La melodia delle lacrime

di Caya
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Because I didn’t know how to love you ***
Capitolo 2: *** Not Only Friends ***
Capitolo 3: *** Music life ***
Capitolo 4: *** You’ve fallen for me ***
Capitolo 5: *** Moonlight Angel ***



Capitolo 1
*** Because I didn’t know how to love you ***


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La melodia delle lacrime

 

Because I didn’t know how to love you

(Anno 2009)

 

-         Hye Joon, possiamo andare via di qui? –

-         Ma siamo appena arrivate! E poi se non salutiamo prima Iseul ci uccide. Guarda che mica è stato facile farci entrare. Dobbiamo approfittarne ora, quando avremo di nuovo l’occasione di venire in un posto come questo? –

-         Spero mai più – sussurrò Minji guardandosi attorno.

Com’era possibile che un’accademia avesse un giardino cosi grande? E più che altro da dove venivano cosi tante persone da riempirlo? Non immaginava potessero esserci cosi tanti giovani riccastri tutti a Seoul, si ok era la capitale, ma questi erano davvero troppi.

-         Minji, Minji sbrigati Iseul dovrebbe essere sotto il palco –

Sbuffando seguì l’amica, sapeva di aver promesso a Iseul che sarebbe andata a vederla recitare ma l’atmosfera di quel posto era davvero opprimente. Guardò con un misto di disprezzo e invidia una ragazza correre verso un ragazzo a dir poco bellissimo, entrambi erano vestiti con abiti e gioielli di lusso.

-         Tsk solo una di quelle scarpe costerà quanto il mio vestito, no forse neanche. Come farà mai poi a camminare su quei trampoli? Mah ! –

-         Allenamento Minji, allenamento! Dovresti iniziare anche tu – fece l’amica guardano le sue scarpe basse, potevano anche essere carine ma ad una festa come quella ci volevano i tacchi!

-         Ehi guarda che le mie scarpe sono carine e.. e poi sono comode –

-         Appunto chi bella vuole apparire un poco deve soffrire –

-         Un.. un poco? E tu indossare dei tacchi come quelli – indicò le scarpe della ragazza che aveva guardato prima – per un intera serata la trovi una cosa “un pò” dolorosa? –

-         Lasciamo perdere và –

Si, si va bene meglio lasciar perdere quel discorso e trovare al più presto Iseul, vedere questa sua agognata esibizione e andar finalmente via da quel postaccio. E poi se proprio doveva dirlo, ci credeva che fossero tutti belli chi sa quanti soldi spendevano in trattamenti e prodotti, anche lei se solo avesse ne avesse avuto la possibilità sarebbe potuta essere bellissima!

-         Hye Joon! Minji! -

-         Oh Iseul, finalmente ti abbiamo trovato –

-         Oh ragazze giusto in tempo, dopo questo gruppo è il mio turno –

-         Per fortuna allora –

Iseul sorrise entusiasta.

-         Sono cosi nervosa –

-         Dai tranquilla andrà tutto bene –

-         Speriamo, comunque ragazze davvero grazie di esser venute la vostra presenza è davvero importante per me –

Minji si sentì leggermente in colpa, sapeva quanto per l’amica quello spettacolo era importante, non era facile vincere una borsa di studio in un accademia di arte e spettacolo come quella e l’amica dopo tanti sforzi ci era riuscita. Quella sera si teneva una specie di spettacolo di fine anno allo scopo di mostrare le competenze che i ragazzi avevano raggiunto e per Iseul era davvero importante, come aveva potuto pensare solo a se stessa?

-         Non c’è bisogno di ringraziare – rispose Hye Joon.

-         Iseul! Iseul vieni i ragazzi stanno per finire –

Un ragazzo dalla chioma biondo ossigenato si avvicinò a loro e in maniera fin troppo amichevole avvolse il braccio attorno al collo di Iseul. Ma come era conciato? Pensò subito Minji. Il ragazzo indossava un jeans chiaro, una giacca nera con catenine dorate cucite a non molta distanza le une dalle altre e sotto una maglia bianca con collo a v a fantasia leopardata, infine portava un cappello nero. Forse il cappello e il jeans erano le uniche cose decenti.

-         Oh  sono loro le tue amiche? –

-         Si, lei è Hye Joon –

-         Pi.. piacere – fece arrossendo come un peperone.

“Scema” pensò Minji “ cos’hai da arrossire?” c’erano cosi tanti bei ragazzi lì che lui a confronto non era nulla di che.

-         E lei è Minji –

-         Piacere –

-         Piacere mio, io sono Hong Ki – disse sorridendogli.

No, ok doveva ammettere che quando sorrideva era davvero carino.

-         Iseul ora dobbiamo  andare. Ragazze ci vediamo dopo – continuò sorridendogli di nuovo.

-         S.. si –

-         Hye Joon chiudi la bocca che stai sbavando – Minji prese in giro l’amica una volta che Iseul e il ragazzo furono lontani.

-         Scema! –

Dopo alcuni minuti lo spettacolo che stavano eseguendo sul palco terminò e iniziò quello di Iseul; lo spettacolo del suo gruppo era dato da una serie di sketch satirici-comici e come al solito Iseul fu bravissima. Minji sorrise e applaudì di cuore.

-         Iseul sei stata bravissima, complimenti! –

-         Grazie Minji! –

-         Davvero Iseul l’attenzione degli spettatori era tutta rivolta a te -  continuò Hye Joon.

-         Ok, ok ora però non esageriamo –

-         Ma che esagerare, sei stata la migliore, vero Minji? Minji? –

Poco dopo la fine dello spettacolo di Iseul avevano iniziato a collocare sul palco una serie di strumenti musicali e dopo poco una signorina aveva nominato il nome del gruppo che avrebbe cantato, Minji non ci aveva prestato attenzione occupata a complimentarsi con l’amica ma all’improvviso una dolce, profonda voce aveva iniziato a intonare una melodia e Minji attratta da quella voce era stata catapultata in una dimensione dove c’erano solo lei e quella persona.

 

“ La te che io amo mi sta lasciando

Anche se io non ancora detto una parola in mia difesa

La te che io amo dice che vuole essere felice

E io non ho posso dire una sola parola per supplicarti”

 

Una seconda voce prese a cantare, ma non era calda come quella del biondo, era come se mancasse di qualcosa, cosa di preciso non sapeva dirlo neanche lei, forse non esprimeva quella carica emotiva che il biondo riusciva a trasmettere.

 

“Guardando sempre alla tua espressione triste

Ti ho trascurato con la scusa di essere occupato

Perché sono stato un infelice stupido!”

 

Le due voci si unirono ma nonostante si mescolassero alla perfezione l’una con l’altra Minji riusciva a sentire solo quella di Hong Ki.

 

“Io non lo sapevo

Perché io non sapevo come amarti

Perché io non sapevo come darti calore”

 

Di nuovo solo Hong Ki.

 

“Che un cuore gentile potesse crollare e cedere,

io non lo sapevo e senza pensarci

mi sono allontanato da te”

 

Di nuovo insieme.

 

“Perché io non sapevo come amarti

Ti ho lasciato da sola”

 

Hong Ki.

 

“Anche dire che mi dispiace sembra essere difficile

Cosi ti ho lasciata di nuovo pretendendo di non sapere”

“Anche se incontri qualcun altro

Lui sarà probabilmente meglio di me

Per questo io ti lascio andare via

Anche se io incontrerò qualcun’altra

Non sarai mai tu

Per questo io non posso cancellarti”

L’altro ragazzo.

“Un cuore dispiaciuto

È tutto quello che resta

Tutto quello che ho da dirti

È addio

Sebbene il mio cuore sa “

 

Insieme.

 

“Io non lo sapevo

Perché io non sapevo come amarti

Perché io non sapevo come darti calore

Che un cuore gentile potesse crollare e cedere,

io non lo sapevo e senza pensarci

mi sono allontanato da te

Perché io non sapevo come amarti

Ti ho lasciato da sola

Anche dire che mi dispiace sembra essere difficile

Cosi ti ho lasciata di nuovo pretendendo di non sapere”

“Anche se ora lo so

Anche se ora so come amare

La persona che voglio amare non è qui

Un amore che ci ha dato solo lacrime

Io spero che tutti possiamo dimenticarlo ed essere felici

Ogni giorno mentre piango tutto quello che faccio è pregare

Che nella mia prossima vita

Io non abbia un giovane amore

Quando io davvero capirò l’amore

Se dovessi rincontrarti

Ti abbraccerò

Cosi che noi potremo avere solo sogni felici”

 

Hong Ki.

 

“Anche se ora ti ho lasciata”

 

 Un sorriso forzato si allargò sul viso di Hong Ki e Minji sentì un leggero dolore in fondo al petto.

-         E ora ragazzi basta con la depressione. Diamo un po’ di ritmo a questa serata – urlò mentre in un istante il suo radioso sorriso tornava ad solcargli il viso.

 

“Io e te
Sei così cool cool cool. È quello che mi sento dire tutti i giorni
Sei così cool cool cool. È ciò che dice la gente quando mi vede
A tutte le ragazze quando mi vedono batte il cuore
Anche a quelle che non piaccio, batte il cuore….”

 

Ma.. ma che razza di canzone era? Che sbruffone? Però.. però la sua voce era cosi suadente che anche quella stupida canzone sembrava stupenda e poi.. Minji si guardò attorno, era riuscito a catturare l’attenzione di tutti. Tutti quei ragazzi nei loro vestiti pomposi stavano ballando e canticchiando la canzone. Non ci poteva credere, con la sua carica aveva coinvolto tutti e soprattutto era riuscito a coinvolgere persone come quelle.

 

“ Poi ci siamo incontrati accidentalmente
E senza bisogno di parole, i nostri occhi ci hanno mostrato la strada.
Sei così cool cool cool. È quello che sento tutti i giorni.
Sei così cool cool cool. È ciò che dice la gente quando mi vede
Sei così bella bella bella. È  quello che ti senti dire tutti i giorni
Sei così bella bella bella. È ciò che dice la gente quando ti vede.
Io e te”

 

Solo quando il gruppo di Hong Ki finì di suonare Minji riuscì a tornare alla realtà.

-         Minji? Ci sei? –

-         Oh Iseul si, cosa stavi dicendo? –

-         Minji sei rimasta incantata da Hong Ki? Haha non posso darti torto oltre ad essere molto carino ha anche una voce stupenda. Pensa che è solo al primo anno del corso di musica e già è tra i primi della scuola, e poi è cosi allegro e simpatico che neanche quelli del terzo riescono ad odiarlo –

-         I.. io non.. non – balbettò arrossendo.

-         Minji non c’è bisogno di vergognarsi circa un quarto delle ragazze dell’accademia hanno una cotta per lui e un altro quarto ce l’ha per Jong Hoon –

-         Qual è Jong Hoon? – chiese subito Hye Joon.

-         Indovina? –

-         Il chitarrista con i capelli lunghi? –

-         Azzeccato –

-         È stupendo –

-         Chi è stupendo? – chiese Hong Ki avvicinandosi alle ragazze, seguito dal resto del gruppo.

-         Jon.. – si bloccò Hye Joon quando se lo ritrovò davanti.

-         Jon? – chiese inclinando la testa – Per caso Jong Hoon? –

-         N.. no. Non stavamo parlando di voi – fece arrossendo violentemente, abbassando il capo troppo tardi per non farlo notare.

-         E bravo il nostro Jong Hoon hai fatto nuovamente colpo – continuò il biondino stringendo il braccio intorno al collo dell’amico.

-         I.. io- cercò di giustificarsi Hye ma nell’alzare il viso incontrò lo sguardo di un Jong Hoon che le sorrideva e fu costretta a ribassarlo subito per l’imbarazzo.

-         Grazie per il complimento –

-         Allora visto che Jong Hoon ha trovato una spasimante e Jae Jin sembra interessato a Minji che ne dite di andarci a bere qualcosa assieme? –

-         Hong Ki!!! – si lamentò il ragazzo che indossava gli occhiali.

-         Ma dai Jae Jin almeno ora che anche lei lo sa sarà più facile fare amicizia, vero? – chiese rivolgendosi ora a Minji.

-         I.. –

-         Perfetto allora andiamo! –

Ma.. ma lei non aveva ancora detto una parola! E perché Iseul e Hye Joon si stavano allontanando allegramente con loro? Lei voleva tornarsene a casa sua! Anche se.. il ricordo del sorriso forzato di Hong ki le sfiorò la mente. Scosse la testa per scacciarlo. Ma come faceva a mostrare quel sorriso e poi essere cosi allegro e pimpante.

-         Mi.. Minji. Scusa posso chiamarti per nome? – le chiese il ragazzo di nome Jae Jin.

-         Si, si tranquillo –

-         Vogliamo andare? Gli altri si stanno allontanando rischiamo di non ritrovarli più –

-         Oh si certo –

-         Ehm Minji… scusa per Hong Ki sai lui è un po’ esuberante, anzi forse a volte lo è un po’ troppo, ho detto solo che eri carina e lui… -

-         Tranquillo non è successo nulla e comunque grazie del complimento –

Il ragazzo sospirò tranquillizzatosi e Minji gli sorrise divertita. Forse non era stata proprio una cattiva idea andare a quella festa, fare nuove amicizie era sempre piacevole, sperava solo che non fossero i classici ragazzini ricchi e viziati o lo poteva giurare sul suo i-poad  avrebbe ucciso sia Hye Joon che Iseul.

-         Come mai conosci Iseul? –




* NOTE AUTORE: allora inanzitutto spero che la mia storia vi sia piaciuta anche se siamo solo agli inizi, e poi volevo scusarmi se i personaggi non ricordano gli originali. purtroppo non riesco a capitre molto come sono fatti, posso dire di aver capito un pò di più Hong Ki ma sicuramente nella realtà non è come lo immagino io quindi se a qualcuno dovesse dar fastidio il modo in cui descrivo lui e gli altri componenti del gruppo vi chiedo scusa però non potevo non scrivere questa storia per colpa delle canzoni degli FT Island non fa che frullarmi in testa
A chi interessasse le canzoni che cantano sono rispettivamente : "Because I don't know how to love you " e " The cool vs the pretty".

