Kiori

di Kira Kinohari
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prospettive per l'anno futuro ***
Capitolo 2: *** Il ritorno di un amico ***



Capitolo 1
*** Prospettive per l'anno futuro ***


Kiori entrò in classe con il solito sorriso splendente sul volto, salutò i suoi compagni e si diresse verso il suo banco. Appese ordinatamente la cartellina al fianco destro e prese quaderno e penna giusto in tempo prima di vedere le sue due migliori amiche arrivare di corsa e frenare appena in tempo, prima di distruggere il suo banco.

<< Buongiorno ragazze! >> disse.

<< Ciao Kiori, hai già sentito il pettegolezzo del giorno? >> chiese Sashi.

Come al solito la sua divisa scolastica era personalizzata da molti fiocchetti, d'altronde voleva fare la stilista e aveva le sue idee sulla moda, idee che cercava di inculcare anche alle sue due amiche. Lei era la bionda con due grandi occhi neri, esuberante, forse un po' superficiale, ma sempre pronta a darti una mano, sempre pronta a combattere per una causa secondo lei giusta.

<< No, ovviamente. Sono appena arrivata. >> rispose la ragazza con corti e ribelli capelli rossicci.

<< Ahi, ahi, ahi. >> fece Nya, muovendo i suoi lunghissimi capelli neri a destra e sinistra, facendo oscillare anche i suoi grossi occhiali neri.

<< Pensate di mettermi al corrente o di aspettare ancora un po? >>

La bionda la guardò per un attimo, talmente intensamente da poter quasi sentire il contatto. Si apprestava a dirglielo, quando il rumore stridente dell'altoparlante che veniva azionato riempì ogni aula dell'istituto Sakura.

<< Cari ragazzi, è la vostra preside che vi parla, vi auguro una buona giornata di lezioni come sempre. Ricordatevi le autorizzazioni per la gita di fine anno da presentare entro domani alla segreteria! >>

Lo stridio terminò, segno che sarebbero iniziate le lezioni. Sashi fece un segno con le mani alla sua amica "Ti spiego dopo", voleva dirle, anche se il dopo sarebbe stato effettivamente molto lontano.

Passate le prime quattro ore, quando finalmente ci sarebbe stata una pausa pranzo di trenta minuti, il professore di storia antica entrò in classe.

<< Signorina Mihozume, la preside vuole vederla. >>

L'intera classe, a quell'affermazione, era rimasta ammutolita. Tutti sapevano quanto Kiori Mihozume tenesse alla sua media scolastica, quanto fosse esigente per se stessa e per la sua famiglia, quanto fosse orgogliosa, quanto voleva puntare in alto nella sua vita. Tutto questo avrebbe significato nessun richiamo dalla preside. Ora erano tutti scioccati dalla questione.

Kiori si alzò in silenzio, preoccupata. Guardò le sue due migliori amiche per un attimo, poi uscì dalla stanza con un sottofondo di mormorii confusi.

La rossa fece il percorso verso la presidenza con una sorta di peso sul cuore, un peso che le faceva quasi mancare l'aria. Non poteva spiegarsi in nessun motivo questo richiamo.

Respirò profondamente prima di bussare alla porta della Preside Sashumi, poi, con il suo permesso, entrò.

<< Oh, eccoti Kiori. Ti stavo aspettando. >>

<< Buongiorno signora Sashumi. >>

<< Siediti pure cara, >> disse la preside ottenendo subito ciò che voleva, << Ti ho chiamata qui per darti una buona, anzi, ottima notizia. Tu sai bene che questa scuola, una volta, quando la crisi ancora non ci aveva toccati, era famosa per l'assegnazione di una particolare borsa di studio. Ecco, dopo otto anni di sforzi e sacrifici possiamo dire di poter assegnare nuovamente questa occasione ad uno dei nostri studenti, naturalmente al più meritevole, ovvero tu. >> la bellissima ed attraente donna di quarantanni che le stava di fronte si fermò un attimo per bere un sorso d'acqua e per far sì che le sue parole venissero intese dalla ragazza che stava osservando la sua preside con una sorta di espressione vacua. Sembrava che si sentisse quasi male.

