The Autograph

di BlackPearl
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lei, la ragazza della porta accanto ***
Capitolo 2: *** Ragionamenti ***
Capitolo 3: *** Alex, Steve e il trasloco ***
Capitolo 4: *** Nebbia ***
Capitolo 5: *** Che sta succedendo? ***
Capitolo 6: *** Fac me laetam ***
Capitolo 7: *** I want to kiss you ***
Capitolo 8: *** I'm in love ***
Capitolo 9: *** Past (Parte 1) ***
Capitolo 10: *** Past (Parte 2) ***
Capitolo 11: *** Parigi (Parte 1) ***
Capitolo 12: *** Parigi (Parte 2) ***
Capitolo 13: *** Suspects ***
Capitolo 14: *** Home, sweet home ***
Capitolo 15: *** What have I done? ***
Capitolo 16: *** Unfaithful (Part one) ***
Capitolo 17: *** Unfaithful (Part two) ***
Capitolo 18: *** Well Begun Is Half Done ***
Capitolo 19: *** All's well that ends well ***
Capitolo 20: *** Proposta allettante, non c'è che dire ***
Capitolo 21: *** Io, tu e Dominic ***
Capitolo 22: *** Pregnant? ***
Capitolo 23: *** Confessioni di una mente pericolosa ***
Capitolo 24: *** Problemini di percorso ***
Capitolo 25: *** Un matrimonio movimentato ***
Capitolo 26: *** Proposte.. indecenti ***
Capitolo 27: *** Detto.. fatto! ***
Capitolo 28: *** Epilogo. ***



Capitolo 1
*** Lei, la ragazza della porta accanto ***


Fic Disclaimer: Dunque. Ho la sfortuna di non conoscere personalmente il divino Orlando Bloom.
Se lo conoscessi probabilmente non sarei qui a tradurre in parole i pensieri formulati dalla mia molto fantasiosa e piuttosto instabile mente. Ovvero, non scriverei fiction. (O forse si?)
In ogni caso, non voglio assolutamente offendere nè Orlando Bloom nè chiunque altro avrà la sfortuna di essere tirato in ballo in questo delirio.
Delirio che nasce esclusivamente per far sognare e divertire me per prima, e spero anche tutti quelli che lo leggeranno.

Detto questo, premetto che è la prima fic che scrivo. E non scrivo molto bene. Credo.
Ma non chiedo la vostra clemenza, anzi, non fatevi problemi: criticate dove ce ne sarà bisogno.
Spero di non combinare guai con l'HTML....:)
Bando alle ciance, iniziamo!

Buona lettura ^___^

Capitolo Uno
Lei, la ragazza della porta accanto

Uno squillo....due squilli....tre squilli....quattro squilli....."Mi avvalgo della facoltà di non rispondere. Vi richiamerò. Forse. Beep"
"Non puoi startene tutta la giornata segregata in quella stanza ad autodistruggerti l'esistenza...mi stai perdendo la facoltà di comunicare! Guarda che bella giornata che c'è oggi...c'è un sole magnifico, i fiori che brillano sull'erba, le farfalle che svolazzano in cielo, gli uccellini che cinguettano allegram..."
Sbuffi e alzi la cornetta: "Alex!"
"Ah, finalmente! Hai ripreso il controllo della lingua solo adesso?"
"Alex!"
"O la tenevi attaccata ad una cannuccia lunga tre metri e mezzo immersa nella damigiana di caffè che bevevi tentando di restare sveglia mentre i tuoi occhioni marroni si ostinavano a leggere quei noiosissimi libri di duemilacinquecentotrentadue pagine?"
"Alex!!"
"Mamma mia come sei monotona oggi!"
"La finisci di psicanalizzarmi?"
"E tu la finisci di tritorarti le palle con quei noiosissimi libri di duemilacinquecentotrendadue pagine??"
"Che ne dici se la uccido e la sotterro nel suo giardino?" Sussurri con voce stanca e scocciata
"No. Questo no. Ti prego non dirmi che stai parlando di nuovo con lui. Allie è un poster!!"
Un poster.
Alexis ha ragione.
E' solo uno stupido poster.
E tu gli parli, come se potesse capirti e in qualche modo risponderti. (*)
Questa sei tu, Allison. La classica ragazza della porta accanto, spesso chiusa nei tuoi sogni e nel tuo mondo, spesso chiusa tra quattro pareti del tuo studio a studiare come una forsennata per gli esami. O a scrivere fanfiction.
Si. A venti anni ti ritrovi a scrivere stupide storie e fantasticarci su per nottate intere. (*)
A venti anni ti ritrovi a passare le serate da sola a guardare film romantici sdraiata sul divano sotto il plaid rosa, con la tazza di cioccolata fumante tra le dita.
A venti anni ti ritrovi a parlare con il poster di Orlando Bloom.
Ma non sei stupida. Nè infantile.
Hai un meraviglioso carattere, particolare anche. Sei molto attenta e premurosa, sai ben ascoltare e trovare sempre le parole giuste per consolare qualcuno. Sei forte. Ma allo stesso tempo fragilissima e sensibile, un mix di qualità inspiegabili e affascinanti.
Nonostante a volte tu sia molto testarda e cocciuta, tutti ti vogliono bene.
Le persone a cui tieni di più sono i tuoi due migliori amici, Alex e Steve. E sono gli unici che ti stanno e staranno sempre vicini, questo lo sai per certo.
Allo stesso modo vuoi bene ai tuoi genitori, ma loro sono troppo lontani. Li hai lasciati in Italia due anni fa per trasferirti a Londra e completare gli studi.
Ti stai laureando nel campo del design, così da avere vie aperte nel campo dell'arredamento, moda, comunicazione e altro.
Magari diventerai un'importante arredatrice, o una stilista, o dirigerai una rivista di moda.
Ma tu non aspiri così in alto...no.
Ti sei sempre sottovalutata, il massimo per te sarebbe lavorare in una rivista di moda. Non importa con quale mansione. Magari fare la segretaria. Si, ti senti molto Betty Suarez. In tutti i sensi. Ti senti bruttina, incambiabile, stupida. Quando invece sei completamente l'opposto. Guardati, come sei bella. Hai un corpo snello e slanciato, lunghi capelli castani leggermente mossi, occhi da cerbiatta e labbra che farebbero invidia a qualunque attrice o modella che sia.
Sei bella, Allison. Dentro e fuori. Te lo ripetono in continuazione, ma tu non vuoi crederci.
Ed è per questa tua insicurezza che la tua vita sentimentale va a rotoli. Non uno straccio di fidanzamento durato più di qualche mese, non ricordi più come sia baciare un ragazzo.
Ti butti a capofitto nello studio, e cerchi in tutti i modi di evitare quella fila di ragazzi che si getterebbero ai tuoi piedi pur di uscire con te. Ti sembrano così patetici, così assurdi.
Tutti tranne uno. Lui. Quello che ti ha fatto innamorare. Quello irraggiungibile. Orlando Bloom. Ma lui non si getterà mai ai tuoi piedi.
Nonostante ciò da quando eri piccola fai la collezione dei suoi film, di tutti gli articoli di giornali e giornaletti vari dedicati a lui, non ti perdi una sua apparizione in tv. Ma questo è ragionevole. Almeno non ti sbatti per il mondo come una forsennata seguendolo ad ogni premiere. (*)
Ma hai venti anni cavolo. Questa è una validissima ragione per cancellare questo sogno. Chiuderlo. Per sempre. Non puoi vivere una vita aspettando solo lui, evitando tutti gli altri, solo perchè aspetti lui. Perchè sai che è irraggiungibile. Lo sai vero?
Eppure ogni volta che pensi a lui lo senti così vicino. Una sensazione strana, che ti spinge a continuare a sognare, come se avessi la certezza che un giorno, anche se lontano, quello che vuoi si avvererà.
E qui viene il bello. Cosa vuoi Allison? Cosa vuoi di Orlando Bloom? Un bacio? Una carezza? Una notte insieme? Una storia? No. Tu vuoi un autografo. Vuoi la firma di quell'essere umano su un pezzo di carta, con accanto il tuo nome.
Si può desiderare una simile cosa così ardentemente? Quando poi si può aspirare a molto di più? Evidentemente si. E' una follia. Ma è possibile. E tu ne sei la prova.


(*) Con queste frasi non intendo assolutamente offendere le fan che lo fanno. Questa è solo una considerazione diciamo "cinica" della vita di Allison. Anche perchè lo faccio anche io xD


Mamma mia che fatica scrivere questo capitolo. Non ne sono per niente soddisfatta. Che dite? Vi piace? Ditemi TUTTO quello che non va. Non trattenetevi.
Prometto che non farò mai più una simile narrazione in seconda persona se non vi piace. E' lunghissima vero? è_è
In una recensione di un'altra storia ho anche "criticato" questo tipo di narrazione, perchè mi sembrava troppo lunga e noiosa, ma ora mi rendo conto che è utilissimo scrivere così...infatti l'ho usata al meglio per descrivere meglio la vita di Allison...voi che ne dite?
Premetto che ho scritto e pubblicato insieme il capitolo, quindi non ho la più pallida idea di come continuare (o meglio, ce l'ho, ma non ho ancora scritto niente).
Quindi non uccidetemi se non aggiornerò domani, o dopodomani.
Vi avverto: potrebbe passare una settimana. Al massimo. Salvo complicazioni.
Che dire ancora...spero vi piaccia. E spero che esprimerete le vostre opinioni commentando...
E' tutto.
Al prossimo aggiornamento ;)


Baciottoli,
Sara


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Capitolo 2
*** Ragionamenti ***


Chap 2
Capitolo Due
Ragionamenti
(Quando la tua mente decide di voltare pagina, ma tu non ne sei pienamente convinta. Per ora.)


"Ally! Ally ma mi stai ascoltando?"
"Mmmh...."
Stai pensando. Pensando che a causa sua la tua vita è una merda. La tua vita sentimentale, si intende. Per il resto tutto a posto.
Insomma, ti stai laureando, cazzo. E ti stai accanendo come una forsennata su questo stupido libro. L'hai letto così tante volte che potresti recitarlo a memoria. Eppure non fai altro che rileggerlo. Che tu sia diventata pazza?
Hai bisogno di caffè. Allunghi la mano e te ne versi una tazza, che va ad aggiungersi alle...uhm...circa sessantadue che hai bevuto da stamattina. Forse è per questo che ti brucia un po' lo stomaco...
Chiudi gli occhi per assaporare il gusto di questo splendido caffè (che va a distribuirsi in maniera disinvolta sulle enormi piaghe del tuo stomaco) preparato da te. Beh...in verità ne hai ordinato in quantità industriale allo Starbucks di fronte. Ma l'hai riscaldato tu. E' già un passo avanti Ally.
Ally....hai sempre odiato il tuo nome. Allison. Lo devi a quella lì, Allison Cameron. Si, lei. Quella del Dr House. Tua madre ne va pazza. Beh, sinceramente anche tu...però Allison non ti piace. Preferivi Cameron poi... (*)
Per questo hai formulato la tua teoria: "Secondo me dovremmo nascere tutti senza nome, crescere un po' e poi scegliercelo da soli. Senza ritrovarti a vent'anni che ti chiami "Ortensia Ermenegilda" come quella principessa nel film preferito di tua madre. O come tua nonna." E poi continui sempre: "Vabbè, se non altro il personaggio che porta il mio nome (o forse dovrei dire "il personaggio da cui deriva il mio nome") è una bella donna. Bella, intelligente, brava. Sposata. Col Dr House. Ma dico. Non può capitare a me di incontrare un bell'uomo, affascinante, intelligente, intrigante...no. Tutti stupidi. Tutti noiosi."
Stupidi? Noiosi?? Allison ti stai rendendo conto di quello che stai dicendo? Secondo me sei diventata pazza davvero. A forza di studiare. Ti si è completamente spento il lume della ragione. E hanno buttato il fiammifero.
Nel corso di questi anni hai conosciuto si e no una decina di ragazzi che volevano uscire con te. Te ne ricordo solo alcuni.
Mark: 25 anni, laureato in medicina. Sta facendo praticantato nel più grande ospedale di Londra. Simpatico, affettuoso. Ha un conto in banca spaziale. Pur avendo 25 anni.
Karl: anche lui 25 anni. Conosce 6 lingue. Lavora in una grande azienda che si occupa di commercio. Simpaticissimo, dolce.
Alexander: 30 anni. Svedese. Avvocato. Ha una villa megagalattica a Parigi. E' il più romantico di tutti gli svedesi. Non faceva altro che portarti dei cioccolatini.
Danny: 21 anni. Un fisico che farebbe invidia a Brad Pitt. Giornalista. Ha ereditato la "Glen Corporation", la più grande casa editrice dell'Inghilterra.
E questi qui me li chiami stupidi e noiosi?? Oh signore...almeno aspirassi a sposartelo Orlando Bloom. No, vuoi solo quel pezzo di carta. Come se ti appagasse sentimentalmente. Mah. Eppure è per quest'uomo che tu stai rinunciando a tutti gli appuntamenti. E dico tutti. Cioè. Facci capire. Tu vuoi quel pezzo di carta, per poi essere libera da quell'uomo. E cominciare veramente a vivere. E' così vero?
No! Ho capito! Tu vorresti stare con Bloom, ma non ti senti assolutamente all'altezza. Così, aspetti di avere il suo autografo, e poi cercherai un uomo che gli somigli molto, così vivrete felici e contenti. E tu avrai una parte di Orlando Bloom con te. Comunque. Anche se non hai potuto avere lui. Ma hai avuto il suo sosia. Però hai anche l'autografo. Si, dev'essere questa la spiegazione. (*)
In ogni caso dovresti provare, Allison. Provare a superare questa barriera, quest'ostacolo. Apri la mente!
Però, qualcosa mi dice che ci sei già arrivata.

Dopo un'interminabile serie di pensieri....ricordi che quella cornetta che ti sta infiammando l'orecchio non è tenuta lì per bellezza, ma una persona dall'altro capo sta bestemmiando perchè tu parli.

"Alex..."
"Ehi! Ma che ti è successo??"
"Si...scusa...stavo...pensando..e sono giunta ad una conlusione. Ho deciso di smettere"
"Non sapevo che fumassi"
Alzi gli occhi al cielo, e, mentre ti sposta una ciocca di capelli dal viso ribatti: "Alexis! Sto cercando di dirti una cosa seria!"
"Devo sedermi?"
La odi quando fa così. "Al diavolo!"
"Ok ok faccio la brava. Cos'è che devi dirmi? Aspetta aspetta sta arrivando il grande capo....ehm si S.ra Lehmann, la sua pratica è arrivata. Si. Certo. - Pausa - Ok spara tutto."
Respiri profondamente e poi parti: "Ho deciso di smettere con questa storia di Orlando"
"Oh Signore. La più grande svolta nella vita di Allison Murdock. No. Questa non la posso sentire per telefono. Devo guardarti in faccia mentre lo dici. E prendere la telecamera. Sai, potresti sempre rimangiarti tutto e giurare che non sia mai successo."
-Silenzio-
"Ok ok, telecamera a parte. Voglio parlarti da vicino!" - La sua voce diventa un sussurro - "Cerco di staccare prima oggi. Mi inventerò qualcosa. Ci vediamo alle 4 da Connor"
"Ma..."
Neanche il tempo di ribattere che la signorina Alexis ti attacca il telefono in faccia. Che razza di migliore amica.
Alle 4. Da Connor. Il proprietario dello Starbucks.

Guardi l'orologio, sono le 13:13. Decidi di metterti ancora un po' a studiare, giusto un pochino, dici fra te e te, convincendoti che DEVI imparare a memoria quel dannatissimo insieme di fogli perchè tra circa due settimane hai l'esame.
Due settimane e finisce tutto.
Due settimane e devi trovarti un lavoro. Ah, dimenticavo, devi trovarti anche una casa.
Ti guardi intorno, vedi le pareti ricoperte da una carta da parati con i pois verdi, su fondo giallo. Orribile. Ogni volta che la vedi ti viene la nausea. Forse è anche per questo che ti brucia lo stomaco.
Ti continui a guardare intorno e scorgi un viso familiare, un giovane moro, con due occhi marroni. Uno gran pezzo di gnocco. (*) Fai un respiro profondo, ripercorri mentalmente la conversazione che hai avuto con Alex...ho deciso di smettere con Orlando...prendi coraggio e lo strappi. Sotto, la stupida carta da parati. Ti viene la nausea. Non vedi l'ora di andartene.
Si, gente. Allison non vive da sola. Nè tantomeno a casa sua.
Allison vive dalla zia Emma. Nel centro di Londra. Emma, la sorella della madre, le aveva promesso che avrebbe potuto offrirle una stanza (che ora lei chiama affettuosamente "il suo studio") fino a quando non avesse terminato l'università.
In poche parole: Se hai trovato lavoro, bene. Se dovrai vivere in mezzo a una strada, va bene lo stesso. Sono fatti tuoi.
Non chiedetemi come mai sia così cinica perchè non lo so. Ciò nonostante Sofia, la madre di Ally, continua a ripeterle di ringraziare Dio con la faccia per terra (*) perchè aveva comunque trovato vitto e alloggio gratis. Per ora.

Comunque, parenti a parte, Allison, devi trovarti un appartamento.
E non solo. Devi anche dare un esame, e sgomberare la camera della zia, e cercare un lavoro che ti faccia lavorare da subito, pagandoti abbastanza da poterti permettere di affittare un appartamento che tu, ovviamente, dovresti già aver cercato. Nel giro di due settimane.
Ti viene da piangere, mentre ti vedi strisciare sul marciapiede con una decina di valigie al seguito cercando di elemosinare qualcosa a quella ragazza del tuo corso, che ti stava tanto antipatica, che nel frattempo ha già trovato un lavoro che le sta fruttando fior di quattrini...
Ed è così, che ti addormenti, sul tuo libro, sulla tua scrivania (ancora per poco), lasciando che la tua mente e i tuoi occhi si riposino, e si godano questa pausa.


(*) Si lo so. I tempi sono un po' sballati. Fate finta che Ally viva nei nostri giorni, ma che il Dr House fosse trasmesso diciamo...da una trentina d'anni. P.S. Anche io vado pazza per questo telefilm. E anche per lui. House. Diciamola tutta: anche a me piace la categoria V&B (Vecchi & Boni), e la zia Strow sa di cosa parlo. Ma non ditelo a nessuno eh!
(*) Perfino il narratore è incerto sul comportamento del personaggio. Fidatevi, non è una donna semplice. Comunque, è questa la spiegazione giusta.
(*) La frase suona un po' male, ma esprime bene il concetto.
(*) Tipica espressione napoletana. Significa essere eternamente grati. Insomma, quello che leggete, quello significa. Di solito la usano le nonne, o le donne di una certa età. Non nascondo che a volte la uso anche io.




Ed eccomi qui. Col secondo capitolo. Scusate per l'immenso ritardo. Ho finito di scriverlo questo pomeriggio, ma all'improvviso si è interrotta la connessione. E non fungeva più Internet, quindi scusate.
In più non so nemmeno quante migliaia di volte ho riscritto questo capitolo. Non mi piaceva mai. E quindi ci ho messo ancora più tempo. E poi, quando mi metto a scrivere non voglio smettere più. Non so se vi è mai capitato...scrivo, scrivo, scrivo e non so mai dove e come concludere! Infatti è venuto un capitolo lunghissimo! Spero che non sia noioso...cavolo dovevo farlo più corto.
Sorry.
Tornando a noi...W la narrazione in seconda persona! Mi sto dando proprio alla pazza gioia sotto quest'aspetto. Anche se volevo fare tutto in prima persona...per esprimere meglio i pensieri di Ally...per ora userò solo la seconda. Per tutto. Poi magari per i pensieri di Ally uso il corsivo.
Mah, quando mi servirà, vedremo. Tanto capite lo stesso. xDxD Mi affido a voi, alla vostra clemenza. E poi mi affiderò al manicomio, abbiate fede.
Ringrazio tutti i lettori: quelli che leggono e commentano, e quelli che leggono e basta.

Passiamo alla parte che mi piace di più.

Summer: Si. Mi riferivo alla tua storia. Però come vedi ho cambiato idea in fretta xDxD Comunque, grazie x i complimenti...spero che anche questo secondo capitolo ti piaccia. Kiss!
Bebe: Grazie anche a te. Spero davvero che soddisferò le tue aspettative. Anzi, le vostre. Un bacio..
Ginny/Made: ma glassie cara! Spero che la tua trepidescion continui di capitolo in capitolo. Per ora non ti dico niente..se riuscirà o meno ad avere l'autografo. Sono perfida. Continua a scrivere al più presto il resoconto sul forum! Io DEVO sapere T_T Non ti nascondo che sto morendo dall'invidia...ma ti voglio bene lo stesso. Un bacione!
Sweetchiara: Quello che hai detto è proprio quello che ho pensato cercando un'idea per una fiction...hanno scritto queste storie realizzando incontri e colpi di scena incredibili! Ma è quasi impossibile che si verifichino...io ho cercato e cercherò di "attenermi" alla realtà...anche se comunque, questa è pura fantasia.
E' ovvio che è impossibile che Ally (o chiunque altro nella realtà) abbia un sedere così grande da incontrare Orlando nel modo in cui si incontreranno. Cavolo. Mi sono tradita. Vi ho detto che si incontreranno. E vabbè...tanto era più che prevedibile. Ma non vi ho detto come :P...vabbè dai, un altro po' di pazienza e lo saprete! Grazie anche a te per i complimenti, e in bocca al lupo col virus! Anche io devo formattare questo pc. Ma mi scoccio. Besossss!
Strow: Non sai che piacere e che onore vedere la tua recensione. Mamma mia. E' come se mi stesse parlando un premio Nobel della letteratura, o roba così. Wow. Spero tanto che il pc si aggiusti in fretta (come se si aggiustasse da solo), mi mancano le tue storie é_è A presto zietta cara, e salutami la mamma e la nonna! Ciauz!

Ahhh...Sto cercando di scrivere il terzo capitolo, ma la mia mente si rifiuta di pensare. Ha proprio chiuso i battenti. Chiuso, close, fermè. Quindi mi sa che aspetterò che stanotte, come è successo ieri, mi venga in mente un'idea brillante per iniziare il capitolo. La notte porta consiglio. E il consiglio porta insonnia però. è_è
Vi devo lasciare, stanno arrivando alcuni uomini vestiti di bianco e mi stanno prendendo di peso per portarmi non so dove.
Spero che almeno ci sia un computer.

Baciottoli,
Sara

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Capitolo 3
*** Alex, Steve e il trasloco ***


Chap 3
Capitolo Tre
Alex, Steve e il trasloco
(Che mondo sarebbe senza gli amici?)



L'acuto di Celine Dion ti fa sobbalzare, mentre vaghi con la mano alla ricerca del tuo cellulare, che sta suonando da chissà quanto tempo. Lo trovi, e con la bocca impastata, senza controllare nemmeno chi è, rispondi: "Si?"
< TI VUOI MUOVERE????????????????? Sono qui da un'ora, ho ordinato quattro caffè, e la gente mi guarda come se fossi un'alcolizzata intenta a affogare i miei dispiaceri in questo stupido liquido nero!>
Apri gli occhi di colpo, e guardi l'orologio: 17:08.
Mormori qualche scusa e attacchi, maledicendo il momento in cui ti sei addormentata.
Per di più, hai un torcicollo grandioso, dovuto alla posizione anomala in cui hai dormito.
Mentre scendi le scale, cerchi di ricordarti per quale motivo vi dovete incontrare...ma nella tua testa c'è solo vuoto.
Passi davanti all'edicola, e vedi un super poster attaccato alla bene e meglio sul cartello delle novità. Sul poster c'è lui.
Ora ricordi. Ricordi la conversazione. Ricordi il tuo poster stracciato e gettato via. Sei tentata di comprare il giornale, poi, come una registrazione che risuona nella mente, odi nuovamente la tua voce: < ...smettere con questa storia di Orlando...>
Passi davanti l'edicola, cammini a passo svelto, cercando di scacciare la tentazione di comprare tutti i giornali che parlano di lui.
Stai per superarla.
Dai, ce l'hai quasi fatta.
Arrivi alla fine, quando senti una voce familiare urlare il tuo nome: < Ally! Allison!>
Ti volti, e vedi che la voce proviene dall'edicola. Da Alan, l'edicolante.
Indietreggi di qualche passo, fino ad incontrare lo sguardo di Alan, che attacca a parlare con la sua voce stridula: < Ciao, Ally! Guarda qui! - Ha in mano una copia di Vogue - C'è un articolo di dodici pagine su Bloom! E un poster, in esclusiva! E' l'ultima copia, avevo pensato di conservartela. Prendo la busta?>
Ti senti morire. Osservi l'articolo. Dodici stupende pagine. Un poster. E' venuto da Dio in quella foto.
Nella tua testa rimbomba una sola parola...smettere...smettere...smettere...
Ma la tua mano è come spinta da una forza superiore, parte da sola e si ferma a pochi millimetri dal giornale.
Adesso se fossi un cartone animato ti comparirebbero un angelo sulla spalla destra, e un diavoletto sulla sinistra. Con le tue sembianze ovviamente.
Abbassi lo sguardo, e anche la mano, e mormori qualcosa di incomprensibile. Poi scappi verso lo Starbucks, lasciando Alan come un cretino. Sei fatta così, non ci possiamo fare nulla.
Arrivi allo Starbucks e trovi Alex, intenta a nascondersi dietro al "Cosmopolitan", mentre il cameriere le porge l'ennesima tazza di caffè. Sorridi e ti avvicini a passo felpato. Già immagini le bestemmie che ti rivolgerà, ma non ti preoccupi più di tanto. Lei ti vuole bene.
< Brutta traditrice infame meschina perfida stupida che non sei altro! - Te la sei cavata, stavolta - Dov'eri finita??>
< Ehm..io...mi ero addormentata> Mormori, abbassando il capo.
Lei ti guarda scioccata, come se avessi fatto una cosa fuori dal normale.
< Oh finalmente! Bentornata tra gli esseri umani>
< Stupida! Lo sai che non posso concedermi distrazioni. Ho l'esame tra due settimane>
< Lo so. Non mi sono ancora rimbambita tesoro>
< Senti, tornando a noi...prima al telefono volevo dirti che io...>
< No no no no. Aspetta. Steve arriverà a momenti, l'ho chiamato poco fa. Lo dirai quando arriva>
Steve Harper. 20 anni. Si sta laureando in architettura. Alto, biondo, occhi verdi. Vi conoscete dai tempi del liceo, lui aveva una super cotta per te, e tu non gli hai mai dato retta. Come al solito. Solo che stavolta è nata una meravigliosa amicizia, di cui tu non puoi fare assolutamente a meno. E neanche lui, se è per questo.
Un anno dopo, avete conosciuto Alexis Corrigan. Vi siete incontrati in un negozio, l'avete sentita protestare contro una commessa. Anzi, fare a pezzi una povera commessa. Non ricordi neanche perchè. Fatto sta, che voi eravate gli unici nel negozio, e appena ebbe finito di bestemmiare, scoppiaste a ridere. Tutti, compresa la commessa. Poi avete cominciato a frequentarvi, e ora eccovi qui. Le Superchicche.
Qualche minuto dopo, arriva Steve, bello come sempre. Ogni volta che lo vedi il tuo cuore perde un battito, ma lui è il tuo migliore amico. Non provi nient'altro.
Tre amici, tre scapoli. Uno per scelta, una per...sfortuna? E un'altra per...Orlando.
Steve si siede, ordina un caffè lungo, e all'unisono con Alex attacca: < Sputa il rospo!>
Ti senti leggermente imbarazzata, dato che la metà dei presenti si è voltata verso di te.
Fai un respiro e dici: < Ho due notizie. Una buona e una cattiva>
Alex guarda Steve, che fa spallucce: < La buona per prima>
Fissi le tue mani, intrecciate e sudate. Diciamo che la buona notizia è facile a dire.
Ma quella che ti spaventa è la cattiva.
< Beh la buona notizia è che voglio...ehm...dimenticare Orlando. Mi sono resa conto che la mia vita è uno schifo. Basta. Non posso aspettare una vita...per una cosa che forse non vedrò nemmeno da lontano. Una volta laureata voglio cominciare a lavorare, e voglio dimenticare tutto. Senza Orlando, senza giornali, senza poster. Voglio crescere, e voglio farlo per i miei genitori. E per voi. Grazie per avermi sopportato tutto questo tempo!> Concludi, e cerchi di fermare le lacrime.
Steve ti stringe la mano, sorridendoti: < Sopportato? Ma che dici? Beh, diciamo che è stata dura a volte non ucciderti mentre alle 3 di notte insistevi per raccontarci quante volte aveva pisciato Orlando oggi, ma tu sei la migliore amica che io potessi mai avere! - Alex annuisce, come per ribadire questo concetto - e adesso che hai deciso di prendere la vita in mano e dare un bel calcio in culo a quell'attoruncolo, non posso che essere felice per te. Credimi, hai fatto la cosa giusta piccola!>
Ridi, sei felice. Ti sei tolta un grande peso. Non penserai più a Orlando, nè alla sua vita, nè al suo autografo. Oddio, forse a quest'ultimo ci penserai, perchè lo vuoi da anni, ma credo che non sia più la tua priorità. Adesso la tua priorità è un'altra, ed è molto più urgente.
< C'era anche un'altra notizia...>
< Spara tutto. Faremo qualunque cosa per te>
< La zia mi sbatte fuori di casa, non ho un soldo, e non so dove andare a vivere>
< Oh> Sussurrano i due.
< Beh potresti venire da me...non è molto grande...ma...finchè non trovi casa...> Propone Steve
< Steve, ma se tra un mese cacciano anche te!>
< Cosa? Perchè non me l'hai detto??" Chiedi, sorpresa
< Perchè...l'ho saputo stamattina>
< O mio Dio...siamo leggermente nella merda> Concludi, mettendoti la testa fra le mani
< Ok. Verrete tutti e due a stare da me. Punto. Non voglio obiezioni>
< Cosa??>Urlate all'unisono tu e Steve
< Avete capito bene. Starete da me, per quanto vorrete. Mio nonno...mi ha lasciato un po' di soldi..e sinceramente credo sia ora che me ne vada di casa...e mi servivano giusto due compagni d'appartamento. Beh, due piccioni con una fava no?>
< Dove hai intenzione di prenderla?>
< Non ne ho la più pallida idea!>



Tre settimane dopo....

"Londra, 13 maggio 2007
Caro diario,
ieri abbiamo festeggiato la mia laurea nella nuova casa. Sapessi quanto è bella!

Io, Allison Murdock, fresca laureata, vivo in una fantastica casa al centro di Londra, a pochi chilometri dallo splendido Hyde Park.
Mi sembra un sogno. Non posso crederci! In più vivo con i miei due migliori amici...è tutto così WONDERFUL! Non mi manca niente. Beh, una cosa mi mancherebbe, ma non voglio pensarci più. Ho deciso di dimenticare tutto quello che gli riguarda.

Domani vado a fare un colloquio per una rivista di moda! E' la numero quattro mi pare, tra le più importanti. Si chiama "Fashion Times" (*)
Speriamo che vada tutto bene. Ci pensi?? Starò nella sezione Marketing. Ho letto che si occupa delle interviste, dei contratti con altre riviste...quella roba lì. Non so ancora che incarico mi daranno, ma, non importa. Basta che trovi un lavoro.
Ora devo lasciarti, devo essere fresca e riposata per l'incontro di domani. Ti farò sapere.
A presto,
Allie"

~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~o~

"Londra, 14 maggio 2007
Carissimo diario,
ce l'ho fattaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa! Non so come sia possibile, ma la fortuna è decisamente dalla mia parte! Comincio lunedì. Sono troppo eccitata! Fra cinque giorni diventerò assistente marketing! Beh, sarò l'assistente di qualcuno, ma è pur sempre un lavoro! E poi...mi pagano 1100€ al mese! Come primo lavoro mi sembra molto buono!! Non vorrei essere volgare ma ho avuto decisamente culo. Cos'è, se non questo?
Ops, stanno arrivando i mobili della mia camera, devo andare.
Non sono mai stata così felice, diarietto mio.
Un bacio forte,
Allie"

(*) Esiste davvero. On-line però. Non sapevo cosa mettere e ho cercato su internet xD.


Taradadan. Nuovo capitolo. Ragazze mi dispiace di non aver postato prima! Davvero...come posso farmi perdonare??
Prometto solennemente che nel prossimo capitolo comparirà Orlando. :) Fidatevi.
Bene. Nella vita di Ally si è aggiustato tutto. Adesso è senza problemi. Per poco. *Ghigno malefico*
Basta. Non aggiungo altro. Passo alle recensioni.


Summer89: Curiosità soddisfatta? Beh...mi sa che finchè non compare lui non si soddisfa nessuna xD Dai, un altro pochino di pazienza. Bisogna PACCIENTARE. Come fai a scrivere di notte? Io non ce la farei mai....
Grazie ancora per i complimenti. Kiss....
Bebe: Beh, per ora la nostra eroina ha mantenuto la sua promessa, ed è decisa a continuare così. Poi, come un fulmine a ciel sereno...........basta. Spero che anche questo chappy ti piaccia! Un bacio
Sweetchiara: Caffè dipendente, Starbucks dipendente, alle prese con mattoni di duemila e passa pagine. Diciamo che siamo un po' tutte così no? Poi, riguardo ai difetti...anche Ally ne ha. Non preoccuparti. E' completamente pazza. Di lui. Come tutte noi del resto....ma adesso è troppo presa dalle altre cose, e dalla sua promessa per pensarci.
No, Orlando settantenne non l'avrei mai immaginato. La vicenda si svolge esattamente ai giorni nostri....insomma, a Londra in questo momento Ally se la sta spassando con Orlando. xDxD Ma che è, oggi sono in vena di rivelazioni......è_è Comunque, grazie mille per i complimenti...sono contenta che vi piaccia questo delirio! Baci
Sara93: Grazie anche a te. E spero che la tua curiosità sia stata soddisfatta.
Michi88: Hai proprio ragione. Dovremmo mandargli un biglietto di ringraziamento, con la tua frase: "Grazie per aver spento la tv il 13 gennaio 1977 e aver generato questo splendore" Mi sa che è una buona idea. Baci!

Grazie di cuore, fiori e picche.
Baciottoli,
Sara

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Capitolo 4
*** Nebbia ***


Chap 4
Capitolo quattro
Nebbia
(Quando improvvisamente tutto s'appanna: occhi, cervello e ragione)


N.B. Le frasi in corsivo sono i pensieri di Allison. In prima persona, insomma. Buona lettura. (E' un capitolo piuttosto grosso)


E' ormai un mese che lavori al Fashion Times. Lavoro fantastico. Non devi fare altro che riportare sul computer alcuni sondaggi e/o interviste e trasformarle in grafici.
Poi il resto lo fa Alicia, la tua collega. Quella di cui sei l'assistente.
Se non fosse per lei, il tuo lavoro potrebbe essere uno spasso.
Ma non fa altro che comandarti a bacchetta: è una stupida, presuntuosa, testarda oca.
Ogni volta che ti fa arrabbiare (cioè praticamente ogni giorno), annaffi la sua pianta con il succo d'arancia. Così impara. (*)
Per il resto, la tua vita va a gonfie vele. L'altra sera sei uscita con un ragazzo del reparto ricerche, Chris. Pare che a quello non manchi niente. Soldi, fascino, simpatia, intelligenza...ha tutto. Ti domandi come mai non sia ancora sposato con una qualche principessa. Fatto sta, che ti ha chiesto di uscire, e tu, dopo un po' di esitazione hai accettato. Avete trascorso una bella serata, poi lui ti ha accompagnata a casa e vi siete salutati. Non ha insistito a salire, non ha provato a baciarti. Sembrerebbe il ragazzo perfetto...e stasera uscirete di nuovo. Andrete al cinema., ma non sai ancora cosa vedrete. Sei contenta lo stesso.
Mentre svuoti mentalmente il tuo guardaroba pensando a cosa indosserai stasera, entra Tom, il vostro capo.
< Alle 13.30 tutti in riunione, nell'aula conferenze. Non concedo permessi, dovrete essere TUTTI presenti. Solo gli assistenti se vogliono potranno andarsene>
Un mormorio di approvazione riempie il reparto marketing. Gli assistenti esultano, i responsabili un po' meno.
Bene. Stacchi due ore prima. Mandi un sms ad Alex e decidi di completare quel documento per Alicia.
A quanto pare ci vuole più tempo del previsto...ma non ti preoccupi più di tanto, il tempo ce l'hai.
Alzi lo sguardo, sono già le 14.00. Per una volta avresti voluto pranzare con Alex e Steve, ma devi finire quel grafico, altrimenti quell'oca ti uccide.
Ore 14.30 - Hai quasi completato, ti manca l'ultimo dato.
Squilla il telefono, rispondi: < Fashion Times, parla Allison Murdock, in cosa posso aiutarla?>
< Sei ancora a lavoro? Non ti avevano dato il permesso?>
< Si, ma dovevo finire un grafico...- salvi il documento - ecco l'ho finito. Quasi quasi inizierei quella relazione sul...>
< No no no. Alt. Alza subito il culo da quella sedia, andiamo a fare shopping>
Non cambierà mai.
Ma l'idea non ti dispiace.
Recuperi velocemente la tua roba, spegni il pc e ti avvii all'ascensore. Mentre schiacci il pulsante senti il tuo cellulare suonare insistentemente. Un messaggio, delle 12:58.

A Fulham danno "Haven" in esclusiva. Ti va di vederlo al Drive In? Fammi sapere. Baci, Chris.

Cazzo.
Stava andando tutto bene.
Ti saresti data alla pazza gioia spendendo il tuo primo mensile in borse e abiti firmati, spensierata e felice; saresti tornata a casa, e dopo una bella dormita e un bel bagno, ti saresti preparata per andare a vedere un film.
Ma cazzo, non quello. Non l'ultimo attesissimo film, che tra l'altro non hai ancora visto. Non un suo film.
L'ascensore si ferma, e si aprono le porte. Intravedi l' Audi A8 grigia metallizzata di Alex parcheggiata giusto davanti l'ingresso.
Magari l'avessi anche io un auto del genere - Pensi
Entri in auto e subisci la cazziata di turno. Ne esci indenne.
Ore 14.36 - Decidere in quale negozio andare. (Si, avete letto bene, alle 14.36 i negozi sono aperti. E' il 14 agosto. Aprono il 14 per chiudere il 15)
Decidete di cominciare da Harrods, e dopo due lunghissime e piuttosto stressanti ore ne uscite sane e salve, con una marea di buste in mano. Insisti per passare da Gucci.
< Ok vai tu, io non ce la faccio. Ho i piedi gonfissimi, sembro un hobb...ehm...mi fanno davvero male. (*) Scendi tu, dai un'occhiata e torni. Qui non c'è parcheggio, vado un po' più avanti. Tanto la macchina la riconosci>
< Ok, non c'è problema> Rispondi, e scendi dall'auto
< Fai presto!> Ti canzona lei, e tu annuisci esasperata. A volte Alex sa essere davvero pesante.

Esci dopo un quarto d'ora, carica di buste e bustine. Stavolta eri davvero vicina a spendere tutto lo stipendio. Cammini un po' sul marciapiede, quando vedi l'auto. Ti avvicini, apri il cofano e velocemente poggi le buste.
Entri in auto e ti chini per sistemarti il risvolto del pantalone.
< Quel negozio era pieno di gente, per poco non soffocavo!> Sussurri, col fiatone.
Da quella posizione vedi due scarpe nere, maschili. Alzi piano piano gli occhi, terrorizzata.
Dove cazzo è finita Alex?
Davanti a te, l'ultima persona che ti aspettavi di incontrare.
No, non può essere...
Qualche tempo fa l'avresti considerato un sogno diventato realtà, ma adesso ti sembra un incubo in piena regola.
Ti appoggi allo schienale, incapace di proferir parola. Sei rossa in viso, e hai qualche capello fuori posto. (Ma sei sempre bellissima...)
< Io...ehm...credo...che...> Non riesci a dire qualcosa che abbia un senso, così come non riesci a guardare il tuo interlocutore in faccia.
< Credo che tu abbia sbagliato auto..> Conclude lui per te, togliendosi i Ray Ban neri che indossava
Mio Dio...è...lui...?
No...non può essere...sarà solo un sosia....o sono io...dev'essere il caldo...
Sul cruscotto vedi una foto di un cane nero....e poi, la sua voce...assomiglia proprio a quella di.....
Merda! E ora che faccio? Ho scambiato la sua auto con quella di Alex, mica posso offrirgli un Gran Pavesi e sperare che lui lo spezzi?? - Pensi, tentando di trovare una soluzione
< Io...io....scusi...> Biascichi in fretta, e scendi subito dall'auto, diretta al portabagagli.
< Vado..a cercare...quella giusta...>
< Se vuoi ti accompagno...> Si offre lui, forse un po' preoccupato per la tua salute mentale
< Tanto devo aspettare una persona, e credo che ci metterà molto> Indica un negozio, ma tu non ti volti neppure, ti limiti a annuire come una stupida e a cercare di aprire quel maledetto portabagagli.
Perchè non si apre più?? Perchè non va???
< Lascia, faccio io> Dice il tipo, sorridendo. Con un gesto disinvolto lo apre, senza toglierti gli occhi di dosso, e ti porge le buste. Ti senti avvampare. Si, sei diventata color porpora...
Prendi le buste e cominci ad avviarti a passo spedito. Molto spedito. Diciamo che stai correndo. Lui ti sta dietro con un'espressione piuttosto strana...sconcertato e divertito allo stesso tempo. Chissà che sta pensando.
Finalmente vedi l'auto di Alex, e con un sospiro di sollievo ti volti di scatto, e il tipo, che stava camminando piuttosto velocemente per starti dietro ti viene praticamente addosso. Ora sei a circa...mezzo millimetro da lui.
< Scusa..> Sussurra lui. Puoi sentire il suo fiato sulla tua guancia.
O Dio. O Dio. O Dio. Stai andando in fibrillazione. Hai la bocca semiaperta. Stavi per dirgli che avevi trovato l'auto, ma sembra che il tuo cervello non connetta tanto bene. Sul suo viso aleggia un sorriso spavaldo e maliziosamente divertito. Vuoi sprofondare.
Indietreggi lentamente, e lui fortunatamente non si muove di un millimetro. Quando siete a una ragionevole distanza gli dici che hai trovato l'auto: < Eccola lì...beh...grazie...e mi scusi ancora> Ti sorprendi trovando la forza di porgergli la mano.
Lui la stringe: < Non preoccuparti - lunga pausa - comunque io sono Orlando>
O
Mio
Dio.

Il tuo cuore perde più di un colpo.
Ora ti sembra tutto più chiaro.
Niente è più appannato.
Sei impietrita. L'unica cosa che le tue labbra tremanti riescono a pronunciare sono: < Quell'Orlando??>
< Mmm...cosa intendi per Quell'Orlando?>
< Beh...se di recente sei stato capitano dell'Olandese Volante allora sei Quell'Orlando> Ti senti rispondere.
< Oh beh si. Sono io> Risponde con un sorriso
Terra, apriti e inghiottiscimi.
Dai Ally, questa è la tua occasione! Chiedigli quello che desideri da sempre! Forza! Sono solo quattro stupide parole. Dai...
< Ehm...se la stringi così mi si ferma il sangue> La voce di Orlando ti fa tornare sulla terra. Il tuo sguardo passa da lui alla sua mano, ormai diventata viola. La lasci bruscamente.
< Oh, scusi, scusa, scusate Mr Bloom>
< Ehi dammi del tu ok? Non sono poi così vecchio> Dice, grattandosi appena la testa. Ha un'espressione buffissima. Vorresti scoppiare a ridere, invece quello che compare sul tuo viso è solo uno stupido accenno di sorriso.
< Ok. Allora Orlando...ci si vede!> Dici, e scappi via, rimpiangendo di essere nata.
Merda. Merda. Merda. Corri Ally, corri.
Un fischio richiama la tua attenzione, ti giri.
< Non mi hai ancora detto il tuo nome!>
< Allison> Rispondi, in un soffio
< Allora a presto, Allison>
Ti volti, e riprendi a camminare.
Ma porca vacca, un autografo potevo chiederglielo! Stupida Ally, stupida!! Mi sono lasciata sfuggire l'unica occasione.
Ti rimproveri per tutto il tragitto. Hai gli occhi pieni di lacrime. Ti senti stupida...ti senti incapace.
Alex ha rinunciato a farti domande. Tu sei muta, spenta, morta. Sa che quando fai così, nessuno ti smuove.
Le racconterai tutto a casa.

(*) Il fatto del succo d'arancia nella pianta l'ho preso da "Sai tenere un segreto?", un bellissimo libro di Sophie Kinsella. Se vi capita di trovarlo, leggetelo. E' stupendo. (Grazie Made per avermi fatto ricordare)
(*) Alex stava per dire "Ho i piedi gonfissimi, sembro un hobbit", ma si è trattenuta, sapendo che hobbit--->Signore Degli Anelli--->Orlando Bloom. Meglio evitare.


Eccoci qua. Il Divino è entrato in scena. Vi è piaciuto il capitolo?
L'ho scritto di getto. Veramente, l'avevo già scritto in parte..quindi l'ho completato subito.
Ora non ho proprio la più pallida idea di cosa succederà.
Se volete proporre qualcosa, fate pure. Magari mi date un'idea. :)
Eh si. La nostra Ally si è lasciata sfuggire l'occasione più importante della sua vita. A pensarci bene forse anche io avrei fatto lo stesso. Secondo me dev'essere uno shock (in senso buono) vedere Orlando. Qualcuno che conosco non smette di parlarne e sono sicura che cammina sempre con uno stupido sorriso stampato sul viso...vero Made?? xDxD
A proposito di Made.
Rispondo alle recensioni.

Made: Davvero eh...perchè non siamo nate tutte a London ç______ç Hai proprio ragione, Orlando è una droga...qui siamo tutte Orlando-dipendenti. Pendiamo dalle sue labbra. E non solo da quelle ;) Ok. Basta fare la pervertita. xDxD Ti è piaciuta l'entrata in scena di OB? Fammi sapere. P.S. Si sa niente di Pompeii? Un bacio

Sara93: Non sei strana. Cito una frase di strowberry_sin: "Noi non siamo pazze (o strane), noi siamo singolari. Siamo singolarmente pazze." Purtroppo è lui che ci fa quest'effetto. Ci stravolge. E' tutta colpa tua Orlà!!! Baci anche a te!

bebe: Glassie....mi fate arrossire con tutti questi comply..effettivamente Orlando non era uscito di scena. Dato che le ha fatto questo effetto! Porella...a momenti la facevo svenire tra le sue braccia. Uhm...forse non sarebbe stata una cattiva idea...(FALLO!! NdAlly) Baci...

summer89: eccolo qui. E' entrato in scccena. E non uscirà ;) Anche a me vengono le idee di notte. Ma sono troppo stanca per scriverle. E poi me ne dimentico. UFF. P.S. Non far morire la madre di Haylie, capito?!?!?!

michi88: buon viaggio! (Anche se sei già in viaggio...) Il nostro splendore è arrivato. E ha sconvolto non poco la vita già molto "stabile" di Allison. Spero che per il tuo ritorno riesca a postare qualche altro capitolo...me lo auguro ç__ç Baci baci...

ino the demon: In che senso strano? Non ti piace? E' tutto in seconda persona..non hai mai letto una storia del genere? Steve intriga anche me. Mi stai facendo venire qualche idea sai. Grazie! :) :)


Grazie a tutte. Alla prossima.
Baciottoli,
Sara

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Capitolo 5
*** Che sta succedendo? ***


Chap five
Capitolo cinque
Che sta succedendo?

Chiedo PERDONO per l'enorme ritardo. Mi strappo le vesti e mi cospargo di cenere. Sono imperdonabile. Spero che questo capitolo sia di vostro gradimento.

N.B. Faccio una piccola nota...ehm...sto trovando piuttosto difficile scrivere tutto in seconda persona...non che sia difficile scrivere letteralmente ovviamente, ma credo sia meglio che passi tutto alla prima, perchè da ora in poi dovrò descrivere meglio le sensazioni, i pensieri...quindi mi sa che cambio tutto. Ovviamente non perderà quell'ironia che caratterizzava la seconda persona...spero...comunque, ora faccio una prova. In questo capitolo scriverò tutto in prima persona, poi mi fate sapere che ve ne pare...magari posso tenere tutte e due. (Come faceva summer89, che scriveva a volte in terza e a volte in seconda..)
Vabbè, fatemi sapere. Se vi piace lo stesso, allora modifico anche i capitoli precedenti. Buona lettura. E' un capitolo ENORME. Per farmi perdonare @_@



< Ally che è successo?>
Cosa le dico? < No niente...ho solo fatto una grande figura di merda con la persona che mi crea più problemi in questo mondo.....ah dimenticavo, e ho anche mandato alle ortiche al mio sogno>
Non posso crederci. Io ce l'avevo lì, cazzo! In carne ed ossa!
Sento le lacrime che premono per uscire, sbatto le palpebre per ricacciarle dentro.
Come ho potuto essere così...imbecille?? Avrà pensato che sono una pazza psicopatica. Il che è quasi vero, per quello che ho fatto.
Faccio un respiro profondo, e alzo lo sguardo: < Ho incontrato Orlando>
Alex sgrana gli occhi ancora di più, se possibile. Apre la bocca, ma non dice nulla.
Sentiamo un rumore proveniente dal bagno, dal quale subito dopo esce Steve, incespicando, anche lui con due occhi fuori dalle orbite: < Cosa hai detto??> Dice, scandendo lentamente ogni parola.
Mi appoggio al divano, poi lo guardo meglio.
E' in boxer, si sarà precipitato dalla doccia per capire se aveva sentito bene.
Ha i capelli sconvolti, che vanno in tutte le direzioni. Deve avere almeno un centinaio di vertigini questo ragazzo.
Do uno sguardo a Alex, anche lei lo sta guardando. Noto che si sta mordendo il labbro...e sta osservando un punto ben preciso...sul corpo di Steve. Beh..devo ammettere che sembra molto ben dotato il mio amico. Basta. Scacciamo questi pensieri impuri.
In questa casa non c'è nessun sentimento che vada oltre l'amicizia. Lo so per certo. E poi, voglio dire, qualcuno me lo avrebbe raccontato, no? Fisso Alex, perplessa.
Lei si accorge che la stavo guardando e arrossisce di colpo. Ha un'aria profondamente imbarazzata.
Oh Dio. Non si sarà mica..? Non vorrà dire che..? A dire il vero, non mi dispiacerebbe affatto. E poi, potrei fare la damigella d'onore! E potrei indossare quel vestito che...
< Ehiii, Daredevil!! Sto parlando con te!> Urla Steve, interrompendo i miei pensieri. Odio quando mi chiama così. E' per il mio cognome. Murdock. Matt Murdock..Daredevil..si quello.
Accantono i miei progetti per il vestito da damigella e mi rendo conto che devo raccontare tutto.
Il solo pensarci però, mi fa tornare quell'enorme magone. Raccolgo i pensieri e inizio.

