Com'è strana, la vita.

di cate25
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 capitolo ***
Capitolo 2: *** 2 capitolo ***
Capitolo 3: *** 3 capitolo ***
Capitolo 4: *** 4 capitolo ***
Capitolo 5: *** capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***



Capitolo 1
*** 1 capitolo ***


Damon non ci poteva credere. Dopo tutte quelle volte che aveva preso in giro Stefan dandogli del rammollito per essersi lasciato travolgere, di nuovo, da quelle stupide sensazione che gli umani chiamavano sentimenti, c’era cascato anche lui. E di brutto,anche! Sì, esatto. Damon Salvatore si era preso proprio una bella cotta. E per chi,poi? Non per il suo Angelo, ora se n’era reso conto, ma per quella ragazzina tanto imbranata, a tal punto da non riuscire a camminare senza inciampare ovunque. Quella stessa ragazzina che ogni volta che incontrava il suoi occhi più scuri della notte, arrossiva e distoglieva lo sguardo.  Ma a lui questo piaceva. Adorava il suo modo di essere così innocente in ogni cosa facesse. Lei ispirava protezione.  Lei, che era così speciale. Lei era la sua piccola Bonnie.
“Oh, fantastico..” sussurrò Damon, con un punta d’ironia nella voce, non appena si accorse a quali assurdità stava pensando. Sospirò, appoggiando la schiena contro al tronco d’albero sul quale era seduto da un’ora circa. Sì, da un’ora! Stava lì a rimuginare sui suoi pensieri, senza fare nient’altro, oltre che pensare alla sua Streghetta, esattamente da un’ora! Eh no! Non poteva ridursi così, lui era pur sempre Damon Salvatore, accidenti! Con un gesto fulmineo tirò fuori dalle tasche il cellulare.
“Ehi, Rick. Qualsiasi cosa tu stia facendo, smetti di farla e raggiungimi al Grill.” non gli diede nemmeno il tempo di rispondere. Il caro professore di storia avrebbe fatto meglio a venire o Damon sarebbe andato a prenderlo di persona.. aveva bisogno di ubriacarsi, ma di certo non da solo.
“Spero che sia importante, perché anche se farai fatica a crederlo, ho una vita sociale e una ragazza, e si dal caso che ero proprio con lei..” Rick si sedette di fianco a Damon, guardandolo di sottecchi mentre si scolava un bicchiere di chissà cosa.
“Intendi Miss Inquietudine? Mh.. mi spiace di aver interrotto la vostra lezione di storia,allora.” Gli sorrise beffardo,Damon.
“Allora.. vuoi dirmi che succede?” Rick lasciò correre il suo sarcasmo, ormai c’era abituato.
“Ehi! Così mi offendi. Ci deve essere per forza un motivo per ubriacarsi insieme al mio unico amico?” rispose Damon mettendo su un finto broncio. Alaric sgranò gli occhi sorpreso. Sì,è vero. Ormai loro erano amici per davvero, ma mai si sarebbe aspettato che Damon lo ammettesse. Nemmeno sotto tortura! deve essere già ubriaco.. non ci sono dubbi.
“Senti Damon. Ti conosco abbastanza per capire che, dato che non sei in giro a cacciare belle ragazze, c’è qualcosa di cui magari vorresti parlare..” azzardò Rick,cautamente. Insomma, Damon è imprevedibile a ogni ora, figuriamoci quando è pure brillo!
“D’accordo..” si arrese Damon, poggiando l’ennesimo bicchiere vuoto sul bancone. “Me lo hai detto tante volte, ma io non ti volevo ascoltare. Non volevo, perché in fondo sapevo che era la verità. Avevi ragione.” Continuò Damon, per poi lasciarsi andare a un breve sospiro.
“E..?” lo incalzò Rick, trattenendo a stento un sorriso, dopo aver capito a cosa il vampiro si riferisse. Ed era vero. Era da un po’ che cercava di farglielo capire.
“E ho..” oh accidenti com’era difficile! “Ho bisogno del tuo aiuto!” finì Damon tutto d’un fiato.
“Per cosa,se posso sapere, avresti bisogno del Mio aiuto,Damon?” lo prese in giro Rick. Sapeva già la risposta, ma voleva sentirglielo dire.
“Ho bisogno del tuo maledettissimo aiuto perché non so cosa fare con.. con tu-sai-chi.” Borbottò Damon,per la prima volta a disagio. Ma a Rick queste risposte evasive non bastavano. Doveva ammetterlo esplicitamente.
“Mh.. Damon credo che dovrai essere un po’ più preciso..”
“Oh dannazione,Rick! Ho preso una bella cotta per la Streghetta e non so come comportarmi! Non so come fare con lei! Io.. lo sai che non sono bravo con questo genere di.. cose.” Damon sputò l’ultima parole come fosse un insulto. Rick, finalmente soddisfatto, si lasciò scappare una breve risata, guadagnandosi un’occhiataccia da parte del vampiro. Poi, cercò di tornare serio. Anche se con scarsi risultati..
“Tranquillo Damon, ti insegnerò io. Credimi: sarà davvero divertente. O almeno per me..” sussurrò infine, con voce quasi sadica che a Damon non piacque per niente.
“Penso di essermi appena cacciato in un grosso guaio..” annunciò Damon a se stesso, mentre buttava giù un altro bicchiere, per poi urlare al barista “Uno doppio. Subito!"
 
 
  

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Capitolo 2
*** 2 capitolo ***


Damon non era mai stato un pigrone, uno di quelli a cui piaceva starsene nel proprio letto per un intera mattina, ma considerando tutti i bicchieri che aveva buttato giù la sera prima.. Insomma, aveva diritto a un po’ di pace,no? La risposta non si fece attendere. Damon sentì il rombo del motore di un auto che parcheggiava davanti al pensionato. “Ovviamente no..” borbottò fra se e se.
Con uno scatto fulmineo andò ad aprire la porta. Come purtroppo  già sapeva, si ritrovò davanti Alaric, che lo sorpassò con passo svelto, andando in salotto.
“Oh, entra pure Rick..” mormorò ironicamente, seguendo il professore.
“Damon, le ragazze verranno qui  dopo scuola e ora dovrai ascoltarmi attentamente e..”
“Ehi ehi frena un attimo.” Lo interruppe Damon. “Non dovresti essere anche tu a scuola ad insegnare a dei mocciosi urlanti e con gli ormoni impazziti?” chiese, appoggiandosi con la spalla al muro.
“Che tradotto vorrebbe dire: perché diamine sei qui a torturare me, di primo mattino, invece di torturare qualche povero e innocente studente, regalandogli un bel 2 sul registro?” lo guardò con aria beffarda, per poi continuare “Mi dispiace per te Damon ma oggi è il mio giorno libero.” E detto questo, Rick, sfoderò un sorriso a 32 denti, che Damon classificò come il sorriso-sadico che non portava a niente di buono..
“Dunque” iniziò Rick “la missione consiste nel corteggiare Bonnie,giusto?” prese così a camminare avanti e indietro con davanti un Damon con gli occhi stralunati e la mandibola spalancata “Quindi ti serviranno lezioni di buone maniere, sicuramente devi mostrare più gentilezza nei suoi confronti e..” si fermò di colpo vedendo la faccia di Damon.
“Smettila di guardarmi così, sappiamo tutti che soffri di una grave mancanza di tatto.” Lo accusò risoluto, il professore mentre incrociava le braccia al petto. Damon non sapeva che dire. Missione? Corteggiare!? Lezioni di buone maniere!?! Scherziamo?! Lui era Damon Salvatore e di certo non si era mai abbassato a corteggiare una donna. Lui la seduceva e se la portava a letto, senza tante storie.. ma con Bonnie sarebbe stato diverso, si disse. Lei era il suo piccolo pettirosso. Non poteva, e non voleva che succedesse così.
“Oh,diamine! Avanti.. che devo fare?” sbuffò il vampiro,arrendendosi e sprofondando sulla poltrona in pelle. Rick, dal canto suo, non si sforzò di trattenere un sorriso di vittoria e cominciò la sua ..
“Dunque.” Si piazzò davanti al vampiro,alzando l’indice verso l’alto.
“Prima regola: mai prestare attenzioni alle altre. E con altre ,Damon, intendo proprio Elena. Lo sappiamo tutti che non provi più quel genere di sentimenti nei suoi confronti, ma Bonnie è troppo insicura e ne soffrirebbe.” Damon abbassò lo sguardo. Sapeva bene di aver fatto soffrire spesso la Streghetta, ma ora aveva la possibilità di rimediare e non l’avrebbe sprecata!
“Seconda regola: il tatto. Non puoi essere irruento e arrogante. Questo la intimidisce ancora di più e..” continuarono così per un’ora intera con Damon che protestava ad ogni regola, dicendo di non essere affatto sgarbato eccetera. Così presi dal loro lavoro, non si accorsero di una minuta vecchietta che sorrideva, intenerita, mentre ascoltava le discussioni dei due ragazzi. Eh sì, la signora Flowers non sapeva MAI farsi gli affari suoi!
Bonnie odiava le lezioni di arte. Erano terribilmente noiose e lei faceva così schifo a disegnare che era un miracolo riuscire ad arrivare a una sufficienza! Meredith, invece, era così brava..  Sospirò e, girando la testa di lato, si perse a guardare fuori dalla finestra. Vide un piccolo corvo appollaiarsi a un albero e nella sua mente si proiettò subito quel volto che sognava ogni notte. Il volto che era riuscito a farla innamorare dal primo istante in cui l’aveva visto. Quel volto che aveva lineamenti così perfetti, occhi così neri e meravigliosi, e una bocca così..
“Signorina McCullough. La smetta di guardare fuori e faccia quel dannato compito!” urlò la professoressa, distogliendo Bonnie dai suoi pensieri.
“Mi scusi..” mormorò Bonnie, rossa in viso, grattandosi la testa con la matita. Non poteva rompere a qualcun altro,quella!? Uffa! Dopo aver tirato qualche accidente alla prof, decise di mettersi al lavoro. Posò cautamente la matita sul foglio.
“Drinn!” Ed ecco il suono più bello che le piccole orecchie di Bonnie poterono sentire in quel momento. Bonnie si alzò veloce dal banco e consegnò il compito, o meglio, una specie di scarabocchio. Evitò lo sguardo della prof mentre consegnava il foglio e schizzò fuori dall’aula, seguita a ruota da Meredith.
“Finalmente!” Bonnie si lasciò andare a un sospiro di sollievo. “Non ne potevo proprio più.”camminarono per il corridoio, pieno di studenti, dirette all’uscita. “Ehi Mer, ti va se andiamo a prenderci un pezzo di pizza? Sto morendo di fame..”
“Bonnie mi preoccupi. Pensi solo a mangiare, tu!” la prese in giro Meredith. Rise mentre Bonnie gli fece la linguaccia, poi continuò “Comunque,va bene. Mando un messaggio a Elena e le dico di raggiungerci. Poi però andiamo al pensionato.” Entrarono nel bar più vicino e si sedettero sui tavolini all’aperto. Era una bella giornata.
“Al pensionato?” chiese timorosa Bonnie “E.. perché?” si sistemò meglio sulla sedia e attese la risposta dell’amica. “Bhe.. Alaric mi ha chiesto di raggiungerlo là visto che oggi, a scuola, non c’era quindi..” lasciò la frase in sospeso mentre addentava la pizza.
“Mmh.. mi stai usando per vedere il tuo ragazzo?” le domandò, guardandola di sottecchi e  facendo la finta offesa.
“Ma smettila,scema!” Meredith le tirò in pieno viso una patatina fritta “E poi.. Ci sono anche Elena, Stefan e.. Damon.” Guardò la reazione della piccola Bonnie all’ultimo nome.
“Uhm..” Bonnie era diventata più rossa dei suoi capelli. E solo perché Meredith aveva pronunciato il Suo nome. Oh, accidenti! Era una caso senza speranze! Ormai tutti, tranne Matt, avevano capito i suoi sentimenti per il più sexy vampiro con il sorriso e gli occhi più belli del mondo e.. Oh, basta! Per Damon,ecco. Però era difficile stare nella stessa stanza con lui. Bonnie aveva paura, ma non di lui. dei suoi occhi neri così penetranti. Sotto il Suo sguardo si sentiva nuda. E questo, a Bonnie, non piaceva per niente.
“Ehi ragazze!” l’urlo di Elena fece sussultare la piccola Bonnie, ancora immersa nei suoi pensieri. La sua testolina rossa scattò in direzione della voce. Elena era scesa dalla macchina di Stefan mentre si sbracciava per salutarle con la mano.
“Io e Stefan abbiamo appena finito di mangiare. Scusate se non vi ho raggiunte, eravamo un po’ occupati..” ficì facendo l’occhiolino alle due che si scambiavano un’occhiata divertita. “Venite con noi al pensionato? Vi diamo un passaggio.” Chiese Elena, con voce squillante.
“Arriviamo!” rispose veloce, Meredith. “Forza Bonnie,vieni.”
“Ma io..” cominciò Bonnie. Ma venne subito interrotta da uno sguardo a dir poco terrificante di Meredith. “Oh d’accordo.” Sbuffò e, lasciando i soldi sul tavolo, seguì Meredith fino alla macchina di Stefan.
“Ciao ragazze! Come va?” le salutò Stefan, quando salirono, poi azionò il motore e partì. Meredith rispose con un semplice “Tutto ok.” Bonnie,invece, si limitò a sorridergli.
La porta del pensionato si spalancò ed entrarono uno Stefan sorridente,con la mano intrecciata a quella di Elena, e una Meredith al settimo cielo mentre si precipitava verso Alaric. Inutile dire che Bonnie schermò immediatamente i pensieri, e seguì gli amici fino in salotto.
“Mer,amore.” Squittì Alaric, a mò di saluto, mentre Meredith si fiondò fra le sue braccia, stampandogli un semplice bacio a stampo. Bonnie distolse subito lo sguardo,imbarazzata. Purtroppo per lei,però, i suoi occhi color cioccolato si andarono a posare su quelli neri di Damon. “Ciao, Streghetta.” La salutò lui, in modo.. dolce? La ragazza sentì subito le guance riscaldarsi e si maledì da sola per essere così timida. Uffa! Deve sempre farmi questo effetto! Sbuffò. Damon si accorse subito del nuovo rossore sulle guance di Bonnie e sorrise,compiaciuto dalla reazione della SUA Streghetta. “C..ciao Damon.” sussurrò lei, andando a sedersi sul divano,vicino agli altri.
All’interno del salotto si era ormai creata l’atmosfera giusta per chiacchierare, con tanto di tè e pasticcini offerti dalla signora Flowers che, Damon l’aveva notato, ogni qual volta entrava nella stanza lo fissava con un sorriso davvero inquietante stampato sul viso, ma decise di non farci troppo caso. Continuava a fissare Bonnie, mentre Bonnie,invece, si impegnava a fissare qualsiasi cosa pur di non posare di nuovo lo sguardo su di lui.
Ma perché continua a fissarmi? Si chiedeva Bonnie, nel panico. Mi sta facendo impazzire,uffi! Cominciò a torturarsi un ricciolo rosso tra le dita, cercando di calmare il nervosismo. Come sempre, ottenne scarsi risultati..
Meredith osservava, sempre, ogni situazione. No,anzi, lei analizzava ogni situazione. E quella non le sembrava del tutto normale. Affilò lo sguardo e iniziò a pensare. Damon che saluta Bonnie, in modo stranamente gentile. Damon che le sorride, in modo stranamente gentile! Damon che la guarda, sorridendole, senza nemmeno degnare di uno sguardo Elena!! Anzi, Damon stava fissando spudoratamente Bonnie da quando era entrata!!! Posò, poi, gli occhi su Alaric che non smetteva di guardarlo con aria complice. Oddio. Che cavolo sta succedendo, qui!?
Si alzò di scatto dalla poltrona, sulla quale era seduta insieme ad Alaric. Si piazzò letteralmente davanti al vampiro vestito in nero e, con un lieve gesto del capo, gli fece cenno di seguirla in cucina. Ritornò indietro e, con sguardo sadico, afferrò l’orecchio del professore, trascinandolo con forza. “Ehi, Mer!.. Ahia! Ma che ho fatto!?” si lamentò Rick, sotto lo sguardo perplesso di tutti i presenti, compreso Damon, che dopo essersi alzato, cautamente li seguì fino in cucina senza però trattenere un sorriso.
“Vi do esattamente tre secondi per spiegarmi che cavolo sta succedendo, dopodiché passerò alla manieri forti.”li minacciò la cacciatrice,incrocia le braccia al petto e lanciando un’occhiataccia al suo fidanzato che ancora si teneva l’orecchio dolorante.
“Senti, Miss Inquietudine, non è il caso di scaldarsi..”cominciò Damon, appoggiandosi al tavolo in marmo.
“3.. 2..” Meredith iniziò il conto alla rovescia.
“Ehi Mer,aspetta.” Cercò di calmarla Rick, alzando le mani in segno di resa. “Non è come pensi. Non stiamo tramando assolutamente niente e..” si fermò subito vedendo. Il viso della sua ragazza.
“Rick, ma trovarsi una ragazza che faccia meno paura no,eh?” si intromise Damon, guadagnandosi un’occhiata truce dalla ragazza che, ne era sicuro, stava per ribattere con chissà quale insulto, ma venne preceduta da Rick.
“Ecco.. Damon è innamorato di Bonnie e ha chiesto il mio aiuto per conquistarla, data la sua grave mancanza nell’arte del corteggiare una donna,ovviamente! E io ho accettato,ovviamente!” finì tutto d’un fiato Rick, puntando un dito accusatore verso Damon, come un bambino di cinque anni.
“CHE COSA!??!?” L’urlo di Meredith venne attutito dalla mano di Damon, che era scattato appena in tempo. La lasciò subito appena incrociò i suoi occhi,cioè prima di ritrovarsi con un paletto piantato nel cuore.
“E tu che razza di amico saresti, eh!?” Damon inizia a irritarsi.. Accidenti! “Non sei nemmeno capace di mantenere un segreto! Ora te ne pentirai..” si stava per avvicinare a Rick, quando venne interrotto da una Meredith che aveva riacquistato tutto il suo autocontrollo.
“Ok, questo sì che inaspettato. Però.. Sì. Ok. Ti aiuterò anch’io.” Meredith pronunciò la frase come fosse la cosa più ovvia al mondo, ma che lasciò interdetti i due ragazzi.
“Mer,tesoro, sicura di sentirti bene? Hai appena detto che aiuterai Damon..” Rick le posò una mano sulla spalla, seriamente preoccupato. Il vampiro invece aspettava che la ragazza continuasse,prima di chiamare l’ospedale più vicino..
“Bonnie è la mia migliore amica, è un po’ come la mia sorellina, e voglio che sia felice. Se questo implica aiutarti, lo farò. Ma sia chiaro. Se le fai del male non mi farò scrupoli a infilarti un paletto nel cuore.” Minacciò il vampiro, senza distogliere gli occhi dai suoi.
“Non ne avevo dubbi..” replicò Damon, ghignando divertito dalla strana situazione in cui si era cacciato.
Intanto, nel salotto le chiacchiere continuavano anche se, bisognava ammetterlo, Bonnie moriva letteralmente dalla voglia di sapere cosa succedeva di là, nella cucina della signora Flowers. Che avranno da dirsi!? Mmh.. pensava mentre il nervosismo saliva, e le sue dita non ne potevano più di muoversi, furiose, mentre intrecciavano un boccolo rosso.
“Sì!” esultò all’improvviso Stefan, non trattenendo un sorriso.
“Stefan,amore, che hai?” gli chiese Elena, guardandolo stranita.
“Stefan!” lo riprese Bonnie, che saltò per lo spavento.
“Oh.. scusate. Niente, niente. Pensavo..” rispose evasivo, mentre si passava una mano fra i capelli, senza smettere di sorridere.
A quanto pare Damon si è dimenticato che anch’io sono un vampiro.. Aaaah! È proprio in questi momenti che adoro i poteri vampireschi! E, purtroppo per il mio fratellone, tra questi vi è anche il super udito!! Pensò Stefan, regalando a Bonnie un sorriso pieno di speranze, ancora nascoste alla sua piccola amica.
  

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Capitolo 3
*** 3 capitolo ***


 “Mmh.. Eddai, Mer! Vuoi dirmi che vi siete detti?” Bonnie sfoderò i suoi occhini da cucciolo bastonato, mentre veniva spintonata da studenti impazziti che correva nei corridoi, al cambio della lezione.“Bonnie te l’ho già detto! Erano solo curiosità su un certo vampiro originario, di cui Alaric ha trovato nuove informazioni tramite vecchi reperti..” rispose Meredith, evasiva, afferrando qualche libro dall’armadietto.
“Niente di importante,comunque.” Aggiunse,subito.
“Se era solo una curiosità, allora perché siete andati a parlarne in cucina?!” chiese Bonnie, sospettosa, riducendo gli occhi a due fessure, come se volesse incenerirla. Ma non l’avrebbe mai fatto.
“Ora devo scappare! Ho lezione di storia, e sappiamo bene che non voglio arrivare tardi!” gli fece l’occhiolino e scappò via, verso il suo professore preferito..
“Ma..” cercò di dire Bonnie, ma ormai era inutile. Era rimasta sola. “Uffa! Non vale scappare via così!!” si lamentò, mettendo il broncio. Poi si incamminò verso l’aula. Le aspettava una intera ora di matematica! Sospirò. “Coraggio Bonnie, puoi farcela!” si incoraggiò da sola, accorgendosi, solo dopo, del ragazzo accanto al muro che la fissava come se fosse una pazza che blatera da sola per i corridoi. Che in’effetti era proprio così..
Damon superò decisamente i limiti di velocità, arrivando davanti al Robert E. Lee, il liceo della Streghetta. Pensando a lei un sorriso spontaneo gli apparse sul viso. Voleva vederla, aveva bisogno di sentire il suo dolce profumo alle fragole e vedere quegli occhioni color cioccolato. Ma questo si limitava a pensarlo, e basta.  Parcheggiò la sua luccicante decappottabile nera, e sentì il suono della campanella, segno che gli studenti potevano finalmente uscire. Subito il cortile si riempì di gente e incrociò quegli occhi così freddi, spietati, gli unici a potergli incutere terrore..
“Ehi, Miss Inquietudine” la salutò Damon, mentre la ragazza gli si piazzò davanti.
“Damon, che cavolo ci fai qui?” Meredith aveva bisogno del supporto di Alaric per affrontare la situazione Damonallepreseconisentimenti, ma non potevano certo uscire insieme. Avrebbero attirato l’attenzione.
“Oh, avevo intenzione di rapire la Streghetta per un po’, se non ti dispiace..” sorrise, malizioso.
“Certo che mi dispiace! Non puoi rapire Bonnie. Non puoi fare così con lei. Devi trattarla con il giusto rispetto!” lo fulminò col lo sguardo per poi continuare, risoluta “Se vuoi uscire con lei dovrai chiederglielo.”
“Cosa?! Cioè tu vorresti che gli chiedessi un appuntamento!?” chiese scettico Damon, mentre strabuzzava gli occhi.
“Esattamente.” Meredith era decisa. Il vampiro doveva imparare le buone maniere. Con le buone o con le cattive! Pensò ghignando, sadica dentro di sé.
“Non lo farò mai.” Si imputò Damon. Non aveva mai e poi mai, chiesto un appuntamento! Lui era Damon Salvatore e gli altri erano costretti a “uscire” con lui. Semplice.
“Oh.. invece lo farai eccome” sussurrò Meredith, assottigliando gli occhi.
“No,non lo faccio.” Damon non mollava così facilmente.
“Sì che lo fai!” Meredith iniziava ad irritarsi.
“Ho detto NO.” Sibilò Damon, minaccioso,ma non servì a molto..
“E io dico di sì..” Meredirh sorrise, girando leggermente il capo e intravedendo una chioma rossa di boccoli costantemente in disordine. Damon seguì il suo sguardo. Poi, Miss Inquietudine, fece cenno a Bonnie di raggiungerli.
“Altrimenti dirò Tutto a Bonnie..” inchiodò Damon con uno sguardo da.. sadica! Ecco cos’era, una pazza sadica! Damon gli rivolse uno sguardo di pura rabbia. Gliela avrebbe fatta pagare!
“Eccomi! Avevo scordato dei libri in classe..” esclamò Bonnie
“Oh. Ciao Damon..” mormorò subito dopo essersi accorta del bel vampiro che la guardava sorridente, notando le guancie del suo Uccellino tingersi di rosso.
“Ciao Streghetta” Damon cercò di usare un tono dolce, anche se non era facile, con Miss Inquietudine vicino. Non gli piaceva che sapesse la verità. Maledetto professore.. Stava per continuare il discorso ma..
“Ehi Bon!” Matt stampò un veloce bacio sulla guancia a Bonnie, che sorrise imbarazzata. Damon serrò la mascella, irrigidendosi. Quel dannato Mutt!
“Ciao Mer!” salutò anche la ragazza mora, con un cenno del capo.
“Ehi Matt, che cosa..” cercò di parlare Meredith ma venne subito interrotta.
“Ragazzi!” squittì Elena raggiungendoli con un sorriso stampato in faccia.
“Oh,fantastico”mormorò piano Damon, in modo da non farsi sentire. Bonnie, però, sbirciò il viso del vampiro, notando il nervosismo improvviso. “Strano..” pensò Bonnie “Dovrebbe essere contento ora che è arrivata Elena..” sospirò,piano.
Damon puntò gli occhi su Bonnie con sguardo severo, lei avvampò immediatamente, imbarazzata. Aveva dimenticato di schermare i pensieri. “Uffa! Sono la solita stupida!” pensò la ragazza, mordendosi il labbro inferiore.
“Ehm.. Ragazzi venite un attimo devo dirvi una cosa!” Meredith prese Elena e Matt per un braccio trascinandoli qualche metro più in là, lasciando Bonnie da sola con Damon, non prima di lanciare uno sguardo d’intesa al vampiro, che ricambiò con una smorfia.
“Streghetta..” cercò di cominciare Damon notando che Bonnie continuava a guardarsi le scarpe, diventando ancora più rossa. Sorrise intenerito, mentre sentiva l’assurdo discorso,privo di senso, che Meredith si stava inventando per intrattenere gli altri due.
“Ecco.. potremmo andare al cinema stasera,se ti va.” Propose Damon, a disagio e anche alquanto imbarazzato.
“Visto che non ho niente di meglio da fare..” aggiunse subito dopo, dicendo la cosa più stupida che avesse mai detto, lo sapeva bene. Ma doveva cercare una scusa plausibile,accidenti! Ma Bonnie quell’ultima frase non la sentì neanche.
“Damon mi sta chiedendo di uscire, Damon mi sta chiedendo di uscire!” il suo cervello andò completamente in tilt, continuando a strillare la medesima frase dentro la sua testa. Le guancie si tinsero di un rosso intenso,ne era consapevole, ma alzò comunque lo sguardo.
“C..certo! Io adoro andare al ci.. cinema..” balbettò lei. Damon sorrise. Non era stato così difficile! Stava per avvicinarsi al suo Uccellino, ma..
“Cinema!?? Oh sìì!! Che bella idea! Andiamo a vederci un bel film horror!” strillò Elena,spuntando da dietro la spalla di Bonnie.
“Sì! Ne è uscito uno che fa davvero paura!” acconsentì Matt,sbucando anche lui,dal nulla. Damon fulminò Miss Inquietudine con uno sguardo minaccioso, che lei ricambiò mimando con le labbra un “Non sono riuscita a trattenerli!”
Bonnie abbassò di nuovo la testa, visibilmente in imbarazzo. Non sapeva cosa dire.
“Mh.. Bhe ragazzi, allora ci andremo tutti insieme.” Propose Meredith, prendendo Bonnie per mano,avviandosi verso la macchina.
“Ci vediamo all’entrata del cinema alle 9! A stasera!”e entrò veloce in macchina, mentre Bonnie mormorava un  “A dopo..” poco udibile ad orecchie umane.
Damon schizzò in macchina con velocità soprannaturale per non commettere un omicidio di cui,forse, si sarebbe pentito.
“Bonnie, sicura di star bene?” Meredith fissava la sua migliore amica che non aveva ancora staccato gli occhi dalle mani,poggiate sulle gambe.
“Certo. Benissimo.” Rispose atona Bonnie. Meredith la guardò come se stesse scherzando, poi posò di nuovo lo sguardo sulla strada per non fare un incidente e..
“NON è GIUSTO!!!” strillò all’improvviso Bonnie, scuotendo i riccioli rossi.
“Non è umanamente possibile essere così sfortunata!” continuò Bonnie “Giuro che questa è la volta che li ammazzo. Sì,io li ammazzo. Mer, dici che se li investo con la macchina mi mettono in galera?” chiese innocentemente, guardando la ragazza al volante.
“Oddio.. Bonnie!” Meredith scoppiò a ridere. Non aveva mai visto Bonnie,la piccola tenere e dolce Bonnie, avere una reazione simile!
“Che hai da ridere!?” mise il broncio, nascondendo il viso tra i boccoli rossi.
“Niente. Dai su vedrai che ti divertirai lo stesso.” Meredith parcheggiò la macchina nel vialetto di casa sua, mentre Bonnie tirò un lungo sospiro, scendendo dal veicolo ed entrando, insieme all’amica, in casa.
“Sono le 8.30!!” Bonnie andò completamente in panico. “Mer aiutami,ti prego! Cosa mi metto??”
“Ehi ora calmati,ok?” Meredith afferrò l’amica per le spalle, fermando così la sua corsa aventi e indietro per la stanza.
“Fai finta che sia una semplice uscita al cinema con i tuoi amici.” Cercò di tranquillizzarla, Meredith.
“Ma questa volta c’è anche Damon!”pronunciando quel nome, Bonnie sentì il cuore battere sempre più veloce.
“Ora ci penso io. Tu stai ferma e cerca di respirare.” Le ordinò Meredith, cercando di trattenere un sorriso.
Non poteva ancora crederci. Lui, il magnifico e unico Damon Salvatore, si trovava davanti a uno squallido cinema,pronto a passare una serata a meno di un metro di distanza da quell’insignificante Mutt e dallo sguardo minaccioso di Miss Inquietudine e, ne era certo, non sarebbe mancato il suo caro fratellino accompagnato da Elena.
Una massa di capelli rosso fuoco si fermò davanti a lui,arrossendo mentre mormorava “Ciao Damon.”
Bonnie era davvero bellissima. Quegli occhi così dolci,gli unici capaci di incantarlo, con le labbra rosee e perfette, il piccolo naso rivolto leggermente all’insù e quel sorriso.. Damon non aveva mai visto un sorriso così bello.
“Forza, il film inizierà tra poco! Entriamo!” informò Elena, tutti i presenti.
Damon, così preso a guardare Bonnie, non si era nemmeno accorto degli altri. Un Mutt sorridente, una Elena stretta nell’abbraccio di Stefan,non sia mai che quei due stiano separati un attimo, e una Meredith tranquilla e per nulla impaziente di vedere il film.
Entrarono nella sala. Bonnie stava per sedersi in mezzo a Meredith e Matt, ma qualcuno l’afferrò per un braccio, facendola sprofondare nel posto affianco. La ragazza girò la testa a sinistra, guardando perplessa Damon seduto vicino a lei.
“Sai Streghetta, dicono che il film si veda meglio di lato che al centro della sala.” Le sorrise,a proprio agio.
“Oh.. d’accordo.”rispose Bonnie scuotendo i boccoli rossi. “Non lo sapevo..” sussurrò piano.
La sala divenne buia e iniziò il film.
Damon non era per niente terrorizzato dalle grida di dolore che quella ragazzina,la protagonista, stava lanciando da più di mezz’ora. Girò la testa verso Bonnie e non riuscì a trattenere un piccolo sorriso. Il suo tenero Uccellino teneva le ginocchia strette al petto e con una mano si copriva gli occhi,sbirciando di tanto in tanto e,Damon lo vedeva bene, cercando di non urlare.
“Hai paura?” le sussurrò Damon con voce suadente, avvicinandosi al suo viso coperto dalla mano.
“N..No.” mormorò Bonnie,togliendo la mano dalla faccia. Pessima mossa! Vedendo il bellissimo viso del vampiro ad un centimetro dal suo, sentì improvvisamente caldo e migliaia di brividi percorsero il suo corpo.
“Mh.. Sicura?” Damon fisso quei meravigliosi occhi color cioccolato,avvicinandosi ancora di più,sempre di più. Voleva assaporare quelle labbra,solo lui ne aveva il diritto. I loro respiri si intrecciarono e..
“Aaaaaah!!!” urlò Elena,buttandosi letteralmente addosso al povero Stefan.
Bonnie sussultò per lo spavento e si rannicchiò contro al braccio di Damon,stringendo, con la sua manina tremante, quella fredda di lui. Si accorse solo dopo del gesto appena commesso. Stava per ritrarsi, ma Damon intrecciò le dita alle sue,bloccandola.
Il cuore di Bonnie prese a battere all’impazzata, e la ragazza, conscia che al vampiro non sarebbe sfuggito questo piccolo particolare,arrossì vistosamente. Restò immobile a fissare le loro mani,intrecciate.
“Ehi Bon, tutto bene?” Matt posò una mano sulla spalla di Bonnie,facendola urlare dalla paura.
Damon lasciò di scatto la mano di Bonnie. Non voleva rischiare che Mutt li vedesse. Oh, quella dannata scimmia bionda! Serrò la mascella e represse la voglia di buttarlo a calci nel culo, fuori dalla sala.
“Mh. Non tanto..” rispose sinceramente Bonnie, facendo un sorriso sforzato.
“Non tanto.. Visto che hai interrotto uno dei momenti più belli della mia esistenza!!” aggiunse mentalmente,la ragazza, ancora rosso in viso, mordendosi il labbro inferiore.
Damon non ascoltò il resto del film, troppo occupato ad immaginare tutte le torture umanamente possibili a cui sottoporre il caro Mutt dal tempismo perfetto..
I primi titoli di coda apparsero sullo schermo e le luci si accesero. Uscirono dal cinema e Damon notò subito che la piccola ragazza dai capelli rosso fuoco cercava in tutti i modi di non incrociare il suo sguardo. Voleva parlare al suo tenero Uccellino, ma non poteva davanti a tutta l’allegra brigata! Non era bravo con le smancerie in pubblico,lui! Non era come Santo Stefano,romantico e sdolcinato.
“Ehi Damon.” il vampiro si sorprese nel sentire la voce del fratello nella sua testa. Di solito non usava mai la telepatia per comunicare..
“Che vuoi fratellino?” Stefan non si scompose per la risposta brusca del fratello,ormai era abituato.
“Potresti accompagnare Bonnie a casa. Ne sarebbe contenta..” e con grande soddisfazione vide Damon irrigidirsi, a disagio.
“Come fai a..?” non riuscì a terminare la frase.
“Sai, l’altro giorno ti sei dimenticato che anch’io possiedo il super udito..” non udendo risposta continuò
“Quindi ho sentito tutto. Quindi so tutto. Damon innamorato della dolce e indifesa Bonnie!” lo beffeggiò,senza trattenere un sorriso.
“Ti avverto fratellino. Smettila subito o ti ammazzo qui,seduta stante.” Gli inviò col pensiero Damon,minaccioso.
“Oh certo certo, come vuoi. Comunque sappi che sono davvero contento per te,fratellone.” Finì la conversazione silenziosa dei fratelli,senza che nessuno si accorgesse di niente.
“Fantastico..” pensò Damon ironico. Ora persino quel moccioso di suo fratello sapeva la verità.
“Accompagno io, Bonnie, a casa.” Annunciò poi, con un tono che non ammetteva repliche.
La ragazza in questione alzò lo sguardo,perplessa, mentre il suo viso andava letteralmente a fuoco.
“Ma cosa..” cercò di dire Matt, in protesta.
“Io accompagno Elena. Mer,ci pensi tu a Matt?” lo interruppe Stefan.
“Uh. Sì,certo! Andate pure. Vieni Matt!” Meredith afferrò il braccio del ragazzo biondo,con ancora la fronte corrugata, e lo trascinò in macchina.
“Forza,amore, ti porto a casa. Ho voglia di passare un po’ di tempo da soli..” Stefan si chinò a baciare le labbra di Elena e,con sguardo persuasivo, la fece salire in macchina. Lei, sorrise maliziosa.
“A domani ragazzi!” salutò veloce .
Erano rimasti soli. Damon e Bonnie erano finalmente soli.
“Allora Streghetta, vuoi rimanere lì al freddo ancora per molto?” le sorrise Damon, mentre le fece cenno col capo di entrare nel suo luccicante veicolo nero.
“N..NO.” scosse la testa Bonnie, e corse in macchina,facendo saltellare i boccoli rossi.
Il viaggio fu breve,data la velocità con cui guidava Damon, e nessuno dei due si scambiò parola. Bonnie era troppo imbarazzata e alquanto sorpresa dagli strani cambi d’umore del vampiro, e quest’ultimo si perse nell’ascoltare il ritmo sempre più veloce del cuore del Suo Uccellino.
La macchina si fermò. Erano davanti alla casa di Bonnie. La strega fece per scendere e, con la coda dell’occhio, vide Damon alzarsi e uscire,chiudendo piano la portiera.
“Non guardarmi così, Streghetta. Sono un gentiluomo, e i gentiluomini accompagnano sempre le belle signorine fino alla porta.” Spiegò, mentre Bonnie teneva la bocca leggermente aperta,confusa dai gesti del vampiro.
“E poi,considerato il tuo magnifico equilibrio, inciamperesti e ti faresti male.”continuò Damon,mentre Bonnie si malediva per la verità di quelle parole.
“La colpa sarebbe mia e Miss Inquietudine si presenterebbe davanti al pensionato con un paletto di legno in mano..” finì poi,scuotendo la testa per quel pensiero.
“Mh, probabilmente andrebbe così..” acconsentì Bonnie, mentre guardava dove poggiava i piedi.
Erano arrivati davanti alla porta. Bonnie si girò, trovandosi di fronte al vampiro.
“G..Grazie per avermi accompagnata,Damon.” sussurrò, fissando un punto indefinito, nell’oscurità.
“Bonnie, guardami.” Le disse Damon,con voce sensuale,ma sincera. Voleva che lo guardasse.
La strega alzò lo sguardo,incontrando quegli occhi,più scuri della notte, che avevano il potere di scioglierla.
“Questa serata non è andata esattamente come volevo. Vorrei rimediare..” Damon si avvicinò di più a Bonnie, che cominciò a tremare leggermente.
Damon voleva baciarla. Lo voleva davvero. Ma poi gli vennero in mente le parole di Miss Inquietudine. Doveva trattare il suo Uccellino con giusto rispetto, doveva far sì che fosse tutto speciale. Quello non era il momento giusto, non così, non senza nemmeno dare il tempo a Bonnie di provare a capire il significato di quei nuovi gesti,di quelle nuove attenzioni, che non le aveva mai rivolto prima.
Si avvicinò lentamente, senza staccare gli occhi da quelli di lei, che ormai aveva il viso dello stesso colore dei suoi capelli.
Bonnie smise di respirare, per paura di interrompere quel momento. Deglutì piano e,con sua grande sorpresa,rilasso ogni muscolo del corpo e chiuse gli occhi.
Sentì le labbra fresche di Damon baciarle, dolcemente, la guancia, mentre il sangue ribolliva in quel punto.
“Buonanotte Uccellino.” Damon si scostò di poco, per sussurrarle all’orecchio.
Bonnie aprì di scatto gli occhi,con il cuore ormai a mille. Quello che vide fu solo la macchina nera, mentre  sfrecciava via, a una velocità non permessa. Damon sen’era andato, lasciando una Bonnie confusa per quella strana, stranissima, serata.
“Wow.” Sospirò la piccola strega,tornando finalmente a respirare.
“Buonanotte Damon.” pronunciò la frase rivolta all’oscurità, mentre con occhi sognanti e un sorriso da ebete stampato sul viso, si toccava la guancia che ancora percepiva quelle labbra che,ne era certa, avrebbe sognato anche quella notte.  

