Everything's gonna be alright

di drunkonlove
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La rottura ***
Capitolo 2: *** Il piano ***
Capitolo 3: *** La cena ***



Capitolo 1
*** La rottura ***


LA ROTTURA


 Una leggera brezza le accarezzava il viso da una decina di minuti, il calore dei raggi del sole stava riscaldando la stanza e un delizioso profumo di croissant e caffè entrava dalla porta spalancata. Camille si mise seduta al centro del letto e si stiracchiò per svegliarsi meglio, poi guardò la sveglia appoggiata sul comodino: le dieci e sette minuti, aveva più o meno venti minuti per fare colazione, vestirsi e raggiungere lo studio di registrazione.
 
Per fortuna quella mattina suo fratello era andato al lavoro con la sua auto così lei poteva chiedere ad Arnold di accompagnarla, non aveva molta voglia di guidare e affrontare il traffico, avere un autista a volte era davvero comodo.
Durante il breve tragitto in auto Camille non aveva fatto altro che pensare a quello che era successo nei mesi precedenti, tutto sembrava così bello, finalmente si era sentita amata e rispettata da un uomo, poi la sua mente la riportò a quella notte di un mese fa, vedeva  scorrere velocemente una dopo l’altra le immagini confuse di quella sera: lei, Enrique, lo studio di registrazione numero 3, quegli sguardi intensi, i sorrisi, qualche bicchiere di troppo e il gioco era stato fatto. Camille strinse forte i pugni appoggiati sulle sue cosce, pensare a quella notte la riempiva di rabbia.
-Siamo arrivati.- disse Arnold interrompendo i pensieri della ragazza -A che passo a riprenderla?-
-All’una, grazie.- rispose Camille aprendo la portiera.
-Buon lavoro.- disse Arnold voltandosi verso di lei e sorridendole -Guarda che voglio essere uno dei primi ad ascoltare l’album, ci conto.-
-Contaci, sarai il primo.- disse Camille ricambiando il sorriso e scendendo dall’auto.
Camille rimase qualche secondo immobile davanti alla grande costruzione che si trovava una cinquantina di metri davanti a lei, da quella notte non ci aveva più messo piede e rientrarci la spaventava un po’.
-Camille! Che piacere rivederti qui.- disse un uomo sulla cinquantina dirigendosi verso di lei -Che fai, rimani lì tutta la mattina o entri?-
-Buongiorno Marc.- disse Camille sorridendo.
-Hai dimenticato che devi darmi del tu?-
-Scusami, è che non sono più abituata, fa un certo effetto essere di nuovo qui dopo quella …-
Camille si interruppe di colpo, si era dimenticata che non aveva parlato a nessuno di quella notte, gli unici a sapere come erano andate le cose erano lei ed Enrique.
-Già, dopo la brutta laringite che hai avuto.- disse Marc posandole una mano sulla spalla. -Allora, entriamo?-
Senza rispondere Camille iniziò a camminare a piccoli passi verso l’entrata, seguita a poca distanza da Marc.
-Sai in che studio sono?- chiese Camille voltandosi verso l’uomo.
-Credo il 3, ma non sono sicuro.- disse Marc aprendole la porta.
-Grazie.- disse Camille entrando nell’edificio.
-Samantha in che studio è la nostra adorata Camille?- chiese Marc avvicinandosi al bancone della reception.
-Il 3.- rispose la ragazza dopo aver consultato alcuni fogli.
-Mi ricordavo bene.- disse Marc rivolgendosi a Camille -Sei nel 3. Buon lavoro piccola.-
-Grazie.- disse Camille dirigendosi verso la scale.
Lo studio 3, quello studio in cui tutto era finito o forse in cui tutto era  cominciato veramente.
Dopo due piani di scale Camille percorse il lungo corridoio che portava allo studio poi, giunta davanti alla porta, posò la mano sulla maniglia ed esitò un attimo prima di aprire. Quando aprì la porta Camille si trovò davanti Enrique e un misto di gioia e rabbia invase il suo corpo.
