Sognando l'America di June_ (/viewuser.php?uid=137948)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just you look me so. ***
Capitolo 2: *** Johnny: the depressed. ***
Capitolo 3: *** And now? ***
Capitolo 4: *** All the best(?) ***
Capitolo 5: *** Cries and fears... ***
Capitolo 6: *** Ups and downs ***
Capitolo 7: *** Ciak: Goodbye. ***
Capitolo 8: *** Home sweet home. ***
Capitolo 1 *** Just you look me so. ***
Sognando l'America.
Ho
sempre sognato di tornare alla mia città di origine, Los
Angeles, ma tra scuola e lavoro non ci sono mai riuscita e avevo quasi
abbondanato le speranze di rivedere quella splendida città;
fino al Gennaio del duemilatre dove in una splendida mattina di neve il
mio capo ha deciso di licenziarmi per motivi a me sconosciuti.
«Signorina
Anderson, dalla prossima settimana non avremo piu bisogno di
lei.» Cosa? Ma sono la tua segretaria! Come fai a non avere
piu bisogno di me?!
Eeh io lo so come, lui ha un altro tipo di rapporto con le
segretarie...cosa che tu non gli consenti giustamente.
Si infatti,
giustamente! Ma oggi è sabato, questo vuol dire che...
«Ma Signor
Smitt, tecnicamente sarebbe oggi il mio ultimo giorno di
lavoro!»
«Oh allora
sa contare Signorina Anderson, si questo è il suo ultimo
giorno e adesso, se ha finito di farmi perdere tempo, la accomodo
fuori.»
Sa contare Signorina Anderson bla bla bla, la accomodo fuori bla bla
blah.
Si ho sentito grazie!
Tornai nel mio buco:
una scrivania piccolissima messa in un angolo del muro, e continuai a
programmare ogni singolo istante della vita di quel topo/ratto del
Signor Smitt. Non ho capito perchè con tutti i dentisti che
ci sono la gente vada proprio da lui; brutto com'è con i
suoi capelli rossicci e unti, la faccia scavata e talmente piena di nei
che potrebbe partecipare al Guinnes World Records,
il corpo che sembra
un fiammifero spento - con la stessa aromatica fragranza- e la sua
statura di un metro e una Vigorsol
io personalmente
farei fatica a non vomitargli addosso appena mette le sue mani
sudaticce nella mia bocca.
Per non parlare della sua vocina irritante, acuta e nasale!
Seh, tu parli di
vocine...faresti meglio a tacere visti i consigli che mi dai.
Quando mai ti ho dato consigli sbagliati?! Comunque la vocina - che poi
avrei un nome non so se te lo ricordi- vuole caffe, su su.
Si: Goffarda per la
tua goffaggine, diamo anche ordini adesso?
Mi avviai comunque
verso la macchinetta del caffe, ma per me, mica per Goffarda.
«Mmm...vediamo, Espresso? Normale o lungo? Oppure
Cappuccino?!» Ho il vizio di parlare agli oggetti.
«Signorina
Anderson!» Balzai facendo cadere metà Cappuccino
sulla gonna e sulle scarpe.
«Mi dica
Signor Smitt...torno subito a lavoro ho fatto solo una pausa di cinque
minuti per un caffe»
Mi guardò
dall'alto in basso, o meglio, dal basso all'alto facendo una smorfia di
disgusto mentre ammirava la mia gonna.
urno «Santo cielo, non
le ho detto che questo è il suo ultimo giorno di lavoro
Signorina Anderson?»
Ma che fa piglia per
il culo? Guarda che basso come sei ciccio, ti potrei calpestare!
«Si, certo
che me l'ha detto, non meno di un'ora fa.»
«E allora,
con tutta la grazia divina, che diavolo ci fa ancora qui?! Le ho per
caso detto "Torni a lavoro"? No! Le ho detto che la accomodavo fuori,
beh, intendevo del tutto fuori SE NE VADA, ha capito adesso?»
Restai a fissarlo
qualche secondo con gli occhi sgranati.
Tu parla e sarà fatto, lo so che lo vuoi anche tu, dai!
Buttagli quel Cappuccino in faccia che aspetti?
«Si ho
capito, grazie per la "pazienza" e la "calma" con cui mi ha spiegato il
concetto!» Tzé e adesso mi sente.
«Faccia
poco la spiritosa Signorina Anderson, sono sicuro che le
passerà la voglia di scherzare quando non
riceverà lo stipendio dell' ultima settimana!»
Risi di gusto tra me
e me, o meglio, tra me e Goffarda. Cos'era una battuta?!
Alzai il sopracciglio
e incrociai le braccia sul petto, come per dire "Scusami? Non ho capito
bene!"
Non mi diede il tempo
per pronunciare veramente quelle parole
perchè se ne andò; a quel punto scoprii che non
stava
scherzando.
Delusa e incazzata
presi le mie cose e sgattaiolai fuori dall'edificio, per mia enorme
fortuna non c'era una bufera di neve nei paraggi.
Mentre camminavo
talmente pesantemente - per i nervi- sulla neve non mi accorsi che
stavo per scendere da un marciapiede e sprofondai in una pozzanghera
«Ooh merda!
Non bastava il caffe ora sono anche tutta inzuppata d'acqua, e per di
piu gelata!»
Ma non era Cappuccino?
Taci tu! O ti ci
affogo là dentro.
Eeeh, sempre così cordiali voi americani...
Continuai a camminare
senza meta, non avevo voglia di tornare a casa ma non potevo nemmeno
restare là fuori a gelare,
decisi di entrare
nella nuova caffetteria - tanto il primo tentativo era tutto sulla mia
gonna- a prendere qualcosa che emanasse caffeina.
Mentre aspettavo il
mio ordine sentii una voce familiare litigare con il commesso di turno
«La mia
cioccolata calda, non è calda!» Sbottò.
«Mi
dispiace signorina ma non so come aiutarla, sfortunatamente abbiamo
finito il latte e non posso rifargliela...se gliela riscaldassi al
microonde scoppierebbe» Rispose subito il commesso con tono
colpevole.
«Ma siete
degli incompetenti! Non è questione di riscaldarla visto che
non sarebbe dovuta essere fredda!»
«Mi
dispiace, non so come sia potuto accadere... se vuole la casa le offre
un caffe!»
«Io non lo
bevo il caffe, se no avrei ordinato un caffe non le pare?»
La voce familiare
apparteneva a Megan Doherty: una ragazza bionda, alta e magrolina.
Non ci conoscevamo
molto allora, ma avevamo lo stesso un buon rapporto; caratterialmente
era simpatica, aveva sempre la battuta pronta, gentile e generosa ma
aveva un'inclinazione verso il comando infatti veniva spesso
soprannominata "Hitler" in modo ironico ovviamente, tutti le volevano
bene e gliene vogliono tutt'ora, me compresa. Anche lei è
americana come me, e come il mio ex capo che mi fa veramente vergognare
del mio stato. Megan è sempre stata eccentrica credo, ma da
quando la conosco mi coinvolge molto facilmente nelle sue pazze idee:
anche quel giorno, per esempio, mi ha coinvolto in una delle sue pazzie
che però mi ha cambiato letteralmente la vita, e anche a
lei. Se quel giorno avessi saputo a cosa andavamo incontro penso che
sarei svenuta più volte, ma non lo sapevo quindi decisi di
avvicinarmi a lei per salvare il povero cameriere in
difficoltà, penso che mi stia tutt'ora ringraziando.
«
Meg?» Quasi sussurrai il suo nome se no, non sapendo ancora
chi la chiamasse da dietro, mi si sarebbe rivoltata contro.
« Eh? Oh
Lexi, ciao tesoro» Il tono era amabile, ma quando dice "oh
Lexi" mi sento molto un cane.
« Ciao
biondina, che stai combinando?» Alzai un sopracciglio
indicando con la testa il cameriere, lui si che sembrava un cane,
bastonato.
« Mah
nulla, lascia stare, andiamo a sederci che è
meglio!» Tirò un' occhiataccia al ragazzo e mi
prese a braccetto fino al tavolo dove ci sedemmo, poi iniziò
a scrutarmi.
« Santo
cielo Lex, ma che ti è successo?» Disse appena si
accorse che dalla vita in giù ero praticamente fradicia.
« Oh
niente, camminavo tranquillamente per i fatti miei quando una
pozzanghera ha deciso di aggredirmi!»
« Cattiva
pozzanghera, domani le facciamo causa darling!»
«
Già...»
« Qualcosa
però mi dice che non sei giù solo
perchè ti sei tuffata allegramente in una
pozzanghera.»
« Non mi
sono tuffata è lei che mi ha assalito!» Ok mi
stavo decisamente irritando troppo...
Megan, di tutta
risposta al mio attegiamento incomprensibile, incrociò le
braccia guardandomi storto.
« Okay,
okay, quel cretino di Smitt mi ha licenziata. Per di più
senza preavviso.»
« Quel
brutto bastardo!» Disse battendo una mano sul tavolino
facendosi sentire da tutti e creando un silenzio generale: nel
frattempo io stavo sprofondando nella sedia mentre mi schiarivo la voce
- un po' troppo timida eh?-
Tornando in posizione
eretta e spostandomi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio mi lasciai
sfuggire un'imprecazione poco ortodossa.
Continuammo a parlare
del più e del meno per circa un'ora quando a Meg
saltò in testa una delle sue idee.
« Beh,
adesso che sei senza lavoro hai un sacco di tempo libero...»
« Dove vuoi
arrivare?»
« Potresti
finalmente tornare a Los Angeles! Per un po'...»
Non era una cattiva
idea, ma avrei dovuto cercarmi un'altro lavoro invece di andarmene
tranquillamente in vacanza.
« Non credo
ch-»
« Oh avanti
Lex, lo sogni da sempre!»
« Si lo so
ma... partire così all'improvviso, fammici pensare
ok?» Inutile girarci intorno, sarei partita anche la sera
stessa ma cercavo di fare la persona seria e responsabile... che non
ero.
« Tu che ci
pensi su? Ma fammi il piacere!» Ecco, alla faccia della
persona che conoscevo da poco.
« In
effetti...»
« Ma
immaginaci: noi, Los Angeles, shopping...» Aveva
un'aria sognante come un bambino, ma frenate un attimo: noi?
« Vuoi
venire anche tu?» Non che la cosa mi dispiacesse anzi,
però lei non era senza lavoro come me.
«
Perchè, vuoi per caso spassartela da sola?»
Aggrottò la fronte.
« No no,
anzi se vieni mi farai compagnia! Ma tu devi lavorare come
farai?»
« No
problem, posso sempre prendermi un po' di tempo fingendomi malata»
Sembrava tutto
perfetto, quell' idea mi piaceva troppo.
« Beh,
allora partiamo!» Ero visibilmente troppo eccitata, e
anche lei alla mia dichiarazione s'illuminò d'immenso.
Avevamo un sorriso
stampato in faccia che sembrava non andare più via, non
andò via nemmeno quando scoprimmo il prezzo allucinante del
biglietto.
Ormai ci eravamo messe
in testa di partire e niente e nessuno poteva impedircelo.
O meglio, qualcosa
c'era...
« Ehm,
Lexi... io ho paura di volare! Cioè dell'aereo!»
« E tu me
lo stai dicendo adesso?!»
Eravamo praticamente
dentro l'aereo e lei si guardava intorno come se
stesse cercando una qualsiasi via d'uscita, poi fece per alzarsi
« Eh no! Tu
adesso stai ferma qui e non ti muovi neanche di un millimetro,
chiaro?!»
«
M-ma-»
«
NO!»
L'afferrai
velocemente per un braccio tirandola in basso per farla sedere, la cosa
sembra facile ma in realtà non lo era perchè non
eravamo esattamente vicine, infatti, tra noi due c'era un tizio con dei
capelli da urlo, il fisico ancora meglio e gli occhi... beh non si vedevano
gli occhi in realtà, portava degli occhiali da sole - ma che
te ne fai degli occhiali da sole in aereo? Boh-.
Va bene, gli occhi non
si vedevano ma la bocca sì, e posso
assicurarvi che l'avreste desiderata ovunque, una bocca come quella.
« Meg,
respira. Non succede niente. L'aereo sale, cammina un po' e poi scende.
Amen. Finito. Capito?»
«
Sì, spiegalo a quelli dell'attentato alle torri gemelle!
L'aereo sale, cammina un po' e poi si schianta su una torre e muoiono
tutti!»
A quel punto non
seppi cosa rispondere. In compenso scoprii che l'Adone accanto a noi
aveva gli occhi azzurri. Sì, si tolse gli occhiali e
guardò Megan dritta negli occhi.
« Megan,
giusto? Beh la tua amica ha ragione non c'è nulla di cui
preoccuparsi, questo è uno degli aerei più sicuri
che esistano al mondo. Se comunque non riesci a stare calma ti posso
tenere la mano, non fraintendermi ti vorrei solo aiutare.»
Rimanemmo tutte e due
a bocca aperta a fissarlo.
Megan si
incendiò direttamente, era tanto rossa che non esiste niente
a cui paragonarla, restò a fissarlo boccheggiando per non so
quanto tempo e non la biasimo perchè si dà il
caso che il Dio che avevamo immezzo a noi avesse non solo una voce sexy
e profonda
ma anche un sorriso
talmente bello che fece sciogliere sia me che la mia amica ormai in
coma.
Sembrò un
secolo ma in realtà era passato poco più
di un attimo; la povera Meg non abbe neanche il tempo di rispondere.
« Ehm...
sei molto gent-OMMIODDIO STA PARTENDO!»
In una frazione di
secondo la vidi gettarsi addosso al meraviglioso sconosciuto, altro che
tenere la mano...
con gli occhi quasi
fuori dalle orbite tanto erano sgranati.
« Comunque,
io sono Jake piacere di conoscervi» Ed ecco un altro sorriso
mozzafiato!
« Lexi,
piacere mio!» Gli strinsi la mano cordialmente mentre
Goffarda mi istigava a gettarmi tra le sue braccia... e non per fare
compagnia a Megan.
Quest'ultima gli
rimase attaccata per tutto il resto del viaggio, non si mosse di un
centimetro,
mollò la
presa in stile polipo solo quando constatò che eravamo
atterrati da almeno dieci minuti e lo constatò solo
perchè venne una Hostes a ripeterglielo per la terza volta.
Salutammo a
malinquore Jake-il-bono per dirigerci in albergo stremate come non mai
ma con una gran voglia di esplorare la nostra magnifica
città, che ci era mancata tanto.
Dopo un lungo giro
turistico ci ritrovammo davanti a un edificio enorme praticamente
circondato da cancelli verdi.
Vicino a una delle
tante entrate sbarrate c'era un muretto di mattoncini rossi con la
scritta: "The Walt Disney Studios".
Inutile dirvi che
andammo in catalessi all'istante.
« O. Mio.
Dio.» E' tutto quello che Megan riuscì a dire
prima di prendere un foglietto e iniziare a sventolarlo per farsi aria.
Io rimasi
semplicemente a bocca aperta: inebetita.
Non riuscivamo a
crederci, certo sapevamo dell'esistenza di quello studio a LA ma
trovarcelo davanti, era una cosa che ti faceva perdere letteralmente il
fiato.
« Dobbiamo
entrarci! Meg devo assolutamente vedere com'è fatto
dentro!»
« Ma sei
matta? Oppure ignori completamente la scritta "Prohibited to
unauthorized persons"?»
Non mi interessava
cosa diceva la scritta in rosso messa sul cancello, ormai nella mia
mente si era installata un'idea precisa:
Dovevo assolutamente
entrare là dentro. Non m'importavano le conseguenze, al
diavolo tutto avevamo solo tre settimane e non potevo partire
senza essere entrata là dentro.
« L'ho
vista, l'ho vista...» Dovevo archittettare qualcosa per poter
entrare senza essere viste.
« E allora
che vuoi fare, scavalcare il cancello? Dai Lex, torniamo in
Hotel.»
« Ma sei un
genio!» Senza saperlo, la povera Meg mi aveva dato una
fantastica soluzione.
Alla fine scavalcammo
davvero il cancello.
Eravamo dentro, mio
dio eravamo dentro! Non potevamo crederci, era stato facilissimo e
nessuno ci aveva viste.
Ci rifugiammo dietro
un muro dell'edificio vicino a un'uscita di sicurezza, l'idea era che
se non c'era pericolo nessuno sarebbe uscito da li eravamo anche coperte
da un albero quindi, nessuno ci avrebbe viste.
« Ma
è possibile che questi qui risparmino proprio sulle misure
di sicurezza?»
« Beh
ringrazia che risparmiano, o non saremo qui adesso!»
Ma a che pensa la tua
amica? Si rende conto di dove si trova?
Goffarda! Pensavo di
averti abban- ehm lasciato in Italia.
No cara, sono sempre
con te!
Che meraviglia.
« E voi chi
siete?! Che ci fate qui?!»
Una voce che mi
ricordava molto il mio capo però al femminile ci fece
sussultare di colpo.
Ecco lo sapevo ci
hanno beccate, era troppo bello per essere vero.
« Ehm
noi...» Speravo che a Megan venisse in mente qualcos'altro
invece che "Ehm noi" ma non fu così.
« Questa
è una zona vietata! Non dovreste trovarvi qui, mi farete
licenziare sciagurate!»
La donna col chignon
e occhialetti da intellettuale continuava a lanciarci imprecazioni e
noi continuavamo a tacere, per un momento mi
cadde l'occhio sulla targhetta che aveva attaccata alla camicia bianca:
Brigitte Harris. Adetta alla sicurezza.
Avvampai.
« Brigitte!
Chi sono queste due?»
Un uomo alto e
muscoloso apparì dal nulla e lessi un velo di terrore e
imbarazzo negli occhi di Brigitte, che ci tirò
un'occhiataccia.
« M-ma come
non lo sai? Sono le nuove baby-sitter!»
Cosa?
Già, cosa?
Brigitte ci aveva
lasciato a bocca aperta, non eravamo le nuove baby-sitter e lei lo
sapeva bene.
Allora
perchè dirlo?
Nel frattempo l'uomo
che assomigliava a Mister Muscolo ci stava
scrutando fino alla punta dei capelli e non sapevamo ne cosa fare ne
cosa
dire.
« Ma non
doveva essere solo una?» Disse infine.
« Sapevo
così anche io, ma penso che due siano meglio:
accudiscono i bambini con più cura. Sai quanto ci tiene
no?»
A quel punto persi il
filo del discorso e penso che per Megan sia stato lo stesso
perchè mi guardava con un enorme punto di domanda stampato in fronte,
in stile cartone animato insomma.
Mentre Mr. Muscolo
annuiva compiaciuto nella mia mente si davano allegramente spazio due
domande:
Chi ci tiene? E quali
bambini?
Brigitte avrebbe
risposto alle mie domande qualche istante dopo, o almeno
così credevo.
Quest' ultima ci
trascino dall'altra parte della porta che noi credevamo inutilizzata,
invece era solo l'uscita posteriore.
Guardavamo tutto con
le stelline negli occhi, sembrava proprio che si stesse girando un film
perchè le persone correvano da una parte all' altra
nonostante non ci fosse ne il cast ne tanto meno il regista.
Brigitte interrupe i
nostri sogni con quella sua fastidiosa voce.
« Allora
ragazze, vi ho coperto solo per non farmi licenziare! Dovreste essermi
riconoscenti vi sto dando un' opportunità che non vi
ricapiterà mai più nella vita, quindi fareste
bene a seguire queste regole:
1. Non statemi
immezzo ai piedi. Non state immezzo ai piedi a nessuno.
2. Trattate i bambini
come se fossero cristalli, o me la pagherete.
3. Non fate
stronzate.»
Da quel momento
iniziammo ad odiarla altro che esserle riconoscenti, per cosa poi?
Qual' era questa grande opportunità?
« Ah, ora
vi porto in uno dei camerini dove vedrete i bimbi sono un maschietto e
una femminuccia, mi raccomando!»
Era quasi dolce la
sua voce finchè non disse l'ultima parola, lì era
proprio acida.
Ci portò
in un camerino come aveva detto e dopo se ne andò a chiamare
la vera baby-sitter per avvisarla che non avevano più
bisogno di lei.
Povera.
« Mbeh? Ci
molla qui da sole?» Esclamò Megan buttandosi di
peso su una poltroncina
« Ah non ne
ho idea... magari adesso arrivano i famosi bimbi!»
Neanche finita la
frase che due testoline entrarono dalla porta. Per noi fu uno shock
totale: i famosi bimbi erano davvero famosi.
Megan si
alzò di scatto e io mi portai una mano alla bocca, non
poteva essere vero.
Non potevamo aver
veramente davanti quelle creature, e sottolineo quelle creature.
La bambina sembrava
un po' spaesata ma si presentò ugualmente.
« Ciao, io
mi chiamo Lily... lui è mio fratello Jack.»
Aggiunse indicandolo.
« Molto
piacere, noi siamo Megan e Lexi!» Megan si inchinò
per stringergli la mano poi si rivolse a me sussurrando
« Credi
davvero che siano loro? Si insomma sono uguali e hanno anche gli stessi
nomi...»
« Sono
loro, sono loro! Oddio e adesso che facciamo? Ma ti sembra il caso di
stringere la mano a dei bambini di due e cinque anni?!»
« Ma che
vuoi, non ci so fare coi bambini io! Infatti farai tutto tu.»
« Per
quanto possano essere adorabili, scordatelo.»
Insomma, stavamo
confabulando sotto gli occhi vispi di Lily Rose Melody e Jack John
Cristopher Depp.
Per noi sarebbero
stati solo Lily e Jack, ma il cognome che avevano ci premeva
più di quanto pensiate.
Non sapevamo proprio
come comportarci con loro e si era creato un
silenzio molto più che imbarazzante, ma Lily lo
spezzò
« Lo sapete
che mio padre è un pirata?»
Non potemmo fare a
meno di ridere, ne era davvero convinta.
« A si? E
ora dov'è?»
Ma si Lex
và subito al sodo.
« Sta
saccheggiando altri pirati, proprio qui fuori.»
Ovviamente mi venne
subito in mente di mollare i bambini con Megan e
andare dritta nelle braccia di Johnny ma non lo feci, sia per il bene
dei bimbi che per il mio.
Sorrisi a Lily e mi
girai verso Meg in cerca di qualche appoggio morale, ma la trovai
inchinata davanti a Jack
« Ma chi
è questo bel bambino? E brrr e brr, sei proprio
bello, tutto il tuo papà! Eeh gni gni gni... ce lo presenti
vero?!»
Che
scena imbarazzante...
« Meg!
Non è un neonato cavolo, non dirgli certe cose magari va a
riferire...»
Si bloccò
subito fortunatamente ma tirò un'occhiata a
Lily come per indicarmi che Jack non era l'unico che poteva riferire
qualcosa, anche se a quanto pare la bimba era ignara di tutto e stava
giocherellando con i trucchi conciandosi peggio di Joker.
« HEY...
tesoro, poggia subito i trucchi o ci farai cacciare via ok?»
« Hey Lexi,
un po' di tatto ok?»
« Non hai
detto di non saperci fare con i bambini, che vuoi? Occupati di Jack
piuttosto, ti sta pasticciando la borsa!»
Scoppiai a ridere solo
a guardare la faccia di Megan mentre toglieva di
mano a quel povero bambino il pennarello che lanciò contro
la
porta.
« Non si fa
Jack! Cattivo bimbo. Cattivo!»
« Suvvia un
po' di tatto!» Mi stavo piegando dal ridere e
più Meg mi guardava come se mi volesse uccidere
più io
ridevo, coinvolgendo alla fine anche Lily.
Il povero Jack ci
guardava allibito per la velocità con cui era
successo il tutto e anche perchè parlavamo due lingue nello
stesso tempo. La sua faccia ci fece ridere ancora di più.
E così tra
una risata e l'altra Megan lanciò un altro
pennarello che fu subito preso al volo da una figura non del tutto
estranea, anzi per niente.
Ci si
piombò davanti un Orlando Bloom con un sorriso
così
amaliante da farti sciogliere all'istante o meglio da far sciogliere
Megan all'istante.
« Salve
ragazze» disse passandosi una mano nei capelli, Megan ormai
era in coma.
« C-ciao...
i-i-io sono Megan.»
« Lexi!
Molto
piacere...»
« Non
c'è bisogno di dirvi chi sono, dalle vostre espressioni so
che lo sapete già...»
«
Appunto...»
« Mi hanno
mandato a qui a dirvi di fare un po' più piano,
nell'ultima ripresa si sentono le vostre risate e per quanto possano
essere adorabili non sono ben gradite durante un duello tra
pirati.»
« Concetto
capito, faremo silenzio mio amato Will.»
A quanto pare Megan si
era ripresa dal coma, aveva un colorito nella
norma e un sorriso più grande di lei e Orlando messi assieme.
« Benissimo,
ora scusatemi donzelle ma dovrei andare a rifarmi il
trucco, che non è nobile detto da un uomo ma è la
dura
realtà!»
Ci scappò
una risatina da rincoglionite e lo salutammo...
« Leeex! Hai
visto quanto è bono?! Anzi no, non guardarlo è
mio!»
« Mia cara
tienitelo, io aspetto il mio Sparrow!»
« E ora che
facciamo?»
Lily interrupe le
nostre fantasie con una domanda abbastanza giusta... Non ne avevamo la
minima idea.
« Ehm... voi
di solito cosa fate?»
Lo so, domanda poco
professionale, ma che avrei dovuto fare?
Appendili
al muro e corri dal loro papino!
Zitta un
po' Goffà.
«
Di solito
con le altre
baby-sitter stiamo qua a disegnare... ma con papà andiamo
nel
giardino qui dietro, possiamo andare li?»
Ma come si fa a dire
di no a questa bambolina? Ci sta praticamente implorando!
Guardai Meg in cerca
di approvazione e lei annuì subito facendo il labbrino.
« Benissimo,
andiamo in giardino! Ah ehm... da dove si passa?»
Lily mi prese la mano
e mi trascinò fuori, mentre Megan prese Jack in braccio.
Quello che non
sapevamo e che Lily non si era degnata di dirci era che
per arrivare al giardino dovevamo passare proprio davanti all'area dove
si stava girando,
mentre passavamo da un
operatore all'altro buttammo l'occhio su una
scena del film: " Pirati dei caraibi: la maledizione della prima luna"
per l'esattezza.
Tutto quello che
riuscivamo a vedere era una sala enorme, dei riflettori, un tizio che
dava indicazioni e... Johnny!
Se ne stava li, a
provare delle posizioni assurde o a duellare da solo e senza spada ma
la cosa che ci mandò letteralmente, emotivamente e
praticamente in delirio fu quello
che indossava: una tutina blu e nera estremamente
aderente quasi una seconda pelle, e una buffa fascetta.
Guardai subito Megan e
notai che avevamo tutte e due le lacrime agli occhi a forza di
trattenere le risate, premevo la mano contro la bocca ma qualche gemito usciva lo stesso
quindi afferrai Lily e andammo di corsa in giardino dove finalmente io
e Megan scoppiammo a ridere lasciando ancora una volta i bimbi allibiti.
« Mio
Dio Lex, al ritorno non credo ce la farò a non ridergli in
faccia!»
« A
chi lo dici, ma hai visto il Principe Albert?!»
« E
come non notarlo era li in bella vista!»
« Si
ma non guardalo troppo, è zona vietata ai non
addetti!»
« Quindi
non puoi guardarlo neanche tu, scema!»
« Touchè!
Ma prima o poi ce la farò.»
See
sogna mia cara, non ti degnerà neanche di uno sguardo!
« Hey
Lex non parlare in francese!»
« Cavolo
è vero, per fortuna giocano e non hanno sentito
nulla...»
Decisi di chiudere li
la discussione, non era un argomento di cui mi piaceva parlare, quindi
andammo verso i bambini a giocare un po' con loro...
Presi Jack in braccio
e lo alzai in aria per fare il gioco dell'aereo e sembrava piacergli
molto
« Cosa
vedi ometto?» Gli chiesi con la voce più soave che
riuscivo a fare
« Alberi!»
Lo feci girare ancora
un po'
« E
adesso cosa vedi?»
« Papà!!»
« OSSANTOCIELO!»
Misi subito
giù Jack come se avessi fatto qualcosa di sbagliato, per non
parlare del mio cuore a mille.
« Piccoli
miei! Eravate qui? Vi stavo cercando per tutto lo studio...»
Disse tirandoci un'occhiataccia.
Mentre i bimbi
correvano dal loro affascinante padre io mi torturavo cercando di
pensare a delle buone scuse.
« E
così voi siete le baby-sitter?»
« Ehm
si... ci dispiace molto averli portati qui senza avvisare deve essergli
preso un colpo quando non li ha trovati...»
Johnny
ignorò del tutto quello che avevo detto come se non avessi
mai aperto bocca
« Come
vi chiamate?» Disse girando la faccia verso Meg
« Io
sono Megan! Lei Lexi, comunque si ci dispiace tantissimo la prossima
volta avviseremo...»
« Megan
e Lexi, Lexi e Megan...»
Oddio, dì
ancora il mio nome in quel modo e mi sciolgo anche se è
pieno inverno!
