Guilty of the Blood

di Ria_27
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo- Tutto ebbe inizio... ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1-Trappola ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2-Reclusione ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3- Il frutto della Contaminazione Indiretta ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5-Sfida ***
Capitolo 6: *** Capitolo 4-Gruppo Alpha ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6- Affinità e Screzi ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7-Potenziale ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8- Il Labirinto ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9-Le Tre Prove ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10-Preparazione ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11- Missione (parte prima) ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12-Missione (parte seconda) ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13-Passato Difficile ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14- Gioco di Squadra ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15- Minaccia ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16-Sacrificio ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17- Sopravvivere ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18-Argine ***



Capitolo 1
*** Prologo- Tutto ebbe inizio... ***


Prologo-Tutto ebbe inizio... 

Philip Gregory.
Questo era il nome dell’uomo che diede vita a tutto,inconsapevolmente ,si intende.
Il Dottor Gregory era a capo di un team di ricerca per il virus dell’AIDS,un gruppo di esperti medici con specializzazioni nel settore che si affannavano nell’assiduo tentativo di trovare una cura ad una delle piaghe del mondo.
Nessuno sembrava avervi riposto troppe speranze eppure il Dr Gregory riuscì a fare la differenza strabiliando i colleghi e l’intero mondo della medicina quando il suo ultimo composto venne testato su un gruppo di topi da laboratorio confutandone la perfetta funzionalità del.
Strabiliato dalla sua stessa scoperta Gregory decise di spingersi oltre ,testò il composto direttamente su un gruppo di persone ,tre uomini e due donne si sottoposero volontariamente al test rimanendo rinchiusi in quello stesso laboratorio per giorni interi in esclusiva compagni del Dr Gregory e della sua equipe.
Passò una settimana precisa prima che la notizia giungesse anche nel mondo esterno: la cura aveva funzionato .
Le cinque persone che vi si erano sottoposte erano ora guarite, il virus sembrava esser stato abbattuto nel giro di pochi giorni da quello stesso composto che avrebbe reso Gregory un eroe nazionale,no mondiale.
Alle luci di quella che sembrava essere una nuova alba il mondo si preparava a festeggiare innalzando la figura del Dr Gregory e della sua strabiliante scoperta.
Ma non si arrivò mai a quel giorno.
Un mese era passato da quando i cinque volontari per il test abbandonarono quel laboratorio.
Un mese da quando sembravano aver ripreso le loro vite lasciandosi alle spalle il fardello di quella che era la malattia che era stata debellata dal loro organismo.
Un mese prima che le loro vite e quelle del mondo intero venissero stravolte.
Era notte quando il Dr Gregory ricevette la telefonata di Sam ,il paziente A.
Inizialmente Gregory non riuscì ad afferrare le parole sconnesse che il giovane continuava ad emettere dall’altro capo del telefono fin quando un urlo straziante non precedette la formulazione della parola ‘’Aiuto’’.
Quando Sam venne ritrovato la sue mani erano intrise di sangue e il suo viso sfigurato da un’espressione rabbiosa simile a quelle di un animale, non sembrava essere presente più un solo briciolo di umanità in lui, e il corpo della giovane donna ai suoi piedi lo confermava
. Gregory si trovò faccia a faccia con le conseguenze della sua scoperta.
I cinque pazienti,quei tre uomini e quelle due donne a cui Gregory aveva erroneamente creduto di aver restituito un futuro erano andati incontro a qualcosa di molto peggio.
Il composto ‘’ H273’’, così era stata chiamata la cura ,a distanza di un mese da quando era stata iniettata nel corpo dei cinque volontari creò degli effetti collaterali a cui il mondo non era preparato.
Lo chiamarono ‘’effetto H273’’.
Il colpo di grazia arrivò quando si scoprì che quel fenomeno poteva allargarsi a macchia d’olio,bastava solo che il sangue dell’affetto entrasse in contatto con quello di una persona normale e quest’ultima ne sarebbe a sua volta stata vittima.
Il governo decise di scendere in campo per placare i danni.
I cinque pazienti furono prelevati e mai più rivisti, Gregory e il suo team furono sottoposti ad una serie di interrogatori senza fine ma la piaga si era ormai estesa.
Era iniziata una guerra e il mondo sembrava esser stato messo in ginocchio.
 
Tutto ciò che ho appena raccontato non l’ho vissuto in prima persona.
Non ero ancora nata quando la scoperta del Dr Gregory l’H273 rivelò le sue drammatiche conseguenze.
Ma nel mondo in cui vivo chiunque conosce questa storia.
Sono passati ormai trent’anni da quando tutto questo ebbe inizio ma ancora oggi l’unica cura che si conosce contro gli Affetti è sterminarli .
Questo però non impedisce loro di fare sempre più vittime tra le quali mia madre .
Era all’ottavo mese di gravidanza quando venne contaminata .
Il dottore ebbe bisogno di una sola occhiata, ‘’Contagio da H273’’ non vi erano dubbi.
Le indussero il parto portandomi alla luce, donandomi la vita prima che quella di mia madre le venisse sottratta.
Non ho un solo ricordo di lei,molti invece dell’Istituto per orfani in cui sono cresciuta.
Non so quand’è stato il momento preciso in cui me ne resi conto.
Quando un bambino riesce a rendersi conto di essere diverso?
Non saprei rispondere.
Di sicuro però ricordo il momento in cui due agenti dell’FBI arrivarono all’Istituto .
Erano venuti a cercare me, erano li per me ,questo era tutto ciò che seppi-
Avevo solo tredici anni ero una ragazzina arrabbiata con il mondo se pur non capendolo eppure ero ormai consapevole di essere fuori dal comune.
Così non ebbi altra scelta .
Scappai.



Questa non è altro che una delle mie piccole idee che è finita per diventare qualcosa di più.
Spero che vi possa piacere e vi chiedo di lasciare i vostri commenti,sono davvero importanti,fatemei sapere se devo continuare o è meglio lasciar perdere.
Ci tengo davvero molto ai vostri pareri perciò non abbiate remore
Ria_27

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Capitolo 2
*** Capitolo 1-Trappola ***


Capitolo 1-Trappola

_Ehi Jo… Cavolo che confusione qui dentro_ storsi il naso inalando l’acre tanfo di sigaretta che riempiva l’aria viziata del locale.
_Rachel ?! Cosa…Cosa ci fai qui?_ Jo strabuzzò gli occhi squadrandomi con aria leggermente sbalordita.
Inarcai un sopracciglio con fare critico raggiungendo il bancone dietro al quale l’uomo continuava a ripulire un bicchiere con fare meccanico mentre i suoi occhi continuavano ad osservarmi titubanti.
_Mi sembra di lavorarci qui dentro Jo,ormai saranno tre mesi…Che cavolo ti sei fumato?_ borbottai criticamente continuando a soppesare l’espressione sempre più incredula dell’uomo.
_Niente niente_ si affrettò a replicare mentre con un colpo di tosse tornava a schiarirsi la gola.
Lo osservai lasciar perdere il vetro opaco del bicchiere per sfregare entrambe le mani arrossate fra di esse.
Era evidentemente teso ma non riuscivo a capirne il motivo.
_Che diavolo ti prende?_ domandai senza troppi giri di parole quell’atmosfera carica di tensione stava divenendo fin troppo pesante facendo scattare una sorta di campanello d’allerta nel mio cervello.
Jo si guardò furtivamente intorno come per assicurarsi che nessuno potesse udire la nostra conversazione nemmeno per sbaglio.
­_Non dovresti essere qui Rachel _ il suo tono si fece improvvisamente basso mentre i suoi piccoli occhi tornavano a squadrarmi in un tacito avviso.
Mi mossi nervosamente sul posto cercando di non indietreggiare _Cosa significa?_ domandai asciutta nonostante percepissi ormai ogni fibra del mio corpo tremare.
Jo sospirò pesantemente interrompendo il nostro contatto visivo per socchiudere appena gli occhi prima di tornare a parlare _Due uomini sono stati qui! Ti cercavano, mi hanno riempito di assurde domande sul tuo conto…Dio Rachel sembravano pezzi grossi ,in che casino ti sei cacciata?_
Percepii il mondo iniziare a ruotare vorticosamente intorno a me mentre le parole di Jo filtravano nella mia mente echeggiando pericolosamente.
_No…non è possibile_ mormorai non badando minimamente allo sguardo apprensivo che l’uomo mi stava rivolgendo.
Mi hanno trovata
Per tre anni avevo ingenuamente creduto che quel momento non sarebbe mai arrivato.
Lo avevo sperato.
Povera illusa.
_Devo andare via di qui_ guardai furiosamente la porta d’ingresso soppesando velocemente la possibilità che un paio di loro fossero appostati proprio li fuori.
Magari mi avevano vista entrare,forse si erano persino divertiti a mascherarsi nel buio della notte nell’attesa che io riemergessi proprio li fuori pronti a tendermi un agguato.
_Fammi usare la porta sul retro_  intimai brusca tornando a volgermi verso il punto in cui Jo mi osservava con una sfumatura di panico nello sguardo.
Soppesò per un attimo le mie parole prima di sospirare scuotendo la testa _Non voglio guai Rachel lo sai…_
non gli diedi il tempo di concludere la frase,mi sporsi dietro il bancone afferrandolo per il colletto della camicia slabbrata puntandolo con furia.
Poco importava se una comitiva di ubriaconi aveva gli occhi puntati sulla scena, se non fossi uscita di li in pochi minuti sarei comunque stata nei casini,ben peggiori di quelli.
_Stammi bene a sentire Jo _ sibilai sotto lo sguardo spaurito dell’uomo ormai con il fiato corto causato dalla mia irruenza _ io devo uscire da questo posto nel modo più rapido possibile e tu non mi ostacolerai! Aprimi quella fottuta porta sul retro altrimenti sarò costretta a romperti l’osso del collo e non illuderti sono abbastanza forte per farlo._
Deglutì pesantemente spalancando ulteriormente lo sguardo, percepii il suo corpo tremare sotto la mia presa.
Mi aveva creduto,buon per lui.
Allentai la presa senza distogliere neanche per un secondo lo sguardo perentorio che gli avevo puntato addosso.
Lo vidi barcollare fino alla piccola porticina in legno consumato .
Soppesai i suoi gesti con aria attenta pronta a scattare nuovamente se solo avesse dato segno di voler fregarmi.
Ma come era prevedibile Jo era troppo fifone per giocare all’eroe,con un gesto armeggiò velocemente con una piccola chiave girandola nella toppa che emise un click metallico prima di favorire l’apertura .
Con passi affrettati scostai l’uomo dall’uscio _Grazie mille Jo_ lo schernii prima di immettermi nel freddo vicolo poco illuminato.
Mi richiusi la porta alle spalle assicurandomi che nessuno potesse seguirmi li fuori.
Rimasi per qualche secondo a fendere l’aria con fare guardingo.
Soppesai i contorni dei contenitori straboccanti e maleodoranti accertandomi che nessuno fosse li dietro in agguato.
Trassi un piccolo sospiro di sollievo una volta che fui certa di esser sola.
Inalai una boccata d’aria gelida lasciando che la brezza notturna mi avvolgesse sedando i nervi fin troppo tesi.
Forse dopo tutto c’era ancora una possibilità di cavarmela.
Magari quegli uomini non erano così furbi da attendermi al di fuori di un sudicio bar, erano pur sempre elementi da azione attendere non era il loro forte,con ogni probabilità in quel momento stavano setacciando il Distretto  tentando di scovarmi.
Illusi,ancora una volta sarei stata più furba di loro.
Scesi rapidamente le scale in metallo cigolante mentre mentalmente tracciavo un percorso che mi avrebbe permesso di fuoriuscire dal Distretto 3 senza attirare troppa attenzione.
Nonostante fossi concentrare nella silenziosa ricerca di strade e sbocchi privi di controllo non ebbi problemi ad udirlo.
Un rumore appena percettibile per un orecchio poco allenato o semplicemente comune.
Ma quello non era il mio caso.
Mi voltai appena in tempo schivando il colpo mal assestato dell’uomo davanti a me.
_Tutto qui?_ lo schernii prima di caricare la gamba in un calcio che finì per colpire lo stomaco dell’uomo.
_Cagna _ mi insultò quest’ultimo barcollando all’indietro dolorante prima che io mi piegassi per colpirgli entrambe le caviglie destabilizzandolo del tutto facendolo così finire a terra.
I guaiti dell’uomo furono musica per le mie orecchie ma non avevo tempo per rispondere a tono ai suoi insulti.
Dovevo scappare e anche in fretta prima che arrivassero gli altri.
I componenti della DS non erano mai da soli.
Iniziai a correre verso l’uscita Sud del vicolo sperando con tutte le mie forze che almeno per una volta gli altri soldatini della DS non fossero troppo vicini.
Avevo bisogno di mettere quanta più distanza possibile tra me e loro.
Il cuore mi sarebbe sicuramente scoppiato dal petto se solo non mi fossi imposta di mantenere sangue freddo,non sarebbe servito a nulla farmi prendere dal panico quello avrebbe contribuito solo a farmi morire.
Vidi la fuoriuscita del vicolo e velocizzai ulteriormente per raggiungerla.
Stavo quasi per lasciarmi trasportare dall’insana idea che forse ce l’avrei fatta quando una figura sbucò dall’ombra frapponendosi davanti a me.
Spintonai i piedi sul terreno frenando repentinamente la mia corsa evitando così uno scontro ma ancora prima che potessi riadottare una posizione d’attacco a me favorevole il braccio dello sconosciuto svettò nell’aria colpendomi nell’addome.
Percepii il respiro mozzarsi in gola mentre l’urto provocato da quel colpo mi costrinse ad inclinarmi in avanti nonostante sapessi essere una pessima mossa.
Non ebbi neanche il tempo di riflettere prima che un secondo colpo alle ginocchia mi fece perdere l’equilibrio.
Un singulto strozzato trapassò la linea delle mie labbra serrate mentre il mio intero corpo entrava in contatto con il freddo asfalto.
_Non sei poi tanto furba come credevi dopo tutto_ il mio assalitore sembrò compiaciuto lasciandosi andare perfino ad una piccola risata canzonatoria .
Sollevai lo sguardo carico di rabbia per riportarlo sulla figura ormai totalmente esposta al cono di luce emessa dal lampione sopra di noi.
Non potei che essere sorpresa di ritrovarmi davanti un ragazzo.
Probabilmente era poco più grande di me.
I suoi lineamenti sornioni erano incredibilmente delineati, quasi perfetti oserei dire accentuati da due vivaci e profondi occhi dello stesso colore delle nubi cariche di pioggia il tutto contornato da una corta criniera bionda e ribelle .
Quel volto  sarebbe anche potuto sembrare angelico se solo non fosse stato per il ghigno incredibilmente compiaciuto che ne increspava le labbra.
_Sei rimasta senza parole?_ tornò a provocarmi inarcando un sopracciglio sardonico.
_Fottiti_ digrignai i denti mostrando tutta la rabbia e la frustrazione provata in quel momento.
Il torace mi doleva ancora ,per quanto odiassi dirlo quel colpo era stato assestato dannatamente bene .
_Ottimo lavoro Christopher _ smettemmo di continuare quel gioco di sguardi voltandoci al contempo per incontrare la figura slanciata dell’uomo che procedeva in nostra direzione.
Quest’ultimo lasciò scorrere lo sguardo da me al ragazzo prima di posare una mano sulla spalla di questo sorridendogli con un sorriso fin troppo complice.
_Grazie Signore _ il ragazzo abbandonò tutta l’aria di superiorità mostrata fino a quel momento tornando a mostrare una posa rigida e scattante a cui l’uomo rispose con un ulteriore cenno del capo prima di volgersi verso di me.
_ Credevi seriamente di poter scappare per sempre?_ domandò senza darsi peso di nascondere una risata critica.
Storsi la bocca cercando di non ritrovarmi a ringhiare come un animale selvaggio.
Era esattamente ciò che voleva lui.
Collard, quello era il suo nome, ricordavo bene il tesserino che mi aveva mostrato solo tre anni prima quando lui e un altro uomo erano venuti per ‘’Prelevarmi’’, cosi avevano detto, dall’Istituto nel quale ero cresciuta.
_Ci hai dato delle belle gatte da pelare ragazzina . Avresti anche potuto risparmiarti questa sceneggiata evitando di sprecare tempo tu e risorse noi_ mosse qualche passo verso di me mostrando un’espressione sterile ,viscida.
Contrassi ulteriormente la mascella mentre Collard si piegava verso di me soppesandomi come fossi un animale appena cacciato.
_Ma guardati sei li a terra a guardarmi con occhi carichi di odio senza però riuscire a fare niente per ribellarti_
Provai a muovermi per spaccare la faccia di quel bastardo avvertendo un’altra fitta istantanea al punto in cui ero stata colpita.
_Vaffanculo _ ringhiai contro l’uomo che sorrideva sempre più soddisfatto.
La sua espressione si intensificò ulteriormente mentre faceva schioccare due dita .
Prontamente due uomini gli furono accanto .
_Tenetela_ ordinò semplicemente Collard prima di tornare a sollevarsi.
Istantaneamente cercai di dibattermi ma le mani degli uomini corsero a serrarsi sulle mie braccia rispingendomi in ginocchio sull’asfalto.
_Christopher prendi il sedativo_ aggiunse Collard tornando a rivolgersi al ragazzo alle sue spalle.
Quest’ultimo non sembrava aver distolto neanche per un istante il proprio sguardo da me _Subito_ si limitò ad assentire esortato dall’occhiata dell’uomo.
Provai nuovamente a dibattermi quanto più possibile ma la presa dei due uomini si fece ancora più ferrea.
_Lasciatemi _ sibilai lanciando l’ennesima occhiata truce a Collard che per tutta risposta accentuò il proprio sorriso .
_Cosa volete da me?_ replicai nuovamente,
_Non lo hai ancora capito?_ mi schernì lui.
Il ragazzo,Christopher, riemerse proprio in quel momento con in mano una piccola scatola nera che fece scattare davanti a Collard esibendo una lunga siringa dal contenuto giallognolo.
Provai a ritrarmi ma ancora una volta fallii .
Con un gesto Collardi indicò a Christopher di avvicinarmisi.
_Ufficialmente ti dichiaro proprietà del governo e della DS,Divisione Speciale. Da ora in poi sei una nostra proprietà_
Prima ancora che potessi ringhiare contro Collard qualche altra accusa Christopher mi fu davanti e con un gesto veloce iniettò il contenuto della siringa dritto nel mio braccio.
Mi sembrò di cogliere un scintilla di dispiacere nei suoi occhi,ma fu solo un istante poi il mondo sembrò sfocarsi avvolgendomi in un buio torpore .


Eccomi qui con il primo capitolo anche prima del previsto!
Finalmente facciamo la conoscenza della nostra protagonista : Rachel anche se ancora tutto è molto confusionario e caotico ma serve proprio a rendere la storia più interessante.Sarebbe stato troppo superficiale delineare già l'intera trama in solo un capitolo quindi non temete se molte cose vi sembreranno al momento prive di una logica tutto si andrà chiarendo nei prossimi capitoli ve lo assicuro!
Inoltre, momento di attenzione per la comparsa di ( rullo di tamburi ) Christopher , anche se in poche linee spero di avervi fatto incuriosire al suo personaggio perchè sarà veramente importante nella storia che ,come spero avrete capito, non sarà priva di assunti amorosi u.u
Spero di non risultare mai banale e scontata e mi impegnerò per sorprendervi e rendere la storia sempre più coinvolgente e interessante.
Quindi che dire della nostra Rachel e del bel Christopher?! Cosa ne pensate di loro?
E perchè mai la DS ( Divisione Speciale) è tanto interessata a Rachel ?
Cosa accadrà adesso alla ragazza?
Vediamo le vostre idee :)
Vi esorto a lasciare un commento perchè ci tengo molto ai vostri pareri belli o brutti ,spero quindi che vi facciate sentire in mofo tale da sapere che la storia non è un buco nell'acqua !
Ria_27

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Capitolo 3
*** Capitolo 2-Reclusione ***


Capitolo 2-Reclusione

Un tremendo senso di nausea mi invase prima che le tempie iniziassero a pulsare.
Cercai di schiudere gli occhi per mettere a fuoco il mondo circostante ma questa risultò essere una pessima idea.
Un’insopportabile luce al neon mi investì aumentando ulteriormente il fastidiosissimo ronzio che rimbombava nella mia testa.
Dove diavolo mi trovavo?!
Cercai di perlustrare il piccolo spazio circostante alla ricerca di qualche informazione.
Una stanza dalle rigidi pareti bianche e per quanto ben illuminata non godeva di nessun altro oggetto che non fosse un tavolo rettangolare appena squadrato e due sedie.
In una di questa vi ero seduta io.
Istintivamente cercai di sollevarmi scattando in avanti ma venni immediatamente bloccata da qualcosa.
Con un gesto confuso abbassai lo sguardo sui miei polsi fin troppo indolenziti e mi diedi della stupida per non essermene accorta prima:un paio di lucide manette in freddo metallo rivestivano la zona antecedente le mani ricoprendola come tetri braccialetti.
Digrignai i denti in una smorfia di pura rabbia prima di iniziare a contorcere le braccia nella vana speranza di liberarmi di quegli stupidi arnesi.
_E’ inutile anche solo provarci, quello è titanio impiegato appositamente per resistere ad ogni evenienza_
La mia testa tornò a scattare per incontrare il volto della giovane donna appena emersa all’interno della stanza sterile.
La donna continuò ad osservarmi con aria neutra prima di indicare con un gesto le manette che avvolgevano i miei polsi legandoli ad entrambi i lati della sedia in ferro.
_Ho cercato di far notare che era una cosa sciocca ma l’agente Collard ha insistito sull’adottare ogni tipo di contravvenzione cautelativa_ spiegò brevemente prima di tornare a lanciarmi uno sguardo furbo _ a quanto pare sei un tipo pericoloso ,dico bene Rachel?_
_Dove mi trovo?_ sibilai seccamente evitando appositamente di chiedere come facesse a sapere il mio nome.
Non mi serviva una risposta a quel dilemma,era fin troppo scontato.
La donna mosse qualche ulteriore passo nella stanza.Avvolta nel suo elegante completo gessato fece ticchettare i propri tacchi mentre raggiungeva l’estremità opposta del tavolo.
_Credevo che lo avessi intuito,mi dicono che sei molto intelligente_ asserì annuendo con fare sicuro prima di accomodarsi elegantemente sulla sedia dritta di fronte a me.
_Questa è la sede operativa della Divisione Speciale, precisamente ubicata nell’area centrale del Distretto 1_ indicò con un dito la cartina alle proprie spalle raffigurante quelli che una volta erano stati conosciuti come Stati Uniti d’America.
Di sicuro risaliva a prima che questi ultimi venissero rimodellati: niente più città,niente più stati , solo otto distretti aventi come riferimento proprio il Distretto 1 sede del Governo e di tutte le sue sottosezioni tra cui la DS da un paio d’anni a quella parte.
Emisi una risatina di puro sarcasmo _Cos’è non vi potete permettere una cartina leggermente più aggiornata?_ domandai con fare provocatorio.
La donna sembrò non curarsi minimamente del mio tono di marcata sfida limitandosi a mostrare un sorriso tranquillo _Chiamala nostalgia dei vecchi tempi_ replicò semplicemente.
Per qualche ragione l’aria mite di quella donna sembrava voler placare il mio atteggiamento.
Sarebbe stato infinitamente più facile ed appagante poter avere un vero e proprio dibattito con qualcuno non esageratamente accondiscendente.
Dov’era Collard quando serviva?!
La donna esaminò per un attimo i tratti irrigiditi del mio volto soffermandosi sui miei particolari occhi ambrati.
_Ascolta Rachel so che questa situazione non l’hai chiesta tu! Probabilmente ti sentirai confusa e spaesata e avrai un mucchio di domande da…_
Ancor prima che finisse la sovrastai _Partiamo da quella più semplice ti va?! Tu chi cazzo sei?_ .
Mi aspettavo che a quel punto si decidesse a reagire, che iniziasse ad inveirmi contro e a mostrarsi finalmente infastidita dal mio atteggiamento ma ancora una volta venni delusa.
La donna sostenne il mio sguardo con aria neutra non mostrandosi minimamente toccata dal mio atteggiamento.
_E’ una domanda lecita_ convenne annuendo appena .
Non c’erano dubbi quel tipo era un osso duro nel suo campo.
Sembrò cogliere la mia espressione di fastidioso stupore poiché mostrò un sorrisetto compiaciuto prima di tornare a parlare _Sono Samantha Clarke, agente della DS addetta al compito di Controllo Reclute_.
Inarcai un sopracciglio con fare schifato corrugando appena la bocca.
_Credo che mi bastasse ‘’agente della DS’’_ ammisi con tono piatto.
Samantha tornò a rivolgermi un sorriso accondiscendente _ Sono a capo della sezione Reclute, mi occupo di addestrarvi ed istruirvi per farvi divenire operativi sul campo_.
Lasciai che finisse la sua spiegazione trovando semplicemente inutile tornare ad interromperla.
_Non era a questo che mi riferivo! Avevo intuito cosa significasse ‘’Controllo Reclute’’_ asserii con voce tagliente prima di accentuare la mia smorfia _ solo non avevi alcun bisogno di aggiungere altro, il fatto che l’avori per la DS dice tutto_ sentenziai inarcando entrambe le sopracciglia provocatoriamente.
_Da oggi in poi sarai sotto la mia tutela_ tornò ad aggiungere rendendomi ben chiaro che non si sarebbe abbassata a raccogliere le mie frecciatine.
_Come se lo avessi chiesto io_ le feci notare .
Iniziavo a stancarmi di quell’aria di formalità.
Samantha Clarke e il suo comitato di benvenuto potevano anche andare a farsi fottere per quanto mi riguardava.
Non avevo la benché minima intenzione di mostrarmi ben disposta o anche lontanamente felice di quella prospettiva di vita.
Mi trovavo all’interno della sede generale della DS, organizzazione a cui avevo tentato di sottrarmi negli ultimi tre anni e adesso eccomi li prima drogata,poi ammanettata ad una sedia a prendermi il caloroso benvenuto di quella che professava essere la mia ‘’dirigente’’.
_Non prendo ordini da nessuno_ aggiunsi con un tono che non voleva ammettere repliche.
_E io non voglio dartene Rachel,voglio instaurare un rapporto di collaborazione con te !_ replicò lei sporgendosi appena oltre il tavolo per allacciare i nostri sguardi.
Potevo leggere quanto fosse sincera nei suoi occhi cobalto .
Non stava mentendo,non voleva rabbonirmi ,quello probabilmente era il suo reale modo di comportarsi.
Per una frazione di secondo mi ritrovai a pensare che forse avrei anche potuto provare un moto di simpatia se solo ci fossimo trovate in una situazione diversa.
Ma cosa stavo pensando ?! Ero forse impazzita?
Lei era un’agente della DS ,proprio come Collard.
Erano quelli come lei che mi avevano dato la caccia per ben tre anni costringendomi alla fuga.
_Vuoi collaborare?! Bene allora aiutami ad uscire di qui _ sbottai con  marcata ironia tornando a far tintinnare il metallo delle manette contro i braccioli della sedia.
Samantha mi rivolse uno sguardo rammaricato _ Questo non è possibile_ sentenziò scuotendo appena la testa.
Contrassi ulteriormente la mascella _Allora Samantha puoi anche ficcartele su per il culo le tue patetiche scuse _ .
Ancora una volta la donna non fece la benché minima piega.
L’avevo insultato in diversi modi in quegli ultimi minuti eppure non aveva reagito neanche una volta.
Se possibile il suo sorriso si riscaldò ulteriormente _Sono sicura che ti sentirai stanca, vado a controllare se il tuo alloggio è pronto_ dichiarò alzandosi dalla sedia per dirigersi verso la porta .
La osservai incedere con passo sicuro ed elegante prima di oltrepassare la soglia sparendo al di fuori.
Alloggio?!
Erano veramente matti in quel luogo se credevano realmente che mi sarei arresa a loro tanto facilmente.
Con uno scatto violento tornai a scuotere le fredde manette dimenando più volte i polsi ormai doloranti.
Percepii il metallo tagliare rovinosamente i lembi di pelle con cui entrava in contatto ma cercai di non badarvi.
Ad ogni modo sapevo che sarei guarita nell’arco di pochi minuti e se non fossi riuscita ad uscire di li sarebbe servito comunque a molto poco.
Provai a stattonarle nuovamente con maggiore impeto ma ancora una volta tutto ciò che riuscii ad ottenere fu il sordo rumore di metallo contro metallo.
_E’ inutile!Perfino la tua superforza non può niente contro di quelle_
Non ebbi bisogno di sollevare lo sguardo per riconoscere quel tono canzonatorio.
_Nessuno ha chiesto il tuo parere_ sbottai tornando a strattonare il polso bloccato.
Christopher emise una risatina di scherno avvicinandosi con passo tranquillo.
_Lascia perdere non darti il peso di insistere_ tornò a ripetere con fare sicuro.
Sollevai il capo di scatto fulminandolo con stizza.
Lo osservai incedere verso di me con le mani infilate nelle tasche del jeans scuro .
Per un attimo mi trovai a far risalire lo sguardo verso la maglietta nera che sembrava evidenziare gli addominali sottostanti .
Un guizzo malizioso si accese negli occhi brillanti del ragazzo costringendomi a riportare l’attenzione su quel volto strafottente.
Stupida
Mi maledissi mentalmente, come potevo anche solo pensare a lui come un ragazzo qualsiasi?!
Lui era il nemico,come del resto tutti li dentro.
_Cosa diavolo sei venuto a fare qui?_ berciai cercando di dissimulare il senso di inadeguatezza che mi aveva pervasa.
Le labbra di Christopher si distesero in un ulteriore ghigno _ Volevo vedere come te la passavi_
Un singulto stizzito valicò i confini delle mie labbra mentre i miei occhi d’ambra si intrecciavano con quelli grigi e sfrontati del ragazzo.
_Carino da parte tua ,ovviamente dopo che mi hai attaccato slealmente impedendomi di difendermi per poi consegnarmi dritto nelle mani di Collard! Oh ti ringrazio anche per avermi drogata con quell’iniezione_ sbottai con pungente scherno .
_Non c’è di che _ assentì appoggiandosi ad una parete prima di incrociare le braccia sul proprio petto senza smettere neanche per un secondo di mostrarsi divertito.
_Vaffanculo_ sbottai assottigliando lo sguardo .
_Oh andiamo…quanto la fai lunga_ roteò gli occhi con fare critico _Non c’era niente di personale ,eseguivo semplicemente gli ordini _ .
Come se quella fosse una giustificazione valida che lo discolpasse da tutto ciò di cui lo avevo accusato.
Il tono superficiale con cui espresse quel pensiero contribuì a farmi infervorare ulteriormente
_Beh sai dove puoi metterteli i tuoi ordini…_ iniziai ad inveire ma lui non me ne diede il tempo.
_Ah-a niente volgarità! Certe cose non si addicono alle ragazze carine rovinerebbero quel tuo aspetto da bambolina_
Mi ritrovai ad aprire e chiudere un paio di volte la bocca con evidente stupore senza riuscire a trovare nulla di logico da rispondere ad una tale stupidità.
_Cos’è hai esaurito il repertorio di frecciatine del giorno?_ tornò a schernirmi lui inarcando un sopracciglio con finta aria curiosa.
_Semplicemente credo di averne abbastanza di sprecare il mio fiato con te _ replicai riacquistando nuovamente un tono infastidito nonostante potessi percepire ancora il sangue affluire sulle guance.
Sfortunatamente a Christopher non sembrò passare inosservato quell’aspetto.
_Sei arrossita_ constatò semplicemente mentre i lembi delle sue labbra si stiravano in un sorrisetto sempre più compiaciuto.
_Non dire idiozie_ provai a difendermi .
Quel tipo era davvero snervate e pieno di se non vi era alcuna necessità che io contribuissi a modo mio a dargli ulteriori ragioni per straparlare.
_Oh-o ti metti sulla difensiva brutto segno dolcezza_ asserì sardonico
Lo fulminai ulteriormente con un’occhiata che non lasciava alcuno spazio all’immaginazione.
_Non riprovare mai più a chiamarmi dolcezza! Sono stata chiara?_ scandii parola per parola sibilando con forza.
Christopher però non sembrò minimamente intimorito da quel tono minatorio se possibile parve ancora più divertito.
_Quanto ti scaldi_ asserì portando entrambe le mani a cingere la parte posteriore della testa continuando a mostrarmi quel sorrisetto snervante.
Aprii bocca per cacciare l’ennesima imprecazione quando la porta d’accesso si riaprì nuovamente rintroducendo la figura slanciata di Samantha.
La donna mosse qualche passo all’interno della stanza prima di rendersi conto della presenza del ragazzo.
_Oh anche tu qua Chris?_ domandò con lieve stupore facendo scorrere rapidamente lo sguardo dalla figura totalmente a suo agio del ragazzo alla mia visibilmente tesa.
_Ero venuto a dare un salutino al nostro nuovo acquisto Sam_ spiegò lui rivolgendosi direttamente alla donna.
‘’Nuovo acquisto?’’ mi trovavo in quel posto da meno di un giorno e già l’intera DS mi considerava una sua proprietà.
Stupendo .
_Beh a questo punto credo che potresti aiutarmi! Stavo giusto per mostrare a Rachel il suo alloggio in modo tale che possa riposare! Saresti così gentile da accompagnarci?_
Avrei potuto trovare una serie di punti con cui ero in disaccordo in quella frase : non volevo riposare nel ‘’mio alloggio’’,come lo definiva quella donna, volevo scappare da quel posto .Secondo poi non avrei tollerato ancora a lungo l’asfissiante presenza di Christopher che con il suo ego super sviluppato sembrava saturare oltremodo l’aria circostante.
Aprii bocca per esporre quei pensieri quando le azioni di Samantha distolsero la mia attenzione per riportarla sulla donna.
_Cosa stai facendo?_ domandò Christopher scrutando la donna intenta ad armeggiare con le manette serrate intorno ai miei polsi.
_La libero da queste trappole infernali,non vi è alcun motivo per cui le tenga, si trova a metri sotto terra in una struttura fortificata zeppa di agenti specializzati,non avrebbe come scappare quindi queste sono comunque inutili_
Per quanto potessi trovare appagante la sensazione di ritrovata libertà di cui godettero i miei polsi non potei non sentirmi opprimere dal peso di quelle ultime parole.
Metri sotto terra,agenti disseminati per l’intero perimetro di una struttura a prova di bomba.
Come avevo anche solo potuto nutrire la speranza di scappare da quell’inferno?!
Samantha ripose le manette nella capiente tasca della propria giacca prima di tornarmi a rivolgere uno sguardo cordiale _Andiamo?_ mi esortò indicando con un ampio gesto la porta davanti a noi.
Sbattei un paio di volte le palpebre con aria attonita non riuscendo ancora ad allontanare del tutto il senso di disagio che ormai mi aveva pervasa.
_Credi di riuscire a muoverti per tempo?_ Christopher mi lanciò un’occhiata critica mentre con un gesto della mano schiudeva il possente battente della porta per facilitare l’uscita dalla stanza fin troppo sterile.
_Cerca di comportarti bene Chris_ lo ammonì Samantha .
Io dal canto mio non badai minimamente alle sue parole ,ero troppo scossa per poter iniziare una nuova diatriba con lui.
Finalmente riuscii a sollevarmi dalla seria sperando di riuscire a mantenermi perfettamente in piedi senza crollare a terra.
Sarebbe stato davvero umiliante e ne avevo avuto abbastanza di umiliazioni per quel giorno.
Mossi qualche passo incerto sotto gli sguardi attenti di Samantha e Christopher.
_Vuoi una mano?_ si offrì la donna soppesandomi  con fare preoccupato prima di voltarsi per lanciare a Christopher uno sguardo d’intesa che il ragazzo colse prontamente apprestandosi ad avanzare verso di me .
_No_ lo bloccai all’istante con un gesto della mano _ce la faccio_ asserii con sicurezza .
L’ultima cosa che volevo era trovarmi costretta a chiedere il loro aiuto.
Christopher non sembrò molto convinto ,continuò ad osservarmi come se da un momento all’altro si aspettasse di dover intervenire per evitarmi una malaugurata caduta a terra.
Mi limitai ad ignorarlo superandolo con passo leggermente più incalzante.
_Bene allora andiamo_ tornò a ripetere Samantha tornando ad affiancarmi prima che superassi la soglia.
 
Non prestai una reale attenzione all’ambiente interno di quell’immenso casermone che era il quartier generale della DS.
Ero troppo stanca per poter concentrarmi a dovere sulla sua struttura e ad ogni modo non ero stupida da crearmi il futile ideale di poter trovare dei punti deboli da usare come via di fuga.
Non ero un’ingenua, sapevo che la DS non esibiva alcuna falla nella sua struttura.
_Avrai tempo domani per visitare meglio tutto quanto_ asserì Samantha che a quanto pareva sembrava aver rinunciato ad elencarmi le molteplici stanze attraverso  le quali passavamo e le loro funzionalità.
_Grandioso_ mormorai stancamente non riuscendo neanche a suonare ironica.
_Eccoci, siamo arrivati_
Ci fermammo davanti una piccola porta metallica indicata da Samantha,sulla quale vigeva a lettere elettroniche il numero 53.
Con un gesto veloce Samantha passò una carta magnetica sul piccolo dispositivo elettronico che si trovavo all’estremità destra della porta la quale emise un piccolo bip prima di aprirsi.
_Questo è il tuo alloggio_ spiegò brevemente la donna indicando l’interno poco illuminato oltre la porta ormai dischiusa.
_E questa è la Key-Card ,portala sempre con te _ mi consegnò la scheda magnetica che lei stessa aveva utilizzato pochi istanti prima .
_Cerca di non perderla non sai che casino scoprire che è finita nelle mani di qualche recluta particolarmente giovane che vuole giocare all’esploratore_ Christopher emise una piccola risatina divertita alle sue stesse parole.
_Cercherò di ricordarlo_ asserii senza reale interesse.
Volevo solo che se ne andassero permettendo a quelle dannatissime porte di richiudersi inglobandomi al loro interno dove sarei potuto stare per conto mio.
Samantha sembrò leggermi nella mente poiché si affrettò a voltarsi verso Christopher indicandogli con un gesto il corridoio _Lasciamo che Rachel prenda familiarità con l’ambiente _ concluse .
Christopher tornò a guardarmi con maggiore attenzione leggendo l’espressione abbattuta che mi marcava i contorni solitamente armoniosi del volto.
Vidi i suoi occhi brillare per un secondo di quello che mi parve essere un barlume di comprensione ma ancor prima che potessi accertarmene il ragazzo distolse il proprio sguardo dal mio.
Lo osservai seguire la figura di Samantha al di fuori delle porte automatiche soffermandosi fuori da esse.
Ancora una volta percepii l’intensità del suo sguardo su di me .
Ma durò solo un attimo poiché le porte tornarono a chiudersi rapidamente interrompendo quel contatto lasciandomi in balia di me stessa.
Rimasi per qualche istante a fissare il vuoto .
Ero rimasta sola.
Lo avevo desiderato così tanto eppure ciò non mi permetteva di sentirmi meglio.
Ero da sola si ma pur sempre all’inferno

Mi fa piacere riuscire ad essere così veloce da scrivere ,revisionare e postare a poca distanza l'una dall'altra !!!
Bene il capitolo due ci apre un panorama maggiore della situazione di Rachel anche se ancora molte cose risultano oscure ma non temete il capitolo tre sarà abbastanza chiarificatore !
Vorrei però esortavi a commentare poichè per me è davvero importante per mandare avanti la storia!
Quindi spero di trovare tanti commenti anche se non mi faccio illusioni.
Ringrazio inoltre chi ha pensato già di farlo :)
Va bene alla prossima
Ria_27

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Capitolo 4
*** Capitolo 3- Il frutto della Contaminazione Indiretta ***


Capitolo 3 - Il Frutto della Contaminazione Indiretta

Quella notte non riuscii a chiudere occhio.
Per qualche tempo rimasi semplicemente a fissare il soffitto dell’alloggio provando a trovarvi qualcosa d’interessante.
Tentai persino di cambiare posizione in quello che sarebbe dovuto essere il mio letto ma che in realtà mi era totalmente estraneo.
Ero abituata a spostarmi di continuo ritrovandomi quindi a soggiornare in luoghi sempre diversi tra loro eppure dormire non era mai stato un problema.
Anzi tutt’altro.
Ma nonostante la sistemazione messa a disposizione dalla DS fosse sicuramente la più confortevole non risultava comunque apprezzata.
Le ore della notte trascorsero lentamente senza che potessi fare nulla.
Come se non bastasse ,la totale mancanza di finestre rese la mia attesa ancora più lunga.
Sembrava essere una vera e propria agonia fissare intensamente le pareti spoglie senza riuscire a scorgere neanche il minimo bagliore luminoso tipico delle prime  ore mattutine quando il sole è appena visibile.
Fu solo grazie alla piccola sveglia digitale al mio lato che potei confutare quella che era l’alba.
Sospirai stancamente.
Un’intera notte in bianco non sembrava avermi giovato.
Mossi qualche passo lontano dal letto ancora intatto.
Era inutile insistere nel cercare qualche ora di sonno nonostante sentissi pesare ogni singolo minuto delle ore appena trascorse.
Senza pensarci troppo mi diressi verso il piccolo bagno ,mi sarei almeno concessa una lunga doccia sperando che questa potesse cancellare i residui della notte.
Ancora meglio: della giornata precedente.
 