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Capitolo 4
*** 4 capitolo ***


 “Oddio!!!” l’urlo di Bonnie riecheggiò davanti alla specchio in camera. “Ho una faccia orrenda!! Come faccio ad andare a scuola in questo stato?!” rassegnata si passò una mano tra quello strano groviglio che aveva in testa,al posto dei capelli.Inutile dire che,quella notte, Bonnie non aveva dormito molto. Anzi, non aveva affatto dormito! Aveva pensato tutto il tempo a Damon. Non capiva il significato dei suoi gesti.. Insomma, era stato così gentile e premuroso e.. Ecco, era stato bellissimo passare una serata con lui, ma Bonnie era confusa. Ora come devo comportarmi? Finalmente posso abbandonarmi ai sentimenti che provo per lui, o mi sto illudendo ancora?.. La seconda immagino.
Il suono del clacson di Meredith la riscosse dai pensieri. Uscì svelta di casa, attenta a non guardarsi allo specchio.
“Giorno Mer.” salì svelta in macchina,stampandole un veloce bacio sulla guancia.
“Ehi Bon.. Ma che hai fatto!?” chiese all’improvviso Mer, allarmata.
“Mh? Niente.”sbadigliò Bonnie, stropicciandosi gli occhi.
“Bonnie, un morto sarebbe meno pallido! Hai una faccia..” commentò Mer.
“Stanotte non ho chiuso occhio.”sospirò Bonnie,sistemandosi una boccolo ribelle dietro alle orecchie.
“Per caso è colpa di un vampiro vestito costantemente di nero e pronto a fare del sarcasmo in qualsiasi momento?” chiese Meredith, alzando un sopracciglio.
“Mh..” Bonnie iniziò a torturarsi un ricciolo rosso, frenetica.
“Tipo.. Damon?” continuò Meredith, abbozzando un sorriso. Parcheggiò l’auto. Erano arrivate a scuola.
“Ehm sì..” le guance di Bonnie si tinsero di un lieve rossore. Scese veloce dall’auto.
“Almeno hai ripreso un po’ di colorito,ora!” la prese in giro Meredith, chiuse la portiera e seguì Bonnie.
“Dai, racconta.”le due andarono in classe, mentre Bonnie raccontava la serata trascorsa col vampiro.
Damon voleva vederla. Era stato così dannatamente difficile riuscire a controllarsi. Per tutta la notte aveva immaginato il suo dolce visino a forma di cuore, incorniciato dei quei boccoli ribelli.
“Damon noi usciamo. Sai, dovresti smetterla di bere anche al mattino..” la voce cristallina di Elena fece sussultare il vampiro, ancora comodamente seduto sulla poltrona in pelle nera.
“Angelo, non dovresti essere a scuola?” Damon con velocità non umana si avvicinò alla ragazza.
“Oggi io e Elena non andiamo a scuola. Diciamo che vogliamo prenderci una piccola pausa..” Stefan baciò delicatamente la guancia della sua ragazza, stringendola con un braccio attorno alla vita.
“ Non si marina la scuola, fratellino.” Lo beffeggiò Damon.
“Damon è sabato, e stasera ci troviamo tutti al Grill, pensi di venire?” Elena sorrise, speranzosa.
“Guarderò sulla mia agenda, Angelo.” La prese in giro Damom, mentre si appoggiava con la spalla al muro.
“D’accordo. Andiamo tesoro.” Sospirò Elena e uscì di casa, seguita da Stefan.
“Ci sarà anche Bonnie..” mormorò piano Stefan, prima di chiudersi la porta alle spalle. Sul volto di Damon spuntò un sorriso.
Ci sarebbe andato. Eccome se ci sarebbe andato!
Per Bonnie la giornata a scuola era stata a dir poco stressante. Aveva faticato a seguire ogni lezione. Aveva in testa solo lui, solamente lui, accidenti! E tanto per rendere la giornata migliore, la prof di algebra le aveva assegnato compiti extra, perché si era addormentata sul banco.
“Uffa! Non stavo dormendo! Ho chiuso solamente gli occhi, per un po’..” piagnucolò Bonnie, mentre tentava disperatamente, da circa un’ora, di svolgere strane cose, chiamate equazioni..
Scattò giù dal letto, si infilò le sue amate all star e corse fuori di casa.
“Sì..” Bonnie tirò un sospiro, godendosi l’aria fresca sul viso. Le piaceva stare all’aria aperta, le metteva allegria. Camminò fino ad arrivare ad un piccolo parco abbandonato, con solo due altalene arrugginite. Sorridente, si sedette e cominciò a dondolare piano.
Bonnie, però, non si era accorta del corvo appollaiato sull’albero vicino, intento a guardarla.
La ragazza si fermò, restando seduta, e chiuse gli occhi. I deboli raggi del sole le accarezzavano il viso e il vento faceva saltellare i boccoli rossi come molle.
“Non dovresti stare qui, da sola. Potresti incontrare qualcuno di pericoloso..” Damon si era trasformato nella sua forma umana e stava comodamente seduto sull’altalena, accanto al suo Uccellino.
“Damon!!” urlò Bonnie, cercando di non cadere per terra dallo spavento.
“Ciao Streghetta” sorrise il vampiro, intenerito nel guardarla cercare di ritrovare un po’ d’equilibrio.
“La gente che ti fa prendere degli infarti! Ecco chi è pericoloso!” disse Bonnie ironica, ma appena incrociò quegli occhi neri, arrossì di botto.
“Quando ti arrabbi sei ancora più buffa, Streghetta.” Le sorrise Damon, facendola arrossire ancora di più.
“Che fai qui, Damon?” Bonnie si morse il labbro inferiore, nervosa.
“Mi annoiavo..” rispose evasivo Damon “E tu?” aggiunse subito, puntando gli occhi sulla ragazza. Era così bella. Quando era con lei si sentiva bene, libero di essere se stesso.
“Mm, mi piace passeggiare da sola ogni tanto, mi rilassa.” Sospirò Bonnie, guardando il cielo.
“Vuoi che me ne vada? Chiese cauto Damon.
“No!” rispose Bonnie, troppo in fretta. Damon se ne accorse e sorrise, contento della reazione del suo tenero Uccellino. Bonnie, distolse lo sguardo imbarazzata.
“Guardami.” Le ordinò Damon, dolcemente. Voleva perdersi in quegli occhi grandi, color cioccolato. La ragazza alzò lo sguardo, stupita, incontrando così quegli occhi talmente neri, da potersi confondere nell’oscurità della notte.
Le altalene erano immobili, i loro sguardi incatenati. Damon avvicinò piano il viso a quello di Bonnie, senza smettere di guardarla. Le loro labbra erano vicine. Molto vicine. Le guance di Bonnie erano ormai rosse come il fuoco quando..
“Driinn!” la suoneria del cellulare fece sussultare entrambi.
“S..scusa!”mormorò Bonnie, tutta rossa in viso, mentre tirava fuori il cellulare dalla tasca dei jeans.
“Stupido aggeggio elettronico..” pensò Damon, cercando di nascondere l’irritazione.
“Mer, ciao! Ehm.. ora sono fuori, ma puoi passare a prendermi tra 10 minuti, se ti va… Ok!” Bonnie riattaccò veloce, alzandosi dall’altalena.
“Meredith sta arrivando. Devo tornare verso casa..” si sistemò frenetica una ciocca di capelli, dietro alle orecchie, ma il vento la riportò davanti agli occhi della ragazza che sbuffò.
“Mm..” mormorò Damon, afferrando quel ricciolo ribelle, sistemandolo lentamente dietro all’orecchio, sfiorando così la guancia della Streghetta.
“Ti accompagno.” Le soffiò a pochi centimetri dal viso, Damon.
Bonnie, incapace di spiccicare parola, annuì, arrossendo maggiormente.
Camminarono in silenzio, o almeno così per Bonnie, perché Damon continuava ad ascoltare il battito impazzito del cuore della Streghetta. Sorrise, soddisfatto.
“Ehm..” Bonnie si voltò verso Damon, vedendo la macchina di Meredith parcheggiata nel vialetto di casa sua.
“Io devo andare.. Stasera verrai al Grill?” mormorò imbarazzata, puntando gli occhi sulle scarpe e dondolandosi sui talloni.
“Ci vediamo là, Streghetta.” Le sussurrò Damon, contento dell’innocente domanda del suo Uccellino.
Bonnie sorrise, poi si voltò correndo verso Meredith.
“Arrivo subito! Prendo i libri e scendo!” urlò la strega, salendo di corsa in casa. Meredith le sorrise.
“Tu..” cominciò Damon, appoggiandosi al finestrino aperto dell’auto di Miss Inquietudine.
“Non dovevi chiamarla! Ci hai interrotti,accidenti!” Damon la guardò assottigliando gli occhi.
“Che cosa avrei interrotto?” domandò Meredith, curiosa.
“Stavo per baciarla!” ammise Damon “Hai rovinato tutto..” continuò il moro, sbuffando.
“Interessante..” ghignò la ragazza. “Bhe, meglio così.” Disse risoluta.
“Che cosa!?” Damon cominciava ad alterarsi.
“Così ne approfitterai stasera per mostrarti carino anche davanti agli altri. Non puoi fare il gentile solo quando siete soli. Non vorrai certo che Bonnie si metta a pensare che ti vergogni di lei, vero?” finì Meredith, inchiodandolo con lo sguardo.
“Ma io..” cercò di dire Damon.
“Niente ma! Non ferirai i sentimenti di Bonnie. Non più. Dunque stasera dovrai impegnarti molto mio caro vampiro tenebroso.” Lo sfidò lei.
“Sei una..”
“Non ti consiglio di finire la frase, Damon.” gli sorrise, sadica. “Stasera ci sarà anche Alaric. Vedi di non fare tardi.”
“Puntuale come sempre, Miss Inquietudine.” Damon sbuffò, si trasformò in corvo e sparì tra gli alberi.
Fece in tempo a guardare, dall’alto di un tronco d’albero, la sua Streghetta correre in macchina, con i libri in mano e i dolci boccoli rossi che saltellavano qua e là.
 
  

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Capitolo 5
*** capitolo 5 ***


“Oh, uffa! Ci rinuncio.” Sbottò esasperata, Bonnie, sedendosi sul letto dell’amica.
“Bonnie, che c’è?” Meredith poggiò il mascara, raggiungendola sul letto.
“I miei capelli. Sono un disastro!” sbuffò la Rossa, mettendo su il broncio. Meredith sorrise, intenerita.
“Ma che dici, Bonnie?! I tuoi capelli sono meravigliosi.” Cercò di consolarla.
“No! Non è così. Sono sempre in disordine, se provo anche solo a pettinarli rischio di rompere il pettine e, ad ogni movimento,  mi finiscono negli occhi!”
Meredith stava per replicare, ma venne interrotta.
“Vorrei averli come i tuoi, o come quelli di Elena.” Continuò Bonnie, mordendosi il labbro.
“Bonnie, non hai bisogno di assomigliare a me o ad Elena.” Meredith le accarezzò una guancia.
“Troverai qualcuno che ti apprezzerà esattamente così come sei. Fidati di me.” Le sorrise,
Quel sorriso pieno d’affetto, quasi materno, che solo Meredith sapeva fare. Riusciva sempre ad infonderle sicurezza, non so come ci riuscisse esattamente, ma ci riusciva! Sempre! Persino nelle situazioni di pericolo le bastava un suo sguardo e trovava il coraggio per affrontarle. Le voleva davvero bene.
“Ok, mi fido.” Sul piccolo viso di Bonnie riaffiorò un sorriso, poi si gettò sopra alla mora, stringendola con le sue esili braccia.
“Bonnie, così mi stritoli!” disse Meredith, soffocando una risata. La Rossa la lasciò libera, senza però smettere di ridere.
“Forza, andiamo. Gli altri saranno già là.” Comunicò Meredith, alzandosi dal letto.
“Sì, andiamo.” Disse Bonnie raggiante. Quella sera avrebbe visto Damon, non vedeva l’ora! Sentì subito le guance scaldarsi mentre, ancora immersa nei suoi pensieri, saliva in macchina diretta al Grill.
“Stefan,amore, dobbiamo andare!” urlò Elena dal bagno del pensionato.
“Tesoro, guarda che io sono già pronto da un bel po’ ..” disse Stefan, mentre guardava l’orologio. Erano almeno 30 minuti che aspettava nel soggiorno della pensione. Oh, le donne!! Pensò esasperato.
“Eccomi!” Elena fece il suo ingresso teatrale, scendendo le scale lentamente, con un sorrisino malizioso.
“Sei splendida, amore. Come sempre.” Stefan osservò la sua ragazza. I suoi occhi indugiarono sulle gambe, per metà scoperte dalla gonna nera e infine sul mini top color rosa pallido. Era davvero uno schianto.
Elena avanzò fino ad arrivare con il viso ad un millimetro da quello del vampiro. I loro respiri si intrecciarono e i loro sguardi si persero, l’uno nell’ altro.
“Mi stavi mangiando con gli occhi.” Soffiò Elena sulle labbra del suo amato, con voce seducente.
“Mm.. Mi hai beccato.” Sorrise colpevole, Stefan.
Elena si buttò con ferocia su quelle labbra incredibilmente calde, intrecciando le braccia attorno al suo collo. Poi, con estrema lentezza, fece scorrere una mano sotto la maglietta del vampiro, tastandogli piano un capezzolo. Stefan si lasciò scappare un gemito di piacere, mentre con una mano la stringeva a sé, e con l’altra le carezzava i capelli di un biondo lucente.
“Oh, altro che il film horror dell’altra sera, questo sì che fa accapponare la pelle.. Bleah!” Damon finse di rabbrividire, mentre appoggiato allo stipite della porta guardava divertito i due piccioncini.
“Damon!”Elena si staccò da Stefan, osservando con disappunto il maggiore dei Salvatore.
“Angelo, non volevo interrompervi, ma sai.. il mio fratellino è ancora troppo piccolo per certe cose” gli fece l’occhiolino avvicinandosi, con un ghigno beffardo dipinto sul viso.
“E come fratello maggiore ho il diritto, anzi, il dovere di proteggerlo. Capisci?” Continuò Damon recitando, perché lui stava recitando, con fare supplichevole. Poi, scoppiò a ridere.
“Damon smettila di fare l’idiota!” disse Stefan, imbarazzato, mentre Elena gli dava un pugno sulla spalla mormorando un “Ma piantala!”.
“Andiamo, amore.” Elena afferrò la mano di Stefan, dirigendosi verso l’uscita. “Damon noi ti aspettiamo là. Non fare tardi!” detto questo i due si chiusero la porta alle spalle.
Il vampiro sbuffò sonoramente, mentre afferrava un bicchiere versandosi una bella dose di whisky. Non fece neanche in tempo a bere, che il cellulare vibrò nella tasca dei jeans. Lo afferrò, guardando il display. Alaric.
“Rick.” Disse a mo di saluto, rispondendo al cellulare. “Non dirmelo. Hai già cambiato idea e vuoi venire con me al bar, così da prendere una bella sbornia mentre abbordiamo le cameriere più carine? Io ci sto.” Finì Damon, trionfante, con una punta d’ironia nella voce.
“Damon, vuoi spiegarmi che ci fai ancora a casa? E posa il bicchiere di whisky che hai sicuramente in mano” lo ammonì Alarci, dall’altra parte del telefono.
“Sai Rick, inizi a farmi paura..” sussurrò il vampiro, lasciando il bicchiere e aggrottando la fronte.
“Muoviti, Damon. Meredith e Bonnie sono appena arrivate. Stasera è la tua occasione..” continuò Alaric, allusivo.
“Oh, lo sai che non sono bravo con.. le smancerie in pubblico!” si lamentò Damon.
“Non iniziare a fare i capricci! Ne abbiamo già parlato, quindi trascina qui il tuo culo, ora!” mormorò Alaric, minaccioso, tradendo però un ghigno. Dare ordini a quel cocciuto di Damon era davvero uno spasso!
“Oh, e va bene. Sto arrivando.” Sbuffò il vampiro, prima di riattaccare. Afferrò il giubbotto di pelle nera, il suo preferito, borbottando fra sé e sé un “Accidenti a te Bonnie! Guarda che mi tocca fare per conquistarti!”
Aprì la porta del pensionato e con velocità non umana mise in moto la macchina, diretto al Grill.
 
“Ciao Damon” mi salutò appena raggiunsi il tavolo occupato dall’allegra brigata. C’erano proprio tutti. E con tutti intendeva persino quell’insignificante, ma al col tempo estremamente fastidioso, di Mutt.
“Miss Inquietudine. Non ti facevo il tipo da effusioni in un pubblico bar.” Le sorrise Damon, alludendo alla sua posizione. Infatti la ragazza era seduta sopra al professore di storia, che gli lasciava teneri baci sul collo.
Alaric alzò appena la testa per sorridere al vampiro, un chiaro sguardo d’intesa.
“Ciao Streghetta.” Ammiccò Damon, avvicinandosi a Bonnie che, se n’era accorto, non gli aveva staccato gli occhi di dosso da quando era entrato. Lei si limitò a sorridergli, puntando i suoi occhini color cioccolato nei suoi.
“Ecco Bon, ti ho preso da bere.” Annunciò Matt, sedendosi vicino a Bonnie. “E lui che ci fa qui?” aggiunse subito dopo essersi accorto del vampiro.
“Problemi Mutt?” chiese Damon, inchiodandolo con lo sguardo.
“Dai ragazzi non fate così.” Intervenne Elena, seduta di fianco a Stefan, quest’ultimo intento ad accarezzarle i capelli.
“E adesso si parte col Karaoke!!!” annunciò una ragazza con il microfono in mano, sul palco. Aveva dei tacchi alti almeno 20 centimetri, ma era ugualmente bassa. È una nana! Si ritrovò a pensare Damon,beffardo.
“Ci sono volontari?? Alzate le mani ragazzi, forza!!” continuò a strillare la nana. All’improvviso nella mente contorta e diabolica di Damon spuntò un idea. Oh, sì. Un’ottima idea.
“Lui vorrebbe provare!” esclamò, prendendo il braccio del ragazzo con tanta forza da farlo scattare in piedi.
Matt, colto di sorpresa, si rese conto solo in un secondo momento di quello appena successo. Lui. In piedi col braccio alzato. Karaoke. …. Damon!!!!!!
“Io.. Io non..” cercò di dire il biondo, accorgendosi di tutti gli sguardi puntati su di lui.
“Abbiamo un volontario!!! Portatelo sul palco!” annunciò la nana, puntando un dito contro Matt.
“Tu! Brutto.. Questa me la paghi!!” riuscì a dire il povero Matt rivolto al vampiro, prima di essere trascinato sul palco da una massa di gente.
“Divertiti Mutt!” ghignò Damon, scoppiando poi a ridere. Veloce prese il posto del ragazzo, sedendosi vicino al suo Uccellino. Suo. Non di quel babbuino di Muttt.
“Damon! sei stato crudele!” mormorò Bonnie, dandogli un leggero pugnetto sulla spalla, senza però riuscire a trattenere una risata.
“Godiamoci lo spettacolo Streghetta.” Le sussurrò Damon all’orecchio, facendola arrossire. Sentendo un Matt alquanto imbarazzato cantare, qualcosa di incomprensibile tanto era stonato, le risate si fecero ancora più sonore. Sì, probabilmente quello era il momento più imbarazzante della sua vita, pensò Damon soddisfatto.
Guardò il suo Uccellino ridere di gusto e si perse nel contemplare quelle piccola ragazza dai capelli rosso fuoco, che aveva la capacità di far fuoriuscire la sua parte migliore, nascosta dentro di lui ormai da secoli. Lei era capace di renderlo migliore. Di renderlo più vulnerabile, più sensibile, capace di provare emozioni. Più simile al suo fratellino,ecco. Ma in quel momento non gli importava.
Vide lo sguardo di Miss Inquietudine incoraggiarlo a parlare, così il vampiro si schiarì piano la gola, alzando gli occhi al cielo, esasperato. Mettere in atto il piano davanti agli occhi di tutti era alquanto insopportabile!!
“Sono contenta che tu sia venuto, Damon.” quella voce cristallina spezzò quel momento carico di tensione.
Bonnie era arrossita e teneva lo sguardo puntato sulle sue mani, che continuavano a muoversi nervose. Damon,invece, era rimasto piacevolmente sorpreso nel sentire quella frase uscire dalla bocca del suo piccolo Uccellino. E si sorprese ancora di più nel sentire uno strano calore invaderlo, all’altezza del petto.
Qualcosa lo colpì alla gamba, girò la testa e vide Miss Inquietudine sorridergli,angelica. Le aveva appena tirato un calcio da sotto il tavolo! Quella ragazza ne ha di fegato.. pensò Damon, irritato, fulminandola con lo sguardo. Decise di dire qualcosa, per evitare altri calci indesiderati..
“Non dovresti torturarti così le mani.” Disse Damon dolcemente, afferrando le morbide manine di Bonnie, bloccandole. Bonnie a quel contatto sussultò e, rossa in viso, alzò lo sguardo sul vampiro.
“Sono così belle.” Continuò Damon, guardando quegli occhi color cioccolato, sciogliersi.
“Ehm. Ehm.” Si schiarì la gola Elena, irritata dal comportamento strano del maggiore dei Salvatore.
“Allora, chi vuole..” cercò di continuare la bionda, ma venne interrotta.
“Amore, mi concedi un ballo?”  Stefan le porse la mano fissandola negli occhi intensamente. Elena si lasciò così trascinare da lui, verso la pista da ballo.
Damon si accorse solo ora che quello scemo di Mutt aveva finito di starnazzare, ed una band sul palco aveva iniziato a suonare. La canzone era abbastanza ritmata, ma ballabile. Molte coppie andarono al centro del locale, muovendosi come pazzi.
“Tu!! Sei solo un..” Matt era tornato al tavolo. Era talmente infuriato che Damon poteva intravedere una vena spuntargli sulla fronte.
“Oh Mutt non è certo colpa mia se tu non sei capace di cantare. E detto tra noi: sei stato un tantino patetico..” Damon si alzò parandosi davanti al biondino, facendogli l’occhiolino, ghignando divertito.
“Su Matt, non arrabbiarti dai.. Era uno scherzo! E poi non sei stato tanto male..” anche Bonnie si era alzata e cercava di mettersi in mezzo ai due per non farli discutere, di nuovo.
Damo si girò verso la Streghetta con un’espressione sconcertata sul viso, come a dire “Mi prendi in giro!?”
“Bonnie, ma come!? Lo difendi?!” chiese Matt, allucinato. Fece per prendere la mano di Bonnie per trascinarla via da quel parassita, ma si fermò di scatto, sentendo il suo petto bagnarsi.
“Ma cosa..?!” iniziò a dire Matt, senza capire cosa lo avesse bagnato.
“Ops.. Come sono sbadato.” Disse Damon fintamente dispiaciuto. Matt collegò i pezzi e, guardando il bicchiere VUOTO che Damon teneva in mano, capì. Quel maledetto succhiasangue gli aveva rovesciato su tutta la maglietta il contenuto del bicchiere!!
“Questa era la mia maglia preferita!!! Razza di..” si infuriò Matt, ma venne trattenuto da Alaric che lo afferrò per un braccio, scostandolo appena più lontano da un Damon che rideva sotto i baffi.
“Dai Matt, sai com’è fatto Damon.. Perché non vai ad asciugarti?” chiese Alaric, cercando di nascondere una risata con deboli colpi di tosse.
“D’accordo.” Rispose Matt  ancora scioccato, correndo poi in bagno.
“Non metterti a piangere..” sussurrò ironico Damon, lasciandosi andare a una breve risata. Quella risata così rara colpì immediatamente Bonnie, che ne restò incantata.
La musica cambiò, e da ritmata diventò lenta. Alaric si sporse in avanti, guardando Damon con sopracciglia inarcate, inclinando leggermente il capo verso la sala da ballo. Il vampiro roteò gli occhi al cielo come a dire “Messaggio ricevuto..”
“Uccellino, ti andrebbe di ballare?” chiese Damon con voce seducente, porgendole la mano.
“C..Certo” rispose Bonnie balbettando, mentre il suo cuore iniziava a battere, frenetico. Afferrò così la mano fredda del vampiro.
Damon la trascinò delicatamente fino al centro della pista, muovendosi elegante. Si posizionarono uno di fronte all’altro. Bonnie poggiò le manine affusolate dietro alla nuca di Damon, timorosa e col cuore a mille.
“Mm.. Uccellino dovresti venire un po’ più vicino..” mormorò Damon, poggiando le mani sui fianchi della strega, avvicinandola, facendo così aderire i propri corpi.
Bonnie inizia a sentire parecchio caldo. Sentì le gambe molli e cominciò ad aver paura di inciampare, come suo solito..si lasciò guidare da Damon, cercando di non pestargli i piedi.
“Sai.. Ho visto Elena un po’ irritata e..” iniziò a dire Bonnie, imbarazzata.
“Dici? Non l’ho notato..” mentì Damon, interrompendola. Non voleva parlare di Elena.
“Ero occupato a guardare un certo Uccellino dai capelli rossi.” Soffiò Damon sulle labbra della ragazza, avvicinandosi maggiormente.
“Oh..” Bonnie gli sorrise, sentendo le guance infiammarsi. Si abbandonò tra le braccia del vampiro, sentendosi come in paradiso. Ne era certa. Se lo avesse detto ad alta voce, gli avrebbero riso in faccia. Ma per lei era così. Era una sensazione stupenda.
Lasciò vagare lo sguardo sulle coppiette che ballavano vicino a loro. Quante avrebbe voluto che lei e Damon formassero una coppia. La sua fervida immaginazione prese il soppravvento, dimenticandosi di schermare l’ultima immagine che la sua mente proiettò, mentre continuava a sognare a occhi aperti.
Damon sorrise compiaciuto, nel vedere l’immagine nella mente della sua Streghetta. Si era immaginata di trovarsi in una piccola radura, di notte, a guardare la luna con lui.
“Andiamo.” Damon smise di ballare, prendendo per mano un imbambolata Bonnie, trascinandola al tavolo.
“Dove?” chiese, anche se aveva già afferrato la giacca.
“Facciamo un giro.” Rispose evasivo Damon “Ti va?” aggiunse subito dopo, ricordandosi di essere più gentile.
“Sì.. ma gli altri..” disse Bonnie, indecisa. Non voleva lasciare da sola Meredith..
“Vai pure Bonnie. io sono in buona compagnia..” disse Meredith, intuendo i pensieri della Rossa, lanciando poi uno sguardo malizioso al fidanzato.
“Divertitevi ragazzi. Agli altri lo diciamo noi.” Gli diede manforte Alaric, sorridente.
“Riportala a casa presto, Damon” disse Meredith sfoderando il suo sguardo più agghiacciante. Era un chiaro avvertimento, intuì il vampiro.
“Ovviamente.” Damon sostenne lo sguardo di Miss Inquietudine, poi uscì dal locale con Bonnie che mormorava un “A domani, ragazzi!”
“Tranquilla Miss Inquietudine, non farò cazzate. Non mi conviene.” Il vampiro inviò un messaggio telepatico alla ragazza mora, seduta in un tavolino del Grill, che aveva un sorriso soddisfatto dipinto sul volto.
Il vento soffiava nella foresta dell’Old Wood, il silenzio spezzato dai passi incerti di Bonnie. Lei e Damon stavano camminando da pochi minuti.
“Perché siamo qui?” chiese Bonnie, spinta dalla sua indole curiosa, fermandosi per guardarsi intorno.
“Per questo.” Mormorò Damon, prendendola per mano e trascinandola più avanti, fino al centro della foresta, dove la visuale era ottima.
“Lontano dalle luci della città, il cielo si riesce ad ammirare meglio.” Damon si fermò vicino ad un grosso albero, puntando lo sguardo in alto.
Bonnie seguì il suo sguardo, restando a bocca aperta. Letteralmente. La luna piena illuminava quella notte e al suo fianco si intravedevano tantissime stelle, somiglianti a puntini di luce nel cielo bluastro. Ma ciò che colpì di più Bonnie fu la luna. Non aveva mai visto niente di più bello.
“Ora posso affermare che la perfezione esiste davvero.” Sussurrò Bonnie, senza staccare gli occhi dal cielo, incantata.
Damon, invece, puntò gli occhi sul suo Uccellino e pensò la stessa cosa. Il suo dolce visino a cuore era illuminato dalla luna, i grandi occhi da cerbiatta sembravano scintillare, le labbra rosee erano appena dischiuse, i boccoli indomabili rimbalzavano come molle a ogni folata di vento.
Damon la voleva. Desiderava con tutto se stesso che quel piccolo Pettirosso fosse suo. Solamente e per sempre suo. Senza accorgersene strinse appena la mano della Streghetta, ancora intrecciata alla sua.
Bonnie, che non si era resa conto di quanto la sua mano fosse fortunata, sussultò per quel contatto, inaspettato, ma piacevole. Molto piacevole. Spostò lo sguardo sulle loro mani teneramente intrecciate, sentendo le guance arrossarsi.
Poi, facendosi coraggio, guardò il vampiro. Quegli occhi color delle tenebre la penetrarono, facendo aumentare i battiti del suo povero cuoricino che minacciava di scoppiargli nel petto.
“Adoro i tuo boccoli.” Mormorò Damon, sistemandone uno dietro all’orecchio di Bonnie.
Quest’ultima sorrise, pensando al discorso fatto quella sera stessa con Meredith, proprio riguardo a quanto, per lei, fosse insopportabile la sua chioma indomabile.
“Damon.. io..” non sapeva come spiegarglielo, ma era confusa. Tutte queste attenzione da parte del vampiro la confondevano. Voleva delle spiegazioni.
“Lo so. Sei confusa, posso capirlo.” Damon vagò con lo sguardo tra gli alberi, insicuro per la prima volta di quali parole usare.
“Ti chiedo solo di smettere di pensare. Lascia che le cose vadano avanti da sole, senza pensare a ogni singolo momento. Ti chiedo di lasciarti andare, puoi farlo Bonnie?” chiese, usando un tono stranamente pacato, ma carico di dolcezza. Quella dolcezza che riusciva a tirar fuori solo con lei.
Bonnie sussultò nel sentir pronunciare il suo nome. Di solito non la chiamava mai per nome, usava sempre dei nomignoli, piacevoli sì, ma desiderava che quelle labbra così agognate pronunciassero il suo nome. Ripensò alle sue parole e, pur non capendone a pieno il significato, si fidò di lui. Come sempre.
“Sì, posso farlo.” Rispose, stranamente sicura, ma con il cuore martellante nel petto.
Damon sorrise, sincero, avvicinandosi al viso di Bonnie, senza staccare i proprio occhi dai suoi. Lasciò la sua mano e la posò su un fianco, attirandola a sé. Con l’altra mano le carezzo piano una guancia, poi restò fermo, immobile.
Si guardarono per quella che a Bonnie sembrò un’eternità. Vide Damon abbozzare un piccolo sorriso, per poi annullare le distanze tra loro, posando le labbra fredde su quelle del suo tenere Uccellino.
Damon baciò il Suo Uccellino con una delicatezza e dolcezza mai usata con nessuno. Solo con lei. Ma in quel bacio non c’era solo dolcezza, nello stesso tempo era carico di passione, di emozioni fortissime che sovrastarono entrambi.
Bonnie sentì il sangue ribollirle su tutto il viso rendendolo incandescente, mentre Damon muoveva dolcemente le sue labbra morbide, quanto fredde sulle sue. La schiena venne percossa da un brivido, non di freddo, e il suo cuore, impazzito, iniziò a fare le capriole dalla felicità. Lì, in quel momento magico, Bonnie smise davvero di pensare. Nella sue testa c’era solo un viso, privo di ogni imperfezione, illuminato dalla luce della luna. Nella testolina di Bonnie c’era spazio per un solo nome.
Damon.
  

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Capitolo 6
*** capitolo 6 ***


“Ma, Bonnie?! Mi stai ascoltando?” Caroline iniziava proprio ad irritarsi.
“Mm? Sì sì..” bofonchiò Bonnie, alzando la testa. “Dicevi?” aggiunse subito dopo, sorridendo colpevole.
Caroline per tutta risposta sbuffò esasperata, decidendo così di lasciar perdere, e di concentrarsi sulla noiosissima lezione di storia. Dopo un tempo che le sembrò infinito, la campanella suonò.
“Mer! Aiutami ti prego!!” la bionda afferrò Meredith per un braccio, mentre percorreva il lungo corridoio con Bonnie affianco, quest’ultima ancora immersa nei suoi sogni..
“Ehi, Care!” esclamò la ragazza, guardandola interrogativa. “Che succede?!” chiese poi, allarmata.
“Ma l’hai vista??” chiese scettica Caroline, indicando una Bonnie che più che camminare, stava ondeggiando per i corridoi a ritmo di chissà quale musica, con un sorriso da ebete dipinto sul viso.
“Aaaah, intendi quello.” Ridacchiò Meredith, guardando verso la sua piccola amica. Lei sapeva tutto. La strega infatti aveva ben pensato di chiamarla sul cellulare, dopo essere tornata a casa dal giretto con Damon. Così, le aveva urlato (letteralmente) ogni dettaglio del bacio col vampiro, in preda all’euforia.
“Sì, quello! È da tutta la mattina che è così! Non mi ascolta neppure!” si lamentò Caroline, facendo una smorfia.
“Care, dovresti sapere un po’  di cosette riguardo Bonnie e un certo vampiro..” le comunicò con un sorrisetto sulle labbra, scatenando così la curiosità di Caroline.
“Parla!!” minacciò la bionda, con uno strano luccichio da assatanata negli occhi.
“Booom!!” un improvviso rumore metallico fece voltare le due ragazze. Bonnie si teneva una mano sulla fronte, il naso arricciato in una smorfia di dolore, mentre mormorava un “Auch..”
Era andata a sbattere contro l’armadietto. Meredith si schioccò una mano in fronte, alzando gli occhi al cielo, tradendo però un sorriso.
“Vieni, usciamo da qui e portiamo Bonnie in un bar, al sicuro da oggetti metallici, prima che si riempia di lividi.” Disse, velocizzando il passo e raggiungendo così l’uscita, senza dimenticarsi di trascinare con sé  una Bonnie imbambolata e dolorante.
 
“NON POSSO CREDERCI!!” urlò Caroline, scattando in piedi, dopo aver saputo tutto riguardo la serata di Bonnie trascorsa con.. con.. Damon!!
“Abituati all’idea, Care.” La prese in giro Meredith, addentando un pezzo di pizza.
“Con Damon?! Sul serio??” chiese scettica la bionda “Cioè, sapevo i tuoi sentimenti per lui, ma.. Insomma non pensavo che.. ” aggiunse gesticolando, frenetica. Le due amiche la fissavano, aspettando che continuasse a borbottare frasi incomprensibili.
Infine trasse un lungo, lunghissimo sospiro, accasciandosi sulla sedia e immaginando l’accoppiata tra vampiro-stregha. Ma sì, infondo poteva anche andare.
“D’accordo. Mi arrendo.” Caroline chiuse per un secondo gli occhi, serrò i pugni sul bracciolo della sedia e
“La nostra piccola Bonnie fa conquiste!!” trillò con voce squillante, agitando i pugni in aria e scoccando alle due amiche un sorrisetto.
“Direi che Caroline è tornata in sé!” Meredith alzò gli occhi al cielo, sapendo già dove voleva arrivare l’amica, che intanto si riavviò una ciocca di capelli biondo acceso dietro all’orecchio.
“Ehm..” cercò di cominciare Bonnie, ancora scioccata dagli improvvisi cambi d’umore della sua amica vampira. Caroline era davvero cambiata da quando non era più umana, ma i suoi soliti hobby, che comprendevano shopping e pettegolezzi, non era cambiati affatto.
“Allora? Com’è stato assaggiare quelle labbra che tanto sognavi?” chiese Caroline, portandosi una mano al cuore e sbattendo veloce le ciglia, con fare teatrale.
“Cheee!?!?” sbottò Bonnie, imbarazzata. Di certo anche la sua sfacciataggine non era cambiata. Affatto.
“E non ti sarai fatta scappare l’occasione di tastare quei meravigliosi pettorali, vero?!” continuò Caroline, con voce maliziosa. Poi si lasciò scappare una risatina.
Una risata alla quale si unì anche Meredith, guardando il viso di Bonnie diventare di un rosso intenso.
“Smettetela, sceme!” disse alle due che non la smettevano di ridere. Lanciò ad entrambe una patatina fritta, colpendole in pieno viso.
“La piccola Bonnie innamorata del vampiro cattivo.. che cosa romantica!” sospirò sognante Caroline, prendendola ulteriormente in giro.
“Piuttosto, come và la botta?” chiese Meredith a Bonnie, senza trattenere un sorriso, alludendo allo scontro ravvicinato con l’armadietto.
Per tutta risposta la Rossa si imbronciò, poi smise di bere la sua coca cola e le fece una linguaccia, con le guance ancora imporporate di un rosso acceso.
 
Damon si sentiva così leggero, come se qualcuno gli avesse tolto un grande masso dal petto. Si sentiva libero, e non riusciva a togliersi quel sorrisetto ebete dal viso. Seduto comodamente su un ramo dell’Old Wood osservava il cielo azzurro sopra di lui. Quel giorno il sole splendeva.
Con un balzo saltò giù dal ramo, correndo poi oltre i boschi. Si fermò davanti alla scuola della sua dolce Streghetta. Oh, il suo Uccellino. Sentire quelle labbra morbide sulle sue era stato meraviglioso! Non vedeva l’ora di vederla, di sentire il suo dolce profumo, di toccarla..
Damon scosse la testa per scacciare il pensiero. Aveva passato tutta la notte a fantasticare sul Suo Uccellino, e la conclusione era stata una notte insonne a causa di pensieri non molto casti. Doveva rispettare le regole, almeno stavolta. Doveva andare piano con lei, o Miss Inquietudine non gli avrebbe reso la vita tanto facile.
“Damon!” lo salutò Rick, attraversando il parcheggio della scuola per avvicinarsi al vampiro.
“Allora? Con Bonnie com’è andata? Ti prego dimmi che non hai fatto cazzate. Le hai fatte, vero?” domandò a raffica il professore, con un aria a metà tra il divertito e il preoccupato.
“Cos’è? Un interrogazione a sorpresa?” chiese Damon sarcastico, lanciandogli un occhiataccia truce prima di continuare.
“Visto e considerato che sono ancora vivo, ergo la tua ragazza non mi ha ucciso, significa che mi sono comportato bene, non credi?” domandò il vampiro, incrociando le braccia al petto.
“Giusta osservazione.” Concordò Rick, sorridente. “Allora? Che è successo?” gli chiese ancora, stavolta con un sorrisetto malizioso.
Damon chiuse gli occhi, sospirando, prima di rispondere con un “Ci siamo baciati. O meglio, l’ho baciata, ma lei ha risposto al bacio, ovviamente.” Disse, cercando di non dar a vedere il suo entusiasmo.
“Damon, guarda che con quella faccia da io-sono-un-vampiro-spietato-e-non-provo-emozioni non me la dai a bere. Si vede che sei felice!” sghignazzò Rick, prendendolo in giro.
“Mm. Pensa un po’ come ti pare..” borbottò Damon, cercando di nascondere l’imbarazzo per la sorpresa. A quanto pareva Rick lo conosceva abbastanza bene ormai.
“E bravo Damon! Sono così contento per te!!” gli urlò Stefan in un orecchio, dandogli leggere pacche sulla spalla. Damon sobbalzò per lo spavento, fissandolo a occhi sbarrati.
“Tu che cavolo ci fai qui?!” chiese il maggiore dei Salvatore, visibilmente irritato.
“Io ci vado a scuola, qui.” Sorrise Stefan, poi fece un cenno del capo “Ciao Alaric.” Disse tranquillo.
“Bhe? Che vuoi, fratellino?” domandò Damon, guardandolo male, e sperando che non avesse sentito la sua conversazione appena avuta con Rick.
“Ho sentito tutto.” Sorrise soddisfatto Stefan. Ecco appunto, pensò irritato Damon.
“Non si origlia, fratellino. Non te l’hanno insegnato?” sbuffò, scoccandogli un’occhiataccia.
“Ho imparato dal migliore a non farlo. Si scoprono molte cose interessanti..” cominciò Stefan, ma venne subito interrotto da un Damon al limite della sopportazione. Quel bamboccio lo stava prendendo in giro!
“Taci! O giuro che sterminerò tutti i conigli di questa zona e tu morirai di sete!!” sibilò minaccioso.
“Ok ok.” Disse Stefan, alzando le mani in segno di resa. “Comunque se stavi cercando Bonnie, e qualcosa mi dice di sì, l’ho vista al bar con Meredith e Caroline.”
“Andiamo Rick” disse Damon sbrigativo, avviandosi verso il bar.
“Ehi Damon, aspetta un secondo!” lo fermò Alarci, posandogli una mano sulla spalla. “Che intenzioni hai?” gli chiese assottigliando gli occhi.
“Nessuna. Voglio solo vederla.” Si difese Damon, scrollando le spalle.
“Oh accidenti, Damon. Possibile che bisogna spiegarti tutto?” sbuffò Rick, scuotendo la testa.
“Cosa?!” fece Damon, confuso.
“Non puoi andare da lei come se fossi uno Stalker! Devi invitarla da qualche parte, non devi dar per scontata la sua compagnia.”
“Oh, Damon. Non capisci proprio niente..” concordò Stefan, sospirando.
“Ma che?! Volete stare un po’ zitti!?” sbottò Damon esasperato.
“Le chiederai di vedervi più tardi, da soli.” comunicò Alaric, risoluto.
“Sì, lo farai.” Lo appoggiò Stefan. Entrambi avevano un sorrisetto che, ha detta di Damon, aveva un che di diabolico.
“Vuoi due avete dei seri problemi. Davvero.” borbottò Damon, inarcando un sopracciglio. I due si scambiarono un’occhiata divertita.
“Forza! Andiamo dalla piccola Bonnie.” disse Rick con entusiasmo, spingendo Damon verso il bar.
“Vieni Stefan?” chiese poi, girando la testa indietro per guardare il vampiro.
“Non ci pensare nemmeno o..” cominciò Damon, senza riuscire a finire.
“Certo! Non posso perdermi la scena di Damon-il-corteggiatore, per la prima volta da sempre!”
Damon roteò gli occhi al cielo, aumentando il passo.
 
“Ciao a tutte!” le salutò educato Stefan, sorridente, mentre si avvicinavano al tavolino su cui erano comodamente sedute Caroline, Meredith e Bonnie.
“Ehi.” Squittì Caroline in direzione dei tre ragazzi, interrompendo il suo discorso su un paio di scarpe col tacco che voleva a tutti i costi.
“Ciao tesoro.” Mormorò dolce Alaric, rivolto verso la mora che, appena lo vide, si alzò dalla sedia, e sorridente, si buttò tra le sue braccia.
“Attenta. Siamo ancora vicino a scuola, non vorrei che qualcuno ci vedesse.” la riprese Alaric, mortificato.
“Oh, giusto.” Sospirò Meredith, scostandosi da lui. Anche Caroline e Bonnie si alzarono, andando vicino all’amica.
“Ciao Streghetta.” Disse Damon, facendo quel sorrisetto malizioso, puntando gli occhi su Bonnie.
Lei arrossì fino alla punta delle orecchie, maledicendosi. Sotto quel suo sguardo si sentiva nuda, accidenti! Come poteva avere quell’effetto su di lei? Si limitò a sorridergli, cominciando a torcersi tra le dita i boccoli rossi.
“Questa sera ti andrebbe di farmi compagnia?” le sussurrò Damon, seducente.
Bonnie sussultò e il cuore cominciò a batterle più forte. “Ehm.. mi piacerebbe, ma..” tentò di dire.
“Certo. Le va eccome!”la interruppe Caroline, sbattendo le ciglia.
“Ma..” cercò di protestare la Rossa.
“Non preoccuparti Bonnie, il pigiama party  possiamo rimandarlo.” La rassicurò Meredith.
“Mh, sicure?” domandò torturandosi un boccolo rosso tra le dita.
“Sì sì, Mer ha ragione. Vai pure con Damon.” le disse decisa, Caroline.
“Problema risolto.” Sorrise soddisfatto Damon, con gli occhi neri che brillavano.
“Ehi, eccovi finalmente!” esclamò Elena, arrivando alle spalle di Stefan, per poi alzarsi in punta di piedi  lasciandogli un bacio a fior di labbra.
“Amore..” mormorò il vampiro colto di sorpresa. La abbracciò, attirandola a sé, sorridendo.
“È da un’ora che vi cerco nel parcheggio della scuola.” Disse Elena, imbronciata, rivolgendosi alle tre amiche.
“Scusaci. Bonnie non si sentiva tanto bene, così volevamo offrirle il pranzo per farla rinvenire.” Si scusò Meredith, lanciando un’occhiata complice a Caroline.
Quest’ultima diede di gomito a Elena “Sappiamo tutti l’effetto del cibo spazzatura su Bonnie” disse, dando manforte alla piccola bugia di Meredith.
“Eh, già..” confermò la Rossa, cercando di trattenere un sorriso e aggiungendo subito “Ora sto molto meglio però!”
“Capisco. Ci sarai al pigiama party a casa di Care, vero?” chiese Elena, speranzosa.
“Ehm..” incominciò Bonnie, nel panico più totale. Damon stava per prendere la parola, ma venne interrotto.
“Veramente Bonnie non..” cercò di dire Caroline, ma si interruppe quando sentì un piccolo dolore al piede sinistro. Meredith le aveva appena pestato il piede per farla stare zitta!! La guardò male, ma lei era già rivolta verso Elena.
“Ma certo, verrà.” Rispose Meredith, sicura. “Ora muoviamoci. Non dovevamo andare in giro per negozi, o sbaglio?” chiese poi, alzando un sopracciglio.
“Sì, hai ragione! Dobbiamo ancora scegliere i vestiti per il ballo!” esclamò Elena, sistemando i capelli di un biondo splendente, dietro all’orecchie.  
“Quale ballo?” chiese Damon, curioso. Vide il Suo Uccellino sussultare, per poi abbassare la testa, pensierosa. Bonnie non aveva ancora pensato al ballo e aveva una paura tremenda che, per lei, non sarebbe stato così piacevole andarci. Non senza un accompagnatore.
“Sìì il ballo della scuola per raccogliere dei fondi per un qualcosa di beneficienza, credo..” finì Caroline, incerta.
“Un qualcosa di beneficienza!?! Caroline! È per i bambini orfani!” la riprese Meredith, sbuffando. Possibile che quella ragazza avesse così poco tatto?!
“Oh, è vero..” mormorò la vampira, facendo un sorriso di scuse.
“Bè, è meglio andare a cercare dei vestiti, allora. Saremo fantastiche! Corro a prendere le chiavi della macchina!” squittì Elena, scappando verso il parcheggio della scuola.
“Mer, accidenti! Potevi evitare di darmi un calcio!” disse Care, appena Elena non fu a portata d’orecchio.
“Io non credo, visto la tua linguaccia lunga!” le rispose acida, Meredith.
“Elena non sa niente. Dunque troveremo una scusa per Bonnie, così potrà andare da Damon senza farsi scoprire. Capito?” continuò la mora, risoluta.
“Mi piacciono i tuoi piani diabolici.” Sghignazzò Care, appoggiandola. Era pronta a mentire alla sua amica Elena. Dopotutto era per una buona causa!
“Se mi scopre mi farà a pezzettini! Lo sapete, vero?” domandò Bonnie, tremante. Anche se l’idea di ingannare Elena non le dispiaceva poi tanto. Infondo non faceva niente di male, ma sapeva perfettamente che se la sarebbe presa se le avesse detto la verità.
“Tranquilla Streghetta. Nel caso, ti proteggerò io.” Le sorrise Damon, facendole l’occhiolino.
“Bene. Ora andatevene. Le faccende da ragazze chiamano!” esclamò Caroline, già elettrizzata all’idea di comprare un nuovo, scintillante abito.
“Bè, allora togliamo il disturbo.” Convenne Alaric, grattandosi la testa. Poi mormorò un “Ti chiamo più tardi, tesoro.” Rivolto a Meredith, che gli annuì sorridente.
Damon si mosse piano, annullando con pochi passi la distanza tra lui e il suo Uccellino. Bonnie alzò la testa, immergendosi in quegli occhi così neri e belli. Il vampiro si sporse in avanti, abbassandosi un po’.
“Ti aspetto a casa mia. Alle 8.” Sussurrò all’orecchio di Bonnie, provocandole piccoli brividi. Sorrise soddisfatto, prima di posare le sue labbra su una guancia del Suo Uccellino, lentamente e con dolcezza.
Bonnie si sentì le gambe molli e il viso incandescente. Era diventata dello stesso colore dei suoi capelli, ne era sicura. Lentamente, Damon si scostò per guardarla un ultima volta in viso, trapassandola col suo sguardo, prima di voltargli le spalle e andare via insieme ad Alaric, che rideva sotto i baffi, e Stefan, che aveva stampato in faccia un sorriso pieno di tenerezza.
Nello sguardo di Bonnie, invece, si fece strada quell’espressione sognante che aveva da tutto il giorno.
“Bonnie farai meglio a riprenderti prima che torni Elena. Non vorrei inventare un’altra balla per giustificare il tuo stato di completa idiozia.” Mormorò sarcastica Meredith, osservando l’amica.
“Ah sì, sì..” disse la Rossa, con la testa in un altro mondo. Probabilmente non la aveva nemmeno sentita.
“Oh, andiamo!” la tirò per un braccio Caroline, incredula. “Non è ora di fantasticare sul tuo bel vampiro!”
“Arriva Elena. Forza Care, aiutami a trascinare Bonnie alla macchina e a cercare di farla sembrare il più normale possibile..” finì la frase indecisa. Era quasi impossibile! C’era solo da sperare che Elena fosse almeno un po’ distratta.
 