« Ma
non doveva essercene solo una?» Questa volta
guardò me, ma non riuscivo a capire se era ironico o
incazzato tanto era profondo il suo sguardo
« Si...beh,
noi... in realtà si»
« Rilassati
ragazza, scherzavo! So tutto, voi siete le infiltrate»
« Se
la vogliamo mettere così...» Esordì
Megan
« Povera
Brigitte.» Aggiunse Johnny con una voce seria ma con il
sorriso che gli illuminava gli occhi.
Gli sorrisi anche io
ma mi evitò di nuovo.
Che
ti avevo detto? Non ti degnerà neanche di uno sguardo.
Maledizione.
« Ragazze
vorrei passare un po' di tempo con i miei figli quando sono in pausa,
vi dispiace? Poi quando riprendo tornate voi.»
« Ma
certo!»
« Perfetto,
a dopo bambini»
Eravamo sedute su
delle scalinate dietro l'edificio per non infastidire nessuno, Megan
mangiucchiava e io mi provocavo il cancro fumando, quando non
riuscii più a tenere i miei pensieri
per me scoppiai...
« Ma
secondo te gli sto sulle palle?! No perchè non so se hai
notato ma mi ha praticamente ignorata.»
« Beh
non è che a me ha parlato molto eh, lui parlava in
generale...»
« Ma
guardava te!»
« Che
poi non è vero che ti ha ignorata, ti ha detto di
rilassarti!» Disse ridendo
« Già...
io sono ancora del parere che gli sto antipatica.»
« Pessimista.»
La pausa
finì e noi tornammo dai bambini per il resto della giornata,
senza vedere più nessuno.
Quando era ora di
tornare in Hotel ci dissero che eravamo ingaggiate per il resto delle
riprese quindi dovevamo essere li tutti i giorni per tutto il giorno, per me fù
come uno schiaffo in faccia visto che così non avremo potuto
goderci ne la città ne la vacanza, però in
compenso sarei stata con i figli del mio idolo.
Già,
perchè l'Adone decidendo di passare le sue pause solo con i
figli e dandoceli alla fine non avrebbe passato neanche un secondo con
noi, neanche un attimo con me.
Tornate in Hotel ci
buttammo subito nel letto, eravamo stremate ma da buona testarda cercai
di riaffrontare il discorso
« Meeg...
perchè mi odia?» Mugugnai in preda alla depressione
« Ah
che strazio, non ti odia... Però avevi ragione ti guarda in
modo strano, ma sarà perchè vuole vedere cosa fai
con i suoi due pargoletti»
« Certo
come no... e perchè a te non ti scruta? Te lo dico io, mi
odia.»
« Megan?»
« Mmm...»
« Mi
stai ascoltando?!»
« Mmmhcerto...»
Bisbigliò mentre sbadigliava
« Certo,
certo...» Presi il mio cuscino e glielo tirai in faccia ma
niente, era gia nel mondo dei sogni.
Dopo un po' di
pensieri deprimenti riuscii ad addormentarmi anche io, dopo tutto
domani si comincia da capo e magari va meglio.
Bene
bene, ecco il primo e fatidico capitolo :) Non so mai cosa dire quando
commento un mio lavoro quindi lascio fare a voi.
Ringrazio Sara/ BlackPearl per avermi seguita e consigliata e Sharon/
Sh_NT per avermi trovato in tempo zero la foto della tutina <3
Spero vi piaccia, un bacione June.
|
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Capitolo 2 *** Johnny: the depressed. ***
Sognando 2
Quella mattina mi svegliai
estremamente felice, probabilmente perché avevo realizzato
che
nonostante tutto il mio lavoretto era il più bello del mondo!
Mi stropicciai gli
occhi e mi stiracchiai mentre con la coda
dell'occhio guardavo Megan ancora avvolta nel suo sonno, mi si
formò in viso un' espressione piuttosto maligna e con la
mano sinistra cercai sul mio letto un angolo del cuscino...
«
SVEGLIAA!!» Gridai mentre il cuscino le si
schiantò dritto in faccia
« M-ma
che... LEX!» Mi ringhiò contro buttando cuscino e
coperte giù dal letto scalciando e dimenandosi
« Lo sai
cos'hai appena fatto? Ne hai una minima idea?!»
« Veramente
no... »
« Beh hai
appena interrotto il mio sogno con Orlando, questa me la
paghi!»
Feci spallucce e mi
alzai dal letto per dirigermi verso il bagno quando
ricevetti anche io una cuscinata fortissima in faccia che mi fece
risedere
« Adesso
siamo pari.»
« Sei
vera-puèh-mente... aspetta solo ch-puèh. MADDAI!
Ho tutte le piume in bocca!»
«
Così impari a svegliare il Führer che
dorme!»
« Che colpa
ne ho io se è tardi? Eh. Dobbiamo andare...»
Mi fulminò
mentre si prendeva la precedenza sulla doccia,
intanto che aspettavo avrei tanto voluto chiamare il servizio in
camera... ma chi paga poi?
Ci rinunciai anche se
avevo una fame tremenda, avremo preso un
caffè o qualcos' altro al bar strada facendo verso gli
Studios.
Ancora non potevo
crederci, era successo tutto troppo in fretta tra licenziamento,
partenza, baby-sitting, Orlando, Johnny...
non sapevo se ridere o
piangere, però mi sentivo l'adrenalina a mille.
« Ma che
è quella faccia da ebete? Dai muoviti a farti la doccia
è tardi»
Megan interrupe i miei
profondi pensieri però aveva ragione era
davvero tardi quindi sfruttai la mia adrenalina per prepararmi in zero
secondi.
«
Pronta!»
« Ma che sei
superman?!»
« No
è che non vedo l'ora di rivederlo!»
« Io vorrei
tanto vedere Orlando... ma non credo ci riusciremo visto che dobbiamo
badare a due pesti.»
« Ma che
dici, sono dolcissimi!»
« Dolci?
Guarda come ha ridotto la mia borsa quello sciagurato di
Jack!»
« Era un
gesto d'affetto!»
« Si
certo... Dai usciamo và.»
Prendemmo le ultime
cose e dopo un viaggio in ascensore eccoci fuori in cerca di cibo.
Entrammo in un bar
nella stessa strada del nostro hotel e dopo aver
ordinato ci sedemmo ad aspettare in un tavolino vicino alla vetrata...
A un certo
punto passarono proprio davanti alla vetrata i due Adoni con tanto di
pargoletti.
« Ommioddio
hai visto?!»
« Ehm no,
cosa?»
« Sono
appena passati Johnny e Orlando! E i bambini...»
« Scherzi?
Dai seguiamoli! Ti prego, ti prego, ti prego...»
« E me lo
dici così? ANDIAMO!»
Non me lo feci
ripetere di certo due volte, lasciammo tutto quello che avevamo
ordinato sul tavolino e senza
neanche pagare uscimmo di corsa dal bar piazzandoci dietro un palo.
No dico, credete che quel palo
vi copra?
Non hai tutti i torti
Goffy.
« Dai vieni
avanziamo!»
« Mi sento
molto detective oggi...»
Mentre saltellavamo
allegramente tra macchine, pali e angoli di strade
i quattro entrarono in un negozietto e noi ci fermammo casualmente li
fuori.
«
Fai finta di niente. Guarda me, non guardare dentro scema!»
Mi bisbigliò isterica e sovreccitata la mia compagna di
disavventure.
« Ti vuoi
davvero far trovare qui fuori come se fosse una coincidenza?! Con
quella faccia?!» Le dissi, guardando gli angoli della bocca
che le tremavano per lo sforzo di non ridere.
« Shhh,
facciamo finta che stiamo facendo qualcosa!»
« E cosa?
Cosa si fa impalate sul marciapiede?»
« Non
lo so, prendi il cellulare! Ommioddio STANNO USCENDO! PRENDI IL CAZZO
DI CELLULARE!» Mi urlò, e io frugai nella borsa
senza fondo - tipico delle donne-. Lo tirai fuori giusto in tempo e le
mostrai l'ultimo messaggio ricevuto.
« Wow!» Fece lei, sorpresa. Scoppiai a ridere, era
il messaggio del credito residuo.
Mentre
lo chiudevo per aprirne un altro degno di nota, una mano mi
bussò sulla spalla.
Prima di girarmi a vedere chi fosse - anche se già lo
sapevo-
guardai gli occhi fuori dalle orbite di Meg e istintivamente la imitai,
quando poi spalancò anche la bocca mi girai per vedere cosa
l'aveva turbata tanto.
Quello che vidi non era come me l'aspettavo, a toccarmi la spalla non
fu ne Johnny, ne Orlando, ne tanto meno i bambini ma il cameriere del
bar che avevamo abbandonato poco prima. Rimasi di stucco.
« Ma dove credete di essere voi due? Non avete pagato il
conto signorine!»
Nello stesso esatto e meno oppurtuno momento uscirono anche i
fantastici quattro, che avevano sentito tutto, insomma dalla padella
alla brace.
« Ehm, lo sappiamo... avevamo intenzione di tornare giuro non
è come sembra!» Implorai con gli occhi il
cameriere di avere
pietà di noi cercando di fargli capire con la forza del
pensiero chi c'era
dietro di lui, ma senza un minimo risultato.
« Si certo come no, ne vedo ogni giorno gente come voi,
voglio i soldi e li voglio adesso!»
« Gente come noi?! MA COME TI PERMETTI BRUT-»
« MEGAN NON FARE SCENATE IN PUBBLICO!» Mi ritrovai
senza
accorgermene ad urlare ancora più forte di lei e mi sentii
la
faccia in fiamme per la vergogna, senza volere buttai un occhio su
Johnny che fissava il cameriere come se fosse uno scarafaggio e
Orlando che guardava noi perplesso.
« Ci sono problemi?» Johnny si mise in mezzo tra
noi e il
cameriere, seguito da Lily e Jack che sembravano le sue guardie del
corpo, io andai letterelmente in iperventilazione e mi allentai la
sciarpa che sembrava volermi strozzare.
« Penso sia chiaro il fatto che queste due non abbiano pagato
il conto.»
« "Queste
due" c' 'o dic' a
mamm't e sore't, fetaciat!» Megan sfoggiò il lato
napoletano
preso da suo padre e io mi rassicuravo con l'idea che nessuno avrebbe
mai capito niente.
« Questa era
una minaccia?! E in quale stramba lingua?» Il
cameriere ci guardava con quell' aria saccente che non gli si addiceva
proprio.
« No era un
suggerimento, ora prenditi i tuoi dannati soldi e
vattenn!» Per farglielo capire meglio questa volta
accompagnò
la parola fancendogli segno con le mani di andarsene, lui glieli
strappò dalle mani e se ne andò rosso dalla
rabbia.
Tirai un sospiro di
sollievo e stavo per immergermi negli occhi di Joh quando...
« Ma
perchè siete andate via senza pagare?» Johnny,
Johnny... un paio di fatti tuoi mai eh?
Inventa, inventa su.
« Beh...
c'era un mio ex li dentro e non volevo incontrarlo
perchè se no mi avrebbe stressato a vita, così
siamo
uscite in attesa che se ne andasse.»
« Si come ha
detto lei! Comunque davvero, avevamo intenzione di tornare.»
Come al solito non
riuscivo a capire l'espressione di Joh, cavolo mi
sembrava di conoscerlo così bene essendo una sua grande fan
e
invece ritrovandomelo davanti non capivo proprio niente.
Ci guardavano tutti e
due un po' allibiti e in effetti è
abbastanza infantile uscire da un locale perchè
c'è un
tuo ex dentro, ma non potevamo mica dirgli che eravamo uscite di corsa
per pedinarli, allora si che ci avrebbero prese per pazze!
« Oggi
venite anche voi?»
Adorai Lily per
l'ennesima volta per aver rotto quell' angoscioso silenzio
« Certo,
stavamo proprio venendo a giocare con voi»
« Anche noi
stiamo andando li adesso, facciamo la strada
assieme?» Il mega sorriso di Orlando sciolse subito Megan che
annuì velocemente passando affianco a lui e iniziando ad
andare,
Johnny prese Lily per mano e io feci per prendere Jack in braccio ma mi
ritrovai il naso di Joh a due millimetri dal mio, lui si
spostò
subito come se fosse schifato
« Vuoi
prenderlo tu?» Mi domandò con un filo di voce e
quasi inespressivo
« A me fa
solo piacere... ma se vuoi lo lascio a te tanto con me ci
starà tutta la giornata»
«
Già... No dai prendilo tu, andiamo.»
Si girò e
iniziò a camminare assieme a Megan e Orlando,
presi Jack e andai anche io, lo osservavo da dietro mentre camminava e
non riuscivo a capire come interpretare quel suo comportamento.
Finalmente arrivammo
negli studios, dopo aver salutato il padre che si
era messo subito a lavoro io e Meg portammo i bimbi in uno dei camerini
vuoti per farli giocare, faceva troppo freddo per uscire fuori.
Mentre Lily e Jack
erano assorti nei loro giochi noi volevamo tanto
andare a farci un giro tra le varie stanze e stanzette di quell'
edificio
« Magari
possiamo fare a turno, una va e l'altra tiene buoni i
bambini...»
« Si non
è una brutta idea e magari faccio anche un salto alla
macchinetta del caffè, ne ho bisogno!»
« Ci avrei
giurato, sei una drogata di caffeina... per non parlare delle sigarette
che fai sparire nel giro di due ore!»
« Che ci
vuoi fare in qualche modo dovrò pur sfogarmi, no?»
« Esistono
un sacco di altri modi non so se ci hai fatto caso.»
« Si va
bene, come vuoi, ora vado okay? Attenta ai bambini.»
Non mi rispose neanche
si limitò a una smorfia che mi faceva intendere che prima
sarei tornata e meglio sarebbe stato.
Mi aggiravo chiedendo
informazioni a ogni genere di tecnico li presente
su dove si potesse trovare del caffè, ma com'è
che
nessuno lo sapeva?!
In lontananza scrutai
Orlando e Johnny e decisi di avvicinarmi a loro
per vedere se lo sapevano, mi fermai un po' prima di raggiungerli
capendo dal volto di OB che stavano discutendo e non volendoli
interrompere mi sedetti su una sedia a caso per aspettare che
finissero, giuro non avrei voluto ascoltare ma parlavano dei bambini e
magari sapere qualcosa in più ci avrebbe aiutato ad
accudirli
meglio.
Se se, non ti crede nessuno
tanto.
« Secondo me
sbagli.»
« Ma non lo
capisci? Perchè deluderli così? Tanto vale
prevenire che guarire.» Rispose Johnny alterandosi un pochino
« Prevenire
da cosa Joh? Ne hanno bisogno cazzo, hanno bisogno di
svagarsi un po', non puoi tenerli sempre con te che hai quel muso
lungo mmmh» Orlando fece una faccia buffissima cercando di
imitare il muso per far ridere Joh.
« Non te ne
deve fregare niente del mio "muso lungo" non voglio che
si affezionino a qualcuno che non vedranno mai più, di
nuovo.»
«
Perchè sei tu a volerlo. O sbaglio?»
« Certo che
sono io a volerlo, è ancora troppo presto anche
se...» Johnny si passò una mano fra i capelli
rattristandosi
« Anche se
ti piace? Non negarlo.»
Quella conversazione
mi incuriosiva parecchio e visto che si era creato il silenzio decisi
di avvicinarmi
Orlando mi vide subito
e fece un segno a Joh che era girato
« Salve, non
voglio disturbarvi per caso sapete dove posso trovare del
caffè?»
« Oh ciao
Lexi, certo ti accompagno...»
Orlando mi mise il
braccio attorno alle spalle e mi spinse via cercando
di camuffare il fatto che quella era una conversazione che non dovevo
sentire
Appena ci allontanammo
abbastanza da Johnny, Orlando tolse il braccio e si grattò
la testa con una smorfia sulla bocca
« Ti ho
visto sai? Non dovresti origliare...» Si sforzò di
farmi un sorriso ma senza successo
« Scherzi?
Non ho sentito nulla, aspettavo solo che finiste di parlare ma pensavo
ai fatti miei...»
Bugiarda.
« Se i fatti
tuoi sono Johnny ci stavi riuscendo benissimo» Ma non se la
beve vero?
« Davvero,
non stavo ascoltando.»
Bugiarda e due.
« Dai
tanto ti ho vista ammettilo, è che per lui è un
periodaccio e insom-»
« Ok! Si ho
sentito tutto mi dispiace non dovevo, però
all'inizio pensavo stesse parlando dei bambini e ho pensato che poteva
esserci utile, poi quando l'ho visto un po' triste mi sono incuriosita
e insomma... lui è il mio idolo, il mio attore preferito, mi
piace praticamente da sempre. Tu che avresti fatto al mio
posto?!»
«
Probabilmente la stessa cosa, il fatto è che quella
conversazione mmh... non so come dirtelo, diciamo solo che per il
momento è meglio che tu non abbia sentito altro. Meglio per
Johnny voglio dire.»
« Ah,
ovviamente chiederti il perchè sarebbe inutile no?»
« Per adesso
si, ma uno di questi giorni dovremmo parlarne...»
« Chi io e
te??» Perchè io e lui? Insomma, perchè
io?
« Si, ma
più in la dai... magari non sarà nemmeno
necessario, per adesso l'unica cosa che posso dirti è che
dovrete essere molto pazienti con lui, sai, per Vanessa...»
Annuii
abbassando la testa, credevo che Johnny avesse superato il tutto invece
mi sbagliavo.
Orlando mi
salutò e dopo avermi indicato la macchinetta del
caffè tornò da Joh.
Iniziai a riflettere
un pochino e mi venne in mente un pezzo di un articolo pubblicato su
una rivista tempo fa:
" Un tragico incidente ha portato
via Vanessa Paradis, compagna dell'attore Johnny Depp e madre di due
bambini.
La cantante, che attraversava la
strada, è stata brutalmente travolta da un'auto sulla Rue
Marbeuf. L'autista che si è fermato parecchi chilometri dopo
si giustifica
dicendo di non aver visto nessuno in mezzo alla strada. "
Divenendo triste
decisi di lasciar perdere brutti pensieri e tazzina di caffè
vuota per tornare da Megan, non sia mai abbia buttato i bambini fuori
dalla finestra, lei è capace di tutto.
« Lily vieni
qua, NO Jack non fare così! Dai non piangere adesso non
voglio farti niente, LILY!!»
« Ma che
diavolo stai facendo?»
Furono le uniche
parole che mi uscirono dalla bocca vedendo Meg in
ginocchio, tutta disegnata in faccia, con i capelli alla Samara sul
lato destro della faccia e con la mano stretta sul retro della
maglietta di Jack per non farlo scappare.
« Non fare
domande e aiutami!» Mi implorò mentre dirigeva
Jack da me, lo presi in braccio.
« E
Lily?»
« Ma che ne
so è un'ora che la chiamo e non risponde!»
« Ma sei
pazza?! L'hai praticamente persa!»
« No dai,
sarà nascosta qui da qualche parte...»
« A si,
dove? Qui non ci sono nascondigli siamo in camerino piccolissimo,
muoviti vai a cercarla!»
« Non
posso... i pennarelli... beh, sono indelebili!»
«
COSA?»
Scoppiai a ridere come
non avevo fatto da molto molto tempo, piansi
dalle risate a vedere Meggy piena di righe, fiori e cuori indelebili
sulla faccia, poi mi ricordai della scomparsa di Lily, tornai seria e
uscii di corsa chiamandola alternando la voce da bassa ad alta a
seconda di dove mi trovavo quando...
«
Lexii!»
« Oh grazie
al cielo! Lily ma dove eri finit-» Mi bloccai quando
vidi che era finita tra le braccia del padre che mi stava
già
fulminando con lo sguardo.
Bene, se prima ti odiava...
Ok so quello che stai
per dire quindi zitta per favore.
« Non
dovreste badare a loro? E per questo che siete qui giusto?!»
« Si giusto,
mi dispiace, starò più attenta lo
giuro!» A momenti ti bacio anche i piedi, cosa vuoi di
più
dalla vita?
« E' la
seconda volta che non mi andate a genio voi due, alla terza
siete fuori, nulla di personale ma inizio a pensare che non ci sappiate
proprio fare coi bambini.»
Mi limitai ad
abbassare la testa come un cane
bastonato e ad annuire dipiaciuta.
« Johnny
avanti, non è successo nulla di male alla fine!»
Chi è questa voce che mi legge nel pensiero prendendo le mie
difese? Oh, Orlando.
« Mi ha
fatto prendere un colpo, ho trovato Lily che vagava da sola
quando lei dieci secondi prima era qua a chiaccherare con te.»
« Certo ma
sono in due no? Non esiste mica solo lei.»
« No eh,
adesso non scarichiamo le colpe su Megan! Okay abbiamo
fatto i nostri errori, cercheremo di non ripeterli altrimenti ci
atterremo alla regola del "alla terza siete fuori". BUONA
GIORNATA.»
Presi Lily per mano e mi dileguai velocemente prima che avessero il
tempo di rispondere, avevo sfuriato e non è da me ma ormai
era
fatta quindi amen.
Tornai da Meg
incazzata come non mai.
« L'hai
trovata! Ti amo.»
« E' uno
stronzo, va bene?» Parlai in italiano per non farmi capire
dai bimbi
« Ma che ha
fatto?»
« Solite
cose, anche se non fa niente di grave è il tono con cui
parla che mi urta i nervi.»
« Ancora
acido, eh?»
«
Già... E' stressato, è dura far crescere due
bambini
da solo lo capisco, ma prendendosela con gli altri non risolve
niente.»
« Se,
vaglielo a dire...»
Poco dopo
scattò la pausa pranzo e Megan andò a passarla
in sala trucco per farsi togliere i vari disegnini, io ero rimasta da
sola con i bambini anche se dovevo
portarli da Johnny sperando che non mi si rivoltasse contro per il
piccolo scontro di prima. Stava uscendo giusto in quel momento
dalla porta sul retro che dava sul giardino, quindi mi feci forza e
avanzai verso di lui.
« Le ho
portato i bambini come voleva» Lo dissi tutto d'un fiato mi
girai e stavo quasi per andarmene ma...
« Grazie.
Ehm aspetta.» Mi rigirai di botto verso di lui quasi
sull'attenti.
« Senti...
mi dispiace per prima ok. Non sono bravo a chiedere scusa
ma se ti va, visto che sei sola potresti stare con i bambini e... con
me, insomma con noi.» Evitai di mettermi a urlare saltando e
battendo le mani o avrebbe cambiato idea mandandomici direttamente al
manicomio.
« Non fa
niente... Ma rimango solo se vi fa davvero piacere, non voglio essere
di peso a nessuno»
« Non mi sei
di peso davvero!» Mmh Johnny ma, questi sbalzi
d'umore?! Li per li li ignorai, i suoi sbalzi d'umore, so solo
che mi
diventarono gli occhi lucidi e gli feci un mezzo sorrisetto ebete per
acconsentire la mia presenza.
Andammo a sederci
sull'erba sotto un albero, i bambini giocavano, lui
era sdraiato con gli occhi chiusi e io appoggiata al tronco a fissarlo.
Era perfetto.
A un certo punto
mentre Lily correva intorno all'albero spuntò
un raggio di sole che colpì Johnny sulle sue meravigliose
labbra, *riscaldamento globale io ti amo!*
Non so cosa di preciso
mi
trattenne dal baciarlo in quel momento.
Smisi anche di
fissarlo maledettamente per paura che aprisse gli occhi
da un momento all'altro, e infatti fu così, appena la
pargoletta
si sedette vicino a me si alzò sui gomiti, aprì
gli occhi e
piegò una gamba, il vento gli accarezzava i capelli e ora il
sole gli scaldava in pieno quel viso stupendo.
«
C'è il sole hai visto?»
«
Già... oggi è proprio una bella
giornata.» E non mi riferisco solo al sole caro il mio Joh.
« Ah Lexi,
ti prego non osare mai più darmi del lei, ti
supplico!» E me lo chiedi così? *Dannata risatina
da
deficiente che mi esce ogni volta*
« Si ok, era
per rispetto...»
Si si, lecchina che sei.
Mi stava fissando, lo
vedevo con la coda dell'occhio ma mi metteva a
disagio quindi mi alzai per giocare un po' con Jack, che mi implorava
di fargli rifare il gioco dell'aereo, così lo accontentai.
Lo
presi in braccio e lo feci girare in aria mentre lui mi elencava le
cose che vedeva, mentre giravo intorno a me stessa ogni tanto buttavo
l'occhio su Johnny che non aveva ancora finito di fissarmi per bene,
all'ultima occhiata lo vidi un tantino alterato come se gli desse
fastidio che giocassi con suo figlio, poi girò la testa
dalla
parte opposta alla mia e sospirò forte. Pensando di aver
fatto
qualcosa di sbagliato misi giù Jack che era un po' triste
che il
gioco fosse finito
così in fretta, mi si strinse il cuore ma non ci potevo fare
nulla
« Dai vai da
papà adesso.»
« Voglio
giocare ancora!»
« Ma poi
magari lo rifacciamo, ora stai un po' con tuo padre che poi deve andare
a fare il pirata e-»
«
No!»
« Jack fa
come ti dice! Forse è stanca di tenerti sempre in braccio
no?! Vieni qui.»
La sua voce forte fece
obbedire subito il povero bimbo che si sedette vicino a lui imbronciato
E' pazzo! Lex fuggi
finchè sei in tempo.
Ignorai l'assurda
vocina che mi suggeriva di andarmene da li il prima
possibile e quando vidi che Johnny mi guardava ancora presi coraggio e
gli mostrai tutta la mia solarità con un sorriso, ma
distolse
subito lo sguardo così mi sedetti di nuovo vicino al tronco
dell'albero.
« Come vanno
le riprese?» Fu l'unica cosa che mi venne in mente di dire
«
Bene.» Wow che hai mangiato a colazione, limoni?
Il silenzio che si
creò era detestabile, Lily non correva
più, Jack era triste, Johnny pensava ai fatti propri e io
volevo
scavarmi una fossa tanto profonda da sperare di finire in Cina.
« Scusa lo
sto rifancendo, cavolo.»
«
Cosa?»
« Sono di
nuovo acido con te... davvero non vorrei esserlo ma»
« Non
importa.» Odiavo questo mio vizio di non far mai finire le
frasi agli altri.
« Si che ti
importa, te lo leggo in faccia.» Dannata faccia.
« Beh,
può essere, ma non dovrebbe importare a te...» Ma
che sto facendo? Mi autoescludo dalla sua vita da sola?
Mi guardò
storto, ma forse perchè avevo ripreso a
fissarlo. Quanto avrei voluto sapere cosa c'era dopo quel "ma"
però avevo il timore che parlasse della sua depressione a
causa
della morte di Vanessa e non volevo farlo rattristare ancora.
Ad un tratto fissando
l'erba lo vidi sorridere, prima un lato della
bocca poi l'altro, poi la sua mano che tirava indietro i capelli, era
come una scena a rallenty nella mia stupida testa e li, li finalmente
lo riconobbi: non era più Johnny-lo-sgarbato ma
semplicemente
Johnny, l'uomo per cui avevo perso la testa molti anni prima. Ero
tentata di chiedergli cosa ci fosse di tanto bello in quell'erba da
farlo sorridere così, ma ovviamente restai in silenzio.
A interrompere
i miei pensieri fu un grido provenuto da non si sa bene dove.
« SI
RICOMINCIA!» Merda. Ma perchè la pausa pranzo deve
durare così poco?
« Devo
andare, il regista chiama...» Noo Johnny non andare!
« Va bene,
te li tengo d'occhio io tranquillo» Dissi indicando i bambini
e facendogli l'occhilino
« Mmh si, ci
vediamo.» E se ne andò. Ora, qualcuno
mi spieghi perchè è di nuovo acido! Ma che
è in
menopausa?!?
Beh, vecchio è
vecchio.
Goffarda! Ma che dici!
Non è per niente vecchio.
Lo è per te.
Ma perchè
la mia stessa vocina mi deve demoralizzare in questo modo?
Guardai i bambini e
gli feci segno con la testa di entrare dentro anche noi, dopo un po' di
lamentele li convinsi.
Eravamo seduti in un
divanetto e tutti e tre fissavamo il vuoto come
ipnotizzati da un qualcosa che non c'era, io battevo le dita sul
ginocchio in attesa che Meg ritornasse -pulita- dalla sala trucco.
Più guardavo i due ometti più mi rendevo conto di
non saperci davvero fare con i bambini... avrei potuto giocare con Lily
si, ma Jack? Cosa si fa con un bimbo di due anni?
*Tock-Tock*
Un Orlando travestito
da pirata mise la testa dentro il camerino
« Si
può?»
« Certo
entra pure»
« Come mai
tutto questo silenzio? Megan?»
« E' andata
a togliersi i disegnini che aveva in faccia... Jack
invece che i trucchi ha usato i pennarelli indelebili!»
Scoppiò in una risata contagiosa per tutti.
« Non reciti
oggi?»
« Ovvio se
no non sarei qui vestito da Will Turner, però ora
è il turno di
Johnny: sta provando varie posizioni e camminate strane» Si
l'avevo
intuito dal momento in cui l'ho visto con quella stramba tutina! Se ci
ripenso rido ancora da sola come una deficiente... Infatti è
quello che sto facendo ora e Orlando se n'è accorto.
