L'hacker

di Lady Five
(/viewuser.php?uid=264393)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap. 1 ***
Capitolo 2: *** Cap. 2 ***
Capitolo 3: *** Cap. 3 ***
Capitolo 4: *** Cap. 4 ***
Capitolo 5: *** Cap. 5 - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Cap. 1 ***


Salve a tutti, sono una neofita e sono parecchio emozionata: questa è la mia prima FF, ed è anche “politicamente scorretta”...

Ringrazio il maestro Leiji Matsumoto, per aver creato questi personaggi che mi hanno fatto tanto sognare da ragazzina (ed evidentemente non solo!) e che ho preso in prestito per la mia storia, scritta senza scopo di lucro.


Da quanti anni vagava nel cosmo? Non se lo ricordava neanche più. Eppure ciò che si vedeva dalla enorme vetrata del suo alloggio gli dava ancora le vertigini: la distesa sterminata di luci e di mondi immersa in quella notte eterna non aveva mai smesso di incantarlo. Butto giù l'ennesimo bicchiere di pessimo whisky e si guardò intorno. Era solo. Era rimasto solo, come non lo era mai stato in tutta la sua vita. E non c'erano né stelle né alcol che potessero allontanare dal suo animo l'angoscia che vi si era insediata e che, ogni sera, quando tutti gli altri dormivano, lo assaliva con sempre maggiore violenza. I ricordi e i rimorsi lo torturavano.
Aveva lasciato definitivamente la Terra 15 anni prima, più o meno. Dopo la fine della guerra vittoriosa contro le mazoniane, ne era scoppiata un'altra ancora peggiore, una lotta fratricida tra opposte fazioni che volevano impadronirsi del potere, approfittando della situazione di incertezza che si era creata sul pianeta. E, come tutte le guerre civili, era stata ancora più crudele e violenta della precedente. L'unico punto su cui tutti i contendenti erano d'accordo era nel considerare lui e il suo equipaggio dei fuorilegge. Erano ricercati, vivi o morti, e la polizia e perfino l'esercito avevano l'ordine di sparare a vista.
Degli amici che lui aveva desiderato restassero lì per costruire un mondo migliore, alcuni erano stati uccisi, altri erano fuggiti su altri pianeti, di altri ancora aveva perso le tracce.
Yuki e Tadashi, che si erano finalmente decisi a mettersi insieme, lo avevano pregato di tornare a riprenderli, ma dopo la nascita del primo figlio avevano deciso di condurre una vita meno nomade e si erano stabiliti su un pianeta in una galassia il più possibile lontana dalla Terra. Si erano ripromessi di restare in contatto, ma poi... si sa come vanno queste cose.
Anche la cuoca Masu aveva deciso che era ormai troppo vecchia per un'esistenza così precaria ed era tornata al suo piccolo paese, dove aveva ancora dei nipoti. Forse almeno lei si era salvata dal disastro.
Il dottor Zero durante la guerra civile si era prodigato nella Croce Rossa Intergalattica e anche di lui non aveva saputo più nulla.
Mimeh aveva giurato di restare per sempre con lui, ma poi, durante una sosta su un satellite per i rifornimenti, si era innamorata di un tipo e se n'era andata con lui. Poteva lui opporsi? L'ultimo a lasciarlo era stato Yattaran: anche lui per amore di una ragazza che non ne voleva sapere di vivere sull'Alkadia. E come darle torto?
Harlock capiva le ragioni di tutti, ciononostante era rimasto molto amareggiato da questi abbandoni. Era come se a tutto il gruppo fosse venuto a mancare qualcosa, forse gli ideali di un tempo, forse lo spirito che li univa quando erano soli contro l'universo, forse il disgusto per quello che stava accadendo sul pianeta che loro si erano dati tanta pena di salvare.
Ma la perdita che l'aveva annientato, che aveva aperto una ferita che dopo tanti anni non gli dava ancora pace, era stata quella di Mayu. Quando fu chiaro che la situazione era ormai critica, si era precipitato sulla Terra, questa volta per portarla via, visto che ora lo spazio era più sicuro. Ma aveva scoperto con orrore che l'istituto dove lei viveva era completamente distrutto. Gli dissero che fortunatamente tutti i bambini erano stati evacuati in tempo, ma, nella confusione generale, nessuno seppe dirgli dove fosse finita la piccola. Pazzo di disperazione, si era messo a cercarla ovunque, a rischio della propria incolumità, visto che era già ricercato. Ma inutilmente. Sembrava essersi volatilizzata. Si rese conto poi che le sue ricerche forsennate mettevano in pericolo anche lei: quante volte in passato gente senza scrupoli, terrestri o mazoniane che fossero, non avevano esitato a usarla per arrivare a lui? Si era lasciato convincere dai compagni ad affidare le indagini a un investigatore privato. Ma anche questo aveva fallito. Negli anni successivi ne aveva ingaggiati altri, non aveva lasciato nulla di intentato né risparmiato soldi e risorse. Per nulla! NULLA!
Così, divorato dai rimorsi e dai sensi di colpa, era andato sempre più alla deriva. Cupo, taciturno, scontroso... forse era per questo che gli amici lo avevano lasciato. Aveva ricostituito un equipaggio ed era tornato a fare quello che faceva prima della guerra contro le mazoniane, una vita errabonda ai margini dell'universo civilizzato. Ma non era più la stessa cosa. Sì, ogni tanto capitava l'occasione di mettersi al servizio di una causa giusta, di riparare qualche torto, di far trionfare la giustizia in qualche sperduto avamposto abitato. Ma la sua anima sembrava ormai morta.

