Proie Rouge

di Erin
(/viewuser.php?uid=16324)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tra Buio e Luce...il mio Peccato ***
Capitolo 2: *** Ama il tuo peccato e sarai innocente ***



Capitolo 1
*** Tra Buio e Luce...il mio Peccato ***


Non mi è mai veramente piaciuto andare in discoteca

Eccomi con una storia di, credo, due capitoli. Spero possa piacervi, mi è venuta in mente nel tardo pomeriggio, dato che dovevo andare a ballare, ma piove. Per una volta che decido di andare a ballare, dico io! In genere sono la tipa che odia la discoteca...bah, sarà destino.

 

Baci,

Erin.

 

 

 

 

 

 

Proie Rouge

 

Tra Buio e Luce...il mio Peccato

 

 

 

šsšts

 

 

 

Non mi è mai veramente piaciuto andare in discoteca. Ho sempre evitato di farmi coinvolgere in quelle uscite che si organizzavano di solito quando d’estate ero via da Hogwarts.

 

Come quelle di cui parlava mia cugina. Era sempre li che mi ripeteva “ Ma dai Herm, possibile che a diciassette anni ancora non hai messo piede in una discoteca?”

Ed io “ Ma certo, sono andata un paio di volte. E per questo che le evito accuratamente!”.

 

E si sa, quando Hermione Granger si mette in testa una cosa, niente può farle cambiare idea. E così passavo tranquillamente le mie vacanze estive a casa, per poi andare verso Agosto alla Tana e stare con la famiglia Weasley ed Harry Potter. Ero felice, più che felice di passare le vacanze estive con la mia famiglia, che non vedevo per un anno intero: stare con loro anche pernoiose’ cene in ristoranti importanti o chiacchierare con mia madre. Andare al mare e provare a telefonare le mie compagne delle elementari con cui tento ancora di stabilire dei contatti.

 

Insomma, mi piaceva e mi rendeva felice passare la prima parte delle vacanze estive “ come una vecchia” simpaticamente definita da mia cugina Silvia. E lei è più piccola di me, questo mi da decisamente sui nervi. Lei è spensierata, allegra, vogliosa di girare, vedere, frequentare...conosce più cose lei che neanche io che sono due anni più grande.

 

Le nostre discussioni tipo, sono:

 

[...] “ Perché l’altra volta John mi ha passato uno spinello che...

 

Ed io “ Uno che?”

 

“ Ma si dai, lo sai come si rolla una cartina?”

 

Ed io “ Rollare una che?” [...]

 

 [...] “ Oh, Hermione! Ma hai mai bevuto per esempio...” la vedevo eccitarsi “...dell’assenzio?”

 

Del cosa?”

 

“ Ma si quel...oh, lascia perdere” [...]

 

[...] “ Però non posso credere che tu non abbia mai provato un Bacio della Morte!!

 

Un che?” le feci eco stordita, per l’ennesima volta.

 

“ Oh, insomma! Sai quando aspiri fumo e poi lo cacci nella bocca di un’altra persona, baciandola...non quando ti fumano in faccia – chiaro invito ad una scopata...”

 

“ Silvia!” la rimproverai per il modo di parlare. Ma in mente mia pensavo: ah, davvero?! Non lo sapevo...  [...]

 

 

 

Praticamente, secondo lei ero un caso perso. Ed i miei, avevano avuto l’infelice idea di trovarmi, come dire, giù di corda e mandarmi a casa di Silvia, a Parigi, per farmi trascorrere delle felici vacanze estive.

 

“ Ma guardate che io...io davvero sto bene qui, con voi!!” tentai di fargli capire. Ma niente. Mi prepararono una valigia e mi spedirono con un aereo in Francia.

 

Ed ora eccomi, nella camera più disordinata che io avessi mai visto, circondata dal caos più totale. La mia camera non è mai così! Ed ora, ringraziando la mia maggiore età, posso fare incantesimi.

 

Levo la bacchetta e sto per pronunciare un gratta e netta, (ovviamente mia cugina sa che io sono una strega) quando qualcuno di mia conoscenza mi guarda allibita e urla una frase del tipo “ Io mi ritrovo nel mio disordine!” che mi ricorda incredibilmente Pablo Picasso.

 

La sua stanza è rosa. Altra cosa che non sopporto. Insomma, rosa? Ma dico io...fosse un rosa antico...no! E’ un rosa shocking! Lo dice proprio la parola: shocking! Io sono sotto shock.

 

E’ da tre ore, ed ormai sono le undici di sera, che lei si sta preparando. E’ una sera che mi vede in pigiama con orsacchiotti, distesa sul suo letto matrimoniale con tanto di baldacchino fucsia, con un buon libro ed una pinza tra i capelli crespi. Perché, avete qualcosa da ridire?!

 

Lei ha lunghi capelli castano scuro, occhi verdi e bel fisico. E’ solo un po’ bassina, ma compensa con tacchi sui quali io non mi riuscirei neanche a muovere.

 

Ritornando al fatto “odio la discoteca”, Silvia è da tre ore che si sta provando abiti succinti per fare cosa secondo voi? Andare in discoteca! Ed io mi sto sorbendo tutte le sue ondate di voce acuta, sul dovere, secondo lei, che ha una ragazza verso la società.

 

1 – Farsi bella

 

2 – Andare in Discoteca

 

3 – Trovarsi un ragazzo

 

 

Tre punti fondamentali che mi vedono discordante a pieno. Ma, cosa più assurda è che vuole che vada con lei. Anzi no, pretende che vada con lei, un po’ perché non mi vuole lasciare sola a casa, un po’ perché non può farlo, un po’, anzi molto, perché dice che sembro una vecchia e che se non voglio morire giovane devo andare con lei. A me sta venendo da ridere al solo pensiero che lei creda che io vada di buon grado in discoteca. Mi viene davvero da ridere. A voi no??

 

“ Ora tu scendi da quel letto e inizi a vestirti. Tra mezz’ora saranno qui i miei amici con la macchina, quindi sei pregata di fare in fretta!” urlacchia, mentre di spalle si prova l’ennesimo pezzo di stoffa. Perché solo così posso definire quello che lei chiama ‘vestito leggermente scollato’.

 

“ Già te l’ho detto: va’ tu. Io sto qui, non mi va di venire. E...” secondo voi perché non ho terminato la frase? Silvia mi è addosso, e mi ha appena riversato una montagna di abiti coloratissimi sulla testa, urlandomi nelle orecchie che non sarei rimasta a casa mai e poi mai, quindi mi conveniva sbrigarmi perché non mi avrebbe aspettato.

 

“ Non credi sia un controsenso? Insomma, se non vuoi aspettarmi e poi dici che mai e poi mai mi lasceresti a casa da sola...”

 

Ma smettila! Basta! Non voglio sentire obiezioni! Divertiti per una volta, non pensare sempre alle stesse cose noiose! Scegli un vestito e vieni con me. Ti prometto che se ti scocci, non ti obbligo mai più” la sua voce acuta e stridula faceva a pugni con gli occhi dolci che mi stava facendo. La odio. Eppure, le voglio un mondo di bene.

