Sognando l'America

di June_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Just you look me so. ***
Capitolo 2: *** Johnny: the depressed. ***
Capitolo 3: *** And now? ***
Capitolo 4: *** All the best(?) ***
Capitolo 5: *** Cries and fears... ***
Capitolo 6: *** Ups and downs ***
Capitolo 7: *** Ciak: Goodbye. ***
Capitolo 8: *** Home sweet home. ***



Capitolo 1
*** Just you look me so. ***


Sognando l'America.





Ho sempre sognato di tornare alla mia città di origine, Los Angeles, ma tra scuola e lavoro non ci sono mai riuscita e avevo quasi abbondanato le speranze di rivedere quella splendida città; fino al Gennaio del duemilatre dove in una splendida mattina di neve il mio capo ha deciso di licenziarmi per motivi a me sconosciuti.
«Signorina Anderson, dalla prossima settimana non avremo piu bisogno di lei.» Cosa? Ma sono la tua segretaria! Come fai a non avere piu bisogno di me?!
Eeh io lo so come, lui ha un altro tipo di rapporto con le segretarie...cosa che tu non gli consenti giustamente.

Si infatti, giustamente! Ma oggi è sabato, questo vuol dire che...
«Ma Signor Smitt, tecnicamente sarebbe oggi il mio ultimo giorno di lavoro!»
«Oh allora sa contare Signorina Anderson, si questo è il suo ultimo giorno e adesso, se ha finito di farmi perdere tempo, la accomodo fuori.»
Sa contare Signorina Anderson bla bla bla, la accomodo fuori bla bla blah.
Si ho sentito grazie!
Tornai nel mio buco: una scrivania piccolissima messa in un angolo del muro, e continuai a programmare ogni singolo istante della vita di quel topo/ratto del Signor Smitt. Non ho capito perchè con tutti i dentisti che ci sono la gente vada proprio da lui; brutto com'è con i suoi capelli rossicci e unti, la faccia scavata e talmente piena di nei che potrebbe partecipare al Guinnes World Records,
il corpo che sembra un fiammifero spento - con la stessa aromatica fragranza- e la sua statura di un metro e una Vigorsol
io personalmente farei fatica a non vomitargli addosso appena mette le sue mani sudaticce nella mia bocca.
Per non parlare della sua vocina irritante, acuta e nasale!
Seh, tu parli di vocine...faresti meglio a tacere visti i consigli che mi dai.
Quando mai ti ho dato consigli sbagliati?! Comunque la vocina - che poi avrei un nome non so se te lo ricordi- vuole caffe, su su.
Si: Goffarda per la tua goffaggine, diamo anche ordini adesso?
Mi avviai comunque verso la macchinetta del caffe, ma per me, mica per Goffarda.
«Mmm...vediamo, Espresso? Normale o lungo? Oppure Cappuccino?!» Ho il vizio di parlare agli oggetti.
«Signorina Anderson!» Balzai facendo cadere metà Cappuccino sulla gonna e sulle scarpe.
«Mi dica Signor Smitt...torno subito a lavoro ho fatto solo una pausa di cinque minuti per un caffe»
Mi guardò dall'alto in basso, o meglio, dal basso all'alto facendo una smorfia di disgusto mentre ammirava la mia gonna.
urno «Santo cielo, non le ho detto che questo è il suo ultimo giorno di lavoro Signorina Anderson?»
Ma che fa piglia per il culo? Guarda che basso come sei ciccio, ti potrei calpestare!
«Si, certo che me l'ha detto, non meno di un'ora fa.»
«E allora, con tutta la grazia divina, che diavolo ci fa ancora qui?! Le ho per caso detto "Torni a lavoro"? No! Le ho detto che la accomodavo fuori, beh, intendevo del tutto fuori SE NE VADA, ha capito adesso?»
Restai a fissarlo qualche secondo con gli occhi sgranati.
Tu parla e sarà fatto, lo so che lo vuoi anche tu, dai! Buttagli quel Cappuccino in faccia che aspetti?
«Si ho capito, grazie per la "pazienza" e la "calma" con cui mi ha spiegato il concetto!» Tzé e adesso mi sente.
«Faccia poco la spiritosa Signorina Anderson, sono sicuro che le passerà la voglia di scherzare quando non riceverà lo stipendio dell' ultima settimana!»
Risi di gusto tra me e me, o meglio, tra me e Goffarda. Cos'era una battuta?!
Alzai il sopracciglio e incrociai le braccia sul petto, come per dire "Scusami? Non ho capito bene!"
Non mi diede il tempo per pronunciare veramente quelle parole perchè se ne andò; a quel punto scoprii che non stava scherzando.
Delusa e incazzata presi le mie cose e sgattaiolai fuori dall'edificio, per mia enorme fortuna non c'era una bufera di neve nei paraggi.
Mentre camminavo talmente pesantemente - per i nervi- sulla neve non mi accorsi che stavo per scendere da un marciapiede e sprofondai in una pozzanghera
«Ooh merda! Non bastava il caffe ora sono anche tutta inzuppata d'acqua, e per di piu gelata!»
Ma non era Cappuccino?
Taci tu! O ti ci affogo là dentro.
Eeeh, sempre così cordiali voi americani...
Continuai a camminare senza meta, non avevo voglia di tornare a casa ma non potevo nemmeno restare là fuori a gelare,
decisi di entrare nella nuova caffetteria - tanto il primo tentativo era tutto sulla mia gonna- a prendere qualcosa che emanasse caffeina.
Mentre aspettavo il mio ordine sentii una voce familiare litigare con il commesso di turno
«La mia cioccolata calda, non è calda!» Sbottò.
«Mi dispiace signorina ma non so come aiutarla, sfortunatamente abbiamo finito il latte e non posso rifargliela...se gliela riscaldassi al microonde scoppierebbe» Rispose subito il commesso con tono colpevole.
«Ma siete degli incompetenti! Non è questione di riscaldarla visto che non sarebbe dovuta essere fredda!»
«Mi dispiace, non so come sia potuto accadere... se vuole la casa le offre un caffe!»
«Io non lo bevo il caffe, se no avrei ordinato un caffe non le pare?»
La voce familiare apparteneva a Megan Doherty: una ragazza bionda, alta e magrolina.
Non ci conoscevamo molto allora, ma avevamo lo stesso un buon rapporto; caratterialmente era simpatica, aveva sempre la battuta pronta, gentile e generosa ma aveva un'inclinazione verso il comando infatti veniva spesso soprannominata "Hitler" in modo ironico ovviamente, tutti le volevano bene e gliene vogliono tutt'ora, me compresa. Anche lei è americana come me, e come il mio ex capo che mi fa veramente vergognare del mio stato. Megan è sempre stata eccentrica credo, ma da quando la conosco mi coinvolge molto facilmente nelle sue pazze idee: anche quel giorno, per esempio, mi ha coinvolto in una delle sue pazzie che però mi ha cambiato letteralmente la vita, e anche a lei. Se quel giorno avessi saputo a cosa andavamo incontro penso che sarei svenuta più volte, ma non lo sapevo quindi decisi di avvicinarmi a lei per salvare il povero cameriere in difficoltà, penso che mi stia tutt'ora ringraziando.
« Meg?» Quasi sussurrai il suo nome se no, non sapendo ancora chi la chiamasse da dietro, mi si sarebbe rivoltata contro.
« Eh? Oh Lexi, ciao tesoro» Il tono era amabile, ma quando dice "oh Lexi" mi sento molto un cane.
« Ciao biondina, che stai combinando?» Alzai un sopracciglio indicando con la testa il cameriere, lui si che sembrava un cane, bastonato.
« Mah nulla, lascia stare, andiamo a sederci che è meglio!» Tirò un' occhiataccia al ragazzo e mi prese a braccetto fino al tavolo dove ci sedemmo, poi iniziò a scrutarmi.
« Santo cielo Lex, ma che ti è successo?» Disse appena si accorse che dalla vita in giù ero praticamente fradicia.
« Oh niente, camminavo tranquillamente per i fatti miei quando una pozzanghera ha deciso di aggredirmi!»
« Cattiva pozzanghera, domani le facciamo causa darling!»
« Già...»
« Qualcosa però mi dice che non sei giù solo perchè ti sei tuffata allegramente in una pozzanghera.»
« Non mi sono tuffata è lei che mi ha assalito!» Ok mi stavo decisamente irritando troppo...
Megan, di tutta risposta al mio attegiamento incomprensibile, incrociò le braccia guardandomi storto.
« Okay, okay, quel cretino di Smitt mi ha licenziata. Per di più senza preavviso.»
« Quel brutto bastardo!» Disse battendo una mano sul tavolino facendosi sentire da tutti e creando un silenzio generale: nel frattempo io stavo sprofondando nella sedia mentre mi schiarivo la voce - un po' troppo timida eh?-
Tornando in posizione eretta e spostandomi un ciuffo di capelli dietro l'orecchio mi lasciai sfuggire un'imprecazione poco ortodossa.
Continuammo a parlare del più e del meno per circa un'ora quando a Meg saltò in testa una delle sue idee.
« Beh, adesso che sei senza lavoro hai un sacco di tempo libero...»
« Dove vuoi arrivare?»
« Potresti finalmente tornare a Los Angeles! Per un po'...»
Non era una cattiva idea, ma avrei dovuto cercarmi un'altro lavoro invece di andarmene tranquillamente in vacanza.
« Non credo ch-»
« Oh avanti Lex, lo sogni da sempre!»
« Si lo so ma... partire così all'improvviso, fammici pensare ok?» Inutile girarci intorno, sarei partita anche la sera stessa ma cercavo di fare la persona seria e responsabile... che non ero.
« Tu che ci pensi su? Ma fammi il piacere!» Ecco, alla faccia della persona che conoscevo da poco.
« In effetti...»
« Ma immaginaci: noi, Los Angeles, shopping...» Aveva un'aria sognante come un bambino, ma frenate un attimo: noi?
« Vuoi venire anche tu?» Non che la cosa mi dispiacesse anzi, però lei non era senza lavoro come me.
« Perchè, vuoi per caso spassartela da sola?» Aggrottò la fronte.
« No no, anzi se vieni mi farai compagnia! Ma tu devi lavorare come farai?»
« No problem, posso sempre prendermi un po' di tempo fingendomi malata
»
Sembrava tutto perfetto, quell' idea mi piaceva troppo.
« Beh, allora partiamo!» Ero visibilmente troppo eccitata, e anche lei alla mia dichiarazione s'illuminò d'immenso.
Avevamo un sorriso stampato in faccia che sembrava non andare più via, non andò via nemmeno quando scoprimmo il prezzo allucinante del biglietto. 
Ormai ci eravamo messe in testa di partire e niente e nessuno poteva impedircelo.
O meglio, qualcosa c'era...
« Ehm, Lexi... io ho paura di volare! Cioè dell'aereo!»
« E tu me lo stai dicendo adesso?!»
Eravamo praticamente dentro l'aereo e lei si guardava intorno come se stesse cercando una qualsiasi via d'uscita, poi fece per alzarsi
« Eh no! Tu adesso stai ferma qui e non ti muovi neanche di un millimetro, chiaro?!»
« M-ma-»
« NO!»
L'afferrai velocemente per un braccio tirandola in basso per farla sedere, la cosa sembra facile ma in realtà non lo era perchè non eravamo esattamente vicine, infatti, tra noi due c'era un tizio con dei capelli da urlo, il fisico ancora meglio e gli occhi... beh non si vedevano gli occhi in realtà, portava degli occhiali da sole - ma che te ne fai degli occhiali da sole in aereo? Boh-.

Va bene, gli occhi non si vedevano ma la bocca sì, e posso assicurarvi che l'avreste desiderata ovunque, una bocca come quella.
« Meg, respira. Non succede niente. L'aereo sale, cammina un po' e poi scende. Amen. Finito. Capito?»
« Sì, spiegalo a quelli dell'attentato alle torri gemelle! L'aereo sale, cammina un po' e poi si schianta su una torre e muoiono tutti!»
A quel punto non seppi cosa rispondere. In compenso scoprii che l'Adone accanto a noi aveva gli occhi azzurri. Sì, si tolse gli occhiali e guardò Megan dritta negli occhi.
« Megan, giusto? Beh la tua amica ha ragione non c'è nulla di cui preoccuparsi, questo è uno degli aerei più sicuri che esistano al mondo. Se comunque non riesci a stare calma ti posso tenere la mano, non fraintendermi ti vorrei solo aiutare.»
Rimanemmo tutte e due a bocca aperta a fissarlo.
Megan si incendiò direttamente, era tanto rossa che non esiste niente a cui paragonarla, restò a fissarlo boccheggiando per non so quanto tempo e non la biasimo perchè si dà il caso che il Dio che avevamo immezzo a noi avesse non solo una voce sexy e profonda
ma anche un sorriso talmente bello che fece sciogliere sia me che la mia amica ormai in coma.
Sembrò un secolo ma in realtà era passato poco più di un attimo; la povera Meg non abbe neanche il tempo di rispondere.
« Ehm... sei molto gent-OMMIODDIO STA PARTENDO!»
In una frazione di secondo la vidi gettarsi addosso al meraviglioso sconosciuto, altro che tenere la mano...
con gli occhi quasi fuori dalle orbite tanto erano sgranati.
« Comunque, io sono Jake piacere di conoscervi» Ed ecco un altro sorriso mozzafiato!
« Lexi, piacere mio!» Gli strinsi la mano cordialmente mentre Goffarda mi istigava a gettarmi tra le sue braccia... e non per fare compagnia a Megan.
Quest'ultima gli rimase attaccata per tutto il resto del viaggio, non si mosse di un centimetro,
mollò la presa in stile polipo solo quando constatò che eravamo atterrati da almeno dieci minuti e lo constatò solo perchè venne una Hostes a ripeterglielo per la terza volta.
Salutammo a malinquore Jake-il-bono per dirigerci in albergo stremate come non mai ma con una gran voglia di esplorare la nostra magnifica città, che ci era mancata tanto.
Dopo un lungo giro turistico ci ritrovammo davanti a un edificio enorme praticamente circondato da cancelli verdi.
Vicino a una delle tante entrate sbarrate c'era un muretto di mattoncini rossi con la scritta: "The Walt Disney Studios".
Inutile dirvi che andammo in catalessi all'istante.
« O. Mio. Dio.» E' tutto quello che Megan riuscì a dire prima di prendere un foglietto e iniziare a sventolarlo per farsi aria.
Io rimasi semplicemente a bocca aperta: inebetita.
Non riuscivamo a crederci, certo sapevamo dell'esistenza di quello studio a LA ma trovarcelo davanti, era una cosa che ti faceva perdere letteralmente il fiato.
« Dobbiamo entrarci! Meg devo assolutamente vedere com'è fatto dentro!»
« Ma sei matta? Oppure ignori completamente la scritta "Prohibited to unauthorized persons"?»
Non mi interessava cosa diceva la scritta in rosso messa sul cancello, ormai nella mia mente si era installata un'idea precisa:
Dovevo assolutamente entrare là dentro. Non m'importavano le conseguenze, al diavolo tutto avevamo solo tre settimane e non potevo partire senza essere entrata là dentro.
« L'ho vista, l'ho vista...» Dovevo archittettare qualcosa per poter entrare senza essere viste.
« E allora che vuoi fare, scavalcare il cancello? Dai Lex, torniamo in Hotel.»
« Ma sei un genio!» Senza saperlo, la povera Meg mi aveva dato una fantastica soluzione.
Alla fine scavalcammo davvero il cancello.
Eravamo dentro, mio dio eravamo dentro! Non potevamo crederci, era stato facilissimo e nessuno ci aveva viste.
Ci rifugiammo dietro un muro dell'edificio vicino a un'uscita di sicurezza, l'idea era che se non c'era pericolo nessuno sarebbe uscito da li eravamo anche coperte da un albero quindi, nessuno ci avrebbe viste.
« Ma è possibile che questi qui risparmino proprio sulle misure di sicurezza?»
« Beh ringrazia che risparmiano, o non saremo qui adesso!»
Ma a che pensa la tua amica? Si rende conto di dove si trova?
Goffarda! Pensavo di averti abban- ehm lasciato in Italia.
No cara, sono sempre con te!
Che meraviglia.
« E voi chi siete?! Che ci fate qui?!»
Una voce che mi ricordava molto il mio capo però al femminile ci fece sussultare di colpo.
Ecco lo sapevo ci hanno beccate, era troppo bello per essere vero.
« Ehm noi...» Speravo che a Megan venisse in mente qualcos'altro invece che "Ehm noi" ma non fu così.
« Questa è una zona vietata! Non dovreste trovarvi qui, mi farete licenziare sciagurate!»
La donna col chignon e occhialetti da intellettuale continuava a lanciarci imprecazioni e noi continuavamo a tacere, per un momento mi cadde l'occhio sulla targhetta che aveva attaccata alla camicia bianca: Brigitte Harris. Adetta alla sicurezza.
Avvampai.
« Brigitte! Chi sono queste due?»
Un uomo alto e muscoloso apparì dal nulla e lessi un velo di terrore e imbarazzo negli occhi di Brigitte, che ci tirò un'occhiataccia.
« M-ma come non lo sai? Sono le nuove baby-sitter!»
Cosa?
Già, cosa?
Brigitte ci aveva lasciato a bocca aperta, non eravamo le nuove baby-sitter e lei lo sapeva bene.
Allora perchè dirlo?
Nel frattempo l'uomo che assomigliava a Mister Muscolo ci stava scrutando fino alla punta dei capelli e non sapevamo ne cosa fare ne cosa dire.
« Ma non doveva essere solo una?» Disse infine.
« Sapevo così anche io, ma penso che due siano meglio: accudiscono i bambini con più cura. Sai quanto ci tiene no?»
A quel punto persi il filo del discorso e penso che per Megan sia stato lo stesso perchè mi guardava con un enorme punto di domanda stampato in fronte, in stile cartone animato insomma.
Mentre Mr. Muscolo annuiva compiaciuto nella mia mente si davano allegramente spazio due domande:
Chi ci tiene? E quali bambini?
Brigitte avrebbe risposto alle mie domande qualche istante dopo, o almeno così credevo.
Quest' ultima ci trascino dall'altra parte della porta che noi credevamo inutilizzata, invece era solo l'uscita posteriore.
Guardavamo tutto con le stelline negli occhi, sembrava proprio che si stesse girando un film perchè le persone correvano da una parte all' altra nonostante non ci fosse ne il cast ne tanto meno il regista.
Brigitte interrupe i nostri sogni con quella sua fastidiosa voce.
« Allora ragazze, vi ho coperto solo per non farmi licenziare! Dovreste essermi riconoscenti vi sto dando un' opportunità che non vi ricapiterà mai più nella vita, quindi fareste bene a seguire queste regole:
1. Non statemi immezzo ai piedi. Non state immezzo ai piedi a nessuno.
2. Trattate i bambini come se fossero cristalli, o me la pagherete.
3. Non fate stronzate.»
Da quel momento iniziammo ad odiarla altro che esserle riconoscenti, per cosa poi? Qual' era questa grande opportunità?
« Ah, ora vi porto in uno dei camerini dove vedrete i bimbi sono un maschietto e una femminuccia, mi raccomando!»
Era quasi dolce la sua voce finchè non disse l'ultima parola, lì era proprio acida.
Ci portò in un camerino come aveva detto e dopo se ne andò a chiamare la vera baby-sitter per avvisarla che non avevano più bisogno di lei.
Povera.
« Mbeh? Ci molla qui da sole?» Esclamò Megan buttandosi di peso su una poltroncina
« Ah non ne ho idea... magari adesso arrivano i famosi bimbi!»
Neanche finita la frase che due testoline entrarono dalla porta. Per noi fu uno shock totale: i famosi bimbi erano davvero famosi.
Megan si alzò di scatto e io mi portai una mano alla bocca, non poteva essere vero.
Non potevamo aver veramente davanti quelle creature, e sottolineo quelle creature.
La bambina sembrava un po' spaesata ma si presentò ugualmente.
« Ciao, io mi chiamo Lily... lui è mio fratello Jack.» Aggiunse indicandolo.
« Molto piacere, noi siamo Megan e Lexi!» Megan si inchinò per stringergli la mano poi si rivolse a me sussurrando
« Credi davvero che siano loro? Si insomma sono uguali e hanno anche gli stessi nomi...»
« Sono loro, sono loro! Oddio e adesso che facciamo? Ma ti sembra il caso di stringere la mano a dei bambini di due e cinque anni?!»
« Ma che vuoi, non ci so fare coi bambini io! Infatti farai tutto tu.»
« Per quanto possano essere adorabili, scordatelo.»
Insomma, stavamo confabulando sotto gli occhi vispi di Lily Rose Melody e Jack John Cristopher Depp.
Per noi sarebbero stati solo Lily e Jack, ma il cognome che avevano ci premeva più di quanto pensiate.
Non sapevamo proprio come comportarci con loro e si era creato un silenzio molto più che imbarazzante, ma Lily lo spezzò
« Lo sapete che mio padre è un pirata?»
Non potemmo fare a meno di ridere, ne era davvero convinta.
« A si? E ora dov'è?»
Ma si Lex và subito al sodo.
« Sta saccheggiando altri pirati, proprio qui fuori.»
Ovviamente mi venne subito in mente di mollare i bambini con Megan e andare dritta nelle braccia di Johnny ma non lo feci, sia per il bene dei bimbi che per il mio.
Sorrisi a Lily e mi girai verso Meg in cerca di qualche appoggio morale, ma la trovai inchinata davanti a Jack
« Ma chi è questo bel bambino? E brrr e brr, sei proprio bello, tutto il tuo papà! Eeh gni gni gni... ce lo presenti vero?!»
Che scena imbarazzante...
«
Meg! Non è un neonato cavolo, non dirgli certe cose magari va a riferire...»
Si bloccò subito fortunatamente ma tirò un'occhiata a Lily come per indicarmi che Jack non era l'unico che poteva riferire qualcosa, anche se a quanto pare la bimba era ignara di tutto e stava giocherellando con i trucchi conciandosi peggio di Joker.
« HEY... tesoro, poggia subito i trucchi o ci farai cacciare via ok?»
« Hey Lexi, un po' di tatto ok?»
« Non hai detto di non saperci fare con i bambini, che vuoi? Occupati di Jack piuttosto, ti sta pasticciando la borsa!»
Scoppiai a ridere solo a guardare la faccia di Megan mentre toglieva di mano a quel povero bambino il pennarello che lanciò contro la porta.
« Non si fa Jack! Cattivo bimbo. Cattivo!»
« Suvvia un po' di tatto!» Mi stavo piegando dal ridere e più Meg mi guardava come se mi volesse uccidere più io ridevo, coinvolgendo alla fine anche Lily.
Il povero Jack ci guardava allibito per la velocità con cui era successo il tutto e anche perchè parlavamo due lingue nello stesso tempo. La sua faccia ci fece ridere ancora di più.
E così tra una risata e l'altra Megan lanciò un altro pennarello che fu subito preso al volo da una figura non del tutto estranea, anzi per niente.
Ci si piombò davanti un Orlando Bloom con un sorriso così amaliante da farti sciogliere all'istante o meglio da far sciogliere Megan all'istante.
« Salve ragazze» disse passandosi una mano nei capelli, Megan ormai era in coma.
« C-ciao... i-i-io sono Megan.»
« Lexi! Molto piacere...»
« Non c'è bisogno di dirvi chi sono, dalle vostre espressioni so che lo sapete già...»
« Appunto...»
« Mi hanno mandato a qui a dirvi di fare un po' più piano, nell'ultima ripresa si sentono le vostre risate e per quanto possano essere adorabili non sono ben gradite durante un duello tra pirati.»
« Concetto capito, faremo silenzio mio amato Will.»
A quanto pare Megan si era ripresa dal coma, aveva un colorito nella norma e un sorriso più grande di lei e Orlando messi assieme.
« Benissimo, ora scusatemi donzelle ma dovrei andare a rifarmi il trucco, che non è nobile detto da un uomo ma è la dura realtà!»
Ci scappò una risatina da rincoglionite e lo salutammo...
« Leeex! Hai visto quanto è bono?! Anzi no, non guardarlo è mio!»
« Mia cara tienitelo, io aspetto il mio Sparrow!»
« E ora che facciamo?»
Lily interrupe le nostre fantasie con una domanda abbastanza giusta... Non ne avevamo la minima idea.
« Ehm... voi di solito cosa fate?»
Lo so, domanda poco professionale, ma che avrei dovuto fare?
Appendili al muro e corri dal loro papino!
Zitta un po' Goffà.
« Di solito con le altre baby-sitter stiamo qua a disegnare... ma con papà andiamo nel giardino qui dietro, possiamo andare li?»
Ma come si fa a dire di no a questa bambolina? Ci sta praticamente implorando!
Guardai Meg in cerca di approvazione e lei annuì subito facendo il labbrino.
« Benissimo, andiamo in giardino! Ah ehm... da dove si passa?»
Lily mi prese la mano e mi trascinò fuori, mentre Megan prese Jack in braccio.
Quello che non sapevamo e che Lily non si era degnata di dirci era che per arrivare al giardino dovevamo passare proprio davanti all'area dove si stava girando, mentre passavamo da un operatore all'altro buttammo l'occhio su una scena del film: " Pirati dei caraibi: la maledizione della prima luna" per l'esattezza.
Tutto quello che riuscivamo a vedere era una sala enorme, dei riflettori, un tizio che dava indicazioni e... Johnny!
Se ne stava li, a provare delle posizioni assurde o a duellare da solo e senza spada ma la cosa che ci mandò letteralmente, emotivamente e praticamente in delirio fu quello che indossava: una tutina blu e nera estremamente aderente quasi una seconda pelle, e una buffa fascetta.
Guardai subito Megan e notai che avevamo tutte e due le lacrime agli occhi a forza di trattenere le risate, premevo la mano contro la bocca ma qualche gemito usciva lo stesso quindi afferrai Lily e andammo di corsa in giardino dove finalmente io e Megan scoppiammo a ridere lasciando ancora una volta i bimbi allibiti.
« Mio Dio Lex, al ritorno non credo ce la farò a non ridergli in faccia!»
« A chi lo dici, ma hai visto il Principe Albert?!»
« E come non notarlo era li in bella vista!»
« Si ma non guardalo troppo, è zona vietata ai non addetti!»
« Quindi non puoi guardarlo neanche tu, scema!»
« Touchè! Ma prima o poi ce la farò.»
See sogna mia cara, non ti degnerà neanche di uno sguardo!
« Hey Lex non parlare in francese!»
« Cavolo è vero, per fortuna giocano e non hanno sentito nulla...»
Decisi di chiudere li la discussione, non era un argomento di cui mi piaceva parlare, quindi andammo verso i bambini a giocare un po' con loro...
Presi Jack in braccio e lo alzai in aria per fare il gioco dell'aereo e sembrava piacergli molto
« Cosa vedi ometto?» Gli chiesi con la voce più soave che riuscivo a fare
« Alberi!»
Lo feci girare ancora un po'
« E adesso cosa vedi?»
« Papà!!»
« OSSANTOCIELO!»
Misi subito giù Jack come se avessi fatto qualcosa di sbagliato, per non parlare del mio cuore a mille.
« Piccoli miei! Eravate qui? Vi stavo cercando per tutto lo studio...» Disse tirandoci un'occhiataccia.
Mentre i bimbi correvano dal loro affascinante padre io mi torturavo cercando di pensare a delle buone scuse.
« E così voi siete le baby-sitter?»
« Ehm si... ci dispiace molto averli portati qui senza avvisare deve essergli preso un colpo quando non li ha trovati...»
Johnny ignorò del tutto quello che avevo detto come se non avessi mai aperto bocca
« Come vi chiamate?» Disse girando la faccia verso Meg
« Io sono Megan! Lei Lexi, comunque si ci dispiace tantissimo la prossima volta avviseremo...»
« Megan e Lexi, Lexi e Megan...»
Oddio, dì ancora il mio nome in quel modo e mi sciolgo anche se è pieno inverno!
« Ma non doveva essercene solo una?» Questa volta guardò me, ma non riuscivo a capire se era ironico o incazzato tanto era profondo il suo sguardo
« Si...beh, noi... in realtà si»
« Rilassati ragazza, scherzavo! So tutto, voi siete le infiltrate»
« Se la vogliamo mettere così...» Esordì Megan
« Povera Brigitte.» Aggiunse Johnny con una voce seria ma con il sorriso che gli illuminava gli occhi.
Gli sorrisi anche io ma mi evitò di nuovo.
Che ti avevo detto? Non ti degnerà neanche di uno sguardo.
Maledizione.
« Ragazze vorrei passare un po' di tempo con i miei figli quando sono in pausa, vi dispiace? Poi quando riprendo tornate voi.»
« Ma certo!»
« Perfetto, a dopo bambini»

Eravamo sedute su delle scalinate dietro l'edificio per non infastidire nessuno, Megan mangiucchiava e io mi provocavo il cancro fumando, quando non riuscii più a tenere i miei pensieri per me scoppiai...
« Ma secondo te gli sto sulle palle?! No perchè non so se hai notato ma mi ha praticamente ignorata.»
« Beh non è che a me ha parlato molto eh, lui parlava in generale...»
« Ma guardava te!»
« Che poi non è vero che ti ha ignorata, ti ha detto di rilassarti!» Disse ridendo
« Già... io sono ancora del parere che gli sto antipatica.»
« Pessimista.»
La pausa finì e noi tornammo dai bambini per il resto della giornata, senza vedere più nessuno.
Quando era ora di tornare in Hotel ci dissero che eravamo ingaggiate per il resto delle riprese quindi dovevamo essere li tutti i giorni per tutto il giorno, per me fù come uno schiaffo in faccia visto che così non avremo potuto goderci ne la città ne la vacanza, però in compenso sarei stata con i figli del mio idolo.
Già, perchè l'Adone decidendo di passare le sue pause solo con i figli e dandoceli alla fine non avrebbe passato neanche un secondo con noi, neanche un attimo con me.
Tornate in Hotel ci buttammo subito nel letto, eravamo stremate ma da buona testarda cercai di riaffrontare il discorso
« Meeg... perchè mi odia?» Mugugnai in preda alla depressione
« Ah che strazio, non ti odia... Però avevi ragione ti guarda in modo strano, ma sarà perchè vuole vedere cosa fai con i suoi due pargoletti»
« Certo come no... e perchè a te non ti scruta? Te lo dico io, mi odia.»
« Megan?»
« Mmm...»
« Mi stai ascoltando?!»
« Mmmhcerto...» Bisbigliò mentre sbadigliava
« Certo, certo...» Presi il mio cuscino e glielo tirai in faccia ma niente, era gia nel mondo dei sogni.
Dopo un po' di pensieri deprimenti riuscii ad addormentarmi anche io, dopo tutto domani si comincia da capo e magari va meglio.