Da alcuni mesi, però, c'era una novità che sembrava stranamente aver dato un momentaneo sollievo al suo perenne tormento. Per lo meno, lo aveva distratto.
Qualche tempo prima avevano fatto scalo su una luna nota per essere un punto di ritrovo di banditi di ogni risma, tanto che qualche spiritoso aveva cominciato a chiamarla “Tortuga”, come l'isola dei pirati terrestri di tanti secoli prima, e con quel nome era ormai conosciuta da tutti. Mentre parte dell'equipaggio era a fare provviste, davanti al portellone dell'Alkadia si era presentata una ragazza con lunghi capelli rossi, chiedendo all'uomo di guardia di poter parlare con il comandante. Harlock, avvertito, l'aveva ricevuta sul ponte di comando, cercando di smorzare l'espressione truce che ormai aveva perennemente stampata sul volto. Non è educato farsi vedere in questo modo da un'ospite, per giunta così carina. Harlock si sorprese di questi pensieri. Non ne aveva di simili da tempo immemorabile.
La ragazza era alta, flessuosa,vestita con una semplicissima tuta blu scuro, e un po' intimidita all'inizio. Il capitano cercò di metterla a suo agio facendola accomodare su una poltroncina davanti a lui e chiedendole se gradiva qualcosa da bere. Lei rifiutò gentilmente e si sedette. Era senza dubbio molto graziosa, di una bellezza semplice, pulita, non aggressiva. Decisamente fuori luogo in un posto come Tortuga. Disse di chiamarsi Aurora e di essere un'esperta di informatica. Chiese se per caso ci fosse un lavoro per lei sull'Alkadia. Harlock rimase sorpreso. Precisò anche che si trovava lì perché sulla Terra, da cui proveniva, e in parecchi altri posti era ricercata come una pericolosa hacker. Harlock di informatica non capiva un accidente, solo lo stretto indispensabile. Ci avevano sempre pensato i suoi amici, a quell'aspetto. Alzò un sopracciglio con aria interrogativa.
Aurora sorrise. Un sorriso dolcissimo, anche se scherzoso.
“Sono un pirata anch'io. Un pirata informatico.”
“Ah già! E perché vorrebbe lavorare proprio qui?” le chiese.
La ragazza disse senza mezzi termini che Tortuga non faceva per lei e che, se doveva vivere da fuorilegge, tanto valeva farlo con l'equipaggio dell'Alkadia piuttosto che con chiunque altro. Harlock ne fu lusingato. Evidentemente la sua fama non era ancora del tutto appannata. In effetti c'era bisogno di un esperto di quel settore sulla nave. Se quella ragazza era davvero così brava... perché no? Ma era abituato da troppo tempo a guardarsi le spalle per accettare a bordo il primo arrivato, anche se aveva un aspetto onesto e pulito.
“Senta, la sua proposta è interessante, ma prima di decidere devo parlarne con il mio vice. Può tornare domani a quest'ora? Le darò una risposta.”
Aurora disse che poteva e si congedò. Stringendole la mano, piccola e delicata, Harlock notò che aveva degli incredibili occhi blu, dallo sguardo un po' triste.
Inutile dire che non esisteva nessun vice. Voleva solo prendere delle informazioni. Appena lei fu scesa dalla nave, convocò un suo uomo e lo incaricò di seguirla, naturalmente – si raccomandò – senza farsi beccare. Poi chiamò quello che aveva più dimestichezza degli altri con i computer e gli chiese di cercare subito notizie sulla ragazza. Poteva essere benissimo una spia mandata dal governo terrestre. In effetti risultava ricercata. Ma, se era un'hacker, poteva aver inserito lei stessa quel dato. O quelli che l'avevano mandata. Per il resto, non trovarono altro. Harlock era molto combattuto. Istintivamente si fidava di lei, ma purtroppo spesso in passato il suo istinto era stato ingannato, quindi ora ne aveva paura. E' anche vero, però, che dopo così tanto tempo forse avevano smesso di dargli la caccia, anche perché lui da anni non si era nemmeno più avvicinato al sistema solare.
Dopo qualche ora, tornò l'uomo da cui l'aveva fatta pedinare. Disse che la ragazza era andata dritta filata alla modesta pensione dove alloggiava. Non si era fermata a parlare con nessuno, non aveva fatto né ricevuto telefonate, nessuno era salito in camera sua. Era poi scesa in sala da pranzo e aveva cenato in fretta, da sola, poi era andata a dormire. L'aveva vista spegnere la luce. Aveva aspettato ancora un po', per vedere se per caso usciva, ma non era successo. Intanto aveva chiesto qualche informazione parlando qua e là, facendo qualche domanda a caso al gestore della pensione e ad altri clienti. La ragazza era arrivata da qualche settimana e non l'avevano mai vista insieme ad altre persone. Si faceva gli affari suoi. Sembrava che aspettasse qualcuno.
Aspettava noi, sicuramente - pensò Harlock.
Si disse che la notte porta consiglio.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Cap. 2 ***


Com'era prevedibile, Harlock accolse Aurora a bordo della nave. La felicità che si dipinse sul volto della ragazza gli parve sincera.
Grazie, capitano! Vedrete che non vi deluderò!”
I primi tempi, naturalmente, la tenne d'occhio. Tutto l'equipaggio la teneva d'occhio, anche se per motivi diversi. Non c'erano molte altre donne a bordo. La maggior parte erano le compagne di membri dell'equipaggio, e non erano propriamente attraenti, per cui era inevitabile che l'arrivo di una bella ragazza avrebbe creato scompiglio, soprattutto tra i più giovani. Ma lei dimostrò subito di essere una persona molto seria. Lavorava sodo, ed era brava davvero. Era in grado di risolvere qualsiasi problema tecnico. Non si lamentava mai di nulla, era gentile con tutti, sempre sorridente, allegra, ma nello stesso tempo estremamente riservata. Alcuni ci avevano provato, all'inizio. Lei aveva respinto tutti gli assalti, con grazia, ma anche con fermezza. Alla fine avevano capito che non era pane per i loro denti e l'avevano lasciata in pace.
Harlock non sapeva come passasse il tempo quando non lavorava. Aveva capito che amava leggere, ma a parte questo non conosceva altro di lei. Più di una volta aveva avuto la tentazione di invitarla nel suo alloggio a bere qualcosa, a parlare. Si rese conto che gli mancava una conversazione intelligente, colta. Poi quella ragazza lo incuriosiva. Ma non l'aveva mai fatto. Aveva paura che lei fraintendesse le sue intenzioni e non voleva metterla in imbarazzo.
Si sorprese anche più di una volta a guardarsi allo specchio. Anche quella era una cosa che non faceva da anni. Si dice che nello spazio la mano del tempo sia più gentile. In effetti, a parte qualche piccola ruga intorno agli occhi, il suo aspetto non gli sembrava molto cambiato dai suoi anni d'oro. Il suo fisico faceva ancora la sua porca figura. Aveva la fortuna di essere magro di costituzione, di avere le spalle larghe, i fianchi stretti e le gambe lunghe e sottili, ma forti. Ecco, forse i muscoli avevano perso un po' di tonicità, ma a quello si poteva rimediare. Sulla nave c'era una piccola palestra, un po' rozza, è vero, utile soprattutto per far passare il tempo alla ciurma. Si rimise a frequentarla anche lui, e questo – notò – migliorava anche il suo umore. Anzi, decise che alla prima occasione si sarebbero procurati degli attrezzi nuovi. Scoprì che anche Aurora ci andava, la mattina molto presto, quando la maggior parte dell'equipaggio era ancora in branda. La ragazza continuava a guadagnare punti.
Ma c'era un'altra sfida, assai ardua, che le riuscì di vincere e per cui Harlock non finiva di ammirarla: farsi benvolere dalle altre donne della nave. Appena queste, che non erano certo delle mammolette, capirono che Aurora non era una civetta e non aveva nessuna intenzione di rubare loro mariti e fidanzati, la presero in simpatia e la coinvolsero nelle loro varie attività extra lavorative tipicamente femminili. Quando si muovevano in gruppo per la nave facevano un gran casino, gli uomini le prendevano in giro, ma in realtà era come se la vita e l'allegria fossero tornate tra i vecchi corridoi dell'Alkadia.
I mesi passavano in fretta. Non si erano mai verificati episodi sospetti. Era chiaro ormai che Aurora era chi diceva di essere e non c'erano motivi di sospettare di lei.
Una sera Harlock rientrò al suo alloggio più tardi del solito. Aveva dovuto dirimere un po' di controversie di varia natura tra i suoi uomini, alcune francamente davvero stupide. Anzi, sembrava che si fossero messi tutti d'accordo per fargli perdere tempo. Aprì la porta distrattamente, pregustando già la sua solitudine, e restò impietrito sulla soglia. La stanza era illuminata dalla luce tremolante di mille candele. La tavola era apparecchiata in maniera elegante e sotto i lucidi coprivivande si intuivano sontuosi manicaretti. In alcuni angoli mazzi di fiori freschi spargevano un delicato profumo. Che diavolo stava succedendo?

Chi è là?” gridò, portando istintivamente la mano alla pistola.
Un'esile figura uscì dalla penombra, con una risata argentina.

Per carità, capitano, non mi spari! Sono io, Aurora.”
Harlock avrebbe voluto rimproverarla aspramente per essersi introdotta senza autorizzazione nei suoi spazi, che per lui erano sacri, ma le parole gli morirono sulle labbra.
Aurora era irriconoscibile. Lei, che aveva sempre visto in tuta o comunque vestita in modo sportivo, come un ragazzo, con i capelli sciolti e senza trucco, adesso indossava un abito da sera blu notte, lungo e leggermente scollato, semplice ma raffinato. Non portava gioielli, soltanto al collo una piccola mezzaluna di cristallo mandava bagliori azzurrognoli. I capelli erano raccolti sulla nuca in un elaborato chignon, da cui sfuggivano delle ciocche che le incorniciavano sapientemente il viso, appena truccato in modo che risaltassero ancora di più i suoi occhi incredibili, la pelle candida, le labbra perfette. In una parola, era bellissima.

