Emozione senza nome

di Laady
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dolce illusione ***
Capitolo 2: *** Ritorno agoniato: ore, minuti e secondi. ***
Capitolo 3: *** Giornata soporifera ***
Capitolo 4: *** Asia ***
Capitolo 5: *** Vivi e vedrai ***
Capitolo 6: *** Questa è una promessa ***
Capitolo 7: *** Risvolti ***
Capitolo 8: *** Una seconda volta ***
Capitolo 9: *** Il resto del mondo smise d'esistere ***
Capitolo 10: *** Il mio principe ***
Capitolo 11: *** Io ti sposo ***
Capitolo 12: *** Armonia perfetta ***
Capitolo 13: *** Cambiamenti ***
Capitolo 14: *** Piani ***
Capitolo 15: *** Lei era lì ***
Capitolo 16: *** Spiegazioni ***
Capitolo 17: *** Dimmi che sei reale ***
Capitolo 18: *** Svenimento ***
Capitolo 19: *** Mani intrecciate ***
Capitolo 20: *** Fiocchi in arrivo ***
Capitolo 21: *** Il momento della verità ***
Capitolo 22: *** Buio, dolore, sbaglio. ***
Capitolo 23: *** Petali di rosa e candele bianche ***
Capitolo 24: *** Neve ***
Capitolo 25: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Dolce illusione ***


Buongiorno a tutti ragazzi miei!
Vi auguro una buona lettura!
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Ma come fai,
sai dei miei guai anche se non mi vedi.
Ma come fai,
non manchi mai quando non sto più in piedi.
Se cado giù ci pensi tu
mi spieghi come fai.

 

Era andata, sparita, per sempre.

Aveva fatto la scelta giusta, si continuava a ripetere nella testa, doveva lasciarla andare e farle vivere la sua vita come lei desiderava. Doveva farlo, se si ama una persona non è importante la propria felicità, bensì lo è quella dell'altro. Allora perchè sentiva quella sensazione di vuoto dentro, quella voglia di piangere in continuazione, l'urlo straziante dei ricordi nella sua testa apparentemente calma all'esterno?

 

A sopportare tutti i miei perche’
a non urlare se ce l’ho con te
combinazione senza nome
come due anelli, quasi fratelli.

 

Era diventatato la sua ombra. Non rideva più, non scherzava più. Era un passo avanti se sbiascicava qualche parola quando usciva dalla sua stanza, di mangiare non se ne parlava neanche.. la famiglia Cesaroni non sapeva più cosa fare.

 

A realizzare tutti i miei farò

a non mollare quando me ne andrò

un’emozione senza nome

come due anelli, piu’ che fratelli.

 

Era uscito con 70 alla maturità, solo per merito Suo, lo sapeva. La casa era stata in festa per giorni in onore dell'evento, facendo solo riaffiorare la figura del Suo viso nei suoi pensieri, era grazie a lei se era passato, era grazie a lei se era stato così coraggioso, era grazie a lei se lui aveva capito cosa significa l'amore.

 

Ma come fai,

risolvi i guai, anche se poi lo neghi.

Ma come fai,

non dormi mai, forse è per me che preghi.

 

Lo riempirono di complimenti e regali, gli offrirono le vacanze, ma non partì. E se lei sarebbe tornata da lui, dopo aver improvvisamente capito i Suoi veri sentimenti e lo sbaglio che aveva fatto? No, doveva aspettarla. Le doveva questo ed altro.

 

Se volo su, ci pensi tu

mi spieghi come fai?

 

Non sentiva quella gioia che tutti provavano; non sentiva niente. Passava davanti a quella stanza vuota, con un magone insormontabile, tutti i giorni. Le lacrime erano sempre lì, che bussavano ai suoi occhi e una sensazione stomachevole era presente in ogni istante alla sua gola. Sentiva ancora il Suo profumo incantevole nell'aria e la Sua voce, nel suo cuore.

 

A sopportare tutti i miei perchè

a non urlare se ce l’ho con te!

Combinazione senza nome

come due anelli, quasi fratelli.

 

Come aveva potuto essere così cieco, così stupido a non aver capito subito cos'era lui per Alice solo qualche mese fa? Come aveva potuto essere tanto sciocco, così intimidito per non averle parlato dei suoi sentimenti dopo quella notte passata insieme a far l'amore alle terme di nascosto?

 

A realizzare tutti i miei farò

a non mollare quando me ne andrò.

 

Nascosto, come dovevano rimanere i suoi sentimenti, ora e per sempre. Sapeva che l'amore che provava per lei sarebbe rimasto tale ed immutato, sapeva cosa significava per lui..

 

Un’emozione senza nome

come due anelli, piu’ che fratelli.

 

Non faceva altro che immaginarsela felice, bellissima come sempre, nel suo costume da bagno sulla barca di Francesco. La pensava nella sua nuova casa, la pensava con Lui la mattina, il pomeriggio e la sera. La pensava e basta, come una costante.

 

Grazie perché se stai con me, io crescerò

resta con me o senza di te come farò.

 

Aveva scelto lui e doveva accettare la Sua decisione, per lei. Avrebbe dovuto essere forte e confessarle il suo amore molto tempo prima, avrebbe dovuto far tante cose, si rammaricava ogni istante delle sue giornate. Sarebbe stata il suo rimpianto più grande, non l'unico, ma il più importante.

 

A sopportare tutti i miei perchè

a non urlare se ce l’ho con te?

Combinazione senza nome

come due anelli, quasi fratelli.

 

 

Avrebbe sempre ricordato il suo primo bacio, con lei. Avrebbe sempre ricordato la loro prima notte. Avrebbe sempre ricordato il mare, insieme. Avrebbe sempre ricordato lei, e basta. Si addormentò così, l'ultima sera prima che lei sarebbe tornata .

A realizzare tutti i miei farò
a non mollare quando me ne andrò

Erano passati tre mesi, e domani l'avrebbe rivista. Continuava a ripetersi che doveva esser forte, che non doveva dare segni di cedimento. Doveva vivere e sognare di nascosto dal mondo, in una dolce illusione che l'avrebbe accompagnato per sempre.

 

Un’emozione senza nome

come due anelli, piu’ che fratelli.

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Capitolo 2
*** Ritorno agoniato: ore, minuti e secondi. ***


Eccovi il secondo capitolo ;)
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POV ALICE

 

Domani dovrebbe essere una giornata qualunque, forse più triste delle altre perchè questo stacco dalla realtà è finito; da domani si torna a casa. Ma com'è che allora io provo solo un senso di sollievo e agitazione?

Questi tre mesi con Francesco sono stati pieni di alti e bassi, litigate su litigate seguite da una pace che, ahimè, non è mai stata duratura come ci promettevamo. E se non fosse il momento giusto per andare a vivere con lui, questo? Se dovessi ancora maturare a casa mia, con mamma, Giulio e tutta la famiglia pronta a sostenermi se facessi degli errori?” Alla parola famiglia una frusta colpì crudelmente il suo cuore, un volto nella sua mente si faceva strada, due occhioni marroni e dei capelli sbarazzini. Rudi. Come sarebbe stato vederlo di nuovo? Poterlo vedere quando voleva senza far ricorso ai suoi ricordi? E tutto, come ogni giorno, le ripassava per la testa. La sua prima impressione su di lui, il primo bacio che si scambiarono per farlo stare meglio, il bacio dato per sbaglio al gioco della bottiglia così tanti anni fa, il bacio alla discoteca, le corse per il parco e.. eccolo, il solito fiato mozzato e il cuore in tumulto che sembrava volesse uscire dalla cassa toracica e prenderla a pugni per averlo zittito così tante volte durante l'ultimo periodo. La prima loro volta insieme.

L'acqua così calda che non faceva altro che alimintare la loro lussuria, il cervello staccato da tutto il resto e due cuori che erano ansiosi e pronti per amarsi. E poi.. le solite lacrime, che seguivano quei pensieri con la solita, quotidiana e ormai monotona domanda. “E se in realtà fosse Francesco a non essere quello giusto per me?”

 

POV RUDI

 

Dieci ore, cinquantatre minuti, sei secondi, dopo di che Alice avrebbe fatto ritorno a casa e il suo mondo sarebbe stato sconvolto definitivamente. Stava già pensando a come avrebbe potuto comportarsi, scantendo il tempo che li stava ingiustamente dividendo.

Ciao Ali”

Ehy Ali, come butta?”

Sardina, come sono andate le vacanze? Sei tornata più brutta del solito!”

We Ali, mi hai comprato qualcosa dalle vacanze?”

Ciao Ali, sai ti ho pensato tutte le vacanze e mi do dello scemo da solo per quanto ti amo quindi mi domandavo se ti andava di lasciare Francesco e magari metterti con me, andare a vivere insieme come una famiglia felice, fare tanti bei bambini e magari sposarci?”

Stava diventando ridicolo, lo sapeva più di chiunque altro. Il volto magro e le occhiaie marcate dal poco sonno, il fisico ormai tonico dovuto alle giornate dedicate alla palestra per occupare il tempo ma soprattutto i pensieri, lo rendevano ormai un uomo. Un uomo forte, ma non troppo senza la sua amata. Un uomo.. qual'era la parola giusta? Innamorato, ecco. Nove ore, dieci minuti, trenta secondi..

 

POV ALICE

 

La porta era chiusa, il suo mondo era all'interno. Non rimaneva altro che aprire, fare i soliti occhioni con il sorriso forzato ma in modo non marcato, salutare e dare baci a tutti. “Come diamine farò a baciare Rudi senza che le nostre labbra si calamitino insieme?” Arrossì dopo aver sussurrato quella frase. Si pensò a baciare la splendida bocca di Rudi, e il suo cuore impazzì letteralmente. Ma il cervello, ancora una volta, ebbe la meglio. “Sei sempre la solita, non cambi mai. Ora ripigliati un po' che si sarà sicuramente rifatto una vita, come hai fatto tu e come devi continuare a fare tu. Ora prendi coraggio e apri questa cavolo di porta!” Nemmeno il tempo di finire la frase che la porta si aprì dall'interno e una voce calda e familiare l'accolse con amore e gioia.

Alice!”

 

Angolo dell'autrice

 

Scusate se il capitolo è particolamente corto, ma tutto è volontario per lasciarvi un po' di suspence. Chi mai sarà dietro la porta ad accogliere la giovane donna? Vi aspetto con questo interrogatorio nel terzo capitolo, un bacio! 

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Capitolo 3
*** Giornata soporifera ***


Chapter three!

Premetto che i discorsi aperti dalle virgolette sono i dialoghi tra i personaggi, mentre quelli racchiusi dai trattini sono i pensieri. Buona lettura a tutti, un bacio, !
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POV ALICE

 

Mamma!” Era lì, bella e solare come sempre, raggiante. Le sorrideva sulla porta con gli occhi sbarrati, incredula che fosse arrivata così presto.

Amore mio, ma come stai?” la abbracciò subito Lucia, tanto calorosamente da farle uscire le budella.

Benissimo, grazie mamma, ma se fai così mi uccidi!” Dopo che la madre la lasciò, Alice gettò lo sguardo in casa, nemmeno un'anima viva nei dintorni. -Oh, andiamo ma chi ti aspettavi di vedere?- pensò, triste quanto irata. Si, ma arrabbiata per cosa?

Guardati, sei bellissima. Ti ha fatto bene il mare. Devi prendere le tue cose per la casa nuova, tesoro?” Chiese sua madre cordialmente.

A dire la verità mamma.. sono tornata per restare. Almeno per un po'. Forse avevi ragione tu, forse devo maturare ancora un pochino prima di gettarmi in qualcosa di così grande.”

Non è andata come desideravi, eh?” Le sorrise amabilmente sua madre, quasi consapevole della risposta. L'aveva avvertita, aveva avvertito sua figlia dei guai a cui poteva andare incontro. Ma lei forse acceccata da una possibile nuova vita, forse da un distacco dal passato era rimasta ammaliata dalla proposta del suo compagno, tanto da andare con lui e seguirlo ovunque.

Non esattamente. Francesco e io..” Nemmeno il tempo di finire la frase che si ritrovò assordata da un'urlo e qualcuno con la potenza di un bufalo l'aveva travolta.

Aliiiii!”

Ciao Eva, mi sei mancata anche tu” disse Alice con voce flebile e divertita.

Ma che ci fai qui?” rispose tutta pimpante la sorella maggiore.

Oh, andiamo voi due! Avete tutto il tempo per i racconti e gli abbracci, ora Alice entra e bevi qualcosa, più tardi mi spiegherai tutto quanto”. Disse la madre dividendo le due con quell'affermazione.

Prese le valige della figlia e le appoggiò davanti alla cucina, spingendola lievemente con la mano nella stanza per bere qualcosa di fresco e saziare la sete conseguita dal caldo afoso di Roma.

Ma guarda un po' chi è tornato a Roma! Sono contento di vederti Ali” Esclamò il padre acquisito di Alice, dandole un bacio sulla guancia con un sorriso a trentadue denti.

Sono arrivati i cornetti!” Arrivò in quel momento anche Cesare accompagnato da una Matilde che aveva già preso posto al tavolo vicino a Mimmo e una Pamela visibilmente affamata.

Il profumo dei cornetti e della colazione pronta doveva essere arrivata fino al piano superiore, perchè Marta scese immediamente le scale contenta anche se ancora un po' assonnata.

Amore, ti sei svegliata?” Sua madre andò a prenderla in braccio e le diede un tenero bacio sulla guancia.

Il cuore mancava di battiti. Mancava qualcuno all'appello. Dov'era? Perchè non era lì ad accoglierla? Era passato così tanto tempo che non gli importava più niente di lei? -Vedi Alice? Sei la solita stupida. Lui starà con un'altra chissà dove ora, e tu sei qui a sperare in lui. Sei la solita, la solita illusa.- il suo cervello la stava torturando, o forse era il suo cuore a parlare, terrorizzato com'era.

Ciao a tutti!” Marco era entrato dalla porta, seguito da qualcuno dietro. Il suo cuore arrivò in gola per poi tornare nei meandri della disperata confusione che alloggiava in lei quando capì che era Maya.

Ma guarda un po' che bella sorpresa. Siamo tutta la famiglia al completo!” Disse sorridendo in modo amabile Pamela.

Beh, ..quasi tutti Pamè”. Stavolta era Lucia ad aver preso parola, in un tono tanto triste che la sua secondogenita non aveva mai sentito.

Dov'è Rudi?” Marco aveva posto la domanda che il suo cuore bramava dal suo arrivo in casa Cesaroni.

In camera, sono andata prima a veder come sta ed è chiuso a chiave dentro. Sa il Dio cos'è successo a quel povero ragazzo durante l'estate..”

Chiuse gli occhi, colpevole. Colpevole dei sentimenti devastanti che aveva scatenato nel fratello. Colpevole. Probabilmente un'assassina che aveva aperto a mani nude la vittima e aver strappato d'impatto il suo cuore avrebbe causato meno dolore.

Nemmeno il tempo di finire la frase che Marco si fiondò al piano superiore, e iniziò a bussare alla porta invano. Dopo dieci minuti abbondanti scese e andò a sedersi al suo solito posto, dopo aver capito che era tutto inutile. Maya lo vide abbattuto e strinse la mano al suo futuro marito, sorridendogli in tutto il suo splendore. Era quello che avrebbe dovuto fare Alice tre mesi fa. Avrebbe dovuto correre da Rudi, prendergli le mani e stringerle. Sorridergli e rimanere così in eterno. Ma non lo aveva fatto, aveva dato retta alla ragione accantonando il suo cuore.

Beh, dai, facciamo colazione!” Disse fin troppo euforicamente un finto Giulio felice. Era abbattuto per il figlio, aveva cercato di far tutto per lui, eppure Rudi era rotto dentro. Spaccato a metà, come se avesse una crepa che non riuscisse a chiudersi nemmeno con tutto lo stucco possibile ed esistente al mondo.

Alle nove precise Alice finì la sua colazione e andò nella sua camera a sistemare i suoi bagagli. Prese le cuffie del telefono e iniziò ad ascoltare “What goes around” di Timberlake, forse le canzoni deprimenti non erano le migliori in quel momento, ma Timberlake la sapeva aiutare in ogni istante: bello o brutto che sia.

Passata un'ora abbondante si sedette sul letto, iniziò ad ammirare la porta bianca chiusa innanzi a lei. Lui era dietro quella porta. Sentiva uno strano calore pervaderle dentro, qualcosa muoversi nello stomaco. Sentiva tante cose, ma non lui. Arrivò Marta e iniziò a giocare con lei. Si ritrovò a casa a badare a Marta mentre tutti gli altri avevano altro da fare. Nel frattempo un Rudi misterioso era chiuso in camera sua senza la minima intenzione di uscire; sarebbero stati soli e avrebbero parlato se solo avesse avuto il coraggio di bussare, o di dire qualcosa. Ma non aveva fatto niente di tutto questo, aveva pensato bene di rifugiarsi nel curare la nipotina, da brava vigliacca che era.

Amore della zia, cosa ti cucino di buono?”

Amatriciana zia, amatriciana!” disse quel piccolo angioletto che in un attimo aveva aveva curato i suoi mali.

E amatriciana sia per questo mio piccolo amore dolce!”

La giornata era passata in fretta, arrivò sera. Giocò fino a tardi con la sorella e quella piccola peste, fino a quando cadde tra le braccia di Morfeo, in un sonno buio e senza sogni.

 

POV RUDI

 

Si stropicciò gli occhi, si guardò intorno. Era buio, maledettamente buio. Ormai vi era precipitato da un pezzo in quel tipo di esistenza, ma non solo a livello ambientale, ma particolarmente a livello morale. Strano però, era passato così poco tempo da quando si era addormentato? Si alzò, aprì la porta e decise che una buona doccia era quel che di meglio ci potesse essere in quel momento. Tutto stranito dal sonno si appoggiò alla parete fino ad entrarsi in bagno quando sotto la doccia, svegliato completamente dall'acqua fredda, vide il suo shampoo. - Oh andiamo Rudi, sei diventato ridicolo. E' di Eva, non ci sono dubbi. Uno shampoo non fa la differenza. - Ma, per nostalgia o meno, lo aprì e iniziò a inebriarsi di quel profumo che l'aveva fatto agoniare per così tanto tempo. Era così buono, come.. Lei. Ad un tratto qualcosa iniziò a mettere in moto il suo corpo. Era ora di finirla con questa storia, doveva scordarsela. Doveva andare avanti, o avrebbe sofferto per sempre. Aprì gli occhi di scatto e finì velocemente la doccia. Uscì dal bagno e si preparò per andare a correre, stranamente rilassato. Quando passò di nuovo in corridoio vide che qualcosa era diverso. Tornò lentamente indietro nel corridoio quasi paralizzato e vide che nella Sua camera tutto era come tre mesi fa. I Suoi effetti personali al loro posto, come se non fosse mai partita. Solo allora capì che lei era lì. Corse giù dalle scale e guardò l'ora, 1:04 di notte. Guardò il calendario e.. NON CI POTEVA CREDERE!! Aveva dormito un giorno intero! Era come se il suo subconscio l'avesse volutamente fatto cadere in uno stato vegetale per non farlo soffrire ancora, in modo che non l'avesse vista. Come un'effetto soporifero a lunga durata. In quel momento poteva percepire il suo corpo sotto sopra, non c'era più un pensiero fisso nella testa, contare i battiti del cuore al secondo era diventato praticamente impossibile. Qualcosa si rivoluzionò in lui, una scarica di adrenalina lo percosse e andò al parco, in giro per Roma. Ovunque andava bene pur che corresse, pur che scaricasse quelle emozioni che l'avevano fatto impazzire. Il Sole si fece alto in poco tempo, ma a Rudi non importava. Fino a quando il suo corpo non volle riportarlo alla realtà con i suoi bisogni primari. -Possibile che non c'è nemmeno una fontanella a Roma?- Si sentiva la gola in fiamme. Aveva corso per sei ore imperterrito fino a quando il metabolismo non dichiarò di non poter reggere oltre. -E' ora di affrontarla.- Un pensiero soltanto, e dal Colosseo si diresse a casa Cesaroni, pronto per una sfida che aspettava da tanto, forse troppo, tempo.

 

POV ALICE

 

-Ok, il fatto che la sua porta sia completamente spalancata non significa assolutamente nulla!- continuava a pensare Alice. -E tu, diavolo di un cuore, non puoi tacere per una volta?- Si mise una vecchia canottiera bianca con delle fantasie rosse, stretta sul seno e più morbida sui fianchi. Un lieve strato di pancia e schiena si intravedeva in modo provocante, con i pantaloncini color panna che mettevano in risalto le gambe abbronzate e affusolate. I capelli mossi le contornavano il viso come un angelo, gli occhi lievemente truccati e le labbra colorate di una tonalità di rosso dovuta al burrocacao alla fragola. Era pronta, poteva affrontarlo. 

Faceva le pulizie, sistemava casa e il giardino dai giochi di Marta. Tutti dormivano ancora, erano appena le sette.

Quando tutt'un tratto vide un uomo entrare nel giardino correndo. Bellissimo. Lo strato di lieve sudore che imperlava il suo fisico tonico e muscoloso lo rendeva paragonabile ad un essere ultraterreno; i capelli corti davano un non so chè di adulto ai suoi lineamenti, i suoi occhioni marroni erano.. disarmanti.

Bentornata, Sardina.” Sorrise, l'uomo.
 

Angolo dell'autrice

Eccomi di nuovo qui, con un capitolo forse un po' troppo lungo, ma spero non noioso. E' arrivato il momento fatidico che tutti aspettavamo, chissà come reagiranno alla vista l'uno dell'altro? Cosa si diranno? Avranno il coraggio di rivelare i propri sentimenti? Scopritelo nel prossimo capitolo ;)

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Capitolo 4
*** Asia ***


Chapter four
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POV RUDI

 

Sublime. Era l'unica cosa che riusciva a pensare Rudi in quel momento, una serie di appellativi positivi e dei pensieri poco casti nella sua mente. Quando, un sorriso timido gli rispose al saluto capì che era giunto il momento di sfoderare il meglio di lui. Ma come avrebbe dovuto comportarsi?

Hai perso la lingua in Grecia?” Sorrise lui, amaramente. Doveva essere meno freddo, si ripetè nella testa. -Calma Rudi, e l'unica cosa che otterrai è litigare con lei.-

Il solito scemo!” Rise lei, in un tono scherzoso solo all'apparenza.

Non si dissero più niente, rimasero a fissarsi per minuti interminabili, si sorridevano, come due giovani amanti alle prime armi intimiditi l'uno dall'altro.

Beh, allora..” Stava per chiederle com'erano andate le vacanze, se si era divertita, se c'era bel tempo, se il mare è davvero così bello come dicono, se.. se amava ancora Francesco. A quell'ultimo pensiero si morse la lingua tanto bruscalmente e fortemente da farsi uscire il sangue.

Ad ogni modo, in contemporanea a quella frase lasciata cadere al vento, Giulio era uscito di casa per salutare il figlio e invitarli ad entrare per la colazione.

Ragazzi la colazione è pronta, che ci state a fa' qui fuori co' sto caldo? Dai, entrate” Poi la concentrazione del suo sguardo cadè improvvisamente sul volto di Rudi. Era un miscuglio di emozioni, il padre poteva capirlo. La mascella contratta presagiva un'ira nel suo corpo, ma gli occhi erano lucidi. Un finto sorriso viveva sulle sue labbra, il naso leggermente arricciato. Giulio iniziò a capire che forse Alice c'entrava in qualche modo con gli svariati stati d'animo del figlio, e questo lo terrorizzò non poco. -Rudi, ma cos'hai combinato..- un unico pensiero, struggente, si impossesò del padre che iniziava a capire le sofferenze del figlio, sebbene interdetto con la questione.

Hai ragione Giulio, arriviamo subito!” con un'impeto di vita Alice rispose a Giulio e si recò in casa molto velocemente, lasciando il padre fissare in modo per metà irato, deluso e per metà sofferente il povero Rudi.

Eccoci qua con i cornetti!” Cesare, puntuale come sempre, spezzò l'attimo con immensa gioia del nipote.

Quatto quatto arrivò anche Marco che diede una pacca sulla schiena a Rudi, dicendo:
“Non pensi che sia arrivata l'ora di parlarmene?”

 

POV ALICE

 

Ciao ma'”

Ehi, ciao Ali. Ti sei svegliata presto oggi, è successo qualcosa?” Chiese Lucia con uno sguardo che lasciava ben intendere a cosa si riferiva.

Mah, non avevo molto sonno. E poi stavo sistemando un po' qui e là, la casa è un disastro!”

Alice non farmi ridere, non t'è mai importato niente delle pulizie.” Rispose di rimando l'adulta mentre versava il caffè per Giulio.

Buongiorno a tutti!” Arrivò Eva in quel momento, come una manna del cielo. Alice non era mai stata brava a dire le bugie, soprattutto a sua madre. Aveva visto nel suo sguardo che sapeva che qualcosa che non andava, e soprattutto stava cercando di scappare dalla conversazione riguardante Francesco con la madre.

Maya si affacciò timidamente alla stanza imbandita di ogni prelibatezza e dichiarò fievolmente: “Scusate, avete visto Marco? Stavo parcheggiando la macchina ed è sparito.”

Buongiorno Maya, è andato su a parlare con Rudi, ma accomodati e mangia, tra poco scenderà sicuramente.”

Maya sorrise in quel modo dolce che solo lei sapeva fare, sotto lo sguardo di un'Eva rassegnata e gelosa.

 

POV RUDI

 

Questo è un bel casino”. Marco era basito, ma riusciva a capire benissimo il fratello, ci era passato anche lui in più situazioni. Ora capiva, aveva messo da parte quel pensiero perchè lo riteneva impossibile, solo ora che capiva che sbagliava.

Senti Rudi, facciamo così. Tu dopo vai a correre ancora, corri finchè puoi. Poi stasera fai una doccia e viene con me a suonare in centro, ok? Hai bisogno di distrazioni, e adesso che è tornata non puoi assolutamente cedere, anzi. Devi essere ancora più coraggioso e forte di quanto tu non sia mai stato prima. Io ci sono, in ogni caso. Dai, andiamo a mangiare adesso!” Si congedò il fratello maggiore con una pacca sulla spalla sorridendo.

Solo in quel momento Rudi capì perchè era tornato a casa con tanta fretta, doveva bere! Scese le scale di corsa, prendendo l'iPod e mettendosi le cuffie nelle orecchie bevve mezza bottiglia d'acqua in un sorso solo e uscì dalla casa urlando solamente:

Io esco, ci vediamo stasera.”

Iniziò una nuova corsa verso l'ignoto, con i Three Days Grace a palla e I hate everything about you nella testa. Bastava poco per dargli la carica, e tutto quel che stava succedendo era una fonte abbondante da cui accingere forza per le gambe.

Corse, corse a perdi fiato, fino a quando non si scontrò con qualcuno che fece cadere.

Oddio scusami, non ti avevo proprio vist..” Si girò in quel momento, a vedere la figura minuta che era inciampata a causa sua e il respiro gli mancò.

Una bellissima ragazza si massaggiava la testa dolorante, probabilmente l'aveva battuta. Rudi aiutò la ragazza ad alzarsi, incapacitandosi di tanta bellezza in una persona sola. Ma, un piccolo dettaglio forse gli era sfuggito. La ragazza in questione era la perfetta copia di Alice; eccetto per i capelli biondi, gli occhi d'un colore simile al ghiaccio tanto belli che pensò fossero lenti, con un corpo lievemente più formoso della sorella.

Scusami, non volevo farti cadere, non ci stò con la testa ultimamente” Disse Rudi, visibilmente dispiaciuto.

Ehi, tranquillo. E' tutto ok, sono io ad essere impacciata e cadere su qualunque cosa” Rise lei, con una risata cristallina che gli sciolse il cuore. Era dolce, dolce quasi quanto Alice pensò con rammarico.

Comunque, piacere, io sono Asia.”

Rudi” disse soltanto abbozzando un sorriso e allungando una mano.

Rudi.. che nome insolito! Mi piace. Mi piaci. Posso rivederti?” Il suo sorriso gli fece perdere la testa, era così.. intrigante. Era la copia di Alice, ma una copia più solare, più estroversa, più.. non lo sapeva neanche lui "più cosa", fatto sta che con la sua dolcezza e quei bellissimi occhioni perse la testa e accettò senza indugio.

Cosa fai stasera?” una domanda e un luccichio suadente in quelle pupille lo fecero sussultare, e pensare alla domanda. Si sentiva un rimbambito.

Stare dovrei suonare con mio fratello in centro Roma. Ti va di venire a vedermi? Dopo potremmo andare a fare un giro, dove vuoi.”

Per me sarebbe perfetto. A che ora?”

Facciamo per le otto?”

andata!” Asia saltò su all'istante, entusiasta come non mai.

Allora a stasera Rudi, non vedo l'ora di vedere la tue esibizione.” Gli diede un leggero bacio sulla guancia che lo fece sussultare dentro, lasciando un unico nome nella sua testa. “Asia..”

POV ALICE

Non tornava, lui non tornava. Dove diavolo era finito? Il suo cellulare improvvisamente si illuminò, -Oh Rudi, ti prego, dimmi che sei tu!- "FRANCESCO". Il cuore iniziò a battere più forte. Cosa avrebbe dovuto fare? Rispondergli, deviarlo con una scusa veloce? -Andiamo Alice, è ora di finirla di fare la vigliacca.- 
"Pronto?" 
"Ciao amore!" Il suo tono felice mi rese ancor più cupa di quant'ero, lo stavo prendendo in giro. Sapevo benissimo che quell'appellativo lo aspettavo da altre labbra, da un'altra persona. Mandai giù il groppo di lacrime, e risposi tentando di essere il meno distaccata possibile.
"Ehyy."
"Tutto bene piccola?"
"Si, grazie amore mio. E tu? Hai già riaperto il locale?"
"No, inauguro la riapertura con il concerto di Marco e Rudi di stasera in centro. Volevo chiederti se tu e Iole potevate darmi una mano..?"
Per poco non cadde dalla sedia. Avrebbe riassistito ad un concerto di Rudi, chissà se.. Se avrebbe ricantato QUELLA canzone. Doveva provare ad andare, se l'avesse fatto gli avrebbe parlato seduta stante. Era chiaro quel che provava per lui, ma lui era ancora innamorato di lei?
"Conta pure su di noi"
"Perfetto, facciamo alle otto?"
"Puntuali come sempre."
Riattaccò senza sentire la risposta del suo ragazzo, forse era stata troppo fredda, si maledisse mentalmente. Era troppo emozionata per quel che sarebbe successo la sera imminente, doveva assolutamente parlare con qualcuno, chiarirsi le idee.
"Tra un'ora al centro commerciale, non mancare. Devo parlarti più che urgentemente, Alice."
"Ci sarò, tranquilla. A dopo, Iole." Una manna dal cielo finalmente era arrivata, Iole sarebbe stata la soluzione ai suoi problemi.


Angolo dell'autrice

Ok, so che mi odiate tutte quante. Ho deciso di inserire un nuovo personaggio che sia l'esatta Antitesi di Alice, il suo opposto ma anche qualcuno identico a lei. Come si evolveranno le cose tra quest'Asia misteriosa e il nostro Rudi? Cosa farà la sera Alice? Rudi suonerà la sua canzone? Cosa dirà Iole in merito al discorso di Alice? Spero di non essermi tirata troppo per le lunghe, ma Asia è un personaggio di particolare importanza nella storia, e volevo risaltarlo al meglio, come un'appiglio di luce per il periodo di oscurità di Rudi. A voi i commenti, siate clementi!

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Capitolo 5
*** Vivi e vedrai ***


Chapter five
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POV RUDI

 

E sta sera verrà a vedermi!” Rudi aveva appena finito di raccontare, più euforico che mai, a Marco del suo incontro avuto con Asia.