Bene bene, ecco il primo e fatidico capitolo :) Non so mai cosa dire quando commento un mio lavoro quindi lascio fare a voi.
Ringrazio Sara/ BlackPearl per avermi seguita e consigliata e Sharon/ Sh_NT per avermi trovato in tempo zero la foto della tutina <3
Spero vi piaccia, un bacione June.



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Capitolo 2
*** Johnny: the depressed. ***


Sognando 2
Quella mattina mi svegliai estremamente felice, probabilmente perché avevo realizzato che nonostante tutto il mio lavoretto era il più bello del mondo!
Mi stropicciai gli occhi e mi stiracchiai mentre con la coda dell'occhio guardavo Megan ancora avvolta nel suo sonno, mi si formò in viso un' espressione piuttosto maligna e con la mano sinistra cercai sul mio letto un angolo del cuscino...
« SVEGLIAA!!» Gridai mentre il cuscino le si schiantò dritto in faccia
« M-ma che... LEX!» Mi ringhiò contro buttando cuscino e coperte giù dal letto scalciando e dimenandosi
« Lo sai cos'hai appena fatto? Ne hai una minima idea?!»
« Veramente no... »
« Beh hai appena interrotto il mio sogno con Orlando, questa me la paghi!»
Feci spallucce e mi alzai dal letto per dirigermi verso il bagno quando ricevetti anche io una cuscinata fortissima in faccia che mi fece risedere
« Adesso siamo pari.»
« Sei vera-puèh-mente... aspetta solo ch-puèh. MADDAI! Ho tutte le piume in bocca!»
« Così impari a svegliare il Führer che dorme!»
« Che colpa ne ho io se è tardi? Eh. Dobbiamo andare...»
Mi fulminò mentre si prendeva la precedenza sulla doccia, intanto che aspettavo avrei tanto voluto chiamare il servizio in camera... ma chi paga poi?
Ci rinunciai anche se avevo una fame tremenda, avremo preso un caffè o qualcos' altro al bar strada facendo verso gli Studios.
Ancora non potevo crederci, era successo tutto troppo in fretta tra licenziamento, partenza, baby-sitting, Orlando, Johnny...
non sapevo se ridere o piangere, però mi sentivo l'adrenalina a mille.
« Ma che è quella faccia da ebete? Dai muoviti a farti la doccia è tardi»
Megan interrupe i miei profondi pensieri però aveva ragione era davvero tardi quindi sfruttai la mia adrenalina per prepararmi in zero secondi.
« Pronta!»
« Ma che sei superman?!»
« No è che non vedo l'ora di rivederlo!»
« Io vorrei tanto vedere Orlando... ma non credo ci riusciremo visto che dobbiamo badare a due pesti.»
« Ma che dici, sono dolcissimi!»
« Dolci? Guarda come ha ridotto la mia borsa quello sciagurato di Jack!»
« Era un gesto d'affetto!»
« Si certo... Dai usciamo và.»
Prendemmo le ultime cose e dopo un viaggio in ascensore eccoci fuori in cerca di cibo.
Entrammo in un bar nella stessa strada del nostro hotel e dopo aver ordinato ci sedemmo ad aspettare in un tavolino vicino alla vetrata...
A un certo punto passarono proprio davanti alla vetrata i due Adoni con tanto di pargoletti.
« Ommioddio hai visto?!»
« Ehm no, cosa?»
« Sono appena passati Johnny e Orlando! E i bambini...»
« Scherzi? Dai seguiamoli! Ti prego, ti prego, ti prego...»
« E me lo dici così? ANDIAMO!»
Non me lo feci ripetere di certo due volte, lasciammo tutto quello che avevamo ordinato sul tavolino e senza neanche pagare uscimmo di corsa dal bar piazzandoci dietro un palo.
No dico, credete che quel palo vi copra?
Non hai tutti i torti Goffy.
« Dai vieni avanziamo!»
« Mi sento molto detective oggi...»
Mentre saltellavamo allegramente tra macchine, pali e angoli di strade i quattro entrarono in un negozietto e noi ci fermammo casualmente li fuori.
 « Fai finta di niente. Guarda me, non guardare dentro scema!» Mi bisbigliò isterica e sovreccitata la mia compagna di disavventure.
« Ti vuoi davvero far trovare qui fuori come se fosse una coincidenza?! Con quella faccia?!» Le dissi, guardando gli angoli della bocca che le tremavano per lo sforzo di non ridere.
« Shhh, facciamo finta che stiamo facendo qualcosa!»
« E cosa? Cosa si fa impalate sul marciapiede?»
« Non lo so, prendi il cellulare! Ommioddio STANNO USCENDO! PRENDI IL CAZZO DI CELLULARE!» Mi urlò, e io frugai nella borsa senza fondo - tipico delle donne-. Lo tirai fuori giusto in tempo e le mostrai l'ultimo messaggio ricevuto.
« Wow!» Fece lei, sorpresa. Scoppiai a ridere, era il messaggio del credito residuo.
Mentre lo chiudevo per aprirne un altro degno di nota, una mano mi bussò sulla spalla.
Prima di girarmi a vedere chi fosse - anche se già lo sapevo- guardai gli occhi fuori dalle orbite di Meg e istintivamente la imitai, quando poi spalancò anche la bocca mi girai per vedere cosa l'aveva turbata tanto.
Quello che vidi non era come me l'aspettavo, a toccarmi la spalla non fu ne Johnny, ne Orlando, ne tanto meno i bambini ma il cameriere del bar che avevamo abbandonato poco prima. Rimasi di stucco.
« Ma dove credete di essere voi due? Non avete pagato il conto signorine!»
Nello stesso esatto e meno oppurtuno momento uscirono anche i fantastici quattro, che avevano sentito tutto, insomma dalla padella alla brace.
« Ehm, lo sappiamo... avevamo intenzione di tornare giuro non è come sembra!» Implorai con gli occhi il cameriere di avere pietà di noi cercando di fargli capire con la forza del pensiero chi c'era dietro di lui, ma senza un minimo risultato.
« Si certo come no, ne vedo ogni giorno gente come voi, voglio i soldi e li voglio adesso!»
« Gente come noi?! MA COME TI PERMETTI BRUT-»
« MEGAN NON FARE SCENATE IN PUBBLICO!» Mi ritrovai senza accorgermene ad urlare ancora più forte di lei e mi sentii la faccia in fiamme per la vergogna, senza volere buttai un occhio su Johnny che fissava il cameriere come se fosse uno scarafaggio e Orlando che guardava noi perplesso.
« Ci sono problemi?» Johnny si mise in mezzo tra noi e il cameriere, seguito da Lily e Jack che sembravano le sue guardie del corpo, io andai letterelmente in iperventilazione e mi allentai la sciarpa che sembrava volermi strozzare.
« Penso sia chiaro il fatto che queste due non abbiano pagato il conto.»
« "Queste due" c' 'o dic' a mamm't e sore't, fetaciat!» Megan sfoggiò il lato napoletano preso da suo padre e io mi rassicuravo con l'idea che nessuno avrebbe mai capito niente.
« Questa era una minaccia?! E in quale stramba lingua?» Il cameriere ci guardava con quell' aria saccente che non gli si addiceva proprio.
« No era un suggerimento, ora prenditi i tuoi dannati soldi e vattenn!» Per farglielo capire meglio questa volta accompagnò la parola fancendogli segno con le mani di andarsene, lui glieli strappò dalle mani e se ne andò rosso dalla rabbia.
Tirai un sospiro di sollievo e stavo per immergermi negli occhi di Joh quando...
« Ma perchè siete andate via senza pagare?» Johnny, Johnny... un paio di fatti tuoi mai eh?
Inventa, inventa su.
« Beh... c'era un mio ex li dentro e non volevo incontrarlo perchè se no mi avrebbe stressato a vita, così siamo uscite in attesa che se ne andasse.»
« Si come ha detto lei! Comunque davvero, avevamo intenzione di tornare.»
Come al solito non riuscivo a capire l'espressione di Joh, cavolo mi sembrava di conoscerlo così bene essendo una sua grande fan e invece ritrovandomelo davanti non capivo proprio niente.
Ci guardavano tutti e due un po' allibiti e in effetti è abbastanza infantile uscire da un locale perchè c'è un tuo ex dentro, ma non potevamo mica dirgli che eravamo uscite di corsa per pedinarli, allora si che ci avrebbero prese per pazze!
« Oggi venite anche voi?»
Adorai Lily per l'ennesima volta per aver rotto quell' angoscioso silenzio
« Certo, stavamo proprio venendo a giocare con voi»
« Anche noi stiamo andando li adesso, facciamo la strada assieme?» Il mega sorriso di Orlando sciolse subito Megan che annuì velocemente passando affianco a lui e iniziando ad andare, Johnny prese Lily per mano e io feci per prendere Jack in braccio ma mi ritrovai il naso di Joh a due millimetri dal mio, lui si spostò subito come se fosse schifato
« Vuoi prenderlo tu?» Mi domandò con un filo di voce e quasi inespressivo
« A me fa solo piacere... ma se vuoi lo lascio a te tanto con me ci starà tutta la giornata»
« Già... No dai prendilo tu, andiamo.»
Si girò e iniziò a camminare assieme a Megan e Orlando, presi Jack e andai anche io, lo osservavo da dietro mentre camminava e non riuscivo a capire come interpretare quel suo comportamento.
Finalmente arrivammo negli studios, dopo aver salutato il padre che si era messo subito a lavoro io e Meg portammo i bimbi in uno dei camerini vuoti per farli giocare, faceva troppo freddo per uscire fuori.
Mentre Lily e Jack erano assorti nei loro giochi noi volevamo tanto andare a farci un giro tra le varie stanze e stanzette di quell' edificio
« Magari possiamo fare a turno, una va e l'altra tiene buoni i bambini...»
« Si non è una brutta idea e magari faccio anche un salto alla macchinetta del caffè, ne ho bisogno!»
« Ci avrei giurato, sei una drogata di caffeina... per non parlare delle sigarette che fai sparire nel giro di due ore!»
« Che ci vuoi fare in qualche modo dovrò pur sfogarmi, no?»
« Esistono un sacco di altri modi non so se ci hai fatto caso.»
« Si va bene, come vuoi, ora vado okay? Attenta ai bambini.»
Non mi rispose neanche si limitò a una smorfia che mi faceva intendere che prima sarei tornata e meglio sarebbe stato.
Mi aggiravo chiedendo informazioni a ogni genere di tecnico li presente su dove si potesse trovare del caffè, ma com'è che nessuno lo sapeva?!
In lontananza scrutai Orlando e Johnny e decisi di avvicinarmi a loro per vedere se lo sapevano, mi fermai un po' prima di raggiungerli capendo dal volto di OB che stavano discutendo e non volendoli interrompere mi sedetti su una sedia a caso per aspettare che finissero, giuro non avrei voluto ascoltare ma parlavano dei bambini e magari sapere qualcosa in più ci avrebbe aiutato ad accudirli meglio.
Se se, non ti crede nessuno tanto.
« Secondo me sbagli.»
« Ma non lo capisci? Perchè deluderli così? Tanto vale prevenire che guarire.» Rispose Johnny alterandosi un pochino
« Prevenire da cosa Joh? Ne hanno bisogno cazzo, hanno bisogno di svagarsi un po', non puoi tenerli sempre con te che hai quel muso lungo mmmh» Orlando fece una faccia buffissima cercando di imitare il muso per far ridere Joh.
« Non te ne deve fregare niente del mio "muso lungo" non voglio che si affezionino a qualcuno che non vedranno mai più, di nuovo.»
« Perchè sei tu a volerlo. O sbaglio?»
« Certo che sono io a volerlo, è ancora troppo presto anche se...» Johnny si passò una mano fra i capelli rattristandosi
« Anche se ti piace? Non negarlo.»
Quella conversazione mi incuriosiva parecchio e visto che si era creato il silenzio decisi di avvicinarmi
Orlando mi vide subito e fece un segno a Joh che era girato
« Salve, non voglio disturbarvi per caso sapete dove posso trovare del caffè?»
« Oh ciao Lexi, certo ti accompagno...»
Orlando mi mise il braccio attorno alle spalle e mi spinse via cercando di camuffare il fatto che quella era una conversazione che non dovevo sentire
Appena ci allontanammo abbastanza da Johnny, Orlando tolse il braccio e si grattò la testa con una smorfia sulla bocca
« Ti ho visto sai? Non dovresti origliare...» Si sforzò di farmi un sorriso ma senza successo
« Scherzi? Non ho sentito nulla, aspettavo solo che finiste di parlare ma pensavo ai fatti miei...»
Bugiarda.
« Se i fatti tuoi sono Johnny ci stavi riuscendo benissimo» Ma non se la beve vero?
« Davvero, non stavo ascoltando.»
Bugiarda e due.
« Dai tanto ti ho vista ammettilo, è che per lui è un periodaccio e insom-»
« Ok! Si ho sentito tutto mi dispiace non dovevo, però all'inizio pensavo stesse parlando dei bambini e ho pensato che poteva esserci utile, poi quando l'ho visto un po' triste mi sono incuriosita e insomma... lui è il mio idolo, il mio attore preferito, mi piace praticamente da sempre. Tu che avresti fatto al mio posto?!»
« Probabilmente la stessa cosa, il fatto è che quella conversazione mmh... non so come dirtelo, diciamo solo che per il momento è meglio che tu non abbia sentito altro. Meglio per Johnny voglio dire.»
« Ah, ovviamente chiederti il perchè sarebbe inutile no?»
« Per adesso si, ma uno di questi giorni dovremmo parlarne...»
« Chi io e te??» Perchè io e lui? Insomma, perchè io?
« Si, ma più in la dai... magari non sarà nemmeno necessario, per adesso l'unica cosa che posso dirti è che dovrete essere molto pazienti con lui, sai, per Vanessa...» Annuii abbassando la testa, credevo che Johnny avesse superato il tutto invece mi sbagliavo.
Orlando mi salutò e dopo avermi indicato la macchinetta del caffè tornò da Joh.
Iniziai a riflettere un pochino e mi venne in mente un pezzo di un articolo pubblicato su una rivista tempo fa:

Un tragico incidente ha portato via Vanessa Paradis, compagna dell'attore Johnny Depp e madre di due bambini.
La cantante, che attraversava la strada, è stata brutalmente travolta da un'auto sulla Rue Marbeuf. L'autista che si è fermato parecchi chilometri dopo si giustifica dicendo di non aver visto nessuno in mezzo alla strada. "

Divenendo triste decisi di lasciar perdere brutti pensieri e tazzina di caffè vuota per tornare da Megan, non sia mai abbia buttato i bambini fuori dalla finestra, lei è capace di tutto.
« Lily vieni qua, NO Jack non fare così! Dai non piangere adesso non voglio farti niente, LILY!!»
« Ma che diavolo stai facendo?»
Furono le uniche parole che mi uscirono dalla bocca vedendo Meg in ginocchio, tutta disegnata in faccia, con i capelli alla Samara sul lato destro della faccia e con la mano stretta sul retro della maglietta di Jack per non farlo scappare.
« Non fare domande e aiutami!» Mi implorò mentre dirigeva Jack da me, lo presi in braccio.
« E Lily?»
« Ma che ne so è un'ora che la chiamo e non risponde!»
« Ma sei pazza?! L'hai praticamente persa!»
« No dai, sarà nascosta qui da qualche parte...»
« A si, dove? Qui non ci sono nascondigli siamo in camerino piccolissimo, muoviti vai a cercarla!»
« Non posso... i pennarelli... beh, sono indelebili!»
« COSA?»
Scoppiai a ridere come non avevo fatto da molto molto tempo, piansi dalle risate a vedere Meggy piena di righe, fiori e cuori indelebili sulla faccia, poi mi ricordai della scomparsa di Lily, tornai seria e uscii di corsa chiamandola alternando la voce da bassa ad alta a seconda di dove mi trovavo quando...
« Lexii!»
« Oh grazie al cielo! Lily ma dove eri finit-» Mi bloccai quando vidi che era finita tra le braccia del padre che mi stava già fulminando con lo sguardo.
Bene, se prima ti odiava...
Ok so quello che stai per dire quindi zitta per favore.
« Non dovreste badare a loro? E per questo che siete qui giusto?!»
« Si giusto, mi dispiace, starò più attenta lo giuro!» A momenti ti bacio anche i piedi, cosa vuoi di più dalla vita?
« E' la seconda volta che non mi andate a genio voi due, alla terza siete fuori, nulla di personale ma inizio a pensare che non ci sappiate proprio fare coi bambini.»
Mi limitai ad abbassare la testa come un cane bastonato e ad annuire dipiaciuta.
« Johnny avanti, non è successo nulla di male alla fine!» Chi è questa voce che mi legge nel pensiero prendendo le mie difese? Oh, Orlando.
« Mi ha fatto prendere un colpo, ho trovato Lily che vagava da sola quando lei dieci secondi prima era qua a chiaccherare con te.»
« Certo ma sono in due no? Non esiste mica solo lei.»
« No eh, adesso non scarichiamo le colpe su Megan! Okay abbiamo fatto i nostri errori, cercheremo di non ripeterli altrimenti ci atterremo alla regola del "alla terza siete fuori". BUONA GIORNATA.» Presi Lily per mano e mi dileguai velocemente prima che avessero il tempo di rispondere, avevo sfuriato e non è da me ma ormai era fatta quindi amen.
Tornai da Meg incazzata come non mai.
« L'hai trovata! Ti amo.»
« E' uno stronzo, va bene?» Parlai in italiano per non farmi capire dai bimbi
« Ma che ha fatto?»
« Solite cose, anche se non fa niente di grave è il tono con cui parla che mi urta i nervi.»
« Ancora acido, eh?»
« Già... E' stressato, è dura far crescere due bambini da solo lo capisco, ma prendendosela con gli altri non risolve niente.»
« Se, vaglielo a dire...»

Poco dopo scattò la pausa pranzo e Megan andò a passarla in sala trucco per farsi togliere i vari disegnini, io ero rimasta da sola con i bambini anche se dovevo portarli da Johnny sperando che non mi si rivoltasse contro per il piccolo scontro di prima. Stava uscendo giusto in quel momento dalla porta sul retro che dava sul giardino, quindi mi feci forza e avanzai verso di lui.
« Le ho portato i bambini come voleva» Lo dissi tutto d'un fiato mi girai e stavo quasi per andarmene ma...
« Grazie. Ehm aspetta.» Mi rigirai di botto verso di lui quasi sull'attenti.
« Senti... mi dispiace per prima ok. Non sono bravo a chiedere scusa ma se ti va, visto che sei sola potresti stare con i bambini e... con me, insomma con noi.» Evitai di mettermi a urlare saltando e battendo le mani o avrebbe cambiato idea mandandomici direttamente al manicomio.
« Non fa niente... Ma rimango solo se vi fa davvero piacere, non voglio essere di peso a nessuno»
« Non mi sei di peso davvero!» Mmh Johnny ma, questi sbalzi d'umore?! Li per li li ignorai, i suoi sbalzi d'umore, so solo che mi diventarono gli occhi lucidi e gli feci un mezzo sorrisetto ebete per acconsentire la mia presenza.
Andammo a sederci sull'erba sotto un albero, i bambini giocavano, lui era sdraiato con gli occhi chiusi e io appoggiata al tronco a fissarlo. Era perfetto.
A un certo punto mentre Lily correva intorno all'albero spuntò un raggio di sole che colpì Johnny sulle sue meravigliose labbra, *riscaldamento globale io ti amo!*
Non so cosa di preciso mi trattenne dal baciarlo in quel momento.
Smisi anche di fissarlo maledettamente per paura che aprisse gli occhi da un momento all'altro, e infatti fu così, appena la pargoletta si sedette vicino a me si alzò sui gomiti, aprì gli occhi e piegò una gamba, il vento gli accarezzava i capelli e ora il sole gli scaldava in pieno quel viso stupendo.
« C'è il sole hai visto?»
« Già... oggi è proprio una bella giornata.» E non mi riferisco solo al sole caro il mio Joh.
« Ah Lexi, ti prego non osare mai più darmi del lei, ti supplico!» E me lo chiedi così? *Dannata risatina da deficiente che mi esce ogni volta*
« Si ok, era per rispetto...»
Si si, lecchina che sei.
Mi stava fissando, lo vedevo con la coda dell'occhio ma mi metteva a disagio quindi mi alzai per giocare un po' con Jack, che mi implorava di fargli rifare il gioco dell'aereo, così lo accontentai. Lo presi in braccio e lo feci girare in aria mentre lui mi elencava le cose che vedeva, mentre giravo intorno a me stessa ogni tanto buttavo l'occhio su Johnny che non aveva ancora finito di fissarmi per bene, all'ultima occhiata lo vidi un tantino alterato come se gli desse fastidio che giocassi con suo figlio, poi girò la testa dalla parte opposta alla mia e sospirò forte. Pensando di aver fatto qualcosa di sbagliato misi giù Jack che era un po' triste che il gioco fosse finito così in fretta, mi si strinse il cuore ma non ci potevo fare nulla
« Dai vai da papà adesso.»
« Voglio giocare ancora!»
« Ma poi magari lo rifacciamo, ora stai un po' con tuo padre che poi deve andare a fare il pirata e-»
« No!»
« Jack fa come ti dice! Forse è stanca di tenerti sempre in braccio no?! Vieni qui.»
La sua voce forte fece obbedire subito il povero bimbo che si sedette vicino a lui imbronciato
E' pazzo! Lex fuggi finchè sei in tempo. 
Ignorai l'assurda vocina che mi suggeriva di andarmene da li il prima possibile e quando vidi che Johnny mi guardava ancora presi coraggio e gli mostrai tutta la mia solarità con un sorriso, ma distolse subito lo sguardo così mi sedetti di nuovo vicino al tronco dell'albero.
« Come vanno le riprese?» Fu l'unica cosa che mi venne in mente di dire
« Bene.» Wow che hai mangiato a colazione, limoni?
Il silenzio che si creò era detestabile, Lily non correva più, Jack era triste, Johnny pensava ai fatti propri e io volevo scavarmi una fossa tanto profonda da sperare di finire in Cina.
« Scusa lo sto rifancendo, cavolo.»
« Cosa?»
« Sono di nuovo acido con te... davvero non vorrei esserlo ma»
« Non importa.» Odiavo questo mio vizio di non far mai finire le frasi agli altri.
« Si che ti importa, te lo leggo in faccia.» Dannata faccia.
« Beh, può essere, ma non dovrebbe importare a te...» Ma che sto facendo? Mi autoescludo dalla sua vita da sola?
Mi guardò storto, ma forse perchè avevo ripreso a fissarlo. Quanto avrei voluto sapere cosa c'era dopo quel "ma" però avevo il timore che parlasse della sua depressione a causa della morte di Vanessa e non volevo farlo rattristare ancora.
Ad un tratto fissando l'erba lo vidi sorridere, prima un lato della bocca poi l'altro, poi la sua mano che tirava indietro i capelli, era come una scena a rallenty nella mia stupida testa e li, li finalmente lo riconobbi: non era più Johnny-lo-sgarbato ma semplicemente Johnny, l'uomo per cui avevo perso la testa molti anni prima. Ero tentata di chiedergli cosa ci fosse di tanto bello in quell'erba da farlo sorridere così, ma ovviamente restai in silenzio.
A interrompere i miei pensieri fu un grido provenuto da non si sa bene dove.
« SI RICOMINCIA!» Merda. Ma perchè la pausa pranzo deve durare così poco?
« Devo andare, il regista chiama...» Noo Johnny non andare!
« Va bene, te li tengo d'occhio io tranquillo» Dissi indicando i bambini e facendogli l'occhilino
« Mmh si, ci vediamo.» E se ne andò. Ora, qualcuno mi spieghi perchè è di nuovo acido! Ma che è in menopausa?!?
Beh, vecchio è vecchio.
Goffarda! Ma che dici! Non è per niente vecchio.
Lo è per te.
Ma perchè la mia stessa vocina mi deve demoralizzare in questo modo?
Guardai i bambini e gli feci segno con la testa di entrare dentro anche noi, dopo un po' di lamentele li convinsi.
Eravamo seduti in un divanetto e tutti e tre fissavamo il vuoto come ipnotizzati da un qualcosa che non c'era, io battevo le dita sul ginocchio in attesa che Meg ritornasse -pulita- dalla sala trucco. Più guardavo i due ometti più mi rendevo conto di non saperci davvero fare con i bambini... avrei potuto giocare con Lily si, ma Jack? Cosa si fa con un bimbo di due anni?
*Tock-Tock*
Un Orlando travestito da pirata mise la testa dentro il camerino
« Si può?»
« Certo entra pure»
« Come mai tutto questo silenzio? Megan?»
« E' andata a togliersi i disegnini che aveva in faccia... Jack invece che i trucchi ha usato i pennarelli indelebili!» Scoppiò in una risata contagiosa per tutti.
« Non reciti oggi?»
« Ovvio se no non sarei qui vestito da Will Turner, però ora è il turno di Johnny: sta provando varie posizioni e camminate strane» Si l'avevo intuito dal momento in cui l'ho visto con quella stramba tutina! Se ci ripenso rido ancora da sola come una deficiente... Infatti è quello che sto facendo ora e Orlando se n'è accorto.
« E quel sorriso?» Appunto.
« Niente, niente... Allora bimbi che volete fare?» Mi girai verso i due per cambiare discorso.
« Giochiamo Lex, ci stiamo annoiando.» Povera Lily, ce l'ha proprio scritto in fronte.
« Avete dei giochi qui?»
« No» Vedo che la situazione migliora ogni minuto che passa - da notare l'ironia-.
Mi guardai intorno in cerca di qualcosa che potesse piacergli, dovevo architettare qualcosa e subito.
Peccato che in quel camerino che sembrava il ripostiglio delle scope di Hogwarts non c'era proprio nulla, cavolo, magari se provo fuori...
« Hey te li posso lasciare un secondo? Giuro torno subito.» Ma una baby sitter può mollare i bambini che deve accudire a un attore che dovrebbe lavorare? Complimenti Lex.
« Certo ma sbrigati, se Johnny lo sa ti caccia!» No Orlando non mi fai ridere così.
Uscii in cerca di non so nemmeno io cosa e per sbaglio finii dietro una scenografia tutta verde con al centro un' enorme nave, probabilmente quella dei pirati... Il collegamento tra nave dei pirati e Johnny mi faceva intuire che non dovevo trovarmi li ma poi appese alla nave vidi delle corde.
Se ne prendo una se ne accorgono?
Tu che dici?
Goffà chiedere le cose a te è come chiederle al vento. Io la prendo.
Acciuffai anche due o tre "sassi" fatti di gomma che secondo la mia testa erano perfetti per giocare a palla, così tornai nel camerino con la corda legata in vita e i finti sassi in mano.
« Hai svaligiato il set!»
« Lo so, lo so, ti prego non dire niente è che non sapevo con cosa farli giocare...»
« Va bene stavolta passi, ma cerca di non rifarlo chè se poi qualcuno ti vede son guai.» Annuii compiaciuta e salutando Orlando invitai i bambini a uscire fuori.
Detti la corda a Lily che iniziò subito a saltare qua e la come una pazza mentre io giocavo a palla con Jack che me le tirava tutte storte facendomi fare la maratona per andare a riprenderle.
Dopo un po' arrivò anche Megan perfettamente ripulita, così prendemmo la corda di Lily che era abbastanza lunga e tenendone un lato ciascuna la facevamo saltare mentre tirava lei la palla a Jack.
« Ma che bel quadretto!» La voce di Johnny provenì dalle mie spalle facendomi saltare pur non avendo la corda sotto i piedi.
Quando faceva queste uscite rimanevo sempre pietrificata, non sapevo se era un' esclamazione positiva oppure no, l'unica cosa che sapevo è che mi faceva sciogliere a prescindere quella voce, ma come dice il suo personaggio Capitan Jack Sparrow: " Non bene". No, non andava per niente bene.
Mentre gli sorridevo e continuavo a far girare la corda pensavo a cosa mi stesse succedendo, con Goffarda che continuava a dirmi che lo sapevo benissimo in realtà. Mi conosco e so che dopo la fase "la tua voce mi fa sciogliere" ci sono le farfalle nello stomaco.
Dio no, non mi deve succedere non posso, non devo.
« No!» Ops, l'ho detto a voce alta...
« No cosa?»
« Niente Meg, per sbaglio pensavo a voce alta...»
Ecco ora mi guardavano tutti per l'ennesima volta come se fossi pazza, Johnny compreso, anche se poco dopo tornò a continuare il suo lavoro.
Eravamo tutti sfiniti, erano passate più di due ore e avevamo giocato tutto il tempo quindi decidemmo di riposarci un po' sdraiati sotto il sole che si stava affievolendo, mi stavo già affezionando a quei due piccoli angeli piano piano non sentivo neanche più la stanchezza era una soddisfazione vederli sorridere.
Quando il sole quasi se n'era andato del tutto Johnny tornò a riprendersi i pargoletti, non riuscivo a credere che fosse così bello anche dopo una giornata intera di lavoro.
« Eccomi qui!» Esclamò aprendo le braccia mentre Lily e Jack gli andavano incontro e mentre io sorridevo ancora come un'ebete.
« Noi ci rivediamo domani giusto ragazze?» Continuò
« Certo a domani, ci vediamo bambini, oh Johnny salutaci Orlando eh!» Disse Megan con una linguaccia che lui ricambiò
« Au revoir Megan, au revoir Lexi!»
« Au revoir Lily!» Ma alla mia risposta Johnny si pietrificò e si guardò intorno come se avesse visto un fantasma
contemporaneamente Megan mi tirò una gomitata sul braccio, ma mica lo sapevo che due parole in francese avrebbero scatenato il terrore.
« C-ci vediamo.» Furono le ultime parole di Joh prima di scomparire nel buio.
« Certo che non ne fai una giusta tu eh!»
« Parla quella che ha perso la figlia di Johnny Depp!»
« Ma lui mica lo sa...»
« Certo che lo sa ciccia, mi ha beccato proprio quando la stavo cercando e se l'è presa con me!»
« Questo riporta alla mia conclusione che non ne fai una giusta.»
Mannaggia. Magari ha ragione lei, non ne faccio davvero una giusta, parlare in francese poi... ancora complimenti Lex.
« Dai su, adesso non ti deprimere pure tu che Mr. Ghiaccio e Limone basta e avanza» Megan aveva la strana capacità di farmi deprimere e farmi ridere più volte nel giro di cinque secondi.
Tornammo in hotel a braccetto ridendo e dando nomignoli tipo Iceberg, Ghiaccio and Lime e vari a Johnny, perchè secondo la filosofia della personcina affianco a me è meglio ridere che piangere, sempre.
Eravamo quasi davanti all'entrata dell' hotel quando mi parve di vedere Johnny che attraversava la strada e tirai una gomitata a Meg che ne stava per sparare una delle sue
« Che c'è?»
« Ma quello è Johnny?»
« See, ti piacerebbe! Mettiti gli occhiali domani ok?»
Ok non era lui e scoppiammo a ridere di nuovo, era come una risata isterica forse per la stanchezza perchè non riuscivamo a smettere e quasi non sapevamo dire il numero della nostra stanza al ragazzo della reception che ci guardava stranito.
« Trecent-hahah-due»
« Noo-ahah quaranta!»
« Si è quello che ho detto hahaha trecentoquarantadue!»
Dopo aver riso in faccia a praticamente tutti vidi un uomo con cappello, occhiali da sole e sciarpa fino al naso uscire di corsa dalla hall
« Ma anche quello sembra Johnny!»
« Tu stai talmente stunned che ormai lo vedi dappertutto!»
« Ti giuro, era lui! Se non mi credi chiedo al ragazzo della reception eh.»
« Vai chiedi, voglio proprio vedere...» Meg mi indicò la reception con una mano e con l'altra si teneva la pancia in preda ad un'altra risata isterica.
« Ehm, scusi, mi sa dire il nome dell'uomo che è appena passato? Sa forse lo conosciamo e vorremo esserne sicure...»
Il ragazzo sbarrò gli occhi e dopo un'occhiatina veloce all'elenco mi disse che si chiamava "Mr. Stench"
Megan -che aveva sentito tutto- fece finalmente partire la risata che aveva in gola da prima e trascinandomi verso l'ascensore continuava a dire quando fosse assurdo che un tizio si potesse chiamare Mister Puzzo
« Ma te lo immagini la mattina, passa un portiere tutto educato e composto e dice "Prego Mister Puzzo"!»
Continuammo a ridere fino ad addormentarci, senza neanche cenare e senza neanche cambiarci, a quanto pare eravamo davvero sfinite.