 

Sbuffando, scendo da letto richiudendo il libro ed inizio ad analizzare tutti gli abiti. Oh mio Dio, ce ne fosse uno degno di questo nome. Sono tutti pezzi di stoffa.

 

“ Ehm...sono tutti così belli, sono indecisa” ironizzo, prendendone i lembi con due dita, faccia disgustata, come se stessi estraendo del pus di Barbatubero dalle sue ghiandole.

 

Ma evidentemente Silvia non afferra.

“ Lo so lo so. Sono incredibilmente belli. Ora ti aiuto a scegliere!” squittisce, mentre io alzo gli occhi al cielo.

 

Credo mi abbia fatto provare come minimo trenta pezzi di stoffa, mentre io cercavo accuratamente di scartare i più osceni. Vi lascio immaginare quindi i più osceni come siano.

 

Intravedendo un pezzo di stoffa decisamente più abito, passo ad indossarlo. Devo dire che non mi sta per niente male! E’ blu scuro, formato da un corpetto che si allunga fin sotto la vita, da dove si libra una gonna svolazzante ma sottile. Tipico taglio francese.

 

“ Ti sta divinamente!” esclama Silvia, e senza darlo a vedere, per non darle troppe soddisfazioni, annuisco distrattamente.

 

Passa a sistemarmi i capelli e, non so come, li rende morbidi boccoli che mi ricadono a metà schiena. Magico!

 

Mi trucca, ed io insisto perché lo faccia in maniera naturale, e lei sbuffando lo fa. Il risultato è meraviglioso, anche se lei avrebbe preferito calcare la mano, come ha fatto con lei.

 

Mi porta nell’armadio delle scarpe, dicendomi di scegliere quelle che mi piacciono di più. Okay, sono pur sempre Hermione Granger, ma anche io sono una ragazza, infondo. Ed è normale che rimanga stupefatta da tante belle scarpe. Ma davvero, non so portarle. Opterei per delle ballerine, ma Silvia mi trucida con lo sguardo.

 

“ Le ballerine fanno tanto brava ragazza che fa la passeggiata mattutina mano nelle mano col suo ragazzo!” dice schifata, come se fosse un’eresia quanto descritto.

 

Alzo un sopracciglio, chiedendomi come facciamo ad essere cugine.

 

“ Ti spiego. Noi stasera siamo delle cacciatrici. Stiamo andando in uno dei locali più in voga di Paris, uno di quelli dove potresti benissimo vedere Brad Pitt in persona. Lussuoso quanto peccaminoso” mi dice con fare accattivante, facendo un gesto della mano che richiama l’artiglio di una tigre. Ho paura: non mi piace come si sta evolvendo la serata! “ Le ballerine non sono adatte...” aggiunge poi, mostrandomi dei sandali blu paillettati, su cui credo neanche Naomi Campbell riuscirebbe a camminare.

 

Scuoto la testa, ma lei insiste. Dio mio, ma che ho fatto di male!

 

Li provo, sto per alzarmi dal letto e...bong! Sono a terra. Lei è sconsolata, mi aiuta ad alzarmi ed io tremante glieli restituisco. Qualcosa di più basso? Per lei qualcosa di più basso equivale a dire un centimetro più basso e quindi me ne porge un altro paio, sempre blu, ma decisamente più belli. Si allacciano alla schiava, così passo ad indossarli. Quando mi alzo traballo, ma chissà come, riesco a mantenermi.

 

Credo di aver fatto almeno dieci o dodici volte avanti e dietro per la stanza, fin quando non mi sono sentita sicura. Ecco la prova che Hermione Granger può tutto, anche le imprese più ardue!!

 

Peng Peng

 

Qualcuno ha suonato un clacson. Silvia si affaccia da una delle finestre della sua villa, e vede che qualcuno è entrato nel parco antistante la sua residenza, per la precisione, una decappottabile rosso fuoco, con un ragazzo alla guida tutto gellato ed un altro affianco con gli occhiali da sole. Qualcuno gli spiega che si chiamano da sole perché si mettono con il sole?

Ai sedili di dietro c’è poi una ragazza avvolta in un abito di pelle aderente color fucsia...sto per dare di stomaco.

 

Silvia mi prende per mano e mi strascina giù per le scale, mentre cerco, non so come, si camminare sui miei otto centimetri di tacco.

 

La brezza serale del 15 Luglio avvolge i nostri corpi seminudi, le nostre gambe praticamente nude, le nostre spalle altrettanto nude. Ma come vi avevo detto, ho indosso solo un misero pezzo di stoffa.

 

“ Ehilà! Siamo venuti un po’ prima, spero non vi dispiaccia” esclama uno, che Silvia bacia a timbro. Ci si saluta così ora tra amici? Perché sono sicura che non è il suo ragazzo: lei stasera è una cacciatrice. Saluta anche l’altro, sempre con un bacio a timbro. Okay, sono solo amici. Sarà un vizio il suo...almeno spero non lo faccia anche con la ragazza al sedile di dietro, e fortunatamente le mie preghiere vengono ascoltate, perché le da un bacio sulla guancia.

 

Si volta verso di me e mi fa cenno di avvicinarmi. Arrivo accanto alla macchina e i due ragazzi praticamente mi squadrano da capo a piedi. Oddio, sono in imbarazzo.

 

E questa bellissima ragazza è...?” ammicca quello, togliendosi gli occhiali.

 

“ E’ Hermione, mia cugina” risponde Silvia, saltando dentro la macchina.

 

He-He-Hermione?” balbetta quello. Credo non mi riconosca, probabilmente perché Silvia gli avrà mostrato una di quelle foto in cui sono in pigiama con orsacchiotti e pinza. D’altronde, io foto decenti non ne ho.

 

“ Ehm si...tu sei?” dico, avvicinandomi con una mano stesa. Pessima mossa, perché quella accanto a mia cugina mi fissa ridendo.

 

John” ah si, quello degli spine-qualcosa “ piacere, bellissima” aggiunge, mentre mi prende per la vita e mi un sono bacio sulla guancia. Credo di essere rimasta ancora con il braccio disteso.

 

L’altro, quello al volante, quello tutto gellato, mi sorride, sporgendosi per darmi un bacio sull’altra guancia.

 

“ Io sono Alfred” si presenta, poi vengo praticamente buttata dentro la decappottabile e si parte.

 

I mie capelli sono al vento, decisamente scompigliati, mentre la radio è ad alto volume e mia cugina e l’amica, che a quanto pare si chiama Tania, stanno dando spettacolo ballando mezze in piedi, come delle invasate. C’è John che da loro manforte, quello al volante, Alfred, che guarda tutto fuorché la strada, ed io che sembro una bambina impaurita che non ha mai visto degli adolescenti felici. O anche una vecchia, scegliete voi.

 

Le strade parigine sono affollatissime e trafficate e solo dopo un’oretta giungiamo a destinazione. Praticamente è un locale con tanto di tappeto rosso, quelli dove ti aprono le portiere e ti aiutano a scendere, dove ti parcheggiano l’auto e dove devi essere per forza in lista per entrare. Ma a Silvia basta dire il suo nome, non per niente mio zio è famoso quasi quando Brad Pitt, per l’appunto.

