bagnino, sperando di trovare Harry dato che quello era l’orario del suo turno, ma la sedia era occupata da un altro bagnino.

< Ehi, Harry dov’è finito? > domandò la ragazza confusa.

< E’ andato verso le cabine con sua sorella > rispose il ragazzo in un inglese striminzito. Così Lucy si diresse verso le scale e salendo sentiva varie voci, tra cui quelle di Harry e una donna provenienti dalla cabina dove quella volta Harry l’aveva trascinata. La porta era socchiusa, così spinta dalla sua inguaribile curiosità, stesse dietro di essa ascoltando la conversazione animata.

< Ti prego devi tornare a casa, mamma è preoccupatissima per te! >

< Gemma non insistere, io in Inghilterra non ci torno >. Lucy sentiva la voce tesa di Harry e si preoccupò per lui.

< Ma perché non vuoi capire che la famiglia di Claire potrebbe migliorare la nostra reputazione?! Sei cocciuto eh >

< Gemma te lo ripeto per la trentesima volta: non sposerò Claire solo per fare un favore a mamma e papà. Se la nostra famiglia non è famosa come la sua io me ne infischio, e me ne infischio anche di questo titolo nobiliare che ho! > urlò lui.

< E meno male che non volevi che qualcuno scoprisse chi sei, conte Harry Edward Milward Styles! Stai urlando come un pazzo >

< Gemma mettitelo bene in testa così da convincere anche mamma e papà: io in Inghilterra per sposare Claire Hale non ci torno. Intesi? >. Lucy ascoltò la conversazione incredula. Harry un conte? Stava per sposarsi? Ma aspetta, lui non vuole pensò Lucy tra se e se. Ma questo non frenò la sua rabbia. Perché non le aveva confessato nulla? Non si fidava di lei? Così scappò senza parlargli. Arrivò dalle sue amiche e pregò loro di andare via di lì. Non ebbe modo di spiegare cosa stesse succedendo perché non voleva la ascoltasse qualcuno. Così raccattarono le loro cose e presero il primo autobus per Roma.

Mentre sull’autobus ascoltava i Maroon 5, Melinda pensava a Zayn e alla sua dichiarazione. Era confusa e non voleva essere presa in giro da quel modello narcisista, ma negli occhi del ragazzo vide sincerità mentre le parlava. La sua attenzione, ad un tratto, fu catturata da una rivista che stava leggendo una ragazza seduta qualche posto più avanti a lei. Sulla pagina della rivista c’era una foto di Melinda e Zayn mentre si baciavano quel famoso giorno.

< Non la smetteranno mai di parlare di quel fottuto bacio eh? > commentò Melinda, così da attirare l’attenzione della ragazza che si voltò e la riconobbe.

< Ma tu sei Melinda? >

< Sì sono io > rispose lei stufa di quella stupida notorietà.

< Ma quindi quella storia del matrimonio era tutta una falsa? > domandò la giovane.

< Perché me lo domandi? > chiese Mel confusa.

< Qui dice che Zayn ha confessato di non averti mai frequentato, che tu l’hai rifiutato dal principio e che la storia del matrimonio l’ha inventata per coprire la sua mossa audace del bacio > disse la ragazza divertita dalla storia.

< Infatti è così > fece Melinda incredula e strabuzzando gli occhi.

< Hai rifiutato un ragazzo così bello e lui dice pure che sei una ragazza splendida e intelligente…la sua è una cotta bella grossa > commentò la ragazza impertinente.

< Ma gli affari vostri voi pettegole non ve li fate mai? > urlò Melinda tesa e confusa. Jasmine uscì dal suo stato di trans in cui era caduta con la musica grazie alle urla dell’amica e notando che tutti si erano girati verso di lei.

< Scusatela, non si sente bene oggi > disse Jasmine ai passeggeri dell’’autobus indicando Melinda. dopodiché la guardò allibita e le chiese spiegazioni.

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Capitolo 29
*** CAPITOLO 29. ***

< Mel io davvero non ti capisco. È talmente figa la notorietà! > fece Mitchie eccitata.

< Figa come un palo nel… >

< Non lo dire! È una frase così scurrile > urlò Jasmine.

< Non ne trovo altre più adatte alla circostanza > sbuffò Mel.

< Piuttosto che lamentarti come tuo solito, pensa al fatto che Zayn ha confessato che le sue erano solo cazzate. Se l’ha fatto è perché forse ci tiene a te, non credi? > disse Jasmine.

< Non so che pensare, la verità è che non mi fido di lui. Inoltre porca miseria io sono venuta qui in Italia per divertirmi! E per stare stesa qui sul letto per rilassarmi, non per scervellarmi per capire cosa passa per la testa di quel modello americano >

< Un ragazzo nella tua vita potrebbe anche portarti divertimento e non solo pene > fece Mitchie maliziosa.

< Mitchie ti prego! Sei così diretta alle volte, vero Lucy? > domandò Jasmine.

< Sì, certo >

< Okay, sputa il rospo. Che ti succede? >

< Nulla Jasmine, nulla > disse l’amica furiosa e scaraventando un cuscino per terra.

< Ti do 5 minuti > ribatté l’amica. Detto ciò, Lucy raccontò alle amiche della conversazione avvenuta tra Harry e sua sorella mentre loro la guardavano con meraviglia ma anche sconcerto.

< Okay, qual è il problema Lucy? >

< Mitchie come puoi farmi questa domanda! Mi ha nascosto la verità >

< Sì ma l’ha voluta nascondere a tutti a detta della sorella, non solo a te. avrà avuto le sue ragioni non credi? >

< Lucy io la penso come Mitchie. Non buttare all’aria quello che stavate costruendo. Infondo sei innamorata di lui > disse Jasmine.

< Sarà anche così ma… >

< Ma nulla. Devi parlarci! > la incitò Melinda. Lucy pensò attentamente alle parole delle sue amiche. E se fosse stata troppo avventata scappando così? Le chiacchiere delle ragazze furono interrotte da qualcuno che bussava da loro. Jasmine si precipitò ad aprire e fu sorpresa dal volto di Liam.

< Ehi ciao! Mitchie è qui? Ho bussato nella sua camera ma non mi ha risposto nessuno >

< Sì sono qui! > esclamò Mitchie facendosi vedere dalla camera. Liam la salutò con un dolce e cordiale saluto con la mano, dopodiché disse < Posso parlarti? >. Mitchie si precipitò fuori dalla porta e solo in quel momento si rese conto del suo ritornato abbigliamento.

< Sei di nuovo vestito da cinquantenne > notò lei annoiata.

< Lo so, Clotilde ha rischiato di rimanerci secca l’atro giorno quando mi ha vista > ricordò lui malinconico.

< Ma ti prego! Solo perché lei è anziana non vuol dire che lo debba essere anche tu >

< Ha solo 30 anni! >

< Sì ma la sua anima ne ha 30 moltiplicati per 2 >

< Sei ingiusta con lei, è una brava compagna di vita >

< Aiuto qui la situazione peggiora! Ma aspetta, il mese prossimo vi spostate perciò… > disse lei visibilmente dispiaciuta.

< Che ti prende? > domandò lui confuso.

< Perché sei venuto qui? > domandò lei per cambiare discorso.

< Mio padre mi ha detto che stamattina mi stavi cercando >

< Esattamente! Tuo padre è un uomo troppo simpatico, lo sai vero? >

< Già, lo adorano tutti! Anch’io > rispose lui sorridendo orgoglioso.

< Speravo tornassi stamattina ma alla fine mi sono intrattenuta con lui. Volevo chiederti se ti va di vedere un film con me domani sera >

< Scusami? È un appuntamento per caso? Io Mitchie sai che sono impegnato con … >

< La mummia sì lo so >. A quel punto Liam la guardò sconcertato tentando di trovare le parole giuste da dirle, anche solo un “non parlare così della ragazza che amo!” ma non disse nulla, non aveva le forze di ribattere a quella ragazza.

< In ogni modo, tranquillo non voglio nessun appuntamento con te! voglio solo che vediamo un film molto speciale come due…amici. So che ti piacerà. Domani sera alle 8 nella mia stanza? > domandò lei entusiasta.

< Ma io non… >

< Perfetto! Ordina le pizze mi raccomando, odio il caviale! > disse entrando in camera non lasciando il tempo al ragazzo di rispondere. Quando poi entrò in camera, vide le sue amiche attente a guardare la Tv con visi tesi, in particolar modo quello di Jasmine che era soprattutto sconcertato e in procinto di bagnarsi di lacrime.

< Ragazze che succede? >

“Erano quattro i rapinatori che hanno agito alla banca nazionale, tutti di origine spagnola a detta degli ostaggi, ma sono stati catturati solo due di loro” diceva la giornalista alla tv in italiano nel momento in cui furono inquadrati i due delinquenti. A quel punto Mitchie capì lo sconcerto delle sue amiche. Uno dei due in manette era Louis, lo spagnolo di cui Jasmine si era invaghita.

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Capitolo 30
*** CAPITOLO 30. ***

Tante cose erano passate per la testa di Jasmine la sera precedente mentre guardava Louis ripreso in manette mentre veniva portato via dalla polizia italiana. Non aveva capito tutto quello che era successo perché la giornalista parlava totalmente italiano, così decise di scoprire tutto da se. Accompagnata da Melinda, si diresse verso il quartiere di Louis, sperando di trovare risposte. Arrivata lì, il quartiere non era allegro e affollato come al solito, ma era poca la gente che passeggiava per le strade. Non c’era neanche Emilia per strada con il resto del gruppo di cantanti ad improvvisare qualcosa. Così Jasmine iniziò a domandare a qualcuno di Louis, ma nessuno sembrava conoscere l’inglese.

< Scusami sai qualcosa di Louis? Louis Tomlinson? >

< No hablo tu lengua, disculpame > rispondevano a macchinetta le persone a cui Jasmine si rivolgeva, finché disperata non urlò : < Qualcuno qui che conosca l’inglese e Louis Tomlinson? >. Melinda vide l’amica disperata come poche volte lo era mai stato, così l’abbracciò per confortarla. Ad un tratto una voce femminile riecheggiò per le strade.

< Chi vuole sapere di Louis? >

“ Lucy, tesoro, non ci vediamo da un po’! ti va se vengo a trovarti a Roma? Il tempo di arrivare e ci incontriamo  ” lesse Lucy nella cartella dei messaggi, era Harry. Esitò per un po’ finché Mitchie non la convinse a non ignorare l’invito.

“Va bene ci vediamo alla fontana di Trevi, dimmi tu tra quanto”

< Louis mi ha parlato molto di te, ti vuole bene >

< Possiamo saltare la predica e arrivare al dunque? Voglio capire perché ho visto Louis venire portato via dalla polizia. Come ben avrà capito sono inglese e non capisco nulla di italiano > disse Jasmine nervosa.

< Bevi questo cara > disse la donna d’età avanzata porgendole un the.

< Non voglio il suo stupido te! > urlò la ragazza rischiando di rovesciare il contenuto bollente della tazza sul tavolo.

< Lo bevo io il te signora, non si preoccupi > disse Melinda tentando di sciogliere la tensione.

< Il mio nome è Flora e sono una vecchia amica della mamma di Louis >

< Flora, Fauna, il suo nome non mi interessa > disse Jasmine spazientita.

< Signorina un po’ di rispetto! > disse la donna zittendo la ragazza furiosa. Dopodiché disse < so che questa situazione ti rende nervosa, evidentemente tieni molto a Louis e questo è meraviglioso > disse la donna dolcemente. < Ultimamente Louis stava frequentando delle brutte compagnie che gli hanno promesso soldi facili e così facendo si è immischiato in una faccenda più grossa di lui. Non voleva rapinare la banca ma non sapeva bene cosa stesse facendo >. Jasmine e Melinda ascoltavano attentamente la donna tentando di trarre più info possibili riguardo alla questione.

< Devi andare a parlare con lui non appena puoi. Ti spiegherà tutto nei dettagli >

< Quindi ha rapinato una banca! > disse Jasmine sconcertata.

< Non esattamente, parla con lui > ripeté la donna. Jasmine si convinse e così decise di andare a trovare il ragazzo in carcere non appena avesse potuto.

< Tesoro! Eccomi qui finalmente >

< Ciao, conte Harry Edward Milward Styles > disse Lucy fermando il ragazzo dal baciarla. Harry la guardò sbiancando totalmente, rimase a pensare a quelle parole ingoiando la saliva 30 volte circa per il terrore della verità, finché non decise idi parlare.

< Come l’hai scoperto? >

< Ho sentito te e tua sorella parlare di questa storia, l’altro giorno in spiaggia >

< Mia sorella ha anche omesso il particolare dell’Harold Edward > disse lui sdrammatizzando.

< Harry ti prego non scherzare! Perché diavolo non mi hai raccontato la verità? > domandò lei sul punto di una crisi di nervi.

< Volevo che nessuno la scoprisse. Avrai anche sentito che sono destinato a sposarmi > disse malinconico.

< Già, ma tu non vuoi vero? >

< Esatto, è per questo che sono scappato qui a Fiumicino. Della mia famiglia solo mia sorella sa dove mi trovo >

< Ed è venuta qui per convincerti a tornare a casa, giusto? >

< Claire Hale fa parte dell’alta società inglese come ben saprai no? >

< Melinda è esperta di certe cose, io mi limito a voltare la pagina quando parlano di questioni noiose > affermò acidamente Lucy.

< Va bene non lo sai. La famiglia Hale ha origini antiche e ha perfino contatti con la regina. La mia invece, quella degli Styles, è sì una nobiltà antica ma mio nonno si è sempre interessato poco a mantenere alto il nome della mia famiglia. Per questo siamo sconosciuti in Inghilterra ed è per questo che mio padre sta facendo di tutto affinché io mi sposi con Claire, per far sì che si torni a parlare di noi >

< Tutto questo è triste >

< Quale parte della storia trovi peggiore? >

< Quella del “mio padre vuole farmi sposare quella” >

< Potrebbero scriverci un libro un giorno, no? “la triste storia di Harry Styles e Lucy Giant, amanti a Roma” > rise lui tentando di risollevare il morale della ragazza. Dopodiché, vedendo che non funzionava la sdrammatizzazione, decise di essere sincero totalmente con lei.

< Io ti amo Lucy >. La ragazza a quell’affermazione sgranò gli occhi credendo di aver udito male. In quel momento fu come se tutti i turisti e romani che stavano attorno alla fontana non ci fossero. Chi vedeva era solo Harry così bello.

< Lo dici sinceramente? > domandò lei.

< Sì, perché dovrei mentire? >

< Perché è tipico dei maschi mentire per addolcire la donna, poi tu sei uno che sa usare bene il dono della parola e io potrei sembrare una ragazzina stupida e innamorata perché…oh porca miseria l‘ho detto, indirettamente ma l’ho detto! ho detto di amarti ed è così Harry, io ti amo ma se tu stavi mentendo prima allora ti prendo a schiaffi perché… > disse la ragazza correndo nel parlare per l’isteria, quando il suo monologo fu interrotto da un bacio meraviglioso che Harry le stampò sulle labbra. Lucy si lasciò così andare tra le braccia del ragazzo, le cui labbra sottili e i capelli ricci tra le mani le erano mancati talmente tanto che per quel momento niente’altro ebbe importanza per la ragazza.

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Capitolo 31
*** CAPITOLO 31. ***

Sorseggiando una soda seduta al bancone del ristorante dell’hotel, Melinda ripensò a tutta la situazione che stava vivendo: a Jasmine, così disperata per le sorti di Louis, e a Zayn.

“E se mi amasse davvero? E se invece mi stesse solo prendendo per i fondelli? Sarebbe tipico di un modello americano pallone gonfiato. Una mano dal cielo che mi aiuti a capire la verità no eh?” pensava interrottamente la ragazza.

< Della Vodka >

< Certo signor Malik > disse il cameriere. Melinda, persa nei suoi pensieri, non si era resa conto del fatto che Zayn si era seduto proprio accanto a lei.

< Hai pensato alle mie parole? >

< Ciao anche a te > disse Melinda infastidita dalla presenza del ragazzo.

< Lo sai no? sono uno che arriva al sodo > affermò il ragazzo divertito.

< E comunque ci ho pensato. Cos’è questa storia che tu avresti raccontato ai giornalisti la verità sul nostro rapporto? >

< L’ho fatto davvero, volevo dimostrati che non sono poi il ragazzo cattivo che credi io sia >

< Sono sorpresa di te > disse lei fintamente meravigliata.

< Attenta con l’entusiasmo, rischi di contagiare tutto! > ironizzò lui. A quel punto Melinda si rese conto di star esagerando con lui, infondo che si fidasse o meno di Zayn i fatti parlavano e Zayn era stato corretto a raccontare tutta la verità ai giornalisti.

< Okay, hai ragione scusami. Grazie per aver raccontato la verità > gli disse con un mezzo sorriso.

< Ti offro un altro drink? > domandò lui cordiale.

< Allora, che film mi fai vedere? > domandò Liam scartando le pizze.

< Indovina? > domandò lei mostrandogli la copertina del DVD noleggiato.

< Non ci credo! L’ultimo di Toy story > disse lui con gli occhi che gli si illuminarono dalla felicità. Con quella maglietta azzurra, comprata qualche giorno prima insieme in centro, e quel sorriso dolce e adorabile da panda mancato, era così meraviglioso che Mitchie desiderò abbracciarlo e riempirlo di baci.

< Già, non è il 3D ma meglio di nulla, non credi? > disse lei divertita.

< Assolutamente! Premi play coraggio >

< Prima devi fare un’ultima cosa >

< Cosa? > domandò lui curioso.

< La pizza si mangia seduti a terra mentre si guarda un film >

< Devo farlo per forza? > domandò lui che non voleva abbandonare il letto.

< Coraggio Liam! > disse lei sedendosi per prima sul pavimento freddo che le diede sollievo dal calore alle gambe.

Zayn e Melinda passarono la sera bevendo e parlando del più e del meno e la ragazza scoprì quando fosse interessante parlare con lui.

< Poi sai che ho fatto quando quella ragazza mi ha chiesto l’autografo sul seno? Ho strabuzzato gli occhi e le ho risposto che se voleva avrei anche potuto farglielo direttamente su una chiappa. Certe ragazze sono così audaci! >

< Concordo con te, nella tua vita hai incontrato un sacco di gente! > notò lei sorpresa.

< In effetti sì, ma nel mondo della fama sono “costretto” a farmela sempre con la stessa gente mondana e eccentrica, anche se ci sono le eccezioni come te che mi fanno capire che in questo mondo non siamo tutti uguali >

< Adulatore! >

< Sono serio! Sei speciale Mel >. A quel punto Melinda lo guardò riconoscente di quelle parole che la fecero sentire speciale. Zayn le sorrise per la prima volta teneramente e lei fu catturata da quello sguardo furbo ma delizioso. Così non si accorse del fatto che pian piano Zayn si stava facendo sempre più vicino a lei. Vicino a tal punto da sfiorare con la punta del suo naso quello di lui. Fissò istintivamente le labbra sottili e irresistibili di Zayn desiderando che quelle inondassero le sue. Poi però si rese conto della situazione e di quale ragazzo stava per cadere nel tranello.

< Fermo Zayn, non farlo > supplicò lei.

< Perché no? >

< Stiamo costruendo qualcosa io e te, non rovinare tutto con la tua impulsività >. Zayn ci pensò e capì che non poteva correre.

< Hai ragione > affermò lui sorridendo comprensivo.

< VERSO L’INFINITO E OLTRE!!!! >

< Capitan Payne, Mitchie Reed a rapporto! >. Il film era finito da un pezzo ma i due si stavano divertendo come due bambini ripetendo le battute. Stavano sorseggiando birra dalla bottiglia, cosa che Liam non aveva mai fatto, e stavano urlando a squarciagola ridendo come due pazzi. La birra fece loro un brutto effetto e questo fece sì che Liam non fermasse i suoi istinti infantili, almeno per una sera.

< Mitchie mi stai facendo ritornare bambino, dico sul serio! E questa cosa la trovo meravigliosa!!! >

< E meno male, altrimenti chi ti sopporterebbe più? > disse lei ridendo.

< Sei una bambina deliziosa > disse lui.

< La tua bambina? > domandò Mitchie maliziosa.

< Puoi essere tutto quello che vuoi per me > rispose lui. Dopodiché, detto ciò, lasciò che la ragazza lo baciasse. Liam fu sorpreso di ciò ma l’adrenalina che gli scorreva nelle vene per via del film e della birra gli fecero assecondare i desideri della ragazza. Mollò la birra sul mobile e strinse la ragazza a se mentre assaporavano il focoso momento di un bacio che Liam stava aspettando da tempo. Dopodiché si accasciarono per terra e Mitchie cominciò a sollevare la maglietta di Liam. Il ragazzo sentiva che stava per fare qualcosa di estremamente eccitante: stava per fare l’amore con una ragazza totalmente diversa da lui, per terra in una camera d’albergo e soprattutto stava per farlo con una donna che non era Clotilde.

< Che cosa stiamo facendo? > domandò scostando la ragazza da lui.

< Sesso, suppongo? > rispose lei che in quel momento non desiderava altro che lanciarsi su Liam.

< Non possiamo > disse lui rimettendosi la maglietta e raccogliendo le sue cose.

< Ma Liam aspetta! > disse lei, ma Liam era già volato fuori dalla stanza.

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Capitolo 32
*** CAPITOLO 32. ***

< Sveglia…sveglia Mitchie…e svegliati una buona volta!! > urlò Melinda cercando di buttare l’amica giù dal letto.

< Ehi! Ti sembra il modo di urlare di prima mattina?! > esclamò l’amica toccandosi la testa dolorante, dopodiché si rimise il cuscino sopra di essa.

< Prima mattina? Sono le 12 passate Mitchie >

< Fa’ lo stesso. Siamo in vacanza no? >

< Sì ma mi devi raccontare cos’è successo ieri sera! >

< Ieri sera? > domandò lei confusa e togliendo finalmente il cuscino dalla testa.

< Ricordi? Ti sei vista con Liam >. In quel momento Mitchie cominciò a mettere a fuoco tutti i suoi ricordi sbiaditi.

< Oh merda > disse lei sconvolta.

< Cosa? >

< Mel praticamente gli sono saltata addosso! Ero talmente ubriaca che ho fatto cose senza senso >

< Senza senso? Io direi che piuttosto hai seguito il tuo istinto tesoro >

< E quello stupido mi ha anche rifiutata! Se me lo ritrovo davanti gliene canto 4. Come può averlo fatto?! >

< Mitchie sii ragionevole: è un uomo e tra meno di un mese si sposerà >

< Un uomo? Ha appena 22 anni Mel! >

< Un piccolo uomo allora >

< Dove sono le altre? > domandò Mitchie cercando di lottare contro l’atroce mal di testa della sbronza.

< In commissariato >

< Cosa?? sono state arrestate?? >

< No calmati! Jasmine è andata a parlare con Louis e Lucy l’ha accompagnata >

Seduta nella sala d’attesa del commissariato, Lucy guardò il tavolino vuoto posto davanti a se.

“Che ci fa un tavolino vuoto in una sala d’attesa? Perlomeno ci dovrebbero essere delle riviste!” pensò annoiandosi. Ma era lì perché Jasmine le aveva chiesto di accompagnarla e ora che dopo vari tre quarti d’ora d’attesa l’amica era riuscita ad entrare in prigione da Louis, doveva avere pazienza per amore di Jas.

Percorrendo il corridoio dove erano poste le celle, Louis si domandava chi l’avesse voluto incontrare. Flora forse, o sua madre che saputo l’accaduto voleva picchiarlo. Come biasimarla, pensò. Quando entrò nella stessa stanza dove l’avevano interrogato, vide Jasmine che si voltò immediatamente quando lo vide entrare. Aveva ancora le manette alle braccia, Louis, e un poliziotto gli stava dietro per controllarlo.

< Ci lascia soli per favore? > domandò la ragazza con rabbia accompagnato da un viso torturato dai dubbi.

< Signorina non mi sembra il caso… >

< Può osservarci da fuori se preferisce e anche lasciargli le manette ai polsi, ma ho bisogno di parlare con lui faccia a faccia, SOLI. > insistette la ragazza. Il poliziotto decise che se li avesse controllati da fuori non avrebbe fatto molta differenza, così assecondò la ragazza. Una volta soli, Jasmine d’istinto corse verso Louis e lo abbracciò come non aveva mai fatto. Louis voleva tanto ricambiare il caloroso abbraccio, ma non poteva per via delle manette. Così si limitò a sentire il calore di Jasmine su di se. Dopodiché la ragazza sciolse il mezzo abbraccio, lo guardò con ferocia e lo schiaffeggiò rumorosamente. Il poliziotto guardò divertito la scena. Una donna che prendeva a schiaffi un ragazzo impotente! Lo schiaffo fu anche piuttosto rumoroso, non avrebbe mai voluto trovarsi nei panni del ladro.

< Sei un ladro schifoso! Come hai potuto Louis? Credevo tu fossi un angelo sceso dal cielo… >

< Mi dispiace Jasmine ma troppe cose non ti ho spiegato di me… >

< Qualcosa me l’ha accennata Fauna >

< Flora vorrai dire > rise Louis.

< Non ridere e confessami tutto! > disse la ragazza istericamente.

< Sono entrato in un giro di delinquenti. Pensavo fosse gente figa e mi avevano promesso dei soldi per un lavoretto. Credevo si trattasse di un lavoro regolare o anche a nero pensando di dover scavare una miniera o roba simile! E invece quel giorno stesso mi sono ritrovato davanti alla banca facendo da guardia nel caso arrivassero gli sbirri >

< Sei così ingenuo! > urlò la ragazza, intanto il poliziotto stava ascoltando attentamente quello che il ladro aveva ripetuto 17 volte a loro quella notte durante il lungo interrogatorio.

< Lo so, lo sono stato. Ma nel momento in cui in macchina ho visto delle pistole e dei cappucci neri ho capito di cosa si trattava. Ho cercato di tirami indietro ma mi hanno detto che avrei rischiato grosso >

< Ti hanno minacciato? > domandò lei incredula.

< Jas credimi è così! Non ti mentirei mai, sei importante per me >

< Da quale film l’hai copiata questa? >

< Sono serio e non guardo film, solo qualche musical > confessò lui.

< Avremmo guardato Grease insieme, in un’altra vita > disse lei malinconica.

< Ma possiamo farlo ancora Jasmine! Questa è la verità e io non ho rubato nulla a nessuno. ho solo avvisato i ragazzi dell’arrivo della polizia e, come ho già raccontato agli agenti, Pedro ha la refurtiva e non ho la più pallida idea di dove essa sia >.

Il poliziotto prese atto di tutte le parole del ragazzo per la diciottesima volta, ma quella volta nello sguardo dello spagnolo non c’era timore ma speranza e amore. Sapeva quanto i delinquenti potessero essere persuasivi, ma era suo compito prendere atto di tutto. Così verbalizzò le confessioni del ragazzo.

Jasmine rimase in silenzio a lungo dopo le parole di Louis. Aveva ricevuto troppe info insieme e le serviva rielaborare il tutto. Intanto il ragazzo continuava a guardarla, così bella e concentrata nelle sue riflessioni, e lì capì quanto tenesse a Jasmine. La sentiva così vicina ma anche tanto lontana. Dopo 10 abbondanti minuti, Jasmine si alzò dalla sedia e guardò Louis attentamente, con sguardo sospettoso.

< Tu mi giuri che hai detto la verità? Nient’altro che la verità? Perché se scopro che mi stai prendendo per il culo io… >

< Non potrei mai mentirti nena, credimi > disse lui con sguardo dolce, sexy, da orso smarrito, da principe con occhi azzurri incredibilmente belli.

< Non puoi chiamarmi nena in quel modo! > esclamò lei prima di stampargli un bacio sulle labbra. Dopo due secondi si distaccò da lui e lo guardò cautamente. Lui era meravigliato da tanta audacia.

< Perché l’hai fatto? > domandò sorridendo incredulo.

< Non lo so > rispose lei baciandolo ulteriormente, ma questa volta fu un bacio completo con tanto di rumori e respiri brevi come si vedeva in un tipico telefilm americano. Louis si lasciò baciare senza però poter toccare Jasmine che lo baciava con passione stringendolo.

< Non è molto romantico darsi il primo bacio in prigione non trovi? > domandò lui.

< Soprattutto se tu hai delle manette ai polsi > rise lei. Poi aggiunse < Ti tireranno fuori di qui, lo prometto > disse lei.

< Mi potrebbero far uscire con una cauzione di 20 mila euro, ma io non ho tutti quei soldi… >

< Fiona non ce li ha? >

< Flora, FLORA > rise di nuovo lui.

< Ma come fa una a chiamarsi Flora! >

< In ogni caso lei non ne ha di soldi… >

< Chiedo io in giro okay? > disse lei speranzosa.

< Non devi farlo… > tentò di dire lui, ma Jasmine gli tappò la bocca con un bacio.

< Tu lascia fare a me! >

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Capitolo 33
*** CAPITOLO 33. ***

In giro per il giardino dell’hotel trovando qualcosa da fare, Mitchie desiderava non incontrare Liam per nessun motivo al mondo. La cosa l’avrebbe imbarazzata non poco! Ma quando voltarono l’angolo per andare al parco, Mitchie si imbatté in lui. Lo guardò imbarazzata e desiderando di sparire. Si era ripromessa di dirgliene quattro ma non ci riuscì. Il ricordo dell’imbarazzante scena di quasi-sesso non la faceva sentire affatto bene.

< Ciao ragazze! > esclamò lui.

< Ciao > risposero loro in coro.

< Mitchie grazie ancora del film, è stato bellissimo >. Lei lo guardò incredula, la stava per caso prendendo in giro?

< Il film Liam? Tu mi parli del film? > chiese lei.

< Certo, di che altro dovrei parlarti? Pensa che tanto dev’essermi piaciuto il film che devo averci pensato per tutto il tempo. Non ricordo neanche come ho fatto ad arrivare nel letto sai? >.

“Non ci posso credere, non si ricorda nulla. Dopo un paio di birre si è già scordato tutto!”

Mitchie rise istericamente, dopodiché disse < Beh, verso l’infinito e oltre allora! >

< Liam Payne a rapporto! >

Erano appena arrivate sotto l’hotel quando stavano percorrendo il giardino. Jasmine era ancora tra le nuvole dopo quel bacio, nonostante fosse poco romantica lo diventava molto dopo un bel bacio. Lucy era felice di vedere l’amica così, quando ad un tratto il suo viso si fece confuso. Di fronte a se vide arrivare una ragazza bellissima dai capelli scuri e ondulati e con due occhioni verdi meravigliosi.

< Ciao, tu sei Lucy vero? > domandò la donna severa.

< Tu sei…? >

< Gemma, Gemma Styles >

Non appena capito di quale Styles si stava parlando, Jasmine strinse la mano dell’amica.

< Mi cercavi? > disse esitante Lucy.

< Devi lasciare in pace mio fratello >

< Scusami? > domandò lei confusa.

< Lui deve sposare Claire Hale e non sarai tu ad impedirglielo >

< Non gliel’ho impedito io ma il suo cervello funzionante nel caso non lo sapessi >

< Lui è scappato da noi ma se non si fosse innamorato di te l’avrei convinto a tornare in Inghilterra >

< Tutto questo perché? Per una stupida fama nobiliare? >

< Sarà stupida per te, bambinetta, ma non per i nostri genitori e me. e so che anche Harry vuole che il nostro nome venga riconosciuto da tutti >

< Se tanto ci tieni sposati tu con qualcuno di famoso! > urlò Lucy in preda alla collera.

< Sono già sposata con un medico > disse la donna mostrandole l’anello all’anulare.

< Divorzia, fai quello che vuoi ma lasciate in pace Harry! > disse andandosene.

< Sei così egoista da non volere la sua felicità, tu che dici di amarlo tanto! >

< La felicità di Harry è con Lucy, non circondato da fotografi . e per la cronaca la stronza egoista qui sei tu! > rispose Jasmine zittendo la donna.

Passeggiando per il parco parlando di quanto Liam fosse strano, Melinda e Mitchie assaporavano l’aria italiana. Nonostante lo stress provocato da quei ragazzi incontrati a Roma, si stavano divertendo. L’Italia era un posto elettrizzante, a contrario del parere di molti, ed era sempre pieno di gente diversa e di novità. Camminando si trovarono una piccola folla attorno a delle strisce bianche che segnavano un territorio da cui non si poteva passare. Attraverso la gente curiosa, le due ragazze scorsero 3 cameraman e un giornalista che intervistavano Zayn. Cautamente si avvicinarono e Melinda sentì il suo cuore battere a mille per qualche strana ragione.

< …ed è per questo che ho mentito. Volevo attirare l’attenzione su di me dei media ma adesso ho un unico obiettivo > rise lui imbarazzato.

< Quale sarebbe? > domandò curioso il giornalista.

< Il cuore di una donna è un diamante che… > iniziò a citare Zayn finché non fu interrotto da un cameraman che esclamò: < Ehi tu tra la folla, non sei Melinda? >. Melinda tentò di nascondersi dietro Mitchie, ma le ragazza della folla le fecero spazio sorprese di vedere finalmente dal vivo colei che aveva rubato e rifiutato il cuore del bellissimo modello. In quel momento Melinda si ritrovò faccia a faccia con Zayn che la guardava sorpreso.

< Ciao Mel >

< Zayn > disse lei salutandolo con un gesto della mano.

< Signorina venga anche lei > la incitò il giornalista.

< Non se ne parla! > esclamò lei timida, ma Mitchie la spinse verso il giornalista e Zayn. Messa alle strette, superò la striscia bianca di confine e si ritrovò accanto a Zayn che la guardava sorpreso. Dopodiché le cinse un fianco e insieme guardarono il giornalista attendendo le domande.

< Signorina Melinda, lei che pensa di Zayn? >

< Beh…è simpatico, carismatico, bello…egocentrico, un pallone gonfiato… >

< Che stai dicendo Mel! > disse sottovoce Mitchie, ma la sentirono tutti.

< Ma è comunque una simpaticone eh! > disse per rimediare Melinda, poi però con il cuore in mano aggiunse < sono sincera, Zayn è una gran bella persona >. Zayn la guardò con occhi sognanti e grati di quelle parole e Melinda, sentendosi osservata, si voltò verso di lui guardandolo intensamente. Vari scatti seguirono in quei 10 secondi di occhiate che sarebbero finite presto o tardi sul nuovo numero di Di Più!

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Ed eccomi qui dopo ben 33 capitoli a chiedervi un'opinione! Nella mia FF non c'è un membro della band che è totalmente protagonista, lo sono tutti e cinque, anche se mr.Horan deve ancora fare la sua entrata di scena. Non manca molto :)

In questa FF ho inserito un po' di tutto: difficoltà economiche, famiglia difficile, fidanzate isteriche, comicità, amore, tristezza.

Allora, qualcuno che mi lascia un commento?

Van. xx

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Capitolo 34
*** CAPITOLO 34. ***

Le sere erano calde, anche se un po’ ventilate, e riposare risultava difficile soprattutto per Melinda che non sopportava il caldo. Girandosi e rigirandosi nel letto, cadde spesso in stati confusionali di dormiveglia che le facevano fare strani sogni.

- Allora signorina Melinda Gomez, come si sente al riguardo? –

- Riguardo cosa? –

- Alla sua separazione da Zayn Malik –

- Separazione? –

- Certo, Zayn l’ha mollata dopo essersela spassata con lei per due mesi. Come si sente al riguardo? –

- Brutta giornalista barbie dei miei stivali! –

- Come si permette? Auch auch aiuto! –

- Te li strappo questi capelli!!!! –

< Oh porca puttana! >

< Mel che c’è? Sono le quattro del mattino > domandò Mitchie svegliandosi soppiatto.

< Niente, dormi > rispose Melinda respirando ancora affannosamente. Quel sogno l’aveva messa in agitazione.

< Fammi capire, hai sognato di picchiare una giornalista che affermava che Zayn ti avesse lasciato dopo due mesi di relazione? > domandò Lucy.

< Mesi in cui lui mi aveva usata > precisò Mel.

< Sei troppo spaventata da questa storia! > intervenne Jasmine.

< Io e quel ragazzo non possiamo avere nulla a che fare ragazze > disse con rammarico l’amica.

< Era solo un sogno, il ritratto delle tue paure non il futuro. Non sei mica Nostradamus! >

< Mitchie so di non esserlo ma mi fido del mio sesto senso. Devo star lontana da quel tipo >.

Dopo la telefonata preoccupata di Lucy del giorno prima, Harry approfittò del suo giorno libero per andare a trovare la ragazza e farsi spiegare il perché della sua agitazione.

< Gemma è stata qui >

< E…? >

< E mi ha intimato di starti lontana >

< Mia sorella quando ci si mette è davvero cocciuta! > esclamò Harry passeggiando per il parco mano nella mano con la ragazza.

< Me ne sono accorta Harold Edward >

< Il mio nome è orrendo > disse lui imbarazzato.

< Le terribili sorti di un giovane conte > recitò Lucy con voce drammatica.

< Le mie terribili sorti sono i miei genitori Lucy >

< Lo so è mi dispiace credimi. Cosa possiamo farci con questa situazione? >

< Tentiamo di tenere in vita la nostra relazione finché possiamo. Sei speciale e importante per me Lucy > disse teneramente lui prima di baciarla.

< Anche tu sei speciale per me Styles > rispose lei avvinghiandosi a lui come un incrocio tra un polipo e una cozza e sentendo il calore corporeo di lui premere verso il suo durante il coinvolgente bacio.

Facendo un po’ di jogging attorno all’hotel e ascoltando Miley Cyrus a palla, Jasmine ripensò al bacio tra lei e Louis. Desiderava tanto sentire le calorose e forti braccia del ragazzo avvolgerla, ma non sapeva quando avrebbero rilasciato Louis e questo la fece incupire. Sovrappensiero, andò a sbattere ad un paio di clienti dell’hotel, di cui uno che le rispose in modo sgarbato. Ma Jasmine era troppo presa dalla malinconia del momento per rispondergli a tono come in un’altra circostanza avrebbe fatto.

Davanti all’entrata dell’hotel, fece stretching. Ad un tratto sentì una mano posarsi sul suo fianco e, senza pensarci due volte, si voltò di scatto colpendo per sbaglio colui che la stava toccando.

< Ahia! Ma sono così terribile? >

Quando lei lo vide pensò di star immaginando tutto, portata dal suo desiderio innato di vederlo. Ma poi, ricordando di avergli appena sferrato uno schiaffo semi involontario, capì che era tutto vero.

< Porca miseria Louis!! > esclamò lanciandosi su di lui. Louis la prese tra le sue braccia e finalmente sentì le sue mani toccare il fisico formoso di Jasmine e la sua pelle umida reduce della corsa. Senza pensarci, la baciò con passione assaporando quello che avrebbe voluto quel giorno in commissariato. Jasmine si sentì totalmente avvolta dall’amore di Louis che la stringeva a sé come se ne sentisse la mancanza da tutta la vita.

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Capitolo 35
*** CAPITOLO 35. ***

< Quando sei uscito da lì?

< stamattina! Prima di venire qui mi sono dato una ripulita. L’odore del carcere è terribile >

< Non pensavo ti avrebbero fatto uscire in così poco tempo! >

< Già ma qualcuno ha pagato la mia cauzione e quindi eccomi qui >. Jasmine lo guardò felice e lo baciò lievemente.

< Ma chi può essere stato? > domandò lui confuso.

< Forse stai simpatico a qualcuno > rise la ragazza.

< Tu dici? Non ho amici a parte Flora, Emilia, qualcun altro del quartiere e…te > disse lui riflettendo. Jasmine lo guardò con aria innocente ma nascondere le cose non era mai stato il suo forte.

< Jasmine sei stata tu? >

< Ieri mattina sono stata tutto il tempo a telefono con mia madre e quando l’ho convinta sono venuta in commissariato e ho pagato la cauzione >

< Ma dove hai preso tutto quei soldi? Non pensavo fossi così ricca >

< Infatti i soldi non mi escono fuori dalle orecchie ma…tu stai tranquillo, l’importante è aver pagato la cauzione > lo rassicurò lei.

< Ti restituirò tutto >

< Louis non scherzare > fece lei nervosamente, questa volta doveva nascondere la parte “cattiva” della storia a Louis.

< Non scherzo, fino all’ultimo centesimo >

Seduta al bancone del ristorante, Mitchie beveva un po’ di succo di frutta.

< Un altro per favore > chiese al cameriere come se stesse chiedendo un altro bicchierino di vodka. Il suo viso era cupo e assonnato a causa dei suoi pensieri e della tarda ora. Il suo punto fisso era Liam da quel giorno in cui stavano per farlo sul pavimento. Quel ragazzo le piaceva molto ma lui l’aveva rifiutato e non se la sentiva di andargli ancora dietro. Nel ristorante silenzioso, c’erano solo un paio di clienti oltre lei, ad un tratto riecheggiarono le risate di alcune persone. Mitchie si voltò di scatto e vide Liam, Clotilde e un’altra donna. Parlavano e ridevano, in italiano, che Mitchie non capiva. Così si voltò di nuovo verso il cameriere sorseggiando del succo di frutta alla pera. A quel punto i tre si diressero verso il bancone notando Mitchie che cercò comunque di non esser vista o stuzzicata da quella spilungona.

< Oh, Liam guarda chi c’è! La tua amica >

< Finalmente un po’ d‘inglese > ironizzò Mitchie alla battuta di Clotilde.

< Non è colpa mia se non sei tanto istruita quanto me, tesoro > disse la spilungona con tono da superiore. Mitchie sentì la rabbia esploderle dentro, voleva strangolarla e darla in pasto agli alligatori della Florida.

“Sono convinta che anche quelli ti rifiuterebbero, serpe”. Ma questo fu quello che pensò. Quello che disse fu più fine ma comunque d’impatto tale da risuonare come uno schiaffo.

< Porca miseria ma sai che potrebbero scambiarti per la madre di Liam? >

< Perché dici questo? >

< Perché con quel vestito nero e quel trucco da sembrare una donna caduta in un terreno sei uguale a mia nonna ultra cinquantenne. Sbaglio o hai 8 anni in più di Liam? >

< Gliel’hai detto tu? > domandò la donna a Liam che nel frattempo era stato in silenzio per tutto il tempo.

< Mi è sfuggito di bocca ma… >

< Ah bene! Ludovica andiamo via da qui, c’è troppa gente da basso fondo! > disse Clotilde all’amica che guardava la scena scandalizzata.

< Clò aspetta ma… > la pregò Liam, ma la donna si era già volatilizzata, ferita nel suo essere.

< Perché hai detto quelle cose? > domandò lui furioso a Mitchie.

< Perché l’amore della tua vita mi ha provocata. Non sono tipa da tacere di fronte a certe situazioni lo sai no? > affermò lei alzandosi dallo sgabello.

< Sei una ragazzina impertinente! >

< Liam te lo dico con tutto il cuore: vaffanculo! > e detto ciò uscì dal ristorante sotto gli sguardi e le bocche senza parole dei pochi presenti.

< Ah la gioventù > commentò uno di loro. Ma Liam non avrebbe lasciato che lei lo umiliasse così, per questo la seguì.

< E no, adesso io e te discutiamo! >

< Non c’è nulla di cui dover discutere! >

< Sì invece non credi? Dopo l’altra sera tutto è cambiato >

< Dopo uno stupido film intendi? > fece lei percorrendo confusa i corridoi dell’hotel.

< No, sai di cosa sto parlando >. Mitchie si voltò di scatto verso di lui, incredula.

< Ti ricordi tutto?? >. Liam la prese per un braccio e la condusse nella lavanderia dell’hotel.

< Liam perché mi hai portata qui? Sono le 2 di notte e sono stanchissima > protestò lei.

< Dobbiamo parlare bene di me e te >

< Cosa vuoi da me, me lo spieghi? Io voglio solo capire perché non mi hai confessato di ricordarti che stavamo per fare l’amore per terra >

< Non lo dire così in modo esplicito!! >

< Dai santarellino dei miei stivali! >

< Non sono un santarellino. La verità è che Clotilde è la donna della mia vita e tu sei troppo infantile per me >

< Caro Dio sceso in terra, a questo punto potresti essere tu troppo vecchio per me non credi? >

< No io non sono vecchio… > fece lui sentendosi ferito.

< Sì lo sei e non vuoi ammettere che ti piaccio > disse lei convinta.

< C-cosa? > domandò Liam sudando freddo.