Ecco qui il secondo capitolo, un tantino "piatto" a parer mio ma che ci volete fare xD
Allora, qui si scopre che Johnny è tutto scorbutico perchè è ancora traumatizzato dalla morte di Vanessa,
riuscirà Lexi a farlo tornare come prima? Continuate a leggere e lo saprete muahaha u.u
Prometto che il terzo capitolo sarà meglio, si scopriranno nuove cose e... non posso dirvi altro :P
Sareste mooolto carini a lasciarmi una piccola recensione con ogni genere di commento, io apprezzo tutto.
Un bacione, June.
















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Capitolo 3
*** And now? ***


Sognando 3
* Ti-ti-ti-tiiii-ti-ti-ti-tiiiiiii*
Uno strano rumore squillante mi entrò in testa fino a farmi svegliare.
« Mmh... oddio Meg ma cos'è?»
« La sveglia fava, è ora di svegliarsi!»
« Ma è ancora notte!»
« Sono le sei e mezza, per me è giorno.» Sono ufficialmente partita con una pazza.
« PERCHÉ DIAMINE HAI MESSO LA SVEGLIA COSì PRESTO?!»
« Almeno abbiamo il tempo di fare colazione in hotel!» Mi rispose acidamente mentre mi tirava via la coperta di dosso.
Borbottai qualcosa che non riuscii a capire nemmeno io e andai verso il bagno, neanche entrata la sentii urlarmi di muovermi.
A momenti mi addormentavo sotto la doccia ma con grande sforzo riuscii a prepararmi in tempo decente, quando anche lei fu pronta scendemmo nella sala dell'hotel, acchiappammo tutto quello che era o sembrava cibo e ci sedemmo al tavolo.
« Hey guarda, quello è Mr. Stench!» Mi fece notare Megan indicando l'uomo che era appena entrato nella sala
« Già... hey ma, ODDIO! -Mi misi una mano sulla bocca e continuai a parlare sottovoce- se quello è Stench io sono la statua della libertà! Ma non noti proprio niente?!» Meg strinse gli occhi per vedere meglio e li spalancò tre secondi dopo notando finalmente le due presenze bionde vicino all'uomo.
« Non sarà?»
« E' lui! Ma che ci fa qui? Oddio si stanno sedendo, li, li vedi?!»
« Certo che li vedo scema, datti una calmata... Mmh, che stia qui anche lui?»
« No guarda è venuto in sperimentazione! E' ovvio che sta qui, e tu che ieri sera mi prendevi per pazza!» Continuavo a blaterare senza staccare gli occhi di dosso a Johnny, secondo la mia mente malata prima o poi si sarebbe sentito osservato e si sarebbe girato verso di me. Povera illusa.
« Se continui così lo sciupi Lex.» La zittii con la mano per non farmi deconcentrare mentre attivavo i raggi a ultra suoni, sempre in cerca di farlo girare.
« Tanto non si gira, accettalo!»
« Dai vieni.» Mi alzai di punto in bianco trascinando Megan dietro di me, sinceramente non sapevo neanche io cosa stavo facendo.
Ci inginocchiammo dietro un carrello pieno di ogni tipo di torte proprio davanti al tavolo di Joh, non si sa come non ci vide.
« Cavolo, questa torta è in mezzo non riesco a vederlo!»
« Spiarlo semmai...»
« Magari se la sposto un pochino...»
« FERMA!!»
Splash.
In un nano secondo la torta finì sul pavimento e mentre cercavo di rialzarmi facendo completamente saltare l'operazione "Spia Johnny e non farti notare" ci scivolai allegramente sopra tirando Megan giù con me.
« Ma che-» Johnny ci aveva ufficialmente scoperto.
« LEX! IO TI UCCIDO»
« Oh scusa se non pensavo che fossi fatta di pasta frolla e mi reggessi!»
« Ehm... ragazze?»
Ci girammo all'unisono quasi fulminando Johnny che alzò le mani in segno di resa per non essere attaccato
« Questa è tutta colpa tua caro Adone dei miei stivali!» Ditemi che Megan non sta per dire quello penso...
« Davvero? E che ho fatto?»
« Se tu non fossi così maledettamente bello a questa povera anima in pena non sarebbe mai venuta l'idea di nascondersi dietro un carrello di torte per spiarti!» Ok, datemi una pala per favore. No, non per sotterrarmi, ma per colpire quella sciagurata in faccia.
« Quindi è stata una tua idea?» Il "maledettamente bello" si girò verso di me con un sorrisino furbo che mi fece andare in fiamme le guance
« Ehm... si, ma in mia difesa posso dire che Megan ha ragione, se tu non fossi stato tu non mi sarebbe mai venuto in mente.»
Fece un sorriso un po' imbarazzato e mettendosi le mani sui fianchi finse di rimproverarmi
« Ora dovrai andare a cambiarti e arriverai in ritardo a lavoro...» Era così dolce che avrei anche potuto mangiarlo.
« Però seriamente, io devo fuggire agli studios, i bambini li lascio a voi?»
« Certo, poi appena Lex si cambia ti raggiungiamo»
« Perfetto, mi raccomando eh...» Abbassò la voce e col dito prese un po' di panna che avevo sul viso facendomi completamente sciogliere, poi salutò i bambini e uscì.
« E chi si lava più adesso!»
« Ma smettila scema e fila a lavarti!»
« Mangi limoni per hobby?!»
Senza aspettare una risposta presi i bimbi e andai verso l'ascensore per raggiungere la nostra stanza e infine la doccia, tutto questo senza smettere neanche un secondo di pensare al dito di Joh che mi accarezzava la guancia.
Mentre ero sotto la doccia era partito il solito discorso - ovviamente in italiano- sugli sbalzi di umore di quell'uomo, senza però trovare una motivazione logica se non la scomparsa di Vanessa che per non farci capire dai bimbi avevamo chiamato "ferrovia". Lo so, ironizziamo anche quando è meno opportuno ma che ci volete fare, non l'abbiamo mai sopportata quella.
Non si sa perché -o forse si sa e non ve lo voglio dire- si cambiò anche Megan mettendosi tutta in tiro, e visto che non avevamo proprio niente da fare acconciammo al meglio anche quei poveri bambini che erano diventati i nostri Barbie e Ken.
Finalmente con ben tre ore di ritardo ci decidemmo ad andare agli studios cantando/fischiando la colonna sonora del film che stavano girando, quando arrivammo però trovammo Johnny su tutte le furie e Orlando che cercava di tranquillizzarlo poi come ci videro arrivare si bloccarono di colpo e venirono verso di noi.
« Ero preoccupatissimo, ma quando mai ci mettete tre ore per una doccia?! VI RENDETE CONTO CHE HO PENSATO IL PEGGIO?!»
« Johnny cerca di capirle, sono ragazze, è normale che ci mettano più tempo a prepararsi» Fatelo santo quest'uomo!
« Stavo veramente per impazzire, non ho nemmeno un modo per contattarvi cazzo!» Ok, l'unica cosa che ho pensato è stata: da adesso avrò il numero di Johnny Depp nella rubrica del cellulare! Insomma non me ne fregava proprio niente se stava per impazzire, avrei avuto il suo numero!!
Dopo la breve danza euforica dei miei neuroni invece iniziai davvero a preoccuparmi: ma che son scema a far arrabbiare Johnny?
Stranamente non ricevetti nessuna risposta da Goffarda e sperai se ne fosse andata del tutto dalla mia mente.
« Hey?! Sto parlando con te!» Johnny mi schioccò le dita davanti per farmi riprendere dallo stato sognante in cui ero
« Eh, si dimmi... Ah già, scusa.» Ero ancora in stato confusionale, oppure pregavo in aramaico perché mi desse il suo numero.
Johnny tirò un sospiro seccato e dalla tasca dei jeans tirò fuori un foglietto tutto stropicciato che mi mise in mano
« In caso di emergenza. Ora vado a lavorare.» E andò.
« Ragazze... sul serio fate attenzione la prossima volta»
« Non ci sarà una prossima volta Orlando, tranquillo» Megan gli fece l'occhiolino e anche OB tornò a lavorare.
Mi aspettavo la predica più lunga di tutta la mia vita ma Meg lasciò stare e si mise quasi a sbavare fissando il foglietto che avevo in mano.
Lo aprimmo e dentro ovviamente c'era un numero di telefono. Inutile dire che saltammo per la gioia come due deficienti emettendo strilli talmente acuti che se ci fosse stato un cane nei dintorni sarebbe impazzito.
« Forse dovremmo far capitare qualcosa a loro... Così puoi chiamarlo...» La mia pazza amica fissò i bambini tramando chissà cosa
« Così avrei la scusa per farmi dire al telefono che siamo licenziate!»
« Si, se dovesse capitare anche io preferirei sentirmelo dire di persona» E beh, dopo tutto è sempre Johnny Depp.
Dopo svariati quarti d'ora passati a fare ogni tipo di acrobazia per far divertire i biondini il più piccolo sentiva la mancanza del padre quindi per evitare che piangesse e scatenasse l'inferno entrammo dentro, dove stavano girando l'ennesima scena con ogni genere di pirata.
Johnny a.k.a Adone a.k.a Jack Sparrow era bello come non mai sdraiato sulla finta sabbia fingendosi ubriaco.
Noi eravamo appostate ai piedi della nave che era talmente realistica da sembrare vera, io tenevo Jack in braccio e giocherellavo con il suo nasino a patata e Megan giocava a battere le mani con Lily, quando Johnny ci notò si sciolse in un sorriso guardando Jack e fece dei gesti al regista che accordò una pausa generale urlando nel megafono così il più bel capitano del secolo e il suo amico Will Turner ci raggiunsero con la loro camminata sexy.
« Che bei pirati...» Commentò subito Meg
« Dite che mi dona quest'abbigliamento?» Scherzò Orlando improvvisandosi gay e facendo nascere una risata generale, perfino dei tecnici.
« Oh si parecchio, ma mi dispiace dirtelo, come Sparrow non c'è nessuno!» Dissi tirando un'occhiata maliziosa a Joh
« Il mio papà è il migliore, vero?»
« Ovviamente Lily»
« Quindi un pover uomo come me non è gradito a confronto con il capitano della Perla Nera?»
« Macché, lascia perdere Lex ha altri gusti, io ti gradisco eccome!»
Momento, momento, momento. Che diamine sta succedendo ai nostri ormoni? Aiuto.
« Io gradisco i gusti di Lex!» Ma Johnny! Così mi fai arrossire...
« Così non vale però...» Orlando si finse offeso e poi tirò una gomitata a Joh, ma quanto sono BELLI!
« Allora capitano, anticipaci qualche scena» Ripresi io guardando Johnny
« Mi spiace a tutto top secret donzella» Fece con tutto il Jack Sparrow che c'era in lui
« Mh, posso anche farne a meno, ti ho già visto con quella splendida tutina blu e nera che ti atteggiavi tutto... com'era, così?» Lo imitai quasi alla perfezione pur avendo ancora Jack in braccio e lui scoppiò a ridere dicendo che forse avrebbero dovuto prendere me per quel ruolo.
« Rinuncia Lexi, non hai neanche la spada, che razza di pirata sei?» Mi prese in giro Meg
« La spada ce l'ho io, eccola qua!» Johnny la tirò fuori, me la mise in mano e io improvvisai un duello solitario,
feci per puntarla alla gola di Joh ma lui si tirò indietro di colpo tirandosi di tutto peso alla nave, non sembrava nulla di grave finché non urlò per il dolore.
« OMMIODDIO JOHNNY!» Lui non mi rispose e non si mosse così Orlando si avvicinò di più per vedere cosa si fosse fatto
« Ha una fiocina infilata dietro la spalla sinistra!»
« Da quando usate fiocine qui?!?» Domandò Megan sull'orlo di una crisi
« E' di plastica, ma a quanto pare ci si è sbattuto contro proprio forte, è pur sempre affilata.»
« MACHISSENEFREGA! AIUTATELO! Toglietelo da li cazzo!» Se Meg era sull'orlo di una crisi io ci ero dentro già da un bel po'
Sentendomi urlare si scatenò l'inferno, Jack si mise a piangere e quelli presenti nella sala corsero da noi allarmati, urlavano tutti di chiamare un'ambulanza in preda al panico più totale. Oddio ma che cavolo avevo fatto?
« No, niente ambulanze niente di niente!» Alla voce dolorante di Johnny si bloccarono tutti a chiedere il perché e a dire che era indispensabile
« No, non voglio che i miei figli si spaventino li avete terrorizzati già abbastanza voi, andate via.» Si riferisce a me? Mmh...
Quando tecnici, troupe e compagnia bella si erano già allontanati, a Megan scattò il lampo di genio.
« Ma Lex! Tu hai seguito un corso di infermieristica, pensaci tu no?» Cazzo me l'ero scordata!
« Si beh... s-se non hai niente in contrario» Balbettai guardando Johnny che perdeva sempre più sangue ed era ancora attaccato alla nave
« Fai piano però...» Stavo sul serio per piangere a vederlo così
Diedi Jack a Megan e notai che teneva una mano sugli occhi di Lily, le sussurrai di portarli via da li e mandai Orlando a cercare qualsiasi cosa che assomigliasse a una valigetta del pronto soccorso. Rimasi da sola con Johnny che mi guardava con gli occhi di un cane bastonato.
« Allora, al mio tre ti devi spingere in avanti ok? Io ti tengo la spalla e tengo anche la fiocina così non si spezza.»
« Va bene...»
« Oddio c'è un sacco di sangue qui dietro... Mh. Uno, due, tre!» Si spinse in avanti e per poco non mi cadde addosso ma andò tutto bene a parte il fatto che era debolissimo per via del troppo sangue perso.
« Ti devi stendere o mi svieni davanti!»
« Mi sento molto una femminuccia...» Accennò un sorriso ma gli si leggeva in faccia che stava soffrendo.
Mentre lo portavo in un camerino vuoto ci raggiunse Orlando con cerotti, garze e tutto quello che era riuscito a trovare, avrei avuto bisogno di aiuto ma gli chiesi di andare prima da Megan per vedere come stavano i bambini, anche perché praticamente era come se fossero da soli.
Arrivati nel camerino Johnny si sedette su un divanetto, sempre più debolmente si passò una mano sul viso, io mi misi dietro di lui
« La devo togliere, è impregnata di sangue e comunque ti devo medicare» Dissi accennando alla maglietta
« Non riesco ad alzare il braccio scusa»
« Vorrà dire che Jack Sparrow se ne troverà un'altra» La strappai direttamente e la buttai a terra
Aveva uno squarcio orribilmente profondo, avrebbe sul serio avuto bisogno di un medico, testardo che non è altro.
« Com'è?»
« Profonda. Sul serio non so s-»
« Vai. Mi fido di te...»
« Non dovresti, è colpa mia.»
« Ma no, sono io che da stupido mi son buttato indietro...»
Non gli risposi e iniziai a disinfettargli la ferita mentre lui stringeva i denti, gli tolsi anche la parrucca con i dread perché erano di intralcio.
Era terribilmente sexy a petto nudo e con i pantaloni da pirata ma scacciai subito questi pensieri, non era il caso.
« Per fortuna non è arrivata al cuore...» Quel pensiero mi sfiorò leggermente facendo salire ancora di più i sensi di colpa.
« Già...»
« Adesso ti brucerà, ma serve a far chiudere la ferita più in fretta»
« Ok» Sospirò e chiuse gli occhi mettendosi ancora la mano sul viso
Gli versai un po' del liquido e sentirlo mugolare faceva più male a me, solo a sapere che gli facevo male mi si stringeva lo stomaco.
Tu non hai veramente più speranze.
E mi sa che stavolta hai proprio ragione Goffà.
Tagliai una garza e coprii la ferita che nonostante tutto sanguinava ancora, ora rimaneva da vedere solo se aveva qualcosa di fratturato.
« Ti fa male qui?» Dissi toccandogli la punta della spalla
« Un po'...» Mi guardò con quella faccia da cucciolo
« E qui?»
Non fece in tempo neanche a rispondere tanto fu rapido il suo scatto.
« Qui invece?» Passai davanti e gli toccai il petto, proprio sopra al cuore avvicinandomi un po' per sentirne i battiti
« Quello fa sempre male Lex...» Accennò dolcemente una risata un po' affannata
Alzai la testa e i nostri occhi si incontrarono a pochi centimetri gli uni dagli altri, restammo a guardarci per quella che sembrò un'infinità di tempo senza nessun rumore intorno se non i nostri respiri, non so cosa mi facesse perdere di più la testa se i suoi occhi così profondi da poterci cadere dentro in stile Alice nella tana del Bianconiglio o il suo profumo inebriante. Avevo ancora la mano sul suo petto e sentivo il suo cuore battere forte quasi quanto il mio che sembrava proprio voler uscire fuori, ci stavamo avvicinando sempre di più millimetro dopo millimetro i nostri nasi si sfiorarono fino ad arrivare alle labbra con una delicatezza fuori dal normale, ma anche quelle ahimè si sfiorarono e basta.
« No... Johnny, non posso, non possiamo.» Non avevo neanche il coraggio di guardarlo in faccia quindi fissavo il pavimento, bella codarda.
Lui non mi rispose ma mise la sua mano sopra la mia e con il dito mi alzò il mento finendo per ristabilire il contatto visivo
« Non... insomma, tu stai ancora male per Vanessa e... non voglio essere il tuo passatempo, non farmi questo ti prego.» Ecco, con quelle poche parole avevo ammesso tutto.
« Non lo sei, davvero.» Si avvicinò ancora ma lentamente, come per chiedermi il permesso.
A quel punto non potevo più resistergli era più forte di me, smisi di ragionare e chiusi gli occhi, il contatto con le sue labbra così morbide mi provocò brividi su tutto il corpo, quando poi la sua mano salì su per la mia schiena e la sua lingua accarezzò la mia giuro che sarei potuta morire felice.

Meantime, in the next room...