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Capitolo 2
*** Not Only Friends ***


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Not Only Friends

(Anno 2009)



-         Ma cosa mi prende perché non faccio altro che pensare a lui? Aaaah basta devo studiare! –

Minji scosse la testa per scacciare quell'antipatico visino contornato da capelli biondi. Dalla serata all’accademia di Iseul erano passati quattro giorni in cui lei si era letteralmente rinchiusa in casa per studiare per la sessione estiva di esami, ma nonostante cercasse in tutti i modi di concentrarsi sui libri la sua testa non faceva che ricordarle il volto del ragazzo, o meglio la sua voce.

Il cellulare squillò, dannazione si era di nuovo persa nei suoi pensieri.

-         Pronto.. oh Iseul.. eh oggi? Io a dire il vero dovrei.. –

Ma si perché non andare? Non riusciva comunque a studiare.

-         Va bene vengo.. si, si lo dico io a Hye Joon tanto figurati se non viene… Ok a stasera allora –

Dopo aver attaccato la chiamata andò ad avertire Hye Joon che stava studiando in cucina.

“ Che scema cos’ha da emozionarsi tanto? ”si chiese tornandosene in stanza mentre l’amica la seguiva tutta pimpante.

-         Aaah Minji smettila di studiare dobbiamo decidere cosa indossare stasera. Dobbiamo essere super belle per catturare i cuori di Jong Hoon e Jea Jin – fece mentre aveva già iniziato a sparpagliare vestiti sul letto.

-         Che centra ora Jea Jin! Ti ho già detto che non mi piace in quel senso e poi pensa a te! –

Le fece la linguaccia prima di tornare a mettersi sui libri. Stranamente dopo aver deciso di uscire riusciva a studiare meglio. Verso le sette chiuse i libri e andò a vedere cosa indossare.

No, questo è troppo semplice, questo troppo esagerato, questo troppo sportivo. Aah ma che le prendeva ? Perché tutto aveva un troppo che non le andava bene? Doveva solo andare a vedere un concerto qualsiasi cosa sarebbe andata bene. Alla fine optò per un pantacollant nero e una maglia larga bianca con collo a barca e stampa nera sul davanti, una cintura in vita e.. le converse nere? Si voltò a guardare il letto dell’amica sul quale aveva lasciato i vestiti che avrebbe indossato, un vestitino rosa con pua neri, fascia nera in vita che si chiudeva dietro con un fiocco e le decoltè nere della Replay che tanto le piacevano per il tacco non troppo alto.

-         Minji? Cosa c’è? – le chiese tornando dal bagno in accappatoio.

Seguì lo sguardo dell’amica e poi guardò i vestiti che aveva in mano.

-         Ho capito, te le presto –

-         Eh? N.. no e tu? E poi io non volevo.. –

-         Io metto gli stivaletti discorso chiuso. Dai muoviti va a sciacquarti, vestiti e torna qui che ti trucco – fece spingendola fuori dalla stanza.

Arrivate al locale individuarono subito Iseul, ovviamente era sotto il palco insieme ai ragazzi e al suo fidanzato. Minji aveva sempre pensato che lei e Jun Hyung fossero una bella coppia e ogni volta che li vedeva assieme ne era sempre più convinta.

-         Oh ragazze siete riuscite a venire –

-         Non è stato facile staccare Minji dai libri ma ci sono riuscita – scherzò Hye Joon.

-         Ma non è vero! – si lamentò.

Jun Hyung le scompigliò affettuosamente i cappelli.

-         Ehi signorinella capisco che qui ci sono tanti bei ragazzi ma non si saluta più? –

-         Oh Jun Hyung scusa io.. e che Hye Joon.. –

-         Tranquilla – le sorrise.

-         È da un po' che non ci vediamo, come stai? –

-         Bene grazie, tu ? -

Lei, Iseul e Jun Hyung si conoscevano da quando erano piccoli, erano cresciuti nello stesso paesino fuori Buson, Iseul era la sua migliore amica e Jun Hyung era come un fratello maggiore; entrambi erano molto importanti per lei. Un giorno però Iseul le disse che si sarebbero trasferiti a Seul, Buson non offriva molto per gli artisti come Iseul e cosi aveva deciso di trasferirsi, Jun Hyung ovviamente aveva deciso di seguirla. Non fu bello separarsi da loro, erano come la sua famiglia, ma non poteva neanche frenare i sogni di Iseul così a malincuore si separarono. Un anno più tardi concluso il liceo e convinti i genitori a farla andare all’università di lingue di Seul, Minji li raggiunse.

-         Tutto ok. Più che altro tu che mi dici? Ho saputo che hai passato la sera dello spettacolo di Iseul a chiacchierare con un certo signorino qui presente – fece guardando di sottocchio Jea Jin che intanto diventava rosso per l’imbarazzo.

-         Abbiamo solo chiacchierato! – protestò Jae Jin.

-         Iseul ma che gli racconti? –

-         Io non gli ho raccontato nulla – alzò le mani.

-         Hong Ki! – quasi urlò Jae Jin.

-         Cos’ho fatto di male? Ho solo raccontato la serata a Jun e poi è vero che avete chiacchierato tutto il tempo –

-         Ma chiacchierare non significa nulla, stavamo solo facendo amicizia –

-         Si ora si chiama fare amicizia –

-         Hong Ki io ti… -

-         Jae Jin, Jae Jin non c’è bisogno di ammazzarlo – fece Jun Hyung scompigliandogli i capelli – Non c’è nulla di male nel “fare amicizia” però ti avverto lei è la mia sorellina, trattala bene o sarò io ad ammazzare te –

-         I.. io – balbettò spaventato il ragazzo mentre Hong Ki se la rideva.

-         Jun Hyung ma cosa dici?! – si lamentò Minji prima di fulminare con lo sguardo un Hong Ki che spaventato smise subito di ridere. – Tra me e Jae Jin non c’è niente a stento ci conosciamo e poi Hong Ki dice solo scemenze –

-         Beh questo è vero – ammise.

-         Hyuuuung –

-         Hong Ki dovete iniziare a preparavi – lo chiamò un signore da dietro il palco.

-         Agli ordini! Arriviamo. Yoh ragazzi a dopo – sorrise prima di scappare via e trascinarsi Jae Jin.

Per un attimo le era sembrato che Hong Ki stesse guardando verso di lei, nooo impossibile.

Dopo non molto i ragazzi salirono sul palco e nel giro di pochi minuti l’attenzione dell’intera sala era rivolta a loro.

-         Yoh ragazzi siamo gli FT Island e siamo qui per dare un pò di grinta a questa serata. One two three… -

Ok a volte era davvero insopportabile e Minji aveva solo voglia di prenderlo a calci e andarsene ma quando saliva sul palco e iniziava a cantare tutto il mondo sembrava iniziare a girare intorno a lui, sembrava come avvolto da una luce abbagliante, e mai Minji aveva visto qualcosa di cosi tanto luminoso.

-         Eccola là, si è di nuovo imbambolata – si lamentò Hye Joon.

-         Lasciala stare – sorrise Iseul.

Come poteva avere una voce cosi bella? Come riusciva a trasmettere cosi tanti sentimenti tutti in una volta sola e a farli penetrare fin nel profondo di chi lo ascoltava?

Quando il gruppo finì di suonare Jun Hyung li raggiunse dietro il palco.

-         Minji io e Iseul andiamo un attimo in bagno vuoi venire? – le chiese Hye Joon.

-         No, voi andate io vi aspetto al bancone vado a prendermi qualcosa da bere –

-         Ok –

Aaah ma cosa le prendeva perché ora si sentiva abbattuta? Tutta colpa di Hong Ki e della sua canzone, aveva cantato tutte canzoni movimentate perché alla fine aveva dovuto ricantare quella canzone cosi triste? Però almeno stavolta non era comparso sul suo viso quel sorriso cosi triste. Aaah no, ora perché stava pensando a questo?

-         Signorina cosa prende? –

-         Un Japan grazie –

-         Offro io per la signorina – fece un ragazzo sedendosi al posto affianco a lei.

-         Scusa? E tu chi saresti? – rispose acida.

-         Ehi, ehi calma volevo solo offrirti un drink –

-         Posso pagarmelo da sola grazie – fece voltando la testa per non guardarlo.

-         É solo un drink non ti mangio mica, sai? – avvicinò la sedia. – Potrei sapere come ti chiami? –

-         Non ti riguarda –

-         Rilassati non voglio farti del male, voglio solo fare una chiacchierata –

Chiacchierata? Ma cosa avevano oggi tutti con questa “chiacchierata” a doppio senso.

-         Allora me lo dici come ti chiami? - fece per allungarle un braccio attorno al collo ma una mano lo fermò.

-         E tu chi saresti? – fece acido Hong Ki spostandogli malamente il braccio. – Allontanati immediatamente dalla mia ragazza –

-         Tu.. tua.. oh scusa io non volevo.. però lei non mi ha detto nulla –

-         Sparisci – fece fulminandolo con lo sguardo.

Hong Ki prese lo sgabello su cui era seduto poco prima il ragazzo e dopo averlo allontanò un pò si sedette.

Minji tirò un sospiro di sollievo, fortuna che era arrivato Hong Ki iniziava davvero ad aver paura.

-         Ma dov’è Jea Jin quando serve? – si lamentò.

-         Che centra ora Jea Jin? –

-         Avresti preferito che fosse lui a salvarti, no? –

-         I.. io.. – s’innervosì. Quale Jea Jin e Jea Jin lei voleva solo… - Uno smettila di nominare sempre Jea Jin tra me e lui non c’è proprio niente, due nessuno ti ha chiesto di salvarmi! –

-         Ah si? Preferisci che te lo richiami? Ci metto due secondi. Vediamo dov’è andato? – fece alzandosi.

-         No, no! – lo afferrò subito per un braccio.

Hong Ki sorrise soddisfatto, Minji gli lasciò rapidamente il braccio e il ragazzo tornò a sedersi.

-         E comunque in casi come questo si dice grazie –

-         I.. –

-         Signorina il suo drink – fece il barman.

-         Ah ci vai giù pesante! Non me lo sarei mai immaginato. Scusi mi porti una bionda, offre la ragazza qui –

-         I.. T.. tu.. –

Ma se gli tirava un pugno sarebbe sembrata violenta? Ma quale lui, non voleva proprio nessuno a salvarla!

-         Devi sdebitarti, no? –

Minji digrignò i denti ma Hong Ki fece finta di non vedere.

Finiti i drink iniziarono a domandarsi dove fossero finiti gli altri ragazzi.

-         In bagno non ci sono – fece Minji uscendo dalla toilette delle donne.

-         Non sono negli stage, non sono in bagno. Ma dove cavolo sono finiti? –

-         Hai provato a richiamare qualcuno di loro? –

-         Ho provato a chiamarli tutti non rispondono -

I due si guardarono in torno senza parlare.

-         Cosa facciamo? – chiese a un certo punto Minji.

-         Mica non possiamo divertirci senza di loro? A breve canta un mio amico, se rimani dopo ti accompagno a casa, credo sia meglio che non vai da sola ,conciata come sei potrebbe importunarti di nuovo qualcuno –

-         Co.. conciata? – balbettò guardandosi. Si ok aveva messo i tacchi e forse Hye Joon aveva un po’ esagerato con il trucco ma non si sentiva cosi inopportuna come lui la faceva apparire.

Il ragazzo non le diede neanche il tempo di ribattere che ridendo si allontanò.

-         Allora mi segui o no? – la chiamò prima di farsi spazio tra le persone che riempivano la sala.

-         Si – lo rincorse. – Hon.. Hong Ki aspetta! – le persone erano troppe e lei non riusciva a spostarle come faceva Hong Ki per di più il ragazzo camminava rapido mentre per lei con quei dannati tacchi non era per nulla facile. Maneggia a lei e alla sua brillante idea di indossarli.

-         Aaah – si lamentò il ragazzo tornando in dietro.

L’afferrò per un polso portandola al suo fianco e prosegui stando attento che nessuno le andasse a sbattere contro. Minji a capo basso lo seguì, cercando di adeguarsi alla sua andatura. Una volta giunti sotto il palco le lasciò il polso e prese a parlare con dei ragazzi che conosceva, Minji li salutò ma rimase in silenzio per tutto il tempo, loro non facevano che parlare di musica e per lei era come se stessero parlando arabo. Dopo non molto salì sul palco l’amico di Hong Ki e Hong Ki cantò ogni singola canzone saltando e gridando, anche il ragazzo aveva una bella voce ma a lei sembrava come se quelle canzoni fossero molto più belle cantate da Hong Ki.

-         Grande Won, hai spaccato! –

-         Grazie Hong Ki ma anche tu sei stato bravissimo –

-         Grazie lo so –

-         Solito buffone – rise il ragazzo – E lei? È la tua nuova ragazza? Non me la presenti? –

-         Ma quale ragazza siamo solo amici, comunque Won Bin Minji, Minji Won Bin –

-         Piacere – fece Minji.

-         Piacere mio – sorrise.

Arrivarono anche gli altri ragazzi che erano con loro sotto il palco e tutti insieme andarono a sedersi ad un tavolo per fare una chiacchierata e bere qualcosa. Ancora una volta erano argomenti in cui lei non poteva entrare, cosi rimase zitta seduta accanto ad Hong Ki perdendosi nei suoi pensieri. “Nuova ragazza” chi sa cosa significava? Beh Hong Ki era carino, socievole, allegro e si aveva anche un lato antipatico ma chi sa forse non lo mostrava alle ragazze che gli piacevano. Iseul aveva detto che all’accademia c’erano un sacco di ragazze che gli andavano dietro e anche quella sera ne aveva viste tante fargli gli occhi dolci, per lui non doveva essere difficile trovare una fidanzata. Chi sa quante ne aveva avute, chi sa che tipo di ragazza gli piaceva e soprattutto chi sa se qualcuna di quelle era stata importante per lui. Ancora una volta le torno in mente il sorriso che era apparso sul suo volto dopo aver cantato quella canzone triste all’esibizione dell’accademia. Si probabilmente c’era stata. D’improvviso si sentì triste.

-         Minji? Minji? Ti sei addormentata in piedi? – le chiese Hong Ki dopo averla chiamata un paio di volte.

-         Eh? Oh si? Scusa non ti stavo ascoltando –

-         Ho notato – si accigliò – Ti senti bene? Mi sembri strana –

-         No, no tranquillo, sto bene sono solo un po’ assonnata. Vado in bagno a sciacquarmi la faccia –

-         Va bene. Appena torni ti accompagno, ok? –

-         Mm –

Cavolo che figuraccia, perché finiva sempre per fare la figura della scema?

-         Hong Ki di la verità è la tua ragazza? – gli chiese uno dei suoi amici.