“Dovrà essere una serata speciale!” esclamò Stefan, ancora con quel sorriso sulle labbra.
“Io ho un idea!” cominciò Alaric, entusiasta.
“Qualcosa di romantico..” aggiunse Stefan, pensieroso.
“E molto dolce..” continuò Alaric, ormai erano presi da chissà quali strambe idee.
“Ehi!” li riprese Damon, interrompendoli. “Non mi credere in grado di organizzare un qualcosa di romantico, per la mia Streghetta!?” chiese, scettico.
Rick e Stefan si guardarono, poi si girarono verso Damon e all’unisono irruppero con un sonoro “NO!”
“Bene. Vi dimostrerò che, come sempre, avete torto!” disse Damon, indignato. Fece uno scatto verso la foresta correndo a velocità sovrannaturale. Stefan vide un corvo nero gracchiare sulle loro testa, per poi scomparire tra i fitti alberi dell’Old Wood.
“Damon è sempre il solito!”
“Eh, già. Speriamo solo che stasera se la cavi..” mormorò Alaric in risposta, ridendo sotto i baffi. Non vedeva l’ora di vedere cosa si sarebbe inventato, di romantico, per Bonnie!
 
“Elena non dovresti lasciar guidare Caroline!” la rimproverò Meredith, seduta nel sedile posteriore dell’auto, vicino a Bonnie.
“Guida come una pazza!” gridò quest’ultima, spostandosi i rossi capelli dal viso.
“Pazza e pure ubriaca!” aggiunse Meredith, contrariata. Lei e Bonnie erano sommerse fino alla testa da borse piene di nuovi acquisti, mentre speravano di tornare a casa senza causare un disastroso incidente stradale.
“Ehi! Vi ricordo che sono dotata di orecchie!! Ergo: vi sento benissimo!!” urlò Caroline, e intanto svoltò a destra, sorpassando un vecchietto che rispettava, senza alcun dubbio, i limiti di velocità.
“Dai ragazze.. Non guida poi così male.” Fece Elena, voltando la testa indietro per guardare le sue amiche. Le quali si limitarono a fulminarla con lo sguardo.
“Care, forse dovresti rallentare un po’.. Siamo quasi arrivate a casa di Bonnie.” aggiunse poi, convincendo la guidatrice. Dopo pochi minuti la macchina si fermò e Meredith si lanciò giù dall’auto, seguita da Bonnie che si buttò in ginocchio venerando il marciapiede.
“Terra! Terra!” finì Bonnie, per poi unirsi alla risata di Meredith e Elena.
“Davvero spiritose..” commentò Caroline, fintamente imbronciata.
“Bè, ci vediamo stasera ragazze!” disse Elena, salutandole dal finestrino mezzo aperto.
“Sì, a dopo.” Sorrise Meredith, mentre vide con la coda dell’occhio Bonnie che mormoravano un debole e poco convinto “Certo..” Non era mai stata una gran bugiarda!
La macchina sfrecciò via, lasciandole sole. Iniziarono a percorrere la stradina che portava alle loro case, entrambe molto vicine.
“Oh, Mer! Voglio vederlo! È tutto il giorno che non faccio altro che pensare a lui!” esclamò Bonnie, guardando l’amica con i grandi occhi marroni.
“Ma..” la incoraggiò Meredith, premurosa.
“Sono così agitata! Perdo il controllo quando è con me! Potrei avere un arresto cardiaco da un momento all’altro!!” continuò Bonnie, in panico.
“Ehi. Andrà tutto bene, vedrai. È bello vederti così innamorata.” Sorrise la mora, vedendo le guance dell’amica imporporarsi di un rosso acceso.
“Innamorata?” domandò, pensierosa. “Sì, è vero. Lo amo, Mer!” esordì, sbarrando gli occhi, spaventata dalle sue stesse parole. Lo amava? Sì, ovviamente. Ma questo voleva dire che Damon aveva un potere grande su di lei. Il potere di spezzarle il cuore. Lo aveva sempre avuto, fin dall’inizio.
“Non esserne spaventata, Bonnie. Devi fidarti di lui.” le disse Meredith, provando un moto d’affetto verso la piccola e innocente amica. Le voleva davvero bene e non avrebbe permesso a quel vampiro di farle del male. Poco, ma sicuro.
“Vedrai che stasera andrà benissimo!”  aggiunse poi, rassicurandola. “Ora, dobbiamo pensare alla scusa che useremo per farti saltare il pigiama party.” Disse, e Bonnie vide spuntare in Meredith un’espressione pensierosa. Stava sicuramente escogitando un piano.
 
“Matt??” chiese Elena con voce stridula.
“Sì, Matt.” Rispose Meredith, sicura, premendo di più il telefono sulla guancia. “Ha bisogno di un’amica. Lo sai quant’è solo in questo periodo. E così ha chiesto a Bonnie di uscire al Grill, per mangiare qualcosa, insieme.”
“Ma non sapeva niente del pigiama party che avevamo in programma?” replicò Elena, un po’ scocciata.
“No, non ne sapeva niente. Bonnie voleva dirgli di no, ma lo sai com’è fatta. Sempre troppo buona.” Meredith lanciò uno sguardo a quest’ultima, che se ne stava coricata a testa in giù sul suo letto e ascoltava la conversazione, sperando che Elena credesse alle parole della mora.
“Sì, è vero. D’accordo. Rimandiamo il pigiama party. Magari facciamo una sorpresa a Matt e andiamo anche noi con loro!” disse Elena, improvvisamente  allegra.
Sul viso di Meredith apparve un espressione che Bonnie raramente vedeva: panico.
La Rossa scattò, mettendosi seduta sul letto e guardando l’amica con preoccupazione. Oh, oh.
“No, non possiamo.” Cominciò Meredith, cercando di essere convincente. “Care ci teneva così tanto. Andiamo noi. Ci divertiremo lo stesso, vedrai!”
“Mm, sì è vero. Ok! Allora più tardi ti passo a prendere e andiamo da Caroline! A dopo!” si convinse Elena, riattaccando.
Meredith posò il telefono in un silenzio catatonico. Poi, sorrise a Bonnie facendole l’occhiolino.
“Sì!” trillò Bonnie, saltandole letteralmente addosso in un atto di euforia. “Sei la miglior bugiarda del secolo!” disse ridendo.
“Lo prendo come un complimento” disse Meredith, lasciandosi andare a una sana risata.
 
19:30. Dopo una lunga serie di prove allo specchio, passerelle con abiti di tutti i generi e battute per le strane acconciature provate, Bonnie era finalmente pronta.
Indossava dei jeans chiari che le fasciavano le gambe magre, una maglietta bianca con un piccolo scollo a V, un leggero golf celeste e le sue immancabili all star. Non voleva vestirsi elegante o cose simili, sarebbe già stata abbastanza in imbarazzo.
“Ok. Ci sono.” Disse, arrotolandosi un boccolo tra le dita. Trasse un lungo respiro per calmarsi.
“Bene. Adesso ti accompagno davanti alla pensione.” Disse sbrigativa Meredith aggiungendo subito un rassicurante “Sei molto carina, non preoccuparti.”
Bonnie le rivolse un sorriso pieno di gratitudine e si lasciò accompagnare a destinazione. Erano esattamente le 20, quando la macchina di Meredith si fermò di fronte al piccolo vialetto della pensione.
“Mer, è normale che mi tremino un po’ le gambe? È una cosa stupida, vero?” chiese Bonnie, allarmata.
“Non è una cosa stupida. Ora vai però. Elena arriverà tra poco a casa mia per andare da Caroline.” Disse Meredith guardando Bonnie agitare le mani tra i capelli, frenetica.
“E cerca di non torturarti troppo i i tuo bei boccoli.”
“Sì, ok. Hai ragione. Ok. Allora vado. Grazie Mer!” Bonnie si sporse per dare un veloce bacio sulla guancia a Meredith, poi sgattaiolò fuori dall’auto.
“Divertiti!” le disse la mora, sorridente.
 “Ti conviene comportarti bene, Damon..” sussurrò infine la mora sospirando, prima di spingere l’acceleratore.
 
Bonnie avanzò incerta, cercando di non inciampare. Arrivò davanti alla grande porta di legno e rimase ferma, indecisa sul da farsi. Doveva bussare? O suonare il campanello? Stava per avere un attacco di panico, quando qualcuno spalancò il portone.
“Buonasera, Streghetta.” sussurrò Damon, con un sorrisetto malizioso.
“Cia.. Ciao Damon.” balbettò lei, arrossendo, ma guardandolo in quegli occhi neri come la notte. Erano bellissimi. Lui era bellissimo.
“Che fai ancora lì fuori? Entra, dai.” disse gentile Damon, afferrandole una mano morbida e trascinandola dolcemente verso il salotto. Bonnie concentrò il suo sguardo sulle loro mani, per un attimo, sentendo un piccolo brivido lungo la schiena. Poi, alzò lo sguardo e il suo cuore perse un battito.
Era tutto così bello che Bonnie ne rimase incantata.
 
    

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Capitolo 7
*** capitolo 7 ***


Il salotto del pensionato era illuminato da eleganti candelabri, disposti ai lati della stanza. La legna bruciava nel camino e al centro della sala un tavolo piccolo e rettangolare era imbandito di cibo. Un profumino davvero invitante aleggiava nell’aria.“Spero che il cibo italiano ti piaccia.” Le sussurrò Damon da dietro le spalle. Bonnie impose alle gambe di muoversi, avvicinandosi al tavolo pieno di squisitezze.
“Hai cucinato tu?” chiese, voltandosi per guardarlo. Era vestito di nero, come sempre, ma aveva qualcosa di diverso. Una luce diversa in quegli occhi scuri come la notte.
“Certo, Uccellino.” Le sorrise compiaciuto Damon, raggiungendola. “Avanti, mangia. Così poi potrai farmi i complimenti per essere anche un ottimo chef.” Aggiunse, sedendosi con eleganza.
“E tu?” domandò Bonnie, cauta, mentre si sedeva.
“Non preoccuparti. Ho questo.” Disse lui, versandosi nel bicchiere di cristallo un bel po’ di Black Magic.
“Mm.” Rispose titubante Bonnie, distogliendo lo sguardo dal vampiro.
“Magari assaggio qualcosa.” La informò Damon, addentando un pezzo di pane. Aveva notano il disagio della Streghetta e voleva rimediare subito. Bonnie gli sorrise, assaggiando gli spaghetti cosparsi dal sugo al ragù. Erano deliziosi!
“Hai ragione. Sei davvero bravo, sono buonissimi!” si complimentò, sistemandosi distrattamente un ricciolo rosso dietro all’orecchio.
“E tu sei molto bella, Uccellino.” Le sorrise Damon, guardandola malizioso. Bonnie arrossì violentemente sotto il suo sguardo, deglutendo a fatica. All’improvviso le era passata la fame.
“Stefan è fuori?” chiese Bonnie agitata, spezzando il silenzio carico d’imbarazzo, almeno per lei.
Damon irrigidì i muscoli delle spalle “Sei sola con me e pensi al mio fratellino?” chiese scettico, penetrandola col suo sguardo. Bonnie sussultò.
“No! Io, io volevo solo..” cercò di dire, balbettando e mordendosi il labbro inferiore. Abbassò lo sguardo, mortificata. Aveva combinato uno dei suoi soliti casini! Non poteva stare zitta?!
“Non volevo che, nel caso si trovasse al piano di sopra, sentisse i nostri discorsi..”continuò, arrossendo sempre di più e iniziando a torturarsi le dita, frenetica.
“Tranquilla Uccellino, siamo soli.” le assicurò Damon, sorridente. Con una mano afferrò quelle intrecciate della strega, bloccandole. Bonnie alzò di scatto lo sguardo, incontrando due pozzi neri. Il suo cuore aumentò la velocità dei battiti, e senza accorgersene i loro visi si avvicinarono, piano.
Una mano impaziente bussò forte alla porta del pensionato, e una voce squillante urlò.
“Ehi, Damon!! So che ci sei! Fammi entrare su!”
“E.. E.. Elena!!” sussurrò sotto voce Bonnie, scattando in piedi in preda al panico. Iniziò ad immaginarsi le torture a cui la sua cara amica l’avrebbe sottoposta. Un brivido di paura la percorse, immaginando lo sguardo famelico della bionda su tutte le furie.
“Ma che ci fa qui!?” domandò Damon, maledicendola. Guardò verso la porta e poi verso Bonnie, che lo fissava con sguardo implorante.
“Che facciamo, Damon??” chiese la rossa, mentre la voce squillante non smetteva di urlare “Damon!! Dai, sbrigati!!”
“Arrivo! Un secondo!” urlò Damon, rivolto alla porta. Prese Bonnie per un braccio, cercando di non farle male, e la trascinò fino a una piccola porticina, vicino agli scalini del piano superiore. La aprì piano, e Bonnie vi guardò dentro, incerta. Era una specie di sgabuzzino per conservare gli alcolici! Ed era tutto buio!!
“Vuoi che vada lì dentro?” chiese la ragazza, indicando con un dito la porticina di legno.
“A meno che tu non voglia goderti insieme a me la sfuriata di Elena..” cominciò Damon, alzando un sopracciglio. Bonnie lo fissò con i suoi occhioni.
“Oh, andiamo! Non guardarmi con quegli occhi da cucciolo bastonato!” la supplicò Damon, avvinandosi alla ragazza.
“Mi libero di lei subito. Promesso.” Aggiunse, soffiando sulle sue labbra, le quali si schiusero appena.
“Damon! Mi vuoi aprire o no!?!” insistette ancora Elena, stavolta più irritata di prima. Bonnie sentendo quella voce, scattò dentro alla sgabuzzino buoi e Damon, sorridendo, chiese veloce la porta.
“Elena.” Disse il vampiro, spalancando il portone del pensionato, ritrovandosi davanti la ragazza del suo fratellino, ancora con la mano per aria, pronta a bussare di nuovo.
“Ce ne hai messo di tempo per aprire.” Lo rimproverò lei, sorpassandola per entrare. Arrivò in salotto in tutta velocità e si precipitò in cucina. “Avevo dimenticato la borsa!” urlò a Damon, che si limitò a sbuffare, raggiungendo il salotto.
La ragazza uscì dalla cucina a passo spedito, bloccandosi all’improvviso. Damon seguì il suo sguardo. elena stava fissando con occhio critico il tavolo al centro della sala.
“Damon.. Hai un’ospite?” chiese Elena, acida, guardando il vampiro con sguardo inquisitorio.
“Io..” cominciò Damon, cercando una scusa plausibile, poi si bloccò.
“Non sono affari tuoi, Elena.” Disse con voce tagliente, facendo sussultare la ragazza.
“Pensavo avessi un pigiama party.” Aggiunse Damon, piegando la testa di lato, aspettando.
“E io pensavo che le donne te le portassi solo a letto, non che cucinassi per loro.” Sbottò lei, dando un’ultima occhiata al tavolo pieno di cibo, prima di incamminarsi verso l’uscita.
“Forse non mi conosci così bene, dopotutto.” Disse Damon, scandendo bene ogni parola. Elena si voltò verso di lui, pronta ad uscire. Lo guardò arrabbiata e prima che potesse ribattere, Damon la precedette.
“Buonanotte Elena.” La liquidò con voce fredda. Lei si girò di scatto, sbattendosi la porta alle spalle. Damon scosse la testa, sentendo il rombo dell’auto sfrecciare via. Si precipitò dal suo Uccellino, spalancando la porta di legno.
“Streghetta?” la chiamò dolcemente, aspettando che uscisse.
“Lì dentro c’è tutto buio!!!” si lamentò Bonnie, catapultandosi fuori dallo sgabuzzino, scontrandosi contro il petto di Damon. Alzò lo sguardo e sentì le guance scaldarsi. Il suo viso era ad un centimetro da quello di Damon.
“E.. e poi c’è freddo..” continuò Bonnie, balbettando un po’ .
“Mmh.. Forse potrei aiutarti a scaldarti..” sussurrò Damon, seducente. Accarezzò col dorso della mano una guancia del suo Uccellino, e posò dolcemente le labbra sulle sue, muovendole piano.
Bonnie chiuse gli occhi, inspirando il profumo inebriante di Damon. Le sue labbra risposero al bacio con decisione e impazienza, che nemmeno lei sapeva di avere, fino a quel momento.
La mano di Damon spinse il corpo di Bonnie con una certa urgenza più vicino a sé, facendolo aderire completamente al suo petto. Un piccolo gemito uscì dalla bocca di lei, mentre Damon si staccò per lasciarla respirare.
“Hai ancora freddo?” chiese Damon, anche lui col fiatone, guardando in quegli occhi color cioccolato.
“Sì. Molto, molto freddo.” Mentì Bonnie, con il viso in fiamme. Se quello era il modo di Damon per scaldarla, allora avrebbe avuto freddo per tutta la serata. E forse anche dopo.
Damon la guardò interrogativo, colpito dall’audacia della Streghetta. Sorrise compiaciuto prima di rituffarsi sulle sue labbra. Bonnie legò le sue esili braccia intorno al collo del vampiro, alzandosi in punta di piedi per arrivare meglio al suo viso. Damon notò il tentativo del suo Uccellino e, intenerito, strinse le mani sui suoi fianchi, alzandola un po’ da terra.
Lì, con Bonnie tra le braccia, si sentiva davvero a casa. Colpito da tutte quelle emozioni, quasi non si accorse di essersi mosso con la sua super velocità, fino al divano del salotto e con Bonnie ancora stretta a lui, si lasciò cadere.
Damon si staccò a malincuore dalle labbra del suo Uccellino, per concederle un po’ d’ossigeno, ma non abbandonò il contatto con la sue pelle morbida e cominciò a lasciarle piccoli baci sul collo.
Bonnie aprì gli occhi, cercando di mantenere un po’ di lucidità. Si accorse così della situazione. La sua schiena era appoggiata al divano in pelle, Damon era spalmato sul suo corpo e cercava di non pesarle addosso. Miliardi di brividi la scossero.
“Bonnie” sussurrò Damon sul suo collo, con voce roca. “Dimmi di fermarmi.” Aggiunse poi, scendendo con la bocca fino allo scollo della maglietta.
La ragazza mugugnò una risposta incomprensibile, mordendosi le labbra per soffocare un gemito. Fermarsi? Lei non voleva che Damon si fermasse.
“Bonnie! Dillo, o non riuscirò a fermarmi.” Le ordinò lui, tornando a baciarle la bocca. Bonnie intrecciò le nani nei capelli neri di Damon, cogliendolo di sorpresa. Proruppe un ringhio animale, avventandosi maggiormente sulla sua bocca, mordendole piano il labbro inferiore.
“Mmm Damon.. Fe.. Fermati!” riuscì a dire Bonnie tra un bacio e l’altro.
Il peso di Damon scomparve, e le loro labbra si staccarono producendo un piccolo schiocco. Bonnie si sentì tirare da due braccia robuste e si ritrovò seduta sul divano, con Damon di fronte.
I due si guardarono negli occhi, per quelle che sembrarono ore, mentre Bonnie cercava di far tornare il respiro a un ritmo regolare. Il suo cuore, invece, non dava segni di miglioramento e continuava a rimbombarle frenetico nel petto. Le guance erano arrossate e, a contatto con lo sguardo di Damon, lo divennero ancora di più.
Bonnie distolse lo sguardo, imbarazzata. “Damon, io..” mormorò piano.
“Sssh.” La zittì lui, posandole l’indice sulle labbra “Non dire niente che possa rovinare questo momento.” Disse in un sussurro, quasi pregandola, incatenando di nuovo i loro sguardi.
Bonnie gli sorrise, ancora con il dito di lui sulle labbra. Damon spostò la mano, carezzando la guancia, ancora in fiamme, del Suo Uccellino.
Avvicinò piano il viso, e le lasciò un casto bacio a fior di labbra, con dolcezza. Bonnie, con gli occhi chiusi, spinse il capo in direzione del vampiro, per annullare maggiormente le distanze.
Un sorriso compiaciuto spuntò sulle labbra di Damon, ancora incatenate a quelle rosee di lei, per il tentativo della sua piccola Streghetta di approfondire il bacio.
“Mm. Vieni qui.” Disse Damon, interrompendo il bacio e prendendo Bonnie tra le braccia e lasciando che si appoggiasse a lui.
“Che ne dici se parliamo un po’ ? Mi sembra un’ottima soluzione per distrarsi..” propose Damon, cominciando a giocherellare con un boccolo rosso.
“Certo..” sospirò Bonnie, rilassandosi tra le braccia del vampiro, stringendosi contro il suo petto marmoreo, poggiandovi la testa e la piccola mano. Sotto le dita sentì i suoi pettorali e, come una scema, arrossì di botto.
“Allora..” cominciò allegro Damon “Il tuo colore preferito?” domandò poi, continuando ad accarezzare i morbidi boccoli rossi, con dolcezza.
Bonnie non si mosse, ma sbarrò gli occhi per la sorpresa. “Stiamo giocando al gioco: fare più domande inutili in minor tempo possibile??” chiese, sorridente.
“Cosa? No!” rispose subito Damon “Aspetta. Esiste davvero un gioco così stupido?!” domandò, scettico.
“No. Non voglio saperlo.” Comunicò subito dopo, precedendo la risposta di Bonnie, che iniziò a ridere.
“Non mi hai risposto, comunque.” Disse Damon, deciso. “Voglio sapere tutto di te, Uccellino.” aggiunse dolcemente, con voce vellutata.
“Anch’io voglio sapere tutto ciò che ti riguarda, Damon!” disse Bonnie di getto, sentendo le guance farsi più calde. Damon sorrise intenerito.
“Il verde.” Aggiunse lei, nascondendo di più il viso sul petto del vampiro. “Mi è sempre piaciuto.”
“Ma in generale adoro i colori. E anche il nero mi piace, mi affascina.” Continuò, ormai le sue guance erano incandescenti, ma non le importava.
“Il tuo fiore preferito?” chiese Damon, continuando con la sua lista di domande.
“Mm..” fece Bonnie, pensierosa. “Veramente non so se ho un fiore preferito..”mormorò lei e Damon ghignò divertito.
“Il mio è il girasole.”disse, sincero. “Mi ricordi tu.” Le confessò con voce bassa, avvicinando la bocca all’orecchio di lei.
“Io?” chiese Bonnie, mentre un brivido le percorse la schiena.
“Sì. Mi ricorda il tuo modo di essere così solare, spontanea e innocente. Mi ricorda il tuo dolce viso a forma di cuore, e tutta la purezza che i tuoi grandi occhi esprimono.”
Bonnie rimase interdetta, con il cuore che prese a battere come impazzito. Voleva dirgli che per lui era speciale, voleva dirgli come si sentiva ogni volta che incontrava i suoi occhi neri come la notte, voleva esprimergli tutte le emozioni che solo lui era capace di provocarle.
“Damon..” sussurrò Bonnie, un attimo prima di buttarsi sulle labbra del vampiro.
Damon, stupito, ricambiò con passione il bacio del suo Uccellino. Posò le mani sulle sue guance bollenti, scostandola delicatamente.
“Ottimo tentativo per distrarmi, ma non ho ancora finito con l’interrogatorio.” Le disse, ad un centimetro dalle labbra. Bonnie sorrise, tornando ad appoggiare la testa sul petto di Damon.
“Il tuo animale preferito?” domandò lui, riprendendo a giocare con quei capelli rosso fuoco.
“E non dirmi che non lo sai, o sarò costretto a dirti che sei la ragazza più strana al mondo.” La avvertì subito.
“Ehi! Non è colpa mia se mi piacciono tutti gli animali! ” disse contrariata Bonnie, fintamente imbronciata.
Damon per tutta risposta si lasciò andare in una fragorosa risata, alla quale si unì anche Bonnie.
“Dunque..” iniziò lei, sorridente. Cominciò a esporgli tutta la lista degli animale che aveva avuto o che avrebbe voluto addomesticare, facendolo ridere maggiormente.
Le chiacchiere continuarono per molto, e entrambi persero la condizione del tempo. Stavano così bene, l’uno perso nell’altra, fino a che Bonnie si addormentò, con ancora il sorriso sulle labbra, accoccolata sul petto di Damon.
Il vampiro la strinse più a sé, sollevandola senza fatica dal divano, cercando di fare attenzione per non svegliarla.
La porta del pensionato si aprì e Stefan entrò nel salotto trovando Damon con Bonnie in braccio, profondamente addormentata.
“Che hai fatto?” chiese subito, allarmato.
“Tranquillo fratellino. Non ho fatto niente. Stavamo parlando da ore ormai, e si è addormentata.” gli spiegò Damon, fissandolo con rimprovero. Non aveva fatto niente di male! Non stavolta!
“Oh. D’accordo..” mormorò Stefan, mortificato.
“La stai portando a casa?” chiese poi, guardando l’amica stringersi beata nelle braccia del fratello.
“Mm. Veramente pensavo che potrebbe dormire qui. Con me.” Disse Damon, posando lo sguardo su Bonnie. Stefan non aveva mai visto suo fratello guardare in quel modo una ragazza. Nemmeno Elena.
“E va bene.” Si decise. “Ma se provi anche solo a toccarla o..”
“Non ne approfitterò, se è questo che ti preoccupa.” Disse sicuro Damon. il suo tono non ammetteva repliche.
“Ok. Mi fido.”acconsentì Stefan, poi si girò diretto alla sua camera. “Comunque.. mi piace come hai allestito il salotto, Damon.” ghignò divertito, facendo l’occhiolino al fratello, prima di scomparire al piano di sopra.
“Sì, scappa fratellino. Domani ti farò vedere io..” sussurrò Damon, minaccioso.
Tornò a guardare il volto della Streghetta. senza accorgersene sorrise come un ebete, mentre contemplava la bellezza innocente di quella ragazza tanto minuta quanto speciale.
La portò al piano di sopra ed entrò nella sua camera. Si avvicinò all’enorme letto e con estrema delicatezza la staccò da lui, facendola coricare sulle coperte.
“Mm..” mugugnò lei, in segno di protesta, e Damon la guardò allarmato, pensando si fosse svegliata. Sospirò quando si accorse che Bonnie stava ancora sognando.
Stava per coricarsi vicino a lei, quando sentì una vibrazione. Trovò subito la fonte del rumore e, piano, estrasse il cellulare della Streghetta dalla tasca dei jeans. Guardò il display.
“Mer cuoricino?” sussurrò scettico, alzando un sopracciglio. Sarà Miss Inquietudine, pensò, mentre rispondeva.
“Qui è il cellulare di Bonnie, al momento non è raggiungibile, lasciate un mes..” cominciò Damon, imitando sottovoce la segreteria telefonica.
“Damon!?” urlò Meredith, presa alla sprovvista.
“Sì?” chiese il vampiro, sbuffando.
“Dov’è Bonnie? Perché rispondi al suo cellulare?” domandò Meredith, preoccupata.
“Senti Miss Inquietudine, Bonnie sta benissimo. Alla fine della serata si è addormentata e..”
“E per questo hai pensato che potesse dormire lì? Con te!?” lo interruppe Meredith, irritata.
“Sì, esatto. Non vorrai certo che la svegli, vero? Sta dormendo così beata..”
“Damon, risparmiami la commedia.” Commentò acida Meredith, sospirando.
“Puoi fidarti di me e basta? Non farò niente di male, credimi.” Sbottò Damon, alzando gli occhi al cielo.
Dopo pochi secondi di silenzio “Sì, va bene. Lasciala dormire lì.” Sbuffò la ragazza, dall’altra parte del cellulare. “Ma..”
“Oh, giusto. Ci mancava la minaccia di morte..” mormorò sarcastico Damon.
“Bè, mi sembra d’obbligo.” Disse Meredith, ma dal tono sembrava che sorridesse.
“Ti avverto Damon. Se approfitterai di Bonnie, non ritroveranno mai più il tuo cadavere.”
“Sai, in tutta la mia esistenza non penso di aver incontrato nessuno di più inquietante..” disse Damon.
“Ti ringrazio. Dormi con un occhio aperto, mio caro vampiro.”
“Buonanotte anche a te, Miss Inquietudine.” Detto questo, Damon chiuse la telefonata.
Con uno scatto fulmineo, si sdraiò sul letto, accanto al corpicino di Bonnie. Guardò il viso rilassato del suo Uccellino e si soffermò su quelle labbra morbide che lo facevano impazzire. Si voltò, appoggiando meglio la schiena al letto, fissando il soffitto.
Bonnie si mosse, nel sonno, spostandosi più vicina a Damon. Strofinò il viso sul petto, raggomitolandosi addosso al vampiro, che non riuscì a trattenere un sorriso.
Abbracciò il suo tenero Uccellino con possessività e si lasciò andare, chiudendo gli occhi con un sospiro. Finalmente si sentiva a casa. Bonnie era la sua casa. Gli aveva donato tanto amore, nonostante tutti gli errori che aveva commesso. Sorridendo come un ebete, Damon si addormentò, in pace.
 
Bonnie allungò le gambe, stiracchiandosi. Aveva dormito così bene e naturalmente aveva sognato Damon. sorrise ancora con gli occhi chiusi, poi, acquistando un po’ di lucidità, si accorse di non essere appoggiata al suo morbido cuscino, ma a qualcosa di freddo e duro.
Il petto di.. QUALCUNO!
Il panico la sommerse come un secchio d’acqua gelida, facendola rabbrividire. Tenendo gli occhi ben chiusi, iniziò a pensare alle idee per salvarsi da chi l’avesse rapita o, peggio, torturata nel sonno.
Opzione numero 1: afferrare il cellulare e chiamare la polizia.
Opzione numero 2: correre, senza mai voltarsi indietro.
Opzione numero 3: urlare a squarciagola, nel tentativo di attirare l’attenzione di qualche possibile vicino e far prendere un infarto al suo possibile aggressore.
Osservò le tre scelte a sua disposizione, scartando quelle meno convenienti. La prima era troppo rischiosa, in quanto la polizia ci avrebbe messo troppo ad arrivare. La seconda era più che altro pericoloso, perché sarebbe sicuramente inciampata da qualche parte o semplicemente non avrebbe trovato la porta d’uscita. Optò dunque per la terza, sperando che funzionasse.
Aprì piano la bocca, catturando tutto l’ossigeno possibile.
“AAAAAAAAAAAAAAAAAAAH !!!” cacciò un urlo, facendo massimo uso delle sue corde vocali, scostandosi  da quel qualcuno su cui era appoggiata.
Damon rotolò giù dal letto per lo spavento, producendo un tonfo sordo. Aprì gli occhi, frastornato.
“Ma che..?!” iniziò a dire, imprecando. Poi guardò la Streghetta in ginocchio sul letto, con gli occhi ancora chiusi e le mani strette a pugno vicino al petto.
“Bonnie!” la chiamò Damon allarmato, ancora per terra.
Sentendo quella voce vellutata, come per magia le urla cessarono e Bonnie aprì lentamente un occhio, sbirciando. La scena che le si presentò davanti la mandò totalmente in confusione.
“Damon?” mormorò stupita “Che ci fai qui?” domandò, lasciando cadere le braccia lungo i fianchi.
“Uccellino, ti senti bene?” Damon si alzò da terra e si inginocchiò di fronte a Bonnie, sul letto.
Bonnie si guardò attorno. Quel letto. Non era il suo. Le pareti. Non erano dello stesso colore che avevano i muri della sua camera. Già, la camera. Quella non era camera sua!!!!
“Non è stato un sogno.” Esclamò, tornando a guardare Damon negli occhi. Poi, diventò più rossa dei suoi stessi capelli e si morse le labbra, capendo che razza di figuraccia aveva fatto.
Dopo questa, pensò Bonnie, posso direttamente scavarmi una fossa e sotterrarmi.
“Penso di non capire..” annunciò Damon, confuso da quella strana situazione.
Bonnie abbassò la testa, e iniziò a torturarsi le mani, imbarazzata.
Damon mise insieme tutti i pezzi di quella assurda situazione e..
“Aspetta.” Cominciò Damon, piegando la testa di lato.
“ Non dirmi che hai pensato di aver solamente sognato il nostro appuntamento di ieri sera!”
 “E che quindi questa mattina non avevi idea di dove potessi essere??” finì lui, saltando alle conclusioni.
Aspettò la conferma della Streghetta, ma questa non arrivò.
“Bè.. detta così sembra molto divertente, ma..” cercò di giustificarsi Bonnie, ma senza finire la frase, perché venne interrotta da una forte risata, incontrollata direi, del vampiro.
Damon, infatti, si teneva entrambe le mani sulla pancia e si stava sganasciando dalle risate.
“Tu!” esordì Bonnie “Non ridere di me!! Hai capito!?” afferrò un cuscino e lo lanciò a Damon, colpendolo in piena faccia.
Il vampiro cercò di tornare in sé, smettendo di ridere, ma sempre sogghignando.
“Non rido di te, Uccellino.” replicò Damon, tornando in ginocchio, all’altezza del viso di lei.
“Come no!” commentò ironica Bonnie, mentre afferrava un altro cuscino con aria minacciosa.
“Ehi! Ferma!” rise Damon, bloccandola per i polsi, facendo così ricadere il cuscino.
Bonnie gli fece la linguaccia, mettendo poi il broncio come una bimba di 4 anni.
“Mmm..” mugugnò Damon, spingendo con uno scatto fulmineo la Streghetta sul letto, cadendole di proposito sopra. I loro corpi erano uno sull’altro, schiacciati, e le labbra si sfioravano.
“Sei adorabile con quel broncio.” Disse                Damon, soffiandole sulle labbra.
“Ora che hai capito il grosso malinteso.. Che ne dici di darmi il buongiorno?” domandò Damon, seducente.
 Mollò i polsi di Bonnie, passandole una mano dietro alla schiena avvicinandola maggiormente a lui, con l’altra si sorresse su un gomito.
Bonnie boccheggiò, priva di qualsiasi risposta con un senso compiuto. Damon ghignò divertito dalla reazione del suo dolce Uccellino. Poi, posò le sue labbra sulle sue.
Il piccolo brontolio della pancia di Bonnie rovinò quel magico momento. Damon si scostò divertito.
“È ora di fare colazione!” annunciò Damon, alzandosi dal letto e trascinando con sé una Bonnie imbambolata, ma sorridente.
Scesero le scale, entrambi con un sorrisetto ebete in volto, arrivando in cucina.
“Buongiorno cari. Venite a mangiare.” Li salutò educata la Signora Flowers.
“Buongiorno Damon.” si unì a loro Stefan, afferrando un biscotto dal tavolo. “Bonnie.” disse poi, a mo di saluto, guardando entrambi intensamente.
“Fratellino.” Lo salutò Damon, con sguardo minaccioso. “Buongiorno Stefan.” Disse, invece Bonnie, un po’ imbarazzata. I due si sedettero a tavola, mentre la Signora Flowers andava in salotto a prendere la caraffa per il tè.
La porta d’ingresso si spalancò e dei passi veloci si diressero in cucina.
“Buongiorno a tutti!” esclamò Elena, entrando spedita. “Stefan, tesoro ho..” stava dicendo, prima di bloccarsi, sbarrando gli occhi.
Stava lì, in piedi, a fissare prima Bonnie poi Damon. Poi ancora Damon e poi Bonnie. Restarono tutti immobili, mentre attendevano che Elena si riprendesse dallo shock.
La bionda incrociò le braccia al petto e alzò un sopracciglio. “Qualcuno mi deve una spiegazione. Ora.”
“Chi vuole una focaccina?” propose Damon, sorridendo. Tre paia di occhi lo fulminarono.
“ Come non detto..” mormorò, alzando le spalle.     

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Capitolo 8
*** capitolo 8 ***


"Si può sapere che ci fai qui, Bonnie?” Elena inchiodò l’amica con lo sguardo.Bonnie sussultò. “Ecco, vedi..” balbettò, incerta. Si girò a guardare Damon, in cerca d’aiuto.
“Io e la Streghetta… Bè, diciamo che dovrai abituarti a vederci insieme molto spesso..”
Elena inarcò le sopracciglia. “In che senso?” chiese, cauta.
“Escono insieme.” Tagliò corto Stefan, avvicinandosi alla sua ragazza.
“Esatto.” Disse Damon, poggiando il braccio dietro alla schiena di Bonnie, possessivo.
“Elena, io..” cercò di intervenire Bonnie, per spiegarle la situazione. Da lì, iniziò il caos.
“COSA!?!?” l’urlo stridulo di Elena la interruppe. “Voi, che cosa!?!”
“Amore, calmati..” Stefan le appoggiò una mano sulla spalla, premuroso.
“Sì, Elena. Datti una calmata o  te la darò io.” esordì Damon, minaccioso.
“Ehi! Non parlare così alla mia ragazza, chiaro?!” si infervorò Stefan, rivolto al fratello.
“Pff. Ma smettila, femminuccia!” sbuffò Damon, mentre Elena chiuse le mani a pugno “Damon!” urlò.
“Hai proprio una bella faccia tosta, sai!?!” continuò, irritandosi ulteriormente.
“Come scusa?!” replicò il maggiore dei Salvatore, sporgendosi in avanti.
“Elena!” la riprese Stefan, bonario. “Esatto!” disse lei, decisa.
“Dici di amarmi, e poi esci con la mia migliore amica!?!” lo riproverò lei, puntandogli un dito contro.
“Sbagliato biondina. DICEVO di amarti!” sbottò Damon, irrigidendo i muscoli.
“Damon, non urlarle contro! Ci sente benissimo!” lo informò Stefan, con una mano sulla tempia.
“Ah, razza di ipocrita!!!” gridò Elena, lanciando verso Damon una tazzina del servizio da tè.
Bonnie soffocò un urlo, ma il vampiro schivò la tazza con eleganza. “Mancato!” sorrise, beffardo.
“Amore, ora stai esagerando!!” la rimproverò Stefan, cercando di afferrarla per le spalle, ma lei sfuggì alla sua presa.
“Volevo solo fregare la ragazza al mio caro fratellino!” disse Damon, fronteggiando Elena. Solo il tavolo della cucina li divideva.
“Era a causa dell’odio verso di lui che ho creduto di amarti.” Damon sputò quella frase con astio.
“Damon..” mormorò Stefan, colpito da quella sincerità improvvisa. “Tu!! Brutto..” cominciò a dire Elena in preda all’ira.
“Se fossi in tè non finirei la frase!” la avvisò Damon, cercando di mantenere il controllo.
“Cari, non volete il tè?” domandò sorridente la Signora Flowers, entrando in cucina.
Elena e Damon si voltarono di scatto, smettendo di litigare. Guardarono la simpatica vecchina con un sorriso a 32 denti stampato in faccia e
“Noo!!!” gli urlarono all’unisono, per poi girarsi. Le urla ripresero, mentre la Signora Flowers si volatilizzava.
“Quindi ieri sera non sei uscita con Matt! Era una bugia!” Elena accusò Bonnie, assottigliando gli occhi.
“Che?! Dovevi uscire con lo scimpanzé biondo!?!” saltò su Damon, inarcando le sopracciglia.
Stefan si infilò una mano tra i capelli, esasperato. Non ci capiva più niente!
“Ma no, Damon..” cercò di tranquillizzarlo Bonnie, mentre un Elena ancora più irritata gridava “Allora?!”
“Stefan, prendi il controllo della situazione. Io vado ad uccidere Mutt.” Informò Damon, stringendo i pugni e dirigendosi verso l’uscita.
“Damon, fermo! Era solo una scusa. Matt non mi ha chiesto di uscire!” lo rassicurò Bonnie, fermandolo.
“Quindi mi hai mentito!” concluse Elena. “Oh, mai chiudi quella bocca..” borbottò Damon, scocciato.
“Come!?! Ora ti faccio vedere io..” continuò Elena, afferrando più focaccine possibili, tirandole poi in faccia a Damon.
“Tesoro! Fermati!” urlò Stefan, circondandole la vita con le braccia per trattenerla.
“Bambina viziata! Non ti hanno insegnato che non si gioca col cibo?!” urlò il vampiro, togliendosi dal viso un pezzo di focaccia che l’aveva colpito, pronto per contrattaccare.
“SMETTETELA!!!” gridò Bonnie, al limite della sopportazione. Nella stanza calò il silenzio e tutti gli occhi era puntati su una piccolo ragazza dai capelli rosso fuoco.
“Tu non puoi arrabbiarti! Non è giusto. So benissimo quanto per te fosse importante avere l’amore sia di Stefan che di Damon, ma non pensavo che potessi essere così egoista!!” disse Bonnie, guardando l’amica dritta negli occhi.
“Ma.. ma voi..” boccheggiò Elena, in difficoltà. “Non potete uscire insieme!” disse, disperata.
Un ringhio famelico proruppe nella stanza. Damon stava per controbattere, ma venne fermato dall’esile braccio di Bonnie, che lo fermò appena in tempo.
“Tu non hai il diritto di dirmi cosa posso o non posso fare!! Hai capito!?” cominciò Bonnie, avvicinandosi a Elena con aria minacciosa.
“Non ti permettere mai più. Mi hai fatto male, Elena. Molto male.” La Rossa trattenne le lacrime. Era infuriata sì, e piangere le avrebbe sciolto quel nodo alla gola, ma ora doveva finire il suo discorso.
“Pensavo che per una volta avresti pensato anche a me, non solo a te stessa! Non ti credevo così insensibile, Elena! Non dal momento in cui hai capito cosa provavo per Damon!” confessò tutto d’un fiato, abbassando la testa.
Fece una breve pausa, sospirando piano.
“Ma tu l’hai sempre saputo, vero?” gli chiese, con un falso sorriso, pieno d’amarezza. Trafisse l’amica con i suoi grandi occhi color cioccolato, poi si girò, voltandole le spalle.
“Damon, andiamo.” Disse, andando incontro al vampiro.
“Certo, Uccellino.” rispose lui, prendendola per mano. Sorrise compiaciuto per il coraggio dimostrato dalla sua dolce Bonnie, che non si era lasciata mettere i piedi in testa.
“Ciao Stefan.” Lo salutò lei, stringendo la mano di Damon. Poi, si avviò verso l’uscita, lasciando Elena paralizzata e alquanto scioccata.
Bonnie non aveva più voglia di fare colazione, gli era passata la fame. Salì sulla macchina di Damon, tremante per la rabbia. Si nascose il viso con le mani, cercando di non piangere.
Due braccia forti la circondarono. “Sfogati pure, Pettirosso.” Sussurrò Damon dolcemente.
“Io.. io non voglio piangere!” si lamentò Bonnie, schiacciando il viso sulla maglietta del vampiro, mentre calde lacrime le scivolarono sulle guance.
“Sono così arrabbiata! E delusa!” mormorò, serrando i pugni.
“Lo so. Elena ha sbagliato e tu sei stata magnifica. Sono orgoglioso di te, Streghetta. Ti sei fatta valere!”
“Mm, grazie. Ora però..” borbottò tristemente Bonnie.
“Vedrai che capirà e ti chiederà scusa.” La rassicurò Damon, staccandosi appena per guardala in faccia.
“Non sopporto vederti piangere.” Disse, asciugando le guance rosee con la mano, delicato.
“Scusa.” Si staccò Bonnie, strofinandosi gli occhi con la manica. “Ora non piango più!” sorrise, facendo ridere il vampiro.
  “Menomale che per la preparazione del ballo, la scuola lascia agli studenti un po’ di libertà. Possiamo scegliere se andarci o no. E io oggi non ho la minima intenzione di andarci.” Sospirò lei.
“Perfetto.” sorrise Damon, mettendo in moto. “Dove vuoi che ti porti?”
“Non so.. Via da qui.” mormorò Bonnie con occhi scintillanti.
“Agli ordini!” accettò Damon, accelerando al massimo.
 
