To Find Myself Again

di Soldier96
(/viewuser.php?uid=262851)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** It starts with one ***
Capitolo 3: *** The clock ticks life away ***
Capitolo 4: *** Hands Held High ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


            TO FIND MYSELF AGAIN
 
Non so bene da dove parta questa storia… forse dovrei partire dall’inizio, quando nel 2007 mio cugino mi fece scoprire un mondo a me sconosciuto,
ma questo nel prossimo capitolo…

Questa storia non parla di una cosa verosimile come io che vado a Los Angeles ad incontrare i miei idoli, ma parla di una cosa che mi è successa
veramente. Parla di come queste sei persone mi abbiano salvato la vita e di come ora questa sia magnifica perché riesco a vederla sotto ogni aspetto.

Nemmeno io credevo che fosse possibile provare quello che ho provato, eppure si può! Non è tanto perché mi piace come cantano: è ciò che dicono
che è speciale e fin troppo vero. Mi fanno vedere la realtà per come è veramente e non mi dicono di arrendermi o che la vita fa schifo, ma al contrario
mi fanno capire che mi devo rialzare e andare avanti senza paura. Nelle loro canzoni non parlano solo d’amore come molti artisti fanno, ma di guerra,
frustrazione, di qualsiasi dolore tu abbia mai provato. Ti fanno piangere, sfogare e urlare a squarciagola fino a che tutte le tue sofferenze non sono state represse.

In poche parole loro ci sono sempre per me, mi basta mettere un loro cd nello stereo e alzare il volume al massimo e non me ne frega niente se qualcuno
mi dice di abbassare, perché ascoltando loro sono nel mio mondo, dove tutto è lecito e dove non può entrare nessuno.

Loro sono la chiave della mia felicità, sono il mio orgoglio…
 
                              LORO SONO I LINKIN PARK!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** It starts with one ***


spazio autrice:
Ciao eccomi di nuovo qui!! come prima cosa ringrazio le 2 persone che hanno recensito la mia storia per prime e
voglio che sappiano che mi hanno dato una "spintarella" a continuare la storia...
Grazie a tutti per i riscontri positivi e... al prossimo capitolo!! 
Soldier96
 
 
                                                 IT STARTS WITH ONE...
 
Ho sempre avuto la passione per la musica fin da quando ero bambina: quando andavo in macchina con i miei genitori gli chiedevo
sempre di mettere il CD dei Queen che mi piaceva tanto e loro per farmi stare buona lo facevano e io cantavo ogni canzone a squarciagola
anche se non conoscevo bene le parole. Mia preferita era Boheman Rapsody... molto particolare come canzone, ma faceva scatenare sia i miei
che mio fratello oltre a me. Metteva allegria un po' a tutta la famiglia!
Crescendo scoprii la mia passione sfrenata per l'inglese. Amavo parlare un'altra lingua che non fosse la mia e tutte le volte che imparavo qualcosa
di nuovo andavo a dirlo alla mamma tutta orgogliosa di me stessa.
andando alle medie questa passione si alimentò sempre di più e mi spingevo sempre a dare il mio meglio in quella materia, anche se mi sarei dovuta
concentrare di più sulle altre dato che a scuola non andavo molto bene.
Alle medie avevo una fissa per i Jonas Brothers, un gruppo di 3 ragazzi che mi faceva andare fuori di testa! L'inglese mi aiutò a capire a fondo ogni
frase delle loro canzone e così pian piano imparai tutte le loro canzoni a memoria, lasciando tutti i miei parenti a bocca aperta.
Tanto era morboso il mio amore per l'inglese quanto lo era il mio ribrezzo verso l'italiano: non ho mai ascoltato canzoni italiane perchè le ho sempre
trovate banali e ripetitive. preferivo scervellarmi per capire il significato di una canzone che mi piaceva piuttosto che ascoltarne una di cui le parole
non avevano un nesso logico.
Cominciai ad ascoltare i Jonas brothers nel 2007, quando già i Linkin park erano entrati nella mia vita. Essendo una ragazzina mi piacevano sopratutto
le canzoni di genere commerciale e pop, ma ascoltavo anche canzoni come What i've done, In the end e Numb, ma non mi ero mai preoccupata di
quello che quelle canzoni stessero a significare.
Ricordo bene quanto Numb mi dava la carica la mattina presto quando andavo a scuola in bici
con il mio vecchio MP3... era la prima canzone che ascoltavo ogni singola mattina appena salita in sella alla mia bicicletta verde acqua. Era grazie a
mio cugino se conoscevo quella canzone: è sempre stato uno a cui piace prevalentemente musica come quella dei Rise against o dei Nirvana e altri
gruppi come loro, e poi c'erano anche i Linkin.
Nel 2009 mi feci un regalo di compleanno bellissimo: con i 50 euro regalati da mia nonna andai, dopo aver saputo che alla mia francesca glielo
avevano appena regalato, a prendere il biglietto per il concerto dei Jonas a Milano. Fu un'esperienza di quelle che non si scordano mai! Peccato
che poco dopo la mia passione per loro svanì completamente lasciando spazio all'hip hop americano... Ballo da quando avevo 12 anni e in quel periodo
il ritmo di quella musica mi dava alla testa: battevo il ritmo con i piedi e poi mi scatenavo come una pazza, anche se  non ero molto brava.
Tutto sembrava procedere nei migliore dei modi nella mia vita: begli amici, bella famiglia, bella città...Poi però arrivò un momento buio nella mia vita,
un momento che sembrò durare un'eternità e credetemi se vi dico che se non ci fossero stati loro, ora non so dove sarei...