***

< ...e poi mi ha chiesto il nome. E io come un'idiota cretina stupida sono fuggita! Non ho nemmeno avuto la forza di chiedergli quel maledetto, maledetto, maledetto autografo!!> Sbatto un cuscino sul divano e sento le lacrime rotolarmi giù dalle guance. Subito dopo segue un enorme singhiozzo.
Steve mi abbraccia, e io appoggio la testa sulla sua spalla.
< Dai...non fare così...ci sarà sicuramente un'altra occasione - mi dice Alex, con voce rassicurante - e poi, chiunque avrebbe reagito così, specialmente dopo la decisione di non avere più niente a che fare con lui>
Espiro profondamente. Dopo un bel quarto d'ora di pianto e di tanta, tanta pazienza dei miei bestfriends, finalmente le lacrime si fermano. Dio, cosa farei senza di loro.
< Sai che ti dico, ti ci vuole una bella vacanza..potremmo andare da qualche parte...tanto hai finito di lavorare giusto?>
< No. Tom ha detto che dopo l'assunzione è obbligatorio lavorare per almeno due mesi...quindi mi tocca andare fino alla fine del mese> Dico sospirando
< Mio Dio Ally! Ma è agosto!>
Faccio spallucce. Che ci potevo fare...era l'unico modo di trovare lavoro.
< Poi adesso c'è più bisogno di lavoro..bisogna preparare il numero di settembre...- mi scappa uno sbadiglio - Dio come sono stanca...>
< Un consiglio? Fatti una doccia e schiantati sul letto. Ti alzi direttamente domattina> Fa Steve, sorridente. E devo ammettere che l'idea non mi dispiace affatto.
Annuisco e mi alzo lentamente (per quanto mi riguarda, avrei tranquillamente dormito tra le sue braccia), quando il mio cellulare comincia a squillare....lo afferro e con mio grande sgomento, vedo che è Chris che mi sta chiamando.
Merda. Mi ero proprio dimenticata...e ora? Non posso uscire. Non posso. Voglio solo vegetare per il resto della mia vita.
Spiego la situazione ad Alex, che sa tutto, e lei è pienamente d'accordo con me.
< Lo avverto io, tu vai. Sei distrutta> Dice, con il cellulare in mano. Mi avvio nel corridoio, e sento la squillante e dura voce di Alex intenta a salvarmi.
< Ehm...pronto...Chris? Si, ciao, sono Alex, l'amica di Allison...si...senti, devo informarti che purtroppo non può venire...no...perchè ha...ehm....l'influenza. Si, ha una gravissima influenza......si lo so che oggi l'hai vista...ma..ecco...le è venuta proprio mentre tornava a casa...già...senti, devo lasciarti, vado a vedere come sta. Ciao>
Entro in bagno, mi spoglio velocemente e lascio che l'acqua scorra frenetica sulla mia pelle, seguendo veloce le curve del mio corpo. Mi ci voleva proprio.
Mi abbandono sul letto, e lui mi avvolge, morbido e confortabile. E poi, pace.

La mattina seguente mi sveglio con la luce del sole che mi sfiora le palpebre e un delizioso profumo di caffè nell'aria. Sento due voci lontane...i miei coinquilini. Stanno bisbigliando qualcosa. Qui il mistero si infittisce. Eppure, perchè non parlarmene? Sarei così contenta di fare la damigella! Uhm...forse dovrei essere contenta per loro...comunque sono contenta. Appizzo l'orecchio e tento di capire qualcosa, ma è impossibile. Lo scoprirò più tardi.
Mi giro e nascondo la testa sotto il cuscino, cercando di riaddormentarmi, cosa che di solito mi riesce bene. Ma oggi, sono troppo nervosa. Devo sapere che succede qua dentro.
Mi alzo e mi dirigo in cucina, aspettandomi di trovarli a fare chissà che cosa. Stanno confabulando dietro al "Vogue". Si staranno aggiornando sugli ultimi avvistamenti di Brad Pitt e Angelina Jolie. Appena sentono i miei passi, vedo Alex si stacca da Steve, avvampando. Entrambi prendono a mescolare energicamente il caffè, con l'aria più innocente del mondo. Una volta entrata, Alex si finge sorpresa e si porta una mano al petto: < Tesoro, come stai? Ti vedo molto, molto, molto, molto meglio! Non sta meglio Steve?>
< Eh?> Steve trasalisce. Noto che ha un leggero rossore tutto intorno alle guance.
< Si! Stai proprio bene! Questa dormita ti ha proprio..>
< Che sta succedendo qui?> Chiedo, con fare indagatorio. Non resisto, devo sapere.
< Niente!!> Urlano all'unisono i colpevoli, arrossendo ulteriormente per averlo detto contemporaneamente. Prendo Alex per un braccio e la trascino in soggiorno.
< Cosa succede?>
< In che senso?> Ribatte lei, evasiva
< Tu e Steve! Da quanto tempo siete..>
< Noi non siamo! - risponde irritata - Stavamo semplicemente leggendo un giornale!>
< Ma certo...>
< E' così!!>
< Ok, ok. Se lo dici tu>
Quando si impunta, Alex è terribile. Devo farla ubriacare, e mi racconterà tutto.
< Allora, come hai dormito?> Mi domanda
< Benissimo - dico stiracchiandomi - è stato un toccasana>
< Mi fa piacere - sorride - ora sei pronta per affrontare una nuova settimana di lavoro?>
< Mh...non proprio> - E' la verità, non ho proprio voglia di tornare a battere relazioni, elaborare grafici, correre su e giù per prendere il caffè a Tom....
Si, faccio anche questo.
Lascio perdere la questione Alex e Steve, che potrebbe anche rivelarsi una semplice fantasia della mia stupida mente, e faccio velocemente colazione. Dopo dieci minuti siamo tutti e tre pronti per andare a lavorare.
Oggi indosso un tailleur nero, con gonna piuttosto corta. Okay, molto corta. Diciamo pure che è una minigonna. Sono un po' elegante per essere un'assistente....ma oggi mi sentivo in vena di indossare qualcosa di...provocante. Sexy-elegante.
Ma tanto nessuno farà caso a me. L'obiettivo di oggi è evitare Chris.
Apro la grande porta di vetro e attraverso a passo deciso l'ingresso di marmo. Sento il rumore dei tacchi rimbombare in tutto l'atrio, insieme a quello di altre trenta ragazze. Inizio a salire le scale.
Ogni mattina mi faccio undici piani a piedi. L'unica cosa che odio veramente di questo lavoro. Insieme a Alicia.
Il bello è che Alicia non posso evitarla. Ma le scale si. Naturale, ci sono gli ascensori. Cinque ascensori solo al piano terra. Ma il fatto è che..io odio gli ascensori. Non soffro di claustrofobia, ma mi fanno semplicemente paura gli ascensori. NON RIDETE. (*)
Arrivo al decimo piano, ansimando come una che ha appena finito il Tour De France. Dai, manca solo un altro piano. Mi guardo intorno e vedo un'agitazione pazzesca, gente che corre di qua, gente che corre di la, ragazze che si ritoccano il trucco e uomini che fanno un po' d'ordine sulle scrivanie. Mi avvio verso l'altra scalinata e vado a sbattere contro qualcuno.
< Oh, mi scusi....> E' Tom. Il mio capo. Dirige anche la sezione interviste.
< Tom cos'è tutta questa agitazione? Che succede?>
< Oggi abbiamo un ospite importante, Allison. Ci stiamo preparando a intervistarlo>
< Chi? Chi è?> Chiedo, curiosa
< Va a prendermi un caffè, ti dispiace?> Sbotta, ignorando totalmente la mia domanda.
< Okay>
Corro verso l'altro corridoio, faccio il giro e mi trovo davanti questa benedetta macchinetta. Quasi quasi me ne prendo uno anche io. Mentre aspetto che il liquido nero riempia i bicchieri non posso fare a meno di origliare la conversazione di queste ochette qui affianco, anche se non arrivo a capire molto:
< ...si sono lasciati...
..solo parlargli..>
< ...accorge di me.....
figo da paura....
>
< ....intervisterà......fortunata.....>
Chissà chi è. Spero che non sia il solito attoruncolo di una sconosciuta soap opera. Tanto, che mi frega. Mica mi vedrà.
Porto il caffè a Tom, che sta parlando con alcune donne del reparto interviste.
< Va bene, allora la farai tu>
Una donna esulta, abbracciando le colleghe.
< Ecco il caffè> Dico, porgendo il bicchiere
"Grazie, Allison. Senti, mi potresti fare un altro favore?"
Ti prego, non la lavanderia. Ti prego, fa che non sia la lavanderia.
< Potresti occuparti tu delle bibite all'intervista?>
< Cosa?>
< Si insomma, servirgli tè, caffè, scotch o Martini!>
< Io....va bene...okay>
< Allora corri nella sala conferenze. Subito!>
< Si, si vado!>
Mi avvio veloce verso la sala, apro la porta e vedo la donna di prima camminare avanti e indietro. E' nervosa. Dev'essere davvero importante questo.
< Ehm..ciao..>
Alza lo sguardo, poi si lascia cadere su una sedia.
< Hey...tutto bene? Sei..un po' nervosa vero?>
< Vorrei vedere te a intervistare uno così! Credo di saltargli addosso. Tu trattienimi, ti prego>
Faccio una piccola risatina, annuendo.
< Tu servi le bibite?>
Annuisco.
< Dammi un Martini, ti prego. Doppio. Triplo>
< Un Martini e basta, altrimenti scleri davvero> Le dico sorridendo.
< Grazie>
Una voce squillante fuori dal corridoio urla qualcosa e all'improvviso tutti si zittiscono. Poi la porta si spalanca e appare Tom, che ci avverte che sta arrivando.
Sono nervosa. Sarà questa qui. Sono proprio curiosa di...
< Oh Dio, oh Dio eccolo!!> Mi urla questa nelle orecchie, quando la porta si apre, e mi sento mancare la terra sotto i piedi.
Orlando.
No.
Non può essere.
Questa è sfiga.
Questa è una maledizione.
Dio, mi sento mancare.
Mi gira la testa.
Mi appoggio al tavolo e vedo la donna che gli stringe la mano. In qualche modo riprendo magicamente i sensi e incrocio il suo sguardo. Vedo il lampo di sorpresa nei suoi occhi.
Mi ha riconosciuta.
Si ricorda di me.
Oh Dio. Inspira, espira. Inspira, espira. Posso farcela.
< Hi> Mi tende la mano, sorridendo, e io la afferro. Mi sembra di volare. La lascio quasi subito, non voglio fare come l'ultima volta.
< Si accomodi> Gli dice gentilmente la donna
I due cominciano a parlare, ma io ormai non ci sono più. Sento le loro voci ovattate, sono parecchio stonata. Mi verso un po' di caffè. Cazzo, mi sta guardando. Sento i suoi occhi che mi scrutano. Forse non dovevo mettermi questa minigonna. Pessima, pessima idea. Mi volto, e incrocio il suo sguardo. Sbaglio, o quello è uno sguardo malizioso? E quel sorriso? No...sono io. Sono io. Mi sto impressionando.
Gli domando se vuole qualcosa da bere, e lui mi dice che vuole solo un po' d'acqua.
Gli verso con la mano tremante un bicchiere d'acqua naturale, e mi avvicino per porgerglielo.
Il battito del mio cuore mi rimbomba in maniera assurda nelle orecchie. Ho paura che sia così forte da poterlo sentire.
Gli porgo il bicchiere e lui mi sorride. Mi sta sfiorando la mano. L'ha fatto apposta. L'ha fatto apposta.
Mi liscio la gonna e torno vicino al mio tavolino. mi do un'occhiata allo specchio. Con mia sorpresa noto che non sono arrossita. Menomale.
L'intervista va avanti per un bel po', quando la donna gli fa una domanda che per poco non mi manda tutto il caffè di traverso.
< Qual è l'episodio più buffo che ti è mai capitato con una fan?>
Lui ride. Poi mi guarda. Voglio morire. Ti prego no. Non puoi. Non puoi raccontargli...
< Oh...me ne sono successi tanti...uno proprio ieri - Calma. Respira. Non devo essere per forza io. Chissà quante fan incontra ogni giorno - Una ragazza è piombata nella mia auto>
Piombata? Piombata?
La donna è incredula: < Come piombata?!?>
< Si, insomma - continua lui - è entrata all'improvviso nella mia auto, ha detto che si era confusa, che aveva sbagliato auto>
Mi guarda con aria di sfida. Stronzo!
< Confusa? - la donna scoppia in una fragorosa risata - E tu ci hai creduto?>
Io aspetto, col fiato sospeso. Non ho il coraggio di guardarlo, ma sento che lui cerca il mio sguardo.
< Beh..all'inizio no...poi l'ho guardata negli occhi - fa una pausa, ci guardiamo - e ho capito che era sincera> Risponde.

< Niente. E' praticamente scappata. - Ride - Faccio così paura?> Dice, facendo una smorfia buffa e perplessa.
Ridiamo tutti.
< Mi ha incuriosito molto questa ragazza, non c'è dubbio...specialmente quando mi ha dato del voi. Nessuna ragazza l'ha mai fatto. Nessun fan. A dire il vero ora che ci penso non credo che fosse una mia fan>
La donna non sa cosa dire...glielo leggo negli occhi. Orlando invece mi guarda curioso. Ma sono troppo imbarazzata per sorridere o dire qualcosa.
L'ho incuriosito. Orlando Bloom è incuriosito da me!
< Bene. - Sbotta all'improvviso la donna - Direi che basta. Grazie mille Orlando. O forse dovrei dire...Mr Bloom!> Fa una risatina nervosa, ma Orlando la ignora deliberatamente. Si alza, e le stringe la mano.
Mentre viene verso di me, entra Tom. Tempismo perfetto.
< Bene! Signor Bloom non so dirle che piacere è stato poterla intervistare! Le manderemo una copia dell'articolo il giorno prima della pubblicazione. Allison! Forza, accompagna il Signor Bloom all'uscita>
Io? Io? Perchè sempre io?
< Certo. Arrivo subito> - Mi costringo a rispondere
Usciamo dalla sala conferenze e con mio grande orrore vedo che Orlando si dirige verso gli ascensori. No. No. Gira a sinistra, gira!
Preme il pulsante e l'ascensore si apre. Restiamo entrambi in silenzio. Mi impongo di non mangiarmi le unghie, torturarmi le dita, mordicchiarmi il labbro. Non devo far vedere che sono nervosa. Io non sono nervosa.
Scendiamo per circa cinque secondi, poi lui preme il pulsante di emergenza e ci fermiamo. Sto per urlare quando mi rendo conto che è stato lui a bloccare l'ascensore.
< Che coincidenza eh? Il giorno prima mi piombi in auto, il giorno dopo ti piombo in ufficio>
Faccio una risatina nervosa.
< Spero che la mia presenza qui sia stata di tuo gradimento come la tua lo è stata per me, Allison.
Si ricorda il mio nome. Si ricorda il mio nome!!>
< Dopo l'incontro di ieri non speravo di incontrarti di nuovo. Insomma, di solito le donne lasciano sempre "qualcosa" per farsi rintracciare..- ride -..ma tu...niente. Non ci speravo più. Poi, oggi, ti ho vista in quella sala. Coincidenze? Destino? Non so. Fatto sta che...mi piacerebbe molto uscire con te, una di queste sere. E spero che tu mi faccia felice>

Continua....


(*) Paura sua, paura mia. Anche io ho paura degli ascensori. Non claustrofobia, ma...ascensorofobia.



Ah. Decisamente meglio in prima persona. Voi che dite?
L'ho appena finito di scrivere. Non l'ho neanche riletto. Perdonate gli errori di battitura se ce ne sono.
Vi ho leggermente lasciato sulle spine eh? Ghghghgh.^o^
Mi dispiace. Ma sentivo il bisogno di concludere così. Per ora, potete solo immaginare la risposta di Allison. "Si"? "No"? "Non lo so"? "Mi hai rovinato la vita ora te ne puoi anche andare"? Scervellatevi.
Recensioniiiiiiiiii.

Summer89: La tua recensione mi ha fatto morire dal ridere..."ommioddio ommioddio cioè capisci??" Muahuahaua. xDxD
Si ti capisco, sono rimasta scioccata anche io, quando l'ho scritto. Ecco un altro capitolo che mi lascia senza fiato ogni volta che lo rileggo. ^_^ Spero per te che tu vada davvero a Londra, sarei invidiosissima! Un bacio...

bebe: Eh si...ci ho messo un sacco di tempo a pensare in che modo si potessero incontrare...ed è uscito questo :) Alla fine sei stata tu la prima ad aggiornare...hai più idee tu...a me ne arriva una ogni tanto...uff. A presto....

Sara93: Mia cara omonima, anche io avrei fatto lo stesso...purtroppo Orlando fa quest'effetto. A me verrà un infarto. Seduta stante. Perciò, se sapete che vado a vedere Orlando, e non mi faccio più sentire...preoccupatevi. Baci

Lou86: Grazie cara. Sono felice che ti piaccia. Ecco il nuovo capitolo. Kiss

Ginny/Made: Eccola. La mia maniac preferita. (Dopo Emily e la Boss :P)
Il fatto del succo d'arancia non ricordavo dove l'avevo letto, altrimenti avrei messo la nota...poi ho letto la tua recensione e mi sono ricordata. Si è quel libro lì. La nota l'ho aggiunta :)
Sapevo che avreste intuito qualcosa leggendo dell'auto di Alex..ma dovevo scriverlo per forza...sono davvero contenta di aver descritto Mr Bloom com'è. Spero di provarlo di persona ç__ç Comunque, continuate a raccontare...che torna sempre utile :)
Non sai quanto mi hai fatto contenta con quella frase (
Amo quello che esce dalla tua penna...o forse dovrei dire...tastiera) Grazie mille davvero!
P.S. Non sapevo che fosse uscito prima Haven! Mi dispiace.......ç________ç Spero che mi perdoniate per questo errore. Un bacio grande

irteh: Grazie mille! Eccoti servito il nuovo capitolo! A presto...^_^

michi88: Grazie!!! Non credevo che piacesse il mio modo di scrivere...grazie davvero. Mi commuovete. Non preoccuparti per il fatto dei Pavesini. Tutti perdiamo colpi ogni tanto. Buon riposo! xDxD Un bacione..

Grazie a tutti. Tutti tutti tutti. Pure i timidi. Pure gli sfaticati. :P

Baciottoli,
Sara

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Capitolo 6
*** Fac me laetam ***


Chap six
Capitolo sei
Fac me laetam
(Fammi felice)


Deglutisco a fatica. Cioè, non so se vi rendete conto. Orlando-Gnocco-Bloom mi ha appena chiesto di uscire.
Mi viene quasi voglia di dire "Ma dici proprio a me?", ma in questo maledetto ascensore ci siamo solo io e lui. Io e lui. Oddio. Ora mi sa proprio che devo rispondergli.
Che gli dico? Che non mi interessa? Che ero riuscita finalmente a dimenticarlo e poi tutto è andato a farsi benedire?
< Si. Mi farebbe molto piacere> Le parole mi escono di bocca prima che possa fermarle.
Sorride. Gli si formano due fossette intorno alla bocca. Che bocca. Dio, devo smettere di guardarlo. Mi volto di scatto e mi rendo conto che l'ascensore è ancora fermo.
< Ehm...> Indico il pulsante di emergenza, ma lui mi ignora volutamente.
< Sei libera giovedì sera?>
Oh, giusto. Non ci siamo messi d'accordo. Che stupida. Dunque, giovedì...
< Si, facciamo alle otto?>
< Perfetto>
Segue una lunga pausa...cosa devo dirgli? Dove abito?
< Credo che..>
< Potremmo..>
Che sintonia. Mi fa un cenno con la mano, come a darmi la precedenza.
< Volevo dire che potremmo..incontrarci qui...se ti va bene>
Ti prego, fa che dica si.
< Si, non c'è problema> Preme il pulsante d'emergenza e l'ascensore continua a scendere silenzioso. Ecco, siamo arrivati.
< Okay. Allora, a giovedì...- esito appena -..Orlando>
Lui fa una risatina. Si è accorto della mia esitazione. Merda. Ma perchè è sempre tutto così evidente?
< A giovedì, Allison> Mi sfiora il braccio, e fortunatamente non sussulto. Menomale. Cosa sta facendo? Vuole baciarmi? Oh Dio, oh Dio. Mi ha dato due baci sulle guance. Beh si, è normalissimo. Che stupida.
Lo seguo con lo sguardo mentre esce, in tutto il suo splendore. Beh, a dire la verità, sto seguendo il suo culetto d'oro, ma è lo stesso.
Mi volto, aspettandomi già una marea di domande dalle colleghe del piano terra. Ma nessuno sembra essersi accorto di niente. L'atrio è deserto. Do un'ultima occhiata in giro, e vedo che il portiere mi ha fatto l'occhiolino. Sorrido appena, e corro verso l'ascensore.
Le porte si chiudono.
C'è ancora il suo profumo.
Accidenti a lui. Ha un odore fantastico. (*)
Giovedì. Alle otto.
Giovedì.
Alle otto.
Esco con Orlando Bloom.
Permettetemi l'espressione, ma questo è proprio culo.
Le porte dell'ascensore si aprono, e vedo la solita agitazione del reparto marketing. Evidentemente hanno saputo che se n'è andato.
Torno alla mia scrivania, e sento Alicia chiacchierare con Kelly, un'altra ragazza del reparto.
< L'hai visto? No ma dico, tu l'hai visto? Era..era..era...mmmmm> Alicia deve essere in piena tempesta ormonale. Per una volta la compatisco.
< Non so che darei, per uscirci una volta. Una sola. Non so che darei, davvero> Continua imperterrita.
< Io so che daresti invece> Vorrei risponderle. Ma è meglio se sto zitta.
< Anche io...ahhh...quell'uomo è così SEXY. Appena l'ho visto - abbassa la voce - mi si sono bagnate tutte le mutandine>
Ti prego, non scendere nei dettagli. Basta così.
< Dovevi vedere le mie, praticamente zuppe. Sono dovuta correre in bagno, e dato che non c'era nessuno...mi sono..> Fa un gesto eloquente con la mano.
Mi sta venendo la nausea. E in più non posso evitare di sentire, dato che sono a dieci centimetri da me. Se non la smettono immediatamente sarò costretta ad alzarmi.
Oh. Menomale, hanno cambiato argomento.
< Non so proprio cos'abbia questa stupida pianta - comincia Alicia - eppure la innaffio ogni giorno>
Do un'occhiata alla povera vittima. Non so esattamente che pianta sia. Fatto sta che è ridotta proprio male. Ha le foglie praticamente nere. Tutte mosce. Bleah.
Se potesse parlare chiamerebbe la protezione civile.
Ma che ci posso fare io. Con qualcuno me la devo prendere. Non è colpa mia se ha scelto Alicia come padrona. Eh.
Basta, devo concentrarmi sul lavoro.
...
Oh, al diavolo. Meglio un caffè.

***

Infilo la chiave nella serratura, apro la porta. C'è uno strano silenzio in casa.
< Hey, sono tornata!>
Nessuno risponde. Saranno usciti.
Arrivo in soggiorno e poso la posta sul tavolino. Quando mi volto per poco non mi viene un infarto. Steve e Alex stanno dormendo sul divano, abbracciati. Mi è venuto un colpo. Pensavo che...Dio, come sono paranoica. Troppi film horror.
Sorrido. Come sono carini.
Tante volte ho visto questa scena, ma stavolta sento che c'è qualcosa di diverso. Steve si muove appena e automaticamente prende a carezzare il braccio di Alex.
Devo prendere una macchina fotografica. Devo immortalare questo momento.
Scatto velocemente una foto e salgo in camera mia.

Prima di fare qualsiasi altra cosa, devo scrivere tutto. I ricordi svaniscono in fretta.

Londra, 16 agosto 2007
"Caro diario,
sapessi cosa mi è successo oggi..."


*** Giovedì. Ore 19:03 ***

Ok. Niente panico. Posso farcela.
E' solo questione di mantenere la calma, scegliere cosa indossare, e indossarlo.
Non sarà poi così difficile, no?
Il mio letto sembra un mercato.
Valanghe di vestiti sparpagliati un po' ovunque, torri di top e magliette impilati alla bene e meglio sui piani liberi. Cavolo. Ultimamente ho comprato parecchia roba.
Cosa mi metto? Cosa mi metto?
E se mi porta in un locale elegante?
E se mi porta in discoteca?
E se mi porta al bowling?
Accidenti. Avrei dovuto chiedergli dove andavamo.
Prendo una stampella a caso e ne esce fuori un delizioso abitino in taffeta di seta nera, senza spalline, che non ricordavo nemmeno di avere.
Lo provo. Mi arriva giusto al ginocchio, e se riesco a trovare quelle decolletè Gucci che mi sono costate centoquaranta euro..ah, eccole qui.
Caspita. Non per vantarmi ma...mi sta proprio bene.
< Per tutte le modelle di Versace! Sei stupenda>
E' Steve. Poco dopo ci raggiunge anche Alex con una serie di vestiti in mano.
< Guarda, questo potrebbe andare bene se..oh mio Dio. Ally, sei..stai benissimo!>
< Beh..effettivamente> Faccio un giro su me stessa.
< Ti manca solo un velo di trucco, vieni qui> Mi incita Alex
Mezz'ora dopo, tra ombretti, matite e piastra ai capelli sono pronta. Mi sento come se dovessi andare al ballo della scuola. Col mio principe.
Ecco. E' giunto il momento.
Alex e Steve mi fanno gli auguri.
< Vai e stendili tutti. Mi raccomando, sii te stessa. E non cedere a..>
< Ally, sentimi bene - Steve mi punta l'indice addosso - se vuole qualcosa, e tu sai cosa intendo, non cedere per nessuna ragione. Non farlo soltanto perchè è lui, capito? Non deve fare niente che tu non voglia> Alex annuisce energicamente
A volte sono peggio dei miei genitori. Mi trattano come una bambina.
< Va bene mamma. Va bene papà>
Apro la porta, poi mi giro con aria maliziosa: < Divertitevi mentre sarò via> Faccio l'occhiolino ad Alex, che mi spinge fuori: < Ciaooooooooooo>
Ok. E' fatta. Devo andare.
Arrivo in strada e riesco a fermare un taxi quasi subito.
Bene, sono le 19:50. Dovrei farcela.

Alle otto precise sono fuori al cancello del Fashion Times. Mi mordo il labbro in continuazione, rischiando di togliere tutto il lucidalabbra.

In effetti sono un pochino nervosa.
Okay lo ammetto.
Sono un fascio di nervi.

La gente intorno a me mi guarda sospettosa. Che hanno da guardare?
Sono dieci minuti che aspetto.
Gliel'ho detto che l'appuntamento era alle otto, vero?
Lo sapevo. Mi ha dato buca.
Stupida. Come poteva un attore di fama internazionale chiedere di uscire a...oh, un Audi A8. Oddio. E' lui.
Inspira, espira. Inspira, espira. Andrà tutto a meraviglia.
Accosta proprio accanto a me, poi, come un vero gentleman, scende e viene ad aprirmi la portiera.
Si scusa per il ritardo e fa un profondo inchino, che mi fa ridere di gusto. Almeno ho scaricato un po' di tensione.
Salgo in auto, e dopo avermi chiuso la portiera, mi imita.
< E' la prima e ultima volta che lo faccio. Non sono portato come gentleman>
Rido: < Si, in effetti non ti ci vedo molto..>
Ride anche lui. Quanto sei bello quando ridi. Cioè. Tu sei bello sempre. Ma quando ridi hai....un momento. Dove stiamo andando? Abbiamo imboccato una serie di stradine che non conosco minimamente. Lo guardo di sottecchi, e vedo che è sicuro di sè. Ha una mano sul volante e un'altra fuori dal finestrino.
E' bellissimo coi capelli al vento. Gli sono cresciuti in fretta. E soprattutto, non ha più i baffi. Non gli donavano affatto. (*)
Mio Dio, come corre. Stiamo praticamente volando. Abbiamo svoltato a sinistra. Ma dove cavolo stiamo andando??
< Ehm..dove siamo diretti di preciso?> Domando, improvvisamente timida.
Lui si volta e mi guarda, con un sorriso che aleggia beato sul bel viso angelico: < Lontano da paparazzi e occhi indiscreti>
Mmm..che bella voce che ha. E' tutto bello. Voglio dire, cos'è che ha di brutto? Appunto. Domanda assolutamente retorica.
< Oh, va bene. Spero solo che abbia il vestito adatto> Dico, indicandomi l'abito.
< E' perfetto>
Ma, di solito, gli uomini non dicono sempre "Sei bellissima" appena ti vedono? Sono cambiate le regole e io non ne so niente? Potevano avvisarmi. Fare una pubblicità. Un libro. Un..
< Scusa se non ti ho fatto ancora nessun complimento, ma non mi sembrava carino farlo in auto>
Come diavolo ha fatto? Legge anche nel pensiero? Menomale che non ho fatto nessun pensiero impuro. Non ancora almeno.
Cosa gli rispondo? Mi limito a sorridere? No, altrimenti si sentirà in colpa. Meglio dire qualcosa.
< Oh, no figurati. Non c'è problema. Voglio dire, non è obbligatorio no?>
Lui fa una risatina: < Ecco, siamo arrivati>
Ero troppo presa dal panorama (intendo quello seduto accanto a me), che non mi sono accorta di quanto sia bello questo posto.
C'è un ristorante. Su un lago. Con tutti gli alberi intorno. C'è odore di menta, e di..lavanda. Entriamo nel ristorante, quasi pieno, e immediatamente ci raggiunge un cameriere, che ci indica il nostro tavolo. E' sulla terrazza, affaccia proprio sul lago.
E' tutto in legno scuro, il rumore dei tacchi sul parquet mi rimbomba nelle orecchie. C'è un'atmosfera molto "soft"...una musica leggera, tante lampade dai colori tenui.
E' bellissimo. E' perfetto. Niente a che vedere con Chris. No. Non c'è proprio paragone.
Siamo i soli sulla terrazza. Ci avranno voluto dare un po' di privacy. Ovvio, è Orlando Bloom.
< Ti piace?> La sua voce interrompe il corso dei miei pensieri.
< E' stupendo> Non riesco a dire altro. Davvero. Non ho parole.
< Non quanto te - sussurra lui, sorridendo - ti sembrerà banale, ma...sei davvero bellissima>
Se continua a guardarmi così mi fa morire. Sembra davvero voler leggermi nel pensiero.
< Grazie> Mi sento rispondere.
A dire il vero, anche lui è semplicemente..amazing. Questo per usare un termine ortodosso. Altrimenti lo avrei descritto con tutt'altri termini.
Indossa una camicia nera, appena sbottonata, che lascia intravedere la serie di ciondoli che io personalmente adoro, e un po' di..petto. Abbronzato. Muscoloso. Mmmm, basta.
Sotto ha un paio di jeans scuri. Nonostante siano jeans, l'effetto finale è molto elegante.
< Grazie anche a te> Dice all'improvviso lui.
< Come scusa?>
Che cavolo sta dicendo?
< No, dal tuo sguardo ho visto che apprezzi> Si indica con entrambe le mani
Si vedeva così tanto? Si. Forse si. L'ho praticamente spogliato con gli occhi.
Arrossisco parecchio, e gli chiedo scusa.
Ci avviciniamo al tavolo e ci sediamo. Mi sistemo il tovagliolo sulle gambe e prendo a torturarne un lato. Non riesco più a guardarlo adesso.
< Hey! Puoi guardarmi! Puoi fare quello che vuoi! Non c'è problema, sul serio. E poi, anche io ti sto guardando...no?>
Quest'uomo legge davvero nel pensiero. Dovrei preoccuparmi?

Oh, mi ha preso la mano. Ha una pelle morbidissima e liscia. E, non per essere ripetitiva, ma ha delle bellissime mani. Tutte curate. Proprio come piacciono a me. (*)
Fortunatamente arriva il cameriere, e ordiniamo. Ho scoperto che odia il pesce. Buono a sapersi, no?
Durante la cena parliamo del più e del meno, gli racconto un po' di me, e lui fa altrettanto. O almeno, ci prova, dato che la sua vita è praticamente scritta sui giornali.
Mi parla del nuovo film che sta per girare, "Pompeii". Lo gireranno per metà in Spagna e per metà a Pompei. (*) Ne è molto entusiasta. Sono contenta per lui, davvero.
La serata è passata veloce. E' andato tutto bene. A meraviglia. Orlando ti fa subito sentire a suo agio, è bravissimo. Dice di non essere un gentleman, ma non è affatto vero. E' dolcissimo ed educato. Non è per niente montato o finto. He's perfect.
Il cameriere prende anche gli ultimi piatti, dove abbiamo consumato un buonissimo tiramisù.
Bene, e adesso? Che si fa?
< Che ne dici di fare una passeggiata in riva al lago?>
Ok. E' deciso. Orlando Bloom sa leggere nel pensiero. Devo ricordarmi di non fare pensieri impuri mentre guardo il suo fondoschiena. La vedo difficile.
Annuisco, e mentre lui lascia una banconota da non-voglio-vedere-quante sterline sul tavolo, io mi alzo e prendo la borsa. Lui mi imita, e sorridendo mi mette un braccio attorno la vita, e velocemente attraversiamo il locale, sotto gli occhi di tutti i presenti. Fortunatamente, non sembra esserci nessuna ragazzina. Lui sorride al proprietario e apre la grande porta di vetro, lasciandomi passare.
Ci avviamo lungo la riva del lago. Chissà che ore sono. Il riflesso della luna piena viene appena mosso dal passaggio di due cigni bianchi. In cielo ci sono più stelle del solito, stasera. E' tutto così romantico.
Lo guardo, ha lo sguardo puntato davanti a sé, negli occhi il riflesso luccicante della luna. E' una visione angelica.
All'improvviso un cigno agita le ali, facendo un forte rumore, e io ovviamente, fifona come sono, mi getto praticamente su di lui. Però anche lui è trasalito appena.
Sembra proprio un film. Lei che ha paura si getta tra le braccia di lui, si guardano, e lui la bacia.
Io odio i baci al primo appuntamento, ma stasera sono in vena di eccezioni. Sapete com'è. Non capita tutti i giorni di uscire con Orlando-Gnocco-Bloom.
Oh Dio, mi ha preso una mano. Con l'altra sta carezzandomi la guancia sinistra. Restiamo due secondi a guardarci negli occhi, quando, con mia profonda sorpresa, alzo appena il viso e congiungo le sue labbra con le mie.
Non è da me.
Non è assolutamente da me.
Dio, che buon odore che ha.
La sua mano scivola delicatamente dietro la mia nuca, e le sue labbra schiudono piano le mie.
Inutile dirvi come bacia.
Mi bacia con tenerezza, quasi avesse paura di farmi male.
Non so dire per quanto tempo ci siamo baciati. Questo genere di baci dura molto più a lungo. Voglio dire, c'hai sempre il fiato per continuare. Ecco, ci siamo capiti.
Si sa. In tutte le storie è sempre la ragazza a dover fermare le danze. E' lei che deve scappare, tornare a casa, farsi desiderare.
Così, lentamente allontano il mio viso dal suo. Ma posso ancora sentire il suo respiro sulle guance.
< Si è fatto tardi, devo andare> Classica frase. E in più stavolta è credibile, dato che domani è un giorno lavorativo.
< Si, hai ragione> Classica risposta. L'uomo asseconda sempre la donna.
Ci avviamo silenziosamente verso l'auto, entrambi con lo sguardo basso.

< Ora gira a destra...ecco, è qui>
Mi ha accompagnata a casa. E' finita. L'auto si ferma proprio davanti casa mia.
Lui è il primo a "rompere il ghiaccio": < Sono stato bene stasera. Molto bene> Sorride
< Anche io> Rispondo, ricambiando il sorriso.
< Se ti va..>
< Se ti va..>
Di nuovo all'unisono. Ridiamo. Ok, è evidente che stiamo per dire la stessa cosa, quindi, meglio fare la prima mossa. Prendo velocemente una penna e un biglietto e segno il mio numero di cellulare. Glielo porgo, e lui lo infila nel portafoglio.
< Ti chiamo io>
< Mi chiami tu?>
Ancora. Ma non è possibile.
< Si - riprende lui - ti chiamo io>
< Okay. Allora, ci sentiamo..>
< Contaci>
Mi avvicino e, dopo un po' di esitazione, gli do un bacio a fior di labbra. O almeno, questo era quello che volevo fare. Perchè lui mi mette una mano dietro la schiena e mi attira a sé. Ed eccoci qui che ci baciamo in auto.
Che dolce che è..
Basta. Contegno, Ally. Devi fare la preziosa. Almeno per un pochino.
Poggio due dita sul suo mento e lo allontano.
< Buona notte> Dico, e scendo velocemente dall'auto.
< Buona notte, Ally>
Mi avvio alla porta, la apro, e solo dopo averla chiusa sento il rombo del motore. Scosto lievemente la tenda e vedo l'auto sparire alla velocità della luce tra le stradine della città.
Guardo l'orologio. E' mezzanotte.
E come per Cenerentola, il sogno è finito.
Ma non del tutto...^_-

Continua...


(*)
Testimoniato da OGNI fan che l'ha incontrato. (L'ha detto pure Victoria Cabello a Sanremo. E se l'è pure baciato. Inutile dire che la odio) Uffa. Pure io voglio "annusarlo". xDxD
(*) Questo è un mio pensiero xDxD Non mi piacciono proprio i baffi che ha adesso. I capelli corti ancora vanno, ma i baffi proprio no. Sembra vecchio. Anche se è gnocco comunque.
(*)
E a me. E' una delle prime cose che guardo in un ragazzo. (E a noi che ci frega! NDVoi) Avete ragione. La smetto di sproloquiare su di me.
(*) N.B. Questa notizia non è vera
. O almeno, è solo un "rumor". Non si sa ancora se Orlando sarà nel cast o meno. Quindi, consideratela una finzione, come l'intera storia.


Taradadan. Un super capitolo appena sfornato. E' proprio lungo eh...
Non per vantarmi, ma credo che questo capitolo sia venuto proprio bene. E' stato bellissimo scriverlo.
Che ne dite?
Vi è piaciuto?
Vediamo un po' le recensioni...

Summer89:
PRIMA RECENSIONE: Mahuhauahua. Curiosa come una bertuccia. Rende bene l'idea. Una bertuccia c
he prende tranquillanti per cavalli. Caspita.
Ti è piaciuto il chappy?
SECONDA E TERZA RECENSIONE: Tu non parli troppo. E poi adoro quando parli. Dici sempre qualcosa di bello. Hai visto! Manco a farlo apposta, ogni volta che mi scrivi la seconda recensione io pubblico! Sei una maga davvero! Comunque sono d'accordo. Andiamo a prendere Orlando e buttiamoci dal TB. Quando si parte?

Bebe: Hai visto, è andato tutto liscio. La nostra Ally ce l'ha fatta. Beata lei ç___ç Grazie per i complimenti. Baci

Made/Ginny/Marty: Lascia stare la povera Ally. *Prende il machete e lo agita minacciosa* Scommetto che questo capitolo ti è piaciuto. Ally non è per niente idiota, anzi. Non si è fatta scappare l'occasione per baciarlo. CARPE DIEM. Brava Ally. Un bacio, e aggiorna anche tuuu!

Michi88: Se succedesse a me (Aspetta e spera davvero ^^'') credo che glielo farei ripetere almeno un centinaio di volte, prima di rendermi conto che sta succedendo realmente. Una classica figura di niente in pratica. Spero che questo chap ti sia piaciuto. Un bacio...

Ireth_mezzelfa: Grazieeee! Sono commossa. Sono davvero felice che vi piaccia la storia. Vi adoro. Steve e Alex tramano qualcosa...eh si. Qui gatta ci cova. Presto avrete delle novità ;) Kiss..

Thanks a lot a tutti.
Alla prossima.

Baciottoli,
Sara




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Capitolo 7
*** I want to kiss you ***


Chap 7 Capitolo sette
I want to kiss you

...E' mezzanotte. E come per Cenerentola il sogno è finito.
Ma non del tutto...

Insomma, usciremo ancora.
Sempre che lui non mi dia buca, il che potrebbe anche verificarsi.
Oh Dio, speriamo di no. Cadrei in una depressione acuta, non uscirei più di casa, andrei in uno stato di coma, vivrei il resto della mia vita come un vegetale e...ok, basta paranoie.
Non è la fine del mondo. Non proprio.
Tolgo le scarpe, non voglio svegliare nessuno.
In cucina è tutto ordinato...un momento. Cos'è questo?
E' il top che indossava Alex prima..alzo lo sguardo e vedo una scia di vestiti che arriva fino alle scale. Salgo e vedo che i vestiti continuano, qui c'è la minigonna di Alex, qui i pantaloncini di Steve, e qui c'è..hey! Questo è il mio perizoma!
Ma questo vuol dire che...
No.
Non può essere.
Perchè tenerlo nascosto?
No.
Però..
Mi affaccio nella camera di Alex, e li vedo.
Entrambi ignudi e ignari.
Stanno dormendo abbracciati.
Per un secondo mi sembra di vedere me e Orlando. Stupida. Che vado a pensare. Non accadrà mai.
Scuoto la testa e mi avvio verso la mia camera.
Ho bisogno di dormire.
Dopo essermi velocemente spogliata mi stendo sul letto, e prendo il cellulare.
Resto a fissarlo immobile, come se guardandolo aumenti la possibilità di essere chiamata. Ma chi vuoi che mi chiami a quest'ora? Nessuno.
Basta, non devo pensarci più. Mi si atrofizza il cervello.
Mi soffermo a ripercorrere con la mente la serata appena trascorsa.
Devo scrivere il diario. Ma sono troppo stanca.
E poi, come si dimentica una serata del genere? Appunto.
Con l'immagine di me e Orlando che ci baciamo al chiaro di luna mi addormento. Il cellulare stretto nelle mani.
Buonanotte...

Il mattino seguente mi sveglio pimpante e su di giri.
Ho deciso di alzarmi un po' più presto, per andare a correre un po'. Non che io corra spesso. Né che a Londra si possa correre. Ma almeno c'è l'Hyde Park.
Girerò un po' per il parco, scanserò qualche bisognino di un cane il cui padrone è un lurido scostumato, e sarò pronta per andare a lavoro.
Un po' d'aria fresca mi farà più che bene.
Con questo piano geniale in mente mi alzo, faccio colazione e mi vesto. I due piccioncini sono ancora a letto. Li lascio tubare in pace.
Lascio loro un biglietto sul frigorifero, nel caso in cui pensino che sia stata rapita da Orlando. (Eh. Magari!)
Appena fuori la porta mi sento già meglio. A quest'ora non c'è molto traffico, quindi è tutto più tranquillo.
Il parco è deserto. A parte qualche vecchietto qua e la comodamente spaparanzato sulle panchine.
Ho molti ricordi in questo parco...alcuni non proprio piacevoli.
E' qui che ho baciato il mio primo ragazzo. Come si chiamava? Frank..Fred..Fric..Froc? Boh. Mi sono dimenticata. Comunque, era il più bel ragazzo del liceo.
"Che fortuna essere stata scelta proprio da lui" mi dicevo. Eh si. Stavamo passeggiando allegramente quando lui all'improvviso mi prende e mi bacia. Poi una settimana dopo ho scoperto che si drogava peggio di Jim Morrison. Con tutto il rispetto per Jim.
Che schifo eh?
Poi ricordo che da adolescente venivo sempre qui, quando avevo tempo, nella speranza di sentirmi "annusare" da un
certo cane nero....si. Avete capito. ^^
Okay lo ammetto. Stamattina non avevo bisogno di prendere un po' d'aria. E' solo che...mi piacerebbe tanto rivederlo. E basta.
Mi serve un caffè.
Attraverso velocemente la strada, e faccio una puntatina dallo Starbucks.
Dopo il mio solito cappuccino alla vaniglia con un velo di cacao, sono prontissima per affrontare un'altra giornata di lavoro.
Che palle.
Però oggi è un giorno speciale.
Oggi devono preparare il numero con l'intervista di Orlando.
Credo che Tom voglia spostarmi al reparto interviste. Ormai, si può dire che lavoro lì. A me sembra una buona idea.
Spalanco la grande porta di vetro, e saluto con un cenno il portiere.
Guardo il mio riflesso allo specchio, oggi indosso un vestito carinissimo. E' dorato, arriva appena sopra il ginocchio. E' senza spalline, ma si attacca al collo, con un intreccio. Ovviamente lascia la schiena scoperta. Sapete com'è, fa caldo.
Si direbbe un vestito elegante, ma qui sono tutti eleganti. Tanto vale adeguarsi.
Ho abbinato un paio di sandali dorati tacco dodici, che mi slanciano in una maniera pazzesca. Ora sono un bel metro e ottanta. Settantasette, va.
Mi avvio verso le scale, ma è impossibile salire. C'è un sacco di gente. Che oggi venga qualche altro vip? Mah.
Comunque, meglio l'ascensore. Si può dire che non mi fa più paura. Quasi.
E poi, come volete che salga undici piani con questi tacchi? Eh.
Entro nell'ascensore e mi metto di fianco a un uomo, che ha tanto l'aspetto di un fotografo. Sta reggendo un coso enorme con una cosa che sembra tanto un faro. In effetti sono leggermente schiacciata contro la parete. Fa niente.
Mentre saliamo cerco di ricordarmi cosa succede oggi di tanto importante. Oh Dio. Il servizio fotografico.
Il servizio fotografico!!
E sicuramente Tom mi chiederà di portare le bibite.
Se non lo fa, lo uccido.
Oh Dio. Orlando è qui. Come ho fatto a non ricordarmelo??
"Come sto??" - Mi sento chiedere tutta agitata e eccitata
L'uomo mi guarda dall'alto in basso e con un'occhiatina maliziosa sussurra: "Benissimo"
Pedofilo.
E' troppo tardi per riempirlo di parolacce. Le porte si aprono.
Un bel respiro profondo e vado.
Passo davanti a Tom, sorridente, aspettandomi la domanda.
Ma Tom non mi pensa proprio. Okay. Glielo dico io.
"Ehm..Tom..ciao! Senti, non ti serve qualcuno che porti le bibite alla troupe?"
"Oh si, ho già provveduto. Mi sono reso conto che ultimamente non ti permetto di fare il tuo lavoro - mi mette una mano sulla spalla - quindi ora non ti preoccupare, va pure a lavorare, non ti disturbo più"
Cosa? COSA??
Oh no. Io DEVO portare le bibite. E' un must.
Il mio sorriso si spegne gradualmente, e un lacrimone è pronto per uscire.
"No, posso farlo io. Non c'è nessun problema" - Rispondo, decisa.
Tom sospira: "Oh Allison, sei così generosa. Sempre a disposizione degli altri"
E quindi? Arriva al punto!
"Ma adesso, davvero, non ce n'è bisogno. E' già tutto sistemato, ho chiesto ad Alicia di andare"
Non mi sento più le gambe.
Avete sentito anche voi?
Non posso permettere che accada.
Non esiste proprio.
NO.
Corro svelta nella sala riunioni, nonostante i tacchi fastidiossissimi.
Spalanco la porta, e mi sento un po' Will Smith che deve salvare il mondo.
Vedo Alicia sistemare il carrello, e appena si accorge di me mi rivolge un sorriso smielato: "Troppo tardi, Allison"
"Senti, Alicia - mi impongo di restare calma - io ho fatto sempre tutto quello che desideravi. Ora tocca a te. Quindi, prima che ti spinga fuori a calci in culo ti offro la possibilità di lasciarmi il posto di tua spontanea volontà"
"Cosa? Non se ne parla nemmeno! - ride - Bloom è mio"
Tuo? Mi viene da ridere.
Sono stata io che l'ho baciato ieri, tesoro. IO. Capito? IO.
Vorrei tanto dirglielo, ma mi trattengo solo per Orlando.
Un momento.
Io ci sono uscita.
Io gli piaccio.
Che sciocca.
Se mi vuole mi cercherà lui.
Appunto. E' sempre la donna che si fa desiderare.
Colta da questa illuminazione, abbandono Alicia e me ne torno sorridente al reparto marketing.
Ora l'obiettivo è non dire a nessuno che sono uscita con Orlando Bloom. Zitta Ally. Zitta. Fallo per lui. Fallo per te. Non vorrai mica ritrovarti i paparazzi sotto casa? Ecco.
A proposito di casa.
Chissà che combinano quei due.
Prendo il cellulare e scrivo un sms, per due destinatari.

Volevate invitarmi direttamente alle nozze?!? Rsp. Allie

Dopo qualche minuto il cellulare comincia a vibrare, spostandosi per tutta la scrivania, accompagnato da un lampeggiare incessante di due bustine sul display.

Sorrrrrrry! ç_ç Era così imbarazzante......!! =.= P.S. A ke ora 6 tornata ieri?? Devi raccontarmi tt!! Lex

Ke fai? Spii? Ok hai ragione. Siamo imperdonabili. 6 libera di denunciarci x "estromissione dalla vita privata". Mi sembra ke l'articolo 849 del codice civile parli prp di questo. Kiedi a Lex. :P
Piuttosto, tu 6 ancora vergine? Rsp, è 1 ordine. Stiwww

Cioè. Ma che cavolo di risposte.
Vabbè, Alex posso capirla. Già la immagino che diventa porpora solo leggendo il messaggio. Sembra una dura, ma è più sensibile di quanto possiate immaginare.
Steve invece, è uno stronzo.
A parte il fatto del codice civile, che domande. Che domande!! Che poi non è nemmeno vero. Ah. (Seeeeeeeeeee! Ndvoi)
Okay. Lo confesso.
I'm virgin.
Purtroppo non di segno zodiacale.
Ma mi raccomando, acqua in bocca!
Nessuno lo sa, tranne Cip e Ciop. E nessuno lo saprà MAI. Nemmeno il ragazzo con cui lo farò per la prima volta.
Non deve saperlo.
No.
Sapete che vergogna dopo! No, no, no. Cioè, non che mi vergogni di essere vergine..ma...okay solo un pochino.
Ma è stata una mia scelta. Hey! Ho vent'anni io. Mica cinquanta. E poi sono dell'idea che il sesso si fa solo dopo il matrimonio. Punto.
...
Mmmmmmmmmmm. Va bene, facciamo così. Il sesso solo dopo il matrimonio. Ma se si presentasse un'occasione imperdibilissima si fa lo stesso.
Chissà se Orlando ha finito.
Che c'azzecca ora? Direte voi. Eh. E' solo che...come dire...un pensiero tira l'altro...e...
Una voce starnazzante interrompe i miei pensieri (molto) impuri.
"Oh Dio!!! Sta venendo qui! Quiiiii! Come sto? Si vede il brufolo?? Oh Dio, Oh Dio!!! Eccolo!!"
Ma ecco chi?
Mi volto verso la porta, e con mia grande sorpresa, vedo un pezzo di gnocco spalancare la suddetta.
Ray Ban chiari, camicia blu scuro aperta quasi a metà (con la miriade di ciondoli al seguito), jeans scuri aderentissimi, soliti scarponi.
La perfezione scesa sulla terra.
Dietro di lui, Alicia, che lo guarda esterrefatta.
Alla faccia tua! Orlando sta venendo da me! Tiè!
Sta venendo da me, vero?
Mi giro, facendo finta di niente. Come se fosse facile.
Ora si è fermato a fare un autografo.
Batto nervosamente il piede a terra, incapace di restare ferma. Oddio, e ora che faccio? Il pc è spento. Se lo accendo ci mette troppo tempo. Oddio, eccolo. Aiutooooh!
Arriva calmo alla mia postazione, una mano in tasca, l'altra solleva gli occhiali.
"Buongiorno, principessa"
Dice proprio a me?
Mi da un bacio a fior di labbra. Deglutisco. Cazzo. Questa non me l'aspettavo. Davanti a tutti poi.
"Buongiorno" - Rispondo, sorridendo
Do un'occhiata alle colleghe e vedo che ci guardano con gli occhi fuori dalle orbite. Alicia poi, ci vorrebbe una foto. Se fosse un cartone animato avrebbe la mascella poggiata a terra.
Che soddisfescion!
"Non sei venuta al servizio?" - Mi chiede, sedendosi sulla sedia di Alicia, proprio accanto a me
"No, avevo da fare qui - Dio, che palla colossale! Da fare?? Con Orlando Bloom al piano di sopra?? Devo essere impazzita - e poi, ho pensato che saresti venuto tu da me, dato che..."
"...dovevo chiamarti" - Finisce lui la frase, e si china, appoggiando la sua fronte contro la mia.
Nel reparto regna il silenzio più totale. Tutti attenti ad ascoltarci. Ma che hanno da guardare?
Mr So-Leggere-Nel-Pensiero capisce al volo il mio disagio, e mi prende per mano: "Vieni - e aggiunge, prima che possa protestare - ho già parlato con Tom"
Ecco il bello di uscire con un attore. E' tutto più semplice.
Prendo borsa e cellulare e mi alzo insieme a lui, fasciata nel mio splendido abitino dorato, che insieme alla sua camicia blu sta benissimo. Lui rivolge un sorriso beffardo ad Alicia & Co, e io non mi trattengo dal fare una risatina. Poi, quando passo davanti a lei, le chiudo la bocca, ancora spalancata.
Appena messo un piede fuori dalla porta, Orlando si gira, e dice calmo a tutti i presenti: "Se solo una parola su noi due esce da questo edificio, vi rovino la vita. Non mi preoccuperò di cercare il colpevole, vi riterrò colpevoli tutti. Vero Tom?"
Tom annuisce. Okay. Possiamo stare certi che non si saprà niente.
E' stato facilissimo.