“Elena, perché l’hai fatto?” chiese Stefan, guardando la sua ragazza immobile.
“Stefan.. io.. non lo so!” si ritrovò a dire, sorprendendo anche se stessa.
“Ti da fastidio che Damon esca con Bonnie?” continuò lui, storcendo la bocca. Non era sicuro di voler sentire la risposta.
“Io.. ecco..” balbettò Elena, agitata. “Elena, dimmi la verità! Tu provi qualcosa per mio fratello?” la interruppe Stefan, deciso.
Elena sussultò. Stefan non aveva mai alzato la voce con lei. Fino ad ora. “Bene. Il tuo silenzio parla.” Disse il vampiro, pronto ad andarsene.
“No! Stefan lo sai che ti amo!” Elena si riscosse, raggiungendolo e buttandosi tra le sue braccia.
“Io amo solo te! Damon è solo un mio capriccio.” Ammise, capendo anche lei il suo stesso errore.
“Perdonami Stefan. Ti ho ferito, ma credimi: voglio solo te!” lo supplicò, stringendolo di più.
“Io.. “ cominciò Stefan, indeciso. Non voleva lasciarla, non l’avrebbe mai fatto, ma doveva guadagnarsi la sua fiducia.
“Ti credo, ma dovrai dimostrarmelo, Elena.” Disse lui, risoluto.
“Cosa devo fare?” chiese, guardando in viso il suo amato vampiro.
“Per prima cosa più tardi chiederai scusa a Bonnie.” le ordinò Stefan. La ragazza annuì, mortificata. Ora iniziava a sentirsi in colpa.
Elena si alzò in punta di piedi e baciò Stefan. Lui, sorpreso, ricambiò il bacio con dolcezza, ma la scostò piano. Era ancora un po’ scosso e non voleva lasciarsi abbindolare dalle sue effusioni.
“Ora vado a caccia. Ci vediamo dopo.” Le disse severo, anche se con gli occhi mostrava un infinito amore verso quella ragazza coi capelli biondo grano e quegli occhi azzurri come il cielo.
 
“Guarda quello!”rise Bonnie, puntando il dito verso un bimbo che, leccando il gelato, si era sporcato tutta la faccia di panna e cioccolato. “Com’è buffo.”
“Sua madre lo dovrà buttare direttamente in lavatrice. Si è macchiato persino i pantaloni!” commentò Damon, schifato. I bambini erano così imbranati! Bonnie rise ancora, divertita.
Lei e Damon si erano fermati in un paesino lontano pochi kilometri da Fell’s Church. Aveva passeggiato un po’, trovando così un parco giochi, pieno di alberi e fontanelle. Si erano seduti su una panchina per rilassarsi, ma presto, il meraviglioso parco fu invaso da bambini urlanti, appena usciti dall’asilo.
“E quello!? Sembra Dumbo!” ghignò Damon, indicando un bimbo con grandi orecchie a sventola. Bonnie scoppiò a ridere, tirando però una gomitata al vampiro.
“Damon, povero! Ha un visino tanto dolce..” lo osservò meglio Bonnie, sorridente. Il moro la guardò con tenerezza. Lei riusciva sempre a vedere le uniche cose buone di una persona. Ed era riuscita a trovarle anche dentro di lui.
“Senti, Uccellino..” mormorò Damon, ricordandosi di una cosa.
“Durante la discussione con Elena..” cominciò incerto, guardando i grossi alberi illuminati dal sole.
“L’hai accusata di essere stata egoista, perché sapeva cosa tu provassi per..”
“Per te.” Terminò la frase Bonnie, torturandosi un riccio rosso tra le dita. Il suo sguardo ancora perso tra la folla di bimbi. Damon, invece, la guardava ansioso, aspettando che andasse avanti.
“Io.. provavo..” balbettò Bonnie, sentendo il cuore aumentare i battiti.
“Provavi.” Disse secco Damon, rabbuiandosi. “Hai usato il verbo al passato.”
“No! Cioè.. Io..” cercò di dire, poi prese un bel respiro e continuò “Io provo!” lo assicurò. Lui, sorpreso, la guardò scontrandosi così con quegli occhi color cioccolata. Bonnie arrossì di botto, accorgendosi cosa aveva appena confessato.
“E.. cosa provi esattamente?” chiese dolcemente Damon, avvicinandosi e guardandola intensamente. Sentì il cuore del suo piccolo Pettirosso battere all’impazzata, e con un gesto lento, posò la mano sulla sua guance in fiamme, carezzandola.
Bonnie al contatto con la pelle fredda di lui, sentì come una piccola scossa attraversarle il corpo. Erano vicini, molto vicini, e lei iniziava a sentirsi la faccia bollente. Aprì la bocca, ma un urlo la interruppe, ancor prima di spiccicare parola.
“Ehiii!! Che state facendo??” strillò una bambina, ad un centimetro dall’orecchio di Bonnie, che per poco non cadde dalla panchina per lo spavento.
Bonnie si girò, osservando la bimba con capelli castani, che le arrivavano fino alle esili spalle.
“Stavamo parlando, prima che TU ci interrompessi.” Rispose Damon, fissandola truce.
“E di cosa parlavate??” domandò la bambina, curiosa.
“Non sono affari tuoi. Sparisci.” Disse Damon, scontroso.
“Damon, non essere cattivo.” Lo riprese Bonnie, per poi rivolgersi alla bimba di fronte a loro.
“Cose da grandi, tesoro. Perché non vai a giocare con gli altri bambini?”
“Non ne ho voglia.” Rispose la bimba, dondolandosi sui talloni. “Mi trattano male..” abbassò la testa, guardandosi le scarpe sporche di fango.
“Puoi stare qui con noi, se ti va.” Le disse Bonnie sorridendole, affettuosa. Damon sbarrò gli occhi, allucinato. Ora doveva mettersi a fare pure il baby-sitter!?! 
“Siii” trillò la bambina, buttandosi in braccio a Bonnie, che, ricambiando l’abbraccio, la lasciò accomodare sulle sue gambe.
Damon sbuffò, contrariato. Il suo Pettirosso era fatto così. Si affezionava sempre a tutti, incondizionatamente dal fatto che gli altri ricambiassero o meno.
“Voi due siete fidanzati??” domandò la bambina, sbattendo le ciglia, con un sorrisetto stampato in faccia.
Bonnie arrossì fino alle punte delle orecchie, mormorando un “Cosa!?!?” scandalizzata.
“Senti un po’ piccola ficcanaso..”
“Mi chiamo Rachel.” lo interruppe la bimba, spostandosi la frangetta castana dagli occhi.
“Bene, Rachel.. Dov’è finita la cara vecchia regola non si parla agli sconosciuti?!” chiese Damon, acido, ma con una punta d’ironia nella voce.
“Ehm.. perché non ci racconti qualcosa di te?” intervenne Bonnie, cercando di cambiare argomento.
“Ma io voglio saperlo!!” fece Rachel, capricciosa.
“Sì! Siamo fidanzati.” Disse Damon, esasperato. “Ora smettila di rompere o..”
“Aaah che bello!!” urlò Rachel, battendo le manine. “Quindi vi siete baciati??”
“Ma.. ma.. che..” balbettò Bonnie, imbarazzata.
“Bè, Rachel.. La tua mamma non ti ha detto quello che fanno i fidanzatini?” ammiccò Damon, guardandola con un sopracciglio alzato.
“Sì! I fidanzatini si tengono per mano, si abbracciano e si danno i baci.” Rispose sicura Rachel.
“E poi..” cominciò a dire il vampiro, ma venne interrotto.
“Damon!!” esordì Bonnie, schioccandosi una mano in fronte.
“Poi cosa??” domandò la bimba, confusa.
“Ehm.. poi.. Bè, poi si dorme insieme. Uno accanto all’altro.” Finì Bonnie, rossa in viso, sperando che la bambina credesse alle sue parole.
“Nel letto matrimoniale? Come mamma e papà??”
“Esatto.” Confermò Bonnie, sospirando, mentre Damon sogghignava alzando lo sguardo al cielo azzurro.
“Ti posso dire un segreto?” chiese Rachel, e Bonnie annuì, cauta. La bimba si avvicinò al suo orecchio.
“Il tuo fidanzato è mooooolto bello.” Le confidò piano, ignara che Damon la potesse sentire comunque.
“Sì, è vero.” Sussurrò Bonnie, mentre il vampiro, sorpreso, la guardava con un sorriso compiaciuto.
“Rachel!! Dove sei??” la voce di una donna, risuonò nel parco.
“C’è la mia mamma!” disse la bambina, saltando giù dalle gambe di Bonnie. “Devo andare.”
“Ciao Rachel.” Mormorò tenere, Bonnie. “Ciao ciao!!” rispose lei, sorridente, mentre correva via.
“Finalmente..” sospirò Damon, stiracchiandosi sulla panchina. “Pensavo che volessi adottarla.”
“Damon, quella bimba si è presa una bella cotta per te!!” osservò Bonnie, ridendo.
“Quella è una peste, non una bambina! E.. che c’è, Uccellino? Sei gelosa?” chiese il moro, facendosi più vicino.
“Io?? Di una bambina? Certo che no!”replicò Bonnie, attenta a non guardarlo negli occhi. Poi, si alzò di scatto, lasciando che il lieve vento le scompigliasse i boccoli rossi.
“Damon?” disse, girandosi verso il vampiro, ancora più bello del solito, mentre il sole gli illuminava la pelle chiara di quel viso perfetto.
“Sì?”
“Mi compreresti un gelato? Sto morendo di fame.” Confessò Bonnie, mordendosi le labbra.
Damon si ritrovò a sorridere, ancora una volta, per la sua innocenza. “Certo, Uccellino.” le rispose, alzandosi elegantemente, per poi afferrare la morbida mano di Bonnie, incamminandosi verso la gelateria più vicina.
 
“Rick! Fermo!” gridò Meredith, mentre afferrava le mani del professore, che non la smettevano di farle il solletico.
“Ritira quello che hai detto!” le intimò Alaric, senza trattenere un sorriso.
“Ok! Ok! Hai ragione tu! Non sono l’unica che ascolta le tue lezioni di storia.” Si arrese Meredith, prendendo fiato una volta che il suo ragazzo la lasciò.
“Bene.” Disse soddisfatto Alaric, tornando a sedersi comodo sulla sedia del bar.
“Siamo in due ad ascoltarle. Io e la bidella curiosona, che ti fissa sempre fuori dall’aula!” scoppiò a ridere Meredith, prendendolo in giro.
“Cosa!?” fece Alaric, preparandosi a saltare di nuovo all’attacco. “No, no! Scherzavo, dai!” si difese la cacciatrice, appena in tempo per salvarsi.
“E comunque quella bidella dovrebbe andare in pensione. Avrà 102 anni, ormai! Magari ti chiederà il numero.. Sareste una bella coppia.” commentò poi, ironica.
“Bleah! Smettiamola di parlarne, ti prego..” la supplicò Alaric, schifato. Poi sbottarono in una fragorosa risata. Era così piacevole godersi quella bella giornata di sole, in pace e tranquillità.
“Piuttosto..” iniziò Alaric, tornando serio. “Sai qualcosa di Bonnie?” chiese, curioso.
“L’altra sera l’ho chiamata, ma ha risposto Damon. È stato strano, ma penso che si sia comportato bene. Gli conviene..” mormorò Meredith, per poi aggiungere con sollievo,
“Comunque stamattina Bonnie mi ha mandato un sms, dicendo che sarebbe stata con Damon, il pomeriggio. Sembrava che andasse tutto bene.” Spiegò, tranquilla.
“Lo spero. Che dici? Ci incamminiamo verso casa tua?” propose il professore, guardando la sua ragazza.
“Certo!” disse Meredith, scattando in piedi, avanzando verso il marciapiede, che portava alla via di casa.
“Ah, Rick? I miei non torneranno prima di sera.” Comunicò con noncuranza la ragazza, poi si girò puntando gli occhi su di lui.
“La casa è tutta per noi.” Disse, sbattendo le ciglia, maliziosa.
Alaric scattò in piedi, lasciò la mancia sul tavolo, e raggiunse Meredith sorridente, scoccandole un bacio.
 
Nel frattempo, Elena stava girovagando per negozi insieme alla sua miglior consulente in scelte di abbigliamento e bigiotteria varia.
“Quello è davvero sexy!” esclamò Caroline, indicando un vestitino esposto in vetrina.
“Sì, è perfetto per me.” Commentò compiaciuta Elena, facendo l’occhiolino all’amica.
“Senti Care, ti va se andiamo a casa di Meredith? È da un po’ che giriamo e comincio ad essere stanca..”
“Mm? Elena stanca di fare shopping!??” domandò scioccata Caroline. “Devo preoccuparmi?”
Elena abbassò la testa prima di rispondere. “Ehm.. Forse dovrei dirti che è successo questa mattina.”
“Che hai combinato, Elena?” chiese Care, assottigliando gli occhi.
“Ecco.. Bè, diciamo che forse ho un po’ esagerato e..” fece una pausa, incerta “Ok, togli pure il forse.”
“Elena!” la richiamò Caroline, impaziente di sapere.
“Ok, ok! Allora...” cominciò Elena, raccontando la storia a Caroline, mentre si incamminavano verso casa di Meredith.
 
“Damon, puoi portarmi a casa di Mer? Ho bisogno di parlarle.” Disse Bonnie, distogliendo lo sguardo dal finestrino. Erano in macchina da pochi minuti e stavano tornando a Fell’s Church.
“Non sapevo che Miss Inquietudine fosse una buona psicologa.” Ghignò Damon, sarcastico.
“Lo è eccome!” lo informò Bonnie, sorridendo. “La migliore!”
“Mi ha persino mandato un messaggio dicendo di aver chiamato i miei genitori per dirgli che restavo a dormire da lei.” Aggiunse Bonnie, tranquilla.
“Mm. Se lo dici tu.” Mormorò Damon, svoltando a destra. “Allora, dritti a casa Sulez!”
 
La macchina si fermò davanti alla casa di Meredith e Bonnie scese, stiracchiandosi un po’, mentre Damon la seguiva. Stavano per suonare il campanello, quando sentirono due voci famigliari.
I due si voltarono, dando le spalle alla porta di casa. Bonnie sbiancò.
“E.. E voi due che ci fate qui??!” balbettò la Rossa, sbattendo gli occhi per assicurarsi che non fosse un allucinazione. Certo che la sfortuna la perseguitava sempre! Sbuffò, sofferente.
“Tempismo perfetto..” disse Damon, ironico.
“Bonnie!” la salutò Care, avvicinandosi, seguita da Elena.
Ora si trovavano tutti lì, davanti alla porta di casa Sulez, immersi in un silenzio imbarazzante.
“Volevamo vedere Meredith, ma vedo che non siamo le uniche.” Disse Caroline spezzando il silenzio.
“Bè, visto che siamo tutte insieme, Elena vorrebbe approfittare per dire qualcosa..” sussurrò poi, lanciando uno sguardo allusivo a Elena, che continuava a fissare le proprie scarpe. Poi fece un bel respiro, alzando il capo.
“Ehm.. Io..” cercò di dire, ma venne interrotta dalla porta che si spalancò rivelando una Meredith entusiasta e un Alaric con un sorrisetto da ebete stampato in faccia.
Tutti si voltarono a fissare i due piccioncini.
“Non sapevo che casa mia fosse diventata un albergo.” Commentò Meredith, guardando tutti i presenti.
“Che sta succedendo?” domandò Alaric, lanciando uno sguardo interrogativo a Damon, che scrollò le spalle.
“Bonnie, Care, Elena.” Le richiamò Meredith, incrociando le braccia al petto. “Dai, entrate.”
Le ragazze annuirono e si avvicinarono all’entrata. Damon stava per seguire il Suo Uccellino, mentre fissava Elena con sguardo minaccioso, ma si fermò subito.
“Damon questa è una riunione per sole ragazze. Per cui se non ti dispiace..” lo ammonì Meredith, autoritaria.
“Anche Rick fa parte del gruppo solo ragazze, Miss Inquietudine?” chiese Damon, con un ghigno.
“No. Infatti stava giusto per andarsene.” E detto questo Meredith diede una leggere spinta ad Alaric, facendolo così uscire. Damon sorrise, straffottente.
“Grazie tante, amico.” Disse Rick, ironico, mentre le ragazze si chiusero la porta alle spalle, lasciandoli soli.
“Oh bè, farti buttare fuori dalla casa della tua ragazza è un piacere, amico.” Gli riferì ironico Damon, dandogli una pacca sulla spalla.
“Forza, andiamo a berci qualcosa. Devo raccontarti il mio perfetto appuntamento.”
“E tu che credevi che non ne fossi capace! Pff.” Commentò il vampiro, indignato. Alaric lo seguì scuotendo la testa e alzando gli occhi al cielo.
 
“Dunque.” Disse Meredith, seria. “Chi parla per prima?” chiese, facendo scorrere lo sguardo sulle presenti. Erano sedute sul morbido tappeto nella camera da letto, decise a risolvere quella assurda situazione.
“Io.” Si propose Elena, puntando i suo meravigliosi lapislazzuli su Bonnie.
“Ho sbagliato. Non dovevo reagire in quel modo, Bonnie.” disse, amareggiata.
“Sì, ha sbagliato.” Concordò Caroline, guadagnandosi un’occhiataccia dalla bionda.
“Sì, hai sbagliato davvero.” Esordì Bonnie, arricciandosi un boccolo tra le dita.
“Sì, lo so! Ho sbagliato!” disse Elena, esasperata.
“Lo so che lo sai, quindi devi..” cercò di dire Care, ma venne interrotta.
“Io, invece, non so un bel niente. Per cui, qualcuno potrebbe mettermi al corrente dell’accaduto?” fece presente Meredith, sventolando una mano per farsi notare.
“Ecco, il fatto è che ho aggredito Damon e Bonnie, perché ho scoperto che escono assieme.” spiegò Elena.
“Sì, esatto. Gli ha proprio aggrediti.” Concordò nuovamente Caroline, annuendo con la testa.
“Ma che problema hai tu!?” domandò retorica Elena, alzando le sopracciglia, ancora più esasperata.
“Ok, sto zitta.” Si difese Care, alzando le mani in segno di resa.
“Aggrediti? In che senso?” intervenne Meredith, cercando di capire.
“Bè.. ho tirato addosso a Damon delle tazzine..” confessò la bionda, imbarazzata.
“E delle focaccine.” Aggiunse Bonnie, ricordandosi la scena pietosa di quella disastrosa mattina.
“Elena!”la rimproverò Mer, indignata. “Sul serio. Focaccine!?” Domandò, scuotendo la testa. Sospirò, facendo una piccola pausa di riflessione.
“D’accordo. Questa situazione va risolta. Elena penso che dovresti chiedere scusa a Bonnie.”
“Sì, lo so!” si difese lei “Bonnie, scusami tanto, davvero! Mi puoi perdonare?” chiese, implorante.
“Elena, io.. Ti perdona, ma..”
“Ma?” domandò, ansiosa.
“Tu provi qualcosa per Damon? E dimmi la verità, per favore.” Disse, scura in volto. Aveva paura di ascoltare la risposta.
“Oh, Bonnie.. Io amo Stefan, lo sai! Damon è un capriccio per me! Me ne sono resa conto! E mi dispiace tanto di averti fatta soffrire. Sono stata un’egoista. Io.. sono felice che tu esca con lui.” ammise Elena.
“Va bene. Ti credo.” Annuì cauta Bonnie. “Ma non dovrai più lanciare tazzine e cose varie addosso a Damon! Intesi? E Stefan. Devi chiedergli scusa.”
“Sì sì sì! Certo, io.. Ho già parlato con Stefan. Gli dimostrerò che il mio cuore appartiene solo a lui.”
“Oh, Bonnie! Sono così contenta che tu mi abbia perdonata!!” aggiunse poi, gettandosi addosso alla Rossa, soffocandola in un abbraccio.
“Uh, Elena.. Mi stai stritolando!” rise Bonnie, serena. Ora che la questione era risolta poteva uscire con Damon senza nessun ostacolo.
“Quindi Matt non c’entrava nulla. Era solo una copertura.” Concluse Elena, scostandosi appena, così da lasciar prendere un po’ d’ossigeno all’amica.
Bonnie  si rabbuiò. “Già..” mormorò, sconfortata, abbassando la testa. Ecco, di nuovo un ostacolo.
“Matt, povero Matt.” Sospirò Meredith “Gli piaci Bonnie, se ne sono accorti tutti ormai.”
“Sì, Mer ha ragione. Dovremo pensare a un modo..” disse Caroline, pensierosa.
“Per non farlo soffrire.” Finì Meredith, sicura.
“Escogiteremo qualcosa. Un problema alla volta, però!” intervenne Elena, incoraggiante. Le ragazze si guardarono incerte, ma in fine decisero che, per questa volta, Elena aveva ragione. Sorrisero, serene.
“Perfetto! Ora, io e Care andiamo a rubare tutta la scorta di gelato in casa Sulez, mentre voi due ordinate le pizze e mettete il Dvd di Dirty Dancing! “ illustrò il piano, Elena.
“Sìì!” trillò Care, scattando in piedi. “Evviva!” esultò Bonnie, trionfante. Poi tutte guardarono Meredith, attendendo il suo consenso.
“D’accordo, ci sto.” Si arrese Mer, ridendo. “Al lavoro!” gridò, prima di afferrare il cellulare per ordinare le pizze.
 
“Wow, non posso credere che tu sia riuscito a fermarti.” Esclamò Rick, bevendo un bicchiere.
“Non sono mica un ragazzino che non riesce a tener a freno gli ormoni.”
“Anche se..” lo esortò Alaric, ghignando.
“Non è stato facile. Bonnie mi fa impazzire.”Ammise Damon, ripensando alle sensazione provate mentre era disteso sul divano col suo Uccellino.
Alaric rise di gusto. “Finalmente qualcuno in grado di far uscire di testa il grande Damon Salvatore!”
“E non se ne rende neppure conto!” mormorò Damon, sbuffando.
“Un brindisi.” Propose Rick, alzando il bicchiere in aria. “Alla dolce Bonnie.”
“Che mi rende migliore.” Aggiunse Damon, sorridendo all’amico.
Una bottiglia di vodka e un bicchiere di whisky si scontrarono, producendo un rumore sordo.
 
Era l’una di notte ormai, e Bonnie rientrò a casa, attenta a non svegliare nessuno. Chiuse la porta di camera sua e si gettò sul letto, stanca morta.
“È un po’ tardi Uccellino.”
“Damon!” soffocò un urlo Bonnie, mettendosi seduta e facendo vagare lo sguardo nell’oscurità della stanza. La sua scarsa vista da umana non le permetteva di vedere il volto del vampiro.
“Sì?” chiese lui, e dalla voce sembrava trattenere un ghigno.
“Avevi ragione. Elena si è scusata e abbiamo chiarito.” Disse Bonnie, con sollievo.
“Damon, lo sai che gli umani non vedono al buoi.” Mormorò imbronciata.
“Non è giusto che tu mi possa vedere, mentre io no.” Si imputò lei, incrociando le braccia al petto.
All’improvviso sentì uno spostamento d’aria e percepì qualcuno dietro di lei, mentre il materasso si abbassò sotto un nuovo peso.
“Bonnie.” sussurrò Damon, vicino al suo viso. “Devo chiederti una cosa.” Disse poi, cominciando a lasciare piccoli baci sul collo. La ragazza rabbrividì.
“Che.. Che cosa?” chiese Bonnie, mordendosi le labbra, cercando di mantenere un minimo di lucidità.
“Oggi quella bambina ci ha interrotti. Vorrei che rispondessi alla mia domanda.” Le disse Damon, soffiando sulla sua pelle nivea.
Il respiro di Bonnie si fermò e il suo cuore iniziò a batterle nel petto, impazzito, mentre ricordava di aver ammesso che provava tutt’ora qualcosa per il vampiro.
“Non c’è bisogno che ti risponda, Damon.”
“Invece sì.” Replicò Damon, impaziente.
“No, invece. Mi hai detto di lasciarmi andare e di non farmi domande. Di smettere di pensare. Fallo anche tu, Damon.” lo pregò Bonnie, con dolcezza.
“Non posso smettere di pensare con te vicino.” Ammise il vampiro, carezzandole i boccoli rossi che ricadevano morbidi sulle spalle.
“Allora lascia che lo faccia io.” Sussurrò Bonnie, sicura. Si girò di scatto e baciò Damon, sciogliendosi tra le sue forti braccia.
Damon si lasciò cadere sul letto, trascinando Bonnie sopra di lui. Le prese il viso tra le mani, cercando di spegnere l’incendio divampato sulle guance dell’Uccellino.
Con un gesto elegante, invertì le posizioni, schiacciando il corpo di Bonnie sulle coperte. Si staccò dalle sue labbra, lasciando che prendesse fiato.
“Scusami, devo andare. Buonanotte Uccellino.” disse Damon, dandole un ultimo bacio a fior di labbra, dolcemente. In un secondo Bonnie rimase sola e, dopo poco, si addormentò serena.
 
“Fratellino. Non pensavo che ti piacesse la caccia notturna.” Esordì Damon, spezzando il silenzio nell’Old Wood.
“Sei in cerca di pipistrelli?” domandò poi, sarcastico, avvicinandosi al fratello.
“Damon. Che ci fai qui?” chiese Stefan, sorpreso.
“Devo avere un motivo per passere del tempo con il mio fratellino preferito?” chiese, fintamente indignato.
“Damon, sono il tuo unico fratello.” Fece presente Stefan, scettico.
“Dettagli.” Si difese l’altro, con noncuranza.
“Damon..” cominciò incerto, Stefan. “Questa mattina hai detto una cosa che..”
“Sì, ho risposto male alla tua ragazza e bla bla bla..” lo interrupe Damon, alzando gli occhi al cielo.
“No. Non è per questo.”
“Hai detto che hai creduto di amare Elena per l’odio che provavi nei miei confronti.” Disse Stafan, cauto.
Damon attese che andasse avanti.
“Ora però ti sei accorto di non amarla davvero.” Continuò Stefan, avanzando verso il fratello.
“Vuol dire che l’odio che provi per me non esiste più.” Concluse abbassando il tono di voce, per poi azzardare un “È così?”
Damon gli voltò le spalle. “Sappi solo che Elena ama te, fratellino. Ha scelto te. Avrebbe sempre scelto te.” Disse, con strano sollievo. Poi voltò la testa, ghignando.
“Quindi smettila di crogiolarti nella tua autocommiserazione, Santo Stefano. E lascia stare i poveri coniglietti o li farai estinguere!”  finì, poi si trasformò in un corvo è volò via.
“Grazie, fratellone.” Mormorò Stefan, sorridendo, conscio che Damon l’avrebbe sentito.

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Capitolo 9
*** capitolo 9 ***


“Bonnie!! Alzati che è tardi!!” urlò la mamma dal piano di sotto, spazientita.Bonnie, al suono di quella voce, si svegliò e, con tutta la goffaggine di cui era capace, rotolò giù dal letto atterrando di faccia.
“Ecco. Ora sono sveglia.” Borbottò, sbuffando. Si alzò e, vestendosi in tutta fretta, scese le scale.
“Finalmente.”esordì la donna in cucina, indicandole con un gesto del capo un piatto con del bacon alla piastra e dei toast imburrati. “La colazione è pronta.”
“Colazione?” mormorò scettica Bonnie, sedendosi a tavola. “E i miei cereali dove sono finiti?!” pensò poi, disgustata.
“Forza, tesoro. Mangia o arriverai tardi a scuola.” Disse la donna, premurosa.
“Ehm.. Sai mamma, non ho molta fame..” disse Bonnie, pregando che il suo stomaco non la tradisse mettendosi a brontolare proprio in quel momento.
“Ma mi sono impegnata così tanto!!” si imputò, corrucciata.
“Apprezzo lo stesso lo sforzo, mamma.” Sorrise Bonnie, mentre si alzava dalla sedia, pronta a scappare.
“Se pensi che ti lascerò uscire da questa casa senza aver assaggiato il mio bacon, sei pazza.” La minacciò la madre, puntandole addosso un cucchiaio di legno.
“Mamma, parliamone..” cercò di dire Bonnie, indietreggiando. Poi, suonò il campanello. “Apro io!” corse fuori dalla cucina e andò ad aprire.
“Buongiorno, Streghetta.” disse Damon, con il solito ghigno divertito sul volto.
“Damon..” sussurrò Bonnie, prima che una figura alle sue spalle la interruppe.
“Cara, non mi avevi detto che aspettavi un ragazzo.” Squittì la madre raggiante, raggiungendo la figlia.
Bonnie si limitò a fissarla in cagnesco per il suo improvviso cambio d’umore.
“Mi chiedevo da chi Bonnie avesse ereditato la sua bellezza. Ora capisco.” Affermò Damon, prendendo con eleganza la mano della donna e facendole il bacia mano. “Piacere, Damon Salvatore.”
“Oh, ma che gentile.” Sorrise la donna “Io sono Karen.” Disse poi, con occhi sognanti. Bonnie inorridì a quella scena. Sua madre stava per caso filtrando con Damon!?!? Il suo Damon!?!
“Esatto. Karen, donna sposata con due figlie, Damon, ragazzo con manie da gentiluomo come il bacia mano. Presentazioni fatte!” Disse tagliente Bonnie, assottigliando gli occhi, minacciosa.
“Ehm, si. Sono sposata, io.” Sembrò ricordarsi d’un tratto Karen, distogliendo lo sguardo dal vampiro, che sorrideva compiaciuto.
“E tu devi fare colazione e correre a scuola, signorina.” Aggiunse poi, incrociando le braccia al petto, severa.
“Vorrei accompagnare a scuola sua figlia, se per lei va bene.” disse Damon, con voce vellutata.
“Oh, hai la macchina. Dunque sei più grande di..” cominciò Karen, sbattendo le ciglia.
“Sì, sì, ha la macchina e siamo in ritardo quindi..” tagliò corto Bonnie, afferrando la borsa sul tavolino del corridoio. “Ciao mamma!” disse poi, sgattaiolando fuori dalla porta, senza darle il tempo di ribattere.
“Andiamo Damon!” ordinò severa, entrando in macchina del moro.
“Quanta fretta, Uccellino.” mormorò lui, ghignando. Poi accese il motore e partì.
“Sei proprio incredibile!” esclamò Bonnie irritata, incrociando le braccia al petto.
Damon ghignò, domandando con finta innocenza “Che ho fatto mio dolce Pettirosso?”
“Sei uno scemo, ecco che hai fatto!” rispose Bonnie cose se fosse ovvio, digrignando i denti.
“Stavo solo facendo conoscenza con tua madre, che sembra una donna davvero..” cercò di difendersi Damon, trattenendo a stento il sorriso.
“Che sembra un bel niente!!” si infervori Bonnie “Di un po’ hai intenzione di sabotare 15 anni di matrimonio e convivenza!!?”
Damon per tutta risposta scoppiò a ridere, non riuscendo a trattenersi. “Ma.. Uccellino io..”
“Non dirmelo.” Cominciò ironica, Bonnie. “Negli anni 80, prima si portava a letto la madre, poi dopo la figlia e magari anche la sorella, no?!”
Damon ascoltava la sfuriata di Bonnie senza smettere di ridere, parcheggiando poi la macchina davanti a scuola.
“Ci mancava solo che la invitassi a cena e ..” continuò Bonnie, prima di essere interrotta bruscamente.
Damon le aveva preso il viso tra le mani, posando le labbra su quelle morbide di lei, un tentativo disperato per farla tacere. Poi, dolcemente, spostò la testa di lato, chiedendo l’accesso alla sua bocca, con la lingua. Bonnie acconsentì, mentre le guance si scaldavano.
“Mm.. ho trovato il modo per farti stare zitta.” Disse Damon, scostandosi leggermente.
Bonnie arrossì di botto, ma cercò di allontanarsi, invano. Damon non intendeva lasciarla.
“Damon, tu non..” cominciò irritata. “Shh.” La fermò lui, inchiodandola con lo sguardo.
“Uccellino, non intendevo farti ingelosire. Cercavo solo di essere gentile.” Disse Damon, immerso nei grandi occhi color cioccolata.
“Bugiardo. Tu lo facevi apposta!” esclamò Bonnie, ad un centimetro dal viso del vampiro, che sogghignò beffardo.
“No, aspetta. Cosa?! Io non sono affatto gelosa!!” aggiunse subito Bonnie, arrossendo violentemente.
“Mm.. Ora chi è il bugiardo?” ribatte Damon, stuzzicandola. Poi si rituffò sulle labbra dell’Uccellino, precedendola. Approfondì il bacio, attorcigliandosi un ricciolo rosso tra le dita. Adorava mettere le mani tra quei boccoli infuocati.
“Dam.. Damon, io.. Io dovrei andare a scuola..” ansimò Bonnie, una volta che il vampiro lasciò le sue labbra per passare al collo niveo, torturandolo con piccoli baci.
Damon si staccò, sorridendo compiaciuto. Adorava farla impazzire con quei piccoli gesti.
“Mm, d’accordo Uccellino. Ma ti vengo a prendere dopo scuola.” Disse il moro, senza ammettere discussioni, non che Bonnie avesse intenzione di contraddirlo. Anzi.
La ragazza annuì contenta, un po’ intontita dalla vicinanza col vampiro. In quella macchina iniziava a fare caldo! Si morse le labbra, imbarazzata, scese veloce.
“A più tardi, Damon.” mormorò prima di chiudere la portiera dell’auto.
“Non vedo l’ora, Uccellino.” sussurrò lui, osservandola mentre andava verso l’ingresso della scuola.
 
“Buongiorno ragazze.” Sorrise Meredith, raggiungendo Caroline e Elena agli armadietti.
“No, ti dico. Il viola non và più di moda.” Finì Care, risoluta, poi si voltò verso Meredith “Ciao, Mer”
Elena si arrese, sbuffando. “Ehi. Dov’è Bonnie?” domandò poi, guardandosi intorno.
“Oddio! Scusami tanto!! Non ti ho visto.. Io.. Non ti sei fatto male, vero!?” domandò allarmata, Bonnie, mentre si piegava sulle ginocchia per raccogliere la montagna di libri che aveva fatto cadere, scontrandosi con un ragazzo.
Le tre ragazze, al suono di quella voce così famigliare, si voltarono per guardare quella scena in fondo al corridoio mentre sorridenti, alzavano gli occhi al cielo. “Bonnie è sempre la solita imbranata..” mormorò Care, scuotendo la testa. “Sì, ma quel ragazzo è davvero carino..” squittì Elena, sporgendosi appena più avanti.
“No, tranquilla. Sto bene, anche se i miei libri non direbbero lo stesso.” Disse il ragazzo, raccogliendo l’ultimo libro rimasto a terra.
Bonnie, mordendosi le labbra, sussurrò un flebile “Mi dispiace..”
“Dai, non fa niente. Io sono Kevin.” disse il ragazzo, sorridente, porgendole la mano.
“Bonnie.” si presentò lei, stringendola piano. E solo lì guardò in viso il ragazzo.
Delle ciocche bionde gli invadevano buona parte della fronte, gli occhi azzurri erano così chiari che ci si poteva specchiare, i lineamenti delicati e denti bianchissimi che spuntavano dietro a quel sorriso amichevole.
“Ok, Bonnie. Ci vediamo in giro.” Disse Kevin, guardandola negli occhi, poi si voltò veloce, sparendo all’angolo tra le scale e l’aula di scienze.
Bonnie sorrise, prima di avanzare verso la fine del corridoio, dove scorse tre sagome famigliari fissarla spudoratamente. Le guardò, scettica, e le raggiunse.
“Ragazze che avete? Mi state fissando in modo alquanto inquietante.” Domandò cauta Bonnie, appena fu vicino alle sue amiche.
“Bonnie quel ragazzo è una bomba!! E ti guardava in un modo…” cominciò Elena, maliziosa.
“Eh già. Ti stava spogliando con gli occhi quello.” Confermò Care, annuendo col capo.
“Ma che state dicendo!? Non è vero!” esclamò Bonnie, imbarazzata. Meredith rise di gusto, mentre mormorava “Però è proprio carino..”
“Ok ok.. cambiando argomento.. Il ballo si avvicina!!!” esclamò Caroline, euforica.
Ad Elena spuntò un sorriso. “I vestiti li abbiamo. Ora mancano solo..”
“Gli accompagnatori.” Finì Care, saltellando sorridente “E indovinate un po’ con chi ci andrò??!”
“Tyler??” chiese Meredith “Klaus??” fece Bonnie, curiosa “Con entrambi?” domandò poi, Elena, guadagnandosi un’occhiataccia. “Bhe, due sono meglio di uno.” Si difese, scrollando le spalle.
“No, sceme. Ci andrò con Matt.” Annunciò Care, lasciando a bocca aperta le altre.
“Ma.. Care, lo sai che Matt a una cotta per Bonnie.” disse cauta, Meredith.
“Lo so lo so.” Fece Care, scuotendo una mano in aria. “Ed è proprio per questo che ci andrà con me.” Disse poi, ghignando diabolica.
“Così non lo chiederà a Bonnie e non soffrirà per un rifiuto. Era questo il piano, no? Non facciamo soffrire il povero e indifeso Matt.” Finì ironica, sospirando in modo teatrale.
“E come pensi di obbligarlo ad accompagnarti al ballo?” chiese Meredith, incrociando le braccia al petto.
“Obbligarlo? Oh, andiamo Mer. Io so essere molto persuasiva.” Sorrise Caroline, maliziosa.
“Care!” la riprese Bonnie, sconcertata. “No, ok. Forse è meglio così. Non avrei il coraggio di dirgli di no, nel caso me lo chiedesse.” Si corresse poi, mordendosi le labbra.
“D’accordo, allora è deciso. Questo è il piano.” Confermò Elena, entusiasta.
“Lo so. Sono un genio.” Disse Care, modestamente. Le altre alzarono gli occhi al cielo.
“E tu, Mer?.. Non puoi andarci con Alric.” Si rabbuiò Bonnie, dispiaciuta.
“Sì, lo so. Ci andrò con uno che frequenta il mio corso d’arte. A quanto pare si è preso una cotta per me.” rispose Meredith, scuotendo la testa con noncuranza.
“Oh. Ma Alaric lo sa?” domandò subito Bonnie, sorpresa.
“Sì, certo. Lui verrà al ballo, ma come supervisore insieme ad altri insegnanti.” Sospirò Mer, poi guardò Bonnie sorridendo sotto i baffi.
“Non vedo l’ora di vederti ballare insieme a Damon!” squittì poi, facendo sussultare Bonnie.
“Oh, si! Sarete bellissimi!” commentò Care, annuendo.
“Ehm.. ma i-io non-non so se andrò con lu-lui ..” balbettò Bonnie, puntando gli occhi sulle scarpe.
“Ma certo che ci andrai con lui!” si impuntò Mer “Non vuoi?” aggiunse poi, osservando l’amica.
“Certo che voglio! Ma, ecco.. non penso che me lo chiederà..” disse Bonnie, mordendosi il labbro inferiore.
“Oh, certo che te lo chiederà Bonnie!” la rassicurò Elena “Non preoccuparti”
“Sì, ha ragione. Damon ti accompagnerà al ballo. Fidati di me.” Fece l’occhiolino Meredith, sorridendo.
Driiiiin!! La campanella suonò, assordante, nel corridoio del terzo piano.
“Ragazze io vado. Ci vediamo alla fine delle lezioni!” corse via Mer, infilando i libri di storia nella borsa.
“Il prof di geografia ce l’ha con noi perché arriviamo sempre in ritardo. Muoviamoci!” sbuffò Elena, dirigendosi verso l’aula, insieme a Caroline e Bonnie.
 