-         È abbastanza carina – continuò Won Bin.

-         Non è nei tuoi soliti standard ma è carina – fece ancora un altro.

-         Scemi, vi ho detto che siamo solo amici e cosi è. Inoltre è amica di Jun Hyung e della sua ragazza se facessi qualcosa di sbagliato mi ucciderebbe –

-         Haha comunque secondo me lei una cotta per te ce l’ha –

-         Ma che dici? -

-         Non te ne sei accorto? Mentre cantava Won Bin non ha fatto altro che fissarti, sembrava come se per lei fossi tu sul palco –

-         Seee vabbè –

-         Guarda che è vero –

Quando Minji tornò dal bagno salutarono tutti e uscirono dal locale.

-         Dove abiti? –

-         A **** -

-         Ok –

-         Ma dove hai messo la macchina? – gli chiese dopo un po’ che camminavano.

-         Non c'e l’ho –

- Come non ce l'hai? -

    - Sono venuto con Jong Hoon -

    - E ora? -

    - Come e ora? Andiamo a piedi abiti a tre isolati da qui non è mica tanto lontano -

    - A.. a piedi? - fece guardandosi le scarpe. Dannata lei che aveva deciso di mettersele, non era abituata a portarle e ora dopo una serata in tera iniziavano a farle male.

    Hong Ki seguì il suo sguardo rimanendo a bocca aperta quando la vide calarsi per togliersele.

    - Co.. cosa stai facendo? -

    - Non lo vedi me le tolgo. Non ce la faccio più a tenerle ai piedi e poi se le tengo non arriviamo neanche fra cent'anni a casa -

- Tu sei pazza? E se trovi qualcosa per terra e ti fai male? Non siamo mica al mare che puoi camminare scalza -

    - Lo so ma.. non so quale ipotesi sia peggio -

    - Aaah giuro che quando becco i ragazzi sono morti – fece calandosi a prendere le scarpe per poi darle la schiena. - Cosa stai aspettando? - le chiese, vedendola immobile – Datti una mossa a salire o a casa davvero non ci arrivi più -

    - I.. -

    Dato che non si muoveva le afferrò le gambe facendole capire chiaramente che o saliva o l'avrebbe fatta salire lui.

    - Scusa – sussurrò lei dopo non molto che camminavano.

    - Pff, ringrazia che sei leggera o te lo potevi scordare che ti portavo – sbuffò – Ah e la prossima volta vedi di non metterti i tacchi se non li sai portare -

    - Io.. -

    - Non c'è bisogno che indossi i tacchi e ti trucchi cosi per piacere a Jea Jin, a lui piacciono le ragazze semplici -

Minji gli diede un pugno sulla testa. Ancora con Jea Jin se continuava cosi lo avrebbe davvero riempito di botte e al diavolo l'apparire una ragazza violenta.

    - Ahia! Guarda che ti faccio scendere se non stai ferma! - si fermò di colpo voltandosi a guardarla. Wuao si era davvero arrabbiata, cos'aveva detto poi di cosi grave?

    - E tu smettila di tirare sempre fuori Jea Jin! Ti ho detto che non mi piace! Non mi piace, capito? -

    - Capito, capito. Facciamo finta che non si a vero – se l'aggiustò meglio sulla schiena e riprese a camminare ridendosela sotto i baffi mentre Minji digrignava i denti per evitare di picchiarlo, infondo la stava portando in spalla.

Per tutto il resto del tragitto restarono in silenzio, giunti davanti casa si salutarono e Hong Ki si diresse alla fermata dei bus.

          - Che stai facendo? - le chiese quando la vide raggiungerlo dopo aver rindossato velocemente le scarpe

          - Ti faccio compagnia mentre aspetti che arrivi il pullman e poi rientro. I notturni ci mettono un po' ad arrivare -

Il ragazzo le sorrise facendola arrossire e Minji sperando che non se ne fosse accorto si allontanò fingendo di controllare la tabella degli orari.

    - Lo faccio solo perché mi hai accompagnato fino a casa – si giustificò.

    - Lo so – rispose cercandosi di trattenere dal ridere.

In silenzio aspettarono che arrivasse il bus e quando finalmente giunse si risalutarono.

Era strano nonostante a volte desiderasse riempirlo di botte, c'erano momenti in cui stare in sua compagnia era davvero piacevole. Era solo la seconda volta che lo incontrava, poteva dire di non conoscerlo ma come qualche ora prima con i suoi amici, e come era appena accaduto, restare in silenzio non la infastidiva, anzi si sentiva stranamente a suo agio, stranamente tranquilla.



* “Not Only Friends” canzone di Won Bin

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Capitolo 3
*** Music life ***


Ok eccomi qui dopo secoli di assenza, perdonatemi ho avuto un blocco forse dovuto anche alla mia crisi interiore su casa fare di questa noiosa estate! Comunque eccomi qui con un nuovo capitolo, sperando che continuate a seguirmi. In compenso il capitolo è venuto bello lungo.
 

Music life
(Anno 2009)

 
–                    E voi cosa ci fate qui? - chiese Minji quando un gruppone di ragazzi entrò nel pub dove da pochi giorni aveva preso a lavorare.
–                    Yoh! - fece Yo Seob avvicinandosi saltellando e andando a stamparle un bacio sulla guancia mentre  il resto del gruppo rimaneva impalato a fissarli.
–                    Yo.. Yo Seob – fece arrossendo, imbarazzata.
–                    Che c'è? Ti stavo solo salutando. Minji, non sei felice? Siamo venuti tutti insieme a salutarti -
–                    S.. si –
Guardò al gruppo, c'erano tutti. Iseul, Jun Hyun con i suoi due amici Ki Kwang e Yo Seob, Hye Joon, Jea Jin, Jong Hoon, Seung Hyun , Min Hwan, e poi eccolo lì, vestito come al solito con quei suoi strani vestiti e con quel suo stupendo sorriso stampato in faccia,  eccolo lì Hong Ki. Dalla sera in cui l'aveva riaccompagnata a casa era passato un mese e da allora di tanto in tanto si erano incontrati insieme agli altri ragazzi; erano diventati un gruppo di buoni amici. Andavano ai concerti, alle prove, a vedere un film o al karaoke, a farsi una passeggiata o a prendere qualcosa da bere; insomma l'importante era stare tutti insieme e passare il tempo in modo piacevole. Cosi volente o nolente  Minji si alla fin si era affezionata a tutti, erano dei bravi ragazzi e poi amava sentirli suonare. Era  una bella sensazione sapere di avere cosi tanti amici, però c'era qualcosa che non le quadrava. Con Hong Ki non era come con gli altri, quando non erano insieme non faceva che pensare a lui e ogni volta che gli si avvicinava troppo o prendeva a cantare, all'improvviso sentiva come un brivido salirle lungo la colonna vertebrale. All'inizio lo aveva giustificato dicendosi che era  perché la sua voce l'affascinava ma poi si era resa conto che non poteva essere solo quello e che forse stava iniziando ad innamorarsi di lui. Non riusciva a capacitarsi di come fosse successo, era carino, simpatico ma anche arrogante e viziato, aveva un sorriso stupendo e contagioso ma quando nessuno lo guardava potevi vedere quel suo sorriso amaro, triste di chi sa cosa significhi soffrire. Chi sa qual'era la causa di quella sofferenza, chi sa se i ragazzi ne erano a conoscenza; avrebbe tanto voluto saperla anche lei, avrebbe voluto poterlo abbracciare e sussurrargli che andava tutto bene. Avrebbe tanto voluto saper ogni cosa che gli riguardava.
–                    Minjiiii – la richiamò alla realtà Iseul, avvicinatasi al bancone dietro il quale stava lavando i bicchieri.
–                    Ah Iseul! -sbandò riuscendo a riprendere in tempo il bicchiere che gli era scivolato di mano.
–                    Se continui a guardarlo così finirà per accorgersene -
–                    I.. Io non sto fissando nessuno! -
–                    Guarda che lo abbiamo capito tutti che ti piace non serve che continui a fingere -
–                    Co..cosa? I.. io... Lu.. lui -
–                    Tranquilla lui è l'unico che non sa nulla. Potrà anche sembrarti perfetto ma non è molto intelligente, sai? -
–                     Non dire cattiverie -
–                    Guardala come se lo protegge -
–                    Scema! - la schizzò con l'acqua.
–                    Ah si? Allora se sono scema vado a dirgli tutto -
–                    No, no – fece afferrandola per un polso.
–                    Aaah mi hai bagnata tutta -
–                    Ma cos'hanno da ridere quelle due? - chiese Hong Ki seduto al tavolo insieme al resto dei ragazzi.
–                    Minji starà dicendo che mi ama – sorrise Yo Seob, prima di ricevere una scappellotto da Jun Hyung.
–                    Jun mi fai male – si lamentò.
–                    E tu non dire scemenze, a Minji non piacerebbe mai un bambinone come te -
–                    Io non sono un bambinone! - gli fece la linguaccia e scappò da Minji.
–                    Minji, Minji Jun Hyung mi picchia -
–                    E poi dice di non essere un bambino – fece Jun Hyung sorridendo ad Hong Ki che di rimando sorrise a sua volta, con un sorriso che non sembrava per niente sincero.
–                    Minji dai non puoi non venire! - piagnucolò Yo Seob quando finalmente le svelarono il perché della loro visita.
–                    Ragazzi io verrei anche ma devo lavorare -
–                    È solo un lavoretto estivo puoi anche lasciarlo. Per la vacanza poi i soldi non ti servono; a Jeju ho una casa, venite a stare da me – fece Hong Ki in un tono cosi calmo ed ovvio che Minji si sentì offesa.
–                    Non siamo tutti dei riccastri come te per me questo non è un “lavoretto”, è un lavoro che mi permette di non chiedere almeno per un po' soldi alla mia famiglia – disse stizzita.
Tutti rimasero in silenzio finendo per rendere l’atmosfera ancora più pesante.
–                    Come la fai lunga. Io sarò anche un riccastro ma è a casa mia che verresti a stare e ti faresti una vacanza in uno dei posti più belli della Corea a costo zero. E poi comunque, non vorrai dirmi che sei una poveraccia? Non mi sembra proprio. Non puoi o non vuoi chiedere soldi ai tuoi genitori? Dì la verità sei solo orgogliosa -
Perché cavolo si era innervosito anche lui? E perché i ragazzi lo stavano guardando con quegli sguardi contrariati? Era lei che si era messa a litigare. E poi lui cosa aveva detto di cosi tanto grave?
Qualcosa di luccicante apparve all'improvviso negli occhi della ragazza e Hong Ki sentì come se il proprio corpo stesse diventando di pietra. Cos'aveva fatto?
–                    Non pensavo tu fossi così intelligente, bravo, hai capito tutto di me. Sono orgogliosa e non voglio chiedere soldi ai miei genitori. Quindi ti ringrazio di cuore ma preferisco starmene qui a lavorare, voi andate a divertirvi al mare. - Concluse staccando il contatto visivo con Hong Ki - Ragazzi grazie ancora e scusatemi, la prossima volta giuro che vengo anche io -
–                    Non c'è bisogno di scusarti tranquilla – fece Jong Hoon scuotendo la mano.
–                    Ora perdonatemi ma devo tornare al lavoro, voi bevete pure con calma le vostre bibite -
Senza guardare Hong Ki si avviò al bancone. Hong Ki fece per alzarsi ma le gambe non risposerò al comando e fu costretto a  rimanere seduto a guardarla allontanarsi.
–                    Seguimi – fece Jun Hyung alzandosi e avviandosi verso la porta di uscita del locale.
Hong Ki guardò ai ragazzi che con la testa bassa non osarono proferir parola. Si alzò e seguì l’amico. Voleva fargli una ramanzina? Non gli era sembrato di esser stato chi sa quanto crudele, e anche lei con quel suo perenne ripetere che era un riccastro non era per nulla simpatica. E poi non era una novità che loro due battibeccassero; però stavolta era stato diverso, i suoi occhi si erano incupiti e gli era parso che stesse trattenendo le lacrime. Già, questa volta se la meritava proprio la ramanzina.
-          Siediti – gli indicò il marciapiede su cui si andò a sedere seguito da  Hong Ki.
-          Non dovrei essere io a dirtelo ma sai bene che.. –
-          Che le piaccio? –
Jun lo guardò sconvolto, si ok era palese ma era convinto che babbo com’era Hong Ki non se ne fosse accorto.
-          Ma allora lo sai? –
-          Non ci vuole certo una laurea per capirlo –
-          E allora perché continui a trattarla cosi? –
-           Cosi come? Io non la tratto male, ogni tanto mi diverto a prenderla in giro ma scherzo –
Jun Hyung lo guardò male.
-          Si ok ma è anche lei che se le cerca. Deve smetterla di chiamarmi riccastro con quel tono acido –
-          Su questo non posso darti torto; anche Minji ha un bel caratterino. Non voglio giustificarla ma credo che sia giusto che tu sappia perché è cosi -
-          Che vuoi dire? –
-          Come già sai io, lei e Iseul veniamo dallo stesso paese e  ci conosciamo da quando eravamo all’asilo. Lei e Iseul sono come sorelle. La famiglia stessa di Iseul reputa Minji come una figlia- pensa che era più il tempo che trascorreva da loro che quello che trascorreva a casa sua. Persino alle cerimonie scolastiche erano loro a fargli da genitori, ed erano sempre loro ad organizzarle la festa di compleanno -
Hong Ki lo guardò perplesso.
-          Cosa significa? Non ha dei genitori? –
-          C’e l’ha ma è come se non ci fossero. Certo le danno i soldi per vivere, non le fanno mancare nulla ma per il resto è come se fosse sola al mondo. Possiamo dire che Minji è uno di quei bambini non voluti. I genitori l’hanno avuta quando erano alle superiori e nonostante non fossero davvero innamorati i genitori li costrinsero a sposarsi e ad avere la bambina. Non gli è mai interessato di Minji, era soltanto un peso che li aveva costretti a sposarsi e che li ha costretti a stare insieme fino a qualche anno fa’. Appena hanno potuto hanno divorziato, Minji è andata a stare con la madre, ma la situazione è rimasta la stessa. L’unica cosa che sono capaci di dirgli è che deve ripagarli dandogli qualcosa in cambio; il fatto stesso che l’abbiano lasciata venire a studiare a Seoul è dovuto a questo. Uno se la sarebbero levata dai piedi, due se frequentava l’università di Seul sarebbe potuta diventare qualcuno con un buon stipendio che poi ovviamente loro avrebbero intascato –
-          Ma è spregevole. I.. io non immaginavo che… -
-          E come potevi immaginarlo – sorrise amaramente. – Quando ti chiama riccastro non si rende conto che ti ferisce. Non è te che odia, sono i soldi quelli che non sopporta. Inoltre credo sia spaventata dal fatto che un giorno questo vostro appartenere a classi sociali diverse possa allontanarti da lei –
-          Io non potrei mai allontanarmi da lei o da voi solo perché apparteniamo a classi sociali diverse. E poi che significa? Io non sono quel tipo di persona, io e i ragazzi non siamo come gli altri riccastri, se eravamo come loro non avremmo nemmeno fatto amicizia con voi –
Jun Hyung sorrise cercando di trattenersi dallo scoppiare a ridere.
-          Cosa mi ridi? Sono serio – scattò in piedi.
-          Lo so, lo so, scusa è solo che hai appena pronunciato la parola riccastro proprio come fa Minji – Jun Hyung si alzò a sua volta e dopo avergli dato una pacca affettuosa su una spalla si avviò all’entrata. – Cerca di trattare un po’ meglio Minji o l a prossima volta te la faccio pagare –
Rientrò lasciando Hong Ki fuori. Cos’era quella sensazione che si agitava dentro di lui? Perché si sentiva cosi strano?
Aah basta, da quando frequentava Minji stava diventando strano, scosse la testa e rientrò. Questa volta i ragazzi lo accolsero ridendo e scherzando, ma Minji non si avvicinò più al tavolo e quando se ne andarono li salutò da lontano.
Usciti dal locale dove lavorava Minji, Hong Ki e gli altri ragazzi rimasero insieme ancora un po’ a chiacchierare nel parco per poi salutarsi. Hong Ki decise di non tornare subito a casa e di farsi una passeggiata e senza accorgersene si ritrovò nuovamente davanti al locale. Erano quasi le nove, Minji avrebbe finito di lavorare a breve. Ah , difatti, eccola là. Allungò la mano a chiamarla ma la voce gli morì in gola quando la vide uscire seguita da Yo Seob, il bracciò gli ricadde lungo il fianco e rimase a guardarla allontanarsi con il ragazzo, almeno stava sorridendo. Di nuovo quella sensazione di fastidio al lato sinistro del petto. Aaah basta non gli piaceva quella sensazione, scosse la testa, prese l’i-poad dalla tasca e dopo essersi messo le cuffie nelle orecchie canticchiando se ne tornò a casa.
 