[ Dopo che Lex mi aveva dato i bambini ero andata in una stanzetta, non la più adatta si può dire, era la bottega dove tenevano attrezzi di scena e roba varia ma ormai ero li e volevo dare un'occhiata in giro, avevo appena visto una copia del cappello di Jack Sparrow e volevo assolutamente provarlo quindi posai Jack per terra. Mi specchiavo spensieratamente e quasi non mi ero accorta che Jack stava giocando con un pugnale più grande di lui.
« ODDIOSANTO!» In quel preciso momento Orlando entrò tirando un colpo alla porta, sicuramente per il mio urlo.
« Che succede?!»
Indicai Jack che era rimasto immobile davanti a quella scena ma aveva sempre il pugnale in mano, così Orlando si avvicinò, glielo prese dolcemente e scosse la testa mentre tornava verso di me.
« E' finto...» 
Scoppiai a ridere e lui subito dopo di me, non ci sono parole per un sorriso come il suo. Lo guardavo, guardavo i suoi occhi che avevano quella strana e affascinante scintilla di luce e credo di aver sperato che quell'attimo non finisse mai.
Senza accorgermene stavamo parlando del più e del meno e di come io e Lex fossimo una minaccia umana per ben due generazioni dei Depp.
« Per fortuna sei entrato tu a salvare almeno il più giovane!» Dissi ridacchiando
« Eh già, a proposito chissà come sta Johnny...»
« Sicuramente bene, Lex è un'infermiera doc! Al contrario di me che non so neanche mettere un cerotto.»
« Stranamente mi attirano le persone un po' imbranate...» Sbarrai gli occhi, non potevo credere che l'avesse detto o meglio, che l'avesse detto a me.
« Non dovevo dirlo?» Aggiunse sicuramente notando la mia reazione
« No, no, cioè si... Aspetta, il mio povero cervello sta andando in tilt. Forse questo non dovevo dirlo, insomma era solo un pensiero non pensavo di dirlo ad alta voce perché non è carino che ti dica che il mio cervello sta andando in tilt, perlomeno non è carino nei miei confronti perchè mi sto tirando la zappa sui piedi da sola e continuando a parlare così a raffica di certo non miglioro la situazione il bello è che non riesco proprio a fermarmi mi succede spesso quando sono nervosa oh ecco lo sto rifacendo mi sto di nuovo mettendo in imbarazzo da sola e a forza di parlare mi sta anche mancando il fiato quindi adesso mi fermo, tu però non prendermi per una pazza ti prego non farlo, ok basta, adesso mi blocco e mi scavo la fossa da sola.» Finii finalmente di auto lesionarmi psicologicamente e ripresi fiato diventando di un colore tra il porpora e il magenta.
« Hai parlato talmente veloce che non ho capito quasi niente, a parte il fatto che sei visibilmente nervosa» Disse ridendo, probabilmente di me.
« Non puoi farmene una colpa, insomma, tu che faresti avendo Orlando Bloom davanti che ti dice certe cose?!» Massì, continuiamo a auto lesionarci.
« Probabilmente niente, sai, sono io Orlando Bloom -fece spallucce e un mega sorriso- più che altro, credo avrei una reazione simile se me lo dicesse una ragazza, una in particolare. Anche se non credo parlerei così tanto nel giro di tre secondi!» Rise ancora e poi parve in imbarazzo.
Mi sembrò di tornare indietro nel tempo a quando ero ancora una bambina alle prime armi con l'amore.
Non essendoci sedie eravamo seduti sul pavimento a gambe incrociate e mi avvicinai leggermente col viso, sembravamo sul serio due bambini che stanno per dirsi un segreto per loro della massima importanza, ma che in realtà è solo il sapore della confettura all'interno della merendina.
« "Stranamente" mi attiri tu.» Fino a due secondi prima pensavo non ci fosse nulla di male o di sbagliato a dire quelle poche e ovvie parole, ma dopo averle dette me ne pentii subito, non so perché.
« Potremo dire, allora... che ci attiriamo a vicenda...» Disse lui con una lentezza che mi fece rabbrividire mentre ancora più lentamente si avvicinava.
In quel momento dimenticai i bambini, dimenticai che eravamo al centro di una bottega degli attrezzi di scena degli Studios di Los Angeles e dimenticai chi avevo di fronte. Pensavo solo a quanto le sue labbra fossero sempre più vicine alle mie e a come il mio sguardo si intrecciava così magnificamente nel suo, fino a che gli occhi si chiusero e le labbra si unirono, delicatamente.
Era come sfiorare una piuma, nessuno dei due osava dar veramente inizio a quel bacio, ma quello sfiorarci mi faceva quasi impazzire. Gli mettei una mano dietro il collo e mentre lo accarezzavo, non so quando, non so come, mi ritrovai a baciarlo veramente, un bacio come si deve, uno scambio di emozioni che forse mi coinvolgevano più di quanto volessi.
« Megan?» Una vocina delicata mi chiamava e allora smisi di baciarlo, aprii gli occhi e il mio cervello tornò a funzionare facendomi capire che avevamo due bambini anche troppo piccoli davanti.
Orlando iniziò a ridere di gusto, ma penso fosse più una risata isterica o di imbarazzo, io diventai color pomodoro.
« Ehm, dovrei... tornare sul set.» E certo lui se la può svignare, ma se i bimbi fanno domande io che faccio?
Gli tirai un'occhiataccia per gioco e lui ricambio accarezzandomi la guancia per poi guizzare via con un mega sorriso stampato in faccia.
« Bene bambini, che volete fare? Andiamo a vedere come sta papà?» Non gli diedi il tempo per rispondere e li trascinai verso il camerino dov'erano andati Johnny e Lex, ma trovammo solo Lex... con gli occhi lucidi. Spalancai i miei e la portai nel corridoio lasciando i bambini dentro per farle una domanda piuttosto ovvia
« Sta così male che ti sei messa a piangere?!?!?» Lei si portò entrambe le mani alla bocca e mimò un no con la testa
« Allora che hai? E lui dov'è?»
« E' tornato sul set... ha detto che ce la fa lo stesso a lavorare»
« Bene! Hey, mi è successa una cosa alla quale non crederai mai!» Aggiunsi pronta a parlarle del favoloso bacio
« Anche a me!» Rispose con un sorriso un po' insicuro mentre i suoi occhi erano sempre più lucidi
« Ma mi spieghi perché hai le cascate del Niagara pronte a uscirti dagli occhi?!»
« Dai prima tu!»
« No, hai già sviato questa domanda due volte, adesso me lo dici!» Ignorai quello che avevo appena pronunciato perché ero troppo eccitata e mi decisi a parlare per prima 
« L'ho baciato!»
« L'ho baciato!»
Finimmo per parlare assieme, non potevo crederci, a nessuna delle due.
« COSA?»
« TU cosa!»
« Non ci posso credere...»
« Dillo a me...»
Improvvisamente avevo gli occhi lucidi anche io e ci ritrovammo a saltare urlacchiando come due sceme a cui probabilmente era capitata la cosa più bella di tutta la loro vita. ]


Ed ecco il terzo capitolo che nonostante sia corto ci ho messo una vita a scrivere. Ahimé.
Andiamo subito al sodo, qua praticamente tutti si sono confessati: Joh a Lex, Lex a Joh, Ob a Meg e Meg a Ob. Ora, dopo questo momento romantico - per quanto io riesca a scrivere di momenti romantici- Johnny cambierà? Smetterà di essere in menopausa?
E la situazione tra Megan e Orlando sarà sempre tutta rose e fiori oppure no?
Lexi invece combinerà qualche altro danno?
DITEMELO. - Mi sento molto Gerry Scotti, no?-
Okay, come sempre sono aperta a ogni critica perchè no, le mie non mi bastano.
Ringrazio ancora BlackPearl che dovrebbero far santa per tutte le volte che mi sopporta e supporta - se non si era capito, i miei vari e occasionali rigraziamenti a persone sono anche un invito ad andare a leggere qualche loro fic, in poche parole: pubblicità-. Bien, con questo credo e spero di aver detto tutto, se avete domande, critiche o consigli ditemi tutto spudoratamente, no problem. Un bacio June.































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Capitolo 4
*** All the best(?) ***


Sognando 4 Guardai Megan dritta negli occhi e sapevo che stava per dire le mie stesse parole
« E' troppo bello per essere vero.» E forse lo era sul serio.
Lei annuì ancora incredula e dopo una "breve" scorpacciata di dettagli da parte di tutte e due decidemmo di andare a recuperare i poveri bambini -che probabilmente avevano già la muffa- dal camerino per poi recarci anche noi sul set. Al diavolo il Babysitting insomma.
Arrivate sul set ci fermammo dietro uno degli enormi cartelloni con l'immagine di copertina del film, non sapevo se guardare il Johnny gigante affianco a me o quello più piccolo in carne e ossa che si atteggiava da pirata svitato, optai per il secondo... ma abbracciavo la gigantografia.
« Non sembra si sia fatto molto male dopotutto, si muove tranquillamente» Affermò la mia amica che guardava l'uomo sbagliato
« Avresti dovuto vederlo...» La guardai colpevole
« Smettila dai, lo sai benissimo che non è colpa tua!» Mi liquidò e tornò a guardare, l'uomo giusto stavolta.
Quando mi girai anche io vidi che Johnny stava per lanciarsi da una parte all'altra della finta nave appeso a una corda, stile Tarzan.
Non feci neanche in tempo a sbarrare gli occhi che era già caduto a terra; in un attimo il pavimento e i vestiti erano macchiati di sangue
« Porta via i bambini!» Sussurrai a Megan prima di fiondarmi sul set
« Joh!» Mi misi in ginocchio affianco a lui, che era rimasto supino probabilmente troppo debole per rialzarsi.
Non so perchè iniziò a ridere sotto lo sguardo preoccupato della gente che aveva intorno, poi mi prese la mano
« Il mio braccio e la mia spalla non hanno retto eh?» Disse con ancora una leggera risatina
« Continui a perdere un sacco di sangue, te ne rendi conto si?» Non riuscivo a capire come facesse a ridere mentre io ero in preda al panico più totale.
« Dai Le-»
« NO! Dai cosa?! Tu e la tua stupida idea di non chiamare un vero medico, adesso ci vai all'ospedale che tu lo voglia o no.» Stavo "leggermente" perdendo la ragione, ma non riuscivo a stare calma mentre Johnny Depp quasi moriva dissanguato davanti a me, chi ci sarebbe riuscito?
I tecnici, i truccatori e tutti quelli che si trovavano li per un motivo o per l'altro mi guardavano come se fossi un'aliena e la cosa mi faceva arrabbiare ancora di più, com'è possibile che nessuno facesse niente?! Li guardai con odio uno ad uno poi mi concentrai sulla tastiera del cellulare per chiamare un'ambulanza. Dieci minuti causa traffico. Imprecai assieme a Goffarda per tutti quei dieci minuti, mi ritrovai persino ad odiare ogni persona che osava passarmi davanti.
Mi calmai solo quando finalmente arrivammo all'ospedale, già, andai con lui, fui l'unica persona oltre a Orlando a cui gliene fregasse qualcosa.
« Perchè ci mettono così tanto? Perchè diamine ci mettono così tanto?! Cosa ci vuole a mettere quattro punti in croce?!» Quasi urlai mentre andavo avanti e indietro nel corridoio
« Dai prova a calmarti, non è niente, come hai detto sono solo dei punti...» Provò a rassicurarmi Orlando che stava seduto su una sedia con i gomiti sulle ginocchia e la testa poggiata alle mani, certo lui non era l'immagine perfetta della tranquillità ma forse lo era più di me.
Aprìì bocca per rispondere ma uno dei dottori appena usciti da una stanza mi precedette
« Abbiamo finito, è tutto a posto ma deve assolutamente fare un periodo di riposo, non può sforzare la spalla o i punti si staccheranno e riprenderà a sanguinare, lo dico a voi perchè il signor Depp non ne vuole sapere. E poi siete gli unici ad essere venuti.»
« Ma certo, dica chiaramente che a nessuno gliene frega niente!» Sbottai, poi Orlando mi tirò indietro per un braccio e parlò lui
« Ci pensiamo noi a tenerlo a riposo, grazie.»
Il medico fece un cenno con la testa e ci lasciò entare nella stanza dove si trovava Johnny.
Era seduto su un lettino a petto nudo e con la spalla fasciata, ci sorrise un po' colpevole appena ci vide
« Sei un vecchio stupido!» Rise Orlando dandogli una pacca sul ginocchio
« Come osi darmi del vecchio?» Continuò lui sempre scherzando
Io non aprii bocca, ero pietrificata, non so se per i postumi della rabbia o perchè fosse davvero uno stupido. Rimasi sulla soglia della porta a fissare le mattonelle per qualche secondo, poi alzai lo sguardo verso Johnny e stringendo gli occhi gli mimai un no con la testa.
« Sei davvero uno stupido.» Dissi mentre, rassegnata, andavo ad abbracciarlo
« Andiamocene da qua, gli ospedali mi stanno antipatici» Fece in una smorfia mollando la presa per saltare giù dal lettino
« Va bene, avviso Megan di portare Lily e Jack in hotel» Rispose Orlando che aveva già il telefono all'orecchio
« In hotel?!» Johnny sbarrò gli occhi, quasi stesse parlando con dei pazzi
« Non hai sentito il medico? Devi stare a riposo o ti si apriranno tutti i punti.»
« E per quanto non potrò lavorare? Non so se vi siete resi conto che io sono il personaggio principale!» Continuò lui mentre intanto percorrevamo il corridoio verso l'uscita
« Personaggio principale o no, devi stare a riposo punto. Vorrà dire che gireranno prima tutte le scene dove non ci sei tu» Ma si Lex, dai pure ordini ai registi.
« Che sono più o meno, quante, quattro?!» Chiese lui a Orlando che lo ignorò completamente perchè era al telefono con Megan
« Non mi importa quante sono, tu adesso vai dritto in hotel.» Chiusi la conversazione rimanendo leggermente alterata.
Nel taxi ognuno pensava ai fatti propri: Orlando parlava con qualcuno degli Studios, Johnny si ammirava e torturava le dita allo stesso tempo e io ero presa a guardare fuori dal finestrino una Los Angeles troppo veloce per poterla osservare bene. Arrivammo subito in hotel e Megan e i bambini erano già li ad aspettarci, quando aprii la porta della nostra camera saltarono subito ad abbracciare il padre che prese al volo Jack in braccio anche se la spalla non gli dava tregua.
Entrai dentro la stanza per poggiare la borsa e vidi Meg guardarmi con un punto di domanda negli occhi
« Gli hanno messo i punti... e deve stare a riposo. Ma Orlando non ti ha detto niente?!»
« Beh, no. Ha detto solo di portare immediatamente i bimbi qui, poi sai... abbiamo parlato d'altro...» La vidi arrossire leggermente e le feci un sorrisino complice accompagnato da una linguaccia.
Orlando, Johnny e i bambini erano ancora nel corridoio dell'hotel, appena fuori dalla porta, a chiaccherare come se non si fossero visti da una vita. Ammirai Johnny che ascoltava i figli con gran interesse e uno splendido luccichio negli occhi, era -è- un padre stupendo.
Dopo essermi ripresa dallo stato incantato in cui ero li invitai ad entrare ma Orlando doveva tornare subito sul set quindi ci salutò tutti e chiese a Megan di fermarsi un attimo nel corridoio con lui prima di andar via, così mi ritrovai un Johnny un po' imbarazzato intrappolato nella stanza per non disturbare i due.
« Appena Megan rientra giuro che ce ne andiamo...» Esordì passandosi una mano tra i capelli
« Non disturbate affatto tranquillo e poi io adoro questi due angioletti» Mi avvicinai per scompigliare i capelli chiari di Jack
« Sono degli angioletti solo con te, no perchè con me ne sanno una più del diavolo» Rise, anche se notavo che con la mente era altrove
« Dai non stare li impalato, siediti, anche perchè credo che quei due la fuori ne avranno ancora per un po'.» Tornò con la mente sul pianeta Terra e annuendo si sedette su una poltroncina, io invece sul divano assieme ai bambini, davanti a lui.
« Sai, credo che noi due dovremmo parlare...» Disse secco all'improvviso fissandomi dritta negli occhi, quasi quasi metteva paura.
« Di cosa?» Risposi un po' titubante. Ok tolgo il quasi: metteva paura.
« Beh... del... sai nel camerino... Hai capito, no?» Indicò con lo sguardo i bimbi e capii che non poteva parlare davanti a loro, ma ormai mi aveva messo la pulce nell'orecchio e non potevo aspettare, volevo saperlo subito.
« Johnny, puoi aiutarmi a prendere un libro nell'altra stanza? Sai... è troppo in altro e non ci arrivo...» Mi guardò incuriosito e poi capì, così si alzò e raccomandando ai bambini di stare buoni mi seguì nella stanza da letto.
« Allora?» Ripresi subito il discorso e mi sedetti alla fine del letto mentre lui si appoggiò con le spalle alla porta che aveva appena chiuso
« Lexi... quel bacio, non so se sia stata una buona idea.» A quelle parole il cuore mi iniziò a battere sempre più forte e sentivo una stupida voce nella mia testa che continuava a dire: lo sapevo, era troppo bello per essere vero.
Presi un respiro profondo per cercare di calmarmi e riuscire a ragionare decentemente ma lo sentivo, di li a poco sarebbe sicuramente uscita qualche lacrima e non volevo che vedesse quant'ero fragile, avrei solo fatto la figura dell'immatura -che non ero, avevo solo il pianto facile- quindi abbassai la testa e presi a fissare il pavimento di marmo, ricordo ancora ogni minima chiazza di quelle mattonelle.
« Non sei molto coerente lo sai?» Dissi con la voce meno tremolante che riuscii a fare
« Non ho detto che non mi sia piaciuto Lex, solo che non è un buon periodo per me. Ammetto di aver sbagliato.»
« E' per Vanessa?» Eccole li, già iniziavano a bruciarmi gli occhi quelle stupide
« Possiamo non parlare di questo? Sappi comunque che mi dis-»
« No, no adesso ne parliamo. -mi decisi ad alzare la testa e guardarlo dritto negli occhi, volevo vedere con che coraggio mi stesse facendo quel discorso- Te l'avevo chiesto Johnny, potevi fermarti. Te l'avevo chiesto per favore.» Nel frattempo la mia vista si faceva sempre più ofuscata e lui era sempre più confuso.
« Mi avevi chiesto cosa?» Subito dopo la domanda sbarrò gli occhi, forse aveva avuto un flashback
« Non sei il mio passatempo -continuò- non ti sto usando Lex credimi, ma sono molto confuso.»
« Come faccio a crederti... Ma sai che c'è? Tra noi c'è stato solo quel bacio, nient'altro, direi che posso sopravvivere ad un bacio quindi finiamola qui.»
Respinsi indietro le lacrime ritrovando un po' d'orgoglio e mi convinsi ogni secondo di più che lui non era nessuno per potermi stregare in quel modo, ero pronta ad essere solo la babysitter dei figli di un attore come tanti, di una persona come tante, ero pronta ad aprire quella porta, oltrepassarla e chi si è visto si è visto, e invece no, non me ne diede il tempo. Prima che la mia mano riuscisse a girare la maniglia della porta la sua era già sul mio braccio
« Non è solo un bacio! Tu mi piaci, mi sei piaciuta da quando ti ho vista, mi piaci in tutti i modi in cui una persona può piacere e-»
« Basta. Così non fai altro che confondermi, insomma, delle volte sei così amorevole e invece altre non mi rivolgi neanche la parola.» Scrollai la sua mano dal mio braccio e afferrai ancora la maniglia della porta, questa volta riuscii ad uscire dalla stanza e mentre andavo verso la sala lo sentii chiamarmi ma non mi girai, guardai i bambini e con loro c'era anche Megan che mi sorrise a sua volta ma senza essere ricambiata.
Johnny ci raggiunse qualche secondo dopo e disse ai bimbi che era ora di tornare nella loro camera, i nostri sguardi si incrociarono per un po' ma ripresi subito a fissare il pavimento, rialzai la testa solo quando sentii la porta chiudersi e mi gettai sul divano.
« Che altro è successo adesso?!»
« Non ce la faccio più Meg, non riesco a capirlo.»
Le raccontai tutto poco dopo, avevo un enorme bisogno di sfogarmi con qualcuno e lei era perfetta, le raccontai della sua confusione che per me non aveva molto senso e della frase che mi aveva colpito tanto nonostante abbia fatto finta di nulla: "
Tu mi piaci, mi sei piaciuta da quando ti ho vista, mi piaci in tutti i modi in cui una persona può piacere".
« Magari è vero che gli piaci Lex, anche se è altrettanto vero che alcune volte non ti parla e ti guarda male... Non lo so, non lo capisco neanche io.»
« Benvenuta nel club. Certo è vero che il suo comportamento non ha senso però mi sento in colpa ad averlo mollato li così...»
« Tu ti senti in colpa? Lui dovrebbe sentirsi in colpa!»
« Forse ci si sente...»
« Non cambierai mai... se una persona ti fa un torto trovi sempre un motivo che ti faccia pensare che te lo meritavi.»
« Non penso di meritarmelo, solo non avrei dovuto lasciarlo così in sospeso... Dici che dovrei andare da lui?»
« Non so, potrebbe andare bene come non potrebbe a questo punto»
« Anche se è già buio, starà per andare a dormire...»
« Oh avanti vai, vai per l'amor del cielo se no non dormi stanotte!» Mi alzò dal divano e mi spinse fuori dalla porta per poi richiudermela in faccia,
respirai profondamente e andai verso l'ascensore, già, ma a che piano? Mica sapevo a quale piano fosse la sua camera...
Decisi di andare alla reception e cercare di convincere qualcuno a dirmelo.

« Per la milionesima volta: non le posso dire niente! E poi perchè è così convinta che un attore come Johnny Depp alloggi qui?»
« Mapperfavore! Non ne sono convinta, ne sono sicura al cento per cento, e per la milionesima volta: lei DEVE dirmelo!» C'era da aspettarselo, il ragazzo alla reception non aveva nessuna intenzione di dirmi a che piano si trovava e per di più cercava di convincermi che non fosse neanche in quel hotel.
« Non le dirò un bel niente!» Va bene la privacy, ma mica voglio ucciderlo! Ma aspettate un attimo... io non sono una semplice fan, io sono...
« Io sono la sua babysitter diamine! Mi starà aspettando e per colpa sua mi licenzierà!» Cercai di fargli pena...
« Non le credo signorina, arrivano un sacco di fan con un sacco di buone scuse!»
« Se non mi crede lo chiami pure, glielo dirà lui.» Non volevo che Johnny sapesse in anticipo del mio arrivo, ma a mali estremi estremi rimedi.
Il ragazzo mentre era al telefono con Johnny fece talmente tante facce che non riuscii a capire cosa gli stesse dicendo, poi con la faccia bianca come un lenzuolo mi disse che potevo salire al decimo piano, stanza duecentosessantaquattro. Lo guardai con la tipica faccia del "te l'avevo detto" e andai.
Nell'ascensore cercai di prepararmi delle cose da dire ma senza risultato così mi ritrovai davanti alla porta a fissare il numero 264 e mi decisi a bussare con la mente totalmente vuota. Johnny aprì subito e restò in silenzio accanto alla porta
« Posso entrare?» Non sapevo che dire, ma qualunque cosa fosse non potevo certo dirgliela nel corridoio
si spostò permettendomi di entrare e chiuse la porta alle sue spalle.
« Dai siediti» Obbedii.
« I bambini?»
« Dormono...» Prese una sigaretta e accendendola si mise vicino a me
« Non avevi smesso?» Domandai cercando di far partire un qualsiasi discorso
« Ho smesso tante volte... mi aiuta a calmarmi, sempre meglio dell'alchool no?» Beh, si.
« Perchè, sei nervoso?»
« Un po' -spense la sigaretta e si passò entrambe le mani sul viso- senti, lo so che non mi capisci, ma non sai quello che sto passando.» Mi sollevò il fatto che aprì lui quel discorso
« No non lo so, ma puoi dirmelo se ti farà star meglio, a tutti serve sfogarsi Joh e se vuoi quando avrai finito posso anche dimenticare tutto, mi interessa solo che tu stia bene»
« Non è così facile, o almeno non lo è per me» Si rattristì e avrei tanto voluto sapere la causa
« Provaci» Gli toccai piano la spalla per incoraggiarlo a parlare e accenò un sorriso
« Avevi ragione, si, è per Vanessa.» Sentendo quel nome pensai di essermi messa dentro a una cosa più grande di me e mi chiesi se avrei retto davvero alle parole che stavano per uscirgli di bocca, ma ormai era fatta, dovevo restare li e ascoltare.
« Non che l'ami ancora, ho visto che sei sbiancata... lo fai ogni volta che pronuncio il suo nome. No, non l'amo, però la amavo ed è morta per colpa mia» Smise di guardarmi e abbassò la testa, non riuscivo a credere che avesse convissuto con questo senso di colpa per tutto il tempo
« Come puoi dire questo? No... Ho letto i giornali, non è stata colpa tua, non c'eri neanche!» Ne ero sicurissima, avevo l'articolo stampato nelle mente
« I giornali -sbuffò- neanche loro sanno che scrivono. C'ero, era appena uscita dal mio ristorante quando...» Si coprì gli occhi con una mano e fece un respiro profondo prima di continuare
« Avevamo litigato per l'ennesima volta ed è uscita di corsa per la rabbia, se solo l'avessi fermata Lex...» Gli uscì una lacrima a quei brutti ricordi ma la asciugò e continuò a parlare.
« Ho quella scena in mente ogni giorno: i suoi tacchi che camminano decisi sull'asfalto, poi l'impatto e la frenata di quella stupida macchina, riesco ancora a sentirla. E lei è li, distesa a terra senza muoversi. Se solo l'avessi fermata - ripetè-, le ultime parole che ha sentito sono state solo di odio. E quei poveri bambini, li ho lasciati senza una madre, non so che rispondere a Lily quando mi chiede di lei, che si può dire a una bambina così piccola?»
« Non è colpa tua Joh, non pensarlo neanche per un attimo, mai più. Le persone muoiono e non sempre c'è un perchè, succede e basta ma non per questo devi incolparti.» Lo vedevo così fragile in quel momento e non sapevo cosa fare, non sono mai stata brava a consolare le persone.
« Jack è piccolo e non capisce bene, ma Lily sente molto la sua mancanza e ora che si è affezionata a te non voglio che stia ancora male.»
« Perchè dovrei farla star male?»
« Perchè te ne andrai anche tu prima o poi. Sai ho cercato di non affezionarmi a te anche io ma non ci sono riuscito, ho provato ad allontanarti, ignorarti, niente. E' strano come in poco più di una settimana io mi sia affezionato così tanto a te, ma che dico, mi sei piaciuta dal primo giorno.»
« Allora è per questo che mi guardavi come se fossi il tuo peggior nemico?»
« Oddio, ti ho davvero guardata così?!» Rise per un po' scuotendo piano la testa
« Eh si, ti ricordi quel giorno nel giardino degli studios? Stavo giocando con Jack e mi hai praticamente fulminata, tanto che ho smesso di giocarci per paura di aver fatto una qualsiasi cosa che non ti andasse.» Ricordavo bene quel giorno, c'era un sole immenso che lo rendeva ancora più bello del solito.
« Hahaha si mi ricordo... Sai ero nella fase in cui cercavo di ignorarti e mi dava fastidio che fossi così brava con Jack, non volevo si affezionasse a una persona che non avrebbero visto più. E poi avevate perso Lily quel giorno!» Scoppiò a ridere mentre ricordava tutti gli avvenimenti strani di quella giornata, compresa la faccia pasticciata di Megan.
Passammo le successive due ore a parlare e ridere ricordando le giornate passate insieme e si confessò in ogni cosa, mi spiegò ogni sguardo storto, ogni suo tentativo di chiedere scusa che poi non aveva mai avuto luogo, rideva di se stesso per quanto era stato stupido poi, sedendosi a gambe incrociate sul divano tornò un po' più serio
« E' possibile che ti voglia già bene anche se ti conosco da così poco?» Mi domandò sempre con il sorriso stampato in faccia
« Non lo so, per me è diverso: io ti voglio bene e ti ammiro tanto, non sai quanto, ma in realtà ti conosco da sempre sono praticamente cresciuta con te. Mi hai fatto piangere in "Edward Scissorhands" e "The Brave", ridere in "Fear and Loathing in Las Vegas", ho corso contro il tempo con te in "Nick of Time", abbiamo infranto la legge insieme svariate volte con "Blow", sono rimasta con te alla fine di "The Man Who Cried", siamo stati zingari insieme fino in Francia, abbiamo provato a raggiungere il diavolo e ti ho messo le monete sugli occhi quando sei morto. Ero sempre li con te pur non essendoci veramente, ho imparato ogni tuo gesto e ogni tuo sguardo, so a memoria i tuoi sorrisi e, nonostante in questi giorni tu mi abbia messo molto alla prova credo di conoscere il tuo carattere. Lo so, ora starai pensando che sono una delle tue fan da rinchiudere ma non posso farci niente, come hai detto tu: mi sei piaciuto dal primo giorno che ti ho visto. Anche se per me è stato anni fa.» Dissi tutto di un colpo anche se abbastanza lentamente, era come se quelle parole le avessi studiate in attesa di potergliele dire un giorno e quel giorno era arrivato, e non ero nervosa ne agitata, mi sentivo perfettamente a mio agio come se stessi parlando davanti allo specchio.
« Wow. Non credo che una qualsiasi fan "di quelle da rinchiudere" mi abbia mai detto queste cose... a dire il vero, non me le ha mai dette nessuno.»
« Johnny, voglio essere sincera con te, dopo questo sappiamo benissimo tutti e due che io ci sono dentro più di te in... non so neanche come definirla, comunque, credo che i miei sentimenti verso di te siano molto più forti dei tuoi. Non so con che coraggio ti sto dicendo tutto ma-»
« Credi che io non sappia proprio niente di te vero?» Mi interruppe con un sorrisino diabolico
« Beh... io non ti ho detto niente, come puoi?»
« Bella questa, sono piuttosto famoso sai? So come avere informazioni di ogni tipo su una persona che lavora per me, ma che io non abbia riservato lo stesso trattamento a Megan può forse voler dire qualcosa?» Rimasi a bocca aperta quando ebbe finito di parlare, mi domandavo cos'avesse scoperto sul mio conto e sopratutto come, da chi? Ma poco mi importava, già il fatto che si sia interessato così tanto a me mi sarebbe bastato per poter morire felice.
Eee l'amore avvolgerà i sogni e la realtàà
« Ma sta zitta!» Senza accorgemene avevo zittito Goffarda -che torna sempre quando è meno oppurtuno- ad alta voce, mi sentii le guance in fiamme quando Johnny mi guardò con un punto di domanda in fronte e inclinando la testa da una parte
« Mi hai appena zittito e mi hai pure dato delle donna??»
« No! No, cioè, ho zittito me stessa, lo so non è normale ma... hai presente la vocina? Dai, tutti abbiamo una vocina nella testa! Beh ho zittito lei» Non è un discorso normale o sbaglio?
« Una vocina nella testa eh... e ce l'abbiamo tutti... Vado un attimo a fare una telefonata, ti faccio venire a prendere ok?» Quasi mi uscirono gli occhi dalle orbite, mi credeva pazza!
« Sto scherzando, sto scherzando! Mio dio sei diventata pallidissima -scoppiò a ridere di gusto- non ti credo pazza dai, ho capito che vuoi dire» Continuava a ridere mentre io ero a dir poco pietrificata, se mi avesse messo su una mensola nessuno si sarebbe accorto che ero una persona in carne e ossa.
« Non usare le tue doti di straordinario attore su di me! Mi hai quasi fatto prendere un infarto, credevo di essere pazza sul serio!» Finsi di arrabbiarmi per poi scoppiare a ridere anche io, ridemmo talmente forte da svegliare Lily che venne da noi con la faccia piena di sonno e Johnny la riaccompagnò a letto, poi tornò da me in punta di piedi e riprese la posizione di prima
« Quasi dimenticavo che ci sono i bambini...» Ammise con ancora un cenno di risata
« Forse dovrei andare, non voglio che si svegli ancora» Dissi a mala voglia accennando ad alzarmi
« Oh ti prego rimani, faremo piano... non puoi lasciarmi così dopo che ti ho confessato praticamente tutto» Parlò con un po' d'imbarazzo ma che volete che vi dica? Mi convince con poco. Mi risedetti nella sua stessa posizione appoggiando la schiena al braccio del divano
« Questa è la notte della verità a quanto pare» Dopo questa inutile frase -non sapevo cosa dire- calò il silenzio, ci guardammo imbarazzati per quella che sembrò un'eternità poi pensai a tutto quello che aveva detto, a quanto fosse dolce e mi venne in mente uno dei titoli più usati per descriverlo:
"Bello e dannato.", lo guardai e gli sorrisi ammettendo a me stessa che lo era davvero.
« Sei così bella quando mi sorridi» Mi colpì con quel suo sguardo magnetico, quello che fino ad allora avevo visto solo attraverso uno schermo, quello che mi faceva sciogliere all'istante
« Davvero pensi che quel bacio non sia stata una buona idea?» Finalmente sputai fuori il vero motivo per cui ero andata da lui quella sera, anche se avevo un paura immensa della risposta. Mi sorprese scuotendo la testa in un chiaro no e si mise in ginocchia sul divano con le braccia agli estremi dei miei fianchi e il viso a pochi centimentri dal mio
« Lo rifarei, anche adesso.» Sussurrò
E allora fallo benedetto uomo, questa qui non aspetta altro!
Strizzai gli occhi nel vano tentativo di far star zitta Goffarda e quando gli riaprii lui era ancora li, ancora a pochi centimentri da me, e io ancora a pochi passi dall'impazzire totalmente.
Lo baciai.
Mi attirò a se come una calamita attira un pezzo di metallo, e io, ero il suo pezzo di metallo.
Mi baciò come se volesse mangiarmi ma così lentamente, così delicatamente, sentivo la sua mano insicura che mi sfiorava i capelli mentre tra le mie tenevo il suo viso accarezzandolo. Fu un bacio lungo e non so come di preciso finimmo distesi sul divano, io con la testa sul suo petto e lui con il braccio intorno alla mia schiena
« Ti starò pesando sulla spalla...» Sussurai cercando di alzarmi
« E' un dolore sopportabile, per una giusta causa poi.» Sorrise rimettendomi al mio posto
« Johnny... parlami di te, adoro la tua voce» Richiesta di una ragazza in preda alle troppe emozioni e al sonno
« Che vuoi sapere Lex? Sai già tutto...» E pure lui non aveva tutti i torti
« Quand'è stata l'ultima volta che sei stato davvero felice?» Forse questo non lo sapevo, dopotutto la felicità di una persona è soggettiva
« Quando è nata Lily, certo ero felice anche quando è nato Jack, molto felice, ma per Lily è stato diverso... li non sapevo cosa volesse dire essere padre.» Mi misi meglio sul divano per poterlo guardare e i suoi occhi, mentre parlava, si illuminavano sempre di più. Gli feci segno con la testa di continuare e mi accontentò subito, oltre alla sua ammaliante voce volevo sapere cos'aveva provato quel giorno, lo volevo scoprire.
« E' come se per tutta la vita avessi avuto un velo davanti agli occhi, come se vedessi sempre sfocato, e quando ho visto Lily le immagini sono diventate nette. Ho potuto dire " Oh, allora è così la vita. L'ho capito solo adesso."» Ed eccola lì quella splendida luce negli occhi che brillava con tutta la sua forza, si vedeva, si capiva che era davvero felice e a me interessava quello più di qualunque altra cosa.
Continuò a parlare, un po' di tutto e un po' di niente, ma dopo la storia di Lily non ero più riuscita a seguirlo. Sapevo che non avrei dovuto addormentarmi li ma più mi ripetevo di aprire gli occhi e più cadevo in uno stato di trans, la voce di Johnny era così rilassante che non riuscivo neanche a muovermi, per nulla al mondo mi sarei voluta spostare dal suo petto, infatti non lo feci.