Che cosa significa tutto questo?” fu quanto riuscì a dire, con un tono che voleva essere severo, senza riuscirci.
Buon compleanno, comandante”, rispose lei semplicemente.
E tu... lei... come fa a saperlo?” balbettò stupefatto.
Non ricordava quando aveva festeggiato il suo compleanno l'ultima volta. O meglio, li aveva sempre festeggiati, negli ultimi 15 anni, ma a modo suo, con una sbronza solitaria più pesante del solito.

Vogliamo accomodarci? - disse lei per tutta risposta – Altrimenti la cena si raffredderà.”
Suo malgrado, Harlock si sedette. Non sapeva bene come reagire. Si fosse trattato di chiunque altro, probabilmente l'avrebbe cacciato in malo modo. Ma con lei... con lei non poteva farlo, vestita così, poi! Decise di stare al gioco.
Aurora cominciò a scoperchiare le varie pietanze e a servirlo, con gesti rapidi e sicuri. Harlock era sbalordito: quelli erano tutti i suoi piatti preferiti! Come aveva fatto a scoprirlo? Nessuno sulla nave lo conosceva così bene. Cominciò a sentirsi inquieto, ma rispolverò l'uomo di mondo che era in lui e iniziò a mangiare e a conversare del più e del meno.

Chi ha preparato queste meraviglie? Non certo il cuoco di bordo! Ha assoldato uno chef senza dirmelo? Sarebbe una grave insubordinazione.”
No, stia tranquillo, nessuno chef clandestino! Ho cucinato tutto io.”
Harlock era sempre più impressionato.

E i fiori?”
Li ho fatti comprare l'ultima volta che abbiamo fatto rifornimento. Naturalmente non sono veri. Non avrebbero resistito fino a stasera. Ma adesso si trovano fiori artificiali che sembrano veri, anche nel profumo. Mi sono dovuta accontentare.”
Sono molto belli lo stesso.”
Il vino, il buon cibo, la dolce compagnia pian piano lo rilassarono.

Era tutto perfetto. Grazie, è stato un pensiero davvero gentile. Ma adesso mi deve dire come l'ha scoperto. Anzi, per favore, diamoci del tu. Un tempo tutti i membri del mio equipaggio mi davano del tu...”. Un'ombra di malinconia passò per un attimo nel suo sguardo.
D'accordo. E' semplice. Si trovano un sacco di notizie su di te, se sai dove cercarle.”
Tipo, dove?”
Ministero degli Interni terrestre e non solo, Polizia interplanetaria, Servizi segreti... quasi tutti hanno un dossier più o meno dettagliato su di te. Scoprire la tua data di nascita è stato uno scherzo. Poi ci sono gli archivi di giornali e riviste pettegole. Eri piuttosto popolare, nel bene e nel male, un po' di anni fa...”
Già, dimentico sempre la storia del pirata informatico. Purtroppo ora non potrò più tenere nascosta la mia vera età” scherzò.
La invitò a sedersi al tavolo vicino alla vetrata e tirò fuori da un armadietto il whisky delle grandi occasioni e due bicchieri.

C'è un'altra cosa che mi sono sempre chiesto in questi mesi. Com'è che una ragazza come te, fine, intelligente, colta, chiaramente di buona famiglia, diventa una fuorilegge?”
E' una lunga storia... sicuro di volerla sentire?”
Io non ho fretta...”
In realtà, avrebbe voluto che quella serata non finisse mai. Cosa gli stava succedendo? Cosa gli aveva fatto quella ragazza che aveva quasi la metà dei suoi anni?
Aurora iniziò a raccontare.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cap. 3 ***


Un po' di zucchero e peperoncino...

Non era mia intenzione violare alcuna legge. E' stata una sciocchezza, una leggerezza che mi è costata cara...”
Sì, cominciano tutti più o meno così...” disse Harlock con il tono di chi la sa lunga, unendo i polpastrelli.
Ma è vero! Avevo appena finito l'università, informatica, e stavo decidendo cosa fare da grande. Così stavo ancora al college, una sera ero al computer dell'istituto e per sfida ho provato a collegarmi a dei siti un po'... difficili... Insomma, senza volerlo devo aver violato qualcosa che scottava di brutto, quindi sullo schermo sono comparse delle strane scritte... insomma, mi aspettavo che da un momento all'altro le truppe d'assalto facessero irruzione nella stanza. Ma non successe nulla. Allora pensai che la cosa sarebbe finita lì, che non avrebbero potuto risalire a me, visto che avevo usato un computer pubblico, e me neandai a dormire. La mattina dopo mi telefonò mio padre e mi disse che la polizia era stata da lui e gli aveva chiesto dove fossi, cosa facessi e un mucchio di altre domande. Aggiunse che aveva cercato di stare sul vago, ma che non ci avrebbero messo molto a trovarmi. Voleva sapere che cosa avessi combinato, ma io in realtà non ne avevo idea. Mi prese il panico quando in rete scoprii che ero ricercata come una pericolosa hacker. Dovevo nascondermi, ma non sapevo dove, non potevo chiedere aiuto a nessuno... Alla fine mi sono rivolta agli unici che secondo me erano in grado di darmi una mano, cioè... altri hacker, visto che ero diventata mio malgrado una di loro!”
Harlock si stava divertendo un mondo, soprattutto per il modo in cui Aurora raccontava le sue avventure. Guardava con tenerezza le sue guance arrossate, gli occhi luccicanti, le piccole mani che gesticolavano.

Sono molto organizzati, sai, e si aiutano a vicenda. Sono stati loro a dirmi come muovermi, mi hanno indicato un rifugio temporaneo, dato dei documenti falsi e poi mi hanno consigliato di andare su Tortuga, in attesa che si calmassero le acque. Ma non mi sentivo a mio agio lì, ero spaventata, non sapevo che cosa fare... Poi per caso ho sentito parlare di te, dell'Alkadia, del fatto che presto sareste arrivati qui... Naturalmente sapevo già chi fossi, tutti lo sanno sulla Terra... e ho pensato, perché no? Il resto lo sai.”
Un giorno vorrai tornare a casa. Non mi sembri abbastanza pericolosa da essere ricercata per tutta la vita...”
E chi può dirlo? Mi sono resa conto che sto bene quassù, con voi... forse sono davvero una criminale...” sorrise.
E la tua famiglia? I tuoi genitori?”
Mia madre è morta quando avevo 18 anni e mio padre è un brav'uomo, ma si è risposato con una che mi detesta.”
Non riesco a pensare che qualcuno possa detestare una come te!”
Ma è così, non so perché. Ormai ero grande, non ero una marmocchia piagnucolosa, stavo al college, tornavo a casa raramente...”
Fidanzati?” buttò lì Harlock.
Uno, cioè, uno serio, ma ci eravamo già lasciati quando è successo tutto 'sto casino.”
Cos'è, Harlock, adesso oltre che ficcanaso sei anche geloso? - si rimproverò.
Restarono in silenzio per un po'. Aurora si alzò e si avvicinò al finestrone, contemplando lo spettacolo mozzafiato di miliardi di luci tremolanti. Lui non riusciva a staccarle gli occhi di dosso. Come guidato da una volontà che non era la sua si alzò e rimase in piedi accanto a lei, aspirando il lieve profumo che aveva sulla pelle.

E' bellissimo quassù” disse lei senza guardarlo.
Le parole che gli uscirono di bocca non gli sembrarono sue. Eppure non era mai stato così se stesso.