Erano passati un paio di giorni da quando lui e i ragazzi erano stati al locale di Minji e da allora lui non l’aveva più vista, non che gli interessasse, senza di lei si stava molto più tranquilli, però sembrava che ai ragazzi mancasse, non erano neanche voluti andare al mare. Ah uffa lui voleva andarci però. Tutta colpa di quella ragazzina.
Idea!
Corse fuori di casa salutando il maggiordomo e si diresse a casa di Jun Hyung.
 
-          Jun perché siamo in aeroporto? Io ho solo cinque giorni di ferie non ci conviene andare troppo lontani. E poi dove sono Iesul e Hye Joon? E il biglietto? Io non l’ho ancora fatto - disse Minji a un Jun Hyung che la trascinava con sé tirandola per il polso.
-          Aah quante domande. Uno torniamo in tempo, due ci aspettano all’imbarco, tre il biglietto non ti serve -
-          Ma com’è possibile?
-          Ti fidi di me? –
-          S.. si – balbettò confusa.
-          Bene allora sta tranquilla e seguimi – fece fermandosi a carezzarle i capelli.
Dopo non molto arrivarono a un imbarco completamente vuoto, c’era solo un hostess che sorridendogli li fece passare.
-          Minjiiii! – esultò Hye Joon saltandole al collo.
Erano saliti su un piccolo aereo, e non appena ci aveva messo piede l’amica le si era fiondata addosso, il resto dei passeggeri era formato dai suoi amici. Minji sorrise, era ancora confusa ma era felice. Hye Joon la trascinò a sedersi accanto a lei e l’aereo partì.
-          Minji ti piace quest’aereo? – le chiese l’amica – Il padre di Min Hwan è il proprietario di questa compagnia aerea e ha riservato questo aereo solo per noi. Non è fantastico?  -
-          S.. si. Ma dove stiamo andando?  -
-          A Jeju ovvio –
Minji si voltò di scattò a cercare Hong Ki, era seduto da solo due sediolini davanti a lei e se ne stava con gli occhi chiusi con le cuffie nelle orecchie. Jun Hyung le si avvicinò e con un sorriso malizioso le sussurrò:
-          Dopo ringrazialo –
-          Cosa? –
-          Chi credi che abbia organizzato tutto e che abbia chiesto al tuo datore di lavoro di darti quattro giorni di vacanza? – gli sorrise ancora una volta e divertito la lasciò a guardare il ragazzo che fingeva di dormire.
 
Si sa quando ci si diverte il tempo sembra correre più veloce e così anche quella breve vacanza era già arrivata al suo culmine.
Uffa, pensò Hong Ki, avrebbe dovuto convincere il datore di Minji a concedergli più giorni di ferie. Guardò verso la ragazza che correva sulla riva a riprendere il pallone che Hye Joon le aveva lanciato; e pensare che aveva detto di non voler andare, guarda ora come si stava divertendo.
Trascorrere quattro giorni tutti insieme era stato divertente ma a causa sua era stato anche stancante; riusciva a contraddirlo su ogni cosa ed era un maschiaccio che si ficcava di continuo nei guai costringendo cosi lui doveva a stare attento che non si facesse male, anzi era Jun Hyung che lo costringeva. Perché per ogni cosa chiamava lui? Non poteva andarci lui stesso a recuperarla? Non si era mai preoccupato di badare nemmeno al suo cane, che infatti era più affezionato al custode che a lui, ora perché doveva badare a lei? Ecco, ancora una volta era tutta colpa di Jun, da quando gli aveva raccontato dei genitori di Minji non riusciva a non preoccuparsi per lei. E lei non rendeva di certo le cose facili, in soli quattro giorni lo aveva sconvolto. Il primo giorno si era allontanata per esplorare la spiaggia insieme a quello sciocco di Yo Seob che a combinare guai era peggio di lei, e cosi lui Jea Jin e Jun Hyung erano stati costretti a seguirli per assicurarsi che non si facessero male. Il secondo giorno lui aveva proposto una gara di sumo per decidere chi doveva comprare il gelato per tutti, e ovviamente lei aveva voluto partecipare. Ma insomma era o no una “ragazza”? E cosi mentre Yo Seob saltava di gioia Jun aveva dovuto manipolare il gioco per farla combattere solo contro se stesso, fingendo di perdere, e contro di lui. Si era talmente imbarazzata quando l’aveva afferrata per dietro le gambe e l’aveva presa in braccio che poggiarla fuori dal cerchio era stato uno scherzo.
-          Scema - gli aveva sussurrato facendogli la linguaccia, per poi ridersela quando arrossì ancora di più e arrabbiata se ne tornò all’ombrellone.
Il terzo giorno si erano allontanati in barca, e questa volta credeva che non sarebbe successo nulla; sorprendendolo, se ne era rimasta buona sulla barca mentre lui e gli altri erano scesi in acqua.
-          Minji, vieni anche tu - gli disse Jae Jin accostandosi alla barca.
-          Preferisco restare a prendere il sole –
-          Cos’è non sai nuotare? - la prese in giro Hong Ki accortosi che anche nei giorni prima non si era mai allontanata da dove si toccava.
-          No.. non è vero –
-          Beh allora vieni in acqua –
-          Non.. non posso, qualcuno deve sempre rimanere sulla barca –
-          Minji ma perché non me lo hai detto? Risalgo io - fece Jae Jin.
-          I.. io - guardava l’acqua preoccupata. Ok non è che non sapeva nuotare una volta Jun Hyung gli e l’aveva insegnato, però non era mai andata in acqua alta.
-          Minji - la chiamò Jae Jin vedendola impalata. - Se vuoi restare sulla barca... -
Hong Ki la stava guardando non poteva mostrarsi debole, aveva nuotato in acqua bassa cosa mai poteva cambiare? Prese un profondo respiro e si lanciò in acqua.
Dannazione perché non risaliva?
-          Minji! - urlò Jae Jin.
Jun Hyung che si era allontanato con Iseul si voltò verso la barca richiamato dall’urlo.
-          Hong Ki, non sa nuotare! - urlò.
Il ragazzo si immerse subito e dopo averla afferrata la riportò sulla barca con l’aiuto di Jea Jin.
-          Stupida! Perché non hai detto che non sai nuotare? Non era il momento di fare l’orgogliosa -
-          Chi sa chi mi ricorda - bisbigliò Jae Jin ricevendo subito un occhiataccia.
-          Non è che non so nuotare, è solo che non ho mai nuotato in acqua alta - cercò di scusarsi la ragazza.
-          Stupida! - fece alzandosi per andarle a prendere un bicchiere d’acqua.
Finalmente era arrivato il quarto giorno e a parte il fatto che li aveva buttati giù dal letto alle otto di mattina, era l’ultimo giorno, dovevano goderselo tutto, no? Se ne era restata buona; forse anche grazie al resto dei ragazzi che spaventati dal giorno prima avevano deciso che dovevano insegnarle a nuotare e farle capire che non bastava agitare mani e piedi.
-          Ragazzi mi è venuta una super idea! – urlò Hong Ki richiamandolo tutti sotto l’ombrellone – Dato che stasera è l’ultima sera a mare che ne dite di fare un falò in spiaggia? –
-          Wuao una volta tanto anche tu hai buone idee – lo prese in giro Seung Hyun.
-          Hahaha simpatico –
-          A me sembra un ottima idea – rispose Iseul.
-          Beh allora andiamo a fare la spesa – l’appoggiò Jun Hyung.
-          Eeeh? Noi? – chiese confuso Seung Hyun.
-          Ma no, non vi preoccupate, lo dirò al maggiordomo e se la vedrà lui –
-          Cosa? Neanche per sogno, siamo noi a fare il falò e noi facciamo la spesa – s’impose subito Minji non lasciando così a nessuno la possibilità di ribattere.
Al supermercato le ragazze dovettero occuparsi quasi di tutto da sole, o meglio gli unici ad aiutarle furono Jun Hyung e Ki Kwang. Hong Ki e il suo gruppo all’inizio frastornati, correvano ora da un reparto all’atro del supermercato portando con sé mille cose inutili. Poverini, pensò Minji non erano mai stati in un supermercato, a casa avevano chi faceva la spesa e cucinava per loro; ma Yo Seob che si divertiva a correre con loro e a prenderli in giro proprio non era perdonabile.
-          Yo Seob – lo richiamò Minji.
Il ragazzo mogio tornò accanto alla ragazza come un cagnolino in punizione.
-          Porta il carrello –
-          Si –
-          Lei è l’unica che riesce a calmarlo, a volte guardandoli mi sembrano come madre e figlio. Non sono carini? – chiese Jun Hyung a Hong Ki che si era fermato ad osservarli.
-          Pff, sembrano solo due stupidi, anzi lo stupido è lui che si fa comandare a bacchetta –
-          Sta tranquillo Yo seob le vuole bene e lo stesso Minji ma sono solo amici –
-          Nessuno ti ha chiesto niente – sbuffò allontanandosi verso il reparto cioccolate – Jae Jin vieni qui! Guarda questa non è quella che vedevamo in tv? –
Jun Hyung sorrise e tornò ad aiutare le ragazze.
A sera tutti insieme prepararono il fuoco e una volta acceso Jun Hyung e Min Hwan iniziarono ad arrostire la carne aiutati dalle ragazze.
-          Tieni – fece Minji porgendo il piatto ad Hong Ki che se ne stava comodamente seduto su un tronco ad accordare la chitarra.
-          Thank you – le sorrise posando la chitarra.
Minji si sedette al suo fianco.
-          Grazie – bisbigliò all’improvviso.
-          Scusa non ti ho sentito – finse, cercando di frenarsi dal ridere.
-          Grazie – fece a voce un po’ più alta.
-          Non.. -
-          Ho detto grazie! Grazie per avermi accettata in casa tua ed avermi fatto trascorrere questi stupendi giorni di vacanza nonostante l’altra volta sia stata un po’ acida –
-          Un po’?
-          Ok forse un po’ più di un po’ –
-          Vabbé, questa volta te la lascio passare ma sappi che l’ho fatto solo perché altrimenti i ragazzi non sarebbero venuti –
Minji gli sorrise lasciandolo perplesso, sapeva bene che non era solo per i ragazzi, forse lui non provava i suoi stessi sentimenti ma sapeva anche che la reputava un’amica e se quello era il suo modo di accettare i ringraziamenti beh allora lei lo avrebbe accettato, infondo amava anche quella sua parte stupidamente orgogliosa e timida.
Hong Ki scosse la testa. Bah chi sa cosa le saltava per mente, cosa aveva da sorridere? Meglio lasciare perdere, pensò addentando una salsiccia.
Minji prese la chitarra e iniziò a pizzicare le corde.
-          Sai suonare? – le chiese il ragazzo.
-          Un po’, mi ha insegnato Yo Seob –
-          Ah si? E fammi sentire, cosa ti ha insegnato?  –
-          Aah Hong Ki che schifo finisci di mangiare prima di parlare –
-          Io parlo parlo e se vuoi canto pure. “Music life, musica days. Non posso descriverlo a parole. Oh baby baby. Voglio ascoltarti. I will walk la la la with you” – scherzò avvicinandosi ancora di più alla ragazza che schifata cercava di proteggersi il viso con una mano mentre con l’altra reggeva la chitarra, tuttavia nel tentativo di evitare Hong Ki e di non far cadere nella sabbia la chitarra Minji scivolò in dietro.
-          Wuaaa –
-          Sta attenta – fece serio dopo averle portato d’istinto un braccio attorno alle spalle evitando così che cadesse.
-          S.. si. Sc.. scusa – balbettò arrossendo violentemente. Aaah dannazione! Erano troppo vicini, il suo viso, le sue labbra, erano troppo vicini, poteva sentire il suo respiro. Chi sa come dovevano essere morbide le sue labbra.
-          Pfff  haha – scoppiò a ridere senza tuttavia spostarsi. – Non pensavo potessi essere carina anche tu, invece quando arrossisci lo sei davvero molto –
Minji arrossì ancora di più.
-          Cos’è vuoi che ti baci? –
-          Sme.. smettila – Aah perché si stava avvicinando?
-          Yaaah! – sentirono urlare Yo Seob che arrabbiato lasciò il suo piatto a Jonh Hoon e si diresse a rapidi passi verso di loro.
-          Smettila di scherzare! – lo spintonò Minji.
-          Cos’è arriva il tuo ragazzo e non vuoi farti vedere mentre baci un altro? –
-          Tu… sei un CRETINO! – si alzò di scatto, gli sbatté la chitarra in petto e tornò al barbecue infuriata.
-          Hong sei un cretino! – gli disse Yo Seob. Per poi fargli la linguaccia e ricorrere Minji che lo aveva sorpassato.