Dopo quella che sembrava esser stata senza dubbio la doccia più lunga della mia intera vita ,mi concessi del tempo per sgarbugliare i nodi corposi che si erano andati a formare tra i miei capelli di quel particolare biondo ramato che avevo imparato ad apprezzare con il tempo.
Decisi di rindossare gli stessi indumenti del giorno prima,avevo curiosato nell’armadio scoprendo alcuni abiti sicuramente più comodi e anche più puliti ma non avrei mai indossato nulla che portasse il marchio della DS.
Non mi sarei conformata a loro come speravano.
Ebbi appena il tempo di riallacciare le scarpe quando un colpo alla porta richiamò la mia attenzione.
Corrugai leggermente la fronte prima di attraversare la stanza soffermandomi accanto al piccolo dispositivo che sapevo far aprire la porta finendo per trovarmi davanti l’ultima persona che potessi aspettarmi.
_Credo che il sonno rinvigorente nel tuo caso non funzioni molto bene _ Christopher mi squadrò velocemente prima di mostrare un cipiglio critico .
Roteai gli occhi nervosamente _Cosa ci fai tu qui?_ borbottai senza troppi preamboli.
Il ragazzo tornò a mostrare un ghigno divertito mentre i suoi occhi si soffermavano sul mio volto visibilmente alterato.
_Di pessimo umore già di prima mattina…Inizio a chiedermi se ogni tanto riesci a prenderti una pausa da questa perpetua acidità_
Il tono di puro scherno con cui Christopher tirò fuori quella battuta incrementò il mio malumore.
Tornai a muovermi sommessamente sul posto incrociando le braccia sul petto con fare restio _Non credo che tu avrai mai il piacere di scoprirlo_ asserii puntando il mio sguardo tagliente in quello divertito del ragazzo.
Quei profondi pozzi grigi sembrarono luccicare ulteriormente come contagiati dal sorrisetto magnetico disegnato sulle sue labbra.
Sembrava non esser intenzionato a replicare ,troppo intento a soffermare il proprio sguardo fiducioso su di me.
Sospirai sonoramente socchiudendo appena gli occhi con aria stanca _Cosa vuoi?_ ripetei nuovamente sperando di riuscire ad ottenere una risposta più convincente.
Christopher si scosse appena ,sembrava cercar di riprendere velocemente il filo di un discorso non ancora espresso.
_Ti cercano ai piani alti_
Corrugai leggermente la fronte lanciandogli un’occhiata confusa _Come prego?_ replicai inarcando un sopracciglio criticamente.
Christopher ridacchiò sommessamente pizzicandosi la punta del naso .
Mi fu impossibile non notare come risultasse elegante anche in quei semplici movimenti.
Scossi istintivamente la testa per allontanare quel pensiero proprio mentre tornava a parlare.
_Sei stata richiesta dai pezzi grossi ,a quanto pare la tua presenza qui ha richiamato l’attenzione di qualcuno_ spiegò nuovamente guardandomi di sottecchi .
In effetti era abbastanza ovvio.
Mi avevano cercato per anni sprecando incredibili risorse,come mi aveva gentilmente fatto notare Collard.
Era normale che dietro a tutto quello nuotavano i pesci grossi della DS.
Non mi sarei dovuta perciò sorprendere più di tanto di quell’inaspettata convocazione.
_Che carini vogliono fare la mia conoscenza_ borbottai ironicamente senza riuscire a nascondere una smorfia di disgusto.
Christopher emise una risatina sardonica _A quanto pare sei un pezzo importante,non li ho mai visti scomodarsi per una qualsiasi delle altre Reclute. Avere i super poteri ha i suoi vantaggi non trovi?_ domandò inarcando un sopracciglio con scherno.
Digrignai i denti con maggior fastidio _Io non ho i super poteri piantala di ripeterlo in continuazione_ sibilai asciutta.
Ancora una volta Christopher ignorò il mio tono minaccioso limitandosi ad agitare una mano in aria come a voler capitolare quel discorso.
_Sisi ,come dici tu…Allora andiamo?_ tornò a chiedere esortandomi con un’occhiata annoiata.
Per un attimo pensai di rifiutarmi.
Avrei sempre potuto tornare a chiudermi nel mio alloggio attendendo con pazienza che qualcuno entrasse di forza per tirarmi fuori.
In quel modo avrei potuto dare inizio ad una rissa e Dio sapeva quanto ne desiderassi una in quel momento.
Ma un’ennesima occhiata al volto di Christopher mi fece intendere che quello non era un piano attuabile.
_E va bene_ capitolai curvando le labbra in una smorfia.
Il ragazzo sembrò soddisfatto poiché tornò a sorridermi prima di iniziare a farmi strada.
_Chi sto per incontrare di preciso?_ domandai dopo qualche minuto di silenzio.
Attraversammo i corridoi cunicolari del quartier generale fino a raggiungere una sorta di ascensore cilindrico.
Christopher premette il pulsante sul lato facendone aprire le porte.
_ Vanya Vanderbilt _ replicò semplicemente una volta che ci fummo spostati all’interno del mezzo poco spazioso.
_Il nome dovrebbe dirmi qualcosa?_ lo provocai con tono ovvio.
Christopher premette uno dei bottoni del quadro di comando facendo richiudere i battenti in materiale trasparente prima che la piccola struttura iniziasse a salire.
_E’ uno dei principali Dirigenti della Divisione Speciale , è una sorta di psicologa o roba del genere , se hai un segreto puoi star certa che Vanya te lo caccerà fuori facendolo rivelare alle tue stesse labbra_ il tono di Christopher si colorò di una vena  tetra mentre i suoi occhi si perdevano nel vuoto mostrando un cipiglio duro.
A quanto sembrava quella tipa oltre ad essere una stronza era anche una stronza intimidatrice.
_Wow,stupendo_ ironizzai con finto entusiasmo nonostante percepissi i palmi formicolarmi per il nervosismo.
Non fremevo esattamente dalla voglia di fare la conoscenza di una sorta di strizzacervelli contorta nonché pilastro della DS.
Ero sicura di poter continuare a vivere senza avere il piacere di incontrarla.
Christopher tornò a voltarsi verso di me cogliendo l’espressione di malcelato panico che mi contrasse il volto.
Il suo petto vibrò in una piccola risata mentre le sue labbra si schiudevano in una risatina che mise in evidenza la dentatura brillante.
_Rilassati_ mi esortò _ Ognuna di noi Reclute prima o poi si è trovata a dover fare la sua conoscenza.CI siamo passati tutti e perfettamente illesi_
Per un attimo dimenticai Vanya Vanderbilt e persino il veloce progredire dell’ascensore verso il fatidico piano ritrovandomi a lanciare un’occhiata stupita verso un sorridente Christopher.
_Anche tu sei una recluta?_ domandai con evidente stupore.
La fronte del ragazzo si contrasse increspandosi lievemente _Ovviamente, cosa credevi che fossi?! _ replicò scetticamente.
_Pensavo che fossi ,non so, un agente a tutti gli effetti _ ammisi semplicemente scrollando leggermente le spalle con fare neutro.
Christopher scosse la testa tornando a ghignare divertito _Per il momento si limitano a sognare quel momento_.
Riecco la sua proverbiale spavalderia,avevo giusto sentito la sua mancanza in quei momenti d’assenza.
Roteai gli occhi _Si certo_ mormorai criticamente.
In quel momento l’ascensore si arrestò .
Le porte tornarono ad aprirsi con un suono metallico rivelando una parete ben illuminata sulla quale spiccava una massiccia porta in elegante metallo scuro.
Sembrava essere l’unica porta dell’intero piano.
Deglutii pesantemente trovandomi ad osservare i contorni duri e ben stagliati.
_Eccoti arrivata_ sentenziò Christopher trovandosi ad osservare a sua volta i contorni del metallo ben definito.
_Devo proprio andare?_ chiesi retoricamente trovandomi a sperare in una risposta confortante.
_Credo proprio di si_ ammise lui rovinando con quel tono carico d’ironia ogni barlume di positività in me.
_Bene_ sospirai infine prima di muovere qualche passo al di fuori dell’ormai confortevole abitacolo dell’ascensore soffermandomi non appena fuori.
Tornai a volgermi verso il punto in cui Christopher se ne stava fermo  _Tu non vieni?_ domandai stupidamente.
Era la tensione a parlare per me questo era certo.
Il ragazzo lasciò incrociare i nostri sguardi per qualche istante come se volesse infondermi calore e conforto.
Scosse la testa brevemente regalandomi un sorriso smaliziato,il primo da quando lo avevo conosciuto.
_Non mi è dato farlo_ spiegò lasciando intendere che se solo avesse potuto mi avrebbe seguita.
Ma quelli erano ordini e come mi aveva fatto notare il giorno prima gli ordini andavano rispettati.
Inspirai a fondo infondendomi quanto più coraggio possibile.
_Va bene _ sentenziai voltandomi per incamminarmi con passo deciso verso la porta dritta davanti a me.
_Buona fortuna_ mi augurò Christopher alle mie spalle prima che il click che ne seguì segnalasse la chiusura delle porte automatiche dell’ascensore che lo avrebbe ricondotto al piano terra.
Non lasciarti intimorire Rachel! E’ esattamente ciò che loro si aspettano da te e tu non gliela darai vinta.
La forza di quel pensiero bastò per darmi il coraggio necessario per impugnare il freddo pomello della porta girandolo con impeto.
Senza farsi attendere la porta si dischiuse rivelandomi l’interno della stanza in cui la prima cosa che notai fu una lunga scrivania dietro la quale una donna puntò il proprio sguardo su di me sorridendomi lascivamente.
_Benvenuta Rachel ti stavo aspettando_.
Mi ritrovai ad osservare la fluente cascata di capelli di un vivo rosso mogano che sembravano incorniciare alla perfezione il bel volto di Vanya Vanderbilt in cui sembravano spiccare due intensi occhi smeraldi.
Possedevano il taglio di un felino,un felino famelico che studia la propria preda scegliendo il momento giusto per fare la propria mossa.
Vanya continuò ad osservarmi con calcolato interesse .
Sembrava divertirla oltre modo quella situazione e non si dava pena di nasconderlo.
_Suvvia non essere timida,accomodati_ con un gesto elegante della mano perfettamente curata indicò un paio di poltroncine in velluto rosso poste all’altro capo della scrivania in mogano.
Per un attimo pensai di informarla che quella da lei scambiata per timidezza era in realtà malcelato timore.
Involontariamente contrassi gli angoli delle labbra facendo incrementare il ghigno della donna.
Sicurezza Rachel
Inspirai sommessamente stringendo appena i palmi delle mani prima di seguire l’invito di Vanya.
_Rachel, trovo che sia uno splendido nome_ asserì intrecciando le lunghe dita sotto al mento non appena mi fui accomodata.
Senza riuscire a trattenermi emisi un piccolo singulto carico di scherno.
_Un nome come un altro_ replicai seccamente.
Iniziavo a sentirmi una stupida per come avevo reagito fino a pochi minuti prima.
Non era da me lasciarmi intimorire tanto facilmente.
Quella donna poteva anche essere oltremodo furba e probabilmente maligna ma non le avrei mai permesso di avere qualche forma di potere su di me.
Vanya soppesò il mio sguardo fattosi improvvisamente duro.
Una scintilla indecifrabile sembrò illuminarle lo smeraldo dei suoi occhi .
Era divertimento quello che riuscivo a scorgerle negli occhi?
_Oh scusa povera cara avevo quasi dimenticato_ asserì corrugando la fronte in un’improvvisa espressione di rammarico.
_Non capisco a cosa si stia riferendo_ ammisi assottigliando lo sguardo.
Non ci voleva un asso per intuire che nel cervello di quella donna si stava delineando qualcosa di maligno.
Vanya scosse appena la testa distogliendo solo per un istante il proprio sguardo dal mio sempre più confuso.
_Quella stupida affermazione sul tuo nome,non dovevo sono stata indelicata! Per un attimo non ho pensato all’effetto che avrebbe potuto provocarti_ i suoi occhi tornarono sul mio volto _Quel nome ti risulterà essere una sorta di triste collegamento con la tua infanzia nell’istituto Rosemberg. Ho ragione di credere che siano stati loro a sceglierlo per te ,tua madre non ne ha avuto la possibilità_
Colpo incassato.
Per una frazione di secondo il respiro mi si mozzò in gola.
Dimenticai perfino ciò che mi ero promessa: non avrei dovuto permetterle di influenzarmi.
Ma quel colpo era fin troppo basso e ben assestato per lasciarmi indifferente.
I lembi delle labbra rosse della donna si stesero in un sorrisetto compiaciuto.
_Dovrà esser stato difficile per te _ proseguì con tono mellifluo .
_Sono sopravvissuta_ sibilai asciutta sentendo ogni frazione del mio corpo irrigidirsi.
Vanya continuò ad osservarmi attentamente muovendo appena gli occhi troppo concentrati sul mio volto contratto.
_Non hai alcun bisogno di fingere con me,io sono qui per aiutarti! _ affermò inclinando lievemente il capo con finta cordialità _Parlami di tua madre,ti va?_
Fu ancora più difficile risultare neutrale.
Quei continui riferimenti su mia madre risultavano paragonabili ad una serie di coltellate all’altezza del torace.
Strinsi maggiormente i pugni facendo sbiancare violentemente le nocche concentrandomi per non tremare.
_Mia madre è morta, è stata uccisa per la precisione ,non c’è altro da aggiungere_ asserii con un tono pericolosamente basso e vibrante.
_Oh cara sento una nota d’accusa nella tua voce,spero di sbagliarmi_ il finto dispiacere di Vanya iniziava a mettere a dura prova la mia pazienza.
Mostrai un sorrisetto di marcato scherno _ Non dovrei forse accusarvi della morte di mia madre? Non è un segreto che sono stati proprio i vostri agenti a farla fuori,anche se al tempo vi facevate chiamare FBI, poco importa la merda rimane la stessa anche sotto altro nome_
_Abbiamo fatto ciò che andava fatto,era stata infettata dal virus! Era diventata una minaccia per l’umanità intera_Vanya espresse quelle parole con fredda neutralità.
A quanto pareva si era stancata di giocare la carta della comprensione.
Il cobra si era tolto la maschera da agnellino.
Mi mossi nervosamente sulla piccola poltroncina.
Sta calma Rachel non far nulla di avventato
Mi ammonii mentalmente .
Per quanto infinitamente appagante staccare la testa di Vanya dal resto del corpo mi avrebbe procurato un biglietto di sola andata verso la morte o anche peggio.
Supposi che la DS conoscesse dei metodi alquanto efficaci per chi fosse responsabile della dipartita di uno dei loro pezzi grossi.
Fermai il mio sguardo duro sul volto perfettamente tranquillo della donna.
_Avete salvato me però,per quale ragione?_ a quel punto tanto valeva cercare di trovare qualche risposta.
Le labbra di Vanya tornarono ad incresparsi in un’espressione di puro compiacimento.
_Vai dritta al punto non è vero bambolina?!_
_Perchè?_ripetei ignorando quell’ennesima provocazione.
Ero decisa più che mai a trarre quante più risposte a domande che mi tormentavano fin da quando avevo coscienza .
Le dita di Vanya tamburellarono fastidiosamente sulla scrivania in legno.
_Tu sei diversa,ma questo già lo sapevi non è vero?_ le fini sopracciglia della donna si inarcarono in quella domanda retorica prima che tornasse a parlare _ Avevamo sentito parlare della possibilità che fossero venuti alla luce dei bambini da madri contaminate. Anzi ne avevamo quasi certezza , il virus H273 si propaga nello stessa maniera dell’AIDS e come tutti sapevamo il contatto madre-feto era una delle cause principali.Ma un fatto era avanzare delle ipotesi un altro era ritrovarsi davanti il frutto di tali supposizioni_
Il mio respiro divenne più lento e meno ritmato.
Il cuore stava aspettando il momento giusto per prendere il volo fuori dal mio corpo.
Ma non riuscii a concentrarmi su quelle sensazioni,ero totalmente assorbita dalle parole di Vanya.
Per anni avevo udito una versione abbreviata della storia che mi riguardava tanto da vicino.
Una versione piena di incognite e buchi neri soprattutto su ciò che riguardava me in prima persona.
_Sono anch’io un’Infetta?_ non seppi dove trovai il coraggio per formulare quella domanda.
Era esattamente la stessa domanda che aveva premuto per uscire in tutti quegli anni.
Vanya soppesò il mio sguardo per un istante prendendosi un tempo infinito.
Intuii che la divertisse oltremodo vedermi in difficoltà.
_No_ concluse infine con semplicità _ Di quelli ormai se ne trovano davvero pochi in giro ,abbiamo saputo svolgere bene il nostro lavoro facendo piazza pulita. Tu fai parte di quella razza che oggi definiamo Epigoni nati dalla contaminazione indiretta del virus H273_
Mi presi un istante per riformulare quelle ultime informazioni.
Ero stata contaminata indirettamente ciò mi aveva reso diversa dagli Infetti, ero il gradino tra questi ultimi e gli umani.
_E’ per questo che non mi avete uccisa? Perché sono un…Epigono?_ caricai l’ultima parola con una certa enfasi.
Mi risultava ancora assurdo pensare di non essere umana a tutti gli effetti.
Facevo parte addirittura di una razza a se .
La risata che proruppe dalle labbra di Vanya mi fece allontanare dalle mie silenziose riflessioni.
Occhieggiai la donna con evidente confusione senza comprendere il motivo di tanta ilarità.
_Oh no mia cara,che assurdità! Il nostro compito è proprio quello di dare la caccia agli Epigoni ,sterminarli liberando il mondo da una tale minaccia_ il suo tono divenne aspro mentre un ghigno ancor più maligno dei precedenti le distese le labbra.
Sentii un fremito pervadermi la schiena _Allora non capisco…Mi avete portato qui per uccidermi?_
L’idea non mi entusiasmava particolarmente ma almeno mi sembrava di aver trovato un senso a quell’assurda storia .
_Credi che ci saremmo dati il peso di lasciarti in vita quando eri solo una neonata per poi cercare di rimediare anni dopo ?Non dire sciocchezze_
Le parole di Vanya tornarono a spiazzarmi.
Corrugai ulteriormente la fronte dando un volto alla confusione che mi attanagliava in quel momento.
_Allora qual è il motivo?_ tornai a domandare con palese impeto.
Iniziavo a stancarmi di tutti quei giochetti e indovinelli.
Vanya inclinò lievemente il capo scrutandomi con fare di perfido divertimento.
_Tu sei l’arma che ci permetterà di farli fuori ! Non fraintendere i nostri agenti se la cavano egregiamente in questo compito ma tu…_ fece una breve pausa sospirando con enfasi _Tu mia cara sei l’arma perfetta_ concluse .
Non smise neanche per un secondo di ghignare.
Mi squadrava come se pensasse che fossi realmente un oggetto.
Solo uno stupido oggetto da manovrare nella sua lotta .
Un fiotto d’irritazione mi pervase mentre le mie labbra si incresparono in una smorfia schifata.
_Cosa vi fa credere che vi aiuterò a sterminare quella che tu stessa hai ammesso essere la mia razza?_
Era realmente così stupida da pensarlo?
Avevo sperato di produrre qualche emozione all’interno della gelida cortina che era Vanya Vanderbilt.
Ma al contrario la donna sembrò ancor più divertita dalle mie ultime parole.
_Pensavo che volessi vendicarti per la morte di tua madre,uccidere i responsabili_
Mi stava seriamente spingendo a farmi vendetta contro di loro?
Mi voleva forse esortare a far fuori quanti più agenti possibili della DS a partire da lei?
_E’ così_ ammisi con tono risoluto sostenendo il suo sguardo con sfida.
Avrei anche potuto cogliere quell’invito a nozze .
Il sorriso sul suo volto si allargò ulteriormente _Allora quale modo migliore se non far fuori coloro che si macchiano dello stesso sangue di chi l’ha contaminata? Gli Infetti sono la causa della prematura dipartita di tua madre Rachel.Noi potremmo anche essere la mano che ha impugnato la pistola ma loro sono la causa scaturente, tua madre era condannata ad un’esistenza inumana quasi animale_
Il ribrezzo di quel pensiero mi attraversò fino a raggiungere il centro del mio cuore pulsante.
Nella mia mente si delineò il volto di una donna deformato da tratti famelici ,selvaggi…bestiali.
_La contaminazione diretta rende infetti Rachel a tua madre non sarebbe spettato un futuro roseo anche se probabilmente non ne avrebbe avuto coscienza_ Vanya inarcò entrambe le sopracciglia lasciandomi intendere il resto.
Inspirai a fondo.
Dovevo mantenermi controllata,non potevo incorrere in uno scatto di rabbia bruta.
Non in quel momento quando finalmente stavo ricevendo delle spiegazioni.
Seppur dolorosa,quella era la verità e nessuno mi aveva mai assicurato che fosse facile.
_Ha detto che gli Infetti sono quasi estinti ,ciò rende quella che lei chiama ‘’la mia vendetta’’ un tantino impossibile_ berciai con tono affilato come una lama.
La stessa lama che sentivo  pugnalarmi più profondamente ad ogni nuova rivelazione.
Vanya mostrò un sorriso fiducioso _ I frutti della loro contaminazione indiretta sono ancora in vita, gli Epigoni ,Rachel! Adesso è loro che combattiamo._
_Anch’io sono una di loro_ le feci notare con stizza.
Vanya annuì brevemente senza mostrare il minimo interesse _ Condividi le loro doti sei certamente forte come loro,agile come loro e intelligente come loro! Ma ciò che ti muove è diverso, ciò che ti manda avanti è la tua sete di vendetta! Senti di appartenere alla razza che ha causato la morte di tua madre,la distruzione della tua vita?_
La donna interpretò il mio silenzio con soddisfazione _Come pensavo! Stare con noi ti aiuterà a portare avanti la tua missione ,noi ti agevoleremo e tu agevolerai noi…E’ uno scambio reciproco di favori,non trovi?_
_E se io non volessi rimanere qui con voi? Se volessi portare avanti il mio compito da sola?! Al di fuori di queste mura_
La risata che proruppe dalle labbra ghignanti della donna riecheggiò nella stanza come una macabra cantilena.
I suoi occhi tornarono a fissarsi su di me con rinnovata furbizia prima che tornasse a parlare.
_Oh tesoro non hai ancora capito? Non hai altra scelta!_




Eccoci con il terzo capitolo! Come avevo già premesso questo sarà un capitolo abbastanza importante per la prima parte della storia poichè scopriremo quella che è la vera natura di Rachel.
In questo capitolo andiamo incontro ad importanti scoperte che ci accompagneranno ampliandosi sempre di più nel corso dei prossimi capitoli.
Ovviamente sono tante le scoperte e le trame fitte che andranno emergendo lentamente,se no che piacere ci sarebbe ?!
Per sicurezza volevo chiarire un punto leggermente contorto perchè ho sempre paura che qualcosa non rimanga chiaro e nascano dubbi che rendano la storia troppo confusionaria: Rachel è un Epigono ovvero un frutto della contaminazione indiretta ,mentre coloro che entrarono in contatto diretto con il virus H273 ( ovvero i personaggi del prologo ,la madre di Rachel e chiunque venisse contaminato direttamente da uno dei portatori originali) sono Infetti,quest'ultimi sono quasi totalmente estinti.
Dunque il nuovo compito della DS è quella di sterminare anche gli Epigoni e per questo scopo vogliono usare Rachel come diciamo ''arma di supporto'' ,o almeno questa è la ragione fornita in questo capitolo (muahah)
Perora è tutto quello che sappiamo ovviamente ciò che è stato scoperto è importante ma vediamo di non fissarci troppo su ciò che ha raccontato Vanya Vanderbilt che è pur sempre un membro della DS, fino a che punto bisognerà crederle?
Non resta che scoprirlo seguendo il resto della storia ;)
Vi lascio ringraziando le persone che hanno commentato il precedente capitolo ;
ElenaxD e Marmaid !
Grazie ragazze per il supporto :)
Come sempre invito tutti voi a commentare e commentare con tutto quello che vi passa per la testa dopo la lettura di questo capitolo!
A presto Ria_27

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Capitolo 5
*** Capitolo 5-Sfida ***


Ed ecco il quinto capitolo!!!
Procedendo rapidamente conto di avvicinarci sempre di più verso il fulcro della storia!!
Seguitemi e non ve ne pentirete :)
Fatemi sapere cosa ne pensate e lasciate qualche recensione per farmi sapere se la storia sta diventando noiosa o meno!!
Come sempre grazie a Marmaid !
E ora vi lascio
Ria_27


Capitolo 5- Sfida

_No un momento,perché non vediamo quello che sa fare ?Vediamo di che pasta è fatta e soprattutto se merita di essere una di noi _
La risata caustica di Charlotte vibrò nell’aria saturandola .
Christopher si arrestò volgendo il capo verso il punto in cui la ragazza continuava a squadrarmi con aria di sfida.
_Non mi sembra il caso_ tagliò corto lui .
_Perchè no?! Hai paura che si possa far male?_ replicò nuovamente inarcando le sopracciglia con evidente ironia.
A quell’ennesima provocazione il mio corpo vibrò di rabbia tendendosi allo stremo.
_ Io non ho paura proprio di niente, tanto meno di te_ sibilai asciutta tornando ad irrigidirmi mentre con lo sguardo tornavo a fronteggiare Charlotte.
Quest’ultima non sembrò minimamente far caso all’espressione minacciosa che mi aveva distorto i tratti del volto .
Continuava a fissarmi con una vena di evidente superiorità mentre con fare irritante tamburellava le proprie dita sul fianco coperto dalla divisa scarlatta.
_Ne dubito _ ammise semplicemente con tono neutro.
_Adesso basta Charlotte_ il tono di Christopher divenne più scattante nonostante il suo volto rimase perfettamente composto.
La ragazza distolse lo sguardo dalla mia figura per riportarla su quella troneggiante di Christopher.
_Cos’è la difendi pure, adesso? E’ ridicolo! Non credi anche tu che abbiamo il diritto di sapere in quali mani verrà affidata la nostra vita?_
_Non credi di star esagerando un tantino?_ Sebastian, il ragazzo dai corti capelli corvini inarcò un sopracciglio in direzione dell’altra ragazza regalandole un’occhiata scettica.
La testa di Charlotte scattò verso di lui _ No non credo di star esagerando in effetti! Quando usciamo li fuori possiamo contare solo su noi stessi e sul gruppo! Ci sono in ballo le nostre vite e tu credi che io sia troppo  melodrammatica?!_ il tono di Charlotte si alzò di qualche ottava mentre i suoi occhi continuavano a soppesare il ragazzo con palese stizza.
_E’ vero, noi ci fidiamo gli uni degli altri ed è solo questo che conta durante le missioni! Credete che potremmo fidarci allo stesso modo di lei?! Neanche la conosciamo e l’unica cosa che sappiamo è che in lei scorre lo stesso sangue dei nostri nemici_ David mosse qualche passo in avanti.
Il suo sguardo scuro corse sulle figure degli altri tre soppesandone velocemente le espressioni.
Io sembravo risultare invisibile .
Ero il fulcro di quella diatriba eppure sia che si schierassero contro di me o con me non mi degnavano neanche di un’occhiata.
_ Beh cosa vorresti fare?! Farle compilare una scheda di referenza? O magari sederci intorno ad un falò scambiandoci storie sulla nostra vita?_ il pungente sarcasmo di Christopher sembrò infastidire ulteriormente la ragazza.
_Molto spiritoso Chris,davvero _ sibilò incurvando pericolosamente le labbra.
Il ragazzo si limitò a rivolgerle un’occhiata carica di scherno _Avevi in mente qualcosa di migliore Char ?_ le domandò con evidente scetticismo finendo per sfidarla con un’occhiata ironica .
Charlotte accentuò la propria espressione di marcato fastidio prima di portare entrambe le mani sui fianchi _Beh in effetti si…_ asserì sicura di se piantonando il proprio sguardo in quello di Christopher.
Quest’ultimo parve vagamente sorpreso.
Assottigliò lo sguardo soppesando maggiormente il volto ora sorridente dell’altra ragazza.
_Sono tutto orecchi_ le concesse infine inarcando entrambe le sopracciglia.
Sembrava seriamente curioso di scoprire cosa passasse per la testa di Charlotte.
Almeno tanto quanto me.
Un sorrisetto di maligna furbizia andò ad increspare le labbra della ragazza mentre nel suo sguardo guizzava una scintilla.
_ Una sfida corpo a corpo, nessun’ arma nessun compagno solo uomo contro uomo_ fece una piccola pausa volgendosi per tornare a lanciarmi un’occhiata _o in questo caso donna contro donna_ concluse intensificando quel sorrisetto odiosamente compiaciuto.
Sbattei un paio di volte le palpebre.
Avevo sentito bene ?
Aveva forse proposto una sfida tra me e lei.
_Non se ne parla_ ancora prima che potessi esprimere la mia opinione al riguardo Sebastian  si fece avanti scuotendo la testa con vigore.
Istintivamente mi volsi per riservare al ragazzo un’occhiata interrogativa.
Non riuscivo ancora a capire perché sembrasse tanto ben disposto nei miei confronti.
Insomma,neanche lo conoscevo.
_Perchè no? Se è forte come tutti vi affannate a sostenere non avrete nulla di cui preoccuparvi e in più io e David avremo la certezza che possa sostenere qualche conflitto sul campo_ Charlotte scrollò le spalle con finto disinteresse.
Tornai ad osservarla increspando le labbra con fare schifato.
Lei non si sarebbe fidata di me neanche dopo un milione di anni.
Questo era possibile leggerglielo in quello sguardo carico di odio che non riusciva a nascondere ogni volta che incrociava il mio sguardo anche per sbaglio.
_Mi sembra una buona idea_ convenne David annuendo sommessamente .
Charlotte gli rivolse un sorrisetto complice prima di tornare a rivolgere la propria attenzione verso Christopher.
_Allora ?_ ripetè inarcando entrambe le sopracciglia con impazienza.
Un momento, credevano seriamente di poter continuare a parlare di me come se non fossi presente?
A qualcuno era forse passato in testa di domandare il mio parere?
Era di me che stavano discutendo dannazione!
_Ci sto_
Quattro teste scattarono simultaneamente verso di me con stupore.
_Come hai detto?_ domandò David con evidente scetticismo.
Era più che evidente che nessuno di loro aveva atteso un mio intervento.
Regalai al ragazzo un’occhiata sbieca _Ho detto va bene_ ripetei con maggiore risolutezza.
_No,assolutamente_ Christopher risuonò leggermente alterato ,il suo sguardo si fissò sul mio volto con durezza _Non se ne parla nemmeno_ ripetè senza sembrar voler ammettere alcuna replica.
A quel punto fu il mio turno di mostrarmi stupita.
_E’ di me che si tratta decido io_ replicai quando in realtà tutto ciò a cui riuscivo a pensare era per quale motivo Christopher sembrasse tanto interessato a ciò che mi riguardava.
_Non sei tu che prendi le decisioni qui dentro_ sbraitò lui allargando entrambe le braccia mentre muoveva qualche ulteriore passo verso di me.
A quelle parole le mie silenziose congetture vennero bloccate.
Percepii la mia espressione indurissi mentre il mio sguardo si posava freddamente sul volto contratto del ragazzo.
_Non mi importa nulla di chi prenda le decisioni qui dentro se Vanya,Samantha ,Collard o persino tu! Questa è ancora la mia vita e decido io per me_
Christopher parve spiazzato da quelle parole o più probabilmente dal tono tagliente con cui le pronunciai.
Per un secondo il suo volto si colorò di una sfumatura vagamente stupita quasi come se non si aspettasse che sbottassi in quel modo.
Ma dopo pochi secondi i suoi lineamenti tornarono ad irrigidirsi _Bene_ sentenziò raddrizzando ulteriormente le spalle con fierezza _Fa come vuoi_
Le sue sopracciglia si contrassero appena con fastidio mentre i suoi occhi grigi si incupivano ulteriormente.
_Ma che spettacolino divertente_ Charlotte emise una risatina di puro scherno facendo scorrere il proprio sguardo fra le figure tese di me e Christopher.
Smisi di sostenere lo sguardo cupo del ragazzo per riportare la mia attenzione sull’espressione sorniona che disegnava i contorni del bel volto di Charlotte .
Quando intercettò il mio sguardo distese le labbra in un ulteriore mezzo sorrisetto.
_Cominciamo?!_
 
 
_Nessuna paratura _ Charlotte lanciò un’occhiata ammonitrice nel punto in cui Sebastian stava armeggiando con alcune protezioni in plastica.
Ci eravamo spostate all’interno di un quadrato dal materiale semi-gommoso.
A quanto pareva era li che si svolgevano gli allenamenti di lotta.
Come se qualche pavimentazione gommosa potesse limitare i danni.
Roteai gli occhi sospirando appena.
_Qualche problema forse?_ la testa di Charlotte tornò a scattare nella mia direzione  con fastidio.
Inarcai un sopracciglio criticamente,quella ragazza aveva bisogno di darsi una calmata.
_Assolutamente _ mi limitai a replicare.
Una serie di brusii sommessi riempirono l’aria circostante richiamando la mia attenzione.
Un folto gruppo di Reclute aveva messo da parte i propri allenamenti per circondare il perimetro impegnato da me e Charlotte.
Sembravano aver fiutato l’aria di sfida e adesso si trovavano a fissarmi con occhi colmi di curiosità.
Riuscii a cogliere qualche parola come ‘’Epigono ‘’ in mezzo a quei mormorii fitti.
Stupendo
Mi ritrovai a pensare.
Anche loro sembravano essere a conoscenza della mia storia.
C’era forse qualcuno all’interno della DS che ne fosse allo scuro?
Iniziava a sembrarmi improbabile.
_Non sentirti troppo importante_ Charlotte mi rivolse uno sguardo irritato.
Aveva probabilmente notato che l’intera attenzione  era puntata su di me.
La cosa non sembrava entusiasmarla molto.
_Loro pensano proprio come me che tu sia un mostro! Chiunque qui dentro lo pensa quindi non emozionarti molto per queste attenzioni_ le sue parole uscirono velenose e pungenti come sempre mentre un sorrisetto tirato le stendeva le labbra.
_Non ti stanchi mai di sparare cazzate vero?! _ replicai punta sul vivo _ Sai fare solo questo?_ conclusi poi regalandole una smorfia schifata.
La ragazza si scosse brevemente colpita a sua volta dalla mia provocazione.
Non sembrava aver ancora capito che non era la sola a saper giocare a quel gioco.
_ Per tua sfortuna so fare molto di più e sto per dartene una dimostrazione_ sibilò affilando ulteriormente lo sguardo adottando una posizione d’attacco _In guardia!_
I brusii cessarono all’improvviso mentre gli occhi di tutti i presenti si fecero più interessati.
Istintivamente il mio sguardo corse alla ricerca di qualcuno.
Non sapevo per quale strana ragione sentissi il bisogno di trovarlo,probabilmente ero solo curiosa di sapere se stesse guardando.
Con perfetto fare neutro Christopher si trovava  a squadrarmi quasi con noia e quando incrociò il mio sguardo corrugò la fronte criticamente.
Stronzo
Pensai tornando a volgermi verso Charlotte.
Avrei fatto vedere anche a lui di cosa ero capace.
In una frazione di secondo divaricai le gambe per ottenere una maggiore stabilità  _Sono pronta_ affermai rivolgendo un’occhiata di sfida all’altra ragazza.
_Cominciamo_
Vi fu un attimo di puro silenzio in cui la tensione generale crebbe.
Poi Charlotte scattò in avanti roteando appena il bacino per caricare maggiormente un pugno.
Percepii il mio corpo flettersi prima di balzare di lato per schivarla.
_Tutto qui?_ ironizzai quando il colpo della ragazza andò a vuoto.
Il corpo già teso di Charlotte tornò a voltarsi con uno scatto sinuoso verso di me.
Per quanto la odiassi era evidente quanto tempo spendesse nel proprio allenamento.
Era veloce a certamente agile non avrei dovuto sottovalutarla eccessivamente.
A conferma delle mie ipotesi la ragazza tornò a muoversi velocemente verso di me questa volta con maggiore rabbia.
Ebbi appena il tempo di spostarmi di lato ma non fu sufficiente.
Il pugno di Charlotte tornò a fendere l’aria ma prima ancora che potessi allontanarmi maggiormente la sua gamba destra disegnò velocemente nell’aria una semi curva prima di colpire il mio bacino.
Il colpo non fu estremamente duro ma bastò comunque a destabilizzarmi.
Percepii le gambe perdere l’equilibrio puntando il resto del corpo rovinosamente a terra mentre con la coda dell’occhio vidi Charlotte caricare un nuovo calcio.
Eh no,non funziona così
Roteai il busto con un gesto fluido riuscendo a frenare la mia caduta con le mani.
Vidi la gamba di Charlotte svettare nuovamente contro di me ma questa volta fui preparata.
Mi appiatti a terra con il resto del corpo prima di far leva con le mani spingendo in avanti le gambe protese che si curvarono nell’aria prima di colpire con forza il torace della ragazza.
_Stronza_ imprecò lei per la sorpresa trovandosi ad incrinarsi in avanti.
Approfittai della sua destabilizzazione per tornare a sollevarmi .
La cosa più furba da fare era colpirla alla schiena per farle perdere quel precario equilibrio.
Ma ancor prima che potessi caricare il colpo il busto di Charlotte ruotò assestandomi una gomitata al fianco scoperto.
_Ahh_ mi lamentai tornando ad inclinarmi.
Quel colpo era stato assestato magistralmente tanto da farmi deconcentrare.
La mia mano istintivamente corse alla parte dolente ma ancora prima che potessi toccarla un secondo colpo alle ginocchia mi spinse verso il suolo.
Impiegai solo un misero secondo prima che l’intero corpo si schiantasse contro il suolo provocando un suono sordo.
Fai qualcosa
Continuava ad urlarmi la mia voce interiore.
Se non mi fossi data una smossa Charlotte nel giro di pochi secondi avrebbe sfruttato quella posizione di vantaggio.
Cercai di tornare a roteare il corpo ma una fitta lancinante al fianco precedentemente colpito mi costrinse a spalancare gli occhi per il dolore.
_Adesso non sembri più tanto sicura di te ,non è così?_ Charlotte emise una piccola risatina carica di maligna ironia.
Mi morsi il labbro per impedirmi di urlare mentre un secondo colpo andava a colpire lo stesso punto di poco prima .
_Sei solo una nullità proprio come avevo immaginato_ un  terzo colpo duro e deciso.
Avrei dovuto sollevarmi velocemente ,lo sapevo eppure il mio corpo non sembrava volerne sapere.
Il dolore si stava diffondendo rapidamente come una cascata in piena.
_ Dì  ‘’mi arrendo’’_ mi stuzzicò.
Ero ancora rivolta verso il suolo eppure potevo perfettamente immaginare il sorriso di puro compiacimento che le incurvava le labbra.
Quell’immagine mi provocò una morsa di rabbia feroce.
_Mai_ sibilai digrignando i denti.
_Come vuoi_ replicò lei con tono carico di stizza.
La vidi preparare un nuovo colpo ma questa volta fui più veloce.
Roteai rapidamente sul fianco ignorando il dolore che minacciava di stordirmi.
Giusto in tempo per parare il nuovo calciò già svettato in aria.
Le mie mani corsero a chiudersi sulla scarpa della ragazza afferrandola saldamente.
Gli occhi di Charlotte si ampliarono per la sorpresa.
A quanto pareva anche lei aveva fatto l’errore di sottovalutarmi.
Meglio per me.
Con tutta la forza che mi era rimasta spinsi la gamba della ragazza facendole perdere del tutto l’equilibrio riversandola a terra.
Un lamento soffocato uscì dalle sue labbra mentre il suo corpo collideva con il suolo.
Approfittai di quel piccolo vantaggio per tornare a sollevarmi.
Cercai di ignorare la fitta di dolore che si allargava lungo tutto il fianco e mi preparai per caricare un colpo con la gamba sinistra.
Ma ancora una volta Charlotte si dimostrò più furba.
Roteò prontamente allontanandosi dalla mia traiettoria prima di balzare in avanti ristabilendo il proprio equilibrio.
Istintivamente roteai il busto per parare il suo presunto attacco alla schiena.
Pessimo errore.
Finii per comprimere il fianco ancora dolente e ancora una volta mi inclinai di lato.
_Brutta scelta_ Charlotte ridacchiò soddisfatta prima di scattare in avanti allargando il braccio che finì per far leva sul mio petto scaraventandomi nuovamente a terra.
Questa volta lo scontro con il suolo fu ancora più doloroso tanto da costringermi a chiudere gli occhi.
_Adesso ti arrendi?_ con un gesto rapido Charlotte mi fu addosso conficcando le ginocchia sui miei fianchi.
Mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non urlare.
_Dì ‘’mi arrendo’’ è facile_ insistette lei con tono caustico.
Digrignai i denti _ Mai_ tornai a ripetere seppur con fatica.
La voce minacciava di incrinarsi sempre di più mentre la pressione delle ginocchia della ragazza si intensificava.
_Come preferisci_ replicò lei gelidamente tornando a sollevarsi.
Non ebbi il tempo di trarre un sospiro di sollievo per essere nuovamente libera che la vidi caricare l’ennesimo calcio.
_ADESSO BASTA_ Sebastian avanzò con passo rapido verso di noi.
Con un gesto sicuro si frappose davanti alla mia figura ancora riversa al suolo regalando un’occhiata intimidatoria a Charlotte.
Quest’ultima abbassò istintivamente la gamba per non colpire il ragazzo _Levati di mezzo_ gli intimò.
_Così potrai tornare a colpirla mentre non può neanche muoversi?! Molto eroico davvero_ il suo tono di aperta accusa parve infastidire ulteriormente la ragazza.
_Nessuno la risparmierebbe la fuori! Non si fermerebbero soltanto perché la povera bambina non riesce più a combattere, loro la finirebbero e poi verrebbero a finire noi_
Sebastian scosse la testa con vigore _Questo non è ‘’la fuori’’ Charlotte, qui siamo nella nostra struttura, durante un semplice allenamento  e noi non siamo loro facciamo parte di uno stesso gruppo che ti piaccia o no_
Le parole di Sebastian furono seguite da un attimo di silenzio.
Charlotte non sembrò minimamente toccata da quel discorso.
Il suo corpo continuava a vibrare pericolosamente.
Per un attimo mi ritrovai a pensare che avesse intenzione di balzare su Sebastian per toglierlo di mezzo prima di tornare a concentrarsi su di me.
Cercai di tornare a sedermi ,almeno questo avrei dovuto farlo.
_Lascia stare Char_ questa volta fu il turno di David di farsi avanti.
Il ragazzo si portò al lato della mora toccandole un braccio con fare rassicurante.
Ma Charlotte era troppo tesa per essere ammansita.
Con un gesto si scostò bruscamente fulminando i due ragazzi con una sola occhiata.
_E va bene_ sibilò infine corrugando le labbra con stizza.
La vidi sostenere lo sguardo scuro di Sebastian prima di tornare a rivolgere la propria attenzione verso di me.
Ero ancora ansimante e il dolore non dava segno di voler cessare tanto presto.
Prontamente sul volto della ragazza tornò a distendersi un sorriso tronfio.
_Benvenuta alla DS tesoro _





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Capitolo 6
*** Capitolo 4-Gruppo Alpha ***


Capitolo 4- Gruppo Alpha


Il confronto con Vanya Vanderbilt aveva aperto strada a nuove inquietudini.
Non potevo che sentirmi scossa dalle rivelazioni appena emerse,rivelatesi più complesse di quanto avessi potuto credere.
La verità su mia madre, la mia esistenza e il ruolo che la DS aveva in serbo per me.
Quelle non erano cose da digerire con tanta facilità.
Cercai ad ogni modo di non lasciar trasparire nulla di tutto ciò davanti all’enigmatico volto di quella donna spregevole.
Fu perciò con grande entusiasmo che accolsi la fine di quell’incontro.
Mossi qualche passo cauto in direzione della porta.
Non vedevo l’ora di abbandonare quella stanza divenuta ormai asfissiata,intrisa di parole che pesavano nell’aria.
_Ah Rachel,quasi dimenticavo_ la mia mano si bloccò sul freddo pomello della porta ,richiamata dalla donna.
Mi volsi emettendo un piccolo sospiro carico d’impazienza mentre con lo sguardo tornavo ad affrontare il maligno sorriso di Vanya.
_La divisa da Recluta è d’obbligo! Puoi anche buttare quei vecchi stracci,non ti serviranno più a nulla qui dentro_.
Intensificò la propria espressione con malcelata soddisfazione continuando a sfidarmi con lo sguardo.
Percepii la mia mano racchiudersi violentemente intorno al pomello ormai surriscaldato dal contatto.
La mia mente ritornò agli indumenti adocchiati quella mattina all’interno dell’Alloggio.
La vivida immagine dello stemma della DS tornò prepotentemente facendomi increspare le labbra.
_E’ tutto_ aggiunse la donna sventolando elegantemente la mano davanti al proprio volto per tornare a congedarmi.
Rimasi per qualche secondo staticamente sul posto mentre i miei occhi continuavano a lampeggiare in direzione della donna.
Quanto avrei voluto cancellarle dal volto quel sorrisetto compiaciuto,dimostrazione di quanto pensasse contare il suo ascendente.
L’avrei volentieri scaraventata a terra dimostrandole quanto si sbagliasse.
Ma non fu quello che feci.
Non potevo permettermi alcuna bravata in quel momento.
Con movimenti quasi meccanici tornai a voltarmi spalancando la porta con un gesto secco.
Al diavolo la maschera di perfetta neutralità.
Come un fulmine fui fuori da quella stanza ,lontana dal viscido sguardo di Vanya Vanderbilt.
_Rachel,stai bene?_  ero stata talmente assorta nella mia rabbia da non rendermi conto in un primo momento della figura di Samantha, l’agente a capo delle Reclute.
Il mio capo
Sollevai lo sguardo per incontrare quello preoccupato della donna.
_Benissimo_ mentii scostando bruscamente lo sguardo _Cosa ci fai qui?_ sbottai con un moto di stizza.
Iniziavo a sentirmi perseguitata,tutti sembravano conoscere la mia esatta posizione ed erano ben disposti a darmi continui ordini su come comportarmi .
_Sono stata informata della tua piccola riunione con Vanya così ho deciso di venire qui su ad aspettare che avessi finito per assicurarmi che stessi bene_ Samantha continuò ad occhieggiarmi con evidente preoccupazione.
_Non dovevi disturbarti_ replicai senza il minimo garbo .
La donna sorrise appena _Nessun disturbo,questo è il mio compito,ricordi?!_
Ancora una volta il tono sincero e cordiale di Samantha contribuì a spiazzarmi vagamente.
Era impossibile risultare scontrosa con lei,lo rendeva fin troppo difficile con quel suo atteggiamento comprensivo e quasi materno.
Samantha sembrò cogliere l’espressione di turbamento che si delineò sul mio viso e mostrò un sorriso più aperto.
_Se sei pronta andiamo a meno che tu non voglia sostare ulteriormente vicino all’ufficio di Vanya _ mi regalò un’occhiata complice inclinando i lembi della bocca con fare ironico.
A mia volta non potei resistere alla tentazione di mostrare un’espressione schifata alla sola idea di soggiornare anche solo un altro minuto vicino a quel cobra .
_Da quella parte giusto?_ domandai retoricamente raggiungendo l’ascensore ancora aperto.
Samantha mi seguì all’interno dell’abitacolo premendo uno dei pulsanti sul quadro digitale che fece richiudere le porte con un bip metallico.
Per qualche istante osservai silenziosamente i piani che scorrevano al di fuori delle vetrate dell’ascensore che procedeva rapidamente.
_Dove siamo dirette?_ domandai finalmente quanto il veloce moto dell’ascensore venne arrestato ristabilizzandola.
Samantha volse appena il capo in mia direzione con fare fiducioso _Credo che sia arrivato il momento di farti conoscere la squadra_
Quella frase mi destabilizzò ulteriormente.
_La squadra?_ ripetei assottigliando lo sguardo regalando alla donna un’occhiata confusa.
Samantha mosse qualche passo al di fuori dell’ascensore facendomi segno con il capo di seguirla .
Tornammo così ad immetterci nelle diramazioni metalliche della DS.
_ Abbiamo deciso di introdurti all’interno del Gruppo Alpha_ spiegò prima di svoltare a sinistra verso un corridoio più stretto _ Sono le uniche Reclute operative , solo a loro è concesso operare in campo _concluse tornando a rivolgermi una piccola occhiata per accertassi che avessi seguito il suo ragionamento.
_Credevo che la DS potesse vantare un abbondante numero di Reclute,seguivo i notiziari sai?Pare che chiunque non abbia una famiglia o sia semplicemente arrabbiato con la vita decida di arruolarsi all’interno delle vostre mura _ asserii senza badare minimamente al tono di pungente ironia.
Avevo sempre trovato un’assurdità quella storia delle Reclute volontarie,tutto ciò contribuiva solo a far accrescere il potere e la diffusione della DS.
_E’ così_ Samantha annuì brevemente _ Ma non permettiamo a chiunque di operare! Addestriamo tutti in ugual modo ma solo i più meritevoli, coloro che sanno distinguersi, possono entrare a far parte del Gruppo Alpha avendo così la possibilità di prender parte alle missioni_
_E io sarei meritevole?In base a cosa l’avete deciso?!_ un sorrisetto ironico mi incurvò le labbra.
Era da poco più di ventiquattro ore che mi trovavo all’interno di quella struttura e venivo già inserita in quella che sembrava essere l’elite delle Reclute.
Senza poi neanche averlo chiesto.
_Sappiamo che sei speciale! Di sicuro Vanya ti avrà ripetuto questa parola un sacco di volte,magari ti avrà anche etichettata come una sorta di invincibile arma , ma per me non è così!_ smettemmo di camminare e Samantha puntò il proprio sguardo sicuro su di me _ a differenza di molti qui dentro io ho a cuore le vostre vite! Qualunque Recluta qui dentro è mia diretta responsabilità e l’unico motivo per cui ho appoggiato il tuo inserimento nel Gruppo Alpha è  perché tu potresti veramente essere un bene per tutti noi! Non come arma ma come sostegno_
Samantha concluse le proprie parole con tono deciso.
Non sapevo cosa rispondere.
Era la prima persona che mi trattava come …un essere umano e non come un oggetto da manovrare per i propri scopi.
Non importava se fosse un agente della DS ,se credesse negli ideali di quest’ultima o quant’altro, Samantha si stava lentamente guadagnando il mio apprezzamento.
La fiducia…quella sarebbe stata più difficile ma di sicuro lei era l’unica li dentro che potesse guadagnarsela.
_Allora…_ la donna tornò a parlare distogliendomi dalle mie silenziose farneticazioni _Sei pronta per incontrare il resto del gruppo?_ con un gesto indicò i pesanti battenti di una porta al cui lato era applicato uno di quei soliti pannelli che ne consentivano l’apertura.
Mi concessi un attimo per sospirare stancamente _Si…_ conclusi senza reale sicurezza.
Ma che altra scelta avevo?
Samantha annuì felicemente prima di passare una Key-Card davanti al piccolo monitor che dopo qualche istante fece accendere una lucina verde a cui seguì la rumorosa apertura dei battenti.
Ciò che mi ritrovai davanti fu a dir poco sorprendente.
Una serie di ragazzi e ragazze non molto più grandi di me si disperdevano davanti ai miei occhi impegnati in diverse attività di tipo fisico.
_Questa è la sala allenamenti! Come avrai intuito è qui che le Reclute passano la maggior parte del loro tempo allenandosi affondo con il mio gruppo d’assistenti_
Samantha mosse qualche passo all’interno dell’immensa sala illuminata da una serie di luci a neon che creavano un perfetto contrasto sulle pareti scure.
Avanzai in quel dedalo di figure in allenamento .
Il mio sguardo correva furiosamente fra i vari corpi e le varie tecniche messe in mostra.
Sembrava che chiunque li dentro fosse impegnato in un attività con la massima concentrazione richiesta.
Erano come dei robot.
Samantha richiamò la mia attenzione indicando con un dito un punto non troppo lontano _Eccoli li_ asserì.
Seguii la direzione del suo dito  fino a giungere ad un piccolo gruppo posto sul margine estremo della stanza.
Quelle quattro figure sembravano spiccare fra le altre nella loro uniformi rosse in netto contrasto con quelle nere del resto delle Reclute.
Continuai ad osservarli sentendomi leggermente a disagio quando ormai giunte nei loro pressi le quattro figure si volsero per occhieggiarmi.
_Ragazzi_ Samantha li salutò con un sorriso caloroso soppesandone velocemente i volti.
_Ehi Sam aspettavamo giusto te_ rimasi quasi basita nel riconoscere quel tono di voce.
Istintivamente volsi il capo per incontrare quello del ragazzo che aveva appena parlato.
Christopher.
Osservai la sua figura avvolta interamente in quella divisa sgargiante portata con estrema fierezza.
Avrei dovuto intuirlo che se all’interno delle Reclute esisteva un’elite Christopher ne avrebbe fatto parte di sicuro.
Il ragazzo sembrò intercettare il mio sguardo .
Si volse facendo allacciare i nostri occhi prima di mostrare un sorriso compiaciuto.
_Sarebbe lei?_ quel tono indispettito e carico di astio mi costrinse a distogliere la mia attenzione da quella di Christopher per riportarla su qualcun altro.
Una ragazza dai fini lineamenti del volto contratti in un’espressione di puro fastidio fece scorrere il suo sguardo sprezzante su di me prima di riportarlo su Samantha.
_Proprio così_ asserì quest’ultima indicandomi con un gesto della mano _Ragazzi vi presento Rachel, Rachel ti presento il Gruppo Alpha . In ordine : Charlotte , David, Sebastian e … beh Christopher lo hai già conosciuto_
Lasciai scorrere velocemente il mio sguardo dalla figura della ragazza dai lunghi capelli corvini a quelle dei due ragazzi al fianco.
Il primo mi guardava a sua volta con aria di sufficienza,proprio come l’altra tipa non sembrava molto felice di fare la mia conoscenza, l’altro ragazzo invece mi mostrò un sorriso cordiale muovendo due dita in aria con fare amichevole.
_Rachel entrerà a far parte con effetto immediato della squadra_
_CHE COSA?_ le parole di Samantha vennero immediatamente sovrastate dall’urlo stupito di Charlotte.
Tornò a lanciarmi un’occhiata sconcertata _Stai scherzando non è vero?_ proseguì con estrema irritazione .
_ Charlotte ha ragione, una cosa del genere non si è mai sentita! Non la conosciamo , non si è mai neanche allenata come puoi pretendere che l’accogliamo a braccia aperte?!_ il ragazzo più alto , David, si intromise schierandosi a favore della mora che annuì con vigore .
_Non preoccuparti Dave, sono sicuro che allenamento o no ti può stracciare _ Christopher mostrò un sorriso provocatorio volgendosi a guardare l’altro ragazzo che lo abbagliò con un’occhiata poco felice.
_Si certo,vallo a raccontare a qualcun altro Chris_ borbottò inarcando entrambe le sopracciglia con scetticismo.
_Dico sul serio _ ripetè Christopher facendo spallucce con aria neutra,era assurdo come riuscisse a sembrare sempre infinitamente a suo agio persino in mezzo ad una diatriba _L’ho vista combattere con i miei occhi,sa muoversi ed è inutile dire che è forte _ concluse tornando a volgersi verso di me mostrandomi un occhiolino .
Sapevo che sarei potuta arrossire come una stupida.
Lo avrei fatto sicuramente se solo la risata carica di scherno di Charlotte non fosse  tornata a catturare la mia attenzione e i miei nervi già tesi.
_Oh giusto, quasi avevo dimenticato che avessimo a che fare con un Epigono! Questo la rende ancora meno degna di fiducia, noi li uccidiamo i sangue sporco non cooperiamo con loro_
Sentii il sangue ribollirmi nelle vene mentre la ragazza finiva di sputare le sue accuse tornando a rivolgermi un’occhiata piena di sdegno.
_Come mi hai chiamata?_ sibilai arrivando quasi a ringhiare pericolosamente .
Lo sguardo della ragazza si accese ulteriormente _ Cosa c’è forse non ti sta bene ?_ ripetè provocatoriamente.
Istintivamente scattai in avanti .
Avrei voluto stringere le mani intorno a quel piccolo collo inutile e mettere a tacere quell’oca una volta per tutta ma Samantha fu più veloce.
_Va bene adesso basta _ sbottò frapponendosi fra di noi costringendomi così ad interrompere il contatto visivo.
_Rachel fa parte della squadra ,fine della storia! Sono ordini che non vanno discussi a meno che non avete intenzione di parlarne direttamente con Keller o Vanya _ .
Per quanto non mi piacesse sapere che a decidere della mia vita fosse stata quell’arpia di Vanya Vanderbilt non potei che provare un irrefrenabile piacere nel vedere il volto della ragazza impallidire notevolmente.
Era chiaro che non si sarebbe mai apertamente schierata contro i pezzi grossi della DS.
Forse era più intelligente di quanto desse a vedere.
_D’accordo  e con questo la questione è chiusa , adesso possiamo tornare a fare qualcosa di utile?_ Christopher roteò gli occhi con fare lamentoso riattirando l’attenzione su di se.
Samantha sospirò lievemente prima di annuire _Si, credo che sia il caso di riprendere gli allenamenti_ ammise .
Tornò a volgermi un’occhiata _Per oggi puoi limitarti ad assistere ,cerca di apprendere qualcosa in modo tale da poter ingranare meglio domani_ .
Annuii sommessamente senza un reale interesse _Va bene_ accordai tanto per tagliar corto.
_Bene ,in tal caso io torno al mio lavoro! Passerò a controllare come procedono le cose fra un paio d’ore_ aggiunse prima di tornare a voltarsi verso il resto del piccolo gruppo _Mi raccomando_ aggiunse con tono perentorio puntando il proprio sguardo in particolare su Charlotte che si limitò a tacere.
Senza aggiungere altro Samantha si allontanò con passo sicuro.
_D’accordo gente torniamo a lavorare prima che diventi vecchio abbastanza da soffrire di reumatismi e artrite_ sentenziò Christopher allacciando le braccia dietro la schiena flettendole lievemente per snodarle.
_Già,vediamo di dare un senso a questa giornata_ borbottò David lanciandomi un ultimo sguardo prima di roteare gli occhi scuotendo brevemente la testa.
Iniziavo a sentirmi come un pesce fuor d’acqua.
Era chiaro che li dentro apprezzavano la mia presenza tanto quanto io apprezzassi la mia permanenza li.
Christopher mi si avvicinò distogliendomi dai miei pensieri.
_Tu vieni con me ti faccio vedere qualche esercizio semplice_ asserì indicandomi con il capo un angolo libero della sala.
Sospirai arrendevolmente preparandomi a seguirlo quando una voce si frappose.
_No un momento,perché non vediamo quello che sa fare ?Vediamo di che pasta è fatta e soprattutto se merita di essere una di noi _
 