-Sei in ritardo.- disse Enrique facendo roteare le chiavi dell’auto su un dito.
-Cosa ci fa qui?- chiese Camille ignorando l’appunto del ragazzo.
-Potrei chiederti la stessa cosa.- disse Enrique fissando Camille dritta negli occhi.
I suoi occhi erano esattamente come se li ricordava, di un color nocciola intenso, belli, bellissimi. Ogni volta che Enrique la guardava si sentiva trapassare, quello sguardo così profondo arrivava dritto al suo cuore e lo faceva subito battere più forte.
-Ho prenotato lo studio, ecco perché sono qui.- riprese Camille dopo alcuni istanti di silenzio -Adesso dimmi perché tu sei qui, invece.-
-Mi ha detto Marc di venire. Lui crede che tu abbia avuto la laringite e che noi due…-
-Non c’è nessun noi! Da questo momento in poi ci sono io, Camille, e nessun altro.- esclamò Camille la voce rotta dal pianto.
-Cosa c’è che no va, piccola?- chiese Enrique sfiorandole la guancia destra con la mano.
-Cosa c’è che non va? Ci sono questo anello, questo bacio e queste dichiarazioni!- disse Camille indicando a Enrique alcune foto su un foglio di giornale che aveva tirato fuori dalla sua borsa.
Enrique rimase in silenzio a fissare la pagina di giornale.
-Non so se quello che è successo tra di noi per te contasse qualcosa, per me però ha avuto molta importanza, credevo fosse vero, ma evidentemente mi sbagliavo. Tu sei un uomo, hai trentasette anni, io invece ne ho ventuno, sono poco più che una ragazzina, non avrebbe avuto senso, non poteva funzionare, ma sai io ero innamorata. Adesso invece sono delusa e arrabbiata, non dico che dovessi dirmi tutto, ma un po’ di chiarezza, quella sì, non credo di chiedere molto.- disse Camille tra le lacrime -Lo studio è tutto tuo.- aggiunse correndo fuori dalla stanza.
Enrique la rincorse per i due piani di scale poi finalmente riuscì a raggiungerla e la fermò, prendendola per un braccio.
-Io ti amo Cammile, credimi.- disse il ragazzo guardandola intensamente negli occhi.
-Io non credo ai bugiardi.- disse Camille liberandosi dalla presa di Enrique per poi dirigersi verso l’uscita.
Enrique la lasciò andare. Quella ragazza era speciale per lui, aveva un posto molto importante nel suo cuore, ma lui non era mai stato bravo a manifestare i suoi sentimenti e così ora l’aveva persa.
Il telefono di Enrique squillò, il ragazzo lo tirò fuori dalla tasca e poi lo avvicinò all’orecchio premendo il tasto verde.
-Dimmi tesoro.-
-Ti ricordi che oggi abbiamo il pranzo dai miei, vero?-
-Certo. Tutto qui?-
-No, volevo anche dirti che David ci ha invitato a cena da lui sabato sera, hai impegni?-
-No, è ok.-
-Perfetto! Magari poi tu e sua sorella, Camille, giusto?-
-Sì, Camille.-
-Ecco, potreste cantarci un anteprima del vostro duetto.-
-Magari …-
-Ti amo. A dopo.-
-A dopo.-
Enrique sistemò in tasca il cellulare e poi tornò nello studio per prendere le chiavi della macchina. Alle undici e trenta in punto doveva trovarsi a casa dei genitori di Anna per un entusiasmante pranzo di famiglia con i suoi futuri suoceri. Avrebbe passato un divertente pomeriggio con due adorabili settantenni che avrebbero continuato a fare domande tipo “Allora, siete emozionati per il matrimonio?”, “Avete già scelto il mese?”, “Quanta gente avete pensato di invitare?”, “Avete già deciso il menù?” e poi la peggiore di tutte:”Quando mi farete dei nipotini?”. “Mai” disse Enrique fra sé e sé, insomma lui amava Anna, la amava, da un po’ di tempo però fra loro le cose erano cambiate, ma a causa della pressione dei media, di quella dei genitori di Anna, dei suoi amici e della stessa Anna lui alla fine aveva ceduto e aveva chiesto alla sua storica fidanzata di sposarlo.