 
* Il titolo del capitolo è una canzone degli FT Island appunto "Music life" però fa parte di quelle giapponesi.

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Capitolo 4
*** You’ve fallen for me ***


 You’ve fallen for me
(Anno 2009)

 
Dalle vacanze estive erano già passati quattro mesi e il rapporto tra Minji e Hong Ki non era per nulla cambiato, mentre Minji cercava di capire come fosse possibile che si fosse innamorata di uno stupido del genere Hong Ki continuava a punzecchiarla divertendosi nel vederla arrabbiarsi.
Minji si fermò a guardare la neve che scendeva. Com’era bella, pensò, chi sa se anche Hong Ki in quel momento stava guardando la neve, noo probabilmente era già in qualche località sciistica insieme alla famiglia o ai ragazzi. Già a breve sarebbe stato Natale e lei l’avrebbe trascorso da sola. L’immagine di Hong Ki che durante la vacanza estiva le chiedeva se voleva essere baciata le tornò alla mente; scosse la testa a scacciarla. Noo, cavolo, doveva smettere di ricordare quel momento! Se non la smetteva sarebbe diventata pazza. Però le sarebbe davvero piaciuto trascorrere il Natale insieme a lui.
-          Ciao Minji -
-          Oh ci.. ciao Sun –
Sun lavorava con lei presso la pasticceria Chocolaté e subito erano diventate buone amiche.
-          A chi stavi pensando? – le chiese la ragazza prendendola sotto braccio.
-          A.. a nessuno –
-          Ma dai dì la verità chi dei tanti ragazzi che fin’ora ti è venuto a prendere è il fortunato –
-          Ma che dici? Nessuno! Dai sbrigati altrimenti facciamo tardi – fece tirandola nella pasticceria.
Il lavoro consisteva nel vedere dolci fuori dalla pasticceria cercando in oltre di far entrare i clienti ad acquistare qualcos’altro, nonostante il freddo le piaceva lavorare presso quella pasticceria, il proprietario era molto gentile, aveva trovato un'altra buona amica e le piaceva vedere le persone sorridenti che venivano ad acquistare dolci, in quel periodo poi era pieno di coppiette. Quella sera però il turno di lavoro sembrò durare più del solito, chi sa forse era dovuto a quella strana stanchezza che l’accompagnava dal momento in cui si era alzata dal letto alla mattina. Rabbrividì e si portò le mani al viso per soffiarci sopra a riscaldarle.
-          Minji? Che stai guardando? Sembri sconvolta –
Allontanò le mani dal viso e respirò profondamente per cercare di calmare il cuore che dopo un iniziale fitta aveva preso a battere rapidamente. Era da un po’ che non lo vedeva, da quando aveva preso a lavorare alla sospensione dei corsi all’università aveva visto i ragazzi solo perché Jun Hyung ogni sera aveva costretto qualcuno di loro ad accompagnarlo quando andava a prenderla per accompagnarla a casa, ma Hong Ki non era mai stato fra questi, inoltre credeva che quella sera, data la partenza di Jun per Busan, nessuno sarebbe venuto a prenderla e invece ora si ritrovava avanti la persona che più di tutte desiderava vedere.
Lo vide avvicinarsi al bancone e si costrinse a calmarsi.
-          Ma come sei conciata? – fece indicandola, dopo averla squadrata dalla testa ai piedi.
Minji indossava un completo da mamma Natale: vestitino, scialle con cappuccio, calze nere e scarpe nere con un leggero tacco.
Non lo avrebbe mai ammesso ma era davvero carina, aspetta un attimo però, era stata vestita in quel modo tutta la serata? Doveva essersi morta di freddo.
-          Sei tu che non hai buoni gusti. Un sacco di ragazzi mi hanno detto che sono davvero carina –
-          Si immagino. Due sono le ipotesi o ti prendevano in giro o ti volevano rimorchiare –
-          Haha sempre il solito simpatico! E comunque che ci fai qui? –
-          Jun mi ha per modo di dire “chiesto” di venire a prenderti, perciò datti una mossa e vatti a cambiare non ho tutta la serata da sprecare –
-          Puoi anche andartene, so tornare a casa da sola –
-          Ah si? Bene – fece per allontanarsi.
-          Minji ma che fai? Ragazzo aspetta! La mando subito a cambiarsi, tu nel frattempo perché non entri e ti prendi una cioccolata calda? –
-          Sun ma dobbiamo finire di rientrare i dolci e il bancone –
-          Finisco io tranquilla –
-          Una cioccolata dici? Ma si. E tu sbrigati –  le fece la linguaccia e entrò nel negozio
-          Sun -
-          Si capisce lontano un miglio che è lui quello che ti piace quindi vai e diciamo che mi devi un favore – le bisbigliò nell’orecchio prima di spingerla verso l’entrata.
-          Grazie –
L’amica le sorrise e Minji corse a cambiarsi. Si aveva detto ad Hong Ki che poteva anche andarsene ma in realtà era davvero felice che fosse stato lui a venire, desiderava davvero tanto vederlo. Si guardò allo specchio rimettendosi almeno la matita che durante il pomeriggio era colata ma il viso sciupato che vedeva rispecchiato non le piaceva per nulla. Come sarebbe mai potuta piacere una come lei ad Hong Ki? Sospirando si rassegnò e uscì.
Hong Ki l’aspettava seduto ad uno dei tavolini con due cioccolate fumanti davanti.
-          Finalmente, sei lenta anche a cambiarti –
-          I.. io – e
Ecco ci poteva mancare che non avesse qualcosa da ridire, stupida lei che aveva voluto aggiustarsi per lui.
-          Andiamo – fece avviandosi fuori.
Minji salutò rapidamente il proprietario e Sun e lo rincorse.
-          Tieni – fece porgendole la cioccolata.
-          È per me? –
-          Io di certo non mangio queste cose cosi amare –
Era cioccolata fondente, come aveva fatto a ricordarsi che a lei piaceva di più il fondente che il cioccolato al latte? Chi sa forse ogni tanto anche lui la osservava.
-          Grazie –
In silenzio raggiungerò la fermata del bus.
-          Perché con te devo prendere sempre il bus? –
-          Perché? Cos’è volevi la limousine? – fece acido.
-          No è solo che gli altri ragazzi hanno l’auto e.. –
-          Ed è strano che io che sono ricco come loro non abbia nè auto personale nè una con un autista? –
-          I.. io –
Ma ora le leggeva anche nella mente?
-          Un auto ce l’ho ma i miei genitori me l’hanno levata per punizione quando non ho voluto iscrivermi all’università di medicina e mi sono iscritto all’accademia. Non potevo rinunciare all’accademia solo perché loro mi avrebbero levato la macchina –
Giusto, dimenticava sempre che Jong Hoon le aveva raccontato che la famiglia di Hong Ki non era felice della sua scelta di studi.
-          Capisco –
-          Cosa? Non hai nulla da dire oltre al capisco? Non pensi che sia uno stupido? –
-          No anzi una volta tanto hai detto qualcosa di cui poter essere orgogliosi -
-          Ah grazie, dovrei esserne onorato? –
In quel momento Hong Ki aveva una faccia talmente buffa che Minji non poté fare a meno di scoppiare a ridere.
-          Cosa c’è da ridere? –
La risata fu spezzata da una tosse fastidiosa.
-          Minji, tutto bene? –
-          Si.. si tranquillo, è solo un po’ di tosse –
-          E tu questa la chiami un po’? Vado a prenderti dell’acqua al 7-Eleven* Non muoverti di qui -
Il ragazzo corse al convenience store dall’altro lato della strada e tornò da lei con una bottiglia d’acqua fresca, dopo aver bevuto la tosse sembrò placarsi.
-          Grazie ora va meglio –
-          Pff, ma tu guarda un po’, non solo vengo a prenderti ma come al solito devo farti anche da genitore –
-          Scusa – sussurrò.
Scusa? Oh dio era cosi raro sentirle dire scusa che ora si sentiva in imbarazzo persino lui.
-          Non ce ne bisogno. Aaah ma quando cavolo arriva questo pullman? – fece voltandosi a guardare dall’altro lato per evitare che Minji si accorgesse che era in difficoltà.
Minji non rispose e il silenziò calò di nuovo fra i due finché Hong Ki non sentì la testa della ragazza poggiarsi sulla sua spalla.
-          Ma.. ma che fai? – balbettò voltandosi di scatto a guardarla.
-          Sc.. scusa – balbettò lei rimettendosi dritta.
Ma cosa le prendeva? Perché sembrava cosi stordita?
-          Minji sei sicura di star bene? –
-          Si, si sono solo stanca – rispose cercando di tenere aperti gli occhi.
-          Stanca? Ma tu scotti! – fece portandole una mano alla fronte. – Ora basta! –
Prese il cellulare e chiamò un taxi, dopo non molto un auto venne a prenderli e Hong Ki ordinò di portarli a casa propria.
-          Hon.. –
-          Sta zitta e dormi –
-          Grazie – sussurrò prima di addormentarsi.
Hong Ki le poggiò la testa sulle proprie gambe per farla stare più comoda, una ciocca di capelli le cadde a coprirle il viso e lui dolcemente le accarezzò la fronte per spostarla. Faceva tanto la dura e poi era debole proprio come qualsiasi altra ragazza.
Aaah questa ragazzina mi da solo preoccupazioni, pensò.
-          Signorino Hong Ki! – lo chiamò sconvolto il maggiordomo quando lo vide entrare con una ragazza in braccio – Chi è questa ragazza? –
-          Chi è non ha importanza, ha la febbre alta e non potevo lasciarla a casa sua da sola. La portò nella mia stanza portami acqua fredda con alcool, termometro e medicine –
-          Signorino se i vostri genitori venissero a sapere… -
-          Sono all’estero, no? Non lo sapranno mai se nessuno gli e lo dice. Ora sbrigati ti aspetto in stanza. Ah, fa venire anche una cameriera non posso di certo spogliarla io -
-          S.. si –
La febbre si abbassò solo verso la mezzanotte e nonostante sia la cameriera che il maggiordomo gli avessero detto di andarsi a riposare Hong Ki rimase tutta la notte a vegliare su Minji finché non si addormentò al suo fianco.
 
Il sole iniziò a farsi spazio nella stanza fino a raggiungere il letto dove i due dormivano. Minji riaprì piano gli occhi e si ritrovò il viso di Hong Ki a pochi centimetri dal proprio.
Noo, sto sognando, non può essere, pensò allungando una mano a toccare il viso del ragazzo. Aspetta un attimo, se era un sogno perché riusciva a sentire cosi chiaramente il calore della sua pelle?
-          Aaah! – urlò.
-          Mm cos’hai da urlare? Perché sei cosi rumorosa già di prima mattina? – si lamentò il ragazzo aprendo a fatica gli occhi.
-          Do.. dove sono? – chiese dopo essersi guardata attorno.
La stanza era enorme, e lo stesso letto doveva essere da una piazza e mezzo. Tutta bianca a eccezione delle lenzuola azzurre sembrava più un maestoso salone che una stanza. Oltre al letto c’erano un divanetto, un enorme scrivania con libreria e due chitarre una classica e una elettrica.
-          Datti una calmata, sei a casa mia – fece Hong Ki mettendosi a sedere.
Tese la mano verso la fronte di Minji che istintivamente si fece indietro.
-          E sta ferma –
L’afferrò per un braccio e la tenne ferma, poi portò una mano sulla sua fronte.
-          Sembra che non hai febbre  –
Minji arrossì e Hong Ki sorrise divertito. Si alzò e andò verso la porta.
-          Vado a dire a Nana di preparare la colazione tu resta a letto –
-          Mm – scosse la testa in risposta.
Rimasta sola abbassò lo sguardo su se stessa e si rese cosi conto di indossare solo una leggera camicia.
-          Aaaah! –
Hong Ki corse in stanza.
-          Che succede? –
-          T.. tu.. i.. io – balbettò guardando il suo corpo sotto le coperte.
-          Scema! – urlò arrossendo. Ma cosa andava a pensare? – Ti ha spogliata Nana. E ora non osare più urlare e lasciami fare una doccia in santa pace. A breve Nana ti porterà la colazione –
Minji si tirò su le lenzuola fino al collo e si rinfilò nel letto. Dopo non molto come aveva detto Hong Ki arrivò la cameriera con la colazione.
-          Mangi con calma e poi vada pure a farsi una doccia. Il bagno è dietro quella porta. I suoi vestiti li potrà trovare lì, li ho fatti lavare e stirare –
-          Ma non c’era bisogno di tutto questo –
-          Non si preoccupi è un piacere e poi lei deve essere davvero importante per il signorino, non aveva mai portato una ragazza a casa. La prego si prenda cura di lui, a volte può sembrare antipatico ma è davvero un bravo ragazzo –
-          Lo.. lo so – Oh dio come si sentiva in imbarazzo.
La cameriera le sorrise cordiale e uscì dalla stanza.
Dopo aver mangiato qualcosa e essersi fatta una doccia scese al piano di sotto dove Hong Ki l’aspettava guardando la televisione su un enorme divano di pelle.
-          Ti accompagno a casa – fece alzandosi e dirigendosi fuori.
Minji ringraziò e salutò il maggiordomo e la cameriera che erano venuti a salutarla e lo raggiunse.
-          Hon… - tentò di parlare quando furono in auto.
-          Cosa? Vuoi ringraziarmi? Non basterebbe neanche se lo ripetessi mille volte –
-          Hai preso anche la macchina che ti hanno comprato i tuoi –
-          Appunto –
-          Potevo tornare da sola, io non volevo che tu.. –
-          Ormai quel che è fatto è fatto e comunque sono all’estero fino a domani non se ne accorgeranno nemmeno. E poi non potevo lasciarti tornare con il pullman, la febbre si è abbassata ma devi stare in casa almeno per un paio di giorni –
Minji abbassò la testa imbarazzata.
-          Grazie -
-          Ho detto che non ce ne bisogno! Ah! Non osare andare a dire in giro nulla e sappi che l’ho fatto solo perché se no Jun mi avrebbe ucciso –
-          Non lo dirò a nessuno –
-          Bene –
Hong Ki accese lo stereo e prese a canticchiare. Minji chiuse gli occhi per godersi a pieno la sua voce che su di lei era come un piccolo incantesimo, riusciva a calmarla come nessuna altra cosa al mondo. Hong Ki guardò verso di lei e istintivamente sorrise.
Quando se ne stava tranquilla era davvero carina. Yah ma cosa gli succedeva, non stava iniziando a pensare un po’ troppo spesso che fosse carina? Aaah, basta!
Scosse la testa e continuò a cantare.
-          Ricordati di prendere le medicine dopo pranzo e cena – le porse la busta con i medicinali – Rimani al caldo e se ti senti troppo male chiamami –
-          Agli ordini capo! – fece portandosi una mano sulla fronte a saluto militare.
-          Hahaha fai poco la spiritosa –
-          Scusa – ridacchiò – Allora vado, grazie ancora di tutto. Ciao – uscì dall’auto e sia avviò verso la porta di casa.
-          Ciao.. Ah! Yah non osare andare a lavoro! Anzi vedi di lasciarlo! È normale che ti ammali se stai fuori un intera giornata conciata in quel modo –
-          Tanto appena gli dico che non posso andare per un po’ mi licenziano loro. Era solo un lavoro per il Natale –
-          Meglio cosi. Ora vado, ciao –
-          Ciao – sorrise e entrò in casa.
Il cuore le batteva ancora forte. Non ci poteva credere aveva trascorso la notte a casa di Hong Ki, nel suo letto, al suo fianco. Si sentiva come se qualcosa stesse bruciando dentro di lei ma che fosse per la febbre o meno non le importava. L’emozione di essere stata accanto ad Hong Ki per cosi tanto tempo era cosi bella che non le interessava null’altro.
 