Ecco il quarto capitolo!!! Ribadisco che mi fa sempre piacere riuscire a postare tanto infretta e spero di riuscire a mantenere questo ritmo ( esami permettendo xD)
Ad ogni modo in questo capitolo facciamo la conoscenza di altri personaggi molto rilevanti, mi riferisco al Gruppo Alpha di cui Rachel è entrata inconsapevolmente a farne parte!
Mi sembra abbastanza semplice come capitolo quindi non mi dilungo in inutili chiarimenti ma ad ogni modo se qualcosa risultasse poco chiaro fatemelo sapere e vedrò di rimediare con spiegazioni adeguate.
Per il resto ringrazio le persone che hanno commentato : penelope07 che mi ha sempre seguita anche in altre storie e per questo la ringrazio e Marmaid che con le sue recensioni mi invoglio sempre di più :D
RIngrazio anche chi si limita semplicemente a leggere silenziosamente esortandovi a lasciare qualche recensione se vi fa piacere :)
A presto; Ria_27

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Capitolo 7
*** Capitolo 6- Affinità e Screzi ***


Salve :) Eccomi con un nuovo aggiornamento, contavo di postare ieri sera ma impegni vari me lo hanno reso possibile!
Purtroppo anche ora sono costretta a scappare ma non avevo intenzione di lasciare un altro giorno la storia senza un aggiornamento,quindi scusate la fretta e perdonate eventuali errori dettati appunto dalla velocità con cui ho potuto revisionare il capitolo!!!
Faccio appena in tempo a ringraziare come sempre Marmaid per il continuo supporto :)
Spero che il capitolo vi possa piacere e spero di trovare le vostre opinioni ,ci conto :)
A presto:
Ria_27


Capitolo 6- Affinità e Screzi

I miei denti corsero a mordere il labbro inferiore per impedirmi di urlare.
Un singulto sommesso riuscì comunque a farsi strada attraverso di esse.
Il livido sul fianco era divenuto orridamente violaceo e si estendeva per un’abbondante porzione.
Con dita tremanti tastai il punto dolente mozzandomi il respiro all’istante.
Era una contusione,un’orribile contusione oserei dire.
_Cavoli sembra messa parecchio male_
Ero stata talmente presa dall’ematoma violaceo che affiorava dal fianco esposto da non essermi accorta della presenza di qualcun altro all’interno dell’infermeria altrimenti vuota.
La mia testa scattò di lato velocemente per inquadrare il volto del mio nuovo compagno.
Sebastian continuò a fissarmi fermo sulla soglia.
I suoi occhi scuri scrutarono la mia pelle esposta con fare attento.
_Credevo di essere sola_ sbraitai scocciata tornando a tirare i lembi della maglietta verso il basso.
Odiavo mostrare la mia attuale debolezza.
Non ne andavo fiera.
Di sicuro non davanti ad un membro della DS.
_Infatti lo eri,sono arrivato pochi secondi fa_ Sebastian cercò di rassicurarmi facendo spallucce.
Sembrava aver notato quanto fossi poco ben disposta nei suoi confronti eppure continuava a mostrare un’espressione d’imperterrite tranquillità.
_Beh cosa sei venuto a fare qui?_ tornai a replicare con piccata critica.
_Volevo vedere come stavi_ ammise semplicemente sostenendo il mio sguardo senza troppa difficoltà prima di riportare la propria attenzione sul fianco adesso ben coperto.
_A quanto pare Charlotte c’è andata giù pesante_
Una piccola smorfia di stizza mi increspò le labbra a quell’osservazione.
_Non è niente, ho un tempo di guarigione piuttosto rapido _ tagliai corto inarcando entrambe le sopracciglia con aria di sfida.
Ma il ragazzo non parve minimamente turbato da quell’osservazione.
Annuì sommessamente _Lo so_ ammise semplicemente.
Lo vidi indugiare ulteriormente sul posto prima di muovere qualche passo nella stanza.
Con passo sicuro si diresse verso un piccolo armadietto bianco tirando fuori alcune boccette non ben identificate.
_Cosa fai?_ chiesi titubante osservandolo estrarre una garza da un altro armadietto prima di voltarsi verso di me.
_Do un’occhiata a quella brutta ferita_ spiegò semplicemente come se ciò non implicasse alcun problema.
Una risatina di scettico isterismo fuoriuscì dalle mie labbra.
_Oh si ,davvero? E con quale autorizzazione ?_ la mia espressione divenne improvvisamente seria .
Ma Sebastian non parve farci caso.
Con un gesto elegante avvicinò un piccolo sgabello in legno al lettino sul quale ero seduta.
_Sono piuttosto bravo nel campo medico… In realtà sono praticamente un genio in queste cose _ asserì mettendosi a sedere.
_Non ero interessata alla tue referenze_ replicai seccamente .
A quel punto i caldi occhi del ragazzo tornarono a posarsi sul mio viso contratto dalla rabbia.
_Permettimi di aiutarti_ mormorò in un modo talmente sincero da risuonare quasi supplichevole.
Esitai per qualche istante perdendomi in quella richiesta tanto elegante da sembrare surreale.
_Te l’ho già detto…_ farneticai pochi istanti dopo _ Guarisco piuttosto in fretta_ conclusi deglutendo appena.
Ancora una volta Sebastian si limitò ad annuire _ Si so abbastanza cose sul vostro corredo genetico,abbastanza da sapere che possedete una resistenza e una capacità rigenerativa fuori dal comune…Ma_ fece una piccola pausa tornando a puntare i propri occhi scuri nei miei ambrati per assicurarsi che lo stessi seguendo _questo non significa che quell’ematoma non debba farti male e io conosco un modo per alleviare il dolore finchè i tuoi super-geni non entreranno in azione_
Rimasi a corto di parole e di possibili scuse da utilizzare.
A dirla tutta rimasi a corto di pensieri coerenti.
L’estrema gentilezza di quel ragazzo era spiazzante.
Sebastian parve interpretare il mio silenzio come un tacito accordo .
Con gesti lenti e calibrati tornò a sollevare il cotone della magliette tornando ad esporre il livido sempre più scuro.
Lo vidi corrugare leggermente la fronte increspando le labbra _ Avevo ragione a pensare che ti facesse davvero male _ asserì con quel solito tono pacato ,non molto comune in un ragazzo della sua età.
Della mia età.
Percepii le mie guance imporporarsi mentre le tiepide dita del ragazzo entravano in contatto con la pelle esposta.
Provai così il pungente desiderio di metter fine a quell’imbarazzante storia.
_Ascolta ti ringrazio per il tuo aiuto ma…Aaah_ le mie repliche vennero repentinamente messe a tacere quando qualcosa di fresco ed uno entrò in contatto con la parte dolorante del mio fianco.
Sebastian sorrise appena _ Questo unguento fa miracoli fidati_
Pur nutrendo ancora una buona dose d’imbarazzo per quella situazione non potei che sentirmi lievemente meglio mentre il miracoloso unguento andava a rinfrescare la zona tumefatta.
Così rimanemmo semplicemente in silenzio per qualche minuto.
Le abili dita di Sebastian continuarono ad ungere il mio fianco mentre i suoi occhi guizzavano sulla ferita con meticoloso interesse.
Continuai ad osservare a mia volta il suo modo d’agire sempre più curiosa .
_Perchè sei qui?_
Gli occhi di Sebastian tornarono a sollevarsi sul mio volto come a voler cercare proprio li la risposta alla mia stessa domanda.
_Credevo di avertelo già detto… volevo aiutarti con i medicamenti_ inarcò un sopracciglio con vaga confusione senza distaccare i propri occhi dai miei.
Sospirai leggermente scuotendo appena la testa _No, intendevo qui alla DS_ spiegai chiarendo la mia precedente domanda.
_Ah…_ fu la sua semplice risposta distogliendo per la prima volta dopo parecchi minuti il proprio sguardo dal mio.
_Sembri diverso dagli altri…Non so,non sembri il tipo da DS tutto qui_ mormorai lievemente meno sicura.
Non potevo semplicemente tenere la bocca chiusa?
Magari attendere che finisse di curarmi ,ringraziarlo ed evaporare,invece no avevo dovuto dare aria alla bocca.
La piccola risatina che emerse dalle labbra appena dischiuse del ragazzo però contribuì a sciogliere la tensione.
_Dovrebbe essere un complimento?_ mi chiese con sincero interesse inarcando un sopracciglio con divertimento.
Ci pensai qualche istante _ Beh,in effetti si… Qui sembrano tutti dei robot militari con in mente un unico pensiero, far fuori gli Epigoni_ contrassi le labbra in una smorfia appena accennata pensando alla razza di cui io stessa facevo parte _ Perciò mi chiedo cosa ci fa un tipo come te qui in mezzo?_ conclusi poi tornando a far brillare il mio sguardo sicuro in quello del ragazzo.
Ancora una volta Sebastian ricambiò la mia occhiata senza timore.
_Credo di poter affermare che faccio esattamente ciò che fai tu_
Inarcai un sopracciglio _Cioè sei stato portato qui di forza e ora sei costretto a cercare di sopravvivere in questo covo di esaltati?_ ironizzai riassumendo con una sola frase quelle che erano state le mie giornate all’interno della DS.
La risata cristallina di Sebastian riempì l’aria alleggerendola oltremodo.
Dovevo ammettere che quella sorta di positività infinita era un tocca sano per me.
Così a mia volta mi ritrovai a sorridere.
_ Beh non proprio_ concluse infine lui increspando appena il naso.
_Allora cosa?_ insistetti io tornando seria.
Sebastian sospirò appena fissando un punto non ben identificato nella stanza.
_Cerco vendetta,proprio come fai tu,no?_
Quelle parole mi spiazzarono oltre modo.
_Vendetta?_ ripetei corrugando la fronte con evidente confusione.
Sebastian tornò ad annuire _ Gli Infetti hanno ucciso tua madre non è così? E’ per questa ragione che non ti sembra più così male essere qui! Sai che questo è l’unico posto che ti fornirà un modo concreto per portare a termine ciò che ti sei ripromessa_
_Non è di me che stavamo parlando_ replicai con marcato tono di stizza tornando ad innervosirmi.
Non ero ancora pronta per fare un riepilogo concreto di quella che era la ragione della mia permanenza in quel luogo.
Continuavo a ripetermi che ero una sorta di prigioniera quando nel profondo del mio cuore io stessa maturavo la silenziosa consapevolezza che in realtà la mia chiacchierata con Vanya Vanderbilt mi aveva aperto nuovi propositi.
Qualche ora prima mi ero sentita come un pesce fuor d’acqua,disposta a tutto per fuggire.
Pochi minuti dopo la mia conversazione con Vanya ,aveva acceso in me un nuovo imput.
Vendetta.
Ma sentire quella dura seppur chiara verità fuoriuscire dalle labbra di Sebastian mi colse del tutto impreparata.
No,non ero pronta per ammetterlo ad alta voce.
Il ragazzo sembrò cogliere i miei pensieri poiché il suo sguardo tornò ad alleggerirsi.
_Scusa_ mormorò mostrandomi un sorriso sincero prima di tornare a parlare _ I miei genitori facevano parte della DS ,erano due agenti abilitati sul campo! Un giorno vennero chiamati per una missione,una come le altre non c’era nulla di cui preoccuparsi…_ fece una piccola pausa sospirando appena _ O almeno questo era quello che credevano! Qualche ora dopo due agenti vennero a casa mia per informarmi che i miei genitori erano andati incontro ad un agguato. Alcuni Epigoni gli avevano teso un’imboscata…Beh puoi immaginare il resto_
Un brivido mi percorse lungo tutta la schiena _Vennero contaminati?_ chiesi con un filo di voce.
Sebastian scosse appena la testa inspirando sommessamente _ No,no… Vennero fatti fuori _
Il sangue sembrò gelarmisi nelle vene mentre i miei occhi continuavano a guizzare sul volto lievemente contratto del ragazzo.
Chissà quante volte aveva dovuto rivivere quelle scene nella sua mente.
Cento,mille …forse di più.
Abbastanza da poter mantenere un temperamento di perfetta compostezza durante la sua riesposizione .
Il suo dolore era leggibile soltanto nei suoi occhi e sicuramente solo dopo un’occhiata accurata ,non superficiale.
_Quanti anni avevi?_ chiesi deglutendo pesantemente cercando di mandar giù il magone che mi attanagliava la gola.
_Quindici_ spiegò lui tornando a mostrarmi un piccolo sorrisino d’incoraggiamento _Mesi dopo sono entrato spontaneamente a far parte delle Reclute, mi sembrava la cosa giusta da fare…Sai per loro,per vendicare la loro memoria!_
_Mi dispiace_ ammisi dopo un attimo di tentennamento.
Non riuscii a trovare il coraggio per continuare a sostenere il suo sguardo.
_Non è colpa tua_ replicò lui increspando la fronte avendo notato il mio repentino cambio d’umore.
Socchiusi appena gli occhi sospirando leggermente _ Già ma è come se lo fosse, tu dovresti odiarmi per questo…Insomma condivido il loro stesso sangue_ riuscii a trovare il coraggio per tirar fuori quel pensiero mantenendo un tono basso e sommesso.
Ma almeno riuscii a non far incrinare la voce come aveva minacciato in origine.
_Non dirlo neanche_ la vibrante protesta di Sebastian tornò a far scattare il mio volto verso di lui con evidente confusione.
Il ragazzo puntò il proprio sguardo sicuro seppur gentile su di me.
La sua mano,la stessa che aveva disegnato dei delicati contorni sul mio fianco fino a pochi minuti prima,corse a posarsi lievemente sulla mia gamba .
Percepii le mie guance tornare ad imporporarsi a quel contatto.
Ma i miei occhi non riuscirono comunque a liberarsi da quei magnetici pozzi scuri.
_Ascoltami Rachel perfavore…Non è il sangue a renderci ciò che siamo ma il modo in cui agiamo ! Il fatto di condividere la loro stessa struttura genetica non fa di te un mostro,il fatto che hai deciso di combatterli fa di te un individuo migliore_
Sentii la mia bocca aprirsi leggermente mossa da un palese stupore.
Gli occhi di Sebastian continuarono a luccicare senza abbandonare neanche per un secondo i miei.
Cercava di infondermi tutta la sicurezza che quella stessa frase portava in se.
Provai ad aprir bocca nuovamente per dire qualcosa.
Avrei dovuto provare almeno a farlo dopo una frase del genere.
Ma ancora prima che potessi elaborare qualcosa di più complicato di un ‘’grazie’’ un colpo di tosse ci costrinse bruscamente a voltarci interrompendo quella magica connessione.
_Interrompo qualcosa?!_Christopher ci osservò entrambi con aria neutra dandosi appena il peso di far scorrere il proprio sguardo da Sebastian a me.
Io dal canto mio percepii il volto colorarsi ulteriormente di una insolita tonalità di rosso mentre i miei occhi si soffermavano confusi sul volto indifferente del biondo.
_No assolutamente_ Sebastian cercò di esibire un sorriso genuino in direzione dell’altro ragazzo.
Ma non fu difficile notare il suo maldestro tentativo di dissimulare l’imbarazzo, tanto da scostarsi prontamente da me ponendo una certa distanza fra le nostre posizioni.
Quel gesto non parve passare inosservato agli occhi di Christopher .
_Ah-ah_ borbottò quest’ultimo con tono caustico incrociando le braccia al petto in un gesto critico.
_Stavo giusto aiutando Rachel con quella brutta ferita procuratale da Charlotte_ Sebastian tornò a parlare dopo essersi schiarito leggermente la voce .
_Qualcuno dovrebbe dirle qualcosa_ aggiunse poi facendosi improvvisamente serio alla menzione dell’altra ragazza.
Christopher sembrò riflettere sul punto prima di scrollare brevemente le spalle _ Nessuno può dirle niente finchè non si tratta di una missione ,qui dentro siamo tutti uguali_ il tono di aspra superficialità con cui espresse quel pensiero non fece che fomentare il mio nervosismo.
Percepii le guance colorarsi di una nuova sfumatura rossastra dettata questa  volta da un’emozione di pura rabbia.
L’imbarazzo che avevo provato fino a pochi minuti prima si andò sgretolando davanti all’espressione di perfetta indifferenza adottata da Christopher.
_Beh qualcuno dovrebbe farlo ad ogni modo!_ Sebastian insistette risolutamente regalando un’espressione sicura all’amico.
Ancora una volta Christopher non parve scomporsi _Vedremo_ si limitò a replicare.
Era più che evidente che aveva semplicemente cercato di mettere a tacere le repliche del moro.
Persino Sebastian parve accorgersene e proprio per questo non aggiunse altro.
_Ad ogni modo,ero venuto a cercare te_ lo sguardo di Christopher tornò a rivolgersi all’altro ragazzo _ David ti sta cercando nella sala pesi_ .
_Vuole vedermi subito?_ Sebastian corrugò leggermente la fronte soppesando l’occhiata neutra dell’amico con curiosità.
_A quanto pare…_ tagliò corto lui portandosi le mani nelle tasche dei pantaloni scarlatti con fare disinteressato.
Sebastian tentennò per un momento prima di sospirare arrendevolmente _D’accordo…_ concesse prima di tornare a voltarsi verso di me.
Ancora una volta i nostri sguardi si incontrarono mentre gli occhi del ragazzo si accendevano di un nuovo calore _Per te va bene se vado?_
Mio malgrado mi ritrovai a sbattere un paio di volte le palpebre con evidente sorpresa.
_Ehm…_ balbettai leggermente a disagio.
Istintivamente i miei occhi corsero verso l’angolo opposto della stanza in cui si trovava Christopher.
Del tutto inaspettatamente anche lui sembrava piuttosto interessato alla mia risposta.
I suoi occhi di ghiaccio si posarono su di me con insistenza e per un attimo mi sembrò di scorgere un lampo di fastidio farsi breccia in quella maschera di perfetta neutralità.
_Si,certo non preoccuparti sto molto meglio_ mi ci volle tutta la mia forza di volontà per poter tornare a rivolgermi a Sebastian.
Distogliere lo sguardo dal volto leggermente contratto di Christopher fu stranamente difficile .
Ma sperai comunque di esser riuscita a mostrare un sorriso gentile a Sebastian che continuava a scrutarmi attentamente.
_Va bene_
Era forse delusione quella che lessi nella sua faccia?
Avrebbe forse voluto che lo trattenessi?
Ebbi appena il tempo di formulare quelle silenziose domande che Sebastian scostò lo sgabello sul quale era stato seduto fino a quel momento.
Lo seguii allontanarsi fino a raggiungere la porta accanto alla quale continuava a troneggiare l’elegante figura di Christopher.
Quest’ultimo regalò all’amico una piccola occhiata non del tutto decifrabile.
_Sala pesi_ gli ricordò continuando ad osservarlo con fare disinteressato.
Sebastian sospirò stancamente prima di annuire brevemente _Si certo_ tagliò corto tornando ad aprire la porta dell’infermeria.
Mosse qualche passo al di fuori soffermandosi all’ultimo momento.
Lo vidi volgere il capo verso di me.
Per una frazione di secondo crebbi che mi avrebbe regalato nuovamente quell’espressione carica di rammarico.
Ma mi sbagliai.
Un nuovo sorriso carico di calore e conforto fece capolino dalle labbra del ragazzo _Ci vediamo presto _ aggiunse prima di scomparire totalmente fuori dalla porta.
Mi ritrovai a fissare per qualche istante l’uscio ormai vuoto finendo per sbattere le palpebre lievemente confusa.
Cosa era appena successo?
Non riuscivo a capirlo nemmeno io!
Fino a qualche secondo prima mi ero ritrovata a condividere un momento abbastanza intimo con un ragazzo conosciuto da appena qualche ora.
Adesso invece stavo semplicemente fissando la porta dietro alla quale era sparito.
Tutto questo per colpa di chi?
Con un moto di stizza tornai a volgermi verso il punto in cui Christopher si rimirava le unghia con aria annoiata.
Avrei dovuto detestarlo per il modo in cui aveva intimato a Sebastian di abbandonare la stanza.
Perché di questo si era trattato.
Eppure non riuscivo a non percepire un certo interesse e un barlume di curiosità per la strana reazione che aveva mostrato.
Non potevo fare a meno di ammettere che la sua presenza li compensava largamente l’assenza di Sebastian.
Il ragazzo sembrò intercettare il mio sguardo.
A sua volta si ritrovò a sollevare il capo e in un istante i nostri occhi rientrarono in quel familiare contatto.
Ancora una volta il sangue parve affluire rapidamente fino alle mie guance.
Da quando arrossivo tanto facilmente?!
_ Sei messa parecchio male?_ le mie silenti congetture vennero però messe repentinamente da parte quando Christopher tornò a rivolgermi un’occhiata critica.
Con un gesto indicò il mio fianco ancora scoperto .
A mia volta tornai ad abbassare lo sguardo sulla zona interessata.
Con mio grande orrore il livido bluastro faceva ancora bella mostra di se .
Increspai le labbra con evidente fastidio prima di afferrare con un gesto di stizza la garza che Sebastian aveva precedentemente sistemato accanto a me.
_Guarirò in fretta _ borbottai per la centesima volta nell’arco di qualche ora.
Con un gesto veloce sistemai la garza in modo tale da oscurare la visione di quell’orrore prima di tornare a sollevare lo sguardo sul ragazzo.
Ancora una volta Christopher mi ricambiò con un’occhiata neutra, priva di qualunque forma di calore o anche solo vago interesse.
Sembrava come se non gli importasse realmente molto del livido, dello scontro con Charlotte o di qualunque cosa mi fosse accaduta .
Si limitava ad osservarmi vacuamente con braccia incrociate ed un’odiosa espressione di superiorità sul volto.
_Hai finito?_ sbottai con rabbia senza riuscire più a trattenermi.
_Di far cosa?_ replicò lui con finta curiosità arrivando persino ad increspare la fronte in un gesto perplesso.
Digrignai i denti con maggior fervore _ Di comportarti come uno stronzo_
Colpito e affondato!
I suoi lineamenti tornarono ad indurirsi abbandonando del tutto quella fattezza di finta glacialità.
_Pensavo fosse ciò che volessi_ il suo tono fuoriuscì affilato e tagliente come una lama.
I suoi occhi continuarono a fissarmi con sfida .
_Ho forse dimenticato la parte in cui te l’ho chiesto?! _ berciai con fredda ironia .
_ Non hai avuto bisogno di chiederlo, ti sei fatta capire piuttosto chiaramente quando hai aggirato i miei ordini finendo per dare spettacolo insieme a Charlotte ,e guarda come è finita!_
Il tono di Christopher divenne più infervorato mentre con un balzo repentino si portò a pochi centimetri di distanza da me regalandomi un’occhiata truce .
_Allora è questo il problema?_ gli abbaiai indietro scattando improvvisamente all’impiedi.
Poco importava se il mio fianco stesse  protestando vivamente.
In quel momento avrei solo voluto strozzarlo, avrei avuto tempo dopo per far i conti con il dolore della contusione.
_Tu e il tuo stupido ego! Ti senti offeso perché ‘’ho aggirato gli ordini’’? Ma vaffanculo_ sbottai spintonandolo con entrambe le mani che sembravano prudere dalla voglia di colpirlo.
Evidentemente sorpreso finì per indietreggiare sotto la potenza della mia spinta.
Un lampo d’incredulità passò nei suoi occhi prima di venir sostituita da una nuova ondata di stizza.
_Allora sei davvero più stupida di quanto pensassi! Il mio problema non sono gli ordini principessina,ma le persone che fanno tutto di testa propria senza sentire altre voci al di fuori della propria!_ con uno scattò mi fu di nuovo davanti troneggiando _ Tu credi di essere migliore di tutti noi qui dentro, ti senti giudicata e forse additata ma sei la prima che fa di tutto per mettersi in mostra peccando di superiorità! Credevi di arrivare qui con la tua super forza e le tue incredibili doti innate contando sul fatto che queste ti sarebbero bastate per mettere KO una Recluta appositamente allenata per far fronte a questo?_ le sue labbra si incresparono in un ghigno di critica ironia _Cresci un po’ principessa,il mondo non gira intorno a te!_
Lo sguardo cupo che Christopher mi regalò mi provocò una serie di brividi l’ungo la schiena.
Continuò ad abbagliare il proprio sguardo nel mio per qualche istante in più prima di tornare a voltarmi le spalle.
Con passi veloci e sicuri ricoprì la distanza che lo separava dalla porta aprendola con un gesto brusco che mi fece sussultare per la sorpresa.
Non si fermò neanche per un attimo.
Neanche per regalarmi l’ennesima occhiata carica d’accusa.
La porta tornò a chiudersi dietro di lui e ancora una volta mi ritrovai sola nella stanza d’infermeria .
La mia mente corse veloce alle ultime parole sputate da Christopher.
Un piccolo sospiro stanco fuoriuscì dalle mie labbra mentre quelle accuse tornavano a rimbombarmi nella testa.
Cresci un po’ principessa,Il mondo non gira intorno a te 
 







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Capitolo 8
*** Capitolo 7-Potenziale ***


Rieccomi con un capitolo pre-natalizio!
Ho praticamente fatto le corse per revisionarlo e impostarlo in modo tale da poterlo postare oggi stesso!!!
Però l'importante è che stress a parte ce l'abbia fatta xD
D'accordo non mi voglio assolutamente dilungare e passo a ringraziare Marmaid ormai divenuta un punto fermo per me e per la stessa storia e
Kitsune4573 che con i suoi splendidi commenti mi aiuta sempre molto!!!
Ora vi lascio alla storia senza aggiungere altro :)
Come sempre concludio chiedendovi di farmi sapere cosa ne pensate



Capitolo 7- Potenziale

Quella notte riuscii a dormire.
In realtà fu l’unica cosa a cui potei pensare quando feci  ritorno nell’Alloggio.
Gli schedari contenenti i continui aggiornamenti dei programmi delle Reclute segnalavano l’inizio della pausa mensa quando io decisi di disertare il resto della giornata.
Così semplicemente mi richiusi fra le quattro mura di quella che avrei dovuto imparare a considerare la mia camera abbandonandomi a quello che avrei potuto definire un sonno ristoratore.
Se sognai o cosa in particolare non avrei saputo dirlo ,ero troppo stanca persino per quello.
Quando riaprii gli occhi ebbi l’impressione che non fossero trascorsi che un paio di minuti.
L’unica cosa che potè smentirmi furono le luminose cifre digitali della sveglia elettronica segnalanti le 06:00.
Ancora una volta le ore notturne sembravano praticamente volate.
Per l’ennesima volta mi ritrovai a contemplare lo spoglio e austero soffitto dell’Alloggio.
Una sorta di morsa mi attanagliò la bocca dello stomaco ; probabilmente quello sarebbe stato il paesaggio che mi avrebbe atteso al mattino per il resto della mia vita.
Con un moto di stizza decisi di averne avuto fin troppo di quell’attimo di contemplazione.
Avrei venduto un rene per poter godere almeno per qualche istante di uno scorcio di cielo mattutino.
Anche solo per bearmi di un misero raggio di sole.
Ma non avrei potuto farlo.
Tanto valeva arrendermi all’evidenza dei fatti.
Prima l’avrei accettata prima avrei imparato a conviverci.
Questo però non contribuiva a migliorare il mio umore.
Con ancora una smorfia carica di rancore ad incresparmi le labbra mi diressi verso il bagno dove mi concessi una lunga e rigenerante doccia calda.
 
Ancora avvolta dalla nuvola di vapore caldo, che mi aveva accompagnata anche dopo aver chiuso il getto bollente dell’acqua ,mi concessi un attimo per soppesare la mia figura allo specchio.
I capelli mi ricadevano in morbide ciocche bionde ramate ancora bagnate evidenziando ulteriormente l’ambra dei miei occhi che quella mattina sembravano ancora più limpidi.
Con sguardo più attento scesi a soppesare il resto del corpo .
Abbassai appena gli occhi per scrutare attentamente il fianco.
Li dove fino al giorno prima faceva bella mostra di se un livido violaceo ora non vi era che una porzione di pelle perfettamente intatta.
Passai velocemente un dito sulla zona interessata per accertarmi che anche il dolore al contatto fosse passato.
Ancora una volta i miei geni sembravano aver fatto del loro meglio.
Essere un mostro a volte ha i suoi vantaggi
Quell’odiosa vocetta nel mio cervello mi provocò una smorfia di disagio.
Tornai ad osservare i capelli ancora bagnati afferrando con rabbia una tovaglia asciutta prima di sospirare pesantemente.
Riecco che il malumore tornava a galla.
 
Quando rientrai nella piccola camera gettai un’occhiata veloce al punto in cui erano ammassati i miei vestiti.
Non avevo bisogno di controllarli più accuratamente per rendermi conto che in effetti erano inutilizzabili.
La lotta con Charlotte li aveva praticamente resi degli stracci a regola d’arte.
Quasi istintivamente volsi lo sguardo verso l’armadio sulla parete opposta.
Per quanto odiassi l’idea di portare addosso il marchio della DS quella sembrava essere l’unica alternativa possibile.
Ancora una volta sospirai arrendevolmente prima di aprire con un gesto brusco le ante dell’armadio tirando fuori una perfetta divisa scarlatta.
Una smorfia di puro schifo mi increspò le labbra mentre con gesti duri la indossai.
Il morbido e fresco materiale presentava una comodità quasi inaudita.
Di sicuro quei vestiti erano molto più comodi dei miei ma questo non me li faceva apprezzare di più.
Stavo quasi per tornare a sbattere le ante ancora aperte con un gesto brutale quando due colpi alla porta mi deconcentrarono.
Rimasi per qualche istante a fissarne i contorni prima di decidermi a muovermi.
Ignorai appositamente lo specchio che si trovava sulla parete frontale e raggiunsi il piccolo monitor accanto alla porta.
Digitai velocemente le cifre che avevo imparato a memoria senza troppi problemi.
Il piccolo apparecchio emise un sonoro bip a cui seguì la schiusura delle porte.
_Vedo che finalmente hai trovato l’armadio con le divise_ Christopher mi soppesò con sguardo divertito soffermandosi sulla giacca scarlatta.
_Che cosa ci fai qui?_ ignorai la sua battuta piantonandogli un’occhiata poco amichevole .
L’ultima volta che ci eravamo visti avevamo finito per urlarci contro.
La cosa non si era conclusa con un’amichevole stretta di mano.
Perciò non avrei sbagliato ad affermare che si, Christopher era l’ultima persona che mi aspettavo di vedere quella mattina al di fuori della mia porta.
Il ragazzo sembrò intuire i miei pensieri .
Per un secondo il suo sorrisetto sicuro vacillò mentre con un gesto quasi impacciato la sua mano correva a massaggiare la parte posteriore della testa.
_Non hai intenzione di chiudere un occhio su quanto è accaduto non è vero?_ quella domanda uscì quasi come un lamento.
Strabuzzai leggermente gli occhi, fin dal momento in cui l’avevo conosciuto non mi era capitato neanche per un secondo di sentirgli addosso quel tono tanto …colpevole.
Si,colpevole era la parola adeguata riscontrabile soprattutto nello sguardo che mi regalò pochi secondi dopo.
_A cosa ti riferisci in particolare,mmh?Alla parte in cui mi hai dato della stupida o a quella in cui mi hai detto di crescere?!_ tirai fuori quelle parole come fossero incandescenti sfidandolo con un’occhiata di marcata provocazione.
Quelle accuse mi erano frullate in testa per interminabili momenti e adesso l’espressione carica di rammarico dipinta sul suo volto non faceva che incrementare tutta la mia rabbia.
Aveva gettato fuori quei pensieri senza alcuno scrupolo per poi avere il coraggio di ripresentarsi davanti a me chiedendomi di lasciar perdere?!
Roteò gli occhi leggermente con fare stanco _ Non vuoi proprio renderlo facile …_ borbottò cupamente.
_No,assolutamente!_ convenni regalandogli un sorriso acido.
_Vuoi proprio che mi umili al punto da chiederti scusa?_ inarcò un sopracciglio con fare quasi irritato mentre i suoi occhi plumbei soppesavano il mio volto con attenzione.
Avrei anche potuto tentennare per quello sguardo se solo non mi fossi sentita tanto irritata con lui.
_Si_ replicai piattamente puntando il mio sguardo sicuro nel suo _ Gradirei molto sentirti pronunciare quelle parole che ti sembrano tanto umilianti_ scandii parola per parola senza vacillare neanche per un secondo.
In un primo momento il pensiero di qualche scusa non mi avrebbe causato particolare entusiasmo,ma in quel momento, mentre potevo scorgere nel suo volto tutto il fastidio che gli provocava il solo pensiero di cacciar fuori quelle parole ne rivalutai l’importanza.
Lo vidi contrarre la mascella con forza _Rachel…mi dispiace…_
Fu appena un sussurro a denti stretti.
_Come scusa?Non credo di aver sentito_ corrugai la fronte con finta noncuranza.
_Oh andiamo…_ sbottò palesemente infastidito .
Portai una mano al fianco incurvando appena il volto _ Vuoi risolvere le cose o no?_
Dovevo ammettere che provocarlo in quel modo stava risultando piuttosto divertente.
Forse persino più di ricevere delle scuse vere e proprie.
Christopher però non sembrava dello stesso avviso.
Mi lanciò un’occhiata carica di stizza mentre le sue labbra si incurvavano in un’espressione poco amichevole.
_Sto aspettando_ ripetei con tono annoiato.
Lo vidi inspirare a fondo prima di tornare ad aprir bocca e scandire bene sillaba per sillaba _Mi dispiace per il modo in cui mi sono comportato_ i suoi occhi tornarono a saettare sul mio volto ora sorridente.
_Contenta?_ domandò cupamente.
Il piccolo ghignò che mi aveva imperlato la bocca si ampliò ulteriormente _Estasiata_
Christopher scosse appena la testa borbottando qualcosa che doveva suonare come ‘’ le donne e il loro stupido orgoglio’’ ma non vi badai minimamente.
La soddisfazione di vederlo abbassarsi in quel modo era tale da non poter essere intaccata da quegli inutili borbottii.
_Adesso che le cose sono tornate apposto …_
_Chi ha detto che lo siano?_ non riuscii a resistere alla tentazione di interromperlo.
Il suo sguardo tornò a scattare velocemente su di me in un’espressione a dir poco truce.
_Scherzavo_ replicai alzando le mani in aria per discolparmi mentre un nuovo sorrisetto andava a disegnarsi sul mio volto.
Christopher tornò a sospirare roteando appena gli occhi ancora visibilmente provato da ciò che lo avevo appena obbligato a fare.
_Dicevo, adesso che le cose sono apposto_ riprese il filo del discorso lanciandomi una piccola occhiata _ credo che non ti opporrai all’idea che ho avuto, l’ho già proposta a Sam e lei si è mostrata entusiasta_
Corrugai la fronte con perplessità _Che idea?_ non riuscii a nascondere il barlume di diffidenza che colorò la mia voce.
Christopher sembrò accorgersene ma ciò contribuì solo a divertirlo.
_Cos’è non ti fidi forse delle mie idee?_ un sorriso furbo tornò a distendergli i bei tratti armoniosi mentre i suoi occhi si prendevano gioco di me con malizia.
Inarcai entrambe le sopracciglia con fare scettico _Dovrei?_ replicai con scherno.
Lo vidi soppesare la mia domanda per un attimo con teatralità prima di far spallucce.
_Beh non credo che tu abbia altra scelta_ concluse tornando a sorridere ironicamente.
Tutto ad un tratto iniziava a mancarmi l’espressione da cucciolo bastonato che aveva mostrato qualche minuto prima.
_Patetico_ mormorai incurvando le labbra con fastidio.
Christopher ignorò la mia provocazione nonostante il sorriso ormai accentuato confermasse che mi aveva sentito.
_Tornando alla mia brillante idea_ esordì contraendo le sopracciglia con entusiasmo _ Eseguirai degli allenamenti intensivi fatti appositamente per te! Le altre reclute solitamente vanno in giro per mesi a far pesi o altra roba da palestra,mai nessuno ha avuto la fortuna di saltare questa noiosissima roba per passare direttamente alla pratica vera e propria_
Per un attimo l’entusiasmo che traspariva dalla sua voce mi fece sentir in colpa per la pura neutralità che invece si poteva leggere nel mio volto.
_Stupendo…_ replicai cercando di non suonare troppo deludente,ma in realtà non mi importava realmente di quali tipi di allenamento avrei dovuto affrontare se eseguiti nella sala peso o nel tappeto dei combattimenti.
Ero una Recluta della DS.
Una loro pedina .
Qualunque cosa facessi seppur con il mio corpo traeva vantaggio esclusivamente a loro.
Per fortuna quella volta Christopher non sembrò riuscir a leggere i miei pensieri.
La sua espressione rimase immutata mentre continuando a sorridermi annuendo solennemente.
_Si lo so,è una grande idea ,non per niente è mia _
Ancora una volta roteai gli occhi.
E io che avevo paura di urtare i suoi sentimenti.
_Ma c’è di più_ quelle parole tornarono a catturare la mia attenzione.
_E sarebbe?_ chiesi con una certa riluttanza.
Avevo paura a scoprire cosa ci potesse essere di peggio ma Christopher sembrava più che deciso ad informarmi.
_Avrai un allenatore tutto tuo_
Inarcai un sopracciglio scetticamente _E chi sarebbe?_
Non appena formulai quella domanda mi diedi della stupida per non averlo capito da me.
Era fin troppo evidente,bastava solo guardare con attenzione l’espressione tronfia dipinta sul volto del ragazzo che a quella domanda sembrò accendersi ancora di più.
Le sue labbra si curvarono in un ghigno soddisfatto mentre tirava fuori la risposta che avevo temuto
_Io_
 
_Continua a sembrarmi una pessima idea_ tornai a squadrare con aria critica il corpetto in plastica rosso che Christopher mi aveva aiutato ad allacciare.
Il ragazzo smise di armeggiare con alcuni paracolpi per lanciarmi un’occhiata _ Aiutano ad attutire i colpi non sono male_.
Corrugai ulteriormente le labbra con sdegno _Non mi riferivo a questi _berciai puntando un dito verso il mio torace perfettamente rivestito dalla plastica.
_L’intera storia dell’allenamento non funziona_ conclusi poi ampliando le braccia in un gesto plateale.
Christopher per tutta risposta roteò gli occhi .
Era da quando avevamo messo piede in palestra che non avevo fatto altro che lamentarmi.
Il suo iniziale buon’umore così si era andato a farsi benedire lasciando posto ad una proverbiale pazienza.
Ma a detta della sua espressione anche quella iniziava a scarseggiare.
_Pensavo che fossi stanca di farti prendere a calci in culo da tutti qui dentro_
Uno scossa d’adrenalina mi pervase le vene a quelle parole.
_Come scusa?_ replicai gelidamente  con tono pericolosamente basso.
Il ghigno sul volto del ragazzo si accentuò _ Andiamo,non dirmi che non l’hai notato, chiunque qui dentro è riuscito a metterti al tappeto: io, Charlotte e credo che la lista continuerebbe se ti scontrassi con chiunque altro_
Il mio respiro si fece più teso mentre i miei pugni si stringevano in una morsa.
_Stai seriamente rischiando l’osso del collo ti avverto_ asserii ritrovandomi a digrignare i denti.
Ma Christopher non parve intimorirsi minimamente ,se possibile accentuò quel sorrisetto strafottente che lo caratterizzava.
Il suo sguardo malizioso si soffermò sul mio volto con sfida_Dimostramelo_
Mi concessi solo un momento per riformulare quelle parole.
Solo un istante.
Come un drappo rosso davanti ad un toro, la provocazione di Christopher causò una sorta di effetto molla nel mio corpo che in un nano secondo scattò in avanti.
_Veloce , ma non c’è abbastanza tecnica_ senza troppo impegno Christopher parò il calcio che avevo teso in avanti bloccandomi la gamba a mezz’aria.
_Perchè non molli la presa così ti mostro la tecnica che vuoi!_ sibilai con stizza .
_Non dubito che ti piacerebbe_ replicò ironicamente mostrandomi un piccolo occhiolino.
Era possibile che riuscisse a comportarsi come un perfetto sbruffone anche quando la mia gamba era a pochi centimetri dal suo volto?
_D’accordo, proviamo qualcosa di diverso! Mettiti di spalle_ con un gesto lasciò ricadere la mia gamba a terra indicandomi di voltarmi.
Inarcai entrambe le sopracciglia con scetticismo _ Cosa vuoi fare un passo di danza?_ ironizzai con una punta di stizza.
Non avevo ancora sbollito del tutto la sua provocazione e lui sembrò accorgersene.
_Voi Epigoni e la vostra impareggiabile testa calda_ sospirò sollevando il volto verso il soffitto con fare esasperato prima di tornare a rivolgermi un’occhiata caustica _E’ questo che vi frega ogni volta_
_E sarebbe a dire?_ replicai asciutta contraendo le labbra in una smorfia di fastidio.
Christopher inarcò un sopracciglio sorridendo appena _ Quando vi infuriate smettete di ragionare! A quel punto qualsiasi delle vostre doti diventa praticamente un punto debole_
Lo fissai per qualche secondo di più cercando un pretesto per non atterrarlo seduta stante.
E fu allora che capii che ciò che mi aveva appena detto era vero.
Sentivo bruciarmi addosso la forza di cento carri armati eppure neanche un barlume di lucidità riusciva a farsi breccia in quella cortina caotica.
Christopher colse quel lampo di consapevolezza nei miei occhi e tornò a mostrare un sorriso soddisfatto.
_Qualcuno mi sta silenziosamente dando ragione _
_Oh sta zitto_ sbottai distogliendo finalmente lo sguardo dal suo volto sornione.
Sbuffai con fare irritato prima di dargli le spalle come mi aveva chiesto poco prima nella speranza che tanto bastasse a farlo tacere.
_Allora?_ chiesi dopo qualche minuto d’inutile attesa.
Volsi appena il capo per lanciare un’occhiata al ragazzo ancora fermo alle mie spalle.
Per tutta risposta Christopher accentuò il proprio sorriso _Adesso sei disposta ad ammettere che hai bisogno del mio aiuto?_ domandò con evidente ironia.
Mi ci volle tutta la mia forza di volontà per non mandare a fanculo i miei buoni propositi.
Inspirai a fondo richiamando la pazienza che speravo di possedere in qualche recondita parte del mio organismo.
_Vuoi insegnarmi qualcosa oppure stiamo qui fino a notte?_ replicai infine tornando ad aprire gli occhi.
Lo vidi soppesare l’idea per qualche istante _ Non che spazientirti non mi riempia di entusiasmo ma credo che potrebbe essere infinitamente più appagante dimostrarti qualcosa di utile_
Ignorai quell’ennesima battuta carica di testosterone limitandomi a scuotere la testa con esasperazione.
Lo sentii ridere di gusto alle mie spalle.
Ma ancora prima che potessi voltarmi per intimargli di tacere qualcosa si posò delicatamente sulle mie braccia.
Mi ci volle un solo secondo per riconoscere le sue mani.
Lentamente ridiscesero fino ai miei polsi stringendoli con cura prima di sollevarli lentamente in aria.
Avrei anche potuto arrossire violentemente in quel momento e probabilmente lo avrei fatto se solo non mi fossi imposta con ogni briciolo di buona volontà di non farlo.
_Partiamo da qualche tecnica di base_ le sue parole risuonarono sicure e casuali al contempo mentre il suo respiro a pochi centimetri dal mio orecchio mi solleticò provocandomi dei leggeri brividi.
Il suo tocco delicato non abbandonò i miei polsi mentre li stendeva ulteriormente inclinandoli in una posizione senza dubbio comoda in un eventuale attacco.
Sembrava così abile e sicuro di se.
Ogni suo gesto,persino quelli attraverso il mio corpo,sembravano calibrati e perfetti.
Senza rendermene conto mi ritrovai a sollevare il volto per incontrare i suoi occhi a qualche centimetro su di me.
Lo vidi sbattere le palpebre con sorpresa quando intercettò il mio sguardo su di lui.
_Cosa c’è?_ domandò con una certa titubanza .
In quel momento sembrava persino leggermente a disagio ,questo non faceva che renderlo ancora più bello.
Ma cosa stavo pensando?
Stavo seriamente impazzendo non c’erano dubbi.
_Nulla…continuiamo _ biascicai quelle parole con una certa difficoltà finendo per mordicchiarmi nervosamente l’interno della bocca.
Percepii il suo sguardo insistere su di me per qualche secondo con interesse.
Ma non cedetti,non tornai a sollevare il mio capo.
Ero dannatamente consapevole che se lo avessi fatto sarei finita per arrossire irrimediabilmente,come una stupida.
Il suo petto emise un piccolo sospiro mentre le sue mani tornavano a fare una piccola pressione sui miei polsi _D’accordo cominciamo…_ assentì semplicemente.
Trassi un piccolo respiro sollevato.
_Si cominciamo!_

 

 ***

 
Samantha Green osservò le sue Reclute dalla Camera Sopraelevata .
Le spesse vetrate le consentivano una perfetta visuale dell’area sottostante in cui le Reclute avevano iniziato i suoi allenamenti.
Solitamente passava realmente poco tempo dietro quel vetro,non le piaceva mantenere quella distaccata distanza dai ragazzi.
Preferiva di gran lunga seguirli direttamente dalla sala Allenamenti in modo da stabilire un contatto diretto con loro.
Ma quel giorno era diverso.
Quel giorno si era ritrovata ad osservare con vivo e silenzioso interesse la zona della Sala occupata da due figure.
Gli occhi scuri di Samantha soppesarono con attenzione la figura agile della ragazza mentre nella sua mente si andavano delineando nuove domande.
_E’ un esemplare stupendo,non è così?_
Samantha quasi trasalì, era stata talmente concentrata,quasi proiettata al di fuori di quel vetro da non essersi resa conto della figura che l’aveva raggiunta.
_Mi ha spaventata signore!_ la donna si portò una mano al petto inspirando a fondo per tornare a far decelerare il battito cardiaco.
Kellar ignorò le parole della sua Sottoposta.
Gli occhi dell’uomo continuarono a squadrare con vivo interesse la figura della ragazza nella Sala Allenamenti.
_Siamo veramente fortunati a possedere uno strumento come lei_
Le parole di Kellar produssero un brivido gelido in Samantha.
_Si...Lo penso anch’io signore_ la donna tornò a voltarsi verso il vetro questa volta con uno sguardo teso.
Samantha non aveva mai visto nessuna delle Reclute come semplici oggetti e detestava chi li considerasse come tali.
Eppure fin dal primo momento in cui aveva scoperto dell’esistenza di Rachel aveva intuito per la DS quella ragazza non era che quello.
Un’arma!
_E’ ancora argilla grezza, perfetta per essere plasmata da mani esperte che sappiamo cosa ricavarne_ Kellar lasciò scorrere due dita sul mento perfettamente sbarbato.
Era un uomo di una certa età eppure risultava sempre impeccabilmente attento al proprio aspetto.
Come se volesse trasmettere la propria austerità attraverso i suoi impeccabili completi coordinati e il suo portamento fiero  e rigido.
Ma Samantha aveva sempre pensato che non fosse quella la carta vincente di Kellar.
No, qualunque uomo poteva vantare di atteggiamento fiero e bei vestiti.
Ciò che rendeva Kellar così inquietante,ciò che gli permetteva di incutere timore ad una sola occhiata era il suo sguardo.
Uno sguardo gelido come ghiaccio tagliente.
_Ma dimmi Agente Green, come addetto alle Reclute tu sei sicuramente la persona che ha passato più tempo con lei, cosa ne pensi?_ per la prima volta da quando era entrato in quella stanza Kellar smise di scrutare oltre il vetro.
Volse appena il capo per lanciare alla giovane donna accanto a se un’occhiata indagatrice.
Un altro brivido percorse la schiena di Samantha mentre entrava in contatto con lo sguardo dell’uomo.
Odiava la sensazione di incredibile disagio che provava al cospetto del suo capo.
_Allora?_ insistette l’uomo .
Samantha si schiarì brevemente la gola prima di tornare a guardare verso il punto in cui Rachel adesso sorrideva in direzione di Christopher.
_Ha ancora tanta strada da fare_ ammise semplicemente.
La verità era l’unica arma che sapeva usare e sperava che in quel caso fosse stato un bene per Rachel.
Ma la tetra risata che fuoriuscì dalle labbra di Kellar la fece dubitare.
_Oh Agente Green mi creda, quella ragazza possiede un potenziale di inimmaginabile grandezza_ gli occhi dell’uomo tornarono a brillare _Per nostra fortuna lei non ne è a conoscenza_
 
 





 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8- Il Labirinto ***



E frra  panettoni,pandori e pranzi di Natale ipercalorici eccomi qui !
Intanto inizio rivolgendo a tutti voi i miei più calorosi AUGURI DI NATALE, spero che vi stiate godendo queste feste abbuffandovi come me e magari ,perchè no, vincendo qualcosina alle tombolate ;)
Fra un boccone di panettone e l'altro sono riuscita a revisionare molto ma molto velocemente il nuovo capitolo (quindi perdonate eventuali errori dovuti alla velocità ma se non facevo così non riuscivo a postare >.<)
Non voglio annoiarvi oltre passo quindi a ringraziare come sempre Marmaid per il suo continuo supporto , e Elanina !
Vi esorto inoltre come sempre a farmi sapere cosa pensate del capitolo!!!
Spero che vi possa piacere ;) fatemi sapere
Ancora auguri;
Ria_27