Rudi, ma.. sei sicuro di quello che stai facendo? Insomma, mi sembra tutto un po' affrettato, non la conosci neppure, l'hai vista una volta sola e..” Marco era confuso, suo fratello come poteva aver già dimenticato Alice?

Lo so, ma non so davvero cosa mi è preso! È stato.. non lo so, non lo so!” Rudi si sedette sul letto prendendosi la testa tra le mani disperato, “Stare con lei, così simile e così diversa da Alice, me l'ha fatta scordare anche se per pochi minuti. Alice non mi vuole, mi voleva e io non ne ho approfittato, ora lei è felice con un altro.. io.. io” un groppo in gola gli impediva di continuare la frase, come se avesse i suoi sentimenti, così diversi, si fossero annodati tra di loro confendo il ragazzo al punto di non riuscire più a proferire parola. Marco guardò il ragazzo, capiva quanto soffriva. Chi meglio di lui poteva aiutarlo? Eppure non ci riusciva. Sapeva che solo il tempo può curare le ferite del cuore, ma dalla descrizione di Asia non pensava ch'ella potesse essere un buon aiuto. Troppo simile ad Alice, eppure così diversa, diceva lui. La sera l'avrebbe vista e avrebbe capito, nel frattempo non poteva far altro che sperare che il cuore di Rudi si riprenda.

Dai, non preoccuparti. Mancano poche ore al concerto, sei pronto?”

E me lo chiedi?” Rudi si sciolse in una risata che fece tranquillizzare Marco, facendogli capire che il peggio della giornata era passato.

Vabè, io ora devo andare che Maya mi aspetta a casa. Mi raccomando, fatti trovare alle 7.30 per il sound check. A dopo Rudi!”

Una figura esile si mosse nel corridoio proprio quando Marco aprì la porta.

Ehy Ali” Sorrise Marco imbarazzo di vederla tanto vicina alla porta della sua vecchia camera da letto.

Nemmeno il tempo di farla rispondere che aveva già sceso le scale di corsa, lasciando Rudi fissare con occhi tristi e preganti Alice.

 

POV ALICE

 

Non potevo reggere oltre. Avevo sentito tutto, e non potevo far a meno di sentirmi sporca dentro per aver origliato, ma soprattutto, vuota dentro per il contenuto della conversazione. Rudi aveva conosciuto un'altra. - è la stessa cosa che hai fatto tu Alice, come puoi biasimarlo? Non ti è neppure concesso rimanerci male.- Sorrise guardandolo. Le veniva spontaneo, da sempre. Le infondeva sensazioni che la facevano cadere in un vortice di fiducia, forza, felicità.. lussuria. Si avvicinò a lui, entrò nella stanza, con calma con passo felino. Non sapeva nememno lei cosa stesse facendo, sapeva solo che quello sguardo l'aveva fatta capitolare nell'ignoto. Un passo, un altro, un altro ancora, fino a quando si chinò su di lui. Sorrise di nuovo, lui ricambiò. Si sentivo il cuore in tumulto, il volto in preda ad un colore rossastro inusuale al suo solito pallore. Ogni millimetro tra di loro venne eliminato dall'avvicinarsi dei loro volti, fino a quando non si ritrovarono naso contro naso, i loro sospiri si unirono e, un semplice sussurro.

"Ti amo.” La voce di lui le riempì il cuore, le labbra di lei si impossessarono di quelle dell'altro. Le lingue inziarono una danza che sperarono entrambi non sarebbe finita mai, Rudi le cinse le braccia e l'appoggiò al letto. Non sapevano se il loro cuore stava per scoppiare per la situazione o per il fatto che probabilmente sarebbero stati scoperti da un momento all'altro. Non importava, niente importava adesso. Esistevano solo loro due, i loro corpi, le loro carezze. Si sentiva completa, finalmente completa dopo tanto tempo. Mai una volta Francesco l'aveva fatta sentire come riusciva il fratellastro, nemmeno lontanamente. Si era fatta trasportare dalla situazione, l'evoluzione degli eventi la fece allontanare da lui. E ora, capiva quanto aveva sbagliato. Capiva, che l'amava.

Rudi, io” Non la fece nemmeno finire di parlare, forse per paura che lo avrebbe fatto ridestare da quel sogno che bramava con ardore da mesi, forse per paura che fosse effettivamente un sogno.

Lo spinse via. Rudi la guardò stupito, aveva paura di averla combinata grossa, chiuse gli occhi immediatamente. Alice prese il suo volto tra le mani, e lo disse soltanto: “Ti amo, come mai ho amato prima d'ora.” Le loro labbra si ricongiusero in una tacita promessa, lontani dalla garbatella, lontani dal telefono di Alice che si illuminava in camera sua con una sola scritta: Chiamata in arrivo: Iolanda.

La suoneria, considerata più che fastidiosa in quel momento, non bastò a separarli, ma un altro fattore improvviso ebbe lo stesso effetto di un secchio d'acqua gelata, qualcuno saliva le scale. Si separarono immediatamente, non volenti, ma costretti. Alice corse in camera sua, giusto in tempo che Eva le disse:

Ali c'è giù Iolanda che ti aspetta.”

IOLANDA!!! Quel nome la fece saltare in aria, guardò l'orologio e capì di essere in un ritardo straboscopico. Scese di corsa le scale, e si recò nell'atrio, gettandosi in braccio alla sua amica.

IOLE O MIO DIO!!! QUANTO MI SEI MANCATAAA!”

Mi sei mancata anche tu Ali! Ma se fai così muoio!”

Hahah, dai, incamminiamoci e faremo tardi per stasera!”

Stasera? Cosa succede stasera?

Oddio, scusami Iole, mi sono completamente dimenticata di avvisarti! Stasera dobbiamo andare a servire in centro Roma per la riapertura del locale; Francesco farà la sua nuova apertura al concerto di Marco e Rudi”

Marco e Rudi fanno un concerto?”

Quante cose che devo spiegarti, e in così poco tempo! Susu, andiamo e te lo dirò strada facendo, ho bisogno di un'intensivo pomeriggio di shopping!”

 

POV RUDI

 

Era successo, non ci poteva credere. Le aveva detto ti amo, e lei.. lei.. LEI PROVAVA LE STESSE COSE! E poi, la gioia dalla notizia che sentì, lo fece volare più su del sistema solare. Alice sarebbe andata a vederlo stasera, Alice ci sarebbe stata.

Si ripetè due volte quella frase, e alla seconda il suo umore mutò irrimediabilmente.

Alice ci sarà, ma sarà con quella brutta feccia”

 

POV ALICE

 

Ali ma è bellissimo! Finalmente siete riusciti a parlarvi! Ma con Francesco che intendi fare?”

Non lo so Iole, ho intenzione di lasciarlo però. Non posso stare senza Rudi ora che l'ho ritrovato, non riesco a fare a meno di tutti questi sentimenti e.. Dio, Iole” Si appoggiò ad una colonna, lasciando cadere le borse per terra. Guardò verso l'alto con aria sognante, un sorriso incurvò le sue labbra.

Non ti ho mai vista così felice, Ali. Non lasciartelo scappare, anzi, sta'attenta stasera. Quest'Asia qua non mi convince, non mi piace per niente.”

 

POV RUDI

 

Eccomi Marco, scusa se sono arrivato in ritardo.” Rudi era stato poco bene, nella seconda parte di quella giornata inconsueta. Avvertiva un fortissimo mal di pancia, forse dovuto all'ansia per il concerto che avrebbe tenuto a poco, forse per la felicità. Non lo sapeva nemmeno lui.

Tranquillo, non ci resta che provare.”

Fecero diverse canzoni di Marco, lasciando per il gran finale “Ovunque andrai”, che aveva dedicato tempo fa a Maya.
“Sai Rudi, questa sera accadrà qualcosa di importante.”

Importante? Per esempio?”

Vivi e vedrai.”

Vivi e vedrai. Le perle di Marco erano sempre un messaggio in codice per lui, messaggi che poi si sarebbero rivelati vere e proprie premonizioni di vita.

Il concerto andò piuttosto bene, Rudi si emozionò a suonare davanti a tutta quella folla. Fecero un gran successone, tutto andò per il verso giusto, fino a quando non sentì di nuovo quei forti dolori allo stomaco, una sensazione di vomito, e poi il nulla, il buio più remoto.

 

Angolo dell'autrice

 

E un altro capitolo è finito, e comprendo che forse ho osato troppo con la prima parte, ma non resistevo più a vederli separati! Bando alle ciance, passiamo a questioni più importanti. Per esempio, cos'avrà mai Rudi? Cosa dirà Alice a Francesco?Cosa intendeva Marco con quella frase? Era una cosa casuale, o aveva un'esplicito significato? Cosa accadrà a breve? Non resta che leggere il prossimo “episodio” per scoprirlo, grossissimi ed infiniti baci a tutti quelli che mi hanno recensita, seguita e ai silenziosi che leggono in egual modo. Hasta la vista! ;)

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Capitolo 6
*** Questa è una promessa ***


Chapter six
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POV ALICE

 

Rudi, Rudi cazzo, apri gli occhi!” Marco era in uno stato tra il preoccupato e il disperato, smuoveva il corpo di Rudi da terra, urlando il suo nome.

Alice corse in sua direzione, spingendo a terra coloro che le ostacolavano il cammino, con il cuore che non batteva più per lo spavento.

RUDI! RUDI!! Dio, ti supplico, svegliati! CHIAMATE UN'AMBULANZA!”

All'arrivo dell'ambulanza Marco volle accompagnare a tutti costi loro fratello, a discapito e rammarico della giovane donna.

Voleva tenergli la mano, voleva stare con lui, doveva stare con lui.

Chiamò Giulio e sua madre, Eva e tutti quanti. La vennero a prendere più in fretta che poterono e andarono in ospedale. Si congedò da Francesco dicendo solamente: “Ho altro a cui pensare e fare, ciao”

Forse era stata troppo fredda, ma era meglio iniziare a rompere i rapporti, giusto per non dargli una botta definitiva quando l'avesse lasciato. Sarebbe successo da lì a poco, lo doveva a Rudi, lo doveva al suo cuore e al suo amore. Il vero problema sarebbe stato dirlo a mamma e papà. Non importa, quel che contava era che Rudi si svegliasse, ma soprattutto che stesse bene. Avrebbe dato la vita per lui, la sua anima, il suo corpo.

 

Dottore, come sta?”

Giulio corse trafelato dal dottore, aspettava di fare quella domanda e sapere la conseguente risposta da molto tempo. Era passata un'ora, e nessuno ci aveva ancora detto niente.

Suo figlio è in peritonite acuta, lo stiamo portando ora in sala operatoria. Non si preoccupi, andrà tutto bene, ma non possiamo tardare oltre. La pressione arteriosa è molto bassa, e la febbre sale e scende in continuazione. Scusatemi, ma devo prepararmi per l'operazione.”

Sorrise, e se ne andò. - Il mio Rudi è in peritonite acuta, mio dio.- Non sapeva se essere sollevata o terrorizzata, non è qualcosa di così tanto grave perchè si può guarire con “poco” ma è senz'altro pericolosa da affrontare.

-Ti sarò vicina amore mio, questa è una promessa. - con le lacrime agli occhi andò a prendere un caffè, aveva bisogno di distrarsi.

Dopo più di un'ora abbondante lo stesso dottore di prima uscì per informarli che l'intervento era riuscito, ma ora era necessario un lungo periodo di riposo sviato da sforzi, stress e quant'altro. Solo letto, letto e letto per almeno un mese. Al momento sarebbe rimasto in ospedale fino a che non si sarebbe ripreso almeno un poco.

 

POV RUDI

 

Un terribile dolore all'addome lo riportò alla realtà, piano piano aprì gli occhi. Una luce bianca gli fece girare la testa, un'altra sensazione di vomito.

Oh grazie al cielo, Rudi! Rudi, come stai?” Lucia in preda al panico si alzò e prese le mani del figlio acquisisto, “Come stai?” Giulio aveva uno sguardo più che preoccupato e ansioso, si appoggiò al letto del ragazzo e aspettò una risposta alle due domande di Lucia. Maya, Marco, Alice e Eva guardavano Rudi altrettanto preoccupati da in fondo alla stanza, ma un particolare non fuggì agli occhi del ragazzo, Alice era nascosta, nascosta a piangere, per lui. Le sorrise, e poi, di nuovo, venne inghiottito dal nero più profondo.

 

POV ALICE

 

Non biasimo i suoi continui svenimenti, ha rischiato molto. Ora è meglio lasciarlo riposare, vi chiedo di uscire dalla stanza, lasciando al massimo un famigliare.”

Rimango io!” Ad Alice era uscito un piccolo urletto dicendo quella preghiera, quella richiesta che non riuscì a tenere per sé. Giulio dispiaciuto accettò, e tutti uscirono a testa bassa.

Rudi, Rudi, Rudi.. ma cosa mi combini?” Sorrise. Gli sorrise, anche se sapeva che non poteva vederla.

 

Sai Rudi, probabilmente non te ne sarai mai reso conto, o probabilmente non ci avrai mai fatto caso. È da molto, che sei finito nei miei pensieri. Mentivo, quando mi chiesi da quanto ti amavo, da quanto ti pensavo. Mentivo. Sei entrato nel mio cuore appena ti vidi in casa Cesaroni, la prima volta che entrai. Mi entrasti nelle vene, quando iniziasti a fare quegli scherzi di cattivo gusto alle nostre maestre, così stupidi, ma così geniali. Mi incantasti. Quando ti baciai per sbaglio, al gioco della bottiglia. Il nostro primo bacio. Fu un attimo così surreale, che non credevo fosse vero. Pensavo che era un sogno, poter toccare con le mie labbra la tua bocca. Oh, quante sensazioni che provai! Le vacanze al mare da Iolanda, quando iniziai a provare qualcosa di puro. Di vero. I nostri battibecchi erano gli unici modi che avevo per entrare a contatto con la tua vita, con te. Momenti che mi ferivano, momenti che amavo da cui non potevo fare a meno.” Risi. -SONO RIDICOLA. - pensai.

Il bacio quando ero travestita in discoteca, sai, forse non te lo diedi per farti riesumere in popolare, ma per me stessa. Per puro egoismo, per pura gioia di farlo. Di sentirti.” Si avvicinò, si sdraiò vicino a lui. Gli prese una mano intrecciando le proprie dita con le sue. “Quando iniziasti a frequentare Miriam fu un basso colpo per me, per la mia sanità mentale. Speravo che vi lasciaste, sentendomi un verme dentro. La recita fu come un aiuto divino, il nostro bacio, travestiti da Romeo e Giulietta, fu indimenticabile.” Gli diede un bacio sulla guancia, prima di ricominciare a parlare.

Quando mi abbandonasti alla maratona fu un colpo ancor più tragico. Soffrivo, e l'unica cosa che volevo fare era evadere, scappare, vincere ed andare veramente a New York.” Un altro bacio, questa volta all'angolo della bocca.

Tutti gli abbracci che seguirono da quegli istanti bui erano..” un'altra risata amara. “erano perfetti. Mi facevano sentire bene, amata. Illusa, più che altro. Ma era una bella, una dolcissima illusione.” L'ennesimo bacio, a fior di labbra.

Quando si ruppe la macchina, quando dovevamo andare al tuo concerto, ero la persona più felice del mondo. Egoista, vero? Ma così potevo stare con te. Potevo vivere ancora un po' di te. La notte passata insieme, la nostra prima e spero non ultima notte.” Una risatina, questa volta maliziosa. “Indimenticabile, indescrivibile. Incomparabile.” Un sussurro all'orecchio dell'amato:”Non fu un incidente Rudi. Fu la cosa più bella della mia vita, come la tua canzone. Mi emozioni ogni volta che la canti. Mi fai sentire.. Tua.” un bacio, un abbraccio. Un “Ti amo” sussurrato appena, Quando accadde una cosa che non era prevista.

 

Grazie perchè se stai con me, io crescerò.

Resta con me, o senza di te come farò?

A sopportare tutti i miei perchè

A non urlare se c'è l'ho con te!

Combinazione senza nome, come due anelli, quasi fraelli.

 

Rudi, improvvisamente, le strinse la mano, facendola accaldare. Alice, come se fosse stato un incentivo da parte sua per continuare cantò ancora

 

A realizzare tutti i miei farò,

a non mollare quando me ne andrò?

Un'emozione senza nome, come due anelli, più che fratelli.

Sì!

 

Rudi sorrise. Era possibile che potesse sentirla?

 

POV RUDI

 

Rudi sentì, sentì tutto quanto. Tutto il discorso della sorella che aveva dichiarato la nascita del suo amore fin da quando erano piccini, le risatine, le strette di mano. I baci. Ma cosa più importante, la canzone.

Voleva aprire gli occhi, voleva girarsi verso di lei, voleva abbracciarla, baciarla, stringerla, amarla. Ma una forza maggiore glielo impediva, fino a che non cadè tra le braccia di Morfeo.

Angolo dell'autrice

Tadaaaan! Eccomi qua, ho aggiornato anche oggi ;) ci tengo a dire che probabilmente non riuscirò a postare in questi giorni perchè ho parecchio da studiare, ma da sabato iniziano le vacanze di Natale, e allora sarò tutta vostra. Il capitolo parla da sè, ma cosa succederà quando Rudi si riprenderà? Soprattutto, entro quando lo farà? Asia rientrerà nella vita di Rudi? E Francesco accetterà l'addio di Alice? Bacioni ai miei piccoli lettori silenziosi e a quelli che dicono la loro, siete tuti molto importanti per me! Buenas tardes, :)

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Capitolo 7
*** Risvolti ***


Chapter seven
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Ci tengo a precisare che ci sarà una parola dal significato che probabilmente non tutti conosco, dato che più di una mia amica l'ha considerata una parola "aliena". Ho ritenuto oppurtono quindi riportare la parola "difficile" con un numerino in formato apice, scrivendo sotto al capitolo il suo significato.  Ad ogni modo, quando ci arriverete capirete :) Avverto anche che questo capitolo sarà un po' volgare, mi sono lasciata trasportare dall'astio che provo nei confronti dei personaggi esistenti nei Cesaroni e di mia creazione. Ho finito di rubare il vostro tempo prezioso, vi auguro una buona lettura!

POV ALICE

 

Ali, dai, andiamo a casa. Giulio vuole stare un po' con Rudi”. Lucia disse solo questa frase alla figlia, che si era dolcemente addormentata abbracciata a Rudi. Non voleva separarsi da lui, non voleva più lasciarlo andare, ma le circostanze per questa volta lo richiedevano e, solo per questa volta, lei lo avrebbe fatto.

Durante tutto il tragitto non fece che pensare a lui, agli anni passati insieme, a tutti gli sguardi nascosti, al fatto che forse non era stata solo un'illusione il loro rapporto. Che l'amore esisteva, esisteva davvero, esisteva per loro. Poco importava se avrebbero avuto la famiglia contro, poco importava se sarebbe stato difficile. Avevano accettato l'amore nato tra Marco ed Eva, perchè non accettare anche quello tra loro due? Soprattutto perchè, lo sapeva, il loro sentimento non si sarebbe esaurito mai. Era come l'energia proveniente dai pannelli solari, a volte si hanno alti e bassi di produzione di energia, ma lei c'è, lei è sempre presente. Non ci sono le costosissime bollette con cui fare i conti ogni mese, non c'è la paura di spendere un'occhio della testa. Era un'energia sana e pura.

Appena Alice toccò il letto, nemmeno il tempo di mettersi sotto alle coperte, che cadette in balia delle braccia di morfeo, sognando il suo amore ritrovato.

Il mattino seguente dovette fare i conti con parecchie chiamate perse sul cellulare, purtroppo tutte di Francesco, e con la realtà che ne derivava. La felicità le aveva impedito di pensare al suo attuale ragazzo. Doveva lasciarlo. Decise di ricaricarsi con una bella corsa; due cuffie nelle orecchie e Never too late dei Three Days Grace a palla. Fino a quando, al parco, non incontrò una persona che preferì non vedere mai in vita sua, e l'impensabile accadde.

Ehi, tu! Fermati!” Alice si voltò, parecchio infastidita da quella vocina nasale. -Ma come avrà mai fatto Rudi a trovarla uguale a me, questa cacchetta di mosca?-

Scusa? Parli con me?”

Sisi, proprio con te! Piacere, io sono Asia. Ti ho vista al concerto di Rudi ieri, ho visto che l'avete portato via in ambulanza.. beh, ecco.. volevo sapere, come sta?”

bene, grazie per l'interessamento.”

Come ti chiami?”

Alice” disse la protagonista tra l'indignato di parlare con quella sottospecie di fagiano biondo e l'infastidito derivato dalla sua presenza.

Che bel nome, ! Senti un po', ma dove abita Rudi?”

Scusami, ma io non ti conosco e nemmeno Rudi ti conosce poi così bene, perchè dovrei dirti dove abitiamo?”

Abitiamo? Sei sua sorella? Oh, grazie a Dio. Pensavo fossi la sua ragazza! Mi sembrava strano, infatti.” Ad Alice s'accese il fuoco nelle vene.

Embè, cosa ci sarebbe di strano se fosse?” Asia non rispose, si limitò a ridere.

Ma senti un po', non hai di meglio da fare che importunare me e Rudi? Se tutte le donne fossero come te sarebbe meglio nascere acefala1.” Disse Alice trionfante.

No, scusami? Ma tu invece ti sei vista? Hai un di dietro così grosso che sembri una balena arenata”. Asia cercava di predominare su quella conversazione piena di insulti, Alice non riusciva davvero a capire dove Rudi l'avesse vista dolce.

Io cosa? Ma forse non ti sei vista! Pensa un po' al tuo, ci potrebbero costruire l'universo parallelo!” Fu il botta e risposta di Alice.

Ma come osi, stupida, ignorante.. GRRR” Asia stava perdendo le staffe, diventando di un colorito tanto simile al viola che la sua faccia sembrava una melanzana.

Stupida io? Oh, andiamo. Vuoi un consiglio da amica? La prossima volta che ti fai un clistere, fattelo nelle orecchie, perchè tu hai la merda nel cervello e non nel culo!”

Asia rimase basita, si limitò a girarsi lentamente, e a camminare verso l'ignoto, giurando vendetta nei confronti di quella sfacciata.

Alice era invece molto soddisfatta dell'andamento delle cose e di come si era evoluta la conversazione con quella nanetta.

Iniziò a saltare dalla felicità, altro che corsa per caricarsi! Quando ad un tratto, incontrò Francesco, che però non era solo. Era appoggiato ad un tronco con una donna avvinghiata a lui, la riconobbe subito. Elena. Quella vecchiaccia.. questo poteva significare solo una cosa, lui non aveva fatto altro che prenderla in giro nell'ultimo anno. L'aveva tradita, di nuovo. Tutto ciò non scalfì per niente l'umore di Alice, che invece trovò la questione un'ottimo pretesto per lasciare quel brutto fallito che non sapeva nemmeno mantenersi da solo.

Ciao Elena, ciao Francesco! Che splendida giornata oggi per amoreggiare nel parco, non trovate?” Alice interruppe i loro sbaciucchiamenti, lasciandoli a bocca aperta. Le si aprì un sorriso sadico.

Ali giuro che ti posso spiegare.” Francesco non sapeva cosa fare, era spaventato.

Ah si? Dai, dimmi. Sono così curiosa!”

B-beh, i-io, ecco.. noi..”

Noi trombiamo da quando vi siete rimessi assieme, non trovi sia buffo?” Elena pensava di spezzare il cuore di Alice, quando invece non faceva altro che divertirla. Quella giornata sarebbe stata indimenticabile.

Punto primo, tu non devi nemmeno osare a parlare. Darti della stupida sarebbe oltraggioso per gli stupidi veri e fatti, a te invece dovrei inventare una nuova parola per descriverti.”

Ma chi ti credi di essere, ragazzina? Tu non hai idea di come potrei ridurti.” Elena la guardò con aria di sfida, una sfida che Alice accettò con gioia.

Dai, Elena, non farti tanto grande e intelligente. Sei grande solo di età, vecchiaccia che non sei altro, intellettualmente se solo provi a pensare ad un insulto il tuo cervello va' in carenza di ossigeno, le tue idee ti muoiono in testa. I tuoi insulti sono nauseabondi, non mi scalfiscono per niente. Forse però sarebbe meglio che tu ti scalfissi un po' quella faccia da vacca che hai.” Alice la guardò trionfante, l'aveva sistemata per le feste.

E tu, brutto balordo, sapevo che non avrei dovuto fidarmi ulteriormente di te. Il lupo perde il pelo, ma non il vizio. Anche se un po' di pelo forse è meglio che tu lo perda, hai una peluria talmente folta sul petto che per tagliarla servono i disboscatori. Sai, mi chiedo se tu sei così di natura o se sei nato male perchè tuo padre ha usato un preservativo bucato.”

MA SENTI UN PO', FACCIA DA CARLINO CHE NON -” Elena venne interrotta, dalle parole aspre di Alice.

Ma senti tu, che ti conviene star zitta. Sei come un mobile dell'ikea, tutti ti montano! E non ho finito, eh. Francesco, fai un favore al mondo, tagliati le vene e muori. Non farti più vedere; non ti sputo addosso in questo momento solo perchè la mia saliva si infetterebbe, doppiogiochista!”

Anvedi 'sta putt-” Elena fu, di nuovo, interrotta da un'Alice furiosa e molto, molto divertita.

Ripeto Elena, stai zitta, che le tue frasi nemmeno se unite e riordinate hanno un nesso e un senso. Persino Willy dei Simpson grammaticalmente e intelletualmente è migliore di te. E ora, gentil stronzoni, vogliate scusarmi.”

Alice si incamminò per la sua strada, lasciando i due amanti letteralmente basiti e con la bocca spalancata.

 

POV RUDI

 

Alice..?” Dopo una serie di grugniti dovuti alla bocca ancora impastata per il lungo riposo, Rudi si stupì nel non rirtrovare più sul suo letto temporaneo la sorella.

Oh, Rudi. Menomale che ti sei svegliato. No, Alice se n'è andata, è rimasta qua tutta la notte, aveva bisogno di riposare.”

C-capito”

Il dottore ha detto che appena ti saresti ripreso un po' ti avremmo riportato a casa, sei contento?”

S-si!”

Hai fame?”

No”

Hai freddo?”

No”

Hai sonno?”

Assolutamente no”

Provi dolore??”

Papà, stai calmo. Sto benone.” Rudi rise. Mai suo padre provò tanto interesse nei suoi confronti quando stava poco bene. Era una gioia sentirlo così vicino, gli mancavano queste attenzioni. Da quando era morta sua madre nessuno aveva più avuto tali trattamenti per lui.

Papà..”

Dimmi Rudi, sono qui.” Giulio era saltato su appena suo figlio lo chiamò. Con una calma infinita, dovuta al dolore, Rudi prese le mani del padre e disse soltanto:
“Ti voglio bene.” Sorrisero entrambi.

Anchio figliolo.” La tenera scenetta fu interrotta dal cambio di antibiotico nell'ampolla di Rudi da parte dell'infermiera. Nemmeno un'istante i due familiari distolsero lo sguardo, niente avrebbe potuto rovinare quel loro momento. 

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Acefala= Persona senza testa

Angolo dell'autrice

Ok, in questo capitolo non è successo molto, era più un passaggio, nella quale ci siamo liberati (o forse no?) dei personaggi indesiderati. Il continuo sarà molto più avvincente, anche se ho cercato di rendere questa parte il meno noiosa possibile. Chiedo scusa se sono risultata forse un po' troppo volgare ed incapibile nella discrezione e nel testo, ma ultimamente faccio le cose un po' di fretta per lo studio. Un bacione a tutti coloro che mi sostengono e leggono questa ff, buona notte a tutti! :)

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Capitolo 8
*** Una seconda volta ***


Chapter eight
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POV RUDI

 

Rudi aveva passato due settimane in ospedale, e finalmente i suoi stati vegetali erano terminati, poteva tornare a casa. Fu servito e riverito come un re, aiutato in tutto da tutti, e purtroppo quelle attenzioni non gli diedero nemmeno un po' di tregua per restare solo con i suoi pensieri. Per carità, era gioioso di tutto quell'affetto, ma per il momento aveva altro a cui pensare. La situazione con Alice era mutata in soli tre giorni, in fretta, troppo infretta. Il suo cuore non poteva reggere tutte quelle emozioni, e poi il cervello doveva capire.

Non riusciva a spiegarsi il perchè delle sue parole, ma soprattutto degli atteggiamenti. Era ovvio che le reazioni di quella -Meravigliosa creatura- (così la chiamava recentemente nei suoi pensieri) erano dovute alle azioni che compiva lui stesso, ma i suoi atteggiamenti alle volte erano così contorti che davvero non riusciva a capire. Lo confondeva, con i suoi occhi grandi così espressivi, quella bocca diafana, quei capelli setosi e quella figura d'angelo. Appena ne avrebbe avuto l'occasione le avrebbe parlato, doveva farlo. Perchè la loro situazione non poteva essere o bianca o nera? Odiava il grigio, e purtroppo quello era il colore che poteva rappresentargli meglio. Non erano fidanzati, come pone il bianco, ma nemmeno si odiavano, come presuppone il nero. Erano due ragazzi che non potevano amarsi, ma che lo facevano ugualmente. Grigio.

Sorrise, ultimamente capitava molto spesso, ed era parecchio lieto di questo, doveva esserne grato ad Ali, avrebbe dovuto dirglielo, prima o poi. Pensò a quanto stesse bene quel colore sulla sorella, -Ma che dico, a lei dona tutto.-

 

POV ALICE

 

Parlargli era risultato impossibile, controllato 24 ore su 24, era diventato irraggiungibile, persino nei suoi pensieri. Odiava sentirlo lamentare quando dormiva, amava vegliarlo la notte. Era come un suo angelo protettore; appena fu certa che tutti dormivano, più e più notti andava da lui a osservarlo, in ogni suo più grande pregio e difetto.

Non importava se aveva un leggero strato di barba dovuta alla sua impossibilità di sistemarsi come voleva e desiderava, non importava se aveva due occhiaie stile Gucci o Prada, o se aveva la smorfia sofferente in volto. Ai suoi occhi appariva ogni giorno più bello, più perfetto. Questa perfezione però, la stava uccidendo..

 

POV RUDI

 

Da solo, finalmente. Tutti erano via, si era svegliato, aveva urlato i nomi di tutti i famigliari, ma nessuno aveva risposto. Sentiva solo l'eco dei suoi pensieri. Pensò che era ora di darsi una smossa, la vita da letto non era roba per lui, per quanto pigro fosse. Con una calma logorante si alzò, andò a farsi una doccia, tanto per sciaquarsi un attimo. Era libero di fare qualsiasi cosa, ma con i massimi riguardi. Fortunatamente gli avevano tolto i punti prima di spedirlo a casa, altrimenti sarebbe diventato impossibile persino respirare. Si sentiva in una gabbia. Aveva voglia di correre, di urlare, di suonare, di cantare, di parlare, ..di baciare ed amare. Pensava che stesse sognando, quando uscì dal bagno con su solo l'asciugamano in vita, e la vide seduta dapprima in modo rilassato, poi irrigidito. Ogni suo muscolo era teso, Rudi sperava fosse per merito suo e di quell'apparizione. Si avvicinò a lei, dicendo solamente: “Dobbiamo parlare.”

 

POV ALICE

 

Fu così che il mondo iniziò a tremare. Odiava quella frase, soprattutto detta dalle persone che amava. Odiava sbagliare, odiava sentirsi accusata dei suoi errori, e con Rudi ne aveva fatti parecchi. “Sono qui per questo Rudi”.

Perfetto” Tremava. Era visibile la sua agitazione, la sua paura.
“Rudi, accidenti stai tremando!”Alice si alzò di corsa in sua direzione, lui fece per fare un passetto indietro, lei si fermò di colpo per contemplarlo. Il giovane ne fece uno avanti, guardandola dall'alto del suo viso. La fissava negli occhi, attendendo qualsiasi sua mossa.

