Did I dream you dreamed about me?

di Cardy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Did I dream you dreamed about me? ***
Capitolo 2: *** Seppuko, harakiri e jigai ***
Capitolo 3: *** Shinjū ***
Capitolo 4: *** All I Need! ***



Capitolo 1
*** Did I dream you dreamed about me? ***


Did I dream you dreamed about me?

 

Quando lo aveva incontrato avrebbe dovuto ucciderlo, quello lo sapeva. Il fatto era che proprio non ci era riuscito. E non solo perchè l'altro lo aveva messo in scacco, semplicemente perchè non aveva voglia di farlo. Quell'uomo rappresentava ancora un mistero ai suoi occhi, c'erano tantissime sfumature del suo carattere che non riusciva a capire. Ascoltava musica rock dell'era preistorica, guidava una macchina che trattava come se fosse sua figlia, passava giorni a non fare altro che esercitarsi a sparare, ignorando Shorty e poi la prendeva e sparivano per almeno una settimana senza essere rintracciabili, che cosa facessero non era un mistero per lui. Ma alla fine la questione era sempre quella: Vinnie era un bell'enigma.

Non sapevi mai che cosa ti trovassi davanti, anzi, potevi stare sicuro che alla fine, quando pensavi di averlo capito almeno un poco, lui svoltasse in una direzione opposta e ti soprendesse di nuovo. Non che quei colpi di testa fossero sempre positivi, affatto! Non gli aveva mai detto nulla ma alle volte era sicuro che non lo avrebbero visto tornare. Però alla fine lui ricompariva sempre, quell'odioso ghigno vittorioso stampato sulle labbra ed una sigaretta tra di esse, malconcio, magari con qualche pallottola in corpo, ma vivo ed ancora ardente. Si era anche convinto che il suo gruppo sanguigno fosse del tipo B, troppo impulsivo ed insofferente, ma la cosa non gli impediva di essere anche estremamente attratto da lui, forse fin troppo. Era come il sole, alle volte si chiedeva se non fosse effettivamente figlio di Amaterasu, con i suoi capelli dai riflessi del sole e quegli occhi perenemente coperti dagli occhiali a specchio, del colore tempestoso del cielo che viene coperto, ma non era così. Vinnie era l'essere più oscuro che conoscesse, un demone travestito da angelo. Ed era tremendamente eccitante vedere quegli occhi oscurarsi ancora di più quando lo provocava, si era riscoperto a fissarlo con estrema attenzione quando, le rare volte che capitava, baciava Shorty di fronte a lui. Ed era sicuro che se ne fosse accorto, visto il ghigno che gli rivolgeva quando si staccavano. Aveva la sensazione che i suoi occhi fossero puntati su di lui mentre con la lingua esplorava la bocca della sua ragazza, allora si ritrovava a fantasticare che fosse la propria bocca quella dove l'umido muscolo viaggiava, che fossero le proprie mani che si infilavano sotto la sua maglia, accarezzando quel petto allenato, quei muscoli tonici.

Anche quella volta il suo sguardo gli era caduto sulla coppia avvinghiata a pochi metri da lui, lasciandosi sfuggire uno sbuffo. Ed anche quella volta i suoi occhi neri erano stati intrappolati da quelli chiari dell'altro ma questa volta aveva sorriso malizioso, non aveva distolto lo sguardo. Si era appoggiato allo stipite della porta, incrociando le braccia al petto in completo silenzio, mantenendo il contatto visivo. A dimostrargli la completa imprevidibilità dell'altro fu il fatto che non si fermò, anzi, fece scivolare la mano sulla coscia della ragazza, facendola sospirare. Era un gioco divertente quello che stavano mettendo su, perverso ma divertente. Mentre Vinnie si occupava della ragazza lui osservava, almeno fino a quando non staccò una mano, mostrandogliela, vide il sopraciglio del rossiccio scattare verso l'alto, mentre Shorty gli leccava il collo, chiedendogli altre attenzioni. Kiro sorrise, un sorriso malizioso e divertito, passandosi la mano sul petto, soffermandosi sul pettorale. Non ci volle molto perchè l'altro capisse e mettesse in pratica, stringendo il seno della sua donna. Era un ragazzo sveglio, non aveva mai bisogno di farsi spiegare tutto due volte. La mano dell'orientale scese ancora, accarezzandosi il sesso da sopra la stoffa, quella del rossiccio passò ad imitarla sotto il vestito della ragazza. Si, era un gioco divertente, era come fargli capire effettivamente quello che avrebbe voluto fargli.