< Ti piaccio e anche tanto! >. Liam cominciò a strofinarsi il collo per il nervoso, sbottonandosi un po’ i bottoni della camicia soffocante di lino bianco. A quel punto Mitchie si avvicinò con fare sicuro al ragazzo e si sfilò la maglietta. Liam rimase incredulo a guardarla.

< Che fai? > domandò costringendosi a non guardare, ma la cosa risultava difficile perché Mitchie era davvero irresistibile.

< Secondo te che faccio? Aspetto che tu faccia la seconda mossa >

< Che sarebbe? >

< Devo farti un disegnino? > domandò lei maliziosa. A quel punto Liam ci rifletté a lungo, ma i suoi istinti maschili non ressero all’atmosfera rarefatta, alle lenzuola per terra e al fisico delizioso di Mitchie, così da baciarla con ardore, prima le labbra e poi il collo nudo. Dopodiché la fece accasciare sulle lenzuola e, man mano che l’eccitazione cresceva nei due, i tocchi si facevano sempre più forti e passionali. Fecero l’amore lì, in una lavanderia, alle 2 di notte e su delle lenzuola sudice. Ma fu la migliore notte di tutta la vita per Liam! Farlo con una trentenne lamentosa piuttosto che con una sexy e frizzante diciottenne non era la stessa cosa.

Camminando su e giù per il corridoio, cercando di prendere sonno, Melinda sentì arrivare alle sue spalle Zayn.

< Mel, che ci fai in piedi a quest’ora? >

< Tu invece? > domandò lei sospettosa.

< Sei gelosa? >

< Poca malizia in te eh Zayn > commentò lei ironica.

< A parte gli scherzi, ero in discoteca >

< Io non riesco a prendere sonno >

< Potrei aiutarti io se vuoi >

< Zayn!!!! >

Lui rise di gusto, poi disse < Hai presente l’intervista che abbiamo fatto insieme l’altro giorno? La manderanno in onda su un canale inglese, non so ancora quale ma il tutto sarà visibile sul net>

< Oh, okay… > disse Melinda esitante. La fama non le piaceva affatto, non ancora.

< In più devo dirti qualcosa >

< Spara >

< Venerdì devo posare per un servizio fotografico a mare, la spiaggia stabilita dista un paio d’ore da qui >

< La cosa dovrebbe interessarmi? >

< Certo signorina acidella, dato che mi hanno chiesto di posare con te! >

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Capitolo 36
*** CAPITOLO 36. ***

< Con me? e perché mai? >

< Perché le foto sono per una marca di jeans maschile e femminile e, dati nostri passati, hanno pensato che sarebbe d’aiuto pubblicitario che io faccia queste foto con te >

< Scordatelo! > urlò Melinda.

< Mi spieghi cos’hai contro la notorietà? Potresti farti dei soldi! >

< La notorietà fa schifo. Per uno stupido bacio con te guarda un po’ dove siamo arrivati! >

< In ogni caso il pullman che venerdì porterà la troup a mare parte alle 8 del mattino, nel caso in cui decidessi di unirti a me. >

< Non ci contare > affermò la ragazza tornando in stanza, sotto gli occhi assonnati ma sempre divertiti di Zayn.

Stesi sulle lenzuola, nudi, Liam e Mitchie riposavano abbracciati teneramente.

< E’ stato bellissimo Mitchie > affermò lui. Mitchie annuì distrutta ma con occhi sognanti che le donavano un’espressione ancora più dolce e infantile.

< Non pensavo te la cavassi così a letto signor Payne! >

< Io invece di lei ne ero convinta, signorina Reed > rise lui baciandola teneramente.

< Sarà meglio se torniamo nelle nostre camere >

< Vorrei rimanere qui per sempre per non dover ritornare alla normalità > confessò lui.

< Ma adesso tra me e te che succede? >

< Tra me e te? che intendi? > domandò lui confuso.

< Dopo questa notte presumo cambierà qualcosa >

< No Mitchie, no… > rispose lui malinconico, sapeva che la ragazza aveva frainteso tutto.

< Cosa no Liam? > domandò lei confusa.

< Questa per me è stata una notte meravigliosa, tu sei meravigliosa. Ma Clotilde è la donna della mia vita e io devo sposare lei, che lo voglia o meno >

< Ma se non la ami! >

< Certo che la amo Mitchie >

< Non mi prendere per il culo. Non posso credere che tu mi abbia usata! > urlò lei alzandosi e rivestendosi.

< Mitchie come puoi dire questo! Io so che… >

< Perché sei venuto a letto con me, eh? Se ami quella? >

< Non lo so ma… >

< Appunto Liam, tu non sai assolutamente nulla di te stesso! Fatti due domande quando hai tempo per uscire dal castello che ti sei costruito attorno > concluse lei uscendo disperata dalla lavanderia e dirigendosi in camera tra un mare di lacrime.

Il mattino seguente le ragazze si diressero in spiaggia, anche se il cielo era piuttosto nuvoloso. Le previsioni del tempo portavano pioggia al centro nord per via del caldo afoso e questo non fece piacere alle giovani turiste che vivendo a Londra erano abituate a sopportare ogni giorni il pessimo tempo.

< Secondo voi quando pioverà? > domandò preoccupata Jasmine.

< Spero mai! > rispose Mitchie nervosamente.

< Ehi tesoro, che succede? >

< Nulla Mel, cosa vuoi che succeda? > fece Mitchie dando un calcio all’acqua che schizzò addosso alle altre.

< Ehi non mi bagnare! > protestò Melinda.

< Scusatemi ragazze > disse lei scoppiando a piangere. Le altre si accerchiarono attorno a lei per consolarla, la ragazza era visibilmente sconvolta.

< Cos’è successo Mitchie? >

< Ieri io e Liam abbiamo passato la notte insieme e dopo lui mi ha detto che per lui non cambia nulla, che sposerà Clotilde perché è la donna della sua vita. >

< Che bastardo! > urlò Jasmine attirando l’attenzione di tutti. Le parolacce in inglese le conoscevano in molti lì in Italia. Jasmine guardò la folla come per scusarsi e tornò a prestare attenzione all’amica.

< Io sono innamorata di lui e sono convinta che lo sia anche lui, solo che non se ne rende conto. >

< Ne sei assolutamente certa? >

< Assolutamente Lucy > rispose l’amica con il fuoco che le ardeva negli occhi.

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Capitolo 37
*** CAPITOLO 37. ***

Dopo quella chiacchierata, le ragazze si buttarono nel mare agitato giocando con le onde come fossero quattro bambine. Mitchie tentò di distrarsi ma la cosa risultava piuttosto difficile, ogni ragazzo le ricordava Liam. Tornando a riva perché come al solito sentiva freddo, Lucy vide vicino al suo asciugamano una figura femminile.

< Ancora tu? > domandò lei visibilmente scocciata.

< Sì ancora io > rispose Gemma con il suo irritante tono da superiore.

< Non ho tempo da perdere con te, lo sai vero? > si affrettò a chiudere Lucy, ma questo non funzionò.

< Ti sei lamentata con mio fratello di me! ma che donna matura sei eh? >

< Tanto per curiosità, tu quanti anni hai? >

< 35 > rispose la donna.

< Bene, trentacinquenne. Ti rendi conto del fatto che non riesci a capire perché il tuo fratellino voglia una vita tutta sua senza costrizioni? Tu dovresti difenderlo dal mondo e invece lo allontani da me, la ragazza che ama. E in ogni caso io ho solo 18 anni e tu 35, dimmi un po’ chi delle due dovrebbe davvero essere più matura dell’altra perché mi sa tanto che qui quella più ragionevole sono io! >

< Io sto proteggendo mio fratello da arrampicatrici sociali come te! >

< Mi stai dicendo che io sto con Harry solo per i suoi soldi? Ti assicuro che non puoi dirlo questo, affatto! > disse Lucy nervosa, si stava alterando così anche Gemma.

< Senti, o lasci stare Harry o te la vedrai con me >

< Mi stai minacciando razza di strega? >

< Strega a chi, papera da quattro soldi! > ma a quel punto Lucy non ci vide più e si lanciò su di lei scaraventandola per terra e iniziando a picchiarla, con la sabbia che si alzava dal pavimento. Gemma le tirava ferocemente i capelli e così faceva anche Lucy, si rotolavano nella sabbia sotto gli occhi stupefatti di tutti. Ad un tratto arrivarono due agenti della polizia a separarle. Ma non si limitarono solo a questo.

< Fatemi uscire da qui! Sono una contessa io >

< Bene contessa, chiuda quella bocca > le intimò un agente da dietro alle sbarre.

< E’ tutta colpa tua se siamo finite qui! >

< Colpa mia? Tu mi hai dato della papera >

< E tu mi hai chiamata strega! >

< Ma sei una strega Gemma, guardati > rise Lucy rassegnata a quella situazione. Sedeva su un materasso vecchio della cella con le spalle contro al muro aspettando di essere liberata, sapeva che non sarebbero rimaste lì a lungo solo per una scazzottata. Così, Gemma andò a sedersi sul materasso tenendosi a distanza dalla ragazza.

< Non ero mai stata arrestata prima d’ora>

< Manco io, contessa! >

< Perché non vuoi che Harry ritorni dalla sua famiglia? >

< Perché della gente che vuole costringerlo a sposare qualcuno contro il suo dovere non si può chiamare famiglia > affermò ferma la ragazza. Poi aggiunse < E perché io amo Harry >

< Lo ami? Ti prego, i soldi sono talmente attraenti > rise lei incredula.

< Mia madre è una giornalista televisiva, Cassidy Giant ti dice qualcosa? Perciò non ho affatto bisogni di soldi >. Gemma ricordò il nome della conduttrice televisiva.

< Questo non vuol dire che tu… >

< Signore, siete libere di andare. Qualcuno è venuto a prendervi > affermò divertito un poliziotto guardando i capelli impazziti delle due ragazze.

< E in ogni caso, io mi sono innamorata di Harry il bagnino, non sapevo ancora chi fosse quando ci siamo messi insieme > disse Lucy soddisfatta di se stessa, tant’è che Gemma rimase a pensare a lungo a quelle parole.

Harry era andato in commissariato per spiegare alla polizia che le due erano brave ragazze prese da un momento di pazzia e, usando la sua seduzione con un’agente donna, fece sì che la sua ragazza e Gemma venissero liberate da lì.

< Lucy! > esclamò lui felice di vederla, così la baciò. Dopodiché dietro di lei spuntò Gemma.

< Torno da sola a casa, c’è aria pesante qui > commentò Lucy guardando in malo modo Gemma.

Quei giorni trascorsero in modo poco sereno, il temporale costrinse le ragazze a rimanere in hotel e a dedicarsi alle attività che esso offriva. Il giovedì il tempo però si sistemò e le ragazze fecero un giretto nel centro storico della città.

Il venerdì seguente invece, Melinda si svegliò alle 6 quella mattina per riflettere bene su cosa fare. Si guardò allo specchio e ammirò il suo fisico formoso e slanciato, così pensò con ammirazione “Potrei essere anche adatta al mondo dello spettacolo pensandoci “, poi però tornò sul pianeta Terra e disse < è solo per oggi, solo per oggi >. Così si lavò, si vestì, sistemò i capelli per bene e verso le 7.45 scese. Andò fuori dall’hotel e vide diversa gente radunata. Si fece spazio per riconoscere Zayn, quando ad un tratto sentì una mano posarsi sulla sua spalla. Si voltò di scatto e lo vide, sorridente.

< Sapevo saresti venuta! >. Lei si limitò a sorridergli per approvare le sue parole, era tesa e non riusciva a dire altro.

Le altre ragazze invece , quella mattina volevano dedicare un po’ di tempo allo sport. Scendendo per fare colazione, videro Liam nell’atrio mentre parlava con il receptionist. Quando però Liam vide Mitchie, fece per scappare nel suo studio. Non voleva affrontarla.

< Sei perfino un cagasotto! > urlò Mitchie. Liam si voltò pian pianino e la guardò timoroso.

< Che c’è, hai paura di affrontarmi? > . Liam vide i clienti seduti sui divanetti dell’atrio interessarsi alla strana scena, così si avvicinò a Mitchie per parlarle a bassa voce, ma la ragazza non voleva saperne di farlo.

< Non ti avvicinare a me! > urlò isterica.

< Smettila di urlare o i clienti potrebbero pensare cose sbagliate! >

< Cose sbagliate? Io ti prenderei a schiaffi adesso! >

< E’ stato bellissimo quello che è successo l’altra sera tra me e te però ormai dobbiamo dimenticarlo >

< Razza di farabutto! > fece Lucy litigiosa.

< Ma tu non sei la galeotta? > domandò Liam con terrore negli occhi.

< Che hai da dire sui galeotti? > domandò Jasmine ricordando Louis.

< Ragazze vi prego io non… > fece per dire Liam prima che una voce lo interrompesse.

< Mitchie? >. La ragazza, riconoscendo la voce, si voltò incredula verso l’entrata dell’albergo.

< Niall? >

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Capitolo 38
*** CAPITOLO 38. ***

Mille cose passarono per la testa di Mitchie quando vide il biondo sulla soglia dell’hotel. Aveva con se una valigia. Una valigia? Che ci fa qui con una valigia? pensava Mitchie tra confusione e emozione. In tutto questo le amiche della ragazza guardavano Niall con espressione corrugata, mentre Liam in se si faceva mille domande su chi potesse essere quel biondino che catturò in un niente l’attenzione delle inglesi.

< Che ci fai qui Niall? >

< Sono qui per te >

< Come se non avessi già abbastanza guai! > rise isterica Mitchie.

< Possiamo parlare? > domandò lui con due occhioni azzurri da cucciolo.

Dopo aver chiesto una stanza a tempo indeterminato e aver dato i suoi affari ad un facchino, Niall condusse Mitchie fuori nel parco e, passeggiando, si parlarono dopo un mese circa.

< Mi sei mancata lo sai? >

< Niall evita le smancerie e ricordati quello che hai fatto > fece lei seccata.

< So di averti tradita, so di aver sbagliato > la guardò con attenzione, per cercare di capire cosa la ragazza stesse pensando di lui, ma Mitchie era irremovibile. Il suo era un viso arrabbiato e deluso da quello che stava succedendo ultimamente nella sua vita. < Ma so anche di amarti Mitchie, ti amo davvero > aggiunse lui.

< Niall perché sei venuto qui? >

< Voglio riconquistarti > affermò lui.

< O magari vuoi ripetere l’esperienza dello schiaffo rumoroso che ti ho sferrato davanti alla tua amante? >

< No grazie > rispose lui toccandosi con faccia dolorante la guancia rosea.

< Ora lasciami andare, ho troppe cose per la testa per poter pensare anche a te > disse lei scura in volto. Niall non la trattenne, così la vide andar via ripensando ai suoi errori passati.

Sull’autobus, Zayn e Melinda si sedettero vicini, ma Melinda non parlò minimamente con il ragazzo. Era troppo tesa per potergli dire qualcosa. Perché aveva accettato quello stupido lavoro? Ancora se lo domandava, aveva reagito d’istinto, cosa che non faceva mai. Dal canto suo, Zayn guardava Melinda con la coda dell’occhio. Non vedeva l’ora di posare con lei, era talmente bella e sexy. Però percepiva la preoccupazione dal suo sguardo.

Quando arrivarono in spiaggia, la troup si distribuì sulla sabbia bollente mentre i due modelli venivano preparati per le foto. I capelli castano scuro di Melinda vennero smossi e fatti cadere sulle sue braccia sottili. Quelli di Zayn vennero sistemati tutti all’indietro, dopo averli tagliati in un nuovo modo che lo rendevano simile ad un mafioso italiano. Melinda, dopo la preparazione, uscì fuori dalla sua roulotte e si avviò verso il pezzo di spiaggia che avrebbero occupato. Si guardò attorno notando fotografi, cameraman e tanti della troup. Guardò d’istinto il lato della roulotte di Zayn e lo vide apparire. Era bello, bellissimo! Camminava come se si trovasse su una passerella, tipico di un modello, e indossava dei jeans a vita bassa della marca che stavano pubblicizzando, mentre il petto era totalmente nudo. Con un gesto lento, si passò una mano tra i capelli gelatinati e si morse istintivamente un labbro da stendere Melinda in un baleno. Quando si accorse della ragazza, si fermò a metà strada e la fissò attentamente. Melinda indossava, per quella prima sezione di foto, un jeans scuro stretto che le metteva in risalto il fondoschiena e una maglia corta fin sotto il seno che lasciava intravedere il suo ventre piatto. Zayn desiderava con tutto se stesso fare sua quella ragazza, ma non poteva. Così trattenne ogni suo istinto sessuale per se, o almeno ci provò.

Quando furono condotti sulla riva, immersero i piedi nudi nell’acqua e aspettarono che il regista, sulla trentina ma con i capelli brizzolati nascosti da un cappello alla francese, desse loro le indicazioni su come disporsi per le prime foto.

< Allora Melinda, metti una mano sulla spalla di Zayn >. Melinda lo fece e diventò rossa in viso al contatto con la pelle nuda dell’americano. Zayn rise di gusto vedendola arrossire.

< Tu Zayn invece, cingi i fianchi di Melinda > ordinò l’uomo. Zayn lo fece e sentì un fuoco invadere il suo corpo, quello della passione. Tentò con tutto se stesso di nascondere quello che stava provando, ma a Melinda fu tutto chiaro e quella volta fu lei a sorridere di gusto. Seguirono delle foto fatte in varie pose e con diversi jeans, in una Melinda dovette schizzare Zayn e questo fu piuttosto divertente!

Arrivati all’ultima foto però, il regista previde qualcosa che seriamente imbarazzò entrambi.

< Cosa devo fare?? > domandò Zayn sorpreso.

< Devi avvicinarti a lei, vi ritroverete faccia a faccia, e cingerla per la schiena. Tu invece Melinda devi toccargli un braccio >

< Non possiamo fare diversamente? Questa posa è un po’ troppo…ravvicinata ecco > disse lei paonazza.

< Dai tesoro siamo all’ultima foto! Non farti pregare > la incitò il regista. Lì Melinda capì che era gay. Zayn la guardò sorridendo malizioso. Poi le disse < prometto di non provarci con te >

< Sarà meglio per te > rispose lei cinica. Così Zayn si avvicinò alla ragazza con fare sexy. La guardò per qualche secondo e poi posò la sua mano quasi sul fondoschiena della giovane, facendola sussultare. Timidamente Melinda poggiò la sua mano sul braccio muscoloso di Zayn e, quando ebbe preso coraggio, lo fissò negli occhi. Erano vicinissimi, sentivano l’uno il fiato dell’altro sulla propria pelle. L’odore dolciastro della pelle di Melinda lo fece esaltare, mentre Melinda a quella distanza e dovendolo fissare per un minuto intero circa, guardò attentamente tutti i suoi lineamenti rendendosi conto di quanto Zayn fosse bello. La parte del viso che più Melinda amava di Zayn erano le labbra, sottili e maliziose, semi aperte e sexy che la attiravano come mai.

< Eeeeeeeeh stop ragazzi, abbiamo finito finalmente! > disse entusiasta il regista sotto gli occhi distrutti della troup. Ma anche dopo lo stop i due non si separarono, continuarono a fissarsi interrottamente finché Melinda non sorprese Zayn baciandolo. Fu un bacio focoso, un gioco di lingue passionale che coinvolse entrambi. Zayn assaporò le labbra della ragazza come se fosse un uomo affamato che non mangiava da giorni, stringendo a se il corpo esile della giovane. Melinda invece, per la prima volta non frenò gli istinti e posò le mani sulla schiena nuda e umida di Zayn, sentendo sotto le sue mani i muscoli del ragazzo. Dopodiché Zayn passò ad assaporare il collo della ragazza, con Melinda che passava una mano tra i capelli morbidi del giovane. Era come se fossero stati risucchiati da un vortice travolgente di passione che fece scomparire tutto attorno a loro.

< Ehm ragazzi? Ragazzi! > disse imbarazzato il regista. Subito Melinda scollò Zayn da se e si ricompose.

< Ci scusi >

< Già, ci scusi > aggiunse Zayn mangiandosi Melinda con gli occhi.

< Smettila! > gli sussurrò Melinda ridendosela, sotto gli occhi divertiti della troup che aveva visto sbocciare una coppia.

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Capitolo 39
*** CAPITOLO 39. ***

< L’hai baciato?? >

< Sì ragazze > rispose Melinda sognante.

< E com’è stato? > domandò curiosa Jasmine.

< Meraviglioso, bacia davvero bene sapete? > disse maliziosa.

< Finalmente ti sei sciolta un po’! ma vi avranno fotografati anche in quel momento? >

< Penso di sì Mitchie, a dire la verità non ci siamo fermati solo ad un bacio sulle labbra… >

< Te lo sei fatto lì sulla spiaggia?? > chiese Lucy incredula.

< No sei impazzita?! Mi ha baciato il collo tutto qui > rispose imbarazzata l’amica.

< Ah beh si sono “solo” strusciati un po’> rise Jasmine.

Erano le undici del mattino quando Jasmine e Louis si incontrarono vicino alla fontana di Trevi. Jasmine era decisa a trovare un lavoro a Louis che gli permettesse di vivere dignitosamente. Così cominciarono a girare vari negozi, bar, che cercassero un cameriere o un commesso dolce e sexy. Ma puntualmente, quando entravano da qualche parte, succedeva questo:

< Salve! Possiamo parlare col proprietario? >

< Di cosa ha bisogno signorina? >

< Il mio ragazzo ha bisogno di un lavoro così… >

< Ma tu sei il ladro della banca? Vi prego uscite da qui >

< Ma lui non… >

< Vi prego! > diceva istericamente il loro interlocutore.

Dopo questa scena pietosa, i due uscivano dal negozio o bar che fosse e, mentre Jasmine continuava a guardarsi attorno speranzosa, Louis ogni volta si sentiva morire dentro. Finché, dopo il settimo tentativo si arrese.

< Basta Jas davvero >

< Ma dobbiamo trovarti un lavoro!!! > protestòlei speranzosa.

< Non lo troveremo mai per un ex galeotto come me! >. Jasmine lo guardò sconsolata anche lei e si lasciò cadere su di una panchina.

< Guarda, tutti mi fissano come se fossi un pericolo pubblico. Ehi, ho solo rapinato una banca! >

< Louis io non so cosa pensare… ho paura che non troveremo quello che fa per te >

< Neanche come spazzino mi accetterebbero > sdrammatizzò lui. Poi aggiunse

< Troveremo qualcosa di migliore te lo prometto > lo assicurò Jasmine baciandolo teneramente.

< Sono fortunato ad averti sai? >

< Mmm lo so > rispose Jasmine ridendosela. < Voglio aiutarti Louis, sei diventato importante per me >

< Anche tu lo sei per me…e poi ho bisogno di un lavoro per restituirti tutti i tuoi soldi! Anche se ci metterò anni > rise lui.

< Louis vai a farti un bagno! Non devi restituirmi nulla > disse la ragazza. < e per favore non parliamo più di quei soldi > aggiunse lei nervosamente.

< Ma io non… >

< Taci > fece lei prima di stampargli un bacio sulle labbra. Louis la guardò confuso, quella questione dei soldi non quadrava affatto.

Era l’ora di pranzo e Melinda stava morendo di fame, ma dato che Mitchie doveva pranzare con Niall e Lucy aveva raggiunto Harry in spiaggia, decise di andare a bussare ad una porta in particolare.

< Mel! > esclamò Zayn dopo aver aperto. La baciò intensamente e la trascinò in camera.

< Ehi quanto sei audace! > commentò lei divertita.

< Lo sei stata anche tu in spiaggia ricordi? > domandò lui.

< Già è vero e non me ne pento affatto > affermò lei. Zayn fu sollevato da quell’affermazione, così la ribaciò.

< Ti va un picnic all’aperto, stasera? > domandò lei.

< Beh perché no? >

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Capitolo 40
*** CAPITOLO 40. ***

< Grazie per aver accettato il mio invito > disse Niall con faccia da cane bastonato.

< Un invito a pranzo si nega difficilmente > affermò Mitchie del tutto indifferente alla faccetta deliziosa del biondino.

< Il ristorante di quest’hotel è davvero figo > fece lui tentando di sciogliere la tensione.

< Sì qui tutto è meraviglioso! >

< Quanto ancora ti intrattieni in Italia? >

< Fino a fine agosto, tu? >

< Ancora non lo so Mitchie, sono venuto qui per te >

< Cosa vuoi esattamente Niall? >

< Riconquistarti! Ti ricordi quanto eravamo affiatati? >

< Lo eravamo, hai detto bene. Tu mi hai tradita con Kirsten capisci? > ribatté lei ricordando con dolore il tutto.

< Già ma ero ubriaco! Non l’avrei mai fatto da sobrio >

< Questo significa che hai poco controllo di te stesso Niall e io non posso permettermi di soffrire di nuovo come ho sofferto a giugno a causa tua > affermò lei.

< Non succederà. Ti voglio riconquistare e ci proverò fin quando non sarà davvero tutto finito tra me e te Mitchie >

< Testardo eh? > domandò lei rassegnata.

< Come mai! >

Intanto Liam guardava la scena dalla porta del ristorante socchiusa. Aveva allontanato da se Mitchie, però in quel momento sentì un sentimento strano farsi strada nel suo cuore, che con Clotilde non aveva mai provato: gelosia.

Quel pomeriggio Lucy decise di non fare il bagno, era in spiaggia esclusivamente per incontrate Harry. Quando arrivò in spiaggia, però si guardò attorno ma non lo vide.

< Luca hai visto Harry oggi? >

< Si è preso un giorno libero > rispose il bagnino.

< Oh, grazie > fece lei confusa, così lo chiamò.

< Harold che fine hai fatto? >

< Sono a pranzo con mia sorella, tu dove sei? >

< In spiaggia, ho fatto tutta questa strada per nulla > rispose lei affranta.

< Scusami tesoro ma…sì Gemma, è Lucy. >. Nel frattempo dall’altra parte della cornetta Lucy sentiva quella strega dire “Possiamo per un giorno essere io e te indisturbati? O ci deve essere sempre lei di mezzo?”

< Gemma sii paziente okay? Io e Lucy… > fece per rispondere Harry, ma Lucy riagganciò e se ne tornò alla fermata dell’autobus arrabbiata e affranta, ignorando le migliaia telefonate di Harry.

La sera alle 20 Lucy indossava già il pigiama e si stese sul letto cercando di non pensare a conti, contesse e altro genere. Accese la tv e girò per qualche canale, capitando su rai 1 dove stavano mandando in onda un film d’epoca. I protagonisti sembravano proprio dei conti però, guardando l’abbigliamento regale.

< Accidenti ma tutto è contro di me! > urlò esasperata. Spense la tv e mise il cuscino sulla sua testa provando a soffocare i cattivi pensieri, solo che il suo rito ammazza-pensieri fu interrotto da qualcuno che bussò alla porta.

< Non ho ordinato la cena! > rispose ad alta voce per evitare di alzarsi, ma i tocchi alla porta erano insistenti,così esasperata di alzò ad aprire.

< Le ho già detto che… Harry? >

< Vengo per scusarmi > disse lui. I suoi occhi verdi risplendevano di speranza, prima di posarsi sulle rose rosse che aveva in mano e consegnarle poi a Lucy.

< Harry sono bellissime > disse lei incantata.

< Belle come te, tesoro >

< Adulatore! > esclamò lei sciogliendosi a quelle parole, Harry era talmente bello che era impossibile non cedere alle sue parole.

< Ti do 15 minuti per metterti un bel vestito e scendere, si va a cena stasera! >

< Va bene > disse lei senza pensarci due volte.

Indossò un abito rosso a tubino senza spalline che si fermava sopra le ginocchia e delle scarpe coordinate alte. Quando scese e trovò Harry ad aspettarla come un galantuomo vicino al receptionist, si sentì una principessa che raggiungeva il suo cavaliere. Anzi, ai cavalieri preferiva decisamente i conti!

< Sei splendida lo sai? >

< Modestamente sì > rispose lei baciandolo con passione. Quel vestito metteva perfettamente in risalto le curve della ragazza e questo fece esaltare Harry. Lui invece indossava un pantalone nero e una camicia sbottonata ai primi 2 bottoni che faceva intravedere la pelle rosea del giovane.

< Allora, si va? > domandò lei incrociando la sua mano a quella del giovane.

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Capitolo 41
*** CAPITOLO 41. ***

Camminando su una collinetta che Melinda aveva scoperto, teneva Zayn per mano e lo conduceva nel posto più carino ed intimo che ci fosse lì, lontano dalla città. Erano le 20.30 circa e il sole stava abbandonando il cielo.

< Eccoci qui > fece la ragazza fermandosi.

< Ma di solito i picnic non si fanno di giorno? > domandò Zayn.

< Questo è vero, ma guarda un po’ che visuale abbiamo! > disse Melinda esortandolo a guardare l’orizzonte. Si intravedeva la città romana con le sue luci e colori; uno spettacolo semi notturno meraviglioso che lasciò i due di stucco.

< Abito da un bel po’ a Roma ma non avevo mai visto nulla del genere > commentò il ragazzo meravigliato.

< Dovevo arrivare io per farti aprire un po’ gli occhi? > domandò lei sistemando un asciugamano sul prato.

< Non hai tutti i torti, sto provando tanti sentimenti nuovi con te >. Anche con quella luce tenue Melinda percepì lo sguardo profondo di Zayn poggiarsi su di lei.

< Dici sul serio Zayn? >

< Dovresti sentirti onorata, non parlo mai con nessuno dei miei sentimenti > affermò lui serio. Melinda lo guardò e vide il suo viso non solo farsi serio ma anche incupirsi.

< C’è una ragione per questo? E anche per il tuo essere così spavaldo e pallone gonfiato? >

< Il mio lavoro mi porta ad esserlo, ho 20 anni e se sono un modello così affermato è perché ho tirato fuori il carattere giusto per fare questo lavoro. Se non hai personalità vieni schiacciato come una mosca e io non sono una mosca, sono Zayn Malik > disse lui deciso.

< Va bene Zayn Malik non mosca, ma non credi che nella tua vita privata dovresti esserlo di meno, spavaldo intendo? > chiese lei senza pensarci due volte.

< So di esserlo spesso anche con te, ma se sembro privo di sentimenti, un egocentrico assoluto è perché la vita mi ha schiaffeggiato varie volte e mi ha fatto capire che chiunque può utilizzare i tuoi punti deboli, i sentimenti, per farti del male > disse lui malinconico. A quel punto lei si alzò dal prato e lo abbracciò forte, poggiando la testa sul cuore del ragazzo. Lo sentiva battere forte, mentre Zayn le carezzava i capelli con gesti delicati.

< Hai voglia di parlarmi di cosa ti è successo? > domandò questa volta cauta lei.

< Un’altra volta Mel, non voglio rovinarti la serata > fece lui baciando la sua fronte premuroso.

< Okay Zayn Malik non mosca >

< Mi chiamerai così per tutta la serata? > domandò lui divertito.

< PER SEMPRE! >

< Allora, che ne pensi del cibo italiano? >

< Queste lasagne sono buonissime! Nulla a che vedere con le nostre inglesi > rispose Lucy con un boccone di lasagne in bocca.

< Beh hai perfettamente ragione > rise Harry vedendo la bocca piena della ragazza.

< Mi piace mangiare! Come dice sempre Jasmine, mangiare è l’atto umano più bello al mondo >

< Approvo quello che dice Jasmine! >

< Qualsiasi persona sana di mente approverebbe > rise la ragazza. La sua risata era stuzzicante e rumorosa ed Harry la adorava. Stava guardando Lucy con occhi sognanti, quella sera con quel vestito rosso addosso era il massimo.

< Ehi, Harry ti senti bene? >

< Sì certo, mi ero solo…incantato >

< Ti stai incantando di nuovo > rise di nuovo Lucy.

< E’ solo che stavo ricordando quella volta nella tua camera d’albergo >

< Oh beh, me la ricordo bene anch’io > sorrise maliziosa la ragazza. Per quanto inizialmente Harry le fosse sembrato un ragazzo donnaiolo ed egocentrico, Lucy si accorse ben presto di essere più sveglia e stuzzicante di lui che a confronto sembrava solo un cucciolo.

< Harry, questo posto è bellissimo >

< E’ uno dei migliori ristoranti di Roma! >

< Cosa? e quanto ci verrà a costare? > domandò Lucy sbiancando, aveva speso già la metà dei suoi soldi e agosto era un mese lungo.

< Ci? Solo i ragazzi che non conoscono le buone maniere lascerebbero pagare una cena costosa alla propria dama >

< Ma io… >

< Lucy coraggio, avevo previsto che ti avrei fatto mangiare bene e che ti avrei pagato la cena. Un principe fa così > rise lui, poi si avvicinò a lei dall’altra parte del tavolo e sussurrò < nel mio caso è un conte che lo fa >. I due risero di gusto, quella situazione era strana ma in se per se romantica e Lucy sotto quella corazza maliziosa e furba nascondeva uno strato di puro romanticismo.

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Capitolo 42
*** CAPITOLO 42. ***

< Jas aspettami! Avevamo detto che dovevamo tuffarci insieme >

< Dai sbrigati! L’acqua è tiepida e meravigliosa >. Per quella sera, dato che Lucy e Melinda erano impegnate con i loro morosi, Mitchie e Jasmine si diedero alla piscina dell’albergo. Così anche Mitchie si gettò dentro sentendo l’acqua circondare il suo corpo.

< Allora, con Louis come va? >

< Bene, tra me e lui le cose vanno bene. Il problema è che stiamo cercando un lavoro che lo faccia guadagnare abbastanza da mantenere l’affitto con i suoi coinquilini, ma nessuno accetta un ex galeotto accusato di rapina > rispose Jasmine malinconica.

< Bella roba, quindi ora che farà? >

< Continuerà a suonare per strada, ho pensato di dargli una mano. A quanto pare non sono così stonata come pensavo! >

< Io te l’ho sempre detto ma tu non mi hai mai ascoltata > si finse offesa Mitchie.

< Sei una delle mie migliori amiche, pensavo lo dicessi per farmi piacere! >

< Ma ti prego, sono sincera sempre con tutti >

< Lo so bene >

< Senti una cosa… ma come ha fatto Louis ad uscire di prigione? >

< Abbiamo pagato la cauzione >

< Abbiamo?? > domandò Mitchie. Jasmine guardò negli occhi chiari dell’amica che la mettevano in soggezione ogni volta che mentiva.

< Va bene, ho pagato la cauzione > confessò Jasmine.

< E come hai fatto? Non mi dire che hai usato i soldi di… >

< Sì ho usato quelli >

< E come farai dopo? Te lo sei chiesto? > domandò Mitchie preoccupata.

< Mitchie non ha importanza, saprò come fare >. In quel momento, il rumore di una porta interruppe i loro discorsi. Guardarono verso di essa e videro arrivare una figura avvicinarsi.

< Buonasera ragazze >

< Buonasera Liam, signor Payne, come devo chiamarti o chiamarla? > domandò confusa Jasmine.

< Liam va benissimo > rise il ragazzo togliendosi l’accappatoio. Mitchie lo squadrò e, vedendolo in boxer da mare, si ricordò la notte in lavanderia. Le si aprì un varco nello stomaco grande quanto una casa, Dio se le mancava Liam.

Liam cautamente entrò in acqua e si immerse nuotando lontano dalle ragazze. poi riemerse e guardò Mitchie istintivamente, cogliendola nel momento in cui si asciugava una goccia sul viso. Mitchie poi vide che Liam la stava guardando e, per nascondere il suo stato emotivo, si buttò in acqua nascondendo le lacrime. Mitchie, ragazza diretta e solare ma anche estremamente emotiva. Quando piangeva sembrava ancor più di quanto già lo sembrasse una bimba indifesa.

Ma la bimba indifesa, solare e diretta, però, sapeva anche essere una vipera.

< Hai visto Niall? È tornato più in forma del solito > commentò con tono alto all’amica.

< Già, dopo lo schiaffo che gli hai dato avrà deciso di farsi più bello > rise Jasmine.

< Se l’era meritato, nessuno si prende gioco di me > fece sottolineando in particolar modo quelle ultime parole.

< Okay tesoro, ma perché urli? > domandò sottovoce l’amica.

< Perché è venuto qui? Vuole riconquistarmi > rise Mitchie in modo civettoso.

< Davvero? Sapevo che ci fosse qualcosa sotto! >. Liam, in tutto questo, nuotava tranquillo ignorando quella conversazione, o almeno questo era quello che voleva far credere alle ragazze.

< E’ sempre sexy come una volta, ma io non so se cederò. Ci vuole tanto per riconquistarmi dopo avermi persa > affermò. A quel punto Liam sentì una fitta al petto, anche se non capiva per quale motivo. L’avventura con Mitchie era durata una notte sola, quella con Clotilde non era un’avventura ma un anno e mezzo circa passato insieme e presto o tardi si sarebbero sposati.

< Fai bene, altrimenti i ragazzi se ne approfittano > fece Jasmine. Liam non resse più e uscì dalla vasca dirigendosi a passo svelto fuori da quel posto. Mitchie lo guardò andarsene e da quel momento riacquistò il suo vero volto. Aveva trattenuto la tristezza per tutto quel tempo e quando finalmente fu sola con l’amica, scoppiò a piangere.

< Tesoro che ti succede? >

< Lo amo Jasmine, amo troppo Liam e mi manca tanto quella sera in lavanderia >

< E quella scenata di prima? >

< Volevo vendicarmi, ma lui l’unica cosa che ha saputo fare è stata scappare! >

< Ma non capisci? Vuol dire che non riusciva ad ascoltare un’altra parola in più delle tue. Era evidentemente che stessi parlando di lui >

< Non credo sia così, per lui la nostra è stata solo una scopata >

< Liam è un ragazzo per bene e lo sai. Ma ora asciugati queste lacrime e andiamo a berci qualcosa di fresco guardando un bel film > la incitò premurosa Jasmine. Mitchie guardò l’amica e, sentendosi avvolta dall’allegria spontanea di Jasmine, ne fu travolta e convinta.

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Capitolo 43
*** CAPITOLO 43. ***

< 12… 13… 14… > contava Melinda lanciando le noccioline nella bocca di Zayn.

< Okay, dopo 20 noccioline centrate e 6 regalate alle formiche, direi di smetterla con questo gioco! > rise la ragazza.

< Okay Mel, ma la prossima volta tocca a te! >

< Va bene Malik, la prossima volta >

< Ti piace il mio cognome? >

< E’ sexy > rispose la ragazza stendendosi su di lui che stava disteso sull’asciugamano. Lo baciò con passione mentre i capelli lunghi e scuri di Melinda facevano solletico al viso di Zayn. Dopodiché la ragazza si distese accanto a lui e poi poggiò la testa sul petto del ragazzo con una mano sui suoi addominali.

< Come mai l’altro giorno mi hai baciato così improvvisamente? >

< Sinceramente? Eri irresistibile a quella distanza, semi bagnato e soprattutto semi nudo > fece lei ridendosela, facendo ridere anche Zayn.

< Beh mi fa piacere essere così bello, non ne avevo affatto idea... >. A quel punto Melinda lo guardò come se stesse guardando un bugiardo, così da farlo confessare tra una risata e l’altra.

< Okay ho sempre saputo di esserlo, tutte le ragazze mi cadono ai piedi! Ma ammetto che conquistare te è stato difficile >

< Non sono una facile, mi dispiace per te di averti fatti penare così tanto! Ma un po’ l’hai meritato, pallone gonfiato dei miei stivali! > fece la ragazza ridendo a crepapelle di Zayn che la guardò con disappunto. Così lei aggiunse < Ma sei il mio pallone gonfiato preferito, il più adorabile del mondo >, dopodiché lo baciò per raddolcire la tensione.

< Sei brava a rigirare la situazione eh? > rise lui.

< Ma lo sai che sei tenero quando ridi? >

< Io? Tenero? Maddai > rise lui fingendosi spavaldo, ma Melinda continuava a guardarlo con occhi deliziosi che fecero sciogliere Zayn in un altro sorriso adorabile.

< Ti amo Mel >. Quelle parole emozionarono molto Melinda, che desiderava lanciarsi su di lui e farlo suo per sempre. Sapeva già che Zayn l’amava, ma quelle 3 paroline insieme Zayn non le aveva ancora pronunciate, fino ad allora. Melinda in cuor suo sapeva di non volersi sbilanciare troppo presto, si stava parlando di un modello americano, adorabile sì, ma comunque che aveva avuto a che fare con tante ragazze nella sua vita e non voleva scoprirsi ancora. Così si limitò a baciarlo un’altra volta e a sentire le mani grandi di Zayn accarezzarle la schiena.

< Ho mangiato per quattro persone oggi Harry, ed è solo colpa tua! > rise Lucy tenendolo per mano. Stavano passeggiando per le strade raffinate di Roma, proprio come due ricchi e giovani sposini. Lui, un conte, e lei la sua dama in rosso. Il sogno di Lucy di tutta la vita!

< Beh non ti ho imboccata ma comunque i due piatti di lasagna li hai voluti a tutti i costi > affermò lui divertito.

< Era tutto così buono, mi dispiaceva rinunciarci davvero! Ma una curiosità…quanto hai pagato stasera? >

< Un cavaliere non ti rivelerebbe mai il prezzo di una cena offerta, e dato che io lo sono… >

< Va bene Carletto principe dei mostri, non intendo pregarti! > disse lei baciandolo mentre gli passava una mano sui bottoni della camicia.

< Carletto? > domandò lui quando ebbe il coraggio di scollarsi da quella ragazza piena di ormoni impazziti.

< E’ un cartone animato giapponese, credo…in ogni caso, quanto hai pagato? > insistette lei. Harry non riuscì più a resistere, così confessò < 110 € >

< Porca miseria ladra! Sei impazzito? > urlò lei strabuzzando gli occhi.

< Di te sono pazzo, lo sai > disse lui con sorriso ammiccante.

< Ma Harry hai speso una fortuna! Non torneremo mai più in quel ristorante, per un paio di lasagne hai speso tutto quel denaro… >

< 3 piatti di lasagne, due bottiglie di champagne, due bistecche con patate e dolce. Per non dimenticare il coperto! Credimi se ti dico che tutto questo in posti dove mi porta mia madre l’avrei pagato minimo 200 pounds >

< Dici sul serio? >

< Sì > rispose lui baciandola teneramente.

< Quante cose non so di te Harry, alcune le sto scoprendo man mano che ti conosco…eppure sei già importante per me >

< Anche tu lo sei Lucy, sei speciale. Nessuna è come te perché tu mi hai apprezzato per quello che sono e non per quello che possiedo. Non mi hai apprezzato per i miei soldi o per il mio titolo nobiliare ma per questo > fece lui portando una mano della ragazza sul suo petto. Lucy si emozionò a tal punto che i suoi occhi divennero lucidi, così si gettò tra le braccia di Harry stringendolo forte a se. Harry le diede un bacio sul capo, proteggendola dal resto del mondo avvolgendola tra le sue calde e forti braccia.

< C’è un’altra cosa che non sai > disse cautamente Harry. Lucy si scollò da lui e lo guardò con sguardo interrogatorio.

< Ricordi quel giorno, quando abbiamo fatto l’amore? >

< Mio Dio, non mi dirai che non hai usato il preservativo… > fece lei sbiancando.

< Certo che l’ho usato! > fece lui ridendosela e rassicurandola. Poi respirò profondamente e disse timidamente .

< C-cosa? > domandò lei spalancando bocca ed occhi. < Eri vergine? Hai perso la verginità con me? cioè aspetta…non l’avevi mai fatto con nessuna? >

< No Lucy, mai. Tu sei stata la prima. È per questo che ero così sorpreso quando l’abbiamo fatto, ricordi? >

< Sì ma non pensavo fossi vergine! Sei talmente bello, ammiccante, un ottimo partito… >

< Con le ragazze mi sono sempre e solo divertito ma mai concesso, volevo farlo con una persona davvero importante per me e quando ti ho incontrato sapevo che tu lo eri. Eri quella giusta >. Lucy a quel punto non trattenne una lacrima d’emozione che le bagnò il viso e che Harry asciugò con un sottile bacio.

< Ehi stai bene? > le domandò cauto.

< Ti amo Harry > confessò lei. Lui sentì farsi spazio sul suo volto un sorriso enorme e il suo cuore andare in fiamme, fiamme d’amore e passione.

< Ti amo anch’io Lucy! Con tutto il mio cuore > fece baciandola con passione, così andarono in hotel e passarono la seconda notte d’amore insieme, esplorandosi come se fosse la prima volta che lo facevano e godendosi il brivido di un amore nascosto.

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Capitolo 44
*** CAPITOLO 44. ***

< Buongiorno >

< Buongiorno tesoro >

< Ma dove siamo? > chiese la ragazza ancora confusa dall’improvvisa ondata di sole.