<< Va tutto bene? >>

<< Certo. Solo, non capisco perchè proprio io. >> rispose a bocca asciutta.

La preside le versò un bicchiere d'acqua, poi continuò a parlare.

<< Abbiamo scelto te perchè sei una delle studentesse più brillanti, una delle studentesse che ha passato il test d'ingresso e quello della fine dell'anno con il risultato migliore. Insomma, Kiori, considerate la tua media scolastica, la tua età e le tue capacità, possiamo asserire che tu sei la più meritevole per questo progetto che riguarda, come già sai, un anno di studio tutto pagato in una delle scuole della capitale, ancora non abbiamo ricevuto conferme dalle scuole con cui ci siamo messi in contatto, ma speriamo che al più presto tutto sarà risolto. Tu dovrai solo tornare questo pomeriggio con i tuoi genitori, pensi di poterlo fare? >>

<< Certamente. >> rispose lei.

<< Perfetto, allora ci vediamo più tardi. >>

<< Sì. La ringrazio signora Sashumi. >>

 

Quando tornò in classe tutti la stavano aspettando, tutti intorno al suo banco, vuoto. Fortunatamente per lei, le sue due migliori amiche erano delle toste, quindi riuscirono a far sgombrare il campo e a proteggerla da varie domande di curiosi.

<< Bene, raccontaci tutto. >> le sue amiche non stavano nella pelle, erano decisamente curiose di sapere cos'era successo.

<< Non c'è molto da raccontare, andrò a studiare un anno nella capitale, mi hanno dato la tanto agognata borsa di studio. >>

<< Non.Ci.Posso.Credere. >> dissero le due amiche all'unisono.

Si diedero appuntamento all'uscita, dopo le ultime due ore di scuola, per eventuali dettagli. Così Kiori raccontò loro tutto quello che la preside le aveva detto, risero insieme e piansero anche perchè già pensavano a quanto sarebbero state lontane, ma in generale si promisero che la loro amicizia non sarebbe finita mai. Soprattutto non dopo tutto quello che avevano passato, insieme. E con questo pensiero si avviarono ad accompagnare Kiori a casa, come sempre facevano al ritorno da scuola.

Il caldo di Giugno era fastidioso, ti si appiccicava sulla pelle e ti rimaneva addosso per tutta la giornata, o almeno finché non ti facevi una doccia. Allora ti lasciava per poi tornare più accanito di prima.

<< Domani come ci vestiamo? >>

<< Perchè? >> chiese Kiori.

<< Naturalmente perchè è l'ultimo giorno dell'anno! >> rispose Nya, con fare saccente.

<< Oh, cavolo. L'avevo dimenticato! >>

<< Ecco, tu dimentichi tutto! >>

<< Ehi, aspetta un attimo! In realtà sei tu che ti sei dimenticata di dirmi ciò che volevi dirmi questa mattina. >>

<< Che frase contorta! >> continuò Nya

<< Hai ragione! >> rispose Sashi.

<< E quindi? >>
<< Beh, hai presente Jiro? >>

<< La ragazza di Coito? >>

<< Esattamente... Beh, è incinta. >> disse Sashi lasciando muta la sua amica.

Le altre due iniziarono a scusarsi, guardandola preoccupata, perchè oltre ad ammutolirsi ora aveva anche uno strano sguardo, guardava ipnotizzata un punto fisso davanti a lei. Anche Nya e Sashi si voltarono verso l'oggetto dell'attenzione dell'amica, e videro un ragazzo biondo che la guardava supplichevole.

<< Kiori, possiamo parlare? >>

<< No. >> rispose lei con decisione prima di sorpassarlo ed entrare in casa, salutando le sue amiche dalla veranda.

