I'm an Equestrian!

di Nebula216
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Champagne ***
Capitolo 2: *** Gara ***
Capitolo 3: *** Nuovo Arrivato ***
Capitolo 4: *** Allenamento ***
Capitolo 5: *** La Pista ***
Capitolo 6: *** Licenziata ***
Capitolo 7: *** Cambiamenti ***
Capitolo 8: *** Il progetto ***



Capitolo 1
*** Champagne ***


I’m An Equestrian!

 
 
Capitolo 1: Champagne
 

“Essere amati da un cavallo o da qualsiasi altro animale dovrebbe riempirci
di timore reverenziale perché non ce lo siamo meritato.”
(Marion C. Garretty)
 

 
 
Non era ancora sorto il sole, e lei era già desta.
Aveva preceduto il trillo fastidioso della radiosveglia, ormai aveva un orologio interno, soprattutto per quello che stava andando a fare.
Non erano gli incubi a svegliarla, non era la fame o la sete, bensì l’impazienza: non voleva sprecare un altro secondo nel letto, per quanto stanche potessero essere le sue membra.
Ogni cellula del suo corpo era già attiva, pronta per una nuova giornata… e lei era decisa, pronta a tutto. Scese dal materasso, sistemando velocemente le lenzuola e la trapunta: quell’inverno si prospettava il più rigido che avesse mai sentito, ma questo non la intimoriva. Sorrise mentre indossava un paio di pantaloni beige, una maglia a collo alto e un pile bello pesante blu: non poteva certo ammalarsi, chi avrebbe pensato a lui?
Prese dei calzini alti e massicci, quanto bastava per non farle congelare i polpacci, infilandoseli ed indossando, infine, un paio di stivali in cuoio nero.
Era impaziente, si vedeva lontano un miglio: lei doveva andare da lui, anche se aveva la febbre o era raffreddata fino al midollo.
Era un’esigenza.
Era vita.
La sua vita.
Raccolse quella massa di capelli mossi castani in una coda bassa, per poi prendere il giubbotto ed uscire di casa: la jeep grigia l’aspettava parcheggiata davanti alla piccola casetta che aveva comprato quando si era trasferita in quella città. Controllò che tutto fosse al suo posto in bauliera: cassetta con le spazzole, sacca degli stivali con, al suo interno, le vecchie scarpe da ginnastica ancora polverose dal giorno prima.
Sorrise, mettendo in moto e partendo con destinazione bar: certo, era impaziente, ma il suo stomaco reclamava la colazione… e come poteva rinunciare a un buon cornetto alla crema accompagnato da un cappuccino fumante?
Non c’era traffico a quell’ora, le strade erano letteralmente deserte, salvo qualche camion adibito a dei trasporti speciali.
Il bar dove era solita fare colazione non distava molto da casa sua, e ormai i proprietari la consideravano di casa in quel piccolo edificio color ocra dalla forma cubica. Parcheggiò il fuoristrada e scese, venendo investita da un’enorme massa di peli bianchi.
-AKAMARU CUCCIA!-
Disse a stento a causa delle risate e della lingua dell’enorme cane che le stava ripulendo la faccia. Se Akamaru era lì, allora anche Kiba non doveva esser tanto distante: il giovane Inuzuka, cow-boy appartenente a una squadra di team penning(1)locale, stava recuperando il grosso cane che, a momenti, avrebbe fatto soffocare la ragazza dalle risate.
-Dai Akamaru buono! La vedi tutte le mattine!-
-Tranquillo Kiba, ormai ci ho fatto il callo! Vero cucciolone?-
Disse la castana, carezzando con energia e dolcezza la testa del migliore amico di Kiba e ricevendo dei latrati di gioia: il giovane l’aiutò ad alzarsi, scusandosi nuovamente per il “placcaggio” del suo magnifico cane.
Tolta la polvere dai pantaloni aderenti beige, la ragazza entrò nel bar assieme all’amico, ordinando un paio di cappuccini e due cornetti.
-Allora, vai da lui?-
-Ovvio Kiba, dalla mattina al pomeriggio sono solo per lui.-
Il ragazzo dai capelli scomposti e selvaggi rise, iniziando a zuccherare il cappuccino: Lara Scarlett si svegliava alle sei di mattina e tornava a casa alle diciotto, sia con il vento che con la pioggia, persino con la neve… niente la fermava quando si incaponiva su qualcosa. Era capace di prendere la pala e spalare la strada fino alla sua meta se necessario, anche se le sarebbe costato ore di fatica e freddo nelle ossa… ma lei era testarda, quasi quanto il suo compagno.
Si completavano in un certo senso.
La ragazza addentò il cornetto ancora caldo, sciogliendosi letteralmente a sentire la crema quasi bollente solleticare le papille gustative. Dopo aver ingoiato il boccone, guardò il cow-boy.
-Come sta la scatenata?-
-Ah bene. Per poco non mi butta per terra la signorina.-
La castana rise a vedere la faccia scocciata, e divertita, dell’amico.
-Ti capisco Kiba. Ogni tanto anche al mio fratellino prende un giramento di scatole. Non devi arrabbiarti.-
-Sì, ma ci sono le qualificazioni di team penning tra un mese. Non sai quanto ci sta massacrando Asuma.-
Chi non conosceva Asuma Sarutobi, grande istruttore di team penning?
Paziente, giustamente.
Comprensivo, altroché.
Simpatico, e fin qui tutti erano d’accordo.
L’unica pecca stava nei suoi allenamenti alquanto massacranti in vista di gare come regionali o nazionali e, a quanto sembrava, era più che deciso a portare il trio sul podio. Dette una pacca sulla spalla del ragazzo, rincuorandolo e augurandogli buona fortuna: doveva scappare, se Asuma sopportava i ritardi non poteva certo dire lo stesso di Yamato.
Pagata la colazione, salì sulla jeep e partì a razzo, raggiungendo in poco tempo un enorme cancello grigio scuro: le porte del Paradiso.
Sorrise, ingranando la marcia e passando con la macchina nel sentiero principale, costeggiato da immensi alberi. A destra e a sinistra, a distanza di sicurezza dalla via, regnavano immensi paddock(2)ospitanti i cavalli più svariati: da completo(3), da attacchi(4), da monta americana(5), oppure semplicemente vecchietti ancora arzilli che si godevano la pensione.
Continuò a guidare, fino a quando non raggiunse il parcheggio e spense il motore del fuoristrada: l’odore del fieno mescolato a quello del cuoio le arrivò alle narici, delicato come una leggera brezza primaverile. Prese senza pensarci due volte tutto ciò che le serviva dalla bauliera: un piccolo sacco nero di fibra secondaria, una cassetta di plastica blu-azzurra con scritto il suo nome e cognome e, infine, un sacchetto colmo di carote fresche.
Con passo svelto, entrò in una scuderia, venendo accolta da sbuffi e nitriti dei vari cavalli, fino a quando una testa, dritta e di bella conformazione, non le sbarrò la strada, mordicchiandole con le labbra candide il colletto del giubbotto.
Lara sorrise, lasciando le cose per terra ed abbracciando il collo robusto ed elegante del suo stallone, un Selle Français(6)di dieci anni dal mantello sauro(7 e seguenti), con due balzane ai posteriori, stella in fronte, bevente in bianco sul muso… e due occhi talmente espressivi da sembrare umani.
-Sì sì, sono qui Champagne.-
Rise sentendo il fiato caldo del cavallo solleticarle l’orecchio, un suo modo per supplicarla di non farlo lavorare.
-Scusami fratellino, ma oggi lavoriamo sodo.-
Il bel sauro, a sentire le parole “lavoriamo” e “sodo”, sbuffò sonoramente, mentre la ragazza rideva e gli faceva indossare la cavezza blu(8): Champagne non era davvero così svogliato, sapeva quanto tirava per andare sui salti… la sua era semplice scena. Allacciata la lunghina(9) all’anello inferiore della cavezza, tirò leggermente ed uscì dal box, seguita fedelmente dallo stallone che, davanti alle femmine, iniziava a trotterellare sul posto e sfilare tutto impettito. Lara rise, carezzandogli quel collo che sprizzava potenza ed eleganza da tutti i pori: sarebbe morta per quel cavallo, avrebbe dato l’anima per salvarlo.
Appena lo legò ai due venti(10) nel corridoio, gli regalò un bacio sul collo, togliendo con cura la coperta blu con ricami dorati sui bordi, iniziando a pulirlo a dovere: sebbene la coperta gli coprisse il mantello tosato, quella peste trovava sempre il modo di insudiciarsi.
Le sarebbe piaciuto scoprire come poi!
Rise quando, nel pulirgli la pianta dello zoccolo anteriore sinistro, il destriero le solleticò con un leggero movimento di labbra la schiena.
-Champy!-
L’interessato tornò a guardarsi intorno con nonchalance, mentre la ragazza finiva la pulizia degli zoccoli e prendeva dalla selleria i finimenti necessari per iniziare la sessione di allenamento. Sistemò il gel(11) sulla schiena del compagno, poi fu la volta di un sottosella e dell’agnellino(12), ambedue bianchi; infine, mise la sella e strinse leggermente il sottopancia.
Gli regalò una carezza sulla spalla mentre gli sistemava i parastinchi(13 e seguente) e le paranocche alle zampe.
-So cosa stai pensando.-
Disse la castana, osservandolo negli occhi grandi e illuminati da una scintilla di pura curiosità. Gli grattò teneramente il garrese(14).
-Sì, ho portato le carote.-
Champagne nitrì felice, scuotendo a destra e a sinistra la testa perfetta, nel momento in cui la compagna d’avventure gli sistemava una coperta in pile sulla schiena per mantenerlo al caldo; quando finì, prese dal sacchetto nero il suo cap. Mentre se lo allacciava con cura, osservò attentamente il suo fratellino: ogni giorno lo trovava più bello del precedente, e ancora non capiva come i suoi precedenti proprietari l’avessero definito un “incompetente” e “imperfetto”.
Sbuffò scuotendo la testa mentre metteva al suo piccolino, come era solita chiamarlo, la testiera: poteva essere imperfetto per la gente, ma per lei era il miracolo più bello che ci fosse nel mondo. Sistemò meglio la sella, strinse a dovere il sottopancia e condusse il sauro fuori dalla scuderia: tempo di tirare giù le staffe e tirargli le gambe che era già salita, pronta per iniziare una nuova giornata di allenamento.
Arrivata al campo coperto, dove altri cavalieri e amazzoni si stavano allenando, chiese il permesso per entrare, venendo accolta da un uomo giovane, con occhi scuri e capelli castani corti: Yamato, il suo istruttore di salto ostacoli.
-Buongiorno Lara, è carico il francesino?-
-Buongiorno a te Yamato. Sì, è carico, ma si sente più yankee che francesino.-
Rise quando Champagne agitò la testa, come per confermare ciò che la sua amazzone aveva detto.
Il maestro sorrise divertito, togliendo la coperta in pile dalla groppa dello stallone e lasciando iniziare il lavoro della sua allieva: prima fase di trotto sulla pista ad entrambe le mani, per riscaldare i muscoli dell’equide.
L’uomo osservò con attenzione le falcate dell’animale e il ritmo che lui e la diciannovenne stavano tenendo: i passi erano fluidi e continui, sempre con la stessa cadenza; passi di danza, pura e semplice magia.
Lara non era da meno: ogni suo gesto, ogni suo sguardo, esprimevano una gioia e una dolcezza immense, non c’erano mai durezza o dominio nelle sue azioni.
L’istruttore accennò un sorriso, ordinando al binomio di intensificare il lavoro: era il tempo di darci dentro.
Dopo diversi minuti di riscaldamento, a base di trotto in tutte le sue varianti, transizioni e passaggi su delle barriere a terra, Yamato sistemò un primo salto: una croce di Sant’Andrea(15) non troppo alta. Il sauro, appena vide l’ostacolo, iniziò a sbuffare sonoramente, agitandosi sul posto come se avesse tra le gambe qualche serpe o un fastidioso topo.
La ragazza ben sapeva perché il suo compagno si stava comportando in quel modo, lo aveva imparato a suon di rovinose cadute: Champagne voleva saltare ad ogni costo. Era nato per questo… lui era nato per volare.
-Ok Lara, lascialo venire ma con calma, non è il momento per liberare la sua energia. È una croce bassa, quindi vieni con un galoppo adeguato.-
-Va bene Yamato! Forza bello!-
Una leggera pressione al costato con i talloni e il maestoso destriero partì al galoppo riunito verso quella croce, un salto che richiamava il Selle Français, il quale lo eseguì perfettamente.
Le croci, ben presto, diventarono dei verticali(16) sempre più alti, i quali infuocarono ancor di più il carattere, già alquanto nevrile, del fratellino. Yamato le dava consigli su come tenere i talloni, le spalle, cosa fare e non fare, e ogni volta migliorava quella giovane amazzone che cresceva assieme a quello stallone rinnegato: Lara non poteva comprarlo, purtroppo non aveva i mezzi, ma il carattere del sauro completava questa mancanza. Champagne ne aveva sentiti di cavalieri sulla sua sella, e sempre li aveva rifiutati con sgroppate ed impennate, a volte facendosi anche male: lui era un cavallo orgoglioso, lui richiedeva di avere qualcuno, sopra di lui, che sapesse assecondarlo.
Lui pretendeva un cavaliere, o un’amazzone, che lo montasse bene.
Ecco cosa si ritrovava a pensare Yamato mentre alzava le barriere per un ultimo salto e la sua allieva si riposava: voleva testare questo legame, voleva vedere fino a che punto si era consolidato. Guardò un’ultima volta il salto: per la castana era un salto raro da poter eseguire, le ultime volte che l’aveva fatto era sempre caduta a terra… ma questo era successo due anni prima, quando il cavallo, ancora, non la conosceva a dovere.
-Ok Lara, come prima va bene? Non cambiare niente. Lascia che sia lui a prendere l’iniziativa e, soprattutto, metti K.O la paura. Vai!-
Bastò un lieve tocco di talloni per far partire il sauro al galoppo corretto, mentre Kiba e i suoi due compagni di squadra, Naruto Uzumaki e Shikamaru Nara, si fermarono con i loro cavalli per osservare quel binomio che aveva ancora tanto da dimostrare alla gente.
-Eccola, sta andando verso il salto.-
Disse sorridente il biondo appena vide Champagne drizzare le orecchie e dilatare le narici: iniziava lo spettacolo. Il trio trattenne i cavalli sul posto, decisi a voler vedere il sauro e Lara saltare, il tutto sotto lo sguardo attento, e fiero, di Yamato.
In quelle poche falcate che li separavano dall’ostacolo, la castana si impose di stare calma e rilassata, ripetendosi che Champagne aveva fiducia in lei così come lei in lui… non poteva fallire.
Non potevano fallire.
Prendendo un respiro, alleggerì la mano e seguì i movimenti del cavallo; proprio in quel momento, percepì la terra scomparire sotto gli zoccoli del suo fratellino: i suoi occhi continuarono a guardare oltre il verticale, incontrando i tre cow-boys intenti ad applaudire estasiati.
Quando atterrò, non si trattenne: mollò le redini e avvolse con le braccia il collo energico di Champagne, il quale rallentò l’andatura fino al passo; Yamato applaudì sorridente e si avvicinò al binomio.
-Bravissimi! Bhè, devo dire che siete pronti per la gara di dopodomani.-
-Una gara!?-
Domandò, a metà tra l’emozionato e lo stupito, la ragazza, occupata a premiare il suo compagno a quattro zampe con una zolletta di zucchero. L’istruttore annuì.
-Esatto. È a scopo benefico, i soldi del ricavato andranno all’ospedale cittadino… e guarda caso io vi ho iscritti subito. Quindi puliscilo, riposatevi e vi voglio vedere fare un bel netto!-
La ragazza annuì sorridente, allentando il sottopancia della sella ed uscendo dal campo, coprendo accuratamente la groppa del sauro con la coperta in pile.
-Ehi ragazzi!-
Disse al trio del team penning.
-Ah niente scuse eh! Ti vogliamo vedere alle Olimpiadi!-
Esordì Kiba, facendola ridere di gusto.
-Kiba, io non cavalco per competere. Mi sento in pace quando salgo sulla sella.-
-Sì, però devi ammettere che un verticale di un metro e venti non è robetta… E stai buona tu Ginger!-
Disse Shikamaru alla sua giumenta, una Quarab(17 e seguenti) sauro rosso con una balzana per zampa che di pigro aveva ben poco. I tre amici risero a vedere il moro alle prese con la cavalla impaziente di lavorare.
-Vi lascio ai vostri allenamenti, Champagne merita molto riposo in vista della gara. Stressarlo è inutile.-
Si salutarono e, dopo averlo dissellato, pulito, coperto e messo nel box, lo riempì di carote e coccole: Champagne la stupiva ogni giorno, le aveva sempre regalato emozioni nuove, soddisfazioni immense, e sentiva che sarebbe sempre andata così. Gli regalò un bacio sul collo, appena in tempo per sentire la risata cristallina di un ragazzo ventenne con occhi e capelli neri come la pece.
-Buongiorno Lara!-
-Buongiorno a te Obito! Come stai?-
Il ragazzo, detto Tobi, appoggiò una sella western vicino alla porta del box, roteando la spalla per evitare di anchilosarla.
-Tutto bene. Ti ho vista nel campo, siete una combinazione vincente.-
Le rispose il moretto, prima di girarsi verso la porta delle scuderie a causa di un nitrito colmo di impazienza; tempo di tornare a fissare la castana che entrambi scoppiarono a ridere.
-Vado, sennò sua altezza El Dorado mi butta giù in passeggiata! In bocca al lupo per la gara! Verrò sicuramente a vedervi!-
Disse, prima di prendere tutti i finimenti e dileguarsi dalle scuderie. La ragazza rise, tornando a grattare amorevolmente il garrese del suo amico.
-Finché ci sei tu al mio fianco non avrò paura di niente. Finché saremo insieme ti proteggerò da tutti e da tutto… te lo prometto Champy.-
Lo stallone girò il muso, regalandole delle leccate sulla mano che, per lei, corrispondevano a baci affettuosi.
Avrebbero dato spettacolo, se lo sentiva. 