« E quel
sorriso?» Appunto.
« Niente,
niente... Allora bimbi che volete fare?» Mi girai verso i due
per cambiare discorso.
« Giochiamo
Lex, ci stiamo annoiando.» Povera Lily, ce l'ha proprio
scritto in fronte.
« Avete dei
giochi qui?»
«
No» Vedo che la situazione migliora ogni minuto che passa -
da notare l'ironia-.
Mi guardai intorno in
cerca di qualcosa che potesse piacergli, dovevo architettare qualcosa e
subito.
Peccato che in quel
camerino che sembrava il ripostiglio delle scope di
Hogwarts non c'era proprio nulla, cavolo, magari se provo fuori...
« Hey te li
posso lasciare un secondo? Giuro torno subito.» Ma
una baby sitter può mollare i bambini che deve accudire a un
attore che dovrebbe lavorare? Complimenti Lex.
« Certo ma
sbrigati, se Johnny lo sa ti caccia!» No Orlando non mi fai
ridere così.
Uscii in cerca di non
so nemmeno io cosa e per sbaglio finii dietro una
scenografia tutta verde con al centro un' enorme nave, probabilmente
quella dei pirati... Il collegamento tra nave dei pirati e Johnny mi
faceva intuire che non dovevo trovarmi li ma poi appese alla nave vidi
delle corde.
Se ne prendo una se ne
accorgono?
Tu che dici?
Goffà
chiedere le cose a te è come chiederle al vento. Io la
prendo.
Acciuffai anche due o
tre "sassi" fatti di gomma che secondo la mia
testa erano perfetti per giocare a palla, così tornai nel
camerino con la corda legata in vita e i finti sassi in mano.
« Hai
svaligiato il set!»
« Lo so, lo
so, ti prego non dire niente è che non sapevo con cosa farli
giocare...»
« Va bene
stavolta passi, ma cerca di non rifarlo chè se poi
qualcuno ti vede son guai.» Annuii compiaciuta e salutando
Orlando
invitai i bambini a uscire fuori.
Detti la corda a Lily
che iniziò subito a saltare qua e la come
una pazza mentre io giocavo a palla con Jack che me le tirava tutte
storte facendomi fare la maratona per andare a riprenderle.
Dopo un po'
arrivò anche Megan perfettamente ripulita,
così prendemmo la corda di Lily che era abbastanza lunga e
tenendone un lato ciascuna la facevamo saltare mentre tirava lei la
palla a
Jack.
« Ma che bel
quadretto!» La voce di Johnny provenì dalle
mie spalle facendomi saltare pur non avendo la corda sotto i piedi.
Quando faceva queste
uscite rimanevo sempre pietrificata, non sapevo se
era un' esclamazione positiva oppure no, l'unica cosa che sapevo
è che mi faceva sciogliere a prescindere quella voce, ma
come
dice il suo personaggio Capitan Jack Sparrow: " Non bene". No,
non
andava per niente bene.
Mentre gli sorridevo e
continuavo a far girare la corda pensavo a cosa
mi stesse succedendo, con Goffarda che continuava a dirmi che lo sapevo
benissimo in realtà. Mi conosco e so che dopo la fase "la
tua
voce mi fa sciogliere" ci sono le farfalle nello stomaco.
Dio no, non mi deve
succedere non posso, non devo.
«
No!» Ops, l'ho detto a voce alta...
« No
cosa?»
« Niente
Meg, per sbaglio pensavo a voce alta...»
Ecco ora mi guardavano
tutti per l'ennesima volta come se fossi pazza,
Johnny compreso, anche se poco dopo tornò a continuare il
suo
lavoro.
Eravamo tutti sfiniti,
erano passate più di due ore e avevamo
giocato tutto il tempo quindi decidemmo di riposarci un po' sdraiati
sotto il sole
che si stava affievolendo, mi stavo già affezionando a quei
due
piccoli angeli piano piano non sentivo neanche più la
stanchezza
era una soddisfazione vederli sorridere.
Quando il sole quasi
se n'era andato del tutto Johnny tornò a
riprendersi i pargoletti, non riuscivo a credere che fosse
così
bello anche dopo una giornata intera di lavoro.
« Eccomi
qui!» Esclamò aprendo le braccia mentre Lily e
Jack gli andavano incontro e mentre io sorridevo ancora come un'ebete.
« Noi ci
rivediamo domani giusto ragazze?» Continuò
« Certo a
domani, ci vediamo bambini, oh Johnny salutaci Orlando
eh!» Disse Megan con una linguaccia che lui
ricambiò
« Au revoir
Megan, au revoir Lexi!»
« Au revoir
Lily!» Ma alla mia risposta Johnny si
pietrificò e si guardò intorno come se avesse
visto un
fantasma
contemporaneamente
Megan mi tirò una gomitata sul braccio, ma
mica lo sapevo che due parole in francese avrebbero scatenato il
terrore.
« C-ci
vediamo.» Furono le ultime parole di Joh prima di scomparire
nel buio.
« Certo che
non ne fai una giusta tu eh!»
« Parla
quella che ha perso la figlia di Johnny Depp!»
« Ma lui
mica lo sa...»
« Certo che
lo sa ciccia, mi ha beccato proprio quando la stavo cercando e se
l'è presa con me!»
« Questo
riporta alla mia conclusione che non ne fai una giusta.»
Mannaggia. Magari ha
ragione lei, non ne faccio davvero una giusta, parlare in francese
poi... ancora complimenti Lex.
« Dai su,
adesso non ti deprimere pure tu che Mr. Ghiaccio e Limone
basta e avanza» Megan aveva la strana capacità di
farmi
deprimere e farmi ridere più volte nel giro di cinque
secondi.
Tornammo in hotel a
braccetto ridendo e dando nomignoli tipo Iceberg,
Ghiaccio and Lime e vari a Johnny, perchè secondo la
filosofia
della personcina affianco a me è meglio ridere che piangere,
sempre.
Eravamo quasi davanti
all'entrata dell' hotel quando mi parve di vedere
Johnny che attraversava la strada e tirai una gomitata a Meg che ne
stava per sparare una delle sue
« Che
c'è?»
« Ma quello
è Johnny?»
« See, ti
piacerebbe! Mettiti gli occhiali domani ok?»
Ok non era lui e
scoppiammo a ridere di nuovo, era come una risata
isterica forse per la stanchezza perchè non riuscivamo a
smettere e quasi non sapevamo dire il numero della nostra stanza al
ragazzo della reception che ci guardava stranito.
«
Trecent-hahah-due»
« Noo-ahah
quaranta!»
« Si
è quello che ho detto hahaha trecentoquarantadue!»
Dopo aver riso in
faccia a praticamente tutti vidi un uomo con
cappello, occhiali da sole e sciarpa fino al naso uscire di corsa dalla
hall
« Ma anche
quello sembra Johnny!»
« Tu stai
talmente stunned che ormai lo vedi dappertutto!»
« Ti giuro,
era lui! Se non mi credi chiedo al ragazzo della reception
eh.»
« Vai
chiedi, voglio proprio vedere...» Meg mi indicò la
reception con una mano e con l'altra si teneva la pancia in preda ad
un'altra risata isterica.
« Ehm,
scusi, mi sa dire il nome dell'uomo che è appena
passato? Sa forse lo conosciamo e vorremo esserne sicure...»
Il ragazzo
sbarrò gli occhi e dopo un'occhiatina veloce all'elenco mi
disse che si chiamava "Mr. Stench"
Megan -che aveva
sentito tutto- fece finalmente partire la risata che
aveva in gola da prima e trascinandomi verso l'ascensore continuava a
dire quando fosse assurdo che un tizio si potesse chiamare Mister Puzzo
« Ma te lo
immagini la mattina, passa un portiere tutto educato e composto e dice
"Prego Mister Puzzo"!»
Continuammo a ridere
fino ad addormentarci, senza neanche cenare e
senza neanche cambiarci, a quanto pare eravamo davvero sfinite.
Ecco qui il secondo capitolo, un
tantino "piatto" a parer mio ma che ci volete fare xD
Allora, qui si scopre che Johnny
è tutto scorbutico perchè è ancora
traumatizzato dalla morte di Vanessa,
riuscirà Lexi a farlo
tornare come prima? Continuate a leggere e lo saprete muahaha u.u
Prometto che il terzo capitolo
sarà meglio, si scopriranno nuove cose e... non posso dirvi
altro :P
Sareste mooolto carini a
lasciarmi una piccola recensione con ogni genere di commento, io
apprezzo tutto.
Un bacione, June.
|
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Capitolo 3 *** And now? ***
Sognando 3
*
Ti-ti-ti-tiiii-ti-ti-ti-tiiiiiii*
Uno strano rumore squillante mi entrò in testa fino a farmi
svegliare.
« Mmh... oddio Meg ma cos'è?»
« La sveglia fava, è ora di svegliarsi!»
« Ma è ancora notte!»
« Sono le sei e mezza, per me è giorno.»
Sono ufficialmente partita con una pazza.
« PERCHÉ DIAMINE HAI MESSO LA SVEGLIA
COSì PRESTO?!»
« Almeno abbiamo il tempo di fare colazione in
hotel!» Mi rispose acidamente mentre mi tirava via la coperta
di dosso.
Borbottai qualcosa che non riuscii a capire nemmeno io e andai verso il
bagno, neanche entrata la sentii urlarmi di muovermi.
A momenti mi addormentavo sotto la doccia ma con grande sforzo riuscii
a prepararmi in tempo decente, quando anche lei fu pronta scendemmo
nella sala dell'hotel, acchiappammo tutto quello che era o sembrava
cibo e ci sedemmo al tavolo.
« Hey guarda, quello è Mr. Stench!» Mi
fece notare Megan indicando l'uomo che era appena entrato nella sala
« Già... hey ma, ODDIO! -Mi misi una mano sulla
bocca e
continuai a parlare sottovoce- se quello è Stench io sono la
statua della libertà! Ma non noti proprio
niente?!» Meg
strinse gli occhi per vedere meglio e li spalancò tre
secondi
dopo notando finalmente le due presenze bionde vicino all'uomo.
« Non sarà?»
« E' lui! Ma che ci fa qui? Oddio si stanno sedendo, li, li
vedi?!»
« Certo che li vedo scema, datti una calmata... Mmh, che stia
qui anche lui?»
« No guarda è venuto in sperimentazione! E' ovvio
che sta
qui, e tu che ieri sera mi prendevi per pazza!» Continuavo a
blaterare senza staccare gli occhi di dosso a Johnny, secondo la mia
mente malata prima o poi si sarebbe sentito osservato e si sarebbe
girato verso di me. Povera illusa.
« Se continui così lo sciupi Lex.» La
zittii con la mano
per non farmi deconcentrare mentre attivavo i raggi a ultra suoni,
sempre in cerca di farlo girare.
« Tanto non si gira, accettalo!»
« Dai vieni.» Mi alzai di punto in bianco
trascinando Megan
dietro di me, sinceramente non sapevo neanche io cosa stavo facendo.
Ci inginocchiammo dietro un carrello pieno di ogni tipo di
torte proprio davanti al tavolo di Joh, non si sa come non ci vide.
« Cavolo, questa torta è in mezzo non riesco a
vederlo!»
« Spiarlo semmai...»
« Magari se la sposto un pochino...»
« FERMA!!»
Splash.
In un nano secondo la torta finì sul pavimento e mentre
cercavo
di rialzarmi facendo completamente saltare l'operazione "Spia Johnny e non farti notare"
ci scivolai allegramente sopra tirando Megan giù con me.
« Ma che-» Johnny ci aveva ufficialmente scoperto.
« LEX! IO TI UCCIDO»
« Oh scusa se non pensavo che fossi fatta di pasta frolla e
mi reggessi!»
« Ehm... ragazze?»
Ci girammo all'unisono quasi fulminando Johnny che alzò le
mani in segno di resa per non essere attaccato
« Questa è tutta colpa tua caro Adone dei miei
stivali!» Ditemi che Megan non sta per dire quello penso...
« Davvero? E che ho fatto?»
« Se tu non fossi così maledettamente bello a
questa povera
anima in pena non sarebbe mai venuta l'idea di nascondersi dietro un
carrello di torte per spiarti!» Ok, datemi una pala per
favore. No,
non per sotterrarmi, ma per colpire quella sciagurata in faccia.
« Quindi è stata una tua idea?» Il
"maledettamente bello"
si girò verso di me con un sorrisino furbo che mi fece
andare in fiamme le guance
« Ehm... si, ma in mia difesa posso dire che Megan ha
ragione, se tu
non fossi stato tu non mi sarebbe mai venuto in mente.»
Fece un sorriso un po' imbarazzato e mettendosi le mani sui fianchi
finse di rimproverarmi
« Ora dovrai andare a cambiarti e arriverai in ritardo
a lavoro...» Era così dolce che avrei
anche potuto
mangiarlo.
« Però seriamente, io devo fuggire agli studios, i
bambini li lascio a voi?»
« Certo, poi appena Lex si cambia ti raggiungiamo»
« Perfetto, mi raccomando eh...» Abbassò
la voce e col
dito prese un po' di panna che avevo sul viso facendomi completamente
sciogliere, poi salutò i
bambini e uscì.
« E chi si lava più adesso!»
« Ma smettila scema e fila a lavarti!»
« Mangi limoni per hobby?!»
Senza aspettare una risposta presi i bimbi e andai verso l'ascensore
per raggiungere la nostra stanza e infine la doccia, tutto questo senza
smettere neanche un secondo di pensare al dito di Joh che mi
accarezzava la guancia.
Mentre ero sotto la doccia era partito il solito discorso - ovviamente
in italiano- sugli sbalzi di umore di quell'uomo, senza però
trovare una motivazione logica se non la scomparsa di Vanessa che per
non farci capire dai bimbi avevamo chiamato "ferrovia". Lo so,
ironizziamo anche quando è meno opportuno ma che ci volete
fare,
non l'abbiamo mai sopportata quella.
Non si sa perché -o forse si sa e non ve lo voglio dire- si
cambiò anche Megan mettendosi tutta in tiro, e visto che non
avevamo proprio niente da fare acconciammo al meglio anche quei poveri
bambini che erano diventati i nostri Barbie e Ken.
Finalmente con ben tre ore di ritardo ci decidemmo ad andare agli
studios cantando/fischiando la colonna sonora del film che stavano
girando, quando arrivammo però trovammo Johnny su tutte le
furie
e Orlando che cercava di tranquillizzarlo poi come ci videro arrivare
si bloccarono di colpo e venirono verso di noi.
« Ero preoccupatissimo, ma quando mai ci mettete tre ore per
una doccia?! VI RENDETE CONTO CHE HO PENSATO IL PEGGIO?!»
« Johnny cerca di capirle, sono ragazze, è normale
che ci
mettano più tempo a prepararsi» Fatelo santo
quest'uomo!
« Stavo veramente per impazzire, non ho nemmeno un modo per
contattarvi cazzo!» Ok, l'unica cosa che ho pensato
è stata:
da adesso avrò il numero di Johnny Depp nella rubrica del
cellulare! Insomma non me ne fregava proprio niente se stava per
impazzire, avrei avuto il suo numero!!
Dopo la breve danza euforica dei miei neuroni invece iniziai davvero a
preoccuparmi: ma che son scema a far arrabbiare Johnny?
Stranamente non ricevetti nessuna risposta da Goffarda e sperai se ne
fosse andata del tutto dalla mia mente.
« Hey?! Sto parlando con te!» Johnny mi
schioccò le dita
davanti per farmi riprendere dallo stato sognante in cui ero
« Eh, si dimmi... Ah già, scusa.» Ero
ancora in stato
confusionale, oppure pregavo in aramaico perché mi desse il
suo
numero.
Johnny tirò un sospiro seccato e dalla tasca dei jeans
tirò fuori un foglietto tutto stropicciato che mi mise in
mano
« In caso di emergenza. Ora vado a lavorare.» E
andò.
« Ragazze... sul serio fate attenzione la prossima
volta»
« Non ci sarà una prossima volta Orlando,
tranquillo»
Megan gli fece l'occhiolino e anche OB tornò a lavorare.
Mi aspettavo la predica più lunga di tutta la mia vita ma
Meg
lasciò stare e si mise quasi a sbavare fissando il foglietto
che
avevo in mano.
Lo aprimmo e dentro ovviamente c'era un numero di telefono. Inutile
dire che saltammo per la gioia come due deficienti emettendo strilli
talmente acuti che se ci fosse stato un cane nei dintorni sarebbe
impazzito.
« Forse dovremmo far capitare qualcosa a loro...
Così puoi
chiamarlo...» La mia pazza amica fissò i bambini
tramando
chissà cosa
« Così avrei la scusa per farmi dire al telefono
che siamo licenziate!»
« Si, se dovesse capitare anche io preferirei sentirmelo dire
di persona» E beh, dopo tutto è sempre Johnny Depp.
Dopo svariati quarti d'ora passati a fare ogni tipo di acrobazia per
far divertire i biondini il più piccolo sentiva la mancanza
del
padre quindi per evitare che piangesse e scatenasse l'inferno entrammo
dentro, dove stavano girando l'ennesima scena con ogni genere di pirata.
Johnny a.k.a Adone a.k.a Jack Sparrow era bello come
non mai sdraiato sulla finta sabbia fingendosi ubriaco.
Noi eravamo appostate ai piedi della nave che era talmente realistica
da sembrare vera, io tenevo Jack in braccio e giocherellavo con il suo
nasino a patata e Megan giocava a battere le mani con Lily, quando
Johnny ci notò si sciolse in un sorriso guardando Jack e
fece
dei gesti al regista che accordò una pausa generale urlando
nel
megafono così il più bel capitano del secolo e il
suo
amico Will Turner ci raggiunsero con la loro camminata sexy.
« Che bei pirati...» Commentò subito Meg
« Dite che mi dona quest'abbigliamento?»
Scherzò Orlando
improvvisandosi gay e facendo nascere una risata generale, perfino dei
tecnici.
« Oh si parecchio, ma mi dispiace dirtelo, come Sparrow non
c'è nessuno!» Dissi tirando un'occhiata maliziosa
a Joh
« Il mio papà è il migliore,
vero?»
« Ovviamente Lily»
« Quindi un pover uomo come me non è gradito a
confronto con il capitano della Perla Nera?»
« Macché, lascia perdere Lex ha altri gusti, io ti
gradisco eccome!»
Momento, momento, momento. Che diamine sta succedendo ai nostri ormoni?
Aiuto.
« Io gradisco i gusti di Lex!» Ma Johnny!
Così mi fai arrossire...
« Così non vale però...»
Orlando si finse offeso e poi tirò una gomitata a Joh, ma
quanto sono BELLI!
« Allora capitano, anticipaci qualche scena»
Ripresi io guardando Johnny
« Mi spiace a tutto top secret donzella» Fece con
tutto il Jack Sparrow che c'era in lui
« Mh, posso anche farne a meno, ti ho già visto
con quella
splendida tutina blu e nera che ti atteggiavi tutto... com'era,
così?» Lo imitai quasi alla perfezione pur avendo
ancora Jack
in braccio e lui scoppiò a ridere dicendo che forse
avrebbero
dovuto prendere me per quel ruolo.
« Rinuncia Lexi, non hai neanche la spada, che razza di
pirata sei?» Mi prese in giro Meg
« La spada ce l'ho io, eccola qua!» Johnny la
tirò fuori, me la mise in mano e io improvvisai un duello
solitario,
feci per puntarla alla gola di Joh ma lui si tirò indietro
di
colpo tirandosi di tutto peso alla nave, non sembrava nulla di grave
finché non urlò per il dolore.
« OMMIODDIO JOHNNY!» Lui non mi rispose e non si
mosse
così Orlando si avvicinò di più per
vedere cosa si
fosse fatto
« Ha una fiocina infilata dietro la spalla
sinistra!»
« Da quando usate fiocine qui?!?»
Domandò Megan sull'orlo di una crisi
« E' di plastica, ma a quanto pare ci si è
sbattuto contro proprio forte, è pur sempre
affilata.»
« MACHISSENEFREGA! AIUTATELO! Toglietelo da li
cazzo!» Se Meg era
sull'orlo di una crisi io ci ero dentro già da un bel po'
Sentendomi urlare si scatenò l'inferno, Jack si mise a
piangere
e quelli presenti nella sala corsero da noi allarmati, urlavano tutti
di chiamare un'ambulanza in preda al panico più totale.
Oddio ma
che cavolo avevo fatto?
« No, niente ambulanze niente di niente!» Alla voce
dolorante di
Johnny si bloccarono tutti a chiedere il perché e a dire che
era
indispensabile
« No, non voglio che i miei figli si spaventino li avete
terrorizzati già abbastanza voi, andate via.» Si
riferisce a
me? Mmh...
Quando tecnici, troupe e compagnia bella si erano già
allontanati, a Megan scattò il lampo di genio.
« Ma Lex! Tu hai seguito un corso di infermieristica, pensaci
tu no?» Cazzo me l'ero scordata!
« Si beh... s-se non hai niente in contrario»
Balbettai guardando
Johnny che perdeva sempre più sangue ed era ancora attaccato
alla nave
« Fai piano però...» Stavo sul serio per
piangere a vederlo così
Diedi Jack a Megan e notai che teneva una mano sugli occhi di Lily, le
sussurrai di portarli via da li e mandai Orlando a cercare qualsiasi
cosa che assomigliasse a una valigetta del pronto soccorso. Rimasi da
sola con Johnny che mi guardava con gli occhi di un cane bastonato.
« Allora, al mio tre ti devi spingere in avanti ok? Io ti
tengo la
spalla e tengo anche la fiocina così non si
spezza.»
« Va bene...»
« Oddio c'è un sacco di sangue qui dietro... Mh.
Uno, due,
tre!» Si spinse in avanti e per poco non mi cadde addosso ma
andò tutto bene a parte il fatto che era debolissimo per via
del
troppo sangue perso.
« Ti devi stendere o mi svieni davanti!»
« Mi sento molto una femminuccia...»
Accennò un sorriso ma gli si leggeva in faccia che stava
soffrendo.
Mentre lo portavo in un camerino vuoto ci raggiunse Orlando con
cerotti, garze e tutto quello che era riuscito a trovare, avrei avuto
bisogno di aiuto ma gli chiesi di andare prima da Megan per vedere come
stavano i bambini, anche perché praticamente era come se
fossero
da soli.
Arrivati nel camerino Johnny si sedette su un divanetto, sempre
più debolmente si passò una mano sul viso, io mi
misi dietro
di lui
« La devo togliere, è impregnata di sangue e
comunque ti devo medicare» Dissi accennando alla maglietta
« Non riesco ad alzare il braccio scusa»
« Vorrà dire che Jack Sparrow se ne
troverà un'altra» La strappai direttamente e la
buttai a terra
Aveva uno squarcio orribilmente profondo, avrebbe sul serio avuto
bisogno di un medico, testardo che non è altro.
« Com'è?»
« Profonda. Sul serio non so s-»
« Vai. Mi fido di te...»
« Non dovresti, è colpa mia.»
« Ma no, sono io che da stupido mi son buttato
indietro...»
Non gli risposi e iniziai a disinfettargli la ferita mentre lui
stringeva i denti, gli tolsi anche la parrucca con i dread
perché erano di intralcio.
Era terribilmente sexy a petto nudo e con i pantaloni da pirata ma
scacciai subito questi pensieri, non era il caso.
« Per fortuna non è arrivata al
cuore...» Quel pensiero mi
sfiorò leggermente facendo salire ancora di più i
sensi
di colpa.
« Già...»
« Adesso ti brucerà, ma serve a far chiudere la
ferita più in fretta»
« Ok» Sospirò e chiuse gli occhi
mettendosi ancora la mano sul viso
Gli versai un po' del liquido e sentirlo mugolare faceva più
male a me, solo a sapere che gli facevo male mi si stringeva lo stomaco.
Tu non hai veramente
più speranze.
E mi sa che stavolta hai proprio ragione Goffà.
Tagliai una garza e coprii la ferita che nonostante tutto sanguinava
ancora, ora rimaneva da vedere solo se aveva qualcosa di fratturato.
« Ti fa male qui?» Dissi toccandogli la punta della
spalla
« Un po'...» Mi guardò con quella faccia
da cucciolo
« E qui?»
Non fece in tempo neanche a rispondere tanto fu rapido il suo scatto.
« Qui invece?» Passai davanti e gli toccai il
petto, proprio sopra al cuore avvicinandomi un po' per sentirne i
battiti
« Quello fa sempre male Lex...» Accennò
dolcemente una risata un po' affannata
Alzai la testa e i nostri occhi si incontrarono a pochi centimetri gli
uni dagli altri, restammo a guardarci per quella che sembrò
un'infinità di tempo senza nessun rumore intorno se non i
nostri
respiri, non so cosa mi facesse perdere di più la testa se i
suoi occhi così profondi da poterci cadere dentro in stile
Alice
nella tana del Bianconiglio o il suo profumo inebriante. Avevo ancora
la mano sul suo petto e sentivo il suo cuore battere forte quasi quanto
il mio che sembrava proprio voler uscire fuori, ci stavamo avvicinando
sempre di più millimetro dopo millimetro i nostri nasi si
sfiorarono fino ad arrivare alle labbra con una delicatezza fuori dal
normale, ma anche quelle ahimè si sfiorarono e basta.
« No... Johnny, non posso, non possiamo.» Non avevo
neanche il
coraggio di guardarlo in faccia quindi fissavo il pavimento, bella
codarda.
Lui non mi rispose ma mise la sua mano sopra la mia e con il dito mi
alzò il mento finendo per ristabilire il contatto visivo
« Non... insomma, tu stai ancora male per Vanessa e... non
voglio
essere il tuo passatempo, non farmi questo ti prego.» Ecco,
con
quelle poche parole avevo ammesso tutto.
« Non lo sei, davvero.» Si avvicinò
ancora ma lentamente, come per chiedermi il permesso.
A quel punto non potevo più resistergli era più
forte di
me, smisi di ragionare e chiusi gli occhi, il contatto con le sue
labbra così morbide mi provocò brividi su tutto
il corpo,
quando poi la sua mano salì su per la mia schiena e la sua
lingua accarezzò la mia giuro che sarei potuta morire felice.
Meantime,
in the next
room...
[ Dopo che Lex mi aveva dato i bambini ero andata in una
stanzetta, non
la più adatta si può dire, era la bottega dove
tenevano attrezzi di scena e roba varia ma ormai ero li e volevo dare
un'occhiata in giro, avevo appena visto una copia del cappello di Jack
Sparrow e volevo assolutamente provarlo quindi posai Jack per terra. Mi
specchiavo spensieratamente e quasi non mi ero accorta che Jack stava
giocando con un pugnale più grande di lui.
« ODDIOSANTO!» In quel preciso momento Orlando
entrò tirando un colpo alla porta, sicuramente per il mio
urlo.
« Che succede?!»
Indicai Jack che era rimasto immobile davanti a quella scena ma aveva
sempre il pugnale in mano, così Orlando si
avvicinò,
glielo prese dolcemente e scosse la testa mentre tornava verso di me.
« E' finto...»
Scoppiai a ridere e lui subito dopo di me, non ci sono parole per un
sorriso come il suo. Lo guardavo, guardavo i suoi occhi che avevano
quella strana e affascinante scintilla di luce e credo di aver sperato
che quell'attimo non finisse mai.
Senza accorgermene stavamo parlando del più e del meno e di
come
io e Lex fossimo una minaccia umana per ben due generazioni dei Depp.
« Per fortuna sei entrato tu a salvare almeno il
più giovane!» Dissi ridacchiando
« Eh già, a proposito chissà come sta
Johnny...»
« Sicuramente bene, Lex è un'infermiera doc! Al
contrario di me che non so neanche mettere un cerotto.»
« Stranamente mi attirano le persone un po'
imbranate...» Sbarrai
gli occhi, non potevo credere che l'avesse detto o meglio, che l'avesse
detto a me.
« Non dovevo dirlo?» Aggiunse sicuramente notando
la mia reazione
« No, no, cioè si... Aspetta, il mio povero
cervello sta
andando in tilt. Forse questo non dovevo dirlo, insomma era solo un
pensiero non pensavo di dirlo ad alta voce perché non
è
carino che ti dica che il mio cervello sta andando in tilt, perlomeno
non è carino nei miei confronti perchè mi sto
tirando la
zappa sui piedi da sola e continuando a parlare così a
raffica
di certo non miglioro la situazione il bello è che non
riesco
proprio a fermarmi mi succede spesso quando sono nervosa oh ecco lo sto
rifacendo mi sto di nuovo mettendo in imbarazzo da sola e a forza di
parlare mi sta anche mancando il fiato quindi adesso mi fermo, tu
però non prendermi per una pazza ti prego non farlo, ok
basta,
adesso mi blocco e mi scavo la fossa da sola.» Finii
finalmente di
auto lesionarmi psicologicamente e ripresi fiato diventando di un
colore
tra il porpora e il magenta.
« Hai parlato talmente veloce che non ho capito quasi niente,
a parte il fatto che sei visibilmente nervosa» Disse ridendo,
probabilmente di me.