 

Mentre il buttafuori sorride dopo che mia cugina gli ha rivelato la sua identità, ci lascia entrare. E’ anche uno di quei locali dove ci sono guardie del corpo che scortano continuamente varie persone dentro, quelle famose e irraggiungibili, che saranno in odiosi privè.

E proprio prima di noi passa un ragazzo con una camicia bianca mezz’aperta, un jeans scuro con una cintura a vita bassa, dei capelli biondo chiarissimo scompigliati sulla fronte e leggermente lunghetti. Dev’essere il figlio di qualche pezzo davvero grosso, perché ha al suo seguito ben cinque bodyguard. Ovviamente la mia mente mi gioca brutti scherzi perchè mi sembra di conoscerlo, ma mi sto evidentemente sbagliando. Insieme a lui c’è un ragazzo invece scuro di pelle, occhi blu e vestito pressoché come lui. Ma resta leggermente dietro, sorvegliato solo da due guardie. Probabilmente è l’amico del figlio del pezzo davvero grosso.

 

Camminando sul tappeto rosso mi sento tanto diva del cinema, avvolta nel mio abito cortissimo blu notte con tacchi alti. C’è così tanta gente solo nell’atrio che precede l’entrata vera e propria del locale, così tanta e vestita in modo così succinto, da far venire da ridere.

 

Silvia sorride a qualcuno, salutandolo con i suoi amici. Si ferma a parlare con qualcun altro, poi un altro gruppo ancora. Mi sento decisamente fuori posto in certe occasioni.

 

Salutando, Silvia torna accanto a me, mentre gli altri tre ragazzi ci sono dietro.

 

“ Allora, ti piace?”

 

“ Lo ammetto, mi sento un po’ fuori posto...ma mi piace” le sorrido.

 

Ormai ci sono dentro, quindi non posso fare altro che lasciarmi andare. Passare una serata a mettere il muso proprio non mi va. E poi sono a Parigi, qui non mi conosce nessuno, è un locale lussuosissimo e posso divertirmi anche io. Poi, a vacanze finite, tornerò la solita Hermione Granger.

 

Questa sarà la festa del mio piccolo peccato.

 

Ci sono altri due buttafuori ai lati di una piccola porta con una tenda nera calata: l’ingresso.

 

I due uomini imponenti sono vestiti in smoking, ed hanno tanto di auricolari e occhiali scuri. Anche a loro si dovrebbe spiegare che si, fanno scena, ma è notte fonda. Affianco ad entrambi sostano due tavolini con dei vasi di vetro di murano neri, contenenti centinaia di rose rosse, di un rosso così scuro da sembrare sangue. Non ho mai visto delle rose così belle.

 

Stiamo avvicinandosi ai due, mentre alle mie orecchie inizia a giungere solo la base della musica.

 

“ Silvia Von Roudier” pronuncia mia cugina, ed i due sembrano sciogliersi dalla loro aria severa ed intransigente. Tania si posiziona dietro di noi e i due ci fanno passare, scostando la tenda nera, mentre vedo alle mie spalle John e Alfred prendere rispettivamente due rose rosse da dentro i calici. Hanno il gambo corto e le mettono nel taschino della camicia.

 

Silvia mi avrà visto guardarli, perché mi si avvicina, mentre stiamo percorrendo un corridoio illuminato da luci rosse e soffuse, ai cui lati ci sono delle poltrone e dei banconi che hanno l’aria di occuparsi dell’accoglienza dei soprabiti o roba simile.

 

“ Le rose rosse sono un’esclusiva di questo locale. Sai, tutti gli uomini ne prendono una per donarla, durante la serata, alla ragazza che scelgono come preda. Non per niente il nome del locale è Proie Rouge ovvero Preda Rossa” mi spiegò, quasi arrivati davanti all’altra tenda, ora rosso fuoco.

 

Risi come una stupida.

“ T’immagini se qualche ragazzo resta con la rosa sul petto, perché non trova nessuna che gliela dia?” da quando sono diventata così volgare? Ma sto ridendo, immaginandomi qualche pesce lesso che non riesce a fare colpo. Ma mia cugina mi spiazza.

 

“ Oh Hermione che eresia...nessuno resta a bocca asciutta al Proie Rouge. Nessuno” sussurra, con voce di chi la sa lunga.

 

Effettivamente il pavimento di marmo nero è cosparso di petali di rosa e vari boccioli, ma non perché qualcuno li stia gettando così, insoddisfatto della serata. Sto per vedere, infatti, l’ennesima coppia che sta salendo una scala a chiocciola, che a tutta l’aria di portare a delle stanze. E lei sta gettando la sua rosa per terra, quella che quel bell’imbusto le ha donato, trascinandoselo per la cravatta.

 

Deglutisco, forse troppo rumorosamente.

 

“ Agitata?” mi chiede, davanti al drappo rosso fuoco.

 

Scuoto la testa, ma lo sono...eccome. La musica si fa viva e giunge alle mie orecchie. Al di la di quella tenda c’è il Proie Rouge vero e proprio.

 

“ Ricorda. Il Proie Rouge si chiama così non perché in qualche modo noi ragazze siamo le prede. Chi ha la rosa rossa ad inizio serata?” mi chiede, aggiustandosi l’abito.

 

“ I ragazzi” rispondo meccanicamente, come se stessi a scuola.

 

“ Ecco...fai due più due. Noi siamo le cacciatrici e facciamo illudere gli uomini di essere solo delle prede. Ma sono loro le Prede Rosse. Entriamo...”

 

Sono persa ancora nei miei pensieri, quando Silvia sposta il drappo rosso e sento chiacchierare e strillazzare Tania con i due ragazzi dietro di me.

 

Sto entrando e ciò che mi si para davanti è qualcosa che i miei occhi ingenui mai avevano visto prima. Come ho detto, prima di questa volta ero stata in delle discoteche, una o due. Ma questa...questa...oh, questa è spettacolare!

 

L’ambiente è stupendo, praticamente le luci alternate fanno vedere ben poco, ma si capisce che è spettacolare. Disposto su più livelli, in alto, davvero il alto, ci sono dei balconi di alcuni privè, la pista è gremita di gente, i ragazzi che vedo hanno tutti la rosa rossa sul petto.

 

Per molti, la festa è appena iniziata.

 

La musica techno da fracassarti i timpani, l’ambiente è ovattato per il troppo fumo e odore di alcool che preme forte contro le mie narici. Luci soffuse, rosse per lo più, e come detto, luci alternate, come flash, che ti permettono di vedere ed un attimo dopo sei nei buio più totale, per poi tornare a vedere.

 

L’odore della pelle che si struscia su altra pelle, lingue che s’incontrano, mani invadenti che ti toccano quando cammini. Un mix di profumi m’invade, sento le gambe molli e gli occhi lucidi. Però mi sento come sollevata su un nuvola, avvolta da qualcosa di indescrivibile, perché acquisto così tanta scioltezza da sembrare quasi irreale. Sto facendomi largo tra la folla, andando verso Silvia davanti a me.