< Ancora sul prato, ci siamo addormentati qui ricordi? >. In quel momento Melinda collegò tutto: il picnic, la notte sotto le stelle…e così capì perché avesse una gamba su quella di Zayn e una mano destra sui suoi addominali semi scolpiti. Imbarazzata, si alzò da lì e si sistemò i capelli neri; stirò i suoi vestiti con gesti decisi delle mani, tutto sotto gli occhi deliziosi di Zayn che ammirava il panorama.

< Che c’è? > domandò lei ancora confusa.

< Sei splendida > rispose lui leccandosi il labbro inferiore. Melinda sentì le guance avvampare, così sorrise lievemente guardando il prato. Dopodiché guardò di nuovo Zayn, ancora steso, e timidamente gli sorrise portandosi una ciocca di capelli dietro l’orecchio.

< Mi sto sentendo male , fa troppo caldo qui > fece Jasmine sventolandosi con un foglio.

< Se vuoi continuo io qui, qualche soldo l’abbiamo già guadagnato >. Erano le 12 del mattino e Jasmine e Louis erano in piazza di Spagna da circa due ore cercando di guadagnare qualche euro cantando e suonando.

> Scherzi? Non ti lascio solo. Piuttosto mi butto nella fontana > rise lei. Louis la guardò ammiccante.

< Ti si appiccicherebbe la seta sul corpo, no? >

< Ti piacerebbe eh?>

< Sapessi quanto > fece lui baciandola con passione. Jasmine sentì i suoi ormoni ballare la conga freneticamente, Louis desiderava far sua quella ragazza. Erano da sempre come due calamite destinate ad incontrarsi e amarsi; sfiorarsi e assaporarsi come due animali in cerca dell’anima gemella. Era come se il destino li avesse riuniti: si completavano a vicenda.

Lucy ed Harry decisero di andare a mare insieme. Erano lì dalle 7 del mattino,a causa del lavoro di Harry, così Lucy ne approfittò per fare un bagno alla luce tenue del mattino, in assoluta solitudine. Approfittando dell’assenza di clienti, poi, Harry ne approfittò per farsi un bagno con la sua deliziosa ragazza.

All’ora di pranzo, però, la spiaggia era stracolma ed Harry rimaneva sempre sull’attenti nel caso in cui capitasse qualche incidente. Lucy ammirava il modo in cui il ragazzo prestava attenzione al suo lavoro: nonostante fosse cresciuto in un semi castello tra lusso e servitori, sapeva impegnarsi a dovere in quello che faceva.

A Lucy infastidivano le ragazze che ci provavano col bel bagnino della situazione, perché era il SUO bagnino, ma nel momento in cui Harry le sorrideva dolcemente tra una passeggiata della ragazza e l’altra, Lucy ricordava le notti d’amore vissute con Harry dove sembrava quasi fosse lei a dover difendere il suo amore da un mondo corrotto e materialista.

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Capitolo 45
*** CAPITOLO 45. ***

“ Sono sola, sola come un cane. Quelle tre mi hanno lasciata sola!” continuava a pensare Mitchie in tono melodrammatico. Stava passeggiando per il parco dell’hotel cercando qualcosa da fare.

< Ma è possibile che non abbia nulla da fare?! > esclamò esasperata.

< Mitchie!! > sentì chiamarsi.

< Ciao Niall. > fece lei non tanto entusiasta di quella visita. Sperava che qualcun altro l’avesse chiamata.

< Come stai? Ti vedo affranta >

< Infatti lo sono, considerando che non ho nulla da fare! >

< Beh io sto andando a giocare a golf. Ti va di venire con me? > domandò lui con occhi da cucciolo.

> Quando la smetterai di provarci con me, eh? >

< Se ti dicessi mai? >

stava dicendo Mitchie, quando qualcuno in lontananza che trasportava una sacca con dentro delle attrezzature da golf catturò la sua attenzione.

< Sai? Credo di dover provare nuovi sport! >

Così i due si diressero verso il campo, con Niall felice di ciò.

< Fino a quanto lavorerai oggi? >

< Fino a…ora! Sono ufficialmente libero. > affermò Harry. < Il tempo di una doccia e sono da te > aggiunse.

< Posso venire con te? >

< Intendi a…beh…a fare la doccia? > domandò lui titubante e diventando paonazzo.

< Certo > rispose lei.

< Ma io non…> ma Lucy non gli diede tempo di finire la frase che lo trascinò nel bagno. Chiuse il vetro della doccia e si privò del costume. Harry non sapeva come agire davanti a tanta meraviglia, ma quando Lucy cominciò a sollevargli la maglietta, Harry capì. Si spogliò anch’egli e silenziosamente fecero l’amore sotto l’acqua tiepida, stando attenti a non farsi scoprire, tra una risata e l’altra.

Mentre tornavano in hotel mano nella mano, Melinda sentì nascere dentro di sé un brivido misto tra amore e passione che la faceva non solo imbarazzare ma anche impazzire. Tra un passo e l’altro Zayn la guardava dolcemente e premurosamente e Melinda si sentiva sulle nuove.

< Mi racconti qualcosa del tuo passato? >

< Che vuoi sapere? > domandò lui incuriosito.

< Dimmi tu…mi affido a te >

< Sai come sono diventato un modello? E’ qualcosa di assurdo > rise lui

< Spara! >

< Avevo 16 anni e stavo giocando con mia sorella in un parco della mia città d’origine, Philadelphia. Ci stavamo schizzando con l’acqua della fontana, la seta bianca aderiva al mio corpo, i capelli erano semi bagnati all’indietro e beh, i miei denti erano freschi d’apparecchio > rise ancora lui. Melinda immaginò Zayn in tali condizioni e iniziò a sudare solo al pensiero.

< Poi cos’è successo? > chiese lei curiosa.

< Un uomo sulla trentina si avvicinò a me e disse: “Figliolo, ti farò diventare qualcuno!” ed eccomi qui >

< Questa si chiama sfacciata fortuna, lo sai? > domandò lei strabuzzando gli occhi.

< Ringrazio Paul ogni singolo giorno della mia vita. Devo molto a lui >

< E a te stesso Zayn, a te stesso! > esclamò lei baciandolo teneramente e lasciandosi cullare dalle forti braccia del moro.

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Capitolo 46
*** CAPITOLO 46. ***

< E’ stato bellissimo farlo sotto la doccia! > esclamò Harry come un bambino mentre uscivano dallo spogliatoio >

< Credo che qualcuno ci abbia sentiti > disse Lucy divertita.

< Davvero? Chissà che idea si saranno fatti di noi > disse lui preoccupato.

< Chissene della loro idea! Tu sei mio , io sono tua, ci apparteniamo Harold >

< In realtà lui appartiene a me > disse una voce severa Lucy distolse lo sguardo da quello del suo amore e vide davanti a sé una donna bruna con gli stessi occhi di Harry, intorno ai 45 anni ed estremamente bella, che indossava un completo con gonna e giacca neri e camicia bianca e portava un largo cappello nero sulla testa.

Harry sbiancò. In molti suoi incubi vide quel momento.

< Ma…mamma? Che ci fai qui? >

> Che ci fai TU qui Harold. Dovresti essere da Claire adesso e non con questa ragazzina sfacciata! > esclamò lei osservando il pantaloncino corto di Lucy.

< Mamma ti prego, Lucy è una ragazza fantastica >

< Sei troppo giovane Harry…ti fai abbindolare facilmente da due occhi da cerbiatta.

< Informazione generale, signora: io amo suo figlio! >

< Non ti intromettere tra me e mio figlio > ribatté severa la donna.

< Si dia il caso che sia lei ad intromettersi nella vita di Harry > rispose la giovane in preda alla collera.

< Ma come ti permetti! >

< BASTA SMETTTELA! > Urlò Harry attirando l’attenzione delle due donne.

< Mamma, cosa ci fai qui? > ripeté Harry esasperato.

rispose la donna.

Harry guardò Lucy.

< Dovevamo passare la serata insieme > disse Lucy tristemente.

< Tesoro lo so, ma devo parlare con mia madre. > Lucy guardò i due e dopodiché, sotto gli occhi amareggiati del ragazzo, se ne andò confusa.

Niall era sul campo da golf, aspettando Mitchie che era andata a mettersi il completo per giocare. In quel momento si voltò e vide vicino ad una buca vicina, un ragazzo poco più grande di lui con una donna.

< Niall, eccomi! > Mitchie arrivò indossando una maglietta e una minigonna bianca che metteva in risalto la sua femminilità. Niall la guardò estasiato, era così perfetta. In quel momento, poi, Mitchie guardò Liam che improvvisamente si accorse di lei. Mentre Clotilde sperimentava un tiro, Liam si perse nell’osservare le gambe di Mitchie. Si ricordò di quella notte in lavanderia, quando dolcemente accarezzava quelle gambe lisce e perfette mentre veniva deliziato da Mitchie con i suoi soffici baci.

< Waaaaa sono una grande! > esclamò Clotilde dopo aver fatto un bel tiro, ma Liam era impegnato ad osservare ben altro.

< Niall mi fai vedere come si tira? > domandò Mitchie in tono civettoso.

< Certo! > rispose lui, posizionandosi dietro alla sua ex ragazza. Il biondo posò le sue mani su quelle della ragazza e insieme tirarono.

< Ma era un tiro fantastico! > gioì lei abbracciando Niall.

< Liam cosa stai guardando? > domandò infastidita Clotilde, notando Mitchie. Ma Liam non le rispose e si limitò ad andarsene via da quello spettacolo per lui pietoso.

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Capitolo 47
*** CAPITOLO 47. ***

< Come vanno le cose tra te e Louis? >

< Bene, lui è talmente focoso da farmi impazzire! >

< Se è per questo anche tu non sei da meno > disse Melinda in tono malizioso. Le due amiche erano sedute in camera aspettando Lucy e Mitchie. Il caldo era insopportabile, ma rendeva quei discorsi più piacevoli.

< Ho voglia di stare con lui > affermò Jasmine.

< Totalmente? >

< Sì, ma sembra che non ci sia mai il momento giusto. In più non voglio sembrare avventata >

< Jas ascoltami: la decisione di una donna è la più fondamentale. Se tu ti senti pronta, puoi. >

Jasmine rifletté su quelle parole. Forse aveva paura di perdere Louis una volta che la vacanza a Roma fosse terminata e per questo non voleva sbilanciarsi troppo.

< Tra te e Zayn invece le cose come procedono? >

< Alla grande! Stasera va ad una festa. Mi aveva chiesto di accompagnarlo ma non me la sento. >

< Mi sono divertito tantissimo oggi > disse Niall eccitato.

< Sì anch’io > rispose distrattamente Mitchie. Stavano tornando in hotel, ma Mitchie cercava disperatamente Liam con lo sguardo. Ad un tratto sentirono delle voci provenienti dall’ingresso dell’albergo, così si fermarono dietro ad una pianta vicina.

< Ehi, ma che ci facciamo qui? > domandò Niall perplesso.

< Stt! > Mitchie rizzò le orecchie e ascoltò Liam e Clotilde.

< Perché te ne sei andato così? >

< Ho avuto un calo di pressione, avevo…avevo bisogno d’aria >

< Liam ti trovavi in un campo all’aperto! È per quella ragazza, no? >

< No, non è per lei >

< Come fai a sapere a quale ragazza mi riferisco? > incalzò furiosa la donna.

< Basta smettila, mi confondi! > urlò Liam prima di correre nel bosco. Mitchie aspettò che quella strega entrasse indignata in albergo per poi dirigersi verso il bosco.

< Liam, Liam dove sei? > cercava Mitchie, quando ad un tratto video qualcuno disteso per terra.

< Liam! Liam stai bene? > così si accovacciò accanto a lui, scuotendolo nervosamente.

< Non mi sono mai steso per terra tra insetti e germi, ma non ho la voglia né la forza di alzarmi. >

< Liam, stai vaneggiando…>

< Vorrei cambiare me stesso ma non posso >

< Ammettendo che sei una testa di cazzo, ammetto anche che sei un ragazzo d’oro Liam. Non cambiare mai >. Liam la guardò e da quel momento fu come se un filo legasse i loro sguardi. La loro era attrazione magnetica a cui era difficile poter sfuggire. In un lampo le labbra di lui aderirono a quelle di lei, tanto era forte la passione da non farli respirare.

Mitchie si posizionò su di lui e lasciò che Liam esplorasse con le mani sotto la sua gonna, facendola gemere ad ogni tocco.

< Non voglio lasciarti andare > disse lui tra un bacio e l’altro.

< E allora non farlo > lo implorò lei.

< Devo, devo > disse Liam fermando la sua eccitazione.

< Non puoi farmi soffrire così! > esclamò Mitchie. . così riprese a baciare dolcemente il collo del ragazzo che cercava disperatamente di opporsi ai suoi ormoni.

> Un’ultima volta, tra alberi e foglie, un’ultima volta > disse lei. Liam non si oppose più. Ciò che provava per quella ragazza andava oltre il controllo dei suoi sensi, così si unirono per quella che avrebbe dovuto essere l’ultima volta.

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Capitolo 48
*** CAPITOLO 48. ***

Il giorno dopo Lucy si svegliò frastornata. Aveva dormito poco a causa della preoccupazione per Harry e sua madre. Nel momento in cui riuscì ad aprire gli occhi contro il bagliore della luce, vide davanti a sé una sagoma. Urlò forte dallo spavento.

< Ehi tesoro, sono io! > in quel momento Lucy si rese conto, focalizzando quello che vedeva, che si trattava di Harry.

< Mi hai fatta spaventare! > era visibilmente sorpresa.

< Dopo quello che è successo ieri avevo bisogno di parlare con te >

< Dimmi > fece lei impassibile.

< Sei arrabbiata con me, vero? >

< Arrabbiata no, preoccupata sì >

< Per cosa tesoro? >

< Ma per noi! Con l’arrivo di tua madre credo che tra di noi cambieranno molte cose >

< Non dirlo neanche per sogno > disse Harry baciandola lievemente. Dopodiché, tenendo la testa di Lucy tra le sue grandi mani, poggiò la fronte a quella della ragazza e rimasero così vicini a lungo.

< Ho parlato con mia madre e le ho fatto chiaramente capire che io amo te, che voglio restare qui e che non sposerò nessun’altra >

< Dici sul serio? >

< Sul serio > rispose lui sorridendole.

< Vieni qui! > incalzò lei tirando Harry sotto le lensuola.

< Ho così tanta paura di perderti >

< Non succederà mai >

< Me lo prometti? >

< Te lo prometto > rispose lui poggiando la testa sul collo di Lucy.

Melinda stava facendo colazione con Mitchie che stranamente era più silenziosa del solito.

< Mitchie che ti succede? >

< Nulla, perché? >

< Sei stranamente silenziosa >

< Nulla davvero, è solo che… > stava per concludere la frase, quando fu interrotta da un urlo isterico dell’amica.

< Lo ammazzo, LO AMMAZZO! > Continuava a gridare Melinda dirigendosi fuori dal ristorante con ancora l’I-phone in mano dove aveva aperto una foto.

< Scusatela signori…prende degli antidepressivi > disse imbarazzata Mitchie agli altri clienti dell’hotel, scusandosi per l’isteria dell’amica.

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Capitolo 49
*** CAPITOLO 49. ***

Melinda camminava a passo svelto per i corridoi dell’albergo. Era rossa in viso dalla furia e niente l’avrebbe calmata. Arrivata davanti alla stanza di Zayn, cominciò a bussare interrottamente finché il ragazzo non apparve davanti alla porta, con solo i boxer addosso e con gli occhi socchiusi a causa della luce mattutina. Era sempre così bello.

Senza pensarci due volte però, la ragazza gli sferrò un ceffone.

< Buongiorno anche a te > fece Zayn accarezzandosi la guancia dolorante. A quel punto, sempre in modo spedito, Melinda mostrò a Zayn la foto sul suo I-phone. Facebook era piena di foto come quella che ritraevano Zayn in discoteca la sera prima mentre leccava la panna dal seno prosperoso di una bionda naturale, presumibilmente tedesca.

< Posso spiegare… >

< Hai un minuto Zayn! >

< Vedi io… > cercava le parole giuste.

< 58, 57, 56… >

< Mi hanno sottoposto ad un gioco! Non volevo farlo >

< Infatti la tua faccia sorridente mentre allunghi la lingua verso quelle due bombe atomiche mostra il tuo evidente disappunto! > urlò lei.

< Avevo bevuto parecchio Mel! Ma era solo uno stupido gioco, niente più. >

< Zayn, hai idea di come io mi senta in questo momento? Una merda! È come se nel momento in cui inizio a fidarmi di te tutto venga spazzato via in 15 minuti >

< Ti prego, perdonami… > era visibilmente sconvolto, ma Mel non mollò.

< Per ora non ci riesco Zayn, non posso > e dopo ciò volò via sentendosi tradita e offesa.

Erano le 10 del mattino e Jasmine fu improvvisamente svegliata da qualcuno che bussò alla porta. Si alzò faticosamente dal letto e andò ad aprire.

< buongiorno signorina, questi sono per lei > disse un facchino consegnandole un meraviglioso e corposo mazzo di rose blu che la lasciarono senza fiato. Amava le rose blu, erano i suoi fiori preferiti. Data la mancia al facchino, si sedette al bordo del letto ammirando le rose e lasciandosi contagiare dal loro odore. Si accorse, poi, della presenza di un biglietto vicino al nastro bianco che legava le rose.

< Buongiorno tesoro! Oggi ti aspettavo in piazza alle 8 ma temo che la tua sveglia abbia fatto cilecca! Ma non ti preoccupare, hai bisogno di riposare. Infondo la tua è una vacanza ;)

Rose blu per te, so che le adori e so che adesso mi chiamerai allarmata sul mio rottame definito cellulare!

Eres mi nena, la mas hermosa de todo el mundo!

p.s. stasera si esce. Ti porto in un posto herrrrrmoso!

Besos, Louis. xxx >

Finito di leggere, gli occhi di Jasmine splendevano come due stelle, come quando Melinda osservava orgogliosa la sua propria collezione di scarpe.

< OH MERDA! > esclamò tornando alla realtà.

“Hola nena”

< Louis! Perdonami ma la sveglia non ha lavorato oggi. Che ore sono? Magari ti raggiungo… >

“ Sono le 10 passate” rise lui.

< Meeeerda! Mi faccio una doccia e sono da te >

“ Non ci pensare nemmeno! Oggi ti riposi e ivi la tua vacanza”

< Ma… >

“Stt!” sussurrò Louis con una voce sensuale che anche attraverso un cellulare fece venire i brividi a Jasmine.

< Dove si va stasera? > domandò lei rassegnata al riposo.

“ Vedrai! Ti passo a prendere alle 20.00. il viaggio durerà un paio d’ore” rispose lui eccitato.

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Capitolo 50
*** CAPITOLO 50. ***

Confusa da quella che era stata la reazione di Melinda qualche minuto prima, Mitchie vagava per l’hotel dirigendosi, forse, nella sua camera. La sua testa era su di una nuvola piena di foglie e circondata da alberi. Sì, era da ore ormai che ripensava al suo ultimo incontro ravvicinato con Liam.

“Un’ultima volta” erano le parole che rimbombavano nella sua testa e che sembravano non darle pace. Arrivata nell’atrio, vide Liam poggiato al bancone mentre chiacchierava amabilmente col receptionist. Passò silenziosamente dietro di lui senza essere vista o sentita, ma poi superato il bancone non riuscì a fermare la voglia di voltarsi e osservarlo. Il dolce sorriso di Liam le scaldò il cuore, finché poi Liam si voltò verso la ragazza e i loro sguardi si incrociarono meravigliosamente. Mitchie intravide dolcezza in quei due occhi grandi che la osservavano curiosi. In quelle frazioni di secondi passarono per la mente di entrambi immagini d’amore rubato, emozioni soffocate e sofferte ferite che desideravano essere ricucite con un soffice bacio.

< Ogni secondo con te mi rende felice, Lucy. Non so cosa farei senza di te >

< Oh amore mio > sussurrò lei baciandolo delicatamente e accarezzandogli i capelli. Erano ancora stesi nel letto e ci erano rimasti a lungo. Lucy poggiava la testa sul petto di Harry che nel frattempo passava le sue mani sulle braccia, sul ventre, sulla fronte, sul collo di Lucy. Questo faceva sì che quel momento fosse vivo, reale, e faceva capire ad Harry che non era tutto frutto della sua immaginazione.

< Sabato mia madre, Gemma ed io siamo stati invitati ad una festa in maschera >

< In maschera del tipo che sarai vestito da pollo? > rise Lucy.

< Mannò sciocca > sorrise Harry > indosseremo delle maschere semplici ed eleganti che maschereranno il più possibile la nostra identità. È un modo diverso di fare festa mondana >

< Perciò tu ci andrai? >

< Sì, se vieni con me >

< Io? Tua madre mi fucila se mi vede! >

< Non ti riconoscerà se avrai la maschera! Sembra divertente >

Lucy ci pensò, ma non troppo. < Come posso dirti di no se mi guardi in questo modo adorabile?! >

< OH MIO DIO. >

< Ti piace? >

< Louis, è meraviglioso! > esclamò Jasmine emozionata alla vista del mare di notte.

< Volevo farti una sorpresa che credo tu abbia gradito >

< Eccome! > rispose felice lei e baciandolo dolcemente. Louis e Jasmine passarono la serata mangiando pizza sulla spiaggia deserta delle 23.00 parlando del più e del meno. La ragazza spesso si incantava ad osservare il mare blu notte con scie bianche lasciate dalla luce della luna piena che si rifletteva su di esso. Le luci delle case circostanti rilasciavano in mare chiazze gialle e cristalline da sembrare stelle cadute in mare, o, ancora meglio, stelle stanziate nel cielo nero.

Quelle stesse luci facevano risplendere gli occhi color nocciola di Jasmine illuminati da tanta magnificenza. Quando poi Jasmine si risvegliava da quello stato di trans, di accorgeva di Louis che la osservava attentamente con due occhi azzurri in cui si specchiava.

< Che c’è? > chiese divertita all’ennesima volta in cui si sentiva osservata.

< Eres maravillosa > rispose lui. Jasmine rise imbarazzata e arrossendo a tale complimento.

< Posso domandarti una cosa? > fece lui cauto.

< Certo >

< Louis, avevamo dimenticato questa faccenda… >

< Tu sì, io no. ti prego dimmelo > supplicò lui.

Jasmine sospirò, rassegnata a dover dire la verità e facendosi coraggio.

< Erano i soldi che mia nonna mi ha lasciato in eredità e che avrei usato per pagare le tasse universitarie > confessò.

< COOOSAAAA?? >

< Louis stai tranquillo, riuscirò a trovare una soluzione! > cercava invano di rassicurarlo.

< Ma tu non capisci! > urlò lui alzandosi dall’asciugamano. < Erano i tuoi soldi e per colpa mia sono andati! Il tuo futuro è andato > era furioso e si sentiva enormemente in colpa.

< Louis, ti stai preoccupando tu per una questione mia. Erano i MIEI soldi Louis e ho scelto io come utilizzarli >

< Avresti dovuto dirmelo e non fare di testa tua! Sei troppo impulsiva. Cazzo! >

< Louis William Tomlinson, smettila subito! Stai rovinando una serata fantastica e di certo avrei preferito un finale diverso da questo. >

< Jas mi sento così in colpa… >

< Non devi. Sei importante per me , a tal punto da impiegare la mia eredità nella tua libertà >.

Erano in piedi vicino alla riva e l’acqua tiepida sfiorava i loro piedi nudi.

< Che intendevi per “finale diverso”? > domandò Louis, stava iniziando a calmarsi.

A quel punto Jasmine si avvicinò a lui e lo baciò prima delicatamente e poi sempre più freneticamente e con passione. Brividi di piacere cominciarono a nascere sul corpo di lei che veniva delicatamente accarezzato dalle mani sottili del ragazzo che dolcemente le sollevava la maglia. Louis impazzì quando video la sua ragazza in intimo, ma impazzì ancor più quando si spogliarono lentamente tra un bacio e l’altro. fecero l’amore nell’acqua tiepida e scura, cullati dal movimento leggero delle onde.

Jasmine gemeva di passione, Louis la esplorò dolcemente e con un amore tale da lasciarla senza fiato.

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Okay, qui siamo arrivati più o meno alla metà della mia fanfiction. Spero vi stia piacendo, diciamo che rendere protagonisti tutti e cinque i ragazzi è una bella impresa, lol.
Mi piacerebbe ricevere qualche recensione da parte vostra! Non siate timidi su :3

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Capitolo 51
*** CAPITOLO 51. ***

“Due più quattro fa otto…no, non fa otto…sì, la matematica non è…un’opinione…” farfugliava Melinda nel sonno, mentre Mitchie dormiva come un sasso. Era tardi, tardissimo, ma di svegliarsi non ne volevano sapere.

“No non mi metta 4…la matematica è vita…sì ci sposiamo domani…Melinda svegliati…tesoro svegliati…” si domandò svegliandosi di soprassalto. Sentì delle voci provenire da qualche parte. Era ancora stonata a causa del sonno disturbato e ci mise un po’ a capire che quel “Melinda svegliati, sono qui per te!” provenivano da giù. Istintivamente andò ad affacciarsi alla finestra, coprendosi gli occhi a causa del sole, quando vide Zayn circondato da due uomini con delle chitarre al collo. Non appena Zayn la vide, fece un cenno ai chitarristi che cominciarono a suonare una leggera melodia.

< My heart's a stereo, it beats for you, so listen close. hear my thoughts in every no-o-o-te. Make me your radio, and turn me up when you feel low, this melody was meant for you, just sing along to my stereo. > cantava Zayn. Melinda rimase di stucco quando sentì la voce di Zayn, così melodiosa. Anche quella era splendida. Come poteva quel ragazzo essere talmente perfetto?

< Che succede? > domandò Mitchie ancora sotto le coperte.

< Zayn… > disse Melinda emozionata.

< Mel! Tesoro, mi perdoni? Ti prego > supplicò Zayn con faccia da cucciolo, urlando e attirando l’attenzione degli altri clienti. Melinda rise di gusto vedendolo lì, che si disperava per lei. Così indossò i primi vestiti a portata di mano e corse giù. Quando lo vide lì, non potette resistere al lanciarsi su di lui che la prese in braccio con le sue forti braccia e la baciò teneramente. Il mondo si era fermato, c’erano solo loro due ad assaporare il momento di una riconciliazione tanto desiderata. Ad un certo punto la magia fu interrotta dai chitarristi che ripresero a suonare Stereo hearts.

< Basta così ragazzi! > rise Zayn.

< Da quando sai cantare così bene? >

< Da sempre >

< Non lo sapevo > disse Melinda sorpresa.

< E’ qualcosa a cui non mi sono mai interessato. Magari in un futuro mi faranno incidere la colonna sonora di qualche film strappalacrime > rise Zayn. Stavano stesi sul prato dell’hotel contemplando le nuvole con le loro svariate forme e ridendo di alcune alquanto buffe.

< Un cammello >

< Una lucertola >

< Una caramella gigante >

< Un preservativo >

< ZAYN! > Sbottò Melinda diventando paonazza.

< Scherzavo! > rispose lui scoppiando a ridere. La sua risata era così sonora e coinvolgente, il suo sorriso scaldava il cuore della ragazza che non poté resistere all’aggrapparsi forre al braccio di Zayn e chiudere gli occhi con la testa poggiata sui muscoli del ragazzo. Lo sentiva così vicino e la cosa la elettrizzava.

< Ti amo Mel >. Quelle parole le fecero accendere, come la prima volta, un fuoco ardente che la riempì ovunque. Istintivamente gli lasciò un dolce bacio sulla guancia e rimasero lì a lungo godendosi la vicinanza l’uno al’altro.

< Ti amo >

< Ti amo! > rise Jasmine.

< Te amo mi amor >

< E’ incredibile che fino a qualche ora fa questa spiaggia fosse vuota e noi… > esitò Jasmine lievemente imbarazzata al ricordo.

< Abbiamo fatto l’amore? > sussurrò Louis.

< Sì. > Gli occhi color nocciola penetrarono in quello color del mare di Louis. La spiaggia era piena di gente che passeggiava, bambini che giocavano spensierati, coppie di anziani che cercavano di riposarsi sotto gli ombrelloni dal sole cocente.

Un brivido percorse la schiena di Jasmine quando nella sua mente focalizzò le mai di Louis sulla sua schiena nuda, sulle sue braccia, lungo i fianchi. Il destino le aveva fatto incontrare l’amore della sua vita, il suo migliore amico, il suo amate, il suo compagno d’avventure. E guardando Louis sorriderle teneramente non potette far altro che ringraziare il cielo e quel giorno di luglio in cui i loro cuori si incontrarono e che ormai sembrava così lontano visti gli ultimi avvenimenti che avevano sconvolto Jasmine più di un’intera vita.

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Capitolo 52
*** CAPITOLO 52. ***

< Tu cosa? > strabuzzò gli occhi Mitchie.

< Ti preeego, cosa ti costa? È solo una festa per ricconi! >

< Non sono in vena di feste Lucy >

< Non voglio andarci da sola, la mamma di Harry non appena troverà il modo mi sgozzerà, me lo sento. >

< Lucy, non dirai sul serio?! > rise Mitchie rilassando i nervi per una frazione di secondo.

< Per favore Mitch, ho bisogno della mia migliore amica >

< Hai altre due migliori amiche qui, no? > osservò Mitchie.

< Sì ma loro sono impegnate con i loro amorosi, lo sai >

< Io no invece, eh? >

< Tesoro non intendevo questo…come stai al riguardo? È da giorni che a stento ti reggi in piedi.>

< Non ho le forze per reagire, mi sento debole e vuota. Ho il cuore a pezzi. Lo voglio Lucy, non ho mai desiderato qualcuno così intensamente.

< Neanche Niall? >

< No, neanche lui > sbuffò Mitchie ricordandosi del biondo. Non lo vedeva dal giorno in cui giocarono a golf. Doveva dargli delle spiegazioni. Gliele doveva.

< Ora devo andare. E per quanto riguarda quella cosa della festa…conta su di me >

< Ti amo sappilo! > urlò Lucy dalla felicità e stringendo l’amica in un forte abbraccio.

< Quando sarebbe questa festa? >

< Stasera! Ti aspetto qui alle 6 per definire i dettagli delle maschere. Tranquilla, vado io a comprarle >

“STASERA?!” < Mi devi un enorme favore, sappilo! > esclamò Mitchie.

Un po’ esitante, senza sapere cosa dirgli, Mitchie bussò alla porta della camera d’albergo di Niall, sperando che non ci fosse. Purtroppo o per fortuna, però, Niall aprì. Indossava pantaloni larghi della tuta e maglia grigia aderente a causa del sudore.

< Sei andato a correre? Vedo che non hai perso l’abitudine. >

< Correre mi aiuta pensare > rispose lui, dopodiché fece un gesto che le indicava di entrare.

< Vuoi qualcosa da bere? >

< No grazie > rispose Mitchie, dopodiché si sedette sul bordo del letto, seguita da Niall.

< Volevo scusarmi con te >

< In merito a cosa? >

< All’altro giorno, quando sono scappato verso il bosco e ti ho lasciato solo dopo che tu sei stato così gentile con me e mi hai insegnato a giocare a golf… > le parole le morirono in gola, seguito poi da un pianto. Cercò di soffocare le lacrime tra le mani, inutilmente.

< Piccola, cos’hai? > domandò lui cingendola per i fianchi e lasciando che la ragazza si aggrappasse al suo collo. Lasciò scorrere le lacrime, sentendosi accolta dall’amore di Niall.

< Lo ami così tanto, eh? >

< Cosa? > domandò lei confusa e scostandosi da lui.

< Il figlio del direttore. Si vede lontano un miglio che muori d’amore per lui, Mitch > rispose il biondo rassegnato a quella verità.

< Vergognandosi, Mitchie si morse il labbro, si asciugò le lacrime e ritornò agli occhi azzurri di Niall.

< In ogni caso non hai bisogno di scusarti. Non potrei mai tenerti il muso >

< Grazie >

< Sappi però che non mollerò >

< In che senso? >

< Ti farò dimenticare di quel tipo e ti conquisterò, come la prima volta. So che quello che provi per me è ancora lì da qualche parte. Per questo continuerò ad insistere >

< Ti ricordavo caparbio, ma non fino a questo punto! >

< Sono il ragazzo delle missioni impossibili, non lo sai? >

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Capitolo 53
*** CAPITOLO 53. ***

< Sei pronta? >

< E se ti dicessi di no? >

< Non le lo dirai, vero? >

< No Lucy > rise Mitchie. Erano appena arrivate alla festa, ma ci volle molto coraggio per entrare in quella sala dorata che traboccava di gente dagli abiti scuri ed eleganti. Intravidero un altro paio di persone che ricordavano dei pinguini approdati nel continente sbagliato (camerieri che reggevano con noncuranza dovuta all’abitudine, dei vassoi pieni di bicchieri di champagne).

La musica lenta e raffinata donava all’ambiente un tono quasi regale, cosa che fece sentire Mitchie e Lucy fuori luogo.

< Riesco a vedere Harry? >

< Con queste maschere è difficile riconoscere qualcuno > osservò Lucy.

< A proposito di maschere, il pizzo della mia è fastidioso! >

< Anche la mia non è comodissima, ma dobbiamo sopportarle per un paio d’ore >. Lucy indossava una maschera che le copriva gli occhi e attorno al ritaglio di essi era tempestata di brillantini rossi. La maschera di Mitchie era anch’essa nera, ma con un po’ di pizzo che la contornava e delle sfumature verde acqua che risaltavano gli occhi di Mitchie. Per questo Lucy l’aveva scelta.

< Andiamo? >

< Andiamo! > rispose Lucy esitante, dopodiché cominciarono ad esplorare la sala.

Stesa sul letto, contemplando il relax, Melinda pensò a varie cose: al diploma, all’imminente università di lingue, all’estate intensa, che ancora non era terminata, e a Zayn…Zayn. Era così difficile stargli dietro. Quella sera avrebbero dovuto vedersi, ma improvvisamente lui aveva cambiato i piani dicendo di non sentirsi bene. Melinda gli propose di dormire da lui, nel caso in cui ne avesse avuto bisogno, ma lui rifiutò affermando di voler dormire un po’. Già le mancava quel modello americano strafottente all’apparenza ma che in realtà era solo determinato a modo suo. Desiderava passare una mano tra i suoi capelli, sentire il profumo One Million sul suo collo mentre delicatamente Zayn le passava le sue mani sulla schiena nuda…MERDA! pensò frenando i suoi pensieri, sto pensando al sesso! Al pensiero di se stessa e Zayn in particolari condizioni intime la fece arrossire a tal punto da non reggere più la pressione dei suoi ormoni che ballavano il merengue. Si alzò dal letto e capì di aver bisogno di un drink prima di andare a letto. Scese le scale e si diresse verso il bar del ristorante. Passando per la hall dell’albergo, però, vide un ragazzo moro dirigersi verso un taxi.

“Che ci fa Zayn fuori dalla camera?!” osservò nella sua mente, ricordando le parole del ragazzo: -“Ho bisogno di riposare. Il mio letto sarà il mio capezzale”-. “Okay, forse sta andando in farmacia…o forse no.”

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Capitolo 54
*** CAPITOLO 54. ***

Sorseggiando un bicchiere di vino bianco, Lucy si guardava attorno cercando Harry. Ebbe così modo di notare i vestiti eleganti degli altri ospiti, i loro costosi e vistosi gioielli e le maschere ultra lavorate che indossavano. Per la serata, invece, Lucy indossò un semplice vestito bianco e nero dalla gonna larga fino alle ginocchia e accompagnato da un tacco alto e nero. Aveva previsto che si sarebbe annoiata a morte, ma era lì esclusivamente per Harry.

< Mi scusi signorina > si sentì chiamare alle spalle. si voltò e vide un ragazzo alto, piazzato, dagli occhi vivaci e dai capelli castani con taglio irregolare. La fissava con un sorriso alla Nike (così amava dire Mitchie ) stampato sulle labbra.

< Sì? > domandò lei confusa.

< Ci conosciamo? >

< Non mi pare > rispose Lucy distrattamente e guardandosi attorno.

< Stai cercando qualcuno? > domandò curioso il giovane, al che Lucy capì che ci stava provando con lei.

< Può darsi. >

< Quello che cerca arriverà quando meno se lo aspetta >

< Si riferisce a lei? > domandò divertita Lucy da tanta insolenza.

< Può darsi > citò le parole della ragazza. < Che ne dice di ballare? >

< Mi scusi ma la musica da funerale non fa per me > ribatté la ragazza liquidandolo e continuando nella sua ricerca. Forse era stata troppo crudele, infatti voltandosi intravide negli occhi del ragazzo, attraverso la maschera del ragazzo, un velo di confusione e tristezza, ma ciò che adesso contava per lei era solo Harry.

“Quando questa stupida festa finirà, dovrò ricordarmi di strozzare Lucy” pensò tra se e se Mitchie in preda alla noia. Da quando, però aveva varcato la soglia della porta, avvertiva una strana sensazione nel petto. Era come un peso che non riusciva a scacciare. Cercò di bere qualcosa, di rilassarsi seduta ad “ammirare” la gente che ballava e chiacchierava, ma quella sensazione continuava a martellarle nel petto. Decise così di cercare Lucy, sperando che non avesse già incontrato Harry, altrimenti l’avrebbe beatamente ignorata. Si stirò con le mani il vestito verde scuro e cominciò a guardarsi intorno. C’era tanta gente e scorgere una bruna mascherata risultava piuttosto difficile. Non vedendola da nessuna parte, afferrò il cellulare per poterle mandare un SMS. Ad un tratto, però, presa dalla foga del messaggio, sentì qualcuno sbatterle contro. Sollevò il capo disorientata e vide davanti a sé un giovane alto, coi capello castani e una maschera marrone scuro. Ha un’aria famigliare questo, pensò Mitchie.

< Mi scusi signorina, le ho fatto male? > domandò.

Mitchie osservava il ragazzo, persa nella profondità dei suoi occhi che sembravano non volerla mollare. Sentiva quell’attrazione magnetica che ti molla difficilmente. A quel punto anche lui si perse ad osservare curioso il viso della ragazza dai lineamenti delicati e dagli occhi verdi, con i capelli leggeri che ricadevano sulle spalle nude. Quello sguardo, quelle spalle…sentiva di conoscerla. Ma più si sforzava di ricordare chi fosse, più si rendeva conto di quanto fosse abituato a guardare ma non vedere.

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Capitolo 55
*** CAPITOLO 55. ***

< Non mi sono accorto di te, stavo cercando mio padre >

< Non ti preoccupare > rispose Mitchie.

< Bella festa eh? >

< Mah, ce ne sono state di migliori >

< Cosa c’è che non va in questa festa?! > domandò il ragazzo divertito.

< Prima di tutto la musica! Dai, una festa non si può definire tale senza un po’ di ritmo >

< Sentiamo, tu cosa proporresti ci metterci? >

< Adam Lambert, senza ombra di dubbio il suo ultimo cd >

< Non lo conosco > osservò lui confuso.

< E’ il più figo di tutti! Se solo ci fosse un modo per cambiare la musica >

< Servirebbe il cd stesso o un I-pod >. Quelle parole fecero concentrare Mitchie. Voleva a tutti i costi salvare quella serata.

< Io ho un I-pod! Vieni con me > gli disse trascinandolo.

< Ma io … > protestò invano il giovane. Arrivarono dietro alla cassa da cui veniva trasmessa la musica d’orchestra e Mitchie staccò le spine. A quel punto la musica cessò e tutti cominciarono a guardarsi attorno confusi da tale interruzione.

< Ehi, ma io non mai fatto il…trasgressivo > disse il ragazzo con voce tremante.

< C’è sempre una prima volta! > A quel punto Mitchie collegò un cavo al suo I-Pod e mise play. Improvvisamente una musica rumorosa riecheggiò nella sala facendo sussultare le anziane signore.

< Questo è Adam Lambert? >

< In persona! Cuckoo si chiama la canzone > rispose Mitchie trascinando il giovane mascherato nella pista ormai vuota. Mitchie cominciò a muoversi a ritmo di musica sotto gli occhi di ospiti sconcertati e altri piuttosto incuriositi dal cambio di programma. Il ragazzo, contro i suoi soliti comportamenti, cominciò anch’egli a muoversi lievemente a ritmo di musica, forse perché la maschera nascondeva la sua identità a tutti e quindi poteva muoversi liberamente senza pensare alle conseguenze per la sua immagine. Quella ragazza, i suoi occhi, la sua energia…LEI.

Qualche minuto dopo la sala si era riempita di gente che provava a scatenarsi come la bella mascherata, anche se a risplendere era solo lei.

“Harry, miseriaccia, dove sei?!” si chiedeva Lucy girando per la sala. Non appena sentì la voce di Adam provenire dalle casse capì che c’era lo zampino di Mitchie.

“Le farò una statua per aver riavvivato la festa!” rise tra se e se. Ad un tratto, quando si poggiò contro una parete per la consolazione di non aver ancora incontrato Harry, si sentì cingere dai fianchi e trasportata dietro una tenda. Una volta lì, trovo di fronte a se un giovane che subito dopo si sfilò la maschera.

< Harry! > urlò baciandola con passione.

< Ti cercavo amore mio > ribatté lui portandola vicino al suo corpo con frenesia.

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Capitolo 56
*** CAPITOLO 56. ***

< Questo che canta invece chi è? >

< Justin Bieber! > urlò Mitchie sopra le note di All around the world.

< Ti rendi conto che non mi conosci neanche, eppure stai ballando con me da mezz’ora? >

< Sei un maniaco per caso? >

< Certo che no!! > rispose il ragazzo mascherato spaventato da tale affermazione.

< A allora che problema c’è?! > rispose la ragazza spensierata. Intanto c’era qualcuno che da lontano osservava la scena, indignato. Questo qualcuno avrebbe voluto tirare i capelli di entrambi quelli che avevano dato il via a quell’enorme fracasso, ma per altri motivi.

< So call me maybeeee! > cantava la folla. Il ragazzo mascherato si stava divertendo da matti quella sera ed era tutto merito di quella ragazza apparentemente conosciuta, i cui occhi però l’attraevano come mai.

< Allora, che hai fatto per il tempo in cui non ci siamo visti senza di me? >

< Vediamo un po’…ti ho cercato, cercato e….cercato! > rise Lucy. Stavano sorseggiando un po’ di champagne godendosi quel momento.

< Cose interessanti insomma! > sorrise Harry.

< Poi c’è un ragazzo che ci ha provato con me, sai? >

< SCUSAMI?! > disse lui alzando la voce e strabuzzando gli occhi.

< Ma stai tranquillo > rise lei < che gli ho fatto capire chiaro e tondo che non sono interessata a lui. Anche se forse ci sarà rimasto male, poverino >

< Ma quale poverino, ben gli sta. Nessuno ci prova con la ragazza del conte Harold Edward Milward Styles >

< Suona maledettamente bene > disse Lucy mollandogli un dolce bacio sulla guancia. Quando si scostò da lui, vide che Harry stava salutando con un sorriso caloroso qualcuno dietro di lei.

< Josh! Che ci fai qui? > domandò Harry abbracciando un ragazzo.

< Sono di passaggio per qualche giorno > rise l’altro.

< Ti presento Lucy, la mia ragazza. Anche se la maschera nasconde il suo meraviglioso viso >. Non appena il ragazzo si voltò, Lucy sbiancò nel riconoscerlo. Era il ragazzo di cui aveva altezzosamente ignorato la corte. Anche Josh rimase a lungo a fissarla, ricordando quel momento. Dopodiché si tolse la maschera e Lucy notò che fosse un ragazzo piuttosto carino.

< E così tu sei la ragazza di mio cugino! Finalmente ci conosciamo per la prima volta > sottolineò quelle parole in modo tale che Lucy ricevesse il messaggio.

< Già > rispose lei ancora pensierosa, dopodiché si tolse la maschera e Josh rimase ancora più incantato dal viso della ragazza a cui aveva fatto la corte qualche minuto prima ignorandone l’identità.

< Dov’è la zia? > domandò Josh ad Harry per smuovere la tensione.

< Da qualche parte per la sala. Fammi un favore, se la vedi: tienila lontana da me e Lucy. Non voglio grane per stasera >

< Detto fatto, cugino > rispose Josh. Lucy dentro di se rideva della strana situazione appena vissuta: il cugino del suo ragazzo ci aveva provato con lei inconsapevole di chi lei fosse e adesso faceva finta che nulla fosse successo.