Lascia che ti aiuti, sei ghiacciato.” Rudi chiuse gli occhi non appena la donna posò le sue mani su di lui per farlo accomodare sul letto. Iniziò a tirare fuori dai cassetti tutto il necessario per vestirlo, anche se in verità avrebbe solo voluto fare l'opposto. Si mise in ginocchio davanti a lui, con una lentezza e una dolcezza e indefinitita iniziò a mettergli una calza e poi l'altra, la maglietta, e.. Rudi si alzò, mettendole le braccia sulle spalle dicendole:
“Perchè fai questo?” Alice rimase spiazzata, non si aspettava questo comportamento e tale domanda da parte del giovane.

Perchè mi sono innamorata di te, Rudi. Ho fatto tanti errori, anzi, ne abbiamo fatti entrambi. Innumerevoli. Ora sono stanca di scappare, sono stanca di reprimere i miei sentimenti. Voglio starti vicino, curarti, amarti. Voglio essere felice, voglio rendere te felice. Sappiamo entrambi che il nostro amore non può più essere soppresso, e io sono qui perchè ho accettato questo compromesso. Ho lasciato Francesco, ho lasciato quello che di più giusto il mondo potesse offrirmi, ho chiuso la porta alla ragione, che ormai non bussa nemmeno più tanto è rassegnata. Ho aperto il portone del mio cuore, ora lascia solo che ti dimostri quanto ci tengo a te.”

Ti prego, non lasciarmi.”

Non lo farò Rudi!” -Non lo farò mai- pensò con amore poi.

Iniziarono così una serie di effusioni che sperarono non ebbero una fine. Fu così che, tra calde carezze, lei divenne sua. La prese in ogni modo possibile: la strappò via dal suo mondo, si appropriò del suo cuore, e una seconda volta, del suo corpo.

 

POV RUDI

 

Doveva provare una felicità indescrivibile, tale da non sentire più dolore. O forse stava sognando, o forse era morto e quello era il paradiso. Non sapeva se quella breve conversazione rispondesse a tutti i suoi quesiti e ai suoi dubbi, ma Alice era diventata una certezza, la più forte e importante della sua vita.

Angolo dell'autrice

Capitolo corto, lo so. Ma avevo questa voglia di scriverlo, che tra una pagina di economia e un'altra, mi sono arresa e l'ho fatto. Non ho potuto fare molto e granchè, il sonno si sta impossessando del mio corpo! Ad ogni modo, questo è senza dubbio uno dei capitoli più importanti del racconto e spero di averlo resa al meglio o giuro che mi suicidio: mi taglio le vene con la pagina riguardante la situazione patrimoniale dell'azienda! Ora vi saluto, sto iniziando a delirare sul serio e questo non va bene per la mia salute mentale. Spero apprezziate questa nuova parte di storia come io apprezzo voi miei cari lettori e recensori, good night a  tutti, sweet dreams!

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Capitolo 9
*** Il resto del mondo smise d'esistere ***


Chapter ten
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POV ALICE

 

Rudi fermò di colpo il motorino appena arrivati nel centro di Piazza Spagna; sistemò il cavalletto della moto, scese e guardò Alice negli occhi.

Iniziò a riempire la sua ragazza di teneri baci, lasciando che la sua testa partisse per un viaggio senza ritorno. Pian piano, con immenso dispiacere della giovane, si staccò da lei. Ci mise un po' a ricollegare il cervello con il resto del corpo e con una lentezza disumana iniziò a percepire i movimenti delle labbra del giovane e le sue parole presero significato.

Alice, la nostra relazione è la cosa più sbagliata del mondo, è qualcosa che va contronatura. Tu sei mia sorella e il bene che ci vogliamo dovrebbe essere decisamente minore. Eppure siamo qua, la nostra vita si è intrecciata dal momento in cui tu hai varcato la soglia della mia casa.. e con il tempo del mio cuore. Lo so, ci ho messo un po' per capirlo, ma ora sei divenuta la mia certezza, qualcosa di cui mai potrò fare a meno. Questa è la nostra serata amore mio, ma sappi che se non te la senti di continuarla ti posso capire senza dartene una colpa. Devo chiederti una cosa Ali, e tu devi rispondermi con tutta la sincerità del mondo.”

L'orgogliò della donna vacillò, e con timore disse lievemente “Dimmi”.

Sei pronta ad infrangere le regole, tutto quello in cui credevi, a voltare le spalle ai princìpi che ci hanno insegnato nella quale tu credi fermamente'?”

Lei si mise a pensare. -Rudi, cos'hai in mente amore mio?- iniziò a temere quel che sarebbe successo, ma poi una fermo pensiero le fece capire quel che desiderava e che avrebbe compiuto a poco.

Rudi ho seriamente paura di quello che hai programmato, però io ti amo. Ovunque ci sei tu ci sono io, ovunque vai tu vado io. Ti seguirò, sempre. Credimi quando ti dico che sei tutto per me, che vali più di qualsiasi principio mi abbiano insegnato. Butterei al vento ogni mia certezza per te, per noi. È come hai detto tu, tu stesso sei divenuto la mia certezza.”

Rudi le regalò un sorriso a trentadue denti, la sorella lo reputò il più bello che lei avesse mai visto. Scossi ancora dai brividi per quelle rivelazioni Rudi risalì in sella e sotto le luci artificiali dei lampioni e quelle naturali delle stelle sopra di loro arrivarono dietro al Colosseo. Rudi nascose la vespa in un posto lì vicino, ripose accuratamente i loro caschi e prese Alice per mano. Iniziarono a correre, fino a che:

Amore, em.. ti devi togliere le scarpe.”

Alice non accolse bene la notizia, e se prima era un po' contriaria poi accettò di malavoglia. Si arrampicarono sulla ferrata che separava la città dal monumento, e di soppiatto si recarono nella parte più buia di quell'immensa struttura. Camminando, sempre molto lentamente e tentando di fare il minor rumore possibile arrivarono innanzi ad una delle immense arcate che dava sulla città. L'oscurità favoriva a loro la massima intimità, donando al loro appuntamento un velo di mistero che fece impazzire il cuore della giovane.

Man mano che si avvicinarono al “balconcino” del Colosseo Alice individuò una coperta a scacchi con due cuscini, uno vicino all'altro, con innanzi una bottiglia di champagne immersa nel ghiaccio e un cestino da picnic.

O mio dio..” Alice appena vide la scena era rimasta senza parole, della lacrime iniziarono a rigarle il volto.

Ehi, che c'è? Non ti piace? Ho esagerato? Oddio Ali scusami, non volevo farti piangere, i-io rimedierò, dai andiamo via di qui e scegli tu cosa facciamo, o-ok?” Il viso del ragazzo era in preda al panico, si sentiva terribilmente in colpa!

Rudi io.. mio dio Rudi, è perfetto! Graazie amore mioo!” Con un urletto abbracciò il suo amato, e dire che lo immerse di baci era dir poco. I nervi di Rudi si rilassarono lasciando spazio ad una felicità stratosferica.

Dai, sediamoci e mangiamo! Ho una fame terribile.” La pancia di lui si fece sentire, facendola sciogliere in una fragorosa risata.

Rudi aveva preparato l'antipasto, tramezzini, l'insalata di pollo, pomodori ripieni, zucchine ripiene e tante altre delizie, tutti piatti preferiti di Alice. Vi erano poi due calici di vetro con all'interno un'abbondante dose di champagne; ella sorseggiava la sua bevanda preferita con le bollicine che le solleticavano il viso, meravigliata da tutto ciò. E poi, come ciliegina sulla torta, lui le aveva preparato la sua torta preferita: torta panna e fragole.

In poco spazzolarono via tutto, fino ad arrivare al dolce, dove si imboccarono dolcemente uno per uno, giocando con le fragole e la panna. Si fermarono ad ammirare il panorama: un'infinita quantità di luci padroneggiava innanzi a loro; tutte immerse nel buio e nella confusione di Roma, la città più bella d'Italia.

Guarda Rudi, si vede casa nostra laggiù!”

Ma come diamine hai fatto a vederla? Ti chiamerò occhi di falco!”

Mi definirei meglio come un'aquila, ma grazie per il pensiero!”

Oh, una bellissima aquila..” Sorrise malizioso Rudi avvicinandosi a lei.

Che vola alta nel cielo!”

Si.. che vola alta..” Rudi approfondì il bacio con Alice, intrecciando in un'armoniosa danza le loro lingue. Era chiaro che entrambi non aspettavano altro! Quando la luna si fece alta nel cielo Rudi pensò che era arrivato il momento, prese tutte le cose e le nascose in una grande crepa dell'arcata.

Vengo a prenderle domani”

Alice sorrise di rimando alla sua affermazione, saltandogli al collo.

Amore mio, ma perchè mi hai chiesto del costume se dovevi portarmi qui?”

E chi ha detto che la serata è finita qui?” Alice si staccò stupita, Rudi la prese per mano e corsero dove erano venuti, ma in una direzione diversa. Non corsero alla ricerca della vespa.

Con un telecomando sbloccò a distanza l'antifurto di un Opel Corsa nera 5 porte, aprì la portiera secondaria ad Alice e la invitò ad entrare.

In poco lui salì al volante iniziando a sfrecciare tra le strade illuminate della città.

Rudi ma che significa? Hai la patente? E questa macchina dove l'hai presa?”

Beh, sai, sono successe tante cose mentre eri..” Un magone impedì a Rudi di continuare la frase. Alice mise la sua mano calda sopra quella fredda di lui appoggiata alle marce e la strinse per quanto poteva.

Ero via. Ma spiegami, ti prego!”

Ho iniziato a lavorare in bottiglieria e ricevo una paga sia da zio Cesare che da papà! Ho fatto la patente e ho risparmiato abbastanza per quest'auto.. sei la prima a vederla.”

Oh, wow! Mi sento elettrizzata. Lusingata!”

E fai bene piccola.”

Sono orgogliosa di te amore, complimenti! Dove stiamo andando?”

Te l'ho detto. Nel paese delle favole!”

Mi porti a Disneyland?”

Non credo di aver così tanta benzina”

Peccato. Mi sarebbe piaciuto far amicizia con Peter Pan..”

Peter Pan? Beh, se lo desideri. Così ho Trilli tutta per me!”

AH!” un'espressione sbalordita si impossessò della sorellastra, “Ma pensa un po' te! Pervertito!”

Hai iniziato tu!”

D'accordo, per sta volta passi. Ma attento a te Rodolfo Cesaroni!”

Continuarono così il tragitto, tra uno scherzetto e l'altro. Dopo mezz'ora di viaggio arrivarono a destinazione:
“Amore ma dove siamo?”

Benvenuta a Albano Laziale amore mio!”

Dove??”

Non ne hai mai sentito parlare?”

Certo che si Rudi, ma,.. non pensavo! Wow! Oddio, guarda le luci di Castel Gandolfo sul lago! Sono bellissime! È tutto perfetto.”

E non hai ancora visto niente!”

Si addentrarono in una stradina oscurata, immersa nella vegetazione. Dopo qualche minuto e qualche smanceria arrivarono a destinazione. Un piccolo cottage costruito sopra il lago, con il molo ricoperto di luci bianche, si presentò innanzi a loro in tutto il suo splendore.

La casa era bianca e ben tenuta, non grande, ma nemmeno piccola.

Alice era sbalordita.

Cavoli, Rudi. Mi hai portato davvero nel paese delle favole!”

Il ragazzo l'abbracciò da dietro e depositò dolci baci sul collo della sua ragazza, fino a risalire a dietro al suo orecchio. Alice iniziò a sospirare a quelle sue attenzioni:
“Rudi, calmo! Voglio vedere il resto.”

Di malavoglia Rudi si staccò, le cinse la vita e la portò nella casa. Non era particolarmente grande al suo interno, ma era accogliente e ben arredata. Innanzi a loro si trovava un salotto con i muri bianchi, un divanetto nero, il tavolino in vetro nero. Una piccola televisione nera. Nell'altra stanza c'era una cucina bianca con i mobili neri, il tavolo e la sedia dello stesso materiale del tavolino in salotto. La stanza adiacente era composta dal bagno: piastrelle nere, una vasca bianca, mobili bianchi. Altre due camere, una veramente piccola nella quale vi erano un letto a castello con tre letti, e un semplice armadio nero. Una stanza con un letto matrimoniale e due armadi neri con ornamenti bianchi. Alice non era più sorpresa, era stupefatta.

Rudi ma di chi è questo posto?”

Era di mia madre. Cioè, della mia vera madre. Lo usavamo per venire qui nelle vacanze, non ci siamo più tornati dopo la sua morte.”

Oh..” Lo stupore di Alice andava via via scemando, non sapeva più cosa dire. Il suo abbraccio valse più di mille parole..

Perchè questo bel musino? Su amore, oggi è la nostra serata, niente ci porterà via la felicità!”

Alice gli sorrise, divenendo tutt'un tratto maliziosa. Lo prese per il colletto della camicia e lo trasporto sul molo. Lo fece sdraiare spogliandolo lentamente. Lui fece altrettanto con lei, fino a quando si alzò, erano rimasti solo in costume. I loro visi erano terribilmente vicini, ma all'improvviso lei rise e lo buttò in acqua:

Ma sei matta?? è gelida! Io volevo un certo tipo di riscaldamento prima di entrare!”

Alice rise ancor più di gusto, e si catapultò in acqua con un tuffo a bomba producendo una miriade di schizzi.

Si avvicinò all'amato, risero, giocarono, fino a quando si fecero più seri.

Sei speciale. Tutto questo è speciale. Ti amo Rudi”

Rudi le sorrise, e riprese a baciarla. Remò con le braccia in direzione della casa, fino a prenderla in braccio ed uscire dal lago.

Si sentiva davvero una principessa grazie a tutte quelle attenzioni e sensazioni. Erano un colpo di emozioni, un colpo dritto al cuore.

La portò in bagno, aprì il rubinetto e l'acqua calda scese riempiendo la vasca. Mise al suo interno dei sali alle rose, si girò e la guardò: “Per la mia rosa, le migliori rose!”

Alice rise, tanto per cambiare. Quel ragazzo la faceva sentire la persona più felice dell'universo, la più importante, quella perfetta.

Dopo aver fatto il bagno ed essersi puliti dall'acqua del lago, tra coccole e sospiri e ancora bagnati la portò in camera da letto. Avvolti da un semplice asciugamano, senza sapere dove iniziava lui e dove finiva lei, si posizionarono sul letto. Le coccole si fecero più focose, fino a quando lui la fece sua e il resto del mondo smise d'esistere.


Angolo dell'autrice

Ok, lo so. Questo capitolo è forse troppo lungo, e probabilmente ho esagerato. Ma ci tenevo che tutto fosse insieme! Una domanda sorge spontanea: come terminerà la loro scappatella dal mondo? Rudi avrà altre cose da mostrarle, da dirle? Sarà tutto rosa e fiori più avnati? Un bacio a tutti, un grazie per quelli che leggono silenziosamente, che recensiscono e che seguono! 

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Capitolo 10
*** Il mio principe ***


Chapter nine
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POV ALICE

 

L'università, lo studio, i mestieri di casa, il lavoro come cameriera nel nuovo locale che era da poco aperto in centro, la stavano portano via da Rudi. Era una settimana che non lo vedeva, o meglio, non lo vedeva durante la giornata ma solo durante le loro scappatelle dal mondo. Le mancava vederlo e poter stare con lui, come una dolcissima coppia qualunque e normalissima. Purtroppo anche lui non poteva fare granchè; dopo aver deciso che non sarebbe andato all'università Giulio e Cesare lo avevano “obbligato” a lavorare in bottiglieria 24 ore su 24. Si sentiva alle strette senza di lui, era come soffocata. Come una rosa con un gambo troppo corto, troppo pieno di spine. Aveva bisogno del suo Sole per sbocciare e crescere, aveva bisogno del suo giardiniere per tagliare quelle spine troppo folte e troppo appuntite. Era il suo pensiero la mattina, la sua speranza giornaliera, il suo sospiro la sera.

 

POV RUDI

 

Si sentiva in colpa. Ora che l'aveva ritrovata non riusciva a darle le giuste attenzioni che desiderava, che agognava. Era così ingiusta la sorte con il loro amore! -Menomale che oggi è domenica.- Pensò Rudi, avvolto tra quelle leggere coperte che gli donavano un lieve e dolce torpore mischiato ad una sensazione di protezione che, personalmente, adorava.

Doveva fare qualcosa per farsi perdonare da quel periodo di assenza, ma cosa poteva fare? Un'idea gli arrivò di colpo, i suoi occhi si splancarono sbraluccicando come due lucciole, un sorriso a trentadue denti si impossessò del suo volto. Si alzò dal letto, lasciando una scia di felicità e di buoni propositi dietro il suo cammino.

Ciao Lucia” Rudi era corso in cucina, aveva addentato una mela, e aveva dato un bacio sulla guancia alla sua matrigna, uscendo altrettanto di fretta dalla stanza fischiettando la canzone per Alice, la loro canzone.

Buongiorno anche a te Rudi” Lucia aveva gli occhi sbarrati, non capiva, il suo tono di voce, che già da lieve com'era, andava pian piano a scemare poteva dimostrarlo. La madre alzò le spalle con un sorriso sulle labbra che lasciava trasparire tutta la sua positiva emozione provata in conseguenza allo stato d'animo del figliastro.

Rudi correva tra le strade di Roma, fino ad arrivare a destinazione. Sorrise un'altra volta, guardando il suo obbiettivo. Un sorriso che sarebbe perdurato per molto, molto tempo.

 

POV ALICE

 

Ehi” Lucia e Eva salutarono in coro Alice che era appena entrata in salotto, mentre una stirava e l'altra scriveva il suo nuovo articolo al computer.

Ciao a tutti.. ma dove sono gli altri?” -Dov'è Rudi?- si chiese meglio nella sua testa, mentre si girava e rigirava per il primo piano della casa.

Giulio è andato a fare la spesa con Mimmo, Rudi è uscito correndo non so dove, dovevi vedere che carica che aveva!” Rise Lucia con la sua ultima affermazione, quella che Alice attendeva segretamente. Sorrise, tentando di non farsi notare, invana.

E non ti ha detto dove andava?” Disse ad un certo punto corrugando la fronte.

No, non c'è né stato il tempo. Era una furia!” Rise di nuovo la madre.

Eva tu invece cosa stai scrivendo?”

è un'articolo per una nuova rubrica sulla rivista dove lavoro. Vogliono qualcosa di vero e di quotidiano oltre all'apparenze che le modelle lanciano nel campo della moda, e pensano che io sia perfetta per scrivere questo pezzo.” Eva si interruppe per imitare la voce grottesca del suo superiore: “Eva, so che tu puoi farcela, trasudi bellezza e quotidianità, contiamo su di te! Dimenticavo, fallisci e perdi il lavoro!” Sospirò per finire la sorella.

Alice si estraniò nei suoi pensieri, lasciando uscire un flebile gemito preoccupato dalle sue labbra.

 

La sera giunse in fretta tra le coccole di Marta, i giochi in compagnia, la televisione a tutto spiano.. i pensieri rivolti al suo amante.

Appena lo becco ne prende tante, ma-” La rabbia di Giulio fu placata da un Rudi trafelato che corse in casa.

Sono a casa!” Fu la sola parola di Rudi prima che il padre gli si piombò addosso, prima ch'egli si sfilasse da sotto le grinfie di quell'ira funesta.

Ho fatto tardi, lo so, mi dispiace!” Rudi balbettava le sue scuse,

Scellerato che non sei altro, è la volta buona che ti riempio di-”Fu la risata di Marta, divertita dalla situazione, a riportare Giulio alla realtà facendo sì ch'egli si rendesse conto che non poteva comportarsi così in presenza della nipotina.

Papà, c'è stata un urgenza, Regina non sta bene, ha chiesto se possiamo andare da lei perchè ha bisogno di un'appoggio morale, sai, è a casa da sola..”

Ma che te passa per cervello eh? Li mortacci tua.. e perchè parli à plurà?”

Perchè la richiesta è aperta a me e ad Alice..”

La ragazza in questione sobbalzò, si levò dal divano e disse: “Si Giulio, mi è appena arrivato un messaggio da Iole che mi ha detto la stessa cosa..”

Che centra Iolanda co' Regina?” Si intromise Eva

Beh, a casa di Regina i cellulari non prendono, e Iole l'ha sentita su Facebook.”

E vabbè.. andate.”

Grazie pa'! Dai Ali, muoviti! Ti consiglio di cambiarti e metterti qualcosa di pesante e comodo, sai che da REGINA fa freddo.”

Rudi marcò quel nome, scrivendo in contemporanea a raffica sul suo telefonino un messaggio alla sorellastra con scritto solo: “Costume. Sorpresa.

 

Alice andò in camera sua, preparò una borsa con fazzoletti, felpa pesante nera, telefonino quando.. Biip bip. Biip bip. Nemmeno il tempo di prenderlo in mano che arrivò il messaggio dall'amore suo; un costume, una sopresa? La cosa la intrigava facendole battere a dismisura il cuore. Come faceva quel benedetto ragazzo a farle quell'effetto? Qualsiasi cosa riguardasse lui, o portasse il suo nome, la smuoveva dentro, rendendola irrequieta. Le gambe tremavano, come qualsiasi altra parte del suo corpo. Era come.. come.. non la sapeva nemmeno lei come. Fatto sta che ogni volta che lui entrava nella stanza nella quale era presente anche lei tutto in sé diveniva fragile a tal punto che solo a guardarla poteva rompersi, e sciogliersi in un vortice di emozioni proibite, scandalose, esaperanti, indescrivibili. Aprì il suo armadio, cercò tutti i tipi di costume che aveva ed era veramente indecisa. Uno sexy, uno da donna in carriera, uno strambo, uno che lasciava poco all'immaginazione.. non sapeva davvero cosa indossare. -Oh, diamine, perchè non sono nata uomo?!-

Alla fine optò per uno slip nero legato ai lati con una semplice cordicella bianca slacciabile con un pezzo sopra senza spalline nero ornato da fantasie di pizzo bianco, slacciabile sul davanti, con particolari intrecci che lo rendevano sexy ma sobrio. Lo aveva fatto lei qualche mese fa con Iolanda, prima di andare via con Francesco, senza però averlo mai indossato.

Sopra si mise un paio di leggins lunghi neri con delle finte tasche chiuse in una finta cerniera dorata e dei lievi risvolti sulle caviglie. Tacco 8, quindi comodo anche per la corsa, nero con il sotto suola color oro. Una canottiera nera con una scollatura sulla schiena di pizzo, e sul seno sinistro un'altra cerniera oro. Un coprispalle nero, con dei ricami che lo rendevano particolare, ma non troppo inusuale.

Si guardò allo specchio, era terribile. Si sciolse i capelli, mettendo un'elastico nella borsa. Uno strato di burrocacao alla fragola, il resto del viso senza trucco. -Si ok, del correttore non farebbe male a nessuno, ho due borsoni sotto gli occhi che se li vendo varrebbero una fortuna.-

Alice prese tutte le sue cose, e con il magone si recò nel sottoscala, prese il giacchetto di pelle e finalmente ebbe il coraggio di guardare Rudi negli occhi.

Sono pronta. Andiamo.”

Rudi le sorrise, si congedarono, e uscirono. Passati due metri da Casa Cesaroni trovarono una vespa con due caschi, uno bianco e uno nero.

Il ragazzo le passò il casco bianco, lo allacciò al viso perfetto della giovane e le diede un bacio a fior di labbra. Alice se le leccò subito dopo, e gli chiese sussurrando: “Non dobbiamo andare veramente da Regina, vero?”

Mi hai beccato” sorrise lui colpevole.

Dove andiamo? E di chi è questa vespa?”

Bhe, dove andiamo è un segreto. E la vespa.. non so, il sogno di tutte le donne è di scappare dalla realtà con il proprio principe al dorso di un cavallo bianco. Questa non è un cavallo bianco, io non ho l'aspetto di un principe, ma-” Rudi stava iniziando a parlare a raffica, segno evidente di quanto fosse agitato, per questo Alice decise di interromperlo con un bacio appassionato.

Non dire sciocchezze. Tu sei il mio principe, questo è un magnifico destriero, e io sono lusingata. Sul serio Rudi, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere da parte tua.”

Rudi la prese per i fianchi, la posizionò sulla vespa, le diede altri baci, piccoli, ma preziosi. Come il loro amore.

Dove mi porti mio principe?”

Nel mondo delle favole, mia principessa!”

Sfrecciarono per le strade di Roma, Rudi guidava la vespa, Alice era abbracciata a lui e cavalcava il mezzo di trasporto all'amazzone, così come una principessa fugge con il proprio “felice e contenti” lasciandosi dietro una scia di affabili “Per sempre”.

 

Angolo dell'autrice

Mi scuso per la mia assenza, ma tra feste, mandrie impazzite di parenti che escono da ogni angolo della casa, uscite con gli amici, studio eccetera eccetera non ho avuto modo di concentrarmi sulla nostra tant'amata coppietta. Questo è più un capitolo di “passaggio”, che ho tentato di renderlo il meno noioso possibile. Beh, ma cos'avrà mai in mente il nostro Principino? Come reagirà la sua Principessina? Cosa combineranno? Tornerà qualcuno dal passato, a tormentarli proprio ora che sono felici? Chi lo sa! Continuate a seguire e lo saprete. Un bacio a tutti quelli che segretamente leggono, e a chi lo fa sapere mettendo la storia tra le seguite e tra i preferiti, commentandola. Auguri a tutti voi, miei cari amanti dei Cesaroni!

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Capitolo 11
*** Io ti sposo ***


Chapter eleven
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POV ALICE

I primi raggi del sole svegliarono Alice che era sdraiata con la testa appoggiata al petto di Rudi. Sorrise ai ricordi degli avvenimenti appena passati con lui e con quei pensieri alzò lievemente il capo per vedere il suo ragazzo dormire.

-Sei bellissimo amore mio, ma come ho fatto a starti lontana tutto questo tempo?-

Non riuscì a trattenersi e posò delicatamente le sue labbra su quelle del giovane. Egli sbattè piano piano le palpebre, guardò la ragione del suo risveglio e sussurrò:
“Buongiorno cucciola”

Alice sorrise a tanta dolcezza, “Buongiorno dormiglione! Scusami, non volevo svegliarti!”

Ma ti pare? Hai fatto bene. Ho ancora tante sorprese per te, e non abbiamo tempo da perdere!”

Alice rise, “Ok capo! Prima cosa all'ordine del giorno?”

Rudi prese con le mani la faccia della giovane e iniziò a riempirla di baci, sempre più intensi, che in poco coinvolsero altre parti del corpo creando una danza d'amore. La stanza si impregnò dei loro ormoni e del loro amore, un'amore che non sarebbe scomparso nel tempo.

 

Ti amo!” Dissero all'uninsono, ridendo poi per la coincidenza.

Su amor mio, sei pronta per questa giornata? Pomeriggio dobbiamo tornare a casa, o inizieranno a cercarci.” Disse Rudi.

Oufh, amore, fammi riprendere! Mi devo calmare un'attimo. Pomeriggio? Di già? Ti prego, restiamo qui per sempre!” Affermò la ragazza mettendo il polso sugli occhi.

Sai che se potessi lo farei piccola”

Alice fece un faccino imbronciato che suscitò nel ragazzo molteplici emozioni meravigliose di cui lui, lo sapeva, non avrebbe mai potuto fare a meno.

Si cambiarono, fecero una colazione leggera e Rudi ordinò alla sua donna di rimettersi il costume. Si misero addosso qualcosa di leggero, e l'uomo la portò dentro la vegetazione adiacente alla loro casa. Uno strano fruscio iniziò a riempire le loro menti, fino a quando..

Oddio! Oddio, oddio, oddio, oddio, oddio, oddio!”

Alice sembrava una bambina contenta com'era. Continuava a saltare da un piede all'altro fino a quando, come se in questo modo si fosse ricaricata, corse in avanti fino a sentire l'acqua fredda a contatto con i piedi. Gettò via le scarpe, ormai inzuppate, guardò in direzione di Rudi e gli sorrise:
“Questo è il paradiso!”

Rudi le sorrise, iniziò a spogliarsi fino a rimanere in costume, gettò sulla terra il loro telo da mare e la prese in braccio. Corse verso l'acqua, fino ad arrivare ad un punto in cui erano immersi quasi fino al mento.


POV RUDI

Alice continuava a guardarsi intorno, stupefatta di quel paesaggio, rendendolo ancor più felice date le sensazioni di meraviglia che aveva provocato in lei. In mezzo alla vegetazione c'era un laghetto piccolo, con delle cascate che scendevano da in alto a delle rocce. L'acqua era limpidissima, potevano vedere il fondo anche da quell'altezza. Iniziò a nuotare continuando a tenerla tra le braccia a mò di principessa, e finalmente arrivarono alla sponda opposta. Posizionò la ragazza sulle rocce e si alzò anch'esso di peso per uscire da quel piccolo laghetto.

Hai paura?” Disse Rudi a due centimetri dal viso di lei

Se ci sei tu non ne ho mai”

Alla sua risposta prese per mano la sorella e inizarono ad arrampicarsi sulle rocce fino ad arrivare ad un punto abbastastanza alto.

Rudi la guardò, uno sguardo, un'intesa.

Pronta?”

Sono nata pronta”

Le loro mani si strinsero, un urletto fatto da entrambi, un tuffo all'uninsono.

Entrati sott'acqua si abbracciarono, si guardarono e si baciarono.

Era come se l'acqua fosse il posto nella quale loro potevano esprimere se stessi e urlare il proprio amore, come se quello strato cristallino potesse proteggerli dal mondo.

Passarono la mattinata a giocare, schizzarsi, prendere il sole, fare l'amore e estraniarsi da tutto il resto.

Ma il tempo scorreva in fretta e purtroppo ambe due ne erano a conoscenza. Quando il Sole si levò in tutto il suo splendore capirono che era ora di tornare al cottage e mangiare, sistemarsi e tornare alla monotona vita di tutti i giorni.

Principessa cosa vuoi per pranzo?”

Che cosa c'è di buono?”

Abbiamo pasta, pomodori, zucchine, insalata, mais, tonno e parmigiano. Purtroppo in una giornata non sono riuscito a prendere tante cose da imbandire la tavola.. mi dispiace..”

Ma che dici amore? È perfetto così. Anzi, sai cosa ti dico? Mangiamo una bella pasta pomodoro e basilico, zucchine alla juliette e insalata con tonno e mais. A saperlo non finivamo ieri tutta quella buonissima torta!”

Si abbracciarono:
“Non avresti resistito ugualmente” Rise lui.

Forse hai ragione” Rimandò lei.

So di avere ragione!” Constatò il ragazzo.

Come sempre la modestia fa parte di te!” Sorrise lei.

“E' anche per questo che mi ami” Si avvicinò lui.

E' proprio perchè sei tu e sei così che ti amo” 

Si baciarono ed insieme prepararono il pranzo. Quando mancò poco Alice andò a farsi un bagno veloce, tanto per levarsi l'odore dell'acqua del lago.

 

POV ALICE

 

Appena uscita dal bagno la giovane si raccolse i capelli in una coda alta; in quel momento vide il salotto imbandito di prelibatezze e Rudi addormentato sul divano.

Alice sorrise, gli diede un bacio a fior di labbra.

Amore, sveglia, devi mangiare!”

Si, si, stavo solo.. ecco, riposavo gli occhi”

Si, certo.. gli occhi! Che c'è in tv?”

“Niente, ho già guardato. Ma dato che non sono uno sprevveduto ho portato qualche DVD da casa..”

Alzò il cuscino e tirò fuori precisamente cinque film.