In casa si stava molto meglio, fortunatamente i suoi genitori avevano installato un sistema di condizionatori che riscaldavano o raffreddavano la casa al punto giusto in ogni stagione.

<< Kiori! >> urlò la madre dalla cucina. << Signorina, mi ha chiamata la tua preside, cos'hai combinato? >>

<< Nulla di brutto. >> rispose lei, entrando in cucina e andando ad abbracciare i suoi genitori. << Ho vinto una borsa di studio, e la signorina Sashumi vi vuole parlare nel pomeriggio. Io credo di non riuscire a venire... ho la lezione di hip-hop e la valutazione di fine corso! >>

La ragazza corse immediatamente al piano superiore, nella sua stanza posò la cartella della scuola, si mise un paio di jeans ed una canotta, poi preparò la borsa di danza. Tutto questo in dieci minuti, avrebbe dovuto aspettare ancora un'ora prima di uscire di casa.

Il telefono squillò un paio di volte, lei non se ne accorse, sovrappensiero, poi guardò l'apparecchio e lesse che aveva ricevuto molte chiamate perse, tutte della stessa persona.

<< Kiori scendi, è per te. >> urlò suo padre.

Ad aspettarla al piano inferiore c'era un ragazzo biondo, si vedeva anche a distanza che era più grande di lei, si vedeva anche che aveva qualcosa da farsi perdonare un po' per il mazzo di rose che teneva tra le mani, un po' per lo sguardo triste, quasi da cane bastonato che gli aleggiava sul volto.

Kiori rimase ad ascoltare i soliti “mi dispiace”, i soliti “sono cambiato”, poi rispose che non aveva più nulla a che fare con lui, che tra loro era una storia chiusa, che non sarebbe mai tornato come prima, perchè lei era stanca di stare ad ascoltare tutte le sue bugie, tutte le sue storie ben architettate, lei era stanca, voleva essere padrona della sua vita, non schiava di un uomo che non sapeva rispettarla. Detto questo tornò in casa, il padre era seduto sulla poltrona e rideva soddisfatto, naturalmente aveva origliato per tutto il tempo.

La rossa tornò nella sua stanza, scrisse un motivetto che le era nato in mente, copiò gli appunti di chitarra presi il giorno prima, poi decise che stare in casa la stava facendo impazzire, aveva bisogno di respirare un po' d'aria, purtroppo non fresca, aveva bisogno di muoversi e questo voleva dire fare un giro più lungo per arrivare alla sua scuola di danza.

Quando fu lì Mina le corse incontro abbracciandola. La sua insegnante di hip-hop, la sua migliore amica matura.

<< Raccontami tutto di Max. >> le disse, sedendosi su una delle due poltroncine che stavano all'entrata dell'edificio a tre piani.

Così lei le racconto le ultime news, dopo due mesi di fidanzamento con quel ragazzo bellissimo, ma incredibilmente cattivo, manesco, un ragazzo un po' come tutti, pronto solo a divertirsi e che la trattava come un cane perchè lei non gli dava il divertimento che lui voleva. Le cose erano peggiorate e migliorante due settimane prima. Lui era apparso a scuola, era andato a prenderla, avevano parlato e litigato, lei si era decisa a lasciarlo, ma lui non l'aveva accettato e le aveva lasciato qualche altro livido sul corpo, lividi che nascondeva da settimane. Dopo quella scenata si era ripresentato dopo qualche giorno, di nuovo insulti, di nuovo minacce. Lui non accettava di essere scaricato, lei non accettava di essere trattata in quel modo. Fu costretta a chiamare la polizia, a spaventarlo a tal punto che lui si presentava come un agnello, ormai.

<< L'importante è che non gli dai più retta. >>

<< Non lo farò. >>

E fu tutto, dopo ci fu solo la danza.