Bene, finalmente son riuscita a finire anche il quarto capitolo. Chiedo scusa ma sapete com'è, quando si ha voglia di scrivere non si può e quando si può non si ha voglia. Che ne pensate, è tutto più chiaro adesso vero? Oppure no.
Non c'è molto da dire su questo capitolo ma se avete domande chiedete pure, spero come sempre che vi sia piaciuto e con questo vi lascio. Un bacio, June.

Ps. La canzoncina che canta Goffarda: E l'amore avvolgerà i sogni e la realtà, l'ho presa dal Re Leone. Ebbe si mi confesso, lo adoro, lo guardo ancora e piango quando Mufasa muore. Non ve ne frega niente? Immaginavo.

Oss(N.B): Se il testo è distorto e a volte le frasi vanno a capo senza un perchè sappiate che ho fatto un casino con NVU e ora mi si rivolta contro, è già un miracolo che non si sia disinstallato da solo per protesta.

PPs: Ok, ora la finisco, solo un'ultima cosa: La storia di Lily alla fine Johnny l'ha detta davvero, non lodate me ma lui insomma. Mi ha ispirato molto per finire il capitolo e l'ho trovato talmente tenero che non potevo non metterla. Se volete lo trovate qui, non è tenero? Non ha una voce stupenda? Guardate com'è imbarazzato a un certo punto *-*
Okay, dai ora la smetto seriamente, ci si vede al prossimo capitolo ragazze. Un bacione.










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Capitolo 5
*** Cries and fears... ***


Sognando 5
Mi svegliai ma decisi di tenere ancora un po' gli occhi chiusi cercando di tornare al sogno stupendo che avevo fatto ma niente, non c'era verso, quindi rassegnata li aprii e con mio sommo stupore notai che non era un sogno. Ero davvero nella stanza di Johnny Depp e avevo davvero dormito sdraiata sul suo petto in stile polpo, lui per fortuna dormiva ancora e ringraziai tutti gli Dei che potevano esistere per questo, non mi sarei mai fatta vedere appena sveglia, con i capelli che sembravano aver preso la scossa e un filo di bava che di li a poco mi sarebbe sceso dalla bocca. Non sono proprio una meraviglia quando mi sveglio, eh? Beh lui si! Sembrava un statua talmente era perfetto, non aveva una sola cosa che non andasse e perfino i capelli sembravano pettinati. Com'è che si dice... gli opposti si attraggono?
Ma che quel detto sia vero o no io pur essendo in quel momento la sua opposta non ero per niente attraente, quindi che altro fare se non andarmene subito a gambe levate.
Mi spostai da quella posizione inumana in cui ero cercando di non toccarlo neanche per sbaglio: ero peggio di Diabolik durante una rapina e quando finalmente uscii da quell'incastro perfetto andai vicino a un mobiletto dove si trovava un minuscolo orologio per controllare l'ora ed erano le sette in punto. Volete vedere che a forza di alzarmi ogni mattina a quell'ora ci avevo preso l'abitudine? Bah. Ma... se l'avevo presa io l'abitudine avrei dovuto aspettarmi che da un momento all'altro si alzasse anche Johnny... per non parlare dei bambini! Lily ieri sera non si era accorta della mia presenza perché probabilmente aveva troppo sonno, ma se mi trovasse qui adesso che direbbe?
Mi raccolsi i capelli in una coda improvvisata e cercai di aprire la porta senza far rumore, mi fermai un secondo sulla soglia per ammirare un'ultima volta la perfezione fatta a persona e uscii con un sorrisino stampato sulle labbra pronta tornare alla mia stanza, al mio letto e... a Megan.
In ascensore non feci altro che pensare a quella notte e a quanto fossi fortunata, insomma non capita mica tutti i giorni che Johnny Depp ti confessi una sua infatuazione per te e poi ti lasci dormire con lui, o no? Il mio sorriso ebete crebbe notevolmente a quel pensiero che fu poi interrotto dal tintinnio della porta dell'ascensore che mi indicava di essere arrivata a destinazione. Quando stavo per bussare alla porta della mia camera Megan la aprì di botto
« Dove diavolo eri finita?!» Mi fulminò guardandomi dall'alto al basso... e ritorno!
« Da Johnny» Risposi con un sorriso a trentadue denti prima di scoppiare a ridere per il suo aspetto più che buffo: aveva un pigiama con le paperelle rosa che dormivano, i capelli in un mogno un po' disordinato con dei ciuffi che la facevano sembrare una pazza, gli occhi stretti e contornati da un accenno di occhiaie e la bocca che tremava in stile cartone animato. La spostai leggermente per entrare dentro e mi buttai sul divano a braccia aperte
« Non è una splendida giornata oggi?» Dissi con un sospiro finale compiaciuto mentre mi scioglievo i capelli
« Vuoi scherzare?! Ho passato una nottata terribile, non sapevo dove cavolo eri finita e stavo anche per chiamare i vigili del fuoco!!»
« La polizia semmai, non ero mica dentro un incendio...» Sghignazzai prendendola in giro
« E che ne sapevo io? Poteva essere così! Dico, almeno avvisa... ma lei no, no, vuole far prendere gli infarti alla gente eccerto!» Gesticolava con le mani alternando il tono di voce quasi stesse provando una parte per il teatro e mi sforzai fino all'ultimo per non ridere
« Dai, vuoi per caso dirmi che non ti importa del resoconto di questa notte? Non vuoi sapere proprio niente?» Continuai ignorando la sua ramanzina e ridendo praticamente da sola
« Non ho detto questo, è ovvio che mi devi dire ogni minimo dettaglio nei minimi dettagli ma volevo solo farti presente che mentre tu te la spassavi con Johnny Depp io ero qui a mangiarmi le dita!» Mi mostrò le mani per farmi capire meglio e io sbattei il palmo della mano sul divano per invitarla a sedersi e iniziare il mio racconto...

Un'ora più tardi.

« Ecco perché ti guardava male!» Esordì la mia amica mentre ancora rifletteva su quello che le avevo raccontato
« Già... Ma adesso che devo fare?»
« Come sarebbe che devi fare?»
« Ah giusto, questo non te l'ho detto: quando sono andata via lui dormiva ancora e io non l'ho svegliato.» La guardai colpevole in attesa di un verdetto mentre sentivo già i suoi pensieri che dicevano "Al rogo, al rogo"
« Sei scappata via così?» Guardai la sua mascella rotolare allegramente per la stanza e poi tornare in posizione quasi normale. Ma appena vide il mio sguardo da cucciolo probabilmente si ricordò che c'erano dei bambini in quella camera e si riprese
« Ok, sai che si fa? Si va a fare colazione - continuò- sperando di incontrarlo. Questa volta però non mi nasconderò dietro una torta per osservare i suoi comportamenti, andrai a parlarci come ogni persona normale e civile.» Detto questo incrociò le braccia al petto e si annuì da sola per poi andare a cambiarsi, io la seguii in silenzio.
Dopo aver messo a posto i capelli e ritoccato leggermente il trucco sbavato uscii dal bagno e trovai Meg in salotto che mi aspettava.
« Allora andiamo?»
« Certo...» Mi sforzai di sorriderle ma improvvisamente tutto il mio buon umore era sparito, mentre mi sistemavo i capelli poco prima continuavo a pensare a lui ma c'era qualcosa che non andava... un blocco, come se avessi paura o timore di rivederlo. Presi la borsa cercando di mandar via quel pensiero e la seguii fuori
« A che pensi?» Domandò preoccupata mentre pigiava il tasto per chiamare l'ascensore
« A niente, ho solo fame» Le sorrisi sperando che non mi facesse altre domande e proprio mentre stava per aprir bocca fu interrotta dal suono dell'ascensore che era arrivato, appena le porte si aprirono entrai e spinsi l'ultimo tasto che portava alla sala da pranzo dove si teneva anche la colazione. Ci sedemmo ad uno dei tavoli liberi e cercando di far finta di niente sbirciai in giro per vedere se c'era anche Johnny ma no, non c'era.
Ero pronta a tirare un sospiro di sollievo ma lo vidi entrare nella sala e sedersi ad un tavolo distante dal nostro assieme ai bambini, probabilmente non aveva notato la nostra presenza, prese il giornale e iniziò a leggere. Io e Megan ci tirammo un'occhiata confusa ma non avevo nessuna intenzione di andare da lui ne tanto meno farmi notare.
« Vado a prendere un caffè...» Annunciai alla mia amica alzandomi
« Mi prendi una cioccolata? E anche qualcosa da mangiare... Grazie.» Annuii allontanandomi.
Sapevo di essere un po' lunatica la mattina ma qua non si trattava solo di questo, com'era possibile che non avessi voglia di vederlo? Un'ora fa ero praticamente in catalessi e adesso?
Ci credo che non vuoi vederlo, sei fuggita dalla sua stanza senza neanche avvisarlo... Mi vergogno al posto tuo!
Ma no Goffy non è per questo, potrei tranquillamente andare a chiedere scusa e dirgli che non volevo svegliarlo ma c'è qualcosa che mi blocca
Chi non si bloccherebbe davanti a un adone come Johnny Depp?
Ma certo! E' questo: lui è Johnny Depp cavolo... Grazie Goffarda!
Ma che stai blaterando? Hey, io non ho mica capito!
Lasciai perdere la conversazione con Goffarda e mi decisi a prendere le tazzine e la brioche che stringevo sul bancone mentre un uomo mi fissava come se fossi una pazza, lo guardai e gli girai la faccia col naso all'insù per poi tornare al tavolo da Megan.
« Oh finalmente ce l'hai fatta, muoio di fame» Commentò lei mentre addentava la brioche di cui tutto il contenuto usciva da un lato,
io mi limitai a bere un sorso di caffè e sbirciare Johnny, questa volta mi veniva piuttosto semplice visto che era dietro Megan, certo un po' di tavoli più in la ma sempre dietro di lei... mi bastava solo mettere a fuoco l'una o l'altro.
« Ma non hai detto di avere fame?» Megan forse aveva notato che non avevo preso niente per me se non il caffè
« Mi è passata.» Risposi tenendo lo sguardo fisso su Johnny che era ancora intento a leggere il giornale mentre i bimbi mangiavano
« Perché non vai da lui?»
« Non ci penso neanche!» Risposi più acida di quello che mi aspettassi e Meg spalancò gli occhi chiaramente confusa
« E' Johnny Depp capisci?» Continuai cercando di spiegarmi meglio
« Maddai, pensavo fosse tuo nonno!» Disse sarcasticamente mentre, agitando la mano, fece cadere un po' di marmellata sul pavimento,
presi un fazzoletto e mi chinai a terra per raccoglierla lasciando perdere il discorso, non sapevo come spiegarmi quindi non continuai.
Quando mi rialzai incrociai gli occhi di Lily per sbaglio e la bambina si illuminò in viso mettendosi a urlare i nostri nomi e correndoci in contro
« Ciao Lily» La salutai dopo che mi si era attaccata per abbracciarmi e vidi che Johnny ci stava raggiungendo con Jack per mano
« Ma guarda chi si vede...» Mi guardò malizioso e ci sorrise mentre io arrossii all'istante
« Perché non vi sedete con noi?» Propose Megan che ricevette subito una mia occhiataccia
« Purtroppo abbiamo già finito di fare colazione e i bambini si sono stufati di stare qui, mi dispiace» Ringraziai i bimbi in silenzio per questo
« Io e Orlando volevamo fare un giro questo pomeriggio, oggi ha la giornata libera, ci chiedevamo se-»
« Veniamo molto volentieri!» Megan rispose senza neanche fargli finire la frase e lui sorrise compiaciuto
« Allora ci vediamo dopo ragazze!» Ci salutò e noi ricambiammo, io mi fermai qualche secondo a coccolare Jack e Lily e poi li lasciai andare.
Dopo uno scambio di occhiate, complice quella di Megan e alquanto scocciata la mia, tornammo nella nostra camera a oziare.
Megan si buttò in uno zapping sfrenato e io mi lanciai praticamente dentro l'armadio spostando ogni singolo indumento prima a sinistra e poi di nuovo a destra
« Che cacchio mi metto adesso?!» Ringhiai verso un top blu scuro prima di scaraventarlo a terra
« Perché te ne preoccupi... Non l'hai mai fatto in due settimane che siamo qui e lo fai ora...» Megan rispose senza un minimo sbalzo di tono, quasi fosse impossessata dalle mille immagini che le passavano davanti, così mi spostai dall'armadio per andare accanto alla televisione e spegnerla
« Hey! La stavo guardando!»
« Ma fammi il piacere! Come fai ad essere così tranquilla?! Non ti rendi conto con chi stiamo per andare in giro? "Si certo" mi dirai tu, ma quando mai non ti accorgi che è diverso conoscere due attori di fama mondiale perché siamo le babysitter di uno ed uscirci insieme per andare a "fare un giro"? Sarò scema io ma non è la stessa cosa, ci vedranno milioni di persone! Che cavolo!» Lo so, quando sono nervosa sclero un po'.
Un po'? Ma hai visto come ti guarda la tua amica? Un altro po' e le escono gli occhi dalle orbite.
« Non credi di essere un po' in ritardo con gli avvenimenti? Ti ricordo che li abbiamo baciati. Tutti e due!»
« Lo so... Ma, ma, non ti preoccupa il fatto che non siano semplici persone? Cioè non che non lo siano... Bah.» Incrociai le braccia al petto -peggio di una bambina- e mi buttai sul divano accanto a Megan
« Ho capito quello che vuoi dire, sei in ansia perché stiamo per uscire con Orlando Bloom e Johnny Depp e ti do ragione, certo, ma continuo a dire che sei un po' in ritardo. Potevi pensarci prima di baciarlo, no?»
« Perché tu in quella situazione saresti stata anche capace di pensare?! Non lo so Meg, dentro il set era diverso... poi le cose che mi ha detto questa notte: ha paura che io me ne vada. E succederà. Me ne andrò, fra una settimana saremo di nuovo in Italia quindi che senso ha tutto questo?» Più ci pensavo e più realizzavo di non volerlo vedere mai più. Mi sarei fatta solo male... Guardai la mia amica e anche sul suo volto comparì un'ombra di tristezza e realtà. Già, la realtà, cosa che probabilmente non avevamo portato con noi in valigia sennò col cavolo che saremo state in questa situazione.
« Forse hai ragione... Che ci eravamo messe in testa?» Scoppiò in una risatina isterica. Non avrei voluto metterle quelle cose in testa ma dovevo sfogarmi con qualcuno e chi meglio della pazza che era nella mia stessa situazione?
« Chiamare e dire che non possiamo andare sarebbe scortese però...» Ammisi sospirando
« Sai che facciamo? Ci andiamo. Ci andiamo come due fan che hanno incontrato i loro attori preferiti, anche se per noi sono più di questo. Godiamoci la nostra ultima settimana in paradiso Lex, poi potremo tornare alle nostre vite di sempre.» Sentivo la sua tristezza salire nell'ultima frase, anche se la pronunciò con un sorriso. Accettai l'offerta, d'altronde che altro potevo fare? In questi ultimi giorni avrei dovuto dimenticare tutto e ricordare solo che ho fatto da babysitter ai figli di Johnny Depp nelle vacanze invernali, nient'altro.
Io e Megan facemmo una specie di patto in quel momento: niente più battutine, niente flirt, nessun tipo di preoccupazione sul cosa metterci o su come conciarci per loro, niente di niente. Sapevo però, che era già una battaglia persa in partenza.