Allora mia cara.. Abbiamo Titanic” Rudi fece una faccia disgustata suscitando ilarità nella fidanzata.
“Pretty Woman” Altra faccia colma di disgusto.

Cenerentola a Parigi” L'ennesima smorfia.

Elizabeth – the golden age e per finire Edward mani di forbice.”

Alice per poco non si strozzò, quelli erano i suoi film preferiti! Sapeva che Rudi odiava quel genere di film, quindi capiva che li aveva portati solo per lei, un'inguaribile romantica e tradizionalista.

Rudi, sappi che se ne usciamo vivi da mamma e Giulio io ti sposo.”

Egli sorrise diventando tutto rosso, forse per l'emozione, forse perchè non si aspettava una frase simile o forse per la paura generata dall'affermazione.

Si misero sdraiati e guardarono Elizabeth dato che era il film con più azione, il più apprezzato dal povero ragazzo!


POV RUDI

 

Dai amore, su! È ora di andare o facciamo tardi, inizieranno ad insospettirsi. È l'una e mezza!” Affermò lui.

Raccattarono tutta la loro roba e in fretta tornarono alla Garbatella. Rudi nascose le loro cose dietro al cassonnetto di casa, tra i cespugli.

Avviò il cancello ed entrò con la macchina, scesero e trovarono Giulio ad attenderli.

Rudi ma da dove esce 'sta macchina?” Adesso quello sbalordito era il padre.

Ciao papà, l'ho comprata con i soldi della bottiglieria. Non ti preoccupare, è tutto in regola, volevo farvi una sorpresa e Alice si è offerta di accompagnarmi oggi a ritirarla, e così.. eccola qua!”

Beh, ma è bellissima! Sono fiero di te figliolo. Siete tornati in tempo per la bella notizia.”

Bella notizia?”

Alice e Rudi si guardarono spaesati, inconsapevoli di quello che li attendeva.

 

Angolo dell'autrice

Ok, lo, questo capitolo fa cacare. Ma gente, ho il blocco sebbene mi piaccia tanto scrivere di loro! Cosa accadrà nel prossimo capitolo? Di cosa parla Giulio? Centra con loro, li hanno forse scoperti in qualche modo ed è tutta una finta o è reale? Boh, chi lo sa! Spero che la storia piaccia a tutti, a quelli che silenziosamente seguono e a quelli che lo fanno sapere. Grazie, senza di voi non potrei continuare. Siete la mia ispirazione! Buon proseguimento di vita normale gente, domani finiscono le vacanze! Che qualcuno mi spari :') Un bacio a tutti quanti!

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Capitolo 12
*** Armonia perfetta ***


Chapter twelve
Ci tengo a precisare che farò dei cambiamenti d'ora in poi, ovvero non parlerò più in terza persona. Chiedo scusa per la breve assenza ma sono stata malata – aihmè – e non ho potuto toccare nemmeno di striscio il computer. Ah, ultima cosa, dato che non riesco a capire di cosa diavolo è principessa Maya ho deciso di farla principessa d'Inghilterra, spero che questo non vi sconvolgerà.

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POV ALICE

 

Appena io e Rudi siamo entrati in casa ci si parò davanti una scena quasi surreale, sembrava appena uscita da una delle commedie di Moccia.

Oh, finalmente! Dai che non stiamo più nella pelle!” Marco sembrava un bambino, continuava a saltare da una parte all'altre della stanza, suscitando ilarità nei presenti.

Che c'è, che c'è?!” Eva fece il suo ingresso nel salotto della casa, più infastidita che mai, appena sveglia.

Eva, è bellissimo!” In preda alla gioia, Marco prese per le mani Eva e iniziò a ballare con lei canticchiando un “taraaantataa, tantan, tantan” abbastanza imbarazzante.

Lei non riuscì più a sostenere quella barriera che aveva alzato dopo il rifiuto di Marco e capitolò nelle braccia del suo ex fidanzato, sciogliendosi in una calda risata e ballando con lui.

Maya sorrideva appena, era gelosa, facile capirlo. Mi faceva tenerezza, ma onestamente, non sapevo se reggere il moccolo a lei o ad Eva; volevo ad entrambe un gran bene, forse troppo, smisurato.

Marco si staccò da Eva solo dopo averla abbracciata e sollevata da terra, poi fu il mio turno e quello di Lucia. Ballò persino con Giulio, e lì nessuno riuscì a trattenere le risate, riuscii persino a scattare una foto.

I genitori di Maya hanno accettato il nostro matrimonio, hanno accettato me! Io e Maya ci sposiamo in inghilterra!” L'atmosfera si fece ancor più incredibile: Lucia era entusiasta e corse ad abbracciare prima Maya e poi Marco, Eva era al limite dell'incredulo. Potevo vedere le lacrime che piano piano stavano per sgorgare fuori dai suoi occhi e fu proprio in quel momento che corse su di sopra, in camera. Volevo seguirla, ma qualcosa me lo impediva. Infondo era stata proprio lei ad abbandonare Marco per questi mesi. Ok, Marco non doveva tradirla tanto per iniziare, ma avevano fatto pace e lei aveva deciso di scappare con il francese, non lui. Era la sorella nel torto, non il povero ragazzo che aveva fatto soffrire e rovinato la vita. No, decisamente non sarei andata a cercarla per parlarle. Magari più tardi le avrei portato una grande dose di camomilla o di gelato, ma non avrei aggiunto altro. Ad ogni modo mi sentivo strana; una strana sensazione s'era impadronita di me giusto prima che misi piede nella nostra casa, e la cosa mi turbava particolarmente.

Non abbiamo ancora deciso la data, ma pensiamo nei giorni di Natale, in modo che anche voi potete venire senza prender ferie dal lavoro. E poi si sa, Natale è il periodo più magico dell'anno!” Marco era euforico.

Ma, Marco.. Mancano solo due mesi.. come farai a preparare un matrimonio in due mesi?” Lucia era ancora più sbalordita, forse preoccupata.

Beh, per l'occasione io mi trasferirò nella casa dove si terrà il matrimonio, e i miei genitori mi daranno una mano; senza contare le innumerevoli conoscenze che hanno. Senza dubbio c'è la faremo, vero Marco?” Questa volta aveva fatto il suo ingresso nella conversazione la dolce Maya. Marco non le rispose, la guardò sorridendo soltanto.

E poi i miei genitori volevano un'altro incontro con voi, sempre se per voi non è un problema, per scusarsi del loro comportamento personalmente. Avevano pensato di andare tutti a Chatsworth House nel weekend, giusto per ambientarci prima del matrimonio.”

Mi mancò un colpo. “Ch-Ch-Ch..Chatsworth House?” Sussurrai. Tutta l'attenzione si concentrò su di me ora.

La conosci?” Sorrise la mia futura cognata.

No Maya, la domanda è: Come fare a non conoscerla?” Avevo gli occhi sbarrati. Visitare quella casa era da sempre stato il mio sogno, andare nel Derbyshire ed entrare in tutta quella lussuria mi aveva sempre affascinato. Adoravo i castelli, le favole con le princiepesse e quant'altro. Ma da sempre sapevo che andare in posti del genere sarebbe stato solo un miraggio, una fantasia. - Le principesse e i principi, quei posti, esistono solo nelle favole e nella tua testa Alice. - Questo era il mio pensiero, fino a venti secondi fa. La mia certezza. Ora mi si sarebbe presentata l'occasione di andarci con la mia famiglia, con Rudi. Non sapevo se erano le coincidenze del momento o il fato che mi faceva capire che Rudi era davvero il mio principe e stavamo vivendo una favola, che lui davvero stava stravolgendo le mie certezze.

 

POV RUDI


Morale della storia, domani partiamo per l'Inghilterra. Era fantastico, davvero, se non per un piccolo particolare: Io odio volare. Ero letteralmente sbiancato alla notizia, ma la felicità del momento, per fortuna, non lo diede a vedere. Già mi immaginavo la scena: banchetti imbanditi di ogni prelibatezza, balli, incontri galanti, e io che avrei fatto ad ogni avvenimento una pessima figuraccia. Per l'ennisima volta nella mia vita mi dispiacque di non esser Marco, lui era sempre perfetto in quelle occasioni, sapeva come comportarsi, cosa dire e fare. Io non ero così. E poi ci sarebbe stata Alice, e lei sarebbe stata davvero perfetta, io avrei sfigurato solo di più del previsto, rendendomi ridicolo. La mia mente mi stava facendo vivere un filmato nella quale facevo ogni sorta di cavolate, tutti ridevano di me, e Alice delusa e imbarazzata fuggiva tra le braccia di un altro ragazzo. Scossi la testa, odiavo quelle fantasie Cesaroniche.

 

POV ALICE

 

Maya mi stava raccontando la vita di corte e per poco non mi venne un infarto. Balli, vestiti lunghi, guanti bianchi, coroncine. Una ragazza della Garbatella sarebbe stata in grado di sopravvivere a tutto questo? No, non ne sarei mai stata capace. Potevo prevedere quel che sarebbe successo: C'ero io, in un vestito da barbona e poco adatto alla situazione, e tutti che mi guardavano male e mi snobbavano. Mi comportavo come un cane abbandonato e affamato, pulcioso. Rudi mi guardava disgustato, fino a quando una bellissima ragazza lo prese per il colletto della camicia e lo porto via, via da me. Al diavolo Maya, al diavolo i balli, al diavolo quelle predizioni da quattro soldi.

 

In quattro e quattr'otto ci ritrovammo sul volo per l'Inghilterra, e di nuovo quella sensazione. Cosa diavolo mi stava succedendo? Perchè avevo quel batticuore e quella paura? Rudi era vicino a me sull'aereo, e sembrava una statua.

Ehi, tutto ok?” gli chiesi soltanto. Lo so, ero fredda, ma c'era qualcosa dentro di me che mi impediva di esser la solita sua amante calorosa.

Si” mi rispose solo lui.

Oh Rudi, nemmeno un giorno che siamo a casa e già ci comportiamo così? Ma cosa diavolo ci prende? Perchè sei freddo? No, non voglio pensarci.

Mi misi le cuffie, chiusi gli occhi e dormii per le due ore seguenti.

 

Era sera, avevamo disfatto i bagagli ed eravamo pronti per la cena. Pomeriggio mamma e Eva erano andate a fare shopping, io non volli andar con loro, preferivo concedermi all'esplorazione del castello. Era esattamente come me lo aspettavo, meraviglioso. Decine e decine di appartamenti, biblioteche sparse per il castello, tappeti rossi ornati di ricami oro ovunque, tappezzerie di classe. Una mano mi prese il polso, mi trascinò in un appartamento senza proprietario. Due forti mani mi cinsero la vita, due labbra calorose presero le mie. Ci erano bastati due minuti per cospargere i nostri vestiti ovunque, dopo di chè mi prese e diventai sua. Ogni volta le sensazioni erano diverse, mai ripetute o simili. Potevo sentire la danza dei nostri cuori, quel Tum-tum creava un'opera migliore di quelle esistenti; facevamo un baffo ai violini e ai clavicembali, altro che Beethoven e Mozart. Quella era senza dubbio l'armonia perfetta.

 

Sorrisi ripensando a quel pomeriggio, alle parole nascoste che ci dicemmo, al mistero che ci avvolgeva e la paura di essere scoperti che padroneggiava. Erano precisamente le sette quando mi ricollegai alla realtà e mi accorsi che avevo fatto il più grande errore della mia vita. Non essendo andata con mamma ed Eva, non avendo commissionato loro niente, mi ritrovavo senza vestito. Ero disperata! Chiamai Maya, e lei si che fu la benedizione del cielo; era già pronta, indossava un vesito rosso e lungo con qualche risvolto sulla scollatura. Mi portò due vestiti, uno che affermò essere troppo elegante per la sola cena ma che sarebbe stato perfetto per il giorno successivo quando ci sarebbe stato il ballo di annuncio del matrimonio, e uno che era l'ideale.

Alle sette e mezza Rudi venne a bussare alla mia porta in smoking, era elegantissimo e quel taglio stretto ed inusuale per lui gli donava in maniera impressionante.

Sei.. bellissima.” Era rimasto senza parole alla mia vista, ma ero io quella con una freccia pulsante nel cuore alla sua visione.

 

POV RUDI

 

Era davanti a me, con un vestito lungo che delineava le sue forme, verde. Le era sempre stato bene quel colore sebbene lo mettesse di rado. Per non parlare poi di quella scollatura a cuore che lo stava facendo diventare matto. Le aveva fatto un complimento banale e se ne rimproverava, ma alla fin fine era colpa sua se lo aveva lasciato di stucco.. vero? Si chiese da solo, al suo cervello. -Fantastico, ora inizio pure a parlare da solo. Oddio lo sto rifacendo. Ancora, occazzo, stai zitto! Zitto tu! No, cosa? Ma vuoi tacere, stai facendo la figura del baccalà!- Scossi la testa, ero diventato letteralmente pazzo, o più probabilmente era lei che mi aveva stregato. Un suo bacio mi fece rinsavire, solo allora notai il lieve ombretto verde brillantinato sugli occhi, i capelli mezzi raccolti mezzi no in una crocchia. Il mio cuore perse un battito, tanto per cambiare.

Mi prese ridendo sotto braccio e ci dirigemmo nella salone dove si sarebbe tenuto il banchetto, già pregustavo il cibo che avrei mangiato. -Mamma mia, ho una fame..-

Quando mi sedetti a tavola sbarrai talmente tanto gli occhi che avevo paura sarebbero caduti nel piatto davanti a me. C'erano tantissime forchette e coltelli, chucchiai e tre bicchieri. -Manteniamo la calma, un po' di logica e ci arrivi Rudi. Ok, un bicchiere è per il vino, uno per l'acqua e uno per.. ocazzo.-

 

POV ALICE

 

La cena si stava concludendo in modo impeccabile e tutti ridevamo amabilmente, chi per reale divertimento, chi perchè era assuefatto dal vino. Si era fatto tardi, Rudi mi lanciò un'occhiata che faceva capire mille parole, mille pensieri. Ricambiai. Con una scusa banale scappammo via dagli altri, alla ricerca di un luogo tutto nostro. Trovammo una stanza, una diversa da quella di pomeriggio. C'era un'immenso davanzale che dava sul giardino nella quale si trovavano un corteo di luci e fontane. Accendemmo un'interruttore che illuminò il soffitto, guardammo ammirati la camera pieni di libri. Rudi tornò su di me a baciarmi famelico il collo e il lobo dell'orecchio, sapeva quanto mi piaceva! Mi fece sedere su un tavolo dietro di noi e continuò la sua opera, sperai non finisse mai. Gli cinsi la vita con le mie gambe per stringerlo ancora di più facendo sì che il suo corpo aderisse con il mio, eravamo incollati. La situazione si fece sempre più piccante, quando all'improvviso la porta si aprì, ed entrò qualcuno.

Te pareva se non mandava me a cercarle gli orecchini, già, perchè è il momento perfetto per mostrare il suo nuovo acquisto a Maya. Aspetta ma questa non è la mia cam-” Era Giulio che, a causa di un bruttissimo scherzo del destino, ci aveva scovato. Io e Rudi ci staccamo all'improvviso come se ci fossimo scottati l'uno con l'altro, ma troppo lentamente per non farci vedere da nostro padre. Un lampo di emozioni di ogni genere si impossessò del suo volto, si passò le sue grandi mani sui capelli, prima di riiniziare a parlare, stavolta con noi che tremanti, attendevamo la nostra sorte.

 

Angolo dell'autrice

 

Ok! Ho esagerato mettendo fronzoli e mica fronzoli, ma alla fine ci sono arrivata. Il capitolo è per lo più insensato, yes i know, ma volevo risaltare il concetto del filo che separava i ragazzi tra sogno e realtà. Alice aveva quel presentimento, e alla fine è successo. Come reagirà Giulio? Cosa farà, cosa dirà? Prenderà provvedimenti? To be continued! Alla prossima, gente mia cara, grazie a chi recensisce e chi legge semplicemente, un bacione a tutti, belli e brutti!

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Capitolo 13
*** Cambiamenti ***


Eccomi qua, bella gente!
Avete visto che velocità razzo ci ho messo questa volta? *-*
Non indugio oltre, buona lettura ragazzi miei, spero che il capitolo non sia troppo.. poi capirete. 
Ecco il tredicesimo capitolo!
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POV RUDI
 

“Ma che cos'è questa storia?! Che è, eh?! Cosa significa?!”

Alice strinse la mia mano, sapevamo che l'ora era giunta e l'unica cosa che potevamo fare era lottare per il nostro amore.

“Giulio, io e Rudi ci amiamo.”
“Vi amate? No, voi siete due adolescenti in preda agli ormoni, non sapete nemmeno cosa significhi il termine 'amore' e ciò che ne comporta.” Mio papà stava andando in fibrillazione, la sue tensione e la sua ira erano palpabili nell'aria.

“Ma avete minimamente pensato a quello che state facendo? Dico, non pensate un po' alla vostra famiglia? Non vedete quanti problemi stanno generando Marco ed Eva, dovete mettere del vostro per forza?!”

“Si, dobbiamo.” Questa volta presi io l'iniziativa, un sorriso amaro si impossessò del mio volto.

“Sai papà, quante volte ho desiderato non amarla. Sai papà, ci ho provato, davvero, ma ogni mio pensiero, ogni mia decisione, mi portano a lei, ad Alice. Sempre. Hai approvato la scelta di Marco e tempo fa, difficilmente è vero, ma perchè non puoi approvare la mia e fidarti di me? Prova a fare qualcosa anche per me, ogni tanto.”

Ero sull'orlo di una crisi, avevo gli occhi lucidi, non sapevo se per la rabbia o lo sforzo di non urlare.

“Alice, esci.” soffiò Giulio.

“Rudi, non osare parlarmi così. Io ho provato a far di tutto per te e la tua felicità, ho quasi rinunciato a Lucia tempo fa per te, non permetto che tu mi tratti così, non devi nemmeno pensarci di far ricadere la colpa su di me.”

“Me, me, me. Quante volte è esistita la parola 'me'? In ogni occasione, a me, non veniva conservato niente. Solo scarti, sia di felicità, che di affetto o comprensione. E la sai una cosa, papà? Io sono stanco. Vengo sempre scartato, pensate solo al vostro bene, al vostro me. Ora che ho trovato una persona che riesce a rendere libero anche il mio 'me', voi non me la porterete via.”

“Mi dispiace figliolo, ma non funziona così. È tua sorella.”

“Quando Marco e Eva hanno avuto Marta non erano fratelli, no è?”

“Infatti è stato un'errore. Hanno passato tante interperie nella loro relazione, hanno sofferto, pianto, litigato. E ora Eva soffre come un cane, Marco si sente in colpa, ma guardalo, guardalo com'è felice con Maya. Potresti avere la stessa felicità, se solo tu non fossi così cocciuto e iniziassi a guardarti attorno.”

“E se provassi tu a guardarti attorno, a mettere da parte i tuoi stupidi ideali e vedere quanto io e lei siamo perfetti insieme? Cos'è, è troppo difficile per te? Solo io devo tentare di approfondire l'impossibile?”

“Ora basta. Sono tuo padre e tu devi rispettare le mie decisioni, vivete entrambi sotto al mio tetto, è casa mia. Sono io che comando.”

“Non siamo a casa tua, qui. E se basta così poco per sfuggire al tuo controllo allora va bene. Me ne vado.”

“Rudi non dire fesserie ora, non se ne va nessuno, ma voi due dovete smettere di vedervi.”

“Si, smettiamo di vederci vivendo insieme. Andiamo papà, fai ridere, non sai nemmeno tu cosa devi dire. Nemmeno se Alice rimanesse qui e io tornassi alla Garbatella riusciremmo a starci lontani.”

“Sai che è una bella idea figliolo? Hai ragione. Da domani Alice si trasferirà in Inghilterra e tu tornerai a casa, sotto la mia protezione e la mia superiorità.”

“Non siamo più bambini, e tu non devi proibirci nulla! Non puoi obbligare Alice, tua figlia dannazione, l'amore della mia vita, a rimanere qui. Non puoi.” Stava iniziando a parlare la mia disperazione, le lacrime erano traboccate fuori. Era come se un vaso pieno d'acqua e colmo di bellissime rose bianche, come la purezza, e rosse, come il peccato, fosse caduto a terra dopo una mazzata ben assestata frantumandosi in mille pezzi, mille cocci. Le rose sparse, una divisa dall'altra; con l'acqua che tenta di riempire il vuoto, espandendosi nello spazio circostante, senza riuscire nel suo intento. Io mi sentivo così, frantumato. Senza rendermene conto mi inginocchiai percependo che stavo perdendo tutto quel che di bello avessi mai avuto, come se portare le gambe al petto in posizione fetale potesse racchiudermi in un bozzolo facendo da scudo a tutta quella sofferenza.

“Ormai ho deciso, domani torniamo a casa. Ma Alice resta qui.”

Mio padre era incosapevole che con una frase, aveva stravolto tutto il mio mondo. Non restava che sperare in Alice, forte e con la sua determinazione, avrebbe sicuramente migliorato le cose.

 

Quanto mi sbagliavo..

 

POV ALICE

 

Mi sentivo in ansia oltre ai limiti dell'immaginabile, avevo sentito tutto, e una strana calma aveva iniziato a pervadermi dentro. Non era da me, tutto questo. Se fossi stata in me avrei preso, buttato giù la porta ed esposto il mio amore, il mio volere, com'ero solita fare. Cosa stava succedendo, mi stavo rammollendo? Tutto quello che avevo, tutto il mio amore e la mia felicità, mi veniva strappato e io cosa facevo? Restavo a guardare e a sentire i pezzi di me, i miei nervi e il mio cuore, spezzarsi pezzo per pezzo, mi stavo pian piano decomponendo. Ma chi avrebbe raccolto i miei pezzi, chi avrebbi ricomposto il puzzle se l'unica persona che n'era in grado se ne stava andando? Immersa nei miei dubbi non mi accorsi più del resto, era come se il mondo andasse avanti e io rimanessi indietro. Una voce dentro di me mi urlava: Alice, svegliati cazzo. Questo non è un gioco, non è un film. Non puoi premere reset a fine giornata, usare lo stop, cercare i trucchi su internet e vincere contro il nemico.

Niente, non riuscivo ugualmente a svegliarmi dal coma, le mie certezze alla fin fine mutarono non lasciandomi più niente in cui credere, lasciandomi vuota, in preda alla mia tristezza, al mio orgoglio, alla mia paura.

 

Non tenevo il conto del tempo, aprii soltanto gli occhi una mattina e mi alzai dal letto di botto e come se sentissi un ronzio fastidioso nelle orecchie mi alzai, mi levai tutto rimanendo nuda, spoglia da tutto, come se bastasse a mandar via quella brutta sensazione che s'era impossessata di me.

Presi il cellulare e lo guardai, una cinquantina di chiamate perse, una decina da Iolanda e il resto da Rudi. Innumerevoli brividi mi invasero e come se quel distante contatto mi avesse riportato alla realtà ricevetti una scossa dal mio corpo, i miei nervi si erano risvegliati, Alice era tornata. Presa dalla smania di riassaporare le emozioni del mio corpo ancora una volta, come sveglia da un coma perdurato fin troppo, composi il numero e lo chiamai.

Non pensavo però che quel mio comportamento avesse suscitato tanta rabbia e sofferenza altrui..

 

POV RUDI

 

Ero incredulo, l'unica persona che mi aveva giurato amore eterno mi aveva abbandonato. Ero andato da lei dopo il litigio con Giulio ma trovai la porta della sua camera serrata. Mi aveva sbattuto fuori dalla sua vita dopo che io avevo fatto tanto per lei, dopo che il nostro amore mi avevano portato a voltare le spalle alla mia famiglia. Un'aspra risata si impossessò di me. Ora le aveva voltate lei a me. Certo che il karma era proprio stronzo e la dea bendata non era da meno. Preso a calci dalla mia vita me ne andai dalla Garbatella, affittai un appartameno abbastanza grande in centro. Dava sul tevere, accerchiato dal verde di un grande parco. Era piuttosto spazioso e sobrio. Avevo trovato un lavoro in poco tempo alla radio, la mia canzone fece successo e il mio cognome mi aprì tante strade nel mondo musicale, ringraziavo immensamente Marco per aver aver intrapreso quella carriera. In poco tempo scrissi un paio di canzoni che andarono a ruba, letteralmente, in questo modo seppi mantenermi. Prima dell'avvio del programma mi arrivò una chiamata, avevo eliminato il suo contatto dal cellulare. -Bravo stupido, cos'è cambiato? Il numero lo conosci a memoria. E un 'delete' da un'aggeggio elettronico non può riscuotere lo stesso valore e la stessa funzione dal tuo cuore.- Alice sarebbe stata una ferita del cuore, l'unica cosa che volevo e speravo era che si cicatrizzasse in fretta, eppure quell'organo screanzato non voleva saperne. Il telefono continuava a vibrare ma il mio cuore fece di più, saltò letteralmente. Non sapevo cosa fare, - Rispondo o non rispondo? -

“Rudi tra poco inizi” Mi dissero soltanto.

“Lo so, arrivo.”

Corsi in bagno, ero una furia.

Guardai di nuovo il telefono, lei non demordeva. Ora doveva ritrovare il suo spirito? Doveva pensarci un mese fa.

“Pronto?” La mia voce uscì atona e fredda, quasi non riconoscevo neppure io.

“Rudi!” La sentivo con la voce tremante.

“Si.”

“Sono Alice!” Ecco, ora era pure contenta di sentirmi.

“Lo so” Un silenzio si impossessò di noi, credo avesse percepito il mio tono freddo.

“Io..” Non sapeva cosa dire, mi maledissi per il tono che stavo usando.

“Dimmi” Dissi più dolcemente, dandole una nota di speranza

“Oh, Rudi!” Stava piangendo.. Una corona di spine venne posata sul mio cuore. -Oh, dannatissime lacrime, guai a voi se osate scendere.-

“Ripeto, dimmi” Riusai la freddezza, forse l'arma migliore per credermi più forte

“Scusami”

Mi aveva chiesto scusa, soltanto. SCUSA.
“Ma cosa diavolo hai al posto del cervello, Alice? Mi imbocchi di tante belle parole, di promesse, e quando avevo bisogno di te per andare avanti, tu non c'eri. Te la sei svignata nella tua stanza, mi hai lasciato solo Ali, lo capisci? Sai cosa significa lottare e perdere?” Non sentivo nessuno dall'altra parte della cornetta e le vomitai letteralmente tutta la mia sofferenza.

“No, tu non lo sai, perchè sei solo una bambina. Fai la grande e la matura con le parole, ma con i gesti sei una rammollita. Non hai esitato un attimo nel lasciarmi alla mia sorte,” iniziai a tirar su col naso, come a riprendere la tristezza e richiuderla a chiave nel cofanetto presente nella mente e nel cuore con la scritta: “Pericolo”

“tu! Si, tu, proprio tu, quella che mi ha aiutato, mi ha spronato, mi ha amato, odiato, alla fine mi ha ammazzato. Mi hai dato un veleno amaro Alice, mi hai ucciso dentro, e ora non basta il bacio del vero amore per farmi risvegliarmi dal sonno. Tu mi hai tradito. E io odio i traditori. Quindi vedi di girare a largo d'ora in poi, non sono il tuo giocattolo.”

Non le diedi il tempo di rispondere perchè chiusi il telefono e lo buttai nel cesso. Perchè non potevo fare altrettanto con i miei sentimenti?

 

Angolo dell'autrice

 

Ero assorbita da testi deprimenti mentre ho scritto questa storia, tanto per immergermene completamente, con il risultato che ora sento una nuvola nera alloggiarmi in testa. Spero di aver reso al meglio la sensazione di tristezza e disperazione che ha provato Rudi, e lo so, non dovevo fare un'Alice così svogliata. Ma era come se quella notizia l'avesse completamente cambiata, per poi svegliarsi dall'incubo. Come continuerà la storia, Alice si rassegnerà come ha fatto Rudi o tentarà di far tornare l'amore? Buooooon pomeriggio a tutti, belli e brutti! ;)
Grazie a chi segue silenziosamente e a chi si fa sentire, vi apprezzo tantissimo!

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Capitolo 14
*** Piani ***


Chapter fourteen
Mi sento un razzo a scriver così di getto! Mi ispirate voi ragazzi :')
Non voglio aggiungere altro! Buona lettura a tutti, (:
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POV ALICE

 

La sera non avevo più lacrime da piangere, le avevo esaurite. Raggomitolata sotto alle coperte speravo nella venuta di qualcosa, qualcuno, che potesse alleviare tutto il mio dolore, scuotermi e far uscire da me queste sensazioni terribili.

-L'ho perso-. Era una certezza ormai più che un pensiero.

Mi sentivo in colpa e disperatamente triste, si era rovinato tutto ed era soltanto colpa mia che non ero riuscita a sottrarmi dall'ordine di Giulio. Come possono delle persone che ci vogliono bene separarci così? Proprio ora che eravamo entrambi felici.

-Su Alice, ora smettila di piangerti addosso. Giulio ha fatto del suo, ma tu avresti potuto seguire Rudi e andare con lui. Avresti dovuto rompere quella porta e prenderti con la forza quel che ti apparteneva.- Apparteneva. Che brutto usare il passato. Pensare che nemmeno un mese prima eravamo a far l'amore in chissà quale ala del castello, dispersi entrambi ci eravamo ritrovati.

-Sono una maledettissima stupida.- Continuava a ripetersi.

Aveva lasciato che la portassero via da Roma, la sua città, il luogo dove aveva vissuto per cinque anni e dove aveva trovato l'amore. Non a caso l'anagramma di 'Roma' era proprio 'Amor'. Tutto collegato, il destino però li avevi sorpresi. Ma il dado ormai era tratto, ora o mai più. Rudi è il mio ragazzo, la mia vita. E io me la voglio riprendere.

 

POV RUDI

 

E per oggi è tutto, a domani ragazzi!”

Finzione, come sempre, come tutti i giorni. Era brutto sostenere la maschera di felicità con tutti, sia con la casa discografica che con i fan e gli ascoltatori. Ma soprattutto con se stesso. Come si fa ad imbrogliare il proprio essere?

E così avevo toccato, di nuovo, il fondo. E, di nuovo, per colpa sua. Ok, la scorsa volta ci avevo messo del mio, ma questa volta ha fatto tutto da sola.

Arrivato a casa mi misi sotto una doccia bollente dopo di chè ordinai una pizza. Non avevo le forze nemmeno per andare a cucinare qualcosa da mettere sotto i denti. Lessi il mio oroscopo su una stupida rivista che mi recapitavano tutte le settimane, e pure le stelle erano contro di me.

Caro toro, ultimamente il tuo umore non è dei migliori ma ricorda: abbandonare l'orgoglio è una buona cosa per raggiungere l'amore. Essere pessimisti nuoce a te e a chi ti sta attorno, reagisci e non piangerti addosso.

Lavoro: ▪▪▪

Vai così! Il meglio è proprio dietro l'angolo, lavora sodo e diventerai persino il/la migliore. Per i disoccupati è il giusto periodo per concedersi ai colloqui a tu per tu.

Amore: ▪▫▫

è ok, se sei un/a pensionato/a vedovo/a. Se sei un/a ragazzo/a il consiglio di Alterego questa settimana è: esci, divertiti e portalo/a a casa. Buttati. Non aspettare e non pensare, Venere è allineato con te. Non sprecare il tuo tempo e vivi!

Salute: ▪▪▫

Sei sulla buona strada, ma si sa, si può sempre migliorare. Sei un' entusiasta cultore di ogni piacere della vita, gola ed eros in primo luogo! Hai anticorpi che son simili ad un'esercito di guerrieri, ma stai attento/a allo yogurt alla fragola questa settimana!”

 

Mangiai la pizza e corsi fuori di casa. Destinazione? Non lo sapevo nemmeno io, ovunque era meglio di quel posto così deprimente.