Sorseggiando qualcosa da bere, il ragazzo mascherato continuava a guardarsi attorno preoccupato.

< Chi stai cercando? > chiese curiosa Mitchie.

< Che ne dici di toglierci queste maschere? Voglio vedere con chi ho ballato tutta la sera >

< Che ne dici se invece continuiamo a tenere segrete le nostre identità? La cosa è elettrizzante! > disse lui come un bambino.

< Oh, se proprio ci tieni > rispose Mitchie confusa da quel ragazzo strano.

< Mi sono divertito tanto con te stasera. Non voglio perderti >

< Perdermi? Non mi hai neanche conquistata! > rise rumorosamente Mitchie.

< Un po’ sì, altrimenti non avresti ballato con me tutta la notte >

< Beh…il fatto è che è come se ti conoscessi…sicuro che non ti ricordo proprio nessuno? Se magari ci togliessimo queste maschere… >

< No dai, non rovinare tutto > rispose lui. < in ogni caso sono sicuro di non conoscerti, anche se i tuoi occhi mi dicono qualcosa. Facciamo così…ti lascio il mio numero di telefono. Nel caso in cui avessi voglia di sentirmi domani, o dopodomani…quando te la senti insomma, mandami un sms firmandoti “occhi del mare”, così saprò che sei tu > disse lui scrivendo il suo numero sul telefono della ragazza.

< Questa cosa sa tanto di “Cindarella story > notò Mitchie.

< Appunto! > ribatté lui < è una cosa così trasgressiva e figa >

< Trasgressiva, sì… > rise Mitchie. Il comportamento del giovane mascherato le ricordava quello di Liam, che voleva far passare di sé l’immagine del ragazzo maturo ma che dentro di se era un grande fan di Toy story.

< Che c’è? > le domandò lui vedendola sospirare amaramente.

< Nulla, è solo che mi ricordi tanto una persona. > Il ragazzo, vedendo che il morale della ragazza stava precipitando, le sorrise dolcemente cosicché lei si sciolse e sorrise altrettanto.

< Ora devo andare, grazie della serata ragazza dagli occhi del mare > disse lui, dopodiché cautamente gli mollò un bacio sulla guancia.

< Grazie a te, ragazzo mascherato. > rispose lei, stordita da quella dolce dimostrazione d’affetto.

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Capitolo 57
*** CAPITOLO 57. ***

Erano le 9 del mattino di una giornata soleggiata di agosto e il centro di Roma era pieno di turisti. Jasmine si muoveva a zig zag tra di loro cercando di arrivare alla fontana di Trevi. Ad un tratto, la sua attenzione fu catturata dalla vetrina di un bar.

“Cercasi cameriere esperto” diceva l’insegna su di essa in italiano, inglese e spagnolo. Senza pensarci due volte, Jasmine entrò nel posto cominciando a guardarsi attorno: c’erano un sacco di piccolo tavoli grigi con sedie rosse, alcune occupate dai clienti. I muri erano tappezzati da stampe di tazzine di caffè fumante e dietro ai tavolini era chiara la presenza di un bancone marrone a cui servivano un paio di camerieri. Vicino alla cassa, Jasmine scorse un uomo, probabilmente sulla cinquantina, che armeggiava con la cassa. Era brizzolato, con una lieve barba sul mento anch’essa brizzolata, gli occhi grigi e allegri segnati da delle piccole rughe agli angoli ì e una corporatura robusta.

< Salve > fece Jasmine esitante se parlare in inglese o…tacere, dato che di italiano non sapeva spiaccicare parola. Per questo scelse l’inglese.

< Oh salve! È sempre un piacere avere turisti nel nostro cafè >. Jasmine si rilassò al tono gentile dell’uomo che parlava un inglese più che passabile.

< Sono qui per l’annuncio fuori > disse lei indicando la vetrina.

< Sta cercando lavoro? > domandò l’uomo sorpreso.

< Non è per me ma per il mio ragazzo. Si chiama Louis >

< Io mi chiamo Lorenzo! L ed L se la intendono sa? > rise lui alla battuta. Jasmine rise per cortesia, nonostante quella battuta fosse più scadente di quelle di Melinda. ma quell’uomo le piaceva, perciò non volle offenderlo.

< Allora, il giovane Louis dov’è? >

< Non è qui adesso, ma le assicuro che è un ragazzo piuttosto efficiente e versatile >

< è un modo creativo di dirmi che il nostro ragazzo non ha esperienze come cameriere? > chiese lui. Jasmine arrossì, colta in fragrante.

< Senta, Louis ha davvero bisogno di un lavoro. Può presentarsi domani stesso ed essere qui quando lei ne ha bisogno >

< Non lo so, tutti i miei camerieri sono esperti… >

< Gli conceda una settimana di prova, la prego > supplicò lei sfoderando il suo dolce viso.

< Va bene. Come si può dire di no ad una bella inglese?! >

“E se mi tradisse? Mannò, lui non lo farebbe mai. Sono sicura che mi darà una spiegazione logica…sarà bionda?” si domandava Melinda mentre si vestiva. Ci aveva pensato tutta la notte al perché Zayn fosse uscito dall’hotel senza dirle nulla. Perlopiù sembrava le avesse mentito.

“Mi aveva detto che stava male! Mah, forse è andato in farmacia…ah, quanto vorrei che le cose fossero più semplici. Cazzo, questa dovrebbe essere una vacanza per me! basta, se non gli parlo non avrò mai risposte a tutti questi stupidi quesiti” si disse, così uscì dalla camera e si diresse verso quella di Zayn.

Una volta bussato, Zayn aprì. Indossava solo un jeans e i suoi capelli neri erano bagnati.

Melinda, non appena lo vide, si convinse ancora di più del fatto che quel ragazzo fosse finto: un misto tra Edward Cullen e Christian Grey. Lo sguardo attento e scrupoloso di Zayn faceva sì che gli ormoni di Melinda ballassero la conga selvaggia.

< Ciao amore mio! > esclamò Zayn baciandola dolcemente. Una volta in camera, Melinda si sentì a disagio: Zayn mezzo nudo, il letto ancora disordinato, i suoi ormoni impazziti. Non si riconosceva più.

< Dormito bene? > chiese lui cingendola dai fianchi.

< Certo > rispose lei sobbalzando al tocco.

< Cos’hai? Sei strana > osservò il ragazzo sfiorandole una guancia con la mano, al che Melinda dimenticò il motivo per cui lui si trovasse lì e baciò Zayn con passione. Questa volta fu lei a dar vita ad un gioco di lingue che avvolse entrambi in un vortice passionale. Tirandolo a se per i fianchi, Melinda si stese sul letto e lasciò che Zayn cadesse su di lei. Ripresero a baciarsi e amarsi, con Zayn che si concesse di assaporare il collo della sua ragazza, dalla pelle liscia e delicata. Mel poggiava le mani e le unghie sulla schiena nuda di Zayn, godendo di un contatto corporeo mai provato prima. Così, sicuro di se, Zayn continuò, senza andare oltre il possibile, a far provare brividi di piacere a Melinda.

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Capitolo 58
*** CAPITOLO 58. ***

Dopo la festa del giorno prima, Mitchie e Lucy rimasero a letto a lungo. Quando poi arrivarono le 10, si svegliarono e decisero di andare a mare assieme. Quando arrivarono in spiaggia, era piena di gente come al solito.

< Lucy mi aiuti a cercare Harry? >

< Certo, ma di suo cugino che mi dici? >

< Tipo interessante > commentò Lucy distrattamente.

< Interessante? Ti ha praticamente adocchiata come un falco adocchia la sua preda! Inoltre è piuttosto sexy >

< Tu non avevi un messaggio da mandare? > chiese Lucy rimproverando indirettamente l’amica dell’insolenza.

< Si sta parlando di te qui! >

< Josh è bello e simpatico, ma non mi interessa. Per me c’è solo Harry >

< Bene, allora va’ da lui! > la esortò Mitchie indicandogli un punto della spiaggia in cui il giovane stava facendo vetta.

< Harry! > urlò lei da lontano. Il ragazzo la vide e aspettò che Lucy piombasse nelle sue braccia. La baciò dolcemente e la abbracciò forte.

< Mi sei mancata amore mio > esclamò lui.

< Oh anche tu. Pranziamo assieme? C’è anche Mitchie con me >

< Certo, mi manca mezz’ora per finire il turno. >

Dopo mezz’ora, stavano per uscire dalla spiaggia quando i tre si imbatterono i Gemma e la signora Styles.

< Oh tesoro > esclamò la donna baciando il figlio su una guancia.

< Ciao mamma > rispose lui poco entusiasta. La donna poi, poggiò lo sguardo su Lucy e Mitchie, dopodiché riguardò in cagnesco Lucy.

< Sai, ieri alla festa ti ho visto con una graziosa ragazza dalla maschera nera con brillanti rossi attorno agli occhi >. A quell’affermazione Lucy rise rumorosamente.

< Che c’è da ridere? Sei incredula a ciò? > domandò la donna infastidita.

< No si figuri, ma credo che quelli attorno agli occhi non fossero brillanti ma semplici brillantini attaccati con la colla. >

< Era una ragazza piuttosto fine, al contrario di altra gente che mio figlio frequenta >

< Convinta lei. >

< Sei piuttosto insolente > commentò Gemma.

< Quasi quasi piango > ribatté Lucy divertita.

< Smettetela! > esclamò Harry esasperato.

< Poi mi chiedo chi abbia rovinato la festa con quell’assordante musica… > commentò ancora la mamma di Harry. Mitchie si guardò attorno, imbarazzata da tale affermazione.

< Mamma, io Lucy e Mitchie stavamo andando a pranzo. Ci vediamo stasera, okay? > chiese rivolgendosi anche alla sorella. Le donne annuirono, cosicché i tre abbandonarono quella situazione assurda.

Seduti al tavolo di un bar, Lucy ed Harry parlavano della festa in maschera, mentre Mitchie fissava interrottamente lo schermo del cellulare.

< Non posso crederci che tua madre non mi abbia riconosciuta! Anche se lei non sapeva della mia presenza…ora si spiega tutto! >

< Josh mi ha aiutata a tener distante la mamma da noi. Volevo passare una bella serata con la mia ragazza >

< Oh, Josh. Sembra un tipo a posto > commentò Lucy.

< Lo è. Anzi, è l’unico della famiglia che mi somiglia. Lo adoro >. A quel punto Lucy guardò preoccupata l’amica, cercando anche di sviare l’argomento Josh-ciprovoconleragazzedimiocugino-inconsapevolmente..

< Ti decidi a mandare questo benedetto messaggio? >. Mitchie, ancora persa nei suoi pensieri, si accorse di essere osservata.

< Cosa? > domandò confusa.

< Dovresti mandare quel messaggio al ragazzo mascherato > disse Lucy.

< Già, dovresti > notò Harry.

< E se si fosse già dimenticato di me? >

< Fidati, noi ragazzi non ci dimentichiamo facilmente di ragazze con cui passiamo un’intera serata > notò Harry.

Mitchie ci pensò a lungo. Cosa aveva da perderci se la cosa fosse andata male? Così inaspettatamente premette invio.

“Ehi ragazzo mascherato, che si dice dalle tue parti? – Occhi del mare”. Dopo un paio di minuti arrivò la risposta.

“Aspettavo questo messaggio da ieri notte! – Ragazzo mascherato”

“Ci ho pensato parecchio prima di contattarti”

“Come mai?”

“Non ero sicura ti ricordassi ancora di me”

“Scherzi? Non potrei mai dimenticare i tuoi occhi”

“quante volte hai visto Cindarella Story? Lol” rise Mitchie leggendo il messaggio, arrossendo.

“Troppe volte, mio padre me lo dice spesso”

“Tuo padre ha la mia stima”

“Chissà perché lui fa sempre così tanto colpo sulle donne!”

“Impara dal maestro allora!”

“Vuoi dirmi che non ho fatto colpo su di te?”

“Impertinente”

“Permalosetta”

“Devo scappare, il mio stomaco brontola rumorosamente. Aspetto un tuo messaggio questa volta! –Occhi del mare”

“Contaci xx- Ragazzo mascherato”

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Capitolo 59
*** CAPITOLO 59. ***

< Zayn? > Un gemito di stanchezza provenne dal ragazzo.

< Devo chiederti una cosa > Erano ancora stesi sul letto, dopo il loro breve momento di passione, e Zayn posava la testa nell’incavo del collo di Melinda.

< Dimmi > sussurrò solleticandole il collo col fiato. Lei si sollevò dal letto per guardarlo negli occhi.

< Dove sei stato ieri sera? >

< Come? > chiese lui con occhi da cucciolo spaesato, accompagnati da un lieve sorriso d’imbarazzo.

< Ti ho visto prendere un taxi ieri sera > affermò lei senza farsi influenzare da tanta magnificenza.

< Non solo hai preso un taxi…Zayn Malik che prende un taxi? > disse lei strabuzzando gli occhi. < Ma mi hai anche nascondo la tua uscita >

< Oh, sì…sono andato a trovare un amico > rispose lui titubante.

< Un tuo amico…ma se eri malato! Tra l’altro oggi ti vedo piuttosto in forma >

< Lo so, ma è morto un suo parente e non me la sono sentita di lasciarlo da solo. Nonostante fossi malato >

< Davvero? > domandò lei dubbiosa.

< Davvero davvero > rispose Zayn cingendola per i fianchi. < Dove credevi fossi andato? >

< Oh, no non credevo nulla > mentì Melinda.

< Mel, credi che io ti tradisca? > domandò il ragazzo incredulo.

< No tesoro > rispose lei abbracciandolo e premendo le sue mani contro la schiena nuda del ragazzo.

< Non potrei mai, io ti amo lo sai > disse Zayn.

< Certo >

< Stasera devo tornare da questo mio amico >

< Come hai detto che si chiama? >

< Ehm…Christian >

< Tu cosa?! >

< Ti ho trovato un lavoro! > esclamò Jasmine soddisfatta.

< Dove esattamente? >

< In un bar, farai il cameriere. Inizi domani >

< Ma il proprietario sa di me? > domandò Louis titubante.

< In realtà no…ma non c’è motivo che lo scopra, l’importante per te è essere un cameriere modello. >

< E se lo dovesse scoprire? >

> Louis William Tomlinson, per l’amor del cielo! Sii positivo e andrà bene > rispose lei baciando il ragazzo vicino alla fontana.

< Gracias mi amor, come farei senza di te? >

< Saresti perso! >

< Perdido en este mundo… > intonò Louis divertito.

< Il proprietario del posto è un uomo adorabile >

< Devo esserne geloso? > domandò Louis fingendosi preoccupato.

Jasmine prese una moneta e la lanciò nella fontana, esprimendo un desiderio.

< Ehi, ti ho fatto una domanda! > esclamò il giovane sentendosi escluso.

< Maddai, non c’è neanche bisogno che io ti risponda > ribatté Jasmine scoppiando a ridere.

< Posso sapere cos’hai espresso? > chiese rassicurato.

< Se alla fine di quest’avventura il desiderio si sarà realizzato, te lo dirò > rispose Jasmine ammiccante.

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Capitolo 60
*** CAPITOLO 60. ***

Il giorno dopo, Louis si presentò a lavoro e conobbe il capo di cui era quasi stato geloso, ricordando i complimenti di Jasmine nei confronti di quell’uomo. La mattinata trascorse bene e Louis ebbe da fare con alcuni clienti stranieri con cui sfoderò il suo inglese che il proprietario del bar apprezzò. A sciogliere la tensione del ragazzo, che aveva sempre paura di rovesciare una tazza di caffè, ci pensò Jasmine che da ore aspettava Louis fuori dal locale, seduta ad una panchina di fronte e leggendo un curioso libro di nome “Cinquanta sfumature di grigio”. Arrivato il momento della pausa, Louis uscì dal bar ancora col grembiule e raggiunse la sua ragazza.

< Amore mio! >

< Ciao bel fusto in grembiule >

< Bel fusto?! > commentò Louis divertito.

< Fidati, questo grembiulino bianco ti sta alla grande > ribatté lei ammiccante.

< Siamo in vena di complimenti stamattina, eh? >domandò Louis, dopodiché baciò Jasmine con delicatezza.

< Mi sei mancato questa mattinata >

< Grazie del sostegno Jas, mi dai la forza di continuare a sperare. >

< Spero che questo lavoro ti aiuti a far fronte alle tue necessità >

< Lo stipendio è buono, spero davvero perciò che riesca a migliorare la mia situazione. Il proprietario della casa ci ha graziati questo mese per quanto riguarda l’affitto >

< Ce la farai, ne sono sicura > fece lei abbracciandolo forte. Sentiva il suo cuore contro quello di Louis, l’amore che provava per quel ragazzo era sconfinato quanto la sua voglia di aiutarlo. Non poteva permettere che Louis cadesse, anche perché se cadeva Louis cadeva lei stessa.

< I don’t know about you, but I’m feeling 22! Na na na > cantava Mitchie

< Mitchie! >

< Oh, ciao Niall >

< Che ci fai qui ? >

< Passeggio per il palco, evidentemente > rispose Mitchie divertita da quella domanda dalla risposta ovvia. < Tu invece fai jogging da quello che vedo…come sempre > commentò Mitchie osservando per l’ennesima volta la maglia gialla, bagnata e aderente del biondo >

< Già. Sei allegra stamattina! Che ti succede? >

< Di solito non lo sono? >

< Beh ultimamente non tanto > rise Niall. Mitchie sapeva che il motivo del suo buon umore era custodito nei messaggi nel suo cellulare.

< Diciamo che sto iniziando a capire che questa è una vacanza, non una caccia all’amore >

< Ma se l’amore cercasse di conquistare te? >

< Niall lo sai che tra te e me… >

< Ti va di andare al cinema stasera? >

< Non sono sicura sia una buona idea… >

< Ti porto a vedere un film d’azione! Ti passo a prendere alle 7 > concluse Niall, facendole un occhiolino di complicità e tornando allegro alla sua corsetta.

“Quel ragazzo non cambierà mai” pensò Mitchie confusa.

“Zayn Malik avvistato con un’attraente ragazza. Ma aspettate…non è la ragazza che gli ha sferrato uno schiaffo un mese fa? È proprio vero ch la vita è imprevedibile, così anche le inglesi che sembrano capaci di perdonare tutto! Mi avevano parlato di un popolo lunatico, ma non pensavo fino a questo punto…”

< PATETICO! > urlò Lucy verso la tv.

< Lucy tesoro, lascialo perdere > le disse Harry tra una risata e l’altra.

< Tu ridi? Ci ha definiti lunatici! >

< Come dargli torto dai >

< Sei serio? > domandò Lucy con un occhio tremante dalla rabbia.

< Scherzavo, ma in questo momento sei uno spasso > rise Harry.

< Attento, sei vicino a cadere dalla sedia e pulire il pavimento del bar con i tuoi capelloni >

< Questi capelli ti piacciono tanto, te lo ricordi quel giorno in albergo da te, no? >

< Vuoi che tutti sappiano delle nostre questioni sessuali, qui in spiaggia? > domandò lei divertita.

< Però ti ho fatta ridere >

< Harry sto per strozzarti, non so cosa potrà salvarti oggi! >

< Una cena da me stasera? Ti faccio assaggiare gli spaghetti alla carbonara >

< Dici sul serio? Ho sempre desiderato assaggiare quel piatto! > esclamò Lucy entusiasta.

< Vieni nel mio appartamento alle 20, nel caso in cui non mi trovi ti lascio questa > affermò lui dandole una chiave.

< Tu dove sarai? >

< Prima devo vedermi con mia madre, mia sorella e Josh > rispose lui fingendo entusiasmo.

< Oh, sii forte mio prode cavaliere! >

“Mamma, sì, sto bene…io sul giornale? Non sono io ne sono sicura” rise isterica Melinda al cellulare.

“Va bene sì sono io, poi ti spiego tutto…Zayn, si chiama Zayn. Sì mamma è un modello…MAMMA! Non puoi porre queste domande indecenti” continuava a dire arrossendo come mai. Mentre cercava di frenare sua madre e le sue domande insistenti, vide Zayn parlare al telefono vicino alla reception, di spalle. Così tagliò corto con sua mamma ed entrò in albergo abbandonando la vista di due uccellini su un albero che si facevano le coccole.

“Sì va bene ho capito” diceva con tono estremamente serio. In quel momento passò un facchino con un carrello pieno di valigie, proprio nel momento in cui Zayn cominciò a passeggiare avanti e indietro la hall, così per non farsi vedere, Melinda si nascose dietro il carrello sotto gli occhi confusi del faccino.

< La prego, solo qualche minuto > lo implorò lei. Il facchino, divertito ma anche confuso, sosto lì per un po’.

“Okay, va bene. Va bene, domani mattina ti porto quello che serve a Christine. Non ti preoccupare, dai” continuava a dire addolcendo il tono.

“A domani, dai un bacio enorme a Christine da parte mia”. Finito di parlare al telefono, Zayn andò verso l’ascensore a passo nervoso.

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Capitolo 61
*** CAPITOLO 61. ***

Erano le 19 e Mitchie era pronta da una mezz’oretta. Amava curare ogni particolare del suo look, per quella sera infatti scelse un pantaloncino di jeans, calze color carne, maglia lunga argentata e che copriva quasi interamente i pantaloncini e scarpe nere con un lieve tacco. Era pronta per la serata e proprio in quel momento sentì qualcuno bussare alla porta della sua stanza. Quando aprì trovò davanti a sé un mazzo di girasoli.

< Oh! > esclamò non appena li vide. Rimase ancora di stucco, però, quando dietro ai fiori vide Niall. indossava una camicia bianca, dei jeans blu notte e una giacca nera che facevano risaltare i suoi capelli biondi e gli occhi azzurri come il mare di giorno.

< Sei bellissima > commentò lui squadrando la ragazza dalla testa ai piedi. Lei rise timidamente, ringraziandolo con un solo sguardo. Dopodiché prese il mazzo di girasoli e lo poggiò sul mobile, ci avrebbe pensato a fine serata a metterli in un vaso.

< Allora, si va? > domandò lui porgendole un braccio che lei non potette rifiutare, così si incamminarono a braccetto verso l’ascensore.

“E’ da tempo che ci penso, chissà se gradirà…è una sorpresa alla fin fine, tutti amano le sorprese! Tranne Chris, il mio ex, lui le odiava…ma Chris non è Harry!” continuava a pensare Lucy ansiosa. Era da una mezz’oretta nell’appartamento di Harry, erano le 20.10 e lo stava aspettando ansiosamente, pronta per la sorpresa. Era arrivata nel’appartamento di Harry con un anticipo di un’ora per preparare il tutto, anche se dopo averla fatta innervosire in mattinata al bar lui quella sorpresa non la meritava! Ma non stava più nella pelle, così aspettò che il suo bellissimo conte arrivasse. Dopo una decina di minuti, sentì la chiave girarsi nella serratura. Si sedette sul letto con le gambe accavallate e sorriso ammiccante, ma quando la porta fu aperta, vide Harry con altra gente. Altra gente quali la mamma del ragazzo, l’odiosa Gemma e Josh. Tutti e quattro guardavano Lucy a bocca aperta, che cominciò pian piano ad arrossire dalla vergogna.

“Okay, Zayn starà sicuramente cenando al ristorante…ci è rimasto male quando ho declinato il suo invito, ma DEVO scoprire che mi nasconde. Chi è Christine? Con chi stava parlando al telefono? Con Christian, il suo amico? Hanno una propensione per i nomi di uno stesso genere, i suoi amici…”. Così, a passi lenti, si intrufolò nella stanza di Zayn usando la chiave di riserva che aveva rubato dalla reception.

“La restituirò non appena avrò scoperto quello che voglio sapere, promesso” si disse Melinda reprimendo il senso di colpa. Arrivata in camera, però, sentì il rumore dell’acqua che scorreva.

“Merda! Zayn si sta facendo la doccia…ma ormai sono qui, darò solo un’occhiata al suo cellulare e poi filerò via”. Convinta se stessa che quello che stava facendo fosse per il bene della loro relazione, frugò nei jeans di Zayn. Erano piene di portafogli, chiavi e un paio di foto. Aprì la prima foto e vide che si trattava della foto scattata un mese prima nel parco a lei e Zayn per un giornale che doveva chiamarsi Di più tv…i giornali italiani hanno nomi strani, pensò. Contemplò a lungo quella foto. Il sorriso dai denti perfetti e smaglianti di Zayn, i suoi occhi felici, la barbetta che gli riempiva il mento rendendolo sexy da far paura. La mano di Zayn sul suo fianco, uno dei loro primi tocchi che Melinda non rifiutò bruscamente. I suoi pensieri fluivano e non si rendeva conto di quello che accadeva attorno a lei. Infatti, non si rese conto del fatto che l’acqua avesse smesso di scorrere e che la porta del bagno fosse stata aperta.

< MELINDA! > urlò Zayn, svegliando Melinda dal suo momento di sogno ad occhi aperti. In quel momento stesso si voltò verso Zayn, colta in fragrante, ma ci fu qualcos’altro a distrarla. Zayn era appena uscito dalla doccia. Era bagnato e nudo…totalmente nudo. Melinda diventò rossa come un peperone, strabuzzando gli occhi per quella visione. Accadde tutto in una frazione di secondi, infatti dopo qualche secondo Zayn si guardò attorno in cerca di qualcosa con cui coprirsi, lasciando travedere a Melinda una parte della sua natica perfetta, prima che la ragazza riuscisse a collegare cervello e corpo e si girasse dall’altro lato.

< Ma…ma che ci fai qui? > domandò lui ancora in preda alla sorpresa e anche alla vergogna.

< Io, beh io… >

< Puoi girarti Mel >

< Sei sicuro? > Domandò lei timorosa.

< Sì > rispose lui divertito. Lei si voltò e vide che si era coperto sotto il ventre con un asciugamano. < Allora Mel? > domandò lui ancora sorridente, prima di notare cosa Melinda avesse tra le mani.

< Che stai facendo? > sbiancò lui notando che avesse i suoi effetti personali tra le mani.

< Io, beh, io stavo…stavo cercando… >

< Mel smettila di balbettare di prego! Arriva al dunque > la incitò nervoso lui.

< Zayn vedi io..io volevo risposte >. A quel punto Zayn le andò vicino e le strappò di mano le sue cose.

< Risposte a che?? >

< Cosa mi nascondi Zayn? Perché stai mettendo quella foto nel cassetto? > domandò la ragazza indicando la foto che non aveva avuto modo di aprire.

< Non sono affari tuoi > rispose lui, essendo per la prima volta brusco con lei. La lasciò di stucco, cosa che Zayn notò.

< Come puoi pretendere che io mi fidi di te se frughi tra le mie cose?! >

< Come posso IO fidarmi di te se mi nascondi le cose, Zayn? E non mentire perché è chiaro come il fatto che ti abbia appena visto totalmente nudo che mi nascondi qualcosa!! > affermò lei sotterrando la vergogna ricordando quello che aveva visto.

< Melinda io voglio tenerti fuori da questa storia… >

< Perché? Me lo spieghi? Non ti fidi a propri di me? >

< No, non è questo. Ti amo, lo sai >

< E allora parlami! Ho bisogno di sapere. Mi stai tradendo, è così? > domandò la ragazza ingoiando un pianto isterico.

< No Mel non lo farei mai… >

< E allora chi è Christine? >

< Io, beh…aspetta, come fai a sapere di Christine? >

< Per sbaglio stamattina ho sentito qualcosa della tua telefonata… > ammise lei sentendosi ancora più in colpa di quanto già non si sentisse.

< Oh Melinda, hai origliato… > affermò lui esasperato.

< Il punto non è questo Zayn > ribatté Melinda, con una lacrima che le rigò il viso.

< Amore mio no, non piangere > supplicò il ragazzo abbracciandola e lasciando che la ragazza facesse scorrere le lacrime sul suo braccio.

< Odio discutere con te Zayn, tengo troppo a te e al nostro rapporto >

< Anch’io Mel, anch’io piccola > disse lui lasciandole un bacio tra i capelli. Dopo qualche minuto si scollarono, quando Melinda ebbe consumato le lacrime, e a quel punto Zayn esitante aprì il cassetto e tirò fuori la foto e gliela mostrò.

< Lei è Christine. >

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Capitolo 62
*** CAPITOLO 62. ***

< Lucy???? > domandò Harry, spalancando gli occhi.

< Oh, salve a tutti > fece Lucy isterica. Josh la guardava imbambolato e con una bava invisibile che gli pendeva da un lato del labbro. Lucy aveva da tempo pensato di vestirsi da gatto per Harry. Così quella sera indossò un pantaloncino nero aderente e inguinale, un top che le copriva solo il seno, degli stivali col tacco alto neri che arrivavano fin sopra le ginocchia, una cinta a cui dietro era applicata una coda nera e una frontiera sulla testa con due orecchie nere.

< Lucy, tesoro > disse ancora Harry andando ad abbracciare la sua ragazza per coprirla. Intanto la signora Styles e Gemma guardavano la ragazza con occhi sbarrati e espressione severa e indignata.

< Che ci fanno loro qui? > domandò Lucy all’orecchio del ragazzo.

< Dopo ti spiego > fece lui nervosamente. < Josh, potresti guardare altrove? > domandò Harry disturbato dalle attenzioni che suo cugino serbava per la SUA ragazza.

< Sì…sì > rispose lui, totalmente ipnotizzato dalla bellezza della bruna. Così, coprendola in parte col suo corpo, Harry trascinò Lucy in bagno.

< Sei impazzita? > sussurrò lui divertito e ammirando quel capolavoro di donna.

< Pensavo ci fossi solo tu! Volevo farti una sorpresa > rispose lei accigliandosi.

< E che sorpresa! Ti strapperei questi “vestiti” qui e adesso nel giro di due secondi e fare l’amore con te nella doccia >

< Quelli erano i piani… >

< Amore mio mi dispiace ma Gemma ha insistito per venire qui, e anche Josh sembrava molto felice di passare una serata con noi >

< ma ti rendi conto che mi hanno vista in queste condizioni? > domandò lei più preoccupata per Josh che per quelle due befane di turno.

< Non ti preoccupare, penso io a loro. Adesso vestiti. >

< Per fortuna i vestiti li ho portati in bagno…non volevo rovinare il palcoscenico >

< Era tutto perfetto! > esclamò Harry baciando con passione la ragazza. Ah quando la desiderava, ma sembrava che tutto fosse contro di loro. Così la aiutò a spogliarsi e vestirsi, godendo di tale vista, e dopo che fu pronta uscirono coraggiosamente dal bagno.

< Allora, cuciniamo assieme? > domandò Harry agli ospiti , fingendo che nulla fosse successo.

Dopo aver visto un film d’azione molto intenso, Niall e Mitchie andarono a mangiare una pizza.

< Ah, il piacere della pizza italiana! > aveva esclamato il ragazzo dopo il primo boccone, consapevole del fatto che la pizza inglese e irlandese in confronto fosse di gomma. Passarono una bella serata parlando del più e del meno, della loro relazione, delle scorribande fatte assieme, tra cui aver fatto sesso sulla cattedra della professoressa di storia mentre lei e altri professori discutevano in presidenza dei voti degli studenti, e mangiarono tanto da scoppiare.

< Sono stata benissimo con te, Niall >

< Anch’io Mitch > rispose lui. Erano fermi davanti alla reception dell’albergo e continuavano a guardarsi sorridendo felici. Ad un tratto Niall si chinò in un modo che mise Mitchie in allerta. “Merda, sta per baciarmi!” Niall ormai le stava sfiorando il naso col suo, mentre i muscoli di Mitchie erano come bloccati. Non voleva che tra lei e Niall le cose tornassero come una volta, dopotutto lui l’aveva tradita con una troia, ma l’attrazione che provava per quel ragazzo era superiore alla sua forza di volontà. Ormai era fatta, erano quasi vicini al bacio, quando una suoneria distrasse i due. Mitchie immediatamente tirò indietro la testa e riprese in mano la sua forza di volontà. Afferrò il suo cellulare, leggendo un messaggio che le era appena arrivato:

“Occhi del mare! Come va lì da te? xx –ragazzo mascherato”.

“Hai scelto il momento migliore per contattarmi! Stavo per fare una cosa che non avrei voluto fare. –occhi del mare”.

< Con chi messaggi? > domandò Niall chiedendosi chi avesse interrotto quel magico momento.

< Melinda, ha bisogno di me… > mentì lei.

< Oh > commentò Niall sorridendole ma morendo dentro. Voleva che la serata finisse in un modo più…costruttivo, magari in camera sua…

< Ti va di fare un salto da me? beviamo qualcosa… > domandò lui esitante. Mitchie lo guardo con il panico negli occhi che Niall fece finta di non notare, quando le arrivò un messaggio che per l’ennesima volta la salvò.

“Stavi per rapinare una banca? Lol”

“No, stavo per far illudere una persona. Non c’è cosa peggiore dell’illusione.”

< Niall scusami ma sono esausta >

< Mitchie, la mia ex, stanca? Me la ricordavo come la ragazza dalle ore piccole > disse Niall divertito.

< Beh sì una volta lo ero…per colpa tua! > notò Mitchie divertita.

< Buonasera signori > disse una voce estranea dietro Mitchie, una voce che la fece sussultare come niente e nessuno sapeva fare.

< Liam, ciao. Cioè, buonasera > rispose lei collegando bocca e cervello. Dio, quanto sei bello, pensò Mitchie ammirandolo a qualche centimetro di distanza.

< Buonasera > disse invece Niall, esitante.

< Avete passato una bella serata? >

< Sì. Lei? > domandò Niall severo.

< Sì grazie > rispose Liam non staccando gli occhi dal Mitchie che faceva di tutto per guardare altrove.

< Noi stavamo per andare… > annunciò Niall, voleva togliersi il suo peggior nemico di mezzo.

< Niall davvero, ci vediamo domani. Sono esausta >

< Speravo in un finale diverso! > esclamò Niall.

< Mai contraddire una signora > affermò Liam con fare da uomo vissuto.

< Credo che gli affari di questa signora non siano di sua competenza > ribatté Niall senza più nascondere il suo fastidio.

< Prego? Io credo di sì invece >

< Mitchie vieni, c’è aria pesante qui >

< Niall io… > stava per dire lei, prima di essere presa per un braccio da Liam.

< La signora ha detto di voler andare nella sua stanza. >

< La accompagno io nella sua stanza. Si dia il caso che Mitchie sia la mia ex, la conosco come le mie tasche >

< Ha detto bene, ex >

< Lei per Mitchie chi è? > domandò Niall urlando dall’irritazione.

< Colui che le ha fatto vivere la mezz’ora più emozionante ed eccitante della sua vita! > esclamò Liam senza più contenersi.

< Cosa?? > domandò Niall confuso. < Te lo sei scopato? >

< NIALL! Maledizione smettetela! Me ne torno in camera mia, DA SOLA. > concluse Mitchie facendo sì che il messaggio fosse chiaro ad entrambi. Così, ancora rossa dalla vergogna per l’affermazione di Liam e la domanda di Niall, si diresse nella sua stanza correndo per le scale e lasciando i due fissarsi in cagnesco.

“La mezz’ora più emozionante ed eccitante della sua vita…te lo sei scopato? MIO DIO! Perché dev’essere tutto così complicato e terribilmente imbarazzante?”

< Oh, Christine è una…bambina? > domandò Melinda guardando attentamente la foto. C’era una deliziosa bambina bruna con una frangetta larga e che sorrideva dolcemente lasciando intravedere qualche dentino mancante e che indossava un vestito a fiori gialli. Accanto alla bambina, seduto sulle ginocchia, c’era Zayn che abbracciava dolcemente la bambina.

< Sì, è una bambina > rispose lui dolce.

< E’ tua sorella, tua cugina, una tua amica...> provò ad indovinare Melinda.

< Non Melinda…Christine è mia figlia >.

A quell’affermazione Melinda sentì come un masso piombarle in testa, un fulmine a ciel sereno che l’aveva colpita improvvisamente.

< T-tua…tua figlia? >

< Sì Mel >. Restarono lì a lungo, con Melinda che contemplava la foto attentamente e Zayn che cercava di decifrare i suoi pensieri. Dopo un po’ Melinda ebbe il coraggio di guardarlo negli occhi.

< Ma come è possibile? >

< 3 anni fa, quando arrivai in Italia e la mia carriera era appena cominciata, conobbi Laura in un bar, una ragazza di qui, e passammo una splendida serata insieme. Purtroppo bevemmo parecchio e passammo la notte insieme, ma dopo qualche giorno mi chiamò e mi disse di essere incinta. Fu una notizia che mi spiazzò, dato che Laura è sì una ragazza adorabile ma non sono comunque innamorato di lei e tantomeno lei di me > disse il ragazzo scandendo bene le parole.

< Ma perché me lo dici solo adesso? >

< Nessuno a parte il mio manager, Laura e i miei famigliari sanno dell’esistenza di Christine. Voglio tenere Christine e Laura lontane dai media, capisci? >

< Sì capisco, ma dovevi dirmelo Zayn. Se penso che ho pensato a tutto tranne che ad una cosa del genere… >

< Lo so e mi dispiace. Amo Christine più di me stesso e adesso che ha la febbre alta voglio e devo starle vicino…sono suo padre Mel, capisci? >. A quel punto Melinda immaginò Zayn nei panni di padre apprensivo, piuttosto che di modello spaccone e sciupa femmine.

< Oh Zayn, è una bambina bellissima > affermò Melinda con le farfalle nello stomaco dall’emozione.

< Sì, è il mio orgoglio >

< Stalle vicino, devi farlo. >

< Hai ragione > ribatté lui sorridendole. < Tra me e te ora che succede? >

Melinda pensò attentamente a quelle parole. Vide il timore negli occhi di Zayn, ma non potette che dirgli quello che sentiva davvero.

< Zayn, per stasera ho vissuto un turbine d’emozioni e scoprire che il ragazzo che mi ha rubato il cuore ha una figlia da un’altra donna mi ha spiazzato. Ho bisogno di riflettere >

< Va bene Mel, va bene > affermò lui passandosi le mani tra i capelli bagnati. Era visibilmente sconvolto anche lui dagli ultimi fatti.

Dopo un’imbarazzante serata passata con quelle due vipere e con Josh che non la smetteva di fissarla e contemplarla, Lucy si sentì sollevata di vedere i tre lasciare l’appartamento. Istintivamente si buttò sul letto assaporando il relax del momento.

< Che serata! >

< Puoi dirlo forte > fece Harry buttandosi su di lei e baciandola finalmente liberamente.

< Tutto è stato imbarazzante. L’inizio della serata, il preparare la cena, la cena…TUTTO > affermò la ragazza.

< Lo so tesoro mio, ma non ci pensare >. Dopo un bacio e l’altro, poi, aggiunse < ma…di quel costume che ne facciamo? >

Dopo un paio di minuti, Lucy uscì dal bagno in vesti da gatta. Guardò ammiccante Harry, comodamente disteso sul letto in attesa della sua amante, e dopodiché salì sul letto con fare felino, in onore del costume.

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Capitolo 63
*** CAPITOLO 63. ***

< Caffè al tavolo 4…sì, sì anche al tavolo 6. No Carlo, al tavolo 7 vogliono 3 caffè >

Seduta, sorseggiando un po’ di latte, Jasmine osservava il suo ragazzo alle prese con il lavoro. I capelli all’insù, con qualche ciocca ribelle che gli ricadeva sulla fronte, gli occhi azzurri e brillanti, il sorriso dolce e stuzzicante che le lanciava ogni minuto libro che aveva. Se avesse potuto, avrebbe vissuto così per sempre: contemplando il suo meraviglioso cantante spagnolo che ora si era trasformato in un cameriere spagnolo piuttosto indaffarato.

< Mi amor, vuoi qualcos’altro? >

< Un po’ d’acqua e possibilmente anche un bacio >

< Ma sono sul lavoro > rise Louis imbarazzato ma desideroso.

< Uno innocente? Domandò lei con occhi da cucciola. Louis non potette resistere, cosicché si chinò e la baciò teneramente, lasciando che Jasmine guidasse il delicato gioco di lingue che si era creato. Quando Louis si ricompose, notò il capo guardarlo severo.

< Mi scusi > fece lui imbarazzato.

< Ma come, volevi negare alla tua ragazza un bacio? Non si fa mio caro, le donne vanno sempre accontentate! >. Louis rise dell’affermazione dell’uomo, sempre così imprevedibilmente gentile.

Era stesa sul letto da un bel po’…precisamente dalla sera prima. Melinda non aveva chiuso occhio, ripensando a tutta la situazione ricreatasi il giorno prima: partendo da Zayn completamente nudo, fino ad arrivare alla rivelazione del secolo: Christine. Una piccola creatura indifesa che aveva in se i geni di Zayn, che un giorno avrebbe avuto il suo stesso sorriso e il suo stesso fascino. Rise involontariamente, dopodiché si immaginò Zayn alle prese con biberon e pannolini. “che cosa elettrizzante!”

I pensieri mattutini della ragazza furono interrotti da qualcuno che bussava alla sua porta.

< Mel! Finalmente sei sveglia > fece Mitchie entrando in camera. < Sono sveglia da un pezzo ma ho scordato la chiave qui, perciò ho fatto un giro > continuò a dire stendendosi sul letto.

< Sembri esausta > notò Melinda.

< Ho passato gli ultimi 3 quarti d’ora ad evitare Liam e Niall. >

< Cos’è successo ieri sera? >

< Oh, niente a parte il fatto che dopo aver passato un’adorabile serata con Niall, mi ha espressamente fatto capire che voleva finire la serata in bellezza in camera sua, piano rovinato non solo dal mio rifiuto per niente compreso ma anche dall’intervento di Liam che ha peggiorato le cose! Mio Dio, sai qual è stata la parte peggiore dello scontro? Quando Niall mi ha accusata di aver fatto sesso con Liam. È stato così imbarazzante >

< Mitchie, tesoro, secondo me dovresti essere più chiara con te stessa. Lascia stare Niall e cerca di conquistare Liam >

< La fai facile te! ma anche volendo, cosa faccio col ragazzo mascherato? > a quel punto, Melinda intonò la sigla di Beautiful. < pa pa pa pa ra pa pa ra PA PA! >

< Smettila! > esclamò Mitchie ridendo istericamente.

< Buongiorno gattino >

< Buongiorno…aspetta, gattino? Non ti permettere mai più! > urlò Lucy fingendosi indignata.

< Ehi, mi riferivo al tuo costume di ieri sera > rise Harry accarezzando la schiena nuda di Lucy. Harry era seduto sul letto, ancora sotto le coperte, fissando Lucy che fino a qualche minuto prima stava dormendo beatamente a pancia in giù, come suo solito.

< Sai cosa ho letto? Che chi dorme a pancia in giù o di lato ha una mente più perversa del solito >

< Harold, io amo dormire a pancia in giù, ma non credo di essere una mente perversa… >

< Devo farti ritornare alla mente la notte scorsa? > domandò Harry cominciando a lasciare dolci baci sulla schiena della ragazza, che sussultò ad ogni tocco.

< Harry Styles, così mi farai morire! > esclamò Lucy alzandosi di soppiatto dal letto e sedendosi a cavalcioni su Harry. Lo baciò con passione, accarezzandogli i capelli morbidi e scompigliati.

< Ti amo Harry >

< Anch’io, gatta >

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Capitolo 64
*** CAPITOLO 64. ***

“Adesso vado lì e le parlo…sono stato scortese ieri, non dovevo domandarle esplicitamente se lei e quella specie di figlio di papà hanno…” Niall represse l’immagine della sua amata Mitchie e di Liam insieme in certi atteggiamenti, così si diresse a passo spedito verso la camera di Mitchie.

“Ancora non mi spiego perché voglio andare a parlare con lei. Io sono fidanzato! Tra due settimane mi sposo, devo smetterla di correre dietro a quella ragazzina…ma no, devo parlarci” confuso ed irritato allo stesso tempo dalle sue emozioni che per la prima volta non riusciva a controllare, Liam si diresse a passo spedito verso la stanza della “ragazzina”, non immaginando di trovare di fronte a se quello che pareva essere il suo peggior nemico.

< Tu che ci fai qui? >

< TU che ci fai qui? > domandò Niall con più forza.

< Devo parlare con Mitchie. >

< Anch’io >

< Non vuole parlare con te, sei stato scortese ieri sera > affermò Liam.

< Non sono affari tuoi! >

< Certo che lo sono, dato che si sta parlando della mia Mitchie! >

< La TUA Mitchie?! > fece Niall ridendo sconvolto.

< Che diavolo succede qua? > domandò Mitchie uscendo dalla stanza dopo aver sentito le urla.