Tu sei bellissima” sussurrò.
La prese delicatamente per un polso, la attirò a sé, contro il suo petto.
Ok, se ti arrabbi e mi respingi hai ragione, ti lascerò in pace, ma se non ci provo nemmeno non me la perdonerò per tutta la vita!
Ma lei non si arrabbiò né lo respinse. Si lasciò stringere tra le braccia. Lui la baciò sul collo, vicino alla spalla, poi risalì pian piano, fino all'orecchio, da una parte e poi dall'altra, mentre le mani sui suoi fianchi sottili percepirono chiaramente i fremiti che la attraversavano. La ragazza alzò il viso verso di lui e gli sorrise, offrendogli le labbra, che lui contemplò per un lungo istante, prima di baciarle con un trasporto che non ricordava di avere mai provato. Cominciò ad accarezzarle la schiena, le spalle, sfiorò appena l'incavo del seno, facendola rabbrividire. Lei gli insinuò una mano tra i capelli, ricambiando con passione i suoi baci e le sue carezze. Poi lo prese per le mani e lo guidò lentamente, senza smettere di guardarlo in volto, verso il grande letto, che stava in un angolo a pochi metri da loro. Senza sapere bene perché, quel gesto lo mise in imbarazzo. Non ci aveva mai portato nessuna nel suo letto, sulla sua nave. Troppa intimità, troppo coinvolgimento.

Non dovrei essere io a dirlo, ma... non ti sembra che stiamo correndo un po' troppo?”
Lei rise di rimando.

Capitano, va bene che sei un uomo d'altri tempi, ma non ti sembra che stai esagerando?”
Come per togliere ogni dubbio sulle sue intenzioni, Aurora gli slacciò il mantello e lo buttò su una poltrona, poi si sciolse i capelli e lasciò scivolare a terra il vestito. La biancheria intima era di pizzo blu scuro ed evidenziava le sue forme perfette. Sexy ma di gran classe, pensò Harlock, mentre la ragazza lo aiutava a togliersi il maglione e cominciava a sfiorargli con le labbra l'ampio torace. Anche il resto del suo abbigliamento finì presto per terra, rivelando un seno ben proporzionato, alto e sodo, con i piccoli capezzoli rivolti all'insù, su cui l'uomo posò le mani estasiato. Si lasciarono cadere sul letto. Lui accarezzava la sua pelle liscia con la punta delle dita, come una stoffa preziosa che si ha paura di sciupare.

Sei così bella - mormorava quasi tra sé - e così giovane... troppo giovane...”
Fu ancora Aurora a trarlo d'impaccio. Si sollevò leggermente sui gomiti, premendo i seni contro il suo petto e stringendogli i fianchi tra le cosce, gesti che gli provocarono scosse elettriche in tutte le fibre del suo essere.

Guarda che sarò anche giovane – gli sussurrò all'orecchio – ma non sono mica illibata...”
La notizia, chissà perché, lo calmò, lo fece sentire, come dire, meno in colpa.

... e ti voglio, esattamente come tu vuoi me.”
Queste parole fecero saltare l'ultimo paletto nel suo cervello e Harlock si avventò sulla sua bocca e su tutto il resto, non desiderando altro che fondersi con il suo corpo e la sua anima. Quando fu dentro di lei, seppe di aver attraversato gli spazi siderali soltanto per questo, per poterla incontrare, per poterla avere.
Le scivolò accanto attirandola a sé. La ragazza appoggiò la testa sulla sua spalla e si strinse a lui. Si guardarono negli occhi e si sorrisero. Nulla sarebbe stato più come prima. Restarono a lungo in silenzio, ad ascoltare il battito dei loro cuori, il loro respiro, prima di perdersi ancora l'uno nell'altra, per il resto della notte.

Per il momento, chérie, è meglio non sbandierare troppo quello che è successo. Per il tuo bene, capisci? - Harlock odiò fare questo discorso, ma era davvero preoccupato per lei – Vedi, è gente un po'... rozza, potrebbero giudicarti male, prenderti in giro, pensare che faccia dei favoritismi, non so... è per proteggerti.”
Vuoi che me ne vada adesso?”
No, non voglio che te ne vada, se tu non vuoi.”
Aurora si accoccolò ancora al suo fianco e cercò di addormentarsi. Ma le veniva da ridere. Davvero Harlock era così ingenuo da credere che nessuno avesse capito, se non altro le persone che aveva dovuto coinvolgere per preparare la serata? Il cuoco di bordo, che le aveva comprato le provviste e messo a disposizione la cucina, i ragazzi che aveva bloccato il capitano per futili motivi per darle il tempo di allestire la messinscena, le donne che l'avevano aiutata a farsi bella. Loro poi non le avevano risparmiato le battute salaci. Sorrise al ricordo.

Ancora non abbiamo capito perché stai facendo tutto questo.” - commentava una mentre le acconciava i capelli.
Ve l'ho detto, voglio solo dimostrare al capitano la mia gratitudine per avermi accolta a bordo. In fondo non era tenuto a farlo...”
Gratitudine? Seee, a chi vuoi darla a bere, ragazzina?”
Tutte risero.

Comunque, tesoro – intervenne un'altra – se non riesci a portartelo a letto tu stasera, bella come sei, non ci riuscirà nessuna in tutto l'universo! E significa che il nostro capitano l'abbiamo perso per sempre, o è passato all'altra sponda!”
Si sprecarono poi i commenti sul suo “ascetismo”, sul fatto che era “a digiuno” da troppo tempo, o così pareva, e che quindi doveva prepararsi a un assalto con i fiocchi.
E in effetti...

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Cap. 4 ***


Quando Harlock si svegliò, lei non c'era più. Cara ragazza, mi ha preso alla lettera. Ma è davvero meglio così. Come avrebbero gestito la cosa d'ora in poi? Per il momento non voleva pensarci. Indugiò ancora a letto, perso nei ricordi della notte appena trascorsa, cercando di analizzare quello che provava. Non osava neppure pensare alla parola “felicità”. Lui e la felicità non si erano mai incontrati, anzi, avevano sempre fatto a pugni. Si chiese soprattutto perché lei avesse fatto tutto ciò. Per gratitudine? No, non le sembrava il tipo. E poi, se fosse stato per questo, si sarebbe offerta molto prima. Ha preso un'infatuazione per un uomo maturo? Per l'uomo “di potere”? In fondo lui era il suo capo. Capita spesso alle ragazze giovani. Ma di solito poi non dura a lungo.
Non aveva mai avuto tempo per l'Amore, lui. A parte la sua personale convinzione che le femmine di qualunque pianeta fossero fondamentalmente delle gran rompipalle, aveva la sua vita nomade, l'ebbrezza della libertà assoluta, le scorribande con gli amici: la sua vita era già piena così. Poi c'era stata la guerra, le fughe e le battaglie, la violenza e la paura. Infine, le delusioni, l'allontanamento delle persone care, in fondo tutta la sua famiglia, la perdita di Mayu... avevano trasformato per sempre la sua anima e il suo cuore in un deserto di ghiaccio. Non se lo meritava, lui, l'Amore. Quindi, finora, senza cedere troppo spesso agli amori mercenari, che non facevano per lui, si era limitato a storie di brevissima durata, quando ancora viveva sulla Terra, tanto tempo prima, o quando sbarcavano da qualche parte per rifornimento o altro. Non era difficile rimorchiare, lui piaceva alle donne. Ma era implicito che la relazione sarebbe durata al massimo qualche giorno, poi sarebbe ripartito. Alcune di queste gli avevano anche lasciato dei ricordi piacevoli, ma nulla di più. Per nessuna aveva mai desiderato cambiare vita, a nessuna aveva offerto di andare con lui. Non ci aveva mai neanche pensato.
Ma con Aurora era stato diverso. Perché? Perché era una brava ragazza, non un'avventuriera o una poco di buono come la maggior parte delle altre? Perché, oltre che bella, era anche intelligente, simpatica e per nulla rompipalle? O semplicemente perché era passato tanto tempo dall'ultima volta che era stato con una donna?
Frena, Harlock, frena, o qui rischi di farti male, molto male! O di farne a lei! Siete stati bene insieme, per ora limitati a pensare a questo. Aspetta a vedere che succede, prima di parlare di Amore. Che ne sai tu, dell'Amore? Ormai, alla tua età, probabilmente neanche lo sai più riconoscere!
Si chiese chi sarebbe venuto a portare via i resti del banchetto. Sistemò il letto in modo che non si capisse che non ci aveva dormito da solo e controllò che non fossero rimaste tracce di Aurora nella stanza. Dovevano tutti credere che avessero cenato insieme, e basta. Non voleva che nessuno pensasse male di lei.
Quando arrivò in sala comando, lei era già alla sua postazione, con la solita tuta e senza trucco. Quasi non lo guardò e lo salutò con un distaccato “Buongiorno capitano”.
Mi ha preso alla lettera davvero. O forse si è offesa?
Rimase sulle spine per un pezzo. Non si riconosceva più. In condizioni normali, neanche ci avrebbe fatto caso. Finalmente restarono soli e allora lei lo guardò e gli rivolse un luminoso sorriso, a cui lui rispose allo stesso modo. Si sentì sollevato.
Tutto bene, allora, non se l'è presa. E' davvero una ragazza speciale!
Aurora temeva che le amiche le avrebbero fatto il terzo grado e non sapeva come rispondere. Aveva deciso di negare tutto, raccontando che la serata era stata piacevole, ma senza risvolti. Le dispiaceva far fare... brutta figura al capitano, ma non voleva nemmeno venir meno all'accordo che aveva stretto con lui. Ma non fu necessario nessun interrogatorio.