Elena passò l’intera ora a fissare l’orologio appeso alla parete e il viso del suo amato Stefan. Il suo sguardo si spostava frenetico. Orologio. Stefan. Orologio. E di nuovo Stefan. Ne era certa, stava impazzendo, ma doveva chiederglielo. Sarebbe andata da lui appena finita quella noiosa lezione.
“Elena che hai?” le diede di gomito Bonnie, per attirare l’attenzione della sua compagna.
“Stefan.” Sussurrò quest’ultima, con tono triste. Bonnie si girò preoccupata verso il suo amico. Era intento a scrivere appunti su un foglio. Stava bene.
“Che c’è? Stefan non ha niente.” Mormorò Bonnie confusa.
“Dopo la nostra litigata mi evita di continuo. Non mi guarda nemmeno!” spiegò Elena, agitata.
“Dice che devo dimostrargli di amarlo davvero. Bonnie aiutami tu!” la supplicò poi.
“Oh. Bhe, che aspetti ad andare da lui?!” chiese l’altra, con fare ovvio. Anche se era rimasta notevolmente sorpresa dal comportamento di Stefan. Da lui non se lo aspettava, ma aveva agito bene! Sorrise tra sé. Per una volta Elena si sarebbe cimentata nel correre dietro ad un ragazzo, e non a essere rincorsa.
“Sì, hai ragio..” Elena venne interrotta bruscamente.
“Signorina Gilbert, vuole condividere qualcosa con la classe?” disse il prof, minaccioso.
Driiiin! La campanella suonò senza dare il tempo ad Elena di ribattere. Sospirò, chiudendo il libro. Guardò Bonnie che le lanciò un’occhiata eloquente. Così, prese la borsa e si affrettò a seguire Stefan che stava già uscendo dall’aula.
“Stefan!” lo chiamò, raggiungendolo all’inizio del corridoio.
Il ragazzo si voltò, ritrovandosi Elena di fronte. “Ciao Elena.” Disse con noncuranza, o almeno ci provò. Era Damon quello bravo a fingere, non lui.
“Ehm.. ecco.. “ cominciò Elena, accorgendosi di essere impreparata. Non aveva pensato ad un discorso sensato! E adesso? Oh, andiamo. Si disse mentalmente traendo un lungo respiro. Lei era Elena Gilbert. La ragazza più bella e popolare della scuola.
“Stefan, vorrei che mi accompagnassi al ballo.” disse sicura, puntando i suoi lapislazzuli in quelli verde foglia del moro.
“Ci divertiremo insieme.” Aggiunse poi, avvicinandosi, mentre scuoteva i lunghi capelli biondi.
“Mm.. Sai Elena..” cominciò Stefan, ma venne subito interrotto da un’esile figura che lo abbracciò per la vita attirandolo a sé.
“Stefan!” squittì la ragazza, avvinghiata al moro. “Abbiamo lezione di storia assieme. Ti siedi vicino a me?”
“Oh, certo Lisa.” Rispose gentile lui, senza scollarsela di dosso.
Elena la fulminò con lo sguardo. Quella insulsa ragazzina si stava strusciando addosso al suo ragazzo!!
“Tu!” mormorò Elena minacciosa “Leva le mani dal mio Stefan!”
“Mm? E tu che vuoi eh?! Stefan non è tuo.” disse Lisa, ignorandola e abbracciando di più il ragazzo in questione.
“Cosa!? Brutta..” iniziò Elena, preparandosi ad una rissa. Avrebbe strappato tutti quei capelli biondicci, con un taglio a caschetto, decisamente orrendi.
“No, Elena!!” la fermarono all’unisono Bonnie e Care, che avevano assistito alla scena nascoste dietro al muro. La afferrarono entrambe per un braccio, facendola indietreggiare.
“Ma che volevi fare, eh!? Stefan verrà al ballo con me! Lascialo in pace!” disse Lisa, scocciata.
Elena ammutolì, fissando il moro. “È la verità?”
“Deciderò con chi andare delle due.” Sospirò Stefan, scostandosi da Lisa.
“Ma..” cercò di dire Elena, scioccata.
“Sai, almeno Lisa ha avuto il coraggio di chiedermelo. Non di ordinarmelo.” Sussurrò Stefan, con calma. Poi, si girò camminando fino alla fine del lungo corridoio, confondendosi con gli altri studenti.
“Tanto sceglierà me.” La fronteggiò Lisa, sorridendo diabolica. Bonnie e Care si lanciarono un’occhiata, serrando maggiormente la stretta su Elena.
“Io ti faccio a pezzi razza di orrendo fungo biondo!!” urlò Elena, riferendosi alla pettinatura di Lisa, che, offesa, si passò una mano tra i capelli, lisciandoli.
“Sei solo invidiosa!” fece Lisa indignata. “Vedremo chi vincerà.” Disse, arricciando il naso cosparso di lentiggini. Poi si girò e, sculettando, raggiunse le scale che portavano all’aula di storia.
Elena digrignò forte i denti. “Bonnie, Care. Sapete chi sarà la mia prossima vittima.” Sorrise diabolica.
 
Meredith chiuse piano il libro di storia, mentre osservava il suo professore preferito salutare gli studenti che di fretta uscivano dall’aula. Sospirò. Quanto avrebbe voluto baciarlo. Ormai le lezioni di storia erano diventate un momento di gioco, in cui i due amanti segreti si lanciavano sguardi maliziosi e innocenti, stando attenti a non attirare troppo l’attenzione.
“Signorina Sulez, dovrebbe andare..” mormorò Alarci, non appena fu rimasta solo lei in classe.
“Oh, mi scusi, non mi sono accorta della campanella..” disse Meredith con noncuranza.
 “Ero troppo occupata a fissare il sedere del mio insegnante.” Sussurrò poi, alzandosi dal banco e avvicinandosi, sensuale. Solo la cattedra a dividerli.
“Meredith.” La ammonì Alaric, senza però trattenere un sorriso.
La ragazza si sporse in avanti, sbattendo le ciglia “Mm, non mi vorrà mettere in punizione, spero.” Disse con finta innocenza, corrucciando le labbra.
Alarci accettò la sfida. Voleva giocare? Allora avrebbero giocato. “Non mi da altra scelta, signorina.” Disse lui, appoggiando il registro sulla cattedra. “Interrogazione a sorpresa.”
“Oh, no!” esclamò Meredith, sedendosi sulla sedia accanto alla cattedra. Accavallò le gambe, spostandosi i capelli di lato. “La prego, sia gentile.” Sussurrò poi, spostando lo sguardo sulle labbra di Alaric.
“Mi parli del Risorgimento italiano.” Continuò imperterrito il professore, osservando la ragazza con malizia.
“Oh, si. Ne ha parlato..” cominciò Merdith, sicura. Poi, spostò una gamba sotto alla cattedra, fino a trovare quella di Alaric. Subito la sfiorò con la sua, poi iniziò a strusciarla lungo tutta la sua lunghezza, su e giù, lentamente.
“Ne ha parlato quel giorno in cui indossava una maglia bianca, attillata direi, che risaltava i pettorali. Oh, era davvero sexy.” Continuò lei, seducente.
“Ah. Mm..” gemette Alaric, non riuscendo a trattenersi. La gamba di Meredith non aveva smesso di muoversi ed aveva raggiunto il punto più sensibile di lui, sfiorandolo appena.
“Beccati in pieno.” Ghignò Damon, appoggiato allo stipite della porta. I due sussultarono per lo spavento.
Meredith ritirò veloce la gamba, scocciata. Quel vampiro aveva un tempismo perfetto.
“Damon! Che ci fai qui?” domandò Alaric, sorpreso. “Non sei uno studente, non potresti entrare!”
“E voi due non potreste fare sesso orale, ma.. Aimè il mondo è ingiusto!” sospirò teatralmente il vampiro, avvicinandosi alla cattedra.
“Oh, io me ne vado.” Sbuffò Mer, alzandosi dalla sedia e andando verso l’uscita.
“Ah, dimenticavo..” mormorò voltandosi verso il vampiro. “Devi invitare Bonnie al ballo.” Ordinò, risoluta.
“Cosa ti fa pensare che IO parteciperò a uno squallido ballo scolastico?” replicò lui, strafottente.
“Lo farai per Bonnie.” disse Meredith, con fare ovvio. “O sbaglio?” chiese poi,inchiodandolo con lo sguardo.
Damon sembrò esitare. “Ci penserò.” Borbottò.
“Ti conviene farlo in fretta.” Disse Meredith, sorridendo furba, sparendo poi fuori dall’aula, senza lasciare il tempo al vampiro di ribattere.
Damon si voltò verso il suo amico, confuso. “Che intendeva dire?”
Alarci scrollò le spalle “Non ne ho idea.. Allora, che ci fai qui?”
“Ieri notte ero nell’Old Wood e ho sentito delle scariche di potere..” cominciò Damon, avanzando verso la lavagna. Afferrò il gessetto.
“Nascondendo l’aura, ho seguita la scia di potere e ho trovato loro.. Li ho spiati da dietro un albero.” Sorrise furbo Damon, finendo il disegnino sulla lavagna, soddisfatto.
Alaric guardò confuso il disegno di Damon. Erano.. no, aspetta. Che diavolo erano?? “Damon, sono tre cagnolini? O dei conigli?” chiese, scettico.
“Cosa?!” si irritò Damon, osservando la lavagna. “Ok ok.. Disegno non è mai stata la mia materia preferita.” bofonchiò poi, voltandosi verso Alaric.
“Sono tre persone. Tre ibridi.” Precisò Damon.
“Ibridi?! E cosa ci facevano nell’Old Wood?” chiese il professore, irrigidendosi sulla sedia.
“Bella domanda, Rick.” Disse Damon, ironico. “È per questo che sono qui. Dobbiamo stare attenti, non sappiamo cosa vogliono. Potrebbero uccidere molte persone se non li teniamo d’occhio.”
“Sì, hai ragione. Stefan che ne pensa?” chiese Rick, preoccupato. Il vampiro distolse lo sguardo.
“Non glielo hai detto. Damon..” lo ammonì Rick, scocciato.
“Oh, glielo dirò! Non fare il drammatico, non mi andava di rovinare la giornata al mio fratellino, tutto qui.”
“Damon, rovinare la giornata a Stefan è il tuo passatempo preferito.” Esordì Alaric, ghignando.
“Rick, tu pensa a dirlo a Miss Inquietudine. Io penserò al resto.” Disse Damon, dando le spalle al professore. Un lieve spostamento d’aria risuonò nella stanza. Damon era sparito.   
 
“Dai Elena, calmati adesso.” La pregò Bonnie, mentre la sua amica continuava ad inveire contro Lisa.
“Sì, Bonnie ha ragione. Il ballo è domani sera, vedrai che Stefan ci penserà e sceglierà te.” Si intromise Care, cercando di rassicurarla.
“Uf! Non posso credere che Stefan mi faccia questo! Non può umiliarmi così!” piagnucolò Elena, contrariata. “Quella Lisa io giuro che..”
“Ehi Care, guarda!” sussurrò Bonnie, interrompendo l’imminente descrizione della morte sanguinolenta di Lisa che Elena stava per illustrare.
“C’è Matt! Và a parlarci.” La incitò Bonnie, indicando il ragazzo vicino agli armadietti.
“Oh. Sì. Missione seduzione-Matt in azione!!” mormorò Care ironica, prima di raggiungere Matt, con un sorrisetto furbo dipinto in viso.
“Ehi, Matt.” Lo salutò, appoggiando un mano sulla spalla muscolosa del ragazzo, che parve sorpreso.
“Oh, ciao Care. Devi dirmi qualcosa?” chiese Matt, cauto. Quel sorriso che Caroline sfoggiava gli sembrava strano. Di solito parlavano sì, ma sempre in gruppo.
 Lanciò un’occhiata dietro alla ragazza, scorgendo due figure familiari. Bonnie ed Elena che si lanciarono uno sguardo e si volatilizzarono in un secondo.
“Ehm, vedi Matt..” fece Caroline, con voce vellutata “Mi chiedevo se avessi già un’accompagnatrice per il ballo..” disse, facendosi più vicina. Poi, lasciò che la mano appoggiata alla sua spalla scivolò più giù, posandovi sul petto del ragazzo.
“Matt sussultò a quel contatto “I..Io no..non ho..” balbettò, impacciato.
“Perfetto” lo interrupe lei, sorridente. “Mi passi a prendere verso le 9.”
“Ehm, s-si va be-bene” arrossì Matt, mentre le dita di Caroline disegnavano dei piccoli ghirigori sul suo petto muscoloso.
“Mm.. Sono felice di andarci con te.” Ammise Care, sbattendo le ciglia ricoperte da uno strato di mascara.
Si sporse avanti e schioccò un bacio sulla guancia del biondo. Matt arrossì maggiormente e Caroline sorrise compiaciuta guardando la sua reazione, poi si girò dandogli la possibilità di ammirare il suo fondoschiena e andò via, in cerca delle ragazze.
 
Driiin! L’ultima campanella di quella giornata suonò e gli studenti uscirono dalla scuola.
 Stefan uscì di fretta. Lisa gli era stata appiccicata per tutto il resto della mattina e solo ora era riuscito a sfuggirle. Sospirò guardandosi le spalle. Nessuna traccia della biondina. E nemmeno di Elena.
“Fratellino. Cos’è hai visto un fantasma? Hai la carnagione di un morto.” Lo derise Damon, sarcastico, parandosi di fronte al fratello.
“Damon, ho avuto una giornata stressante, quindi se vuoi scusarmi..” fece Stefan, sorpassandolo.
“Mi piacerebbe lasciarti crogiolare nella tua autocommiserazione, MA..” disse Damon, bloccandogli di nuovo la strada.
“Abbiamo un problema.” Annunciò poi, con calma.
Stefan osservò cauto il fratello. Sembrava essere serio. “Che tipo di problema?” domandò, ma non era sicuro di voler sentire la risposta.
“Tre ibridi. Li ho visti l’altra notte nell’Old Wood.” Rispose Damon, arricciando il naso.
“Oh, no. Proprio ora che avevamo un po’ di pace.” Sbuffò Stefan, passandosi una mano tra i capelli castani.
“Fratellino, a Fell’s Church non esiste la parola pace.”
“Sì, è vero.” Sospirò Stefan “Dobbiamo stare attenti. Non possiamo permettere che facciano del male a qualcuno.”
“A me interessa solo che non si avvicinino a Bon..” di impulso Damon si bloccò, distogliendo lo sguardo. Davvero stava per dirlo davanti a Santo Stefano? Così da farsi beffeggiare da lui!? Oh no!
“Dobbiamo riferirlo all’allegra brigata, giusto? Andiamo a cercarli.” Disse poi, scocciato.
“Ehm, no forse è meglio se ce lo teniamo per noi. Non diciamolo alle ragazze..” mormorò Stefan, guadagnandosi un’occhiata interrogativa dal fratello maggiore.
“Ecco, vedi sono alle prese con il ballo e..” fece un respiro profondo “Non voglio rovinare loro questo momento, ok? Teniamocelo per noi.”
“Diventi sempre più sentimentale fratellino.” Sbuffò Damon, ma accettò la proposta.
“Dovremo tenerle d’occhio però. Non possiamo lasciare che vadano in giro da sole.” Disse poi, risoluto.
“Sì, hai ragione.” Acconsentì Stefan “A proposito del ballo…”
“Ah! Non provarci fratellino.” Lo ammonì Damon “Non ho intenzione di iniziare una conversazione in cui mi dici di portare al ballo Bonnie e io ribatto dicendo che i balli non fanno per me e bla bla bla.”
“Oh, Damon! sei sempre il solito testone!” esordì Stefan “Tanto ci andrai.” Mormorò poi, sorridente.
Damon si limitò a fulminarlo con lo sguardo.
 
 
“Ragazzeeee! Missione compiuta!” squittì Care, raggiungendo Elena Meredith e Bonnie nel cortile.
“Non avevamo dubbi.” Fece Mer, ironica. “Grande!” risero le altre due, battendogli il cinque.
“Ehi ragazze ho un’idea!” esclamò Care, raggiante. “Una giornata al Luna Park. Svago totale, divertimento assicurato! Che ne dite?” propose, facendo l’occhiolino alle tre.
Sul volto di Bonnie si dipinse un sorriso. “Sììììì, vi prego andiamoci!!” disse saltellando, contenta.
“Oh, per me va bene!!” acconsentì Elena “ Tu, Mer?” chiese, guardando la mora. Bonnie la fissava, implorante. Stava sfoggiando la faccia da cucciolo bastonato. Colpo basso..
“D’accordo sì, ci andiamo.” Si lasciò convincere Meredith “Sììì” esultarono le altre.
“Giostre, eh? Non vi sembra di essere un po’ cresciute per questo genere di cose?” domandò Damon, raggiungendo le ragazze, accompagnato da Stefan.
“Non si è mai troppo grandi per le montagne russe, Damon.” commentò acida Caroline. Elena non disse niente, troppo occupata a guardare Stefan con aria triste.
Damon sorrise a Bonnie, facendola arrossire. “Ciao Streghetta.”
“Ciao Damon” sorrise lei, felice di rivederlo.
“Be, si dal caso che avremmo voglia di passere anche noi una giornata di svago, vero Damon?” fece Stefan, osservando il fratello, sorridente.
“Già. È da un po’ di secoli che non partecipiamo a una fiera.” Commentò Damon, sforzandosi di essere davvero interessato. In realtà gli importava solo di tenere sotto controllo il suo piccolo Uccellino.
“Bene, allora. Ci andremo tutti insieme.” Disse Elena, puntando i suo lapislazzuli sulla figura di Stefan. Non si sarebbe arresa di certo, e quella giornata poteva risultare utile per passare del tempo con lui.
“Ci incontriamo là questo pomeriggio. Io vado a pranzo. Ciao!” salutò Maredith, andando verso casa.
“Streghetta, ti accompagno a casa.” Disse Damon, sorridendo malizioso.
“S-sì c-certo.” Balbettò Bonnie, seguendo il vampiro verso la macchina. “A dopo ragazze!”
Stefan stava per andarsene, ma venne fermato dalla voce di Elena. “Ti andrebbe di pranzare con me?”
“Ehm, scusa Elena ma preferisco di no. Ci vediamo più tardi.” La liquidò lui, sparendo tra la folla di studenti.
Elena digrignò i denti. Non avrebbe avuto vita facile. Le sarebbe stata addosso come una sanguisuga!
“Dai Elena, ti porto in un bar carinissimo a criticare tutte le vecchiette che hanno scarpe orrende e le fighette con l’abbinamento dei colori sbagliato” annunciò Caroline, prendendola per mano e trascinandola verso il bar più vicino.
“Grazie Care.” Rise Elena, grata alla sua amica.
 
Erano le tre di pomeriggio e si trovavano tutti davanti all’enorme parco, pieno di giostre e bancarelle, ma soprattutto pieno di persone.
“È fantastico!” esclamò Bonnie, felice. “Non vedo l’ora di fare un giro su quelle!” disse poi, puntando un dito verso le montagne russe.
“Streghetta, ma tu non soffrivi di vertigini?” mormorò Damon, ghignando divertito.
“Be.. Forse un pochino..” disse Bonnie, arrossendo “Ma voglio provare lo stesso!”
Damon rise di gusto. “D’accordo. Andiamo allora.” Fece lui, tendendole la mano.
Bonnie ci rimase di sasso per un attimo, poi guardò la mano di Damon e la afferrò, stringendola piano. A quel contatto sentì piccoli brividi percorrerle la schiena. Sorrise felice, lasciandosi trascinare da lui verso la giostra.
“Chi viene con me sulla ruota panoramica?” chiese Care, guardando però solo Meredith. La sua amica non capì subito il suo sguardo eloquente, così la prese per un braccio.
“Oh, bene Mer, andiamo!” disse, senza aspettare risposta, mentre la trascinava via.
“Ma.. ma..” cercò di ribattere Meredith, invano. Erano già sparite.
Elena sorrise diabolica. Ottimo lavoro Care, pensò trionfante. Lei e Stefan erano rimasti soli.
“Allora, io adoro la casa degli specchi. Andiamo?” chiese lei, osservandolo. Sembrava nervoso.
“Certo, ok.” Rispose secco Stefan, avviandosi. Elena lo seguì svelta, facendosi più vicina.
 
“Uccellino, stai tremando.” Le fece notare Damon, cercando di non ridere. Dopotutto ci era voluta salire lei lì sopra.
“Non è affatto vero!” fece Bonnie, imbronciata. Strinse più forte le mani sulle maniglie della piccola cabina su cui erano seduti. Ora aveva cambiato idea. Voleva scendere, aveva paura, ma non poteva fare questa figura pessima davanti a Damon. La giostra partì.
“AAAAAH!!” urlò subito Bonnie, terrorizzata, mentre Damon rideva come un matto, osservandola.
“Streghetta, mi stai spaccando un timpano!” le urlò nell’orecchio Damon, ghignando.
“Chiudi quella boccaaaa!!!!” rispose Bonnie, urlando a sua volta, in preda al panico.
Damon non si offese, sapeva che non era cosciente di quello che diceva.
“Oddio, ma quando finisce sta cosa!!?!” urlò ancora Bonnie “AAAH!!” in uno scatto di terrore, si gettò sul petto di Damon, nascondendo il viso sulla sua maglietta nera.
Damon, si corresse. Non era cosciente di quello che diceva e nemmeno di quello che faceva!! Sorrise compiaciuto, stringendo maggiormente a sé il suo impaurito Pettirosso.
 
“Sai Mer, devo confessarti una cosa.” Fece Caroline, ammirando il bellissimo panorama dall’alto della ruota panoramica.
“Sai Care, il mio braccio di sta mandando a quel paese.” Disse Meredith, che ancora si massaggiava l’arto in questione. Sorseggiò piano la coca cola, mentre fulminava l’amica con lo sguardo.
Caroline fece una smorfia. Forse non era stata molto delicata. “Dai Mer, ti ho chiesto scusa!”
“Sì sì” borbottò l’altra. “Che vuoi confessarmi?” chiese poi, curiosa.
“Penso che mi piaccia Matt.” Disse Caroline, sorridente.
Per poco Meredith non sputò la coca. Guardò l’amica a bocca aperta. “Sul serio.”
Caroline, alzò le spalle come a confessare la colpa.
“Matt??!” disse Mer, incredula. “Il nostro Matt?! Biondo, occhi azzurri, quarterback..”
“Sì Sì proprio lui.” rispose Care, interrompendola “È così dolce. E carino! E simpatico! E..”
“E ho capito!” tagliò corto Mer, poi sorrise all’amica. “Perché non ce lo hai detto prima?”
“Be, veramente lo scoperto da poco, ecco.” mormorò Care, imbarazzata.
“Ma perché non l’hai invitata oggi?” domandò confusa Mer.
“L’ho fatto! Ma aveva allenamento con la squadra..” si difese Care, sospirando.
“D’accordo. State bene insieme, comunque.” Fece Meredith
“Oh, sì! Trovi anche tu? Lui bellissimo e io magnifica! Oh, siamo perfetti!” fantasticò Care, sognante.
Meredith alzò gli occhi al cielo. “Forza scema! Scendiamo da qui!”
 
Certo, ad Elena piaceva la casa degli specchi, ma solo per un motivo. Ci entrava con un ragazzo, lei si perdeva e lui la veniva a salvare. Ecco lo scopo del gioco!
Si passò una mano tra i lucenti capelli, ansiosa. Si era persa. Ma non era sicura che stavolta sarebbe stata salvata. “Stefan? Stefan, dove sei?” lo chiamò, avanzando.
“Oh, maledizione!” inveì contro uno specchio che le sbarrava la strada.
“Stefan.. Ti prego, Stefan aiutami a trovare la strada.” Disse poi, esasperata. Non aveva mai detestato gli specchi. Le ricordavano sempre quanto fosse bella. Ma c’era sempre una prima volta.
“OOh, stupidi specchi!” grugnì, impaziente di trovare l’uscita.
“Ok ok, calmiamoci.” Si disse a se stessa, traendo un lungo respiro.
“Stefan, so che sei arrabbiato con me. Ma puoi fare lo scontroso quanto vuoi, non mi arrenderò.”
Uno spostamento d’aria dietro di lei la fece sussultare. “Forza, vieni con me.” Disse Stefan, prendendola per mano. In un minuto uscirono da quella casa ed Elena si ripromise di non metterci più piede per un po’ .
 
Bonnie si buttò letteralmente giù da quella giostra infernale. Stava ancora tremando e, ne era sicura, le sue corde vocali si erano danneggiate a forza di urlare tanto.
“Ti senti bene, Uccellino?” le chiese Damon, dolcemente, avvicinandosi a lei.
“Mm..” borbottò lei “S-Sì.”
“Sicura?” fece Damon, carezzandole i boccoli rossi. Bonnie alzò lo sguardo, scontrandosi con quegli occhi più neri della notte.
“Sto benissimo! Ho superato la mia paura! Grazie a te!” rise lei, raggiante.
Damon si intenerì nell’osservare la sua genuina spontaneità. “No, grazie a te Bonnie.” disse, abbassandosi per far combaciare le loro labbra.
Bonnie sentì le guance bollenti al contatto con quelle labbra perfette. Posò le mani sul petto marmoreo del vampiro, che posò le sue sui suoi fianchi, attirandola a sé.
Bonnie però, interruppe il bacio. Damon protestò con un debole ringhio, guardandola interrogativo.
“Devo chiederti una cosa.” Fece lei, nervosa. “Domani ci sarà il ballo..”
“Streghetta, lo sai che odio questo genere di cose.” La fermò il vampiro, cauto.
“Sì, lo so, ma io.. pensavo che..” balbettò lei, ma si bloccò scostandosi da Damon.
“Fa niente.” Disse secca. “Mi compri lo zucchero filato?”
Damon sembrò sorpreso dalla reazione improvvisa di Bonnie. “Sì, ok. Arrivo subito.” Disse un po’ scettico, poi si voltò andando verso la venditrice di zucchero filato.
Ne comprò svelto uno alla fragola, poi si girò.
Di Bonnie non c’era traccia. “Dannazione!” inveì contro la folla di gente. Gettò a terra lo zucchero filato.
 Nella tasca dei jeans vibrò il cellulare. Era un messaggio del suo Uccellino.
“Andrò al ballo. Con o senza di te.” Damon lesse veloce, facendo una smorfia. Trovare Bonnie sarebbe stato difficile in mezzo a quel caos, ma non impossibile.
 
“Grazie Stefan.” Lo ringraziò dolcemente Elena, una volta che si furono seduti su una panchina.
Stefan però guardava in mezzo al caos di ragazzini e bambini urlanti con le mamme pronte a correrle dietro.
“Sai io.. lo so che Lisa non ti piace davv..”
“Ehi guarda! Ci sono le altre!” esclamò Stefan, interrompendola. Alzò un braccio, chiamandole e facendole segno di raggiungerli.
“Ciao! Venite a fare un giro nella casa stregata?” propose Care, ingegnosa. Quella giostra era ottima come scusa per addossarsi al petto del proprio ragazzo.
“Oh, certo…” cominciò Elena, intuendo il piano di Caroline.
“Ma quello non è Damon?” domandò Stefan, interrompendola di nuovo. Elena sbuffò impazientita.
“Damon… dimmi che Bonnie sta finendo di fare un giro su i cavallini e che ci sta per raggiungere.” Disse Stefan, guardando di sottecchi il fratello una volta che fu vicino.
Meredith incrociò le braccia al petto “Sì Damon, diccelo. Dov’è Bonnie?” fece, minacciosa.
Tutti gli occhi era puntati su di lui.
“Bhe ecco.. non è esattamente così ma..” cominciò il vampiro, colpevole.
“DAMON!!” lo ammonirono all’unisono tutti.
“Non iniziate con la vostra paternale! Mi metterete in punizione più tardi.” Fece Damon, ironico.
“Ora devo trovare Bonnie.” finì, lasciandoli a bocca asciutta mentre correva via.
“Oh, e ti conviene trovarla!!!” gli urlò contro Meredith, arrabbiata.
“Bè, noi intanto possiamo continuare.. Quei due se la caveranno.” Disse Care, pronta ad andare verso la casa stregata.
“Mm, già.. ma è meglio che dopo vi riaccompagni a casa..” disse Stefan, nervoso. Non poteva rischiare che anche loro girassero da sole. Era pericoloso. Damon doveva trovare Bonnie al più presto.
Le altre parverono un po’ sorprese, ma poi acconsentirono. D’altronde la sera si avvicinava.
 
Damon controllò l’ora. Tra poco il sole sarebbe tramontato e di Bonnie neanche una traccia. Un po’ di gente stava tornando a casa, quindi il caos era diminuito, ma gli schiamazzi e i differenti odori confondevano i suoi sensi da vampiro.
All’improvviso intravide una chioma rossa, inconfondibile, sopra a una giostra per bambini. Era una specie di percorso a ostacoli, pieno di mocciosi urlanti. Ottima idea per nascondersi.
“Scendi subito da lì, Bonnie!” urlò arrabbiato, avvicinandosi all’entrata della giostra.
La ragazza sussultò per lo spavento, guardando in basso, verso quella voce. “Non ci penso neanche!”
“Non farmelo ripetere! Scendi!” le intimò Damon, irritato.
“Vieni a prendermi!” lo sfidò Bonnie, facendogli una smorfia.
Il vampiro cambiò espressione. Ora la guardava come si guarda una preda. “Pessima scelta, Streghetta.”
Bonnie rabbrividì di paura. Damon salì sulla giostra, dirigendosi verso di lei. Bonnie non ci pensò due volte. Iniziò a correre.
“Corri corri corri!!” si ripeteva lei, mentre schivava dei bambini che le intralciavano il percorso.
Qualcosa la afferrò per il polso. Damon. “Non ti consiglio di muoverti.” Fece lui, minaccioso.
Un bambino andò a sbattere contro la sua gamba “Moccioso, sta attento!” lo rimproverò, sempre più irritato.
Bonnie approfittò di quella distrazione. Scappò dalla presa ferrea di Damon e corse via.
Damon proruppe un ringhio di frustrazione e la inseguì.
Bonnie si voltò indietro. Pessima mossa. Inciampò e scivolò dentro un tunnel buoi. “Aaah!!”
Damon si fermò un secondo di fronte al tunnel. “Guarda te che mi tocca fare!” sbuffò prima di buttarsi.
Bonnie atterrò di faccia su un materasso, poi alzò la testa. Era tutto buoi. “Fantastico.” Borbottò, ricominciando ad avanzare. Stavolta a gattoni, tastando con le mani le pareti.
Sentì un rumore dietro a sé. Di scatto si alzò, terrorizzata, e cominciò a correre. Presto andò a sbattere contro qualcosa di duro. Tastò con le mani il tessuto. Una maglietta.
Deglutì a fatica, prima di sentire la voce vellutata di Damon “La corsa è finita.”
“Lasciami!” protestò Bonnie, mentre Damon la tirava per il polso. Finalmente erano usciti da quella giostra.
“Aah!! Aiuto!” urlò lei, fingendo di essere in pericolo. “Ma che cavolo urli?!” la sgridò Damon, perplesso.
“Ti spaccio per un maniaco!” lo avvertì Bonnie, con fare ovvio. “AAAh!!!”
“Credi davvero che degli insulsi umani possano fermarmi?” la beffeggiò Damon, continuando a trascinarla.
“Ehi, amico. Sembra che la ragazza non gradisca la tua compagnia.” Fece un ragazzo biondo, alto quanto il vampiro, parandovi di fronte insieme ad altri due ragazzi.
Stavano sbarrando la strada a Damon. Bonnie li guardò grata “Esatto!” mormorò lei, cercando di liberarsi.
“Io invece non gradisco la tua di compagnia.” Fece Damon, minaccioso. Mostrò i denti appuntiti in un’espressione da sadico.
I tre ragazzi indietreggiarono, impauriti. “Oh.. Ok.. scusaci, amico!” disse il biondino, prima di scappare via a gambe levate, insieme agli altri due.
“Oh, andiamo!” disse Bonnie, esasperata “Razza di codardi!!” urlò poi, imbronciata.
Damon rise beffardo, strattonandola fuori dal parco divertimenti. “Ci hai provato, Streghetta.”
“Dovremo camminare un po’. La macchina c’è l’ha il mio fratellino.” Le comunicò, trascinandola ancora verso il marciapiede che portava a casa di Bonnie.
“Scordatelo! Io resto qui.” Si imputò lei, liberandosi dalla presa di Damon. incrociò le braccia al petto, decisa a non spostarsi di un millimetro.
“Non costringermi ad usare la forza, Streghetta.” le intimò Damon, con un ghigno dipinto sul viso.
“Io non mi muovo da..” stava per dire Bonnie “AAhh!!” urlò poi, colta di sorpresa.
Damon l’aveva afferrata di scatto, portandosela su una spalla. Ora Bonnie si trovava a testa in giù, mentre il vampiro camminava beatamente, come se niente fosse, verso casa sua.
“Damon, mettimi subito giù!! Lasciami!!” si agitò Bonnie, dando dei pugni alla schiena del vampiro.
“Così non fai altro che farmi il solletico.” La avvertì Damon, ghignando.
“Non è giusto!!” sbuffò Bonnie, arrabbiata. Tirò qualche altro pugno, ma poi si arrese. Era inutile.
Lasciò che Damon la trasportasse, mentre girando la testa di lato osservava il cielo sfumato di rosso.
Era il tramonto. Sospirò tristemente. Il tramonto era il momento più romantico in tutti i film che si rispettassero e lei invece era caricata sulle spalle di Damon come un sacco di patate.
“Damon, fammi scendere. Ti prego.”
Damon sembrò pensarci su. “Se ti metto giù, cammini senza fare capricci?”
Bonnie sbuffò “Promesso.” Disse, obbediente.
Damon la fece scendere e continuarono a camminare in silenzio. Si fermarono solo sulla veranda di Bonnie.
Lei stava per aprire la porta con le chiavi, ma Damon gliele prese di mano.
“Restituiscimele, Damon!” le intimò Bonnie, frustrata.
“Solo un secondo, Uccellino.” disse lui, guardandola negli occhi. Si fece più vicino, con sguardo severo.
“Oggi sei stata sciocca. Non farlo mia più.”
Lei cercò di indietreggiare un po’, ma la porta non glielo permise. “A-altri-me-nti?” balbettò.
“Altrimenti la tua punizione non ti piacerà.” Disse Damon, inchiodandola con i suoi occhi neri.
Era infuriato, si accorse Bonnie. Ma anche lei lo era. “Dammi le chiavi.” Ordinò, secca.
“No fare la dura, Streghetta, non ti si addice.”
Bonnie con un scatto d’ira, pestò il piede al vampiro. Damon la fulminò con lo sguardo.
“Non rifarlo. Lo dico per il tuo bene.” Strinse la mascella, trattenendo la rabbia.
Bonnie deglutì, ma continuò a guardarlo negli occhi. Con estrema lentezza, Damon le afferrò il viso con una mano. Schiacciò il corpo fragile di Bonnie tra lui e la porta.
Sentì il cuore della Streghetta accelerare. “Mollami..” disse Bonnie, ma la sua volontà non era molta.
Damon sorrise compiaciuto per la poca convinzione nella voce. Mise un dito sotto il mento di lei, alzandole il viso, poi premette le labbra sulle sue.
“Mm..” mugugnò una protesta Bonnie, cercando di scostare Damon, invano. Il bacio venne approfondito in modo irruento dal vampiro e Bonnie cedette, rispondendo con foga al bacio.
Così il bacio divenne dolce e pieno di passione, mentre si accarezzavano a vicenda le labbra morbide. Damon si scostò con un sorrisetto furbo in viso.
“Ecco le chiavi, Uccellino.” disse con un ghigno, porgendo l’oggetto nella mani affusolate di lei.
Bonnie lo guardò irritata. L’aveva fatto apposta. Le aveva strappato un bacio, distraendola.
“Oh, brutto..” fece arrabbiata. Si scostò ed aprì veloce la porta. “Vai a quel paese, Damon!” disse poi, voltandosi a guardarlo sulla soglia di casa. Poi si girò, sbattendogli la porta in faccia.
 
   
 
   
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 10
*** capitolo 10 ***


Quella mattina passò in un lampo.
Bonnie ricevette un bel 4 in matematica. Niente di strano, ma comunque in quel momento non le importava.
 Era infuriata con uno stupido vampiro egoista, egocentrico e prepotente e… E la verità è che poteva anche fare un intera lista di tutti i suoi difetti, ma a lei piaceva comunque. O forse addirittura lo am..
“Oh, accidenti!!” sbuffò arrabbiata Bonnie, scuotendo la testa per scacciare quei pensieri. La sua compagna di banco, Megan, la fissò come si fissa solitamente una pazza.
“Ehm, sono un po’ agitata per..” Bonnie le fece un sorrisetto “Il ballo, ecco.” mentì poi, spudoratamente.
“Oh.. Capisco. Non hai un accompagnatore?” le domandò Megan, sorridendo angelica.
Bonnie la trucidò con lo sguardo. Sicuramente lei lo aveva. “No, ce l’ho l’accompagnatore.” Si inventò, sentendo le guance scaldarsi un po’. Chiaro sintomo di quando spara balle.
 Quanto avrebbe voluto sbatterle in faccia un quaderno, urlandole che ci sarebbe andata al ballo sì, con l’accompagnatore vampiro più sexy dell’universo! Ma purtroppo non sarebbe andata così.
“Oh.” Fece Megan, sorpresa, facendo irritare ancor di più Bonnie che ora la stava incenerendo con gli occhi. Razza di snob ficcanaso!! Può averlo solo lei un accompagnatore!? Pensò, infuriata.
“E come si chiama?” continuò Megan, sbattendo le ciglia lunghe due kilometri.
Driiin! La campanella suonò, segnando la fine dell’ultima ora.
Bonnie si alzò veloce dal banco “Oh, scusami, ma devo proprio scappare!” disse di fretta l’ennesima bugia.
In realtà l’unica cosa che doveva urgentemente fare era scappare da un’insopportabile snob che non voleva saperne di farsi gli affaracci suoi!!
Corse fuori dall’aula, con la borsa sulla spalla “Ci mancava solo lei! Tanto per rendere la mia giornata migliore!!” sbottò esasperata, poi si girò indietro guardando se, nella marea di studenti, intravedeva le sue amiche. Niente, nessuna loro traccia.
Stava per rigirarsi, ma andò a sbattere contro qualcosa e cadde rovinosamente a terra.
“Ahi, che botta!” sbuffò Bonnie, irritata “Uffa!! Potresti stare un po’ attento!?” disse poi, iniziando a raccogliere i libri caduti sul pavimento in corridoio.
“Questa volta è colpa mia. Perdonami, Bonnie. Ti sei fatta male?” domandò dolcemente Kevin, chinandosi a raccogliere i libri insieme a lei.
“Oh, Kevin.” Mormorò Bonnie, alzando solo ora la testa. “No, scusami tu, io..” iniziò, imbarazzata.
“È una giornata orrenda e sono davvero stressata.. Scusami.”
Kevin le porse l’ultimo libro “Già.. Sai, dovremmo smetterla di incontrarci in questo modo.” Sorrise, spostandosi una ciocca di capelli dalla fronte.
Bonnie rispose a quel sorriso tanto gentile. “Sì, forse sarebbe meglio.” Commentò, ridendo.
“Allora..” cominciò Kevin, avanzando per il largo corridoio “Oggi è il gran giorno.” Mormorò poi, senza alcun entusiasmo.
Bonnie lo guardò confusa.
“Il ballo. Sai, quel momento in cui tutte le ragazze sono isteriche, nervose, su di giri..” chiarì Kevin, ironico.
“Oh, tranquillo, non ti aggredirò lanciandoti la trousse dei trucchi addosso. Sei al sicuro.” Disse Bonnie, sarcastica. Sospirò pesantemente, continuando a camminare. Ormai avevano raggiunto l’uscita.
“Per fortuna..” disse Kevin, sollevato. Poi scrutò meglio Bonnie.
“Sembri triste. È successo qualcosa?” domandò cauto. Non voleva sembrarle invadente.
“Non ho un accompagnatore per il ballo.” Sputò Bonnie, rassegnata. Ora erano nel cortile della scuola.
“Oh..” fece Kevin, sorpreso. “Non fare finta di esserne sorpreso, ti prego!” sbottò Bonnie, irritata.
Kevin la guardò sinceramente dispiaciuto. “Non ne avevo intenzione.”
“Bonnie..” disse poi, all’improvviso nervoso “Vorresti venirci con me?” le chiese, timido.
“Cosa??” sbottò la ragazza, incredula “Tu, tu, tu davvero non hai una ragazza???!” domandò, scioccata.
“Ti sembra così strano?” la guardò sorridente Kevin.
Bonnie si morse la lingua per non rispondere. Kevin era bellissimo. Biondo, fisico atletico e degli occhi azzurri come il cielo. Sì! Ovvio che fosse strano che uno come lui non avesse la ragazza!!
“Ehm.. io..” balbettò Bonnie, indecisa. “Sì. Sì, assolutamente.” Disse poi, risoluta. Oh sì che ci sarebbe andata a quel maledetto ballo! Alla faccia di Damon!! Sorrise soddisfatta.
“Grandioso!” esultò Kevin “Ci divertiremo, vedrai.” le promise poi, con quella voce tanto dolce. 
 
Bonnie però non si accorse di un vampiro dagli occhi neri che la osservava, infuriato. Partì alla carica diretto verso la ragazza, ma Caroline e Meredith furono veloci.
“Dove credi di andare?” lo fermò Meredith, parandovi di fronte a Damon.
“Non ci pensare neanche.” lo minacciò Caroline, sorridendo sadica, di fianco a Meredith.
“Barbie. Miss Inquietudine.” Fece Damon a mo di saluto “Ho un omicidio da compiere. Levatevi di mezzo.” Disse poi, tagliente.
“Io non credo proprio.” Replicò Meredith, incrociando le braccia al petto, decisa.
“Lasciala in pace, Damon.” intimò Caroline, risoluta.
“Quel moccioso le ha chiesto di andare al ballo insieme a lui!!” esclamò Damon, come se fosse qualcosa per cui dovevano intervenire.
Meredith e Care lanciarono uno sguardo a Bonnie e Kevin che parlavano ancora. Poi sorrisero, contente.
“E allora?” fece Meredith “Sei stato tu a non voler venire al ballo.”
“Sì, ma.. Insomma io..” borbottò Damon, contrariato “NON può andarci con LUI!!” fece, per poi puntare un dito verso Kevin, indignato.
“Oh, sì che può invece.” Lo corresse Caroline, sorridendo sadica.
“Miss Inquietudine!” protestò Damon, in cerca di aiuto. “Tu non eri dalla mia parte?!”
“L’hai voluto tu, Damon.” alzò le spalle Mer “Ora vedi di trovare un modo per rimediare.”
“Non c’è tempo. Il ballo è questa sera!” si lamentò Damon, passandosi una mano tra i capelli neri.
“Bonnie andrà al ballo con Kevin, che tu lo voglia o no.” Chiarì Meredith, decisa.
“Oppure posso andare ad uccidere quel moccioso. Cosa che sto per fare ora..” disse Damon, minaccioso.
“Così Bonnie ti odierà per sempre.” Conclusero le due, fermando così Damon.
“E allora mi volete dire che cazzo devo fare!?!” sbottò Damon, ancora più irritato.
Meredith lanciò uno sguardo a Caroline, poi guardò il vampiro con un sorrisetto sadico.
“Oh, Damon. Se te lo dicessimo sarebbe troppo facile.” Commentò divertita Care.
“Troverai tu il modo per scusarti con Bonnie. Senza farti odiare da lei, ovviamente.” Lo sfidò Meredith.
Damon fissò le due ragazze con aria truce. “Voi..” cominciò, stringendo i pugni.
“Avete commesso un grave sbaglio a sfidarmi.”
“Vedremo chi l’avrà vinta.” Finì Damon, lanciando un ultimo sguardo a Bonnie, prima di volatilizzarsi.
“Speriamo non faccia cazzate.” Sospirò Mer.
“Parliamo di Damon. È ovvio che farà cazzate.” Commentò acida, Caroline. “Dai, andiamo.”
 