Guardarlo scopare e dirgli, anche senza parole, falle quello che io farei a te. Si allontanò solamente quando l'altro si sbottonò i pantaloni, lasciandoli alle loro faccende, tornando alle proprie. Uscire a prendere una boccata d'aria era stata un ottima idea, ne aveva avuto bisogno, aveva avuto bisogno di togliersi di dosso il bisogno di toccarlo, di assaporare effettivamente quella pelle tonica che probabilmente non avrebbe mai potuto sfiorare come desiderava.

Tornò qualche ora dopo, leggermente ubriaco e con l'odore penetrante di sesso attaccato alla pelle, non era difficile trovare qualche ragazzina disposta ad accontentarlo, trovando ad attenderlo il lieve profumo di nicotina nell'aria. Osservandolo da quella prospettiva era piacevole, colpito dalla luce dei lampioni fuori, impegnato a montare la propria pistola.

-”Ti sei divertito, noto.”-

La sua voce era roca, degna di chi fumava più sigarette di quanto avrebbe dovuto, non gli importava, andava benissimo per la sua figura, serviva a migliorare il suo aspetto da bad boy, come diceva sempre Shorty.

-”Anche tu.”-

replicò semplicemente, lanciando la giacca su una sedia e sedendosi pesantemente su quella di fianco.

-”Non sapevo che fossi un voyeur.”-

-”Ognuno ha le proprie pecche, tu ascolti musica orribile!”-

Gli fece notare, sorridendo vittorioso quando vide gli occhi assottigliarsi, almeno non aveva quei cosi a coprirli! Anche se era talmente assurdo da poterli portare anche mentre dormiva! Ma per fortuna il discorso non andò avanti in quella direzione.

-”Sei un bel pervertito.”-

-”Non dirmi che non ti ha intrigato che io vi guardassi perchè non ci credo.”-

Il solito ghigno comparì su quelle labbra sottili, avrebbe voluto assaggiarle immediatamente, invece si tratteneva per non fare nulla di simile.

-”Magari si potrebbe replicare.”-

Ed il suo silenzio poteva essere preso come un invito a continuare.

-”Non sai quanto mi piacerebbe mostrarti quanto posso essere perverso.”-

-”Come? Mostrandomi come toccare la mia ragazza?”-

A quella domanda il suo ghigno malizioso aumentò. Si alzò senza preavviso, avvicinandosi al rossiccio, chinandosi alla sua altezza. Imprevedibile ed eccitante, davvero, anche il fatto che non si fosse allontanato.

-”No, mettendo in pratica tutto quello che ho in mente.”-

-”Ci stai provando con me?”-

Quasi gli scoppiò a ridere in faccia ma non si allontanò, facendo saettare fuori la lingua, sfiorando quelle labbra che stavano diventando la sua ossessione.

-”Te lo sto proponendo, pensaci.”-

Si allontanò ridendo, seguito da quegli occhi per una volta veramente sorpresi.

 

 

Note:lo ammetto, non ce la potevo fareXD non potevo resistere ed ho dovuto scrivere su questi dueXD ma alla fine mi ispirano troppo ed insieme sono troppo cariniu,u per di più mi sono fissata con Sift headsXD Bon, spero vi piaccia, a presto^o^

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Capitolo 2
*** Seppuko, harakiri e jigai ***


Seppuku, harakiri e Jigai.

-”Che cazzo di roba eh?!?”-

La sorpresa nella voce di Vinnie lo fece quasi scoppiare a ridere, come se avesse detto una battuta invece che estraniare solamente la propria reazione dovuta alla scoperta.

-”Un suicidio rituale, Vinnie.”-

-”E c'era chi lo faceva?”-

Ancora uno scoppio di risa rischiò di infrangere la barriera che si era creato per impedirselo, per fortuna si trattenne ancora, annuendo solennemente mentre si portava alle labbra il collo della bottiglia di birra.