my space ... spero che sia piacevole da leggere e intrigante allo stesso tempo. Enrique con i tetsi delle sue canzoni mi fasentire unica e speciale e per questo da qualche tempo che ho in mente di scrivere qualcosa. Ora non vi annoio più, lasciatemi solo dire un grazie in anticipo a tutti quelli che leggeranno e recensiranno ;)

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Capitolo 2
*** Il piano ***


IL PIANO

 Dalla sua litigata con Enrique era passata quasi una settimana, ma Camille non aveva ancora completamente sbollito la rabbia e le ci sarebbe voluto ancora un bel po’ perché digerire che l’uomo che amava avrebbe presto sposato un’latra non era certo la cosa più semplice del mondo. Giusto per rendere il tutto più semplice, quella sera Enrique e Anna sarebbero venuti a cena a casa sua, gentilmente invitati da suo fratello David, tenuto all’oscuro di tutto quello che era successo tra lei ed Enrique.
-Allora, sei contenta che questa sera ci saranno Anna ed Enrique a cena?- chiese David entrando in cucina.
-Sinceramente?- chiese Camille bevendo un sorso di caffè.
-Sinceramente.- disse David sedendosi sullo sgabello accanto a quello dov’era seduta la sorella.
-Non eccessivamente.- disse Camille scocciata.
-Non sto a chiederti il perché … è ovvio che fra te ed Enrique è successo qualcosa di cui non sono a conoscenza e che tu non hai certo intenzione di dirmi …  però promettimi che ti comporterai bene, niente musi lunghi e soprattutto niente scenate.- disse David guardando la sorella negli occhi
Come faceva suo fratello ad aver capito tutto? Sul viso di Camille si fece spazio lo stupore misto a un velo di tristezza e questo non sfuggì al fratello.
-Camille non sentirti in colpa, qualunque cosa tu abbia fatto non è di certo grave … dai, non ci sei mica andata a letto.- disse David tenendo le mani della sorella tra le sue.
Camille abbassò istintivamente la testa e iniziò a mordicchiarsi il labbro.
-Camille dimmi che non è vero.- disse il fratello prendendole il viso tra le mani.
-E’ vero.- singhiozzò Camille tenendo lo sguardo fisso a terra -Scusami, avrei dovuto dirtelo, ho tradito la tua fiducia, non merito un fratello come te.- disse scoppiando in lacrime tra le braccia del fratello -Ti giuro che non volevo, è successo tutto così velocemente, avevano bevuto un po’ …-
-Tranquilla Camille, tranquilla.-
David strinse forte a sé Camille, aveva sbagliato ma rimaneva sua sorella e lui le voleva bene come non ne aveva mai voluto a nessun altro, lei era tuta la sua vita, si prendeva cura di lei da più di quindici anni, da quando i loro genitori si erano trasferiti da Miami in Giappone, a Tokyo, per motivi di lavoro.
-Davvero non sei arrabbiato con me?- chiese Camille sedendosi sulle ginocchia del fratello.
-Davvero.- disse David sorridendo -Ormai sei una donna, non posso più scegliere al posto tuo, è giusto che tu sia libera di decidere ogni cosa della tua vita … l’unico motivo per cui ti avevo consigliato di stare alla larga da Enrique era perchè non volevo che soffrissi.-
-E avevi ragione …- sospirò Camille -Ho sbagliato e adesso ne sto pagando le conseguenze.-
-Sei hai bisogno di sfogarti … io sono qui.- disse David accarezzandole i capelli.
-Grazie.- sorrise Debby -E ti prometto che questa sera sarò un angioletto, farò come se non fosse successo nulla.-
-Grazie, ci tengo molto alla loro amicizia.- disse David baciando la sorella sulla guancia.
-E soprattutto tieni molto ad Anna … mi dispiace davvero che lei stia per sposarsi con Enrique.- disse Camille andando a sedersi sul bancone della cucina e sporgendosi all’indietro per aprire un armadietto e prendere dei biscotti.
-Non ho mai avuto il coraggio di confessarle i miei sentimenti … alla fine è colpa mia.- disse David alzandosi dallo sgabello e mettendo nel lavandino la tazza vuota -Vado a lavorare piccola, ci vediamo questa sera.-
-Buon lavoro fratellone.- disse Debby guardando il fratello uscire dalla cucina.
 