 

Ci voltiamo: abbiamo perso Tania, John e Alfred.

 

“ Li abbiamo persi!” urlo nell’orecchio di Silvia, che per la musica troppo alta mi chiede di ripetere.

 

Poi indica un cubo, sul quale scorgo Tania. John sta regalando la sua rosa ad una tipa e...incredibile, lei accetta. Caspita che velocità! Alfred è impegnato in un ballo sfrenato con una biondina.

 

“ Tranquilla, stanno benissimo!” mi urla di rimando, prendendomi per mano e strascinandomi nella folla.

 

Il Proie Rouge, ecco cos’ho davanti. Ed è un mix di trasgressione, passionalità e peccato.

 

Credo di aver visto due ragazzi fare praticamente sesso, contro una colonna corinzia di marmo nero, ricoperta di edera rossa. Ma forse è stata solo mia impressione.

 

E’ incredibile quanto la musica mi sia entrata nell’anima. E’ così forte che inizia a far parte di te, respiri a ritmo di musica, cammini a ritmo di musica, pensi anche, involontariamente, a ritmo di musica.

 

Per l’appunto, sto camminando, tenendo una mano a Silvia, e alzo una mano alla testa, affondandola tra i mie boccoli, mentre muovo il capo ricoperto di riccioli color miele, lungo fino a metà schiena, sorridendo e chiudendo gli occhi.

 

Hermione Granger è ufficialmente in estasi.

 

Sto ballacchiando, mentre continuo ad attraversare la folla, ma un gruppo di persone irrompe fra me e Silvia, spezzando il contatto che ci tiene unite. La mia mano vaga nel nulla, ho una paura tremenda di restare da sola. Ma eccola, la mia cuginetta, mi riafferra e mi porta con lei a centro pista, dove iniziamo a ballare.

 

Non credevo neanche di saper ballare in modo così naturale, come se lo facessi da secoli.

 

Sarà che ho scoperto finalmente di avere diciassette anni, sarà l’aria colma di profumi dall’aria importante e penetrante, sarà la musica...sarà il Proie Rouge, ma stasera voglio divertirmi.

 

Silvia è davvero molto bella, posso notare quanti ragazzi la stanno guardando in questo momento, tutti sono girati nella nostra direzione e...un attimo, fermi tutti, stanno guardando ME.

 

Avvampo, sono sicura, molti parlano tra loro, mi indicano...a questo punto credo si stiano chiedendo chi sono, non avendomi mai visto. Perché c’è Parigi al Proie Rouge, ma io non riesco a passare inosservata. C’è tutta Parigi, si, ma tutta Parigi che s’incontra li più spesso di quanto immaginavo. Ed io non mi ero mai vista al Proie Rouge prima d’ora.

 

Sento delle mani sul mio sedere, mani dure e prepotenti che mi schiacciano contro un corpo, mi scanso infastidita e lui evapora. Altre mani mi sfiorano i capelli, la pelle...mi sfiorano tutta. Ma stiamo ballando al centro del Proie Rouge e quando mi giro, non vedo nessuno da cogliere in flagrante.

 

Silvia sta dando il meglio di sé e a quanto pare, un ragazzo si avvicina, sembra davvero molto carino. Ma non è solo, con lui ce ne un altro. Ci stanno praticamente circondando, ma non posso vedere bene le loro fisionomie nelle luce della discoteca. Hanno la rosa rossa ferma nel taschino della loro camicia bianca, da cui posso notare i loro fisici pazzeschi.

 

Luce, poi di nuovo buio.

 

Luce, e ancora buio.

 

Quello che si avvicina a Silvia è bruno, posso vederlo. Iniziano a ballare, Silvia gli sorride: le piace davvero. Si stanno estraniando, si stanno avviluppando tra loro. Ed io? Io sono intrappolata tra due mani che mi tengono per la vita, il suo profumo m’invade l’anima, riesco perfino a chiudere gli occhi, mentre le sue mani fanno compiere al mio bacino dei giri ritmici, giri che compie anche il suo, incollato al mio sedere.

 

Sento la camicia di tessuto pregiato conto la mia guancia rosea, il calore del suo corpo.

 

Luce

 

Mi volto. E’ biondo, è bellissimo.

 

Buio

 

Sento le sue mani stringermi a lui, posso poggiare la testa nell’incavo del suo collo.

 

Luce

 

Ha un neo, proprio sotto la mascella lattea. Una pelle d’avorio, quasi.

 

Buio

 

Sto perdendo il controllo, non lo conosco, non so chi sia...ma mi fa impazzire.

 

Luce

 

Sposto la testa per portarla davanti a lui, posso poggiare il mio naso sul suo mento. Abbassa il capo, ci sfioriamo i nasi. I suoi occhi sono del colore del cielo in tempesta.

 

Buio

 

Il suo respiro caldo mi fa arrossire, sento una sua mano salirmi lungo la vita, sfiorarmi il seno, la spalla nuda che scotta sotto le sue carezze, la guancia, che prende a solleticare. Affonda una mano nei miei boccoli. Ho caldo.

 

Luce

 

Il suo viso è perfetto, sembra un angelo. Ma ha uno sguardo malizioso. Lo sguardo del peccato.

 

Eccolo, il mio Peccato.

 

Buio

 

Balliamo, la musica ci avvolge, non esiste niente all’infuori di lui per me. Niente.

 

Luce

 

Sono ad un palmo da lui. Mi ritrovo a fissarlo. Ma mi allontano di qualche centimetro.

 

Oh Mio Dio...

 

Buio

 

Sento vacillare le sue carezze. Anche lui ha capito. Il mio cuore batte così forte che posso quasi sentirlo.

 

Luce

 

Non ci posso credere. E’...

 

Buio

 

Il suo profumo, il suo corpo. Le sue mani su di me.

 

Luce

 

E’ Draco Malfoy.

 

Buio

 

Faccio mezzo passo indietro, la sua mano ancora sulla mia vita sembra scottarsi. La ritrae.

 

Luce

 

Il mio sguardo perso nel suo. Siamo confusi, non arrabbiati. Confusi perché se non ci fosse stata la Luce, avremmo continuato a giocare con il nostro Peccato, senza rendercene conto.

 

Buio

 

Mi volto, dandogli la schiena. Figure passano davanti ai miei occhi, musica assordante, odore di fumo ed alcool. All’improvviso mi sembra tutto così sbagliato.

 

Poi la musica cambia, è decisamente più intrigante e passionale. Eccitante, oserei dire.

 

Buio

 

Oh si, il buio mi aiuta. Aiuta a chiudere gli occhi e non pensare. Non pensare che volevo solo peccare di un peccato talmente piccolo, da averlo fatto diventare involontariamente “Il Peccato” per eccellenza.

 

Luce

 

Mi volto vero di lui: non sono una vigliacca. Le braccia abbandonate lungo il corpo stretto in questo abitino succinto, il suo sguardo è fisso nel mio, le sue labbra carnose che ti fanno venir voglia di baciarle.

 

Posso lasciarmi andare? Posso essere semplicemente Hermione per stasera?

