Once upon a school di parveth (/viewuser.php?uid=113048)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** tutti a scuola! ***
Capitolo 2: *** i prof rivali ***
Capitolo 3: *** l'incarico ***
Capitolo 4: *** Tale as old as time ***
Capitolo 5: *** I love it when a plan comes togheter ***
Capitolo 6: *** Un pessimo incontro ***
Capitolo 7: *** In gita ***
Capitolo 8: *** un giorno di ordinaria follia ***
Capitolo 9: *** I've seen things you people wouldn't believe ***
Capitolo 10: *** The boogeyman ***
Capitolo 11: *** Lo stage ***
Capitolo 12: *** the summer is crazy ***
Capitolo 13: *** a glass of tea ***
Capitolo 14: *** do you hear the people sing? ***
Capitolo 15: *** let's make a deal dearie? ***
Capitolo 16: *** when all is said and done ***
Capitolo 1 *** tutti a scuola! ***
"Allora, che ne dite della mia guida ragazze?" chiesi alle mie amiche mentre ero al volante della Punto di mia madre.
Era il 15 settembre, primo giorno di scuola ed io, fresca di patente ottenuta due mesi prima avevo convinto mia mamma a lasciarci la macchina ma credo abbia accettato solo perche' siamo tutte insieme, peccato che in quattro anni le sia sempre sfuggito un piccolo particolare:
Se solo volessimo replicheremmo alla perfezione la famosa scena de "il Gladiatore": "al mio segnale scatenate l'inferno".
Seppur con dinamiche e modalita' diverse oltre che epoca ed abbigliamento, s'intende.
Mi chiamo Perla Gentile, ho 18 anni e, come le mie amiche Miriam, Lavinia e Rebecca vivo a Milano, il nostro e' un liceo cosiddetto "sperimentale" fondato da un tizio americano circa venticinque anni fa: i nostri insegnanti infatti sono tutti stranieri pur vivendo in Italia da parecchi anni, le lezioni dunque si svolgono in italiano a parte, dallo scorso anno, quelle d'inglese francese e tedesco. Non che i prof non ci abbiano pensato a farcele in lingua o meta' in inglese e meta' in italiano ma la maggior parte dei genitori gli si e' rivoltata contro, peccato, per una volta nella vita mi sarei sentita di dar ragione a quell'arpia della preside.
"Eccola li" penso svoltando a destra: Regina Mills in tailleur e tacchi alti, preside nonche' prof di matematica fisica e scienze, autoritaria e viscida, crede di essere la padrona dell'istituto e comanda tutti a bacchetta, per dire: non ha mai dato del tu agli insegnanti, tranne che a Connor Graham, vicepreside e prof d'informatica, l'anno scorso si vociferava che i due fossero amanti ma nessuno ne era certo, "poveraccio" avevo commentato io la prima volta "come fai a portarti a letto una cosi?" "mica e' brutta la preside" aveva commentato Miriam, "no, ma e' una stronza con la patente, e per me uno puo' essere il piu' figo del mondo ma se e' stronzo e' meglio che sparisca" avevo ribattuto.
"Perla, ma a quanto stai andando?" mi chiese Lavinia "80/h perche'?" sapevo che in centro non si potevano superare i 50 tuttavia andavo piu' veloce per allenarmi con le marce, d'improvviso accellero sul ponticello che c'e' appena prima del nostro liceo facendolo in quarta, dovevo scalare ma me lo sono dimenticata cosi' quando mi fermo per parcheggiare le altre sono tutte aggrappate alla maniglia in alto con gli occhi fuori dalle orbite, "ma tu sei pazza" disse Rebecca scendendo "oh quante storie, in fondo ho accellerato giusto adesso" sbuffo io prendendomi lo zaino.
Entrando nell'ingresso vedo arrivare Richard Gold, il prof di diritto, la prima volta che lo vidi ricordo che pensai: "cazzo, questo e' il campione del mondo degli stronzi: se appena respiriamo un po' piu forte ci mena" era magro, piuttosto alto, con lunghi capelli castani, occhi scuri e uno sguardo triste e malinconico, questo quando era di buonumore, altrimenti da arrabbiato...beh non voglio neanche pensarci. Sempre elegantissimo in completi scuri, camminava appoggiandosi ad un bastone a causa di un incidente di gioventu', non che fosse vecchio: aveva appena quarant'anni. Chiamava tutte le ragazze "dearie" e i ragazzi "caro", all'inizio quel modo di rivolgersi un po' m'infastidiva, sembrava una presa in giro ma col tempo ci feci l'abitudine cosi come al sarcasmo col quale punzecchiava tutti noi, raramente l'avevamo visto sorridere: noi quattro eravamo fortunate essendo tutte brave nella sua materia non ha mai avuto molte occasioni per rimproverarci, a parte quando chiaccheriamo ma chi non lo fa? e obbiettivamente noi eravamo il meno peggio li' dentro visto che eravamo tra i pochissimi che studiavano e s'impegnavano: c'e' da dire che lui emanava una tale autorevolezza da mantenere senza sforzo l'ordine in classe, ricordo la mia prima verifica: mi chiamo' alla cattedra e mi disse "bel lavoro dearie" mentre mi consegnava il foglio corretto abbozzando un sorriso che solo per quello rimasi stupefatta, avevo preso sette e mezzo ma fu l'unica volta che lo vidi sorridere.
Entrammo in classe e ci sedemmo in ultima fila: io e Lavinia poi Miriam e Rebecca, in quel momento pensai a come ci eravamo conosciute: il primo anno ci eravamo sedute vicine da subito ma per giorni quasi non ci siamo rivolte la parola, nemmeno io con Lavinia, giusto un ciao all'entrata e all'uscita, poi all'inizio di ottobre essendo arrivata presto avevo tirato fuori il libro che stavo leggendo in quel periodo suscitando risatine e commenti maligni negli altri miei compagni, stavo per rispondere per le rime quando avevo sentito la voce della mia compagna di banco: "lasciali perdere, sono loro a sbagliare non tu" l'avevo guardata stupita: in anni e anni che leggevo quasi tutti avevano denigrato quella mia passione ed era la prima volta che qualcuno mi "difendeva" pubblicamente.
Cosi' avevamo rotto il ghiaccio e nell'intervallo avevamo anche parlato con Miriam e Rebecca, in quel momento entro' la prof Blanchard, l'insegnante di letteratura italiana e storia: lo scorso anno era venuto fuori che stava insieme a David Nolan, uno dei bidelli e a quanto pareva, la preside aveva fatto una scenata dicendo che "cosi si distraevano dal lavoro".
"Neanche stessero a sbaciucchiarsi tutto il tempo" aveva commentato Rebecca quel giorno mentre eravamo a pranzo al bar, al massimo li avevamo visti parlare a ricreazione ma nulla piu'
"e poi scusate: lei e graham si e gli altri no? ma chi si crede di essere?" aveva commentato Lavinia indignata.
Quando a casa avevo parlato dell'atteggiamento della preside, senza pero' dire nulla su quella storia mia madre aveva detto: "strano, quando ci parlo io mi sembra molto gentile, severa forse ma cortese" certo, capisco che negli ultimi anni fare l'insegnante sia difficile: una volta su venti alunni potevi mettere in conto che un paio avessero i genitori che li difendevano sempre anche quando non studiavano, ora la maggior parte e' cosi, compresa come dicevo la nostra classe: c'e' un'ignoranza tale che se fossi io una prof ne prenderei qualcuno a sberle per le stronzate che spara.
Guardando in giro vedo che Marta e Olivia si sono sedute vicine: quelle due stronze antipatiche, siccome i genitori sono piuttosto benestanti credono che tutto gli sia dovuto, arrivano vestite strafirmate dalla testa ai piedi e durante l'intervallo son sempre li' con I-pad e I-phone "ma cos'avranno sempre da digitare che e' gia tanto se san mettere in fila quattro parole" aveva commentato acidamente Lavinia sfogliando una rivista, infatti era gia' un miracolo che a fine anno avessero la sufficienza in tutte le materie...copiando naturalmente, quelle col cavolo che si abbassavano a studiare: eran sempre in giro, pomeriggio e sera, e se ne vantavano pure, oddio quasi tutti i nostri compagni a dire il vero: anche noi uscivamo ma solo il venerdi e il sabato sera o la domenica pomeriggio, i nostri non ci avrebbero mai fatto uscire in settimana figuriamoci, con la scuola di mezzo, i miei poi...
Gli unici su cui possiamo in qualche modo contare li' dentro sono Tommaso e Sara seduti in seconda fila: sono sempre stati gentili con noi e ci han sempre rispettato senza canzonarci o altro, per cui non potevamo che ricambiare.
Alla seconda e terza ora (essendo il primo giorno finiamo presto) abbiamo filosofia con la prof Swan: e' giovane, e' qui solo dallo scorso anno, e non e' nelle grazie della preside, come nessuno del corpo docente d'altronde, e' brava e ha un bel carattere ma sa essere severa quando serve.
A parte lei e Gold tutti chinano la testa quando quella comincia a sentenziare manco facesse parte del Csm: odio quando qualcuno tenta di prevaricare il prossimo perche' purtroppo e' capitato anche a me ma cosa posso dire io? loro giustamente han paura di essere licenziati se alzano troppo la voce.
Quanto a Gold ricordo quel giorno del primo anno: era primavera e lei era entrata dicendogli di uscire, la sentimmo dire che siccome il giorno prima non c'era aveva dovuto sostituirlo lei in una quinta, ma che comunque doveva avvisare, lui senza perdere la calma le aveva spiegato che l'aveva comunicato ai bidelli, come da prassi visto che non c'erano ne lei ne Graham, lei asseriva di no, finche' non chiamarono David e Leroy che gli diedero ragione e la Mills dovette pure chiedergli scusa.
Nel vederlo rientrare e riprendere la lezione come se nulla fosse noi quattro ci guardammo e da allora non avemmo che ammirazione e rispetto per il nostro all'apparenza freddo e scorbutico insegnante di diritto.
Suono' la campana ed uscimmo: sarebbe stato un lungo anno.
angolo autrice: eccomi con l'ennesima demenzialita'! e' la mia prima AU quindi siate clementi, ho pensato come se la sarebbero cavata i "nostri" come insegnanti in un liceo italiano. le quattro amiche sono ispirate a persone reali: nella fattispecie Perla sono io Miriam e' jarmione Rebecca e' Nimel e Lavinia e' un'altra amica che pero' qui non c'e' e che in realta' si chiama Benedetta. Spero apprezzerete. a presto |
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Capitolo 2 *** i prof rivali ***
i prof rivali
Alla meta' di ottobre e dopo infiniti
cambi, sostituzioni ecc. finalmente avevamo l'orario definitivo:
"Era ora, non ci stavo capendo piu' niente"
commento' Miriam sedendosi al banco "nemmeno io:
temevo di portarmi dietro i libri sbagliati" aggiunsi io
tirando fuori i libri di francese. "Buongiorno" saluto' la
professoressa entrando in aula: Annabelle French era una bella ragazza
di trent'anni con lunghi capelli castani ed occhi azzurri, alta
all'incirca come me: la prima volta che mia madre la vide all'uscita
mentre era in macchina mi chiese se era una mia compagna.
In effetti ha l'aria giovane e ingenua, e anche indifesa...o almeno
cosi avevamo creduto, infatti dopo qualche mese di assoluto casino
durante le sue lezioni si era giustamente rotta le scatole e aveva
urlato un "ADESSO BASTA" tale da immobilizzare tutti quanti, a me lei
piace e con il francese ne' io ne' Lavinia abbiam problemi, Miriam e
Rebecca invece fanno un po fatica ma non hanno mai preso
un'insufficenza e noi cerchiamo di aiutarle il piu' possibile.
Alla seconda ora abbiamo sociologia: il prof e' lo stesso che l'anno
scorso ci faceva psicologia e si chiama Archibald Hopper: un tipo
occhialuto con i capelli ricci e rossi, buffo e simpatico, ma ha
qualche problema a farsi rispettare dai miei compagni temo, beh delle
persone troppo calme non bisogna mai fidarsi troppo: prima o poi
esplodono e allora si che saranno cazzi.
Dieci minuti d'intervallo e poi storia dell'arte: Winifred Lucas e'
un'anziana signora dall'aria materna, molto paziente ma le poche volte
che si e' arrabbiata apriti cielo: Ruby la piu' giovane dei bidelli,
una ragazza poco piu' vecchia di noi e' sua nipote e ci e' capitato di
assistere a scaramucce tra le due: credo che abbia perso i genitori da
piccola e abbia sempre vissuto con lei, a noi piace perche' spesso si
schiera dalla nostra parte contro la preside: anche se quei miei
compagni che fumano ogni cambio d'ora stanno tirando un po' troppo la
corda secondo me e un giorno finira' per denunciarli.
Due ore di tedesco: anche qui la prof e' giovane, credo abbia meno di
trent'anni, Ashley Boyd non e' tedesca ma e' vissuta a lungo in
germania ed e' molto brava anche se il tedesco non e' certo facile da
imparare, specie per noi italiani essendo una lingua germanica,
anche l'inglese lo e' certo ma tutto sommato l'ho sempre
preferito negli anni mi sembra piu' musicale.
Infine geografia: il prof Jones e' un gran bel ragazzo nessuno si sogna
di negarlo ed e' un bravo insegnante, tuttavia quel suo atteggiamento
un po' sbruffone non l'ho mai gradito particolarmente la materia per
fortuna mi e' sempre piaciuta. In realta' lui l'odiavo
proprio e non per ragioni scolastiche.
Quando eravamo al secondo anno un giorno nel cambio d'ora tra lui e
Gold avevo notato che quest'ultimo lo aveva guardato come se volesse
incenerirlo vivo "avete visto oggi come Gold ha guardato
Jones? per un attimo ho temuto che lo prendesse a bastonate"
avevo detto alle ragazze a pranzo (all'epoca andavamo al bar
solo una volta a settimana) "se lo dici tu: io mi addormento
appena quello entra" commento' Lavinia bevendo la sua Coca
"certo che e' un gran figo" sospirava Rebecca
l'arcano venne svelato pochi giorni dopo: andando in
presidenza a comunicare che sarei uscita prima della fine delle lezioni
per via di una visita colsi qualche brandello di conversazione tra la
prof Swan e la Blanchard.
"Ora capisco perche' quei due non si possono vedere" avevo
detto a ricreazione "di chi parli?" chiese Miriam
"Jones e Gold: ho sentito la Swan e la Blanchard che ne
parlavano" "sentiamo" disse Lavinia disponendosi
all'ascolto.
"Beh: pare che Gold anni fa fosse sposato e avesse un figlio: ma quando
il bambino ebbe sei anni la moglie scappo' con un altro e lui poco dopo
scopri' che era Jones"
"Ma che troia!" commento' Rebecca indignata
"Lui naturalmente ando' in tribunale: l'abbandono del tetto coniugale
e' abbastanza grave da chiedere il divorzio, che lui ottenne insieme
all'affidamento esclusivo del piccolo"
"Grande!" salto' su Miriam entusiasta
"Purtroppo pochi anni dopo il bambino spari' mentre giocava davanti a
casa: dapprima pensarono alla madre ma dopo molti mesi d'indagini venne
fuori che non l'aveva rapito lei ne' tantomeno nascosto: e gli
rinfaccio' pure che avrebbe dovuto sorvegliarlo di piu' e che se invece
fosse stato con lei non sarebbe successo nulla"
"Cioe' fammi capire: tu prima vai con un altro e l'abbandoni e poi ti
lamenti? ma allora sei proprio zoccola al cubo!" fece Lavinia
indignata
"Certo che per Jones ci farei anche io un pensierino" sospiro' Miriam
"Capita d'innamorarsi di qualcun altro ma diamine, avevano un figlio!
questa e' crudelta' bella e buona" dissi io cosi incazzata da
strizzare il mio brik di the' freddo per fortuna vuoto prima di
buttarlo nel cestino.
"Ora capisco perche' Gold ha sempre quell'aria da funerale: chi puo'
biasimarlo? prima perde la moglie e poi il figlio e per di piu' si
ritrova il rivale come collega: certo che se si presenta la sua ex
finisce a botte" rincaro' Lavinia mentre suonava la
campanella.
"Mah, onestamente non ce lo vedo a picchiare nessuno" disse
Rebecca
"La rabbia e la disperazione insieme sono letali credimi e per di piu'
lui ha l'aria di uno che non lascia sfogare troppo le sue emozioni con
quell'aria da azzeccagarbugli dei poveri, quindi elevando tutto cio' al
cubo beh credo che la bomba H sia niente in confronto" avevo
concluso io tirando fuori i libri.
"Per fortuna non si e' mai verificato niente del genere"
pensai io mentre chiudevo lo zaino con rabbia,
tutti sapevano che non sopportavo le ingiustizie di alcun
tipo.
"Se quella dovesse presentarsi Gold non farebbe in tempo ad alzare il
bastone che ci ho gia' pensato io a rispedirla a casa sua a calci in
culo, questo se e' fortunata"
Credo che poco dopo la mia scoperta questa si venne a sapere in tutto
l'istituto: non so cosa ne pensassero i nostri compagni, certo la
maggior parte delle ragazze sbavavano dietro a Jones, io se all'inizio
ci avevo pensato, lo ammetto, da quel momento cominciai a nutrire un
sordo rancore nei suoi confronti e con me le altre.
Ora capivamo il perche' di quegli sguardi pieni d'odio e non potevamo
che solidarizzare con Gold cosi' ingiustamente bistrattato dalla vita,
speravamo che prima o poi si sarebbe preso una qualche rivincita.
angolo autrice: secondo capitolo random XD ora conosciamo quasi tutti i
professori e ho voluto tener buona la storia di Milah e Bae, se ora le
nostre quattro amiche si limitano a raccontare ed "osservare" i fatti
vedrete che presto ci sara' tempo per l'azione.
un grazie a Nimel, Jarmione, Dora93 e Samirina ^_^
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Capitolo 3 *** l'incarico ***
L'incarico
Ho sempre avuto dei gusti poco
ortodossi sui vestiti se cosi si puo' dire.
Alle volte jeans e maglioni altre gonna e vestiti in inverno, d'estate
magliette, pantaloncini o gonne e/o vestitini.
Altre volte ancora uscirei con le prime cose che trovo nell'armadio
senza neanche truccarmi.
In classe, e piu' in generale nella scuola pare si sia stabilito una
sorta di tacito accordo secondo il quale a scuola si viene vestiti "in
un certo modo" ovvero: jeans e maglioni e/o felpe, magliette.
Gia' se ti presenti con gli stivali ti guardan male e non mi riferisco
ai professori.
Di noi quattro l'unica che non ho mai visto in gonna era Miriam
noialtre ci sbizzarrivamo quasi ogni giorno, fossi stata da sola mi
sarei forse fatta piu' problemi, ma insieme ci spalleggiavamo a vicenda.
L'anno precedente avendo deciso di sconvolgere tutti, mi ero presentata
il primo giorno dell'ultima settimana di scuola prima dell'estate in
total black: maglietta aderentina a maniche corte, leggins, gonnellina
a balze, guanti di pizzo al gomito e persino ombretto e lucidalabbra
con l'eccezione delle infradito color argento, non vi dico le facce
degli altri quando entrai in aula, indimenticabile fu il commento di
Gold:
"Non sapevo stessero girando un film di Tim Burton qui vicino"
disse entrando in classe, onestamente non seppi come prenderlo visto
che con lui non sai mai se scherza o se e' serio pero' non notai una
volonta' maligna in quelle parole anzi, mi sembro' di notare un lampo
di divertimento nei suoi occhi, al che replicai senza nemmeno pensarci:
"si, mi han scelto come protagonista"
per poi pentirmene immediatamente.
Pensai, nell'ordine:
1) ora mi spedisce dalla preside
2) ora mi mette la nota sul registro
3)no, me la mette sul diario
4) mi spedisce dalla preside dopo aver fatto entrambe le cose
5) fara' chiamare i miei
6) no, prima mi mena
7) zitta tu mai eh???!