 

POV ALICE

 

Mi misi d'accordo con Marco e in un batter d'occhio mi ritrovai di nuovo sull'aereo, direzione? Roma. To Rome with love, Nel segno di Roma, La caduta dell'impero romano!

Che poi non speravo proprio in un fallimento come la fine di quel vasto regno, ma in qualcosa non dissimile da un 'lieto fine', che mi (ri)portasse sulla vetta più alta della felicità, qualcosa che abbia la stessa forza di una molletta per i panni. Sì, una molletta che mi tirasse la pelle della faccia e mi facesse sostenere un sorriso che vada da un'orecchio all'altro.

Odiavo tutti quei rimorsi che in così poco tempo avevano divorato buona parte di me e del mio cervello, mi stavano consumando.

Giusto per passare il tempo, odiavo aspettare, presi carta penna e iniziai il mio itinerario:

 

Lista di cose da fare:

 

Primo punto: Chiamare Eva

Secondo punto: Creare un varco segreto in casa Cesaroni

Terzo punto: Preparazione psicologica

Quarto punto: Preparazione discorso

Quinto punto: Trovare Rudi

Sesto punto: Riuscire a parlare con Rudi

Settimo punto: Convincere Rudi

Ottavo punto: Baciare Rudi

Nono punto: Fare l'amore con Rudi

Decima cosa: Vivere felici e contenti

 

In preda alla noia iniziai a fare degli scarabocchi e guarda te se lui non mi appariva ancora in mente:

 

Rudi

 

Come ho fatto ad esser cieca per un mese? Un mese Alice, un mese, non un giorno, due ore, o venti minuti. Un mese.

Mi misi le cuffie nelle orecchie e iniziai ad ascoltare le canzoni; la differenza di quando sei felice o triste, mi aveva detto una volta Rudi, è che quando sei triste le ascolti soltanto, tentando di trovar rimedio ai tuoi mali rispecchiandoti in quelli degli altri.

 

Iniziai a fischiettare.. Oh, al diavolo. Accesi il cellulare e iniziai a scrivere un lungo, lungo, lungo messaggio. Feci per inserire il numero del destinatario ma, come se fosse una cosa già ovvia, il telefono mi diede un'unico suggerimento: 'Rudi +393455643898'.

 

Ciao.

 

Come stai?

Sono una stupida, lo so. Mai avresti voluto sentirmi, eppure sono qui ancora come un'illusa nel cercare di riallacciare qualcosa finito, a causa mia, male.

Come stai, ora che non ci sono più?

Sfrecci ancora per le strade di Roma con quella vespa che tanto ho amato? Esci ancora con tutti i nostri amici? Gli hai parlato della nostra situazione?

Mi pensi mai?

Io lo faccio tutto il tempo, Rudi.

Ti ho telefonato, oggi, per dirti che mi dispiace, che superficiale.

Come se uno 'scusa' appena sussurrato, al telefono poi, potesse risolvere il guaio in cui ci siamo cacciati. In cui io ci ho cacciato, per l'esattezza.

Pensi mai di voler uscire da questa sporcizia che ho creato?

È il mio pensiero fisso. Prendere un bel sacco della spazzatura, raccimolare ogni singola briciola di sporco e buttarla via, in chissà quale discarica dell'amore.

Esistono le discariche dell'amore, Rudi?

Perchè penso proprio che noi siamo finiti lì e siamo ad un passo dalla demolizione.

Ma io non voglio che tutto questo abbia un termine, una fine, una scadenza.

Non era nei patti, non era previsto. E tu sai quanto io odi gli imprevisti da ordinata ossessiva che sono. Ci manca poco che prendo un'agenda per annotare l'ora in cui devo andare in bagno o, per via della frequenza con cui accade, il secondo necessario per pensarti.

Ma la sai una cosa buffa, Rudi?

Non è mai un secondo, alla fine. Ci passo minuti, ore, giorni a pensarti!

Sono ossessionata da te, come se tu fossi il mio unico punto fisso, l'unica mia ragione di vita.

E la cosa che fa più paura è che è proprio così.

Pensare che le nostre ultime conversazioni erano riguardanti l'ora della nostra fuga, ai ringraziamenti per i momenti trascorsi.

Leggo quelle conversazioni ogni giorno, lo sai, Rudi?

Prendo il telefono, apro la cartella 'messaggi', 'conversazioni' e il primo nome che mi appare? 'Rudi'.

Mi immergo nel passato e stringo forte il telefono al petto, chiudo gli occhi nel farlo, riassaporo i momenti.

L'unica cosa che vor-

 

Convertimento messaggio in MMS...

-Al diavolo cellulare dell'emmental-

 

-rei è riassaporare te, però. Come se fossi un gelato.

Un bel gelato al cioccolato, con nocciala, bacio e panna. Quello che prendevamo sempre dalla nostra gelateria preferita, quella che fa i dolci più buoni di Roma: 'Da Marino'.

 

Flashback

 

Rudi, per me cioccolato, noccila, bacio e taaaantissima panna! Ma proprio tanta!”

Per il bacio ok!” Mi dissi tu, prima di darmi uno dei tuoi super-baci a stampo.

Non quel bacio, stupido! Beh oddio, anche quello!” Gli soffiai ad un palmo dal suo viso.

Tutto quello che vuoi! Ci mettiamo seduti e mangiamo fino a scoppiare!” Ridesti tu.

Esagera, poi divento una balena!” Ipotizzai.
“E pure tu hai ragione! Poi chi ti solleva più quando facciamo i ricci? Allora sai cosa ti dico? Meno gelato.. ma più baci!” mi risposi tu, lasciandoci poi andare ad un sorriso labbra contro labbra.

 

Fine flashback

 

Ora è meglio ch'io vada, Rudi, prima che il mio cervello rinsavisca e elimini tutto quel che t'ho scritto, o forse prima che tu ti stanchi di leggere questo MMS e lo elimini.

Ma ti prego, non cancellar me. O quel che abbiamo vissuto. Io non lo faccio Rudi, io non dimentico. Non farlo neanche tu.

 

Ciao.

 

'Salva in bozze'

 

Una volta arrivata a Roma la prima cosa che feci fu schiacciare 'Invia'.

Ecco, ora ero pronta per il mio itinerario. Da dove dovevo cominciare? Ah, si..

 

Primo punto: Chiamare Eva

 

Composi il numero, nemmeno fossi Speedy Gonzales.

Oi, Al-”

SHHHHHH” urlai dalla mia parte di cornetta

bbbberto ciao! Come mai mi hai chiamata?” si corresse subito. Giulio non doveva sapere del piano, o sarebbero stati guai grossi.

Eva, ho bisogno di te.”

Si dimmi, CARO!” Marcava le parole chiave e se non fosse stato un momento così tragico le avrei probabilmente riso addosso prendendola in giro nei giorni a seguire.

Ti devo parlare, mi devi aiutare.”

Si, in effetti mi dovresti spiegare un po' di cose. Dimmi il posto e l'ora TESORO e corro da te e dai tuoi GENITALI MASCHILI!”

Genitali maschili? Scoppiai in una fragorosa risata, ok tutto, ma forse stava un TANTINO esagerando!

Villa fiori, 1.00 di stanotte”.

Una? Ma dico, sei PAZZO?”

Sono le 11 e sono a Fiumicino Eva, non riesco ad arrivar prima.”

Fiu.. cosa diavolo ci fai qui? D'accordo, d'accordo. SE è UNO SCOOP COSì IMPORTANTE, NON ME LO LASCERò SCAPPARE!”

Ciao Eva, grazie di tutto.”

Ciao PASTICCINO!”

O quella donna stava impazzendo, o io ero l'unica che vedeva un po' di normalità nelle cose.

Presi la lista e feci una a fianco.

Bene, punto uno, eliminato.


Angolo dell'autrice

Good evening my dears! Spero che il capitolo sia piaciuto, è uscito lungo, lo ammetto. Ci tengo a precisare che il numero l'ho inventato di sana pianta, che prima che faccia qualche figura del piffero ed ho indovinato il vostro per puro caso! Magari più tardi farò una telefonatina, (ihih, che paxxerella! Si dai, basta) 
Inoltre, I hope di non aver commesso errori, ma sapete, avevo proprio la parola pronta passo dopo passo, non riuscivo a fermarmi! E si sa, qualche errore può scappare anche all'occhio indagatore. Ciao gente, ringrazio chi legge e chi mi fa sapere il suo parere, siete magnifici!

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Capitolo 15
*** Lei era lì ***


Chapter fifteen
Avviso: Capitolo di passaggio!
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POV ALICE

 

Presi un taxi, con grande rammarico del mio portafogli, e mi diressi nel luogo prestabilito.

Eva era già lì e mai in vita mia ho ringraziato tanto il cielo per avermi donato una sorella così.

Ali!” Mi disse regalandomi uno dei suoi abbracci più belli.

Eva!”

-Finalmente un po' di calore.- pensai di getto, il mio cuore si stava lentamente scaldando e mentre la lastra di ghiaccio andava via via a sciogliersi si intravedeva il mio organo con il suo colore naturale e il viola dovuto al freddo stava assumendo delle tonalità più rosee.

Adesso spiegami tutto quello che è successo, c'è un tale trambusto a casa, il non vederti fino ad ora mi stava uccidendo. E poi lasciatelo dire, il fatto che non rispondevi ai miei messaggi mi stava facendo salire un'istinto omicida che non ti puoi neanche sognare. Non farlo mai più, sono stata chiara? Per non parlare del fatto che Rudi se n'è andato, non sapevo proprio cosa pensar-”

Aspetta!” La interruppi. “Cosa significa 'se n'è andato?Dov'è Rudi'?”

Eva assunse un espressione più rigida dando alla mascella un'espressione austera.

Alice, dobbiamo parlare.”

 

POV RUDI

 

-Rudi Rudi Rudi.. non ti facevo così masochista e autolesionista.-

Una vocina dentro di me mi stava rimproverando. Da bravo idiota ero corso al Colosseo, al posto che aveva visto il nostro amore nascere. Il luogo che ci aveva donato felicità e che per una notte era stato nostro complice.

Complice.. sembra quasi che stessi parlando di un omicidio.

In effetti l'omicidio c'era stato, lei aveva brutalmente ucciso quello che eravamo mettendo un punto alla nostra relazione e soprattutto al mio essere. Mi aveva brutalmente cambiato.

Lacrime amare continuavano a farsi strada per il mio viso senza mostrare il minimo cenno a fermarsi, la vista era offuscata. Nonostante questo però il suo viso era ancora chiaro nella mia mente in ogni suo piccolo difetto e perfezione.

-Ma come mi sono ridotto?-

Pensai di nuovo, stavolta con i piedi a penzoloni fuori dal cornicione dell'arcata della struttura. Ero seduto con la schiena appoggiata al muro e il freddo dovuto alle mattonelle non fungeva da medicina ai miei malanni, forse li peggiorava. Sempre se era possibile.

-Dio, fa qualcosa dannazione!-

 

POV ALICE

 

Camminavamo per le strade di Roma, non avevo tempo da perdere in chiacchiere ma la situazione richiedeva una certa attenzione.

Rudi aveva mantenuto la promessa fatta al padre: aveva fatto i bagagli e se n'era andato.

Eva lo seguiva tutti i giorni alla radio ma non aveva più avuto contatti con lui.

Sai Ali, l'unica cosa che Giulio aveva detto in merito alla nostra partenza da Londra è stata: 'è meglio divedersi e quei due hanno bisogno di sgranchire un po' le idee'. Non capivo le sue parole, così ho chiesto a mamma spiegazioni e lei mi ha raccontato com'è andata ma era troppo tardi per intervenire. Devo dire che la soluzione ideata da Giulio è stata alquanto eccessiva, ma l'ha presa piuttosto bene. Ricordi quando ha visto me e Marco? Gli era venuto un infarto” terminò con una risatina

Tuttavia ero preoccupata per te e per Rudi. Alice, perchè non mi hai detto niente? Non ti fidavi di me? Guarda che lo sai che puoi sempre contare su tua sorella! Avremmo potuto trovare un modo per risolvere le cose, avrei potuto coprirvi..”

Lo so Eva, scusami. Mi sento in colpa per non averti parlato prima della situazione, hai tutte le ragioni del mondo! Non so nemmeno io cosa mi sia preso. Prima era un segreto perchè ne soffrivo, poi lo è diventato perchè lo amavo. Eva nemmeno tu in compenso mi avevi detto di Marco tempo fa. A proprosito.. Tu come stai?"

Eva sorrise amaramente. “Meglio di quanto mi aspettassi, peggio di quanto vorrei.” Mia sorella si voltò dall'altra parte, avevo visto i suoi occhi brillare, ma non capii se faceva così per non piangere innanzi a me e fare la persona matura o perchè non voleva darmi altre preoccupazioni/spiegazioni.

Comunque, Alice.. come pensi di trovarlo?”

Non lo so, penso che lo cercherò per tutta Roma. Sai, avevo in mente di chiederti aiuto per entrare in casa di nascosto e prenderlo di sorpresa, ma credo che ormai sia inutile. Passerò la notte a guardare sui citofoni e chiamarlo, sia mai che senza farmi accorgere gli ricavo qualche informazione.. Ad ogni modo, sai dirmi dove lavora?”

Se non sbaglio nella radio in periferia, quella che stavano costruendo vicino all'iper!”

Ah, perfetto!”

Presi la lista e, sotto le prese in giro e le risate di Eva, sbarrai il secondo punto ormai inutile; non restava che concentrarmi sul terzo, sul quarto e sul quinto.

Terzo punto: Preparazione psicologica

Quarto punto: Preparazione discorso

Quinto punto: Trovare Rudi

 

Era calato il silenzio tra di noi e non riuscii a trattenermi.

Come fai?” Dissi in modo esplicito.

A fare cosa?” Mi sorrise.

A stare con lui senza poterlo amare. Come fai a restare inerme quando quei due fanno i love-love, come hai fatto a mantenere la calma. Ho passato un mese senza Rudi e mi sarei volentieri suicidata se non fossi rinsavita. Pensare che nemmeno lo avevo vicino. Tu invece eri gomito-gomito con lui, diamine.”

Mi ritengo una santa” Rise amaramente

Sono seria, Eva”

Penso a Marta. Costantemente. Penso ai bei ricordi e a quelli brutti, penso che quelle quattro mura ne hanno viste di cotte e di crude in cinque anni di nostra presenza. Mi torturo ogni santo giorno. Mi alzo ogni mattina dicendo: 'Oggi sarà diverso' eppure non cambia niente. È un po' come dire: 'da lunedì inizio la dieta', e martedì l'hai già finita. Con la differenza che io nemmeno ci arrivo al giorno dopo. Mi sento un'uragano dentro ogni volta che c'è lui.. e in più devo riuscire a stare a debita distanza per poter riuscire solo a respirare. È una presenza fastidiosa, ti senti scombussolare tutto. E sai qual'è la parte più tremenda?”

Feci cenno di no con la testa per invitarla ad andare avanti.

Vederlo tutti i giorni felice con un'altra. Sapere che lui ti ha dimenticata, che ora è spensierato e-” lo strozzo del pianto la fece bloccare per poi riprendere impossessata dalle lacrime “-Che lui ora si sposa. Senza di me. Hai idea di quante volte ho sognato quel momento con Marco, Ali? Quante volte mi mettevo le cuffie nelle orecchie, ascoltavo le sue canzoni e mi immaginavo papà che mi portava all'altare, io vestita in bianco e lui ad aspettarmi con uno dei suoi magnifici sorrisi..”

Ecco, ora era letteralmente posseduta dal demonio dei ricordi. -Brava Alice, c'è una cosa che riesci a fare senza far soffrire quelli che ti vogliono bene?-

Non seppi far altro che abbracciarla, stringerla e accarezzarla. Ora ero incerta su chi stesse peggio..

 

POV RUDI

 

Camminavo per le strade con una bottiglia di vodka liscia in mano, cantavo la sua canzone, di quella maledetta strega che mi aveva fatto suo schiavo.

Tra un sorso e l'altro tiravo su con il naso e pulivo il viso con la manica della mia giacca.

Come se bere tutta quella schifezza potesse farmi del bene, potesse riportarmela indietro come prima.

Odiavo la nuova lei, amavo quella vecchia.

-Forse è meglio cercare un manicomio e chiudermici dentro..-

Inciampai sugli sgradini di casa mia, dopo cinque tentativi buoni riuscii ad infilare la chiave nella toppa ed aprire la porta per poi richiuderla con un calcio.

Mi gettai a terra e mi addormentai. Non sognai Alice quella sera, non sognai l'Inghilterra e nemmeno mio padre. Vedevo solo buio, e da quel momento capii che quell'alone di tristezza che mi aveva abbandonato era tornato da me, fedele come un cane.

Ad un tratto però, sentii il mio telefono vibrare,

'Nuovo messaggio'.

Letto e riletto arrivai ad impararlo a memoria e nonostante il mio dolore, sorrisi. Lei credeva in noi. Gli mancavo. Mi amava.

Alzai la mia carcassa con fare da bradipo e altrettanto velocemente mi recai al letto avvolgendomi completamente in quella sensazione di torpore.

Forse, nelle tenebre, uno spiragio di luce stava correndo a salvarmi.

 

POV ALICE

 

Mandai a casa Eva prima che gli altri potessero sospettare qualcosa, promettendole però di rimanere in contatto. Lottavo contro gli occhi che morivano dalla voglia di chiudersi come una saracinesca, tentavo di distrarmi guardandomi in torno; ero vestita in abiti neri e strappati, una lunga coda e due grossi occhiali da mosca che mi paravano il volto permettendomi così di mimetizzarmi in caso mi vedesse qualcuno della famiglia.

Arrivai però esausta a mezzogiorno e, senza più un grammo di forza, mi lasciai cadere su delle scale, abbandonandomi ad un lungo e scomodo sonno.

 

POV RUDI

 

Il mal di testa si fece sentire in ogni sua forma, presi due aspirine e mi feci un lunghissimo bagno caldo.

Quel giorno dovevo lavorare ma in preda ad un attacco di pigrizia chiamai Fabrizio, il capo, e improvvisai un brutto raffreddore.

Uscii da casa per fare rifornimento spesa e quel che mi si parò davanti mi lasciò senza parole..

Lei era lì.

 

 

Angolo dell'autrice

 

TADADAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN. (colonna sonora in perfetto stile horror se non si era capito). Ok gente, ho solo tre domande da farvi.

Domanda uno: Chi ha visto Rudi?

Domanda due: Dove si è addormentata Alice?

Domanda tre: Risolveranno?

Un bacio gente, alla prossima ;)
Grazie a chi segue e recensisce e chi lo fa silenziosamente; vi devo tutto il mio lavoro ragazzi!

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Capitolo 16
*** Spiegazioni ***


Chapter sixteen
Good evening my dears!
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POV ALICE

 

Ali, Ali mai sei tu? Ohi, su sveglia! Apri gli occhi! Ti prego dimmi che sei Alice o qui ci faccio una vera figura di merda”

 

Mi riscossi dal mio sonno, aprii gli occhi e abbassai gli occhiali da Sole.

Il cielo era pieno di nubi bianche, le temperature erano vistosamente diminuite e in più doveva esser passato un po' di tempo da quando mi addormentai dato che il mio corpo si stava assiderando.

Ma.. che ci fai qui?”

Di nuovo quella voce. Girai piano la testa e lo vidi

Ma.. no, che ci fai tu qui?”

Rise.

Walter, ma dove sei finitoo?”

Una donna bionda aveva appena svoltato l'angolo della strada,

Ma.. Alice! Che ci fai sdraiata qui?”

è quello che cercavo di capire anche io!” Disse l'uomo.
“Walter, Carlotta, ciao.. oddio ma che ci fate a Roma? Non eravate in Spagna?”

Si, ma un fiocco azzurro ci ha spinto a sistemarci.”

Solo in quel momento i miei occhi si posarono sul rigonfiamento di Carlotta.

Oddio, ma.. Carlotta sei incinta? Congratulazioni!”

Mi alzai di botto per abbracciarla ma un mal di schiena atroce mi bloccò sul posto.

Mi dimenai, per quanto potevo, emanando gemiti di dolore.

Ohi Ali tutto bene? Walter, dobbiamo portarla a casa! Ma hai dormito fuori?”

Parlava guardando il volto di Walter e il mio di continuo.

NO!” Urlai.

Non posso tornare a casa, o Giulio mi ammazza e Rudi me lo sogno.”

Mi guardarono senza capire e dissi:
“è una storia lunga.”

Sei scappata?”

Mi disse Walter aiutandomi ad alzarmi.

No, no.. beh, si più o meno. Ma non da casa, dall'Inghilterra.”

Ok, facciamo così.” Intervenne la biondona incinta. “Tu ora vieni a casa con noi, ti fai una doccia rigenerante perchè tesoro, hai dei capelli che sembri uno spaventapasseri e due occhiaie che fanno paura, e ci racconti tutto, con calma.”

Non vorrei disturbare, davvero. Tranquilli, mi compro un caffè e mi tiro su!”

Non se ne parla. Susu, venite!”

La gravida si voltò e con un battito di mani iniziò ad incamminarsi davanti a noi.

Vidi Walter ruotare gli occhi al cielo sussurandomi soltanto: “Ormoni. Non dire o fare niente o ti può staccare la testa.”

Carlotta si voltò proporio in quel momento “Hai detto qualcosa Walterino?”

Chi io? Nono, figurati. Saranno gli uccelli che volano, un cinguettio di troppo!”

Non convinta, ma non interessata, si voltò alzando le spalle e continuò per la sua strada.

 

POV RUDI

 

Ciao Rudi”

Mi disse la bionda con fare languido. Quei lineamenti mi stavano facendo morire.

Asia”

Risposi con un cenno della testa. Non volevo fare lo scontroso, davvero, ma la figura davanti a me era così simile a quella dei miei sogni che mi faceva male.

Era come se Alice mi fosse entrata ancora più sottopelle di prima, come se fosse un'antidolorifico esaurito. Mi aveva guarito dal male, ma ora che non c'era più era aumentato. Asia era un medicinale troppo debole, non era Alice.

Mi chiesi come potevo anche solo associarla a mia sorella.

Era più bassina, più formosa è vero, ma Alice aveva impresso il suo corpo e altro nella mia mente, era diventata il massimo dei miei standard. Lei, a confronto, non era altro che uno scarto.

Era da un po' che non ti vedevo. Dove sei sparito?”

Si avvicinava sempre di più a me con passo felpato, iniziai a deglutire.

Mi guardava come se fosse l'ape ed io il polline.

C'era solo un problema, io odiavo il miele ed ero allergico a quelle piccole creaturine a striscie.

Qua e là, ora scusami” balbettai “devo proprio andare!”

Accellerai il mio passo ma la sentivo dietro di me che, imperterrita, mi seguiva come un segugio.

Senti un po', che ne dici di fare qualcosa insieme, stasera?”

Vorrei tanto, ma ho da fare Asia”

Oh.. potrei aiutarti a lavorare..”

Non penso riusciresti”

Mi sottovaluti..” mi sorrise, di nuovo. Non riuscivo neppure a guardarla.

Senti Asia, io non ti conosco, questa è la seconda volta in vita mia che tivedo. Non so perchè continui ad insistere con me, ma non mi va. Sono impegnato.”

Ci si può sempre liberare dal lavoro”

Mi cinse le spalle, quei trattamenti li volevo da un'altra persona!

Asia, ti prego” Chiusi gli occhi.

Rudi, ti prego” mi sussurrò ad un palmo dalla mia bocca.

 

POV ALICE

 

Completamente bloccata.

Altro che doccia calda, altro qualsiasi altra cosa.

Cazzo no, cazzo no!

Non poteva farmi questo.

Non poteva tradirmi così, non poteva voltarmi le spalle.

-Alice fai qualcosa per fermarlo, muoviti cazzo!-

Le mie gambe erano bloccate, di nuovo.

Per la seconda volta non riuscivo a fare niente.

Walter e Carlotta mi guardavano interrogativi, non diedi loro corda.

-Alice. ALICE.- il mio cervello stava iniziando a parlarmi.

-Volevi trovare Rudi? Bene l'hai trovato. Volevi riprenderti Rudi? Bene, ne hai la possibilità. Ma se non ti muovi, se non lo fermi..- il fiato mi si mozzò -Fermarlo? Aspetta un po', perchè devo fermarlo? Se loro stanno amoreggiando significa che lui ha fatto la sua scelta. Guarda caso, non sono io.-

Feci per girarmi quando qualcosa dentro di me si attivò.

Potevo chiaramente sentire i meccanismi del mio essere che si mettevano in azione, riuscivo a percepire i bulloni che si avvitavano, i nervi che si mettevano in moto.

Corsi, veloce, come mai prima, al diavolo il mal di schiena, al diavolo i miei amici che mi chiamavano ignari della situazione.

Urlai un solo:

Fermo!”

La persona innanzi a me si voltò e lentamente, mi guardò.

A-Alice?” Balbettò. Allontanò la bionda per girarsi completamente e concedermi la migliore visione del mondo.

Rudi, non farlo.”

A te cosa importa?” Sputò fuori con tutta la rabbia miscelata a tristezza del mondo. Odiavo vederlo così, la sua delusione era palpabile.

Mi importa, mi importa eccome.”

Non mi sembrava, sai?” sorrise beffardo.

Lo so. Ma a volte le apparenze ingannano, così come le persone sbagliano. Io ho sbagliato Rudi. Lo so. E.. e ho fatto un'errore madornale che non dovevo fare. Ho compromesso il nostro futuro, ti ho fatto soffrire, mi sono fatta male da sola, con le mie mani. Come al solito non ho fatto altro che allontanare la persona che amavo, che.. amo.”

Lo vidi sussultare, si stava irrigidendo. Sapevo che stavo dando spettacolo, le persone vicino a noi si voltavano per guardarci, certi addirittura si fermavano. Non mi importava, avevo il mio scopo vicino e dovevo raggiungerlo. Non ho avuto tempo per preparare niente, la mia lista era andata a puttane. Ma non doveva fallire anche la mia missione, non dovevo osare sbagliare. Dosavo ogni parola con la massima cura, il mio cervello era all'opera per trovare le giustificazioni migliori.

Avevo programmato un'itinerario di cose da fare, sull'aereo, lo sai? Mi sono precipitata a Roma appena ho potuto. Marco mi ha 'coperta'. Ho chiamato Eva, avevo intenzione di entrare in casa di nascosto e trovarti per parlarti. Ma tu non eri più a casa, Rudi. E sai cosa ho provato nel momento che ho capito che potevi essere chissà dove? Mi sono sentita smarrita.” Risi vedendo la sua espressione impressionata, gli occhi che tanto ho ammirato sbarrati. Cercava di parlare e dire la sua ma lo interruppi.
“Non ti aspettavi che sarei venuta a cercarti, vero Rudi? Ho passato la notte in bianco nella speranza di leggere il tuo nome su un qualsiasi citofono e mi sono addormentata. In strada Rudi. Ho dormito in strada, per te. Sai bene quanto io sia schizzinosa.”

Perchè l'hai fatto? Perchè ora? Perchè ti sei presa la briga di cercarmi?”

Perchè tu mi hai sbattuto la porta in faccia Rudi, esattamente come ho fatto io un mese fa. Ma non ho intenzione di cercare un altro portone, voglio tentare di riaprire la nostra porta con la chiave secondaria, quelle delle emergenze e questa è senza dubbio un'emergenza con la E maiuscola.”

Perchè?” Ripetesti tu.“Perchè.. non lo so perchè. Non penso esista una motivazione in merito se non il sentimento che serbo per te, dentro di me.

Ci sono delle cose che non si possono spiegare Rudi, semplicemente succedono. Così come io mi sono innamorata di te. È successo. Ed è stata la cosa più bella di tutte. Sai qual'è la cosa più buffa della situazione? Che io non ho smesso di tenere a te solo perchè ci siamo separati. Anzi, se possibile, ti voglio più di prima. Voglio svegliarmi la mattina e vederti al mio fianco, voglio poterti toccare, anche solo sfiorare, durante la giornata, voglio sdraiarmi in un letto con te la sera, voglio esser tua la notte. Tutti i giorni, tutte le notti.”

Smettila di dirmi queste cose. Ormai non c'è più niente per cui lottare.” Stava soffrendo. Stava tentando di tenere saldo e levato il muro contro di me, ma i mattoncini che lo componevano stavano iniziando a tremare per mano mia. Ero io il suo terremoto, quello che lo aveva scombussolato, che aveva distrutto e fatto cadere in mille pezzi. Ora non mi rimaneva che ricostruirlo con un cemento nuovo, uno più forte.

Mi avvicinai a lui, con tutta la calma del mondo.

Io sono tornata per restare, Rudi. Sono tornata per te. Mi manca parlare con te, com'eravamo soliti fare. Mi mancano le nostre discussioni, i nostri piccoli battibecchi stupidi ma importanti. Non ho mai smesso di volerti, nemmeno dopo tutto il male che ci siamo fatti. E lo so che tu pensi la stessa cosa, so di essere ancora la tua certezza. Due persone normali avrebbero già messo una pietra sopra la relazione andata a puttane, ma non noi. Noi siamo l'eccezione.”

Lo vidi titubante fare un passo e poi un altro.

Ora era lui ad avvicinarsi, pericolosamente, alle mie labbra.

Un bacio. Non aveva detto niente, aveva solo posato il suo essere su di me in una tacita e casta promessa.

Li hai sentiti?” Mi chiese.

Sentito cosa?” Domandai mordendomi un labbro sorridendo.

I fuochi d'artificio” Sorrise, eravamo fronte contro fronte.

No, ho sentito di più.”

Cosa intendi?” Si staccò di mezzo centimetro, arricciò il naso in una maniera tanto meravigliosa quanto dolce.

Gli sorrisi. “Il big bang”.

Mi diede un altro bacio dalla quale ne susseguirono mille ancora.

Delle cose fredde iniziarono a farsi sentire nell'aria, alzammo lo sguardo e vedemmo un dono di Dio:

Rudi, guarda, nevica!”

Mi presi il viso tra le tue grandi mani e mi sussurasti un semplice, ma non poco importante: “Grazie” in una maniera così speciale che mi dimenticai di Walter e Carlotta, della gente che ci scorreva frenetica a fianco e di quella faccia da merlo dietro Rudi che spiava il nostro amore sbalordita.

Sembrava la scena di un film; il mondo andava avanti con i suoi abitanti, ma il tempo intorno a noi si era fermato.

 

Nessuno, però, dubitava della presenza di un'ombra che ci osservava.

 

Angolo dell'autrice

 

Et voilàà! Non è esattamente come avevo pensato che sarebbe andata, ma a me sta bene così. E a voi? :D
Question number one: Sono stata troppo affrettata? Se fosse così scusate, ma davvero non resistevo più a vederli divisi.

Question number two: Chi era quell'ombra?

Question number three: Come si evolveranno le cose ora che si sono 'sistemate'?

Baci e ringraziamenti a quelli che recensiscono e a quelli che leggono soltanto; alla prossima!

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Capitolo 17
*** Dimmi che sei reale ***


Chapter seventeen
I'm returned!
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POV RUDI

 

Non ci potevo credere. Alice, la mia Alice, era sgattaiolata di nascosto dall'Inghilterra per me. Per me! Forse ero ancora sotto l'effetto dell'alcool, o forse sono entrato in coma per via di tutta quella merda che ho ingerito ieri, o forse.. forse è soltanto un bellissimo sogno. No, assolutamente no, non poteva essere un sogno!

Ti prego, dimmi che sei reale

Alice non mi rispose, mi diede un morso al labbro e io urlai un'”ahi!” strozzato.

Decisamente non stavo sognando.

Ehm, mi sa che qualcuno ci deve raccontare qualcosa qui!”

Walter interruppe il nostro magico momento, mai quanto in quest'attimo avrei voluto staccargli la testa.