 

Buio

 

Il suo profumo viaggia nella mia mente ed arriva dritto al cuore, senza nemmeno avvisare.

 

Luce

 

Si avvicina a me, poggia la sua mano sulla mia vita. Tutto questo mi fa impazzire. Ma cosa mi succede?

 

Buio

 

E se fossimo solo Draco ed Hermione, per stasera?” mi sussurra all’orecchio, sento le sue labbra e le desidero.

 

Ed incredibile: mi spiazza.

 

Luce

 

Mi carezza una guancia, si toglie la rosa dal taschino e me la sistema tra i capelli. Mi ha donato la sua rosa, l’unica cosa che riesco a pensare il quel momento, sono sconvolta. Non so cosa fare.

 

Buio

 

Lui chiude gli occhi e poggia la sua tempia conto la mia, mormorando le frasi di quella canzone divenuta così passionale. Mi sto sciogliendo tra le braccia di Draco Malfoy. Ma non siamo ad Hogwarts, non siamo nel mondo magico. Qui, al Proie Rouge, siamo solo due ragazzi che stanno ballando.

 

‘Ballando’ però mi sembra riduttivo, a questo punto.

 

Mi sembra di star facendo l’amore con lui. Ecco cosa provo adesso. Ed allora mi viene da pensare a come sia farlo davvero con lui.

 

Luce

 

Perché non m’importa se lui è Draco Malfoy? Perché non m’importa se mi sta carezzando la guancia con il dorso della sua mano, con i polpastrelli delle sue dita affusolate?

 

Buio

 

Il suo respiro sulle mie labbra, il suo naso a sfiorare il mio.

 

Luce

 

Mi appaiono i suoi occhi d’argento, i suoi occhi di tempesta.

 

Draco...” sussurro, ma forse lui non mi sente. Mi è venuto così naturale chiamarlo per nome. Per me lui stasera è Draco, punto.

 

Shhh...” le sue labbra carezzano le mie. La sua mano sale dietro la mia nuca, mi avvicina a sé.

 

Mi sta baciando.

 

Buio

 

Fare l’amore con lui dev’essere pericoloso: già, potrei morire. Perché se solo ballare con lui mi sconvolge i sensi e baciarlo mi provoca queste sensazioni a limite dell’umana concezione...allora facendo l’amore con lui arriverei all’orgasmo praticamente morta.

 

Luce

 

Apro gli occhi, vedo la pelle d’avorio della sua guancia.

 

Li richiudo: ora per me esiste solo il BUIO.

 

Ci baciamo, per non so quanto tempo. Le sue labbra premono contro le mie, le divorano, mentre la sua lingua accarezza la mia, e bacio come mai avevo fatto prima.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine Prima Parte

 

 

 

 

 

Questa storia è completamente dedicata a mia cugina Silvia. Eggià, esiste davvero. Ma non è come descritta, a parte l’aspetto fisico ed il fatto che sia più piccola di me di due anni. Lei è decisamente timida e non così sfacciata. Ma immedesimandomi in Hermione più di quello che avrei dovuto (forse mi rivedo in lei, chissà) non ho potuto che mettere “Silvia” al nome della cugina, perché Silvia è la persona a cui voglio davvero un mondo di bene, una di quelle poche persone di cui non potrei fare a meno. Ti Voglio Bene!!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Ama il tuo peccato e sarai innocente ***


Ama il tuo peccato, e sarai innocente

Proie Rouge

 

Ama il tuo peccato e sarai innocente

 

 

šsšts

 

 

Credo siano le due di notte, un grosso orologio sull’alto soffitto ha scandito due rintocchi, anche se non riesco a capire come l’abbia sentito.

 

La musica cambia ancora, diventa più lenta, s’insinua nella mia mente più di quanto io voglia, mi rapisce, mi cattura.

Credo sia un miscuglio tra un tango spagnolo ed una struggente canzone d’amore inglese. E’ magica.

 

Draco mi attira di più a sé, mi stringe, mi culla quasi sulle note di questa melodica sinfonia.

Ondeggiamo lentamente su queste note, così come molte coppie nella sala. C’è Silvia praticamente appesa al collo di quel ragazzo bruno, che lei chiama Blaise. Oddio, ma allora è Zabini!

 

Ma poi, cosa ci fanno loro qui?

 

La luce rossa diventa padrona del Proie Rouge. I nostri corpi sono colorati da una luce calda, come se stessimo camminando sulla riva del mare al tramonto. Ma l’atmosfera è anche più scura, più passionale, più peccaminosa.

 

Sono fermamente convinta del fatto che c’è così tanto pathos ed eros nell’aria, che se uscissimo di qui ci renderemmo conto di quello che stiamo facendo, e smetteremmo. Ma, stranamente, io non voglio uscire e credo neanche lui.

 

Il Proie Rouge risveglia i tuoi sensi assopiti, profuma d’amore, parla di sensualità.

 

E mi viene ancora una volta da pensare: sto ballando davvero con Draco Malfoy? Ho baciato davvero Draco Malfoy?

 

Ora lo stringo, le braccia sulle sue spalle ampie, le dita intrecciate dietro il suo collo; le sue mani sono invece sulla mia vita, sento il suo cuore, il suo respiro sui miei boccoli.

 

Il Proie Rouge è una droga. Ma se davvero ci fosse qualche sostanza erotica nell’aria, comunque non m’importerebbe. Voglio viverlo questo mio Peccato.

 

Mi ritorna in mente la frase di Jim Morrison “ Ama, ama follemente. E se ti dicono che è peccato, ama il tuo peccato e sarai innocente”

 

Posso amare il mio peccato? Forse non Draco Malfoy, perché usciti di qui saremo nuovamente Malfoy e Granger, con tutto quello che comporta. Ma il mio peccato, ciò che sto facendo, io posso amarlo.

 

Sento le ciocche dei suoi capelli sfiorarmi il naso, mentre alzo la testa per portare le mie labbra al suo orecchio.

 

Draco...”

 

Aspetto qualche secondo.

 

“ Usciti di qui, sarà tutto come prima?” chiedo, con voce ferma e decisa.

 

Silenzio, forse non sa cosa dirmi.

 

“ Si” sussurra poco dopo. La sua risposta è sicura, ma anche flebile.

 

“ Bene” dico solo, stringendomi ancora di più a lui.

 

Il mio Peccato è un peccato che posso amare. E sarò innocente. Un’innocente al Proie Rouge. Poi, tutto tornerà come prima.

 

Ho la testa poggiata sul suo petto, guardo alla mia destra: Silvia e Blaise si stanno allontanando dalla sala. Forse, verso le stanze? Una punta di ansia, preoccupazione, nei confronti di Silvia. Ha solo quindici anni...ma mi sa che sono arrivata tardi per aver paura per lei.

 

Due dita sotto il mio mento, torno a perdermi in quegli occhi di tempesta. Sfiora il mio naso con il suo, chiude gli occhi, respira il mio profumo. Le dita sotto il mio mento salgono lungo la guancia, dietro la nuca. Mi attira nuovamente a sé e mi bacia.

 

Dio Mio, riuscirò davvero a fare come se niente fosse, una volta fuori al Proie Rouge? Rivederlo ad Hogwarts non mi provocherà niente?