Non solo non fece niente delle cose sopraelencate ma mi sorrise
persino, roba da segnarselo sul calendario, l'unica altra volta che
l'avevo visto sorridere dopo la prima verifica.
Fu in quel momento che capii che le sue punzecchiature erano
provocazioni, le diceva a tutti certo ma in qualche modo VOLEVA che gli
si rispondesse, in effetti a parte noi quattro e pochi altri eran tutti
delle tali amebe che proprio torto non l'aveva.
Per completare il quadretto qualche settimana prima mi ero pure fatta
rossa: da piccola ero bionda poi mi si sono scuriti e ho cominciato coi
colpi di sole, peccato tornassi dal mare con tre colori in testa, cosi
chiesi consiglio alla mia parrucchiera ed optai per il rosso.
"Lasciali perdere: sembri la tizia di X-files, stai bene sul serio"
si affretto' a dire Lavinia vedendo i miei occhi dardeggiare
pericolosamente all'indirizzo dei miei compagni.
Tornando al presente, eravamo al secondo intervallo, quello delle 11.50
quando andai in bagno e sentii due ragazze piu' piccole parlare davanti
allo specchio:
"oh sai l'altro giorno ho visto un vecchio film"
" davvero? quale?"
"profondo rosso"
"e di quanti anni fa e'?"
"mah...inizio anni 90 credo"
Iniz...anni...90...
Ora. Se c'e' una cosa che detesto e' l'ignoranza: ok che
queste avranno quindici anni ma santo cielo, non sei nemmeno capace di
leggere una data su un dvd? o di cercartelo su internet?
1-9-7-5 non mi sembra cosi difficile!
"Perla calmati!" mi dicono le altre vedendo che comincia a girarmi la
testa di 365 gradi come Regan ma anche Rebecca ha uno sguardo che le
fulmina all'istante essendo horrorofila come me.
Torniamo in classe, lezione di francese prima di cominciare pero' la
prof esordisce cosi: " come sapete io sono la responsabile della
biblioteca scolastica e cerco due volontari che se ne occupino una
volta la settimana: dovrete fare in modo che i vostri compagni leggano
e che i libri siano restituiti in fretta".
"Tze, dice niente prof! qui la maggior parte della gente piuttosto che
leggere qualcosa che non sia Twilight si taglierebbe un braccio"
pensai alzando la mano insieme alle ragazze,
la prof scelse me e Rebecca dicendoci di fermarci dopo le
lezioni che ci avrebbe spiegato quali sarebbero stati i nostri compiti.
Quando suono' la campana chiamai i miei spiegandogli che sarei
rincasata piu' tardi dopodiche' mi recai in biblioteca con Rebecca: era
piuttosto grande e c'era molta varieta' di scelta per essere di una
scuola io pero' c'ero stata poche volte fortuna che ora avevo il tempo
di rimediare.
La prof ci spiego' come catalogare i libri sul computer e come
ordinarli sugli scaffali, circa una volta al mese ne sarebbero arrivati
di nuovi e avremmo dovuto sistemarli.
"Non preoccupatevi: ci saro' anche io con voi specialmente i primi
tempi, vi daro' una mano. Immagino che vi piaccia leggere:
qual'e' il vostro libro preferito?" ci chiese
"1984, George Orwell" risposi
"il fantasma dell'opera di Leroux" disse Rebecca
"Pero'! complimenti" si congratulo' la French
"Ho sempre amato leggere, sin da bambina: eppure la maggior parte della
gente mi chiedeva e mi chiede tuttora come faccia a leggere di
continuo, ormai saranno dodici anni che me lo dicono: non e' mai stato
facile difendere il mio hobby" dico accomodandomi su una sedia
"E' vero: in Italia quando dici che ti piace leggere ti guardano come
se fossi un marziano, ma d'altronde se alla gente piace essere
ignorante..." ribatte' Rebecca sedendosi accanto a me, la prof annuisce
mentre io continuo "una volta in libreria sfogliai un volume scritto da
una professoressa universitaria: diceva che in molti non leggono
semplicemente perche' non sanno farlo poiche' evidentemente a scuola si
e' stati abituati a testi troppo elementari senza contare che spesso si
legge solo per diritto di nascita ovvero se in famiglia gia lo fanno e
cosi..."
"...il massimo che molti sarebbero in grado di leggere sono i
libriccini che i neonati mettono in acqua" aggiunse Rebecca
facendoci ridere tutte e tre.
"Almeno non c'e' Twilight, son proprio curiosa di vedere cosa e se
verranno a scegliere i nostri compagni" commentai mentre
tornavamo a casa.
"Pare che sia stata la Mills a vietare che ci fosse" disse
Rebecca
"Una volta tanto ci prende anche lei" sospirai, non sapevo
perche' ma avevo la sensazione che ci saremmo divertite.
angolo autrice: il libro che cito e' "l'italia dell'ignoranza"
di Graziella Priulla e una volta mi sono davvero
vestita come dico ma non al liceo, se l'avessi fatto mi avrebbero
linciato: ci sono andata all'universita' cosi, idem per i capelli rossi.
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Capitolo 4 *** Tale as old as time ***
Tale as old as time
Ultima ora del giovedi, lezione di
ginnastica: il
vantaggio e' che alla fine ce ne possiamo andare a casa e lavarci, lo
svantaggio che, ok ti sgranchisci le gambe ma dopo cinque ore sei
talmente fuso che solo il giro di corsa della palestra ti pare la
maratona di New York.
"Sapete che Graham e la Mills si sono mollati?" bisbiglio' Miriam
affiancandomi
"Bene! spero l'abbia lasciata lui e anche mandata affanculo" ribattei
io soddisfatta: evidentemente il prof si era accorto di aver preso una
solenne cantonata
"Se e' cosi' puoi giurarci che lei si vendichera': quella non lascia
correre su niente" disse Lavinia che con Rebecca correva davanti a noi.
"Basta chiacchere! su ragazzi, ancora cinque giri e potete andare"
Albert Jefferson, il nostro prof di ginnastica non e' male,
ma
alle volte pare che abbia la luna storta e ci fa trascorrere la lezione
piu a correre che altro: e' vero che a parte un paio di spalliere e la
rete di pallavolo non e' che ci sia poi molto da utilizzare e poi non
amo molto giocare a pallavolo, ma neanche correre per quasi un'ora di
fila e' cosi divertente.
"Intanto che siamo in tema: avete notato come Gold guarda la French
ultimamente?" chiese Rebecca mentre entravamo nello
spogliatoio.
"In effetti li ho beccati un paio di volte a parlare insieme a
ricreazione ma non vuol dire niente: tra colleghi si chiacchera no?"
disse Lavinia.
"Puo' darsi: ma lui non mi e' mai sembrato di molte parole quindi,
stando cosi' le cose e se due piu' due fa quattro..."
cominciai
io a mo' di spiegazione mentre mi vestivo.
"Dici che si piacciono? magari, sarebbero una splendida coppia"
disse Miriam in tono sognante.
"Scusate, non vorrei fare la guastafeste ma non e' che in realta'
vorrebbe solo ehm..." comincio' Rebecca
"...portarsela a letto? no, non credo: Gold avra' tanti difetti ma mi
sembra uno che le donne le rispetta" completai io mentre
cercavamo di rimanere vicine nonostante la folla dell'ingresso.
Appena uscita vidi una bimba sui nove anni con un giubbotto blu
appoggiata al muro con in mano uno zainetto, li per li pensai che fosse
la sorellina di qualcuno, non era la prima volta che la vedevo
"Ciao, aspetti qualcuno?" le chiesi sorridendo "si,
il mio
papa'" mi rispose
"tra poco arrivera' sicuramente: come si chiama?" le chiese
Miriam
"Albert" rispose la piccola, noi quattro ci guardammo "ah ho
capito: sei la figlia del prof Jefferson?" chiese Lavinia,
la bambina annui'.
"Noi siamo delle alunne del tuo papa'" le dissi chinandomi
verso di lei "Oh eccoti qui: salve ragazze" senza
che ce ne accorgessimo il prof era arrivato alle nostre spalle
"dobbiamo andare, saluta le signorine Grace"
"ciao" disse lei mentre si allontanavano
"com'e' carina quella bimba: somiglia molto a suo padre"
commentai.
Entrammo al solito bar e una volta fatte le ordinazioni dissi:
"certo che, per quanto riguarda Gold e la French se la Mills
lo viene a sapere quei due son fritti" "adesso che
si e' lasciata con Graham poi, stai sicura che non perdera' occasione
pur di mettergli i bastoni tra le ruote" disse Miriam,
"puoi dirlo forte: guarda solamente che casino ha messo su
per David e la Blanchard" convenne Lavinia, io non
dicevo niente ma non ero affatto tranquilla: se le nostre supposizioni
si fossero rivelate esatte sarebbero stati guai seri per i nostri
insegnanti.
Nei giorni seguenti ad ogni buon conto cercammo, con la
massima discrezione di tenere d'occhio i due anche se non avremmo
potuto fare niente, e poi se anche fosse successo qualcosa meglio per
loro no? Certo che con la Mills in giro...
"Ma secondo me lui non prendera' mai l'iniziativa: non penso che sia
timido ma sai, lei e' piu giovane e lui..." aveva iniziato
Lavinia durante un cambio d'ora
"hanno dieci anni di differenza e' vero, ma diamine trenta e
quarant'anni non sono quindici e venticinque! dici che e' per via del
bastone?" dissi io prendendo il libro di storia dallo zaino
"Secondo me lui non fara' niente perche' e' persuaso che se vorra'
stare con lui e' perche' gli fa pena ed orgoglioso com'e'..."
aveva continuato lei.
"Non vi sembra la storia della Bella e la Bestia in un certo senso?"
ridacchio' Miriam
"Gold non e' un mostro" obietto' Rebecca
"il guaio e' che pensa di esserlo" sentenziai io sottovoce
mentre entrava la prof Blanchard.
Il primo di dicembre come ogni venerdi dopo pranzo io e Rebecca ci
trovammo in biblioteca, erano arrivati dei libri da sistemare
e c'eravamo solo noi: devo dire che ero rimasta piacevolmente
sorpresa era venuta molta piu gente di quanto credessi certo, nessuno
della mia classe ma non potevamo lamentarci anche se con l'avvicinarsi
delle vacanze di natale sfiora ad entrambe il dubbio che vengano a
prendersi i libri per la scuola e non per piacere personale.
"Quanti ne abbiamo ancora?" chiedo a Rebecca riponendo altri
tre libri "due scatole" mi risponde lei,
"ma cavolo, proprio oggi la prof doveva mollarci qui sole? grazie della
fiducia ma..." faccio io, "ti va qualcosa da bere?"
le chiedo "si grazie, una limonata andra' bene"
mi risponde dandomi la moneta per la macchinetta io la prendo
e attraverso la biblioteca di corsa quando sento dei rumori,
"strano che ci sia ancora qualcuno" penso
avviciandomi piano alla porta che da' sul corridoio rimanendo pero'
dietro uno scaffale e cio' che vedo mi fa restare di sale.
Gold e la French che si baciavano!
"Allora avevamo ragione, che belli che sono insieme: son proprio
contenta per loro" penso intenerita e commossa pur sentendo
una fitta di paura dentro di me pensando a quante ne avrebbero dovute
passare se fosse giunto agli occhi o alle orecchie della preside.
Evidentemente persi la cognizione del tempo perche' dopo un po' vidi
Rebecca a poca distanza da me e le feci segno di non fare rumore,
quando li vide fece tanto d'occhi io la presi per
mano e ci allontanammo in silenzio.
"SI BACIAVANO???" circa mezzora dopo avevamo finito di
sistemare i libri e ci eravamo trovate nonostante il freddo nella
piazzetta davanti a casa mia insieme a Miriam e Lavinia che avevano
quasi urlato in coro quelle parole.
"Certo che almeno una foto col cellulare potevamo farla" sbuffo' Rebecca
"Ma dai, non siamo mica stalkers" avevo ribattuto io
"Ma con la lingua o senza?" chiese Miriam in tono malizioso
"Ma che ne so! saranno affari loro no?? comunque non mi pare" dissi io.
"Sono proprio una bella coppia: ce li vedo benissimo insieme" aggiunse
Lavinia
"Anche io ma ho paura per loro: quanto credete che ci mettera' la Mills
a scoprirlo? quella pare avere occhi ed orecchie dappertutto
e quando succedera' saran casini vedrete" dissi alzandomi per buttare
il bicchiere di carta da cui avevo bevuto il caffe' in un cestino poco
distante.
Con una del genere come prof e preside bisognava stare in campana
sempre e comunque ventiquattrore su ventiquattro, per quanto ne potesse
dire mia madre sembrava proprio il tipo di persona che godeva nel far
soffrire il prossimo.
"Ma troverai pane per i tuoi denti!" pensai io con stizza.
angolo autrice: ed ecco introdotto anche Jefferson, dato che in ouat di
famiglie sventurate c'e' ne sono fin troppe almeno qui ho voluto farlo
vivere tranquillo con la figlia.
Molti di voi aspettavano la Rumbelle ed eccovi accontentate (detto cosi
pare un cognome vero e proprio) purtroppo i nostri amici non avranno
vita facile ma tutto si risolvera' per il meglio vedrete.
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Capitolo 5 *** I love it when a plan comes togheter ***
i love it when a plan comes togheter
Le vacanze di Natale arrivarono e
passarono, noi quattro
dopo aver passato quei due-tre giorni canonici ognuna con la propria
famiglia strafogandosi di ogni ben di dio ci ritrovammo per Capodanno
in un locale: negli ultimi giorni avevamo attuato una stretta
sorveglianza nei confronti di Gold, della French e della preside senza
farcene accorgere ovviamente: purtroppo pero' accadde l'inevitabile,
durante un intervallo vidi la preside che li scrutava mentre parlavano
"li guarda come un serpente velenoso guarda la sua vittima"
pensai.
"Dite quello che volete ma scommetterei cinquecento euro sul fatto che
appena torniamo la preside fara' vedere i sorci verdi a quei poveretti"
dissi mentre sorseggiavo il mio Long Island
"Ma anche l'ultimo dell'anno dobbiamo pensare alla Mills?"
sbuffo' Miriam
"Su, pensiamo a divertirci per adesso" disse Lavinia poggiando il suo
Cuba libre sul tavolo.
Aveva ragione, era inutile lambiccarsi il cervello in quel momento,
tantopiu' che ancora non sapevamo se avesse delle intenzioni in tal
senso e quali fossero, decisi di pensare a divertirmi per il momento.
Le lezioni ricominciarono e sfortunatamente ci avevo visto giusto dato
che un venerdi' Miriam entro' in classe sconvolta: "Non ci crederete
ma Perla ci aveva preso in pieno: salendo sono passata davanti alla
presidenza e ho sentito la Mills parlare con qualcuno al telefono di
una lettera di trasferimento, ho aspettato nascosta in un angolo e poco
dopo ha riattaccato e sono arrivati Gold, la
French, la Blanchard e David: avevano una faccia..."
"Non puo' trasferirli tutti! che scusa s'inventera'? e poi con la crisi
che c'e' trovali tu altri tre insegnanti a meta' anno scolastico"
s'indigno' Rebecca
"Infatti nella telefonata parlava solo della French e della Blanchard,
ho sentito
che diceva: "cosi capirete chi comanda qui" e dovevate vedere
che
sorriso vittorioso aveva!" continuo' Rebecca sedendosi
"quando sono usciti ha richiamato quello o quella con cui
parlava
prima e l'ho sentita blaterare qualcosa a proposito di quella
lettera ..."
"QUELLA LURIDA TROIA, PUTTANA ARPIA VIGLIACCA!!!" fortuna che
eravamo arrivate presto e c'eravamo solo noi perche' poco ci manco' che
le ragazze mi saltassero addosso per calmarmi: parevo posseduta tanto
ero arrabbiata.
"Non la passera' liscia, ci penseremo noi!" dissi cominciando
a calmarmi e lasciando fluire liberamente le idee
"Noi?? e come? dico, non vorrai mica andare a frugare in presidenza in
cerca di quella lettera vero?" mi chiese Lavinia allarmata.
"Certo che no: ma qualcosa mi verra' in mente" dissi mentre
cominciavano ad arrivare i nostri compagni
"Oh no, sta avendo un attacco di jazz" disse Rebecca.
Uno dei nostri sopprannomi era "l'a-team" e pare che io fossi stata
paragonata ad Hannibal, il leader del gruppo il quale, quando aveva
delle idee per i suoi piani nelle varie missioni i suoi compagni
definivano quel momento con le parole della mia amica.
Quando all'ultima ora arrivo' Gold notai che aveva un'aria strana,
diversa dal solito: lo guardai bene negli occhi, erano molto
arrossati come se avesse...
"...pianto" mi bisbiglio' Lavinia "magari e' solo
stanco ma
io non credo alle coincidenze" replicai io. Povero
prof!
non se lo meritava per niente quel trattamento, giuro che avrei voluto
abbracciarlo.
Alla fine delle lezioni venne a prendermi mia madre: "ciao, prima e'
uscita la tua preside e mi ha salutato, sara' severa ma a me sembra
simpatica" disse quando entrai in macchina.
"Quanto un cactus nel culo certo " completai mentalmente.
Nei giorni seguenti passai molto tempo su internet a cercare
informazioni e contemporaneamente a rimuginare su come agire:
"Tu hai visto troppi telefilm cara mia! come puo' venirti in mente una
cosa del genere?? e' un reato lo sai??"
"Sara', ma e' l'unico modo." conclusi tra me e me.
Per colmo di disgrazia qualche giorno dopo ci avvisarono che il 29 del
mese sarebbe arrivato l'ispettore scolastico. Decisi che a
pranzo
avrei parlato del mio piano alle ragazze, ormai non c'era piu tempo per
pensare, bisognava agire.
"Ragazze, dobbiamo darci una mossa: non solo quella lettera deve
sparire ma dobbiamo fare anche in modo che la Mills non parli mai con
l'ispettore, altrimenti l'effetto sarebbe il medesimo"
esordii
dopo aver bevuto un sorso d'acqua.
"Ok, ma che possiamo fare, rapirla forse?" mi chiese Rebecca perplessa.
"Innanzitutto non agiremo a scuola e non tutte e quattro assieme: e'
troppo rischioso, lo faremo solo noi" dissi
indicando me
stessa e Lavinia
"ma dove?? e come??" mi chiese lei.
"Tu non abiti poco distante dalla preside?" le chiesi e lei
annui'.
"Bene, mi sono informata: simili documenti hanno valore legale solo se
cartacei e spediti al ministero per posta ergo non c'e'
pericolo
che utilizzi la mail, poi dovrebbero essere firmati non solo dalla
preside ma anche dalla French e dalla Blanchard..."
"E che problema c'e'? tanto non firmeranno mai" disse Miriam
"Non essere ingenua! Le avra' sicuramente ricattate dicendo che se non
lo fanno le licenziera' e fara' in modo che non possano piu' insegnare,
oppure avra' falsificato la firma" Odiavo fare la parte
della
sotutto ma con certa gente non si poteva limitarsi a pensare le cose
possibili, era necessario pensare anche l'impossibile.
"Ma e' un reato no? e se la denunciassimo?" interloqui'
Rebecca.
Alzai gli occhi al cielo: "allora, dato che qui quella
fissata
coi telefilm sono io ti spiego subito una cosa: quando in un
telefilm gente che ha meno di vent'anni va dalla polizia a denunciare
cose simili e' parecchio improbabile che venga creduta a meno che non
porti prove inoppugnabili, e questo in America. Se lo fai in
Italia e hai meno di trentacinque anni devi portare prove piu' che
inoppugnabili senno' ti dicono di tornare a giocare con le bambole!"
dissi tutto d'un fiato.
"E se lo dicessimo ai nostri genitori?" chiese Miriam.