Capitolo 8- Il Labirinto

_Hai il fianco scoperto_
_No,non è vero!_
Christopher agirò con rapidità il mio braccio proteso puntando con uno scatto al fianco in questione.
Ma ancora prima che potesse arrivare a colpirmi la mia gamba roteò a mezz’aria scontrandosi con il suo pugno ancora proteso.
Un sorrisetto vittorioso mi increspò le labbra mentre il ragazzo perdeva leggermente l’equilibrio.
_Visto?Te l’avevo detto che non era scoperto_ lo sbeffeggia con tono provocatorio senza riuscire a mascherare un sorrisetto soddisfatto.
Christopher inarcò entrambe le sopracciglia con scherno _Così sei convinta che dopo solo due settimane di allenamento tu sia migliore di me?!_ .
Ignorai appositamente quell’accento di marcata sfida limitandomi a scrollare le spalle.
_ I fatti parlano da soli_ replicai intensificando la mia espressione fiduciosa.
Era passata poco più di una settimana da quando Chris mi aveva preso sotto la sua ala dando vita a continui ed estenuanti allenamenti privati.
Inizialmente il tutto si risolveva continuamente a mio svantaggio finendo semplicemente per farmi perdere le staffe.
Avevo pensino pensato di mandare all’aria quell’idea evitandomi così continue critiche da parte di Christopher e il suo super ego.
Ma poi più passavano i giorni e più le mie abilità sembravano crescere ,accentuandosi e valorizzandosi sempre di più.
Dove priva vi era forza bruta adesso era possibile scorgere della tecnica.
_Non montarti troppo la testa bambolina,sono ancora io il maestro qui  dentro_ come per voler accentuare la propria posizione Christopher tornò a scattare in avanti cogliendomi di sorpresa.
Alzò il pugno davanti al mio volto costringendomi a pararmi ma prima che potessi bloccare la sua mossa scattò di lato aggirandomi totalmente.
Con un gesto repentino mi fu alle spalle bloccandomi con un braccio all’altezza delle braccia.
_Mai perdere la concentrazione_ il suo sussurro mi venne soffiato nell’orecchio accendendomi una serie di piccole scintille.
Erano ormai due settimane che andavo incontro a contatti come quello e seppur fossi riuscita a controllarmi per la maggior parte delle volte vi erano dei momenti in cui mi era impossibile mostrarmi del tutto indifferente.
_Mollami_ sbottai artigliandogli il polso ancora stretto intorno a me.
Ancora chinato sul mio orecchio lo sentii sghignazzare _Non ci penso neanche! Prima devi ammettere che qui sono io il maestro indiscusso_
Roteai gli occhi sospirando appena.
Era inutile ,quel ragazzo era un concentrato di egocentrismo.
Feci per aprir bocca intimandogli di tacere ma il rumore delle porte metalliche si intromise.
La testa di Christopher tornò a sollevarsi ,scattando verso le porte appena dischiuse.
Io dal canto mio invece non vi prestai la minima attenzione .
Troppo concentrata sulla momentanea distrazione di Christopher.
Era il momento perfetto!
Con un gesto repentino mi abbassai di scatto sgusciando via dalla ferrea presa di Christopher prima di afferrargli con calcolata rapidità il braccio ancora a mezz’aria.
Il ragazzo ebbe appena il tempo di lanciarmi un’occhiata sorpresa ma ancor prima che potesse anche solo elaborare le mie azioni spintonai il braccio in avanti arcuandomi a mia volta con il corpo.
Quel connubio creò una sorta di effetto leva che fece sbandare totalmente Christopher in avanti facendogli perdere totalmente l’equilibrio.
Un sorrisetto di pura soddisfazione si disegnò sulle mie labbra mentre osservavo il corpo riverso verso il suolo del re degli sbruffoni.
_Mai perdere la concentrazione_ gli ricordai inarcando le sopracciglia con evidente scherno.
Sbattè un paio di volte le palpebre ancora evidentemente provato da ciò che era appena caduto.
Ma prima che potesse anche solo aprir bocca per rispondere il rumore di un applauso si frappose fra di noi.
Istintivamente la mia testa tornò a sollevarsi puntandosi dritto davanti a me.
Una smorfia di puro schifo andò ad incresparmi le labbra mentre riconobbi la figura che avanzava verso di noi applaudendo imperterrite.
_Brava, molto brava,i miei complimenti_ Collard mi osservò con palese divertimento fermandosi appena a qualche metro dal punto in cui ci trovavamo io e Christopher.
Quest’ultimo tornò a mettersi in piedi spazzolandosi leggermente i pantaloni mentre il suo sguardo rimaneva fisso sull’uomo in giacca e cravatta.
_Il modo in cui lo hai atterrato è stato davvero impagabile_ Collard continuò a divagare osservandomi come un gatto furbo.
La cosa non fece che irritarmi maggiormente.
_Cosa ci fai qui?_ sbottai senza preoccuparmi del tono.
Da quando avevo messo piede alla DS avevo avuto l’unica fortuna di non rivederlo.
Avevo persino finito per dimenticarmi della sua esistenza.
Di sicuro non sentivo il bisogno che mi venisse ricordata.
_Già è quello che voglio sapere anch’io_ Samantha avanzò con passo spedito oltrepassando i battenti ancora dischiusi.
Il ritmo ticchettio dei tacchi della donna risuonò nella Sala anticipandone l’avvicinarsi.
Collard si voltò appena senza smettere di sorridere per incontrare il volto non troppo entusiasta della collega.
_Sono venuto qui per vedere con i miei occhi come se la stesse cavando Rachel dato che tu non elargisci molte informazioni_ l’uomo inarcò entrambe le sopracciglia rivolgendo alla donna un’occhiata caustica.
Il volto di Samantha si scurì ulteriormente _ Così decidi di piombare qui senza il mio permesso,mossa brillante Jim non c’è che dire_ la tagliente ironia di Samantha vibrò nell’aria mentre la donna regalava uno sguardo proprio cordiale all’altro.
Ma Collard non si scompose minimamente.
Incurvò appena il capo senza smettere di sorridere furbamente in direzione della collega _Beh non mi hai lasciato altra scelta ! Fosse per te li terresti sempre chiusi e protetti in una teca di vetro ,fuori da ogni possibile pericolo! Ma si da il caso siano ben altri gli scopi della DS per loro e quindi non mi restava che controllare da me se la ragazza fosse pronta o meno_
Corrugai la fronte _Pronta per cosa?_ controbattei senza riuscire più a tenermi fuori da quella discussione.
Ero stata chiamata in causa dopo tutto.
La testa di Collard tornò a volgersi verso di me regalandomi un’occhiata maligna.
Il viscido sorriso sulle sue labbra si accentuò ulteriormente mentre tornava a parlare
_Per una Missione!_
A quelle parole percepii il corpo di Christopher irrigidirsi accanto al mio.
Sbattei un paio di volte le palpebre con fare perplesso.
_Come scusa?_ replicai confusamente accigliandomi ulteriormente.
_No ,è fuori discussione_ Samantha eclissò la mia domanda tornando a richiamare l’attenzione di Collard su di se.
L’uomo sembrava davvero poco interessato alla presenza dell’altra donna e l’espressione di pura indifferenza che le concesse ne era la prova.
_Mi dispiace mia cara ma non hai voce in capitolo su questa decisione_
La donna tornò a scuotere la testa con vigore _ Non esiste Jim, sono appena due settimane che si trova qui con noi,non è pronta!_
_Non mi sembra che avessi problemi con la scelta di inserirla direttamente nel Gruppo Alpha eppure questo stava a significare proprio che sarebbe dovuta scendere in campo_ Collard occhieggiò la collega con marcata ironia.
Ancora una volta Samantha si ritrovò a scuotere la testa _ Non si era mai parlato di sole due settimane a disposizione per prepararla! E’ escluso ,dovremmo sentire i pareri anche degli altri membri del Gruppo!_
Collard inarcò un sopracciglio criticamente _Non ne vedo il motivo dal momento che si tratta di una Missione in Solitaria! Tutto ciò che conta è Rachel e la sua preparazione e io dico che è pronta!_
Samantha non parve cogliere il resto delle parole di Collard _ Missione in Solitaria ?_ tuonò con tono incredulo.
_Stai scherzando non è vero?_ Christopher non riuscì a trattenere quel tono carico di stupore .
 Era rimasto in silenzio fino a quel momento ma ne avevo comunque percepito il nervosismo.
Il mio sguardo corse rapidamente sui tratti del volto contratti in evidente tensione.
Quella storia della Missione non sembrava entusiasmarlo.
Sapevo che per suscitare quelle reazioni in Samantha e Christopher non doveva trattarsi di nulla di positivo eppure dal canto mio non sapevo cosa pensare.
_Ho capito,avete intenzione di tirare questa cosa per le lunghe_ Collard sbuffò con fare annoiato prima di sospirare arrendevolmente _In tal caso conviene spostarci nella Sala Riunioni ,almeno potrò mettermi comodamente seduto mentre ascolto le tue lagne_ rivolse a Samantha un’occhiata caustica accompagnata da un sorriso piccato.
Ma il volto della donna non tradì il benché minimo fastidio _Bene,come preferisci!_ tagliò corto con impareggiabile contegno.
Collard parve quasi deluso da quella mancanza di irritazione e tornò a roteare gli occhi prima di volgersi verso Chris_Vai a chiamare anche il resto dei tuoi compagni, sono abbastanza sicuro che la qui presente Samantha vorrà ad ogni modo informarli quindi tanto vale discuterne tutti insieme una volta per tutte_
Christopher indugiò per qualche ulteriore secondo al mio lato .
Per un attimo pensai che non volesse lasciarmi da sola .
Ma infine lo sentii sospirare silenziosamente prima che si incamminasse verso la parete opposta.
_Ah Christopher,quasi dimenticavo_ Collard tornò a richiamarlo sollevando una mano in aria.
Il ragazzo si girò appena con aria interrogativa mentre Collard muoveva qualche passo in sua direzione _Avvisa anche Vanya,dille che ci vediamo nella Sala Riunioni ! Sono sicuro che anche lei vorrà essere messa a conoscenza di tutta questa storia_
Stupendo.
No,davvero magnifico.
Quello doveva essere proprio il mio giorno fortunato.
Jim Collard e Vanya Vanderbilt nella stessa stanza a decidere del mio futuro.
Una smorfia di pura stizza mi increspò le labbra mentre osservavo Christopher annuire.
_D’accordo_ si limitò ad assentire in direzione dell’uomo nuovamente sorridente.
Quest’ultimo tornò a voltarsi non appena la figura di Christopher fu scomparsa oltre la porta.
Con un gesto esortante ne indicò i battenti nuovamente aperti.
_Vogliamo andare?_
 
La Sala Riunioni era una stanza dalla forma ovale non contenente un particolare mobilio,se non un tavolo allungato ai cui lati erano posta molteplici sedie in pelle scura.
Seguii Collard e Samantha fino a quel posto ubicato nell’Ala Ovest del secondo piano.
Una volta dentro Collard si stravaccò senza troppe cerimonie in una delle sedie centrali mentre io e Samantha prendemmo posto dalla parte opposta.
Anche un solo metro di distanza da quell’uomo poteva farmi sentire meglio.
Non sapevo bene quanto tempo avrei dovuto aspettare prima che arrivassero anche gli altri.
Cosi mi preparai psicologicamente a sostenere quel clima di tagliente tensione che si poteva percepire fra i due agenti della DS.
Ma ancora prima che potessi scendere a patti con la cosa la porta della Sala si spalancò con un sonoro scatto .
_E’ assurdo!_ Charlotte entrò dentro con grandi falcate ricoprendo in breve tempo la distanza che la separava dal tavolo in legno.
Con un gesto brusco sbattè la mano contro la superficie liscia puntando il proprio sguardo furente dapprima su Samantha per poi passare a Collard.
_Devo dedurre che tu non abbia preso bene la notizia_ Collard regalò alla giovane un’occhiata carica d’ironia .
Ma la ragazza non sembrava disposta a stare allo scherzo.
La vidi digrignare i denti con furia _Non le permetterò di godere di una Missione in Solitaria dopo solo qualche settimana di allenamenti! Io ho dovuto aspettare un anno per avere un simile onore e lei invece arriva qui senza alcun merito e le concedete addirittura di scendere in campo da sola?!_
Il tono della ragazza andò incrementando di qualche ottava esplodendo verso la fine della frase.
_E’ un piacere notare che ti preoccupi per la sua incolumità_ Sebastian rivolse alla mora un’occhiata critica inarcando entrambe le sopracciglia.
_Oh sta zitto_ Charlotte si volse appena per scoccargli un’occhiata minatoria.
Il mio sguardo corse automaticamente vero le quattro figure ancora in piedi.
L’intero Gruppo Alpha si trovava in piedi davanti a me ognuno con un’espressione diversa sul volto.
David era perfettamente indifferente,non sembrava importargli molto.
Sebastian continuava ad occhieggiare criticamente l’altra ragazza palesemente infastidito dal suo atteggiamento.
A sua volta anche Christopher lampeggiava qualche occhiata poco entusiasta nei riguardi della mora,ma per lo più le sue occhiate erano rivolte alla sottoscritta,ancora troppo scossa da quel carico di novità per poter veramente pensare a come reagire.
_D’accordo Charlotte ,mi sembra di capire che tu sei nettamente in disaccordo con questa idea,ora mi piacerebbe sentire anche le opinioni degli altri_ Samantha prese in mano la situazione facendo scorrere lo sguardo sui volti degli altri tre ragazzi.
_David?_ domandò inarcando un sopracciglio con curiosità.
Ancora una volta il ragazzo risultò poco interessato _ La decisione spetta a voi _ tagliò corto scrollando lievemente le spalle.
Wow,che commento profondo.
Samantha annuì brevemente _Si,d’accordo,Sebastian?_
_Due settimane di allenamento sono troppo poche! Sarebbe rischioso anche se fossimo tutti insieme figurarsi mandarla da sola…_ il ragazzo fece una piccola pausa durante la quale i suoi occhi cercarono i miei infondendomi nuovamente calore prima che fossero costretti a tornare a puntarsi su Collard e Samantha ancora in attesa di una risposta.
_No,mi schiero a sfavore della proposta!_ concluse risoluto .
_Va bene_ Samantha gli regalò un sorriso complice prima di volgersi verso l’ultimo dei membri rimasti.
Percepii una sorta di malcelata tensione mentre Samantha si soffermava sulla sua figura.
_Christopher?_ lo esortò la donna.
Mi parve di trattenere perfino il respiro!
Per quale strana ragione mi interessava così tanto la sua opinione?
Non credevo di nutrirne neanche una tutta mia per quell’assurda situazione, eppure mi sembrava come se ciò che Christopher avesse potuto dire avrebbe finito per influenzare ciò che avrei potuto pensare al riguardo.
Lo sguardo del ragazzo fu come richiamato dal mio ed in un secondo i nostri occhi si allacciarono.
_Devo ammettere che in queste due settimane di allenamento Rachel ha fatto dei notevoli miglioramenti! Le sue doti già esistenti si sono ampliate oltre modo andando quasi oltre ogni aspettativa,questo è certo_ fece una piccola pausa.
In quel momento lessi nei suoi occhi una scintilla di fervore mentre distaccandoli dai miei andò a puntarli dritti su Collard _ Ma ciò non significa che sia pronta per addentrarsi in una Missione in Solitaria! Sarebbe mandarla a morte certa,non sa come comportarsi ne come agire in determinate evenienze,è troppo rischioso!_
Per un attimo nella stanza calò il silenzio più totale.
Nessuno sembrava aver trovato il coraggio di aggiungere altro dopo le conclusioni di Christopher.
Quest’ultimo continuò a sostenere lo sguardo infastidito di Collard senza alcun timore.
_E’ patetico… Se io dovessi seriamente stare qui a dar ascolto alle vostre inutili lamentele la DS si troverebbe sull’orlo dell’immediata rovina_ con un moto di stizza Collard sbattè entrambi i palmi aperti sul tavolo facendolo scricchiolare .
Tutto ad un tratto quella situazione non sembrava divertirlo più.
Samantha lo abbagliò con un’occhiata ostile _ Forse ti dimentichi che ,in effetti, non sei tu a prendere le decisioni per la DS_ replicò seccamente .
_No infatti,quella sono io!_ la risatina canzonatoria che seguì quelle parole aleggiò nella stanza ottenebrandola.
Non avrei avuto bisogno di voltarmi per riconoscere quella cadenza di ovattata malignità.
Ma la mia testa scattò automaticamente verso la figura appena emersa .
Vanya Vanderbilt avanzò nella stanza accompagnata dall’elegante rumoreggiare dei suoi tacchi a spillo.
Come avvolta in una sorta di cortina di assoluta sicurezza la donna continuò ad avanzare raccogliendo gli sguardi di tutti i presenti.
Percepii la mia gola serrarsi mentre quegli occhi da predatore tornavano a posarsi su di me infondendomi un gelo quasi opprimente.
_E’ inutile che continuiate ad affannarvi in questa inconcludente zuffa_ la mano fine della donna volteggiò in aria in un gesto di noia prima che il suo sorriso stucchevole si spostasse da me ai volti contratti del resto dei presenti.
Persino Charlotte sembrava aver abbandonato quell’espressione carica di superiorità.
Vanya Vanderbilt incuteva timore perfino in lei che adesso si ritrovava ad osservarla facendosi piccola piccola.
_Ho intenzione di metter fine a questa diatriba in un modo molto semplice_
_E sarebbe?_ Collard rivolse alla donna un’occhiata curiosa.
Gli occhi smeraldi di Vanya si soffermarono sul volto dell’uomo accendendosi con furbizia.
_Testeremo la sua preparazione in modo tale da non lasciare più dubbi sul fatto che sia pronta o meno per la missione! Utilizzeremo il Labirinto_
I respiri di tutti i presenti si mozzarono al contempo mentre il ghigno sul volto di Vanya si ampliava.
Percepii la confusione attanagliarmi sempre di più.
_Il Labirinto?_ ripetei senza riuscire a trattenermi oltre.
Mi sembravano ore che parlavano di me senza chiamarmi realmente in causa.
Era arrivato il momento che anch’io mi interessassi a ciò che stavano dicendo.
Soprattutto se ad avanzare proposte era quel diavolo di Vanya Vanderbilt.
La donna ,come richiamata dai miei pensieri ,tornò a volgersi verso di me.
Quel sorriso carico di malizia non sembrava volerla abbandonare.
_Esattamente mia cara il Labirinto_ assentì come se quella parola servisse a spiegare qualcosa.
Istintivamente cercai spiegazione nei volti degli altri.
Samantha sembrò essere la prima a riaversi da quella sorta di trans generale causata dallo stupore.
_E’…una macchina in grado di adoperare la fase onirica del tester sottoposto! In poche parole vengono fornite una serie di prove,tre per l’esattezza, l’una collegata all’altra ,il tester deve riuscire a superarle tutte rilasciando delle risposte che ,se corrette ,verranno segnalate attraverso le bande d’azione della macchina _
La mia espressione confusa si accentuò ulteriormente _Fase onirica? Vorresti dire che queste prove mi verranno sottoposte mentre dormo e i risultati saranno resi evidenti grazie alla macchina?_ la mia voce risuonò incredula.
Samantha si mordicchiò il labbro annuendo sommessamente _Esattamente_
Ebbi appena il tempo di strabuzzare gli occhi prima che Vanya tornasse a prendere parola.
_Ti indurremo alla fase Rem attraverso un leggero sedativo che ci consentirà di accedere al mondo onirico mantenendo contemporaneamente intatte le tue funzioni logiche. In altre parole mia cara, andrai incontro ad una sorta di Sogno Lucido in cui saprai di star sognando ma contemporaneamente potrai agire come se ti trovassi nel mondo reale,il tutto verrà monitorato da noi attraverso una serie di impulsi elettrici emessi dal tuo cervello ,incantevole no?_ il mellifluo sorriso di Vanya mi mise i brividi.
Mi concessi qualche secondo per soppesare ciò che mi era appena stato detto.
Era inquietante,non riuscivo a trovare altri termini.
_Rachel…non sei obbligata_ Samantha si sporse oltre il tavolo stringendomi una mano con gentilezza.
Ma ancora una volta la risatina caustica di Vanya rovinò quel momento _Oh si che lo è! A dire la verità si trova obbligata a farlo dal momento che tu non sei sicura di poterla mandare in Campo, abbiamo bisogno di elementi solidi ed è arrivato il momento che lei ci dimostri qualcosa_
Era mai possibile che quella donna riuscisse nel giro di pochi minuti a farmi sentire uno stupido oggetto?
Cercai l’appoggio dello sguardo di Samantha ma quest’ultima si spense in un’espressione di impotenza.
Perfetto.
Ero fregata.
Vanya sospirò allegramente tornando a lampeggiare un sorriso vittorioso.
_Preparatela nella Sala Test, inizieremo subito_ concluse con un sorriso smagliante che ancora una volta mi produssero una serie di brividi .
_Io vengo con voi_ Christopher tornò a farsi avanti incurante dell’occhiata scocciata che Charlotte gli dedicò.
_Oh no mio caro,mi dispiace ,ma voi adorati soldatini dovrete aspettare al piano di sopra! Solo il personale addetto potrà assistere alla prova_ nonostante continuasse a sorridere era più che evidente che Vanya non avrebbe accettato alcuna replica.
Vidi il volto di Christopher irrigidirsi ulteriormente.
Era possibile che sbottasse contro Vanya Vanderbilt?
Ad ogni modo non potevo permetterlo.
_Va bene andiamo!_ seppur controvoglia tornai a sollevarmi richiamando l’attenzione degli altri.
Vanya tornò a sorridermi lascivamente _Perfetto cara, non aspetto altro_
Mi ritrovai a sorridere ironicamente.
Chissà perché non ne avevo dubbi.
 
_Siediti comodamente Rachel_ Vanya indicò con un gesto la poltrona reclinata che si trovava al lato della possente macchina nominata Labirinto.
Dopo aver sceso un paio di piani scortata da Vanya ,Samantha e Collard,ci eravamo introdotti in una stanza dai codici d’accesso doppi.
Li ad aspettarci avevo trovato un gruppo di quelli che sembravano essere scienziati o tecnici, in camice bianco tutti disposti ai lati di una macchina sulla quale faceva bella mostra di se un monitor collegato ad una serie di fili e piattaforme varie.
Osservai per qualche secondo la poltrona collegata ad un dedalo di cavi.
Socchiusi appena gli occhi sospirando stancamente, tanto valeva far come mi veniva richiesto almeno avrei finito il prima possibile.
Tanto opporre resistenza non avrebbe fatto che peggiorare le cose.
Seppur controvoglia seguii le direttive di Vanya distendendomi sulla morbida stoffa della poltrona.
Prontamente alcuni uomini in camice mi furono accanto armeggiando con i fili penzolanti.
_Monitor centrale attivo_ asserì qualcuno alle mie spalle.
_Segnali di controllo attaccati correttamente_
_Rilevatori apposto_
Non riuscii veramente a comprendere quella serie di terminologie tecniche ma decisi di non badarvi.
Tutto ciò che sapevo era che il mio corpo si trovava adesso interamente cosparso di fili che partivano dalla punta delle dita,risalendo fino al petto per concentrarsi smisuratamente sulla parte del cranio.
Mi sentivo una sorta di Robot.
Istintivamente contrassi le labbra quando qualcosa di freddo ed umido entrò in contatto con il mio interno braccio esposto.
_Che roba è?_ borbottai inclinando appena il capo per osservare una donna cospargermi quel punto con del liquido.
_Stiamo ripulendo la zona per iniettarti il Sedativo di cui ti avevo parlato cara_il tono di Vanya fuoriscì fresco e neutrale come sempre.
Sembrava quasi che non mi avesse detto che stavano per drogarmi,attaccarmi ad una macchina infernale che avrebbe monitorato la mia attività onirica che sarebbe, tra le altre cose, servita come test per la mia futura possibile prima missione.
_Stupendo_ borbottai con chiara irritazione.
_Sedativo L13 pronto_
Ebbi appena il tempo di roteare gli occhi e Vanya mi fu di nuovo accanto.
_D’accordo Rachel dal momento in cui ti inietteremo il sedativo avrà inizio il tuo Test! Andrai incontro a tre prove : logica, resistenza e forza ,ognuna interconnessa alle altre! Se erri in una automaticamente fallisci la prova, quindi cerca di non essere avventata e pondera le tue azioni_
Stavo quasi per dirle di mettersele dove sapeva lei quelle stupide chiacchiere, ma non sembrò darmene il tempo riprendendo istantaneamente a parlare.
_Ogni prova ha una ed una sola soluzione corretta e un tempo prestabilito per risolverla! Se impiegherai troppo tempo fallirai e la prova avrà fine, se impiegherai troppo poco tempo adoperando una qualche scappatoia fallirai comunque ! In ognuno dei tre livelli vi è una soluzione per passare al prossimo livello e ricorda_ fece una piccola pausa puntando il proprio sguardo duro nel mio _Non prendere questo Test come un gioco,è vero sei pur sempre nel mondo onirico perciò nulla di quello che succede li è reale e potrebbe anche venirti voglia di metter fine alle prove semplicemente per il tuo torna conto ma in quel caso tesoro_ si avvicinò ulteriormente al mio orecchio facendomi irrigidire notevolmente _Passeresti un brutto quarto d’ora una volta riemersa qui_
Potei percepire le sue labbra distendersi in un sorriso maligno.
_Qui tutto pronto Miss Vanderbilt_ uno degli uomini in camice richiamò l’attenzione della donna che tornò a sollevarsi rivolgendogli un sorriso accondiscendente.
_Bene ,azioniamo la macchina_
Ancora prima che potessi aprir bocca o pensare anche solo a qualche possibile replica da fare udii un BIP metallico.
_Labirinto Azionato, dose di L13 in circolo_
Quelle furono le ultime parole che riuscii a percepire.
Poi tutto divenne nero.



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Capitolo 10
*** Capitolo 9-Le Tre Prove ***


Salve a tutti gente,spero di non essermi fatta attendere eccessivamente con questo capitolo ma in realtà fin'ora è uno dei più complicati quindi ho dovuto dedicarci più tempo del solito.
Ad ogni modo ,passiamo alle cose serie, finalmente vediamo un pò di ''azione'' ,chiamiamola così, Rachel si troverà ad affrontare le tre prove del Labirinto.
In cosa consistono?
Riuscirà a superarle?
Beh non vi resta che leggere per scoprirlo ;)
Quindi adesso vi lascio al capitolo ringraziando Marmaid e Smartis98 per le recensioni!
Come sempre mi auguro di trovare i vostri pareri sul capitolo quindi recensite :)
A presto; Ria_27


Capitolo 9- Le Tre Prove

Quando riaprii gli occhi mi ritrovai da sola.
Vanya,gli uomini in camice bianco e perfino il Labirinto erano spariti.
Con accurata attenzioni perlustrai la zona nel mio campo visivo soffermandomi appena sulle spoglie pareti di quel perimetro rettangolare.
Il soffitto era basso, illuminato esclusivamente da una fastidiosissima luce a neon che si stagliava sui contorni ben delineati dei muri bianchi .
Ancora una volta mi trovavo in presenza di una stanza priva di finestre o altre fonti di illuminazione primarie.
Ricordava la stanza in cui mi ero risvegliata quando ero stata trasportata per la prima volta alla DS.
Assottigliai ulteriormente lo sguardo.
In effetti sembrava proprio quella,eccetto per un particolare: non vi era neanche una porta.
L’unico elemento d’interesse in tutto il perimetro era una sorta di ascensore dalle porte metalliche ben serrate,dubitavo che si sarebbero aperte anche se mi fossi avvicinata.
Ma ad ogni modo tentar non nuoceva.
Mi sollevai dalla sedia con circospezione.Nonostante nutrivo l’assoluta certezza di trovarmi da sola, una sorta di fastidiosa sensazione contribuiva a mettermi allerta.
Con passi lenti e calcolati raggiunsi il freddo metallo dell’ascensore ,ne tastai ripetutamente i contorni alla ricerca di un punto d’apertura.
Niente.
Bene ,se la prima prova consisteva nel tenermi in trappola in una sorta di teca gigante mi sarei divertita un mondo.
Ebbi appena il tempo di finire di elaborare quel pensiero che una sorta di sirena proruppe inondando la stanza di un rumore quasi assordante.
Istintivamente sollevai la testa alla ricerca della fonte di quell’improvviso baccano .
Mi sarei aspettata di tutto,tranne di avere a che fare con una sorta di gigantesco orologio digitale dalle cifre scarlatte che sembravano fare un veloce conto alla rovescia di quelli che dovevano essere cinque minuti.
_Ma cosa…_ corrugai ulteriormente la fronte confusamente quando dal quadrante,dapprima vuoto,al lato dell’ascensore emerse un piccolo dispositivo elettronico simile ad un computer dalle modeste dimensioni.
Feci per abbassare lo sguardo in modo tale da studiare quel nuovo oggetto ,provando a dargli una funzione in quel contesto,ma un secondo rumore simile ad uno scatto metallico ricatturò la mia attenzione.
Tornai a voltare il capo mentre quel rumore si andava intensificando coprendo il ritmo ticchettio dell’orologio ,che continuava nel suo conto alla rovescia.
Non capii subito cosa stesse succedendo.Inizialmente pensai che ciò che i miei occhi stavano cercando di trasmettere al cervello fosse frutto di fantasia.
Uno stupido gioco mentale.
Ma poi capii: le pareti si stavano lentamente avvicinando fra di esse e quello non era frutto di nessun’allucinazione.
Continuai ad osservare con orrore il lento incedere di quelle quattro mura verso di me.Sarei rimasta schiacciata come uno scarafaggio e sogno o no avrei scommesso che fosse molto doloroso.
Quel pensiero contribuì a ridarmi un barlume di lucidità.Con uno scatto tornai a perlustrare a tentoni la fredda superficie dell’ascensore.Cercai di creare una piccola apertura attraverso la cerniera che ne univa le due porte ,ma erano troppo pesanti.
Pensa Rachel ,pensa… e anche in fretta
In un gesto di panico tornai a guardare le imponenti cifre dell’orologio, quattro minuti e avrei finito per essere schiacciata dalle pareti mettendo miseramente fine a quella prova.
_Non ho nemmeno iniziato e già sto per fallire ,wow_ una risatina isterica fuoriuscì dalle mie labbra prima che tornassi a scagliare un pugno contro le porte ancora serrate.
Ero spacciata niente da fare.
Stavo quasi per arrendermi miseramente ,provando solo ad immaginare la faccia di Vanya quando mi sarei svegliata,odiavo doverla dare vinta a quella strega,quando qualcosa saltò nuovamente nel mio campo visivo.
Il piccolo monitor dell’apparecchio emerso al lato dell’ascensore era illuminato. Su di esso quella che sembrava essere una scritta si delineava chiaramente come a voler richiamare la mia attenzione.
Assottigliai leggermente lo sguardo per mettere a fuoco quel messaggio.
‘’CI ACCOMUNA EPPURE CI DIVIDE…’’
Per qualche istante mi ritrovai a rileggere mentalmente quella semplice dicitura cercando di trovarvi un senso logico.
Un indovinello. Era uno stupidissimo indovinello.
La mia vita,seppur onirica, dipendeva realmente da quello?
Uno scatto più sonoro della parete destra mi fece sussultare tornando a ricordarmi per quale ragione le cifre rosse sopra la mia testa continuavano il loro silenzioso count-down.
Con una smorfia tornai ad osservare i secondi trascorrere rapidamente fino ad arrivare a due minuti.
Avrei dovuto sbrigarmi,se volevo continuare quella prova necessitava che mi concentrassi su quell’odioso indovinello.
Ci accomuna eppure ci divide,ci accomuna eppure ci divide,ci accomuna eppure ci divide.
Lo ripetei come un mantra ,come se ciò potesse aiutare a far saltar fuori la soluzione.
Il ritmico ticchettio dell’orologio veniva accompagnato dal meccanico rumore delle pareti scorrevoli.
Un minuto.
_Dai Rachel,ci accomuna eppure ci divide,cosa cazzo può essere_ digrignai i denti mentre la fronte iniziava ad imperlarsi di alcune piccolissime gocce di sudore.
Le mura erano ormai ad una distanza quasi da attacco claustrofobico e di li a trenta secondi non avrei avuto più spazio neanche per pensare.
Concentrati,libera la mente
Socchiusi gli occhi inspirando a fondo.Cercai di ignorare l’incessante scorrere del tempo e l’avvicinarsi sempre più veloce delle pareti.Tutto ciò su cui dovevo concentrarmi si trovava nella mia testa.
Ci accomuna eppure ci divide
Una serie di immagini e possibili risposte si susseguirono nella mia testa ma nessuna era corretta.
Continuai a vagliare i contorni e le forme di varie opzioni pur avendo la sensazione che nessuna fosse quella esatta.
Potevo percepire gli ultimi secondi arrivare agli sgoccioli.Serrai maggiormente le palpebre stringendo al contempo i pugni ormai doloranti.
Ci accomuna. Dieci secondi.
Eppure.Nove secondi.
Ci divide.Otto secondi.
In un istante la confusione nella mia testa si diradò lasciando posto ad un’unica soluzione.
Aprii gli occhi con uno scatto mentre la perfezione di ciò che si era appena delineato nella mia mente si andava accentuando.
Senza perdere neanche un secondo in più le mie dita corsero rapide sulla piccola tastiera dell’apparecchietto digitando una semplice parola.
SANGUE.
Tanto semplice da risultare quasi scontata.
Ciò che scorre nelle vene di tutti gli esseri viventi ‘’ci accomuna’’ arrivando però a creare persino delle fazioni rivali ,com’era il caso degli Epigoni, ‘’ci divide’’.
Non appena ebbi finito di digitare anche l’ultima lettera dallo strumento partì un sonoro BIP accompagnato da una lucetta verde.
In un secondo le pareti ,ormai fin troppo vicine,arrestarono il loro moto come glissate nel tempo.
Tornai a sollevare lo sguardo sul quadrante dell’orologio ora statico.
Tre secondi,me l’ero vista brutta.
Trassi un sospiro di sollievo tamponandomi lievemente la fronte con il dorso della manica mentre davanti a me le porte dell’ascensore scricchiolavano appena prima di schiudersi totalmente.
Segno che avevo ufficialmente superato quella prova.
Con un sorrisetto tirato mi introdussi all’interno .
Le porte si richiusero con uno scatto automatico inglobandomi al loro interno.
Con un gesto casuale mi apprestai a premere uno dei pulsanti che mi avrebbero consentito di far muovere la struttura,ma ciò che trovai al posto dei bottoni fu un quadrante totalmente vuoto.
Corrugai la fronte con sorpresa ma ancora prima che potessi anche solo chiedermi cosa avessi dovuto fare un boato scosse le pareti dell’abitacolo.
Ebbi appena il tempo di addossarmi ad una di esse prima che tutto iniziasse a muoversi rovinosamente.
Per un attimo dimenticai di trovarmi in uno stupido Sogno Lucido,dimenticai persino la ragione per cui mi trovavo li!
Mentre percepivo ogni centimetro di quella struttura tremare energicamente ebbi paura .
Un secondo boato mi costrinse a serrare gli occhi mentre il pavimento sotto i miei piedi sembrava sparire e la forza di gravità mi reclamava risucchiandomi pericolosamente verso il basso.
Un grido mi si mozzò in gola mentre percepivo il mio corpo in caduta libera.Le orecchie continuarono a fischiarmi mentre i miei occhi lottavano per non cedere alla tentazione di schiudersi.
Ero spacciata.Questo era ciò di cui ero fermamente convinta.
Mi preparai allo scontro con il suolo consapevole della mia impotenza.
Ma questo non sembrò arrivare mai.
Tutto ad un tratto il mondo aveva smesso di tremare ed io di precipitare.
Tutto era tranquillo.
Mi ci volle qualche istante per comprendere che ero seduta.
Istintivamente sgranai gli occhi incredula.L’ascensore era scomparso ,adesso mi trovavo all’interno di una sorta di grande capanno.
Non sapevo dove mi trovavo o come ci fossi arrivata,ma tutto ciò che contava era che ero integra.
Anche se si trattava di uno stupidissimo sogno la sensazione del mio corpo in caduta libera non era stata per niente piacevole ed accertarmi di possedere ancora tutti gli organi vitali era qualcosa d’impagabile.
Sospirai stancamente prima di decidermi ad alzarmi.Ma prima ancora che potessi muovere anche solo un muscolo qualcuno mi assestò un colpo in pieno volto.
_STA SEDUTA STRONZA_ un uomo dal marcato accento russo puntò il proprio sguardo di fuoco su di me.
La mia mano corse a tastare la mia guancia ancora bollente per il colpo.
_Ma che razza di storia è questa_ borbottai tremando dalla rabbia.
L’uomo avanzò ulteriormente preparandosi a colpirmi una secondo volta _Ti ho detto di chiudere la tua stupida bocca di merda_ sbraitò sputando sulle ultime parole.
_Basta così Igor,ci penso io_ la porta del capanno si richiuse emettendo un piccolo tonfo mentre la figura di un secondo uomo si fece avanti.
_Si ostina a non parlare_ il primo uomo,Igor, mi rivolse un’occhiata sprezzante prima di voltarsi verso il complice.
Quest’ultimo avanzò con calcolata lentezza indugiando qualche istante accanto ad una sedia prima di trascinarla fino al mio lato.
_Bene dolcezza,cerchiamo di non tirarla tanto per le lunghe_ con un gesto elegante vi si accomodò sopra prima di tornare a puntare il proprio sguardo attento su di me.
In lui l’accento era indubbiamente molto più mascherato,ma comunque presente.
Gli occhi dell’uomo brillarono pericolosamente _ Dimmi qual è il numero del reattore e io ti lascerò vivere_
Avrei dovuto stupirmi per quella domanda.Non avrei neanche dovuto sapere a cosa si stavano riferendo.
‘’Che reattore?’’ quella sarebbe stata una domanda lecita.
Eppure non sentii minimamente il bisogno di farla,non vi era nessun motivo.
Per quanto fosse poco logico sapevo esattamente a cosa si stavano riferendo.
Reattore 464.Quella era la risposta che volevano,poco importava se sapessi o meno cosa fosse,l’unica cosa che contava era che sapevo esattamente che quello era tutto ciò che volevano sapere.
Tutto ciò che io non gli avrei mai dovuto dire.
_Allora dolcezza,vuoi che ti sciolga io la lingua?_ l’uomo inarcò entrambe le sopracciglia lasciandomi intendere le conseguenze di quelle parole.
Ma io non cedetti.Irrigidii ulteriormente la mascella sostenendo il suo sguardo senza timore.
_Molto bene_ l’uomo tornò a sollevarsi prima di voltarsi in direzione del secondo _Passami il coltello_
Un tremito mi pervase percorrendo tutta la colonna vertebrale mentre osservavo Igor passare una lama affilata nella mano di quello che avevo intuito essere il suo capo.
Avrebbero potuto farmi di tutto ,era chiaro,ma io avrei dovuto resistere.
Lo sapevo.Era in questo che verteva quella prova,avrebbero testato la mia resistenza e questo nel mondo onirico poteva significare tortura fisica,anche morte possibilmente,qualunque cosa.
_Allora,ti sei ricordata il numero del Reattore?_  l’uomo tornò a scrutarmi attentamente facendo roteare abilmente la lama nella mano destra.
Deglutii provando a mantenermi indifferente _Vaffanculo_ replicai freddamente.
_Maledetta stronza_ il pugno di Igor affondò nel mio zigomo con una tale violenza da scaraventare la sedia nella quale ero seduta a terra.
Caddi con tutto il peso del corpo sul mio braccio che si piegò rovinosamente.
_Ahhh_ non riuscii a trattenere un urlo di dolore.Era rotto,lo sentivo.
_Igor ,Igor,quante volte devo dirti che le signore non vanno trattate così_ l’uomo sogghignò con fare beffardo prima di calarsi su di me.
Le sue dita corsero sul mio volto artigliandolo con forza costringendomi a puntare i miei occhi ricolmi di lacrime su di lui.
_Bisogna utilizzare i giusti incentivi con loro_ con un gesto lento posò la fredda lama sulla mia guancia accaldata,una piccola pressione sarebbe bastata a farle aderire.
_E loro sono piuttosto suscettibili riguardo il loro aspetto!Non è così tesoro?Ti seccherebbe davvero tanto se io adesso ti sfregiassi per bene,quindi tira fuori quel numero_
Il dolore al braccio diveniva sempre più incessante per non parlare della nauseante sensazione del coltello a contatto con la mia pelle esposta.
Ma non avrei dovuto cedere.Tutto ad un tratto Vanya veniva declassata al secondo posto nella mia lista delle priorità,prima avrei voluto prendermi delle soddisfazioni con quei due.
Cercai di sollevarmi per quanto mi fosse concesso,ignorando il dolore.
_Io non dirò niente ,fottiti_ scandii parola per parola con una lentezza quasi estenuante in modo tale che loro potessero ben recepire il mio messaggio.
Il volto dell’uomo tornò a incupirsi.Con un gesto deciso si sollevò issando il mio corpo con se prima di scaraventarmi contro la parete.
Urtai uno scaffale ricolmo di inutile roba che crollò rovinosamente a terra seguita a ruota dal mio corpo ormai inerme.
_Credi di essere furba ragazzina? Vuoi giocare con il fuoco?E giochiamo allora_ con quel ringhio animalesco l’uomo mi fu di nuovo addosso premendo con forza un piede sul mio braccio già rotto.
Mi morsi con furia il labbro inferiore cercando di trattenere inutilmente l’ennesimo grido.
Le lacrime scendevano copiosamente del tutto incontrollate mentre il mio corpo veniva scosso da continui tremiti.
_VOGLIO IL NUMERO ADESSO!_
Il dolore al braccio mi ottenebrò i sensi,sembrava essere l’unica cosa che riuscissi a percepire, talmente intensa da farmi dimenticare che era tutto solo un sogno.
Ma ad ogni modo non mi sarei arresa.Quell’idea non mi sfiorò neanche per un secondo la mente.
Andava oltre la prova,oltre le conseguenze che avrei potuto affrontare se avessi fallito, vi era in ballo qualcosa di più importante!
Il mio onore e quello non lo avrei mai tradito.
Con uno sforzo immane digrignai i denti cercando di ignorare il dolore.
Puntai nuovamente i miei occhi affilati come lame in quelli irati dell’uomo.
_Non otterrai proprio un bel niente da me_ sputai quelle parole come il peggiore degli insulti finendo per contrarre ulteriormente il volto con durezza.
L’uomo si raddrizzò nuovamente con palese fastidio _Come vuoi_ sibilò aggiustandosi con un gesto la giacca sgualcita prima di far schioccare due dita in aria _Igor,sedala_
Senza farselo ripetere due volte Igor mi fu subito accanto stringendo nella mano una siringa.
Non cercai neanche di oppormi,ero troppo stance e il dolore mi aveva ormai ovattato tutti i sensi.
Percepii appena il lieve bruciore dell’ago ,tutto ciò che seguì fu il buio.
Fu una frazione di minuti.
Forse anche di meno.
Quando ripresi coscienza il corpo non mi doleva più
Incredibilmente il dolore che aveva minacciato di sopraffarmi era sparito .
Per un attimo ebbi paura di tornare ad aprire gli occhi,forse se avessi finto di essere incosciente quegli uomini mi avrebbero semplicemente ignorata.
Ma che stai dicendo? Smettila di fare la fifona e apri quegli occhi
Con estrema cautela dischiusi gli occhi facendoli abituare lentamente alla luce esterna.
Mi aspettai quasi di vedere balzare Igor su di me per assestarmi un altro colpo,ma nulla di tutto questo accadde.
Così spalancai gli occhi ritrovandomi a scrutare qualcosa del tutto nuovo.
Non mi trovavo ne in una stanza ne in un capanno.
Era un vicolo.Un vicolo deserto.
Sono arrivata alla terza prova
Non riuscii a trattenere un sorriso di pura gioia quando intuii ciò.
Quasi non mi sembrava vero,due prove erano andate,superate!
Ebbi appena il tempo di bearmi di quella notizia che uno sparo in lontananza tornò a richiamare la mia attenzione.
_Rachel smuoviti,ci stanno accerchiando_ quel timbro di voce avrei potuto riconoscerlo fra mille seppur velato da quell’eccessiva tensione.
_Christopher?_ chiesi senza riuscire a nascondere tutta la mia sorpresa mentre il ragazzo correva verso di me afferrandomi un braccio con impeto.
_Sei sorda forse? Dobbiamo muoverci di qui_ gli occhi di Christopher lampeggiarono nei miei proprio mentre il rumore di un secondo sparo riecheggiava tutto intorno.
_Merda_ imprecò voltandosi per guardare l’entrata del vicolo _Su andiamo_ aggiunse prontamente iniziando a tirarmi.
Rimasi inerme come una bambola limitandomi a seguirlo con espressione stralunata _Cosa ci fai qui? Credevo che Vanya vi avesse detto di aspettare di sopra! Lei lo sa che sei qui?E poi come fai ad essere qui ,questo è il mio sogno!_ quella sequela di assurde domande mi fuoriuscì dalla bocca senza che le potessi realmente soppesare.
Ma Christopher non sembrò neanche sentirmi.Continuava a fendere l’aria come un segugio avanzando silenziosamente nel buio.
_Chris ,mi hai sentita?_ domandai con titubanza.Ancora una volta non diede segno di aver sentito.
_Sono vicini_ insistette invece.
Che sciocca. Mi diedi mentalmente della stupida insultandomi pesantemente.
Avrei dovuto capirlo prima,quel Christopher non era quello reale,era come una proiezione.
Faceva parte del mondo onirico ,nulla di più.
Che idiozia pensare che in realtà Christopher fosse venuto fin li per aiutarmi realmente.
Magari ti avrebbe anche aiutata a fuggire dalla DS, che razza di idiota che sei!
_Chris ,Rachel da questa parte_ una seconda voce tornò a farmi concentrare su ciò che mi circondava.
Il Christopher del sogno si arrestò volgendosi appena nella direzione in cui sbucarono altre tre figure.
Non ebbi alcun problema a riconoscere gli altri componenti del Gruppo Alpha.
Tutti impeccabilmente ammantati nelle loro divise ufficiali.
Istintivamente abbassai lo sguardo sul mio corpo accertandomi di quello che avevo già temuto
_Stupendo_ borbottai guardando con orrore la divisa che a mia volta indossavo.
_Sono troppi ci stanno accerchiando_ il tono allarmato della Charlotte di quella dimensione tornò a farmi sollevare lo sguardo.
_Non possiamo seminarli_ corrugai la fronte davanti al tono spaventato di Sebastian.
Quelle versioni oniriche erano davvero pessime.
Per prima cosa Charlotte non sarebbe mai stata attaccata al mio fianco come un cagnolino pauroso,piuttosto avrebbe preferito pugnalarmi.
Secondo poi stentavo a credere che durante una missione quei tre potessero risultare davvero così terrorizzati.L’unico che risultava più credibile era Christopher,avvolto nel suo solito alone di superiore indifferenza.
_Si può sapere di chi state parlando?_ chiesi stancamente finendo per sbuffare spazientita.
Tutto ad un tratto avrei preferito che mi fossi lasciata schiacciare dalle pareti mobili della prima prova.Almeno avrei potuto evitarmi quella pantomima.
Christopher si volse a lanciarmi un’occhiata fin troppo intensa.
Per un attimo tornai a dimenticarmi che si trattava esclusivamente di una stupidissima proiezione.
Ma poi tornò a parlare e ciò che disse spezzò la magia _Gli Epigoni!Ci toccherà affrontarli_
Rimasi qualche istante con la bocca aperte soppesando i tratti rigidi del Christopher onirico, quasi sperando di scorgere una smorfia d’ironia.
_Gli…gli Epigoni_ ripetei stupidamente.
Ma un secondo rumore surclassò le mie parole.
Una serie di passi sembrarono farsi sempre più vicini fino a quando un dedalo di figure non emerse dalle varie diramazione della piccola piazza in cui ci eravamo fermati.
_Eccoli_ Charlotte emise un sussurro appena udibile .
Percepii il mio corpo irrigidirsi mentre con scatti veloci gli altri adottavano posizioni di attacco,pronti al minimo segnala a balzare addosso ai nuovi arrivati.
Sapevo trattarsi di un sogno.Era uno stupido test,nulla di più.
Eppure non potevo togliermi dalla mente l’idea di avere davanti a me dei miei simili.
No,non tuoi simili,coloro che hanno causato la morte di tua madre! Il loro sangue ha rovinato la tua vita
Quel pensiero si insinuò nella mia mente colorandola di rosso.
_Pronti al mio via_ Christopher digrignò appena i denti senza distogliere gli occhi dalle figure davanti a se.
I miei muscoli si contrassero istintivamente adottando la stessa posizione su cui avevo lavorato in quelle settimane.
Gambe perfettamente divaricata,braccia protesi in avanti a schermare il corpo ma contemporaneamente pronte a fendere colpi.
Mi bastava solo un segnale e sarei scattata come una molla, e questo non si fece attendere.
_VIA_ la voce di Christopher si elevò librandosi nella notte scura.
Con un gesto scattai in avanti preparandomi ad affrontare le figure che contemporaneamente si scagliarono contro di noi.
Mi districai fra di esse colpendole rapidamente.
Molte caddero senza opporre resistenza altre tentarono qualche colpo che non andò in porto.
In pochi secondi ebbe inizio una vera e propria lotta.
Con la coda dell’occhio vidi il resto del Gruppo impegnato a fronteggiare una serie di Epigoni.
Mi voltai giusto in tempo per parare il colpo a tradimento di una di loro.
La donna mi sorrise malignamente prima di caricare un secondo colpo ma ancora una volta fui più veloce.
Le tecniche che avevo appreso da Christopher in quella settimana si susseguivano nella mia mente senza difficoltà.
Il mio corpo le seguiva quasi in automatico,come se gli fossero appartenute da sempre.
Colpii la donna sul petto facendola indietreggiare di qualche passo.
Fino a quel momento tanto era bastato per metterli almeno fuori gioco evitando contemporaneamente il peggio.
Ma questa volta la donna non sembrava voler demordere.
Era un osso duro.
Fumante di rabbia tornò a farsi avanti preparando l’ennesimo colpo andato a vuoto.
_Levati di mezzo_ le sibilai ad un centimetro dal volto con il suo braccio ancora bloccato tra le mani.
La vidi ringhiare a sua volta _Mai, lurida traditrice_
Quelle parole furono come una zaffata di fuliggine negli occhi.
Mi destabilizzarono per qualche istante facendomi dimenticare ciò che avrei dovuto fare.
La donna sembrò cogliere lo smarrimento nei miei occhi e parve volerne approfittare.
Con un gesto veloce estrasse una lama dalla tasca e rapidamente la puntò verso il mio stomaco.
I miei riflessi la intercettarono in pochi secondi e automaticamente la mia mano corse a fermarla.
Accadde tutto in pochi secondi.
La mia mano disarmò la donna impugnando repentinamente l’arma con cui aveva cercato di ferirmi e prima ancora che potessi rendermi conto di quello che stavo facendo il mio istinto ebbe il sopravvento.
L’arma calò sicura verso un punto ben designato.Il petto della donna si squarciò sotto la violenza del colpo.
Dapprima fuoriuscì solo un rivolo di sangue ma ben presto una larga macchia iniziò ad estendersi inzuppando la maglietta chiara.
Il volto della donna si contrasse in una smorfia di puro orrore mentre lentamente si accasciava al suolo.
Sentii la testa iniziarmi a girare vorticosamente mentre i miei occhi spalancati per lo stupore non abbandonavano il corpo ormai inerme.
La lama continuava a spiccare intrisa di sangue a conferma di ciò che era appena successo.
L’avevo uccisa.
Avevo ucciso un Epigono.
Il mio cuore continuò a martellarmi furiosamente nel petto mentre la vista del sangue tornava a farmi girare la testa.
Mi sembrò che il mondo vorticasse rapidamente e ben presto fu chiaro che quella non era solo una mia impressione.
Con il rosso scarlatto ancora impresso a fuoco davanti ai miei occhi percepii nuovamente il mio corpo staccarsi da terra.
Ma questa volta tutto fu più veloce.Niente gravità,nessuna caduta libera,solo una sorta di veloce scossa.
In un attimo sobbalzai spalancando gli occhi. Subito l’intensa luce della Sala Test mi avvolse producendomi un’emicrania dolorosissima.
Ma con quella avrei anche potuto fare i conti, a darmi maggiormente fastidio era il sorriso di puro compiacimento disegnato sul volto arcigno di Vanya Vanderbilt.
_Bentornata Rachel_