Alla fine Minji trascorse il Natale a letto ma fortunatamente Sun insieme ad una sua amica andò a farle compagnia. Arrivò cosi anche la vigilia di Capodanno e nonostante Sun l’avesse invitata a cena dalla sua famiglia Minji preferì restarsene a casa, Sun non vedeva spesso la sua famiglia e non voleva rovinare quel momento con la sua presenza. Si preparò quindi alla serata fittando una serie di telefilm al video store e comprando tante schifezze da mangiare.
Quando  all’improvviso sentì bussare alla porta quasi cadde dal divano per la sorpresa. Chi poteva mai essere?
-          Ciao –
-          Ci.. ciao – balbettò sconvolta. Cosa ci faceva Hong Ki lì?
Senza aspettare che lei dicesse altro Hong Ki entrò in casa ridendosela sotto i baffi. Doveva essere davvero felice di vederlo se era rimasta imbambolata come una scema.
-          Vuoi rimanere sulla porta o mi offri qualcosa? –
-          Eh? Ah si certo? Vuoi una cioccolata.. aspetta ma chi ti ha dato il permesso di entrare? Si entra così in casa di una ragazza sola? –
-          Eee esagerata definirti addirittura una ragazza –
-          Cosa scusa? –
-          Vatti a cambiare che usciamo – fece porgendole due buste.
-          Eh? –
Minji aprì la busta più grande e vi trovò dentro un vestito azzurro senza spalline con gonna a sbuffo, una collana con ciondolo a forma di fiocco di neve, un paio di orecchini anche’essi a forma di fiocco di neve e un bracciale, tutto in oro bianco; nell’altra busta invece vi trovò un paio di scarpe argentate ricoperte da tanti piccoli Swarovski.
-          Ma.. ma sei impazzito? –
-          Me li ha prestati la sorella di Jae Jin, quindi vedi di non rovinare il vestito o perdere qualcosa –
-          Ma perché ti sei fatto prestare delle cose cosi costose? Come potrei mai metterle? –
-          Si, si lo so che non sono adatte a una come te ma vedi di darti una mossa o arriviamo in ritardo. Ma guarda qua sono le otto di sera e tu ti stavi già imbottendo di patatine, non lo sai che fanno ingrassare? –
-          Tu.. – strinse un pugno per trattenersi dal picchiarlo.
-          Ancora lì sei? Datti una mossa. Ah ho lasciato pelliccia in auto, vado a prenderla  –
-          Cosa? C’è anche una pelliccia? –
-          Mi sembra ovvio. Cos’è vuoi riprendere l’influenza? -
Ormai conosceva fin troppo bene Hong Ki se aveva detto che doveva indossare quell’abito cosi sarebbe stato, gli e lo avrebbe fatto indossare anche a costo di cambiarla lui stesso cosi rassegnata corse in stanza a cambiarsi. Si truccò leggermente con un tocco di celeste e argento, pettinò i capelli e tornò rapida in salotto dal ragazzo. Hong Ki rimase paralizzato sul divano, cavolo vestita per bene e con un po’ di trucco era davvero molto carina.
-          Sono pronta –
-          Bene andiamo – fece cercando di non mostrare alcuna espressione che tradisse cosa stava pensando.
-          Si può sapere ora dove dobbiamo andare? E perché hai l’auto di Jong Hoon?  – gli chiese quando furono in auto.
-          Me l’ha prestata e andiamo ad una cena –
-          Una cena?.. E dove? –
-          Al Son Hotel –
-          Al So.. Son Hotel? –
-          Ma perché devi fare sempre tremila domande? La fase delle domande si passa a due anni, sai? –
-          Ma.. ma è uno dei più grandi hotel della Corea – fece, troppo sconvolta per poter controbattere alla frase del ragazzo.
-          Brava! Non fare quella faccia, è di proprietà del padre di Seung Hyun, non spendiamo un won –
-          Allora ci saranno anche i ragazzi? –
-          Certo che ci sono. Cos’è? Volevi un appuntamento solo noi due? – la guardò malizioso.
-          Sce.. scemo! – arrossì – Certo che no! E guarda avanti – si voltò a guardare fuori dal finestrino. Aaah odiava quando Hong Ki se la rideva sotto i baffi ma questa volta se l’era davvero cercata. Però le sarebbe piaciuto se fossero stati davvero solo loro due.
Arrivati all’hotel entrarono in un enorme salone con piano bar; su un lungo tavolo era servito un sostanzioso buffet e qua e là c’erano camerieri che passando tra la gente servivano su dei vassoi alcolici o stuzzichini. Nella sala oltre ai ragazzi c’erano molte persone, per la maggior parte adulti.
-          Minji! – fece Seung Hyun correndo ad abbracciarla – Sono felice che tu sia venuta –
-          Sono io che devo ringraziare te di avermi invitato –
Seung Hyun sorrise e guardò verso Hong Ki.
-          Devi ringraziare Hong Ki, io credevo fossi tornata a Busan, è stato lui a dirmi che avresti passato il capodanno qui a Soul da sola –
-          Non guardarmi cosi, me lo ha chiesto Jun –
Aaah, cavolo cos’aveva da sentirsi in imbarazzo? Lo aveva fatto davvero solo perché Jun gli aveva chiesto di non lasciarla sola durante le feste, a Natale se l’era scampata perché quella sua nuova amica le aveva fatto compagnia ma stavolta toccava a lui farlo. Ma tu guarda un po’, iniziava a sentirsi un baby-sitter.
-           Oh Hong Ki – lo chiamò un signore avvicinandosi ai ragazzi insieme ad una donna.
-          Buonasera signor Song, buonasera signora Song – fece inchinandosi leggermente.
Minji guardò confusa al signore e imitò subito il gesto di Hong Ki. Wuao non lo aveva mai visto inchinarsi a qualcuno.
-          Oh e chi è questa bella signorina? –
-          Lei è Minji una nostra amica – s’intromise Seung Hyun senza lasciare ad altri il tempo di rispondere.
-          Ah. E dimmi di chi sei figlia? –
-          Dei Kim di Busan – continuò il ragazzo.
-          I Kim di Busan?.. –
-          I proprietari dell’atelier Little British –
-          Avrei dovuto capirlo dallo splendido vestito che indossa – fece la signora.
-          È venuta a studiare a Seoul alla facoltà di lingue occidentali per aiutare la famiglia nel commercio con l’Inghilterra –
-          Una figlia giudiziosa vedo, a differenza di qualcun altro – fece guardando storto a Seung Hyun.
-          Papà –
-          Si.. si, sta tranquillo non dico altro. Godetevi la serata. Signorina Minji è stato un piacere conoscerla, spero di rivederla presto –
-          Il pia. piacere è stato mio – fece inchinandosi ancora una volta imbarazzata. Dannato Hong Ki, lei odiava posti come quello, però avrebbe fatto del suo meglio per non far sentire lui o i ragazzi a disaggio.
-          Fiuu scampata per un pelo – sorrise Seung Hyun.
Il suo sorriso sembrava cosi forzato che una piccola fitta trafisse il cuore di Minji. Vivere in quel mondo cosi lussuoso non doveva essere semplice neanche per loro, non l’invidiava per nulla.
-          Cos’è quel faccino preoccupato? Minji va tutto bene, non ti preoccupare, al massimo se qualcuno ti chiede chi sei ricordi di dire che sei la figlia dei Kim di Busan –
-          Mm –
-          Dai ora basta restare qui, il buffet ci aspetta! – fece prendendola per un braccio e trascinandola all’enorme tavolo imbandito.
-          Che dici andiamo anche noi? – chiese Jong Hoon guardando ad un Hong Ki che a sua volta guardava Minji con un espressione preoccupata.
-          Eh? Ah si –
-          Hong Ki va tutto bene? –
-          Sono solo un po’ preoccupato. Forse non avrei dovuto portarla qui. Insomma guardala, non è per nulla a suo agio, questo è il nostro mondo non il suo –
-          La serata non è neanche iniziata e tu già ti stai facendo tremila problemi? È vero che questo non è solito ambiente con cui interagisce e probabilmente tutto questo ai suoi occhi sembrerà nuovo e strano ma dalle il tempo di adattarsi,  e poi se proprio vedi che continua a non sentirsi a suo agio nessuno ti vieta di portarla via –
-          Mm hai ragione – disse non molto convinto.
-          Hong non è che ti stai innamorando? –
-          Eh?! Chi io? Di quella? Ma stai scherzando? – fece agitato.
-          Sarà, ma allora perché ti agiti tanto? –
-          Beh perché.. diciamo che mi ci sono affezionato, non fraintendere, possiamo dire che per me è come un cagnolino di cui devo prendermi cura, nulla di più. Non potrei mai innamorarmi.. mai. L’hai dimenticato? Io nono sono in grado di amare –
-          Beh allora mi farebbe piacere se lei te lo insegnasse. Credo possa essere la persona giusta, anche se secondo la tua stupida testa appartenete a due mondi diversi. Vedi la mia visione del mondo è un po’ diversa, secondo me esiste un solo mondo e tutti noi ci viviamo insieme, compresi voi due – gli diede una pacca sulla spalla e si avviò al buffet.
A differenza di quanto Hong Ki si aspettasse la serata stava trascorrendo piacevole e Minji sembrava divertirsi,  o per lo meno si stava divertendo più di lui che era costretto a starle dietro dietro per assicurarsi che non dicesse o facesse qualcosa di sbagliato. Ecco appunto detto fatto. Si era allontanato due minuti per andare in bagno e ora eccola che ballava con quell’antipatico di Jung Yong Hwa, si ok non lo conosceva nemmeno e quindi forse non aveva alcun diritto di dire che fosse antipatico, ma solo per il fatto che fosse figlio del presidente della Mnet Media* ritenva fosse un valido motivo per detestarlo. E ora quella stupida di Minji stava addirittura ballando con lui.
-          Ragazzi ma cosa state facendo? – fece avvicinandosi rapido agli amici che seduti ad un tavolo se la ridevano guardando la scena.
-          Stiamo guardando Minji che balla, perché? – chiese Min Hwan.
-          Perché? E a voi sembra normale? –
-          Non c’è nulla di strano in una ragazza che balla con un ragazzo. E poi quando Yong Hwa è venuto Minji era cosi carina, è arrossita come un peperone e ha iniziato a balbettare. Credo che Yong sia il suo tipo –
-          Ma quale suo tipo, è solo perché è lei che è scema, arrossisce di continuo anche con me, non è di certo un motivo per affermare che quel tipo potrebbe piacerle –
-          Hong Ki sei per caso geloso? – gli chiese Jong Hoon divertito.
-          Non dire scemenze. Ho solo paura che possa dire qualcosa di sbagliato –
-          Beh allora se è per quello sta tranquillo è stata brava fino ad ora a fingere non credo che sbaglierà proprio ora solo perché quel tipo le piace –
-          Ho detto che non le piace! –
-          Ma come fai a dirlo? – fece allora Jae Jin.
-          Perché la conosco e lei non è il tipo da innamorarsi del primo che incontra solo perché è carino -
I ragazzi restarono in silenzio a guardalo, si vedeva lontano un miglio che era cotto ma conoscendolo sapevano che era meglio non dire nulla, era fatto cosi aveva bisogno dei suoi tempi e nessuno doveva sfasarglieli, prima o poi ci sarebbe arrivato da solo.
-          Cos’avete tutti da guardarmi in quel modo strano stasera? Aah vabbè vado a prendermi qualcosa da bere - fece allontanandosi innervosito.
-          Hong Ki ricordati che devi guidare – gli ricordò Jong Hoon.
-          Lo so! Prendo dell’aranciata –
I ragazzi si guardarono l’uno l’atro e scoppiarono a ridere. Hong Ki si sarebbe accorto dei suoi sentimenti per Minji molto prima di quanto si aspettassero.
Finito il ballo Minji tornò dai ragazzi portando con sé anche Yong Hwa.
-          Ciao ragazzi, vi spiace se trascorro la serata con voi? Mio padre mi ha costretto a venire ma qui sono quasi tutti adulti e tra i pochi ragazzi che ci sono non conosco nessuno –
-          E proprio con noi dovevi fare amicizia – sussurrò Hong Ki ricevendo subito una gomitata da parte di Jong Hoon.
-          Ma certo che puoi e poi vedo che hai subito fatto amicizia con la nostra Minji –
-          Oh si sembra una ragazza molto simpatica e interessante –
Minji arrossi e Hong Ki le lanciò un occhiataccia. Seung Hyun chiese a Yong Hwa di raccontargli la sua esperienza come cantante e cosi iniziarono tutti a chiacchierare. Minji stessa si ritrovò nel discorso, era la prima volta che succedeva, non capendo nulla di musica con i ragazzi se ne era sempre stata buona ad ascoltarli, ma Yong Hwa la spronava a dare un suo parere su ogni cosa e si fermava a spiegarle le cose che non capiva, ma la musica le era sempre piaciuta e vedersi inserita nel discorso da Yong Hwa era davvero una sensazione piacevole.
-          Yong Hwa – lo chiamò un uomo che per la forte somiglianza doveva essere il padre, avvicinandosi insieme ai genitori di Seung Hyun.
-          Oh vedo che hai fatto amicizia con mio figlio – fece il padre di Seung Hyun.
-          Avrei dovuto farlo molto prima, mi trovo davvero bene con lui e i suoi amici –
-          Mi fa piacere – fece sorridendogli.
-          Yong Hwa perché non ci canti una canzone? In auto hai la tua chitarra, no? –
-          Certo –
-          Ci fosse una volta che non ce l’avesse dietro, lui e la sua chitarra sono inseparabili – sorrise soddisfatto il padre.
-          Allora vado a prenderla e torno. Minji vuoi accompagnarmi? –
-          Certo –
Hong Ki tese il braccio per fermarla ma alla fine ci rinunciò, fatti suoi se prendeva freddo e si ammalava di nuovo stavolta se la sarebbe vista da sola.
Dopo non molto la vide ritornare insieme al ragazzo, cosa aveva da sorridergli tanto? Ma dov’era finita la Minji acida e scontrosa? Possibile che lo fosse solo con lui?
Minji seguì il ragazzo sul divano affianco all’albero di natale e si sedette accanto a lui.
-          Signori un attimo di attenzione – richiamò tutti il padre di Seung Hyun – Ora il figlio di Jung Ji Yong e famoso cantante dei CN BLUE canterà per noi una canzone –
Dopo un applauso generale il ragazzo iniziò a pizzicare la chitarra e ad intonare la sua canzone.
Minji l’osservò con attenzione, aveva davvero una bella voce e sembrava molto bravo anche con la chitarra, ma non le trasmetteva le stesse emozioni che le trasmetteva Hong Ki, sorrise, forse era solo perché le piaceva ma secondo lei Hong Ki aveva la voce più bella del mondo.
 