« Non puoi farmene una colpa, insomma, tu che faresti avendo
Orlando
Bloom davanti che ti dice certe cose?!» Massì,
continuiamo a
auto lesionarci.
« Probabilmente niente, sai, sono io Orlando Bloom -fece
spallucce e
un mega sorriso- più che altro, credo avrei una reazione
simile
se me lo dicesse una ragazza, una in particolare. Anche se non credo
parlerei così tanto nel giro di tre secondi!» Rise
ancora e
poi parve in imbarazzo.
Mi sembrò di tornare indietro nel tempo a quando ero ancora
una bambina alle prime armi con l'amore.
Non essendoci sedie eravamo seduti sul pavimento a gambe incrociate e
mi avvicinai leggermente col viso, sembravamo sul serio due bambini che
stanno per dirsi un segreto per loro della massima importanza, ma che
in realtà è solo il sapore della confettura
all'interno
della merendina.
« "Stranamente" mi attiri tu.» Fino a due secondi
prima pensavo
non ci fosse nulla di male o di sbagliato a dire quelle poche e ovvie
parole, ma dopo averle dette me ne pentii subito, non so
perché.
« Potremo dire, allora... che ci attiriamo a
vicenda...» Disse
lui con una lentezza che mi fece rabbrividire mentre ancora
più
lentamente si avvicinava.
In quel momento dimenticai i bambini, dimenticai che eravamo al centro
di una bottega degli attrezzi di scena degli Studios di Los Angeles e
dimenticai chi avevo di fronte. Pensavo solo a quanto le sue labbra
fossero sempre più vicine alle mie e a come il mio sguardo
si
intrecciava così magnificamente nel suo, fino a che gli
occhi si chiusero e le labbra si unirono, delicatamente.
Era come sfiorare una piuma, nessuno dei due osava dar veramente inizio
a quel bacio, ma quello sfiorarci mi faceva quasi impazzire. Gli mettei
una mano dietro il collo e mentre lo accarezzavo, non so quando, non so
come, mi ritrovai a baciarlo veramente, un bacio come si deve, uno
scambio di emozioni che forse mi coinvolgevano più di quanto
volessi.
« Megan?» Una vocina delicata mi chiamava
e allora smisi di baciarlo, aprii gli occhi e il mio cervello
tornò a funzionare facendomi capire che avevamo due bambini
anche troppo piccoli davanti.
Orlando iniziò a ridere di gusto, ma penso fosse
più una risata isterica o di imbarazzo, io diventai color
pomodoro.
« Ehm, dovrei... tornare sul set.» E certo
lui se la può svignare, ma se i bimbi fanno domande io che
faccio?
Gli tirai un'occhiataccia per gioco e lui ricambio accarezzandomi la
guancia per poi guizzare via con un mega sorriso stampato in faccia.
« Bene bambini, che volete fare? Andiamo a vedere
come sta papà?» Non gli diedi il tempo per
rispondere e li trascinai verso il camerino dov'erano andati Johnny e
Lex, ma trovammo solo Lex... con gli occhi lucidi. Spalancai i miei e
la portai nel corridoio lasciando i bambini dentro per farle una
domanda piuttosto ovvia
« Sta così male che ti sei messa a
piangere?!?!?» Lei si portò entrambe le mani alla
bocca e mimò un no con la testa
« Allora che hai? E lui dov'è?»
« E' tornato sul set... ha detto che ce la fa lo
stesso a lavorare»
« Bene! Hey, mi è successa una cosa alla
quale non crederai mai!» Aggiunsi pronta a parlarle del
favoloso bacio
« Anche a me!» Rispose con un sorriso un
po' insicuro mentre i suoi occhi erano sempre più lucidi
« Ma mi spieghi perché hai le cascate del
Niagara pronte a uscirti dagli occhi?!»
« Dai prima tu!»
« No, hai già sviato questa domanda due
volte, adesso me lo dici!» Ignorai quello che avevo appena
pronunciato perché ero troppo eccitata e mi decisi a parlare
per prima
« L'ho baciato!»
« L'ho baciato!»
Finimmo per parlare assieme, non potevo crederci, a nessuna delle due.
« COSA?»
« TU cosa!»
« Non ci posso credere...»
« Dillo a me...»
Improvvisamente avevo gli occhi lucidi anche io e ci ritrovammo a
saltare urlacchiando come due sceme a cui probabilmente era capitata la
cosa più bella di tutta la loro vita. ]
Ed ecco il terzo capitolo
che nonostante sia corto ci ho messo una vita a scrivere.
Ahimé.
Andiamo subito al sodo,
qua praticamente tutti si sono confessati: Joh a Lex, Lex a Joh, Ob a
Meg e Meg a Ob. Ora, dopo questo momento romantico - per
quanto io riesca a scrivere di momenti romantici- Johnny
cambierà? Smetterà di essere in menopausa?
E la situazione tra Megan
e Orlando sarà sempre tutta rose e fiori oppure no?
Lexi invece
combinerà qualche altro danno?
DITEMELO. - Mi sento
molto Gerry Scotti, no?-
Okay, come sempre sono
aperta a ogni critica perchè no, le mie non mi bastano.
Ringrazio ancora
BlackPearl che dovrebbero far santa per tutte le volte che mi sopporta
e supporta - se non si era capito, i miei vari e occasionali
rigraziamenti a persone sono anche un invito ad andare a leggere
qualche loro fic, in poche parole: pubblicità-. Bien, con
questo credo e spero di aver detto tutto, se avete domande, critiche o
consigli ditemi tutto spudoratamente, no problem. Un bacio June.
|
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Capitolo 4 *** All the best(?) ***
Sognando 4
Guardai
Megan dritta negli occhi e sapevo che stava per dire le mie stesse
parole
« E' troppo bello per essere vero.» E forse lo era
sul serio.
Lei annuì ancora incredula e dopo una "breve" scorpacciata
di
dettagli da parte di tutte e due decidemmo di andare a recuperare i
poveri bambini -che probabilmente avevano già la muffa- dal
camerino per poi recarci anche noi sul set. Al diavolo il Babysitting
insomma.
Arrivate sul set ci fermammo dietro uno degli enormi cartelloni con
l'immagine di copertina del film, non sapevo se guardare il Johnny
gigante affianco a me o quello più piccolo in carne e ossa
che
si atteggiava da pirata svitato, optai per il secondo... ma abbracciavo
la gigantografia.
« Non sembra si sia fatto molto male dopotutto, si muove
tranquillamente» Affermò la mia amica che guardava
l'uomo
sbagliato
« Avresti dovuto vederlo...» La guardai colpevole
« Smettila dai, lo sai benissimo che non è colpa
tua!» Mi
liquidò e tornò a guardare, l'uomo giusto
stavolta.
Quando mi girai anche io vidi che Johnny stava per lanciarsi da una
parte all'altra della finta nave appeso a una corda, stile Tarzan.
Non feci neanche in tempo a sbarrare gli occhi che era già
caduto a terra; in un attimo il pavimento e i vestiti erano macchiati
di sangue
« Porta via i bambini!» Sussurrai a Megan prima di
fiondarmi sul set
« Joh!» Mi misi in ginocchio affianco a lui, che
era rimasto supino probabilmente troppo debole per rialzarsi.
Non so perchè iniziò a ridere sotto lo sguardo
preoccupato della gente che aveva intorno, poi mi prese la mano
« Il mio braccio e la mia spalla non hanno retto
eh?» Disse con ancora una leggera risatina
« Continui a perdere un sacco di sangue, te ne rendi conto
si?»
Non riuscivo a capire come facesse a ridere mentre io ero in preda al
panico più totale.
« Dai Le-»
« NO! Dai cosa?! Tu e la tua stupida idea di non chiamare un
vero
medico, adesso ci vai all'ospedale che tu lo voglia o no.»
Stavo
"leggermente" perdendo la ragione, ma non riuscivo a stare calma mentre
Johnny Depp quasi moriva dissanguato davanti a me, chi ci sarebbe
riuscito?
I tecnici, i truccatori e tutti quelli che si trovavano li per un
motivo o per l'altro mi guardavano come se fossi un'aliena e la cosa mi
faceva arrabbiare ancora di più, com'è possibile
che
nessuno facesse niente?! Li guardai con odio uno ad uno poi mi
concentrai sulla tastiera del cellulare per chiamare un'ambulanza.
Dieci minuti causa traffico. Imprecai assieme a Goffarda per tutti quei
dieci minuti, mi ritrovai persino ad odiare ogni persona che osava
passarmi davanti.
Mi calmai solo quando finalmente arrivammo all'ospedale,
già,
andai con lui, fui l'unica persona oltre a Orlando a cui gliene
fregasse qualcosa.
« Perchè ci mettono così tanto?
Perchè diamine
ci mettono così tanto?! Cosa ci vuole a mettere quattro
punti in
croce?!» Quasi urlai mentre andavo avanti e indietro nel
corridoio
« Dai prova a calmarti, non è niente, come hai
detto sono
solo dei punti...» Provò a rassicurarmi Orlando
che stava
seduto su una sedia con i gomiti sulle ginocchia e la testa poggiata
alle mani, certo lui non era l'immagine perfetta della
tranquillità ma forse lo era più di me.
Aprìì bocca per rispondere ma uno dei dottori
appena usciti da una stanza mi precedette
« Abbiamo finito, è tutto a posto ma deve
assolutamente fare
un periodo di riposo, non può sforzare la spalla o i punti
si
staccheranno e riprenderà a sanguinare, lo dico a voi
perchè il signor Depp non ne vuole sapere. E poi siete gli
unici
ad essere venuti.»
« Ma certo, dica chiaramente che a nessuno gliene frega
niente!»
Sbottai, poi Orlando mi tirò indietro per un braccio e
parlò lui
« Ci pensiamo noi a tenerlo a riposo, grazie.»
Il medico fece un cenno con la testa e ci lasciò entare
nella stanza dove si trovava Johnny.
Era seduto su un lettino a petto nudo e con la spalla fasciata, ci
sorrise un po' colpevole appena ci vide
« Sei un vecchio stupido!» Rise Orlando dandogli
una pacca sul ginocchio
« Come osi darmi del vecchio?» Continuò
lui sempre scherzando
Io non aprii bocca, ero pietrificata, non so se per i postumi della
rabbia o perchè fosse davvero uno stupido. Rimasi sulla
soglia
della porta a fissare le mattonelle per qualche secondo, poi alzai lo
sguardo verso Johnny e stringendo gli occhi gli mimai un no con la
testa.
« Sei davvero
uno stupido.» Dissi mentre, rassegnata, andavo ad abbracciarlo
« Andiamocene da qua, gli ospedali mi stanno
antipatici» Fece in
una smorfia mollando la presa per saltare giù dal lettino
« Va bene, avviso Megan di portare Lily e Jack in
hotel»
Rispose Orlando che aveva già il telefono all'orecchio
« In hotel?!» Johnny sbarrò gli occhi,
quasi stesse parlando con dei pazzi
« Non hai sentito il medico? Devi stare a riposo o ti si
apriranno tutti i punti.»
« E per quanto non potrò lavorare? Non so se vi
siete resi
conto che io sono il personaggio principale!»
Continuò lui
mentre intanto percorrevamo il corridoio verso l'uscita
« Personaggio principale o no, devi stare a riposo punto.
Vorrà dire che gireranno prima tutte le scene dove non ci
sei
tu» Ma si Lex, dai pure ordini ai registi.
« Che sono più o meno, quante,
quattro?!» Chiese lui a
Orlando che lo ignorò completamente perchè era al
telefono con Megan
« Non mi importa quante sono, tu adesso vai dritto in
hotel.» Chiusi la conversazione rimanendo leggermente
alterata.
Nel taxi ognuno pensava ai fatti propri: Orlando parlava con qualcuno
degli Studios, Johnny si ammirava e torturava le dita allo stesso tempo
e io ero presa a guardare fuori dal finestrino una Los Angeles troppo
veloce per poterla osservare bene. Arrivammo subito in hotel e Megan e
i bambini erano già li ad aspettarci, quando aprii la porta
della nostra camera saltarono subito ad abbracciare il padre che prese
al volo Jack in braccio anche se la spalla non gli dava tregua.
Entrai dentro la stanza per poggiare la borsa e vidi Meg guardarmi con
un punto di domanda negli occhi
« Gli hanno messo i punti... e deve stare a riposo. Ma
Orlando non ti ha detto niente?!»
« Beh, no. Ha detto solo di portare immediatamente i
bimbi qui,
poi sai... abbiamo parlato d'altro...» La vidi arrossire
leggermente
e le feci un sorrisino complice accompagnato da una linguaccia.
Orlando, Johnny e i bambini erano ancora nel corridoio dell'hotel,
appena fuori dalla porta, a chiaccherare come se non si fossero visti
da una vita. Ammirai Johnny che ascoltava i figli con gran interesse e
uno splendido luccichio negli occhi, era -è- un padre
stupendo.
Dopo essermi ripresa dallo stato incantato in cui ero li
invitai
ad entrare ma Orlando doveva tornare subito sul set quindi ci
salutò tutti e chiese a Megan di fermarsi un attimo nel
corridoio con lui prima di andar via, così mi ritrovai un
Johnny
un po' imbarazzato intrappolato nella stanza per non disturbare i due.
« Appena Megan rientra giuro che ce ne andiamo...»
Esordì passandosi una mano tra i capelli
« Non disturbate affatto tranquillo e poi io adoro questi due
angioletti» Mi avvicinai per scompigliare i capelli chiari di
Jack
« Sono degli angioletti solo con te, no perchè con
me ne
sanno una più del diavolo» Rise, anche se notavo
che con la
mente era altrove
« Dai non stare li impalato, siediti, anche perchè
credo che
quei due la fuori ne avranno ancora per un po'.»
Tornò con la
mente sul pianeta Terra e annuendo si sedette su una poltroncina, io
invece sul divano assieme ai bambini, davanti a lui.
« Sai, credo che noi due dovremmo parlare...» Disse
secco
all'improvviso fissandomi dritta negli occhi, quasi quasi metteva paura.
« Di cosa?» Risposi un po' titubante. Ok tolgo il
quasi: metteva paura.
« Beh... del... sai nel camerino... Hai capito,
no?»
Indicò con lo sguardo i bimbi e capii che non poteva parlare
davanti a loro, ma ormai mi aveva messo la pulce nell'orecchio e non
potevo aspettare, volevo saperlo subito.
« Johnny, puoi aiutarmi a prendere un libro nell'altra
stanza?
Sai... è troppo in altro e non ci arrivo...» Mi
guardò
incuriosito e poi capì, così si alzò e
raccomandando ai bambini di stare buoni mi seguì nella
stanza da
letto.
« Allora?» Ripresi subito il discorso e mi sedetti
alla fine del
letto mentre lui si appoggiò con le spalle alla porta che
aveva
appena chiuso
« Lexi... quel bacio, non so se sia stata una buona
idea.» A
quelle parole il cuore mi iniziò a battere sempre
più
forte e sentivo una stupida voce nella mia testa che continuava a dire: lo sapevo, era
troppo bello per essere vero.
Presi un respiro profondo per cercare di calmarmi e riuscire a
ragionare decentemente ma lo sentivo, di li a poco sarebbe sicuramente
uscita qualche lacrima e non volevo che vedesse quant'ero fragile,
avrei solo fatto la figura dell'immatura -che non ero, avevo solo il
pianto facile- quindi abbassai la testa e presi a fissare il pavimento
di marmo, ricordo ancora ogni minima chiazza di quelle mattonelle.
« Non sei molto coerente lo sai?» Dissi con la voce
meno tremolante che riuscii a fare
« Non ho detto che non mi sia piaciuto Lex, solo che non
è
un buon periodo per me. Ammetto di aver sbagliato.»
« E' per Vanessa?» Eccole li, già
iniziavano a bruciarmi gli occhi quelle stupide
« Possiamo non parlare di questo? Sappi comunque che mi
dis-»
« No, no adesso ne parliamo. -mi decisi ad alzare la testa e
guardarlo dritto negli occhi, volevo vedere con che coraggio mi stesse
facendo quel discorso- Te l'avevo chiesto Johnny, potevi fermarti. Te
l'avevo chiesto per favore.» Nel frattempo la mia vista si
faceva
sempre più ofuscata e lui era sempre più confuso.
« Mi avevi chiesto cosa?» Subito dopo la domanda
sbarrò gli occhi, forse aveva avuto un flashback
« Non sei il mio passatempo -continuò- non ti sto
usando Lex credimi, ma sono molto confuso.»
« Come faccio a crederti... Ma sai che c'è? Tra
noi
c'è stato solo quel bacio, nient'altro, direi che posso
sopravvivere ad un bacio quindi finiamola qui.»
Respinsi indietro le lacrime ritrovando un po' d'orgoglio e mi
convinsi ogni secondo di più che lui non era nessuno per
potermi stregare in quel modo, ero pronta ad essere solo la babysitter
dei figli di un attore come tanti, di una persona come tante, ero
pronta ad aprire quella porta, oltrepassarla e chi si è
visto si
è visto, e invece no, non me ne diede il tempo. Prima che la
mia
mano riuscisse a girare la maniglia della porta la sua era
già
sul mio braccio
« Non è solo un bacio! Tu mi piaci, mi sei
piaciuta da quando
ti ho vista, mi piaci in tutti i modi in cui una persona può
piacere e-»
« Basta. Così non fai altro che confondermi,
insomma, delle
volte sei così amorevole e invece altre non mi rivolgi
neanche
la parola.» Scrollai la sua mano dal mio braccio e afferrai
ancora
la maniglia della porta, questa volta riuscii ad uscire dalla stanza e
mentre andavo verso la sala lo sentii chiamarmi ma non mi girai,
guardai i bambini e con loro c'era anche Megan che mi sorrise a sua
volta ma senza essere ricambiata.
Johnny ci raggiunse qualche secondo dopo e disse ai bimbi che era ora
di tornare nella loro camera, i nostri sguardi si incrociarono per un
po' ma ripresi subito a fissare il pavimento, rialzai la testa solo
quando sentii la porta chiudersi e mi gettai sul divano.
« Che altro è successo adesso?!»
« Non ce la faccio più Meg, non riesco a
capirlo.»
Le raccontai tutto poco dopo, avevo un enorme bisogno di sfogarmi con
qualcuno e lei era perfetta, le raccontai della sua confusione che per
me non aveva molto senso e della frase che mi aveva colpito tanto
nonostante abbia fatto finta di nulla: "Tu mi
piaci, mi sei piaciuta da quando
ti ho vista, mi piaci in tutti i modi in cui una persona può
piacere".
« Magari è vero che gli piaci Lex, anche se
è
altrettanto vero che alcune volte non ti parla e ti guarda male... Non
lo so, non lo capisco neanche io.»
« Benvenuta nel club. Certo è vero che il suo
comportamento
non ha senso però mi sento in colpa ad averlo mollato li
così...»
« Tu ti senti in colpa? Lui dovrebbe sentirsi in
colpa!»
« Forse ci si sente...»
« Non cambierai mai... se una persona ti fa un torto trovi
sempre
un motivo che ti faccia pensare che te lo meritavi.»
« Non penso di meritarmelo, solo non avrei dovuto lasciarlo
così in sospeso... Dici che dovrei andare da lui?»
« Non so, potrebbe andare bene come non potrebbe a questo
punto»
« Anche se è già buio, starà
per andare a dormire...»
« Oh avanti vai, vai per l'amor del cielo se no non dormi
stanotte!» Mi alzò dal divano e mi spinse fuori
dalla porta
per poi richiudermela in faccia,
respirai profondamente e andai verso l'ascensore, già, ma a
che piano? Mica sapevo a quale piano fosse la sua camera...
Decisi di andare alla reception e cercare di convincere qualcuno a
dirmelo.
« Per la milionesima volta: non le posso dire niente! E poi
perchè è così convinta che un attore
come Johnny
Depp alloggi qui?»
« Mapperfavore! Non ne sono convinta, ne sono sicura al cento
per
cento, e per la milionesima volta: lei DEVE dirmelo!» C'era
da
aspettarselo, il ragazzo alla reception non aveva nessuna
intenzione di dirmi a che piano si trovava e per di più
cercava
di convincermi che non fosse neanche in quel hotel.
« Non le dirò un bel niente!» Va bene la
privacy, ma mica
voglio ucciderlo! Ma aspettate un attimo... io non sono una semplice
fan, io sono...
« Io sono la sua babysitter diamine! Mi starà
aspettando e
per colpa sua mi licenzierà!» Cercai di fargli
pena...
« Non le credo signorina, arrivano un sacco di fan con un
sacco di buone scuse!»
« Se non mi crede lo chiami pure, glielo dirà
lui.» Non
volevo che Johnny sapesse in anticipo del mio arrivo, ma a mali estremi
estremi rimedi.
Il ragazzo mentre era al telefono con Johnny fece talmente tante facce
che non riuscii a capire cosa gli stesse dicendo, poi con la faccia
bianca come un lenzuolo mi disse che potevo salire al decimo piano,
stanza duecentosessantaquattro. Lo guardai con la tipica faccia del "te
l'avevo detto" e andai.
Nell'ascensore cercai di prepararmi delle cose da dire ma senza
risultato così mi ritrovai davanti alla porta a fissare il
numero 264 e mi decisi a bussare con la mente totalmente vuota. Johnny
aprì subito e restò in silenzio accanto alla porta
« Posso entrare?» Non sapevo che dire, ma qualunque
cosa fosse non potevo certo dirgliela nel corridoio
si spostò permettendomi di entrare e chiuse la porta alle
sue spalle.
« Dai siediti» Obbedii.
« I bambini?»
« Dormono...» Prese una sigaretta e accendendola si
mise vicino a me
« Non avevi smesso?» Domandai cercando di far
partire un qualsiasi discorso
« Ho smesso tante volte... mi aiuta a calmarmi, sempre meglio
dell'alchool no?» Beh, si.
« Perchè, sei nervoso?»
« Un po' -spense la sigaretta e si passò entrambe
le mani sul
viso- senti, lo so che non mi capisci, ma non sai quello che sto
passando.» Mi sollevò il fatto che aprì
lui quel
discorso
« No non lo so, ma puoi dirmelo se ti farà star
meglio, a
tutti serve sfogarsi Joh e se vuoi quando avrai finito posso anche
dimenticare tutto, mi interessa solo che tu stia bene»
« Non è così facile, o almeno non lo
è per
me» Si rattristì e avrei tanto voluto sapere la
causa
« Provaci» Gli toccai piano la spalla per
incoraggiarlo a parlare e accenò un sorriso
« Avevi ragione, si, è per Vanessa.»
Sentendo quel nome
pensai di essermi messa dentro a una cosa più grande di me e
mi
chiesi se avrei retto davvero alle parole che stavano per uscirgli di
bocca, ma ormai era fatta, dovevo restare li e ascoltare.
« Non che l'ami ancora, ho visto che sei sbiancata... lo fai
ogni
volta che pronuncio il suo nome. No, non l'amo, però la
amavo ed
è morta per colpa mia» Smise di guardarmi e
abbassò la
testa, non riuscivo a credere che avesse convissuto con questo senso di
colpa per tutto il tempo
« Come puoi dire questo? No... Ho letto i giornali, non
è
stata colpa tua, non c'eri neanche!» Ne ero sicurissima,
avevo
l'articolo stampato nelle mente
« I giornali -sbuffò- neanche loro sanno che
scrivono. C'ero, era appena
uscita dal mio ristorante quando...» Si coprì gli
occhi con
una mano e fece un respiro profondo prima di continuare
« Avevamo litigato per l'ennesima volta ed è
uscita di corsa
per la rabbia, se solo l'avessi fermata Lex...» Gli
uscì una
lacrima a quei brutti ricordi ma la asciugò e
continuò a
parlare.
« Ho quella scena in mente ogni giorno: i suoi tacchi che
camminano decisi sull'asfalto, poi l'impatto e la frenata di quella
stupida macchina, riesco ancora a sentirla. E lei è li,
distesa a terra senza muoversi. Se
solo l'avessi fermata - ripetè-, le ultime parole che ha
sentito
sono state solo di odio. E quei poveri bambini, li ho lasciati senza
una madre, non so che rispondere a Lily quando mi chiede di lei, che si
può dire a una bambina così piccola?»
« Non è colpa tua Joh, non pensarlo neanche per un
attimo,
mai più. Le persone muoiono e non sempre c'è un
perchè, succede e basta ma non per questo devi
incolparti.»
Lo vedevo così fragile in quel momento e non sapevo cosa
fare,
non sono mai stata brava a consolare le persone.
« Jack è piccolo e non capisce bene, ma Lily sente
molto la
sua mancanza e ora che si è affezionata a te non voglio che
stia
ancora male.»
« Perchè dovrei farla star male?»
« Perchè te ne andrai anche tu prima o poi. Sai ho
cercato di
non affezionarmi a te anche io ma non ci sono riuscito, ho provato ad
allontanarti, ignorarti, niente. E' strano come in poco più
di
una settimana io mi sia affezionato così tanto a te, ma che
dico, mi sei piaciuta dal primo giorno.»
« Allora è per questo che mi guardavi come se
fossi il tuo peggior nemico?»
« Oddio, ti ho davvero guardata così?!»
Rise per un po' scuotendo piano la testa
« Eh si, ti ricordi quel giorno nel giardino degli studios?
Stavo
giocando con Jack e mi hai praticamente fulminata, tanto che ho smesso
di giocarci per paura di aver fatto una qualsiasi cosa che non ti
andasse.» Ricordavo bene quel giorno, c'era un sole immenso
che lo
rendeva ancora più bello del solito.
« Hahaha si mi ricordo... Sai ero nella fase in cui cercavo
di
ignorarti e mi dava fastidio che fossi così brava con Jack,
non
volevo si affezionasse a una persona che non avrebbero visto
più. E poi avevate perso Lily quel giorno!»
Scoppiò a
ridere mentre ricordava tutti gli avvenimenti strani di quella
giornata, compresa la faccia pasticciata di Megan.
Passammo le successive due ore a parlare e ridere ricordando le
giornate passate insieme e si confessò in ogni cosa, mi
spiegò ogni sguardo storto, ogni suo tentativo di chiedere
scusa
che poi non aveva mai avuto luogo, rideva di se stesso per quanto era
stato stupido poi, sedendosi a gambe incrociate sul divano
tornò
un po' più serio
« E' possibile che ti voglia già bene anche se ti
conosco da
così poco?» Mi domandò sempre con il
sorriso stampato
in faccia
« Non lo so, per me è diverso: io ti voglio bene e
ti ammiro
tanto, non sai quanto, ma in realtà ti conosco da sempre
sono
praticamente cresciuta con te. Mi hai fatto piangere in "Edward
Scissorhands" e "The Brave", ridere in "Fear and Loathing in Las
Vegas", ho corso contro il tempo con te in "Nick of Time", abbiamo
infranto la legge insieme svariate volte con "Blow", sono rimasta con
te alla fine di "The Man Who Cried", siamo stati zingari insieme fino
in Francia, abbiamo provato a raggiungere il diavolo e ti ho messo le
monete sugli occhi quando sei morto. Ero sempre li con te pur non
essendoci veramente, ho imparato ogni tuo gesto e ogni tuo sguardo, so
a memoria i tuoi sorrisi e, nonostante in questi giorni tu mi abbia
messo molto alla prova credo di conoscere il tuo carattere. Lo so, ora
starai pensando che sono una delle tue fan da rinchiudere ma non posso
farci niente, come hai detto tu: mi sei piaciuto dal primo giorno che
ti ho visto. Anche se per me è stato anni fa.»
Dissi tutto di
un colpo anche se abbastanza lentamente, era come se quelle parole le
avessi studiate in attesa di potergliele dire un giorno e quel giorno
era arrivato, e non ero nervosa ne agitata, mi sentivo perfettamente a
mio agio come se stessi parlando davanti allo specchio.
« Wow. Non credo che una qualsiasi fan "di quelle da
rinchiudere" mi
abbia mai detto queste cose... a dire il vero, non me le ha mai dette
nessuno.»
« Johnny, voglio essere sincera con te, dopo questo sappiamo
benissimo tutti e due che io ci sono dentro più di te in...
non
so neanche come definirla, comunque, credo che i miei sentimenti verso
di te siano molto più forti dei tuoi. Non so con che
coraggio ti
sto dicendo tutto ma-»
« Credi che io non sappia proprio niente di te
vero?» Mi interruppe con un sorrisino diabolico
« Beh... io non ti ho detto niente, come puoi?»
« Bella questa, sono piuttosto famoso sai? So come avere
informazioni di ogni tipo su una persona che lavora per me, ma che io
non abbia riservato lo stesso trattamento a Megan può forse
voler dire qualcosa?» Rimasi a bocca aperta quando ebbe
finito di
parlare, mi domandavo cos'avesse scoperto sul mio conto e sopratutto
come, da chi? Ma poco mi importava, già il fatto che si sia
interessato così tanto a me mi sarebbe bastato per poter
morire
felice.