***

"Sei stupenda"
Siamo nell'Hyde Park. Lui, appoggiato ad un albero, e io appoggiata a lui, con le mani sul suo petto. (Non mi fate commentare la consistenza marmorea dei suoi pettorali. Mmmm.)
Mi sta accarezzando una guancia con il pollice, mentre l'altra mano è intenta a solleticarmi la schiena scoperta.
"Mmm..smettila!" - Sento un qualcosa alla base dello stomaco...sensazione molto piacevole...mmm...se non la pianta immediatamente credo di saltargli addosso.
Alzo lo sguardo, e incrocio automaticamente il suo. Tutti e due vogliamo la stessa cosa.
Mi scopro a infilargli le mani nella camicia, e dopo poco ci stiamo appassionatamente baciando. Orlando Bloom mi sta baciando nel bel mezzo di un parco. Incurante dei possibili paparazzi. Sento la sua barbetta incolta sfregarmi il viso, e la sua mano destra insinuarsi nel vestito.
Che avesse intenzione di farlo dietro un cespuglio?? No. Dobbiamo fermarci. Qui ci denunciano per atti osceni in luogo pubblico.
Mi duole molto staccarmi da lui, ma devo. Anche per riprendere fiato.
"Non credo sia il posto adatto" - Dico, in un sussurro.
Lui appoggia la testa all'albero, inclinandola all'indietro. Lo sa, che mi fa morire così. L'ha fatto apposta. Gli darei proprio un morso lì...e lì...
"Hai ragione" - Ride leggermente, per quanto il fiato corto consenta.
Mi guarda negli occhi, quegli occhi profondi, che sembrano voler scrutare ogni singolo dettaglio di te.
Poi, un bip insistente rompe il silenzio, e il calore della mano di Orlando sulla mia guancia mi abbandona, per prendere il cellulare.
"Merda! - mi guarda - Ho un'intervista radiofonica tra mezz'ora - si porta una mano sugli occhi - devo lasciarti piccola" - Sembra davvero dispiaciuto.
"Non voglio andare, ma devo" - Mi prende la mano, e io la stringo, cercando di prolungare ancora questo contatto.
"Oh..ah..non fa niente..non c'è problema" - Cerco di sorridere
"Ti chiamo appena finisco, lo giuro"
"Si..si"
"Vuoi che ti accompagni a casa?" - Mi prende il viso tra le mani, io scuoto la testa frettolosamente in segno di diniego. Voglio solo una cosa.
Finalmente, mi bacia.
Ancora. E ancora.
Nessuno mi aveva mai baciata così.
Il suo profumo mi annebbia il cervello. Quest'uomo è una droga.
Ci stacchiamo, più ansimanti di prima, poi lui inforca gli occhiali e si dirige verso l'auto, a passo svelto.
Ed eccolo svoltare verso le strette strade di Londra.
Mi viene da piangere.
Lentamente, con ancora il sapore delle sue labbra sulle mie, mi allontano verso casa.

Continua...

Ragazze! Scusateeee! Ho avuto dei problemi col pc...poi mia sorella è stata ricoverata in ospedale...un casino. Ho giusto due secondi per le recensioni, poi devo andare in hospital.

Lou86: Ecco il nuovo capitolo. Ally ha ricevuto di meglio di una chiamata, no? Baci..

Bebe: Grazie, grazie, grazie. Mi fa piacere che ti piaccia. Spero che valga anche per questo capitolo. Kiss..

Summer89: My love. Stavolta non c'hai azzeccato. Hehe. Si, anche a mio avviso è il capitolo più bello. Ma ce ne saranno altri, don't worry. Scusa per la mini-risposta ma devo proprio scappare. Ho aggiornato only for you.

michi88: Sisi, mi sa che tutte saremmo disponibili a sposarlo...ahhh che uomo!!! Spero che questo chap ti sia piaciuto...kiss

Marty: Hai sentito il profumo di Orlando??? Oddioooooooo!! Sto per collassare. Beata te!! Pure io stimo Ally. Non so come abbia fatto. Un bacio...e aggiorna presto.

ireth: Eh si! Ally ha avuto il massimo!! Francamente sono molto gelosa. Ah. Non ci resta che seguire le sue avventure. ^^ Un bacione..

Grazie ai lettori silenti.
Baciottoli,
Sara









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Capitolo 8
*** I'm in love ***


Chap 7
Capitolo otto
I'm in love


"...e questo e quanto" - Dico, con occhi sognanti.
Ho raccontato tutto ad Alex appena sono tornata, e mentre le parlavo non riuscivo a credere a quello che dicevo. Del tipo: "Ma è successo davvero a me tutto questo??"
Roba da farci una fanfiction! E' una buona idea, un giorno o l'altro devo assolutamente scriverla.
Siamo sedute sul letto, una di fronte all'altra, come due ragazzine del liceo che si confidano sui ragazzi.
Appena finito di parlare, Alex si getta su di me e mi stringe forte, cominciando a ridere.
E' più di mezz'ora che stiamo ridendo istericamente, senza tregua, senza respirare.
"Basta! Sto per collassare!" - Dico, gettandomi all'indietro sul morbido cuscino.
"Okay. Okay. Ahhh Gesù! Cosa troverò domani? Russel Crowe a cena?"
"Smettila! Ma per chi mi hai preso??" - Rispondo, tirandole un cuscino in faccia.
"Piuttosto, tu - continuo, puntandole un dito sul naso - non devi raccontarmi qualcosa?? Ehhh?" Aspetto con braccia incrociate e sguardo indagatorio. Alex arrossisce fino alla radice dei capelli, mentre tortura l'orlo del lenzuolo.
"Ehm...va bene. Se proprio insisti... - so che muore dalla voglia di raccontarmelo - allora. E' stato bellissimo!!!!!" - Ora comincia a urlare. Tra un po' salterà sul letto.
"Dai, su! Voglio sapere tutto! Okay..forse non proprio tutto tutto"
"Niente...è successo tutto in fretta...eravamo da soli, qui. Stavamo guardando un film, quando lui mi ha infilato una mano sotto il top...e...ci siamo baciati...e...ci siamo spogliati...e...siamo saliti...insomma, questo. In verità l'abbiamo fatto sotto la doccia"
Ohmygod.
Quindi l'hanno fatto senza...
Cristo.
"Avete usato precauzioni...vero?"
"Ehm...io...no" - Sta disegnando dei cerchietti sul materasso. Mi meraviglio di Steve. Cioè. E' sempre così...attento!
"Tanto tu prendi la pillola, giusto?" - Domando, quasi come se fosse una domanda retorica.
Lei scuote la testa. Oh mio Dio. Come sarebbe a dire no??
"L'ho interrotta tre mesi fa"
"Okay. Questo non vuol dire niente. Proprio niente." - Come fa a essere così calma?? Sto andando nel panico io per lei. Sospiro. Bisogna solo aspettare incrociando le dita.
"Ah, dimenticavo! Steve parte" - Aggiunge Lex.
"Cosa?"
"Va in Francia, dalla madre. Resta lì per un po'. Due settimane, mi sembra. Non te l'ha detto?"
"Non ci siamo ancora visti in realtà. Vado a parlargli"
"Dovrebbe essere nello studio. Vai, vai!"
Cioè. La mia migliore amica potrebbe essere incinta e quello se ne va in Francia. Che incoscienti. Okay, sto diventando paranoica. Troppo.
Mi avvio al piano di sotto, e apro piano la porta.
"Hey, nomade, non mi hai detto che partivi!"
"Scusa cucciola, è che l'ho saputo poche ore fa"
"Allora, te ne vai in Francia! La città dell'amourrr!" - Dico, girando su me stessa.
"Eh si! Vado a trovare mia madre, le manco troppo" - E' sorridente, felice. Ha proprio un'aria luminosa. Figli e figlie a parte, sono contentissima per loro. Da quando è successo sono tutti così...spensierati...che bello!
"Lex mi ha detto che stai via due settimane"
"Tre, precisamente. Mi dispiace lasciarvi sole, tesorine mie"
"Porta Alex con te" - Propongo. Non possono separarsi per tre settimane proprio all'inizio della loro storia!
Steve apre la bocca per ribattere, ma è interrotto da Alex che sta scendendo giù per le scale reggendo il mio cellulare.
"Allyyyyyy!! E' Orlando!! Rispondiiii!"
Mi sento avvampare. Succede sempre. Anche se si pronuncia solo il suo nome.
Prendo il cellulare con mani tremanti e premo il pulsante di risposta: "Pronto?"
"Hi, my princess!" - Sorrido. Si è ricordato di me. Ancora una volta. Allora forse fa sul serio.
"Ciao, darling, com'è andata l'intervista?"
"Benissimo, grazie. Tu come stai? Sei tornata sana e salva a casa?"
"Certo, caro. Grazie dell'interessamento" 
"Che fai stasera? Hai qualche impegno?"
"Uhm...devo consultare la mia agenda...sono una donna molto impegnata, io"
Sento che ride. Lo adoro quando ride. Beh, veramente lo adoro sempre. Però...
"Devo prenotare per avere un appuntamento con la donna che mi ha stregato?"
Come mi ha chiamata?
Oh signore.
Non respiro.
Alex sta gesticolando qualcosa, e mi ha piazzato uno specchio davanti. Santo cielo, come sono rossa!!!! Contegno, Allison. Contegno.
"Ehm..eh..io..beh, avevo un altro impegno, ma, dato che sei tu..posso anche annullare" - Dico, con finta aria strafottente
"Oh, grazie, mia signora. Allora, posso passare a prenderti alle otto?"
"Si. Le otto vanno benissimo. Dove andiamo?"
"Sorpresa"
"Come sorpresa?? Dai dimmelo!"
"Non se ne parla. E' una sorpresa"
"Dimmelo! Dai..." - Ribatto con voce quasi piagnucolante
"Non mi sbottono. Fatti trovare pronta per le otto. A dopo, honey"
Ha riattaccato. E io qui come un pesce lesso. Dove mi porta?? Io odio non sapere. Argh!
"Dio, Ally! Sei diventata scarlatta! Gesù, ma cosa ti ha detto?"
"Che l'ho stregato." - Dico, e so già che ho gli occhi a cuoricino.
"Oh! Siamo rovinati" - Dice Steve, coprendosi il viso con le mani, fingendosi terribilmente affranto.
"Ha-ha. Molto divertente"
"Come sei permalosa!! Dai, vieni quiii - mi stringe forte e mi da un bacio sul collo - Allora, dov'è che ti porta questo signorino?"
"Non ne ho la minima idea. Ora il problema è: cosa mi metto??"

Due ore dopo sto ancora scegliendo il vestito.
Alex si è seduta sul letto e, con un block-notes in mano sta scrivendo i vari abbinamenti, Steve sta letteralmente svaligiando ogni armadio presente in questa casa, alla ricerca di vestiti nuovi.
Alla fine ho optato per un abito di raso azzurro, corto, con due micro-spalline praticamente inesistenti, al quale ho abbinato un paio di sandali azzurri, tacco cinque. Comodissimi.
Capelli: ok. Trucco: ok. Vestito: ok. Scarpe: ok. Manca solo Orlando.
Mi sa che stasera vuole fare qualcosa di serio...oh, Dio, non sono pronta. E se me lo chiede? Che faccio? Potrei dire che...
Un clacson interrompe il corso dei miei pensieri. E' lui.
Alex va ad aprire velocemente la porta.
"Che apri a fare? Tanto mi aspetta in auto!" - Dico, aggiustandomi la collana.
"Sei sicura?" - Due mani mi stringono i fianchi, e due labbra si posano sul mio collo.
Indovinate un po' chi è.
Esatto.
E ora sto per sciogliermi.
Forza! Prendete un bicchiere!
"Hmm...era questa la sorpresa? Un'entrata trionfante a casa mia?"
"No, non è questa"
"Accidenti"
Sento le sue labbra piegarsi in un sorriso.
"Sei bellissima"
Devo salvare la situazione. Non posso permettere che resti tutta la serata attaccato a me. Almeno non davanti ai miei amici. 
"Orlando - dico, staccandomi da lui - ti presento i miei migliori amici, Alexis e Steve"
"Molto piacere - stringe la mano ad entrambi - Beh, credo sia ora di andare" - Dice, guardando l'orologio.
Sorrido, annuendo. Saluto i miei friends ed esco fuori.
"Santo cielo!"
Davanti a me, invece della solita Audi, c'è una decappottabile rosso fuoco, con sedili in pelle beige, e tutto quello che può avere una decappotabile. E' meravigliosa.
Lo sapevo, dovevo mettere il vestito rosso.
Pazienza.
"E' questa la sorpresa?"
"Non esattamente"
"Uhm..."
Mi apre la portiera.
"Hey, avevi detto che non lo avresti fatto più! - faccio una pausa, per pensare - Ho capito! E' questa la sorpresa!" - Dico, puntandogli il dito
"No!" - Risponde, ridendo.
D'accordo. Soffermiamoci su qualcos'altro. Oh, non vi ho ancora detto com'è vestito.
Allora: camicia nera, nerissima, liscissima e stiratissima. E purissima e levissima, già che ci siamo. Jeans scuri, scarpe nere. Capelli legati in un favoloso codino e tenuti perfettamente lisci dal gel, stile: sto suonando il bongo (*)
Sta una favola. Vi lascio immaginare.
Ovviamente lascia una scia di dopobarba/profumo incredibile. Non faccio altro che sniffare tutto il tempo.
Più camminiamo più mi rendo conto di non conoscere esattamente a memoria questa città. Anzi, non la conosco per niente. Cioè, dove cavolo stiamo andando? Sono sempre stata una frana, io. Con le strade, con l'orientamento, con le auto. Gesù. Mi domando come ho fatto a prendere la patente.
"Sei silenziosa, stasera" - La calda voce di Orlando interrompe i miei pensieri.
"Io? No...mi ero solo ripromessa di non torturarti più chiedendoti dove siamo diretti, tutto qua" - Rispondo, con un sorriso.
Lui sorride a sua volta, rassicurandomi: "Tra un po' lo scoprirai, non disperare. - svolta a destra - Eccoci qui, siamo arrivati"
Dove siamo?
C'è un capanno. Alzo lentamente il sopracciglio destro, fino a farlo arrivare all'attaccatura dei capelli. Soffoco una risata. Che ha intenzione di fare? Portarmi in un capanno e fare l'amore tra paglia, fieno e un asinello? Hmm...non era così che immaginavo la nostra prima volta. Non con la puzza di mucca che mi invade le narici.
Lo guardo, sospettosa. Lui sorride. Ma, invece di ridere, perchè non mi spiega cosa ci facciamo qui?
Una musica mi riporta bruscamente alla realtà. Sulle porte del capanno compare la scritta: "Il backstage dei backstage: quello che non dovresti mai vedere di Orlando Bloom"
Mi volto indietro, e la luce di un proiettore per poco non mi acceca. Ha allestito un "drive-in", tutto per noi. Niente mucche, niente paglia.
Non riesco a trattenere una risata. Tutto ciò è completamente surreale.
Mi volto verso Orlando, che ride, e mi passa i popcorn.
"E' una raccolta di tutti gli errori più esilaranti della mia carriera. Ho deciso che dovevi vederli, prima di..."
La musica di Pirati Dei Caraibi lo interrompe, e mi volto verso lo schermo.
Due secondi dopo la mia mente realizza ciò che ha appena detto. O meglio, ciò che stava per dire. Prima di...cosa?
Dio, devo saperlo. Lo guardo di sottecchi e lo vedo tutto concentrato a mangiare i popcorn. Vabbè, me lo dirà dopo.

E' più di un'ora e mezza che sto ridendo. Ho le lacrime agli occhi e un gran mal di pancia. Gesù, questo dvd è meraviglioso!
Orlando ride insieme a me, e talvolta vedo che si copre il viso con le mani, segno di profondo imbarazzo.
La prima volta che l'ha fatto è stato quando, nei panni di Legolas, si è visto bestemmiare contro le lenti a contatto azzurre, che non riusciva a togliere, rischiando di staccarsi la retina. E poi orecchie elfiche che cadevano, cadute da cavallo, frecce che tornavano indietro stile boomerang, per non parlare degli errori fatti sul set di POTC. Pernacchie, gestacci e chi più ne ha più ne metta. E poi Johnny Depp che ride come un pazzo, e Orlando che lo segue a ruota. E ovviamente anche io li seguo a ruota.
Temo che da un momento all'altro la mia mascella mi abbandonerà. Mi fa un male cane. Ormai sto piangendo a dirotto, mentre mi mantengo la pancia.
Orlando non è che sta meglio. Giustamente, ricordando gli episodi, comincia a ridere, e non vi dico quanto è cucciolo quando ride. Quando getta la testa all'indietro, mettendosi una mano sulla fronte...e quando mi guarda e mi asciuga le lacrime.
Ora ha steso i sedili, mi ha fatto stendere e mi ha fatto poggiare la testa sul suo petto, rivolta verso di lui. Mmm...beatitudine somma!
Il battito del suo cuore mi fa da ninna-nanna, e la brezza leggera che soffia lentamente mi chiude gli occhi. Devo restare sveglia. Devo.
Mi accorgo che il dvd è finito. La luce del proiettore si affievolisce. Ed è tutto buio.
La mano di Orlando mi accarezza dolcemente una guancia, poi scende, e si fa strada sulla mia gamba, alzandomi leggermente il vestito.
Mi mordo il labbro. Avverto dei brividi di piacere quando le sue labbra si avvicinano alle mie, schiudendole, e mi bacia.
Dopo qualche secondo lo sento sopra di me. E' tutto buio, ma la luce della luna è abbastanza forte da permettermi di vedere gli occhi della persona di cui mi sono innamorata.
Si.
Sono innamorata.
Stavolta per davvero.
Quello che sento quando mi è vicino, quello che sento quando mi prende la mano, quello che sento quando pronuncia il mio nome. Niente a che vedere con la normalità.
Una cosa mai provata prima. E ora ne dovrò provare un'altra. Ho paura.
Perchè ho paura? Sento di essere tesa, inesperta, indifesa. Non mi era mai capitato prima.
Forse perchè prima non abbiamo mai fatto sul serio. Non siamo mai andati oltre. E adesso...
Inspira, espira. Inspira, espira.
Ora. Le opzioni sono 4.
Opzione 1: Dirglielo.
"Sai, Orlando, sono vergine. E sto morendo di paura"
Macchè. Stiamo scherzando.
Opzione 2: Fare finta di niente.
Hmm...questa potrebbe essere una buona idea. Ma sarà un'impresa.
Opzione 3: Improvvisare una fortissima emicrania e farsi riaccompagnare a casa.
No. Non se ne parla.
Opzione 4: Scappare.
Come sopra.

Credo che sceglierò la 2.
E così, mentre nella mia mente rimbomba la parola "rilassati", mi ritrovo a sbottonare la camicia di Orlando, e a farla volare da qualche parte. Lo attiro a me e lo bacio. Sento che mi sto sciogliendo, un po'. Beh, non proprio.
Mi abbassa le spalline del vestito, fino a sfilarmele, e prende a baciarmi il collo, le spalle, i seni. Sento che sto per morire.
Cioè, ora come ora può farmi tutto quello che vuole.
Sono completamente succube. Riesco a malapena a capire cosa sta succedendo.
Gli passo le dita sul petto, sfiorandolo appena, mentre provo piacere a baciargli il collo, e sento che soffoca un gemito. Lui alza pericolosamente l'orlo del vestito, arrivando all'inguine. Sfila il vestito. Sono quasi nuda.
Il mio cuore comincia a battere forte, e il sangue mi pulsa nelle orecchie. E se sento dolore? Mi accorgo dopo qualche secondo si aver praticamente conficcato le unghie nelle spalle di Orlando. Vabbè, non esageriamo. Diciamo che lo sto stringendo un po' troppo.
E credo proprio che abbia capito. Si ferma. Mi accarezza il viso, e so già che sta per pronunciare la classica frase "Se non sei pronta posso anche aspettare". Al diavolo, io sono pronta. Ma ho paura.
"Okay, la mia copertura è saltata. Ora, prima che tu dica qualsiasi cosa, voglio dirti che sono pronta. Non ho mai desiderato una cosa così tanto prima d'ora. Ho solo..." - Cavolo, non riesco a dirlo.
"Non preoccuparti - sussurra lui - chiudi gli occhi, fai un bel respiro, e se senti dolore dimmelo. Mi fermo immediatamente. Okay?"
"Si"
Adesso è tutta un'altra cosa. Non ho più paura. Mi sento...protetta. Quindi, un consiglio a tutte le vergini qui presenti: scegliete sempre l'opzione 1.
Mi sfila gli slip, e io lo aiuto a sfilarsi i jeans. E' un po' difficile, in auto. Comincia a darmi piccoli bacetti sul ventre, e io muoio di piacere. Quante volte ho sognato questo momento.
Affondo le mani nei suoi capelli, liberandoli del codino, e nonostante il gel, ci riesco facilmente. Poi avvicina nuovamente le sue labbra alle mie, e io chiudo automaticamente gli occhi. Okay, ci siamo.
Entra lentamente, e mi tiene la mano, permettendomi di stringerla. E credo proprio di avergliela rotta, la mano, da come l'ho stretta forte.
Un dolore forte mi riempie il ventre, e, con orrore mi accorgo di avere le lacrime agli occhi. Respiro affannosamente, stringendogli la mano.
"Ce la fai? Mi fermo?"
Ormai sono in ballo, e balliamo. Fermarsi non vuol dire attenuare il dolore.
"No, vai" - Ho la voce strozzata. Non credevo fosse così terribile, cavolo.
Dopo qualche minuto riesco finalmente a rilassarmi, e il dolore sembra quasi sparito. Al suo posto lunghi brividi di piacere mi attraversano da capo a piedi. Gli circondo la vita con le gambe, permettendogli di entrare in profondità. E credo proprio di aver fatto la cosa giusta.
In pochi minuti raggiungiamo entrambi il piacere. E sfinito, Orlando si accascia su di me. Pesa un po', ma non importa. Ormai non riesco a concentrarmi su una cosa sola, dico una. La mia mente non ci riesce proprio.
Tutto sommato, devo dire che è andato benissimo.

***

Nelle due settimane seguenti niente può cambiare il mio stato d'animo.
Veleggio al lavoro su una nuvola, e fluttuo a tre metri da terra verso casa. E ho un sorriso che mi parte da un orecchio e mi arriva all'altro ventiquattr'ore su ventiquattro.
E' come se fossi avvolta da una bolla di sapone, o una campana di vetro.
Niente mi tocca, niente mi infastidisce. Nemmeno Alicia.
Il bello è che loro sanno.
E il bello è che, tra i miliardi di ragazze che esistono su questa terra, lui ha scelto me. Me. Allison Murdock.
Io.
Me. 
Me stessa.
Da quella sera io e Orlando ci siamo visti praticamente ogni giorno. Potete immaginare la maggior parte delle volte cosa abbiamo fatto. Ma..non è questo. E' lui. E' il modo in cui mi sorride dopo aver fatto l'amore. E' il modo in cui mi porge il cappuccino alla vaniglia al mattino. E' il modo in cui mi dice "Sei bellissima" anche se ho il trucco sciolto e sembro un panda.
Ed è il modo in cui adesso mi sta mordicchiando il collo, mentre parlo al cellulare con Alex, che alla fine, è andata in Francia con Steve.
Ed è il modo in cui ha deciso di restare a casa mia queste tre settimane, ed è il modo in cui tutte le mattine mi accompagna al lavoro, e mi viene a prendere sotto gli occhi stupiti di tutti.

E ora ditemi: E' o non è il paradiso?


(*) Allusione a un video. Questo: http://www.youtube.com/watch?v=lxjbI4lDtcI
Il look "completo" a cui mi riferisco, che è quello che preferisco, è questo: http://www.youtube.com/watch?v=aOko-cT6QdI


Ecco il nuovo chappy. Chiedo perdono per il ritardo, e per gli eventuali errori. Non l'ho nemmeno riletta. xDxD
Questo capitolo è ispirato a un episodio di "Gilmore Girls", uno degli ultimi, dove Christopher portava Lorelai a vedere un film (Casablanca, se non sbaglio ??) davanti a una specie di capanno...diciamo che qui è un tantino diverso...sia il "film" che vedono, sia il dopo-serata.
Tornando a noi...Che fatica scrivere questo capitolo! All'inizio non volevo "addentrarmi" nella descrizione del fattaccio, ma alla fine l'ho fatto, e non è venuto un granchè. Diciamo che non ho descritto proprio tutti i particolari, anche perchè non sono brava in questo genere di racconti. Ecco.
Devo alzarlo il rating? Ditemi voi.
E ora, un ringraziamento alle mie specialissime e fedelissime commentatrici: Bebe, michi, Cecy, Marty e Ireth. Vi adoro.

Bebe: Avercene di tipi così...hai ragione! Completamente e assolutissimamente ragione. Eccoti servito un altro chap di quelli "teneri". Baci!

michi88: Mia sorella sta bene, grazie. E' tornata più peste del normale. Merito del cortisone, anche. Grazie per i complimenti. *Arrossisce in maniera disumana* Non li merito. Kisssss!

Cecy_sbavosa: Muahuahaua. Bellissimo nick. La sister tutto ok.
"
Quest'uomo è in grado di scatenare tempeste ormonali degne di un uragano soltanto sorridendo." Dio, quanto hai ragione.

L'oca antipatica è Alicia. E non preoccuparti, anche io ne ho fatti di casini tra Rachel e Meg...e non solo ^^''
Sono davvero contenta che tu abbia incontrato Leonardo. Un mito, per essere tale, non dev'essere per forza chissà chi...quindi, se per te lui rappresenta tanto, non posso che essere felice per te. E se ridi come una scema da un giorno, figuriamoci cosa farai se incontri Orlando. xDxD Il tuo commento lunghissimo mi ha fatto più che piacere. E' sempre un piacere leggere i tuoi sproloqui, come ti ho già detto. E non finirò mai di ripeterlo.
Baciottoliiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, al prossimo chappoh!

Marty: E' incredibile quanto ci si possa immedesimare in una storia. E quanto si possa godere leggendo che Alicia ha avuto il ben servito. Anche io, mentre scrivevo, ghignavo soddisfatta. Pensa.
Orlando è...hot as a hell. Come diceva giustamente la Raffy. Non c'è altro modo. Più ci penso più l'uragano Katrina si fa strada fra i miei ormoni.
Quando continui la ficcy? Aspetto tue newsss, baciiiii!

Ireth: Mia cara, come stai? Alicia la polipona è s-t-u-p-e-n-d-o! Devo ricordarmi di usarlo. xDxD Aggiorna presto anche tu, tesorina. E grazie per i complimenti. Kissesssssss

Colgo l'occasione per ringraziarvi dei commenti lasciati a "Underground".
Davvero, mi avete commossa.
Io non merito tutti quei complimenti...e poi, Cecy, tu scrivi benissimo.
Un bacione a Sysia! La tua recensione mi ha fatto davvero piacere! E grazie mille per i complimenti.
Riguardo alla fic, non so se continuarla...magari ci penso una volta terminata questa. Per ora la lascio così, lasciando immaginare un seguito a voi. E se magari avete qualche idea, proponete pure. :)

Al prossimo aggiornamento!

Baciottoli (come dico io xD),
Sara

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Capitolo 9
*** Past (Parte 1) ***


Chap 9
Capitolo nove
Past (Parte 1)
Quando il passato è troppo difficile da sostenere


Mmmmm. Beatitudine somma.
Comodamente sdraiata nel mio letto.
Appena coperta dal lenzuolo.
Un petto scolpito mi sfiora la schiena.
Dio, questa si che è vita.
Potrei restare così per il resto della mia (in)utile esistenza.
La notte scorsa è stata decisamente...assolutamente...mmmm.
Una calda sensazione mi invade il ventre, solo a pensarci.
Allungo le braccia, mi stiracchio un po', e le lascio ricadere sui cinquanta cuscini rosso fuoco che fanno bella comparsa sul mio letto. Okay. Non cinquanta, ma....
Oh..qualcuno si sta svegliando. Una cascata di riccioli castani mi solleticano le spalle. Mi volto.
"Buongiorno, amore!" - Dico, tutta pimpante.
Lui sorride.
Ghghgh. Dovreste vederlo, tutto stropicciato. Ha ancora il segno del cuscino scolpito in faccia. E il naso tutto arricciato, mentre si strofina gli occhi. Un cucciolo indifeso.
Il mio cucciolo indifeso. Il mio Topo. Il mio Fagiolino. Lo so, sono pazza. Li trovo tutti io questi soprannomi.
"Dormito bene?" - Chiedo, baciandolo.
"Meravigliosamente"
Mi bacia. Le nostre lingue si scontrano con dolcezza. Mi sfiora il ventre, il collo, le spalle.
Pochi secondi dopo è già sopra di me. Percorro la sua schiena con un dito, accarezzando più volte la lunga cicatrice, che mi ispira un gran moto di compassione.
Affondo le dita nei riccioli ribelli, le nostre lingue non sono più dolci ormai.
Lo voglio. Dio, quanto lo voglio.
Inverto le parti. Lui asseconda i miei movimenti, tenendomi i fianchi con le mani.
Pupille dilatate, labbra socchiuse, occhi lucidi.
Gemiti che si intrecciano, riempendo la stanza.
Mi lascio cadere di fianco a lui. Il cuore che scoppia in petto.
Dio, quest'uomo è una droga.
Non riesco a dire niente. Trovo la forza per appoggiarmi sul petto di Orlando, e sento il suo cuore battere all'impazzata. Respiro profondamente.
Cristo, che dolore alle gambe.
Ieri l'abbiamo fatto più o meno centoquindici volte, e dire che sono stremata è poco.
Però lo rifarei. Ovvio.
L'improvviso squillo del telefono ci fa sussultare, e non so come trovo la forza di allungare il braccio e agguantare il cordless.
"Pronto?" - Uno sbadiglio mi invade la faccia.
"COME STA LA MIA DAREDEVIL PREFERITA??" - Allontano il telefono dall'orecchio.
Stupido, stupido, stupido Steve. Ho una voglia matta di riattaccare, ma mi trattengo.
Oggi dovrebbero prendere l'aereo per tornare. Avrà chiamato per avvisarmi.
"Mi hai atrofizzato un orecchio, porca troia. Cos'è tutta questa voglia di urlare di prima mattina?"
"Accidenti! Sei più acida di uno yogurt scaduto! Cos'è, Mr Bloom non ti concede più l'onore del suo pistolino?"
"Stronzo"
"Ninfomane"
"Non è vero!"
"Si che lo è"
"Niente affatto"
"Ah, certo.."
"Steve!!"
"Ninfy!!"
"Ninfy??"
Argh! Quanto lo odio!
"Dov'è Alex?"
"Mh..da qualche parte sotto il lenzuolo"
"Ah, poi sarei io la ninfy! Sempre a tubare voi due"
"Eh, che vuoi. E' la vita"
"Animale"
"Su, che aspetti, diglielo!!" - Sento una voce in lontananza, nel telefono. E' Alex.
"Dirmi cosa?" - Chiedo, incuriosita.
"Mah...niente di che...non è così import..."
"Restiamo altre tre settimane!!" - Alex ha preso il sopravvento. Mi ci vuole qualche secondo prima di realizzare.
"Cosa??"
"Siiiii! E senti un po', la madre di Steve ci ha concesso il suo jet privato..."
Eh si. La madre di Steve è una miliardaria.
"...che verrà a prendervi tra circa...4 ore! Buon viaggio!"
Cosa?
Cosa?
Ho sentito bene? Deglutisco. Il telefono mi sfugge di mano, rimbalzando sul letto.
"Hai intenzione di restare così ancora per molto? C'è qualche valigia che ci aspetta, nel caso non l'avessi notato"
Orlando? Che ne sa Orl...
"Brutto impostore traditore! Tu lo sapevi!"
Annuisce, ridendo. Poi si avvia in bagno. Nudo.
Dio, che glutei.
Sospiro.
Guardo l'orologio. Fra quattro ore sarò in Francia. Con i miei migliori amici. Con Orlando.
Io..io sono così felice. Sconvolta, ma felice.

"Hai fatto il caffè?" - Dice Orlando, mettendo fuori la testa dalla porta del bagno. E' coperto solo da un minuscolo asciugamano. Ha le spalle ancora bagnate.

Quanto sono sexy le sue spalle.
Beh, lui è tutto sexy. 
"Sei ancora a letto! Pigrona!"
"Si. Si, ora mi alzo. Un minutino soltanto"
"Li conosco i tuoi minutini. E anche i tuoi 'minutini soltanto'"
"OB, ma quanto sei pesante!" - Lo canzono, fintamente esasperata.
"Eh, lo so. La verità fa male" - Ribatte, annuendo con aria grave.
"Ahhhh"
Mi alzo, avvolgendomi alla bene e meglio nel sottile lenzuolo rosso. Ho ancora un po' di soggezione, accanto a lui. Credo che non mi passerà mai.
Lui invece. Puah. Non sa nemmeno cosa significhi la parola 'pudore'. Secondo me non sa nemmeno che esiste. Il che è un bene però, per il lavoro che fa.
Mi infilo lentamente nella doccia, che odora ancora di lui.
#Bruci la cittàààà...e crolli il grattacielo...rimani tu da solooo...nudo sul mio letto#
Adoro le canzoni italiane. Adoro cantare in italiano. Sono tutta strana io.
Esco lentamente, rabbrividendo.
Mi avvolgo nell'accappatoio morbido, e mi avvio in cucina.
Un'aroma di caffè riempie tutta la casa. Sorrido.
Arrivo in cucina, ma non c'è nessuno.
Dov'è finito il mio Tartufino Gianduiotto? (Ok la smetto XD. NdA)
Sento delle voci provenire dal soggiorno. Inclusa una voce di donna.
Mi stringo nell'accappatoio e mi avvicino. Vedo Orlando parlare con una ragazza, alla porta. Lo sta abbracciando. Sospiro forte. Chi è quella? Perchè gli sta dando degli schiaffetti sulla spalla? Perchè si sta prendendo tutta quella confidenza?
Mi schiarisco la gola, e finalmente Orlando si accorge di me.
"Ah, amore, voglio presentarti la mia super assistente, Kelly. Kelly, questa è Allison"
Mi avvicino a lei e le stringo la mano, sforzandomi di sorridere.
Certo. Bella ragazza. Alta, lunghi capelli rosso fuoco. Fisico a dir poco perfetto. Chissà quante volte si è infilata nel letto di Orlando. La super assistente.
Lei è la super assistente. E io? Io sono Allison. Non Allison 'la mia ragazza', ma Allison e basta. Non Allison 'la ragazza con cui sto uscendo', ma Allison e basta.
Sento un nodo cominciare a formarsi all'altezza dello stomaco. Respiro affannosamente.
"Orlando non mi aveva mai parlato di te, prima" - Dice lei, con una faccia di bronzo ineguagliabile.
Stupida stronza.
"In realtà è da poco che ci frequentiamo" - Ribatto io, decisa.
"Qualche mese, giusto? - io annuisco - Proprio come con me..."
Cosa? Cosa ha detto?
"Si..siamo stati insieme per...quattro mesi?" - Domanda, rivolta a Orlando.
Lui pare piuttosto impacciato, e fa spallucce.
"Ma so bene di non essere stata l'amore della sua vita" - Continua, Kelly.
Io faccio una risatina modesta, tranquillizzandomi.
"Era Kate Bosworth" - Aggiunge, annuendo. 
Il mio petto va su e giù velocemente. Calma, Ally. Calma.
"E ora ci sei tu... - inclina la testa di lato, scrutandomi - beh, io devo andare. Ero venuta solo a portare le valigie ad Orlie! - lo abbraccia di nuovo - Fa buon viaggio, tesorino, e non lasciarti distrarre troppo lì!! Hai un lavoro, darling, e un'assistente che ti ha già programmato i prossimi tre mesi! Devo scappare, eh! Ci vediamo Orlie caro! Ciao, Madison!"
"Allison" - Rispondo, secca.
"Oh, si, Allison. Ciao, cara. Orlie, non è che mi apriresti il cancello?" - Orlando annuisce, poi la segue, dopo avermi guardato con aria dispiaciuta (se così si può dire) per qualche secondo.
Lo sa benissimo che c'è il pulsante.
Lo sa benissimo che il cancello si può aprire da qui.
Lo sa benissimo che lei lo sa.
E lei, era venuta a portare le valigie a Orlie. ORLIE.
E ORLIE non deve lasciarsi distrarre.
IO sono solo una scomoda distrazione.
Invece Kate no.
Kate era la donna perfetta.
Kate è quella giusta.
Sento le lacrime premere per uscire.
Corro velocemente in bagno e chiudo la porta. Mi appoggio al lavandino, e guardo il mio riflesso allo specchio.
Due lacrime scendono veloci disegnando il contorno della mia guancia.
Perchè non l'ha interrotta?
Perchè non mi ha tranquillizzata?
Perchè non mi ha detto che Kate è acqua passata?
Perchè non mi ha presentata come la sua ragazza?
Perchè ha accompagnato Kelly fuori?

Era tutto troppo bello per essere vero.




Et voilà. Nono capitolo. In ritardo. EFP non fungeva. Scusate.
Allora. Questo dovrebbe essere un unico capitolo. Però l'ho diviso. Per lasciare un po' di suspence. xDxD
Perciò, sono due mini-capitoli. Ma proprio mini. Uno più mini dell'altro. Però ho preferito lasciarli così.

E così, le ex tornano a galla.
Il passato torna a galla.
E Ally, non riesce a sostenerlo.
Che succederà now?
Eheh. ^^

Recensioniiiiiiiiiiiiiiiiiiii:

cecy_occhioni luccicanti: Mon amour, ciao. Grazie, grazie, grazieeeeeeeeeeeeeeeee. Ti lovvo. Com'è andata con Kant? Sei sopravvissuta? Spero di si! Come farei senza la Cecy?? Nuovo chappo, un mini-chappo. Che ne pensi? Fammi sapè. Stavolta non abbiamo aggiornato insieme ç_ç Babbè. Sarà per la prossima volta. Bacioniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!

michi88: I tuoi sproloqui non mi annoiano per niente. Ma proprio per niente. Grazie 1000 per i complimenti. Mi commuovo ogni volta che li leggo. E inizio a ridere come una stupida. Sono davvero felice che questo delirio (perchè è proprio un delirio) vi piaccia. Un bacio enorme.

bebe: Grazie anche a te. A proposito, quand'è che ci delizi con un'altra storia? Adoro il tuo modo di scrivere. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto.

Ireth: La tua recensione mi ha fatto morir dal ridere. xDxD. Grazie x i consigli e x i complimenti. Ti adorooooooooo. Eh si, Orli che suona il bongo praticamente sdraiato su quel povero strumento è grandioso. Ghghgh. Ti lascio. Un baciooo.

Marty: Ciao, cara. Anche io ti amo. Lo sai. Hai vistooo come vi faccio vivere questa storia!! Sono felice. E grata. E commossa. E basta ora la smetto se no piango. Ti lovvo tanto. Baci.

gloria85: Thank you. E benvenuta. Kiss.

Grazie a tutti. Ogni volta che leggo le vostre recensioni un sorriso commosso e pieno di gratitudine riempie il mio viso. Ma come sono poetica oggi. xDxD

Un bacio extra-large,
Sara









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Capitolo 10
*** Past (Parte 2) ***


Chap 10
Capitolo dieci
Past (Parte 2)
Quando riesci a sostenere il passato. Per ora.




Era tutto troppo bello per essere vero.
Lui, il grande divo di Hollywood.
Lui, a cui ho dato la cosa più importante e preziosa che possedevo.
Lui, di cui mi sono innamorata.
Lui, che amo.

Dovevo aspettarmelo.
Ma..
E' successo tutto così in fretta.
L'auto, l'intervista, la cena, il drive-in...
Logico, che lo faceva solo per divertirsi.
Una bambola usa e getta. Ecco cosa sono.
Prima o poi mi avrebbe scaricata.
Cieca. Stupida.
Non siamo nel mondo dei sogni, Allison. Lo sai, vero??
Che ci fa Orlando Bloom in casa tua?
Che ci fa Orlando Bloom nel tuo letto?
Che ci fa Orlando Bloom nella tua vita?
Appunto.
E' totalmente impossibile. Matematicamente assurdo.
Eppure..

"Ally? Dove sei amore?"
Sono qui.
A piangere per te.
Per noi.
Noi.
C'è un noi? A questo punto non ne sono sicura.
"Honey? Sei qui den.." - Orlando apre la porta, e mi vede, seduta con le spalle al muro. Gli occhi rossi. Chissà in che stato pietoso sono.
"Allison che è successo? Ti senti bene??" - Si è precipitato per terra, e ora mi tiene il viso tra le mani.
Cosa devo rispondergli? Non riesco a fingere.
Scuoto la testa, in segno di negazione.
"Cosa è... - si blocca, come per pensare - Kelly? E' per quello che ha detto quella stupida smorfiosa?"
"Stupida smorfiosa? Non era la tua super assistente??" - Cavolo. Troppo ironica.
Orlando si passa una mano sul viso. Si siede accanto a me, mi stringe la mano.
"Scusa...non so nemmeno perchè l'ho chiamata così...se ti senti minacciata da lei, io..."
"Minacciata? Non mi sento minacciata da lei"
Beh.
Forse un po'.
"Mi sento minacciata da te. Orlando, io non sono più sicura di niente...lei che non sapeva di me...poi la faccenda di Kate...io...non so cosa ci faccio con te. Forse ha ragione lei, sono una distrazione. Ti fa solo male essere la tua..."
Mi blocco. Cosa sono io? Niente.
"Ti fa solo male...stare con me. Un passatempo. Un passatempo che ti danneggia, ecco cosa sono"
Orlando mi guarda con gli occhi sbarrati. Lo sapevo. Ho fatto centro.
Non sa cosa dire.
"Sei impazzita? Ma lo senti quello che dici??"
Mmm. Okay. Forse non ho fatto centro.
Orlando si mette di fronte a me, in ginocchio. Vedo completamente appannato.
Alzo gli occhi al cielo, per far defluire un po' le lacrime.
"Sentimi bene, Signorina Allison. Sei la cosa più bella che mi sia capitata in questa stupida vita fatta di birra, sesso e bungee jumping.."
Sto per ridergli in faccia. Non l'ho mai visto così serio, credetemi.
"...lascia perdere quello che ha detto quella inutile polipona rossa, mi hai capito? E' solo gelosa. Gelosa di non essere alla tua altezza. Gelosa di non essere bella, intelligente, ironica, dolcissima e sincera come te. E' solo una stupida stronza dai capelli rossi. Capito? Anzi, sai che ti dico, la licenzio, ecco.."
Cosa sta facendo? Oh Dio. Ha preso il cellulare e sta digitando qualcosa...
"Pronto, Kelly? Si, sei licenziata"
Sbatto le palpebre, totalmente incredula.
Sento il rossore aumentare gradualmente sulel guancie. Mi schiarisco appena la voce.
Terra, aprimi e inghiottiscimi. Mi sento tremendamente in imbarazzo.
"Scusa.. - una voce piccola piccola si fa strada nella mia gola - io non so cosa mi è preso...io.."
Orlando mi poggia un dito sulle labbra. "E' stata colpa mia. Ho sbagliato a non dimostrarti prima quanto ci tengo a te. Scusa se non te l'ho detto ancora, ma credo di esserci arrivato solo adesso..."
Lo guardo interogativa.
"Ti amo, Allison Murdock"
Devo lavarmi bene le orecchie la mattina.
Ho sentito bene?
Avete sentito anche voi?
"Puoi...puoi ripeterlo per favore?"
Ride appena e mi attira a sè, stringendomi forte.
"Ti amo. Tantissimo"
Sento le lacrime affiorare nuovamente, ma questa volta non possono che essere lacrime di gioia.
Così rido, comincio a ridere. Fra le lacrime.
"Perchè ridi?? Non mi ami, vero??"
"Ma certo che si, tarallo che non sei altro!"
E così, tra una risata e una lacrima, facciamo l'amore.
Sul pavimento gelido.
Sulle mattonelle rosa antico.
Insieme a noi, quel sentimento così unico, così passionale, così puro.
Che cinque lettere non possono assolutamente spiegare.
Amore.


Capitolo praticamente insignificante, lo so. 

Abbiate misericordia.
Mi è parso bene di concluderli così, entrambi.

*Tossisce*

Tutto è finito bene, a quanto pare.
Assistente licenziata. ^^ Ma non tirate sospiri di sollievo. (Lo so. Sono arcigna, cinica e perfida. E' il mostro che è in me, che ogni tanto esce a prendere una boccata d'aria.)
Ora non ho la più pallida idea di come continuare, ma vedrete che qualcosa mi salterà in mente. Abbiate fede.
Stamattina parlo come una suora. Non fateci caso.
Comunque.
Voi non sapete quanto vi adori. Come farei senza di voi? Senza le vostre recensioni?

*Manda un bacio virtuale a tutti quelli che recensiscono*
*E anche un abbraccio, già che ci siamo*


bebeAUGURI e COMPLIMENTI per la laurea!!!!!!! *Applauso*
In cosa ti sei laureata?

Hai visto, Orlando l'impavido ha licenziato l'impicciona. Non l'ho mai visto così risoluto.
Vedrai che l'ispirazione per una futura ff ti arriverà sicuramente. E improvvisamente. 
Non vedo l'ora. ^^ Un bacio!

Alexiel Mihawk: Benvenuta! Sono davvero contenta che Allison ti abbia dato una buona impressione, tutto sommato. E che la storia ti piaccia. Grazie. Mi rendete molto happy. ^^ Un bacio grande!

Chiara: Si. Io dico di non saper scrivere bene. Cioè, che ha il mio modo di scrivere di così speciale? O.O Però sono felice che vi piaccia ^^. Grazie per i complimenti. Glassie *arrossisce*. Vi adorooooooh!

Cecy: Il capitolo l'avevo finito già ^^ Poi ieri sono stata un po' male...beh, veramente molto male e quindi nn ho aggiornato. Riguardo a Kant, sono assolutamente d'accordo.
Non che lo conosca, ma in generale tutta questa gente che piomba nelle nostre (stressate) vite da un passato oscuro e ignoto non la sopporto proprio.
Quindi, se mai dovessi decidere di fare un salto nel remoto passato chiamami. Facciamo un po' di strage.
Anche io non sopporto Kelly, credimi. Ma ha voluto fare per forza la sua comparsa in questa storia e io non ho potuto dire di no. Eh.
Sono d'accordo. Facciamo incontrare le pazze. ^___^ Senza Orlando però. Altrimenti sono fuochi d'artificio! Anzi. Bombe atomiche, direi.
Alla prossima, tessora, e ancora glassie x i compliments! Ti lovvoooooooo

Marty: Sei viva? Tutto ok? Non vorrei che 'sti due cristiani ti dovessero tenere sulla coscienza. Eh no. Lindsay Lohan, muahuahua. Ottimo, ottimo paragone, mia cara. L'Orlando ignudo l'ho dovuto mettere per forza. E credo che lo metterò ancora. *Ghigno* E tu? Quando continui?? Bacio grandeeeeeeeeeeeeeeeeee

michi88: Anche a me è venuto il magone *sigh* E una rabbia isterica quando quel tarallone di Orlando non ha fatto niente. Come sono contenta di riuscire a farvi immedesimare nella storia ^^ Era questo il mio obiettivo...a quanto pare l'ho raggiunto...Pure io perdonerei Orlando. Sempre e comunque. E' ovvio. Ti lovvo. Kisssss

Ireth: Gli occhialoni della Sig.ra Fletcher! *Si rotola a terra dalle risate* La campagna mi piace! Fondiamo un club. Un partito politico. Un sindacato. Buona idea, tesoro.
La pettola *Si sganascia dalle risate* Tu mi fai morire.
Chiedo il permesso di usare questo termine nei capitoli avvenire! (Ho usato già il 'polipona', devo darti i diritti di autore?)
Orlie. Bleah. Come ho fatto a farglielo dire? Gesù. Che succederà in Francia? Boh. Ci devo pensare...se hai qualche suggerimento io sono qui eh^^ Baciiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii


Vi amoooo. Tutte. Ho un gran mal di testa, quindi ora chiudo. Ecco. (Cosa ce ne frega? NdVoi)
Cavolo. E' più lungo lo spazio dell'autrice che il capitolo stesso. Uff. Sorry.

Un bacio grande grande grande. Tenero come Orlando. Marmoreo come il suo petto. Sodo come il suo culetto.

Al prossimo chappo,
Sara.

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Capitolo 11
*** Parigi (Parte 1) ***


Chap 11
Capitolo undici
Parigi (Parte uno)

"Aspetta, aspetta! Ecco, tira qui. No, no, non lì! Qui!!"
"Spingi un po' di più, Al"
"E come faccio? Perchè non lo fai tu?"
"Perchè no! E aspetta, che mi si incastra la mano!"
"Attenzione!! Rimetti quella dentro!"
"Oh Signore. Qui non la finiamo nemmeno l'anno prossimo"
"Se ci mettessi un po' più d'impegno.."
"Ma dico, qualcosa in meno no?"
"Ma dico, una valigia più grande no??"