Walter! Carlotta! Che ci fate a Roma?” Dissi sorridendo loro e mettendo un braccio intorno alle spalle di Alice con fare possessivo.

Tra poco saremo in tre e non mi sembrava il caso di far arrivare il piccoletto su un treno!”

Beh, congratulazioni!” Dissi soltanto.

Voi due state insieme?” Chiese Carlotta.

Io e Alice ci guardammo, era nervosa, si vedeva che aspettava con ansia la mia risposta. Cos'eravamo noi? Fratello e sorella, migliori amici, due sciroccati, due amanti.. due fidanzati?

Pensai a tutto il tempo trascorso senza di lei, a quanto stessi male prima del suo ritorno.. prima del suo arrivo esattamente tre mesi fa.

Si, decisamente.” Sorrisi.

La mia ragazza mi strinse, le brillavano gli occhi, quasi quanto brillava il mio cuore.

Ma da quando?” La futura mamma era in fibrillazione, probabilmente per via degli ormoni, o forse perchè davvero era felice per noi.

Questa volta intervenne Alice: “All'incirca due mesi, ma tra alti e bassi abbiamo ufficializzato solo oggi.”

Ma è bellissimo! Proprio come Marco ed Eva, non è bellissimo Walter?” Chiese lei al fidanzato.

Si, senza dubbio! Sentite, ora dovremmo andare. La neve inizia ad attaccare e fa freddo, non fa bene al Walter Junior!”

Oddio, ancora con questa storia!” I due neo-genitori si allontanarono così, lasciando i neo-fidanzati ai loro affari amorosi.

Si chiamerà Julian! Quante volte devo dirtelo!” Si sentiva a distanza.

Che ne dici di andare a casa?” Chiesi sorridendo ad Alice.

Portami ovunque tu voglia omaccione mio!”

Perfetto” Dissi sorridendole prima di baciarla.

 

POV ALICE

 

Eh no! Fermi un po' voi due! Alice! Rudi!”

Mi scostai da Rudi come scottata.

Mamma! O mio dio, ma che ci fai qui?”

Che ci faccio qui? Ma che ci fai tu qui! Dimmi un po', la lezione di Giulio non vi ha insegnato niente? Allora era per questo che Marco non rispondeva mai! Tu, signorina, sei in guai seri. Molto seri. Tutti e due lo siete!”

Mamma. Basta con questa storia. Io e Rudi siamo adulti e vacinati, ho tentato di ascoltare il vostro 'consiglio', o meglio ne sono stata costretta, ma non c'è l'ho fatta. Mamma, lo so che anche tu quand'eri a Venezia soffrivi immensamente per Giulio. Ora sei felice, giusto? Beh, non vedo perchè io non devo essere felice e stare con Rudi. Per cosa, perchè è il mio fratellastro? Nemmeno lo fossimo di natura. Se voi non vi foste sposati non avremmo avuto problemi. Ma noi ci amiamo, ci siamo trovati, mamma. E anche tu ti sei trovata con Giulio come me e lui. Quindi, se non approvate la nostra felicità vivi la tua, ti prego soltanto di capirmi.”

Rudi, è vicino dove abiti?” Chiese di tutto punto Lucia.

è qui davanti..” Disse Rudi

Perfetto. Meglio discuterne in un luogo chiuso e privato.” Affermò guardando attorno a lei la gente che iniziava ad osservarli più del dovuto.

Faccio strada” sussurrò il ragazzo.

Quando entrammo rimanemmo entrambe spiazzate, io e mia madre dico, giusto per intenderci. La casa era meravigliosa. All'esterno sembrava tanto piccola, ma all'interno era spaziosa e confortevole, emanava calore da tutti i pori nonostante le numerose bottiglie d'alcool sparse per la casa. Corrugai la fronte alla loro vista, per mia madre fu un colpo al cuore. -Hai visto mamma, come ci avete ridotti?- Cercai di comunicarle con lo sguardo, una laumentela che lei parve capire.

Oh cielo.. Ma.. Rudi..” Sbalordita, era il termine giusto. Lucia non proferì altra parola, se non una serie di invocazioni rivolte al signore riguardanti il suo puro stupore. Sembrò respirare piano e poi veloce, “Mamma calmati, andrai in iperventilazione” Dissi prendendola per le spalle.

Ecco, io.. non ero preparato ad una visita, altrimenti avrei riordinato qui, fatto le pulizie là, magari cucinato qualcosa, che so, volete da bere?” Disse il mio ragazzo tutto agitato, straparlava, com'era solito fare in quello stato d'animo.

Sediamoci.” Accennò appena mia madre.

Ragazzi,-” continuò poi “-Non so davvero cosa fare. A casa c'è una brutta situazione. Insomma, sembra che ci sia una bomba pronta ad esplodere da un momento all'altro. Giulio è schivo, evita qualsiasi rapporto. Rudi, gli manchi. Penso si sente in colpa.” Rudi fece per intervenire ma la donna lo bloccò alzando una mano in sua direzione per poi continuare il suo discorso, probabilmente studiato come Lucia era solita fare. “Non è stato lui a mandarmi qui, sai bene quanto tuo padre sia orgoglioso. Ma credimi se ti dico che è moralmente distrutto. Ormai evita persino me, il lavoro è l'unica cosa che va bene. È preoccupatissimo, Rudi.” Finì afflitta.

L'ha voluta lui questa situazione, Lucia. Se non approverete il mio rapporto con Alice, sappiate che non mi vedrete mai più.”

Mai più? Ero terrorizzata io, adesso. Mai più era un periodo molto lungo, un tempo infinito, e si sa che l'infinito è per sempre. Davvero non avrei più avuto indietro la mia famiglia? Per sempre?

 

POV RUDI

 

Ero in tumulto, il mio cuore stava per esplodere. Mi dispiaceva per mio padre, ma si era cercato tutto quanto, insomma, l'aveva voluta.

Ha quasi avuto un altro infarto, settimana scorsa.”

Non so come fecero i miei occhi a non sbalzare fuori dal corpo in versione missile, né tantomeno come la mia bocca fosse quasi arrivati a rasoterra. Tremavo.

Cosa?” Dissi in modo molto flebile. Alice mi strinse la mano sul tavolo, la guardai, non feci a meno di sorrderle.

Una domanda mi venne spontanea: Stiamo facendo la cosa giusta?

Io.. io...” Tentò di dire Lucia. “L'altro giorno ti stavo ascoltando, alla radio. Lui era entrato in cucina, e fatto il misfatto è successo.” Le guancie della donna iniziano a rigarsi.

Vi prego, tornate a casa. Venite un pomeriggio e risolveremo. Ci sarò anche io, pronta a farvi ascoltare questa volta, sebbene anche io sia contraria alla vostra relazione, io ci sarò. Vi voglio bene e so bene cosa significa dover abbandonare la persona amata.. Io vi sosterrò. Sarò dalla vostra parte. A patto che questa storia si concluda presto. E ora fammi vedere la casa, sono impaziente.”

Disse poi asciugandosi le lacrime e sdrammatizzando. Nemmeno a fare apposta in quel momento qualcuno suonò il campanello, Rudi urlò: “Se siete ancora quelli di teletu, sappiate che non ho intenzione di perdere tempo con v-” Rudi aprì la porta e una figura maschile sprigionava la sua presenza.

Marco, che ci fai qui?”

 

 

Angolo dell'autrice

 

Lo so, lo so, lo so, lo so. Mi odiate tutti quanti. Non ho postato per DUE SETTIMANE, e per questo mi sento una cacca in decomposizione. Ma avevo il portatile guasto, e non potevo procedere con la storia. Ho tentato di farla con l'iPod e con l'HTC ma nada, mi veniva il nervoso dato che ci mettevo una vita solo per fare un paragrafo e non avevo tempo. Sono stata letteralmente risucchiata dalla scuola, compiti, studio, famiglia, fidanzato.. per non parlare di tutti i problemi amorosi che stanno affliggendo me e chi mi sta attorno. Da autrice sono diventata psicologa, e devo dire che sono molto brava. Ho una carriera in vista, gente! Ad ogni modo, chiedo scusa per la mia assenza così prolungata. Ma torniamo a noi. Lucia è dalla parte del bene belli miei, ma ora i nostri pucciosi amanti hanno il timore di aver agito in modo troppo affrettato e di esser passati loro alla parte del male. O forse lo sono sempre stati, punti di vista. E Marco? Che ci stà a fa a Roma? Scopritelo tutti nel prossimo capitolo cavvvi miei! Ringrazio, come sempre, tutti i miei recensori e quelli che misteriosamente e silenziosamente seguono. E, come sempre, aggiungo: Senza di voi questa storia non avrebbe senso. Grazie mille gente, mi fate sentire importante (:

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Capitolo 18
*** Svenimento ***


Chapter eighteen
Hi guys!
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POV RUDI

 

“Posso entrare? Non so dove altro andare.” Disse l' 'emigrato'.

“Entra, ma.. che è successo, che significa? Cosa ci fai qui? E queste valigie?” Rispose sorpreso il fratello minore.

“Marco!” Saltò su Lucia.

Alice corse a fianco a me, guardandolo stralunata.

“Che è successo?” Disse la mia ragazza in evidente stato ansioso.

“Io.. Lei.. Dio.”

“Vieni, siediti, vuoi qualcosa da bere?” Disse il fratello apprensivo innanzi allo stato di confusione di Marco, sapeva bene cosa significasse essere in quelle condizioni e non era certo una bella esperienza da consigliare.

“Maya è..”

“Oddio, cos'è successo a Maya? Parla Marco!” Disse imperiale la matrigna.

“Maya ha..”

Minuti di silenzio.

“Io e Maya ci siamo lasciati.”

“Oh sant'Iddio.” Esalò Lucia prima di lasciarsi cadere svenuta sul divano al fianco di Marco.

Appena la donna si riprese vide Marco seduto di fianco a lei, sua figlia che le teneva le spalle e Rudi che le alzava le gambe.

“Las.. lascii.. lascia.. o mio dio. LASCIATA?” Finì lei.

“Esattamente” Disse Marco alzandosi dal divano e andandosi a sgranchire le gambe dopo l'estenuante volo di due ore e mezza.

“Perchè?” Chiese Alice cautamente

Rudi pareva non capire. Marco aveva trasferito tutta la sua vita in Inghilterra perchè amava follemente Maya e ora.. ora la lasciava? Doveva esserci sotto qualcosa, senza dubbio. Ma cosa?

“Preferisco non parlarne ora. Rudi, scusa se sono piombato qui così ma.. non sapevo se avevi risolto con Alice, dove fosse lei ora e se tornavo a casa senza di lei papà avrebbe ucciso prima me e poi te.”

“Hai fatto bene. Puoi stare qui, se vuoi.”

“No no no no. Nessuno si nasconderà più! Ora basta, queste questioni amorose si stanno prolungando fin troppo.. Ora, tutti a casa. Dobbiamo parlare. Con Giulio presente.”

Stringemmo all'uninsono la mascella, chi per un motivo chi per un altro; la paura, la verità, l'orgoglio, la debolezza e la forza stavano tornando a galla come un'immenso ingorgo d'acqua.

 

POV ALICE

 

Quattro passi alla porta di casa. Conosceva bene quella dimora, l'aveva vista crescere. Maturare.Soffrire. Innamorare. E ora? Cosa avrebbe visto, ora?

Tre passi. Non sapevano come avrebbe reagito Giulio, il terrore e il silenzio regnava sovrano.

Due passi. Il cuore che batteva.

Un passo. Il citofono che suonava, Giulio che usciva.

“Ciao ragazzi”. E tristezza nelle sue parole, una pozza d'immenso dolore.

 

Ci accomodammo in salotto, vedemmo già Eva seduta sul divano a leggere un giornale, la repubblica, probabilmente.

“Ciao” Disse alzandosi, sorpresa.

“Vi aspettavo, vostra madre mi ha.. chiamato prima, in bottiglieria.” Disse il padre accarezzandosi il mento.

“Allora..” Disse Giulio. “Allora..” Continuò Lucia.

“è ora di regolare i conti.” Dissero all'uninsono.

“Non c'è assolutamente niente da regolare. Io e Rudi ci amiamo, siamo fatti per stare insieme. Ci avete divisi. Avete spezzato il nostro cuore, avete idea di cosa significhi? Pensate se dividessimo noi voi. E il fatto che siete adulti non significa assolutamente niente. Dannazione!”

Giulio rimase senza parole a sentire la figliastra parlare a riguardo per la prima volta.

“Non potete farlo. È contro natura. Le relazioni in famiglia, portano solo guai.” finì guardando Marco ed Eva. Uno accurtamente molto più lontanto dall'altro, forse per precauzione.

“Papà, sono stanco. Se ci avete fatti venire qui solo per farci questa predica, io me ne vado.” Disse Rudi alzandosi prendendo la mia mano, fu un mio gesto spontaneo seguirlo. Vidi il terrore passare come un fulmine nelle pupille di Giulio, “No!” urlò lui. “Vi prego. Sedetevi.” Andò avanti e indietro per la stanza, prima di continuare “Io.. ragazzi. Tutta questa situazione mi sta uccidendo. Voglio solo essere una famiglia, una normale famiglia; con una grande cena il giorno di Natale, un pranzo esorbitante a Pasqua, compleanni festeggiati in grande stile.. un po' di amore tra di noi. Ho pensato ogni singolo giorno a voi.. due. E.. ho realizzato che, ..forse, potrei accettare la cosa.” ..Aspetta, cosa? Avevo capito bene? Giulio aveva accettato.. la cosa?

Il mondo stava iniziando a girare al contrario. Cos'era successo?!

“Non voglio più una famiglia divisa. È già abbastanza dolorosa la separazione con Marco, io.. voglio la mia famiglia.”

Guardai Rudi in volto. Cos'erano quelli, occhi lucidi? -Oh, Rudi. Sapevo che ti mancava tuo padre, ma non così tanto.. io.. sono un egoista. Avrei dovuto risolvere la cosa molto tempo prima, non avrei mai dovuto permettere di far avverare tutto questo! Ma ora, ora saremo qualcosa di più di un noi composto da due persone. Saremo una famiglia. Dio, che bel suono aveva quella parola! Quanto mi era mancato tutto questo!-

Giulio si avvicinò a Rudi e a me, ci guardò e dopo essersi alzato i pantaloni sopra le ginocchia si accovacciò davanti a noi.

“Mi dispiace, ragazzi. Non avrei mai voluto creare tutto questo dolore. Non pensavo.. Dio, mi dispiace.” Finì mettendosi le mani tra i capelli.

Rudi non ci pensò due volte e abbracciò il padre, facendogli perdere l'equilibrio.

In quel momento anche io seguii, fedele, Rudi e mi gettai su di loro, ridendo e gioiendo. Finalmente quel brutto sogno era finito.

Ora, potevamo gioire nel chiamarci 'famiglia'. E lo eravamo, a tutti gli effetti.

“Aspettate un attimo” Disse Giulio illuminato, alzandosi da terra e mettendosi in piedi. Puntò il dito in direzione di Marco, “TU!” urlò di punto in bianco.

L'espressione di Marco mutò notevolmente in un microsecondo, era terrorizzato.

“Cosa ci fai a casa?” Continuò Giulio grattandosi la testa.

“Sono tornato” Rispose Marco. “Per restare.” Uno sguardo gelido e ghiacciante che si catapultò su Eva.

Angolo dell'autrice

Tadadaaaaaaaaaaan. Ecco a voi gente, con un po' più di rapidità rispetto alla scorsa volta! Sorprendente, vero? Ma è ancora più sorprendente quello che è successo nella famiglia Cesaroni. Cos'ha combinato la nostra Eva? Marco è arrabbiato, deluso? Scopritelo nel prossimo schioppettante episodio! Schioppettante? Aspettate, non so da dove mi è uscito! Mi congratulo con il mio minuscolo cervellino carino carino. Ok, forse è meglio che mi ritiri perchè il caffè mi sta facendo delirare. Non poco. :3 Quindi vi saluto ragazzuoli miei; Ringrazio quelli che hanno recensito in passato e che lo faranno -spero- in futuro! Ringrazio anche chi silenziosamente quatto quatto come un dolce gattino mi segue. Siete importanti per me guys, tutti voi! Enjoy (;

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Capitolo 19
*** Mani intrecciate ***


Chapter nineteen
Prima di leggere questo capitolo vi voglio comunicare che sgarrerò sul pairing. Infatti andrò a modificarlo nella descrizione della storia. Questo capitolo, chiedo scusa a tutti i fan di Rudi e Alice che hanno aspettato con impazzienza questa mia pubblicazione ritardataria, sarà incentrato su un'altra coppia. Buona lettura, ENJOY! (:
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POV RUDI
 

Giulio fece giusto in tempo a sedersi per attutire il colpo.

E che è successo con Maya?”

Ci siamo.. lasciati.” Disse difficoltoso Marco, come se si stesse togliendo uno smisurato macigno dal cuore.

Ne vuoi parlare?” Disse la madre affabilmente cingendo le spalle al figliastro.

Mm, non ti offendere Lucia ma.. preferirei di no, ecco..”

Non ti preoccupare Marco, sappi che per qualunque cosa noi siamo qua, è?”

Si, grazie!”

Figurati. Vuoi qualcosa da bere, da mangiare?”

Mm, si perchè no!” Un sorrisone di Marco che parve far aumentare la felicità di tutti, ma far saltare un'unico cuore.

Vieni, te lo preparo io il panino.” Disse Eva alzandosi dal divano con fare frettoloso.

I due sparirono dietro la porta della cucina, lasciando il resto della famiglia nel mistero dell'accaduto.

Beh, allora..” Iniziò Lucia in evidente imbarazzo.

Oh, Rudi, perchè non fai vedere la tua casa nuova a Giulio?” finì con uno dei suoi soliti sorrisi radiosi.

E Marco ed Eva, mamma? E poi dov'è la mia Marta?” Chiese gentilmente la mia Alice.

Oh, avranno un sacco di cose da dirsi quei due. Marta comunque è dalla nonna, non preoccuparti amore.”

Ora sono poprio curioso di vedere dove vivi Rudi!”

Beh, ma Marco..” Nemmeno che il tempo di finire quella frase che papà e Lucia si erano fiondati fuori da casa, lasciando me e Alice guardarci sbalorditi. E cosa potevamo fare se non approfittare della felicità dei due?

 

POV UNKNOW

 

Due visi, i tratti rigidi, gli sguardi sfuggevoli ma pretendenti di cogliere quel dettaglio nell'altro in grado di fare la differenza.

Una mano che si muoveva lenta spalmare il burro d'arachidi sul pane bianco, una che tamburellava frenetica sul tavolo da cucina.

Due sospiri, troppo impauriti per parlare, troppo sfacciati per amare.

Come sta Marta?”

Un pretesto, entrambi lo sapevano più che bene. Una richiesta silenziosa, accolta da un sussurro docile ma distante, “Bene, grazie Marco. Oggi è dalla nonna, ma più tardi puoi passare a prenderla se vuoi, così puoi passare un po' di tempo con lei. È tanto che non la vedi..”

Eva sospirò sulle ultime parole, intimorita lei stessa da quello che la sua mente andò a pensare, o meglio al volto che andò a ricordare. Tratti reali, occhi sfavillanti, capelli biondo cenere, un sorriso ammaliante. Una donna estroversa, intraprendente, coraggiosa quanto sicura di sé e delle sue doti. Tutte caratteristiche degne di far cadere un uomo intrappola, una descrizione che non poteva nemmeno lontanamente appartenere a lei e alla sua semplicità di esser donna.

Tu.. come stai?” sussurrò lui, addentando la sua fetta di pane.

Benissimo!” Mentì con un grande sorriso parallelo alla sua falsità.

Sai qual'è la cosa che ho sempre amato di te?” Distolse lo sguardo Marco dal suo spuntino per poi rivolgerlo agli occhi della sua ex ragazza.

Cosa?” Disse Eva stupita di tanta sincerità improvvisa.

La tua abitudine esagerata di sorridere anche quando le situazioni non lo richiedevano. E ogni volta, lo stesso pensiero mi avvolgeva la testa. Sai a cosa pensavo, Eva?” Chiese di nuovo Marco, avvicinando la sua sedia a quella di Eva in un modo che, se solo avesse voluto, non avrebbe potuto scappare da lui e dalle emozioni sospiranti che era riuscito a donarle in 10 minuti, ma che nessun'altro era stato in grado di regalarle in vent'anni di vita.

Cosa?” Ripetè Eva, con una voce sempre più flebile.

Che non poteva esserci creatura più meravigliosa e coraggiosa al mondo, probabilmente nemmeno a livello cosmico.”

A quelle parole Eva si alzò di scatto, un moto di ira la invase.

Questo non ti ha fermato dall'amare un'altra donna, mi pare.” Affermò poggiando le sue mani sul ripiano dei fornelli, in direzione opposta da lui, forse per sfuggire dal suo sguardo travolgente.

Eva, tu mi avevi abbandonato. Ero solo, disperso, accecato. Capiscimi. Sei entrata nella mia vita come una stella cadente, mi hai accecato con la tua luminosità, ma quando sei sparita io ero rimasto cieco nel vuoto. Solo, ad aspettare qualcosa che non poteva tornare.” un groppo in gola non gli permise di andare avanti.

Ma la speranza, si suol dire, è sempre l'ultima a morire.

Le braccia muscolose dell'uomo avvolsero delicatamente il bacino della donna, la girarono. Uno scontro d'occhiate, vogliose d'amore, paurose di vivere.

Eva, quando ti guardo negli occhi mi chiedo come ho potuto esser così cieco, così stupido..” Il viso di Marco avanzò verso quello della giovane. “..Così idiota, in passato, a credere di poter fare a meno di te e delle tue carezze.” Terminò poi, sfiorandole la guancia. “E mi dispiace che tu sia andata avanti. Senza di me. Che tu abbia accompagnato in questi tre mesi la nostra piccola peste all'asilo, mentre io non c'ero. Mi spiace che tu l'abbia accompagnata dal dentista, mentre io non c'ero. Mi dispiace per il fatto che lei è nostra, ma che ultimamente è solo tua.”

Marco..” Disse Eva sbalordita. Letteralmente.

Dimmi come hai fatto a dimenticarmi e stare con quel tipo in Francia, ti prego. Questo quesito mi tormenta in ogni notte, in ogni ora. Credevo di esser felice solo con Maya, ma ben presto dalla mia partenza, o forse inconsapevolmente anche prima, ho capito che l'unica cosa che mi spingeva a stare con lei era il passato che ci travagliava. Il fatto che tu mi avevi voltato le spalle, mentre io avevo bisogno di te. Così come ho fatto io con te. Maya mi ha sempre donato certezze, ma tu.. tu Eva, eri un bilico. Tra felicità e pazzia.”

Non ti ho dimenticato, Marco. Era tutta finzione, il mio ego era così distrutto dal tuo tradimento che qualcosa dentro di me mi spronava a stare con un altro. Desiderio di vendetta, finzione. Carnevale è una giornata, passa in fretta, ma la maschera non ho ancora smesso di portarla, fino..” Questa volta fu lei ad avvicinare le sue labbra a quelle di Marco, un soffio li divideva. “Fino ad ora.”

Quelle parole bastarono al ragazzo per prenderla per la nuca e possedere la sua bocca, distabilizzare i loro battiti cardiaci e finire in paradiso.

Promettimi che questa volta non mi ruberai la felicità dalla tasca.”

Ti prometto che questa volta la terrò chiusa a chiave, nel nostro cuore”

Due sorrisi, uno sull'altro e altri baci, sempre più spinti, fino a portarli nello spazio, a cavallo di una stella; consumavano il loro amore, finalmente consapevoli che mai nessuno sarebbe riuscito a dividerli di nuovo.

 

 

Din Dlon

 

Un citofono, due mani che si tenevano salde, due sorrisi che si guardavano ammirati.

Marco, Eva!” Lo sguardo di Rudi che, come quello dei presenti, cadde felice sulle loro mani intrecciate.

I volti estasiati di tutti che tentavano di svelare il mistero di quel gesto dai loro volti e i due innamorati che si sciolsero guardandosi beatamente al ricordo del pomeriggio trascorso che, come una promessa, sarebbe rimasto loro, per sempre. 



Angolo dell'autrice

Vi prego, evitate i fischi. So che questo capitolo è un totale fallimento, ma ci tenevo che fosse fatto adeguatamente, avevo pensato di fare uno spin-off della storia per aggiungere un piccolo angolo anche a loro, Marco e Eva, ma poi pensandoci bene ho pensato che fosse stata una cosa sbagliata. Loro fanno parte dell'amore di Rudi e Alice, è solo grazie a loro e alla loro unione se anche loro si sono avvicinati. Probabilmente sarebbe successo comunque, nel tempo, ma sono riusciti a fidarsi l'uno dell'altro solo grazie all'esempio dei maggiori. (O almeno, io la vedo così, non fischiatemi pure su questo.) Quindi ecco qua, questo tentativo di mio new pairing. Spero che vi piaccia, e come sempre, chiedo umilmente scusa per il ritardo. Di nuovo solite cose: interrogazioni, verifiche, fidanzato, dentista, genitori stressanti, capricci del computer e onesta poca voglia di scrivere dato il nervosismo dovuto da tutti i miei impegni. Spero che mi riaccoglierete a braccia aperte e non con i forconi! Un bacio a tutti, ringrazio ogni singolo lettore: che sia un recensore o no, grazie gente. Good night!

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Capitolo 20
*** Fiocchi in arrivo ***


Chapter twenty
Enjoy!
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POV ALICE

 

Erano trascorse due settimane dal mio ritorno a Roma. Trecentotrentasei ore, ventimilacentosesanta minuti, un milioneducentonovemilaseicento secondi di amore familiare e passionale. Sette giorni veramente da favola, eccetto per gli ultimi.

Avevo un problema, molto grosso, che riguardava in prima persona me e poi il mio Rudi. Non era niente di bello. Forse nemmeno brutto. Magari nemmeno un problema. Ma probabilmente, qualcosa c'era. E l'idea non mi piaceva per niente, anzi, mi terrorizzava. Non sapevo come dirlo a Rudi. Così non lo feci. Mi recai dall'unica persona che potesse capirmi meglio, mia sorella. Lei ci era già passata, chissà che potesse aiutare me e quello che, presumibilmente, mi stava succedendo.

Era uno stress troppo forte da reggere. Non volevo, non potevo, farcela da sola.

Le mandai un messaggio breve e conciso, “Colosseo, tra venti minuti.”

Ok.”

Un'unica risposta fredda. Che avesse capito tutto da quattro semplici parole?

 

POV RUDI

 

Intrattabile. Ecco com'era diventata Alice di recente. Schiva, seria, scostante.

Avevo paura del suo improvviso cambiamento, cosa le stava succedendo? Mi teneva alla larga, manco avessi le pulci. Che si fosse pentita della scelta? Che stessi sbagliando tutto? Che volesse tornare a vivere con gli altri?

 

POV ALICE

 

Eva, aiutami”.

O mio dio Ali, ma.. sei sicura? Oddio. È una cosa seria.”

Lo so. Non posso crederci, non può succedere a me, a noi, non ora che stava andando così bene! Ho l'università, ho solo diciannove anni, Eva!”

Una folata di vento gelido di dicembre ci colpì. Fu un mio gesto spontaneo mettere le mani sulla pancia, come a voler proteggere qualcosa che forse c'era, forse no. Odiavo tutta questa ignoranza, detestavo mantenere un segreto di grandezze così spropositate.

Lo sa?”

No.”

Eva fece prima una faccia scura per poi concedersi ad un'espressione quasi dolce. Lei aveva provato la medesima cosa sulla sua pelle, sapeva cosa provavo e cosa mi aveva spinto a non dir niente al mio Rudi.. cosa mi aveva spronato ad oscurare una cosa di così fondamentale importanza. Ma era poi una notizia così brutta, alla fine? Io e Rudi ci amavamo, i soldi non mancavano, un'aggiunta non sarebbe certo stata l'apocalisse.. forse la fine della nostra adolescenza, quello si, ma niente che non si potesse superare con tanto affetto. Ero sicura che Rudi fosse quello giusto, sapevo che ci appartenevamo.

Devi dirglielo” Mi rimproverò Eva.

Lo so..” Lo so. Una certezza, tra l'ignoto. Rudi doveva sapere.

 

POV RUDI

 

Paura ossessionante che mi stravolgeva il cuore. Ormai la figura di un'Alice sfuggente mi stava perseguitando ovunque andassi, la mia mente ritagliava fantasie negative sul perchè lei mi trattava in questo modo.. Ma ogni ipotesi che facevo mi toccava scartarla, troppo stupida, troppo vera, troppo finta. Tutto era troppo e si sa che il troppo stroppia.

Erano le cinque quando ero tornato dalla radio, presi le chiavi dal terriccio del vaso e le pulii minuziosamente per poi aprire lentamente la porta. Non sapevo cosa mi aspettava nella mia casa, ero incosapevole se nella camera adiacente ci fosse Alice ad aspettarmi sorridente con un bacio pronto sulle labbra o il vuoto desolato. O anche peggio, un'Alice solitaria che non mi degnava di uno sguardo se non per chiedermi di passarle il sale a tavola. Cosa rara anche quella, visto che Alice mangiava poco niente di recente.

Sono tornato” un sussurro che doveva essere un urlo felice.

Posai con poca grazia le mie cose sul tavolo e feci per recarmi in cucina, ma una lieve tosse mi distolse dai miei pensieri.

Bentornato amore.”

Amore. Quante volte ho aspettato di sentirmi dire questa piccola ma grande parola nell'arco di sette giorni? Una domanda retorica. Dio, quanto suonava bene tra le sue labbra. Un suono magnifico, uno di quelli che ti rimane impresso nella testa e non ha intezione di scappare. Come una hit, lei era la mia canzone, la mia musica sempre presente. La mia colonna sonora.

Ti sei decise a uscire dal guscio tartaruga?” Dissi con una finta non chalance da premio oscar donandole un bacio sulla fronte. Se non fossi diventato un bravo cantante avrei avuto una carriera come attore. Una grande carriera!

Mi sorridesti, “Avevo bisogno del mio ossigeno, senza di te in quella corazza non c'era aria.”

Dolcezza. Infinita. Probabilmente se l'amabilità avesse avuto un nome umano si sarebbe chiamata 'Alice', nel dizionario sotto la sua voce avrei visto il suo volto con quegli occhi che.. Dio.

Parlami Ali. Che è successo?”

 

POV ALICE

 

Parlargli? Certo, era solo un verbo, e detto da lui sembrava un'azione così semplice.

Perchè allora era così difficile?

Rudi, io..”

 

POV RUDI

 

Tu? Tu cosa Alice, parlami, Cristo! Sto morendo!

Tu?” Un filo di voce.

 

POV ALICE

 

Rudi, io..” Difficile. Troppo.

 

POV RUDI

 

Alice, parla.” Rabbia.

 

POV ALICE

 

Un affermazione, concisa, diretta ma tremante e ipotizzata. “Forse, sono incinta.”


Angolo dell'autrice

Notizia flash dell'ultima ora! -Come solito, ritardataria- Il capitolo si svolge due settimane dopo. Anche in questo capitolo ho deciso di mettere tanta confusione, paura, troppa inconsapevolezza. Mi sono immedesimata in loro, in come dovesse essere avere il presentimento mischiato a certezza di divenire madre e padre così presto. Alcuni dettagli nel capitolo sono volutamente oscurati. Cosa succederà nel prossimo capitolo? Come la prenderà Rudi, cosa farà? E Alice? Terranno il bambino? Come lo diranno ai familiari? Alla prossima gente (; Grazie ai recensori e a chi è nascosto ma legge tutto. Un bacione, (: !