Angolo autrice: Questa storia per me è necessario pubblicarla, poiché è un tributo agli insegnamenti della mia ex-istruttrice di salto ostacoli e al pony migliore che abbia mai conosciuto, Champagne (identico al cavallo di Lara).
Spero che vi piaccia, per me è una vera gioia rievocare questi insegnamenti così.
E ora, un pò di glossario equestre per aiutarvi nella comprensione! (a seguire le immagini dei primi cavalli presentati!)

Glossario:


1) Team Penning:Nel tempo massimo di un minuto e mezzo tre binomi facenti parte di una stessa squadra devono separare tre vitelli, contrassegnati da uno stesso numero, e portarli all'interno di un piccolo recinto (pen) situato in fondo all'arena.
La mandria è formata da trenta capi numerati da 0 a 9.
Vince la squadra che nel minor tempo possibile porta tre vitelli contrassegnati dallo stesso numero nel pen.
E' fatto divieto, pena l'eliminazione toccare o maltrattare i vitelli.


2) Paddock: Grandi recinti adibiti al riposo dei cavalli, provvisti di capannine per proteggere gli equini dalle intemperie.


3) Completo: E' composto da tre discipline: Salto ostacoli, dressage e cross-country che vengono praticate in tre giorni (l'ordine non me lo ricordo XD). La storia si concentrerà molto sul salto ostacoli.
 

4) Attacchi: Disciplina che ricorda la guida delle carrozze. Gli attacchi possono essere singoli (1 cavallo), coppie (2 cavalli al traino) o quattro cavalli.


5) Monta Americana: Nell'equitazione esistono svariate tipologie di monta: Americana (quella dei cow-boys per intenderci), inglese (la classica, che fornisce una base solida), vaquera (tipica dei "cow-boys" spagnoli) ect...

6) Selle Français: Cavallo da sella francese, è uno dei migliori sangue caldo da competizione a livello internazionale.La razza si distingue maggiormente nel salto ostacoli e nel completo, ciò non toglie che il francese da sella si riveli anche un piacevole compagno per l'equitazione di campagna. La razza deriva dall'incrocio tra fattrici normanne locali e stalloni purosangue inglesi.
Il Selle Français ha un'altezza che mediamente varia dai 160 ai 170 cm al garrese ma si possono trovare esemplari più piccoli e più grandi. 


7) Sauro, balzane, stella in fronte, bevente in bianco: Mantello monocromatico con numerose varianti. Il sauro può avere qualunque tonalità da biondo rossastro (sauro rosso nota 17) a bruno intenso, con coda e criniera uguali o più chiari.
Le balzane sono tracce bianche di altezza variabile che si presentano solo sulle zampe, i cosiddetti "calzini". Sono, come la stella in fronte (macchie di pelo bianche) e il bevente in bianco (la zona della bocca e delle narici si presenta ricoperta di peli bianchi), elementi identificativi del cavallo


8-9-10) Cavezza e lunghina: La cavezza (o capezza) è un finimento che si usa per portare a mano o legare il cavallo attraverso la lunghina, una corda provvista di moschettone. La cavezza può essere in cuoio, più elegante, o di materiale sintetico, meno elegante ma sicuramente più pratica.
Il metodo più sicuro per legare un cavallo è detto "legare ai due venti": il cavallo viene agganciato sia a destra che a sinistra con delle corde provviste di moschettoni applicate alla cavezza.

 
11-12) Gel e agnellino:  Detto "salvagarrese" (garrese: vedere nota 14), è un cuscinetto con imbottitura in gel sagomato appositamente per la schiena. Va messo sotto il sottosella e la sua funzione è quella di assorbire gli urti.
L'agnellino è un cuscinetto sagomato da mettere fra la sella e il sottosella: può essere di vero agnello o sintetico. La funzione è la medesima del gel, oltre ad un uso estetico.


13) Parastinchi e Paranocche: Protezioni per gli arti anteriori (parastinchi) e per gli arti posteriori (paranocche), poiché le zampe sono una delle zone più sensibili e delicate del corpo equino. Sono usate nelle discipline in cui il rischio di contusioni alle zampe è elevato (salto ostacoli, cross country...).

14) Garrese: Il garrese, nei quadrupedi, è il punto più alto del dorso; si trova nella zona di incontro tra collo e scapole, e serve a misurare l'altezza dell'animale. 

  

  15) Croce di Sant'Andrea:     Detto salto di precisione, poiché indica al cavaliere il punto esatto dove saltare grazie a come si presenta (una X orizzontale), poiché obbliga il binomio ad eseguire il salto al centro. Se viene a mancare una buona direzione e un buon controllo del cavallo, si rischia l'abbattimento di una delle barriere che compongono il salto.


16) Verticale: Detto anche dritto. E' un salto che richiede molto impulso ma poca velocità. E' difficile da valutare perché non possiede elementi che possano indicare la pendenza al cavaliere. Si presenta con le barriere messe orizzontalmente sui pilieri ("pali" che sorreggono le suddette barriere e vanno a formare, nel complesso, il salto/ostacolo).

17) Quarab, sauro rosso: Il Quarab è un incrocio derivato da un Quarter Horse (cavallo da monta americana) e un purosangue Arabo (esistono anche incroci fra purosangue arabi e Paint Horse, i cavalli pezzati). Il sauro rosso è una variazione del mantello sauro, nel quale i crini e i peli del cavallo si presentano color mattone.

E ora, ecco a voi Champagne (Lara), Ginger (Shikamaru), Dakota (Kiba), Bittersweet (Naruto) e El Dorado (Obito-Tobi). Gli ultimi quattro cavalli impareremo a conoscerli meglio nei capitoli successivi ^^.


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Bacioni!
Nebula216
 



  e più grandi.e

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Capitolo 2
*** Gara ***


Capitolo 2:Gara
 

“L’importante, in una gara, non è né vincere né partecipare… bensì dimostrare di saper cavalcare.”
(La mia ex-istruttrice)
 

 
 
Quel giorno, una bellissima domenica fredda e soleggiata, il centro ippico era più che affollato: le famiglie portavano volentieri i bambini a vedere quegli stupendi animali spiccare il volo verso il cielo, poiché quello era un contatto con la natura che faceva bene a tutta la famiglia.
Niente smog.
Niente rumori molesti.
Solo i cavalli, i loro padroni e il fascino del salto ostacoli.
Tutti i cavalieri, interni ed esterni al maneggio, erano occupati a preparare i cavalli, gareggiare o riscaldare i loro amici nel campo prova.
Obito, nei box vicini a quello di Lara, era occupato a preparare i suoi tre pony Fjord(1), Freyr, Fehn e Freyja, per poter far fare ai bambini il battesimo della sella(2), dopo le gare.
Sbuffando per la fatica, sistemò le piccole selle western con relativi sottosella su tre cavalletti, carezzando il muso della pony che stava mangiando del fieno.
-Come procede Lara?-
Domandò alla ragazza, occupata a rendere la criniera dello stallone, tirato a lucido e perfettamente pulito, colma di treccine. Il classico sottosella bianco era stato sostituito da uno blu con i bordi ricamati d’oro e, sul fianco sinistro, il nome del cavallo del medesimo colore splendeva come un tramonto estivo. La sella nera era stata pulita ed ingrassata due giorni prima, le staffe brillavano come diamanti e le protezioni per gli arti non erano mai state più pulite.
-Sì va tutto bene Obito. Ecco qui amore… trecce dispari ciuffo escluso(3), altrimenti veniamo rincorsi dalla sfiga.-
Prese, dal pomello attaccato alla porta del box, un pettorale nero(4), e lo attaccò ai ganci e al sottopancia della sella. Successivamente, mise al suo fratellino una cuffietta del medesimo colore e con lo stesso ricamo dorato, completando il tutto con la testiera pulita e la coperta, abbinata al completo da gara, in pile.
Il moretto, vedendola uscire, prese le redini di Champagne e le passò una spugna umida per farle pulire gli stivali: dovevano essere perfetti, la giuria faceva caso anche a questo.
La castana accettò, pulendo con minuziosità ogni singola parte sporca delle calzature e togliendosi, con non poca fatica, i teli che aveva usato per salvare i pantaloni bianchi dalla polvere del cavallo. Inoltre, sostituì il giubbotto del centro ippico con la giacca nera che usava per le gare, controllando soprattutto che né quella, né la camicia a colletto coreano e il plastron(5)fossero sudici.
Quando fu soddisfatta del suo salvataggio, prese cap e guanti candidi e completò la montura, mettendo sugli zoccoli di Champagne uno strato di grasso, sia per proteggerli dal freddo che per un fattore estetico.
-Adesso siamo davvero pronti Champy!-
-Hai già fatto la ricognizione del percorso(6)?-
Domandò Obito carezzando il muso al Selle Français, il quale cercava ogni volta di acciuffargli con le labbra le dita. Lara annuì, controllando che il casco fosse ben assicurato sotto la mascella e che i finimenti non provocassero al suo compagno a quattro zampe delle fiaccature(7).
Quando completò tutto, strinse la sella e tirò giù le staffe, sentendo l’amico avvicinarsi.
-Aspetta, ti do gamba(8), almeno la sella non si sbilancia.-
La diciannovenne annuì, afferrando con la mano destra la paletta(9) e con la sinistra l’arco anteriore(10) della sella, permettendo al ventenne di prenderle la gamba sinistra.
-Al tre ok? 1…2…3!-
Disse Obito dandole una spinta e mettendola in sella. Appena la ragazza sistemò tutto il resto, lo ringraziò con un cenno del capo e si avviò verso il campo prova, dove Yamato stava sistemando un largo(11) per Ino.
La bionda, splendente nel suo completo da gara con giacca blu, diresse il suo Irish Draught(12 e seguente) grigio pomellato verso l’ostacolo: lei sprizzava energia e serenità da tutti i pori, riusciva a sorridere durante la fase di parabola del salto(13)… cosa che la maggior parte dei cavalieri rimpiazzava con smorfie concentrate che di serio avevano ben poco.
-Perfetto Ino, sta a te e Silver Soldier.-
Esordì l’istruttore appena la Yamanaka riuscì a rallentare il suo destriero, un esemplare talmente buono e calmo che riusciva a farsi amico tutti, persino i cavalli più schivi.
La giovane amazzone annuì sorridente, trottando verso la porta e salutando la castana.
-Lara! Fai la 115(14)?-
Domandò mentre il suo grigio annusava il muso del sauro, già teso come una corda di violino e pronto a scattare di fronte ai salti.
-A quanto pare sì… su buono Champy, lo so che vuoi saltare!-
Rise insieme alla Yamanaka, appena in tempo per vederla entrare in campo al galoppo, eseguire un alt e un saluto alla giuria(15) perfetti e partire verso il primo ostacolo. Il bell’irlandese dal mantello grigio pomellato volava con una grazia disumana sui salti, dimostrando tutta la sua esperienza, docilità e sicurezza, elemento che, a volte, mancava alla sua amazzone.
Lara accennò un sorriso malinconico, mentre Yamato le toglieva dalla groppa del cavallo la coperta in pile e l’amica concludeva il percorso con quattro penalità, a causa dell’abbattimento di una barriera sul terzultimo salto.
-Forza Lara, un po’ di trotto da lavoro, galoppo alle due mani e vieni sulla croce.-
Champagne, quella mattina, era energico: gli bastò uscire da un verticale e da un largo per sgroppare di gioia, dimostrazione così allegra che scombussolò la calma dell’amazzone. Kiba, Naruto e Shikamaru si appoggiarono alla staccionata, osservando nuovamente il bel sauro saltare un ultimo ostacolo prima di esser chiamato dallo speaker. Decisero di sedersi o, comunque, avvicinarsi al campo gara: quel francesino, con Lara, formava un binomio tutto da scoprire… e loro non volevano certo perdersi la loro performance nella categoria 115.
Giunta alla porta, la ragazza sistemò meglio le redini, ripetendosi mentalmente di stare calma e rilassata: se diventava rigida come un palo di legno, Champagne non avrebbe potuto saltare come sapeva fare.
Yamato le si avvicinò, a braccia conserte, osservando attentamente il percorso, proprio come stava facendo il binomio che aveva accettato di allenare quando aveva capito le potenzialità di entrambi: Lara, calma e dolce, disposta a donare amore e, allo stesso tempo sicurezza, e Champagne, stallone figlio di campioni con la voglia di volare nel sangue… forza ed energia pure.
Guardò l’amazzone, intuendo, dietro quella maschera di tranquillità che portava, una certa tensione; le diede una pacca leggera sul braccio, un gesto affettuoso che la richiamò con i piedi per terra.
-Non è ancora tempo per spiccare il volo Lara. Ricorda: in una gara, l’importante…-
-…Non è né vincere né partecipare… bensì di dimostrare di saper cavalcare.-
Lo interruppe la castana, sorridente e pronta ad affrontare la gara come sapeva fare. L’istruttore sorrise, evidentemente fiero degli insegnamenti che aveva trasmesso, e stava trasmettendo, a quella giovane cavallerizza. Tornò con lo sguardo verso il percorso, deciso a volerle donare ulteriore sicurezza.
-Mi raccomando Lara… lascialo volare. Se senti che vuole saltare…-
-Seguilo e non impedirgli di spiccare il volo.-
Un’altra interruzione che causò al maestro una risata allegra: eh sì, quella castana dagli occhi verdi lo precedeva sempre, aveva assimilato ogni suo singolo insegnamento… e questo lo riempiva di orgoglio.
“Il prossimo binomio è formato da Lara Scarlett in sella a Champagne, il loro numero di testiera(16) è il 21.”
Annunciò lo speaker agli spettatori quando la castana entrò in campo con un bel galoppo da lavoro(17): Naruto, Kiba e Shikamaru applaudirono come matti, anche quando lei salutò la giuria e si diresse verso il primo salto, un verticale… poi il silenziò calò improvvisamente.
Il respiro del bel sauro si fece testimone della sua impazienza, del sangue che ribolliva nelle vene, pronto per spiccare il volo.
Le sue falcate, strano a dirsi ma vero, riprendevano il battito del cuore dell’amazzone, la quale lo seguì in ogni singolo movimento sul salto numero due, un altro verticale con a seguito un largo.
Non doveva, per nessun motivo, ostacolarlo.
Ogni salto veniva superato con facilità ed eleganza dallo stallone, regalando ad ogni atterraggio perfetto una sicurezza in più all’amazzone, e lei sapeva che loro due erano una cosa sola.
Due anime, certo, ma ormai fuse in una sola.
Due corpi che, ormai, vivevano in simbiosi.
Due cuori che battevano all’unisono per un’unica melodia.
Due menti che avevano trovato un legame solido.
L’ultimo salto, un triplice(18), fu superato senza alcuna fatica dal cavallo, regalando un altro netto.
Obito, la squadra di team penning e Ino esultarono assieme alle tribune, formando un coro di applausi quando Lara abbracciò con affetto smisurato il collo energico del Selle Français; Yamato, alla porta del campo, sorrise… un sorriso che scomparve quando riguardò la scaletta della gara.
-Merda…-
Sussurrò, prima di avvicinarsi con passo nervoso alla coppia uscente dal campo gara: non poteva essere vero, doveva esserci un errore, cosa ci faceva uno come lui lì?
Lara lo vide alquanto agitato, e ciò la mise in guardia: il suo istruttore poteva esser tutto, impassibile, sorridente, comprensivo, ma raramente si dimostrava nervoso… questo significava che stava per accadere qualcosa di grave.
-Tutto bene Yamato?-
Domandò catturando la sua attenzione.
-Sì… sì tranquilla Lara. Va tutto be…-
“E anche per Lara Scarlett e Champagne la gara si conclude con un bel netto. Tale risultato consente a questo binomio l’accesso al barrage(19). Adesso, in campo, abbiamo col numero di testiera 66 Hidan Williams su Schyte.”
Tutti quanti si girarono, a causa delle urla di un gruppo di ragazze esaltate, verso il campo gara, vedendo una stupenda giumenta grigia chiara(20 e seguente) di razza Trakehner ferma, in un alt composto, davanti alla giuria.
Il suo completo da gara era viola scuro con i bordi argentati, come se il cavaliere volesse guardare in faccia la Sfortuna e farsi beffe di lei.
Quest’ultimo, un ragazzo di ventidue anni dal carnato piuttosto pallido e capelli argentati, osservava con i suoi occhi ametista la giuria. Le sue labbra, prima impassibili, si contrassero in un mezzo sorriso sbarazzino, prima di effettuare il saluto e partire al galoppo verso il primo ostacolo.
Nonostante la cavalla stesse galoppando con una certa impetuosità, il giovane dai capelli color luna riusciva a tenerla, quasi come se fosse seduto comodamente su una poltrona a guardarsi un film.
La sua giacca nera con ricami argentati, così come la camicia a colletto coreano provvista di cravatta, ambedue bianche, aderiva perfettamente al busto, senza però intralciarne i movimenti; per non dire dei pantaloni candidi, che sembravano esser stati dipinti, come gli stivali neri e lucidi, direttamente sulle gambe.
Yamato guardò la sua allieva, vedendola fin troppo nervosa: Hidan Williams era un cavaliere che, categorie come la 115, le superava senza alcuna difficoltà, visto che gareggiava a livello professionale. Conteso dagli sponsor per le sue capacità agonistiche, appariva in ogni rivista equestre, e ogni volta sul podio… inutile dire che, anche stavolta, la sua giumenta superò senza difficoltà l’ostacolo finale, regalandogli l’ennesima vittoria.
La cosa che, però, fece andare su tutte le furie la ragazza, fu il gesto finale che fece il cavaliere: mollò le redini, nonostante il galoppo di Schyte e si indicò con entrambi i pollici, per poi indicare sorridente la cavalla che, intanto, stava rallentando l’andatura.
Avrebbe dovuto fare il contrario, ecco cosa stava pensando la diciannovenne.
“Un bel percorso netto anche per questo binomio, il quale accede al barrage. Ricordiamo ai cavalieri e alle amazzoni che vi prenderanno parte che dovranno effettuare i seguenti salti…”
-Vieni Lara, un paio di salti di riscaldamento.-
Disse Yamato, nel tentativo di calmarla o, quanto meno, distrarla: l’entrata in scena di un cavaliere professionista aveva scombussolato tutti, però non dovevano lasciarsi sopraffare dal nervosismo.
I primi due binomi furono squalificati per doppia disobbedienza(21), i tre seguenti fecero più di otto penalità… poi fu il turno di Lara. Salutò la giuria, come l’istruttore le aveva sempre detto di fare, e partì veloce verso il primo salto: Champagne sprizzava energia da tutti i pori, esprimeva appieno la sua voglia di vincere, la sua voglia di volare sempre più in alto. Le girate strette non lo intralciavano, lui era conscio di cosa c’era in ballo… lo sentiva.
La castana lo seguì fedelmente in ogni suo movimento, evitando di intralciarlo e di sbilanciarsi troppo: il sauro andava così veloce che il vento sembrava prenderla a schiaffi, probabilmente sarebbe scesa con una faccia talmente rossa da sembrare un clown truccato male. Mancava solo un salto per concludere il barrage, poteva farcela, poteva fare di nuovo netto…
-ODDIO! LEVAMI DI DOSSO QUEL RAGNO! ODDIO CHE SCHIFO LEVAMELOOOO!!!!-
L’urlo di una delle fan di Hidan, vicine alla staccionata, spaventò Champagne durante il salto, così tanto che Lara si sbilanciò sulla sella e le zampe posteriori del compagno di gara andarono a toccare l’ultima barriera...
“PUM.”
Quattro penalità.
Proprio sull’ultimo salto.
La ragazza rallentò lo stallone, regalandogli comunque una quantità infinita di carezze: non era sua la colpa, lui si meritava tutto l’affetto di questo mondo. Lo baciò sul collo e lo abbracciò, una stretta così dolce che sostituiva le parole stesse.
Appena rialzò il busto, fulminò con una sola occhiata la “curva” della tifoseria, certa più che mai che, se non fosse stato per il cavallo che camminava verso l’uscita del campo, sarebbe scesa e le avrebbe strangolate una per una.
Ino non poteva vederla così: sapeva che, per l’amica, la vittoria era solo una conseguenza e non il vero obiettivo, ma non ce la faceva a vederla così amareggiata per un errore che aveva commesso a causa di un fattore esterno. Stava per staccarsi dal gruppo, quando una presa dolce e forte la trattenne: Obito.
-Lascia che sbollisca da sola.-
Le disse, ben sapendo che la castana accettava sconfitte dovute ad errori suoi... ma non dovute a qualcosa di esterno a sè stessa.
Yamato raggiunse il box della sua allieva, vedendola occupata a coprire con la coperta in pile il compagno di gara: dal campo prova giunse un boato che testimoniò la vittoria schiacciante di Hidan.
-Ha vinto.-
Disse la castana, vedendo l’istruttore appoggiarsi alla porta del box e carezzare il muso a Champagne.
-Sì, ma tu non hai niente in meno di lui, ok? In campo sei stata bravissima e io sono orgoglioso di te. Ehi, sei arrivata seconda.-
La ragazza lo guardò, accennando un sorriso e carezzando il muso dello stallone, intento a leccarle le mani in segno d’affetto.
-Sono? Siamo arrivati secondi.-
Baciò il collo del sauro, sussurrandogli parole dolci.
-Sei stato bravissimo amore mio. Domani andiamo a farci una bella passeggiata rilassante, ok? Riposati bene.- 