Aveva passato la mattinata a cercare l’ispirazione giusta per l’ultimo pezzo dell’album ma niente, nemmeno una piccola e insignificante frase, solo il nulla. Così Camille decise di non restare chiusa in studio anche tutto il pomeriggio e scese le scale per andare a fare due chiacchiere con Samantha, la ragazza che gestiva la reception, e che era anche la sua migliore amica da quando aveva iniziato a far parte della grande famiglia della Interscope.
-Hey bella, come sta procedendo il lavoro per il disco?- chiese Samantha togliendosi le cuffie dell’i-Pod.
-Male.- rispose Camille appoggiandosi al bancone.
-Sarà solo una giornata storta, vedrai che da domani ti tornerà l’ispirazione, ne sono sicura.- disse sorridendo Sam -Ti va un caffè?-
-Sì, grazie.- disse Camille seguendo l’amica verso la macchinetta del caffè.
-Ecco, tieni.- disse Sam porgendole un bicchiere -Allora, novità?-
-Non credo …- disse Camille perplessa.
-C’è qualcosa che non va?- chiese Sam vedendo l’amica un po’ strana.
-No … niente di preoccupante.- si affrettò a concludere Camille mostrando un enorme sorriso.
-Enrique.- affermò Sam girando il cucchiaino nel caffè.
-No … lui non c’entra niente, andiamo d’accordissimo.- disse Camille cercando di mantenere la calma.
-Pensa, andate così d’accordo tanto da non parlavi per settimane e per di più sabato scorso avete pure litigato.- disse Sam in tono ironico -Che c’è sotto?-
Samantha era stata diretta, non aveva perso tempo e non l’aveva assecondata nel raccontare la sua bugia, quindi a Camille ora non restava altro che raccontarle la verità.
-Un mese fa siamo stati a letto insieme.- disse Camille abbassando il tono della voce.
-Un classico.- sentenziò Samantha buttando il bicchiere del caffè nel cestino -Tuo fratello lo sa?- chiese tornando a sedersi alla reception.
-Da questa mattina.- rispose Camille sedendosi sul pavimento dietro il bancone della reception.
-Giornata splendida direi.- disse Sam ridendo.
-Alla fine non l’ha presa così male come pensavo.- disse Camille passandosi una mano fra i capelli.
-E’ innamorato di Anna, tutto ciò che può separarla da Enrique non può che fargli piacere.-
-Sarà … -
-Comunque io lo sapevo.- disse Sam inserendo alcuni dati nel computer.
-Cosa sapevi?- chiese Camille curiosa.
-Di te ed Enrique.- rispose Sam voltandosi verso l’amica -Era evidente l’intesa tra voi due … e fidati, non era solo intesa musicale.-
-Potrai anche avere ragione, ma adesso lui sta per sposarsi con un’altra.-
-E tu non vorrai lasciarlo fare? Lo ami, devi lottare per lui.-
-Non son più tanto sicura di quello che provo per lui.- disse Camille giocando con una penna.
-Camille tu sei innamorata persa di lui.-
-Non più.- disse Camille sospirando.
-Da quanto tempo sei bloccata?- chiese Sam sistemandosi i capelli in una coda.
-Da più di un mese.-
-Cioè da quando sei andata a letto con lui.-
-E allora? Cosa c’entra scusa?-
-C’entra, eccome se c’entra.-
-E’ solo una tua idea Sam.-
-Sarà … comunque io non gliela darei vinta così.- disse Sam cercando qualcosa nella sua borsa.
-E cosa dovrei fare?- chiese Camille impaziente di sapere cosa avesse in mente l’amica.
-Beh … devi fare finta che lui non ti interessi più … dovresti trovarti un finto fidanzato per un po’, morirà di gelosia.- disse Sam con un sorriso stampato in faccia.
-Sam ma io a lui non interesso più, mi ha usata e basta.-
-Oh, credimi tu gli interessi ancora, e tanto.-
-Come lo sai?-
-Ogni volta che viene qui chiede sempre di te e se non ci sei se ne va.-
-Ma questo non vuol dire niente.-
-E per di più anche lui non scrive nulla da oltre un mese, proprio come te.- disse Sam armeggiando con il suo cellulare -Voi due state facendo impazzire il povero Marc.-
Camille sorrise, sapeva bene quanto Marc tenesse a lei e a Enrique, e il fatto che non avessero prodotto nulla da un mese a quella parte lo rendeva sicuramente nervoso.
-Tornando al mio piano geniale.- disse Sam alzandosi dalla sedia e trascinando l’amica in uno stanzino dove nessuno potesse vederle e sentirle -Ecco il ragazzo giusto potrebbe essere lui.- disse mostrando a Camille la foto che campeggiava sullo schermo de suo cellulare.
-Ma quello … quello è … - balbettò Camille sorpresa.
-Esatto.- disse Sam sorridendo maliziosamente -Non è bellissimo?-
-Bellissimo è dire poco.- disse Camille tenendo gli occhi fissi sullo schermo del cellulare dell’amica -Ma tu come fai a conoscerlo?-
-E’ un mio vecchio amico.-
-Sei un genio del male.- disse Camille sorridendo.
Forse far ingelosire Enrique era una cosa da bambini dell’asilo ma aveva sempre funzionato, gli uomini diventano matti se vedono la donna che amano con un altro: ancora una volta Sam aveva avuto un’idea geniale.
 