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Capitolo 21
*** Il momento della verità ***


Chapter twenty one
Enjoy!
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POV RUDI

 

La mia mente decelebrata mi stava tirando un brutto scherzo, oh sì, ne ero certo. Ero fermamente convinto che tutto quello fosse un brutto sogno, o magari ero caduto in un tombino che m'aveva portato in un mondo parallelo, o magari ero entrato in coma, o forse i marziani avevano attaccato la terra e la prima bomba era caduta proprio su di me.

Altro che guerra dei mondi, altro che Apocalisse. Alice mi aveva appena gettato contro una vera e propria bomba nucleare, mi aveva sterminato causando una deformazione a livello neurologico. Sì, i miei neuroni alla notizia avevano messo le collane di fiori, avevano fatto “ciao ciao” con la manina e su una limousine guidata dai globuli rossi scappavano ad Honolulu. Un'ottima meta per una fuga, ma forse era ancora troppo vicino come arrivo a livello geografico. Avrei voluto scappare sulla Luna, magari facendomi dare un passaggio dagli alieni, ma anche attaccarmi con una corda ad uno shuttle e vagare per l'universo era un idea che mi allettava.


“In- in- in..”

Ci provai, davvero, con tutte le mie forze. Ma quella parola proprio non riuscivo a dirla, sembrava così strana e surreale, come se non fossi proprio io a pronunciare quelle sillabe. -Non è difficile, su.-

 

“Incinta.”

Pensai di avercela fatta ma invece mi accorsi che la voce emessa non era la mia, ma quella della mia ragazza. Della neo-madre.

 

“Ne-neo..” Boom, il mio corpo a terra, mal di testa per la caduta e buio per i miei occhi.

 

POV ALICE

 

“Ecco, lo sapevo. L'ho fatto fuori.”

Iniziai a sventolare sotto il suo naso la bottiglia di aceto, a poco a poco vidi che iniziò a rinsavire, i suoi occhi tornarono al loro posto e non più rivoltati all'indietro. Le sue guancie iniziarono a riprendere un coloro leggermente più scuro del pallido, che stesse tornando in vita?

 

“Rudi se anni fa avessi saputo che bastava così poco ad eliminarti te lo avrei detto molto prima.” Affermai tentando di fare del sarcasmo, ma la mia ironia non era delle migliori. Avevo paura anche io, un maledetto terrore aveva preso sopravvento sui miei nervi allentando la presa sulla schiena di Rudi per poi farlo cadere rovinosamente a terra.

“Ahia!” Sibilò un gemito strozzato dovuto alla seconda botta alla testa, di nuovo a causa mia.

“Oh diamine. Sono incinta.”

Fu in quel momento che realizzai davvero quello che stava succedendo.

Nemmeno a farlo apposta, Rudi svenne di nuovo, ma questa volta, il mio corpo cadde flosciamente accanto al suo.

 

POV RUDI

 

Un urlo era riuscito a svegliarmi, Eva era entrata in casa e impaurita dai corpi giacenti sul pavimento iniziò ad urlare. Mi alzai di soprassalto,

“Oddio, pannolino, pannolino bebè, piange cacca, piange latte, latte fame, fame cacca, cacca bebè, bebè pannolino pannolino bebè!”

Il viso e lo sguardo di mia sorella si spostavano da un lato all'altro della stanza, stupiti, osservando il mio corpo che vagava nei cantoni in cerca di pace e risposte. Risposte, ecco, si. Alice doveva darmene, me le doveva. Da quanto? Perchè? Come? Beh si, come lo sapevo, quando due persone si amano tanto loro si.. ok, piantamola. -Aspetta, Alice!-

“Oddio Alice, oddio amore stai bene? Oddio!" Vide la bottiglia di aceto rovesciata sul pavimento e con quel poco liquido rimasto al suo interno la fece rinsavire.

“Ali” Sussurrai, vedendo i suoi occhioni aprirsi lentamente e teneramente, più bella di un sempre, più dolce di un lemore pigmeo.

“Rudi..” Mi sussurrò lei.

“Sono.. sono..” Continuò una frase che in quella giornata era divenuta fin troppo consueta.

“Incinta. Lo so.” Sorrisi dolcemente. Era poi forse la fine del mondo?

 

POV ALICE

 

“Eva!” Mi accorsi subito dopo.

“è già ora?” Finii.

“Si, anzi, siamo in ritardo. Ma a questo punto cedo volentieri il mio posto a Rudi, mi sembra più opportuno."

“Cosa?” Cadde Rudi giù dal fico, ancora una volta, stupefatto.

“Ma quante cose mi stai nascondendo?” Concluse subito dopo, facendomi sentire la persona più spietata di questo mondo. La più sbagliata.

“Rudi, dobbiamo andare dal dottore. Per lui, o lei, insomma, per questo coso.”

“O cosa” Mi corresse lui, ritornando pallido. -Ci manca solo che svenga di nuovo.-
“Ali l'appuntamento era alle 18 e dieci.”

“Oddio! Amore, siamo in straritardo! Muoviti, dobbiamo andare! Prendi la macchina!”

“O certo Sardina, con cosa saremmo potuti andare dall'altra parte della città, il teletrasporto? A cavallo?” Acido.

“Scusami mister Capitan Ovvio se sono talmente agitata da non riuscire a pensare!”

“Vedi te, io ho appena scoperto che diventerò padre. Ma hai ragione, quella scombussolata sei sicuramente tu!” Nervoso. Senza rendersene conto chiuse in faccia la porta ad Eva, facendola uscire inviperita.

“Ma dai, infatti sarai tu quello che dovrà partorire.” Replicai.

“Giuro che ti rompo la testa contro un tronco se non chiudi il becco, saccente Sardina che non sei altro!”

“Saccente? Wow, hai iniziato a leggere il vocabolario?”

Entrammo in macchina dove il litigio degenerò, lasciando una povera Eva impietrita salutarci con una faccia di chi si è appena fumato almeno tre canne consecutivamente.

 

Timore, paura, rabbia, nausea. Non doveva andare così, non doveva finire così.

Eravamo in una stanza d'attesa bianca, tutti ci guardavano male, forse perchè troppo giovani. Iniziai a canticchiare una melodia ben conosciuta, nel vano tentativo di calmare entrambi, soprattutto me. O forse no, magari per sostenere lui. Alla fine aveva ragione. Ero piombata lì così di punto in bianco a dirgli una cosa che avrebbe cambiato la vita ad entrambi.

 

Come due anelli, più che fratelli..

 

“Una settimana” Iniziai a dargli spiegazioni. “Lo so da una settimana. Be, non lo so con certezza, non ho fatto il test, non avrei sopportato la tensione e l'infarto.”

“Hai preferito soltanto mantenere il segreto, mi pare”

“Sei qui, te l'ho detto, te lo sto dicendo.”

“Non mi sembra una spiegazione logica.” Si voltò, visibilmente deluso. “Alice, noi dovremmo dirci tutto. E tu hai tenuto per te una cosa più grande di noi.”

“Ho sbagliato.”

“Si, esatto. Lo hai fatto” Mi disarmò. Usai la mia arma migliore.


Ma se stai con me, io crescerò. Resta con me o senza di te come farò?

A sopportare tutti i miei perchè, a non urlare se c'è l'ho con te?

 

Vidi che iniziò ad abbassare la testa, triste. Continuai.

 

A realizzare tutti i miei farò, a non mollare quando me ne andrò?

Un'emozione senza nome.

 

“Come due anelli, più che fratelli.” Disse, senza cantare. Tutti ci fissavano.

 

Sì.

 

Mi regalò quello che mi parve il sorriso più bello di sempre, il più dolce, il più romantico. Il più sincero. Il più mio.

 

“Cudicini?” Il momento della verità, la mia testa falciata da una morte travestita da infermiera.

 

Rudi fece per alzarsi, ma lei lo fermò.

“Solo uno, mi spiace.” Disse squadrandolo. -Si, solo un minuto e ti uccido.- Pensai io incenerendola con lo sguardo.

 

“Oh, signorina Cudicini, si accomodi.” Disse il mio dottore di fiducia.

“Allora cosa abbiamo qui?” Continuò.

 

Gli esposi il punto, mi guardò. Non disse niente, prese dal cassetto della scrivania la mia più grande paura. Il test.

“Due linee positivo, una negativo. Ok Alice, è semplice.” Dissi a me stessa non appena ero entrata nel bagno del suo studio.

Uscii all'istante, subito dopo. Non guardai niente, glielo diedi solamente. Lui prese sorpreso quel affarino orrendo che sembrava tanto un termometro, lo guardò serio. Poi guardò me torvo, mi ispezionò con lo sguardo. Buttò il test nel cestino della spazzatura e: “Si alzi signorina. Prego, si tolga la maglietta e si sieda sul lettino.”

Fece i suoi soliti controlli, “Tossisca”, “Respira.” Li odiavo. Odiavo il dottore, quello studio, la pressione dell'ignoranza. A cosa serviva sentire il mio cuore se sarebbe esploso da un momento all'altro per la paura?

 

“Si tolga i pantaloni, resti in intimo e si pesi.” Mi richiamò poi appoggiando una bilancia innanzi a me. Prese il risultato, mi chiese l'altezza. Usò la sua calcolatrice scientifica, iniziò a trafficare il computer. Mi chiese i sintomi della gravidanza e io lo guardai sopresa. -Ma è stupido? Secondo lei che diamine di sintomi ha una donna incinta? Aspetta, gravidanza? Questo significa che sono effettivamente incinta? O mio dio, svengo.-

“Nausee continue, giramenti di testa. Scarso appetito, pigrizia, nervosismo. Ritardo del ciclo.”

“E' la prima volta che fa il test, signorina?”

“Sì.” Dissi poi. Iniziavo a spaventarmi.

"Temo di doverle dire che il ciclo non è in ritardo per questo." Corrugai la fronte, non capivo.

“Mi dispiace, ma devo comunicarle che lei non è in dolce attesa.”

Tolse gli occhiali, si grattò stancamente gli occhi. Fece un sospiro.

“Signora Cudicini..” Iniziò difficile. “Alice.” Mi diede del tu. Iniziai a tremare. -Cosa diavolo c'è, mio Dio, ti prego, parla!-

“Sei anoressica.”

Angolo dell'autrice

Tadadam. Eccomi qua, con il solito ritardo, ma con tante sorprese in più. Ho veramente paura che questa stia diventando una storia in stile Beautiful, ma gente, non so, scrivo di getto e ci sto pensando da tanto a questo. Come finirà la questione? Come lo dirà a Rudi, come la prenderà innanzi tutto Alice? Soprattutto, lo dirà a Rudi e alla sua famiglia? O preferisce evitare preoccupazioni inutili? Vi stavo lanciando già dei segnali di questo tempo fa, nello scorso capitolo quando ho evidenziato tramite il corsivo la frase di Rudi riguardante il fatto che era raro che ultimamente Alice mangiasse, e poi, a Londra, avevo espresso che lei se ne stava quasi sempre chiusa in camera imprigionata nel bozzolo delle sue paure.. Ed ora eccone le conseguenze. Non va sempre tutto bene, forse sto esagerando con i livelli della storia, ho voluto inserire una malattia che purtroppo è entrata anche nella mia vita (Non per quanto riguarda me per fortuna) e spero che voi non ve la prendiate troppo. Un bacio, grazie a chi recensisce e chi legge soltanto, un abbraccio a tutti quanti.

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Capitolo 22
*** Buio, dolore, sbaglio. ***


Chapter twenty two
Enjoy!
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POV ALICE

 

Mi misi a ridere di gusto guadagnandomi un'occhiata scioccata da parte del dottore.

Si, certo. Ora se posso sapere il vero risultato del test mi può fare un favore.”

Alice, è una cosa seria. L'anoressia è una malattia da non prendere sotto gamba, potresti rischiare di perderci la pelle. Guarda, ti prescrivo delle ricette riguardanti medicine che ti possono invogliare l'appetito. Un dietologo che ti possa seguire con me nel corso dei miglioramenti o -sospirò- peggioramenti. Quanti calorie mangi al giorno?”

Non lo so, non sono una fissata. Ma penso proprio che si sbagli, tutto questo è una totale perdita di tempo!”

Alice, fermati.” Mi disse facendomi bloccare all'istante, girata verso la porta.

E' una cosa seria. Devi farti aiutare.”

Risi, ancora. “Aiutare?” Ghignai pur sapendo che non poteva vedermi. “Ma come faccio a farmi aiutare in qualcosa di inesistente?” Senza attendere una risposta da parte del dottore scattai verso la porta richiudendola alle mie spalle. Rudi mi aspettava ansioso.

Allora?” Sorrise timido, abbracciandomi.

Allora cosa Rudi? Non ho niente, sana come un pesce. Solo stress!” Affermai ricambiando la stretta dei nostri corpi.

Rudi mi guardò di sottecchi, “Sei sicura Ali? Stai tremando.”

Solo allora mi accorsi dei brividi che impersavano il mio corpo e delle lacrime che uscirono copiose dai miei occhi. Il labbro iniziò a tremare.

Promettimi che non mi lascerai mai.” Sussurrai alla sua bocca.

Non lo farò mai ma Ali, ti prego, parlami. Raccontami. Cos'è successo là dentro?”

Voglio un bambino.” Lo spiazzai.

Il vaggio del ritorno fu in completo silenzio. Io guardavo fuori dalla finestra mentre lui guidava, ogni tanto lo guardavo. Aveva la mascella rigida, gli occhi persi nel vuoto.. tanto che iniziai ad avere paura che non stesse realmente guardando la strada.

Rudi?” Provai a chiamarlo.

Dimmi.”

Io ti ho parlato. Ora dimmi che hai tu.”

Niente, solo.. stress, come dici tu.” Si rabbuiò.

Non risposi, mi rigirai dalla mia parte ad osservare il cielo farsi scuro, come lui. Come me. Come noi.

Incredibile come la pioggia possa accompagnare solennemente l'umore di una persona, rendendola fredda non solo dentro ma anche fuori.

 

POV RUDI

 

Non sapevo cosa mi prendeva, davvero. Non ne avevo idea. Avevo solo voglia di picchiare qualcuno. Non c'era nessun bebè in arrivo, e dovevo sentirmi sollevato. Ma dopo aver assaporato la sensazione di essere padre sentivo un vuoto incolmabile dentro e quando Alice mi disse “Voglio un bambino.” piansi internamente.

Anche io, avrei voluto risponderle. Ma non era giusto, non a noi, fratellastri stupidamente innamorati. Fin troppo giovani per amare qualcosa da adulti. Non ne eravamo all'altezza, e in fondo era un bene che il test avesse indicato 'negativo'. E allora cos'era quella sensazione che piano piano stava crescendo? Rammarico, forse? Andiamo, no. E per cosa? Tristezza, magari? No, dovevo solo gioire. Depressione? No, troppo grande come cosa. Speranza? Decisamente no.

Andai avanti ad interrogarmi così fino a casa, tentando di evitare lo sguardo di Alice.

Sono stanco” Le dissi soltanto, prima di andare a letto.

Ma-”

Sono stanco!” Le urlai.

Mi girai scorbutico e triste verso la camera, senza farmi vedere presi una bottiglia di vodka dal mobiletto dei liquori. “Dovrei perderlo questo vizio” Sussurrai, prima di concedermi a quel liquido racchiuso dal vetro che sapeva lavarmi da tutte le preoccupazioni.

 

POV ALICE

 

Tutto questo era strano.

Rudi, tesoro mio, ma cosa ci sta succedendo? Com'è possibile che entrambi fossimo così felice di volere un bambino? Ma magari il test sbagliava.

 

Sei anoressica”. Un flashback.

 

Ma se il dottore avesse ragione? Se io lo fossi per davvero?

Mi misi il cappotto e uscii di casa, senza curarmi di dir niente a Rudi. Era stato più che chiaro urlandomi contro prima sul fatto che volesse stare solo. Senza preoccuparsi che mi stava ferendo. Camminai sotto la pioggia, direzione? Casa Cesaroni. La dimora madre, dove mia madre c'era davvero. Con Eva e Marco, con la mia piccola peste. E Giulio e Mimmo ovviamente, ma di certo non potevo dire a loro due così innocenti dei miei problemi.

Camminai, decidendo come introdurre l'argomento. Camminai, impaurita dalle risposte. Camminai, distrutta.

Immersa com'ero nei miei pensieri non mi resi conto di quello che stava accadendo, due fari bianchi si muovevano veloci verso di me.

 

Buio.

 

Ci mancava solo questa. O forse era davvero il karma che c'è l'aveva contro di me, forse avevo ferito il grande demone celeste.

Sentivo un immenso dolore in tutto il corpo, il fiato che piano piano si stava per smorzare.

Un'ambulanza! Chimate un'ambulanza!” Un'uomo corse veloce verso di me, potevo vederne -e non chiaramente- solo i contorni della sua figura, a rallentatore.

Pensai alla mia vita, sorrisi sulle note di una melodia che conoscevo benissimo, la mia colonna sonora. E Lui. In ogni momento che vedevo, come un flash, c'era il suo viso. Sempre pronto a sorreggermi, assente ingiustificato questa volta. Perchè non mi hai salvato, Rudi? -Domanda stupidamente stupida. Perchè sei stata tu a volere tutto questo poco fa.- Odiavo la mia coscienza.

Chiusi gli occhi e di nuovo, buio accecante.

 

 

 

Fate presto, o rischieremo di perdere entrambi!” quattro uomini mi scortavano velocemente tra corridoi bianchi, sdraiata su una barella con le ruote.

Perchè parlava al plurale, chi altro si era fatto male?

Rudi. Il mio Rudi!

Mi calmai subito, no, era assurdo. Non era con me, per fortuna. Il mio respiro si faceva sempre più flebile.

Dolore, tanto, troppo e forte dolore.

Dove sei, Rudi?

 

 

Chiusi gli occhi, stremata, avevo paura.

Non potevo abbandonare la mia vita. Ero troppo giovane, troppo piena d'amore. Troppo coraggiosa. Ma non così forte da affrontare una realtà più grande di me. Mi pentii di non aver detto niente a Rudi riguardo all'anoressia. Mi pentii di non avergli detto che lo amavo prima di uscire di casa. Mi pentii di non aver bussato prepotentemente alla porta della mia e della sua testa.

Ehi, sono anoressica!” Avrei dovuto dirgli.

Ehi, ti amo!” Avrei dovuto urlargli.

Due realtà che non avrei dovuto rivelare così scioccamente, accantonarle così stupidamente e volontariamente. Avevo dato tutto per scontato, e stavo perdendo per questo.

Non aveva mantenuto la promessa. Mi stava lasciando. O forse era il contrario. Sentivo le forze scivolare via da me. I battiti del cuore rallentare. La mente svuotarsi.

 

LIBERA!” una voce che urlava.

LIBERA!” una voce sempre più forte.

La stiamo perdendo dottore.” Era così? Me ne stavo andando?

LIBERA!”

E di nuovo lui, sempre presente. Buio indelebile.

 

Aprii dopo quel che mi sembrò un'eternità i miei occhi, con una lentezza e forza che mi disarmò. Ero debole.

Abbandonavo l'oscurità a sprazzi per gioire della luce della mia camera d'ospedale. Vidi Rudi correre verso la mia camera trafelato e impaurito.

Stavo sognando?

Non mi aveva lasciata! Come avevo potuto dubitare di lui?

L'infermiere lo bloccò, il dottore dopo poco lo raggiunse. Iniziarono a parlare, ti stavi mettendo le dita tra i capelli, piangevi. Non potevo sentire niente, ma potevo vedere che l'anziano signore indicava me e qualcosa vicino al mio corpo. Ti sorrisi. Mi guardai intorno, più lenta di un bradipo. Due macchine trasmettevano un suono costante. Corrugai la fronte, ma poi capii.

Due macchine. Il dottore si era sbagliato. Io mi ero sbagliata. I test come le persone possono sbagliare. Qualcosa dentro di me c'era e cresceva. Mossi le dita in direzione della pancia, senza riuscire a muovermi totalmente.

Ti voglio bene.”

 

Buio ricolmo di lacrime di gioia.

 

Angolo dell'autrice

 

Eccomi qua! Ok, avevo scritto un'altro capitolo ma ho preferito questo, non avevate idea di quanto fosse deprimente l'altro. Entrambi scritte sulle note di “You found me” dei “The Fray”. Canzone che merita, a parer mio, ve la consiglio.

Il mio umore in questi giorni sta coinvolgendo fin troppo la mia storia e vi chiedo scusa. Chiedo scusa anche per le mie assenze ingiustificate. Giuro che sarò più presente. Concentriamoci sulla storia, comunque. Ecco qua, le preoccupazioni di due persone che sotto sotto volevano diventare genitori, di una donna sconvolta da una realtà pressante, una donna che accetta tutto pur di vivere. Che rimpiange le scelte sbagliate. Una donna che ama fin dal principio il proprio figlio. Una donna che diventa donna.

Ringrazio a chi recensisce e chi mi segue, siete importanti!

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Capitolo 23
*** Petali di rosa e candele bianche ***


Chapter twenty three
Enjoy!
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POV RUDI

 

Non potevo fare a meno di guardarla da dietro a quel vetro, piccola e fragile, costretta a stare in una stanza bianca, atona, che non donava gioia.

Non le piaceva, già lo sapevo. Alice adorava i colori, la vita, la felicità.. cose che quelle quattro mura non potevano darle. Si era addormentata da poco, non faceva altro che dormire. Non avevo il coraggio di entrare da lei, per rassicurarla che sarebbe andato tutto bene, liscio come l'olio. Non le avrei saputo mentire, lei mi avrebbe capito subito. Non lo sapevo nemmeno io come si sarebbe evoluta la situazione, speravo solo in un lieto fine, come quello dei film.

Come Biancaneve, dove la morte non esisteva. Come Cenerentola, dove il poco è tanto. Come Cappuccetto Rosso, dove il coraggio supera tutto. Come Shrek, dove due persone così diverse erano così simili.. e superano tutto per stare insieme, dove lei abbandona la sua eterea bellezza per concedersi al mostruoso orco. Dove lui è disposto a rinunciare a tutto per lei, dove lei è l'unica sua ragione di vita, dove quattro bebè disordinati e impazziti erano solo ed unicamente una gioia.

Il mio sguardo si catapultò sulle macchine collegate ad Alice, lui c'era. Era sopravvissutto all'incidente, ma soprattutto, stava crescendo. Lui c'era, dentro di lei, ma anche dentro di lui, come un'entità suprema avente il compito di proteggerli. Forse quel futuro mocciosetto sarebbe diventato la loro anfora, ma magari soltanto un regalo divino. Decisamente ben accetto.

-Ben accetto? Rudi è un bambino, un bebè, puzzano, fanno popò a tutto spiano, vomitano, urlano, ti fanno impazzire. Come puoi desiderare una creatura così ripugnante?-

Ripugnante? No, decisamente non lo sarebbe stato. Avrebbe avuto tutto lo splendore di Alice, la sua intelligenza, la sua caparbia, il suo coraggio.

-E se invece fosse simile a te, Rudi? Ti prego, sbarazzatene subito. I bambini portano solo guai, nient'altro.-

No, non lui. Non il suo, il loro bambino.

Feci un respiro profondo, presi il coraggio per le mani e mi fiondai nella camera.

Alice!” Urlai, soltanto.

Lei si svegliò, che stupido, stava dormendo.

Si alzò di colpo: “Sono sveglia, sono sveglia, o mio dio! La guerra!”

Mi misi a ridere, mi sedetti vicino a lei, “Sardina, non volevo interrompere il tuo riposino di bellezza.”

A cosa devo questa sprizzante felicità al primo mattino?”

Alice sono le otto di sera. Hai dormito tutto il giorno, prima sono arrivati gli altri e tu dormivi, Lucia e Eva ci sono rimaste un po' male..”

Otto di sera? Rudi, ma da quanto sono qui?”

Miss so-tutto-io sta perdendo il senso del tempo?” Gli sorrisi, tirandogli un leggero buffetto.

Non esser sciocco Rudi, rispondimi. E poi, va tutto bene? Sei strano.”

Ero strano? Si, ero strano. Molto strano. Un'idea strampalata mi stava fulminando il cervello, non avevo idea se fosse qualcosa di positivo o negativo, magari la paura mi stava condizionando, o forse stavo solamente ammattendo.

No, io? Ma va, figurati. E poi si, hai mangiato oggi? Ecco, che stupido, hai le flebo. Ma siamo sicuri che sia abbastanza per lui? Insomma, deve crescere, deve diventare grande e forte, come il papà e bello come la mamma, deve essere.. grosso. E perfetto!”

Il discorso animato, i pensieri che mi stantuffavano il cervello, il voler dire e non voler dire mi aveva condotto la mano a stringere la pancia di Alice.

Ci guardammo negli occhi, un'unico sguardo, due calamite.

Si tirò leggermente su, io mi avvicinai a lei.

Labbra. Dolci ed estasianti labbra. Bocca senza errori, la perfezione. Alice, un nome, una dea.

Ti devo parlare” mi disse lei.

Io.. Rudi, io ho paura. Che questa cosa non vada in porto, che.. che.. dio, ma siamo pronti? È un bambino Rudi, è un bambino. È piccolo, ha bisogno di cure e attenzioni, di mangiare, di vivere. E noi siamo abbastanza forti da donare una vita?”

Noi siamo vita Alice. Sempre, in ogni istante, in ogni dove, noi siamo tutto. Insieme, possiamo. Non vuoi rischiare?”

Rischiare. Rischiare può voler significare vincere ma anche perdere. È un cinquanta e cinquanta troppo, troppo, troppo pericoloso. E se non fossimo in grado di donare il necessario a questo piccolo?”

Questo piccoletto è frutto del nostro amore, e proprio da noi è nato. Dalla nostra forza, dal nostro essere. Nessuno meglio di noi può essere in grado di crescerlo.”

Ho solamente paura, non fraintendermi Rudi..”

Paura di cosa?”

Nessuna risposta, solo.. lacrime? Si, esattamente. Lacrime.

Alice, che cosa temi?”

Di nuovo, silenzio.

Parlami.”

Gli sussurrai dolcemente.

Che ci lasceremo.”

Non dissi niente, mi girai e me ne andai.

Ora lo sapevo, sapevo quello che dovevo fare. E la paura di perderla, non mi avrebbe più ostacolato da quel momento in poi.

 

POV ALICE

 

Disperata? No, troppo poco. Depressa? Si, un tantino.

Oh, andiamo. Rudi se n'era andato, senza un perchè, divenendo sordo ai miei richiami. Ed io stavo morendo.

Paura? Di più.

Senza Rudi tutto era buio, ed io odiavo il buio. Era così oscuro, privo di amore e vita. Aveva ragione Rudi. Noi eravamo vita, e chi meglio di noi poteva donarla a sua volta? Non avrei dovuto essere così stupida..

I miei pensieri furono interrotti da qualcosa, un meccanismo nel cervello. Il giorno dopo lo avrei chiamato, lui mi avrebbe risposto e ne avremmo discusso. Lui era mio, e sempre lo sarebbe stato.

Nel frattempo, Morfeo interruppe i miei pensieri.

 

Sentii una strana sensazione di calore sulle labbra, un bacio.

Rudi era davanti a me, bellissimo, in.. uno smocking bianco?
“Rudi, ti devo parlare, noi, io, oddio, ho sbagliato tutto, scusami!”

Mi interruppe con un bacio magnifico.

Shht. Non parlare.”

Mi alzò le coperte, mi prese in braccio e cautamente mi posizionò sulla sedia a rotelle, ero ancora troppo debole per camminare.

Rudi, ma cosa?”

Shht.” Mi zittì di nuovo con un bacio. Vidi un pavimento cosparso di petali di rosa, con delle candele al lato. Le infermiere, anch'esse vestite di bianco, mi sorridevano, ma non dicevano niente. -Che si fossero messi d'accordo?- Non capivo.

Aprì una stanza buia, davanti a lui, davanti a noi.

Mi spinse avanti, verso l'ignoto. Avevo paura, non era più dietro di me.

Rudi?”

Shht.” Un suo sussurro di fianco al mio orecchio.

Si accese una luce, che illuminò tramite tante lampadine bianche, simili a quelle di natale, un grande albero, per metà spoglio e metà colmo di foglie, con qualche bocciolo. -Strano, di solito gli alberi non sbocciano in inverno.-

Si era formata un'atmosfera surreale, lo vidi prendere la chitarra acustica e sentirgli dire:
“è iniziata così, più o meno cinque anni fa, quasi sei ormai.”

La sua voce mielosa era in perfetta sintonia con gli accordi della chitarra.

Ti vidi entrare dalla porta di casa mia, bellissima, uno splendore. Mi sembravi una dea..”

Lacrime sul mio volto.

Pensai subito: “Aspetta, ma questa è mia sorella?” Non potevo credere che avrei dovuto condividere la casa con te, così dolce nella tua timidezza e rabbia, nei tuoi difetti che ora reputo perfetti ed essenziali.”

Era ufficiale, singhiozzavo.

Sono passati gli anni, piccola mia, e il mio amore è cresciuto parallelamente a noi.”

Sì.” Sussurrai commossa.

Ed ora, ora.. ora guardaci. Felici, insieme. Con un nuovo arrivo nelle vicinanze..”

Perfetto, come te e me. Come noi.”

Appoggiò la chitarra, si chinò davanti a me.

Alice Cudicini-Cesaroni. In nome di tutta la nostra pazzia, del nostro amore, della tua dolcezza e perfezione, del tuo infinito coraggio e della mia costante dipendenza da te e da quello che sei, che mi rendi quando sono con te.. Mi vuoi sposare?”

Pianto puro.

Sì.. o mio dio, sì, lo voglio!”

Le luci dietro di lui si accesero e la nostra famiglia iniziò ad urlare felice.

O mio dio si, ti sposo, ti sposo!” Gli urlai.

E felicità, immensamente felicità.

 

Angolo dell'autrice

 

Ho sbagliato a non dirvelo, ma.. signori, questo è il mio ultimo capitolo. Pubblicherò l'epilogo e la storia sarà conclusa. Non voleva finirla così in fretta, in questo modo, ma ultimamente aumentava la diminuzione delle recensioni e delle scarse attenzioni, quindi.. Ho dovuto dare un taglio netto. Ed eccomi qua, a completare l'opera, un'unico tassello mancante. Spero vi sia piaciuto, un bacio a tutti!

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Capitolo 24
*** Neve ***


Chapter twenty four
AVVISO: Data la mia assenza, sorry but I was in London, ho deciso di postare come mio ritorno un capitolo bonus e, soprattutto, per di pubblicarlo per le lamentele che ho ricevuto riguardo alla fine della storia. Quindi godetevi questo Pre-epilogo gente! Spero che piaccia, visto che a me onestamente fa un po' cacca. Ma lascio giudicare a voi!
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POV UNKNOWN

 

25 dicembre 2012, Roma.

 

Neve. Bianca, candida, pura. Così semplice, così bella, soffice. Ma allo stesso tempo fredda, a volte anche letale. Piccola, dolce, parassita. Si, perchè una volta che attacca ci vuole un po' a farla andare via. Capita che ci mette ore, giorni, mesi, anni. O magari, come in Alaska, non se ne va proprio. Nemmeno se la lavi via. Beh, ecco, Alice era un po' come neve per Rudi. Eva era un po' come bufera per Marco. Lucia era un po' come tempesta per Giulio. Granelli bianchi, perfetti. Difficoltosi da scacciare via. Ma impressionanti, agghiaccianti, indimenticabili. Come quelle nevicate che durano per un lungo periodo, che te le ricordi. Ci scherzi, giochi, ridi, ami. A volte la odi, pensi: “Ma quando ha intenzione di andarsene? Non si scioglie più.” E poi idealizzi che è fenomenale anche così, che il paesaggio bianco è stupefacente. E non hai più bisogno di sole, pioggia, grandine. Perchè ti basta Lei. Adorabile, esasperante, impressionante neve.