Sbuffo. Sono esattamente cinquantacinque minuti che cerchiamo di chiudere la mia valigia.
Io sopra, che spingo. Lui giù, che chiude.
Ma non va.
"Dai, dai ce l'hai quasi fatta!" - Grido, osservandolo mentre cerca di chiudere l'altra metà della zip.
"Mmmh. Ho esaurito le forze. Ho bisogno di un bacio per ricaricarmi" - Dice, allungandosi verso di me.
Alzo gli occhi al cielo, sussurrando ironicamente "Signore, aiutami tu", e gli stampo un bacio sulle labbra sorridenti.  
Dalla maglia di Orlando, scorgo la linea del bicipite, che si esalta mentre sposta l'enorme valigia.
E la sottile vena sul collo morbido, che emerge quando si sforza.
E l'incavo tra la clavicola e la spalla, che si forma quando si abbassa.
Mmm..basta. BASTA. Scaccia via i pensieri impuri, Allison. Non è proprio il caso.
"Fatto!"
"Finalmente!" - Sospiro, esasperata.
Scendo dal letto e osservo la valigia, che sembra tanto uno di quei sandwich mal fatti, e pieni di roba. Quelli straripanti di maionese e ketchup che colano dappertutto.
Bleah.
"Okay. Ora le portiamo in auto"
"Si. Ti aiuto"
Lascio che prenda il sandwich con le sue braccia forti, e lo seguo, tenendo in mano altre due valigie, più il beauty case, che porto sotto il braccio.
Lo raggiungo, camminando malferma sul viottolo di pietre rosse, e osservo il portabagagli già pieno. Ehm. Forse altre due valigie sono un po' troppe.
"E queste da dove saltano fuori?"
"Ehm..sono..vuote"
"Vuote" - Dice, annuendo lentamente.
"Insomma, dovremmo pur comprare qualcosa lì, no?"
"Ne basta una, credimi" - Ribatte, prendendo la più piccola, quella rosa.
Beh. Forse ho un tantino esagerato.

Okay. Siamo pronti. Controllo velocemente di aver preso tutto, poi salgo in auto e inforco gli occhiali.
Orlando mi imita, scomparendo dietro i Ray Ban enormi.
Ed ecco a voi, Orlando Via Col Vento.
Riccioli ribelli, maglia svolazzante, mano sullo sterzo.
Adoro guardarlo mentre guida. Così sicuro di sè. Così forte.
Allunga il braccio e accende la radio.
Le note di "Everything" riempiono allegre l'abitacolo.

"And in this crazy life
 And through these crazy times

 It's you, it's you
 You make me sing

 You're every line
 You're every word
 You're everything"

Orlando mi guarda, cantando, e marcando ogni singola parola del ritornello.
"Non c'è canzone più appropriata, dopo stamattina" - Dice serio, e mi prende la mano.
"Se solo mi fosse venuta in mente. Te l'avrei cantata, giuro" - Continua, guardandomi negli occhi.
"C'è tempo per le serenate, Mr Bloom - ribatto, serena - e guarda avanti, invece di guardare me"
"Scusa, ma non posso farne a meno"
Ruffiano di un Bloom.
Scuoto la testa sorridendo, e approfitto del silenzio per ritoccarmi il trucco.
Non vedo l'ora di arrivare. Dio, quanto mi mancano Alex e Steve.
Ma ci pensate.
Parigi.

Io e Orlando. A Parigi.
Già mi vedo, in uno di quei ristoranti romantici, fasciata in un bellissimo abito da sera, sotto le luci soffuse dai colori tenui, col mio cavaliere in tight, che mi prende la mano, e mi invita a ballare...
"Un penny per i tuoi pensieri" - La voce calda di Orlando mi riporta sulla terra. 
No. Non posso dirglielo. Mi vergogno troppo.
E' un pensiero troppo romantico. Troppo sdolcinato. Troppo Anti-Orlando.
"Pensavo...ad Alex e Steve. Chissà come se la passano" - Rispondo, con l'aria più innocente del mondo.
"Non sai dire bugie. E' inutile che ci provi"
"Oh, ma insomma. Fai finta di credermi almeno una volta!"
"Ti amo"
"Paraculo"
Un grande sorriso gli attraversa il viso, seguito subito da una linguaccia.
Guardo l'orologio. Manca poco. Pochissimo.
Ci siamo.

Mi sento una star. Una principessa. Una regina.
Mano nella mano con Orlando.
Il rumore dei tacchi che rimbomba in tutta la hall.
Uomini che si voltano, ragazze che soffocano gridolini.
Ha! Beccatevi questa!
Orlando Bloom è mio.
Tiè.
Scusate, ma non ho saputo resistere.
Alcuni flash mi colgono impreparata, ma Orlando mi rassicura sorridendo.
Un gruppo di tredicenni si avvicina, con gli occhi pieni di lacrime per l'emozione.
Orlando, disponibilissimo come sempre, firma autografi e posa per le foto.
Quanto è dolce.
Le ragazzine mi guardano, e leggo chiaramente nei loro occhi che preferirebbero vedermi morta.
Lo conosco quello sguardo. Ci sono passata anch'io.
Orlando posa per l'ultima foto, saluta le ragazze, e mi circonda col braccio: "Scappiamo".
Rido appena, scoccandogli un bacio sulle labbra.

Dio, questo jet è fa-vo-lo-so!
Se lo dice anche Orlando Bloom, che viaggia almeno una volta al giorno nelle prime classi delle più importanti compagnie aeree, credetemi, è davvero così.
Mi schianto su una delle enormi poltrone beige, e sospiro, prendendo in mano la prima rivista che mi capita.
Orlando mi sorride, e si siede accanto a me.
"Mr Bloom, Miss Murdock, siete pregati di allacciare le cinture. Si parte"

"Amore? Ehi! Svegliati!"
"Eh?" - Sussulto, cercando di aprire gli occhi.
"Siamo atterrati"
Dio, gli aerei fanno proprio venire sonno.
Mi alzo, incerta, sbadigliando vistosamente.
Orlando ride, e scuote la testa.
"Tu non hai dormito?"
"No"
"E cosa hai fatto?"
"Ti ho guardata dormire"
"Oh, no. - La cosa che odio di più è essere osservata mentre dormo - Ho..ho russato?"
"No - Orlando ride ancora di più - sei stata bravissima, tutta rigida e composta"
Tiro un sospiro di sollievo.
"Toc toc! Si può?"
Mi volto verso l'uscita, e vedo la chioma ribelle di Steve sbucare dal portellone.
Corro verso di lui e gli salto praticamente addosso, stringendolo forte.
"Come stai?? Dov'è Alex??"
"Sono quiii!"
Vengo assalita dalla furia stravolgente di Alex e per poco non perdo l'equilibrio.
Sto per piangere. No, ti prego. Sono proprio patetica.
"Forza venite, vi portiamo a casa!"

Parigi, 16 settembre 2007
"Caro diario,
sono a Parigi!! La madre di Steve, quella santa donna, ci ha prenotato una suite in un albergo a sette stelle. Sette stelle!!
Abbiamo cenato con Steve e Alex, fatto una promenade (hai visto, già mi sto francesizzando!!) e ora ci hanno accompagnato in albergo.
Sto aspettando che il Bronzo di Riace esca dalla doccia. E poi...e poi si vedrà.
Oh. Sta uscendo. L'Orlando di Riace.
Devo andare, my dear.
Sto passando i momenti più belli della mia vita.
Ed è appena cominciato..."


Sono assolutamente insoddisfatta di questo capitolo.
Ci ho messo tre o quattro giorni per scriverlo. Ero proprio bloccata, ferma, senza fantasia...uff. Perdonatemi.
Però, la cosa che spero vi conforterà, è che ho già delle idee per il prossimo chappo.
Idee molto carine. *Ghigna*

Passo alle recensioni, che come al solito, mi riempiono il cuore di giUoia.

michi88: In pole position la michi! Si. Ho qualcosa in serbo per voi. Ma non mi sbottono. Carina la frase eh? ^^ Non so come mi sia venuta. Spero ti sia piaciuto anche questo chap. In caso contrario, non ti biasimo. Baci!!

Cecy: Non so da dove mi escono 'ste frasi. Giuro. Mi è venuta così. Non immaginavo avrebbe avuto tanto successo.
Signorina a modino. Tu. *Si scompiscia dalle risate* *Si riprende*
What happen in Francia? Per ora niente. Questo capitolo è..come dire..di transizione. Il prossimo sarà..romantico. Spero. Si. Può essere.
Spero che il compito di storia sia andato bene.
Un bacio grande grande grande. (Eccetera eccetera..)

bebe: Giurisprudenza! Wow. Complimenti davvero.
Eh si, Allison si era preoccupata per niente. Ma io avrei fatto lo stesso. E poi, almeno lui si è dichiarato. E cosa ancora migliore, dopo un litigio si finisce sempre per fare un po' di..ginnastica artistica. Ehm. ^^ Un bacio!

Ireth: Sosteniamo il culetto sodo. *Si rotola a terra* E' stupendoooooo! Mi fai morire ^^
Ho usato polipona. E vedi che userò anche pettola. Ti devo assumere come vocabolario personale. xDxD Un bacio!

sweetchiara: No. Non ti offendere. Non ci pensare proprio. Non è perchè è rossa che è stronza. Io adoro Annie. Devi credermi. E se potessi, vorrei avere i capelli rossi. Quindi, non soffrire. Ti prego.
Questa storia è un sogno in piena regola. Ma sognare è bello, e fa bene. Quindi, viva sognare.
Continua presto anche tu. Adoro la tua storia. Ed Annie, ovviamente. And her hair. Kissss!

Marty: Mi fa piacere sapere che stai lavorando al chappo. Vedi di fare una cosa veloce. Grazie dei complimenti. ^^ Un super mega kisssssssssso!


Mi era venuta una frase per concludere..ma l'ho dimenticata. *Bestemmia in coreano*
Vabbè.
Sarà per la prossima volta.

Vm1smbidtssxtlv,
Sara.











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Capitolo 12
*** Parigi (Parte 2) ***


Chap 12
Capitolo dodici
Parigi (Parte 2)



Capitolo un pochino sdolcinato. Non so se è uno sdolcinato 'fatto bene', o uno sdolcinato 'da nausea'.
Beh, ora che ci penso non so nemmeno se è sdolcinato per davvero.
Comunque, meglio prevenire che curare.
Quindi, se soffrite di diabete, attenti.

Se non soffrite di diabete, beh, attenti lo stesso.
Non vorrei portarvi sulla coscienza. Eh.
Enjoy! 




< A cosa pensi?> Un Orlando curioso e preoccupato mi accarezza la guancia, specchiandosi nei miei occhi.
Sono stranamente silenziosa, stamattina.
Mi accoccolo di più sistemandomi sulla sua spalla.

O notte beata!
Temo che, essendo com'è di notte,
tutto questo non sia altro che un sogno,
troppo dolce e troppo lusinghiero
per essere fatto di sostanza reale.

Sospiro.
Mai parole furono più appropriate.
Ci penso sempre.
Ogni giorno.
Ogni istante.
Lui è Orlando Bloom.
Non è che stiamo parlando di Mario Rossi, porca miseria.
Cosa mai posso avere io, di tanto speciale, per meritarlo?
L'amore è proprio cieco...

< Penso...che sono davvero fortunata > Sussurro, infine, disegnando dei cerchietti sul suo petto.
Sorride, baciandomi la fronte.
< E io penso che avrei voluto tanto trovarti prima...>
Sentire il suo fiato sulla mia spalla mi fa rabbrividire. O forse sono state le sue parole.
Dentro di me rido.
Rido, felice.
Felice di far parte della sua vita.
Felice di essere amata. E di amare.
L'amore.
Così astratto, eppure così tangibile.
Così candido, e così lussurioso.
Il più complicato dei sentimenti.
L'unica cosa che riesce a farti fuggire da questa stupida terra.
Dalle enormi montagne di paure, insicurezze e problemi, che si ereggono imponenti davanti a te.
L'unica cosa che ti tiene al sicuro.
Al sicuro, in un mondo freddo e cinico.
L'unica cosa che ti riscalda il cuore, quando fuori è buio.
E quando è forte, è sempre capace di farti andare avanti.
E allora, chi se ne frega delle montagne.

Eppure...
Ho paura.
Paura che tutto questo finisca.
Paura di non sentirmi più al sicuro.
Paura di perderlo.

Il cuore mi batte forte, ogni volta che ci penso.
E' passato un mese, dal giorno in cui ci siamo incontrati.
Un mese.
Uno stupido, insignificante mese.
E già non posso fare a meno di lui.
Si può essere così attaccati a una persona?
La si può amare così tanto?
Io ti amo, Orlando.
Più di me stessa.
Non voglio che finisca. Non voglio.
Un'infinità di pensieri mi frullano in testa.
Sento gli occhi riempirsi di lacrime.
< Ti prego non farmi soffrire...> Sussurro. La voce bassa. < Non lasciarmi Orlando, non lasciarmi>
Orlando mi alza quel tanto che basta per potermi guardare negli occhi.
< Oh piccola mia...non pensarlo mai..non ti lascio, non ti lascio>
Le sue labbra si posano sul mio viso dolcemente, mentre continua a ripetermi < Non ti lascio>.
E chissà come mai, Morfeo mi accoglie nuovamente tra le sue braccia.

***

< Porca miseria ma che schifo!> Esclamo, tossendo.
< Ma che roba è?> Orlando allontana da se il liquido scuro sputacchiandone un po' nel tovagliolo.
Questo è il caffè più disgustoso che abbia mai assaggiato!
< Scusi!> Chiamo la cameriera, che si avvicina discretamente.
< Ma un caffè decente no? Ahi! - Orlando mi ha dato un calcio - Ehm..volevo dire..potreste portarci un succo d'arancia?>
La cameriera annuisce e si avvia veloce al bar.
< Ma che cazzo scalci, nè?> Dico, massaggiandomi lo stinco.
< Potevi essere un po' più gentile! Avrà si e no sedici anni quella ragazzina!>
< Dai! Nemmeno se n'è accorta...>
Guardo di sottecchi il bar, sperando di non ritrovarmi la cameriera in lacrime.
Eccola che arriva, con due bicchieroni di liquido arancione, che poggia sul tavolo a testa bassa, per poi congedarsi con un piccolo inchino. 
< L'hai decisamente terrorizzata> Mugugna Orlando con la bocca piena.
< Pensa a mangiare, animale> Ribatto, mentre sfoglio la guida di Parigi.
Lo sento sorseggiare il suo succo, e pulirsi la bocca col tovagliolo.
Mi prende le mani, sorridendo.
< Dove andiamo stamattina, o mio bellissimo Cicerone?>

***

< Signorina, potrebbe smettere di ridere perfavore?>
Mi mordo il labbro. Le guance si gonfiano.
Non ce la faccio. Non ce la faccio.
Orlando inizia a ridere silenziosamente dietro di me.
Cinque secondi dopo ci stiamo rotolando a terra dalle risate.
Mi sa che questo signore si sta innervosendo un pochino.
< Basta, Orlà. Su, facciamo i seri.>
Siamo a Montmartre. Abbiamo visitato il Sacré-Couer, poco fa, e adesso siamo seduti su un minuscolo sgabellino, di fronte ad un anziano signore con un nasone a patata.
Ci sta facendo un ritratto. O almeno dovrebbe.
Il fatto è che 'sto qui c'ha una faccia talmente buffa.
Quando Orlando m'ha sussurrato < Guarda il pelo nell'orecchio> non c'ho visto più.
Vi giuro che non ho mai visto Orlando Bloom ridere di questa maniera.
Si è chinato appoggiando la testa alla mia schiena, e a cominciato a ridere.
Santa polenta. Una roba incredibile.
Il signore ci ha richiamati tre volte, e credo proprio che dovremmo smetterla. Eh si.
Tornati composti, aspettiamo silenziosi che l'artista finisca il suo lavoro.
Qualche tempo dopo, tempo assolutamente interminabile, il pittore esclama < Voilà!> seguito a ruota dal sospiro di sollievo di Orlando.
< Ecco qui. Sono cinquanta euro>
I miei occhi schizzano fuori dalle orbite all'istante.
Orlando deglutisce. Tira fuori una banconota da cento e gliela porge.
< Tenga il resto> Dice, sicuro.
Il nonnetto strabuzza gli occhietti vispi e fa un grande sorriso a .. 6 denti.

Il sole sta tramontando.
Il cielo è di un rosso-violetto particolare.
Bello davvero.
Chiedo a un passante di farci una foto, e pochi secondi dopo ammiro il trentacinquesimo scatto della giornata.
I minuti passano veloci.
Avevo in programma di restare a casa, stasera.
Orlando mi ha fatta cambiare, e mi ha portata al ristorante.
Un ristorante alla ragionevole altezza di centoventicinque metri.
Avete capito, no?
La vista da qui è stupenda.
Parigi illuminata da mille luci differenti.
Stranamente l'altezza non mi fa nessun effetto, stasera.
Abbiamo appena finito di mangiare.
Ho ringraziato il cielo un miliardo di volte per averci fatto trovare un cibo mangiabile.
Osservo la vista dalla grande vetrata, persa nei miei pensieri.
La mano di Orlando sfiora la mia, facendomi voltare.
I miei occhi incontrano i suoi.
Mi sorride, e lo vedo tirar fuori una piccola scatola quadrata, blu scuro.
Okay. Calma.
Non è un anello.
E' troppo grande.
Non può chiedermi di sposarlo.
E' troppo presto.
Magari vuole fare un regalo alla madre. E vuole una consulenza.
Si, sarà così.
Lo guardo, e lui mi incoraggia ad aprirlo con un piccolo cenno del capo.
Prendo in mano la scatola. La apro.
Oh Dio.
Una collana.
Un ciondolo ovale, d'acciaio. Al suo interno un sole, in rilievo su una placca d'oro bianco.
Lo sfioro, con gli occhi che brillano, e noto che la placca è girevole.
Dietro, in corsivo, c'è scritto:

Allison e Orlando
Insieme a Parigi
Ti amo
OB


Mi mordo il labbro, per non piangere.
Con un filo di voce, riesco a dirgli grazie.
Lui si sporge sul piccolo tavolo, e col pollice mi accarezza lo zigomo, aspettando che la lacrima rotoli giù.

Dio, quanto lo amo.
E che importa se si chiama Orlando Bloom.

Cosa c'è in un nome?
Quel che noi chiamiamo col nome di rosa,
anche se lo chiamassimo d'un altro nome,
serberebbe pur sempre lo stesso dolce profumo.
E così Orlando, pur se non fosse chiamato più Orlando,
serberebbe pur sempre quella cara perfezione
ch'egli possiede tuttavia senza quel nome.

Cosa può mai significar la parola "Bloom"?




Deo Gratias.
Finalmente ho partorito.
Credo che odierò questo capitolo per i secoli dei secoli. Amen.
Un ringraziamento speciale alla summer89, ovvero la Cecy, per i consigli e i suggerimenti.
Che volete fa. Il terrore del frustino nel cassetto della scrivania incombe. xDxD
However.
Mi fa un enormissimo piacere continuare a vedere le vostre recensioni.
Rispondo alle mie fedelissime cinque nello spazio sottostante.


bebe: I due piccioncini nella città dell'amore. Eccoli qua, che si scompisciano dalle risate davanti al nonnetto. Felice che questo delirio ti continui a piacere, ti mando un kisssssssss supermegagalattico!

Cecy, mi ammor: I tuoi sermoni. Muahuahuuuuuuuuaaaaa! xDxDxD Mi fanno morire i tuoi sermoni! Ahhhh finalmente mi sono liberata. Questo capitolo mi ha fatto esaurire. E tu ne sai qualcosa. Mo dobbiamo vedè il prossimo. Prrrrrrrrrrrrrrrrrr. Non ho proprio la più pallida idea di cosa scrivere (VIVA LA SINCERITA'). E viva i capitoli di transizione! Questa storia è tutta di transizione... ma transizione di che poi? Boh. Prega per me. Prega che stanotte mi venga l'ispirazione.
Un baciooooooooooooooooo tessora miaaaaaaaa!

michi: Michiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii, mi hai perso la poleeeeeeeeeeeeee! No. E no. Non si fa. Piuttosto. Ieri avevo letto qualcosa a proposito di una nuova fic firmata michi88. E stamattina apro EFP e PUFF! "When my heart started to beat" mi fa capolino dalla sezione attori. Che biddooo! Voglio sapere che succedeeee! *Si rode il fegato dalla curiosità* Aggiorna presto. Presssssssssto. Ok. Basta. Sembro Gollum. Grazie dei complimentsssssss! ^o^ Un bacio tesoraaaaaaa!!

Dizy-Ireth: Ah. Gli omini della Telecom. Li conosco anche io. Brutti e cattivi. 
Guarda. Sono delusissima da questo capitolo...pure io mi aspettavo che combinassero qualcosa..invece..niente di straordinario. Dopotutto, mica possono sposarsi? Eh.
Un bacioooooooooo Irethucciaaaaa e aggiorna presto caVa!! Kiss

Marty:
Discobolo, Doriforo, Apoxyomenos, Apollo? O.O Questi sono gli effetti collaterali da overdose di Orlando Bloom. Eh. Vedi. Devi controllarti.
E non piangere nostalgica, please. Che mi fai piangere anche a me. ç__ç
AGGIORNAAAAAAAAAAAAAA! *Prende il macete*
Kiss.


Vi voglio bene,
Sara..




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Capitolo 13
*** Suspects ***


Chap 13 Capitolo tredici
Suspects

Parigi. Ore 16:40. Due giovani donne, meglio identificate come due giovani pazze, vagano senza meta per i magazzini "La Fayette", più cariche di una slitta di Babbo Natale, cantando a squarciagola "I'm Singing in the Rain", goffamente addattata a "I'm Singing in the Shop".
Noncuranti delle occhiatacce ricevute, avanzano sgambettando qua e là disturbando la quiete parigina, dirigendosi in un negozio di abbigliamento maschile.

< Calvin Klein? Che ci dobbiamo fare con CK?>
< Un regalo, stupida! Dai, dopo il ciondolo di ieri sera se lo merita un regalino, l'Orlando>
< Si. Lui mi regala un ciondolo e io un paio di calzini. Ma che cazzo dici?>
< Ehi! Sei nervosa? Che hai, le mestruazioni?>
< No..non ho dormito molto, stanotte..>
< Haha! Tutta la notte a tubare eh?>
Un sorrisone mi increspa le labbra.
Ieri sera abbiamo bevuto un po' troppo...
Siamo entrati in albergo baciandoci e siamo arrivati in camera mezzi nudi.
Abbiamo fatto l'amore. Una, due, tre volte.
Credo che gli altri ospiti dell'albergo ci abbiano sentiti.
Ehm.
Abbiamo fatto un po' di rumore, sì.
Ma è stato incredibile. Formidabile. Uno sballo!
Mmm..ho voglia di sentire la sua voce.
Mi mordo il labbro, cercando il cellulare nella borsa.
< Che fai ora?!> Sbotta Alex, curiosa. O spazientita. Non saprei.
< Voglio...parlargli...mi manca>
< Oh, Cristo! Quante smancerie!> Ribatte, scuotendo la testa in segno di disgusto.
< Sta' zitta, va! Che vi ho sentiti stamattina tutti piccini-picciò!>
Le rivolgo un'occhiata severa, e con mia immensa soddisfazione vedo una leggera sfumatura rosa comparirle intorno alle orecchie. Ricevo una linguaccia come risposta.
Scuoto la testa e velocemente compongo il numero di Orlando. (Vi piacerebbe saperlo ehhhh?? NdA)
Strano. E' occupato.
Vabbè. Proverò dopo.
< Entriamo?> Chiedo, sorridendo.
Alex mi prende a braccetto, borse e sacchetti permettendo, e varchiamo la soglia del famoso negozio.
< Oh Cielo guarda qui!!! Allyyyy!> L'urlo di Alex fa voltare mezzo negozio, ma lei, imperterrita, continua a urlare il mio nome.
< Ma la smetti di urlare?!? Vuoi che ci caccino fuori a calci?>
< Il cliente ha sempre ragione!>
< Che c'entra?>
< Non lo so, ma fa sempre un certo effetto dirlo>
Le do uno schiaffetto sulla spalla. Pazza. E' proprio pazza.
< Guarda qui!! E' un regalo stupendo, non trovi??> Mi mostra un paio di boxer, e io scoppio a ridere.
< Dai, povero Steve, lo fai morire!>
< Non è mica per Steve!>
Lo guardo meglio, e mi sembra di vedere la luce della lampadina accendersi nella mia testa.
Ridiamo, ancora.
Boxer neri aderentissimi, con cuciture rosse.
Sul davanti, la scritta: BIGGER THAN I SHOULD BE. Dietro, la scritta: WELCOME TO PARADISE, BABY!
Cioè.
Non credevo che Calvin Klein facesse questa roba.
A Orlando piacerebbe tantissimo!
< Di che colore lo prendo?> Chiedo, guardando il vasto assortimento di colori.
< Come li porta di solito? Li avrai visti sicuramente... ieri sera, per esempio. Come li aveva?>
Uhm.
< Non è che ho prestato molta attenzione al colore dei boxer> Rispondo, sincera, abbassando il capo.
Alex alza un sopracciglio e sorride maliziosamente. Anzi. Sta proprio ghignando.
< E che vuoi?!? Che me ne frega di che colore sono i boxer?! A me interes...> Mi blocco di colpo, rendendomi conto della grande porcheria che stavo per dire.
Non è consona a una signorina a modino come me.
Alex spalanca la bocca e scoppia a ridere, applaudendo.
< Signori e signore, anche Allison Murdock ha capito il senso della vita!>
< Complimenti tesoro, stiamo facendo progressi> Aggiunge, dandomi una leggera pacca sulla spalla.
< Scema!> Dico, arrossendo di colpo. < Allora, di che colore li prendo? Neri? Bianchi?>
Poi, mi illumino d'immenso.
Lo chiamo e glielo chiedo, no? Due piccioni con una fava!
Agguanto il cellulare e lo avvicino all'orecchio, impaziente di sentire la sua calda e sensuale voce.
"Il cliente chiamato è impegnato in un'altra conversazione, la preghiamo di riprovare più tardi"
Allontano il cellulare, e la voce metallica è chiaramente udibile a tutti.
< Occupato? Ancora?!> Chiede Alex. Alzo lo sguardo.
< Mi aveva detto che avrebbe letto un copione, oggi. Non che avrebbe passato la giornata al telefono.>
La mia voce è decisamente alta. Perchè sto urlando?
Sapeva che l'avrei chiamato. Gliel'ho detto stamattina. Anzi, me l'ha detto lui.
"Per qualsiasi cosa, chiamami. Anzi, chiamami e basta" Mi ha detto, sorridendo.
Riprendo il telefono e compongo il numero dell'albergo.
< Salve, potreste passarmi la camera 315, perfavore?> Attendo in linea.
< Mi dispiace, signorina, sembra che il telefono sia fuori posto. Vuole che vada a..>
< No. No, grazie> Lo interrompo, chiudendo la comunicazione.
Che sta succedendo?
< Signorina, mi scusi, li prende?> Una commessa si è avvicinata a noi, indicando i boxer.
La guardo. Non rispondo. La mia mente è altrove.
< Si, si, lo prendiamo> Risponde Alex per me. Io sono già in strada. Chiamo un taxi.
< All'albergo Hilton, perfavore>

***

< Ally! Allison calmati! Che vuoi fare??>
< Io SONO calma. Non si vede?!?> Sbotto, battendo freneticamente il piede contro il pavimento in attesa dell'ascensore. < Cosa voglio fare?!? Niente! Voglio solo vedere che sta facendo. Che cazzo sta facendo>
< Oh Dio. No Ally, ti prego. Non fare la gelosa, perchè secondo me..>
< Non sono gelosa!! Ho la faccia di una gelosa?!>
< Per carità! Non sia mai...> Dice, agitando le mani.
Le rivolgo un'occhiataccia, e mi appoggio alla parete, sospirando.
< Cosa vuoi fare Allison? Spalancare la porta ed esclamare "Haaa! Ti ho scoperto! Brutto figlio di puttana!"? No, dimmelo, che mi preparo...>
Eccola che parte con la predica.
< Allison, guardami. Per una volta, lascia che le cose vadano come devono andare. Non essere così riflessiva, così pignola! Ha una sua vita, pover'uomo! Magari sta semplicemente parlando con la sua agente! O sta discutendo del copione con il regista! Capita, no? Sii un po' più ottimista, tesoro! Pensi sempre male..>
< Penso male per evitare un'enorme delusione, Alex! Possibile che non capisci??>
Ho le lacrime agli occhi. Ogni volta che Alex apre quella dannata bocca, per farmi ragionare, mi viene da piangere. Se poi mettiamo che la cosa seria riguarda anche in minima parte la possibilità di perdere Orlando, tirate voi le somme e vedete cosa ne esce.
Faccio un respiro profondo.
< Okay. Niente scenate. Ora voglio solo salire, prendermi un'aspirina e dormire un po'. Mi è venuto un mal di testa allucinante> Sospiro, massaggiandomi la tempia.
< D'accordo. Io torno a casa, okay? Se hai bisogno di qualcosa chiamami>
Annuisco. L'abbraccio forte, e la vedo allontanarsi lungo la strada.
Le porte dell'ascensore si aprono, e pochi secondi dopo sto cercando la chiave per aprire la porta della suite.
La porta si apre con uno scatto.
Entro.
Sento la voce di Orlando provenire dalla stanza alla mia destra. Non si è accorto del mio arrivo.
Mi avvicino alla porta, e, ascolto la conversazione. Non posso resistere. Non posso.
Capisco solo qualche frase.
Quanto basta per desiderare di morire.

< ..Dai, un licenziamento non è poi la fine del mondo..> 
< ...lo sai che adoro i capelli rossi!...>
< ..non te la prendere, rimedieremo..>
< ...Allison...divertimento...>
< ..prima mi libero di lei, meglio è..non la sopporto più..mi sta sempre appiccicata addosso..>
< ...in ogni caso rimedieremo! Appena torno ti porto a cena fuori, okay? Tu ed io...>

Capelli rossi, licenziamento...
Kelly.
Quella..stupida..stronza.
Oh Dio, mi sento mancare.
Mi appoggio alla parete.
Lo sapevo.
Lo sapevo.
Come ho potuto solo immaginare che fosse tutto perfetto?
Come?
Sento il sangue salirmi alla testa.
Quasi non mi accorgo che Orlando ha chiuso la conversazione.
Credo di avere gli occhi rossi.
Sento i suoi passi rimbombare nella suite. Sta venendo qui.
Quando mi vede, gli prende un colpo. Ha l'espressione di un ladro colto in flagrante a rubare.
< Ally! Non mi aspettavo..che..tu..Dio, mi hai fatto prendere un colpo!> Dice, passandosi una mano sulla guancia.
E ci credo. Eri troppo impegnato a cincischiare con quella troietta al telefono che non ti sei accorto del mio arrivo.
Lo guardo in cagnesco, e mi dirigo nella stanza da letto, quella da dove è arrivato.
Mi siedo sul letto.
< Quando sei arrivata?>
< Proprio adesso> Mento, serafica.
Ma dentro di me sono tutt'altro che tranquilla. Una rabbia crescente preme per uscire. Insieme alle lacrime, chiaramente.
< Ah... com'è andato lo shopping? Hai svaligiato qualche negozio, a quanto vedo> Dice, indicando sorridente la montagna di pacchetti accumulati su una sedia.
Non riesco a ridere.
Non riesco a fare niente.
Voglio chiudere gli occhi, riaprirli e fare finta che tutto questo non sia mai successo.
Voglio tornare a ieri sera. A quel momento magico.
< Vado a farmi una doccia, cucciola> Dice, e mi bacia, prima che possa fermarlo. Mi allontano velocemente, accennando un lieve sorriso.
Appena chiude la porta, la curiosità comincia a rodermi tutta. Sposto lo sguardo dal cellulare di Orlando alla porta del bagno.
La mia mano, come mossa da vita propria, si avvicina al cellulare.
Guardo il display.
C'è una piccola busta, in un angolo. Un messaggio non letto.
Premo "Leggi".
Non avrei dovuto farlo.

Tesoro, scusa, ma non ho potuto fare a meno di scriverti ancora! Dai, lascia perdere quella stupida e vieni da me!!
Mi manchi troppo! E ricordati che mi hai promesso una cena! (E anche di più..) Non finirò mai di ripetertelo!
Un bacio. Dove vuoi tu. La tua Kelly.


Abbandono il cellulare sul letto.
Mi alzo, con le lacrime agli occhi. Apro l'armadio.
Prendo una valigia e comincio a buttarci dentro mucchi di roba alla rinfusa. Non guardo. Non penso.
Quando ho finito, prendo carta e penna.
Lo so, è orribile quello che sto per fare. Ma non ho il coraggio di affrontarlo. 

Caro Orlando,
il mio posto non è più qui. Ne tantomeno con te.
Esaudisco il tuo desiderio: mi tolgo dai piedi.
Ti auguro ogni bene del mondo.
                               
                                                     Allison


E' finita.
Si torna a casa.




Et voilà!
La Saretta ritorna in pista! (Se se..dici sempre così...NdVoi)
Capitolo faticatissimo. Uno speciale ringraziamento alla Mihela e alla Cecilia, che mi hanno consigliato e ascoltato (mostrando una pazienza degna del Signore) i miei sfoghi. Vi lovvo.
E un ringraziamento a Marty, bebe e Ireth. Le Fedelissime.
Devo scappare!
Alla prossima,
Sara.




 

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Capitolo 14
*** Home, sweet home ***


Chap 14
Capitolo quattordici
Home, sweet home



Chiudo la porta, il più silenziosamente possibile.
Guardo l'ascensore.
Lo stesso ascensore dove ieri ci stavamo baciando.
Dove mi ha slacciato il reggiseno e lo è andato a recuperare alle due di notte.
Com'è possibile?
Come può aver finto così?
Sento un nodo formarsi all'altezza dello stomaco.
Devo uscire.
Devo andare via da qui.
Scendo frettolosamente le scale. Gli altri ospiti mi guardano, ignari. Forse preoccupati.
Un libro cade dal borsone.
Sogno di una notte di mezza estate. William Shakespeare.
Me l'ha regalato Orlando, a Londra. L'ho trovato sotto il cuscino, insieme ad una rosa bianca.
Dio, come sembrano lontani quei giorni. E' tutto cambiato, tutto. Crollato, spezzato. In pochi secondi.
Non devo perdere tempo. Non posso.
Lascio perdere il libro.
Con un cenno del capo saluto il portiere, mesta, e chiamo un taxi.
Guardo fuori. L'hotel. Le stanze. Alzo lo sguardo alla nostra stanza. Lui non c'è.
Perchè mai dovrebbe esserci?
Si è liberato di me. Ero un peso. Un sassolino nella scarpa.
Basta.
Non ci voglio più pensare.
Voglio solo tornare a casa, andarmene a letto e dimenticare di averlo mai incontrato.

***

Solo che naturalmente non ci riesco.
Non posso pretendere una cosa del genere.
Il suo viso continua a perseguitarmi.
I suoi occhi. The Soul's Mirror, diceva qualcuno.
E' in tutti i miei pensieri.
Tutto mi ricorda lui.

Arrivo all'aereoporto.
Consegno documenti e biglietto a quella ragazza tanto simpatica del check-in che abbiamo conosciuto giorni fa, quando siamo atterrati qui.
Ho gli occhi completamente appannati.
Appena mi vede, parte in quarta e comincia a parlare, parlare e ancora parlare. Dell'unico argomento che desidererei evitare per il resto della mia vita.
< Come mai sei sola? Orlando è dovuto restare qui? Lavoro, eh? Aveva detto di essere impegnato...>
Sta zitta. Zitta, ti prego.
< ...guarda, ho incorniciato la foto con l'autografo! E' stato disponibilissimo..non avrei mai immaginato che uno come lui...> Continua, imperterrita.
< Senti..> La interrompo. Non ce la faccio più. < Gradirei che evitassi l'argomento Orlando e mi facessi salire su quel benedetto aereo, il più presto possibile>
Lei appare sorpresa, ma non si scompone più di tanto. Assume la sua solita aria professionale, come se niente fosse.
< Finestrino, giusto?>
Annuisco.
< Ecco qui. Cerco di lasciare libero il posto accanto al tuo, va bene?>
< Grazie>
"I passeggeri del volo AO158 diretto a Londra Heathrow si rechino all'imbarco..."
Okay. E' il mio.
Tempismo perfetto.
Salgo sull'aereo. Corro. Questa città mi ha solo portato tanta sfortuna. O probabilmente, sono sempre stata sfortunata. Soprattutto in amore.
Ma cazzo. Cazzo. Cioè, vi rendete conto? Io. IO sono stata con Orlando Bloom. Dio, è così strano. Una marea di pensieri mi frullano in testa.
Fino a qualche giorno fa desideravo solo andare avanti, continuare a vivere in questa perfetta sfera di cristallo, in questa Vita degna di questo nome.
Ma ora.. ora non riesco a non sperare che tutto questo non sia altro che un sogno, una delle mie stupide fantasie campate in aria, una favola. Una favola e nient'altro.
Le favole, però, hanno sempre un lieto fine. Non c'è una Cenerentola che non perde la scarpetta. Non c'è un principe che non bacia la sua Bella Addormentata. Non c'è.
E questa, dunque, non è una favola. Non è un sogno. Cos'è, allora? Uno scherzo? Qualcuno da qualche parte si diverte con la mia vita? Beh, ditegli che ne ho abbastanza. Che si trovi un'altra ingenua da torturare.
E Orlando... Orlando deve solo sparire. Dalla mia testa, principalmente, e dalla mia vita.
Ma sarà dura.
Davvero dura.
Sospiro.
Tra un'ora dovrei essere a casa. Prima di salire ho avvisato Steve che sarei partita, e che gli avrei spiegato tutto una volta arrivata a casa.
Chissà se Orlando si è accorto della mia assenza.
Un'immagine di lui che legge il biglietto e sorride soddisfatto mi passa davanti, prima che possa fermarla.
Mi passo una mano sulla faccia e sorrido poco convinta a una bimba seduta davanti a me.
Che giornata infernale.
Oggi è il 21 settembre. Prendo il diario dalla borsa, e comincio a scrivere.

"Volo AO158 Parigi-Londra, 21 settembre 2007
Caro diario,
mi sento una merda..."

***

<
Oh, Dio, Ally... non ci posso credere. Figlio di puttana. Avevi ragione. Avevi ragione tu. Senti, se prendo il volo delle sei e un quarto arrivo lì alle...>
< No! Alex, no. Non ti azzardare a tornare, capito?! Non dovete rovinarvi la vacanza per colpa mia!>
< Ma Allison! Siamo i tuoi migliori amici! Cioè, se non dobbiamo tornare noi, allora...>
< Dai! Tanto sono solo due settimane, no? Che problema c'è...>
< Uhm...se per te va bene...>
< Si, si..>
< E ora cosa fai? Torni a lavorare? Aspetta, hanno bussato alla porta..>
< Si, torno... mi sembra ovvio>
< Chi sarà mai a quest'ora? Uff...oh>
< Chi è?>
< >
< Alex? Alexis? Prontooo?>
In lontananza sento una voce. Il mio cuore fa una capriola.
< L'ho cercata dappertutto, ho visto i mobili aperti, la valigia che mancava, stavo andando all'aereopor..>
< Orlando. Vattene via> Alex lo interrompe.
Aspetto col fiato sospeso la sua risposta.
< Ma cosa..? Alex, dov'è Allison? Perchè è andata via? Cosa significa questo biglietto?!>
< Ma quanto mi fai schifo, Orlando..> Ribatte lei, sbattendo la porta.
C'è un momento di silenzio.
Mi lascio cadere sul divano.
< Ally? Sei ancora lì?>
< Si..>
< Ma tu guarda che faccia tosta, cioè, che faccia di cazzo! Gesù, ma se lo rivedo io gliela spacco, capito? Io gliela spacco! - Toc, toc - E CHI E' ADESSO?? Steve, vai tu>
< E' Orlando..> Sento, in lontananza.
Sento che stanno dicendo qualcosa, ma non riesco a capire le parole. Poi, Steve comincia ad alzare la voce.
< Orlando, vattene a fanculo, capito?? Allison non vuole vederti! E mi sorprendo, sai, di come tu ti ostini a fare la povera vittima innocente! E pensare che cominciavo a vederti come Orlando e basta, un bravo e semplice ragazzo, ma devo ricredermi: siete tutti uguali, voi attori. Fosse per me, già ti avrei ammazzato, ma ho voluto rispettare Allison. Vattene via, Orlando, e non farti vedere mai più>
La voce alterata e a tratti tremante per la rabbia di Steve mi è del tutto nuova. Non si è mai arrabbiato così tanto.
Tiro su col naso, sospirando.
Sono arrivata a casa da una decina di minuti, ma non sono ancora entrata nella mia stanza.
Saluto velocemente Alex e apro la porta.
Il letto ancora sfatto, con le lenzuola di seta nere. Dio, quanti ricordi.
Le foto incorniciate sul comodino, sulla scrivania..
Apro i cassetti.
Ci sono un paio di sue camicie. Qualche maglia.
Due preservativi. Sorrido, malinconica.
Prendo una scatola rossa, mi siedo a terra e comincio a riempirla. Credo che la terrò.
La prima camicia. La porto al viso
. E' più forte di me. Respiro piano il suo odore imprigionato in quel tessuto chiudendo gli occhi.
Un singhiozzo mi scuote il petto, e comincio a piangere, appoggiata al letto con la scatola tra le gambe.
Sembra la scena di un film.
Invece no. E' tutto vero. E' la mia vita.
Ricominciamo da capo.



Non piangete, cari lettori. Conservate le lacrime per il prossimo capitolo.
No, magari per il prossimo capitolo meglio procurarvi (o conservare, per chi ce l'ha già) una mannaia o un frustino.
Basta. Non dico più niente.

Ringrazio i lettori silenti (che sono diminuiti T.T) e i lettori sfaticati. Pigroni! Datevi una mossa!!
Scherzavo, naturalmente.
Ma più di tutti, devo ringraziare le fantastiche cinque, che mi sostengono sempre o comunque.

Cecy: Ti dovrebbero dare l'Oscar per la miglior recensione dell'anno. Davvero. Grazie, tessò. Grazie.
Sei troppo bellinaaaaaaaaaa! I tuoi sforzi servono a qualcosa dai. Almeno sforno qualche capitolo. E la mia autostima sale, anche se è ancora a livelli inaccettabili. Un po' sottopeso, direi.
Spero che questo chappo ti sia piaciutoooo! LOL
Ti voglio bene, sorella! Un bacione!

Mihela: Sei sensibbbileeeeeeeeeeeeee lo soooo! Ma che ci posso fare io! Prenditela con l'Orlando, no?? E' tutta colpa sua. Quel marpione. Tu devi assolutamente pubblicare, capito? Non resisto senza quella pazza di Nikkiiiiiiiii! Basta, mi sto surriscaldando. E NON va bene. No. In bocca al lupo con quel casino di roba che hai da fare per Capodanno! Ce la farai. Lo so. ^^ Un bacioneeeeee!

Bebe: La tua recensione mi ha fatto morire! Eh..allora. Succede che Orlando fa un po' lo stronzo. Ecco. Capita...xDxD E tu, invece, vedi di sistemare la situazione tra la Vicky e l'Orlando (furioso). Ecco. Quello che dovevo dire l'ho detto. Spero che questo chap ti sia piaciuto!

Irethhhhhh: Ma ciauuuuuuu! Si, uccidila. Uccidilaaa! Mi sa che dobbiamo riaprire quel partito contro l'assistente. Può darsi che funzioni di nuovo!  Dai, calma. Vedrai che si aggiusterà tutto.
Continua presto, tuuuuuuuuuu! Bacio!

Marty: No, non sto scherzando. Hehe. E lascia stare il peluche, dai. Porello! Non posso sbottonarmi ancora. Dai, un po' di pazienza. Kelly è un nome scelto apposta per lei. Uno schifo di nome, appunto.
Forza, forza! Mettiti a scrivere tuuuuuuuuu! Un bacione!

Vado a scrivere il quindicesimo.
Sorella permettendo, of course.


Arrivederci a tutti, cari lettori.
Sara.








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Capitolo 15
*** What have I done? ***


Chap 15
Capitolo quindici
What have I done?





There he goes once again,

The ghost of our love, it's making me shiver,
It's only small drops of pain,
But even the rain can turn into rivers,
Thought I'd be safe, living behind this wall,
But the pressures are too much, and it's starting to fall.

So how do I get over you,
How do I survive living half the life that I knew,
Oh how do I get over you?
When you take away,
Everything I held to be true,
I wonder if you feel it too, do you?

Everywhere that I turn, there's something there,
Something to remind me,
When I sleep it's alone, still I reach out,
As if you're beside me,
Tried to move on, I tried to find something new,
But everything that I did,
Is something we used to do.

So how do I get over you,
How do I survive living half the life that I knew,
Oh how do I get over you?
When you take away,
Everything I held to be true,
I wonder if you feel it too, do you?

Seems like every place, every person we knew,
Every sound every taste, reminds me of you,
I thought that this would be gone, but it's still so strong,
I keep holding on, what else can I do?

So how do I get over you,
How do I survive living half the life that I knew,
Oh how do I get over you?
When you take away,
Everything I held to be true,
I wonder if you feel it too, do you?

How Do I? - Lee Ryan



La luce del sole filtra attraverso le tende, pizzicandomi piano le palpebre.
Allungo un braccio, quasi inconsciamente.
Ma lui non c'è.
Ovvio che non c'è.
Sono passati dodici giorni, dieci ore e sedici minuti da quel giorno.
E ogni mattina, ogni fottutissima mattina, sfioro le lenzuola, sperando che lui sia accanto a me.
Ma probabilmente, adesso sarà nel letto di Kelly. E le starà dando il buongiorno, come solo lui sa fare.
Dopo tutto quello che è successo, una piccola parte di me non riesce a non odiarlo.
Sono stati pubblicati tanti di quegli articoli, su di noi. E altrettanti articoli che lo riprendevano in giro con questa o quella modella.
Veri o falsi che siano, quegli articoli mi danno ragione.
E ogni giorno, continuo a ripetermi di aver fatto la scelta giusta. E' stato giusto così.
Lui voleva la sua vita, ma non aveva le palle per dirmelo in faccia. Ecco tutto.
Ma ci sono un paio di conti che non mi tornano. Quei pensieri che ti fanno sperare, che ti tartassano la mente, che non ti fanno dormire di notte.
Orlando continua sempre a cercarmi. Ho saputo dai giornali che è tornato a Londra due giorni dopo la mia partenza. Non è così stupido. Chiunque avrebbe capito che non ero da Alex e Steve.
E' venuto qui, a casa, quattro volte.
Le uniche quattro volte che mi ha trovata.
In questi giorni mi sono dedicata anima e corpo al lavoro, fottendomene altamente di Alicia e di tutte quelle colleghe che, leggendo gli articoli, mi prendevano in giro. Vaffanculo a tutte, mi sono detta.
Loro non sanno un cazzo. Non meritano la vittoria. Non meritano di vedermi in lacrime, depressa e angosciata. No.
E poi io non sono depressa e angosciata. 
Io sono solo stata tradita per una stupida pettola rossa, stronzissima all'ennesimo livello. Troia.
Argh! Ogni volta che ci penso non riesco a non bestemmiarle contro.
E qualcuna tra le tante bestemmie sono state rivolte anche a Orlando.
Orlando...
Ieri è venuto all'ufficio.
Si è presentato con un mazzo di rose rosse.
Continua a ripetermi che non ha fatto niente. Non so quanti messaggi mi ha mandato.
Ma io non riesco a perdonarlo.
Non riesco a fare finta di niente. Vivere con il terrore di perderlo, il terrore che qualcuno me lo porti via.
Quella conversazione non è stata frutto della mia fantasia.
Lui le ha dette quelle cose, cazzo!
Basta.
Non devo pensarci più.
Domani sera tornano Alex e Steve. Devo riordinare la casa e comprare qualcosa.
E così, dopo essermi lentamente alzata, lavata e vestita, comincio a rassettare qua e là.
Accendo la radio.
Le note di 'How Do I?' di Lee Ryan riempiono il salone.
Perfetto.
Ci mancava solo questa canzone.
Come sale su una ferita. Benzina sul fuoco.
Adesso chiunque, sano di mente, cambierebbe stazione, ma io.. io no.
Io devo autodistruggermi.
Sono fatta così.
E canto, tra una lacrima e l'altra, spolverando le foto incorniciate che ritraggono me e Orlando insieme a Steve ed Alex.

Ohhh, merda. E' ora di pranzo e non ho combinato un tubo. Sempre a pensare, pensare e pensare.
A lessarmi quei quattro neuroni che mi restano.
Meglio fare qualcosa di utile. Fare la spesa, per esempio. E riempire quel frigorifero che ulula dalla solitudine.
Che faccio, mi cambio? Guardo la mia immagine allo specchio: capelli raccolti e tenuti fermi con un bastoncino, l'immancabile filo di trucco, maglia viola con ampio scollo a V, minigonna di jeans.
No, non mi cambio.
Infilo le scarpe, prendo le chiavi e mi avvio.
Il supermarket più vicino si trova nella Bayswater Road. Il che significa che mi tocca attraversare mezzo Hyde Park. A piedi. O volendo, col taxi. No, dai. Camminare mi farà bene. E poi potrò continuare a pensare, pensare e ancora pensare. Un bel vantaggio, no?
Esco di casa, attraverso la strada e mi incammino verso la meta.
Varco nostalgica l'ingresso del parco. Come ogni cosa in questi giorni, anche questo posto non fa altro che ricordarmi Orlando. Suppongo sia normale. E' sempre così. Ogni volta che cerchi di dimenticare qualcuno, ti capitano davanti agli occhi tutti i dettagli possibili e immaginabili che inevitabilmente ti fanno pensare a lui. E' una maledizione. Una tortura.
Ah, Dio. Perchè la vita è così complicata? Perchè non possiamo godercela senza probl...oh!
Una stretta mi serra il braccio, e dopo un leggero strattone mi ritrovo a due centimetri virgola cinque dal suo viso.
Cosa ho appena finito di dire?
Ci vuole il culo, nella vita. Cosa che evidentemente io non ho, porca acciuga.
Cerco di comunicare mentalmente ai passanti un messaggio di aiuto. Vi prego, salvatemi. Vi prego.
Una fan assatanata, un uragano, un meteorite, qualsiasi cosa. Qualsiasi cosa.
< Dove stai andando?> Mi chiede, candido.
Cazzo te ne frega, a te?
< Non credo siano affari tuoi> Meglio evitare gli spergiuri barbari.
Lui alza gli occhi al cielo. < Quanto sei cocciuta> Dice, sorridendo.
Lo guardo in cagnesco, e cerco di liberarmi dalla sua stretta, ma lui me lo impedisce.
< Senti, ti va di prendere un caffè insieme? Solo cinque minuti, giusto per..>
< Orlando, no. Non è il momento. Ho.. ho da fare ora, scusami..> Sento le lacrime agli occhi. Perchè? Perchè ho voglia di piangere?
< D'accordo> Sospira, e mi guarda intristito. < A casa c'è la tua roba, se vuoi passare a prenderla..>
< Okay.. passo quando ho un po' di tempo >
Storce un po' le labbra, sembra sconfortato: < Okay. Ci vediamo, allora> Allenta la presa, e mi da un bacio sulla guancia, prima di correre via.
Resto immobile per un'eternità e mezzo. Mi porto la mano alla guancia, sul punto dove mi ha baciato.
Sembro una stupida.
E ora, sono ancora più confusa.
Ma che mi succede?
Guardo la strada davanti a me, un unica macchia verde, sfocata dalle lacrime.
Al diavolo la spesa. Ci penserò domani.