La mattinata passò lenta e in compagnia di ansia e noia, dopotutto ci mancava non avere quelle pesti di bambini intorno. Erano le cinque e come aveva preso accordi Megan al telefono con Orlando fra mezz'ora sarebbe venuto a prenderci con la sua macchina, noi e Johnny non dovevamo fare altro che farci trovare all'entrata dell'hotel. Nella nostra camera regnava il caos più totale
« Esci subito dal bagno!»
« Un attimo!»
« Hai preso tutto?»
« Tutto che?»
« Non lo so!!»
« La macchina fotografica la porto?»
« Ovvio! Non voglio andarmene da Los Angeles senza fare neanche una foto»
« Ti muovi ad uscire?!» Megan aprì di colpo la porta del bagno in preda ad una crisi di nervi trovandomi impegnata col mascara
« Ho quasi finito... un po' qui... ecco, finito. C'era bisogno di agitarsi tanto?» Replicai mentre le lasciavo il bagno libero.
Alla fine avevo deciso cosa mettermi: un paio di jeans chiari e una t-shirt grigia in tinta unita. Fine. Era una giornata piuttosto calda nonostante fosse Gennaio e poi c'era il "patto": non dovevamo per nessun motivo sembrare attraenti. Megan era della mia stessa idea, aveva scelto un paio di jeans, una canotta verde e un golfino aperto bianco
« Merda!»
« Che c'è?»
« Sono le cinque e quaranta!»
« Merda!»
« Appunto!»
Megan uscì di corsa dal bagno, e dopo uno sguardo veloce alla stanza per vedere se avevamo dimenticato qualcosa prese la borsa e si precipitò ad aprire la porta trascinandomi fuori per un braccio
« Possibile che siamo sempre in ritardo?» Feci spallucce per risponderle e imprecai l'ascensore per la lentezza con cui ci portava nell'atrio.
Uscite dall'ascensore andammo fuori dall'hotel e trovammo i due che ci aspettavano annoiati, Johnny era appoggiato al muro e fumava una sigaretta mentre Orlando giocherellava con le chiavi della macchina, appena ci videro si ricomposero
« Finalmente, iniziavamo a pensare che non sareste venute...» Disse Orlando rivolgendoci un sorriso smagliante
« E invece eccoci qui...» Fu l'unica cosa che mi venne in mente di dire oltre al sorrisetto di circostanza
« Johnny ma dove sono i bambini?» Domandò Meg mentre controllava in giro
« Con la babysitter, non potevo mica lasciarli da soli...» Rispose lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo
« Ma non siamo noi le babysitter?» Commentò lei ridendo
« Non oggi...» Gesticolò col dito mentre andava ad aprire la porta posteriore della macchina e con la mano ci invitava ad entrare.
Quando eravamo tutti dentro Orlando partì.
« Non ci avete detto dove andiamo...» Commentò Megan parlando all'orecchio di Orlando mentre lui sorrideva malizioso,
le tirai una gomitata senza farmi vedere dai due ricordandole il nostro piano, col piccolo particolare di non flirtare. Lei mi guardò affranta e sbuffò
« Che ne dite di Palm Springs?» Orlando si girò a guardarci e notò sicuramente i nostri occhi a stelline
« Attento!» Johnny urlò indicando una macchina che ci aveva tagliato la strada e Orlando fece in tempo a frenare per fortuna
« Se non moriamo prima va più che bene!» Risposi ridendo
« Oh finalmente hai aperto bocca Lex, sei molto silenziosa oggi»
« Non è vero OB... ho parlato anche prima...»
« Certo per affermare una cosa più che ovvia!» Rise Megan contagiando tutti
« Così non mi aiuti però!» Le sussurrai sempre cercando di non dare nell'occhio, invano.
« Non ti aiuta a fare cosa?» Disse Johnny girandosi per guardare
« Fatti i cavoli tuoi vecchiaccio» Orlando lo riportò nella posizione di prima e lui gli tirò un pugno sul ginocchio
« Era solo una domanda...» Aggiunse poi imbronciato.
Passammo il resto del viaggio in silenzio, tranne quando la radio ci concedeva qualche canzone decente: la cantavamo tutti assieme, peggio del coro delle voci bianche. Quando Orlando ci annunciò che eravamo arrivati non potevamo credere ai nostri occhi, davanti a noi c'era un immenso campo da golf ricoperto di un verde stupendo dell'erba, al centro c'era un laghetto con delle ninfee bianche e tutto intorno a noi era contornato da palme e fiori decorativi
« Ma questo è il paradiso!» Dissi incredula mentre ancora scrutavo quella meraviglia
« Volete giocare a golf?!» Commentò Megan alzando un sopracciglio non troppo entusiasta
« Veramente l'idea era oziare...» Le rispose Orlando tirandole una piccola gomitata che la fece sorridere, mi si strinse il cuore... le stavo togliendo forse la felicità?
Ci incamminammo sul prato fino a trovare un punto dove sederci o meglio, stravaccarci, pronti ad una giornata di puro relax.  Ammiravo un ragazzo intento a tirare la pallina con la mazza, era concentratissimo e la mandò dritta dentro la buca
« Una volta vorrei provare... non dev'essere così difficile, no?» Mi sfuggì questo pensiero, purtroppo.
« Se vuoi ti insegno come si fa» Johnny. Guardai Meg in cerca di un aiuto ma lei fece spallucce
« Ehm... magari dopo ok?»
« Come vuoi...» Lo guardai e mi resi conto che magari stavo esagerando, dopotutto una partita a golf che male avrebbe potuto farmi?
« No ci ho ripensato, dai aiutami!»
Tornò poco dopo con una sacca piena di mazze e lo guardai storto per quante ce n'erano, mi prese per una mano e mi portò vicino a una buca
« Non dovrei stare a metri dalla buca?» Commentai notando che la buca era a pochi passi da me
« E' meglio vicino le prime volte fidati» Rise sotto i baffi mentre mi passava una delle mazze, l'afferrai e mi misi in posizione -più o meno-
« Hahahaha non così!» Mi riprese scuotendo la testa come se non avessi nessuna speranza di imparare
« Tieni la schiena dritta, poi inclinati un po'... così... -si avvicinò e prese la mazza mettendo le sue mani sopra le mie- i piedi uniti» Feci come mi aveva detto ma iniziai a pensare che non avrei resistito tanto in quella posizione, con lui praticamente sopra poi figuriamoci...
« Ora tira piano...» Si mosse assieme a me mollando la presa solo quando portai la mazza sopra la spalla
« BUCA!» Esultai saltellando e chiedendomi se davvero si urlasse buca giocando a golf
« Molto brava...» Si avvicinò per baciarmi ma mi spostai subito lasciandolo li impalato
« Ehm... -risi piano e istericamente- il golf non fa per me... torniamo di la?» Cercai di far finta che non fosse successo nulla, ma a quanto pare non sono molto brava in questo
« Lex? Ma che hai oggi?» Domandò confuso, e ne aveva tutte le ragioni del mondo, ad essere confuso. Aprii la bocca per rispondere ma proprio in quell'istante Megan mi si lanciò addosso urlando come una forsennata
« Lexi! Vieni, ehm... mi devi accompagnare! Su, dai, muoviti!» Mi trascinò via per un braccio mentre io e Johnny tenevamo il contatto visivo, almeno fino a che la mia amica non mi costrinse a girarmi per seguirla, corremmo dall'altra parte del campo fino ad arrivare ad una casetta dove probabilmente si prendevano le mazze per giocare ma non entrammo, mi trascinò dietro la casetta e si butto con la schiena contro il muro mollando finalmente la presa dal mio braccio
« Ma sei pazza?! Che ci facciamo qui?» Mi raccontò tutto d'un fiato più o meno quello che era successo a me poco prima, Orlando aveva cercato di baciarla e lei se n'era uscita con la scusa che doveva andare in bagno ed era fuggita via, trascinando anche me notando che ero in difficoltà.
« Non credo di potercela fare Lex... siamo appena arrivati e va già tutto male!»
« A chi lo dici... Ma non possiamo rimanere qui in eterno ti pare? Ne possiamo evitarli per una settimana intera, credo che dovremmo dirglielo.» Arrivai da sola a questa conclusione che probabilmente non avrebbe portato nulla di buono, non volevo neanche immaginare come avrebbero potuto reagire.
« Lo so... Dai andiamo, sputiamo il rospo e come va va.» Annuii e tornammo indietro trovandoli seduti assieme che parlavano, ci guardammo timorose ed eravamo pronte a dire tutto ma Johnny ci precedette
« Non avete niente da dirci ragazze?» Mi si formò un groppo in gola e sarei voluta scappare via ma i miei piedi erano fissati al suolo, non c'era modo di muoverli. Vidi Megan abbassare la testa e mettersi le mani sul viso mormorando un "si", io rimasi impalata: era come se tutti i muscoli fossero diventati di pietra, tutti tranne il cuore, che batteva come se volesse spaccare tutto e uscire fuori.
« Dite...» Parlò Orlando che guardava Megan, glielo si leggeva in faccia che aveva capito tutto. Megan alzò la testa e lo guardò a sua volta prima di sedersi accanto, io andai verso Johnny e abbassando lo sguardo gli tesi la mano per alzarsi, volevo lasciare a Meg il suo spazio quindi lo portai un po' distante da loro, quattro palme più in la per l'esattezza
« Allora?» Alzai lo sguardo incrociando il suo e mi sentivo come se stessi per essere schiacciata da un camion, sentivo già le lacrime bruciarmi gli occhi
« Un attimo...» Riabbassai la testa mettendomi una mano sulla bocca per evitare di scoppiare, ma come chiusi gli occhi la prima lacrima cadde a terra, non riuscivo a dirglielo, non riuscivo proprio a parlare.
« Lex... no.» Scosse la testa e mii diede le spalle portandosi una mano sui capelli per poi rigirarsi e appoggiarsi con una mano alla palma
« Ho fatto qualcosa che non va? Ti ho ferita in qualche modo?» Scuotevo la testa senza dire una parola, poi decisi che era il momento di calmarmi e trovare le parole giuste, ma quali sono le parole giuste in situazioni come questa?
« Non hai fatto nulla tu... Sono io che... Insomma, avevi ragione. Io me ne andrò Joh, fra una settimana sarò di nuovo in Italia e non voglio farti soffrire, non voglio soffrire neanche io quindi... quindi meglio che questa cosa tra noi finisca prima di iniziare. Non sai quanto tenga a te, non lo puoi neanche immaginare, non lo sapevo bene neanche io prima di queste due settimane, il punto è che io non sono nessuno e tu sei un attore famosissimo e-»
« Questo che importa? Non ha importanza quanto io sia famoso Lex, tengo molto a te lo stesso, sono una persona come tutte le altre.»
« Certo, sei umano anche tu ma resta sempre il fatto che fra una settimana non ti potrò più vedere. Sembro un'egoista lo so, ma non lo sopporterei.»
« Vuoi finirla qui allora?» Mi guardò fisso negli occhi e non riuscivo a capire a cosa stesse pensando, non aveva nessuna espressione particolare in viso, lo guardai allungo cercando di percepire uno sguardo, una smorfia... niente.
« Vedi altre soluzioni?» Feci quella domanda al posto di un semplice "si" perché dirlo mi era praticamente impossibile, sarebbe stato come se il mondo mi crollasse addosso, lui annuì ma non per rispondere alla mia domanda era più come se accettasse il fatto
« Megan sta dicendo le stesse cose ad Orlando vero?» Chiese staccandosi dalla palma e rivolgendo uno sguardo triste al suo amico
« Si... Johnny mi dispiace, non sai quanto mi disp-»
« Io non so niente non è così?! Vieni vi riportiamo a casa, stare qui non ha più senso.» Iniziò ad andare verso Meg e Orlando e io lo seguii senza staccare gli occhi dall'erba fino a quando non arrivammo da loro. Megan era a pezzi proprio come me e si vedeva chiaramente che aveva pianto mentre Orlando era in piedi e guardava Johnny con aria triste
« Andiamo.»
Ci riportarono all'hotel e il viaggio fu tutto tranne che piacevole, si era formato un silenzio tombale e anche la radio stavolta era spenta, appena scesi dalla macchina Orlando salutò Johnny con un abbraccio e noi con un "ci vediamo" un po' freddo.
Appena fummo nell'atrio collegai che mi aspettava un viaggio in ascensore con Johnny ed era proprio l'ultima cosa che volevo. Era una tortura, ero messa tra Megan e Johnny e appena quest'ultimo tirò un sospiro presi la mano della mia amica stringendola, poi finalmente sentii il tiin dell'ascensore che si aprì per farci scendere, Megan non lo salutò neanche e si fiondò sulla porta della nostra camera entrando e lasciandola socchiusa, io mi girai verso Johnny e avrei voluto dirgli qualcosa, una qualsiasi cosa: delle scuse, quanto mi dispiacesse, quanto gli volevo bene, no... l'ultima non era adatta, volergli bene era troppo poco. Sentivo qualcosa di più ma non mi rendevo conto di cosa si trattasse, poi mi passarono in mente tutti i momenti belli di quelle due settimane e la sentivo, sentivo quella vocina prepotente nella mia testa suggerirmi la parola adatta a quello che volevo dirgli, quella giusta: Amore. Lo amavo, lo amavo? Si può amare una persona dopo così poco? O dopo così tanto... perché io in fondo lo conoscevo da sempre, era il tempo che ci avevo passato insieme che era poco. Si, lo amavo. Lo amavo da una vita ed ero pronta a dirglielo, ero pronta a dimenticare quello che avevo detto al campo da golf e dimenticare che mi restava solo una settimana per stare con lui, lo guardai dritto negli occhi e proprio quando aprii la bocca lui parlò
« Non dire niente, da oggi sarai solo la babysitter dei figli del tuo attore preferito e nient'altro, proprio come volevi.» Premette il tasto del suo piano e in quel momento le porte dell'ascensore si chiusero, lasciandomi li con quelle due parole ancora in bocca, con le sue parole amare dentro la testa e con un fiume di lacrime pronte ad uscire, quando le prime due mi rigarono il viso entrai nella mia camera e sbattei forte la porta gettandomi sul divano.
Non mi interessava più di niente, avevo perso la mia occasione ed ero stata così stupida... tutto per una banale paura, tutto per quella odiosa settimana. Nella mente avevo solo le sue parole, di continuo, come un disco che si era rotto o una canzone messa in replay... se solo avessi parlato prima, se solo l'avessi fermato. Premetti la faccia su un cuscino per ridurre il pianto al minimo ma non servì a niente, piansi per ore e ogni tanto sentivo qualche singhiozzo dalla camera di Megan, sarei voluta andare da lei e dirle che si sarebbe aggiustato tutto prima o poi, dirle di stare tranquilla, consolarla in qualche modo ma la verità è che non ci credevo neanche io... se mi avessero detto frasi del genere in quel momento li avrei mandati tutti a quel paese quindi restai in salotto, a piangere fino ad addormentarmi.




Tadadadaaaan! Sono già tornata, purtroppo per voi xD Credo di aver battuto il mio record di scrittura stavolta. E' che questo capitolo in particolare mi piace, l'ho scritto tutto d'un fiato quindi -nonostante abbia controllato più volte- se ci sono errori è perché ho scritto in fretta: almeno quando c'è, l'ispirazione la uso fino all'ultima goccia! Che ne pensate? Non ve l'aspettavate vero? Vorrei davvero sapere le vostre impressioni sono curiosa (:
Suvvia, non vi sto a fare il resoconto del capitolo questa volta e vi lascio così: con un bacino, June.

















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Capitolo 6
*** Ups and downs ***


Sognando 6



Tre giorni dopo.




Con l'infortunio di Johnny non c'era bisogno che tenessimo i bambini perché dovendo restare a riposo poteva farlo lui e dopo quello che era successo a Palm Springs eravamo piuttosto demoralizzate quindi avevamo passato gli ultimi tre giorni all'hotel senza mai uscirne, ma quella mattina decidemmo di fare uno sforzo e mettere finalmente il naso fuori dalla porta dell'hotel.
Per tutto il tragitto fino all'uscita temevo di poter incontrare Johnny, che so, magari in ascensore... o nella hall.
Ero terrorizzata in realtà, non avrei saputo come comportarmi se fosse sbucato fuori da qualche parte, l'avrei dovuto salutare? Oppure far finta di non vederlo? E se avessi scelto la prima, mi sarei dovuta fermare a chiedergli come stava? L'ansia mi stava praticamente logorando e perfino dentro l'ascensore, dove c'eravamo solo io e Megan, continuavo a guardarmi intorno. Fortunatamente non lo incontrammo, o non lo vidi, uscii dall'hotel spedita e a testa bassa e una volta fuori iniziammo a camminare senza un'idea precisa sulla meta, dopo un paio di negozietti entrammo in un centro commerciale, così, per dare un'occhiata.
Ci scattammo delle foto in una delle tante cabine piazzate li dentro facendo varie smorfie, quando poi la cabina per le foto iniziò a sembrare una sauna uscimmo e io mi allontanai da Meg per andare nel reparto libri a spulciare un po' di novità.
Lessi parecchie trame fino a trovarne una che mi piacesse e per cui valesse la pena comprare il libro, mi accorsi poi di aver passato un'eternità a leggere e di non sapere più dove si trovasse la mia amica, mi guardai un po' intorno fino a trovarla, era a qualche metro da me intenta a provarsi qualcosa, la cosa strana era che la gente le passava affianco e rideva.
Lasciai perdere e feci un altro giro sempre nello stesso reparto ma quando ributtai l'occhio su di lei la situazione era sempre la stessa, le persone la guardavano e si piegavano in due dalle risate.
Iniziai a preoccuparmi e mi avvicinai curiosa per vedere se avesse qualcosa in faccia o che so io
« Ehm... Megan? Che stai facendo?» Chiesi mentre guardavo una signora paffuta che ci passava vicino e tratteneva a stento una risata.
« Mi provo questa tuta, guarda che bella fantasia... Però non trovo le maniche!» La girava e rigirava eppure delle maniche neanche l'ombra.
E non riuscivo neanche a capire perché la gente ridesse o ci guardasse storto... Aspettai qualche secondo guardandola intenta a cercare quelle benedette maniche quando vidi la confezione di plastica della tuta sul pavimento e decisi di prenderla: almeno li ci sarà stata una spiegazione sul perché una povera ragazza non debba riuscire a trovare le maniche!
Lessi il cartoncino all'interno e sbarrai gli occhi, misi una mano sulla spalla di Megan e iniziai a sussurrare senza dare troppo nell'occhio
« Megan, poggia quell'affare e andiamocene!» Glielo presi di mano e lo buttai su uno scaffale mentre la trascinavo via da quel punto
« Sei impazzita?! Non l'ho neanche provata!»
« E menomale!» Scoppiai a ridere pensando a tutto il tempo che ci aveva messo a cercare le maniche senza accorgersi che in realtà...
« E' un copri sedili della macchina! -continuai- Ti stavi per provare un copri sedili della macchina!» Tornai a ridere con le lacrime e dopo un attimo di esitazione per la figuraccia che aveva fatto rise di gusto anche lei mentre con nonchalanse mi portava fuori dal centro commerciale.
Non credo ci sarebbe più entrata.
Continuammo a girare fino all'ora di pranzo, poi ci fermammo in un piccolo fast food per fare una pausa ordinando un po' di cibo spazzatura e qualcosa da bere, arrivò tutto subito e iniziammo a mangiare parlando del più e del meno fino a quando il mio cellulare suonò, era un messaggio e non riuscivo a credere al nome che compariva sul display.
Deglutii più volte a vuoto.
Bevvi un sorso d'acqua e il cuore iniziò di nuovo a battere come se fosse un tamburo tanto da farmici mettere una mano sopra per cercare di fermarlo
« Lex che hai? Sembri un fantasma!» Meg mi scosse la mano per farmi alzare lo sguardo dal cellulare
« E' un messaggio -Deglutii ancora per riuscire a parlare con una voce decente-... di Johnny.»
« Oddio... E che dice?»
« Non lo so, non ho il coraggio di aprirlo.» La guardai e le tesi la mano col cellulare per farlo leggere a lei.
Lo prese e io iniziai a fare scommesse con Goffarda su quando mi sarebbe venuto un infarto. E quanto grave sarebbe stato.
La vidi leggere attenta il messaggio per due volte, poi sorrise leggermente
« Allora?!» Lei mi guardò e sorrise ancora
« Non è tanto male... dice: "Da stasera inizierò di nuovo a lavorare, e i bambini hanno ancora bisogno di sorveglianza. Se volete potete venire voi, ma se stasera non vi presentate chiamerò un'altra babysitter"» Staccò gli occhi dal cellulare e mi fece un altro sorriso a trentadue denti
« Che hai da sorridere tanto?! E' stato freddissimo e non ha neanche salutato...»
« Ma non capisci? Freddo o no ti ha avvisato... e non ha mandato il messaggio a me o a tutte e due, l'ha mandato a te! Santo cielo Lex leggi tra le righe no?» Mi si illuminarono gli occhi e sorridemmo tutte e due speranzose
« Dobbiamo andare! Così vedi anche Orlando e...»
« E cosa? Non cambierebbe proprio niente. Certo Orlando l'ha sicuramente presa meglio di Johnny: ha detto che mi capisce e che comunque vada non cambierà il nostro rapporto... esclusa possibile relazione ovviamente.»
« Il contrario di Johnny insomma...» Mi rattristii per un secondo ma cacciai subito quel giorno al campo dalla mente e sorrisi di nuovo
« Beh, che ci facciamo ancora qui? Dobbiamo tenere dei bambini o sbaglio?»
Megan mi sorrise e andammo a pagare il conto. Prendemmo un taxi per tornare all'hotel a mettere tutte le buste dei vari negozi, prepararci e infine andare agli Studios.
Era una strana sensazione trovarci di nuovo davanti a quel cancello, anche se erano passati solo pochi giorni.
Tirammo un sospiro ed entrammo venendo subito investite dalle urla della gente che correva impazzita qua e la per far si che tutto fosse pronto per le riprese. Fermammo un cameraman a caso per chiedere notizie di Johnny e ci disse che sicuramente era ancora nel suo camerino perché le riprese sarebbero iniziate solo fra mezz'ora.
Ero molto tentata ad andarmene ma Meg mi trascinò al camerino quasi di peso.
La porta era aperta ma bussammo ugualmente
« Avanti» Johnny ci invitò ad entrare ma noi facemmo solo un passo avanti per farci vedere
« Oh... siete voi.» Rimase immobile, in piedi vicino allo specchio stupito di vederci veramente li. Aveva una camicia bianca aperta sul torace e un paio di pantaloni marroni, era già vestito da Jack Sparrow ma senza trucco e parrucco.
Era tremendamente bello.  
E io ero tremendamente paralizzata.
Cercai di fare un altro passo in avanti ma il pavimento sembrava cosparso di colla, quindi il risultato fu che ondeggiai per qualche secondo prima di ritrovare il mio baricentro. I nostri sguardi si incrociarono e forse gli sorrisi, non ne sono sicura, fatto sta che lui mi guardò per un istante ma subito dopo rivolse lo sguardo a terra e poi dai bimbi dietro di lui
« Bambini guardate chi c'è...» Gli parlò dolcemente e loro ci corsero incontro abbracciandoci, per quanto Jack riesca ad abbracciare una persona ovvio.
« Alle nove finisco e li vengo a riprendere.» Disse distaccato sfogliando un po' di fogli che aveva in mano, proprio come si fa con un perfetto estraneo. Megan annuì ed uscì seguita dai bambini mentre io riuscii finalmente a fare il famoso passo avanti entrando ufficialmente dentro, lui mi guardò e aggrottò la fronte
« Dovrei parlarti...» Dissi infine con il cuore in gola che mi impediva di avere una voce accettabile
« Io non credo -rise piano mentre scuotendo la testa poggiava i fogli che aveva in mano- . Che vorresti dirmi? Ah aspetta, fammi indovinare -finse di pensarci un po' su e mi sentii presa in giro, poi si riconcentrò su di me- vorresti dirmi che ti dispiace? Che dovrei provare a capirti forse, no?
Beh Lex per quanto io ci provi, no, non riesco a capirti. E sinceramente che ti dispiaccia o meno non mi importa. Hai avuto quello che volevi, che altro vuoi adesso?»
 Non riuscivo a credere alle parole che uscivano dalla sua bocca e la rabbia con cui le aveva dette mi spiazzava ancora di più.
« Non volevo dirti niente di tutto questo. Ma ora che so che non ti importa nulla, non ho più nulla da dirti.»
Credo abbiate capito che sono un po' troppo fragile emotivamente e scoppio subito in lacrime, infatti fu quello che successe.
Dopo essere uscita dal suo camerino chiusi la porta e mi ci appoggiai un secondo, chiudendo gli occhi per cercare di sbollire la rabbia ma quelle emozioni si trasformarono subito in acqua pronta a sgorgare tra le ciglia.
Trattieniti Lex, santo cielo!
Aprii gli occhi ancora pieni di lacrime e cercai di farle tornare da dove erano venute per andare da Megan e dai bambini.
Come al solito giocammo con loro per qualche oretta prima che si stancassero e che Jack chiedesse di vedere il padre, facendomi sbiancare.
« Se vuoi li porto io...» Esclamò la mia amica notando che fissavo il piccoletto a bocca aperta
« No. Che figura ci farei? Ci andiamo insieme, come abbiamo sempre fatto.» Mi sorpresi di tutto il coraggio e la forza di volontà che mi saltarono addosso in quel momento e ovviamente li sfruttai.
Quando entrammo Johnny era nel bel mezzo di un discorso con quella che mi sembrò Keira Knightley.
Strano, non sapevo facesse parte del film anche lei.
Appena finirono di parlare rivolse lo sguardo verso di noi e mentre io finsi di sorridere lui ricambiò con un sorriso a trentadue denti, di quelli che solo lui è capace di fare. Si avvicinò a noi assieme a Keira che si presentò cordialmente mentre lui scambiava due parole con i bambini
« E' tutto a posto?» Domandò alla fine senza un destinatario preciso
« Certo» Megan gli sorrise e mentre lui ricambiava spostò lo sguardo sornione verso di me ancora con il sorriso sulle labbra, che si spense poi proprio mentre cercavo di parlare. Fissò il pavimento per un po' e poi distrattamente si allontanò da noi senza neanche badare a Keira, che rimase li a farci spallucce mentre io mi lasciavo sfuggire un sospiro irritato.
Lo imitai e girai i tacchi andando spedita verso l'uscita, andai a sedermi sugli scalini della porta di sicurezza dove Brigitte Harris ci aveva scoperto il primo giorno, quando scavalcammo il cancello. Mi sembrava passata un'eternità da allora... e non avevamo più visto Brigitte da nessuna parte.
Iniziai a pensare che ci avesse rimesso il posto sul serio per colpa nostra!
Proprio in quel momento la porta si aprì e io mi confermai che quella porta non era affatto per la sicurezza visto che si usava tanto spesso.
Ne uscì fuori un pirata con tanto di sigaretta e accendino in mano che rimase sorpreso di vedermi per una seconda volta
« Non sapevo fossi qui, non ti voglio disturbare...» Fece per girarsi e tornare dentro
« Non mi disturbi!» Dissi velocemente per non farlo fuggire via, lui si girò appena e si appoggiò alla ringhiera grigia vicino alle scale.
Tirò un sospiro prima di accendere la sigaretta e io mi scervellavo per trovare qualcosa da dire
« Sei in pausa?» Mi maledii da sola. Ma che domanda era?! Ovvio che fosse in pausa se no non sarebbe uscito!
« Si.» Fece un tiro di sigaretta mentre fissava il nulla davanti a lui.
Iniziai a mordermi il labbro in preda al panico, c'era una tensione e un silenzio che manco dentro un cimitero l'avreste trovati!
Mi ripetei più volte che ero grande abbastanza per poter stare a neanche un metro da lui in assoluta tranquillità, ma a quanto pare lui non era dello stesso parere: lo sentii buttare la sigaretta a terra e afferrare la maniglia della porta, aprendola
« Johnny -lui si bloccò sul posto ma senza girarsi verso di me- davvero, dovrei parlarti...» Lo vidi passarsi una mano sul viso e scuotere la testa
« Non sono sicuro di volerti ascoltare stavolta.» Senza neanche girarsi mi chiuse la porta in faccia e il mio stomaco si annodò con l'intestino.
Credo di essere rimasta a fissare quella porta chiusa per un'eternità.
Le successive ore passarono lente come se fossero anni e ogni tanto, quando mi era possibile vederlo, gli lanciavo qualche occhiata che lui ricambiò solo una o due volte. L'ultima fu quella che mi colpì di più, forse perché non si aspettava che lo vedessi: stavo ridendo per una delle battute di Megan e senza volerlo mi girai dalla sua parte non sapendo che si trovasse a pochi metri da me, mi guardò con una tristezza immensa negli occhi e io subito smisi di ridere fissandolo a mia volta, solo dopo qualche secondo si accorse che ci stavamo guardando reciprocamente allora sembrò scendere dalle nuvole girandosi a parlare con qualcuno dello staff. Io rimasi a guardarlo ancora un po' e quando mi tirò un'occhiata con la coda dell'occhio smisi, riprendendo a fare battute con la mia amica.


Erano le nove e mezza e di Johnny neanche l'ombra.
Stavamo sedute sul muretto vicino al cancello e io stavo sistemando il cerchietto nei lunghi capelli di Lily quando la vidi guardare verso l'edificio e sorridere, stava arrivando.
« Scusate il ritardo, ci hanno messo più del solito a struccarmi e poi Keira mi ha trattenuto...» Lasciò cadere la frase mentre si frizionava i capelli e prendeva Lily sotto braccio
« Non ti preoccupare» Risposi sorridendo normalmente
« Si non c'è problema -continuò Megan-, beh ora torniamo in hotel, ci vediamo domani!» Mentre tutti annuivamo nessuno poteva immaginarsi che la piccola Lily stesse tramando alle nostre spalle
« Andiamo insieme!» Ci girammo tutti e tre a guardarla con gli occhi sbarrati.
« Che ho detto?!» Allargò le braccia aspettandosi una risposta che non sapevamo darle, ci limitammo a farfugliare con un tono sarcastico
« No no niente...» Iniziò Megan
« Già, non c'è nessun problema...» Continuò Johnny
« E perché dovrebbe esserci?» Dissi più a Johnny che a Lily anche se guardavo lei
« Assolutamente nessun problema!»
« Non c'è niente di male a fare la strada insieme.»
« Giusto!»
« Andiamo...» Megan finì quella conversazione anormale schiacciandosi una mano sulla fronte e iniziando a camminare con Lily per la mano,
io ero accanto a lei e Johnny poco più avanti con Jack ma la mia amica ebbe la fantastica idea di mollarmi per andare da Johnny a chiedere informazioni sul film, quindi rimasi qualche metro dietro di loro assieme alla traditrice bionda che mi aveva ficcato in quel pasticcio.
Ero molto tentata a mandarla a giocare sui binari di un treno.
Assieme a Megan, che vedevo ridere e scherzare con l'uomo che mi tormentava.
« Lex, ti devo chiedere un favore!» La traditrice numero due mi fece segno di avvicinarmi
« Che c'è?»
« Sai che domani Johnny deve girare una scena a petto nudo?» Mi prende per il culo?
Rimasi un po' scioccata per la leggerezza con cui mi aveva dato quell'informazione davanti a Johnny.
« Mmm no non lo sapevo, ma io che c'entro?» Togliamoci l'immagine di Johnny a petto nudo dalla mente e andiamo al sodo.
« C'entri. Sai che Joh deve apparire sempre al meglio, cioè non è che ne abbia così bisogno... lui appare già bene di suo...» Mi scioccava sempre di più quel discorso, Johnny invece se la rideva.
Mi piazzai davanti a lei con le braccia incrociate e il sopracciglio alzato impedendole di andare avanti
« Megan. Sputa il rospo.» 
« Il fatto è che i punti risulterebbero anti estetici...» Solo a me fa strano sentire Johnny dire "anti estetici"? Vabbé.
« Che c'entrano i punti?!» Domandai rivolta verso di lui
« Ecco il favore che ti devo ehm che ti dobbiamo chiedere sarebbe quello di togliergli i punti. Insomma tu lo sai fare e poi la ferita ormai è quasi guarita... La cicatrice si può coprire ma i punti no.» Megan mi guardava tra il malizioso e il supplichevole
« Non se ne parla!» Li guardai entrambi storto e cominciai a camminare di nuovo
« Cosa? Perché?» Meg mi inseguì seguita a sua volta dal trio Depp
« Perché? Perché?! Perché, uno: la ferita è quasi guarita, non è guarita. E non voglio certo che si prenda un'infezione per un motivo stupido come l'anti esteticità, e due: tu -mi voltai verso Johnny- non sei nella posizione adatta per chiedermi favori.» Li lasciai tutti e quattro a bocca aperta e per la seconda volta cercai di recarmi all'hotel..
« Ok facciamo così, tu mi togli i punti e io ti ascolto.» Mi girai per l'ennesima volta sbuffando
« Pensi di potermi comprare così?»
« Non ti sto comprando... è uno scambio di favori!»
« Scambio di- Ah... adesso se mi ascolti mi fai un favore?!» Prima mi ignora, poi mi chiede un favore e dopo è anche convinto di potermene fare uno ascoltandomi? Sarà anche Johnny Depp, sarà anche l'uomo che amo -perché alla fine è così, inutile negarlo- però mi stava facendo salire i nervi.
« No non volevo dire quello, insomma...»
« Aaah, e va bene! Ma te li rimetto subito dopo le riprese!» Suvvia, come si fa a dire di no a Johnny quando fa la faccia da cucciolo indifeso? Capitemi.
Mi sorrise felice e io mi maledii per aver accettato. Riprendemmo a camminare e finalmente arrivammo all'hotel, salutammo Johnny e i bambini come sempre e sentii di essermi tolta un peso, non avevo più l'ansia e non ero entrata in panico quando l'avevo dovuto salutare, niente più problemi ne complessi sul come salutarlo o con che tono di voce: un semplice "Ciao, ci vediamo dopo." e non ero in panico neanche per quello, mi sembrava quasi normale il rivederlo dopo cena. Forse stavo impazzendo.
Arrivate nella nostra camera ci buttammo sul letto esauste, non eravamo più abituate a badare a quei due bimbi. Ci rialzammo però subito dopo ricordandoci che dovevamo scendere a cenare, poi io sarei andata da Johnny e Megan avrebbe portato i bambini a prendere un gelato così, testuali parole, ce li toglieva di mezzo per un po'.
Cenammo velocemente, o meglio, Megan mi fece cenare velocemente.
Mi sembrava fin troppo strano che non fossi in ansia neanche mentre l'ascensore mi portava verso il suo piano, o mentre i miei piedi attraversavano il corridoio che mi avrebbe portata alla sua camera. Bussai e solo in quel momento, in quell'attimo, in cui le mie nocche lasciarono la sua porta per la seconda volta e lui veniva ad aprire, smisi di respirare involontariamente e sentivo i battiti accellerare mentre il mio stomaco si attorcigliava tra se.
Forse non avevo realizzato bene quello che stavo facendo finché non mi ci sono ritrovata davanti.
« Hey, sei già qui!» Johnny aprì tranquillo la porta e mi mostrò un sorriso sincero ma io ero tutt'altro che tranquilla
« G-già.» Balbettai osservandolo in ogni minimo dettaglio, notai subito che era già senza maglietta e portava solo un paio di jeans chiari.
Voleva farmi morire, lo so.
Si spostò permettendomi di entrare e io avanzai piano mentre mi torturavo le mani e fissavo il pavimento.
« Megan?» Mi chiese mentre chiudeva la porta
« Oh, ehm... sta per arrivare.» Dissi mentre mi sedevo sul divano e avevo un flashback di quando avevamo dormito li.
Di punto in bianco da una delle camere saltò fuori Lily che mi venne incontro tutta felice per salutarmi, la feci sedere sulle mie ginocchia e le spiegavo che Meg sarebbe arrivata a momenti, sentivo lo sguardo di Johnny addosso e le mani iniziarono a sudarmi mentre lo stomaco era sempre più in subbuglio.
A darmi un attimo di tregua ci pensò la mia amica che bussò proprio in quel momento alla porta così che Johnny distolse lo sguardo per aprire.
« Heeey, chi viene a prendersi un gelato con me?» Megan entrò spalancando le braccia per permettere alla piccola di abbracciarla
« Ma Jack che fine ha fatto?» Chiesi ricordandomi di non averlo ancora visto
« Sta guardando i cartoni alla televisione...» Rise Johnny compiaciuto mentre Megan lo chiamava fingendo di cercarlo.
Alla fine, siccome Jack non ne voleva sapere di farsi vedere Meg lo andò a prendere di peso cercando di barattare la fine del cartone perduta con un gelato...
« Voi non venite?» Mi chiese Lily prendendomi la mano
« No no... Tuo padre e Lex devono fare tante cose, provare delle parti per il film, cose molto noiose... per questo noi usciamo, almeno si annoiano solo loro!» Megan farfugliò qualche scusa che ovviamente se non si avevano due e cinque anni sarebbe stata palesemente falsa, ma Lily mi stupì
« Ci vediamo dopo!» Disse guardandomi negli occhi mentre sorrideva maliziosa. Era come se avesse capito tutto, quasi la temevo quella bambina.
I tre uscirono e io e Johnny rimanemmo -finalmente(?)- da soli.
« Allora, chi inizia?» Mi domandò distraendomi dalla texture delle mattonelle
« Eh? -battei velocemente le palpebre cercando di far mente locale- Chi inizia a fare cosa?»
« Mi togli prima i punti oppure ti ascolto?» Quindi diceva seriamente sull'ascoltarmi... Oddio e adesso?!
« La prima! Prima i punti. Vado a lavarmi le mani!» Mi alzai di scatto e andai verso il piccolo corridoio dove c'erano tutte le camere.
Ma io non sapevo neanche dov'era il bagno! Fui costretta a tornare indietro e sporgere la testa da una parete
« L'ultima porta davanti a te» Mi precedette lui dandomi già la risposta, così andai e chiusi la porta alle mie spalle ritrovandomi davanti ad un bagno grande quasi quando la mia camera.
Dovevo prendere tempo, assolutamente. Ora che avevo l'occasione non sapevo più che dirgli, e poi non era la situazione adatta!
Che cavolo.
Non potevo mica dirgli "Passami il disinfettant-ah dimenticavo: ti amo." no, no, NO. Mi lavai le mani per bene e restai qualche altro secondo in bagno a fissarmi allo specchio.
Presi dalla tasca un paio di forbici minuscole, delle pinzette e uscii pronta a fare il mio "lavoro"
« Iniziamo?» Gli sorrisi mostrandogli le forbici
« Scucimi!»


