Iguria

di Hisoka chan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Evasione ***
Capitolo 3: *** Rapimento ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Prologo


Che cos’è, Iguria?

Iguria è una foresta oscura.

Iguria è un luogo pericoloso ricco di insidie.
Iguria è il sottile confine tra vita e morte.
Essa è il luogo dove sadismo e assenza di leggi trovano la massima espressione, originando un gioco malato e perverso.
Una missione suicida, nella quale solo i più forti ed astuti hanno chances di sopravvivere e portare a termine il lungo viaggio.
Coloro che non faranno buon uso dell’intelletto e le armi a loro disposizione, invece, saranno destinati a soccombere alla ferocia dei guardiani o periranno per opera degli stessi giocatori.

Lo scopo?

Recuperare il maggior numero di medagliette possibile, aggirando i diversi ostacoli e dimostrando il proprio valore sul campo, agendo con sangue freddo ed una punta di sadismo.

Il campo di gioco è semplicemente una foresta oscura che nasconde migliaia di trabocchetti e tranelli, sorvegliata da figure incappucciate che si aggirano nelle tenebre.

Chi sono?

I guardiani.

Persone senza ordine morale, fredde, impassibili e violente che ostacolano il percorso dei concorrenti, decimandone di tanto in tanto il numero, per evitare che loro arrivino a Lui:

il Re.

La sua figura è avvolta da un alone di mistero,
nessuno sa chi sia,
nessuno lo ha mai visto o, se lo ha fatto, non ha vissuto abbastanza per poterlo raccontare.
Si sa solo che stia in cima al monte Takiji, comodamente seduto sul proprio trono, in attesa di colui che riesca a portare a termine il gioco.
E tu, di che pasta sei fatto?
Soccomberai nell'intento di raggiungere l'obiettivo o combatterai con tutte le tue forze per portare a termine la missione?

Lo scopriremo presto.

Are you ready?

Let's begin.
 

 

 Angolo dell'autrice:
bene ed eccomi qui con questa nuova follia..
non ho la minima idea di quello che possa venirne fuori, ma... speriamo bene!
spero davvero che leggerete e recensirete in molti!
ps_Paring Redmoon; Bluejewel.
(In entrambi i casi non sarà una storia d'amore)

 


 

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Capitolo 2
*** Evasione ***


Evasione
 

Il suono metallico, provocato dallo spostarsi del portone blindato, fece cessare le urla e gli schiamazzi all'interno del carcere.
Tutti i prigionieri si bloccarono sul posto voltando lentamente la testa verso l'origine del rumore.
Un brivido di terrore percorse interamente la spina dorsale dei presenti, facendoli tremare lievemente.
In lontananza, al principio della stanza, una figura snella e slanciata faceva il suo ingresso seguita da un'altra qualche centimetro più alta.
I lunghi capelli azzurri ricadevano morbidi sulle spalle, ondeggiando lentamente al passo cadenzato.
Gli occhi color acquamarina spiccavano sul viso morbido e tondo. Completavano il tutto due labbra carnose che formavano una piccola bocca a cuore.
Lo sguardo dei presenti era puntato su di lei che, come se niente fosse, proseguiva il suo cammino verso la piccola cella di isolamento.
Nessuna emozione trapelava dal suo viso angelico che appariva rilassato nonostante il luogo in cui si trovasse.
Nulla pareva turbare la sua tranquillità.

***

Seduta sul tetto di una casa, una figura incappucciata assisteva al tramonto con sguardo assente.
Le gambe lunghe ed affusolate ondeggiavano come quelle di una bambina piccola mentre gli occhi rubino fissavano un punto indeterminato nell'orizzonte.
Una ciocca vermiglia le ricadde ribelle sul viso, uscendo da sotto il grande mantello nero. Le dita sottili ed allungate della mano sinistra la riportarono all'ordine dietro l'orecchio destro, nello stesso istante in cui due labbra morbide si dischiudevano leggermente nel sussurrare un "È ora".
Si alzò in piedi e contemplò ancora una volta il panorama.
Inspirò una boccata d'aria, pronta a gettarsi a capo fitto in questa nuova missione, pericolosa sì, ma a lei non importava, si era data un obiettivo e voleva rispettarlo a tutti i costi.
Spiccò un salto in avanti ed atterrò agilmente al suolo.
Si guardò rapidamente attorno, poi cominciò a correre verso la prigione della città. 