Eee l'amore
avvolgerà i sogni e la realtàà
« Ma sta zitta!» Senza accorgemene avevo zittito
Goffarda -che
torna sempre quando è meno oppurtuno- ad alta voce, mi
sentii le
guance in fiamme quando Johnny mi guardò con un punto di
domanda
in fronte e inclinando la testa da una parte
« Mi hai appena zittito e mi hai pure dato delle
donna??»
« No! No, cioè, ho zittito me stessa, lo so non
è
normale ma... hai presente la vocina? Dai, tutti abbiamo una vocina
nella testa! Beh ho zittito lei» Non è un discorso
normale o
sbaglio?
« Una vocina nella testa eh... e ce l'abbiamo tutti... Vado
un
attimo a fare una telefonata, ti faccio venire a prendere
ok?» Quasi
mi uscirono gli occhi dalle orbite, mi credeva pazza!
« Sto scherzando, sto scherzando! Mio dio sei diventata
pallidissima
-scoppiò a ridere di gusto- non ti credo pazza dai, ho
capito
che vuoi dire» Continuava a ridere mentre io ero a dir poco
pietrificata, se mi avesse messo su una mensola nessuno si sarebbe
accorto che ero una persona in carne e ossa.
« Non usare le tue doti di straordinario attore su di me! Mi
hai
quasi fatto prendere un infarto, credevo di essere pazza sul
serio!»
Finsi di arrabbiarmi per poi scoppiare a ridere anche io, ridemmo
talmente forte da svegliare Lily che venne da noi con la faccia piena
di sonno e Johnny la riaccompagnò a letto, poi
tornò da
me in punta di piedi e riprese la posizione di prima
« Quasi dimenticavo che ci sono i bambini...»
Ammise con ancora un cenno di risata
« Forse dovrei andare, non voglio che si svegli
ancora» Dissi a mala voglia accennando ad alzarmi
« Oh ti prego rimani, faremo piano... non puoi lasciarmi
così
dopo che ti ho confessato praticamente tutto»
Parlò con un
po' d'imbarazzo ma che volete che vi dica? Mi convince con poco. Mi
risedetti nella sua stessa posizione appoggiando la schiena al braccio
del divano
« Questa è la notte della verità a
quanto pare»
Dopo questa inutile frase -non sapevo cosa dire- calò il
silenzio, ci guardammo imbarazzati per quella che sembrò
un'eternità poi pensai a tutto quello che aveva detto, a
quanto
fosse dolce e mi venne in mente uno dei titoli più usati per
descriverlo:
"Bello e dannato.", lo guardai e gli sorrisi ammettendo a me stessa che
lo era davvero.
« Sei così bella quando mi sorridi» Mi
colpì con
quel suo sguardo magnetico, quello che fino ad allora avevo visto solo
attraverso uno schermo, quello che mi faceva sciogliere all'istante
« Davvero pensi che quel bacio non sia stata una buona
idea?»
Finalmente sputai fuori il vero motivo per cui ero andata da lui quella
sera, anche se avevo un paura immensa della risposta. Mi sorprese
scuotendo la testa in un chiaro no e si mise in ginocchia sul divano
con le braccia agli estremi dei miei fianchi e il viso a pochi
centimentri dal mio
« Lo rifarei, anche adesso.» Sussurrò
E allora fallo benedetto
uomo, questa qui non aspetta altro!
Strizzai gli occhi nel vano tentativo di far star zitta Goffarda e
quando gli riaprii lui era ancora li, ancora a pochi centimentri da me,
e io ancora a pochi passi dall'impazzire totalmente.
Lo baciai.
Mi attirò a se come una calamita attira un pezzo di metallo,
e io, ero il suo pezzo di metallo.
Mi baciò come se volesse mangiarmi ma così
lentamente,
così delicatamente, sentivo la sua mano insicura che mi
sfiorava
i
capelli mentre tra le mie tenevo il suo viso accarezzandolo. Fu un
bacio lungo e non so come di preciso finimmo distesi sul divano, io con
la testa sul suo petto e lui con il braccio intorno alla mia schiena
« Ti starò pesando sulla
spalla...» Sussurai cercando di alzarmi
« E' un dolore sopportabile, per una giusta causa
poi.» Sorrise rimettendomi al mio posto
« Johnny... parlami di te, adoro la tua
voce» Richiesta di una ragazza in preda alle troppe emozioni
e al sonno
« Che vuoi sapere Lex? Sai già
tutto...» E pure lui non aveva tutti i torti
« Quand'è stata l'ultima volta che sei
stato davvero
felice?» Forse questo non lo sapevo, dopotutto la
felicità di una persona è soggettiva
« Quando è nata Lily, certo ero felice
anche quando
è nato Jack, molto felice, ma per Lily è stato
diverso...
li non sapevo cosa volesse dire essere padre.» Mi misi meglio
sul
divano per poterlo guardare e i suoi occhi, mentre parlava, si
illuminavano sempre di più. Gli feci segno con la testa di
continuare e mi accontentò subito, oltre alla sua ammaliante
voce volevo sapere cos'aveva provato quel giorno, lo volevo scoprire.
« E' come se per tutta la vita avessi avuto un velo
davanti
agli occhi, come se vedessi sempre sfocato, e quando ho visto Lily le
immagini sono diventate nette. Ho potuto dire " Oh, allora è
così la vita. L'ho capito solo adesso."» Ed eccola
lì quella splendida luce negli occhi che brillava con tutta
la
sua forza, si vedeva, si capiva che era davvero felice e a me
interessava quello più di qualunque altra cosa.
Continuò a parlare, un po' di tutto e un po' di niente, ma
dopo
la storia di Lily non ero più riuscita a seguirlo. Sapevo
che
non avrei dovuto addormentarmi li ma più mi ripetevo di
aprire
gli occhi e più cadevo in uno stato di trans, la voce di
Johnny
era così rilassante che non riuscivo neanche a muovermi, per
nulla al mondo mi sarei voluta spostare dal suo petto, infatti non lo
feci.
Bene, finalmente son riuscita a finire anche il quarto capitolo. Chiedo
scusa ma sapete com'è, quando si ha voglia di scrivere non
si
può e quando si può non si ha voglia. Che ne
pensate,
è tutto più chiaro adesso vero? Oppure no.
Non c'è molto da dire su questo capitolo ma se avete domande
chiedete pure, spero come sempre che vi sia piaciuto e con questo vi
lascio. Un bacio, June.
Ps. La canzoncina che canta Goffarda: E l'amore avvolgerà i
sogni e la realtà,
l'ho presa dal Re Leone. Ebbe si mi confesso, lo adoro, lo guardo
ancora e piango quando Mufasa muore. Non ve ne frega niente? Immaginavo.
Oss(N.B): Se il testo è distorto e a volte le frasi vanno a
capo
senza un perchè sappiate che ho fatto un casino con NVU e
ora mi
si rivolta contro, è già un miracolo che non si
sia
disinstallato da solo per protesta.
PPs: Ok, ora la finisco, solo un'ultima cosa: La storia di Lily alla
fine Johnny l'ha detta davvero, non lodate me ma lui insomma. Mi ha
ispirato molto per finire il capitolo e l'ho trovato talmente tenero
che non potevo non metterla. Se volete lo trovate qui,
non è tenero? Non ha una voce stupenda? Guardate
com'è imbarazzato a un certo punto *-*
Okay, dai ora la smetto seriamente, ci si vede al prossimo capitolo
ragazze. Un bacione.
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Capitolo 5 *** Cries and fears... ***
Sognando 5
Mi svegliai ma decisi di
tenere
ancora un po' gli occhi chiusi cercando di tornare al sogno stupendo
che avevo fatto ma niente, non c'era verso, quindi rassegnata li aprii
e con mio sommo stupore notai che non era un sogno. Ero davvero nella
stanza di Johnny Depp e avevo davvero dormito sdraiata sul suo petto in
stile polpo, lui per fortuna dormiva ancora e ringraziai
tutti gli
Dei che potevano esistere per questo, non mi sarei mai fatta vedere
appena sveglia, con i capelli che sembravano aver preso la scossa e un
filo di bava che di li a poco mi sarebbe sceso dalla bocca. Non sono
proprio una meraviglia quando mi sveglio, eh? Beh lui si! Sembrava un
statua talmente era perfetto, non aveva una sola cosa che non andasse e
perfino i capelli sembravano pettinati. Com'è che si dice...
gli
opposti si attraggono?
Ma che quel detto sia
vero o no io pur essendo in quel momento la sua
opposta non ero per niente attraente, quindi che altro fare se non
andarmene subito a gambe levate.
Mi spostai da quella
posizione inumana in cui ero cercando di non
toccarlo neanche per sbaglio: ero peggio di Diabolik durante una rapina
e quando finalmente uscii da quell'incastro perfetto andai vicino a un
mobiletto dove si trovava un minuscolo orologio per controllare l'ora
ed erano le sette in punto. Volete vedere che a forza di alzarmi ogni
mattina a quell'ora ci avevo
preso l'abitudine? Bah. Ma... se l'avevo presa io l'abitudine avrei
dovuto
aspettarmi che da un momento all'altro si alzasse anche Johnny... per
non parlare dei bambini! Lily ieri sera non si era accorta della mia
presenza perché probabilmente aveva troppo sonno, ma se mi
trovasse qui adesso che direbbe?
Mi raccolsi i capelli
in una coda improvvisata
e cercai di aprire la porta senza far rumore, mi fermai un secondo
sulla soglia per ammirare un'ultima volta la perfezione fatta a persona
e uscii
con un sorrisino stampato sulle labbra pronta tornare alla mia stanza,
al mio letto e... a Megan.
In ascensore non feci
altro che pensare a quella notte e a quanto fossi
fortunata, insomma non capita mica tutti i giorni che Johnny Depp ti
confessi una sua infatuazione per te e poi ti lasci dormire con lui, o
no? Il mio sorriso ebete crebbe notevolmente a quel pensiero che fu poi
interrotto dal tintinnio della porta dell'ascensore che mi indicava di
essere arrivata a destinazione. Quando stavo per bussare alla porta
della mia camera Megan la aprì di botto
« Dove
diavolo eri finita?!» Mi fulminò guardandomi
dall'alto al basso... e ritorno!
« Da
Johnny» Risposi con un sorriso a trentadue denti prima di
scoppiare a ridere per il suo aspetto più che buffo: aveva
un
pigiama con le paperelle rosa che dormivano, i capelli in un mogno un
po' disordinato con dei ciuffi
che la facevano sembrare una pazza, gli occhi stretti e contornati da
un accenno di occhiaie e la bocca che tremava in stile cartone animato.
La spostai leggermente per entrare dentro e mi buttai sul divano a
braccia aperte
« Non
è una splendida giornata oggi?» Dissi con un
sospiro finale compiaciuto mentre mi scioglievo i capelli
« Vuoi
scherzare?! Ho passato una nottata terribile, non sapevo dove cavolo
eri finita e stavo anche per chiamare i vigili del fuoco!!»
« La polizia
semmai, non ero mica dentro un incendio...» Sghignazzai
prendendola in giro
« E che ne
sapevo io? Poteva essere così! Dico, almeno
avvisa... ma lei no, no, vuole far prendere gli infarti alla gente
eccerto!» Gesticolava con le mani alternando il tono di voce
quasi
stesse provando una parte per il teatro e mi sforzai fino all'ultimo
per non ridere
« Dai, vuoi
per caso dirmi che non ti importa del resoconto di
questa notte? Non vuoi sapere proprio niente?» Continuai
ignorando
la sua ramanzina e ridendo praticamente da sola
« Non ho
detto questo, è ovvio che mi devi dire ogni minimo
dettaglio nei minimi dettagli ma volevo solo farti presente che mentre
tu te la spassavi con Johnny Depp io ero qui a mangiarmi le
dita!»
Mi mostrò le mani per farmi capire meglio e io sbattei il
palmo
della mano sul divano per invitarla a sedersi e iniziare il mio
racconto...
Un'ora più tardi.
« Ecco
perché ti guardava male!» Esordì la mia
amica mentre ancora rifletteva su quello che le avevo raccontato
«
Già... Ma adesso che devo fare?»
« Come
sarebbe che devi fare?»
« Ah giusto,
questo non te l'ho detto: quando sono andata via lui
dormiva ancora e io non l'ho svegliato.» La guardai colpevole
in
attesa di un verdetto mentre sentivo già i suoi pensieri che
dicevano "Al rogo, al rogo"
« Sei
scappata via così?» Guardai la sua mascella
rotolare
allegramente per la stanza e poi tornare in posizione quasi normale. Ma
appena vide il mio sguardo da cucciolo probabilmente si
ricordò che c'erano dei bambini in quella camera e si riprese
« Ok, sai
che si fa? Si va a fare colazione - continuò-
sperando di incontrarlo. Questa volta però non mi
nasconderò dietro una torta per osservare i suoi
comportamenti,
andrai a parlarci come ogni persona normale e civile.» Detto
questo
incrociò le braccia al petto e si annuì da sola
per poi
andare a cambiarsi, io la seguii in silenzio.
Dopo aver messo a
posto i capelli e ritoccato leggermente il trucco
sbavato uscii dal bagno e trovai Meg in salotto che mi aspettava.
« Allora
andiamo?»
«
Certo...» Mi sforzai di sorriderle ma improvvisamente tutto
il mio buon umore era sparito, mentre mi sistemavo i capelli poco prima
continuavo a pensare a lui ma c'era qualcosa che non andava... un
blocco, come se avessi paura o timore di rivederlo. Presi la borsa
cercando di mandar via quel pensiero e la seguii fuori
« A che
pensi?» Domandò preoccupata mentre pigiava il
tasto per chiamare l'ascensore
« A niente,
ho solo fame» Le sorrisi sperando che non mi facesse
altre domande e proprio mentre stava per aprir bocca fu interrotta dal
suono dell'ascensore che era arrivato, appena le porte si aprirono
entrai e spinsi l'ultimo tasto che portava alla sala da pranzo dove si
teneva anche la colazione. Ci sedemmo ad uno dei tavoli liberi e
cercando di far finta di niente sbirciai in giro per vedere se c'era
anche Johnny ma no, non c'era.
Ero pronta a tirare un
sospiro di sollievo ma lo vidi entrare nella
sala e sedersi ad un tavolo distante dal nostro assieme ai bambini,
probabilmente non aveva notato la nostra presenza, prese il giornale e
iniziò a leggere. Io e Megan ci tirammo un'occhiata confusa
ma
non avevo nessuna intenzione di andare da lui ne tanto meno farmi
notare.
« Vado a
prendere un caffè...» Annunciai alla mia amica
alzandomi
« Mi prendi
una cioccolata? E anche qualcosa da mangiare... Grazie.»
Annuii allontanandomi.
Sapevo di essere un
po' lunatica la mattina ma qua non si trattava solo
di questo, com'era possibile che non avessi voglia di vederlo? Un'ora
fa ero praticamente in catalessi e adesso?
Ci credo che non vuoi vederlo,
sei fuggita dalla sua stanza senza neanche avvisarlo... Mi vergogno al
posto tuo!
Ma no Goffy non
è per questo, potrei tranquillamente andare a
chiedere scusa e dirgli che non volevo svegliarlo ma c'è
qualcosa che mi blocca
Chi non si bloccherebbe davanti
a un adone come Johnny Depp?
Ma certo! E' questo:
lui è Johnny Depp cavolo... Grazie Goffarda!
Ma che stai blaterando? Hey, io
non ho mica capito!
Lasciai perdere la
conversazione con Goffarda e mi decisi a prendere le
tazzine e la brioche che stringevo sul bancone mentre un uomo mi
fissava come se fossi una pazza, lo guardai e gli girai la faccia col
naso all'insù per poi tornare al tavolo da Megan.
« Oh
finalmente ce l'hai fatta, muoio di fame» Commentò
lei mentre addentava la brioche di cui tutto il contenuto usciva da un
lato,
io mi limitai a bere
un sorso di caffè e sbirciare Johnny,
questa volta mi veniva piuttosto semplice visto che era dietro Megan,
certo un po' di tavoli più in la ma sempre dietro di lei...
mi
bastava solo mettere a fuoco l'una o l'altro.
« Ma non hai
detto di avere fame?» Megan forse aveva
notato che non avevo preso niente per me se non il caffè
« Mi
è passata.» Risposi tenendo lo sguardo fisso su
Johnny che era ancora intento a leggere il giornale mentre i bimbi
mangiavano
«
Perché non vai da lui?»
« Non ci
penso neanche!» Risposi più acida di quello che
mi aspettassi e Meg spalancò gli occhi chiaramente confusa
« E' Johnny
Depp capisci?» Continuai cercando di spiegarmi meglio
« Maddai,
pensavo fosse tuo nonno!» Disse sarcasticamente mentre,
agitando la mano, fece cadere un po' di marmellata sul pavimento,
presi un fazzoletto e
mi chinai a terra per raccoglierla lasciando perdere il
discorso, non sapevo come spiegarmi
quindi non continuai.
Quando mi rialzai
incrociai gli occhi di Lily per sbaglio e la bambina
si illuminò in viso mettendosi a urlare i nostri nomi e
correndoci in contro
« Ciao
Lily» La salutai dopo che mi si era attaccata per
abbracciarmi e vidi che Johnny ci stava raggiungendo con Jack per mano
« Ma guarda
chi si vede...» Mi guardò malizioso e ci sorrise
mentre io arrossii all'istante
«
Perché non vi sedete con noi?» Propose Megan che
ricevette subito una mia occhiataccia
« Purtroppo
abbiamo già finito di fare colazione e i bambini
si sono stufati di stare qui, mi dispiace» Ringraziai i bimbi
in
silenzio per questo
« Io e
Orlando volevamo fare un giro questo pomeriggio, oggi ha la giornata
libera, ci chiedevamo se-»
« Veniamo
molto volentieri!» Megan rispose senza neanche fargli finire
la frase e lui sorrise compiaciuto
« Allora ci
vediamo dopo ragazze!» Ci salutò e noi
ricambiammo, io mi fermai qualche secondo a coccolare Jack e Lily e poi
li lasciai andare.
Dopo uno scambio di
occhiate, complice quella di Megan e alquanto scocciata la mia,
tornammo nella nostra camera a oziare.
Megan si
buttò in uno zapping sfrenato e io mi lanciai
praticamente dentro l'armadio spostando ogni singolo indumento prima a
sinistra e poi di nuovo a destra
« Che
cacchio mi metto adesso?!» Ringhiai verso un top blu scuro
prima di scaraventarlo a terra
«
Perché te ne preoccupi... Non l'hai mai fatto in due
settimane che siamo qui e lo fai ora...» Megan rispose senza
un
minimo sbalzo di tono, quasi fosse impossessata dalle mille immagini
che le passavano davanti, così mi spostai dall'armadio per
andare accanto alla televisione e spegnerla
« Hey! La
stavo guardando!»
« Ma fammi
il piacere! Come fai ad essere così tranquilla?!
Non ti rendi conto con chi stiamo per andare in giro? "Si certo" mi
dirai tu, ma quando mai non ti accorgi che è diverso
conoscere
due attori di fama mondiale perché siamo le babysitter di
uno ed
uscirci insieme per andare a "fare un giro"? Sarò scema io
ma
non è la stessa cosa, ci vedranno milioni di persone! Che
cavolo!» Lo so, quando sono nervosa sclero un po'.
Un po'? Ma hai visto come ti
guarda la tua amica? Un altro po' e le escono gli occhi dalle orbite.
« Non credi
di essere un po' in ritardo con gli avvenimenti? Ti ricordo che li
abbiamo baciati. Tutti e due!»
« Lo so...
Ma, ma, non ti preoccupa il fatto che non siano semplici
persone? Cioè non che non lo siano... Bah.»
Incrociai le
braccia al petto -peggio di una bambina- e mi buttai sul divano accanto
a Megan
« Ho capito
quello che vuoi dire, sei in ansia perché stiamo
per uscire con Orlando Bloom e Johnny Depp e ti do ragione, certo, ma
continuo a dire che sei un po' in ritardo. Potevi pensarci prima di
baciarlo, no?»
«
Perché tu in quella situazione saresti stata anche capace
di pensare?! Non lo so Meg, dentro il set era diverso... poi le cose
che mi ha detto questa notte: ha paura che io me ne vada. E
succederà. Me ne andrò, fra una settimana saremo
di nuovo
in Italia quindi che senso ha tutto questo?» Più
ci pensavo e
più realizzavo di non volerlo vedere mai più. Mi
sarei
fatta solo male... Guardai la mia amica e anche sul suo volto
comparì un'ombra di tristezza e realtà.
Già, la
realtà, cosa che probabilmente non avevamo portato con noi
in
valigia sennò col cavolo che saremo state in questa
situazione.
« Forse hai
ragione... Che ci eravamo messe in testa?»
Scoppiò in una risatina isterica. Non avrei voluto metterle
quelle cose in testa ma dovevo sfogarmi con qualcuno e chi meglio della
pazza che era nella mia stessa situazione?
« Chiamare e
dire che non possiamo andare sarebbe scortese
però...» Ammisi sospirando
« Sai che
facciamo? Ci andiamo. Ci andiamo come due fan che hanno
incontrato i loro attori preferiti, anche se per noi sono
più di
questo. Godiamoci la nostra ultima settimana in paradiso Lex, poi
potremo tornare alle nostre vite di sempre.» Sentivo la sua
tristezza salire nell'ultima frase, anche se la pronunciò
con un
sorriso. Accettai l'offerta, d'altronde che altro potevo fare? In
questi
ultimi giorni avrei dovuto dimenticare tutto e ricordare solo che ho
fatto da babysitter ai figli di Johnny Depp nelle vacanze invernali,
nient'altro.
Io e Megan facemmo una
specie di patto in quel momento: niente più battutine,
niente flirt, nessun tipo di preoccupazione sul cosa metterci o su come
conciarci per loro, niente di niente. Sapevo però, che
era già una battaglia persa
in partenza.
La mattinata
passò lenta e in compagnia di ansia e noia,
dopotutto ci mancava non avere quelle pesti di bambini intorno. Erano
le cinque e come aveva preso accordi Megan al telefono con Orlando fra
mezz'ora sarebbe venuto a prenderci con la sua macchina, noi e Johnny
non dovevamo fare altro che farci trovare all'entrata dell'hotel. Nella
nostra camera regnava il caos più totale
« Esci
subito dal bagno!»
« Un
attimo!»
« Hai preso
tutto?»
« Tutto
che?»
« Non lo
so!!»
« La
macchina fotografica la porto?»
« Ovvio! Non
voglio andarmene da Los Angeles senza fare neanche una foto»
« Ti muovi
ad uscire?!» Megan aprì di colpo la porta del
bagno in preda ad una crisi di nervi trovandomi impegnata col mascara
« Ho quasi
finito... un po' qui... ecco, finito. C'era bisogno di
agitarsi tanto?» Replicai mentre le lasciavo il bagno libero.
Alla fine avevo deciso
cosa mettermi: un paio di jeans chiari e una
t-shirt grigia in tinta unita. Fine. Era una giornata piuttosto calda
nonostante fosse Gennaio e poi c'era il "patto": non dovevamo per
nessun motivo sembrare attraenti. Megan era della mia stessa idea,
aveva scelto un paio di jeans, una canotta verde e un golfino aperto
bianco
«
Merda!»
« Che
c'è?»
« Sono le
cinque e quaranta!»
«
Merda!»
«
Appunto!»
Megan uscì
di corsa dal bagno, e dopo uno sguardo veloce alla
stanza per vedere se avevamo dimenticato qualcosa prese la borsa e si
precipitò ad aprire la porta trascinandomi fuori per un
braccio
« Possibile
che siamo sempre in ritardo?» Feci spallucce per
risponderle e imprecai l'ascensore per la lentezza con cui ci portava
nell'atrio.
Uscite dall'ascensore
andammo fuori dall'hotel e trovammo i due che ci
aspettavano annoiati, Johnny era appoggiato al muro e fumava una
sigaretta mentre Orlando giocherellava con le chiavi della macchina,
appena ci videro si ricomposero
«
Finalmente, iniziavamo a pensare che non sareste venute...»
Disse Orlando rivolgendoci un sorriso smagliante
« E invece
eccoci qui...» Fu l'unica cosa che mi venne in mente di dire
oltre al sorrisetto di circostanza
« Johnny ma
dove sono i bambini?» Domandò Meg mentre
controllava in giro
« Con la
babysitter, non potevo mica lasciarli da soli...» Rispose lui
come se fosse la cosa più ovvia del mondo
« Ma non
siamo noi le babysitter?» Commentò lei ridendo
« Non
oggi...» Gesticolò col dito mentre andava ad
aprire
la porta posteriore della macchina e con la mano ci invitava ad
entrare.
Quando eravamo
tutti dentro Orlando partì.
« Non ci
avete detto dove andiamo...» Commentò Megan
parlando all'orecchio di Orlando mentre lui sorrideva malizioso,
le tirai una gomitata
senza farmi vedere dai due ricordandole il nostro
piano, col piccolo particolare di non flirtare. Lei mi
guardò
affranta e sbuffò
« Che ne
dite di Palm Springs?» Orlando si girò a guardarci
e notò sicuramente i nostri occhi a stelline
«
Attento!» Johnny urlò indicando una macchina che
ci
aveva tagliato la strada e Orlando fece in tempo a frenare per fortuna
« Se non
moriamo prima va più che bene!» Risposi ridendo
« Oh
finalmente hai aperto bocca Lex, sei molto silenziosa oggi»
« Non
è vero OB... ho parlato anche prima...»
« Certo per
affermare una cosa più che ovvia!» Rise Megan
contagiando tutti
«
Così non mi aiuti però!» Le sussurrai
sempre cercando di non dare nell'occhio, invano.
« Non ti
aiuta a fare cosa?» Disse Johnny girandosi per guardare
« Fatti i
cavoli tuoi vecchiaccio» Orlando lo riportò
nella posizione di prima e lui gli tirò un pugno sul
ginocchio
« Era solo
una domanda...» Aggiunse poi imbronciato.
Passammo il resto del
viaggio in silenzio, tranne quando la radio ci
concedeva qualche canzone decente: la cantavamo tutti assieme, peggio
del coro delle voci bianche. Quando Orlando ci annunciò che
eravamo arrivati non potevamo credere ai nostri occhi, davanti a noi
c'era un immenso campo da golf ricoperto di un verde stupendo
dell'erba, al centro c'era un laghetto con delle ninfee bianche e tutto
intorno a noi era contornato da palme e fiori decorativi
« Ma questo
è il paradiso!» Dissi incredula mentre ancora
scrutavo quella meraviglia
« Volete
giocare a golf?!» Commentò Megan alzando un
sopracciglio non troppo entusiasta
« Veramente
l'idea era oziare...» Le rispose Orlando tirandole una
piccola gomitata che la fece sorridere, mi si strinse il cuore... le
stavo togliendo forse la felicità?
Ci incamminammo sul
prato fino a trovare un punto dove sederci o
meglio, stravaccarci, pronti ad una giornata di puro relax.
Ammiravo un ragazzo intento a tirare la pallina con la mazza,
era
concentratissimo e la mandò dritta dentro la buca
« Una volta
vorrei provare... non dev'essere così
difficile, no?» Mi sfuggì questo pensiero,
purtroppo.
« Se vuoi ti
insegno come si fa» Johnny. Guardai Meg in cerca di un aiuto
ma lei fece spallucce
« Ehm...
magari dopo ok?»
« Come
vuoi...» Lo guardai e mi resi conto che magari stavo
esagerando, dopotutto una partita a golf che male avrebbe potuto farmi?
« No ci ho
ripensato, dai aiutami!»
Tornò poco
dopo con una sacca piena di mazze e lo guardai storto
per quante ce n'erano, mi prese per una mano e mi portò
vicino a
una buca
« Non dovrei
stare a metri dalla buca?» Commentai notando che la buca era
a pochi passi da me
« E' meglio
vicino le prime volte fidati» Rise sotto i baffi
mentre mi passava una delle mazze, l'afferrai e mi misi in posizione
-più o meno-
« Hahahaha
non così!» Mi riprese scuotendo la testa come se
non avessi nessuna speranza di imparare
« Tieni la
schiena dritta, poi inclinati un po'... così...
-si avvicinò e prese la mazza mettendo le sue mani sopra le
mie-
i piedi uniti» Feci come mi aveva detto ma iniziai a pensare
che non
avrei resistito tanto in quella posizione, con lui praticamente sopra
poi figuriamoci...
« Ora tira
piano...» Si mosse assieme a me mollando la presa solo quando
portai la mazza sopra la spalla
«
BUCA!» Esultai saltellando e chiedendomi se davvero si
urlasse buca giocando a golf
« Molto
brava...» Si avvicinò per baciarmi ma mi spostai
subito lasciandolo li impalato
« Ehm...
-risi piano e istericamente- il golf non fa per me...
torniamo di la?» Cercai di far finta che non fosse successo
nulla,
ma a quanto pare non sono molto brava in questo
« Lex? Ma
che hai oggi?» Domandò confuso, e ne aveva tutte
le ragioni del mondo, ad essere confuso. Aprii la bocca per rispondere
ma proprio in quell'istante Megan mi si lanciò addosso
urlando
come una forsennata
« Lexi!