-”C'è ancora chi lo fa, anche io seguo questa filosofia di vita.”-

Lo sguardo da lemure spaventato però non fece altro che far scopiare l'ilarità fino a quel momento trattenuta. Kiro allontanò la bottiglia ridendosela dell'espressione che pian piano perdeva la sua sorpresa per passare all'iritazione.

-”Ah, Ah, Ah, molto divertente, amico, davvero esilarante!”-

-”Non sto dicendo una cazzata.”-

Sorrise specchiandosi in quei pezzi di cielo in tempesta, tornando serio. Alzò le spalle, tenendo gli occhi in quelli del rossiccio.

-”La vita non è nulla senza onore, Vinnie, si vive per compiere grandi gesta, anche se non sempre per il bene comune. Se si perde l'onore non si è nulla, quindi vivere è inutile. Meglio uccidersi che morire in modo disonorevole.”-

-”Noi non abbiamo onore.”-

-”Tu forse.”-

Si fronteggiarono in silenzio prima di deporre silenziosamente le armi, riportando ad una calma apparente l'atmosfera.

-”Ed il Jigai?”-

-”Quello era usato soprattutto dalle donne, si tagliavano i polsi o la gola a differenza del seppuku.”-

-”Ah, si?”-

-”Ti interessa davvero questa roba?”-

Appoggiò la schiena contro lo schienale della sedia, tornando a sorseggiare la propria birra mentre l'altro scuoteva la testa con indifferenza.

-”No, era per parlare.”-

Lo studiò ancora, osservando quel viso scolpito in un espressione dura mal trattenuta. Stava già iniziando a fare il conto alla rovescia quando il rumore della bottiglia sbattuta malamente sul legno del tavolino gli fece scappare un sospiro rassegnato, portandosi due dita a massaggiarsi il ponte del naso.

-”Si, Vinnie, io ci credo fermamente!”-

Era anche inutile che parlasse, che esprimesse la sua rabbia, perchè solo un cieco non si sarebbe accorto che era rabbia quella che si leggeva nei tratti dell'altro.

-”Cazzo, Kiro! Sono stronzate!”-

Questa volta lo fulminò, come faceva ad essere così stupido?

-”Anche io penso sia stupido idolatrare una macchina, ma non per questo te lo rinfaccio con tanta sicurezza!”-

-”Amare una macchina è una cosa, uccidersi per qualche stronzata un altra! Cristo! Se tu lo facessi...”-

Si interruppe di colpo, facendo assottigliare gli occhi del giapponese.

-”Continua... se io lo facessi, cosa, Vinnie?”-

Mantenere quel tono minaccioso era necessario se voleva farlo cadere e portare dove lo voleva. Sentiva scorrere una scarica elettrica lungo la spina dorsale, soprattutto quando Vinnie, lo spietato killer, il bastardo che uccideva a sangue freddo chiunque e si faceva scivolare ogni sentimento addosso come se fosse cosparso di una sostanza impermiabile, ingoiò a vuoto, per la prima volta in difficoltà e colto alla sprovvista.

-”Se tu lo facessi... io...”-

-”Tu?”-

E forse era l'alcool che avevano bevuto entrambi, forse era il vento caldo che entrava dalla finestra socchiusa ma quando le loro labbra si unirono in quel contatto ruvido ed improvviso e le mani del giapponese corsero alla nuca dell'americano, stringendo i suoi capelli in modo che non si allontanasse fino a che i polmoni non avessero esaurito l'aria che contenevano, Kiro percepì la stanza andare completamente a fuoco, come se qualcuno avesse gettato un cerino ancora accesso su una tanica di benzina.

Quando si staccarono percepì la mancanza di quella lingua, gradita intrusa, nella sua bocca. Lo fissò osservarlo in quella maniera che gli aveva visto solamente qualche volta, quello che anticipava la scomparsa anche di Shorty, aprendo le labbra in un ghigno deliziosamente malizioso. Il rumore della porta che si apriva interruppe quella sottospecie di malia in cui era momentaneamente caduto.

-”Ehy, bambini, tutto bene?”-

Incontrò per l'ultima volta quegli occhi, una promessa in loro, una promessa che non vedeva l'ora che mantenesse.

-”Baby, hai mai sentito parlare di seppuko, harakiri e jigai?”-

Un altra risata squarciò l'aria quando Shorty alzò gli occhi al cielo. Come se la mora non si fosse accorta che quei due giocassero alle calamite!