 
“NON POSSO CREDERCI!” sbottò Damon, infuriato. Si lanciò sulla morbida poltrona, arricciando il naso.
“Damon, accidenti!!” fece Alaric, esasperato “Non puoi entrare in casa altrui in questo modo!!” disse poi, sistemandosi meglio sulla sedia dalla quale, per lo spavento, era quasi caduto.
Il vampiro fissò l’amico, alzando un sopracciglio. “Rick, pensavo che ormai ci fossi abituato.”
“No che non lo sono!! E poi non puoi semplicemente entrare dalla finestra! Esistono le porte in questo secolo, sai?”
“Pf, quanto la fai lunga.” Sbuffò Damon
“E se fossi stato.. bè, diciamo occupato??!” continuò Alaric, abbassando un po’ il tono di voce.
Damon alzò un sopracciglio, scettico. “E con chi? Con Miss Inquietudine?”
Non diede ad Alaric il tempo per rispondere. “Tranquillo. È troppo occupata a rovinarmi la vita.”
Il professore guardò Damon con aria interrogativa. Si alzò dalla sedia della scrivania, andando verso il divano. Si accomodò con calma.
“Ed ecco perché ti senti in diritto di appropriarti della mia poltrona.” sospirò Rick, sarcastico.
“Allora, che è successo?” domandò poi, curioso.
Damon incrociò le braccia sotto la testa, sbuffando. “Bonnie andrà al ballo.”
Rick esaminò l’espressione frustata di Damon. “E immagino che non l’ accompagnerai tu.”
“Un moccioso!” sbottò Damon, incredulo “Mi ha rimpiazzato per uno stupido moccioso! E pure biondo!”
“Cioè, sono mille volte meglio IO, ovviamente!” continuò il vampiro, indignato.
Alaric alzò gli occhi al cielo, divertito.
“Non può farmi questo!!” esclamò Damon, deciso “Lei è mia! Solo mia!”
“Damon, trattieni le tue manie di possessione.” Commentò Rick, scuotendo la testa.
“Lo sai che è colpa tua.” Finì poi, osservando il vampiro fare una smorfia, contrariato.
“Per caso ti sei messo d’accordo con Miss Inquietudine?” fece sarcastico, sbuffando.
“Che devo fare, Rick?” domandò poi, tornando seduto e appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
“ Facile. Andremo al ballo e troverai il modo di parlarle.” Disse il professore
“E di facile esattamente cosa ci sarebbe?” fece Damon, acido “Parlarle è già un problema.”
“Oh, andiamo. Sei Damon Salvatore, no? Troverai un modo.” Lo incoraggiò Rick, poi si alzò dal divano andando in cucina. Afferrò due birre e tornò in salotto.
“E per modo, intendo un modo gentile Damon. Nessun morto, intesi?” Rick inchiodò con lo sguardo il vampiro, lanciandogli una birra.
“Intesi.” Promise Damon, afferrando la birra.
“Bleah!”si lamentò poi, sputando sul tappeto il liquido appena assaggiato.
“Rick! Questa roba fa schifo! Vedi di comprarti dei veri alcolici, eh!” fece poi, alzandosi dalla poltrona. Uscì dalla finestra con una velocità non umana.
“Damon!! Quel tappeto era nuovo!” urlò Alaric, osservando il suo nuovo acquisto cosparso di birra.
“Questa me la paghi.” Borbottò poi, sicuro che Damon l’avrebbe sentito.
 
 
Stefan si massaggiò le tempie con le mani, arricciando il naso. Era il momento.
Doveva scegliere. Lisa o Elena? Certo, non era una decisione facile. O almeno per lui non lo era.
Sbuffò sonoramente, premendo di più la testa sul cuscino. “Elena.” Disse poi tra sé.
Poi ebbe un ripensamento. “No, forse Lisa..” continuò, incerto. Ma non poteva compiere un gesto simile nei confronti di Elena, pensò dispiaciuto.
“Eh, no!” riflettè Stefan “Posso eccome!” disse deciso, ripensando ai mille dubbi che gli erano passati per la testa riguardo il rapporto tra Damon ed Elena.
Nella mente si fece strada l’immagine di Lisa. “Però..” ci ripensò, incrociando le braccia al petto.
“Oh, cavolo!” sbottò poi, frustrato. “Lisa o Elena! Lisa! No, Elena! O forse è meglio Lisa..”
Damon entrò nella stanza del fratello, giusto in tempo per constatare il dettaglio più rilevante: Stefan stava letteralmente impazzendo. Non si era nemmeno accorto della sua presenza!
“Fratellino, hai mai pensato di farti ricoverare? Sai, l’ospedale non è molto lontano..” esordì Damon, divertito.
Stefan alzò la testa di scatto, fulminando il fratello con lo sguardo. Inconsapevolmente emise addirittura un basso ringhio.
“Ti prego.” Commentò Damon, passeggiando per la stanza a grandi passi. “Assomigli a una donna col ciclo”
“Damon, esci dalla mia stanza! Ora.” Gli intimò Stefan, sbuffando.
“Oh, giusto.” Fece l’altro, ironico. “È ora di cambiarsi l’assorbente.”
Stefan alzò gli occhi al cielo, esasperato. “Che vuoi, Damon?”
“Ovvio. Risolvere i problemi del mio fratellino.”
“Davvero ti interessa?” domandò Stefan, scettico, osservando il fratello.
“Muoviti su.” Lo esortò Damon, con finta noncuranza, mentre sfogliava un libro a caso.
“È per il ballo.” Cominciò Stefan, mettendosi a sedere sul bordo del letto.
“Oh, i drammi dei liceali. Così ingenui e colmi di speranze per un inutile ballo.” Cantilenò Damon, sospirando teatralmente. Lasciò cadere il libro sulla scrivania.
L’altro lo fissò con sguardo truce. “Ok ok, sto zitto.” Fece Damon, alzando le mani in segno di resa. Afferrò un altro libro iniziando a sfogliarlo.
“Dicevo..” continuò Stefan, con calma. “Non so chi scegliere. Tra Elena e Lisa.” Chiarì poi, scompigliandosi con una mano i capelli.
Damon chiuse il libro di scatto e osservò il fratello. “Mm, perché non entrambe?” propose con un ghigno.
“E sapere che non hai preso in considerazione nemmeno per un minuto questa fantastica idea, mi delude.”
“Damon, potresti essere serio per un secondo?!” sbottò Stefan, contrariato.
“Fratellino.” Disse Damon, sedendosi sulla scrivania. “Tu vuoi Elena, giusto?”
Stefan rimase un attimo spiazzato dalla domanda. “Mm. Sì.” Deglutì poi, rumorosamente.
“Quindi andrai con Lisa.” Concluse Damon con fare ovvio, e con uno scatto scese dalla scrivania dirigendosi verso la porta.
“Ma che cavolo..” borbottò Stefan, confuso. “Ehi aspetta!”
Damon si voltò verso il fratello, fermandosi. “Stefan, segui il mio ragionamento.”
“Tu ami Elena. Ma devi comportarti da uomo, per una volta, e farla soffrire. Devi farti desiderare, Stefan. Non puoi sempre dargliela vinta.”
Stefan ragionò sulle parole del fratello. Bè, aveva proprio ragione. Abbassò il capo, consapevole dei suoi sbagli. Aveva permesso ad Elena di umiliarlo e comandarlo come fosse un burattino. Era ora di reagire.
“Ora chiama Lisa, prima che vada a comprare un paio di occhiali e ti scarichi.” Commentò Damon, divertito.
Stefan fece una smorfia per l’insulto del fratello, mentre spariva fuori dalla stanza. Poi sorrise.
Era abituato alle prese in giro di Damon, ma non a essere ascoltato e aiutato. Bonnie lo stava cambiando davvero. Gli stava facendo ritrovare la sua parte umana, quella migliore, senza alcun dubbio.
Afferrò il cellulare e digitò il numero di Lisa.
 
 
“Questo come vi sembra?” chiese Caroline sfoggiando l’ennesimo vestito di fronte a tre paia di occhi pronti a esprimere il loro giudizio. Fece una piroetta per farsi ammirare meglio.
“Perfetto direi.” Le sorrise Bonnie, sperando che la tortura del scegliere-l’abito-adatto fosse finita.
“Concordo con Bonnie. Io sceglierei questo.” Disse Meredith, assecondando le speranze di quest’ultima. In fin dei conti erano già andate a comprare il vestito per il ballo giorni fa. Il problema è che Care ne aveva comprati molti più di uno solo. E ora era decisa a mostrarceli tutti.
“Mm, non so. Io proverei anche quello azzurro.” Fece Elena, indecisa. Bonnie e Mer le scoccarono un’occhiataccia.
“Si si hai ragione!” squittì Care, entusiasta. Si tolse velocemente l’abito e si gettò completamente dentro all’armadio in cerca dell’altro.
Bonnie ne approfittò dell’assenza di Caroline per tirare ad Elena un cuscino in piena faccia.
“Ehi!” protestò la diretta interessata, togliendosi il cuscino di dosso. “Che c’è!?”
Bonnie si limitò a sbuffare, mentre Meredith scosse la testa, rassegnata. Caroline era emersa dall’armadio con indosso un vestito azzurro, lungo fin sopra al ginocchio.
“Questo mi fa sembrare ancora più sexy! Che dite?” Caroline sfilò per la sua camera come fosse una modella.
Bonnie la osservò senza trattenere una risata, alla quale si unì anche Mer. Con quel vestito assomigliava davvero a una modella!
“Ecco il vestito perfetto!” esclamò Elena, saltellando sul letto dell’amica, la quale si buttò sul letto, finendo sopra le altre tre.
Si lasciarono andare a una risata, spiaccicate sul letto. “Care!! Così soffoco!!” si lamentò Bonnie, sotterrata dai corpi.
“Ok, ok ferme tutte!!” ordinò all’improvviso Elena, interrompendo l’imminente guerra coi cuscini.
Le tre si fermarono e fissarono Elena. “Che hai?” chiese Mer, preoccupata.
L’espressione di Elena divenne seria. “Stefan mi ha inviato un messaggio poco fa.” Annunciò, calma.
Fece un secondo di pausa e per un momento sembrò di essere in un film, come se tutto fosse a rallentatore. Si spostò i capelli biondi dietro a un orecchio, guardando le lenzuola.
“Non verrà al ballo con me.” Disse poi e la voce le morì in gola.
Meredith, Bonnie e Care si lanciarono un’occhiata colma di dispiacere. Ma Bonnie era quella meno stupita. Una piccola parte di lei pensava che Stefan avesse fatto la scelta giusta.
“Oh, tesoro. Vieni qua.” Caroline abbracciò forte Elena, lasciando che appoggiasse la fronte sulla sua spalla.
Al loro abbraccio si unirono anche Meredith e Bonnie, confortando l’amica.
“Oh, ragazze! È colpa mia!” singhiozzò Elena, mentre le guance si bagnavano piano.
Caroline e Meredith si limitarono ad abbracciarla più forte, non sapendo che dire. Ma Bonnie invece lo sapeva eccome.
“Esatto. È colpa tua.” Disse decisa, scostandosi un poco dalle altre.
“Bonnie, ma che..” iniziò Care, ma venne interrotta subito dalla voce rotta dai singhiozzi di Elena.
“Bon..Bonnie.. ma..” balbettò in preda alle lacrime. La Rossa non si fece impietosire.
Meredith la stava incoraggiando con lo sguardo a continuare e lei lo avrebbe fatto.
“Sì, Elena. Hai sbagliato. Sii consapevole e prenditi le tue responsabilità.”
“Stefan non si fida più di te.” Disse senza girarci intorno. La verità, la cruda verità.
“Ed è ora di fargli cambiare idea. Non credi?” Bonnie lanciò uno sguardo di sfida ad Elena. Poi le fece l’occhiolino.
Elena si strofinò una guancia bagnata, osservando l’amica. “Che intendi dire?”
“Questa volta sono io ad avere un piano.” Annunciò trionfante Bonnie.
Meredith le sorrise fiera “Io ci sto. Qualunque sia il piano.” Disse, solenne.
Caroline aprì la bocca, in un’espressione scioccata. “Tu chi sei?! E cos’hai fatto alla nostra Bonnie?”
Risero insime ed Elena ritrovò la sua famosa determinazione. “Esponi il tuo piano, Bonnie. Stefan sarà il mio cavaliere, anche se questo lui non lo sa ancora.”
“Forza allora! Che aspetti? Vai a metterti il vestito più sexy che hai.” La incoraggiò Care, maliziosa.
Meredith sorrise, diabolica. “Credo che Lisa farà meglio a guardarsi le spalle.”
 
 
“Damon, è quasi il crepuscolo. Spero tu abbia pensato a cosa fare. Richiamami.”
Il vampiro ascoltò con una smorfia il messaggio che Alaric gli aveva lasciato in segreteria.
Con uno scatto si infilò il cellulare in tasca. “Scusa Rick, ma ho un lavoretto da compiere.” E un ghigno diabolico si fece strada sul suo volto perfetto.
Con passo felpato spalancò la porta del liceo della sua dolce Streghetta. Storse la bocca, pensando di averla fatta arrabbiare. Aveva tanta voglia di vederla, ma questo non l’avrebbe mai ammesso.
Camminò imperterrito per i corridoi deserti. Salì degli scalini, ma percependo dei rumori si voltò di scatto.
“Giovanotto.” Lo chiamò una signora anziana, armata di scopa e paletta. “Dove stai andando?”
Damon la osservò meglio. A giudicare dall’abbigliamento e dagli strumenti che teneva in mano, era sicuramente la bidella della scuola.
“L’orario scolastico è finito da un pezzo.” Continuò la signora, scrutandolo dal fondo degli scalini.
“Ho bisogno di un’informazione urgente. Può aiutarmi a trovare la segreteria?” chiese Damon, cortese.
“Oh bè..” fece la signora, incespicando sui primi scalini. “In realtà non sarebbe possibile, giovanotto.”
Damon sorrise, mentre scendeva lento le scale, fino a raggiungere l’anziana.
“Oh, la prego. Sono sicuro che sarà felice di aiutarmi.” Disse affabile, il vampiro, poggiando una mano sulla spalla della donna.
“Mi è sfuggito il suo nome.” Aggiunse poi, sorridendo.
“Mi chiamo Eva, caro.” Disse l’anziana
“Eva, che bel nome.” Si complimentò Damon “Venga, l’aiuto a salire le scale così può mostrarmi la segreteria.” Circondò le spalle della signora con un braccio, sorreggendola.
Passò un’eternità prima di raggiungere la destinazione.
“Eccoci qua, giovanotto.” Esclamò Eva, col fiatone, dopo aver percorso solamente due corridoi.
“Fantastico.” Damon si ritrovò a ringraziare di essere immortale, perché altrimenti sarebbe invecchiato di cent’anni.
Eva aprì la porta con una grossa chiave, facendo segno a Damon di seguirla.
“Come hai detto di chiamarti?” domandò la signora, sfogliando i registro con tutti i nomi degli studenti iscritti al liceo. Stava controllando che fosse iscritto anche lui alla scuola.
“Matthew Honeycutt.” Mentì Damon, mentre Eva si assicurò che fosse nella lista.
“D’accordo, caro. Cosa ti serve?” chiese gentile la donna.
“Vorrei controllare l’orario dei corsi di lezione per mio cugino.”
“Oh, e lui come si chiama?” domandò Eva, spostandosi i capelli bianchi dal viso.
“Kevin.” Annunciò Damon “Il cognome mi è sfuggito di mente. Non ci vediamo da anni ormai. I suoi genitori sono morti e si è appena trasferito.” Aggiunse in tono melodrammatico.
“Povero ragazzo.” Fece Eva, mortificata. “Cerco subito la sua cartella scolastica.”
La donna rovistò dentro a vari cassetti, fino ad afferrare una cartella di un giallo sbiadito, color vomito pensò Damon schifato. “Kevin Morris. Tieni, caro.”
“Fai in fretta. Io ti aspetto fuori, devo pulire le scale.” Disse poi, mentre uscì dalla porta, lasciando solo il vampiro.
“La ringrazio, Eva.” Damon sorrise, abbassando poi lo sguardo sulla cartella.
Con fare annoiato passò con noncuranza gli orari scolastici, andando al punto che gli interessava davvero:
I dati personali. Damon notò con stupore che il ragazzo si era trasferito da poco in città.
“Trovato.” Esultò poi, ghignando.
 La porta si aprì di scatto. “Ehi, tu! Non puoi stare qui!” urlò una giovane donna, vestita più elegante.
Una professoressa sicuramente. “Infatti, stavo proprio per andare.” Disse Damon, posando la cartella sul tavolo di metallo, al centro della stanza.
Con velocità sovraumana scattò verso la donna. “Tu non mi hai mai visto.” Pronunciò quella frase, fissando negli occhi azzurri dell’insegnante.
Dopo averla soggiogata, sparì fuori dall’aula, diretto all’uscita della scuola. Ormai le informazioni che voleva erano stampate nella sua mente.
“Grazie ancora, Eva. Magari ci vediamo stasera al ballo.” Damon sorrise all’anziana signora facendole l’occhiolino. Poi spalancò la porta e puntò verso la sua prossima tappa.
 
 
Nel frattempo le ragazze si stavano preparando per la grande serata.
“Care, non starai esagerando con quel lucidalabbra?” domandò Mer, osservando l’amica concentrata a osservare la propria immagine allo specchio.
“Nah.” Mugugnò la ragazza, continuando il suo lavoro. “Visto che bacerò Matt, devo essere perfetta.”
Bonnie rise di gusto. “Con tutta quella roba appiccicaticcia sulle labbra non penso si riuscirà più a staccare dalle tue!”
Care si voltò verso le altre ragazze, soffermandosi ad osservare Bonnie. “Meglio così.” Le rispose, sorridendo maliziosa.
Tutte scoppiarono in una risata, poi Elena prese la parola.
“E tu, Bonnie?” fece, assottigliando gli occhi “Che intenzioni hai con Kevin?” ammiccò, facendo arrossire la diretta interessata.
“Int.. Intenzi..one?” balbettò Bonnie “Nessuna. Nessunissima intenzione.”
“Oh, andiamo! È un bel figo e ci sta provando spudoratamente!” rispose Elena, scocciata.
“Senti, lo so che avresti preferito Damon, ma è una bella occasione per..” Elena venne interrotta.
“Per farlo ingelosire!” squittì Care, annuendo incoraggiante.
“No, ragazze. Io non voglio fare niente con Kevin. Chiaro?”
“Come no, Bonnie.” roteò gli occhi al cielo Caroline.
La Rossa abbassò il capo, improvvisamente triste.
“Dai su, non inferiamo sulla faccenda Damon.” disse Mer “Pensiamo a divertirci. Ok, Bon?
“Si, hai ragione.” Bonnie annuì con forza, sorridendo. “Allora, pronta per la fase trucco??” domandò Elena, guardando minacciosa la ragazza che si nascondeva tra i boccoli rossi.
“Non provare a muovere un muscolo.” Fece poi, puntando il mascara contro Bonnie.
Sul viso di Bonnie scomparse il sorriso, che lasciò posto a un’espressione di puro panico. “Non ti avvicinare, Elena!” urlò poi, iniziando ad indietreggiare.
“Care, tienila ferma!” ordinò la bionda, gettandosi alla rincorsa di Bonnie.
Mer, sul letto, scoppiò a ridere in attesa dello spettacolo comico che le si presentò.
“Aaah!!” strillò Bonnie, saltando di qua e di là per la stanza, cercando di sfuggire alle due bionde smaniose di impiastricciarle il viso con cosmetici veri che la sottoscritta odiava.
 
 
Damon si trovava davanti a una casa modesta, colorata di un bianco intenso e circondata da nani da giardino in mezzo al vialetto.
Si posizionò di fronte alla porta d’ingresso con un ghigno dipinto sul volto. Trovare l’indirizzo di quel moccioso biondo era stata un’ottima idea. Suonò il campanello, mentre con un ondata di potere sondava l’interno della casa.
A quanto pareva il moccioso abitava da solo. “Accetterà di buon grado una visita di cortesia, dunque.”
Dei passi si avvicinarono con lentezza snervante. “Oh.” Fece Kevin, fissando Damon con espressione interrogativa. “Serve aiuto?” chiese, con un sorriso forzato.
“A dire il vero sì.” Rispose Damon, piegando leggermente la testa di lato. “Noi non ci conosciamo ancora.”
Kevin attese che andasse avanti. “Sono Damon Salvatore. Vorrei chiederti una cosa piuttosto urgente. Si tratta di una ragazza.” Si interruppe un secondo, conscio di averlo incuriosito. “Posso entrare?”
Il biondo rimase un po’ scioccato dalla richiesta, ma accettò. “Certo. Entra pure.” E fece segno a Damon di seguirlo in salotto.
“Di cosa devi parlarmi, Damon?” chiese, mentre osservava il ragazzo moro guardarsi intorno, circospetto.
“Ecco, Kevin..” cominciò, passeggiando per la stanza. “Ho saputo che andrai al ballo con Bonnie.”
“Come sai il mio nome?” iniziò ad agitarsi l’altro. “E Bonnie cosa c’entra?”
“Non ha importanza.” Rispose Damon, tagliente. “Ma non andrai al ballo con Lei.”
Kevin fissò il moro con sfida. “Che cosa vuoi da me? Io ci vado con chi voglio al ballo.”
Damon sospirò pesantemente. “Sai, Biondino, odio ripetermi.” Sussurrò poi, minaccioso.
Con uno scatto afferrò Kevin per  il collo della camicia, sbattendolo contro al muro.
“Lei è mia.” Mormorò ad un centimetro di distanza dal viso di Kevin. “E tu questa notte non uscirai di casa.”
Inaspettatamente, però, il biondo sorrise diabolico, spingendo Damon contro il muro opposto, liberandosi così dalla sua presa ferrea.
Damon si pietrificò per un secondo, poi ghignò divertito. “Lo sapevo.” Dichiarò, assottigliando gli occhi neri.
“Vivi solo, ti sei appena trasferito e nascondi la tua aura. Non potevi essere solo un umano.”
Damon ripensò alla prima volta che aveva visto  il biondino nel cortile della scuola. Se Miss Inquietudine e Barbie l’avessero lasciato avvicinare avrebbe capito subito la sua vere natura.
“Ma che bravo.” Si complimentò Kevin, sistemandosi la camicia. “Mi hai scoperto.”
“Ora, se vuoi scusarmi, devo prepararmi per andare a prendere Bonnie.”
“Non ti conviene sfidarmi, moccioso.” Damon iniziava ad irritarsi.
“Altrimenti..?” fece Kevin, strafottente.
“Ok, ho capito. Il moccioso vuole un bel calcio nel culo.” Damon partì all’attacco, spingendo nuovamente Kevin contro al muro, stavolta con più forza.
Lo strattonò per la camicia, tirandogli poi un pugno in pieno viso.
Kevin cadde a terra, scontrandosi contro un mobile. “Se Bonnie è tua come dici, perché non ci vai tu con lei?” lo provocò, guardandolo dal basso.
Damon per tutta risposta ringhiò, tirandogli un calcio nelle costole. “Sta zitto!”
Kevin mugugnò per il dolore. “Come pensavo. Se stasera non mi vedrà, penserà subito che tu mi abbia fatto del male e ce l’avrà a morte con te!”
Damon lo fulminò con un’occhiataccia. Aveva ragione. La Streghetta era già arrabbiata con lui, non poteva rischiare così tanto. E inoltre aveva dato la sua parola: nessun morto. L’immagine di Alaric si fece strada nella sua mente.
“Sai, moccioso..” Damon lo afferrò per un braccio, mettendolo in piedi. “Hai sfidato la persona sbagliata.”
Non diede a Kevin il tempo per metabolizzare le sue parole. Gli prese il collo tra le mani, rompendoglielo con un colpo secco.
Il corpo del biondino si accasciò a terra. “Ok, aspettami qui.” Disse Damon, e con un ghigno divertito uscì dalla casa.
 
 
“Ragazze, siamo semplicemente stupende.” Esclamò Care, ammirandosi ancora una volta allo specchio.
Finalmente erano tutte vestite e i loro abiti erano uno più bello dell’altro.
“È quasi ora!!!” squittì Elena, agitata. Meredith scosse la testa, divertita.
“Dunque, i nostri meravigliosi accompagnatori arriveranno tra circa mezz’ora.” Annunciò Care, radiante.
“Sì, per chi ce l’ha un accompagnatore..” commentò acida Elena.
“Non essere sciocca, tesoro!” la riprese Care, facendole l’occhiolino.
“Pensavi che ti avremmo lasciata venire da sola?” domandò Mer “Ho chiesto a Christopher se portava un suo amico.”
“Christopher?” fece Bonnie, incuriosita “Il tuo accompagnatore? Quello con una cotta per te?”
Meredith annuì, mentre Elena le si gettava addosso, stritolandola in un abbraccio. “Oh, grazie Mer! Sei la migliore! Ti adoro!!”
“Sì, si lo so.” Disse Mer, modestamente. “Forza diamoci gli ultimi ritocchi! Abbiamo un piano da portare a termine!!”
Le altre tre esultarono e intanto nella mente di Meredith apparse l’immagine di Damon.
Chissà che starà combinando, si ritrovò a pensare la mora, sospirando mentre osservava la dolce Bonnie sistemarsi i boccoli rossi.
 
 
“Fratellino!” urlò Damon, entrando a raffica nel pensionato. “Scendi subito. Abbiamo un ballo che ci attende, ricordi?!”
Stefan scese le scale, preoccupato. “Damon?”
“Sì, fratellino, sono io. Ora che mi hai riconosciuto, sali in macchina.” Gli intimò, afferrando le chiavi.
Stefan non fece in tempo a protestare. Damon era già in macchina.
“Che stai tramando, Damon?” mormorò cauto Stefan, sedendosi nel sedile affianco al guidatore.
“Oh, fratellino..” Sospirò l’altro, accendendo il motore. “Rilassati, ok?”
Stefan guardò di sottecchi il fratello mentre partiva a massima velocità.
Dopo circa 2 minuti, Damon parcheggiò davanti al vialetto di una casa bianca.
“Resta qui.” Ordinò Damon, scendendo dall’auto.
“Ma..” cercò di ribattere Stefan, invano. Damon gli aveva già chiuso la portiera in faccia.
Il minore dei fratelli non fece neanche in tempo a chiedersi cosa stava facendo Damon, che questo fu di ritorno. Non da solo però.
“Vuoi stare fermo!? Stupido moccioso.” Sputò Damon, scocciato, mentre gettò Kevin nei sedili posteriori dell’auto. Il povero ragazzo atterrò di faccia sui sedili in pelle.
Stefan fissò, scioccato, il biondo e si chiese perché non avesse mosso un dito contro il fratello, oltre cercare di liberarsi dalla presa.
Poi spostò lo sguardo sulle mani del ragazzo. Erano legate. Ecco perché, pensò Stefan con occhi sgranati.
Damon si rimise alla guida senza dire una parola, come se niente fosse.
“Hai tre secondi per dirmi che cavolo stai facendo!?!”
“Tranquillo, Stefan.” Fece Damon “Sto solo cercando di proteggere il mio Uccellino.”
Stefan girò la testa, osservando Kevin, vestito di tutto punto, mugugnare qualcosa di incomprensibile.
“Proteggerla per te significa rapire un ragazzo?!” disse Stefan, incredulo “Bonnie ti odierà!” aggiunse poi, deciso.
“È un vampiro, Stefan. Sto facendo la cosa giusta. Come sempre d’altronde.”
“Cosa? Ma non sento niente io. Nessun potere..” incominciò Stefan, scettico.
“È parecchio bravo a nascondere l’aura.” Chiarì Damon, facendo una smorfia.
“Questo è sequestro di persona!! Hai presente?! Lasciami andare, maniaco!” intervenne Kevin, arrabbiato nero.
“Tu sta zitto, idiota!” ruggì Damon all’indirizzo di Kevin. “Voglio solo assicurarmi che tenga le mani apposto.” Mormorò poi, minaccioso, chiarendo i dubbi del fratello.
“Mi stai dicendo che lascerai che vada al ballo con Bonnie?” domandò Stefan.
“Sì.” Rispose secco, Damon, stringendo le mani sul volante. Era l’unica scelta possibile per non farsi odiare davvero dal suo tenero Uccellino.
“Stefan, dammi il suo cellulare.” Damon mosse il capo in direzione del biondo, ancora coricato sui sedili.
“Come? Perché?!” chiese Kevin, esasperato.
“Stefan.” Lo richiamò di nuovo il moro, scoccandogli un’occhiata eloquente.
Stefan non se lo fece ripetere e si allungò verso Kevin, frugandogli nelle tasche. “Ecco, tieni.” Porse a Damon il cellulare.
“Che stai facendo!?” domandò Kevin, contrariato. “Restituiscimelo subito, brutto stronzo!”
“Ah ah” lo ammonì Damon, serafico. “Non chiamarmi così. Non ti conviene proprio.” Disse poi, gettando con forza il telefono di Kevin, che casualmente lo colpì in pieno viso.
“Ahi!” mugugnò il biondo, protestando per il colpo. Damon ghignò, divertito.
“Ho mandato un messaggio a Bonnie. Gli ho scritto che il moccioso la aspetterà sulla pista da ballo.”
“Oh” fece Stefan, capendo i piani di Damon. “Verrai anche tu, vero?”
“Bè, ci sarà da divertirsi, Fratellino. Vedrai.” Sussurrò Damon, parcheggiando l’auto all’ingresso della scuola.
“E poi, non posso lasciarti controllare la situazione tutto da solo. Se lui è un vampiro, forse anche gli ibridi saranno interessati ad un ballo studentesco.”
 
 
Era ora.
Stavano solo spettando di essere scortate al ballo dai loro accompagnatori e Bonnie era sempre più nervosa. Non sapeva come si sarebbe comportata assieme a Kevin e, in realtà, avrebbe preferito di gran lunga andarci con un’altra persona.
La Rossa sbuffò, ricordandosi di essere ancora arrabbiata con Damon.
Le vibrò il cellulare e lesse il messaggio.
“Kevin non può passare a prendermi. Mi aspetta là.” Annunciò poi, sospirando.
“Oh, bè d’accordo verrai in macchina con me e Matt.” Disse Care “Non preoccuparti.”
“E tu con me e Christopher.” Sorrise Meredith, guardando Elena che annuì contenta. Non vedeva l’ora di vedere il suo Stefan.
Din Don!! Caroline scattò come una molla, affacciandosi alla finestra. “Oh, uffa.” Mormorò
“Non è la macchina di Matt.”
“Allora sarà Christopher.” Disse Mer, senza particolare interesse. Ovviamente aveva solo voglia di incontrare Alaric. “Dai El, andiamo.” Disse, avviandosi verso la porta.
“Sì. Ragazze ci vediamo là.” Sorrise Elena, svolazzando giù dalle scale con il suo vestito bianco.
“Bene. Che il piano abbia inizio.” Sussurrò Care, divertita. “Divertitevi, eh!”
Meredith aprì la porta, trovandosi di fronte due ragazzi mori. Uno coi capelli più chiari e mossi si illuminò guardando Meredith.
“Ciao Christopher.” Disse lei, in direzione del ragazzo che sembrava essersi imbambolato a fissarla.
L’altro ragazzo gli diede una gomitata. “Oh.. Ciao Meredith. Sei bellissima, davvero.”
“Ti ringrazio.” Rispose secca, facendo un sorrisetto forzato. Odiava essere fissata a quel modo.
“Lei è Elena.” Annunciò poi, voltandosi a guardare l’amica che li raggiungeva con eleganza su tacchi vertiginosi.
L’amico di Christopher strabuzzò gli occhi. “Non mi avevano detto che avrei accompagnato al ballo una modella.” Commentò, offrendo ad Elena un sorriso radioso.
“Oh, grazie. Io sono Elena.” Si presentò lei, sbattendo le ciglia nere, colorate dal mascara.
“Jacob.” Disse lui, porgendole la mano.
“Bene, ora possiamo andare.” Fece Chris, indietreggiando verso l’auto senza staccare gli occhi da Meredith, la quale trasalì al solo pensiero di Alaric osservarli mentre avrebbero ballato un lento.
 
“Ecco, Bonnie!!” strillò Care, tutta agitata. “C’è Matt!! Scendiamo dai!”
“Ah, che dici? Sto bene?” chiese, stranamente insicura.
“Care, anche se me lo chiedi venti volta la risposta NON CAMBIA!” dichiarò Bonnie, alzando gli occhi al cielo.
“Ok, lo prendo come un sì.” Rispose Caroline, sorridente.
Matt appena vide Care, la salutò con un bacio sulla guancia dicendole che era davvero splendida con quel vestito azzurro, e Bonnie intravide le guancie dell’amica colorirsi di un live roseo. Cosa molto sospetta, pensò. Caroline non arrossiva MAI.
Salirono subito in macchina, diretta verso la scuola.
Appena furono vicini, iniziarono a sentire della musica e videro la folla di studenti che ricopriva l’intero cortile. Bonnie, seduta nel sedili posteriore, si toccò il petto con il palmo della mano.
 Ascoltò i battiti del suo cuore e, con dispiacere, si accorse che erano del tutto regolari. Se ci fosse stato un certo vampiro dagli occhi neri ad attenderla, di certo il suo cuore avrebbe fatto le capriole.
 
 
“D’accordo Biondino.” Fece Damon, afferrando Kevin per la camicia. “Ascoltami bene.”
“Io ho un nome, sai!?!” protestò il ragazzo.
“Sì, e a me non interessa.” Rispose Damon, strafottente. Stefan scosse la testa, compatendo il povero ragazzo finito nelle grinfie del fratello.
“Non dirai niente di tutto questo a Bonnie. Ti limiterai a essere gentile e educato. Le offrirai da bere e ballerai con lei, senza toccarla più del dovuto, o ti staccherò la testa davanti a tutti.”
Kevin lo fissò come se fosse pazzo, il che non era del tutto falso, e si limitò a borbottare un “Ok.” Deglutendo, rumorosamente.
Damon annuì, strappando le corde con cui erano legati i polsi del biondo. “Entra. Io ti raggiungo dopo.”
Kevin sparì in un batter d’occhio, uscendo così dall’angolo più buoi del cortile.
“Damon devo andare, Lisa mi aspetta.” Disse Stefan, sistemandosi la camicia.
“Oh, certo fratellino. Non farla attendere, noi ci vediamo più tardi.”
“Ah, con quella camicia sembri un pinguino.” Aggiunse poi, con un ghigno divertito. Stefan annuì, abituato alle prese in giro del fratello.
“Divertiti a osservare Bonnie da lontano.” Replicò Stefan, sparendo poi nella folla di studenti.
 
Bonnie attraversò i corridoi della scuola, avviandosi verso la sala da ballo situata nella palestra che in quel momento appariva tanto diversa dal solito.
 Appena entrò, seguita da Matt e Caroline, le luci soffuse l’accolsero e una musica ritmata regalava una scusa a tutte le ragazze per sculettare qua e là sulla pista.
Gli occhi di Caroline si illuminarono e si sentì come la protagonista di uno di quei film romantici in cui la capo cheerleader e il quarterback si scambiano il loro primo bacio durante il ballo. E lei adorava questo genere di film.
Bonnie, invece, si guardò attorno e le sembrò tutto alquanto patetico. Già, patetico come essere lì ad aspettare il ragazzo sbagliato. O almeno non quello che avrebbe voluto lei.
“Forza, andate a scatenarvi. Io me la caverò.” Disse Bonnie, incoraggiando i suoi amici.
“Sei sicura, Bon?” le chiese Matt, premuroso. “Sì, certo.” Annuì lei.
“D’accordo.” Fece Matt, prendendo Care per mano e andando verso la pista.
Care lanciò un’ultima occhiata a Bonnie “Cerca di trovare Elena e Mer.” mimò con le labbra, prima di scomparire tra la folla.
Bonnie sospirò, ritrovandosi di fronte a mille coppiette. Ma che ci sono venuta a fare? Pensò subito, ma poi il suo cervello rispose mostrandogli due occhi neri come la notte. Non gliela avrebbe data vinta. Si sarebbe divertita, con o senza di lui.
“Sei meravigliosa, Bonnie.” le sussurrò ad un orecchio una voce maschile.
“Kevin!” lo riconobbe lei, voltandosi per guardarlo in viso. “Pensavo non ti avrei più trovato. C’è così tanta gente.” Mormorò poi, schivando di proposito l’argomento complimenti/smancerie, non le sembrava il caso.
Il ragazzo si guardò intorno con aria quasi spaventata.
“Stai cercando qualcuno?” chiese Bonnie, scrutandolo. Sembrava parecchio agitato, notò.
“No, no. Vieni, balliamo.” Disse Kevin, facendo un sorrisetto sforzato. Afferrò la ragazza per mano, trascinandola sulla pista da ballo.
 
“Oh, Stefan! Sono così contenta di essere qui con te!” squittì Lisa, addossandosi completamente al corpo del ragazzo che cercava di porgerle un bicchiere senza rovesciarglielo sopra.
“Ti piace?” fece poi Lisa, alludendo al vestito che indossava. “L’ho comprato apposta per questa serata.”
Stefan osservò l’abito lilla di Lisa che le arrivava nemmeno a metà coscia. Le spalle scoperte e i capelli biondi che le ricadevano lisci fino a metà collo.
“Oh, certo. Sei bellissima.” L’assecondò Stefan, sorridendo. Intanto però, non riuscì a non guardarsi intorno, in cerca di una lunga chioma lucente che sicuramente spiccava in mezzo a tutto quel caos.
 
Le mani di Jacob ormai avevano percorso quasi tutto il corpo di Elena, mentre entrambi si scatenavano a ritmo di musica.
La ragazza però non ci faceva caso. Era troppo occupata nel disperato tentativo di intravedere Stefan con quella smorfiosa di Lisa.
“Mm.” Mugugnò Jacob vicino al suo orecchio, mentre le palpava il sedere con una mano.
Elena sbuffò e smise per un secondo di guardarsi intorno, staccandosi bruscamente dal corpo del ragazzo.
“Ho sete.” Annunciò, puntando gli occhi sul ragazzo per la prima volta da quando erano arrivati.
“Oh, d’accordo. Vado a prenderti un bicchiere. Aspettami qui, torno subito.” Disse Jacob, lasciando il contatto col corpo della bionda a malincuore.
“Sì sì, non preoccuparti.” Fece Elena e, appena Jacob si voltò, sussurrò un “Finalmente.”
Lanciò uno sguardo in direzione di Meredith che chiacchierava con Christopher, vicino al bancone degli alcolici. Quest’ultima la vide e gli fece un cenno con il capo, incoraggiando la sua fuga.
“ Vai. Ti copro io.” Sembrava dire lo sguardo di Meredith. Elena annuì all’amica e sgattaiolò in mezzo alla folla.
Per tutte le normali ragazze, quella era l’ora di scatenarsi sulla pista da ballo con il proprio accompagnatore.
Per Elena, Meredith e Bonnie era ora di mettere in atto il loro piano, sperando che tutto sarebbe finito bene.
         Ciao a tutte!!
         Vi prego di perdonarmi
         per questo terribile
            RITARDOOO
         ma il mio computer ha
         deciso di abbandonarmi. Spero che il capitolo vi sia piaciuto e spero che mi
   farete sapere il vostro giudizio! A presto, baci.
                     Cate  

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Capitolo 11
*** capitolo 11 ***


Elena si fece strada in mezzo a studenti che la scrutavano da capo a piedi. Tirò qualche gomitata qua e là per avanzare, dato che la musica rendeva inutile qualsiasi tentativo di chiedere permesso.

All’improvviso un corpo le si parò di fronte, facendola sbattere contro un petto marmoreo.

Elena alzò la testa pronta a inveire contro lo sfortunato, ma appena vide il viso del ragazzo le parole si bloccarono. “Damon??” chiese, incredula.

Il ragazzo fece una smorfia, impreparato a quell’incontro. In teoria lui non doveva essere lì..

“Che ci fai tu qui??” Elena si scostò un poco per osservare il moro con un sopracciglio alzato.

“Oh, anche io mi sto divertendo un mondo, grazie.” Mormorò Damon, sarcastico. Poi cercò di sfuggirle, ma Elena lo riacciuffò subito, prendendolo per l’avambraccio.

“Damon.” lo riprese, severa. “Che stai tramando?”

“Io?” fece lui, innocente. Elena lo fulminò con lo sguardo. “Parla. Non ho tempo da perdere.” Gli intimò.

“E come mai non vedo il tuo bel principe azzurro? Non dirmi che sei sola, Principessa.” Ghignò Damon, sviando di proposito la domanda della bionda.

“Mi sta aspettando al bar.” Replicò Elena, sicura. “E tu? Dimmi che cosa hai in mente.”

“Io invece ho un debole per le matricole semi nude che ballano come selvagge. Sono venuto solamente per loro.” Confessò Damon, con quel sorrisetto enigmatico dipinto in faccia.

I due si guardarono negli occhi per qualche secondo, entrambi consci di aver detto una grossa balla.

“D’accordo.” Disse Elena, risoluta “Io sarò sincera con te e tu lo sarai con me.” concluse poi, soddisfatta.

Damon serrò la mascella, assottigliando gli occhi “Mi sembra giusto.”

“Sto cercando Stefan.” Ammise secca, Elena.

“E io Bonnie.” fece Damon, scrollando le spalle. “Buona fortuna con Stefan, ne avrai bisogno.” Ghignò poi.

“A te servirà un miracolo invece!!” Elena digrignò i denti, combattiva. “Non azzardarti a rovinare la serata a Bonnie!”

“E tu non provare a..” Damon scosse la testa, incredulo. “Oh, ma che diamine sto dicendo? Non m’importa un fico secco di quella gallina insieme al mio fratellino. Fa come ti pare.”

“Bene.” Grugnì Elena, fulminandolo con i suoi lapislazzuli. “Siamo d’accordo allora.”

“Bene!” ringhiò Damon “A più tardi Principessa.” disse poi, immergendosi tra la folla di studenti.

 

Jacob intanto si guardava intorno con due bicchieri in mano, in cerca di Elena. Si avvicinò al bancone, scocciato. “Ehi, avete visto Elena?” domandò, interrompendo il discorso di Christopher.

“Oh, sì. È andata da quella parte.” Esclamò Meredith, puntando un dito esattamente nella direzione opposta in cui era scappata Elena.

Jacob la guardò con gratitudine. “Grazie. Vado, allora.” Disse poi, seguendo la strada indicata da Meredith, la quale sorrise sotto i baffi.

 

“Oh, ma vi volete levare?!” sbottò Elena, rivolta a un gruppo di ragazzi che continuavano a dimenarsi imperterriti, senza farla passare.

Indignata, Elena, pestò col tacco il piede di uno dei ragazzi, che per il male imprecò ad alta voce.

“Ops, scusami tanto.” Fece Elena, sorridendo angelica. Con passo deciso avanzò, superando l’ostacolo.

Rialzò la testa, per guardarsi in giro. Ebbe un tuffo al cuore, intravedendo il suo Stefan con appiccicata addosso quel fungo biondo di Lisa.

 

Caroline ballava beata tra le braccia di Matt. Si sentiva in paradiso.

“Ti diverti?” chiese lui, dopo averle fatto fare una giravolta.