***

Arrivarono di fronte ad una cella.
L'uomo, sulla quarantina, prese il mazzo di chiavi che portava attaccato alla cintura e scelse con cautela quella corretta che venne poi infilata nella toppa.
Un giro.
Clack.
La serratura scattò e la porta piccola ma pesante si aprì.
Stava giusto per buttarci all'interno la ragazza, con disprezzo, ma un grido acuto di terrore raggelò tutti all'istante.
La guardia strinse il polso dell'azzurra guardando verso il portone, paralizzato.
Un cigolare ed un rumore assordante annunciarono che non esisteva più nessuna struttura in metallo blindata a chiudere, all'interno della prigione, i detenuti.
Davanti a loro si ergeva, imponente, una figura incappucciata.
Alta e snella, tra le mani teneva, saldamente, una katana dalla cui lama gocciolava a terra un liquido cremisi.
Sangue.
Sangue non suo, ovviamente.
Con lentezza esasperante, alzò piano il braccio e puntò la lunga spada verso l'uomo.
<< Tu hai qualcosa che mi appartiene. >> esordì << Ed io la rivoglio. >> annunciò correndo nella sua direzione.

*** 

I monitor all'interno della stazione di polizia non funzionavano ed offrivano una visione frammentaria ed oscurata di ciò che accadeva all'interno della prigione.
<< Maledizione! >> imprecò il capo.
<< Si può sapere cosa succede? >> domandò irritato, battendo un pugno sulla scrivania.
Si alzò e girò le spalle ai pc per poi prendersi un sigaro cubano ed accenderlo.
Inspirò una boccata profonda e guardò pensieroso fuori dalla finestra.
<< Tsk. In questa fottuta centrale non funziona mai un cazzo. >> asserì irritato, prendendo in mano un fascicolo.
"Urgente" recitava la scritta.
Aprì svogliatamente i fogli e si trovò davanti la foto di una ragazza dai capelli azzurri.
<< Rein Sun, sedici anni. Serial killer. Arrestata il 10 agosto scorso.
Totale delle vittime uccise: 19...
Si presuppone abbia un complice mai catturato. >> lesse ad alta voce << Segni particolari: sole nero dietro la scapola destra. >> sul suo volto apparve un’espressione sorpresa.
"Sole nero" pensò.
Dove aveva già visto quel segno?
Forse...
Il suo cuore ebbe un sussulto.
Si voltò di scatto urtando una tazza di caffè appoggiata sulla scrivania, essa rovinò a terra frantumandosi in mille pezzi, seguita dal sigaro cubano che gli scivolò dalle labbra.
Febbricitante si avvicinò alla tastiera del pc, dove digitò frenetico qualcosa, per poi fermarsi ad osservare il responso, riportato sul monitor, con sguardo vacuo e spento.

Un forte bip lo fece ridestare dallo stato di incoscienza in cui era piombato e, quasi con paura, alzò lentamente il viso verso i computer.
Ciò che vide gli gelò il sangue nelle vene.
L'immagine a puntini che prima dominava tutti gli schermi, aveva ormai preso definitivamente forma, delineando una lunga ed infinita scia di cadaveri disseminati lungo il corridoio della prigione, accompagnati da pozze cremisi.

***

La ragazza osservò l'uomo a terra mezzo agonizzante.
<< Tsk >> sibilò sfilando la katana dal petto del poliziotto, per poi rinfoderarla.
<< Niente male sorellina. >> asserì piacevolmente sorpresa Rein.
<< Già.. Ma muoviamoci prima che arrivino altri sbirri. >> tagliò corto, prendendola per il polso e correndo verso una finestra dalla quale entrambe spiccarono un gran salto per poi sparire nell’oscurità.

 
 
 
Angolo dell'autrice:
Rieccomi qui con il vero primo capitolo! fortunatamente non vi ho fatto aspettare molto, visto che brava bimba? ;)
bene, qui entrano in scena due ragazze una delle quali è "misteriosa" ma scommetto che tutte abbiate capito di chi sitratta xD
comunque, per l'inizio effettivo del gioco dovrete aspettare ancora un pochino..
resistete mi raccomando e..
continuate a seguirmi!
grazie mille a tutte coloro che hanno recensito ed inserito la ff nelle seguite/ricordate/preferite!
un bacione a tutte!
Hiso chan <3
 

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Capitolo 3
*** Rapimento ***


Rapimento
 
Le prime luci dell'alba si poggiarono sulla cittadina di Fukimachi rischiarandola con i loro colori tenui e delicati, dando così vita ad un’atmosfera surreale che avvolse l’intero paesino.
Esso appariva come racchiuso all’interno di una bolla, come irraggiungibile, isolato in quella pace artificiale creata dai tenui raggi mattutini.
In questo clima di serenità, un grido agghiacciante si levò nell’aria, rompendo l’incanto e portando l'intera popolazione alla consapevolezza di un brusco risveglio.