« Pizzica!»
« E' normale, non li avresti dovuti togliere!» Replicai incrociando le braccia al petto
« Ma domani me li rimetti...»
« Non fare quella faccia da angelo. E se ti si apre la ferita stanotte?!»
« Verrò da te a chiedere aiuto!» Mi sorrise sapendo che se fosse successo davvero non gli avrei certo sbattuto la porta in faccia, come invece sarebbe stato giusto. Sbuffai dal naso e pregai in aramaico che Megan tornasse presto
« Dai che vuoi dirmi Lex?» Sussultai appena, quasi mi ero dimenticata che si aspettava che dicessi qualcosa.
« Come mai ora sei così sicuro di volermi ascoltare?» Calcai le ultime parole con lo stesso tono che aveva usato lui qualche ora prima mentre cercavo di far passare più tempo possibile.
« Credo di esserlo sempre stato, è che cercavo di convincermi del contrario...»
« Ah.» Volevo andarmene, volevo fuggire via subito.
« Allora?»
Tock. Tock. Dio ti ringrazio!
« Dev'essere Megan. Vado ad aprire!» Mi alzai ancora di scatto lasciandolo seduto e aprii la porta, era davvero lei con i bambini.
Ci fece segno di far silenzio mentre ci mostrava che teneva in braccio Jack e che stava dormendo, Johnny lo prese e lo portò nel suo letto.
« Andiamo via.» Sussurrai alla mia amica poco prima che Joh tornasse
« Beh, anche Lily è stanca -la indicò mentre sbadigliava- forse è meglio che noi andiamo...» Incalzò lei appena lo vide cogliendo in pieno la mia richiesta di aiuto
« Già.» Conclusi mentre lui mi tirava un'occhiataccia
« E va bene... Ci vediamo domani ragazze» Si arrese e ci salutò ringraziandomi per averlo aiutato con i punti, io invece appena chiuse la porta tirai un sospiro di sollievo.
« Avanti, sputa il rospo!» Megan mi puntò un dito contro decisa a voler sapere perché tutto d'un tratto son voluta fuggire via.
Mi misi meglio sul divando, incrociando le gambe e girandomi verso di lei
« Voleva che parlassi...» Iniziai
« Di cosa?» Già. Lei non sapeva nulla, credo... Non so perché in quei tre giorni, o al centro commerciale, o mentre si parlava semplicemente non le avevo mai accennato quel piccolo particolare. Forse perché cercavo in tutti modi di dimenticarlo io stessa...
« Beh... Sai quando siamo tornati da Palm Spings...? - lei alzò un sopracciglio ed emettè un "Mmm" che mi incitava a continuare- E' che quella notte, nonostante l'avessi appena liquidato, mi sono resa conto di...» Lasciai cadere la frase mordendomi il labbro inferiore per paura di dire quello che provavo realmente a voce alta
« Amarlo?!» Commentò lei seria. Sgranai gli occhi sorpresa
« Come lo sai?»
« MAPPERFAVORE! Si vede lontano un miglio Lex!» Rispose come se fosse la cosa più ovvia al mondo, mi buttai con la schiena sul braccio del divano e mandai all'indietro la testa
« Oh perfetto!» Commentai sarcastica.
Se Megan se n'era accorta, allora chi altro lo sapeva? Orlando? Keira che "conoscevo" da appena una sera? Come minimo anche Brigitte Harrys ne era al corrente... E Johnny? Lui lo sapeva?
In preda a questi pensieri -giustamente- paranoici mi alzai di scatto dal divano
« Io vado a letto!» Dissi improvvisamente alla mia amica dileguandomi, come se andare a letto mi tenesse lontana dai pensieri... era come cercare un po' di caldo al Polo Sud.
Ma tant'è che ero già in camera e il cuscino mi chiamava. Mi addormentai abbastanza presto dopotutto.




Bene, a tutte quelle a cui avevo promesso che questo capitolo sarebbe stato meglio del precedente chiedo umilmente scusa.
E' che ho in mente una scena precisa, che diventerà un'intero capitolo (che come si potrà capire non è questo.) e prima di poter arrivare a scriverlo devo far passare un po' di tempo... Cercate di capirmi please!
Dai via con i commenti: che ne pensate? *Ma secondo te che possono pensare, fa schifo!* (Modalità Goffarda: On)
Davvero scusatemi per questo capitolo, e per il prossimo anche... ma l'ottavo segnerà la svolta. Giuro! E' già il mio capitolo preferito!
Ora mi dileguo e vado a scrivere l'ultimo capitolo della saga "I peggiori capitoli della storia" xD
Mi aspetto un sacco di recensioni con su scritto "Ritirati, fai pena." e me lo merito, lo so...

Ps. Grazie a tutte quelle che mi seguono e che leggono e recensiscono, davvero! Grazie!
Se volete leggere anche qualcos'altro ho una piccola pubblicità da fare (perché a quanto pare sono l'unica deficiente che ancora non l'ha fatta eh xD)
In poche parole faccio parte di uno splendido gruppo con delle ragazze su Facebook e ci è saltato in mente di scrivere una fic su Johnny a ben venti mani! EGGIA'! A scrivere siamo in dieci e ognuna di noi fa un capitolo, la storia a parer mio è fantastica quindi se vi ho incuriosito almeno un po' passate a dare un'occhiata qui. Con questo è tutto.
Un bacione, June.






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Capitolo 7
*** Ciak: Goodbye. ***


Sognando 7 « Johnny... No...»
« Ma che Johnny e Johnny SVEGLIATI LEX!»
« CHE?» La cuscinata che ricevetti in faccia da parte di Megan mi confermò che stavo dormendo e spalancai gli occhi alzandomi di scatto.
Mi guardai intorno smarrita cercando di ricordare cosa avessi sognato mentre la mia amica se la rideva prendendomi per il culo
« "Johnny no" hahahah»
« Johnny?!»
Avevo sognato Johnny? Avevo sognato Johnny e me l'ero anche dimenticata?!
« Da quando parli nel sonno?» Mi chiese sedendosi accanto a me come se fosse la mia strizzacervelli di fiducia
« Ma che ne so io... Piuttosto, che ho detto?» Il ruolo si stava piano piano invertendo, quasi ero pronta a prendere appunti
« Non si capiva niente...» Il paziente si rifiuta di collaborare... richiedo provvedimenti.
Sbuffando dal naso spostai le coperte e mi diressi in bagno, come sempre rimasi cinque minuti davanti allo specchio in catalessi e poi presi a prepararmi ricordandomi che mi aspettava la penultima giornata di babysitting, poi saremo dovute tornare in Italia. Già.
Scendemmo nella sala dell'hotel per fare colazione e tra un muffin e l'altro io mi interrogavo ancora sul sogno che avevo fatto, ovviamente senza nessun risultato.
« E' il nostro penultimo giorno di lavoro oggi.» Mi fece notare Megan
« Lo so...» Risposi con un tono curioso di sapere dove voleva arrivare
« E pensi di dirglielo? Sei ancora in tempo sai...» Incrociò le mani sul tavolo, si riferiva a Johnny.
« Non sono mai stata in tempo Meg, tanto meno adesso.» Dissi fredda
« Certo che lo sei, proprio adesso. Proprio oggi. Non hai più nulla da perdere, capisci?»
« Perderei tutto invece. Come puoi non capirlo tu?» Ci guardammo per qualche secondo ma senza concludere niente, nessuna di noi due voleva accettare l'idea dell'altra.
« E' tardi. Meglio iniziare ad andare...» Dissi infine distogliendo gli occhi da quelli di Megan e prendendo la borsetta per alzarmi.
Appena raggiungemmo il cancello degli studios notammo che i bambini erano già nel giardino a giocare con Orlando, la cosa mi sembrò strana.
Salutammo OB e i bambini e mentre i due assalirono Megan io chiesi all'attore che fine aveva fatto Johnny, mi sentivo una stalker, ma non potei fare a meno di chiederglielo.
« Sta già lavorando, oggi ha iniziato prestissimo e non essendo molto di buon umore ha deciso di buttarsi sul lavoro...»
« Oh.»
« Ho dovuto tenere io i bimbi per questo, almeno fino al vostro arrivo.»
« Ehm si, grazie, dai ora ci siamo noi... puoi tornare a fare il pirata» Lo congedai in fretta e dopo uno scambio di sorrisi andò.
Stava per iniziare una delle solite giornate coi biondini.

« Lexi, mi trucchi?» All'ennesima richiesta di Lily, non potei fare a meno di accontentarla. Guardai con la coda dell'occhio Jack che se ne stava buono in un angolo a giocare con delle macchinine e mandai Meg a prendere qualcosa dalla sala trucco per la bambina. Nel frattempo, presi un paio di codini e iniziai ad acconciarle i capelli. Sembrava che quello fosse il suo gioco preferito. Una Vip già a quell'età. Ma d'altronde, con un padre del genere...
No, BASTA, perché devo pensare sempre a Johnny?
« Ahia, così mi fai male.» Oh, cavolo. Senza accorgermene avevo tirato un po' troppo i capelli della povera Lily. Borbottai delle scuse e tornai a intrecciarle i capelli.
« Ecco. Questo è quello che ho potuto razziare dal beauty case di Jordan.» Meg tornò con un paio di ombretti, un rossetto e un campioncino di blush rosa. Quando mi alzai per andarle incontro un brivido freddo mi percorse la schiena.
« Dov'è Jack?»
Alzai gli occhi al cielo e mi misi in cerca del biondino. Ma non stava un attimo fermo... che diamine! Andai verso i camerini, pensando che magari stava cercando il padre.
Come qualcuno di mia conoscenza...
Taci tu.
Un urlo femminile attirò la mia attenzione. Proveniva da uno dei camerini in fondo.
« Nooo, fermooo!!»
Mi avvicinai e mi accorsi che la voce veniva dal camerino di Keira Knightley, che avevo conosciuto qualche giorno prima ma non ci avevo mai parlato.
Entrai senza bussare e scoppiai a ridere. Keira era in piedi cercando di abbottonarsi il vestito di scena e Jack gironzolava per il camerino con la sua parrucca riccioluta in testa.
« Oh mio Dio! Jack vieni qui dai!» Lo chiamai e lui sgambettò verso di me tutto sorridente. Gli tolsi la parrucca e la diedi a Keira, che mi sorrise grata.
« Non ci so fare molto coi bambini.» Disse, e mi sembrò quasi timida.
Feci spallucce. « Tranquilla. Nemmeno io.» Scoppiammo a ridere.
« Ti dispiacerebbe darmi una mano? Sto per slogarmi un braccio.» Indicò i bottoni del vestito e io mi alzai per aiutarla.
Vidi che respirava a fatica e feci una smorfia. « Non è troppo stretto?»
Lei annuì. « Un po'. Ma deve schiacciarmi quel po' di tette che ho, purtroppo. E poi mi aiuta nella scena. Poi vedrai... venite con noi ad assistere alle riprese? Ci siamo solo io e il commodoro Norrington!» Non so perché specificò quel particolare, ma annuii lo stesso e andai a chiamare Megan. Poi ci dirigemmo sul set con Keira.
Tra vari ciak e papere varie, finalmente arrivò l'ora di pranzo che speravo di passare assieme a Johnny, i bambini e Megan, ma invece no.
Mi ritrovai di nuovo da sola visto che Johnny aveva degli impegni urgenti da risolvere e prese i bimbi con lui -dicendomi che ci saremo comunque visti per la storia dei punti più tardi- e Megan fu "rapita" da Orlando. Anche se non potevano stare insieme come coppia quei due passavano lo stesso ogni minuto libero a ridere e scherzare e questo mi faceva davvero felice, infatti quando Orlando mi chiese se mi dispiaceva rimanere da sola nella pausa pranzo risposi prontamente che non c'era nessun problema, poteva tenersi Megan quanto voleva.
Non avevo fame e quindi mi limitai a prendere il quinto caffè della giornata e tornai alle scale della porta di sicurezza per avere un po' di pace, nella pausa pranzo chi mai sarebbe uscito da li?
Ma siccome non ne azzecco mai una, proprio finito quel pensiero, la porta come suo solito si aprì.
« Disturbo?» Keira mise la testa di fuori e mi guardava sorridendo
« No no, ma magari sei venuta qui per stare da sola quindi forse disturbo io...» Ammisi accennando ad alzarmi
« No, in realtà ti cercavo!» Uscì ufficialmente fuori e chiuse la porta alle sue spalle senza girarsi
« Mi cercavi? Perché?» Lei fece una faccia dolce e si mise a sedere sullo scalino affianco a me
« Sapevo che eri sola, quindi volevo farti un po' di compagnia...»
« Wow... Keira Knightley vuole farmi compagnia!» Dissi ridendo al pensiero che una come lei si interessasse a una come me.
Lei si unì alla risata un po' imbarazzata « Che c'è di male?» Rispose facendo spallucce.
Iniziammo a parlare del più e del meno e ad un certo punto le posi la domanda che mi facevo da ieri
« Ma come mai non ti ho mai vista sul set?»
« Perché ci ho messo piede solo ieri in realtà, ho avuto degli impegni e anche se io nel film appaio da subito le scene non si girano mai in ordine»
« Capisco...» Annuii
« Ehm senti, ora che ci conosciamo un po' meglio voglio svelarti il vero motivo per cui sono venuta da te» La guardai curiosa e la invitai a parlare
« Volevo chiederti: Che c'è fra te e Johnny?» Persi un paio di battiti a quella domanda e mi chiedevo perché volesse saperlo
« Niente.» Risposi distaccata smettendo di guardarla
« Allora... Che c'è stato fra te e Johnny...?» Si corresse
« Perché vuoi saperlo?»
Ripresi a guardarla un po' cupa
.
Anche io sinceramente cercavo una risposta a quella domanda. Cosa c'era stato fra me e lui? Si poteva definire?
« Perché vi vedo. Le occhiate che vi lanciate, lui che ti guarda mentre tu non lo noti e tu che fai la stessa identica cosa, sono qui solo da un giorno ma è palese che c'è stato qualcosa prima... e non so, lo vedo spento, distratto il più delle volte. Non ho mai lavorato con lui prima, ma da quello che dicono non è così di solito quindi vorrei aiutarlo, anche perché se sbaglia un'altra scena il regista lo decapita.» Rise per sdrammatizzare
« Quindi è per questo che non ha preso nessuna pausa oggi...» Riflettei a voce alta tra me e me, la vidi annuire e dopo quello che aveva detto mi accorsi che era davvero troppo visibile, che eravamo troppo visibili. Le spiegai per sommi capi cosa era successo e lei mi ascoltò annuendo di tanto in tanto, quando arrivai quasi alla fine mi bloccai: non volevo dirle che lo amavo. Non la conoscevo così bene e poi conoscendo me invece sarei scoppiata a piangere ripensando a quello che avevo perso.
« Non c'è modo di rimediare?» Chiese lei con espressione triste
« Parto dopodomani, quindi no.» Sospirò e si nascose dietro ad una smorfia quando una campanella suonò in segno della fine della pausa.
Si alzò e si pulì i jeans scuri per rientrare dentro
« Io sto dalla tua parte Lexi!» Disse sorridendo prima di chiudere la porta.
Ma che vuol dire? Boh.
Poco dopo tornò anche Megan, seguita da Johnny che ci diede i bambini frettolosamente, scusandosi: era in ritardo. Il pomeriggio passò esattamente come la mattina, rimisi i punti a Johnny grazie ad un kit di pronto soccorso che c'era in uno dei camerini e poi non lo rividi fino alla sera quando gli riconsegnammo la prole.
Una giornata piuttosto noiosa si stava concludendo nella sala dell'hotel dove eravamo andate per cenare, e neanche li Johnny si vedeva...
Sarà stato stanco dopo una giornata di lavoro senza tregua e -da quello che mi aveva detto Keira- quasi sempre sulla stessa scena. La ragazza mi aveva fatto intendere in qualche modo che ero io il motivo per cui era tanto turbato, mi dispiaceva e non poco, ma sarebbe stato meglio fra un giorno senza me fra i piedi. Era l'unica cosa che in un certo senso mi consolava.




Ed eccolo lì, il fatidico e tanto odiato ultimo giorno a LA. Ero disperata.
Quelle settimane erano volate e non riuscivo a credere che fra qualche ora sarei stata su un aereo diretto in Italia e che non avrei mai più visto Johnny neanche per sbaglio, ne avrei più potuto giocare con Lily e Jack. La mia vita sarebbe tornata quella di sempre e quei giorni sarebbero diventati solo ricordi appannati nella mia mente.
Eravamo nel giardino degli Studios assieme ai due bambini che giocavano: Lily stava facendo le bolle di sapone e Jack si divertiva a farle scoppiare scatenando la furia della sorella, quella che poteva sembrare una scena divertente e felice io la vedevo solo triste.
« A che pensi?» La voce di Megan mi distolse dallo stato di trans in cui ero.
« Che vorrei morire piuttosto che tornare a casa.» Risposi fredda
« Dai non esagerare... Abbiamo rivisto Los Angeles, era il nostro intento no?» Continuò con il vano tentativo di tirarmi su di morale.
« Già, immagina quanto me ne importi ora di Los Angeles! Questa doveva essere una vacanza ma a me sembra solo un incubo, delle volte spero di svegliarmi ma non succede mai, e sai una cosa? Non saremo mai dovute entrare qui dentro. Maledetta me e le mie idee del cavolo!»
Modalità arrabbiarsi come Goffarda: On.
« Non dire così, anche se non è finita proprio bene io sono felice di aver scavalcato quel cancello. Abbiamo conosciuto due attori favolosi e-»
« E io ho avuto la brillante idea di innamorarmi di uno di loro! Ma come si può essere tanto stupide?!»
« Non è questione di stupidità o meno, Lex! Capita a tutti, mica puoi prevederlo!»
« Certo che posso! Tu perché non stai così male? Perché non ti sei innamorata!»
« Ma chi te l'ha detto che io non sto male? E che ne sai che non sono innamorata? Di certo però non passo le giornate a piangermi addosso!»
« Che vorresti dire?!»
« Quello che ho detto! Devi smetterla di stare così, devi reagire! Io sorrido lo stesso, perché sono contenta di quel che c'è stato, anche se finirà da un momento all'altro! Cerco di reagire con maturità!»
« Stai dicendo che sono una pazza immatura? Una bambina capricciosa?! Scusa tanto se è di Johnny Depp che stiamo parlando, mica di un cretino qualunque! Col tuo modo dispotico di affrontare le cose non sei neanche capace di provarle certe emozioni, secondo me!»
« Cosa?! Ma ti senti quando parli? Stai sragionando, sei solo arrabbiata e non pensi più lucidamente! Cerca di ascoltarmi una volta tanto, e-»
« Non voglio ascoltare più niente! Non mi capisci, ok?! Posso vivere senza una spalla su cui piangere, stai tranquilla!»
A quel punto Meg mi fissò con un'espressione piena di collera.
Afferrò con forza la borsetta bianca che era vicino a lei e camminò spedita verso l'uscita fino a sparire. Avevo esagerato lo sapevo, ma non ero riuscita a fermarmi, in più sapevo che aveva ragione lei: ero arrabbiata con me stessa e me la stavo prendendo con la persona sbagliata.
Avrei voluto urlare per i nervi ma siccome non potevo mi accontentai di un caffè, presi Jack in braccio e Lily per mano ed entrai dentro l'edificio dirigendomi verso la macchinetta dove per mia sfortuna incontrai sia Johnny che Orlando...
Oooook, dietrofront immediato.
« Ehi Lex, hai visto Megan?» Maledizione. Pensavo di passare inosservata e invece quell'occhio di falco di Orlando mi aveva vista lo stesso. Mi venne incontro speranzoso.
« Ehm... è tornata in albergo. Non si sentiva molto bene, penso che non tornerà oggi.»
Deluso all'ennesima potenza, Orlando annuì e guardò i bambini. « Se vuoi posso darti una mano con loro, non devo girare nient'altro oggi.» Disse, e mi venne voglia di abbracciarlo. E di piangere. Tanto.
Annuii e lo ringraziai. Johnny intanto rimase indietro, con quell'espressione tormentata in volto. Faceva finta di guardare qualcosa al cellulare. Sì, faceva proprio finta. Non sapeva neanche come usarlo, un cellulare.
Perché non veniva da me a parlare? Perché?
« Dagli un po' di tempo... vedrai che le cose si aggiusteranno.» Commentò OB seguendo il mio sguardo.
« Scusa Orlando, ma non mi serve la rassicurazione di turno.» Non potei trattenermi. Mi morsi la lingua subito dopo aver parlato. Lui mi rivolse un sorriso amaro. « Non è una rassicurazione. E' un auto convincimento anche per me. Non sei l'unica a stare in questa situazione.» Disse, e se ne andò, facendomi sentire un'autentica merda.
Raggiunse Johnny e insieme si diressero verso i camerini.
Bene, di nuovo sola coi bambini.
« Che volete fare, bimbi?» Gli chiesi tentando di essere il più gentile possibile, ma nemmeno li lasciai rispondere poveri, li presi come al solito -Jack in braccio e Lily per mano- e dopo aver recuperato una rivista da leggere li portai fuori.
« Allora, ora voi giocate qui da bravi bambini e senza allontanarvi e io sto qui accanto a leggere, va bene?» Non avevo proprio voglia di giocare con loro: altro comportamento da immatura, lo so.
Mi sedetti sotto il solito albero e iniziai ad entrare piano piano nelle vite scombussolate di vari vip: chi si rasava a zero la testa, chi con i baffi era orribile e chi aveva appena incontrato una nuova fiamma. Ero talmente assorta da quelle stupidaggini che balzai letteralmente in aria quando sentii delle urla, urla dei bambini, poi risate, poi ancora urla.
Alzai lo sguardo già pronta al peggio ma li vidi proprio davanti a me intenti, o almeno Lily, a giocare con un uomo. Mi avvicinai a passo svelto
« Ma che diamine succede?!» Fulminai quest'ultimo, che però si girò con un ghigno giallastro e dei denti marci che mi fecero rabbrividire
« Hector Barbossa ai suoi servizi Madame» Disse mimando un inchino e togliendosi il cappello nero da pirata.
Solo allora la mia mente inutile iniziò a collegare qualche neurone « OMMIODDIO. Ma lei è Geoffrey Rush!»
« Ssshh! Non lo dica ai bambini, ci ho messo una vita a convincerli che sono il capitano di una nave dei pirati!» Scherzò lui cambiando accento, probabilmente era quello del suo personaggio.
Mi unii alla sua risata, quasi non lo riconoscevo conciato in quel modo.
« E di quale nave sareste il capitano, di grazia?» Lo ammetto, stare in mezzo ai pirati contagia parecchio.
« Della Perla Nera dolce donzella»
« Credevo che quella fosse la nave di Joh-ehm Jack Sparrow.»
« Hai assistito poco alle riprese vero? -mi sussurrò all'orecchio- Perché non venite dentro? Vi mostrerò che in realtà quella nave è mia!» Continuò con quello strano tono di voce. Povero Geoffrey, non sapeva che in realtà tutto quello che avevo visto delle riprese era Johnny, il resto mi importava poco. Tuttavia non potei rifiutare l'invito, sarebbe stato scortese e non potevo certo dirgli che non volevo assolutamente incontrare il suo rivale Sparrow.
Appena entrati dentro gli studios vidi subito Johnny, cosa che avrei evitato, e anche lui a quanto mi diceva lo sbuffo che aveva appena tirato dal naso notandomi. Merda.
Orlando era seduto su una sedia che rideva assieme a Gore Verbinski, il regista. Quest'ultimo appena vide Geoffrey impugnò il megafono e urlò che grazie a presenze divine ora si poteva iniziare a girare «Manca solo un dialogo forza, forza. Poi potete tutti tornare a fare le persone per bene!» Li incitò.
Rush mi fece l'occhiolino e si avvicinò per girare.
« Capitan Barbossa, sono qui per negoziare la cessazione delle ostilità contro Port Royal.» Iniziò Keira nei panni di Elisabeth
« Uh, quanti altisonanti paroloni in una volta, noi non siamo che umili pirati... Che cos'è che volete?» Continuò Geoffrey facendomi ridere
« Che ve ne andiate per mai più ritornare.»
« Non sono incline ad ottemperare alla vostra richiesta... Vuol dire "no".»
«
BUONA!» Urlò Gore dal megafono « Benissimo, abbiamo finito. Almeno per oggi!» Rise alla fine, e tutti si dispersero per l'edificio scomparendo.
Io e i bambini eravamo gli unici rimasti così decisi di uscire e aspettare Johnny li. Una cosa che purtroppo mi toccava fare da sola.
Vidi le luci degli studios spegnersi e nel mucchio di gente che usciva lo vidi avanzare verso di noi, con espressione neutra.
Mi sforzai di sorridergli « Eccoli qua» Dissi indicando i piccoli. Lui sorrise compiaciuto 
« Ci vediamo do-» Si bloccò all'istante realizzando che in realtà no, non ci saremo visti domani, ne dopodomani, ne il giorno dopo ancora.
« Q-quando dovete partire?» Continuò sbarrando gli occhi
« Stanotte... Alle ventitré.» Risposi spostando lo sguardo dal suo viso verso il marciapiede.
« Oh.» Calò un tristissimo silenzio che mi sembrò durare anni, Johnny si era appoggiato al muro vicino al cancello e si toccava di continuo i baffi
« Vi porto io all'aeroporto!» Disse all'improvviso senza voler sentire discussioni
« Va bene... Ci vediamo dopo allora.» Acconsentii
« Si» Mi sorrise triste accarezzandomi il braccio prima di andare via.
Nella strada verso l'hotel scrutavo ogni minimo particolare che mi stava intorno, cercavo in ogni modo di mettere quelle immagini nella mia mente per non scordarle più ma c'è da dire che non le vedevo molto bene, i miei occhi avevano come un velo davanti e bruciavano ogni minuto di più.
Era come se me ne fossi già andata, e soffrivo già di nostalgia.
Infilai la chiave nella serratura e aprii la porta della camera, sul divano c'erano già le valigie aperte con qualche vestito dentro.
Davanti a me Megan, che nonostante lo stupido litigio mi sorrise guardandomi amareggiata mentre si massaggiava il braccio con la mano.
« Ci siamo eh?» Affermò in un sospiro, io mi limitai ad annuire e ad avvisarla che ci avrebbe accompagnato l' Adone...
Finimmo di fare le valigie in un silenzio assordante, riempito dai pensieri di entrambe che vagavano assieme a noi tra una stanza e l'altra, il tempo passò velocemente e ad un tratto sentimmo bussare alla porta, andai ad aprire e davanti a me c'era Johnny appoggiato allo stipite
« E' già ora?» Chiesi scioccata e lui annuì, mi spostai per farlo entrare e andò subito a salutare Megan e prendere la valigia che aveva in mano, facendo lo stesso con la mia per poi riuscire e aspettarci nel corridoio tenendo l'ascensore fermo al nostro piano.
Io e Megan guardammo in giro per tutte le stanze per vedere se avevamo dimenticato qualcosa e quando fummo sicure afferrammo le nostre borse e spegnemmo tutte le luci.
Consegnammo le chiavi della camera alla reception e ci dirigemmo in silenzio verso l'uscita, Megan si illuminò notando che dentro la macchina di Joh c'era anche Orlando e corse da lui abbracciandolo mentre noi mettevamo le valigie nel porta bagagli.
Il viaggio in macchina fu silenzioso come quello del ritorno da Palm Springs ma il motivo del silenzio stavolta era un altro: nessuno sapeva bene cosa dire, era come se ogni cosa fosse inutile in quel momento. Io ero seduta davanti vicino a Johnny che guidava e ogni tanto gli tiravo qualche occhiatina, mentre Megan e Orlando erano dietro ancora abbracciati, tutti e due con gli sguardi persi nel vuoto.
L'aeroporto era deserto, c'erano solo altre due persone oltre a chi lavorava li quindi passammo velocemente i controlli, gli addetti alla sicurezza del check-in furono così amabili da far passare Johnny e Orlando con noi -dopo averli giustamente controllati- quando glielo chiesero: volevano salutarci per bene e temevano che stando in un area aperta a tutti non lo avrebbero potuto fare.
Eravamo arrivati in un corridoio a "U"  con le pareti completamente di vetro da cui si poteva vedere già l'aereo.
Ad un tratto Johnny mi mise una mano sulla schiena e mi spinse dolcemente a qualche metro da Meg e Orlando
« Dovrai trovare un'altra babysitter temo...» Esclamai non sapendo cosa dire.
Sorrise da un lato « Già... Magari una che non tenti di uccidermi...» Rispose sforzandosi sempre di più a sorridere, io avevo già le lacrime.
« Niente pianti ok?» Aggiunse poi carezzandomi la guancia con due dita. Io annuii e mi venne spontaneo abbracciarlo, in quel momento non mi importava se il rapporto fra noi non fosse dei migliori, era l'ultima volta che potevo vederlo se non attraverso uno schermo e volevo sentire un'ultima volta il suo profumo, avere le sue braccia intorno a me, sentirlo realmente vicino. Ricambiò l'abbraccio stringendomi forte a se, facendomi sentire al sicuro.
« Mi mancherai.» Riuscii a dire prima che la voce meccanica delle altoparlanti iniziasse a ripetere in tutte le lingue che dovevamo imbarcarci
« Devo andare...» Aggiunsi appena quel robot ebbe finito di parlare, lui strinse le sopracciglia e annuì
« Hai il mio numero.» Sorrise e io ricambiai aggrappandomi alla speranza che un giorno avrei davvero avuto il coraggio di usarlo quel numero.
Megan mi raggiunse a testa bassa e dopo averli salutati per l'ennesima volta passammo dalla parte parallela di quel corridoio dove esattamente al centro c'era un altro posto di controllo, questo accessibile esclusivamente ai passeggeri.
Li guardammo allontanarsi di spalle per tornare indietro ma una volta passato il controllo buttai l'occhio oltre il vetro e Johnny era ancora li: aveva le mani sulla barra di ferro sotto i vetri e mi guardava...
Dissi alla mia amica di andare avanti e mi fermai un attimo ad osservarlo anch'io, a dividerci c'era un doppio vetro, il vuoto con l'asfalto e un altro doppio vetro. Mi facevano sentire protetta, quei doppi vetri. Dicono che siano infrangibili.
Ci poggiai la mano sopra e con una lacrima che lentamente mi rigava il viso capii che quella era l'unica occasione che avevo, lo guardai dritto negli occhi e con il cuore in gola e lo stomaco mangiato da farfalle mimai con la bocca le parole che avevo tenuto strette fra i denti in quegli ultimi giorni
« Ti amo.»
Abbassai lo sguardo subito dopo e senza pensarci iniziai a camminare, sempre più velocemente.
Ero arrivata alla fine delle scalette dell'aereo e mentre una hostess controllava il mio biglietto mi voltai a guardare i grandi vetri del corridoio: era ancora li, Johnny, intravedevo la sua figura tra un riflesso e l'altro
« Ha dimenticato qualcosa signorina?» Mi chiese gentilmente l'hostess e io mi girai a guardarla
« No.» Di istinto entrai definitivamente dentro l'aereo e trovai Megan seduta più o meno al centro che mi sorrideva.
Presi posto accanto a lei « Ti sei persa Geoffrey Rush, questa sera.» Lei scoppiò a ridere e si allacciò la cintura
« Questa volta non c'è nessun Jake a cui mi possa aggrappare!» Disse tenendosi stretta ai bracci della sedia.
« Ah Lex -continuò- hai fatto bene a dirglielo.»
Ci scambiammo un sorriso triste ma soddisfatto, ok: addio America.