 

Note:nuovo capitolo e devo dire che mi sento soddisfattaXD Spero che vi possa piacere e se avete voglia di lasciare un commentino, anche qualche critica, siete sempre i benvenuti^o^

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Capitolo 3
*** Shinjū ***


Shinjū .

 

Era caldo, ancora caldo. L'aria si stava lentamente raffreddando, in cielo nubi cariche di pioggia si addensavano coprendo le stelle, era una brutta notte. Una notte triste. Kiro non fumava quasi mai, odiava sentire il pizzicorio del fumo nella gola, ma quella notte ne aveva davvero bisogno, sentiva quasi il rumore del catrame addensarsi nei propri polmoni, gli occhi fissi su quelle nuvole che stavano nascondendo la luna, implacabili, la prima goccia gli colpì una palpebra, facendogli socchiudere gli occhi.

Amava la pioggia, lo ammetteva, amava sentire le gocce scorrergli sulla pelle. Gli permettevano di essere triste senza doversene vergognare. Quando Vinnie era tornato con la notizia della morte di Black Fox, il loro informatore, aveva provato un brivido lungo la schiena. Abituarsi alla morte, quando tu stesso ne eri portatore, doveva essere estremamente facile, invece non lo era mai. Non era mai facile vedere morire qualcuno che conoscevi, con cui avevi parlato, interagito, che avevi considerato amico. E quello lo sapeva bene, lo provava addosso in quel momento. Sentiva il dolore scorrergli lungo i tendini, i nervi, infiltrarsi nelle osse, insieme ad un terrore controllato, come un esplosione interna che non voleva mostrarsi, di perdere anche lui. Non poteva perderlo. Percepì i passi, aprendo nuovamente gli occhi e gettando il mozziccone ormai spolto fuori dal balcone, lasciando che precipitasse dove gli pareva.

-”Andiamo.”-

Solo una parola, una semplice parola. Aveva accettato con tranquillità la decisione dell'altro di andare nel covo di quei bastardi, di vendicare la morte di un amico, almeno di provarci. Ma nonostante avesse ormai preso la decisione e non si sarebbe tirato indietro il suo umore non migliorava. Il dolore restava, ospite innatteso ed indesiderato. Divorava la propria calma, la rendeva minima parte del suo essere. E quello non andava bene. Solo quando Shelby si fermò, l'unica macchina con un nome, davanti al covo di quei figli di puttana ritornò a farsi viva, divorando a sua volta il dolore e la paura che fino a qualche secondo prima lo avevano attanagliato, probabilmente aiutata dal rumore scrosciante della pioggia, ormai battente. Scesero entrambi, Shorty aveva il compito di liberare la strada ai piani superiori. Il palazzo sembrava più un drago delle fiabe pronto ad inghiottirli, dilaniarli e poi risputare i loro cadaveri dalle fauci ancora macchiate di sangue. Alzò lo sguardo verso il tetto.

-”Sei pronto?”-

-”No.”-

-”Meglio così.”-

Sorrise mesto, senza voltarsi a guardarlo. Iniziando ad avvicinarsi alla porta sguainò la katana, sentendola come un estensione del proprio braccio. Non più lama ed umano separati ma un unica entità.

-”Ci rivedremo nel prossimo mondo, Kiro.”-

-”Ma tu sai almeno cosa mi hai detto?”-

-”è il concetto del Shinjū .”-

-”Appunto.”-

Si voltò a guardarlo senza espressione. Vinnie stava cercando di accendersi quella che avrebbe potuto essere la sua ultima sigaretta.

-”un doppio suicidio, non sono il primo coglione che passava.”-

-”E sai anche chi pratica questo genere di suicidio?”-

Il sorriso sulle labbra dell'altro, mentre questo si calava sugli occhi i suoi imancabili occhiali ed impugnava la pistola gli tolse ogni dubbio.

-”Ci rivedremo nel prossimo mondo, Vinnie.”-

Poco dopo non furono che spari, urla e sangue.