< Chiarisci al tuo ex che ho io il diritto di parlare con te in questo momento! >

< No Mitchie, chiarisci a questo ficcanaso che sono IO ad avere il diritto di parlare con te. >

Stanca e delusa dal comportamento del genere maschile, Mitchie prese un respiro profondo e parlò.

< Niall, sei un ragazzo adorabile, lo sei sempre stato. Sei venuto fin qui in Italia per riconquistarmi e questo è un onore per me. ma ricordati il motivo per cui stai provando a riprendermi: mi hai tradita Niall! con una troia per giunta! Non posso cancellare tutto. Sono passati due mesi, lo so, ma la ferita è enorme. Ti ho amato tanto, eri tutto per me, ti vorrò sempre bene. Ma non ti amo più Niall. >

Niall guardò la ragazza, aveva le lacrime agli occhi ferito dalle parole di quella musa capace di conquistare e uccidere, ma sapeva che Mitchie aveva ragione.

< Liam > fece la ragazza sospirando ulteriormente. < Io e te…abbiamo fatto l’amore, è vero > disse deglutendo al ricordo e dall’imbarazzo del momento. < Ma tu sei fidanzato e hai espressamente chiarito di tenere più al matrimonio con Clotilde che ad un possibile amore con me. e comprendimi quando ti dico che non ti posso aspettare in eterno, capisci? Non posso. >

Liam guardava in basso, contrariato da tali parole che risultavano come una martellata al cuore, ma sapeva che anche questa volta Mitchie aveva ragione.

< Adesso ragazzi, fate pure quello che volete, questo è il mio pensiero > affermò lei lasciando per l’ennesima volta i due che quella volta si guardavano colpevoli.

Tormentata dai suoi dubbi e dalle incertezze, Melinda decise di fare il passo più lungo della gamba. Aspettò che si facesse sera, cosicché Zayn prendesse un taxi, e ne chiamò uno che arrivasse nello stesso orario in cui vedeva uscire Zayn tutte le sere, e fece sì che il suo taxi seguisse quello del ragazzo. Arrivarono in un parco con delle giostre e un paio di famiglie che sfruttavano la serata calda e limpida e, senza farsi vedere, si nascose dietro un cespuglio. Vide Zayn avvicinarsi ad una panca, su cui erano sedute una donna e una bambina. Christine. Vide Zayn salutare con un breve abbraccio la donna e dopodiché stringere a se la bambina, facendola volteggiare. Probabilmente Christine si era ripresa dal periodo di febbre, dato che indossava una giacca a maniche lunghe che in estate non era poi così gettonata. Caspita se era bella, era una bambina adorabile! Così, lasciando la donna seduta alla panchina, Zayn prese per mano sua figlia e cominciarono a passeggiare per il palco. A quel punto Melinda si sedette sul terreno e cominciò a ripensare a tutta la faccenda: Zayn aveva una figlia, una figlia che amava tantissimo, una figlia adorabile. Una figlia con un’altra donna, sì, ma non la donna che amava. Sapeva di essere lei la donna che gli aveva rubato il cuore. Che motivo aveva di continuare a fingersi offesa nei suoi confronti? Non lo era mai stata, lo sapeva, semplicemente fu per l’ennesima volta pervasa dalla sua insicurezza. A quel punto il fluire dei suoi pensieri venne interrotto da una piccola figura che la guardava attentamente. Quando Melinda alzò lo sguardo, la vide: così curiosa, dolce, bella, aveva tanto di suo padre.

< Christine? Christine! Quante volte ti ho detto di non allontanarti? >. Fu allora che Melinda fu colta in fragrante anche da lui.

< Mel? Che ci fai qui? >

< Papà, la conosci? > domandò la bambina tirando il jeans del padre. Melinda si sciolse davanti a quella scena, al che sorrise d’amore quando i suoi occhi incontrarono quelli del ragazzo dei suoi sogni.

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Capitolo 65
*** CAPITOLO 65. ***

< Ciao Zayn > fece Melinda imbarazzata.

< Christine vai dalla mamma >. Christine obbedì a suo padre e, sotto lo sguardo vigile di Zayn, tornò alla panchina.

< Mel, che ci fai qui? >

< Scusami Zayn, non so cosa mi sia preso >

< Vieni qui > disse lui aiutandola ad alzarsi.

< Mi sono sporcata di terreno > notò lei pulendosi i pantaloni.

< Anche sul sedere > rise Zayn.

< Che fai, butti l'occhio? > chiese la ragazza maliziosa.

< Mel non hai risposto alla mia domanda, comunque > la incitò Zayn.

< Ti ho seguito Zayn, non so neanche io il perché, anzi forse lo so...volevo vederti nei panni di padre > confessò la ragazza imbarazzata.

< E non mi potevi chiedere di portarti con me piuttosto che metterti nei panni dell' agente 007? > chiese lui sconcertato.

< Scherzi? Non mi sembra giusto che Christine mi conosca adesso. Siamo ancora all'inizio del nostro rapporto Zayn..e lei é cosî piccola >

< Mel > disse lui sorridendo. < So io cosa ê meglio per mia figlia. Le ho giá parlato di te >

< Davvero? > domandò Melinda strabuzzando gli occhi.

< Ma certo. E' piccola, sì, ma sa già che il suo papà vuole molto bene ad una giovane ragazza bruna con un sorriso dolcissimo >

< Wow > esclamò lei pensierosa.

< Vieni che te la faccio conoscere > la incitò Zayn.

< Scherzi? Ho già fatto una pessima figura con lei oggi >

< Mel stai parlando di una bambina di 3 anni! > rise lui.

< C'é anche sua madre, penserà che io sia una stalker. La prossima volta me la presenti, te lo prometto. >

< Sappi che ci tengo > ribatté lui avvicinandosi teneramente a lei. così la baciò e le cinse i fianchi, facendo sussultare la ragazza che poggiò le sue mani sulle braccia di Zayn che tanto le piacevano.

< Ti amo Mel > sussurrô lui quando la abbracciò. Mel si limitò per l'ennesima volta ad inalare quelle 3 dolci parole.

Il mattino seguente, le 4 ragazze erano in spiaggia godendosi un po' di mare e sole.

< Mel come vanno le cose con Zayn? Riguardo ciò che pare nascondere? >

< Jas, tutto va come al solito. Mi ero sbagliata, Zayn é un ragazzo fantastico e la mia solita insicurezza ha rovinato tutto >

< Siete l'argomento del giorno per i giornalisti > notò Lucy.

< Ne sono consapevole, ma poco m'importa >

< Sei innamorata di lui? > domandò Mitchie.

< Credo di sì, ma ho timore di rischiare di rimanere ferita da un possibile litigio...tu mi capisci vero? >

< Mel in questo momento d'amore capisco ben poco >

< Tesoro mio, tu hai i piedi in non 2 ma 3 scarpe!! >

< Parla lei, innamorata di un ladro. Diventerete come Bonnie e Clyde? > Jasmine guardô accigliata l'amica, Mitchie aveva toccato un tasto dolente.

< Jas perdonami, non dovevo... >

< Infatti, non dovevi. Vado a farmi un bagno > ribatté furiosa Jasmine. La birichinata di Louis aveva compromesso la sua vacanza, la felicità di Louis e perciò anche quella di Jasmine, ma in quel momento Mitchie aveva tanto per la testa e per questo non pensò minimamente alle conseguenze delle sue parole.

< Hai esagerato >

< Lo so Mel, lo so. Le parlerò > disse Mitchie sentendosi in colpa.

< Signorina, possiamo parlare? > domandò una donna alle spalle di Lucy. Quando lei si voltò, sbiancò ma allo stesso tempo si fece dura.

< Certo, signora Styles. > Così si diressero verso le cabine isolate per avere un po' di privacy.

< Quella è la mamma di Harry? > domandò Melinda.

< Esatto > rispose Mitchie.

< Fa paura!! >

< Di cosa vuole parlarmi? >

< Allora, Lucy, io capisco che Harry sia un ragazzo bello, affascinante, carismatico, dolce, RICCO > spiegò la donna sottolineando col tono l'ultima parola.

< Quindi? > domandò lei facendo finta di ignorare quell'ultima, stupida, inutile parola.

< Quindi, é ovvio che tu sia attratta dal mio meraviglioso bambino >

< Signora, io sono innamorata di suo figlio >

< L'amore é un sentimento spesso offuscato dalle proprie convinzioni, mia cara >

< ciò che provo per Harry é limpido e chiaro come il sole >

< Va bene, sei irremovibile, perciò la metto su un altro piano. Non m'importa dei tuoi inutili sentimenti. Con i sentimenti non si arriva a nulla >

< Come può lei parlare di sentimenti, perché sa? Sono convinta che lei ne abbia! >

< Sei una ragazzina insolente! Harry deve tornare in Inghilterra e sposare Claire Hale. Non può permettersi di sposare una ragazzina di città dalle maniere piuttosto campagnole >

La mia famiglia mi ha educata rigorosamente, non le permetto di discutere sulla mia educazione. E no, non ho nessuna intenzione di lasciare che lei mi porti via il mio Harry! >

< Lascerai mio figlio, altrimenti non si deciderà a venire con me, hai capito? >

< Altrimenti? >

< Altrimenti... > fece per dire la donna con rabbia e foga, al che non notando che il pavimento fosse umido, scivolò vertiginosamente.

< Oh Cristo! > esclamò Lucy terrorizzata che la donna si fosse fatta male, anche se dentro di se trattenne una risata.

< Si é fatta male? > domandô Lucy.

< Aiutami!! > esclamò la donna che era caduta di sedere per terra.

< Se magari mi da una mano! > la esortò Lucy

Cingendola per un braccio.

< Che succede qui? Mamma! > esclamò Harry non appena arrivô e vide la donna per terra. La signora Styles guardò Harry, poi Lucy.

< Questa ragazzina mi ha aggredita! Mi ha spinta e sono scivolata >

< Cosa? Non é vero é scivolata da sola! >

< Aiutami figlio mio, mi fa male tutto > implorô la donna con voce affranta.

< Lucy allontanati da mia madre >

< Harry ma... >

< Lucy, per favore. > aggiunse il ragazzo duro.

< Non l'ho spinta io > affermò la giovane con voce tremante.

< Tieni questa ragazza lontana da me! > esclamò la donna.

< Vai, ne riparliamo dopo > Lucy si sentì rifiutata e tradita, così scappô lasciando che una lacrima le rigasse il viso.

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Capitolo 66
*** CAPITOLO 66. ***

Camminando tra lacrime e dispiacere, Lucy ripensava alla spiacevole situazione in cui si era trovata.

" Perché quella donna é così priva di cuore? Come ha potuto Harry non credermi? Mi fidavo di lui". Raggiunse la spiaggia, sotto gli occhi curiosi di chi si chiedeva come mai stesse piangendo.

< Lucy? Lucy che succede? >

< Josh ti prego, non adesso > rispose lei tentando di trovare un posto appartato.

< Tutto okay con Harry? Che ti ha fatto? > domandô ancora il ragazzo apprensivo.

< Non si fida di me, ecco cosa! > urlò Lucy scappando. andò verso l'ombrellone deserto, le altre dovevano essere andate a fare un bagno, si vestì e in fretta e in furia scappò verso l'uscita.

< Lucy non correre! > implorô Josh preoccupato, dopo averla rivista. Così seguì la ragazza, che continuava ad ignorarlo. Le lacrime offuscavano la vista di Lucy, il dolore offuscava il cuore. Così attraversô la strada per andare alla fermata dell'autobus. Tutto accadde nel giro di qualche minuto: le lacrime, il traffico, un clacson impazzito, la botta. Lucy avvertì un colpo esterno e forte sbattere contro la sua anca, provocandole un dolore lacerante e una spinta tale da farla cadere e rotolare sul cemento bollente.

< Lucy! Cazzo Lucy! Stai bene? > domandava Josh in preda al panico, ma la ragazza sembrava aver perso i sensi.

< Io...io non l'ho vista, ê spuntata all'improvviso... > tentava di scusarsi l'automobilista che l'aveva investita.

< Stia zitto e chiami un'ambulanza! > incalzò Josh tenendo la testa di Lucy sulle sue gambe. Ad un tratto sentì il jeans diventare caldo. La testa di Lucy sanguinava.

< Dovremmo avvisare i suoi genitori? >

< Non dire sciocchezze Mel, sua madre morirebbe di crepacuore >

< Ma se non si svegliasse più? No, no, NO! >

< Mitchie non piangere...ti si...rovina il trucco >

< Lucy! > esclamarono le amiche.

Qualche ora prima...

< Lucy, Lucy resisti! >

< Amore mio mi dispiace, scusami é stata tutta colpa mia >

< State lontani per favore >. Josh e Harry dovettero fare come ordinô il dottore e lasciarono che i medici portassero la barella con Lucy priva di sensi in sala operatoria.

< Harry, figlio mio >

< Mamma, hai visto cos'é successo a Lucy? > singhiozzò Harry tra le braccia della donna.

< Già, ho visto > rispose la donna sentendosi colpevole.

< Harry mi spieghi cos'è successo? > chiese Josh portandosi le mani sulla testa.

< Lucy e la mamma stavano litigando e nel litigio Lucy si é avventata sulla mamma spingendola. Io non ci ho visto più e l'ho cacciata >

< Harry, ma come hai potuto? >

< Non ci ho visto più... >

< Zia, sono davvero andate così le cose? >

< Io non... >

< Harry! Dov'é Lucy? > domandô Jasmine piombando in ospedale con Louis, Niall, Liam, Melinda, Zayn e Mitchie.

< Lei... lei é in sala operatoria. >

< Ma com'ê potuto succedere? > chiese Melinda in lacrime, lasciando che Zayn la consolasse.

< Stava attraversando, era in lacrime dopo aver litigato con Harry e un automobilista l'ha investita > rispose Josh.

< Dov'é quest'uomo? >

< In commissariato, lo stanno interrogando Jas > rispose Harry scoppiando in lacrime.

< E' tutta colpa tua! > esclamò Josh in preda alla collera.

< E' tutta colpa mia... > continuava a dire Harry.

< Non la meriti, non la meriti Harry! >

< Pensi di meritarla tu? >

< Ragazzi dai... > provò a dire Liam.

< Sarei un ragazzo migliore di te per lei! >

< Che c'é cuginetto, hai una cotta per la mia ragazza? >. Questa volta negli occhi di Harry piombò la rabbia.

< Ci ho provato con lei alla festa mascherata, quando non sapevo chi fosse, ma poi me l'hai presentata e ho saputo essere la tua ragazza >

< quindi eri tu il tipo che ci ha provato con lei! >

< Harry il punto non é questo. L'hai ferita, tornatene a Londra e lasciala in pace! >.

Harry guardò Josh con rabbia, la tensione lo stava distruggendo, così anche il senso di colpa e la rabbia. Al che non ci vide più e sferrô un pugno sul naso di Josh. Il ragazzo indietreggiô per il colpo e il suo naso cominciò a sanguinare. A quel punto Josh si gettò su Harry buttandolo a terra.

< Fermi, fermi ragazzi! > urlavano gli altri per dividerli. Louis, Liam, Zayn e Niall si gettarono nella mischia per dividere i due, beccandosi anche qualche manata.

< Fermi ragazzi! Sono scivolata da sola, Lucy non mi ha spinta. > disse la signora Styles, disperata. I due ragazzi fermarono la lotta e guardarono sconcertati la donna visibilmente sconvolta.

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Capitolo 67
*** CAPITOLO 67. ***

Seduti nella sala d’attesa, stavano tutti aspettando notizie su Lucy. Era passata solo mezzora che sembrò essere un’eternità.

< Figlio mio mi dispiace d’aver mentito… >

< Non adesso mamma. > La signora Styles comprese di aver esagerato e di essere la causa del tutto, così andò via dall’ospedale sentendosi di troppo. Dopo la scazzottata, Harry aveva ancora il labbro sanguinante, mentre Josh si fece curare il naso.

< Dovresti farti vedere per quel taglio > incalzò Louis.

< Non m’importa di questo stupido taglio al labbro. Non fa male > disse Harry guardando con aria da vincente il cugino. Josh si limitò ad alzare un sopracciglio e a guardare altrove, ignorando la frecciata.

< Stare qui ad aspettare non serve, nel frattempo ti facciamo curare coraggio > lo incitò Louis. Harry non aveva più voglia di contrastare nessuno, così seguì lo spagnolo.

< Grazie per essere qui, ragazzi > disse Mitchie rivolgendosi a Liam e Niall.

< Voglio un gran bene a Lucy > affermò Niall.

< Io non la conosco, ma voglio starle accanto. Starti accanto > fece Liam. Niall alzò gli occhi al cielo, è talmente melodrammatico questo tizio, pensò. Mitchie si limitò a sorridergli leggermente.

< Sono stanchissima oggi >

< Puoi appoggiarti a me > fece Liam.

< Chissà che non venga qui in ospedale la tua ragazza, che veda Mitchie sulla tua spalla e che non pensi “merda! Quello stronzo mi tradisce”. Appoggiati a me > disse Niall ironico.

< Clotilde è a lezione di yoga, come vedi non c’è pericolo >

< Smettetela! > urlò Mitchie esasperata, così si alzò e andò a sedersi accanto a Zayn.

< Mi appoggerò a Zayn > disse la ragazza poggiando la testa sulla spalla del modello. Melinda guardò divertita la scena, dimenticando per un secondo l’ansia del momento per Lucy. Zayn fece spallucce, guardando i due ragazzi che erano rimasti a mani asciutte.

< Ehi, faccia attenzione > si lamentò Harry del dolore.

< Mi scusi > rispose l’infermiera che stava curando il taglio sul labbro al ragazzo, in un inglese striminzito. Dopo che la medicazione fu completa, Harry e Louis rimasero soli.

< In ogni caso io sono Louis >

< Harry > rispose il ragazzo impassibile e fissando il vuoto.

< Vedrai che Lucy starà meglio >

< Che ne sai tu? >

< Non ne so nulla in effetti, sono solo un ragazzo spagnolo e squattrinato > rise Louis cercando di alleviare la situazione.

< Io e te ci conosciamo? Mi sembra d’averti visto da qualche altra parte >

< Sì, in tv mentre mi arrestavano! > rise nuovamente il ragazzo.

< Prego? >

< Lunga storia. Piuttosto, come ha potuto tua madre mentire sulla questione della scivolata? >

< Vuole a tutti i costi che io lasci Lucy per sposare una ragazza ricca >

< Tutto questo per soldi?? >

< Non solo, la mia famiglia rischia la bancarotta e perciò io, che sono ancora libero per legge, devo risollevare la situazione della mia famiglia. In questo momento preferirei essere uno spagnolo squattrinato piuttosto che un conte squattrinato e pieno di responsabilità >

< Oh, salve conte > ironizzò Louis.

< Serio 5 minuto no?! > esclamò Harry esasperato.

< Ehi amico, se c’è una cosa che ho imparato è “mai andare a fondo se c’è ancora un salvagente che ti aspetta” >

< E il mio salvagente quale sarebbe? >

< La tua forza di volontà! Non permettere agli altri di decidere della tua vita >

< Fosse facile >

< Harry nulla è facile, nulla. Ma bisogna lottare per far sì che tutto si converta e passi dalla nostra parte >

Harry ci pensò a quelle parole. E se fino ad allora non avesse lottato abbastanza?

Un’altra mezzora passò, finché il medico non uscì dalla sala operatoria. Tutti si alzarono e corsero verso il dottore.

< Come sta?? > domandò Harry ansioso.

< Sta bene, l’abbiamo visitata. Si è svegliata dopo un quarto d’ora dopo che l’abbiamo portata in sala. Sembra non abbia subito nessun trauma, nonostante la testa stesse sanguinando. Perdeva sangue da una lieve spaccatura alla testa dovuta alla caduta, ma abbiamo fermato la lieve emorragia. > rispose il dottore. che per fortuna parlava perfettamente inglese.

< Posso parlarle? > domandò il ragazzo.

< Ora sta riposando, ha bisogno di dormire. Potrebbe svegliarsi tra qualche minuto o tra un paio di giorni, non ne abbiamo idea. In ogni caso dovete aspettare un’oretta per poterla vedere. E’ bene che non venga sottoposta ad alcun tipo di stress. Potrà tornare a casa tra un paio di giorni >

Tutto furono sollevati da quelle notizie, Harry in particolar modo che ringraziò il cielo di aver salvato la sua donna.

Così, nell’attesa di poter riabbracciare la propria amica, tutti si allontanarono per un po’ dalla sala d’attesa.

Zayn stava aspettando Melinda dietro alla porta del bagno. Era contento che l’amica della sua ragazza stesse bene. Pensò a cosa sarebbe successo se fosse capitata una cosa del genere a Mel. Non capì come Harry avesse dubitato delle parole della ragazza che amava. Zayn amava Melinda e mai avrebbe dubitato delle sue parole, almeno così credeva.

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Capitolo 68
*** CAPITOLO 68. ***

< Voi due, con me! > esclamò Mitchie indicando Liam e Niall. così i tre si avviarono verso una sala visite vuota.

< E’ possibile che dobbiate fare scenate anche qui? Con Lucy che sta male? >

< Mi dispiace. Ha cominciato lui! > affermò Liam indicando Niall.

< Io? Senti chi parla! >

< sto per picchiarvi. >

< Scusa > dissero in coro i due.

< Come se non bastasse ho un mal di schiena terribile! >. Mitchie vide immediatamente i due i procinto di avvicinarsi a lei, così aggiunse < No, non mi serve il massaggio di nessuno di voi due! > e dopodiché uscì dalla stanza.

“Perché voi maschi siete così complicati? – Occhi del mare.” Mitchie sentì la necessità di ascoltare i consigli di quel ragazzo che conosceva appena ma che sembrava saperla aiutare più di qualunque altro. dopo vari minuti, le arrivò una risposta.

“ Splendore! Purtroppo voi ragazze non siete da meno x – Ragazzo mascherato”

“ Voi ragazzi non afferrate il concetto del “lasciamo stare”, non ti pare?”

“Non ci rassegniamo facilmente, soprattutto se quella da conquistare è una splendida ragazza con degli occhi favolosi xx”

“ Tutte queste x mi danno alla testa”

“ Quanto siamo scontrose stasera!”

“ Vorrei fossi qui”

“ Piccola, io ci sono anche se non lo sai”. Istintivamente Mitchie si guardò attorno, cercando stranamente qualcuno. Liam e Niall erano seduti con Louis e Jasmine, evitando di guardare Mitchie per non pressarla ulteriormente.

Dopo un paio di minuti, quando ormai aveva smesso di cercare, le arrivò un altro messaggio. “ Scommetto che ti sei guardata attorno, ahah – ragazzo mascherato”.

“Mi spii per caso? Che onore – occhi del mare”

“Spiarti? No. veglio su di te xx”

Nella sala d’attesa, arrivò una coppia di coniugi che stava aspettando notizie su di un paziente ricoverato d’urgenza. Louis era seduto di fronte a loro, stringendo la mano di Jasmine. Ad un certo punto però, la ragazza notò che la presa fosse troppo forte.

< Louis, ti senti bene? >

< No > rispose lui alzandosi e dirigendosi verso l’uscita d’emergenza sotto gli occhi confusi di Josh, Mitchie, Harry, Liam e Niall. Quando sentì l’afa d’agosto violentargli il viso, fu grato di essersi allontanato da lì.

< Ehi, amore, che ti succede? > domandò Jasmine ansiosa.

< Hai visto quei due seduti di fronte a noi? >

< Beh? >

< Non facevano altro che sparlare di me e del fatto che una volta mi abbiano arrestato. >

< Ne sei sicuro? >

< Certo. Quella donna mi ha guardato con un tale disprezzo… sai qual è la cosa che mi fa più arrabbiare? Il fatto che abbiano ragione a sparlare di me! ciò che mi fa incazzare è che io sia stato talmente incosciente da lasciarmi trascinare in una rapina! > urlò lui scoppiando in lacrime. Jasmine di fronte alle lacrime del ragazzo, si commosse. Lo abbracciò forte e gli baciò teneramente la fronte.

< Sei un ragazzo meraviglioso, non lasciarti condizionare dal tuo passato >

< Jas non capisci? Sarò macchiato per sempre da esso >

< Invece no. hai una testa, un gran cuore, un talento Louis, un talento che in tanti vorrebbero! Hai conquistato me, puoi conquistare il mondo se vuoi >

< Conquistarti non è stata un’impresa, eravamo fatti l’uno per l’altro >

< Credo di non essermi mai innamorata in vita mia prima di incontrare te, Louis. Farò qualsiasi cosa purché tu sia felice. > così lo prese per un braccio e lo trascinò nel bagno delle donne, a quell’ora del pomeriggio praticamene deserto. Entrarono in una bagno e Jasmine cominciò a baciare dolcemente Louis.

< Ehi, non vorrai farlo qui! > fece il ragazzo divertito. Cominciava a calmarsi.

< Sì invece > ribatté lei stuzzicandolo con lo sguardo. < Mai fatto in piedi? >

< Certo, pensi che io sia uno sprovveduto? > domandò Louis sollevando la ragazza da terra e lasciando che incrociasse le gambe attorno alla sua vita.

< Lo vedremo > rispose lei baciandogli dolcemente le labbra, il naso, l’orecchio mentre Louis dolcemente entrava in lei.

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Capitolo 69
*** CAPITOLO 69. ***

Passó qualche altro minuto, prima che il dottore permettesse ai ragazzi di visitare l'amica. Il primo ad andare nella stanza di Lucy fu Harry. Quando entró, vide la sua ragazza stesa lí, dormiente e impotente, con un bernocolo sulla fronte e qualche raschio su braccia e viso.

< Amore mio, sei splendida. E' stata tutta colpa mia, lo so. Ma sappi che nessuno si metterá piú contro me e te, tanto meno lo fará mia madre. Mi dispiace di non averti creduto, sono stato un tale stupido...ti amo Lucy e ti aspetto. > Detto ció, il giovane uscì dalla stanza con gli occhi gonfi d'emozione, lasciando che gli altri entrassero.

< Ehi piccola Lucy, riprenditi! Il mondo ha bisogno di te. > disse Niall. Mitchie guardó il biondo e si rese di quanto dolce e speciale fosse.

< Mi amor, ormai mi sono conformata allo spagnolo di Louis. Risvegliati, devo raccontarti un sacco di cose! >

< Le racconterai di me e te nel bagno? > chiese Louis maliziosamente.

< Puó darsi > rispose Jasmine con altrettanto tono.

< Oh Lucy, vederti lí a terra é stato terribile. Quando ti sveglierai avremo modo di approfondire la nostra conoscenza. Ti conquisterò > affermô Josh.

< Sono contento che Lucy si riprenderá,non oso immaginare se fosse successa a te una cosa del genere...>

< Zayn non ti preoccupare. Io e te staremo insieme per sempre > sussurró Melinda baciandolo dolcemente. Erano fuori dalla camera di Lucy, in attesa che tutti la vedessero.

< Tra un paio di giorni ti faccio conoscere Christine e non si discute! Mi ha fatto tante domande sulla ragazza del cespuglio... > rise lui ricordando Melinda in tali condizioni e descritta dagli occhi di una bambina di 3 anni e mezzo.

< E se non le dovessi piacere? >

< Punto primo, ha 3 anni. Punto secondo, ti adorerà me lo sento. > ribattè lui dolcemente.

< Va bene amore >

< Io e te dobbiamo parlare di una cosa >

< Dimmi > disse Melinda curiosa.

< L'altro giorno...mi hai visto nudo! Come ti sono sembrato? > domandò Zayn divertiro.

< Zayn! Mi rifiuto di risponderti >

< Coraggio non essere timida, mi hai squadrato particolarmente bene! >. Melinda a quel punto non si trattenne e ridacchió maliziosa. Cominciò davvero a desiderare Zayn in tutto e per tutto.

Dopo che tutti ebbero parlato con Lucy, nonostante lei dormisse, Melinda, Jasmine e Mitchie furono lasciate sole con la propria migliore amica. Stettero lì a lungo, aspettando che si svegliasse.......

Il presente.

< Lucy! Sei sveglia > esclamò Jasmine felice.

< Non ci...si sbarazza facilmente di me > rispose faticosamente lei. Così le tre ragazze abbracciarono Lucy, felici di vederla sveglia. Il medico visitó ulteriormente la ragazza per assicurarsi che le sue condizioni vitali fossero ancora buone. Dio volle che fosse così. Tutti visitarono la Lucy finalmente cosciente, anche se Harry continuava a restare in disparte, forse per paura di affrontarla.

< Ragazzi, potete lasciarmi per un po' sola con Harry? Dobbiamo...dobbiamo parlare > fece Lucy. Non ci pensarono due volte a lasciarli soli,

Cosicchè Harry fu costretto a dover far fronte alle proprie responsabilità.

< A noi due > disse la ragazza.

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Capitolo 69, mlmlml. Allora, qualcuno che lascia una recensione? Una piccola recensione? Mi farebbe tanto piacere. :3

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Capitolo 70
*** CAPITOLO 70. ***

< Lucy non so cosa dire... >

< Lascia parlare me > disse lei con tono grave. Harry annuì.

< Non ho spinto tua madre, è scivolata da sola. Come hai solo potuto pensare che fossi capace di una cosa del genere? > chiese lei allibita da tanta mancanza di fiducia.

< So tutto Lucy, mia madre ha confessato. >

< Bene > commentó la ragazza, sorpresa da tale notizia.

< Se solo ti avessi creduto tutto questo non sarebbe successo... >

< Il punto non é questo Harry, lo capisci? > incalzò lei. < Sono viva okay? Ma non posso dire lo stesso del nostro rapporto >

< Che vuoi dire? > domandó Harry strabuzzando gli occhi.

< Tra noi é finita >

< No, no ti prego non lasciarmi... > imploró asciugando due lacrime. Lucy si fece forza. Sapeva che quella fosse la cosa migliore per entrambi.

< Harry non posso stare con una persona che non si fida di me, capisci? >

< Ma io mi fido di te! >

< No, non è così. >

< Io ti amo Lucy, ti prego >

< Non sono piû sicura di questo...forse i nostri sentimenti erano pura illusione >

< Non puoi crederlo davvero! > esclamó il ragazzo in lacrime.

< Voglio stare da sola > affermó lei, poi sospiró esausta. < Ti prego >.

Harry lasció la stanza, singhiozzando. Sapeva che la colpa era stata sua, della sua mancanza di fiducia e coscienza, e che ora gli spettava pagarne le conseguenze.

Passarono 3 giorni prima che Lucy fosse dimessa dall'ospedale. Le amiche della ragazza passarono tutto il tempo con lei, nonostante Lucy pregasse loro di non sprecare altri giorni di vacanza. Era piú o meno metá agosto e nell'arco di un mese e mezzo erano successe tante di quelle cose da avevano scombussolato la vita delle quattro inglesi piú quanto avesse fatto un'intera vita.

Stavano tornando in albergo quella mattina, anche se Lucy faticava a camminare a causa del dolore all'anca, quando videro Clotilde all'entrata dell'albergo.

spiegava ad una donna e un uomo sulla trentina d'anni.

< Un'ultima cosa: i fiori dovranno essere presenti su ogni tavolo, ma ovviamente il nostro, quello degli sposi, dovrá esserne decorato maggiormente >. Clotilde vide le quattro ragazze ferme nell'atrio, mentre la guardavano attentamente, così sorrise loro in un modo talmente viscerale da far desiserare a Mitchie di rompere il naso a quella sottospecie di donna.

< Ce ne andiamo cortesemente? > domandó Mitchie. Il matrimonio...tante cose erano successe che l'avevano dimenticato.

Distrutta a causa delle nottate in ospedale, Melinda si buttó sul letto e godette della pace dei sensi. Il suo momento di relax, peró, durô poco. Infatti poi sentì qualcuno bussare alla porta. Faticosamente si alzò dal letto e, quando aprí vide Zayn.

< Ciao amore mio > disse lui. Melinda si riprese immediatamente dalla stanchezza,dopo averlo visto, così ricambió il bacio.

< Devo portarti in un posto! > esclamó lui visibilmente felice.

< Scusami tesoro mio ma sono sfinita... >

< Non ci vorrá molto, dopodichè ti lasceró dormire tra le mie braccia >

< Proposta allettante > disse Melinda, così insieme andarono in limousine verso il centro di Roma. Arrivati lí, Zayn bendó la sua ragazza e la fece camminare per qualche metro in piú.

< Sei pronta? >

< Dipende per cosa > rise lei. Cosí Zayn sbendó la ragazza che subito si accorse di essere in una piazza affollata.

< Perchè siamo qui? > domandó lei confusa.

< Guarda lí > la esortó lui indicando qualcosa in alto. Fu allora che Melinda scorse un lungo cartellone vicino ad una struttura. Un cartellone pubblicitario raffigurante Zayn a torso nudo e Melinda con jeans stretti e top, mentre poggiava le sue mani sulle braccia nude di Zayn.

< La nostra pubblicitá! > esclamó la ragazza eletrizzata.

< Ci sono foto di questo genere dappertutto per la cittá! >

< Siamo sexy > commentó lei continuando a guardare incantata il cartellone.

< Lì su quel set mi hai baciato per la prima volta. Lì é cominciata la nostra storia Mel > affermó Zayn con un sorriso tale da sconvolgere Melinda ma anche tale da farle capire cosa davvero provasse, quanta felicitá sentisse causa di quello spaccone modello americano, dolce padre di una bambina e che amava una donna. Lei. Melinda si riteneva la donna più fortunata al mondo e desiderava comunicare tale cosa al suo ragazzo.

< Ti amo Zayn > .

< C-cosa? > domandò lui incredulo.

< Ti amo, ti amo, ti amo!> urló lei.

< Quanto hai aspettato per dirmelo, eh? > domandó Zayn sprizzante di gioia e stringendo forte Melinda a se. Desiderava rimanere con lei per sempre, non lasciarla mai andare.

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Capitolo 71
*** CAPITOLO 71. ***

Dopo aver accompagnato Lucy in camera ed essersi assicurata che stesse bene, Jasmine si precipitó al bar dove lavorava Louis. Sempre seduta alla panchina di fronte al posto, leggendo Cinquanta sfumature di grigio, aspettava che il suo ragazzo finisse di lavorare. In un momento di caldo estremo tipicamente d'agosto, entrò nel bar per bere qualcosa.

< Ma esattamente di cosa parla il tuo libro? > domandó il ragazzo mentre le serviva un the freddo.

< Di un uomo e una donna che si vogliono particolarmente bene... > accennó lei vaga. Louis rise, non capendo, al che Jasmine aggiunse < In spagnolo, la loro la definirei una relazione "caliente" >

< Uh, me gusta > fece il ragazzo, ammiccante.

< Mi scusi, potrei avere un caffè? > domandó una donna a Louis.

< Certo > rispose lui cordiale. Poi peró Louis notó che la donna lo stesse guardando in modo strano.

< Signora va tutto bene? >

< Certo che no! Mi ricordo di te, eri tra quelli che hanno arrestato per la rapina a quella banca! > urló la donna spaventata. Louis sbiancó capendo che la donna l'avesse riconosciuto.

< Che succede qui? > domandó il capo arrivando dalla cucina, allertato dalle urla.

< Assumete ladri nel vostro bar? > domandó la donna.

< Signora, il processo non si è ancora svolto > affermó Jasmine calma, anche se dovette placare gli istinti omicidi. Il capo guardó prima Louis, poi Jasmine, cercando spiegazioni. Intanto tutti i clienti del bar si interessarono all'accaduto, molti cominciando a riconoscere Louis e guardandolo sconcertati.

< Ci lasci spiegare > supplicó Louis al capo.

< Nel mio ufficio ragazzi. >

< Oh signorina, perchè non mi hai informato della situazione di Louis quando mi hai chiesto di assumerlo? > domandó il capo dopo che ebbe ascoltato tutta la storia.

< Non volevo che questo impedisse a Louis di trovare un lavoro, capisce? >

< Sì ma... >

< Mi creda, non c'entro nulla con quella rapina >

< Mi sei sembrato un bravo ragazzo in questi giorni. Cordiale, leale, attento e gentile. Ma hai visto come ha reagito quella donna quando ti ha riconosciuto? Tutto questo potrebbe compromettere l'immagine del mio bar >

< Lo so, lo so > rispose lui portandosi le mani ai capelli.

< La prego non lo faccia...> imploró Jasmine capendo le intenzioni dell'uomo.

< Mi dispiace ma devo licenziarlo > affermó l'uomo visibilmente dispiaciuto.

< Grazie comunque > disse Louis dirigendosi verso l'uscita dell'ufficio.

< Buona fortuna ragazzo >.

Louis si tolse il grembiule da cameriere e silenziosamente percorse il percorso tra i tavolini che conduceva all'uscita dal locale, sotto gli occhi ficcanasi dei clienti.

< Per fortuna che l'ho riconosciuto! Chissá cosa avrebbe potuto rubarci. > affermó altezzosa la stessa donna che l'aveva messo nei guai. A quel punto Jasmine non ci vide piú.

< LEI non conosce Louis. LEI evidentemente, dato che indossa una gonna che vale il triplo delle mie scarpe, non sa cosa significa dover soffrire per guadagnare da vivere. LEI mi deve fare il favore di pensare prima di parlare male di una persona che non conosce. Louis, il ragazzo che amo, NON E' UN LADRO. >

< Cosa ti da questa convinzione, ragazzina? > chiese la donna ancora più allibita.

< Mi é bastato guardare negli occhi di colui che lei definice ladro ma che io chiamo amore per capire che valeva la pena di spendere tutti i miei risparmi per l'universitâ per pagare la sua cauzione. Ci rivediamo dopo il processo, signora > concluse la ragazza, lasciando a bocca asciutta la donna e trascinata via da Louis che stette ad ascoltare la sfuriata della sua ragazza, non provando neanche a fermarla. Jasmine era cocciuta, orgogliosa e facilmente irritabile, per questo durante le sue sfuriate la cosa migliore era lasciarla sfogare. Che poi Louis non se la sentì neanche di fermarla. Intanto, il capo del locale aveva ascoltato molto attentamente la sfuriata di quella ragazzina che poi tanto ragazzina non era.

Stesa sul letto, riposando, Lucy pensó a ció che era successo negli ultimi giorni. Dopo aver troncato con Harry, non lo vide e sentì per tutto quel tempo. Lucy era consapevole di averlo ferito, lasciandolo, ma dopotutto anche lui aveva ferito lei dubitando della sua correttezza. Le sue amiche le erano rimaste accanto per tutto il periodo ospedaliero, così anche Josh che la visitó spesso in quei 3 giorni. Si sorprese di sapere che davvero tutti si erano preoccupati per lei, perfino Zayn, Liam e Louis che conosceva appena. Da Niall invece.se lo aspettó. Dopotutto lo conosceva sin da quando andavano all'asilo. Ció che non la smetteva di tormentarla era l'immagine di Harry che piangeva per lei. Il suo piccolo, dolce Harry. Immediatamente cercò di scacciare quel pensiero dalla testa, impresa del tutto impossibile. Ad un tratto il filare dei suoi pensieri fu interrotto da qualcuno che bussó alla porta. Molto faticosamente, a causa del dolore all'anca che sì stava passando ma che comunque persisteva, andó ad aprire.

< Harry, che ci fai qui? > domandó la ragazza sorpresa.

< Volevo sapere come stai > rispose lui, dopodiché esitante le diede un mazzo di rose rosse.

< Sono bellissime > disse la ragazza meravigliata. Dopodiché lo fece entrare.

< Come ti senti? >

< Non sono nel pieno delle mie forze, ma vado avanti >

< Spero tu guarisca presto Lucy, infondo manca poco alla fine della tua vacanza > notó Harry con rammarico.

< Tra un paio di giorni ancora, dovrei cominciare a stare finalmente bene. Per fortuna la botta non é stata poi cosí violenta >

< Sei così pallida > notó lui.

< Sono particolarmente stanca > disse Lucy barcollando, al che quasi precipitó a terra. Harry la cinse in tempo e Lucy si abbandonó, priva di forze, tra le braccia del riccio. Harry la prese molto delicatamente in braccio e la portó a letto.

< Non dovresti essere qui...io e te abbiamo rotto > disse Lucy non appena riacquistô conoscenza.

< Questo non mi impedisce di evitare che tu cada per terra > affermó Harry accarezzandole la fronte. A quel punto si fece spazio sul letto e si stese accanto alla ragazza. Non se la sentiva di lasciarla sola. Forse per la stanchezza e il delirio, o forse per altro, Lucy si strinse forte al petto del ragazzo, poggiando dolcemente la testa su di lui. Harry desideró che quel frangente di secondo durasse in eterno.

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Capitolo 72
*** CAPITOLO 72. ***

< Dove hai detto che vai stasera? > domandó Mitchie.

< Ad una sfilata, sfilerâ anche Zayn > rispose Melinda elettrizzata.

< Ci verrei anch'io se fossi di buon umore >

< Che succede? >

< Sempre la solita storia. Quei due mi faranno impazzire > rispose Mitchie pensando a Liam e Niall.

< Dai vieni con me cosí ti svaghi un po' >

< Perdonami tesoro ma non me la sento >

< Va bene, ma se hai bisogno puoi chiamarmi >. Mitchie annuí, dopodiché vide uscire la sua amica, rimanendo sola in camera.

Passó la serata guardando un po' di tv, anche se non capì nulla di quello che guardava in quanto in italiano non sapeva dire neanche le cose basilari. Capitó su un canale in cui spiegavano degli esercizi fisici, così, non avendo sonno, ne provó un paio.

< Per questa tizia bionda tinta sembra cosí facile reggersi su una gamba sola! > esclamó esasperata spegnendo la tv. Ad un tratto sentì qualcuno bussare alla porta.

< Niall? Che ci fai qui? >

< Posso entrare? > domandó il biondo con occhi azzurri da cucciolo che le impedirono di dirgli di no. Il ragazzo sembrava triste, molto triste.

< Che ti succede? >

< Ti ricordi che giorno é oggi? > Mitchie ci pensô bene prima di ricordare.

< Oh Niall > fece abbracciandolo forte.

< Sono passati 4 anni e mia nonna mi manca cosí tanto > disse affondando il viso nell'incavo del collo della ragazza. < Posso dormire qui stasera? >

< Qui? > domandó Mitchie strabuzzando gli occhi.

< Sì, ti prego > imploró lui stendendosi sul letto di Mitchie e facendole spazio. Mitchie non se la sentiva di cacciarlo, il ricordo della morte della nonna l'aveva sempre reso depresso come mai. Così si stese accanto a lui, sul letto ad una piazza e mezzo.

< Grazie > sussurró lui chiudendo gli occhi. Mitchie istintivamente gli accarezzó una guancia e rimase a guardarlo mentre crollava come un bambino in un sonno profondo.

Seduta ad una delle sedie in prima fila, Melinda stava aspettando che la sfilata cominciasse. Qualche minuto prima il presentatore aveva spiegato cosa avrebbero indossato i modelli: si trattava degli stessi jeans che avevano indossato lei e Zayn per quella campagna pubblicitaria. Ad un tratto partì una musica seguita dal primo modello in passerella. Ciô che le donne presenti ammiravano erano non solo i Jeans ma anche chi li indossava. Melinda peró non fece caso a quei bellissimi ragazzi, stava aspettando solo il suo ragazzo. Dopo una decina di modelli, apparve Zayn. Indossava una maglietta sottile e grigia, jeans chiari di tale marchio e blazer nere.

< Abbigliamento sportivo comodo e semplice presentato da Zayn Malik > disse il presentatore. Il suo sguardo non lasciava trapelare emozioni, ma quando Melinda lo vide lì sfilare, con una mano in una tasca e i capelli neri all'indietro e gelatinati, sentì l'eccitazione farsi spazio nel suo corpo.

< Quant'é bello > < Passerei volentieri una notte con lui > sentiva dire dalle altre ragazze, ma a Melinda poco importava, soorattutto quando, tornando indietro, Zayn vide lasua ragazza nel pubblico. Le sorrise, sorriso accompagnato da un breve occhiolino. Melinda d'altro canto sorrise lievemente, suscitando la curiositâ dei presenti che si voltarono verso di lei. Melinda si limitó a far finta di nulla, impegnata a reprimere un particolare istinto che cercava di prendere il sopravvento.

Si svegliô di scatto quando si rese conto di non essere sola sul letto. Lucy si accorse anche che la sua testa non era poggiata sul cuscino ma su un corlo esterno.

< Ciao piccola > sussurró Harry accarezzandole i capelli.

< Che ci fai qui? > domandó lei confusa e sollevandosi con fatica.