Angolo Autrice: Lara e Champagne sono arrivati secondi, e Hidan (con un cognome orrendo, lo so ma non me ne venivano in mente altri) ha fatto il suo ingresso.
Spero che la storia vi piaccia!
Glossario, immagini dei cavalli e bacioni!
Nebula216


Glossario:

1)Fjord:
Pony norvegese potente e compatto, molto versatile. Usato sia per gli attacchi che per la sella. E' un pony coraggioso e dotato di una volontà ferrea. L'altezza varia dai 130 ai 140 cm al garrese.

2)Battesimo della sella: I centri ippici organizzano queste giornate per i bambini, durante le quali viene fatto fare ai piccoli visitatori un giro sul pony (tenuto ovviamente da persone competenti).


3) Treccine dispari ciuffo escluso: E' un gesto scaramantico dei cavalieri, (come il non indossare abiti o cose nuove in gara) la mia insegnante non faceva la treccina al ciuffo ma ci sono cavalieri che lo fanno.

4) Pettorale:
E' un finimento che viene agganciato ai lati della sella e al sottopancia tramite appositi anelli. Evita che la sella scivoli troppo indietro.

5)Camicia coreana e plastron:
La camicia dei concorsi ippici di salto ostacoli (solo nella divisa invernale) deve avere il colletto alto e tutto allacciato. Le amazzoni possono indossare il plastron, che è una specie di foulard bianco fermato da una spilla, mentre gli uomini indossano la cravatta bianca.

6) Ricognizione del percorso:
Prima della gara, il campo gara viene aperto ai concorrenti per poter far memorizzare loro il percorso. Il più delle volte i cavalieri contano i passi tra un salto e l'altro, per misurare le falcate del cavallo e, quindi, prepararsi al meglio.

7) Fiaccature: è un'abrasione causata spesso dallo strofinio del sottopancia, della sella o dei finimenti in genere.
Può capitare sul garrese
se la copertina sottosella è sporca o messa male o se la sella non è conformata per quel garrese, se il sottopancia è stretto male oppure con alcune imboccature (per evitare ciò si possono usare le rosette, cerchi in gomma).


8) Dare Gamba: Per non causare uno spostamento della sella, i cavalieri possono chiedere l'aiuto di un amico a salire (come ha fatto Obito con Lara) oppure salire in sella per mezzo di uno sgabello.

9-10) Paletta e arco anteriore: La paletta è la parte posteriore della sella, mentre l'arco anteriore quella frontale. Il cavaliere, per salire, afferra queste due estremità.

11) Largo: Tipo di ostacolo che richiede molto impulso in avanti, perché il cavallo deve saltare sia in lungo (poiché la larghezza dello spazio centrale è variabile) che in alto.

12) Irish Draught, grigio pomellato: L'Irish Draught è una razza irlandese, ottimo saltatore dal temperamento affidabile e frugale. La sua altezza varia dai 160 ai 170 cm al garrese.
Il grigio pomellato è un mantello nel quali peli grigi scuri formano degli "anelli" sul corpo del cavallo: più il cavallo invecchia, più questi anelli scompaiono.


13) Parabola del salto: Il salto di un cavallo si divide in 5 fasi: avvicinamento (il cavallo si avvicina al salto), battuta (il cavallo si dà l'impulso per poter effettuare la fase successiva), parabola (detta anche fase di volo), ricezione (atterraggio, durante il quale il cavaliere non deve gravare sulla parte anteriore del corpo del cavallo) e ripresa (il cavaliere deve mantenere un galoppo costante ed osservare il salto successivo).
8

14) Categoria 115:
categoria nella quale gli ostacoli sono alti un metro e 15 centimetri. Il percorso è composto da 10 o più salti. Partecipano a questa categoria coloro che hanno l'apposita patente (non entro nel discorso delle patenti perché lì sì che ci si perde XD).

15) Saluto alla giuria: E' obbligatorio farlo, altrimenti c'è l'eliminazione del binomio. Le amazzoni tengono le redini nella mano sinistra, abbassano in contemporanea la testa e la mano destra, dopo il suono della campana possono partire. I cavalieri (uomini) non sono obbligati ad abbassare la testa.

16) Numero di testiera: "Targhetta" nella quale è scritto un numero identificativo sia per il cavaliere che per il cavallo. Viene dato all'inizio delle gare e va conservato per tutta la durata dei concorsi; in genere viene esposto nei concorsi di più giorni che sono regionali/nazionali... negli altri si può anche non esporre.

17) Galoppo da lavoro: Andatura nella quale le falcate del cavallo sono regolari, uniformi e cadenzate.

18) Triplice: Ostacolo che richiede velocità e un profilo allungato rispetto ad un dritto (verticale), in modo che il cavallo possa distendersi. L'altezza crescente delle barriere facilita la valutazione dell'ostacolo da parte del cavallo.

19) Barrage: Si potrebbe definire lo spareggio. La giuria seleziona, nelle categorie alte, i binomi che sono riusciti a fare netto: questi devono effettuare dei salti del medesimo percorso che la giuria comunica prima di effettuare la prova, la quale è sia a tempo (viene preso il tempo minore) che di precisione (non si devono fare penalità).

20) Trakehner, grigio chiaro: Il Trakehner è un cavallo coraggioso di origine polacca. La sua altezza varia dai 160 ai 172 cm al garrese ed è una razza che eccelle nel dressage e nel salto ostacoli. E' usato anche nel cross country.
Altro mantello, quello che noi comunemente chiamiamo bianco. La differenza sostanziale, tra un cavallo grigio e uno bianco (albino) sta nel colore degli occhi (scuri nel grigio e azzurri negli albini) e della pelle (nera con peli bianchi nel grigio, rosa con peli bianchi negli albini).


21) Doppia disobbedienza, penalità: Un binomio può esser squalificato per vari motivi. Un motivo è la doppia disobbedienza (due rifiuti di saltare da parte del cavallo), un altro è la caduta del cavaliere; si può essere eliminati per errore di percorso (il cavaliere dimentica un salto, ne fa uno non previsto, ne prende uno al contrario...) e si può essere eliminati se si inizia prima che suoni la campana.
Ogni barriera abbattuta sono 4 penalità.
17 ..
E ora i cavalli!!!! In ordine: Champagne (in tenuta da gara), Schyte, Freyr, Freyja e Fehn.
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Capitolo 3
*** Nuovo Arrivato ***


Capitolo 3: Nuovo Arrivato
 

“Non c’è un’ora che vada sprecata se trascorsa in sella.”
(Winston Churchill)
 