Tesoro – le dissero le donne ridendo – non c'è bisogno che tu dica niente! Ti si legge in faccia, com'è andata!”
La ragazza questa volta arrossì violentemente.

Vi chiedo, per favore, che la cosa rimanga tra noi, per ora...”
Ma certo, cara! Hai tutta la nostra approvazione. E adesso almeno sappiamo che il nostro capitano non è diventato un monaco, per fortuna!”

La situazione era un po' surreale, in realtà. Durante il giorno, lei e Harlock si ignoravano. La sera, dopo aver cenato con l'equipaggio, lei andava nella sua stanza e passava la notte con lui, andandosene prima che tutti gli altri si svegliassero.
Ma ad Harlock non piaceva trattarla così, come una concubina. Allora qualche volta andava lui da Aurora, anche se la cabina della ragazza era molto meno confortevole della sua. Ma voleva anche conoscere qualcosa di più di lei, vederla nel suo ambiente, tra i suoi oggetti quotidiani. La stanza era ordinatissima e aveva il suo profumo. Una sera notò sulla scrivania alcuni disegni di ottima fattura. Molti lo ritraevano, in primo piano, a figura intera, di fronte, di profilo... Si commosse.

Sei brava con i computer, sai cucinare, sai disegnare... cos'altro?” le chiese baciandola con tenerezza.
Beh, lo hai sperimentato, cos'altro so fare, no?” sorrise maliziosa, slacciandogli la cintura.

INTERMEZZO

Dal diario di Aurora

E' successo. Ieri notte.
Sai già tutto quello che avevo architettato, ma non ero affatto sicura che avrebbe funzionato così bene. Non sapevo neanche se lui avrebbe apprezzato. In effetti, all'inizio mi è sembrato anche un po' risentito... avevo invaso il suo spazio privato senza autorizzazione, cosa che credo nessuno si sia mai permesso di fare, e lui è così solitario e geloso della sua privacy! Ma poi ha reagito bene ed è stato al gioco. Ho scoperto degli aspetti di lui che non avrei mai sospettato. Che sia un tipo intrigante, che trasuda fascino da tutti i pori, beh, lo sanno tutti, anzi, tutte. Ma si è rivelato anche un vero uomo di mondo, ottimo conversatore (strano, visto che di solito parla pochissimo!), colto, brillante e spiritoso, ma mai sopra le righe, mai inopportuno o invadente. Mi ha fatto sentire a mio agio per tutta la serata. Ha apprezzato tutto quello che avevo preparato. E naturalmente ha voluto sapere la mia storia. Poi... E' stato lui a cominciare. Mi ha attirato dolcemente a sé e ha cominciato a baciarmi, ad accarezzarmi, suscitando un'ondata di sensazioni che mi hanno quasi stordito. Ma nello stesso tempo percepivo una strana esitazione, una resistenza nella sua mente, perché il suo corpo... beh, quello diceva tutt'altro! Penso che la ragione fosse la mia giovane età, o la differenza di età tra di noi. Alla fine ho dovuto attirarlo io verso il letto. Non credo sia molto aggiornato sui costumi terrestri attuali, perché ha obiettato che forse stavamo correndo un po' troppo! Mi sono sciolta i capelli e lasciato cadere il vestito a terra, giusto per togliergli ogni dubbio sulle mie intenzioni. Il contatto con la sua pelle, con le sue labbra e le sue mani mi hanno tolto il fiato. Era evidente quanto mi desiderasse, ma si è lasciato andare veramente quando gli ho detto che non era la mia “prima volta”. Allora ho avuto la conferma che sotto quella sua corazza di ghiaccio si nasconde un oceano di fuoco. L'ardore di un ventenne ma con moolta più esperienza: in pratica, un connubio perfetto, un amante perfetto, dolce e deciso, generoso e attento.
In realtà, anch'io avevo paura. Ma solo di non piacergli, che lui mi trovasse una ragazzina insulsa, non all'altezza delle altre. E ci sono rimasta un po' male, quando mi ha detto che era meglio non fare sapere ancora di noi al resto dell'equipaggio. Per proteggermi, ha detto. Io ho fatto buon viso a cattivo gioco, forse ha ragione lui, forse è davvero preoccupato per me. Forse è un po' presto per definire quello che c'è tra noi.
E già, e se fosse venuto a letto con me solo perché sono giovane, non proprio da buttare e disponibile? In fondo quassù non deve avere molte occasioni e semplicemente, quando gli è capitata, non se l'è lasciata scappare... Soltanto il tempo lo potrà dire.

***

La sera dopo, quando tutti erano già andati a cena, lui mi ha appoggiato una mano sulla spalla e mi ha chiesto con una voce strana, quasi timida: “Verrai da me stasera?”. “Sì - ho risposto - se anche tu lo vuoi”. “Sì, per favore”. Così da allora, dopo aver mangiato con gli altri, lo raggiungo in camera sua e passiamo la notte insieme. Poi me ne torno nella mia cabina prima che il resto dell'equipaggio si svegli. Non so come lui pensi di mantenere clandestina una relazione in una comunità così ristretta. A mio modesto avviso, tutti hanno capito benissimo (secondo te, poi, le donne hanno tenuto il becco chiuso? Io ne dubito fortemente!), ma fanno finta di niente per rispetto a lui.
Ieri sera invece si è presentato lui alla mia porta e ha dormito da me. Mi ha fatto piacere, perché la mia stanza è più piccola, meno elegante, e io non ho né vini pregiati né altro da offrirgli, a parte me stessa. Penso che l'abbia fatto per dirmi che tiene a me, e forse anche per curiosare un po' nella mia vita, per vedere cose che nessun altro vede.

***

Mi è sempre più difficile nascondere le mie emozioni. Mi rendo conto che in pubblico sono esageratamente fredda con lui, e che questo sì potrebbe apparire strano agli occhi degli altri. Ma lo faccio per proteggerci. Ogni volta che i nostri sguardi si incrociano, mi sento avvampare, vengo travolta dalle sensazioni, dal ricordo delle sue mani dolci e sicure, del suo respiro su di me, dei miei seni tra le sue labbra... devo fare un enorme sforzo per cacciare queste immagini e concentrarmi sul lavoro.

***

Mi sembra che vada sempre meglio tra noi, anche se non saprei come definire la natura del nostro rapporto. Non è solo sesso, per quanto strepitoso, perché in realtà parliamo anche molto (non c'è un gran che da fare nello spazio: non si può, che so, andare al cinema o a passeggiare in un parco, come farebbe una coppia normale sulla Terra, per conoscersi meglio) e lui è sempre molto gentile e premuroso. Ma non capisco che cosa provi realmente per me. Io invece lo so da tempo, che cosa provo per lui, e ne ho la conferma ogni giorno. Per questo non posso accontentarmi. Io voglio tutto di lui: corpo e anima, mente e cuore.