 

Le due amiche si diedero appuntamento nella prima serata. Alle otto Mina era andata a prenderla per festeggiare le buone notizie, ma anche per avvertire Kiori che si sarebbe trasferita nella capitale ad insegnare. Le avevano proposto un'ottima cattedra d'insegnate in una delle migliori scuole di ballo, e anche se dire addio alla sua alunna migliore era veramente crudele per lei sapeva che non accettare quel posto sarebbe stato il peggior rimorso della sua vita. Per fortuna avevano altro da festeggiare, Kiori l'avrebbe raggiunta e avrebbe studiato con lei, ancora.

C'è da dire che fu una notte lunga e felice per le due ragazze?

Ovviamente no.

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Capitolo 2
*** Il ritorno di un amico ***


Non importa quanto le persone possano discutere, quanto possano odiarsi, qualche volta, un anno di emozioni passate insieme, ogni giorno condiviso, ogni giornata passata a promuovere lo sport, ogni giornata passata a ripetere il copione della recita scolastica per riparare il tetto della scuola, le fiere, le feste, insomma, la solidarietà fra studenti riesce ad emergere nonostante tutto, soprattutto nell'ultimo giorno dell'anno scolastico.
Alla pausa pranzo ognuno portò qualcosa da mangiare, scattarono mille foto e si divertirono anche a lanciarsi qualche gavettone d'acqua, naturalmente le ragazze meno timide indossavano aderenti magliette bianche, ormai trasparenti, e tra queste ragazze c'era Sashi.
Le tre ragazze percorsero il solito pezzo di strada insieme, il ritorno era incredibilmente piacevole e triste allo stesso tempo, la maglietta bagnata concedeva un umido fresco al sole d'estate cocente, ma la consapevolezza che per l'anno successivo Kiori non sarebbe stata parte della classe le faceva sentire malinconici.
Le ragazze si diedero appuntamento alle sei alla scuola di ballo di Kiori, poi si salutarono, mentre la ballerina entrava in casa. Sul tavolo della cucina c'era un biglietto, i suoi genitori erano andati a terapia di coppia, le avevano lasciato un messaggio. Kiori sorrise, andava molto meglio da quando loro due seguivano quella terapia, i due coniugi avevano perso la passione, erano quasi finiti per separarsi definitivamente, si ricordava ancora la tensione che si respirava qualche mese prima, ora invece sembrava di essere tornati a quando erano bambini.
Aprì un mobiletto della credenza e mangiò un paio di barrette energetiche all'arancia, poi salì in camera per prepararsi alla lezione. Sdraiata sul suo letto per riposare qualche minuto pensava alla sua vecchia vita, a quando poteva cantare ogni giorno, a quando poteva suonare la chitarra alle prove, non solo alle lezioni. I Whole Hole avevano fatto successo, tanto da essere chiamati per un breve tour per tutto il Giappone, tour a cui Kiori non aveva potuto partecipare perchè doveva ancora finire la scuola. Sorrise, recuperando una foto dei quattro ragazzi, insieme a lei. Qualcuno bussò alla porta, la ragazza scese i gradini convinta che avrebbe incontrato il suo ultimo ragazzo cattivo, invece trovò quattro ragazzi, come se con il pensiero li avesse chiamati. Non riuscì a fare altro che urlare.
Dopo vari abbracci e scherzi si trovarono tutti in macchina, stavano accompagnando la ragazza alla sua lezione.
<< Allora, dimmi un po' come te la passi dolcezza! >> chiese Rick, il cantante del gruppo. La sua voce non era bella solo quando cantava, ma anche quando parlava, aveva un timbro così profondo, tranquillizzante.
<< Come sempre, e voi invece? >>
<< Noi, beh, abbiamo appena finito il tour e siamo tornati a casa per un paio di giorni. >>
<< Solo un paio? Quando avete intenzione di ripartire, e poi per dove? >>
<< Andiamo un anno negli Stati Uniti. Mio zio mi ha detto che là cercano un po' di band innovative e che amano lo stile giapponese. Vogliamo provare, anche se ci manchi tantissimo. >>
<< Siete così coraggiosi. Io coglierò l'opportunità di imparare qualcosa dalla capitale, mentre voi sarete dall'altra parte del mondo. >>
<< Capitale eh, mi raccomando di fare a modo >> le disse Joy, guardandola con quell'ammirazione con cui la guardava sempre. Quasi fosse innamorato.
<< Sarò bravissima, giuro. >>
Gli amici si salutarono proprio di fronte alla solita scuola di danza, poi fu il turno di Kiori di darsi da fare, con l'ultima prova dell'anno di danza classica. Dopo due ore di intensa fatica Kiori uscì con un sorriso meraviglioso che illuminava ogni angolo della città. Le sue due amiche l'aspettavano chiacchierando amabilmente. Sashi sorseggiava una bibita fresca, mentre Nya giocava con il telefono. Si salutarono con un abbraccio, poi si diressero verso il solito posto, il loro parco.
Quello era il luogo della memoria per Kiori, lì aveva suonato per la prima volta la chitarra, lì aveva perso la voce per cantare con Rick, lì aveva ballato in pubblico per la prima volta, con i suoi compagni di band come spettatori, e quante risate per quella esibizione così goffa.
<< Questo posto mi conosce meglio di quanto non faccia io. >> disse Kiori, prima di dover rispondere al telefono.
<< Pronto? >>
<< Buongiorno, parlo con la signorina Mihozume? >> una voce femminile squillò all'altro capo della linea.
<< Sì, come posso aiutarla? >>
<< Io sono Sakushi, la preside della scuola in cui verrà a studiare l'anno prossimo. >>
<< Bene, è un piacere conoscerla. >>
<< Anche per me lo è. Sono felice che finalmente mia zia abbia trovato qualcuno all'altezza della nostra scuola. Volevo infatti chiamare per avvertirti che per entrare nella nostra scuola dovrai prima affrontare dei duri esami di ammissione. Mi piacerebbe invitarla a visitare la struttura la seconda settimana di luglio se è disponibile. >>
<< Certo, mi piacerebbe molto. >>
<< Bene, la richiamerò per organizzare un appuntamento. >>
<< Perfetto. >>