 

Note:E questo è l'ultimo per oggiu.u una revisione personale di quello che accade dopo la morte di Black Fox nel giocoXD Un po' depressiva, lo so, ma con un titolo cosìXD

Comunque, mi sento stupida a spiegarlo, però c'è gente che non lo sa, proprio come me prima che mi illuminasse AstXD. Per Shinjū si indica il doppio suicidio solitamente compiuto dagli innamorati disperati, perchè vanno contro le regole della società, seguendo il concetto dell'epoca Edo secondo il quale marito e moglie si reincontreranno nel prossimo mondo, visto attualmente si incontreranno ancora in paradiso>-<

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Capitolo 4
*** All I Need! ***


Avvertenze: presenza di Male!Shorty e Female!Vinnie, quindi gender benderXD

 

All I Need .

 

Si passò una mano fra i capelli lunghi ed appena ondulati sulle punte, li odiava, tendevano ad arricciarsi senza che potesse farci nulla, una sigaretta fra le labbra carnose e peccaminose, quasi tumide. Era un incanto mortale, lo sapeva, ogni persona lo sapeva. Chi la guardava troppo finiva a concimare la terra. Un po' per Shorty, quel ragazzo era geloso anche se si dimostrava fin troppo frivolo e decisamente disinteressato, un po' perchè, come ogni demone che si rispetti, quel falso angelo aveva artigli e zanne ben affilati.

Perchè la piccola, tenera e dolce Vinnie era nata per uccidere.

Ed era una delle tante ragioni per cui aveva perso la testa per quella ragazza. Ma tanto lei non lo vedeva o, se lo vedeva, non dimostrava di prenderlo in considerazione. E lui continuava a seguirla come un ombra, perchè non c'era altro che desiderasse che un suo sorriso smorzato o saperla al sicuro. Ma quella era assolutamente una bella stronzata! Vinnie non era fatta per essere rinchiusa in una gabbia, anche se d'oro, era fatta per lottare e portare morte ai suoi nemici. Una moderna sirena dallo sguardo tagliente ed il sorriso affilato.

Il giapponese seguì quella mostruosità angelica con lo sguardo, voltandosi poi a guardare Shorty sedersi vicino a lui porgendogli una bottiglia di birra.

-”Se non fossi tu potrei cavare gli occhi a chiunque la guardasse in quella maniera.”-

C'era una nota divertita nella voce del ragazzo, Kiro scosse la testa, sorridendo appena. Se Shorty avesse potuto leggergli nella mente gli avrebbe sparato in testa senza pensarci su due volte!

-”Non è colpa mia! Dovresti metterle l'abito da monaca per impedire alla gente di guardarla!”-

-”Ehy, maschioni! Guardate che vi sento!”-

Il ragazzo al suo fianco scoppiò a ridere, scuotendo la testa mentre la rossiccia alzava gli occhi al cielo, tornando a sistemare le sue cose. Shorty battè la mano sulla spalla dell'orientale facendogli nuovamente staccare gli occhi dalla ragazza.

-”Sei fortunato amico.”-

gli occhi chiari si puntarono su di lui mentre un sorriso triste si dipingeva sulle sue labbra.

-”Perchè?”-

-”Come perchè? Perchè sei riuscito a tenerla con te!”-

-”Oh, ma io l'ho già persa.”-

Kiro inarcò un sopraciglio, voltandosi a guardare l'amico che prendeva un sorso della propria birra, scuotendo la testa divertito. Prima che potesse aggiungere qualcosa Vinnie comparì di nuovo, slacciando appena il giubotto mettendo così in mostra un seno quasi perfetto, forse ancora troppo infantile.

-”Muoviti, Samurai! Abbiamo del lavoro da fare!”-

-”Perchè? Non avevi detto che visto il casino che avevo fatto l'ultima volta potevo starmene a casa?”-

-”Muovi il culo!”-

Il giapponese posò la bottiglia di birra sul tavolo, alzando gli occhi al cielo prima di seguirla, sorridendo appena. Probabilmente il giapponese non se ne era ancora accorto ma lui aveva già perso quella sirena dagli occhi chiari ed i capelli ribelli. L'aveva persa dalla prima volta che Vinnie aveva posato gli occhi su Kiro. Era Kiro che ci aveva messo di più prima di accorgersi di quello che provava nei confronti della killer più schizzofrenica della storia! E quando entrambi avrebbero abbattuto i muri che si stavano creando da soli, sperava solamente di evitare di trovarsi nella stessa stanza con loro. Voleva evitare di vedere la sua ex ragazza accoppiarsi con un suo amico sulla prima superficie disponibile!

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