Harlock rimase spiazzato quando Aurora gli propose una vacanza, soltanto loro due. Una vacanza?!? Lui solo con una donna, senza la sua ciurma, lontano dalla sua astronave?
La ragazza dovette intuire qualcosa, perché specificò “soltanto qualche giorno”. Harlock si pentì immediatamente dei suoi pensieri. Perché no? Poteva anche rivelarsi una esperienza piacevole, anche se lui non era il tipo da non fare nulla dalla mattina alla sera. Bisognava però organizzare la cosa senza destare sospetti. Aurora avrebbe voluto dirgli che tanto tutti avevano mangiato la foglia da un pezzo, ma non osava. Scelsero un piccolo sistema di pianeti, ognuno dei quali riproduceva artificialmente un ambiente terrestre dove, secoli prima, gli umani andavano in vacanza: isole tropicali, alte montagne con piste da sci, laghi, città d'arte, ecc. ecc.. Molti di quei luoghi ormai non esistevano più, distrutti dalle guerre, da eventi naturali o dall'incuria degli uomini, che non avevano saputo proteggerli dal degrado. Soprattutto, era un posto turistico dove nessuno faceva domande.
Harlock comunicò all'equipaggio che si sarebbero presi tutti una settimana di vacanza e che ognuno poteva scegliere il pianeta che più gli piaceva. L'importante era che ci fosse sempre qualcuno, a turno, a far la guardia all'Alkadia. Ci furono manifestazioni di giubilo sfrenato. La maggior parte scelse il pianeta chiamato “Il Paese dei Balocchi”, dove si trovava ogni tipo di divertimento, dalle sale da gioco alle discoteche, dai centri commerciali ai ristoranti, ai locali più … equivoci. Il capitano non disse dove sarebbe andato lui, ma specificò che sarebbe stato sempre raggiungibile per qualsiasi problema. Nell'eccitazione della novità, nessuno fece caso a dove si diressero lui e Aurora (o forse fingevano soltanto). La ragazza aveva espresso il desiderio di andare al mare. Anche a lui non dispiaceva l'idea, quindi si recarono a “Eden”, le isole esotiche simili alle Maldive, sulla Terra ormai da tempo sommerse dall'oceano.
Harlock le sorrideva, mentre guidava la navetta verso la loro destinazione, ma in realtà era inquieto. Aveva letto da qualche parte che le vacanze mettono alla prova molte coppie, che spesso dopo si lasciano. Non aveva paura di Aurora, sapeva che con lei non ci sarebbero stati problemi. Ma temeva che LEI scoprisse quanto LUI in realtà fosse strano, che lì, da soli, emergesse con troppa evidenza la sua natura solitaria e oscura, mentre Aurora faceva onore al suo nome, essendo così solare.
Il loro alloggio consisteva in una specie di capanna, ma dotata di ogni comodità, sulla spiaggia, a pochi metri dal mare cristallino, abbastanza distanziata dalle altre, il che soddisfaceva la sua propensione all'isolamento, perché non era costretto a socializzare con gli altri ospiti del villaggio. Aurora era felice come una bambina. Non lo forzava a fare nulla ed era molto indipendente. Lo faceva ridere. Non si turbava minimamente per i momenti in cui lui si abbandonava alle sue cupe malinconie, pochi, per la verità, meno del solito. Non protestò nemmeno quando, a metà vacanza, la lasciò sola qualche ora per fare un blitz a sorpresa sull'Alkadia, a controllare che le sue disposizioni fossero state seguite, e anche perché non riusciva a stare troppo a lungo lontano dalla sua adorata nave. Per il resto, Harlock si rilassò e si accorse che tutto sommato non era così male oziare al sole, andare in barca, nuotare in mare al chiaro di luna per poi finire a fare l'amore sul bagnasciuga. Era bello non doversi nascondere, poter vivere insieme in modo normale. Si sorprese a confidarle cose che non aveva mai raccontato a nessuno. Aurora lo ascoltava attentamente e qualche volta si permetteva, con molto tatto, di dire la sua, e lui restava ogni volta stupito di quanto quella ragazza fosse matura per la sua età.

Quando tornarono sull'Alkadia, erano più uniti che mai. Harlock non poteva più sfuggire alla realtà: giusto o sbagliato che fosse, si era innamorato di lei. Si sentiva un pazzo, un incosciente, a tratti anche un vecchio marpione che si approfittava di una ragazzina. Ma l'amava. Era come se la sua anima avesse finalmente trovato casa, un luogo dove fermarsi. Non gli importava più né che cosa pensassero gli altri né come sarebbe andata a finire. In fondo, non lo sa mai nessuno, no?
Occorreva prendere una decisione. Occorreva dirglielo. E qui sudava freddo solo all'idea. Lui era sempre stato una frana a esternare i propri pensieri, figuriamoci i propri sentimenti! Preparò una serie di discorsi e fece le prove davanti allo specchio. Un vero disastro. Decise allora di improvvisare al momento.
Le parole gli uscirono di bocca così, naturalmente, una sera che l'aveva raggiunta nella sua cabina, tenendola stretta tra le braccia, molto stretta, perché il letto era piccolo.

Aurora, io ti amo” disse semplicemente.
Anch'io ti amo, Harlock” disse lei altrettanto semplicemente.
Lui le prese il viso tra le mani e la baciò a lungo.

E voglio che lo sappiano tutti. Voglio che tutti sappiano che sei la mia donna, pensino pure quello che vogliono”.
Guarda che l'hanno capito tutti da un pezzo!”
Harlock rimase a bocca aperta.

Ah! Dici? E non hanno fatto commenti, protestato... E poi tu come fai a saperlo?”
Perché avrebbero dovuto protestare? Sono molto migliori di quello che pensi, e ti sono molto affezionati, ti seguirebbero anche all'inferno.”
Poi divenne improvvisamente seria.

Prima devi sapere una cosa di me. Una cosa molto importante.”
Ahi, lo sapevo che era tutto troppo bello per essere vero.

Non mi chiamo Aurora.”
Ah, no? Peccato, mi ero affezionato a quel nome. Ma che significa questa storia?

Proprio non mi riconosci, Harlock?
Le sue dita gli sfiorarono delicatamente una guancia, mentre il suo sguardo si velò per un attimo di tristezza.
E già, e come potresti riconoscermi, povero capitano?

Sono io. Sono Mayu”.

**********

Ecco, la bomba è lanciata.

Capito adesso il perché del “politicamente scorretto”?

E adesso sono pronta per essere scotennata!

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Cap. 5 - Epilogo ***


Harlock balzò fuori dal letto come punto da uno scorpione.
Che cosa dici? Che cazzo stai dicendo!?! Non osare pronunciare quel nome davanti a me!”
Come diavolo faceva a sapere quella di Mayu? Era l'unico argomento di cui ancora non le aveva parlato. Un'altra diavoleria da hacker? Nessun altro su quella nave ne era a conoscenza. Era un dolore segreto sigillato nel suo cuore. La rabbia gli artigliava la gola, facendolo balbettare. Nere nubi di tempesta si stavano addensando minacciose nel suo occhio nocciola. Cominciò a rivestirsi.
La ragazza non si scompose. Aveva previsto quella reazione. Lo guardava in silenzio, aspettando che assorbisse il colpo.

Non puoi essere lei! Il colore dei capelli è diverso...”
Mai sentito parlare di tinte per capelli?”
E anche gli occhi! Lei non ha gli occhi blu.”
Nemmeno io.” Si tolse le lenti a contatto, rivelando degli occhi castani, con riflessi dorati, simili, troppo simili, pericolosamente simili a quelli di Mayu.
La rabbia cominciò a cedere il posto all'orrore. Ma cercò di razionalizzare. Ci sono miliardi di donne con gli occhi castani.