Sospirai "Ok, allora immaginati stasera a cena mentre dici
ai
tuoi: mamma, papa' io e le altre abbiamo scoperto che la preside vuol
cacciare la prof di letteratura e di francese perche' non le sta bene
che abbiano una relazione col bidello e col prof di diritto, per farlo
ha falsificato le loro firme su una lettera di trasferimento che
spedira' entro pochi giorni e poi parlera' con l'ispettore scolastico
che tanto non cambia niente. Pensi sul serio che ti
crederanno?
Se anche gli dicessi che l'hai sentita sicuramente diranno
che
hai capito male o che ci sara' altro sotto perche' non esistono cose
del genere, evidentemente non hanno idea di cosa sia il
mobbing.
Mia madre potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi che non mi sia
inventata niente forse e sottolineo forse se le portassi la
registrazione con la voce della Mills mentre lo dice."
Mentre le altre mi guardavano riflettendo io continuai: "No,
e'
inutile: possiamo contare sulle nostre forze e gia' che siamo in tema a
casa non dite niente, comportatevi normalmente che se s'impicciano va
tutto a monte, "stavo dicendo: in quel quartiere davanti alla
cassetta della posta c'e' la libreria, ci son stata qualche volta e ho
notato una scala antincendio fuori dalla finestra del bagno,
siccome stanno facendo dei lavori non e' mai chiusa come si
deve
e non c'e' allarme, non dovremmo fare altro che andarci,
nasconderci in bagno aspettando la chiusura e quando non ci sara'
nessuno uscire e prenderci quella dannata lettera"
"Cambia spacciatore" mi disse Lavinia in tono scettico
"E mentre voi andate a giocare a guardie e ladri noi due che facciamo,
le belle statuine?" chiese Rebecca
"Posso venire da te a dormire martedi?" chiesi a Lavinia
"ma certo, tanto i miei saranno fuori tutta la settimana per lavoro"
annui' lei
"Miriam, credi sia un problema per te quel giorno andare a dormire da
Rebecca?" chiesi
"No, si puo' fare" mi rispose
"Ottimo, cosi' non dovremmo preoccuparci dei nostri genitori, i miei se
anche mi chiamassero lo farebbero sul cellulare e avremo via libera"
dissi in tono pratico.
Era giovedi' e non vi nascondo che quei quattro giorni fui tesa come
una corda di violino, certo era una pazzia e rischiavamo anche
l'arresto se ci avessero scoperte ma era proprio l'ultima spiaggia.
"E se l'avesse gia' spedita?" mi chiese Miriam la domenica
quando uscimmo tutte insieme.
"No, se l'avesse fatto lo sapremmo credimi: la Mills non e' una che
tiene per se' le sue malefatte, una che ama cosi tanto far fare
figuracce in pubblico alla gente...l'avrebbe gia' spiattellato ai
quattro venti" dissi io sistemandomi il cappello in testa.
Fortuna che ne' i miei genitori ne' i suoi fecero storie per farci
dormire fuori, cosi quel giorno oltre alla cartella avevo una borsa con
tutta la mia roba, e uscendo da scuola dicemmo alle altre che appena
finito le avremmo avvisate e ci apprestammo a seguire la preside, tanto
facevamo la stessa strada.
"Dici che la spedisce subito?" mi chiese Lavinia mentre ci
sedevamo al bar proprio di fronte alla vietta dove c'era la buca delle
lettere.
"Non credo ci tocchera' attendere molto: forse un'oretta, andra' pure a
casa a mangiare col figlio no?" risposi leggendo il menu
Difatti circa quaranta minuti dopo la vedemmo ricomparire e imbucare
una busta bianca, giuro che feci una fatica assurda per evitare di
correre dall'altra parte della strada e buttarla sotto una macchina, ma
mi trattenni: ancora poche ore e quella storia sarebbe finita.
Dopo aver gironzolato un po' c'infilammo nella libreria tenendoci il
piu' possibile vicino ai bagni dove sgattaiolammo pochi minuti prima
della chiusura, alle 19 si spensero le luci ed uscimmo.
" Ho sempre sognato una roba del genere" dissi in estasi
mentre
rientravamo nell'ingresso totalmente nell'oscurita' "E
dobbiamo
starcene qui al buio per quanto?" ribadi' Lavinia.
Sorridendo tirai fuori due torce elettriche dalla borsa "no, non al
buio...beh direi almeno fino a mezzanotte cosi siam sicure che in giro
non ci sara' nessuno"
"MA SEI IMPAZZITA?? cinque ore al freddo e senza mangiare??"
quasi urlo' la mia amica
"In effetti per il freddo non posso fare nulla... ma per il mangiare
si" e tirai fuori due panini di quelli che vendono
confezionati
al supermercato.
Mentre mangiavamo mandai un sms a Rebecca dicendole che per ora andava
tutto bene e prendemmo un caffe' alla macchinetta e trascorremmo il
tempo leggendo qualcosa qua e la'.
Quando fu mezzanotte e dieci sbirciai tra le imposte per controllare
che non passasse nessuno e feci segno a Lavinia di seguirmi in bagno:
dentro uno dei gabinetti c'era una finestra, per nostra fortuna non
altissima da cui raggiungere la scala ed uscire.
"Aspetta: prima mettiti questa" le dissi mostrandole due
parrucche che tenevo in borsa una nera riccia e l'altra bionda e liscia.
"si, e poi?" ribadi' lei ironica " ascolta: non
passa
nessuno e' vero: ma se qualcuno ci vedesse almeno lo trarremmo in
inganno, non so se ti e' sfuggito ma se ci beccano rischiamo la galera"
insistetti io "e va bene!" sbuffo' lei
infilandosela
mentre io l'imitavo.
Si arrampico' Lavinia per prima e quando fu fuori le passai borsa e
zaino "accidenti che freddo! ma se voleva fare questa
porcheria
non poteva aspettare aprile-maggio la preside?? doveva proprio farla
durante i giorni della merla?" sbotto' mentre mi dava una
mano ad
uscire.
"No, perche' dopo la prima settimana di febbraio non si puo' far
trasferire piu' nessuno per legge" risposi cercando di
tenermi
salda ma rabbrividendo dal freddo, quando finalmente
raggiunsi la
finestra praticamente le finii addosso: "sei proprio un impiastro" mi
redargui' Lavinia ridendo "oh senti, non sono mai stata un
granche' come atleta e poi siam giuste no? io la mente e tu il braccio"
ribattei rialzandomi.
Corremmo giu' per la scala facendo ben attenzione a che non passasse
nessuno e raggiungemmo la cassetta, "Non mi dirai che hai
anche
un cacciavite o roba simile per scassinarla..." disse Lavinia mentre
l'illuminavamo con le torce.
"Esagerata, no mi limito a questa" dissi estraendo una chiave
dalla tasca anteriore della borsa.
lei mi lancio' uno sguardo dubbioso.
"Mia zia e' la direttrice dell'ufficio postale qui vicino ed e'
capitato che al venerdi' passassi da lei perche' a mia madre non piace
che torni col buio, quindi mentre aspettavo mio padre le sbrigavo delle
commissioni: nel suo ufficio ci sono tutte le chiavi attaccate al muro
ognuna col numero della cassetta ed il nome della via, cosi'
mentre mi mandava in giro a farle la spesa ho preso questa e l'ho fatta
duplicare dal ferramenta, roba da un'oretta, l'originale gliel'ho
lasciata e mi son tenuta la copia" spiegai mentre cercavo la
serratura.
"Ma sei diabolica! se fossi vissuta all'epoca del fascismo avrebbero
faticato non poco con te" disse la mia amica meravigliata e
aggiunse " ricordami di non farti mai arrabbiare".
"E' a fin di bene" risposi armeggiando con la chiave
"lo
dicevano anche i nazisti" "si, ma loro non
dovevano
aiutare i loro insegnanti alle prese con una preside sociopatica" .
La serratura scatto' e un'ottantina di lettere uscirono dall'apertura,
scovare quella giusta non fu semplice ma dopo qualche minuto la
trovammo: "Eccola!" esultai io. "dai
rimettiamo tutto
dentro e torniamocene a casa prima che qualcuno se ne accorga"
ribadi' Lavinia.
Mentre tornavamo a casa mi disse: "e se domani la preside parla con
l'ispettore?" camminando svoltai a destra e guardai in giro,
faceva freddo ed eravamo le uniche per strada: "quella non ti sembra la
macchina della Mills?" le chiesi indicando una Volvo nera.
"eh si, e' quella, ma che vuoi fare?" "ho letto
sul
giornale che in questi giorni nel quartiere ci son stati molti casi di
auto con le gomme tagliate, volevo aggiungerne una alla lista"
dissi ghignando e togliendomi dalla tasca un coltellino
svizzero
che mio padre teneva nel cassetto senza usare mai.
"Aspetta un attimo: ma domani non c'e' sciopero dei mezzi?"
mi
chiese Lavinia, ma sapevo che aveva capito tutto "esatto:
quindi
tempo che la Mills arriva e' passata un'ora, l'ispettore sara' gia li
alle nove e per spiegargli come funzionano le cose la' dentro Graham
basta ed avanza" dissi mentre tagliavo tutte e quattro le
gomme
in modo che rimanessero a terra.
"Fantastico, quindi e' tutto a posto: ma di quella che ne facciamo?"
mi chiese una volta a casa sua "la mostriamo alle
prof: e'
giusto che lo sappiano" risposi svestendomi.
Una volta in pigiama chiamai Rebecca: "sai come diceva Hannibal? "i
love it when a plan comes togheter: vado pazzo per i piani ben
riusciti" dissi appena sentii la sua voce
"Non ci credo, ce l'avete fatta??" disse sorpresa.
"Si, anche se per quella parrucca se passava qualcuno ci scambiava per
trans" disse Lavinia ad alta voce mentre dall'altra parte
sentii
un tonfo "che e' successo?" chiesi "no,
e' che Miriam
e' caduta dal letto dalle risate" "oh scusa" dissi
io
"e poi si son mai viste due trans struccate e in
tuta?
vabbe' ci vediam domani, notte" aggiunsi riattaccando.
Il mattino dopo alle 7.45 eravamo gia' in classe e avevo mostrato alle
altre la lettera: per prudenza me l'ero nascosta sotto i vestiti,
la preside, come previsto non arrivo' prima delle 9.20 quando
l'ispettore se n'era andato da un pezzo dopo aver trascorso col
vicepreside meno di un'ora. Vi lascio immaginare la sua
faccia
quando l'incrociai a ricreazione: credo che nemmeno Napoleone avesse
quell'espressione dopo la sconfitta a Waterloo.
"Alla fine delle lezioni rimanete in classe voi quattro" ci
disse Gold in un tono che non prometteva niente di buono.
"Che abbia capito qualcosa?? ma come diamine avra' fatto?? cos'e',
lavora per il Sismi? ha del Pentothal nella valigetta?"
pensai
stupefatta, poi pero' mi dissi che data la nostra reputazione come
gruppo, e il disprezzo che avevamo per la preside forse non era cosi
difficile da intuire...
"Dunque, la preside voleva trasferire le professoresse mediante una
lettera, oggi doveva venire l'ispettore e lei era assente, perche' pare
che le abbiano tagliato tutte le gomme della macchina, non so perche'
ma penso che voi c'entriate qualcosa" esordii Gold mentre sia
noi
quattro che tutti gli altri interessati eravamo soli in aula.
"Vi spiegheremo ogni cosa ma non qui, andiamo al bar di
fronte" risposi io in tono grave.
Il bar a quell'ora era piuttosto affollato ma il barista ci diede una
saletta dove poter stare tranquilli, cosi mentre ordinavamo ci
ritrovammo a spiegare ai prof e a David tutta quella faccenda sotto i
loro sguardi attoniti, quando venne fuori la storia delle
parrucche tutti risero di cuore, a Gold usci' persino di bocca l'acqua
che stava bevendo finendo tutta addosso al bidello e facendo triplicare
le risate.
"Ma e' una follia! vi rendete conto di quanto avete rischiato?"
proruppe la Blanchard indignata.
Pensai che solo per essere li a ridere con loro l'avrei rifatto non una
ma altre mille volte.
"Sappiamo perfettamente di aver rischiato grosso ma nella nostra scuola
ci sono poche cose belle e voi che vi volete bene e' una di queste"
spiegai tranquillamente.
"Voi non potevate fare nulla perche' rischiavate il licenziamento, cosi
abbiamo deciso di pensarci noi" aggiunse Miriam.
"Non crediate signorine che questo vi garantira' buoni voti"
sentenzio' la French in tono severo.
"Non l'abbiamo fatto per quello, e comunque fino all'anno prossimo la
preside non potra' fare piu niente" dissi estraendo la famosa
lettera.
Rimasero tutti sbalorditi: "ma io non ho mai firmato niente
del
genere!" "nemmeno io!" vidi Gold scrutare quel
foglio come
neanche aveva scrutato Jones.
"Io direi di distruggerla e di non dire niente, se mai dovesse
succedere qualcos'altro la denunceremo tutti insieme" propose
David e tutti approvammo.
"Facciamo cosi: tutta questa faccenda rimarra' tra noi ma voi dovete
prometterci che non farete piu niente del genere, intesi?"
disse
la prof Blanchard mentre tutti ci stringevamo le mani e noi giuravamo.
Mentre tornavo a casa pensai che forse qualche similitudine tra
telefilm e vita reale c'era: se si rimaneva uniti nessuno avrebbe
potuto sconfiggerci.
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Capitolo 6 *** Un pessimo incontro ***
un pessimo incontro
Dopo qualche giorno era chiaro ormai
che la storia della
lettera era diventata di pubblico dominio almeno nel corpo docenti, per
fortuna erano stati molto attenti a non farsi scappare nulla ne' con la
preside ne con i compagni.
Ci sembrava inoltre che ci guardassero in modo diverso ma nei fatti non
era cambiato nulla: la French continuava ad essere buona e gentile e
Gold ad essere, all'apparenza, gelido e severo con quel suo sarcasmo
cui ormai eravamo abituate.
"Non so voi ma io sto godendo di brutto" sogghigno' Lavinia
un
giorno a ricreazione mentre la preside guardava i due come se volesse
spellarli vivi, noi annuimmo: era una tale soddisfazione vederla
tremare di rabbia senza che potesse fare nulla per cambiare le cose!
Ancora non lo sapevamo ma presto ci saremmo ritrovate ad affrontare
tutt'altro tipo di problemi...
Un giorno vedemmo arrivare la French a lezione con una faccia molto
strana.
"forse e' solo stanca" pensai quella volta
Giorni dopo stessa situazione, "dite che ha litigato con
Gold?" ipotizzo' Lavinia
"non credo, li ho visti parlare prima delle lezioni" intervenne Miriam.
Alla terza volta che la vedemmo con quello sguardo capimmo che doveva
per forza esserci sotto qualcosa ma non facemmo in tempo a parlarne che
durante l'intervallo li vedemmo discutere ma non afferrammo subito se
stessero litigando o meno, pareva anzi che lei non volesse dirgli
qualcosa, c'interrogammo con lo sguardo senza sapere cosa dirci.
"Accidenti, dev'essere successo qualcosa di serio" borbotto'
Rebecca all'uscita
"forse, ma stavolta direi di lasciarli nel loro brodo a meno che la
cosa non riguardi la preside" ribatto io mentre loro mi guardan male
"non vorrei ci prendessero per impiccione" mi affretto ad
aggiungere.
Camminando prendiamo una vietta solitamente poco frequentata che
utilizziamo come scorciatoia quando ci sembra di sentire delle urla dal
fondo della via, ci avviciniamo e vediamo un uomo piuttosto
grasso che inveiva contro due figure familiari:
"sta' lontano da mia figlia porco!" urlava
"Adesso basta papa'! vattene!!!" lo rimbecco' una voce femminile
"Ma non sono Gold e la French quelli?" disse Miriam mentre ci
nascondevamo dietro un palazzo
"La faccia finita, sua figlia e' un'adulta e ha diritto di fare quello
che le pare" gli ringhio' il prof, il suo tono di voce era calmo ma non
lasciava presagire niente di buono.
Noi osservavamo la scena a bocca aperta senza sapere cosa fare quando
l'uomo afferro' la figlia per un polso tentando di trascinarla via ma
Gold l'anticipo' sferrandogli una bastonata allo stomaco.
"Questa me la paghi bastardo!" rantolo' scagliandosi di nuovo
verso di loro ma io mi ero chinata ed avevo afferrato un grosso sasso:
dato che stavano rimettendo a posto la strada ve n'erano parecchi
sconnessi, mi ero avvicinata e gliel'avevo lanciato contro colpendolo
alla spalla.
"E' sordo per caso?? non mi pare che sia gradito qui percio' alzi i
tacchi" dissi ad alta voce mentre i nostri insegnanti erano
ammutoliti dallo stupore.
"Tu di cosa t'impicci mocciosa??" mi disse avvicinandosi
minacciosamente quando lo raggiunse un'altra raffica di sassi anche se
non tutti andarono a segno.
"Sapete, credo che il signore qui voglia finire la giornata al pronto
soccorso, voi che ne dite ragazze?" disse Miriam in un tono a
meta' tra l'ironico ed il bellicoso mentre ci preparavamo a tirargliene
ancora, l'uomo tento' qualche altro passo ma un grosso
ciottolo scagliato da Rebecca lo colpi' dritto in fronte procurandogli
un taglio sanguinante e solo allora continuando ad urlarci contro se ne
ando'.
"Tutto a posto prof?" chiese Lavinia mentre li raggiungevamo
"si, ma voi non avete altro da fare che seguirci?" ribadi'
Gold severamente
"giuro che non vi stavamo seguendo: e' che e' la via piu veloce per
tornare a casa per noi" precisai.
Vedendo la French ancora sotto shock Rebecca le si avvicino' e
poggiandole una mano sulla spalla le chiese: "volete venire a mangiare
con noi cosi si calma?" annuirono entrambi e andammo al
solito bar.
Ci accomodammo ad un tavolo e fatte le ordinazioni spronammo la prof a
confidarsi: "Come avrete capito quello era mio padre, ho
sempre vissuto con lui dalla morte di mia madre avvenuta quando avevo
solo sei anni, purtroppo e' sempre stato un violento e da quando mia
mamma se ne ando' comincio' a bere" disse asciugandosi gli
occhi.
"Ma non ha mai provato a farsi aiutare..." comincio' Miriam
la prof sospiro': "no, e' sempre stato un gran testardo e ha
sempre rifiutato qualsiasi tipo d'aiuto: io per colpa sua non ho mai
avuto relazioni serie, quando ero ragazzina pensavo avesse
ragione lui e che io non riuscissi a trovare l'uomo giusto: solo piu'
tardi ho capito che non mi avrebbe mai permesso di stare con altri
all'infuori di lui, cosi tre anni fa andai ad abitare altrove, nella
casa lasciatami da una zia materna....scusate se vi ho coinvolte nei
miei problemi"
"Non si preoccupi, anzi, fa bene a sfogarsi" la rassicurai io
sfiorandole la mano.
"Vuoi venire a stare da me per un po' Annabelle? non vorrei ti
aspettasse sotto casa..." propose Gold
"No, tranquillo Richard: il portinaio lo conosce e sa che se dovesse
presentarsi deve chiamare immediatamente la polizia" gli rispose lei.
Noi quattro ci guardammo e scoppiammo a ridere
"beh? che c'e' da ridere?" ci chiese Gold in tono irritato.
"Scusate, non volevamo mancarvi di rispetto" rispose Lavinia
tra le lacrime.
"e' solo che...v'immaginate la faccia della Mills se lo venisse a
sapere?" aggiunse Miriam che era praticamente sdraiata sul
tavolo, i nostri insegnanti fecero un risolino.
"Per carita'! le verrebbe un colpo" ridacchio' la French
ormai senza piu' lacrime
"Io glielo direi proprio per farglielo venire, un colpo" disse Rebecca
facendoci tutti scoppiare in una tale risata che temetti ci buttassero
fuori.
Era incredibilmente piacevole parlare con quei due, ormai erano quasi
piu' nostri amici che nostri prof.
"Si, cosi quella s'inventa di nuovo qualcos'altro e queste e' la volta
buona che le arrestano dopo che intervengono di nuovo: io a farvi
lezione in carcere non ci vengo" disse Gold facendosi serio
all'improvviso.