 

Mi morde leggermente il labbro inferiore, mi stringe a sé quasi sollevandomi da terra. Mi passa un pollice sulle labbra, mi bacia ancora. Scende sul collo, dietro l’orecchio e di nuovo su, sulle labbra. Il suo collo è morbido e sa di quel profumo francese che m’inebria i sensi da quando mi è vicino. Le mie labbra lo fanno trasalire, sussulta quasi, quando prendo a baciarlo accanto a quel bellissimo neo.

 

Lo stringo più forte, mentre continuiamo a baciarci. Lui porta la sua mano ad intrecciare la mia, dietro il suo collo. L’altra mia mano resta lì, mentre questa, intrecciata alla sua, scende lungo i nostri corpi abbracciati.

 

Fa passo indietro, le dita della sua mano intrecciate con le mie, e mi sento vuota senza il suo corpo attaccato al mio. Mi fissa e vorrei dirgli di non guardarmi con quegli occhi, ma non riesco neanche a parlare.

 

Credo mi stia portando fuori dalla sala, perché cammino ancheggiando su questi tacchi condotta solo dal suo corpo accanto al mio, dalla sua mano nella mia.

 

Cammino su un tappeto di rose rosse, cammino e sento la scia del suo profumo, mentre lentamente avanza e mi precede.

 

Sposta il drappo rosso, volta a destra e sale con me la scala a chiocciola.

 

Uno scalino, due.

 

Dove stiamo andando, Draco?

 

Sette scalini, otto.

 

Io sono vergine

 

Pensiero lucido, che in quel momento decido di allontanare.

 

Dodici scalini, tredici.

 

Ebbene, Miss Granger che non se ne importa. Voglio viverlo fino in fondo questo mio Peccato e poi desidero ardentemente fare l’amore con lui.

 

Venti scalini, ventuno.

 

Sono impazzita? Probabilmente si. Ma sento solo la sua mano nella mia e la voglia di averlo.

 

Venticinque scalini, ventisei.

 

Siamo giunti in un atrio circolare con incastonate nelle pareti rosse molte porte. Non faccio quasi caso all’arredamento, ma mi appare lussuoso e decisamente cupo.

 

Una di questa porte si sta appena chiudendo, sulla targhetta appare scritto “ Blaise Zabini e Silvia Von Roudier”. Che il proprietario del Proie Rouge sia un mago? Mi viene subito da pensare che lo sia. Collego, nella mia mente brillante, tutte le idee maturate fin’ora o semplicemente le frasi sentite.

 

 

Nessuno resta a bocca asciutta al Proie Rouge...

 

 

Il Proie Rouge è una droga. Ma se davvero ci fosse qualche sostanza erotica nell’aria, comunque non m’importerebbe...

 

 

Il Proie Rouge risveglia i tuoi sensi assopiti...

 

 

 

Chiudo gli occhi. Quando li riapro degli occhi argentei s’intrecciano ai miei e Draco mi conduce in una stanza infondo, dove una targhetta dorata sbrilluccica sulla porta d’ebano. Credo appariranno i nostri nomi, una volta chiusa la porta.

 

Entriamo, le luci rosse e soffuse mi mettono quasi a mio agio. Fuori, oltre le tende nere calate, c’è la luna piena.

 

Si ferma, si gira, mi guarda. Mi carezza la guancia e sorride.

 

“ Sono vergine” mormoro, senza controllo. Ma diamine, riesco a stare zitta almeno una volta?

 

Le sue labbra sono al mio orecchio, chiudo gli occhi, perché prende a baciarmi proprio lì.

 

A questo punto dovrebbe allontanarmi e non dire “ Vuoi fare l’amore con me?” continuando a baciarmi il collo.

 

Ma l’ha detto. E Dio, io sto tremando.

 

Tremo come una foglia, ma riesco a dire un “ Si ” che mi fa avvampare. E poi non ha detto sesso ma amore.

 

Le sue mani su di me, sul mio abito, sulla mia pelle che scotta.

 

Il mio vestito scende lungo le gambe, finisce sul pavimento. Sono senza reggiseno, avendo messo un vestito a corpetto, e ho uno slip verde scuro. I boccoli mi cadono lungo il corpo fino a coprirmi i seni e la schiena.

 

Ma non mi sento in imbarazzo. I suoi occhi ardono sulla mia pelle ma sento solo lui e ancora lui.

 

Una mano sulla mia vita, ho ancora indosso le scarpe alte. Mi porta con sé verso il letto a baldacchino rosso pompeiano.

 

Cammina a ritroso ed ha ancora le sue mani sui miei fianchi.

 

Si ferma quando le sue ginocchia toccano qualcosa – il letto dalle coperte di seta – e si siede mentre io resto in piedi.

 

Mi bacia il ventre, poi alza lo sguardo per incontrare i miei occhi e le mie guance da bambina. Scende a sciogliermi i lacci alla schiava, le mie scarpe vengono abbandonate ai piedi del letto, perché lui mi trascina con sé e sono sopra di lui, avvolta tra le sue braccia sotto le tende rosse del letto a baldacchino.

 

Mi allontana i boccoli, che mi finiscono dietro le spalle. Ma quando mi chino su di lui, i miei capelli gli invadono il viso.

 

Lui sorride sulle mie labbra e mi bacia, mentre anche la sua camicia bianca, sotto le mie delicate carezze, è per terra.

 

Il jeans scuro scivola lungo le sue gambe, lentamente, mentre sento le sue labbra roventi sulla mia spalla, sul mio collo.

 

Cado al suo fianco, mentre i miei boccoli sono sul suo petto. Mi bacia, mi stringe a lui, ed in un batter di ciglia siamo nudi, su queste coperte rosso scuro.

 

Ora è sopra di me, sento i sui crini biondi sul mio viso, mentre mi bacia ancora e ancora.

 

Il suo corpo contro il mio, la nostra pelle che si carezza, le nostre mani che si cercano, le nostre bocche che si rincontrano.

 

Scende sul collo, sento la sua bocca calda sulle mie scapole, le sue labbra sul mio seno. Ho le gambe divaricate ed il suo corpo che si muove sopra di me. I suoi baci passano a lambirmi ogni parte del corpo, come a voler disegnarne i contorni e imprimerseli nella mente. Un altro bacio sotto i seni, segue una scia che arriva fino all’inguine, ed un brivido percorre la mia schiena.

 

Gli porto le mani ai lati del viso e lo attiro a me, per baciarlo ancora. Mi carezza il ventre, le sue mani raffinate ed eleganti salgono dietro la mia schiena e mi portano al suo cospetto, seduta sul letto a sfiorargli il naso.

 

Mi prende il viso tra le mani e mi bacia, scendo a sfiorargli il torace con i miei baci e le mie mani inesperte, mentre lui affonda la testa tra i miei lungi boccoli.

 

Mi stringe, mi porta giù con sé, e posso sentirlo contro di me, contro la mia verginità. Forse non ho neanche paura, non ho rimorso, niente di tutto ciò. Non penso che mi sto lasciando coccolare e baciare dal mio peggior nemico, non penso che con lui la mia verginità sta per sciogliersi come neve al sole.