Vieni, ehm... mi devi accompagnare! Su, dai, muoviti!» Mi
trascinò via per un braccio mentre io e Johnny tenevamo il
contatto visivo, almeno fino a che la mia amica non mi costrinse a
girarmi per seguirla, corremmo dall'altra parte del campo fino ad
arrivare ad una casetta dove probabilmente si prendevano le mazze per
giocare ma non entrammo, mi trascinò dietro la casetta e si
butto con la schiena contro il muro mollando finalmente la presa dal
mio braccio
« Ma sei
pazza?! Che ci facciamo qui?» Mi raccontò tutto
d'un fiato più o meno quello che era successo a me poco
prima,
Orlando aveva cercato di baciarla e lei se n'era uscita con la scusa
che doveva andare in bagno ed era fuggita via, trascinando anche me
notando che ero in difficoltà.
« Non credo
di potercela fare Lex... siamo appena arrivati e va già
tutto male!»
« A chi lo
dici... Ma non possiamo rimanere qui in eterno ti pare?
Ne possiamo evitarli per una settimana intera, credo che dovremmo
dirglielo.» Arrivai da sola a questa conclusione che
probabilmente
non avrebbe portato nulla di buono, non volevo neanche immaginare come
avrebbero potuto reagire.
« Lo so...
Dai andiamo, sputiamo il rospo e come va va.» Annuii e
tornammo indietro trovandoli seduti assieme che parlavano, ci guardammo
timorose ed eravamo pronte a dire tutto ma Johnny ci precedette
« Non avete
niente da dirci ragazze?» Mi si formò un
groppo in gola e sarei voluta scappare via ma i miei piedi erano
fissati al suolo, non c'era modo di muoverli. Vidi Megan abbassare la
testa e mettersi le mani sul viso mormorando un "si", io rimasi
impalata: era come se tutti i muscoli fossero diventati di pietra,
tutti tranne il cuore, che batteva come se volesse spaccare tutto e
uscire fuori.
«
Dite...» Parlò Orlando che guardava Megan, glielo
si
leggeva in faccia che aveva capito tutto. Megan alzò la
testa e
lo guardò a sua volta prima di sedersi accanto, io andai
verso
Johnny e abbassando lo sguardo gli tesi la mano per alzarsi, volevo
lasciare a Meg il suo spazio quindi lo portai un po' distante da loro,
quattro palme più in la per l'esattezza
«
Allora?» Alzai lo sguardo incrociando il suo e mi sentivo
come
se stessi per essere schiacciata da un camion, sentivo già
le
lacrime bruciarmi gli occhi
« Un
attimo...» Riabbassai la testa mettendomi una mano sulla
bocca per evitare di scoppiare, ma come chiusi gli occhi la prima
lacrima cadde a terra, non riuscivo a dirglielo, non riuscivo proprio a
parlare.
« Lex...
no.» Scosse la testa e mii diede le spalle portandosi una
mano sui
capelli per poi rigirarsi e appoggiarsi con una mano alla palma
« Ho fatto
qualcosa che non va? Ti ho ferita in qualche modo?»
Scuotevo la testa senza dire una parola, poi decisi che era il momento
di calmarmi e trovare le parole giuste, ma quali sono le parole giuste
in situazioni come questa?
« Non hai
fatto nulla tu... Sono io che... Insomma, avevi ragione.
Io me ne andrò Joh, fra una settimana sarò di
nuovo in
Italia e non voglio farti soffrire, non voglio soffrire neanche io
quindi... quindi meglio che questa cosa tra noi finisca prima di
iniziare. Non sai quanto tenga a te, non lo puoi neanche immaginare,
non lo sapevo bene neanche io prima di queste due settimane, il punto
è che io non sono nessuno e tu sei un attore famosissimo
e-»
« Questo che
importa? Non ha importanza quanto io sia famoso Lex,
tengo molto a te lo stesso, sono una persona come tutte le
altre.»
« Certo, sei
umano anche tu ma resta sempre il fatto che fra una
settimana non ti potrò più vedere. Sembro
un'egoista lo
so, ma non lo sopporterei.»
« Vuoi
finirla qui allora?» Mi guardò fisso negli occhi e
non riuscivo a capire a cosa stesse pensando, non aveva nessuna
espressione particolare in viso, lo guardai allungo cercando di
percepire uno sguardo, una smorfia... niente.
« Vedi altre
soluzioni?» Feci quella domanda al posto di un
semplice "si" perché dirlo mi era praticamente impossibile,
sarebbe stato come se il mondo mi crollasse addosso, lui
annuì
ma non per rispondere alla mia domanda era più come se
accettasse il fatto
« Megan sta
dicendo le stesse cose ad Orlando vero?» Chiese
staccandosi dalla palma e rivolgendo uno sguardo triste al suo amico
« Si...
Johnny mi dispiace, non sai quanto mi disp-»
« Io non so
niente non è così?! Vieni vi riportiamo a
casa, stare qui non ha più senso.»
Iniziò ad andare
verso Meg e Orlando e io lo seguii senza staccare gli occhi dall'erba
fino a quando non arrivammo da loro. Megan era a pezzi proprio come me
e si vedeva chiaramente che aveva pianto mentre Orlando era in piedi e
guardava Johnny con aria triste
«
Andiamo.»
Ci riportarono
all'hotel e il viaggio fu tutto tranne che piacevole, si
era formato un silenzio tombale e anche la radio stavolta era spenta,
appena scesi dalla macchina Orlando salutò Johnny con un
abbraccio e noi con un "ci vediamo" un po' freddo.
Appena fummo
nell'atrio collegai che mi aspettava un viaggio in
ascensore con Johnny ed era proprio l'ultima cosa che volevo. Era una
tortura, ero messa tra Megan e Johnny e appena quest'ultimo
tirò
un sospiro presi la mano della mia amica stringendola, poi finalmente
sentii il tiin dell'ascensore
che si aprì per farci scendere, Megan non lo
salutò neanche
e si fiondò sulla porta della nostra camera entrando e
lasciandola socchiusa, io mi girai verso Johnny e avrei voluto dirgli
qualcosa, una qualsiasi cosa: delle scuse, quanto mi dispiacesse,
quanto gli volevo bene, no... l'ultima non era adatta, volergli bene
era troppo poco. Sentivo qualcosa di più ma non mi rendevo
conto
di cosa si trattasse, poi mi passarono in mente tutti i momenti belli
di quelle due settimane e la sentivo, sentivo quella vocina prepotente
nella mia testa suggerirmi la parola adatta a quello che volevo dirgli,
quella giusta: Amore.
Lo
amavo, lo amavo? Si può amare una persona dopo
così poco?
O dopo così tanto... perché io in fondo lo
conoscevo da
sempre, era il tempo che ci avevo passato insieme che era poco. Si, lo
amavo. Lo amavo da una vita ed ero pronta a dirglielo, ero pronta a
dimenticare quello che avevo detto al campo da golf e dimenticare che
mi restava solo una settimana per stare con lui, lo guardai dritto
negli occhi e proprio quando aprii la bocca lui parlò
« Non dire
niente, da oggi sarai solo la babysitter dei figli del
tuo attore preferito e nient'altro, proprio come volevi.»
Premette
il tasto del suo piano e in quel momento le porte dell'ascensore si
chiusero, lasciandomi li con quelle due parole ancora in bocca, con le
sue parole amare dentro la testa e con un
fiume di lacrime pronte ad uscire, quando le prime due mi rigarono il
viso entrai nella mia camera e sbattei forte la porta gettandomi
sul divano.
Non mi interessava
più di niente, avevo perso la mia occasione ed ero stata
così stupida... tutto per una banale paura, tutto per quella
odiosa settimana. Nella mente avevo solo le sue parole, di continuo,
come un disco che si era rotto o una canzone messa in replay... se solo
avessi parlato prima, se solo l'avessi fermato. Premetti la faccia su
un cuscino per ridurre il pianto al minimo ma non servì a
niente, piansi per ore e ogni tanto sentivo qualche singhiozzo dalla
camera di Megan, sarei voluta andare da lei e dirle che si sarebbe
aggiustato tutto prima o poi, dirle di stare tranquilla, consolarla in
qualche modo ma la verità è che non ci credevo
neanche io... se mi avessero detto frasi del genere in quel momento li
avrei mandati tutti a quel paese quindi restai in salotto, a piangere
fino ad addormentarmi.
Tadadadaaaan! Sono già
tornata, purtroppo per voi xD Credo di aver battuto il mio record di
scrittura stavolta. E' che questo capitolo in particolare mi piace,
l'ho scritto tutto d'un fiato quindi -nonostante abbia controllato
più volte- se ci sono errori è perché
ho scritto in fretta: almeno quando c'è, l'ispirazione la
uso fino all'ultima goccia! Che ne pensate? Non ve l'aspettavate vero?
Vorrei davvero sapere le vostre impressioni sono curiosa (:
Suvvia, non vi sto a fare il
resoconto del capitolo questa volta e vi lascio così: con un
bacino, June.
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Capitolo 6 *** Ups and downs ***
Sognando 6
Tre giorni dopo.
Con l'infortunio di Johnny non c'era bisogno che tenessimo i bambini
perché dovendo restare a riposo poteva farlo lui e
dopo quello che era successo a Palm Springs eravamo piuttosto
demoralizzate quindi avevamo passato gli ultimi tre giorni all'hotel
senza mai uscirne, ma quella mattina decidemmo di fare uno sforzo e
mettere finalmente il naso fuori dalla porta dell'hotel.
Per tutto il tragitto fino all'uscita temevo di poter incontrare
Johnny, che so, magari in ascensore... o nella hall.
Ero terrorizzata in realtà, non avrei saputo come
comportarmi se
fosse sbucato fuori da qualche parte, l'avrei dovuto salutare? Oppure
far finta di non vederlo? E se avessi scelto la prima, mi sarei dovuta
fermare a chiedergli come stava? L'ansia mi stava praticamente
logorando e perfino dentro l'ascensore, dove c'eravamo solo io e Megan,
continuavo a guardarmi intorno. Fortunatamente non lo incontrammo, o
non lo vidi, uscii dall'hotel spedita e a testa bassa e una volta fuori
iniziammo a camminare senza un'idea precisa sulla meta, dopo un paio
di negozietti entrammo in un centro commerciale, così, per
dare
un'occhiata.
Ci scattammo delle foto in una delle tante cabine piazzate li dentro
facendo varie smorfie, quando poi la cabina per le foto
iniziò a
sembrare una sauna uscimmo e io mi allontanai da Meg per andare nel
reparto libri a
spulciare un po' di novità.
Lessi parecchie trame fino a trovarne una che mi piacesse e per cui
valesse la pena comprare il libro, mi accorsi poi di aver passato
un'eternità a leggere e di non sapere più dove si
trovasse la mia amica, mi guardai un po' intorno fino a trovarla,
era a qualche metro da me intenta a provarsi qualcosa, la cosa
strana era
che la gente le passava affianco e rideva.
Lasciai perdere e feci
un altro giro sempre nello stesso reparto ma quando ributtai l'occhio
su di lei la situazione era sempre la stessa, le persone la guardavano
e si piegavano in due dalle risate.
Iniziai a preoccuparmi e mi
avvicinai curiosa per vedere se avesse qualcosa in faccia o che so io
« Ehm... Megan? Che stai facendo?» Chiesi mentre
guardavo una
signora paffuta che ci passava vicino e tratteneva a stento una risata.
« Mi provo questa tuta, guarda che bella fantasia...
Però non
trovo le maniche!» La girava e rigirava eppure delle maniche
neanche
l'ombra.
E non riuscivo neanche a capire perché la gente ridesse
o ci guardasse storto... Aspettai qualche secondo guardandola intenta a
cercare quelle benedette maniche quando vidi la confezione di plastica
della tuta sul pavimento e decisi di prenderla: almeno li ci
sarà stata una spiegazione sul perché una povera
ragazza
non debba riuscire a trovare le maniche!
Lessi il cartoncino
all'interno e sbarrai
gli occhi, misi una mano sulla spalla di Megan e iniziai a sussurrare
senza dare troppo nell'occhio
« Megan, poggia quell'affare e andiamocene!»
Glielo presi di mano e lo buttai su uno scaffale mentre la trascinavo
via da quel punto
« Sei impazzita?! Non l'ho neanche provata!»
« E menomale!» Scoppiai a
ridere pensando a tutto il tempo che ci aveva messo a cercare le
maniche senza accorgersi che in realtà...
« E' un copri sedili della
macchina! -continuai- Ti stavi per provare un copri sedili della
macchina!» Tornai a ridere con le lacrime e dopo un attimo di
esitazione per la figuraccia che aveva fatto rise di gusto anche lei
mentre con nonchalanse mi portava fuori dal centro commerciale.
Non
credo ci sarebbe più entrata.
Continuammo a girare fino all'ora di
pranzo, poi ci fermammo in un piccolo fast food per fare una pausa
ordinando un po' di cibo spazzatura e qualcosa da bere,
arrivò
tutto subito e iniziammo a mangiare parlando del più e del
meno
fino a quando il mio cellulare suonò, era un messaggio e non
riuscivo a credere al nome che compariva sul display.
Deglutii
più volte a vuoto.
Bevvi un sorso d'acqua e il cuore
iniziò di nuovo a battere come se fosse un tamburo tanto da
farmici mettere una mano sopra per cercare di fermarlo
« Lex che hai? Sembri un fantasma!» Meg mi scosse
la mano per farmi alzare lo sguardo dal cellulare
« E' un messaggio -Deglutii ancora per riuscire a parlare con
una voce decente-... di Johnny.»
« Oddio... E che dice?»
« Non lo so, non ho il coraggio di aprirlo.» La
guardai e le tesi
la mano col cellulare per farlo leggere a lei.
Lo prese e io iniziai a fare scommesse con Goffarda su
quando mi sarebbe venuto un infarto. E quanto grave sarebbe stato.
La vidi leggere attenta il messaggio per due
volte, poi sorrise leggermente
« Allora?!» Lei mi guardò e sorrise
ancora
« Non è tanto male... dice: "Da stasera
inizierò di
nuovo a lavorare, e i bambini hanno ancora bisogno di sorveglianza.
Se volete potete venire voi, ma se stasera non vi presentate
chiamerò un'altra babysitter"» Staccò
gli occhi dal cellulare
e mi fece un altro sorriso a trentadue denti
« Che hai da sorridere tanto?! E' stato freddissimo e non ha
neanche salutato...»
« Ma non capisci? Freddo o no ti ha avvisato... e non ha
mandato il
messaggio a me o a tutte e due, l'ha mandato a te! Santo cielo Lex
leggi tra le righe no?» Mi si
illuminarono gli occhi e sorridemmo tutte e due speranzose
« Dobbiamo andare! Così vedi anche Orlando
e...»
« E cosa? Non cambierebbe proprio niente. Certo Orlando l'ha
sicuramente presa meglio di Johnny: ha detto che mi capisce e che
comunque vada non cambierà il nostro rapporto... esclusa
possibile
relazione ovviamente.»
« Il contrario di Johnny insomma...» Mi rattristii
per un secondo
ma cacciai subito quel giorno al campo dalla mente e sorrisi di nuovo
« Beh, che ci facciamo ancora qui? Dobbiamo tenere dei
bambini o sbaglio?»
Megan mi sorrise e andammo a pagare il conto. Prendemmo un taxi per
tornare all'hotel a mettere tutte le buste dei vari negozi, prepararci
e
infine andare agli Studios.
Era una strana sensazione trovarci di nuovo davanti a quel cancello,
anche se erano passati solo pochi giorni.
Tirammo un sospiro ed
entrammo venendo subito investite dalle urla della gente che correva
impazzita
qua e la per far si che tutto fosse pronto per le riprese. Fermammo un
cameraman a caso per chiedere notizie di Johnny e ci disse che
sicuramente era ancora nel
suo camerino perché le riprese sarebbero iniziate solo fra
mezz'ora.
Ero
molto tentata ad andarmene ma Meg mi trascinò al camerino
quasi
di peso.
La porta era aperta ma bussammo ugualmente
« Avanti» Johnny ci invitò ad entrare ma
noi facemmo solo un passo avanti per farci vedere
« Oh... siete voi.» Rimase immobile, in piedi
vicino allo
specchio stupito di vederci veramente li. Aveva una camicia bianca
aperta sul torace e un paio di pantaloni marroni, era
già vestito da Jack Sparrow ma senza trucco e parrucco.
Era tremendamente bello.
E io ero tremendamente paralizzata.
Cercai di fare un altro passo in avanti ma il pavimento sembrava
cosparso di colla, quindi il risultato fu che ondeggiai per
qualche secondo prima di ritrovare il mio baricentro. I nostri sguardi
si incrociarono e forse gli sorrisi, non ne sono sicura, fatto sta che
lui mi guardò per un istante ma subito dopo rivolse lo
sguardo a terra e poi dai bimbi dietro di lui
« Bambini guardate chi c'è...» Gli
parlò dolcemente
e loro ci corsero incontro abbracciandoci, per quanto Jack riesca ad
abbracciare una persona ovvio.
« Alle nove finisco e li vengo a riprendere.» Disse
distaccato
sfogliando un po' di fogli che aveva in mano, proprio come si fa con un
perfetto estraneo. Megan annuì ed uscì seguita
dai
bambini mentre io riuscii finalmente a fare il famoso passo avanti
entrando ufficialmente dentro, lui mi guardò e
aggrottò la fronte
« Dovrei parlarti...» Dissi infine con il cuore in
gola che mi impediva di avere una voce accettabile
« Io non credo -rise piano mentre scuotendo la testa poggiava
i fogli che aveva in mano- . Che
vorresti dirmi? Ah aspetta, fammi indovinare -finse di pensarci un po'
su e mi sentii presa in giro, poi si riconcentrò su di me-
vorresti dirmi che ti dispiace? Che dovrei provare a capirti forse, no?
Beh Lex per quanto io ci provi, no, non riesco a capirti. E
sinceramente che ti dispiaccia o meno non mi importa. Hai avuto quello
che volevi, che altro vuoi adesso?»
Non riuscivo a credere alle
parole che uscivano dalla sua bocca e la rabbia con cui le aveva dette
mi spiazzava ancora di più.
« Non volevo dirti niente di tutto questo. Ma ora che so che
non ti importa nulla, non ho più nulla da dirti.»
Credo abbiate capito che sono un po' troppo fragile emotivamente e
scoppio subito in lacrime, infatti fu quello che successe.
Dopo essere
uscita dal suo camerino chiusi la porta e mi ci appoggiai un secondo,
chiudendo gli occhi per cercare di sbollire la rabbia ma quelle
emozioni si trasformarono subito in acqua pronta a sgorgare tra le
ciglia.
Trattieniti Lex, santo
cielo!
Aprii gli occhi ancora pieni
di lacrime e cercai di farle tornare da dove erano venute per andare da
Megan e dai bambini.
Come al solito giocammo con loro per qualche oretta prima che si
stancassero e che Jack chiedesse di vedere il padre, facendomi
sbiancare.
« Se vuoi li porto io...» Esclamò la mia
amica notando che fissavo il piccoletto a bocca aperta
« No. Che figura ci farei? Ci andiamo insieme, come abbiamo
sempre
fatto.» Mi sorpresi di tutto il coraggio e la forza di
volontà che mi saltarono addosso in quel momento e
ovviamente li
sfruttai.
Quando entrammo Johnny era nel bel mezzo di un discorso con quella che
mi sembrò Keira Knightley.
Strano, non sapevo facesse parte del film anche lei.
Appena finirono di parlare rivolse lo sguardo verso di noi e mentre io
finsi di sorridere lui ricambiò con un sorriso a trentadue
denti, di quelli che solo lui è capace di fare. Si
avvicinò a noi assieme a Keira che si presentò
cordialmente mentre lui scambiava due parole con i bambini
« E' tutto a posto?» Domandò alla fine
senza un destinatario preciso
« Certo» Megan gli sorrise e mentre lui ricambiava
spostò
lo sguardo sornione verso di me ancora con il sorriso sulle labbra, che
si spense poi proprio mentre cercavo di parlare. Fissò il
pavimento per un po' e poi distrattamente si allontanò da
noi
senza neanche badare a Keira, che rimase li a farci spallucce mentre
io mi lasciavo sfuggire un sospiro irritato.
Lo imitai e girai i tacchi andando spedita verso l'uscita, andai a
sedermi sugli scalini della porta di sicurezza dove Brigitte Harris ci
aveva scoperto il primo giorno, quando scavalcammo il cancello. Mi
sembrava passata un'eternità da allora... e non avevamo
più visto Brigitte da nessuna parte.
Iniziai a pensare che ci avesse rimesso il posto sul serio per colpa
nostra!
Proprio in quel momento la porta si aprì e io mi confermai
che
quella porta non era affatto per la sicurezza visto che si usava tanto
spesso.
Ne uscì fuori un pirata con tanto di sigaretta e accendino
in mano che rimase sorpreso di vedermi per una seconda volta
« Non sapevo fossi qui, non ti voglio
disturbare...» Fece per girarsi e tornare dentro
« Non mi disturbi!» Dissi velocemente per non farlo
fuggire via,
lui si girò appena e si appoggiò alla ringhiera
grigia
vicino alle scale.
Tirò un sospiro prima di accendere la sigaretta e io mi
scervellavo per trovare qualcosa da dire
« Sei in pausa?» Mi maledii da sola. Ma che domanda
era?! Ovvio che fosse in pausa se no non sarebbe uscito!
« Si.» Fece un tiro di sigaretta mentre fissava il
nulla davanti a lui.
Iniziai a mordermi il labbro in preda al panico, c'era una tensione e
un silenzio che manco dentro un cimitero l'avreste trovati!
Mi ripetei più volte che ero grande abbastanza per poter
stare a
neanche un metro da lui in assoluta tranquillità, ma a
quanto
pare lui non era dello stesso parere: lo sentii
buttare la sigaretta a terra e afferrare la maniglia della porta,
aprendola
« Johnny -lui si bloccò sul posto ma senza girarsi
verso di
me- davvero, dovrei parlarti...» Lo vidi passarsi una mano
sul viso
e scuotere la testa
« Non sono sicuro di volerti ascoltare stavolta.»
Senza neanche
girarsi mi chiuse la porta in faccia e il mio stomaco si
annodò
con l'intestino.
Credo di essere rimasta a fissare quella porta chiusa per
un'eternità.
Le successive ore passarono lente come se fossero anni e ogni tanto,
quando mi era possibile vederlo, gli lanciavo qualche occhiata che lui
ricambiò solo una o due volte. L'ultima fu quella che mi
colpì di più, forse perché non si
aspettava che lo
vedessi: stavo ridendo per una delle battute di Megan e senza volerlo
mi girai dalla sua parte non sapendo che si trovasse a pochi
metri da me, mi guardò con una tristezza immensa negli occhi
e
io subito smisi di ridere fissandolo a mia volta, solo dopo qualche
secondo si accorse che ci stavamo guardando reciprocamente allora
sembrò scendere dalle nuvole girandosi a parlare con
qualcuno
dello staff. Io rimasi a guardarlo ancora un po' e quando mi
tirò un'occhiata con la coda dell'occhio smisi, riprendendo
a
fare battute con la mia amica.
Erano le nove e mezza e di Johnny neanche l'ombra.
Stavamo sedute sul muretto vicino al cancello e io stavo sistemando il
cerchietto nei lunghi capelli di Lily quando la vidi guardare verso
l'edificio e sorridere, stava arrivando.
« Scusate il ritardo, ci hanno messo più del
solito a
struccarmi e poi Keira mi ha trattenuto...» Lasciò
cadere la
frase mentre si frizionava i capelli e prendeva Lily sotto braccio
« Non ti preoccupare» Risposi sorridendo normalmente
« Si non c'è problema -continuò Megan-,
beh ora
torniamo in hotel, ci vediamo domani!» Mentre tutti annuivamo
nessuno poteva immaginarsi che la piccola Lily stesse tramando alle
nostre spalle
« Andiamo insieme!» Ci girammo tutti e tre a
guardarla con gli occhi sbarrati.
« Che ho detto?!» Allargò le braccia
aspettandosi una
risposta che non sapevamo darle, ci limitammo a farfugliare con un tono
sarcastico
« No no niente...» Iniziò Megan
« Già, non c'è nessun
problema...» Continuò Johnny
« E perché dovrebbe esserci?» Dissi
più a Johnny che a Lily anche se guardavo lei
« Assolutamente nessun problema!»
« Non c'è niente di male a fare la strada
insieme.»
« Giusto!»
« Andiamo...» Megan finì quella
conversazione anormale
schiacciandosi una mano sulla fronte e iniziando a camminare con Lily
per la mano,
io ero accanto a lei e Johnny poco più avanti con Jack
ma la mia amica ebbe la fantastica idea di mollarmi per andare
da
Johnny a chiedere informazioni sul film, quindi rimasi qualche metro
dietro di loro assieme alla traditrice bionda che mi aveva ficcato in
quel pasticcio.
Ero molto tentata a mandarla a giocare sui binari di un treno.
Assieme a Megan, che vedevo ridere e scherzare con l'uomo che mi
tormentava.
« Lex, ti devo chiedere un favore!» La traditrice
numero due mi fece segno di avvicinarmi
« Che c'è?»
« Sai che domani Johnny deve girare una scena a petto
nudo?» Mi prende per il culo?
Rimasi un po' scioccata per la leggerezza con cui mi aveva dato
quell'informazione davanti a Johnny.
« Mmm no non lo sapevo, ma io che c'entro?»
Togliamoci l'immagine di Johnny a petto nudo dalla mente e andiamo al
sodo.
« C'entri. Sai che Joh deve apparire sempre al meglio,
cioè
non è che ne abbia così bisogno... lui appare
già
bene di suo...» Mi scioccava sempre di più quel
discorso,
Johnny invece se la rideva. Mi piazzai davanti a lei con
le braccia incrociate e il sopracciglio alzato impedendole di andare
avanti
«
Megan. Sputa il rospo.»
« Il fatto è che i punti risulterebbero anti
estetici...»
Solo a me fa strano sentire Johnny dire "anti estetici"?
Vabbé.
« Che c'entrano i punti?!» Domandai rivolta verso
di lui
« Ecco il favore che ti devo ehm che ti dobbiamo
chiedere sarebbe quello di togliergli i punti. Insomma tu lo sai fare e
poi la ferita ormai è quasi guarita... La cicatrice si
può coprire ma i punti no.» Megan mi guardava tra
il
malizioso e il supplichevole
« Non se ne parla!» Li guardai entrambi storto e
cominciai a camminare di nuovo
« Cosa? Perché?» Meg mi
inseguì seguita a sua volta dal trio Depp
« Perché? Perché?! Perché,
uno: la ferita è quasi
guarita, non è guarita. E non voglio certo che si prenda
un'infezione per un motivo stupido come l'anti esteticità, e
due: tu
-mi voltai verso
Johnny- non sei nella posizione adatta per chiedermi favori.»
Li
lasciai tutti e quattro a bocca aperta e per la seconda volta cercai di
recarmi all'hotel..
« Ok facciamo così, tu mi togli i punti e io ti
ascolto.» Mi girai per l'ennesima volta sbuffando
« Pensi di potermi comprare così?»
« Non ti sto comprando... è uno scambio di
favori!»
« Scambio di- Ah... adesso se mi ascolti mi fai un
favore?!»
Prima mi ignora, poi mi chiede un favore e dopo è anche
convinto
di potermene fare uno ascoltandomi? Sarà anche Johnny Depp,
sarà anche l'uomo che amo -perché alla fine
è
così, inutile negarlo- però mi stava facendo
salire i nervi.
« No non volevo dire quello, insomma...»
« Aaah, e va bene! Ma te li rimetto subito dopo le
riprese!»
Suvvia, come si fa a dire di no a Johnny quando fa la faccia da
cucciolo indifeso? Capitemi.
Mi sorrise felice e io mi maledii per aver accettato. Riprendemmo a
camminare e finalmente arrivammo all'hotel, salutammo Johnny e i
bambini come sempre e sentii di essermi tolta un peso, non avevo
più l'ansia e non ero entrata in panico quando l'avevo
dovuto
salutare, niente più problemi ne complessi sul come
salutarlo o
con che tono di voce: un semplice "Ciao, ci vediamo dopo." e non ero in
panico neanche per quello, mi sembrava quasi normale il rivederlo dopo
cena. Forse stavo impazzendo.
Arrivate nella nostra camera ci buttammo sul letto esauste, non eravamo
più abituate a badare a quei due bimbi. Ci rialzammo
però
subito dopo ricordandoci che dovevamo scendere a cenare, poi io sarei
andata da Johnny e Megan avrebbe portato i bambini a prendere un gelato
così, testuali parole, ce li toglieva di mezzo per un po'.
Cenammo velocemente, o meglio, Megan mi fece cenare velocemente.
Mi sembrava fin troppo strano che non fossi in ansia neanche mentre
l'ascensore mi portava verso il suo piano, o mentre i miei piedi
attraversavano il corridoio che mi avrebbe portata alla sua camera.
Bussai e solo in quel momento, in quell'attimo, in cui le mie nocche
lasciarono la sua porta per la seconda volta e lui veniva ad aprire,
smisi di respirare involontariamente e sentivo i battiti accellerare
mentre il mio stomaco si attorcigliava tra se.