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Capitolo 11
*** Capitolo 10-Preparazione ***


Rullo di tamburi : ecco a voi il decimo capitolo!!!
Rachel si risveglia dal Labirinto ritrovandosi a rapportarsi con quelle che sono le conseguenze della prova!
In cosa consisterà la Missione che dovrà affrontare?
Scopritelo subito ;)
Prima di lasciarvi passo alla parte più importante, i ringraziamenti per Marmaid ,Smartis98 e StellaC. grazie per le vostre recensioni :D
Fatemi sapere cosa ne pensate di questo capitolo!
A presto ;
Ria_27


Capitolo 10- Preparazione 


_Bentornata Rachel_
Ignorai il sorrisetto provocatorio che aleggiava sul bel volto di Vanya Vanderbilt.
Con un gesto scostai bruscamente il braccio _Levatemi questi fili_ sbottai suonando perentoriamente secca.
Senza smettere di mostrarsi soddisfatta Vanya si limitò ad agitare due dita in aria e uno stuolo di camici bianchi mi fu accanto.
_Ahia_ mi lamentai fulminando uno di loro con uno sguardo omicida mentre questo imperterrite armeggiava incurantemente con i fili ancora attaccati al mio corpo.
_Devo dire che sei stata a dir poco sorprendente_ Vanya mosse qualche passo facendo risuonare la punta del tacco a spillo sulla lucida superficie del pavimento.
_Oh davvero_ borbottai senza alcun reale interesse.Preferivo di gran lunga massaggiarmi i polsi ancora dolenti.
Vanya annuii brevemente senza abbandonare neanche per un secondo quel sorrisetto maligno _ Dei risultati a dir poco brillanti,guarda tu stessa_ con un gesto indicò la strumentazione del Labirinto dal quale spiccava un lungo foglio sulla cui superficie andavano susseguendosi onde dall’ampiezza diversa.
Storsi le labbra con evidente fastidio _Non sono brava a decifrare gli spettrogrammi mi dispiace_ sorrisi con malcelata ironia quando in realtà tutto quello che avrei voluto fare era saltarle addosso per farla pentire di ciò che mi aveva costretta a fare.
Lo sguardo di Vanya si assottigliò ,sempre più simile alla furba espressione di un gatto in presenza della sua ambita preda.
_Allora non ti resterà che credere alle mie parole_
Avrei potuto trovare almeno un centinaio di obbiezioni in tal proposito.
Ma mi trattenni.
Tornai a sospirare lanciando un’ultima occhiata ai polsi doloranti prima di volgere la mia attenzione verso il Labirinto.
Tutto ad un tratto sembrò tornarmi in mente quale era stata la ragione di quell’assurdo esperimento.
_Questo significa che ho superato la prova ,no?_ lanciai a Vanya un’occhiata di attenta curiosità.
L’ultima cosa che volevo era mostrare il minimo interesse a quelli che erano i progetti di Vanya ma ad ogni modo sapevo che prima o poi avrei dovuto togliermi quel dente.
Tanto valeva farlo subito.
_Sono pronta per scendere in campo?_nonostante la risolutezza che mi imposi la voce mi tremò leggermente smascherando il mio nervosismo.
Vanya parve accorgersene così che il suo sorriso crebbe smisuratamente _Proprio così mia cara, sei accreditata per la Missione_
I miei pugni si contrassero impercettibilmente.Quella notizia non avrebbe dovuto causarmi alcun problema,non l’aveva fatto quando ad avanzarla quella stessa mattina era steto Collard,eppure adesso che le carte erano state svelate non potevo che sentirmi inquieta .
Avrei affrontato la mia prima Missione,ciò poteva significare solo una cosa:uccidere un Epigono.
Il volto della donna che avevo pugnalato solo qualche istante prima, nella dimensione onirica,tornò prepotentemente nella mia testa.
_Lo avevo detto io che era pronta_ Collard avanzò nella stanza a grandi falcate distogliendomi dall’orrore dei miei pensieri.
Sorrideva con aria spavalda,come un bambino con un grosso barattolo di marmellata fra le mani.
_Tu ti ostinavi a dire che non era così,mi auguro che questo ti possa bastare!_ Collard arcuò le braccia in un ampio gesto verso il Labirinto mentre i suoi occhi si posavano con marcata sfida su Samantha.
Quest’ultima non aveva ancora fiatato.Aveva silenziosamente seguito Collard all’interno della stanza mantenendo un atteggiamento composto.Eppure adesso,mentre si trovava a pochi passi da me, riuscivo a leggere nel suo volto contratto quanto poco fosse entusiasta di quella situazione.
_Credo che questo ti possa servire da lezione Sam,una prossima volta pensaci prima di mettere in dubbio il mio parere_ Collard continuò a gongolare ampliando ulteriormente quel viscido sorrisetto.
Samantha si mosse appena sul posto irrigidendosi ulteriormente mentre i suoi occhi scuri scintillarono come lame _Oh contaci Jim,lo farò sicuramente_il suo tono di pungente ironia vibrò per qualche istante nell’aria rabbuiando leggermente Collard.
_Oh vi prego! Non credo di riuscir a sopportare un’altra scenata fra voi due_ Vanya sospirò sonoramente prima di roteare gli occhi con fare scocciato.
I due agenti smisero di fronteggiarsi con lo sguardo per tornare a voltarsi in direzione della donna.
Quest’ultima li soppesò lentamente con un’occhiata tranquilla prima di tornare a parlare _Convocate il resto del Gruppo nella Sala Riunioni_.
Samantha annuì brevemente ,sembrava aver perso l’iniziale fervore  per abbandonarsi ad un’espressione stanca _Li ho già mandati a chiamare,staranno aspettando il nostro arrivo_.
Per un attimo mi si strinse il cuore per lei.Sapevo che avrei dovuto provare pena per me stessa.
Ero io quella che stava per essere immolata per una causa che neanche mi apparteneva, e sempre io avrei rischiato la pelle.
Eppure nel triste sguardo che Samantha mi dedicò vi lessi tutta l’impotenza che provava in quel momento,come se si sentisse terribilmente colpevole per non avere voce in capitolo su quella decisione.
Ma per quanto fosse inutile gliene ero grata .
_Benissimo_ Vanya tornò a mostrare un sorriso raggiante mentre tornava a rivolgersi all’altra donna _Allora non ci resta che andare,su Rachel rimettiti in piedi tesoro_ volse appena il capo per mostrarmi un’occhiata esortante.
Ancora una volta mi ritrovai a corrugare le labbra con fastidio.
Si sarebbe mai stancata di darmi ordini?
Continuai a sostenere il suo sguardo perfettamente tranquillo mentre tornavo a mettermi in piedi accontentandola.
Se avessi potuto mi sarei sistemata più comodamente sulla sedia sfidandola apertamente, ma il piccolo segnale con il capo mostratomi da Samantha mi persuase a desistere.
Ancora una volta Vanya l’aveva vinta.
_Perfetto,possiamo andare!_
 
Samantha aveva ragione, quando entrammo nella Sala Riunioni il Gruppo Alpha era già li ad attenderci.
Il mio sguardo corse automaticamente verso una figura.
Christopher.
Perfettamente composto su una delle sedie centrali ,mostrava un’espressione enigmatica mentre i suoi occhi seguivano i movimenti dei suoi Superiori.
_Allora?_ la sua attenzione volò rapidamente sulle tre figure ancora in piedi.
Notai come non avesse posato il suo sguardo neanche una sola volta su di me.
Sembrava quasi che cercasse di ignorarmi.
_Una prova impeccabile,avreste dovuto vedere che risultati_ Vanya gongolò con tono mellifluo facendo scorrere una mano sulla morbida pelle della sedia davanti a se.
Il volto di Christopher si contrasse ulteriormente nonostante la sua espressione rimase indecifrabile.
Per un attimo ebbi come la sensazione che quella era l’ultima risposta che sperava di sentire.
_Vuoi dire che ha superato tutt’e tre le prove?_ David si sporse oltre il tavolo inarcando entrambe le sopracciglia con scetticismo.
Grazie mille per la fiducia
Mi volsi per lanciare al ragazzo un’occhiata critica ma nessuno sembrò notarlo.Erano tutti troppo intenti a soppesare l’espressione soddisfatta di Vanya.
Quest’ultima ridacchiò allegramente _Esattamente mio caro,sorprendente non è così?_
David rimase per qualche secondo interdetto prima di scuotere appena la testa affondandosi maggiormente sulla sedia.
_Questo significa…_Sebastian lasciò in sospeso la frase come se temesse le parole che avrebbero seguito .Il suo sguardo corse rapidamente su di me rivelandomi un’occhiata carica di preoccupazione.
_Significa che effettuerà la Missione in Solitaria_ .
La mia testa tornò a scattare verso Christopher. Aveva concluso quella frase con un tono carico di amara consapevolezza.Sembrava che se lo aspettasse,sapeva che avrei superato la prova,sapeva ciò che ne sarebbe conseguito e questo non sembrava entusiasmarlo.
Come richiamato dal mio sguardo, ancora insistentemente posato su di lui ,i suoi occhi plumbei si voltarono per scrutarmi a loro volta.
Li vidi abbandonare un po’ della gelida durezza che li aveva caratterizzati fino a quel momento mentre sembravano voler leggere il mio volto alla ricerca di qualcosa.
Ma cosa?
_Ora non ci rimane che prepararla_ Collard tornò ad intromettersi mostrando un’espressione fiduciosa .
Christopher sembrò ricordarsi improvvisamente della loro presenza ,il suo volto tornò ad indurirsi mentre il suo sguardo correva altrove.Lontano da me.
_Quanto tempo abbiamo per addestrarla?_ il suo tono fuoriuscì perfettamente formale e distaccato.Sembrava quasi che tutto ad un tratto non gli importasse più nulla di me ,della pericolosità della Missione o quant’altro.Era tornato il perfetto soldato forgiato dal fuoco della DS.
Percepii una morsa attanagliarmi lo stomaco mentre osservavo i suoi lineamenti bellissimi distendersi in un’espressione di totale neutralità.
_Neanche ventiquattrore , la Missione verrà messa in atto domani_ Vanya surclassò quelle parole con un gesto carico di banalità mentre con eleganza prendeva finalmente posto.
_Domani?_ Samantha strabuzzò gli occhi con evidente sorpresa.A quanto pareva neanche lei sembrava esserne stata messa al corrente.
_Esattamente agente Green,domani_ Vanya volse appena il capo scrutando il volto sconvolto di Samantha con aria neutra.
_Oh allora sarà sicuramente un successone_ il borbottio carico di amara ironia di Charlotte giunse fino alle mie orecchie ma nessun altro sembrò udirla.
Per un secondo osservai la ragazza che all’altro capo della stanza giocherellava con le proprie unghie fingendosi del tutto disinteressata a ciò che la circondava.
Era chiaro che non aveva ancora digerito l’intera vicenda.Per qualche strana ragione quella che io vedevo come una strada senza via di fuga Charlotte la considerava una forma di privilegio.
_Chris,caro,potresti gentilmente passarmi il telecomando che si trova davanti a te_ Vanya allungò la propria mano in direzione del ragazzo mostrando un sorriso caloroso.
Senza troppi problemi Christopher raccolse il piccolo strumento in una mano prima di eseguire le istruzioni della donna porgendoglielo con un semplice gesto.
_Grazie caro_ il volto di Vanya tornò ad illuminarsi in un sorriso che mi costrinse a storcere ulteriormente le labbra. Era ancora più inquietante quando faceva la gentile.
La osservai armeggiare con un piccolo pulsante rosso posto al centro dello strano telecomando mentre sulla parete di fronte una sorta di proiettore di ultima generazione si accendeva con un BIP metallico.
Impiegai giusto un secondo per individuare la fotografia al centro dello schermo.
Un uomo dal portamento elegante ed il sorriso estremamente pacato mi osservava dal monitor tridimensionale con la staticità conferitagli da quel fotogramma.
_Charles Reinold, sessantasei anni,noto imprenditore e fondatore della Reinold’s Company Group_ Collard mosse qualche passo avvicinandosi allo schermo proiettante la foto dell’uomo in questione.
_Il signor Reinold è senza dubbio un pesce abbastanza grosso nel mondo della finanza, la sua compagnia possiede il 70% delle azioni del Distretto 3, il che è piuttosto sorprendente considerata la vastità di quest’ultimo! Tuttavia non sono i suoi possedimenti ad interessarci_ fece una piccola pausa durante la quale tornò a voltarsi per puntare il proprio sguardo dritto su di me _Noi siamo più interessati al suo DNA ,mettiamola così, ci è giunta voce da una fonte piuttosto vicina al nostro soggetto,che il qui presente ha fatto in modo di diventare uno di loro,un Epigono_
Non ero ancora riuscita a staccare gli occhi dalla sorridente fotografia.
Non riuscivo a spiegarmi come quell’uomo potesse costituire una minaccia per la DS.
Era assurdo,per quale ragione avrebbe dovuto voler diventare spontaneamente un Epigono ?
_Per quale motivo avrebbe dovuto farlo?_mostrai un’espressione carica di marcato scetticismo voltando appena il capo per inquadrare il resto dei presenti.
Collard aprì bocca per replicare ma Sebastian fu più veloce.
_Oggi giorno lasciarsi contaminare dagli Epigoni sembra diventata la giusta soluzione per chi cerca di fuggire alla precarietà e ai rischi della vita. Diventare un Epigono assicura immunità verso quelle che sono le comuni malattie che colpiscono un organismo normale . Le vostre cellule si rigenerano a velocità fuori dal comune, perciò anche una ferita non troppo banale può diventare praticamente un graffio!_ sospirò a fondo _Praticamente per un uomo come Reinold la possibilità di una vita priva di rischi non è da sottovalutare.L’immortalità può essere un piatto molto ghiotto per certi uomini,non importa quale sia il prezzo_ concluse mostrando un sorrisetto stentato.
_Non siamo immortali_ replicai con tono ovvio.
Sebastian tornò ad osservarmi annuendo appena _ E’ vero ma le possibilità di morte prematura sono piuttosto scarse per voi e se dobbiamo soffermarci sulle cause naturali direi che il vostro tasso di vita si allunga notevolmente,devi ammetterlo_
_Brillante spiegazione Sebastian_ Vanya tornò a prendere la parola.Sembrava non aver aspettato altro per tutto quel tempo.Con un gesto elegante tornò ad alzarsi muovendo qualche passo verso il punto in cui la foto di Charles Reinold continuava a sorridere ingenuamente.
_Il tuo compito ,mia cara Rachel ,è piuttosto semplice_ dallo sguardo carico di furbizia che mi regalò avrei potuto sostenere il contrario ma mantenni quella silenziosa constatazione per me.
Farlo notare non sarebbe servito a nulla.
_Per lungo tempo abbiamo tentato di intrufolarci abbastanza vicino a Reinold da poter confutare i nostri sospetti,ma solo adesso siamo riusciti a trovare un aggancio abbastanza potente da aiutarci:Robert Reinold, il figlio_
Strabuzzai gli occhi con palese incredulità _Suo figlio?_ ripetei sconvolta.
Il sorriso sul volto di Vanya si accentuò _A quanto pare il giovane Reinold scalpita dalla voglia di prendere in mano le redini dell’impero e questo sembra aver giocato a nostro favore! Sembrerebbe che soldi e potere siano un incentivo abbastanza forte da portare un figlio a vendere il proprio padre_ sembrava quasi soddisfatta dalle sue stesse parole come se la visione di un figlio che pugnala il proprio padre alle spalle le fosse incredibilmente piacevole.
Storsi le labbra con disgusto, definivano gli Epigoni dei mostri quando loro erano i primi a comportarsi come tali.
_Ad ogni modo_ Vanya fece ondeggiare una mano in aria per ricatturare l’attenzione _ Robert è riuscito a trovare uno spazio nel quale permetterci di infilarci! L’anziana segretaria personale del vecchio Charles è entrata in pensione pochi giorni fa,così il nostro magnate è alla ricerca di una persona fidata e chi meglio del figlio poteva proporgliene una?_ sorrise soddisfatta mentre il mio sangue tornava a gelarsi nelle vene alla visione di quell’orribile tradimento.
Come poteva un figlio fare una cosa del genere al proprio padre?
Quell’uomo aveva anche potuto scegliere di diventare un Epigono ma rimaneva sempre suo padre.
_Ed è qui che subentri tu_ Collard prese la parola con fare compiaciuto
Rimasi ancora qualche istante a fissare il volto dell’uomo sullo schermo illuminato.
Inspirai a fondo _Cosa devo fare?_
_Devi fare in modo di riuscire ad entrare in possesso di un piccolo campione di DNA ,la saliva andrà benissimo!Noi la analizzeremo e in base al risultato risolveremo il problema_ il sorriso sul volto dell’uomo si intensificò ulteriormente.
Risolvere il problema.
Sapevo bene cosa significava quel gioco di parole.
L’espressione beata di Charles Reinold contribuì a farmi irrigidire smisuratamente.
Davanti a me avevo il volto dell’uomo che ,con buone probabilità,avrei dovuto uccidere.







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Capitolo 12
*** Capitolo 11- Missione (parte prima) ***


Inizio con l'augurare un buon 2013 a tutti :D
Mi auguro che questo anno possa portarci ciò che desideriamo!
Bene,dopo questa piccola parentesi passiamo direttamente al capitolo.
Entriamo direttamente nel vivo della missione ma per comodità ho preferito dividerlo in due parti quindi godetevi questa prima parte ;)
Ringrazio chi ha inserito la storia fra le seguite/preferite/ricordate,chi si limita a leggere ma soprattutto ringrazio queste splendide persone : Marmaid,Smartis98,StellaC,Kitsune4573 per il loro continuo supporto :)
Bene vi lascio alla lettura senza aggiungere altro!
Fatemi sapere cosa ne pensate ;)
A presto;
Ria_27


Capitolo 11-Missione (parte prima) 

_Ricapitolando: il tuo nome è Julia Stain studentessa presso l’università di Princeton ramo di specializzazione scelto Comunicazione e Management , un paio di anni fa hai assistito ad un convegno tenuto dallo stesso Robert Reinold ,è stata proprio durante questa occasione che sei entrata in contratto con il figlio del magnate mostrando interesse nel rivestire un posto nell’azienda del padre! Così ,poche settimane fa ,Robert non ha avuto nessun dubbio nel proporti come nuova segretaria al padre ,il quale,alla ricerca di qualcuno che ricoprisse il posto ormai vacante ,non ha potuto che mostrarsi entusiasta nei riguardi delle credenziali espostegli sul tuo conto dal figlio. Tutto chiaro?_
Mossi nervosamente i palmi appiccicaticci sul tessuto della gonna scura.
Mi sembrava che quei vestiti mi pizzicassero come un covo di formiche ,non mi ero trovata neanche per un istante a mio agio al loro interno.
Eppure non avevo avuto altra scelta quando quella mattina Vanya mi aveva chiamata all’interno del suo ufficio per mostrarmi il mio abbigliamento e sottopormi a una veloce seduta di trucco e cura dei capelli.
Il risultato era stato qualcosa di molto simile ad una bambola fasciata in quegli abiti costosi sotto quintali di trucco perfettamente sfumato da sembrare fresco (questo era stato il termine adottato da quel diavolo della Vanderbilt) mentre i miei capelli erano stati artisticamente tirati su in un maestoso chignon.
Cosi adesso,mentre avanzavo rinchiusa all’interno di un furgone blindato con solo Jim Collard a tenermi compagnia,non potei che percepire l’asfissiante sensazione di nausea che ero riuscita a tenere a bada fino a quel momento.
Il furgone procedeva rapido senza intoppi verso una direzione precisa ,Il Distretto 3.
_Mi hai sentito?_ Collard emise un sospiro esasperato prima di rivolgermi un’occhiata irritata.
_Julia Stain,si ho capito_ replicai meccanicamente.
Ero troppo tesa persino per lanciarmi in una diatriba verbale con quell’odioso individuo.
L’uomo soppesò il mio volto per qualche istante in più come a volersi assicurare che in effetti non mi fosse sfuggito niente di ciò che avesse detto.
_Beh ad ogni modo noi seguiremo ogni tuo passo con questa _ con un gesto rapido estrasse un oggetto dalla tasca anteriore della giacca.
_Che cos’è?_ domandai corrugando la fronte davanti alla forma argentata di quella che doveva essere una libellula.
_Non lo vedi?! Una collana mi sembra ovvio_
Tornò a farla dondolare davanti i miei occhi esortandomi a raccoglierla.
_Nella pietra centrale è nascosta una telecamera con microfono incorporato,in questo modo potremmo monitorarti! Ovviamente non ci permetterà di comunicare ma almeno sapremmo se hai la situazione sottocontrollo _
Dubitavo che si preoccupassero della ‘’situazione sottocontrollo’’, ero abbastanza convinta che quello strumento fosse l’ennesima trovata della DS per informarmi che si,mi avevano in pugno e ancora una volta vantavano il più totale controllo.
Sospirai lievemente afferrando il ciondolo con un gesto brusco.
Poteva pesare si e no qualche grammo eppure la sua consistenza sul mio collo aveva lo stesso peso di un macigno.
_E' tutto ?_ sbottai stizzita una volta che il ciondolo fu perfettamente posizionato attorno al mio collo cadendo morbidamente appena sopra il petto.
Collard arcuò le labbra con aria sarcastica _Credi veramente che ti lasceremmo a piede libero senza prendere le dovute precauzioni?_ la risata di puro scherno che emise pochi secondi dopo contribuì a risvegliare i miei nervi .
_Credevo che questa fosse la dovuta precauzione_ ripetei le sue parola con marcato fastidio mentre con un gesto tornavo a sollevare la piccola forma della libellula argentata.
I suoi occhi gli si posarono sopra appena per un secondo senza un reale interesse.
_Oh no quella serve solo per assicurarci che tu non voglia commettere un passo falso ma in tal caso ricorreremmo a dei metodi un tantino più drastici_
Il suo sguardo corse verso il mio per lanciarmi un’occhiata d’intesa proprio mentre estraeva qualcosa dalla valigetta in pelle che si era portato dietro.
_Cavigliera elettronica con grado di potenza pari a duecentomila volt ! Viene azionato a distanza e mi sembra inutile chiarire chi ne possiede il bottone d’accensione _il sorriso sul volto di Collard crebbe smisuratamente .
Scrutai per qualche istante l’aggeggio metallizzato stretto fra le mani dell’uomo.
Se avevo trovato una misura drastica la minitelecamera a forma di libellula non potevo neanche lontanamente trovare una definizione adatta per quell’ultima novità.
Collard sembrò cogliere la mia sempre più crescente tensione e la cosa sembrava divertirlo più del lecito.
_Su da brava dammi la caviglia_ inarcò entrambe le sopracciglia con eloquenza mostrandosi soddisfatto.
Col cavolo
Quello fu il primo pensiero che mi passò per la mente .
Mi stava chiedendo di farmi agganciare un meccanismo in grado di paralizzarmi con una sola scarica elettrica ,senza contare che a deciderne il funzionamento erano proprio loro.
_Questa non è una richiesta Rachel ,è un ordine!Se non mi permetti di sistemare a dovere la cavigliera ti riporterò seduta stante alla Base e li dovrai vedertela con una furiosa Vanya e magari,chi lo sa, se sei fortunata anche con Kellar, e allora potrai dire addio alla tua stessa vita prima ancora che Samantha o chiunque altro possa solo pensare di intervenire in tuo soccorso! Allora?Credi che ne valga la pena?_  il tono di Collard fuoriuscì affilato e strisciante,simile ad un cobra che striscia fino ai tuoi piedi prima di insinuarsi su per la tua gamba attanagliandoti in una morsa a cui è impossibile opporsi.
Istintivamente pensai a Vanya ,senza dubbio non sarebbe stata felice di rivedermi così presto,non dubitavo che non si sarebbe fatta nessuna remora e mettere in atto ciò che Collard aveva ipotizzato.
Tornai a guardare la cavigliera elettronica.
Non fremevo di gioia all’idea di avere quel marchingegno a circondarmi la caviglia ma quello era pur sempre un piccolo prezzo da pagare se paragonabile alle conseguenze a cui sarei potuta andare incontro se mi fossi rifiutata.
Socchiusi brevemente gli occhi inspirando appena prima di allungare la gamba .
Sul volto di Collard si dipinse un sorrisetto soddisfatto _Molto bene _ asserì con aria compiaciuta mentre con gesti abili posizionava lo strumento intorno alla mia caviglia facendone scattare la chiusura.
Adesso era ufficiale, ero totalmente in loro possesso.
Due colpi dalla cabina di guida anticiparono l’apertura del piccolo pannello mobile per la comunicazione dalla quale risuonò la voce dell’agente al posto di guida.
_Siamo arrivati a destinazione ,signore_
_Perfetto,aprite le porte_ .
Con un tonfo secco i pesanti portelloni del furgone blindato scattarono scorrendo verso la parte esterna.
Collard tornò a volgere il capo verso di me.Quell’odiosa espressione di pura soddisfazione faceva aumentare il mio senso di nausea.
Quanto avrei voluto potergli spaccare la faccia.
L’uomo parve intuire il mio assoluto senso di impotenza poiché accentuò ulteriormente il proprio sorriso
_Si va in scena Rachel_
 
_Era ora,iniziavo a gelarmi qui fuori_
La prima cosa che notai non appena misi piede fuori dal furgone fu il cielo.
Mi era sembrata un’eternità dall’ultima volta che mi era stato possibile vederlo.Il mio soggiorno all’interno della DS mi aveva portato a farmi dimenticare quanto bene ci si potesse sentire solo osservando uno spettacolo come quello.
Ma quel senso di beatitudine non fu destinato a durare a lungo,poiché la seconda cosa che richiamò la mia attenzione fu un uomo.
Precisamente l’uomo che ci stava attendendo con un’espressione di pura impazienza stampata sul volto.
_Siamo perfettamente in orario Robert,ma è probabile che tu sia venuto qui in anticipo_
Collard spolverò con dovuta attenzione il proprio cappotto prima di rivolgere all’altro un’occhiata sarcastica.
Robert.
Altri non poteva essere che Robert Reinold,colui che stava servendo alla DS su un piatto d’argento la testa del padre.
_Possibile _ l’uomo parve perdere istantaneamente l’aria di superiorità che lo aveva avvolto fino a quel momento.
Si trovava pur sempre in presenza di agenti federali,il suo stato di piccolo imprenditore non lo rendeva immune a certe cose e questo sembrava esserselo ricordato bene mentre faceva lampeggiare il proprio sguardo teso sul volto divertito di Collard.
_Adesso piantiamola con questi inutili convenevoli! Come vedi abbiamo cose più importanti a cui pensare_ Collard inarcò entrambe le sopracciglia con eloquenza catturando l’attenzione dell’altro uomo.
Quest’ultimo annuii dapprima con una certa titubanza poi sempre con maggior vigore.
La sua testa scattò di qualche centimetro permettendo ai suoi occhi di soffermarsi sulla mia figura.
_E’ lei la ragazza?_
Mi trattenni per non emettere una risata carica di scherno per quella stupida domanda.
Vedeva forse altre ragazze in giro in compagnia di quattro agenti della DS armati fino ai denti?
_Si,esattamente_ Collard eclissò quella domanda con banalità.
Lo sguardo del giovane Reinold si fece più attento mentre soppesava i miei tratti.
Un moto di fastidio mi pervase davanti a quella situazione.
Mi avevano forse scambiata per un pezzo all’asta ?!
_Sembra piuttosto giovane,non di certo una venticinquenne_ il tono di Robert Reinold tornò a farsi critico mentre il suo sguardo tornava a posarsi con accusa sull’uomo al mio fianco.
_In effetti ne ha diciassette ma può tranquillamente essere scambiata per una donna più adulta fidati di me non tutti hanno il tuo stesso occhio critico_ ancora una volta il tono di Collard fuoriuscì perfettamente neutrale.Non sembrava importargliene molto di quali fossero le obiezioni di quell’uomo.
Reinold sembrò pensarci per qualche secondo prima di sospirare arrendevolmente.
_D’accordo,mi auguro che sappiate quello che fate, un’altra occasione così non si ripeterà_
_ Sta tranquillo,noi sappiamo sempre ciò che facciamo_ lo sguardo di Collard si piantò su quello dell’altro uomo in un modo che non sembrava voler ammettere repliche.
Reinold deglutì pesantemente.
Coniglio
Mi ritrovai a pensare scrutandolo con aria disgustata.Si dava tante arie per poi tremare senza ritegno davanti a due paroline messe in riga da un tipo come Collard.
Patetico.
_Adesso va,non abbiamo tempo da perdere mi sembra di ricordare_ con un gesto della mano Collard indicò la strada che si estendeva alle nostre spalle esortando Reinold con un’occhiata non molto amichevole.
_S…si,ma certo,certo…_ l’uomo annuì con vigore muovendosi appena come a volersi scrollare di dosso un po’ di quell’evidente timore che lo attanagliava.
Lo vidi far volare velocemente il proprio sguardo da Collard,alla strada per poi riportarlo su di me prima di aprir bocca _Forza seguimi_
Inarcai appena un sopracciglio con aria critica .
Cos’è voleva giocare anche lui la veste di elargitore di ordini?!
Roteai gli occhi evidentemente spazientita prima di muovere qualche passo.
Gli avrei almeno concesso i suoi cinque minuti di gloria dato che Collard sembrava avergliene tolti molti di più.
 
Non appena ci fummo lasciati alle spalle Collard e il furgone della DS ,Robert Reinold svoltò verso una strada primaria .
Non era difficili intuire dove eravamo diretti, un immenso edificio a vetri si stagliava davanti a noi mentre i raggi solari baciavano la dicitura dorata che vi campeggiava ‘’Reinold’s Company Group’’
_Wow_ non riuscii a trattenere un commento di palese stupore alla vista di tanto lusso.
_Si è piuttosto sorprendente visto per la prima volta_ .
Il commento sprezzante del giovane mi riportò bruscamente alla realtà facendomi ricordare per quale motivo mi trovassi li.
_Oh beh deve esserlo anche per chi ne è cresciuto ,praticamente ,all’interno dato che sei disposto a vendere tuo padre per possederlo_ ero abbastanza stanca di mostrarmi compiacente verso quel damerino.
Il suo volto parve sbiancare di otto tonalità mentre il suo sguardo correva stupido su di me.
Sostenni la sua occhiata con evidente sfida permettendomi perfino un sorrisetto caustico.
_Tu non capisci…. Non ti è dato capire_ lo vidi lottare con le sue stesse parole con palese difficoltà.
_E cos’è che dovrei capire? Il fatto che la tua sete di potere ti spinge a dimenticare qualcosa di più importante,i legami tra padre e figlio ad esempio_ replicai seccamente incurvando le labbra con fare schifato.
Il volto di Robert Reinold si indurì ulteriormente _Quell’uomo ha smesso di essere mio padre dal momento in cui si è lasciato contaminare da quella sorta di malattia degenerata _
Percepii ogni singolo muscolo del mio corpo tendersi a quelle parole,ma ancora prima che potessi aprir bocca per tirar fuori una sequele di insulti ,le porte del Reinold’s Company Group si aprirono .
Un uomo ,il cui volto avevo imparato a conoscere solo il giorno prima ,si fece strada al di fuori dell’imponente edificio avanzando con passo sicuro verso di noi.
_Robert, ti ho cercato dappertutto ,dove ti eri cacciato?_ Charles Reinold si soffermò a qualche passo di distanza puntando sul figlio uno sguardo indagatore.
Quest’ultimo distolse velocemente lo sguardo contratto dal mio volto per rivolgere un sorriso accondiscendente all’altro uomo.
_Papà ti ricordi della ragazza di cui ti avevo parlato,quella che ti avevo suggerito per il posto lasciato vacante da Cecilia?!Beh eccola qui,questa è Julia Stain_
Istantaneamente il volto barbuto di Charles Reinold scattò a voltarsi per incontrare la mia figura.
I suoi occhi chiari si posarono su di me tranquillamente. Con un certa curiosità lo vidi studiare i miei contorni prima di sorridere gentilmente.
_Ma certo che ricordo , è un piacere fare la sua conoscenza Julia! Robert mi ha tanto parlato di lei che quasi mi sembra di conoscerla_
La mano dell’uomo si stese davanti a me con eleganza.
Per un momento mi ritrovai a soppesare quei gesti cordiali con un sempre più crescente senso di colpevolezza.Ero andata li per ucciderlo e lui ne era del tutto inconsapevole,no di più lui era gentilmente ingenuo.
Non essere stupida tu sei li per uccidere un Epigono,ricordi? Se lui è un Epigono merita di morire,fine della storia!
Quella malsana idea rivestì le pareti della mia mente infondendomi una nuova forza.
Con un gesto sicuro porsi a mia volta la mano verso quella dell’uomo arrivando persino a mostrare un sorriso caloroso _Il piacere è mio signor Reinold,ho sempre sognato di poter lavorare nella sua azienda e ora che sono qui quasi non mi sembra vero_
Quasi stentai a riconoscere la mia stessa voce mentre pronunciavo quelle parole.
Con perfetta calma e del tutto a mio agio come se stessi tirando fuori la più limpida delle verità.
Non vi era tempo per i ripensamenti o i sensi di colpa.
Non in quel momento.
Il volto di Reinold si rabbonì ulteriormente mentre lasciava andare la mia mano _ Bene,allora sei giunta giusto in tempo! Stavo giusto per presenziare ad una riunione,quale modo migliore per iniziare il tuo nuovo incarico come segretaria?! Prego seguimi all’interno_ con un gesto l’uomo indicò i battenti in ottone a qualche metro da noi.
Era fatta.
Avevo guadagnato la sua approvazione.
Un sorrisetto euforico mi imperlò le labbra _Con vero piacere signore_
 
Imparai presto che la mansione della segretaria non è particolarmente divertente.
Una volta seguito Reinold all’interno degli eleganti e agiati corridoi della Reinold’s Company Group mi ritrovai a prender parte ad una lunga ed estenuante riunione dei dirigenti azionari.
Stetti ad ascoltare una serie di conversazioni dagli elaborati paroloni la cui sostanza mi sfuggiva totalmente.
L’unico momento in cui pensai che forse era arrivata l’occasione per portare a compimento la missione fu quando il signor Reinold mi chiese di portargli un bicchiere d’acqua dal distributore che si trovava sul fondo della sala.
Eseguii la richiesta senza troppi preamboli percependo l’adrenalina ricominciare a fluire nelle vene mentre osservavo la bocca dell’uomo entrare in contatto con la plastica del bicchiere.
Mi sarebbe bastato attendere che mi chiedesse di gettare l’ormai vuoto contenitore,in tale modo ,con una piccola scusa,avrei potuto abbandonare la stanza con l’oggetto in questione prelevandone in tutta tranquillità i residui di campione di saliva.
Ma ahime ,quel piano che mi era sembrato così geniale venne infranto quando ebbi l’assoluta certezza che Reinold non aveva alcuna intenzione di restituirmi il bicchiere.
Lo vidi giocherellarci con disattenzione prima che ,ormai vuoto,lo riponesse sulla zona del tavolo davanti a se.
Quel gesto che poteva sembrare quasi innocuo ad una prima occhiata finiva per delineare ,invece,i caratteri di un’accurata e quasi maniacale attenzione.
Quell’uomo era a conoscenza dell’entità del segreto che portava con se e a quanto pareva riusciva a prendere tutte le dovute attenzioni per custodirlo gelosamente.
Così arrivai a fine giornata senza uno straccio di prova che potesse colpevolizzare o anche solo discolpare Reinold.
Sbuffai per l’ennesima volta nell’arco di cinque minuti mentre le mie dita continuavano a tamburellare sul legno scuro della mia scrivania.
Il signor Reinold era stato tanto gentile da mostrarmi la mia sistemazione prima che si defilasse dietro i possenti battenti che rendevano inaccessibile quello che doveva essere il suo studio.
Tornai con lo sguardo ad osservare i contorni imponenti di quelle porte,non si erano aperte neanche una sola volta dopo che più di cinque ore prima Reinold ne era sparito all’interno.
All’inizio avevo pensato di dare un’occhiata intorno nella vana speranza di scoprire qualcosa ma quell’idea era stata surclassata con la stessa velocità con cui era apparsa.
Quell’uomo aveva gelosamente custodito uno stupidissimo bicchiere di carta ,cestinandolo solo una volta che aveva incontrato l’amabile signora delle pulizie con il suo pesante carico di rifiuti diretti dritti verso il camion della spazzatura,come potevo anche solo sperare che avesse disseminato qualche altra traccia.
_Dannazione_ mi massaggiai le palpebre socchiuse con la punta di due dita.
Quella situazione rasentava il ridicolo.
Avevo passato quasi dieci ore in compagnia di quell’uomo durante le quali le prime cinque le avevo passate assistendo una noiosissima riunione ,dopo di che eravamo passati a fare un giro dei vari uffici con il solo scopo di controllare che non vi fossero problemi imminenti ,le restanti ultime cinque ore,invece,le avevo passate in quella stessa scrivania ad osservare l’esterno dell’ufficio di Reinold.
In mezzo a tutto ciò non avevo con me nulla di neanche lontanamente utile per la conclusione della missione.
Controllai nervosamente l’orologio sulla parete frontale, il tempo iniziava a scarseggiare.
Avevo a disposizione solo un paio d’ore al massimo e poi Jim Collard e il suo stuolo di lacchè sarebbero tornati a prelevarmi per riportarmi alla sede della DS dove vi erano buone probabilità che mi avrebbe aspettato un non troppo caloroso benvenuto per celebrare il mio fallimento.
Mi mordicchiai il labbro inferiore cercando di adottare un briciolo di concentrazione.
Dovevo fare qualcosa e anche in fretta.
I miei occhi tornarono a saltare con attenzione sul legno delle porte ancora chiuse.
Non mi sembrava di vedere altre soluzioni.
Con passo deciso mi diressi verso di esse soffermandomi appena a qualche centimetro di distanza prima di battere due volte il pugno sul legno .
_Avanti_ la voce di Reinold risuonò ovattata ma non attesi oltre.
Con un gesto veloce premetti la maniglia che si inclinò emettendo un click .
_Mi scusi l’intrusione signore_ mossi qualche passo titubante all’interno della stanza lievemente illuminata.
Il ritmico crepitio del camino acceso produceva una sorta di sottofondo appena udibile.
Reinold smise di prestare attenzione alle carte su cui era ricurvo per sollevare lo sguardo su di me.
Lo vidi tentennare per un momento ,quasi sorpreso.
_Oh Julia,a cosa devo il piacere?_ l’accenno di un sorriso si fece spazio fra le rughe del volto dell’uomo conferendogli quella peculiare espressione bonaria.
_Ecco io… volevo accertarmi che stesse bene,non l’ho vista per un paio d’ore così…_ lasciai in sospeso la frase sempre più a disagio.
_Hai fatto benissimo ,assolutamente!_ il volto dell’uomo si distese in un’espressione ancora più calorosa mentre abbandonate definitivamente le molteplici scartoffie tornando ad alzarsi _Anzi ora che mi ci fai pensare,mi sembra giusto brindare a questo tuo brillante primo giorno di lavoro_
Lo vidi eguii avvicinarsi fino a raggiungere un elegante carrellino ripieno di un’eccellente scorta di bottiglie dai contenuti alcolici.
_Grazie signore,è un pensiero gentile_ non riuscii a trattenere un sorriso soddisfatto mentre percepivo i miei nervi tornare a rilassarsi.
Era l’occasione giusta,non se ne sarebbe ripresentata un’altra così e avrei dovuto giocare bene le mie carte se non volevo tornare a mani vuote.
_Nessun ringraziamento,solo brindiamo_ Reinold fece cadere un cubetto di ghiaccio in entrambi bicchieri facendoli tentennare prima di porgermene uno.
Mostrai un sorriso cordiale prima di rivolgere la mia attenzione al contenuto scuro del bicchiere.
Scotch ,quell’odore nauseabondo avevo imparato a conoscerlo durante i mesi che avevo passato a lavorare nello squallido bar di Jo .
Cercai di non mostrare la smorfia carica di disgusto che minacciava di emergere e mi costrinsi invece a portare il bicchiere alle labbra.
Vedi di essere convincente,niente stupidaggini.
Trattenni il fiato socchiudendo con orrore gli occhi mentre il liquido contenuto del bicchiere entrava in contatto con il mio palato.
_E’ invecchiato di anni,il mio preferito in assoluto,ha un ottimo sapore non è vero?_ Reinold continuò a scrutarmi con attenzione mentre io mi costringevo a mandar giù un sorso abbondante .
Trattenni a stento un conato di vomito _Si,a dir poco fantastico_ asserii sperando di suonare convincente.
Un ultima occhiata al bicchiere ancora praticamente pieno mi fece comprendere che non avrei osato andare oltre.
Non potevo mettere ulteriormente a dura prova il mio stomaco o avrei finito per rigettare anche l’anima nel prezioso tappeto persiano che avevo sotto i piedi.
Reinold invece non sembrò avere troppi problemi a far fuori ciò che rimaneva del suo bicchiere.
_Sublime_ assentì con aria di puro godimento.
Il mio sguardo corse velocemente sul bicchiere ormai vuoto.
Reinold tornò a far tintinnare il ghiaccio rimasto al suo interno prima di fare ciò che avevo esattamente sperato che accadesse.
Con un gesto casuale lo depositò sul piccolo tavolino in legno a pochi centimetri dal punto in cui sostavo.
Il mio intero corpo venne riscosso da una scossa d’adrenalina mentre mi sembrava persino di vedere i contorni sbiaditi del punto in cui le labbra dell’uomo erano entrate in contatto con il cristallo .
L’impronta di DNA che mi serviva era proprio li.
Non mi rimaneva che entrarne in possesso.
Mi mossi appena sul posto per dissimulare il mio nervosismo mentre con un mano estraevo il piccolo contenitore a forma di lucidalabbra che mi aveva conferito quella mattina Vanya.
“ Verrà scambiato per un comune lucidalabbra ,in realtà l’applicatore è costituito da microfibre in grado di catturare le molecole di saliva mentre il liquido all’interno del contenitore è un composto chimico in grado di analizzare nel minor tempo possibile il DNA’’
Strinsi con forza nella mano lo strumento riportando l’attenzione sul bicchiere.
Gli ero incredibilmente vicina, sarebbe bastato solo un momento.
_Bella collana_ la voce di Reinold mi fece sussultare appena facendomi riportare con sgomento l’attenzione sull’uomo.
Quasi non riuscii a trattenere un sospiro di sollievo quando intercettai la sua figura davanti al camino crepitante.
Non sembrava essersi accorto minimamente delle mie azioni,troppo intento a perdersi nelle fiamme dorate.
_Ehm.. si un regalo_ abbassai lo sguardo sulla piccola libellula argentata ancora legata al collo.
Avevo finito quasi per dimenticarmene durante la giornata ,troppo presa dalla missione per ricordarmi dello strumento di controllo che la DS mi aveva affibbiato .
La piccola pietra contenente la telecamera luccicò nella penombra facendomi ricordare per quale motivo era stata messa li.
Stavano osservando le mie mosse,mi stavano studiando e se non avessi portato a buon fine la missione avrebbero fatto scattare la trappola elettrica stretta intorno alla mia caviglia coperta solo dallo stivale.
Basta perdere tempo.
Con un gesto rapido voltai le spalle a Reinold, assicurandomi così che non potesse vedere ciò che stavo facendo .
Afferrai il bicchiere senza far alcuno rumore mentre con la mano libera passavo il piccolo applicatore sul bordo del cristallo.
Smuoviti smuoviti
Tornai a risistemare il bicchiere esattamente dov’era prima di reinserire l’applicatore all’interno del liquido chimico.
Sentii la tensione crescere sempre di più mentre tornavo ad osservare il composto ancora chiaro.
Lo analizzai con attenzione scrutando le piccole bollicine che ne andavano emergendo.
Mi avevano spiegato come funzionava ,se fossero state rintracciate tracce di DNA Epigono il contenuto avrebbe cambiato colore fino a divenire…
_Merda_ imprecai in un sussurro stringendo i denti.
Con palese schock non riuscii a discostare lo sguardo del verdognolo colorito del contenitore .
Non poteva essere vero.
Avevo sperato,pregato perfino, che non fosse vero.
Ma a quel punto non vi erano altri dubbi.
La DS aveva avuto ragione:Charles Reinold era un Epigono!
Qualcosa nella mia tasca vibrò allontanandomi appena dal caos che si stava formando nel mio cervello.
Con mano tremante estrassi il cellulare che mi era stato consegnato quella mattina.
Sul piccolo monitor si era illuminata la casella dei messaggi ,premetti il tasto di lettura senza smettere di tremare.
Quasi smisi di respirare quando il contenuto si aprì davanti a me.
Solo una parola :Uccidilo.
Ebbi appena il tempo di riformulare quel comando quando il rumore di uno sparo riecheggiò nell’aria.
Prima ancora che potessi anche solo muovere un muscolo una mano corse a stringersi intorno al ciondolo appeso al mio collo strappandolo con forza.





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Capitolo 13
*** Capitolo 12-Missione (parte seconda) ***


Buon giorno/pomeriggio a tutti ;)
Eccoci qui con un nuovo capitolo che vi posto fresco fresco di revisione.
Nella parte precedente abbiamo lasciato Rachel parecchio nei casini vediamo ora come si evolveranno le cose.
Prima di lasciarvi ringrazio calorosamente chi ha inserito la storia fra le preferite/ricordate/seguite,chi si limita a leggere,ma soprattutto queste splendide persone che hanno commentato :
StellaC.,Smartis98,Kitsune4573 e Ciambella98
Grazie infinite ragazze ;)
Ps: il prossimo capitolo riuscirò a postarlo non prima di martedì causa un casino di impegni vari!!!