 
Quella mattina Champagne era più che arzillo: la sola idea di andare in passeggiata lo rendeva ancor più allegro di quando lavorava. Se poi ci si metteva anche la compagnia di Ino con Silver Soldier, della squadra di team penning e di Obito allora sì che il divertimento era assicurato per il giovane stallone.
Lara controllò un’ultima volta la sella, assicurandosi che fosse stretta abbastanza da non farla scivolare di lato o, peggio, sotto le zampe del sauro. Ino, raggiante come il sole, le si affiancò, già in groppa al suo bel grigio: quest’ultimo nitrì a Champagne, annusandogli con sguardo attento e amichevole il muso; sebbene fossero entrambi due maschi non castrati non avevano mai litigato, nemmeno quando le giumente del centro ippico erano in caldo. L’Irish Draught sembrava ignorarle, anche se appena gliene passava una accanto non poteva fare a meno di nitrire, e il Selle Français dava semplicemente di matto.
La castana salì in sella, vedendo Naruto e Kiba sui loro cavalli, Bittersweet e Dakota. Il primo era un Paint-Horse(1) di tredici anni: l’Uzumaki l’aveva visto nascere nell’allevamento di famiglia e mai se ne era separato. Fin da piccolo, Bittersweet aveva dimostrato di avere un forte cow-sense(2), caratteristica che aveva convinto Minato Namikaze a non venderlo per nessun motivo e a regalarlo al figlio.
Dakota, invece, era una giumenta Quarter-Horse(3) dal mantello roano rosso(4), conosciuta per la sua dolcezza e, soprattutto, la criniera folta e indomabile: più l’Inuzuka tentava di acconciargliela a dovere e più questa risultava una matassa di crini indefinita eppure nel complesso, strano ma vero, bella a vedersi.
-E Shikamaru?-
Domandò Ino mentre Silver Soldier brucava dell’erba vicino a un recinto. Tempo di girarsi che vide il moro trattenere la sua Quarab già scalpitante: se Dakota era dolce e calma, Ginger era tutto il contrario.
Focosa, a volte lunatica e con una spiccata voglia di lavorare che la rendeva alquanto indigesta al suo padrone, conosciuto per la pigrizia degna di un bradipo. Lara rise vedendo Nara, borbottante, sistemarsi il cappello da cow-boy color fango sulla testa; tutti quanti sapevano che Shikamaru non detestava davvero la saura rossa: in verità le voleva un bene dell’anima e avrebbe fatto di tutto per salvarla.
Proprio come tutti i cavalieri di quel maneggio.
Obito in particolar modo.
-La signorina dà di matto Shika?-
Domandò ridendo Naruto, prima di ricevere un’occhiataccia da parte del compagno di squadra.
-Sembra abbia le sue cose perennemen… AHIO! GINGER!-
La cavalla, come se avesse capito dove il suo padrone volesse andare a parare, si era rigirata di lato, regalandogli un morso allo stinco destro, reazione che fece ridere le due amazzoni del gruppo. Era noto a tutti quanti di non dare sempre la colpa al ciclo quando una ragazza era furibonda, anche con le giumente valeva lo stesso discorso.
Lara notò l’amica bionda guardarsi intorno, così le si avvicinò con un sorrisetto complice.
-Iiino… non dici alla tua amica perché sei così impaziente di veder arrivare Obito?-
-LARA!-
La diciannovenne rise serenamente vedendo l’amica rossa come un peperone: quest’ultima simulò un broncio offeso, prima di scoppiare a ridere assieme alla castana: se Ino aveva iniziato a praticare equitazione, ma soprattutto se era tornata a sorridere, era solo per merito di Obito.
Nel maneggio, lui si occupava dell’ippoterapia(5) e dei cavalli da ri-educare: aveva preso con sé equini considerati troppo anziani per poter proseguire le attività agonistiche, aveva fatto tornare il sorriso a bambini e adulti con problemi psico-fisici e mai si era lamentato, né quando faceva mezzanotte a rimettere ogni singolo finimento, né quando arrivava la mattina presto per assicurarsi che i cavalli fossero in buona salute. Diceva sempre che, quello, era il lavoro più bello che potesse fare, e da come si impegnava, anche nelle piccole cose, si intuiva perfettamente.
Un nitrito comunicò loro che Obito stava arrivando: tempo di girarsi verso un paddock che videro un bellissimo Mustang(6) dal mantello isabella(7) galoppare verso di loro con il ragazzo in sella. El Dorado, questo il nome del cavallo, era stato accolto dal moro con affetto e amore, nonostante fosse spaventato a morte dall’essere umano quando giunse al maneggio.
Con un fischio leggero, l’equide si fermò in un alt perfetto.
-Cavolo Obito, dovresti far partecipare El Dorado alle gare di reining(8)! Ha un talento naturale!-
Disse Kiba osservando l’animale occupato a mangiucchiare dei fili d’erba nel prato in cui si erano riuniti. Il moro sorrise, regalando una carezza dolce al collo del Mustang.
-Sai come la penso Kiba. Allora? Tutti pronti per la passeggiata?-
-Altroché!-
Esclamò Naruto, prendendo posto nella fila indiana che avevano iniziato a formare: Obito apriva, seguito da Ino, Lara, Shikamaru, Naruto e, infine, Kiba.
Il bosco che circondava il maneggio era l’ideale per delle piacevoli passeggiate, sia solitarie che di gruppo: ogni tanto si potevano incontrare dei grandi spazi erbosi, dove il più delle volte i cavalieri si fermavano per poter far riposare, e brucare, i cavalli. Lara si ricordava che il centro ippico organizzava anche delle escursioni che potevano durare due giorni: ci si accampava al tramonto in quei prati immensi, ci si radunava attorno al falò e si raccontavano storie; oppure ci si stendeva sull’erba e si osservavano le stelle, quando il tempo lo permetteva. Anche quest’anno, Yamato e Asuma stavano iniziando a fare il giro dei nominativi, e lei non voleva perdersi quest’esperienza.
Si fermarono in un prato, per far brucare i cavalli e riposare le gambe: avevano deciso di godersi tutta la passeggiata al passo, salvo qualche tratto breve al trotto e… qualche sgroppata fuori programma da parte di Ginger, El Dorado e Champagne, fortunatamente senza cadute rovinose da parte dei binomi.
Ino, occupata a rifarsi la coda di cavallo, osservò Obito dissellare del tutto il mustang per concedergli una corsa in piena libertà: l’equino partì subito al galoppo, sgroppando, smontonando(9) e rotolandosi nell’erba senza freno. Il moro sorrise, sedendosi vicino alla sella e osservando ogni singolo movimento del suo destriero; Shikamaru tolse, con un nettapiedi(10)ripiegabile, un sassolino che si era incastrato sotto lo zoccolo anteriore destro della sua giumenta, regalandole a seguito una carezza sulla spalla e osservando El Dorado in tutta la sua potenza selvaggia.
-Obito, non hai paura che ti scappi?-
Il moro sorrise, richiamando con un suono delicato il suo compagno a quattro gambe.
-Io mi fido di lui…-
-Come lui si fida solo di te.-
Dissero sorridenti Lara e Ino all’unisono, causando una risata collettiva: ormai erano così amici che potevano prevedere l’uno il pensiero dell’altro; si conoscevano a menadito, si comprendevano con un solo sguardo e si difendevano sempre nel momento del bisogno.
Perché, in fondo, andare a cavallo per loro non significava soltanto sport, amore verso gli equini, impegno e fatica, ma anche amicizia con gli altri cavalieri: un forte legame indistruttibile e duraturo.
Appena Obito rimise la sella al suo mustang, il gruppo tornò verso il maneggio con un trotto non troppo faticoso per i cavalli, sebbene questi ultimi volessero accelerare a tutti i costi per una sola cosa: il pranzo.
Giunti al paddock, il primo ad esser lasciato libero fu El Dorado, mentre la squadra del team penning iniziava a dissellare i destrieri e a coprirli con le coperte invernali.
Ginger, in tutto il suo nervosismo, cercò più volte di mordere il povero Shikamaru, fino a quando, nel silenzio più totale, non si sentì il rumore del tessuto strappato e, a seguito, l’urlo del ragazzo.
-Cosa succede?!-
Disse Ino tenendo per la lunghina Silver Soldier, vedendo a seguito Naruto, Kiba e Obito ridere di gusto: la Quarab aveva afferrato per la camicia il suo cavaliere e aveva scosso con una tale forza da strappargli una manica, per poi guardare soddisfatta il suo lavoro.
Lara non poté non ridere, nonostante la faccia scocciata di Nara: quel binomio era una vera forza della natura, sia in campo che fuori. Il ragazzo fissò la sua cavalla, prendendola per le redini e portandola dentro il box.
-Che seccatura che sei Ginger!-
Esordì sussurrando sorridente alla saura rossa, la quale nitrì soddisfatta.
Appena Champagne fu dissellato, pulito e coperto, la ragazza lo portò fuori a brucare dell’erba… e fu in quel momento che la tranquillità, la serenità di quella mattina, finì: il grande cancello che faceva accedere i cavalieri al centro ippico si aprì, lasciando libero il passaggio ad un van(11) di medie dimensioni, quanto bastava per trasportare quattro cavalli.
Il Selle Français si mise sull’attenti, dilatando le narici come non aveva mai fatto; Lara iniziò a carezzargli il collo, sussurrandogli parole dolci per tranquillizzarlo.
Yamato e Asuma arrivarono davanti al mezzo di trasporto, ormai fermo di fronte alle scuderie: era strano, il suo maestro non le aveva accennato niente riguardo a dei nuovi acquisti o iscritti…
Cosa stava accadendo?
Accompagnata dal fedele stallone, si avvicinò all’istruttore di monta inglese.
-Yamato cosa sta…-
Non riuscì a terminare la frase.
Hidan Williams era sceso dal van e stava afferrando la lunghina viola di Schyte, la sua splendida giumenta Trakehner che, tranquilla, andò dietro il suo padrone nelle scuderie.
Seguì uno stalliere con uno splendido stallone Holstein(12 e seguenti) baio, con tre balzane e una lista bianca in fronte sottile: Dark Poison, il re del salto ostacoli, un vero gioiello dell’equitazione che più volte aveva garantito la vittoria al suo padrone.
Un cavallo che, con la sua perfezione, aveva conquistato un sacco di persone.
Infine, vide il ragazzo dai capelli argentati rientrare nel van e uscire con un altro cavallo, probabilmente un nuovo acquisto: uno stalloncino Selle Français sauro rosso con quattro balzane e una lista in fronte, più ampia rispetto a quella di Dark Poison.
Il giovane destriero, appena toccò terra, iniziò ad agitarsi, impennandosi e scalciando l’aria senza tregua: evidentemente non gli piaceva viaggiare nel van.
-E stai calmo Apocalypse King! Siamo arrivati, buono su.-
Disse Hidan tirando la lunghina verde petrolio per calmare il suo nuovo compagno di gara, proprio mentre Lara rimetteva nel box, con un certo nervosismo, il suo fratellino.
Non era possibile, ma che voleva renderle la vita un inferno?!
Pensò numerosi insulti, uno peggiore dell’altro, mentre spezzava le carote per Champagne, e tutti rivolti al nuovo arrivato.
Quando iniziò a far scivolare i pezzi nella mangiatoia, vide sbucare alla sua destra la testa grigia e dritta di Schyte, la quale allungò il collo per afferrare una carota: non poté non sospirare e alzare gli occhi al cielo mentre la giumenta si gustava quella leccornia che era riuscita a scroccare.
-Adesso anche come...-
-Ma guarda te chi si vede! La mia vicina di box nonché seconda arrivata in 115.-
Concluse per lei l’albino con un sorrisetto sulle labbra.
Quest’ultimo si tolse gli occhiali da sole e la guardò: le sue iridi color ametista erano invase da una scintilla divertita che irritò non poco la castana.
-Onorata davvero.-
Rispose ironicamente, prima di regalare una carezza sul muso a Champy.
-Suvvia, non te la sarai presa per la sconfitta spero.-
-No, ma sinceramente i montati come te mi restano indigesti e…-
Non ci voleva credere: non c’era solo Schyte come vicina di box. Davanti al posto del suo fidato sauro erano stati messi gli altri due cavalli di Hidan… una vera e propria persecuzione.
Prese fiato, imponendosi a denti stretti di stare calma, di contare fino a dieci e sbollire la rabbia che aveva preso a circolare in ogni singola vena e arteria… reazione, la sua, che divertì non poco il cavaliere professionista.
-Ora devo andare a firmare alcuni documenti… ci vediamo in campo Scarlett… il soggiorno in questo maneggio si rivelerà davvero interessante.-
Disse, prima di uscire ridente dalle scuderie.
Interessante?
Forse per lui…
Per lei iniziava un vero incubo. 



Angolo autrice: X°°°°°°°°°°°°D mi sa che Shikamaru mi manderà a quel paese. Quanto mi sono divertita a scrivere questo capitolo!!!! X°°°°°°°D.
Bene, Hidan si è trasferito nel centro ippico che frequenta anche Lara... ne vedremo delle belle, dato che già l'incontro non è stato dei migliori X°°°°°°°°°°°D (ma guardatela come ride! NdHidan&Lara).
E ora glossario e le immagini dei cavalli! (Chiedo venia, nel chappy precedente non ho inserito Silver Soldier, lo metto adesso!)

Glossario:

1) Paint-Horse: Razza americana caratterizzata dal mantello pezzato (che può essere overo, ovvero il corpo del cavallo presenta delle grandi macchie bianche su fondo scuro, o tobiano, ovvero che sul corpo bianco del cavallo si presentano grandi macchie colorate). E' conosciuto anche come il "cavallo degli indiani". E' una razza molto versatile, dato che è adatta sia alla monta americana che alla monta inglese.

2) Cow-sense: Propriamente il "senso della mucca". I cavalli dei mandriani riescono a prevedere le mosse dei vitelli e nel lavoro col bestiame è di vitale importanza, poiché garantisce una miglior collaborazione tra cavaliere e cavallo.

3) Quarter-Horse: Razza americana, il cavallo più veloce sul quarto di miglio (da cui deriva il nome). Derivano dall'incrocio di purosangue inglesi, mustang (vedi nota 6) e cavalli di razza spagnola. E' un cavallo versatile (può essere usato sia sotto una sella americana, sia sotto una sella inglese, e con ottimi risultati) con un buon carattere, docile, disponibile verso l'addestramento e, se è in sintonia col cavaliere, può rivelarsi giocherellone.

4) Roano Rosso: Mantello misto, più o meno uniforme di peli bianchi e rossi, solitamente più scuri sulla testa che sulle zampe; può avere coda e criniera nera, rossa o bionda.

5) Ippoterapia: è l’insieme di tecniche mediche che utilizzano il cavallo per migliorare lo stato di salute di un essere umano.
Da questo punto di vista è da distinguersi dalle semplici pratiche ludiche che coinvolgano il cavallo senza il controllo di personale medico specificamente preparato. E' utilizzata molto con soggetti affetti da sindrome di Down o con deficit psico-fisici.

6) Mustang: La parola mustang deriva da mesteno (non domato). Discende dai cavalli spagnoli sfuggiti ai conquistadores; è un cavallo veloce, forte, resistente e indipendente, conosciuto per essere parecchio testardo e indomabile. E' usato nei rodei americani.
Il numero di questi cavalli si è ridotto drasticamente a causa della caccia spietata dei mandriani, che nel passato li vedevano come animali nocivi per le loro mandrie: adesso sono specie protetta. (si vedrà in seguito perché Obito ne possiede uno).
 
7) Isabella: Detto anche Buckskin. Il corpo del cavallo è ricoperto di peli dorati, eccetto a livello delle zampe, che sono neri (come la criniera e la coda). Sulla schiena è presente una linea che parte dal collo e arriva all'attaccatura della coda, la cosiddetta linea mulina.

8) Reining: Disciplina western nella quale il binomio deve effettuare i movimenti usati, in passato, dai mandriani nel lavoro con la mandria, quindi per radunare, muovere e contenere i bovini. E' uno sport di rilievo nell'equitazione internazionale.

9) Smontonare: Il cavallo salta " a capretta", ovvero sfruttando tutte e quattro le zampe, diversamente dalla sgroppata (nella quale il cavallo calcia in aria con i posteriori).

10) Nettapiedi: Detto anche curasnette. Deve esser sempre presente nella cassetta di un cavaliere, dato che serve per pulire lo zoccolo da terra, fango, sassolini, truciolo, che potrebbero provocare infezioni o ferite. Esistono modelli dotati di spazzolina per rimuovere lo sporco a fine lavoro, senza spazzolina o quelli ripiegabili per le escursioni.
 
11) Van: Camion che consente il trasporto di tre o più cavalli (se è piccolo anche di due).

12) Holstein, baio, lista: L'Holstein è una delle razze più usate per il salto ostacoli. Di origine tedesca, è un cavallo docile, energico e coraggioso, dai movimenti fluidi e leggeri.
Il baio è un altro mantello degli equini: il corpo si presenta ricoperto di peli marroni, coda, criniera e zampe escluse poiché nere.
La lista in fronte è un segno di riconoscimento del cavallo: sul muso compare una linea di peli bianchi e, a seconda della grandezza, è definita in vari modi.


E ora i cavalli! In ordine: Silver Soldier, Dark Poison e Apocalypse King (tutti in tenuta da gara XD. Schyte, Dark Poison e Apocalypse King presentano, sul posteriore sinistro, il marchio della loro razza).
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Bacioni!
Nebula216

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Capitolo 4
*** Allenamento ***


Capitolo 4: Allenamento

 

“C’è qualcosa nel salto di un cavallo sopra un ostacolo che ti fa sentire bene.”
(William Faulkner)

 