"Stia tranquillo prof, ormai credo che ci abbia perduto le speranze"
dissi io
"Non sottovalutarla Perla, lo sai com'e' la preside..." mi
disse Lavinia in tono d'avvertimento.
" Si, si lo so: ha la mente di Tetsuya ma tutto il resto fa da se'"
ghignai mentre gli altri scoppiavano a ridere nuovamente.
"Oggi andro' a denunciarlo, non voglio piu' vivere cosi'"
annuncio' la French e Gold disse che l'avrebbe certamente
accompagnata.
Mentre arrivava quello che avevamo ordinato pensai che se eravamo
davvero una specie di a-team quello che stavo provando io in quel
momento era ben piu' appagante di qualsiasi somma di denaro.
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Capitolo 7 *** In gita ***
in gita
Con l'arrivo di marzo si comincio' a
parlare di
possibili mete per la gita scolastica: essendo quell'anno Pasqua alla
fine di aprile si opto' per l'ultima settimana del mese.
Si decise di andare a Roma in pullman ma ancora non sapevamo chi ci
avrebbe accompagnato
"Speriamo siano Gold e la French: allora si che ci divertiremo"
commento' Miriam
"eh davvero! e magari li becchiamo mentre..." aggiunse
Rebecca ridacchiando.
"ma li becchiamo mentre cosa?? ok che sono innamorati ma son mica
ragazzini" la rimbeccai ma ridevo anche io.
"Beata lei, vorrei essere al suo posto" sospiro' Lavinia,
da tempo lei e le altre discettavano sulla bellezza del prof,
non che io pensassi che fosse brutto anzi, ero convinta che
avesse fascino da vendere e un'eleganza innata ma per lui provo solo
tanta stima ed affetto.
"De gustibus, io onestamente preferisco Graham e Jefferson" dissi
bevendo un sorso di succo d'albicocca
Giorni dopo, durante una lezione la preside si schiari' la
voce e
disse: "dunque ragazzi: si e' deciso di portarvi in gita a Roma, saremo
io e la professoressa Swan ad accompagnarvi",
Noi quattro a quelle parole ci sentimmo crollare il mondo addosso: non
che pensassimo davvero di essere cosi fortunate da avere davvero Gold e
la French ma neanche la Mills porca miseria!
"La cosa buona e' che se rompe possiamo vendicarci in mille modi"
commento' Lavinia.
Ma alle volte come si suol dire, la fortuna aiuta gli audaci, perche'
non ci crederete ma circa una settimana dopo all'ultima ora del venerdi
la preside si presento' in classe con un grosso collare dicendoci che
il giorno prima l'avevano tamponata e quindi non sarebbe potuta venire
con noi.
"Vi accompagneranno la prof Swan e il prof Gold" disse.
"oh. porca. puttana.!" fu il nostro pensiero comune mentre
Gold
ci squadrava con uno sguardo come a dire "vedete di
comportarvi
come si deve altrimenti vi mangio vive"
"Dio santo non ci posso credere! che botta di culo abbiamo avuto!" fu
il mio commento al suono della campana, fortuna che il prof era gia
uscito.
"Ho come l'impressione che ci divertiremo" disse Miriam
sibillina.
Quel giorno a pranzo quando raccontai la novita' mia madre disse:
"accidenti che sfiga, passi per la Swan che mi sembra molto dolce ma
lui dev'essere un rompipalle...la Mills e' piu' simpatica."
non
sprecai neanche fiato a risponderle limitando a pensare "e'
proprio vero che l'apparenza inganna: lui che sembrava il piu' bastardo
alla fine e' anche una persona piacevole mentre la preside che sembra
gentile e disponibile e' piu' pericolosa di una bomba H"
Finalmente arrivo' il momento di partire: alle sette meno un
quarto di mattina gia c'eravamo tutti, e i prof ci stavano contando
prima di farci salire sul pullman, quando Gold si avvicino' e
in
inglese ci disse: "ascoltatemi bene voi quattro: comportatevi come si
deve, siamo intesi?" raramente i prof usavano quella lingua
per
comunicare con noi e quando lo facevano o si trattava di qualcosa di
molto serio o di molto grave, che lo facesse lui era ancora piu'
preoccupante. "ma certo" lo rassicurammo prima di
salire.
Il viaggio fu abbastanza tranquillo, ci fermammo appena dopo Bologna e
poi ripartimmo, era quasi mezzogiorno quando il pullman ci
scarico' davanti all'albergo "Domidea": a prima vista non faceva
affatto schifo, noi quattro ci affrettammo a raccogliere i
nostri
bagagli, una volta risolti i convenevoli alla reception fu il
momento di decidere le stanze: "le camere sono tutte da due
e da
tre, da quattro c'e' n'e' solo una" esordi' Gold cominciando
a
smistare tutti, ovviamente noi chiedemmo subito quella da
quattro
"assolutamente no! tu Gentile starai insieme a Visconti
e
tu D'elia con Volturi" disse indicandoci le porte
"per
favore prof, faremo le brave" quasi lo supplica Rebecca a
mani
giunte "perche' no Richard? non mi sembra una cattiva
idea..."
interviene la Swan facendoci riaccendere la speranza
"sei
pazza?? se lo faccio ci cacceranno sicuramente, hai idea di cosa
possono fare queste tutte insieme?" ribadisce lui alquanto
agitato
"Ma se siamo degli angioletti" dissi io in tono innocente"
"con le corna, certo" risponde il prof ,
"mica abbiamo i bazooka in valigia" replica Lavinia
"Non e'
questo il punto e sapete benissimo cosa intendo" dice Gold
cercando di darsi un contegno "preferiresti dare la camera a
Parodi, Morando, Galiano e Barone allora?" sospiro' la prof :
in
quel momento potei quasi vedere gl'ingranaggi del cervello di Gold
mettersi all'opera, in effetti mettere insieme quattro femmine e'
meglio di quattro maschi anche se due di quelle quattro
femmine
son state
nascoste cinque ore al freddo di una libreria per evitare che tu e la
tua collega foste separati...
"E va bene! ma vi avverto: se succede qualcosa vi cambiamo di
stanza intesi?" ci avverti' noi dopo averlo
ringraziato ci
precipitammo dentro, la stanza era piuttosto grande con due
letti
singoli ed un matrimoniale il quale ce lo accalappiammo io e Lavinia.
Nel pomeriggio prime visite guidate al Colosseo e a Piazza di Spagna,
devo dire che non fu affatto male, credevo peggio, tornammo
in
albergo verso le 17 e ci dissero di prepararci per cena alle 19, quasi
tutti i nostri compagni volevano farsi portare in un locale dopo
mangiato a noi invece non andava molto, non con loro almeno.
Piuttosto, volevamo andare in un cinema vicino dove
replicavano
"Amarcord" di Fellini, dopo averlo fatto presente ai prof
(ed esserci sorbite una sorta di predica dalla Swan sul fatto
che
in gita si sta tutti assieme) decisero che lei sarebbe andata al locale
mentre lui sarebbe venuta con noi.
Eravamo cosi felici che io tirai fuori I-pod e casse mettendo "Fame"
a tutto volume saltando sul letto: dopotutto erano appena le
17 e
di certo in albergo alla fine di marzo non c'e' cosi tanta gente da
disturbare no? Cominciai a saltare sul letto matrimoniale a
tempo
di musica peccato che dopo qualche minuto entro' la prof a dirci di
abbassare.
Una volta uscita lei lo feci, purtroppo alcune canzoni erano gia'
"alte" quando le scaricai quindi per quanto abbassassi si sentivano
comunque, ripresi a saltare e a lanciare cuscini insieme alle
altre, passarono circa altri venti minuti quando senza volerlo scagliai
il cuscino all'indietro, in quel momento mi accorsi che, canzone a
parte era calato un improvviso silenzio, mi voltai per capirne il
motivo e vidi Gold in piedi accanto al letto che mi guardava con la sua
solita aria impassibile.
"Cazzo, ma perche' siam sempre cosi cretine?? chiudere a chiave no eh??
che figuraccia!"
Si, perche' a quel punto la canzone non faceva piu': "FAME!!! I'M GONNA
LIVE FOREVER!!! I'M GONNA LEARN HOW TO FLY!!!"
che volendo sarebbe anche stata accettabile.
Bensi'....
"SONO LE TAGLIATELLE DI NONNA PINA!!! UN PIENO D'ENERGIA EFFETTO
VITAMINA!!!"
Io mi lasciai cadere sul letto mentre le altre trattenevano a
malapena le risate, corsi ad abbassare il volume scusandomi.
"Allora: a me non interessa se vi mangiate le tagliatelle di nonna Pina
o lo stracchino di nonno Nanni, basta che teniate basso il volume e non
fatemelo ripetere, intesi?" ci disse guardandoci negli occhi una ad una
in un tono che voleva essere serio ma che tradiva una nota divertita
"Sissignore" replicammo noi quasi all'unisono, fu mentre il prof usciva
io lanciai nuovamente il cuscino contro Lavinia ma sbagliai mira e
colpii lui alla schiena "oh mi scusi, non volevo mirare a lei
davvero" dissi mentre le ragazze trattenevano il fiato: in
quel
momento eravamo tutte convintissime che ci avrebbe messo la nota sul
registro o che si sarebbe messo ad urlare minimo.
Nessuna di noi era preparata a quello che accadde in seguito.
Ma giuro sul mio onore che fece a cuscinate con noi, restando fermo e
con una mano sola e' vero, quel maledetto ginocchio
gl'impediva di
muoversi piu' di tanto ma credo si sia divertito comunque e noi con lui.
Anzi, non lo credo: ne sono certa.
Quando usci' abbassammo finalmente il volume ad un livello accettabile
ma la canzone che seguiva era pure peggio visti i commenti delle
ragazze:
"Voglia di stringersi e poi...vino bianco fiori e vecchie canzoni..."
"Ma cos'e' sta roba?? ma ti prego!!" quasi urlo' Lavinia
"Il vino bianco te lo sarai scolato a colazione per mettere su sta
canzone" aggiunse Miriam.
"Che imbroglio era, maledetta primavera, che resta di un sogno erotico
se, al risveglio e' diventato un poeta"
"eh si vede che ci sono andati giu' di brutto, e non solo col bianco
evidentemente, oppure era scaduto" commento'
Rebecca
"potremmo provarci col prof" aggiunse maliziosa
"REBECCA!!!" esclamai io asciugandomi le lacrime.
Dopodiche' facemmo un breve check su cosa mettere quella sera, io avevo
gia deciso di mettere un vestito nero lungo poco sotto al ginocchio con
delle scarpe rosse con tacco e laccio alla caviglia, Lavinia
era
tutta in verde, di diverse tonalita' con una gonna leggermente
pieghettata e lunga al ginocchio e scarpe taccate nere dalla punta
tonda, Miriam pur essendo la piu sportiva tra noi era molto elegante in
jeans e camicia neri con stivali coordinati, Rebecca invece indossava
un abito viola e nero completo di leggins e scarpe alte.
Io avevo fatto in fretta, dovevo solo truccarmi e mancavano ancora
venti minuti alla cena cosi dopo una rapida scorsa alla borsa per
vedere di non dimenticare niente aprii la porta per controllare se gli
altri fossero gia' pronti e mi trovai davanti a Gold anche lui gia'
vestito di tutto punto con una giacca piu' chiara del solito, lo
salutai ma non feci in tempo ad aggiungere altro perche' i nostri
compagni cominciavano ad arrivare dal fondo del corridoio:
probabilmente il loro abbigliamento erano quello che loro ritenevano
"da discoteca" ma per me era piu' un incrocio tra quello di "Uomini e
donne" e il "Rocky horror picture show": i maschi sembravano
dei gran tamarri e le ragazze, per la maggior parte parevano fare a
gara a chi si scopriva e truccava di piu', per capirci: Lady Gaga al
confronto e' la monaca di Monza.
Guardai in faccia il prof che aveva un'espressione a meta' tra lo
sconcertato e il disgustato tale che per non scoppiargli a ridere in
faccia mi voltai rapidamente per rientrare in camera...finendo
dritta contro la porta che qualcuno aveva avuto la bella
pensata di chiudere! La riaprii e rientrai chiudendomela alle spalle
mentre scoppiavo a ridere "e ora che c'e'?" mi
chiese Rebecca pettinandosi "hahahahahaahahahah i nostri
compagni...pwhahahaah....si son vestiti e truccati al
buiohohoohhohoho... e Gold....mwhahahahahhaha" biascicai
meta' sdraiata sul mio letto.
"Che??!" mi chiese Lavinia mettendo la testa fuori dal bagno, io ridevo
cosi tanto che mi mancava il respiro ma riuscii comunque a riacquistare
il controllo e finire di truccarmi.
Quando uscimmo i nostri compagni stavano gia' scendendo le scale, ci
apprestammo a seguirli quando sentimmo una voce alle nostre spalle:
"fortuna che abbiamo anche qualcuno che sa ancora essere elegante" era
Gold che soppraggiungeva in quel momento seguito dalla Swan,
arrossii, il nostro prof di diritto non era certo facile ai
complimenti ma quella frase per quanto bizzarra mi piacque molto "hai
ragione Richard: state molto bene cosi ragazze" disse lei,
noi la ringraziammo.
La cena non presento' particolari problemi ed una volta finita i nostri
compagni si diressero verso il locale dove volevano andare (era un pub
dove si ballava poiche' le discoteche aprono molto piu tardi e di certo
non ci avrebbero mai portati) con la prof mentre noi cinque
percorremmo un paio di viette fino ad arrivare al cinema, non
c'era molta gente ma era prevedibile: fosse stato un cinema all'aperto
d'estate forse saremmo stati di piu' ma in quella serata
primaverile piuttosto fresca non saremmo stati piu' di una cinquantina
di persone.
Ci mettemmo in fila per il biglietto lasciando il prof per ultimo:
"son tutte figlie sue?" gli chiese il bigliettaio,
noi ridacchiammo, " per carita'! sono il loro insegnante io e
la mia collega ce li siam divisi" rispose lui pagando
"ci ha voluto perche' noi siamo le migliori" disse
Miriam a voce alta "pensi un po' come sono gli altri"
fece lui sarcasticamente venendo verso di noi.
In sala ci disse di metterci dove volevamo che lui sarebbe stato due
file dietro: apprezzai molto la sua discrezione in genere gl'insegnanti
in gita tendono a trattare tutti come se avessero cinque anni, il fatto
che ci lasciasse un margine di liberta' senza starci sul collo
significava che per quanto ne dicesse si fidava di noi.
Quando uscimmo l'aria era piuttosto frizzante e mi strinsi nel
giubbotto, giunti in prossimita' dell'albergo ci fermammo ad un
baracchino e comprammo dell'acqua e delle bibite mentre il prof si fece
fare un caffe' "glielo pago io prof" si offri'
Miriam forse per scusarsi della battutaccia di poco prima ma dovette
insistere parecchio prima che lui accettasse.
Prima di andare io rimasi indietro un attimo e comprai una bottiglietta
di birra: di solito non bevo moltissimo ma quella sera ne avevo voglia,
in fondo ero maggiorenne e se non mi diverto in gita scolastica quando
lo faccio?
Ne bevetti un po' camminando facendo attenzione a non farmi vedere dal
prof : non credo ne sarebbe stato molto contento. Prima di
entrare in albergo la misi in borsa ma cominciai a sentirmi strana: mi
sentivo la testa pesante, avevo un gran sonno e una gran voglia di
ridere assieme, "oddio, questi sono gli effetti dell'alcool"
pensai salendo le scale e pregando che i prof non se ne accorgessero,
anche i nostri compagni e la Swan erano tornati cosi ci augurammo la
buonanotte a vicenda e andammo ognuno nelle nostre camere.
Una volta struccata ed in pigiama bevetti tutta la birra a piccoli
sorsi e misi la bottiglia sotto la scrivania peccato che appena sotto
le coperte mi prese un attacco irrefrenabile di risa, si doveva
sentirmi anche in corridoio perche' poco dopo sentimmo bussare.
Lavinia ando' ad aprire: era Gold "la finite di fare rumore? dormite
che domani ci sara' da camminare" ci redargui' lui.
"La scusi, e' che e' caduta dal seggiolone da piccola..." disse seria
lei mentre io premevo il viso contro il cuscino per calmarmi
"Buonanotte" replico' lui freddamente e se ne ando'.
Per qualche minuto sembro' che mi fossi calmata ma mi prese un attacco
di risate silenziose: ridevo "di pancia" facendo tremare il letto e
svegliando Lavinia e le altre "vuoi farla finita? se tornano i prof ti
meno" mi disse Rebecca accendendo la lampada sul suo comodino.
"E quella che cos'e'?" disse Lavinia adocchiando la bottiglia vuota
"Oddio, ha bevuto ora si spiega tutto" disse Miriam
battendosi una mano sulla fronte.
"Ma ero a stomaco pieno, mi pare strano che mi faccia quest'effetto, e
poi non ho nausea o altro" replicai io.
"Intanto quella bisogna farla sparire: se te la trovano sei fregata"
disse Lavinia alzandosi.
"Ci sono dei bidoni in strada magari puoi scendere" propose Rebecca
"No, il portone e' chiuso a quest'ora. ma forse..." fece
Lavinia pensosa uscendo sul terrazzino
"Ma che fai?" le chiesi seguendola, faceva piuttosto fresco
ma non era una brutta nottata, vidi che c'erano davvero i
bidoni del vetro al di la' della strada ma come avevo detto sarebbe
stato impossibile raggiungerli fino al mattino seguente.
"Domattina mi alzo presto e vado a buttarla prima di colazione"
proposi io e feci per rientrare quando mi accorsi che la mia
amica aveva alzato il braccio con la bottiglia vuota, non feci in tempo
a fermarla che l'aveva gia' scagliata giu' e, incredibile a dirsi,
aveva centrato in pieno il bidone aperto!
"Bene, ci siam levati il problema" disse lei rientrando,
io scoppiai a ridere cosi forte che battei la testa contro il
bordo del terrazzo ma, forse per l'alcool non sentii molto dolore.
"Oh fantastico: adesso sara' pure piu scema di prima" disse Miriam che
aveva visto tutto anche lei.
M'infilai sotto le coperte: se questo era l'inizio chissa' come sarebbe
finito quel viaggio d'istruzione.
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Capitolo 8 *** un giorno di ordinaria follia ***
un giorno di ordinaria follia
La mattina dopo stavo benissimo, non
avevo ne' mal di testa ne' nausea: in fondo era solo una birra e devo
dire che, pur non essendo abituata a bere non mi sono mai presa una
sbronza "seria" dove si vomita ecc, le altre volte che e'
successo fu come quella in gita.
Scendemmo a fare colazione e accanto a noi si sedette Sara "spero vi
siate divertite almeno voi: no perche' a me ballare piace pero' a tutto
c'e' un limite" "in che senso?" chiese
Lavinia
"Le solite Marta ed Olivia si son messe a far le sceme, ho detto tutto"
rispose Sara
Noi ci limitammo ad alzare gli occhi al cielo: conoscevamo fin troppo
bene le nostre compagne e potevamo immaginare cosa poteva essere
successo, sperai solo che la Swan se ne fosse accorta e avesse fatto ad
entrambe un mazzo tanto.
Poco dopo andammo sul pullman e la mattinata trascorse relativamente
tranquilla tra il Colosseo e l'Altare della Patria, dopo
pranzo pero' i nostri compagni avanzarono la richiesta di gironzolare
per via del Corso, noi quattro ci guardammo: personalmente
sono un po' "allergica" alla roba firmata, le poche
volte che mi e' capitato di girare per simili posti mi e' presa l'ansia
non so perche', cosi noi chiedemmo se potevamo tornare in albergo, i
prof accettarono: la Swan e i nostri compagni sarebbero tornati in
pullman mentre noi e Gold avremmo preso la metro.
Arrivati in albergo il prof sedette ad un tavolino del bar ordinando un
the' con latte, ci disse di fare quello che ci pareva basta
che non uscivamo da li'.