Capitolo 12- Missione (parte seconda)

_Trasmissione interrotta_ il giovane tecnico scostò le cuffie ormai mute voltandosi appena per osservare il proprio superiore.
_Cosa? _ Collard scattò in una posa rigida mentre a grandi falcate ricopriva la distanza che lo separava dai dispositivi elettronici.
Il suo sguardo corse rapidamente sui monitor ormai privi di immagini .La schermata blu sembrava volerlo schernire oltre modo.
Gli era bastato distrarsi solo un minuto per mandare quello stupido messaggio per vedere sfumare l’intero lavoro davanti ai suoi occhi.
_Com’è successo?_ i lineamenti del volto dell’uomo si contrassero ulteriormente mentre i suoi occhi balzavano famelici sul volto smunto del tecnico informatico.
Il ragazzo sussultò leggermente davanti al tono rude del superiore.
_Io…non lo so signore, tutto ciò che ho visto è stato il cellulare della ragazza,le era arrivato un messaggio, poi il collegamento è saltato _ si aggiustò con un gesto nervoso i piccoli occhiali smisuratamente caduti.
Un guizzo comparve negli occhi di Collard.
Almeno aveva la certezza che avesse ricevuto il messaggio con il comando.
Era già qualcosa.
Ma poteva fidarsi trattandosi di Rachel?
Gli occhi tornarono a scrutare il monitor inutilmente illuminato mentre una fila di veloci congetture si andavano susseguendo nella sua mente.
Interrompere l’operazione prima che fosse completata avrebbe causato non pochi problemi alla Base ma lasciare una Recluta come Rachel a piede libero priva di controllo rischiava di essere una situazione ancora meno piacevole.
Non c’era altra scelta.
_Sapete quello che dobbiamo fare_ con un gesto conciso Collard tornò a sorvolare i volti dei presenti.
_Si,signore_ in un istante all’interno del furgone una serie di figure si mossero velocemente avvicinandosi ad un secondo computer digitando velocemente qualche codice d’accesso.
Prontamente la schermata con la panoramica d’azione della Cavigliera Elettrica comparve sul piccolo monitor segnalandone la stabilità .
_Azionate le scosse con ripetizione a cinque minuti l’una dall’altra_
_No,aspetta ,non puoi farlo_ il tono carico di sconcerto di Samantha Green bastò a ricoprire gli ordini di Collard.
La donna balzò in piedi abbandonando la stabile posizione di neutralità che aveva mantenuto per tutto il tempo, seduta accanto ad uno dei monitor.
_Non ti ci mettere anche tu Samantha_ Collard non riuscì a trattenere un sospiro irritato mentre si ritrovava a voltarsi verso la figura della collega.
Quest’ultima ricambiò l’occhiata dell’uomo con una carica di intimidazione.
_Non ti permetterò di azionare quella stupida trappola elettrica! _ il tono basso e secco non sembrava voler ammettere repliche.
_Non abbiamo più alcun collegamento Samantha,per quanto ne sappiamo Rachel potrebbe benissimo esser scappata ed in questo modo ci troveremmo a dover fare i conti con una missione non conclusa e con una Recluta in fuga!Non so tu ma io non sono disposto a rischiare_ Collard avanzò di qualche passo puntandosi un dito nel petto con vigore.
I suoi occhi inchiodarono quelli ancora glaciali della donna.
_Il GPS della cavigliera ci segnala la sua posizione non può andare da nessuna parte senza essere rintracciata_ le sopracciglia scure di Samantha si sollevarono con evidente sicurezza senza il minimo segno di voler cedere.
Ancora una volta Collard si trovò a sospirare sollevando lo sguardo esausto sul tetto del furgone.
_ Attivarlo ridurrà i tempi d’azione della Cavigliera, avremmo a disposizione appena qualche ora prima che l’energia si esaurisca e quella non diventi solo un inutile accessorio da caviglia privo di qualsiasi utilità per noi_
Una risatina carica di scherno fuoriuscì dalle labbra appena schiuse di Samantha facendo irritare ulteriormente l’uomo.
_Così tu credi che quella ragazza riuscirebbe a fuggire abbastanza lontano con una serie di scosse elettriche tramortenti prima che noi riuscissimo a rintracciarne la posizione e recuperarla ?! Un paio d’ore sono più che sufficienti Jim, fidati_ la donna si mosse appena sul posto incrociando le braccia sul petto con maggior durezza.
Il volto di Collard si contrasse ulteriormente _Io non rischio Samantha_
_Oh davvero?! E non è forse un rischio interrompere la missione in questo modo?_ gli occhi di Samantha brillarono di un luccichio carico di consapevolezza.
Sapeva di aver colpito nel segno.
Collard soppesò per qualche istante quelle parole, non voleva mostrarsi interessato alle congetture della collega eppure non poteva fingere disinteresse per una questione del genere.
Samantha osservò gli occhi dell’uomo fuggirle per soppesare nervosamente l’interno del furgone.
Quello era il momento giusto per insistere.
_Ascoltami Jim ,dalle più tempo,attendi che abbia modo di concludere la missione! Non mandare all’aria tutto!_il tono di Samantha uscì quasi supplichevole mentre i suoi occhi cercavano di restituire un po’ d’umanità a quell’uomo.
Collard si mosse con stizza allontanandosi di qualche passo _E va bene_ sbraitò allargando le braccia in aria con palese irritazione.
Odiava dover cedere in quella maniera,solo i perdenti mollavano la presa!
Ma ormai l’assurdo dubbio che forse non tutto era ancora andato perso lo aveva spinto all’impensabile.
_Ma le concederò solo mezz’ora,sono stato chiaro?! Mezz’ora_ con uno scatto si portò nuovamente davanti al volto tranquillo della donna abbagliandola con uno sguardo poco amichevole.
_Dopo di che azionerò le scariche e il GPS ma solo per avere il piacere di rintracciarla e riportarla alla DS_ contrasse appena le ciglia per sottolineare la cosa .
Attese ancora qualche secondo con lo sguardo ancora puntato in quello della collega, dopo di ciò tornò ad allontanarsi .
Raggiunse il portellone del furgone aprendolo con uno scatto ed immettendosi nella frescura notturna del Distretto 3.
Non avrebbe retto neanche un altro minuto in compagnia di Samantha Green.

 

 ***

 
Percepii un fastidioso formicolio al collo,li dove fino a pochi minuti si era trovata la collana.
La sua precedente presenza era evidenziata dal graffio rossastro che era rimasto al suo posto.
Il rumore della pallottola sembrava aver risucchiato in un vortice tutti gli altri suoni della stanza,persino il caminetto aveva smesso di crepitare.
_Voltati,molto lentamente_
Il mio corpo si trovava paralizzato in una postura rigida.Non avevo trovato il coraggio per affrontare neanche il più impercettibile dei movimenti, sapevo che qualunque cosa avesse spinto l’uomo a premere il grilletto non gli avrebbe impedito di ripetere l’azione.Questa volta avendo me come bersaglio.
Alzai lentamente le mani in aria anticipando il movimento del mio busto. Ruotai con passi calibrati e attenti senza alcuna fretta,non nutrivo la benché minima voglia di provocare reazione inconsulte nel mio assalitore.
_Ecco bene, tieni le mani li dove posso vederle _ gli occhi di Charles Reinold si puntarono con durezza sul mio volto.
La canna della pistola era ancora fumante e ben dritta.Se avesse sparato in quel momento nulla gli avrebbe potuto impedire di colpire il petto,giusto nel punto in cui il mio cuore stava pompando furiosamente.
_Signor Reinold cosa sta facendo?_ cercai di mantenere un tono neutro provando a dissimulare la malcelata consapevolezza che mi attanagliava .
Il volto dell’uomo ,che avevo imparato a raffigurare come mite e gioviale ,si contrasse ulteriormente in una smorfia di crudele ironia.
_Sai la prima cosa che impari quando entri nel giro degli affari è che il mondo è una giungla e tutti sono pronti a qualunque cosa per fregarti! Questa è la dura legge dell’universo e io ho imparato bene a tenerla a mente ! Quindi è stato sciocco da parte tua sottovalutarmi in un tale modo_ Reinold inarcò le sopracciglia con enfasi.
Deglutii cercando di ignorare l’arma ancora ben puntata.
Ero nei guai ,grossi guai ma non mi restava che giocarmi le ultime carte a mia disposizione.
La negazione era la prima!
_Non so di cosa stia parlando signore_ puntai il mio sguardo sicuro negli occhi ormai cupi dell’uomo.
Un’amara risata sgorgò fuori da quelle labbra sottili e tese mentre la presa sulla pistola si faceva più forte.
_Oh si mia cara,tu lo sai benissimo invece! Sapevo che prima o poi qualcuno sarebbe venuto a cercarmi, a reclamare il mio scalpo, eppure,forse fin troppo ingenuamente e erroneamente non avrei mai potuto immaginare che a consegnarne le chiavi d’accesso sarebbe stato proprio il mio stesso figlio_ l’uomo fece una piccola pausa scuotendo appena la testa.
Sul suo volto non sembrava però esserci la minima traccia di rabbia o rammarico,solo un’espressione di silente arrendevolezza all’evidenza dei fatti.
_Non lo avevo mai visto interessarsi per null’altro che non fosse se stesso, potrai dunque immaginare la mia sorpresa quando si è battuto con tanto fervore per far ammettere te, una giovane ragazzetta da università con cui intratteneva qualche sporadico rapporto epistolare, qui ,all’interno del nostro impero,direttamente a contatto con me! Da quel momento non mi c’è voluto molto per intuire la fitta ragnatela di intrighi che si celava dietro quella richiesta, così ,una volta superata l’amara delusione che mi aveva quasi paralizzato in un primo momento , ho deciso di prestarmi al gioco _
Una serie di prolungati formicolii si susseguivano lungo la mia colonna vertebrale mentre ogni tassello di quella contorta situazione si andava facendo spazio nei meandri della mia coscienza.
Osservai Reinold ghignare e non riuscii a trattenere un fremito nervoso.
Avevo creduto di giocare al gatto col topo ma la realtà era ben diversa, la preda ero io.
L’uomo mosse qualche passo senza distaccare la canna dalla traiettoria perfetta che la separava dal mio petto.
_ Quando oggi ti ho vista arrivare infine ho avuto la conferma che avevo tanto atteso! Una giovane ragazza di bell’aspetto ,il che risulta molto utile quando si vuole distogliere l’attenzione dalla sua inettitudine sul campo di lavoro, ma per tua sfortuna io ho comunque riservato molta attenzione a quell’aspetto! Non sai che divertimento nel vederti quasi boccheggiare durante la riunione, tutti quegli argomenti trattati …non ne hai afferrato neanche una parola non è così?_ tornò a sorridere palesemente divertito _Non è certo quello che ci si aspetta da una studentessa prossima alla laurea in questo stesso campo_
Merda
Non gli era sfuggito nulla, quell’uomo era una volpe travestita d’agnello e io ero stata troppo impegnata a pensare ad un modo per raggirarlo per rendermi conto che in realtà quella ad essere vittima di un raggiro ero io stessa.
Reinold parve cogliere la cocente sorpresa che mi bruciava in volto.
Una seconda risata ovattò la stanza mentre l’uomo tornava a puntare il suo sguardo furbo su di me.
_ Non sentirti tanto delusa ragazzina, semplicemente sono da troppo tempo in giro per non sapere come va il mondo ,non farne una questione personale_
Avrei tanto voluto dirgli di mettersele su per il culo le sue inutili e pompose compiacenze.
Mi morsi la lingua per non parlare,l’ultima cosa che volevo era che mi facesse saltare in aria il cervello per la mia irruenza.
_Ora però non mi resta che porti la domanda tanto cruciale da risultare quasi banale: chi ti ha mandato?_ il volto di Reinold tornò a rabbuiarsi mentre con un gesto secco sollevava ulteriormente la pistola impugnandola con maggiore impeto.
I miei occhi continuarono a puntare quelli glaciali dell’uomo.
_Credevo che avesse capito tutto _ inarcai appena le sopracciglia con sfida senza riuscire a nascondere un sorrisetto amaro.
Reinold avanzò velocemente di qualche passo lasciandosi anticipare dalla canna della pistola ben tesa.
Non sembrava aver trovato divertente il tono provocatorio con cui mi ero rivolta.
_Fai tanto la spiritosa ragazzina ,ma per una volta hai avuto ragione! Lo avevo intuito ancora prima che arrivassi, se c’è qualcuno che può essere interessato a me quella è la DS e senza dubbio tu sei uno dei piccoli sicari che quei cialtroni si divertono a mandare in giro a far fuori quelli come me_l’ennesima risatina di scherno fuoriuscì dalla fessura delle sue labbra.
_Ma questa volta ti è andata male,vedi non sarò io a perdere la vita oggi_ la canna della pistola sembrò luccicare nella penombra come ad evidenziare quella velata minaccia.
I miei occhi corsero nuovamente sull’arma ben stretta tra le mani di Reinold il quale con un gesto caricò il nuovo colpo.
Di li a un minuto sarebbe tutto finito.
Reagisci Rachel,reagisci
Percepii il cuore martellare convulsamente nel petto mentre i secondi sembravano esser scanditi impetuosamente nel  cervello in un letale conto alla rovescia.
Le labbra dell’uomo si contrassero in un sorriso spento _Addio Julia,ammesso che tu ti chiami davvero così_
Tutto accadde in un secondo.
Il rumore sordo di un nuovo colpo riecheggiò fra le pareti delle stanza.
Ogni fibra del mio corpo reagì come una molla .In un secondo mi lanciai verso la direzione opposta a quella in cui la pallottola sfrecciava indisturbata .
Rotolai rovinosamente a terra prima di stabilizzarmi sulle ginocchia.
 Schivata
I miei polmoni tornarono a riempirsi d’ossigeno mentre il cuore riprendeva quell’incessante pompare d’adrenalina.
_Ma cosa…_ sul volto di Reinold comparve un’espressione di puro orrore.
I suoi occhi lampeggiarono carichi di confusione _No non può essere_ il suo fu un sussurro appena percettibile.
Mi concessi appena un momento prima di tornare a scattare in piedi.
Non c’era un minuto da perdere,se volevo avere qualche possibilità di salvezza bisognava che disarmassi l’uomo.
Balzai di lato per evitare l’ennesima pallottola esplosa dal terzo colpo della canna.
Mi abbassai dietro il carrello dei liquori mentre una serie di nuovi colpi esplodevano nella stanza .
Reinold sembrava essere intenzionato più che mai a centrare il bersaglio una volta per tutte.
Sentii il pavimento scricchiolare sotto i passi dell’uomo sempre più vicino e quando fui in grado di calcolare una distanza approssimativa agii.
Con un solo gesto spinsi l’intero peso del carrello in avanti,le rotelle slittarono senza troppa fatica prendendo velocità in un secondo ,cogliendo Reinold del tutto impreparato.
_Ahh_ l’uomo venne centrato in pieno addome dalla furia del carrello che lo destabilizzò totalmente facendolo cadere pericolosamente al suolo.
Dalla pistola partì l’ennesimo colpo,questa volta del tutto sconclusionato, neanche lontanamente ben piazzato.
Senza pensarci due volte ricoprii la distanza che ci separava e sferrai un calcio all’impugnatura dell’arma facendola volare lontano dalla mano ancora protesa dell’uomo.
Rapidamente mi incurvai per raccoglierla tornando a sollevarla per puntarla dritto verso il corpo ancora riverso di Reinold.
Lo sguardo dell’uomo vacillò rapidamente dall’arma al mio volto contratto.
Lo osservai umettarsi le labbra secche in un gesto quasi nervoso _Devo ammetterlo,questo non me lo sarei mai aspettato_
Impugnai la pistola più saldamente stringendone l’impugnatura con vigore.
_Cosa non si sarebbe mai aspettato?_ replicai tagliente senza smettere di fissarlo attentamente per accertarmi che non tentasse nulla di stupido.
L’uomo scrutò il mio volto per qualche istante in più prima di emettere una piccola risata ironica _ Tu! Non avrei potuto immaginare , eppure avevo percepito qualcosa di particolare in te ma non potevo immaginare,non da una delle Reclute della DS_
Contrassi ulteriormente la mascella con rabbia _ Di che cosa diamine sta parlando?_
Lo sguardo dell’uomo si fisso sul mio _Sei un Epigono ,non cercare di negarlo_
Lentamente percepii l’aria condensarsi intorno a me .
Gli occhi chiari di Reinold continuarono a scrutarmi con circospezione come a volersi accertare che avessi incassato il colpo.
Eccome se lo avevo fatto.
Deglutii leggermente mentre le mie mani venivano mosse da un leggero tremito.
_E’ vero ,nel mio sangue probabilmente scorre il suo stesso sangue infetto,ma io non sono una di voi _ quasi sputai l’ultima parola con un ribrezzo raccapricciante.
_Oh davvero, e cosa saresti allora?_ l’uomo mi sfidò con un’occhiata ricolma d’ironia.
_Non sono come voi!_ scossi nuovamente la testa con vigore ma lo sguardo di Reinold non cedette.
_Cosa ti fa credere di essere diversa ? Il fatto che combatti il tuo stesso sangue?Il fatto che non lo accetti forse?Questo ti rende solo molto più vulnerabile_
_No!_ fu tutto ciò che riuscii a replicare, sembrava quasi che il mio cervello si rifiutasse di trovare delle risposte più convincenti ,quasi come se stesse realmente valutando le parole di quel folle.
Reinold strabuzzò leggermente gli occhi senza smettere di fissarmi quasi incredulamente.
Poi ,lentamente,le sue labbra si sciolsero in una risata.
_Tu credi davvero che tutto ciò che serve per metterti in pari con la tua coscienza sia ucciderci?! Credi che questo ti basti ad allontanarti da ciò che sei?_fece una piccola pausa tornando a puntare i suoi occhi ricolmi d’ironia sul mio volto sempre più teso _Povera sciocca, nessuno può cambiare ciò che sei ,neanche la DS può aiutarti in tal proposito,lascia che ti dica una cosa a proposito della DS ,per loro sei esattamente come noi,un rifiuto ,una reietta ,uno scarto non ancora smaltito ,ti useranno fino a che sarai utile dopo di che ti ripagheranno con la stessa moneta. Non illuderti!_
Ogni singolo neurone del mio cervello sembrava star inviando impulsi sempre più tesi .
La testa mi girava vorticosamente mentre le pareti di quella stanza sembravano sempre più opprimenti.
Iniziava a mancarmi persino l’aria ,che tutto ad un tratto si era fatta secca.
Le parole di Reinold continuavano a tormentarmi susseguendosi in un crescendo di insinuazioni.
_No_ ripetei ancora con un filo di voce mentre il mio corpo veniva minacciato da un tremolio sempre più intenso.
_Sei esattamente come me mia cara ,solo che io ho combattuto per entrare a far parte di questa stupenda razza tu invece non devi far altro che accettarlo,smetti di rinnegare ciò che sei_Reinold continuava ad osservarmi con un orribile sorriso carico di malizia ad imperlargli le labbra.
Stavo per esplodere lo sentivo.
Non avrei retto una parola di più.
_Arrenditi_ ancora una volta.
_No_
La testa continuava a pulsare e pulsare.
_Arrenditi_
Scossi la testa maggiormente _No_
Il mondo vorticava rapidamente e non riuscivo più a trovare il mio baricentro.
_ARRENDITI_
Era troppo.
In un secondo la voce di Charles Reinold venne sopraffatta da un rumore sordo.
Il rumore di una pallottola che centrava il proprio bersaglio.
In un istante il suo corpo smise di contrarsi mentre nella sua faccia si stagliava una statica espressione di estrema sorpresa.
La camicia in pregiato lino bianco venne lentamente macchiata da un viscoso liquido dai colori scarlatti.
Sangue.
Le mie mani erano divenute improvvisamente immobili,ancora strette intorno all’arma fumante.
Contrassi il volto finendo per ansimare leggermente .
Non me ne ero neanche resa conto.
Era stato un istante.
Percepii il mio dito sostare ancora sul grilletto ed istantaneamente mi resi conto di ciò che avevo appena fatto.
La consapevolezza di quanto appena accaduto mi attanagliò in una morsa mortale.
Istintivamente lasciai andare la presa sull’impugnatura dell’arma che cadde con un tonfo sordo.
La mia mano ancora tremante corse a coprirmi la bocca per frenare l’urlo che minacciava impetuosamente di fuoriuscire dalle labbra distorte.
I miei occhi non riuscivano ad abbandonare la sagoma ormai immobile ai miei piedi.
Gli occhi ancora aperti ma ormai vitrei,privi di anima, erano fissi su di me come in una muta accusa.
Il mondo tornò a roteare sempre più rapidamente ma prima che il mio corpo potesse essere sopraffatto dallo schock per ciò che era appena successo una scarica partì dalla mia caviglia risalendo per tutto il corpo.
Troppo provata per poter resistere anche a quello crollai rovinosamente a terra.
Ma il dolore non diede cenno di volermi abbandonare.
Ancora avvolta in quel torpore elettrico ,percorsa da una serie di scariche simili ad infiniti aghi, fissai la macchia di sangue allargarsi sul petto di Charlese Reinold.
Quella fu l’immagine che mi ostinai a portare con me mentre cadevo in una dolorosa incoscienza.
 




 

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Capitolo 14
*** Capitolo 13-Passato Difficile ***


Come promesso eccomi qui con il nuovo capitolo :)
Spero di non avervi fatto attendere troppo ma questi sono giorni infernali pieni di cose da fare quindi procedo a rilento >.<
Però non vi abbandono e questo è l'importante ;)
Ok in questo capitolo ritorna Christopher in tutta la sua pungente ironia quindi vediamo di godercelo dato che è mancato negli ultimi due capitolo!
Ringrazio chi ha commentato:Marmaid,Kitsune4573,Smartis98 e Ciambella 98 <3 e chi si limita a leggere o inserire la storia fra preferite/seguite/ ricordate!
Sono costretta a scappare e quindi vi lascio semplicemente questa brevissima nota >.<
Come sempre aspetto vostre notizie fatemi sapere!!
A presto; Ria_27



Capitolo 13-Passato Difficile

Una serie di colpi.
Questa fu la prima cosa che riuscii a percepire .
Il silenzio ovattato nel quale mi era sembrato quasi di aleggiare fino a quel momento venne scosso da altri tonfi sempre più forti .
Il terreno tremolò leggermente mentre qualcosa di pesante scricchiolava prima di crollare rovinosamente al suolo.
La porta
Fu tutto ciò che la mia coscienza mi permise di intuire mentre lo scalpiccio di una serie di scarpe si fece largo all’interno della bolla di sapone nella quale mi era sembrato di esser rinchiusa.
_Soggetti a terra signore,ripeto soggetti a terra_
Qualcuno parlò con tono conciso e professionale nonostante la frase che ne emerse non fosse delle più tranquille.
Percepii l’irrefrenabile desiderio di aprire gli occhi.
Il dolore era cessato.
O almeno così mi sembrava mentre galleggiavo in quel groviglio di incoscienza e semiveglia.
_Rachel_ qualcuno in lontananza chiamò il mio nome.
_Oddio _ dei passi sempre più vicini scricchiolarono sul legno .
Sto bene
Sentivo la strana necessità di cacciar fuori quell’assurda rassicurazione seppur non fossi in grado di stabilirlo.
Il mio corpo continuava a rimanere inerme mentre il cervello percepiva ciò che lo circondava senza reale interesse.
Era tutto estremamente tranquillo,pacifico.
 Avrei potuto vivere per sempre in quello stato in cui  tutti i sensi erano perfettamente ovattati.
_Rachel_ quella voce ,era così familiare.
_Sta bene?_ un secondo timbro mascolino,ma più esitante
_E’ viva, se è questo che intendi _ stizza
Tentai di risalire oltre la cortina d’incoscienza che mi imprigionava ma ancora una volta questa ebbe la meglio tornando a risucchiarmi dentro come un vortice.
Lentamente tutti i suoni andarono diminuendo d’intensità.
L’ultima cosa che riuscii a percepire furono un paio di braccia dal tocco familiare raccogliermi in una stretta sicura.
Poi tutto tornò silenzioso.

 ***
 
Secondi.
Minuti.
Ore
Non ho idea di quanto tempo passò precisamente,sembrava quasi che ne fossi stata tagliata fuori durante il suo lento decorso.
Troppo intontita per rendermene conto.
Continuai a galleggiare nel buio, totalmente alla deriva .
Fino a quando semplicemente non aprii gli occhi.
Sbattei un paio di volte le palpebre cercando di mettere a fuoco l’ambiente circostante.
La penombra nella quale era avvolta l’intera zona sembrava aver aiutato la difficile fase dell’adattamento nonostante gli occhi facessero comunque fatica a rimanere aperti.
Li strizzai appena ,provando a riacquistarvi maggiore lucidità, prima di soppesare lo spazio attorno.
Pareti spoglie, un armadio non molto lontano e una piccola scrivania.
Non mi ci volle molto per identificare quel posto.
L’Alloggio, si presentava esattamente come l’avevo lasciato quella mattina prima di prender parte alla Missione.
La Missione
Quel pensiero mi provocò una fitta lancinante alle tempie.
Ero stata troppo stordita per ricordarmene in un primo momento ma a quel punto era quasi impossibile allontanare gli ultimi ricordi coscienti che avevano preceduto quel torbido blackout dei sensi.
Il volto pallido e sconvolto di Charles Reinold tornò a farsi spazio nei meandri della mia mente .
In un istante la giornata appena trascorsa si stagliò nitidamente in una serie di ricordi concatenati fino ad arrivare a quello che poteva definirsi l’atto finale.
Il pallido colore della pareti rossastre dello studio Reinold si delineò nel mio cervello mentre ripercorrevo l’ultimo scorcio di ricordo che possedevo .
I miei occhi tornarono a scattare nel crepuscolo delle mura dell’Alloggio.
Com’ero arrivata fino a li?
Di sicuro non sulle mie gambe.
Abbassai lo sguardo sul mio corpo,a parte le scarpe ormai scomparse,ero ancora fasciata negli indumenti della missione.
Stavo quasi per lanciarmi in una rapsodica serie di congetture su cosa potesse esser accaduto in quei momenti di interminabile vuoto mentale,quando alcuni colpi alla porta mi costrinsero a rimandare quel momento d’introspezione.
Lanciai un’occhiata confusa verso i battenti nuovamente scossi da alcuni colpi.
Davanti all’ennesimo tonfo leggero il mio sguardo corse verso i caratteri digitali della piccola sveglia.
Le quattro del mattino.
Chi poteva mai trovarsi al di fuori della mia porta alle quattro del mattino?
Senza smettere neanche per un secondo di mostrarmi perplessa scostai mi diressi con passo leggermente traballante verso la porta.
Dovetti fare uno sforzo mentale abbastanza sostenuto per riuscire a ricordarmi le cifre che componevano la chiave d’apertura per quella sorta di trappola.
Ma fortunatamente la memoria ebbe la meglio sull’alone di confusione che continuava ad ottenebrarmi la mente.
Un click metallico precedette il lento scorrere del metallo che una volta  scostato rivelò l’identità del mio visitatore.
Un paio di intensi occhi plumbei si soffermarono sul mio volto catturandone l’espressione di puro stupore che si andò a delineare.
_Christopher?_ boccheggiai incredulamente.
La figura elegante del biondo mosse qualche passo sul posto con fare quasi incerto.
_Ehi…_ fu la sua semplice replica mentre un sorrisetto andava ad imperlargli le labbra.
_Lo sai che sono le quattro del mattino ,non è vero?_ tutto ad un tratto percepii l’assurdità di quella situazione piombarmi addosso.
Incrociai le braccia sul petto con aria quasi protettiva mentre il ragazzo continuava a soppesarmi con infinita attenzione.
Lo vidi tentennare per qualche secondo concentrando il proprio sguardo sul mio volto ancora contratto dalla confusione.
Finalmente tornò ad annuire _ In effetti credevo che dormissi_ un altro sorriso colpevole.
Corrugai leggermente la fronte con fare critico _Beh sarebbe stato senza dubbio carino da parte tua svegliarmi_ borbottai causticamente .
Il suo volto si contrasse leggermente quasi rabbuiandosi appena,il sorriso vacillò leggermente prima che un sospiro stanco lo portasse via del tutto.
_Volevo accertarmi che stessi bene, quando ti ho lasciata eri ancora priva di coscienza_
_Aspetta un attimo,cosa? Sei stato tu a portarmi fin qui?_ strabuzzai gli occhi nuovamente sorpresa.
Sul volto di Christopher si riaccese un sorrisetto ironico _ Credevi forse di aver fatto tutto autonomamente?! Difficile considerato che i tuoi occhi non si sono aperti neanche per una frazione di secondo e non credo che tu sia una sonnambula_
Sbattei un paio di volte le palpebre analizzando quelle parole.
Christopher mi aveva riportata fin li.
Ovviamente sapevo di non aver fatto tutto da sola ma era comunque abbastanza strano scoprire la reale dinamica dei fatti.
_Beh…grazie_ mi mossi nervosamente sul posto finendo per farfugliare quelle parole.
Lo sentii ridacchiare leggermente _Quando vuoi_
_Dovevi dirmi qualcos’altro?_ inarcai un sopracciglio con curiosità.
Lo vidi giocherellare distrattamente con il lembo della maglietta in cotone prima di tornare a sollevare lo sguardo sul mio volto in attesa.
_Ti va di fare quattro passi?_il suo tono fuoriuscì perfettamente tranquillo e neutro com’era solito far.
Come se non mi avesse appena proposto di sgattaiolare, in piena notte ,nei meandri del quartier generale della DS.
_Sono le quattro del mattino Chris_ la mia espressione critica si accentuò mentre gli regalavo un’occhiata di perplessa curiosità.
Per tutta risposta lui alzò le spalle con indifferenza _Lo so_
_E vuoi fare quattro passi…_ ripetei le sue stesse parole cercando a mia volta di trovarvi un senso.
Ancora una volta annuì senza scomporsi _ Esattamente_
Tornai a soppesare la sua espressione con attenzione_Stai scherzando vero?_
_Perchè dovrei?_ inarcò un sopracciglio rimarcando la propria curiosità
Sospirai scuotendo appena la testa _ Roba da pazzi_ borbottai sempre più turbata.
_E’ un no?_
_Non ho detto questo_ mi affrettai ad aggiungere tornando a far scattare il mio sguardo su di lui.
Se ne stava li, davanti a me,fissandomi con estrema tranquillità attendendo semplicemente una risposta.
Quel ragazzo era una fonte continua di novità,questo era certo!
_Se non è un no è un si allora…_ snocciolò quelle frasi con casualità sollevando appena le spalle.
Ero abbastanza sicuro che stesse facendo il possibile per farmi impazzire.
Assottigliai lo sguardo portandomi una mano al fianco _Chissà perché sono convinta che  le passeggiate notturne non sono presenti nel regolamento della DS_
Sul volto del ragazzo si delineò un’espressione di marcata ironia _ Pensavo che non ti interessasse il loro regolamento!_ mi lanciò un’occhiata furba mentre un sorrisetto vittorioso andava ad imperlargli le labbra.
Istintivamente aprii bocca per ribattere cacciando fuori qualche replica appropriata ma tutto ciò che riuscii a produrre fu una specie di vocalizzo insensato.
L’espressione di puro divertimento sul volto del ragazzo si accentuò ulteriormente .
_Andiamo, voglio mostrarti il mio posto speciale_ si allontanò appena dalla soglia dell’Alloggio indicando con un gesto del capo il dedalo di corridoi della DS.
Il mio sguardo corse verso quelle diramazioni soffusamente illuminate.
Attesi qualche secondo prima di capitolare sospirando arrendevolmente.
_E va bene genio del crimine, ma se Vanya Vanderbilt ci costringerà a qualche ora in sua compagnia per farci pentire di questa scampagnata notturna, giuro che ti uccido!_gli regalai un’occhiata carica d’avviso minacciandolo con un dito puntato dritto sul petto.
Ancora una volta le sue labbra si schiusero in una risata caustica _Stà tranquilla,in tal caso dirò che l’idea è stata esclusivamente tua_mostrò un piccolo occhiolino furbo senza smettere di ghignare beffardo.
Inarcai entrambe le sopracciglia con evidente scetticismo _Divertente ,davvero divertente_ lo apostrofai prima di superarlo all’interno del corridoio _Adesso andiamo prima che decida di mettere in atto le mie minacce a partire da subito_ mi voltai appena per lanciargli uno sguardo d’intesa.
Le sue labbra si distesero in un ulteriore sorriso mentre con lunghe falcate mi era di nuovo accanto indicandomi la direzione da seguire.
 
_E questo sarebbe il tuo posto speciale?_ scrutai con aria di marcata critica le pareti interne della Sala Allenamenti .
_Fantastico non è così?_ Christopher ignorò senza troppe cerimonie l’occhiata carica di scetticismo che gli regalai.
Richiuse alle sue spalle i pesanti battenti della Sala prima di voltarsi per ammirarla con aria entusiasta.
Sembrava un bambino all’interno di una fabbrica di giocattoli.
Inclinai appena il capo per scrutarlo con maggiore attenzione _ Lo sarebbe senz’altro se solo non passassimo le nostre intere giornate chiusi in questo posto_ corrugai ulteriormente la fronte ritrovandomi ad osservare la polverosa fune che pendeva dal soffitto.
_Quanto sei polemica_ Christopher sospirò con estrema teatralità tornando ad affiancarmi _ E’ proprio questo il bello non  capisci? Siamo costretti a condividere questo posto con una serie di persone che lo rendono a dir poco affollato e caotico mentre a quest’ora del giorno non c’è nessuno a rovinarlo! E’ tutto per me!_ concluse quell’affermazione abbozzando un sorrisetto soddisfatto mentre i suoi occhi vagavano gioiosi negli angoli più disparati di quel luogo abbracciandolo con un’occhiata .
Rimasi per qualche secondo in silenzio contemplando quell’inaspettata riflessione.
Osservai a mia volta i contorni silenziosi di quel luogo.
Dovevo ammettere che era molto più piacevole passarvi del tempo quando non eri attorniato da una serie di rumori caotici e opprimenti.
Era quasi…rilassante!
Sospirai nuovamente _E va bene,te lo concedo! Questo posto è più piacevole di quanto pensassi una volta smaltite le decine di persone che lo affollano solitamente_
Annuì compiaciuto ampliando quel sorrisetto che non lo aveva abbandonato neanche per un secondo da quando avevamo messo piede in quel posto.
_Già ,è tutta un’altra cosa…_
_Questo però non spiega come tu abbia fatto ad entrare in possesso di quella_ tornai ad occhieggiarlo con aria curiosa indicando con un gesto la carta magnetica che stringeva nella mano destra.
Lo vidi abbassare confusamente lo sguardo fino ad incontrare l’oggetto ritrovandosi a sorridere con fare tronfio _ Ti dirò ,sono un tipo importante io_ tornò a rivolgermi un’occhiata mentre gongolava come un ebete.
Emisi una risatina di scherno con evidente scetticismo _Oh ma fammi il piacere, a chi l’hai rubata piuttosto?_
A quel punto il sorriso scivolò dalle sue labbra mentre mi regalava un’occhiata torva _Chi ti dice che non l’abbia ottenuta con del duro lavoro?_
Inarcai un sopracciglio _Per duro lavoro intendi concedere favori di tipo sessuale a Vanya?_
Quelle parole avrebbero dovuto mettere in soggezione chiunque.
Inutile dire che con Christopher non sortirono quell’effetto,anzi,se possibile lo stimolarono ancor di più.
_Lascia stare_ borbottai corrugando le labbra con fare schifato mentre sulle sue labbra tornava a disegnarsi un ghigno furbo.
Lo vidi scuotere la testa sghignazzando con palese divertimento _ Non sono ancora arrivato a tanto sta tranquilla_
Roteai gli occhi mormorando qualcosa che doveva suonare come ‘’idiota’’ ma tutto ciò che dissi in realtà fu _Allora come?_
Scrollò leggermente le spalle con fare indifferente _ Non dormo molto,così capitava che andassi in giro per i meandri della DS senza una meta precisa! Inutile dire che Sam ben presto l’ha scoperto e ha convinto Kellar e Vanya a consegnarmi la chiave per la Sala Allenamenti almeno avrei potuto sfruttare il tempo che invece ,a detta sua,sprecavo a girovagare per questa latta di metallo_
_Wow, credi che se mi dimostrassi sonnambula mi consegnerebbero le chiavi della porta principale?_ ampliai gli occhi con finta aria speranzosa nonostante il mio tono suonasse di puro scherno.
_ Prima dovrai sviluppare un fascino pari al mio_ si voltò appena per regalarmi un’occhiata provocatrice.
Scossi la testa battendomi il palmo della mano sulla fronte con fare disperato _Perchè mi caccio in certi discorsi_ mormorai tra me e me .
Lo sentii ridere di gusto mentre muoveva qualche passo all’interno dell’ampia sala.
Si mosse con disinvoltura giocherellando con qualche strumento prima di montare sopra la trave.
Lo vidi percorrere lo stretto spazio con facilità ,senza bisogno di stendere le braccia per mantenere una maggiore stabilità.
Ricordava quasi un acrobata, solo più spavaldo e disinvolto allo stesso tempo.
Lo osservai silenziosamente per qualche secondo mentre una domanda premeva per fuoriuscire dalle mie labbra.
Scrutai la sua espressione concentrata per qualche secondo e alla fine non resistetti più.
_Devo farti una domanda_ mossi qualche passo verso la direzione in cui continuava a rimanere sospeso sulla trave.
Il suo volto si accigliò leggermente _Dimmi_ concesse senza però smettere neanche per un secondo di muoversi sul legno sottile.
Tamburellai con due dita sul fianco prima di sospirare socchiudendo appena gli occhi.
Tanto valeva tirar fuori il rospo.
_Per quale motivo hai deciso di condividere questo posto con me?_
Finalmente smise di prestare attenzione all’esercizio arrestandosi del tutto.
Inclinò appena il capo per poter incontrare il mio sguardo curioso puntato sul suo volto.
Per un secondo mi sembrò quasi di vederlo tentennare,come se stesse silenziosamente cercando una risposta adeguata a quella domanda.
_Non lo so_ ammise infine tornando a saltar giù dalla trave con un gesto estremamente semplice.
Corrugai la fronte con ulteriore perplessità _Come sarebbe a dire non lo sai?_ .
Ancora una volta impiegò qualche secondo per trovare qualcosa di congeniale da dire.
Il suo sguardo si soffermò sul mio volto incatenandomi con un’occhiata intensa.
Non vi era più neanche un accenno della spavalda ironia che aveva mostrato fino a pochi secondi prima.
Sospirò pesantemente distogliendo il proprio sguardo dal mio volto per riportarlo sul soffitto. perdendosi in un punto non ben identificato.
_Mi sembrava la cosa più giusta da fare…_ quelle parole suonarono come una confessione taciuta fino a quel momento.
_Cosa…che vorresti dire?_ la mia voce tremò leggermente.
Sapevo dove voleva andare a parare.
Oh si,lo sapevo bene .
Christopher inspirò a fondo socchiudendo appena gli occhi mentre con gesti lenti tornava ad abbassare il capo verso di me.
I suoi occhi si schiusero appena anticipando le sue parole _ So che l’ultima cosa che vorresti sentirti dire in questo momento è che capisco cosa stai provando,ma è la verità! La mia prima missione…beh è stato un disastro ho finito persino per dare di stomaco un numero infinito di volte per quanto ero sconvolto! Non è mai facile per nessuno la prima volta… _
L’estrema chiarezza di quello sguardo mi inchiodò con una semplicità disarmante.
La sincerità di quel tono basso e confidenziale mi toccò come fossi una corda di violino tesa e quelle fossero le sapienti dita di un maestro.
Mi ritrovai spiazzata,senza sapere bene come dover comportarmi.
Io e Christopher scherzavamo si,ci allenavamo e probabilmente passavamo molto tempo insieme ma non avevamo mai veramente avuto un momento in cui condividere dei pensieri tanto profondi.
Così,mentre i suoi occhi cercavano i miei infondendogli un senso d’intimità mai provato prima mi sembrò quasi di poter osare .
Cercare della sincerità in più in quello stesso sguardo.
_Perchè sei qua Chris?_ mi costrinsi a cacciar fuori quella domanda senza distogliere lo sguardo.
Era necessario che mantenessi quel contatto ,solo in questo modo non avrebbe fuggito quella curiosità.
Lo vidi abbandonare quell’aria sicura corrugando appena la fronte.
Era palesemente perplesso da quelle parole.
_Te l’ho detto…volevo mostrarti questo posto e…_
 _No,non intendevo questo_ scossi leggermente la testa .
A quel punto il suo sguardo si fece più duro.
_Intendi come sono finito alla DS?_ la sua mascella si contrasse lievemente mentre i suoi occhi venivano oscurati da un’ombra.
Annuii _Esattamente_
_Le mie vicende non hanno niente di eroico Rachel potrebbero deluderti_ il suo tono fuoriuscì ironico come sempre ma nonostante il sorriso caustico che utilizzò come incentivo non riuscì a mascherare la nota di frustrazione che gli incrinò la voce conferendo tutt’altra interpretazione a quelle parole.
_Cosa intendi per eroico?_ ancora una volta mi ritrovai perplessa finendo per inarcare un sopracciglio con curiosità.
Sulle labbra di Christopher si dipinse un sorrisetto spento.
_I miei genitori non sono stati assassinati da un gruppo di Epigoni,ne tanto meno sono andati incontro a contaminazione! Sono queste le motivazioni che spingono tutti voi a fare ciò che dovete fare ,no ?_ fece una piccola pausa fissandomi con aria indecifrabile .
_Mia madre era una donna bella quanto volubile ,o almeno questo è ciò che mi hanno sempre raccontato perché vedi,mi è difficile ricordarmi qualcosa di lei dal momento che ha fatto le valigie ed è scomparsa qualche mese dopo la mia nascita! Ho passato i primi anni della mia vita con un uomo che sono costretto a definire padre a causa del DNA che ci accomuna,in realtà era più un fantasma che una reale figura genitoriale.Passava le sue giornate a bere durante infinite partite di poker nelle quali finiva sempre per rimettere i pochi spiccioli guadagnati. Di lui ,invece ,mi ricordo piuttosto bene ,rientrava in casa ubriaco fradicio urlandomi contro qualche epiteto colorito e poi si stravaccava nella poltrona continuando a borbottare parole senza senso mentre io me ne stavo a fissarlo pregando che non si accorgesse della mia presenza_
Una fitta mi pervase mentre il cuore si contraeva in una morsa feroce.
Nelle mente si andò insinuando un’immagine raccapricciante : un piccolo Christopher rannicchiato dietro un polveroso mobilio intento ad osservare la figura poco raccomandabile del padre con sguardo carico di terrore.
Christopher scosse appena la testa contraendo ulteriormente la mascella _Avevo nove anni quando rientrò in casa più furioso che mai, gli strozzini gli erano addosso,il lavoro non gli permetteva di guadagnare quanto bastasse per ripagare i debiti e le partite a poker ne creavano sempre di nuovi, un vero e proprio circolo vizioso…Così tutto ad un tratto mantenere un figlio sembrava il maggiore dei problemi,potevi anche convivere con lo strozzino alle porte ma non con un ragazzino che ha bisogno di cure_ la pungente ironia di quelle parole caricò l’atmosfera di una nuova tensione.
Gli occhi di Christopher continuavano a brillare sprezzanti mentre fissavano un punto indefinito nel vuoto.
_Cosa…cosa è successo quindi?_ trovai appena il coraggio di mormorare quella domanda nonostante i brividi che mi stavano già accapponando la pelle.
Chris scosse appena il capo come per destarsi da un sogno ad occhi aperti,anche se molto più probabilmente quello era più un incubo.
_Il giorno dopo mi sono ritrovato davanti i cancelli di un Istituto nel Distretto 4, praticamente da tutt’altra parte rispetto a dove ero cresciuto! Ho passato la mia vita li dentro come un orfano qualunque fino a quando,cinque anni dopo,non ne sono scappato_ sollevò le spalle con finta neutralità.
Voleva far credere che quella storia non lo toccasse per niente.Si nascondeva dietro quella continua maschera da sbruffone che sembrava caratterizzarlo tanto bene.
Ma in quel momento era troppo evidente per rimanere celato; quell’atteggiamento da duro era una mera corazza che si era eretto addosso per tener fuori i dolori inferti dal mondo.
Lo vidi sospirare appena cacciandosi le mani in tasca con aria tranquilla _Ho girovagato qua e la per qualche tempo senza una meta precisa finch’è non sono iniziati a comparire in giro tutti quei manifesti sul reclutamento di giovani leve alla Divisione Speciale . Sono stato io a scegliere questo posto Rachel! Nessuno mi ha costretto o minacciato,sono arrivato fin qui con le mie stesse gambe e l’intenzione precisa di prendervi parte_ mosse appena un passo tornando a portarsi nuovamente a pochi centimetri da me ancora totalmente in balia delle sue parole.
I suoi occhi cercarono i miei imprigionandoli per qualche secondo.
_Adesso capisci?!_ quella domanda era carica di muta consapevolezza _Non ho nessun movente per fare ciò che faccio se non la consapevolezza che questo è il primo posto in cui mi sono sentito realmente vivo,accettato...Per la prima volta qui dentro ho iniziato a contare qualcosa ! Sicuramente le mie ragioni non sono neanche lontanamente giustificabili come quelle di Sebastian, Charlotte o David i loro genitori sono stati fatti fuori dagli Epigoni adesso loro cercando vendetta,è plausibile.Io invece faccio tutto questo semplicemente perché mi è chiesto di farlo da coloro che mi hanno dato una casa_
Rimasi a fissarlo in silenzio mentre le sue parole continuavano a vorticarmi nella mente.
La sua infanzia,no,la sua intera vita era stata un inferno fino a quando la DS non era arrivata a salvarlo.
Chi ero io per giudicarlo?
Probabilmente avrei fatto la stessa cosa se solo la mia ruota fosse girata come la sua.
Io ero costretta ad odiare la DS almeno tanto quanto odiavo la mia stessa razza,entrambe avevano contribuito alla morte di mia madre.
Ma per Christopher non era andata così, qualunque persona a cui si fosse aggrappato aveva finito per abbandonarlo senza un motivo, l’unica cosa su cui aveva potuto contare era quel posto.
_La lealtà è un piccolo prezzo da pagare in confronto a ciò che ho ottenuto,non credi?_ inarcò appena le sopracciglia nonostante il suo volto non nascondesse quanto poco confidava nella mia comprensione.
Sospirai leggermente prima di annuire appena _ Credo che in questo caso sia così_
Lo vidi strabuzzare leggermente gli occhi con incredulità.
Non riuscii a trattenere un sorrisetto appena percettibile _ Ti sorprende tanto che ti possa capire?_
Soppesò per qualche istante le mie parole prima di arcuare le labbra a sua volta in un sorriso _Non lo credevo possibile,devo ammetterlo_
_Beh sono una donna dalle mille sorprese_ scrollai le spalle con finta aria indifferente facendolo ridere di gusto.
Scossi la testa ridendo a mia volta sollevata dal modo in cui la tensione sembrava essersi allentata e il peso di quella conversazione andava scivolando via rimanendo solo un fulgido ricordo.
All’improvviso però si affacciò alla mia mente un nuovo dubbio.
Mi morsicchiai il labro prima di tornare a rivolgergli l’ennesimo quesito del giorno _ Non riesco a capire ancora una cosa … Se non disapprovi i metodi della DS per quale ragione eri tanto contrario a lasciarmi prendere parte ad una Missione?_
Sul suo volto tornò a manifestarsi un’espressione spiazzata .
Tornò a sospirare con serietà prima di riabbassare il proprio sguardo attento su di me.
_Solo perché una cosa va bene per me non significa che debba essere lo stesso per te! Avrei preferito risparmiarti alcune cose per il momento_ quelle parole fuoriuscirono come una leggera confessione.
Un piccolo sorrisetto sincero andò ad increspargli le labbra mentre sul mio volto si animava un’espressione di pura sorpresa.
_Oh…_ fu tutto ciò che riuscii a boccheggiare in un primo momento _Beh ad ogni modo credo che tu non debba più preoccuparti di tutto ciò…Questo posto cambia la gente_ quella conclusione mi si palesò davanti con tutta la sua estrema veridicità .
Il volto di Christopher si accigliò appena prima che si sciogliesse in un sospiro.
Con un gesto portò due dita a chiudersi lievemente intorno al mio mento imprimendovi una leggera pressione per far sollevare il volto.
Non riuscii ad evitare di sussultare lievemente,colta alla sprovvista mentre i miei occhi d’ambra si allacciavano a quelli magnetici color del cielo durante una tempesta che in quel momento regalassero un’occhiata flemmatica.
_Ti cambia solo se sei disposta a cambiare! Ricordalo sempre_
Per una frazione di secondo rimanemmo semplicemente così.
La sua mano ancora a sollevare il mio mento.
I miei occhi magneticamente legati ai suoi.
E i nostri respiri a saturare la stanza.
Tutto ad un tratto qualcosa nel mio cervello scattò come una molla facendomi prendere coscienza di tutto ciò.
Improvvisamente sentii le guance andarmi a fuoco mentre quella situazione diveniva improvvisamente scomoda.
_Credo…beh,insomma è tardi,è meglio se  torniamo ai nostri Alloggi_ riuscii a cacciar fuori quelle parole incespicando appena.
Mossi qualche passo indietro scostandomi dal suo tocco gentile che ad un tratto sembrava quasi avermi scottato.
Alzai appena lo sguardo giusto in tempo per cogliere un misto di sorpresa e imbarazzo in quei tratti perfettamente armoniosi.
_Si,hai ragione…è meglio che andiamo_ si schiarì leggermente la voce tornando a mostrarsi perfettamente composto prima di muovere qualche passo verso la porta dandomi le spalle.
Sospirai ancora leggermente a disagio socchiudendo appena gli occhi.
_Allora? Hai intenzione di seguirmi oppure rimani direttamente qui pronta per l’allenamento del giorno?_ Christopher si soffermò accanto alla porta lanciandomi un’occhiata ironica.
Sollevai appena gli occhi verso il soffitto prima di tornare a rivolgere la mia attenzione verso la sua figura ancora in attesa, _Si…arrivo_




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Capitolo 15
*** Capitolo 14- Gioco di Squadra ***


Rieccomi qui signori e signore ;)
Ho ritardato un pò ma perora purtroppo mi sa che sarà sempre così :/ gli impegni mi stanno uccidendo lentamente!
Però ,come dico sempre,l'importante è riuscire a postare ugualmente vi chiedo solo un pò di pazienza!!!
Ok in questo capitolo vedremo Rachel alle prese con Charlotte e il suo caratteraccio ,non aggiungo altro vedete voi stessi !!
Ringrazio tutti quelli che mi seguono,scusate la fretta >.<
A presto;
Ria_27