*** 

Nella grande foresta ai confini della piccola città, i primi bagliori solari trasparirono dalle fronde degli alberi, penetrando all'interno di una piccola grotta ed illuminando il profilo di due figure dormienti.
La prima stava rannicchiata su se stessa, teneva le gambe al petto ed il capo abbandonato sulla spalla della gemella.
I suoi lunghi capelli azzurri ricadevano sinuosi sino al suolo, incorniciandole il viso da tratti delicati e morbidi.
La sorella, invece, stava seduta a terra, le gambe allungate, la testa appena appoggiata contro la parete in roccia del nascondiglio e la mano destra serrata sull’impugnatura della katana, pronta a foderarla contro un eventuale nemico.
Lentamente aprì gli occhi rubino puntandoli, subito, sulla figura, ancora assopita, della gemella. Si lasciò sfuggire un lieve sorriso, poi, tornò ad accomodarsi fissando la parete davanti a sé, immersa nei suoi pensieri.
Improvvisamente un rumore dall'esterno attirò la sua attenzione, costringendola a scattare in piedi e ad affacciarsi all'apertura rocciosa, esaminando con lo sguardo i dintorni.
Un sospiro sollevato uscì dalle labbra rosee e carnose della ragazza, mentre rilassava, appena, le spalle tese e socchiudeva gli occhi voltandosi verso la grotta.
Non riuscì nemmeno a muovere il primo passo che qualcosa di duro le colpì forte la nuca.
Un dolore lancinante si impossessò della sua figura mentre cadeva esanime al suolo e tutto si faceva improvvisamente buio.

***

Le mattonelle del centro di detenzione erano macchiate da grandi pozze di sangue rappreso, accompagnate da un'infinita scia di cadaveri disseminata lungo il percorso eseguito, la sera prima, dalle due fuggitive.
Accanto alle carcasse dei secondini e dei poliziotti malamente uccisi si trovava, ora, una nuova pozza cremisi, nata dal corpo di una donna barbaramente decapitata.
Aveva circa una quarantina d’anni ed indossava un abito bianco lungo sino al polpaccio, ricco di tasche capienti, utili per riporre oggetti.
Le piccole mani erano coperte da dei guanti in latice impregnati dal liquido vermiglio, come il vestito stesso, del resto.
Ai suoi piedi giaceva, rovesciato, un carrello in plastica pieno di strumenti per la pulizia delle celle.
 
Sangue.
Sangue e nient’altro.
Uno spettacolo raccapricciante.
Un paesaggio di morte.
Il capo del dipartimento di polizia era immobile sull'uscio.
La mano ancora appoggiata alla maniglia, gli occhi spalancati ed il viso contratto in una smorfia di disgusto.
Osservava la scena in silenzio, lasciando vagare lo sguardo per quella stanza che emanava un odore nauseabondo.
In un angolo del locale, vicino alla porta della guardiola, spalancata, si trovava il capo della nuova vittima.
L'espressione dipinta su quel volto fece gelare il sangue nelle vene dell'uomo; in quegli occhi spalancati, si poteva ancora leggere il terrore che incute la certezza della morte.
Mosse appena un passo in quella direzione, affacciandosi alla porta per dare un’occhiata all'interno del piccolo ufficio.
Subito il suo sguardo fu attratto da un cassetto della scrivania aperto.
Lento si avvicinò, notando una serie di fogli sparsi a terra ed un fascicolo mancante.
La consapevolezza di aver perso tutto si insinuò prepotente nella sua mente, costringendolo a digitare quelle due parole sul computer.
"Sole nero.
Nessun risultato."
Non era possibile.
Tutte le informazioni di quel gruppo di mercenari era sparito dai database della polizia.
Non c'era più alcuna informazione su Rein o alla sua famiglia di appartenenza.
Era come se quel caso non fosse mai esistito.
L'uomo si alzò in piedi, portandosi le mani tra i capelli, profondamente turbato.
Fu un attimo.
Due mani guantate sbucarono alle sue spalle, stringendosi con forza attorno al collo del capo del dipartimento.
Nel silenzio di quella valle di sangue anche l'ultima vita non ancora spezzata, andava spegnendosi lentamente.

Angolo dell'autrice:
ciao a tutte!
Rieccomi qui con il seguito della storia!
Scusate l'imperdonabile ritardo c.c
L'aspetto positivo, però è che ho già iniziato il prossimo capitolo e che quindi conto di postarlo a breve, lì avremo l'inizio dei giochi a tutti gli effetti.. ci sarà da divertirsi!
un bacio ed un enorme grazie a tutti coloro che leggeranno e recensiranno!
Hiso chan <3

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