“ Ti sei innamorata di me.
Tra noi èiniziato tutto per una coincidenza.
In un primo momento, non sapevo se questo fosseamore o fosse solo un mio sogno, ma lo è.
Il tuo cuore continua a fare bum bum.
Continui a sorridermi e inizi ad amarmi senza nemmeno rendertene conto.
Ti sei innamorata di me, innamorata di me, sciogliendoti nel mio dolce amore.
Ti sei innamorata di me, innamorata di me, ipnotizzata dal mio sguardo affascinante.
See my eyes, provi qualcosa per me.
See my eyes, ti sei innamorata di me.
L'amore arriva sempre all'improvviso, come il destino.
Sommerso come da una doccia, non avrei mai detto che fosse amore.
Anche con gli occhi chiusi, mi accorgo di te ogni volta.
Ogni volta che vedi la tua faccia arrossire, significa che ti sei innamorata di me.
Ti sei innamorata di me, innamorata di me, sciogliendoti nel mio dolce amore.
Ti sei innamorata di me, innamorata di me, ipnotizzata dal mio sguardo affascinante.
See my eyes, provi qualcosa per me.
See my eyes, ti sei innamorata di me.
Mi sono innamorato anche io, ora ti confesserò che sono innamorato di te.
Mi sono innamorato anche io, il mio cuore dice che sono innamorato di te.
See your eyes, guardasolo a me.
See your eyes, ti amo.
See my eyes sempre e per sempre anche dopo che il tempo sarà passato.
See my eyes, senza saperlo ti sei innamorata di me. ”
 
Finito di cantare il ragazzo si voltò a guardare verso Minji e le sorrise dolcemente. Si era innamorata di Hong Ki ma se un ragazzo cosi carino e dolce le sorrideva in quel modo non poteva evitare di arrossire.
Ora basta, pensò Hong Ki quando dopo l’applauso la gente tornò alle proprie chiacchiere ma Minji e Yong Hwa non si degnarono di alzarsi dal divano, insomma era stato lui a portarla a quella festa e lei stava passando più tempo con quel tizio che con lui, e poi, e poi, ok non sapeva più cosa aggiungere ma vederla con lui gli dava fastidio.
Irritato si avvicinò rapido ai due e afferrò Minji per un polso costringendola ad alzarsi.
-          È ora di tornare a casa –
-          Dobbiamo già andarcene? –
-          Cosa? Ma lo sai che sono le due di notte? –
-          Davvero? Non me ne ero resa conto –.
-          Lo vedo. Ora saluta e andiamo –
-          Beh allora Yong Hwa ciao e grazie della serata è stato davvero bello conoscerti –
-          Il  piacere è stato mio – fece alzandosi dal divano – Allora ci sentiamo –
-          Certo, aspetto una tua chiamata –
Hong Ki la fulminò con lo sguardo ma lei sembrò non accorgersene. Ancora più infuriato la tirò via e dopo aver salutato rapidamente i ragazzi uscirono dall’hotel.
-          Si può sapere cosa ti è preso? Sei stato scontroso tutta la serata –
-          Io? Cosa ha preso a me? Ma ti sei vista? Dicevi che non sopportavi le ragazze che fanno le ochette e poi appena hai visto quel tipo non hai esitato a comportarti come loro –
-          Co.. cosa?  Io.. non è vero –
-          Ah no? E chi è che non faceva altro che sorridergli? E poi cosa? Gli hai dato anche il tuo numero di telefono? –
-          Ha detto che potevo andare a vedere un suo concerto e cosi gli ho lasciato il mio numero per avere i biglietti –
-          Si, si il concerto. Ma non ti sei resa conto che ci provava con te? –
-          Ma che dici? È solo un ragazzo gentile –
-          Haha gentile. Adesso all’improvviso ti piacciono i tipi gentili? Non pensavo fossi una persona del genere. Sei proprio come tutte le altre, basta che uno sia carino e che faccia il gentile e tu ci caschi come una pera secca –
Ma cosa cavolo gli prendeva? Ora si stava innervosendo anche lei, non le era parso di aver fatto nulla di male. Perché si stava arrabbiando cosi tanto?
-          Come puoi dire una cosa del genere proprio tu? –
-          Perché non potrei? Perché hai una cotta per me? Haha bella cotta, appena trovi un altro carino cambi preda –
-          Pre.. preda? Cotta? –
-          Vuoi forse dire che non è vero? –
Ora basta non ce la faceva più a sopportarlo. Una cotta?  Lei era davvero innamorata di lui e quelle sue parole la ferivano.
Sentì il cuore stringersi in petto, faceva male, tanto male, gli occhi iniziarono a pungerle, ma doveva trattenere le lacrime, non avrebbe dato la soddisfazione a Hong Ki di vederla piangere.
-          È vero. Sono innamorata di te. Non riesco a capire nemmeno io come possa essermi innamorata di uno stupido come te ma è successo –
Hong Ki rimase paralizzato a guardarla, non avrebbe mai immaginato che potesse ammetterlo cosi facilmente, sapeva dei suoi sentimenti ma sentirselo dire era cosi diverso, cosi strano. E poi c’era quel dolore infondo al petto che continuava a infastidirlo, acuendosi minuto dopo minuto. Cos’aveva fatto? Perché aveva detto quelle parole? Gli occhi di Minji erano diventati rossi, probabilmente sarebbe scoppiata a piangere da un momento all’altro, come aveva potuto ferirla cosi?
-          Era questo che volevi sentirti dire? Yong Hwa è simpatico e gentile ma non potrei mai innamorarmi di lui, non lo conosco neanche. È vero, ho trascorso la serata più con lui che con te e i ragazzi ma è solo perché volevo provare a conoscere il vostro mondo e lui stava cercando di spiegarmelo –
-          Perché non lo hai chiesto a me? Solo perché lui è famoso credi che ne sappia più di me? –
-          No! – fece esasperata. Perché non riusciva a capire cosa stava cercando di dirgli? – Non l’ho chiesto a te perché tu mi avresti riso in faccia e mi avresti detto che non sono cose che fanno per me –
-          I.. io – la voce gli tremava.
Era vero, di sicuro se lo avesse chiesto a lui avrebbe reagito in quel modo. Cosa mai poteva dirle? Avrebbe dovuto scusarsi? Si era quello che voleva fare ma Minji lo guardava con uno sguardo furioso che sembrava trafiggergli il petto e le parole sembravano non voler uscire.
Mosse le labbra nel tentativo di parlare ma come si aspettava non uscì nulla. Minji scosse la testa, e si allontanò. Provò a muoversi verso di lei ma le gambe non eseguirono gli ordini e ancora una volta si ritrovò costretto a guardare alle sue spalle che si allontanavano.
-          Minji cos’è successo? – gli chiese Jae Jin quando uscito dall’hotel per tornarsene a casa la ritrovò in lacrime seduta in terra affianco alla sua auto.
-          Jae Jin ti prego puoi accompagnarmi a casa? –
-          Ce.. certo –
L’aiuto ad alzarsi e la fece entrare in auto. Per tutto il tragitto Minji se ne restò con il volto rivolto verso il finestrino, Jae Jin poteva vedere di tanto in tanto qualche lacrima solcarle il viso e cosi non oso proferir parola lasciandola in pace.
 
 
 
* “You’ve fallen for me” ost per il dorama Heartstrings cantata da Jung Yong Hwa.
* “Convenience store” negozi di alimentari, cosmetici, giornali, fumetti, accessori di uso quotidiano ecc., con prezzi convenienti, aperti 24 ore su 24.
* “Mnet Media” probabilmente già lo sapete ma è la casa discografica sia degli FT Island che dei CN BLUE.

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Capitolo 5
*** Moonlight Angel ***


Ciao ragazze/i, non so che dire. Perdonami se posto dopo secoli ma credo di aver scritto questo pezzo una cinquantina di volte ma non mi piaceva mai come venica. Il problema principale è che ho tante idee ma non mi piace per nulla come scrivo. Quindi vi chiedo scusa e spero possiate apprezzare la mia storia per la sua trama più che per la forma. Grazie a tutte/i e buona lettura.



Moonlight Angel
 (Anno 2009)

 
Erano già passate due settimane da capodanno e Minji con la scusa di doversi preparare per gli esami era riuscita ad evitare di incontrare i ragazzi. Per quel che riguardava Jae Jin invece, sembrava non aver  raccontato a nessuno di averla riaccompagnata a casa in lacrime la notte di capodanno. In compenso, però, la chiamava quotidianamente e ogni scusa era buona per sapere come stesse. Questo suo atteggiamento però non faceva altro che far sentire Minji ancora di più in colpa. Sapeva che quello era il modo di Jae Jin per dirle che se voleva parlarne con qualcuno lui era lì per lei ma non si sentiva ancora pronta né a parlarne né a rivedere i ragazzi e soprattutto Hong Ki. Al solo pensiero del ragazzo sentiva il cuore stringersi e le lacrime iniziare a scendere. Che stupida che era, perché doveva essere lei a sentirsi in colpa? Perché continuava a star male per uno stupido come quello? E soprattutto, perché nonostante tutto desiderava cosi tanto rivederlo? No, no non poteva farlo. La sua mente era ancora troppo confusa e la paura che le risposte alle domande che le frullavano nella testa non avrebbero fatto altro che ferirla ancora di più era troppo forte. E se Hong Ki non volesse più vederla? Se si fossero incontrati come avrebbe dovuto comportarsi? Cosa sarebbe diventato il loro rapporto? Potevano continuare ad essere amici?
Ah, se continuava cosi sarebbe impazzita.
Alla fine fu Jae Jin a costringerla ad uscire.
< Minji devo dirti una cosa importante dobbiamo incontrarci>
< Non puoi dirmela per telefono?>
< Non mi sembra il caso >
< I.. io..>
< Ci saremo solo noi due non ti preoccupare. Ci vediamo alle cinque di oggi pomeriggio allo starbucks dove andiamo sempre>
 
Nonostante non si sentisse affatto tranquilla alla fine si presentò all’appuntamento. Prese un respiro profondo ed entrò nello starbucks. Tirò un sospiro di sollievo quando lo vide era davvero da solo. Il ragazzo se ne stava seduto ad un tavolino e continuava a picchiettare nervosamente sul si esso con la mano destra.
-          Jae Jin -  lo chiamò avvicinandosi.
-          Oh Minji –
Minji si sedette e guardò la tazza di caffè del ragazzo, era ancora colma ma sembrava essersi raffreddata. Da quanto tempo era li?
-          Prendi qualcosa? –
-          Un frappuccino dark –
-          Ok –
Jae Jin andò al bancone a prendere il frappuccinno e tornò.
-          Minji non so come iniziare.. forse non dovrei dirtelo ma credo sia giusto che tu lo sappia.. –
Aveva ripreso a picchiettare con le dita sul tavolo, quel rumore la infastidiva.
-          Jae Jin se fai cosi mi innervosisci, insomma si può sapere cosa sta succedendo? –
-          Promettimi che non ti arrabbierai e che non combinerai casini –
-          Cosa? –
-          Promettilo –
-          Si, si lo prometto ma ora parla –
-          Hong Ki ha lasciato l’accademia –
-          La.. lasciato – balbettò sconvolta.
Alle parole di Jae Jin aveva sentito tremare qualcosa dentro di sé. Cos’era quel sentimento che stava provando? Rabbia? Tristezza? Senso di colpa? Rancore?
 