-Allora, quando me lo presenti?- chiese impaziente Camille.
-Domani.- rispose Sam inserendo le chiavi nella serratura.
-Uff … e questa sera come faccio?- chiese Camille delusa.
-Perché, cosa c’è questa sera?-
-Enrique e Anna vengono a cena da noi.-
-Oh cavoli!- esclamò Sam entrando nell’appartamento -Devo presentartelo subito.- disse lanciando la borsa sul divano per poi dirigersi in camera sua correndo.
Sam prese dal cassetto della sua scrivania l’altro suo cellulare, compose il numero di Matt e poi schiacciò il verde.
-Risponde?- chiese Camille vedendo che l’amica rimaneva in silenzio.
-No … aspetta forse ora.- disse Sam a bassa voce.
-Hey Sam! Che piacere sentirti.- disse una voce dolce dall’altra parte del telefono.
-Ho bisogno di un favore urgentissimo.-
-Hai un’altra amica nei guai col fidanzato … o meglio ex fidanzato?- chiese il ragazzo poiché conosceva bene l’amica.
-Esatto.- rispose Sam sorridendo -Dovresti venire immediatamente a casa mia.-
-Cinque minuti e sono lì.-
-Grazie Matt.- disse Sam prima di chiudere la telefonata -E’ fatta.- disse poi girandosi verso l’amica e abbracciandola.
-E’ simpatico?- chiese Camille preoccupata.
-Dipende …- disse Sam lasciandosi cadere sul letto.
-Cosa vorresti dire?-
-Sei preoccupata?- chiese Sam ridendo.
-Un po’ … io ero innamorata persa di lui quando facevo il liceo.- disse Camille sedendosi sul letto accanto all’amica -Sarà imbarazzante?-
-Sa metterti a tuo agio.-
-Speriamo … io … cioè …-
-Tranquilla Camille, è un bravo ragazzo, vedrai ti divertirai con lui … poi magari scopri che sei ancora innamorata di lui.- disse Sam sorridendo maliziosamente.
-Scema.- disse Camille tirandole un cuscino.
-Il campanello.- disse Sam alzandosi dal letto -Deve essere Matt.-
Sam uscì dalla stanza e andò in sala ad aprire la porta.
-Ciao bella.- disse Matt abbracciando l’amica.
-Buonasera.- disse Sam baciando l’amico sulla guancia -Lei è Camille.- disse indicando la ragazza che intanto aveva raggiunto l’amica in sala.
-Piacere Camille.- disse Matt allungando la mano.
-Piacere mio.- disse Camille stringendogli la mano.
-Allora … chi è il ragazzo che ti fa soffrire e che vuoi far ingelosire?- chiese Matt sedendosi sul divano in pelle.
-Ehm … è … ecco …-
-Enrique Iglesias.- disse Sam decisa.
-Ah … quello spagnolo ha fatto girare la testa a tante … -
-Non gli sta molto simpatico.- spiegò Sam.
-Comunque ti aiuterò.- disse Matt squadrando Camille da capo a piedi -Ma tu sei per caso Camille, quella che al liceo era cotta di me?- chiese Matt sorridendo.
-Non ci sarei voluta arrivare qui … comunque sì, sono io.- disse Camille imbarazzata.
-Sai che anche tu mi piacevi.- disse Matt continuando a fissarla.
Camille rimase in silenzio a fissare il ragazzo, ripensando agli anni del liceo.
-Davvero?- chiese Sam curiosa e assetata di pettegolezzi.
-Non ho mai avuto il coraggio di confessarglielo, credevo che alla fine non gli sarei piaciuto più di tanto, non volevo soffrire.- disse Matt appoggiando la testa alla spalla di Sam -Saremmo stati una bella coppia.- concluse sorridendo.
-Già … lo credo anch’io.- disse Camille sorridendogli.
-Ma adesso siamo qui per altro … allora, che ci inventiamo?- chiese Matt guardando Sam per avere ulteriori informazioni sul piano.
-Facciamo che vi siete conosciuti da poco e che state uscendo insieme, ma ancora non c’è nulla di serio, anche se lui ti piace molto.- disse Sam con tono fermo e sicuro.
-Agli ordini capo.- disse Matt ridendo.
-Bene … direi che puoi portartelo a casa, vi conoscerete meglio durante il tragitto e poi quando Enrique arriverà lui troverà una scusa e scapperà di corsa.- disse Sam soddisfatta del piano.
-Così lui mi vede e … il gioco è quasi fatto.- aggiunse Matt.
-Perfetto. Andiamo allora.- disse Camille entusiasta.
-E’ partita la missione “Riportare Enrique sui suoi passi”.- disse Matt ridendo.
-Ciao ragazzi, buona fortuna.- disse Sam guardandoli scendere insieme le scale.




my space ... diciamo che questo capitolo non è venuto come me lo immaginavo nella mia testolina ... comunque spero vi piaccia ;) e se vi va lasciate una recensioncina, anche piccola, giuto per sapere se vi piace la storia ;) buona settimana a tutti!!