“Sì, tantissimo!” rise di gusto Care, regalandogli il suo sorriso più luminoso.

“Matt, io..” aggiunse poi, allacciandogli le braccia al collo. “Volevo chiederti..” si interruppe di colpo, sentendo il cellulare vibrare.

“Scusa un secondo.” Mormorò poi, piegandosi di scatto e afferrando l’oggetto incastrato nel cinturino dei tacchi. Matt la osservò sbarrando gli occhi.

Incredibile quanti posti si inventassero le ragazze per riporvi il cellulare, pensò il ragazzo incredulo.

Care digitò due tasti, leggendo mentalmente il messaggio di Elena:

“Il fungo biondo è al tavolo del punch. Entra in azione. Ora!”

Caroline chiuse di scatto il telefono, guardando Matt, dispiaciuta.

“Problemi?” chiese cauto il ragazzo, osservandola di sottecchi.

Care scosse la testa veloce. “No no. Assolutamente.” Rispose in fretta “Ma..”

“Ecco devo andare un secondo in bagno!” si inventò poi, agitata.

“Oh, ok.” Fece Matt, sollevato. “Se vuoi ti accompagno..”

“No no!! Vado da sola, grazie. Torno subito!!” esclamò Care e in un batter d’occhio era sparita dalla visuale di Matt, che restò imbambolato per un attimo da quella reazione improvvisa.

Care corse nella direzione del suo obbiettivo. Purtroppo si scontrò contro un’altra ragazza che avanzava nella direzione opposta alla sua.

“Auch!” urlò Bonnie, posandosi una mano nella parte lesa del corpo, la testa. Sbirciò da un occhio per vedere la figura che le aveva sicuramente regalato un bernoccolo in fronte.

“Care!” Bonnie riconobbe immediatamente l’amica, sorridendo felice.

“Bonnie, ma che fai? Non sei con Kevin?”

La Rossa si morse il labbro, imbarazzata. “Bè, stavamo ballando da un’ora ormai e i piedi mi facevano male così..”

“L’hai mollato in asso??” esclamò Care, contrariata.

“Ma no! Avevo solo bisogno di sedermi un attimo, ma quando mi sono alzata era scomparso! Diciamo che ci siamo persi di vista.” Si giustificò Bonnie, risoluta.

“Non mi sembra che ti dispiaccia più di tanto..” azzardò Care, osservandola di sottecchi.

Bonnie fece un sorrisetto tirato a Caroline, come a confermare la verità delle sue parole.

Care, roteò gli occhi al cielo, sospirando. “D’accordo. Vieni con me, ho bisogno del tuo aiuto.” Bonnie annuì solenne, lasciando che Caroline la prendesse per mano tirandola verso chissà dove.

Dopo vari spintoni raggiunsero il tavolo del punch.

“Io devo distrarre Lisa, mentre tu intrattieni Stefan.” Disse Care, lanciando uno sguardo verso i due.

Bonnie le scoccò un’occhiataccia. “E come dovrei intrattenerlo secondo te!?” fece, scettica.

“Oh, su! Dì la primo cosa che ti viene in mente. Ricordati che lo facciamo per Elena.”

“Ok, ok. Allora..” fece poi Bonnie, titubante. “Che si fa?”

“Si entra in azione.” Sorrise diabolica Care. Poi avanzò verso l’obbiettivo, seguita da Bonnie.

Caroline tirò fuori dal cinturino del tacco il suo rossetto.

Bonnie la fissò incredula. “Ti pare il momento di metterti quel coso??”

“Sta a guardare scema.” Replicò Care, facendole l’occhiolino. Esattamente prima di raggiungere Stefan, Caroline fece finta di inciampare, finendo addosso a Lisa.

“Ahi!” urlò Lisa, indignata, mentre si aggrappò ancor di più a Stefan per non cadere.

“Oddio, scusami tanto!” fece Caroline, recitando la sua parte di brava ragazza.

“Oh, no! Il rossetto che tenevo in mano deve aver macchiato il vestito.” Aggiunse poi, fissando un punto indefinito sul vestito violetto.

Lisa abbassò lo sguardo e per poco non strillò. Il suo meraviglioso vestito portava una macchia rossa appena sotto al seno sinistro. “Oh, merda!!” imprecò poi, imbarazzata.

Stefa strabuzzò gli occhi per la reazione della ragazza. Dopotutto era solo un vestito. Pff, le donne, pensò alzando gli occhi al cielo.

“Oh, ti prego lascia che ti aiuti. Ti accompagno in bagno così ci rifacciamo il trucco insieme.” Propose Caroline, sorridendo affabile.

“Credo che tu abbia già fatto abbastanza!” esclamò Lisa, sul punto di un attacco isterico.

“Insisto, ti prego. Voglio rimediare al danno.”

“Ma non posso lasciare solo Stefan..” fece Lisa, agitata.

“Posso venire con voi, aspetterò lì fuori..” Stefan venne interrotto bruscamente.

“No, queste sono cose da donne! Ci penserà Bonnie a tenerti compagnia.”

Stefan osservò la Rossa, che gli fece un sorriso rassicurante. “Oh, d’accrodo.”

Lisa invece sembrò pensarci su, indecisa.

Caroline ne approfittò. “Su, vieni!” le afferrò il braccio e con uno scatto sparì verso il bagno.

“Allora..” Bonnie si avvicinò al ragazzo, pensando a come intrattenere un argomento di senso compiuto.

“Ti stai divertendo, Stef?”

“Uhm. Sì, certo.” Rispose subito Stefan, bevendo un sorso di punch dal bicchiere che teneva in mano.

Bonnie gli sorrise affettuosa. “Guarda che puoi essere sincere con me. Siamo amici.”

“Mm, d’accordo Bonnie. Lisa..” cominciò Stefan, ghignando. “Diciamo che non è il mio tipo, ok?”

“Mm..” fece Bonnie, trattenendo una risata. “Diciamo che forse il tuo tipo è più una come..”

Elena arrivò spedita, posizionandosi tra i due amici.

“...Lei.” finì la frase Bonnie, con un alzata di spalle. Ora Stefan la stava fissando con sguardo truce.

“Ops, devo andare a cercare il mio accompagnatore! Se volete scusarmi..” aggiunse poi Bonnie, lanciando un’ultima occhiata di scuse a Stefan, prima di volatilizzarsi tra la folla di studenti.

 

“Suppongo che tu non mi abbia richiamato perché hai perso il cellulare, vero?” Alaric incrociò le braccia al petto, guardando di sottecchi le spalle del vampiro.

Damon sentendo quella voce familiare si voltò ad osservare l’amico, appoggiato al bordo del bancone che vendeva alcolici. Alcolici pessimi, pensò il vampiro con una smorfia.

“Rick” fece Damon con un sorrisetto, avvicinandosi al bancone. “Ti stai diver..”

“Hai già parlato con Bonnie?” lo interruppe bruscamente Alaric.

Damon roteò gli occhi al cielo. “Diciamo che ci sto lavorando.” Disse poi, vago.

“Ma lei almeno sa che sei qui?”

“Sto lavorando anche a quello, ok?” sbottò Damon, esasperato. Alarci scosse la testa, contrariato.

“Che c’è?” sputò Damon, tagliente. Alaric fece un cenno col capo in lontananza, poi sbuffò pesantemente.

Damon girò la testa per guardare a cosa Rick si riferisse.

Miss Inquietudine e un ragazzo moro stavamo parlando animatamente, mentre lui le porgeva un bicchiere con all’interno un liquido ramato.

“Oh, andiamo Rick! Non sarai mica geloso di quel secchione, spero.” Ghignò Damon, scettico.

“Per prima cosa, non sai se è un secchione e..”

“Lo è, fidati.” Lo interruppe Damon, sicuro.

“E seconda cosa..” continuò Alaric, scocciato “Sì, sono geloso. E molto anche.”

Damon gli scoccò un’occhiataccia. C’erano già abbastanza problemi per quella sera, non ne aveva bisogno di altri. Però..

“Hai due possibilità.” Dichiarò Damon con finta noncuranza. In realtà stava solo cercando di aiutare il suo unico amico.

Alaric lo osservò curioso.

“O trascini una professoressa sexy sulla pista da ballo, oppure cerchi di pensare al fatto che Miss Inquietudine vorrebbe che ci fossi tu al posto di quel bamboccio secchione.” Disse Damon, inarcando le sopracciglia con fare convincente.

“Sì, hai ragione Damon.” si arrese Rick, sospirando. “Ok, io resto qua ha scolarmi alcolici. Tu và da lei.”

Damon lo fissò con aria scettica. “Ma come? Non mi offri neanche un bicchierino?! Che razza di amico sei, eh??!”

“Damon, muoviti.” Gli intimò Rick, piegando la testa di lato. “Vai a cercare Bonnie.”

Il vampiro sbuffò “Ok, ok. Me ne vado. Ci vediamo più tardi Rick.” Fece poi, immergendosi nella massa di studenti che ballavano impazziti.

 

“Elena, che sta succedendo?” chiese Stefan, sospettoso.

“Stefan io.. Volevo parlarti. Dovevo parlarti.” Si giustificò Elena, puntando i suoi lapislazzuli sul ragazzo.

Stefan si schiarì la gola, improvvisamente nervoso. “Ok. Che vuoi dirmi?”

Elena fece un passo avanti, senza interrompere il contatto con quegl’occhi color foglia. “Ti amo, Stefan.”

Il ragazzo, spiazzato da quella dichiarazione inaspettata, deglutì rumorosamente.

“Tu sei quello che riesce a farmi battere il cuore, non Damon.” ammise Elena, poi prese un bel respiro, continuando decisa.

“Tu sei il primo che è riuscito a farmi tremare, ma non di freddo. Sei riuscito perfino a farmi arrossire, a farmi sorridere davvero per la prima volta da quando i miei genitori erano morti. Sei riuscito a farmi credere in me stessa, quando no ne avevo la forza. Tu sei l’unico che mi rende felice, Stefan.”

Il ragazzo aprì la bocca, senza emettere alcun suono però. Elena aveva il cuore a mille per la paura di essere respinta, di nuovo.

“Tu! Lascia stare il mio Stefan, hai capito!?” Lisa spuntò all’improvviso, parandosi in mezzo ai due. Guardò Elena con aria di sfida.

Quest’ultima alzò gli occhi al cielo, scocciata per quell’interruzione.

“Allora?” continuò Lisa, indignata. “Mio dolce Stefan, che sta succedendo?” domandò poi, strusciandosi contro il ragazzo in questione.

Elena la fulminò con lo sguardo. “Ascoltami bene, razza di fungo biondo, perché non ho intenzione di ripetertelo. STEFAN NON è TUO!!”

Lisa si staccò dal moro, e fissò Elena, inviperita. “Smettila di chiamarmi così!!”

Elena cercò di fare un bel respiro, per calmarsi. “Hai interrotto una conversazione importante.” Disse poi, trattenendo a stento la rabbia.

“Bè, IO sono più importante per Stefan!” disse con fare ovvio. Poi si girò verso il ragazzo e, prendendogli il viso fra le mani, lo baciò.

Elena restò immobile senza respirare per un secondo, che le sembrò un’eternità. Poi la rabbia scoppiò, incontrollabile.

Afferrò con forza il braccio di Lisa, tirandola indietro, mettendo così fine al bacio. Poi prese un bicchiere pieno di punch e glielo rovesciò in testa.

“Aaah!!” Lisa soffocò un urlo, scioccata. Si scostò i capelli bagnati dal viso, ancora incredula per quel gesto.

“Non osare farlo mai più.” Disse Elena, tagliente.

“Tu sei una pazza psicopatica!!!” urlò Lisa, stringendo i pugni arrabbiata.

Elena stava per ribattere, ma la voce di Stefan la precedette.

“Elena non puoi trattare la gente in questo modo!” la riprese, severo.

Elena rimase a bocca aperta, incapace di emettere suono. Il suo cuore si spezzò nell’udire quella voce tanto gentile, riferirsi a lei con così tanto disprezzo.

“Oh, Stefan! Sono tutta bagnata!” piagnucolò Lisa.

“Vieni. Ti accompagno fuori. Prendiamo un po’ d’aria.” Disse Stefan, prendendola per le spalle. Senza degnare di un’occhiata Elena, sparì verso l’uscita.

Elena rimase pietrificata per un attimo, poi si voltò e corse via.

“Elena! Non sono riuscita a trattenerla più di così! Che è successo?” Caroline guardò l’amica con gli occhi lucidi, allarmata.

“Scusa Care, ma voglio restare sola.” Disse Elena, superando l’amica con velocità. Non sapeva dove stesse andando, ma sapeva che voleva andarsene da lì.

Damon si stava decisamente irritando. Aveva incontrato praticamente tutta l’allegra brigata, tranne quel moccioso biondo con Bonnie.

“Damon che cavolo sei venuto a fare qui!?” fece Matt, scocciato di incontrare quell’insopportabile vampiro.

Ecco appunto, pensò Damon ironico. Non poteva andare peggio di così.

“Mutt.” Disse poi, a mo di saluto, avvicinandosi al biondo. “Vorrei dirti che anche per me è un piacere vederti, ma.. non è così.” Finì il vampiro, con un ghigno strafottente.

Il biondo sbuffò, abituato al sarcasmo tagliente di Damon. “Che ha intenzione di fare, eh?”

Il vampiro roteò gli occhi al cielo, scocciato e fece per andarsene.

“Non vorrai sabotare l’appuntamento di Bonnie, vero?!” chiese Matt, pensando al povero ragazzo che aveva visto poco fa ballare con la Rossa.

Damon si fermò di colpo, voltandosi di nuovo a guardare Matt. “E lei cosa c’entra ora!?!”

“Oh, non fare il finto tonto Damon.” fece Matt, beffardo. “Mi credi davvero così stupido?”

Damon assottigliò gli occhi “Vuoi davvero che ti risponda?” chiese retorico, alzando un sopracciglio.

“Ho visto come la guardi. Sei innamorato di lei, Damon.” dichiarò Matt, sicuro.

Damon scoppiò a ridergli in faccia, nascondendo la sua irritazione. “Sei ubriaco Mutt. E da ubriaco diventi incredibilmente più stupido del solito.”

“Intendi negarlo?” chiese Matt, sfidandolo.

Damon fece un passo in avanti, trovandosi faccia a faccia col biondo. “Se provi anche solo ad accennarle di questo discorso, ti staccherò la testa dal collo e poi la getterò nel bidone dell’immondizia.” Lo minacciò, sorridendo diabolico.

Matt restò in silenzio, mantenendo però lo sguardo del vampiro.

“Lei è MIA, Mutt. Cerca di ricordartelo.” Finì Damon, con tono possessivo. Poi si allontanò, avanzando tra la folla in cerca di Bonnie.

La musica, per i suoi sensi da vampiro, era anche troppo alta. In quel caos di studenti urlanti non riusciva ancora a scorgere una chioma dai boccoli rossi.

All’improvviso la musica cambia e diviene una melodia dolce e smielata.

Merda, pensò il vampiro. Non era sicuro di riuscire a trattenersi vedendo Bonnie appiccicata al moccioso biondo, mentre ballavano un lento!

“Ehi.” Disse una voce femminile, molto sensuale. “Sei uno schianto, sai?”

“Già.” Disse un’altra voce femminile, un po’ più squillante dell’altra. “E sei tutto solo. Ora ti teniamo compagnia noi.”

Damon si ritrovò due bionde tutte curve addossate contro. La prima premeva il seno sulla sua spalla sinistra, l’altra gli accarezzava il petto, lentamente.

“Mi dispiace per voi, ma stavo cercando una ragazza a dire il vero.” Fece Damon, rimanendo fermo a quelle strusciatine provocanti.

“Bè, è stata una stupida a perdere di vista uno come te.” Ammiccò una delle bionde, senza fermarsi.

“Già, ora ti facciamo divertire noi.” Continuò l’altra, quella dalla voce troppo squillante.

“Sentite, so che sono irresistibile ma..” cominciò Damon, ma venne interrotto da una voce poco distante.

Bonnie si staccò bruscamente da Kevin, mentre sentì le mani pruderle per la rabbia. “TU!!!” urlò contro Damon.

“Sei uno schifoso pervertito!!!”

In un batter d’occhi, Damon si liberò dalle carezze delle due bionde, avanzando fino ad arrivare di fronte a Bonnie.

“Non è come credi! Mi si sono appiccicate e..” Cercò di giustificarsi, Damon.

“Non mi interessano le tue scuse! Stupido maniaco!!” continuò Bonnie, fulminandolo col lo sguardo.

“Le mie scuse!?!” fece Damon, irritato. “E tu!? Eri sicuramente incollata a quel moccioso!!” la accusò poi.

“Cosa!!!? Cosa cazzo hai detto!?!?!?” urlò Bonnie, indignata. “È SOLO COLPA TUA se sono con Kevin!!”

“E ora ti trovo qui con due bionde con una quinta rifatta!!!!” continuò Bonnie.

“Bene! E io non ho intenzione di scusarmi per qualcosa che non ho fatto!!” replicò Damon, tagliente.

Bonnie, al limite della sopportazione, girò i tacchi facendosi strada tra gli studenti appiccicati l’uno all’altro, mentre ballavano un lento.

Kevin restò immobile a fissare la Rossa che se ne andava, poi prese a osservare Damon.

“Che hai da fissare, razza di moccioso!!” gridò Damon, per poi inseguire Bonnie.

 

Stefan accarezzò di nuovo la schiena di Lisa, consolandola per il vestito rovinato. Erano di fronte all’ingresso della scuola, seduti su una panchina nel cortile.

“Stefan” disse Lisa, cambiando umore all’improvviso. Come se si fosse dimenticata del suo vestito lilla per sempre rovinato dall’enorme macchia di punch.

“Che ne dici se mi porti a casa tua e mi aiuti a togliermi questo vestito bagnato?” chiese poi, con voce sensuale.

Stefan rimase un attimo interdetto da quella proposta.

“Dai su..” lo incoraggiò Lisa, avvicinando il viso a quello del ragazzo. Stava per baciarlo, ma Stefan la fermò, prendendola per le spalle.

“Lisa..” disse, insicuro sul da farsi. “Ascolta, io non sono il ragazzo che credi tu…”

“Stefan, tu sei il ragazzo perfetto per me!” replicò Lisa, cercando di nuovo di avvicinarsi maggiormente.

“Senti..” cercò di dire il vampiro.

“Noi due ci apparteniamo, Stefan!” esclamò Lisa, sbattendo le ciglia.

Stefan aggrottò le sopracciglia, incredulo. Avevano passato solo una serata insieme e questa già si immaginava un futuro con lui. Magari anche un matrimonio!

Stefan sbuffò, prendendo una decisione. “Perdonami per quello che sto per fare.”

Prese il viso di Lisa con due mani e puntò gli occhi verde foglia in quelli di lei.

“Torna dentro e balla con un ragazzo. Divertiti e dimenticati di me per questa sera. Noi siamo solo amici.”

La ragazza si alzò dalla panchina e, senza dire niente, entrò nella scuola.

Il ragazzo si passò una mano tra i capelli, scompigliandoli. Poi, con un sospiro entrò anche lui, percorrendo i corridoi quasi bui della scuola.

Decise di fare due passi per schiarirsi le idee. Non era fiero di ciò che aveva appena fatto, ma era l’unica soluzione per non far soffrire nessuno.

Si bloccò all’improvviso, sentendo dei singhiozzi. Allarmato, Stefan, corse verso la fonte di quel rumore.

Si fermò dopo poco, di fronte all’aula di storia dell’arte. Aprì piano la porta, entrando.

Elena era accovacciata in un angolo con le ginocchia strette al petto.

La ragazza alzò il capo, accorgendosi della presenza di qualcuno. Era pronta a spedire un’altra coppietta venuta lì per pomiciare fuori dall’aula, ma si trovò davanti solo un ragazzo.

“Stefan?” chiese, con voce rotta dal pianto. “Vattene, ti prego. Và da Lisa.” Disse poi, nascondendo il viso tra le ginocchia.

Il ragazzo si avvicinò ad Elena e, con lentezza, si sedette affianco a lei. Non disse niente, mentre solo i singhiozzi di lei rompevano il silenzio.

“Perché sei qui?” chiese Elena tirando su col naso, mentre alzava un poco la testa per osservare il viso del ragazzo.

Stefan sospirò, poggiando il capo contro al muro. “La risposta la sai già.” Rispose, guardando la lavagna bianca, appesa al muro opposto.

Elena rimase in silenzio per pochi muniti, cercando di calmare il respiro.

“Io non ti merito, Stefan.” Disse poi, rassegnata dalla verità di quelle parole.

“Sì, è vero.” Confermò il ragazzo, sempre osservando la lavagna. Elena trattenne il fiato, aspettando che andasse avanti.

“Ma sai, tanto tempo fa una donna saggia mi disse qualcosa di altrettanto saggio.” Annunciò Stefan, facendo un sorriso amaro.

“Che cosa ti disse?” domandò cauta Elena.

“Ama qualcuno quando meno se lo merita, perché è lì che ne avrà più bisogno.” Disse Stefan, poi girò il viso verso Elena, sorridendole dolcemente.

Il cuore di lei prese a battere all’impazzata, felice più che mai di aver conosciuto una persona tanto speciale. Una lacrima le sfuggì bagnandole la guancia sinistra.

Stefan si alzò con eleganza, parandosi di fronte a Elena. Le porse la mano, incoraggiante.

“Mi concedi l’onore di questo ballo?” le chiese dolcemente.

Elena afferrò la mano di Stefan, lasciando che l’aiutasse ad alzarsi. Si guardarono negli occhi, poi Elena si gettò tra le braccia di Stefan.

“Ti amo.” Disse lei, soffocando le parole nell’incavo del collo del suo amato.

“Ora ne sono certo.” Fece Stefan, iniziando a muoversi a tempo di una musica lenta, immaginandosi una melodia smielata.

 

“Bonnie, fermati!” gridò Damon, rincorrendola per i corridoi semi bui.

Bonnie non aveva certo intenzione di rallentare o fermarsi, ma presto venne costretta a farlo. Il petto di Damon le si parò davanti e per poco non ci andò a sbattere contro.

“Spostati subito!” gli urlò addosso, cercando di raggirarlo.

Damon le afferrò i polsi, non permettendole di muoversi. “Vuoi darti una calmata!?”

“Una calmata!?!” fece Bonnie, incredula. “Tu sei solo un presuntuoso, egocentrico pervertito e..!”

Bonnie iniziò a dimenarsi per sfuggire alla presa di Damon, che non sembrava intenzionato a lasciarla andare.

“Lascami!!” urlò Bonnie, tirando dei pugni sul petto del vampiro. “Lasciami!!”

Dopo poco Bonnie si stancò, conscia di avergli fatto solo il solletico.

“Hai finito?” chiese Damon, con calma.

Bonnie lo fulminò con lo sguardo.

“Uccellino, credimi. Stavo venendo a cercarti, ma quelle due..” mormorò Damon, dolcemente.

“Hai rovinato tutto. Sarebbe stata una serata fantastica, se mi avessi accompagnata tu.” lo interruppe Bonnie, chinando il capo.

Damon le sciolse i polsi dalla sua presa ferrea, posando le mani sui fianchi di Bonnie. Poi con uno scatto la spinse contro al muro, attento a non farle male.

“Guardami, Bonnie.” sussurrò lui, ad un centimetro dal suo viso.

La ragazza però non accennò ad alzare il capo. Damon proruppe un basso ringhio, frustrato.

Poi, le posò due dita sotto al mento, costringendola a guardarlo negli occhi. “Perdonami.” Sussurrò Damon.

Bonnie restò immobile per un attimo, poi cercò di protestare. “Tu non puoi..!”

Il vampiro si avventò sulle labbra del suo Uccellino, famelico. Schiacciò il corpo minuti di lei sovrastandolo col suo.

Bonnie, suo malgrado, si lasciò trasportare de quel bacio che tanto agognava. Solo quando sentì le mani di Damon carezzarle il viso, si risvegliò.

Con tutta la sua forza, perché la volontà era abbastanza scarsa, posò le mani sul petto di Damon e fece pressione.

Il vampiro si scostò, mugugnando una protesta. “Uccellino..” sussurrò, ma Bonnie lo precedette.

“Non puoi risolvere ogni cosa baciandomi!!” esclamò, arrabbiata.

“Ora, se non ti dispiace, vado dal mio vero accompagnatore!” fece poi, sgusciando via dalle braccia di Damon.

“Non lo conosci nemmeno quel moccioso di Kevin!!” sbuffò Damon fissando lei mentre se ne andava.

Bonnie però si fermò di colpo. “Tu come diavolo fai a sapere il suo nome!?!” chiese, tagliente, mentre si voltava di nuovo verso Damon.

Damon rimase in silenzio, mentre si malediceva da solo. “Ehm, vedi..” cominciò a dire.

“No! Non voglio saperlo! Ora vado a divertirmi!” annunciò Bonnie, lasciando Damon solo nel corridoio, mentre si dirigeva alla pista da ballo.

“Oh, dannazione Bonnie!” imprecò Damon, ma la ragazza era già scomparsa.

“Hai ancora tanto da imparare sulle donne.” Commentò una voce flebile.

Damon si voltò di scatto, sorridendo alla vecchietta. “Non mi sembra l’abito adatto per un ballo, Eva.”

“Oh, bè.” Ridacchiò la vecchietta, osservando il suo grembiule grigiastro. “Nessuno mi avrebbe invitata, comunque.”

Damon appoggiò la schiena contro il muro, ghignando. “Ora credo di essere disponibile..”

“Oh, Damon caro.” Ridacchiò Eva, avvicinandosi al ragazzo. “Devi andare a parlarle.”

“Ma non mi dà ascolto!” protestò Damon, irritato.

“Lasciare le cose così, non risolverà niente.” Disse Eva, saggiamente.

“Potrei non risolverle.” Fece Damon, scrollando le spalle con nonchalance.

“Oh, io credo che non ne saresti capace.” Replicò Eva, sorridendo. “Ho visto come la guardi.”

“Non la guardo in nessun modo!!” sbottò Damon. Prima Mutt e ora pure Eva!

“Qualcosa mi dice che sei innamorato di quella dolce figliuola.” Aggiunse poi la vecchietta.

Damon la fulminò con lo sguardo, ma non riuscì a dire nulla. Sembrava che Eva lo stesse guardando come a dire “Non mentire a te stesso.” Ed aveva ragione. Perché mentire anche a lei?

“Sarà il nostro segreto, ok?” Damon sospirò, rassegnato. “Che devo fare?” chiese poi.

“Và da lei, ovviamente! Non vorrai lasciartela scappare, su!” lo incoraggiò Eva, battendo le mani rugose.

Sul volto di Damon rispuntò quel suo sorrisetto strafottente. “Giusto. Lei è mia, perciò vado a riprendermela.”

Con uno scatto iniziò a correre verso la sala da ballo. “Eva!” chiamò la signora, voltandosi per guardarla.

“Sì, Damon caro?”

“Un mio amico sarebbe più che felice di ballare con te.” Fece Damon, con tanto di occhiolino.

“Oh, bè..” rispose Eva, un po’ imbarazzata. “Magari verrò a dare un’occhiata..”

Damon ghignò, immaginandosi Rick che ballava un lento con Eva. Almeno si sarebbe distratto un po’ dalla sua insensata gelosia per Miss Inquietudine!

 

Bonnie si scolò una bella dose di punch e, ancora non soddisfatta si versò un altro bicchiere pieno. Iniziò a torturarsi un boccolo rosso, nervosa. Avrebbe dovuto cercare Kevin, ma la verità è che non ne aveva la minima voglia.

“Colpa di quell’arrogante.” Borbottò Bonnie, conscia ormai di aver identificato Damon come suo capro espiatorio.

“Buonasera, tesoro.” Disse maliziosa una voce profonda, alle spalle della ragazza.

Bonnie si girò di scatto e quello che vide non le piacque proprio per niente. Un ragazzo dai capelli scuri e arruffati, gli occhi dorati che scintillavano e un sorrisetto diabolico si presentarono di fronte a lei.

“Non ti conosco. Che vuoi?” chiese secca Bonnie, notando quanto fosse muscoloso. Troppo muscoloso.

“Vorrei rimediare, allora. Sono Dylan.” Fece il ragazzo, porgendole la mano che lei non accettò.

“Che ne dici di fare un giro?” domandò poi, sorridendo rassicurante.

Bonnie però lo guardò meglio, accorgendosi di quanto fosse falso quel sorriso rassicurante. Dicono che gli occhi parlano, e di sicuro quelli non rassicuravano affatto.

“No, grazie. Sto aspettando una persona.” Si inventò la Rossa, restando sulla difensiva.

“Oh, andiamo.” Dylan afferrò il braccio di Bonnie, cercando di attirarla a sé.

“Ho detto no!” cercò di liberarsi lei, invano. “Lasciami!” esclamò poi, rovesciando di scatto il punch addosso al ragazzo tutto muscoli e niente buone maniere.

“Stupida mocciosa!” bofonchiò Dylan, asciugandosi il viso con la manica della camicia.

“Ora vieni con me!” le intimò poi, strattonandola verso l’uscita.

Bonnie stava per mettersi ad urlare, ma Dylan la precedette mettendole una mano sulla bocca.

“So cosa sei.” le sussurrò, mentre Bonnie lo fissava con occhi sgranati.

“Solo che tu non sai cosa sono io, quindi se non vuoi che faccia del male a questi sciocchi esseri umani, ti conviene seguirmi senza fiatare.” Aggiunse con tono minaccioso.

Bonnie fece vagare lo sguardo nella sala colma di studenti, ignari di tutto quel modo soprannaturale di cui lei faceva parte. Non poteva permettere però che venisse fatto loro del male. Così, annuì cauta, lasciando che Dylan la portasse via.

Prima però, riuscì a pensare solo a un nome, che gridò nella sua testa: Damon.

 

Damon si fermò all’istante, sentendo la voce del suo Uccellino che gridava il suo nome. Era in pericolo.

“Stefan” chiamò telepaticamente il fratello, con tono urgente. “Bonnie è nei guai.”

“Che succede, Damon!?” il vampiro sentì la voce del fratello minore arrivarle in testa, preoccupata.

“Credo che abbiamo degli imbucati a questo ballo.” Fece Damon, muovendosi veloce tra gli studenti. Nessuna traccia di Bonnie.

“Quei tre ibridi sono qui?” domandò Stefan, ansioso.

“Ho paura di sì, fratellino.” Rispose Damon “Prendi Elena e esci dalla scuola. Io cerco gli altri. Se la vedi, avvertimi subito.”

Damon voleva trovare Bonnie al più presto e staccare poi la testa a quel moccioso biondino che l’aveva lasciata sola.

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


“Mollami schifoso scimmione!!” si dimenò Bonnie, cercando di liberarsi dalla stretta ferrea di Dylan.

“Sciocca ragazzina! Come ti permetti eh!?” urlò il moro, inferocito, strattonandole maggiormente il polso minuto.

“Ahi!” si lamentò Bonnie, mentre continuava ad avanzare verso il fitto bosco, allontanandosi così dalla scuola.

“Dove mi stai portando?” chiese, guardandosi attorno. Era parecchio buoi lì fuori. Dylan non le rispose, si limitò a ridacchiare tra sé, cosa che fece aumentare l'irritazione di Bonnie.

 

 

“Rick!” Damon raggiunse l'amico ancora intento a squadrare il moccioso che chiacchierava con Miss Inquietudine.

“Bonnie è in pericolo. Gli Ibridi sono qui e ho paura che uno di loro l'abbia presa. Dobbiamo trovarla, muoviti!” fece Damon, in panico.

“Cosa!?” Alaric sgranò gli occhi e lasciò l'alcolico sul bancone del bar. “Dividiamoci, avverto anche Meredith” disse poi risoluto, avanzando verso la fidanzata.

La prese per l'avambraccio, scostandola dal ragazzo. “Mi serve il tuo aiuto, si tratta di Bonnie.” le sussurrò all'orecchio.

“Scusami tanto ma devo andare.” disse la cacciatrice rivolta a Christopher, il quale sgranò gli occhi.

“Ma..” stava per replicare lui quando venne interrotto.

“È una cosa urgente ragazzino.” lo avvertì scortese Alaric, trascinando via la mora.

“Che succede?” chiese subito lei, preoccupata.

“Dobbiamo cercare Bonnie, penso sia in pericolo. Ci sono degli ibridi alla festa.” spiegò Rick, veloce.

“E non sappiamo che intenzioni hanno, quindi muoviamoci.” intervenne Damon

“Tu!” lo squadrò Meredith con aria minacciosa “Non so cos'hai combinato ma spero per te che Bonnie sia sana e salva.”

“Lo sarà, appena la troveremo.” ribatte il vampiro. I tre annuirono e partirono alla ricerca.

 

 

“Spero tanto che tu non abbia paura dei lupi” ridacchiò sadico, Dylan.

“Che?!” fece Bonnie, non capendo. Lupi ? Che c'entrano ora i lupi !?

“Arrivati” esclamò sorridente Dylan mentre strattonò il braccio di Bonnie, spingendola avanti.

La Rossa si guardò in torno. “Oh be, se per te è bello stare in una lurida e fangosa radura, mi fa piacere ma io avrei un ballo che mi attende..”

Dylan la fissò minaccioso “Non provare a muovere un muscolo o ti spezzo la spina dorsale.”

Bonnie deglutì rumorosamente. “Ei ei guarda che io adoro le radure fangose” fece Bonnie con un sorrisetto angelico, alzando le mani in segno di resa.

“Dolcezza, quel vestito è proprio grazioso sai ?” disse una voce profonda, alle spalle della ragazza.

Bonnie si girò di scatto, fissando un ragazzo alto e magrolino con i capelli scompigliati e ricci, che si avvicinava con eleganza.

“Mi chiamo Nick” disse poi, facendole l'occhiolino.

“Ehm..” tremò lei, indietreggiando di poco. I due ragazzi la circondavano.

“Diamo inizio alla festa, compare.” disse poi il ricciolo, con sguardo sadico.

 

 

“Elena dobbiamo andarcene da qui.” disse Stefan, prendendola per mano e uscendo dall'aula.

“Che succede ?!” chiese lei, mentre percorrevano a grande passi il corridoio buio della scuola.

“Ci sono tre Ibridi a questo ballo. E penso che abbiano preso Bonnie.”

“Cosa!? Oh, Stefan dobbiamo trovarla assolutamente!”

Lui la guardò con indecisione. Doveva portarla a casa insieme agli altri, come aveva suggerito Damon, ma per una volta non seguì i suoi consigli. Voleva contribuire anche lui nel salvataggio della piccola e dolce Bonnie.

“D'accordo, mi fido di te Elena. Ora ci divideremo e troverai Caroline e Matt, prenderete la macchina e scapperete da qui. Io aiuterò Damon.” Stefan s'impose di pensare che stavolta Elena poteva cavarsela anche da sola.

“Ma..”

“No, niente ma. Farai come ti ho detto, forza vai.” le ordinò Stefan, autoritario.

Lei annuì e corse verso la sala da ballo.

“Fa attenzione, ti prego..” mormorò piano Stefan, osservando la ragazza in lontananza.

 

 

Meredith tirò un calcio alla porta del bagno femminile ed entrò veloce, guardandosi intorno. Di Bonnie non c'era traccia.

Sentì poi un debole lamento provenire da sotto il lavandino.

“C' é qualcuno, Rick.” disse sottovoce, mentre il ragazzo l'affiancava.

I due si avvicinarono e Meredith si accovacciò piano, toccando con le ginocchia il freddo pavimento. Sotto al lavandino una ragazza dai capelli scuri e un lungo vestito dorato, si teneva una mano sulla bocca mentre le lacrime le rigavano le guance.

“Ti vogliamo solo aiutare. Vieni.” Meredith le porse la mano aiutandola a uscire.

Solo appena fu in piedi, la cacciatrice vide il profondo taglio lungo la gola. “Sei ferita!” esclamò

“Poggiati a me, ecco brava.” Alric l'aiutò a stare in equilibrio.”Che ti è successo ? Chi è stato?”

La ragazza singhiozzò più forte. “Non lo so! Non ricordo niente!” urlò nel panico.

“Come ti chiami ?” domandò Meredith, con tono freddo.

“Anna” rispose lei, tirando su col naso.

“Anna cerca di ricordare ti prego. Chi è stato a farti questo ?”

La ragazza fissò il vuoto per qualche secondo poi ebbe un sussulto. “Uno biondo, sì era biondo. Ricordo solo questo, lo giuro!” disse, nel panico.

“D'accordo. Ora ascoltami Anna. Lui è un bravissimo dottore e tu starai di nuovo bene, promesso.”

Alaric fissò la sua ragazza con aria interrogativa, mentre Anna annuiva, con occhi gonfi di lacrime.

Meredith si scostò per sussurrare all'orecchio del suo fidanzato.

“Cerca Stefan, appena lo trovi devi dirgli di dare il suo sangue a lei o non guarirà. Io devo continuare a cercarla.”

“Vai, ci penso io.”

Meredith fece per uscire dal bagno, ma si girò udendo la voce di Alaric.

“La troveremo, Mer vedrai.” le assicurò. Lei annuì grata per quelle parole e corse via.

 

 

“AAH !!” urlò Bonnie, dimenandosi, mentre il Ricciolino la sollevava da terra.

“È inutile che strilli, sciocca!” la insultò Dylan, mentre cercava di afferrarle le gambe.

Bonnie continuava a scalciare, impazzita, mugugnando qualche imprecazione.

“Ecco.” fece Nick, mentre la sbatteva contro un tronco d'albero. “Prendi la corda, amico.”

Dylan ubbidì e andò verso un grosso sacco sporco buttato malamente a terra.

Ok, Bonnie devi pensare. Pensa. Fa qualcosa,dannazione!! devi scappare!! la testolina della Rossa era in preda al panico, cercando un modo di salvarsi da quel pasticcio.

“Oh, avanti!! Parliamone!! Cosa volete da me!? Non vi ho fatto niente!” urlò, irritata.

Nick le rise in faccia, beffardo. “Presto lo scoprirai cosa vogliamo, fidati dolcezza.”

Bonnie sbuffò sonoramente, ok forse le parole non erano l'opzione giusta per salvarsi da quell'assurda situazione. Ma forse..

Dylan si era ormai riavvicinato e teneva un grossa corda in mano con fare minaccioso.

Ora Bonnie, forza, provaci almeno!! disse mentalmente, la parte più coraggiosa della Rossa.

“FUNEM ALLIGAT HOSTEM !” urlò Bonnie, recitando un incantesimo in latino.

La corda magicamente sfuggì dalle mani di Dylan, avvolgendosi dietro alla schiena di entrambi i ragazzi.

“Ma che cazz..!?” stava dicendo Nick, quando la corda si strinse di scatto facendo si che i due si dessero una fortissima testata.

“Brutta..!” inveì Dylan, mentre cadeva a terra, trascinando giù anche il compare.

Bonnie non ci pensò due volte. La sua testa gridava solo una cosa : muoviti, CORRI !!

 

 

Elena era in panico. Non riusciva a scorgere le due teste bionde dei suoi amici da nessuna parte.

“El, come stai ?” quella voce così squillante fece sussultare Elena, che si girò di scatto.

“Care!!” trillò, contenta. “Finalmente vi ho travati!”

“Ci stavi cercando? Perchè ? è successo qualcosa ?” fece Matt, confuso.

Elena fece cenno di sì col capo. “Credo che degli Ibridi siano qua e abbiano rapito Bonnie. Stefan e Damon la stanno già cercando, noi dobbiamo andarcene.”

“Come, come!?! La nostra Bonnie è stata rapita e noi scappiamo!?” Care sgranò gli occhi, incredula.

“Oddio povera Bonnie!” saltò su Matt, portandosi una mano alla bocca.

“Sentite è pericoloso qui, e dovremmo seguire le indicazioni di Stefan, davvero.” disse Elena

“Da quando tu segui le regole eh?” Caroline incrociò le braccia al petto, sospettosa.

“Io non intendo andare da nessuna parte.” l'assecondò Matt, determinato.

Elena abbassò lo sguardo, mortificata. “Ma non possiamo..”

“Tu fa come ti pare, El.” la interruppe Caroline “Ma il mio sesto senso mi dice che quel biondino sa qualcosa..”

Elena e Matt guardarono nella direzione in cui Care puntava un dito accusatore.

Kevin con sguardo languido teneva il polso a una ragazza graziosa, mentre la trascinava fuori dalla sala.

“Seguiamolo.” ordinarono all'unisono le due bionde. Matt acconsentì, seguendole.

 

 

Damon correva a velocità sovrannaturale per tutti i bui corridoi della scuola. Ormai la sua pazienza, anche se era alquanto poca, si stava esaurendo. Doveva trovarla. Voleva trovarla, voleva abbracciarla e verificare che stesse bene senza alcun graffio. Poi avrebbe staccato la testa a un paio di persone.

“Damon!!”

il vampiro si girò di scatto. Alaric teneva tra le braccia una ragazza mora con un grosso taglio sul collo, che non smetteva di sanguinare. Si avvicinò, affiancando l'amico.

“Rick! Che è successo ?!”

“Qualcuno l'ha aggredita. Un ibrido forse.” ipotizzò con cautela, mentre la ragazza non molto lucida per il troppo sangue perso, sgranò gli occhi non capendo.

“No, questa è opera di un vampiro.” disse Damon, sicuro. “Sta perdendo molto sangue. Oh, Rick possibile che non posso lasciarti solo un attimo ?” sbuffò poi, scocciato.

“E tu, possibile che sia sempre uno sbruffone anche in questi momenti !?”

Damin ghignò, roteando gli occhi al cielo. “Rick, non mi sembra il momento di scherzare.”

“Ma piantala! Piuttosto dalle del sangue e poi cancellale questi ricordi !” disse il professore, sbrigativo.

“Si si certo.” annì il vampiro, donando il suo sangue e ipnotizzandola poi a scordarsi dell'accaduto e a lasciare la scuola, tornandosene a casa.

“Io vado nel parcheggio,qui non ho trovato nulla. Vedi di non farti uccidere, amico.” Damon si volatilizzò, fermandosi al confine tra la scuola e l'Old Wood. Guardò verso il cortile pieno di macchine. Nessuno. Vuoto totale.

Rimase immobile concentrandosi per sentire anche il minimo rumore. Dopo qualche secondo un lieve spostamento d'erba, rami spezzati e passi veloci attirarono la sua attenzione. Qualcosa stava correndo nel bosco. O qualcuno ? Bonnie ? Il vampiro scattò nel bosco a massima velocità, diretto verso la fonte del rumore.

 

 

“Ei, Kevin” disse Caroline, fissando truce la schiena del ragazzo che si girò subito.

“Ehm..” il biondo parve sorpreso e lasciò il braccio della ragazza. “Ci conosciamo?”

“Non ancora.” fece Care, minacciosa, incrociando le braccia al petto.

Kevin girò il volto verso la mora, fissandola negli occhi intensamente. “Vattene.” le disse, poi.

Lei si voltò impassibile e camminò via in totale silenzio.

Che cosa inquietante, pensò Elena. “E io che pensavo fossi un bravo ragazzo.” commentò, schifata.

“Ripeto. Ci conosciamo?” fece Kevin, scrutando le due bionde e il ragazzone di fianco.

Caroline scattò con la sua super velocità, prese Kevin per un braccio e lo sbatte contro l'armadietto.

Lo bloccò, tenendogli le mani ferme lungo i fianchi. Elena e Matt la affiancarono pronti ad aiutarla in caso il ragazzo fosse riuscito a sfuggirle.