Champagne guardava, con aria perplessa, i suoi nuovi vicini di box, mentre Lara lo sellava per una nuova giornata d’allenamento: di Williams non ce n’era l’ombra, per ora poteva starsene tranquilla e coccolare a dovere il suo campioncino.
Suo… in parte: difatti, quella mattina, si era presentata da Yamato e gli aveva chiesto i moduli per ottenere Champagne in mezza-fida(1), una scelta che le era costata parecchi sacrifici, fra cui delle ore extra a lavoro e la riduzione del suo tempo libero, ma non le importava… quel sauro era la sua ragione di vita.
Sistemò meglio la coperta di pile sulla groppa del Selle Français, regalandogli infine un bacio sul muso.
-Sei sempre perfetto, a volte penso di non meritarmi tutto il tuo affetto.-
Come risposta, ricevette un lieve colpetto sul braccio, seguito da un bacetto che il suo campioncino era solito darle sempre: quando era felice, quando era triste, quando aveva paura e quando gli faceva i complimenti. Nuovamente col sorriso sulle labbra, la castana lo abbracciò forte al collo, grattandogli con affetto la criniera che aveva provveduto a pulire con cura dai residui di truciolo.
Dopo avergli sistemato la testiera, uscì e salì in sella, pronta per una nuova sessione d’allenamento: nel campo in sabbia, Ino stava facendo saltare Silver Soldier, sotto l’occhio vigile di Yamato, pronto a segnalare ogni minimo errore di postura(2), di battuta o ricezione. Aveva un occhio paragonabile a quello di una lince o di un’aquila per questi dettagli: quando uscivano per gareggiare, ricordava costantemente a tutti i suoi allievi di scendere in campo puliti e col cuore leggero.
-Attenta ai talloni Ino! Tienili sotto il sedere ok? La gamba non deve scivolarti verso le spalle del cavallo. Silver Soldier è paziente, certo, ma a nessuno piace sentire gli speroni(3) sulle spalle, ok? Per il resto va bene, continua così.-
Le disse con un sorriso sincero stampato sul volto, mentre l’aiutava a sistemare la coperta in pile del suo bel grigio. Quest’ultimo, vedendo il suo amico francese entrare in campo con la sua amazzone, lanciò un nitrito al vento, il quale fu subito ricambiato con un sonoro sbuffo da parte di Champagne.
La castana sorrise, grattandogli con dolcezza il collo e togliendo, senza alcun gesto brusco, la coperta in pile: quel sauro saltava ostacoli alti come lei… e aveva paura di un’innocua coperta che, tra l’altro, lo riparava dal freddo pungente.
Come si aspettava, il suo prode destriero si agitò leggermente, agitando con nervosismo la coda e muovendosi sul posto a ritmo di “flamenco”: sorridente, gli carezzò il collo, tranquillizzandolo con parole dolci.
-Forza Lara, voglio vedervi volare ancor di più… con calma sono sicuro che ci riuscirete.-
Carezzò con energia e dolcezza il muso dello stallone Selle Français, fissandolo a seguito nei grandi occhi color nocciola: calò il silenzio, durante il quale né il cavallo né Lara mossero un solo muscolo, come se fossero catturati dalle possibili parole che avrebbe pronunciato il loro istruttore.
Yamato, senza staccare gli occhi da quelli di Champagne, gli carezzò un’ultima volta il muso, prima di guardare nelle iridi smeraldine la ragazza e sorriderle, un gesto amichevole e con un accenno di paternità… perché, in fondo, gli istruttori di quel maneggio stavano diventando dei secondi padri per tutti quanti.
-Voi ci riuscirete… perché il vostro unico limite è il cielo. Forza.-
Disse, mentre Lara, raggiante come il sole di quel giorno invernale, prendeva il trotto sulla pista: adorava le frasi di Yamato, le piaceva come le trasmetteva le sue conoscenze, ma soprattutto come le trasmetteva fiducia e passione per questo sport. Una passione sempre più intensa, sempre più diramata nel corpo come l’edera su un’antica quercia… ormai impossibile da estirpare senza causare la caduta dell’albero.
Champagne, docilmente, eseguì ogni comando della ragazza, senza mai impennarsi o sgroppare: era così rilassato che i suoi movimenti risultavano ancor più fluidi di quello che già erano. Curiosa di sperimentare, Lara gli chiese di trottare sulla linea del cambiamento diagonale(4), aprendo un poco la redine interna(5 e seguente) e premendo con la gamba esterna: il sauro, sorprendentemente, eseguì un’ appoggiata(6) fino all’angolo opposto a quello dal quale era partita, facendo sorridere di vera gioia sia la sua amazzone che l’istruttore.
-Cavolo!-
Esordì a metà tra l’orgoglioso e lo stupefatto Yamato: sapeva che la proprietaria precedente di Champagne aveva provato a fare gare di dressage(7) col sauro, inutilmente, motivo per cui l’aveva venduto al maneggio. Il francesino era un grande saltatore, certo, ma aveva ricevuto anche un buon addestramento per quella disciplina equestre tanto elegante quanto difficile: come in ogni meandro di quella passione, perché il termine sport era riduttivo, si doveva sudare e faticare per trovare la vera sintonia fra cavaliere e cavallo.
-Yamato! Perché non mi avevi detto che Champy sapeva fare le figure del dressage!?-
L’uomo si grattò distrattamente la testa, biascicando qualcosa che, per la ragazza, risultò incomprensibile. Gli si avvicinò al passo, mentre regalava al bel sauro una zolletta di zucchero.
-Non ho sentito.-
-Ecco… me lo sono dimenticato.-
Esordì Yamato con un sorrisetto imbarazzato, prima di scoppiare a ridere con la sua allieva e sentire un motivetto fischiettato avvicinarsi alla porta del recinto: sopra a Dark Poison, Hidan si preparava per una giornata all’insegna degli allenamenti. Nonostante le redini lunghe, l’Holstein non sembrava aver alcuna intenzione di scappare o, comunque, fare uno spregio al suo padrone: serio, come un vero professionista, fissava il campo con attenzione… sembrava studiarne ogni minimo dettaglio con i suoi grandi occhi color cioccolato.
Williams tolse la coperta di pile dalla groppa del suo destriero, iniziando la sessione con un po’ di passo da lavoro, né troppo veloce né troppo lento, per poi passare al trotto: il bel baio, in tutta la sua eleganza, eseguì, docile e mansueto, ogni minimo ordine senza mai opporsi, nonostante fosse in campo con un altro stallone(8).
Dopo aver galoppato, i due binomi si concessero un attimo di riposo, mentre Yamato sistemava i salti per una gabbia(9); mentre stava carezzando la spalla del Selle Français, sentì chiaramente l’albino avvicinarsi. Quel giorno, come sempre gelido, indossava un giubbotto in pile blu, con felpa abbinata del maneggio e maglietta dal collo coreano; un paio di pantaloni grigi e gli stivali in cuoio neri, provvisti di speroni a goccia dolci, completavano, assieme a un paio di guanti e il cap nero, l’abbigliamento.
-Buongiorno Scarlett.-
Esordì sorridendo, mentre Dark Poison proseguiva tranquillo al fianco di Champagne. La ragazza, calmando il suo destriero, cercò di reprimere l’irritazione sempre crescente: non poteva certo dargliela vinta, si ritrovò a pensare.
-Buongiorno Williams.-
-Ehi, così mi fai sentire vecchio!-
Replicò ridendo, mentre Lara guardò il suo compagno sbuffare infastidito: anche a lui Hidan restava indigesto, lo poteva capire dalle orecchie abbassate, dalle narici dilatate e dalla coda che, con sempre più frequenza, si agitava a destra e a sinistra. La castana, calmando il compagno a quattro zampe, si strinse il lega capelli, vedendo Yamato richiamarli con un cenno della mano; i due binomi si diressero, con un trotto appena accennato, verso l’istruttore.
-Allora, è una gabbia da un tempo di galoppo con, a seguito, una linea(10) da cinque tempi. Oggi non vi farò fare salti alti, preferisco che facciate un salto da un metro ma con una buona postura e un ottimo controllo del cavallo. Quindi, contate bene i tempi e cercate di prevedere il punto di battuta, ok?-
Annuirono, per poi accordarsi su chi dovesse andare prima.
-Prima le signore.-
Esordì Hidan simulando un inchino e guadagnandosi, a ragion dovuta, una sbuffata da parte del suo destriero baio. Lara, annuendo per ringraziarlo, si diresse verso la pista con un galoppo da lavoro non troppo veloce, quanto bastava per tenere sveglio Champagne: azzeccò senza alcun timore il punto di battuta, ricomponendosi immediatamente all’uscita del primo salto; il sauro, attento e a dir poco gasato, saltò immediatamente il secondo verticale ed aumentando fin troppo il galoppo… erano cinque tempi, non di meno.
Con tutta la forza che potesse metterci, la castana tirò le redini e lo rallentò, guadagnando a fatica quella falcata che il suo fratellino voleva togliere dalla foga: saltarono anche il largo senza alcun problema, liberi come aquile nei cieli turchesi. Rallentarono appena toccarono il lato corto del campo, in tempo per vedere Dark Poison partire al galoppo dal passo: era riunito, perfetto in ogni movimento e in ogni risposta ai comandi. Hidan seguì senza alcun problema i gesti del suo bel baio, azzeccando ogni tempo fra gabbia e linea: il gesto nel salto di quel cavallo era fra più eleganti che la diciannovenne avesse mai visto. Racchiudeva potenza, energia ed raffinatezza, tutte quante insieme... qualità che lo avevano reso uno fra gli stalloni più ambiti e richiesti.
-Bravissimi ragazzi! Adesso alzo, mi raccomando come prima Hidan. Lara non lascialo scappare ok? Sei stata brava a riprenderlo.-
Disse Yamato con un sorriso, mentre alzava di qualche buco le barriere che componevano gli ostacoli: Hidan, con un leggero tocco di talloni, fece avvicinare il suo Holstein al Selle Français della ragazza, irritandolo un poco.
-Shhh, buono Champy.-
Gli sussurrò dolcemente Lara mentre gli carezzava il collo, prima di ripartire verso l’esercizio. Questa volta, Champagne non sbagliò niente: eseguì dei salti favolosi, voli che la diciannovenne avrebbe voluto far durare in eterno, ricamare in quello sfondo reso magico dall’incantesimo del salto ostacoli. Era questo che lei sentiva, che loro, come binomio, sentivano: l’adrenalina a mille, così forte da inebriare i sensi, da far perdere la cognizione del tempo e dello spazio… la vera libertà carezzarle la pelle e donarle, per pochissimo tempo, una visione del Paradiso.
Quando rallentò, non poté fare a meno di stringere il collo del bel sauro e regalargli una quantità infinita di baci: lei, senza di lui, non poteva fare niente. Lei, senza di lui, sarebbe rimasta un comune mortale, era niente senza la sua presenza… perché Champagne era il tramite per sentire i sussurri e i flebili canti degli angeli.
-Grazie piccolino.-
Sussurrò, lasciandosi cullare dal passo rilassato del cavallo. Hidan eseguì alla perfezione l’esercizio, per poi uscire dal recinto e dirigersi verso le scuderie, pronto a salire in sella a uno degli altri due destrieri. L’istruttore si avvicinò alla castana.
-Stai bene Lara?-
Le domandò, ben sapendo che la sconfitta le era rimasta indigesta: Lara accettava di buon grado le eliminazioni che derivavano da errori suoi, non era tipa da dare la colpa al cavallo, anzi, si prendeva la colpa anche degli errori di Champagne… e quell’urlo le aveva portato via il primo posto ex-aequo.
-Sì Yamato, sto bene.-
Gli disse sorridendo mentre allungava un biscotto ai frutti di bosco al suo fedele compagno, il quale gradì alquanto quel premio succulento; dopodiché, gli mise la coperta sulla groppa, uscendo per una passeggiata tranquilla nei dintorni dei paddock. L’istruttore la guardò allontanarsi, grattandosi con una certa perplessità la testa.
-Mah, ogni volta che affronta degli ostacoli ne esce così estasiata da sembrare ubriaca.-
Disse ridente, mentre studiava un altro esercizio da far fare agli altri allievi. 



Angolo Autrice: Chiedo venia per il ritardo, ma la scuola mi sta prosciugando le energie -.-''. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, anche se non accade niente di particolare (Nervosismo di Champagne a parte XD).
Vi ringrazio per le recensioni che lasciate, sono importanti per me perché capisco che sto riuscendo nel mio intento: ricordare con gioia (e anche malinconia purtroppo) gli insegnamenti della mia insegnante, i cavalli che hanno ricoperto il ruolo dei maestri. Quindi... Grazie! <3
A voi il glossario adesso (più breve dei precedenti XD)!
Bacioni!
Nebula216

Glossario:

1) Mezza fida: Si dice che un cavallo è in mezza fida quando la persona (che ha preso il cavallo "per metà" con la scuola o con un altro) paga metà delle spese richieste (veterinario, dentista, maniscalco...).

2) Postura: E' FONDAMENTALE in ogni disciplina equestre (salto ostacoli e cross-country soprattutto) tenere una corretta postura e un buon equilibrio. Il minimo errore potrebbe sbilanciare il cavaliere e fargli fare penalità o, peggio, cadere a terra.

3) Speroni: Voglio solo specificare, con questa nota, che gli speroni odierni sono studiati per non ferire l'animale. Non sono appuntiti come la gente può pensare e esistono diverse varianti: dai più dolci a quelli un pò più severi. Sono considerati un aiuto e non un mezzo per punire (anche se certi cavalieri non se lo ricordano -.-*).

4) Cambiamento Diagonale: Cambiamento che consente di passare da mano sinistra a mano destra e viceversa. Si parte da un angolo del campo (evidenziati con le lettere H, K, M e F) e si raggiunge la lettera opposta (H-F/F-H)(K-M/M-K) passando per il centro del campo.

5) Mano Interna, gamba Esterna: Con mano interna ci si riferisce alla mano che guarda verso il centro del campo. A logica, quindi, la mano e la gamba che guardano verso la recinzione sono definite esterne (così come la gamba che è rivolta verso il centro è definita interna).

6) Appoggiata: E' una figura del dressage (vedi nota 7), nella quale il cavallo si muove in avanti e lateralmente allo stesso tempo. Il cavallo, è leggermente piegato intorno alla gamba interna del cavaliere. Tuttavia il treno anteriore (zampe anteriori e testa) deve precedere leggermente il treno posteriore (zampe posteriori, la groppa per intenderci).
Gli arti del lato esterno scavalcano gli arti del lato interno. Il cavallo guarda nella direzione del movimento, durante il quale deve conservare la stessa cadenza e lo stesso equilibrio.
È importante soprattutto non solo che il cavallo sia incurvato correttamente e di conseguenza eviti di avanzare troppo con la spalla del lato interno, ma che conservi anche l'impulso, in particolare con l'impegno del posteriore interno, al fine di dare una più grande libertà e una più grande mobilità alle spalle; ciò rende il movimento più fluido e più elegante.

7) Dressage: Disciplina che significa "addestramento". Il cavallo e il cavaliere, in un rettangolo, devono eseguire determinate figure e variazioni delle tre andature nel modo più fluido ed elegante possibile. Sembra che i cavalli danzino per intenderci XD.
7)  
8) Più stalloni in campo: Non è consigliabile avere più stalloni in campo, in particolare se ci sono delle femmine. Lo stallone è il membro alfa del branco, e qualsiasi maschio fuori dalla mandria è considerato un usurpatore: le lotte tra stalloni (specie se selvaggi) sono brevi, ma alcune arrivano ad esser davvero violente (anche se i casi in cui uno dei due muore sono rarissimi). Se è inevitabile la presenza di più cavalli non castrati, è consigliabile tenerli alla larga l'uno dall'altro.

9) Gabbia: Combinazione di due o più salti, nei quali si prevede uno massimo due tempi di galoppo. Più cresce l'altezza del salto e più il cavaliere deve essere esperto.

10) Linea: Combinazione simile alla gabbia, ma che prevede più tempi di galoppo (3, 4, 5...). Questo non significa che sia più facile della gabbia.

Ecco un'immagine dei cambiamenti diagonali (quando ci saranno gli altri cambiamenti metterò l'illustrazione)
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Capitolo 5
*** La Pista ***


Capitolo 5:La pista

 

  “Il galoppo è la cura per ogni male.”
(B. Disraelli)

  

Yamato osservò, con occhio attento, il bel galoppo riunito(1) che stava tenendo King Arthur, mezzosangue olandese(2 e seguente)baio scuro appartenente al giovane Sasuke Uchiha, figlio di un casato che, per generazioni, aveva partecipato e vinto gli eventi più importanti di completo, al pari con altre famiglie ben conosciute in questo sport.
Come i Senju, loro rivali ormai da anni, si ritrovò a pensare Yamato mentre il giovane si preparava ad affrontare l’ultimo salto del percorso.
King Arthur saltò con grazia l’oxer(3), concludendo il tutto con un bel netto che fece sorridere di pura gioia il suo cavaliere, conosciuto per la sua impassibilità in campo gara. Rallentando l’andatura, regalò carezze a non finire sul collo del baio scuro, concludendo il premio con un biscotto ai frutti di bosco e un allentamento del sottopancia.
-Ottimo lavoro Sasuke, King Arthur è in forma.-
-Già Yamato, è pronto per le selezioni della squadra.-
L’istruttore sorrise.
-Se fate come oggi ci siete sicuramente dentro.-
L’Uchiha annuì, vedendo poi arrivare all’entrata del campo Lara sul fidato Champagne: il bel francese salutò, con un nitrito quasi sbarazzino, l’olandese che si limitò ad osservarlo con occhi attenti e orecchie dritte: sebbene fossero compagni di maneggio, raramente si vedevano, se non per qualche lezione o delle ore di riposo nei paddock.
Senza che la castana facesse niente, il sauro trottò allegro verso il baio scuro, annusandogli con le narici dilatate il muso; Sasuke trattenne King Arthur, leggermente irrequieto, per fargli capire che Champagne era un amico.
Quando i due stalloni si calmarono, Yamato vide il cavallo del giovane Uchiha regalare un buffetto sul muso dell’altro, un gesto che fece sorridere tutti quanti.
-Salti oggi Lara?-
Domandò Sasuke vedendo la ragazza sistemarsi la coda di cavallo, ricoperta qua e là dai trucioli(4 e seguente) della lettiera del box, e la pettorina blu che le fasciava il busto.
-No Sasuke, pensavo di portare il mio fratellino in pista(5) oggi. Per abituarlo alle lunghe distanze del cross-country(6).-
Rispose la diciannovenne, vedendo il suo istruttore annuire col capo: non poteva sempre lavorare sui salti, doveva iniziare ad allenarsi anche sulla pista, in preparazione al cross-country, e nel dressage, dato che ben presto sarebbero arrivati due nuovi istruttori… ancora ignoti per tutti i membri del centro ippico, insegnanti esclusi.
Lara, con uno schiocco di lingua, fece andare il suo piccolo campione verso l’uscita del campo, salutando con un gesto veloce della mano il giovane Uchiha, diretto alle scuderie. Al suo fianco, Yamato controllava i paddock, sorridendo quando vide una stupenda giumenta saura rossa di razza Hannover(7) che, vedendolo, aveva preso a trottare, sgroppare e nitrire per tutto il recinto.
Reverie, questo era il suo nome, aveva salutato con gioia il suo cavaliere, alzando la testa dritta e di bella conformazione, caratterizzata da una lista bianca, al vento, richiamandolo quasi come se volesse ricordargli di non lasciarla lì.
-Tranquilla Reverie, dopo vengo a prenderti.-
Le disse il castano con voce dolce, ottenendo subito l’effetto voluto: la cavalla, come una bambina che aveva sentito la ninna nanna della madre, si calmò, tornando a brucare tranquilla l’erba del suo alloggio; Champagne iniziò a scalpitare sul posto, con narici dilatate ed orecchie dritte, il tutto accompagnato da sbuffi degni di una locomotiva a vapore.
Essendo un cavallo giovane e non castrato, il francesino faticava a mantenere il controllo quando si trovava vicino ad una femmina in caldo e, se non fosse stato per la presa ferrea di Yamato sull’imboccatura e la calma dell’amazzone, certamente quest’ultima sarebbe stata disarcionata.
-Scusami Champagne, ma non sono pronto per diventare nonno.-
Esordì l’istruttore ridendo mentre accompagnava alla pista il binomio: spiegò alla ragazza di iniziare con un po’ di passo, seguito dalle variazioni al trotto e, a seguito, un canter(8) controllato.
Soltanto per ultimo avrebbero testato il galoppo vero e proprio del sauro.
Il binomio lavorò con impegno, decisi a voler dimostrare le loro capacità, a mettersi alla prova per scoprire dove e quale fosse il limite del loro legame, già testato e consolidato nel salto ostacoli. Mentre si accorciava le staffe per avere una buona presa sulla sella, la diciannovenne percepì chiaramente il suo fratellino agitarsi: era straordinario vedere come bastasse un pensiero, un minimo gesto per fargli capire quello che sarebbe successo.
L’amazzone sorrise, abbracciandogli con affetto il collo elegante e forte.
-La prateria è il tuo regno.
La storia ti ha reso esempio di forza, coraggio, eleganza e sensibilità.
Nessuno ti eguaglia in queste qualità… ti sono inferiore… ti sono amica… siamo fratelli… Sei il re degli spazi selvaggi Champagne... fai sentire il tuo galoppo tuonante.-
Appena si sistemò sulla sella, e prima che Yamato le desse il via, il bel sauro scattò in avanti, bruciando il terreno ad ogni falcata ampia, un galoppo così veloce rispetto alla norma che aveva lasciato l’istruttore basito, prima che potesse parlare alla ragazza.
-Lara rallenta!-
Sebbene gliel’avesse detto, era conscio che quel francesino non si sarebbe fermato tanto facilmente: testardo, cocciuto e nervoso, ecco come era apparso ed appariva agli occhi del maestro quando era arrivato al maneggio e l’amazzone non lo montava. Notò perfettamente un tentativo da parte della ragazza di farlo rallentare, poi un secondo e, infine, Champagne capì che doveva decelerare: l’ampiezza delle falcate diminuì, fino a quando non si passò al trotto.
Stanca per la fatica, la castana si avvicinò a Yamato.
-Non… non era mai scappato così…-
Disse, mentre tentava di inumidirsi la gola secca e riprendeva fiato.
-Bhè, questo piccolo sauro voleva sgranchirsi le gambe.-
Disse sorridente l’istruttore, prima di sentire qualcuno entrare borbottando frasi degne del peggior scaricatore di porto.
Hidan, in sella ad Apocalypse King, si stava allacciando, alquanto seccato, il cap, mentre il giovane stallone scuoteva energicamente la coda con aria aggressiva e nervosa: Yamato l’aveva visto provare nel campo appena allestito da cross-country, e poteva giurare che quel sauro rosso avesse nelle vene coraggio e pazzia liquidi, altro che sangue!
Andava sui tronchi con una decisione invidiabile, non si impauriva davanti alle siepi e, oltretutto, non temeva nemmeno il laghetto nonostante la sua giovane età. Forse, la sua unica pecca stava nel carattere: focoso, nevrile, il più delle volte cocciuto e parecchio furbo… soltanto Hidan Williams si era rivelato capace di tenere testa al carattere del sauro rosso.
Probabilmente perché si somigliavano.
-Dannazione King! Potevi anche evitare di metterti in mostra davanti alle giumente! Capisco che sei bello, ma porca puttana sei riuscito a rompere le redini!-
Esclamò il cavaliere, mentre il destriero dimenava la coda con evidente nervosismo: se avesse continuato a sbraitare, pensò Lara, sicuramente il Selle Français lo avrebbe disarcionato con una sgroppata secca…
E l’idea non le dispiaceva, a dirla tutta.
Ridacchiò al pensiero, mentre il suo fratellino osservava, con attenzione, Apocalypse King avvicinarsi con orecchie basse: non era affatto un buon segno, e Yamato lo sapeva bene.
-Hidan, non avvicinarti con Apocalypse King a Champagne. Sono entrambi stalloni, e vorrei evitare lotte per il dominio sulle fattrici ok?-
L’albino si sistemò meglio gli occhiali da sole sportivi.
-Ricevuto boss. Capito King? Alla larga da Mr. Muso bianco.-
La castana si schiarì la voce.
-Il suo nome è Champagne, Mr. Me la tiro tanto.-
Il ventiduenne, precedentemente tranquillo, fermò il Selle Français in un alt composto, girandosi e fissandola con serietà da sotto gli occhiali: gli aveva dato del montato, cosa che nessuna ragazza aveva mai fatto finora. Tutte le amazzoni lo avevano sempre ammirato, tutte le sue fan lo avevano sempre rispettato e amato… come diavolo si permetteva quella castana di trattarlo in quel modo?
Accennò un ghigno.
-Ancora indigesta la sconfitta?-
Yamato vide Lara irrigidirsi sulla sella: la frittata era fatta.
-Sappi che se quella tua fan non avesse urlato per un ragnetto… a quest’ora il tuo primo posto sarebbe un ex-equo.-
L’albino fischiò, accorciando allo stesso tempo le redini.
-Grintosa la ragazza King! Bene Scarlett, che ne dici di una galoppata? Così, tanto per allenare i nostri Selle Français.-
Propose Williams con sguardo eloquente all’amazzone, mentre i due cavalli scalpitavano nervosi sul posto; la castana, come risposta, accorciò le redini e si affiancò a lui, carezzando sul collo Champy.
Yamato sospirò, mettendosi una mano sugli occhi.
-Non. Voglio. Guardare…-
I due equini, agitati, presero a masticare l’imboccatura, lanciandosi nitriti simili a dichiarazioni di guerra: Apocalypse King sentiva la decisione, la voglia di vincere del suo cavaliere, e voglioso di trionfare fremeva quanto il ventiduenne; Champagne, d’altro canto, se ne stava tranquillo, ben sapendo che la sua padrona mai lo avrebbe punito in caso di sconfitta.
Il francese di Hidan si impennò dall’impazienza, innervosendo un poco l’altro equide che, attento, osservava la pista d’erba: la squadra di Team Penning, Sasuke, Tobi, Ino e anche Asuma si avvicinarono al terreno di gara per la curiosità. Kiba, ridente, si tolse la bandana blu dal collo, tenendola in alto per farla veder meglio ai due binomi: quando il pezzo di stoffa fu calato giù, ambedue le coppie partirono al galoppo, come se fossero all’ippodromo.
Ad ogni falcata, Lara si sentiva sempre meglio: non temeva di cadere, non temeva la sconfitta… tutto quanto si fondeva in un caleidoscopio di colori, suoni ed odori che, per lei, andavano a comporre il paradiso. L’odore dell’erba bagnata, dei fiori, del suo compagno di gare, il ritmo degli zoccoli tuonanti, gli sbuffi e i nitriti dei due stalloni… Hidan che la richiamava.
-Pronta Scarlett a perdere?-
Lo guardò con la coda dell’occhio, ormai prossimi al traguardo segnato da Yamato: erano ancora testa a testa, nessuno dei due voleva perdere.
-Pronto Williams a mangiare la nostra polvere?-
Domandò a sua volta con un mezzo sorriso, mentre Champagne scattava nitrendo verso il maestro: superò di poco Apocalypse King, ma questo bastò a garantir loro la vittoria.
I cavalieri fermarono, con non poche difficoltà, i loro due destrieri, ancora scalpitanti per la galoppata: Lara abbracciò con gioia il suo fratellino, ringraziandolo con numerosi baci sulla criniera; non tanto per la vittoria, bensì per le emozioni provate, per un’ulteriore prova del loro legame sempre più forte.
Hidan, sconfitto, si limitò ad alzare le spalle, mentre il suo bel sauro rosso sbuffava a causa di qualche mosca fastidiosa: quella ragazza se la cavava, doveva ammetterlo; nel salto aveva un buon assetto, anche se a volte perdeva leggermente l’equilibrio, aveva un bel caratterino che andava a completare perfettamente quello del cavallo francese.
Accennò un ghigno, mentre si avviava al passo verso le scuderie.