Forse non avevo realizzato bene quello che stavo facendo
finché non mi ci sono ritrovata davanti.
« Hey, sei già qui!» Johnny
aprì tranquillo la
porta e mi mostrò un sorriso sincero ma io ero tutt'altro
che
tranquilla
« G-già.» Balbettai osservandolo in ogni
minimo dettaglio,
notai subito che era già senza maglietta e portava solo un
paio
di jeans chiari.
Voleva farmi morire, lo so.
Si spostò permettendomi di entrare e io avanzai piano mentre
mi torturavo le mani e fissavo il pavimento.
« Megan?» Mi chiese mentre chiudeva la porta
« Oh, ehm... sta per arrivare.» Dissi mentre mi
sedevo sul divano e avevo un flashback di quando avevamo dormito li.
Di punto in bianco da una delle camere saltò fuori Lily che
mi
venne incontro tutta felice per salutarmi, la feci sedere sulle mie
ginocchia e le spiegavo che Meg sarebbe arrivata a momenti, sentivo lo
sguardo di Johnny addosso e le mani iniziarono a sudarmi mentre lo
stomaco era sempre più in subbuglio.
A darmi un attimo di tregua ci pensò la mia amica che
bussò proprio in quel momento alla porta così che
Johnny
distolse lo sguardo per aprire.
« Heeey, chi viene a prendersi un gelato con me?»
Megan
entrò spalancando le braccia per permettere alla piccola di
abbracciarla
« Ma Jack che fine ha fatto?» Chiesi ricordandomi
di non averlo ancora visto
« Sta guardando i cartoni alla televisione...» Rise
Johnny compiaciuto mentre Megan lo chiamava fingendo di cercarlo.
Alla fine, siccome Jack non ne voleva sapere di farsi vedere Meg lo
andò a prendere di peso cercando di barattare la fine del
cartone perduta con un gelato...
« Voi non venite?» Mi chiese Lily prendendomi la
mano
« No no... Tuo padre e Lex devono fare tante cose, provare
delle
parti per il film, cose molto noiose... per questo noi usciamo, almeno
si annoiano solo loro!» Megan farfugliò qualche
scusa che
ovviamente se non si avevano due e cinque anni sarebbe stata
palesemente falsa, ma Lily mi stupì
« Ci vediamo dopo!» Disse guardandomi negli occhi
mentre
sorrideva maliziosa. Era come se avesse capito tutto, quasi la temevo
quella bambina.
I tre uscirono e io e Johnny rimanemmo -finalmente(?)- da soli.
« Allora, chi inizia?» Mi domandò
distraendomi dalla texture delle mattonelle
« Eh? -battei velocemente le palpebre cercando di far mente
locale- Chi inizia a fare cosa?»
« Mi togli prima i punti oppure ti ascolto?» Quindi
diceva seriamente sull'ascoltarmi... Oddio e adesso?!
« La prima! Prima i punti. Vado a lavarmi le mani!»
Mi alzai di
scatto e andai verso il piccolo corridoio dove c'erano tutte le camere.
Ma io non sapevo neanche dov'era il bagno! Fui costretta a tornare
indietro e sporgere la testa da una parete
« L'ultima porta davanti a te» Mi precedette lui
dandomi
già la risposta, così andai e chiusi la porta
alle mie
spalle ritrovandomi davanti ad un bagno grande quasi quando la mia
camera.
Dovevo prendere tempo, assolutamente. Ora che avevo l'occasione non
sapevo più che dirgli, e poi non era la situazione adatta!
Che cavolo.
Non potevo mica dirgli "Passami il disinfettant-ah dimenticavo: ti
amo." no, no, NO. Mi lavai le mani per bene e restai qualche altro
secondo in bagno a fissarmi allo specchio.
Presi dalla tasca un paio di forbici minuscole, delle pinzette e uscii
pronta a fare il mio "lavoro"
« Iniziamo?» Gli sorrisi mostrandogli le forbici
« Scucimi!»
« Pizzica!»
« E' normale, non li avresti dovuti togliere!»
Replicai incrociando le braccia al petto
« Ma domani me li rimetti...»
« Non fare quella faccia da angelo. E se ti si apre la ferita
stanotte?!»
« Verrò da te a chiedere aiuto!» Mi
sorrise sapendo che se
fosse successo davvero non gli avrei certo sbattuto la porta in faccia,
come invece sarebbe stato giusto. Sbuffai dal naso e pregai in aramaico
che Megan tornasse presto
« Dai che vuoi dirmi Lex?» Sussultai appena, quasi
mi ero dimenticata che si aspettava che dicessi qualcosa.
« Come mai ora sei così sicuro di volermi ascoltare?»
Calcai le ultime parole con lo stesso tono che aveva usato lui qualche
ora prima mentre cercavo di far passare più tempo possibile.
« Credo di esserlo sempre stato, è che cercavo di
convincermi del contrario...»
« Ah.» Volevo andarmene, volevo fuggire via subito.
« Allora?»
Tock. Tock.
Dio ti ringrazio!
« Dev'essere Megan. Vado ad aprire!» Mi alzai
ancora di scatto
lasciandolo seduto e aprii la porta, era davvero lei con i bambini.
Ci fece segno di far silenzio mentre ci mostrava che teneva in braccio
Jack e che stava dormendo, Johnny lo prese e lo portò nel
suo
letto.
« Andiamo via.» Sussurrai alla mia amica poco prima
che Joh tornasse
« Beh, anche Lily è stanca -la indicò
mentre
sbadigliava- forse è meglio che noi andiamo...»
Incalzò lei appena lo vide cogliendo in pieno la mia
richiesta
di aiuto
« Già.» Conclusi mentre lui mi tirava
un'occhiataccia
« E va bene... Ci vediamo domani ragazze» Si arrese
e ci
salutò ringraziandomi per averlo aiutato con i punti, io
invece
appena chiuse la porta tirai un sospiro di sollievo.
« Avanti, sputa il rospo!» Megan mi
puntò un dito contro
decisa a voler sapere perché tutto d'un tratto son voluta
fuggire via.
Mi misi meglio sul divando, incrociando le gambe e girandomi verso di
lei
« Voleva che parlassi...» Iniziai
« Di cosa?» Già. Lei non sapeva nulla,
credo... Non so
perché in quei tre giorni, o al centro commerciale, o mentre
si
parlava semplicemente non le avevo mai accennato quel piccolo
particolare. Forse perché cercavo in tutti modi di
dimenticarlo
io stessa...
« Beh... Sai quando siamo tornati da Palm Spings...? - lei
alzò un sopracciglio ed emettè un "Mmm" che mi
incitava a
continuare- E' che quella notte, nonostante l'avessi appena liquidato,
mi sono resa conto di...» Lasciai cadere la frase mordendomi
il
labbro inferiore per paura di dire quello che provavo realmente a voce
alta
« Amarlo?!» Commentò lei seria. Sgranai
gli occhi sorpresa
« Come lo sai?»
« MAPPERFAVORE! Si vede lontano un miglio Lex!»
Rispose come se
fosse la cosa più ovvia al mondo, mi buttai con la schiena
sul
braccio del divano e mandai all'indietro la testa
« Oh perfetto!» Commentai sarcastica.
Se Megan se n'era accorta, allora chi altro lo sapeva? Orlando? Keira
che "conoscevo" da appena una sera? Come minimo anche Brigitte Harrys
ne era al corrente... E Johnny? Lui lo sapeva?
In preda a questi pensieri -giustamente- paranoici mi alzai di scatto
dal divano
« Io vado a letto!» Dissi improvvisamente alla mia
amica
dileguandomi, come se andare a letto mi tenesse lontana dai pensieri...
era come cercare un po' di caldo al Polo Sud.
Ma tant'è che ero già in camera e il cuscino mi
chiamava. Mi addormentai abbastanza presto dopotutto.
Bene, a tutte quelle a
cui avevo promesso che questo capitolo sarebbe stato meglio del
precedente chiedo umilmente scusa.
E' che ho in mente una scena precisa, che diventerà
un'intero
capitolo (che come si potrà capire non è questo.)
e prima
di poter arrivare a scriverlo devo far passare un po' di tempo...
Cercate di capirmi please!
Dai via con i commenti: che ne pensate? *Ma secondo te che possono
pensare, fa schifo!* (Modalità Goffarda: On)
Davvero scusatemi per questo capitolo, e per il prossimo anche... ma
l'ottavo segnerà la svolta. Giuro! E' già il mio
capitolo
preferito!
Ora mi dileguo e vado a scrivere l'ultimo capitolo della saga "I
peggiori capitoli della storia" xD
Mi aspetto un sacco di recensioni con su scritto "Ritirati, fai pena."
e me lo merito, lo so...
Ps. Grazie a tutte quelle che mi seguono e che leggono e recensiscono,
davvero! Grazie!
Se volete leggere anche qualcos'altro ho una piccola
pubblicità
da fare (perché a quanto pare sono l'unica deficiente che
ancora
non l'ha fatta eh xD)
In poche parole faccio parte di uno splendido gruppo con delle ragazze
su Facebook e ci è saltato in mente di scrivere una fic su
Johnny a ben venti mani! EGGIA'! A scrivere siamo in dieci e ognuna di
noi fa un capitolo, la storia a parer mio è fantastica
quindi se
vi ho incuriosito almeno un po' passate a dare un'occhiata qui.
Con questo è tutto.
Un bacione, June.
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Capitolo 7 *** Ciak: Goodbye. ***
Sognando 7
« Johnny...
No...»
« Ma che Johnny e Johnny SVEGLIATI LEX!»
« CHE?» La cuscinata che ricevetti in faccia da
parte di Megan mi
confermò che stavo dormendo e spalancai gli occhi alzandomi
di
scatto.
Mi guardai intorno smarrita cercando di ricordare cosa avessi sognato
mentre la mia amica se la rideva prendendomi per il culo
« "Johnny no" hahahah»
« Johnny?!» Avevo sognato Johnny? Avevo
sognato Johnny
e me l'ero anche dimenticata?!
« Da quando
parli nel sonno?» Mi chiese sedendosi accanto a me come se
fosse la mia strizzacervelli di fiducia
« Ma che ne so io... Piuttosto, che ho detto?» Il
ruolo si stava
piano piano invertendo, quasi ero pronta a prendere appunti
« Non si capiva niente...» Il paziente si rifiuta
di collaborare... richiedo provvedimenti.
Sbuffando dal naso spostai le coperte e mi
diressi in bagno, come sempre rimasi cinque minuti davanti allo
specchio in catalessi e poi presi a prepararmi ricordandomi che mi
aspettava la penultima giornata di babysitting, poi saremo dovute
tornare in Italia. Già.
Scendemmo nella sala dell'hotel per fare colazione e tra un muffin e
l'altro io mi interrogavo ancora sul sogno che avevo fatto, ovviamente
senza nessun risultato.
« E' il nostro penultimo giorno di lavoro oggi.» Mi
fece notare Megan
« Lo so...» Risposi con un tono curioso di sapere
dove voleva arrivare
« E pensi di dirglielo? Sei ancora in tempo sai...»
Incrociò le mani sul tavolo, si riferiva a Johnny.
« Non sono mai stata in tempo Meg, tanto meno
adesso.» Dissi fredda
« Certo che lo sei, proprio adesso. Proprio oggi. Non hai
più nulla da perdere, capisci?»
« Perderei tutto invece. Come puoi non capirlo tu?»
Ci guardammo per
qualche secondo ma senza concludere niente, nessuna di noi due voleva
accettare l'idea dell'altra.
« E' tardi. Meglio iniziare ad andare...» Dissi
infine
distogliendo gli occhi da quelli di Megan e prendendo la borsetta per
alzarmi.
Appena raggiungemmo il cancello degli studios notammo che i bambini
erano già nel giardino a giocare con Orlando, la cosa mi
sembrò strana.
Salutammo OB e i bambini e mentre i due assalirono Megan io chiesi
all'attore che fine aveva fatto Johnny, mi sentivo una stalker, ma non
potei
fare a meno di chiederglielo.
« Sta già lavorando, oggi ha iniziato prestissimo
e non
essendo molto di buon umore ha deciso di buttarsi sul
lavoro...»
« Oh.»
« Ho dovuto tenere io i bimbi per questo, almeno fino al
vostro arrivo.»
« Ehm si, grazie, dai ora ci siamo noi... puoi tornare a fare
il
pirata» Lo congedai in fretta e dopo uno scambio di sorrisi
andò.
Stava per iniziare una delle solite giornate coi biondini.
« Lexi, mi
trucchi?»
All'ennesima richiesta di Lily, non potei fare a meno di accontentarla.
Guardai con la coda dell'occhio Jack che se ne stava buono in un angolo
a giocare con delle macchinine e mandai Meg a prendere qualcosa dalla
sala trucco per la bambina. Nel frattempo, presi un paio di codini e
iniziai ad acconciarle i capelli. Sembrava che quello fosse il suo
gioco preferito. Una Vip già a quell'età. Ma
d'altronde,
con un padre del genere...
No, BASTA, perché devo pensare sempre a Johnny?
« Ahia, così mi fai male.» Oh, cavolo.
Senza accorgermene
avevo tirato un po' troppo i capelli della povera Lily. Borbottai delle
scuse e tornai a intrecciarle i capelli.
« Ecco. Questo è quello che ho potuto razziare dal
beauty
case di Jordan.» Meg tornò con un paio di
ombretti, un
rossetto e un campioncino di blush rosa. Quando mi alzai per andarle
incontro un brivido freddo mi percorse la schiena.
« Dov'è Jack?»
Alzai gli occhi al cielo e mi misi in cerca del biondino. Ma non stava
un attimo fermo... che diamine! Andai verso i camerini, pensando che
magari stava cercando il padre.
Come
qualcuno di mia conoscenza...
Taci tu.
Un urlo femminile attirò la mia attenzione. Proveniva da uno
dei camerini in fondo.
« Nooo, fermooo!!»
Mi avvicinai e mi accorsi che la voce veniva dal camerino di Keira
Knightley, che avevo conosciuto qualche giorno prima ma non ci avevo
mai parlato.
Entrai senza bussare e scoppiai a ridere. Keira era in piedi cercando
di abbottonarsi il vestito di scena e Jack gironzolava per il camerino
con la sua parrucca riccioluta in testa.
« Oh mio Dio! Jack vieni qui dai!» Lo chiamai e lui
sgambettò verso di me tutto sorridente. Gli tolsi la
parrucca e
la diedi a Keira, che mi sorrise grata.
« Non ci so fare molto coi bambini.» Disse, e mi
sembrò quasi timida.
Feci spallucce. « Tranquilla. Nemmeno io.»
Scoppiammo a ridere.
« Ti dispiacerebbe darmi una mano? Sto per slogarmi un
braccio.»
Indicò i bottoni del vestito e io mi alzai per aiutarla.
Vidi che respirava a fatica e feci una smorfia. « Non
è troppo stretto?»
Lei annuì. « Un po'. Ma deve schiacciarmi quel po'
di tette
che ho, purtroppo. E poi mi aiuta nella scena. Poi vedrai... venite con
noi ad assistere alle riprese? Ci siamo solo io e il commodoro
Norrington!» Non so perché specificò
quel particolare,
ma annuii lo stesso e andai a chiamare Megan. Poi ci dirigemmo sul set
con Keira.
Tra vari ciak e papere varie, finalmente
arrivò l'ora di pranzo che speravo di passare assieme a
Johnny, i
bambini e Megan, ma invece no.
Mi ritrovai di nuovo da sola visto che Johnny aveva degli impegni
urgenti da risolvere e prese i bimbi con lui -dicendomi che ci saremo
comunque visti per la storia dei punti più tardi- e Megan fu
"rapita" da Orlando. Anche se non potevano stare insieme come coppia
quei due passavano lo stesso ogni minuto libero a ridere e scherzare e
questo mi faceva davvero felice, infatti quando Orlando mi chiese se mi
dispiaceva rimanere da sola nella pausa pranzo risposi prontamente che
non c'era nessun problema, poteva tenersi Megan quanto voleva.
Non avevo fame e quindi mi limitai a prendere il quinto
caffè
della giornata e tornai alle scale della porta di sicurezza per avere
un po' di pace, nella pausa pranzo chi mai sarebbe uscito da li?
Ma
siccome non ne azzecco mai una, proprio finito quel pensiero, la porta
come suo solito si aprì.
« Disturbo?» Keira mise la testa di fuori e mi
guardava sorridendo
« No no, ma magari sei venuta qui per stare da sola quindi
forse disturbo io...» Ammisi accennando ad alzarmi
« No, in realtà ti cercavo!»
Uscì ufficialmente fuori e chiuse la porta alle sue spalle
senza girarsi
« Mi cercavi? Perché?» Lei fece una
faccia dolce e si mise a sedere sullo scalino affianco a me
« Sapevo che eri sola, quindi volevo farti un po' di
compagnia...»
« Wow... Keira Knightley vuole farmi compagnia!»
Dissi ridendo al pensiero che una come lei si interessasse a una come
me.
Lei si unì alla risata un po' imbarazzata « Che
c'è di male?» Rispose facendo spallucce.
Iniziammo a parlare del più e del meno e ad un certo punto
le posi la domanda che mi facevo da ieri
« Ma come mai non ti ho mai vista sul set?»
« Perché ci ho messo piede solo ieri in
realtà, ho
avuto degli impegni e anche se io nel film appaio da subito le scene
non si girano mai in ordine»
« Capisco...» Annuii
« Ehm senti, ora che ci conosciamo un po' meglio voglio
svelarti il
vero motivo per cui sono venuta da te» La guardai curiosa e
la
invitai a parlare
« Volevo chiederti: Che c'è fra te e
Johnny?» Persi un
paio di battiti a quella domanda e mi chiedevo perché
volesse
saperlo
« Niente.» Risposi distaccata smettendo di guardarla
« Allora... Che
c'è stato fra te e Johnny...?» Si
corresse
« Perché vuoi saperlo?» Ripresi a guardarla un po'
cupa
.
Anche io sinceramente cercavo una
risposta a quella domanda. Cosa c'era stato fra me e lui? Si poteva
definire?
« Perché vi vedo. Le occhiate che vi lanciate, lui
che ti
guarda mentre tu non lo noti e tu che fai la stessa identica cosa, sono
qui solo da un giorno ma è palese che c'è stato
qualcosa prima... e non so, lo vedo spento, distratto il più
delle volte. Non ho mai lavorato con lui prima, ma da quello che dicono
non è così di solito quindi vorrei aiutarlo,
anche
perché se sbaglia un'altra scena il regista lo
decapita.»
Rise per sdrammatizzare
« Quindi è per questo che non ha preso nessuna
pausa
oggi...» Riflettei a voce alta tra me e me, la vidi annuire e
dopo
quello che aveva detto mi accorsi che era davvero troppo visibile, che eravamo
troppo visibili. Le spiegai per sommi capi cosa era successo e lei mi
ascoltò annuendo di tanto in tanto, quando arrivai quasi
alla
fine mi bloccai: non volevo dirle che lo amavo. Non la conoscevo
così bene e poi conoscendo me invece sarei scoppiata a
piangere ripensando a quello
che avevo perso.
« Non c'è modo di rimediare?» Chiese lei
con espressione triste
« Parto dopodomani, quindi no.» Sospirò
e si nascose
dietro ad una smorfia quando una campanella suonò in segno
della
fine della pausa.
Si alzò e si pulì i jeans scuri per rientrare
dentro
« Io sto dalla tua parte Lexi!» Disse sorridendo
prima di chiudere la porta.
Ma che vuol dire? Boh.
Poco dopo tornò anche Megan, seguita da Johnny che ci diede
i
bambini frettolosamente, scusandosi: era in ritardo. Il pomeriggio
passò esattamente come la mattina, rimisi i punti a Johnny
grazie ad un kit di pronto soccorso che c'era in uno dei camerini e poi
non lo rividi fino alla sera quando gli riconsegnammo la prole.
Una giornata piuttosto noiosa si stava concludendo nella sala
dell'hotel dove eravamo andate per cenare, e neanche li Johnny si
vedeva...
Sarà stato stanco dopo una giornata di lavoro senza
tregua e -da quello che mi aveva detto Keira- quasi sempre sulla stessa
scena. La ragazza mi aveva fatto intendere in qualche modo che ero io
il motivo per cui era tanto turbato, mi dispiaceva e non poco, ma
sarebbe stato meglio fra un giorno senza me fra i piedi. Era l'unica
cosa che in un certo senso mi consolava.
Ed eccolo lì, il fatidico e tanto odiato ultimo giorno a LA.
Ero disperata.
Quelle settimane erano volate e non riuscivo a credere che fra qualche
ora sarei stata su un aereo diretto in Italia e che non avrei mai
più visto Johnny neanche per sbaglio, ne avrei
più potuto
giocare con Lily e Jack. La mia vita sarebbe tornata quella di sempre e
quei giorni sarebbero diventati solo ricordi appannati nella mia mente.
Eravamo nel giardino degli Studios assieme ai due bambini che
giocavano: Lily stava facendo le bolle di sapone e Jack si divertiva a
farle scoppiare scatenando la furia della sorella, quella che poteva
sembrare una scena divertente e felice io la vedevo solo triste.
« A che pensi?» La voce di Megan mi distolse dallo
stato di trans in cui ero.
« Che vorrei morire piuttosto che tornare a casa.»
Risposi fredda
« Dai non esagerare... Abbiamo rivisto Los Angeles, era il
nostro
intento no?» Continuò con il vano tentativo di
tirarmi su di
morale.
« Già, immagina quanto me ne importi ora di Los
Angeles!
Questa doveva essere una vacanza ma a me sembra solo un incubo, delle
volte spero di svegliarmi ma non succede mai, e sai una cosa? Non
saremo mai dovute entrare qui dentro. Maledetta me e le mie idee del
cavolo!»
Modalità arrabbiarsi come Goffarda: On.
« Non dire così, anche se non è finita
proprio bene io
sono felice di aver scavalcato quel cancello. Abbiamo conosciuto due
attori favolosi e-»
« E io ho avuto la brillante idea di innamorarmi di uno di
loro! Ma
come si può essere tanto stupide?!»
« Non
è questione di stupidità o meno, Lex! Capita a
tutti, mica puoi prevederlo!»
« Certo che posso! Tu perché non stai
così male? Perché non ti sei
innamorata!»
« Ma chi te l'ha detto che io non sto male? E che ne sai che
non
sono innamorata? Di certo però non passo le giornate a
piangermi
addosso!»
« Che vorresti dire?!»
« Quello che ho detto! Devi smetterla di stare
così, devi
reagire! Io sorrido lo stesso, perché sono contenta di quel
che
c'è stato, anche se finirà da un momento
all'altro! Cerco
di reagire con maturità!»
« Stai dicendo che sono una pazza immatura? Una bambina
capricciosa?! Scusa tanto se è di Johnny Depp che stiamo
parlando, mica di un cretino qualunque! Col tuo modo dispotico di
affrontare le cose non sei neanche capace di provarle certe emozioni,
secondo me!»
« Cosa?! Ma ti senti quando parli? Stai sragionando, sei solo
arrabbiata e non pensi più lucidamente! Cerca di ascoltarmi
una
volta tanto, e-»
« Non voglio ascoltare più niente! Non mi capisci,
ok?! Posso
vivere senza una spalla su cui piangere, stai tranquilla!»
A quel punto Meg mi fissò con un'espressione piena di
collera. Afferrò con forza la
borsetta bianca che era vicino a lei e
camminò spedita verso l'uscita fino a sparire. Avevo
esagerato
lo sapevo, ma non ero riuscita a fermarmi, in più sapevo che
aveva ragione lei: ero arrabbiata con me stessa e me la stavo prendendo
con la persona sbagliata.
Avrei voluto urlare per i nervi ma siccome non potevo mi accontentai di
un caffè, presi Jack in braccio e Lily per mano ed entrai
dentro
l'edificio dirigendomi verso la macchinetta dove per mia sfortuna
incontrai sia Johnny che Orlando...
Oooook, dietrofront immediato.
« Ehi Lex, hai visto Megan?» Maledizione. Pensavo
di passare
inosservata e invece quell'occhio di falco di Orlando mi aveva vista lo
stesso. Mi venne incontro speranzoso.
« Ehm... è tornata in albergo. Non si sentiva
molto bene, penso che non tornerà oggi.»
Deluso all'ennesima potenza, Orlando annuì e
guardò i
bambini. « Se vuoi posso darti una mano con loro, non devo
girare
nient'altro oggi.» Disse, e mi venne voglia di abbracciarlo.
E di
piangere. Tanto.
Annuii e lo ringraziai. Johnny intanto rimase indietro, con
quell'espressione tormentata in volto. Faceva finta di guardare
qualcosa al cellulare. Sì, faceva proprio finta. Non sapeva
neanche come usarlo, un cellulare.
Perché non veniva da me a parlare? Perché?
« Dagli un po' di tempo... vedrai che le cose si
aggiusteranno.» Commentò OB seguendo il mio
sguardo.
« Scusa Orlando, ma non mi serve la rassicurazione di
turno.» Non
potei trattenermi. Mi morsi la lingua subito dopo aver parlato. Lui mi
rivolse un sorriso amaro. « Non è una
rassicurazione. E' un
auto convincimento anche per me. Non sei l'unica a stare in questa
situazione.» Disse, e se ne andò, facendomi
sentire
un'autentica merda.
Raggiunse Johnny e insieme si diressero verso i camerini.
Bene, di nuovo sola coi bambini.
« Che volete fare, bimbi?» Gli chiesi tentando di
essere il più
gentile possibile, ma nemmeno li lasciai rispondere poveri, li presi
come al solito -Jack in braccio e Lily per mano- e dopo aver recuperato
una rivista da leggere li portai fuori.
« Allora, ora voi giocate qui da bravi bambini e senza
allontanarvi e io
sto qui accanto a leggere, va bene?» Non avevo proprio voglia
di
giocare con loro: altro comportamento da immatura, lo so.
Mi
sedetti sotto il solito albero e iniziai ad entrare piano piano nelle
vite scombussolate di vari vip: chi si rasava a zero la testa, chi con
i baffi era orribile e chi aveva appena incontrato una nuova fiamma.
Ero talmente assorta da quelle stupidaggini che balzai letteralmente in
aria quando sentii delle urla, urla dei bambini, poi risate, poi ancora
urla.
Alzai lo sguardo già pronta al peggio ma li vidi proprio
davanti a me intenti, o almeno Lily, a giocare con un uomo. Mi
avvicinai a passo svelto
« Ma che diamine succede?!» Fulminai
quest'ultimo, che però si girò con un ghigno
giallastro e dei denti
marci che mi fecero rabbrividire
« Hector Barbossa ai suoi servizi Madame» Disse
mimando un inchino e togliendosi il cappello nero da pirata.
Solo allora la mia mente inutile iniziò a collegare qualche
neurone « OMMIODDIO. Ma lei è Geoffrey
Rush!»
« Ssshh! Non lo dica ai bambini, ci ho messo una vita a
convincerli che
sono il capitano di una nave dei pirati!» Scherzò
lui cambiando
accento, probabilmente era quello del suo personaggio.
Mi unii alla sua risata, quasi non lo riconoscevo conciato in quel modo.
« E di quale nave sareste il capitano, di grazia?»
Lo ammetto, stare in mezzo ai pirati contagia parecchio.
« Della Perla Nera dolce donzella»
« Credevo che quella fosse la nave di Joh-ehm Jack
Sparrow.»
« Hai assistito poco alle riprese vero? -mi
sussurrò all'orecchio- Perché
non venite dentro? Vi mostrerò che in realtà
quella nave è mia!»
Continuò con quello strano tono di voce. Povero Geoffrey,
non sapeva
che in realtà tutto quello che avevo visto delle riprese era
Johnny, il
resto mi importava poco. Tuttavia non potei rifiutare l'invito, sarebbe
stato scortese e non potevo certo dirgli che non volevo assolutamente
incontrare il suo rivale Sparrow.
Appena entrati dentro gli studios
vidi subito Johnny, cosa che avrei evitato, e anche lui a quanto mi
diceva lo sbuffo che aveva appena tirato dal naso notandomi. Merda.
Orlando
era seduto su una sedia che rideva assieme a Gore Verbinski, il
regista. Quest'ultimo appena vide Geoffrey impugnò il
megafono e urlò
che grazie a presenze divine ora si poteva iniziare a girare
«Manca
solo un dialogo forza, forza. Poi potete tutti tornare a fare le
persone per bene!» Li incitò.
Rush mi fece l'occhiolino e si avvicinò per girare.
« Capitan
Barbossa, sono qui per negoziare la cessazione delle
ostilità contro Port Royal.» Iniziò
Keira nei panni di Elisabeth
« Uh, quanti
altisonanti paroloni in una volta, noi non siamo che umili pirati...
Che cos'è che volete?» Continuò
Geoffrey facendomi ridere
« Che ve ne
andiate per mai più ritornare.»
« Non sono incline ad ottemperare alla vostra richiesta...
Vuol dire "no".»
« BUONA!»
Urlò Gore dal megafono « Benissimo, abbiamo
finito. Almeno per
oggi!» Rise alla fine, e tutti si dispersero per l'edificio
scomparendo.