“Non lo sai che le ragazze si devo trattare con rispetto, razza di idiota!” lo insultò Care

Sul volto di Kevin spuntò un sorriso “Oh, ma davvero ? Allora inizierò con te.” con uno scatto fulmineo, si liberò dalla presa di Caroline, tirandole un pugno in piena faccia.

“Care!!” soffocò un urlo Elena, mentre Matt soccorreva l'amica caduta a terra.

“Brutto stronzo, non la toccare!” la difesa Elena parandosi di fronte a Kevin.

“Tu. Biondina, vuoi che dia una lezione anche a te?”

Elena indietreggiò di un passo, spaventata dallo sguardo minaccioso del ragazzo.

“O se vuoi potrei darti una lezione sotto le lenzuola..” continuò lui, guardandola malizioso.

Elena fece una smorfia, disgustata.“Mi fai schifo!!” disse poi, sputandogli in piena faccia.

Kevin, passò dall'essere stupito all'essere incazzato nero. Alzò una mano, pronto a tirare un ceffone ad Elena.

“BAAM !!” un rumore sordo risuonò nel corridoio.

Caroline aveva afferrato Kevin per i capelli tirandolo nuovamente contro l'armadietto, ormai distrutto.

“Che diavolo vuoi stronzo di un Ibrido!!?” fece Care, assottigliando gli occhi.

“Ibrido ?” ridacchiò lui. “Sono un vampiro, sciocca.”

“E cosa vuoi da noi eh?! Dov'è Bonnie, cosa le hai fatto!?” ormai Care era parecchio irritata

“Eh, eh.” la riprese Kevin, bonario. “I segreti non si dicono agli sconosciuti.” disse beffardo.

Caroline avvicinò il viso, sorridendo, angelica. Poi, con tutta la forza che possedeva alzò di scatto il ginocchio, colpendo Kevin in mezzo alle gambe, sul suo punto più sensibile.

“Be, ora ci conosciamo, stronzo.” Caroline sorrise sadica, indietreggiando, mentre Kevin scivolò sul pavimento mugugnando per il dolore.

 

 

Bonnie si fermò solo per riprendere fiato. Aveva corso per 5 buoni minuti senza mai voltarsi indietro e ora era appoggiata a un tronco d'albero, nascosta.

Devo solo riposarmi un secondo, si disse mentalmente, poi ricomincio a correre. Fece dei bei respiri profondi, sbirciando da dietro il tronco. Niente, nessuna traccia dei suoi rapitori.

Di colpo una mano robusta, le tappò la bocca, impedendole di muoversi o urlare. Anche se non aveva abbastanza fiato per urlare..

“Shh.” sussurrò una voce al suo orecchio, allentando di poco la presa.

Lo sconosciuto, con la mano libera, prese Bonnie per la vita, facendola voltare.

Damon fissò la Rossa negli occhi, lasciando ricadere la mano che le intrappolava la bocca.

Bonnie lo guardava al colmo della felicità. Damon era lì, era venuto da lei e l'avrebbe salvata da quel guaio! Stava per saltargli al collo ma..

“Sei la ragazza più stupida che abbia mai conosciuto.” disse lui, severo.

Ecco, appunto. Sì, Bonnie stava proprio per saltargli al collo.. per strangolarlo però!!!

“E tu il più stronzo, egocentrico, presuntuoso e bastardo. Che abbia mai conosciuto!” ribatte lei

Damon l'afferrò per i polsi, facendo aderire la sua schiena al tronco dell'albero.

“Ripetilo se hai il coraggio.” le soffiò sulle labbra “Sciocca.” la insultò ad un centimetro di distanza.

“Sei solo uno stronzo.” disse Bonnie, sostenendo lo sguardo freddo del moro.

“E tu solo una bambina imbranata.” disse Damon, avvicinandosi ancora di più, minaccioso.

“Stupido arrogante!! Sei un..!” due labbra fredde interromperono gli insulti di Bonnie.

Damon baciò con urgenza la ragazza, annullando le distanze. Le piccole mani di lei cercavano di spostare il ragazzo facendo pressione sul petto, ma Damon non l'assecondò.

Con la lingua fredda toccò il labbro inferiore di Bonnie, che mugugnò qualcosa in protesta, ma lui continuò in una silenziosa supplica di approfondire il bacio.

Bonnie sì ok, cedette rispondendo al bacio con foga, ma d'un tratto si ritrasse cogliendo il vampiro di sorpresa. “Sono ancora arrabbiata con te.”

Damon sbuffò, spazientito. “Non ho fatto niente, non puoi avercela con me!”

“Ah, ora chi è il bambino?!” ridacchiò Bonnie, scuotendo la testa “È colpa tua, non si discute.”

“Sei fuori di testa, tu!”

“Come? Io !? E tu allora, che hai paura di uno stupidissimo ballo!??” fece Bonne, alterandosi.

“Appunto.” disse Damon sicuro. “È solo uno stupido ballo quindi che ti importa!?”

“Era.” replicò Bonnie, mettendo il muso. “Ormai direi che è finita la festa.” constatò poi, guardandosi intorno. Erano in un bosco. Sì, in un fangoso bosco, non in un'elegante sala da ballo.

“Ok, Bonnie. Forse è stata un pochino colpa di .. entrambi.”

“Che !?!?!?” la Rossa strabuzzò gli occhi, incredula.

“Ei !!” la riprese Damon “Abbassa quella voce!!”

Bonnie si ricordò di star a giocare a nascondino, quindi alzando gli occhi al cielo, abbassò il tono.

“Damon, ammetti che è colpa tua, accidenti !!”

il vampiro la guardò stralunato. Davvero sperava delle scuse da Damon Salvatore ?! Pff, robe da matti..

“Allora ??” fece lei, incoraggiandolo con lo sguardo minaccioso. O almeno ci provava.

“Forse, e dico forse, le cose sarebbe andate diversamente se ti avessi accompagnata, ma..”

“Forse!?!” lo interruppe Bonnie “ Salvatore. Sei uno STR..!!!”

“OK!! Ho sbagliato, dannazione! Ora chiudi quella bocca!!” sbottò Damon, allucinato.

Bonnie sorrise soddisfatta. “L'HA AMMESSO!!!” urlò, contenta.

“Tana per voi, coniglietti” Dylan con aria da sadico li aveva avvistati e insieme a Nick si lanciarono all'inseguimento.

Inutile dire che il sorrisetto scomparve dal visino di Bonnie “Oh, oh..”

Damon si schioccò una mano in fronte “Sei un disastro.” le disse, appena prima di prenderla tra le braccia e correre.

 

 

Stefan si concentrò “Damon ? Damon, mi senti ?!”

Niente. Nessuna risposta da parte del fratello. Stefan sbuffò, amareggiato. La telepatia non funzionava. Poteva voler dire solo due cose. O Damon lo ignorava, come faceva spesso, oppure era occupato.. in una battaglia..?

“Stefan !”

Il ragazzo guardò l'amica con affetto. “Meredith, menomale che stai bene.” disse con sollievo.

“Sono una cacciatrice, te ne sei forse dimenticato ?” replicò lei, fiera.

Stefan abbozzò un sorriso. “No, no, certo che no.” poi si passò una mano tra i capelli castani.

“Hai visto Elena ?” chiese, preoccupato.

Meredith scosse la testa. “No.. pensavo fosse con te.”

“L'ho mandata a cercare Matt e Caroline. Devono andarsene da qui. Care è l'unica vampira tra loro tre, riuscirà a proteggerli fino a casa.”

“Davvero credi che scapperanno ?”

Stefan sospirò “Lo spero..” poi alzò lo sguardo, d'un tratto serio. “Kevin. Lo conosci ?”

Meredith annuì “Si, è l'accompagnatore di Bonnie.. Cosa sai di lui ?”

“È un vampiro.” annunciò lui e la ragazza sembrò stupita, ma si riprese subito. “E ora mi sto domandando..” continuò lui, sospettoso.

“Cosa ci fa un vampiro, solo, ad uno stupido ballo scolastico ?” lo precedette Mer, assottigliando gli occhi.

“Dovremmo scoprirlo. Quel ragazzo potrebbe creare guai..”

La cacciatrice analizzò la situazione. “Stefan, e se c'entrasse qualcosa con gli Ibridi ?” ipotizzò poi.

“Ormai ho setacciato tutta la scuola e di loro non c'è traccia..” fece Stefan, pensieroso.

“Usciamo da qui e andiamo a prendere a calci in culo quegli Ibridi.”

Meredith sgranò gli occhi. Era strano sentire uno Stefan volgare, ma la sua iniziativa le piacque molto. “Ci sto.” annuì poi, ghignando sadica. “Andiamo.” dissero all'unisono i due, correndo verso l'uscita.

 

 

 

Damon si guardò indietro. Gli Ibridi stavano guadagnando terreno e man mano che continuava a correre con Bonnie tra le braccia, la distanza dai nemici diminuiva maggiormente.

“Giro in carrozza, terminato. Spiacenti !!” fece Damon, ironico, mentre mollava la presa sulla sua Streghetta, facendola ruzzolare a terra il più piano possibile.

“Alt, ragazzi. Non ho più voglia di giocare alla corsa campestre.” Damon si fermò, parandosi di fronte a un Dylan incazzato nero e un Nick scocciato.

Bonnie intanto, si rialzò massaggiandosi i glutei doloranti “Delicato come sempre, eh” borbottò al vampiro, sicura che l'avrebbe sentita.

“Allora, Nick, tu pensi al vampiro e io alla sciocca ragazzina..” fece Dylan, scrocchiandosi le dita.

“Ma sentitelo !” sbuffò Bonnie, contrariata.

“Intanto quella sciocca ragazzina è riuscita a sfuggirti, razza di scemo!!” lo beffeggiò lei, facendogli la linguaccia da dietro il corpo del vampiro.

“Cosa!? Stupida impertinente, è stato solo un momento di distrazione!!” esordì Dylan, irritato.

“Pff, si certo!” ridacchiò Bonnie “L'importante è crederci, amico!”

Dylan digrignò i denti, al massimo della sopportazione. “Mm, brutta piccola stronzetta, io ti..”

“Ei ei” lo interruppe Bonnie “Guarda che io ho un nome, scimmione! Ed è anche più bello del tuo”

Intanto Damon e Nick si lanciarono un'occhiata incredula, scuotendo la testa.

“Eh !?! “ continuò Dylan, offeso. “Ma se io ho un nome bellissimo, stupida!!”

Bonnie lo fissò con sguardo truce “Tanto sei solo uno scimm..”

“ORA BASTA !!!!! STATE ZITTI !!” Damon e Nick sbottarono all'unisono, alterandosi.

I due litiganti si fermarono, mentre Dylan si schiariva la gola imbarazzato e Bonnie arrossiva borbottando un “Scusate...”

“Dunque.” esordì Nick, serio. “Dov'eravamo rimasti ?”

“Be” fece Damon, ghignando. “Al punto in cui io faccio il culo sia a te che allo scimmione.”

“Evvai così !” esclamò Bonnie “Direi che il soprannome scimmione, ti dona eh!” aggiunse in direzione di Dylan.

Damon girò il viso, guardandola truce.

“Ok, sto zitta.” promise svelta Bonnie, mimando con la manina di cucirsi la bocca.

“Dylan stacchiamo la testa a questo presuntuoso.” disse Nick, minaccioso, avvicinandosi al vampiro

“Sì così poi torturerò la ragazzina..” acconsentì l'Ibrido, ghignando.

Damon li guardò con astio, poi alzò gli angoli della bocca, sfidandoli a iniziare. “Forza, fatevi sotto.”

I due Ibridi si scagliarono, veloci, su Damon.

 

 

“Non so cosa abbia fatto quel povero figliuolo, ma le ragazze devono farsi rispettare!”

Caroline, Matt e Elena si voltarono all'indirizzo di quella voce.

Una dolce vecchietta se ne stava lì in piedi, in fondo al corridoio, sorridendo loro.

Elena sbatte le palpebre, incuriosita “Lei chi è ?” domandò, con voce gentile.

“È una bidella della scuola.” rispose Matt, precedendo la vecchietta.

“Mah, si!” annuì Care “L'ho vista nell'ufficio del preside qualche giorno fa”

“Mi chiamo Eva. Mi sono trasferita da poco qui, non molti studenti si ricordano di me” disse lei, avvicinandosi lenta ai tre.

“Ehm, ma si è imbucata al ballo ?” chiese Matt, ridendo sotto i baffi.

“Oh, no..”Eva ridacchiò, scuotendo la testa “Veramente volevo controllare che fosse tutto apposto..” aggiunse poi, sporgendosi un poco per vedere la figura svenuta di Kevin.

Care alzò le spalle con noncuranza “Si, si starà benissimo, stia tranquilla..”

“Ragazzi !!”

“Mm ?” fece Matt, sorpreso, guardando la figura che si stava avvicinando veloce, correndo nel corridoio buio.

“Ma quello è Alaric!” esordì Elena, sorridente.

“Ei,” fece il professore non appena ebbe raggiunto gli altri. “State bene ?” aggiunse subito, scrutando il ragazzo biondo, per terra.

“Si, ma...” cercò di dire Care

“Hai visto Stefan ?” la interruppe Elena, ansiosa.

Alaric scosse la testa. “No, mi dispiace.. Stavo per raggiungere Damon..”

A Eva si illuminarono gli occhi “Damon ? Damon, caro?” chiese, sorridente.

Alaric, che non si era ancora accorto della bassa vecchietta accanto a lui, sgranò gli occhi.

“Lei conosce Damon ?” domandò stupita Caroline “Quel Damon ? Tutto vestito di nero con un bel culo e quel sorriso sexy quanto stronzo ?”

Elena scoppiò in una piccola risata “Care!!” riprese, bonaria, l'amica.

“Si, proprio lui.” acconsentì Eva, annuendo.

Alaric non ci capiva più niente. Mimò con la bocca “Ma chi è questa?!” in direzione di Matt, che per tutta risposta scosse la testa, esasperato.

“Be..” fece Elena, tornando seria. “Dov'è ? Avrà trovato Bonnie ?”

“Non so niente, ma sicuramente gli servirà aiuto. È fuori, nella radura.” annunciò Rick, preoccupato

“Ma come ? Che è successo a Damon caro ??” fece Eva, in pensiero.

“Ehm, niente non si preoccupi, ma ora dobbiamo andarcene da qui.” disse Care, decisa a trovare il sexy vampiro.

“Venga” disse Matt rivolto a Eva “La accompagno alla macchina così andrà a casa..”

“Oh no caro.. Voglio controllare i miei cari studenti. Andrò nella sala da ballo, voi andate e accertatevi che Damon caro stia bene.. è un così bravo figliuolo..” disse la vecchietta, dolcemente.

“D'accordo, ma cerchi di andarsene il prima possibile..” disse Rick “Andiamo, seguitemi.” aggiunse poi, avanzando verso l'uscita seguito dai tre ragazzi.

 

 

Damon si mosse a velocità sorprendente e schivò la raffica di pugni di Nick, riuscendo a parare il calcio potente di Dylan, ma poi dovette indietreggiare di poco per non rischiare di essere colpito. “Scommetto che ti batteresti meglio..” cominciò Nick, con un ghigno sadico sul volto.

“Se solo fossi motivato di più a farlo.” aggiunse poi, lanciando un'occhiata complice a Dylan.

Damon non fece in tempo a realizzare il significato di quello sguardo.

L'Ibrido si era scagliato contro Bonnie, afferrandola per le spalle in modo che non potesse scappare. Nello stesso istante Nick si era avvicinato a Damon e ora gli aveva bloccato le mani dietro alla schiena. “Che razza di codardi” sputò Damon, con rabbia. Con la coda dell'occhio osservò il suo Uccellino in pericolo.

“Mollami !” esclamò Bonnie, imponendosi di non aver paura “Damon non pensare a me! Combatti”

Dylan rise beffardo “Oh, credo che il tuo ragazzo dovrebbe preoccuparsi invece..”

“Non la toccare o giuro che te ne pentirai.” lo minacciò Damon, cercando di liberarsi dalla presa di Nick.

Bonnie sentì una mano fredda circondarle il polso minuto. Dylan le sorrise sadico prima di stringere il piccolo polso tra le sue forti dita.

“Aah!” Bonnie cercò di soffocare un urlo, mentre l'Ibrido le stritolava il polso.

“Stronzo” ruggì Damon, ormai al limite della collera.

“Allora, ragazzina, com'è che mi chiamo ?” fece Dylan, fissandola sadico.

“Fai sul serio!?” Damon roteò gli occhi al cielo “Bonnie non provare a dire..”

“Scimmione !!” urlò la Rossa

“Maledizione Bonnie !” imprecò Damon, scocciato.

Dylan incazzato nero, strinse la presa sul polso della ragazza. “Come osi, stupida!”

“Mm..” Bonnie trattenne un urlo di dolore, mugugnando un lamento.

Lamento che Damon sentì perfettamente. Con un ringhio animale, fece scivolare con uno scatto veloce la testa all'indietro. Colpì in pieno viso Nick che allentò la presa sulle mani di Damon, imprecando per la botta. Damon ne approfittò, liberandosi dalla presa ferrea dell'Ibrido. Si parò di fronte a Nick, e gli diede un fortissimo pugno alla bocca dello stomaco, facendolo boccheggiare in cerca d'aria.

Lo scagliò di lato e si precipitò dal suo Uccellino.

Fissò Dylan con rabbia ceca “Colpo basso, bastardo.”

L'Ibrido fece in tempo solo a spingere con forza Bonnie, facendola cadere a terra, poi fu bloccato delle forti mani del vampiro.

Quest'ultimo afferrò Dylan per i corti capelli e con un movimento elegante quanto veloce, gli portò la testa in basso e con il ginocchio gli colpì forte il viso.

Il sangue cominciò a scorrere, infinito, dal naso dell'Ibrido che cercava di sottrarsi dalla presa del nemico, con scarsi risultati.

Damon lo tirò nuovamente per i capelli sbattendolo contro un albero. Poi lo scagliò a terra tirandogli un forte pugno.

Dylan non si rialzò.

“Oh, insomma, ma è mai possibile che non possa andare a un ballo senza che succeda un disastro!?”

Damon fissò la Streghetta, mentre si rialzava da terra. Era tutta ricoperta da macchie di fango.

Bonnie alzò lo sguardo e vide Damon che la fissava, muto. Poi il vampiro scoppiò in una fragorosa risata.

“Dovresti..” iniziò Damon, tra una risata e l'altra “Dovresti vederti! Sei ridicola!” aggiunse ridendo come un pazzo.

Bonnie si imbronciò “Oh si, Damon, molto maturo direi..”

“Oh be, da che pulpito!!” ribattè Damon, beffardo

“Ah si !?” fece Bonnie, riducendo gli occhi a due fessure. Poi si tolse con la mano affusolata un po di fango e lo lanciò dritto in faccia al vampiro che ancora se la rideva.

Damon strabuzzò gli occhi, colto di sorpresa, sentendo quella roba viscida sulla pelle.

“Ops.” fece Bonnie, sorridendo come un angioletto.

“Sul serio.” cominciò Damon, incredulo. “TU HAI OSATO FARLO SUL SERIO!?!?”

In quell'istante Alaric, Elena, Caroline e Matt stavano fissando la scena con una faccia allucinata.

“Ma cosa ..?!” fece Stefan confuso. “Elena!! Cosa ci fate qui !?!” avevano raggiunto gli altri da dietro e ora sia lui che Meredith li fissavano.

“Ehm... qualcuno mi spiega cosa sta succedendo?” chiese Alaric, esasperato.

“Elena non hai fatto quello che...” Stefan si interruppe sentendo l'urlo di Bonnie.

Tutti i presenti si voltarono per vedere la scena.

“Non vale usare i poteri da vampiro !!” si lamentò Bonnie, mentre cercava di scappare dalla furia del maggiore dei Salvatore.

“Te la sei cercata!!” Damon la sollevò per la vita, tenendola a debita distanza per non sporcarsi di fango, e la mise a testa in giù.

“Damon mettimi subito giù o io..!!”

il vampiro ghignò, impertinente “Tu cosa? Cosa vorresti farmi, eh ?”

“Ok.” disse Meredith con calma, incrociando le braccia al petto mentre tutti gli altri fissavano ancora quella scena ridicola a occhi sbarrati.

“Stanno litigando.” aggiunse poi, con fare ovvio “Quindi direi che è tutto normale. Solo una cosa mi sfugge.. quei due Ibridi che si stanno rialzando.. sbaglio o non mi sembrano molto amichevoli ?”

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


“Ma quello è Kevin!” Elena puntò un dito accusatorio poco lontano dalle figure di Damon e Bonnie.
Damon la sentì e con sguardo truce posò la sua Streghetta a terra. Il tempo della ricreazione era finito. Con una veloce occhiata si rese conto della presenza di Stefan e di tutta l’allegra combriccola.
“Bonnie raggiungi Meredith e resta li” si rivolse alla Rossa con tono di chi non ammette repliche.
Bonnie si guardò intorno e dovette ammettere che la situazione non era delle migliori. Erano tutti li, in una lurida e fangosa radura e probabilmente ci erano finiti per colpa sua, per salvarla di nuovo dai guai in cui si era cacciata. Sbuffò sonoramente e con cautela avanzò pochi passi verso i suoi amici.
Intanto i due Ibridi si erano messi in piedi e Stefan si affrettò a fiancheggiare il fratello.
“Finalmente fratellino” lo schernì Damon, ghignando. “Ti stavo dando per disperso”
Stefan alzò gli occhi al cielo poi tornò a fissare i nemici, ai quali si era avvicinato Kevin. “Cosa vogliono, Damon?”
“Non ne ho idea fratellino”
“Oh, ma guarda” ghignò Nick, beffardo “Quanta gente si è unita alla festa”
Dylan si alzò pulendosi le tracce di sangue dalla faccia “Non ho ancora finito con te, ragazzina” sputò con voce sadica in direzione di Bonnie che stava raggiungendo i suoi amici.
“Cosa diavolo volete da lei eh?!” ringhiò Damon che ormai iniziava a perdere la pazienza.
“Ehi voi.” Kevin attirò tutta l’attenzione su di sé. “Vi ho portato la ragazza ora voglio la mia ricompensa”
Questa frase fece bloccare di colpo Bonnie che stava per rassicurare Meredith dicendole di star bene “TU! Brutto stronzo...”
“Bonnie lascia perdere” Meredith fermò le imprecazioni dell’amica.
“Niente di personale Bonnie” le rispose Kevin “Il tuo sangue per la mia trasformazione in ibrido. Era questo il patto. E ora voi lo rispetterete.” Finì poi minacciando con lo sguardo i due ibridi.
“Il suo sangue?!” sbottò Stefan, inviperito. Damon invece si limitò a ringhiare, decisamente incazzato.
Caroline raggiunse di scatto Bonnie e Meredith, seguita da Elena. “Mi sa che è il caso di sloggiare” disse, visibilmente preoccupata per la sua amica Rossa.
“Suvvia Kevin” lo riprese Nick “Un attimo di pazienza, non vedi che siamo in compagnia?”
“A cosa vi serve il suo sangue” sibilò Damon più come una minaccia che una vera domanda.
“Oh beh, il sangue di una strega dona una forza invincibile, è risaputo” Nick scrollò le spalle, con fare ovvio. “E quale idea migliore se non quella di sottrarlo quando non sa ancora usare del tutto i suoi poteri?” sghignazzò l’ibrido, euforico.
 “Preparati ad essere dissanguata stupida ragazzina” Dylan lanciò uno sguardo sadico a Bonnie, la quale deglutì rumorosamente.
“Già direi che Care ha ragione.” Fece Elena decisa “Andiamocene da qui Bonnie”
Le due non fecero in tempo a fare due passi che il caos scoppiò.
Dylan e Nick si precipitarono verso la strega, scontrandosi però con Damon e Stefan. Alla lotta si unì anche Caroline ma presto fu sbattuta contro un albero vicino. Bonnie si fermò sentendo l’urlo della sua amica, ora stesa per terra.
Kevin approfittò della situazione e si scagliò contro Bonnie, deciso a ottenere al più presto la sua ricompensa. Meredith si parò davanti alla strega, ma qualcosa si mise in mezzo tra lei e il vampiro. Alaric era riuscito a pararsi davanti conficcando un paletto di legno nello stomaco del vampiro.
Kevin fece una smorfia di dolore e cadde sulle ginocchia.
“Correte!” ordinò poi Alaric, mentre Elena e Bonnie correvano via. Meredith restò invece al suo fianco.
“Avete fatto male a mettervi in mezzo” sibilò Kevin, togliendo con un colpo secco il paletto dallo stomaco. “Ora mi avete proprio stufato”
Con una velocità soprannaturale, Kevin raggiunse Elena e Bonnie mettendo fine alla loro corsa. Con un forte ceffone Elena ruzzolò per terra e Bonnie fu immobilizzata da una stretta al collo.
“Ora basta!!” gridò Kevin “Fermatevi o la uccido!”
A quelle parole i fratelli Salvatore si bloccarono e i due ibridi riuscirono a immobilizzarli.
Bonnie guardò la scena che le si presentava davanti. Tutti i suoi amici immobili con facce terrorizzate e mal conce a causa dello scontro. Uno scontro causato da lei. Un moto di rabbia le rimbombò dentro. Voleva friggere il cervello ai quei tre bastardi ma non riusciva a sprigionare tutta quella energia. Kevin si spostò di colpo a destra, senza mollare la presa su di lei. Bonnie non capì il motivo di quella mossa finche non vide Matt a terra. Il suo amico si era buttato addosso al vampiro nel tentativo di salvarla.
“Troppo lento amico” ringhiò Kevin lanciando un calcio dritto nello stomaco di Matt.
Bonnie soffocò un urlo, mentre il suo amico rantolò dal dolore e iniziò a tossire, sputando sangue.
“NO! NO! NO! “ Bonnie proruppe in un grido, spezzando il silenzio.  “Non avresti dovuto farlo.”
Damon non aveva mai visto uno sguardo cosi cattivo corrucciare il visino a cuore della sua Streghetta. All’improvviso vide Kevin cadere sulle ginocchia e prendersi la testa tra le mani, urlando dal dolore. Lo stesso successe ai due ibridi che mollarono la presa su di lui e su Stefan. Senza perdete tempo, Damon spezzò un ramo e lo conficcò nel petto di Nick con un colpo deciso. Stefan fece lo stesso con Dylan.
“I giochi sono finiti bastardo.” Fece Damon raggiungendo Bonnie. Prese poi per i capelli Kevin e lo lanciò contro il tronco di un albero per poi pugnalarlo al petto.
Bonnie si sentiva stanca e non si era resa conto del sangue che le fuoriusciva dal naso.
“Uccellino” la chiamò Damon, prendendola tra le braccia “Stai bene?” le chiese preoccupato.
“Damon” mugugnò lei scuotendo la testa “Il tuo sangue. Dallo a Matt, subito...”
Il vampiro non fu sorpreso dalla richiesta e acconsentì sapendo che non era il momento di ribattere, mentre Stefan andava verso Caroline per accertarsi che stesse bene, per poi correre da Elena per darle il suo sangue.
“Io l’ho sempre detto che i balli sono sopravvalutati” affermò Damon, schioccando un’occhiataccia di sfida alla sua Streghetta. 

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***



 Bonnie sbuffò sonoramente, mentre con le mani appoggiate alle ginocchia cercava di coprire i decorosi strappi procurati al suo bel vestito, grazie alla fantastica corsa in mezzo a una radura fangosa.
“Stai bene?” chiese Damon cauto, stringendo le mani sul volante.
“Ho solo un gran mal di testa” lo rassicurò Bonnie “un’aspirina e passa tutto”
Damon storse il naso “Invece di stupidi medicinali da umani dovresti farti una bella doccia, guarda come sei conciata!” esclamò poi, alludendo alle macchie di fango sparse ovunque sul vestito.
“Ma senti chi parla!” si infervorì Bonnie, lanciandogli un’occhiataccia. Non era la sola ad essere conciata maluccio quella sera. Anche se, ammise mentalmente, Damon riusciva a risultare lo stesso bellissimo.
“Beh Streghetta lo prendo come un invito” ammiccò il vampiro, malizioso “C’è posto anche per me nella tua doccia?” fece poi, parcheggiando di fronte a casa McCullough.
Bonnie arrossì violentemente “Sei proprio un...”
Le labbra di Damon la zittirono prima irruente, poi dolci. Una dolcezza che riservava solo a lei. Non potè che essere soddisfatto quando udì il cuore della sua Streghetta iniziare a battere all’impazzata.
Bonnie si lasciò scappare un lieve sospiro di piacere per quel contatto tanto agognato, dettaglio che al vampiro non sfuggì e non fece che aumentare la voglia di seguirla in casa sua.
“Bonnie...” sussurrò Damon, interrompendo di malavoglia il bacio. “Dovresti rientrare, è tardi e devi riposare.”
“Oh… Veramente io pensavo di farmi un thè caldo. Potresti farmi compagnia...” esordì Bonnie, mordendosi il labbro inferiore, agitata e imbarazzata dalla sua stessa proposta. Il vampiro sgranò gli occhi per la sorpresa, poi sorrise contento dell’innocente proposta del suo Uccellino.
“Mi piacerebbe” rispose Damon “Ma non credo sia il caso”
La Rossa puntò lo sguardo sulle proprie mani, intrecciate sopra le ginocchia. “Come non detto.”
Damon percepì il cambio d’umore improvviso e capì di essere stato frainteso.
“Uccellino, io entrerei davvero molto volentieri” disse dolcemente, alzando delicatamente con l’indice il mento della ragazza, così da incontrare i suoi occhi.
“Solo che bere un thè caldo sarebbe l’ultima cosa che farei”
Bonnie arrossì di botto, percependo il tono malizioso di Damon “Oh..o-ok” balbettò
Damon sorrise alla sua reazione, adorava vederla arrossire, o meglio sapere che lui aveva il potere di farla arrossire. Le prese il viso tra le mani e la baciò, beandosi del suono del suo cuore che batteva all’impazzata. “Dovrai scusarmi se non ti accompagno alla porta, ma non vorrei cadere in tentazione di varcare la soglia di casa tua...” sorrise il vampiro “Sai con te non ho tutto questo autocontrollo che vanto di avere” ammiccò poi
Bonnie proruppe in una risatina nervosa e molto, molto imbarazzata “Non-non ce né bi-bisogno grazie…” disse, portandosi una ciocca di capelli dietro all’orecchio
 Damon si avvicinò ancora e le diede un ultimo bacio “Allora buonanotte Uccellino”
Bonnie cercò inutilmente di calmare il proprio respiro “Buonanotte Damon!” disse poi, schizzando fuori dall’auto.
 
 
Damon entrò alla pensione della Signora Flowers, visibilmente irritato. Possibile che Bonnie riuscisse a farlo sentire come un sedicenne con gli ormoni impazziti? Il vampiro scrollò le spalle, cercando di occupare la mente con immagini decisamente più caste. Stava per raggiungere la sua camera e farsi una doccia fredda quando un ostacolo gli si parò davanti.
“Fratellino” disse Damon col suo solito tono di nonchalance “Serve qualcosa?”
“Bonnie sta bene?” chiese Stefan, con tono di chi è pronto per un interrogatorio.
Damon alzò le spalle e raggiunse la cucina “Benone. Grazie a me” esordì risoluto
“Beh sembri piuttosto irritato. Avete litigato?” fece Stefan, preoccupato di un ipotetico disastro da parte del fratello maggiore.
Damon storse il naso e pensò che forse sarebbe stata meglio una litigata, almeno ora non lo attenderebbe una bella doccia ghiacciata.
“Doccia fredda eh?” ammiccò Stefan, sul volto dipinto un sorrisetto.
“Non osare leggermi la mente Stefan!” lo ammonì Damon, incazzato
Il minore dei fratelli alzò le mani in segno di resa “Scusa ma è stato fin troppo facile, lo stavi urlando praticamente” si giustificò poi
“Fatti gli affari tuoi Stefan e torna dalla tua di nuovo fidanzata!” sibilò minacciosamente Damon prima di salire a tutta velocità nella sua camera.
 
 
Elena si stropicciò gli occhi e si rigirò nel letto, felice di incontrare a pochi centimetri di distanza il bellissimo viso del suo fidanzato.
“Ehi, buongiorno” disse Stefan, accortosi che il respiro della ragazza si ero fatto più irregolare. D’istinto le posò un bacio sulla fronte.
“Buongiorno” Elena si precipitò fra le braccia di Stefan, baciandolo con passione.
Passato qualche minuto Elena dovette staccarsi per riprendere fiato.
“Wow” fece Stefan, carezzandole dolce una guancia “Proprio un bel buongiorno questo”
“Sono contenta” si giustificò Elena, stava giusto per godersi quella felicità in quel letto morbido col suo Stefan quando il telefono squillò.
Sbuffò e si precipitò a rispondere.
“Ehi Care” salutò l’amica dall’altra parte del telefono.
Passarono una decina di secondi e una Elena euforica sbraitò “Una giornata tra ragazze per negozi? Care non potrei chiedere di meglio!!”
Stefan sorrise alla reazione di Elena alla parola “negozi”
“Si perfetto, a dopo allora!” la ragazza concluse la telefonata, con un sorriso a 32 denti.
 
 
Bonnie non aveva dormito molto quella notte.
 Dopo esser sgusciata fuori dalla macchina di Damon aveva continuato a pensare, cercando di capire il perché si sentisse così dannatamente frustrata. Era giunta alla conclusione che forse il motivo derivasse dall’interruzione di quei baci cosi dannatamente belli. Bonnie infatti non sarebbe mai voluta scendere da quell’auto.
“Ehi, tesoro ma che hai fatto? Hai una faccia!!”
“Grazie tante mamma” borbottò acida Bonnie, sedendosi alla tavola della cucina per versarsi un bicchiere di succo.
“Su tesoro assaggia la mia torta e vedrai che ti sentirai subito meglio!”
Bonnie fece vagare il suo sguardo sulla tavola e non vide niente che potesse assomigliare anche vagamente a una torta. Lanciò un’occhiata a sua madre, la quale le stava indicando un ammasso di qualcosa (forse commestibile) a forma di ciambella.
“Mmh...sai mamma ho un po’ di mal di stomaco forse è meglio bere solo il succo.”
“Bonnie sempre la solita storia!” si infervorì Karen “io mi impegno e tu non mi dai neanche una soddisfazione”
“Oh, d’accordo ne prenderò una fetta!!” si spazientì Bonnie
Stava per far uso di tutto il suo coraggio ed infilarsi un pezzo di quella cosa in bocca quando il suo telefono squillò.
 
 
Esattamente 3 ore dopo Bonnie, Caroline, Meredith e Elena girovagavano per negozi chiacchierando del più e del meno, godendosi quel pomeriggio di relax. Dopo 2 ore di sano shopping però a Bonnie brontolò lo stomaco.
“Ehm, ragazze che dite di una pausa caffè e pasticcini?” propose la Rossa con aria supplichevole
“Si dai” Elena annuì all’amica “C’è un bar qua vicino!”
“D’accordo, vada per il caffè” fece Caroline convinta, seguendo Elena che faceva strada verso il bar.
“Dì la verità a te interessano solo i pasticcini, non il caffè” sussurrò Meredith, guardando di sottecchi Bonnie.
“Beccata” sussurrò la Rossa, sorridente.
“Ragazze, devo confessarvi una cosa.” Caroline si chiarì la voce “Credo di essermi presa una bella cotta per Matt e ho intenzione di dirglielo!”
“Che?!” urlò Elena, incredula “Matt??”
“Già, anche io ho avuto la stessa reazione.” Esordì Meredith, alzando le spalle
“Tu lo sapevi?” chiese Bonnie, guardando poi interrogativa Caroline
“Gliel’ ho detto quel giorno al Luna Park” si giustificò la vampira bionda “Stavo aspettando un momento di pace per dirvelo”
“OK. Dunque beh...non so che dire ma...” fece Elena, riflettendo un attimo sull’immagine che le si presentò in testa. I due che si baciavano e passeggiavano mano nella mano. “Per me stareste bene come coppia!” asserì infine, rivolgendo un sorrisetto complice all’amica.
“Si Care” disse convinta Bonnie “Approvo anche io! Matt è così dolce e premuroso”
“Già, magari ti fa mettere la testa a posto, finalmente!” ridacchiò Meredith, seguita da Elena e Bonnie
“AH AH davvero carine!” sibilò Care, senza però trattenere un sorriso.
“E quando glielo vorresti dire?” chiese Elena, curiosa
“Beh, appena avremo un attimo di tempo per stare soli” rispose Caroline sicura
“Anche io devo confessarvi una cosa…” fece Bonnie, improvvisamente agitata, cominciò quindi a torturarsi un boccolo rosso tra le dita.
“Non dirmi che sei andata a letto con Damon senza dircelo!!!” sbottò Caroline, puntando un dito accusatorio verso l’amica.
“EEEH!? C-che ca-cavolo di-dici !!!” Bonnie si maledisse per quel dannato calore che sentiva esplodere sulle proprie guance.
“MMh...” Caroline assottigliò gli occhi “E allora che è successo?”
“Non dirmi che ha fatto di nuovo lo stronzo, perché stavolta per lui è la fine” esordì Meredith, minacciosa. Bonnie scosse la testa, rassicurando l’amica.
“Ok ragazze, lasciamola parlare” disse Elena risoluta “Siamo tutte curiose Bonnie, parla!” le intimò poi, con un sorrisetto angelico sbattendo le lunghe ciglia.
“O-ok…dunque” iniziò Bonnie, prendendo un bel respiro
“Credo di essere pronta per…per …per fare l’amore con Damon, ma non so come fare per farglielo capire!!” sputò a raffica quelle parole “Ecco, l’ho detto” sospirò soddisfatta. Alzò lo sguardo per vedere la reazione delle sue amiche. 3 paia di occhi la fissavano come si fissa un alieno, con tanto di bocca semi aperta.
“Ma è fantastico!!!!!” sbottarono all’unisono Caroline e Elena, battendosi il cinque “Organizziamo il piano!” fece Caroline, supportata da Elena che annuiva con forza.
“Ehi ehi fermate un attimo quelle menti da squinternate” le interruppe Meredith, poi si rivolse a Bonnie
“Sei sicura di volerlo davvero?”
“Sicurissima” asserì Bonnie, rassicurandola.
“Ok d’accordo ma” iniziò Meredith cercando le parole più adatte “Sei sicura che non abbia capito da solo che sei pronta? Voglio dire, mi sembra abbastanza esperto su questo frangente” disse poi, cauta. Non voleva sbattere in faccia alla sua amica che per il vampiro certo non era la sua prima volta… però le sembrava strano che Damon non se ne fosse accorto.
“Ci ho provato io” confessò Bonnie, scuotendo la testa “La notte del ballo, quando mi ha riaccompagnata a casa gli ho chiesto di salire”
“Sul serio!??” fece Caroline, incredula
“Già, sul serio.” Affermò Bonnie, amareggiata
“E lui?” chiese Meredith, perplessa
“E lui ha detto che non gli sembrava il caso...” borbottò la Rossa, sconsolata
“Oh Bonnie, credimi ha fatto così solo perché ha paura di metterti fretta e di rovinare tutto!!” esordì Elena, tranquillizzandola
“Tu dici?”
“Si Bonnie lo penso anche io” disse sicura Caroline
“Ed ecco svelato il mistero del perché non ha capito che sei pronta” finì Meredith, risoluta.
“Esatto! Ed è per questo che ti daremo l’occasione di farglielo capire!” disse Caroline con sguardo malizioso, il quale a Bonnie preoccupò molto.
“Ho già il piano perfetto!!” squittì Elena, battendo le mani
“Ecco…ho già paura” Bonnie si coprì la faccia con le mani, in attesa del fatidico piano
“Oh, avanti abbi un po’ di fiducia!” esordì Elena, sorridente. Bonnie si tolse le mani dal viso e guardò la bionda.
“Allora” cominciò Elena, sorridendo angelica “Super cenone al pensionato, film e..” la bionda puntò un dito contro Caroline “Tu non verrai in macchina cosi potrai farti riaccompagnare a casa da Matt e gli confesserai ciò che provi e..” spostò il dito in direzione di Bonnie, la quale sussultò, intimorita da quella che ora non sembrava più la sua amica, ma una pazza squilibrata che aveva visto troppi film romantici… “Tu invece resterai a dormire al pensionato e avrai l’opportunità di far capire a quel vampiro testone che sei pronta per…”
“Ok ok abbiamo afferrato il concetto” la interruppe Meredith, un po’ scettica
“Io ci sto!” Caroline proruppe in un sorriso a 32 denti, battendo le mani “Ottimo piano Elena” si congratulò con l’amica
“Ma secondo te io riuscirei a chiedere a Damon di dormire li con lui!?” esordì Bonnie “Non ce la farei mai, sarebbe troppo imbarazzante!”
“Oh, Bonnie ma un po’ di fiducia!”  Elena scosse la testa “Non sarai tu a chiederglielo, ovviamente!”
Meredith e Bonnie si scambiarono un’occhiata “Va avanti, ti ascoltiamo” la incitò Meredith, un po’ timorosa di cosa potesse uscire dalla bocca dell’amica.
“Qui entri in gioco tu, Mer” esordì Elena, sorridendo
“Fantastico...” borbottò la diretta interessata, maledicendosi per averla incoraggiata ad andare avanti col suo piano.
“Verso la fine della serata sarà Alaric a consigliare a Damon di proporre a Bonnie di restare a dormire con lui, ovviamente non è necessario che Alaric sappia tutto il piano…”
“Ehm Elena...” fece Caroline titubante “Non vorrei dire, ma Alaric capirà subito che c’è qualcosa sotto! Meredith che dice qualcosa a favore di Damon non è strano, è assurdo!!” esordì poi, risoluta
“Già ma ho pensato anche a questo” rispose Elena, soddisfatta “Meredith dovrà essere, come dire, abbastanza persuasiva”
“Mh… cioè?” chiese Bonnie molto, molto preoccupata
“Basterà fingere che tu fossi d’accordo con Meredith di andare da lei a dormire.” Disse Elena, come fosse la cosa più ovvia al mondo. Ma quando vide 3 paia di occhi fissarla come una pazza decise di spiegarsi meglio “Quindi Mer dirà al suo dolce Alaric che vorrebbe tanto stare sola con lui” continuò con tono malizioso “E lo pregherà di dormire assieme a quel punto, con questa scusa, consiglierai di dire a Damon di farsi avanti con Bonnie, proponendole di dormire con lui.”
Elena finì il discorso, sprofondando di nuovo sulla sedia del bar “Ah, a volte mi stupisco di me stessa” sospirò poi, con tono teatrale
“Ahaha sempre la solita modesta Elena!” la beffeggiò Care “Io ci sto comunque!”
“Sì d’accordo, facciamolo.” Concordò Meredith
“Già, figurati se perdi l’occasione di passare una nottata col tuo professore” la prese in giro Care, ridendo
“Ma smettila!” Meredith le riservò un’occhiataccia “Bonnie allora? Sei d’accordo?”
La Rossa ci pensò per un secondo. Aveva la possibilità di passare una notte con Damon, al solo pensiero si sentì le guance farsi leggermente più calde. D’altronde però non voleva perdere questa bellissima occasione.
“Va bene ragazze! Mettiamo in atto il piano!” asserì infine, sorridendo, determinata.

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