***

E' sera. Sono sdraiata sul divano, con una bottiglia di birra in mano. L'unica cosa che ho trovato in frigo.
Ho un leggero mal di testa. Cosa di niente. Prendo il telecomando e continuo a fare zapping.
Certo. Come se la stessi guardando, la tv.
Cazzo.
L'incontro di stamattina non ci voleva proprio. Possibile che mi sia sbagliata? Possibile che abbia giudicato male?
Sospiro. Ho una tale confusione in testa, che non riesco più nemmeno a ragionare. Lancio furiosa il telecomando, che cade a terra con un tonfo.
Poggio la testa tra le mani.
Poi, il suono del campanello.
Mi alzo, e apro la porta, senza guardare dallo spioncino.
Credo di aver strabuzzato gli occhi.
< Dominic?>
< Esattamente, mia dolce fanciulla> Sorride, sornione.
< Cosa.. cosa ci fai qui?> Poi, realizzo. < Ti ha mandato Orlando, vero?>
Lui apre la bocca per rispondere, ma io lo fermo. < Senti, Dominic, è tempo sprecato. E oltretutto non mi sento molto bene, quindi se non ti dispiace..> Faccio per chiudere la porta, ma lui la blocca con una mano, avanzando.
Alt donna! Già il mio naso è schiacciato, se mi sbatti la porta in faccia potresti mettere fine alla mia carriera di Don Giovanni!>
Lo guardo, scettica, trattenendo una risata.
< Orsù, milady, vengo in pace! Non puoi cacciarmi così! Non ti faccio pietà?!> Dice, assumendo un'espressione da cucciolo indifeso, con tanto di labbro inferiore in fuori.
Sospiro, accennando un sorriso.
< Entra, dai> Rispondo, infine.
Mi fa un sorriso a trentadue denti e prende posto sul divano.

< Ahhh... nessuna donna può resistere al mio fascino!> Ghigna, e io rispondo con una finta occhiataccia.
Mi è sempre piaciuto, quest'uomo, dopotutto.
< Allora, Allison. Che mi racconti?> Dice, mentre gli porgo una birra.
< Io niente. Piuttosto raccontami tu cosa ci fai qui> Ribatto, serafica.
< Mmm. L'aveva detto, Orlando, che eri cocciuta. Ma non immaginavo fino a questo punto!>
< Dominic. Parla> Sbotto, infastidita.
Io già ho i miei casini, poi m'arriva Dominic Monaghan mandato da Orlando Bloom. Ma che è?
< Okay. Parlo> Sospira, unendo le mani. Mi siedo accanto a lui, sul divano, e gli porgo una birra.
< Grazie, Alli..son> Aggiunge, timoroso.
< Chiamami Ally, chiamami come ti pare, ma sputa il rospo, perfavore!> Dio, come sono acida.
Quasi impaziente di sapere. Quasi. Perchè io non voglio sapere. Non da Dominic, poi.
< Cos'è, Orlando non aveva il coraggio di venire? Ha dovuto mandare te, al suo posto?!> Chiedo piccata, senza pensarci.
La birra mi ha completamente annebbiato il cervello. Io non bevo mai.
< Ma se l'hai cacciato quattro volte! La domanda giusta era: "Cos'è, Orlando è dovuto ricorrere al suo migliore amico pur di farsi ascoltare da me?"> Risponde, con un tono che mi fa rabbrividire.
E improvvisamente, tutte le mie certezze, cadono. Come un castello di carte demolito dal vento.
Che cosa ho fatto?
La testa mi gira, per qualche secondo. Non avrei dovuto bere.
Non avrei dovuto fare niente.
Non avrei dovuto lasciarlo così.
Non avrei dovuto...
Un singhiozzo mi scuote il petto, e inevitabilmente comincio a piangere, liberando le lacrime che premevano per uscire.
< Oh, Dio, Ally... no, non piangere..> Dominic mi abbraccia, un po' impacciato. Mi accarezza la testa, aspettando che mi calmi.
Asciugo l'ultima lacrima. Faccio per alzarmi, ma mi gira ancora la testa, e finisco a due centimentri dal viso di Dom.
Ci guardiamo, per qualche istante.
Poi lui mi bacia.

***

Oh, Dio. Che mal di testa.
Mi passo una mano sul viso, socchiudendo gli occhi per il troppo sole.
Mi volto dall'altro lato, per continuare a dormire, e sgrano gli occhi, alzandomi di scatto.
Dominic? Che.. che ci fa Dominic Monaghan nel mio letto?
Mi porto una mano alla fronte, cercando di ricordare le ultime ventiquattro ore.
La spesa.. l'incontro al parco.. Dominic.. oh mio Dio.
Indietreggio, scendendo dal letto. Il mio respiro è affannato.
Cosa ho fatto?







La mannaia e il frustino son per Allison.
Non per me. Mi raccomando. ^^
Ho combinato un po' di casini, eh? Perdonatemi... ^.^
Vedremo se si aggiusterà tutto nel prossimo capitolo, o no.. chissà. *Ghigno malefico*
Ringrazio come al solito le fedelissime, che con mio sommo dispiacere son passate a tre.
*Piange disperata.


Mihela con la POLE: Ovvio che ti do un premio! Facciamo una sola serata per due premi, via!
Le cose a posto non le ho ancora messe, come hai notato. Ma non disperate. Non disperate.

E tu, aggiorna presto, big sister! Capito? O raduno l'altra Orli's Angel e ti affettiamo con la mannaia, vero Cecy?!? Ti lovvo mucho.

Cecy: Si, il vestito va bene. Ti premierò, don't worry.
Glassie per tutti questi complimenti ç.ç Se non ci foste voi, mie uniche ragioni di vita! Come farei? Boh!
Vivrei in totale solitudine col batterista! Che compagnia eccitante! LOL
Aspetto la tua papiresca recensione lol
I luv you.

bebe: Sto prendendo la cattiva strada, eh? ç.ç Li sto facendo tribolare, a queste povere creature.
Ma che volete farci. Sono molto perfida. Molto.
Un bacione!

Grazie a tutti. (Alla Gianni Morandi)
Sara.

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Capitolo 16
*** Unfaithful (Part one) ***


Chap 16
Capitolo sedici
Unfaithful (Part one)






Guardo i vestiti sparsi per la camera.
Due lacrime mi bagnano il viso, le asciugo in fretta.
Voglio morire.
Solo guai. Solo guai, riesco a fare.
Tiro su col naso, e infilo la vestaglia di seta.
L'ho tradito.
Immagini della notte appena trascorsa si affollano nella mia mente, togliendomi il respiro.
Guardo Dominic dormire. 
Mi avvicino al letto, terrorizzata. Sfioro con un dito il suo braccio.
< Dominic..> La mia voce è strozzata.
Non muove un muscolo.
Gli do una spinta sul torace, allontanando subito la mano. Non voglio toccarlo mai più.
Mai più.
Lui si passa una mano sul viso, si guarda intorno, e, posando il suo sguardo su di me, sgrana gli occhi. 
< Allison?> Aggrotta la fronte, guardando il suo corpo coperto solo dal lenzuolo.
Dopo qualche istante sembra capire, e nei suoi occhi leggo l'enorme sgomento.
< Oh my God..> Sussurra, passandosi una mano tra i capelli.
Fa per alzarsi, e io mi avvio in cucina. Non oso vedere la sua nudità un secondo di più.
Sembra tutto un terribile incubo.
Un tunnel buio senza uscita.
Mi sento sporca, sciocca, vuota.
'Cause I'm Unfaithful.

Story of my life
Searching for the right
But it keeps avoiding me
Sorrow in my soul
Cause it seems that wrong
Really loves my company

He's more than a man
And this is more than love
The reason that the sky is blue
But clouds are rolling in
Because I'm gone again
And to him I just can't be true


Guardo Dom arrivare in cucina, vestito. Si avvicina, mesto, e mi da un bacio sulla fronte, sussurando < Perdonami..> prima di avviarsi verso la porta.
Lo fermo, tenendolo per un braccio. Lui sembra leggermi nel pensiero. < Glielo dico io, se vuoi..>
Scuoto la testa. < No. Sarebbe peggio. Lo.. lo farò io>
Annuisce piano, serrando le labbra. E va via.

Il cellulare squilla, sul tavolo.
Lo afferro poco convinta. < Pronto?>
< Mon amour! Come stai?> La voce allegra di Alex mi giunge alle orecchie.
Come sto.
Vorrei farti vedere, come sto.
< Sto.. bene> 
< E io sono la Regina Elisabetta>
Certo. Come posso sperare di mentire ad Alex?
< Non sai mentire. E' inutile. Cos'è successo? Orlando, vero?>
Magari.
Magari fosse solo Orlando.
Sento il bisogno di sfogarmi. Non ce la faccio, devo dirlo a qualcuno. Devo.
< Oh Alex.. ho combinato un casino..>
Un fiume di parole sconnesse, un fiume di lacrime.
E ad ogni ricordo, una fitta al cuore. Una lancia nel petto.
< Porca miseria, Ally> L'unica risposta che ho ricevuto finora.
Mi sembra quasi di vederla, che si gratta un sopracciglio, cercando di trovare una soluzione. Magari consultandosi con Steve.
< Beh. Credo che l'unica cosa da fare sia dirglielo. Bisognerebbe trovare un pretesto per andare a casa sua.. per esempio...>
< Andare a prendere le valigie..> Dico, illuminata.
< Si. Può andare> Sospira. < Al, sei sicura di farcela?>
Abbasso gli occhi, immaginando la scena.
< Credo.. credo di si..>
< Buona fortuna, piccola. Cercheremo di anticipare il volo. Speriamo di essere lì per le cinque, okay?>
< D'accordo. Grazie, Lex>
Chiudo la comunicazione, e apro l'armadio.

Okay. Esco, faccio la spesa, chiedo al commesso di portarmela a casa, compro il 'Vogue', faccio una puntatina allo Starbucks e vado da Orlando.
Una tappa del mio percorso che vorrei assolutamente evitare, ma devo. Non posso tirarmi indietro.
I can't.
E come se non fosse già abbastanza il dover affrontare il suo sguardo, dovrò anche dirgli di ieri notte.
Dovrei. Ma forse.. forse è meglio di no. Forse è meglio aspettare.

Salgo l'ultimo gradino di questa lunghissima scalinata.
Eccomi qui.
Ho il respiro affannato, e il cuore che va a tremila.
Forza, Ally.
Devo solo bussare, prendere le valigie e andarmene. Che sarà mai?

Dopo qualche minuto di attesa, mi decido a suonare il campanello.
Credo che mi verrà un infarto, prima o poi. Sono in fibrillazione.
Passa un minuto.
Non ha aperto.
Dio, lo sapevo. Non vuole più parlarmi. Non vuole avere più niente a che fare con...
Oh, cazzo.
Orlando ha aperto la porta. Indossa solo un asciugamano che gli copre giusto il necessario. Ha ancora le spalle bagnate, e i riccioli umidi che gli incorniciano il viso.
Non ce la faccio.
Non ce la faccio.
Arrossisco, cercando di mettere insieme una frase di senso compiuto.
Lui sorride, impietosito forse, e si sposta appena. < Entra, dai>
Varco la soglia, e una ragazza in pigiama compare dal nulla. < Chi è alla porta?>
Oh. Stupendo.
Sempre nei momenti sbagliati.
Complimenti, Allison. Hai proprio una predisposizione nel combinare casini.
< E' Allison>
La ragazza sgrana gli occhi e arrossisce. < Oh. Tu.. ciao> Mi porge la mano, e io la stringo titubante.
< Allison, ti presento Sam, mia sorella>
Ma certo! Ecco perchè aveva un viso conosciuto. Dio, son due gocce d'acqua. Fanno impressione.
< Ehm.. io vado a vestirmi> Annuncia Samantha, fuggendo via.
Ecco. Forse dovresti fare lo stesso, Orlando. Già è difficile guardarti negli occhi, figuriamoci se sei mezzo nudo.
< Vado a vestirmi anch'io, ti dispiace?>
Scuoto la testa, accennando un sorriso.
Dio, che schiena. Sento una sensazione piacevole nel basso ventre.
No. Ally, no. Inspira, espira.
Poco dopo li vedo sbucare dal corridoio, Orlando e Sam.
< Mi sembra di aver preso tutto..> Dice Sam, guardandosi intorno.
< Vai via? Di già?> Orlando sembra sconsolato. Mi fa una tenerezza.. specialmente pensando a quello che gli ho fatto.
Mi sento un verme.
Anzi, peggio.
< Si. Vado via. Ho già incasinato troppo le vostre vite..> Continua Sam, guardandomi dispiaciuta.
Cosa?
< Ci vediamo, OB. Fai il bravo. E grazie per la cena di ieri. Ciao, Allison>
< Ciao Sam..> Rispondiamo all'unisono io e Orlando.
La porta si chiude. Segue un momento eterno di silenzio.
< Ehm.. sono venuta qui per le valigie..> Rompo il ghiaccio.
< Ah si, ovvio..> Annuisce lui, sorridendo. < Vieni, sono di là..>
Lo seguo, guardandomi intorno. Che bella casa. Arredata con semplicità, ma con quel tocco particolare che solo uno come lui potrebbe dare.
Come l'arco di Legolas inchiodato al muro in soggiorno, con tanto di freccia e faretra.
O i cristalli in camera da letto, disposti in modo tale da essere colpiti lateralmente da una luce particolare e generare un arcobaleno di colori spettacolare.
Che genio.
< Eccole. Sono qui> 
< Cosa voleva dire tua sorella quando ha detto..>
< ..ho già incasinato troppo le vostre vite?> Conclude lui, e io annuisco.
< E' dal giorno in cui mi hai lasciato che si sente in colpa..> Comincia lui, e io tremo. Il giorno in cui l'ho lasciato. Mi sento morire dentro.
< ...quando le ho spiegato cos'era successo tra noi. Quando le ho detto che tu hai frainteso la nostra conversazione..>
Stava.. parlando con Samantha? Apro la bocca per rispondere, ma lui mi ferma.
< Ti prego, fammi parlare> Il tono con cui dice queste ultime parole mi fa venire le lacrime agli occhi. Sto per cedere. Sento che sto per cedere.
< Io non so cos'è che hai capito, non so cos'è che hai frainteso.. e se sei andata via dopo aver letto quel messaggio di Kelly, beh, forse da una parte potrei darti ragione, ma dall'altra hai inevitabilmente torto, Ally, perchè bastava chiedere. Bastava incazzarti a morte con me, e io ti avrei spiegato che è da un mese a questa parte che Kelly mi manda di continuo messaggi senza senso, per minare il nostro rapporto, e infine ci è riuscita. Ne ho parlato con Sam, le ho detto che avrei dovuto fare qualcosa al riguardo, che non riuscivo più a sopportarla ma non volevo parlartene per evitare di farti stare male inutilmente, Allison. Non sono arrabbiato con te. Sono deluso. Tu non.. non ti sei fidata di me, Al. Questa è l'unica cosa su cui non riesco a darmi pace. Non ti ho dimostrato che ti amavo? Quante volte te l'ho detto, quante volte ti ho assicurato che non ti avrei lasciata?> Si interrompe, vedendomi in lacrime.
Non sono riuscita a trattenerle. Ha ragione. Ha terribilmente ragione.
E io, in questo istante preferirei vedermi morta.
< Non piangere, Ally, ti prego..>
Asciugo le lacrime. Inspiro profondamente.
< Mi dispiace, Orlando. Mi dispiace tanto. Ho deluso te, e ho deluso me stessa.. e credimi, ho passato dei giorni davvero di merda, chiedendomi se avevo fatto la scelta giusta, se lasciarti era stata davvero una cosa sensata, e mi sono detta sempre di sì, camminando coi paraocchi. Il fatto è.. cazzo, Orlando, tu devi capirmi. Io non ho molta fiducia in me stessa, nè negli altri. Sono sempre stata un disastro in fatto di uomini, perchè non mi fido.. non riesco a buttarmi alla cieca in una storia, senza razionalizzare tutto. E al primo ostacolo, cedo. A maggior ragione mi era difficile credere che tu, che sei un attore, che puoi avere tutte le donne del mondo schioccando le dita, ti fossi davvero innamorato di me. Ora, non pretendo affatto di giustificarmi.. volevo solo spiegare il perchè delle mie azioni, che sono state assolutamente sbagliate> Concludo.
Lui sospira, annuendo. < Questo era il chiarimento che avrei voluto si verificasse giorni fa. Ma l'importante è che l'abbiamo fatto, e sono felice. Abbiamo messo i puntini sulle i, e adesso possiamo vivere in pace> Sorride. 
Ricambio il sorriso < Devo andare, stasera tornano Steve e Alex...>
Lui sembra pensarci su, poi mi prende le mani.
< Ti va di venire a cena da me, stasera? Porti anche loro, che ne dici?>
< Oh.. beh.. d'accordo..>
< Alle sette?>
< Alle sette>
Sorride, e io non riesco a fermarmi. Lo abbraccio, istintivamente. Lui mi stringe forte, e io gli accarezzo piano la schiena, inspirando il suo profumo.
Ci allontaniamo pochi istanti dopo.
Lo saluto, e mi volto, quando sento la sua mano prendere la mia, facendomi voltare, e dandomi un bacio a fior di labbra.
Quasi vorrei piangere dalla gioia. Ma no, ho pianto troppo.
Forse ho ancora una possibilità, forse può tornare tutto come prima.
Ti amo, Orlando.
Esco, veleggiando su una nuvola, percorrendo velocemente la lunga scalinata.
La speranza è l'ultima a morire.







Super aggiornamento. Mi meraviglio di myself, ma era arrivata l'ispirazione e non potevo non scrivere!
^o^
Comunque.
Sembra che la situation stia migliorando.
Chissà.. chissà.
Basta, mi tappo la bocca.
Giusto due note prima di passare alle recensioni:
- La canzone è Unfaithful, di Rihanna.
- L'arco, freccia e faretra inchiodati al muro ce li ha davvero mia zia. E li adoro. E i cristalli in camera ce li ha un mio amico. Una cosa meravigliosa.
Non credo interessi a qualcuno, ma mi sembrava giusto dare questo piccolo contributo alle mie muse.
XDXD Ma che dico?!?
Ahhh, la Cecylite fa male. Pay attention.

Passiamo alle mie adorate lettrici, che, come dice Kiara T., la new entry, sono poche, ma buone!

Cecy: Inutile dire quanto mi sia piaciuta la tua recensione. Inutile proprio. Anche io son dipendente da te e dalle nostre conversazioni. Una droga. La Cecylina. LOL
E comunque, cara, non sei tu a dover ringraziare me, ma il contrario semmai. Perchè mi fai ridere come un'idiota, perchè mi aiuti forever and however, perchè sei pazza e perchè sei Cecy.
Ti voglio bene.
E vedrai, che le idee ci sono, ma devi solo trovarle. Probabilmente adesso la tua testolina è troppo occupata dall'8 in condotta, dal 7 in italiano, dalle simulazioni, dall'esame. Quando uscirà un po' di spazio, vedrai che le idee riempiranno tutto quello che c'è da riempire. Come l'acqua. O la sabbia. (Che paragoni che faccio??)
Spero che tu risusciti al più presto, che ti devo far leggere il capitolo. Suvvia, rivivisci!
E non ti angustiare. Non mi son mica offesa perchè hai "criticato" (che poi non è vero) una mia idea.
Assolutamente.
Torna subito, dai, che pubblico!!!!
Un bacio, sorella mia.

Mihelaaaaaaa: Ho combinato un casino colossale, lo so. Ma ti prego, risparmiami! E rimetterò tutto a posto, promesso. E ora da brava, posa la mannaia. Che mi fai paura.
Orlando, porello, lo sto consolando io. Non disturbarti. Muahuahu!
Spero che anche per te il 2008 sia migliore del 2007. Te quiero muchooooooooooo!
Un bacio, oltre le distanze.

bebe: Eh no. Ubriacati per bene si, ma non è finita. Hanno fatto quello che hanno fatto, e avranno le conseguenze! Un bacio!

Kiara_Turner: Sono commossa. Allora piace a qualcuno questa storia *.* Menomale, va. Un'altra ragione di vita. Si, Ally ha fatto proprio un pasticcione. E' molto brava in questo. Spero che questo capitolo ti sia piaciuto! Baci..

Ovviamente, grazie a tutti.

Un bacio,
Sara.




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Capitolo 17
*** Unfaithful (Part two) ***


Chap 17
Capitolo diciassette
Unfaithful (Part two)


Per rendere bene questo capitolo ho bisogno di tutta la vostra immaginazione. Ma tutta tutta, okay?
Immaginate le scene, così come vi si presentano. Buona lettura!




Ma quanto ci vuole? Avevano detto che sarebbero arrivati per le cinque. Sono le sei passate, e tra un'ora dobbiamo stare tutti da Orlando.
Orlando..
Non ho mai smesso di pensare alle sue parole. Così come non ho mai smesso di pensare alle parole che dovrò usare per dirgli di ieri notte.
Ieri notte è stato solo uno stupido sbaglio. Una grandissima cazzata fatta inconsciamente e per quanto sembri il contrario, anche involontariamente.
Tutti fanno degli errori. Tutti.
E se questo è davvero Amore, mi perdonerà.
Spero.
L'empatia è sempre stata una mia grande qualità. Sono capace di mettermi nei panni degli altri, e provare a capire i loro sentimenti, i loro stati d'animo. Ma questa volta, il mio cuore vuole passare oltre.
Questa volta non ci riesco. Se Orlando mi confessasse una cosa del genere, probabilmente me ne andrei, come ho già fatto. Ma è come se dentro di me, mi imponessi di pensare il contrario, per alimentare la speranza di essere perdonata.
Perchè nel profondo del mio cuore, so che questo non accadrà. Non può accadere.
E' già deluso dal mio comportamento, dal fatto che non mi sono fidata di lui. Se venisse a sapere che sono stata con il suo migliore amico, che lui stesso aveva mandato per cercare di salvare il salvabile, credo che mi manderebbe al diavolo senza pensarci due volte.
Ma è giusto! E' giustissimo!
Solo che io non voglio. Non voglio. Non può finire tutto così. Per una sciocchezza!
E se non glielo dicessi?
Questa domanda mi balena nella mente da stamattina. Se non glielo dicessi? Non lo verrebbe mai a sapere, torneremmo insieme e vissero tutti felici e contenti. No?
Probabilmente no.
Io mi conosco. Non potrei restargli accanto fingendo che vada tutto bene.
Ecco cosa significa il rimorso.
Il Rimorso porta al Rimpianto. Il Rimpianto ti fa vivere con l'Angoscia. L'Angoscia genera il Tormento.
E' una catena, una catena che ti consuma lentamente. E che si può spezzare solo rimediando a ciò che ha causato il rimorso.
Siamo sempre lì.
Ci giro intorno, ci giro intorno, ma gira e gira, siamo sempre al punto di partenza.
Non ci sono strade secondarie.
Non ci sono scorciatoie, deviazioni.
La strada da seguire è una e una sola.
Devo dirglielo.
E lo farò stasera.


18:36. Home.
< Ally! Siamo tornatiiii!>
La voce squillante di Steve mi arriva dritta alle orecchie.
< Forza, fanfaroni, correte a vestirvi! Vi ho preparato i vestiti sul letto> Indico la stanza, saltellando nel corridoio tentando di infilare la scarpa.
< Ma che succede? Stamattina piangevi come una fontana, e ora esci? Dove vai? Cioè, dove andiamo?>
< A cena da Orlando. Forza, muovetevi, l'appuntamento è alle sette!>
< Cosa? A cena da Orl.. avete fatto pace?> Chiede Alex, ammiccando.
< Più o meno..> Rispondo al sorriso. < C'mon! E' tardi!> Urlo, cercando di evitare l'argomento.

Alle sette e un quarto siamo davanti alla porta di OB.
Suono il campanello.
< Un momentooooo>
Lo sento abbassare il volume dello stereo e correre verso la porta.
< Ciao!> Orlando sorride salutando una titubante Alex e un quasi amichevole Steve.
Poi tocca a me.
Bacio sulla guancia, ovviamente.
< Allora, come state? Com'è andato il viaggio?> Chiede, sinceramente interessato. Gli risponde Alex.
< Bene, bene. Considerato che abbiamo passato praticamente un mese in Francia.. è andato benissimo, a parte qualche piccolo.. intoppo> Si schiarisce la voce.
Si. E ogni riferimento a questo o quell'avvenimento è sempre puramente casuale, vero Lex?
La uccido. Io la uccido.
< Ah.. oh.. beh si> Orlando non sa cosa dire.
Io non la conosco. Giuro che non è amica mia.
< E tu? Come te la passi, Orlando?> Sul viso di Steve è comparso un ghigno che non mi piace affatto.
Orlando, giuro che non lo sapevo. Giuro che non era assolutamente mia intenzione portarli qui a farci cuocere nel nostro brodo. Anzi, forse sarebbe stato meglio non portarli proprio. Ma chi me l'ha fatto fare? Avremmo trascorso una serata romantica, lui ed io.. e poi, magari..
Suona il campanello.
< Ally, ti dispiace andare ad aprire?> Mi chiede Orlando, mentre toglie la pizza dal forno.
< Si, vado>
Chi sarà mai? Che Orlando abbia invitato qualcun'altro? Magari ha invitato Sam!
Sgambetto tutta sorridente per il salotto, e apro la porta.
Il sorriso mi si gela sulle labbra.
Davanti a me l'ultima persona che avrei voluto vedere.
Restiamo a fissarci con gli occhi sgranati per parecchi istanti.
Apriamo la bocca per parlare, ma le parole muoiono in bocca ad entrambi.
Poi arriva Orlando, felice come una pasqua, che prende Dom sotto braccio e si avvia in cucina.
Perfetto. Ora il mio incubo è completo.
Fisso la porta, con un'espressione da idiota. Per un attimo sono tentata di fuggire via, ma la mia sensibile coscienza mi costringe a tornare di là.
Arrivo in cucina, e vedo una Alex completamente sbiancata. Sembra un po' l'Alba dei Morti Viventi.
Tutti pallidi come cadaveri.
< Forza ragazzi, sedetevi! Alex e Steve a destra e Ally e Dom a sinistra..>
Oh, no. No. No!
< Io preferirei stare accanto a Alex, se non crea problemi..> Sorrido. Ti prego. Ti prego.
< Oh.. no, figurati.. è solo che non volevo dividere i due piccioncini.. sai, 'tra moglie e marito non mettere il dito'..>
Una risatina generale riempie la stanza. Chi ride per ridere, e chi ride per sfogare il nervosismo. Tipo io.
< Mmm... che buon odore.. mangiamo?> Propongo, sorridendo a trentadue denti.
In realtà, non ho per niente fame. Ma qui, se non parlo io, restano tutti muti.
Mangiamo in silenzio, ognuno con lo sguardo fisso nel suo piatto. Temo che da un momento all'altro si metteranno a parlare i muri, tanto è silenziosa questa stanza.
Solo tintinnii di forchette e bicchieri, qualcuno che chiede 'Mi passi quella col pomodoro?' e qualche apprezzamento sulle doti culinarie di Orlando. Punto.
Alzo lo sguardo. Steve si è letteralmente tuffato con la testa nel piatto, Alex mangia a piccoli bocconi, Dominic è più cupo dello scantinato di casa mia e Orlando.. Orlando mangia e osserva. Incrocia il mio sguardo, e sorride, ignaro.
Lui non sa. Non sa.
Non potrebbe neanche immaginarlo. Non se lo aspetta, da me. Giustamente.
Dio, non riesco più a sostenere il suo sguardo.
Guardo Alex, e lei mi sorride con espressione triste. Le faccio pietà. O probabilmente, le faccio schifo.
Mi sembrano logiche entrambe.
Sbuffo, confusa.
Addento il mio ultimo pezzo di pizza e mando giù un sorso di acqua. Niente birra. Mai più.
Alex finisce subito dopo di me.
Ci guardiamo, indecise sul da farsi. Di girare i pollici non mi sembra il caso.
Non riesco a trovare un argomento, che sia uno, per iniziare una conversazione.
Sento Orlando battere il piede sul pavimento. Non ha mai sopportato il silenzio, mai.
< Dom! Sei silenzioso stasera! Cos'è, Sidi ti ha morso la lingua?> Sorride beota Orlando.
Dominic alza lo sguardo, accennando un sorriso.
Non ci riesco.
Non posso continuare così.
Non posso..
< Io e Dominic abbiamo fatto sesso, ieri notte> Sbotto, con lo sguardo fisso sulla tovaglia.
E prima che qualcuno possa fiatare mi alzo di scatto, e mi dirigo verso il bagno, con gli occhi lucidi.
Orlando si alza, gli occhi sbarrati. < Che cosa?> La sua voce è bassa, ma è tremante, rabbiosa.
Sento i suoi passi dietro di me, mi afferra il polso, e lo stringe tanto da farmi male.
Ho paura.
Vedo Dominic correre dietro di noi. < Orlando, aspetta! Lei non c'entr..>
POOM.
Un pugno in pieno viso.
Dom si tiene il naso, che ha cominciato a sanguinare. < Lo sapevo io, uno dei due doveva spiaccicarmelo in questi giorni>
Orlando è livido in volto, non l'ho mai visto così. < Adesso te lo spacco, brutto bastardo!> Alza il braccio, pronto a rifilargli un altro pugno, ma Steve lo ferma, tenendogli le braccia. < Orlando, smettila! Non vedi che sta sanguinando? E' il tuo migliore amico, cazzo!>
< Si! E me l'ha dimostrato, quanto mi è amico, vero Dom??> Ribatte, a denti stretti.
Cerco intanto di liberarmi dalla sua stretta, ma lui si volta, e mi prende il viso con la destra.
< E tu.. tu sei solo una.. troia>
Mi lascia, prende il giubbotto di pelle ed esce, sbattendo la porta.
Sussulto, guardando il polso rosso e dolorante, e le gocce del sangue di Dom sul tappeto.
< Portatelo all'ospedale, io devo parlare con Orlando> Dico, ma Steve mi ferma.
< No, Ally! Non credo sia il momento adatto! Potrebbe farti del male..>
< Più di quanto ne ho fatto io a lui? No, non credo..>
< Dovrei venire anch'io..> Biascica Dom, tenendosi il naso.
< Tu devi andare solo all'ospedale! Dai, ragazzi..> Gli do un bacio sulla fronte, ed esco.
Dio, fa un freddo cane. Il vento gelido mi graffia il viso, mentre mi guardo intorno, cercando Orlando.
L'auto è nel garage, non può essere andato molto lontano.
Esco in strada e lo vedo, che svolta l'angolo.
Corro, e grido il suo nome. Si volta, mi vede e prende a camminare più velocemente.
Finalmente lo raggiungo, lo supero e mi piazzo davanti a lui.
Ha un espressione indecifrabile in volto. Sta male.

And I know that he knows I'm unfaithful
And it kills him inside
To know that I am happy with some other guy
I can see him dying

I don't wanna do this anymore
I don't wanna be the reason why
Everytime I walk out the door
I see him die a little more inside
I don't wanna hurt him anymore
I don't wanna take away his life
I don't wanna be...
A murderer



Mi evita, passando oltre.
< Orlando, fermati!>
Lo tiro per un braccio, ma lui da uno strattone e continua a camminare, imperterrito.
< Orlando, cazzo! Ti vuoi fermare?? Ti voglio parlare!>
Lui si gira improvvisamente, e io gli vado a sbattere contro. < Cosa vuoi dirmi?? Che non volevi? Che non era tua intenzione scopare col mio migliore amico? Che è stato tutto un TERRIBILE SBAGLIO?? EH??> Urla così tanto che tutta la gente in strada si volta verso di noi.
Deglutisco.
Sento che sto per mettermi a piangere.
Non può parlarmi così. 
Indietreggio appena, senza staccare gli occhi dai suoi.
Vorrei dire qualcosa, vorrei spaccare il mondo, fargli capire che lo amo, che sono stata una grande imbecille, ma le parole mi muoiono in bocca.
< Ecco, appunto. Silenzio eloquente> Sbotta, guardandomi torvo. Riprende a camminare.
Resto immobile per qualche secondo. Cosa faccio? Cosa gli dico? Non.. non sono credibile.
Ma devo fare qualcosa, cazzo! Non posso perderlo così.
< Orlando..> La mia voce è bassa, debole.
Corro ancora, per quanto questo freddo mi consenta, e mi fermo davanti a lui.
Ho mal di gola, quasi non riesco a parlare. Una goccia mi bagna la spalla, scoperta, come il resto della schiena.
Ma porca di quella miseria! Proprio ora doveva mettersi a piovere? 
< Orlando, ti prego.. Io.. non ci sono parole per descrivere quello che ho fatto, nè per scusarmi. So che tutto quello che ti dirò ti sembrerà sciocco, banale, inutile, ma non posso permettermi di perderti, ancora. Quindi proverò a salvare il salvabile, e se non ci riuscirò.. almeno saprò di averci provato>
Mi interrompo, sentendo lo scroscio d'acqua gelata sulla schiena. Orlando mi guarda, ma non fa niente.
Resta immobile davanti a me, occhi negli occhi, con un'espressione gelida.
< Ieri sera ho bevuto. Sia perchè non ho trovato nient'altro in frigo, sia perchè ero terribilmente confusa. Confusa dall'incontro con te, confusa dai mille pensieri che mi assillavano, dal gran casino che avevo combinato lasciandoti, e da tutta questa situazione orribile.. poi è arrivato Dominic, e ha insistito per entrare.. e io.. stavo una merda, ero praticamente ubriaca, sono scoppiata a piangere.. e non so nemmeno come ci sono finita a letto con Dominic, cavolo!> Un singhiozzo mi interrompe.
Sta praticamente diluviando, e credo che mi prenderò una polmonite, ma non importa.
Sto per riprendere a parlare, quando Orlando si toglie il giubbotto, e lo poggia sulle mie spalle.
Mi mordo il labbro, sentendo un magone dentro crescere sempre di più.
< Perdonami, Orlando..> Sussurro, abbassando il capo.
Lui si avvicina, e inaspettatamente mi abbraccia. Tremo, appoggiata sulla sua spalla. < Torniamo a casa.. dobbiamo cambiarci> Annuncia, ma la sua voce è ancora dura.
Camminiamo verso casa, senza spiccicare parola.
Arrivati in salotto, mi tolgo il giubbotto, e starnutisco un paio di volte. Lo sento ridere appena.
< Le tue valigie sono ancora lì, puoi andare in bagno a cambiarti>
Annuisco. < Grazie>
Lo vedo andare in cucina, togliersi la maglia e strizzarla nel lavandino.
< E se vuoi farti una doccia calda gli asciugamani sono nel mobile in alto> Conclude.
Questa sua durezza fa ancora più male del silenzio, o degli insulti. Ma è già tanto che non mi ha mandata a cagare sotto la pioggia.

Esco dalla doccia, immersa in una nube di vapore.
Cerco il 'mobile in alto'; impresa piuttosto ardua, dato che ci son minimo cinque mobili diversi, e tutti in alto. Mi alzo sulle punte aprendo il primo, quando sento la porta aprirsi.
< Ally, prendo solo una..oh, Dio, scusa..> Ci fissiamo per qualche secondo, in cui io inevitabilmente arrossisco.
< Scusa, esco subito> Fa Orlando, ed esce, non prima di avermi radiografato per bene.
Dai, che una chance ce l'ho ancora.
Esco tutta sorridente dal bagno, e lo trovo in camera, con un cuscino in mano.
< Pensavo che.. - si gratta la testa - potresti dormire qui, stanotte... insomma, potrebbe venirti una bronchite.. sempre che per te vada bene..>
< Cosa, la bronchite o rimanere qui?> Sorrido.
Lui ricambia il mio sorriso, e finalmente mi sento sollevata.
< Allora.. dormo di là?>
Ovvio che dormo di là, che domanda stupida. Mica posso infilarmi nel suo letto.
< Nella stanza di fronte alla mia, ti va bene?> Sembra imbarazzato.
< Si, benissimo>
Mi porge il cuscino. < Buonanotte, Allison>
< Buonanotte, Orlando..>
Buonanotte, amore mio.






Scusate il 'Poom', ma dovevo metterlo per forza. Lo odio con tutta me stessa, ma ci stava.
Comunque. Credo che questo sia il mio capitolo preferito ^o^
No, dai, scherzo.
Povero Dom ç_ç
Un ringraziamento specialissimo a Cecy, per il supporto in termini di battute e alcuni passaggi.
C'ha una Santa Pazienza 'sta qui, che non potete nemmeno immaginare.
Grazie, tesò!
Comunque..
La situazione da incandescente si è raffreddata un po'. Merito della pioggia, forse.
Non sono tornati insieme, come potete notare.
Ma non vi dico niente, va.

Recensioni:

Cecy: La 100° recensione non poteva che essere la tua! Mio Dio. 100 recensioni. Sono troppo emozionata!
Ahhh.. sorellina mia. Grazie, per aver avuto la pazienza di sopportarmi nella stesura di questo capitolo.
I love you. You know this, right?
Ci supportiamo e ci sopportiamo. Mahuahau! E' vero! Tu mi supporti e io ti sopporto, nè? Hahaha! Ok. Basta.
E studia, che non puoi mandare tutto alle ortiche! (Se tu mi lasciassi in pace, ogni tanto..NdTe).
Ti lascO. Un bacio enorme.

giorgiaaa: Che bello! Una nuova commentatrice! ^^ La situazione sembra essersi chiarita. Vedremo! Un bacio!

bebe: Monella professionista. Mi piace, come soprannome ! ^o^ La bomba è scoppiata, e i galletti se le son suonate. Beh, in verità uno suonava e uno subiva, povero. Spero che ti sia piaciuto anche questo chap.
Baci!

Kiara_Turner: Ebbene. Orlando l'è venuto a sapere. Il mio povero, povero, povero Omo ha avuto una pugnalata al petto. Però.. le cose sembrano andare per il verso giusto, per una volta. Basta. Mi cucio la bocca. XD Grazie dei complimenti, Kiara. Sono sempre molto apprezzati *Me commossa*
Un bacio grande grande!

Mihela: La quiete prima della tempesta. Esattamente, mia perspicacissima sorella. Mi fa piacere che ti sia piaciuto il discorso di Ob... anche io mi scioglievo, scrivendolo. Povero, povero tesoro. Lo consoliamo in tre, ti va? Dopotutto, siamo o non siamo le Orli's Angels?
Anyway, spero che l'uni ti lasci un secondo libero, perchè non ti si vede più, ormai! ç.ç E anche la tua fic! We're lost without youuuuuuuuuuuuu!
No, la mannaia no, però eh. Attenzione. Io sono fragile.
Spero di risentirti presto.
Kissssssssssssssssssssssssssssssssssssssssssss

Ireth: Temevo di averti persa! Mi son detta 'Oddio, vuoi vedè che non le piace più la storia?' ç____ç
Dio, che sollievo. Bellissimi i 5 punti ^o^ Grazie dei complimenti, sorella. Anche se non meritati.. dai, io non scrivo poi così bene.. è leggibile, la storia. E basta.
Continua prestissimo tuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu! Bacio!

E così, miei amatissimi lettori (e lettrici, of course), col gongolo in mano per la 100° recensione, e l'immagine di Ally e Orlando che si danno la buonanotte, vi saluto.

Siete meravigliosi.
Sara.




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Capitolo 18
*** Well Begun Is Half Done ***


Chap 18
Capitolo diciotto
Well begun is half done




Il mattino seguente, mi alzo presto. Sono alquanto euforica, direi. Mando un sms ad Alex, che mi risponde informandomi che Dominic sta piuttosto bene, ha avuto 7 punti in totale, tra naso e bocca. E quasi non riesce a respirare, ma tutto sommato sta bene.
Esco dalla mia camera, camminando in punta di piedi, e vado in bagno a darmi una ritoccatina.
Ho un mal di gola allucinante, e un filo di voce. Dovrei avere delle medicine, nella valigia, ma non posso entrare, accidenti. Rischierei di svegliare Orlando, e non mi sembra il caso. Sono solo le sette e mezza.
Sette e mezza.
Un pensiero mi attraversa la mente, raggelandomi.
Oh, Dio. Devo andare a lavoro. Oggi c'è la consegna dello stipendio.
Ma io non posso muovermi di qui.
Oh. Mi tocca chiamare Tom. No, quello mi sbrana viva. Chiamo Alicia, va.
< Pronto? Qui parla Alicia Hamilton>
< Alicia? Ciao, sono Allison>
< Allison! Ciao, carissima!>  Dio, è più falsa della mia borsa Gucci.
< Ciao.. ehm, senti.. potresti ritirare tu il mio stipendio? Sto poco bene, e non posso proprio venire>
< Oh.. è sempre per Orlando, vero? Da quando ti ha piantato non sei più la stessa..>
Non è per Orlando, brutta oca starnazzante! E comunque, l'ho piantato io, idiota!
Argh! Come mi fa arrabbiare!
< No, Alicia. Non è per Orlando. Sono io, che non mi sen..>
< Ah! Ti sei rassegnata, finalmente, all'idea di averlo perso per sempre..>
Non l'ho perso per sempre, schifosissima befana dei miei stivali!
< Sono a casa sua, in verità, Alicia> Tiè! Prendilo in quel posto, stronza!
< Oh. Allora è per questo che non vieni. Dì la verità, Allison.. ti conosco, io>
< Se mi conoscessi sapresti che detesto che qualcuno psicanalizzi me e la mia vita, Alicia. Comunque, non ti ho chiamata per cianciare con te, ma per chiederti un favore>
< Ehi! Ma come sei permalosa! D'accordo, d'accordo. Te la prendo, la busta paga.. Dio, sei acidissima>
Ma vaffanculo eh!
< Grazie, Alicia> Chiudo la comunicazione.
< Pronto? Qui parla Alicia Hamilton, la più bella del reame> Biascico, facendole il verso. Bleah. La odio.
Esco dal bagno, e comincio a preparare la colazione.
Orlando mangia salato, come ogni londinese che si rispetti.
Preparo le uova strapazzate, il pane tostato, la salsiccia fritta, aggiungo burro, bacon e marmellata e accompagno il tutto col succo d'arancia. O col caffè? Li faccio entrambi, via.
Metto tutto su di un vassoio, che poggio sul tavolo.
Spero solo che si alzi presto, altrimenti si fredda tutto.
Dovrei chiamarlo? Sono quasi le nove. Quel poltrone. Non fa altro che dormire, cavolo.
Se non dorme almeno dieci ore a notte non è lui.
Sto scherzando, ovviamente.
Ne dorme almeno quindici.
Basta. Vado in camera a controllare. Dopotutto, devo prendere anche i vestiti per cambiarmi, no?
Arrivo in camera e spingo piano la porta socchiusa, attenta a non fare rumore.
Guardatelo, il re dei re. Dorme placidamente sulla pancia, tutt'uno col cuscino.
Sant'Iddio.
Suppongo indossi solo i boxer. Seguo con gli occhi la linea del lenzuolo, che lo copre da metà schiena in giù, e sorrido, vedendo la curva del suo perfetto fondoschiena evidenziata dal lenzuolo aderente.
Scuoto la testa, e cerco qualcosa da mettermi nella valigia.
Ma.. no. Quasi quasi non mi cambio.
Ho una mini sottoveste lilla, che uso da pigiama, e mi copre appena fin sotto il sedere.
Ghigno, perfida.
Dopo l'episodio di ieri sera, e questa mini sottoveste, non potrà resistermi, suvvia.
A mali estremi, estremi rimedi, no?
Mi alzo, riponendo la valigia al suo posto.
E che cavolo, Orlà, vuoi alzarti? Roteo gli occhi, avviandomi scalza in cucina.
Accendo la tv, e alzo un po' il volume, sperando che si svegli.
Ed è così. Qualche minuto dopo, infatti, una testa completamente assonnata e scarmigliata fa capolino dal corridoio.
Oh, accidenti. Si è vestito. 
Mi viene da ridere, quando mi si para davanti, con i capelli sparati tutti da un lato, e gli occhi ancora chiusi dal sonno.
< Buongiorno> Saluta, con la voce impastata.
< Buongiorno a te. Bentornato nel mondo reale. Ti ho preparato la colazione, è in cucina. Spero sia ancora mangiabile> Indico la cucina, serafica.
< Oh. Grazie. Tu hai già mangiato?>
Annuisco, stravaccata sul divano.
< D'accordo>
Va in cucina, si siede e comincia a mangiare.
Uhm. Credo gli sia piaciuto. Ha sempre adorato le mie uova al bacon, ma credo che non riuscirò a strappargli un complimento neanche minacciandolo con un coltello.
Pazienza.
Mi alzo lentamente dal divano, e lo raggiungo, gettando un fazzoletto nell'immondizia.
Lui mi guarda, mi scruta. Dopo un attimo di esitazione, mi fa i complimenti per le uova.
< Davvero ottime, grazie>
< Figurati. Non avevo niente da fare> Mento. Non posso mica dirgli che ho fatto tutto questo per entrare nelle sue grazie.
Ruffiana.
< Posso?> Chiedo, allungando una mano sul vassoio, completamente vuoto.
< Si, ma.. non preoccuparti.. posso farlo io>
< Ho i miei dubbi> Ironizzo, strappandogli un sorriso.
Comincio a insaponare i piatti, lasciando che la visione del mio fondoschiena allieti un po' la giornata di Orlando.
Ma da quando son diventata così.. sfacciata?
Cosa non si fa per amore..
Apro l'acqua bollente, canticchiando, e sciacquo le stoviglie. Sento Orlando alzarsi. Probabilmente andrà in salotto, a guardare la tv. Come al solito.
Ripongo al suo posto l'ultimo piatto, e mi asciugo le mani.
Basta. Ora vado di là e mi vesto. Sono stata fin troppo ridicola.
Mi volto, e per poco non mi prende un colpo, ritrovandomi Orlando davanti.
Ci guardiamo per qualche istante, in cui il mio cuore si ferma, aspettando un qualche suo gesto.
Dio, mantienimi. Io gli salto addosso.
Orlando poggia piano le mani sui miei fianchi, provocandomi un brivido lungo la schiena.
Non oso muovere un solo muscolo.
Chiudo gli occhi, pregando che non mi stia prendendo in giro, solo per farmi soffrire.
Li riapro, e incontro i suoi, vicinissimi. Mi stringe a sè, con fare possessivo, facendomi quasi male.
Passa un interminabile minuto, lui mi fissa, quasi a volermi leggere l'anima. Sento le sue labbra che sfiorano le mie, il suo respiro veloce, che mi fa paura.
Velocemente mi spinge contro il muro, annullando quei pochi millimetri di distanza che ci separavano.
Un bacio.
Un bacio feroce, violento. Un bacio contraddittorio, di uno che non vuole farlo, ma che non riesce a resistere.
Ci separiamo, senza fiato. Abbassa il capo, respirando piano, poi mi guarda, serrando la mascella.
Alza la mano destra, portandola alla mia guancia, e io la sento bruciare, sotto quel gesto così semplice, ma adesso così importante.
Mi bacia di nuovo, lentamente, senza fretta. Dio, quanto mi erano mancate le sue labbra. Il suo sapore dolce, e il suo profumo, che mi stordisce totalmente.
Passo le braccia attorno alla sua nuca, avvinghiandole poi al suo collo.
Stringimi, Orlando. Ti prego.
E come se avesse recepito la mia supplica silenziosa, serra le sue braccia attorno alla mia vita, e percorre la mia schiena con movimenti lenti e studiati.
Le nostre lingue duellano in silenzio, come non facevano da tempo. Si cercano, si sfiorano, con piccoli tocchi che mi fanno sorridere.
Ci separiamo nuovamente, e nei suoi occhi leggo un sorriso, che mi riscalda il cuore.
Forse non è tutto perduto.
Mi solleva, portandomi in braccio nella sua camera, e sospira forte, mentre gli lascio una scia di baci sul collo.
Scalcia, per aprire la porta, ma questa non si apre. Ci riprova, più forte, e io rido sommessamente, poggiando la fronte sulla sua spalla, rassegnata. Niente. La porta non ne vuole sapere.
D'accordo, ci penso io. Allungo la mano, cercando di mantenermi in equilibrio, e la apro, lasciandola socchiusa. Finalmente può fare la parte dell'uomo macho, e, con un calcio, la spalanca.
Una volta sul letto, provvedo a liberarlo della maglia, riscoprendo il Bronzo di Riace che è in lui.
Gli sfilo i pantaloni della tuta, e rido, leggendo una familiare scritta sui suoi boxer.
Lo schieno al letto, sedendomi a cavalcioni su di lui. Una fastidiosa erezione preme contro il mio inguine.
Ahhh, questi uomini. Liberiamolo, va. Non vorrei che rompesse i boxer. Sono così carini..
Percorro con un dito il petto di Orlando, rifinisco il tutto con piccoli bacini, alternati a leggeri tocchi di lingua, che lo fanno sussultare.
Ti sono mancata, eh? Dici la verità..
Lui mi afferra per le natiche, portandomi vicino al suo viso, e mi bacia, sflilandomi la sottoveste, che va a fare compagnia agli altri indumenti sul parquet.
Avevo dimenticato di essere completamente nuda, sotto.
Baci, morsi, carezze. Un groviglio di sensazioni ritrovate, la scintilla che si accende di nuovo.
La lontananza ci ha fatto bene, dopotutto.
Ma adesso non resisto più. Lo voglio. Ora.
Prendo il condom dal comodino, e.. beh. Un po' d'immaginazione, ragazze.
Lo faccio scivolare dentro di me, lentamente, assaporando ogni secondo di quel contatto.
Orlando mi stringe forte i fianchi, e io gemo, forse per il dolore.
Comincio a muovermi piano, accompagnata dalle sue mani, e motivata dai suoi baci.
Accelero progressivamente le spinte, illuminata dal sole di Londra, che filtra attraverso le tende. Cosa rara, qui.
Orlando mi prende le mani, e le intreccia con le sue. Poco dopo ci abbandoniamo quasi contemporaneamente a un sensazionale orgasmo, sospirando forte, con gli occhi lucidi e il respiro affannato.
Mi lascio cadere accanto a lui, e dopo parecchi minuti passati l'uno stretta all'altra, lasciamo che il sonno prenda il sopravvento.

Quando mi sveglio, allungo una mano, come al solito, e dopo parecchi centimetri di raso, sento la sua schiena. E' sdraiato sul fianco, e mi da le spalle. Mi avvicino, sfiorando la lunga cicatrice, per risalire poi sul fianco, e posare il braccio sulla sua pancia, stringendomi a lui.
Non voglio lasciarti mai più, Orlando.
Non voglio lasciar...
< Ho bisogno di tempo, Allison>
Una fitta al cuore, raggelata dal tono duro e freddo della sua voce.
Mi metto a sedere, tenendo il lenzuolo sul seno.
Lui fa lo stesso. Si volta, e si appoggia alla spalliera del letto, guardandomi serio.
< Ho bisogno di tempo per riacquistare la fiducia in te, in questa relazione..> Aggiunge, impassibile.
Abbasso il capo, portandomi le ginocchia al petto.
< E questo.. prima.. noi.. cos'è stato? E' stato solo sesso?> Domando, sull'orlo delle lacrime.
< E' stata una.. debolezza..>
< Oh, certo. Dovevi sfogare i tuoi istinti, no? Piuttosto comodo, mi sembra..>
Mi alzo, recuperando qualche vestito nella valigia. Non devo piangere. Resisti, Ally.
< Allison, senti, ora non fare la vittima! Questo non è stato solo sesso, okay? E' stato qualcosa di più, perchè è chiaro che c'è qualcosa di più tra di noi, ma io non riesco a chiudere gli occhi e fare finta che non sia successo niente! Cazzo, sei andata a letto col mio migliore amico! E per quanto questo non abbia potuto significare niente per voi, a me brucia! Non posso certo restare impassibile, non ci riesco! Ho bisogno di tempo, per schiarirmi le idee, per capire...> Si prende la testa tra le mani, passandosi le mani sul viso.
< Vado a farmi la doccia> Annuncio, con l'aria di chi ha ignorato ogni parola.
Ma io non ho ignorato il suo discorso.
L'ho sentito, eccome.
Il getto dell'acqua gelida sulla mia schiena mi fa sussultare, ma almeno serve a calmarmi.
D'accordo. Suppongo che abbia ragione.
Ha ragione. E basta. Non posso fare nulla, se non.. aspettare.
Esco dalla doccia, mi vesto, e vado in camera a prendere le valigie.
Orlando si è rivestito, ed è davanti alla finestra, che guarda la solita frenetica Londra.
< Torno a casa, Orlando>
Sussulta, sentendo la mia voce, e annuisce.
< Ti aiuto a portare le valigie?>
< No, ce la faccio, non preoccuparti>
Andiamo in salotto, e lui apre la porta, lasciandomi uscire.
< Grazie di tutto>
< Oh, figurati.. allora.. ci vediamo>
< Si, Orlando. Ci vediamo> Sorrido appena, e mi avvicino per salutarlo.
Gli poso un bacio all'angolo della bocca. < Ti aspetterò, Orlando>

Ti aspetterò. Qualunque cosa dovesse succedere, io sarò qui.
Sarò qui.
Per te.