Rebecca accompagno' Miriam in bagno ma io avevo gia' una mezza idea su
come trascorrere il resto del pomeriggio e putroppo per Gold
non era "andare in camera a vedere la televisione".
Nel nostro hotel c'erano varie attivita' ricreative e tra queste vi era
anche il tiro al bersaglio, ma non con l'arco o le freccette bensi' con
la pistola (caricata a pallini ovviamente).
Io e Lavinia andammo a chiedere e ci dissero che se eravamo maggiorenni
potevamo fare dieci tiri omaggio e poi eventualmente pagare per farne
altri.
Entrammo nell'apposita area e mettendoci ciascuna ad una "pista"
diversa cominciammo: devo dire che non ando' poi malissimo
per essere la prima volta, feci tre centri quasi perfetti.
Nel frattempo il prof si era stancato di starsene al bar e ci stava
cercando, arrivo' davanti alla vetrata che dava sull'area del
tiro al bersaglio senza vederci quando incrocio' Rebecca e Miriam alle
quali chiese: "ma le vostre amiche dove sono? e' un po' che
non le vedo" Rebecca si strinse nelle spalle, "non saprei,
io son stata in bagno con lei finora".
Peccato che in quell'istante uscii' dalla mia pista tutta gasata
dicendo "eh ha visto che brava prof? ho centrato il punto
piu' difficile quattro volte!" "tze, io cinque"
preciso' Lavinia raggiungendoci mentre Gold e le ragazze
rimanevano sulla soglia e lui ci guardava con gli occhi sbarrati
"sentitemi bene cowgirls: mettete giu' subito quelle cose,
cosa vi e' venuto in mente si puo' sapere??" "ma dai prof,
che crede, che sian caricate a proiettili veri?" ridacchiai io
PUM!!!
Risuono' alto e forte e noi ci guardammo attorno pensando che uno degli
altri tiratori avesse sbagliato mira: purtroppo non era cosi e vedendo
la faccia del prof prima e la mia pistola dopo capii tutto.
Mi era accidentalmente partito un colpo che per fortuna aveva preso la
bottiglietta d'acqua che teneva in mano.
"Vuoi azzopparmi anche all'altra gamba Gentile?" mi disse con
una calma innaturale
"Certo che neanche Pecos Bill..." tentai di scherzare io
mentre Rebecca era piegata in due e biascicava un
"scusate io vado in bagno altrimenti me la faccio addosso"
"Posala e andate in camera, ora!" disse Gold uscendo, noi
obbedimmo ma quando tornarono i nostri compagni lo sentimmo parlare con
la Swan "Ma siamo in gita o all' OK Corral?? ancora un po' e
mi sparano addosso, quelle quattro mi faranno impazzire me lo sento!!"
"ma dai, non han mica fatto apposta, ti pare??"
rispondeva lei ridendo a piu' non posso.
"Stia tranquillo che non le faremmo mai del male prof" disse
Lavinia una volta tornate in camera
"Certo se ci fosse stata la Mills io un pensierino ce l'avrei anche
fatto" aggiunse Miriam
"Sicuro, ma a lei la bottiglietta d'acqua col cazzo che gliela
ricompravo" ghignai io subito imitata dalle altre.
Avevo ragione: sarebbe stata una luuuunga settimana.
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Capitolo 9 *** I've seen things you people wouldn't believe ***
i've seen things you people would't believe
Quel mercoledi mattina avevamo in
programma la visita
alla Cappella Sistina e a S. Pietro, non so voi quante e quali gite
abbiate fatto a scuola ma vi assicuro che gia' visitare una chiesa e'
pesante figurarsi due nella stessa mattinata, specie quando si e' in un
gruppo dove se tenti di ascoltare la guida fai una fatica immane dal
casino che c'e'.
Comunque sia, ci levammo pure quei due monumenti e all'una eravamo
tutti a pranzare in un bar, quando mi ricordai che poco distante da li'
c'era il negozio di "Profondo Rosso" fondato da Dario argento
e
lo dissi alle altre.
Il guaio era che io e Rebecca ci avremmo fatto un salto all'istante
mentre Lavinia e Miriam non erano molto dell'idea ma come lo spieghi ai
prof?
O meglio, come lo spieghi a Gold?
Si perche' i nostri compagni volevano andare all'Hard rock cafe' ma noi
c'eravamo gia state in altre citta' e diciamocelo, alla fine son tutti
uguali no?
Quindi una volta che i nostri compagni si avviarono insieme alla prof
noi andammo da Gold per proporgli la nostra idea:
"Cosa?? non se ne parla neanche, da sole no" si rifiuto'
appena cominciammo a parlare
"Ma prof, siamo maggiorenni" ribattei io calma
"Non m'interessa! siete sotto la mia responsabilita' e se vi succede
qualcosa ci vado di mezzo io con la preside e con i vostri genitori"
ci disse severamente.
Ci volle del bello e del buono ma alla fine riuscimmo non so come a
convincerlo a patto pero' che saremmo tornate entro le 18 ovvero prima
degli altri.
Guardai l'orologio: erano appena le 14.30 saremmo riuscite ad andare e
tornare tre volte.
Prima d'incamminarci presi sottobraccio Lavinia e Miriam che sarebbero
tornate in albergo con Gold, "Mi raccomando: non voglio
sentire cose strane chiaro?" dissi guardandole negli occhi
"Senti chi parla" mi canzono' Miriam.
Cosi' ci separammo, noi con la metro arrivammo al museo in poco piu' di
mezz'ora e lo visitammo fermandoci anche nello shop dove comprammo io
due magliette e Rebecca una maglia ed un portachiavi dopodiche' siccome
era ancora presto gironzolammo li' intorno andando prima al bar e poi
in libreria.
Immagino vi starete chiedendo: "ma come, proprio loro due che a scuola
erano anche responsabili della biblioteca? ma non si stufano a vedere
libri?"
La risposta ovvia e' NO.
Che posso farci, io adoro i libri li adorerei pure se non sapessi la
lingua in cui son scritti e piu' ne vedo piu' son felice idem per
Rebecca.
Il guaio e' che chiunque venga per librerie con noi lo fa a suo rischio
e pericolo perche' ci passiam le ore anche senza comprar
niente.
Verso le 17 ci decidemmo ad uscirne ma mentre scendevamo in
metropolitana ci dissero che da quell'ora si era in sciopero fino al
giorno dopo "e ora?" mi chiese Rebecca con la voce
piena di panico " aspetta, non agitarti" le risposi
anche se ero ancora piu' impanicata di lei guardandomi attorno: eravamo
a Roma accidenti, possibile che non ci fosse un tram o un autobus...
C'informammo ma putroppo i miei peggiori sospetti vennero confermati:
niente mezzi pubblici fino al giorno dopo, "fantastico! e a
piedi non possiamo certo tornare" pensai, ci avremmo messo
due ore minimo altro che tornare per le 18... improvvisamente
gli occhi mi caddero su un autonoleggio e afferrata la mano della mia
amica ce la trascinai.
"Ma che vuoi fare?" mi disse incredula "senti,
questa e' un'emergenza" le risposi risoluta avviandomi verso
il banco: c'era un uomo di colore piuttosto giovane al quale chiesi
quanto mi sarebbe costato noleggiare una macchina fino al giorno dopo,
mi disse quaranta euro e io sospirai pensando che almeno
quando eravamo in giro ne spendevo al massimo tre per il mangiare.
Ci guido' nel garage a fianco dove mi consegno' le chiavi di
un bel maggiolone beetle verde "che figata, m'e' sempre
piaciuta questa macchina" dissi entusiasta mentre mi
accomodavo al posto di guida, "va bene ma per favore vai
piano" mi disse Rebecca allacciandosi la cintura.
Cominciai a guidare segnandomi su un foglio i nomi delle vie per
ricordarmi il percorso (la macchina era da riconsegnare per le 10 del
mattino dopo) quando squillo' il mio cellulare e chiesi alla
mia amica di rispondere "Reby? ma dove siete? c'e' Gold qui
che e' un fascio di nervi " sentii dire Miram in
tono molto preoccupato "ehm e' una lunga storia, Perla non
puo' parlare perche' sta guidando" "COSA STA
FACENDO??" sentii quasi urlare la nostra amica "Ok
ora glielo passo: ti vuole il prof" disse Rebecca porgendomi
il cellulare.
Fortuna che eravam ferme ad un semaforo: "pronto?" dissi in tono
innocente "Si puo' sapere dove diamine siete finite?? venite
subito qui!!" mi urlo' all'orecchio "stia
tranquillo prof, venti minuti al massimo e saremo li" lo
rassicurai mentre guardavo l'ora: erano le 17.15 "Ma come
venti minuti?? non e' possibile, io dico che meno di mezzora non ci
mettiamo" disse Rebecca.
"Io invece dico di si" ribattei risoluta mentre, con lo scatto del
verde premevo tutto il piede sull'accelleratore.
Ok non avrei dovuto farlo ma come avevo detto alla mia amica era
un'emergenza e poi non e' che andavo COSI' forte e i segnali li
rispettavo tutti eh? non saltavo semafori o roba simile.
"Perla vai piano! mi viene da vomitare" disse Rebecca
facendosi sempre piu pallida in volto
"e allora abbassa il finestrino, altrimenti pulisci tu!" la rimbeccai
svoltando a sinistra e pregando di ricordarmi la strada il giorno dopo.
Arrivate nella nostra via notai da lontano Gold che camminava avanti e
indietro sul marciapiede fumando una sigaretta e seguito a ruota da
Lavinia e Miriam, finalmente parcheggiai li' davanti e scesi
recuperando le borse dietro.
Il prof era verde di rabbia e aveva gli occhi fuori dalla testa
"Ma non avete l'orologio voi due?? e poi quella da dove spunta??" disse
arrabbiatissimo
Io cercai di spiegargli dello sciopero e che mi era sembrata la cosa
piu' ovvia da fare.
"Noleggiare un'auto ma come vi viene in mente?? e quando gliela
riportate??" continuo' infuriato parlando in inglese
"Ora mi picchia" pensai.
Tutto sommato capivo cosa provava: responsabilita' per la nostra
assenza a parte, credo si sentisse parecchio in colpa per la storia
della lettera, in fondo eravamo due ragazzine in giro di notte a cui
poteva accadere qualsiasi cosa... nessuno ci aveva obbligato certo ma
se ci fosse qualcosa sarebbe stata indirettamente colpa sua e di
Annabelle anche se di certo lui non l'avrebbe mai ammesso
neanche sotto tortura.
"La riportero' domattina presto: la prof neanche se ne accorgera'"
dissi io con fermezza.
"Che sta facendo D'elia?" mi disse guardando un punto sopra
la mia testa, ecco un'altra sua caratteristica: non ci aveva
mai chiamato per nome, sempre e solo cognome, credo fosse un modo per
mantenere le distanze in un certo senso specie da quando eravamo cosi
"coinvolte" con lui e la French.
Mi voltai e vidi Rebecca che con mio gran stupore aveva vomitato
sull'angolo sinistro della macchina, "stai bene?"
dissi correndole accanto per sorreggerla.
"insomma" biascico' lei
Ora dovevamo anche pulire, ma come?
Riflettei e dopo aver parcheggiato la macchina in un vicoletto li
accanto andammo al supermercato e comprammo dei detersivi e dell'acqua
minerale, certo sarebbe stato meglio che so, farci prestare tutto da
quelli delle pulizie dell'albergo ma anzitutto a quell'ora dubitavo che
li avremmo trovati e in secondo luogo dovevamo sbrigarci prima che
tornassero gli altri.
Non ci volle molto, a parte il piccolo contrattempo della telefonata di
mia madre ("si mamma siamo in camera ora, sai e' stata una
lunga giornata abbiam camminato tanto...ok ciao" mica potevo
dirle "sai stiamo pulendo la macchina che ho noleggiato per tornare in
albergo dopo che Rebecca ci ha vomitato sopra") "E ringrazia
pure che non hai vomitato addosso al prof altrimenti il piatto del
giorno sarebbe stato Rebecca all'arancia con contorno di patate"
commentai io "Magari la prossima volta puoi andare
piu' piano cara la mia Schumacher" mi rimbecco' Rebecca ,
stavo per replicare quando sentii una voce dietro di me
"certo che siete proprio brave, se volete potete pulire anche
la mia quando torniamo" mi voltai: dietro di noi c'era una
finestrella che dava sul piano terra a cui era affacciato Gold con un
sorrisetto maligno stampato in faccia "che fa prof, sfotte?
quando vuole basta che paga" risposi asciugando il
fanale " si si, pensate a pulire piuttosto che tra poco
tornano tutti" disse serio "allora e' vero che gli
scozzesi son tirchi" ghignai osservando la spugna: se solo
fossimo stati in giugno l'avrei riempita d'acqua e gliel'avrei lanciata
contro, "Sbrigatevi che e' meglio" disse ridendo
mentre chiudeva la finestra. "Proprio lui che non ride mai"
osservo' Rebecca "Gia' e onestamente rifarei tutto
daccapo solo per poterlo rivedere cosi: tu no?" risposi io
con un sorriso
La nostra fortuna fu che gli altri arrivarono non prima delle 18.30 a
causa del traffico, noi avevamo finito e lasciammo la macchina nel
vicolo perche' asciugasse.
Cena e serata trascorsero tranquille rimanemmo ognuno nelle
nostre stanze e al momento di coricarmi io puntai la sveglia alle 5.45
per poter riportare la macchina all'autonoleggio: apriva alle 7 ma
poteva anche esserci traffico per quel che ne sapevo.
Non ho mai avuto un gran senso dell'orientamento e quegli appunti presi
all'andata mi furono di grande aiuto, siccome finii in fretta mi fermai
ad un bar a comprare delle brioches.
Tornata in albergo presi un sacchetto e ne misi una davanti alla camera
di Gold con un biglietto che diceva: "Rifaremmo volentieri tutto se il
prezzo e' vederla star bene come ieri".
Mi pareva piu' che adeguata come ricompensa.
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Capitolo 10 *** The boogeyman ***
Il ritorno
"Ma dove le avro' messe..."
anche se avevamo
appena divorato le mie brioches scendemmo lo stesso con gli
altri
per la colazione anche se probabilmente avremmo solo bevuto qualcosa,
non eravamo ancora arrivate alle scale che ci era giunta la voce di
Gold dal fondo del corridoio.
"Cos'ha?" chiesi io alla Swan che giungeva in quel momento
"Niente, dice che gli avanzavano due sigarette ma non le
trova
piu'" mi rispose con noncuranza.
"Beh, ieri mentre vi aspettavamo ne ha fumate un po', forse le ha
finite e non se lo ricorda" mi bisbiglio' Miriam
A quel punto Lavinia lascio' che la prof ci precedesse e poi estrasse
due sigarette dalla tasca facendoci rimanere basite:
"Ma cosa...." disse Rebecca.
Una volta sedute al tavolo del ristorante, Miriam e Lavinia ci fecero
la cronistoria di quanto accadde il giorno prima.
Tornati in albergo andarono ciascuno nella propria stanza dove le
ragazze stettero a rilassarsi un po', verso le 17 passate
Gold
busso' alla porta chiedendo se eravamo tornate, loro dissero di no e
lui disse che sarebbe sceso al bar per controllare che non tornassero
prima gli altri e per poterci eventualmente coprire.
"Non voglio crederci" dissi io sbigottita
"Si, beh, l'ultima frase in realta' l'ho pensata io anche perche'
dubito che la Swan sarebbe corsa a controllare se eravate in stanza o
meno, piu' probabilmente era per farvi una lavata di testa coi fiocchi"
ghigno' Miriam.
Dopo venti minuti decisero di raggiungerlo e lo trovarono fuori sul
marciapiede nel panico piu' totale che fumava una sigaretta dopo
l'altra borbottando tra i denti.
"Gold impanicato? non ci credo manco se lo vedo" rise Rebecca.
"Ti giuro che e' cosi: roba da filmare e mettere su youtube, lui che
andava avanti e indietro dicendo cose tipo: "lo sapevo io che
non
dovevo lasciarle sole" o "se rinasco
giuro che
cambio mestiere" oppure ancora "ma il prossimo anno
lascio
che ci venga la Blanchard"
"No fermati un attimo: come sarebbe lascio che ci venga la Blanchard?"
l'interruppi io.
"Ma che ne so, forse mi sono sbagliata, e comunque non ti abbiamo
ancora raccontato la parte piu interessante" disse Miriam
Io finii il caffe' e stetti ad ascoltare il proseguo.
Riprese Lavinia: "proprio in quel momento gli squillo' il
cellulare: non ci crederai ma era la Mills e dovevi vederlo, pur
tremando come una foglia riusci' ad inanellare una sfilza colossale di
balle: tipo che stavamo andando a prendere il pullman per tornare, ci
ha persino chiesto di fingere di far casino per rimproverarci"
"Oddio, l'han sostituito con un Changeling, l'han rapito gli alieni"
commento io con la faccia tra le mani.
"The truth is out there" ride Rebecca.
"Riaggancio' e mi chiese di chiamarti: io per fortuna mi sono
allontanata perche' se sentiva che stavi guidando sarebbe svenuto"
aggiunse Miriam.
"Poco dopo gli squilla il cellulare di nuovo: ma stavolta era Graham
cui confido' parzialmente la situazione, a quanto pare lui
gli
disse di non agitarsi tanto che sicuramente avevate avuto un
contrattempo ma che sareste arrivate. In quel momento ha poggiato il
pacchetto sul davanzale e gliele ho fregate" ghigno' Lavinia.
Risata generale, quando lo vedo comparire: "ma come siamo allegre
stamattina: che state tramando?" chiede sospettoso
"Niente"
dico io con voce innocente. "Bel tentativo Gentile: tanto non
mi
lascio corrompere da una brioche, non l'ho neanche toccata, hai visto
mai" aggiunse serio. "Guardi che era alla crema
mica
all'arsenico, e comunque visto che non l'ha toccata come dice, cosa
sarebbe quella roba bianca che ha sulla bocca? Ha fatto un salto al
Mulino bianco a fare il pane con Banderas per caso?" faccio
io
sarcasticamente mentre Gold spalanca gli occhi e si ripulisce in fretta
col dorso della mano.
Saliamo sul pullman diretti alle terme di Caracalla dove passeremo
tutta la giornata: devo dire che in quei giorni fummo davvero fortunati
col tempo, eran sempre delle gran belle giornate non sempre
particolarmente calde ma piu' che da noi di sicuro.
Girammo li' intorno per ore, quasi non mi sentivo piu' i piedi e dire
che non sono certo una disabituata al camminare, finalmente verso le 15
si decise di tornare anche perche' poteva esserci traffico da li
all'albergo, prima di tornare sul pullman ci avviammo tutti verso il
baracchino dove noi quattro comprammo un Bacardi a testa tanto e'
talmente poco alcolico che di certo i prof non ci diranno niente.
Oddio, in effetti parlare non han parlato ma ci han squadrato entrambi
manco uscissimo tutte dagli Alcolisti Anonimi: "Non
preoccupatevi: con questo al massimo ci si ubriacano i tredicenni"
rispondo al loro sguardo "Ah certo perche' voi
invece con cinque anni in piu' sulle spalle siete delle persone mature"
dice Gold sarcastico "Beh di sicuro il nostro
organismo ora lo sopporta meglio" ribatte Miriam anche se
noto che le si cominciano a dilatarsi le pupille. Pessimo
segno: potrebbe voler dire o che e' un po' brilla (ed essendo tra noi
quella praticamente astemia non ci mette poi tanto a farle effetto
anche una cosa leggera come il Bacardi) o un'altra cosa che di certo
non sto qui a spiegarvi ma francamente spero si tratti della prima...
Quella sera dopo cena decidiamo di andare nella saletta dell'albergo
dove si possono vedere i dvd presi da uno scaffale,
"D'accordo ma con voi rimango io" replica il prof
"e perche' scusi?" dice Rebecca un po' seccata,
"Hai pure il coraggio di domandarmelo D'elia? decidete: o sto
con voi o mi faccio dare le chiavi e vi chiudo dentro finche' non avete
finito, non sto scherzando" ci disse severamente, io lo
guardai: purtroppo temevo l'avrebbe fatto davvero, diamine dovevamo
veramente aver esagerato il giorno prima, "guardi che non
scappiamo dalla finestra, anche perche' non ce n'e'" scherzo'
Lavinia.