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Capitolo 3
*** La cena ***


LA CENA






LA ROTTURA


Camille aveva passato l’ultimo quarto d’ora a torturarsi le mani tenendo la testa china, erano stati i quindici minuti più lunghi della sua vita, ma finalmente l’auto di Matt accostò e i due ragazzi scesero.
-Qualcosa non va?- chiese Matt prendendole la mano .
-No … no, tranquillo.- rispose Camille guardando la sua mano intrecciata con quella di Matt.
Era strano, molto strano ma per riconquistare Enrique era pronta a tutto.
-Che dici, entriamo?- chiese Matt chiudendo l’auto e avvicinandosi al cancello.
-Oh certo.- disse Camille lasciando la mano del ragazzo e iniziando a frugare nella sua borsa -Eppure le chiavi le avevo messe qui dentro …-
-Se vuoi suoniamo.- propose Matt.
-Meglio.- disse Camille suonando al citofono.
Il cancellino si aprì e i due ragazzi percorsero il lungo vialetto che portava al portone d’ingresso.
-Bella.- commentò Matt guardando la maestosa costruzione che si trovava davanti.
-L’ha progettata mamma.- disse Camille con un velo di malinconia -Vorrei tanto che tornasse più spesso … mi manca.-
Matt si avvicinò a Camille e la abbracciò da dietro stringendola forte.
-Adesso ci sono qui io.- disse Matt sorridendogli.
Camille senza rispondere aprì la porta d’ingresso con l’altro mazzo di chiavi che lasciava sempre sotto il tappetino davanti all’ingresso ed entrò in casa.
-Ciao David, sono a casa.- urlò lanciando la borsa sul divano.
-Ahi.-
-David?- chiese sorpresa Camille.
-La prossima volta tira più piano, mi hai fatto male.- rispose David mettendosi a sedere sul divano.
-Scusa, non volevo farti male … come mai sei qui? Non stai bene?- chiese preoccupata.
-No, è che ero un po’ stanco e volevo riposar…-
-David? Ci sei?- chiese Camille passandogli una ano davanti agli occhi.
-Lui … lui chi è?- chiese David indicando Matt che se ne stava in piedi davanti alla porta d’ingresso.
-E’ … è Matt, sì Matt.- rispose Camille raccogliendo da terra la borsa.
-Matt chi, scusa?- insistette David.
-Matt … Matt un amico … esatto, un amico, ma uno molto speciale.- disse Camille tentennando -Ci conosciamo dai tempi del liceo.-
-Va bene … non fate troppi casini solo, intesi?- si raccomandò David.
-Non preoccuparti fratellone.- disse Camille sorridendo -A che ora arrivano?- chiese salendo i primi gradini seguita a ruota da Matt.
-Verso le sette e mezza.- disse David distendendosi sul divano.
Camile e Matt salirono velocemente il resto delle scale e poi si chiusero in camera della ragazza.
-Questo è il mio regno.- disse Camille lanciandosi sul letto -E adesso … che si fa?-
-Ehm … aspettiamo e nel frattempo ti aiuto a scegliere un vestito per questa sera.- propose sorridendo Matt.
-Mi sembra un’ottima idea.- disse Camille togliendosi le scarpe.
-Non trovi che faccia caldo?-
-Forse un po’, se vuoi apro la finestra.-
-No, tranquilla, non aprirla, mi tolgo io la maglietta … sempre se per te non è un problema.- disse Matt passandosi la mano dietro la testa
-Eh … no, tranquillo … nessun problema.- disse Camille imbarazzata.
-Hey, rilassati.- disse Matt vedendo la ragazza un po’ a disagio -Non fare la timida con me, dai.- aggiunse accarezzandole le spalle.
-Eh che mi ci devo abituare … forse col tempo sarà più facile.- disse la ragazza mettendosi a sedere sul letto -Sai sono sempre stata piuttosto imbranata con i ragazzi.-
-Io non direi, eri solo troppo timida forse.- disse Matt sedendosi sul letto accanto alla ragazza.
Matt era proprio come se lo ricordava, forse era addirittura meglio, il suo fisico era semplicemente perfetto, i suoi muscoli sembravano scolpiti nel marmo dal miglior scultore greco, i suoi occhi quasi verdi brillavano più della luna e delle stelle e il suo sorriso spontaneo e allegro era quanto di più perfetto esistesse.
-Sei uguale a come ti ricordavo.- disse Matt interrompendo il silenzio degli ultimi minuti.
-Perché tu ti ricordavi di me?- chiese Camille sorpresa.
-Certo, ti ho pensata spesso in questi anni, sai mi ero preso una bella cotta per te.- rispose Matt passandosi una mano dietro la testa.
-Wow! Credevo che Sam scherzasse …-
-Mi sono chiesto spesso che fine avessi fatto, desideravo tanti rincontrati un giorno e adesso … beh, adesso eccoti qua.- disse Matt sorridendo -Allora, scegliamo qualcosa dal tuo guardaroba?-
Camille annuì e saltò velocemente giù dal letto.
-Seguimi.- disse facendogli cenno con la mano.
Matt scese dal letto e seguì Camille dentro il suo armadio a parete al di là della quale si apriva un’enorme cabina armadio degna delle più grandi star di Hollywood.
-Cavoli!- esclamò Matt stupito -E’ fantastico qui, è il sogno di ogni ragazza questa stanza.-
-Già ... allora, cosa mi consigli?- chiese Camille saltellando qua e là tra i vestiti.
-Lasciami cinque minuti, o forse dieci.- rispose Matt sorridente tuffandosi negli abiti della ragazza per trovare quello giusto.