Non ti credo! Adesso mi dirai chi sei veramente e cosa significa questa sceneggiata di pessimo gusto!”
Si sentiva crollare il mondo addosso. Si era illuso di poter essere finalmente felice e tutto gli si stava sgretolando in mano nel peggiore dei modi. Non aveva mai alzato le mani su una donna, ma questa volta dovette fare uno sforzo sovrumano per trattenersi. Un dolore sordo gli opprimeva il petto. Come poteva quella colpirlo con tanta noncuranza nel suo punto più debole? Come aveva potuto tradirlo e ingannarlo così? E soprattutto, perché? PERCHE'? Doveva capire, poi, con la morte nel cuore, avrebbe rispedito quella donna da dove era venuta.
Aurora (Aurora?) si alzò, indossò una vestaglia e tirò fuori dall'armadio una piccola valigia. La aprì e dal doppio fondo trasse qualcosa. Poi si girò verso di lui, che la guardava torvo, e gli porse delle fotografie. Erano delle immagini di Mayu, da sola, con lui, con i vecchi amici dell'Alkadia, con i bambini dell'istituto. Erano un po' stropicciate e sbiadite, insomma, sembravano proprio autentiche, non delle copie recenti. La ragazza non gli diede il tempo di parlare. Gli porse questa volta dei disegni fatti da una mano infantile. Lui riconobbe anche quelli. Poi gli mostrò un piccolo oggetto: l'ocarina che Mayu portava sempre con sé. Era un po' scheggiata, anche quella sembrava originale. Sul retro era incisa una data.
Sul volto di Harlock si alternavano sorpresa, dolore, paura.

Come hai avuto queste cose?”
Sono mie. L'ocarina me la regalasti tu, anzi, l'avevi fatta tu. Per il mio settimo compleanno. Vedi, c'è la data dietro...”
Questo non prova nulla. Potresti averle rubate o trovate chissà dove... Potresti aver conosciuto Mayu, magari all'istituto, e lei potrebbe averti raccontato la sua storia. Potresti aver trovato delle informazioni da qualche parte, visto che sei un'hacker.”
Informazioni come questa?” - lo sfidò lei. Gli tolse dalle mani l'ocarina e cominciò a suonarla. A suonare quella melodia, la melodia di Mayu.
La ragazza gli mostrò anche una piccola cicatrice sul ginocchio, che lui non aveva mai notato.

Te la ricordi questa? Me la sono fatta cadendo dall'altalena quando avevo 5 anni. Mi ero tagliata e usciva un sacco di sangue, tu eri spaventatissimo e mi hai portato al pronto soccorso, dove mi hanno dato i punti, e dopo tu mi dicesti che ero una bambina molto coraggiosa e un giorno mi avresti ingaggiato sulla tua nave... Devo continuare? Quella volta che...”
Harlock alzò la mano per farla tacere. Aveva il volto inondato di lacrime. Si rese conto che, se Aurora avesse mentito, sarebbe stato orribile e crudele, ma se avesse detto la verità... sarebbe stato pure peggio.
Volle metterla alla prova. Le chiese particolari che soltanto la vera Mayu poteva sapere, fatterelli che non potevano essere in nessun dossier di nessuna polizia segreta. La ragazza non ne sbagliò uno. Adesso Harlock non era più arrabbiato. Era angosciato e inorridito. Ma non voleva arrendersi.

Come fai a sapere queste cose? Te le ha raccontate lei? Quando l'hai conosciuta? E dov'è adesso?”
Sono qui, davanti a te. Perché dovrei mentirti? Perché dovrei fingermi lei e rischiare di rovinare tutto?”
Già, perché?

Non lo so! L'universo è pieno di pazzi!”
Ti sembro pazza?”
Harlock scosse la testa, ancora incapace di credere alla realtà dei fatti, a cui sentiva di non poter più sfuggire. La verità si stava delineando in tutta la sua crudezza. Avrebbe dovuto essere felice di averla ritrovata sana e salva dopo tanto tempo. Ma subito dopo nella sua mente si creavano delle immagini terribili, in cui quello che c'era stato tra lui e Aurora si mescolava al ricordo di Mayu bambina. Si sentiva soffocare. Uno strano senso di nausea gli attanagliò lo stomaco. La voce di lei lo strappò per un momento da questi atroci pensieri.
"Sono 15 anni che non hai sue, anzi, mie, notizie, vero?”
Harlock annuì.

Non sei contento di avermi ritrovato?”
Harlock annuì di nuovo, ormai vinto. La voce gli uscì a fatica, stanca, svuotata.

Ti ho cercata, ti ho cercata tanto. Ero disperato...Avevo giurato di prendermi cura di te fino alla morte, ma ho fallito. Non me lo sono mai perdonato... ma che cosa è successo?”
Quando le cose hanno cominciato a mettersi davvero male, laggiù, l'istituto è stato evacuato e noi bambini siamo stati portati al sicuro, ma in posti diversi, fino alla fine delle ostilità. Ma a quel punto c'era una gran confusione, gli archivi dell'orfanatrofio erano andati distrutti, la direttrice non si sapeva che fine avesse fatto. Alla fine le autorità hanno predisposto la nostra adozione. Io sono stata assegnata a una coppia...”
Lo sguardo di lui si addolcì per un breve istante.

Sono stati buoni con te? Sei stata bene con loro?”
Sì, sono stati molto buoni, mi hanno cresciuta come se fossi davvero figlia loro.”
Harlock parve sollevato.

Almeno hai avuto una vera famiglia, hai potuto avere possibilità che io non avrei mai potuto darti.”
Sì, mi hanno voluto bene, ma tu mi mancavi, mi mancavi da morire. Avevo paura per te, quindi non ho mai detto a nessuno il mio vero nome, ho detto di chiamarmi Aurora. Non volevo che qualcun altro si servisse ancora di me per farti del male, come era già successo in passato...”
E poi? Perché hai deciso di venirmi a cercare? Ormai avevi la tua vita...”
Perché non ho mai smesso di pensare a te. Non potevo guardare il cielo e le stelle senza aver voglia di piangere. Non potevo rassegnarmi all'idea di non rivederti più. Con il tempo ho capito che i miei sentimenti per te erano cambiati. Io ti amavo, Harlock. E dovevo trovarti, a qualunque costo. O almeno provarci, o non mi sarei data pace.”
Lui batté un pugno sul tavolo.

E quindi hai pensato bene di architettare tutto questo! Perché? Non potevi semplicemente dire subito la verità? Ti rendi conto di che cosa mi hai fatto? E di che cosa mi hai fatto fare?”
Che cosa hai fatto? Non mi hai mica stuprato!”
Mi sento come se fosse così!”
Non potevo dirti la verità, se volevo avere anche solo una possibilità che tu ti innamorassi di me. Altrimenti tu non mi avresti mai guardato con occhi diversi, avresti sempre visto una bambina, la bambina che non sono più da tanto tempo. Lo so che non è stato nobile tutto questo, ma non volevo rischiare. Perdonami.”
I tuoi genitori ti avevano affidato a me! Io ti ho fatto da padre... e poi ti ho buttata su un letto, sul mio letto. Hai anche solo una vaga idea di come mi sento in questo momento?”
Lei scosse la testa.

No, tu non mi hai fatto da padre. Ci hai provato, ce l'hai messa tutta, ma quanto tempo abbiamo passato effettivamente insieme, quando ero piccola? Non è colpa tua, eri ricercato, sempre in pericolo, poi è scoppiata la guerra con le mazoniane... Avevi una missione da compiere, e io sono sempre stata fiera di te per questo, e grata per aver salvato la Terra. Ma non ti ho mai visto come un padre, e nemmeno come uno zio. Eri un amico, il gigante buono che sarebbe venuto a salvarmi anche agli estremi confini dell'universo. E poi mi sono resa conto che in realtà ero innamorata di te.”
Come, se non ci vedevamo da anni? Mi avevi idealizzato. Inseguivi un sogno da adolescente...
Certo, potevo sbagliarmi, credi che non l'avessi messo in conto? Ma ora sono sicura che non è così! Ciò che ho vissuto in questi mesi e soprattutto nelle ultime settimane non è un sogno da adolescente, l'uomo che ho ritrovato non è un sogno da adolescente, e quella che tu hai stretto tra le braccia non è un'adolescente, nel caso non te ne fossi accorto!”
Ma io ho quasi il doppio dei tuoi anni!”
Non mi pare che questo fosse un problema per te, fino a poco fa!”
Touché.