Stavolta non ci fu verso di fargli cambiare idea ci tocco' averlo li'
tipo avvoltoio sulla preda.
Pensando ad una parziale vendetta scelsi solo horror, come ho gia detto
le appassionate eravamo io e Rebecca le ragazze tutto sommato li
guardarono volentieri anche se Miriam si lascio' sfuggire un mezzo urlo
quando in Suspiria ci fu la scena dei vermi dal soffitto. Una
volta riaccese le luci anche Lavinia getto' un urletto, "che
c'e' ora?" chiesi io. "Scusi prof e' che mi
sembrava l'uomo nero" rispose e giuro che dovetti far appello
a tutto il mio autocontrollo per non ridere "Ma che uomo
nero! l'uomo IN nero semmai, prof scusi se glielo dico ma
ogni tanto dovrebbe vestirsi di chiaro, le stava bene la giacca grigia
l'altro giorno" commentai.
"E allora scusa se te lo dico ma dovresti farti gli affari tuoi"
ribatte' e io gli chiesi scusa
"Ma come fa?? voglio dire, i tubi di alluminio in ditta da mio padre
sono piu' espressivi" bisbigliai mentre tornavamo in camera
con lui che per fortuna era rimasto indietro.
Non facemmo in tempo ad entrare che lo sentimmo rivolgersi a qualcuno,
dapprima pensammo fosse la Swan ma quando lo sentimmo dire:
"Eh si guarda, non so se l'anno prossimo mi offro di nuovo di
accompagnarli...non ricordavo che le gite fossero cosi'
faticose...anche io... buona notte dearie".
Ci guardammo tutte negli occhi:
"Offerto volontario???"
Non volevo crederci, ora a parte il bastone: mi pareva impossibile una
cosa del genere da parte sua: chi sarebbe dovuto venire al suo posto? e
poi ecco, gia' a volte sembrava sopportarci tutti a stento durante le
lezioni perche' avrebbe dovuto offrirsi?
Ma sopprattutto...
"anche io? dearie?"
Come vi ho gia detto li' in mezzo l'unica che se la cavava in
matematica era Rebecca ma non ci voleva Einstein per far due piu' due.
"La prof French" dicemmo in coro scoppiando a ridere: avevamo
sempre avuto il dubbio che si chiamassero in quei giorni e che lui le
raccontasse come stava andando ma non ne avevamo avuto le prove fino a
quella sera, in quel momento ci passo' davanti:
"buonanotte prof" dissi io.
"Era la prof French?" chiese Miriam in tono innocente.
"Si, e le ho detto che se non la finite vi beccate una nota"
disse lui con un ghigno avviandosi verso camera sua.
Il venerdi fu dedicato ad un paio di musei e quella sera tornammo a
casa: non e' male farsi cinque ore di pullman di notte anche se non e'
certo il massimo della comodita', verso le 23.30 chiusi gli
occhi per riaprirli verso le 2 quando ci fermammo ad un
autogrill ma non scesi, quando i prof mi passarono a fianco
feci loro un piccolo cenno con la mano e giurerei che mi avessero
sorriso entrambi anche se non ne ero sicura al 100%.
Tra una cosa e l'altra arrivammo davanti scuola alle sette del mattino,
vidi un gruppetto di genitori fra cui c'erano mia madre e mia zia, poi
il vicepreside e...la prof French.
Non ero molto distante da Gold e potei vederlo animarsi appena i loro
sguardi s'incontrarono: non fece niente di particolare, anzi fece di
tutto per trattenersi ma i suoi occhi avevano una luce che non gli
avevo mai visto in nessun altra occasione, eppure quando
scese si salutarono come se niente fosse e nel passargli accanto per
salutarlo ci guardo' quasi con aria di sfida.
"L'ha fatto apposta!" bisbigliai
"Cosa?" chiese Rebecca un po' intontita
"Lui sapeva che noi ci aspettavamo si baciassero, cosi' si son salutati
come due vecchi amici, non hai visto come ci ha guardato?" le
risposi
"Secondo me ti fai troppi film mentali" disse Miriam
sbadigliando.
Certo che eran proprio due bravi attori quei due: non credo si
vergognassero ma apprezzai la loro riservatezza.
Salutai il vicepreside e captai qualche stralcio della conversazione
che ebbe con la Swan: era la Blanchard che avrebbe
dovuto accompagnarci, ma si era offerto Gold. perche? per lo stipendio
piu' alto? eppure...eppure...
No, non poteva essere!
Mi confrontai con le altre intanto che raggiungevamo i parenti: la
storia della lettera, l'impedirci di stare insieme in camera...che
avesse voluto tenerci d'occhio? Questo spiegava perche' due giorni
prima fosse andato al bar dell'hotel: avrebbe potuto fregarsene e se ci
beccava la Swan pazienza, invece era rimasto li' ad aspettarci...
Quasi quasi mi spiaceva averlo fatto preoccupare cosi tanto.
Raggiunsi mia madre e mia zia e le salutai.
"Ma il tuo prof di diritto e quella di francese stanno insieme?"
mi chiese mia madre
"Mah...non saprei...non credo" mentii io spudoratamente con
una noncuranza da far impallidire chiunque.
Nel guardare le altre capii che avevamo tutte lo stesso motivetto in
testa in quel momento.
E faceva...
"E' una storia sai..."
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Capitolo 11 *** Lo stage ***
lo stage
"Che vi e' successo ragazze? come mai
nessuna fiata?" ci
chiese la Blanchard alla penultima ora di quel venerdi: in effetti
avevamo chiaccherato meno del solito anche se durante le sue lezioni in
genere stiamo attente.
"No ti prego Mary -Margaret, non rovinare il momento piu' bello della
mia vita: D'Artagnan e i tre moschettieri che stanno zitte"
commento' Gold appena arrivato per farci lezione.
Era il cambio d'ora del venerdi' e in effetti noi quattro
avevamo
delle facce che neanche i superstiti dell'uragano Katrina, certo era
pur sempre l'ultima ora dell'ultimo giorno...
Ma facciamo un passo indietro.
Il giorno prima mio padre era dovuto andar via per lavoro e mia madre
l'aveva seguito: "Staremo via fino a lunedi: invita le tue amiche qui a
dormire, almeno non sarai sola" aveva detto.
"I tuoi vi lasciano la casa? io al massimo vi lasciavo nel bunker"
commento' Gold
"Ma se siam state in camera insieme in albergo" osservo'
Miriam
"Infatti ogni sera andavo a dormire col terrore di svegliarmi in piena
notte e trovarvi a ballare sul balcone, e questa era la visione
ottimistica" rispose lui.
"Siamo liete di sapere che siamo l'ultima cosa cui pensa prima di
addormentarsi prof" ghigno' Lavinia.
"Oddio, la penultima, perche' l'ultima sicuramente e'..." disse Rebecca
in tono allusivo ma dopo una nostra occhiataccia si zitti' all'istante.
"Meglio che non sappia quello che e' successo davvero sul balcone
altrimenti altro che addormentarsi terrorizzato: non dormirebbe proprio
piu'" pensai.
Proseguii' dicendo che alla fine delle lezioni erano venute da me
portandosi tutto il necessario per la notte e che il resto della
giornata trascorse tutto sommato tranquillo.
Ordinammo delle pizze per cena e cominciammo ad organizzarci: casa mia
non e' grande, quindi
per dormire c'erano: il mio letto, quello dei miei e il divano.
"Cosi, io e lei abbiam dormito
nel letto dei suoi" prosegue Lavinia mentre a Gold escono
letteralmente gli occhi dalle orbite.
"Beh? che faccia fa prof? non la pensavo cosi bigotto" ghigno
e rivolgendomi a Lavinia: "amooooreeeee!"
"Ti prego Visconti: dimmi che almeno la notte sta zitta"
disse il prof ignorandomi, la mia amica si limito' ad un
cenno di diniego.
L'idea iniziale era che Miriam dormisse sul divano e Rebecca nel mio
letto.
Ma tra il dire e il fare...
"Abbiam dormito tutte nella stessa stanza" li informo'
quest'ultima
Gold si porta le mani ai capelli neanche gli avessimo detto che
spacciamo in centro e la Blanchard nel vederlo cosi si mette a
ridacchiare.
"Si, perche' i genii qui han portato i sacchi a pelo e han dormito per
terra: e' andato tutto bene, non siamo andate a letto tardi solo che io
circa alle due mi sono alzata per andare in bagno e sono
inciampata...finendo addosso a Miriam che si e' pure svegliata e mi ha
guardato, io le ho chiesto scusa ma mentre mi alzavo le ho dato una
testata" spiego mentre la Blanchard e' praticamente piegata
in due dal ridere e Gold fa di tutto per trattenersi.
"Digli che e' successo la mattina" incalza Rebecca
A casa mia abbiamo tre barattoli: quello col caffe' ha una mela
disegnata sopra, quello dello zucchero delle ciliege e quello col sale
un limone, e la sera prima per evitare danni l'ho detto a
tutte...
"Mica ho fatto apposta" protesto' Miriam.
"...ma la signorina ha messo il sale nel caffe': avevo notato che era
chiaro ma ho pensato avessero messo il latte: di solito lo prendo senza
ma ho pensato di lasciar perdere, non vi dico le nostre facce"
continuai.
"Poi le viene un'espressione come di chi ricorda qualcosa
improvvisamente e dice: "mi fa male la testa: ho sognato di ricevere
una testata colossale e ho visto una luce" interviene Lavinia
mentre noi tre scoppiamo a ridere.
"si, hai visto la luce dei defunti ed hai desiderato farne parte" ride
Rebecca citando It
Torniamo ai nostri posti ma prima che Gold cominci a far lezione entra
la Mills e ci annuncia che sono pronte le "mete" per i nostri
stages: a giugno e luglio per due volte alla settimana ognuno
di noi svolgera' una mansione diversa: io e Rebecca rimaniamo in
biblioteca perche' nel periodo estivo e' aperta anche agli esterni
mentre Lavinia e Miriam andranno ad aiutare nel bar di fronte.
Una volta a casa telefonai ai miei per comunicargli la notizia:
"beh almeno farai qualcosa invece di stare a ciondolare tutto
il giorno per casa" fu il commento di mia madre.
"Tipico: i genitori pensano sempre che siccome loro lavorano e noi no
allora siamo dei pigri nati: come se stare seduti sei ore ad ascoltare
gente che parla e concentrarsi fosse riposante" disse Lavinia.
"Vi diro': io sono contenta di questa possibilita', cosi almeno
facciamo davvero qualcosa di diverso, ma quasi quasi m'informo con
quelli piu' grandi" aggiunsi io connentendomi a facebook dove
conoscevo un paio di ragazze della quinta.
"Cosa dovremo fare secondo voi? non e' che ci fan pulire il pavimento o
cose simili vero?" chiese Miriam preoccupata.
"Ma no: ormai per queste cose bar e ristoranti si affidano ad imprese
di pulizie esterne: e poi Milena e Alessandro non mi sembrano
di quelli che pretendono piu di tanto" si affretto' a
consolarla Rebecca: Milena e Alessandro erano i gestori del
bar, entrambi sulla quarantina, che ci conoscevano sin dal nostro primo
anno di liceo ed erano sempre stati molto gentili e disponibili con
noi, sinceramente non mi sembravano affatto di quelli che se la
prendono con le stagiste perche' non gli riesce di fare il caffe' o di
servire il gelato dopo solo due volte, le ragazze erano state davvero
fortunate a parer mio.
"Marta e Olivia son finite in una gelateria: vorrei esserci, quelle
sanno a malapena distinguere il cono dalla coppetta" ghigno'
Lavinia.
"E poi poverine dovranno mettersi le divise rinunciando ai loro adorati
abiti firmati" rise Miriam facendomi pensare che
almeno per una volta quelle due oche avrebbero dovuto abbassare la
cresta: se tutto andava bene avremmo ottenuto dei crediti per la
maturita' ma se ci fossimo comportate male ce ne avrebbero tolti e di
brutto anche.
"Buone notizie Reby: pare che d'estate la Mills non si faccia vedere
perche' parte subito col figlio per nonsodove ha la casa, ci sarebbe
Graham ma sta quasi sempre barricato nel suo ufficio, rimangono i
bidelli e due prof che a turno stanno li nei paraggi in caso avessimo
bisogno" dissi tornando verso di loro, e tirando un sospiro
di sollievo: e' vero che noi a differenza degli altri sapevamo gia cosa
fare ma avevo creduto molto peggio.
"E almeno lei ce la siamo levata dai coglioni: non vedo l'ora di
cominciare, certo che se un giorno malauguratamente ci capitano Gold e
la French si salvi chi puo'" disse Rebecca.
"Eccerto! per loro pero'!" commentai io mentre ci davamo
tutte un "cinque" contemporaneamente.
Probabilmente in quel momento erano al telefono o a pranzo insieme e
lui le stava dicendo: "Non e' che conosci qualcuno nella Protezione
Civile dearie? perche' credo che tra qualche settimana ne avremo un
gran bisogno..."
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Capitolo 12 *** the summer is crazy ***
the summer is crazy
Giovedi' 15 giugno, le lezioni sono
finite il venerdi
precedente e da due giorni abbiamo iniziato gli stages: la ragazza di
quinta aveva ragione riguardo al nostro, io e Rebecca siamo state
davvero fortunate e non solo perche' facciamo qualcosa che amiamo e che
sappiamo gia' fare ma anche perche':
1) Siamo impegnate due volte alla settimana dalle 9 alle 12 e dalle 14
alle 18, ci sono Graham e due prof a turno piu' i bidelli ma il
vicepreside quasi non lo vediamo, ufficialmente sta nel suo ufficio a
riguardare la contabilita', ufficiosamente se ne sta la' dentro a farsi
i cazzi suoi anche perche' conoscendo la nostra preside figuriamoci se
non ha gia fatto tutto lei
2) i bidelli aprono alle 8.30 e la mattina puliscono mentre dall'ora di
pranzo in poi se ne stanno nel loro stanzino presumibilmente a giocare
a carte: d'altronde quando hai pulito i pavimenti e dato una passata ai
banchi che altro vuoi fare in una scuola a giugno?
3) Di gente, almeno finora, se n'e' vista poca: qualche nostro compagno
e' venuto ma nel pomeriggio, figurarsi se dopo 9 mesi passati ad
alzarsi presto questi non dormono fino alle 10 o piu' almeno nei giorni
in cui non hanno i loro di stages: quanto alle persone "di fuori"
secondo voi, presupponendo che almeno fino a luglio un sacco
di
gente lavora, quanti in una citta' come Milano si avventura fuori di
casa prima delle 16?
Ergo: questo non e' uno stage, ma una pacchia travestita da stage.
Con noi ci sono anche Miriam e Lavinia: a differenza nostra pero', che
siam fisse il martedi e il giovedi' ogni settimana hanno un turno
diverso per mezza giornata, ma quando capitiamo insieme o loro
finiscono prima stanno li' con noi, magari prendono un libro e leggono
sedute ad un tavolo mentre noi sistemiamo i nuovi arrivi e poi torniamo
a casa insieme, pare che anche a loro non vada male al bar,
certo
e' solo la prima settimana e hanno piu' da fare rispetto a noi ma se la
stanno cavando.
Al mattino oltre a Graham abbiamo avuto la Swan ma ora tutti i nostri
prof sono riuniti in sala insegnanti: credo stiano facendo il consiglio
di classe per quelli di quinta, ora sono le 14.30 e noi stiamo
annoiandoci.
"Perche' non andiamo in cortile?" proposi io
"Col sole che picchia? e a fare che?" mi chiese Miriam
"Scendiamo in palestra e vi faccio vedere" risposi uscendo.
Nella palestra c'era un armadio con attrezzi: palle, tappetini e
birilli ma a parte a volte i tappetini per gli addominali non usavamo
nient'altro a lezione, dato che era chiuso ma non a chiave, presi una
palla da tennis e un birillo ed uscii in cortile.
Il sole picchiava e' vero, ma non particolarmente forte e poi c'era
anche una bella zona d'ombra cosi decidemmo di giocare a baseball o
qualcosa del genere: a turno una di noi tirava la palla e l'altra
cercava di colpirla usando il birillo come mazza: non avevamo paura di
farci scoprire, anzitutto eravamo dall'altra parte rispetto alla sala
professori e poi nessuno aveva mai detto che NON dovevamo fare
qualcosa...questo non voleva certo dire che potevamo fare TUTTO quello
che ci veniva in mente certo ma all'idea di dover stare altre due ore
al chiuso senza fare niente...
Continuammo cosi' per un po', quando arrivo' il mio turno come
battitore presi posizione ma una voce da dietro le mie spalle mi fece
improvvisamente gelare nonostante i quasi trenta gradi.
"Che state facendo?" era Gold e quasi dovetti trattenere una
risata: indossava pantaloni di lino sempre neri e scarpe chiuse ma
aveva una camicia blu a maniche corte senza giacca ne cravatta, mi fece
strano vederlo cosi.
"Scusi prof, e' che ci annoiavamo..." disse Rebecca a mo' di
spiegazione.
"Vuole far piovere? guardi che noi domenica dobbiamo andare in
piscina..." ghigno' Lavinia.
"La tua ironia non mi tange dearie: ho caldo anche io sai, forza, dai
qua" disse accennando a me, io impaurita da una punizione o
da una decurtazione del punteggio nello stage mi affrettai a porgergli
il birillo "non verra' nessuno fino alle quattro almeno." provai a
spiegargli, non mi sembrava davvero di aver fatto qualcosa di male, e
se fosse entrato qualcuno per i libri sicuramente i bidelli sarebbero
corsi a chiamarci.
Ma invece di farsi dare subito la palla il prof disse a Miriam
"coraggio, tirala"
Lei, perplessa esegui' ed io pensai che l'avrebbe afferrata con la mano
invece la colpi' col birillo e cosi forte che non solo usci' dal
cancello ma colpi' il parabrezza di una macchina parcheggiata proprio
li' di fronte: non lo ruppe ma si produssero molte scheggiature a
ragnatela.
"Oddio..." dissi io shockata.
"Non e' la macchina del prof di geografia quella?" chiese
Rebecca.
Proprio poche ore prima, quando arrivo' per la riunione avevamo sentito
dalle scale (la sala insegnanti era al primo piano e noi al secondo)
Jones che si vantava della sua macchina nuova di zecca: a quanto pareva
ce l'aveva da pochi giorni e da come ne parlava lui sembrava qualcosa
di fantasmagorico dotata di ogni comfort...neanche fosse arrivato in
Lamborghini...
"E' meglio che ce la filiamo" dissi dirigendomi verso la
porta che dava sulle scale, mi feci dare palla e birillo e
suggerii alle ragazze di tornare in biblioteca mentre io mi
scapicollavo in palestra per rimetterle a posto, una volta tornata
indietro mi fermai alle macchinette: se fossero passati i prof avrei
potuto dire di voler prendere qualcosa da bere.
"Tutto a posto?" chiesi affacciandomi alla porta: Miriam e
Lavinia avevano preso un libro e stavano leggendo ad un tavolo, Rebecca
era tornata dietro il bancone e controllava il cellulare.
"Si, pare non si siano accorti di nulla" rispose Miriam, Gold
evidentemente era tornato in sala insegnanti. "Come fara' a
non ridergli in faccia..." pensai prendendo anche io un libro.
La riunione fini' che erano le 16.45 e mentre i prof
scendevano vidi i bidelli correre da loro: probabilmente se n'erano
accorti del danno al parabrezza dato che sentimmo Jones imprecare
mentre ci spenzolavamo dal piano di sopra per origliare e cercavamo di
non ridere, quando passo' Gold guardo' in alto fissandoci per un attimo
negli occhi: non sorrise ne altro ma la sua espressione fu sufficente a
farmi inghiottire la coca cola...e a farmela uscire dal naso per il
gran ridere, tant'e' che dovetti correre in bagno seguita dalle altre
per riprendermi.