Io e i bambini eravamo gli unici rimasti così decisi di
uscire e aspettare Johnny li. Una cosa che purtroppo mi toccava fare da
sola.
Vidi le luci degli studios spegnersi e nel mucchio di gente che usciva
lo vidi avanzare verso di noi, con espressione neutra.
Mi sforzai di sorridergli « Eccoli qua» Dissi
indicando i piccoli. Lui sorrise compiaciuto
« Ci vediamo do-» Si
bloccò all'istante realizzando
che in realtà no, non ci saremo visti domani, ne dopodomani,
ne
il giorno dopo ancora.
« Q-quando dovete partire?» Continuò
sbarrando gli occhi
« Stanotte... Alle ventitré.» Risposi
spostando lo sguardo dal suo viso verso il marciapiede.
« Oh.» Calò un tristissimo silenzio che
mi sembrò
durare anni, Johnny si era appoggiato al muro vicino al cancello e si
toccava di continuo i baffi
« Vi porto io all'aeroporto!» Disse all'improvviso
senza voler sentire discussioni
« Va bene... Ci vediamo dopo allora.» Acconsentii
« Si» Mi sorrise triste accarezzandomi il braccio
prima di andare via.
Nella strada verso l'hotel scrutavo ogni minimo particolare che mi
stava intorno, cercavo in ogni modo di mettere quelle immagini nella
mia mente per non scordarle più ma c'è da dire
che non le
vedevo molto bene, i miei occhi avevano come un velo davanti e
bruciavano ogni minuto di più.
Era come se me ne fossi già andata, e soffrivo
già di nostalgia.
Infilai la chiave nella serratura e aprii la porta della camera, sul
divano c'erano già le valigie aperte con qualche vestito
dentro.
Davanti a me Megan, che nonostante lo stupido litigio mi sorrise
guardandomi
amareggiata mentre si massaggiava il braccio con la mano.
« Ci siamo eh?» Affermò in un sospiro,
io mi limitai ad
annuire e ad avvisarla che ci avrebbe accompagnato l' Adone...
Finimmo di fare le valigie in un silenzio assordante, riempito dai
pensieri di entrambe che vagavano assieme a noi tra una stanza e
l'altra, il tempo passò velocemente e ad un tratto sentimmo
bussare alla porta, andai ad aprire e davanti a me c'era Johnny
appoggiato allo stipite
« E' già ora?» Chiesi scioccata e lui
annuì, mi spostai per
farlo entrare e andò subito a salutare Megan e prendere la
valigia che aveva in mano, facendo lo stesso con la mia per poi
riuscire e aspettarci nel corridoio tenendo l'ascensore fermo al nostro
piano.
Io e Megan guardammo in giro per tutte le stanze per vedere se
avevamo dimenticato qualcosa e quando fummo sicure afferrammo le nostre
borse e spegnemmo tutte le luci.
Consegnammo le chiavi della camera alla reception e ci dirigemmo in
silenzio verso l'uscita, Megan si illuminò notando che
dentro la
macchina di Joh c'era anche Orlando e corse da lui abbracciandolo
mentre noi mettevamo le valigie nel porta bagagli.
Il viaggio in macchina fu silenzioso come quello del ritorno da Palm
Springs ma il motivo del silenzio stavolta era un altro: nessuno sapeva
bene cosa dire, era come se ogni cosa fosse inutile in quel momento. Io
ero seduta davanti vicino a Johnny che guidava e ogni tanto gli tiravo
qualche occhiatina, mentre Megan e Orlando erano dietro ancora
abbracciati, tutti e due con gli sguardi persi nel vuoto.
L'aeroporto era deserto, c'erano solo altre due persone oltre a chi
lavorava li quindi passammo velocemente i controlli, gli addetti alla
sicurezza del check-in furono così amabili da far passare
Johnny
e Orlando con noi -dopo averli giustamente controllati- quando glielo
chiesero: volevano salutarci per bene e temevano che stando in un area
aperta a tutti non lo avrebbero potuto fare.
Eravamo arrivati in un corridoio a "U" con le pareti
completamente di vetro da cui si poteva vedere già l'aereo.
Ad un tratto Johnny mi mise una mano sulla schiena e mi spinse
dolcemente a qualche metro da Meg e Orlando
« Dovrai trovare un'altra babysitter temo...»
Esclamai non sapendo cosa dire.
Sorrise da un lato « Già... Magari una che non
tenti di
uccidermi...» Rispose sforzandosi sempre di più a
sorridere,
io avevo già le lacrime.
« Niente pianti ok?» Aggiunse poi carezzandomi la
guancia con due
dita. Io annuii e mi venne spontaneo abbracciarlo, in quel momento non
mi importava se il rapporto fra noi non fosse dei migliori, era
l'ultima volta che potevo vederlo se non attraverso uno schermo e
volevo sentire un'ultima volta il suo profumo, avere le sue braccia
intorno a me, sentirlo realmente vicino. Ricambiò
l'abbraccio
stringendomi forte a se, facendomi sentire al sicuro.
« Mi mancherai.» Riuscii a dire prima che la voce
meccanica delle
altoparlanti iniziasse a ripetere in tutte le lingue che dovevamo
imbarcarci
« Devo andare...» Aggiunsi appena quel robot ebbe
finito di parlare, lui strinse le sopracciglia e annuì
« Hai il mio numero.» Sorrise e io ricambiai
aggrappandomi alla
speranza che un giorno avrei davvero avuto il coraggio di usarlo quel
numero.
Megan mi raggiunse a testa bassa e dopo averli salutati per l'ennesima
volta passammo dalla parte parallela di quel corridoio dove esattamente
al centro c'era un altro posto di controllo, questo accessibile
esclusivamente ai passeggeri.
Li guardammo allontanarsi di spalle per
tornare indietro ma una volta passato il controllo buttai l'occhio
oltre il vetro e Johnny era ancora li: aveva le mani
sulla barra
di ferro sotto i vetri e mi guardava...
Dissi alla mia amica di andare avanti e mi fermai un attimo ad
osservarlo anch'io, a dividerci c'era un doppio vetro, il vuoto con
l'asfalto e un altro doppio vetro. Mi facevano sentire protetta, quei
doppi vetri. Dicono che siano infrangibili.
Ci poggiai la mano sopra e con una
lacrima che lentamente mi rigava il viso capii che quella era l'unica
occasione che avevo, lo guardai dritto negli occhi e con il cuore in
gola e lo stomaco
mangiato da farfalle mimai con la bocca le parole che avevo tenuto
strette fra i denti in quegli ultimi giorni
« Ti amo.»
Abbassai lo sguardo subito dopo e senza pensarci iniziai a camminare,
sempre più velocemente.
Ero arrivata alla fine delle scalette
dell'aereo e mentre una hostess controllava il mio biglietto mi voltai
a guardare i grandi vetri del corridoio: era ancora li, Johnny,
intravedevo la sua figura tra un riflesso e l'altro
« Ha dimenticato qualcosa signorina?» Mi chiese
gentilmente l'hostess e io mi girai a guardarla
« No.» Di istinto entrai definitivamente dentro
l'aereo e trovai
Megan seduta più o meno al centro che mi sorrideva.
Presi posto accanto a lei « Ti sei persa Geoffrey Rush,
questa
sera.» Lei scoppiò a ridere e si
allacciò la cintura
« Questa volta non c'è nessun Jake a cui mi possa
aggrappare!» Disse tenendosi stretta ai bracci della sedia.
« Ah Lex -continuò- hai fatto bene a
dirglielo.»
Ci scambiammo un sorriso triste ma soddisfatto, ok: addio America.
Ecco finalmente il
settimo capitolo, che stava marcendo nei documenti senza ne capo ne
coda.
Anyway, per Lexi e Megan sembra davvero tutto finito e sono pronte
-più o meno- a tornare in Italia. Che ne sarà di
loro?
Spero di potervelo dire aggiornando entro tempi decenti stavolta xD
Un grazie di cuore a BlackPearl
senza la quale probabilmente non avrei mai finito! Grazie ancora
Sarè :)
Ps: C'è un nuovo capitolo anche per Hey,
Soul Sisters! La fic a venti mani, come ho detto nel capitolo
precedente.
Per chi la sta leggendo: fiondatevi. E' un capitolo stupendo!
Un bacione, June.
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Capitolo 8 *** Home sweet home. ***
Sognando 8
Avviso: Questo non
è l'ultimo capitolo.
La nostra piccola città era rimasta identica a come
l'avevamo lasciata, no non era cambiata lei, eravamo cambiate noi.
Avevo appena lasciato il taxi che ci aveva accompagnate dall'aeroporto
fino a una via precisa da me indicata: decisi di fare i pochi metri
fino a casa a piedi mentre Meg rimase a bordo. Ci saremo chiamate fra
qualche ora.
Ero li, nella via, con la mia valigia in una mano e un mucchio di
nostalgia nell'altra, percorrevo la strada guardando a destra e
sinistra: c'erano piccoli negozietti di souvenir per i turisti,
fiorai, il fornaio dove mi ero sempre fermata a fare due chiacchiere...
anche allora mi fermai.
« Lexi! Da quanto tempo non ti si vede qui in
giro!» Mi
salutò Salvatore, intento a mettere a posto un paio di
baguettes
« Ho fatto una vacanza a Los Angeles, son tornata proprio
ora» Risposi senza un particolare tono di voce
« Una vacanza, che bello... Vorrei tanto farne una anche io,
ma qui
c'è sempre da lavorare cara ragazza, beh ma almeno domani ci
si
riposa un po'!»
« Non lavori domani Sal?» Chiesi, dopotutto era un
giorno feriale. Mercoledì per la precisione.
« Tu sei stata via un po' e ti sei già dimenticata
tutto!
Domani c'è la festa, ci si diverte» Rise
sonoramente. Ma certo, la festa.
L'indomani ci sarebbe stata una piccola festa del quartiere, cibo e
bevande ovunque, luci da tutte le parti, musica, gente, molta gente.
Mi
piaceva quella festa, ma non allora. In quel momento, una festa non era
per niente nelle mie priorità.
« Allora divertiti Sal!» Gli sorrisi
« Tu non ci fai un salto?»
« Non credo, sarò sicuramente stanca.»
Scosse la testa e
mi salutò entrando dentro il suo negozietto e dicendo frasi
del
tipo "voi giovani siete sempre più stanchi di noi..."
Gli feci un cenno con la mano e proseguii dritta fino a casa. Casa
dolce casa, come si dice. Anche se non era tanto "dolce", piuttosto era
molto vuota.
« Dovrei prendermi un gatto.» Dissi ad alta voce
mentre lanciavo la valigia sul mio letto.
Mi guardai un po' intorno e mi resi conto che la mia casetta era
più piccola della stanza dell'hotel a LA, risi per un po'.
Si,
era piccola ma accogliente.
Dopo aver messo i vestiti nell'armadio mi buttai in cucina, dove
ritrovai il mio portatile abbandonato sul tavolo.
Decisi di dargli un'
occhiata, mi ero completamente dimenticata di chi ci fosse come
sfondo.
Quegli occhi, quel naso... quel sorriso che avevo potuto ammirare a
pochi centimetri da me.
Cambiai sfondo, subito.
Ma ovviamente neanche il mio pc mi dava tregua: quando aprii internet
si
aprirono in automatico pagine e pagine su Johnny a cui ero iscritta, da
brava fan maniaca.
Johnny, Johnny ovunque.
Non avrei mai pensato che essere una sua fan mi avrebbe "rovinato" la
vita. Chiusi immediatamente tutto, anche il computer, vederlo in quel
momento era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.
Riuscivo a trovare una
sola cosa positiva in tutto
questo: Goffarda mi aveva abbandonato. Forse ora
era lei quella in vacanza... e la capivo benissimo, nessuno avrebbe
voluto essere nella mia testa in quei momenti.
Essendo passato un po' di tempo dal mio ritorno decisi finalmente di
chiamare Megan, che rispose dopo un paio di squilli.
« Hey...»
« Hey. Che combini?» Chiesi, sentendola un po'
spenta
« Niente di che, tolgo ragnatele e farfalle dall'armadio. E
anche un
po' dal mio stomaco.» Si lasciò sfuggire una
risatina
« Fai bene. Io l'armadio l'ho già rianimato, ora
devo solo decidere quale insetticida bere»
« Il DDT è ottimo! Come stai Lex?»
« Mh. Credo che i miei neuroni non abbiano ancora elaborato
la cosa... Tu?»
« In depressione. Come un Winnie Pooh senza miele.»
Risi, non
perdeva mai il senso dell'umorismo, neanche quando era a terra.
Rimanemmo al telefono per un po', ricordando tutti i bei momenti, tutte
le figuracce fatte, giusto per tirarci su di morale. Riattaccammo
all'ora di cena, ci saremo risentite in un altro momento.
Quella sera pioveva e io avevo la mente completamente vuota per
fortuna, avevo deciso di lasciare tutto al giorno dopo, avrei iniziato
da capo: col lavoro, con gli amici, con l'amore, con la vita in
generale; ma almeno per quella sera volevo solo sorseggiare il mio the
e fissare la pioggia che striava lentamente la finestra della mia
camera.
La mattina dopo fui svegliata dalla canzone che avevo messo per le
chiamate sul cellulare, all'inizio credetti di sognare, poi
però
sentendo che non finiva di squillare mi arresi
« Pronto?» Risposi con la voce impastata
« Lexi! Ho saputo che sei tornata, mai che avvisi tu eh...
come
stai?» Li per li non capii con chi stavo parlando e dopo la
stupida
domanda scoprii che era Giulia, la piccola ragazza che avevo conosciuto
il primo anno in cui mi ero trasferita in Italia.
Avevamo fatto tutte
le scuole insieme, ma una volta finita la scuola ci perdemmo di vista,
tutte e due massacrate dal mondo del lavoro.
« Allora, voglio che mi racconti proprio tutto! Ci vediamo
stasera,
va bene? C'è anche la festa.» Feci una smorfia
sentendo la
parola "festa", ero ancora convinta che non mi sarei divertita molto,
ma non potevo rifiutare l'invito di Giulia, non ci vedevamo da un sacco
di tempo...
« Mmm... e va bene. Verso le cinque al
"Caffè&Caffè" ok?»
« Perfetto, a stasera!»
Attaccai il telefono e andai verso la cucina in cerca di qualcosa da
mangiare, non avevo mica pensato che dovevo far la spesa visto che la
casa era completamente vuota di ogni cosa.
Mi vestii in
fretta, misi una tuta molto anonima e via, verso il supermercato
più vicino.
Mentre rovistavo in uno scaffale alla ricerca della farina sentii un
tonfo sordo e potente nella corsia vicina, mi guardai intorno: non
c'era anima viva la dentro.
Pensai che un qualcosa fosse caduto
dall'altra parte mentre io prendevo la farina, magari l'avevo urtato
per sbaglio... decisi così di andare nell'altra corsia per
rimettere a posto prima che una qualsiasi commessa isterica mi desse il
tormento.
C'erano due pacchi di cereali sparsi per il pavimento. Ma i
cereali non erano quattro corsie più avanti?
Raccolsi comunque le due
scatole e le poggiai, qualcuno che lavorava li
prima o poi le avrebbe notate e messe al loro posto.
Anche se in realtà io sembravo l'unica anima in pena in quel
mini-market.
Tornai a prendere il mio cestello della spesa e controllando che non
mancasse niente mi diressi alla cassa più vicina. Non c'era
davvero nessuno eh, nemmeno la cassiera: aspettai un bel po' prima che
questa si facesse viva, scusandosi.
« Mi perdoni, un cliente mi ha trattenuta!» Si
affrettò a dire
« Cliente? Perché, c'è qualcun altro
qui oltre
noi?» Scherzai, ma ebbi il presentimento che non
afferrò il
mio umorismo.
Mise nervosamente la spesa nei sacchetti e mi sorrise quasi per
congedarmi. Era parecchio strana, quella donna.
Quando uscii mi girai per darle un'ultima occhiata, ma proprio in quel
momento sentii di nuovo cadere qualcosa da una delle corsie.
La cassiera si voltò verso quella direzione, poi tornando a
guardare me, fece un sorrisetto nervoso che non me la raccontava
giusta, ma lasciai
stare.
Pensai che come minimo ero finita in una candid camera, o
qualcosa di simile.
Prima di tornare mi decisi a fare una piccola tappa all'edicola
più vicina: forse in qualche giornale avrei trovato degli
annunci di lavoro.
Entrai e mi feci spazio tra la gente per avvicinarmi alla pila di
giornali.
Presi il primo, come mi voltai però, tutti gli altri
caddero per terra.
« Oddio, mi scusi!» Blaterai rivolgendomi al
proprietario, mentre nel frattempo li rimettevo a posto
Quando mi misi in fila per pagare vidi davanti a me Vogue, la mia
rivista preferita. Dovevo assolutamente comprare anche quella, un po'
di gossip non fa mai male... Allungai
il braccio fino a prenderla e, come era giusto che accadesse, quando
ritrassi il braccio tutte le riviste che erano sul bancone caddero a
terra.
« MACCHECAVOLO!» Sbottai. Possibile che avessi
talmente tanta
sfiga addosso che ogni cosa cadeva appena le passavo vicino?!
« Suvvia stia un po' attento, che diamine!»
Sbottò anche
il proprietario, che non so per quale motivo mi scambiò per
un
uomo
« Sarò anche in una tuta schifosa e senza un filo
di trucco,
ma da qui a darmi dell'uomo ce ne vuole!» Lo fulminai.
Lasciai sia
il giornale che Vogue sul bancone e uscii irritata. Da dentro l'edicola
si scatenò una serie di risate.
Bah, ridete pure. Sfigati.
Avevo ancora la sensazione di essere in un qualche scherzo televisivo,
o era così, oppure la sfigata ero io.
Un trillo attirò la mia attenzione: mi stavano chiamando,
era Megan.
« Ciao bambola!» Disse subito
« Ehilà, dimmi tutto»
« Come va oggi, meglio?» Sembrava più
serena della sera precedente, funzionavamo al contrario noi
« Non proprio, sono anche perseguitata dalla
sfiga!» Le raccontai
del supermercato e di come gli oggetti fossero improvvisamente attratti
dalla forza di gravità al mio passaggio. Si mise a ridere,
ma anche a lei
sembrava strana la cassiera. Mah.
Aveva chiamato per sapere se sarei andata alla festa quella sera, e con
la solita smorfia risposi di si
« Perfetto, allora ci vediamo li, un bacione Lex»
« A stasera Winnie!»
Le cinque meno dieci e io ero ancora in pigiama. Cercando
lavoro su internet avevo proprio perso la cognizione del tempo...
Mi gettai in doccia e mi vestii con dei jeans scuri, una canotta e
sopra una maglietta color panna: non mi era mai piaciuta molto, aveva
una forma strana e le maniche si
allargavano dal gomito in giù. Era anche troppo leggera per
quel tempo, ma la misi lo stesso.
Io so perché
la metti... uhuhu
Oh no, Goffarda! Ancora tu!
Certo cara, io sono
sempre qui, che credevi?!
Credevo di essermi liber-ehm, no niente.
Comunque ti sta davvero
bene la maglia, è molto mmm... piratesca.
Taci. Non è vero.
Quando arrivai al Caffè&Caffè trovai
Giulia fuori che
mi aspettava, mi scusai per la mezz'ora di ritardo ed entrammo.
« Due cappuccini grazie» Ordinò lei
sorridente
« Allora -continuò- com'è andata a LA?
Dai racconta!»
« Se proprio ci tieni Giù...» Le
raccontai tutto, dallo
strafigo incontrato in aereo allo shopping, dal cancello degli studios
a Brigitte, da Orlando Bloom a Johnny Depp.
Non so dire che effetto mi fece rivivere tutto quello, un mix tra
malinconia e gioia allo stato puro: si alternavano.
Passarono ore e lei stette li ad ascoltarmi, facendo cadere fili di
bava sul cappuccino
ormai freddo.
« Io non ci posso credere.» Furono le uniche parole
che le
uscirono di bocca. Già, anche io non ci potevo credere,
eppure
era tutto vero.
Bevve un sorso di cappuccino e fece per aprire la bocca e parlare
« No Giù, non voglio parlare di Johnny
adesso.» Risposi a una domanda che sarebbe arrivata di li a
poco
« Ah, va bene. Dai usciamo di qui, la festa è
iniziata.
Godiamocela.» Mi sorrise a trentadue denti e uscimmo dal
Caffè.
Fummo subito investite da un mucchio di persone, sbattute qua e la fino
a trovare un punto libero dove poter camminare. Finimmo in una delle
vie principali ornata da piccole luci gialle che illuminavano le
bancarelle piene di ogni cosa, da oggetti inutili a vestiti orrendi, da
pop
corn a zucchero filato... Continuavamo a camminare beandoci di
quell'atmosfera che ricordava
molto il periodo prima di natale, ma nessuno correva alla ricerca di
regali, le persone erano più calme e sembravano ipnotizzate
da
tutto quello che le circondava.
Io no, io avevo la testa altrove e
continuavo a guardami dietro. Non sapevo il perché, ma
qualcosa
mi diceva che dovevo girarmi di tanto in tanto.
« Ma che cerchi?» Mi chiese Giulia, dopo la
milionesima volta che vedeva le mie spalle
« Controllo che non mi sia caduto niente dalla
borsa...»
« Si certo, l'hai già detta questa.
Ritenta.» Rise lei prendendomi in giro
« Ok, ok -mi arresi-... ho come la sensazione di avere
qualcuno dietro. Hai presente quella sensazione, no?»
« Certo, avrai qualcosa tipo cinquecento persone dietro.
Siamo in mezzo a una folla, Lex!»
Aah, ma che glielo dico a fare, pensai. Io mi sentivo davvero qualcuno
dietro, e non erano certo le cinquecento persone che diceva Giulia.
« Ooh fermiamoci un attimo qui, voglio prendere delle
caramelle
gommose!» Giulia e la sua passione per quelle caramelle.
A me dopo
un po' danno nausea e poi chissà che c'è li
dentro,
bleah. Ma ovviamente in tanti anni non sono mai riuscita a convincerla
di smettere di mangiarle quindi mi fermai.
Eravamo ormai alla fine
della via, alla fine delle bancarelle: c'era meno gente li, e meno
luce.
Per evitare di mettermi in mezzo a una fila infinita e rimanerci
incastrata dentro la lasciai andare da sola e feci per andare a sedermi
su un gradino, ma un infarto improvviso mi bloccò li
dov'ero:
avevo visto un viso fin troppo familiare tra la folla, un viso fin
troppo conosciuto per potersi permettere di stare li in mezzo.
Ma non c'era più, era stato un attimo: sparito dietro a un
palloncino lasciato volare per sbaglio dalla mano di un bambino.
Sono pazza, oh si lo sono, è impossibile. L'ho visto solo io
quindi è impossibile.
Ma l'ho visto anche io,
quel naso... quegli occhi... e i baffetti!
Goffarda, tu sei me! Se son pazza io sei pazza tu, chiaro?!
Buttai l'occhio su Giulia, che era sempre allo stesso punto della fila
per le caramelle e poi tornai a guardare la folla: no, quel viso non
c'era più.
Eppure sembrava li due secondi fa... No Lex, non era lui, pensaci: sei
in Italia e ed è pieno di gente. Sono già due
cose che
non vanno d'accordo con quel nome.
Eppure...
« Lexi!» Trasalii sentendo qualcuno urlare il mio
nome,
così smisi di guardare a caso nella folla e iniziai a
cercare
chi mi aveva chiamato.
« Sono dietro di te.» Mi voltai di scatto,
trovando Megan che ridacchiava da sola.
« Oh, ciao! Mi hai chiamato tu, vero?» Chiesi, con
aria speranzosa e un po' paranoica
« Certo... Chi altri? Ma stai bene?»
« Benissimo. Hai visto Giulia?» Sembrava a me, o
stavo passando per deficiente?
« Ehm, non conosco nessuna Giulia, Lex.»
« Perfetto, allora devi conoscerla!» Sì,
stavo passando per deficiente.
Presi Megan e insieme tirammo fuori Giulia da quella fila infinita,
senza caramelle.
Le feci conoscere e Giulia fu contenta di aver davanti la "famosa Megan
di LA", di cui aveva solo sentito parlare, così insistette
per
risentire la nostra avventura anche da lei. Povera Giù, non
immaginava che per noi raccontare tutto quello faceva riaffiorare
ricordi belli quanto brutti.
Iniziammo a camminare su e giù per le strade, e Megan
cedette alle sue suppliche.
La mia parte già la sapeva, e il bello è che
avevo
parlato più di Meg che di me, non immaginavo che la mia
amica
facesse la stessa cosa: raccontando più di me che di lei.
Così, tra qualche occhiata omicida fra noi due, Giulia
conosceva finalmente ogni particolare.
« Solo una cosa» Esordì dopo qualche
secondo di riflessione « Come avete potuto lasciarli
così?!» Già
Lex, come avete potuto?
Goffy, inizi a stancarmi.
Non sapendo cosa rispondere oltre al tipico "è
più
complicato di quanto sembri" iniziammo a ridere della faccia di Giulia,
che probabilmente ci avrebbe uccise allora, se ci fosse stata.
« Ragazze, sono quasi le tre. Vorrei davvero restare, ma
domani
lavoro e il sonno inizia a farsi sentire!»
Esclamò,
lasciandoci poco dopo e facendoci promettere che gli avremmo telefonato
- a Orlando e Johnny, ovviamente-.
Quando fu andata via, inutile dire che avevamo già cestinato
la promessa senza pensarci due volte.
« Chissà che direbbero, se li
chiamassimo.» Sospirai, davanti ad un cocktail che avevamo
preso nel pub vicino.
« Qualcosa come: " Oh, il viaggio è andato bene?!
Cavolo, e
noi che avevamo dirottato l'aereo nella speranza che
cadesse!"»
Commentò Meg con un occhiolino. Già,
probabilmente
sarebbe andata a finire così!
« Credo che anche per noi sia ora di tornare a casa, Lex. E'
praticamente mattina...» Sorrise poco dopo. In effetti erano
le
quattro e mezza del mattino... E anche se io non avevo un lavoro ad
aspettarmi tra qualche ora, lei si.
« Si hai ragione, è abbastanza tardi.»
Accordai. Pagammo ed uscimmo dal pub.
Dopo un pezzetto di strada assieme io e Megan ci separammo per tornare
ognuna a casa propria, o nel proprio letto, vista la stanchezza...
Decisi di andare a piedi anche quella notte, perché avrei
comunque fatto prima che aspettando un taxi.
Le strade si erano svuotate e oltre a qualche gruppetto di persone qua
e la non c'era più nessuno; ero piuttosto in pace con me
stessa, finché non sentii dei passi svelti dietro di me.
Sembravano avvicinarsi sempre di più e ebbi un flashback di
quello che mi aveva detto Megan poco prima: "E' meglio che non vai a piedi
da sola, non si sa mai..."
Certo che me l'aveva proprio tirata, e mannaggia a me che non ascolto
mai i consigli!
Ma ormai era fatta: ero da sola, alle quattro del mattino, con qualcuno
che mi seguiva dietro. Che potevo fare?
Corri sciagurata!!!
Fu l'unica volta forse, che ascoltai e presi alla lettera Goffarda.
Iniziai prima ad accelerare il passo, ma vedendo che la persona dietro
di me non si dava per vinta e riuscivo ad intravvederne anche l'ombra,
cominciai a correre, per quanto le scarpe non proprio da tennis me lo
permettevano.
Finalmente vidi la porta del mio palazzo, che spalancai per buttarmici
dentro non appena possibile richiudendola subito con due mandate di
chiave.
Ero tutta intera per fortuna.
Casa dolce casa...
Salve a
tutte, o tutti, non lo so... Come ho detto ad inizio capitolo: questo
non è l'ultimo, non disperate! *Seh, come se qualcuno lo
facesse...*
Lo so, lo so, avevo promesso che sarebbe arrivato preso, e invece no.
Avevo promesso che sarebbe stato l'ultimo, e invece no... Sono una
persona orribile!
E' che questa storia mi sta dando parecchi inconvenevoli, diciamo
così. Senza contare il fatto che come ho riletto questo
capitolo -che era quasi finito da anni, scusate...- mi son detta: "Come
diavolo mi è saltato in mente? Come ho fatto a scrivere tali
oscenità?!" E poi sono entrata in depressione pensando che
se "l'ultimo" era scritto tanto male, figuriamoci il primo... *Non ve
ne frega niente? Bene.*
Anyway, vi spiego perché non è l'ultimo: Tutto
è iniziato quando sono nata... no, scherzo.
Però ho sempre avuto un problema mentre scrivevo,
ovvero non dare mai tempo al tempo e fare tutto di fretta.
Quindi ho deciso -per vostra sfortuna- di fare una specie di capitolo
di transizione. *Vi autorizzo a fucilarmi*
So che fa abbastanza ribrezzo quindi potete tranquillamente dirmelo, ma
anche se fa schifo lo devo postare, perché sono arrivata
alla conclusione che prima finisco questo scempio meglio
sarà!
Non ho altro da dire in mia difesa. Sono pronta all'essere condannata,
un bacione.
June.
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