< Non ti ricordi? > Lucy ci pensó bene, ricordando qualcosa di vago riguardo il suo svenimento e il profumo di Paco Rabanne proveniente dal collo di Harry che la trasportava su letto.

< Oh sì certo che ricordo >

< Come ti senti? >

< Meglio > rispose sincera Lucy.

< Sono contenta > le disse Harry sorridendo teneramente.

< Grazie per avermi aiutata > fece lei imbarazzata da tale situazione.

< E' stato un piacere > affermò lui.

< Non capiterâ mai più, comunque. Prima non ero in me >

< Non ti preoccupare > ribatté il ragazzo con un velo di malinconia nel tono della voce.

< Meglio che vada >

< Sì >.

Prima di andarsene, però, si avvicinó timidamente a Lucy e le diede un bacio sulla fronte. Al contatto con le labbra di Harry, si sentí morire. Lo amava e desiderava come nessun altro, ma nel momento in cui Harry dubitô della sua fiducia, sentì rompersi qualcosa tra loro.

< Buonanotte piccola Lucy >

< Buonanotte > disse lei, dopodiché Harry scomparve nel corridoio.

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Capitolo 73
*** CAPITOLO 73. ***

Da quando Louis era stato licenziato, se ne stava steso sul letto senza parlare o fare altro mentre Jasmine guardava la tv aspettando un segnale di vita di Louis. Per fortuna i coinquilini di Louis avevano capito la situazione e avevano lasciato casa libera a loro due. Jasmine mangiò, si fece una doccia indossando una maglietta di Louis e sonnecchiò un po' sul divano. Dopo aver passato ore a letto senza rivolgere parola a Jasmine, Louis si alzó e trovò la sua ragazza addormentata dolcemente mentre guardava Alla ricerca di Nemo. Louis sorrise d'istinto, dopo ore che non lo faceva. Anche in versione vegetale Jasmine aveva la capacitá si farlo stare bene. Così la prese in braccio e la portó a letto. Dopodichè si stese accanto a lei e la abbracció con tutto l'amore del mondo. Quella ragazza era l'unica che riuscisse a dargli la forza di andare avanti e lottare. Jasmine era la sua bussola, la sua stella, il suo cuore.

Mitchie era in dormiveglia, non aveva sonno a differenza di Niall che sembrava insvegliabile. Ad un tratto Mitchie sentì qualcuno brontolare nel corridoio.

"Ma é possibile far tutto questo baccano a quest'ora?" protestò dentro di sé. Quando aprì la porta scorse Liam seduto a terra e intontito.

< Liam, Liam che ti succede? > domandó lei preoccupata.

< Io...io credo di aver bevuto qualche birra > rispose lui con sorriso da ebete.

< Qualche? Senti che puzza! >

< ehi io non puzzo! >

< Chiudi il becco e non urlare! > ordinó lei ricordandosi di Niall.

< ho bisogno di un letto> affermó il ragazzo alzandosi barcollante.

< Ti accompagno in camera >

< Sssssscherzi? Se Clotilde mi vedesse in questo stato mi lascerebbe > rise Liam istericamente.

"Non sarebbe una cattiva idea" pensó Mitchie. Liam prese a camminare ed entrò nella camera della ragazza.

< Ehi, che fai? > sussurró lei quando lo vide stendersi sullo stesso letto su cui dormiva Niall.

< Vieni, è comodo! > esclamó Liam sottovoce.

< Li tra voi due non ci vengo! >

< Sto per urlareeee > fece il ragazzo con voce da bambino. Per evitare che Niall si svegliasse e che la situazione precipitasse alle 11 di sera, Mitchie si stese tra Liam e Niall. Sentiva la puzza di birra di Liam e il lieve russare di Niall.

"Sará una notte molto divertente" pensó ironica.

Finita la sfilata, Zayn si cambió mettendosi un jeans, una camicia bianca e una giacca nera e assieme a Melinda andarono al party post sfilata. Si divertirono molto e Melinda fu lieta di essere presentata a tutti come la ragazza di Zayn Malik. A fine party, tornarono in hotel.

< E' stata una splendida serata > affermó Zayn.

< Giâ, in passerella eri uno schianto >

< Beh modestamente > disse lui.

< Buonanotte mr.modestia > gli disse Melinda baciandolo dolcemente.

< Buonanotte piccola >. Nel momento in cui Melinda aprì la porta della stanza, peró, scorse Mitchie dormire tra Niall e Liam. Niall aveva una gamba su quella di Mitchie, che affondava una testa nel petto di Liam che la cingeva per i fianchi.

< Oh, la situazione qui è bollente > notò Zayn.

< Giá. Mi sa che ti toccherá ospitarmi stanotte >

< Certo > rispose Zayn raggiante. Raggiunsero la camera del ragazzo e si infilarono in essa.

< Posso prestarti una mia tuta per la notte. Puoi cambiarti in bagno > le disse il ragazzo. Così lei indossó una tuta che odorava di Zayn, cosa che fece esaltare la ragazza, mentre Zayn si limitó ad infilare un pantalone della tuta.

< Ti piace sfilare, avere gli occhi su di te? >

< Moltissimo, sono nato per questo lavoro >

< Ne sono convinta anch'io >

< Quella tuta ti sta alla grande > notó il ragazzo.

< Oh, grazie > fece lei diventando rossa. A quel punto si sedette sul letto accanto a Zayn in modo tale da averlo vicino a sè.

< Che c'è Mel? >

< Io, non so come spiegartelo...ultimamente mi fai un effetto pazzesco >

< Che intendi? > domandò Zayn curioso di arrivare al dunque.

Melinda prese un respiro profondo prima di parlare.

< tu mi ami? >

< tantissimo >

< Ti amo anch'io, lo sai no? >

< Mel mi sto preoccupando. Dimmi cosa ti succede >

< Ma io non... > esitó lei.

< Mel ti prego tutto questo mi mette in ansia e... >

< Voglio perdere la mia verginitá con te >

< C-cosa? Sei vergine? > domandó lui strabuzzando gli occhi.

< Giá > risposelei vergognosa.

< E sei sicura di volerlo fare con me? >

< Assolutamente >

< Ne sono onorato > disse abbracciandola dolcemente. Melinda sentì il cuore uscirle dal petto, le farfalle nello stomaco e gli occhi a cuoricini. Si scolló da da lui, lo guardó attentamente, dopodichè gli diede un lieve bacio sul torace. Zayn rabbrividì di piacere a tale tocco, così la bació con ardore. Melinda timidamente si stese sul letto e lasciò che Zayn le sfilasse i pantaloni della tuta. Dopodiché si spostó sulla maglietta che gettó a terra. Rimase a lungo a contemplare la giovane in intimo.

< Ti prego, mi metto in soggezione così > affermó lei arrossendo. Zayn le diede un lieve bacio sulle labbra e si stese accanto a lei. Melinda prese l'iniziativa e sfilô i pantaloni di Zayn. "Quanto sei perfetto in boxer!" lasciò scappare nei suoi pensieri. Si baciarono, assaporarono e si toccarono a lungo prima che Melinda desse il via a Zayn, che lentamente entró in lei provocandole dolore e gioia nello stesso tempo. Passarono una dolce notte di fuoco, facendo l'amore per tutta la notte.

< Oh amore mio > disse Zayn ansimando. D'altro canto Melinda si chiese perché avesse aspettato così tanto per decidersi ad unirsi con Zayn che era decisamente il ragazzo con cui aveva sempre immaginato la sua prima volta.

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Capitolo 74
*** CAPITOLO 74. ***

Si dice che quando ci si sveglia di soppiatto sia perché ci si sente osservati da qualcuno. Fu per quella motivazione che Mitchie si svegliò all’improvviso. Aperti gli occhi, vide Liam da un lato e Niall dall’altro poggiati entrambi su un gomito, mentre la contemplavano.

< Ciao ragazzi > fece lei imbarazzata.

< Shh, siamo nel cuore della notte > le disse Liam con voce seducente.

< Che ore sono? >

< Cosa vuoi che importi? Ci siamo noi, questo è ciò che conta > disse Niall indicando se stesso e Liam.

< Ragazzi, vi sentite bene? > domandò la ragazza confusa.

< Alla grande > rispose ancora il biondo sfiorandole una guancia col pollice.

< Ho dormito benissimo > rispose anche Liam, la cui puzza di birra era improvvisamente sparita.

< Bene, che ne dite di tornare nelle vostre camere? >

< Proprio adesso? > domandò Niall avvicinando delicatamente il suo viso a quello della ragazza.

< Niall, che fai? > domandò lei incredula, quando lui abbassò il viso verso il collo della ragazza e delicatamente le lasciò un bacio.

< Liam, fermalo! > disse lei, anche se era come se tutto ciò la eccitasse come mai.

< Perché dovrei? > domandò Liam con un sorriso complice a quello di Niall, che continuava a lasciarle dolci baci sul collo. Mitchie guardò sconvolta Liam, che con l’indice segnò i contorni del ventre di Mitchie, fin sul seno. Mitchie sentì un brivido percorrerle la schiena, ma non fermò nessuno dei due. “Cosa stiamo facendo? Cosa STO facendo?” si domandava mentre usufruiva di tali effusioni. Ad un tratto vide Niall armeggiare con la sua cinta dei pantaloni, così anche Liam.

< MERDA! > urlò Mitchie. Si guardò intorno in un momento di massima confusione e vide Niall sobbalzare e Liam svegliarsi mettendosi una mano in testa per il mal di testa. Era tornata la puzza di birra.

< Che succede? > domandarono i due all’unisono, ma quando Liam e Niall si accorsero l’uno dell’altro, urlarono di terrore e orrore.

< Che ci fa lui qui? > domandò Niall in preda al panico.

< Non gridare razza di biondo tinto! > fece Liam toccandosi la fronte dolorante.

< Smettetela! >

sentenziò Niall.

Dopo quel focoso sogno, ritrovandosi bagnata di sudore con i due in piedi vicino al suo letto si sentì davvero sporca.

< Tu avevi bisogno di me > spiegò Mitchie indicando Niall. < E anche tu, che hai deciso proprio stasera di comportarti da 22enne! >

< E per questo hai pensato bene di dormire con entrambi? >

< Beh ma io… > provò a spiegare Mitchie, mentre i due la guardavano sconcertati.

< Vieni, lasciamola sola > disse Niall.

< Come prego? Io volevo aiutarvi! >

< Aiutarci? Forse è meglio se la smetta di pensare a te e mi concentri sul mio imminente matrimonio > fece Liam con tono dispettoso. Con un misto di confusione, comicità e stanchezza, i due girarono i tacchi e lasciarono la ragazza sola.

“Prima ne avevo due…adesso sono proprio sola.” Pensò lei con rammarico.

< No, no non sono un ladro…..no ti prego….non puoi farlo….Jasmine non andartene, Jasmine JASMINE! >

< Louis, Louis amore svegliati >. A quel punto Louis si svegliò di soppiatto nel cuore della notte, fradicio di sudore per l’agitazione del sogno. Si guardò attorno prima di capire dove si trovasse.

< Che succede? > chiese confuso.

< Stavi urlando e piangendo nel sonno > notò lei asciugandogli una lacrima dal viso.

< Ho…ho sognato che mi lasciavi, che credevi fossi un ladro. Perché è dovuto succedere a me? perché? > domandò Louis in preda alla disperazione. Jasmine si inginocchiò sul letto e lo abbracciò forte in modo tale che Louis affondasse il viso nel suo petto.

< Non ti lascerò mai, io ti amo. > affermò lei.

< Sì ma… >

< Ma niente. uscirai pulito da tutto questo, avrai un lavoro pulito e la vita che meriti >

< Ne sei così convinta? >. Jasmine lo guardò, il volto del ragazzo era meraviglioso illuminato dal chiarore di luna proveniente dalla finestra, dopodiché gli stampò un delicato bacio sulle labbra.

< Fidati di me >.

Louis annuì, dopodiché si stese e si addormentò accompagnato dalle delicate carezze di Jasmine.

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Capitolo 75
*** CAPITOLO 75. ***

Lucy era sveglia da un pezzo, contemplando il soffitto. Aveva dormito sola quella notte, Jasmine non era rientrata in stanza. Aveva bisogno del consiglio di un’amica. Sapeva di amare Harry, ma cominciò a pensare che Harry non provasse lo stesso per lei. Prova sicuramente qualcosa di forte per me, ma se non fosse amore? Pensò. Non poteva neanche girarsi e rigirarsi nel letto per via del dolore all’anca che la torturava. Il tizio che l’aveva investita avrebbe dovuto pagarle i danni, ma Lucy preferì lasciar stare ogni tipo di denuncia. Sapeva di aver attraversato distrattamente quel giorno e vide anche il dispiacere negli occhi di quel cinquantenne che si ostinava a volerle pagare i danni.

Spostando i suoi pensieri alla sera precedente, sentì ancora nell’aria il profumo di Harry. Istintivamente si toccò i capelli, ricordando le grandi mani di Harry che le massaggiavano la testa, e chiuse gli occhi. una lacrima le rigò il viso, quel mese e mezzo di vacanza fu il più intenso della sua vita, forse perché si trattava del primo viaggio fatto senza genitori, o forse a causa del conte Harold Edward Milward Styles. Il fluire dei suoi pensieri fu interrotto dal telefono della camera che squillava.

“ Pronto?”

“ Signorina Lucy” C’è qui un giovane che chiede di essere ricevuto da lei > disse confuso il receptionist.

“ Ricevuto? “ domandò Lucy quasi divertita.

“ Già, gli ho detto che poteva liberamente salire e bussare, aspettando che lei gli aprisse o meno, ma mi ha detto che dalle sue parti ci si fa ricevere”

“ Come ha detto che si chiama il giovane? “ domandò Lucy capendo chi la stesse aspettando.

“Josh.”

Avendo perso il lavoro, Louis dovette tornare costantemente in strada. Gli capitava ancora di fare qualche esibizione per guadagnare soldi extra, oltre quelli del bar, ma non credeva sarebbe tornato a vivere solo di quei pochi risparmi tanto presto.

Jasmine ovviamente lo aiutava, cantare le piaceva, ma non lo vedeva come suo possibile lavoro. Avrebbe voluto frequentare l’università di giornalismo, amava il mondo dello spettacolo ma ne avrebbe voluto far parte indirettamente. Adesso che era al verde, avendo speso tutti i soldi per la cauzione, si chiese che ne sarebbe stato della sua vita a partire da settembre. Mentre guardava Louis porgere il capello ai passanti, si chiese anche quanto a lungo il ragazzo avrebbe dovuto soffrire. Ciò che soprattutto la tormentava era la paura di Louis che Jasmine prima o poi l’avrebbe lasciato, quando lei sapeva che non l’avrebbe mai fatto. Fu in quel momento che Jasmine ebbe un lampo di genio, pensò a qualcosa che avrebbe unito le vite di entrambi, cambiandole e rendendo, soprattutto quella di Louis, più felice e meno solitaria.

< Josh! > esclamò la ragazza accogliendolo in camera.

< Ciao Lucy > la salutò lui con un sorriso caloroso. Quel giorno Josh aveva i capelli all’insù retti da un gel potente e indossava dei jeans e una camicia nera abbottonata fin su. Era l’esatto contrario di suo cugino, in fatto di vestiti.

< Ma non ti fa caldo? > domandò lei indicando la camicia.

< Un po’ sì, ma in Inghilterra i miei mi hanno insegnato a vestire così >

< Ti hanno insegnato anche a farti ricevere, prima di presentarti direttamente da una persona? > domandò Lucy divertita.

< Ti sembrerà qualcosa all’antica, ma è una questione d’educazione per me > affermò lui timidamente. Lucy lo guardò corrugando la fronte, dopodiché rise e poggiò le mani sul colletto della camicia di Josh. Il cuore di Josh cominciò a battere a mille, ma poi rischiò di uscirgli dal petto quando Lucy sbottonò il primo bottone della camicia, il secondo ed infine il terzo. Dopodiché passò alle maniche della camicia, che arrotolò uno ad uno attorno alle braccia magre ma muscolose di Josh che in tutto questo la guardava emozionato.

< Ecco fatto, adesso va meglio > affermò Lucy ammirando il suo piccolo capolavoro. Fu in quel momento che notò quanto Josh fosse sexy. D’altro canto Josh cominciò a rilassarsi.

“Pensavo volesse…che stupido sono stato” pensò amaramente il ragazzo.

< In ogni caso sappi che ho sempre affermato che in una vita passata ero una dama dell’800, perciò i tuoi modi principeschi non mi turbano >

< Oh bene > rise lui timidamente.

< Non ti facevo così timido con una maschera sul viso! >

< beh non mi conoscevi ancora e io non conoscevo te… >

< Mi stai dicendo che ti metto in soggezione? > domandò Lucy divertita. La risata di Lucy riecheggiava nella stanza, rendendo ancora più nervoso il ragazzo.

< Forse ho sbagliato a venire >

< Ma no perdonami, sono stata scortese io. Ti volevo ringraziare per avermi soccorso l’altro giorno > gli disse lei tornando seria.

< Non devi ringraziarmi. Ora come stai? >

< A parte il dolore all’anca e qualche improvviso giramento di testa dovuto alla botta in testa, sto bene >

< Perciò se ti chiedessi, beh insomma…se io ti chiedessi… >

< Di uscire con te? > buttò su due piedi lei.

< Beh sì insomma, ti piacerebbe? >

< Perché no > rispose Lucy. Magari uscire con Josh l’avrebbe aiutata a non pensare ad Harry. Anche se si trattava comunque del cugino.

< Grandioso! Ti passo a prendere stasera alle 20? >

< Perfetto >

< Buongiorno > disse Zayn. Melinda aprì gli occhi e vide Zayn appoggiato su un gomito che la fissava divertito. Erano ancora a letto ma la luce del sole illuminava alla grande tutta la camera.

< Buongiorno > rispose lei stiracchiandosi sotto il lenzuolo. Zayn si chinò e le lasciò un dolce bacio sulle labbra.

< Come ti senti? > chiese premuroso il ragazzo.

< Alla grande > rispose Melinda con sguardo malizioso. A quel punto Melinda alzò il lenzuolo e non solo scorse la nudità sua e di Zayn, cosa che la fece arrossire, ma notò anche due chiazze di sangue sul lenzuolo bianco, cosa che la fece arrossire ancor di più.

< Tranquilla, le lenzuola le facciamo cambiare > disse lui quasi leggendole nel pensiero. Melinda gli sorrise teneramente, dopodiché si mise a sedere.

< Spero di non averti fatto troppo male > le disse Zayn visibilmente in pensiero. Melinda ricordò che un po’ di male fece eccome, ma non le importava affatto.

< Non m’importa del dolore che ho provato, Zayn. È niente messo a confronto con le emozioni che mi hai fatto provare. >

< Ti amo > sussurrò il giovane, con occhi lucidi.

< Ti amo anch’io, dolcezza >. Dopodiché si baciarono dolcemente, tornando sotto le lenzuola.

Scossa non solo dalla nottata ma anche dal suo sogno impertinente, Mitchie camminava a testa bassa per l’hotel, tornando dal ristorante dopo aver fatto colazione, sperando di non incontrare nessuno dei suoi spasimanti. Cercando una via d’uscita da tutta quella confusione mentale, mandò un messaggio al ragazzo mascherato.

“Hai mai la sensazione di aver fatto la cosa sbagliata, quando pensavi solo di fare del bene? – occhi del mare.”

Aspettò, aspettò a lungo una risposta che non le arrivò. Era appoggiata alla ringhiera delle scale dell’albergo, sperando in una risposta che non arrivò.

Confusa, si voltò di scatto per tornare in albergo, quando si imbatté in Clotilde.

< Attenta a dove vai! > urlò la donna isterica.

< Attenta tu, strega! > urlò Mitchie senza trattenersi.

< Strega a chi??? Ho passato una nottataccia, non ti permetto di chiamarmi in questo modo proprio oggi! >

< La mia non è stata altrettanto piacevole! Che c’è, Liam non l’ha viziata abbastanza? > domandò Mitchie provocatoria.

< Considerando che non è tornato in camera ieri e che ha giustificato l’assenza nel cuore della notte, dopo ore passate ad aspettarlo, con un insignificante messaggio, direi che non è il momento di fare allusioni sessuali > rispose secca la donna.

< Allusioni sessuali? Chi ha mai parlato di ciò! > rise Mitchie di gusto.

< Adesso devo andare, dato che mi tocca chiamare ogni singolo amico di Liam per capire dove sia andato a dormire, dato che ha accennato solo ad un amico che lo stesse ospitando! > fece esasperata Clotilde. A quel punto entrambe le donne sentirono delle risate provenienti dall’atrio, due risate che Mitchie conosceva bene.

< Avevi ragione, correre fa bene! >

< Che ti dicevo Liam? Se vuoi possiamo andarci ogni mattina > fece Niall.

< Ci sto > rispose lui. Nel frattempo entrambi erano arrivati vicino alle scale e notarono le due donne. Mitchie strabuzzò gli occhi quando vide i due che non facevano altro che litigare per lei così in pace tra loro.

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Capitolo 76
*** CAPITOLO 76. ***

< Che state facendo? > domandó Mitchie confusa.

< Siamo andati a correre, non si vede? > fece Niall con freddezza.

< Oh, sí... > rispose Mitchie confusa da quell'improvvisa aria di complicitá che vedeva tra i due.

< Liam, tesoro! > esclamó Clotilde correndo ad abbracciarlo, ma poi si fermò.

< Quanto puzzi! >

< Lo so amore della mia vita > disse Liam scandendo bene ogni frase < sono andato a correre, ho bisogno di una doccia >. Mitchie desiderava prendere a pugni il mondo.

< Va bene > rispose Clotilde con il naso all'insú per l'odore.

" quant'é schizzinosa! " pensó infastidita Mitchie.

< Bene ragazzi, vado a farmi una doccia. Ci si vede! > si affrettó a dire Niall, andandosene.

< Andiamo anche noi amore, potresti aiutarmi con la doccia > disse Liam a Clotilde che, colpita da tale audacia rimase a bocca aperta mentre Liam la conduceva nell'ascensore. Una volta andati, Mitchie rimase sola. Di nuovo.

Pensierosa e preoccupata, Jasmine andó a comprare qualcosa da bere per lei e Louis. Il ragazzo stava finendo l'ultima esibizione, quando vide arrivare Jasmine con due bibite ed un'espressione dubbiosa in volto. Quando ebbero modo di sedersi sul bordo di una fontana in cittá, cominciarono a riposarsi.

< Mi amor, che ti prende? >

< Che intendi? > domandó ansiosa Jasmine mentre sorseggiava un po' di succo d'arancia.

< Sei visibilmente preoccupata per qualcosa >

< Ma no... >

< Ma sì! Sputa il rospo >. Jasmine prese un respiro profondo e parló.

< Ci ho pensato tanto, Lou. A noi due, a quanto ci amiamo, a quante ne abbiamo passate insieme...ormai fai parte della mia vita >

< Anche tu Jas >

< Bene...non riesco neanche a chiedertelo > fece lei sospirando e sorridendo timidamente.

< Chiedermi cosa Jasmine? > domandó Louis confuso. Passarono diversi minuti prima che Jasmine si decidesse a parlare, sotto gli occhi eroniamente spaventati di Louis.

< Sposami, Louis >. Due parole, due semplici parole che avrebbero cambiato la vita di entrambi. Due parole che Jasmine pronunció con timore, amore, confusione e dolcezza.

Due parole che fecero rimanere Louis a bocca aperta.

< Jasmine sei impazzita? Vuoi sposare ME? > chiese lui strabuzzando gli occhi.

< Certo >

< A 18 anni? >

< Certo >

< Ma perchè? > domandó lui in preda ad una crisi di panico.

< Perchè ti amo, voglio stare con te per sempre e far si che queato concetto ti arrivi forte e chiaro! >

< M..ma sei sicura di voler passare il resto della tua vita con me? jas tu sei una donna fantastica, bellissima, intelligente. Cosa ci trovi in me? >

< La felicitá Louis. Voglio sposarti perché ti amo come non ho mai amato nessuno in vita mia. E se per te non é lo stesso io me ne vado... > fece lei alzandosi, seguita da Louis che la afferró per i fianchi e la portó vicino al suo corpo, baciandola con passione. Un vortice travolse i due, vortice di passione, amore, felicitá, confusione e gioventú.

< Voglio essere tuo marito >

Torturandosi le unghie e mordendosi il labbro, Melinda aspettava al ristorante che Zayn entrasse. Era seduta al tavolo da circa 10 minuti da quando il moro era andato fuori ad aspettare la sua bambina. Quel giorno a pranzo gliel'avrebbe presentata, e Melinda aveva una paura tremenda di non piacere alla piccola.

"Perchè non dovresti piacerle? Sei simpatica, carina, dolce...e se mi vedesse come una rivale della sua mamma? No, NO! Non ci pensare cazzo " pensava Melinda tra se e se. A quel punto vide la porta del locale aprirsi ulteriormente e quella vota vide entrare le persone giuste: Zayn teneva per mano Christine, che indossava un vestitino rosso con i capelli neri legati in due codine deliziose. Zayn guardó sorridente prima Christine e poi Melinda che nel giro di qualche secondo si ricompose. Quando i due arrivarono a tavola, Melinda si avvicinó a loro con passo lento e regolato. Voleva essere cauta.

< Christine, lei é Melinda. Melinda, lei é Christine, mia figlia. > la bambina allungó una mano verso la ragazza, sorridendo allegramente quando poi Melinda le porse la sua di mano.

< Molto piacere Christine >

< Lo sai che il mio papá ti ama e che desidera avere tanti bambini con te? La cicogna sará suuuper impegnata con voi > affermó convinta la bimba. Melinda scoppió in una risata, cavolo se era dolce quella bimba!

< Il tuo papâ ti ha detto queste cose? > domandó guardando Zayn che era in preda all'imbarazzo.

< Ah ah > rispose lei annuendo.

< Meglio sederci > affermó Zayn per abbandonare l'imbarazzo

< Sai che a papá piacciono i "Powwe Ranggesss "? >

< Davvero? > domandó Melinda scoppiando in un'ulteriore risata. La bimba annuì e sorrise mostrando le fossette, al che Melinda le disse: < io e te dialogheremo spesso, piccola! >

< Questi maccheroni sono squisiti > notó Lucy.

< Puoi dirlo forte! Cenare qui é fantastico > rispose Josh.

< Allora, ti faccio ancora cosi tanta paura? >

< Beh... > esitó lui.

< Josh! Non sono un mostro, non ti mangio mica >

< Che non sei un mostro lo vedo... > affermó il ragazzo buttando un'occhiata furtiva nella scollatura del vestito rosso della ragazza.

< allora non avere timore di me, ti prego >

< va bene >. Lucy lo ringrazió con un dolce e allo stesso tempo accattivante sorriso che Josh colse.

< Posso chiederti che fine ha fatto tua zia? >

< la zia Anne è tornata in Inghilterra, dopo aver raccontato quella balla sulla vostra discussione e la sua caduta...in compenso é rimasta Gemma qui a voler convincere Harry a tornare a casa. La zia Anne si taglia fuori da questa situazione >

< non so se sia peggio tua zia o tua cugina >

< me lo chiedo anch'io, sai? > fece lui, dopodiché scoppiarono a ridere.

< grazie di avermi invitata ad uscire. Mi ci voleva un'uscita con un amico > disse Lucy.

" amico...prima pugnalata " pensó con rammarico il ragazzo.

< E' stato un piacere >

< Lucy? Josh? > sentirono dire da qualcuno. Entrambi si voltarono di scatto e videro Harry e Gemma guardarli con occhi strabuzzanti.

Lucy, per qualche strana ragione, sbiancò vedendo i due. Forse perchè si sentiva terribilmente in colpa nei confronti di Harry che amava e Josh che usava.

" I loro sguardi...pugnalata numero due" furono i pensieri di Josh di quel momento.

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Capitolo 77
*** CAPITOLO 77. ***

< Che ci fate voi qui? > domandó Harry guardando prima l'uno poi l'altro.

< Ceniamo, non si vede? > chiese Lucy cercando di mantenere la calma, anche se la sua voce squittì troppo.

< Con MIO cugino? > fece Harry con disappunto.

< E' un amico, Harry >

< Harry per piacere evitiamo scenate e lasciaci cenare in pace > pregô Josh.

< Cenare in pace? Sei un bastardo! > urló Harry con la collera negli occhi che dal verde diventarono rossi.

< Harry calmati! > fece Lucy spaventata dalla reazione del ragazzo. Non aveva mai visto Harry così. Josh a quel punto si alzó per fronteggiare il cugino.

< Vuoi finire di nuovo in una scazzottata? >

< Se proprio insisti > rispose Harry prendendo Josh per il colletto della camicia.

< Tutto questo é per colpa tua, sei un'arrampicatrice sociale! > urlô Gemma a Lucy, che non ci vide piú. Si alzó dalla sedia e si mise a dividere i due, in procinto di prendersi a botte.

< Basta, smettetela per l'amor del cielo! > urló Lucy, con una lacrima che le rigó il viso. Josh ed Harry la fissarono sbigottiti, quando videro che la ragazza cominció a piangere.

< Io e Josh stavamo passando una normalissima serata tra amici e al contrario di quanto pensi tu > disse guardando Harry < io amo te,non Josh, anche se comincio a credere che Josh tenga e abbia piú fiducia in me di quanto ne abbia tu>

< Lucy ma io non... > provó a dire Harry.

< Ma niente! Mi hai rovinato la vacanza Harry, a causa dell'incidente e di questa continua e malsana lotta con i tuoi parenti e a cui non riesci a ribellarti! Non hai il coraggio di fare le tue scelte Harry e io non posso più andare avanti così > concluse la ragazza singhiozzando. Gemma rimase a bocca aperta, dopo il discorso della giovane, così anche Josh e Harry che si sentivano terribilmente in colpa.

< Adesso io me ne torno in albergo da sola, ma voi fatemi il favore di chiarirvi civilmente! > urló, così prese la giacca e si diresse verso l'uscita del ristorante, notando che tutti i clienti del ristorante stavano guardando con occhi confusi la scena, per chi non capiva l'inglese, mentre erano occhi sconvolti quelli di chi aveva ben inteso la situazione.

Dopo aver passato il pomeriggio insieme a mare e poi la prima parte della serata in centro, Louis e Jasmine andarono in albergo da lei.

< Jasmine Tomlinson suona piuttosto bene >

< Jasmine The Tomo > disse Louis ridendo. Anche Jasmine scoppió a ridere e si appoggió al petto del ragazzo. Erano seduti sul letto chiacchierando del piú e del meno.

< Quando ci possiamo sposare? > domandó Louis.

< Il prima possibile Lou. Parlerò domani stesso con un prete >

< Hai fretta eh? > notó Louis divertito e baciandole la fronte.

< Voglio che le nostre vite siano unite per sempre. Non c'è bisogno di aspettare >

< Concordo > disse lui. A quel punto Jasmine si sedette con audacia a cavalcioni su di lui e lo bació con passione, passando dalle labbra all'incavo del collo, fino a togliergli la maglietta e lasciare dolci baci sul petto umido di sudore del giovane.

< Ti amo Jas e ti voglio per sempre. >

Così passarono una notte d'amore e passione consapevoli de fatto che il grande passo fosse vicino.

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Capitolo 78
*** CAPITOLO 78. ***

Dopo aver pranzato insieme, Melinda e Zayn portarono la piccola Christine al parco, dopodiché nel tardo pomeriggio le fecero provare il brivido delle giostre di gomma. Zayn e Christine saltellavano sulle giostre mentre Melinda scattava loro adorabili foto. Christine si dimostrò una bambina molto precoce e curiosa.

< Tu vuoi bene al mio papà? > chiese alla ragazza mentre Zayn pagava alla cassa il giro sulle giostre.

< Tantissimo > rispose Melinda.

< Io non voglio che il mio papà soffra >. A quel punto Melinda si chinò e poggiò sulle ginocchia per guardare dritto negli occhi la bambina.

< Non farò mai soffrire il tuo papà, te lo prometto. >

< Croce sul cuore? >

< Croce sul cuore! > fece Melinda addolcita dal visino della bimba. A quel punto Christine abbracciò Melinda che, colta di sorpresa, si emozionò tanto e la abbracciò a sua volta. Quando Zayn vide le sue due piccole donne che si abbracciavano dolcemente, non poté che esserne contento.

Dopo ave riaccompagnato Christine, Zayn e Melinda fecero un giro serale in macchina. Mentre Zayn guidava e canticchiava qualche canzone alla radio, Melinda si soffermò ad ammirare il profilo del ragazzo. Si soffermò sulla barbetta scura che riempiva lievemente il mento spigoloso di Zayn. Notò le sue ciglia lunghe e nere, il suo naso perfetto, il collo lungo su cui la notte prima aveva posato le labbra. A quel ricordo arrossì violentemente, ricordando il contatto della sua pelle nuda con quella di Zayn e i loro respiri che si univano in un solo ed unico sospiro di piacere. Fermi ad un semaforo, Zayn si voltò verso Melinda e notò che lo stesse contemplando.

< Melinda tutto okay? >

< Certo, è solo che sei…bellissimo > affermò la ragazza. Zayn rise dolcemente e poggiò una mano sulla gamba di Melinda, provocando brividi per tutto il corpo della ragazza.

< Ce l’hai un posto appartato dove portarmi a quest’ora della notte? > domandò maliziosa lei.

< Mmmh, penso proprio di sì > rispose lui ridendo. Dopo una decina di minuti, arrivarono al posto.

< Ti ricordi? > domandò Zayn. Melinda ricordava eccome quel posto: avevano fatto un picnic il mese prima, uno dei loro primi appuntamenti, di sera.

< Certo che mi ricordo > rispose lei emozionata. Così Zayn stese una coperta sull’erba e si stesero su essa.

< Che pace! > osservò Zayn guardandosi attorno. Quella sottospecie di collina che donava una perfetta vista dell’intera città, a quell’ora era piuttosto deserta. In un’altra circostanza Melinda si sarebbe spaventata a morte, fifona quant’era, ma con Zayn accanto si sarebbe sentita al sicuro anche appesa ad una fune.

< Qui mi raccontasti anche che la vita ti ha schiaffeggiato diverse volte > ricordò lei.

< Come fai a ricordarlo? > chiese Zayn sorpreso.

< Merito della mia memoria di ferro > rispose Melinda vanitosa. Zayn rise, dopodiché tirò un respiro profondo.

< Quando avevo 16 anni sognavo di fare il cantante >

< Cosa?? > domandò Melinda strabuzzando gli occhi.

< Già, non penso di essere così stonato no? >. Melinda ricordò di averlo sentito cantare in macchina ma, presa dall’ammirare il ragazzo, non aveva fatto inizialmente caso alla bellissima voce di Zayn.

< Per niente > rispose lei sorpresa di quella scoperta.

< Ho fatto un provino per X Factor USA, ma mi hanno detto che il mio livello era piuttosto scarso, seppure avessi delle potenzialità. Un gruppo di ragazzi, che poi è stato preso nel programma, mi ha rinfacciato, subito dopo aver saputo di non essere stato preso, di avere una presenza talmente debole sul palco da fare invidia a quella di una formica. >

< Stai scherzando, vero? >

< No purtroppo. Uno di loro mi disse anche che quello era un concorso per cantanti e non per sfigati >

< Zayn Malik uno sfigato? Ma ti prego! >

< Mel fino a 16 anni non davo peso al mio look, al modo di conciare i capelli, ai profumi costosi. Non m’importava nulla di tutte quelle stronzate. Ma l’umiliazione subita da quei 3 mi portò a capire che dovevo dare una svolta alla mia vita. Cominciai ad interessarmi alla moda, ai migliori gel per capelli, così da diventare quello che sono adesso. Saputo di un concorso di bellezza qui in Italia, viaggiai fin Roma e vinsi il concorso. E adesso eccomi qui, più forte di quanto non fossi e anche più bello, diciamolo > rise lui quasi amaramente. Melinda si sollevò dalla coperta per guardare bene Zayn negli occhi.

< Sei un ragazzo bellissimo, simpatico, carismatico, vanitoso, spiritoso, sarcastico, un papà fantastico. E io ti ammiro per questo >

< Nessuno conosce questo lato della mia vita, tu sei la prima a cui racconto questa storia. >

< Ne sono onorata > disse Melinda dolcemente, dopodiché si chinò e lo baciò con passione. Passò lentamente al lobo dell’orecchio di Zayn, tastandolo con le labbra.

< Che ne dici se tornassimo in macchina? > domandò Zayn malizioso.

< Non mi sembra una cattiva idea > . così passarono la notte in macchina, sotto le stelle, facendo appannare i vetri della macchina tra risate e respiri continui e amandosi come solo erano in grado di fare.

Girandosi e rigirandosi nel letto, Mitchie si pentì di aver passato l’intera giornata da sola. Non solo le sue amiche erano occupate con i loro ragazzi, a differenza sua, ma capì anche di aver bisogno di un po’ di tempo per se per pensare agli ultimi avvenimenti. Annoiata e senza sonno, si alzò dal letto, si vestì con una gonna, un top e converse, si riavviò i capelli e il volto con un po’ di matita e fondotinta e si diresse verso il ristorante dell’albergo. Aveva voglia di un drink e il bar del ristorante l’avrebbe sicuramente aiutata. Arrivata nel ristorante deserto, notò una figura bionda seduta al bar.

“ Merda, Niall. non si può stare tranquilli un giorno! Ora me ne vado in camera e faccio finta di non averlo visto….no, no. devo affrontarlo. Non ci sto capendo nulla ultimamente, è ora di parlare chiaro! “. Così, dopo aver preso un po’ di coraggio, si avvicinò al bancone.

< Niall > lo salutò senza far trasparire emozioni.

< Mitchie, ciao > rispose lui quasi sorpreso.

< Tutto okay? Un cocktail, non troppo forte, faccia lei > disse rivolgendosi prima al biondo e poi al cameriere di turno.

< Questo dovrei chiederlo a te. com’è stato, dopo aver avuto in pungo sia me che Liam, ritrovarti a mani vuote? > chiese lui cinico.

< Niall sto per picchiarti > disse Mitchie trattenendo la rabbia e l’umiliazione.

< Mitchie hai torto, ammettilo. Mi hai sfruttato solo per fare ingelosire Liam! >

< Non ti ho mai dato poi così tante speranze Niall. sei tu che hai voluto insistere con la storia del volermi riconquistare e sai che ti dico? Credo che tu l’abbia fatto solo per il tuo senso di colpa, per avermi tradito >

< Ancora con questa storia? > urlò Niall esasperato.

< Renditi conto di quanto io sia stata male per colpa tua! Sono stata IO quella che ha passato notti a fare incubi in cui venivo derisa da tutto, IO a mangiare poco e niente a pranzo e a cena, IO a riempirmi di dolci durante gli spuntini anche se le mie sembravano più cene di capodanno dovute all’isteria! >. Niall la guardò sbigottito, Dio solo sapeva quanto Mitchie avesse sofferto e avesse ragione.

< Sono stato un tale idiota >

< Sì, lo sei stato! E lo sei anche adesso Niall > urlò Mitchie cominciando a piangere senza sosta. Si portò le mani sul viso e tentò di soffocare i singhiozzi, senza riuscirci. Niall si alzò dalla sedia e andò verso di lei.

< Vattene via! > urlò Mitchie tentando di cacciare Niall che però, insistente, riuscì ad abbracciarla. Mitchie si abbandonò tra le braccia del biondo e lasciò che le lacrime scendessero senza sosta. Una volta che le ebbe esaurite tutte, si ritrovò con gli occhi rossi e super gonfi. Niall delicatamente le sfiorò le palpebre inferiori rossate, dopodiché le diede un bacio sulla fronte.

< Mitchie, voglio essere totalmente sincero con te. mi ascolterai? >. Lei annuì tirando su col naso, al che Niall si sciolse ancor più. Mitchie sembrava ancor più una bambina indifesa con i capelli chiari e lisci che le circondavano il viso, gli occhioni verde/azzurro ancor più grandi dopo il pianto e l’espressione imbronciata.

< Sei una ragazza piena di qualità e qualsiasi ragazzo pagherebbe per stare con te. io mi chiamo fuori da questa situazione, ormai ho perso la mia battaglia, anche se in realtà l’ho persa il giorno in cui ti ho tradito. Adesso però devi portare a termine la tua di battaglia! Non lasciare che quella donna ti porti via Liam. Siete fatti l’uno per l’altra, lo si vede da come vi guardate. >

< E se non dovessi riuscire a vincere? >

< Sei nata per vincere Mitch! Muovi il culo e fai vedere chi sei > la incitò Niall con un dolce sorriso. Mitchie abbracciò d’istinto Niall, un abbraccio amichevole e confortevole. Era felice di aver chiarito una volta per tutte col biondo che si era dimostrato la persona sincera, comprensiva e matura per cui aveva perso la testa tempo prima.

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Capitolo 79
*** CAPITOLO 79. ***

Era mattino e Mitchie, Melinda e Lucy erano sedute sul letto di Jasmine, aspettando che l’amica si decidesse a parlare.

< Jas siamo qui da mezz’ora! Vuoi deciderti a dirci quello che vuoi dirci? > supplicò Melinda.

< Il fatto è che temo che voi mi prendiate per una sprovveduta… >

< Sei incinta? > domandò Lucy su due piedi.

< No per l’amor del cielo, ho solo 18 anni! >

“Beh, Zayn ha una figlia di 3 anni…” pensò Melinda ridendo tra se e se.

< E allora che succede? > domandò Mitchie. Jasmine sospirò circa una decina di volte prima di guardare le sue amiche ed esclamare: < Io e Louis ci sposiamo>. Lucy sputò il caffè che stava per ingoiare e quasi rischiò di soffocare.

< COSA??? > domandò Melinda strabuzzando gli occhi.

< Avete ben capito, ci sposiamo. Domenica. Ho parlato questa mattina con il prete della chiesa qui vicino e mi ha confermato una cerimonia privata domenica alle 12 > disse tutto d’un fiato. Si sentiva in imbarazzo, ma pensò che non stava andando a rapinare una banca (riferimento puramente casuale ) ma stava per sposare il ragazzo che amava.

< Jas, sei sicura al 100% di volerlo fare? > chiese preoccupata Mitchie.

< Assolutamente. Gliel’ho chiesto io >. Le tre amiche rimasero in silenzio ripensando alle parole dell’amica. Jasmine si preoccupò di quel silenzio, era consapevole del fatto che da fuori la sua decisione potesse sembrare una cazzata giovanile, ma seppur guidata dalla sua impulsività, sapeva di fare la cosa giusta. Melinda, Mitchie e Lucy questo lo capirono, infatti dopo attimi di silenzio urlarono di gioia e si gettarono sull’amica abbracciandola calorosamente.

< Dobbiamo comprare un vestito! > urlò Lucy.

< Con quali soldi? > domandò Jasmine ridendo isterica.

esclamò Melinda.

< Da quando navighi nell’oro? > domandò Mitchie all’amica.

< Non navigo in nulla dato che non so nuotare! Oggi mi pagano per quel servizio fotografico che ho fatto con Zayn >

< Ti restituirò fino all’ultimo centesimo > affermò Jasmine.

< Lasciamo stare i centesimi e pensiamo al tuo matrimonio! Mancano 4 giorni Jas. Oggi pomeriggio andiamo in centro e cerchiamo il tuo vestito >

< Quattro giorni…quattro giorni e sarò la moglie di Louis >

< Che cosa romantica! > esclamò Mitchie con occhi sognanti.

Correndo per il parco dell’hotel, Lucy ripensò agli ultimi avvenimenti della sua vita: alla sera prima, l’ennesima litigata di Josh ed Harry, e alla sua amica Jasmine che si sarebbe sposata.

Non sapeva cosa fare con Josh ed Harry. L’istinto era quello di scappare, ma sapeva che così facendo avrebbe peggiorato la situazione. Esausta, si fermò improvvisamente al centro della corsia, così da non poter evitare che qualcuno le andasse addosso.

< Lucy! Perdonami mi sono distratto un attimo e non ti ho visto > disse Niall visibilmente preoccupato.

< Mi hai quasi buttata a terra ma okay! > esclamò Lucy abbozzando un sorriso dolce.

< Lo so, sono abbastanza pesante > scherzò lui. < O forse sei tu troppo leggera? >

< Scherzi? Ho tanto da smaltire qui > affermò Lucy toccandosi i fianchi.

< Non dire sciocchezze, sei bellissima. Allora, cosa ti turba? >

< Prego? > domandò Lucy, anche se la sua mente vagava ancora attorno al dolce complimento del biondo.