 

Ci voltiamo di lato, e poi lui è sopra di me.

 

Quando lo sento entrare in me, un brivido misto di dolore e piacere mi attraversa la schiena. La inarco e mi sfugge un gemito dalle labbra.

 

Ho la testa reclinata all’indietro e lui mi sta baciando il collo.

 

Una spinta, un’altra. Il suo bacino contro il mio, i suoi capelli sulle mie labbra.

 

Le sue spinte decise, il suo torace che sfiora ritmicamente i miei seni. Brividi mi scuotono, ma il dolore è svanito. Lo stringo, non voglio perderlo. M’inebrio di lui e lo bacio.

 

Non stiamo facendo sesso. Stiamo facendo l’amore. Ed ho ancora una rosa rossa tra i capelli. Perché devo lasciarlo?

 

I nostri respiri si fondono, o meglio, i nostri gemiti si fondono e capisco che avevo maledettamente ragione: fare l’amore con lui è dannatamente pericoloso.

 

Sento emozioni così forti da non riuscire a descriverle, artiglio le mie unghie sulla carne della sua schiena. Non voglio davvero lasciarlo.

 

Le nostre labbra sono di nuovo unite, le nostre lingue si sfiorano. Inarco la schiena e lo sento di più dentro di me. Il cuore mi batte forte, ansimo così come lui. Sento le sue labbra nuovamente sul mio collo e gemiti che non gli permettono di continuare a baciarmi.

 

Un mio gemito soffocato, un mio gemito più forte...mi sento morire.

 

I suoi capelli mi solleticano il naso, i suoi occhi come argento liquido mi fanno impazzire. Perché mi sta guardando, quasi sfidando, e mi bacia, continua a baciarmi.

 

Il letto sussulta, sento le sue braccia muscolose fare pressione sul materasso per reggersi. Le mie gambe s’intrecciano sul suo corpo, il piacere sembra addirittura aumentare.

 

Si può morire di piacere?

 

Ora un urlo, praticamente una scarica elettrica così forte da non riuscire a contenerla. Sono senza forze, lui ansima e scivola al mio fianco.

 

I nostri respiri ansanti riempiono la stanza, mi porto una mano al cuore.

 

Draco si porta una mano sulla fronte, sollevando le ciocche chiarissime. Sembra sconvolto.

 

“ Mai...mai avevo provato niente del genere” lo sento dire al mio fianco, mentre si tira le coperte sul corpo nudo e mi attrae a sé.

 

Il mio cuore batte ancora furiosamente, il mio respiro non è regolare, ma mi stringo a lui e chiudo gli occhi.

 

E se scappassimo? Io e te...in qualche posto...dove nessuno ci conosce” mormoro, tra un respiro ed un altro.

 

Non dice nulla, ma il suo cuore batte ancora più forte. Mi stringe ancora di più e mi bacia la fronte.

 

Perché devo lasciarlo?

 

L’orologio a pendolo scandisce le cinque e mezza. E’ davvero tardi.

 

Qualcuno bussa alla porta. Apro gli occhi e fisso il buio della stanza. Bussano ancora.

 

Hermione? Sono Silvia. Sei qui, vero? Dobbiamo andare” sbatto più volte le ciglia.

 

Ah già, esiste la realtà.

 

Hermione?” chiama ancora, ma io non voglio sentire. Draco mi guarda, comprende che mi sta per perdere per sempre...apre la bocca ma non dice nulla. Mi bacia però, un bacio quasi disperato.

 

Herm...” sussurra Silvia più lentamente. Mi stacco da Draco e annuisco, senza smettere di fissarlo.

 

“ Silvia...si, arrivo” dico, perdendomi negli occhi di ghiaccio che ho di fronte.

 

Provo ad allontanarmi, ma le sue braccia circondano ancora la mia vita.

 

“ Non andare...” mi sussurra all’orecchio, baciandomi ancora e ancora.

 

Sono stupita, anzi, praticamente sbalordita. Non vuole che me ne vada. E poi perché, io voglio andarmene?

 

“ Devo” gli sussurro a fior di labbra.

 

Fuori dal Proie Rouge io non ti dimenticherò. Farò solo finta di averlo fatto” mormora, quasi impercettibilmente. Non riesco a rispondere subito, vacillo, mi perdo nelle sue labbra e nel profumo della sua pelle.

 

“ Io...io proverò. Ma non so se ci riuscirò” oddio, ma cosa ho detto? Possibile che non riesca neanche a controllare le mie parole?

 

Sorride, lui sorride. Chiude gli occhi e poggia le sue labbra sulla mia fronte, mantenendo il contatto per qualche secondo.

 

Quanto resti a Parigi?” mi sussurra.

 

“ ...dopodomani parto”

 

E se ci rivedessimo?” mi spiazza ancora. Vuole vedermi di nuovo?

 

“ Lo vuoi davvero?”

 

“ Si”

 

E possiamo?”

 

“ No, non possiamo” da voce ai miei pensieri. E’ vero, siamo a Parigi, ma fuori dal Proie Rouge siamo comunque solo Malfoy e Granger. Come possiamo solo pensare di continuare questa farsa in qualche modo?

 

Annuisco e poi scivolo fuori dal letto, mentre le sue mani scorrono lungo il mio corpo, lo accompagnano, finché non ricadono sul materasso, lontane da me.

 

Mi rivesto, lentamente. Gli slip, l’abito, le scarpe. Non voglio voltarmi, non ce la farei a lasciarlo.

 

Apro la bocca per dire qualcosa. Ma cosa potrei dire, poi?

 

La mano sulla maniglia della porta, mi ravvivo i capelli e aspetto.

 

Devo aprire...

 

La luce più forte di fuori inonda il mio corpo candido, le mie guance arrossate, i miei occhi lucidi.

 

“ Addio” Draco lo ha detto davvero? O è stata solo un’allucinazione? Non voglio voltarmi, non voglio.

 

Esco, Silvia è al centro dell’atrio. Chiudo la porta dietro di me e sospiro.

 

“ Silvia” la chiamo, ma lei non si volta.

 

“ Scusa Herm...i miei tornano alle sette e mezza da Madrid. Se non ci trovano a casa io...” ma la sua voce è scossa e tremula. Poi si volta ed è in lacrime. “ Non lo rivedrò più, mai più” mormora e poi corre ad abbracciarmi.

 

Resto con le braccia a mezz’aria, non riesco a parlare, non riesco a pensare, sento solo la mia piccola cugina che piange sulla mia spalla e trema.

 

Perché dev’essere tutto così complicato?

 

Scendiamo la scala a chiocciola in silenzio, percorriamo il corridoio, usciamo dal drappo nero e percorriamo il tappeto rosso. Il cielo è terso, con mille screziature colorate per il sole nascente.

 

L’auto rossa di Alfred è davanti al locale, parlano fra loro, ci salutano e iniziano commenti sulla splendida serata.

 

Il mio sguardo vaga, forse in cerca di Draco. E se uscisse adesso? Potrei rivederlo ancora.