Quella sera a cena sperai che non ci toccassero mai insieme Gold e
Jones: e' pur vero che si sarebbero solo incrociati visto che uno
doveva stare al mattino e l'altro nel pomeriggio ma visti i
precedenti...
"Allora, come va lo stage?" chiese mia madre.
(Splendidamente mamma! sai, siamo andate in cortile a giocare a
baseball poi e' arrivato il prof di diritto che ha tirato una cannonata
cosi forte da rompere il parabrezza della macchina nuova a quello di
geografia perche' anni fa sua moglie l'ha mollato per lui) "bene, non
viene molta gente ma tutto sommato per ora va bene cosi"
risposi.
Il guaio e' che se quello era il "va bene cosi'" avevo paura a pensare
come sarebbe potuto essere lo "stiamo andando alla grande!"
Il che probabilmente si sarebbe verificato di li' a qualche giorno,
voglio dire: piu' passavano i giorni piu' avremmo svolto meglio le
nostre mansioni...e piu' era possibile che ne succedessero
altre di cose...ma per noi erano come i guai per Harry potter: non li
cercava erano loro a trovarlo!
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Capitolo 13 *** a glass of tea ***
a glass of tea
Era davvero una fortuna che avessi un
paio di conoscenti
nella quinta: se non fosse stato per loro e per facebook non avrei mai
saputo che s'era rotta la macchinetta delle bibite a scuola prima della
settimana successiva, cosi potei informare anche Rebecca.
Capite anche voi che avere il distributore rotto alla fine di giugno
non era proprio il massimo della vita quindi decisi di portarmi
qualcosa da casa, certo, sarei potuta andare al bar e comprare
dell'acqua o del the' freddo ma non avevo voglia di spendere soldi e
poi in casa avevo gia' del the' al limone, il guaio era dove metterlo
per portarmelo dietro visto che non potevo certo ficcarmi in borsa la
bottiglia da un litro per quanto io adori le borse enormi.
Purtroppo in casa non avevamo thermos o anche solo una bottiglia di
plastica piccola, solo una borraccia da bicicletta ma che
facevo,
andavo in giro con quella? certo che no, cosi dovetti ricorrere ad un
sistema un po' piu' complicato.
Mio padre ha un armadietto in salotto dove conserva grappe e liquori,
in genere li offre ai nostri ospiti e proprio due giorni prima avevano
terminato una bottiglia di whisky che era ancora in cucina in attesa di
essere buttata: cosi la sera l'avevo lavata, riempita di the' e messa
in freezer tanto i miei non se ne sarebbero accorti (pur facendo lo
stage mi alzavo dopo di loro).
La mattina la presi e andai a scuola, sul portone incrociai Rebecca
"sai, venendo qui sono passata vicino alle medie in fondo alla via: non
so te ma io 5-6 anni fa non parlavo cosi" mi disse mentre
salivamo in biblioteca: non potei che darle ragione, anche io quando mi
capitava di vedere in giro ragazzini di quell'eta' ammutolivo per come
parlavano e per cosa dicevano: non ero molto piu vecchia certo ma
diamine a distanza di pochi anni sembrava di aver fatto un salto spazio
temporale di decenni: ora capivo il termine "gap generazionale"
"Son tutti un: bella di zio..." dissi mentre sistemavamo i libri
lasciati sulla scrivania, alcuni erano particolarmente grossi e fu
piuttosto faticoso metterli sui ripiani piu alti.
"Pensa dire: bella di zio a Gold, minimo gli rompe tutti i denti"
ridacchio' Rebecca.
La guardai per qualche secondo negli occhi...e scoppiai a ridere
lasciando cadere il libro sui suoi piedi, calzava sandali ma per
fortuna il libro cadde piatto senza farle male.
"Ehi attenta!" esclama senza smettere di ridere.
"Buongiorno ragazze" la prof French era comparsa sulla
soglia: avremmo avuto lei quella mattina.
"Salve prof" la salutammo con calore: indossava maglia e
gonna
blu lunga fino alle ginocchia e un bel paio di ciabatte con la zeppa,
aveva i capelli raccolti in una coda e masticava una gomma americana.
"Cos'e' successo l'altro giorno?" ci domando' in tono
indagatore
"Niente" risposi io perplessa chiedendomi cosa diamine
volesse dire...
"Ascoltatemi bene: se qualcuno fa dei colpi di testa non dovete dargli
sempre corda...neanche se e' un vostro insegnante" ci disse
portandosi le mani sui fianchi.
Sta a vedere che adesso e' colpa nostra...
"Prof, a dire il vero noi ci aspettavamo un rimprovero o una punizione,
mica leggiamo nel pensiero, come potevamo immaginare cos'avrebbe
fatto?" protesto' Rebecca.
"E poi, con tutto il rispetto: a lei da' retta?" le chiesi
"A volte" rispose lei asciutta.
"Ecco, ed e' la sua compagna: si figuri se da' retta a noi che siamo
solo le sue alunne" proseguii io impilando dei libri da
sistemare
sullo scaffale.
Ma era poi vero? in tutti quei mesi con quello che era successo avevo
l'impressione che il rapporto tra noi sei fosse cambiato, da tempo non
eravamo piu' sul piano "alunno-insegnante" vero e' che in classe erano
in un modo e fuori in un altro ma come avremmo dovuto considerarli
allora? come dei parenti? degli amici? Ancora non avevo una
risposta.
La prof rimase con noi tutta la mattina e a mezzogiorno se ne ando':
nel pomeriggio sarebbe venuto Jefferson.
"Ah, ma non ti ho detto una cosa" disse Rebecca.
"Cosa?" le chiesi sorseggiando la mia coca mentre aspettavamo
che il cameriere ci portasse i panini.
Il giorno prima si era alzata e aveva deciso di andare a far colazione
al bar sotto casa sua, dal tavolino aveva scorto Marta ed Olivia, dato
che la gelateria dove facevano lo stage era poco distante da li' non lo
trovo' strano.
"Che palle" aveva detto Olivia
"Pure d'estate dobbiamo alzarci presto ma pensa te..." si
lamentava Marta.
"Beh ma che il quarto e il quinto anno si facesse lo stage lo sappiamo
da una vita, e poi cosa credevano, che fosse come a scuola dove possono
fare, nel limite del possibile quello che gli pare e i genitori le
difendono" replicai io.
"Gia, e la loro capa e' parecchio tosta a quanto ho capito"
ghigno' Rebecca.
"Comunque sia", prosegui' "dicevano che Gold poteva anche
mettergli sei in pagella, cosi adesso devono darsi da fare di piu' per
alzarsi la media" nella nostra scuola vi era infatti la
regola secondo la quale se, durante gli ultimi due anni alla fine si
avevano insufficenze le si potevano recuperare con lo stage: questo
voleva pero' dire che bisognava rigare piu' che dritto altrimenti si
rischiava la bocciatura e onestamente non mi sarebbe dispiaciuto non
vedere piu' quelle due.
"Ma se durante le sue lezioni si davano lo smalto" commentai
io
"E noi chiaccheravamo" osservo' Rebecca.
"Si ma abbiamo otto in diritto, mica cinque" puntualizzai io
"anzi, conoscendo Gold sara' gia' stato tanto quel cinque, io
gli avrei messo due senza tanti complimenti"
"Insomma, alla fine han cominciato ad insultarlo, io non ci ho visto
piu' cosi le ho raggiunte e gli ho versato in testa il frappe'"
concluse addentando il suo panino mentre io posavo
il mio per non farlo cadere mentre ridevo.
Tornammo a scuola e io tirai fuori la bottiglia dalla borsa "vuoi?"
chiesi alla mia amica che ovviamente fece tanto d'occhi "E'
the' al limone: era l'unica bottiglia non gigante che avevo in casa" mi
affrettai a precisare "Tu non sei normale: e se Jefferson ti
vede?" "Gli dimostrero' che non e' quello che sembra"
replicai.
"Ma certo! la prossima volta perche' non metti l'acqua nella bottiglia
della vodka??" mi disse lei.
In quel momento arrivo' Jefferson e si puo' immaginare la sua
espressione nel vedere la bottiglia: "e questa?"
prima che avessi tempo di replicare aveva gia' preso il
bicchiere di plastica dov'era rimasto un po' di the': "Sa di the' al
limone" disse annusandolo "E' the' al limone! scusi
prof ma le pare che e' davvero whisky? se cosi fosse sarei sdraiata sul
tavolo a questo punto: a casa avevo solo bottiglie grandi, cosi' ho
dovuto travasarlo" risposi, lui alzo' gli occhi al cielo "e la prossima
volta cosa porterai? le tic-tac nella scatola delle anfetamine?"
scherzo'.
"Ma certo! perche' non ci ho pensato prima" dissi battendomi
una mano in fronte e fingendo di telefonare a qualcuno
"Pronto Abdul?, e' il mio spacciatore" dico a
Rebecca e al prof che, molto elegantemente scuotono la testa.
Fortunatamente nel pomeriggio sono venuti i tecnici e il guasto e'
stato riparato, cosi non avrei piu' dovuto architettare stratagemmi per
portarmi in giro da bere.
"E comunque io non ho uno spacciatore: faccio tutto da sola"
sentenziai mentre tornavamo a casa.
"Ora capisco tante cose" replico' Rebecca ed entrambe
scoppiammo a ridere.
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Capitolo 14 *** do you hear the people sing? ***
les miserables
Eravamo ormai ai primi di luglio e
notavamo con soddisfazione che cominciava a venire piu' gente, sia
della scuola sia di fuori: non si puo' dire che avessimo la
biblioteca piena tutto il giorno ma di certo avevamo piu' da fare.
Quella mattina avremmo avuto Jones: cio' significava che ci saremmo
divertite quanto nel farci piantare dei chiodi nelle gambe anche se
appena se ne fosse andato in sala insegnanti avremmo cominciato a
dirgliene di ogni pur sapendo benissimo che era come sparare sul Tg4.
"Buongiorno ragazze" ci saluto' lui
"Salve" rispondemmo noi a denti stretti: col cazzo che gli
davamo confidenza! ci saremmo fatte strappare i denti uno ad uno
piuttosto.
"Ah, io alle 11.30 devo andarmene: mi sostituira' la professoressa
Wood" disse mentre salivamo le scale
"L'ha poi riparata la macchina?" chiede Rebecca evitando di
guardarmi per non scoppiargli a ridere in faccia
"Proprio per questo devo andare via prima: il vetro e' a posto ma devo
andare da quelli dell'assicurazione perche' pensavo di aver fatto la
polizza cristalli e loro dicono no: cosi mi tocchera' sganciare 450
euro, se pesco chi e' stato..." sospira.
"(Ma ringrazia che si e' limitato a romperti il parabrezza! la testa
doveva romperti stronzo!!)
Che vuol farci prof, col fatto che abbiamo anche le
medie qui vicino...e' vero che una volta era normale giocare a pallone
in strada anche a Milano ma quarant'anni fa c'erano anzitutto meno
macchine e poi in genere succedeva in periferia non in pieno centro..."
commento io con noncuranza alzando le spalle.
La mattinata procedette tranquillamente, ed alle 11.30 sentimmo Jones
salutare il vicepreside ed uscire, mentre stavo registrando
sul computer dei nuovi arrivi sentii una voce dire "Salve, come mai
Jones se n'e' andato prima?" ma non era la Wood.
Era Gold.
"Pare dovesse andare dalla sua compagnia d'assicurazione per la
macchina" rispose Rebecca cercando di dissimulare una risata.
"Scusi prof, ma non doveva venire la Wood?" chiesi io.
"Michelle ha chiamato Graham dicendole che era imbottigliata nel
traffico e cosi sono venuto io" mi rispose con una smorfia
"io non ti vado bene forse?"
Ma perche' non chiudo mai la bocca accidenti!
"Non intendevo dire questo" rispondo io arrossendo
"In ogni caso non doveva lasciarvi sole" sentenzia
"Ma non abbiamo tre anni" protesta Rebecca
"E poi ci sono i bidelli, il vicepreside..." continuo io.
"Si, ma se sai che devi fare una cosa avvisi almeno il giorno prima,
non all'ultimo momento" conclude andandosene.
Ormai era ora di pranzo e noi ci affrettammo verso il bar dove ci
attendevano Lavinia e Miriam: quel giorno erano di turno solo al
mattino.
"Cos'e', pensava che avremmo distrutto la scuola forse?" dico
io irritata.
"Per me la questione e' molto piu' semplice" commenta Rebecca.
"Cioe'?" chiedo.
"Graham avra' telefonato mentre lui e la French..." risponde
in tono allusivo.
"Ma falla finita!!" dico io ridendo.
Nel pomeriggio non viene nessuno cosi noi quattro possiamo starcene a
chiaccherare tranquillamente: avevo la netta sensazione che sapesse
della bottiglia, altrimenti non ci avrebbe detto niente.
Ancora una volta ci stavamo annoiando, cosi approfittando del fatto che
avevamo internet a disposizione decidemmo di andare su youtube e
sentire qualche canzone.
Circa due mesi prima della fine della scuola la French ci aveva portato
a vedere "les Miserables" poiche' avevamo da poco concluso quel periodo
storico in letteratura, ci era piaciuto tantissimo, in particolare a me
piaceva la canzone "Do you hear the people sing" cantata
dalla gente in piazza, cosi la cercammo e alzammo il volume al massimo,
tanto la sala insegnanti era al piano di sotto.
Canzoni di quel tipo mi esaltano MA sono stonata come tre campane da
morto.
E chissene!
"Do you hear the people sing, singing the song of angry men? it is the
music of a people who will not be slaves again. When the
beating of your heart, echoes the beating of the drums, there's a life
about to start when tomorrow comes"
Comincio posando un piede sulla sedia con le altre che mi seguono
cantando.
Peccato che al secondo ritornello la mia esaltazione abbia raggiunto la
megalomania e sia in piedi sul bancone, che in realta' non e' come
quello di una vera e propria biblioteca o libreria ma una specie di
tavolone di legno allungato: in quanto a stile non brilliamo
particolarmente, anche i tavoli sono quasi tutti diversi li', ma
d'altronde tocca arrangiarsi...
Mentre io sono sul tavolo Lavinia e' in piedi sulla sedia, se fossimo
vissute a quei tempi avremmo fatto una strage vista la passione che ci
stiamo mettendo e lei canta molto meglio di me grazie al cielo.
La canzone sta finendo quando lo sguardo mi cade sulla porta alla mia
destra che si apre e appaiono Gold e la Wood: sarebbe la nostra prof
d'inglese, si vede che alla fine e' arrivata e ha deciso di rimanere,
tanto niente e nessuno glielo vieta.
Giuro di non aver mai visto il nostro prof di diritto cosi sconvolto,
neanche quando gli raccontammo della lettera o ci trovo' a saltare sul
letto in gita aveva quella faccia.
Mi affretto a scendere e a raggiungerli per scusarmi, ma mentre lei sta
ridendo come una matta lui si volta e se ne va, quando raggiungo la
soglia neanche lo vedo piu' nel corridoio.
"Ma dov'e' andato?" mi chiede perplessa Miriam
"Che ne so" faccio io pensando che stavolta dovevamo
veramente aver esagerato.
Lo trovammo due aule piu' in la'
"Mi scusi prof, lo so che ho esagerato" mi feci avanti io con
gli occhi bassi.
Vidi che aveva una strana espressione ma non sembrava particolarmente
sconvolto.
"Cos'e', si vergogna di ridere davanti a noi prof?" disse
Rebecca.
"No, e' che non trovavo piu' il cellulare e ho pensato di averlo
lasciato da qualche parte" rispose guardandosi attorno.
Lo guardammo tutte come per dirgli: "mapperfavoooooreeee!!!"
"Cosa sono quelle facce? guardate che ce l'ho, non sono mica un
troglodita come pensate" replico'.
"Mai detta una cosa simile" dichiaro' Lavinia.
"Parla di quello smartphone con cui armeggiava gli ultimi giorni?"
ridacchio' Miriam.
"Era nuovo Volturi: immagino che invece voi sappiate subito come si
utilizzano tutti i comandi" rispose alzando gli occhi al
cielo.
"No, ma sappiamo o almeno crediamo che sia venuto qui per non farsi
vedere mentre rideva" dissi guardandolo negli occhi.
"Non dire stupidaggini Gentile, anzi se vuoi proprio saperlo io l'avevo
detto a Belle che non doveva farvi vedere quel film"
Insomma: prima che lei ci portasse l'avevano visto insieme e le era
venuta l'idea, solo che lui le aveva detto che era meglio di no,
perche' "conoscendo quelle quattro..."
"In effetti ho sempre avuto l'anima rivoluzionaria" dichiaro
io con aria ispirata.
"E probabilmente l'avrai venduta al diavolo cara la mia liberte',
egalite' fraternite'" ghigna lui.
Non faccio in tempo a replicare che sento le altre dire: "ohhhh
adesso e' Belle..." in tono scherzoso ma non offensivo
peccato che lui ci rivolga uno sguardo tale da zittirci all'istante.
Comunque se proprio volete sapere la mia modesta opinione: se non e'
andato in quell'aula per non farsi vedere mentre rideva io sono Cosette.
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Capitolo 15 *** let's make a deal dearie? ***
let's make a deal dearie?
Il caldo in quei giorni era opprimente
anzi piu' che il
caldo l'umidita' ma d'altronde era anche normale vivendo in citta':
onestamente non ho mai capito perche' i giornalisti dicano ogni giorno
"caldo mai visto, umidita' alle stelle" e via delirando, e'
luglio accidenti! Si sa che in questa zona il clima e' quello che e'
solo che cosi facendo mandano la gente nel panico: stamane mentre
uscivo di casa ho incontrato mia zia, la quale mi ha detto di mettere
il cappello se non
tornavo entro mezzogiorno.
Hai voglia spiegarle che prima delle 18 non ci sono e che soppratutto
NON sto sotto il sole in piazza Duomo.
Miriam e Lavinia avevano il turno il giorno dopo quindi c'eravamo tutte
e quattro, la mattina a controllare che tutto procedesse a dovere c'era
la Boyd la quale stette anche ad aiutarci mentre eravamo occupate con
quelli che venivano, al pomeriggio c'era Gold.
Di nuovo.
"Ma non ha proprio nient'altro da fare?? voglio dire ora ha un mucchio
di tempo libero..." comincio' Miriam io, capendo benissimo
dove
volesse andare a parare le feci cenno di tacere, hai visto mai che si
aggira nei dintorni: quello e' capacissimo di arrivarci alle spalle
senza che ce ne accorgiamo.
Come ho gia' detto il caldo soffocante il piu' delle volte scoraggia la
gente ad uscire e di conseguenza non c'e' nessuno anche il traffico e'
diminuito quindi oggi sono in macchina: personalmente ho sempre amato
piu' l'estate che l'inverno, certo l'umidita' a volte da' fastidio ma
preferisco girare in maglietta pantaloncini e ciabatte piuttosto che
con due maglioni e il piumino.
Oggi in realta' non e' una bellissima giornata: il cielo e' nuvoloso e
cio' m'induce ad indossare i leggins neri con la maglia di profondo
rosso acquistata in gita e sandali neri purtroppo pero' la cappa
d'umidita' rimane e contando che a scuola di certo non abbiamo l'aria
condizionata non e' il massimo.
"Che caldo infernale! ma come fate voi a starvene cosi?" dice
Gold apparendo sulla soglia come dal nulla: nonostante sia anche
stavolta in camicia a maniche corte sembra che la temperatura non gli
dia tregua.
Io alzo le spalle: non e' che possiamo fare molto per rinfrescarci a
parte bere litri d'acqua delle macchinette o bibite varie e di certo
non possiamo andare a fare a gavettoni in cortile....
Oddio, a dire il vero l'idea mi solletica non poco ma temo che in tal
caso qualcuno non tornera' a casa vivo stasera.