Ora si avvisano i gentili lettori, che la sottoscritta non ha una minimissima idea degli avvenimenti che seguiranno, ragion per cui se avete qualche consiglio, suggerimento o proposta, sentitevi liberi di esprimervi.


Ecco. Piccolo annuncio dell'autrice.
No, davvero. Ho scritto gli ultimi tre capitoli a distanza davvero ravvicinata, cosa molto insolita per me, perchè avevo le idee ben chiare. But now, ho la testa completely empty.
Ed è davvero un peccato, dato che in questi giorni si salta la scuola a causa della spazzatura.
Bon. Spero non mi fucilerete per questo, o peggio, non mi abbandonerete.
Solo il titolo è positivo, in questo capitolo.
'Well begun is half done' è un english idiom, che in italiano equivarrebbe al nostro 'Chi ben comincia è a metà dell'opera'. Mi sembrava particolarmente interessante, come titolo. ^o^
Uhm. Cos'altro devo dire? Le commentatrici sono aumentate, ed io sono estremamente commossa, e sto ridendo come una cretina da stamattina, quando vi ho contate e ho scoperto che da cinque siete passate a otto! *Lucciconi agli occhi*
Beh. Grazie di cuore.
Passo velocemente alle recensioni, che mia madre mi chiama per giocare a Burraco.

Cecy: Ma che ti devo insegnare?! Tu, devi insegnare a me come si scrive, e dovresti anche passarmi un po' d'ironismo, che manca da un po' di tempo a questa parte!
La tua recensione mi ha fatto scompisciare, specialmente nel pezzo sul naso a patata. (Dom, si scherza eh)
Povero il mio Dumbo.
E intanto tu mi sparisci, come al solito, dimostrando che il morbo morboso di DC colpisce ancora. Ma che fine hai fatto? Non è da te.. no..
Rivivisci, su! Cause I need your help! LOL
Spero di risentirti presto, mia dolce favetta.
I love you!

Bebe: Eh si. Telepatia! Tutte lo stesso giorno! Orlando clemente dici? Mah. Vedremo.. Bacio!

Ginny_Potter: Ciao, cara. Ma non preoccuparti.. tutti siamo impegnati. Dominic non è un depravato, dai.
ç___ç Povero cuSSolotto. No, Orlando non cede. Ovvio. Non può... così presto.. basta. Zitta. Mi fa piacere di averti risentito, e spero che tu trovi il tempo per aggiornare la fic! Baci..

Giorgiaaa: Grazie anche a te. Siete un supporto eccezionale. Spero anche io che Orlando perdoni Ally, credimi. Non so ancora come andrà a finire. Può essere che stanotte mi venga l'ispirazione. Bah. Vedremo.
Un bacione!

Mihela: Non alludevo mica a un'orgia! E che è! Mica so' così depravata! Mi dispiace di averti fatto prendere un colpo, sorella, ma ci stava proprio quella battutona lì! XD Sono perfida. Ma non depravata, ocio. A meno che non si tratti di Orlando, ovviamente. Eh. Lì è un'altro discorso..
Mi dispiace che tu sia piena di impegni ç___ç e spero che gli esami vadano bene, davvero! E anche le altre questioncine d'amore, riguardo alle quali devo sapere com'è andata a finire che son curiosa! :P
Glassie per i complimenti... *arrossisce* ... spero ti sia piaciuto questo capitolo ^.^
Ti voglio bene, tesorina... kiss!

Chiara: Anche io son dalla parte di Orlando! Mi dispiace per il pugno a Dom.. però.. era meritato, dai..
E sono felice che ti piaccia la storia ^.^ Davvero, grazie per il sostegno.. un bacio grande!

Ireth: E ora mi spieghi da dove salta fuori Poshy Poshy L'Indemoniata *Muore, muore* Ma tu sei pazza, lo sai? Muahauahu! XDXD E sai anche che devi aggiornare la fic, che son curiosa!!! Eh no. Dom è irresistibile ^o^ Ed è un marpione, proprio come Orlando. Solo che Orlando.. è Orlando. *Piccolo sbavo*
Mi raccomando, aggiorna presto! Spero ti sia piaciuto questo chapppp! Baciiii!

Kiara.T: E' successo il disastro ^o^ Frase perfettamente calzante! L'immagine di Ally che,
alla guida di un tir, investe Orlando mi ha fatto letteralmente scompisciare dalle risate, però.. era inevitabile, su. Si è tolta il dente. Uno strappo, e via. Oh. Che esempio disgustoso che ho fatto.
Comunque. La situazione è alquanto tragica, adesso. Povera la mia Ally. Sta tribolando davvero.
Vedremo che succederà.
(E qui sta il dramma, cavolo..)
Bah. Spero di riuscire ad aggiornare entro il prossimo anno.
Un bacione!


Pregate per me. Affinchè mi arrivi un'idea.
O, in alternativa, suggerite. Sarò ben felice di ascoltarvi!
Grazie a tutti.

Un beso,
Sara.
 





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Capitolo 19
*** All's well that ends well ***


Chap 19
Capitolo diciannove
All is well that ends well





Oggi sono esattamente sedici giorni, tre ore e dodici minuti che siamo in 'pausa'.

Pausa di che, poi?
Ci siamo visti precisamente ogni due giorni. Indovinate un po' cos'è che abbiamo fatto? Ma si. Che perspicaci.
Non è che si può resistere più di tanto, accanto a uno come lui.
Però.. però lui ha sempre bisogno di tempo.
Ok. Gli dico io.
Lo capisco.
Però, cazzo. Due settimane mi sembrano sufficienti. Soprattutto perchè ci vediamo più di prima, praticamente.
Ma io ingoio il rospo. O come si dice, metto tutto nella sacca.
'Sta sacca è grande quanto il tunnel della Manica, ormai, ma che posso fare? Ditemi. Io ci tengo, a lui. Ogni tanto penso ai bei momenti passati insieme.. e mi rendo conto che mi manca. Tanto. Mi manca poter chiamarlo quando mi pare. Mi manca il suo sorriso, quel sorriso che scalda il mondo. E vedere la serenità nei suoi occhi.
E mi manca poter fare l'amore con lui.
Ma se lo fai tutti i giorni, direte voi. Ebbene.. è vero. Oggettivamente è così, ma è diverso.
E' come uno sfogo, un distaccarsi dalla realtà. Non sento il vecchio Orlando, quello delle carezze, quello degli abbracci, che mi facevano sentire al sicuro. E' sempre diffidente, pronto a tirarsi indietro.
E ora, sento che potrei cedere anche io, da un momento all'altro.
Sospiro, guardando la solita Londra, dalla finestra dell'ufficio.
Perchè? Perchè è dovuto succedere?
Perchè non riesco a fidarmi delle persone? Di lui poi, che mi ha dimostrato tanto?
Non lo merito.
E' stato tutto un errore, forse. Non ci saremmo mai dovuti incontrare, quel giorno.
Tutto sarebbe continuato normalmente. Ognuno con la propria vita.
Ma ormai, il danno è fatto. Non posso fare altro che continuare ad aspettare. Ogni esperienza che ho fatto deve essermi di monito per il futuro, no?
Beh. Non innamoratevi mai di un attore, e non finite a letto col suo migliore amico.
Questo è quanto ho imparato.
E me ne sto qui, con le mani in grembo, a farmi le mie mille e una seghe mentali al minuto, quando squilla il cellulare.
Leggo il suo nome sul display, e il mio cuore perde un battito. Mi fa sempre quest'effetto, dopotutto.
Sorrido. La speranza abbatte il castello di dubbi che stavo costruendo.
Ma dico, che rosico a fare, se poi basta una chiamata a farmi andare in tilt?
Bah.
Premo il tasto verde, e lo saluto.
< Ciao, Al. Tutto bene?>
Da quando è così informale?
< Si, grazie. Tu?>
< Bene.. ehm.. sei a lavoro?>
< Si, perchè?>
< Sono sotto l'edificio.. posso salire? Devo parlarti...>
Lancio un'occhiata in strada, mi sporgo un po',  e lo vedo, di spalle.
Deve parlarmi. Parlarmi.
Oh, Dio. Respira, Ally.
Sento i brividi percorrermi la schiena, mentre aspetto che la sua figura compaia sulla soglia della porta.
Questo maledettissimo cuore supera i trecento battiti al secondo, e poco ci manca che sbatta a terra senza vita.
Speranza idiota.
Tanto non sarà niente d'importante. Me lo sento. Mica m'avrebbe chiamata? Eh, no. Lui è solito fare le sorprese. Era solito, in verità.
Finalmente lo vedo arrivare.
Accenna un sorriso, e si toglie gli occhiali.
Resta ferma, Ally. Non muovere un muscolo.
Sembra interdetto.. si avvicina, e mi da un bacio a fior di labbra. Ma quanto è strano oggi da uno a dieci? Trentamila?
< Cosa devi dirmi?> Chiedo, in attesa, mentre si siede di fronte a me.
< Beh. Io.. devo partire. Vado in Italia, a girare un film. Volevo dirtelo di persona..>
Riesco a controllare la mascella, impedendole di cadere al suolo. In Italia. Dio, vedo già cinquemila riviste sparpagliate sul mio tavolo, piene di foto paparazzate che lo ritraggono in compagnia di belle more prosperose. E io che le osservo sgomenta, coi capelli ritti in testa.
< Lo so, lo so che non è proprio il momento adatto, per partire.. ti capisco, ma..>
< Ma cosa? Senti, dimmelo che ti sei rotto. Un taglio netto, e via. Me ne farò una ragione...>
< Cosa stai dicendo? Non voglio chiudere con te, Al!>
< E allora perchè non torniamo insieme? Sono stufa di essere la tua bambola gonfiabile, Orlando! Cazzo, non c'è ragione di aspettare tutto questo tempo! Sei solo un'opportunista, ecco cosa sei!>
Merda. Questa non dovevo dirla. Mi mordo la lingua, pentendomi subito.
Non so decifrare la sua espressione. Mortificato, incazzato, incredulo.
Restiamo due minuti buoni a fissarci. Non reggo più il suo sguardo.
< Io ero ubriaca fradicia, quella sera. Avrei potuto anche uccidere una persona, per quanto ne so. Perchè, perchè te la prendi tanto? Sono sfinita da questa situazione. Devi credermi. Mi sento come sospesa nel vuoto, sorretta solo da un sottile filo. Le soluzioni sono due, Orlando. Due estremi. O dentro, o fuori. Stop. Non c'è molto da decidere..>
Lui sospira, nascondendo il viso tra le mani.
< Un anno fa.>
Alzo lo sguardo, aggrottando la fronte.
< Un anno fa, ho scoperto la mia ragazza a letto con un altro.>
Dimmi che l'hanno ricoverata, ti prego.
< E decisi di dare un taglio alla mia vita sentimentale. Niente storie, niente fidanzamenti.. avventure di una notte, al massimo> Continua, cupo.
< Poi, quest'estate, sei piombata nella mia auto e nella mia vita - sorride, al ricordo di quel giorno - e non hai più abbandonato i miei pensieri.  Ho voluto conoscerti, sembravi.. diversa. Piano piano ho cominciato ad amarti, sul serio. E mi sono detto 'Forse questa è la volta buona, ho aspettato tanto, ma ne è valsa la pena..' e ti ho aperto il mio cuore>
Senza accorgermene ho smesso di respirare. Ho trattenuto il fiato. Il tono della sua voce, la tristezza negli occhi profondi, mi stanno uccidendo.
Continua, ti prego.
< Nemmeno un mese dopo, pronto a ricominciare con te, dopo quell'incomprensione, vengo a sapere che sei stata a letto con Dom. E davanti ai miei occhi si ripete la scena di un anno fa.> Fa una pausa. Mi guarda negli occhi. < Ecco, perchè ti ho chiesto del tempo. Mi dispiace di averti trattata così, ma da quel giorno mi sono chiuso completamente, arrabbiato con me stesso per aver ceduto nuovamente all'amore, ricevendo in risposta un bel calcio in culo.> Conclude, unendo le mani.
Deglutisco. Non riesco a dire una sola sillaba. Cosa gli dico? Cioè, cosa gli posso dire? Oh, Dio. Qualcuno mi sotterri.
Sentiamo qualcuno singhiozzare, nella stanza. In tutto questo avevo dimenticato di essere in un ufficio, pieno di gente.
Mi volto di scatto, e vedo Alicia, che si sta asciugando gli occhi con un fazzoletto.
< Scusate.. continuate pure, non badate a me>
Lancio un'occhiata agli altri, che annuiscono, e fanno cenno di continuare con la mano.
Alzo un sopracciglio, e sbatto le palpebre. Credono di assistere a una soap opera? Che razza di colleghi.
Scuoto la testa, e torno a guardare Orlando.
< Io.. mi dispiace, Orlando.. non so cosa dire, io..> Mi blocco, quando mi prende le mani, stringendole nelle sue.
< Vieni in Italia con me>
Sento due persone soffocare un gridolino di sorpresa.
Sbatto gli occhi sbarrati, chiedendomi se sia il caso di darmi un pizzicotto sul braccio, giusto per assicurarmi che tutto questo non sia un sogno.
< Io.. non credo sia il caso.. insomma, tu..>
< Vieni in Italia con me, Allison Murdock>
Suona tanto 'proposta di matrimonio', detta così. No, Ally. Non cominciare a fantasticare, eh. Rifletti sulla proposta.
Italia, Orlando. Orlando, Italia. Orlando, Italia, Film. Però, mica male. Sorrido.
< Potevi avvisarmi prima, però. Non avrei disfatto le valigie!>
Ridiamo, insieme, seguiti dagli altri colleghi. Orlando poggia la mano sul mio collo, e mi bacia.

***

< Dov'è che girate, di preciso?>
< Campania. Pompei. Sarà un kolossal, diretto da Polanski. Te ne avevo già parlato, o sbaglio? Quella sera, al ristorante... ricordi?>
< Come potrei dimenticarlo, Mr Bloom?>  Sorrido, e lo stringo a me, invasa dal suo calore, e dal suo profumo.
< Dobbiamo rifarlo, qualche volta. Che ne pensa, Miss Murdock?>
< Niente in contrario, assolutamente>
Ridiamo.
Ma com'è strana la vita.
Un'ora fa ero in uno stato di depressione acuta, succube del rimpianto. Son bastate due parole. Un chiarimento degno di questo nome, una semplice confessione. E tutto è tornato come prima. Anche meglio di prima, forse.
Dio, quanto siamo volubili. Basta un soffio, e voliamo via.
Stiamo andando a casa, a piedi. Io gli cingo la vita, e lui mi circonda le spalle col braccio, stringendomi a sè. 
Vorrei parlargli di Dom.. mi dispiace tanto, per lui. Avevano un'amicizia meravigliosa, uniti come due fratelli. Ma adesso non è più così, ed è solo colpa mia.
Se solo riuscissi a convincere Orlando, se solo potesse mettere una pietra sopra, sarei sollevata anche di questo peso. Ma ho paura anche solo a parlargliene. Ho paura di rinnovare il dolore, rischiando che si allontani di nuovo da me.
< Hey, what's up?> Un sussurro. Orlando mi alza il viso con un dito, guardandomi con aria interrogativa.
Non posso dirglielo.. non ora.
< Niente.. pensavo...>
< A cosa?>
< A quanto mi sei mancato, in questi giorni..> Lo guardo negli occhi, accennando un sorriso.
Adoro le fossette che gli si formano ai lati della bocca quando sorride. < Anche tu mi sei mancata, da morire. Ma adesso sei mia, e non ti mollo per nessuna ragione al mondo!> Ride, e mi alza in aria, girando su se stesso. Affondo le dita nei suoi ricci, abbracciandolo forte.
Mi mette giù, poco dopo, e le sue labbra accolgono le mie in un dolce bacio.

< Busso io o bussi tu?>
< Bussa tu>
Fa per bussare, ma io lo fermo, e busso prima di lui. Lo vedo scuotere la testa. < Sei completamente fuori, sai?>
< Non era una novità> Sorrido.
Intreccio le mie dita con le sue, e insieme aspettiamo che qualcuno apra la porta.
Ad aprirla è Alex, e vedo Steve in salotto, rosso in viso. In verità sono entrambi paonazzi. Alex alterna il suo sguardo scioccato tra me, Orlando, e le mani.
Si sposta, senza dire una parola, per farci entrare. Arrivati in salotto, vedo Steve, che si alza rapidamente da terra. Era in ginocchio davanti al divano.
In ginocchio davanti.. oh mio Dio.
Mi porto una mano alla bocca, vedendo una scatolina blu, di velluto, tra le mani di Steve.
Soffoco un grido, e corro ad abbracciare Alex.
< Oh mio Dio, Alex! Congratulazioniiii! Dio, quanto sono felice per voi!>
< Ehm..> Orlando mi prende un braccio, portandomi accanto a lui. < Non le ha ancora chiesto nulla, li abbiamo interrotti>
Stupida impulsiva imbecille. Ma faccio proprio pena.
< Scusate, vado a seppellirmi> Sussurro, sentendomi avvampare.
Alex è proprio sconvolta. Non oso guardarla un secondo di più. Potrei scrivere un libro.
Come rovinare tutto quello che toccate
Manuale illustrato, di milleseicento pagine.
Valido aiuto per chiunque voglia rovinare i momenti più belli della propria vita, o di quella altrui. (In primis, quella delle persone care)
Di Allison Murdock, l'esperta.
Sarebbe un best-seller in meno di un mese.
Ci allontaniamo in cucina, ma non posso fare a meno di sbirciare. Steve ride piano, e si inginocchia nuovamente. Alex ha gli occhi lucidi, e vederla così, mi fa salire un magone tremendo. Vedo Steve prendere un bel respiro, e porgere la scatolina ad Alex, che la prende con mani tremanti. La apre: un trilogy, in oro bianco. Gli occhi di Steve brillano più dei diamanti, mentre la guarda. La ama. Tanto.
< Alexis Corrigan, vuoi sposarmi?>
Stringo forte la mano di Orlando, mentre aspetto col fiato sospeso, insieme a Steve.
< Si, si, si!> Alex gli salta al collo, e lo bacia.
Orlando ed io esultiamo in cucina, abbracciandoci di rimando. Quando ci allontaniamo, Orlando fa un cenno con la testa, indicando il salotto. < Guarda..>
Steve le sta mettendo l'anello al dito. Asciugo una lacrima birichina, che è sfuggita al mio controllo, con l'indice. Cavolo, se piango ora, cosa farò al matrimonio?
Sospiro. Chissà se mi sposerò mai. Lancio un'occhiata a Orlando, che li guarda col sorriso sulle labbra. Certo, Orlando sarebbe un marito perfetto. Un padre perfetto. Chino lo sguardo, improvvisamente triste.
< Andiamo di là, vieni> Mi prende la mano, e io cerco di lasciare spazio all'euforia del momento. Al resto penserò dopo.
Mi fermo davanti ad Alex, che è praticamente in lacrime, e le accarezzo piano la guancia.
< Sono davvero contenta per voi, non sai quanto!>
Vedo Orlando dare una pacca sulla spalla a Steve < Complimenti, bro'> L'altro sorride. < E voi? Avete qualcosa da dirci?> < Oh, beh, noi.. si. Siamo.. tornati.. insieme> Esordisco io, rossa fin sopra i capelli.
< No! Davvero?!? Oh mio Dio, che bello!!> Ci abbracciamo, per la quarta volta nella giornata. < Oh, ragazzi, sorreggetemi, che dopo due notizie così, in un'ora sola, non credo di sopravvivere!>  Ridiamo, e ci sediamo tutti e quattro sui divani, pronti a raccontare le nostre giornate.

Questa giornata non poteva andare meglio di così, direi.

Continua...





Salve, gente del mondo. E' la Sarè che vi parla, con una tazza di thè alla pesca tra le mani, e un ustione di terzo grado sull'indice destro, dovuta alla temperatura esageratamente incandescente del liquido cadutogli sopra.
Comunque.
Non so come farmi perdonare, dato che è passato quasi un mese (Cazzo! O_O) dall'ultimo capitolo.
I'm so sorry. So, so, so sorry.
Però, spero di avervi addolciti un po' con questo capitolo.
Non vi anticipo nulla. Spero di aggiornare entro questa settimana, o al massimo nella prossima, scuola e compiti permettendo.
Passo alle recensioni.



Cecy
: Mi ammor. Hai visto? Ho partorito, finalmente. E' stata dura, ma ce l'ho fatta. Grazie anche al tuo aiuto.
Anzi,
soprattutto grazie a quello. Grazie, tesoro, per avermi incoraggiata. Con le buone, ma soprattutto con le cattive, altrimenti non avresti avuto risultati LOL
Teste di coccio che non siamo altro. Se vogliamo vedere il lato positivo della cosa, però, possiamo ritenerci le persone più umili di questa terra. E non è una cosa da poco.
La frase di Orlando (
Scusa amore della mia vita, ma dovevo sfogare i miei istinti animali) l'ho fatta dire a Ally. Certo, in un modo un pochino più pesante, ma almeno così mi lasciano in vita, le lettrici. Lettrici che son diminuite, irrimediabilmente.
C'è poco da fare. Quando una cosa non piace, non piace. 
Ti lascio. Vado a crogiolarmi nel mio dolore.
Torna presto.

Love you.

Adieu.

Bebe: I pezzi si son riuniti. Un po' alla volta, ce l'ho fatta. Ho qualche dubbio sulla credibilità del capitolo.. però m'è venuto così. Insomma, li ho fati tribolare abbastanza. La spiegazione di Ob ci stava, e questo sfogo è servito a schiarirgli le idee. Credo.
Sono un'indecisa cronica.
Vado a seppellirmi.
Baci!

Ireth: La tua recensione mi ha fatto scompisciare! Bellissima, l'idea di Walker Texas Ranger!  Muahuahauahau!
Ma glassie, tesorina. Grazie, di avere tutta questa fiducia in me. Cosa ho fatto, per meritarla?? *CommosHa*
Spero ti sia piaciuto anche questo chap, my dizy.
Un bacione!

Mihela:  Ma siauuuu! ^o^ (Oggi son tutta baci e abbracci, non farci caso) Glassie per tutti i complimenti. Non li merito >.<
E non sono assolutamente consapevole del mio talento. No, no. Certo, la Cecy sta un po' più rovinata, XD, però anche io sto superando la soglia del .. del che? O_o Ma che sto a dì? Dio, sono proprio fusa, today.
Aspetto con ansia la tua recensione, tesoro mio. Ah, dimenticavo, la Cecy ti manda un bacione enorme! Domani dovrebbero andare a trovarla gli omini della Telecom. Sperem.
Ti lovvo, sister-angel.
Besossssss!

Giorgiaaa: Grazie mille dei complimenti! *Arrossisce* Senza non saprei andare avanti, davvero. Spero continuerai a seguirmi. Un bacio forte.

Kiara: Sembra sia tornato tutto a posto, tra i due piccioni. Eh si, Orlando ha rivelato il motivo della sua arrabbiatura più lunga del previsto, e l'ha perdonata. Chissà se ha perdonato anche Dom. Devo chiederglielo, quando lo vedo. ^^
Grazie dei complimenti. Glassie davvero.
Kisses!

Chiara: Non preoccuparti se non riesci a recensire ogni capitolo, non è mica obbligatorio! (Lo so, la coerenza non è propriamente una delle mie qualità) Basta farmi un cenno ogni tanto. Giusto per sapere che sei viva, e che continui a seguirmi. Felice che tu lo faccia. Ebbene. Le cose sembrano andare bene, tra Ally e Ob. Speriamo continuino così! ^.^
Un bacione!


BlackPearl94: Mi fa tanto piacere che la fic ti piaccia, davvero! Grazie per i consigli.. ho già qualcosa in mente, al riguardo ^^
Spero continuerai a seguirmi!
Bacio!



Colgo l'occasione per ringraziare Giulia (Aredhel Noldoriel) e GoodMiss, per aver recensito la shot. Ringrazio entrambe per i complimenti, e per averla inserita tra i preferiti.
GoodMiss, felice di averti fatto divertire. Ne sono davvero contenta.
Un bacio forte, a entrambe.



Ragazzi. Davvero, non so come ringraziarvi. E' vero, siete pochi, ma più che buoni.
Senza di voi, questa fic molto probabilmente non andrebbe avanti.
Vi ringrazio dal profondo del cuore.

 
Baci, abbracci e zucchero filato,
Sara.
(Not the best)
 

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Capitolo 20
*** Proposta allettante, non c'è che dire ***


Chap 20
Capitolo venti
Proposta allettante, non c'è che dire





< In Italia, eh? Ho sempre desiderato visitarla! Dobbiamo andarci anche noi, dopo il matrimonio! Che ne dici, Steve?>
< Oh, si. Mi piacerebbe tanto! Magari potrebbe essere una tappa del viaggio di nozze..>
Alex sorride, raggiante, appoggiando la testa sulla sua spalla.
< Ehm. Parlando di matrimonio.. Allora. Non ci siamo ancora consultati, ma credo di avere l'approvazione di Steve. Vorremmo chiedervi una cosa..> Esordisce Alex improvvisamente.
Guardo Orlando, che sorride sorpreso.
< Qualsiasi cosa per voi, lo sapete..> Orlando annuisce.
< Ecco, vi piacerebbe essere i nostri testimoni di nozze? Ne saremmo davvero felici..>
Un sorriso che parte da un orecchio e arriva all'altro mi attraversa il viso. E' la mia prima volta, da testimone.
< Oh, Dio, certo che si! E' un onore, Alex!> Mi abbraccia.
Steve guarda Orlando, che sembra interdetto. Ci tiene tanto a lui, anche se non sembra. E' vero, c'è stato un po' di diffidenza da parte di Steve, dopo quell'orribile fraintendimento, ma, in fondo, gli ha sempre voluto bene.
< Cosa dovrà subire, il mio cuore, vedendo l'uomo che amo, sposare la migliore amica della mia ragazza! Non so, se posso accettare..> Orlando scuote il capo, con fare tremendamente drammatico. Gli occhi chiusi, le mani sul cuore.
Ci abbandoniamo tutti a una risata liberatoria, per vedere poi Orlando annuire, e dare una sonora pacca sulla schiena a Steve. < Con piacere, Steve>
< Tesoro, avrei voluto farti fare la damigella d'onore, ma ho già tre cugine prenotate!> Sbuffa Alex, poi continua. < Però, la testimone della sposa, è sempre la testimone della sposa! Mica bruscolini!> Ride.
< Ma ci mancherebbe, Lex! Sono onorata, davvero. E super eccitata, anche! Dio, quante cose ci sono da fare!> Poso le mani sulle guance bollenti.
< Devi aiutarmi a scegliere l'abito, le bomboniere, le fedi..!> Annuncia, con tono crescente, battendo le mani per l'eccitazione.
< Oh, le fedi ovviamente saranno un regalo da parte nostra, giusto Al?>
Io annuisco. < Certo>
< No, ragazzi, dai, già la vostra presenza sarà un grande regalo.. non dovete..>
< Non voglio sentire ragioni! Scegliete: le fedi o il servizio fotografico? O entrambi, magari> Guardo Orlando, sperando che non mi picchi, ma con mia sorpresa annuisce energicamente.
< Noooo, solo le fedi! Siete pazzi?> Steve alza le mani, agitandole in segno di diniego.
< In ogni caso, se avete bisogno di una mano, noi siamo qui> Orlando mi sta sorprendendo, oggi. Sembra molto coinvolto.
Sospiro piano.
Mrs Allison Bloom.
Suona bene, però.
Arrossisco pensando a quello che sto effettivamente pensando, e salgo in camera con Alex, lasciando gli uomini da soli.
< E' stata una tale sorpresa! Non me l'aspettavo.. non.. Dio, quante cose da fare! Dobbiamo ancora decidere la data e io sono già sotto stress!>
Nasconde il viso tra le mani, gettandosi all'indietro sul letto.
Poi, però, capendo che non la seguo più di tanto, si mette a sedere, e mi guarda con aria interrogativa.
< Hey, Al, tutto bene? Sei strana..> Chiede, spostandomi una ciocca di capelli dal viso.
< No, sto bene.. è.. che ho una marea di pensieri in testa..>
< Tipo?>
< Tipo.. Dominic>
< Come Dominic???> Alex mi guarda con gli occhi sbarrati e la bocca aperta.
< Nooo, ma cosa hai capito?! Non intendevo mica in quel senso.. pensavo solo che mi dispiace il fatto di aver rovinato la loro amicizia, e vorrei fare qualcosa, ma solo parlarne con Orlando mi spaventa..>
< Mi hai fatto prendere un colpo, accidenti. Comunque.. si, beh. Parlarne sarebbe la cosa giusta, ma forse dovresti aspettare un po'.. giusto per far calmare le acque..>
< Hai ragione..>
Riflettiamo per qualche istante, Alex riprende la parola, e chiede, con finta nonchalance: < E.. è solo questo che ti frulla in testa?>
Questa è la persona più testarda e ostinata che io conosca. Dopo Orlando, ovvio.
< No.. ecco.. pensavo.. sai, dopo la proposta di Steve.. noi.. Orlando..>
Alex ride piano, e mi prende le mani.
< Ehi.. non preoccuparti. Arriverà anche il vostro momento, ne sono certa. E poi, non credere che la vita matrimoniale sia facile. Sento spesso mia sorella, che è sposata da cinque anni ormai, e mi ha sempre detto 'Rimanda, finche puoi..' - ride - ora non so che faccia farà quando le dirò che mi sposo! In ogni caso, goditi il fidanzamento. Beh, in realtà non siete fidanzati ufficialmente, ma tra alti e bassi state insieme da due mesi ormai. So che ora sei ansiosa, ma è solo l'euforia del momento! Intanto, goditi il soggiorno in Italia, non pensare a nient'altro. Capito?>
Annuisco.
< Pensavo di andare a trovare i miei, già che sono lì..>
< Siii! Che bella idea! Sai, mi piacerebbe tanto conoscerli! Sai che ti dico, inviteremo anche loro al matrimonio!>
< No, dai, non devi sentirti in obbligo..>
< Ma che obbligo e obbligo! Dai, sarà l'occasione per conoscerci, finalmente!>
< D'accordo. Allora comincerò a parlargliene, poi magari gli spedirai la partecipazione...>
< Quand'è che partite?>
< Oh. Non.. so. Perchè?>
< Beh, se manca qualche settimana.. potresti consegnargliela tu, la partecipazione..>
< Ma se non avete nemmeno deciso la data del matrimonio! Come fate a scegliere le partecipazioni? Devi ordinarle tutte insieme, no?>
< Mmm.. in verità.. tempo fa ho accompagnato mia cugina a scegliere le partecipazioni, e ne ho vista una troppo carina..>
< Non mi dire.. l'hai comprata??>
< No.. cioè si.. ho chiesto a mia cugina se poteva includerne tre di quel tipo nel suo ordine, e lei lo ha fatto. Le ho conservate in una busta. Guarda..> 
La vedo alzarsi, aprire un cassetto, e tirare fuori una bella busta rosa.
< Eccole..>
Mi porto una mano alla bocca, sono carinissime. Semplici, con delle piccole rose in rilievo sul lato, contornate d'argento.
< Puoi darle una di queste, che ne pensi? Basta solo scegliere il giorno e il ristorante..>
< Parlane con Steve, dai. Nel frattempo chiedo a Orlando quand'è che partiamo esattamente..>
< D'accordo!>
Quando scendiamo, li troviamo seduti sul divano a chiacchierare allegramente.
< Se permetti, amico mio, organizzo io, eh!> Dice Orlando, ridendo, e l'altro annuisce.
< Organizzare cosa?> Chiediamo incuriosite.
< La festa di addio al celibato, no?>
< Oh Dio, è verooo!! Anche noi, dobbiamo farla!!> Esulto, entusiasta all'idea di noi due in una discoteca con un bellissimo stripman davanti.
Alex storce il naso < Oh, no, no.. non.. non voglio fare una festa.. magari solo una serata tra noi, ma niente strip o roba del genere>
< Ah..> Peccato! Mi piaceva, l'idea...
< D'accordo, non importa.. anche se la serata dovrebbe essere organizzata dalla damigella d'onore, o sbaglio?>
< Si, di solito si> Orlando è parecchio informato, vedo. Magari starà pensando.. no. No. Non sta pensando proprio niente. L'avrà letto da qualche parte.
< Senti, Ob, devo parlarti.. non è che verresti un momento di la?>
< Sure, my love..>
Ci spostiamo in cucina.
< Dimmi tutto, amore>
< Devo dirti due cosine... ecco, pensavo di andare a trovare i miei, già che andiamo in Italia. Abitano a Napoli, quindi siamo vicini.. magari posso andare da sola, se tu hai troppo da fare..>
< Mi sembra un'ottima idea, però voglio venire anche io.. avrò qualche giorno libero, suppongo..>
Sorrido, e lui ricambia. < Perfetto. Senti, ma quando partiamo? Non me l'hai detto ancora..>
< Il diciannove..>
Diciannove novembre. Tra quattro giorni!!
< E torniamo...?>
< Uhm.. le riprese durano un mese, lì. Poi andremo in Spagna a girare il resto.. in tutto saranno cinque mesi, mi sembra. Poi, il computer completerà il tutto..>
Quattro mesi in Spagna. Deglutisco.
< O-okay>
< Devi dirmi qualcos'altro?>
Hmm. Direi di si, ma non posso ancora.
Scuoto la testa. Lui mi prende le mani, accarezzandole con i pollici.
< Senti.. pensavo.. dato che Alex e Steve si sposeranno presto, credo che tu voglia andare via da questa casa, per lasciarli soli e.. beh, pensavo.. che potresti trasferirti da me... insomma, hai anche una ragione in più, per venire, no? Cosa ne pensi?>
Non ho più salivazione. Non riesco nemmeno a deglutire. Sento il battito accelerato del cuore pulsarmi nelle orecchie.
Mi ha chiesto di andare a vivere con lui.
Oh mio Dio.
Che dire. Il ragionamento non fa una piega, è vero. Non avevo nemmeno pensato alla questione della casa, dopo il matrimonio.
Orlando mi guarda con una strana luce negli occhi. Speranza, forse.
Sorrido appena, e mi avvicino a lui, congiungendo le mie labbra con le sue. La sua mano destra scivola sul mio collo, mentre io cingo il suo con le braccia.
Quando ci dividiamo, senza fiato, ancora fronte contro fronte, mi chiede: < E' un si?>
< E' un si, Mr Bloom>
Mi bacia nuovamente. 
A interromperci è Alex, che con la grazia di un elefante entra in cucina, sbattendo contro lo spigolo del tavolo. Non sto qui a riportarvi bestemmie e imprecazioni varie.
< Sant'Iddio, Alexis! Stavi per sfasciarti un fianco!>
Alex è piegata in due, per terra, la mano sul fianco offeso. < Che dolore....> Mi guarda con gli occhi pieni di lacrime, e io non posso fare a meno di ridere. Dopotutto, è sempre una situazione comica. O no?
Prendo del ghiaccio e una pomata, che Alex spalma sulla pelle rossa. Viola, quasi.
< Ventidue febbraio..> Sussurra lei, guardandomi.
< Cosa?>
< Ci sposiamo il ventidue febbraio>
< Febbraio? Non è mica un mese da matrimoni>
< No, ma almeno potrò mettere il coprispalle in pelliccia di volpe bianca!>
A questa affermazione, Orlando assume un colorito quasi cadaverico, gli occhi fuori dalle orbite. < Pelliccia di volpe bianca??>
< Si, perchè?> Alex è totalmente ignara. Prendo la palla al balzo, prima che Ob la uccida a colpi di motosega.
< Ma non è mica vera, la pelliccia, Ob!! E' sintetica, vero Alex?>
Lei mi guarda senza capire. Ripeto, calcando il finale: < Vero, Alex??>
< S-si. Sintetica al cento per cento> Aggrotta la fronte, le vedo un punto interrogativo stampato in faccia.
< No, sai com'è, Orlando è ambasciatore del WWF, che è contro l'uccisione degli animali, specialmente quelli protetti...>
Orlando quando si mette, è irremovibile. Prima il risparmio energetico, poi l'ambiente, adesso gli animali.
Mi ha persino imposto di cestinare quel paio di scarpe leopardate, dicendo che gli mettevano i brividi. Adesso lui è convinto che io le abbia buttate, ma in realtà le ho nascoste nell'armadio di Steve. Acqua in bocca, però, eh!
< Ehm.. comunque, ho scritto luogo e orario sulla partecipazione. Puoi portarla con te, in Italia..>
< Come si possono decidere il ristorante, l'orario, e tutte quelle cose lì in tre minuti e mezzo?>
< Io.. io già avevo un'idea, in realtà. La settimana scorsa ho parlato col proprietario del ristorante, prima di comprare l'anello. Era già tutto deciso, insomma.. giusto per guadagnare tempo, dato che abbiamo tre mesi, si e no...> Precisa Steve, passandosi una mano tra i capelli.
< E se Alex non fosse stata d'accordo?>
Steve fa spallucce. < Avrei esaudito ogni sua richiesta..>
< Prendi esempio, Ob..> Lo canzono, dandogli una leggera gomitata sul braccio. < Lui , che è un uomo..> Ammicco.
Orlando si avvicina al mio orecchio, e sorridendo sussurra: < Vedremo, quando torniamo a casa, chi è l'uomo..>
Proposta allettante, non c'è che dire.



 


Questo capitolo è un po' uno schifo, tra qualche secondo pubblico il successivo.
Questo è il classico capitolo di transizione.. niente di che.
Risponderò a ognuna di voi nel prossimo chap.
Stay tuned!
Sara..
 


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Capitolo 21
*** Io, tu e Dominic ***


Chap 21
Capitolo ventuno
Io, tu e Dominic



In questo capitolo è presente un breve flashback, nel quale ho dovuto usare obbligatoriamente la terza persona.
Buona lettura.



Apro gli occhi tra le sue braccia, i ricci castani mi solleticano le spalle. Mi giro appena, fino a trovarmi a meno di un centimetro dal suo viso.
Come sei bello, amore mio. Dolce e indifeso.
Gli accarezzo piano la guancia, e sul suo viso compare un sorriso, appena accennato. Sospiro piano, e faccio per alzarmi. Voglio portargli la colazione a letto. Neanche il tempo di muovere un muscolo, che mi stringe a sè, forte, quasi avesse paura di perdermi.
< Non andare..> Un mugolio quasi incomprensibile, una voce ancora impastata dal sonno.
Io non me lo faccio dire due volte, e mi accoccolo sul suo petto, lasciandomi cullare piano. Mi accarezza i capelli, quasi inconsciamente.
Restiamo così, ascoltando i nostri respiri, riscaldandoci a vicenda, per due, tre, quindici, venti minuti. Non saprei dirlo, e non mi interessa.
Mi interessa quello che provo in questo momento, quello che non provavo da tempo, quello che spesso si trascura, ma quando viene a mancare diventa indispensabile.
C'è sempre qualcosa, però, che riesce a turbare anche questi momenti. E sapete benissimo di cosa parlo.
O ora o mai più, mi dico, mentalmente.
< Ehi, amore..> Sussurro, spostandogli una ciocca di capelli dal viso.
< Mmh?> Ha gli occhi chiusi. Mi duole dovergli ricordare quel giorno, adesso che è tutto finito, che tutto va per il meglio, ma devo farlo, e basta.
< Volevo parlarti di una cosa..> Mi interrompo, quando vedo che apre gli occhi, di scatto, come se avesse paura di sentire quello che ho da dire. Vorrei poterlo tranquillizzare, ma come? Devo convincerlo a parlare con Dominic. Devo farlo il più veloce possibile, come quando si strappa un cerotto.
< Bella o brutta?> Sorride, in ansia.
< Ahm.. bella.> Bugiarda. < Cioè, potrebbe portare a una cosa bella, ma probabilmente adesso non è tanto.. bella...> Ci sto solo girando intorno, da brava procrastinatrice. E forza, Ally!
< Parla con Dom, ti prego>
Deglutisco. L'ho detto. L'ho. Detto.
Lo osservo, attendo una sua risposta, un suo cenno. Mi guarda, inespressivo. Poi, con mio sommo dispiacere, allontana il suo braccio dal mio fianco, e si mette a sedere.
Lo imito, avvicinandomi a lui. < Dì qualcosa, ti prego>
Lo sento sospirare forte. Chiudo gli occhi, prevedendo il peggio.
< Perchè?> Una voce atona, fredda, mi risveglia.
Taccio. Non capisco di cosa parli.
< Perchè dovrei parlargli? Perchè vuoi che gli parli?> E' calmo, apparentemente. Sembra però una calma impostata, voluta.
< Perchè è un tuo amico, Orlando..>
Si volta, indignato. < Se fosse stato mio amico non si sarebbe portato a letto la mia ragazza>
Mi porto una mano sul viso, strofinandomi gli occhi. Come faccio? Cosa gli dico?
< Era ubriaco. Dio, Orlando, lo conosci meglio di me, lo sai che quando beve non risponde più delle sue azioni!>
Apre la bocca, come per ribattere, ma lo fermo. 
< Orlando, non è possibile che finisca tutto così! Cristo, siete inseparabili dai tempi del Signore degli Anelli, quanto saranno? Sette, otto, dieci anni? Non può finire tutto per una sciocchezza, per quanto questo ti possa aver fatto male! Perchè è una sciocchezza, non è significato niente per nessuno di tutti e due, niente! Non deve finire così, non per colpa mia. Non me lo perdonerei mai. Ti prego, parlagli. Ti prego. Siete più uniti di due fratelli, non lasciare che diventiate due nemici> Gli accarezzo il braccio, fino a toccargli la mano, che stringo forte. < Pensaci, almeno, mh?>
Orlando china lo sguardo, grattandosi la basetta. < Non ti prometto nulla>
Gli schiocco un bacio sulla guancia, tornando a sorridere. < Caffè o thè?>



Driiin. Drin drin. Driiiiin.
< Oh, Signur. Leeeeex, puoi aprireee? Lex??>
< Sono in bagnooo!>
< Uff. Mi tocca fare sempre tutto da sola, qua> Quando mi ci metto sembro una zitella acida borbottante. Quando mi ci metto, però, eh.
Tolgo gli gnocchi dal forno, sfilo il guantone.
Driiiin. Drin-drin. Drin-driiiiiiiin.
< Arrivooooooo!> Mi precipito in salotto, evitando di inciampare nel tappeto, sfiancarmi nello spigolo del tavolino e scivolare sul parquet.
Apro la benedetta porta, immaginando già chi mi troverò davanti, a giudicare dal suono del campanello.
< Santa Donna, sei sfibrata! Ho interrotto qualcosa, eh?> Ammicca, dandomi un buffetto amichevole sulla guancia.
Lo spingo, ridendo. < Non cominciare, Sploms!>
< No, no, e chi ha detto niente! Sei solo un po'.. accaldata. Daiii, puoi dirlo allo zio Dom, non lo dirò a nessuno!>
< Ma la vuoi smettere! Fosse per te io e Orlando passeremmo la giornata a fare sesso come due tori imbizzarriti>
< Perchè, che c'è di male?> Ribatte, prima di scoppiare a ridere, vedendo la mia faccia sconvolta.
Arriviamo in cucina, e vediamo Orlando arrivare con i capelli umidi e le gocce d'acqua sul viso.
Dominic si piega in due dalle risate, appena lo vede. < Lo sapevo!> Sibila, tra una risata e l'altra.
Mi sento arrossire gradualmente, fino a sentire le guance brucianti.
< Vi siete dati proprio da fare! Dio mio, avevate anche ospiti! Proprio senza ritegno!> Esclama, vedendo sbucare Alex e Steve dal corridoio.
Arrivo agli 80 gradi centigradi, e mi butto su di lui, spingendolo velocemente in salotto: < Fuori. Da. Casa. Mia. Adesso.>
Riesco, con l'aiuto di qualche essere superiore, a chiuderlo fuori, e aspetto che il mio colorito torni normale, prima di preoccuparmi del campanello che suona ininterrottamente tormentando la quiete pubblica.
< Dai, Al! Stavo scherzando! - Si interrompe, ogni tanto, continuando a ridere - Dai, apri! Chiunque l'avrebbe detto! Su, su, ti prometto che non farò più nessuna battuta sarcastica, te lo giuro!>
< Non so se te ne rendi conto, Dom, ma la ragazza in questione ha rischiato un'ustione di terzo grado, arrivata a quella temperatura corporea!> Urla Lex, avvicinandosi allo spioncino.
< Ma non è colpa mia se arrossisce per qualsiasi cosa!>
< Questa non è una qualsiasi cosa, Monaghan!!>
< E va bene, va bene! Scusa, Allison Murdock. Mi inginocchio solennemente ai tuoi piedi, e imploro il tuo perdono, promettendo di fare il bravo bambino per il resto della serata. D'accordo? E' finita? Posso avere il mio piatto di gnocchi? Posso anche mangiare qui fuori, se volete..>
Scuoto la testa, guardando Orlando che ride sommessamente. Non cambierà mai.
Apro la porta, e lui mi getta le braccia al collo, facendomi quasi perdere l'equilibrio.
< Scusa, darlin'>
Mi stringe con un sorriso sornione stampato in viso, per diversi secondi, fino a quando Orlando si schiarisce la voce.
< Ehm, scusa, Little Dumbo, ma fino a prova contraria la signorina è la mia ragazza, quindi, se non ti dispiace, togli quelle zampe dai suoi fianchi, animale!>
Dom si allontana, guardando con aria di sfida Orlando, per poi tornare a sorridere, dandogli un pugno amichevole sul petto.
< Non oso più toccarla, bro'. Se non da amico.>
A questa frase mi sento avvampare, ma mi volto subito, dirigendomi in cucina. Li sento ridere, scherzare.
Finalmente è tornato tutto a posto.



///// FLASHBACK \\\\\

Orlando sta camminando in strada, dopo aver fatto un salto dalla sua agente, per definire alcuni appuntamenti.
Ripensa alle parole di Allison, sentite poche ore prima, ma non sa cosa fare.
Perdonare anche lui, l'uomo che ha osato fare l'amore con la sua ragazza, appartenuta solo a lui, fino a quel giorno?
Sospira, indeciso. Certo, Dominic è un suo grande amico. Amici da tempo immemore, amici stretti, leali.
Leali.. mica tanto.
D'altro canto, però, è anche vero che Dominic Monaghan dopo aver bevuto un bicchiere di birra, già brillo, comincia a dare di matto. Come lui, d'altronde. Si sono sempre somigliati in questo.
Pensa alle tante cazzate fatte insieme, alle serate passate davanti alla PlayStation, o nei pub, cercando di abbindolare qualche bella biondina.
Sorride, tra sè e sè. E' quasi convinto.
Ha più di un motivo per perdonarlo, comunque.
Gli vuole bene, questo è il più importante.
Non vuole rovinare un'amicizia così stretta. Dopotutto, Dom gli è stato sempre vicino. Sempre.
Vuole farlo per Allison. Già ne ha avuti troppi, di sensi di colpa.
Continua a camminare, riflettendo su queste cose, quando alza lo sguardo, e lo vede, davanti a sè.
Sta bevendo un caffè, da solo, nel bar dove erano soliti andare insieme.
Cappellino da baseball, occhiali da sole, ciuffo ribelle, naso a patata.
E' lui, non c'è dubbio.
Prende un bel respirone, e gli si avvicina, sedendosi di fronte a lui.
< Ciao..>
L'altro alza lo sguardo, e si sfila gli occhiali, incredulo. < Orlando.. ciao. Come va?>
< Bene, bene..> Deglutisce. Da quando erano diventati così formali? Gli sembra decisamente assurdo.
< Passavo di qui, e ti ho visto.. ho.. ho pensato di salutarti..> Incalza, imbarazzato.
L'altro non è messo meglio: è una situazione strana, per loro due, abituati a scherzare e prendersi in giro come se niente fosse.
< Vuoi.. vuoi un caffè?>
< Ahm.. no. No, grazie.>
Nessuno osa dire nulla. Dominic vorrebbe chiedergli notizie di Allison, ma gli sembra troppo sfacciato. Vorrebbe poter dire qualcosa, qualsiasi cosa, ma la sua mente è incredibilmente vuota.
Orlando, invece, si sofferma sulla piccola cicatrice sul labbro dell'amico. Ricorda, in un flash, quella maledetta sera.
Il pugno, il sangue di Dom sul tappeto.
Prende a torturarsi le pellicine dell'indice destro, nervoso come non mai.
< Mi dispiace, Dom>
< Mi dispiace, Orlando>
Tre parole, sussurrate contemporaneamente. Passano diversi secondi, nei quali entrambi realizzano quello che hanno detto, e quello che hanno ascoltato.
< Non avrei dovuto darti quel pugno>
< Ed io non avrei dovuto baciare la tua ragazza, e poi finirci a letto. Lo so, sono un coglione patentato>
< Si. E' vero>
Scoppiano a ridere, improvvisamente sollevati.
Si stringono le mani, abbracciandosi reciprocamente.
< Ho saputo che parti, Ob..>
< Si. Dopodomani. Pensavo di organizzare una cena, stasera. Con Alex e Steve. E te, anche.>
< Addirittura? Credevo non mi avresti più permesso di mettere piede in casa tua>
< Ohh, Monaghan, non farmi pentire della mia decisione!>
< Non sia mai! Come sopravvivrei senza il mio ciabattone londinese?>
< Shut up, Sploms!>
Ridono, consapevoli di aver messo una pietra sopra a quel giorno da dimenticare..
Amici come prima.

///// FINE FLASHBACK \\\\\


Italia e Spagna, uh? Te la porti dietro per tutti i cinque mesi?>
< Si, manco fossi un sacco di patate! Dom, la tua finezza mi sconvolge.. comunque no, in Spagna ci va da solo. Però torna per il ventidue, vero?>
< Certo che sì, Al. Non posso mica mancare quel giorno..>
< Che succede il ventidue?! Aspettate una cicogna? Potete lasciarmi le chiavi, se volete.. apro io>
< Dominic!!>
< What??>
Due pomelli si accendono sulle mie guance. Guardo Alex, che si porta una mano alla bocca.
Parlando di cicogne..
Non.. ehm. Io.. Ho un.. ri..tar..do.
Non sono mai stata troppo regolare, però, dopo quella notte con Dominic.. Dio. Non voglio pensarci.
Ogni volta che ci penso, mi sento.. male. A dire il vero, è un po' che ho un senso di nausea.
Ma non può essere.. non posso essere incinta.
Oggi sono dieci giorni di ritardo. Dieci.
Io.. non prendo la pillola.
Non ricordo se abbiamo preso precauzioni.
Sento la testa girare, mi sento vuota.
< Allison? Ally? Ti senti bene? Al!> Sento la voce di Orlando, e la sua mano che mi scuote appena.
< Si, sto bene.. sarà un calo di zuccheri..>
< Sei sbiancata all'improvviso, sicura di stare bene? Vuoi stenderti?>
< No, sto bene. Vado a prendermi un bicchiere d'acqua..>
Mi alzo, e un passo dopo l'altro arrivo in cucina.
Un bambino. Di Dominic. Vedo il viso di Orlando, indignato e disgustato, come in un flash. Non posso perderlo di nuovo.. non posso.
Apro la bottiglia, e faccio per versare l'acqua, quando il bicchiere mi sfugge di mano, e cade a terra, senza fare rumore.
O forse, sono io che non ho sentito il rumore.
Non.. non sento più nulla.
Che mi sta succedendo?