A Kiori sarebbe piaciuto che le sue amiche l'accompagnassero, ma era una cosa che doveva fare da sola, se lo sentiva. Comunque si sarebbero viste ancora l'indomani sera, era arrivato a tutte e tre, nello stesso esatto momento, un messaggio da Coito, il capo classe, in cui avvertiva che si sarebbe fatta una cena di fine anno. All'improvviso Kiori si sentì curiosa per la notizia che aveva saputo la sera prima.
<< Ehi, Sashi, come avete saputo che Jori era incinta? >>
<< Me l'ha detto lei, con uno strano sorrisino arrogante in volto, come sempre naturalmente. >>
<< E Coito, sapete come l'ha presa? >>
<< Come doveva prenderla? Ha detto che per lui è una responsabilità troppo grande, che non è pronto a prendersela. >>
<< Secondo me vorrebbe che lei abortisse, ma è impossibile che qualsiasi dottore glielo permetta.>> aggiunse Nya.
Le ragazze continuarono a parlare ancora per un po', poi si divisero. Quando Kiori tornò a casa i suoi genitori si stavano preparando per uscire.
<< Andiamo a mangiare un pizza con gli altri del gruppo di terapia. Ti dispiace? >>
<< Certo che no. E' così bello vedervi uscire di nuovo. >> disse prima di salutarlli e andare a farsi una doccia.
Aveva bisogno di relax. Con il suo vestitino leggero si distese sul divano e decise di guardare un po' di televisione, magari avrebbe ascoltato un po' di musica, magari sarebbe stata ispirata a scrivere qualche testo o..
"Magari sarò impegnata ad aprire a qualche rompi scatole che suona a quest'ora della sera a casa mia" pensò lei.
<< Chi è? >>
<< Coito. >>
Kira non se lo sarebbe mai aspettato, per questo impiegò qualche minuto prima di riuscire ad aprire la porta. Le tremavano le mani. Il suo ex-migliore amico stava lì di fronte a lei, con un sorriso e una bottiglia di liquore.
<< Ciao. >> fece lui << Disturbo? >>
<< Ehm, no. Entra. >>