“Scarlett, non ti conviene metterti contro di me…”

Raggiunte le scuderie, entrambi i cavalieri presero a dissellare i loro compagni: Lara prese da un cassone, che teneva vicino al box di Champagne, delle fasce da riposo(9) blu, iniziando ad avvolgerle con cura attorno alle zampe dell’equino, occupato a masticare una gustosa carota. Finita l’operazione di “fasciatura”, la ragazza coccolò con carezze e parole dolci il suo fratellino.
-Non voglio andare a lavoro… ma devo per tenerti con me.-
Lo portò nel box, togliendogli la capezza e osservando come si gettava, affamato, verso la mangiatoia piena di mangime: con un sorriso, gli carezzò il muso.
-Ci vediamo domani Champy. Buonanotte.-
Gli disse, dandogli un bacio sulla stella in fronte, prima di chiudere il box e tornare verso casa sua. 


Angolo autrice: Mi scuso per il ritardo, ma la scuola mi sta uccidendo!
Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto!
Glossario!
Bacioni!
Nebula216 <3

Glossario:

1)
Galoppo riunito: Galoppo molto lento, dove il cavallo tiene l'incollatura alta e le falcate sono corte.

2) Mezzosangue Olandese, Baio scuro: Il mezzosangue olandese è un cavallo da sella e tiro leggero, impiegato negli sport equestri (salto e dressage) e come monta da campagna. Molto diffuso in Olanda e in molti paesi dell'Europa centrale. Agile e buon saltatore.
Il baio scuro è una variante del baio, dove i peli si presentano come un misto tra baio e morello con arti, criniera e coda neri.

3) Oxer: E' un salto simile al largo, ma presenta il più delle volte qualcosa nello spazio tra una barriera e l'altra (può essere un cespuglietto, un piccolo muro, una piccola piscina stile fossetto...)

4) Trucioli, Pettorina: I trucioli sono usati come lettiera per i box. Siccome sono costosi, un'alternativa economica può esser la paglia.
La pettorina è una protezione che deve proteggere (scusate il gioco di parole) la zona del busto del cavaliere, specie nel cross-country (vedi nota 6).

5) Pista: Nel mio maneggio, c'è un campo in erba dalla forma quasi ellittica che consente ai cavalieri di prepararsi e preparare i cavalli per il galoppo del cross-country.

6) Cross-Country: Disciplina nella quale il binomio deve affrontare dei salti di campagna (tronchi, fossi, laghetti, salite, discese...), ma differenti da quelli del salto ostacoli perché fissi. Serve esperienza prima di affrontare dei salti del genere.

7) Hannover: E' una razza di cavallo a sangue caldo, originaria della Germania e più precisamente della regione di Hannover e della Bassa Sassonia. Viene spesso utilizzato nelle competizioni sportive equestri. Abile nel dressage ed eccellente nel salto agli ostacoli e ottimo in svariate discipline; è molto utilizzato nella caccia alla volpe.

8) Canter: Una sorta di piccolo galoppo.

9) Fasce da riposo: Fasce che vengono utilizzate dopo che è stato effettuato uno sforzo, a volte con della creta o del gel per i muscoli. Non è obbligatorio metterle

King Arthur
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Capitolo 6
*** Licenziata ***


Capitolo 6:Licenziata

 

“Un cavallo, forte, potente, bello, è la proiezione dei sogni che la gente fa di se stessa, e ci permette di fuggire dalla nostra esistenza quotidiana.”
(P.Brown)

 
Reverie rispondeva docilmente ai comandi che il suo cavaliere, con dolcezza, le comunicava attraverso l’equilibrio, le redini e la pressione leggera delle gambe: la cavalla tedesca, paziente, eseguiva tutti gli esercizi con una grazia degna di una dea… e vista la sua linea di sangue, Yamato non aveva dubbi.
La saura rossa, difatti, poteva vantare la parentela con uno degli stalloni Hannover più conosciuti e temuti nella disciplina del completo: il morello Gothic Power, suo fratello maggiore…
Una vera macchina da guerra.
L’istruttore del centro ippico aveva avuto modo di vedere quel cavallo in Germania, dove aveva comprato la sorellina, e poteva giurare che fosse uno dei cavalli da competizione migliori sulla piazza, l’unico capace di competere col campione, ormai ritirato dalle gare, Sapphire de la Seine, un Selle Français baio, rinomato nella disciplina del completo, che si era guadagnato una vittoria dietro l’altra.
Fermandosi in un alt proprio al centro del campo, il castano mollò le redini, permettendo così alla sua cavalla di passeggiare tranquilla: aveva lavorato con impegno, meritava la giusta ricompensa…
Traducibile in carote, paddock e riposo.
Era da parecchio, oltretutto, che Yamato non prendeva parte a una gara, e sentiva quella vecchia fiamma competitiva rinascere nel suo petto: Reverie era sempre stata un’ottima cavalla, aveva vinto titoli a livello europeo, non aveva mai saltato un allenamento ed era comunque rilassata.
Al suo cavaliere non restava che allenarsi individualmente di più e spolverare la sua vecchia divisa militare(1), visto il suo grado di sergente conseguito in un’Accademia italiana.
Sorrise ricordando i vecchi tempi, mentre in campo faceva il suo ingresso Hidan sulla grigia, nervosa ancor prima di iniziare l’allenamento.
-Ciao Yamato! Allora, tutto bene? Non ho ancora visto Lady Wrath e il suo simpatico muso bianco.-
Esordì Williams mentre stringeva le cinghie del sottopancia, evitando per un pelo un tentativo da parte della sua cavalcatura di morderlo ad uno stinco: quel giorno Scythe era in calore e, a giudicare dal suo caratterino, non doveva avere la luna al posto giusto.
L’istruttore, ripresosi dal flusso di pensieri riguardanti la sua pupilla a quattro gambe, si grattò sotto il mento con fare distratto.
-Ha finito questa mattina. Preferisce allenarsi appena sveglia, raramente viene sul tardo pomeriggio.-
L’argenteo guardò Yamato, senza però domandare altro: della castana non gliene fregava niente, per lui era una comune amazzone come le altre…
Un’amazzone fastidiosa… parecchio fastidiosa.
Come… una zecca.
Noncurante dell’altro cavaliere, Hidan ridacchiò fra sé e sé, prima di iniziare a far trottare sulla pista Scythe.
Sì, il soprannome le stava divinamente.
-ETCIU’! Mamma mia, qualcuno sta pensando male di me.-
Esordì nella sua casa Lara mentre, con furia, prendeva dall’armadio degli abiti puliti in vista della sua prossima meta: aveva cercato in lungo e in largo un lavoro dignitoso, fin da quando era arrivata in quella piccola città.
Aveva provato a chiedere in una libreria… ma non serviva personale.
Aveva chiesto alla selleria locale, e ancora non le avevano fatto sapere nulla.
Aveva messo volantini in ogni bar, ma niente.
L’unico posto dove l’avevano presa, e dove pagavano abbastanza bene, era una sorta di locale a metà tra un ristorante e una discoteca.
Lavoro che era diventato la sua prima causa di mal di testa e sonno arretrato.
Nonostante tutto, non osava mai dimostrare stanchezza: faceva tantissimi sacrifici per quel francesino che, ormai, era diventato come un fratello per lei, e non poteva cedere.
Lui le stava donando tutto quanto, lei doveva ricambiare.
Facendosi coraggio, si alzò, indossando quegli shorts e quella camicetta che aveva imparato a sopportare, quando il cellulare squillò. Non prestando molta attenzione al nome del display, rispose.
-Pronto?-
-…Ciao tesoro…-
Come se avesse appena sentito un vento gelido alle spalle, si irrigidì.
-Pronto? Mi senti? Lara rispondimi.-
Deglutì.
-Ciao mamma.-
La donna riprese a respirare dall’altro capo del telefono, come se non lo avesse mai fatto in tutta la vita.
-Come stai? Non… non rispondi alle mail che io e tuo padre ti…-
-Sono impegnata mamma.-
-Potresti anche farci sapere qualcosa, non credi?-
Domandò la madre con dolcezza…
Innescando involontariamente una reazione che Lara aveva sempre cercato di sopprimere.
-Per sentirmi dire da papà che devo mollare perché le mie son false speranze?
No!
Mi ha letteralmente cacciata mamma, non mi puoi chiedere di perdonargli questo!-
-Lara ascoltami…-
-Devo andare, se faccio tardi non mi pagano. Ciao.-
Senza pensarci, chiuse la chiamata, trattenendosi dal piangere con gran fatica: non avrebbe mai potuto scappare in eterno… un giorno avrebbe dovuto affrontare il suo passato…
Quel momento, però, non era ancora arrivato per lei.
Non si sentiva capace di perdonare chi aveva sempre cercato di frantumarle il suo sogno più grande… doveva ancora aspettare.
Sospirando, completò il suo abbigliamento con un giacchetto pesante e la borsa, ricordandosi di spengere tutte le luci e controllare il gas prima di uscire: già faticava a pagare le bollette, se poi ci si metteva anche lo scoppio della casa era davvero nei guai.
Percorsa la strada principale, svoltò nella prima traversa a destra, ritrovandosi davanti  una sbarra bianca e rossa, contraddistinta da un cartello blu con delle lettere: “Parcheggio dipendenti”. La castana, più che disposta a terminare prima il suo turno, inserì una scheda magnetica nell’apposito buco, aspettando che il sistema di riconoscimento facesse il suo lavoro.
Quando la sbarra si alzò, ingranò la marcia e parcheggiò la sua jeep, decisa più che mai a terminare quella serata che, sicuramente, sarebbe stata uno schifo: non faceva altro che servire ai tavoli, pulirli, lucidare il pavimento, le scale… e i gabinetti.
-Che merda…-
Disse, prima di scendere dal suo mezzo di trasporto ed entrare nel locale, che già a quell’ora pullulava di gente festeggiante: prima avrebbe iniziato il turno, prima sarebbe tornata a casa. Afferrata la sua tracolla sportiva, andò al suo armadietto e prese il palmare che le aveva dato la direzione per annotare gli ordini della clientela: mai che quel tugurio non fosse all’avanguardia, pensò acida mentre simulava un sorriso cordiale per i primi clienti.
-Buonasera, benvenuti al Mirage, cosa posso…-
-Te guarda chi si vede… Scarlett! anche qui?-
Il sorriso sbarazzino e strafottente di Williams la colpì peggio di quello che avrebbe potuto fare un pugno nello stomaco.
Non solo doveva sopportarlo al maneggio, ma anche nel locale dove lavorava!
E per giunta con tutta la sua banda di amici.
-Ehi Hidan, non ci presenti la tua amica?-
Domandò sghignazzando un ragazzo dai capelli lunghi e biondi, raccolti parzialmente in una coda di cavallo, e con due occhi azzurri come il cielo. Indossava degli abiti da perfetto cow-boy: una camicia a quadri blu, jeans scuri, stivali western color crema, abbinati al cappello, e una cintura dalla fibbia bella lucida, ritraente una stella con impresse tre B al suo interno.
Quel ragazzo poteva essere soltanto Deidara Taylor, un componente della squadra di team penning avversaria a quella di Naruto, Kiba e Shikamaru, nonché proprietario del famoso “tripla B”.
Accanto a lui, oltretutto, stavano i suoi compagni di squadra, i gemelli Zetsu e Setzu Reed: identici in tutto, tranne che per i capelli: neri in Setzu, di uno strano biondo per Zetsu. Loro competevano con i loro due stalloni Appaloosa(2)  Zenit e Nadir, cavalli che stavano mettendo in difficoltà Dakota e Ginger.
-Ah, lei è Miss. Wrath, o per meglio dire Lara Scarlett.-
Se avesse avuto la possibilità, gli avrebbe preso la testa e fracassata contro il tavolo del locale: Miss. Wrath?!
Che razza di soprannome era!?
Si trattenne a fatica dal prenderlo per il colletto della T-shirt, scaricando tutta la sua tensione sul palmare nero.
-Ordinate qualcosa?-
Deidara si fece attento.
-Oh sì. Tre mojito e… te che prendi Hidan?-
L’argenteo si voltò verso di lui.
-Che domande… Cuba Libre ovvio!-
Annotate le bevande, la castana si voltò, salvo poi esser richiamata da Williams.
-Mi raccomando Lara… non esser tirchia con i cubetti.-
Era sicura che, nel voltarsi verso il tavolo, lo avesse fulminato con un’occhiataccia degna del peggior antagonista del più terrificante film horror.
-Come vuoi Williams.-
Stanca di dover fare da servetta, la ragazza camminò in direzione del bancone, preparando come meglio poteva, visto il livello di rabbia sempre crescente, i drink richiesti.
Non voleva stare lì, non era quello il suo posto.
Preferiva il box caldo e sereno di Champy, il bosco vicino al maneggio, i campi dove lavorava ogni giorno e, perché no, il paddock dove lei e il suo piccolo campione giocavano ad acchiappino.
Quel locale, per lei, era solo un cubo privo di calore e dolcezza, un luogo dal quale avrebbe preferito andarsene seduta stante.
Quando finì di preparare i drink, prese il vassoio e si avviò verso il tavolo, sebbene la folla non le consentisse di fare molti movimenti.
Accadde in quel momento: un ragazzo, ubriaco fradicio, le tirò un colpo al braccio, facendole partire i bicchieri che, sfortunatamente, si ruppero in mille pezzi davanti agli occhi verdi della ragazza e a tutti gli altri della clientela.
No…
Questo non serviva.
Pallida come un cadavere, non si accorse del capo che, con ampie falcate, si avvicinava a lei, sapeva soltanto che era spacciata: un solo errore ed eri fuori dal giro, ecco l’unica regola che i camerieri seguivano in quelle mura.
-SCARLETT! COSA SONO QUEI PEZZI DI VETRO PER TERRA!?-
Non riusciva a rispondere, fissava soltanto quei residui di bicchieri immersi nelle bevute, mentre Hidan e amici la osservavano seri la scena.
-TE LO DICO IO COSA SONO! SONO IL SIMBOLO DEL TUO FALLIMENTO! NOI NON VOGLIAMO FALLITI QUI DENTRO! SEI LICENZIATA!-
Non avrebbe mai voluto sentire quelle parole, mai e poi mai…
Come avrebbe fatto adesso?