Capitolo 14-Gioco di Squadra  

I giorni trascorsero nella tipica routine della DS, in cui l’unico tempo a tua disposizione era quello che riuscivi a ritagliare nel tuo alloggio.
Persino la Mensa sembrava esser diventata un campo di combattimento intensivo. Da quando la voce della Missione si era sparsa tutti sembravano esser diventati improvvisamente interessati alle mie vicende.
Gente di cui neanche conoscevo il nome si fermava per salutarmi, chi a voce chi con gesti ,mentre i più spavaldi arrivavano persino a sedersi al mio stesso tavolo pur di cacciar fuori le domande che sembravano assillarli sulla mia Missione.
Tutto in quel posto sembrava ruotare intorno a quello.
Le Missioni.
Ma le uniche Reclute a cui era concesso prendervi parte era il Gruppo Alpha,così a tutti gli altri non restava che sognare ad occhi aperti.
Oppure torturare me con le loro inutili curiosità,il che era anche peggio.
Così quel giorno avevo cercato di non suscitare troppe attenzioni limitandomi a prender posto in uno dei tavoli più remoti della sala.
Percepii un paio di sguardi seguirmi in silenzio,ma decisi comunque di ignorarli preferendo lo spettacolo che mi stava regalando la brodaglia giallastra del mio piatto.
Una smorfia schifata mi increspò le labbra.
E quella doveva essere una colazione?
Con un sospiro arrendevole feci ciò che ormai ero solita fare da oltre un mese,scostai il piatto ponendolo ad una distanza di relativa sicurezza.
A quanto pareva mi sarebbe toccato affrontare la giornata  a stomaco vuoto,ancora una volta!
_E’ libero il posto?_
Socchiusi gli occhi inspirando a fondo prima di voltarmi per cacciar fuori qualche parola poco gentile contro il nuovo persecutore.
Ma prima che potessi anche solo aprir bocca i miei occhi riconobbero la figura alle mie spalle.
_Oh sei solo tu_ mi sciolsi in un sospiro sollevato .
Il sorriso sul volto di Sebastian vacillò appena sospinto da un’espressione vagamente confusa _Chi altro dovrebbe essere?_
_Credevo che fossi uno di quegli stupidi rompi scatole disposto a vendersi un rene pur di tirarmi fuori qualche episodio della Missione…Dio,sono così patetici_ scossi la testa con fare esasperato prima di arcuare la bocca con fastidio.
Sebastian fu scosso da una risatina sommessa _ Per la mia prima Missione mi hanno seguito come fedeli cagnolini per circa venti giorni_
Inarcai entrambe le sopracciglia _Bene me ne mancano giusto una decina, credo che per allora avrò già tentato il suicidio con quella_ indicai con un gesto conciso il piatto ancora stracolmo della brodaglia viscosa.
Sebastian tornò a ridere prima di lasciarsi cadere in una delle sedie ancora libere.
_Porta pazienza,prima o poi si dimenticheranno tutta questa storia ,funziona sempre così_ mi rivolse un sorriso incoraggiante .
_Lo spero proprio_ ammisi semplicemente abbandonandomi totalmente sulla sedia .
_Così, intuisco che non hai alcuna intenzione di fare colazione?_ mi lanciò l’ennesima occhiata divertita mentre con abile maestria cambiava discorso smorzando i toni.
Una piccola risatina di scherno fuoriuscì dalla mie labbra mentre tornavo ad osservare quella che mi era stata presentata come una zuppa .
_Non credo che si possa neanche chiamare ‘’colazione’’,rigurgito di cane sarebbe più appropriato_ storsi il naso con disgusto .
Forse era meglio smettere di fissare quella roba prima che la nausea avesse avuto la meglio.
_A quanto pare la cuoca riesce ad elaborare solo una pietanza ogni mese! Quella del mese scorso era il tacchino_ il volto di Sebastian si contrasse mentre nella sua mente sembravano riemergere i ricordi appena espressi.
_Tacchino?_ ripetei incredulamente _A colazione?_ aggiunsi senza riuscire a non mostrarmi scettica.
Gli occhi di Sebastian smisero di osservare un punto indistinto della parete per tornare su di me mostrando un’espressione furba.
_Oh no,non solo a colazione, anche a pranzo e a cena,non faceva distinzioni_
Quella cuoca era un mostro.
_Lasciamo perdere prima che mi tocchi correre al bagno _ tornai a sollevarmi sulla sedia cercando di scacciare le inquietanti immagini del cibo proposto da quell’orrendo donnone che se ne stava in cucina.
Sebastian ridacchiò leggermente _Si credo che sarebbe meglio_
Il suono dell’allarme iniziò a riecheggiare fra le pareti della mensa accompagnato dal lampeggiare rossastro della lanterna posta sotto l’imponente orologio parietale.
Odiavo infinitamente quel suono.
Sebastian si voltò seguendo a sua volta il mio sguardo mentre quel fastidioso rumore continuava a propagarsi incessantemente.
_Mi sa che ci tocca andare_ il ragazzo abbozzò un piccolo sorriso mentre tornava ad abbassare lo sguardo su di me.
Sospirai per l’ennesima volta in quella giornata _Già,la nostra ora di libertà si è appena conclusa ci toccano i lavori forzati_
Mi sollevai dalla sedia senza troppo entusiasmo preparandomi all’ennesima giornata di routine.
Sebastian mi affiancò con quel sorriso solidale ancora impresso sul volto.
Mi mostrò un piccolo occhiolino prima di tornare ad aprir bocca _Verso gli Allenamenti e oltre_
 
La Sala Allenamenti era già gremita di Reclute quando io e Sebastian varcammo la soglia.
Passammo in mezzo alle varie figure diretti verso il piccolo trio posto all’estremo opposto della stanza.
_Oh bene iniziavo giusto a sentire la sua mancanza_ Charlotte flettè appena  il busto smettendo di prestare attenzione allo stretching per sollevare lo sguardo su di me.
Una smorfia di puro fastidio le contrasse i tratti del volto simile a raffinata porcellana.
Ricambiai la sua occhiata senza troppi problemi finendo semplicemente per ignorarla.
Quelle battutine pungenti erano ormai all’ordine del giorno.
Se avessi dovuto prestare ascolto a tutte le cavolate che le fuoriuscivano dalla bocca non avremmo avuto un minuto di tregua.
_Ritira gli artigli Char ,vorrei allenarmi senza dovermi preoccupare di un’eventuale zuffa fra gatte_ Christopher roteò appena gli occhi prima di tornare a stirare un braccio dietro la schiena.
_Come se l’idea non ti allettasse almeno un po’_David gli lanciò un sorriso sornione .
Le labbra di Christopher si inclinarono in un piccolo ghigno _Forse non sarebbe così male_ convenne senza smettere di mostrarsi divertito davanti a quella possibilità.
Rieccoci.
I commenti maligni stavano a Charlotte come le affermazioni maschiliste stavano a quei due.
_Idioti_ Charlotte riservò loro un’occhiata truce prima di voltargli definitivamente le spalle.
_Bene,vedo che siete già tutti qui_ il ritmico ticchettio dei tacchi anticipò la figura di Samantha.
La donna avanzò verso di noi senza un attimo di esitazione.
Mi voltai appena per scrutarla corrugando leggermente la fronte.
Era abbastanza insolito trovare Samantha a quell’ora del giorno in quella stessa Sala.
_Cosa ci fai tu qui?_ a quanto sembrava non ero l’unica a pensarla così e il tono vagamente confuso con cui Sebastian formulò quella domanda me lo lasciò intendere.
_Mi hanno appena recapitato questa_ con un gesto semplice Samantha sollevò un foglio esponendolo totalmente ai nostri sguardi.
La mia espressione si fece ancora più perplessa mentre cercavo di decifrare il contenuto informativo di quel documento.
Ma a quanto pareva gli altri furono più veloci di me.
Uno sbuffo scocciato fuoriuscì dalle labbra appena dischiuse di Charlotte _ Un’altra volta? Ma lo abbiamo già fatto lo scorso mese ,a cosa serve ripeterlo?_
_E’ un totale spreco di tempo, sottrae solo spazio agli allenamenti_ Christopher incrociò le braccia al petto con aria palesemente scocciata.
Ancora leggermente frastornata voltai il capo per ritrovare le stesse espressione del tutto prive d’entusiasmo anche sul volto di Sebastian e David che si limitavano ad annuire silenziosamente.
Tutti sembravano aver capito cose stesse ad indicare il foglio che Samantha aveva appena richiuso all’interno della cartelletta in pelle che era solita portarsi dietro.
_Lo so ragazzi ma sono ordini superiori,non ho voce in capitolo in tal proposito!Mi dispiace_ la donna abbozzò un sorriso rammaricato scrollando lievemente le spalle.
A quel punto non riuscii più a desistere.
_Scusate l’intromissione ma potreste aggiornare anche me?_ feci saettare il mio sguardo sulle quattro figure davanti a me.
I loro volti tornarono a scattare verso di me,sembravano essersi resi conto solo in quel momento che la questione non era poi così chiara per tutti i presenti.
Allargai appena le braccia con maggior enfasi _Allora?_ ripetei cercando di esortarli a tirar fuori qualche spiegazione.
_Oh si, scusami Rachel avevo dimenticato che tu non potessi avere idea di ciò di cui stavamo parlando_ Samantha mi riservò un sorriso colpevole prima di tornare a parlare _ Sporadicamente viene richiesto un allenamento extra per le Reclute speciali, è una sorta di test intensivo che permette a noi di verificare il vostro andamento e permette a voi di tenervi in forma per eventuali missioni! A quanto pare oggi è uno di quei giorni_ recuperò il foglio che aveva precedentemente conservato tornando a mostrarmelo.
_Di che genere di test stiamo parlando?_ aggrottai ulteriormente la fronte.
L’ultimo ‘’test’’ a cui ero stata sottoposta in quelle mura si era rivelato essere una sorta di infernale macchina controlla sogni.
Il ricordo nauseante di quella esperienza era ancora troppo vivido nella mente per non riemergere in quel momento.
Samantha sembrò cogliere la mia preoccupazione poiché si affrettò a scuotere velocemente la testa _Nulla di simile al Labirinto,te lo assicuro_
Magra consolazione .
_ In parole semplici ci dividiamo in due squadre e l’obbiettivo di ognuna è quello di far fuori i componenti di quella rivale! La prima squadra che lo fa vince,semplice no?_ Sebastian abbozzò un sorriso incoraggiante.
Ma nonostante la genuina espressione dipinta sul suo volto quelle parole incrementarono le mie perplessità.
_Far fuori?_ ripetei inarcando criticamente un sopracciglio.
_Così non ne usciamo più_ Christopher sospirò appena massaggiandosi stancamente le palpebre socchiuse prima di tornare a prestarmi attenzione _ Non ci mettiamo veramente ad ucciderci tra di noi ,non siamo così sadici ! Semplicemente ci vengono consegnate delle pistole elettroniche e dei ricevitori magnetici . Con la tua pistola,diciamo giocattolo,devi puntare a questi ,se centri il bersaglio i ricevitori riceveranno l’impulso e si smagnetizzeranno! In tal modo avrai eliminato il membro avversario senza sangue o arti volanti_
Christopher concluse la frase scrollando le spalle con leggerezza.
Sbattei un paio di volte le palpebre.
_E’ come uno spara tutto_ obbiettai rammentando i giochi elettronici che Jo teneva nel suo bar.
Christopher tornò a sollevare le spalle _ Chiamalo così se preferisci,l’importante è che tu abbia capito come funziona_
_Beh ad ogni modo poco importa_ Charlotte sbattè rumorosamente il proprio piede richiamando l’attenzione su di se .
I suoi occhi brillarono con stizza _Nessuno si è reso conto di una questione piuttosto evidente!_
_E sarebbe?_ David le riservò un’occhiata sinceramente curiosa.
La ragazza inarcò le sopracciglia mostrando un’espressione critica _ Con miss mondo qui presente siamo in numero dispari, non possiamo dividere le squadre in questa maniera! E’ ridicolo_ sentenziò tornando ad incrociare le braccia con fare corrucciato.
_Non vedo dove sia il problema_ Christopher inclinò appena il capo regalando alla mora un’occhiata di tranquilla indifferenza.
Questa sembrò fomentare ulteriormente il malumore di Charlotte _ Il problema ,mio caro, nasce dal fatto che non possiamo formare le squadre_ digrignò con forza i denti palesemente infastidita dall’intervento del ragazzo.
Christopher continuò a sostenere il suo sguardo senza troppi sforzi _Continuo a non vedere il problema_ ammise semplicemente.
A quel punto fu chiaro persino a me che ce la stava mettendo tutta per provocarla.
_Chris_ lo ammonì Samantha sospirando appena.
Evidentemente aveva dovuto notare come Charlotte fosse sul punto di balzare per staccare la testa biondiccia del ragazzo.
_Quale sarebbe la tua soluzione ,genio?_ la mora sibilò stringendo i pugni con fastidio.
Christopher sembrò riflettere un attimo sulla questione tamburellando con le dita sul proprio braccio.
Poi ad un tratto tornò a sollevare il volto per incontrare l’espressione di sfida di Charlotte.
_Maschi contro femmine! E’ un’idea geniale ,lo ammetto_
_COSA?_ per la prima volta in un mese di convivenza forzata io e Charlotte sembrammo avere lo stesso pensiero poiché quella parola fuoriuscì dalle nostre labbra nello stesso momento.
Gli occhi di Christopher balzarono divertiti fra i nostri volti puntati su di lui.
_Wow, fate già lavoro di squadra_ si prese gioco di noi sorridendo con furbizia.
Charlotte emise qualcosa di molto simile ad un ringhio _Non se ne parla nemmeno_ berciò puntando le mani nei fianchi con forza prima di dirigere lo sguardo verso Samantha _Diglielo anche tu!_
La donna tentennò appena ,prima di sciogliersi in una scrollata di spalle _In realtà la trovo una buona idea_
Ecco un altro macigno cadere sulla mia testa.
_Dici sul serio?_ replicai scetticamente.
Non riuscivo a capire come anche solo la possibilità di me e Charlotte come compagne di squadra potesse risultare perfino decente.
_Si ammazzeranno _ concluse David senza troppi giri di parole.
_E’ vero Sam , se permetti mi offro io come compagno di squadra per Rachel_ Sebastian avanzò leggermente portandosi al lato della nostra Capo Sezione .
_Non sapevo che fossi diventato una donna_Christopher emise una risatina carica di scherno .
Sebastian fece per aprire bocca per rispondere a quella provocazione quando Samantha alzò il tono della voce per farsi sentire.
_Ok basta,l’ultima parola spetta a me e io credo che l’idea migliore sia quella di far cooperare Rachel e Charlotte_ il suo sguardo si soffermò su di noi proprio mentre Charlotte tornava ad emettere un suono di allibita protesta.
_Non puoi farmi questo_ si lamentò come una bambina di soli cinque anni supplicando Samantha con un’occhiata.
_Come se io non sognassi altro _ mi voltai per scoccarle un’occhiata critica a cui la ragazza rispose con sguardo truce.
_Piantatela_ Samantha sospirò roteando gli occhi con palese stanchezza _Non è un mistero che voi due vi sopportiate a malapena, quindi quale occasione migliore per farvi imparare a contare l’una sull’altra?!_
Una smorfia mi increspò le labbra davanti a quell’aspettativa.
Ero piuttosto sicura che se avessi realmente potuto contare solo su Charlotte ,in una vera e propria missione, mi sarei ritrovata uccisa dal fuoco amico.
_Discorso chiuso_ concluse Samantha disegnando una piccola parentesi con entrambe le dita.
Il mio sguardo corse istintivamente sul volto ancora contrariato di Charlotte.
_Bene_ borbottò semplicemente puntando entrambi i piedi a terra.
Samantha annuì appena spolverandosi la giacca del completo _ Ora andate a prepararvi siamo già in ritardo_
Inspirai silenziosamente.
Mi  maledissi per aver denigrato la monotona routine della DS che ,tutto d’un tratto,non sembrava poi così male.
 
_Così questo sarebbe il Circuito?_ osservai la vasta zona aperta che si stagliava intorno a me in una rete di fitta vegetazione.
Samantha mi aveva già informato sulla vastità di quell’area mentre mi aiutava a prepararmi ,ma non ero comunque riuscita ad immaginare nulla del genere.
Un’ampia distesa erbosa sconfinava oltre il campo visivo, intervallata da una molteplice serie di imponenti alberi e arbusti dal fogliame pieno.
Era un paesaggio incredibile .
Ancora più sorprendente era ,però,rendersi conto che in realtà quell’intero luogo si trovava all’interno del perimetro della DS.
La spessa rete che lo recintava non era visibile a quella distanza ma bastava pur sempre ricordarsi della sua presenza per smettere di godere della definizione ‘’area aperta’’.
Charlotte continuò a guardare dritto davanti a se _Si_ assentì monocorde senza reale interesse continuando ad incedere con passo spedito.
_Ed è sempre qui che fate questa sorta di allenamenti speciali,giusto?_ tornai a rivolgere un’occhiata curiosa.
Ma ancora una volta le mie parole non sembrarono riuscir a far breccia in quella sorta di gelida corazza che la ragazza continuava a frappormi contro.
_Si_ ripetè nuovamente con lo stesso tono meccanico di poco prima.
Dubitavo persino che stesse realmente ascoltando le mie parole.
Roteai gli occhi sospirando appena _Hai intenzione di continuare a mantenere questo atteggiamento per tutta la giornata?_
Charlotte piantò i piedi a terra per scoccarmi finalmente un’occhiata _Oh no,solo fino a quando questa stupida prova non sarà finita,dopo di che potrò tornare ad ignorarti come sempre_
Inarcai un sopracciglio _Quando mai ti sei limitata ad ignorarmi?Non fai altro che lanciarmi frecciatine senza sosta ,se questo è il concetto che hai di ignorare ti consiglio vivamente di rivederlo_ inclinai appena il capo regalandole un sorrisino piccato.
Mi ero stufata di mostrare accondiscendenza quando lei non sembrava voler fare neanche un misero passo in merito.
Il suo volto si rabbuiò ulteriormente _ Bene,sarà meglio che inizi la nuova fase del silenzio a partire da subito,tanto per non perdere ulteriore tempo_ con quelle parole tornò a darmi le spalle con evidente risentimento prima di tornare a camminare verso la fitta vegetazione.
Per la centesima volta nell’arco di pochi minuti sospirai stancamente iniziando a seguirla .
_Ascolta,questa storia della squadra non va a genio neanche a me ,anzi tutto il contrario, ma fino a prova contraria l’unico modo che abbiamo per uscirne e tornare a ringhiarci a distanza è quello di portare a termine questa stupida pseudo-missione e per fare ciò bisogna che collaboriamo_ puntai il mio sguardo sul suo volto ancora rigidamente contratto.
Emise una piccola risatina scettica _Per concludere la missione non ho bisogno di fare squadra con te, troverò quegli idioti per conto mio ,smagnetizzerò il loro recettore e attenderò che qualcuno della DS localizzi la mia posizione per condurmi al punto in cui Samantha mi aspetta con i miei punteggi! Per quanto mi riguarda tu puoi fare ciò che vuoi_ si volse appena per lanciarmi l’ennesima occhiata aspra .
_Pensi realmente di poter farcela ?_ le regalai un sorriso sarcastico _ Certo,se sei certa di riuscire a far fronte a quei tre tutta da sola accomodati pure! Ma lasciami solo ricordarti che sono già in vantaggio numerico senza contare sul fatto che in questo preciso istante,a differenza nostra, si trovano da qualche parte non troppo lontano,ad elaborare una strategia avversiva_
L’espressione carica di sicurezza sul volto di Charlotte vacillò visibilmente.
A quanto pare ero finalmente riuscita a trovare una motivazione in grado di oltrepassare la spessa barriera del suo caratteraccio.
_Quei tre non sono poi così forti_ azzardò quell’ennesima replica ma il suo tono lascio trapelare la propria titubanza.
Scrollai le spalle _Sono in forma tanto quanto te e in sovrannumero…Io non li sottovaluterei _
Si mordicchiò nervosamente un labbro tentennando con lo sguardo verso il suolo.
_Ci tieni a vincere?_ insistetti intuendo che quella era la mia unica occasione.
_Ovvio che ci tengo,che domande_ i suoi occhi tornarono a scattare verso di me con stizza.
_Beh allora ci toccherà iniziare a fare gioco di squadra_ sentenziai portando le braccia sotto il petto con fare conciso.
Rimanemmo per qualche istante semplicemente in quella posizione,sfidandoci con lo sguardo.
Quando alla fine un sospiro arrendevole trapelò dalle labbra di Charlotte sancendo la mia vittoria.
_D’accordo_ si arrese socchiudendo appena gli occhi.
Sembrava quasi avesse appena ingurgitato un rospo e la cosa non poteva che divertirmi oltremodo.
_Ma ti avverto_ la sua testa tornò a scattare minacciosa verso di me _ sono io a prendere le decisioni, se ti dico una cosa tu ti limiti ad eseguirla senza lamentele_
Inarcai nuovamente un sopracciglio criticamente _Piccoli passi Charlotte_
La ragazza continuò a sostenere il mio sguardo prima di abbassare il dito che mi aveva puntato contro tornando a camminare.
La seguii con lo sguardo per qualche istante prima di sospirare a mia volta.
Piccoli passi




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Capitolo 16
*** Capitolo 15- Minaccia ***


Buona Domenica a tutti :)
Questa volta riesco ad essere più veloce e a lasciarvi un nuovo capitoletto.
In questo capitolo Charlotte e Rachel sono ancora a zonzo per il Circuito ma qualcosa va storto.
Che cosa??
Scopritelo voi stessi ;)
Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate!!!
Ria_27


Capitolo 15- Minaccia

_Siamo già passate da questo punto_ sospirai stancamente soffermandomi accanto ad una corteccia particolarmente rugosa.
_Hai per caso messo un segno su ogni albero per riconoscerli?_ la replica di Charlotte fu piena di piccato sarcasmo,i suoi occhi si volsero per soppesarmi criticamente.
Continuava a non andarle a genio la mia compagnia,questo era più che evidente,ma almeno aveva smesso di lamentarsi dopo i primi dieci minuti.
Ignorai le sue parole indicando con un gesto della mano lo sprazzo circostante _Riconosco la disposizione degli alberi ,in questo punto è più rada_
_Davvero?!_ Charlotte tornò ad osservarmi con evidente scetticismo.
Inspirai a fondo cercando di non sbraitarle contro qualcosa di poco gradevole _E’ più di un’ora che giriamo a vuoto forse dovresti iniziare a darmi ascolto_
_Dare ascolto a te?_ i suoi occhi si ampliarono con stupore _E quando sarebbe stato il momento in cui saresti diventata una specialista di orientamento?_ incrociò le braccia sul petto arcuando le sopracciglia con marcata ironia.
Sostenni il suo sguardo assottigliando appena il mio _ Da quando sembra essere la ventesima volta che procediamo nella stessa direzione_
Ce l’avevo messa tutta per cercar di far funzionare le cose ma sembrava essere arrivato il momento di metter da parte l’accondiscendenza.
Di quel passo avremmo finito per passare la notte all’aria aperta nella vana speranza che fossero i ragazzi a trovarci ,smagnetizzarci e porre fine a quell’assurda sfida.
_Nessuno ha chiesto il tuo parere, quindi sta zitta e limitati a seguirmi_ fece schioccare la lingua come fosse una frusta mandandomi appena un bagliore duro con lo sguardo prima di voltarsi per rafforzare il suo punto.
_Siamo una squadra Charlotte,e se non te ne fossi accorta fin’ora abbiamo seguito esclusivamente le tue indicazioni senza arrivare a nulla! Non credo neanche che i ragazzi siano in questa zona_ allargai le braccia con palese frustrazione.
_Invece ti dico che sono vicini_ tornò a puntare la braccia sui fianchi scattando nuovamente verso di me con aria stizzita.
_Credi che si siano mimetizzati con la vegetazione circostante?_ un sorrisetto fece capolino sulle mie labbra mentre mi prendevo gioco di lei.
Il volto della ragazza si rabbuiò ulteriormente davanti a quella provocazione _Sapevo che non avrei dovuto darti ascolto,avrei dovuto procedere da sola fin dall’inizio così avrei evitato di dover sopportare le tue inutili lamentele_
_Perchè invece non ammetti semplicemente che ,forse, se iniziassi a darmi retta potremmo riusciremmo a concludere qualcosa?!_ mossi qualche passo nella direzione in cui lei continuava a scrutarmi con aria infastidita.
Nel suo sguardo passò un bagliore scuro _Vuoi procedere da sola? Fai pure, mettiti a girovagare a vuoto mentre io trovo quei tre gradassi smagnetizzo il loro recettore e dopo di che me ne torno alla Base!Ma sta tranquilla dirò a Samantha di lanciarti qualche osso e un sacco a pelo per la notte_ senza aggiungere altro tornò a voltarmi le spalle incedendo con passo sicuro nella direzione opposta.
Roteai gli occhi inspirando a fondo.
Mi ero sempre considerata una persona a corto di pazienza,in quel momento fui costretta a ricredermi.
_Charlotte _ tornai a chiamarla esasperatamente.
_Cosa vuoi!_ sbottò scocciata
_Che tu la smetta di comportarti come se avessi un bastone ficcato su per il culo e ti soffermassi a darmi ascolto_
Il suo bel volto si contrasse ulteriormente mentre il mio sguardo si posava con sfida.
Contrasse i pugni con vigore _Senti un po’ piccola…_ non ebbe il tempo di portare a termine quell’ennesima replica.
Uno scricchiolio non udibile ad un orecchio poco  allenato ,si insinuò nella radura.
Entrambe smettemmo di fulminarci con gli occhi spalancandoli al contempo con sorpresa.
La mia testa scattò a fendere l’aria alla ricerca di nuovi rumori.
Ma come era prevedibile non un solo rumore tornò a emergere.
Chiunque fosse stato a produrre il primo non avrebbe ripetuto lo stesso errore.
Ma ad ogni modo non importava,quello era bastato.
Prontamente Charlotte tornò a puntare il suo sguardo su di me facendomi cenno di raggiungerla all’estremità opposta.
Non obbiettai minimamente e con uno scatto le fui accanto.
Se c’era un momento in cui bisognava accantonare le divergenze e far fronte comune era proprio quello.
I ragazzi avrebbero contato sul fatto che fossimo divise,ci speravano forse,perciò avremmo dovuto utilizzare la situazione a nostro vantaggio.
_Si stanno avvicinando_ il sussurro di Charlotte fu preceduto da un secondo suono fra le sterpaglie.
I miei occhi continuavano a saettare in quella direzioni in cerca di movimenti da individuare.
Mi aspettavo che da un momento all’altro Christopher o forse Sebastian e David ne sarebbero sbucati fuori pronti a smagnetizzare il ricevitore che portavo in bella vista sul petto.
Strinsi maggiormente nella mano la pistola elettronica che ,all’improvviso, sembrava aver preso la consistenza di un’arma vera e propria.
L’unica che mi avrebbe garantito la vittoria.
Bastava che fossi più veloce di loro,ne avevo la capacità,bisognava sfruttarla nel modo migliore.
_Tieniti pronta_ il corpo di Charlotte si irrigidì sollevando a sua volta la sua arma.
Entrambe le canne delle pistole elettroniche vennero puntate nella direzione in cui adesso era perfettamente udibile uno scalpiccio.
Strano,credevo che fossero più accorti di così.
Ebbi appena il tempo di soffermarmi su quel pensiero che una figura si fece strada nell’ombra degli alberi.
Istintivamente il mio dito corse ad accarezzare il grilletto attendendo il momento esatto per scattare.
Ma la persona che emerse poco dopo nel cono di luce ci colse del tutto impreparate.
_Ma cosa_ Charlotte abbasso la propria pistola scrutando con aria stordita la figura in completo scuro dell’agente davanti a noi.
_Cosa ci fai lui qui?_ domandai evidentemente confusa.
Samantha non aveva minimamente menzionato la presenza di altri all’infuori di noi cinque nel Circuito .
Gli agenti sarebbero intervenuti solo una volta che una delle due squadre avesse vinto ma questo non era ancora avvenuto.
Charlotte si schiarì la gola _Ci dev’essere un errore, i nostri recettori sono ancora attivi e ,a meno che i ragazzi non si siano smagnetizzati fra di loro, anche i loro sono in funzione! Non abbiamo concluso,ancora!_
L’uomo all’altro capo della radura continuò a fissarci in silenzio.
Se ne stava perfettamente composto ,dritto sulle spalle,mentre i suoi occhi passavano lentamente fra le nostre figure.
Percepii una scarica di tensione pervadermi mentre l’uomo continuava a scrutarci con lenta accuratezza.
_Qualcosa non va_ deglutii leggermente accostandomi maggiormente al rigido corpo di Charlotte .
La ragazza si mosse nervosamente _Mi hai sentito?_ alzò il tono di voce _Ho detto che non abbiamo portato a termine la prova,quindi puoi tornare alla base e riferire_
Niente.
L’uomo continuò a fissarci impassibile.
Sul volto di Charlotte era ora visibile la stessa confusione che si leggeva nel mio.
Ad un tratto l’agente smise di far scorrere il proprio sguardo su di noi e con un gesto semplice estrasse qualcosa dalla cintura.
_Oh merda_ Charlotte sbiancò di qualche gradazione .
_Scommetto che quella non è finta_ i miei occhi si ampliarono ulteriormente alla vista dell’oggetto stretto fra le mani dell’uomo .
Una pistola luccicante puntava la canna verso di noi nella mano tesa dell’uomo.
Charlotte fremette di rabbia riacquistando un po’ di fiducia _Ehi amico ma che problema hai,che …_
Le sue parole vennero messe a tacere dal rumore sordo di uno sparo.
Ebbi appena il tempo di immaginare solamente la traiettoria cha la pallottola avrebbe preso e senza pensarci ulteriormente mi scagliai verso Charlotte trascinandola verso il suolo.
Cademmo rovinosamente a terra mentre con occhi sgranati osservammo la pallottola passare dritta nel punto in cui fino a pochi secondi prima si era trovata la testa di Charlotte.
_Hai visto?_ il tono di Charlotte uscì gracchiante e poco sicuro .
A mia volta mi ritrovai ad annuire ancora palesemente scioccata _Si_
Per fortuna il mio istinto di sopravvivenza ebbe la meglio sul torpore dettato da quello schock.
Tornai a volgere con uno scatto la testa verso il punto in cui l’agente stava caricando un nuovo colpo.
_Andiamo via di qui_ urlai balzando in piedi.
Charlotte non ebbe bisogno di chiedere alcuna spiegazione,con uno scatto si mise a sua volta dritta sulle gambe.
Iniziammo a correre giusto nel momento in cui un secondo sparo fendeva l’aria.
Ci buttammo a capofitto nella cortina di alberi e vegetazione.
Percepivo il cuore martellarmi furiosamente nel petto minacciando di emergerne fuori mentre le gambe scattavano velocemente in una corsa folle.
_Per di qua_ gridai imboccando una piccola diramazione semi nascosta fra due querce.
Charlotte continuò a corrermi accanto voltandosi di tanto in tanto per assicurarsi che non fossimo sotto il tiro preciso di una pallottola.
_Dov’è andato?_ strillò istericamente .
_Non lo so_ ammisi semplicemente.
_Questo è ridicolo_ senza il minimo preavviso Charlotte puntò i piedi a terra frenandosi.
_Cosa stai facendo?_ sbraitai incredulamente arrestandomi a mia volta per voltarmi a scrutare la ragazza con aria sbigottita _Sei impazzita?_ aggiunsi intuendo che non aveva alcuna intenzione di riprendere la corsa.
Charlotte mi lanciò un’occhiata tagliente _Sono una Recluta Speciale non ho alcuna intenzione di fuggire come uno stupido coniglio!_
Strabuzzai gli occhi con maggiore impeto _Charlotte quell’uomo è armato ,ha una pistola vera con dei proiettili molto realistici! Noi al massimo avevamo dei giocattoli e abbiamo abbandonato anche quelli_
_Non mi importa,lo affronterò ugualmente_ puntò maggiormente i piedi a terra incrociando le braccia con fare risoluto.
Niente da fare,era impazzita.
_Ci ucciderà_ replicai allargando la mani con un gesto secco.
_Lo farò prima io_
Una risatina isterica fuoriuscì dalle mie labbra _Io non ci conterei _
Non riuscii neanche a formulare una sequela di convincenti motivazioni su quali fossero le schiaccianti ragioni che mi spingevano a credere ciò ,poiché ancora una volta dei rumori misero a tacere le mie parole.
Questa volta ebbi appena il tempo di voltarmi prima che la figura dell’uomo tornasse ad emergere fra gli alberi.
_Vi ho trovate,molto bene_ un sorriso storto si fece largo sui tratti famelici dell’uomo.
Avanzò con la canna della pistola ben dritta.
Rimasi immobile come una statua di sale mentre l’arma scorreva da me a Charlotte a pochi passi di distanza.
_Cosa vuoi?_ il tono della ragazza fuoriuscì teso,per niente sicuro.
Avrei potuto giurare che si era appena pentita di aver smesso di correre,di sicuro mai quanto me che le avevo dato retta.
L’uomo proruppe in una risata _Mi sembra ovvio,non credi_ con un gesto non molto casuale del capo indicò la pistola fra le sue mani.
Il mio sguardo seguì la fredda forma dell’arma,avevo ingenuamente creduto di aver dimenticato l’orrenda sensazione che ti attanaglia quando ne hai una puntata addosso,quando senti che quelli che stai vivendo potrebbero essere i tuoi ultimi istanti di vita.
_Ma tu sei un agente della Divisione Speciale…_ trovai il coraggio di cacciar fuori quella confusione .
Lo sguardo dell’uomo corse su di me prima che si abbandonasse ad un nuovo moto d’ilarità _Oh non essere sciocca ragazzina,io sono molto di più e tu dovresti saperlo_
Un brivido di puro gelo mi percorse lungo tutta la schiena.
Deglutii con fatica _Cosa vorresti dire?_
Le labbra dell’uomo si distesero in un sorriso arcigno _ Siamo uguali io e te _
_Sei un Epigono _ il tono di Charlotte fuoriuscì accusatorio mentre i suoi occhi si rivolgevano duramente all’uomo ancora sorridente.
_Bingo _
Una sequela di domande sempre più chiassose si andava contorcendo nei meandri della mia mente contribuendo solo a destabilizzarmi ulteriormente.
_Com’è possibile…_ non riuscivo a capacitarmi io stessa di come una cosa simile potesse aver luogo.
_Ti sorprenderebbe scoprire quante cose siamo in grado di fare _ l’uomo accentuò la propria espressione soddisfatta.
_Ma adesso basta parlare,mettiamo fine a questa storia!_ con un gesto l’uomo sollevò appena la pistola puntandola saldamente contro Charlotte la quale tornò ad irrigidirsi.
_Ultime parole bellezza?_ l’uomo la provocò con un sorrisetto strafottente.
Dovevo intervenire prima che fosse stato troppo tardi.
Qualche secondo e il grilletto sarebbe stato premuto e questa volta nessuno avrebbe potuto sottrarre Charlotte dalla traiettoria di quella pallottola.
Il mio sguardo iniziò a vagare istericamente per l’intera radura alla ricerca di qualcosa che potesse esser utile .
Sentii Charlotte muoversi nervosamente _Vaffanculo_ replicò gelidamente contro l’uomo.
Quest’ultimo emise un rantolo infastidito _Peccato_
Percepii i secondi susseguirsi velocemente quando il mio sguardo si soffermo su qualcosa di lucente.
Senza pensarci due volte approfittai del fatto che l’uomo fosse concentrato su Charlotte e con un gesto mi piegai a raccogliere la lucente pietra che sembrava brillare per richiamare la mia attenzione.
Il rumore di un nuovo colpo che veniva caricato produsse una scarica di pura adrenalina nel mio corpo che si concluse all’altezza della mano contenente la pietra.
Nessun indugio,i miei gesti si susseguirono in una perfette sequenza sincrona.
Percepii il mio braccio contrarsi prima di stendersi con furia nello stesso istante in cui la mano si apriva permettendo al ciottolo tagliente di librarsi nell’aria.
La pietra sfrecciò con una velocità appena percepibile ad occhio,non curvò,non deviò,la sua precisione fu estrema e in un attimo si scontrò con la pistola colpendola con un tale impeto da sottrarla alla presa dell’uomo.
Gli occhi di Charlotte corsero con sorpresa verso di me ancora protesa in avanti nella posizione di lancio.
_Tu razza di…_l’uomo calò la testa verso le proprie mani vuote prima di sollevare lo sguardo su di me.
Ma prima ancora che potesse concludere quelle parole Charlotte scattò in avanti e con un balzo gli fu addosso.
L’uomo crollò a terra sotto i colpi incessanti di Charlotte che sembrava voler far scorrere tutta la rabbia che stava velocemente sostituendo la tensione.
Sbattei un paio di volte le palpebre ancora vagamente interdetta poi vidi l’uomo disarcionare Charlotte e cercare di colpirla e a mia volta scattai in avanti.
Assestai un calcio nelle ginocchia dell’uomo facendolo lamentare dal dolore.
Charlotte si liberò nuovamente dalla sua presa e con un balzo raggiunse la pistola abbandonata a pochi passi di distanza.
Istintivamente i miei occhi corsero verso l’arma nuovamente tesa,questa volta avendo un nuovo bersaglio.
Capii subito le intenzioni della ragazza e una nuova morsa di sgomento mi pervase.
_NO CHARLOTTE_
Le mie grida vennero soffocate da un nuovo sparo.
L’uomo emise appena un rantolo contraendo le labbra in una smorfia prima di accasciarsi esanime al suolo.
Le mie palpebre si ampliarono ulteriormente osservando il corpo ai miei piedi .
Non poteva essere vero.
Non un’altra volta.
Non ancora.
La testa mi pulsò con furia mentre percepivo un gelo incontrollabile attanagliarmi.
_Respira_Charlotte mi lanciò un’occhiata critica.
Ad un tratto un’altra serie di rumori si diffusero intorno a noi facendoci tornare all’erta.
Charlotte preparò un nuovo colpo nella pistola prima di voltarsi e puntarla davanti a se con sicurezza.
_Wo wo wo,abbassa quell’arma_David si arrestò di scattò sollevando le mani in aria sotto la traiettoria della pistola impugnata da Charlotte.
_Che diavolo è successo?_ Christopher si fece largo a grandi falcate seguito a ruota da Sebastian.
I ragazzi avanzarono di qualche metro finchè non furono in grado di vedere ciò che io stessa stavo ancora fissando.
_Un agguato_ Charlotte parlò per prima lanciando un’occhiata ai volti storditi dei tre ragazzi.
L’attenzione di tutti sembrava esser puntata sul corpo insanguinato riverso al suolo.
Christopher battè un paio di volte le palpebre prima di scostare lo sguardo _Un agguato?_ ripetè con maggior confusione.
Charlotte si ravvivò i capelli con una mano ancora leggermente tremante _Si e c’è di più_ fece una piccola pausa catturando l’attenzione di tutti.
I suoi occhi corsero sui vari volti prima di soffermarsi su quello attento di Christopher _Un’infiltrazione di Epigoni alla Base_
Per una frazione di secondo sembrò che i respiri fossero smorzati.
Nessuno trovò il coraggio o semplicemente la forza per aggiungere qualcosa.
_Sei sicura?_ Christopher inspirò socchiudendo gli occhi appena prima di tornare a riaprirli rivolgendo quella domanda secca.
Charlotte tornò ad annuire _Si,assolutamente_
_Ma come è potuto succedere?_ Sebastian corrugò la fronte con palese sgomento.
_Ora non è il momento adatto per discuterne_ Christopher tagliò ogni possibile replica sull’argomento con fare pratico _Abbiamo un problema più grosso a cui fare fronte,dobbiamo tornare immediatamente alla Base!_





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Capitolo 17
*** Capitolo 16-Sacrificio ***


Buon giorno/pomeriggio a tutti miei cari lettori :D
Dopo avervi lasciati con un capitolo che apriva nuove incognite vi posto il nuovo capitolo che ne aprirà ancora di più :D
Tralasciando lo scherzo xD da questo momento in poi la storia inizierà a prendere una piega molto più movimentata,si andranno scoprendo sempre nuove cose e ci avvicineremo a quella che sarà una verità fin'ora ancora celata!!!
Alla fine del capitolo ai più deboli di cuore potrebbe venire un attacco perciò sentiatevi liberi di odiarmi ...
Bene passo ora a ringraziare StellaC e Smartis98 per le recensioni del capitolo passato :) grazie ragazze!
Inoltre come sempre ringrazio chiunque mi segua in silenzio e chi ha messo la storia fra le preferite :D
Spero che il capitolo vi piaccia,fatemi sapere


Capitolo 16-Sacrificio

_Questo è semplicemente assurdo_ Vanya Vanderbilt contrasse le labbra con irritazione _Agenti che se ne vanno in giro a cercare di uccidere delle Reclute tutto perché contaminati?! Volete veramente che ci creda?_
_Sta insinuando che abbiamo mentito?_ non riuscii a trattenere quella replica sbalordita.
Charlotte si era dilungata per un buon quarto dora in una ripercussione attenta e dettagliata di quelli che erano stati gli avvenimenti a cui eravamo andate incontro,non aveva risparmiato nessun dettaglio.
Vanya aveva seguito attentamente tutta la sequela di informazioni con aria neutra ,perfettamente composta in una delle sedie della Sala Riunioni dove Samantha aveva indetto un incontro d’emergenza una volta che Christopher le aveva velocemente esposto i fatti.
Tutti ,compreso Collard, si erano ritrovati ad esibire un’espressione di puro sgomento davanti alla dettagliata esposizione di quella vicenda.
Tutti tranne Vanya che in quel momento troneggiava davanti al resto di noi con i pugni serrati contro il tavolo.
_Pensi forse che io possa dare atto alle parole di qualche Recluta senza nutrire il minimo dubbio sulla loro veridicità?_ la donna inarcò le sopracciglia con scetticismo .
_Non avremmo avuto motivo di inventarci questa storia di sana pianta_ una morsa di rabbia si contrasse nel mio stomaco aggiungendo alle mie parole un nuovo impeto.
Una mano si posò con delicatezza sulla mia spalla.
Voltai appena il capo per incontrare gli occhi di Christopher inviarmi una muta richiesta.
Calmati
_Vanya cerchiamo di ragionare, le ragazze mostrano chiari segni da conflitto,inoltre il corpo è stato visto dall’intero Gruppo. Nessuno di loro avrebbe ragione di inventare una storia del genere_ Samantha decise di intervenire evidentemente preoccupata dalla piega che sembrava aver preso quella storia.
_Il corpo è ancora li se proprio volete accertarvene_ aggiunsi con sfida.
La mano di Christopher tornò a posare una leggera pressione sulla spalla su cui stava ancora sostando.
Un fremito di puro fastidio mi percorse.
Odiavo il modo in cui tutti sembravano frenarsi la lingua.
Charlotte si era limitata a raccontare i fatti per poi tornare in disparte,come se tutte le farneticazioni e le accuse di Vanya non fossero dirette anche a lei.
Sebastian e David erano rimasti del tutto dietro le quinte non appena avevamo messo piede nella Sala ,limitandosi a confermare la visione del corpo.
Persino Christopher non aveva detto più del dovuto, se ne stava alle mie spalle seguendo l’intera vicenda con attenzione ma senza proferir parola.
L’unica più reticente ancora una volta era la sottoscritta.
_Dovremmo starcene in silenzio mentre li fuori c’è la possibilità di un imminente attacco?_ sbottai sottovoce inclinandomi verso Christopher .
Il ragazzo sospirò lievemente_Lascia che se ne occupi Samantha_ questa fu la sua semplice conclusione.
_Mi preme ricordarti Samantha, che i nostri agenti sono periodicamente sottoposti ad accurati controlli ,tutti,indistintamente! Capirai quindi la mia reticenza nell’accettare la presuntuosa accusa che vi siano delle infiltrazioni nel nostro sistema_ ancora una volta Vanya tornò a parlare con calma flemma.
Non sembrava esser disposta ad accettare una voce al di fuori della sua.
_I controlli vengono eseguiti con una periodicità di una volta ogni trenta giorni, dobbiamo considerare la possibilità che in questo lasso di tempo ognuno di noi qui dentro possa esser soggetto a contaminazione e prima che chiunque se ne possa render conto si avrebbero a disposizione ben trenta giorni di tempo per agire indisturbati_ Samantha rimase perfettamente calma ,si permise di inarcare appena un sopracciglio nel concludere.
_Così dovremmo aspettarci che un esercito di agenti dal sangue epigono si aggiri qui fuori pronto a farci fuori?! Questo è volare con la fantasia_ Collard ridacchiò con palese divertimento schioccando alla collega un’occhiata critica.
_Non serve un esercito,bastano due o tre mele marce del tutto inaspettate_ replicò freddamente senza abbandonare neanche per un istante quell’aria di glaciale sicurezza.
_Che cosa sta succedendo qui_ le possibili repliche vennero messe a tacere da una nuova voce.
Un uomo dall’aspetto austero si fece avanti nella Sala catturando gli sguardi di tutti.
_Kellar,finalmente!_ il volto di Vanya tornò a distendersi in un largo sorriso.
Un brivido mi percorse lungo tutta la schiena mentre i miei occhi non davano segno di voler abbandonare il volto rigido dell’uomo davanti a me.
Kellar, l’uomo che aveva messo in piedi quell’intero posto.
Ex agente dell’FBI ,a cui era stato dato l’incarico di creare una sezione a parte che potesse far fronte all’incombenza del virus H273,il pilastro portante della Divisione Speciale.
Come richiamato dai miei pensieri Kellar roteò appena il capo per incontrare il mio sguardo stralunato.
Una sensazione di freddo mi attanagliò non appena quelle gelide iridi si posarono su di me senza rivelare il bench’è minimo pensiero.
_Ci troviamo ad affrontare una questione piuttosto incresciosa mio caro_ Vanya tornò a parlare catturando l’attenzione dell’uomo.
_Delle Reclute hanno insinuato un presunto attacco da parte di uno dei nostri agenti il quale ,a detta loro, si sarebbe rivelato essere un Epigono_
_Nessun presunto attacco signore, vi è un corpo a riprova di ciò che è stato appena sostenuto, si tratta di un attacco vero e proprio_ il sorriso sul volto di Vanya vacillò visibilmente davanti all’intromissione di Samantha.
Non si aspettava che osasse tanto.
Kellar soppesò per qualche istante quelle parole _ Ci troviamo davanti un caso d’infiltrazione se ho ben capito_
La sua voce era ancora più gelida e tagliente dei suoi occhi.
Tutto in quell’uomo metteva i brividi.
_Signore,con tutto il dovuto rispetto,non vedo come questo sia possibile ,i nostri controlli sono estremamente accurati in tal proposito_ Collard si mosse nervosamente sulla sedia abbagliando Samantha con un’occhiata irritata prima di riportare l’attenzione sul proprio superiore.
_Chi ha preso parte alla vicenda?_
Quella domanda sembrò spiazzare tutti.
_Le Reclute del Gruppo Alpha Signore,precisamente Charlotte e Rachel_ il tono di Samantha traballò leggermente con evidente perplessità.
Kellar tornò a voltarsi verso il punto in cui sostavamo .
I suoi occhi corsero sulle nostre figure prima di tornare a soffermarsi su di me .
Lo vidi scrutarmi senza rivelare alcuna espressione,il suo volto era una maschera impenetrabile.
Il suo sguardo sostò qualche secondo in più prima di tornare a distogliere la propria attenzione dal mio volto contratto dal disagio.
_Radunate tutti quanti nell’Auditorium,dalle semplici Reclute agli Agenti, tutti verranno sottoposti ad un controllo e che nessuno lasci la stanza prima che siano arrivati i risultati di quei test_il tono di Kellar non sembrava voler ammettere repliche.
Perfino Vanya ,il cui volto era evidentemente contratto dal disappunto, si limitò ad annuire meccanicamente _Come richiedi tu!_ assentì .
Kellar tornò a raggiungere la porta con grandi falcate _Che sia fatto subito_
 
 
_Signori conoscete già la procedura, consegnate un campione di saliva attraverso il piccolo bastoncino che vi è stato assegnato, basterà trattenerlo in bocca appena pochi secondi,niente di nuovo!_ Collard tornò a parlare attraverso il microfono ,i suoi occhi continuarono a scrutare attentamente la folla che si accalcava al di sotto del piccolo palco .
A mia volta mi ritrovai a far scorrere il mio sguardo verso le varie figure che riempivano la stanza.
Come richiesto da Kellar ,Collard aveva istantaneamente riunito l’intero Corpo della DS nell’Auditorium .
Una volta li erano stati prontamente distribuiti gli strumenti per il test del DNA a cui si sarebbero dovuti sottoporre tutti indistintamente.
Ovviamente io risultavo essere lo strappo alla regola.
Probabilmente l’unica anomalia nel mio sangue sarebbe stata non trovare tracce del virus H273.
_Ma perché dobbiamo ripetere il test,credevo che si effettuasse ogni trenta giorni,ne sono trascorsi appena dieci_  una ragazza dalla scura divisa da Recluta contrasse le labbra con fastidio voltandosi verso il robusto ragazzo al suo lato.
Quest’ultimo si ritrovò ed esibire una scrollata di spalle _Ne so quanto te_
Sospirai appena cercando di non dare troppo nell’occhio.
Avrei voluto saperne anch’io quanto loro,beate ignoranza.
_Oh guarda ecco Christopher magari lui sa qualcosa_
Quelle ultime parole ricatturarono la mia attenzione portandomi a sollevare nuovamente il volto.
Christopher si fece strada fra la calca infernale senza troppi problemi scambiando perfino qualche saluto cordiale qui e la.
_Ehi Chris_ il ragazzo corpulento richiamò l’attenzione dell’altro alzando la mano in aria.
_Bruce_ le labbra di Christopher si incurvarono in un sorriso di circostanza mentre si soffermava al lato del ragazzo.
_Senti un po’ amico,sai per caso cos’è tutta questa storia?_
Il volto di Christopher si contrasse appena _E’ solo il solito controllo,credo che questa volta abbiano voluto coglierci di sorpresa,tutto qui!Nulla di cui preoccuparsi_ concluse cercando di suonare leggero mentre sulle sue labbra tornava a formarsi un sorriso tirato.
Per fortuna i due ragazzi non sembrarono accorgersi di nulla.
_D’accordo…grazie per l’informazione_Bruce sembrò rilassarsi leggermente seguito a ruota dalla ragazza che finì per emettere un sospiro sollevato.
Christopher mostrò un piccolo cenno con il capo prima di allontanarsi a grandi falcate puntando il proprio sguardo su di me.
_Grande discorso,complimenti_ lo schernii una volta che mi fu accanto.
Emise una piccola risatina senza provare neanche a discolparsi.
_Com’è andata?_ domandai ricordandomi d’un tratto il motivo per cui si era allontanato fino a quel momento.
Un nuovo sorriso divertito fece capolino sulle sue labbra _Neanche una traccia di Epigono nelle mie vene ,sono fiero di me stesso_ abbassò appena lo sguardo per mostrarmi un piccolo occhiolino a cui risposi roteando gli occhi.
Perfino nelle situazioni più difficili non sembrava perdere quell’indole caustica.
_Ragazzi,menomale che vi ho trovati,con questa folla è praticamente impossibile vedere più lontano del proprio naso_ Samantha avanzò ulteriormente occhieggiando la zona pullulante .
Il volto di Christopher tornò a contrarsi con preoccupazione _Cosa succede?_ domandò con palese tensione.
_Ci sono novità?_ mi mossi nervosamente sul posto mentre i miei occhi continuarono a saettare sul volto di Samantha alla ricerca di qualche risposta.
La donna scosse appena la testa _ Ancora nulla di nuovo, non era per questo che vi avevo cercato! Ho bisogno che andiate ad assicurarvi che non sia rimasto nessuno nei vari piani _
_D’accordo ,nessun problema_ Chris annuì con aria neutra .
Samantha ci rivolse un sorriso sollevato _Bene, mi raccomando non metteteci troppo , dipende come si evolverà la situazione avremo bisogno di una mano qui_ concluse la frase tornando ad incurvare le labbra lasciando trapelare le proprie preoccupazioni.
Christopher ridacchiò appena _Tranquilla ,saremo dei fulmini_
Sollevai lo sguardo per lanciargli un’occhiata poco convinta.
Chissà perché nutrivo qualche dubbio
 