Ho provato ad avere dei ragazzi, anche un fidanzato vero. Te l'ho detto, no? Una bella persona, mi voleva bene davvero. Ma quando ero con lui pensavo sempre a te, lo abbracciavo ed era te che vedevo... Non potevo andare avanti così. Così l'ho lasciato e ho deciso di partire alla tua ricerca. Lo so che ho rischiato, non sapevo chi avrei trovato, se tu fossi cambiato, se fossi addirittura ancora vivo... Ma dovevo farlo.”
E se io non avessi ricambiato i tuoi sentimenti? Che cosa avresti fatto?”
Non lo so, forse me ne sarei fatta una ragione e sarei tornata a casa, forse sarei comunque rimasta qui pur di starti accanto... Ci avrei pensato al momento.”
E la storia dell'hacker? Una palla anche quella? Non che abbia importanza, tra tutte quelle che hai raccontato questa è la meno grave.”
Oh no, quella è vera! Cambia solo la causa: è cercando informazioni su di te, per avere un punto di partenza, che ho violato qualche archivio segretissimo e mi sono messa nei guai. Ma è stata anche la mia fortuna, perché è su Tortuga che ti ho ritrovato. E ho definitivamente capito che sei l'uomo della mia vita!”
No, questo non è possibile.”
Aurora/Mayu si allarmò.

Perché no? Hai detto che mi ami, e anch'io ti amo. Non sei mio parente e io sono un'adulta adesso. Qual è il problema?”
Mi hai ingannato. Come posso fidarmi di te?”
Te l'ho già spiegato perché ho dovuto farlo. Non ti mentirò mai più, te lo giuro! Avrei potuto anche non rivelarti mai la verità, tu non l'avresti mai saputo e tutto sarebbe andato bene, ma avevo deciso fin dall'inizio che ad un certo punto ti avrei parlato, anche se sapevo che ti avrei ferito e che mi sarebbe potuto costare caro.”
Harlock fissava nel vuoto, accigliato. Che cosa avrebbe dovuto fare? Cacciarla, dopo che l'aveva cercata per anni? Continuare la loro storia come se non fosse successo nulla? Non ce l'avrebbe mai fatta.
La ragazza si inginocchiò davanti a lui.

Senti, la vita non è stata molto generosa con noi. Credo che ci meritiamo un po' di felicità adesso, no?”
La guardò.

No, non a questo prezzo.”
Prezzo? Quale prezzo? Senti, mio padre è morto che ancora non camminavo, mia madre ha pensato bene di abbandonarmi subito dopo per seguire un cadavere nello spazio e tu non hai trovato niente di meglio che mollarmi in un orfanatrofio. Qualunque sia questo “prezzo”, ti assicuro che io l'ho già pagato, e con gli interessi!”
Come fai a sapere di tua madre? Io non ti ho mai raccontato questo!”
Te l'ho detto, si trovano un sacco di informazioni, se sai dove cercarle. Vedi, anche tu mi hai mentito! Siamo pari!”
Ma... che c'entra? Eri una bambina, come facevo a dirti la verità? Forse l'avrei fatto, quando fossi stata in grado di capire...”
Lasciamo perdere, ormai è passato tanto tempo...”
Vuoi farcela pagare - la interruppe - E' per questo, ti vuoi vendicare perché pensi che ti abbiamo abbandonata, e io sono l'unico rimasto...?”
Vendicarmi? Ma che dici? Io ti sto dando un'altra possibilità, non capisci? Tu hai la possibilità di rendermi felice d'ora in poi. Non stiamo facendo male a nessuno! A chi vuoi che importi se stiamo insieme? E poi, qual è l'alternativa?”
Harlock non aveva mai pensato a quanto Mayu potesse aver sofferto nella sua infanzia, a quanto si fosse sentita sola, di fatto abbandonata. Ma in quel momento vedeva soltanto il suo cuore spezzato, il suo orgoglio ferito, la sua vergogna, il suo sogno infranto.

Non puoi stare qui. Ti procurerò altri documenti falsi e ti riporterò sulla Terra o dove vuoi tu. Trovati un bravo ragazzo, sposalo, sii felice e dimenticami. E' meglio così per tutti e due, credimi.”
Cercava di essere freddo, razionale. Non capiva nemmeno lui perché si stava comportando così. Non sapeva perché non riusciva a passarci sopra. Quello che lei diceva era vero: erano due adulti, non erano parenti e si amavano. Si stava condannando da solo all'inferno, a un dolore e a una solitudine eterni. Perché non darsi una chance? Adesso era sconvolto, ma magari con il tempo si sarebbe abituato all'idea.
Mayu cominciò a piangere a dirotto. Quel pianto gli aveva sempre straziato l'anima, ma non ora.

No, ti prego, non mandarmi via! Io non ho nessuno, questa è sempre stata la mia unica vera casa! Se non mi vuoi più, non importa, me ne starò a lavorare in cucina e non mi vedrai neanche, ma ti prego, non lasciarmi ancora da sola! E poi tu mi hai sempre detto che qui c'è lo spirito di mio padre. Non hai il diritto di separarmi da lui!”
Sul viso di Harlock si dipinse un'espressione di orrore peggiore delle precedenti. Tochiro! Come aveva potuto scordarlo? Il suo amico non lo aveva rimproverato quando aveva perso Mayu, ma adesso? Possibile che nemmeno lui avesse capito chi era davvero quella ragazza? Se non lo sapeva prima, lo sapeva però sicuramente adesso! Si sentì un essere ignobile. Tochiro l'aveva visto fare l'amore con sua figlia! Si può immaginare una situazione più imbarazzante? Doveva assolutamente parlargli!
Si precipitò nella sala del grande computer, l'anima, il cuore pulsante dell'Alkadia.

Amico mio, ora sai quello che è successo. Sai anche che io non potevo immaginare chi fosse in realtà Aurora e di chi in realtà mi stavo innamorando. Ma ti chiedo ugualmente perdono. Ti giuro che ora che lo so non la toccherò più. Dimmi solo che se devo lasciarla qui, accanto a te, o è meglio che viva la sua vita sulla Terra o dove lei vorrà...”
Il computer si animò e cominciò a emettere i tipici suoni e luci, comunicando con il suo linguaggio segreto, che solo Harlock capiva. E quello che gli disse lo lasciò stupefatto.

Non riesco a pensare a un uomo migliore accanto a mia figlia. Sii felice con lei”.

Glielo ripeté due volte, dopodiché si spense, mettendo chiaramente fine alla “conversazione”.
Harlock tornò sui suoi passi frastornato. Non poteva aver capito male, in tanti anni non era mai successo, e poi Tochiro aveva detto quella frase 3 volte. E se avesse ragione lui? Se le sue fossero solo fisime, inutili scrupoli morali? Voleva andarsene in camera sua ad affogare quell'incubo nel whisky, ma le gambe lo portarono davanti alla camera di Mayu. Dopo un attimo di esitazione, entrò. Lei si era assopita sul letto, con il viso ancora bagnato di lacrime. In preda a sentimenti contrastanti, si sdraiò accanto a lei, la strinse tra le braccia.

Dammi tempo – le sussurrò – Dammi solo un po' di tempo.”
La ragazza aprì gli occhi e sorrise, senza che lui se ne accorgesse.

Grazie, papà... sapevo che avresti risposto così... sono o non sono l'hacker più in gamba dell'universo?

 

*****

Grazie a chi mi ha seguito e buon anno a tutti!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1484323