-Allora? Che te ne pare?- chiese Matt togliendo le mani dagli occhi di Camille.
-Sei stato bravo, non male come prima volta.- commentò la ragazza guardandosi allo specchio.
-Quindi ti piace?-
-Certo, e poi è comodissimo questo abito!-
-Bene, il mio lavoro qui è terminato … o quasi, dobbiamo solo aspettare il tipo.- disse Matt sistemando i capelli della ragazza -Adesso sei perfetta.- aggiunse soddisfatto del risultato.
-Grazie.- disse Camille sorridendogli.
-Sai per caso dove ho messo la mia maglietta?-
-Credo sia di là in camera.-
-Vado a recuperarla allora.- disse Matt uscendo dalla cabina armadio seguito da Camille.
-Che ore sono Matt?- chiese Camille mettendosi un po’ di gloss sulle labbra.
-Le sette e quaranta.- rispose il ragazzo guardando il suo orologio da polso -Saranno qui a brevissimo.-
Non appena Matt finì di parlare il campanello suonò.
-Eccoli.- disse Camille guardandosi un’ultima volta allo specchio per poi uscire insieme a Matt dalla sua stanza.
I due ragazzi scesero le scale mano nella mano e giunti nel grande salone d’ingresso si salutarono con un bacio sulla guancia.
-A domani piccola.- disse Matt dirigendosi verso la porta.
-A domani.- disse Camille stando ferma al centro della stanza.
-Passo a prenderti alle otto e mezza allora.-
Dopo aver salutato Camille con un cenno della mano Matt percorse a passo svelto il vialetto che portava al cancellino e salì in auto per partire alla volta del palazzo in centro Miami dove abitava. Intanto Anna, Enrique e David si erano già accomodati nella sala da pranzo.
-Ciao a tutti.- disse Camille entrando nella stanza.
-Ciao bella, come stai?- chiese Anna alzandosi e andando ad abbracciare la ragazza.
Anna era davvero una brava ragazza, le era sempre piaciuta, era simpatica, molto gentile e sempre disponibile e nonostante stesse con l’uomo che lei amava non trovava nessun motivo per odiarla almeno un po’.
-Bene, grazie. Tu? Tutto bene?-
-Benissimo direi, da quando mi ha chiesto di sposarlo non riesco a smettere di sorridere.- disse la ragazza con un enorme sorriso stampato in faccia.
Anna era davvero radiosa, non era mai stata così felice, o almeno Camille non se lo ricordava, sembrava che la proposta di Enrique le avesse dato nuova vita.
-Sei bellissima questa sera.- le disse Camille.
-Grazie.- disse Anna allontanandosi dalla ragazza per guardarla meglio -E tu sei favolosa, questo abito ti sta benissimo.-
-Allora signore, avete finito con le chiacchiere?- chiese David interrompendo le due ragazze.
-Oh, certo David, vado solo un attimo in bagno, posso?-
-Certo Anna, va pure.- disse David alzandosi dalla sedia -Io invece vado a vedere a che punto è Mary, la nostra cuoca.- aggiunse allontanandosi nel lungo corridoio e lasciando pericolosamente soli sua sorella e il suo migliore amico.
-Chi era quello?- chiese Enrique tenendo lo sguardo fisso sul piatto davanti a lui
-Non si saluta più adesso?-
-Ti ho fatto una domanda.-
-E io te ne ho fatta un’altra.-
-Lo sai che non si risponde a una domanda con un’latra domanda?-
-Sì, lo so, ma non me ne frega niente.-
-Chi era?-
-Un amico.-
-Amico eh? Adesso li chiamate così voi ragazzine … amico.-
-Se hai intenzione di tenermi il muso tutta la sera … beh allora quella è la porta.- disse Camille indicando l’enorme porta-finestra che dava accesso al giardino.
-Camille.- disse Enrique per ottenere l’attenzione della ragazza.
-E adesso che c’è?- chiese lei scocciata.
-Ma davvero per te è finita?- chiese Enrique guardandola negli occhi.
-Non è questo il momento e il luogo adatto per discuterne.- rispose Camille troncando sul nascere il discorso.
-Ok, ok, come vuoi.- disse Enrique tornando a fissare il piatto -Ma sappi che per me non è finita.-
-E allora perché st…- Camille si bloccò di colpo vedendo arrivare Anna e suo fratello.
-Continuate pure.- disse David sedendosi a tavola.
-Non vogliamo annoiarvi con questioni di lavoro.- tagliò corto Enrique.
Camille gli sorrise, aveva salvato la situazione e nessuno aveva avuto più nulla da ridire.
-Fate bene, siamo qui per divertirci questa sera.- disse David mettendosi nel piatto una porzione del primo che aveva cucinato Mary.
-Allora, avete già deciso la data delle nozze?- chiese Camille fingendosi entusiasta dell’evento.
-No, non ancora … Enrique deve prima pianificare bene i suoi impegni, il nuovo disco, il tour e la promozione.- rispose Anna felice di parlare di un argomento che le stava molto a cuore e che la rendeva davvero felice.
-Avete una stagione che preferite ad altre?- chiese David versandosi un po’ di vino rosso nel bicchiere.
-Mi piacerebbe tantissimo sposarmi in primavera, ma come ho già detto dipende tutto dall’agenda lavorativa di Enrique.-
-Capisco … e all’abito hai già pensato?-
-Beh, sinceramente ci penso da quando ho più o meno cinque anni ma non sono ancora arrivata alla scelta finale, però ho già selezionato una decina di modelli tra i quali ci sarà il mio abito.- disse Anna passando il piatto a David per il bis.
-E tu Camille che progetti hai per il futuro prossimo?- chiese Enrique passandole il sale.
-Oltre a finire il disco … beh … trovare l’uomo della mia vita.- rispose Camille guardandolo dritto negli occhi.
-Oh, che cosa romantica.- commentò Anna -E’ per caso il moro che era qui prima il fortunato?-
-Oh … beh, no, lui è solo … solo un amico, tutto qui.- disse Camille titubante.
-Insomma, si stanno ancora conoscendo.- disse David passando i quattro piatti a Mary perché li portasse in cucina.
-E’ da poco che uscite insieme?- chiese Anna incuriosita.
-Da un paio di settimane.-
-E’ ancora presto allora.- disse Anna sistemandosi i capelli in una coda di cavallo -Ma tu non uscivi con un altro ragazzo prima? Tuo fratello mi ha etto che sembravi molto innamorata.-
-Ah … sì, ero molto innamorata, ma adesso è tutto passato, credevo fosse quello giusto ma poi lui mi ha tradita, mi sono sentita usata e … beh ho detto basta, anche se non è stato facile.- disse Camille tenendo lo sguardo fisso sugli occhi di Enrique.
-Mi dispiace tanto, ma se ti ha trattata così vuol dire che non ti meritava, è stato solo uno stupido.- disse Anna passandole una mano sulla schiena.
-Qualcuno vuole il dolce?- chiese David alzandosi dalla sedia.
Tutti i ragazzi alzarono la mano e così David si diresse in cucina. Un paio di minuti dopo era di ritorno.
-Ecco, la torta speciale che solo la nostra Mary sa preparare.- disse David appoggiando i quattro piatti sul tavolo.
-Sembra buonissima.- disse Anna prendendo il suo piatto.
-E’ buonissima.- la corresse David.