 

Esci, ti prego esci...

 

Ma il tappeto rosso rimane deserto, nessuno usce dal Proie Rouge.

 

Mi porto una mano alla testa: non ho più la rosa rossa tra i capelli!

 

“ Accompagniamo prima Silvia ed Hermione, ragazzi” sta dicendo Alfred, ma non lo sto ascoltando realmente.

 

Draco...

 

 

šsšts

 

 

 

So è qui, da qualche parte a Parigi. So che potrei vederlo, so che potrei illudermi per l’ultima volta che possiamo provare a stare insieme. Ma credo che se lo vedessi di nuovo non riuscirei più a staccarmi da lui.

 

Sono le sette di pomeriggio. Silvia è stata stranamente silenziosa tutta il giorno, mai stata così taciturna devo dire. I suoi genitori sono tornati oggi la mattina presto da un viaggio, sono sorridenti e felici. Ho abbracciato mia zia e mio zio, come ha fatto anche Silvia, ma entrambe con scarso entusiasmo.

 

Saliamo in camera, dopo cena, Silvia si butta sul letto e sospira. Dice qualcosa in francese che non riesco a capire, ma suona proprio come una brutta parola.

 

“ Ehi Herm, siediti qui con me. Devo parlare, devo sfogarmi” sussurra ad occhi lucidi, poi da qualche colpetto sul materasso accanto a lei e vado a sedermi.

 

“ Silvia era...era Blaise Zabini, lo conoscevo” le dico e lei strabuzza gli occhi.

 

Mi chiede cose di lui, vuole sapere.

 

“ Sai, lui è di Hogwarts, è un mago” la vedo sgranare gli occhi e portarsi una mano alla bocca: lei capisce cosa vuol dire. “ Ma è anche di serpeverde e non è che mai ci abbia parlato, se non per prenderci in giro, ma credo sia un bravo ragazzo”.

 

“ Mio Dio...e cosa ci faceva a Parigi, tra noi comuni mortali? O babbani, come dicono loro” mi chiede, stupita.

 

“ Confesso di non saperlo”.

 

Quindi anche l’amico, quello biondo è un mago” ragiona tra sé e sé. “ Beh, serpeverde hai detto...caspita, purosangue e tutte quelle cose che mi racconti. Quindi non avreste potuto stare insieme tu e quello biondo. Oh, ma aspetta un attimo...non mi dire che il biondo era...era...” farfuglia, tornando a guardarmi.

 

Draco Malfoy, si” mormoro tranquillamente.

 

“ Oh mio Dio!” si porta di nuovo le mani alla bocca. Vuole sapere perché, perché sono andata con lui. Parlo, parlo di cose che neanche io riesco a capire perché sto dicendo. Dico che il Proie Rouge è una droga, cerco di dare la colpa a quel posto. Ma la colpa è solo mia.

 

“ Ma decisamente mi sento innocente. Io ho amato il mio Peccato” sussurro, guardando il tramonto oltre la finestra.

 

Mi sta dicendo che mi capisce, gli occhi le si stanno inumidendo; ecco che torna a parlare di Blaise, dicendo che mai le era successo di legarsi così tanto ad un ragazzo.

 

“ Mi sembra assurdo solo pensarlo ma...come farò senza di lui?” mormora tra sé e sé.

 

Arriva la sera. Lei è stanca, ha pianto troppo e cade assopita. Io sto girando per la stanza, forse per calmarmi. Non riesco neanche più a leggere.

 

Un ticchettio alla finestra, alzo lo sguardo e un’aquila nera appare davanti ai miei occhi.

 

Vacillo per qualche secondo, poi corro alla finestra ad aprire. Il rapace entra e si posa sulla specchiera. Ha un piccolo pacco con sé, mi porge la zampetta e lo prendo. Lo apro e il suo contenuto mi cade sul tavolino.

 

La mia rosa rossa.

 

Segue un biglietto, poche righe ma le lacrime che fin’ora avevo trattenuto bagnano il dorso della mia mano, con cui tento di arginarle.

 

 

 

Il tempo è geloso dei nostri momenti più belli. E’ ladro d’emozioni e assassino di sentimenti. Il tempo è un tiranno, è solo, abbrevia i momenti felici e allunga i più tristi. Stanotte, il tempo è davvero volato.

Hermione Jane Granger, mi mancherai.

 

 

 

Che diavolo mi succede? Che diavolo prende al mondo? Sono infuriata, infuriata con me stessa perché non dovevo lasciarmi andare. Adesso sto male, voglio vederlo, voglio averlo con me. E se mi smaterializzassi da lui? Ovunque egli sia. E se gli dicessi che non m’importa di quello che pensa la gente? Lui cosa mi risponderebbe?

 

Il rapace sta per volar via, ma lo fermo. Voglio scrivergli qualcosa, qualcosa da rileggere se gli mancherò davvero...se vorrà.

 

 

 

E’ assurdo solo pensare di scriverti in questo momento. Ho il tuo sapore sulla mia pelle, ma fa male ed è insopportabile, in questo momento che vorrei solo averti con me.

 

Draco Lucius Malfoy, mi mancherai.

 

 

PS: C’è qualcun altro che sta male in questa stanza. Dà un bacio a Blaise da parte di Silvia.

 

 

Addio

 

 

 

Giusto qualche parola, piego il foglio e lo metto in una bustina, dove ripongo anche il mio braccialetto d’argento: voglio che abbia qualcosa di mio. Lo lego alla zampetta dell’aquila e la vedo prendere il volo. Mi passo una mano sugli occhi. Non so quanto sono rimasta a guardarla volare lontano, ma Silvia si è svegliata ed ho iniziato a fare i bagagli.

 

Tornerò a casa domattina e poi andrò alla Tana, mostrando uno dei miei più bei sorrisi.

 

Come se niente fosse successo.

 

Intanto, prendo il bocciolo rosso della rosa e lo metto tra i capelli. Riesco a sentire ancora il suo profumo.

 

 

 

 

 

 

 

 

Fine Seconda Parte

 

 

šsšts

 

 

 

Ecco finita la seconda parte. Anche Silvia, quella vera, è rimasta entusiasta di questa storia. ^___^

 

Grazie a tutte voi per i commenti che avete lasciato, un bacio grandissimo!! Siete come sempre meravigliose.

 

Vorrei ultimare così questa storia, anche se, proprio mentre finivo di scrivere, ho pensato ad un continuo. Avrei già qualcosa in mente, quindi ditemi cosa ne pensate...se ne vale la pena, insomma, o se è meglio che termini così. Una parte di me vuole lasciarla così, sospesa...però c’è sempre l’altra mia parte.

 

 

Baci,

Erin.

PS: visto che ho notato che molte di voi lasciano ancora commenti (ovviamente facendomi commuovere con le bellissime parole che mi scrivono) volevo dirvi che Proie Rouge è stata continuata

PS: visto che ho notato che molte di voi lasciano ancora commenti (ovviamente facendomi commuovere con le bellissime parole che mi scrivono) volevo dirvi che Proie Rouge è stata continuata. La continuazione si chiama “Fake Forgetfulness”. Baci!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=139912