Appena entra si getta sul divano, come faceva una volta, e io sento quasi di essere tornata bambina, è così bello riaverlo insieme a me.
<< Ti piace ancora vero? >> dice puntando il dito contro la bottiglia.
<< Sì, mi piace ancora. >> rispondo prendendo due bicchieri.
Beviamo un po', sorvolando sul fatto che è tornato in casa mia dopo un anno e un po' di assenza. << Allora, >> mormoro prendendo coraggio << Come mai sei qui? >>
Lui mi guarda e improvvisamente i suoi fantastici occhi grigi diventano tristi, così tristi che mi fanno venir voglia di piangere. Apre la bocca per parlare, poi scuote la testa, poi mi abbraccia. << Ho bisogno di te. >> sussurra.
Allora io gli accarezzo i ricci ribelli. Tornare come una volta, lui che corre da me per ogni problema, io che lo consolo, trovare insieme una soluzione, e naturalmente conosco il problema molto bene. << Kiori, è successo un casino. >>
<< Lo so. Stai per diventare papà. >>
<< Sì, sempre che lei sia incinta. >>
Lo guardo corrucciata e lui mi spiega che questa storia del bambino l'ha tirata fuori solo dopo che lui le ha detto che voleva lasciarla, i motivi erano tanti, uno dei quali il fatto che lei mentiva su con chi stava e sul fatto della pillola, lei diceva che il preservativo le dava fastidio, quindi aveva iniziato a prendere la pillola anticoncezionale da due anni, lui cercava comunque di evitare di far casini, ma ogni tanto si abbandonava al piacere, Ora non è sicuro che lei menta, ma nemmeno che sia davvero incinta.
<< Sei un cretino! >> gli urlo, ma lui mi prega di non sgridarlo, aggrappandosi a me come se fossi una sorta di salvatrice.
<< Quali erano gli altri motivi? >>
<< Il fatto che mi sono scoperto innamorato di te. >>

Kiori si ritrovò sorpresa da un incontro di labbra con il suo ex migliore amico. Segretamente aveva sperato di baciarlo, ma in passato, prima che litigassero, prima di perdere tutta quella confidenza che ora sembrava tornata più forte di prima, quasi. Ricambiò il bacio, incapace di fare altro. Sarebbe senz'altro stato il primo ragazzo con la testa sulle spalle, il primo ragazzo che non le avrebbe messo le mani addosso.
"Ma quale bravo ragazzo metterebbe una ragazza incita e ne bacerebbe un'altra?"
<< Coito, no. >> si sorprese a dire. Aveva trovato il coraggio che cercava.
Alla fine si addormentò con la testa sulle sue gambe, mentre lei gli accarezzava i capelli, assopendosi sempre più, con la televisione che faceva un mormorio sommesso d'accompagnamento. Fu così che li trovarono i genitori di lei, addormentati sul divano. Li svegliarono per chieder loro di spostarsi nella stanza di Kiori, dove c'era un altro letto sempre pronto perchè ogni tanto Nya si fermava a dormire da loro quando la madre, poliziotta, doveva fare il turno notturno. Si misero nei letti, senza coperte, solo con i vestiti addosso. Provarono a dormire, o almeno ci provò Kiori che dovette sussultare quando lui la strinse con le sue braccia.
<< Giuro che non oso di più, ma ne ho bisogno per dormire finalmente una notte serena. Ti prego.>>
Lei non rispose, ma non si mosse.
Sapeva già che la mattina seguente avrebbe stroncato quella specie di rapporto ancor prima che gli permettesse di nascere. Anche se questo avrebbe significato chiudere un sogno in un cassetto, dopo che questo s'era fatto strada tra gli oggetti della propria stanza.

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