Erano le nove passate da un pezzo quando David si portò via Anna per una quarantina di minuti, sapeva che lasciare sua sorella e il suo migliore amico da soli non era la migliore delle idee ma non gli capitava spesso di trascorrere del tempo da solo con Anna ed era disposto a correre il rischio.
-Allora noi andiamo di sopra.- disse David alzandosi dal divano.
-Sì.- dissero in coro Enrique e Camille.
-Ok … a dopo.- disse David controllando l’ora sul suo cellulare.
Anna e David uscirono dalla sala e, giunti nell’ingresso, salirono i ventisette gradini della maestosa scala che portava al piano superiore.
-Adesso possiamo parlare?- chiese Enrique avvicinandosi a Camille.
La ragazza non rispose.
-Camille …- sospirò Enrique mettendosi dietro la ragazza e appoggiandole le mani sulle spalle -Ti prego, c’è una spiegazione a tutto, te lo giuro.-
-No, no … ancora non me la sento, è presto, troppo presto.-
-E’ tardi piccola, è molto tardi, ma se me ne darai l’opportunità rimedierò a tutto.- gli sussurrò nell’orecchio.
-Ora semplicemente non mi va.- disse fredda Camille.
Enrique lasciò le spalle di Camille e si avvicinò lentamente al piano. Quando si fu seduto ed ebbe tolto il panno che copriva la tastiera e la proteggeva dalla polvere, posò le sue mani sullo strumento e iniziò a suonare alcune note. Camille riconobbe immediatamente a quale canzone appartenevano, era sempre stata la sua preferita: Hero.
-E’ per te.- disse Enrique indicandola e guardandola negli occhi.
Camille era sorpresa e confusa ma decise di avvicinarsi al piano e godersi quella meravigliosa canzone e la splendida voce di Enrique.
-E’ perfetta.- sussurrò Camille con occhi sognanti quando Enrique ebbe finito di cantare.
-Tu sei perfetta.- disse lui accarezzandole il viso.
Alcune lacrime rigarono il viso di Camille ed Enrique prontamente le asciugò.
-Perché piangi?- chiese prendendole il viso tra le mani.
-Non è niente.- rispose Camille abbassando lo sguardo -Va tutto … tutto bene.-
Vederla piangere e soffrire per causa sua era l’ultima cosa che Enrique avrebbe voluto, avrebbe voluto invece cancella re il passato e ricominciare da zero ma questo purtroppo non era possibile e la colpa era solo sua.
-Non reagire male.- disse Enrique guardandola negli occhi.
Immediatamente dopo Enrique avvicinò Camille a sé e la baciò, le loro labbra rimasero unite per diversi secondi, forse per più di un minuto.
-Non te la puoi cavare così … sappilo.- disse Camille sfidandolo con lo sguardo -Buna notte.- aggiunse uscendo dalla sala.








my space ... prima cosa scusate il ritardo *occhi dolci* è che con la scuola e tutte queste cose ... beh, adesso avrò due settimane di pausa didattica e spero di aggiornare un po' ;) che dire, grazie mille a tutti quelli che leggono e a quelli recensiscono/seguono la storia :) spero vi piaccia il capitolo anche se scrivendolo non mi convinceva molto, in ogni caso se vi va lasciate una piccola recensione bye bye :D

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