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** The clock ticks life away ***


                                                                  THE CLOCK TICKS LIFE AWAY



Avevo finito la scuola da circa 5 giorni e ne ero felice... mi ero impegnata tantissimo nel mio primo anno di scuole superiori e i risultati si erano visti eccome: ero finita
sul giornale per una delle più belle pagelle della mia classe e per me era stata un'emozione indescrivibile. I miei sacrifici erano stati ripagati finalmente.
Ora era tempo di una sana e meritata vacanza al mare, ma questa cosa mi spaventava e non poco: per tre anni ero stata abituata ad andare a Jesolo con le mie
migliori amiche i miei genitori e i loro, ma stavolta i miei avevano cambiato programma: andavo nelle Marche, esattamente a Marina d'altidona in provincia di Ancona
se non mi ricordo male, i un villaggio chiamato Riva verde.
Partimmo il 18 giugno 2011 e, malgrado la mia paura di non trovare amici, fu una delle vacanze più belle di tutta la mia vita: incontrai gente spettacolare con cui passavo
giornate intere. La mattina ci trovavamo in spiaggia e giocavamo a pallavolo oppure andavamo a fare il bagno e giocavamo a rubarci la palla. Partecipavamo ad ogni gioco
dell'animazione anche se facevamo sempre brutte figure, ma a noi non ci importava perchè se stavamo insieme tutto era divertente. tra quelle persone ce ne fu una che fu
veramente speciale per me... in pochi giorni rapì il mio cuore. Mi trattava come una principessa e quando se ne andò provai un dolore immenso anche se messaggiavamo tutti i giorni.
Non riuscivo più a essere felice perchè oltre a lui tutti i miei amici se n'erano andati. Avevo una voglia matta di tornare a casa, ma per fortuna arrivarono altri ragazzi che mi fecero vivere
in tutta serenità gli ultimi giorni rimanenti di quella vacanza.
Quando fu il giorno di partire riuscii a stento a trattenere le lacrime... ci saremmo mai rivisti? Avrei mai passato giornate così divertenti? Passai tutto il viaggio in macchina a piangere
silenziosamente: avevo lasciato una parte di me in quel posto e speravo vivamente di tornarci.
Una settimana dopo il mio rientro a casa partii da sola per il campo estivo con i ragazzi dell'oratorio in montagna. Non è che io ami molto la montagna, ma fu una bella esperienza!
Riuscirono inconsapevolmente a non farmi sentire sola: Io e il ragazzo del mare stavamo provando a stare insieme, ma mi mancava tanto... stavamo pianificando di rivederci e speravo
che succedesse, ma tornata dal campo non si fece sentire per una settimana intera. Fino a lunedì. Su facebook mi scrisse che aveva la ragazza, ma non ero io... era un'altra.
Mi sentii malissimo. Mi aveva tradito! Tutte le cose belle che avevamo passato al mare mi passarono davanti una dietro l'altra, fino a quando non arrivò la mia migliore amica che si
fermò a dormire da me. Le raccontai tutto e lei mi fece capire che non dovevo stare male perchè alla fine tra di noi non avrebbe mai funzionato!
L'estate passò in fretta: uscivo tutte le sere con i ragazzi con cui avevo condiviso l'esperienza del campo estivo e mi divertivo da morire. Quando tornavo a casa però, sentivo che mi
mancava qualcosa... guardavo e riguardavo le foto del mare chiedendomi perchè il tempo era così egoista... perchè doveva portarsi tutto via così in fretta? perchè non poteva scorrere
più lentamente?
Arrivai ad ottobre che non sapevo più chi sono, cosa volevo. La scuola era ricominciata da poco e io mi sentivo intrappolata in quattro mura: quella non era la vera me! In pochi conoscevano
chi ero veramente! E tra quelli c'erano loro... quelli con cui avevo condiviso i momenti più significativi della mia estate 2011. Neanche ballare mi portava più alle mie origini. Stavo male e odiavo
sentirmi così. Non ne parlavo con nessuno per paura di essere derisa: chi mai avrebbe capito una ragazza che sta male perchè ha lasciato la vera sè in quel posto magnifico?
In quel momento sapevo solo che se mi avrebbero chiesto di tornare nelle Marche mi ci sarei fiondata in un secondo.
Poi però una sera tutto cambiò: ero all' oratori un sabato sera e non ero l'unica a star male. Lo sapevo che in lui qualcosa non andava, lo conoscevo bene, ma lui non voleva dirmelo.
Chiesi ad una mia amica se aveva le cuffie e lei me le prestò. Decisi di andare nel parco dietro l'oratorio e starmene da sola per un po', un bel po'. Erano tutti troppo impegnati a
divertirsi per poter capire che stavo male! Mi sdraiai su una specie di tavolo di pietra e cominciai ad ascoltare musica in riproduzione casuale. Arrivò la canzone che avevo ascoltato per
15 giorni a Riva verde e non potei impedire che le lacrime mi rigassero il viso. Poi però vidi qualcuno arrivare da me. Aveva una camminata lenta. Era la sua camminata lenta con le mani
nelle tasche e la testa chinata verso terra. Non disse nulla... dal suo sguardo capii che voleva sapere cosa avevo, ma io alzai le spalle. Lui non si arrese, sapeva che avevo qualcosa come
sapevo anche io che lui stava male. Ci capivamo solo con lo sguardo. E fu allora che mi abbracciò. Ne avevo bisogno e anche lui: " Ti voglio bene". Mi sussurrò.
Quella sera tornai a casa verso le 11 un po' più allegra del solito. Decisi di mettermi al computer e di andare su Youtube ad ascoltare un po' di musica. Non so perchè, ma il mio istinto mi fece
digitare " Linkin Park". Ascoltai le canzoni più famose che già conoscevo e le cantai a bassa voce con il testo che scorreva sullo schermo. Successivamente accanto a Linkin Park scrissi " Iridescent"
e feci riprodurre il video con il testo. Non mi ero  mai soffermata sul testo di quella canzone che tanto mi piaceva e mai prima di allora rimasi ipnotizzata da quelle parole. Avevo i brividi e non cantavo più.
I miei occhi scorrevano veloci cercando di leggere ogni singola parola contenuta nella canzone. Le mie mani si irrigidirono incapaci di interrompere quell'attimo che cambiò totalmente la mia vita. Incantata
davanti allo schermo le lacrime scorrevano copiose sul mio viso. Quella canzone mi rispecchiava. Rispecchiava tutto quello che stavo passando. Ora sapevo esattamente cosa fare... loro me lo avevano detto
ed era la cosa più giusta da poter fare... dovevo " ricordare tutta la tristezza e la frustrazione e lasciarla andare "... E se loro mi avrebbero guidato so che ci sarei riuscita...