_Perchè dobbiamo iniziare dal piano terra? Perché non dai piani più alti?_ mi guardai nervosamente intorno ritrovandomi a massaggiarmi le braccia con nervosismo.
Christopher rallentò il passo abbassando lo sguardo su di me con curiosità _Non dirmi che hai paura ?!_ domandò con una nota di evidente critica.
_Non ho paura,solo non mi trovo particolarmente a mio agio a metri e metri sotto terra_ sbottai fulminandolo con un’occhiata irritata.
Quando l’ascensore si era aperta davanti a noi mostrandoci il tetro dedalo di corridoi dei sotterranei una scarica di tensione mi aveva contratto lo stomaco.
Non riuscire a vedere la luce naturale ogni giorno per giorni era già qualcosa di indiscutibilmente orrido senza aggiungere poi una passeggiata a metri di profondità dove persino le luci a neon sembravano non avere la stessa intensità.
Christopher ridacchiò con aria divertita _Allora esiste qualcosa in grado di metterti i brividi,buono a sapersi_ un ghigno si fece spazio fra le sue labbra.
_Falla finita_ gli intimai scoccandogli l’ennesima occhiataccia.
_Pensa che spasso se lo sapesse Vanya,probabilmente ti farebbe costruire un Alloggio qui,appositamente per torturarti un po’_la sua espressione sorniona crebbe notevolmente.
_Christopher_ tornai a richiamarlo assottigliando ulteriormente lo sguardo mentre percepivo il sangue gelarsi davanti solo ad una possibilità del genere.
Mi regalò un’occhiata furba senza smettere di mostrare un sorriso divertito _Magari finiresti per apprezzarlo,sai dicono che il modo migliore per affrontare le proprie paure sia …_ ad un tratto interruppe le proprie parole arrestandosi di botto, scrutando l’aria con attenzione.
_Che succede?_ contrassi la fronte con palese perplessità non riuscendo a comprendere quel repentino cambio.
_Shh_ replicò semplicemente sollevando un dito verso di me mentre i suoi occhi continuavano a vagare con accurata attenzione verso il corridoio cunicolare.
_Hai sentito anche tu?_ domandò all’improvviso tornando a puntare il suo sguardo su di me.
Gli regalai un’espressione sorpresa _Cosa avrei dovuto sentire?_ ribattei confusamente.
_Un rumore…come di passi_ la sua testa tornò a scattare di lato.
Ad un tratto fui in grado di sentirlo anch’io.Qualcosa di appena percepibile eppure ben definito,sembrava che qualcuno stesse cercando di camminare in modo quasi silenzioso.
Il volto di Christopher si contrasse con rigidità _Seguimi e resta dietro di me_ mi intimò frapponendosi davanti a me prima di tornare a camminare.
Seguii le sue istruzioni rimanendo in silenzio con ogni senso in allerta.
Camminammo fino a raggiungere la fine del corridoio semi buio, li ,davanti a noi, una piccola stanza faceva filare un cono di luce dallo spazio lasciato aperto dalla porta.
Christopher si spinse ulteriormente contro la parete assottigliando lo sguardo per intravedere oltre la soglia della stanza.
Un secondo rumore ,questa volta simile a qualcosa che cade inavvertitamente a terra,emerse chiaramente dall’altra parte.
Christopher girò appena il volto per incontrare i miei occhi spalancati.
Silenziosamente portò un dito sulle labbra facendomi segno di tacere prima di tornare a voltarsi verso la porta adiacente.
La sua mano si posò leggermente sul freddo metallo imprimendovi una leggera pressione.
Percepii il mio cuore balzare freneticamente nel petto mentre intuivo le sue intenzioni.
Cercai di protrarmi in avanti per afferrargli un braccio in modo tale da fargli cambiare idea,non eravamo armati e di sicuro del tutto impreparati ad affrontare eventualità simili a quelle che si erano presentate quello stesso giorno nel Circuito.
Avanzai di qualche passo quando qualcosa di freddo entrò in contatto con il mio tempio.
Non ebbi bisogno di domandarmi cosa fosse,il rumore di un grilletto che veniva caricato fu chiarificatore.
A quel semplice rumore Christopher tornò a voltarsi con uno scatto irrigidendosi di colpo alla visione che gli si presentò.
_Le spie non piacciono a nessuno _ una voce gutturale concluse quell’affermazione con una risatina maligna.
Gli occhi di Christopher continuavano a saettare come impazziti dal volto dell’uomo allarma puntata dritta contro la mia testa.
Avevo avuto diverse esperienze con una pistola puntata contro,vedere la canna di un’arma da fuoco puntata addosso non era mai stata un’esperienza piacevole,ma in quel momento ,scoprii che percepirla contro il tuo corpo era qualcosa di molto peggio.
_Entra nella stanza_ l’uomo alle mie spalle tornò a parlare con un tono che non voleva ammettere repliche.
Il volto di Christopher si irrigidì ulteriormente davanti a quell’imposizione.
_Ho detto entra,o le faccio saltare il cervello_
Christopher tornò a far balzare i propri occhi sul mio volto , emise un piccolo sospiro arrendevole prima di procedere all’interno della stanza.
La mano ,ancora libera, dell’uomo corse a spingermi _Cammina_
Incespicai sui miei stessi passi.
Se solo non avessi avuto quell’arma puntata contro gliel’avrei fatta pagare amaramente.
Tornai ad incedere con passi  lenti e calibrati mentre la mano dell’uomo contenente l’arma rimaneva tesa e sicura contro la mia testa.
Con una seconda spinta mi costrinse ad entrare nella stanza illuminata prima di agganciare il braccio libero intorno alle mie spalle premendo maggiormente la canna della pistola contro la mia pelle.
_Guardate cosa ho pescato qui fuori_
Le teste di altri due uomini si sollevarono dal tavolo su cui erano riposte un quantitativo nauseante di armi.
_Questa storia non mi piace ,questi due li riconosco,fanno parte di quella stupida cricca di Reclute Speciali e la ragazza…_ l’agente che aveva preso la parola si arrestò puntando il proprio sguardo titubante su di me.
_Lo so bene chi è la ragazza_la replica dell’uomo alle mie spalle fuoriuscì gelida e tagliente.
Scostò appena la pistola spingendomi con forza in avanti.
Ancora una volta mi ritrovai ad oscillare pericolosamente e per poco non persi del tutto l’equilibrio,per fortuna Christopher balzò prontamente verso di me raccogliendomi prima che potessi sperimentare lo scontro con il suolo.
_Stai bene?_ mi sussurrò in un orecchio sollevandomi lentamente ancora stretta nella sua presa.
Non pensai seriamente ad una risposta sincera,non era quello il momento.
_Si_ mi limitai ad asserire tornando a sostenermi su entrambe le gambe.
_Noi stiamo rischiando la vita qui dentro Greg,non possiamo perdere tempo con loro_ l’uomo oltre il tavolo tornò a parlare con voce appanicata .
Il terzo di loro annuì con vigore _Ha ragione lui, dobbiamo filare ,di sopra hanno già iniziato i test,non ci vorrà molto prima che risalgano a noi_
_Volete stare calmi_ l’uomo che mi aveva puntato contro la pistola,Greg, aumentò il tono di voce con rabbia _Ce ne andremo presto, bisogna solo sistemare questi due_ con un gesto tornò ad indicare il punto in cui sostavamo noi.
Christopher tornò ad irrigidirsi al mio lato ,il suo volto contratto non lasciava trasparire alcuna emozione solo una fredda flemma.
Stava studiando la situazione, era chiaro dalla scintilla che divampava nei suoi occhi.
_Ma la ragazza ,lei è…_ le repliche del secondo uomo vennero messe a tacere istantaneamente da Greg
_La ragazza verrà con noi_ asserì con convinzione.
Dal petto di Christopher emerse un ringhio sommesso _Scordatelo_ i suoi lineamenti si indurirono ulteriormente mentre il suo corpo vibrava pericolosamente.
Greg emise una piccola risata caustica mente tornava ad avvicinarsi verso di noi _Davvero? Cerca di impedirmelo_
Le sopracciglia di Christopher si contrassero appena_ Con vero piacere_
Prima che potessi anche solo rielaborare quelle parole Christopher scattò in avanti assestando un calcio ben piazzato nella mano dell’uomo contenente l’arma.
Quest’ultimo perse la presa lasciando cadere la pistola con un tonfo al suolo.
Senza attendere neanche un secondo Christopher tornò a scaraventarsi in avanti colpendo l’uomo in pieno volto.
L’uomo vacillò emettendo un lamento strozzato sotto la raffica di colpi di Christopher ma prima che potesse atterrarlo puntò i piedi a terra risaldando il proprio equilibrio _Sei finito_ grugnì prima di portarsi in avanti.
Christopher scattò agilmente come un felino,era veloce proprio come lo avevo visto durante gli allenamenti.
Ma l’altro uomo non era da meno, la forza e la preparazione da agente veniva coadiuvata da una serie di potenzialità non propriamente da normale essere umano.
Un pugno andò a scontrarsi contro lo zigomo di Christopher facendolo indietreggiare prima che un calcio lo colpisse dritto nello stomaco.
Il mio corpo si era irrigidito ulteriormente ,sembrava non volermi aiutare a compiere neanche un movimento.
I miei occhi continuavano a puntare con sgomento verso il punto in cui Christopher era impegnato a schivare una serie di colpi.
Stavo quasi per impormi di entrare in azione quando la mia attenzione venne catturata da un rumore metallico.
La mia testa si voltò meccanicamente e ciò che trovarono i miei occhi mi mozzò il respiro.
Gli altri due agenti avevano ricomposto velocemente una delle armi sul tavolo e adesso la puntavano dritti davanti a loro.
Non avevo bisogno di individuare il bersaglio.
Conoscevo già dove avrebbe fatto rotta quella piccola pallottola.
Un secondo rumore anticipò il colpo messo in canna.
Accadde tutto quasi come fosse la scena di uno stupido film d’azione in cui la tua adrenalina schizza alle stelle.
Non so cosa mi portò a reagire ,ad uscire da quella stasi ammaliante nella quale ero caduta.
Vidi Greg prendere Christopher contro piede scaraventandolo contro la parete e capii che quello sarebbe stato il momento.
In un secondo il proiettile balzò dalla canna della pistola disegnando una traiettoria perfetta.
Si sarebbe scontrato contro il petto di Christopher,a quella distanza avrebbe raggiunto il suo cuore.
Lo avrebbe sicuramente fatto se solo io non mi fossi frapposta facendo scudo con il mio corpo.
Durò solo un istante, l’urto mi sbalzò lievemente all’indietro ma venne prontamente attutito dalla mia carne.
Una fitta lancinante divampò dentro di me come un fuoco mentre il proiettile collideva con il mio corpo.
Un solo attimo.
Nulla di più.
Ebbi appena il tempo di sollevare lo sguardo per incontrare il volto sconvolto di Christopher rivolto verso di me.
Stava bene,lui stava bene.
Fu tutto ciò che riuscii a pensare prima che il dolore mi ottenebrasse i sensi.
La vista mi si offuscò mentre le mie gambe cedettero.
Qualcuno urlò il mio nome ma era tutto troppo sfocato.
Poi il buio mi avvolse.




 

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Capitolo 18
*** Capitolo 17- Sopravvivere ***



Porto un leggero ritardo dovuto esclusivamente ai libri che hanno intasato la mia scrivania ricordandomi che studiare non è sempre facoltativo se si vogliono passare gli esami, dopo di ciò ho cercato di riprendermi un pò della vita sociale che lo studio mi aveva sottratta quindi vi chiedo di giustificare questo piccolo ritardo >.<
Per farmi perdonare ho corretto il capitolo con una velocità paragonabile a Superman!!!
Ed ora bando alle ciance e godetevi il frutto del mio ''duro'' lavoro ;)
Grazie a tutti quelli che mi seguono,a chi ha inserito la storia fra le preferite e le seguite,ma soprattutto grazie alle splendide ragazze che hanno commentato!
Non vi rubo altro tempo ecco a voi


Capitolo 17- Sopravvivere

_Rachel_ gli occhi di Christopher continuano a fissare il corpo riverso davanti a se prima che con uno scatto vi si gettò sopra.
Le mani del ragazzo corrono sul petto della ragazza dove una larga macchia rossa inizia ad estendersi implacabile.
_Andiamo ,andiamo ,apri gli occhi_ le mani di Christopher corrono sul polso della ragazza le cui gote solitamente rosee vanno impallidendo a vista d’occhio.
Il battito c’era, era ancora viva.
Un piccolo rantolo sollevato emerge dalle labbra contratte del ragazzo,un piccolo barlume di speranza riesce a farsi spazio fra la nera cortina di disperazione.
_Non volevo colpire lei,si è messa in mezzo _ l’uomo all’altro capo della stanza balbetta con voce quasi strozzata .
_Stupido idiota_ un colpo a mano manca fa volare l’arma ancora fumante dalle sue mani, Greg storce ulteriormente le labbra con rabbia continuando a fulminare il compagno _Ormai quel che è fatto è fatto, non perdiamo altro tempo_
Gli altri due uomini tornano a lanciare un’occhiata verso il punto in cui il giovane ragazzo è ancora ricurvo sul corpo inerme della ragazza.
_Andiamo_ ringhia nuovamente Greg .
I due sembrano destarsi sotto il tono minaccioso del loro capo e con occhi ancora sbarrati si limitano ad annuire.
Riescono a fare appena pochi passi poi tutto precipita.
La porta,unica via d’entrata o d’uscita da quella stanza,viene spalancata con un colpo secco permettendo ad un plotone d’agenti di riemergerne d’entro.
Christopher presta appena attenzione a ciò che lo circonda, il corpo di Rachel sembra essere l’unica immagine a fuoco nel suo campo visivo.
La ferita continua a far emergere un fiotto di inarrestabile sangue.
_Fate un solo passo e giuro che vi faccio saltare le cervella_ qualcuno urla alle sue spalle.
Ma Christopher non se ne preoccupa,in quel momento il mondo potrebbe anche crollare lui non si sarebbe staccato da Rachel.
Aveva bisogno di aiutarla,doveva farlo!
_Vi avverto non fate un passo_ l’agente torna a imbracciare maggiormente l’arma intimando una silenziosa minaccia ai tre bastardi traditori.
_Ammanettateli_ Samantha Green si fa l’argo fra i vari agenti lanciando un’occhiata sprezzante alle figure improvvisamente tese dei tre ex agenti.
Lo sguardo della donna si sposta lentamente come richiamata da qualcosa al margine del suo campo visivo e in un secondo la sua espressione vacilla visibilmente fino a trasformarsi in amaro stupore.
_Oddio_ balbetta scossa da un tremito.
_Samantha,il proiettile…_ Christopher le cui mani sono interamente imbrattate di sangue,sangue non suo, alza lo sguardo vitreo sul volto sconcertato del suo supervisore.
_Il proiettile è ancora dentro_ conclude il ragazzo con voce piatta come se fosse svuotato di ogni sentimento.
Samantha inspira a fondo mentre i suoi occhi tornano ad osservare il volto cinereo di Rachel.
_SEBASTIAN, DAVID _ colta da un improvviso momento di lucidità volta il capo verso l’uscio ormai sprovvisto di porta ,dove sapeva starla addendo i due ragazzi.
I due ragazzi si precipitano nella stanza richiamati dal tono allarmato della donna .
I loro occhi corrono nella stanza non appena messo piede all’interno,alla ricerca dell’emergenza che avesse colorato di panico il timbro solitamente calmo e gioviale del loro superiore.
_Santo cielo_ David è il primo a vederla ,ancora ricurva sulle gambe di Christopher.
_Rachel_ Sebastian riesce ad emettere un boccheggio sconvolto mentre i suoi occhi continuano a lampeggiare carichi di incredulità.
_Va portata al primo piano e bisogna avvisare l’equipe medica,non c’è un minuto da perdere_ Samantha torna a ricalcarsi addosso un barlume di autorità.
I volti dei suoi ragazzi non le lasciano dubbi, sono sconvolti e impauriti ,quello non è il momento per condividere il loro stato d’animo.
_David,corri ad avvisare l’equipe medica_ ripete nuovamente adottando un tono fermo.
Il ragazzo sbatte un paio di volte le palpebre scosso prima di riaversi _Si_ fu tutto ciò che dice prima di correre all’esterno di quel luogo diretto dritto al piano superiore.
Samantha torna a volgere lo sguardo verso Sebastian _Bisogna che qualcuno la trasporti fino a sopra _
_Ci penso io_ del tutto inaspettatamente Christopher torna a parlare senza distogliere lo sguardo dalla macchia rossa sul petto di Rachel.
Samantha scuote leggermente la testa _Non trovo che sia una buona idea,sei sconvolto non riusciresti a…_
_Ho detto che ci penso io_ il tono di Christopher si fa più tagliente mentre la testa scatta in direzione della donna.
I suoi occhi sembrano racchiudere dentro una piccola fiammella di rabbia,l’ultimo scorcio di vitalità presente nei suoi tratti.
_Lascia che la porti lui_ Sebastian posa una mano sulla spalla di Samantha annuendo con eloquenza.
Samantha continua ad osservare il ragazzo ancora ricurvo al suolo,il suo sguardo è tornato a scrutare l’espressione incosciente che delinea i fini tratti del volto di Rachel.
_D’accordo_ cede semplicemente comprendendo che non vi era altra scelta.
Christopher non prestò comunque attenzione alla piccola conversazione avvenuta fra i due.
Non riusciva a vedere o sentire altro che non fosse il tiepido corpo di Rachel fra le sue braccia e il sempre più lento martellare del cuore all’interno del suo petto.
_Andrà tutto bene_ sussurrò,non sapeva se lo stesse dicendo a lei o a se stesso ma decise di non pensarci.
Si issò appena sulle gambe prima di intensificare la presa sul corpo della ragazza sollevandola con se.
I suoi occhi non abbandonarono il volto inespressivo curvato mollemente sul suo braccio proteso a reggere il corpo.
_Non provare neanche a giocarmi brutti scherzi Rachel_ le intimò ,ciò sarebbe bastato a tenerla in vita.
Lo sapeva,lei era un tipo combattivo,amava le sfide e quella era sicuramente la sfida più grande che stava affrontando.
La strinse ulteriormente fra le braccia iniziando a muoversi verso l’uscita di quell’inferno
_Lotta_ .

 ***
 
La testa ,la mia testa,ah…
_Che cosa abbiamo qui signori?_ una voce ,così lontana,da dove arriva?
_Ferita d’arma da fuoco,il proiettile è ancora dentro e temo che si sia stabilizzato troppo vicino alla valvola mitrale_
_Questa non è proprio la notizia che speravo di sentire…_
Di cosa stavano parlando?
Chi erano?
Dove mi trovavo?
Perché non riuscivo a percepire il mio corpo,nessun arto,nessun muscolo,solo…i miei pensieri.
Una luce abbagliante mi inondò facendo aumentare la pulsione nella mia testa.
_Sembra si stia risvegliando_
Una serie di immagini sfocate affiorarono circondandomi.
Non ero sicura di aver realmente aperto gli occhi,non riuscivo a percepire nemmeno quelli.
Forse era solo un sogno.
Uno di quegli stupidi sogni in cui sei impotente perfino nei confronti del tuo corpo.
Una seconda luce più piccola e sicuramente più fastidiosa mi sfarfallò davanti.
_Niente da fare ,è in uno stato confusionale! Ma ad ogni modo procediamo con la morfina non vorrei che il dolore la rendesse di colpo cosciente_
Avevo la netta sensazione che avrei dovuto applicarmi a quella conversazione.
Sembrava importante.
Importante per me.
Ma non potevo ,il mondo continuava ad apparire privo di contorni.
Inconsistente.
Sospeso ,quasi ultraterreno.
Semplicemente ad un certo punto smisi di percepire anche le sue sfumature sfocate e tutto tornò a confondersi con l’oscurità.
_Oh merda,la stiamo perdendo _
_PORTATE QUI LE SACCHIE DI SANGUE,ADESSO_
Rieccolo,il buio.

 ***
 
Due mani sbatterono con rabbia sulla parete in plexiglass che divideva il corridoio dalla Sala Operatoria.
_Perchè diavolo non la stanno aiutando_ il ringhio di Christopher fuoriuscì minaccioso nonostante una vena di frustrazione lo incrinasse ulteriormente.
_Faranno il possibile Chris_ Samantha cercò di tranquillizzare il ragazzo davanti a se.
Aveva cercato di convincerlo ad allontanarsi da li,avrebbe dovuto farsi controllare,sedersi da qualche parte lontano da tutto quello,ma lui non aveva voluto saperne.
_A quanto pare il ‘’possibile ‘’ non basta_ con uno scattò irato gli occhi di Christopher corsero con stizza sulla donna al suo lato.
Samantha sospirò appena _Cerca di avere un po’ di fiducia,perfavore…_
L’impotenza,quella era una brutta bestia.
Christopher aveva imparato a comprenderlo a sue spese molti anni prima ma aveva ripromesso a se stesso che non avrebbe più riprovato quella sensazione,avrebbe agito su qualunque evento .
Questo lo aveva creduto possibile sin dal suo ingresso alla DS,fino a poche ore prima,fino a quando Rachel non gli aveva fatto scudo con il suo corpo e lui non aveva potuto impedire che succedesse.
Aveva osservato il suo volto distorcersi dal dolore mentre quegli  occhi cercavano i suoi,poi il corpo si era afflosciato come una canna di bambù sospinta dal vento.
E lui era tornato a provarla quella sensazione.
Impotenza.
Tornò a sbattere i pugni nella finestra in plexiglass.
Il monitor che rivelava i segni vitali di Rachel emetteva appena dei piccoli sobbalzi.
L’attività era scarsa,non aveva bisogno di essere un dottore per intuirlo.
_Maledizione,se non fanno qualcosa subito la perderanno_
Io la perderò
Quel pensiero si impossessò della sua mente come un ospite inatteso e lui non potè che tacere davanti alla sua presenza.
_Chris ti prego…tu non potresti neanche stare qui ,dovresti attendere di fuori insieme a tutti gli altri_ Samantha provò a convincerlo per l’ennesima volta.
Il volto di Christopher si contrasse ulteriormente _Non mi muovo di qui_ asserì asciutto .
_Cosa ci fa lui qui_ il tagliente tono di voce di Vanya Vanderbilt fece sussultare leggermente Samantha .
Ormai ad un passo da loro la donna si soffermò lanciando un’occhiata dura al punto in cui Christopher continuava ad osservare la scena oltre il plexiglass.
_Non dovrebbe stare qui_ ripetè asciutta regalando un’occhiata di rimprovero al volto colpevole di Samantha.
_Erano insieme quando è successo…credo sia giusto dargli la possibilità di assistere_ sentenziò quest’ultima imponendosi un timbro di voce sicuro come sempre.
_A meno che non voglia schiodarmi con la forza non vedo come lei possa allontanarmi di qui_ Christopher volse appena lo sguardo per mostrare un’espressione di marcata sfida nei confronti di una non troppo contenta Vanya.
_Attento Christopher,non lascerò passare tanta insolenza solo perché la tua amichetta si è beccata una pallottola in pieno petto e ora lotta per aggrapparsi alla vita_ il tono di Vanya fuoriuscì affilato e freddo come una lama.
Gli occhi di Christopher si accesero nuovamente ma prima che potesse anche solo tirar fuori una replica contro quella donna,un sonoro bip dall’altra parte della parete riattirò la sua attenzione.
Tre paia di occhi tornarono a volgersi verso l’orrendo scenario che si stava svolgendo a pochi metri da loro.
Christopher percepì il terreno perdere quasi consistenza mentre la linea che avrebbe dovuto rappresentare i segni di vita di Rachel era ormai divenuta piatta .
_No_ sillabò avvicinandosi ulteriormente contro il plexiglass.
Quell’interminabile BIP non dava segno di voler cessare.
_Non hanno ancora estratto il proiettile,stupidi idioti_ Vanya digrignò appena i denti con palese fastidio prima di aprire la porta con un gesto brusco.
Gli occhi dell’intera Sala scattarono sulla figura furente di Vanya Vanderbilt che avanzò con passo deciso fino al lettino contenente il corpo di Rachel.
_Estraete immediatamente il proiettile_ intimò scoccando un’occhiata al chirurgo.
_Ma ,cerchi di capire Vanya, la ragazza ha già perso troppo sangue se lo facciamo rischia di…_
_Non ho chiesto il vostro parere medico Dottor Strauss, le sto dando un ordine! Levi immediatamente quel proiettile dal suo corpo_
_Ma è uscita di senno?_ Christopher rischiò quasi un colpo davanti alle parole di quella donna.
Non aveva bisogno di una laurea in medicina per comprendere le implicazioni di una determinata azione.
Il sangue non era ancora arrivato e Rachel ne aveva perso talmente tanto che era praticamente impossibile che riuscisse a sopravvivere all’estrazione del proiettile che avrebbe causato una nuova emorragia.
L’intera equipe tentennò per un momento .
_Bisturi_ Il Dr Strauss non staccò gli occhi da Vanya Vanderbilt mentre allungava una mano verso un’infermiera.
_Cosa credono di fare dannazione?_ Christopher si scaraventò contro il plexiglass che traballò leggermente.
Samantha al suo lato boccheggiò palesemente sconvolta a sua volta.
_La uccideranno_ gli occhi di Christopher continuavano a lampeggiare con un misto di rabbia e incredulità.
Doveva fermarli,doveva farlo.
Afferrò la fredda maniglia della porta con forza preparandosi a precipitarsi dentro per fermare quella pazzia.
_Chris NO_ cercò di richiamarlo Samantha .
Troppo tardi.
Con uno strattone deciso il ragazzo spalancò la porta introducendosi al suo interno.
La testa di Vanya Vanderbilt scattò all’istante verso di lui _Esci subito fuori_ ringhiò a denti stretti.
Christopher ignorò le sue protesta avanzando con decisione verso il lettino.
Il medico armeggiò con un paio di attrezzi e con orrore Christopher si rese conto che era già troppo tardi.
La ferita sul petto di Rachel era stata ingrandita ulteriormente per permettere di perlustrarvi l’interno.
La mano del Dr Strauss si piegò leggermente stringendo un paio di pinze e in un secondo tornò a riemergere portando con se qualcosa di scintillante,il proiettile.
_VA FUORI DI QUI_ Vanya alzò ulteriormente il proprio tono di voce ma ancora una volta Christopher non diede segno di averla sentita.
I suoi occhi corsero terrorizzati sulla linea ancora piatta nel monitor.
In quello stesso momento il petto di Rachel tornò a ricoprirsi del vischioso liquido scarlatto che emerse dalla ferita ormai ingrandita.
­_Che cosa avete fatto_ sussurrò con tono carico d’incredulità.
_I battiti calano_ l’infermiera osservò a sua volta il monitor con trepidazione.
_Dove sono le sacche di sangue_ il Dr Strauss si guardò in giro con impazienza .
_Non vi servirà a niente il sangue,il suo corpo lo rigetterebbe come quello di ogni altro Epigono! _ Vanya emise un’amara risata di scherno .
_Ma così la perderemo ugualmente,vale la pena tentare_ Strauss sembrava essersi intestardito.
Con ogni probabilità si era pentito di aver seguito le istruzioni di quella donna.
Ancora una volta Vanya Vanderbilt disegnò un ghigno sulle sue labbra _ Non la perderemo,basta solo aspettare e …_ si voltò verso Christopher lanciandogli un’occhiata compiaciuta _aver fiducia_ concluse.
Christopher si trovò a storcere i lati delle labbra preparandosi a esplodere in una sequela di insulti.
Le avrebbe volentieri detto dove ficcarsela la fiducia.
_ I BATTITI SONO IN AUMENTO_ l’infermiera esalò stupefatta .
Gli occhi dell’intera stanza tornarono a concentrarsi sul piccolo monitor il quale aveva ricominciato a segnalare un’attività.
_Incredibile_ Strauss boccheggiò con evidente sorpresa.
Quello era un miracolo.
Come altro sarebbe potuto accadere?
_Ricucitela _ Vanya tornò a girare i tacchi avviandosi con grazia verso la porta non prima di abbagliare Christopher con un sorriso furbo.
Un sorriso di chi la sapeva lunga.
Tutto ad un tratto una serie di considerazioni si andarono delineando nella mente di Christopher.
I suoi occhi tornarono ad osservare le linee ormai in costante e frequente impennata nel monitor.
Un miracolo o più probabilmente qualcosa di più…
 
Vanya Vanderbilt si accomodò con estrema eleganza sulla costosa poltrona in pelle al di là della sua scrivania.
Decisa più che mai a godersi i benefici della solitudine si inclinò ulteriormente per posare il capo sulla morbida spalliera.
Quando ad un tratto la porta del suo studio venne spalancata con un gesto secco.
Il volto della donna scattò a sollevarsi per incontrare la figura accalorata di Christopher.
_E adesso cosa ci fai qua?_ le perfette sopracciglia della donna si incurvarono.
_Non è un normale Epigono_ non era una domanda,Vanya lo intuì dalla durezza che lesse negli occhi di quel ragazzo.
_Nessuno degli Epigoni che ho incontrato fino ad ora sarebbe stato in grado di sopravvivere a questo! Ho visto con i miei occhi la profondità della ferita,il sangue che ne sgorgava fuori e con questi stessi occhi ho visto Epigoni morire per molto meno,la loro rigenerazione non è abbastanza veloce da compensare una ferita del genere_
Vanya rimase in silenzio per qualche secondo soppesando attentamente le parole del ragazzo.
Un sorriso soddisfattò le incurvò le labbra.
Aveva sempre saputo che quel ragazzo era intelligente oltre che superbo.
La cosa la divertiva.
_E’ vero_ concluse semplicemente senza darsi il peso di cercare di smentire.
Gli occhi di Christopher si indurirono ulteriormente _ Lei lo sa?_
_Certo che no mio caro e non dovrà mai saperlo_ un sorrisetto si fece spazio sulle labbra della donna.
Una piccola risata di scherno proruppe dalle labbra del ragazzo _Credi davvero che non le dirò nulla?_ la sfidò apertamente .
Era saturo di tutti quei segreti.
Ma l’espressione di perfetta tranquillità dipinta sul volto di Vanya non cedette _Esattamente Christopher,tu non le dirai nulla per lo stesso motivo per cui oggi hai atteso dietro uno stupidissimo vetro: tieni alla sua vita,mi sembra ovvio no?!_ il sorriso di Vanya si intensificò mentre Christopher tornava a contrarre il volto _Se dovessi anche solo avere il dubbio che Rachel venga a conoscenza della nostra piccola chiacchierata non mi farei alcuna remora a risolvere il problema in modo definitivo! Lei è ancora in vita perché è utile per la nostra causa,se dovesse diventare un problema smetterebbe di essere un vantaggio divenendo un inutile ingombro! E tu sai come trattiamo gli ingombri_Vanya inarcò le sopracciglia allusivamente.
Christopher continuò a sostenere il proprio sguardo in quello freddo e calcolatore della donna.
Aveva erroneamente creduto di poter mettere fine al predominio di Vanya Vanderbilt ed invece era stato incastrato.
Osservò un piccolo ghigno delinearsi sulle labbra della donna,era in suo possesso




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Capitolo 19
*** Capitolo 18-Argine ***



Salve carissime pronte per il nuovo capitolo?!
Allora,dato che da qualche capitolo a questa parte continuo a far venire infarti a destra e sinistra, e probabilmente mi odierete per il quantitativo di sfiga che ho buttato addosso alla nostra adorata protagonista, sono riuscita a tirar fuori un capitolo più tranquillo. Qui nessuno rischia l'osso del collo quindi potete rimandare il mio omicidio :D
Bene, devo aggiungere altro?! Mmh... no credo che sia tutto (prima che inizi a spoilerare troppo) .
Vi auguro quindi una buona lettura ,fatemi sapere!!


Capitolo 18-Argine

Bip…Bip…Bip
Quel suono era una costante.Non riuscivo a ricordare di preciso quando avevo iniziato ad udirlo ma sembrava quasi un’eternità.Le mie orecchie si erano abituate a quell’ovattato intervallare .
Con infinita lentezza contrassi appena le palpebre fino a schiuderle,seppur minimamente,disponevo almeno di una fessura.
_Mmph_ non riuscii a trattenere un piccolo lamento mentre costringevo i miei occhi ad aprirsi ,rimpossessandomi della totalità del campo visivo.
Mossi leggermente la testa cercando di non provocare nessuna brusca azione,mi sentivo ancora troppo stordita per tentare tanto.
La prima cosa di cui mi resi conto fu che mi trovavo in una stanza,una piccola stanza dalle pareti azzurrine.
Non credevo di conoscere quel luogo,anzi ne avevo praticamente la certezza.
Le mie mani si contrassero in un piccolo pugno agguantando le leggere coperte sottostanti,abbassai gli occhi su di esse inquadrando una serie di tubicini collegati ai miei avambracci.
Ne seguii la traiettoria fino a raggiungere la fonte di quei ‘’bip’’ che avevano accompagnato la mia incoscienza.
Osservai quasi rapita le linee verdi sul piccolo schermo sobbalzare ad ogni nuovo suono ,incurvandosi in un’onda perfetta.
Non mi ci volle molto per intuire che quel piccolo strumento monitorava la mia frequenza cardiaca,ma la vera domanda era :perché avevo bisogno di essere monitorata?
In risposta alle mie domande arrivò un piccolo sbuffo.
Sussultai leggermente facendo produrre qualche bip di troppo mentre la mia testa scattava di lato,verso la fonte del suono.
Un’espressione di puro stupore mi contrasse i tratti mentre inquadravo la figura beatamente assopita nella poltroncina accanto il mio letto.
_Charlotte?!_ domandai sempre più confusa.
La ragazza si mosse scompostamente sulla sua postazione, prima di schiudere gli occhi.
_Ti sei svegliata!_ constatò lanciandomi una piccola occhiata estremamente assonnata.
In quel momento ricordava vagamente una bambina appena emersa da un sonno profondo.
Un piccolo sorriso si distese sulle mie labbra _Anche tu_ .
Emise un leggero sospiro portandosi una mano a massaggiarsi la testa _Quanto ho dormito?!_ domandò guardandosi intorno con vaga confusione.
Storsi le labbra _Non ne ho idea,in realtà speravo che potessi essere tu a dirmi quanto tempo fossi stata fuori uso _
Charlotte chiuse lievemente gli occhi portandosi entrambe le mani sulle tempie _Non molto a dire il vero, meno di ventiquattro ore, le tue capacità di ripresa sono formidabili…Ahi che malditesta_
La mia espressione si fece più perplessa _Ventiquattro ore?_ ripetei incredulamente.
Il suo volto si fece improvvisamente più attento, i suoi occhi corsero indagatori su di me _Non ti ricordi perché ti trovi qui?_ il suo tono era sinceramente curioso.
Tornai a soppesare la stanza cercandovi una qualche familiarità ,ma niente.
Sospirai arrendevolmente _Non so neanche dove sia ‘’qui’’_ replicai inarcando lievemente le sopracciglia per rimarcare il punto.
_Stanza monitoraggio,ecco dove ci troviamo,sarebbe l’equivalente di una camera _
_Stanza ospedaliera?_ finii per strabuzzare gli occhi ulteriormente _Perchè dovrei trovarmi in una stanza ospedaliera?_
Charlotte mi soppesò con un’ulteriore occhiata _Non riesci a ricordare proprio niente?! Gli agenti infiltrati?!Tu e Christopher che vi trovate coinvolti in una sorta di sparatoria Western?Niente?_
La cortina di annebbiamento che si era dispiegata nella mia mente sembrò essere spazzata via dalle parole di Charlotte.
Le immagini dapprima sfocate,poi sempre più nitide, si andarono susseguendo nella mia mente fissandosi su un fotogramma in particolare, una pistola e la mano che ne premeva il grilletto.
Il rumore sordo dello sparo tornò a riecheggiare nelle mie orecchie come esclusivo prodotto della memoria che sembrava aver ripreso ogni dettaglio.
Un brivido mi scosse gelidamente mentre i miei ricordi si focalizzavano sul dolore lancinante che avevo provato quando la pallottola aveva perforato la pelle.
Istintivamente la mia mano corse sul petto,sopra il cuore,li dove ricordavo essersi fatta strada la pallottola.
_Niente cicatrice,anche quella è scomparse in un paio di ore_ tornai a spostare lo sguardo su Charlotte che continuava ad osservarmi con disinvoltura.
_Ma… è possibile?_ domandai incerta contraendo la fronte con scetticismo.
La mia mano continuava a tastare la pelle perfettamente liscia del petto,non vi era neanche un minimo segnale.
_Beh per un normale essere umano sicuramente no ma suppongo che per un Epigono questa sia la normale procedura_ si strinse nelle spalle con semplicità.
_Mi hanno colpita proprio qui_ indicai con un gesto secco il punto in cui la pallottola aveva perforato la pelle _praticamente a qualche centimetro dal cuore,neanche le potenzialità del mio sangue avrebbero potuto guarirmi da questo_sentenziai con fermezza.
Ricordavo bene le nozioni base che mi erano state fornite durante gli Allenamenti ; ‘’per uccidere un Epigono punta al cuore,centimetro più centimetro meno, li avrai comunque sistemati, la rigenerazione per quanto veloce è comunque troppo lenta per questo tipo di ferite’’,Christopher era stato chiaro in proposito.
Charlotte corrugò la fronte scrutandomi come se stessi dando di matto _A quanto pare invece ha funzionato! Cavolo dovresti essere felice invece sembri quasi dispiaciuta_ mi lanciò un’occhiata critica per conferma a quelle parole.
Sospirai socchiudendo leggermente gli occhi _Credo di esser semplicemente scossa,tutto qui…_
Aveva ragione,mi ero salvata, il mio sangue ‘’supersonico’’ mi aveva parato il culo,avrei dovuto ringraziare il cielo per quello!
Allora perché continuavo ad avere l’assurda sensazione che qualcosa non quadrasse ?
_Già probabilmente è così,insomma te la sei vista brutta ,hai praticamente giocato a poker con la morte, anche io al tuo posto sarei piuttosto farneticante e paranoica_ Charlotte annuì prima di mostrarmi un sorrisetto ironico.
_Paranoica e farneticante_ ripetei _ Cavolo credevo di peggio_ sentenziai scrollando brevemente le spalle.
Charlotte ridacchiò sommessamente.
Corrugai nuovamente la fronte osservando la ragazza davanti a me comportarsi con perfetta disinibizione il che,trattandosi di Charlotte,era abbastanza curioso.
_Perchè sei così…_ riflettei un attimo sul termine adatto da utilizzare _gentile?_ conclusi con palese scetticismo.
Charlotte roteò gli occhi sospirando con enfasi _Perchè ti trovi su un lettino post-operatorio,sei sopravvissuta ad una pallottola e non hai una bella cera, in conclusione : non mi piace infierire sul nemico in tali condizioni_ un sorrisetto furbo le imperlò le labbra.
_Allora qualcosa di positivo in tutta questa storia c’è_ la provocai sorniona .
_A quanto pare…_ convenne _ma non ti ci abituare_
_Certamente, quando sarò nuovamente in grado di reggermi sulle mie gambe potrai tornare a cercare di prendermi a calci in culo_proposi con marcata ironia
Charlotte contrasse le sopracciglia con enfasi _Esattamente_
_E’ permesso?_ un paio di colpi alla porta ci fecero distogliere lo sguardo.
_Interrompo qualcosa?_ Sebastian continuò a far passare lo sguardo sui nostri volti.
Un sorrisetto mi fece sollevare gli angoli della bocca _ Niente di importante,solo io e Charlotte che ci scambiamo reciproche promesse _
Il ragazzo corrugò la fronte con maggiore perplessità _Non credo di aver capito_
Charlotte emise un piccolo sospiro reclinando il capo verso l’alto _Lascia perdere_ tagliò corto tornando ad alzarsi _Dato che la bell’addormentata si è finalmente svegliata ne approfitterò per prendermi una pausa_
Sebastian abbozzò un sorriso _Ero appunto venuto per proporti il cambio_
_Accomodati pure_ sentenziò lei scrollando appena le spalle _Io nel frattempo credo che andrò a recuperare qualcosa dalla mensa_  concluse dirigendosi verso la porta.
_Buon pranzo allora_le augurò Sebastian seguendola mentre si allontanava.
Charlotte si bloccò sull’uscio voltandosi appena per mostrare un’espressione critica _Con quello che mi toccherà mangiare sarebbe meglio dire ‘’buona fortuna’’_ sollevò ulteriormente i lembi della bocca prima di abbandonare definitivamente la stanza.
Sebastian continuò a ridacchiare scuotendo appena la testa.
Tornò a voltarsi verso di me squadrandomi con attenzione per qualche momento.
_Sembri in forma_
Emisi una risata scettica _Non mentire_ replicai alzando un sopracciglio .
_Beh nessuno si aspetta che tu ti metta a fare dei piegamenti o una corsetta_ asserì mostrandomi un’occhiata ironica .
Continuò ad avanzare fino a prender posto nella poltroncina lasciata vuota da Charlotte.
I suoi occhi si posarono con insistenza su di me,sembrava scrutarmi come fossi una bambola di cristallo che si potesse rompere da un momento all’altro.
_Come stai?_il suo tono fuoriuscì calmo nonostante nel suo sguardo potessi leggere tutta la preoccupazione che provava.
Mi mordicchiai nervosamente il labro riflettendo su quella domanda tanto semplice quanto complessa _Bene…credo_
In effetti era proprio questo a rendermi leggermente paranoica, era consueto sentirsi così a meno di quarantotto ore da una sparatoria?
Ero quasi morta eppure stavo…bene
Sebastian si abbandonò ad un sospiro di sollievo _Non sai che piacere sentirtelo dire,quando ti ho vista li…con tutto quel sangue io…bhe,non ho saputo cosa pensare_ la sua voce si incrinò leggermente mentre i suoi occhi tornarono a cercare i miei con apprensione.
_Ero messa parecchio male,non è così?! Pensi che sia normale che mi risulti perfino difficile ricordarmene?Insomma la mia ripresa è stata estremamente veloce_ inarcai entrambe le sopracciglia per evidenziare quanto mi risultasse difficile trovarvi un senso logico .
Sebastian soppesò le mie parole con attenzione prima di scrollare leggermente le spalle _E’ una cosa da Epigoni suppongo_ mi mostrò un sorriso d’intesa .
Sospirai leggermente _Già una cosa da Epigoni_ ripetei senza troppa convinzione.
A quanto pareva nessuno sembrava riuscire a fornirmi delle spiegazioni più soddisfacenti di quelle,tanto valeva lasciar perdere.
_Quanto tempo è passato prima che ci trovaste?_ tornai ad osservarlo.
Il suo volto tornò a rabbuiarsi leggermente,evidentemente non era ancora a suo agio con i ricordi di quegli eventi.
_Non so di preciso ma suppongo subito dopo che …sai_ si interruppe con fare nervoso.
_Che mi hanno sparato_ conclusi semplicemente.
Io al contrario non avevo alcun problema a rievocare gli eventi, sembravano talmente distanti nella mia mente. Come se fossero appartenuti ad un passato così lontano da non poter più fare male.
Sebastian inspirò sonoramente prima di annuire appena .
_Ma come avete fatto a sapere dove eravamo?_ aggiunsi con evidente curiosità.
_Non lo sapevamo ,semplicemente abbiamo stanato uno di quei traditori,lo stupido aveva cercato di sfuggire durante il Test ,finendo semplicemente per richiamare l’attenzione su di se. Non ci ha messo molto a confessare il suo intento,stava cercando di raggiungere i suoi complici ,  avevano appuntamento nei sotterranei per cercare una fuga d’emergenza sapendo di esser stati praticamente smascherati .Quando abbiamo fatto irruzione li sotto ,non potevamo avere minimamente idea che tu e Christopher foste arrivati prima di noi_  scosse la testa come a cercare di liberarsi di quei ricordi.
Per un secondo lo invidiai.Sembrava che tutta quella storia fosse così vivida nella sua mente,era evidente che la cosa lo toccava nel profondo.
Io invece?Ero io quella che si era beccata una pallottola in pieno petto,sempre io avevo camminato su un filo sottilissimo appesa alla vita,avrei dovuto mostrarmi sconvolta ancora provata .Invece mi sentivo come se non fosse mai successo nulla.Non un solo dolore.Non una cicatrice a testimoniare.
La mia rigenerazione mi aveva salvata,si, ma a quale prezzo?!
 
 
Passai il resto della giornata su quel letto in completa solitudine.Nonostante io fossi stata esonerata dalle normali attività lo stesso non valeva per il resto dei miei compagni.
Sebastian era stato praticamente cacciato dalla mia camera da una di quelle che doveva ricordare un’infermiera in qualche modo.Le era venuto quasi un infarto trovandolo ancora li a ‘’perder tempo’’,così aveva detto,quando invece avrebbe già dovuto trovarsi in Sala Allenamento.
Così non mi era rimasto che squadrare per un tempo infinito le mattonelle del pavimento fino a quando non avevo deciso di abbandonarmi ad una sana dormita.
Quella sembrava essere l’unica attività concessami .
Morfeo era stato particolarmente benevolo con me ,tenendomi strettamente fra le sue braccia senza la minima interruzione di sorta.
Quando riaprii gli occhi la stanza era ormai avvolta nell’oscurità notturna.
Era stato un rumore ,simile ad uno scalpiccio, a richiamare i miei sensi in allerta facendomi abbandonare definitivamente l’incoscienza del sonno.
Strizzai leggermente gli occhi per abituarmi più velocemente alla penombra e finalmente riuscii ad individuare i contorni della stanza.
_Ti ho svegliata?_ un sussurro basso e ovattato mi costrinse a voltare la testa con leggero stupore.
Gli occhi di Christopher brillarono nella penombra in attesa di una risposta.
_Non proprio_ replicai trovandomi a mia volta a mormorare,ero abbastanza sicura che la simpatica infermiera non avrebbe particolarmente gradito quella visita nel cuore della notte.
Per qualche istante nella stanza calò il silenzio,Christopher continuava a squadrarsi le scarpe con vivido interesse senza tornare ad incontrare il mio sguardo,nemmeno per sbaglio.
Sospirai socchiudendo gli occhi _Mi stai evitando?_ domandai senza troppi giri di parole.
Finalmente il suo volto tornò a sollevarsi _Perchè pensi questo?_ .
Gli mostrai un’occhiata critica _ Non ti sei fatto vedere durante tutta la giornata_
_Ho avuto gli Allenamenti,non avevo come aggirarli _ tagliò corto
_Sebastian e Charlotte ci sono riusciti_ gli feci notare
Lo vidi passarsi una mano sul volto _Sebastian e Charlotte non sono stati sottoposti ad una serie di prove per testare la loro competenza_sospirò stancamente
_Di che diavolo stai parlando?_ domandai maggiormente confusa.
Mostrò un accenno di sorriso del tutto privo di allegria _Hanno voluto accertarsi che non stessi perdendo qualche colpo.Non capita tutti i giorni che una Recluta novizia si becchi una pallottola al posto di una Recluta di Riferimento_
_Cos’è una Recluta di riferimento?_
_Una Recluta con più esperienza rispetto ai suoi compagni,una sorta di leader _spiegò semplicemente, senza alcun entusiasmo.
Annuii silenziosamente prima di tornare a soffermarmi sulle sue parole.
Sollevai lo sguardo sul suo volto alla ricerca dei suoi occhi _Tu lo sai che quello che è successo non è stata colpa tua,vero?! Insomma queste teste vuote della DS possono pensare quello che vogliono ,ma la verità è che la pallottola ha colpito me perché io mi sono messa in mezzo!Non c’entrano niente le tue doti da agente,quelle sono apposto_ conclusi con un piccolo sorriso che speravo smorzasse la tensione.
Ancora una volta Christopher inspirò a fondo tornando ad evitare il mio sguardo _Lo so_ concluse semplicemente.
_Quindi perché continui ad evitarmi?_ la mia non era più una domanda,era divenuta un’accusa.
_Non ti sto evitando_ provò a giustificarsi .
_Si invece! Non hai fatto altro che fissare il pavimento da quando sei entrato qui,ogni volta che sollevi lo sguardo finisci per pentirtene distogliendolo istantaneamente ,come se non bastasse il tuo tono è …duro_sentenziai .
Nonostante la penombra che regnava nella stanza riuscii comunque a notare un leggero tentennamento nel suo volto.
La sua mano corse fra i capelli, naturalmente scompigliati, frizionandoli leggermente,lo faceva spesso quando pensava.
_Mi dispiace_
Mi ritrovai del tutto spiazzata finendo per corrugare maggiormente la fronte.
_Per cosa?_
I suoi occhi salirono sul mio volto incrociando i miei ,finalmente.
_Per tutto_
Questa fu la sua semplice risposta,nessun accenno chiarificatore, nessun approfondimento in materia.
Ma per qualche strana ragione decisi di non insistere. La leggera contrazione sul suo volto,quasi colpevole, mi lasciò intendere che dietro quelle parole imperversava un intero fiume di ragioni ma che quell’argine non era ancora pronto per essere abbattuto.
 
 
 




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