Angolo autrice: dopo mesi, son tornata! Mi scuso se il capitolo fa schifo/vomitare/è da suicidio, ma l'università non mi lascia il tempo per pensare.
Noticine veloci! ("tripla B" apparirà in seguito XD)


1) I militari, la polizia e tutte le forze dell'ordine gareggiano con la loro divisa.
2) L'Appaloosa è un cavallo americano dal caratteristico mantello maculato (che può essere di vari tipi: coperta, leopard, brina, fiocco di neve e marmorino). E' un soggetto molto versatile, adatto sia per la monta americana che per quella inglese; è noto per la resistenza, la stamina e il temperamento.

Cosa farà Lara? Che accadrà?
Al prossimo capitolo gente!
Bacioni!
Nebula216 <3

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Capitolo 7
*** Cambiamenti ***


Capitolo 7: Cambiamenti

 

“I cavalli sono mutevoli, lo sai; molti pony danno del filo da torcere a robusti stallieri, ma se gli metti in groppa un bambino o un adulto disabile, diventano docili come agnellini. Non so cosa sia: sembra una specie di intuito...”
(Jackie Croom)

 
Quella mattina non aveva la forza di allenarsi.
Ogni speranza era crollata, tutto quanto stava sfumando come una nuvola di vapore.
Cercò a lungo di non piangere, mentre puliva il suo fratellino da cima a fondo, ma tutti i suoi tentativi erano vani: come avrebbe fatto a pagare tutte le spese della mezza fida?
Come avrebbe fatto a pagare tutto quello che le sarebbe servito, le bollette, la spesa… come?
Scoraggiata, si strinse al collo del sauro, reprimendo a fatica quelle lacrime che, come macigni, la stavano rendendo sempre più debole, sempre più incapace di reagire…
E tutto ciò rattristava anche la sua cavalcatura, la quale non sapeva come poterla consolare: i bacini, i buffetti col muso e lo sguardo malinconico non avevano funzionato…
Anche lui aveva paura.
-Cosa devo fare Champy? Io… io non voglio perderti…-
La sola idea di abbandonare il suo musetto bianco la rendeva debole come un fiore al primo gelo: prima che lui arrivasse, la sua vita era in bianco e nero…
Con lui, invece, fin da quando si erano visti, aveva imparato ad ammirare il mondo con tutte le sue varie sfaccettature di colori.
Non avrebbe permesso a nessuno di portargli via il suo fratellino, avrebbe lottato fino alla fine per lui.
Asciugatasi le ultime lacrime, strinse il sottopancia e si avviò fuori dal box, incrociando Obito con il suo stupendo ed indomabile El Dorado: questo sì che era un bel guaio, pensò mentre cercava di coprire il volto con la visiera del cap e il muso del bel sauro.
Metodo che, però, non funzionava mai con l’amico.
-Lara… Che succede?-
-Niente Obito… è la polvere…-
Quando la castana fece un passo, si ritrovò la strada bloccata dal mustag: si era fregata da sola, perché aveva pianto così tanto?!
Obito le levò il cap dalla testa, guardando attentamente il risultato del dolore a lui sconosciuto: gli occhi smeraldini dell’amica presentavano le sclere arrossate, così come il naso bagnato, assieme alle guance, dalle lacrime salate amare che stava sopportando da sola.
Sospirò, asciugandole con una mano il viso.
-Vieni, facciamo una passeggiata insieme. Ne hai bisogno.-
Senza dire altro, i due binomi uscirono dalla scuderia, vedendo il cielo così coperto da sembrare bianco: il meteo aveva messo neve in quei giorni, ma nessuno pensava che arrivasse così presto.
Il moro sorrise, per poi salire sulla groppa del suo stallone.
-Oh bhè, avremo la neve per Natale. Forza Lara, se nevica quando siamo nel bosco è un casino.-
Esordì sorridente Obito, mentre la castana saliva in sella e lo seguiva, al passo, verso un sentiero che avevano affrontato qualche volta, soprattutto verso primavera.
I cipressi, ormai privi di foglie, formavano una volta rinsecchita sopra le teste dei due cavalieri, mentre qualche pianta sempreverde si stagliava alta nel cielo: erano loro le vere padrone dell’inverno, le uniche che potevano resistere al grande gelo.
Lara sospirò, carezzando la criniera pulita e curata del suo piccolo, mentre l’amico le si affiancava.
-Allora… che è successo? Anche Yamato ti ha vista triste e Hidan ha detto che…-
-Williams deve chiudere la bocca…-
La castana si asciugò la faccia, per poi fissare il moro.
-Mi hanno licenziata Obito… e nessuno sembra disposto ad assumermi. Io… senza soldi non posso badare a Champy e… e se non posso…-
Le parole le morirono in gola: non ci voleva pensare, per niente.
Abbassò nuovamente lo sguardo, proprio quando il bel sauro si impuntò in un alt non propriamente composto, seguito dal mustang color isabella: ormai erano una cosa sola, perché sapevano benissimo cosa accadeva nel cuore e nella mente di entrambi.
Obito sapeva benissimo cosa provava la ragazza: più di una volta gli agenti della polizia avevano cercato di portargli via El Dorado. Tuttavia, lui aveva sempre lottato, aveva dimostrato loro che non si azzardava minimamente a scalfire, con punizioni al limite dell’umano, un gioiello così perfetto.
Soltanto con l’amore era riuscito a conquistare la fiducia del selvaggio… e Lara aveva fatto altrettanto.
-Io ti capisco Lara, se ti può aiutare… anche io soffrivo così quando proteggevo El Dorado…-
Mentre parlava con l’amica, carezzava costantemente il collo energico del cavallo, ricordando con una stretta al cuore quei momenti strazianti, in cui stava quasi per smettere di vivere.
-Ma sai… in certi momenti siamo capaci di tirare fuori una grinta… fuori dal comune. Nessuno può capire la tenacia di un cavaliere.-
Le rivolse uno sguardo amichevole.
-Una soluzione la troverai, ne son sicuro. Anzi, ti aiuterò a cercarla. Adesso smettila di piangere e sorridi… a Champagne piaci di più quando sei felice.-
Il moro aveva ragione: fin da quando era salita in sella, il francesino aveva percepito che qualcosa, in lei, era cambiato; aveva sentito e condiviso il peso della sua preoccupazione, lo aveva assaporato e mai gli era capitato un qualcosa di così amaro.
Troppo per lui, troppo per la sua amica a due gambe…
Troppo.
I due amici si guardarono, mentre un primo fiocco di neve cadeva dal cielo, lento a aggraziato come una ballerina di danza classica. Questo bastò a far retrocedere Obito.
-Andiamo Lara. Il tempo non promette nulla di buono e… sai per caso che ore sono?-
Con un po’ di fatica, la ragazza scostò la manica dal polso, osservando il suo orologio sportivo.
-Sono… le 9:50…-
-Oh porc… andiamo, deve arrivare il piccolo Mike!-
Senza che facesse il benché minimo movimento, lanciò El Dorado al piccolo galoppo, lasciando che Champagne lo seguisse, come in un gioco.
Alcune volte, Lara sentiva di invidiare Obito: lui sapeva lottare davvero, lui viveva il legame con i suoi cavalli ancor più a fondo di quello che lei faceva con il suo piccolino, ed era già parecchio intenso.
Oltretutto, faceva qualcosa di utile per la comunità: non c’era manifestazione alla quale lui non prendesse parte, con i suoi cavalli per l’ippoterapia, il più delle volte salvati dal macello. Non erano molto conosciuti, se non una purosangue inglese(1) di nome Sweeting Wind, per gli amici Sweety, ritirata dalle corse perché ormai anziana: erano tutti vecchietti a quattro zampe che, però, avevano avuto una seconda possibilità, e tanto affetto da parte di quei bambini che Obito aiutava.
Tempo pochi minuti che i due binomi arrivarono al maneggio: come al solito, tutti si stavano allenando, chi con i vitelli e chi con i salti, eppure, c’era qualcuno in più quel giorno. Un bambino di sei anni, con i suoi genitori, fissava come spaurito e perso i cavalli all’opera, senza parlare: sicuramente quello era il piccolo Mike.
Obito sorrise, un sorriso malinconico e dolce.
-Ti va di aiutarmi Lara?-
La proposta del moro la colse di sorpresa: non aveva mai provato a mettersi nei panni dell’Uchiha, non sapeva nemmeno da dove rifarsi!
-Io…-
-Su, prepara Sweety.-
Le stava dando fiducia, cosa che in quel momento le mancava. La castana annuì, girando Champagne e trottando verso le scuderie, dove già l’attendeva, affacciata dalla finestra del box, la purosangue inglese.
Dissellò il suo piccolo sauro, coprendolo bene e dandogli una buona razione di fieno, con mangime e carote: doveva provarci, magari le sarebbe piaciuto… magari avrebbe trovato la soluzione.
Sweety, come già diceva il nome, si lasciò far tutto quanto: era pronta a donare una dolcezza fuori dal comune, non si azzardava nemmeno a mordere o calciare per scacciare una mosca fastidiosa, soprattutto quando la ragazza le stava dintorno alle zampe. Il corredo che la identificava era color pesca opaco, in modo da creare allegria e contrasto sul suo mantello baio scuro.
Quando fu pronta, Lara la portò verso il campo, dove Obito, con la maschera a spirale in volto, parlava con il piccolo Mike: ormai era Tobi, non Obito. Quest’ultimo, sorridente, prese a far passeggiare la cavalla, e solo allora la castana notò un cambiamento sempre crescente nel bambino: fino a quel momento, non aveva mai alzato gli occhi, nemmeno per guardare i suoi genitori; eppure, quando sentì gli zoccoli di Sweety, non poté fare a meno di guardare. Nonostante gli anni, la giumenta sembrava ancora una puledra nel momento d’oro della gioventù: appariva in forma, quasi come se il tempo per lei non fosse passato.
Obito, catturata l’attenzione del suo piccolo “paziente”, per quanto gli piacesse poco chiamarli così, salì in groppa alla baia scura, lasciando che Mike le carezzasse il muso e il collo; soltanto quando il bimbo iniziò a tirare i genitori per lasciarlo salire, il moro gli porse le braccia e lo lasciò sedere davanti a lui.
Nonostante Lara avesse visto Obito all’opera svariate volte, ebbe una stretta allo stomaco: quel bambino si affidava a lui, alla dolce giumenta, studiando quest’ultima in ogni suo aspetto.
Nel calore del suo corpo, nella morbidezza del suo mantello, nei muscoli che, ad ogni passo, esprimevano la sua vecchia forza. Proprio in quel momento, dopo un pomeriggio trascorso nella tristezza, la ragazza vide il piccolo Mike accennare un sorriso, un gesto che non poté non contagiarla: sorrise anche lei, proprio quando Yamato le si affiancò.
-Mike è un bimbo speciale, sai Lara?-
La ragazza, incerta, rivolse uno sguardo al suo istruttore, che continuò.
-Lui è affetto da autismo, e l’ippoterapia lo sta aiutando molto. Anche tu hai bisogno di un aiuto…-
Le rivolse uno sguardo materno.
-Lavorerai qui. Devono arrivare dei puledri da addestrare e, oltretutto, ci manca un aiuto nelle scuderie.-
La diciannovenne si illuminò: la seconda possibilità era arrivata!
-YAMATO GRAZIE!-
Senza alcun contegno, saltò in collo al suo insegnante, facendolo quasi ribaltare per terra. L’istruttore rise.
-Calma Lara! Così mi soffochi!-
-Scusa Yamato!-
Nonostante la gioia dirompente, l’amazzone dovette ricomporsi: aveva una seconda possibilità…
Tutto si sarebbe sistemato.

 
Angolo autrice: Salve! Dopo tanto tempo ecco il nuovo capitolo. Spero vi sia piaciuto come è piaciuto a me scriverlo. Obito/Tobi si sta rivelando un vero angelo secondo me, che dite? :)
L’episodio del bambino autistico l’ho ripreso da un racconto per bambini di un mio vecchio libro, spero che l’idea vi sia piaciuta.
Glossario!


1)  Purosangue Inglese: Abbreviato in PSI, è una delle razze equine più allevate al mondo. Le origini di questo cavallo risalgono al 1793. Fu ottenuto attraverso l’incrocio delle giumente locali con tre stalloni orientali.
E’ un cavallo molto nevrile che poco si addice a cavalieri principianti, la sua principale attitudine è la corsa al galoppo (ippica), ma eccelle anche in equitazione, specie nel concorso completo.