Ecco finalmente il settimo capitolo, che stava marcendo nei documenti senza ne capo ne coda.
Anyway, per Lexi e Megan sembra davvero tutto finito e sono pronte -più o meno- a tornare in Italia. Che ne sarà di loro?
Spero di potervelo dire aggiornando entro tempi decenti stavolta xD
Un grazie di cuore a BlackPearl senza la quale probabilmente non avrei mai finito! Grazie ancora Sarè :)

Ps: C'è un nuovo capitolo anche per Hey, Soul Sisters! La fic a venti mani, come ho detto nel capitolo precedente.
Per chi la sta leggendo: fiondatevi. E' un capitolo stupendo!

Un bacione, June.









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Capitolo 8
*** Home sweet home. ***


Sognando 8

Avviso: Questo non è l'ultimo capitolo.





La nostra piccola città era rimasta identica a come l'avevamo lasciata, no non era cambiata lei, eravamo cambiate noi.
Avevo appena lasciato il taxi che ci aveva accompagnate dall'aeroporto fino a una via precisa da me indicata: decisi di fare i pochi metri fino a casa a piedi mentre Meg rimase a bordo. Ci saremo chiamate fra qualche ora.
Ero li, nella via, con la mia valigia in una mano e un mucchio di nostalgia nell'altra, percorrevo la strada guardando a destra e sinistra: c'erano piccoli negozietti di souvenir per i turisti, fiorai, il fornaio dove mi ero sempre fermata a fare due chiacchiere... anche allora mi fermai.
« Lexi! Da quanto tempo non ti si vede qui in giro!» Mi salutò Salvatore, intento a mettere a posto un paio di baguettes
« Ho fatto una vacanza a Los Angeles, son tornata proprio ora» Risposi senza un particolare tono di voce
« Una vacanza, che bello... Vorrei tanto farne una anche io, ma qui c'è sempre da lavorare cara ragazza, beh ma almeno domani ci si riposa un po'!»
« Non lavori domani Sal?» Chiesi, dopotutto era un giorno feriale. Mercoledì per la precisione.
« Tu sei stata via un po' e ti sei già dimenticata tutto! Domani c'è la festa, ci si diverte» Rise sonoramente. Ma certo, la festa.
L'indomani ci sarebbe stata una piccola festa del quartiere, cibo e bevande ovunque, luci da tutte le parti, musica, gente, molta gente.
Mi piaceva quella festa, ma non allora. In quel momento, una festa non era per niente nelle mie priorità.
« Allora divertiti Sal!» Gli sorrisi
« Tu non ci fai un salto?»
« Non credo, sarò sicuramente stanca.» Scosse la testa e mi salutò entrando dentro il suo negozietto e dicendo frasi del tipo "voi giovani siete sempre più stanchi di noi..."
Gli feci un cenno con la mano e proseguii dritta fino a casa. Casa dolce casa, come si dice. Anche se non era tanto "dolce", piuttosto era molto vuota.
« Dovrei prendermi un gatto.» Dissi ad alta voce mentre lanciavo la valigia sul mio letto.
Mi guardai un po' intorno e mi resi conto che la mia casetta era più piccola della stanza dell'hotel a LA, risi per un po'. Si, era piccola ma accogliente.
Dopo aver messo i vestiti nell'armadio mi buttai in cucina, dove ritrovai il mio portatile abbandonato sul tavolo.
Decisi di dargli un' occhiata, mi ero completamente dimenticata di chi ci fosse come sfondo.
Quegli occhi, quel naso... quel sorriso che avevo potuto ammirare a pochi centimetri da me.
Cambiai sfondo, subito.
Ma ovviamente neanche il mio pc mi dava tregua: quando aprii internet si aprirono in automatico pagine e pagine su Johnny a cui ero iscritta, da brava fan maniaca.
Johnny, Johnny ovunque.
Non avrei mai pensato che essere una sua fan mi avrebbe "rovinato" la vita. Chiusi immediatamente tutto, anche il computer, vederlo in quel momento era l'ultima cosa di cui avevo bisogno.
Riuscivo a trovare
una sola cosa positiva in tutto questo: Goffarda mi aveva abbandonato. Forse ora era lei quella in vacanza... e la capivo benissimo, nessuno avrebbe voluto essere nella mia testa in quei momenti.
Essendo passato un po' di tempo dal mio ritorno decisi finalmente di chiamare Megan, che rispose dopo un paio di squilli.
« Hey...»
« Hey. Che combini?» Chiesi, sentendola un po' spenta
« Niente di che, tolgo ragnatele e farfalle dall'armadio. E anche un po' dal mio stomaco.» Si lasciò sfuggire una risatina
« Fai bene. Io l'armadio l'ho già rianimato, ora devo solo decidere quale insetticida bere»
« Il DDT è ottimo! Come stai Lex?»
« Mh. Credo che i miei neuroni non abbiano ancora elaborato la cosa... Tu?»
« In depressione. Come un Winnie Pooh senza miele.» Risi, non perdeva mai il senso dell'umorismo, neanche quando era a terra.
Rimanemmo al telefono per un po', ricordando tutti i bei momenti, tutte le figuracce fatte, giusto per tirarci su di morale. Riattaccammo all'ora di cena, ci saremo risentite in un altro momento.
Quella sera pioveva e io avevo la mente completamente vuota per fortuna, avevo deciso di lasciare tutto al giorno dopo, avrei iniziato da capo: col lavoro, con gli amici, con l'amore, con la vita in generale; ma almeno per quella sera volevo solo sorseggiare il mio the e fissare la pioggia che striava lentamente la finestra della mia camera.




La mattina dopo fui svegliata dalla canzone che avevo messo per le chiamate sul cellulare, all'inizio credetti di sognare, poi però sentendo che non finiva di squillare mi arresi
« Pronto?» Risposi con la voce impastata
« Lexi! Ho saputo che sei tornata, mai che avvisi tu eh... come stai?» Li per li non capii con chi stavo parlando e dopo la stupida domanda scoprii che era Giulia, la piccola ragazza che avevo conosciuto il primo anno in cui mi ero trasferita in Italia.
Avevamo fatto tutte le scuole insieme, ma una volta finita la scuola ci perdemmo di vista, tutte e due massacrate dal mondo del lavoro.
« Allora, voglio che mi racconti proprio tutto! Ci vediamo stasera, va bene? C'è anche la festa.» Feci una smorfia sentendo la parola "festa", ero ancora convinta che non mi sarei divertita molto, ma non potevo rifiutare l'invito di Giulia, non ci vedevamo da un sacco di tempo...
« Mmm... e va bene. Verso le cinque al "Caffè&Caffè" ok?»
« Perfetto, a stasera!»
Attaccai il telefono e andai verso la cucina in cerca di qualcosa da mangiare, non avevo mica pensato che dovevo far la spesa visto che la casa era completamente vuota di ogni cosa.
Mi vestii in fretta, misi una tuta molto anonima e via, verso il supermercato più vicino.
Mentre rovistavo in uno scaffale alla ricerca della farina sentii un tonfo sordo e potente nella corsia vicina, mi guardai intorno: non c'era anima viva la dentro.
Pensai che un qualcosa fosse caduto dall'altra parte mentre io prendevo la farina, magari l'avevo urtato per sbaglio... decisi così di andare nell'altra corsia per rimettere a posto prima che una qualsiasi commessa isterica mi desse il tormento.
C'erano due pacchi di cereali sparsi per il pavimento. Ma i cereali non erano quattro corsie più avanti?
Raccolsi comunque le due scatole e le poggiai, qualcuno che lavorava li prima o poi le avrebbe notate e messe al loro posto.
Anche se in realtà io sembravo l'unica anima in pena in quel mini-market.
Tornai a prendere il mio cestello della spesa e controllando che non mancasse niente mi diressi alla cassa più vicina. Non c'era davvero nessuno eh, nemmeno la cassiera: aspettai un bel po' prima che questa si facesse viva, scusandosi.
« Mi perdoni, un cliente mi ha trattenuta!» Si affrettò a dire
« Cliente? Perché, c'è qualcun altro qui oltre noi?» Scherzai, ma ebbi il presentimento che non afferrò il mio umorismo.
Mise nervosamente la spesa nei sacchetti e mi sorrise quasi per congedarmi. Era parecchio strana, quella donna.
Quando uscii mi girai per darle un'ultima occhiata, ma proprio in quel momento sentii di nuovo cadere qualcosa da una delle corsie.
La cassiera si voltò verso quella direzione, poi tornando a guardare me, fece un sorrisetto nervoso che non me la raccontava giusta, ma lasciai stare.
Pensai che come minimo ero finita in una candid camera, o qualcosa di simile.
Prima di tornare mi decisi a fare una piccola tappa all'edicola più vicina: forse in qualche giornale avrei trovato degli annunci di lavoro.
Entrai e mi feci spazio tra la gente per avvicinarmi alla pila di giornali.
Presi il primo, come mi voltai però, tutti gli altri caddero per terra.
« Oddio, mi scusi!» Blaterai rivolgendomi al proprietario, mentre nel frattempo li rimettevo a posto
Quando mi misi in fila per pagare vidi davanti a me Vogue, la mia rivista preferita. Dovevo assolutamente comprare anche quella, un po' di gossip non fa mai male... Allungai il braccio fino a prenderla e, come era giusto che accadesse, quando ritrassi il braccio tutte le riviste che erano sul bancone caddero a terra.
« MACCHECAVOLO!» Sbottai. Possibile che avessi talmente tanta sfiga addosso che ogni cosa cadeva appena le passavo vicino?!
« Suvvia stia un po' attento, che diamine!» Sbottò anche il proprietario, che non so per quale motivo mi scambiò per un uomo
« Sarò anche in una tuta schifosa e senza un filo di trucco, ma da qui a darmi dell'uomo ce ne vuole!» Lo fulminai. Lasciai sia il giornale che Vogue sul bancone e uscii irritata. Da dentro l'edicola si scatenò una serie di risate.
Bah, ridete pure. Sfigati.
Avevo ancora la sensazione di essere in un qualche scherzo televisivo, o era così, oppure la sfigata ero io.
Un trillo attirò la mia attenzione: mi stavano chiamando, era Megan.
« Ciao bambola!» Disse subito
« Ehilà, dimmi tutto»
« Come va oggi, meglio?» Sembrava più serena della sera precedente, funzionavamo al contrario noi
« Non proprio, sono anche perseguitata dalla sfiga!» Le raccontai del supermercato e di come gli oggetti fossero improvvisamente attratti dalla forza di gravità al mio passaggio. Si mise a ridere, ma anche a lei sembrava strana la cassiera. Mah.
Aveva chiamato per sapere se sarei andata alla festa quella sera, e con la solita smorfia risposi di si
« Perfetto, allora ci vediamo li, un bacione Lex»
« A stasera Winnie!»
Le cinque meno dieci e io ero ancora in pigiama. Cercando lavoro su internet avevo proprio perso la cognizione del tempo...
Mi gettai in doccia e mi vestii con dei jeans scuri, una canotta e sopra una maglietta color panna: non mi era mai piaciuta molto, aveva una forma strana e le maniche si allargavano dal gomito in giù. Era anche troppo leggera per quel tempo, ma la misi lo stesso.
Io so perché la metti... uhuhu
Oh no, Goffarda! Ancora tu!
Certo cara, io sono sempre qui, che credevi?!
Credevo di essermi liber-ehm, no niente.
Comunque ti sta davvero bene la maglia, è molto mmm... piratesca.
Taci. Non è vero.
Quando arrivai al Caffè&Caffè trovai Giulia fuori che mi aspettava, mi scusai per la mezz'ora di ritardo ed entrammo.
« Due cappuccini grazie» Ordinò lei sorridente
« Allora -continuò- com'è andata a LA? Dai racconta!»
« Se proprio ci tieni Giù...» Le raccontai tutto, dallo strafigo incontrato in aereo allo shopping, dal cancello degli studios a Brigitte, da Orlando Bloom a Johnny Depp.
Non so dire che effetto mi fece rivivere tutto quello, un mix tra malinconia e gioia allo stato puro: si alternavano.
Passarono ore e lei stette li ad ascoltarmi, facendo cadere fili di bava sul cappuccino ormai freddo.
« Io non ci posso credere.» Furono le uniche parole che le uscirono di bocca. Già, anche io non ci potevo credere, eppure era tutto vero.
Bevve un sorso di cappuccino e fece per aprire la bocca e parlare
« No Giù, non voglio parlare di Johnny adesso.» Risposi a una domanda che sarebbe arrivata di li a poco
« Ah, va bene. Dai usciamo di qui, la festa è iniziata. Godiamocela.» Mi sorrise a trentadue denti e uscimmo dal Caffè.
Fummo subito investite da un mucchio di persone, sbattute qua e la fino a trovare un punto libero dove poter camminare. Finimmo in una delle vie principali ornata da piccole luci gialle che illuminavano le bancarelle piene di ogni cosa, da oggetti inutili a vestiti orrendi, da pop corn a zucchero filato... Continuavamo a camminare beandoci di quell'atmosfera che ricordava molto il periodo prima di natale, ma nessuno correva alla ricerca di regali, le persone erano più calme e sembravano ipnotizzate da tutto quello che le circondava.
Io no, io avevo la testa altrove e continuavo a guardami dietro. Non sapevo il perché, ma qualcosa mi diceva che dovevo girarmi di tanto in tanto.
« Ma che cerchi?» Mi chiese Giulia, dopo la milionesima volta che vedeva le mie spalle
« Controllo che non mi sia caduto niente dalla borsa...»
« Si certo, l'hai già detta questa. Ritenta.» Rise lei prendendomi in giro
« Ok, ok -mi arresi-... ho come la sensazione di avere qualcuno dietro. Hai presente quella sensazione, no?»
« Certo, avrai qualcosa tipo cinquecento persone dietro. Siamo in mezzo a una folla, Lex!»
Aah, ma che glielo dico a fare, pensai. Io mi sentivo davvero qualcuno dietro, e non erano certo le cinquecento persone che diceva Giulia.
« Ooh fermiamoci un attimo qui, voglio prendere delle caramelle gommose!» Giulia e la sua passione per quelle caramelle.
A me dopo un po' danno nausea e poi chissà che c'è li dentro, bleah. Ma ovviamente in tanti anni non sono mai riuscita a convincerla di smettere di mangiarle quindi mi fermai.
Eravamo ormai alla fine della via, alla fine delle bancarelle: c'era meno gente li, e meno luce. Per evitare di mettermi in mezzo a una fila infinita e rimanerci incastrata dentro la lasciai andare da sola e feci per andare a sedermi su un gradino, ma un infarto improvviso mi bloccò li dov'ero:
avevo visto un viso fin troppo familiare tra la folla, un viso fin troppo conosciuto per potersi permettere di stare li in mezzo.
Ma non c'era più, era stato un attimo: sparito dietro a un palloncino lasciato volare per sbaglio dalla mano di un bambino.
Sono pazza, oh si lo sono, è impossibile. L'ho visto solo io quindi è impossibile.
Ma l'ho visto anche io, quel naso... quegli occhi... e i baffetti!
Goffarda, tu sei me! Se son pazza io sei pazza tu, chiaro?!
Buttai l'occhio su Giulia, che era sempre allo stesso punto della fila per le caramelle e poi tornai a guardare la folla: no, quel viso non c'era più.
Eppure sembrava li due secondi fa... No Lex, non era lui, pensaci: sei in Italia e ed è pieno di gente. Sono già due cose che non vanno d'accordo con quel nome.
Eppure...
« Lexi!» Trasalii sentendo qualcuno urlare il mio nome, così smisi di guardare a caso nella folla e iniziai a cercare chi mi aveva chiamato.
« Sono dietro di te.» Mi voltai di scatto, trovando Megan che ridacchiava da sola.
« Oh, ciao! Mi hai chiamato tu, vero?» Chiesi, con aria speranzosa e un po' paranoica
« Certo... Chi altri? Ma stai bene?»
« Benissimo. Hai visto Giulia?» Sembrava a me, o stavo passando per deficiente?
« Ehm, non conosco nessuna Giulia, Lex.»
« Perfetto, allora devi conoscerla!» Sì, stavo passando per deficiente.
Presi Megan e insieme tirammo fuori Giulia da quella fila infinita, senza caramelle.
Le feci conoscere e Giulia fu contenta di aver davanti la "famosa Megan di LA", di cui aveva solo sentito parlare, così insistette per risentire la nostra avventura anche da lei. Povera Giù, non immaginava che per noi raccontare tutto quello faceva riaffiorare ricordi belli quanto brutti.
Iniziammo a camminare su e giù per le strade, e Megan cedette alle sue suppliche.
La mia parte già la sapeva, e il bello è che avevo parlato più di Meg che di me, non immaginavo che la mia amica facesse la stessa cosa: raccontando più di me che di lei.
Così, tra qualche occhiata omicida fra noi due, Giulia conosceva finalmente ogni particolare.
« Solo una cosa» Esordì dopo qualche secondo di riflessione « Come avete potuto lasciarli così?!» Già Lex, come avete potuto?
Goffy, inizi a stancarmi.
Non sapendo cosa rispondere oltre al tipico "è più complicato di quanto sembri" iniziammo a ridere della faccia di Giulia, che probabilmente ci avrebbe uccise allora, se ci fosse stata.
« Ragazze, sono quasi le tre. Vorrei davvero restare, ma domani lavoro e il sonno inizia a farsi sentire!» Esclamò, lasciandoci poco dopo e facendoci promettere che gli avremmo telefonato - a Orlando e Johnny, ovviamente-.
Quando fu andata via, inutile dire che avevamo già cestinato la promessa senza pensarci due volte.
« Chissà che direbbero, se li chiamassimo.» Sospirai, davanti ad un cocktail che avevamo preso nel pub vicino.
« Qualcosa come: " Oh, il viaggio è andato bene?! Cavolo, e noi che avevamo dirottato l'aereo nella speranza che cadesse!"» Commentò Meg con un occhiolino. Già, probabilmente sarebbe andata a finire così!
« Credo che anche per noi sia ora di tornare a casa, Lex. E' praticamente mattina...» Sorrise poco dopo. In effetti erano le quattro e mezza del mattino... E anche se io non avevo un lavoro ad aspettarmi tra qualche ora, lei si.
« Si hai ragione, è abbastanza tardi.» Accordai. Pagammo ed uscimmo dal pub.
Dopo un pezzetto di strada assieme io e Megan ci separammo per tornare ognuna a casa propria, o nel proprio letto, vista la stanchezza... Decisi di andare a piedi anche quella notte, perché avrei comunque fatto prima che aspettando un taxi.
Le strade si erano svuotate e oltre a qualche gruppetto di persone qua e la non c'era più nessuno; ero piuttosto in pace con me stessa, finché non sentii dei passi svelti dietro di me. Sembravano avvicinarsi sempre di più e ebbi un flashback di quello che mi aveva detto Megan poco prima: "E' meglio che non vai a piedi da sola, non si sa mai..."
Certo che me l'aveva proprio tirata, e mannaggia a me che non ascolto mai i consigli!
Ma ormai era fatta: ero da sola, alle quattro del mattino, con qualcuno che mi seguiva dietro. Che potevo fare?
Corri sciagurata!!!
Fu l'unica volta forse, che ascoltai e presi alla lettera Goffarda.
Iniziai prima ad accelerare il passo, ma vedendo che la persona dietro di me non si dava per vinta e riuscivo ad intravvederne anche l'ombra, cominciai a correre, per quanto le scarpe non proprio da tennis me lo permettevano.
Finalmente vidi la porta del mio palazzo, che spalancai per buttarmici dentro non appena possibile richiudendola subito con due mandate di chiave.
Ero tutta intera per fortuna.
Casa dolce casa...
 




Salve a tutte, o tutti, non lo so... Come ho detto ad inizio capitolo: questo non è l'ultimo, non disperate! *Seh, come se qualcuno lo facesse...*
Lo so, lo so, avevo promesso che sarebbe arrivato preso, e invece no. Avevo promesso che sarebbe stato l'ultimo, e invece no... Sono una persona orribile!
E' che questa storia mi sta dando parecchi inconvenevoli, diciamo così. Senza contare il fatto che come ho riletto questo capitolo -che era quasi finito da anni, scusate...- mi son detta: "Come diavolo mi è saltato in mente? Come ho fatto a scrivere tali oscenità?!" E poi sono entrata in depressione pensando che se "l'ultimo" era scritto tanto male, figuriamoci il primo... *Non ve ne frega niente? Bene.*
Anyway, vi spiego perché non è l'ultimo: Tutto è iniziato quando sono nata... no, scherzo.  Però ho sempre avuto un problema mentre scrivevo, ovvero non dare mai tempo al tempo e fare tutto di fretta.
Quindi ho deciso -per vostra sfortuna- di fare una specie di capitolo di transizione. *Vi autorizzo a fucilarmi*
So che fa abbastanza ribrezzo quindi potete tranquillamente dirmelo, ma anche se fa schifo lo devo postare, perché sono arrivata alla conclusione che prima finisco questo scempio meglio sarà!
Non ho altro da dire in mia difesa. Sono pronta all'essere condannata, un bacione.
June.




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