< Si vede lontano un miglio che hai altro per la testa. >

< Hai tempo per una chiacchierata tra amici? > chiese lei supplicante.

Davanti ad un espressino freddo, Lucy raccontò tutta la storia di Harry, i suoi parenti, Josh a Niall che la ascoltava in rigoroso silenzio.

< E questa è la storia della mia vacanza > concluse Lucy sospirando faticosamente. Sentiva il peso di tutta quella faccenda sulla sua piccola testa.

< Poco movimentata, eh galeotta?! > esclamò lui divertito ripensando a Lucy e Gemma rinchiuse in cella dopo essersi prese per capelli.

< Sì guarda, una passeggiata! >

< Lucy, posso darti un consiglio? >

< Per questo siamo qui! >

< Prima di tutto chiarisci a Josh che non hai intenzione di cominciare nulla con lui. Credimi se ti dico che non c’è cosa peggiore dell’essere illusi. Purtroppo l’ho provato sulla mia pelle >

< E se dovesse prenderla male? >

< Potrebbe, ma apprezzerebbe anche la tua sincerità credimi >

< E con Harry cosa faccio? >

< Tu lo ami? >

< Moltissimo >

< E allora dimentica tutto! Vai, glielo dici e vedi cosa ti risponde >

< Sei sicuro sia la cosa migliore da fare? >

< Sicurissimo. Fidati di me > le disse Niall sorridendo rassicurante.

Dopo una doccia rinfrescante, Lucy si preparò ad accogliere Josh nella sua camera. Quando il ragazzo arrivò, Lucy pensò bene a cosa dirgli . si preparò perfino un discorso, ma quando ebbe lì davanti a se il ragazzo, capì che nulla servisse più delle parole sincere.

< Josh, sei un ragazzo d’oro. Un buon amico, bellissimo, dolce, premuroso… >

< Ma? > domandò lui quasi leggendo nel pensiero della ragazza.

< Ma io amo Harry >

< Lo so >

< Non voglio darti false speranze Josh. Voglio solo essere sincera con te >

< Apprezzo la sincerità. >

“Caspita, Niall aveva ragione” pensò lei.

< Grazie >

< Lucy, mi sono invaghito di te sin dal primo momento. Ma tu non mi guardi come guardi Harry. E io non guardo te come fa lui. Siete nati per stare insieme >

< Dici sul serio? > domandò lei emozionata.

< Sì. Non permettere a nessuno di portartelo via >

< Io voglio solo la felicità di Harry >

< La sua felicità sei tu >.

< Mel, come vanno le cose tra te e Zayn? > chiese Mitchie mentre le due amiche passeggiavano per il parco.

< Bene, siamo molto affiatati >

< Poi hai scoperto cosa ti nascondeva? >

< Sì, non era nulla di preoccupante >

< Di cosa si trattava? >

< Mitch non posso dirti nulla… >

< Non ti preoccupare Mel, ma se avrai bisogno di me io ci sarò >.

A quel punto Melinda capì che aveva bisogno di aprirsi totalmente con un’amica, così raccontò a Mitchie di Christine e di tutto il resto della storia.

< Non ci posso credere! E’ una cosa talmente dolce! > esclamò Mitchie pensando a Zayn nelle vesti di padre.

< Mitchie questa storia deve rimanere tra noi. Se qualcun altro sapesse di questa storia Zayn non me lo perdonerebbe mai >

< Sarò muta come una tomba! >

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Capitolo 80
*** CAPITOLO 80. ***

Sotto il sole cuocente e circondate da una vastitá di turisti, le quattro ragazze si diressero verso un negozio d'abiti da sposa che aveva adocchiato Mitchie. I vestiti erano tutti bellissimi, Jasmine ne provò diversi ma nessuno soddisfava i suoi desideri. Voleva un abito semplice ma principesco allo stesso momento... qualcosa che la rendesse unica. Provó abiti rigorosamente bianchi a tubino, con vaste gonne tempestate di brillantini e anche un abito rosso fuoco a tubino che indossó solo per sfizio. Intanto decise ció che avrebbero indossato le tre damigelle, Melinda, Mitchie e Lucy: abiti di seta color pesca con bretelle sottili leggeri brillantini sul corpetto. La lunghezza del vestito si fermava leggermente sopra le ginocchia e le scarpe sarebbero state nere a decoltè tacco 12. Quasi arresa alla consapevolezza che non avrebbe mai trovato il SUO vestito, si sedette pesantemente sul divanetto del negozio e guardó sconfortata le amiche. Lucy intanto stava rovistando tra la pila di vestiti bianchi, quando uno catturó la sua attenzione.

< Sono sicura di conoscerti come le mie tasche e sono altrettanto convinta che questo vestito fa per te. > affermó Lucy. Tutti la guardarono con curiositá, perfino la commessa anche lei arresa. Nel momento in cui Lucy mostró il vestito, gli occhi di Jasmine si illuminarono. Aveva trovato IL vestito.

Tornando a casa, Mitchie si ricordó di non aver ricevuto risposta dal ragazzo mascherato. Come si era permesso di non risponderle?! L'istinto le suggeriva di far finta che quel ragazzo conosciuto per sbaglio ad una festa non esistesse, ma d'altro canto pensó che non ci avrebbe perso nulla. Cosí gli scrisse.

"Ti é caduto il cellulare nel cesso? -Occhi del mare"

Era seduta nel taxi con Melinda affianco, ammirando Roma di sera e il continuo via vai di passanti. Dopo qualche minuto sentí il telefono vibrare.

" No, il telefono no, la fiducia nelle donne sì. -Ragazzo mascherato.

" Che ti é successo? "

" Voi donne siete approfittatrici e vi piace fare il doppiogioco "

" Non tutte siamo cosí " affermô infastidita la ragazza, anche se sentiva particolarmente presa in causa.

" Ah sí? Non direi, siete tutte uguali "

" Parliamoci chiaro giovane: oggi hai un nervo per capello e lo comprendo, ma questo non ti autorizza a trattarmi male. Ci si sente quando ti calmi!!!! "

" Non ci conterei!!! "

Mitchie rimase esterrefatta da tale comportamento. Il ragazzo mascherato rappresentava il suo appiglio per allontanarsi dalla realtá...ora non gli restava neanche lui come sostenitore del suo buon umore.

Era mattino e il sole splendeva alto sulla cittá romana. Louis e Jasmine stavano facendo qualche esibizione, anche se non la smettevano di mandarsi occhiate furtive. Louis immaginó Jasmine in abito bianco, bella e splendente come una dea, per questo decise che anche lui quel giorno sarebbe stato particolarmente bello. Emilia l'avrebbe sicuramente aiutato. Seppure avessero concordato di svolgere solo la cerimonia e nessuna festa, data la loro scarsa disponibilitá economica, Louis voleva che quello fosse il giorno piú bello della vita di Jasmine. E avrebbe fatto di tutto per permettere ció. Ad un tratto il fluire dei suoi pensieri fu interrotto da una figura maschile di sua conoscenza che ammirava i due ragazzi canterini. Era il proprietario del bar. Terminata l'esibizione, Louis e Jasmine si guardavano.imbarazzati e interrgatori a causa di quella presenza che a quel punto ai avvicinô a loro.

< Ehi, non vi mangio mica! > esclamó divertito.

< Buongiorno > dissero i due all'unisono.

< Ciao a voi. Louis, come te la stai passando? >

< Diciamo che questo lavoro mi permette di guadagnare due pasti al giorno...non mi lamento > rispose Louis cinico.

L'uomo sembrava pensieroso. < Louis, ho sbagliato a mandarti via. Sei un lavoratore onesto e anche molto efficente >

< la ringrazio > disse lui stupito quanto Jasmine da quelle parole.

< Non ti rioffrirò il posto da cameriere >

< A no? > chiese il ragazzo con sconforto.

< No, come cameriere no...ma come cantante sí! > esclamó l'uomo entusiasta.

< Dice sul serio? >

< certo, é da un po' che volevo dare una svolta al locale e tu sei la svolta giusta >

< la ringrazio infinitamente. Ma...posso chiederle come mai ha cambiato idea? >

< Devi ringraziare le parole della tua ragazza che ti ama tanto e che ha zittito quell'oca giuliva l'altro giorno > rispose lui ridendo di gusto.

Jasmine guardó i due con un sorriso che partiva da un orecchio e finiva all'altro.

Mentre aspettava Zayn per fare colazione, seduta ad un tavolino fuori il ristorante, Melinda stava leggendo il giornale. Ad un tratto qualcuno piombó sul tavolo posizionando violentemente un articolo di giornale su esso.

< Mi spieghi questo? > chiese Zayn furioso. Melinda, confusa e spaventata, lesse il titolo dell'articolo.

" Zayn Malik e la sua bimba di 3 anni." Sottotitolo: " Ha provato a nasconderne l'esistenza ai paparazzi ma tramite fonti certe abbiamo scoperto TUTTO".

< Cazzo! > esclamó Melinda.

< Cazzo lo dico io! Sei stata tu Melinda? Hai venduto informazioni su Chistine? > chiese lui con una tale furia e rabbia da spaventarla.

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Okaaaay, non manca molto alla fine della fanfiction :) anche se mi piacerebbe ricevere più recensioni da voi çç su non mordo mica.

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Capitolo 81
*** CAPITOLO 81. ***

< Zayn sei impazzito? > domandô Melinda col cuore in gola.
< Solo tu sapevi di questa storia! >
< Mi credi davvero capace di "vendere" Christine? Adoro tua figlia Zayn, e amo te. >
< Melinda perdonami ma non so cosa pensare, sono fuori di me, io voglio che Christine resti fuori dal mondo dello spettacolo.. >
< Per l'amor del cielo, credimi. Non sono stata io! >
< Hai raccontato di lei a qualcuno? >
Melinda esitó, prima di rispondere.
< A Mitchie >
< Cosa?? Mel sei impazzita? Ti avevo pregato di non parlarne con nessuno! > urló Zayn attirando ulteriormente l'attenzione degli altri clienti.
< Lo so ma avevo bisogno di parlarne con un'amica... > disse la ragazza sentendosi colpevole.
< Che cazzo significa?! Non dovevi farlo! Adesso è colpa tua se tutti sanno di mia figlia >
< Zayn sono sicura che Mitchie non abbia detto nulla ai giornalisti. Calmati per favore >
< Vado a parlare con la tua amica> fece Zayn livido in volto.
< No, ci parlo io e poi ti dico >
< Okay, ma nel frattempo stai lontana da mia figlia! > urlô Zayn non curante del fatto che tutti lo sentissero, la notizia era di dominio pubblico dopo tutto.
< Come puoi chiedermi questo? Inoltre Zayn rifletti, non potevi nasconderla per sempre. Prima o poi qualche giornalista vi avrebbe visti e... >
< Ho pagato fior di quattrini ai giornalisti che hanno visto mia figlia purché eliminassero le foto, dato che essendo minorenne Christine gode della privacy >
< Zayn mi dispiace davvero tanto... >
< NON. ADESSO. > disse seccamente Zayn prima di andarsene e lasciare Melinda sull'orlo delle lacrime.

Durante il tragitto sull'autobus, Lucy pensó bene a cosa dire una volta incontrato Harry. Ma tutte le parole sembravano inutili. Voleva sembrare arrabbiata per la mancanza di fiducia di Harry nei suoi confronti ma anche dispiaciuta per l'equivoco triangolo creatosi tra Harry,Josh e Lucy. Arrivata in spiaggia, Lucy prese un profondo respiro e si diresse verso la postazione del bagnino. Arrivata lì peró,vide la sedia vuota. Guardò sconsolata verso il mare,sperando di vederlo nuotare nella sua magnificenza, ma così non fu. A quel punto si voltó intenta a vagare per la spiaggia anche per ore, pur di incontrarlo, ma non dovette andare troppo lontano. Nel momento in cui si voltó, si ritrovó faccia a faccia con il petto nudo di un ragazzo.
< Cercavi qualcuno? > chiese Harry con voce suadente.
< Sì, te > rispose lei col cuore in gola.
< Possiamo parlare in privato? > chiese lei.
Harry la guardó con un sorriso enigmatico, dopodiché fece segno a Lucy di seguirla. Arrivarono davanti alla cabina di Harry, che si fermó a braccia conserte, come se stesse aspettando qualcosa.
< Dovresti scusarti > affermó lei senza pensarci.
< Perchè dovrei? >
< per aver dubitato di me, per aver creduto che fossi interessata a tuo cugino... >
< Sono ancora leggermente convinto di questo > affermó lui irremovibile.
< Sei cocciuto Harry Styles? Non sono minimamente interessata amorevolmente e sessualmente a tuo cugino! >
< E allora perchè ci sei uscita? > domandó lui scomponendosi.
< Volevo provare a togliermi dalla testa la tua faccia di cazzo! > affermò lei come se stesse buttando fuori un groppo tenuto in gola fin troppo.
< Solo per questo? > chiese lui sorpreso e sollevato.
< Solo questo. Sei uno stupido conte viziato, non hai affatto fiducia in me >
< Tu invece sei una ragazzina che non capisce che la vita non è solo sesso! > ribatté lui con il volto vicino a quello della ragazza, tanto vicino da sentire il suo cuore battere forte.
< ti odio Harry Styles! >
< Io ti odio di più! > fece lui. Le labbra di Lucy parlarono chiaro, gli occhi però dissero qualcosa di totalmente diverso. Qualcosa che Harry colse al volo.Si fiondó sulle labbra della ragazza che senza esitare le schiuse per far sí che Harry cominciasse un gioco di lingue passionale. Harry avvolse le sue braccia nude attorno al fisico della ragazza e la avvolse in un forte abbraccio che spiazzó la ragazza. Lucy aprì la cabina di Harry e ci si fiondarono dentro.
< Vuoi finire quello che abbiamo cominciato qualche settimana fa? > domandô lui malizioso ricordando la volta in cui i due si baciarono con furore in quella stessa cabina.
< Perché no > rispose lei poggiandosi al muro. Harry poggió le sue labbra sul collo della giovane,facendola gemere di piacere.
< Ti amo > disse lei.
< Per sempre >disse lui. Lucy liberó Harry del suo costume che nel frattempo sollevó la gonna di Lucy e le sfiló l'intimo. Con un gesto lento e accompagnato da un bacio sulle labbra, Harry entró in Lucy che gemette stringendo tra le mani i ricci morbidi del ragazzo. Fecero l'amore con passione e foga, dopo tanti, troppi giorni passati uno lontano dall'altro.

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Capitolo 82
*** CAPITOLO 82. ***

A passo deciso, Melinda cercava Mitchie per tutto l'albergo. La trovó stesa su una sedia sdraio mentre in pantaloncini e top prendeva un po' di sole.
< Mitchie!! > urló Melinda facendo sobbalzare l'amica.
< Mel? Che succede? >
< Hai raccontato la storia di Zayn e Christine a qualcuno? >
< Cosa? Sei impazzita per caso? > chiese Mitchie sconcertata.
< Nel momento stesso in cui ti ho raccontato di Christine, la stampa é venuta a conoscenza dell'esistenza della bambina! Cosa credi io debba pensare?? >
< Mi ferisci cosí. Sono la tua migliore amica, non ti farei mai una cosa del genere > disse Mitchie con le lacrime che cominciarono a farsi strada nei suoi occhi.
< Mitchie io non voglio dubitare di te ma...non lo so... >
< Ma niente, dubiti e basta. Allora facciamo così, ritorna da me quando avrai fatto pace col cervello! > concluse Mitchie radunando le sue cose e scappando.
Andó verso il parco e passeggiò a lungo ripensando a Melinda e a Zayn. Lei sapeva di non aver raccontato nulla a nessuno, ma allora chi poteva essere stato? A quel punto si sedette ad un muretto e dopo qualche minuto ricevette un messaggio.
" Tutto okay? -Ragazzo mascherato."
Mitchie guardó confusa il messaggio. Solo ora ti ricordi di me? Pensó sconbussolata.
" Ho avuto giornate migliori. Tu? Sbollita la rabbia verso il genere femminile? -Occhi del mare."
" Credo di aver esagerato l'altro giorno "
" Ti chiamavano capitan ovvio? "
" E a te ragazza acidella? "
"NON. E'. GIORNATA. "
" Che succede? "
" Diciamo che nel momento in cui la tua migliore amica comincia a dubitare di te, la situazione si fa grave "
" Non far piangere i tuoi occhi meravigliosi "
" Adesso fai il dolce? "
" Devi far capire alla tua amica che puó fidarsi di te, qualunque sia il problema "
" Forse hai ragione...ma aspetta, come fai a sapere che sto piangendo? "
" Sono un ragazzo perspicace! " ma Mitchie non ci cascó. Capì che il ragazzo mascherato era lì nei dintorni.
" Sei qui! Ti prego, mostrati "
" Non credo sia una buona idea "
" Muovi il culo! Voglio conoscerti, per favore ". Mitchie attese una risposta a lungo, ma non arrivò.
< Ehi Mitch >
< Non adesso Liam > disse la ragazza ignorandolo.
< Stai cercando qualcuno? >
< Forse > rispose lei continuando a guardarsi intorno.
< Stai cercando me >
< Ti piacerebbe > rise Mitchie sarcastica.
< Stai cercando me, occhi del mare >
< Come mi hai chiamata? > chiese lei confusa e sgranando gli occhi.
< Sono io il ragazzo mascherato > affermó lui imbarazzato.

Seduto su di una panca della cabina, Harry teneva in braccio Lucy, mollandole dolci baci sulle braccia, sul collo, ovunque potesse. Non sopportava l'idea di stare lontano dall'unica ragazza che fu in grado di farle battere il cuore, per questo la assaporó in ogni attimo in cui potesse.
< Sei insaziabile! > esclamó Lucy divertita.
< Passerei tutto il giorno a letto con te >
< Prima o poi lo faremo, promesso >
< Con Josh cosa pensi di fare? >
< Abbiamo chiarito ogni cosa. Sa che ti amo e che voglio solo te >
< sono contento. Io gli voglio bene e mi dispiace del fatto che si sia invaghito della mia ragazza >
. Harry annuì.
< Quando avremo un po' di pace, eh? >
< Siamo sulla buona strada, piccola. Fuori Josh, fuori mia madre...manca solo Gemma >
< A mio parere l'osso più duro! >
< Ce la faremo > affermó Harry.
Lucy strinse forte la mano di Harry. < Insieme >

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Capitolo 83
*** CAPITOLO 83. ***

Quel pomeriggio Louis tornò a lavoro, accompagnato da Jasmine. Quando entró nel bar, c'era gente che lo ignorava non conoscendolo, mentre altri occhi lo guardavano indignati mentre il ragazzo si dirigeva verso il palchetto. Secondo contratto, il pomeriggio avrebbe deliziato i clienti con qualche canzone dalla console, mentre la sera, per rendere l'atmosfera più soft, avrebbe deliziato i clienti con qualche sua canzone.
Il proprietario del locale, vedendo che Louis si sentiva in soggezione sotto gli occhi dei ficcanaso, andó verso il palchetto.
< Signori, lui é Louis e si occuperá di rendere piacevole l'atmosfera con qualche musica di sottofondo. Se verrete di sera qui da noi potrete sentirlo cantare. E' un grandissimo talento. Ah, so che Louis é stato coinvolto in un spiacevole episodio in banca, ma non é stato dichiarato colpevole e sono sicuro che non succederá. Mi fido di lui > concluse poggiandogli una mano sulla spalla. Louis apprezzó la fiducia dell'uomo nei suoi confonti e, anche se la gente continuava a guardarlo con diffidenza, lui si sentí piú sicuro di se. Jasmine sorrise al capo che le fece un occhiolino d'intesa.

< C- cosa? Sei tu? > chiese Mitchie sconvolta.
< Giá. Alla festa abbiamo ballato insieme e sono io quello che ti ha scritto quei messaggi > rispose desolato.
< Da quanto l'hai capito che sono io Occhi del mare? >
< Dal primo momento Mitch. Non potrei mai non ricordare i tuoi splendidi occhi >
Mitchie cadde seduta sul muretto e ripensó a tutto: la festa in maschera, il modo in cui i due ballavano suscitando la curiositá della gente, i messaggi confidenziali...tutto. A quel punto guardó Liam con una strana luce degli occhi. Liam cercava di capire cosa passasse per la testa della ragazza, era confuso.
< Tu sei un farabutto! > urló avventandosi sul ragazzo e cominciando a spingerlo.
< Mitch aspetta... >
< aspetta un corno! Pensavo fossi un nuovo amico, di potermi confidare con te! >
< Ma puoi farlo! Messaggiare con te senza che.tu sapessi chi io fossi mi ha permesso di conoscerti da un altro punto di vista! > spiegó lui cercando di mantenere l'equilibrio, ma Mitchie gli diede un altro violento spintone che lo fece cadere di sedere sull'erba. Mitchie lo spinse a terra in modo tale che si stendesse e si sedette a cavalcioni su di lui per poterlo intimidire.
< Mi hai ingannata! Ti odio Liam, ti odio >
Liam, nonostante sentisse la rabbia di Mitchie che diventava sempre più grande, si godette la sensazione di avere Mitchie sul suo fisico. Sensazione che non provava da tempo, che gli mancô terribilmente, che amava.
Mitchie sentì qualcosa muoversi sotto di se e capì.
< Merda Liam, tieni a freno le tue voglie! Stiamo litigando! >
< Appunto > fece lui con rassegnazione e malizia. Mitchie ancora più furiosa, si alzó da sopra al ragazzo e se ne andò a passo veloce.

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Capitolo 84
*** CAPITOLO 84. ***

< Tu mi stai dicendo che Zayn ha una figlia? >
< Sì Jas, sì. Il bello é che non solo ho litigato con Zayn ma anche con Mitchie! > disse agitata Melinda.
< Tu credi davvero che sia stata Mitchie a raccontare tutto ai paparazzi? >
< Certo che no, ma in quel momento ero furiosa e non sapevo cosa pensare >
< Allora vai da lei e diglielo. Era piuttosto giù di morale quando l'ho vista. >
< Comunque devo tornare in camera per la notte >
< Bene, muovi il culo! >

Tornata in camera, Melinda trovó Mitchie stesa sul suo letto, di spalle, mentre riposava. Sapeva che non stava giâ dormendo, non è da lei, pensó. Così si sedette cautamente sul letto dell'amica e le toccó una spalla.
< Mitch? >
< Che c'é? > chiese lei impassibile.
< Dai scusami non volevo dubitare di te >
< Ma l'hai fatto > disse stando ancora di spalle.
< Lo so e mi dispiace. Sono stata stupida, impulsiva e... > disse Melinda, ma poi si fermó sentendo ridere l'amica. Mitchie si voltó dolce in viso.
< La prossima volta non ti perdono! >
< grazie grazie grazie! > le disse Melinda abbracciandola.
< Inoltre ho bisogno di un'amica accanto...non potevo tenerti il muso a lungo > affermó preoccupata Mitchie.
< Che succede? >
< Liam é il ragazzo mascherato >
< Qualche sospetto l'avevo su di lui! >
< Io invece non avevo minimamente pensato a lui. Forse perché con Liam é difficile avere una conversazione aperta e senza pregiudizi o preoccupazioni >
< Ora con lui che farai? >
< Nulla, tra qualche giorno si sposa >
< Ma lui ti ama! >
< A questo punti credo che sia solo attratto sessualmente da me. Dai Mel, altrimenti avrebbe giá lasciato Clotilde! >
< Penso che Liam sia solo codardo e che non voglia lasciare la mummia per non deludere sua madre >
< Il punto qui non è sua madre, ma lui! Non ha mai fatto mosse azzardate nella sua vita e mai le fará >.
< Hai intenzione di arrenderti? > domandô Melinda. Mitchie si sentí una perdente.
< E tu con Zayn e la questione di Christine? Vuoi arrenderti? >
< Che intendi? >
< Che domani andiamo a scoprire chi é il farabutto che ha venduto info su Christine alla stampa. >

Con il matrimonio il giorno dopo, Jasmine si provó definitivamente il vestito.
< Sembri una principessa >
< Grazie Mitch...spero che a Louis piaccia >
< Piacerá di sicuro! E poi secondo me per lui saresti perfetta anche con una buccia di banana in testa >
< questo sì che é un pensiero dolce! > rise ironica Jasmine.

La luce del sole, forte e calda, entrava dalla finestra della camera di Harry. Lucy si sveglió lentamente e abituando gli occhi alla luce. Toccó l'altro lato del letto e lo trovó vuoto. Confusa ancora dal sonno, sentì lo scorrere dell'acqua della doccia. Recuperó l'intimo, si infiló una maglietta e andó in bagno. Aprí lentamente la porta e scorse Harry sotto la doccia, di spalle. contemplò le sue spalle marcate, i suoi ricci bagnati, il suo delizioso fondoschiena che amava tanto. Il ragazzo si voltó per prendere un asciugamano e la vide.
< Buongiorno > le disse dolcemente.
< Gran bel buongiorno > fece lei continuando ad ammirare.
< Dormito bene? > chiese lui divertito.
< Con te che mi coccolavi, sicuramente! >. Harry rise ulteriormente e, dopo essersi messo un asciugamano attorno alla vita,andó verso di lei e le molló un bacio appassionato. Dopodiché poggió la sua fronte su quella della ragazza.
< Stamattina mi ha chiamato mio zio. Lui e Josh partiranno stasera per Londra >
< E perché hai un'espressione così grave? >
< Ha detto che la situazione a casa mia é disastrosa...cercherá lui di trovare un compromesso con le banche >
< Dici sul serio? > domandó lei abbracciandolo forte.
< Non so cosa fare Lucy >

A passo svelto e deciso, Melinda e Mitchie arrivarono davanti alla camera di Zayn. Bussarono freneticamente finché lui non aprì di scatto.
< Siete impazzite per caso?? >
< TU, CON NOI! > dissero le due all'unisono.
In taxi verso una meta sconosciuta, Zayn si chiedeva dove quelle due pazze ragazze lo stessero conducendo.
< Proprio non mi volete dire dove stiamo andando? >
< NO. > rispero le due. Zayn le guardó con un sopracciglio inarcato. Cominciava a credere che fossero pazze.
Arrivarono ad un alto palazzo dentro cui trascinarono Zayn.
< Sono in grado di camminare da solo! >
< Muovi il tuo delizioso culetto Zayn > lo incitó Mel, al che il ragazzo rise malizioso. Entrarono in uno studio dove un uomo calvo sulla cinquantina era seduto a lavorare. Quando vide le due ragazze, sbiancó visibilmente e cominciò a sventolarsi per il caldo, o forse la tensione.
< Adesso lei ripeterá parola per parola ció che ha detto a noi > disse Mitchie con tono intimidatorio. L'uomo annuí nervoso e rassegnato sotto gli occhi ancor piú confusi di Zayn.
< Sono io che ho scritto quell'articolo su sua figlia. Nessuno mi ha raccontato qualcosa su Christine Malik, ma era da giorni che seguivo Melinda per essere il primo a beccare uno scoop che vi riguardasse >. L'uomo si fermó per decifrare l'espressione di Zayn.
< Continui > lo esortó il moro minaccioso.
< Così anche quel giorno ho seguito Melinda e ho sentito di sua figlia >.
Melinda e Mitchie guardarono Zayn con aria interrogatoria.
< Capisci? Noi non abbiamo detto nulla ai paparazzi > affermó Melinda.
< E non puoi incolpare Melinda per aver solo cercato comprensione da un'amica >
< Mi dispiace ragazze > fece Zayn sospirando profondamente. < e in quanto a lei...le consiglio di non pedinare piú la mia ragazza! >
< Il messaggio é arrivato forte e chiaro dalle due signorine > affermó nervoso l'uomo, sotto gli occhi divertiti e sollevati dei tre.

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Beeeene, mancano pochissimi capitoli alla fine. Cosa ne pensate? :)

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Capitolo 85
*** CAPITOLO 85. ***

Uscendo dallo studio del giornalista, i tre si sentivano piú sollevati.

< Ma ragazze, quell'uomo l'avete spaventato! > rise Zayn.

< Ci avrá credute pazze > fece Melinda.

< Per una buona causa > aggiunse Mitchie.

< Amore mi dispiace d'aver dubitato di te. Ma quando si tratta di Christine perdo la ragione >

< Non ti preoccupare > disse Melinda baciandolo con passione. Mitchie guardò i due affiatati che entravano in ascensore e disse divertita: < Credo che useró le scale! >

Quando furono in ascensore, Zayn spinse il tasto per bloccarlo.

< che fai? > domandó Melinda. Quando vide il suo sguardo malizioso capì.

< Qui?? >

< Pure sul gabinetto, con te >

< quanto sei romantico > disse Melinda divertita. Si privarono dei jeans tra un bacio di fuoco e l'altro, dopodiché Zayn si sedette appoggiato al muro e lasciò che Melinda si sedette a cavalcioni su di lui. L'azione la guidó Melinda, che tra un gemito di passione e l'altro sentì di appartenere a Zayn, che i loro corpi si cercavano e desideravano dal primo momento in cui si erano incontrati e conclusero che fare l'amore era la cosa piú bella del mondo.

Arrivata a piano terra, Mitchie vide molta gente aspettare l'ascensore.

< E' guasto > disse loro quando capì cosa Zayn e Melinda stessero facendo dentro di esso.

Più tardi, Lucy e Mitchie si incontrarono per discutere di una questione.

< Ma perché devo andare io da lui? >

< Mitch ci serve che Liam ci faccia questo favore e solo tu puoi chiederglielo > rispose spazientita Lucy.

< Me la pagherai sappilo >. Cosí Mitchie bussó e quando una voce le disse di entrare, lo fece.

< Mitchie, che bella sorpresa > disse Liam lieto.

< Ragazzo mascherato! Oggi niente messaggi? > domandó lei ironica.

Liam sospirò nervoso e le fece segno di accomodarsi.

< Per quanto ancora ce l'avrai con me? >

< Perennemente Liam. Ma tanto a te che importa? Mercoledì ti sposi no? >

< Non me lo ricordare... >

< Sei il solito Liam! Non sai prendere decisioni nella tua vita > disse lei alzando la voce e sollevandosi dalla sedia.

< Non è facile per me lasciare Clotilde > si lamentó lui.

< Liam non scateni la guerra dei mondi se lasci quella mummia! > fece lei porgendosi sulla scrivania.

< Portale rispetto! > fece lui alzandosi dalla sedia.

< Non mi sembra che lei ne porti molto a me!! >

< Sei una ragazzina insolente! > ribattè lui. I loro volti erano a qualche centimetro di distanza.

< E tu un vecchio decrepito! >. Liam sentì la rabbia scoppiargli nel petto, ad un tratto peró fu sorpreso da Mitchie che lo bació tirando violentemente il ragazzo a se dal colletto. Liam non si oppose, i suoi ormoni erano impazziti come mai. Così Mitchie andò da lui dietro la scrivania e continuarono a baciarsi, toccarsi e assaporarsi. Mitchie si stese delicatamente sulla scrivania e lasciò che Liam passasse le sue labbra e la sua lingua sul suo ventre piatto. Sentí il ragazzo comiNciare a sbottonare la cinta dei pantaloni, quando perô Mitchie tornó lucida.

< No Liam fermo >

< Ti voglio Mitchie! >

< Tra qualche giorno ti sposi Liam! > lo esortó lei. Liam si rese conto di quello che stavano per fare e si portó le mani ai capelli, distrutto. Mitchie si sistemò la maglia, riavvió i capelli e dopodiché poggiô le mani sulla cinta di Liam, che la guardò stranito mentre lei le sistemava la cinta. Dopodiché Mitchie tornó dietro la scrivania al suo posto e si ricordó la ragione per cui fosse andata lì.

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Capitolo 86
*** CAPITOLO 86. ***

< Non è giusto che io non ci sia in questo giorno importante per te >

< Lo so mamma, ma non posso aspettare oltre. Voglio sposare Louis adesso! Poi quando torneremo in Inghilterra faremo una festa, dato che ora come ora si svolgerà semplicemente la cerimonia in chiesa >

< Tu sei sicura della tua scelta? >

< Lo amo come non ho mai amato nessuno mamma >

< Sii felice bambina mia >

Dopo aver riattaccato, Jasmine poggiò gli occhi sul suo abito da sposa disteso sul letto e illuminato dalla luce del sole.

< Allora, sei pronta per indossarlo? > domandò Lucy quando entrò in camera.

< Credo di sì > rispose Jasmine sospirando nervosamente.

< Che ti succede Jas? >

< E se stessimo correndo troppo? Insomma, non avrò neanche modo di offrirvi un festeggiamento, inoltre mia madre vorrebbe essere presente… >

< Jas non importa a nessuno dei festeggiamenti e tranquilla che tua madre capirà. Devi solo pensare a te stessa, sei davvero sicura di voler sposare Louis? >

< Al 100% >

< E allora coraggio, indossa questo splendido vestito! >. Jasmine impiegò qualche altro secondo prima di capire definitivamente che quella fosse la scelta migliore che avesse mai fatto.

< Come sto? >

< D’incanto! >

< Mi sistemi la cravatta? >.

Melinda si avvicinò a Zayn e gli sistemò la cravatta nera. Il ragazzo ne approfittò per poggiare le sue grandi mani sulla schiena nuda di Melinda, che indossava un abito stretto e color pesca da damigella che metteva in risalto le sue curve. Da dietro aveva un’apertura ad O al centro così da lasciare scoperta parte della schiena della ragazza mentre la scollatura era meno profonda per compensare la schiena scoperta.

< Come sta Christine? >

< Bene, mi chiede spesso di te > rispose lui.

< Mi manca tanto > disse Melinda con espressione dolce al ricordo dell’adorabile bambina.

< Domani potremmo uscire noi 3 insieme, di sera però. Il pomeriggio devo andare in uno studio televisivo >

< Ci sto! Cosa dirai in quell’intervista? >

< Intendi se parlerò di Christine? Sì, dirò qualcosa di vago in modo tale che i media la smettano di interessarsi a lei e capiscano che è solo una bambina di 3 anni >

< Se non la lasceranno stare, li farò fuori con le mie stesse mani! > affermò Melinda poggiando le mani sulle spalle di Zayn in segno di premura.

< Ti amo Mel >

< Anch’io Zayn > rispose lei prima di baciarlo con foga e passione, per poi lasciargli dolci baci sul mento scolpito del ragazzo e a cui Melinda non resisteva affatto.

Nell’atrio dell’albergo, Niall aspettava Lucy e Mitchie. Quando le vide apparire, rimase a bocca aperta. Entrambe indossavano un vestito color pesca da damigelle: quello di Mitchie era morbido e stretto in vita da una cinta bianca, con piccole pieghe date dalla seta, mentre Lucy ne indossava uno senza spalline, dalla gonna leggermente a campana e brillantini sul corpetto.

< Come mai non vi ricordavo così belle? > domandò sarcastico Niall porgendo ad ognuna di loro un braccio da perfetto cavaliere. Indossava un completo grigio, giacca aperta con camicia bianca e aperta sul collo e che gli donavano un nonsoché di irresistibile.

< Niall James Horan, dovresti affinare il tuo sguardo > gli disse Lucy con una leggera velatura di malizia negli occhi. Niall rise di gusto, dopodiché i tre si incamminarono verso il taxi.

Louis ed Harry erano in chiesa da un pezzo, assieme ai pochi amici di Louis tra cui Emilia, l’adorabile ragazza spagnola che Jasmine ebbe modo di conoscere. Nervosamente, Louis si grattava le mani, il mento, gli zigomi.

< Amico, dovresti rilassarti un attimo! > esclamò Harry divertito.

< Non so perché sono così nervoso >

< Stai per sposarti, te ne rendi conto? >

< Forse non ancora >

< Sei sicuro della tua scelta? >

< Assolutamente sì, amo Jasmine >

< E allora respira profondamente > gli disse Harry prendendo un respiro profondo, dopodiché Louis lo imitò. Harry indossava un jeans nero ed elegante, giacca nera aperta e camicia bianca accompagnata da un papillon nero.

< Quando arrivano? E se fosse scappata? > domandò Louis in preda ad una crisi di nervi.

< Louis coraggio, la sposa deve sempre tardare! >.

A quel punto in chiesa comparvero altri ospiti: il proprietario del bar dove lavorava Louis, le tre damigelle e Zayn.

< Ecco vedi? Stanno arrivando tutti > disse Harry mentre guardava Lucy con meraviglia.

< Ciao bello > disse la ragazza al riccio.

< Ciao pupa! > le disse lui mollandole un bacio sulle labbra.

< Bel papillon! > esclamò lei divertita.

< Non sono per le cravatte > commentò Harry divertito.

< Meglio metterci ai nostri posti, Jasmine sta entrando > così Lucy andò dietro le altre due damigelle al lato della sposa, mentre Harry andò a sedersi.

La tensione di Louis fu spiazzata dal suono della marcia nuziale. Si voltò verso l’entrata della chiesa e la vide. Una deliziosa giovane donna che indossava un abito da sposa bianco e senza spalline, con un copri spalle coordinato. Il corpino presentava delle onde brillantinate e dei brillanti più grandi qua e la. La gonna era larga e principesca, con un velo che la copriva, delicatamente brillantinato e che donavano al vestito lucentezza. I capelli di Jasmine erano raccolti, con qualche ricciolo biondo che scendeva sul viso della ragazza. Il trucco era leggero, con un sottile strato di rossetto rosa sulle labbra. Alle orecchie portava vecchi orecchini a brillante della famiglia di Lucy, indossava una giarrettiera blu alla gamba sinistra e infine al collo portava una collana con intreccio argentato che le avevano comprato le tre damigelle. Quando Louis la vide lì, così’ bella mentre si avvicinava all’altare accompagnata da Niall, tutte le sue paure e la tensione scomparvero. La bellezza di Jasmine lo spiazzò, così anche il suo dolce e timido sorriso identico a quello che aveva il primo giorno in cui si conobbero.

D’altro canto, quando Jasmine vide Louis in completo blu, rimase esterrefatta. Il blu notte calzava a pennello con gli occhi azzurri del ragazzo, così anche la cravatta anch’essa blu e la camicia bianca. Anche le paure e le indecisioni di Jasmine svanirono, sapeva che stava facendo la cosa giusta.

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Capitolo 87
*** CAPITOLO 87. ***

< Non so davvero che dire, mi ero preparata un piccolo discorso ma credo che opterò per l’improvvisazione. Ci conosciamo da due mesi, Louis. Due mesi meravigliosi passati con te. ho lottato per vederti felice e ancora lo sto facendo. Non so cosa ci porterà il futuro, ma sono certa di una cosa: lotterò anche in futuro per te, Louis. Non ti lascerò mai solo, sarò la tua migliore amica, una sorella, una compagna di vita, tua moglie. Ti amo Louis >. Finito di pronunciare il suo discorso,Jasmine aveva gli occhi lucidi. Gli occhi iniziarono a punzecchiarle sul serio quando Louis delicatamente le infilò l’anello all’anulare sinistro.

Ad un tratto sentirono qualcuno singhiozzare.

< Scusatemi > disse Melinda asciugandosi le lacrime con un fazzoletto. Zayn, seduto con gli altri ospiti, si mise una mano in fronte e rise divertito con tutti gli altri gli ospiti della dolce emotività di Melinda.

< Prego > incitò il prete, anch’egli divertito, allo sposo.

< Io invece non ho preparato nessun discorso. non sono bravo con le parole, preferisco esprimere i miei pensieri attraverso una chitarra e qualche nota qua e la, ma oggi non mi è difficile dirti quanto ti amo e quanto tu sia speciale Jas. Non solo sei la mia migliore amica, mia sorella, la mia futura moglie; sei soprattutto la mia bussola, che mi conduce alla retta via quando mi sento totalmente perso. Ciò che ti prometto è amore eterno, quello che meriti è il meglio dalla vita e da me >. A quel punto Jasmine non si trattenne più e lasciò scendere una lacrima che le rigò il viso. Sotto gli occhi apprensivi del prete, Louis gliela asciugò con un pollice e dopodiché lasciò che Jasmine gli infilasse l’anello con la sua mano tremante d’emozione.

Dopo le ultime parole del prete, arrivò la frase che tutti aspettavano: < Vi dichiaro marito e moglie! >.

Jasmine prese il viso di Louis tra le mani e lo baciò intensamente, con gli ospiti che applaudivano felici.

Quando uscirono dalla chiesa, gli amici della coppia di sposi non mancò nel lanciare chicchi di riso sui due. Jasmine tentava di ripararsi dietro Louis, invano. Parlarono tra loro, tutti si complimentavano, compreso il proprietario del bar che si congratulò con loro calorosamente.

< Jaaaas devi assolutamente lanciare il buque! > la incitò impaziente Mitchie. Le ragazze si misero dietro a Jasmine che, di spalle e a qualche metro di distanza, lanciò il buque per aria. Le ragazze si dimenavano e alzavano le braccia al cielo per afferrarlo, ma proprio in quel momento dietro di loro passò qualcun altro. qualcuno che fu preso in pieno in testa dal mazzo di fiori. Quando poi il mazzo cadde a terra, lo raccolse.

< Niall! > esclamarono tutte in coro.

< Ehi, chi ha perso questo? > domandò stranito il ragazzo. Tutte scoppiarono a ridere. Chi avrebbe avuto la fortuna di avere Niall come ragazzo per la vita?

Tornati in albergo, furono accolti a braccia aperte dal personale e dai genitori di Liam che si complimentarono con i novelli sposi. Anche Liam si complimentò con i due.

domandò lui vagamente.

< Dove? > domandò Jasmine confusa. Liam sorrise loro, dopodiché si voltò e si diresse verso un punto sconosciuto. Tutti gli ospiti dell’albergo, a conoscenza della sorpresa, seguirono Liam assieme ai due sposini, arrivando davanti ad una sala.

< Benvenuti al vostro ricevimento! > esclamò Liam aprendo le porte della sala. Louis e Jasmine spalancarono gli occhi davanti a quella sala talmente splendida. Le pareti erano blu, con battiscopa e cornice in alto argentati, i tavoli tondi presentavano delle tovaglie bianche con bordino azzurro e le poltrone erano argentate e bianche. Il tavolo degli sposi era anch’esso ricoperto da una tovaglia bianca e azzurra e sul tavolo erano poggiate diverse rose blu e bianche che lo addobbavano.

< Ma…ma chi è stato a fare tutto questo? > domandò Jasmine ulteriormente emozionata.

< Noi tre, con l’aiuto di Liam > rispose Lucy con un sorriso a 32 denti. Jasmine sorrise a Liam, dopodiché abbracciò calorosamente le sue migliori amiche.

< Consideralo il nostro regalo di matrimonio! > le disse Mitchie. Jasmine fu infinitamente grata alle ragazze, così anche Louis che le ringraziò a dovere.

Mangiarono a volontà, ballarono lenti e balli particolarmente divertenti e si divertirono parecchio. Ricevettero splendidi regali, ma quello di Zayn fu il più particolarmente assurdo.

< Zayn, sei impazzito? > domandò Jasmine strabuzzando gli occhi quando lui le lasciò una ricevuta per una camera d’albergo in uno degli hotel a 5 stelle più prestigiosi di Roma.

< Una cosa da niente ragazzi. Divertitevi stanotte! > esclamò lui malizioso.

< Non so cosa dire > disse Louis ancora sorpreso da un regalo così costoso.

< Vi porterà la mia limousine lì >.

Lì Louis strabuzzò davvero gli occhi. a malapena aveva mai preso un taxi!

Mentre tutti ballavano e si divertivano con gli sposi, Lucy ed Harry si allontanarono un po’dalla festa per ritagliarsi un po’ di spazio.

< Quanto sono belli insieme?! >

< Tanto Lucy > rispose Harry ripensando ai due sposi.

< Pensi che un giorno finiremo così io e te? > domandò lei dubbiosa.

< Non dubitare tesoro mio > le disse lui afferrandole il mento e lasciandole un dolce bacio sul naso.

< Non voglio perderti Harry. >

< Non succederà. Qualunque cosa accada, io farò sempre parte del tuo cuore >. Lucy affondò nel petto di Harry e si godette le braccia di lui che l’avvolgevano dolcemente.

< Josh è partito. Avrebbe voluto salutarti ma pensava non fosse il caso >

< Mi sarebbe piaciuto parlargli un’ultima volta. Mandagli i miei saluti >

< Lo farò > rispose malinconico Harry carezzando dolcemente la schiena di Lucy. Aveva paura di ciò che stava succedendo nella sua famiglia, del futuro, della vita.

Mitchie stava ballando con Melinda, quando vide Liam allontanarsi dalla sala. Così decise di seguirlo.