Continua..



Dopo quasi un mese di ritardo (non in quel senso, eh) torno a pubblicare.
Mi vergogno di me stessa, Dio mio.
Torno con due capitoli, uno più insignificante dell'altro.
O forse questo non è tanto insignificante.
Ora il dubbio vi assalirà per i secoli dei secoli. Is she pregnant?
Ehhh.. basta. Mi cucio.

Ringrazio tutti i lettori, silenti e non.
Ahm.. volevo ringraziare anche quelli che hanno aggiunto la storia nei preferiti, e cioè: Alexiel Mihawk, Giuliè, aya chan, bebe, birri, blackpearl94, Ginny_Potter, giorgiaaa, Ireth, Kiara_Turner, L y r a, Lady_me, lilyblack, Mihè, MimoChan, pantofolaia, Cecy e sweetchiara.
Quanti siete, mamma mia! Sono commossa.
Ringrazio anche _AqUa PrInCeSs_ per aver recensito la shot, grazie mille!

Tornando a noi.

Mihè: Due mannaie? Nuuuuuuu! Non sia mai! Però non sono talentuosa. E basta. Sono.. leggibile. Point. Quando pubblichi te? Siamo tutte in attesa!! In bocca al lupo per il 4, eh! Andrai benissimo ;) Hai la benedizione delle Angels! Muahahuhaua! Ti voglio tanto tanto bene, sorè. Un bacione!

Blackpearl94: Grazie, grazie, grazie di essere qui ad aspettarmi e recensirmi. Siete meravigliose. Aggiorna anche tu, eh!!

Giuliè: Un tuo complimento è come un complimento di Jane Austen, Virginia Woolf, Williamino Shakespearino. Grazie, davvero.
Tu continua, che non sono più nella pelle! Ti voglio bene, sorellì. Salutami il Hute. Muahuahau! XD Kisses..

bebe: Non tirare ancora sospiri di sollievo. Sono perfidissima XD Come te, d'altronde, eh! Ricorda di aggiornare presto, capito?? Devo sapere assolutamente cosa succede!! Grazie anche a te, che continui a seguirmi sempre e comunque. Un bacione!

Ireth la Pazzoide: Tu sei pazza. Folle. Si, si. Ally è diventata triste perchè non sa se questo si potrà mai avverare, porella. Anche te sei stata a Pompei? Potevi fare un salto da me, a Napoli! XD Non preoccuparti se non riesci a leggere!! Capita.. Un bacione-one-one, tesorina! W Walker, eh! Kiss..

Ginny: Sei a Londra ora? ç__________ç Non farmici pensare, che sto male. Grazie anche a toi, per i compliments. Ti adoro. Continua pure tu, però, suvvia!! Baciotti!

Cecy, il ritorno: Mi hai fatto sganasciare, con questa recensione. Dai, la testa sulla tastiera nuuu! Come fo poi a scrivere??? Eh!! A mannaiare qualcun'altro ci penso, io, my dear. Quello gnu, piecorone. E quella pettola. Argh! Li decapito, tutti e due, suvvia!! Chiamo a raccolta anche le altre! Non ci pensare, su. Il pazzo scalmanato si è arreso, fortunatamente. Ci mancava solo che girassi per la scuola armata di mannaia e frustino. No, mannaia e bomba. Si dovesse illudere col frustino. Ma cosa c'entra che son la Little Sister, scusa? Non posso dire che faccio schifo sono perchè sono la più piccola? O.o Mah. Tu vedi di tornare presto, eh. I miss you. Mi manca la VERA Cecy. Ora appicco le sedi della Telecom, poi vediamo. Love you..

Un bacio fortissimo a tutti voi, che continuate a sostenermi. Se non fosse per voi, questa fic sarebbe ferma da un pezzo.
Grazie,
Sarè.







 



 


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Capitolo 22
*** Pregnant? ***


Chap 22
Capitolo ventidue
Pregnant?


Premessa: Per chi non ricordasse come eravamo rimasti (a ragione, è passato un sacco di tempo) vi accenno qualcosa:
Alex e Steve sono a pochi mesi dal loro matrimonio, Orlando ed Ally si sono ricongiunti, dopo il patatrack con Dom, e ora devono partire per l'Italia, perchè Orlando ci deve girare un film. Qualche sera prima della partenza Dom accenna a una cicogna, ed Ally si sente male, ricordando che ha un ritardo di diversi giorni. E ora il dubbio la assale. Incinta?





< Devi fare il test, Allison>
< Stai scherzando, spero..>
< Ohh, Ally! Sei svenuta, ti rendi conto?! Non so ancora come sia riuscita a convincere i ragazzi a non portarti in ospedale, è stato un miracolo. C'era Dom pallido come la morte, che si domandava cos'avesse detto di sbagliato, e Orlando era.. sconvolto. Dovevi vederlo.. Dio mio, undici minuti. Undici minuti. Ally, ci hai fatti spaventare a morte. Devi andare da un dottore, devi vedere se sei in..>
< Zitta! Non lo dire!>
Alex mi prende la mano, e sospira, puntando il suo sguardo nel mio.
< Tesoro. Ascolta. Lo so che non vuoi, lo so che solo l'idea ti spaventa, ma..>
< Spaventa? Spaventa? L'idea mi terrorizza, Alex! Ti rendi conto che se fossi incinta con molta probabilità questo dannato bambino non sarebbe di Orlando, ti rendi conto?? E ti rendi conto che se così fosse lo perderei per sempre?! Oh, mio Dio, no..> Nemmeno il tempo di concludere il discorso che fuggo in bagno, mi inginocchio sulla tazza del water e tiro fuori l'anima.
Tossisco diverse volte, tiro lo sciacquone e mi siedo appoggiandomi al muro. Alex arriva di corsa con un asciugamano umido che mi mette sulla fronte, e un salviettina per asciugarmi la bocca.
Presto i colpi di tosse diventano singhiozzi, e resto così, tra le braccia di Alex, piangendo senza dignità.
Mi sento il mondo addosso.

< Dove sono adesso?> Domando, con voce flebile. Mi tiro le lenzuola addosso, ho i brividi.
< Steve è di la, non vuole entrare per discrezione.. Orlando è dovuto correre non so dove per cose di lavoro, ma ha detto che ti ama e che tornerà prestissimo, e Dom è andato con lui. Senti, Ally, tu domani mattina fai il test, non mi interessa.>
La guardo con le lacrime agli occhi, annuisco lentamente. Non posso fuggire per sempre.
Il suono del campanello mi fa sussultare, Steve corre ad aprire e sento la voce di Orlando riempire il corridoio.
No, no. Non voglio che mi veda così. Non voglio che immagini qualcosa.
< Amore mio, come ti senti? Stai meglio? Dio, cosa ti è successo?> Mi sento investire da una raffica di domande, e dal suo profumo, che è talmente forte che mi fa tossire.
< Avrò solo un po' di influenza, non preoccuparti.. è normale, in questo periodo..>
Lui mi guarda scettico per qualche secondo, poi mi stringe a sè annuendo, e mi schiocca un bacio sulla fronte. Sorrido per qualche istante. Anche per un raffreddore si preoccuperebbe alla stessa maniera. E' terribilmente premuroso.
Ed è proprio per questo che non posso essere incinta. Non di Dominic. Sarebbe sfiga all'ennesima potenza, sarebbe.. una tragedia.
Orlando mi culla ancora un po', ed io mi lascio completamente andare, al punto di addormentarmi.
Mi sveglio il mattino dopo, ovviamente a causa di Alex che irrompe nella stanza e apre le tende, completamente incurante di Orlando che dorme accanto a me. A dire il vero anche Orlando è incurante, e non si muove di un millimetro. Sarà perchè ha passato tutta la notte a leggere e studiare il copione per il nuovo film. Già. Film le cui riprese inizieranno tra quattro giorni.
Mi alzo controvoglia, poi mi risiedo aspettando che la testa smetta di girare. E lo stomaco, anche.
Vado in bagno, dove mi aspetta Alex con un bel test di gravidanza nella mano destra, che mi sventola davanti al naso come una forsennata.
Sospiro.
Lo prendo. Lo apro. Faccio il mio dovere.
Prego in tutte le lingue affinchè non compaia la seconda linea. Ti prego, ti prego.
< Non voglio guardare, guarda tu.> Mi copro gli occhi con le mani tremanti. Dopo qualche minuto, Alex mi riscuote: < Ecco, è il momento, devi guardare, Al.>
Sposto le mani, che si intrecciano a quelle di Alex, ma non vedo nulla, comunque. Le lacrime offuscano tutto.
Proprio quando sto per metterlo via, tirando un sospiro di sollievo, Alex mi stringe la mano, costringendomi a guardare.
Eccola. La seconda linea azzurra mi guarda beffarda, ed è in quel momento che mi sento davvero morire.
Fisso il test con le lacrime che rotolano lungo le guance, ma non emetto un solo suono.
Alex piange con me, silenziosamente, e io penso a quando e come dirlo ad Orlando. E dovrò dirlo ai miei. Dio, immagino già la loro faccia.
"Si è pure fatta mettere incinta dall'attore che credeva l'amasse, ci mancava solo questo. Stupida sciocca."
Già. Ma quale attore?
Mi guardo allo specchio, mi sciacquo la faccia. Poi mi metto di profilo, e alzo la maglietta. Non c'è pancia. Non c'è niente.
Non riesco a immaginare, non riesco a credere che davvero ci sia qualcuno quì dentro.
< Secondo te dovrei dirglielo?> Chiedo, sfiorandomi l'ombelico.
< Dirmi cosa?> Orlando compare sulla soglia della porta, in boxer, e il mio cuore smette di battere per qualche secondo. Non per i boxer, certamente.
Guardo Alex terrorizzata, e lei grazie a Dio mi salva, almeno per ora. < Che vuole farsi un piercing all'ombelico, sai.. è di moda..> Sfodera uno dei suoi sorrisi migliori, e Orlando sembra cascarci.
< Oh Dio, no. Al, dici sul serio?> Si avvicina e mi abbraccia da dietro, guardandomi nello specchio.
< No, no.. è stato un momento di follia..> Sorrido. Lo bacio sulle labbra e lascio che mi stringa forte.
Ho decisamente bisogno di conforto. Ora come non mai.




Certo questo non è il miglior modo per farsi perdonare, dopo la lunga assenza. Lo so.
Ma non temete, le cose si aggiusteranno. *Ah sì?* Ehm.. sì, prima o poi.
Perdonatemi se il capitolo è corto, ma c'è una ragione, e se non rispondo alle recensioni, ma è meglio approfittare dell'ispirazione mentre ancora c'è.
Grazie alla moglie per avermi sostenuto in questi dieci minuti di stesura. Corro a scrivere il prossimo.
Tenetevi forte.
Ah, manca poco alla fine. Secondo i miei calcoli, quattro o cinque capitoli. E l'epilogo.
Aspettatevi di tutto.
A presto, Sarè.

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Capitolo 23
*** Confessioni di una mente pericolosa ***


Chap 22
Capitolo ventitrè
Confessioni di una mente pericolosa. O di una ragazza incinta, è lo stesso.





< Orlando, devo dirti una cosa. No. Orlando, devo parlarti. Sai, è successa una cosa e.. No, ma che dico. Oh, dannazione, come faccio?> Mi butto sul letto sotto lo sguardo esasperato di Alex, che da venti minuti mi sta guardando correre su e giù per la stanza, cercando di trovare le parole adatte per dire ad Orlando che.. aspetto un bambino. Io. Io che non ci sono mai andata d'accordo, coi pargoli. Io che ho sempre giurato che mai avrei avuto un figlio, io, io sono incinta.
E mi sento così stanca.
Orlando è di la che studia il copione, al solito. E io in qualche modo devo dirglielo. Magari gli scrivo una lettera. Sì, certo.
"Caro Orlando,
aspetto un bambino. Magari non è tuo, ma è una bella notizia, no?"
< Secondo me, è meglio andare alla cieca e inventare il discorso sul momento, Ally.>
< Dici?>
< Sì. Tanto poi vai lì, te lo trovi di fronte col suo sorriso tranquillo e ignaro, e prima ti senti una merda, poi dimentichi tutto. E' inutile..>
< Mi sei davvero di conforto, Lex.>
< Vero, eh?> Scoppia a ridere e salta sul letto, mettendosi accanto a me, testa e testa.
Guardiamo il soffitto per un po', finchè non siamo costrette ad alzarci da uno scampanellio tanto insolito quanto conosciuto.
Dominic.
Il probabile padre di mio figlio. Deglutisco a vuoto più volte.
Oh, al diavolo tutto, devo parlare con Orlando.
< Saluta Dom per me, vado da Ob..> Dichiaro, e fuggo nello studio di Ob, senza bussare. Richiudo velocemente la porta alle mie spalle e lo guardo alzarsi di scatto e venire verso di me. < Che c'è, stai bene? E' successo qualcosa? Sei rossa come un semaforo, hai la febbre?> Poggia il mento sulla mia fronte per due secondi, poi da medico esperto scuote la testa. < No, sei fredda. Che hai?> Il tocco delle sue mani sulle mie guance mi fa venir voglia di piangere. Come aveva previsto Alex, è talmente tranquillo, preoccupato e ignaro che mi si spezza il cuore a pensare che dovrò dargli una notizia non proprio piacevole.
< Allora. Ecco.. siediti, che è meglio.> Lui mi guarda interrogativamente, e io lo spingo sulla sedia.
Mi schiarisco la voce. < Dunque. Non so come dirtelo, amore mio, e in altre circostanze forse te l'avrei detto tutto d'un fiato, senza premesse o esitazioni, ma ora non mi viene proprio facile, e anche se non vorrei devo dirtelo. Sono incinta. Ti prego, non ti arrabbiare, non pensare male, non..> Mi fermo, troppe lacrime mi impediscono di continuare.
Lui ha gli occhi fissi nei miei, ma so che in realtà non mi sta guardando. Mi impongo di restare calma, probabilmente sto solo esagerando tutto. Vedo la sua mascella irrigidirsi, e prevedo il peggio.
Mi abbasso, restando sui talloni davanti a lui, e gli prendo le mani.
Apro la bocca per dire qualcosa, ma lui mi precede: < Sai di chi è?> Ora è tornato a guardarmi sul serio, ed è più gelido di un iceberg.
< No. Cioè, ho fatto il test solo stamattina, e per sapere di chi è basterebbe fare le analisi e..>
< Non voglio che tu le faccia.>
< Ma..>
< No, Al.> La sua espressione si addolcisce. < Non voglio saperlo. E non perchè se sapessi che non è mio andrei su tutte le furie, ma semplicemente perchè non importa, quello è stato solo un errore, e non voglio che anche questo bambino sia etichettato come 'la conseguenza di un errore', ma dev'essere solo tuo figlio. Nostro figlio.>
E' qui che non riesco più a trattenermi. Scoppio a piangere, stavolta di gioia, e lo abbraccio forte.
< Dio, Orlando, non ti merito, non ti merito..> Lui mi prende il viso tra le mani, e con mia sorpresa vedo che ha gli occhi lucidi.
< Che cavolo dici? Sono io che non merito una gioia così grande, Allison. Ti amo, ti amo, ti amo..>

Una volta che ho finito di piangere, usciamo dallo studio, e corriamo in cucina, dove Dom sta sorseggiando un the con Alex, che vedendo l'espressione raggiante di Orlando mi sorride sorpresa, e io ricambio.
Dominic mi saluta con un abbraccio, e poi mi chiede come sto. Guardo Orlando che mi fa l'occhiolino. < Bene, Dom. Bene.>
< Sono contento.> Mi stringe affettuosamente.
In quel momento, torna Steve dal lavoro. Lui non sa ancora. Come Dom, del resto. Ok, è il momento. Orlando tossisce, e io alzo lo sguardo su di lui. Annuisco impercettibilmente, lui attacca a parlare.
< Bene, ragazzi. Ora che siete tutti qui, siamo lieti di comunicarvi che Allison aspetta un bambino.> Dom si da un pugno sul petto per evitare di sputare tutto il thè, e Steve viene subito a congratularsi.
Poi, Orlando dice a Dom di volergli parlare un attimo in privato, e li vedo sparire oltre la parete.
< Cosa gli dirà?> Domanda Steve. < Quello che ha detto a me. Che non deve preoccuparsi di niente, che non gli importa di chi sia, questo bambino. E' solo la gioia più grande che gli sia mai capitata, ha detto.> Sorrido, serafica.
I miei due migliori amici mi abbracciano, e poco dopo vediamo gli altri due sbucare dal nulla, anche loro sorridenti e tranquilli.
Ok. Questa è fatta.
Ora mi tocca dirlo ai miei genitori.


< D'accordo. Fate buon viaggio. Tesoro, mi raccomando, riguardati. E mangia, che siete in due ora. Orlando, tienila d'occhio, te la affido.> Alex ci riempie di raccomandazioni, alle quali al solito rispondiamo con un 'sì, mamma'.
< Al, se hai bisogno di qualsiasi cosa non esitare a chiamare. Arrivo in un batter d'occhio. Mi raccomando, fai un controllo anche lì dai tuoi, dal ginecologo di tua madre, non si sa mai. E ordina liberamente a Orlando di..>
< ..prendermi tutto quello che voglio. Lo so, Alex! Forza, Orlà, andiamo, è tardi..>
< Ok, andate. Fatti abbracciare di nuovo.> Alex mi stritola, e mi congeda con le lacrime agli occhi.

Il volo passa piuttosto tranquillamente, a parte il solito vomito. Ma a quello ormai ci sono abituata. In più c'è Orlando, con me. Sono più che tranquilla. Ed eccitata.
Ho fatto le analisi. Sono di quasi sei settimane. Il che vuol dire che il bambino sicuramente non è di Dominic, ma Orlando, come d'accordo, non lo sa. Mi sarebbe di grande sollievo (e sono sicura che farebbe bene anche a lui) dirglielo, ma voglio rispettare la sua decisione.
E adesso, appena atterrati, correremo subito dai miei. Certo, sarà un po' dura accettare che la loro piccola bambina adesso convive con un attore ed è pure incinta. Ma ormai la realtà è questa e dovranno arrangiarsi.
E poi, suvvia. Orlando è così carino con me, non potranno non fidarsi di lui. Ah, quanto lo amo.
Ecco, stiamo atterrando. Applaudiamo il comandante per l'atterraggio perfetto, e andiamo a ritirare i bagagli.
Un mese coi miei genitori è proprio quello che mi ci voleva.

< Sei nervoso?> Guardo Orlando che guida la Micra nera che abbiamo fittato qui, tamburellando nervosamente le dita sullo sterzo.
< Mmm.. no. Ok, un po'.>
< Dai, amore. - Gli schiocco un bacio sulla guancia - Di che ti preoccupi? Sei assolutamente adorabile, e anche loro se ne accorgeranno. Ne sono certa.>
Lui sorride e mi prende la mano, che lascia solo per cambiare le marce e chiudere l'auto, e che riprende subito prima di suonare il campanello di casa dei miei.
< Tranquillo amor mio. Andrà tutto a meraviglia.> Suono il campanello, e per un secondo ho l'impressione che lui voglia fuggire il più lontano possibile da qui. Lo capisco, porello. Anche io dovrò essere presentata ai Bloom. E diciamo che non attendo ansiosamente quel giorno.
Comunque.
Viene ad aprire mia madre, che sbarra un tanto d'occhi vedendo Orlando accanto a me. Da piccola le ho fatto una testa così, parlando di Lui, e ora immagino sia un po' colta alla sprovvista.
< E' lui?> Sussurra, indicandolo con lo sguardo. Sorrido, e faccio le presentazioni.
< Sì, mamma. E' lui. Ti presento Orlando. Orlando, questa è Sandra, mia madre. Mamma, ci fai entrare o facciamo gli gnomi da giardino?>
< A dire il vero servirebbero, ma c'è tuo padre dentro che è impaziente di conoscere il nuovo.. ehm.. componente della famiglia, quindi su, venite>
Orlando mi lancia uno sguardo di puro terrore, e io gli stringo la mano, cercando di rassicurarlo. Entriamo, e trovo mio padre seduto sul divano intento a leggere il giornale. Appena ci vede posa tutto e si alza per abbracciarmi.
< Ciao papà! Quanto mi sei mancato.. ehi, ti presento Orlando. Orlando, lui è Massimo, mio padre.>
Lui gli stringe calorosamente la mano, e mio padre gli da una pacca sulla spalla. Affettuosa, s'intende.
Dopo i convenevoli, e dopo aver scaricato le valigie, arriva il momento di fare il fatidico annuncio. Fino ad ora è andato tutto bene, mio padre e Orlando hanno conversato allegramente in un italiano/inglese stentato, e mia madre mi ha preso da parte per dirmi che gli ha fatto un'ottima impressione, e questo è sicuramente una cosa buona.
Adesso siamo tutti seduti in salotto, ed è proprio il momento adatto per informare i miei degli ultimi.. avvenimenti.
< Mamma, papà. Ci sono alcune cose che dobbiamo dirvi. Prima che possiate dire qualcosa tirando a indovinare, lasciate parlare me.>
I miei annuiscono, e io prendo prima una cosa dalla borsa e poi la mano di Orlando.
< Allora. Innanzitutto, questa è una partecipazione di matrimonio, per voi. I miei due migliori amici si sposano. Steve e Alex, li avete sentiti per telefono qualche volta. E richiedono la vostra presenza. Il matrimonio è il ventidue febbraio, quindi avete tutto il tempo di pensare ai vestiti. Il volo lo abbiamo già prenotato noi, ecco.> Do a mia madre la partecipazione e i biglietti.
< Verrete a stare da noi. Poi. E' ormai qualche settimana che Orlando ed io viviamo insieme.> Mi stupisco io stessa della semplicità con cui sto dicendo queste cose, come se avessi detto che domani viene a piovere o che ho incontrato il postino al supermercato.
Mio padre cambia posizione sul divano. So già che non gli piace questa notizia. Non si è ancora abituato all'idea che sua figlia ormai è cresciuta e ha una sua vita, ragion per cui ha voluto a tutti i costi che io dormissi da loro e Orlando in albergo, ma credo che questo abbia sconvolto un po' tutto.
< E, ultima cosa, ma assolutamente non meno importante..> Mi fermo, non ho idea di come dire questa cosa, stavolta. Sono troppe cose insieme, santo cielo.
< Sei incinta, vero?> Mia madre mi precede, spiazzandomi completamente.
Orlando mi stringe la mano. Ha capito.
< Sì. Di sei settimane.>
Silenzio.
L'unico rumore che sento è il mio battito cardiaco accelerato, che mi rimbomba nelle orecchie.
Mia madre sospira, mio padre si passa una mano tra i pochi capelli grigi che gli restano.
< Beh.. congra..tulazioni.> Mio padre si sforza di sorridere. Mia madre aspetta qualche secondo, poi scoppia a ridere.
< Ah, era da tanto che desideravo un nipotino!> Batte le mani come una bambina eccitata davanti ad un regalo inaspettato.
Una risata tira l'altra, si sa, e ben presto ci ritroviamo a ridere tutti e quattro come scemi.
Ah, che sollievo.
Sento che finalmente tutto sta andando a gonfie vele. E sento, per la prima volta in questi giorni, di volere questo bambino.





E in tempo record ho scritto questo e anche metà del prossimo chap.
Non ci posso credere, ma è così.
Allora, grazie infinito ai miei due Angeli che hanno recensito, vi adoro. Grazie a Kiki, stellina beddissima, spero che anche questo chap ti piaccia. E grazie a Bebe, fedele sostenitrice; per ora i pasticci sono risolti, ma non cantate vittoria XD.

Un bacione a tutte, corro a finire the next.
Sarè.

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Capitolo 24
*** Problemini di percorso ***


24
Capitolo ventiquattro
Problemini di percorso




Le settimane scorrono lente, io sono sempre più stanca. Ogni tanto mi domando come farò quando sarò grossa come una mongolfiera, con i piedi gonfi e le braccia enormi. Che orrore. Ho sempre il segreto terrore che Orlando mi lasci proprio a poche settimane dalla nascita del bambino, perchè sarà stufo di stare con un pallone ambulante. Poi mi do della scema e penso che Orlando non farebbe mai una cosa del genere. Se mi è stato vicino dopo tutto quello che ha passato, povera anima, sono quasi sicura che non mi lascerà per quello. Quasi sicura.
L'altro giorno la mamma ci ha accompagnati a fare la prima ecografia, dal ginecologo di famiglia. Lui ha visto le analisi (Orlando non ha fatto una piega quando gli ho detto che le avevo fatte lo stesso, per sicurezza, a Londra: era troppo impaziente di vedere suo figlio nel monitor) e ci ha assicurato che il pargolo (o la pargola, non si sa) sta benone, ed è tutto nella norma.
Quando lo abbiamo visto nel monitor, non che si vedesse molto, ma lui c'era eccome, sono stata talmente felice che avrei potuto mettermi a urlare di gioia, ma ho solo pianto, specialmente vedendo Orlando commuoversi.
Mia madre piangeva senza contegno, e mi ha fatto giurare solennemente che le avrei mandato tutte le foto del bambino che ricevevo dopo ogni ecografia, oltre ovviamente a farle sapere se stava bene o meno.
E così ho fatto.
La seconda ecografia, che abbiamo fatto subito dopo essere tornati dall'Italia, e poco prima che Orlando partisse di nuovo per la Spagna, l'ho fatta a undici settimane, e mi hanno accompagnato anche Alex e Steve, anche se quest'ultimo non è entrato per non dover piangere davanti a tutti.
Mentre ero distesa sul lettino e guardavamo mio figlio attraverso il monitor, il ginecologo ci disse di stare in silenzio, poi azionò qualcosa e nella stanza rimbombò il battito cardiaco del bambino. Fu un momento incredibile.
I singhiozzi non tardarono ad arrivare, ma furono subito seguiti da sorrisi e risate gioiose.
Era ancora presto per stabilire con certezza il sesso, ma il dottore mi disse che non mancava poi molto, e che aveva tutta l'aria di essere un maschietto, ma la notizia doveva essere confermata qualche settimana più tardi.
Con mia sorpresa, Orlando mi disse che avrebbe girato solo per tre settimane, e sarebbe corso a Londra per essere presente alla terza ecografia.
Che sarebbe oggi.
< Oggi sapremo il sesso, Ally, ci pensi? Io spero tanto che sia un maschio. Un bel maschione come il suo papà> Sorride sornione. Io rido con lui, e accarezzo la piccola pancia che sta cominciando a crescere.
Mentre siamo in sala d'attesa, penso a quello che mi aspetta oggi. E cioè, il tanto (non) atteso incontro con i Bloom. Orlando voleva aspettare che sapessimo con certezza il sesso prima di comunicarlo ai suoi.
Io sarei andata da loro direttamente col pargolo in braccio, ma vabbè. Adeguiamoci.
< Signorina Murdock> Sento il mio nome e mi alzo di scatto, correndo alla chetichella nello studio del ginecologo.
< Buongiorno, Allison. Salve, Orlando. Allora. Vediamo come sta il piccolo. Prego, sdraiati.>
Faccio come dice, mollando giacca e borsa a Orlando, e alzo la maglia, permettendogli di distribuire sulla pancia quello strano liquido verde-azzurro.
< Dunque dunque. Le previsioni erano giuste. Congratulazioni, sarà un bel maschietto!>
Vedo Orlando esultare, e non posso che essere felice con lui. A dire il vero preferivo una femminuccia, ma va bene così.
Tutto ad un tratto il dottore si incupisce, ed io non esito a domandargli cosa c'è che non va.
< L'utero ha qualche problema, Allison. Già all'altra visita avevo notato qualcosa, ma adesso ho avuto la conferma>
< Cosa?> Tutta la gioia svanisce istantaneamente, facendo spazio all'ansia e alla preoccupazione.
< Credo si tratti di incontinenza cervicale. Il collo dell'utero ha una muscolatura debole, e potrebbe aprirsi prima del termine della gravidanza. Devi stare attenta, Allison.>
< Oh, mio Dio.> Mi porto una mano alla bocca, e con mio grande orrore comincio a piangere. Non sono più capace di contenere le emozioni.
< Cosa si può fare, dottore?> Orlando è irrequieto. Tempesta di domande il dottore, che gli risponde che semplicemente devo stare attenta a quello che faccio, devo curarmi bene e stare attenta a non ingrassare troppo, in modo che il bambino non sia troppo grande e l'utero resista. Dovrò prendere qualche medicinale, ma non farebbe molto, dato che non l'ho preso all'inizio della gravidanza.
Comunque, l'unica cosa da fare è stare a riposo, quindi dovrò passare tutta la gravidanza a letto.
Chiudo gli occhi, cercando di assorbire le informazioni.
La voce del dottore mi riscuote. < Riposati il più possibile, chiamami per qualsiasi cosa, e salta sulla prima ambulanza nel caso avessi una minaccia d'aborto. Va bene?>
Annuisco, e salutiamo il dottore, poi ci avviamo in auto.
< Sono sicuro che mia madre non dirà nulla se rimandiamo, adesso torniamo a casa.>
< No. Andiamoci lo stesso, non fa niente. Sto bene.>
< Ma devi riposarti, Al! L'hai sentito il dottore?>
< Ehi, andiamo dai tuoi, non ai lavori forzati! Mi metterò sul divano e starò lì buonina per una mezz'ora, poi torneremo a casa.>
< Se è questo che vuoi.. andiamo> Gli sorrido, e partiamo alla ricerca di casa Bloom. Cioè, Copeland. Cioè, Stone. Ohhh, don't panic!

Ad aprire la porta è Samantha, che subito assale il fratello stritolandolo in un abbraccio. Poi tocca a me, e fortunatamente la foga non è la stessa. Ormai sto attenta a tutto, persino agli abbracci.
< Come state? Vi vedo bene! Al, stai benissimo, hai messo qualche chilo, vero? Scusa la domanda indiscreta, ma stai proprio bene così!>
Rido appena e annuisco. < Si, qualche chiletto.. e credo che dovrò metterne ancora> Sorrido misteriosa, ed è come se sentissi la mente di Sam lavorare febbrile, infatti in pochi secondi giunge alla conclusione.
< Non mi dire che sei incinta> Non rispondo, mi limito a sorridere, serrando le labbra.
< Ohhhh, congratulazioni!! A che settimana stai? Sai già cos'è? Oh, diventerò zia!>
< Zia? Tu? Si, nemmeno tra cent'anni. Tuo fratello è allergico ai bambini.> Sonia Copeland interrompe la festa, e alla sua ultima affermazione guardo interrogativa Orlando, che scuote la testa. < Mamma, che cavolo dici? Io adoro i bambini!>
< Sì, ma non se sono figli tuoi! Hai trent'anni e ancora non ti sei deciso, permetti che mi venga qualche dubbio, no?>
< Mamma, ti ricordo che gli uomini non possono ancora avere figli. Prima devo trovare la donna giusta, e poi pensare ai figli. E la donna giusta l'ho trovata. Si chiama Allison, e te la presento. E ti presento anche nostro figlio, attualmente Innominato e residente proprio qui.>
Mi posa la mano sulla pancia, e non posso fare a meno di sorridere felice. E nervosa, ovvio.
Sonia resta a bocca aperta per qualche minuto, il tempo che la notizia arrivi al cervello.
Temo che mi cacci fuori a calci da un momento all'altro.
< Siediti, Al, nel frattempo che la mamma sceglie con cura le parole per dichiarare vendetta.> Scherza Sam, ed io preferisco non prendere le sue parole come oro colato, altrimenti potrei seriamente fuggire a gambe levate.
< Sì, infatti, siediti. Devi riposare il più possibile.> Orlando si siede accanto a me, lasciando che poggi la testa sulla sua spalla.
< Oh, che smancerie. Scommetto che ti starà addosso per tutti i nove mesi chiedendoti ogni tre secondi come stai e cosa senti. Lo faceva sempre con me, persino quando avevo uno stupido raffreddore. Che stress!>
< Adesso mi toccherà per forza, cara la mia sorellina, dato che corriamo il rischio che questo bambino non arrivi al nono mese di gravidanza.>
< Cosa?> Sonia sembra risvegliarsi, e ci guarda attenti chiedendoci cosa succede.
< Incontinenza cervicale.> Rispondo, mesta.
< Oh.> Sembra rabbuiarsi, poi viene a sedersi accanto a me, dall'altro lato. < Hai paura, vero?>
Io deglutisco. Poi annuisco lentamente. < Non averne. Ho anche io questo problema, ma come vedi i miei due figli sono entrambi quì a conversare con te.>
La guardo sorpresa, e lei mi sorride, ma è un sorriso sbrigativo, di circostanza. < Stai tranquilla e non affaticarti. Il nono mese arriverà in fretta e la prossima volta che verrete qui sarete in tre! Oh, sono davvero felice per voi!> Mi da dei colpetti sulla spalla, come si danno a quelle persone che non sopporti e che non vuoi abbracciare. 
< E così sei riuscita a fargli mettere la testa a posto. Bel lavoro, cara. Spero resista. Sai, Orlando e responsabilità sono due parole molto difficili da conciliare, ma tutto può essere> Fa una risatina sarcastica, che mi urta non poco.
Cosa? Cosa ha detto sta megera? 
< Certo che avete fatto in fretta, eh. Nemmeno tre mesi che stavate insieme e già un bambino. Scommetto che non era nemmeno desiderato, vero? Già. I bambini non desiderati sono la causa maggiore di rottura delle coppie, anche quelle più affiatate.>
Non credo alle mie orecchie. Sam è scioccata, Orlando non ne parliamo. Vedo che incenerisce la madre con lo sguardo, come a dirle "ma che stai dicendo?!", e lei sorride, finta, poi si congeda sbrigativa con la scusa di preparare un thè.
Orlando si alza di scatto e le va dietro, lasciando me e Samantha in salotto.
Sbatto furiosamente le palpebre per evitare di piangere, ma i buoni propositi vanno in fumo quando Sam mi prende le mani, scusandosi per la brutta reazione della madre.
< Mi odia, Sam! Mi considera una poco di buono che s'è fatta mettere incinta da suo figlio per tenerselo stretto, lui e magari pure il suo conto in banca. E a giudicare dal suo comportamento, Orlando le avrà parlato prima di venire, chiedendole di essere un minimo cortese con me, ma lei non c'è riuscita. Quindi ora non mi resta che andarmene proprio, dato che per Orlando è fondamentale che alla madre piacciano le sue fidanzate! E' un bel casino!> Tiro su col naso, imponendomi di restare calma.
Facile.
< Ascoltami, Ally. Lei.. lei non ti odia. E' solo che da quando Orlando ha rotto con Kate, tutte le altre ragazze con cui è stato non sono mai andate a genio a mia madre, perchè già aveva in mente grandi progetti per loro due, li considerava perfetti l'uno per l'altra. E ha visto anche Orlando dopo la rottura. E' stato un periodo orribile per lui, e lei è stata anche peggio. Ora, sapendo che tu sei anche incinta, non ci vuole molto a immaginare come si senta, di cosa abbia paura. Tu ci hai azzeccato, non riesce a fidarsi delle ragazze e delle loro intenzioni, ma credo che basti solo un po' di tempo. Orlando le ha parlato, è vero, e le ha anche detto che davvero crede che tu sia la ragazza giusta per lui, e che è lui a non avere nessuna intenzione a lasciarti, e non viceversa, come nel caso di Kate. Dalle il tempo di abituarsi, e vedrai che andrete d'amore e d'accordo.>
Questo è più o meno quello che mi ha ripetuto anche Orlando, una volta tornati a casa. Mi ha rassicurato in tutti i modi possibili e immaginabili, e anche Sonia è stata gentile, e mi ha chiesto scusa.
Uff. Tutto quello che fino a ieri vedevo perfetto, ora non lo è più. Mi sembra tutto sbagliato.
Ma un mese in santa pace si può avere o no?



Porella.
Non smetterà mai di tribolare, per colpa mia. La vita è crudele.
Questi mesi di pausa devono avermi fatto bene, perchè scrivo come una trottola appena ho tempo. Sta per finire, ragazze.
Grazie mille a tutti quelli che leggono, e grazie ancora di più a quelli che recensiscono.
Vi adoro, e vedere che mi continuate a seguire, che non vi siete dimenticate di me mi fa davvero felice. *___*

Un bacio spaziale,
Sara.

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Capitolo 25
*** Un matrimonio movimentato ***


Chap 22
Capitolo venticinque
Un matrimonio movimentato



< Ally, con tutto il bene che ti voglio. Non posso cambiarti vestito ogni dieci giorni perchè tu lieviti come una forma di pane. Non devi mangiare, Sant'Iddio, sennò arriveremo il ventidue che non saprai cosa mettere, aahhhhh!>
Guardo sconcertata la mia migliore amica molto stressata che sbraita da un'ora e mezza contro tutto e tutti.
Ormai ho rinunciato a offendermi per tutti gli insulti e le affermazioni poco carine che mi rivolge; siamo a pochi giorni dal matrimonio, e lei è più agitata di un frullato.
< Alex, con tutto il bene che ti voglio. Non posso evitare che mio figlio cresca in questa pancia perchè ti scocci di chiamare la sarta per fare due modifiche al vestito. Che è anche di un tessuto elasticizzato, che diamine. Non posso ingrassare molto da qui alla settimana prossima! Mi andrà, che caspita!>
Lei sbuffa sonoramente, io sono tentata di darle una martellata in testa, ma non posso alzare pesi, quindi mi trattengo.
Questo è il primo giorno che esco di casa dopo due mesi. Non vedevo l'ora di sgranchirmi le gambe come si deve, stavo impazzendo a passare tutto il giorno al letto, o al massimo a fare quei tre passi necessari per andare al bagno.
Mi sento un'invalida. Brutta, grassa e verde. 
Le nausee sono diminuite, ma il colorito è sempre quello. Passo dal bianco lenzuolo al verde Shrek in continuazione. Orlando non fa che dirmi che sono bellissima, per niente grassa e assolutamente dolce così, ma io non gli credo.
Mi manca la vita normale. Mi manca il mio lavoro. Mi manca lo shopping con Alex. Mi manca il sesso con Orlando.
Ahhh, tu, quando ti decidi a nascere?
Ormai è tutto pronto. La cameretta ce l'hai. La culla pure. Riceviamo regalini da un sacco di gente, per te.
Tuo padre ti parla tutte le sere, quando siamo a letto. Cioè, quando lui è a letto, perchè io ci sono sempre.
Lo senti? Ti narra tante cose, ti parla di me, della tua mamma bellissima che devi assolutamente conoscere.
Anche lo zio Dom ti parla, ogni tanto. Ti racconta un sacco di barzellette, finchè gli ordino di smettere perchè rido troppo e ho paura di affaticarmi.
La zia Alex e lo zio Steve sono troppo impegnati, adesso, e ti fanno qualche saluto ogni tanto. Poi lo zio Steve ti urla "non ti sposare mai!" e fugge via.
Dobbiamo ancora decidere il tuo nome, sai. A me piace Christopher, per gli amici Chris. A tuo padre (che strano effetto mi fa chiamarlo così) piace Matthew. Vedremo.
Il cognome invece è Bloom, ovviamente. Avendo questo cognome, sei già su tutti i giornali, ancora prima di nascere.
Leggo Baby Bloom dappertutto, ma mi ci sono abituata. Fortunatamente non ci sono assalti di giornalisti, fotografi o fan assatanate sotto casa, non ancora almeno. Vedrai quando nascerai a quanti flash dovrai abituarti. Povero te.
< Allison, ma mi stai ascoltando?!> Alex mi spacca un timpano con la sua voce trillante, di parecchi decibel sopra la norma.
< Mmm, sì, ma non ho capito bene l'ultima frase..>
< Il BOUQUET, quei maledetti mi avvisano solo ORA, dicendo che non hanno più le rose lilla. Ora, capisci? Che bravi!>
Oh, Dio, com'è petulante!
Mi allontano dicendo di avere un po' di nausea, e approfitto per andare al bagno a darmi una controllatina. Da un po' ho delle piccolissime perdite, che però il dottore ha definito normali, se non superavano una certa quantità. Menomale, oggi niente.
Non posso rischiare l'infarto ogni volta che vedo una gocciolina di sangue.
Ma tant'è.

***

< Amore, aspetta. Ferma lì che arrivo subito. Come sto?> Domanda, sistemandosi il cravattino. 
< Sei bellissimo, amor mio. Il più bel testimone di nozze mai esistito. Ma ce la faccio anche da sola, vedi?> Scendo il primo gradino, poi il secondo, poi il terzo, poi mi blocco, portandomi una mano alla pancia.
< Oh! Orlando, Orlando!> Lui alza lo sguardo e mi raggiunge in uno scatto felino, due occhi terrorizzati.
< Cosa? COSA?>
Senza dire una parola, gli prendo la mano e la poggio dove stava poco prima la mia.
Lui sussulta, poi mi guarda e comincia a ridere. Gli occhi si inumidiscono. < Oh mio Dio!>
Subito si abbassa e poggia l'orecchio sempre nello stesso punto, la mano destra accarezza la pancia. < Ciao, piccolino! Sono il tuo papà, mi riconosci?> Poi scoppiamo a ridere insieme. Io aggiungo qualche lacrima.
Sarà un papà perfetto.

***

< Beh, dunque. Vi chiedo scusa in anticipo se mentre parlo piangerò. Non è in programma, ma, sapete com'è. In questo periodo tendo a commuovermi per tutto, e spesso e volentieri finisco in un mare di lacrime. Tanto più oggi che è un giorno meraviglioso e speciale...>
Alla fine del discorso per gli sposi, come previsto, sono in lacrime. Bevo un sorso di champagne - uno solo, promesso, giusto per il brindisi - e mi siedo, lasciando la parola a Orlando. Lui è molto più bravo di me con le parole. Si nota dagli applausi lunghissimi che riceve dopo il suo bellissimo discorso.
Si siede di nuovo accanto a me, e mi stringe. Avvicino il bicchiere - d'acqua - alla bocca, ma tossisco, sputando l'acqua, a un dolore nel basso ventre.
Orlando aggrotta la fronte, mi da un colpetto dietro la schiena e sorride: < Ti è andata di traverso?>
Io rispondo al sorriso debolmente, e annuisco. Poi, un'altra fitta.
Improvvisamente tutta l'attenzione è rivolta a me, e a Orlando che, noncurante del volume piuttosto alto con cui parla, mi domanda in continuazione cosa succeda.
Io scuoto la testa: < Niente, solo una fitta. Vado a stendermi un po' in una delle camere sopra.> Mi alzo, con l'aiuto di Orlando, e un passo dopo l'altro, sotto lo sguardo curioso e preoccupato di tutti gli invitati, raggiungiamo le camere dell'albergo-ristorante.
Le fitte passano quasi immediatamente, ma decido, quasi costretta dagli sposi e da Orlando, di passare la notte qui, dove staranno anche loro.
Sono stanchissima. Tutte le foto, il ricevimento, lo stesso stare in piedi accanto alla sposa nel comune è stato sfibrante.
Mi addormento quasi subito, infatti, insieme ad Orlando. Ma non per molto.
Dopo un sonno agitato, mi alzo, sicurissima di aver avuto un'altra delle perdite, e a tentoni, piegata in due dal dolore, raggiungo il bagno.
Accendo la luce, e quando la testa smette di girare, riesco a mettere a fuoco: sangue, solo sangue dappertutto.
Mi porto le mani alla bocca, respirando a fatica. Appoggiata malamente allo stipite della porta, chiamo Orlando, con voce rotta, poi più forte.
Lui si passa due mani in faccia, poi apre gli occhi e mi vede, praticamente per terra, con le mani sporche di sangue, lo stesso che c'è sul letto.
Passano una decina di secondi, in cui lo vedo infilarsi un paio di jeans e correre subito da me, poi chiudo gli occhi, e il niente.
Li riapro in quella che senza ombra di dubbio è una stanza d'ospedale.
Il mio primo pensiero va a Orlando, che trovo accanto a me, con lo sguardo perso nel vuoto. Noto che ha gli occhi rossi.
Un pensiero mi attraversa subito la mente, chiudo gli occhi, cerco di scacciarlo via.
Gli prendo la mano e lui si riscuote, mi guarda, e addolcisce la sua espressione, anche se non accenna un sorriso.
Non mi bastano altre conferme.
Si china su di me, e, appena poggiata la testa sul mio petto, lo sento piangere.


La porta della stanza si apre in continuazione. E' entrato un dottore, prima, che ha informato anche me della situazione.
Niente da spiegare, niente da aggiungere. Niente da indovinare.
< Mi dispiace, ragazzi.>
Già.
Arrivano subito anche gli sposini novelli, che hanno persino deciso di annullare il viaggio di nozze, per restare con noi.
Arriva Dom, bianco come la morte, serio e mesto come mai l'avevo visto. Abbraccia Orlando, che si lascia sfuggire ancora qualche lacrima.
Arrivano i miei genitori, che alloggiavano ancora da noi. Appena li ho visti non sono riuscita più a trattenermi. Ho pianto per tre ore di fila. E quando sembrava mi fossi calmata almeno un po', sono arrivati anche i Bloom. Sam era già in lacrime, ed è corsa subito ad abbracciarci.
Colin ha solo accennato un saluto, ed è andato fuori con Orlando, lasciandomi sola con Sonia.
Con mia grande sorpresa l'ho vista asciugarsi gli occhi con un fazzoletto e tenermi la mano per molto tempo. Mi ha chiesto scusa, un'infinità di volte, e mi ha detto di aver capito che Orlando mi ama davvero, che la cosa è sinceramente ricambiata e che anche lei è disposta a volermi bene, con tutto il cuore. Mi ha abbracciata, e abbiamo pianto ancora un po'.
Decine di giornalisti sono ancora fuori l'ospedale, a chiedersi cosa sia successo. Alcuni avranno già capito, altri forse no.
Capire, poi, cosa? Il dolore che si prova non possono capirlo. Non loro.
Nemmeno io immaginavo di doverlo mai provare.
Ma tant'è.




Non uccidetemi,
Sara.

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Capitolo 26
*** Proposte.. indecenti ***


24
Capitolo ventisei
Proposte.. indecenti


Per chi non ricordasse: Alex e Steve si sono sposati; durante la notte del matrimonio lei si sente male, sviene, e viene portata in ospedale, dove si risveglia accanto a un Orlando pallido e distrutto, con gli occhi rossi dal pianto. Si rende conto di aver perso il bambino.


Tre mesi dopo

< Oh, Signore, ma quanto ci vuole?!>
< Ancora niente?> Domando, sconfortata.
< No! Dannazione, muoviti!> Orlando agita la mano a destra e a manca, poi d'un tratto si blocca. < Ci sono due linee, che vuol dire? Che vuol dire?!>
Lo guardo, mi porto le mani alla bocca e comincio a saltellare, lanciando un urlo.
Urlo, rido e piango. Lui mi guarda con due occhi sbarrati e un sorriso sempre più grande; corre ad abbracciarmi. Insieme saltiamo per una decina di minuti, peggio di due pazzi sclerati da ricovero a vita.
Sono incinta.
Appena riesco a parlare normalmente senza scoppiare a ridere, chiamo il ginecologo, e gli annuncio la lieta novella.
< Bene! Sono davvero felice che abbiate deciso di riprovarci! Allora ascolta, Allison. Comincia a prendere quelle medicine che ti ho prescritto l'ultima volta, vai a fare le analisi e mercoledì prossimo le porti qui, d'accordo?>
< D'accordo. Grazie mille! A presto!>
Attacco, e cominciamo il giro di chiamate per informare i parenti e gli amici più cari. I soliti, insomma.
Chiamiamo Alex e Steve, che sono in viaggio di nozze, finalmente; chiamiamo Dominic, che sta girando un film nel Burundi o chissà dove; chiamiamo Sonia, che esulta come se avesse appena vinto al lotto, e poi mia madre, con la quale ovviamente piango un po'.
E quindi. Si ricomincia.
Siamo la felicità fatta persona. Io, poi, sento che potrei esplodere. Il mio corpo è troppo piccolo per contenere tutto questo. Fortunatamente tutto il dolore che avevo dentro è sparito, lasciando spazio a tutto il resto, che è decisamente più ingombrante, ma assolutamente piacevole.
I mesi scorsi.. beh, i mesi scorsi sono stati un po' tragici. Ancora non sono del tutto indifferente a quei ricordi. Penso a due mesi fa, e vedo quelle che erano le ombre di noi stessi. Tanta sofferenza, sgomento, umiliazione e turbamento. E senso di colpa, almeno per me.
Vedevo Orlando completamente distrutto. Aveva in mente tanti progetti, aveva iniziato a preparare la stanza, a sfogliare con interesse le pagine di Io e il mio bambino, fermandosi ogni tanto a dirmi cose tipo "Ehi hai visto? Qui dice che a sei mesi è già in grado di giocare con il proprio corpo, prendendosi i piedini!", era così felice. Io sono stata trascinata dal suo entusiasmo, e anche se inizialmente sentivo di non essere pronta, di non volerlo fino in fondo, già al secondo mese non vedevo l'ora che nascesse. 
Invece no. Il mio corpo aveva già deciso per me.
Improvvisamente le strade cominciarono a riempirsi di carrozzine, donne che esibivano fiere il loro pancione, neonati sorridenti sbucavano da ogni parte. Di riprovarci.. non se ne parlava, eravamo troppo scoraggiati. Così decidemmo di ascoltare i consigli di parenti e amici, e prenderci una vacanza.
Due settimane ai Caraibi. Un vero toccasana.
Distratti dal mare cristallino e le spiagge dorate (oltre che dal sole, che non vedevamo da settimane) ci siamo un po' lasciati andare, concentrandoci più su noi due, concetto che avevamo trascurato abbastanza negli ultimi tempi. Ci siamo riusciti alla grande, direi.
Ogni volta che penso a quelle due settimane non posso far altro che sospirare sognante, e chiudere gli occhi, lasciando che la mia mente torni indietro allo scorso sabato, sulla spiaggia.


- Flashback -

Ho sempre amato i tramonti, specie quelli sul mare.
Beh, in realtà, a chi non piacciono?
Stiamo passeggiando da più di un'ora, dapprima mano nella mano, ora decisamente abbracciati. Dondoliamo qui e là, sbilanciandoci a vicenda. Lui è un tantino più forte di me, per cui rischio più volte di cadere, ma le sue braccia forti mi afferrano prontamente e mi stringono a sè, sempre più forte.

Accoccolati ad ascoltare il mare, quanto tempo siamo stati, senza fiatare?

Orlando è semplicemente bellissimo. Indossa una camicia colorata sbottonata per metà, e ad ogni passo i tremila ciondoli che porta al collo si spostano in ogni direzione, lasciando intravedere il petto abbronzato. Sotto ha un paio di bermuda bianchi, e vedendolo così sembrerebbe proprio uno del posto. Dio, ma quanto sei bello?
La luce rosa del tramonto si posa anche su di lui, e per un istante ancora mi domando se sia reale, così dannatamente sexy.