 

 

La famiglia Cesaroni-Cudicini ammirava il paesaggio che si estendeva candido fuori dalla finestra del salotto. Erano tutti riuniti vicino al focolare, stretti tra le coperte, vicini all'albero di Natale che si ergeva magnifico. Ridevano, ognuno con in mano la propria dose di cioccolata bollente. Il fuoco era l'unica sorgente di luce, poiché la neve aveva scatenato un blackout a Roma. Nevicava da giorni, ma a nessuno della famiglia pareva importare sul serio. Nessun lavoro, nessuna preoccupazione. Solo risa, giochi da tavolo, panna giacente sul naso arrossato dei presenti. Dolci e caldi baci, che riscaldavano l'atmosfera natalizia meglio di qualsiasi calorifero.

Pà, possiamo aprire i regali ora?” Chiese Mimmo, impaziente di fare la sua cosa preferita nel suo giorno preferito.

Eddaje Mimmo, aspetta ancora un po'. Tra poco arriveranno anche gli altri.” Rise affettuoso il padre, scompigliando un po' i capelli al figlio.

Vinto!” urlò Gabriella, muovendo la sua pendina nel gioco dell'oca.
Soffi disperati, “E basta co' sto gioco, nonna!” Rise infine Alice.

Eh no, ora è una cosa personale! Dai, famo l'ultima. E questa volta vinco io, si si, oh se vinco io!” Dichiarò Lucia coinvolta ardentemente nel gioco.

Ma non ci pensare proprio Lucia! Cerca di non autoconvincerti troppo, potresti rimanere delusa appena vedrai che perderai miseramente per mano mia!” Si alzò in piedi assumendo una posizione in stile 'Giulio Cesare' Marco.

Ma dai, che tanto vinciamo io e Marta! Vero piccolina?” Rise Eva facendo 'nasino-nasino' con la peste della famiglia.

Ma io voglio i regali, mami”

Ora li apriamo Marta, abbi ancora un po' di pazienza. Oh-oh, ma cosa vedo qui? Cioccolata finita! Meidei, meidei! Siamo a corto di cioccolata comandante!” Urlò Marco prendendo in bracio Marta e portandola in cucina a fare rifornimento facendo l'aereoplano. Eva si alzò, inebriata dalla situazione, seguendo la sua anima gemella.

Ehi sardina, riusciresti a stringermi di meno? Mi stai soffocando!” Disse Rudi privo di fiato, dopo che Alice gli saltò al collo per l'ennesima volta.

Ma come fai ad essere così calmo? È Natale Rudi Rudi, è Natale Rodolfetto mio!”

Rudi sbiancò guardando la sua futura moglie che lo aveva fatto alzare con la forza, senza calcolare la legge della fisica che li schiacciò contro il muro, sotto al vischio.

Ma lo hai fatto apposta Cudicini?” Sorrise malizioso Rudi in direzione di Alice.

Si e no...” Disse lei schioccandogli un caloroso quanto casto bacio sulle labbra per poi scappare al piano superiore.

Eh no, dove credi di andare pulce? Non si scappa così dopo aver scatenato la furia dello Yeti delle nevi! Rwaaaarr” Urlò il fratellastro, rincorrendo la sorellastra.

Giulio era esasperato nel vedere la moglie giocare l'ennesima partita contro la madre al gioco dell'oca, costretto anche lui a rimanere impalato a muovere la sua pedina e tirare i dadi.

-Che casa di matti!- Non faceva a meno di pensare, sorridendo. Dicendosi ogni volta che era al contempo l'uomo più fortunato del mondo ad avere una famiglia tanto fuori dai gangheri. Stampò un bacio sulla guancia di Lucia che, con la lingua fuori dalla bocca, tirava i dadi concentrata. Mimmo guardava la scena sorridendo, pensando che si, aveva ragione il padre, quella scena era tutto ciò che lui avrebbe desiderato. Gli si fecero gli occhi lucidi guardando fuori dalla finestra, pensando che la sua vera mamma sarebbe stata contenta di tutto questo, che si sarebbe divertita se solo fosse ancora in vita, che si, quella neve era un suo dono speciale. -Grazie mamma.- Non fece a meno di pensare Mimmo, asciugandosi con il maglione natalizio quelle lacrime ribelli che uscirono dal suo controllo. Ritornando poi a concentrarsi sul gioco.

 

Rudi Rudi, dai, prendimi se ne hai il coraggio!”

Rudi corse ridendo, Alice era scappata nella sua vecchia camera, sorridendo allegra.

Rudi si bloccò di colpo, gli occhi lucidi. Era passato un mese dall'incidente di Alice, un mese dalla scoperta di quel/la piccolo/a creaturina che cresceva nella pancia della sua amata. E ora, innanzi alla visione celestiale che si mostrava a lui, non poteva che credere che fosse tutto così incredibile da esser surreale.

La giovane donna ora guardava il futuro marito sorridendo a testa storta, cercando di capire cosa gli prendesse improvvisamente. Rabbuiandosi improvvisamente appena vide le lacrime solcare il volto di lui.

Rudi..” Sussurrò, quasi imbronciata. A lui non poteva sembrare più perfetta, più particolare, più dolce, più.. più, in quel momento. C'erano solo loro due ora, come una promessa, come una carezza immaginaria. Lui chiuse lentamente la porta, si fiondò con grandi falcate in direzione della sua fonte di vita. Prese le sue spalle e se la buttò al petto, con fare poco delicato. La strinse tanto forte che Alice aveva paura di lasciarci le penne.
“Ehi, che c'è? Che sono quelle lacrime?” Disse la femmina, senza rendersi conto che ora anche il suo volto era rigato da grandi lacrime che facevano gara a scendere sulle sue piccole labbra.

Tu.. io.. o, il bambino!” Sussurrò Rudi, fulminato dall'idea che c'era un pargoletto nella pancia di Alice, impaurito di avergli fatto del male. Scese all'altezza della vita di lei, diede un bacio a quella pancia che aveva spesso coccolato, carezzandola ed avvolgendola in un morbido abbraccio.

Rudi” Sussurrò commossa.

è iniziata qui.” Affermò lui alzandosi di punto in bianco, prendendole le mani e rimpiendole di baci.

Tra noi, voglio dire.” Continuò. “è qui che mi sono innamorato di te, è qui che venivo a pregare di riaverti quando non c'eri, è qui che venivo a cercarti per un consiglio, per un tuo gesto. È qui che ti stuzzicavo in preda al desiderio, inconsapevole di volerti, ignorando il mio cuore che era stato rapito.” Disse riponendo le piccole mani della sua Sardina sul suo organo vitale.

Tu Alice, ci sei sempre stata, ancora prima che io mi rendessi conto del significato dell'amore, qui dentro. Nella mia cassa toracica, nelle mie vene. Sei il mio sangue, il mio perchè. E non mi riferisco alla nostra parentela, ma al nostro 'noi'. A me e a te, due testardi così stupidi che nemmeno si erano accorti dei loro sentimenti. Oh, Alice, quanto tempo che abbiamo gettato via, in questa stanza. Potevamo amarci fin dal principio, ma gli ideali, le paure, qui c'è lo hanno impedito. Ma quanto altro tempo che abbiamo passato ad ammirarci, a godere del nostro sentimento.. così forte.” Si dovette interrompere, a causa dei sussulti di Alice, della sua pelle d'oca. La strinse, non solo con il corpo, ma anche con l'amore, la gioia, il ringraziamento. La devozione.
“Oh Rudi, come abbiamo fatto ad essere così ciechi.”

Non lo so, ma ora finalmente possiamo vedere, posso ammirarti in tutto il tuo splendore.”

Ti amo. Ma non solo con due parole, non con la frase dei film, con la ripetizione degli adolescenti incoscenti. Con la mente, con il sangue, con le vene, con i miei arti, gli organi ma soprattutto con il mio spirito. Dici che io sono il tuo perchè, ma ti sei reso conto di essere il mio tutto? Sei qualcosa che precede quella domanda, non so spiegarmi. Non so nemmeno cosa significhi tutto questo. So solo che da quando sono entrata in questa benedettissima casa, tu mi hai segnato. Dentro, mi hai marchiata. E potevo dire di amare, baciare, fare sesso con gli altri. Ma tu, Rudi, sei colui con cui ho fatto l'amore. La mia reale prima volta. Il mio primo tutto.”

Baci, carezze, corpi caldi uniti finalmente.
“E dimmi che sarà così fino alla morte.” Sussurrò lei, prima di iniziare a fare l'amore, presa dalle sensazioni, da quella promesse che erano insensate da pronunciare poiché se le stavano mostrando.

Non posso promettertelo.” Disse Rudi con fare dispiaciuto, prima di entrare in lei.

Ma posso giurarti che sarà così per l'eterno”. Una spinta lieve, dolce, che racchiudeva tutti i loro perchè e ma.

Si rivestirono poco dopo, coccolandosi, baciandosi, inebriandosi l'uno dell'altra.

 

Marco stava versando la sostanza calda nella tazza con su la foto della sua piccola Winnie Pooh. Marta era miele, zucchero, cannella. Un dolcissimo cucciolo di orso, tutta sua.

Si girò e vide che Marta si era addormentata di colpo con la sua piccola testolina sul tavolo da cucina. Eva si era avvicinata a lui, con passo felpato, riducendo le distanze a poco meno di qualche millimetro.

Salve Capitano” Sussurrò maliziosa.

Ma si, era vero. Lui era il suo pilota, la sua direzione, era le nuvole e il sole. Sia con buio, sia con luce, lui guidava la sua vita, la sua esistenza. Era forse una droga, una bellissima dipendenza. Se fosse stata arrestata per suo uso privato ne sarebbe stata contenta, se fosse stata fermata, scoperta, ne sarebbe stata lieta. Perchè lui era più di una miscela bianca, di qualche pastiglia, di qualsiasi sostanza alcolica. Lui era lui, e lei era lì, in sua presenza, in sua balia. Consenziente di tutto quello che provava, di quello che era lei con lui, di quello che lui faceva per lei, di quello che rappresentavano loro. Genitori, amanti, fidanzati, felici. Non fece a meno di sorridere al suo sorriso, “Sei vita.” Disse lei a lui, piangendo, reclamando le sue labbra che racchiudevano tutta la sua gioia, la quale di diritto le spettava. Due baci che presero le lacrime ribelli uscite dagli occhi di lei, un giuramento segreto.

Sei di più della vita per me.”

 

Giulio guardava estasiato Lucia che, ancora una volta, sbuffava imbronciata per la perdita. Proprio non riusciva a vincere a quello stupido gioco! E ora si ritrovava a ridere, della situazione, chiedendosi -Perchè?- Cercando di non mostrare il suo visibile divertimento per l'ilarità della situazione.

Ma guarda un po'!” Disse Lucia alzandosi, andando in direzione di Giulio, appoggiato alla finestra.

E tu cosa avresti da ridere così sguaiatamente? Iena gelosa! Sei solo invidioso del mio talento.”

O del tuo sguardo omicida che riservi a tua madre quando la sua oca rosa raggiunge il traguardo prima della tua verde.” Affermò Giulio abbracciandola.

Certo, come ho fatto a non pensarci prima? Deve essere il colore dell'oca a farla andare più veloce. Giulio, sei un genio.”

E tu sei bellissima.” Disse lui, sorridendo, petto contro petto.

è un bellissimo Natale questo Giulio, grazie di ogni cosa. Ti amo.” Sussurrò lei a lui.

Ti amo anche io Lucia. Mi chiedo cosa farei se tu fossi ancora a Venezia..”

Non ci pensare più, dai. Sono qui, con te, con la nostra famiglia unita. Grazie per essere la mia felicità. Tu per me sei tutto quanto di più bello possa esistere.” Sussurrò Lucia, nell'incavo del collo del marito.

 

Guardarono tutti fuori dalla finestra, per un'istante. “Tu per me sei neve.” Sussurrarono i Cesaroni alle proprie amate, inconsapevoli della coincidenza che stava unendo le coppie della famiglia. E mai cosa più giusta fu detta in quel momento.



Angolo dell'autrice

Ok, mi sembra di aver già detto tutto nell'anticipo del capitolo. Chiedo immensamente scusa ma ero a Londra e, essendo senza internet, non avevo modo di postare il capitolo. Avrei dovuto avvisarvi, infatti chiedo scusa, spero di essermi fatta perdonare con questo capitolo bonus. Il prossimo capitolo sarà l'ufficiale epilogo. Mi piange il cuore, davvero! Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita. (Lacrimuccia, :') ) Ok, basta parlare di addii. Anche perchè non vi libererete di me così facilmente, buahahah. Al prossimo capitolo con i ringraziamenti dovuti. Un bacione a tutti quanti!

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Capitolo 25
*** Epilogo ***


Chapter twenty five
Ok, vi giuro che mi sta venendo da piangere. Ecco a voi l'epilogo promesso. E udite udite, senza ritardi. Ve lo dovevo, almeno questo. Buona lettura!
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POV UNKNOWN


 “Ahi! Oddio mamma ti prego, fai piano. Mi stai torturando!” Urlò la donna.

Alice, stai ferma e trattieni il fiato, non si allaccia la cerniera!” Esclamò mamma Lucia.

Non si allaccia? Cosa diamine significa che non si allaccia? O mio dio, e la mia browny? Dove diamine è finita la mia browny? Voglio la mia browny!” Singhiozzò Alice.

La browny! Cercate questa maledetta browny!” Affermò esasperata la madre.

Browny browny!” Urlò Marta, con la bocca completamente sporca di cioccolato.

MARTA! HAI MANGIATO LA MIA BROWNY! EVA! EVA! TUA FIGLIA HA MANGIATO LA MIA BROWNY. VOGLIO LA MIA TORTA AL CIOCCOLATO! SUBITO!” Iniziò a piangere Alice.

Nonono, ferma non piangere o ti cola via tutto il trucco e noi non vogliamo andare all'altare con il trucco sfatto sbavato sul velo e sul corpetto, vero Alice? VERO?” Urlò nervosamente Jolanda che si era occupata dell'organizzazione del matrimonio.

Miriam parve calma ad ammirare la scena, quando un'improvviso pallore le dipinse il viso e dovette correre in bagno per via di una nausea improvvisa.

Accidenti, due gravide in un solo giorno no, vi prego.” Si inginocchiò Jole, disperata.

EVA! TUA FIGLIA! HA MANGIATO LA MIA TORTA AL CIOCCOLATO! DANNAZIONE, LA MIA TORTA! VOGLIO SUBITO LA MIA TORTA!” Singhiozzò di nuovo la sposa.

Ecco ecco, tieni un'altra fetta della tua torta. Ma poi non ti lamentare se il vestito non ti si chiude più, eh!” Rise Eva, ben sapendo cosa si provasse a non sfamare le voglie improvvise di quando si è incinte.

Alice non disse niente, agguantò la fetta di torta e con un morso la divorò.

Mmmh” e un espressione di beatudine si formò sul suo volto.

Fatta!” Disse Lucia, prima di tornare davanti alla figlia per ammirarla nuovamente.

Appena Alice finì la sua torta calò un silenzio surreale nella stanza, nessuno era in grado di proferire parola. La tensione era alle stelle, ora più che mai.

 

 

Ma come fai,
sai dei miei guai anche se non mi vedi.
Ma come fai,
non manchi mai quando non sto più in piedi.
Se cado giù ci pensi tu
mi spieghi come fai.

 

 

Oh mio dio Marco, i gemelli! Hai visto i miei gemelli?” Esclamò lo sposo in evidente tensione e nervosismo.

Calmo Rudi, ora ti cerco i gemelli, ma tu calmo, ti prego, stai calmo!” Urlò esasperato Marco che ne aveva fin sopra ai capelli di quella cerimonia -E sono solamente le otto di mattina!- Pensò, per l'ennesima volta quest'ultimo.

Rudi ho trovato la cravatta!” Disse il padre urlando, tornando da un'altra stanza, senza rendersi però conto di Mimmo sdraiato sul tappeto alla ricerca del fazzoletto da mettere nel taschino, perso chissà dove, nella stanza.

Inciampò clamorosamente e, imbarazzato quanto stranito, si alzò di colpo dicendo un flebile: “Ci sono, ci sono.”

Mimmo urlò un sommesso: “Ahi! Papà, stai un po' attento.” Per poi riemergere con in mano l'oggetto mancante.

Ezio piangeva, senza tregua, vicino alla finestra della stanza “Il mio Rudi si sposa, o mio dio, si sposa.”

Quasi come una nonnina rammaricata, Cesare, che cercava di non farlo notare, asciugò qualche lacrimuccia orgogliosa che si era fatta strada sulle sue guancie, giusto per mantenere l'orgoglio maschile dei Cesaroni e non mostrarsi agli altri disperato come l'amico.

Eccoli, eccoli!” Urlò Marco con, finalmente, in mano i gemelli.

Tutti erano nervosi, ma ovviamente contenti, per quel che si sarebbe svolto da lì a poco.

Rudi si guardò allo specchio e ancora non gli sembrava vero. “Come sto?”

Si girò parlando ai suoi amici.

Come uno che sta per sposarsi.” Dissero in coro Diego e Walter.

 

A sopportare tutti i miei perche’
a non urlare se ce l’ho con te
combinazione senza nome
come due anelli, quasi fratelli.

 

Dopo poco tutti gli amici ed i parenti, sia vicini che lontani, si trovarono in Comune, ad attendere gli sposi. Rudi era già pronto sulla rialzatura in legno, rivestita come un'altare, tremante e pauroso, ma felice.

-Manca poco- Continuava a pensare. Ed in effetti era proprio vero, solo qualche ora ed un giudice avrebbe ufficialmente legato i due fratellastri. Purtroppo non riuscirono a sposarsi in chiesa, come sotto desiderio di Alice, per via del legame di sangue. Ma Rudi non fece mancare niente a quella cerimonia in Comune, addobbò la sala esattamente come una chiesa, rispecchiando (segretamente) ogni desiderio della futura sposa, che si aspettava un'aula bianca e spoglia. Semplice.

 

A realizzare tutti i miei farò

a non mollare quando me ne andrò

un’emozione senza nome

come due anelli, piu’ che fratelli.

 

L'organo iniziò a suonare la soave canzone tradizionale, a Marco e Mimmo, dietro il novello sposo, scese qualche piccola lacrima. Si aprirono le porte e una potente luce bianca fece risaltare il profilo di una bellissima giovane in abito da sposa il cui volto era leggermente nascosto dal lungo velo. A braccetto del padre Sergio, Alice percorse la navata improvvisata, con innanzi una piccola Marta che reggeva gli anelli e, dietro la bambina, una dolcissima Matilde che gettava delicatamente i petali bianchi di rosa sul lungo tappeto rosso.

Alice sorrideva, estasiata, della situazione, del momento. Si gustava l'attimo, in preda alla gioia. Sorrideva dietro quel tessuto 'vedo-non vedo' agli occhi del suo promesso. Arrivata a destinazione le mani di lui tirarono indietro il velo di lei, scoprendone il volto.

Ci siamo.” Sussurrò lei mordendosi un labbro. “Sicuro di volerlo fare, di dovermi stare accanto tutta la vita? So essere una vera rompiscatole.”

Rudi rise piano, per non farsi sentire dal giudice che aveva iniziato il discorso.

Seguirei te e la tua testardaggine ovunque Sardina, fattene una ragione.” Arrossì.

Significa che dovremo stare insieme ora e per molto te-” Venne interrotta dal giudice che, infastidito, si schiarì la voce.

Per sempre mi va più che bene.” Disse Rudi subito dopo.

 

Ma come fai,

risolvi i guai, anche se poi lo neghi.

Ma come fai,

non dormi mai, forse è per me che preghi.

 

Vuoi tu, Rodolfo Cesaroni, prendere Alice Cudicini come tua legittima sposa ed esserle fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nelle malattie, amarla ed onorarla, finchè morte non vi separi?”

Lo voglio.” Sorrise convinto Rudi.

E vuoi tu, Alice Cudicini, prendere Rodolfo Cesaroni come tuo legittimo sposo ed essergli fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nelle malattie, amarlo ed onorarlo finchè morte non vi separi?”

Alice non rispose. O meglio, voleva farlo, ma i suoi pensieri erano troppo persi nel vuoto, nei ricordi, nel passato. Vide come un flash tutto quel che passò tra loro, gli amori che li divisero, i primi sorrisi, i baci nascosti e giustificati razionalmente, fino ad arrivare a quelli incosapevoli e richiesti dal cuore. Le litigate, il dolore, la disperazione. La felicità, la dolcezza, l'adorazione. Parve pensare titubante a tutto quel che trascorse, non riuscendo a proferire parola.

Alice?” Chiese Rudi preoccupato, pallido, forse vicino all'infarto.

Si, Rudi?” Chiese lei tranquilla, con un sorriso, riponendo nella sua mente con enorme disaccordo tutti quei felici e tristi ricordi. I loro, ricordi.

Vuoi?” Domandò lui, in preda alla paura.

Cosa, Rudi?” Rispose lei ingenuamente.

Sposarmi” Disse l'uomo confuso, cercando di scrutarla nell'anima attraverso gli occhi. Alice parve ricomporsi, dicendo: “Oh, certo che lo voglio!”

Tutti gli invitati parvero tirare un sospiro di sollievo, Rudi e il giudice compresi.

Puoi baciare la sposa.” Affermò l'uomo di pace sorridendo.

 

Se volo su, ci pensi tu

mi spieghi come fai?

 

Rudi non se lo fece ripetere due volte, abbracciò l'attuale moglie e la baciò con tutta la passione repressa di quegli anni. Con la dolcezza, con fare rude, pauroso ed entusiasto. Parve parlarle con un bacio solo, passionale. Sembrava che le riferisse tutto il timore provato prima della celebrazione, la tensione nelle vene che iniziò a scorrergli nel momento di titubanza di lei. Un bacio solo che lavò via tutto, portando i sentimenti a galla solo a loro. Esposti interiorermente a se stessi, finalmente spogli dalle preoccupazioni.

 

A sopportare tutti i miei perchè

a non urlare se ce l’ho con te!

Combinazione senza nome

come due anelli, quasi fratelli.

 

Il momento del banchetto fu forse quello più gioioso della giornata. Stefania aveva ornato la casa dei Cesaroni-Cudicini con Pamela mentre tutti erano preoccupati a soddisfare le richieste dei novelli sposi, con grande sorpresa di quest'ultimi che pensavano ad un piccolo ricevimento in bottiglieria.

Il giardino era cosparso di petali bianchi, di arcate rivestite da cespugli colmi di rose bianche; tre tavoli molto lunghi ornati di tovaglie bianche, centrini di pizzo, calici di cristallo e piatti ricamati fornivano un che di fiabesco al tutto. Candelabri argento e candele bianche che aspettavano solo di essere consumate si ergevano magnifici su quelle strutture di legno. Tutti scherzavano tra un bicchiere e l'altro di champagne. Vi era un'atmosfera allegra, la gioia era palpabile nell'aria. E dopo svariati racconti di Barilon e le risate che scaturivano da essi, Alice e Rudi iniziarono ad osservarsi vogliosi di consumare il proprio amore, la loro unione. Desideravano ardentemente un po' di tempo per loro due, soli. I loro sguardi languidi si scrutavano, bisognosi di imparare a memoria le più piccoli sfumature delle loro pupille, pregustandosi quel che sarebbe successo da quella notte in poi.

 

A realizzare tutti i miei farò

a non mollare quando me ne andrò.

 

In tutta quella confusione meravigliosa nessuno si accorse che si era fatta notte, che ormai solo le candele illuminavano i volti di coloro che sedevano a quella tavola imbandita di felicità. I primi sbadigli di Marta fecero capire la realtà del tempo, era appena scaduta l'una. Ognuno iniziò a guardarsi in giro, tutti pronti per il lancio del bouquet della sposa. Ogni donna, e segretamente anche ogni uomo, non sposata sperava di prenderlo per godere della stessa felicità dei due fratellastri. Ma qualcosa andò storto, qualcuno urtò nella porta semi chiusa della casetta degli attrezzi del giardino spaventando due giovani presi dalla passione del momento, nascosti in essa. Ogni sguardo si allargò all'inverosimile appena videro Matilde e Mimmo baciarsi, staccarsi quasi scottati appena capirono di essere stati scoperti. I presenti, nessuno escluso, temevano la reazione dei padri dei due ragazzi, riscontrando però due muri di ghiaccio che si sciolsero presto in un'espressione arrabbiata per poi dedicarsi ad una fragorosa risata. Ognuno guardava stupito i due, non capendo se quelli erano realmente Giulio e Cesare o due alieni in loro veste. L'atmosfera si colmò di risate data l'ironia della situazione, appena ogni individuo apprese quel che stava succedendo. I due fratelli avevano alzato il gomito quella sera ed era comprensibile il loro stato. Senza che nessuno si accorgesse di niente, in quel periodo era nato un nuovo e forte amore.

 

Un’emozione senza nome

come due anelli, piu’ che fratelli.

 

Ancora increduli per l'accaduto, tutti si precipitarono vicino ad Alice smaniosi del fatidico lancio, sulle note di una canzone forse troppo nota agli italiani.

Rudi e Marco arpeggiavano le loro chitarre, rendendo surreale la conclusione della serata.

Tre!” Urlò Alice, raccogliendo il tulle per girarsi.

Due!” Afferrò con entrambe le mani le sue rose.

Uno!” E via.

Ci furono gridolini, urletti e risate, tante, troppe. Alla fine Jolanda si ritrovò in mano il mazzo di fiori e divenne tutta rossa, precipitandosi immediatamente a posare i suoi occhi su Mattia.

Particolari parole catturarono l'attenzione di Alice. La loro canzone. E lì ne fu certa, tutto ora era perfetto. Come lei e lui, come loro. Insieme, per sempre.

 

Grazie perché se stai con me, io crescerò

resta con me o senza di te come farò.

 

 

Cinque anni dopo..

E piccolina, è andata esattamente così tra la tua mamma e il tuo papà.” Disse nonna Lucia.

Ma nonna, e poi cos'è successo?” Chiese la piccola, curiosa come sempre.

Hanno avuto te, Giulia.” Rispose paziente Lucia, ormai abituata ai modi della nipote.

E come mai ora la mamma ha in pancia un altro bambino? Non mi vuole più bene?” Chiese timorosa Giulia iniziando a lacrimare.

No amore, la mamma e papà ti amano moltissimo. E sai, è proprio dal bene che ti vogliono che sta per nascere Luca.”

Ma io non lo voglio, fuffi.”

A ma, Mr. Coffee non è d'accordo con te! Guarda come si arrabbia, guarda guarda!” Affermò ridendo Lucia, prendendo in mano il pupazzo preferito della nipote e facendole il solletico.

Rudi e Alice erano sulla porta di casa, tornati dall'ecografia. Osservavano sorridendo la scena, che come una costante, si ripeteva ogni volta che Lucia faceva da baby-sitter alla loro amata figlia.

Improvvisamente la casa fu invasa da urletti e grida, e tutti gli amici di sempre furono vicini ai due fratellastri sposati ormai da tempo.

Eccoci, siamo arrivati!” Affermò Diego con Miriam sotto braccio e la loro pargoletta, Beatrice, che si catapultò mano nella mano con Teo, il figlio di Jolanda e Mattia, nella casa dei loro migliori amici.

E noi con loro” Sorrise cordiale, come sempre, Mattia.

Scusate il ritardo!” Disse a voce alta Regina mano nella mano con suo marito Budino che teneva in braccio la dolce Amelia.

Ma guarda un po', volevate iniziare la festa senza di noi?” Disse Walter vicino a Carlotta, stretta ad Eva. Ben, loro figlio, era mano nella mano con Marta, che aveva sulle spalle Sofia, la figlia di Mimmo e Matilde.

La rimpatriata al completo proprio!” Disse col petto gonfio Giulio che si staccò dal fianco di Lucia per andare a salutare Ezio, Cesare, Pamela e Stefania appena arrivati.

Non potevamo certo mancare al compleanno di Giulia, vi pare?” Rise Stefania, con in mano tanti pacchetti regalo da far invidia a Babbo Natale in persona.

Alice era contenta, la sua vita stava andando per il meglio. Il lavoro da stilista forniva tanti soldi e, uniti a quelli di Rudi, che ormai era un'artista a tutti gli effetti, si formava un bel patrimonio. A Giulia non mancava niente; aveva una famiglia che affettuosa la riempiva di regali, nonni e bisnonni che la viziavano a dovere e zii (sia di sangue che non) che la riempivano di attenzioni. Rudi invece, stava conducendo un'esistenza a lui incredibile, non gli sembrava vero. Aveva tutto quel che voleva, contento sia del presente che del passato. Ancora poteva sentire nei ricordi la melodia che canticchiava sempre Lucia nel racconto che tanto bramava sua figlia. Poteva vedere e gustarsi gli attimi sfumati dal tempo, udire il suo cuore impazzito in quel periodo così strano quanto stupefacente. E ancora poteva gustarsi la voce di lei, quei baci della sua amata, così lontani ma allo stesso tempo così vicini. E lo sarebbero stati, oh si. Vicini, fino alla fine dei tempi.

 

A sopportare tutti i miei perchè

a non urlare se ce l’ho con te?

Combinazione senza nome

come due anelli, quasi fratelli.

 

Avrebbe affrontato con i suoi cari tutto quel che Dio volesse offrir loro, perchè solo in presenza della sua nuova e grande famiglia ogni giorno sarebbe stato perfetto, così com'era.

 

A realizzare tutti i miei farò
a non mollare quando me ne andrò

 

E avrebbe rivisto l'alba, il tramonto, il giorno e la notte in ogni singolo istante, grazie a lei. A lei che aveva distrutto la sua vita, a lei che l'aveva resa migliore. A lei che l'aveva cambiato, a sua sorella. Alla sua fonte di sensazioni, alla sua emozione. Alla sua Sardina, che l'aveva fatto vivere, vivere davvero.

 

Un’emozione senza nome

come due anelli, piu’ che fratelli.

 

Sì.

 

Angolo dell'autrice

 

This is the end. Ok, mo' la lacrimuccia scende per davvero. Epilogo fatto, concluso, finito. Mi si sta spezzando il cuore, giuro. Ok, soffio di naso, ora mi ricompongo. 
Ecco, mi è colato il trucco. Evviva. Ed io che volevo sembrare raffinata e professionale in un giorno così importante! Oh, al diavolo. Questa sarà l'ultima volta che vi dirò “Grazie.” Si, perchè senza di voi tutto questo non sarebbe mai potuto accadere. Senza i vostri incoraggiamenti, le vostre critiche, i vostri complimenti, tutto questo non sarebbe mai esistito. La mia fantasia non avrebbe mai lavorato, ed io, come mio solito, non avrei mai concluso niente. E invece, eccomi qua, con la lacrimuccia ( (': ) che scende piano piano, solitaria (non è vero, c'è ne sono altre mille) sulle mie guancie guanciose. A dire: “Finito!”; a sbattere le mani facendo uscire tanta tanta polvere da esse. Si ok, sto tirando per le lunghe. Ora che questa mia storia è finita, (alla faccia tua mamma che dicevi che sono un'inconcludente!) e io me ne rammarico. Amo sul serio questa coppia, ma più di tutto e tutti, amo voi ragazzi. Quindi vi faccio i miei complimenti per avermi seguita, recensita, sopportata nei ritardi, non ammazzata per le cavolate anomale che il mio cervello riserva solo ed esclusivamente per voi miei cari. Per avermi letta, insomma. Perchè leggendo questa storia avete letto anche me e i miei pensieri. E sono lieta di questo, sono felice di avervi avuto dentro di me. Sappiate che non ve ne andrete mai, mai
E vi saluto così, per l'ultima volta. (No dai, forse non proprio ultima. Ho così tanti progetti in mente, uhuhuhuh, e poi non potete liberarvi così facilmente di me, buahahaha.) Si dai, sono sfasata, vado a dormire. Ciao bellissimi seguaci, vi voglio bene; il mio cuore e la mia storia ve ne vogliono altrettanto, se non di più.

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