< Liam aspetta >

< Mitch, ti stai divertendo? >

< Sì è tutto bellissimo. Volevo ringraziarti, hai fatto un ottimo lavoro >

< Per te questo e altro. sono splendidi insieme > affermò Liam indicando Jasmine che sorridente ballava tra le braccia di Louis.

< Già, il loro è vero amore >

< Il vero amore…inizio a dubitare del fatto che esista davvero > disse Liam malinconico.

< Clotilde non è il tuo vero amore? > domandò punzecchiante Mitchie. Liam abbassò il capo e si guardò intorno assicurandosi che nessuno li stesse ascoltando.

< Mitchie, mi manca tutto di te. mi mancano i tuoi baci, i tuoi sorrisi pieni d’amore, il tuo corpo sul mio…non so come descrivere tutto questo >

< Liam non la sposare > sbottò Mitchie.

< Cosa? Mitchie io non… >

< Ti prego, non la sposare > ripeté lei scoppiando in lacrime. Liam, davanti a tale scena, non resistette e corse ad abbracciare la ragazza che cominciò a far scendere lacrime più consistenti sulla camicia bianca di Liam.

< Non piangere piccola > lo esortò lui, dopodiché le sollevò il mento, la guardò negli occhi verdazzurro inondati di lacrime e non resistette a baciarla. La baciò con foga, desiderio e amarezza. Avrebbe voluto che quella ragazza fosse sua per sempre, ma Liam non riusciva ad andare contro i suoi ideali.

< Mitchie, fermiamoci >

< Baciami Liam > implorò lei prima di posare di nuovo le sue labbra su quelle del ragazzo che tempestivamente la prese in braccio e la portò dietro le scale.

< Credo di amarti Mitchie >

< Tu mi ami Liam, ne sono certa. Così come io amo te! ti prego, voglio stare con te per sempre >

< Non possiamo Mitch, non possiamo > disse lui scoppiando anch’egli in lacrime. Rimasero a lungo fronte contro fronte con le lacrime di un amore proibito che scendevano interrotte.

< Credo di non aver mai ballato così tanto in vita mia! > esclamò Zayn esausto e gettandosi sulla sedia.

< A chi lo dici! Il bello è che Jasmine e Louis sono instancabili! > esclamò Melinda anch’essa sfinita.

< Mi ci vorrebbe un bel letto, anche solo per un quarto d’ora… > disse Zayn guardando malizioso la sua ragazza.

< Zayn, non lo so, è il matrimonio di Louis e Jasmine… > fece Melinda tentata.

< Solo per qualche minuto, non se ne accorgeranno neanche > disse ancora Zayn, stavolta con un sorriso pericolosamente sexy sulle labbra.

< Lo stiamo facendo? > chiese Melinda scoppiando in una risata maliziosa.

< Vado a chiamare l’ascensore! >

Arrivati in camera da letto, Zayn sfilò il vestito a Melinda mentre lei le sbottonava il pantalone.

< Stavolta ci sto io sopra! > esclamò la ragazza spingendo Zayn sul letto.

< Audace la piccola Melinda! >

< Perspicace il grande, delizioso Zayn > commentò Melinda mentre gli lasciava dolci baci sul mento, sugli zigomi, sulla gola, prima di cominciare una danza sensuale e piena d’amore con Zayn sul comodo letto.

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Capitolo 88
*** CAPITOLO 88. ***

I festeggiamenti del matrimonio durarono fino al tardo pomeriggio. Louis e Jasmine a fine serata ringraziarono gli ospiti per la splendida serata, dopodiché si diressero verso la limousine di Zayn. Una volta dentro, ne approfittarono per scambiare due chiacchiere.

< Questo vestito ti sta d'incanto...te l'ho giá detto? >

< Circa 27 volte da quando siamo usciti dalla chiesa! > rispose la ragazza divertita.

< Grazie d'avermi chiesto di sposarti, grazie d'essermi sempre accanto, grazie d'amarmi >. Jasmine si emozionô a quelle parole, così baciò Louis con amore e passione.

< Jas devo dirti una cosa, prima di arrivare a destinazione >. Jasmine guardó interrogativa suo marito, visibilmente scosso.

< Mercoledì ci sará il processo per la rapina. Pedro è stato catturato ma non si sa dove sia la refurtiva >

< Ce la faremo Louis! >

< E se Pedro e gli altri non ammettessero che io non c'entro nulla? >

< Devono farlo Louis, devono. > Jasmine sperava tanto che accadesse, ma aveva i suoi dubbi al riguardo, anche se preferiva tenerseli per se data la tensione di Louis.

< Come stai Lucy? >

< Bene, credo >. Lucy ed Harry stavano salendo in camera di Lucy dopo aver salutato gli sposi.

< Cosa ti preoccupa? >

< Che il nostro amore venga distrutto Harry! > esclamó lei affranta.

< Lucy, guardami. Non succederá! Noi ci ameremo per sempre > affermò Harry tenendola ferma per le spalle in modo tale che lei lo guardasse. Dopodiché distrutta Lucy poggió la testa sul petto di Harry annusando il suo buonissimo profumo e desiderô che quel momento durasse per sempre.

< Dormi con me stasera? >

< Hai voglia...> chiese malizioso.

< Ma no, c'é Mitchie in camera > rise Lucy.

< Viglio solo addormentarmi tra le tue braccia >

< Certo piccola mia > rispose lui baciandole i capelli. Dopodiché arrivarono in camera, Harry si privó di scarpe e camicia e lasció che Lucy poggiasse la testa sul suo petto nudo, cosí da poterla carezzare con premura come si fa solo con la donna che si ama.

Arrivati nella camera offertagli da Zayn, i due novelli sposi rimasero incantati dai vari confort che la camera offriva, cominciando dalla vasca idromassaggio fino al letto a forma circolare e ricoperto da petali di rosa rosse.

< Direi che il super modello ha fatto fare le cose in grande stile! > esclamó Jasmine.

< Beh gentile da parte sua > fece Louis posizionandosi dietro la ragazza e cominciando a baciarle delicatamente il collo.

< Non ce la fai ad aspettare, eh? > domandó lei seducente.

< Come potrei, quando la mia sposa indossa un abito bianco che le sta d'incanto? >

< Jasmine Tomlinson...suona più che bene! >

< Decisamente bene, nena > disse lui abbassandole la cerniera del vestito.

< Amo quando mi chiami nena! > esclamó lei voltandosi con la passione negli occhi e baciando con ardore il ragazzo. Con frenesia si privarono del loro vestiti da cerimonia, dopodiché si buttarono sul letto tondo.

< La tua prima notte da mrs Tomlinson...quanto dev'essere speciale? >

< Fino a farmi vedere le stelle! >

< Audace eh? > chiese lui scorrendo con le labbra dal seno al ventre di Jasmine.

< Quanto basta > rispose lei con un sorriso in volto tanto dolce quanto malizioso. Con le mani incrociate tra loro, Jasmine e Louis passarono la serata migliore della loro vita.

< Farlo da sposati é ancora piú bello > notó Louis mentre dolcemente si muoveva in lei.

< Ti amo così tanto > disse lei baciandolo dolcemente mentre Louis la cullava con il suo calore umano e d'amore.

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Capitolo 89
*** CAPITOLO 89. ***

Era tardo pomeriggio e Melinda stava aspettando con ansia che cominciasse la trasmissione. Sapeva che avrebbe capito poco di quello che avrebbe sentito dire alla tv, a causa del suo scarso italiano, ma comunque ci teneva a vedere come si sarebbe comportato Zayn di fronte a determinate domande su Christine. Dopo una decina di minuti cominció finalmente il programma e la presentatrice, non appena pronunció il nome di Zayn, lasció che partisse un applauso generale soprattutto dalle donne, applauso seguito dall'ingresso del ragazzo. Indossava jeans semi aderenti e scuri, maglia grigia e giubbotto di pelle nero che gli donava un nonsoche di sexy e trasgressivo. A sorpresa peró, Zayn non era solo. Teneva per mano la piccola Christine che indossava un adorabile vestito rosso.

"Christine? Che ci fa li?" pensó confusa Melinda.

A sorpresa la presentatrice cominció a parlare inglese.

< Zayn preferisce che parliamo inglese, cosicchè la bimba possa capire. Ovviamente tradurró in italiano per i nostri telespettatori > concluse rivolgendosi al modello.

< Grazie > rispose lui leggermente teso. Dopo un paio di frasi la presentatrice traduceva.

< Allora Zayn, so che ci tieni a mostrare tua figlia qui da noi >

< Solo per qualche minuto. Lei è Christine ed é mia figlia. Avrei preferito tenerla lontana dal mondo dello spettacolo ma così non é stato. Chiedo solo ai giornalisti di non tartassarla, infondo ha solo 3 anni > disse lui guardando premuroso sua figlia che teneramente sorrise alla donna.

< Quello che dice Zayn é giustissimo, anch'io ho un figlio di 4 anni e comprendo la tua apprensione. Christine, sai che sei bellissima? > fece la donna rivolgendosi alla bambina con sguardo incantato.

< Merito del mio papá e della mia mamma > rispose dolcemente lei, cosicché dopo che la presentatrice ebbe tradotto, utto il pubblico si addolcisse anche grazie alla vocina di Christine. Anche Melinda lo fece, adorava quella bimba, soprattutto il suo sorriso identico a quello del suo papá.

< Hai ragione! Vuoi dire qualcos altro? >

< Mmmh che il mio papá é innamorato di Melinda. Ciao Melinda > fece Christine salutando nel vuoto con la manina, non sapendo dove guardare. Zayn rise d'imbarazzo, dopodichè accarezzô con due dita il viso di sua figlia.

< Melinda? La ragazza dello schiaffo? > domandó divertita la donna.

< Sì, la amo. E' una delle cose più belle che mi siano capitate nella vita >.

Melinda istinivamente salutó la televisione e gli occhi le si riempirono di lacrime non solo per la dolcezza di Christine ma soprattutto per le parole di Zayn. Melinda si rese conto di essere totalmente innamorata di Zayn e che l'amore del ragazzo la riempiva totalmente.

Quella mattina Harry scappó in fretta al lavoro. Lucy rimase a lungo a contemplare il ricordo di Harry mezzo nudo sul suo letto che le solleticava con le labbra il braccio, il collo, il viso. Lucy avrebbe voluto che quel momento fosse durato per sempre ma temeva il peggio. Scesa dall'autobus, si diresse verso l'ingresso del lido e li vide una donna poggiata ad un ragazzo riccio. Quando i suoi occhi incrociarono quelli di Harry, li vide distrutti, in procinto di piangere.

< Dai Gemma, ce la faremo >

< No invece, ne dubito! > urló lei in lacrime e scostandosi dal ragazzo. Quando poi la donna vide Lucy, sbuffó a gran voce.

< Adesso ci si mette pure questa!! >

< Questa a chi? > domandó Lucy disgustata del fatto di essersi persino preoccupata per la donna.

< Gemma lascia in pace Lucy. > disse duro Harry.

< Diglielo, digli cosa sta succedendo a causa del "vostro amore" > lo incitó la donna con tono drammatico pronunciando le parole "vostro amore".

Harry prese un respiro profondo prima di confessare.

< Venderemo la nostra villa di famiglia che abbiamo in Inghilterra per pagare i debiti della mia famiglia, Lucy...non sappiamo più dove stare e quella casa é preziosa per il nostro nome e i nostri ricordi >

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Capitolo 90
*** CAPITOLO 90. ***

< Allora, si è divertito l’altra sera alla festa del nostro matrimonio? >

< Tantissimo, tu e Louis siete fatti l’uno per l’altra > rispose il proprietario del bar.

< E delle sue doti canore che ne pensa? > domandò Jasmine indicando Louis che si esibiva sul palchetto, guadagnandosi diversi applausi meritati.

< E’ eccezionale, dovrebbe far carriera! >

< Ormai senza un po’ di fortuna non si va da nessuna parte. E direi che la fortuna fino ad ora non ci ha assistiti >

< Abbi fiducia nel destino Jas, le cose belle arrivano quando meno te lo aspetti! >

Jasmine pensò intensamente a quelle parole, sperando che fossero vere, anche se viste le vicissitudini passate cominciava a dubitare che qualcosa potesse cambiare, per quanto riguarda la situazione economica di Louis.

< Amore! Piaciuta a cover dei Green Day? > domandò entusiasta Louis.

< Come sempre ti sei meritato i tuoi applausi > rispose lei baciando dolcemente suo marito.

< Qualche brutta occhiata me la lanciano in parecchi, per via della mia “cattiva condotta”, ma sto cercando di andare avanti. Non posso fermarmi ad ogni minimo ostacolo >

< Non devi! > esclamò lei convinta.

< Scusate > si intromise una voce.

< Sì? > chiese Louis furtivo.

< Volevo farle i complimenti, lei ha un talento! > esclamò l’uomo sulla cinquantina, di bell’aspetto e visibilmente sicuro di se.

< La ringrazio > fece Louis raggiante.

< Lei ha un futuro nel mondo della musica >

< Lei crede? Il mio è come se fosse solo un hobby >

< Un hobby che potremmo trasformare nella sua carriera >

< Potremmo? > domandò confuso lo spagnolo.

< Simon Cowell, molto piacere. Sono il proprietario di una casa discografica >

< Louis Tomlinson > disse il giovane sorpreso.

< Voglio offrirle un contratto, magari prima però parliamo delle condizioni e soprattutto della brutta faccenda alla banca! >

< Mercoledì ci sarà il processo, devo solo sperare che vada tutto bene > affermò Louis speranzoso del contratto.

< Bene, allora se il processo andrà come sperato, mi chiami a questo numero così fissiamo un appuntamento > concluse l’uomo con un moderato sorriso d’intesa e lasciandogli un biglietto da visita. Una volta uscito dal bar, Louis e Jasmine si abbracciarono forte come mai.

< Un contratto amore mio, un contratto! >

< La fortuna comincia a girare dalla nostra parte! > esclamò Louis sprizzante di gioia.

< Christine l’altra è stata dolcissima in tv >

< Ha la capacità di conquistare tutti con un solo sguardo > notò Zayn. Erano stesi sul letto con il sole del primo mattino che li invadeva e un lenzuolo che copriva la loro nudità.

< Esattamente come tu hai conquistato me >

< Sin dal primo sguardo eri già mia? > domandò Zayn sorpreso accarezzando con un pollice il braccio di Melinda.

< Già, ma non lo volevo ammettere a me stessa >

< Ammetto di essere cambiato tanto grazie a te Mel,inoltre l’essere padre mi ha fatto capire quanto la vita non sia solo divertimento, sesso, soldi, ma anche responsabilità da reggere >

< Sei maturato tantissimo, Zayn > disse lei baciandolo dolcemente sulle labbra.

< Più che fiero di me > affermò Zayn con un pizzico di vanità.

< Devo dire che però rimani sempre il solito ragazzo modesto! > esclamò lei ironica e dandogli una cuscinata sul petto.

< Vuoi fare una battaglia di cuscini? > domandò lui malizioso.

< Mi stai sfidando? >

< Prima però devo dirti una cosa >

< Sei incinto? > domandò Melinda fingendo sgomento.

< Io no, tu? >

< Zayn arriva al dunque > lo incitò lei scherzosa.

< Hai presente quella marca di Jeans per cui abbiamo posato? >

< Beh? >

< Vorrebbe che posassimo per loro per altri tre anni >

< Io e te? > chiese lei strabuzzando gli occhi.

< Esatto. Quello che ti stanno offrendo non è solo un contratto per tre anni, ma diventeresti una modella a tutti gli effetti. Gireremmo il mondo insieme, poseremmo insieme, parteciperemo a delle sfilate insieme… >

< IO? UNA MODELLA? > domandò lei incredula.

< Pensaci prima di rifiutare, Mel. È un’ottima occasione per guadagnare tanti soldi, girare il mondo e soprattutto stare insieme io e te. non verremmo separati dalle nostre vite differenti >

< Io non so se sarei adatta, insomma io sono una ragazza semplice… >

< Non mi dire di no adesso, prima pensaci. Mi prometti che lo farai? >

Melinda guardò dubbiosa il giovane, dopodiché annuì.

Stese una accanto all’altra, Lucy abbracciava forte Mitchie.

< Mitch, come ti senti? > domandò cauta lei, ma dall’amica ricevette solo un gemito sconsolato e stanco.

< Speravo che questo giorno non arrivasse mai, credimi >

< Non possono sposarsi sul serio! Io lo amo! > esclamò Mitchie affondando le lacrime nel cuscino.

< Quante volte ti ho ripetuto da ieri sera che devi lottare per quello che vuoi? >

< Lucy, tu lo stai facendo e ti ammiro, ma Liam ha deciso: sposerà Clotilde, non c’è altra soluzione >

< Credimi se ti dico che ho fatto una scelta, per quanto riguarda la mia lotta. Una scelta importante. Devi avere anche tu il coraggio di fare giuste scelte seppur possano sembrare sbagliate! >

< Che intendi? > domandò Mitchie. Lucy capì di aver catturato la sua attenzione.

< Vuoi davvero che Liam sia tuo? LO VUOI? >

Mitchie ci pensò vari minuti, sospirando diverse volte, prima di capire che Liam era l’uomo della sua vita; che lo sapeva dal primissimo giorno in cui lo incontrò sull’aereo e che se non lo avesse avuto lei, nessuno lo avrebbe avuto. Era il suo Liam.

< LO VOGLIO! >

< Bene, allora fai tutto ciò che ti passa per la testa. Mettiti in ridicolo, passa per la pazza di turno, ma fa’ qualcosa! >.

Mitchie ci pensò bene a cosa avrebbe potuto fare.

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Capitolo 91
*** CAPITOLO 91. ***

Prima che iniziasse il processo, Jasmine fece un salto in prigione. Voleva parlare a quattr’occhi con Pedro.

< Ci conosciamo, bellezza? > domandò lui sorridendole credendosi sexy.

< Sono la moglie di Louis >.

< La moglie? Vedo che si è sistemato bene il mio amichetto >. Anche attraverso il vetro Jasmine sentiva il nauseabondo odore di sigaretta.

< Niente giri di parole, lasciami parlare > fece lei con il terrore nello sguardo per ciò che sarebbe potuto succedere a Louis. Non voleva finisse in carcere per una colpa che non aveva.

< Va bene, spara > acconsentì lui. Pedro era un ragazzo moro con la barbetta incolta sul mento e uno sguardo scuro e furbo. Era di bell’aspetto, ma nulla che potesse interessare Jasmine.

< Louis mi ha detto che non sapeva della rapina, che l’avete ricattato voi altri >

< Fammi capire, sta facendo la figura del bravo ragazzo? > domandò Pedro ridendo d’incredulità.

< Direi di no! e non mentire sul fatto che lui non abbia colpe. Il suo futuro rischia di essere compromesso, ti prego confessa la verità oggi al processo >

< Non credo che lo farò, dopo tutto quello stronzetto c’avrebbe guadagnato quanto noi >

< Stronzetto a chi? Louis lavora quanto può per guadagnare da vivere e di certo non era nel suo interesse rapinare gente onesta! >

< Onesta? In questo mondo non c’è nulla di onesto >

< Non m’importa un cazzo del tuo odio verso il mondo! > esclamò la ragazza esasperata e sbattendo la borsa sul tavolo, attirando l’attenzione dei poliziotti e facendo sussultare Pedro dalla sorpresa.

< Signorina, va tutto bene? > domandò confuso un poliziotto.

< Sì mi scusi. > dopodiché si rivolse a Pedro. < Ci siamo appena sposati, forse la fortuna comincia a girare dalla parte di Louis. Lo sai che è un bravo ragazzo. Pensaci > lo supplicò lei prima di andarsene da quella situazione sudicia.

Lucy aveva dato appuntamento ad Harry al parco dell’Hotel, lo aspettava seduta ad una panchina isolata. Si grattava le mani, il viso, le gambe. Era visibilmente ansiosa, ma sapeva che doveva farlo.

< Amore! > esclamò lui quando la vide. Si sedette vicino a lei e istintivamente Lucy si getto tra le sue braccia. Voleva godersi quel momento come se potesse durare per sempre.

< Ehi Lucy, che succede? >

< Niente, sono solo felice di vederti > rispose lei cercando di nascondere invano la tensione.

< Non mi mentire, cosa c’è? >

Lucy pensò bene a quello che stava per fare. Era la giusta scelta? In cuor suo sapeva di no, ma il cervello le suggeriva che doveva farlo. Così inspirò profondamente e ricacciò dentro le lacrime che lottavano per poter scendere.

< Harry, io…credo di amarti come non ho mai amato nessuno. Sei una delle persone più importanti della mia vita, ho vissuto dei momenti meravigliosi con te >. Lucy fece una pausa prima di continuare, stava ancora lottando con le lacrime.

< Ma sono consapevole del fatto che la vita non sia sempre come la vogliamo. Che possano presentarsi momenti in cui vanno prese delle scelte. Scelte importanti, dolorose, ma giuste. >

< Lucy io non capisco… >

< Devi sposare Claire Hale >

< COSA? > domandò lui strabuzzando gli occhi.

< Devi farlo Harry. È per la tua famiglia, la tua casa, tua madre che seppur una strega è comunque la tua mamma. >

< Lucy mi stai lasciando? Io non posso vivere senza di te, abbiamo lottato tanto in questi due mesi! > urlò lui in procinto di scoppiare in un pianto isterico.

< Lo so, lo so > disse lei prendendo il viso del ragazzo tra le mani e poggiando la fronte contro quella di Harry.

< No, non farlo ti prego > supplicò lui lasciando che le lacrime gli rigassero il viso. A quel punto Lucy non si trattenne e lasciò che anche le sue di lacrime si versassero.

< Harry sei un ragazzo meraviglioso. Tanto meraviglioso da sapere cosa fare >

< Io voglio stare con te >

< Vuoi, ma non puoi. Harry, guardami. Rimarrai per sempre nel mio cuore, così anch’io rimarrò sempre con te >.

< Non ce la faccio a vivere senza di te > singhiozzò il ragazzo affondando la testa nella maglietta di Lucy.

< Ce la farai > affermò lei baciandogli la fronte.

< Ti fidi di me? > domandò Lucy mostrandosi forte, anche se il suo cuore era ormai ridotto a mille pezzetti. Harry annuì faticosamente.

< Allora sappi che ce la farai >.

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Capitolo 92
*** CAPITOLO 92. ***

Liam stava aspettando all’altare la sua futura moglie, Clotilde. La donna perfetta per lui e che faceva impazzire sua madre . suo padre un po’ meno, infatti gli aveva espressamente detto che avrebbe preferito vedere Liam impegnato in una corsa clandestina piuttosto che in un matrimonio semi combinato. Ormai sapeva che tutto era fatto, non doveva far altro che dire quel sì fatidico e vivere per sempre accanto ad una donna che non era più sicuro di amare. In realtà non era mai stato sicuro di niente nella sua vita, tranne che di una cosa: amava immensamente Mitchie. In quel momento immaginò la ragazza che con viso furbo si avvicinava all’altare in abito bianco e che dolcemente lo baciava sulle labbra per poi posargli una mano sul sedere. Istintivamente Liam rise tra se e se, ma quando vide che tutti gli invitati stavano tempestivamente rientrando in chiesa, cominciò a sudare freddo. La sposa era arrivata. Partì la marcia nuziale e vide apparire Clotilde in un vistoso vestito bianco tempestato di brillanti e con uno strascico più lungo della tenda di un castello. Quando la donna arrivò davanti all’altare, raggiante, Liam si sentì in colpa per aver anche solo pensato di lasciarla. Doveva sposarla.

In tutta fretta,il taxista si faceva strada tra le vie trafficate di Roma.

< In fretta su! > lo incitava Mitchie. Doveva arrivare in tempo o se ne sarebbe pentita per tutta la vita. Ad un certo punto la strada fu occupata da una parata con gente vestita nello stile dell’antica Roma.

< Signorina, alla chiesa mancano solo 10 minuti, ma qui in macchina non si può più proseguire. >

Mitchie non ci pensò due volte a scendere dalla macchina e cominciare a correre.

< Ehi, deve pagarmi!! > urlò il taxista invano. Mitchie correva all’impazzata per le vie della città, cominciando ad affaticarsi e ad avere il fiatone, ma non le importava. Correva e correva, doveva arrivare alla meta.

< E’ il momento del giuramento >. Liam annuì al parroco, anche se quello era il momento che più lo spaventava.

< Io Clotilde giuro di amarti nella buona e nella cattiva sorte, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, finché morte non ci separi > pronunciò la donna prima di inserire l’anello nella mano tremante di Liam.

< Liam, tocca a lei >lo incitò il prete. Liam ingoiò un groppo, guardò la fede e con estrema lentezza la prese.

< I…io Liam giuro di amarti nella buona e nella cattiva sorte, nella gioia e nel dolore, in salute e in malattia, finché morte non ci separi >.

Stava inserendo l’anello nel dito della donna, c’era quasi…

< FERMATE IL MATRIMONIO! > urlò qualcuno dal fondo della chiesa. Tutti si voltarono confusi e videro lì una figura sconosciuta. Liam guardò incredulo l’ingresso della chiesa e si chiese se stesse sognando o meno.

< Carlo! Che ci fai qui? > domandò incredula Clotilde.

< Clotilde, amore mio, non sposare quel ragazzino. Tu ami me, non lui >

< Non dire sciocchezze! Io e te abbiamo rotto due anni fa >

< Clotilde che succede? > domandò Liam confuso.

< Succede che Cloty è innamorata di me, non di te, da sempre. >

< CLOTY? > domandò Liam scoppiando a ridere.

< Cloty, diglielo >

< Io devo sposare Liam! > esclamò lei.

< Ma ami me. so che ci siamo lasciati perché mia madre non accettava la nostra relazione, ma ora sono un uomo diverso. Ho scelto di crescere >. Quelle parole colpirono Liam nell’anima. Clotilde cominciò a sudare freddo, guardava gli ospiti, i suoi futuri suoceri, Liam.

< Clò, possiamo parlare in privato? > chiese Liam. La donna annuì, così i due si congedarono per qualche minuto.

< E’ tutto vero quello che dice il fratello non riconosciuto di Steve Jobs? > domandò Liam ironizzando sulla somiglianza dei due.

< Liam…sì, io lo amo, ma amo anche te… >

< No, non mi ami. Io mi chiedo perché abbiamo deciso di sposarci! >

< Era giusto per te e tua madre ed era giusto per me e il mio cuore… > rispose la donna cercando di giustificarsi.

< Clotilde io amo un’altra donna, Mitchie, la amo quanto tu ami Carlo. >

< Quindi che si fa? > chiese la donna in preda al panico.

< SCAPPA CON LUI! >

Correndo più in fretta che potesse, Mitchie arrivò finalmente alla chiesa. Ma la trovò aperta, con alcuni ospiti fuori e altri dentro. Buttò uno sguardo nella chiesa, timorosa di scoprire quello che temeva più di tutto. All’entrata della chiesa notò dei chicchi di riso, dopodiché vide Liam parlare con un uomo che gli strinse cordialmente la mano e a cui Liam sorrise.

“ Chicchi di riso, congratulazioni, Liam che sorride..” Mitchie collegò tutto. Capì di essere arrivata troppo tardi.

Clotilde se ne andò con Carlo, così Liam rimase in chiesa per giustificarsi con gli invitati.

< Mi dispiace per il suo matrimonio, spero che trovi il modo di essere felice > disse uno degli invitati al ragazzo stringendogli la mano.

< Mi creda, la felicità mi aspetta in hotel con due meravigliosi occhi color del mare! > esclamò lui sorridendo ricordando la sua Mitchie. A quel punto Liam guardò all’ingresso della chiesa e scorse una ragazza indietreggiare incredula e allontanandosi mano a mano, mentre versava lacrime interrotte. Gli ospiti la guardavano confusi, ma non appena Liam la vide correre si lanciò anch’egli nella corsa.

< Mitchie! Mitchie aspetta! >

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Capitolo 93
*** CAPITOLO 93. ***

Correndo all’impazzata per la città, Liam seguiva Mitchie che correva. E quanto correva! A causa del traffico e del rumore della gente, Mitchie, distante quant’era, non sentiva Liam che la chiamava a gran voce. Così senza pensarci due volte si infilò in un taxi che partì dopo qualche minuto. Liam si guardò intorno per cercarne un altro di taxi, ma poi vide ciò che gli poteva servire di più.

< Louis, stai tranquillo, andrà tutto bene >

< E se così non fosse? Se mi mettessero in carcere? >

< In quel caso dovremmo farci forza. Ma non ti abbandonerò Louis. Inoltre quanto ti chiuderanno in gattabuia, per un anno? Un anno e mezzo? >

< UN ANNO? > urlò lui in preda al panico.

< Stavo solo ipotizzando! Adesso chiudi gli occhi e respira profondamente > ordinò Jasmine a Louis, che fece ciò che gli ordinava sua moglie. Jasmine senza farsene accorgere gli lasciò un dolce bacio sulle labbra. Dopodiché Louis aprì gli occhi.

< Così va meglio? > domandò lei. Louis inspirò profondamente, prima di stringere forte la mano della ragazza.

< Stammi vicino, Jas >

Scansando turisti, autobus, macchine e cavalli, Liam pedalava con gran forza su una bici turistica correndo dietro al taxi. Ricevette molte bestemmie da parte di chi lo considerava così scostumato da sbattergli contro, ma puntualmente Liam chiedeva loro scusa rischiando di andare addosso ad altra gente. Insomma, si può dire che Liam Payne fosse un totale disastro nel prendere decisioni, nel rendersi conto dei propri sentimenti e nel pedalare.

Mentre avanzava sulla bici teneva d’occhio il taxi. A quel punto lo vide imboccare la strada per l’hotel, così Liam decise di prenderne una secondaria senza troppo traffico, sperando di arrivare prima di Mitchie. Imboccata la strada, trovò il passaggio scombro, fino a che non si imbatté in una serie di bambini che stavano visitando l’antica Roma e che molto lentamente attraversavano la strada.

< Coraggio bimbi, lasciatemi passare! > provava a dire Liam invano, ma sembrava che quella coltre di testoline non finisse più. Dovette aspettare vari minuti, prima di riprendere la sua pazza corsa.

Arrivato in hotel, vide il taxi giallo ripartire con solo il conducente. Così Liam mollò la bici senza averne cura e se precipitò verso l’ascensore. Arrivato davanti alla porta della camera di Mitchie, bussò violentemente ma nessuno le aprì.

< Mitchie aprimi, devo spigarti! > Liam passò diversi minuti a bussare lì, finché non decide di provare alla stanza di Melinda e Jasmine.

< Ehi, che succede? > domandò Zayn mezzo nudo quando aprì la porta della camera.

< Mitchie è qui? > chiese lui in ansia.

< No amico, qui ci siamo solo io e Melinda > rispose Zayn confuso.

< Accidenti! > esclamò Liam. Così prese a cercarla in ogni angolo dell’albergo: al ristorante, ai tavolini fuori, all’angolo sole, ma non la trovò. Liam iniziò a credere che l’avesse persa per sempre, che a causa della sua continua indecisione e della sua incapacità di prendere decisioni avesse fatto scappare l’amore della sua vita. Non sarebbe mai stato felice senza di lei, ora lo sapeva. Si portò le mani agli occhi per soffocare le lacrime e si stese per terra in uno dei corridoi, noncurante del fatto che qualcuno potesse vederlo. A quel punto Liam ebbe un’illuminazione. Si sollevò da terra e pensò bene alla possibilità che la ragazza fosse lì.

< Come ho fatto a non pensarci prima! >. Aveva forse bisogno di stendersi si di un pavimento per ricordarsi di un posto magico per lui e Mitchie? Sì, considerando che stiamo parlando dello svampito Liam.

Louis non pensava che il processo sarebbe finito così, non lo immaginava minimamente. La sua vita sarebbe davvero cambiata e il ragazzo non sapeva come affrontare tale cambiamento. E se non ce l’avesse fatta? Se avrebbe mollato senza neanche provarci? Poi però Louis pensò a Jasmine e a quanto quella ragazza fosse forte nell’animo e a quanta energia gli donasse grazie al suo amore.

< Mi amoooor! > esclamò lei gettandosi tra le braccia di Louis una volta fuori dal tribunale.

< Ce l’abbiamo fatta! > aggiunse la ragazza baciando con passione, amore e lacrime il suo Louis.

< Non ci posso credere che sia finito tutto > affermò Louis. < Non capisco come mai Pedro alla fine abbia detto la verità, credevo avrebbe mentito per far finire anche me nella mischia dei rapinatori >

< Alle volte le persone si rivelano meglio di quello che non sono > disse Jasmine guardando Pedro uscire dal tribunale scortato da due agenti e sorridendogli raggiante, sorriso che Pedro ricambiò con un altro d’intesa.

< Adesso mi toccheranno 2 mesi di lavoro gratis in ospedale, ogni pomeriggio! >

< Passeranno in fretta vedrai. Domani dobbiamo parlare con quel discografico, lo chiamo in questo istante! >

< Grazie, manager > disse Louis allettante.

< Manager hai detto? > chiese Jasmine curiosa.

< Se dovrò incidere un disco mi servirà un manager, no? >

Quando Liam arrivò nella foresta, nell’esatto punto in cui qualche settimana prima lui stava contemplando la sua vita amorosa steso sulle foglie, vide Mitchie stesa mentre piangeva disperata.

< M-Mitchie? > domandò lui cauto. La ragazza si scostò le mani dal viso, rese nitida la vista dal pianto e lo vide lì, vestito in smoking che la guardava apprensivo.

< Che ci fai qui? Non dovresti essere da tua moglie? > domandò lei sprezzante tra un singhiozzo e l’altro.

A quel punto Liam afferrò il cellulare e digitò qualcosa.

“Non è tutto come sembra! –ragazzo mascherato” lesse Mitchie sul suo cellulare.

< Hai voglia di scherzare? >

“Si dia il caso che Clotilde avesse un amore segreto, una sottospecie di brutta copia di Steve Jobs” scrisse lui divertito e guardando la ragazza che confusa leggeva i messaggi. Non voleva far altro che abbracciarla, baciarla, farla sua e cancellare dal suo meraviglioso viso quelle stupide lacrime.

< Cosa stai cercando di dirmi Liam? > chiese con il cuore in gola la ragazza. A quel punto Liam sollevò la mano e fece notare a Mitchie che non ci fosse nessun anello all’anulare. Mitchie strabuzzò gli occhi e cominciò a collegare tutto.

< Ma ho visto qualcuno farti le congratulazioni…i chicchi di riso per terra! >

< Chi sembrava si congratulasse con me in realtà mi stava augurando il meglio dopo un matrimonio sfasciato, in realtà. I chicchi di riso è merito dei bambini che ci sono rimasti male quando hanno saputo che non se ne sarebbero lanciati più > spiegò Liam avvicinandosi sempre più a lei.

< Non l’hai sposata? Liam ti prego, dimmi di no >.

Il ragazzo sorrise, sorrise dolcemente da far sciogliere Mitchie e assieme al sorriso scosse il capo.

< OH MIO DIO! > urlò la ragazza alzandosi da terra e lanciandosi sul giovane che la accolse tra le sue braccia con tutto l’amore del mondo.

< Clotilde è innamorata di un tale Carlo e io lo sono di te Mitchie. Ti amo, ti desidero, voglio proteggerti, accudirti, fare l’amore con te qui sulle foglie come quella volta >

< Dillo ancora che mi ami, ti prego > supplicò lei guardandolo dritto negli occhi.

< Ti amo > affermò lui trafiggendola con uno sguardo. A quel punto gli occhi di Mitchie si posarono sulle labbra del ragazzo che baciò con tanta passione e tanto desiderio come desiderava fare ogni secondo della sua vita.

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Capitolo 94
*** ULTIMO CAPITOLO. ***

Il giorno seguente, Jasmine, Mitchie e Melinda lo passarono chiuse in camera a prendersi cura di Lucy, che distrutta non aveva la forza di alzarsi dal letto e smettere di piangere. Le tre ragazze sapevano che nessuna parola avrebbe aiutato l’amica a sentirsi meglio. Sapevano che ciò che dovevano fare era stare accanto a Lucy, asciugare le sue lacrime e abbracciarla ogni qual volta lei desiderasse arduamente Harry. Il pomeriggio, poi, Lucy accompagnata dalle sue amiche si diresse in aeroporto. Era arrivato il momento di dire addio al ragazzo della sua vita. Arrivata lì non ebbe la forza di guardarsi intorno. Indossava una tuta nera, i capelli erano raccolti in una coda, era struccata e gli occhi erano talmente gonfi dal pianto da sembrare peggio degli occhi di un pesce. Fu allora, quando cominciarono ad ispezionare la sala d’attesa, che videro Harry e Gemma seduti. Non appena Lucy vide Harry anch’egli distrutto, ricominciò a piangere attirando l’attenzione di tutti, compresa quella dei due. Quando Harry vide Lucy in quelle condizioni, corse da lei e la abbracciò. La accolse nelle sue calde braccia e lasciò che Lucy soffocasse i singhiozzi nel suo petto. Nel frattempo le tre amiche si allontanarono, concedendo ai due un po’ di privacy.

< Lucy, io non partirò. Voglio stare con te! > esclamò lui con due lacrime che gli rigavano il viso.

< No Harry, tu devi andare. Non permettere che la tua casa venga venduta e che la tua famiglia soffra >

< Ma così soffrirò io! >

< Avrai modo di essere felice, vedrai. Sei un ragazzo d’oro, il migliore che io abbia mai conosciuto. Meriti di essere felice >

< E tu, sarai felice? >

< Un giorno sì, ma sappi che tu resterai sempre nel mio cuore. Non ti dimenticherò mai, sarai il mio grande amore Harry > disse Lucy afferrando il viso del giovane e baciando le sue labbra grandi.

< Sei bellissima > sussurrò lui.

< Oggi direi che sembro più uno spaventapasseri! > esclamò lei alleviando un po’ la tensione.

“A tutti i passeggeri del volo per Londra, vi preghiamo di dirigervi verso lo sportello…” disse una voce metallica dall’altoparlante.

< Sembra proprio che sia arrivato il momento > affermò Lucy sorridendo lievemente al ragazzo e asciugandogli le lacrime con le dita.

< Sei una splendida creatura Lucy, non lo dimenticare >

< Buon viaggio Harry >

< Ti amo Lucy, ti amerò per sempre. Ricordalo, noi siamo il per sempre >.

Lucy fece scendere un altro paio di lacrime, prima di baciare con passione per l’ultima volta Harry. Con le mani toccò i suoi ricci, il suo viso, le sue orecchie, le sue spalle, il suo collo. Fissò tutto nella mente in modo tale che non lo dimenticasse mai. Non avrebbe potuto. Harry con fatica si scostò da lei e raggiunse la sorella. Gemma a quel punto si avvicinò a Lucy e con sguardo visibilmente commosso disse: < mi dispiace, davvero >.

Lucy annuì, non sapeva che farsene del dispiacere di quella donna.

Tra le braccia delle sue migliori amiche, vide Harry allontanarsi dalla sala d’attesa. Vide Harry allontanarsi da lei per sempre.

Ancora scossa dalla situazione creatasi tra Lucy e Harry, Melinda osservava Zayn e Christine che al parco giocavano a palla. Immaginò cosa avrebbe fatto senza Zayn, come avrebbe reagito se si fosse trovata nei panni di Lucy. Non avrebbe potuto immaginare neanche un giorno senza Zayn, erano come legati da un filo invisibile e soprattutto indivisibile sin dal primo momento in cui si incontrarono. Così, istintivamente, Melinda si alzò dalla panchina e andò verso i due.

< Mel giochi con noi? > domandò Christine dolcemente. Melinda annuì, dopodiché si rivolse a Zayn e dopo avergli mollato un affettuoso baciò gli sussurrò nell’orecchio.

< Quando abbiamo il nostro nuovo servizio fotografico? >

Dopo aver parlato con Simon Cowell, l’uomo, Jasmine e Louis stabilirono che 6 pezzi li avrebbero scritti dei compositori di fiducia di Simon, mentre altri sei li avrebbe dovuti scrivere Louis. Ma questo non lo ritenne un problema, considerando che aveva accanto a se la sua musa ispiratrice nonché la sua bussola, il suo manager, sua moglie.

< Ti dovrai impegnare giorno e notte, mr Tomlinson! > esclamò Jasmine con fare da soldato.

< Sissignora Tomlinson! > ribatté lui baciando Jasmine proprio al centro della piazza dove si incontrarono per la prima volta. Un semplice sguardo che dette inizio ad una storia d’amore simile ad una tipica di libro di Nicholas Sparks e che avrebbero raccontato ai loro nipoti.

Stesi sul letto abbracciati e godendosi il contatto, Mitchie e Liam osservavano il soffitto.

< Stasera Lucy e Niall partiranno per Londra >

< Tu invece? > domandò Liam.

< Io per ora non parto, voglio stare con te Liam. Come faremo a superare la distanza? >

< Io una soluzione ce l’avrei…o meglio, è stata un’idea di mio padre >.

Mitchie sollevò la testa dal letto e sul braccio per osservare bene il ragazzo.

< Tu vorresti studiare marketing, no? >

< Esatto >

< Che ne diresti di lavorare qui a tempo pieno, nell’ufficio d’amministrazione come aspirante segretaria mia e di mio padre? >

< Dici sul serio? Significherebbe trasferirmi qui per sempre? >

< Per ora sì, magari un giorno andremo a vivere a Londra. > affermò Liam speranzoso. Mitchie lo guardò corrugando la fronte.

< Se non ti piace come piano ne troviamo un altro e dirò a mio padre di… >

< Quando inizio? > chiese sorridente Mitchie.

< Mitchie sei sicura? Non voglio che tu debba allontanarti dalla tua famiglia, dalla tua vita >

< La mia vita è con te Liam > disse Mitchie chinandosi e baciando a lungo il ragazzo.

< Ti amo, occhi del mare >

< Mai quanto io amo te, ragazzo mascherato >.

Un anno dopo…

La luce del sole penetrava dalla finestra della stanza ma Lucy non ne fu sorpresa, ormai ne era abituata. Si rigirò nel letto ad una piazza e coprì la sua nudità con un lenzuolo. Si guardò attorno e ricordò dove si trovasse un anno prima, stesa su di un letto a Roma piangendo e disperandosi, non pensando che tutto sarebbe finito in quella maniera. Non avrebbe mai dimenticato la vacanza a Roma e le emozioni provate lì, ma quando poi annusò il dolce profumo del suo ragazzo che si era impadronito del letto capì che le cose dovevano davvero andare così. Vide uscire il giovane dal bagno, con addosso solo i boxer.

< Ehi piccola, sei sveglia? >

< Da poco > rispose Lucy sbadigliando. Il giovane si precipitò sul letto e cominciò a farle il solletico.

< Dai ti prego smettila, sai che odio il solletico! > implorava lei ridendo a crepapelle. Quando il ragazzo, tra una risata e l’altra, smise di torturare Lucy, la guardò fisso negli occhi cervone.

< Mi sei sempre stata accanto Lucy, come non ho potuto accorgermi di quanto io e te siamo fatti l’uno per l’altra? >.

Lucy d’altro canto, guardò fisso negli occhi azzurri del ragazzo, dopodiché portò la testa del giovane verso di se, così da baciarlo con amore e passione.

< L’amore è imprevedibile, me ne sto rendendo conto ogni giorno che passa >

< Cosa mi ha intimato Jasmine un anno fa? Ah sì, di prendermi cura di te durante il viaggio …mi sa che non aveva previsto che mi sarei preso cura di te per sempre > sussurrò lui sul collo di Lucy, che mise una mano tra i suoi capelli biondi, prima che lui cominciasse a lasciare nell’incavo del collo di Lucy dolci baci con delicatezza e armonia. Lucy si godette quel contatto che tanto la faceva impazzire, posando le mani sulle spalle forti del ragazzo e sentendo ogni centimetro del corpo del ragazzo flettersi a contatto con la pelle di lei. A quel punto Lucy lo guardò dritto negli occhi e con tutta la consapevolezza, la sicurezza e l’amore del mondo gli disse: < Ti amo Niall James Horan >.

" L'amore guarda non con gli occhi ma con l'anima. " - W. Shakespeare.

FINE...

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Okay, questo è l'ultimo capitolo della mia ff. :) Piaciuto il finale per ognuna delle protagoniste? Il più insolito forse è quello di Lucy. Spero di avervi sorpresi e che questa fanfiction vi sia piaciuta, l'ho scritta con molto impegno.
Tra un paio di giorni comincerò a pubblicare un'altra fanfiction, spero la leggerete!
Grazie a chi ha letto la mia storia e a chi magari lascia una recensione per me! :) x

Van.

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