E fermarci a giocare (con una formica), e poi chiudere gli occhi (non pensare più)

Di tanto in tanto ci fermiamo, schizzandoci l'acqua a vicenda. Poi io comincio a correre, e lui mi viene dietro lasciandomi un po' di vantaggio, perchè ovviamente è più veloce lui, finchè mi raggiunge e mi abbraccia da dietro, sbilanciandomi, così che cadiamo entrambi sulla sabbia, ridendo come matti.

Senti freddo anche tu?

Un brivido percorre il mio corpo quasi completamente bagnato, ma sono subito riscaldata da due braccia forti e un petto caldo (via libera ai pensieri impuri) e dalle sue labbra, che lasciano un marchio infuocato ovunque si posino.
< Fare l'amore sulla spiaggia al tramonto è una delle cose da fare, nella vita, lo sai?> Gli chiedo, serissima. Lui scoppia a ridere, in quel modo che mi fa impazzire, gettando la testa all'indietro e poi poggiandola subito dopo contro la mia.
Mi posa un soffice bacio sulla fronte, poi mi fa alzare.
< Sì, lo so. Ed è decisamente mia intenzione farlo, adesso, qui. Ma prima devo.. chiederti una cosa.>
Le sue mani dai miei fianchi vanno ad intrecciare le mie, ed io lo guardo aspettando che mi chieda questa cosa, qualsiasi essa sia.
Lo vedo inginocchiarsi, sempre tenendomi le mani.
Perchè si inginocchia? Inarco le sopracciglia, e mi inginocchio anche io, allo stesso modo.
Lui scoppia nuovamente a ridere, scuotendo la testa. < No, no, tu devi restare in piedi. Su, alzati.>
Mi alzo sospettosa, e sgrano gli occhi quando una lampadina finalmente si accende nella mia testa.
Oh, mio Dio.
I sospetti sono confermati quando la sua mano destra lascia per un momento la mia, si infila nella tasca dei pantaloni e prende una scatolina di velluto blu. Molto, molto equivoca.
I miei occhi come in un flash vedono una scatola simile, ma più grande, quella che conteneva la collana che porto ancora adesso.
Serro le labbra imponendomi di non piangere.
Orlando apre la scatolina, che rivela il suo stupendo contenuto: l'anello più bello che abbia mai visto in tutta la mia vita.
Mi porto la mano libera alla bocca, e reprimo l'irrefrenabile impulso di dirgli Siii! prima del tempo.
Lui si schiarisce la voce. < Avevo un discorso tutto bello e preparato che ovviamente ho dimenticato, che scemo. Imparo copioni interi a memoria e non sono capace di ricordarmi cosa avevo intenzione di dire alla donna che amo. Complimenti, Orlando.> Si ferma un istante per riprendere fiato. < Beh, potrei cominciare dicendo che ti amo da impazzire, Allison. Tu non ne hai un'idea. Quest'anello l'ho preso mesi fa, in Spagna. Già allora avevo intenzione di.. beh, di inginocchiarmi e tutto il resto, ma gli ultimi avvenimenti hanno un po' stravolto i piani.. anche se non hanno assolutamente cambiato quello che provo per te. Anzi, credo che l'ultima.. "esperienza" mi abbia fatto capire che ti amo più di prima, e sono sicuro che domani ti amerò ancora di più.
Ti amo, ti amo, ti amo.
Amo i tuoi occhi. Che in questo momento sono un po' sommersi dalle lacrime, ma anche così li riconoscerei tra mille. Credo siano stati loro che mi hanno fatto innamorare di te, perdutamente. E' raro che gli occhi di una persona riescano ad esprimere le emozioni e i sentimenti nel modo in cui lo fanno i tuoi.
Adesso, per esempio, so per certo che stai pensando di non meritare tutto questo. E invece ti sbagli di grosso. E questo anello dovrebbe fartelo capire, perciò elimina subito questo pensiero dalla tua mente.
Nei tuoi occhi adesso voglio solo leggere la risposta alla domanda che sto per farti.
Diciamo che ti stanno tradendo un po', in questo momento. Adesso sorridono, e vi leggo tutto l'amore che so tu provi per me. E che è pienamente ricambiato. Lo sai, vero?
Beh, mi rendo conto di non essere uno di quei tipi che te lo ripetono in continuazione, nè di quelli che ti portano i fiori tutti i giorni.

Sono pieno di difetti, molti dei quali li conosci già, ma che hai pazientemente sopportato per tutto questo tempo, anche a costo di imprecare silenziosamente (ti ho sentita sai) e chiuderti nella stanza per evitare di prendermi a pugni.
Io.. ti chiedo di sopportarmi ancora. Di restare accanto a me, nel bene e nel male. In salute e in malattia. In ricchezza e in povertà. Quando sarò lontano e quando sarò talmente vicino da essere asfissiante. Quando sarò dolce e quando sarò irritante. Quando saremo da soli e quando dovrai sopportare anche mia madre.
Finchè morte non ci separi.

Certo, so che adesso può sembrare una prospettiva non proprio allettante, ma.. Allison Murdock, accetti di farmi l'uomo più felice del mondo, sposandomi?>

Ed io che cosa mai farei, se adesso non ci fossi tu, ad inventare questo amore?

Ho la terribile sensazione che, appena aprirò la bocca per rispondere, scoppierò a piangere come una fontana. Deglutisco, con la speranza che  il groppo che ho in gola vada giù, ma niente.
Ok, è una sola parola, basta solo sussurrarla. E nessuno si farà male.
Orlando è in attesa, un sorriso accennato e la speranza negli occhi. Possibile che non conosca già la risposta?!
< E' così brutto dover rispondere con una sola sciocca parolina a tutte le cose meravigliose che hai detto..> Trattengo un singhiozzo.
Lui mi stringe le mani. < Dipende dalla parolina.> Sorride.
Io rido, e gli circondo il collo con le braccia, buttandomi a corpo morto su di lui col rischio di farlo cadere. < Potrei mai dirti di no, uomo di poca fede?! Sì, sì, sì, centomila volte !>
< Ohhhh, ti amo, Ally!> Mi stringe forte forte, poi mi prende la mano sinistra e infila l'anello all'anulare.
Dio, è stupendo.
< Tu mi ami? Tu non puoi neanche immaginare quanto ti ami io! Vorrei potertelo dimostrare, dannazione!>
< Me l'hai dimostrato proprio adesso> Sussurra, e mi bacia.

E per gioco poi siam caduti coi vestiti in mare, ed un bacio e un altro, e un altro ancora..

[...]

< Accipicchia, era davvero una cosa da provare, una volta nella vita, eh?> Sorrido ancora in estasi, la testa appoggiata sul petto (nudo, liscio e scolpito) di Orlando.
< Ma anche due o tre volte eh, mica mi offendo.> Scoppiamo a ridere, e restiamo ancora un po' così, distesi sulla sabbia calda, godendoci le ultime luci del giorno.
Ho lo sguardo fisso all'orizzonte, quasi aspettando di vedere il lampo di luce verde e l'Olandese volante, col suo capitano a bordo.
Ma mi rendo conto che non ce n'è affatto bisogno. Il mio Capitano è proprio quì, accanto a me. E non se ne andrà.
No, non se ne andrà.

- Fine Flashback -


< Ehi, Al, stai prendendo fuoco! Che succede? A cosa stai pensando?> Orlando mi fa tornare al presente stringendo le mie guance bollenti tra le sue mani.
Eh, sapessi. < A niente.> Dichiaro sfoderando uno dei miei sorrisi migliori.
< Non sai mentire, amor mio.>
Lo sapevo. < L'ho sempre detto che devi insegnarmi a recitare, accidenti.> Lui soffoca una risata, poi mi chiede nuovamente a cosa stessi pensando, vanificando senza problemi il tentativo che avevo fatto di cambiare argomento.
< Pensavo.. a sabato. Tu, io, il tramonto, l'anello, la sabbia..> Ad ogni parola il calore sulle mie guance sembra intensificarsi, probabilmente morirò per autocombustione. Il fatto è che è terribilmente imbarazzante parlare di... beh, quello che facciamo.. nonostante l'abbiamo fatto più volte, ovviamente.. e nonostante io non sia poi così timida quando lo facciamo, e.. ohhh. Basta seghe mentali.
Sta per diventare mio marito. Immagino che dovrò abituarmi all'idea di parlare normalmente di queste cose.
La risata calda del mio fidanzato riesce a farmi arrossire ancora di più, se possibile, e di certo le sue labbra che si avvicinano pericolosamente alla mia gola non sono d'aiuto.
< E' stato uno dei giorni più belli della mia vita. E tu eri così bella..> Le sue parole diventano un sussurro, interrotto dai sospiri spezzati che mi strappa, con quella dannata bocca che mi sfiora la clavicola e sale su per il collo, piegandosi ogni tanto in un sorriso, consapevole di farmi morire ad ogni bacio.
Oh, al diavolo la timidezza e l'imbarazzo!
Quando le sue labbra raggiungono il mento, le catturo con le mie senza pensarci due volte, e assaporo il loro calore in un bacio casto ma intenso. Le mani di Orlando raggiungono in fretta la mia vita e vanno oltre, ad alzarmi e permettermi di avvinghiarmi a lui anche con le gambe. Dopo due passi si allontana di poco dalle mie labbra, per cercare il primo gradino delle scale che portano al piano superiore, ma io glielo impedisco, e intreccio ancora di più le mie dita nei suoi capelli, attirandolo a me.
Gli passo la lingua sulle labbra e lui sospira, ma non si perde d'animo. Un secondo dopo il piccolo bacio casto è solo un ricordo lontano, che probabilmente impallidirebbe in confronto a questo.
Orlando rinuncia a salire le scale e decide di accontentarsi del divano. Con un'occhiata veloce controllo che le tende del balcone siano chiuse, e mi abbandono completamente al mio futuro marito.









Ok. Sono imperdonabile, scusate. Come al solito lascio che la depressione da pagina bianca mi colga in pieno, e vi abbandono così. ç___ç
Spero di essermi fatta perdonare, però, con quetto chappy. Anche se è un tantino inconcludente, ma comunque.. meglio di niente.
E' solo che non ricordo bene la scaletta di eventi che dovevo seguire.. mhmm... vabbè. Probabilmente ci sarà qualche capitolo in più del previsto, prima della fine. Non so.
Nel frattempo, beh, dovevo aggiornare. Spero di trovare il tempo - ma soprattutto l'ispirazione - per finire questa e continuare una shot che ho in sospeso da un sacco di tempo... non mi dilungo XD
Vi piace l'anello di fidanzamento di Ally? *Sbava guardando ancora la foto* A me piace tanto *__*
Bon, non c'è altro da dire.
Grazie di cuore a chi ha recensito l'ultimo capitolo: Ce (Io non me lo ficco nella testa, è inutile...); Doddy (Bedda lei, marò. Spero ti sia calmata, per la faccenda del bimbo (hai voja, so passati secoli..!) e mi dispiace di averti fatto aspettare così tanto ç__ç); Bebe (Oddio, non mi uccidere! >.< Vedi che ho fatto la brava stavolta!); Jo (Ma quanto amo le tue recensioni. Mi fanno sganasciare. Madò, tutti questi complimenti.. *si sotterra* basta complimenti, su, su! Poi detti da te, che scrivi divinamente! Sono troppo, troppo lusingata ç.ç);  Kiki (Cucciola! Mi dispiace tantissimo per tua sorella... spero che alla fine sia andato bene, magari come ad Ally e Ob.. *.* Un baciottolo, accie dei complimenti *mi viziateeeee*); Irethhhh (Xkè la Dizy ci saràààà -quando l'ultimo capitolo di The Autograph verrà pubblicato- ...con un' altra demente recensione! Tu mi fai morire dal ridere, madò! Muahauahaua, ma quanto sei adorabile! Davvero grazie perchè continui a seguirmi ç__ç Siete tutte fantastiche!); Andy (Non ti ho avvertita, via, non c'era nessuna stangata questa volta! XD Posa la mannaia, deh, mi raccomando. Preparate i fiori d'aranciooooooooooooohhhh XD Bedda Mihi, mi manchi un sacco!); Ada (Eccomi quì! La tua recensione mi ha dato una mossa, sai? XD Mi son detta 'ok, basta, si continua!' Grazie davvero, cara, spero continuerai a seguirmi - per quel poco prima che finisca la fic! Un bacione!)



Vi adoro, sul serio.
A presto,
Sara.



P.S. *Ehm ehm* Ho il dovere di tranquillizzarvi, riguardo al flashback. La spiaggia era
vuota. Niente occhi indiscreti, don't worry.

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Capitolo 27
*** Detto.. fatto! ***


27
Capitolo ventisette
Detto.. fatto!
(Ovvero, dalla proposta all'altare)


Facendo un breve ripassino, la nostra Allison aspetta di nuovo un bambino, e Orlando le ha chiesto di sposarlo. 



Orlando Jonathan Blanchard Bloom
&
Allison Elizabeth Murdock
request the pleasure of your company
at their marriage
Saturday, the seventh of September
at ten o'clock in the morning
Davenport Green Hall,
Shay Lane Hale, Cheshire
WA15 8UD

Reception immediately following




24 luglio 2009: L'abito da sposa

In questo preciso istante, sono immersa in un mare di candidi vestiti da sposa discretamente coperti da cellophane trasparente. E sono avvolta in una deliziosa vestaglia di seta, color argento.
Alex è quì con me, che esamina gli abiti in ogni singola cucitura e rifinitura.
< Oh, Lex, è troppo difficile sceglierne uno così, senza avere la possibilità di vederlo indossato. Voglio dire, mi potrebbero star bene tutti, e magari in questo momento ne sto scartando uno che.. ecco, prendi questo -alzo il primo vestito che mi capita tra le mani- e se fosse il vestito dei miei sogni, ma solo perchè non mi attira a prima vista lo metterò da parte e non avrò più l'opportunità di provarlo? Oh, beata te che hai già scelto il tuo. Ed è stupendo. Sarai la testimone più bella del mondo. E io non troverò mai un vestito!>
< Per l'amor del cielo, Ally. Questa è l'ultima cosa di cui devi preoccuparti. Ci sono centinaia di vestiti che devi ancora vedere, e credimi, non puoi scartare il vestito dei tuoi sogni.>
< Sì, ma..>
< E poi, se almeno cominciassi a provarne qualcuno, ti accorgerai di quanto è difficile scegliere. Alla fine rimarrai con almeno venti vestiti in sospeso, e ti verrà da urlare, perchè vorresti chiedere il parere anche al tuo futuro marito, ma non puoi, perchè c'è la tradizione, e allora dovrai fare tutto da sola, e..>
< D'accordo, Lex, d'accordo.> Dico, cercando di calmarla.
In quella, fa il suo ingresso Marta Caselli, con una miriade di fascicoli in mano. Cammina veloce e disinvolta sui tacchi altissimi, e pare stia parlando da sola.
< Questo no, no, oddio che orrore, madonna dov'è sbucato questo.. ah! Ecco> Alza lo sguardo e lo punta dritto nel mio. < Ciao, tesoro>
Le sorrido di rimando e, come al solito, provo un'immensa ammirazione nei suoi confronti. Tutta composta, controllata. No, ma che dico. Marta non è nè composta nè tantomeno controllata, penso, e mi viene da ridere.
E' una persona adorabile, e pazza, e ironica con tutti ma soprattutto con sè stessa. E il suo lavoro la fa sclerare più o meno ogni mezz'ora, soprattutto quando la sua assistente, Clara, si fa prendere dalle sue classiche crisi di nervi.
Ma è la mia wedding planner, e non potrei chiedere di meglio. Solo lei poteva accettare di organizzare un matrimonio in tre mesi circa, senza scomporsi minimamente. E non ha battuto ciglio nemmeno sapendo che lo sposo è Orlando Bloom.
Ha solo borbottato qualcosa del tipo < Se quella non mi fa socia dopo che renderò questo matrimonio talmente indimenticabile da far inorridire le nozze di Carlo e Camilla, la uccido, e poi butto il cadavere nel Tamigi. Oppure le tiro i capelli e poi..> A questo punto ho fatto un colpetto di tosse. Lei ha alzato lo sguardo, si è schiarita la voce, ha sfoderato un sorriso professionale e ci ha fatto firmare il contratto.
< Tesoro, stavo guardando i bouquet. Che ne dici di questo?> Mi dice, riportandomi al presente.
Mi mostra una fotografia di un bouquet rotondo di rose bianche, tradizionale ma molto carino. Proprio come l'avevo pensato.
< Ottima scelta, Marta! Mi piace molto>
< Perfetto. E anche questa è fatta. Come andiamo coi vestiti?>
Guardo di sottecchi Alex, che alza gli occhi al cielo. < Veramente, non ne ho ancora provato uno>
Prima che Marta possa dire qualunque cosa, mi affretto a continuare: < Ma stavo giusto per provare questo> Prendo uno che avevo già visto e mi era parso carino.
Dopo un'ora e mezza, ho già provato diciotto vestiti, e ne ho scartati solo tre. Ora sono nel camerino, e sto per mettere il diciannovesimo. Una graziosa ragazza mi aiuta a togliere il precedente, mentre un'altra arriva con altri cinque vestiti in mano.
Guardo la mia figura allo specchio, in body di pizzo e scarpe col tacco alto.
< Signorina? Metta una gamba quì.>
< Oh, sì>
Questo mi è piaciuto particolarmente, quando l'ho visto. Mentre la ragazza mi stringe il corsetto, Marta torna con un depliant enorme e un'aria infuriata. La proprietaria dell'atelier le sta dietro come un cagnolino, sul viso un'aria desolata. < Mi scusi, mi è proprio sfuggito di mente! Non so come ho fatto a dimenticarmene.. a volte sono un po' scordarella..>
< Oh, la prego! Una promessa sposa entra nel suo atelier e lei non le mostra il catalogo? Questo è essere fuori di testa, non essere scordarelle! E lei sapeva benissimo che la signorina deve sposarsi fra poche settimane e non può perdere tempo indossando centinaia di vestiti quando può vederli sul depliant e provare quelli che le piacciono! Oh, DIO. Certa gente è proprio incapace.>
Sbuffa per la terza volta consecutiva e si siede sul divanetto di fronte a me, massaggiandosi le tempie.
< Tesoro, vieni quì, dai. Togliti quel vestito che ti ingrassa da morire e guardiamo questi insieme. Clara, chiama gli altri atelier e fatti mandare i cataloghi immediatamente. Entro oggi, al massimo domani Allison deve aver trovato il suo vestito, altrimenti siamo nei casini.> Prende fiato, mentre Clara si avvia docile verso la finestra con l'agenda in mano.
< Ah, dimenticavo. Chiama anche Orlando e chiedigli come va col suo, di vestito. Digli che non posso essere lì per le cinque. Che si faccia fare una foto con quello che gli aggrada e me la mandi, così vedo.>
Clara annuisce con espressione terrorizzata e comincia a comporre il primo numero.
Mentre sfilo il vestito e tolgo il velo dai capelli, la sento litigare al telefono.
< No, mi servono adesso. Mandate un fattorino, o qualcun'altro. Io chi sono? Io chi sono?! Sono l'assistente di Marta Caselli, per cui se non manda i depliant entro dieci minuti dica pure addio al suo atelier!> Interrompe la conversazione tutta rossa in viso.
Marta si gira verso di lei con un'espressione soddisfatta. < Ben fatto, Clara.>

Un'ora dopo.

Seduta sul divanetto con dodici depliant grossi come la Treccani, segno con un pennarello ogni vestito che mi piace, poi passo il librone a Marta che controlla e scarta, fra i miei preferiti, quelli che non andranno bene. Lei ha occhio per queste cose, mi fido ciecamente.
Sbuffo vedendo tutti quei corsetti megastretti che non potrò mettere. A volte penso che non sia stata una grande idea decidere di sposarci prima della nascita del bambino. E' vero, avrò quattro mesi, e la pancia non si vedrà molto.. ma Marta mi proibisce ogni vestito troppo stretto. E nemmeno li possiamo allargare. Dice che perdono il loro fascino.
Bah.
Giro pagina, ed è lì che vedo il vestito più bello che abbia mai visto.
Il corpetto è senza spalline, ricamato con perline e swarovski. Una fascia sottile lo divide dalla lunghissima gonna di tulle impreziosita anch'essa con cristalli, e coperta da pizzi drappeggiati di seta.
Potrei morire con questo vestito addosso.
Guardo Marta di sottecchi. Io devo provarlo. Al diavolo i corsetti. Questo non sembra nemmeno tanto stretto. Voglio dire, chi è lei per impedirmi di mettere questo vestito?
< Marta, voglio provare questo.> Indico il vestito senza ombra di esitazione.
Lei lo guarda e sospira. < Allison..>
< Dai! Anche mia cugina si è sposata che aveva quattro mesi di gravidanza, e non si è fatta nessun problema a strizzarsi in un corsetto.>
La mia wedding planner sospira di nuovo.
< E sia. Proviamo questo vestito. Devo ammettere che è un capolavoro.>

Mio Dio.
E' lui.
E' il vestito.
Non ci sono dubbi.
Alex mi guarda sfilare per tutto l'atelier, con gli occhi che brillano. < Ally, è.. perfetto.>

7 agosto 2009: La lista degli invitati.

< Allora. Ci sono i tuoi genitori, i miei, i testimoni, i parenti più stretti e qualche mio collega di lavoro.> Dichiaro, con un sorriso soddisfatto. Oh, non vedo l'ora di vedere la faccia di Alicia quando le consegnerò la partecipazione.
< Vuoi aggiungere qualcuno? Magari colleghi tuoi, o vecchi amici, non so..>
< Uhm.. colleghi, sì. Johnny di sicuro, per cominciare.>
Sgrano gli occhi, scioccata. < Inviterai Johnny Depp?!>
Lui fa un sorriso e annuisce. < Oh mio DIO!> Lo abbraccio di slancio, senza pensarci due volte. Poi realizzo ciò che sto facendo e torno a sedermi lentamente. Orlando mi guarda inespressivo.
< Ehm.. sarà un.. piacere.. conoscerlo.> Oh, cielo, si può essere più deficienti di così?
Mi schiarisco la voce e appunto il suo nome sulla lista.
Alzo lo sguardo timorosa e gli chiedo di andare avanti.
< Direi Keira, Viggo, Billy.. beh, quelli del Signore degli Anelli. Tutti, immagino>
Deglutisco, incredula.
Già mi vedo, che giro tra i tavoli con un bicchiere di champagne in mano, salutando e scherzando con Dom, Liv e Keira. Poi metterei qualche goccia di lassativo nel bicchiere di Vanessa Paradis, e..
< Tesoro?>
< Eh?>
< Ti ho chiesto se credi sia il caso di invitare Jerry Bruckheimer>
< Ah. Ahm.. non saprei.. cioè, vero che dovrei congratularmi con lui per aver collaborato alla produzione di alcuni dei migliori film della storia, ma.. okay, invitalo>
Orlando sorride. < Chi altro ti viene in mente?>
E' il momento. Devo dirglielo.
< Brad Pitt> Mormoro, e nel contempo faccio un colpo di tosse. Finto.
< Chi?>
< Pitt. Brad. Ehm, lui.> Sussurro, con lo sguardo basso, improvvisamente interessata alla curva della J di Jerry.
< E magari anche Eric. E Josh. Peccato che Heath sia morto.> Mi mordo la lingua. Normalmente ci dovrebbe essere una specie di filtro che impedisca di dire cose che forse non dovresti dire, o no? Dov'è il mio?
< Josh chi?>
< Hartnett.>
< Mhmm..>
< Ti prego> Mi sento chiedere, con un tono implorante. Adoro Josh Hartnett più di qualunque altra cosa al mondo. Dopo di lui, ovvio.
Dato che non risponde, nè da cenni di vita, mi sento costretta ad alzare lo sguardo. Gli lancio un'occhiata di zerovirgolasettantacinque millesimi di secondo, poi torno a guardare la penna.
Se mi lascia ora è comprensibile. Cioè, lo capirei.
< Però mi lascerai invitare anche Kirsten Dunst, Jessica Biel e Diane Kruger.>
< Ma sì, invitiamo anche Briseide e Andromaca, che c'è di male. Non sono gelosa. Per niente. Nah. Io, gelosa? Tzè!>
Un dito sotto il mento mi costringe ad alzare lo sguardo. Il mio futuro marito mi osserva con un'espressione divertita.
< Diane Kruger no, dai>
L'ultima cosa che ricordo, di quel momento, è stata la sua risata e poi un bacio. E dopo, molto dopo, la lista degli invitati che giaceva, stropicciata, sul mio ventre nudo.

12 agosto 2009: Il menù

< Questa ha un aspetto assolutamente.. mmm> Il dolce sapore di cioccolato misto a panna e caramello delizia il mio palato, e mi lascio andare a mugolii di approvazione, dimenticando che ci sono almeno quattro persone attorno a me.
< Prova questa, cherie> Lo chef mi mette davanti un altro piatto, su cui è posato una fetta di torta e una rosa di zucchero, gialla.
Oh, Dio. Ma sono una più buona dell'altra! Accidenti.
Devo decidere in fretta. C'è Clara che mi guarda minacciosa. Marta le ha detto di sorvegliarmi e impedirmi di mangiare più di due bocconi per torta. E ha detto allo chef di propormi solo dieci gusti diversi. Ma non capisco, e se volessi l'undicesimo?!
Inspira, espira.
Marta sa quello che fa. Conosce i nostri gusti.
Espiro rumorosamente e assaggio l'ultima fetta. Sa di fragola, di liquore e di ribes. Bleah, che roba è?
< Credo che sceglierò quella. Cioccolato e caramello. Per la forma.. Orlando deve averle mandato una fotografia via e-mail. L'ha disegnata lui.>
Lo chef mi guarda dubbioso e vedo che si accinge a controllare la posta sul suo I-Phone. Solleva le sopracciglia e si allarga il colletto della camicia con le dita.
< Sì, lo so, è un po'.. grande. Ma la sua grandezza è direttamente proporzionale al prezzo.> Sorrido, mielosa. Gli do una pacca sulla spalla.
< Sono certa che non mi deluderà.>


29 agosto 2009: I testimoni. O meglio, il testimone di Orlando.

< Ehi Dom, mi senti?>
Dall'altro capo del mondo, Dominic Monaghan cerca di piazzare la webcam a una distanza tale da non costringerci a fare un'autopsia del suo nasone, e pare che non riesca a farlo e parlare contemporaneamente.
< Dominiiiiic?>
Finalmente l'immagine si assesta, mettendo a fuoco anche la graziosa figura di Evangeline Lilly.
< Sì, eccoci. Spara>
< Okay, te lo dico senza troppi fronzoli e preamboli: ti andrebbe di farmi da testimone di nozze?>
Dom sgrana gli occhioni azzurri e finge un colpo al cuore.
Poi si riprende, e replica, quasi urlando nel microfono: < Ma CERTO che mi va, ciabattone!>
< Mi raccomando il vestito. Evie, controllalo tu. Niente matita nera o cerotti o cravattini deficienti o..>
< Ehi, così mi offendi!>
< Lo sai che lo dico per il tuo bene. Perchè altrimenti sarò costretto ad ucciderti.>
< Ha-ha. Quanto mi fai ridere.>
< Dai, Dom, seriamente. Ci teniamo alla vostra presenza.>
< Sì, sì, ci sarò. Presentabile.> Fischietta guardandosi attorno, vago.
< Non costringermi a spedirtelo, Monaghan.>
< Oh, Orli, non merito tutta questa fiducia, davvero..>
Orlando sospira ridendo. < Ciao Sblomie>

1 settembre 2009: Festa sul posto di lavoro

Oggi avrò la mia rivincita.
Oggi avrò la mia sfacciata rivincita contro quella brutta pettola egoista e maleducata, che, come tutti sappiamo, si chiama Alicia.
Ebbene, non sapevo che si dovesse fare una festa sul lavoro. L'ho letto l'altro giorno su un sito internet. Diceva di organizzare un rinfresco, o qualcosa di simile.
Si dovrebbe fare l'ultimo giorno di lavoro, ma io ho deciso di farlo prima, così posso consegnare personalmente la partecipazione ad Alicia e godermi la sua faccia sbigottita.
Così, mentre tutti scendono in auditorium pensando che ci sia un'altra noiosa conferenza sulla copertina del prossimo mese, arrivano -in ritardo- dieci ragazzi, che riconosco come i camerieri del servizio di catering.
Si fanno strada tra la folla per entrare prima degli altri, e immagino che stiano correndo nella sala adiacente a prendere i vassoi con.. quello che c'è sopra.
Non so, se ne è occupata Marta e non ho avuto tempo di vedere.
Quando si spalancano le porte, non posso non girarmi a guardare le facce dei miei colleghi.
Mormorii di approvazione si levano come all'unisono, misti a interrogativi e supposizioni. Una segretaria del reparto accanto al mio si avvicina e mi fa: < Sai che succede per caso? Che ci vogliano promuovere?>
Oh, Dio. Se questo non è ritardo mentale... < Non credo ci promuovano tutti insieme, Lizzie..>
Cerco di troncare la conversazione e raggiungere Marta, ma questa continua a parlare. < Uh, magari c'è un nuovo socio, o qualcuno si dimette, o..>
< O magari io mi sposo.> Le sorrido e vado da Marta, che mi porge un microfono.
Batto un dito su quest'ultimo, per vedere se funziona. < Ehm, salve. Potrei avere la vostra attenzione?>
Centocinquanta visi si girano verso di me contemporaneamente. Deglutisco.
< Forse vi starete chiedendo il motivo di tutto questo. Beh, per tagliare corto.. mi sposo. Cioè, Orlando ed io ci sposiamo.>
Un "Oooh" generale riempie la sala.
Ovviamente la vipera non poteva starsene zitta e incassare il colpo. < Lui lo sa?> Domanda, suscitando una risata tra i presenti.
La ignoro deliberatamente e continuo il mio discorso. < La cosa sarà resa nota pubblicamente domani, su Vanity Fair. Orlando sta rilasciando un'intervista proprio in questo momento, per l'appunto. Purtroppo invitarvi tutti non è stato possibile, come immaginerete -sorrido sadica- perciò ho deciso di dare la partecipazione ai miei più cari colleghi.>
Prendo le tre buste e mi avvio verso Tom, Alicia e Minnie.
Beh.
Ho dovuto invitare Tom perchè è il mio capo.
Ho invitato Minnie perchè è quella con cui ho legato da subito, oltre ad essere l'unica persona simpatica e gentile del mio reparto.
E ho invitato Alicia perchè.. beh, lo sapete perchè.
E come avevo previsto.. la sua faccia, quando apre l'invito, non ha prezzo.

5 settembre 2009: L'estetista

< E' proprio necessario, vero?> Chiedo per la terza volta a Lauren, la mia estetista di fiducia.
< Sì, mia cara. Marta mi ha minacciata di morte, se non ti tolgo anche l'ultimo pelo superstite.>
< Ma mica viene a controllare>
Lei mi lancia un'occhiata strana.
< Ne sarebbe capace. Perciò, sdraiati e cerca di pensare ad altro.>
< E se mi esce qualche livido? E se prendi una ghiandola sotto l'ascella e mi viene una paralisi? E se..?>
< Gesù, Allison! Faccio questo lavoro da trent'anni, credi davvero che non sappia come farti la ceretta sotto le ascelle senza farti morire?!>
< Hai ragione, scusa.>
< Ma poi siamo sicuri che posso fare la lampada subito dopo la ceretta?>
< ALLISON!>
< Okay, okay, scusa.>

6 settembre 2009: L'addio al nubilato. E al celibato, ovviamente.

Allie; ore 12:00 am.

< Hai qualche preferenza? Io già ho prenotato tutto, ma se vuoi puoi esprimerti e vediamo che si può fare..>
< Sì, beh, mi piacerebbe una notte di sesso sfrenato con Josh Hartnett, Eric Bana e Johnny Depp, solo che saranno tutti e tre presenti al matrimonio e non credo sarebbe una buona idea.>
Alex mi guarda sconvolta, e se fosse un cartone animato avrebbe sicuramente la mandibola a terra.
< Conoscerò. Johnny. Depp.>
< Mh mh> Annuisco, divertita. < Avrei voluto tanto metterti al tavolo con lui, ma sai, sei la testimone, e quindi..>
< Bastarda>
< Ma ho messo il suo tavolo molto vicino al nostro, per cui, se sposti di venti centimetri a destra la tua sedia, potrai chiacchierarcici tranquillamente.>
Per tutta risposta lei scoppia a ridere, emozionata.
< E quindi, dov'è che mi porti?>
< Vedrai!>

Ore 23:15 pm

Non mi sono mai divertita così tanto in vita mia. No, sul serio.
Prima la beauty farm, dove non ero mai stata fino ad oggi, che, francamente, ci voleva proprio. Massaggi a non finire, manicure e pedicure, maschere rilassanti e musica leggera. Un paradiso.
Poi la limousine. Che spasso! Abbiamo bevuto un cocktail fortissimo e ci siamo buttate nel primo club sconcio che abbiamo trovato. Quella pazza furiosa di Alex ha detto al Dj che era il mio addio al nubilato, e così mi hanno legato a una sedia, sul palco, e mi hanno piazzato davanti due fighi da paura che ballavano e si denudavano un po' alla volta. My Gosh, quanto erano belli.
Devo dire ad Orlando di fare lo stesso, qualche volta.
A proposito. Chissà che gli ha fatto fare, quel malato di Dominic. Quasi quasi lo chiamo.
< Se stai pensando di chiamare Orlando, scordatelo.> Fa Samantha, sequestrandomi il cellulare. < Non vi dovete parlare fino a domani.>
< Uffa! E se mi sta tradendo con una biondona tettona?>
< Non è così imbecille, Ally. Certo, magari da sbronzo.. nah.. c'è Steve con loro. Sono sicura che lo avrà controllato. Non ti preoccupare e vai a dormire. Buonanotte!>
< 'Notte.>

Orli; ore 12:00 am.

< Sei proprio sicuro di volerti sposare, vero?>
< Che domande, Monaghan! Certo che sì!>
< Vedremo se sarai della stessa idea dopo la giornata che avrai passato!> Risata diabolica.
< Niente scemenze, Dom.>
< Zitto e vestiti. E farai tutto quello che ti dico. Questa sera comandiamo noi. Il cerchio si è stretto, siamo tu, io, Elijah, Sean, Viggo e Steve. Sarà uno sballo fratello! Forza, andiamo!>

Ore 01:00 am

< Allora, sei ancora sicuro di volerti sposare? Guarda che queste cose non potrai farle più eh!>
< Credo che questa giornata mi basti e avanzi per tutta la vita, invece>
< Ma daiiiii! Che sarà mai! Hai solo rischiato la vita facendo bungee-jumping, bevuto almeno tre superalcolici per ogni pub in cui ti abbiamo portato, ti sei quasi fatto la brasiliana che è uscita dalla torta, e poi ti abbiamo spogliato nudo e buttato in una fontana. Ti è andata una meraviglia, direi, Bloom. Almeno non sei finito come Lij e Viggo. A loro non basteranno dieci lavande gastriche per farli stare meglio.>
< Sto per vomitare.> Orlando.
< Anch'io.> Steve.
< Merda. Magari abbiamo esagerato un tantino. Che Dio ci aiuti!>

7 settembre 2009, ore 06:00. Suite del Davenport Green Hall.

< Sveglia bell'addormentata, hai un appuntamento a cui proprio non puoi mancare!> Alex apre le tende e tira già il lenzuolo.
< Mmmh.. cinque minuti..>
< Tesoro. Il parrucchiere è già quì fuori che ti aspetta. E non mi sembra un tipo molto paziente.>
Oddio, ci manca pure che devo farmi i capelli da sola.
Mi alzo ancora con gli occhi chiusi, mugolando qualcosa di incomprensibile. Vado in bagno mentre Alex prepara un caffè forte.
Dal corridoio sento una voce mielosa, maschile. < Forza cherie, non ho tutta la giornata!>
Ma chi l'ha scelto questo deficiente?! Ah, Marta. A proposito, dov'è?
< Ehi Al, sai dov'è Marta?>
< Di sotto a sistemare i fiori. Dovresti vederla come comanda a bacchetta i suoi assistenti! E' fenomenale!>
< E Orlando?>
< Di sotto pure lui.>
< Già è pronto?!>
< No, scema. La sua stanza sta lì. Non potevamo mettervi sullo stesso piano, no?>
< Mh, hai ragione.>
< Allora, sei pronta per il grande giorno?>
< Ehm. Suppongo di sì. Sì.>
< E allora si parte!>

7 settembre 2009, ore 09:40

< Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, ti pr->
< Allison! La finisci di pregare?> Mi sgrida Lex.
< Come posso non pregare se sto per provare il vestito che se non mi entra devo solo spararmi? La pancia non si vede tanto, dopotutto è di soli quattro mesi, e io ho anche cercato di evitare del tutto gli assalti al frigorifero alle tre di notte, e quindi dovrebbe starmi. Oh, ti prego, ti prego..>
< Voilà> Il corsetto, che mi era parso strettissimo mentre Alex lo abbottonava, si ammorbidisce, consentendomi di respirare. Direi che è perfetto. Stretto quel tanto che basta a non farmelo cadere di dosso.
Indosso il diadema e il velo. La sottile collana di diamanti e gli orecchini.
Faccio un bel respiro e mi piazzo davanti al grande specchio.
Mi sposo.
Oddio.
Mi sposo sul serio.
< Toc toc, si può?> Mi giro verso la porta e per poco non mi viene una trombosi venale. Tre donne fasciate in lunghi abiti sgargianti mi sorridono emozionate.
Due delle quali ho visto solo in tv, fino ad oggi.
< Mio Dio, Keira Knightley in persona. Sei davvero.. wow. E tu, Evie.. quanto siete belle! Sam non passerà inosservata, vedo> Scoppiamo a ridere guardando il suo abito rosso fuoco. < Siete più belle di me! Vi rendete conto?!>
< Ma che dici, scemotta! Guardati, sei la sposa più bella che abbia mai visto! E non lo dico per dire. Non lo dico mai, in realtà, quindi puoi credermi.> Fa Keira, convinta. Non posso ancora credere che mi farà da damigella d'onore.
Poi continua: < Vado a vedere lo sposo. Ah, c'è Johnny che ti vuole salutare. Gli dico che può entrare?>
Chi? Che?
Oddio. Credo che non sopravvivrò se continuiamo così. Sam risponde per me: < Sì, certo, fallo entrare!>
Guardo Alex che boccheggia e si fa aria con la mano.
No, no, no. Non sono pronta!
< Si può?> Una voce profonda che  mi ha sempre fatto venire i brividi riempie la stanza.
Due secondi dopo compare lui, il bello tra i belli, bello come il David di Michelangelo, come un Dio greco, come.. come Johnny Depp, appunto.
E' veramente.. veramente.. non ho parole. Ho il cuore che mi batte manco mi stesse per baciare, e sono sicura al novantanove per cento di avere le guance viola per l'imbarazzo.
Credo che Alexis sia svenuta, o qualcosa del genere. Magari è entrata in coma. In piedi, però.
< Che meraviglia! Sei bellissima, Allison.> Mormora avvicinandosi. Mi da due baci sulle guance. < Tanti auguri davvero. Siete una coppia perfetta.>
Deglutisco a vuoto, continuando a guardarlo. Vorrei rispondere, ma pare che le labbra si siano incollate come due gemelle siamesi.
Continuo a sbattere le ciglia imbambolata. Ma è vero? Cioè, sto sognando?
Improvvisamente mi scopro a tastarlo. Lui guarda le mie mani che lo toccano, senza capire. Quando qualcuno nella mia testa si decide a riattaccare la spina, le labbra si scollano formando una o.
< No, non sono pazza. Giuro, sto benissimo, se è questo che ti stavi chiedendo. E' solo che.. credevo fossi una.. visione.>
< E che visione> Mi fa eco Alex.
< Scusaci. Davvero. Sono mortificata.> Vorrei coprirmi il viso con le mani ma ho paura che si rovini il trucco, quindi mi limito ad intrecciarle e a sperare che Johnny non fugga via a gambe levate.
Fortunatamente, non lo fa. Piuttosto ridacchia, e poi mi abbraccia. < Non preoccuparti. Sei proprio adorabile, sai?>
Reggetemi, vi prego.
A salvare la situazione è mia madre. Insieme alla mia futura suocera. Entrambe elegantissime e belle come non mai. Uh, c'è anche papà!
Li vedo tamponarsi gli occhi con un fazzoletto, mentre probabilmente cercano di fermare il tremolio delle labbra.
< La mia bambina si sposa> Mormora mamma con un filo di voce. Poi mi abbraccia e scoppia a piangere.
Vedo Johnny, Alex e Samantha che vanno verso la porta, lasciandoci soli.
< Sei bellissima tesoro. Sei davvero perfetta. Dio, non posso crederci!> Continua, singhiozzando.
< Grazie mamma> La stringo forte, poi faccio lo stesso con Sonia.
E infine è il turno di papà, che mi prende le mani e sorride con gli occhi lucidi. < Non sai quanto sono geloso>
< Io spero che tu sappia che sarai sempre l'uomo più importante della mia vita>
Abbraccio generale.
Guardo l'orologio.
E' ora di andare.

7 settembre 2009, ore 10:15

Ho sempre pensato che il momento più bello del matrimonio sia il viso dello sposo quando vede la sua futura moglie fare il suo ingresso trionfale. Ha un'espressione di pura felicità.
Col cuore che batte forte, scendo le scale, sorretta da papà. Non vedo l'ora di vedere Orlando. Mi è mancato da morire.
Quando entro nella grande sala, per un momento mi lascio distrarre dai meravigliosi fiori messi tutt'intorno, le decorazioni semplici e delicate, la folla di presenti che mi guarda incantata.
Poi alzo lo sguardo, e dritto davanti a me, lo vedo. Il suo viso è raggiante, l'emozione palpabile.
Quando incrocia il mio sguardo si apre in un sorriso mozzafiato.
Dio, sto per sposarmi.
< Papà, sto per sposarmi.> Sussurro col cuore in gola.
< Lo so, tesoro. E' un po' tardi per tirarsi indietro, se ci stessi pensando. Orlando ti ama, e tu ricambi. Sarete felici, e lo siamo anche noi.>
A questo punto, a pochi passi dal mio fidanzato, papà mi stringe forte a sè e poi mi alza il velo. Prende la mano di Orlando e la congiunge alla mia.
Guardo il mio quasi marito fuori di me dalla gioia. Ed è allora che qualcuno dentro di me si muove.
Abbasso lo sguardo sulla pancia e vi porto la mano di Orlando, che sgrana gli occhi ormai lucidi e si morde un labbro per non ridere.
Presa da tutto questo movimento, quasi non mi accorgo quando il sindaco comincia a pronunciare le fatidiche parole.
< Vuoi tu Orlando Jonathan Blanchard Bloom..>
D'istinto lancio un'occhiata a Sonia. Come ha potuto chiamare suo figlio in quel modo? Cioè, fossi in Orlando la picchierei.
< Lo voglio.> La sua voce suona forte e chiara, e la mia mano stringe la sua.
< E vuoi tu Allison Elizabeth Murdock prendere il quì presente Orlando Jonathan Blanchard..>
No, ma davvero. Gesù, e se glielo avesse messo come primo nome? Sarei morta.
< ...finchè morte non vi separi?>
Il cuore batte forte, mentre dico: < Lo voglio.>
Un altro colpetto dentro di me arriva all'improvviso, come per confermare.
< Allora vi dichiaro marito e moglie. Puoi baciare la sposa.>

9 settembre 2009, Hawaii

Mi guardo intorno. Ora sono qui, tra le braccia di Orlando, in una suite favolosa. Pare infine che la fortuna abbia deciso di mandare tutto al diavolo e dedicarsi completamente a me.
La mia testa è un groviglio di pensieri. La mente sta andando freneticamente all'indietro, al nostro primo incontro.
< .. no.. non può essere lui...>
< .. .la stessa voce...>
< ... quell'Orlando??..>
All'improvviso il mio cuore perde un battito. Una frase risuona nella mia mente. Mi fa ricordare che, in tutto questo tempo, non ho ancora esaudito quello che era il mio più grande desiderio.
< ... forza Ally, chiedigli un autografo!...>
Ho avuto quello che migliaia di donne al mondo (e perchè no, anche uomini) non immaginerebbero nemmeno. Così presa da questa travolgente storia, mi sono lasciata sfuggire quel particolare, che per me era molto importante. 
Inclino la testa. Posso sentire il respiro regolare di quello che ora è mio marito sul mio collo.
< Orlando...>
< Mmm?>
< Mi faresti un autografo?>

~~~

Ed eccoci quì. Infine è finita.
Non credevo fosse possibile, dopo una fase di stallo -di 9 mesi O__O- sono tornata, con la fine della storia.
Fine un po' strana, se volete. Ma è così che è iniziata, ed è così che doveva finire.
Non piangete troppo, mi raccomando (di gioia?)
Tornerò a breve -si spera- con un epilogo. E' già a metà, non penso ci metterò molto a finirlo.
Detto ciò.
Grazie a tutti quelli che hanno seguito la storia, l'hanno messa nei preferiti o nelle seguite e un doppio grazie a chi ha anche recensito.
E' per voi che ho trovato la forza -specialmente in questo capitolo. E' stato più difficile che organizzare un matrimonio vero, quasi XD- e l'ispirazione per scrivere.
Vi adoro, sappiatelo.
Ecco i vestiti. Questi mi son divertita tanto a farli XD
Quì c'è la sposa. Quì lo sposo.
Quì Alex.
Quì Samantha, Keira e Evie.
Questi sono quelli delle mamme degli sposi.
E quindi, niente.
Grazie, grazie, grazie.
Ah, e grazie anche alla mogliah che mi ha gentilmente prestato Marta Caselli, la super wedding planner della sua storia. Se non l'avete ancora letta, leggetela.

Sempre vostra,
Sara.






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Capitolo 28
*** Epilogo. ***


last
The Autograph
Epilogo




< Arrivaaa, l'ultimo aereo sta arrivandoo, e sta per atterrare proprio nella bocca di Jane, aaaummm! Bravissima!>
Non riesco a trattenere una risata.
< Ehi, sorridete alla mamma!> Scatto una foto di un Orlando in t-shirt azzurra con scritto "The best dad ever" e di una Jane di quasi un anno, che ride mostrando i due nuovi dentini al mondo.
Osservo Orlando mentre le pulisce la bocca, attento, senza smettere di sorridere. Non avrei mai potuto desiderare un padre migliore per i miei figli.
A volte ancora non ci credo.
Del tipo che ogni tanto mi sveglio la notte per controllare che tutto questo sia reale.
< Ed ecco che mia figlia, la straordinariamente bella Jane Sonia Bloom, si accinge a fare i primi passi con un'elegante andatura alla Jack Sparrow, e un pannolino lindo e pinto appena cambiato dal suo papà! E quando tocca a me cambiarla, lei si da sempre molto da fare con la pupù, vero tesoro mio?>
Scoppiamo entrambi a ridere, e mollo la videocamera a Dominic, per andare a sedermi con loro, sul tappeto.
< Anche mamma Bloom fa il suo ingresso in campo, e la piccola Jane non perde un secondo e mette la freccia a destra, diretta proprio al pancione della mamma. I telespettatori possono notare un Orlando sconfortato e sbigottito, mentre le sue tre donne si riuniscono in un abbraccio>
< Ehi, chi ti ha detto che questa sarà una femmina? Mi gioco la testa che sarà un bel maschione rubacuori come il padre, sexy e sicuro di sè.>
< Non gonfiare troppo il petto, tesoro, che rischi di volare via> Lo canzono, ridacchiando.
In quella, la voce del piccolo Robert riempie la casa. < Eccoci quì, famiglia felice!> Steve e Alex arrivano in soggiorno con una marea di palloncini tra le mani.
< Questo è per la nipotina più bella del mondo -fa Steve, prendendo un delfino- vieni dallo zio Steve, paperotta!> Prende tra le braccia Jane, che, entusiasta, comincia a battere le mani e a ridere.
Lex mi si avvicina e mi da un bacio sulla fronte, poi mi accarezza il pancione. < Come state?>
< Benissimo. Voi, che dicono i suoceri?>
< Oh, stanno una favola. Adorano Rob più di qualsiasi altra cosa al mondo. Vorrebbero un altro nipotino, ma gli ho detto di accontentarsi di questo, per ora. Mio Dio, un altro parto. No, ma stiamo scherzando? Beata te che partorisci in tre secondi e senza scomporti proprio>
< Beh, il mio, di marito, non è svenuto nè è stato colto da una crisi isterica -trattengo una risata, guardando Steve- e ho potuto concentrarmi meglio. La prossima volta vengo io in sala parto con te, Lex>
< Ci puoi scommettere> Replica Steve, inorridito. Alex alza gli occhi al cielo, poi sorride, e gli prende la guancia tra due dita. < Sei così tenero che ti si taglia con un grissino, sai?>

***

Due braccia mi stringono la vita, da dietro. Lo sento sistemarsi sulla spalla, e appoggiare la testa alla mia.
Sposto la tenda per guardare come procedono le cose in giardino. Dominic e Evie stanno preparando la tavola e chiacchierano amabilmente con Lex. Non vedo Steve. Ah, eccolo. Mi viene da ridere a vederlo in bilico sulla scala per sistemare le luci. Ha sempre sofferto di vertigini, infatti ora è pallido come un lenzuolo.
< Guarda Jane e Rob come giocano. Sono inseparabili. Chissà, magari tra loro potrebbe nascere qualcosa> Sento il sorriso di Orlando sul collo.
< Cos'è, vuoi fare un matrimonio combinato? Siamo nel ventunesimo secolo, amore. E viviamo in Europa.>
< No, è solo che..>
< E' solo che non vedo l'ora di vedere la tua faccia quando cominceranno a presentarsi a casa decine e decine di ragazzi per la nostra bellissima Jane. I padri gelosi sono ancora meglio dei fidanzati gelosi, altrochè!> Scoppio a ridere.
< Sai, a questo proposito stavo pensando di preparare una micro telecamera da mettere in una spilla, sai, come nei film.. oppure assumere un bodyguard che le stia vicino e mi avverta se c'è qualcosa che non va. Oppure magari un cecchino che..>
< Amore! Non dirai sul serio, spero.>
< Veramente..>
< Che dici, la rinchiudiamo come la monaca di Monza e poi la muriamo viva?>
< Scema.>
< Sei tu che hai perso la testa, Mr Bloom.>
< Menomale che ci sei tu a salvarmi, Mrs Bloom.>
Sento la scia dei suoi baci sul collo, la sua mano che sposta la maglia e bacia il tatuaggio sulla spalla. Sì, mi sono fatta tatuare le sue iniziali. In un certo senso, il suo autografo.
Lo so che non si dovrebbe fare.
Lo so che è la cosa più stupida del mondo.
Ma mentre lo facevo c'era lui a stringermi la mano, ed è come se avessi sentito che, per quanto il mondo sia imprevedibile e il futuro incerto, lui ci sarà sempre.
E' entrato nella mia vita e non ne uscirà più, per nessuna ragione al mondo.


~ And they lived happily ever after. Without Mut.. Miranda. ~




Ebbene, adesso è veramente finita.
Mi mancherà molto questa fic. Ma tornerò presto, non disperate! Ho in programma almeno altre tre long. Senza Orlando, però.
Pare che una sia con lo Zio Johnny, un'altra con James Marsden detto il Figo, e un'altra con Dominic.
Già, già.
XD

Ringrazio tanto chi ha recensito l'ultimo capitolo, chi ha seguito questa storia, chi l'ha apprezzata anche se in silenzio.
Grazie, davvero.

Sara.

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