-          Dopo capodanno non lo abbiamo visto molto ma dato che incombevano gli esami non ci siamo preoccupati. Quando ieri, però,  non si è presentato all’ esame  abbiamo iniziato a preoccuparci.
-          E quindi? -
-          Lo abbiamo chiamato sul cellulare ma ha risposto qualcuno dei suoi maggiordomi e ci ha detto che Hong Ki ha lasciato l’accademia e che non dovevamo più disturbarlo perché doveva studiare per i test di ammissione a medicina –
Minji non rispondeva, rimaneva lì come paralizzata.
-          Minji... - esitò - quella sera è per caso successo qualcosa? –
Per un attimo sentì come se il cuore le si fosse fermato. Non poteva essere, non poteva per un litigio cosi stupido lasciare l’accademia, e poi lei cosa centrava con l’accademia? Basta dirle che non voleva più vederla e lei sarebbe scomparsa.
-          Minji – la chiamò preoccupato Jae Jin vedendola sbiancare.
-          No.. noi abbiamo litigato ma non può aver lasciato l’accademia per una cosa del genere. Io non centro nulla con l’accademia e poi non può essere. Lui non rinuncerebbe mai alla sua musica. A lui non interessa minimamente la medicina–
-          Lo so –
-          Deve essere successo per forza qualcosa. Avete provato ad andare a casa sua? -
-          No, ai genitori non piace che si vada a casa loro -
-          Cosa? E voi non ci siete andati solo per questo? Chi se ne frega dei genitori. Hong Ki starà soffrendo da solo – fece scattando in piedi e afferrando malamente la borsa per andarsene.
-          Minji cosa hai intenzione di fare? - la fermò afferrandola per un braccio.
-          Vado da Hong Ki, mi sembra ovvio -
-          Ma credevo che non volessi vederlo -
-          E ti sembra il momento per pensare a una cosa del genere? -
-          Capisco cosa tu voglia dire ma come ti ho già detto i genitori non vogliono e non credo che ci faranno entrare -
-          E come ti ho già detto io, non me ne frega nulla dei genitori, se non mi fanno entrare loro allora troverò io un modo per farlo. Se vuoi venire è bene altrimenti perdonami ma io ora devo andare -
-          Sei una pazza, lo sai? - fece sorridendole.
-          E ne vado fiera –
Jae Jin chiamò gli altri ragazzi e nel giro di mezz’ora furono tutti sotto casa di Hong Ki.
Minji si avvicinò al campanello e bussò ma la voce di un uomo le rispose che il signorino Hong Ki non voleva ricevere visite, anzi, si corresse, non voleva più ricevere visite da lei e dal resto del gruppo e quindi li pregava di andarsene e di non tornare più.
Minji non si lasciò scoraggiare e si avviò sul retro,
–                    Minji cos'hai intenzione di fare? Ti avevamo detto che non ci avrebbero fatti entrare -
–                    Se non mi fanno entrare loro allora entrerò da sola -
–                    Scusa? - chiese preoccupato Jong Hoon.
–                    Cosa aspetti ? Vieni qui, devi prendermi sulle spalle cosi che io possa scavalcare la recisione -
–                    Mi.. Minji è violazione di proprietà privata – balbettò sempre più sconvolto.
–                    E chi se ne frega. Vuoi aiutare Hong Ki o no?  -
–                    Si che lo voglio ma.. -
–                    Allora niente ma e aiutami -
–                    Min Hwan aiuta anche me a salire – fece Jae Jin scambiandosi un sorriso complice con Minji.
Dopo essersi scambiati uno sguardo perplessi Jong Hoon e Min Hwan scossero le spalle e andarono ad alzare gli amici. Ci vollero un paio di minuti ma alla fine riuscirono a entrare tutti. Cercarono di muoversi di soppiatto ma essere in cinque non era per nulla di aiuto, cosi quando  videro una cameriera uscire fuori in giardino, nel tentativo di nascondersi non ottennero altro che farsi scoprire. La ragazza prese ad urlare e corse in casa a chiamare aiuto.
-          Minji – si sentì chiamare.
Dalla porta che dava sul retro la cameriera Nana la chiamava incitandola a sbrigarsi. Minji guardò verso gli amici, non poteva lasciarli soli e ormai due uomini stava uscendo in giardino accompagnati dalla cameriera che indicava i cespugli dove li aveva visti.
Jong Hoon sorrise ai ragazzi che intuendo quel che aveva in mente fecero cenno di si con la testa.
-          Vai, ci occupiamo noi di loro - le sorrise e senza darle il tempo di controbattere, si mise in piedi e subito imitato dagli altri prese a correre nella direzione opposta a quella dove Minji sarebbe dovuta andare.
-          Jon.. grazie – bisbigliò prima di correre verso Nana.
-          Sapevo che saresti venuta –
-          Nana, ho bisogno di vedere Hong Ki –
-          Lo so. È al piano di sopra nella sua stanza. Io cercherò di non far salire nessuno ma tu sta comunque attenta –
-          Si  -
Nana l’accompagnò alle scale.
-          Vai veloce! – fece guardandosi agitata in torno.
-          Nana, grazie –
-          Non devi ringraziarmi, sono io che devo ringraziati –
-          Io… –
-          Ora vai! –
Minji corse al piano di sopra, si guardò intorno spaesata, era già stata in quella casa ma c’erano tante stanze e le porte erano tutte uguali, e se sbagliava stanza e ci trovava dentro qualcun altro? Procedette piano cercando di ascoltare i rumori dietro alle varie porte quando all’improvviso qualcuno le coprì la bocca con una mano e con l’altra la tirò con sé in una stanza.
-          Cosa ci fai tu qui? –
Minji sentì il respiro mancarle, un brivido le salì lungo la schiena. Era fra le braccia di Hong Ki, si era lui, non aveva alcun dubbio, avrebbe riconosciuto la sua voce, il suo profumo fra mille al mondo.
Hong Ki la liberò dalla stretta e la voltò verso di lui.
-          Allora? Si può sapere cosa ci fai qui? –
-          Co..–
Dio, le era mancato cosi tanto. Era cosi bella la sensazione di essere fra le sue braccia che sentiva di poter scoppiare in lacrime da un momento all’altro. Cercò di trattenere l’emozione e tutto d’un fiato gli urlo contro.
-          Cosa ci faccio io? Cosa ci fai TU qui? –
-          Uno forse è casa mia? Due abbassa la voce, vuoi forse farti scoprire? –
-          Vero, scusa. Comunque sia, non fare il finto tonto. Cos’è questa storia che non vuoi più vedere i ragazzi? E perché hai lasciato l’accademia? Sei impazzito? –
-          I.. io. Non credo che sia una cosa che ti riguardi – rispose distogliendo lo sguardo, non sarebbe riuscito a sopportalo.
-          Non mi riguarda.. S..si, forse hai ragione ma ho bisogno di sapere che io.. –
Il ricordo della lacrime della ragazza la notte di capodanno gli tornò alla mente provocandogli una dolorosa fitta al centro del petto.
-          Credi che sia per colpa tua? –  chiese sorridendo divertito, nella speranza che cosi Minji non si accorgesse dei suoi sensi di colpa.
-          Io non voglio crederci, tu non sei quel tipo di persona però.. ho bisogno di sentirlo dire da te -
Hong Ki si sentiva comfuso, ma cosa stava succedendo? Era diventata immune alle sue offese? Di solito si sarebbe arrabbiata vedendolo ridere. No, proprio non riusciva a capirla e soprattutto a causa sua non riusciva più a capre neanche se stesso. Perché davanti a lei continuava a sentirsi strano? Perché era felice di rivederla e allo stesso tempo contrariato?
-          Non è per colpa tua, ok. Ora però va via, se dovessero tornare i miei e trovarti qui… -
-          Non mi muovo da qui se non mi dici la verità –  fece andandosi a sedere sul letto del ragazzo.
-          Tu sei davvero pazza. Ma ti rendi conto di essere nella stanza di un ragazzo? -
-          Certo -
-          E ti siedi tranquillamente sul letto? -
-          E perché non potrei – Hong Ki scosse la testa esasperato – Non sono il tuo tipo di ragazza, non mi salteresti mai addosso e poi se pure lo faresti , la casa è piena di persone, mi basterebbe urlare e in un secondo sarebbero tutti qui -
-          Cosi finiamo nei guai sia io che tu e poi – arrossì – non ti salterei addosso neanche se tu fossi l'ultima donna al mondo -
-          Visto? - fece soddisfatta.
Ma.. ma come? Ma lei non era innamorata di lui? Perché la prendeva cosi bene? Perché non si arrabbiava? E perché lui si sentiva cosi offeso da ciò?
–                    Allora vogliamo stare qui tutto il giorno o ti decidi a parlare? -
–                    Lo sai che sei insopportabile? Ok, ok. - fece rassegnato, le avrebbe raccontato una mezza verità – I genitori di Seung Hyun hanno chiamato i miei per informarli che Yong Hwa ci ha proposto di fare da gruppo di spalla ai suoi concerti e che se sarebbe andata bene allora avrebbe chiesto al padre di farci un contratto e di farci debuttare. I miei non l'hanno presa affatto bene e mi hanno rinchiuso qui dentro. Fine puoi andare ora -
–                    Non mi quadra. Perché avrebbero lasciato che ti iscrivessi all'accademia musicale se poi non vogliono che tu diventi un professionista? -
–                    Gli avevo promesso che se mi avessero lascito diplomare all'accademia poi sarei andato a lavorare con mio padre e lui mi avrebbe insegnato a dirigere l'ospedale -
–                    Stai scherzando vero? L'accademia costa un boato di soldi e loro te la pagavano anche se poi  non ti sarebbe servita a nulla? -
–                    Diciamo che è il loro modo di tenermi buono. Io studio per diventare dirigente e loro mi permettono di andare all'accademia -
–                    Non ci credo. Come hai potuto accettare una proposta del genere? -
–                    Non avevo altra scelta -
–                    Non è vero – fece alzandosi dal letto arrabbiata – Ce l'avevi allora e ce l'hai ora – l'afferrò per un polso e lo tirò verso la porta.
–                    Cosa hai intenzione di fare? - chiese fermandola.
–                    Ti porto via da qui -
–                    Sarebbe inutile dovunque andassi verrebbero a riprendermi. E poi dove vado? Senza di loro non possiedo nulla -
–                    Vieni da me, ti trovo un lavoro e si forse non potrai permetterti l'accademia ma potrai continuare a cantare, tu e i ragazzi aprirete i concerti di Yong Hwa e sono certa che avrete cosi tanto successo che il padre non ci penserà due volte a farvi un contratto -
Un dolce sorriso si aprì sul viso di Hong Ki, come faceva ad essere cosi ingenua? All'inizio odiava la sua testardaggine ma ora iniziava ad essere una delle cose che più le piacevano di lei.
–                    Lo so che ti piacerebbe che venissi a vivere da te ma credo proprio che non sia la cosa più opportuna -
Minji arrossì di colpo.
–                    E comunque non credo che il padre di Yong Hwa ci farebbe un contratto. Si farebbe mio padre come nemico e credimi nessuno lo vuole -
–                    Troveremo qualcun'altro e per l'alloggio i ragazzi di sicuro riescono a trovarti un posto dove stare. Potremo chiedere a  Jun Hyung, come ho fatto a non pensarci prima -
–                    Minji.. –
–                    Intanto andiamo via poi vediamo come fare –
–                    Minji è tutto inutile, non posso venire -
–                    Ma loro non possono costringerti a rimanere qui. Sei maggiorenne puoi fare quello che vuoi -
–                    Non voglio mettere nei guai nessuno –
–                    I.. io non è giusto - adesso si che le veniva da piangere e Hong Ki che si avvicinò ad abbracciarla non era faceva che peggiorare la situazione.
Hong Ki l’abbracciò istintivamente, non avrebbe sopportato di vederla piangere di nuovo per colpa sua.
–                    Non c’è bisogno che piangi. Ti prometto che metterò a posto le cose. Ora i miei sono troppo nervosi per l’accaduto ma non appena si saranno calmati gli parlerò e cercherò di trovare un compromesso –
–                    Me lo prometti? –
Allontanò la ragazza da sé e si tranquillizzò nel vedere che non era più sul punto di piangere.
–                    Si, però ora vedi di filare a casa e non combinare più casini almeno fino a quando non tornerò –
–                    Ok ma sappi che se tra una settimana se non sei tornato mi rivedrai qui –
–                    Haha ci credo e ne sono terrorizzato. Ora non ti muovere da qui che chiamo Nana cosi ti aiuta ad uscire –
Hong Ki uscì a cercare la cameriera e Minji si ritrovò per la seconda volta da sola nella stanza del ragazzo. Aveva già notato la volta precedente quanto fosse grande e l’aveva anche un po’ invidiato ma ora provava solo disprezzo. Aveva sempre odiato le persone ricche, credeva che avessero tutto, ciò che desideravano ma invece i genitori di Hong Ki non si rendevano conto che l’unica cosa che voleva il figlio era realizzare il suo sogno e diventare un cantante. Insomma ma non vedevano come gli si illuminavano gli occhi quando parlava di musica, non si erano accorti di come nel cantare ci mettesse il cuore?
Si avvicinò alla scrivania, c’era sopra un quaderno lasciato aperto ma proprio in quel punto le pagine erano state strappate. Minji si guardò attorno e trovò un foglio stropicciato in terra di fianco all’immondizia. Lo raccolse e lo aprì. C’era scritto quello che probabilmente era il testo per una canzone. Il titolo era  “Moonlight Angel”.
-          Can you hearme? I don’t want cry anymore. Please, takeme. Oh, I miss you everyday.Sono stanco per favore abbracciami – lesse ad alta voce.
-          Minji – la chiamò Nana entrando in stanza.
La voce della donna la riportò alla realtà. Per un attimo le era parso di essere tornata alla prima volta che aveva sentito Hong Ki cantare, non sapeva perché ma quelle parole le trasmettevano lo stesso senso di tristezza e vuoto che le aveva trasmesso la canzone che aveva cantato la prima volta.
-          Dobbiamo andare. Hong Ki sta tenendo occupata la sicurezza –
-          Si arrivo –
Scrisse velocemente qualcosa sul foglio e segui Nana.
 
-          Che faticaccia quella ragazza – fece Hong Ki buttandosi sul proprio letto. – Riesce a farmi preoccupare sempre. Aah ora basta pensare a lei, riesce solo a causarmi problemi. Meglio se scrivo una nuova canzone –
Le frasi scritti poche ore prima gli tornarono alla mente. Non era riuscito a scrivere null’altro per quel brano eppure era come se non riuscisse a eliminare quelle parole dalla sua testa. Si chinò per raccogliere il foglio dalla spazzatura ma non lo trovò.
-          Ma do.. –
Cosa ci faceva sulla scrivania? E chi lo aveva letto? Lo prese in mano. C’era un’altra frase.
“I’m still with you’”
Un sorriso gli solcò il viso.
-          Scema – sussurrò mentre una singola lacrima scivolava lungo il suo viso.

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