                                                              " Remember all the sadness and frustration...and Let it go"    Linkin Park...Iridescent

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Hands Held High ***



                                                                          HANDS HELD HIGH


La mia voglia di ascoltare i Linkin Park cresceva ogni giorno di più. Quando tornavo a casa mi fiondavo davanti al computer per documentarmi sulla loro storia e sulle loro vite.
Tutte le volte che ascoltavo una nuova canzone chiudevo gli occhi per percepire ogni singola parola... ogni singola nota. Mi concentravo talmente tanto che dopo pochi ascolti
ero già in grado di cantare almeno il ritornello a memoria. Una canzone in particolare, però non riuscivo ad imparare molto bene: Hands Held High. Mike Shinoda rappava
velocissimo e mi ci volle l'aiuto della traduzione per capire il testo. Quella canzone parla della guerra. Soldati, bambini sfruttati, famiglie distrutte per colpa della guerra.
Leggevo la traduzione con gli occhi spaventati da una realtà che non conoscevo benissimo o che forse non avevo mai voluto conoscere. L'argomento GUERRA mi ha
sempre un po' spaventato, perchè parlarne mi faceva sentire a disagio, ma dopo aver colto il profondo significato della canzone, la mia visione di quel mondo inesplorato
cambiò totalmente: era come se tutte le volte che provavo a cantare quella canzone, riuscissi a provare le emozioni dei soldati sofferenti in mezzo alle sparatorie. Cantavo
per loro, canto per loro! Dalla prima all'ultima parola. Sono parole profonde che vanno capite.
Mio cugino non apprezza la canzone perchè non gli piace il rap, ma vorrei che qualche volta non fosse così superficiale: in una canzone c'è molto di più che il ritmo, gli
accordi del piano forte o il suono di una chitarra. Ci sono le emozioni che ti provoca il testo o anche di una singola parola.
Mi sento sempre impotente quando ascolto Hands Held High perchè mi piacerebbe fare qualcosa per tutte le vittime della guerra, ma so che non posso fare nulla.
Mi resta solo di potermi schiarire la voce e far uscire ciò che sono veramente i soldati: coraggio, ma anche paura; una paura da reprimere per poter andare incontro ai nemici.
Sofferenza per un compagno perso, sensi di colpa per aver ucciso qualcuno anche se era un tuo nemico, nostalgia di casa, dei figli e della moglie che è sempre preoccupata.
A volte mi chiedo perchè ancora oggi esistono situazioni del genere, ma non mi so dar risposta.
Tutto questo per dire che io non ascolto i Linkin Park semplicemente perchè mi piacciono, ma anche perchè mi trasmettono dei messaggi ben chiari e ci tengono a far sapere
alla gente cosa pensano senza aver paura di critiche. la mia stima per loro è immensa e ringrazio Mike Shinoda per avermi aiutato a sensibilizzarmi sulla guerra e per aver creato un testo magnifico.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1384032