Il guaio e' che non so se sara' una di noi o il prof e non voglio
neanche saperlo!
Vedo il prof che mi guarda la maglietta con una faccia mezzo sconvolta
e mezzo disgustata.
"Beh, che c'e'? mai vista una bambola impiccata?" dico con sussiego.
"Certo, certo" fa lui sedendosi ad un tavolo.
"O forse pensa che gli horror non siano roba da donne?" dice
Rebecca registrando sul computer i libri che ci hanno riportato.
"Mai detto questo" dice portandosi le mani dietro la nuca.
"Reby li hai portati i pattini?" chiedo alla mia amica con
noncuranza.
" Eh? ah si si" mi risponde continuando a scrivere i titoli
sulla tastiera.
"Bene: ho proprio voglia di farmi un paio di piroette in corridoio e
giu' per il corrimano" aggiungo io aprendo un libro,
sto
scherzando naturalmente ma andrei avanti ore solamente per vedere le
facce di Gold, non so cosa mi trattiene dal filmarlo col
cellulare.
Forse la paura di tornare a casa col telefonino polverizzato se tutto
va bene.
"Prof ma stiamo scherzando! non si faccia venire un infarto per colpa
nostra suvvia" dico alzandomi.
"Ma senti queste..." ribatte lui scuotendo la testa.
"Ci facciamo una partita a Uno?" propone Lavinia
"anche lei se vuole prof"
"Quello che volete ma prima voglio trovare il modo di rinfrescarmi"
ribatte lui
"Se ci prendessimo un gelato?" salta su Rebecca.
Ci diciamo tutti d'accordo e scendiamo al bar dove ci prendiamo una
vaschetta da nove gusti dividendo la spesa, una volta tornati ci
sediamo ad un tavolo e cominciamo la partita alla quale si unisce anche
Ruby.
Evidentemente Gold aveva accettato perche' pensava che tutto sommato
una partita a carte e' un'attivita' innocua che non ci avrebbe fornito
pretesti per fare cose strane o potenzialmente pericolose.
Io non amo i giochi di carte a parte quello, non so se ci abbiate mai
giocato ma vi assicuro che puo' finire male: non come nei film dove si
vede quello che perde a poker buttare il tavolo gambe all'aria certo ma
qualche parolaccia vola eccome.
E questo solo tra amici chiaramente: figuratevi cosa puo' succedere
giocando tra alunne, bidella e professore.
Mettemmo la vaschetta al centro di un tavolo, andammo a prendere i
cucchiaini alla macchinetta del caffe' e cominciammo a giocare anche se
non era facile tenere in mano le carte e contemporaneamente staccare
col cucchiaio di plastica pezzi di gelato: e' vero che faceva molto
caldo ma mica si scioglie subito o si ammorbisce immediatamente giusto?
Per le prime cinque-sei partite ando' tutto bene, si vinceva e si
perdeva senza grossi traumi poi cominciarono i dolori poiche' si
susseguirono carte "+2" e "+4" per un bel po'.
Quando mi ritrovai per la terza volta di fila a dover pescare sei carte
sbottai con un: "ECCHECCAZZO!!! MA SEMPRE IO DEVO PESCARE QUI??" tale
che mentre infilzavo il gelato al cioccolato per prendermene un po' mi
si spezzo' il cucchiaio a meta' con la parte superiore incastrata nel
gelato tra le risate di tutti e dovetti
andarmene a prendere un altro.
Non ero seria sia chiaro: non sono certo io quella competitiva che vuol
vincere ad ogni costo ma si sa: certi momenti ti fanno tirar fuori lati
di te che nessuno conosce, te stessa inclusa naturalmente.
"Questo e' uno di quelli che mantiene il sangue freddo anche durante un
terremoto al decimo grado della scala Richter" pensai
guardando
Gold che nonostante la mia uscita non ha fatto un verso, tutto sommato
l'invidio: al contrario di lui io sono sempre stata troppo emotiva.
"+ 4" mette giu' Lavinia.
Tocca a Rebecca ed e' un altro "+4"
"Pensavate di fregarmi e di farmi pescare 8 carte eh?? beh mi spiace
rompervi le uova nel paniere" dico trionfante aggiungendone
un'altra.
Peccato che alla mia sinistra ci sia Gold al quale tocca pescare ben 12
carte: noialtre cerchiamo di trattenerci dal ridergli in faccia.
"Che vuole farci prof, il gioco e' cosi: vuole?" dico estraendo una
scatoletta
"Cosa sono?" mi chiede
"Cristalli di crack! caramelle alla frutta no?"
sbuffo, possibile che intelligente com'e' non capisce quando
scherziamo e quando no? Ok ne abbiamo combinate di ogni ma
cio' non vuol dire che faccio tutto quello che penso.
Molte partite si susseguono finche' Miriam domanda: "che ore
sono ragazze?".
"le sei e mezza" rispondo io.
LE SEI E MEZZA???!!
"Cazzo! ma e' tardissimo" dico io saltando in piedi e
buttando via la vaschetta ormai vuota mentre le altre radunano le loro
cose, dovevamo sbrigarci, mio padre poteva tornare da un
momento all'altro: e' vero che potevo dire che abbiamo avuto
da fare, pero'...
All'improvviso squilla un cellulare, ma non essendo il mio non me ne
preoccupo, mi giro e vedo Gold parlare al suo, e lo vedo
stranamente agitato:
"Si, tra poco sono a casa: certo che ho preso l'occorrente per la
macedonia dearie, ok a dopo: qualcuna mi consiglia un buon supermercato
qui vicino?" ci chiede dopo aver riattaccato e stavolta non
riesco a trattenere un risolino.
"Purtroppo qui vicino non credo ci siano Esselunga o simili: pero' qui
dietro c'e' un bel negozio potrebbe provare li" interviene
Miriam.
"Lei cucina prof?" chiedo io cercando di non ridere mentre mi
si profila davanti la visione di lui in giacca e cravatta col grembiule
con scritto "chef"
"E' capitato, ma qui non si tratta di me: dobbiamo andare da amici
domenica e quindi portiamo la macedonia" spiega lui mentre
scendiamo le scale, Graham non c'e', se n'e' andato da un
pezzo insieme ai bidelli: noi, Ruby e Gold siamo gli unici rimasti, per
fortuna il prof ha le chiavi.
"Che ne dice di una scommessa? per l'ultimo giorno io e lei
facciamo una torta, la portiamo qui la mangiamo tutti insieme e
decidiamo qual'e' la migliore" dico d'impulso.
Oddio, il caldo deve proprio avermi dato alla testa: che mi viene in
mente??
"E quali sarebbero i termini della scommessa?" mi chiede lui
serio.
"Se vinco io...lei ci chiamera' per nome" dico tendendogli la
mano.
"Se invece vinco io...raccontero' ai vostri genitori tutto quello che
avete fatto dalla lettera alla gita" mi dice con un ghigno
malvagio.
D'istinto ritraggo la mano "non puo' farlo!" protesto
vivacemente, non oso immaginare cosa ci accadrebbe se venissero a
sapere tutto.
"Oh si che posso, ma e' facile impedirmelo: basta che fai una torta
migliore della mia" ribatte fissandomi negli occhi, io pur avendo una
fifa blu in quel momento gli stringo la mano.
Mentre usciamo le ragazze alzano un coro di commenti:
"Oddio ci avveleneranno tutti!"
"Qual'e' il numero dei Nas? Giusto per ogni evenienza eh"
"Ti rendi conto che se non fai una torta piu' che decente quello va a
dire tutto ai nostri? E' capacissimo di farlo, lo sai"
"Seh abbiamo la nipote di Cracco qui"
"Che se tutto va bene ha per rivale il fratello suonato di Gordon
Ramsey: e' stato un piacere conoscervi ragazze"
"Grazie per la fiducia eh! parliamoci chiaro: voi avete mai mangiato
qualcosa fatto da me?" chiedo azzittendole.
Si guardano l'un l'altra: "beh, no..."
"Appunto: quindi di che vi lamentate? e poi non dira' niente credete a
me, se avesse voluto davvero farlo gliel'avrebbe detto da un pezzo: e'
solo che non aveva niente su cui scommettere" rispondo
avviandomi verso la macchina. "Vuoi un passaggio?"
chiedo a Miriam
"No grazie prendo la metro" mi risponde concitata.
"Dai che ti faccio risparmiare i soldi del biglietto" dico
praticamente spingendola in macchina.
Mi metto alla guida e percorro lentamente la strada, quando devo
svoltare al primo incrocio al momento di svoltare vengo
superata da una grossa macchina scura.
"Stronzo!" urlo io, nonostante abbia la patente da pochi mesi
mi rendo conto che molti san guidare peggio di me e guidano da molti
anni piu' di me e' questo il bello, fossero miei coetanei pazienza....
Mentre sto per ripartire vedo il tizio al volante abbassare il
finestrino, potete immaginare la mia espressione quando lo sento dire:
"Gentile di nome e di fatto eh?"
Era Gold e subito sento la pressione calarmi di botto mentre Miriam e'
praticamente per terra dal ridere.
"Scusi prof, non dicevo a lei" rispondo io non sapendo che
altro dire.
"Ah no? e a chi allora?" mi chiede.
"Ad uno stronzo che non sa guidare" ribatto.
Lui per tutta risposta ci saluta con un cenno della mano e Miriam nel
frattempo si e' un po' ripresa e mi guarda orripilata.
"Ma secondo te mi ero accorta che era lui?? e comunque non si puo'
superare cosi" ribatto.
Era davvero il caso che facessi bella figura con la torta altrimenti ci
rimaneva solo la "soluzione divi del rock" per dirla con Max
Pezzali, ossia "molliamo tutto e ce ne andiamo a New York".
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Capitolo 16 *** when all is said and done ***
la prova del cuoco
Ci misi un pomeriggio intero ma
vincendo la resistenza
dei miei per i quali accendere il forno d'estate dovrebbe essere punito
per legge (promisi di lavorare con la finestra aperta, cosa che
detestavo vista la mia idea fissa che la gente mi guardasse in casa
nonostante io abiti al terzo piano) riuscii a sfornare la mia torta di
ciliege: l'avevo gia fatta per un pranzo coi parenti percio' ero sicura
del fatto mio.
Approfittando del fatto che la "gara" tra me e Gold si sarebbe svolta
l'ultimo giorno di stage decidemmo di organizzare un piccolo rinfresco:
ognuno di noi, prof compresi porto' qualcosa: limonata, aranciata,
chinotto, coca-cola, tramezzini, pizzette...In tutto eravamo 15: noi
quattro, Gold, la Blanchard, la Wood, la Boyd, Graham, la Swan,
Jefferson, i tre bidelli e Hopper, mancavano la Lucas e la Mills
perche' erano entrambe al mare (Ruby avrebbe raggiunto la nonna entro
due giorni) quando chiedemmo a Gold il motivo dell'assenza della French
ci disse che era molto dispiaciuta di non poter venire perche' era in
visita da una sua amica a Monza "non si vedevano da tanto e cosi'..."
disse a mo' di spiegazione.
Certo, ne eravamo dispiaciute ma capivamo benissimo, "e
Killian?
avevo capito che partiva ai primi d'agosto" chiese la Swan
"Infatti e' cosi: solo che doveva far fare la revisione alla
barca" rispose Graham "speriamo affondi" ghigno'
Gold
beccandosi un'occhiataccia dai colleghi e un "ma prof!" da
parte
nostra, questo a voce, perche' con gli occhi dicevamo "magari..."
"Allora speriamo che vada addosso ad un'altra barca, certo mi
dispiacerebbe molto..." riprese Gold "...per quelli
dell'altra
barca certo" disse Rebecca a mezza voce in modo da farsi sentire solo
da lui e da noi, "a parte che se ci fossero stati anche Jones
e
la Mills avrei aggiunto del topicida alla torta" dissi aiutando le prof
a sistemare le cibarie: avevamo unito due tavoli tra i piu' lunghi
della biblioteca, essendo l'ultimo giorno ed avendo organizzato il
rinfresco non c'era ragione di fare "due prof la mattina e due il
pomeriggio" come in precedenza cosi' al mattino, oltre a noi quattro
(Lavinia e Miriam avevano finito il loro stage il giorno prima entrambe
con un ottimo punteggio) c'erano solamente Graham, Ruby, Leroy e David,
tutti gli altri arrivavano dopo pranzo. Di comune accordo
avevamo
deciso di cominciare a mangiare verso le 15.30 anche se cosi
rischiavamo di saltare la cena vista la quantita' di roba che c'era.
Gold si era presentato con una bella torta al limone ripiena di crema
aromatizzata "sembra buona" disse Lavinia
adocchiandola
"secondo me c'e' lo zampino della French"
bisbiglio' Miriam
in un momento in cui il prof era uscito "su, diamogli un po'
di
fiducia" dissi io.
Cominciammo a mangiare ed effettivamente quella torta fu molto buona,
anche la mia venne molto apprezzata, pochi minuti dopo avvertii un
leggero capogiro ma li per li non gli detti peso, almeno fin quando non
mi prese la nausea "che succede? hai una faccia" mi
disse
Rebecca avvicinandosi "non lo so" risposi ma un attimo dopo
mi
stavo gia precipitando verso il bagno, con la coda dell'occhio notai
che Gold mi stava seguendo verde in faccia, in poche parole ci
ritrovammo a vomitare praticamente l'uno in fianco all'altra: a
differenza dei piani inferiori al terzo quando si entra nel bagno si
trova un lungo lavandino con lo specchio e solo due gabinetti uno per
gli uomini e uno per le donne.
"Ma che diamine ci sta succedendo?" dissi uscendo da quello a sinistra.
"Che ne so, si vede che la tua torta era piu' buona del previsto"
commento' Gold che nel frattempo era uscito anche lui, evidentemente
avevo di nuovo cambiato faccia perche' mi disse "prova a vomitarmi
addosso e ti stacco le dita una ad una" prima di afferrarmi alle spalle
e spingermi dentro al gabinetto per permettermi di vomitare nuovamente,
peccato abbia anche lui un altro attacco e debba catapultarsi anche lui
nel bagno accanto.
"Comunque la sua torta non era male prof" dissi appena finito
ma senza uscire.
"Anche la tua era buona...Perla" rispose lui
"Era ora" pensai, si era deciso finalmente di abbattere
quell'ultima barriera.
Decisi che era meglio cambiare argomento
"Non sapevo che il prof Jones avesse una barca" dissi dopo
aver ripreso fiato.
"Infatti non e' sua bensi' del padre: la sua famiglia e' molto ricca ma
ti pare il momento adatto?" ribatte' il prof
"In effetti abbiamo gia' vomitato abbastanza e onestamente non fatico
ad immaginarmi Jones come un Briatore di trent'anni piu' giovane"
ghignai io.
"Non avrei detto niente ai vostri genitori..." comincio' Gold
"Lo so" dissi piano
"E come??" fece lui stupito
"Diciamo che non ci avrei messo la mano sul fuoco ma ho pensato che se
davvero avesse voluto l'avrebbe fatto appena saputo della lettera o
dopo la gita" ribattei
"A proposito della lettera: come si fa a svegliarsi una mattina e..."
"Non mi sono svegliata una mattina prof! Ci ho pensato a lungo anzi..."
"Tanto per la reputazione di cui godo" m'interruppe lui
A quelle parole sussultai: "pensa di esserci antipatico prof? non e'
affatto cosi, l'abbiamo sempre stimata molto anzi, fin dal
primo anno perche' teneva testa alla preside"
"Meno male, e se vi ero antipatico che facevate in gita? vi calavate
dal balcone col lenzuolo?" chiede in tono sarcastico
"Se e' per questo io mi sono ubriacata" faccio con noncuranza.
Credo che se non gli facesse male il ginocchio salirebbe sul water per
guardarmi dall'altra parte del muro.
"Prego??!"
"Tranquillo prof, scherzavo".
Poco dopo entrano Graham, la Blanchard e Lavinia "Tutto bene
voi due? devo chiamare un medico?" ci chiede il vicepreside,
in quel momento usciamo "no, credo sia solo dovuto
al caldo: probabilmente ci han fatto male le bibite fredde"
rispondo io "Mi sa che serve per Miriam: e' da
mezzora che e' mezza sdraiata sul tavolo dal ridere" commenta
Lavinia
"Ma e' vero che s'e' ubriacata in gita?" le chiede Gold rimanendo
indietro per non farsi sentire da Graham "no"
risponde lei con noncuranza e lo vedo tirare un
sospiro di sollievo, "ma allora di chi era la bottiglia di
birra vuota che ho lanciato dal balcone centrando direttamente il
bidone del vetro?" chiede con finta perplessita'.
Io trattengo a malapena le risate mentre il prof e' talmente sconvolto
che lascia cadere il bastone a terra, glielo raccolgo mentre
lui riesce a malapena a balbettare "voi...voi..."
Sospiro "...noi facciamo le sceme a volte prof ma non per
cattiveria nei confronti suoi o di chiunque altro, a parte la Mills, e'
solo il nostro carattere"
"Sono avanzate due fette di torta una per tipo: potrebbe portarle alla
prof French" suggeri' Lavinia.
Quella giornata infine termino', la sera non dissi nulla del mio
malessere ai miei genitori era stata proprio una cosa passeggera,
io e Rebecca scoprimmo poi di aver ottenuto il punteggio
massimo per lo stage nonostante finto the' e cori varii...
19 settembre...
Chissa' come mai noi siamo tra i pochi licei che cominciano a fine mese
come al sud, non che ci faccia schifo...
Mentre saliamo le scale ho una morsa allo stomaco: nelle ultime
settimane ho il dubbio atroce che la Mills ne abbia fatta un'altra
delle sue: so che non e' possibile pero'...
"Andate avanti voi e ditemi chi c'e' in classe" le supplico correndo in
bagno attanagliata dall'angoscia.
"Tutto a posto" mi fa cenno Miriam con un sorriso.
Infilo la testa nell'aula e sento tutto il mio corpo rilassarsi: ad
aspettarci c'erano Gold e la French
"Salve ragazze: come sono andate le vacanze?" ci chiede lei
sorridendo
"Tutto bene e voi?" chiede Rebecca.
"Bene anche se abbiamo avuto un po' da fare..." dice Gold aprendo la
valigetta.
Li guardiamo interrogative
"Conviviamo da due mesi" risponde la French radiosa
"Fantastico" gioisce Lavinia.
Tuttavia mentre la guardo noto che ha qualcosa di diverso...
Mi cadono gli occhi sulla sua pancia e poco ci manca che mi scendano le
lacrime dalla gioia.
"Prof...lei...voi..." riesco a malapena a dire.
"Si ragazze: aspettiamo un bambino" risponde Gold
"Beh, di sicuro non verra' male: speriamo solo che il naso lo prenda
dalla mamm...ahia! volevo dire: congratulazioni!" la mia
frase viene interrotta da Miriam che mi pesta un piede, "Lei
sta bene prof? sapete gia' se e' maschio o femmina?" chiede
Rebecca.
"Io sto benissimo e proprio due giorni fa abbiamo saputo che sara' una
bambina" risponde lei
"Bene! avete pensato al nome?" chiede Lavinia.
"Si chiamera' Roselyn" risponde il prof.
"ottima scelta, e col suo cognome sta molto bene, vabbe' che e' uno di
quelli che va bene con qualsiasi nome" dice Miriam.
A quel punto a turno baciamo ed abbracciamo la prof, io sono
stata la prima e guardo Gold senza sapere cosa fare, alla fine gli
tendo la mano poco convinta, lui me la stringe e tra lo stupore
generale mi attira in un abbraccio cui le altre si uniscono.
"Quanto avrei voluto vedere la faccia della Mills" sospira
Lavinia.
"Beh, appena l'abbiamo detto in sala insegnanti s'e' versata il caffe'
sul suo tailleur di Prada e poi s'e' congratulata con la stessa faccia
di chi ha appena inghiottito un limone" risponde Gold come se
stesse parlando del tempo e facendoci scoppiare tutte a ridere.
"Quest'anno andra' tutto bene" penso.
Quest'anno sara' tutto diverso.
FINE.
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