 
Ecco la nostra Sweety :3


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Al prossimo capitolo gente!
Bacioni!
Nebula216 <3

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Capitolo 8
*** Il progetto ***


Capitolo 8:Il progetto
 

“Abbiamo praticamente dimenticato come sia strano che un animale così grande, possente e intelligente come un cavallo permetta a un altro ben più debole animale di montargli in groppa.”
(Peter Gray)

 
Il suo orologio da polso segnava le nove meno venti minuti: erano già in ritardo sulla tabella di marcia… e lei odiava i ritardi.
-Insomma Hatake, quanto manca?-
L’uomo seduto alla guida del van, caratterizzato da una capigliatura sbarazzina color argento, sbuffò.
-Calmati Tsu, il maneggio non è molto lontano.-
Ancora stentava a credere che lei, Tsunade Senju, campionessa di dressage a livello mondiale, fosse stata chiamata come istruttrice della sua disciplina da Yamato.
Ancora non riusciva a capire cosa l’avesse spinta ad accettare quel ruolo.
D’altro canto, il suo collega Kakashi Hatake, maestro di cross-country e salto, non si era scervellato troppo: a lui piaceva studiare fino in fondo la diversità dei cavalieri, i loro metodi, il loro linguaggio segreto…
Appena il suo amico caporale gliene aveva parlato, per telefono, non aveva esitato a fare le valigie, caricare la sua giumenta sul van e partire.
-Andrà bene Tsunade. Son proprio sicuro di vedere gli elementi che Yamato ha adocchiato per il suo progetto.-
La bionda lo guardò: le sue labbra, tinte di un leggero rosa opaco, si storsero in una smorfia.
-Sempre ottimista tu… e sempre il solito fortunato. Gli allievi sanno sicuramente saltare, ma figurati se sanno la differenza tra piaffer(1) e passage(2)!-
L’uomo sbuffò.
-Donna di poca fede, aspetta a parlare no? Il van con i puledri ci sta seguendo vero?-
Tsunade osservò dallo specchietto laterale.
-Sì. Mi auguro che quel tirchio sia stato buono: gli ho dovuto strappare il mio Vivaldi a suon di minacce!-
-Sì sì Tsunade, me lo hai già detto tremila volte cosa è successo. Pensa piuttosto a dirmi dove devo girare ora, o qui giriamo in tondo!-
Lara, svegliatasi di prima mattina quel giorno, stava sistemando del truciolo in qualche box vuoto, per far sì che l’accoglienza dei nuovi cavalli fosse il più serena possibile.
Controllò che i beverini(3) fossero funzionanti, che le mangiatoie fossero intere e, soprattutto, che non ci fossero chiodi sporgenti: sarebbero partiti male se uno dei nuovi arrivati si fosse fatto male.
Soddisfatta del suo lavoro, terminò il tutto con la preparazione delle razioni di cibo, non rendendosi conto che qualcuno si stava avvicinando a lei.
-Ehm… Scarlett…-
Le bastò la voce per capire che Williams era dietro di lei, scortato per giunta dal suo campione Dark Poison. Con i capelli pieni di truciolo e la coda di cavallo mezza sciolta, si voltò, vedendo il cavaliere trattenere lo stallone baio: sembrava che volesse spingerlo a fare qualcosa contro la sua volontà.
-Sì Williams?-
Domandò a braccia conserte, mentre l’albino cercava di calmare il suo destriero, prossimo a pestargli un piede con uno zoccolo o a tirargli una capocciata sulla schiena.
-Io… volevo scusarmi per quello che è successo al locale.-
La castana sgranò gli occhi: Williams si stava scusando?!
In quel momento poteva benissimo crollare il cielo per quanto la riguardava, ma Hidan si stava scusando con lei.
Che rispondere?
Cosa poteva dire?
-Oh… ecco…-
No, la sua parte buona non poteva emergere in quel momento!
-Non… ti preoccupare Williams…E’ acqua passata. Grazie comunque per le scuse.-
…Era acqua passata?
Grazie?
Si era rincretinita del tutto?!
Le era entrato un pezzettino di truciolo in una narice che le aveva intasato il cervello!?
Come poteva avergli detto in quel modo!?
L’argenteo riprese a respirare: doveva esser stata una vera odissea per lui.
-Ok, allora ci vediamo agli allenamenti.-
La castana annuì, mentre l’altro usciva e si dirigeva verso il campo di salto. Quando fu solo e abbastanza distante dalla scuderia, fissò inacidito i grandi occhi color cioccolato di Dark Poison.
-Contento adesso? Capisco che ci sai fare con le femmine, ma chiedere scusa a quella… quella vipera è stato come condannarmi! Sai adesso come sarà a festeggiare!? Grazie davvero Poison, questa sì che è solidarietà maschile!-
Lo stallone sbuffò, ignorando allegramente il sarcasmo nervoso del suo cavaliere, occupato, in quel momento, a recuperare un po’ di contegno di fronte ad Ino e Sasuke: non voleva certo perdere la faccia. I due ragazzi lo fissarono straniti, senza però porre alcuna domanda: si limitarono a guardarsi con un sopracciglio inarcato.
-Williams è strano questa mattina. Ah, quando dovrebbe arrivarti la cavalla nuova Sasuke?-
Esordì Ino, mentre Silver Soldier strappava qualche ciuffo d’erba verde sopravvissuto alla nevicata di quella settimana.
-L’ho notato Ino. Comunque, la bavarese a sangue caldo(4) dovrebbe arrivare oggi con gli altri puledri.-
Rispose Sasuke con voce allegra: aveva visto quella cavalla alle gare di salto in libertà(5) e si era ripromesso, un giorno o l’altro, di comprarla. Certo, la sua famiglia era titubante, non aveva mai avuto a che fare con quella razza, ma dopo aver fatto vedere loro i suoi risultati, ogni timore era svanito.
La nuova arrivata e King Arthur avrebbero fatto scintille sotto la sella del giovane Uchiha.
I due binomi ripresero a camminare, incrociando la squadra di team penning, di ritorno anche loro dall’allenamento.
-Ehi ragazzi! Come va?-
Domandò Ino sorridente, vedendo Shikamaru leggermente serio in volto.
-Potrebbe andare meglio.-
-Perché?-
Osò chiedere Sasuke, mentre Kiba e Naruto sospiravano.
-Quest’anno, alle gare, parteciperà anche il team del centro ippico “Akatsuki”.-
Rispose il biondo con una nota di rabbia: da quando c’erano loro, i tre non riuscivano a portare a casa un primo posto, e con tutto l’allenamento che facevano rodeva abbastanza.
I gemelli Zetsu e Setzu, con i loro Appaloosa Zenit e Nadir, sapevano combinare astuzia e reattività, mentre Deidara, con il suo temuto stallone Quarter Horse palomino(6), combinava la velocità esplosiva del destriero alla sua sconsideratezza.
Un mix che garantiva sempre la vittoria.
Naruto, Kiba e Shikamaru erano differenti dai loro avversari: non osavano spingere troppo le loro cavalcature, non osavano metterli in pericolo con girate strette ed improvvise; a causa di questo, Dakota era rimasta ferma qualche mese e per Inuzuka quel lasso di tempo era stato un vero inferno.
-Sono sicura che li batterete quest’anno!-
Esordì Ino sorridente, mentre i tre sospiravano: sarebbe stata dura vincere.
In quel momento, Lara si avviò, sul dorso del suo fratellino, verso il campo coperto, vedendo il suo istruttore, in sella a Reverie, dare dei consigli ad Hidan per migliorare il trotto.
Chiedendo il permesso, entrò e si affiancò a Yamato, stringendo la sella per evitare qualsiasi tipo di scivolamento.
-Yamato, a che ora dovrebbero arrivare i cavalli nuovi?-
Il castano si sistemò il cap, mentre la sua saura rossa cercava di morsicare, per gioco, il muso di Champagne. Quest’ultimo sbuffò e si allontanò un paio di volte, salvo poi arrendersi per l’insistenza della cavalla tedesca.
-Verso l’ora di pranzo. Come ti trovi?-
La castana lo guardò sorridente.
-E’ il mio mondo. Mi coinvolge appieno e sfacchino volentieri… grazie Yamato.-
L’istruttore accennò un sorriso.
-Di niente Lara. Oggi voglio farti lavorare diversamente. Allunga le staffe.-
Sentendo quell’ordine, gli occhi della ragazza si illuminarono: le era sempre piaciuto mettersi in gioco, fare nuove esperienze, e il caporale le stava concedendo una sfida.
Senza replicare, allungò le staffe e lo stesso fece Hidan, curiosi di vedere cosa aveva in serbo per loro Yamato.
-Bene, adesso passeggiate sulla pista e cercate di fasciare bene, con le gambe, il costato del cavallo. Assicuratevi, oltretutto, di avere un buon contatto(7) con la bocca, intesi?-
-Sì.-
Esclamarono all’unisono i due, salvo ignorarsi di nuovo e dirigersi in parti opposte del campo: lei a sinistra, lui a destra.
Mentre cercava di trovare il giusto contatto con la bocca del cavallo, Lara tornò ad interrogarsi sul perché Williams si fosse scusato: lui in teoria non aveva fatto niente, non era stato certo lui ad andarle addosso e farle cadere i bicchieri…
Quello che avrebbe dovuto scusarsi, invece, era il ragazzo ubriaco fradicio.
Chissà perché le aveva chiesto scusa
Nel contempo, Hidan prese a trottare sulla pista, dato che Dark Poison aveva assunto una bellissima posizione rotonda(8) col collo, il tutto senza grandi sforzi.
-Forza Champy, possiamo farcela.-
Aumentando la pressione delle gambe, il bel sauro partì al trotto, tenendo l’incollatura rotonda come il suo collega baio: compiaciuta, osservò Williams, il quale fece un cenno di assenso con la testa e proseguì il lavoro in piano.
Quando Yamato li vide pronti, ordinò loro di riunire sempre di più le falcate, per poi allungarle sul cambiamento diagonale e longitudinale(9).
Certo, era faticoso, pensò Lara, ma era disposta a tutto per migliorarsi col suo fratellino: questo e altro, pensava sorridendo.
Quando si trovò alla lettera C, iniziò il cambiamento longitudinale, vedendo Hidan fare lo stesso dalla lettera A: insieme?
Non era sicura che fosse una buona idea, visto che i loro destrieri erano stalloni. Era anche vero, però, che Champagne si era dimostrato più  tranquillo di quanto dimostrava… escluso Apocalypse King, aveva fatto amicizia con numerosi maschi non castrati.
Tranquilla, ma comunque sull’attenti, fece fare al suo sauro il trotto allungato(10), imitata, come se fosse vicina ad uno specchio, dall’albino. Quando i due cavalli si avvicinarono, non fecero niente: ognuno continuava per la sua strada, con grande sollievo della castana.
-Bene, adesso stesso lavoro al galoppo, ma questa volta uno alla volta.-
Disse l’istruttore, richiamando al centro Lara e lasciando che Hidan facesse il lavoro.
L’allieva si avvicinò a Yamato.
-Yamato… ultimamente sei strano. Come se… fossi elettrizzato.-
Il caporale la guardò.
-Ecco… effettivamente c’è una cosa che mi piacerebbe creare. Vai, sta a te Lara. Basta così Hidan!-
La castana, ancor più curiosa di prima, si diresse sulla pista, prendendo il galoppo e facendo lo stesso lavoro che aveva effettuato al trotto: le staffe lunghe non erano propriamente comode, dato che, ogni volta, sentiva che le avrebbe perse. Cocciuta come era, comunque, cercò di fare il meglio che poteva, insieme al suo piccolo Champy.
Il risultato fu un sorriso d’approvazione da parte di Yamato, il quale le si avvicinò.
-Bravissimi, tutti e quattro. Forza, dissellate i vostri amici, fateli riposare e preparatevi… stanno per arrivare gli ospiti.-
I due binomi, nel silenzio più totale, si diressero verso le scuderie: la situazione era veramente strana, al confine tra l’imbarazzo e la normalità.
Non si parlarono quando scesero dalla sella, nemmeno quando entrarono nel corridoio principale, fino a quando Hidan non lanciò un urlo che spaventò altri cavalli: Dark Poison gli aveva pestato, con grazia, il piede destro.
-Ma porca… POISON!-
La castana si girò.
-Williams non urlare, spaventi tutti gli altri cavalli.-
-Sai Scarlett, non è facile con un animale di 700 e più chili sul piede!-
La ragazza, stanca di quel teatrino, si avvicinò al possente baio, iniziando a premere sulla spalla sinistra del cavallo, nel tentativo di fargli togliere lo zoccolo dal piede del “povero” cavaliere.
Dark Poison, sbuffando, rispose con calma al comando che la castana gli stava dando, alzando lo zoccolo e porgendoglielo, come se glieli dovesse pulire. Hidan, in quel modo, poté togliere l’arto infortunato.
-Non solo King fa le bizze, adesso anche Poison!-
-Sai Williams, dovresti prendere qualche fiore di Bach… sei decisamente insopportabile.-
L’albino la guardò nella maniera più storta che potesse fare, senza incuterle però alcun timore: se una ragazza esile come lei poteva affrontare salti superiori al metro, sicuramente uno sguardo minaccioso non l’avrebbe spaventata; eppure la sua prima azione, in risposta a quello che gli aveva detto, fu quella.
Lara, carezzando il collo dell’Holstein, tornò al suo fratellino, dissellandolo e coprendolo con la sua coperta blu; infine, slegò le corde che lo tenevano legato ai due venti ed entrò nel box, facendosi seguire dal bel sauro. Sorridente, gli lasciò nella mangiatoia delle verdure: carote, finocchio, qualche foglia di lattuga, mescolate a dell’olio di semi e un po’ di integratori; qualcosa in più, un premio, oltre al fieno e al mangime che avrebbe dato a breve.
Hidan, attento, osservò.
-Dove l’hai trovato Champagne?-
La diciannovenne lo guardò.
-Era… chiuso nel box più remoto di questa scuderia. Non lo usavano perché, appena partiva al galoppo, buttava tutti giù con una sgroppata decisa. La sua ex padrona lo ha abbandonato qui perché aveva paura di lui… stavano per venderlo, quando Yamato ha deciso di capirlo e farmelo provare. Da quel momento siamo diventati una cosa sola.-
Hidan, tenendo Dark Poison per la lunghina, osservò lo stallone francese mangiare, con calma, il pasto preparatogli dalla sua amazzone: non sembrava così tremendo come Lara gli aveva raccontato; anzi, aveva una buona struttura e, grazie al lavoro costante della castana, aveva messo su una muscolatura armoniosa ed elegante.
Se l’avesse visto il suo amico allevatore, sicuramente avrebbe apprezzato pienamente la sua morfologia.
-Ammetto che è un bel cavallino.-
Esordì, dopo qualche istante di silenzio, l’albino, facendo sorridere d’orgoglio la ragazza.
-Faccio il possibile per tenerlo in forma e sereno. Si merita il me…-
Il rumore di un clacson la interruppe improvvisamente, costringendola, assieme all’altro cavaliere, ad affacciarsi dalla scuderia: Yamato stava salutando il conducente del primo van, accompagnato da una donna di bella presenza. La chioma bionda e lo sguardo nocciola bastarono per far sbiancare Hidan, più di quanto già fosse.
-Non ci posso credere! Quella è Tsunade Senju!-
Lara, stupita quanto lui, corse vicina a Yamato, osservando i van come se fosse stata una bambina davanti ad un negozio di dolciumi vari: cosa si era inventato Yamato questa volta?
-Bene, sono arrivati.-
Esordì l’istruttore, quasi fremente per l’emozione: finalmente il suo progetto poteva prender vita.
Finalmente poteva vedere i suoi migliori allievi gareggiare nel campionato regionale…
Finalmente poteva vedere la squadra nascere.

 
 
Angolo Autrice: Ecco un nuovo capitolo! Spero sia di vostro gradimento! Entrano in scena due nuovi istruttori e altri nuovi cavalli... che accadrà? 
A voi il glossario e un grandissimo bacione!
Nebula216 <3

P.s: la lasciate una rece? anche piccola piccola *^* *faccina cucciolosa: mode-ON*. Scherzo, non obbligo nessuno, ma mi farebbe piacere sapere che ne pensate di questa storia. Ah, i cavalli sono realizzati col programma Snafflez.


Glossario

1)
 Piaffer:
E’ un esercizio che rappresenta il trotto sul posto: l’ animale esegue movimenti diagonali molto regolari e vengono impegnati i garretti in modo corretto che costituiscono il baricentro. L’impulso è mantenuto verso l’alto e, per meglio acquisire l’esercizio, il cavallo lo esegue (inizialmente) da terra in modo da non essere influenzato dalla mole del cavaliere.

2) Passage:E’un esercizio in cui il cavallo impegna maggiormente i garretti e la groppa è più bassa; è costituito da una superiore elevazione e si sviluppa dal piaffer oppure dal trotto riunito in base alle qualità dell’animale. Quando il cavallo effettua alcuni passi di passage esattamente, deve essere subito premiato con l’interruzione del lavoro per fargli capire la bravura nell’esecuzione. Di solito il passage viene effettuato durante lo stato di eccitazione dell’equino e costituisce uno degli esercizi più entusiasmanti del dressage. Il cavallo è in grado di effettuare il passage se lavora ottimamente sul piaffer e quando il cavaliere aumenta gli aiuti di propulsione.

3) Beverini:I beverini consentono al cavallo di poter dissetarsi nel box. Sono automatici e vanno tenuti puliti.

4) Bavarese a sangue caldo:Cavallo della Baviera, è molto usato nelle discipline classiche (soprattutto salto).
 
5) Salto in libertà:Quando un puledro compie il 3 anno di età viene"iniziato" al salto in libertà:  significa che, in una struttura ovale, viene costruito dagli allevatori e dagli allenatori un percorso con degli ostacoli molto bassi (massimo 125 cm) dove il puledro viene stimolato a dimostrare la sua capacità di "saltare" senza niente addosso, eccezion fatta per i parastinchi, i quali gli impediranno di farsi male.
 
6) Palomino:Mantello nel quale il corpo del cavallo si presenta dorato, con criniera e coda che vanno dal crema al bianco.
Il nome deriva, con tutta probabilità, da Don Juan de Palomino, o da un tipo di uva spagnola dorata: difatti, tale mantello è un’eredità dei cavalli spagnoli.

 
7) Buon contatto:Capacità di seguire la bocca con le mani restando neutri come richieste, che deriva molto da un buon assetto

8) Posizione rotonda: Il collo del cavallo crea una curva armonica, attraverso questa posizione il lavoro risulta più semplice ed efficace.
Si ottiene attraverso un buon impulso del posteriore e un buon gioco di mano, definito “fare la spugna” (le mani si stringono e si aprono).
 
9) Cambiamento Longitudinale: Figura di rettangolo che si esegue uscendo dalla pista alla metà del lato corto (segnalato con la lettera A o C), proseguendo perpendicolarmente fino alla metà del lato corto opposto (quindi da A verso C e viceversa), passando per il centro e quindi cambiando di mano.
 
Cambiamento: http://i47.tinypic.com/34wtd.jpg
 
 
10)  Trotto allungato: Il trotto, prima di tutto, è un’andatura naturale del cavallo, non basculata (cioè che non prevede, come nel passo e nel galoppo, l’uso del collo, ovvero il bilanciere del cavallo) in due tempi.
Presenta, come le altre andature, diverse variazioni, una delle quali, per l’appunto, è il trotto allungato: le orme dei piedi posteriori superano quelle degli anteriori.
Senza variare la velocità, il cavallo compie falcate più ampie con grande estensione degli arti, spinta potente delle anche e dei posteriori, ampie ondulazioni della colonna vertebrale. 

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